Frammenti di vita

di The_Storyteller
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La profezia ***
Capitolo 2: *** Il Flagello ***
Capitolo 3: *** Novità dai Circoli ***
Capitolo 4: *** Il Conclave ***



Capitolo 1
*** La profezia ***


Inquietudine. E oppressione. Queste erano le sensazioni di una bambina di cinque anni alla sua prima visita di Kirkwall.
Saoirse stringeva la mano di suo fratello Marcus mentre seguivano la madre nella Città superiore, diretti verso la Chiesa dove avrebbero incontrato una loro zia.
La bambina si guardava circospetta in giro, osservando le botteghe e i pochi mendicanti che avevano osato lasciare il loro posto dalla Città oscura per chiedere l’elemosina. Studiava i palazzi imponenti che sembravano controllare ogni suo passo con serietà e magnificenza.
Era la prima volta che visitava Kirkwall, ma non aveva avuto una buon impressione; si diceva che in realtà i templari fossero i veri padroni della città e che trattassero duramente i maghi nella Forca. La cosa che più la inquietava erano le statue, triste ricordo di quando il porto era un via vai di schiavi che attendevano il loro destino.
Glenys Trevelyan si fermò ad osservare la mercanzia di una bottega, mentre i suoi figli la attendevano davanti alla scalinata della Chiesa.
- Secondo te papà ci metterà tanto con James?- chiese di punto in bianco la bambina.
Suo fratello, nove anni appena compiuti, la guardò con rassicurazione, tentando di nascondere un’ombra di inquietudine: - Sta tranquilla, ha detto che ci raggiungerà alla fortezza del visconte nel pomeriggio. Scommetto che vuole assicurarsi che nostro fratello prenda tutte le sue cose, prima di tornare a Ostwick.-
I rapporti tra loro e il primogenito del bann si erano fatti sempre più distaccati da quando James era entrato come recluta nell’ordine dei Templari. Saoirse aveva un vago ricordo del fratello, poiché aveva solo tre anni quando lui lasciò la loro casa e venne portato a Kirkwall per l’addestramento. Marcus non aveva gradito la sua decisione, ma James aveva deciso così e non avrebbe mai cambiato idea.
 
Saoirse giocherellava con una moneta d’argento che teneva in tasca, un’offerta che avrebbe dovuto dare ai sacerdoti su richiesta di sua madre. Ad un tratto sentì una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando.
Si guardò intorno e notò una donna col capo velato, vicino un pilastro poco lontano da dove si trovavano i bambini: se ne stava seduta a chiedere l’elemosina, e intanto studiava la gente che passava per strada, forse in attesa di qualche ingenuo passante da borseggiare. Avrebbe potuto avere una quarantina d’anni, ma gli occhi vivaci e attenti le davano un’aria giovanile. Portava numerosi bracciali che facevano risaltare la sua pelle color mogano, che riprendevano nelle decorazioni i motivi dei tatuaggi sulle braccia della donna.
Gli occhi della mendicante incrociarono lo sguardo di Saoirse e sembrarono illuminarsi; la donna sorrise dolcemente alla bambina, che cominciò a incuriosirsi: per qualche strano motivo, era come se quella donna stava cercando qualcuno, e quel qualcuno sembrava essere lei.
Avrebbe voluto chiedere a Marcus di avvicinarsi a lei, ma in quel momento sopraggiunse la loro madre; la nobile vide di sfuggita la donna e con un gesto deciso prese le mani dei suoi figli e li portò verso la scalinata della Chiesa: - State attenti ai mendicanti, bambini miei! Potrebbero avere cattive intenzioni. E soprattutto non avvicinatevi a quella donna!- disse lei. I bambini rimasero sorpresi e le chiesero il motivo di quell’ultimo avvertimento.
- È una veggente rivainiana, la riconosco dai tatuaggi. Sono persone pericolose e blasfeme, che rinnegano la nostra sacra Andraste e che preferiscono farsi possedere dai demoni piuttosto che ascoltare la parola del Creatore!- rispose la donna con sdegno.
 
La funzione era terminata e Glenys si stava trattenendo con alcune sorelle della Chiesa. I bambini cominciarono a mostrarsi irrequieti, così la donna chiese a un templare di accompagnarli fuori e di tenerli d’occhio.
Saoirse si guardò in giro e vide che la veggente rivainiana era ancora al suo posto, come se avesse voluto aspettarla. La bambina chiese al templare se poteva lasciarle un’offerta, promettendo che sarebbe sempre rimasta allo scoperto e che non avrebbe accettato niente dalla mendicante. L’uomo lodò il suo spirito di carità e acconsentì alla sua richiesta, raccomandandole di non trattenersi troppo a lungo.
Si avvicinò circospetta alla donna, osservando le poche monete che aveva racimolato in un sacchetto di seta purpurea, lasciò la sua moneta d’argento e vide la veggente sorriderle.
- Ti ringrazio, mia piccola e ribelle amica- le disse. Saoirse la guardò confusa.
- Suvvia, lo so che quella moneta era destinata alla Chiesa, altrimenti tua madre non te l’avrebbe mai data- le spiegò.
La bambina rimase sorpresa da quella risposta: - È stato uno spirito a dirtelo?- le chiese timorosa.
La donna chiuse gli occhi, tenendo in mano un grosso ciondolo, poi le rispose: - Gli spiriti possono rivelarsi amichevoli, se sai come trattarli. Come ti chiami, piccina?- cambiò argomento lei.
Timorosa ma incuriosita allo stesso tempo, Saoirse le disse il suo nome. La donna chiuse ancora gli occhi e portò entrambe le mani al suo amuleto, respirando profondamente. Li riaprì lentamente, poi si rivolse alla piccola: - Tu porti un nome potente, bambina mia, un nome di libertà. La stessa libertà che porterai ai tuoi fratelli e alle tua sorelle- disse in tono solenne, mentre i suoi occhi riflettevano una strana luce.
La donna espirò, sorridendo compiaciuta, infine salutò Saoirse: - Farai bene a tornare dal tuo guardiano, tua madre sta per uscire dalla Chiesa e si arrabbierebbe molto se ti vedesse parlare con me.- le disse facendole l’occhiolino.
 
Saoirse tornò da suo fratello, che nel frattempo aveva tempestato di domande il templare per distrarlo, e poco dopo sua madre apparve da sopra la scalinata. La donna ringraziò il soldato, prese per mano i bambini e tutti e tre si diressero verso la fortezza del visconte.
La bambina diede un’ultima occhiata dietro di sé, ma la veggente rivainiana era scomparsa. Rifletteva ancora sulle sue misteriose parole, senza riuscire a trovare un significato.

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Eccomi qui con una nuova raccolta di storie! Il teaser trailer di Dragon Age 4 di qualche giorno fa mi ha fatto venire un hype pazzesco, non vedo l'ora di saperne di più!!
Comunque, in attesa di sapere cosa accadrà all'Inquisitore e compagnia bella, ho deciso di scrivere alcuni episodi significativi della vita della mia Inquisitrice Saoirse.
Ringrazio in anticipo chi si fermerà a leggere e spero di "rivedervi" per i prossimi capitoli.
P.S.: in gaelico, Saoirse significa effettivamente "libertà". Quando dovevo scegliere il nome non avevo idea del suo significato, devo però dire che è stato più che azzeccato per il personaggio e per le scelte che ho fatto nel gioco =)!

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Capitolo 2
*** Il Flagello ***


- Felice decimo arrivo, Trevelyan!-
Saoirse non alzò nemmeno gli occhi dal libro che stava leggendo, tanto rispondere a quella stupida di Melinda sarebbe stato solo tempo perso.
Quel giorno era il decimo anniversario del suo arrivo al Circolo di Ostwick; o come la pensava lei, era il suo decimo anno di prigionia.
Ricordava ancora quel giorno, quando i templari erano stati chiamati da sua madre non appena la nobildonna aveva scoperto i poteri di sua figlia, a soli sette anni. In realtà, la giovane aveva scoperto di essere una maga almeno un anno prima: era una sera di tardo autunno, lei stava giocando insieme a suo fratello Marcus e fuori un violento temporale stava imperversando. Ad un certo punto una folata di vento aveva aperto una finestra, spegnendo in un colpo le candele che illuminavano la stanza. I bambini si trovarono al buio, e d’istinto Saoirse aveva desiderato un po’ di luce: quale sorpresa quando dalla sua mano destra scaturirono alcune fiamme, che come piccole lucciole si diressero verso le candele e le riaccesero! La bambina ne era rimasta entusiasta e avrebbe voluto mostrare ai suoi genitori quella meraviglia, ma suo fratello le aveva invece consigliato di tenere nascosto il suo segreto. Soltanto l’anno dopo ne capì il motivo.
Sua madre l’aveva scoperta per puro caso quando la vide congelare l’acqua in un bicchiere: i suoi occhi si erano riempiti di orrore, e in breve tempo le sue urla avevano raggiunto ogni stanza del palazzo. Ricordava che suo padre Iorwerth aveva tentato di calmare la moglie, mentre lei si era rifugiata da suo fratello Marcus, spaventata dalla reazione di sua madre.
Il bann aveva chiesto a sua moglie di aspettare a chiamare i templari, che bisognava essere sicuri e che sarebbe stato meglio aspettare ancora un anno o due, prima di mandare la loro unica figlia nel Circolo, ma Glenys non aveva voluto sentire ragioni: tre giorni dopo, i templari bussarono alla loro porta, e tra loro c’era anche il figlio maggiore James.
Per Saoirse fu un trauma: non solo si sentiva odiata da sua madre, ma avrebbe dovuto lasciare la sua casa e i suoi affetti per venire rinchiusa in un luogo sconosciuto per il resto della sua vita. I primi giorni furono difficili, ma col tempo si abituò e accettò tristemente la sua nuova vita da reclusa.
 
Per i primi anni un vecchio amico di suo padre, un templare di nome Brendan, l’aveva presa sotto la sua ala protettiva, facendole sentire un po’ di affetto e rendendo più accettabile il Circolo. La bambina dovette riconoscere che quel luogo era più piacevole di come si era immaginata, gli insegnanti erano preparati e i templari erano piuttosto tranquilli, ligi al dovere ma senza dimostrarsi tirannici; tuttavia, Saoirse percepiva il Circolo come una prigione, una gabbia dorata per chi aveva come unica colpa quella di essere “diverso”.
Suo fratello Marcus si era messo d’accordo con Brendan per incontrarla in segreto di tanto in tanto. Il vecchio templare sapeva che era rischioso, ma venne mosso dalla pietà verso i suoi figliocci, e la cosa funzionò per un paio d’anni. Ma un giorno Brendan venne trasferito in un altro Circolo, e Saoirse aveva sempre avuto il sospetto che fosse stata opera di sua madre.
I due fratelli dovettero accontentarsi di sentirsi per via epistolare, fino all’ultima lettera di due giorni prima: suo fratello le aveva annunciato il suo imminente matrimonio, e la loro madre gli aveva intimato di non scrivere mai più a sua sorella. Quello fu un colpo al cuore per la giovane, che pianse di rabbia e tristezza per tutta la notte. L’odio di sua madre verso la magia aveva finito per toglierle tutta la sua famiglia, e questo non glielo avrebbe mai perdonato.
 
La giovane scrollò la testa per togliersi quei ricordi dolorosi e riprese a leggere il libro che teneva in mano, quando altre voci la distolsero dalla lettura.
- Sono arrivati, presto! Alcuni di loro hanno bisogno di cure!-
Saoirse vide la Prima incantatrice Diantha, in testa a un piccolo gruppo di guaritori, oltrepassare il salone dove erano soliti ritrovarsi gli apprendisti durante la pausa dalle lezioni. La donna, solitamente calma, era in quel momento in preda all’agitazione, mentre si dirigeva al cancello d’ingresso.
- Che cosa succede?- chiese Saoirse a un templare di passaggio.
- Stanno arrivando i sopravvissuti del Circolo del Ferelden. O almeno, quelli che sono stati destinati a noi- rispose il soldato.
La giovane aveva sentito parlare del Circolo sul lago Calenhad, di come fosse stato assalito da abomini e di come un gruppo di Custodi grigi li aveva fermati.
“Altre vittime del Flagello” pensò con tristezza. Per quanto alcuni suoi conterranei tentassero di ignorarlo, il Flagello stava piegando duramente il Ferelden, e già da qualche mese profughi fereldiani disperati si affollavano nelle città costiere dei Liberi Confini nella speranza di trovare una nuova casa.
Lasciò perdere il libro e si diresse anche lei verso l’ingresso. Vide la Prima incantatrice affidare un paio di ragazzi ai guaritori, mentre gli altri quattro maghi fereldiani rimasero sotto la custodia dei templari. Tra di loro scorse una giovane ragazza che poteva avere la sua età: si tormentava la lunga treccia corvina, mentre i suoi occhi verdi scattavano da un punto all’altro in preda all’agitazione.
Saoirse andò dalla Prima incantatrice e le chiese se poteva portare da mangiare ai profughi. Diantha acconsentì, e qualche minuto dopo la giovane ritornò con un vassoio pieno di focacce. Si avvicinò ai maghi offrendo gli spuntini, e per un attimo sembrarono rasserenarsi. La ringraziarono con un timido sorriso, mentre la ragazza dai capelli neri fu l’unica a ringraziarla a voce: - Ti ringrazio, io e gli altri ne avevamo bisogno...- disse con voce tenue.
Saoirse notò un leggero velo di lentiggini sul volto della ragazza, il che le dava un’aria sbarazzina che cozzava tremendamente con l’atmosfera che si respirava nella sala.
- Io sono Saoirse. Come ti chiami?- chiese la maga.
- Elinor... Mi chiamo Elinor. Piacere di conoscerti, Saoirse.- rispose la ragazza.
 
Dopo una settimana di quarantena, i maghi fereldiani furono giudicati “puliti” da possessioni demoniache; purtroppo uno dei due maghi che erano stato portati dai guaritori era stato corrotto dai prole oscura, ed era deceduto un paio di giorni prima.
Elinor stava tutto il tempo con Saoirse, avendo trovato in lei una persona a cui confidare ciò che aveva passato: le parlò della sua vita al Circolo prima del Flagello, di come lei e pochi altri fossero riusciti a scappare alla furia degli abomini e di come avessero chiesto aiuto al Circolo di Jainen, che li aveva imbarcati su una nave diretta a Ostwick.
- Ho sentito che soltanto un giovane templare è riuscito a sopravvivere. Non riesco a ricordarmi il nome, ma spero che ora stia bene. Povero, deve averne passate tante con tutti quei mostri...- disse Elinor. Saoirse le tirò su il morale, poi si diressero verso l’aula della lezione sulle piante medicinali, chiacchierando del più e del meno.
Un anno passò velocemente, e i prole oscura vennero sconfitti dall’Eroe del Ferelden.
- Il Ferelden è salvo! Sono così felice Saoirse!- esclamò Elinor in preda alla gioia. Saoirse la abbracciò di rimando.
- Meno male, è un incubo che finalmente finisce.- disse la giovane, ma poi la sua voce assunse un tono più triste: - Quindi...tornerai nel Ferelden adesso?- le chiese.
Elinor la guardò negli occhi decisa: - E cosa farei senza la mia migliore amica? No, mia cara, non ti libererai facilmente di me!- le rispose scherzosamente.
Saoirse sorrise e la abbracciò di nuovo. - Su dai, andiamo. O perderemo l’inizio della lezione.-

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Secondo capitolo sulla vita di Saoirse, dove conosce la sua migliore amica al Circolo. E indovinate un po' chi è il giovane templare sopravvissuto al Circolo del Ferelden =)... Già, ho voluto "legare" Saoirse e Cullen anche nel passato, anche se ancora ovviamente non si conosceranno fino agli eventi di Inquisition; mi piaceva l'idea che ci fosse qualche gioco del destino che legasse tra loro i due piccioncini. 
Spero vi piaccia, alla prossima!!

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Capitolo 3
*** Novità dai Circoli ***


Un vento freddo proveniente da ovest, tagliente come una lama, annunciava aria di neve. E di morte.
La notizia dell’assassinio del visconte Dumar aveva sconvolto tutti i Liberi Confini, colpiti dalla violenza e dalla rapidità con cui i qunari avevano preso il controllo della città. E con la stessa velocità circolò la notizia che c’era un nuovo Campione: Garrett Hawke, eroe di Kirkwall, colui che aveva fermato l’arishok in un duello tanto impegnativo quanto emozionante.
Saoirse ammirava quel mago fereldiano, un profugo di Lothering che in quattro anni era diventato un uomo rispettato in tutta la città, protettore dei deboli e punto di riferimento per i maghi della Forca; il tutto condito da una sana dose di sarcasmo.
Ma finita una crisi, ecco che se ne avvicinava un’altra: l’Alto Comandante Meredith aveva sempre mal digerito l’intervento di Hawke negli affari che riguardavano templari e maghi, e ora stava diventando sempre più severa e inflessibile verso questi ultimi.
Saoirse stava camminando verso la biblioteca, quando notò Elinor e altre due giovani maghe dirigersi circospette verso l’ufficio dell’Alto Comandante Helmud. Perplessa e incuriosita allo stesso tempo, Saoirse seguì le tre ragazze fino all’entrata dello studio, dove si fermarono ad osservare dalla porta lasciata leggermente aperta.
- Si può sapere che state combinando?- chiese sottovoce la maga. Le tre ragazze sobbalzarono dalla sorpresa, ma si tranquillizzarono vedendo chi era stato a parlare.
- Per il Creatore, Saoirse! Ci hai fatto spaventare!- esclamò Maud, tormentandosi uno dei suoi numerosi ricci.
- Non mi avete detto che state facendo. Volete per caso cacciarvi nei guai?- chiese ancora Saoirse.
Elinor le fece cenno di avvicinarsi, cosa che la maga fece, poi le sussurrò il motivo del loro comportamento: - Oggi sono arrivati nuovi templari, direttamente da Nevarra. Volevamo solo vedere come fossero. Ho sentito che sono quasi tutti giovani ragazzi...- disse strizzando l’occhiolino alle altre. Saoirse tirò un sospiro esasperato, ma la curiosità fu più forte di lei e si unì alle altre nello “studio” dei nuovi templari.
Vide che in totale erano in sette, il più anziano poteva avere circa quarant’anni mentre gli altri erano tutti intorno ai venticinque. Continuò ad osservarli in silenzio, mentre le altre discutevano su chi fosse il più carino.
- Il biondo è di sicuro il più bello. Guarda che postura fiera che tiene!- disse Maud eccitata.
- Pft, molto meglio il moro. E quella barba appena accennata gli dà un’aria così sexy...- replicò Corinna, la maga elfica del gruppo.
Saoirse alzò gli occhi al cielo per i discorsi adolescenziali delle due, poi notò che Elinor era rimasta ad osservare un giovane in particolare: dimostrava circa la loro età, gli occhi grigi risaltavano sulla carnagione pallida e una massa di ricci rossi gli dava un’aria quasi simpatica. Mentre si guardava intorno, il giovane posò lo sguardo sulla porta socchiusa e intravide le due ragazze, che arrossirono per l’imbarazzo. Il templare accennò un timido sorriso, poi riportò l’attenzione al comandante.
Le quattro maghe sgattaiolarono verso i dormitori col terrore che l’Alto Comandante potesse scoprirle, e dopo aver ripreso fiato le due più giovani commentarono le loro impressioni.
- Per poco non veniamo scoperte, e voi continuate a chiedervi chi è il più carino?!- disse esasperata Saoirse.
Maud e Corinna la presero amichevolmente in giro: - Andiamo Saoirse, solo perché hai passato il tuo Tormento non vuol dire che non puoi divertirti un po’!- ribatterono le ragazze.
Saoirse prese con sé Elinor e si diressero verso i loro letti. Mentre indossavano le camicie per la notte, la fereldiana disse tra sé e sé: - Certo che quello coi capelli rossi sembrava simpatico...-
La giovane la osservò sorpresa, al che Elinor le chiese: - Vorrei... conoscerlo un po’. Ti va di venire con me a parlare con lui, domani?-
Saoirse le sorrise e accettò la sua richiesta, poi le due si coricarono per godersi un sonno ristoratore.
 
Il giorno seguente le due maghe raggiunsero la sala comune e intravidero il giovane dai capelli fulvi. Stavano per raggiungerlo quando lo videro parlare con il fratello di Saoirse e la giovane si bloccò.
- Va tutto bene?- chiese Elinor preoccupata. La maga fece un cenno d’assenso, ma dentro di sé c’erano sentimenti contrastanti: fin da quando era entrata nel Circolo, James si era sempre mostrato distante e freddo, evitando di instaurare con lei quel rapporto fraterno che non avevano avuto da bambini. Le loro conversazioni, brevi e sporadiche, si limitavano a pochi saluti e frasi di convenienza, rimanendo nei limiti di una chiacchierata tra conoscenti. Anche se avevano lo stesso sangue e per quanto lei desiderasse riallacciare i rapporti con lui, Saoirse non riusciva a considerarlo un fratello. E nonostante si fosse arresa a questa situazione, in cuor suo soffriva molto.
Elinor la distolse dai suoi pensieri, facendole notare che suo fratello si era allontanato, lasciando solo il giovane templare.
- Oh cielo, è da solo! E ora che faccio?- esclamò la ragazza. Saoirse la guardò perplessa: cos’era quell’improvvisa agitazione? Di solito era Elinor quella più spigliata e lei quella timida, a meno che...
- Cos’è, hai preso una cotta?- chiese Saoirse.
Elinor la guardò sorpresa, arrossendo violentemente: - Ma ti pare?! È solo che non so cosa dire, tutto qui...- ribatté lei.
Saoirse la tranquillizzò, poi entrambe si fecero coraggio e si avvicinarono al giovane.
Il ragazzo le salutò con un sorriso e le ragazze si presentarono.
- Io sono Saoirse e lei è Elinor, benvenuto al Circolo di Ostwick.- esordì la ragazza.
Il giovane fece un lieve inchino con la testa: - Lieto di conoscervi. Il mio nome è Lusian- rispose cordialmente.
I tre ragazzi chiacchierarono del più e del meno, di come era Nevarra e delle ultime novità provenienti da Kirkwall, trascorrendo un paio d’ore in compagnia, poi il templare dovette lasciarle, augurando loro una buona giornata nella speranza di poter passare con loro altro tempo.
- Allora, che ne pensi? A me sembra molto gentile- disse Elinor.
- Sì, lo è. Ed è anche cotto a puntino!- replicò Saoirse. La fereldiana la guardò confusa.
- Andiamo Elinor! Aveva occhi solo per te. Siete praticamente fatti uno per l’altra- spiegò la giovane.
Elinor arrossì un’altra volta, poi sospirò tristemente: - Anche se fosse, sai bene che noi maghi non possiamo avere relazioni, figuriamoci con un templare. Sarebbe la rovina di entrambi...- mormorò desolata.
 
Tre anni trascorsero in fretta, mentre in tutti i Liberi Confini si temeva una crisi imminente a Kirkwall. Non passava giorno senza che non si sentisse parlare di maghi del sangue e di complotti per rimuovere la comandante Meredith, e già alcuni maghi erano fuggiti dal Circolo di Ostwick. La tensione era nell’aria, ma ogni persona nel Circolo faceva ciò che poteva per rendere più calma l’atmosfera.
Saoirse stava esaminando alcune radici, quando venne interrotta dalla Prima Incantatrice Diantha: - Buongiorno, Saoirse. Ho bisogno di un favore, potresti recuperarmi un vecchio volume negli archivi?- le chiese la donna.
La ragazza acconsentì e si diresse verso gli archivi: era una zona posta sotto la biblioteca, dove erano custoditi libri antichi, storie sul Thedas e magie dimenticate. Non era un posto molto frequentato, e di solito se ne occupavano i pochi adepti della Calma che vivevano nel Circolo.
Saoirse scese le scale che portavano alle ampie sale degli archivi, e alla debole luce di una candela si mise a cercare il libro richiesto dalla Prima Incantatrice. Impiegò forse mezz’ora, ma finalmente trovò un vecchio volume impolverato, dalla copertina riccamente decorata, dedicato alla civiltà neromeniana.
La ragazza prese il libro e si diresse verso le scale, quando all’improvviso sentì un rumore. Si bloccò dietro uno scaffale e tese l’orecchio: sentì una voce, appena un sussurro, leggermente allarmata, poi udì una seconda voce che cercava di tranquillizzare il primo interlocutore. Saoirse rimase ancora in ascolto, poi si avvicinò con cautela e si sporse da una libreria. Con sua grande sorpresa, vide Elinor e Lusian abbracciati l’un l’altra, intenti a baciarsi e a scambiarsi effusioni.
- Che state facendo?!- li interruppe la ragazza. I due giovani si accorsero di lei, e mentre il templare guardava con vergogna verso il basso, Elinor cominciò ad agitarsi in preda alla paura.
- Ti prego Saoirse, non dirlo a nessuno!- la implorò la ragazza.
La maga rimase in silenzio: non avrebbe mai immaginato che la sua amica si sarebbe innamorata di un templare. Da una parte si sentiva felice per lei, ma dall’altra temeva ciò a cui sarebbe andata incontro.
- Lo sapete cosa state rischiando, vero?- chiese Saoirse.
I due giovani si guardarono, poi Lusian rispose: - Lo sappiamo, sì. Sappiamo che io potrei essere espulso ed Elinor diventerebbe un’adepta della Calma... ma noi ci amiamo, Saoirse.-
Elinor stringeva la mano del giovane, nel suo sguardo un misto di orgoglio e paura.
Saoirse sospirò, scrollando la testa, poi si rivolse ai due innamorati: - Sentite, sono felice per voi, davvero. Manterrò il vostro segreto ma voi dovete essere prudenti, la prossima volta potreste non essere così fortunati.-
I due giovani la ringraziarono, poi la accompagnarono fuori dagli archivi.
Non erano nemmeno usciti dalla biblioteca quando notarono un’agitazione crescente tra gli ospiti del Circolo: volti turbati, espressioni spaventate, alcuni tra i più fragili avevano veri e propri attacchi di panico. Le persone sciamavano come api impazzite, mentre le aule venivano riempite da voci concitate.
- Che sta succedendo?- chiese Lusian a un templare di passaggio. Il soldato si fermò, con gli occhi spalancati dallo shock, e disse solo tre parole: - Kirkwall è caduta.-
Increduli, i tre ragazzi  chiesero altre informazioni da chi sembrava saperne di più; in breve seppero dell’esplosione della Chiesa da parte di un eretico e della morte della somma sacerdotessa Elthina, e di come la comandante Meredith avesse invocato il Diritto all’Annullamento contro i maghi della Forca. Vennero a conoscenza della battaglia tra Hawke e una Meredith in preda alla pazzia, diventata alla fine una statua di lyrium rosso.
Kirkwall era diventata teatro di scontri tra maghi e templari, e il Campione sembrava essere svanito nel nulla.
- Che cosa succederà adesso?- si chiese Elinor. Saoirse si guardò intorno preoccupata, vedendo soltanto timore e preoccupazione. Si girò poi verso Lusian, e la sua risposta la fece allarmare ulteriormente: - Questo vuol dire solo una cosa... Siamo in guerra.-
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Terzo capitolo dedicato al passato di Saoirse, dedicato agli eventi di Dragon Age 2.
Spero vi piaccia, vi aspetto al prossimo capitolo =)!

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Capitolo 4
*** Il Conclave ***


Quattro tumultuosi anni erano trascorsi dalla ribellione di Kirkwall, e molte cose erano accadute, come la sanguinosa guerra civile che imperversava nell’Orlais e che vedeva contrapposti l’imperatrice Celene e suo cugino Gaspard de Chalons.
Per quanto riguardava i maghi, la situazione era diventata ancora più grave: numerosi circoli si erano ribellati, e sebbene la maggior parte fosse stata pacificata, alcuni avevano conosciuto una soluzione violenta, dalla Cuspide bianca al Circolo di Dairsmuid. In più, il Collegio degli Incantatori aveva deciso di separarsi dalla Chiesa.
A Ostwick la situazione era sotto controllo, ma non per questo meno tesa: molti maghi erano scappati, e alcuni templari avevano deciso di staccarsi dal potere della Chiesa, seguendo l’esempio dei Cercatori della Verità dopo la revoca dell’Accordo nevarriano da parte del Primo Cercatore Lambert.
 
Un giovane mago si diresse verso la sala degli incantesimi, dove gli apprendisti si esercitavano con le magie elementali.
- Incantatrice Trevelyan?- chiamò a gran voce.
Saoirse dissolse la piccola nube elettrica che teneva tra le mani, mentre mostrava a tre piccoli maghi come lanciare un fulmine.
- Sì, che cosa succede?- chiese la giovane, voltando la testa verso il ragazzo.
- La Prima Incantatrice Diantha desidera incontrarvi urgentemente- rispose lui.
La maga affidò i suoi alunni a un altro incantatore, poi seguì il ragazzo verso lo studio della Prima Incantatrice. Entrò nella stanza ampia e luminosa, e rimase sorpresa nel trovare anche l’Alto Comandante Helmud.
- Prego Saoirse, accomodati- la invitò Diantha. Saoirse poteva sentire una leggera tensione nella voce della maga, nonostante la sua apparente calma. Qualcosa sembrava turbarla, e anche Helmud aveva un’espressione preoccupata.
- Come ben sai, la guerra tra maghi e templari sta insanguinando tutto il Thedas- esordì la donna. - Ogni tentativo di pacificazione è stato inutile, ma forse stiamo per arrivare a una soluzione.-
La ragazza ascoltava con pazienza, in attesa di sapere il motivo della sua presenza.
Il comandante si alzò dalla sedia e continuò il discorso: - Dopo anni di apatia, finalmente la Chiesa ha deciso di agire. La Santissima in persona, Justinia V, ha organizzato un Conclave al Tempio delle Sacre Ceneri. Ci saranno i rappresentanti di maghi e di templari da tutto il Thedas, nella speranza di finire questa maledetta guerra- disse l’uomo.
Entrambi rimasero in silenzio, finché Saoirse non chiese il perché l’avessero chiamata.
- Tra una settimana partirà la delegazione del Circolo di Ostwick. E tu sei stata scelta per farne parte- spiegò la donna.
Saoirse rimase sorpresa: - Io?! Perché? Perché non uno degli incantatori più anziani?- chiese.
- Sei una delle maghe migliori che questo Circolo abbia mai conosciuto. La tua saggezza e la tua capacità di mediazione sono riconosciute da tutti, e contiamo che saprai utilizzarle per spiegare le nostre ragioni al Conclave- rispose Diantha, dandole uno sguardo materno.
- In più sei una Trevelyan. Anche se il tuo titolo nobiliare non è più valido, sei pur sempre un membro di una delle famiglie più importanti dei Liberi Confini. Avere dalla nostra parte dei rappresentanti della nobiltà è un vantaggio di non poco conto- aggiunse Helmud.
Saoirse ascoltò in silenzio, titubante. - Capisco- replicò solamente.
Diantha si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla per confortarla: - È una grande responsabilità, lo comprendo. Ma ho fiducia in te, tutto il Circolo si fida di te; e non sarai da sola, con te ci saremo io e Helmud. Questo Conclave rappresenta l’ultima possibilità di porre fine a questo massacro, e sono certa che la Divina troverà un accordo che soddisferà tutti quanti- le disse dolcemente.
Saoirse le sorrise, e accettò di partecipare all’incontro. Salutò la maga e il templare, poi si diresse verso i dormitori per preparare i bagagli e, soprattutto, per informare Elinor.
 
Mancavano tre giorni alla partenza. Una brezza proveniente dal Mare del Risveglio rendeva l’atmosfera febbrile per alcuni, tesa per altri.
James si trovava all’ingresso del Circolo, rispettando il suo turno di guardia. Tutto a un tratto apparve un piccolo gruppo di guardie presso il cancello, mentre un paggio portava le insegne dei Trevelyan. Il templare raddrizzò la schiena e si preparò ad accogliere suo padre, ma con sua grande sorpresa vide suo fratello Marcus.
- Buongiorno James- lo salutò sorridendo. L’uomo rimase immobile, ancora confuso dalla presenza del fratello.
- Che cosa ci fai qui? Dov’è nostro pa... cioè, il Bann?- gli chiese bruscamente.
Marcus scese da cavallo e lo raggiunse: - Papà è andato a Porto Brullo insieme ad altri nobili di Ostwick. Io lo sostituisco temporaneamente- rispose.
James trattenne un ringhio di disapprovazione, poi aprì il portone del Circolo e accompagnò Marcus all’interno.
- Quindi tu dovrai presenziare all’incontro della delegazione del Conclave, giusto?- gli chiese ancora.
Marcus annuì: - Papà dice che devo iniziare a fare queste robe ufficiali così, quando verrà il giorno, sarò pronto. Sai com’è, qualcuno ha rinunciato e io ho dovuto prenderne il posto...- replicò punzecchiandolo, ma James lo ignorò.
I due uomini percorsero un lungo corridoio, poi si fermarono in un’ampia sala e aspettarono che arrivassero gli altri partecipanti. Un silenzio tombale calò nella stanza, e nessuno dei due fratelli sembrava aver voglia di chiacchierare con l’altro, quando James riprese il discorso di prima: - Porto Brullo? Si tratta del principe Vael?-
Marcus annuì nuovamente: - Già. Papà e gli altri nobili di Ostwick vogliono impedirgli di scatenare una guerra contro Kirkwall, in modo da metterla sotto il suo controllo...-
- Ha tutte le ragioni per farlo, dopo quello che è successo- lo interruppe James.
Marcus si girò a guardarlo con uno sguardo corrucciato, e James continuò: - La città è nel caos da quando quel maledetto eretico ha ucciso la Somma Sacerdotessa. Il principe deve fare giustizia, visto che il Campione si è assurdamente rifiutato di farlo!-
Marcus cominciò a camminare nella stanza, cercando di placare il suo nervosismo: - Certo, vendichiamo l’assassinio di centinaia di persone marciando con un esercito e massacrando migliaia di innocenti! Davvero una bella pensata fratellone, per caso hai incontrato quella Meredith prima che impazzisse e diventasse una statua?- commentò sarcasticamente.
- Non dirmi che approvi le azioni di quell’abominio! Elthina non ha fatto nulla!- lo rimproverò il templare.
Marcus rimase in silenzio, dando le spalle al fratello: - No, ciò che ha fatto è riprovevole. Ma per quanto riguarda la Somma Sacerdotessa, hai ragione- disse.
Si voltò verso James con uno sguardo serio: - Elthina non ha fatto nulla. Assolutamente niente di niente. Ed è questo il punto; sperava forse che Meredith e Orsino facessero come i bambini, stringendosi i mignoli e dicendo “Non lo faccio più”? Andiamo James, cosa sperava di ottenere con il suo neutralismo?- replicò l’uomo.
Di nuovo il silenzio si impadronì dei due uomini, troppo arrabbiati l’uno verso l’altro per le rispettive opinioni, ma abbastanza saggi da decidere di non tornare più sull’argomento.
I minuti passavano lentamente, e Marcus continuava a camminare avanti e indietro per tenersi occupato.
- Sappi che incontrerai soltanto l’Alto Comandante e la Prima Incantatrice. Nessun altro- disse all’improvviso James.
Marcus si bloccò bruscamente e guardò sconcertato il fratello: - Cosa?! Non posso vedere nemmeno i maghi e i templari che andranno con loro?- ribatté.
- Soprattutto i maghi...- aggiunse il templare, lasciandosi sfuggire un ghigno.
Il nobile scosse la testa, confuso e arrabbiato: - Ti prego James, non puoi impedirmi di vedere Saoirse! Sono troppi anni che non la vedo, o che non leggo sue notizie “grazie” a nostra madre. Come puoi essere così duro con lei?- domandò rabbioso.
James rimase imperturbabile, dritto e fiero nella sua armatura: - I miei doveri di templare mi impongono obbedienza alle regole. I maghi non possono vedere i loro parenti. Nessuno escluso- gli rispose lanciandogli uno sguardo tagliente.
Marcus allora gli si avvicinò infuriato: - I tuoi doveri di templare non ti impongono di essere un pezzo di...!-
Si bloccò prima di terminare la frase, respirando profondamente nel tentativo di ritrovare la calma.
- Ascolta James, non voglio litigare con te- riprese con un tono più conciliante.
- Non so se sono stati gli insegnamenti di nostra madre quando eri un bambino, o se ciò sia dovuto all’essere templare... ma lei è nostra sorella. Forse per te è poco più di una parente, ma per me significa molto. Ogni giorno le bambine mi fanno domande sulla loro “zia magica” e io non so cosa dire loro...-
Scrollò di nuovo la testa e fece un lungo e triste sospiro: - Mi manca, mi manca tantissimo. Davvero non provi neanche un minimo di affetto per lei?- gli chiese, quasi sperando che una piccola scintilla risvegliasse il legame di sangue fra loro tre.
 
Saoirse aspettava nervosamente fuori dalla stanza, chiedendosi cos’altro doveva succedere. La Prima Incantatrice e l’Alto Comandante si stavano trattenendo ormai da ore, cos’altro potevano volere da lei? Perché tenerla lì per tutto quel tempo?
All’improvviso la porta si aprì e la maga e il templare uscirono uno dietro l’altra.
- C’è una persona che desidera vederti, cara- le sussurrò all’orecchio Diantha. La giovane rimase sorpresa: chi mai poteva essere? Ancora titubante, entrò nella stanza e accostò la porta dietro di lei. Un uomo sui trent’anni stava in piedi al centro della stanza e la guardava dolcemente. - Ciao sorellina...- disse commosso.
Saoirse sentì un peso al petto che man mano si sciolse dalla gioia: suo fratello, il suo amato fratello, era lì davanti a lei. Lentamente, un passo per volta, si avvicinò all’uomo, quasi temendo che potesse sparire da un momento all’altro.
I due fratelli si abbracciarono teneramente: Saoirse si accoccolò al suo petto, mentre Marcus le passava una mano tra i capelli, poi interruppe l’abbraccio per osservare sua sorella.
- Sei diventata grande... Guardati, sei una splendida donna- le disse dolcemente.
I due parlarono a lungo, ricordando i tempi passati e aggiornandosi sul presente, e la giovane scoprì con gioia di essere diventata zia di tre bambini. Inevitabilmente, tuttavia, il discorso ritornò sull’imminente partenza per il Conclave.
- Sai che percorso faremo?- chiese la maga.
Marcus si diresse verso un tavolo dove si trovava una mappa del Thedas meridionale, e con un dito tracciò il viaggio che avrebbe fatto la delegazione: - Partirete per il Ferelden, arrivando qui ad Altura Perenne, poi seguirete la Gran Via imperiale fino al lago Calenhad. Quindi, seguendo il lago verso ovest, risalirete un fiume e raggiungerete Haven. Se tutto va bene ci metterete meno di due settimane- concluse l’uomo.
- Che cosa ne pensi? Del Conclave, dico- gli domandò Saoirse.
Marcus rimase in silenzio per qualche istante, a rimuginare sulla situazione: - Qualcosa succederà, su questo non ci piove. Se in bene o in male, questo lo sa solo il Creatore. Ma ad ogni modo- e si girò verso di lei - io credo in te e nella pace tra maghi e templari. So che tu e gli altri potete cambiare tutto.-
Verso sera Marcus dovette lasciare il Circolo, salutando un’ultima volta la sorella. Ancora emozionata per quell’incontro inatteso, Saoirse si diresse verso i dormitori in cerca di Elinor. La trovò nel suo letto, intenta a leggere. - Elinor, devo chiederti un favore- le disse. La fereldiana chiuse il libro e la guardò incuriosita, poi i suoi occhi notarono un paio di forbici nella mano sinistra della sua amica.
- Davvero vuoi tagliare la tua bella chioma?- domandò, osservando la treccia bionda che ricadeva sulla spalla della ragazza. Saoirse fece un lieve sospiro, poi si sedette vicino a Elinor: - Sarà più comodo durante il viaggio. E tanto ricresceranno.- rispose sorridendo. La maga diede le spalle all’amica, che con un taglio netto recise la lunga treccia dorata.
Saoirse la prese e legò l’altro capo con un nastro, poi la porse alla ragazza: - Tienila per il mio ritorno. Quando sarò di nuovo qui, la bruceremo in onore di un nuovo inizio- aggiunse. Elinor la guardò un po’ confusa, poi le sorrise e l’abbracciò: - Al nuovo ordine nel Thedas, e alla migliore amica che possa desiderare!-
 
Due settimane erano passate da quando la delegazione per il Conclave era partita, ed Elinor passeggiava su una delle terrazze del Circolo. Si appoggiò a una balaustra e guardò verso sud, dove poteva vedere in lontananza le grigie acque del Mare del Risveglio. A volte si domandava come se la passava il Ferelden, dopo tutti quegli anni, e come stavano i suoi vecchi compagni del Circolo del lago Calenhad. Osservò ancora in lontananza e stava per tornare all’interno dell’edificio, quando notò qualcosa di strano nel cielo: in direzione sud ovest c’era uno strano assembramento di nubi, e dal suo interno sembravano provenire strani lampi verdastri. Quello strano fenomeno la rese inquieta, ma non ci pensò troppo e prese la via per la sala comune.
Un’altra settimana trascorse serena, ma quelle strane nubi persistevano. Elinor stava tentando di studiare un vecchio tomo, quando alcune grida la fecero sobbalzare. “Che cosa succede?” si chiese, seguendo gli altri maghi che si accalcavano nel salone principale.
- Ci sono demoni ovunque, è la fine di tutto!- sentì dire. La confusione regnava sovrana, e presto la curiosità venne sostituita dallo sconforto e dal terrore.
- Che cosa succede?- chiese ad alta voce Elinor. Lusian la scorse in mezzo alla folla e si avvicinò a lei: - Il Conclave...il Tempio delle Sacre Ceneri è esploso! Dal cielo piovono demoni orribili e...non ci sono superstiti- concluse sconvolto.
Elinor rimase immobile, scuotendo la testa dall’incredulità. - Sono tutti...morti? Diantha, Helmud...Saoirse?- disse con la voce tremante. Lusian abbassò lo sguardo, prendendole le mani: - Non torneranno mai più...non posso crederci...-
La giovane si sentì un peso al cuore, mentre le lacrime le scorrevano sulle guance: - No, non può essere... Non Saoirse, NON LEI!- esclamò sconvolta. Lusian la scortò verso i dormitori e la consolò abbracciandola. Elinor prese la treccia bionda della sua amica, stringendosela al petto: - Non lei, non la mia Saoirse... Povera, dolce Saoirse...-
 
Buio, strane presenze, poi una misteriosa luce... Saoirse si risvegliò in una stanza oscura e umida. Ai polsi aveva delle pesanti manette di ferro, ed era circondata da alcuni soldati con le spade sguainate. Ad un certo punto avvertì uno strano formicolio alla mano sinistra: voltò il polso e un improvviso lampo verde la fece sobbalzare dalla sorpresa.
D’un tratto la porta di fronte a lei si spalancò e intravvide due figure in controluce avanzare nella stanza. Si trattava di due donne: la prima sembrava sui quarant’anni e indossava una corazza leggera, portava i capelli corvini corti e due cicatrici le solcavano il volto; l’altra pareva poco più giovane e portava un cappuccio che le dava un’aria quasi minacciosa. Quest’ultima si pose di fronte a lei, guardandola severamente, mentre l’altra cominciò a gironzolarle intorno.
- Dimmi perché non dovremmo ucciderti subito- disse ad un tratto.
“In che razza di guaio mi sono cacciata?” pensò terrorizzata Saoirse.

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Finalmente pubblico l'ultimo capitolo dedicato al passato di Saoirse. È stato parecchio impegnativo e l'ispirazione a volte mancava, ma sono soddisfatta di essere riuscita a concludere questa storia. Spero vi piaccia e spero di scrivere altre storie dedicate alla mia Saoirse =) !
 

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