Maledetta amica mia

di Phigadelphia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


N.B. So bene che esiste un manga che ha un finale totalmente diverso, ma in questo caso ho preferito basarmi sui fatti dell'anime "Rossana" mantenendo però, per comodità di tutti noi, i nomi utilizzati nel manga "Kodocha".
Buona lettura a tutti!

Prologo: 

Un nuovo ingaggio!


-Se riuscirai a prendere la cintura nera… anche io vorrei parlarti- 

E la prese, diamine se la prese. Ma loro erano così e neanche il tempo non riuscì a cambiarli: la paura di lui nell’esternare i suoi sentimenti gli vietarono di esporsi e rischiare e l’indecisione infantile di lei evitò di farla tornare sull’argomento. E così il tempo passò: il diploma delle medie, i primi giorni da liceali, gli amici nuovi, quelli vecchi, loro non cambiavano mai però. Tsu canzonava Akito affermando che lui e Sana erano destinati, erano sempre stati legati dal filo rosso perché il fato li voleva insieme. Akito, di tutta risposta, lo guardava male dandogli del pazzo ma, nel suo cuore, lo sapeva anche lui. In fondo non gli dispiaceva il pensiero di essere legato definitivamente a Kurata, anzi, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Forse, però, avrebbe dovuto prendere una decisone: quella situazione di instabilità lo turbava, quei baci rubati di tanto in tanto forse, adesso, non gli bastavano più. Erano a metà del loro ultimo anno e lui voleva approfittarne, temeva che avrebbe potuto perderla. 

-Hayama vieni a pranzo con noi dopo?- La voce della ragazza interruppe il suo flusso di pensieri.

-Ok…- 

-Sei sempre di molte parole vedo! Che c’è? Ti sei alzato con il piede sbagliato anche oggi?- 

La classe, approfittando del cambio dell’ora, si riunì attorno ai due. Ormai tutti erano abituati a quelle discussioni, erano anni che li guardavano ridacchiando. 

-Kurata perché hai questa voce così squillante oggi? Sembri una cornacchia- Doveva ammetterlo: mandarla ai matti lo faceva divertire da morire. 

Prima che la ragazza potesse controbattere, però, intervenne Tsu, come da manuale. Solo lui era in grado di placare gli animi di quei due. 

-Akito non è questo il modo di rivolgersi alle persone- Lo rimproverò, con fare paterno. -Sana perdonalo, lo sai che dopo inglese è intrattabile- 

-Lui è sempre intrattabile-Asserì lei, facendo una linguaccia al diretto interessato.

-Racchia- Disse lui, fingendosi distratto. Sapeva che odiava quando la chiamava così.

-Hayama ripetilo se hai il coraggio!- Era diventata rossa in viso per il nervosismo e aveva puntato un dito contro di lui con fare minaccioso. 

-Sana vai ad avvisare Aya e Fuka del pranzo, ti va?- Tsu sarebbe impazzito con quei due un giorno o l’altro, ne era certo. 

La ragazza cercò di scrollarsi di dosso la rabbia e si diresse nella sezione vicina per avvertire le sue amiche e allontanarsi da quel maleducato di Hayama. 

Akito, invece, rimase posizionato al suo banco, seguendo con gli occhi la sagoma di Sana che si allontanava. Altro che racchia, doveva ammetterlo. Sana con il tempo diventava sempre più bella. I lunghi capelli avevano assunto una sfumatura castana, aveva preso qualche centimetro e le curve erano davvero perfette, tutte al posto giusto.Il viso aveva abbandonato i lineamenti infantili quasi del tutto, ma i suoi occhi erano sempre gli stessi, profondi, allegri, quelli della bambina delle elementari che gli aveva tenuto testa e lo aveva cambiato. La sua Sana era uno spettacolo. 
 

**
 

-Ci siamo lasciati.- Fuka, con il tempo, aveva quasi perso il suo accento marcato di Osaka, ma non il suo fare teatrale. Era dal secondo anno che lei e Ikkimura facevano questo tira e molla ma ogni volta diventavano sempre più melodrammatici. 

-Di nuovo? E questa volta quanto…- Aya venne prontamente interrotta dalla mora.

-Millenni, passeranno millenni prima che io decida di rivolgergli nuovamente la parola- Sapevano tutti che non era vero e che nel giro di qualche giorno sarebbe tornato tutto come prima. 

La risata squillante di Sana attirò l’attenzione del gruppo.

-Che succede?- Chiese Tsu, dando voce alla curiosità di Akito. 

-Oh niente! E’ Nao che continua a mandarmi foto buffe da New York!- Rise mostrando il telefono. 

Akito ebbe un brivido lungo la schiena. Con il tempo sembrava quasi che Naozumi avesse dimenticato Sana, buttandosi a capofitto sul lavoro. Era diventato un attore di fama internazionale ed era, per la gioia di Akito, partito alla volta di New York da qualche mese ormai, per affermarsi anche lì. Sana era convinta che ormai a legarli ci fosse solo una profonda amicizia ma Hayama no, lui lo sapeva. Quando una ragazza del genere entra nella tua vita poi tu non te la dimentichi, mai. 

-Certo che Naozumi è diventato proprio un bel ragazzo, non c’è che dire- Aya osservava distrattamente le varie immagini online che lo ritraevano in giro, fuori dai locali, in compagnia di amici. 

-Quasi, quasi mi metto con lui, sicuramente dimenticherei subito Ikkimura.- Rise Fuka e tutti con lei. 

-Ragazzi devo andare, ho un appuntamento agli studi televisivi- sorrise Sana, salutando tutti prima di salire in macchina con Rei, lasciando non poca curiosità dietro di se.
 

**
 

Il sole era alto e Akito si beò, momentaneamente di quel calore inusuale per quel periodo dell’anno. 

-Chissà di che appuntamento parlava…- Chiese Tsu, fingendo disinteresse. Sapeva bene che anche il biondo era curioso visto che Sana, nell’ultimo periodo, aveva cercato di evitare progetti impegnativi per riuscire a godersi l’ultimo anno con i suoi amici e adesso, tutto insieme, ecco sbucare un misterioso appuntamento di cui nessuno sapeva nulla. 

-Mah, qualche altra pubblicità probabilmente.- 

-E se avesse in ballo qualcosa di grosso? Non ci ha accennato nulla, sarebbe plausibile-Voleva farlo parlare a tutti i costi. Da un po di tempo a quella parte ormai l’unico obiettivo di Tsu era che il suo amico si dichiarasse. 

-Beh potrebbe essere, buon per lei allora- 

-Hai mai pensato al fatto che potresti perderla?- Gli si era messo davanti, immobile. Aveva una strana sensazione in quel periodo e non voleva che il suo amico rischiasse la cosa migliore che gli fosse mai capitata solo per timidezza o per paura. 

-Tsu smettila, stai di nuovo esagerando- Non aveva voglia di tornare su quel discorso di nuovo.

-Akito ragiona: Sana è bella, talentuosa, una delle persone migliori in assoluto. Non ci vorrà molto tempo prima che qualcuno la noti e ce la porti via per lavoro o anche per… beh per altro- Il biondo stentava a ricordare l’ultima volta in cui lo aveva visto così serio. 

-Lei non ti aspetterà per sempre, sappilo. E se dovesse invaghirsi di un attore? Uno sportivo o di Naoz…- Il colpo secco e ben assestato sul muro da Akito lo fece balzare all’indietro, tanto era inaspettata quella reazione. 

Hayama, dal canto suo, sapeva che le parole di Tsu erano vere.Sapeva bene, più di chiunque altro, quanto quella ragazza potesse rendere la vita meravigliosa. Sapeva che rischiava costantemente di perderla ma non lo avrebbe permesso. Non avrebbe potuto lasciarla a nessuno, soprattutto a quello spocchioso di Kamura.

-Vado a casa Tsu, ho un discorso da preparare- E si avviò, non prima di aver regalato al suo amico uno dei suoi splendidi, e rarissimi, sorrisi.
 

**
 

-Mi raccomando, mantieni la calma- Rei era serio e professionale come mai era stato prima di allora. Quella era un’opportunità più unica che rara e anche Sana lo sapeva. Probabilmente i prossimi minuti avrebbero stabilito cosa ne sarebbe stato del suo futuro. 

Fece un respiro profondo, per poi voltarsi verso la porta mogano che si aprì mostrando l’uomo celato dietro di essa: era occidentale e la bandierina americana a mo di spilla sulla giacca ne rivelava il forte patriottismo. Sorrise a Sana in un modo che le parve quasi timido. 

-Buongiorno- Disse sedendosi sulla poltrona. 

-Salve, sono Sana Kurata- Cercava di mantenersi tranquilla, ma era tutta un fremito.

-Lo si bene chi è signorina. Io sono Edward Sinclair.- Rei gli versò una tazza di the prima di lasciarlo continuare. 

-Vengo subito al dunque: ho una parte che sembra essere fatta apposta per lei. Come ben saprà sono molto bravo a far scoprire giovani e talentuosi attori e spero proprio che il prossimo talento che lavorerà con me sia lei.- 

-Ne sarei davvero onorata- Sorrise Sana cercando di mantenere un’aria composta, non proprio da lei. Rei era orgoglioso della sua bambina. 

-Ottimo allora, questo è il copione. La vorremmo per interpretare il ruolo principale. Lo legga e mi faccia sapere cosa ne pensa- Le porse una lunga pila di fogli che Sana prontamente afferrò, quella era la sua occasione! 

-Inoltre…- Continuò Mr. Sinclair -Questo è il contratto, leggetelo bene perché è piuttosto ricco- Disse guardando Rei. 

-Lì c’è il mio numero, se deciderete di accettare fatemelo sapere entro domani, vi aspetto.-

Si congedò sperando che accettassero le clausole e sperando di poter lavorare con quella ragazza, aveva del potenziale, ne era certo. 
 

**
 

Rei era chiuso nella sua stanza da più di un’ora ad analizzare il contratto. Non ci aveva mai messo tutto quel tempo ma in questo caso si trattava di un contratto importante e Rei era sempre stato molto scrupoloso. 

Sana aveva finito di leggere il copione e ne era rimasta stregata: la storia era avvincente, il suo personaggio così particolare, chiuso, le ricordava un po Akito, in realtà. Decise di scrivergli, in cerca di conforto:

-Non capirò mai la matematica- Ammise sconfitta, più a se stessa che a lui, premendo “Invio”. La risposta non si fece attendere.

-Certo, sei una gallina- 

-Ha parlato il vincitore del Nobel- 

L’aveva fatta nuovamente innervosire, possibile che fosse davvero il suo passatempo preferito? 

-Domani devo parlarti di una cosa…- 

Ma Sana non fece in tempo neanche a leggere quel messaggio perché Rei si precipitò in camera sua, chiedendole di raggiungere sua madre nello studio: avevano una decisione fondamentale da prendere. 

-…E inoltre ti concedono un tempo dignitoso per la preparazione degli esami di fine anno, così come anche dei giorni liberi durante la settimana…- Erano circa dieci minuti che Rei continuava ad elencare tutte le note positive del contratto: ottima paga, giorni liberi, spostamenti a spese della produzione, sembrava un affare davvero ottimo! Eppure il manager era strano, aveva qualcosa che lo agitava, era ben evidente. 

-Direi che è tutto ottimo, non credi anche tu?- Chiese Misako, anche lei sorpresa del contrasto tra l’ottima proposta e il nervosismo apparentemente immotivato dell’agente. 

-Si ecco, il problema è l’ultima clausola.- Asserì piano, attirando l’attenzione delle due. 

-Richiedono un certo tipo di tour promozionale, molto particolare…- 

-Dai Rei parla!- Disse Sana balzando in piedi, ormai esasperata da quell’attesa. 

-Vogliono che tu finga di frequentarti con il tuo co-protagonista maschile-


Siamo giunti alla fine del primo capitolo! Cosa ve ne pare? Sto cercando di mantenere il più fedele possibile il carattere dei personaggi a quello del manga. Spero vi sia piaciuto e a presto! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo uno:

Nuovi colleghi, vecchi rivali.

 

-Prenditi la nottata per pensarci, va bene?- Misako la guardò dolcemente prima di chiudersi la porta della stanza alle spalle. 

Certo che si sarebbe presa la nottata, ma anche il giorno seguente, il mese seguente. Voleva mettersi sotto il suo caldo piumone e non uscirne più. Non riusciva a capire: perchè qualcuno voleva che facesse una cosa del genere? Non le era mai stata fatta una richiesta così, non sapeva proprio come porsi. Inoltre non sapeva neanche chi avrebbe interpretato il protagonista maschile, come potevano pretendere che accettasse a scatola chiusa? Infilò la testa sotto il cuscino, sperando di placare i suoi pensieri. 

Sperava in qualcosa che le indicasse la scelta giusta, qualcuno che le dicesse quale strada prendere. Sbuffò, non semplicemente ‘qualcuno’, ma lui. Voleva che lui le dicesse di non fare scelte del genere perchè lui doveva essere davvero il suo ragazzo. Ma Hayama non era il tipo da gesti del genere, lo sapeva bene. 

Cercò di rilassarsi e sperò di riuscire a liberare la mente, nonostante i numerosi pensieri che non le lasciavano modo di tranquillizzarsi. Improvvisamente l’idea di fare una passeggiata per schiarirsi le idee le parve la migliore opzione possibile.

 

**

 

Quella telefonata lo aveva agitato più del dovuto. Non si aspettava minimamente una chiamata da lui. Voleva capire cosa volesse quel damerino spocchioso dopo tutto quel tempo: Naozumi Kamura non portava mai niente di buono. Akito continuava a domandarsi il motivo della richiesta di incontrarsi, ma non riusciva a trovare una risposta e quindi sfrecciava per le strade illuminate di Tokyo per raggiungere il più in fretta possibile il piccolo bistrot indicato. Qualcosa non andava, se lo sentiva. 

Arrivato trovò ad accoglierlo un’atmosfera accogliente, quasi casalinga.Una donna sulla quarantina lo fece accomodare ad un tavolo vicino alla finestra. Il profumo di pane caldo gli inondò le narici. 

-Aspetti qualcuno o vuoi ordinare subito?- Chiese lei sorridendo.

-Hayama- Il ragazzo, appena entrato, fece gentilmente cenno alla cameriera di portare due caffè, più per farla allontanare probabilmente che per bisogno effettivo di caffeina.

Naozumi non era più un bambino, era ben evidente. Lo sport aveva iniziato a dare i suoi frutti facendogli sviluppare un fisico scultoreo. I capelli erano leggermente più lunghi ed il sorriso più sicuro. 

-Kamura- Disse Akito senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo. -Mi spieghi perchè mi hai fatto precipitare dall’altra parte di Tokyo? Cosa vuoi?- 

-Sempre molto cortese.- Disse lui, con una punta di acidità nella voce. 

-Semplicemente…- continuò cercando di sistemare al meglio il cappello e gli occhiali per tentare di mimetizzarsi. -Devo parlarti di Sana- Sorrise, pronunciando il nome. 

-Cosa c’è? Hai deciso che vuoi un altro due di picche alla giapponese?- 

-Non credo che questa volta il due di picche sarà mio- Lo sbeffeggiò. -Sai… l’America ti apre molte opportunità, una di queste è stata conoscere Mr. Sinclair, il famoso regista.- Se voleva la piena attenzione di Akito adesso l’aveva ottenuta, senza alcun dubbio. 

-Gli ho fatto vedere qualche filmato di Sana e lui ha iniziato a stravedere per lei, la vuole in un suo film.- Ad Akito si mozzò il fiato, ma sapeva che non era tutto lì. Cercò di mantenere un’apparente tranquillità per riuscire a scoprire dove fosse l’inganno. 

-Quindi?-

-Quindi volevo chiederti di non intralciare Sana nel suo lavoro, oggi lui le ha fatto la proposta.- 

-Non la intralcerei mai.- Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felice Sana, cosa voleva insinuare quel maledetto damerino?

-Oh invece sì che la intralcerai, lo farai nel momento esatto in cui le chiederai di essere la tua ragazza. Hayama tu non fai parte del nostro mondo, non capiresti mai il suo lavoro, la limiteresti.- Le sue parole colpirono Akito nel profondo. 

-Come fai a…- 

-A sapere che vuoi dichiararti? Ti conosco Akito, ho sempre saputo che, sentimentalmente parlando, sei un codardo ma non pensavo ci mettessi così tanto, ad essere sincero. Comunque sappi che se la limiterai lei ti odierà. E’ nata per vivere in questo mondo, lei adora questo mondo. Ma sappiamo bene che soltanto uno di noi due può accompagnarla nel suo percorso- Disse sorseggiando la tazza di caffè. 

Akito davvero non riusciva a capire: perchè proprio adesso? Perchè la vita aveva fatto sì che Naozumi Kamura tentasse di mettersi nuovamente in mezzo tra lui e Kurata? A quale scopo? 

-Parliamo chiaramente Kamura, non ho di certo tutta la notte: cosa stai cercando di dirmi?- 

Naozumi si lasciò scappare un sorriso, un sorriso di quelli glaciali, crudeli.

-Ti sto dicendo che so per certo che Mr. Sinclair ha fatto una particolare proposta a Sana e da quella dipenderà l’ingaggio. Tu non ostacolarla, solo questo. Lei con te non lo farebbe mai. Se la ami come mi hai sempre lasciato intendere lasciala andare.- E così dicendo indossò il suo cappotto, lasciò qualche yen di mancia e si avviò verso l’uscita. 

Akito aveva milioni di idee a frullargli per la testa: Di quale proposta si trattava? Era stata tutta un’idea di Kamura? Il damerino spocchioso stava solo bluffando? 

Senza neanche rendersi conto delle sue azioni si alzò di scatto sino alla porta a vetri dell’ingresso. 

-Che cosa significa questo?- Urlò per farsi sentire dal ragazzo ormai quasi dall’altro lato della strada. Vide la figura fermarsi e girarsi lentamente. 

-Significa che sto aprendo una nuova partita Hayama ma questa volta non giocherò onestamente, sono qui per vincere.- E così dicendo si mescolò alla folla di Tokyo, lasciando Akito completamente spaesato. 

 

**

 

Doveva correre il più velocemente possibile, doveva andare da qualche parte, ma non sapeva dove. Aveva bisogno di soffocare quella rabbia e, soprattutto, quella voglia di colpire Naozumi sulla sua faccia da damerino. 

-Maledetto…- Continuava a sibilare tra i denti mentre cercava di mettere insieme le sue ultime forze. Non voleva tornare a casa e far finta di niente, non voleva chiedere consiglio a Tsu, non voleva fare altro se non correre e allontanarsi da tutti i suoi problemi. 

Eppure notò, passando davanti al parco, che i suoi problemi avevano preso forma: avevano lunghi capelli un po scomppigliati, un cappotto rosso e un’espressione tutt’altro che felice. Pensò quasi di far finta di niente e continuare il suo giro ma, nel momento esatto in cui quel pensiero gli balenò nella mente, lei alzò lo sguardo e gli sorrise flebilmente, alzando una mano a mò di saluto. 

-Cosa ci fai qui?- Le chiese, raggiungendola sotto il loro gazebo. 

-Oh niente… Volevo riflettere un po.- Disse lei, tentando di mascherare la tristezza. 

-Kurata non è da te, mi sorprendi- Tentò di canzonarla. -Oggi l’incontro non è andato bene?- Sperò quasi lei gli desse una risposta affermativa. 

-Molto più che bene, in realtà. E' solo che…- Fece un lungo respiro. Voleva parlargliene e chiedergli consiglio ma, più di tutto, voleva che lui la stringesse e le dicesse di lasciar perdere tutto, di concentrarsi unicamente sul loro amore. Sana voleva a tutti i costi che Akito le impedisse di fare quella scelta. 

-Per realizzare un sogno è necessario scendere a compromessi a volte- Disse secco, lasciando di stucco Sana. 

-Ci sono dei compromessi che sono difficili da accettare però- Asserì lei. Forse lui stava solo preparando le basi per chiederle di rinunciare. Forse, per essere sicura, avrebbe dovuto parlargli della situazione. 

-E’ un compromesso tanto improponibile? Cos’è illegale?- 

-No, è solo… particolare- Disse lei con lo sguardo basso. 

“Chiedimi di restare con te” Lo supplicava, però, la sua mente.

-Pensi che la carriera nel mondo del cinema sia la tua vocazione? E’ questo che ti vedi fare in futuro?- Akito fissava la ghiaia ai suoi piedi. 

“Dimmi di no Sana, ti prego. Dimmi che vuoi essere una normalissima liceale.”

-Beh sì, mi piacerebbe poter fare questo a livelli seri.-

“Ma se mi chiedessi di scegliere io sceglierei te Akito, sceglierei sempre te.” 

-Allora Kurata credo che non ci sia altro da dirci.- Disse alzandosi, fissandola negli occhi. 

La amava troppo, non avrebbe mai potuto permettersi di limitarla. Sana sapeva bene quale era la sua strada e, dannazione, il suo futuro non poteva comprenderlo ne ora, ne mai.

Tese la mano verso di lei, non le diede il tempo alzarsi che la strinse al suo petto, beandosi del suo profumo. 

“Non fare questa scelta” La mente di Akito la supplicava. 

“Chiedimi di rimanere con te” Urlava la mente di Sana, mentre lei si raggomitolava tra le braccia dell’unica persona capace di destabilizzarla a tal punto. 

Si guardarono, istanti infiniti, indecisi sul da farsi. Per la prima volta fu lei a prendere l’iniziativa: si alzò sulle punte dei piedi e in modo dolce e un po impacciato raggiunse le labbra del ragazzo. Akito non si aspettava una reazione del genere e, colto alla sprovvista, ricambiò il bacio lasciandosi andare, cingendole i fianchi, respirando affannosamente, assaporando ogni attimo di quello che sarebbe stato il loro ultimo bacio. Era un bacio morboso, intenso e salato. Le lacrime di entrambi scesero silenziose, per paura di disturbare quel momento. Per qualche istante erano solo loro lì, nel parco, nascosti dalla notte. Loro e il loro amore fatto di timidezza, passione nascosta, piccoli sguardi. Solo Sana e Akito, senza nessuno. 

Akito fu il primo, ritrovato l’autocontrollo necessario, ad allontanarsi. 

-Allora… ci vediamo domani- Disse, abbassando per la prima volta lo sguardo.

-Si… Aspetta, di cosa volevi parlarmi domani?- Chiese lei, ancora speranzosa. 

-Niente, avevo immaginato che avessi un incontro importante quindi volevo dirti che…-

“Che ti amo dannazione, rimani con me!” 

-Che non devi farti fermare da niente. Raggiungi il tuo obiettivo Sana!- Non riusciva neanche a trovare la forza per simulare un finto sorriso o, se non altro, per inventarsi una bugia migliore. 

-Lo farò Akito… Allora a domani- Disse lei, guardando fisso quelle iridi color caramello capaci, da sempre, di stregarla. 

Il ragazzo la guardò un’ultima volta lì, sotto il loro gazebo, quel gazebo che li aveva visti crescere, litigare, condividere le paure e che adesso era testimone della fine di tutto quello che erano stati. 

“Ti amo” pensò, non distogliendo gli occhi da lei. 

“Ti amerò sempre” Sana ricambiò lo sguardo, cercando di mandare indietro le lacrime.

Sapevano bene che quella sera qualcosa era cambiato, sapevano che non sarebbero mai più tornati quelli di prima. Il destino aveva cambiato direzione e il filo rosso che li univa era stato tagliato. Ma Akito lo aveva intuito da quando aveva ricevuto quella telefonata: Naozumi Kamura non porta mai niente di buono e questo, adesso, era assodato. 

 

**

 

-E quindi… ho accettato il contratto!- Disse Sana iniziando a festeggiare con le ragazze. Si erano riuniti tutti al locale quando Sana li aveva avvisati che non sarebbe andata a scuola quel giorno per via di un nuovo lavoro. Aveva razionalizzato la cosa, forse Akito non se la sentiva di impegnarsi, forse tutto quello che c’era stato negli anni era, pian piano, svanito. Era stata una nottata lunga e difficile, ma il messaggio di Nao che le raccontava di aver accettato un contratto per essere il protagonista del nuovo film di Mr. Sinclair l’aveva tirata sù. 

-Sana saremo i protagonisti del film assieme!!!:)- 

Quel messaggio l’aveva tirata stranamente su: adesso sapeva chi sarebbe stato il suo ‘ragazzo’, se non altro non era uno sconosciuto. Si erano incontrati la mattina con Mr. Sinclair e i suoi collaboratori per le firme e poi ne avevano approfittato per passare del tempo assieme davanti ad un pranzo messicano, loro due da soli come da bambini. Nao le aveva raccontato della vita in America, dei suoi nuovi amici e di qualche ragazza, stregando Sana con quelle storie fantastiche. 

-Dai dicci qualcosa della trama!- La implorò Aya. Adorava le anteprime che Sana le concedeva. 

-Non posso dire nulla, solo che il mio co-protagonista sarà Nao!- Sorrise, evitando di guardare il biondo seduto a capotavola. 

Akito ebbe un sussulto, ma finse non calanche. Era subdolo quel maledetto di Kamura. 

-Sana è fantastico! Lavorerai con un grandissimo regista! Dopo questo film sarai davvero famosa!- Fuka già si vedeva grande manager della sua amica, continuava a scherzare dicendo che per Rei era il momento di metter su famiglia e levarsi di mezzo. 

-Già…- Per un breve istante Akito notò la tristezza negli occhi della ragazza. 

-Ma questo vorrà dire che non ti rivedremo più?- Chiese Tsu, in pensiero. Ormai era abituato a quella quotidianità, non voleva rischiare di perderla di nuovo. 

-Oh no, mi hanno concesso moltissimo tempo libero poi prepareremo gli esami di fine anno assieme, come ci eravamo rirpomessi.- Sorrise amorevolmente ai suoi amici, brindando con la sua coca cola zero.

 

-Non le hai detto nulla, perchè?- Tsu sapeva bene che seguire Akito in bagno poteva essere un po da stalker, ma doveva assolutamente parlare con il suo amico. 

-Non potrei mai limitarla, deve seguire la sua strada- Lo sguardo perso nel vuoto. 

-Akito, cazzo. Perchè ti sei tirato indietro? La perderai definitivamente così!- 

-Io- Disse fissando gelido gli occhi del suo più caro amico di infanzia.-Non sono innamorato di Kurata. Discorso chiuso.- 

E risultò talmente credibile nel dirlo che persino la diretta interessata che stava per entrare in bagno dopo essersi rovesciata il succo di Fuka sulla sua maglietta nuova rimase immobile, con il cuore in pezzi al sentire quelle parole.


-Ed eccoci qui con il primo capitolo! Ora finalmente tutta la trama è delineata e siamo tutti pronti per immergerci nella storia! Che ve ne pare del ritorno di Naozumi? Diciamo che non l'ho mai amato particolarmente quindi cercherò di dargli un fascino più 'malvagio', ma aspetto le vostre opinioni! 
Ringrazio per le recensioni: 
Lolimik e Rossana e Heric
Così anche chi ha seguito, ricordato o messo tra i preferiti la storia! 
A presto :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo due: 

Una serata tra amici



-Voglio parlarti…- La guardò dolcemente, un po intimidito.

-Non ho nulla da dirti- Era furente. Fece per allontanarsi il più in fretta possibile. Il ragazzo però la afferrò per un braccio, finendo faccia a faccia. 

-Ascoltami bene, sono innamorato di te.-

STOP!

-Ottimo lavoro ragazzi! Pausa pranzo e poi riprendiamo con la scena della cena!- L’aiuto regista era veramente puntiglioso. 

-Bel lavoro Sana- sorrise Naozumi. La ragazza arrossì, quella era la parte del film che più la preoccupava: il primo bacio dei protagonisti. La loro storia era travagliata, erano innamorati ma per una serie di motivi non riuscivano mai a stare insieme. Sakura, il suo personaggio, era decisa, forte e molto orgogliosa. Il personaggio di Naozumi, Shinichi, era timido, impacciato, ma avrebbe fatto di tutto per la ragazza di cui era innamorato. 

Sana sospirò.

Aveva preso le distanze da Hayama per ritrovarsi a girare un film che parlava della loro storia. Dannazione

-Sei agitata per domani?- Chiese il ragazzo, di punto in bianco. Sapeva bene che Sana non aveva mai dovuto baciare qualcuno davanti ad una telecamera. 

-Abbastanza, non so se riuscirò ad essere credibile- Ammise lei. Voleva impegnarsi con tutta se stessa e riuscire a dare al suo personaggio lo spessore emotivo che si meritava. Ma non era certa di essere in grado di baciare Naozumi con tanta leggerezza. Aveva baciato un solo ragazzo in vita sua, d’altronde. 

-Ho un’idea!- Affermò il suo co-protagonista sorseggiando dell’acqua. -Stasera usciamo assieme, chiamiamo anche i tuoi amici e rilassiamoci. Ci pensi troppo Sana, vedrai che sarà facile- Sorrise rassicurante. 

Dopotutto non sembrava una pessima idea. Era come baciare suo fratello, in fondo. Sì, forse una serata di divertimento era quello che ci voleva! 

-Sento subito gli altri- Disse, prendendo il cellulare e avvisando i suoi amici. Risposero tutti, eccetto lui. 

Era già una settimana che non lo vedeva. Era stata impegnata sul set e, l’unico giorno in cui era andata a scuola, lo aveva evitato in tutti i modi: aveva pranzato da sola, aveva rincorso vari professori per portarsi avanti con il programma, si era persino nascosta nel ripostiglio, ma il suo sguardo se lo era sentito addosso durante tutte le ore di lezione, costantemente. Non era innamorato di lei e quello era un dato di fatto ormai, doveva accettarlo. Erano solo vecchi amici che, di tanto in tanto, si baciavano, niente di più. Tutti i film sul bacio sotto il gazebo di cui era stata la regista nella sua mente erano inutili fantasie e basta. Aveva deciso che Akito Hayama sarebbe stato solo un caro amico, niente più speranze, niente più domande, niente più film. 

Finalmente anche il suo ‘nient’altro che amico’ si degnò di rispondere:

Ok. 

-Sempre di molte… parole…- Probabilmente per lui non si era neanche posto il problema di dover troncare quel particolare rapporto, era già andato avanti e lei che invece era lì a preoccuparsi, che idiota.

-Sana, Naozumi salve, sono Emily- I diretti interessati si voltarono, trovandosi davanti una ragazza biondissima e con il viso d’angelo, probabilmente della loro età. Il vestito largo copriva quelle che dovevano essere delle forme davvero perfette lasciando però intravedere delle gambe lunghe, fasciate da stivali neri al ginocchio. Era il genere di ragazza che chiunque si sarebbe voltato ad osservare. 

-Ciao…- Dissero i ragazzi, incantati. 

-Ecco io sono l’addetta stampa per promuovere il film, mi occupo della pubblicità speciale- Sorrise. Aveva un qualcosa di vagamente familiare. 

-Oh… Ah aspetta!- Disse Sana, realizzando il vero significato di quelle parole. -Quella pubblicità vero?- Iniziò a diventare, inevitabilmente, rossa. 

-Già, la vostra ‘relazione’ ecco, chiamiamola per quello che risulterà essere sui tabloid.- 

-Quindi tu ci dirai cosa fare, quando e dove farci fotografare, giusto?- Chiese Naozumi, improvvisamente molto professionale. 

-Esattamente! Allora: nessun tabloid sa ancora di questo progetto, lo faremo sapere settimana prossima quindi, intanto, voi dovreste uscire assieme ma senza dare nell’occhio, evitate i paparazzi ad ogni costo.-

Tutte quelle parole stavano agitando e confondendo Sana. 

-Si ma…-

-Questa sera abbiamo già in programma di uscire assieme!- Il ragazzo interruppe prontamente la castana.

-Ottimo! Allora mi raccomando, non fate parola con nessuno di questa promozione, neanche con i vostri amici, sicuramente una volta trapelata la notizia i paparazzi intervisteranno anche loro. Deve essere tutto molto credibile.-

Sana era sempre più imbarazzata e confusa. Era convinta di aver già visto quella ragazza da qualche parte. 

-Perfetto, siamo professionisti e poi ci conosciamo da sempre, sarà facile per noi- Sorrise Naozumi, con fare rassicurante. 

-Scusami ma io non ti ho già vista da qualche parte?-Chiese Sana, timidamente. 

-Probabilmente su qualche giornale di gossip mentre fa scalpore alle serate, nell’ultimo caso avevi in mano un paio di bottiglie di vodka mentre ballavi sul tavolo o sbaglio?- Intervenne Mr. Sinclair. 

-Papà lo sai che stavo lavorando: era importante che qualcuno animasse la festa per il lancio della nuova marca di alcolici, altrimenti non mi avrebbero pagata, ho solo recitato-Rise lei. 

-Sei Emily Sinclair! Avevo l’impressione di averti già vista da qualche parte!- Rise Naozumi. L’aveva incontrata a qualche festa a New York e, in effetti, era una vera e propria it girl americana, sempre in mezzo a feste, sfilate, cene importanti. 

-Non pensavo lavorassi per tutti gli eventi- 

-Si beh, io odio lo star sistem, ma fare pubblicità è il mio lavoro e sono piuttosto brava.- Fece spallucce, noncurante del fatto che a diciannove anni stesse costruendo un vero e proprio impero del marketing. 

Sana era rimasta incantata da tutta quella vicenda e cominciò fare domande alla sua nuova amica. Non credeva che potesse esistere qualcuno che per lavoro dovesse bere o ballare, era affascinante.

-Non sono io la star, sei tu! Mi piace moltissimo come reciti e…- Nao alzò gli occhi al cielo, conscio che avrebbe passato un’intera pausa pranzo ad ascoltare le chiacchiere tra ragazze. 

 

**

 

-Non lo lascia proprio un attimo eh? Si sarà scattata minimo un miliardo di foto con lui- Rise Fuka, sorseggiando il suo drink. Aya era impazzita quando aveva rivisto Kamura e aveva abbandonato il suo ‘orsacchiotto’ per riempire di domande, e foto, il giovane attore. 

-E’ sempre stata una sua fan, d’altronde- Sorrise Sana. 

-Si ma non ci si comporta così- Tsu piagnucolava vedendo che il suo ‘pasticcino’ non lo degnava di uno sguardo. 

Akito era rimasto tutta la sera in disparte, seduto sul divanetto rosso sorseggiando una birra. Non voleva rischiare di ritrovarsi solo con Sana, non sapeva come avrebbe potuto reagire. 

-Basta piagnucolare Tsu, balliamo!-Fuka trascinò il ragazzo nel mezzo del piccolo locale, iniziando a ballare come due idioti, facendo ridere Sana a crepapelle. 

-Ehi, ragazzina egoista…- Aveva preso coraggio e si era seduto sullo sgabello vicino a lei, continuando a sorseggiare la sua birra. Il cuore di Sana iniziò a battere davvero troppo forte, quasi volesse uscirle dal petto. 

-Ehi, tu…- Si sforzò di fingere nonchalance, era un’attrice cavolo. -Barista! Vorrei un Gin Tonic- Chiese, lasciando Akito di sasso. 

-Kurata sai bene di non reggere l’alcool- disse fissandola con fare minaccioso. 

-E’ solo un po di Gin Tonic, cosa vuoi che sia- Beata ingenuità. 

Si scolò tutto il bicchiere in pochissimi sorsi e poi corse verso Fuka e Tsu, iniziando a ballare con loro, I tre vennero presto raggiunti da Nao ed Aya e infine, contro voglia, da Akito. 

Il biondo non toglieva gli occhi di dosso dal suo rivale, solo una mossa falsa e lo avrebbe steso per terra con un bel pugno. 

Sana, invece, era totalmente partita per la tangente. Ballava e saltava come se ne andasse della sua vita. Fuka l’aveva trascinata in un ballo totalmente diverso da quello che era intenta a fare poco prima con Tsu: ancheggiavano, scuotevano i capelli. Probabilmente, da sobria, si sarebbe vergognata troppo, ma il Gin faceva effetto e lei, in quel momento, trovava quel ballo del tutto liberatorio. Presa dall’estasi allungò una mano per afferrare il ragazzo con gli occhiali e lanciarlo in mezzo a loro due ma, sfortunatamente, dietro di lei Tsu non c’era più da un pezzo. Il contatto con Akito fu elettrico e in pochi istanti il giovane si ritrovò nel mezzo delle sue due ‘ex’ con non poco imbarazzo. Se fosse stata sobria non avrebbe mai fatto nulla di tutto ciò, ma non era più lei a comandare il suo corpo: ancheggiò davanti al biondo ridendo senza nessun motivo logico, il vestitino rosso, che ad inizio serata le fasciava perfettamente il corpo, si stava alzando più del dovuto, ma non era importante, Sana voleva solo ballare. 

Smettila subito, siete solo amici. La ammonì la parte sobria della sua mente.

La ragazza tentò di tornare in se e alzò lo sguardo: Akito era sbalordito dall’audacia di Sana, visibilmente stregato dai suoi movimenti. I loro sguardi si incontrarono per un istante che parve infinito. Lui le avrebbe volentieri strappato quel vestitino senza farsi troppi problemi e lei voleva che lo facesse, diamine se lo voleva. 

Fuka, a conoscenza delle ultime vicende però, non era d’accordo. Si intromise, trascinando via Akito e guardando Sana in modo furibondo. 

Non pensarci neanche.

La minacciò con gli occhi e, dopo aver chiesto ad Hayama di portarle un cocktail, trascinò la sua amica in bagno, per farla riprendere.

 

**

 

Era rimasto incantato, vederla così e non poterla avere era troppo anche per uno come lui. 

-Ti ho già detto di lasciarla in pace- Kamura aveva infranto il suo spazio vitale in modo irruento. Appoggiò i gomiti sul bancone e guardò dritto davanti a se. 

-Che cazzo vuoi Kamura? Non è aria- Ringhiò minaccioso. 

-Vedi di starle alla larga, quante volte devo dirti che non le fai bene?- 

Fortunatamente Tsu e Aya si unirono ai due prima che i fiammiferi lanciati da Naozumi prendessero fuoco accendendo il biondo. 

-Allora, cosa ci siamo persi?- Rise il ragazzo moro, palpando la tensione tra i due. 

-Niente, vado a dormire, sono stanco.- Ringhiò Akito, continuando a guardare minaccioso il giovane attore che, ovviamente, colse la palla al balzo: 

-Stavamo pensando di invitarvi sul set domani, cosa ne dite?- Disse in modo gentile.

Ad Aya si illuminarono gli occhi.

-Davvero? Possiamo vedere una parte del film?- 

-Certo.- Sorrise Kamura. -Siete tutti invitati! Però non ditelo a Sana, vorrei farle una sorpresa, questa settimana ha lavorato molto e sicuramente le farebbe piacere- 

Akito non si fidava. Quel damerino era sempre stato un doppiogiochista. 

-Certo che verremo! Più tardi allora avviseremo anche Fuka- 

-Io non credo che ci sar…- La frase morì in gola ad Hayama. 

-Ma quello è Naozumi!!- -Si è lui!!- -Ti amo!- Un’orda inferocita di ragazze li stava accerchiando. Qualcuno, probabilmente, li aveva visti e aveva chiamato i paparazzi e i fans. Kamura intravide Sana tra la folla e la trascinò via per salvarla dall’orda di persone, mimando un ‘a domani’ a Tsu e agli altri. La ragazza, nonostante fosse ancora piuttosto alticcia, non ci mise molto ad intuire i motivi della loro fuga. Si precipitarono in macchina e Nao sfrecciò verso casa di Sana. 

La strada la rilassava, l’alternarsi di luci, il buio pesto in sottofondo, il calore della macchina e la musica rilassante la stavano spingendo verso un sonno profondo. Un sonno che la spingeva a ripensare a quanto era stata stupida ed incosciente e a quanto desiderasse solo che Akito la baciasse in quel momento.

 

**

 

-Ehi Sana- Nao sussurrava, non voleva che si svegliasse di soprassalto. 

-Mhmh- mugugnò lei, persa nel mondo dei sogni. 

-Siamo arrivati- sorrise nel vederla così tenera, sembrava ancora la bambina di cui si era innamorato anni prima. Finalmente la ragazza razionalizzò. 

-Oh Kami! Nao perdonami se mi sono addormentata- Era imbarazzata da morire. 

-Non preoccuparti- Sorrise sincero lui.-Sei carina quando dormi-Disse, facendola arrossire. 

La accompagnò sino davanti al cancello della villa. 

-Riposati, domani ci aspetta una scena importante- Disse lui, guardandola dritta in quegli occhi cioccolato.

-Speriamo bene Nao, sono preoccupata sai? Non so se…- Non terminò la frase perchè le labbra del ragazzo si appoggiarono delicate, ma intense, sulle sue. Non era un vero bacio, era più un bacio da bambini con un retrogusto alcolico. Kamura era delicato, quasi aveva paura di distruggere quel momento anche solo respirando. Le cinse piano la vita e, dolcemente, si staccò da lei. 

-Vedi?- Disse ad un palmo dalla sua bocca. -Ci pensi troppo, basta solo rilassarsi- Sorrise per poi darle la buonanotte e salire in macchina. 

Sana era rimasta immobile, davanti al suo cancello, con il freddo che le pizzicava le guance rosse. Naozumi l’aveva baciata e, nonostante fosse confusa e assonnata, doveva ammetterlo: le era piaciuto.


Alloraaa adesso iniziamo a vedere quali sono i piani di Nao per il povero Akito. Dite che riuscirà a distruggerlo? Posso solo spoilerarvi che ha molti assi nella manica. Staremo a vedere però!
Volevo ringraziare LallyQueenRossana e Heric per le recensioni. 
Così come ringrazio chi ha messo la storia tra i seguiti, ricordati e preferiti. 
A presto!

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