Calendario dell'Avvento

di rhys89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Owari no Seraph [Guren/Yuu]: Tradizioni sconosciute e baci inaspettati ***
Capitolo 2: *** Hunger Games [Haymitch/Katniss]: Buon Natale, dolcezza ***
Capitolo 3: *** La Casa di Carta [Sergio&OC, Sergio&Andrés]: Il cavaliere del re ***
Capitolo 4: *** Hunter x Hunter [Gon/Killua]: Tic-tac, Killua ***
Capitolo 5: *** The Greatest Showman [P.T./Philip]: Natale in famiglia ***
Capitolo 6: *** Suits [Harvey/Mike]: Kiss me ***
Capitolo 7: *** Boku no Hero Academia [Aizawa&Ideku, Aizawa/Toshinori]: Arrivi improvvisi e idee (non troppo) geniali ***
Capitolo 8: *** Percy Jackson [Percy/Nico]: Cespuglio spinoso col morbillo ***
Capitolo 9: *** Harry Potter [James/Sirius]: Dietro lo specchio ***
Capitolo 10: *** Tokyo Ghoul [Ayato/Kaneki]: Ricordi rosso sangue ***
Capitolo 11: *** 13 reasons why [Clay/Tony]: Regole ed eccezioni ***
Capitolo 12: *** Mulan [Shang/Mulan]: Lanterne e desideri ***
Capitolo 13: *** Hunter x Hunter [Ging/Kite]: Campeggio ***
Capitolo 14: *** Boku no Hero Academia [Aizawa/Toshinori; Aizawa&Ideku]: È arrivato Babbo Natale! ***
Capitolo 15: *** 13 reasons why [Clay/Justin]: Cravatta rossa a stampa di alberelli ***
Capitolo 16: *** Sword Art Online [Kirito/Asuna]: Freddo come la neve ***
Capitolo 17: *** Shadowhunters [Alec/Jace]: Shall we dance? ***
Capitolo 18: *** One Piece [Ace&Rufy]: Fratello maggiore ***
Capitolo 19: *** La Casa di Carta [Sergio/Andrés]: Solo “Buon Natale” ***
Capitolo 20: *** Naruto [Jiraya/Tsunade]: Buon anno, Principessa ***
Capitolo 21: *** Suicide Squad [Deadshot/Rick Flag]: Grazie perché… ***
Capitolo 22: *** Death Note [L/Light]: Cioccolata calda ***
Capitolo 23: *** Shingeki no Kyojin/Attack on Titan [Levi/Eren]: Albero di Natale ***
Capitolo 24: *** Hunger Games [Gale/Peeta]: Omini di pan di zenzero e mirtilli ***
Capitolo 25: *** Game of Thrones/Il Trono di Spade [Jamie/Brienne]: Vestito di velluto ***



Capitolo 1
*** Owari no Seraph [Guren/Yuu]: Tradizioni sconosciute e baci inaspettati ***


Angolino dell'autrice

Buongiorno e buon primo dicembre! ^^

Capito qui per dare il via ad un progetto folle che mi è venuto in mente grazie a 6Misaki (quindi rifatevela con lei xD), e cioè... un Calendario dell'Avvento fatto di flash/drabble!

La mia personalissima sfida sarà pubblicare una storia al giorno da qui a Natale, ciascuna su una diversa coppia di personaggi (sia intese in senso romantico che non) e tutte, in qualche modo, legate al tema delle feste (come richiesto dal contest).

Una cosa importante: le storie avranno tutte generi e/o avvertimenti diversi, quindi ci sarà la flash zuccherosa e quella angst, quella allegra e quella malinconica... insomma, di tutto un po'.

Ci saranno storie con personaggi appartenenti a svariati fandom, quindi, per facilitarvi le cose, nella scaletta introduttiva sarà segnalato sia il fandom che l'eventuale coppia della storia in questione, così potrete decidere subito se vi interessa oppure no e in caso saltare quel capitolo e passare al successivo.
Nella scaletta ci saranno anche eventuali note utili a capire meglio il capitolo.

Per cominciare ho scelto una cosuccia leggera su una delle mie OTP (che ovviamente non si fila quasi nessuno): Guren/Yuu, di Owari no Seraph/Seraph of the End.

Il capitolo di domani sarà invece su Hunger Games (coppia Haymitch/Katniss)... sperando di riuscire a gestire questa cosa dei crossover in pubblicazione ^^"

Orbene, le premesse sono fatte... ora direi di passare direttamente alla primissima delle nostre (spero) venticinque storie.

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]
[Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo challenge, indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Owari no Seraph non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Tradizioni sconosciute e baci inaspettati
Fandom: Owari no Seraph/Seraph of the End
Coppia e/o personaggi: Guren/Yuu
Prompt (se presente): Tradizione
Note: idealmente ambientata dopo che Yuu è stato arruolato nell’esercito, ma prima che incontri gli altri compagni di squadra; molto probabilmente in quel mondo non hanno più idea di cosa sia il Natale e le tradizioni ad esso correlate, la mia è una piccola licenza poetica.
Numero parole (contacaratteri.it): 370

Tradizioni sconosciute e baci inaspettati

 Non appena svolta l’angolo del corridoio, l’attenzione di Guren viene catalizzata da un moccioso di sua conoscenza che sta cercando – con scarso successo – di districare una ghirlanda rossa e oro. Sogghigna e gli si avvicina di soppiatto.
 «Ohi, stupido Yuu!» esclama dritto nel suo orecchio, facendolo sobbalzare. «Come mai stai lì a giocare anziché allenarti?»
 Yuu lo guarda male e lascia ricadere nella scatola lo striscione che aveva in mano.
 «Stupido sarai tu, stupido Guren!» ribatte come da copione. «E io non sto giocando, mi hanno ordinato di appendere questi dannati aggeggi per tutta l’accademia… aiutami tu, così finisco prima!»
 «Scordatelo, ragazzino. Sei tu la domestica, non io.»
 «Allora va’ al diavolo e lasciami in pace!»
 Guren ridacchia e Yuu gli volta deciso le spalle, continuando il suo lavoro. Guren lo osserva in silenzio per un po’, divertito dalla rigidezza dei muscoli che quello stupido del suo pupillo non riesce ad evitare… e poi, ad un tratto, gli si avvicina di nuovo e si sporge sopra la sua spalla per prendere un rametto che Yuu aveva appena appiccicato sulla finestra.
 «Ehi!» protesta indispettito, lanciandogli un’occhiataccia che lo lascia del tutto indifferente.
 «Quello non può andare lì, idiota.»
 Lo vede alzare gli occhi al cielo.
 «E perché mai? Ci sono delle dannate regole anche per come e dove appendere delle stupide decorazioni?»
 «No… ma ci sono delle tradizioni da rispettare» ribatte Guren sibillino, appendendo il vischio al lampadario sul soffitto, proprio in mezzo al corridoio.
 Nonostante cerchi di fare il sostenuto, ben presto la curiosità ha la meglio e Yuu si avvicina incuriosito.
 «Che tradizioni?» gli chiede, fermandosi accanto a lui per guardare quello strano rametto che ora gli penzola dritto sulla testa.
 Guren sogghigna malizioso, e senza lasciargli il tempo di reagire gli alza il mento con due dita e lo bacia. Un piccolo, innocente bacio a stampo su quelle labbra perennemente imbronciate… e Yuu diventa immediatamente rosso e inizia a balbettare frasi sconnesse.
 Guren scoppia a ridere di cuore.
 «Sei proprio un moccioso, stupido Yuu» lo prende in giro, dandogli una giocosa schicchera in fronte. «Ci vediamo, ragazzino!» lo saluta da sopra la spalla mentre riprende la strada verso il suo ufficio.
Tre…
 Due…
 Uno.

 «Stupido Guren!!»



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Capitolo 2
*** Hunger Games [Haymitch/Katniss]: Buon Natale, dolcezza ***


Angolino dell'autrice

Buonciao! ^^
Come promesso eccomi qui con il secondo capitolo (stavolta nella sezione giusta, visto che ieri mi ero sbagliata e l'avevo pubblicato in "Owari no Seraph" con l'aggiunta della dicitura "crossover", anziché pubblicarla direttamente in "crossover")... questo è decisamente meno "zuccheroso" del precedente... anzi, è piuttosto amarognolo, ma vabbè ^^"

Grazie a chiunque passi a leggere queste cosucce ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]
[Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo challenge, indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Hunger Games non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Buon Natale, dolcezza
Fandom: Hunger Games
Coppia e/o personaggi: Haymitch/Katniss
Prompt (se presente): vodka
Note: ambientato dopo la fine della guerra contro Capital City; what if?
Numero parole (contacaratteri.it): 461

Buon Natale, dolcezza

 Entri in casa senza neppure bussare, con quella sicurezza quasi arrogante che ricorda tanto la ragazza che sei stata fino a un paio di anni fa. Haymitch è semisdraiato in poltrona, con un bicchiere vuoto tra le mani e un mezzo sorriso ironico in volto.
Non è sorpreso di vederti.
 «Sempre a bere porcherie?» lo saluti, richiudendoti la porta alle spalle.
 «Per tua informazione, dolcezza, quella che tu chiami porcheria è vodka di una riserva speciale che costa più o meno come una qualunque delle case di questo distretto. A parte le nostre, ovviamente.»
 Ti liberi di guanti, sciarpa e cappotto con movimenti secchi e irritati, conscia dello sguardo di Haymitch che non ti abbandona neppure per un istante, e infine ti lasci cadere sulla poltrona dall’altro lato del tavolino.
Nell’angolo più lontano del salotto, un albero di Natale che né tu né il padrone di casa avete voluto o addobbato sembra sfottervi bellamente con la forzata allegria delle sue lucette colorate.
 «Allora,» comincia Haymitch distogliendoti dalle tue riflessioni «cosa ti ha portato a far visita a questo povero ubriacone?»
 Ti abbandoni sospirando contro lo schienale imbottito e ignori quella provocazione a dir poco scontata.
 «Ho lasciato Peeta» gli comunichi in tono piatto, senza girarci troppo intorno.
 Per un attimo, quella risposta sembra davvero destabilizzarlo… ma subito dopo lo vedi ridacchiare divertito mentre scuote piano la testa.
 «Beh, questo che è un miracolo di Natale… credevo che l’avresti tenuto al guinzaglio per sempre, quel povero ragazzo.»
 Incassi il colpo senza batter ciglio.
 «Lui merita di meglio» dici soltanto; non c’è nulla di nobile in questa considerazione, è solo un puro e semplice dato di fatto.
 «E tu no?»
 Ti stringi nelle spalle e incroci i piedi sul ripiano di fronte a te.
 «Io merito qualcuno come me.»
 Il ghigno di Haymitch diventa più ampio mentre si sporge per recuperare la bottiglia.
 «E dopo questa improvvisa epifania sei venuta qui. Dovrei offendermi?»
 Alzi gli occhi al cielo e allunghi la mano.
 «Dovresti passarmi quella vodka, così scopriamo se è davvero tanto speciale… a meno che ovviamente tu non voglia che me ne vada.»
 Non hai neanche finito la frase, che Haymitch ha già riempito fino all’orlo due bicchieri grossi come il tuo pugno.
 «Io sto con la Ghiandaia Imitatrice, lo sai» ribatte con un sorrisetto, passandotene uno. «In tutta questa merda di vita e anche all’inferno, se vorrai… il che, in effetti» aggiunge come ripensandoci «è più o meno la stessa cosa.»
 Anche le tue labbra si piegano in una smorfia amara che potrebbe somigliare ad un sorriso, poi alzi il braccio verso di lui.
 «Allora, buon Natale.»
 Un lieve tintinnio di vetro su vetro, e alcune gocce di liquore cadono indisturbate sul prezioso centrotavola tra di voi.
 «Buon Natale, dolcezza.»




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Capitolo 3
*** La Casa di Carta [Sergio&OC, Sergio&Andrés]: Il cavaliere del re ***


Angolino dell'autrice

E rieccoci qui col terzo capitolo ^^
Questa volta è qualcosa di sentimentale e non romantico... e infatti le "coppie" sono segalate con la &. Tenetelo a mente anche per i capitoli futuri ^_-

Grazie a chi segue questa raccolta ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]
[Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo challenge, indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di La Casa di Carta non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Il cavaliere del re
Fandom: La Casa di Carta
Coppia e/o personaggi: Sergio&OC, Sergio&Andrés
Prompt (se presente): favola
Note: future!fic; spoiler sul finale della seconda stagione
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Il cavaliere del re

 Latte e biscotti per Babbo Natale, qualche carota per le renne e caramelle per i folletti – a loro non ci pensa mai nessuno, poverini!
 «Ok, adesso devi andare a dormire… altrimenti Babbo Natale non verrà, lo sai.»
 Sergio guarda intenerito suo figlio schizzare come un piccolo fulmine fino alla sua cameretta, lanciandosi sul lettino neanche avesse le ali ai piedi. Ridacchia e scuote la testa, poi si avvicina per rimboccargli le coperte.
 «Papà, mi racconti la storia del cavaliere del re?»
 «Domani, ora è tardi.»
 «Tipregotiprego! Solo una volta!»
 Sergio sospira e poi lo guarda di sottecchi, cercando di restare serio.
 «Mi prometti che dopo ti metti a dormire?» gli domanda.
 Lui annuisce tutto contento – sa già di aver vinto – e Sergio sorride, sedendosi sul bordo del letto.

C’era una volta un piccolo regno, bello ma tanto povero per colpa dei draghi cattivi che avevano rubato tutto l’oro e lo custodivano gelosamente nelle proprie tane.
 Un bel giorno il re, stanco di vedere il suo popolo soffrire per la povertà, chiamò a raccolta gli uomini e le donne più coraggiosi del suo regno. Erano otto, tutti provenienti da città diverse e tutti fedeli al re.
 Il più coraggioso e fedele di tutti, però, era il cavaliere del re. Lui e il re erano amici da tanti anni, e il re non esitò un solo istante ad affidare la propria vita nelle mani del suo cavaliere, quando venne il momento.
 Gli otto valorosi compagni partirono subito per la tana dei draghi. Ci entrarono di soppiatto, usando l’astuzia, e cominciarono a recuperare il tesoro del re per salvare il popolo dalla fame.
 Tutti quanti conoscevano i rischi di quell’impresa, e tutti piansero quando due di loro caddero nelle trappole dei nemici e li abbandonarono per sempre.
 E poi, quando la missione sembrava conclusa e nulla poteva più spaventarli… tornarono i draghi. Si avventarono contro di loro con una furia di denti e fiamme, costringendoli ad una fuga disperata verso la salvezza.
 Il cavaliere del re fu l’unico a rendersi conto che, per salvare i compagni, la missione e l’intero regno, qualcuno doveva restare indietro e tenere a bada i nemici così che non potessero inseguire gli eroi.
 «Dite al re che gli voglio bene» disse agli altri. E poi, con un sorriso, prese la sua spada e andò da solo incontro ai draghi.
 Grazie al sacrificio di quel cavaliere, la missione fu un successo.
 Grazie ad Andrés de Fonollosa, il re e tutto il suo popolo vissero per sempre felici e contenti.


 «E ora dormi» sussurra dopo un’ultima carezza.
 «Papà?»
 Dalla porta della cameretta, Sergio gli lancia un’occhiata ammonitrice.
 «Me l’hai promesso» gli ricorda – il cuore si stringe al ricordo di un’altra voce che sussurra a lui le stesse parole in quella che sembra una vita fa.
 «Sì, ma… posso essere anch’io un cavaliere, da grande?»
 Con gli occhi lucidi e il petto gonfio d’emozione, Sergio sorride teneramente al suo bambino.
 «Puoi essere tutto quello che vuoi, Andrés.»



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Capitolo 4
*** Hunter x Hunter [Gon/Killua]: Tic-tac, Killua ***


Angolino dell'autrice

Ciao! ^^
Quarto giorno, quarto capitolo. Si tratta di una Gon/Killua soulmate!AU, ambientata quindi in un ipotetico mondo dove a ciascuno è destinata un'anima gemella. In particolare, in questo AU tutti hanno sul polso un timer che inizia a contare nel momento in cui incontrano il proprio soulmate.

Il titolo, invece, è una citazione/omaggio al film "Il silenzio degli innocenti" ("Tic-tac, Clarice").

Grazie a tutti voi che leggete ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]
[Storia partecipante alla 666 prompt per essere come il diavolo challenge, indetta da Arianna.1992 sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Hunter x Hunter non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Tic-tac, Killua
Fandom: Hunter x Hunter
Coppia e/o personaggi: Gon/Killua
Prompt (se presente): soulmate!AU
Note: soulmate!AU in cui tutti hanno un timer che inizia a contare nel momento in cui incontri il tuo soulmate; il titolo è ovviamente una citazione/omaggio al film "Il silenzio degli innocenti" (“Tic-tac, Clarice”).
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Tic-tac, Killua

 Per l’ennesima volta in poco più di mezz’ora, Killua si chiede perché diamine ci è andato, a quello stupido festival. Sbuffa e tira su il cappuccio della felpa per proteggersi dal freddo. Forse è perché vuole aspettare almeno di vedere i fuochi, si dice.
O più probabilmente perché non ha nulla di meglio da fare.
 Sospira e riprende a camminare in mezzo alla folla. Il fatto è che, nonostante non si ritenga un tipo asociale, per un motivo o per un altro Killua finisce sempre col rimanere solo. Non sa perché, ha smesso di chiederselo anni fa.
Più o meno quando ha smesso di controllare il timer sul suo polso, sempre fermo agli zeri affiorati con la pubertà.
 Mani in tasca ed espressione assente, girella annoiato tra le bancarelle in cerca di qualcosa di anche solo vagamente interessante.
 «Ohi!» sente gridare all’improvviso.
 Poi, il buio.

 Si risveglia sdraiato a terra e cerca subito di alzarsi di scatto… ma l’unica cosa che ottiene è di vedere ancora più stelle di quelle reali.
 «Non dovresti agitarti, hai preso una bella botta.»
 Killua impreca tra i denti e lancia un’occhiataccia al saputello alla sua destra.
 «Ma davvero?» gli chiede sarcastico. «E io che credevo di essere svenuto per l’emozione dell’anno nuovo.»
 Il ragazzo sconosciuto scuote la testa.
 «Non è ancora mezzanotte» ribatte convinto. «E poi ho visto tutto: un tizio ubriaco stava agitando una specie mazza e ti ha colpito… è per quello che sei svenuto.»
 I suoi occhi sono grandi e limpidi, innocenti come quelli di un bambino nonostante dimostri più o meno la sua stessa età. Suo malgrado, Killua sbuffa divertito.
Quel tipo strambo sta parlando maledettamente sul serio.
 «Ok, geniaccio. E per quanto tempo sono rimasto svenuto?»
 «Tre minuti e venti secondi.» È la pronta risposta. «Guarda» aggiunge subito, tanto in fretta che Killua non fa in tempo neppure ad insultarlo col pensiero.
 E poi gli prende la mano sinistra, allineando i loro polsi.
Al posto degli zeri, il suo timer segna un minuto e dodici secondi; l’altro, quattro minuti e trentatré.
 Allibito e confuso, Killua fissa quelle poche cifre senza in realtà vederle davvero. Paradossalmente, ora che quei numeri scorrono liberi sulla sua pelle, per lui il tempo sembra essersi fermato: tutto intorno è buio, e silenzio, e… caldo?
No, sono le sue guance che stanno andando a fuoco.
 «Ce la fai ad alzarti?» gli chiede all’improvviso quella voce che ormai sta diventando familiare. Killua solleva lo sguardo, e vede che lo sconosciuto – può davvero chiamarlo ancora così? – si è alzato in piedi e gli sta sorridendo. «Da qui i fuochi si vedono malissimo» spiega con semplicità, porgendogli una mano.
Sono anni che Killua non crede più alla storia dell’anima gemella, ma forse… forse adesso può ricominciare.
 Sorride e stringe quella mano nella sua, lasciandosi aiutare per tirarsi su.
 «E comunque… io sono Killua» si presenta, strappandogli una risata.
 «Io Gon» ribatte con un gran sorriso.
Forse, ha finalmente trovato qualcuno che non lo lascerà più solo.



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Capitolo 5
*** The Greatest Showman [P.T./Philip]: Natale in famiglia ***


Angolino dell'autrice

Salve ^^
Quest'oggi lo chef vi propone una barlyle (P.T. Barnum/Philip Carlyle) natalizia estremamente zuccherosa, ambientata in un modern!AU in cui P.T. è vedovo (scusa, Charity, ma eri d'intralcio ù.ù) e lui e Philip lavorano insieme.

Grazie a tutti voi che leggete ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di The Greatest Showman non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Natale in famiglia
Fandom: The Greatest Showman
Coppia e/o personaggi: P.T. Barnum/Philip Carlyle
Prompt (se presente): famiglia
Note: modern!AU in cui PT (vedovo e con due figlie) e Philip lavorano insieme.
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Natale in famiglia

 Arrivare a lavorare persino la vigilia di Natale dovrebbe essere un chiaro monito di quanto sia diventata folle la tua dedizione a questo nuovo lavoro.
E al tuo nuovo ragazzo nonché più-o-meno-quasi socio.
 Sogghigni e scuoti la testa, aumentando il passo per attraversare illeso la strada trafficata fino alla porta di casa Barnum. Stai ancora sorridendo, quando qualcuno – Helen, probabilmente – risponde al campanello.
«Chi è?» chiede esitante la sua vocetta infantile.
 «Sono Philip. C’è papà?»
«Sì, ha detto di farti salire» risponde dopo qualche istante di borbottio indistinto, poi il clank del portone che si apre risuona nella gelida aria di dicembre.
 P.T. ti sta aspettando sul pianerottolo, maglione rosso e sorriso sghembo – ancora non riesci a capire quale di queste due cose lo caratterizzi meglio.
 «Entra, fa freddo» ti invita dopo che gli hai consegnato la pila di documenti. «Hai avvisato i fornitori?»
 «Sì.»
 «Il locale?»
 «Prenotato.»
 «E gli inviti?»
 «Già spediti.»
 P.T. amplia quel sorriso rendendolo ancora più luminoso, e il tuo cuore fa una specie di buffa capriola.
Contieniti, Phil, sembri una ragazzina!
 «Mi hai salvato la vita, Philip… davvero» mormora P.T., stringendoti piano una spalla.
Allora dillo che lo fai apposta…
 «Figurati… è anche la mia azienda, dopotutto» lo provochi.
 «Solo al dieci percento» ribatte prontamente lui.
 «Per adesso.»
 P.T. ride di gusto e per un momento ti godi quella specie di visione. Giusto un momento, però, perché poi le bambine fanno irruzione nell’ingressino e ti si gettano praticamente addosso. Ridi anche tu e le abbracci di slancio, – adori quelle piccole pesti – ricambiando il sorriso di P.T. che vi guarda intenerito.
 «Resti a cena, Philip?» ti chiede Helen.
 «Sì, Philip, resta con noi!» le fa eco Caroline.
P.T., invece, non dice nulla.
 Sorridi di nuovo, ma scuoti la testa.
 «Non è il caso, bambine… si è fatto tardi, è meglio che torni a casa.»
 «Papà!» urla Helen tirandogli la manica del maglione. «Diglielo anche tu di restare!»
 «L’hai sentito, tesoro, Philip non può rimanere.»
 Incassi il colpo in silenzio, cercando di non rimanerci troppo male. Dopotutto, ti dici, state insieme da una manciata di settimane, è ovvio che…
 «Lui deve rimanere» aggiunge P.T. a sorpresa, guardandoti con un sorrisetto malizioso prima di rivolgersi alle figlie. «Vero, bambine?»
 Le piccole saltellano allegre e improvvisano un girotondo per festeggiare. La tua attenzione, però, è tutta per quell’uomo splendido che ti sta ancora sorridendo.
 «Davvero vuoi che rimanga?» gli chiedi in un sussurro.
 «Credi che te l’avrei chiesto, se così non fosse?» ribatte lui, negli occhi quella scintilla da eterno bambino che subito dopo lascia spazio ad una luce nuova e molto, molto più calda. «Il Natale è una festa da passare in famiglia, Philip…» mormora, allungando una mano per stringere la tua «quindi non farti pregare.»
 Ingoi a vuoto e ricambi la stretta mentre Helen e Caroline vi ballano attorno, lasciandoti pervadere da quell’atmosfera così bella che per un momento ti toglie il fiato.
 «Se la metti così… credo di non poter rifiutare.»



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Capitolo 6
*** Suits [Harvey/Mike]: Kiss me ***


Angolino dell'autrice

Storiellina piccina picciò su una coppia che mi piace da impazzire ma che è molto poco conosciuta: Harvey/Mike, di Suits.

Grazie anche solo a chi legge ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Suits non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Kiss me
Fandom: Suits
Coppia e/o personaggi: Harvey/Mike
Prompt (se presente): vischio
Note: ho esaurito le idee per i titoli, e siamo solo a un terzo della strada. Qualcuno mi aiuti -.-
Numero parole (contacaratteri.it): 216

Kiss me

 Quando ti chiudi alle spalle la porta del bagno, attutendo tutto il casino della festa di Natale a cui sembra sia stata invitata tutta la città, sospiri internamente di sollievo.
 «Ce ne hai messo di tempo!»
 Sbuffi e riapri gli occhi sul viso corrucciato del tuo fidanzato.
 «Scusa, Louis mi ha intercettato mentre venivo qui e si è messo a parlare… non potevo piantarlo in asso!»
 «E perché no? Non è più il tuo capo!»
 Sorridi e ti avvicini a lui.
 «È un collega e un amico… e poi ci ho messo solo cinque minuti, non è la fine del mondo» ribatti con un sorriso; neanche un secondo dopo Harvey ti sorride di rimando, e le braccia che teneva incrociate al petto finiscono sui tuoi fianchi.
 «Sai,» mormora all’improvviso «Donna ha messo decorazioni ovunque.»
 Aggrotti le sopracciglia, confuso da quella considerazione saltata fuori dal nulla – o così pare.
 «Beh… sei stato tu a darle carta bianca» commenti esitante. «Dovevi aspettartelo.»
 Il sorriso di Harvey diventa malizioso e lui scuote piano la testa.
 «No, intendo… proprio ovunque» ripete, alzando gli occhi al cielo.
 Segui curioso il suo sguardo, e subito dopo sorridi anche tu.
Sopra le vostre teste, un rametto di vischio.
 «Buon Natale, Mike» sussurra Harvey, chinandosi su di te per un lungo, dolcissimo bacio.



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Capitolo 7
*** Boku no Hero Academia [Aizawa&Ideku, Aizawa/Toshinori]: Arrivi improvvisi e idee (non troppo) geniali ***


Angolino dell'autrice

Sono di corsissima quindi vi lascio un saluto al volo e per le informazioni vi rimando alla scaletta sottostante.

Grazie a tutti ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Fandom non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Arrivi improvvisi e scuse (non troppo) geniali
Fandom: Boku no Hero Academia
Coppia e/o personaggi: Aizawa&Ideku, Aizawa/Toshinori
Prompt (se presente): A sta mettendo i regali sotto l'albero eseguendo (con poca voglia) l'ordine di B, ma viene scoperto da C (che crede nell'esistenza di Babbo Natale, ed è certo che arriverà con la sua slitta guidata dalle renne) che si era appositamente svegliato per lasciare il latte e dei biscotti. C si mostra curioso e piuttosto deluso, ma A inventa rapidamente una scusa per evitare spiacevoli situazioni
Note: family!AU senza poteri, in cui Aizawa e Toshinori sono sposati e Ideku è loro figlio.
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Arrivi improvvisi e scuse (non troppo) geniali

 Ancora non capisce perché deve essere lui, ogni maledetto anno, a mettere in scena questo teatrino. Certo, Toshinori si è occupato degli addobbi. E dei regali. E di tutto quello che riguarda il cibo… ok, suo marito ha praticamente fatto tutto quanto da solo, – ecco, l’ha ammesso – ma Shōta continua a pensare che questo… questo sia dannatamente ingiusto.
 Sospira e si stropiccia gli occhi, trascinandosi dietro quel sacco assurdamente grande fino ai piedi dell’albero di Natale assurdamente luminoso che fa brutalmente a pezzi la sua (assurda) speranza di eseguire quell’ingrato compito nel dormiveglia e poi riaddormentarsi non appena poserà la testa sul cuscino.
 È così intontito dal sonno, Shōta, che non si accorge né degli strani rumori in cucina, né dei piccoli passi che si fanno sempre più vicini…
 «Papà?»
Eppure quella vocetta infantile ha la capacità di svegliarlo tutto e subito, peggio di una secchiata di acqua gelida.
 Ingoia a vuoto e si volta verso suo figlio, incrociando quegli occhioni sgranati in cui la sorpresa sta facendo velocemente spazio a una profonda delusione.
 «I-Ideku! Tu dovresti essere a letto…» gli dice, sperando contro ogni logica che la strategia del “è solo un sogno, torna a dormire” possa in qualche modo funzionare.
 «Ero venuto a lasciare qualcosa per Babbo Natale» risponde lui in un mormorio udibile a stento.
Tra le manine, un vassoio con una tazzona di latte e un piatto pieno zeppo di biscotti.
 Shōta sospira di nuovo, poi appoggia tutto sul tavolino lì accanto prima di sedersi in poltrona con in braccio suo figlio.
 «Ideku… so che è difficile, ma è ora che tu sappia la verità» comincia, mentre il bimbo nasconde il visetto contro il suo collo. «Babbo Natale… lui…» una scusa, una qualunque! «lui è troppo impegnato, per entrare in tutte le case. Insomma, ci sono così tanti bambini, nel mondo… non farebbe in tempo a lasciare i regali a tutti in una sola notte. Lo capisci, vero?» Ideku annuisce e tira su col naso, e all’improvviso Shōta trova la soluzione. O almeno spera. «È per questo che adesso i regali li lascia davanti alla porta, senza metterli sotto l’albero… e quando ha fatto bussa tre volte, e i grandi di casa escono a prenderli e concludono il lavoro al posto suo. Così Babbo Natale risparmia un sacco di tempo e riesce ad andare da tutti» conclude deciso.
 Già a metà della sua spiegazione Ideku si era alzato dal suo nascondiglio, e adesso lo sta guardando fisso come se cercasse di decidere se credergli o no.
 «Quindi… tu l’hai visto?» gli chiede alla fine, e Shōta si sente quasi esplodere per il sollievo.
 «No, ho visto solo la slitta che si allontanava» risponde con un sorriso. Sorride anche Ideku, tira un’ultima volta su col naso e poi si accoccola sul suo petto per un abbraccio che Shōta non esita a concedergli, lieto che tutto sia finito per il meglio.
 «Credi che domani Babbo Natale ce la farà a venirmi a trovare?»
O forse no.



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Capitolo 8
*** Percy Jackson [Percy/Nico]: Cespuglio spinoso col morbillo ***


Angolino dell'autrice

Ri-ciao! ^^
Oggi è una giornata un po' più tranquilla, ma comunque le cose da dire sono poche:
- Si tratta di una Percy/Nico, future!fic (quindi ambientata dopo la seconda saga);
- Piccola noticina sul pungitopo: il pungitopo è una specie indicatrice di mediterraneità e in America non esiste in natura, ma nulla esclude che possa essere importato.

Grazie come sempre a tutti voi che continuate a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Percy Jackson non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Cespuglio spinoso col morbillo
Fandom: Percy Jackson
Coppia e/o personaggi: Percy/Nico
Prompt (se presente): pungitopo
Note: future!fic; il pungitopo è una specie indicatrice di mediterraneità, e in America non esiste (come dice Nico), ma ho pensato che per fare le cose in grande ne avessero importato un po’.
Numero parole (contacaratteri.it): 306

Cespuglio spinoso col morbillo

 New York a Natale è davvero meravigliosa, Nico se ne rende conto… ma nulla batte l’espressione estatica di Percy mentre rimira ogni singola vetrina addobbata ad arte del centro commerciale. Sembra un bambino troppo cresciuto mentre guarda come ipnotizzato una casetta di Babbo Natale con tanto di elfi che si muovono indaffarati qua e là, – un marchingegno interessante, in effetti – e nonostante a Nico il Natale non faccia precisamente impazzire decide che, tutto sommato, non è nemmeno così male.
 Sorride e scuote piano la testa mentre il suo ragazzo lo tira verso il prossimo negozio, ma a metà strada qualcosa lo spinge a fermarsi di botto – e Percy con lui, di conseguenza.
 Si avvicina lentamente all’enorme villaggio di Babbo Natale che è stato allestito nello spiazzo centrale, ma la sua attenzione non è per l’omone in rosso né per la folla di ragazzini in attesa…
 «Nico… tutto ok?»
 Si gira verso Percy, e le guance avvampano nel vedere la sua espressione preoccupata.
Probabilmente non si abituerà mai a dover rendere conto delle proprie emozioni… ma in effetti la cosa non gli dispiace.
 Abbozza un sorriso e Percy gli sorride di rimando, poi si volta di nuovo a indicargli uno dei vasi intorno alla recinzione.
 «Sai che cos’è quello?»
 Percy lo guarda di traverso, poi si stringe nelle spalle.
 «Un cespuglio spinoso col morbillo?»
Alza gli occhi al cielo: sì, proprio un bambinone.
 «Si chiama “pungitopo”. La mamma… lei ne metteva sempre un po’ in casa, quando ero piccolo» mormora commosso. «Non lo vedevo da una vita… pensavo che in America non esistesse proprio.»
 Percy non dice niente, ma un istante dopo le sue braccia lo stringono forte. Nico sorride e si lascia cullare in quel tepore per un po’, a occhi chiusi, abbandonandosi ai ricordi.
Anche alla mamma sarebbe piaciuto Percy… ne è sicuro.



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Capitolo 9
*** Harry Potter [James/Sirius]: Dietro lo specchio ***


Angolino dell'autrice

Buonsalve e buona domenica! ^^
Oggi approdiamo su un fandom parecchio conosciuto, con una coppia che però, ovviamente, viene un po' snobbata (almeno qui in Italia): James/Sirius.

Ora, partendo dal fatto che io scrivo sempre su HP prendendo spunto dai libri e non dai film, per capire al meglio questa flash ci sono alcune noticine da tenere in considerazione:
- La storia è ambientata ai tempi di Hogwarts dei Malandrini, precisamente al loro ultimo anno (quindi hanno già completato la Mappa del Malandrino e Sirius se n’è già andato da casa e passerà le vacanze di Natale dai Potter).
- Al contrario di quanto dicono nel primo film, James Potter era un Cacciatore, non un Cercatore.
- Il passaggio segreto dietro lo specchio del quarto piano (come dice Sirius quando lo propone ad Harry per le riunioni dell’ES) comprende uno spiazzo grande all’incirca come un’aula.

E smetto di tediarvi ringraziando come sempre tutti voi che continuate a leggere questo piccolo esperimento.

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Harry Potter non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Dietro lo specchio
Fandom: Harry Potter (libri)
Coppia e/o personaggi: James/Sirius
Prompt (se presente): «È Natale! Siamo tutti più cattivi.»
Note: ambientata ai tempi di Hogwarts dei Malandrini, precisamente al loro ultimo anno (quindi hanno già completato la Mappa del Malandrino e Sirius se n’è già andato da casa e passerà le vacanze di Natale dai Potter); al contrario di quanto dicono nel primo film, James Potter era un Cacciatore, non un Cercatore; il passaggio segreto dietro lo specchio del quarto piano (come dice Sirius quando lo propone ad Harry per le riunioni dell’ES) comprende uno spiazzo grande all’incirca come un’aula.
Numero parole (contacaratteri.it): 387

Dietro lo specchio

 Raggiungi il quarto piano più in fretta che puoi, e dopo una singola occhiata alle tue spalle – non si sa mai – batti leggermente la bacchetta sulla cornice dello specchio mormorando la parola d’ordine e scivoli nel passaggio segreto.
 «Ramoso?» chiede Sirius sospettoso, per poi aprirsi in un sorriso quando esci da sotto il mantello dell’invisibilità. «Com’è andato l’allenamento?» aggiunge mentre ti siedi su un cuscino appena materializzato.
 «Al solito, pioggia e fango dappertutto.»
 «Quindi ti sei divertito» commenta il tuo migliore amico con un sorrisetto.
 Sorridi anche tu.
 «È stato quasi impegnativo, centrare gli anelli con quella bufera» ti vanti, spettinandoti i capelli all’indietro.
 «Oh, il mio piccolo Cacciatore perfetto!» ti prende in giro Sirius. Poi, prima che tu possa ribattere a tono, si lancia su di te per arruffarti i capelli a due mani fino a che non vi ritrovare entrambi sdraiati a terra col fiatone per le troppe risate. Sirius si accomoda meglio sopra di te, perfettamente a suo agio, e appoggia la testa sul tuo addome. Sorridi e porti le braccia dietro la testa a mo’ di cuscino, vagando con lo sguardo per il piccolo spiazzo invaso da oggetti più o meno familiari.
Ma quelle…
 «Felp, che ci fanno tutte quelle caccabombe, qua dentro?»
 La risata di Sirius ti riverbera sottopelle.
 «Quelle sono per la festa di domani… e non sono sole. Guarda qui» aggiunge, alzandosi di scatto e mostrandoti tutto l’arsenale che ha preparato.
C’è così tanta roba da farvi guadagnare almeno un mese di punizione, quando rientrerete dalle vacanze…
 «Ma, Sirius! Siamo quasi a Natale…» esclami, fingendoti inorridito.
 «Appunto!» ribatte lui con un sorriso maligno. «Si sa che a Natale siamo tutti più cattivi.»
 Scuoti divertito la testa.
 «Credevo che a Natale fossimo tutti più buoni…» commenti, nella voce una finta innocenza che – lo sapete entrambi – ha il solo scopo di provocarlo.
Il luccichio malizioso che si accende negli occhi di Sirius ti conferma che il tuo piano è andato a buon fine ancor prima delle sue parole.
 «Tu vuoi essere buono, signor Potter?» sussurra infatti il tuo migliore amico, gattonando lentamente fino a sedersi sul tuo bacino.
 Sorridi malizioso e alzi le braccia per tirarlo verso di te.
 «Uhm… magari l’anno prossimo» mormori di rimando sulle sue labbra.
Dopotutto, essere cattivi è molto più divertente…



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Capitolo 10
*** Tokyo Ghoul [Ayato/Kaneki]: Ricordi rosso sangue ***


Angolino dell'autrice

E dopo tutto questo miele ecco un po' di sano angst... ché sennò poi vi viziate! xD

La storia è su Tokyo Ghoul, anime!verse, ed è ambientata ipoteticamente nel periodo in cui Ken si è unito ad Aogiri ed è in coppia con Ayato. Ayato/Kaneki, of course.

Grazie a tutti voi che mi seguite ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Tokyo Ghoul non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Ricordi rosso sangue
Fandom: Tokyo Ghoul (anime)
Coppia e/o personaggi: Ayato/Kaneki
Prompt (se presente): rosso
Note: anime!verse, ipoteticamente ambientata nel periodo in cui Ken si è unito ad Aogiri ed è in coppia con Ayato.
Numero parole (contacaratteri.it): 233

Ricordi rosso sangue

 L’attacco è stato rapido e letale, come sempre.
Una manciata di umani non può nulla contro un’orda di ghoul, non importa con quanto impegno cerchi di resistere.
 Cammini tra i cadaveri con espressione assente, attento a non calpestare quel sangue che sembra schizzato ovunque.
 Rosso il pavimento…

Il signore con la barba ha un vestito rosso, un gran pancione e un sacco pieno di regali. Quando te ne porge uno guardi la mamma, e lei annuisce con un sorriso.
«Di’ grazie a Babbo Natale, Ken!»

 … rosse le pareti…

Il maglione che ti ha regalato Hide è completamente rosso, proprio come il suo. Lo ringrazi imbarazzato, lui sorride e ti cinge le spalle con un braccio.
«E ora una bella scorpacciata di cioccolata calda!»

 … rosso ogni singolo oggetto su cui si posa il tuo sguardo.

Le palline dell’albero di Natale all’ingresso dell’Anteiku sono tutte rosse, illuminate da un lungo filo di luci intermittenti. Hinami sorride radiosa e ti viene subito incontro.
«Ti piace, fratellone? L’abbiamo addobbato io e Touka!»

 «Ken…?»
 Ti riscuoti da quella specie di trance giusto in tempo per vedere il viso preoccupato del tuo ragazzo.
Dio, devi avere una faccia davvero sconvolta se è arrivato persino a chiamarti per nome in pubblico…
 «Non è niente» lo rassicuri, sulle labbra l’ombra di un sorriso che solo Ayato riesce a percepire. «Stavo solo pensando che c’è stato un tempo in cui il rosso mi evocava ricordi felici.»



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Capitolo 11
*** 13 reasons why [Clay/Tony]: Regole ed eccezioni ***


Angolino dell'autrice

Ciao! ^^
Torniamo a tuffarci nel fluff con una storiella su Clay/Tony. Si tratta di una future!fic completamente slegata dagli avvenimenti della trama, quindi può essere letta da chi conosce soltanto il libro e anche da chi conosce soltanto la serie TV (ed eventualmente anche da chi conosce soltanto la prima stagione della serie TV).

Grazie a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di 13 reasons why non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Regole ed eccezioni
Fandom: 13 reasons why
Coppia e/o personaggi: Clay/Tony
Prompt (se presente): oro
Note: future!fic, spoiler!free
Numero parole (contacaratteri.it): 240

Regole ed eccezioni

 Clay non ha mai portato gioielli, men che meno gioielli d’oro: orologi, bracciali, collane… nulla di tutto ciò che di dorato ha avuto nel corso degli anni è mai finito a contatto con la sua pelle.
«Clay, non è che hai una qualche allergia?» gli ha chiesto una volta sua madre, all’ennesimo netto rifiuto di indossare quel bell’orologio che ti ha regalato la nonna lo scorso Natale, te lo ricordi, Clay?
 Sbuffa indispettito e si stringe nel giubbotto per cercare di scaldarsi – dicembre quest’anno sembra ancora più freddo del solito, accidenti a lui.
 Il punto è che Clay non ha nessuna dannata allergia, come ha cercato di far capire a quella donna iperprotettiva che si fa chiamare “mamma”. È solo che i gioielli d’oro gli sembrano troppo pacchiani, troppo seriosi… troppo e basta, ecco. Non è la fine del mondo, no?
 Una mano arriva all’improvviso a stringere la sua, e Clay si volta verso l’uomo al suo fianco: l’espressione di Tony è affettuosa e divertita, segno che si è accorto – come sempre – che si era di nuovo estraniato in un mondo tutto suo.
 Clay gli sorride di rimando e ricambia la stretta in silenzio, mentre continuano a camminare per le strade affollate dalla ressa pre-natalizia alla ricerca degli ultimi regali.
 Sotto i deboli raggi del sole al tramonto, la sua fede brilla come di luce propria. Clay sorride di nuovo.
Dopotutto, ogni regola ha la sua eccezione.



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Capitolo 12
*** Mulan [Shang/Mulan]: Lanterne e desideri ***


Angolino dell'autrice

Incredibile ma vero, stavolta abbiamo una coppia het! xD
No, dai, ce ne saranno altre da qui a fine raccolta... almeno un paio, credo. Forse ^^"

Ad ogni modo, la storia è una future!fic ambientata non molto tempo dopo la fine di Mulan (1 o 2, come preferite) e... niente, tutto qui.

Anzi no, un'ultima cosa: in Cina si festeggia il capodanno (che non corrisponde al nostro ma cade il secondo novilunio dopo il solstizio d'inverno) con quindici giorni di festeggiamenti che terminano con la tradizionale festa delle lanterne.

Ecco, ora ho finito.

Grazie come sempre a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Mulan non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Lanterne e desideri
Fandom: Mulan
Coppia e/o personaggi: Shang/Mulan
Prompt (se presente): dolce attesa
Note: future!fic; in Cina si festeggia il capodanno (che non corrisponde al nostro ma cade il secondo novilunio dopo il solstizio d'inverno) con quindici giorni di festeggiamenti che terminano con la tradizionale festa delle lanterne
Numero parole (contacaratteri.it): 249

Lanterne e desideri

 «Sei tornato!»
 Scendi da cavallo con un gran sorriso, la stanchezza del lungo viaggio spazzata via come foglie al vento.
 «Te l’avevo promesso» sussurri a tua moglie, stringendola dolcemente tra le braccia. «E tu… anzi, voi come state?»
 Mulan sorride radiosa e si accarezza il pancione.
Ancora una luna e diventerai padre… quasi non ti sembra vero!
 «Stiamo bene, e siamo impazienti di andare alla festa.»
 Appoggi un momento la fronte sulla sua e la stringi a te un’ultima volta prima di sciogliere l’abbraccio.
 «Hai preparato le lanterne?» le chiedi, resistendo a stento all’impulso di sorreggerla mentre salite lungo il sentiero fino a casa perché l’eroina che ha salvato la Cina può ben riuscire a camminare da sola!, come ti ha fatto notare Mushu più di una volta.
 «Ovviamente» ribatte – respiro accelerato ed espressione affaticata, ma negli occhi il solito sguardo battagliero. «Una per me, una per te e una per lei.»
 «O lui» aggiungi d’istinto. Il sorriso di Mulan si incrina appena.
 «Già… tu vorresti un maschio, vero?»
Stupido, stupido Shang!
 Ti avvicini di nuovo a lei e le alzi delicatamente il mento per guardarla negli occhi.
 «Io vorrei soltanto che ti somigliasse» mormori, fermandole un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. «Maschio o femmina che sia, se somiglierà almeno un poco alla splendida donna che ho sposato io sarò l’uomo più felice della Cina.»
 Mulan sorride di nuovo e prende la tua mano nella sua.
 «Allora abbiamo un problema… perché io invece vorrei che assomigliasse a te.»



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Capitolo 13
*** Hunter x Hunter [Ging/Kite]: Campeggio ***


Angolino dell'autrice

Salve ^^
Abbiamo ufficialmente oltrepassato la metà di questo progetto che, lo ammetto, si sta rivelando davvero ingombrante da gestire... ma ce la metterò tutta per portarlo a termine, giurin giurello! *come se gliene fregasse qualcosa a qualcuno...*

Ahem, dicevamo... sì, tredicesimo capitolo, di nuovo su Hunter x Hunter ma stavolta su una coppia che non si fila praticamente nessuno (ovviamente): Ging/Kite

Piccola noticina: il decotto fatto con le radici di agrifoglio ha proprietà febbrifughe.

Grazie mille a chi continua a seguirmi, e ancora più grazie a Black Bang_ che ha recensito <3

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Hunter x Hunter non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Campeggio
Fandom: Hunter x Hunter
Coppia e/o personaggi: Ging/Kite
Prompt (se presente): agrifoglio
Note: modern!AU; il decotto di radici di agrifoglio ha proprietà febbrifughe.
Numero parole (contacaratteri.it): 448

Campeggio

 Andare in campeggio con Ging ti era sembrata una splendida idea, all’inizio: niente folla, niente stress, solo tu e lui in mezzo alla natura che tanto amate per passare le vacanze di Natale veramente all’insegna della pace e della tranquillità.
 Ti stringi ancora di più nel sacco a pelo, i brividi di freddo che ti fanno tremare fin dentro le ossa nonostante il doppio strato di vestiti e coperte.
A quanto pare, ad andare per boschi a fine dicembre è facile prendersi la febbre.
 Un’improvvisa folata di vento gelido ti fa battere i denti ancora più forte, ma pochi secondi dopo la zip della tenda si richiude con un debole fruscio. Apri gli occhi: Ging si sta sfregando le mani per scaldarle, ma non appena incrocia il tuo sguardo sorride e ti si accuccia vicino.
 «Ehi… scusa, ho fatto più in fretta che potevo» sussurra, scostandoti i capelli sudati dalla fronte.
 Gli sorridi in risposta e Ging tira fuori dalla piccola borsa che aveva con sé quelle che sembrano radici e inizia a pulirle.
 «Radici di agrifoglio» ti spiega senza neppure alzare gli occhi. «Ti faranno abbassare la febbre.»
 Sorridi di nuovo: incredibile come quell’uomo riesca a rispondere anche alle domande che non gli hai ancora fatto.
 Osservi curioso mentre il tuo fidanzato sminuzza le radici pulite in un pentolino, ci aggiunge un po’ d’acqua dalla borraccia e mette tutto sul piccolo fornello da campo. Lo stai ancora osservando, quando Ging prende un’altra cosa dalla borsa che si era portato dietro…
 «E quello a cosa serve?» gli chiedi con voce roca. Ging mette su un piccolo broncio e si porta una mano a massaggiarsi il collo.
 «Ecco… quello a niente. È solo che mi piaceva» borbotta. «Dopotutto siamo a Natale,» aggiunge mentre appende un rametto di agrifoglio al paletto centrale della tenda «quindi… beh, mi sembrava appropriato. Crea atmosfera.»
 Il sorriso sul tuo volto si vena di tenerezza, e – dopo averla districata dal sacco a pelo – allunghi una mano verso di lui in una muta richiesta che Ging accoglie all’istante, intrecciando le dita con le tue.
 «Grazie» sussurri. Vorresti dire tante altre cose, ma la testa ha cominciato a pulsare in maniera insistente e dolorosa, i brividi non ti danno requie e anche tenere gli occhi aperti richiede uno sforzo di volontà non indifferente che non sei più in grado di sostenere. Li richiudi lentamente, il respiro pesante. Una mano gentile ti accarezza i capelli.
 «Grazie a te» mormora Ging, rimettendoti il braccio sotto le coperte per non farti prendere freddo.
 Un ultimo sorriso ti incurva le labbra, prima di cedere alle lusinghe del sonno.
In fondo non è stata una cattiva idea, quella del campeggio…



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Capitolo 14
*** Boku no Hero Academia [Aizawa/Toshinori; Aizawa&Ideku]: È arrivato Babbo Natale! ***


Angolino dell'autrice

Buonciao a tutti! ^^
La flash di oggi si collega direttamente a quella della settimana scorsa (capitolo 7, “Arrivi improvvisi e scuse (non troppo) geniali”), quindi vi consiglio di leggere prima quella, se non l'avete già fatto, perché ci sono riferimenti che altrimenti non capireste.
Si tratta di una storia sempre su Boku no Hero Academia, sempre Aizawa/Toshinori e Aizawa&Ideku; una family!AU senza poteri, in cui Aizawa e Toshinori sono sposati e Ideku è loro figlio.

In effetti non era previsto un seguito, ma dato che la coppia Aizawa/Toshinori l'avevo a malapena accennata ho approfittato dell'occasione per approfondirla un po' di più. Spero non vi dispiaccia.

Grazie come sempre a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Boku no Hero Academia non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: È arrivato Babbo Natale!
Fandom: Boku no Hero Academia
Coppia e/o personaggi: Aizawa/Toshinori, Aizawa&Ideku
Prompt (se presente): A costringe B a vestirsi da renna/elfo/Babbo Natale
Note: collegata alla flash “Arrivi improvvisi e scuse (non troppo) geniali” (cap. 7); family!AU senza poteri, in cui Aizawa e Toshinori sono sposati e Ideku è loro figlio.
Numero parole (contacaratteri.it): 473

È arrivato Babbo Natale!

 «Holy Shit! E ora cosa facciamo?»
 Shōta si massaggia lentamente le tempie. Non ha la minima idea di cosa dire, ma dopotutto dubita che suo marito si aspetti una vera risposta, da parte sua. Insomma, è da quando gli ha riferito il… piccolo incidente di ieri notte che Toshinori continua a camminare avanti e indietro per la stanza, imprecando in inglese e borbottando frasi sconnesse.
E poi, all’improvviso…
 «Ma certo! Wonderful!»
 Shōta alza curioso gli occhi su Toshinori, e un brivido freddo gli scorre lungo tutta la spina dorsale nel vedere quello sguardo: ha un gran brutto presentimento.

 Freddo. Fa maledettamente freddo, oggi, e lui è dovuto uscire dalla finestra come un idiota e fare tutto il giro dell’isolato prima di ripresentarsi alla porta di casa sua, perché sia mai che Ideku lo vedesse scendere le scale.
Che poi Babbo Natale non è magico? Quindi poteva benissimo materializzarsi in soggiorno, anziché fare tutto questo casino.
 Starnutisce e tira su col naso… e poi, finalmente, qualcuno viene ad aprirgli.
 «Oh, oh, oh!» esclama con poco entusiasmo, agitando la campanella che Toshinori ha rimediato diosolosadove mentre cerca di non congelare… ma il visetto estasiato di suo figlio, non appena lo riconosce, lo riscalda come e più di una tazza di cioccolata bollente.
 «Babbo Natale!» urla tutto contento, gettandogli le braccia al collo.
 Shōta sorride e lo stringe a sé, poi si lascia trascinare in casa mentre Ideku continua a parlare a ruota libera di tutto quello che gli viene in mente e suo marito li guarda con un sorriso intenerito. Rimane in disparte qualche minuto, poi fa un occhiolino a Shōta e si avvicina alle spalle di Ideku.
 «Ideku, non avevi preparato qualcosa per Babbo Natale?»
 «Giusto!» si illumina lui. «Hai fame?» gli chiede, ma Shōta non fa in tempo ad annuire che Ideku continua. «Spero di sì, ci sono un sacco di biscotti! E il latte… vado a prenderli!» e detto questo si alza di scatto… per poi fermarsi a metà strada per la cucina. «Tu… tu mi aspetti, vero?»
 Shōta sente distintamente il cuore sciogliersi in petto, sotto quello sguardo implorante.
 «Ma certo» conferma con un sorriso.
Aveva forse scelta?
 Non appena loro figlio sparisce dalla vista, Toshinori si avvicina e gli schiocca un rapido bacio sulle labbra.
 «Sei straordinario…» mormora, e Shōta sbuffa contrariato.
 «Guarda che mi ci hai costretto tu» gli ricorda.
 «Sì, ma sei straordinario lo stesso. E poi» aggiunge, avvicinandosi per sussurrargli direttamente nell’orecchio «mi è appena venuto in mente che non ti ho ancora dato il mio regalo di Natale…»
 Quando Ideku torna in sala, carico all’inverosimile di latte e biscotti, trova suo padre a sogghignare in poltrona e Babbo Natale che, per qualche motivo, si è seduto sul divano con le gambe accavallate e un’espressione strana in volto. Si stringe nelle spalle.
Valli a capire, i grandi…



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Capitolo 15
*** 13 reasons why [Clay/Justin]: Cravatta rossa a stampa di alberelli ***


Angolino dell'autrice

Sono in ritardo sulla tabella di marcia, ma per questa storia ci sono alcuni piccoli appunti che devo assolutamente dirvi:
- la storia è ambientata in un ipotetico futuro dopo la seconda stagione (quindi si prende come riferimento la serie TV e non il libro), e c'è un riferimento alla scena in cui (alla fine della seconda stagione) Clay aiuta Justin a fare il nodo alla cravatta;
- è presente un piccolo what if in cui Justin, dopo essersi disintossicato, è sempre rimasto “pulito”;
- in America è sempre possibile chiedere la rinuncia all’adozione, e in caso di fratelli adottivi non legati da vincoli di sangue è possibile – dopo la rinuncia – anche il matrimonio.

Grazie come sempre a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

EDIT: sì, Clay lo voglio vedere sposato e felice... poverello, ne ha passate così tante che un po' di pace se la merita! xD

Disclaimer: i personaggi e la storia di 13 reasons why non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Cravatta rossa a stampa di alberelli
Fandom: 13 reasons why (serie TV)
Coppia e/o personaggi: Clay/Justin
Prompt (se presente): A chiede a B di sposarlo
Note: future!fic e what if in cui Justin, dopo essersi disintossicato, è rimasto “pulito”; c’è un piccolo riferimento alla scena in cui, alla fine della seconda stagione, Clay aiuta Justin a mettersi la cravatta; in America è sempre possibile chiedere la rinuncia all’adozione, e in caso di fratelli adottivi non legati da vincoli di sangue è possibile – dopo la rinuncia – anche il matrimonio.
Numero parole (contacaratteri.it): 495

Cravatta rossa a stampa di alberelli

 Finisci di allacciare i bottoni della camicia proprio mentre Justin si affaccia nella stanza.
 «Sei pronto?» ti chiede, già vestito di tutto punto. «La mamma ha già chiamato due volte» aggiunge subito con un’occhiata eloquente. E nonostante il fastidio che ti provoca quell’informazione – siete in ritardo di appena dieci minuti, santo cielo! – ti ritrovi a sorridere come un idiota a quel “mamma” pronunciato con tanta naturalezza.
Ti sei sentito maledettamente in colpa quando Justin ha rinunciato all’adozione per te… e invece, alla fine, non è cambiato proprio niente.
 «In realtà aspettavo te» ribatti con un sorrisetto, porgendogli le due cravatte.
Entrambe di un fotonico rosso fuoco, con stampati su tanti piccoli alberelli di Natale.
 Justin ride di una risata che ti fa bene al cuore.
 «Tu sei pazzo» commenta, gli occhi che brillano divertiti.
 Ti stringi nelle spalle.
 «Ogni promessa è debito» ribatti sibillino – in fondo se l’è cercata quando ti ha sfidato a fare del tuo peggio.
 Lo vedi scuotere la testa e prendere una delle due striscioline dalla fantasia improponibile per sistemarla attorno al colletto della propria camicia. Davanti allo specchio della vostra camera, eseguite in perfetta sincronia gli stessi movimenti… ma il risultato finale è decisamente diverso.
 «È incredibile che tu ancora non abbia imparato a farti un nodo decente senza di me» lo prendi in giro, sostituendo le mani a quelle del tuo fidanzato per rimediare al danno.
 Per tutta risposta Justin sorride malizioso e si sporge a darti un bacio.
 «È incredibile che tu ancora non abbia capito che lo faccio proprio per questo.»
 Sorridi anche tu e accarezzi un’ultima volta la cravatta di Justin, – e no, non è per la carezza in sé, è solo per evitare le pieghe – poi ti soffermi qualche secondo a rimirare il tuo lavoro.
 «Sì» affermi con decisione. Justin ti guarda confuso.
 «Sì cosa
 «Sì, questa cravatta è decisamente orrenda!»
 Il sorriso di Justin diventa strano… e senza dire nulla tira fuori qualcosa dalla tasca.
 «Beh, mettila così… almeno si intona bene con questi» mormora.
Davanti ai tuoi occhi, una scatola in velluto con dentro due fedine.
 «So che non sei una ragazza e che magari l’anello non era necessario, però… ecco, mi piaceva l’idea.»
 Continui a fissare in silenzio quella sorpresa decisamente inaspettata, e Justin si schiarisce nervosamente la voce.
 «Ehm… se non fosse chiaro, ti starei chiedendo di… di sposarmi. Così, in caso-»
 Interrompi i suoi sproloqui con un bacio che vi lascia entrambi senza fiato.
 «Sì» mormori sulle sue labbra, gli occhi lucidi e un sorriso che diventa sempre più grande ogni secondo che passa. «Sì… assolutamente sì.»
 Sorride anche Justin, ti bacia di nuovo e ti infila l’anello al dito per poi porgerti la mano e lasciarti fare lo stesso prima di appoggiare la fronte sulla tua.
 E rimanete fermi così, col cuore che martella in petto, la testa leggera… e un’improvvisa, inquietante consapevolezza: quest’anno il pranzo di Natale sarà molto più movimentato del solito.



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Capitolo 16
*** Sword Art Online [Kirito/Asuna]: Freddo come la neve ***


Angolino dell'autrice

Torno con una storia romantica ma decisamente malinconica, stavolta su Kirito/Asuna.
È ambientata durante un ipotetico Natale post ALO, e si fa riferimento alla puntata “La renna dal naso rosso” di SAO, ovvero quella in cui viene raccontato il periodo di Kirito con la gilda “Gatti Neri della Notte” (e con Sachi).

Grazie a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Sword Art Online non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Freddo come la neve
Fandom: Sword Art Online
Coppia e/o personaggi: Kirito/Asuna
Prompt (se presente): bianco
Note: ambientata un ipotetico Natale dopo ALO; si fa riferimento alla puntata “La renna dal naso rosso” di SAO, ovvero quella in cui viene raccontato il periodo di Kirito con la gilda “Gatti Neri della Notte” (e con Sachi).
Numero parole (contacaratteri.it): 249

Freddo come la neve

 La neve ha coperto tutto quanto: il giardino, l’ingresso della palestra, perfino i rami dell’enorme albero di Natale al centro esatto del cortile – le luci colorate macchiano quel bianco accecante a intervalli regolari, creando un effetto magico e sinistro insieme.
 Kazuto sospira, appoggiando la fronte sul vetro della finestra.
 Tutto il mondo è un’immensa distesa di bianco, ormai.
Tutto il mondo gli ricorda quel primo Natale che ha trascorso da solo. Su SAO.
 Si stringe spasmodicamente alla tazza di tè bollente che ha poggiato sul davanzale, ma non riesce a smettere di tremare: il freddo che lo divora non ha nulla a che fare con la neve là fuori.
 Una mano piccola e curata arriva all’improvviso a sfiorargli il braccio. È bianca, anche lei, ma quando Kazuto la stringe nella sua ne avverte tutto l’immenso calore.
Un calore che viene da dentro… un calore che, solo, può sciogliere il gelo dei suoi ricordi.
 Abbozza un sorriso e Asuna gli sorride teneramente di rimando, in silenzio, rispettando quel dolore di cui non conosce la causa perché Kazuto non ha mai avuto il coraggio di confidargliela… e poi, semplicemente, appoggia la testa sulla sua spalla e si mette a guardare con lui fuori dalla finestra.
 Kazuto sorride di nuovo.
 «Grazie» mormora impacciato. «Per… per esserci.»
 Asuna stringe la sua mano un po’ più forte.
 «Grazie di non avermi allontanata» ribatte in un soffio.
Ed è sempre Natale, e c’è sempre la neve… ma stavolta Kazuto non è solo. Non più.



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Capitolo 17
*** Shadowhunters [Alec/Jace]: Shall we dance? ***


Angolino dell'autrice

Scusate il ritardo, ma oggi non ero proprio in vena. Mi sono imposta di scrivere qualcosa perché a questo progetto ci tengo, ma non ho idea di come sia il risultato... spero che vi piaccia comunque, almeno un po'.

Il fandom preso in considerazione è quello della serie TV e non dei libri (soprattutto per la caratterizzazione), la localizzazione è indefinita ed è una what if in cui Alec e Jace stanno insieme.
Il titolo è ripreso dall’omonimo film del 2004 (l'ho già detto che oggi non sono in vena, vero?).

Grazie infinite a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Shadowhunters non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Shall we dance?
Fandom: Shadowhunters (serie TV)
Coppia e/o personaggi: Alec/Jace
Prompt (se presente): A chiede a B di ballare
Note: what if in cui Jace e Alec stanno insieme; localizzazione indefinita.
Numero parole (contacaratteri.it): 470

Shall we dance?

 Altra sera, altro lavoro. Sospiri e ti massaggi il collo mentre Izzy si riavvolge al braccio la sua frusta e Jace fa sparire la spada angelica sotto la giacca.
 «Era l’ultimo, vero?» ti chiede tua sorella. Cerca di non darlo a vedere ma è stanca e stressata, e tu proprio non riesci a darle torto. Insomma, siete abituati al duro lavoro, ovviamente, ma per qualche motivo sotto Natale le Ombre diventano più violente e insistenti del solito.
Che sia per caso, per sfortuna o perché tutta la gioia e i buoni sentimenti che i mondani si ostinano a sprizzare in questi giorni sono come un banchetto per le forze del male non è dato sapere.
 Sorridi quando Jace sostituisce le proprie mani alle tue e continua il massaggio ai tuoi muscoli indolenziti, e senza neanche accorgertene ti ritrovi ad occhi chiusi, a goderti quel piccolo angolo di paradiso…
 «Capito, via, qui sono di troppo» commenta Izzy all’improvviso. Neanche il tempo di trovare l’energia mentale di risponderle, che la vedi disattivare la runa dell’invisibilità e uscire dalla porta dopo un ultimo occhiolino, probabilmente per unirsi alla festa.
 Senti Jace ridacchiare alle tue spalle prima di sporgersi a baciarti il collo.
 «Andiamo anche noi?» ti sussurra. «Ho voglia di ballare un po’ col mio splendido fidanzato» aggiunge malizioso, probabilmente col solo scopo di imbarazzarti a morte.
Missione riuscita, complimenti.
 «Io non ballo, lo sai» borbotti contrariato. «Non mi piace e non mi riesce.»
E, sì, lo sai che un gay che non ama ballare è quasi fantascienza, non hai bisogno che qualcuno te lo ripeta per l’ennesima volta, grazie tante.
 Jace sorride di quel sorriso che ti rivolge fin da ragazzini e che non ha mai portato nulla di buono, – non a te, almeno – poi ti prende per mano.
 «Beh, allora è una fortuna che non possa vederti nessun altro» commenta mentre ti trascina fuori dal magazzino.
 «Jace!» provi a protestare, quasi inciampando per stargli dietro… ma poi Jace si ferma, – proprio in mezzo alla sala – si gira verso di te e ti prende tra le braccia.
 «Sì?» ti domanda educatamente.
 La faccia da schiaffi del tuo ragazzo è a pochi centimetri dalla tua, e le sue dita si insinuano appena sotto la maglia mentre guida i tuoi fianchi in un movimento lento e morbido. Sbuffi divertito e ricambi l’abbraccio.
 «Sei proprio i-»
 «Irresistibile? Sì, lo sapevo già…»
 Alzi gli occhi al cielo.
Perché devi amare una persona così infantile?
 «Intendevo insopportabile» lo correggi – senza riuscire a smettere di sorridere.
 Sorride anche Jace e appoggia la fronte sulla tua.
 «Beh, la risposta non cambia. Tanto lo s-»
 L’ultima parte della frase si annulla sulle tue labbra, e Jace ti stringe ancora di più a sé.
Fortuna che almeno hai trovato un modo efficace per farlo stare zitto.



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Capitolo 18
*** One Piece [Ace&Rufy]: Fratello maggiore ***


Angolino dell'autrice

Questa storia non è fluffosa, questa storia è IL fluff! xD
Una modern!AU con Ace&Rufy da bambini alle prese con una domanda esistenziale.

Grazie infinite a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di One Piece non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Fratello maggiore
Fandom: One Piece
Coppia e/o personaggi: Ace&Rufy
Prompt (se presente): “Ci credi a Babbo Natale?”
Note: modern!AU; Ace ha circa dodici anni, Rufy circa nove.
Numero parole (contacaratteri.it): 273

Fratello maggiore

 Quando rientri in casa, Rufy è sdraiato in salotto a guardare il soffitto. È lì, fermo come uno stoccafisso, le braccia incrociate al petto e la fronte aggrottata.
Che diamine è successo?
 «Ohi, Rufy!» lo chiami, lasciando lo zaino in terra per andare a sederti sulla poltrona lì vicino.
 Lui alza gli occhi su di te con lo sguardo più serio che tu abbia mai visto.
 «Ace… tu ci credi a Babbo Natale?»
 Sbatti le palpebre un paio di volte, sorpreso da quella domanda.
 «Io… perché me lo chiedi?»
 «Oggi un mio compagno ha detto che Babbo Natale non esiste, che è solo una balla che raccontano ai bambini. È vero?»
 Rufy continua a guardarti con quello sguardo adorante che ti rivolge da tutta la vita, pronto a credere a qualunque cosa esca dalla tua bocca. E mentre osservi il tuo fratellino, quella parte di te che si rifiuta di mentirgli combatte furiosamente contro quella che invece vorrebbe proteggerlo da tutto e da tutti, anche dalla verità.
 «Ace?»
 Sorridi e gli scompigli i capelli.
 «Mettiamola così, il tuo amico ha un po’ ragione… e un po’ no. Vedi» aggiungi alla sua occhiata confusa «Babbo Natale… lui esiste, ma solo per quelli che ci credono davvero.»
 L’espressione concentrata di Rufy ti fa sorridere intenerito, e poco dopo sorride anche lui.
 «Allora va bene» dice soltanto, prima di saltare su neanche avesse le molle sotto i piedi. «Andiamo a mangiare!» urla tutto contento, le ultime sillabe che si perdono oltre la porta della cucina.
 Ridacchi divertito e ti affretti a raggiungerlo prima che ne combini una delle sue.
Eh, è dura essere un fratello maggiore…



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Capitolo 19
*** La Casa di Carta [Sergio/Andrés]: Solo “Buon Natale” ***


Angolino dell'autrice

Sempre più tardi! <.<
Vabbè, anche se di poco tecnicamente siamo ancora al 18 quindi spero vada bene comunque ^^"

Storia hurt/Comfort (più o meno) sulla coppia Berlino/Professore. Il titolo è osceno, ma è tardi e sono stanca e davvero la mia testolina non ha saputo partorire niente di meglio. Ce la vie.

È ambientata durante il viaggio a Mosca che Sergio e Andrés hanno fatto per cercare una cura per la malattia di Andrés; è durante questo viaggio che Sergio ha imparato il russo.
Queste informazioni le ho prese da un'intervista ad Alvaro Morte (l'attore del Professore).
Per le traduzioni italiano/russo, invece, diciamo tutti grazie a “Google translate”.

Grazie come sempre a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di La casa di carta non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Solo “Buon Natale”
Fandom: La casa di carta
Coppia e/o personaggi: Berlino/Professore
Prompt (se presente): //
Note: ambientata durante il viaggio a Mosca che Sergio e Andrés hanno fatto per cercare una cura per la malattia di Andrés (è durante questo viaggio che Sergio ha imparato il russo); per le traduzioni, diciamo tutti grazie a “Google translate”.
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Solo “Buon Natale”

 Le note allegre di Jingle Bell sembrano decisamente fuori luogo con quel testo in russo che per qualche motivo sembra nascondere una certa minaccia tra le righe. Secondo Sergio è una questione di pregiudizi che la società ti ha inculcato a tua insaputa, tu continui ad essere convinto che, con un accento del genere, anche un semplice “Buon Natale” ti metterebbe i brividi.
 Eppure sorridi. Sorridi per le assurde canzoni natalizie passate alla radio, sorridi dopo quel cenone della Vigilia a base di latte e biscotti perché fa davvero troppo freddo per mettere il naso fuori da questa stanza, e il servizio in camera non offre grosse alternative.
 Sorridi perché, nonostante siate a congelarvi ai confini del mondo, almeno siete insieme. Ancora, nonostante tutto e tutti. Siete insieme, tu e l’unica persona che tu abbia mai amato più di te stesso, e lo sarete fino alla fine dei tuoi giorni.
Non che manchi poi così tanto.
 «A che pensi?»
 La voce di Sergio ha lo stesso timbro educatamente curioso di quando era bambino. Sorridi di nuovo.
 «Pensavo che il prossimo Natale ce ne andiamo alle Hawaii» gli dici. «Sarà ugualmente inutile, ma almeno staremo al caldo…»
 Prima ancora che tu finisca la frase il suo volto diventa una maschera d’angoscia, e ti dai dello stupido per quel tuo maledetto vizio di non interporre un qualche filtro tra i tuoi pensieri cinici e ciò che ti esce di bocca.
Al contrario di te, Sergio è sempre stato fin troppo sensibile.
 Allunghi la mano per stringere la sua.
 «Scusa» mormori, cercando il suo sguardo. Lui abbozza un sorriso e scuote la testa.
 «No, avevi ragione… è stato un viaggio inutile. È a me che dispiace.»
 Gli stringi la mano più forte, in silenzio: lui ci aveva creduto davvero, che a Mosca avreste trovato una cura.
Aveva creduto di poterti salvare.
 Sergio ricambia la stretta e ti accarezza il dorso con il pollice. Respira a fondo, due volte, e infine alza di nuovo il viso su di te.
 «Beh, almeno sono riuscito a imparare un po’ di russo… era da tempo che mi incuriosiva.»
 Aggrotti le sopracciglia e lo guardi confuso.
 «Davvero?»
 Il sorriso malizioso che fa capolino sul volto di Sergio fa sorridere anche te.
 «Bugiardo» lo provochi, e quel sorriso si amplia.
 «Счастливого Рождества» sussurra.
Un brivido che non ha nulla a che vedere col freddo o con la paura ti percorre tutta la spina dorsale.
 «E quello cos’era?»
 Lo vedi stringersi nelle spalle.
 «Solo “Buon Natale”.»
 Assottigli lo sguardo e lo studi a lungo, poi sogghigni.
 «Dillo di nuovo…» mormori, avvicinandoti lentamente al suo viso.
 Sergio esita solo un istante.
 «Я тебя люблю» soffia di rimando, direttamente sulle tue labbra.
 Ed è un bacio leggero, una carezza gentile. Poi ti allontani dal suo volto quanto basta per guardarlo negli occhi.
 «Questo era diverso…»
 Sergio annuisce.
 «Era… era “ti amo”.»
 Sotto la barba, le guance si accendono appena d’imbarazzo. Sorridi intenerito e appoggi la fronte sulla sua.
 «Ti amo anch’io, Sergito.»



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Capitolo 20
*** Naruto [Jiraya/Tsunade]: Buon anno, Principessa ***


Angolino dell'autrice

Allora, questa storia è partita come una cosa comico/romantica ed è finita con un tono che a seconda delle interpretazioni varia dal malinconico al vi prego uccidetemi adesso.
Bon, e dopo questa sferzata di allegria mi dileguo.

Grazie come sempre ai coraggiosi che continuano a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Naruto non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Buon anno, Principessa
Fandom: Naruto
Coppia e/o personaggi: Jiraya/Tsunade
Prompt (se presente): fuochi d'artificio
Note: localizzazione indefinita
Numero parole (contacaratteri.it): 364

Buon anno, Principessa

 «Ti ho detto che non sono ubriaca!» biascica Tsunade, il volto affondato nell’incavo tra il tuo collo e la spalla.
 Stringi la presa sulle sue gambe – ci hai messo una vita a convincerla a salirti a cavalluccio sulla schiena, se si sentisse scivolare dovresti ricominciare tutto daccapo – e volti a destra.
 «Lo so, lo so… ma capisci che non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione!»
 E, per avvalorare la tua tesi, fai per darle un pizzicotto sul sedere…
 «Jiraya, se mi tocchi il culo giuro che stavolta ti uccido per davvero.»
 Ridi di cuore a quella minaccia che sai per certo non essere del tutto vuota, poi imbocchi un sentiero laterale seminascosto dai tralci di edera.
Fortuna che Tsunade continua a tenere gli occhi chiusi, altrimenti addio sorpresa.
 Cammini in silenzio a lungo, ma quando stai cominciando a temere che Tsunade si sia addormentata la senti parlare di nuovo.
 «È molto lontano?» sussurra, così vicino al tuo orecchio che non puoi impedirti di rabbrividire. «Il posto dove mi stai portando, dico.»
 Cerchi di far finta di nulla.
 «Ti sto riportando a casa…»
 «Casa mia è a est, tu stai andando a ovest.»
 Un sorriso divertito ti si disegna spontaneo sulle labbra.
E tu che credevi di averla ingannata.
 «Ci siamo quasi» le rispondi semplicemente. Lei, altrettanto semplicemente, annuisce.
 Un paio di svolte e una piccola salita dopo – come promesso – arrivate a destinazione, così ti abbassi lentamente e aiuti Tsunade a scendere a terra.
 E poi la guardi. Osservi lo stupore accendere il suo viso e la meraviglia illuminarle gli occhi mentre i primi fuochi d’artificio esplodono in quel cielo che da qui sembra tanto vicino da poterlo quasi toccare.
È così bella che per un momento ti manca l’aria.
 Quando Tsunade si volta verso di te, in volto ha quel sorriso che le hai visto solo una manciata di volte in tutta la tua vita… e ti rendi conto in un istante che rivolteresti il mondo intero solo per poterlo rivedere ancora.
 Sorridi anche tu e le passi un braccio attorno alle spalle per stringerla a te.
 «Buon anno, Principessa» sussurri sui suoi capelli.
Se solo potessi, non la lasceresti andare mai più.



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Capitolo 21
*** Suicide Squad [Deadshot/Rick Flag]: Grazie perché… ***


Angolino dell'autrice

Allora, a onor del vero avevo cominciato a scrivere un'altra storia esplicitamente romantica su questa coppia... solo che scrivi e scrivi sono arrivata a settecento parole senza neppure raggiungere la metà, quindi mi sono detta che forse non era indicata per un contest di flash ^^"

Detto questo, il capitolo di oggi quindi vi propone un'alternativa più ridotta in cui la coppia può essere intesa sia come bromance sia come pre-slash, come volete.
Oh, ed è anche una double-drabble pura. Perché oggi mi andava così.

Grazie a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Suicide Squad non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Grazie perché…
Fandom: Suicide Squad
Coppia e/o personaggi: Deadshot/Rick Flag
Prompt (se presente): //
Note: ambientata un Natale posteriore agli eventi del film
Numero parole (contacaratteri.it): 200

Grazie perché…

 «Devo andare, piccolina… fai la brava con la mamma.»
 «Fai il bravo anche tu, papà» ribatte Zoe.
 Sorridi e la stringi forte un’ultima volta.
 «A presto» la saluti sciogliendo l’abbraccio, anche se sicuramente tanto “presto” non sarà e lo sapete entrambi.
È già un miracolo che ti abbiano concesso di vederla per Natale, e solo perché…
 «Sei pronto?» ti chiede Rick. Sorridi anche a lui e annuisci.
 «Quando vuoi.»
… solo perché lui ha garantito per te. Perché ha rinunciato alla sua famiglia per permetterti di passare questo giorno con la tua.
 Rick aspetta che Zoe abbia chiuso la porta prima di metterti le manette. Un gesto piccolo e fatto con apparente noncuranza, che ti avvolge delicatamente col suo tepore difendendoti dal gelo di fine dicembre.
Grazie, vorresti dirgli. Per esserti accanto, per esserti amico, per essere l’unico che si sia dato la pena di vedere aldilà della maschera che ostenti davanti al mondo…
 «Non è che possiamo andare a ubriacarci da qualche parte, prima di rientrare?» gli chiedi invece.
 Rick ti sorride divertito.
 «Ho una bottiglia di rum in macchina. Dovrebbe bastare.»
Grazie, perché riesce a rendere quello schifo della tua vita un po’ più degna di essere vissuta.



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Capitolo 22
*** Death Note [L/Light]: Cioccolata calda ***


Angolino dell'autrice

Meno tre!

Arrivo di corsa e quasi all'ultimo secondo con una storia su una delle mie OTP più storiche, con uno dei miei personaggi preferiti in assoluto: L, e la L/Light.
Nonostante ami alla follia il personaggio di L non ho mai scritto nulla dal suo POV, quindi sono felice di aver avuto questa opportunità per mettermi alla prova. Spero solo di essere riuscita a rendergli giustizia, almeno un po'.

La storia è ambientata durante un ipotetico Natale al quartier generale, dopo che L ha tolto le manette a Light (ma lui è rimasto comunque per “aiutare nelle indagini”); non ricordo se Natale cascasse effettivamente in quel periodo oppure no, in caso consideratela una licenza poetica.

Grazie come sempre a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

[Questa storia partecipa al contest San Valentino versus San Faustino indetta da MaryLondon sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Death Note non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Cioccolata calda
Fandom: Death Note (anime)
Coppia e/o personaggi: L/Light
Prompt (se presente): A prepara la cioccolata calda per lui e per B
Note: ambientata durante un ipotetico Natale al quartier generale, dopo che L ha tolto le manette a Light (ma lui è rimasto comunque per “aiutare nelle indagini”); non ricordo se Natale cascasse effettivamente in quel periodo oppure no, in caso consideratela una licenza poetica.
Numero parole (contacaratteri.it): 500

Cioccolata calda

 L’involucro di questi nuovi cioccolatini è un comunissimo rettangolo stampato, nonostante la bislacca forma a pupazzetto che dovrebbe farli somigliare a tanti piccoli Babbi Natale.
Che poi perché mai qualcuno dovrebbe volersi mangiare Babbo Natale è un mistero ancora irrisolto.
 Finisci di distendere l’ultima piega dell’alluminio e la aggiungi alla piccola pila sulla scrivania, poi lo sguardo ti cade sulla sedia vuota al tuo fianco.
 «Light!» lo chiami da sopra la tua spalla. «Stai facendo qualcosa di sospetto?»
 «Ma certo, Ryuzaki. Come sempre» ti risponde dalla cucina con un convincente tono esasperato.
La probabilità che sia Kira sale di un paio di punti percentuali.
 Mezza fetta di torta dopo, Light ricompare e poggia sul tavolino due tazze identiche da cui viene un profumino niente male.
 «Cioccolata calda» ti spiega con un sorriso che vorresti tanto credere sia sincero.
 Inclini la testa e lo osservi di sottecchi.
 «È avvelenata?»
 Light ridacchia e si siede tranquillo al suo posto.
Curioso come, a seconda del momento, i tuoi sospetti lo irritino o divertano.
 «Secondo te sarei così stupido da avvelenarti con una cioccolata calda?» ribatte poi.
 Lo scintillio malizioso nei suoi occhi ti rimescola qualcosa all’altezza dello stomaco.
 «Sarebbe intelligente proprio perché apparentemente stupido» replichi senza troppa convinzione, allungando una mano per prendere la tua tazza. Light ti passa lo zucchero in silenzio, lo sguardo rivolto allo schermo su cui continuano a scorrere i soliti dati su Kira in un loop che sembra infinito.
 Due… quattro… sei di zollette si tuffano nella cioccolata una dopo l’altra, e mentre mescoli per farle sciogliere un po’ di liquido straborda e ti cola sulle dita. Caldo, scuro e appiccicoso, sembra la metafora perfetta per quel qualcosa che senti crescerti dentro ogni giorno un po’ di più, un po’ più invadente ad ogni sguardo, sorriso o premura non richiesta di quello che è il tuo unico amico e probabilmente anche peggior nemico.
 «Stai cercando di decidere se il modo in cui bevo mi rende sospetto?»
 La voce divertita di Light ti riscuote dai tuoi pensieri.
Non ti eri accorto di esserti fissato a guardarlo.
 Ti stringi nelle spalle e aggiungi una settima zolletta.
 «Forse.»
 Con la coda dell’occhio, vedi Light sollevarsi appena la manica per guardare l’orologio. Probabilmente è tardissimo.
 «Se vuoi andare a letto va’ pure» gli dici. «Io continuo ancora un po’.»
Tanto non dormiresti comunque.
 Lui scuote piano la testa.
 «Non ho sonno. Solo… è mezzanotte e un minuto.» Alza il viso su di te e sorride. «Buon Natale, Ryuzaki.»
Caldo, scuro e appiccicoso.
 La cioccolata che ancora non hai bevuto sembra esserti entrata in circolo nel sangue, e quel tepore irrazionale e assolutamente non richiesto diventa quasi incandescente quando incroci gli occhi di Light.
 «Buon Natale» sussurri di rimando per poi rimetterti a lavoro: non importa quanto lo desideri, non puoi permetterti di abbassare la guardia.
Magari il prossimo Natale, ti scopri a pensare.
 Affondi il naso nella tazza e socchiudi gli occhi.
Sarebbe bello, Light… sarebbe bello, se tu non fossi Kira.



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Capitolo 23
*** Shingeki no Kyojin/Attack on Titan [Levi/Eren]: Albero di Natale ***


Angolino dell'autrice

Meno due!

Storiellina modern!AU piccina picciò, ma estremamente fluffosa e Natalizia quindi spero vi piaccia lo stesso ^_-

E, tanto per la cronaca, io da bambina facevo l'albero esattamente come Eren (e infatti l'elenco delle decorazioni che trovate non è scelto a caso)... probabilmente andava contro ogni buongusto, ma mi piaceva un sacco! *fine delle informazioni che non interessano a nessuno*

Grazie a chi continua a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Shingeki no Kyojin non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Albero di Natale
Fandom: Shingeki no Kyojin/Attack on Titan
Coppia e/o personaggi: Levi/Eren
Prompt (se presente): albero
Note: modern!AU
Numero parole (contacaratteri.it): 149

Albero di Natale

 Eren sembra felice come il moccioso che è mentre saltella intorno al gigantesco albero di Natale che ha invaso il vostro soggiorno – uno di quelli finti, ovviamente, perché col cavolo che facevi entrare in casa qualcosa che perdesse aghi e sporcizia ovunque!
 Sui rami, tra le palline bianche e blu, aggiunge pupazzetti di ogni colore, fiocchi di neve semitrasparenti e finte stalattiti rosse, poi rifinisce il tutto con un lunghissimo filo di luci e una cascata di fili d’oro e d’argento.
Il risultato è un’accozzaglia multicolore dalla forma indefinita che per caso è stata inserita in un vaso.
 «Ti piace?» ti chiede all’improvviso il tuo ragazzo, ammirando soddisfatto il suo lavoro.
Il suo volto è così luminoso che, per quanto ti riguarda, basterebbe da solo a decorare l’intero appartamento.
 Sbuffi e ti stringi nelle spalle.
 «Non è male» dici soltanto.
Il sorriso di Eren diventa ancora più grande.



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Capitolo 24
*** Hunger Games [Gale/Peeta]: Omini di pan di zenzero e mirtilli ***


Angolino dell'autrice

Meno uno!

Ed eccoci qui per il penultimo aggiornamento di questa raccolta!

A dirla tutta a me la Gale/Peeta ispira sempre un angst estremo (probabilmente perché di solito me li immagino nel canon!verse), ma dato che siamo alla vigilia di Natale ho cercato di addolcire un po' la situazione... che alla fine è diventata quasi diabetica, ma vabbè, sono i rischi del mestiere xD

Modern!AU, ovviamente, perché nel canon c'è poco da stare allegri.

Grazie a chi continua imperterrito a seguirmi ^^

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Hunger Games non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Omini di pan di zenzero e mirtilli
Fandom: Hunger Games
Coppia e/o personaggi: Gale/Peeta
Prompt (se presente): biscotti
Note: modern!AU
Numero parole (contacaratteri.it): 447

Omini di pan di zenzero e mirtilli

 Il profumo dolce e speziato ti inebria i sensi non appena metti piede nel locale. Sorridi e inspiri a pieni polmoni quell’aroma ormai familiare mentre l’ultimo tintinnio delle campanelle sulla porta sfuma nel silenzio.
 «Mi spiace, siamo… oh, sei tu.» L’espressione affaticata di Peeta si distende in un sorriso non appena ti riconosce. «Come mai da queste parti?»
 Ti stringi nelle spalle mentre cammini verso di lui.
 «Passavo di qui, e ho pensato di fermarmi per un saluto» rispondi, sporgendoti oltre il bancone per un bacio a fior di labbra.
Peeta sta ancora sorridendo.
 «E io che credevo fossi passato solo per assaggiare i miei nuovi esperimenti» ti prende in giro, dando una veloce occhiata al forno. Lo vedi aggrottare la fronte, controllare l’orologio e poi di nuovo il forno. E poi, finalmente, prende un paio di presine e sforna qualcosa che ha un odore a dir poco paradisiaco.
 «Omini di pan di zenzero e mirtilli freschi» ti spiega, mostrandoteli. «Ma tanto tu non li vuoi, quindi…»
 Ridacchi e ne prendi uno prima che te li allontani.
 «Dovresti farli meno buoni, i dolci, così non verrei a scroccarteli!»
 «Guarda che non mi sto mica lamentando» ribatte lui con un ghigno. «Mi piace usarti come cavia.»
 Sorridi anche tu e lo guardi prendere un altro po’ di impasto dalla ciotola. Lo stende delicatamente sul ripiano infarinato, quasi avesse paura di fargli male, e poi comincia a lavorare con lo stampino a pupazzetto.
 «Ho sentito Kat, oggi» gli dici mentre sistema i nuovi biscotti sulla teglia.
 «Come sta?»
 «Bene, ha detto che ha preso un po’ di ferie e torna a casa per Natale. Con Haymitch.»
 Peeta ti lancia un’occhiata strana a quella precisazione.
 «Beh, convivono da quasi sei mesi… pensavi che l’avrebbe lasciato laggiù?»
 Sbuffi e alzi gli occhi al cielo.
Non sarebbe stata una cattiva idea.
 Peeta sorride e ti porge un altro biscotto. Sorridi anche tu: ti piace questo suo modo di addolcirti la vita.
 «Ha detto anche che le piacerebbe rivederci, una sera di queste» continui a raccontargli con finta nonchalance. «A te ha mandato un messaggio, visto che non rispondevi.»
 Peeta inforna la teglia e si appoggia al bancone alle sue spalle, probabilmente rimuginando sulle tue parole.
 «Noi, la nostra ex e il suo nuovo fidanzato…» elenca a mezza voce. «Ma sì, sarà divertente» scherza con un sorrisetto. «Solo… ecco, tu per caso le hai detto di… di noi?»
 Osservi divertito la sua espressione imbarazzata, poi sogghigni.
Oh, sì, la serata sarà anche più divertente del previsto.
 «E privarti della tua dose di imbarazzo?» lo prendi in giro. «Non se ne parla!»
Per tutta risposta, ti arriva una manciata di farina dritta sul naso.



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Capitolo 25
*** Game of Thrones/Il Trono di Spade [Jamie/Brienne]: Vestito di velluto ***


Angolino dell'autrice

Buon Natale!! \^_^/

Incredibile ma vero, sono riuscita a portare a termine questo progetto assolutamente folle... giuro che non ci speravo!

Concludo il mio personalissimo Calendario dell'Avvento con una storiella dolciosa su una delle poche coppie het che adoro sinceramente - ovviamente spostata in un modern!AU perché temo che il Natale in GoT non esista - e... niente, direi che è tutto qui.

Un grazie gigantesto a tutti voi che avete avuto il coraggio di seguirmi in quest'impresa, e anche ovviamente a 6Misaki per avermi permesso di metterla in piedi (pensate che lei dovrà valutarle tutte queste storie, poverina! xD).

Di nuovo, Buon Natale a tutti voi e a qualunque cosa/persona/animale renda migliore la vostra vita.

[Questa storia partecipa al contest Feste, quel che voglio è... indetta da 6Misaki sul forum di EFP.]

Disclaimer: i personaggi e la storia di Game of Thrones/Il Trono di Spade non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Vestito di velluto
Fandom: Game of Thrones/Il Trono di Spade
Coppia e/o personaggi: Jamie/Brienne
Prompt (se presente): //
Note: modern!AU
Numero parole (contacaratteri.it): 457

Vestito di velluto

 Scendi le scale con passo malfermo, il vestito che rischia di farti inciampare ad ogni passo. È in velluto bordeaux, il corpetto ricamato e le maniche in pizzo semi trasparente, e addosso a chiunque altra sarebbe probabilmente meraviglioso.
 “Per la mia principessa”, il biglietto che tuo padre ha allegato al regalo pre-Natalizio che ti ha fatto trovare nella tua vecchia camera – tra le righe, la preghiera di indossarlo per cena della Vigilia.
Peccato che tu al momento ti senta molto più cavaliere, che principessa.
 Sospiri di sollievo quando raggiungi il piano terra, e non appena alzi gli occhi incontri quelli di Jaime. Tuo marito ti osserva in silenzio qualche secondo, squadrandoti da capo a piedi… e poi si esibisce in un fischio di apprezzamento che ti fa diventare più rossa del tuo vestito.
 «Sei uno schianto, donzella» ti dice, sulle labbra quel sorrisetto sfrontato a cui non hai mai saputo resistere.
 «Non prendermi in giro» borbotti contrariata. Jamie ridacchia e ti circonda la vita con un braccio.
 «Non ti sto prendendo in giro… sei davvero bellissima» sussurra nel tuo orecchio.
 Tuo padre vi guarda divertito dal salotto, proprio accanto al camino acceso per l’occasione – ha persino appeso le calze proprio come quando eri bambina!
 Sorridi imbarazzata e lo raggiungi.
 «Posso farteli anche io i complimenti, o sono di troppo?» chiede dopo un rapido abbraccio, con quel pizzico di malizia che nasconde l’affetto infinito che prova per te. «Sei davvero un incanto, piccola mia» aggiunge, senza darti il tempo di rispondere.
 E quel “piccola mia” detto da qualcuno che ti arriva appena al mento suonerebbe strano per chiunque, invece per te ha il nostalgico sapore dei ricordi.
 «Grazie, papà» mormori di rimando, prima di andare a sederti sul divano con Jamie.
 Quando da bambina un po’ goffa sei passata ad essere un’adolescente completamente sgraziata, era nata in te la convinzione che tuo padre sarebbe sempre stato l’unico uomo della tua vita… invece poi hai incontrato Jaime.
Anche se sarebbe più appropriato dire che ti ci sei proprio scontrata.
 Scuoti piano la testa, divertita da quel pensiero. Jaime ti guarda curioso un momento, poi sorride e ti prende una mano nella sua prima di tornare a parlare con tuo padre.
 E lì, nel salotto della tua infanzia addobbato di colori e luci proprio come piaceva alla mamma, osservi in silenziosa contemplazione la tua famiglia ridere e scherzare e di tanto in tanto sorriderti con così tanto amore da farti venire le lacrime agli occhi. Tu, che temevi di essere destinata a rimanere sola, adesso hai due uomini splendidi che farebbero qualunque cosa per vederti felice.
 Ti accarezzi dolcemente l’addome, là dove il piccolo rigonfiamento tende quel vestito fin troppo elegante. E sorridi.
Tra qualche mese saranno in tre.



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