The Benders

di QueensOfFandom94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scomparso ***
Capitolo 2: *** Il mostro più pericoloso ***
Capitolo 3: *** In trappola ***
Capitolo 4: *** Caccia aperta ***



Capitolo 1
*** Scomparso ***


Antefatto: Dean a Sam si recano nel Minnesota, per indagare su quella che a detta del loro padre e degli appunti che ha lasciato loro, è la zona d'azione di un fantasma rapitore.

I fratelli Winchester stavano tornando al motel dove avevano preso una camera in affitto mentre facevano ipotesi sul caso.
Mentre cercavano il loro padre, Dean aveva notato che il genitore aveva iniziato a tener d'occhio la contea di Hibbing, nel Minnesota, dove da diversi anni con la stessa puntualità della raccolta delle olive in ottobre e della conserva di pomodoro in Agosto, sparivano due o tre persone da diversi anni. 
L'ultima vittima era Alvin Jenkins, un uomo normale con un lavoro normale, scapolo che viveva da solo.
L'unico testimone era un ragazzino che dalla sua finestra aveva assistito all'intera scena. Aveva dichiarato di aver visto l'uomo venir trascinato da sotto una macchina e di aver sentito un rumore a metà tra il ringhio ed un lamento. 
- Che può essere secondo te?- chiese Sam scendendo dalla macchina sfregandosi le mani. Si vedeva che l'autunno stava arrivando. Le temperature erano calate notevolmente ed il freddo pungeva impietosamente la pelle.
- Non lo so...- fece Dean sospirando di piacere quando entrarono nell'atrio caldo del loro albergo - ho dato una scorsa ai verbali dei rapimenti. Ci sono segni di lotta, la polizia non esclude un rapimento... e con rapimento intendo un essere umano, ma nessuna famiglia ha mai ricevuto richieste di riscatto - se papà ha indicato quest'area come zona d'azione di un fantasma rapitore.... vuol dire che il fantasma rapitore c'è.... ed il fatto che spariscano più persone qui che in qualunque altro stato non mi convince.- 
- Io ho fatto qualche ricerca per conto mio.- fece Sam -I fantasmi possono apparire e rapire le persone non solo dai loro letti, come vuole la tradizione, ma dai luoghi e dai posti più inaspettati e strani.... secondo me dovremmo andare più a fondo.- 
- E lo faremo. Ma domani.- fece Dean.
- Che dici, ceniamo al ristorante dell'albergo invece di prendere qualche hamburger?- propose Sam. Non aveva voglia di tornare fuori al freddo e di cercare un fast food quando avevano a disposizione un buffet proprio nello stabile. 
Dean scrollò le spalle. 
L'idea non gli dispiaceva. Non ricordava nemmeno qual'era stata l'ultima volta che aveva fatto un pasto che somigliava ad un vero pasto... non un banchetto nuziale, una cena normale con del cibo che non era racchiuso in un panino. 
- Sì, perchè no...- fece Dean avviandosi con il fratello verso la sala ristorante. Si bloccò sulla porta - Accidenti, ho dimenticato in macchina il diario di papà....- 
- Di che ti preoccupi?- fece Sam - L'auto è chiusa ed anche se qualcuno lo prendesse non avrebbe alcuna possibilità di capire il suo contenuto.-
- Lo so, ma non mi sento tranquillo a lasciarlo incustodito...- fece Dean andando verso l'uscita - Ti raggiungo, il tempo di prenderlo e metterlo sotto chiave e sono da te.- 
Dean uscì dall'albergo in cui alloggiavano, sfregandosi assieme le mani e soffiando, nel tentativo di scaldarle un po'. 
Faceva freddo e l'aria era gelida. Sì, decisamente si prospettava un inverno freddo. 
Aprì la portiera dell'auto, ed era sul punto di aprire il vano porta-oggetti per prendere il diario del padre, quando qualcosa attirò la sua attenzione. 
Un lamento. Un singhiozzo. Che pareva venire proprio da dietro la sua macchina.
Chiuse la portiera, e si avvicinò, per capire di cosa si trattasse.
Era una ragazzina. Aveva circa tredici anni, ed indossava un vestito sporco, stracciato.... anche i capelli erano arruffati e con evidenti segni di incuria.... la bambina singhiozzava tenendo la testa nascosta tra le ginocchia. 
Dean le si avvicinò con cautela - Ehy...- fece il ragazzo mettendole una mano sulla spalla.
La bambina alzò lo sguardo mostrandogli un visetto grazioso, ma sporco, e due occhi impauriti. 
- E tu chi sei? Dove sono la mamma e il papà?- fece Dean con gentilezza.
La bimba non gli rispose.
- Non avere paura, va bene?- 
Lo sguardo della bambina cambiò. All'improvviso, lo guardava con occhi cattivi - Io non ho paura. Tu avrai paura.- 
Sulle prime, Dean non capì il significato di quelle parole.... prima che potesse dire, fare o pensare qualunque cosa, sentì un braccio che gli circondava il busto ed un dolore esplose nel collo.
Cercò di liberarsi da quella presa ferrea, ma la porcheria che gli avevano iniettato faceva bene il suo lavoro e a poco a poco sentiva il suo corpo intorpidirsi sempre di più.
Riuscì a lottare per quattro o cinque minuti al massimo prima di lasciarsi andare al buio.
'' Sammy''.
...
...
...
Nel frattempo, Sam iniziava a preoccuparsi. Quel ritardo non gli piaceva. 
'' Accidenti, Dean, che stai combinando...''- pensò lasciando la sala ristorante dell'albergo per dirigersi verso il parcheggio. 
Mentre lui stava uscendo, una famiglia composta da madre, padre ed un bambino di pochi mesi stava scaricando le valige dall'auto. 
- Scusate...?- fece il più piccolo dei Winchester avvicinandosi - avete per caso visto un ragazzo? E' poco più basso di me, occhi verdi, capelli castani....- 
I due fecero cenno di no con la testa. 
Senza dire una parola, Sam si diresse al posto dove avevano parcheggiato l'Impala. Le chiavi erano inserite nella portiera del guidatore. Il diario era nel vano porta-oggetti, ma di Dean non c'era  traccia.
- Dean?- fece Sam prendendo a camminare senza guardare dove stava andando - Dean, guarda che siamo cresciuti per questi giochi...- disse Sam camminando al buio, fino ad arrivare sulla strada... ci erano passati circa mezz'ora prima... perchè non si era accorto in quel momento  di quanto fosse buia quella strada? 
- Dai Dean, adesso basta scherzare...- fece Sam quasi girando su sè stesso. Ci voleva credere con tutto il cuore che il fratello gli stesse facendo uno dei suoi scherzetti idioti... come ricoprirgli la faccia di panna mentre dormiva e magari scattargli una foto... o come quando gli aveva sostiuito lo shampoo con la crema depilatoria.... o di quando per Halloween si era messo una maschera da clown perchè sapeva che quei cosi lo spaventavano...
Sperava che anche quello fosse uno scherzo... che si fosse nascosto da qualche parte per arrivargli alle spalle, all'improvviso.... incredibile le cose a cui uno era capace di aggrapparsi per non cedere alla paura e alla disperazione.
- Dean...- borbottò ad una strada buia che sembrava aver inghiottito il fratello.
...
...
...
Sam quella notte non chiuse occhio. Non tornò nemmeno all'albergo. Passò tutta la notte a perlustrare i dintorni, palmo a palmo, fermando tutti gli automobilisti che passavano per chiedere loro se avevano visto il fratello o qualcuno che gli somigliasse, anche se sapeva che era improbabile. 
E pur sapendo che sia Dean che il padre non amavano coinvolgere le forse dell'ordine nei loro casi, decise comunque di andare dallo sceriffo della contea, per sporgere denuncia.
- Che posso fare per lei, detective Washington?- chiese lo sceriffo Kathleen Kudak restituendo a Sam il falso tesserino con cui si era presentato. 
- Sto cercando una persona scomparsa.- 
- Come mai la polizia di stato è interessata al caso Jenkins?- chiese la poliziotta. 
- No, a dire il vero... è una vicenda che mi riguarda molto più da vicino. I miei superiori non sanno che sono qui, e preferirei che non li informasse... mi toglierebbero il caso e non posso permetterlo. Si tratta di mio cugino.
Stavamo andando a far visita a degli amici nel Winsconsin e ieri sera ci siamo fermati in un motel... è uscito dall'albergo per recuperare una cosa in auto, e non l'ho più visto.- spiegò Sam. 
- E non è possibile che si sia solo allontanato, magari per incontrare qualcuno?- fece la donna.
- Non vedo come. Qui siamo solo di passaggio, e comunque...- fece Sam - Vede l'Impala parcheggiata qui fuori?- 
Lo sceriffo annuì.
- Mio cugino adora quell'auto, è uno dei motivi principali per cui non ha una relazione stabile da sempre.- qui sorrise, seguito a ruota dallo sceriffo - anche se avesse avuto un'amico o un'amica che abita da queste parti e avesse deciso di andarla a salutare o di passarci la notte non l'avrebbe mai lasciata nel parcheggio e con le chiavi inserite.
Ho provato a chiamarlo sul cellulare un'infinità di volte, ma non risponde.-
- Va bene, ho capito...- fece lo sceriffo prendendo posto al computer per fare una ricerca - Come si chiama?- 
- Winchester. Dean Winchester.- fece Sam. 
- Come il fucile?- 
- Come il fucile.- confermò il cacciatore.
- Dunque vediamo....Dean Winchester, nato a Lawrence il 24 Gennaio del '74, la madre è morta in un incendio, ha vissuto in città diverse a causa del lavoro del padre ed è riuscito a diplomarsi con un buon punteggio in una scuola superiore di  St Louis... a proposito di cosa si occupa il padre di Dean, per viaggiare così tanto?- 
- Beh...- fece Sam dicendo la prima cosa che si avvicinava alla verità e che gli era venuta in mente - Zio John fa lavori manuali.... muratore, idraulico, va dove c'è lavoro difatti è per questo che Dean non faceva in tempo a stringere molte amicizie.- 
- Qui dice che suo cugino ha un fratello minore, Samuel Winchester.... che al momento risulta essere a Stamford per frequentare il college.- aggiunse lo sceriffo. 
- Ehm... già.- fece Sam - Gli ho lasciato un messaggio per avvertirlo, ma non so se l'abbia ascoltato.- 
'' Però. Famiglia molto unita.''- pensò lo sceriffo - Il suo nome non risulta nei nostri archivi.-
- Ho visto che ci sono delle telecamere della video sorveglianza fuori dal motel.- ricordò Sam - magari hanno ripreso qualcosa e possono rivelarci cosa.... si, insomma, chi ha fatto sparire Dean.-
- Sì, è una buona idea. Farò subito rischiesta per avere una copia dei filmati... attorno a che ora è successo?- 
- Tra le dieci e le undici di sera, minuto più minuto meno.- fece Sam.
- Intanto procediamo con ordine.- fece la poliziotta porgendogli dei fogli - Per favore, compili i moduli per la denuncia di scomparsa e mi lasci un recapito. Appena avrò scoperto qualcosa, glielo farò sapere.- 
- Senta, io vorrei cercarlo assieme a lei.- fece Sam.
Lo sceriffo lo guardò come se gli fosse spuntata un'altra testa.
- Temo di non poterla accontentare. Il regolamento vieta ad un poliziotto di indagare su un caso in cui sono coinvolti familiari e amici.- 
'' Poco importa, tanto non sono un poliziotto, questo tesserino è falso, mi è servito solo per entrare qui''- avrebbe voluto dire ma lo tenne per sè.
- Mi rendo conto di chiederle molto, ma cerchi di capire... Dean è un mio parente, è quasi un fratello...- 
- Ascolta Greg.... diamoci del tu, va bene?- come Sam annuì la poliziotta andò avanti - non fingerò di capire come tu possa sentirti in questo momento.... per quanto ti assicuro, posso comprendere quello che provi... ma c'è un regolamento.- 
- Ok, allora facciamo così.- fece Sam tirando fuori dalla tasca interna della giacca le copie di tutti i bollettini di scomparsa della contea di Hibbing. 
- In questra contea, da anni spariscono molte persone, e nessuna ha un collegamento con le altre.- fece Sam - Sto cercando loro. Se poi Dean dovesse saltare fuori, io non verrei accusato di aver violato il regolamento e lei non verrebbe accusata di avermelo lasciato fare.-
Kathleen fece per ribattere ma si zittì. 
- Lei avrebbe dovuto fare l'avvocato, sa?- fece lo sceriffo. 
- Il piano era quello all'inizio.- fece Sam - allora?-
Kath sospirò. 
Se avesse provato ad impedirglielo di sicuro avrebbe fatto di testa sua, e se fosse rimasto ucciso o ferito durante un'indagine affidata a lei i suoi superiori e quelli della polizia di stato l'avrebbero fatta a pezzi. 
Tanto valeva dargli il permesso ed avere così la possibilità di tenerlo d'occhio.

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Capitolo 2
*** Il mostro più pericoloso ***


Nel frattempo, Dean si svegliava in una gabbia, cercando di rimettere in ordine i pensieri.... ricordava quasi tutto...  era uscito dall'albergo per recuperare il diario del padre e metterlo al sicuro da sguardi indiscreti.... ricordava di aver visto una bambina accoccolata al freddo e di aver cercato di aiutarla.... e qualcuno lo aveva assalito con una siringa piena di sonnifero.
'' Da quando in qua i fantasmi usano il cloroformio?''- pensò il ragazzo. Sì, era proprio una gabbia.
- Fantastico.... mi ha preso la strega di Hansel e Gretel.- 
- Oddio, spero di no.- fece una voce maschile. C'era un'altra gabbia in quel fienile. Dentro c'era un uomo, sui quarant'anni. Lo riconobbe come l'ultima vittima scomparsa. 
- Alvin Jenkins?- chiese Dean.
- Sì. Ti conosco?- 
- No... ma stavo indagando sulla tua scomparsa.-
- Ma dai?- fece Jenkins - Scusa, quale parte della parola salvazione non riesci a cogliere?- 
'' Oh mamma, ma com'è messo questo?'' - Ehm... so che non è il momento più adatto per fare il ripasso di grammatica, ma la parola che stai cercando è '' salvataggio'' oppure '' liberazione''.- 
- Beh, non fai nessuna delle tre.- fece l'uomo. 
Dean si passò una mano sulla faccia per la disperazione. Sperava di riuscire a capire cosa stava succedendo quanto prima, perchè se doveva passare dei giorni in gabbia con un tizio simile, era più facile che si sparasse prima che arrivasse il fantasma.
- Lasciamo perdere la grammatica...- meglio, perchè sennò gli partiva un embolo - Mio fratello mi starà già cercando. Ci troverà, vedrai.- 
- Non ci riuscirà. Siamo in mezzo al nulla, chissà dove.... cazzo. Io sono morto, tu sei morto...- 
- Senti, prova a controllarti ed io provo ad aiutarti, va bene?- fece Dean. Peccato non potergli dare un pugno per farlo rinsavire. O per lo meno per farlo stare zitto ed interrompere quell'immotivato attacco alla sua salute mentale - devi dirmi tutto quello che sai su questa... gente.- 
- Che ti devo dire?- fece Jenkins - Usano quel marchingegno per aprire e chiudere la gabbia.- fece indicando una spece di pannello di controllo fuori dalle gabbie. 
- Ok. Particolari fisici?-
Si sentirono dei passi in avvicinamento. Erano due uomini con un cappotto nero e dei cappellini con la visiera, con dei vassoi con del cibo. Fecero scattare il meccanismo per aprire la porta, lanciarono i viveri nelle gabbie, e senza dire una parola se ne andarono.
- Oddio... ma sono esseri umani.- 
- E che ti aspettavi? Draghi sputafuoco per caso?- fece Jenkins iniziando a mangiare con avidità.
Dean  guardò il cibo con diffidenza. Inutile mentire a sè stesso, anche se era poco e non aveva un bell'aspetto, quel pane e quella mela lo tentavano non poco. In fin dei conti, era stato rapito prima di cenare e già lì aveva un certo languorino... ma non sapeva se era il caso di mangiare quella roba. Per quel che ne sapeva, poteva anche essere avvelenata.
Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma avrebbe preferito mille volte incontrare un demone sanguinario. Almeno avrebbe saputo cosa aspettarsi, come gestirlo.... le persone invece erano sempre una scommessa. Con un braccio erano capaci di abbracciare una persona sussurrandogli parole rassicuranti e con la mano libera erano capaci di piantare un pugnale nella schiena nel malcapitato.
- Mangia. E' l'unica cosa che si salva di questo postaccio.- fece Jenkins. 
- Quanti pasti fai al giorno?- 
- Solo uno. Per ora. Ma sto aspettando che vengano per farmi una bella festa.- 
- Se ti consola, almeno per adesso non credo che ci uccideranno.- a meno che non fosse davvero la strega di Hansel e Gretel, che rapiva i ragazzi per ingozzarli prima di mangiarseli... e non sarebbe stato nemmeno tanto strano, in fondo c'erano molte culture che prevedevano di mangiare gli organi dei nemici uccisi per assimiliare le loro capacità... meglio se non ci pensava. 
Meglio se non pensava all'eventualità che qualcuno volesse sbocconcellarlo e iniziava a pensare ad un modo per uscire da lì. Non che non nutrisse fiducia in Sam, ma non gli piaceva affatto passare per una donzella in difficoltà e aveva l'impressione di non avere troppo tempo a disposizione.
- Pensi... che ci abbiano rapito per venderci come schiavi? Secondo te quanto valgo?- 
- Da zitto molto di più di quando apri bocca. Garantito.- 
...
...
...
Nel frattempo, Sam stava aspettando che lo sceriffo Kudak tornasse con qualche buona notizia... o per lo meno uno stralcio di indizio che gli dicesse che il fratello era ancora vivo. 
Aveva anche pensato di chiamare suo padre, per informarlo dell'accaduto... ma a che sarebbe servito? Dean non aveva fatto altro che chiamarlo, a tutti i cellulari intestati al genitore, da quando non aveva più suo notizie, l'aveva chiamato per chiedergli aiuto quando avevano scoperto che un poltergaist aveva preso possesso della loro casa di famiglia e non aveva risposto.
Poco tempo fa, Dean aveva avuto un infarto che lo aveva fatto diventare malato terminale, lo aveva chiamato per informarlo, se non altro per fare in modo che Dean potesse averli vicini entrambi nel caso si fosse avverata la peggiore delle ipotesi e aveva nemmeno mandato un messaggio per sapere cosa avevano detto di preciso i medici. 
A che sarebbe servito quindi chiamarlo in quel momento?
- Greg.- fece Kathleen venendogli incontro con delle foto - Forse c'è qualcosa.-
- Davvero?- fece Sam speranzoso. 
- La telecamera di videosorveglianza scatta foto ogni tre secondi. Queste risalgono all'ora in cui Dean è sparito.- 
- Non servono a molto però...- fece Sam guardando le foto. Ritraevano una strada buia e la sagoma di un furgone. 
- Aspetti a dirlo. Guardi l'ultima foto.- fece lo sceriffo - Una delle foto è stata scattata intorno all'ora del rapimento, e ritrae il furgone con cui ritengo che suo cugino sia stato portato via.-
- Il furgone è mal ridotto ma la targa sembra nuova..... il furgone è rubato.- concluse Sam. 
- Posso controllare le denunce.- 
- No, ci vorrebbe troppo.... ci sono altre videocamere dopo quella del nostro motel?- chiese Sam. 
- Si, certo.- fece lo sceriffo - ma prima di arrivarci ci sono un sacco di vecchie fattorie, in disuso da anni e molte di loro hanno una strada privata.-
- Appunto. La strada però prosegue dritta verso la telecamera successiva. Sceriffo, se il furgone non è più stato immortalato...- fece Sam.
- Ha tagliato per una di quelle strade che portano a proprie.... questo riduce l'aria.... faccio un controllo, non ci vorrà....-  qui si fermò vedendo l'espressione assonnata del suo temporaneo partner investigativo - Greg, si sente bene?- 
- Si si...- fece Sam mettendosi una mano davanti alla bocca per non sbadigliare - tutto a posto.- 
- Ha un'aria stanca. Perchè non torna al suo albergo a riposare un po'?- propose lo sceriffo - la avverto io quando ci sono novità.-
Sam scosse la testa.
- No. Dormirò meglio quando saprò che Dean è al sicuro.- fece Sam - è... è colpa mia se Dean è in questo pasticcio, e non avrò pace finchè non lo avrò trovato.- 
- Aspetta, torna indietro..- lo stoppò lo sceriffo - Come può essere colpa tua?- 
- Sono stato io a proporgli di fermarci al ristorante per cena, invece di andare in un fast food come facciamo di solito.- spiegò Sam - Forse, se invece di tornare al motel...- 
- Ma cosa stai dicendo?- fece lo sceriffo - Ascolta, chiariamo una cosa. Non è stata colpa tua va bene? E' come dire che se fosse stato travolto da un ubriaco mentre andava al negozio sotto casa a comprare il sale, non è colpa di quello che l'ha investito perchè era ubriaco e al volante, ma tua che gli hai chiesto una cortesia. Non ha senso hai capito? 
Non ha senso prendersi colpe che non esistono. Tanto più quando si hanno le ore contate.-
Sam sorrise rincuorato prima di salire nell'auto dello sceriffo.
'' Ti troverò Dean... ovunque tu sia.''
...
...
...
Come hai detto che ti chiami?- chiese Jenkins.
Erano ore che Dean armeggiava con la serratura cercando di scassinarla o di trovare un qualunque punto debole in quella gabbia per uscire da lì. Il fatto che a rapire tutta la gente scomparsa nella contea di Hibbing fossero esseri umani lo inquietava. Non sapeva cosa aspettarsi da quella gente, e non sapere non gli era mai piaciuto.
Però di una cosa era certo: non l'avevano rapito per invitarlo a bere una tazza di tè. E non aveva intenzione di stare lì buono buono fino a quando a quelli non saltava il ticchio di fargli qualche scherzo.
- Dean.- 
- Beh, dammi retta Deanie. E' tutto inutile.- 
- Non chiamarmi Deanie.- fece Sarah continuando a lavorare. Poi accadde qualcosa che non riuscì a spiegarsi. 
La sua gabbia non si era aperta. Quella di Jenkins invece sì. 
- Devi aver fatto scattare qualcosa...- fece Jenkins uscendo dalla gabbia avviandosi verso l'uscita.
- Ehy! Dove pensi di andare?- 
- Sta tranquillo, il tempo di trovare un telefono e verrò a riprenderti.- fece Jenkins. 
- Non capisci... è tutto troppo semplice. Non chiedermi perchè ma questa cosa puzza di bruciato!- 
- No, quello sono stato io...- si scusò Jenkins continuando a camminare - non preoccuparti, prometto che cercherò aiuto... ci vediamo.- 
Non sapeva ancora perchè... ma qualcosa gli diceva che era meglio non contare troppo sull'aiuto di quel mezzo svitato. Dubitava che sarebbe tornato indietro con gli aiuti... e non solo per la scarsa fiducia che le ispirava il quoziente intellettivo di quel tizio. Aveva una sensazione molto strana che le serrava lo stomaco, ed era molto sgradevole. Come quando stava per arrivare lo zombie, il fantasma o il demone assassino che uccideva la vittima che lui e Sam tentavano di proteggere... o che si insinuava in lui mentre guardava un film giallo e sentiva che presto qualcuno sarebbe morto. 
Le sue impressioni purtroppo erano giuste.
Un urlo disumano lacerò il silenzio che vegliava sulla campagna addormentata. E delle risate cattive. Come quelle che terrorizzavano i bambini. 
Non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma iniziava ad avere paura. 
Poteva solo sperare che Sam lo stesse cercando e avesse in mano una pista consistente per ritrovarlo. 
Iniziava a dubiare di riuscire a vedere un altro tramonto.

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Capitolo 3
*** In trappola ***


Nel frattempo, anche Sam doveva far fronte ai suoi problemi. Lo sceriffo Kudak, come  da procedura in caso di collaborazione con la polizia di stato, aveva fatto controllare il suo numero di matricola e da quel controllo era saltato fuori che l'agente Gregory Washington era attualmente sotto indagine degli Affari Interni per aver smarrito il distintivo. Come prima cosa.
Seconda cosa, era un uomo di colore piuttosto robusto... insomma non esisteva proprio che potessere essere il ragazzo che si era presentato nel suo ufficio denunciando la scomparsa del '' cugino''.
- Chiunque tu sia, ti dichiaro in arresto.- fece lo sceriffo.
- Nononono, aspetta.- fece Sam - ascolta, tu hai tutto il diritto di arrestarmi ed io non ho intenzione di sottrarmici, non cercherò di scappare, te lo prometto.... ma prima ti prego, fammi trovare Dean.-
- Non so nemmeno se questo Dean esiste davvero.- fece Kathleen - e se davvero sia tuo cugino. Per quel che ne so potreste essere anche dei ricercati in fuga.- 
- E va bene. Vuoi sapere chi sono? Mi chiamo Samuel Winchester, Sam per gli amici. Dean è mio fratello maggiore. Nostro padre è sparito da mesi, e lo stavamo appunto cercando quando è sparito Dean.- fece Sam - Ti prego.... lo so, ho sbagliato, ma il tempo che perdi con me a sottolinearlo, lo potremmo usare per salvare la vita a Dean.-
- Se ne occuperà la polizia. Perchè non hai semplicemente detto la verità? Non mi sembrava così complicata.- fece Katheleen.
- Sì, ma mi avrebbe rifilato qualche frase di circostanza, promettendomi di trovarlo e che non dovevo interferire con le indagini.... e io non me lo posso permettere. Quando... quando ero ancora in fasce e la mamma è morta in quell'incendio, è stato Dean a portarmi via da quell'inferno. Da allora si è sempre preso cura di me, è stato un sostituto genitore perfetto.
Ha rinunciato a tutta la sua vita per me.... glielo devo.
Lui è la mia famiglia, io sono la sua famiglia.... ti prego. Troviamolo e poi potrai fare di me quello che riterrai più opportuno.- 
- Mi dispiace per quello che avete sofferto, ma non posso aiutarti. Ti sei spacciato per un agente di polizia. Parliamo di un crimine federale, lo capisci?- fece la poliziotta cercando di non guardare troppo una foto su cruscotto della macchina che la ritraeva, alcuni anni fa, felice e sorridente con un ragazzo di circa trent'anni.
- Non l'ho fatto certo per fare una bravata. Mi avresti permesso di mettere il naso nelle indagini se non avessi creduto che fossi un'agente?- fece Sam - non sono uno di quegli esaltati e con seri disturbi mentali che si vedono tutte le puntate del Tenente Colombo e pensano di essere Sherlock Holmes... voglio solo trovare mio fratello. La prego.-
Kathleen sospirò.
- Senti... spacciarsi per un poliziotto è un reato molto grave. Ed io non lo posso ignorare.- fece lo sceriffo. Sam fece per ribattere, ma Kathleen fu più veloce - troviamo Dean Winchester prima.- 
 Sam sorrise riconoscente.
Le ricerche durarono tutta la notte e quando finalmente la vita tornò a reimpossessarsi del giorno, i due decisero di fermarsi per prendere un bricco di caffè. 
- Tra la telecamera del vostro albergo e la successiva ci sono ottanta chilometri, ma il furgone non l'ha mai raggiunta.- fece lo sceriffo - quindi si è fermato prima. Questo restringe il campo.... la cattiva notizia è che da queste parte molte proprietà hanno la loro strada privata.-
- Fantastico.- borbottò Sam. Le cose si facevano sempre più complicate. Non potevano perquisire ogni proprietà privata di quell'area senza un mandato. E senza un motivo convincente nessun giudice lo avrebbe firmato - Posso farti una domanda?- chiese Sam sorseggiando il suo caffè. 
- Purchè non ti aspetti grandi risposte dopo una notte di pattuglia.- fece Kath bevendo il suo.
- Perchè mi aiuti?- fece Sam - Sì, insomma.... sai che ti ho mentito, come mai hai deciso di aiutarmi invece di fare quello che dovresti?-
Lo sceriffo sospirò. 
- Anche io ho perso i miei genitori quando ero molto piccola.- fece Kath - di me si occupò mio fratello maggiore Riley. Lui... era la persona a cui tenevo di più. Poi, tre anni fa, sparì nel nulla. Disse che avrebbe fatto un salto a casa di un amico, ma non ci arrivò mai.
Lo cercammo ma... inutilmente.- fece Kath - quindi... so cosa significa perdere il centro del proprio mondo e non sapere cosa gli sia accaduto... 
Non mi aspetto di ritrovarlo vivo.... ma forse se ritrovo tuo fratello.... scoprirò cosa è successo al mio.-
Poco dopo si rimisero in marcia, fino ad arrivare ad una stradina secondaria. 
Se fosse stato  una scrittore, in quel posto sarebbe successo qualcosa di brutto.
E se non avesse avuto la certezza matematica che le possibilità che in una casa isolata dal reso del mondo vivesse una cara e dolce vecchina, del tutto innocua per chi le stava attorno o chi capitava per quella casa fossero molto molto basse, avrebbe detto '' lasciamo perdere''.
Ma non esistevano dolci ed innocue vecchie signore che abitavano isolate nel bosco, se ne volevi trovare una doveva andare al primo ospizio sull'elenco telefonico.
Invece, se si voleva trovare una persona scomparsa.... quello era il posto giusto.
Se fosse una fortuna o una sfortuna, dipendeva dai punti di vista.
- Ferma qui.- fece Sam
- Come fai a dirlo?- 
- Chiamalo sesto senso.- 
- Ok.- fece Kathleen - rimani qui, vado a dare un'occhiata.-
Sam obiettò - Non ti conviene lasciarmi qui. Potresti ritrovarti in una brutta situazione nel giro di poco tempo.- 
- Grazie, ma è qualche anno che faccio questo lavoro, non sono uno di quei detective da telefilm... e poi tu sei un civile. Un potenziale criminale per quel che ne so.- 
- Forse. Ma lì c'è mio fratello.- fece Sam - e credimi quando ti dico che non mi crederesti se ti dicessi cosa potrebbe esserci la dentro.-
Kathleen lo guardo male per un attimo prima di dire - E va bene. Però sia chiaro: siamo sotto la mia giurisdizione, quindi mi lasci gestire come dico io.- nel dir così stese una mano - Abbiamo un accordo?-
Sam le strinse la mano... pessima mossa. Kathleen le mise le manette. Un anello attorno al polso e l'altro lo chiuse sul volante della macchina.
- Ma sei proprio una stronza!- sbottò Sam.
'' E tu un  pivello, se è per questo''- pensò dentro di sè. Ringraziò che Dean non aveva visto ciò o lo avrebbe preso in giro per due mesi.... in caso fosse stato molto, molto fortunato.
- Non sei la prima che me lo dice...- fece lo sceriffo scendendo dalla macchina - ma siccome sono anche un pubblico ufficiale, fai come dico io.-
- Potresti pentirtene molto presto sai?- fece Sam.
- Che fai, minacci?-
- Credimi, te ne accorgeresti se ti stessi minacciando.- fece Sam - avrai bisogno di aiuto là dentro.-
- Me la so cavare da sola. Grazie.- fece Kathleen allontanandosi. 
'' Povera stolta...''- fece Sam  afferrando l'antenna sulla volante della polizia, iniziando a lavorare sulla serratura.
Non esisteva in alcun modo. Nemmeno suo padre era riuscito a trattenerlo nella vita del cacciatore dopo i diciotto anni, nonostante le minacce e le urla, figurarsi se ci riusciva un agente di polizia. Con Dean scomparso di mezzo, poi.
...
...
...
Dire che Sam Winchester le avesse portato sfiga era un complimento. Lo sceriffo Kathleen  si svegliò in una gabbia, con la testa dolorante. Ricordava di aver oltrepassato un fienile fatiscente dopo aver camminato per circa dieci minuti, diverse ruote di carro abbandonate sull'erba, di aver visto poco distante una casa messa ancora peggio del fienile, di aver bussato alla porta di quella casa, ed aveva aperto una ragazzina di circa tredici anni, vestita di stracci, capelli disordinati ed era molto sporva. 
Da quello che le aveva detto la madre era morta, si chiamava Missy...  e quando le aveva mostrato una foto della ragazza scomparsa prima aveva ghignato, poi aveva detto '' ti farà male''.... e poi un dolore acuto alla testa. Poi il buio.
- Ehy...- fece una ragazzo sulla ventina, chiuso nella gabbia attigua alla sua - va tutto bene?- 
- Tu devi essere Dean Winchester... tuo... tuo fratello ti sta cercando.- fece lo sceriffo. 
Dena sorrise sollevato - Oddio, lo sapevo.... dov'è ora?- 
- L'ho... l'ho incatenato alla mia macchina.- fece lo sceriffo. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto azzardata fosse stata quella mossa. 
- Mossa poco intelligente.- commentò Dean con un sorriso. I due sentirono il rumore di una porta che si apriva, e per un attimo si misero in allerta, temendo che fosse uno degli abitanti di quella casa di matti, venuto magari per ucciderli.
Dean si calmò solo quando sentì la voce del fratello che lo chiamava.
 - DEAN!-fece  Sam correndo verso la gabbia con un sorriso radioso nel vedere che il fratelo era illeso. 
S'inginocchiò davanti alla gabbia per guardarlo negli occhi.
- SAMMY!- fece Dean ricambiando il sorriso - Grazie al cielo stai bene...-
- Non sono io quello in pericolo fratellone....- fece Sam stringendogli forte la mano. Quello per il momento era l'unico contatto fisico a loro permesso... ma una volta tirato fuori da quella gabbia, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato dargli un abbraccio talmente forte da stritolarlo quasi.
- Come hai fatto a liberarti dalle manette?- chiese lo sceriffo sinceramente sbalordita.
- Lei fa il suo lavoro, io faccio il mio.- fece Sam iniziando ad armeggiare con la serratura - ok, di che cosa si tratta?- 
- Non cosa, ma chi.- fece Dean - Sono esseri umani. Più o meno.- 
- E che cosa vogliono?- fece Sam - ho controllato tutte le sparizioni identiche alla tua, inclusa quella di Jenkins, le famiglie non hanno mai ricevuto richieste di riscatto... Kath, tu me lo confermi vero?- 
Lo sceriffo annuì. 
- Non credo che siano soldi quelli che cercano...- fece Dean- hanno dato da mangiare a Jenkins, quasi per fargli credere che fosse stato rapito ma che aveva delle buone possibilità di andarsene con le sue gambe... poi hanno aperto la gabbia.... ho provato a convincerlo a non uscire, che era troppo facile..... e dalle urla laceranti che ho sentito stanotte non deve aver fatto una bella fine.-
Sam sospirò. Questo complicava non poco le cose. Quando si trattava dei loro amici demoni o fantasmi sapevano cosa fare... ma da quando andavano a caccia, sin da prima che  andasse a Stamford, non si erano mai imbattuto in qualcosa che aveva come colpevole un essere umano con un movente umano.... malato. 
- Fuori ci sono un sacco di rottami.- fece Sam - quando rapiscono qualcuno prendono anche la macchina, per far credere a tutti che si sia trattato di un allonatamento volontario, e che la vittima non desideri essere cercata...- 
- Ti prego non mi dire che mi hanno pure distrutto la macchina.- fece Dean visibilmente preoccupato per la sua adorata Impala.
Sam sorrise. Sì, stava bene. Quando si preoccupava più che gli avessero ammaccato l'auto o per l'incolumità di qualcun altro che per sè stesso, vuol dire che stava bene.
- No. Devono aver visto che era un auto di lusso, ben curata e devono aver pensato che fosse di un pezzo grosso e hanno preferito evitare.... ma ormai il danno era fatto.-
Lo sceriffo chiese, anche se non era troppo certa di voler sapere la risposta - Hai visto una mustang nera? Dovrebbe essere un modello che andava circa dieci anni fa... -
- Si, l'ho vista...- fece Sam. Lo sceriffo abbassò lo sguardo, triste. Aveva avuto la conferma che cercava. Suo fratello era morto. Poco importava che ci fosse la macchina, magari senza sangue, ma nessuna traccia del corpo.
Se era vero che quello che diceva Dean riguardo a Jenkins... era improbabile che suo fratello fosse ancora in vita.
Sam  capì - Mi dispiace davvero...
Non preoccupatevi, vi tiro fuori di qui e andiamo a spaccare il culo a quei figli di puttana... la chiave?- 
- L'ho vista al collo di uno di loro.- fece Sarah.
- Ok, cerco di prenderla e torno qui. Non vi muovete.- fece Sam ricevendo un'occhiataccia dal fratello - si, vabbè... hai capito.- 
- Sammy?- fece Dean - Stai attento... e se vedi una bambina.... dalle un calcio nel didietro da parte mia.-
Dal granaio in cui c'erano le gabbie, si accedeva direttamente alla casa. Prese la torcia per farsi luce ed iniziò a cercare, se non la chiave ,qualunque altra cosa per forzare la serratura. Quella non la trovò, in compenso trovò parecchio altro. Una stanza piena di foto e barattoli. In parecchi barattoli erano conservati, sottovuoto, organi umani: cuore, polmoni... era abbastanza certo di aver visto anche un cervello umano.
- Che shifo...- borbottò tra sè e sè per poi spostare l'attenzione sulle foto poloroid attaccante al muro. Ognuna raffigurava due uomini, entrambi molto sporchi e trascurati, in piedi, sopra un cadavere martoriato. 
La foto più recente raffigurava quei due con il corpo senza vita di Alvin Jenkins. 
- Lo dirò di nuovo... meglio i demoni. Le persone sono pazze.-
Salì le scale e trovò un arpione. Lo prese per difendersi.
Arrivò fino ad un tavolino su cui c'erano molte chiavi. Iniziò a cercare con cautela quando notò una bambina che lo fissava. Sembrava molto impaurita, e a dispetto delle raccomandazioni del fratello....
- Non temere...- fece Sam con cautela - non voglio farti del male...- 
La bambina lo  guardò con un sorriso serafico - Lo so. PAPA'!!!- urlò prima di colpirlo con un coltellino alla gamba destra.
- Piccola figlia di puttana....- fece Sam mettendosi in allerta per difendersi. Uno dei due lo afferrò da sotto le braccia, mentre un altro  gli veniva incontro con un coltello, ma iniziò a scalciare così forte che chi l'aveva aggredito fu costretto a mollare la presa e riuscì a mollare un calcio all'altro.
Venne afferrato e sbattuto contro il muro, e lasciò cadere il coltello che aveva estratto dalla sua gamba, e prima che uno dei due potesse spingerlo di nuovo contro il muro, gli mollò un calcio alla base della mascella.
Stessa cosa con il secondo. 
- State indietro.... vi avverto...-
Peccato che non avesse tenuto conto del capo-famiglia. Lo colpì alla testa con una padella e perse i sensi.

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Capitolo 4
*** Caccia aperta ***


Quando Sam riprese i sensi si ritrovò davanti tre uomini, uno vecchio e con la barba, e due più giovane, sicuramente fratelli... tutti malvestiti e sporchi.
E ovviamente... lei.
La piccola aiutante del demonio, sicuramente.
- Papà, diamogli la caccia.- propose uno dei due - sa combattere. Sarà più divertente.- 
- Caccia?- fece Sam che iniziava a capire - quindi... è questo quello che fate qui... rapite le persone... le illudete che sopravviveranno e poi le cacciate come se fossero selvaggina?-
- Per cos'altro, sennò?- fece il più anziano - io sono andato a caccia per tutta la mia vita. Ho ucciso tanti cervi, orsi, una volta ho ucciso anche un puma... ma nulla eguaglia la sensazione di potere che si ha quando si può decidere della vita di una persona.
Mi sento potente come un Dio.- 
- Tu sei malato.- gli sputò il giovane Winchester.
- Bada a come parli.- lo minacciò uno dei suoi figli maschi.
- Diamo loro un'arma.- fece il più anziano - diamo loro la possibilità di difendersi. Anche noi abbiamo dei principi. Lo facciamo solo una o due volte all'anno, per non attirare la polizia. Come vedi non siamo degli sprovveduti.- 
- No. Hai ragione. Siete solo dei selvaggi.- 
- Di un po'. Sei della polizia?- fece l'uomo prendendo un attizzatoio arroventato.
- Se te lo dico mi trasformi in un posacenere.- fece Sam beccandosi un pugno da uno dei figli del vecchio pazzo - grazie... ti manderò il conto del dentista.- 
- Credi forse che mi stia divertendo?- fece il vecchio - Tu hai ficcato il naso negli affari della mia famiglia.- 
- Sì, e tu quante ne hai distrutte?- fece Sam con odio - Quanti mariti, fratelli, padri, figli, sono morti per soddisfare il tuo desiderio malato di sentirti importante?- 
Già se l'immaginava come erano arrivati a quel punto.
Se lo immaginava... cresciuto in una famiglia rigorosamente matriarcale, comandato a bacchetta da mamma, sorelle, zie, nonne... magari faceva  il bulletto a scuola per avere conferme.... non gli bastava più. E ora uccideva degli innocenti per dire a se stesso che poteva decidere per qualcuno... 
- Preparatevi ragazzi.- fece il vecchio - stasera si va a caccia di uomini. E la signorina qui presente può scegliere l'animale. Chi scegli? Il ragazzo o la poliziotta.- 
Sam sbarrò gli occhi per l'orrore. Glielo aveva chiesto con la stessa naturalezza con cui di solito si chiedeva '' per cena carne o pesce? vino rosso o bianco?''.
Possibile che ci fosse gente che non fosse capace di provare nemmeno un briciolo di rispetto per la vita umana, che decidesse così chi doveva vivere e chi doveva morire come se si trattasse solo di scegliere dei vestiti sui banchi del mercato?
Lui non ci riusciva. A dire '' uccidi lei, no ammazza lui, tanto un pezzo vale l'altro''... per logica, avrebbe dovuto sacrificare Kathleen e salvare Dean... ma quella poliziotta, anche se lo conosceva a malapena, aveva dimostrato un profondo senso del dovere e della giustizia, oltre che di una straordinaria empatia con le famiglie delle vittime.... cosa molto rara tra le forze dell'ordine e nell'umanità in generale.
 Non se la sentiva di darla in pasto a quegli esaltati... ma non poteva nemmeno mandare Dean a a morire per salvare una persona che con tutta probabilità ( a patto di uscire vivi da lì, ovvio) non avrebbero mai più rivisto. 
C'era da dire però che Dean  aveva molte più possibilità di riuscire a salvarsi di quante non ne avesse Kathleen. Mentre i loro coetanei giocavano a pallone , loro imparavano le arti marziali, a sciogliere l'argento per fare delle pallottole, a caricare le armi... praticamente erano state cresciute come dei guerrieri.
Due piccoli John Winchester in miniatura.
Se sceglieva Dean, le possibilità che riuscisse a sopravvivere a quella '' battuta di caccia'' erano tante di più di quelle di tutti gli altri malcapitati. 
- Ragazzo, mettiamola così.- fece il vecchio - Se adesso non mi dici a chi devo dare la caccia stanotte.... sceglierò io.
Solo che gli sparerò senza farlo uscire dalla gabbia.-
- No...no....- supplicò quasi Sam. 
- Se invece segui le regole del gioco... tu e il fortunato o la fortunata che sceglierai sarete le prede di questa battuta di caccia speciale.... e magari avrete la possibilità di sopravvivere.- continuò il vecchio - oppure.... assisterai alla sua morte per niente indolore. Poi toccherà anche a quella poliziotta e per finire a te.
Lascio a te la scelta.-
- E chi mi assicura che una volta assecondato il tuo desiderio malato, la prima cosa che non farai sarà sparare all'altra prigioniera?- 
- Nessuno temo.- fece il capo famiglia - ma se ti consola... mi annoio quando l'animale da cacciare non può nemmeno tentare di scappare.- e dopo queste ultime parole, l'intera famiglia scoppiò a ridere grossolonamente.
Sam tremava da capo a piedi, pregando come non mai di essere in qualunque altro posto all'infuori che in quella casa piena di matti scappati dal manicomio criminale... Dio, avrebbe pagato persino per essere a litigare con suo padre, pur di non dover prendere una simile decisione...
Come se poi avesse davvero bisogno di pensarci.
Lo sapeva già chi avrebbe scelto... con tutto il rispetto per lo sceriffo Kudak....
- E va bene, hai vinto.- fece Sam rosso di rabbia - Scelgo il ragazzo.-
'' Avrei sempre scelto lui, Kath.... sempre. Scusami.''
...
...
...
Sam mantenne la promessa. Appena Dean fu tirato fuori dalla gabbia, lo strinse in un abbraccio fraterno. 
- Forza, fuori di qui, piccioncini...- fece Lee Bender spingendoli fuori dal granaio dove ad attenderli, armati di coltelli e fucile, c'erano il capo famiglia, Jared e Missy.
- Tu sai che appena ti avrò tra le mani ti farò diventare il sederino viola dalle sculacciate che ti darò, vero, piccola stronza malefica?- fece Dean fissando con odio la ragazzina.
Non poteva credere che erano finiti in quell'incubo perchè lui aveva abbassato la guardia davanti a quella che sembrava una dolce ragazzina in difficoltà.
- Papà dice che è maleducazione dire parolacce.- 
- Pure ammazzare la gente non è segno di buona integrazione sociale, sai?!?- urlò Dean beccandosi un pugno nello stomaco da Lee.
- Bada a come parli a nostra sorella.- lo minacciarono. 
- Silenzio.- li riprese il padre - Bene... dichiaro aperta questa battuta di caccia.- nel dir così porse ai due fratelli Winchester un coltello a testa.
- Voi due avete cinque minuti di vantaggio da adesso.- continuò - Nessuno ha mai ottenuto così tanto.-
- Lusingati.- fece Dean sarcastico - Ti avverto.... se quando torno qui, scopro che hai torto un solo capello allo sceriffo Kudak.... avrò io stesso il piacere di farti scoprire cosa si prova dal passare ad essere cacciatore a preda!-
- Dai, corri!- fece Sam afferrando il fratello per il polso iniziando a correre come se avesse il diavolo alle calcagna in direzione degli alberi.
Forse non era una grande idea, visto che per quei pazzi la foresta era un giardino delle villette a schiera, ma era la loro unica possibilità. Se avessero iniziato a correre verso la strada, quei pazzi avrebbero sparato immediatamente e sarebeb stata la fine non solo per loro e per la povera Kathleen, ma anche per un numero indeterminato di innocenti che negli anni successivi avrebbero patito una sorte orribile.
La loro unica possibilità era di accedere alla strada passando prima dal bosco.
Dopo un paio di minuti, i due erano già nel bosco, arrapicandosi alle radici di un albero per salire un po'.
- Dici... che.... che ce la facciamo a...- fece Sam dando la mano al fratello per aiutarlo a salire e nel frattempo ne approfittava per riprendere fiato. 
- Se riusciamo a confonder loro le idee, abbiamo qualche possibilità in più...- fece Dean - se ci separiamo, non sanno chi inseguire.-
- Puoi anche scordartelo che ti lascio solo, non ora che ti ho ritrovato...- fece Sam.
'' E soprattutto, non quando non ho nemmeno una certezza di riuscire a rivederti.'' 
- E chi ti ha detto che ci separiamo?- fece Dean sfilandosi prima il giubbotto e poi la giacca che portava sotto - Basta che lo credano...- nel dir così la lanciò di sotto per farla finire nel terrazzamento sottostante - Togliti la felpa e buttala da qualche parte... se credono che ci siamo separati e che abbiamo preso direzioni diverse, li freghiamo.- 
- Giusto...- fece Sam levandosi la maglia che indossava rimanendo con una t-shirt a maniche corte. Il freddo lo punse immediatamente, ma se suo padre fosse stato lì di certo avrebbe detto '' Meglio soffrire un po' il freddo che farsi ammazzare, non credi?''- e diavolo, per una volta gli avrebbe dato ragione.
Mise un sasso pesante nella felpa come contrappeso e la lanciò tra gli alberi.
Poi proseguirono su quel sentiero.
- Non occorre scappare e correre tutta la notte... giusto il tempo di trovare la strada e fare l'autostop.... e questa proprietà non sarà mica un ranch americano...- fece Dean continuando a correre.
...
...
...
Intanto i cinque minuti erano scaduti.
Il capo famiglia diede il via.
- E che vinca il migliore.- 

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