Phantomhive's Angel

di jaspeg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Ragazza Nel Ghiaccio ***
Capitolo 2: *** Il Circo e La Zingara ***
Capitolo 3: *** Luci Della Notte ***
Capitolo 4: *** Luna di Sangue ***
Capitolo 5: *** Nella Tana del Lupo ***
Capitolo 6: *** Strani Incontri ***
Capitolo 7: *** Katrin VS Lizzy ***
Capitolo 8: *** Nel rifugio ***
Capitolo 9: *** Festival di Primavera ***
Capitolo 10: *** Di nuovo Insieme ***
Capitolo 11: *** Il fantasma del Quadro ***
Capitolo 12: *** Passaggio d'età ***
Capitolo 13: *** Imbarco sulla campania ***
Capitolo 14: *** Ricordi nelle ceneri ***
Capitolo 15: *** La sedia di ferro ***
Capitolo 16: *** Il Ballo dei Medici ***
Capitolo 17: *** Il risveglio dell spade ***
Capitolo 18: *** Auree Demoniache ***
Capitolo 19: *** Inabissarsi nel gelo della morte ***
Capitolo 20: *** Fame e Sete ***
Capitolo 21: *** Una Convivenza forzata ***
Capitolo 22: *** Destini incrociati ***
Capitolo 23: *** Vino Veritas ***
Capitolo 24: *** Il passato di Sebastian ***
Capitolo 25: *** Aralia ***
Capitolo 26: *** Il Treno ***
Capitolo 27: *** Fratello e Sorella ***



Capitolo 1
*** La Ragazza Nel Ghiaccio ***




Quella notte in cui tutto finì per una nobile famiglia, nell'inverno del 1886.
Freddo e gelo nella città di Londra, la neve cadeva e tutto era nel silenzio più totale, finchè una carrozza a tutta velocità passò sul ponte che attaraversa il Tamigi.
Il veicolo venne fermato dal passeggero che era a bordo alla metà della strada, questo scese dalla carrozza e si avvicinò al parapetto osservando qulle acque scure coperte da un sottilissimo strato di ghiaccio.
Il cocchiere scese dicendo al passeggero:
- Mio signore. Non possimo stare qui, vi ricordo che siamo scappati per miracolo dall'attentato, moriremo se resteremo qui. Quei sicari...
In quel momento il nobile si voltò. Era un ragzzino di circa 13 anni coi capelli lunghi e neri come le piume di un corvo... ma la cosa che spiccava di più erano le sue iridi di un rosso color sangue come non se ne erano mai viste...come se non appartenessero a quel mondo.
- C'è qualcosa di strano in acqua.
Il ragazzino cercò di vedere bene, finchè non scoprì cos'era...
- Cazzo! è una ragazza!
- Come?
Il cocchiere incredulo si avvicinò al parapetto per vedere, in quel momento il suo padreone aveva cominciato a togliersi il mantello e la giacca.
- Mio Signore cosa avete intenzione di fare? Non vorrete mica saltare?
- Sta zitto idiota! è ancora viva non posso lasciarala lì!
- Ma come fate a sapere...
Non aveva fatto in tempo a finire la frase che il suo signore si era già buttato spaccando il ghiaccio sottostante.
Era tutto buio, impossibile vedere, faceva un freddo cane e la corrente lo trascinava sotto acqua, finchè non  vide qualcosa di bianco che fluttuava in quell'oscurità... era lei!
Con tutte le sue forze le nuotò incontro, la corrente non gli permetteva di afferarla e il freddo gli aveva bloccato le mani, fece ricorso a tutte le forze che gli rimanevano, finchè non riuscì ad afferarla e la trascinò vicino a sè portandola verso riva.
La corrente del fiume però li aveva trascinati lontani dal punto in cui si trovavano e il ghiaccio si faceva sempre più spesso.

Una carovana di zingari abitata da 2 o 3 famiglie erano accampati vicino al fiume, un' anziana della carovana chiese a suo nipote di andare a prendere l'acqua, essendo leggero il ghiaccio lo avrebbe tenuto su meglio degli altri.
Il ragazzino (anche lui di 13 anni) stava camminado sulla riva congelata  fino alla parte più sottile dove avrebbe potuto andare a prendere l'acqua, quando, non molto lontano da dove si trovava, sentì uno strano rumore venire da sotto il ghiaccio.
Incuriosito cercò di avvicinarsi, ma a pochi metri dal punto da cui proveniva il rumore, la piastra si ruppe e ne spuntò un ragazzo della stessa età che portava sulle spalle qualcuno, il poveretto sconvolto a quello che aveva appena visto cadde all'indietro incapace di parlare.
Il ragazzo spuntato dal ghiaccio si guardò intorno, erano stati trasportati dalle parti dell'Est-end, la zona più malfamata della città, pensò: "fantastico. Ci mancava solo questa", con fatica riuscì a trascinarsi fuori dall'acqua gelata con la ragazza. Delicatamente la poggiò per terra, si avvicinò a lei per sentire se era ancora viva.
- Merda! Non respira!
Il nobile cominciò a farle la respiarazione artificiale osservato dallo zingaro ancora paralizzato dallo spavento.
Niente da fare la ragazza non accenava a riprendersi, in quel momento quando stava per perdere le speranze, lei si riprese tossendo acqua a fiotti, tenne gli occhi aperti per qualche istante per poi perdere conoscenza.
- Oh mio Dio state bene?
- Secondo Te?
Con sguardo minaccioso osservò lo spettatore della scena, dopo di che prese la ragazza in braccio dirgendosi verso la riva dove vide la carovana, seguito dal giovane zingaro.
- Quella è la mia carovana. Venite a scaldarvi e a mangiara qualcosa.
- Vuoi dire che c'è posto?
- Certo
In quel momento il nobile diede la ragazza allo zingaro
- Occupatene tu.
- Cosa?
- Uff... Ho detto, occupati di lei
- E tu dove vai?
- Questi non sono affari che ti riguardino.
- Non puoi!
- Perchè?
- Le hai salvato la vita!
- E allora?
- Quando si salva la vita a qualcuno, se ne diventa responsabili! Cosa le dirò quando si riprenderà
In quel momento quell'oscuro ragazzo interruppe il suo cammino, per poi girarsi con velocità impressionante lo prese per il colletto della camicia guardandolo con que suoi occhi sanguinari e quel sorriso malefico.
- Ti sembro il tipo che possa prendersi cura di qualcuno?
Il povero gitano si allontanò stringenddo a se la ragazza, mentre il misterioso ragazzo lo guardava con uno sguardo più freddo dell'acqua da cui era uscito.
- Dille che sei stato tu a salvarla. 
- Ma...
In quel momento lo zingaro venne bloccato da un coltello lanciato ai suoi piedi dal giovane.
- Non seguirmi, non cercarmi. Se lo farai non garantirò la tua incolumità ne quella sua.
Se ne andò in uno dei tanti vicolo bui della città, lo zingaro gli corse dietro... ma era scomparso nel nulla come un'ombra. Cominciò a sentire un tremore, abbassò lo sguardo preoccupato.
- Merda! E adesso? Cosa faccio?

Quando la ragazza si riprese si trovava a letto con accanto il giovane zingaro e la nonna. Quando cominciò a rielaborare le informazioni, beh....
- Ahhhh! Chi siete? Cosa volete?
La ragazza saltò giù dal letto impugnado una padella e agitandola mise a spalle al muro il povero ragazzo che era già la seconda volta che era minacciato di morte quella notte. 
Quella reazione fece morire dal ridere la nonna, invece il nipote che era con le spalle al muro, al contrario, non si divertiva per niente.
L'anziana cercò di calmarla
- Mia cara, non siamo qui per farti del male, al contario è stato mio nitpote che ti ha salvata trovandoti sulla riva.
- Suo... suo nipote?
- Esatto!
- Davvero? Dov'è? Vorrei ringraziarlo.
- è la persona che stai tenendo sotto tiro... o megli sotto padella hahahaha!!!!
- Oh chiedo scusa. Io....
In quel momento si accorse della padella e per l'imbarazzo la nascose dietro la schiena.
- Hahahaha!!! non preoccuparti...
In quel momento il ragazzino
- Sè! ... Non preoccuparti, tanto sono io che rischio di essere preso a padellate
- Zitto tu! Piuttosto dimmi cara, cosa ti è successo? Come hai fatto ad arrivare fin qui? Dov'è la tua famiglia?
In quel momento la ragazza prese coscienza di ciò che era accaduto, dell'incendio, della sua famiglia, di come per scappare è saltata nel fiume e trascinata in balia della corrente e.... improvvisamente le venne in mente quell'ombra dagli'occhi rossi che aveva visto mentre stava per annegare.
- Allora cara cosa ti è successo?
Dopo un momento di smarrimento cominciò a parlare.
- Ho perso la mia famiglia in un incendio. Per salvarmi ho dovuto buttarmi nel fiume.
- Oh mio Dio!.... E non hai nessun parente che possa prendersi cura di te?
La poveretta scosse il capo poi alzò lo sguardo in lacrime e disse:
- Sono sola adesso
L'anziana la strinse a se confortandola
- Non preoccuparti. Se vuoi puoi stare con noi
- Davvero? 
- Certo! Da oggi farai parte della famiglia.... Vieni qui tesoro.
La giovane delicatamente si sciolse dall'abbaraccio dell'anziana e la guardò con faccia confusa.
- Cosa c'è tesoro?
- Mi scusi. Ma ... Lei ha altri nipoti?
- No. Almeno che io sappia. Perchè?
- Quando ero sulla riva per un momento ho ripreso conoscenza e  mi è sembrato di vedere un altro ragazzo.
La vecchia confusa gli chese:
- Un altro ragazzo?
- Si. Ricordo poco però
Il nipote dell'anziana cominciò a sudare freddo. Non si era accorta che lei fosse sveglia cazzo. 
- Come era fatto?
- Aveva capelli un po' lunghi neri corvini e occhi rossi e il fisico piuttosto tonico.
L'anziana la guardò un po' stranita
- Hahaha! Da come lo descrivi non saprei se stai parlando di un dio o di un angelo. 
Il giovane sarcasticamente interruppe il discorso.
- O di un demone.
- Hahaha! Stai tranquilla probabilmente hai bevuto troppa acqua. Se fosse stato veramente così Al me lo avrebbe detto. Se ha veramente nuotao sotto il ghiaccio sarbbe stato con noi a scaldari. Non credi?
- Si ha ragione mi scusi.
- Non preoccuparti cara. Ma ora basta darsi del lei. Così mi fai sentire vecchia.
- Ma nonna tu sei vecchia.
Stonk!
- Zitto tu!
- Hahaha!
Era felice di aver trovato qualcuno che le volesse bene e di poter cominciare una nuova vita. 
Ma non si sarebbe mai dimenticata di chi era, ne dell'ombra dagli'occhi rossi che le ha tenduto la mano quando stava per morire, non lo avrebbe dimenticato, come non avrebbe dimenticato di essere una sopravissuta.... Una sopravissuta del casato Phantomhive.....
Alys Phantomhive.
 
 
Grazie a tutti per aver letto questo primo capitolo, spero vi sia piaciuto! 
Se avete voglia date un'occhiata alla mia fanfic originale!
Nel prossimo capitolo: Il circo rapitore di bambini e l'incontro indiretto dei 2 fratelli Angel's Phantomhive secondo capitolo a breve disponibile ! xD

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Capitolo 2
*** Il Circo e La Zingara ***


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Fine autonno del 1888 sono passati quasi 3 anni dalla tragedia. Il cane da guardia della regina ha l'incarico di trovare dei bambini scomparsi e le indagini hanno portato ad un circo arrivato da poco in città. 
Avevano appena finito lo spettacolo, il conte con il suo maggiordomo si stavano dirigendo verso casa
- Etchù!!...
- Tutto bene signorino?
- Per la miseria, cosa ti è saltato in mente di metterti a giocare con una tigre?
- Chiedo perdono. Io ho vissuto a lungo, ma i gatti sono così cappricciosi, le uniche creature il cui stsato d'animo mi risulta tuttora imperscrutabile...
- Farsi notare più del necessario non è cert...Etchì!!!! Lo sai che sono allergico ai gatti! Seguimi a distanza.
- Sissigniore!
Un po' sconsolato, (per la tigre) e un po' divertito, (per il suo signore), maggiordomo e Conte si diressero verso la casa di città per effettuare le ultime procedure.
- Signorino? è sicuro di volersi infiltrare nel circo.
- Come hai detto tu se ti lasciassi da solo dovresti agire secondo la tua volontà e il contratto prevede che tu non mi lasci mai da solo, quindi non ho scelta. Senza contare che...e...e...etchù!!!!
- UhUh!
- Non c'è ninete da ridere! Va a lavarti! SUBITO!
- Yes my Lord.
Il giorno seguente i 2 si presentarono all'alba davanti al circo, faceva un freddo polare, era umido e sporco, un posto che non si addiceva per niente alla vita di una persona di un certo livello sociale come il povero Conte. Al contrario, Sebastian era contento di quelle circostanze, non solo perchè avrebbe potuto rivedere la tigre, ma sopratutto era divertito nel vedere Ciel così irritato dalla situazione.
Finalmete arrivarono i veterani del circo, erano strani, ma quello che spiccava di più era Joker che al posto di una mano aveva un braccio meccanico schelettrico, fortunatamente era socevole quindi non avrebbero avuto problemi nell'inserirsi. Ne seguirono varie prove di abilità per Sebastina non ci furono problemi al contrario di Ciel che ne uscì tutto un livido, fortunatamente nessuno si accorse dei trucchi organizzati dai 2 e vennero presi entrambi. 
Con grande sorpresa Ciel e Sebastian ritrovarono un vecchio amico, anzi nemico; William, uno shinigami che avevano incontrato nel caso di Jack lo Squartatore e che ce l'aveva a morte con i diavoli, questo basta come indizio per far capire la reazione di William alla vista di Sebastian.
- Beeene ragazzi! voglio presentarvi i novellini. Ecco a voi, Black e .... Smile!
Il povero conte, sentendo quel soprannome si irrigidì e pensava: "ma che cazzo di soprannome è? Spero stia scherzando!" Intanto Joker riprese l'attenzione di tutti.
- Allora, adesso vi assegneremo a delle tende. Smile ecco con chi dividerai la tua tenda. Mentre Black sarà nella tenda 9.
- Non sono  in tenda con seb...ehm, Black!
- Hahaha! Smile, stai sempre appiccicato a Black. è ora che diventi indipendente!
- N...non è questo che intendevo. Io vorei stre insieme a Bla...
- Qundi avrà comunque un inquilino....Suit
In quel momento il conte pensò: "Merda! Adesso come faremo a muoverci?!"
A quell'informazione si percepì un'aria pesantissima tra i coinquilini della tenda 9, al contrario il coinquilino di Ciel era al settimo cielo. 
Siut e Sebastian si guardarono in faccia con lo sguardo omicida
- Non poteva andare peggio.
- Vi restituisco la frase tale e quale
Mentre Smile e il suo compagno al contrario sembravano andare d'accordo
- Picere di conoscerti.
- S...Si.
Il coninquilino si presentava con una faccia allegra dagli occhi verdi e i capelli rossi, questi li portava corti con un ciuffo che copriva l'occhio sinistro, era poco più alto di Ciel.

Erano passati alcuni giorni e come ogni mattina....
- Svegliati.... Smile....
La voce era come un eco in lontananza che si avvicinava sempre di più
- Mmh, Sebastian...
- SMILE!
- Ah!..
- Ma che dici!
In quel momento, si rese conto della situazione.
- A...ah! S...scusa.
- Muoviti! Lo sai che novellini devono alzarsi prima per preparare la colazione.
- S..si.
Mentre il "lentigginoso" (come lo chiamava Ciel) era già fuori, lui con tutta calma era ancora occupato col vestirsi.
- Allora? Ti muovi?
- Arrivo!
Appena uscito gli venne consegnato un enorme cesto di patate da pelare, alla vista di Sebastian ne uscì un sorriso nel vedere come il suo signore era ridotto, si stava dirigendo verso di lui quando venne chiamato da Joker, che dovette sviare le sue intenzoni. Intanto Ciel stava brontolando a bassa voce cercando di sopportare tutta quella frustrazione, quando notò 2 persone con dei lughi mantelli neri e cappuccio che non aveva mai visto prima, in quel momento in lui scattò un campanello d'allarme. Finita la colazione e gli allenamenti si diressereo verso le tende
- Ehi! Smile che ne dici di farci una doccia?
- Una doccia?
- Si, di notte fa troppo freddo, quindi è meglio farla di giorno.
Ciel si sentì sollevato nel sentire quella parola, ma con sua grande delusione quando arrivarono, vide che la doccia era in uno spazio aperto e le doccie non erano altro che i secchi.
- Stai scherzando? Non sarà mica acqua fredda?
- Certo che lo è! Cosa credevi? Dai che ti lavo la schiena.
A quella proposta il conte rifiutò categoricamente, ma il lentigginoso non demordeva e così finirono per lavarsi tutti e due. Quando il ragazzo alzò la camicia si accorse del segno marchiato a fuoco sulla sua pelle, in quel momento il ragazzino scappò coprendosi il marchio.

Arrabbiato e infreddolito Ciel andò a nascondersi dietro uno dei carri per non farsi trovare e riprendere fiato. Fu in quel momento che si trovò davanti uno dei 2 incappucciati che aveva visto prima, quando vide che sotto il matello c'era un pugnale. Il primo pensiero che gli passò per la testa fu "Merda sono da solo e lontano dal circo, cosa faccio ora?!"
L'incappucciato allungò una mano verso di lui e Ciel chiuse gli occhi dicendo "sono spacciato", Ma... Sentì qualcosa di caldo sulle spalle e quando riaprì gli occhi...
- Cielo! Cosa ti è succeso?
Una ragazza bellissima dai lunghi capelli neri e occhi blu gli si parò davanti.
- Eh?
- Santo cielo. Sei fradicio! Vieni, andiamo ad asciugarci.
La misteriosa ragazza prese Ciel per mano e lo portò nella tenda del dottore che al momento era vuota, facendolo accomodare sul letto. Il ragazzo la osservava incuriosito mentre lei era imperterrita a cercare una coperta e degli asciugamani puliti.
- Ahh... trovati! Adesso spogliati, altrimenti ti prenderai un malanno
Il conte stranamente si sentiva a suo agio con quella ragazza, ma quando gli disse di spogliarsi impallidì, lei quando lo guardò si accorse del suo disagio e così
- Ascolta, se ti imbarazza aspetterò che tu abbia finito, ok?
Ne fu subito sollevato, così, quando ebbe terminato lei rientrò cominciando ad asciugargli dolcemente i capelli e il viso.
- Come va? Ti faccio male?
- No. Sto bene.
- Meno male. Avevo paura che ti fossi preso qualcosa.
Era da tanto che Ciel non si sentiva così rilassato, tanto che desiderava che quel momento non finisse mai, stava quasi per addormentarsi quando improvvisamente entrò l'altro incappucciato.
- Che sta succedendo qui?
L'altro incappuciato piuttosto arrabbiato irrupe nella tenda, La ragazza si alzò in piedi mettendosi davanti a Ciel.
- Non è successo niente.
- E allora quello come me lo spighi? Se ti succedesse qualcosa la nonna mi ucciderebbe.
- Muhp! è solo un bambino. Non penserai che adesso anche un bambino può essere una minaccia vero?
Sfortunatamente per lo zingaro non sarbbe stata la prima volta che incontrava un "killer-kid", questi lo guardò. 
- Bhe! Di sicuro non è un assassino, sembra uno stuzzicadenti.
A qull'affermazione il conte si infastidì non poco direi.
- Non capisco questa tua paura che mi succeda qualcosa e poi la tua fidanzate è Rita. Io cosa centro?
Il ragazzo non era altri che Al, lo zingaro che le ha "salvato la vita". Nel corso del tempo, al cotrario di lei, sapeva perfettamente quello che era successo e non aveva dimenticato. Sfortunatamente per lui doveva mantenere la promessa fatta al vero salvatore della ragazza non si sa per quale motivo ma per sottinteso gli fece promettere che si sarbbe preso cura di lei e l'idea di rincontrarlo gli faceva gelare il sangue.
- Ahh... fa come vuoi. Io ti aspetto fuori.
- Ok! Scusalo. è un po' iper protettivo.
- Fà niente. Piuttosto quello che mi preoccupa è il pugnale.
- Mh? Ah...! Non preoccuparti è stato lui a regalamelo, in caso qualcuno volesse farmi del male. Ho trovato dei vestiti puliti della tua taglia. Ti aiuto a rivestirti.
A quella risposta il conte si sollevò
- No, grazie
La ragazza ritirò la tenda in modo che non si vedesse, però quando questi ne usci, lei non riuscì a trattnere le risate.
- Hahaha!!!
- Non c'è ninete da ridere.
- Hai ragione! Ti chedo scusa. Vieni ti aiuto a sistemarti.
- Grazie.
Ciel si stava legando la benda, quando decise di aiutarlo lo fermò, stava facendo un nodo terribile, fu in quel momento che rientrò lo zingaro.
- Joker ci vuole vedere. Quanto ti manca? 
- Ho quasi finito.
Al stava per andarsene quando entrò Sebastian, quegli occhi rossi la somiglianza era tale che il poveretto tirò fuori un urlo che mise in allarme tutto il circo. A qull'urlo Joker entrò nella tenda incampando sul bordo del tappeto d'entrata rischiando di cadere.
- Chi ha urlato come una ragazzina terrorizzata?.....Mh?... Oh mio Dio!
Quello che gli si parò davanti non era un bello spettacolo, il poveretto era svenuto con la bava alla bocca, in quel momento Joker era leggermente shifato
- Oh... che pessimo spettacolo. Però adesso chi rimpiazza il rimpiazzo?
La compagna dello sventurato in quel momento si rivolse all'uomo rassicurandolo
- Non si preoccupi, per stasera starà bene.
- Come faccio a non preoccuparmi? è praticamente andato, si può sapere chi è stato?
In quel momento Sebastian...
- Credo di essere stato io.
- Cooosaaa??? Che diavolo gli hai fatto per ridurlo così?
- Non lo so. Mi ha solo guardato in faccia.
Fu in quel momento che la zingara vide gli occhi di Black, improvvisamente gli tornò alla mente la notte in cui vide l'ombra del fiume che l'aveva afferrata in acqua. Non poteva essere, era sicura che non fosse un uomo adulto, tutti gli dicevano che se lo era immaginato, nessuno al mondo aveva gli occhi rossi come il sangue, ma l'aspetto di qull'uomo smentiva tutto. Al contrario, Sebastian qundo alzò lo sguardo verso il suo signore e la ragazza vide che c'era una somiglianza incredibile tra quei 2. Joker notando la strana airia che aleggiava e disse:
- Adesso basta! Tutti ai propri posti non c'e niente da vedere. A proposito appena si riprende portalo nella mia tenda, maderò qualcuno a trasportarlo.
- Ok grazie.
La ragazza stava per andarsene quando in quel momento Ciel la fermò afferrandole la manica, quel gesto stupì molto sia la ragazza che il maggiordomo. Ciel non si rese conto di quello che stava facendo.
- Ah... s..scusa i-io ehm... ah si! Volevo ridarti il mantello, fuori fa freddo.
Lei gli rivolse un dolce sorriso:
- Tienilo tu, ne hai più bisogno di me. Ora vado. Ci vediamo.
Il conte dopo qualche istante di smarrimento si riprese a causa dell'entrata tempestiva del lentigginoso.
- Smile! mi dispiace! non volevo....
Anche se il suo coinquilino gli parlava lui era su un altro pianeta. E non solo lui Sebastian era turbato non sola dalla somiglianza, ma anche dallo sguardo che gli era stato rivolto da quell'umana, che l'avesse scoperto? 
- Non so neanche il suo nome.

Era tardo pomeriggio e Joker stava dando le ultime istruzioni ai nuovi arrivati
- Bene! Ora passiamo alle presentazioni. Dopo il casino che è successo ieri è dovuto. Allora per quelli nuovi, loro sono degli zingari, il ragazzo si chiama Al, mentre lei si chiama Safira. Sono qui per aiutarci nella sostituzione dei trapezzisti. Ci sono domande?
Uno dello staff alzò la mano.
- Dove dorme Safira?
- Starà tra le tende dei veterani così nessuno di voi andrà a curiosare.
Alcuni membri sbuffarono per la delusione, in molti conoscevano la nuova arrivata, ma nessuno sapeva da dove provenisse.
Da quando era arrivata conte e maggiordomo non sentirono altro che parlare di lei e della sua carovana, questo stuzzicò molto la curiosità dei 2 nuovi arriavti. 
In quel momento arrivò Joker che chiese a Ciel di portare degli attrezzi nel tendone principale. Qunado entrò sentì una voce provenire dall'alto e con sua grande sorpresa la vide.... Safira volteggiava nell'aria come un angelo, non poteva credere ai suoi occhi, Joker si accorse che il piccoletto si era incantato
- è brava vero?
- Altro che.... ehm... scusa mi sono distratto un attimo.
- Non preoccuparti anche io la prima volta sono rimasto a bocca aperta.
- Davvero? Ma in cosa consiste il suo numero?
- Grazie ad Al farà il primo numero di trapezismo.
- Primo numero?
- Vedi quelle lunghe stoffe?
- Farà una danza rimanendo sospesa grazie all'intreccio delle stoffe su di se senza rete.
- Cosa?
- Devi sapere che questo numero lo ha fatto la prima volta più di 1 anno e mezzo fa, ha conquistato tutti, anche gli aristocratici e...  devo ammettere che ha conquistato anche me.
- Che cos'ha fatto?! Ha conquistare la nobiltà?!
Era impossibile, la nobiltà non ha mai visto di buon occhio l'arte circense, se non per i bambini. In quel momento Joker fece un sorriso.
- Ha cantato, una canzone che ha conquistato il cuore di tutti, abbinandola alla danza. Tra l'altro è una persona splendida, non si dà arie e se sei nei guai lei è sempre la prima che accorre in tuo aiuto.
Le parole di Joker lo fecero riflettere.

Giunse l'ora del pranzo e Ciel....
- Accidenti... non sono riuscito a prendere nulla neanche stavolta. Uff...
Era proprio giù quando dal cielo arrivò nel piatto un po' di riso con un pezzo di pane. 
- Cosa!?
Il conte alzò la testa verso il cielo e vi incrociò il volto di Safira sorridente
- Uhuh! Ho notato che non hai preso ninente. Hai bisogni di mangiare se vuoi diventare grande.
- Ha... ha...ha.... Grazie, ma non ce n'era bisogno.
Il poveretto era imbarazzato (e da quel "grande", infastidito), Perchè una ragazza con le sue abilità invece di pensare a se stessa stava li a perdere tempo con lui.
Intanto dall'altra parte della mensa Sebastian osservava da lontano i 2 ragazzi
- Ho visto un po' del tuo numero. Mi è piaciuto.
- Davvero?! Ne sono felice. Domani ci sarà lo spettacolo, non vedo l'ora di vedere il tuo numero Smile!
- Io non mi aspetterei granchè.
- Secondo me andrai benissimo.
 Dopo pranzo, Safira nonostante cercasse di fare il suo lavoro s'imbatteva sempre su Smile che era in difficoltà, così era costretta a interrompere sempre il suo lavoro per aiutare lui.
Sebastian a suo malgrado, doveva lavorare con Suit (lo shinigami William), ma nonostante tutto non abbassava mai la guardia, come del resto Al che teneva sotto stretta sorveglianza Black per paura che fosse il ragazzo venuto a perseguitarlo (anche se l'età non era quella giusta il sospetto c'era sempre).

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Capitolo 3
*** Luci Della Notte ***


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Passarono un paio di giorni, purtroppo il maltempo non dava tregua, così Joker all'ultimo dovette rifare il programma dello spettacolo, inserendo quello di Safira.
I membri del circo passavano gran parte della giornata ad esercitarsi nel tendone principale o in tenda, Ciel non sopportava più quella situazione, non tanto per l'ambiente ma per il fatto che doveva passare 24 ore su 24 con il Lentigginoso con cui divideva la tenda, (anche se ormai aveva scoperto che era una femmina).
La notte giunse presto, come sempre in quel periodo e si stavano spegnendo le luci quando Ciel in preda a una crisi di nervi decise di uscire a prendere un po' d'aria, anche se era scattato il coprifuoco. Passeggiando sotto la pioggia non riuscì a trattenersi nel lasciarsi andare un urlo di frustrazione e cominciò a parlare da solo
- Ahhh! Non ne posso più! Senza contare che quella tipa non mi lascia un attimo di tregua.
Stava camminando quando si accorse che era finito tra le tende dei veterani e uno di questi stava facendo la ronda, "Cavoli" sarebbe successo un casino, con questa sarebbe stata la seconda volta che lo beccavano doveva nascondersi e subito.
L'addetto alla ronda si era accorto che c'era qualcuno che aveva violato il coprifuoco e lo stava cercando, non poteva chiamare Sebastian, Suit lo avrebbe fermato e le cose sarebbero potute degenerare, doveva per forza cavarsela da solo, così decise di imbucarsi in una tenda a caso, almeno finchè l'uomo non se ne sarebbe andata.
Vedendo la luce avvicinarsi, Ciel indietreggiò il più silenziosamente possibile, quando vide che se n'era andato tirò un sospiro di sollievo, ma era troppo presto per abbassare la guardia.
La tenda era divisa in due da un telo e sentì che c'era qualcuno dall'altra parte, non si accorse che dietro di lui c'era uno sgabellino e vi ci inciampò sopra, cadendo all'indietro staccò il divisorio.
- Ahg....
Si era coperto con il telo e non riusciva a liberarsi, quando sentì che qualcuno lo stava spostando, "Oh no! Mi hanno scoperto, è la fine!" 
- Cosa ci fai tu qui?
Era Safira la riconobbe subito dai suoi occhi blu, per lui questo fu un sollievo ma il problema era... cosa si inventava adesso?
- Ecco .... io
- Smile! Tu hai proprio voglia di ammalarti! Guardati sei tutto bagnato
- Mi dispiace
- Uf... Sei incorreggibile!
In quel momento il povero Conte venne aggredito da un grande asciugamano in cui si avvolse con molto piacere, ma Safira non era molto contenta di quanto accaduto. Dopo aver messo i vestiti a sgocciolare ed essersi cambiato, lei cominciò a domandargli cosa fosse successo (L'unico vestito asciutto che la zingara aveva, era una camicia di Al che aveva lavato quel giorno)
- Adesso mi spieghi cosa facevi fuori a quest'ora.
- Ehm.... io ..stavo cercando, cioè, no! Volevo dire che....
- Niente bugie
- Va bene. Il lentigginoso/a mi si è avvinghiato come una sanguisuga, dice che ha paura dei fulmini e quando gli ho confessato che neanche a me piacciono mi si è incollato addosso!
- Il Lentigginoso?
- No, volevo dire Doll
- Hahah! Capisco. Forse tu non lo sai, ma anch'io ho condiviso la mia tenda con Doll 
- Davvero?!
- Si. E ti comprendo perfettamente, non è che sia fastidiosa, ma è proprio il modo in cui ti sta addosso che non ti fa dormire
- Già, senza contare che se ti sposti nell'altro letto lei ti segue (tra l'altro credo soffra di sonnabulismo)
- Uhuh! Hai ragione, senti, se vuoi puoi dormire qui.
- Cosa?!?
Il quel momento il pallido Conte prese un colore vicino al rosso, cominciando a balbettare.
- M-ma..a t-tu s...sei un-a rag..az-za
- E allora? Anche Doll è una ragazza, ma avete dormito insieme lo stesso, no?
- Si, ma è diverso con te!
- Perchè?
- Bhè.... tu hai più....
- Mh? Ahh.... è questo che ti preoccupa? Basta che fai finta che io sia tua sorella, no?
In quel momento a Ciel venne preso da un'ondata di nostalgia che lo riportò indietro, negli anni in cui era felice insieme a sua sorella che ora giaceva tra le tombe dei suoi genitori.
In quel momento la ragazza gli si avvicinò
- Tutto bene?
- Eh? Ah, si.
La guardò ripensando a sua sorella, in quel momento gli venne in mente un ricordo, anche lei portava delle camice da notte cinte sotto il seno, solo che Safira le portava molto scollate e questo lo imbarazzava.
- Allora?
- Si, forse è meglio che io dorma qui.
- Ma dove vai?
In quel momento si alzò, prese e si sedette sullo sgabello sul quale era inciampato
- Dormo
- Sullo sgabello?
- Si...
- Non essere ridicolo! Il letto e grande ci stiamo, dai vieni, non vorrei che ti prendessi un malanno, e poi cosi staremo più al caldo, sembra che sta notte ci sarà da battere i denti.
Il povero Conte ormai rassegnato e allo stesso tempo imbarazzato si infilò sotto le coperte, quando appoggiò la testa e si girò non si accorse che il viso della ragazza era vicinissimo, riusciva a sentire il suo profumo e.... i suoi occhi blu.... notò ogni piccolo particolare, aveva le ciglia lunghe e la forma dell'occhio era allungata, i suoi lunghi capelli neri e lisci con la luce dei fulmini, rivelava tutte le sfumature bluastre. 
Per paura che lei lo vedesse arrossire si voltò dall'altra parte, Ciel aveva il respiro accellerato in qul momento era estremamente imbarazzato, cosa avrebbe detto Elizabeth se lo avesse visto così? La ragazza si accorse che stava tremando, così lo abbaracciò dolcemente per calmarlo.
In quel momento un tuono fortissimo li spaventò.
- Vuoi che ti canti qualcosa? Così sentirai meno i tuoni.
- Si 
Quando la zingara cominciò a cantare, in quell'istante Ciel smise di provare quella paura, risentì la stessa sensazione di quando si sono incontrati, anche se a causa della pioggia che cadeva sulla tenda non sentiva le parole precise della canzone, era più sereno e rilassato. La sua voce riecheggiva nel suo cuore, ma più passava il tempo, più era lontana, fino ad abbandonarsi al sonno più profondo.

Il mattino seguente c'era il sole, ma nonostante questo faceva un freddo cane.
Ciel era sotto le coperte con Safira e....
- Che piacevole tepore, com'è caldo e morbido.......Morbido?
Quando riaprì gli occhi trovò la faccia tra 2 cose enormi e rosa, durante il sonno si era involontariamente spostato fino ad infilarsi la faccia in mezzo al seno di Safira
- Ahhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Saltò giù dal letto completamente rosso con le spalle contro la tenda, intanto lei era ancora mezza addormentata
- Mh? che succede? Perchè hai urlato?
Nessuna risposata da parte del ragazzino che era in piedi completamente pietrificato, in compenso si sentì arrivare qualcuno in lontananza, a quei rumori lei si svegliò subito
- Oh merda! Stanno arrivando nasconditi!
- E dove?
- Dentro il baule, presto!
Appena in tempo. Si fiondarono Al, Joker e altri membri dello staff preoccupati (fortunatamente lei era una brava bugiarda, anche se odiava mentire).
- Ma come vi permettete di irrompere nelle mia tenda!?
- Ah!.... Scusaci? è che abbiamo sentito un urlo provenire da qui
- Non è nulla. Uno dei serpenti di Snake è entrato all'improvviso e mi ha spaventata. Tutto qui
In quel momento Joker con lo sguardo omicida si rivolse al così detto colpevole
- Snake? Quante volte te lo devo dire di tenere i tuoi serpenti rinchiusi?
- Mi dispiace
- Avanti Joker, tranquillo, in fin dei conti non è successo niente di grave, non occorre sgridarlo
- Mpf! E va bene. Su, andiamocene.
Dopo che Sfira si assicurò che fossero abbastanza lontano da non sentirli bussò al baule, fu allora che il Conte uscì dal baule anche se in un modo ridicolo.
- Ahahahahah
- Che c'è?
- Niente è solo che hai un mio reggiseno in testa, sembrano delle orecchie.
- Cosa? Ah...
In quel momento lei gli tappo la bocca
- Shhh! Vuoi farti scoprire?
Lui scosse la testa, non voleva correre di nuovo quel rischio. In quel momento quei due cominciarono a vestirsi ma come al solito Ciel aveva bisogno di "assistenza", dopo che ebbero finito, lui rientrò nella tenda prima che il Lentigginoso si svegliasse, mentre lei andò a preparare la colazione.

Quella sera ci sarebbe stato lo spettacolo e tutto era in fermento, l'ora arrivò presto e il circo fece il pienone.
Alla cassa c'era parecchia confusione, i bambini correvano, le mamme cercavano di tenerli calmi, per l'addetto alla cassa era un inferno e nella confusione gli cadde il timbro per i biglietti.
- Accidenti! Dov'è finito?
Il pover'uomo si chinò a cercare il timbro come un segugio sulle tracce della preda, ma si fermò davanti ai dei piedi calzati da un paio di scarpe nere, erano talmente lucide che ci si poteva specchiare
- Le è caduto questo.
- Ahh la ringrazio, non avrei saputo come fare senza.....
Quando alzò lo sguardo L'uomo vide un giovane ragazzo completamente vestito di nero con un lungo mantello, la sua figura era nobile e oscura, e i suoi occhi sembravano marchiati di fuoco e sangue......
- Oh Cielo! Mi scusi my lord
- Questo è il mio biglietto. Potresti timbrarmelo?
- Oh certo, certo... grazie per essere venuto e le auguro buon divertimento.....
Il nobile sembrava che stesse camminando su una strada lastricata di oscurità, senza fregarsene di tutti quelli che lo osservavano con ammirazione, con portamento molto elegante ma latrettanto inquietantesi diresse verso l'entrata del tendone, tanto che le ragazze erano rimaste imbambolate vedendolo.

Intanto dietro le quinte...
- Accidenti! C'è un casino di gente, non voglio fare la figura dell'imbecille davanti alla nobiltà
- Su signorino, dopotutto lei è qui per lavoro, poi col trucco non dovrebbe farsi riconoscere.
In quel momento arrivò Safira, mentre Sebastian ne aprofittò per andarsene
- Ohh....guarda quanta gente! Farai un figurone Smile!
- No... non credo proprio.....sono terrorizzato
- Ma dai, sei così carino
- Non centra! Io....sono un'imbranato
- Haha, tranquillo, sai anche io la prima volta ero nervosa, ma poi mi sono ricordata cosa diceva sempre mio padre...
- Cosa ti diceva?
- Diceva che era normale avere paura, ma questa non deve bloccarti, esiste proprio per far nascere il coraggio
- "Chi teme la paura, ha già perso"
- Si, esatto.... sai, parli proprio come lui....
In quel momento cominciò il rullo di tamburi seguito dalla presentazione di Joker
- Signore e Signori ho l'onore di presentarvi i membri del nostro circo.....con una stella d'eccezione..... ecco a voi, Safira!
Scoppiò un'enorme applauso lei era accompagnata da Al e Smile, preceduti da Bleck e Suit.
Joker stava presentando i nuovi arrivati, seguiti da Safira che è stata assente per diverso tempo, la folla era in delirio e c'era anche la nobiltà tra gli spettatori, per i membri del circo era normale, ma non per Ciel, ad un certo punto Safira gli si avvicinò sussurrandogli una frase di incoraggiamento all'orecchio, questi si riprese cominciando il suo numero insieme a Dagger.
Nonostante la paura il giovane Conte fece un figurone, non solo, alcune bambine della stessa età gli lanciarono dei fiori, questo gesto lo riempì di orgoglio. Per quanto riguarda Sebastian e William non si può certo dire che sia andata bene, nonostante tutto se la sono cavata in un modo o nell'altro, ricevendo un fragoroso apprezzamento, sopratutto da parte delle donne.
Lo spettacolo procedette senza troppi problemi e giunse il numero di Safira, quello per cui la maggior parte delle persone era venuta ad assistere. Si cominciò col numero del trapezio offrendo agli spettatori diverse evoluzioni che li fecero stare a bocca aperta, quando giunse l'ultima acrobazia invece di aggrapparsi al trapezio afferrò due lunghe stoffe rosse intrecciandole su di se, in quel momento il numero accompagnato da un pianoforte cominciò con una melodia bellissima su cui la ragazza cantava, ma questa anche se bella, era piena di tristezza.
Dopo che iniziò a cantare, nel tendone calò un silenzio surreale alcuni si misero persino a piangere ascoltando le parole della canzone.
In quel momento Ciel che stava dietro le quinte si paralizzò, non poteva essere quella canzone.....era la stessa che sua sorella gli cantava quando era piccolo prima di andare a dormire e la prova è che nel testo parlava del suo fratellino e comparve il nome ...Ciel.
- Signorino? Cosa le succede?
- Quella..... 
- Quella?
- Credo, che sia mia sorella. 
- Cosa? Lei non mi ha mai detto che aveva una sorella!
- Questa canzone la conoscevamo solo io e lei, nemmeno mia madre la sapeva.
- Com'è possibile? Lei non mi ha mai detto nulla!
- Non pensavo fosse un'informazione rilevante per un demone.
Si rivolse al maggiordomo in tono sarcastico e incredulo allo stesso tempo
- E adesso cosa intende fa...
In quel momento Sebastian percepì qualcosa di oscuro che lo fece scattare.
- Cosa ti prende?
- C'è un demone tra la folla.
- Cosa? Dove?
- Non lo so. Io... Io non riesco a vederlo.
- Tu non riesci... cosa?
Sebastian era seriamente agitato, com'era possibile che un demone non si riuscisse a riconoscere un suo simile? In quel momento gli si avvicinò William
- Tu, bestia nociva, hai intenzione di fare una festa con i tuoi amichetti?
Rivolgendosi in modo minaccioso al maggiordomo, ma lo shinigami si accorse che c'era qualcosa che non andava, bastava vedere lo sguardo del demone per capirlo, così fece una cosa che non pensava che avrebbe mai fatto in tutta la sua carriera, si sarebbe messo a parlare con lui
- Allora cosa succede?
in quel momento Sebastian lo ignorò completamente, così Ciel cominciò a parlare
- Come hai detto tu c'è un altro demone tra la folla ma.....
- ....ma?
- Non capiamo il perchè lui non riesce a vederlo, tu ci riesci?
- Fammi dare un'occhiata
Lo shinigami cominciò a scrutare ogni singola persona, ma anch'egli fu sconvolto nel vedere, o meglio nel non vedere nessun demone, come poteva essere? Loro non hanno anima, ma era innegabile che lì c'era il potere di un demone e il più potente che lui avesse mai sentito in tutta la sua carriera.
- Allora l'avete trovato?
In quel momento William si allontanò dalla fessura della tenda con gli occhi sgranati
- No, ma so una cosa....
- Cosa?
In quel momento Sebastian finì la frase del compagno
- Questo demone non ha contraente, ma..... riesce a muoversi come vuole sulla terra, anche senz'esso e poi.....
- E poi?
- Possiede un potere spaventoso

Intanto lo spettacolo andava avanti, le persone erano incantate, ma qualcuno osservava in silenzio in un angolo buio del tendone.
In quel momento Safira ebbe un brivido e guardando verso il pubblico e li vide.... due occhi rossi come il sangue, gli stessi occhi di quella notte, in quel momento lei avrebbe voluto correre, per accertarsi che non fosse un sogno, che lui fosse lì, ma aveva paura che se lo avesse fatto sarebbe potuto sparire, come in tutti i suoi sogni.
Lui la osservava, dai suoi occhi non trapelava nulla, ne uno sguardo, ne un'emozione, era lì a osservare senza distogliere lo sguardo da lei, seguiva ogni singolo movimento, ascoltava ogni singola parola, scrutava nei suoi occhi, ogni più piccola emozione del suo cuore, ma nulla di lui dava l'impressione di essere....umano
Il numero stava per finire e piano, piano stava scendendo lasciandosi accarezzare dalle stoffe che le avvolgevano il corpo, quando finalmente toccò il suolo il suo sguardo si alzò per cercarlo... credeva che fosse uno dei suoi soliti sogni ma non era così lui era ancora lì.
Era il momento del saluto finale ma il ragazzo era sparito, dal pubblico piovevano fiori e le non riusciva a vedere chiaramente quando d'un tratto una rosa rossa con le venature del petalo nere no le cadde tra le mani, allora non era un sogno, quando alzò lo sguardo i loro occhi si incrociarono, fù un'istante prima che lui si voltasse con quel suo mantello nero sparire nell'ombra.
- Aspetta! 
Non fece in tempo a fare un passo che gli si parò davanti un'agente di polizia.
- Safira la zingara?
- Si.. sono io... mi scusi io devo andare da ....
- Lei è in arresto.
- Cosa?
- C'è stato ordinato di portarla alla centrale.
- Ma... cos'ho fatto?
- è quello che stiamo cercando di scoprire, ma per il momento lei deve venire con noi.
Le misero subito le manette, Joker, scioccato da quell'irruzione cercava di capire cosa stesse succedendo, la polizia gli spiegò che la ragazza era in arresto, ma quando chiese il motivo, loro dissero che era accusata del rapimento dei bambini che negli ultimi tempi erano scomparsi.
Il pubblico non reagì per niente bene all'accusa e cominciarono a inveire contro i poliziotti, ma quando questi spiegarono che così facendo avrebbero solo peggiorato la situazione della ragazza, allora le acque si calmarono, ma non per tutti.
Ciel era furioso, voleva andare dal commissario e dirgliene quattro, ma non poteva, se l'avesse fatto tutta la fatica di quei giorni sarebbe stata vana, fortunatamente Sebastian riuscì a far ragionare il suo padrone, se Safira era innocente, bastava che lui trovasse i veri colpevoli.
- Allora Sebastian mettiamoci al lavoro! Trova qualsiasi cosa che possa individuare i colpevoli! è un ordine!
- Yes, my Lord!
- Se Safira è chi penso io, non posso lasciarla in mezzo a questo casino, non permetterò a nessuno di riportarmi via mia sorella
Quella sera si misero a cercare indizi che potevano portare ai bambini, avevano trovato diverse informazioni, come i ritagli di giornale che parlavano della famiglia Phantomhive, lo stemma del barone Kelvin mentre  Sebastian con dei mezzi piuttosto ortodossi ruscì a farsi dire da Beast tutto quello che sapeva e le sue parole erano la prova definitiva.
- Come sei riuscito a farti dire tutto?
- Non è stato difficile
Il maggiordomo insieme al suo padrone, si avviò lasciando alle spalle il circo e la tenda di Best che giaceva sul letto in uno stato catatonico, coperta dal seme di quel demone che gli scivolava lungo le gambe, fino ai piedi, completamente spoglia, anche di quei pochi vestiti che usava di solito.
- Andiamo a presentare il conto al barone Kelvin, poi andremo a liberare mia sorella, ora che so che è viva, non permetterò a nessuno di portarmela via

Mentre Ciel e Sebastian erano diretti dal barone, Safira.....
- Questa è la tua nuova cella bellezza....lo sai che sei uno schianto? Forse potremmo divertirci insieme che ne dici?
In quel momento da Sfira arrivò uno schiaffo che risuonò per tutta la prigione
- Non provare a toccarmi, brutto porco schifoso!
- Allora anche tu hai le spine, mia bella rosa blu
Gli occhi di Safira trapelavano di disgusto nei confronti di quell'uomo, ma a lui non importava nulla
- Dai non fare la preziosa, scommetto che sei stata scopata da un casino di uomini, se no, in che altro modo avresti potuto sopravvivere se non vendendo il tuo corpo
- Io non sono come te..... 
In quel momento arrivò l'ispettore Abelline
- Cosa credi di fare?
- Oh ispettore... la stavo trasferendo in cella....
- In una piena di uomini?
- Ecco, io.....
In quel momento l'ispettore interruppe quella che sembrava essere una giustificazione
- Ho l'ordine di trasferirla nella cella 12
- L'ordine di chi?
- Questi non sono affari tuoi! Vedi di non avvicinarti mai più a questa ragazza. Sono stato chiaro?
- Sissignore!
E con una smorfia da cane rabbiosa se ne andò 
- Tutto bene?
- Si, grazie 
- Non ti preoccupare, ho l'ordine di prendermi cura di te fino a nuovo ordine
- Posso sapere perchè sono stata portata qui? 
- Bhè, mi sembrava di avertelo già detto....
In quell'istante l'ispettore gli mise uno scialle sulle spalle, portandola via da quel posto per accompagnarla nella cella che gli era stata assegnata
- è la cella più comoda che abbiamo, so che è difficile da credere, ma...
- Grazie!
- Bene! Allora.. io vado
Nonostante tutto quello che era accaduto lei non riusciva a dimenticare quel ragazzo e poi.... adesso c'era anche suo fratello. Cosa avrebbe fatto ora che l'aveva scoperta?

- Allora ispettore? Come sta la prigioniera?
- Commissario non capisco? Lei è l'unica che non centra nulla con il caso, allora pechè l'abbiamo arrestata?
- Questo non dovresti chiederlo a me 
- Cosa vuol dire?
- Voglio dire che ho solo eseguito un ordine, lo stesso che devi eseguire anche tu.
L'Ispettore ancora non comprendeva tale atto, come poteva essere? Era lui la massima autorità di polizia. Chi altri poteva dare ordini al commissario dell'intero distretto?
- Ispettore? Ti consiglio di non andare oltre con le ricerche se ci tieni alla tua vita.
Sul commissario si tinse una faccia cupa che fece preoccupare il giovane poliziotto, che cosa intendeva dire?

Il mattino seguente i membri del circo dopo aver scoperto il tradimento di Smile e Black si erano diretti alla villa di Ciel con l'intento di fargliela pagare, ma furono loro ad essere eliminati dalla servitù del casato Phantomhive, mentre il giovane Conte si stava dirigendo dal barone Kelvin per "salvare" i bambini rapiti.
Mentre alla villa del barone si stava scatenando l'inferno, al commissariato di Londra avvenne un fatto inaspettato
- Safira!?
La ragazza ancora mezza addormentata si destò cercando di capire chi era
- Ispettore? Buon giorno..... cosa succede?
- Sei stata liberata
- Cosa?
- Sei contenta vero? 
- Si! Avete trovato i veri colpevoli?
- Ehm... a dire la verità, no.
- Cosa? Allora....perchè?
- Un misterioso nobiluomo ha pagato un'enorme somma per la tua scarcerazione
- Chi era?
- Non lo so. Quello che posso dirti è che c'era una lettera che diceva, che i soldi erano per la tua liberazione con allegata una rosa rossa con le venature dei petali nere, non ne ho mai viste di così
Fu in quel momento che lei capì......
- Com'era fatto? Adesso lui dov'è? 
- Ecco... era un ragazzo sui 16 anni, ma non so altro e poi se n'è andato da circa mezz'ora.....probabilmente il commissario ne sa più di me, visto che è stato lui a contrattarci insieme.
La ragazza agitata come non mai, si trascinò dietro l'ispettore fino all'ufficio del commissario, si piazzò davanti alla scrivania dell'uomo esigendo delle risposte
- Vuoi sapere chi ha pagato la tua cauzione?
- Si, la prego. è molto importante per me
- Mi dispiace ma, mi è stato proibito di dare certe informazioni
- La prego.... Mi dica almeno com'era fatto
- Perchè ci tieni tanto?
- Ecco io..... credo di averlo già incontrato tempo fa
- Mi dispiace ma è impossibile
- La prego voglio solo sapere com'era di viso dopo le prometto che me ne andrò
- Uff... e va bene! 
Lei si preparò ad ascoltare con attenzione tutto quello che stava per dire
- Aveva i capelli neri come le piume di un corvo, li portava abbastanza lunghi fino alla coppa con un taglio irregolare aveva una specie di frangia laterale e gli occhi allungati di colo ROSSO SANGUE......
A quelle parole, una scossa le attraversò il corpo.... allora non era un sogno, questo voleva dire che Al le aveva mentito, ma perchè?
- Grazie!...Grazie di tutto!
- Aspetti signorina! Nel caso tu l'avessi scoperto e chiesto di lui, mi ha detto di darti questo messaggio
L'uomo le porse un foglio piegato in 4 quando lo prese lo aprì delicatamente cominciando a leggere quelle poche parole.....
"Non sono quello che credi, quella notte ti ho salvato ma non significa nulla, questa sarà l'ultima volta che ti aiuterò, dimentica il passato, non cercarmi, se mai tu dovessi intralciarmi non mi farò scrupoli nell'ucciderti."
- Signorina, da quel che ho capito, lei lo ha già incontrato
- Si
- Ascolti il mio consiglio... segua le indicazioni della lettera....
- Ma...
- Io non so come lei abbia conosciuto questa persona, ma posso assicurarle, che basta guardarlo negli occhi per sprofondare nei meandri più oscuri dell'inferno e della disperazione
- D'accordo..... Grazie di tutto.....
Il quel momento l'ispettore dopo aver visto la ragazza uscire dall'ufficio rivolse lo sguardo al commissario, era bianco come un lenzuolo, sudava freddo e aveva gli occhi sgranati al solo aver parlato di quel tipo.

Un po' di tempo dopo:
- Muoviti Sebastian! Abbiamo le prove e ho il documento che prova l'innocenza di Safira
- Yes my Lord .....
Ma Ciel non poteva sapere che qualcun'altro l'aveva liberata, casualmente incrociò l'ispettore Abbeline che stava uscendo dal commissariato
- Abbeline!
- Oh! Conte Phantomhive! è un piacere vederla, le chiamo il commissario per il caso dei bambini scomparsi...
- Non importa! Il caso è risolto, ecco i documenti e queste sono le prove dell'innocenza di Safira....
- Ma...
- Ma, cosa?
- Vede, lei è già stata liberata circa un'ora fa....
- Cosa?
- Non so perchè, ma un giovane nobile un po' inquietante è venuto e ha pagato un sacco di soldi la sua scarcerazione portando una lettera con se per la zingara 
- Cosa c'era scritto?
- Non ne ho idea. Ma ti confesso che questa faccenda è sospetta, tu sei la terza persona che ha cercato di liberarla: 1° uno zingaro suo amico....2° Questo misterioso ragazzo e infine tu.... capisco lo zingaro, è una ragazza bellissima e sono amici, se non ho capito male, ma non ho idea di cosa ci fosse tra lei e il tipo vestito di nero e dopo......
- Portami dal commissario
- O-Ok.
Quando entrarono nell'ufficio l'uomo era in stato di shock.....non era un bel vedere e visto che stava peggiorando, lo fecero stendere.
- Ma che gli è successo?
- è così da quando quel tipo è arrivato e dopo che la zingara se n'era andata è crollato, per quello sono uscito, per cercare aiuto
In quel momento l'anziano prese parola
- Non dovete preoccuparvi per me... mi fa questo effetto ogni volta che lo vedo
- Aspetti capo! Allora, non era la prima volta che v'incontravate
- Già.... e sempre per lo stesso motivo...
- Quale?
Il commissario cominciò a raccontare la conversazione tra lui e la ragazza, rivelando il contenuto della lettera ai 3
- La ragazza ...è lui che l'ha fatta arrestare.....
- Cosa?
Sebastian cominciò a pensare che questo misterioso ragazzo sapesse quello che stava succedendo e per questo l'ha fatta arrestare, ma allora perchè alla fine l'ha liberata dandole quella lettera di minaccia che gli diceva di non cercarlo .....e poi quel demone.....
- Mi scusi Signore, lei sa a che famiglia appartiene?
- No! ci ho provato, ma sono stato ad un passo dalla morte per scoprirlo
In quel momento Abbeline si rivolse al conte
- Senti Ciel... posso farti una domanda?
- Mh...?
- Almeno, mi puoi dire che legame c'è tra te e quella ragazza?
- Si.... io credo, che Safira..... sia mia sorella Alys....
- Che cosa?!?

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Capitolo 4
*** Luna di Sangue ***


- Perchè... perchè mi hai mentito?
- Non so di cosa tu stia parlando
- Parlo della notte in cui tu mi trovasti 3 anni fà..... perchè hai mentito dicendomi che sei stato tu a salvarmi?
In quel momento lo zingaro comprese che la ragazza era venuta a conoscienza dei fatti accaduti quella notte, non sapeva che scusa inventare:
- Ancora con questa storia? Quante volte ti devo dire che.....
- Smettila!!!....
Era furiosa, per tutti quegli anni aveva continuato a credere di essere pazza e adesso, tutto quello che aveva cercato di negare a se stessa.... era vero!
A quel punto cominciò a girare all'interno del carrozzone prendendo vestiti e altri oggetti 
- Cosa stai facendo?
- Me ne vado! 
- NO! Questo non posso permettertelo!
Le prese il polso, bloccandola, lei si voltò lanciandogli uno sguardo pieno di rabbia che lui non aveva mai visto sul suo viso
- Prova a fermarmi
In quel momento la ragazza si liberò dalla sua stretta 
- C'è un motivo se ti sei sempre comportato in modo così protettivo nei miei confronti. Ora voglio saperlo.
Il ragazzo si sedette sulla branda a testa bassa, non aveva scelta, doveva dirle la verità e anche il motivo per cui non poteva lasciarla andare.
- Va bene, ma ascolta con attenzione e poi capirai il perchè ti è stata tenuta segreta la vicenda di allora.
Lo zingaro, cominciò a raccontarle di quella gelida notte di 3 anni prima, non conosceva bene i particolari...Solo colui che l'aveva salvata poteva dirle cos'era successo veramente quella notte, ma adesso c'era solo Al che poteva darle delle spiegazioni. Nessun altro.
- Quindi.... lui, mi ha tirato fuori dal ghiaccio
- Si
- Ma, non è possibile! Nessun essere umano avrebbe potuto....
- è questo il punto, quegli occhi non sono umani, però adesso volgio sapere. Come hai fatto tu a scoprire la verità? E voglio che tu sia sincera
Safira manteneva le promesse, così cominciò a rivelare quello che aveva visto durante lo spettacolo e di quello che era venuta a conoscienza alla centrale di polizia. 
- Senti dobbiamo essere sinceri l'un l'altra, quindi vorrei leggere la lettera che hai ricevuto
- In cambio tu cosa mi darai?
- Ti dirò di una cosa su di lui...
La ragazza si arrese e consegnò la lettera facendogliela leggere
- Ora ridammela!
- Aspetta. Ora ti dirò io qualcosa che potrebbe interessarti. Il pugnale.....
- EH? Quello che mi hai regalato?
- Come puoi immaginare io non posso permettermi un pugnale del genere e non se ne trovano in giro.....
- Cosa vorresti dirmi con questo...
- Voglio dirti che quel pugnale appartiene a quel ragazzo e la S incisa non è quella del tuo nome, ma credo sia del SUO
- Cosa? Quindi questo...è il suo pugnale?.... quello che ti aveva lanciato?
- Si.... (anche se il ricordo gli dava i brividi)
Safira era incredula, si era sempre chiesta se il suo salvatore fosse mai esistito e la prova era sempre stata vicina a lei
- Adesso che hai intenzione di fare?
- Non lo so....
La ragazza stava aprendo la porta per uscire quando Al la fermò
- Aspetta!
- Voglio farti un'ultima domanda
- Quale?
- Perchè lo stai cercando? Dovresti aver capito che non vuole essere trovato. Allora, perchè?
La ragazza richiuse la porta e si mise comoda su uno sgabello
- Devi sapere una cosa su di me. Quando ero piccola avevo il terrore de buio, ed ero tormentata da un sogno
- Un sogno?
- Un posto completamente bianco. La luce mi accecava e quando riaprivo gli occhi mi trovavo su una montagna innevata di notte piena di cadaveri, ero da sola e piangevo. Quando apparvero degli individui vestiti anch'essi di bianco macchiati di sangue.
- Questo, cosa ha a che fare con lui?
- Quando mi stavo abbandonando alla disperazione ed ero pronta a morire per raggiungere la mia famiglia, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi cremisi mi ha salvato, in mezzo a tutto quel bianco e rosso lui era l'unica cosa che mi aveva protetta, nonostante mi facesse una grande paura, quando era davanti a me con lo sguardo rivolto verso coloro che aveva ucciso, sulla sua faccia c'era un sorriso pieno di soddisfazione e crudeltà, ma fu quello sconosciuto a tendermi la mano
- E poi?
- E poi, quando gli porsi la mia, sul suo volto si dipinse un sorriso diverso, era gentile ma pieno di tristezza....
Il ragazzo la guardò un po' confuso
- Vuoi dirmi, che è lui quello del sogno?
- Credo di si. Infondo, come nel sogno la mia famiglia è scomparsa, ed è stato un ragazzo dai capelli neri e occhi cremisi a tendermi la mano quando stavo per morire annegata.
- Si, ma queste cose sono già avvenute, anche se fosse un sogno premonitore ormai è passato, non hai bisogno di andare a cercarlo, no?
- è proprio questo il punto, il sogno non accenna a smettere, credo, che non rappresentasse quella notte, ma non ne sono sicura
- Ahhh, cavoli! Quindi anche tu hai le visioni come mia nonna
- Bhè... io non le definirei proprio visioni, non credo in queste cose
- Hahaha! Non dirmi che sei come le persone "normali" che sbattono in un manicomio chi è diverso? Allora io avrei dovuto sbatterci dentro mia nonna già da un pezzo! Hahaha....
Il quel preciso momento, entrò la nonna con un bicchiere in mano a dir poco furiosa. Il povero Al si bloccò cominciando a sudare freddo
- è dietro di me vero?
- M-mh!
- Ehrm! Chi vorresti sbattere in un manicomio?
Al era proprio nei guai, adesso si che sarebbero stati dolori, ma Safira si accorse del bicciere e così riuscì a cambire discorso, evitando ad Al una bella tirata d'orecchie
- Scusa nonna?
- Si, cara?
- Quanto hai sentito della conversazione?
- Quale conversazione?
La giovane puntò lo sguardo sul bicchiere, l'anziana quando se ne accorse cercò di nasconderlo ma la ragazza era sveglia e non gli e l'avrebbe data a "bere" così facilmente, alla donna non rimaneva che scoprire le sue carte
- Mi dispiace. è che mi sono preoccupata quando ti ho vista arrivare con quella faccia scura
La ragazza con un sorriso di comprensione si rivolse alla nonna 
- D'accoro. Ma tanto per sapere quanto hai sentito?
- Non molto
- Nonna? Possiamo evitare di dirci le bugie e comportarti da presone della tua età?
- Hai ragione, ma prima devo menare questo mascalzone. Lo sai che neanche a me ha mai detto la verità? Disgraziato! Come hai potuto tenermi tenuto nascosto una cosa del genere?
- Ahiaaaa!!!!!!......
- Dai... nonna, aspetta!
- Cosa?
- Non occrre prenderlo per le orecchie così forte
- Se lo dici tu cara
- Ahi!
In quel momento la testa di Safira era piena di pensieri, oltre al ragzzo c'era anche Ciel, chissà cosa stava facendo in quel momento?

Intanto alla Villa Phantomhive, Sebastian e Ciel erano rientrati ma....
- Come siete riusciti a fare tutto questo?
- Ehm... Ci dispiace, è che ci sono stati dei piccoli incidenti di percorso.
Sebastian era furioso, mentre il povero Conte era talmente scandalizzato che a parte sussurrare: "La mia villa. La mia povera villa" non riusciva a pronunciare altro
- Questi non sono incidenti di percorso, questa è una CATASTROFE!... Uff, lasciamo perdere, ora vedete di riordinare tutto entro l'ora di cena
- Ma non possiamo ricostruire mezza villa entro cena 
- D'accorodo vorrà dire che la punizione che vi spetterà sarà 300 volte peggiore dell'ultima volta
- Cooosa??? Ti prego noooo!!!! Come possiamo farci perdonare? 
- Bhe, per cominciare riordinate e poi, la prossima volta....EVITATE DI DEMOLIRE MEZZA RESIDENZA!!!
- Sì Signore!
Mentre i servitori stavano "riordinando" Ciel e Sebastian si spostarono nello studio per parlare di quanto accaduto
- Cosa ne pensi? Esponimi la tua teoria
- Come scusi?
- Quando eravamo alla centrale ho notato che avevi intuito qualcosa, ricordati che non puoi mentirmi
- Yes, my Lord
- Bene! Allora?
- Non so come, ma credo che il demone presente allo spettacolo sia lo stesso ragazzo che ha liberato sua sorella
- Cosa?! NO! Non è possibile! Mia sorella non farebbe mai un contratto con un demone!
- Non ha pensato che proprio perchè è sua sorella, avrebbe potuto fare un patto con lui?
- Mfp... che vorresti insinuare?
- Che in questi anni potrebbe essere cambiata, come è cambiato lei
In quel frangente Ciel non poteva negare il suo cambiamento, ma era sicuro che sua sorella non lo era. Quella che ha incontrato al circo era la stessa che ha sempre conosciuto e che si è presa cura di lui. Ma c'era qualcosa che ne a Ciel, ne a Sebastian quadrava. 
Quando erano al circo lui e lo shinigami avevano avvertito la presenza di un demone, ma quando il maggiordomo si era avvicinato alla ragazza, non aveva percepito alcun contratto e come affermato da William la "bestia nociva" non possedeva guinzaglio, anche se riusciva a muoversi liberamente sulla terra, cosa ha a che fare con la sorella del suo signore? E poi, il potere di quell'essere aveva qualcosa di.....
In quel momento le riflessioni di Sebastian vennero interrotte da un'esplosione proveniente dalla cucina
- Mi spiace Signorino, ma se vuole cenare è meglio che io vada
- D'accordo
Quando l'uomo uscì dallo studio, CIel si diresse verso la libreia da dove spostò dei libri per aprire una piccola cassaforte nascosta, contenente delle carte e delle foto, tra cui una in cui c'erano lui e sua sorella. Dopo tutto quel tempo, la prese per stringerla forte a se, cercando di ricolmare il vuoto che si era riformato nel suo cuore, ma ormai non serviva più, ora che sapeva che sua sorella era viva, era pronto a tutto pur di riaverla.

Era l'ultimo giorno di ottobre e la città era gelida, le donne si portavano appresso i figli dalla scuola, mentre gli operai erano ai Pub a bere dopo una lunga e dura giornata lavorativa, in quel periodo dell'anno la carovana si sistemava dietro il giardino dell'emporio di un loro ex compagno che aveva messo su famiglia.
- Ahhh...Che bella giornata! Non trovi Al?
- Chof-chof! Proprio per niente, dove pensi di andare con questo freddo? 
- Vado a racimolare qualche soldo e poi mi hanno chiesto di cantare questa sera in un Pub
- Guarda che devi andare stasera al locale. Adesso è mattina, dai torna dentro lo sai che la nonna ha detto che oggi nevicherà?
- E allora?
- Non sono stupido. Lo so che giri per la città a cantare e danzare tutto il giorno.
- E con questo? è proprio perchè lo faccio che riusciamo a comprare le medicine per te e gli altri.
- Ma sono giorni che lo fai. Non vorrei che ti ammalassi
- Mi ammalerò se ti starò vicino, comunque non ti preoccupare come vedi io sto benissimo! Adesso vado, ciao! E RIMETTITI A LETTO!
Non era vero che stava bene, anche se era riuscita a mascherarlo agli altri, non poteva nasconderlo al suo corpo, era debole, il viso pallido, scottava e non riusciva a fermare il tremore, a malapena riusciva a reggersi in piedi. Si diresse un po' barcollante verso la piazza dove si esibì in una canzone chiamata "Neve. Velo di Luna". In molti si fermarono, la giornata era stata fruttuosa, ma mentre stava controllando il guadagno nel cesto, vide una mazzetta di soldi con banconote da 500 sterline, si chiese chi fosse stato a fare quell'offerta così generosa a una come lei, ma il Sole stava tramontando e la stavano aspettando al Pub, non poteva dargli buca.
Al locale con le ultime forze rimaste, riuscì a chiudere la serata, era già buio pesto nell' Est-end quando questi venne chiuso, cercava di coprirsi come poteva con lo scialle che gli aveva dato la nonna, ma il freddo le penetrava nelle ossa e aveva cominciato a nevicare da un bel po'.
- Brr! Che freddo....d-devo a-arrivare a...a casa....
Quando stava per girare l'angolo andò a sbattere contro un grosso uomo che puzzava d'alcol, accompagnato da 2 suoi amici
- Ehi, tu! Guarda dove vai stracciona!
- Mi scusi, io... non l'avevo vista....
- Eh? Fatti guardare bene? 
A quel punto l'uomo le prese il viso, ma lei era troppo debole per reagire, stava in piedi solo perchè retta dall'alcolizzato
- Ragazzi! Guardate qua! Avete visto che schianto!
- Cazzo amico, hai ragione! Ehi, troia se farai la brava sta sera saremo così generosi da farti fottere da tutti e 3, vedrai, sarà uno spasso
La ragazza non voleva essere stuprata, ma non risciva a reagire, le mani fredde degli uomini le mordeva le braccia e le gambe, quando vide che la stavano portando dentro il vicolo era terrorizzata, voleva scappare ma le forze non glie lo permettevano, anche se continuava provarci, loro erano più forti e alla fine perse i sensi,
- Vedrai, ti porterò all'oragsmo migliore della tua vita
In quel momento, l'uomo che aveva urtato, si slacciò i pantaloni tirando fuori il suo membro, quando un coltello gli si impiantò sulla natica scoperta
- AHHHG!!!!!!!!!! Chi è stato? Chi cazzo è stato?
All'imbocco del vicolo comparve un ragazzo ben vestito, con il cilindro e un lungo mantello nero
- Tu!.... brutto figlio di PUTTANA!
In quel momento lo sconosciuto si tolse il cappello, per poi lasciare cadere il lungo manto che nascondeva la sua figura longilinea.
- Cosa? Un ragazzino? Hahah! Ma guarda te, allora è vero che esistono ricconi che vogliono morire perchè sono annoiati. Va bene moccioso, fatti sotto
In quel momento dalle maniche del ragazzo arrivarono subito in mano dei particoalrei coltelli da lancio, immediatamente quegli energumeni si erano fionadati verso di lui. Lo sconosciuto gli corse incontro lanciando alcuni delle armi in suo possesso e quando fu in mezzo ai 3 li lanciò contro di loro, piovvero lame da tutte le parti
- AHG!...Maledetto, schifoso, bastardo, chi cazzo sei?
Dopo di che uno dei suoi amici che nel frattempo si era ripreso, gli bloccò le braccia da dietro, mentre gli altri, avevano preso i coltelli conficcati nei loro corpi per usarli contro di lui, ma questi più agile e veloce di loro riuscì a saltare in modo che pugnalassero il loro amico, da cui ne uscì una fontana di quel vitale liquido rosso chimato sangue e nello stesso tempo sferrò loro un calcio ciascuno che li fece sbattere la faccia a terra causandogli la perdita di qualche incisivo. 
- Poveri idioti. Credevate che sarebbe stato così semplice farmi fuori?
- Ma chi sei? Cosa vuoi da noi?
- Nulla in particolare
- Allora perchè ci hai fatto questo?
- Aspetta, amico! Forse, è per la ragazza? Se vuoi te la lasciamo, ma ti prego risparmiaci!
- Quale ragzza?....
In quel momento a chiudere il vicolo ci furono una decina di uomini, questi erano grossi e muscolosi, non come gli altri che erano imbottiti di alcol e grasso.
- Ma tu guarda, figlio di Satana, Demone Oscuro? Come devo chiamarti? Moissonneuse des ténèbres..... (Mietitore delle tenebre)
- Sei in ritardo! Dunque è così che sono conosciuto tra la mafia francese? Jerard
- Oh, scusa, scusa. Diciamo, che non solo in Francia sei famoso per le tue visite
In quell'istante i due sopravvissuti alla furia di quel giovane, andarono verso i nuovi arrivati in cerca di protezione, ma non fu una scelta saggia. Vennero immediatamente sgozzati dagli scagnozzi dell'ultimo arrivato, cominciarono a piovere pezzi ci carne, accomapgnati dalle urla dei due poveri malcapitati. Fu allora che il ragazzo prese parola
- Mh...interessante! Sono i nuovi giocattoli per me? Sei stato molto gentile. Sicuro che non vuoi che questa volta paghi io il loro funerale?
In quel momento Safira si riprese e anche se non chiramente vide cosa stava succedendo
- Smettila di prendermi in giro schifoso figlio di puttana! Questi sono i migliori killer in circolazione, non verdrai il sorgere del sole, MOSTRO!
- Mostro? Hai un bel coraggio a chiamarmi così davanti ai tuoi amici, non è che adesso se la daranno a gambe per la paura?
- Adesso basta! UCCIDETELO!
- Povero me. Guarda con chi mi tocca avere a che fare. 
In quel momento si mise una maschera uscendo dall'ombra dell'edificio che stava nascondendo il suo volto, tirò fuori due manici di spada bloccando la corsa degli uomini assoldati da Jerard, come pensava di poterli battere con 2 sguardie? Il così detto "spacciato" gli corse incontro e le puntò sul cuore dei due, da quanto veloce era non l'avevano visto arrivare, questi lo guardarono e cominciarono a ridere.
- Heheh...cosa credevi di fare con quelle?
- Questo
In quell'istante le lame uscirono trapassandoli da parte a parte, i presenti erano increduli, non avevano mai visto delle armi bianche del genere
- Fuori 2. Chi è il prossimo?
Nessuno capiva che armi fossero, ma sapevano che lui non usava le pistole o armi da fuoco per principio e questo tornava tutto a loro vantaggio. O almeno così credevano.
Arrivavano da tutte le parti, nessun essere umano sarebbe riuscito a tenere testa a quegli uomini assetati di sangue. Conosceva tutte le arti marziali ed era un maestro nel combattimento di armi tradizionali, li fece fuori uno dietro l'altro, piovevano brandelli di ognuno, c'erano pezzi di viscere per tutto il vicolo, quelli sopravvissuti non sapevano come fare, dovevano trovare un modo per distrarlo e quando videro Safira alzarsi per scappare, uno di loro la prese in ostaggio
- Ahhh!
In quel momento il giovane assassino si bloccò circondato da 3 sopravvissuti, conosceva quella voce: "Non puo' essere" 
- Se ti muovi la uccido
- Fallo (impassibile)
- Cosa? Ma....
In quel momento si rivolse alla ragzza
- Mi sembrava di averti detto che se mi avessi intralciato non mi sarei fatto scrupoli nell'ucciderti?
- Si, i-io.... Non, ti preoccupare... per me
Allora, la zingara lo guardò un'ultima volta prima di perdere nuovamente i sensi e Jerard si mise a ridere come se avesse la vittoria in pugno
- Hahaha! Sei spacciato!
- Come vuoi
- Cosa?
In quel momento la spada allungandosi si divise in tante piccole lame a forma di freccia e come una frusta, impiantandosi nel collo dell'avversario riuscì a tranciare la testa di colui che la teneva in ostaggio, da questi provenne una fontana di sangue che ricoprì la zingara, mentre la testa rotolava per terra
- Perfetto, direi che va piuttosto bene....
- Ma che razza di arma è?
- Non male per essere stata costruita da me, vero? Ed ora, è il momento delle disinfestazione.... Odio i vermi che non sanno nemmeno strisciare come si deve
- Cosa vuoi fare? Abominio, mostro, demonioooo!!!!!!!!!......
Mentre si avvicinava a loro era come se tutta la felicità del mondo fosse stata cancellata dalla sua ombra, la stessa che stava nascondendo quella poca luce che dava la Luna. Il suo sorriso malefico faceva risplendere i canini, ma fu quando tolse la maschera rivelando i suoi occhi che tutto si concluse in una pozza di sangue, quando ne uscì, lui come le spade ne erano intrisi.
Dopo un po' la luce della Luna riapparve, rivelando la strage che era stata compiuta, però questa volta c'era anche altro che giaceva in quello sfondo macabro, ed era Safira.
Il ragazzo si avvicinò al corpo della zingara che scintillava di un rosso rubino illuminato dalla notte, lentamente le spostò i capelli dalla fronte per vedere se era viva, però c'era qualcosa di diverso, stava bruciando, ma questo non era un suo problema, si alzò pronto per andarsene qundo vide qualcosa brillare tra le sue candide mani. 
Teneva stretto un coltello da lancio con incisa una S con un carattere particolare, quello era il coltello che lanciò allo zingaro 3 anni prima. Perchè ce l'aveva lei? E perchò lo teneva così stretto da fargliele sanguinare? Come se fosse qualcosa di prezioso.
In quel momento giunse un piccolo gobbo sui 17-18 anni, alto poco più di un metro e venti, sembreva Igor di Frankenstain e infatti aveva anche lo stesso nome.
- Oh, mio signore, state bene? Bhè! Di sicuro state meglio di questi tipi
In quel momento il giovane nobile si diresse vero di lui
- Ahhh!!!! Mi scusi! Non volevo....E, eh?
Questi era andato a raccogliere il mantello (miracolosamente pulito e asciutto), per poi dirigersi verso la ragazza e coprendola dolcemente la prese in braccio portandola verso una carrozza completamente nera, con delle lavorazioni in argento, dove li aspettava un altro uomo sui 55 anni, magro e sciupato dall'aria costantemente lugubre, sembrava uno di quei becchini inquietanti che vanno di notte nei cimiteri.
- Bartolomew, portaci a casa
- Quale? Signore
Lo sguardo del giovane fece capire al cocchiere di quale casa stava parlando
- Come desidera signore
Durante il viaggio Igor continuava a fare domande sulla battaglia, voleva sapere se l'arma era andata come previsto, purtroppo per lui era arrivato a spettacolo finito, però l'attenzione di Igor venne attirata da quello che il mantello avvolgeva
- Mi scusi padrone, posso sapere cosa c'è avvolto nel suo regale mantello?
- Igor
- Ahh! Miscusi non lo faccio più!
- Fà preparare la stanza per gli ospiti più confortevole che abbiamo
Il poveretto non capiva cosa centrasse. Da quando in quà il suo padrone aveva ospiti? Ma si limitò a eseguire l'ordine. 
Intanto il suo padrone stava spostando il mantello per vedere come stava colei che teneva tra le braccia, ma non fece altro che guardarla metre dormiva, il suo volto era sereno. Era la prima volata che qualcuno così vicino a lui si sentisse a suo agio, anche se non gli impotrava nulla di lei, ma perchè quando questa si trovava nei guai non riusciva a voltarle le spalle, cosa aveva di diverso dalle altre?

Quando riprese i sensi si ritrovò in una stanza lussuosa con un grande baldacchino con tende di raso verde pino, complessivamente non era molto grande lo spazio della camera, ma abbastanza per lei che in quegli anni aveva imparato a vivere in spazio molto più ristretti. Era stata cambiata e lavata, non capiva se stava sognando o no, così decise di scendere dal letto, ma ebbe un giramento e così cadde a terra appena poggiò i piedi, fu proprio in quel momento che si aprì  la porta dalla parte opposta del letto da cui era caduta.
Una voce un pò stridula cominciò a urlare che l'ospite era sparito, dopo un po' una voce maschile e sensuale apparve nella conversazione
Si sentì la porta chiudersi e i passi avanzare verso di lei, chiuse gli occhi, aveva paura, ma.... sentì solo qualcuno prenderla in braccio e stenderla sul letto, quando li riaprì vide solo un'ombra scura su di se che le stava rimboccando le coperte. Quando finì, si voltò per andarsene, ma lei gli afferrò una manica fermando la sua fuga.
- Aspetta, ti prego. Sei stato tu a salvarmi?
Non ebbe risposta
- Sei tu.... ad avermi salvata 3 anni fa?!
Il nobile si stacco dalla sua presa per uscire dalla stanza il prima possibile
- NO! Aspetta.....

Quando richiuse la porta dietro di se la gola gli bruciava, il cuore sembrava stesse scoppiando, quella ragazza lo faceva agitare, tanto da scatenargli quei fenomeni che gli hanno dato la fama del mostro, fu allora che apparve Igor
- Tutto bene, padrone?
- S-si sto bene....ascolta, non fare entrare nessuno nella mia stanza, hai capito?
- Ma padrone....
- Fa quello che ti ho detto! 
Si voltò con lo sguardo irato mostrando i suoi occhi cremisi, tanto che la pupilla era diventata come lo spessore di una lama
- Si, sua oscurità
- Ah...dimenticavo fa portare da mangiare alla nostra ospite
Il gobbo sorpreso, fece un sorriso a 32 denti
- Ahhhh, Allora era questo che teneva tra le braccia, una donzella in pericolo, è la prima volta che lei porta ospiti in questa casa, sono sorpreso! Posso andare a vederla?
- NO! Almeno finchè non starà meglio
- Sta male?
- Se no non l'avrei portata qui, non credi?
- è la prima volta che la vedo compiere un'azione del genere, sicuro di stare bene?
Quando il povero servo si voltò, il suo padrone era gia scomparso, in compenso apparve Bartolomew che aveva sentito tutta la conversazione
- Bhè, se entro senza farmi scoprire non ci saranno problemi giusto?
- Io fossi in te non lo farei. Lo sai che il padrone non si fa tanti problemi nell'uccidere servi e sottoposti
- Ma dai, sarà solo un'occhiatina veloce....A proposito puoi venire anche tu?
- Perchè? Io ci tengo alla mia vita
- Ecco io non ci arrivo da solo. Sai questi letti li fanno troppo alti
- Non sono i letti ad essere troppo alti, sei tu che sei troppo basso
I due entrarono nella stanza e lentamente si avvicinarono al letto, fu allora che, per lo meno i gobbo capì la situazione
- Oh per i gargoyles delle mie chiappe, è bellissima!
- Concordo, penso che starebbe bene con un vestito bianco in una bara di quercia....
- Idiota!.... Non è ancora morta!
- Ho solo dato un mio giudizio
- Si! Macabro!....Come sempre
In quel momento la ragazza nel sonno disse una frase:
"Ti prego! Non andare.......non lasciarmi da sola, ho paura.....aiutami"
- Forse, è meglio andarcene 
- Sono d'accordo
- Guarda che adesso puoi mettermi giù 
- Ah, scusa
Intanto nella camera del loro padrone stava succedendo qualcosa, da quella porta in fondo al corridoio provenivano rumori sinistri, come gocce che cadevano sul pavimento e sangue che scorreva da sotto la porta, nessuno, si sarebbe mai potuto immaginare cosa stava accadendo in quella stanza..... La stanza di una bestia......

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Capitolo 5
*** Nella Tana del Lupo ***


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Dalle tende filtrava un pallido filo di luce invernale.
- Mm... Ma cosa....
Safira mise una mano davanti al viso per interrompere quella fastidiosa scia che avevano obbligato i suoi poveri occhi a schiudersi, ma alla fine le pesanti palpebre cedettero obbligandola a chiuderle più e più volte per permetterle di abituarsi a quella luminescenza.
Dopo qualche istante di smarrimento si alzò di colpo sgranando gli occhi. Cercò di definire le ombre intorno a lei socchiudendoli in quello spazio buio per capire cosa la stesse circondando.
- Do..dove sono?
Cercò di abituarsi a quell'oscurità, ma non si era accorta che qualcuno stava bussando alla porta con impazienza.
- è sveglia lady? Posso entrare?
Una roca voce femminile proveniva da dietro la porta, il tono era chiaramente seccato. In tutta fretta cercò di raccogliere le coperte e coprirsi in qualche modo.
- Ehm, si.... prego, entrate.
Una volta spalancata la porta si presentò una signora dalla corporature robusta sulla cinquantina coi capelli neri e crespi, una faccia tozza e un lungo e grosso naso con una verruca sopra la narice sinistra dove vi erano ben visibili due peli neri e i denti per metà marci davano un'idea sull'igene personale della donna. Il suo aspetto alquanto sciatto, ricordava quello di una strega delle favole che le raccontavano i suoi genitori da bambina. Tra l'altro parlava in modo volgare e costantemente irritato.
- Sta meglio stà mattina?
- Si, la ringrazio.
La donna si diresse verso la finestra dove con un colpo solo spalancò le tende. La pallida luce del Sole pervase la stanza accecandola per la seconda volta.
- Del tè?
Appena si votò in direzione della voce vide accanto a se un vassoio con del tè e qualche tartina.
- Oh, si grazie. Mi scusi...
- Si? Mi dica.
- Dove mi trovo?
- Lei si trova nella residenza del nobile.....
Prima che potesse finire la donna venne interrotta bruscamente dall'entrata tempestiva di Igor, che saltò sul letto mettendosi tra questa e la zingara.
- Ehi! Che pensavi di fare? Lo sai che il padrone ha proibito a tutti di parlarle di quell'argomento.
La donna arricciando il naso in modo seccato si chinò lievemente verso il piccolo gobbo.
- Hai ragione sgorbio. Vedo che questa volta hai messo in moto il cervello.
- Brutta vecchia befana...
La ragazza basita dalla situazione lo guardo ad occhi sbarrati e quando Igor si girò, s'inginocchio prendendole la mano.
- My Lady, è un onore per me fare la sua conoscenza. La prego, mi chiami pure Igor.
Lei le rivolse un sorriso divertito che avrebbe messo allegria a chiunque.
- Il piacere è mio Ser Igor. è stato lei a salvarmi?
- Oh, mi spiace, ma non ho avuto questo piacere. In compenso l'ha avuto il mio padrone.
- Il suo padrone?
- Siamo felici della sua ripresa! Erano due giorni che non si svegliava.
- Due giorni?!
Il tono pieno di sgomento fece intendere a Igor che non si era resa conto di ciò che era accaduto nei giorni precedenti.
- Si! Le confesso che eravamo molto preoccupati, per la prima volta anche il mio padrone non ha dimostrato la solita indifferenza verso un altro essere vivente. Anche.... se è stato solo per un istante.
Il gobbo ripensò a quello strano comportamento da parte del suo signore sulla via del ritorno per la villa, un'episodio che lei non avrebbe sicuramente ricordato.
- Non si preoccupi my lady, qui lei è al sicuro. Se n'è occupato il nostro padrone di loro. Non le daranno più alcun fastidio!
- Ma, di chi stai parlando?
- Di quegli uomini che l'hanno aggredita, non ricorda?
Fu allora che a Safira ritornò qualche ricordo su quanto avvenuto quella notte prima che si presentasse il vuoto nella sua mente.
- Aspetta! Chi ci vive qui?
- Signorina, le ho detto che non posso rivelarvi il nome del mio signore.
In qull'istante bussarono alla porta: era Bartolomew.
- Igor. Il padrone vuole vederti nel suo studio.
- Gulp! E se posso.... Di che umore è?
- Come al solito: serio e inquietante.
- Arrivo subito! Speriamo non sia incazzato con me. Intanto Becchy, fa compagnia alla nostra ospite.
Il piccolo gobbo si mise subito sull'attenti. Saltò giù dal letto correndo dal suo signore.
Safira non capiva nulla, ma dove diavolo era finita? Sembrava una di quelle case dei fantasmi da cui le persone facevano di tutto per starci alla larga e poi chi era quell'uomo cadaverico alla porta?
- Buongiorno.
- Buongiorno a lei my lady.
- Ehm... Bacchy, giusto?
- Io veramente mi chiamerei Bartolomew.
- Eh? Ma lui ti ha chiamato....Ah, lasciamo perdere... Perchè ti chiama così?
- è l'abbreviazione del mio soprannome.
- Haha! E quale sarebbe?
- Becchino.
- ......
Safira non era una di quelle persone che giudicavano in base all'aspetto, ma doveva ammettere che era piuttosto bizzarro, anche se nel complesso lo erano tutti in quella casa.


Intanto nello studio, una porta lentamente si aprì abbastanza da mettere dentro il naso del povero gobbo.
- Mio signore, mi avete fatto chiamare?
- Si! Volevo sapere se sono state fatte le pulizie nel vicolo dell'altra notte.
- Ma, mio signore... non vuole sapere come sta la ragazza?
- Non mi interessa. Vedi di svolgere il tuo lavoro se non vuoi essere sostituito. Chiaro?
- Certamente padrone.
Igor con molta cautela entrò nello studio avvicinandosi alla scrivania del suo padrone per prendere le carte con gli incarichi.
Intanto, in un angolo buio dello studio su una scrivania più piccola, c'era un'anziano sull'ottantina immerso tra documenti e altre carte varie sparpagliate in pile piuttosto disordinate. Sembrava uno di quei vecchi banchieri spilorci fino al midollo che da lontano, osservava la scena con sguardo cagnesco. A Igor quel vecchio non era mai piaciuto, ma evitava di esprimere opinioni davanti al giovane nobile e si concentrò sul suo nuovo compito esponendo il rapporto richiesto.
- Sembra che i sui nuovi "composti" funzionino.
Li chiamava composti, ma in realtà erano veleni e anche parecchio potenti e letali.
- Bene. Allora mandale al complesso di medicina in Main-Street.
- Come desidera mio signore.
Il piccolo domestico fece un'inchino per poi scappare il più in fretta possibile da lì.


Intanto nella stanza di Safira si era fatta l'ora di pranzo e bussarono nuovamente alla porta.
- Avanti.
Si presentò una ragazza della sua stessa età con capelli neri, crespi e occhi marroni, era un po' paffutella, con uno sguardo piuttosto ostile.
- Ciao! Tu, chi sei?
- Maya! Mia madre mi ha detto di portarle il pranzo.
- Piacere di conoscerti Maya, io sono Safira.
Da dietro Maya comparve una bellissima ragazzina della stressa età di Ciel, aveva i capelli mossi, di un castano dorato con sfumature mielate e grandi occhi azzurro cielo, che diventavano argento a seconda della luce.
Ricordavano quelli di una cerbiatta, con delle lunghissime ciglia scure che contornavano perfettamente la forma dell'occhio. 
Sembrava una ragazzina vivace che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. In un'attimo di distrazione la ragazzina superò Maya avvicinandosi a Safira per guardarla bene.
- Cavoli!
- Cosa?
- Igor aveva ragione. Sei bellissima!
- Ti... ti ringrazio, anche tu sei molto bella.
- Haha! Se lo dici tu.
La cameriera era molto seccata dalla presenza di Safira, pensava che fosse solo una delle tante prostituta e che voleva portarle via il suo amato signore. Al contrario la ragazzina voleva farci amicizia con quella nuova arrivata.
- Katherine, smettila di parlare alla nostra ospite.
- Ma piantala! Non sei mia madre.
- NO! Ma sono tua cugina e visto che quella svergognata di tua madre è morta, ci sei capitata tu sul groppone! Il minimo che puoi fare sarebbe lavorare, invece di andare a bighellonare in giro per la città.
In quel momento tra le due cugine scoppiò una grossa lite che venne interrotta dalla cuoca, avendole sentite fin sotto nelle cucine.
- Katherine! Come sempre, sei la vergogna della famiglia, perchè non riscatti il poco onore di tua madre e ci aiuti col lavoro?
- Non ci penso nemmeno! Non sono io che vi ho chiesto di occuparvi di me.
In quel momento Safira, s'intromise nel litigio.
- Aspettate! Se per voi va bene, Katherine mi assisterà durante la convalescenza
- Tzè! Come vuole.
Nonostante si capisse la loro contrarietà, quando furono sole la zingara cominciò a chiede alla ragazzina di cosa stessero parlando. Katherine raccontò che sua madre si era innamorata di un uomo e dalla loro unione era nata lei, ma un anno fa morì per malattia. L'unica parente che possedeva era la sua sorellastra, nata dalla prima moglie di suo nonno, non che la cuoca e la figlia di essa, Maya.
- Capisco.
La ragazzina con un sorriso raggiante le si avvicinò.
- Adesso però tocca a me! 
- Eh?
- Posso sapere che legame c'è tra di voi?
- Legame? Noi?!
- Sai, questa è la prima volta che il padrone porta una persona in casa.
- Bhè ecco....


Nello stesso tempo in cucina, le due vipere, stavano parlando di Safira e dell'amicizia che si stava creando tra lei e la ragazzina. Si capiva che la faccenda non gli piaceva affatto. Alla cuoca in particolar modo, mentre la figlia ascoltava la madre, questa stava armeggiando con dei trucchi trovati per "caso" nella stanza degli ospiti.
- Ma, cosa hai fatto al viso?
- Mi sono fatta bella, non mi trovi carina?
- Cosa? Hahaha! E con questo pensi di poter conquistare il padrone?... Forse, potrebbe anche funzionare! Adesso porta il tè al padrone, prima che si raffreddi.
Allo studio, trovò il suo signore affacciato alla finestra che osservava il cielo illuminato dalla debole luce del tramonto.
- Le ho portato il tè.
- Bene.
Quando la domestica stava per andarsene egli si voltò per sedersi sulla poltrona della scrivania
- Maya aspetta.
- Si?
- Ho saputo che sei stata dalla la nostra ospite questo pomeriggio.
- Si.
- Sta guarendo?
- Certo, abbiamo anche fatto,"amicizia".
- Bene.
- Oh, mi scusi, io, devo andare.
Si voltò per andarsene, quando venne fermata nuovamente. 
- A proposito...
- Si.
- Stai bene così.
A quelle parole cominciò a sentire molto caldo e capì di star arrossendo. Uscendo dallo studio incrociò Igor e Bartolomew che erano stati convocati, questi si guardarono confusi dal comportamento di Maya che li superò saltellando allegramente.
- Ma che ha?
- Non ne ho idea.
I due giunsero nello studio senza pensarci troppo.
- Signore, ci ha convocati?
- Si. Ho un ordine per voi....
Dopo che diede il compito ai due servitori, Igor chiese cosa fosse successo a Maya.
- Niente di chè, le ho solo detto che stava bene così
- Davvero?!
- Si.
Bartolomew conoscendo il padrone, gli pose una domanda che nessun uomo farebbe se non sapesse che la persona in questione è un manipolatore della peggior specie.
- Mi scusi Ser, ma il complimento era sincero?
- Secondo te?.... 
Il ragazzo gli rivolse un sorriso così sadico che avrebbe disgustato chiunque.
- Non essere ridicolo.
I due che erano lì avevano solo un pensiero che attraversò la loro mente per il loro signore "Glaciale e diabolico.... Come sempre".





Quella sera la luce della Luna illuminava la stanza quando Safira si svegliò nel cuore della notte e fu allora che lo vide. La sua figura contro luce dava le spalle alla finestra impedendo di scorgere qualsiasi particolare del suo viso. Chiunque nel ritrovarsi qualcuno nella stanza si sarebbe spaventato, ma lei non provò paura nei suoi confronti. Conosceva bene quella persona.
- Sei tu, vero? ....Perchè mi hai salvata ancora una volta?
Questi non si mosse, così la ragazza decise di scendere dal letto per andare da lui per parlargli. 
Nonostante fosse ancora un po' traballante riuscì a stare in piedi e aggrappandosi a una dei supporti del baldacchino e con le poche forze che aveva, gli si avvicinò. Sembrava una bambina che stava muovendo i primi passi. Quell'esile figura indossava una sinuosa veste da notte con una profonda scollatura che avrebbe fatto impazzire qualunque uomo, davanti a lei quella sagoma non avanzò di un millimetro per andarle in contro.
Ad un certo punto lasciò il sostegno che le dava il letto per andare verso la finestra, ma a causa della debolezza per la malattia perse l'equilibrio. Pensava che sarebbe caduta come una stupida, però contro ogni sua aspettativa venne presa al volo dalla misteriosa ombra davanti alla finestra, quando alzò lo sguardo vide a mala pena dei labili dettagli del suo viso, ma erano troppo pochi per dargli un volto.
Dopo quel salvataggio la prese in braccio e la posò sul letto come aveva fatto quella notte. Prima che se ne andasse riuscì a prendere la manica del ragazzo riuscendo a fermarlo.
- Per favore, non andare via!
Non le diede ascolto e con uno strattone si liberò dalla sua presa uscendo dalla stanza, ma la ragazza non si era accorta che quella visita aveva un fine.


Il giorno seguente la zingara si svegliò prima del solito, appena aprì gli occhi questi guardarono la finestra in cerca di quell'ombra ormai scomparsa con la notte. Era triste per non essere riuscita a ringraziarlo e senza rendersene conto i suoi occhi si posarono sulla panca ai piedi del letto dove trovò uno splendido vestito di seta rossa ricamata. 
Gattonando fino ai piedi del letto prese il vestito ammirando la splendida manifattura e cercando di alzare il corpetto per osservarlo meglio qualcosa scivolò da esso sulle sue gambe. Era una busta. Osservandola con attenzione controllò se ci fosse il mittente; nulla. Nemmeno la cera lacca con lo stemma, all'interno vi era un'invito, non fece in tempo a leggerlo che Katherine irruppe nella stanza come un ciclone.
- Buongiorno Safira! 
Inutile dire che la ragazzina vide subito l'abito.
- Ohh, che vestito meraviglioso.
- Katherine....
- Cosa c'è? 
La zingara le diede il biglietto e quando la ragazzina lo lesse, ne fu a diro poco entusiasta.
- Sei stata invitata questa sera a cena col padrone!? Grandioso!
Ma Katherine capì dall'espressione di Safira che qualcosa la turbava.
- Ma, cosa c'è che non va?
- Io, non lo so. Non so perchè abbia salvato una come me, quando per la città ce ne sono centinaia di ragazze più belle.
- Forse, non è la bellezza a cui il padrone è interessato
- Allora cosa? I-io...
- Safira. A te piace il padrone?
- Cosa?! NO! Io... non lo so. Non l'ho mai visto in faccia. Neanche ieri notte sono....
- Ieri notte!? 
- è entrato nella stanza e mi ha lasciato questa lettera. 
A quelle parole Katherine per poco non ebbe un collasso.
- Il padrone è entrato in camera tua... e tu ne parli come se fosse una cosa normale!?
- Te l'ho detto, non so nulla di lui. Però...
- Però.
- Gli sono molto grata per tutto quello che ha fatto per me.
- E va bene! Anche se fosse? Non ti preoccupare, tu sei stata l'unica persona ad essere stata gentile con me, quindi ti aiuterò con il padrone facendoti ancora più bella di quello che sei già.
- Grazie Katherine, ma non so quanto possa servire.
- Tranquilla e fidati.
Ma la cameriera aveva sentito tutto e stava rodendo dalla gelosia. Quando la ragazzina si diresse in cucina per portarle la colazione venne bloccata da madre e figlia.
- Allora stai dalla parte di quella puttana, invece di aiutare tua cugina a conquistare il nostro signore.
- Ma dai! Pensi davvero che Maya abbia qualche possibilità!?
- Certo! Le stupide favolette che ti raccontava tua madre non ti hanno insegnato niente?
- Si! In particolar modo "la Bella e la Bestia"
- Cosa vorresti dire?
- Che la bella ce l'abbiamo... e la bestia...
- Ti stai per caso riferendo a Maya, piccola bastarda? 
- Hehe! Veramente io mi riferivo al padrone...
- ......?


Giunse l'ora della cena e il nobile era ad attendere l'arrivo della sua ospite. 
Il ragazzo indossava un completo scuro. Nonostante i colori sobri del suo vestiario, gli davano un'aria molto elegante e signorile. 
I pantaloni e la giacca erano neri, mente il doppio petto di un rosso scuro ricamato, era di seta con disegni di damasco. 
La camicia sottostante di un bianco candido aveva ai polsi dei gemelli in oro, per contornare il colletto portava intrecciato un fular blu cobalto e ai piedi calzava delle scarpe nero lucido, ma quello che più di tutto sfoggiava era un percing a forma di drago con gli occhi di rubino sull'orecchio mentre sul lobo dello stesso pendeva un'orecchino nero dalla forma curiosa.
Quando Safira entrò nella sala da pranzo si trovò una grande tavolata di mogano intagliato di tre metri, rivestito da una tovaglia bianca al centro della stanza riccamente imbandita, con una composizione di fiori rossi e delle rose nere mai viste prima, candelabri in oro e porcellana finissima dipinta a mano, contornate da calici di cristallo e argenteria che voleva una fortuna. Alla sua destra vi stava un caminetto acceso in marmo scolpito di Carrara sopra in quale vi era appeso uno splendido quadro di un paesaggio col castello e alla sinistra c'erano due grandi vetrate che permettevano di vedere il cielo stellato e i tetti delle case di Londra. I colori dell'arredamento era caldi grazie anche al legno e agli stucchi che rifinivano la stanza, ma anche un po' tetri. Se alzavi il naso potevi vedere un soffitto affrescato con tema una guerra fra angeli e demoni in stile rinascimentale. Nonostante l'arredamento fosse tra i più moderni e in voga dell'epoca, lasciavano sempre quell'atmosfera gotica e oscura intorno a se.
Lui si voltò con sguardo serio, Safira sperava di poterlo vederlo in faccia, ma portava una maschera nera con delle lenti rosse molto particolari.
Nel momento in cui la vide, si bloccò per un secondo, aveva un vestito rosso con una scollatura  profonda a V dove si vedevano perfettamente i due seni pronunciati strizzati in quel corsetto che la rendevano ancora più sensuale. Il corpetto che andava fin oltre le anche aveva delle plissettature a incrocio, con dei ricami floreali neri all'attaccatura laterale sinistra della gonna dove le balze di seta lucida si incontravano. L'estremità delle maniche lunghe fino al gomito come anche il fondo della gonna erano adornate con dei nastri e dei pizzi neri, in fine al collo portava una collana d'oro con incastonato nella montatura a farfalla un rubino a goccia. Era il ritratto della perfezione. Qualunque uomo vedendola le sarebbe caduto ai piedi. 
Abbassò la testa un po' imbarazzata per quell'abito così succinto
- Grazie, per l'invito
Il ragazzo non disse nulla, si limitò a sedersi e accennargli di fare altrettanto.
Non dava nessun spiraglio, sembrava un muro invalicabile. Nella mente di Safira cominciarono ad accalcarsi pensieri, ricordi, ma sopratutto domande, mentre si gustava quella sublime cena.
Erano già alla seconda portata, quel silenzio tra loro cominciava ad essere troppo pesante, così cercò di avviare una conversazione parlando del più e del meno.
- è molto bello qui.
Da lui però non provenne nulla. Non scaturì nemmeno uno sguardo.
- Vivi da solo?
Nessuna risposta. Continuava a mangiare ignorandola.
- D'accordo, allora di cosa parliamo S?
Il silenzioso signore alzò lo sguardo dal piatto per puntarla come un predatore che ha scelto la sua preda.
- Volevo solo sapere... perché hai rischiato la tua vita per me, così tante volte.
Il suo sguardo non si poteva scrutare da sotto la maschera, ma Safira aveva la netta sensazione che l'avesse infastidito.
- Ecco, io... volevo sapere... quando potrò tornare a casa?
- Non tornerai a casa.
- Cosa!? Hai... hai intenzione di tenermi segregata qui?!
- Si! Tu non puoi sopravvivere da sola là fuori.
- Ti sbagli! Non puoi tenermi prigioniera!
- Si invece. Posso!
- Scordatelo!
- BASTA! Sta zitta! 
Il giovane si alzò con uno scatto dalla sedia sbattendo violentemente le mani sul tavolo.
- NO! Non posso stare zitta quando qualcuno vuole prendere il comando della mia vita!
- Ascoltami bene. Sono io che decido qui! Questa è casa mia e tutto ciò che è qui dentro mi appartiene!
Lo disse cercando faticosamente di trattenere l'impeto di collera che lo travolgeva.
- Si! è vero che sei tu che decidi in questa casa. Ma io non appartengo a nessuno al di fuori di me stessa e non puoi decidere anche della mia libertà!
- Fin che starai sotto questo tetto decido io! Anche della tua!
Safira era furiosa, perché faceva così?! Che cosa gli aveva fatto per meritarsi questo? La ragazza si alzò in piedi e si mise a lato del tavolo.
Lei un giorno avrebbe voluto tornare dal suo fratellino e dalle persone che amava, ma il pensiero di non poterlo fare la distruggeva.
- No invece!
Con le lacrime agli occhi, di scatto prese un coltello e se lo puntò al cuore pronta a trafiggersi. In quel momento l'immutabile compostezza del nobile venne meno e in un battito di ciglia se lo ritrovò davanti. Quel viso era vicinissimo, riusciva a sentire il suo respiro e la sua mano che bloccava le sue strette sul manico in argento.
- Se non fosse stato per me, saresti morta prima di quella notte!
- Cosa!? Allora... sei stato tu!
Il ragazzo in preda alla collera si era tradito, ma questo non aveva più importanza oramai.
Safira sentì qualcosa di caldo scendere sulla mano lungo la lama. 
Era sangue! Il sangue della persona che l'aveva salvata stava scivolando delicatamente sulla sulla lama fino al suo candido petto, proprio dove stava il cuore. Sbarrò gli occhi e lasciò la presa il clotello allontanandosi qualche passo da lui. Non si era accorta di avergli trapassato la mano, il ragazzo estraendolo lo lasciò cadere a terra, mentre dal palmo del giovane continuava a gocciolare sangue sul pavimento, il suo decoltè niveo era macchiato di quel liquido rosso scarlatto e continuava a scendergli lungo la fessura del seno. Il suo sguardo terrorizzato e sconvolto nel vedere quello che era successo, le faceva tremare mani e gambe.
- Ch...che, che cosa ho fatto?...
Le gambe cedettero sotto il suo peso, stava per sbattere la testa sullo spigolo del tavolo, se non fosse stato per lui che l'aveva retta con l'altra mano.
Lasciandosi scivolare a terra cominciò a piangere. Si mise le mani sugli occhi per fermare le lacrime, il pianto era interrotto dai singhiozzi che le bloccavano il respiro, sembrava una bambina che aveva perso la strada. 
Il giovane s'inginocchiò. Voleva toccarla, ma aveva paura che sarebbe potuta andare in pezzi appena l'avesse sfiorata. Le lacrime sembravano tanti piccoli cristalli che le rigavano il viso, in quel momento, era così... fragile.
- Mi dispiace, non ..... non volevo ferirti.
In quel momento afferrò un tovagliolo e con sguardo basso nascosto dalla frangia, gli prese la mano ferita bendandogliela con molta delicatezza. Questo col ritrovato controllo di se, le rivolse la parola.
- Non ce n'è bisogno.
- Ti prego...
Non se la sentiva di negargli quella richiesta.
Dopo che ebbe finito di medicarlo, l'aiutò a rialzarsi e con un fazzoletto le asciugò le lacrime.
La sua mano delicatamente cominciò a pulirle anche il sangue che era caduto proprio sul suo fragile cuore e giù, lungo la scollatura. 
Lei non muoveva un muscolo, lo guardava in tutta la sua compostezza che prima era decaduta come le leggendarie mura dell'antica Troia, tanto cantata per la sua impenetrabilità. Il suo viso, per quel poco che si vedeva, era così bello che avrebbe voluto toccarlo. Erano così vicini.... 
Il ragazzo era impassibile, anche se dentro di se provava uno strana sensazione. Gli occhi di lei lo confondevano, quel blu profondo lo ipnotizzava. 
Lo spazio era così poco tra loro che poteva sentire il suo profumo...
In quel momento di debolezza i loro visi si stavano avvicinando e se non fosse stato per Maya, il suo padrone avrebbe potuto far qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire.
- Ho portato il dolce.
Fu allora che si allontanò da lei, ritornando alla realtà.
- Maya.
- Si. mio signore?
- Va a chiamare Igor.
- Come desiderate.
Quel momento era finito. Cos'era quella strana sensazione? E perchè il cuore le batteva così forte? Al contrario, sembrava che lui non provasse niente. C'era qualcosa, ma cosa?
Arrivato il servo gobbo...
- Igor! 
- Si mio signore? 
- Riaccompagnala nelle sue stanze.
- Si mio signore.
Igor aveva avvertito un'atmosfera piuttosto pesante, così senza discutere riaccompagnò la zingara nei suoi alloggi
- Siamo arrivati my lady. Se ha bisogno di qualcosa basta che chiami.
- Si.
La porta si richiuse dietro di se e quando sentì lo scatto della maniglia, corse verso il letto piangendo come poche volte aveva fatto in vita sua. Chiedendosi, perchè l'ha fermata?


Intanto nella sala da pranzo il ragazzo aveva tolto la maschera e stava fissando la mano medicatagli dalla ragazza. Fu allora che entrò  Bartolomew con Igor che era appena toronato di corsa.
- Ahh! Mio signore la sua mano....
- Si sente male?
Il giovane con uno sguardo trafisse i suoi servitori che si pietrificarono.
- Non fate entrare nessuno nelle mie stanze!
- Ma la sua mano....
- Spero di essere stato CHIARO! 
Lo disse come se fosse il ringhio di una bestia sull'orlo di una follia omicida.
Entrambi terrorizzati si misero sull'attenti e ripresero fiato solo dopo che il loro padrone avesse sbattuto con violenza le porte dietro di se. Ovviamente scardinandole.
La fortezza era stata espugnata.
Il becchino e il gobbo si guardarono piuttosto confusi.
- Ma che diavolo è successo?
- Lo so che è strano detto da me, ma... anch'io sono curioso di sapere cosa l'abbia fatto arrabbiare in quel modo
- Intanto dobbiamo ricordarci di chiamare il fabbro
- Già






Il giorno seguente nella stanza di Sfira, Katherine...
- Buongiorno Bella! Come è andata con la Bestia?
- Cosa?
- Ohh, andiamo. Non si parla d'altro in tutto il palazzo. Cos'è successo?
- Katherine. Io, ho fatto una cosa terribile!
La ragazza raccontò quanto successo all'amica e questa ne fu sorpresa nel sentire quelle parole.
- Cavoli! Deve essere stata dura per te, ma comunque è palese che il padrone non ci sappia fare con le donne. Anzi, no! Con nessun essere umano a dir la verità. Bhè! A meno che non sia morto, s'intende
- Sono un mostro.... 
Riprendendo a piangere si portò le mani sul viso per nascondere le lacrime
- Eh?.....Hahhahah! Tu un mostro?! Ma dai! Hahaha! Non farmi ridere. Diciamo piuttosto, che hai avuto la fortuna di essere sopravvissuta alla "furia della bestia"
- Cosa volevi dire con "Bestia"
- Nulla di importante. Allora? Una partita a carte?
- Ok
Nonostante Katherine avesse interrotto il discorso, a Safira c'era qualcosa che non quadrava, anche se era un'idea strana, la situazione le ricordava parecchio la favola.


Da quella sera erano passati ormai 3 giorni. Giorni in cui non era riuscita a vederlo nemmeno una volta. Katherine era a "bighellonare" per la città e lei era sola, così decise di uscire dalla stanza in cui era stata segregata per tutto quel tempo.
- Caspita ora che la vedo di giorno fa meno paura. Anche se quelle statue e i quadri raccapriccianti potevano risparmiarseli.
Il posto era piuttosto buio e gotico come arredamento, nonostante fosse giorno un po' di disagio c'era, quando ammirando l'ambiente intorno a se non sentì qualcosa di non più alto di un metro andargli addosso.
- Aiha!
- Igor! Scusa non ti avevo visto.
Safira indossava un vestito nero e viola di seta con scollatura a cuore a maniche lunghe.
In quel momento apparve Bartolomew.
- Certo che non l'ha visto, è altro quanto un muretto .
- Tu, brutto...
In quel momento il gobbo cercava di saltare più in alto che poteva per riuscire a prendere i lunghi capelli del becchino per poterlo poi prendere a pugni, con scarso risultato però. Quando si calmarono le acque e le risate, seguirono le domande.
- Cosa ci fa lei qui?
- Io? Veramente mi sono persa. Ero stanca di stare sempre chiusa in quella stanza e ora che sto meglio volevo fare un giro.
Bartolomew le porse il braccio
- Allora, permetta che quest'uomo le faccia da guida.
Però venne fermato da Igor che stava pestando la sua mantella.
- Ahh Smettila! Con i tuoi commenti inquietanti la faresti solo spaventare
- Meglio se ti fai da parte, mezza tacca.
- Come hai detto?!
La poveretta cercò di calmarli convincendoli a farle da guida.
La casa era immensa e in mezz'ora avevano solo fatto il piano inferiori dei 5 della struttura.
- Allora: questa è la biblioteca, il salotto, lo studio.....
Igor continuava a spiegare e far vedere ogni stanza della casa, Anche quella in cui aveva cenato col loro padrone. 
Quella sala le fece riemergere quei brutti ricordi della loro ultima serata, quando dopo due piani, piani più precisamente all'ultimo, Safira notò un corridoio con una sola porta alla sua fine.
- E questa che cos'è?
I due tornarono indietro per vedere.
- Agh! è la stanza del padrone! Non dovremmo essere qui.
Improvvisamente Igor si mise dietro di lei spingendola ad andare avanti e a non voltarsi. Non capiva. Cosa c'era di tanto spaventoso in quella stanza? 


Quella stessa notte uscì dalla camera alla ricerca di quel corridoio che portava alla stanza padronale della villa. Aveva saputo che lui quella sera era uscito, anche se non era riuscita a scoprirne il motivo. Dopo aver camminato a lungo lo trovò. Forse avrebbe potuto trovare delle cose che le avrebbero svelato la sua identità e magari il perchè di quei suoi strani mutamenti d'umore.
Aveva paura ad entrare, però la curiosità era troppo grande per ignorarla. 
Con un cigolio acuto aprì per dare una prima occhiata, sfortunatamente era troppo buio per vedere qualcosa, così decise di entrare affrettandosi a chiudere per non essere scoperta dagli altri abitanti della casa. Fortunatamente con se aveva una candela e avanzando di qualche passo verso quello che sembrava un letto, cercò di vedere la camera nella sua interezza, ma quella debole fiamma rivelò una stanza che sembrava essere stata teatro di un'orrore.
Le pareti erano imbrattate da scie di sangue più e meno ampie. Le tende squarciate, sia quelle delle due grandi finestre che quelle del letto, entrambe di un pesante velluto rosso scuro, da quel che si poteva intuire dai brandelli sul pavimento, era che fossero state smembrate con una forza e una furia inaudita da qualcosa di tagliente. 
Il legno del baldacchino era pieno di graffi e lacerazioni come quelle degli artigli di un grosso animale, si vedevano ancora le schegge sparse sul pavimento, mentre le parti avevano solo pezzi di carta da parati, cosa diavolo era successo in quella stanza?. 
Si capiva che qualunque cosa fosse accaduta lì dentro nessuno ne era uscito vivo.
Quella prima impressione la fece indietreggiare, ma ormai era arrivata fin lì e non aveva intenzione di tornare indietro. Girò intorno al letto e vide che ovunque sparpagliate in giro vi erano delle armi, alcune ancora sporche, come se fossero state appena usate, ma quella che la spaventò più di tutti era un dito mozzato che usciva da sotto il letto.
Appena lo vide le venne un colpo al cuore e spaventata a morte laciò cadere la candela correndo verso la porta per scappare, ma la serratura si era bloccata. Le ombre delle armi e degli ornamenti della stanza assumevano forme terrificanti e poi, un quadro strappato che raffigurava una donna sembrava si muovesse con quella luce soffusa e instabile. 
Era talmente sconvolta che appena la candela si spense mise le mani sulla testa rannicchiandosi vicino al letto.
Dopo qualche minuto sentì la porta aprirsi e ad arrivare fu lui. Non si aspettava di trovarla nella sua camera, men che mai a quell'ora della notte e per evitare che lo vedesse in volto rimase sull'ombra dello stipite
Con la poca luce lunare che entrava Safira capì che in quel momento lui non aveva la maschera, però era ancora troppo buio per vedergli meglio il volto. Qualche istante dopo quando cominciava ad abituare gli occhi la ragazza notò il colore delle sue iridi che in quel momento stavano riflettendo a specchio la luce proveniente dalle finestre. In quella oscurità si distinguevano perfettamente i suoi occhi rossi come pozze di sangue.
Era la prova definitiva!
La zingara si alzò in piedi tremante, ma il ragazzo le rivolse uno sguardo omicida.
- Che diavolo ci fai qui? 
- I-io...
- COSA CAZZO CI FAI TU QUI?!
Diede un pugno alla porta incrinandone la superfice.
- Io volevo solo....No, ti prego...
Con passo deciso avanzò verso di lei prendendola saldamente per le esili braccia e le strinse talmente forte che le unghie impiantate sulla carne glie le fecero sangunare. 
Il corpo del ragazzo come anche il suo viso erano sporchi di sangue e nell'aria si sentiva un leggero odore ferroso. Aveva perso del tutto il controllo, la spinse indietro facendola cadere sul letto e si mise sopra di lei le bloccandole le mani.
- Ahg!
- Non saresti mai dovuta entrare qui! 
- Mi dispiace! è che non ti vedevo da quel giorno. Ero preoccupata!
Dopo quelle parole, la guardò osservandola in quella posizione così sensuale e indifesa, si compiacque placando la sua rabbia. 
- Allora, sei venuta per me? 
Lo disse con un tono mailzioso e sadico allo stesso tempo.
La sua mano cominciò ad accarezzarla dalla guancia lungo il collo e quando giunse alla profonda scollatura che le metteva in risalto il prosperoso seno, col dito spostò la stoffa della veste sulla parte superiore, rivelando le sue morbide curve e quei suoi piccoli e rosei boccioli che stavano prendendo sempre più colore. 
La reazione al suo tocco su di lei la faceva tremare e il battito le aumentava a ogni sua carezza. Il respiro si faceva più corto e affannoso, la pelle diafana risplendeva come se fosse ricoperti di cristalli illuminati dalla pallida luce lunare. Questa visone lo faceva impazzire, così l'altra mano lentamente scivolò lungo il fianco fino alla gamba, pronto a soddisfare quel suo desiderio carnale che lo divorava giorno per giorno ogni volta che la vedeva, o ne percepiva anche solo il profumo.
- Che... che stai facendo? 
La voce era rotta dai respiri mozzati dalla paura e un lieve tremore aveva cominciato a farsi strada nelle sue parole.
- Tu non sai nulla di me. Non hai idea di cosa sia la solitudine ed essere odiato da chi ti circonda, anche dalla tua stessa famiglia. Tu sei l'unica che mi desidera così intensamente. Un desiderio pericoloso non credi? Quindi lasciati a me, dammi la tua innocenza, sii solo mia....
Le sue labbra sfioravano la pelle lucida, cominciò a baciarle delicatamente il collo fino alla clavicola e più scendeva più quella sensazione attraente era presente accentuandone i sensi. La sua mano risalì la gamba e si infilò nella sua biancheria cominciando con le dita a solleticarla la sua intimità. Era una tortura. Un piacere attraente che non aveva mai provato Era terrorizzata non riusciva a fermare le lacrime e cercava in tutti i modi di resistere, ma era del tjutto inutile.
- Donati alla bestia che sono.....
Le strappò la manica della veste lacerando buona parte della stoffa lasciandole appena coperto il seno che tempo prima le aveva asciugato dal suo stesso sangue con tanta gentilezza. 
Cosa stava succedendo? Quello non era il ragazzo che aveva conosciuto, ma era una persona piena di oscurità e .....dolore. Con le lacrime agli occhi lo guardò.
- Perdonami. Non avevo capito niente.....
Improvvisamente smise di lottare, si era arresa a lui.
- Se posso lenire il tuo dolore allora... Fallo.
I suoi occhi che in poco prima erano pieni d'odio e desiderio, adesso la scrutavano increduli nel vedere una creatura così fragile sacrificarsi per il suo bene, quel gesto lo fece esitare. 
Come poteva una creatura così debole provare pietà per uno come lui? Nessuno l'aveva mai sconfitto! Era la persona più forte e crudele che esistesse in tutto il mondo civilizzato dell'epoca! Allora perchè crollava quando guardava nei suoi profondi occhi blu?
Improvvisamente si sentì una strano rumore provenire alle spalle del giovane, come qualcosa all'interno del suo corpo che si stava muovendo, lui sapeva benissimo che cos'era. Lasciandola fece un salto all'indietro così potente che si schiantò contro al muro nascondendo la schiena. 
- Sto... soffocando...
Con una mano si stappò la camicia. Safira non credeva ai suoi occhi! Sotto il suo sguardo il corpo tonico del ragazzo si fece molto più muscoloso e possente (lasciando sempre la sua bella figura longilinea).
- Cosa ti succede?!
Il suo tono spaventato nascondeva anche una nota di apprensione. 
- NON TI AVVICINARE!
Quel ringhio la bloccò per un secondo, ma non poteva restare lì inerme. Lentamente cercò di avvicinarsi, ma lui si voltò di scatto affondando le unghie nel muro si arrampicò come un ragno fino in cima mettendosi tra il soffitto e la parete. Era nella stessa posizione in cui i ragni cacciavano, restando ad osservarla dall'alto. 
Si accorse che stava cercando in tutti i modi di nascondere la schiena sull'angolo girandosi verso di lei.
Dopo di che, si sentirono anche rumori di ossa spezzarsi. Dalla sua espressione stava soffrendo come un cane.
- Ma che....
Lei era talmente spaventata e confusa, che senza accorgersene si avvicinò troppo a lui. Questi completamente fuori di senno le saltò addosso, buttandola a terra le fece sbattere violentemente la testa.
- VA VIA DI QUA!!!!
- I.io... !
Ancora quei rumori, sempre più forti.
- AAAAAHHHHHHG!!!!!!!!!!!!!!!
- Perdonami...
Quei dolori lo costrinsero a lasciare la presa su di lei permettendole di allontanarsi. La poveretta sconvolta uscì di corsa dalla stanza fino alla porta di servizio che dava sul vicolo dietro la casa, senza minimamente curasi dei piedi nudi. 
L'urlo del ragazzo riecheggiava nella sua testa. 
Non voleva sentirlo. Voleva solo andare lontano, voleva tornare a casa. Ma quale!?
Le lacrime le impedivano di vedere dove stesse andando e finì per scontrarsi con qualcuno che stava entrando dalla medesima stradina.
- Chi sei tu?
Un nobile dagli occhi azzurro ghiaccio e capelli chiari, biondi come il sole d'inverno. Sembrava uno della sua stessa età. La bloccò appena uscita dalla villa da cui stava scappando.
- I-io sono.....

Era troppo per lei, era ancora provata dalla malattia e finì per perdere i sensi. Il ragazzo con un sorriso malizioso la prese tra le braccia.
- Ma tu guarda: Che meraviglioso angelo è uscito da quell'inferno.
In quell'istante attorno a lui apparve qualcosa di inquietante, una coltre nera che fluttuava nell'aria come sabbia e fumo lo circondò per poi prendere forma umana, ma non era come quella di un essere umano normale, la pelle sulle estremità era diventata violacea, mentre le unghie erano nere e lunghe come degli artigli. Le vene sulle mani al gomito creavano degli intrecci venosi che sfumavano la carne dal rosato al violaceo.
- Lasciala andare Cedric!
- O-oh! Vedo che hai perso il controllo, amico mio.
- Noi non siamo amici. Ficcatelo in testa.
- D'accordo, d'accordo! Devo dire che è veramente bella, ma la cosa che mi ha sorpreso di più è... che sia uscita viva.
I suoi occhi rossi si incendiarono. Avanzava con tutte le intenzioni più oscure e macabre che gli passavano per la testa, non avrebbe lasciato nulla di lui, non era umano...
Lo sconosciuto spaventato tirò fuori una pistola puntandola sulla tempia della ragazza.
- Non andare oltre!
L'essere che stava avanzando verso di lui si bloccò, nonostante i suoi occhi bramavano sangue.
- Cosa credevi di fare?...Shade.

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Capitolo 6
*** Strani Incontri ***


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- Avanti Shade. Non occorre scaldarsi tanto
- Mi calmerò soltanto quando la lascerai andare
Il nobile, incerto della reazione di quell'essere che aveva davanti, non mosse un muscolo. Che gli era preso? Di solito non si faceva problemi nel togliere la vita altrui
- Come faccio a crederti? Guardati! Il tuo corpo non somiglia affatto a quello di un essere umano, hai perso il controllo! E quel poco di lucidità che hai, per quanto potrà ancora durare?
Era la verità. Se riusciva a ragionare era perchè in lui era scattato qualcosa; forse nel vederla in pericolo lo aveva fatto tornare alla ragione anche se non riusciva a spiegarselo. Era sicuro solo di una cosa: non poteva permettere che qualcun'altro la toccasse all'infuori di lui.
La sua voce era rotta dal fiato affannoso e quando parlava, la sua voce suonava come il ruggito di un mostro.
- Metti via la pistola
- Altrimenti?
Cedric se lo ritrovo davanti, venne preso per il collo e con un solo braccio lo alzò come niente, facendogli cadere sia la pistola e anche la zingara
- Ahg....
- Io ti avevo avvertito
Quella bestia lo scaraventò come un giocattolo sul muro del palazzo vicino, riducendo la parete in un cumulo di macerie mentre la ragazza giaceva priva di sensi ai piedi della creatura. 
Fu allora che i domestici ancora in pigiama uscirono di corsa assistendo ad uno spettacolo raccapricciante
- Oh cielo.... Lady Safira
- IGOR
- Si mio signore 
- Allontanati
Il servo aveva capito che il suo padrone avrebbe potuto fare qualcosa di spaventoso e si ritirò
- Non puoi farlo, noi siamo....
- SILENZIO! Verme schifoso
Le unghie della creatura si allungarono come se fossero artigli, era fuori di se, era pronto a uccidere qualcuno con cui divideva qualcosa d'importante....
Se non fosse stato fermato dai lamenti della ragazza, chissà cosa sarebbe successo, si voltò e nel vederla così sofferente non riuscì ad avanzare. Il suo corpo lentamente riprese sembianze umane, intanto Cedric cercava di rialzarsi tra i detriti. Il padrone della villa prese in braccio la zingara dirigendosi verso la soglia, dove l'aspettavano i suoi domestici
- Entra! E fatti medicare quelle ferite

- Ahia!!!!!!! Insomma Maya, sii più delicata!
- Hum! Mi scusi signore (con fare di disprezzo)
Dopo un po' nel salone entrò Shade questa volta indossava anche una camicia tutta aperta, portando una borsa del ghiaccio (invece che solo i pantaloni, come prima) fece arrossire Maya come un peperone
- Come va? (come se non fosse successo niente, gli diede la borsa)
- COME VA? Tu mi hai scaraventato contro un muro e mi chiedi: Come va?
Cedric era piuttosto incazzato. Non aveva tutti i torti dopo tutto
- Che cazzo t'è preso? Mi hai quasi ucciso! Grrr....
- Scusa, non era mia intenzione ridurti fino a questo punto
- Fino a quest... Stammi a sentire. Sono l'unico amico che hai, il minimo che potresti fare sarebbe almeno non ridurmi come tutti quelli che incontri per strada! (tenendosi il ghiaccio sulla testa)
- Hai fatto rimuovere i cadaveri?
- COOOSAAAA? Ma ti sembra questo il momento? A momenti lo diventavo io un cadavere
- Diciamo di si. Ho di meglio da fare, che stare a corteggiare le dame che vengono a farci visita per accalappiarsi un marito.
Il biondo stava per scoppiare. Lo conosceva molto bene, sapeva che in un duello avrebbe avuto la peggio, così cercò di trattenersi per non prenderle di nuovo.
C'era qualcosa però che non gli tornava. Lui e una ragazza? Era un miracolo! .....O era diventato pazzo? Il dubbio c'era, ma optava per la seconda, visto quanto accaduto. Cercò di informarsi sulla bellissima sconosciuta che gli era svenuta tra le braccia.
- Chi è il bellissimo angelo che ho incontrato?
- Nulla che ti debba interessare.
Cedric con un nervo che gli attraversava tutta la fronte ribattè cercando di stare il più calmo possibile
- Oh... è per il "nulla" che mi hai quasi ucciso?
- Ma non l'ho fatto. (con sorriso malefico)
- Grr...
- Perchè sei qui?
- Cosa?
- Tu non verresti mai in questo posto, se non fosse per qualcosa d'importante. Dico bene? Cedric




Quella mattina Ciel si diresse a Londra per delle compere; di solito preferiva stare a casa, ma a causa di una forza a maggiore fu obbligato ad andare in centro con Sebastian e i 3 domestici.
- Sebastian?
- Si
- Già che sei qui prenditi avanti con i preparativi per il nostro party
- Yes, my Lord
- Io starò.....
Si girò a guardare gli altri 3 che come degli idioti fissavano le vetrine 
- ...Con quei 3. Anf...(tirando un sospiro di esasperazione)
- Allora io vado e....per cortesia, questa volta, non si perda
- IO NON MI PERDO MAI! SONO GLI ALTRI....
Il povero conte non aveva fatto in tempo a girarsi che erano gia spariti tutti e per l'ennesima volta, non sapeva dove andare
Cominciò a vagare per la città continuando a brontolare sull'incompetenza dei suoi servitori, giungendo in una delle piccole vie della città. 
Era un brutto segno, non solo non sapeva dov'era, ma non sapeva neanche come tornare alla piazza principale, tra l'altro cominciava ad avere fame. Quando sentì un profumo di pane appena sfornato provenire da una bottega poco distante.
Si stava dirigendo verso l'origine dell'esilarante fragranza fin che non si scontrò con qualcuno; poco più basso di lui, davanti al panificio, questi portava una mantellina rosso bordò con un cappuccio che gli nascondeva il volto. Non curandosene si diresse verso il panificio
- Salve, vorrei un panino
Un omone grande e grosso gli si presentò davanti, aveva la barba lunga con un'espressione piuttosto pacioccosa (sembrava Santa Claus)
- Li hai i soldi giovanotto?
- Si, li ho....
Quando si infilò la mano in tasca si accorse di non avere più il borsellino. Dov'erano spariti? Fu allora che gli tornò in mente quel ragazzino che l'aveva urtato poco prima, così si girò di scatto urlando a squarciagola
- Al ladro! Al ladro!
In quel momento il padrone del negozio cominciò a ridere dicendogli che la polizia non sarebbe mai arrivata, non avendo altra scelta Ciel cominciò a corrergli dietro.
- FERMATI!
Era veloce. Molto veloce, ma incredibilmente riuscì a raggiungerlo saltandogli addosso, buttandolo a terra, spostò lievemente il cappuccio intravedendo i suoi occhi
- Ti ho preso brutto....
Ciel venne pervaso da un azzurro cielo, quegli occhi erano irreali, come se non appartenessero a quel mondo
- Lasciami andare!
Dopo un attimo di smarrimento, Ciel si accorse di essere in una posizione piuttosto "sconveniente" (messo a cagnolino su di lui)
- Oh! Scusami.... Ma che cavolo dico? Tu sei un ladro!
- E tu sei ricco! Quindi se ti prendo in "prestito" dei soldi, non rischi di morire di fame.
- Questo non....GROWLL!
Un rumore proveniente dallo stomaco del conte riecheggiò attirando l'attenzione del ladruncolo, questi non resistette e.......scoppiò a ridere
- Hhahahahaha!!!!!!!!! Non ci posso credere! Allora morivi davvero di fame
- Ma come ti permetti! GROWLL!......
Il nobile cercò di nascondere il live rosato che stava spuntando sul suo viso, sotto lo sguardo del suo truffatore
- D'accordo. Sarai mio ospite
- Eh?
Il conte lo seguì fino al panificio di prima, questi tenendo in mano il suo borsellino 
- Quale vuoi?
Il giovane conte, disorientato, lo guardò incuriosito. Si chiedeva perchè si nascondesse sotto il cappuccio anche se era stato preso
- Il panino bianco
- Ok! Allora, dammene 2 
Dopo che furono usciti, si misero a camminare l'uno accanto all'altro mentre si gustavano quel pasto tanto modesto; durante la loro passeggiata si scontrarono con 2 uomini enormi, sembravano scaricatori di porto
- Ehi tu! Vedo che li hai un bel gruzzoletto, non è sicuro farlo tenere ad un bambino, non preoccuparti dallo a noi. Sarà al sicuro
- Ceerto, e io sono la regina d'Inghilterra
- Non prenderci in giro? DACCELI!
- Scordatelo idiota
L'incappucciato tirò un forte calcio sullo stinco dell'uomo, facendolo saltellare dal dolore
- Bob! Prendili!
- Scappiamo!
Questi prese per mano il giovane conte e correndo come fulmini riuscirono a seminarli nascondendosi in un piccolo vicolo dove ripresero fiato, il primo a parlare fu proprio il ladro, essendo abituato a scappare si era rimesso in sesto prima
- Tu chi sei?
Il conte fu stupito da questa domanda, era evidente che era un nobile
- Io sono un nobile
- Lo vedo
- Sono..... u-un conte 
- Ohh... e tanto per sapere, CONTE, lei ha anche un nome?
- Certo. Ma non mi sembra il caso di dirlo a qualcuno che nasconde il proprio volto sotto un cappuccio logoro
Si guardarono dritto in faccia (per così dire), tra i due scese uno strano silenzio, per poi scoppiare in risate
- Hahaha! hai ragione 
- Hahaha! Visto?
Dopo che si furono calmati cominciarono le presentazioni
- Allora comincio io. MI chiamo Ciel Pahntomhive. Capo del casato Phantomhive
- Cavoli...Sei persino il capo? 
- Mi prendi in giro?
- NO! Bene! Ora tocca a me....
Lo sconosciuto si tolse il capriccio rivelando i suoi lunghi capelli mossi, biondo-castano con sfumature miele-dorate a Ciel venne un sussulto nel petto, non poteva crederci
- Ma-ma-ma-ma-ma-ma-ma....
- Io mi chiamo Katherine (sorridendo)
Da quel logoro mantello ne uscì una ragazza bellissima con gli occhi da cerbiatta, che lo fece arrossire come un pomodoro, i suoi splendidi occhi azzurri e i suoi lineamenti delicati sembravano quelli di un'angelo del paradiso
- Ma-ma sei...sei una ragazza!
- Certo che sono una ragazza! Che maleducato!
- No....Scusa, è che col cappuccio non me n'ero accorto.
- Non fa niente. Posso sapere cosa ci fa un nobile nei bassifondi della città?
Ciel se voleva tornare a casa aveva solo una possibilità; dire la verità a Katherine
- Mi, mi sono perso
- EH? Hahahahaha
- Non c'è nulla da ridere (parecchio irritato)
- D'accordo, scusami. Avanti andiamo
- Dove?
- Ti porto a casa, se mi dici l'indirizzo
- Eh?

Dopo aver camminato a lungo arrivarono alla casa di città di Ciel poco prima del tramonto
- è questa?
Il conte, sfinito dalla lunga camminata ringraziò il cielo di esserci arrivato sulle proprie gambe
- Si, finalmente
- Sei deboluccio vedo
- Come ti permetti?! (oh... si è arrabbiato)
Poco dopo aver suonato il campanello si sentirono dei rumori di oggetti rompersi seguiti da urla, la ragazzina cominciò a preoccuparsi e un po' spaventata si mise dietro al suo nuovo amico
- Ma.....
- Non preoccuparti. è normale
- Normale? (preoccupata e confusa)
Dalla porta uscirono come tornadi 3 individui, 2 uomini e una donna preoccupatissimi, che continuavano a chiedere al loro signore come stava, o se gli fosse successo qualcosa. Il giovane era sommerso di domande tanto che non mancava molto dal farlo scoppiare da urla di frustrazione; fin che non giunse lui, il suo fedele maggiordomo tutto nero. Kathrine quando lo vide venne presa da una strana sensazione, che nessuno le dava, ma allo stesso tempo, le sembrava familiare.
- Le avevo detto di non perdersi
- Mm.... (irritato)
Nonostante il broncio del suo signore, Sebastian notò la ragazzina che senza farsi notare stava cercando di nascondersi dietro il suo padrone
- E... chi è questa graziosa signorina? 
- Mi ha aiutato ad arrivare fin qui
- Davvero? Signorina, la ringrazio per aver aiutato il mio padrone a trovare la strada di casa
La ragazza timidamente uscì allo scoperto
- è stato un piacere. Allora, io vado
- Cosa?
Il conte ebbe una reazione che sorprese tutti i presenti
- Ehm... volevo dire: Mi farebbe piacere se lei si fermasse per cena. Vorrei ringraziarla per il suo provvidenziale aiuto
La ragazza lo guardò ad occhi spalancati, scoppiando in una risata
- Hahahaha! Ma come parli? Non è che hai preso la febbre? 
Gli mise la mano sulla fronte per assicurasi che non scottasse, questo lo fece infastidire un po', ma più che altro, lo fece imbarazzare
- Non preoccuparti, non sei obbligato
Ciel fu sorpreso. Pensava che avrebbe fatto come qualunque morto di fame e che se ne sarebbe aprofittato di quel gesto di carità, mentre i domestici erano sorpresi nel vedere il padrone non reagire di fronte qualcuno che gli stava ridendo in faccia.
- A me farebbe molto piacere
- Non preoccuparti. Ho ancora i tuoi sodi, ricordi?
- Cosa? Me n'ero dimeneticato. Ridammeli!
Il conte pensava che avrebbe dovuto far intervenire il suo maggiordomo, ma non andò così
- Tieni
- Cosa?
- Non ne ho bisogno
- Ma che diavolo dici. Allora per cosa me li hai rubati?
Kathrine si voltò per andarsene, ma venne bloccata da Ciel che pretendeva una risposta 
- Mi hai detto che ti servivano per poter mangiare. Perchè adesso mi dici di non averne più bisogno?
- Perchè adesso sono ricca
- Cosa?
- Ho trovato un vero amico, di conseguenza ho trovato un tesoro (Sorridendo) 
Il nobile venne sconvolto da quella risposta, che lasciò la presa
- Bene, adesso vado.... Addio Ciel 
Corse verso uno dei vicoli al di là della strada, per scomparire subito dopo all'ombra dei palazzi, lasciando il povero conte pietrificato da quelle parole.

Erano passati un paio di giorni dal suo incontro con Katherine ma non riusciva a togliersela dalla testa. Perchè non ha voluto i soldi? Cosa voleva dire con: "Sono ricca"? Ma sopratutto perchè gli ha detto di aver trovato un "vero amico"? Tutto questo sfuggiva alla sua comprensione, lui ne aveva conosciute tante, ma nessuno era come lei e poi, quei suoi occhi....
- Signorino?
- Eh?
- è da un'ora che continuate a fissare il dolce. Sta bene?
- Si, non preoccuparti
Per non dare alcun sospetto al maggiordomo, si mise a sorseggiare il suo tè come al solito
- Non è che i suoi pensieri siano rivolti ancora a quella ragazza
In quel momento a Ciel andò di traverso la bevanda, sputando come se fosse un idrante
- Pfff.... Ma che diavolo dici?
- Credo di aver indovinato mio signore (Con sorriso beffardo)
- Smettila di dire certe cretinate e mettiti al lavoro!
- Come desidera (sorridendo divertito)




In quei giorni al contrario Safira era stata ancora rinchiusa in quella stanza, sentiva la solitudine e l'unica persona che le alleviava quella prigionia era Katherine
- Ciao Safira (sorrise timidamente)
Era molto pallida ed era dimagrita, non aveva una bella cera, da quando ha tentato la fuga non ha più toccato cibo, ne visto il padrone
- Ciao, è bello vederti Katherine
Si vedeva che si sforzava di sorridere, ma le cose se non sarebbero cambiate, era probabile che la zingara si sarebbe ammalata e questa volta non ci sarebbe stata medicine per quella malattia
- Ti senti meglio oggi?
- Abbastanza. Hai....hai notizie del padrone?
- No, mi dispiace
Nel volto dell ragazza si dipinse un volto molto triste, quasi di colpevolezza.
Si sentiva in colpa per essere scappata in quel modo quando lui aveva bisogno di aiuto, si sentiva un mostro per averlo abbandonato, ma Katherine cercava di tirarle su il morale in tutti i modi possibile
- Sai che ho conosciuto un vero amico?
- Davvero?
- Si, è molto simpatico ed è anche parecchio ingenuo. In senso buono
- Che bello. Come si chiama?
La ragazzina imbarazzata le si avvicinò 
- Non posso dirlo
- Perchè?
- è un nobile. Sai che si vergognano ad avere amici plebei e questo mi sa che è uno di quelli super orgogliosi
- Capisco. Comunque sono contenta per te
- Grazie (Sorridendo)
- Allora vai a trovarlo?
- Veramente gli ho già detto "Addio" (Sempre sorridendo)
- Eh? (confusa)

Intanto in un'altra ala della casa, più precisamente nello studio
- Portamene un'altra! (urlando)
Era completamente ubriaco, scaraventò sulla parete vicino al vecchio segretario una bottiglia di vino vuota che andò in mille pezzi
- Ma, mio signore, non le fa bene bere
- Fatti i cazzi tuoi Igor! 
Dalla notte della fuga, si era lasciato andare ai piacerei più bassi che l'uomo possedesse, tanto che nei primi giorni si faceva portare di criminali in casa per ucciderli e sfogare la rabbia
- Mio signore, centra la ragazza?
A quelle parole Shade si pietrificò al ricordo di lei; terrorizzata dal suo aspetto, ma anche del momento in cui per stargli vicino ha rischiato la vita per aiutarlo. Per questo, si sentiva colpevole.
Si avvicinò ad un'armadietto dove tirò fuori una bottiglia di Vodka e cominciò a berla dal collo della bottiglia, nonostante non fosse proprio il massimo dell'eleganza il suo modo di fare aveva il suo fascino
In quel momento Bartolomew si avvicinò a Iglor
- Credo che dovremmo dire al padrone dello stato della ragazza
- Ma non vedi com'è ridotto?
Igor indicò il padrone barcollare per lo studio con solo i pantaloni e una camicia completamente aperta, lasciando intravedere il suo fisico statuario che sembrava scolpito dagli dei
- Però lo sappiamo entrambi che se la ragazza non ricomincia a mangiare, morirà e a quel punto come lo diremo al padrone?
La loro conversazione venne interrotta dal loro signore, che inciampando si era messo in ginocchio aggrappandosi alla scrivania con la bottiglia ancora in mano. In seguito ne uscì una risata che sembrava quella di un pazzo omicida
- Uh..uh...he-hehe..ha-hahaHAHAHA! 
- Padrone?
- è incredibile! Mi sono ridotto così.... Solo perchè non riesco ad ucciderla
I due servitori erano confusi: ma se prima le ha salvato la vita, perchè adesso se ne salta fuori che voleva ucciderla? Non riuscivano a capire quel suo modo di pensare 
- Mio, signore?
Si lasciò cadere a terra poggiando la schiena sulla scrivania, con una gamba piegata teneva su il braccio con la bottiglia
- I suoi occhi, sono come quelli della bambina, sulla neve rossa...
Con sguardo perso nel vuoto e tono malinconico, la frase gli morì sulle labbra. C'era poco da fare, era crollato in un sonno profondo.
- Ma che sta dicendo? Di chi stava parlando?
- Bho...Una cosa è certa dovremo nascondere tutti gli alcolici prima di dirgli dello stato di Safira




Nonostante la situazione difficile a casa, Katehrine ne aprofittò per andarsene in città. Tra Safira morente e il padrone perennemente attaccato al collo della bottiglia, aveva bisogno di aria fresca.
Però non aveva messo in conto quello che le stava per accadere.
- Ehi, tu!
- Dice a me?
- Si! Sei in arresto
- Cosa?
- Prendetela!
La ragazzina svelta come una gazzella riuscì a scappare, ma non si era accorta che davanti a lei c'era un'enorme poliziotto che le aveva bloccata la strada. Così venne presa e portata alla centrale in stato di arresto, con l'accusa si complicità nella scomparsa di certi criminali ricercati.
- Lasciatemi!
- Ti piacerebbe bambolina? Mi spiace per te ma sei in una montagna di guai
Si trovò davanti ad un vecchio con i baffi e la faccia imbronciata
- Bambolina lo dici alla tua badante, vecchio rimbambito!
- MA... COME TI PERMETTI!
Non ci volle molto a Katherine a fargli saltare i nervi
- Rispondi! Chi ha rapito i criminali ricercati? Rispondi!
- E che ne so io. Siete patetici, catturare una ragazzina per delle accuse infondate, vedo che Scotland Yard è caduta veramente in basso
La conversazione si presentava più tempestosa di quanto si potesse immaginare il commissario

Nel frattempo, il conte Phantomhive si stava dirigendo proprio alla centrale per chiedere, o meglio esigere il loro aiuto.
- Simo arrivati my lord
- Bene
Il nero maggirdomo con tutta la sua compostezza aprì la portiera della carrozza facendo scendere il suo padrone, stavano per attraversare la porta quando Abelline non le aprì di sorpresa
- Oh, conte! Stavo per andare a chiamare
- Per quale motivo?
- Abbiamo trovato qualcuno che può dirci dove sono nascosti i ricercati con pena di morte
- Davvero?
- Si. In questo momento il commissario la sta interrogando
- "La"?
L'ispettore tutto contento accompagnò il giovane verso l'ufficio del suo capo da dove venivano urla di esasperazione e ringhi come quelli di un cane rabbioso
- Abelline?
- Si?
- Ma che sta succedendo la dentro?
- Diciamo che il nostro informatore è un osso duro
Improvvisamente dalla porta uscì il commissario tutto sudato, spettinato e trasandato, sembrava sfinito
- Capo! Com'è andata?
- Quella ragazza...anf...è un demonio
Il conte era compiaciuto della sofferenza del suo collaboratore più fastidioso, ma non era il caso di cedersi a certi piaceri
- Commissario! La vedo bene
- Non mi prenda in giro conte Phantomhive
Il diabolico ragazzino non riuscì a trattenere una risatina nel vedere il capo della polizia in tutta la sua "scompostezza"
- Ho saputo che avete dei problemi con il vostro informatore
- Si. La stavo facendo chiamare
- D'accordo. Immagino che abbia bisogno del mio aiuto
L'uomo dovette accettare a suo malgrado l'aiuto del cane da guardia della Regina
- Si, la ragazza è nel mio ufficio, fanne ciò che vuoi. Tanto la fucilazione per tradimento è già stata fissata

Quando il conte aprì la porta non degnò nemmeno di uno sguardo la prigioniera, soltanto quando gli si sedette di fronte, notò la sua presenza. Era bendata e imbavagliata c'erano segni di lesioni sul viso e sulle parti del crpo visibili dal vestito
- Molto bene, quindi sei stata tu a ridurre così il capo della polizia? Hai tutta la mia stima. (con sorriso malefico)
- Mhp....
Con il bavaglio cercava di rispondere a tono ma non era cosa semplice
- Qui è già stata prefissata la tua morte. 
La ragazza scosse la testa, ma il conte voleva far un'ultimo tentativo
- Qui dice anche che sei una complice del criminale che ha causato molte sparizioni, se mi dici dov'eri il 13 novembre io potrei intercedere per darti la grazia, ma solo se parlerai
La poveretta annuì facendo capire al conte che gli avrebbe detto tutto, così questi le si avvicinò: le tolse la stoffa che le impediva di parlare e in fine, quella che le impediva di vedere. Quando riaprì gli occhi il ragazzino non poteva credere ai suoi occhi...... non poteva essere.....non era altri che la ragazza che gli ha salvato la vita...
- Katherine?
- Ciel?
Era sconvolto nel trovarla in quelle condizioni e poi lui stesso l'aveva trattata in quel modo
- Che diavolo ci fai tu qui?
La ragazza cominciò a parlare affannosamente poco prima di perdere i sensi
- Il 13 novembre...... ero con... te
L'afferrò al volo poco prima di cadere a terra, Ciel prese la chiave e le tolse le manette. I suoi polsi nivei erano tutti rossi con graffi da cui perdeva sangue.
- Sebastian!
- Eccomi! Cosa....ma quella....
- Fa presto
Poco dopo entrarono anche il commissari e l'ispettore che guardarono il ragazzino tenere tra le braccia la prigioniera
- Ma che sta facendo? Quella è una criminale
- Mi dica. Perchè è stata arrestata! (Era furioso)
- Il 13 novembre è stata avvistata a trattare con due uomini alle 15:48
Ciel si ricordò di quel giorno, ma non avrebbe mai potuto immaginare che quei due uomini fossero tanto pericolosi, solo ora capiva perchè insisteva nel tenere lei il borsellino. Per evitare che fosse preso di mira da quei 2.
- Sbattetela in cella
- Sebastian!
Tra di loro si mise in mezzo il diabolico servitore del nobile
- Ma che diavolo sta facendo?
- Vuole sapere com'è andata veramente? Per caso, quando è stata avvistata, con lei c'era qualcuno? 
Con lo sguardo basso rivolto alla ragazza mentre il capo della polizia guardò l'ispettore che gli stava accanto 
- Certo un suo coetaneo. Credo borghese
In quel momento la rabbia gli esplose fuori
- Quello ero IO!
- Cosa?
- Lei mi ha salvato la vita da quei criminali
- Ma aveva un borsellino in mano!
- Era il mio! Vecchio rimbambito!
L'uomo era leggermente sconcertato dalla rivelazione e dalla furia che quel piccolo corpo emanava
- Ma... è pur sempre una nostra informatrice e...
- Da adesso lei non sarà più una vostra competenza
- Cosa?
Sebastian prendendo la ragazzina tra le braccia si mise dietro il suo padrone
- Da oggi lei sarà protetta dai Phantomhive
- Ma sta scherzando? Da quando voi Phantomhive proteggete? 
- Vi do un ultimo avvertimento. Se oserete torcerle anche un solo capello... ne risponderete a me
Il nobile e il maggiordomo si diressero verso la porta 
- Cavoli...il conte era proprio furioso
- Già. Ma il conte, cosa a che vedere con quella plebea?

- Dove sono? Aiuto! Ho paura! AIUTATEMI!
In lontananza apparve una figura, nascosta tra la nebbia, una voce....
- ....ne.....bene.....Va tutto bene....
Una mano candida e dei bellissimi occhi blu erano davanti a lei
- Chi sei? Non andartene ti prego.....
Si svegliò di soprassalto
- Non lasciarmi da sola!.....
Quando Katherine rinvenne si ritrovò in una stanza lussuosissima, era confusa e dolorante per tutte le lesioni procuratasi durante l'interrogatorio.
Non capiva nulla, stava forse sognando? No, non era un sogno, era reale! Ci pensò e ripensò fin quando nella sua mente non riapparve un volto, qualcuno.... con dei profondi occhi blu..... come quelli del sogno
- Ciel....
- Mmm....
La ragazza sentì qualcosa muovere le lenzuola e quando abbassò lo sguardo ci trovò lui....Si era addormentato seduto su di una sedia con le braccia appoggiate al letto, in quel momento dimostrava la sua età e la giovane non riuscì a trattenere una risatina divertita, facendo piano e con dolcezza cerò di svegliarlo
- Svegliaaa..... signor conteeee........
- Mmm....nnnhhh.....Ma...ma che.....
Quando i loro sguardi si incrociarono si rese conto di essersi addormentato saltò sull'attenti come un soldatino
- KATEHRINE! Stai bene?
La ladruncola era scoppiata a ridere nel vedere il conte tutto spettinato e disordinato qual'era
- Hahahaha! Sto bene, sto bene. Tu piuttosto...che ti è successo?
Il nobile guardò incredulo la reazione avuta dalla sua ospite
- Mi vuoi dire che non sai nulla?
Questa lo guardò e vide che il suo volto era parecchio serio
- No, non so nulla...Cosa dovrei sapere?
Il giovane nobile raccontò tutta la storia alla ragazza, di come era stata accusata ingiustamente a causa sua, di dove si trovava e....
- ...quindi, da oggi sei sotto la mia protezione e quella del casato Phantomhive
- COSA? Mi stai dicendo, che per qualunque mio casino tu ne sarai responsabile?
- Esatto
La giovane non poteva credere a quello che stava succedendo. Saltò in piedi sul letto mentre Ciel la guardava dal basso seduto sulla sedia pensando "ma che fa la in cima?"
- NO! Non posso permetterti di rischiare a causa mia!
Saltò giù dal letto cercando dei vestiti nell'armadio, cercò i più miseri che poteva, ma portroppo in quell'armadio non c'era nulla che si potesse definire misero, così optò per un abito lilla molto semplice.
Senza badare alla presenza di Ciel, cominciò a spogliarsi
- Aaaahhhhhh!!!!!!!!!!!!!! ASPETTA!
- Perchè?
- Tu tu tu tu....non puoi spogliarti davanti un uomo così!
- Guarda che nessuno ti obbliga a guardare (con un sorrisetto beffardo)
Il conte, (completamente rosso) uscì dalla porta aspettando il momento in cui sarebbe potuto entrare. Dopo ciraca un quarto d'ora decise di entrare
- Allora? Non sei ancora pronta?
Sparita! Aveva legato le lenzuola e si era calata dalla finestra
- Maledizione....SEBASTIAN!
Il maggiordomo entrò improvvisamente nella stanza e vide il suo padrone affacciato alla finestra
- Cosa succede?
- Prendila, senza farle del male! Non me lo perdonerei mai se le succedesse qualcosa....




Intanto a Londra nella casa di Sahade....
- Mio signore? (sconvolto)
- Cosa vuoi....
Era ancora ubriaco e con l'ennesima bottiglia mezza vuota di alcol in mano. Il sole stava tramontando ed era arrivata ormai l'ora di cena
- Devo dirle una cosa importante sulla ragazza
- Non m'importa....
Il servo decise comunque di andare avanti. lui doveva sapere.......
- Mio signore...... Safira sta morendo 
Improvvisamente il giovane staccò le sue labbra dalla bottiglia e lo guardò con un'espressione sconvolta e allo stesso tempo preoccupata
- Che cosa?










Grazie mille a tutti! Anche a "The Spirit Eater" Per gli auguri. Penso che nel prossimo capitolo finalmente fratello e sorella si incontreranno (Era ora) Oggi visto che è il mio compleanno ho pensato di pubblicare il capitolo buona lettura

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Capitolo 7
*** Katrin VS Lizzy ***


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Passava i corridoi come una furia per raggiungere la stanza della zingara. Entrò spalancando la porta con violenza e con gli occhi ricolmi di rabbia si avvicinò al letto cominciando ad urlare
- Sfira!...Svegliati! è un ordine!
Era stesa sul letto priva di sensi, lui continuava a inveirle contro ordinandogli di svegliarsi, la scosse.... ma per quanto lo facesse si accorse che non si sarebbe svegliata.... Non respirava
- Spogliala.....
- COSA?
- Ubbidisci!!! (quasi ringhiando)




Intanto alla villa Phantomhive.....
- Lasciami!
- Il mio signore ha ordinato di riportarla alla villa incolume
L'oscuro maggiordomo la teneva sotto braccio come un sacco di patate, pensando che quella ragazza avrebbe potuto scuotere interessare nel suo padrone, decise di non manipolarla più del dovuto, ma visto che non sapeva nulla sul suo conto, non riusciva a fidarsi di lei.
Arrivati al maniero, sulla soglia c'era Ciel con una faccia scura
- Mettila giù
L'uomo eseguì l'ordine, mentre la ragazza cercava di sistemarsi i capelli che le erano caduti davanti alla faccia a causa del viaggio turbolento
- Perché te ne sei andata?
- Non voglio che tu ti metta nei guai per causa mia
- Perché dovresti mettermi nei guai?
- Cosa sai di me?..... Nulla!
- Non ha importanza. Se non avessi fatto questo..... tu domani saresti stata fucilata! Te ne rendi conto?
Quelle contestuali parole, vennero pronunciate con durezza da parte del giovane
La ragazza era intimorita da quella sua espressione. Nessuno si era preoccupato così tanto per la sua vita, allora... perché proprio lui? Uno di quelli che lei definiva: "uomini senza cuore".......Un nobile
- Cosa vuoi da me?
- Come?
- Voi nobili, non fate nulla per niente, allora.... cosa vuoi da me?
In quel momento il conte non sapeva cosa rispondere, così tirò fuori la prima cosa che gli saltò per la testa.
- Sono in debito con te... Ricordi?
La ragazza non capiva a cosa si stesse riferendo 
- Di quale debito stai parlando?
- Mi hai salvato la vita quel giorno. Ora tocca a me salvare la tua
Katrin era piacevolmente sorpresa da quelle parole, ma comunque questo non spiegava le sue premure nei suoi confronti



Intanto dall'altra parte un altro Phantomhive stava vivendo una situazione che nessuno dovrebbe mai provare
- Esci...
- Come padrone?
- Ho detto: ESCI! Se non hai intenzione di farlo, VATTENE!!!!
Igor spaventato dalla collera del padrone scappò richiudendo la porta dietro di se, Intanto Shade cominciò ad esaminare il corpo seminudo della ragazza, eseguì delle pressioni in alcuni punti ben precisi, al fine di farla respirare, in seguito il profondo respiro della ragazza riempì la camera seguita da colpi di tosse
- Cof! Cof!..... Anf....Anf.....
Quando aprì gli occhi.... sopra di lei c'era l'oscuro nobile che la stava fissando, le sue braccia toniche e scolpite lo sorreggevano da sopra il suo viso.
Il volto della giovane era sofferente e come se non bastasse faceva fatica a respirare, (era entrata in iperventilazione), il giovane cercò qualcosa che l'aiutasse, ma non lo trovò, ne un sacchetto, ne una busta.... nulla. Non aveva scelta..... dovette farlo.
Safira vide il volto del ragazzo avvicinarsi a lei...... e quando sentì il suo respiro capì
- Mmh?
Un bacio..... Il suo primo bacio.....
Quel gesto le diede un calore bruciante che le scendeva giù per la gola, le sue labbra così morbide e calde.... quella sensazione soffocante, l'attraversava come una scossa lungo tutto il corpo, era pervasa da un calore che le arrivava nel cuore scaldando anche i sentimenti più freddi e tristi che covava dentro di se.
Quando staccò le labbra dalle sue, finalmente LO VIDE....
- Bene. Finalmente ti sei calmata (impassibile)
- So.... so....
- Eh? Come dici?
Le si avvicinò per sentire quello che cercava di dirgli, ma..... le sue parole lo pietrificarono
- Sono contenta, finalmente.... ho visto.... il tuo volto.....
In seguito perse i sensi. Non poteva essere... l'aveva visto in faccia.....
Era sconvolto, non aveva pensato che lei avrebbe potuto vederlo. Le accarezzò dolcemente il viso
- E ora... cosa dovrei farmene di te?....




Il giorno seguente nel maniero dei Phantomhive, per la precisione nella stanza di Ciel....
- Mm....
- Buongiorno! 
- Ah!
Spaventato dall'imprevista sveglia, il povero conte cadde dal letto
- Ma che fai? Perché ti sei messo per terra?
Il poveretto dolorante guardò la ragazza arrossendo
- Ma sei in camicia da notte! (urlando)
- E allora? Anche tu lo sei
- Ma questa è camera mia! (quasi isterico)
Fu in quel momento che entrò Sebastian con il vassoio della colazione
- Signorino. La sua ospite è....
Con sua grande sorpresa (e piacere) vide che il suo signore si era già alzato... Bhè.... Forse dovremmo dire che era precipitato. 
La ragazza si mise in ginocchio sul letto dell' "amico" facendo cenno all'uomo di avvicinarsi
- Ah! Sebastian. Vieni! Ho una fame...
Il domestico la contraddisse spiegando che quella non era la sua colazione, ma quella del suo padrone. La ragazzina era stupita di vedere tanto cibo in una volta sola e così si rivolse al conte
- Tu mangi tutta questa roba?
- Ma certo. Perché?
- Io questa roba non riesco a mangiarla neanche in un giorno
Al nobile quella frase non piacque molto, solo allora comprese le parole di quando si erano conosciuti. Così fece una cosa che non avrebbe mai pensato di fare
- Uff... Ti va di mangiarla con me?
- Eh? Davvero? (Contentissima)
- Si...
- Va bene! (sorridendo)
Il demone era sorpreso dall'azione del suo signore. Come mai con quella ragazzina sembrava un docile ragazzino di 13 anni?
Il conte si mise sotto le coperte in posizione per cominciare a mangiare, ma dopo che prese in mano la tazza si accorse che anche la sua nuova amica si era infilata sotto le coperte con lui e stava addentando il cibo come se non mangiasse da mesi.
- Hehe! Avevi fame? (sforzando un sorriso)
- Scierto! (Con la bocca piena "certo")
- Sebastian?
- Si, mio signore....
- Potresti portare anche il vassoio di Kartin qui?
Il maggiordomo venne sorpreso nuovamente, di solito avrebbe buttato fuori a calci chiunque gli si fosse avvicinato.... anche Lady Elizabeth....

Dopo che si furono vestiti (ognuno nelle corrispettive stanza), andarono giù nei giardini. Ciel le aveva promesso che le avrebbe mostrato tutta la villa in modo da sapersi orientare
- Complimenti! Hai una casa stupenda
- Grazie! Sono lieto del tuo gradimento
- A-ha! Questo albero è perfetto per arrampicarsi.... 
- NO! Aspetta! è tropo pericoloso. SCENDI!
- Guarda che sono la migliore quando si parla di arrampicarsi!
Improvvisamente si sentì il rumore di qualcosa spezzarsi, un ramo cedette sotto di lei lasciandola appesa per una mano
- Ah!
- Attenta!
Ciel si tuffo per prenderla senza pensarci 2 volte, ma diciamolo non era molto bravo negli sport, alla fine si ritrovò sotto il dolce peso della ragazza
- Ciel?
Quando questa sentì qualcosa muoversi, alzò la gonna
- Che ci fai lì?
- Ahi, ahi..... Stai bene? 
Era completamente sporco di fango e come se non bastasse dal naso perdeva sangue. (Anche se non si capisce se sia stato per la botta, o per quello che ha visto sotto il vestito). 
In quel momento giunse Sebastian come una tempesta tutto preoccupato
- State bene?
- S-si
La poveretta gli si avvicinò con lo sguardo dispiaciuto
- Mi dispiace. Non volevo farti male
Il conte le si avvicinò e con un dito le tirò via un po' di terra che le aveva sporcato la faccia
- Non fa niente
La ragazza anche se le parole del giovane erano di conforto, era pur sempre dispiaciuta per quello che aveva causato
- Mm...
- Andiamo a cambiarci?
- Eh?
- Non possiamo stare sporchi
Nella conversazione si intromise Sebastian
- Infatti anche perché oggi verrà a farci visita la Marchesa Midford
Fu in quel momento che il sorridente Ciel venne sostituito da un'espressione di terrore
- COOOSAAAAAAAA??????????????

Alle 2 del pomeriggio arrivò una lussuosa carrozza
- Ascoltami. Stammi vicino e non parlare se non vieni interpellata. Ok?
- Ok (un po' confusa)
Dal mezzo scesero una donna con un'espressione severa con una bambina dai capelli biondi dorati e occhi verde smeraldo. Katrin non mosse un muscolo e rispettò tutte le direttive di Ciel
- Piacere di rivederla Conte Phantomhive
- Il piacere è mio nobile zia
Alla marchesa non sfuggì la ragazza che stava accanto a suo nipote e questo la incuriosì. Invece la figlia era alquanto infastidita dalla presenza della misteriosa ospite vicina al suo fidanzato
- Non ci presenti?
Con tono severo della donna
- Mi scusi per la mia mancanza. Lei è Katrin... la ragazza sotto la mia protezione
il giovane Phantomhive non si scompose nemmeno un po', anche se era stato fulminato dallo sguardo della marchesina.
- Conte.... Da quando lei si preoccupa della protezione della casta proletaria?
- Scusi se mi permetto, ma......Questi non credo siano affari che la riguardano.....
La marchesa fu indignata dalla risposta del nipote, ma quanto dedita alle bune maniere, sorvolò con indifferenza. Il giovane fece strada nella villa insieme alla ragazza e al suo fedele maggiordomo.
- Come mai questa visita?
- Una zia ha bisogno si un motivo preciso per andare a trovare suo nipote?
- Non se si tratta di una comune zia
Sulla marchesa apparve un sorriso pieno di soddisfazione
- Vedo che non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno. Di questo me ne compiaccio
Il ragazzino come risposta le rivolse un sorriso.
La marchesa non si fermò solo a testare le abilità del nipote a trattare con gli adulti, ma voleva anche saperne di più sulla ragazzina che aveva preso
- Conte Phantomhive?
- Si marchesa
- Potrei sapere come vi siete conosciuti tu e la signorina?
Lo sguardo di Ciel si fece improvvisamente scuro, ma cercò di mascherarlo con la sua solita serietà
- Ma certo: Io e lei ci siamo conosciuti nei bassifondi di Londra
- Cosa ci faceva nei quartieri poveri?
- Lavoro

Si prodigarono per una passeggiata e mentre la marchesa e il conte parlavano di affari Elizabeth ne approfittò per avvicinarsi a Katrin
Cominciando la conversazione sforzando un sorriso
- Io sono lady Elizabeth Midford
- Io sono Katrin
- Katrin.... Avrete un cognome.
- Anche se ce l'avessi... io non lo so
- Che vuoi dire?
- Che non ho mai conosciuto mio padre. Quindi non saprei nemmeno che cognome potrei avere
La nobile la squadrò, chiedendosi cosa ci trovasse Ciel di tanto interessante in lei. Si avvicinò a sua madre chiedendole il permesso di allontanarsi con l'amica del giovane. I due dopo aver dato il loro consenso continuarono la loro camminata mentre lei le prese la mano portandola lontano dai due.
- Finalmente sole vero Katrin?
Cominciarono a camminare l'una accanto all'altra a scherzare e chicchere sulle loro passioni, sulla loro vita e.... su Ciel...
Katrin era felice, pensava di aver trovato una vera amica..... ma si sbagliava.....
- Sta lontana da Ciel!
- Cosa?
- Hai capito benissimo brutta manipolatrice!
- Non capisco! I-io.....
- SMETTILA!!!!!
In quel momento Elizabeth prese in mano un bastone e glie lo puntò contro
- Non ti permetterò di prenderti Ciel! Conosco quelle come te....
L'attaccò con un'affondo, la ragazza fece in tempo ad allontanarsi e a prendere anche lei un bastone lì vicino, bloccando il fendente di Lizzy, respingendola
- COSA? Come hai fatto?
Era normale che lei sapesse difendersi. Ha sempre vissuto da sola e se non avesse imparato a combattere sicuramente adesso non sarebbe lì.
- Non sono una ragazza indifesa..... Sai, si imparano molte cose quando lotti ogni giorno per sopravvivere.
- MALEDETTA!!!
In quel momento in lontananza si sentì la voce di Ciel che le chiamava per il tè
- Sei un'illusa se credi che uno come lui possa avere un qualche sentimento per te, ricorda. L'unico rapporto che  potrebbe esserci tra voi è quello di signore e domestica
- Per me lui è solo un amico.
- Ovvio! Non potrai mai essere come me.... o meglio; COME NOI.... (rivolgendole un sorriso beffardo)

Ad un certo punto arrivarono ad un gazebo, dove Sebastian aveva preparato tutto il necessario per il tè delle 5. Una volta seduti attorno al tavolo, la marchesa ricominciò col suo interrogatorio
- Potrei sapere più nello specifico lo svolgimento del vostro incontro?
- Ma certo. Ero finito nei quartieri poveri sulle tracce di un nemico di sua maestà, quando venni aggredito da due energumeni di bassa plebaglia... credo fossero scaricatori di porto.
- Capisco...
Cercò di inventarsi una storia più credibile e meno imbarazzante della realtà
- Ero stato circondato e lei lanciano un sasso in testa ad un membro della banda riuscì a distrarli. Raggirandoli mi ha portato via trascinandomi in uno dei vicoli, seminandoli.
- Comunque non mi è chiara una cosa
- Cosa?
- Il motivo per cui l'hai presa sotto la protezione dei Phantomhive. Il nostro casato non ha mai avuto nessuno sotto protezione, proprio perché dà una protezione totale, sia dentro che fuori il regno britannico
Adesso Ciel era obbligato a dirle che Katrin ha avuto problemi con Scotland-Yard e questo non giocava a suo favore. Sapeva che sua zia era molto rigida sulle regole e che non avrebbe mai accettato nessuna macchia sul nome dei Phantomhive. Così inventò una scusa, che poi tanto scusa non era
- Era un debito d'onore. Tutto qui!
La marchesa non sembrava del tutto convinta ma il giovane sapeva che se avesse insistito oltre l'avrebbe insospettita. Invece la ragazza ne fu incredula pensava "Allora Lady Elizabeth... Aveva ragione"
- Molto bene. Allora.....
La donna si alzò e avvicinò alla ragazzina rivolgendole un dolce sorriso.
- Ti sono grata per aver salvato la vita a mio nipote
Katrin era imbarazzata, ma quel gesto le fece dimenticare i suoi pensieri
- Ma no! è stato un piacere per me
- Sei proprio una brava ragazza. Abbi cura di lui, d'accordo?
- Certo! (Sorridendo)
Dopo il tè e tutto marchesa e figlia ritornarono sulla carrozza diretti alla villa Midford
- Perché non hai detto la verità a tua zia?
- Perché probabilmente, non l'avrebbe presa bene.
Katrin era confusa. Lei l'aveva trovata una persona carina e gentile.... ma era solo perché non la conosceva veramente
- Dai vieni dentro, comincia a fare freddo (con sguardo dolce)
- OK! 

Intanto nelle carrozza i sospetti di Ciel erano fondati
- Mamma! Come hai potuto permettere che Ciel stia insieme a quella!?
- Non ti preoccupare Elizabeth. No penserai che tua madre sia così stupida..... Cocchiere?
- Si mia signora.
- Portaci a Scotland Yard
- Come desidera
La figlia sapeva benissimo quale sarebbe stato il passo della madre e non si sarebbero fermate




In quel momento a Londra....
- Mio signore!..... Avete ricominciato a bere?
- Sparisci Igor....
Il servo non poteva crederci... adesso cosa diavolo era successo tra quei due? Safira era mezza morta, il padrone era "ubriaco spolpo"....
- Come sta la signorina?
Il suo signore a quella domanda rispose in modo ironico
- Se fosse morta... non sarei in questo stato.... (sbattendo con violenza la bottiglia)
Igor non riuscì a trattenere un pensiero piuttosto sarcastico "Allora non oso immaginare come si ridurrebbe se morisse"
- Aspetti!... Vuole dire che preferisce la sua morte?
- Bhò....
In quel momento il povero gobbo esplose (quando il padrone era ubriaco poteva permetterselo)
- FACCIA IL SERIO PER UNA VOLTA!!!!
- Piantala.... Voglio dormire
- DORMIRE? E SE CI ATTACCASSERO?
- Non preoccuparti.... Lo sai che riesco ad uccidere sia da sobrio che da FATTO
- Già....
Il povero servo era esasperato
- Almeno lasci la bottiglia
- Scordatelo... Fuori voglio dormire.
- Per terra? Non le sembra di.....
- zzz.....
- MA MI PRENDE IN GIRO?




Era passata una settimana dalla visita della marchesa al maniero dei Phantomhive, ma nonostante tutto nella villa c'era movimento. Sebastian e gli altri domestici si stavano dando da fare per il ballo che si sarebbe tenuto quella sera. Intanto Ciel era nello studio per del lavoro
- Uffa! Che palle.... Chissà come stanno andando i preparativi?
Dalla porta entrò Sebastian
- Signorino? I preparativi sono stati ultimati.
- Molto bene: Hai decorato le stanze?
- Si
- Lucidato l'argenteria?
- Si
- Preparato la cena
- Certo
- Preparato i miei abiti?
- Tutto come sempre
- Lo sai che tutto deve essere impeccabile?
- Certamente
- Molto be...
Fu in quel momento che a Ciel venne un pensiero che prima d'ora non gli aveva mai sfiorato la mente. In quell'istante il giovane conte si alzò improvvisamente dalla sedia
- C'è qualcosa che non va?
- L'abito.....
- Mio signore come le ho già detto il suo abito....
- Non il mio! Quello di Katrin!
Il maggiordomo era confuso, nessuno gli aveva dato delle direttive sulla ragazza, quindi per lei non aveva preparato nulla
- Non sapevo che Katrin partecipasse al ballo
- Ovvio che.... Katrin?!
- La signorina mi ha imposto di darle del tu e lei mi ha ordinato di obbedire a tutti i suoi ordini
Il conte non poteva negare di aver detto di eseguire ogni sua richiesta, ma il fatto che ci fosse tutta questa confidenza tra loro lo infastidiva.
- Comunque.... Mio signore....
- Cosa?
- Come farà con lady Elizabeth?
Il ragazzino si pietrificò. Non ci aveva proprio pensato a Elizabeth, cosa poteva fare adesso? Era entrato nel panico, se si fosse fatto vedere con un'altra ragazza che non fosse la sua fidanzata, cosa avrebbero pensato gli altri nobili?
Il demone divertito nel vedere nel panico il suo padrone, decise così di suggerirgli una soluzione che non avrebbe intaccato il buon nome dei Phantomhive anche senza la sua fidanzata accanto.....
- Cosa? Dovrei presentarla alla nobiltà?
- Esatto. Essendo il protettore della ragazza ne diventa automaticamente anche il tutore e come tutore....
- ... ho il dovere di starle vicino. Ottimo Sebastian! Ma....
- Ma?
- Abbiamo un altro problema
- Quale?
- Non hai preparato un vestito per lei, vero?
- Mi spiace, ma se vuole provvederò subito.
- No. Ci vorrebbe troppo tempo
Dopo un attimo di riflessione
- CERTO!
- Cosa?
- Sebastian portamela qui!

Qualche minuto più tardi il maggiordomo entrò nello studio con la giovane
- Mi hai fatto chiamare?
- SI. Volevo che tu venissi con me
- Dove?
La prese per mano e la trascinò lungo il corridoio salì le scale dove giunsero al piano più alto della villa, fino ad arrivare ad una porta chiusa a chiave.
- Sebastian! Apri
- Come desidera.
L'uomo tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi prendendo ne una con delle particolari lavorazioni d'argento, la infilò nell'uscio della porta e quando l'aprì..... 
- Cof-cof, ma che posto è?
Ciel entrò in quella stanza buia con sguardo malinconico
- Era la stanza di mia sorella....
Katrin vide in lui per la prima volta tutto il dolore che si portava addosso. I suoi pensieri furono interrotti dal ragazzo che spalancò le tende, dove vennero avvolti da una luce abbagliante
- Che bello! Da qui si vede tutto! (corse fuori sul terrazzo)
Lo stupore della ragazzina fece sorridere il povero conte
- Hehe!
- Perché ridi?
- Sembri una bambina che vede la prima volta il mondo....
Quel commento la imbarazzò. Insomma... le aveva dato della bambina. Non era molto carino. Si girò appoggiandosi alla balaustra
- Comunque perché siamo qui?
- Perché questa sera TU mi accompagnerai al ballo e sfortunatamente non hai il vestito
- Ah, capisco..... COSA?!... Vuoi che ti accompagni al ballo?
- Si
La poveretta si pietrificò... Come poteva lei? Non aveva mai partecipato a certe cose e non sapeva neanche come fare
- No credo che sia una buona idea....
- Ma cosa dici? Andrà benissimo. (sorridendole)
- No...
- Ma certo, guarda che non sei obbligata a ballare se non lo sai fare. Neanche io sono un esperto....
Fu allora che il maggiordomo si intromise nella conversazione
- Diciamo che lei è un causa persa Signorino....
- Sgunt.....
- Non è questo!!!! Tu.... non puoi capire.
La giovane scappò dalla stanza con le lacrime agli occhi, che solo Sebastian parve essersene accorto.
- KATRIN !!!!
- Aspetti....
- COSA?! 
- Credo che abbia bisogno di riflettere....
- Ma di cosa stai parlano?
- Ci pensi..... Lei non è mai stata messa in una situazione come questa. Probabilmente ha paura di farle fare brutta figura
In quel momento Ciel capì di averla messa in una situazione di disagio, dopo averci riflettuto le corse dietro fino a raggiungerla ai margini dei giardini vicino al bosco. Era seduta su una panchina sotto all'ombra di una quercia che segnava l'inizio della boscaglia, quando la vide le si avvicinò piano sedendocisi accanto
- Mi dispiace....
- Eh?
- Non ho pensato che per te quella fosse una situazione di cui avresti potuto sentirti un'estranea.... Sono stato un'egoista
- Non è così! è che..... Non voglio che per causa mia tu possa passare dei guai
- Ma che dici?! Se non ti avessi voluta.... non ti avrei invito. Non credi?
Su di lei apparve un sorriso che contagiò il conte, dopo aver riso un po' insieme il ragazzo si alzò, aveva ancora del lavoro da fare ma dopo qualche passo venne fermato
- Ciel
- Che c'è?
- GRAZIE.....



Verso sera nell'oscura residenza in certo città
- Padrone mi ha fatto chiamare?....... Ma che sta facendo?
- La zingara sta meglio?
- Si ma non è ancora in forze e..... un momento.... LEI E' SOBRIO!
Lo stupore del gobbo fece girare il ragazzo che gli lanciò un'occhiata che avrebbe agghiacciato chiunque, un terribile presentimento assalì Igor "Non mi avrà sentito, spero" 
- Prepara i suoi bagagli
- COSA?
- Questa notte..... Safira lascerà questa casa!
Il servitore era incredulo alle parole che erano uscite dalla bocca del suo signore.
- Ma..... Signore se qualche tempo fa voleva tenerla rinchiusa qui.... Perché adesso vuole mandarla via?
Il nobile si paralizzò alle sue parole.
Come poteva dirgli che l'aveva visto in faccia e per quello sarebbe dovuta sparire. Nessuno doveva sapere il suo segreto! C'erano solo un modo per tenerlo al sicuro..... ed era quello di sbarazzarsi dei testimoni.
- Ho le mie ragioni....
- Padrone.... Non vorrà mica.....
- Non ho ancora deciso cosa le succederà..... 
Lo sguardo del suo signore era serio... e Igor sapeva benissimo che cosa succedeva a chi ha scoperto la sua vera identità. Lui non voleva che Safira morisse, se n'era affezionato e anche Barolomew.
Chissà se questa volta il suo padrone avrebbe provato un po' di compassione verso di lei......



Villa Phantomhive: Erano arrivati gli ospiti del party e nella camera di Ciel era appena entrato Sebastian
- Mio signore.... Gli ospiti sono arrivati
- Molto bene. è tutto pronto?
- Certamente
- E Katrin?
- Ne rimarrà sorpreso.
Lo sguardo confuso di Ciel diceva tutto.
Il conte cominciò ad incamminarsi e quando si trovò davanti alla porta dove avrebbe dovuto uscire si fermò.... Con lui doveva varcare quella soglia anche Katrin, ma lei non era ancora arrivata.
Dopo qualche minuto, da in fondo al corridoio si udì un suono di passi. Ciel si voltò per vedere meglio ma era troppo buio per riuscire a distinguere chiaramente chi stesse arrivando e poi.....
- Ciao......
Ciel quando la vide ne rimase pietrificato.... 
Era bellissima: Aveva i capelli raccolti in una specie di shignom morbido dove lasciava cadere ai lati i le sue ciocche castano chiaro. Il vestito era rosa lucido mentre le decorazioni e la sottogonna erano di diverse sfumature di bianco. La parte superiore lasciava scoperte le spalle, un nastro trasparente le cadevano sul braccio simulando le spalline. La gonna era suddivisa in due sezioni una rosa che si attaccava alla vita da un fiocco laterale, sotto una bianca che le arrivava fino ai piedi e al collo portava un diamante blu.
- Sei..... splendida....
- Grazie anche tu stai molto bene....
Il conte era rimasto incantato
- Ciel?
In quel momento il nostro distrattone riprese la cognizione con la realtà
- Eh? Ah... Scusa hai ragione. Vogliamo andare?
Le porse la mano e lei, anche se un po titubante la prese dolcemente. In quel momento Sebastian aprì la porta da dove infondo alle scale si potevano vedere tutti gli ospiti del salone.
Kartin era piuttosto nervosa nel vedere tutta quella gente con gli occhi puntati su di lei. Ciel le si avvicinò sussurrandogli delle parole d'incoraggiamento
- Non preoccuparti. Se mi starai vicino andrà tutto bene
- Va bene.... mi fido
I due cominciarono a scendere e con grande sorpresa di Ciel, sembrava che la ragazza ci sapesse fare anche se era la sua prima volta, una volta arrivati infondo tutti si presentarono con riverenza.
Il padrone di casa con il suo solito sorriso di circostanza; ringraziava gli ospiti della loro partecipazione presentando a ognuno Katrin che, a differenza sua rispondeva con un vero sorriso e parole molto gentili. Non per niente quella sera aveva già qualche Lord della loro età a fargli la corte dopo appena mezz'ora dall'inizio della festa, però questo a Ciel non gli era indifferente.

La serata continuava senza troppe difficoltà, sembrava che anche Katrin avesse cominciato a prenderci la mano con la conversazione grazie ai consigli di Sebastian; Ciel anche se non lo dava a vedere era fiero di lei.
Però in quel momento apparve Elizabeth in tutta la sua raggiante solarità (Per così dire) si avvicinò a Ciel
- CIEEL!!!!!! Che cariiinoooo!!! Sei stupendo con questo abito
- Ti ringrazio Elizabeth
- Uffa..... ti ho detto che devi chiamarmi Lizzy
In quel momento uno degli ospiti si avvicinò ai due
- Conte Phantomhive, non ci presenta la sua amica?
- Ecco, lei è.....
La ragazza si mise in mezzo alla conversazione
- Io sono lady Elizabeth Midford. La fidanzata del conte (quasi urlando)
Gli ospiti si girarono tutti e guardarono pietrificati la scena
- Mi scusi Lady Midford, ma ne è sicura?
- Cosa vorresti dire? è ovvio che io e lui siamo fidanzati
- Se così fosse allora..... avrebbe dovuto accompagnare lei il conte
- COSA?
Ciel era piuttosto indignato dal comportamento della ragazzina
- Adesso BASTA Elizabet!
- Ma... Io....
In quel momento da dietro il suo caro fidanzato spuntò fuori LEI.....e quando vide il vestito di Kartin non riuscì a trattenere una smorfia di repulsione e INVIDIA.
Era furiosa, non solo per il vestito 100 volte più bello del suo, ma anche per il fatto che ad averla accompagnata al ballo fosse stato Ciel e non lei che era la sua fidanzata ufficiale
- Da quando in qua persino i ladri possono entrare nelle case dei nobili e trattati con tutti gli onori?
Tutti nella sala si girarono guardare la scena, infatti cominciò un brusio di nobili che confabulavano tra loro.
In quel momento Ciel si mise davanti a Katrin, come per proteggerla
- Che cosa stai dicendo Elizabeth?
- Solo la verità! Lei è stata arrestata per furto..... E lo sai visto che a essere stato rapinato eri proprio tu.
Tra i nobili si alzò un sospiro di  sorpresa quasi all'unisono
- Allora signorina Midford, dovrebbe anche sapere che lei mi ha slavato la vita da dei sequestratori
- Eh? Si.... ma....
- Niente MA! Esigo che tu le chieda SCUSA!
- NO!
Ciel era talmente arrabbiato che stava per tirarle un ceffone. Sebastian era pronto a intervenire per evitare delle sconvenienze, ma fu preceduto dalla stessa ragazza che era stata accusata dalla marchesina
- Fermo! (gli prese il braccio)
- Perché? (con tono duro)
- Non ha senso arrabbiarsi. Ha ragione. (con sguardo triste)
Il conte si calmò e abbassò il bracci che era flesso per tirarle uno schiaffo e cominciò a parlare
- Non solo hai calunniato la mia protetta, ma hai anche infangato il nome dei Phantomhive davanti ai miei ospiti!
- Ma.... Ciel (in lacrime)
- Andiamo
Rivolto a Kathrin
- Si.....
In quel momento Lizzy se ne andò correndo in lacrime.

La serata continuò senza ulteriori intoppi e quando giunse la fine si salutarono con un brindisi
- Ringrazio tutti voi per la presenza che mi avete presenziato quest'oggi
Tutti ne furono felici e quando giunse il momento per tutti di tornare a casa Ciel decise di ritirarsi. Al contrario Katrin volle fare un'ultimo giro..... ma non si sarebbe mai aspettata di sentire certe parole uscire dalla bocca di persone che sembravano tanto gentili
- Povera lady Elizabeth.... è stata proprio derisa da quella stracciona
- Hai ragione cara. Non avrei mai pensato che una ragazzina così carina ed educata provenisse da un luogo tanto sudicio
- Concordo pienamente! Questa è una macchia sul nome del casato Phantomhive, 
- Ma com'è saltato in mente al conte di prenderla sotto la sua protezione?
In  quel momento nella conversazione si mise una nobile di una certa età
- Solo perché nessuno gli ha insegnato l'importanza della posizione sociale
- Lei dice?
- Certo. Avendo perso i genitori prematuramente nessuno gli ha potuto dare dei limiti, di conseguenza pensa di non avere nessun obbligo di onorare sulle nostre regole
- Lei crede che quella ragazza fosse in combutta con quegli uomini per poter entrare nelle grazie del conte?
- è molto probabile, in fin dei conti è solo un ingenuo. Come ha potuto cadere in una trappola del genere?
Katrin non sopportava che parlassero così del suo amico, così si diresse come una furia nel gruppo delle donne
- Ehi voi!
Il gruppetto che si era formato si girò a guardarla facendo le indifferenti
- Si, signorina
- NON FACCIA LA FINTA TONTA CON ME!!!!
L'anziana fu indignata dal comportamento della giovane
- Come prego?
- Non sono stupida! ho sentito tutto, di me potete dire di tutto, ma non vi permetto di insultare Ciel
- OH.... Ma come si permette?
- COME SI PERMETTE LEI VECCHIA DISPOTICA!!!!
- COSA?
Tra Katrin e le signore cominciò una cruento dibattito.
- Siete solo delle pettegole! Voi non sapete nulla di Ciel e tanto meno di me
- Allora "cara" perché non ce lo spieghi
- Questi non sono affari che la riguardano, ma di certo il conte Phantomhive è d'animo più nobile di tutte quante voi messe assieme!
- Oh, che maleducata
- NO! Qui l'unica maleducata siete VOI!
- PICCOLA PEZZENTE!
- Siete sempre pronte a giudicare gli altri, guardando dall'alto in basso le persone che non sono al vostro "livello" quando invece sono 100 volte migliori di voi!!!
- OH..... Come ti permetti?
- Esistono persone che pur di aiutare il prossimo si privano addirittura del necessario! Invece voi avete tutto!.... E fate persino fatica a dare un penny! Siete voi che dovreste vergognarvi!
La donna era talmente arrabbiata che le gettò il ventagli in faccia
- Con chi credi di parlare sporca sguattera! Ecco cosa sei.... una sporca sguattera e il tuo posto non è qui in mezzo a noi, ma nelle cucine o peggio.
Lo spigolo del ventaglio le aveva procurato un graffietto sulla fronte.... in quel momento Katrin le rivolse uno sguardo minaccioso con un'aura oscura che l'avvolgeva.
- ..... è tutto qui quello che sapete fare? Lanciare un ventaglio? Credete che una persona che ha lottato ogni giorno per sopravvivere si faccia intimorire da un ventaglio? Che illusa.....
- Se ti metto le mani addosso io......
Fu allora che giunse Sebastian
- Prego signore, la vostra carrozza è arrivata.
Le nobildonne voltarono lo sguardo con una smorfia rivolta alla ragazza
- Meglio andarcene.
- Hai ragione cara....
Una volta uscite Sebastian volse lo sguardo alla ragazza, notando la ferita.
- Forse è meglio andarci a medicare
- Eh?
- Non vorrete farvi vedere dal signorino in questo stato
- Oh.... Hehe, hai ragione

I due si diressero nelle cucine e dopo che il maggiordomo la fece accomodare su una sedia, prese da un mobiletto una cassetta del pronto soccorso
- è stata molto coraggiosa
- Cosa?
- Ho visto quello che ha fatto (sorridendo)
- Allora non potevi aiutarmi?
- In quanto maggiordomo non potevo intervenire.... se no, quella si che sarebbe stata una macchia sul nome dei Phantomhive
- Mm... Capisco
L'uomo delicatamente cominciò a medicarle la ferita e quando ebbe finito si prodigò a rimettere tutto a posto
- Sebastian?
- Si....
- Comunque penso che tu sia migliore di loro, anche senza la classe sociale
- La ringrazio (sorridendo)
- Senti, vuoi una mano?
Indicando i piatti sporchi
- Cosa?
- Non preoccuparti non sono come quei pasticcioni
Il maggiordomo fu lieto di questa sua richiesta e così accettò 
- Va bene..... solo per poco però
- OK

Era notte fonda, senza Luna, tutto era silenzioso nella villa, il cielo era coperto da grosse nubi nere e il vento soffiava tra gli alberi..... ma non tutti dormivano.... Katrin
Si stava aggirando nei corridoi, fino a raggiungere la stanza del conte. Quando vi entrò si mise vicino al letto di Ciel
- Grazie di tutto..... Non ti dimenticherò mai..... amico mio
Lasciò una lettera sul cuscino su cui lei aveva fatto colazione insieme a lui ogni mattina..... dopo di ché se ne andò, dirigendosi verso la città e lasciandosi quei giorni felici alle spalle.......




Ma non era l'unica che quella notte stava lasciando una casa.....
Tra le strade deserte di Londra qualcuno con un mantello nero stava portando tra le braccia una persona...... una ragazza........ Quella ragazza era Safira
Shade doveva sbarazzarsi di lei e questo non l'avrebbe fermato il suo intento. Si diresse sul ponte...... dove s'incontrarono per la prima volta
Si mise in piedi sul cornicione..... era pronto a lasciarla andare
- Tu quella notte avresti dovuto morire qui.... Oggi, riparerò al mio errore
La ragazza si mosse e questo gli fece abbassare lo sguardo
- Mm..... Ciel.....
Stava piangendo, sembrava così triste...... dopo qualche istante le rivolse delle parole di pentimento anche se sapeva che non poteva sentirlo (con il suo solito tono freddo e distaccato)
- Mi dispiace..... ma nessuno dovrà mai sapere la verità
In quel momento..... cominciarono a scendere dei fiocchi di neve.....
- Cosa?
Era tutto come quella notte, solo che adesso...... le circostanze erano diverse...... Era come se il cielo gli volesse far ricordare quella notte in cui l'aveva salvata
Piangeva e tremava. Lui sul cornicione a guardarla...... per l'ultima volta. 
Era tutto diverso. Questa volta...... sarebbe stato Shade...... a consegnarla tra le braccia della MORTE
- Perdonami......
La lasciò andare..... avvolta dalle tenebre..... e dai fiocchi di neve








Spero vi sia piaciuto il capitolo, scusate se c'ho messo tanto a prepararlo, ma il prossimo vedrete cosa succederà.
Grazie per avermi seguito e spero che continuiate a leggere la mi Ff

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Capitolo 8
*** Nel rifugio ***


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Mentre la osservava cadere in quel vuoto oscuro, le loro mani si sfiorarono...... in lui riemersero tutti quei momenti passati insieme...... il suo sorriso, la paura..... i suoi occhi pieni di lacrime per lui.
Non poteva..... non poteva lasciarla andare....... E senza neanche accorgersene il suo corpo si mosse da solo seguendola tra quelle acque scure.
L'acqua era gelata, non si vedeva nulla. Nella sua mente quella scena si ripeteva; come un nastro che era stato riavvolto, le loro mani si intrecciarono e quel tocco lo fece tremare, ma non poteva perdere tempo..... questo lo sapeva e con tutte le forze nel suo corpo la portò a se, come se tenesse tra le braccia un cucciolo talmente piccolo che la sua vita sarebbe potuta terminare con un singolo tocco.
La corrente in quel tratto era forte e un tronco di legno che era stato buttato nel fiume lo colpì violentemente sulla schiena conficcandogli alcune schegge lungo la schiena, una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto, contornata da una scia di sangue.
Doveva riemergere.... e subito! Lasciandosi trascinare dalla corrente per un lungo periodo, raggiunse finalmente la riva ritrovandosi in un campo ai margini di una foresta, dove potè controllare lo stato della ragazza
- Merda!
Dopo qualche pressione sul petto la zingara ricominciò a respirare, in quel preciso momento il giovane si allontanò. Anche se confusa si rese conto di non essere più nella villa del suo carceriere. Non capiva come potesse essere finita in quel posto e il perchè fosse fradicia da cima a fondo.
- Dove..... dove sono?
Da dietro di lei provenì un rumore sinistro..... e quando si voltò vide un'ombra nera che la fissava, rimase con gli occhi sbarrati dal terrore "chi era?"
Quest'ultimo si voltò andandosene per la sua strada, la poveretta era pietrificata, si chiedeva chi fosse quel tipo e sopratutto...... cosa le aveva fatto quando era svenuta.
Silenziosamente prese una grossa pietra e gli si avvicinò piano, dandogliela violentemente sulla testa, questi starmazzò a terra privo di sensi
- Oddio! Non l'ho ucciso spero
Rimase immobile a fissarlo quando notò delle chiazze rosse che sporcavano quella poca neve che si era attaccata al terreno partire dalla riva del fiume fino ad arrivare a lui, prese coraggio e decise di avvicinarsi. Por troppo essendo caduto in avanti non si riusciva a vedere chi fosse, così lo prese per un braccio in modo da girarlo.
Non poteva crederci! Era il suo carceriere! Ma perchè era lì? Cosa facevano in un prato, da soli, sotto la neve? In quel momento la poveretta entrò nel panico più totale
- Oddio! Cosa faccio adesso? Non posso lasciarlo qui...... allora per prima cosa devo trovare un riparo. Vediamo.......
Con la vista a 360° in lontananza scorse una piccola capanna appena nascosta nella foresta, si poteva vedere appena con la pca luce che c'era, non era raro trovarne all'epoca, fungevano come stalle o rifugi.
- Bene! Ora noi 2 andremo al riparo in quella casetta..... Sembra che stia per arrivare una bufera.
Si mise il braccio del nobile intorno al collo cominciando trascinarselo verso quella casupola. Quando entrarono trovarono la stalla con una mucca e della paglia e un piccolo focolare, probabilmente era lì per i pastori dei greggi di pecore, ma chissà quanto erano stati trascinati lontani dalla città?
- Cavoli..... fa freddino qui.
Appoggià il giovane su un cumulo di paglia facendone un giaciglio per poi coprirlo con quelle che sembravano vecchie coperte
Fortunatamente c'era della legna asciutta con cui ci si poteva scaldare, approfittando della buna sorte conimciò ad accendere il fuoco, mentre il ragazzo rimase privo di sensi coperto da quelle che sembravano coperte di lana appena tosate.
- Adesso, vediamo cose ti è successo
Safira lo voltò delicatamente, mentre il suo carcerire mostrava distinte smorfie di dolore
- Oh mio Dio!!!
Delle grasse schegge erano conficcate nella schiena del giovane e sembravano veramente dolorose. La zingara corse a prenedre dell'acqua al fiume, la mise a bollire grazie a un pentolone e cominciò a sterilizzare i lembi del suo vestito che aveva strappato in precedenza. Poco dopo prese uno di questi e aspotrò il pezzi di legno, in seguito improvvisò una medicazione con quel poco che aveva.
Era la prima volta che lo vedeva così..... era come se quel padrone crudele fosse scomparso nel nulla, lasciando quel ragazzo....... un bellissimo ragazzo coi capelli neri come le piume di in corvo e quei lineamenti dolci e duri allo stesso tempo che lo caratterizzavano, con un fisico che persino una divinità avrebbe invidiato.
Gli si avvicinò piano sempre di più....... quasi a sentire il suo respiro.......
- Ma......ma che cosa sto facendo? Devo essere impazzita!
Si allontanò da lui come se fosse terrorizzata da se stessa e da quello che avrebbe potuto fare, lei non era così! Non se ne approfittava della gente che non poteva reagire come aveva fatto LUI
Era tutta rossa, non capiva.... cosa le aveva fatto quel tipo? Perché sentiva il bisogno di toccarlo?.....

- Che tepore...... questo profumo, è così...... dolce
Un suono...... una canzone in lontananza e dei rumori casalinghi lo destarono da quel profondo sonno in cui era caduto. 
La luce lo accecava, sebbene fosse veramente poca non la sopportava proprio, cercava di vedere cosa stesse accadendo ma davanti a lui c'era questo bagliore che non gli permetteva di scorgere nulla. Cercò di aprire e chiudere gli occhi diverse volte, ma era impossibile, quando.... una sagoma contro luce non gli apparve davanti.
Era una sagoma indistinta, non si capiva bene di chi ma dopo un po' cominciò a metter a fuoco l'immagine..... sembrava una ragazza..... con gli occhi blu e alla fine capì
- T...tu
Cercò di nascondere la faccia dietro la mano, nonostante il tono esasperato, lei gli rivolse un sorriso che avrebbe fatto sciogliere un iceberg
- Per fortuna stai bene
- Eh?
- Mi hai fatto preoccupare parecchio sai?
- Ma di che diavolo..... Ahg....
Il moro si tolse la mano dalla faccia e la mise sugli addominali piegandosi in due e l'altra dietro la schiena
- FERMO!!!! Sei ferito!
Lui le lanciò un'occhiata omicida che lei deliberatamente ignorò
- Come pensi che mi sia ridotto così?
- Salvandomi la vita..... di nuovo (inarcando in sopracciglio)
Si guardarono negli occhi e questa volta la zingara riuscì a reggere il suo sguardo senza mai abbassarlo
- Hai fame?
- Cosa?
- C'è solo del lette, mi dispiace
- Dove lo hai preso
Safira indicò il bovino dietro di lei
- Capisco.....
La giovane gli porse una ciotola con del latte caldo e mentre Shade si prodigava nel sorseggiarlo lei si sopstò dalla parte opposta a lui
- Che fai? 
- Ti lascio i tuoi spazi
Il nobile inarcò un sopracciglio
- E da quando t'importa dei miei spazi? Non mi sembra che tu ti sia fatta troppi problemi nello strapparmi i vestiti di dosso
A quella affermazione la ragazza arrossì di colpo, anche al pensiero di quello che stava facendo. Perché quel ragazzo le faceva provare quello strano senso di disagio e allo stesso tempo di protezione
- No.... non dire sciocchezze! Ho visto del sangue e.....
- E così hai pensato bene di prendere l'iniziativa...... ma brava
Il suo sorriso malizioso le dava sui nervi, ma cercò di trattenersi, in fin dei conti era pur sempre ferito. Passarono la maggior parte del tempo nel più totale silenzio, che a volte era interrotto dalla mucca che sembrava volesse spingerli a fare una conversazione.
- Nh!
- Tutto bene?
Preoccupata si alzò da dove era seduta per avvicinarsi a lui
- Si..... sto bene
Cercando di fare il duro e sopportare il dolore
- Senti......
- Cosa?
- Tu sai come siamo finiti qui?
- Si, lo so
- Allora.....
- Ma questo non è il momento giusto per pralarne
Safira decise di fare un altro tentativo
- Mi vuoi dire.... cosa ti è successo... quando eravamo nella tua stanza?
Shade stava per sputare quetto quello che aveva bevuto
- Questi non sono affari che ti riguardano! (urlando)
Basta! Era esasperata, in quel momento perse il controllo cominciando un dibattito col ragazzo
- Certo che lo sono! Mi hai quasi uccisa!!!!
- Questo non è un mio problema. Ti avevo avvisato di non andare nell'ala ovest
- E io come facevo a sapere che quella era l'ala ovest?
- Non cercare di fregarmi! So benissimo che Igor ti aveva avvertito
La ragazza a quel punto non sapeva più cosa dire, ma fu pronta a risponderle a tono
- Bhè! Dopo tutto quello che mi hai fatto era il minimo che tu venissi a trovarmi!
- Perché? Sei per caso pentita di esserti fermata quella notte? 
con un sorriso malizioso stampato in faccia
- NO. Ma visto che per causa mia ti sei ferito.... volevo sapere come stavi
Abbassò lo sguardo sul giovane per poi alzarlo di scatto facendolo sobbalzare
- Volevo solo sapere come stavi? Chiunque si sarebbe preoccupato!..... Ma non avrei mai immaginato di trovarti in quello stato. Mi puoi dire che cos'era?
- Se ti azzarderai a dire a qualcuno di quanto è accaduto quella notte, io ti giuro che ti strapperò il cuore con le mie mani!!!
I suoi occhi erano pini di odio e di un istinto omicida che la uccisero con le sole parole. La poveretta oramai aveva capito com'era fatto e così decise di non andare oltre
- Almeno, puoi dirmi...... perché mi hai salvata? 
Il giovane la guardò accigliato
- Perché lo vuoi sapere?
- Perché?..... non lo so nemmeno io. 
- .......
- Ma vorrei tanto capire perché una persona come te, sia così attaccato a una persona come me?
Safira abbassò lo sguardo, sapeva di essere diventata rossa e si aspettava una qualche sfuriata di quelle che l'avevano portata a pensare che lui non fosse del tutto umano
- Non ne ho idea.
- Eh? Ma allora perché quella notte mi hai salvata? (piuttosto adirata)
- Non lo so! Quando ero sulla carrozza qualcosa mi ha imposto di fermarmi e quando ti ho vista nell'acqua il mio corpo si è mosso da solo
La zingara lo guardava come ipnotizzata dal suo racconto, pronunciato con parole dure, ma allo stesso tempo...... la incantavano
- Cosa ti prende?
- Eh? Ni... niente! Pensavo...... che è ora di cambiare le bende
Per nascondere l'imbarazzo fece uno dei suoi sorrisi e senza accorgersene inciampò all'indietro sul secchi dell'acqua bagnandosi di nuovo e finendo col secchio in testa
- Accidenti.......
Sul viso del suo compagno per un istante apparve un qualcosa che accennava a un sorriso
- Tutto bene?
Si alzò in piedi, con un po' di sforzo e le tese la mano
- S.... si
Dopo averla aiutata ad alzarsi rimasero immobili l'uno davanti all'altra
- Perché nascondi i tuoi occhi sotto la frangia?
- Cosa?
- Non..... non penso che tu riesca a vedere bene..... 
Cercò di spostargli i capelli da davanti al viso, ma....... di colpo le prese i polsi 
- Non farlo
- Perché?
- I mei occhi sono come maledetti...... chiunque li abbia visti.... è condannato a vivere infelice per l'eternità
- Non ho paura di te (sorridendo)
Shade le strinse sempre più forte i polsi
- A...aspetta...... mi, mi fai male.....
Lasciò la presa su di lei, così ne approfittò
- A-ha! Ci sei casca...... to
Quando spostò quelle sue piume di corvo da davanti il viso..... vide finalmante i suoi occhi..... taglienti come una lama e rossi come pozze di sange....... gli stessi occhi che aveva cercato per tutti quegli anni....... che le comparivano in tutti i suoi sogni.......
Il nobile le allontanò immediatamente le mani rivolgendole uno sguardo omicida
- Ti avevo detto di.....
La ragazza era rimasta incantata da quegli occhi, era talmente bello che senza accorgersene gli satva accarezzando il viso...... 
- Hai degli occhi, bellissimi.......
L'espressione del giovane era indecifrabile...... nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere. Di solito lo allontanavano e a volte lo lapidavano continuando a chiamarlo "figlio del diavolo"....... era sempre stato disprezzato e odiato da tutti, persino i membri della sua famiglia se fosse sparito ne sarebbero stati felici.
Ma lei NO...... non lo aveva giudicato...... sembrava felice del fatto, che fosse di fronte a lei.
Un bruciore gli pervase tutto il petto "merda" pensò
- Cosa ti succede?
- Allontanati da me
- Cosa?
L'aria intorno a loro cominciò a farsi pesante, senza neanche pensarci le si fiondò addosso buttandola sul giaciglio dove prima stava riposando. Era sopra di lei e i suoi occhi, nascosti da quei suoi capelli corvini sembravano non volersi far vedere.
- Perché non te ne sei andata?
La sua voce era roca e bassa, quasi come un ringhio
- Perché.... sei ferito
- NO!!!! Perché non te ne sei andata quando ne avevi la possibilità!!!!!
- Perché...... non riesco ad abbandonare qulcuno che soffre! Non riesco ad abbandonare TE
In quel momento l'aria tesa che c'era si dissolse, la voce spaventosa che proveniva dal nobile tornò normale i i muscoli tesi che mettevano in mostra tutte le vene che gli percorrevano la carne cominciarono a rilassarsi per poi cedere sopra di lei. Probabilmente il dolore l'aveva bloccato facendolo crollare, il problema era che si era addormentato sopra di lei e il suo peso l'aveva bloccata, non riusciva a muoversi
- Ehi..... cosa ti prende? Stai male?.....RISPONDI!
- zzzzzz
S'era addormentato come un bambino e Safira in cuor suo, non aveva i coraggio di svegliarlo
- Ma perché capitano tutte a me?

Il mattino seguente........
- Ancora......quel tepore....... e quel profumo
Quandò riaprì gli occhi vide che Safira stava dormendo e che lui s'era addormentato sopra di lei, per un momento rimase sconvolto, ma qull'espressione venne subito sostituita da un sorriso malizioso...... "perché non approfittare di questa occasione?"
Poco dopo la ragazza si svegliò vedendo che il ragazzo sopra di lei la stava guardando con quel sorrisetto insopportabile stampato sulla faccia
- Ma....ma che fai?
Era tutta rossa, sembrava una zuppa di lamponi, cercò di spostarlo ma lui era troppo forte per lei
- Secondo te cosa sto facendo?
Sempre con il suo fare malizioso e dannatamente sensuale le si avvicinava sempre di più finché......
CHIAF!!!!!
Uno schiaffo risuonò per tutta la campagna, persino la mucca si fermò dal rumare vedendo quella scena. 
Shade col viso riverso dall'altra parte trattenne un sorriso...... rivolse nuovamente lo sguardo su di lei, ma ancora più crudele e avido di prima
- Cosa credi di ottenere con questo?
La si avvicinò sempre di più cominciando a leccarle il collo fino ad arrivare alla fessura cecreata dai suoi seni succinta dalla parte superiore della camicia da notte..... cercava di respingerlo ma non ci riusciva
- è questo ciò che vuoi, vero? Allora lo avrai
Non ce la faceva più era troppo forte. Cercò di allontanarlo premendo contro il petto ma..... in qul momento smise di forzare contro di lui
- Cosa ti prende?....... Ti sei già arresa?
- Si.....
In quel momento il suo carceriere inarcò un sopracciglio
- Avanti! Fallo, se ne hai il coraggio
Lui rimase a fissarla
- Cos'è? Ti manca il il fegato per farlo?
Ora era lei a rivolgergli uno sguardo di sfida
- Tze! Cosa ti fa credere che ne uscirai viva?
- Il tuo cuore....
- Cosa?
- Sta battendo forte..... ma non è il battito di una persona che prova normali sensazioni in questa situazione....... il tuo, è un battito di PAURA...... perché stai cercando di allontanarmi?
Shade a  quelle parole sgranò gli occhi
- Come hai fatto a capirlo?
- Forse.... ti conosco meglio di quanto tu creda?
Gli accarezzò il volto donandogli un dolce sorriso, mentre il suo tornò glaciale
- Allora vuoi sapere come siamo finiti qui?
Lo guardò confusa, le si avvicinò sussurrandole nell'orecchio
- Ti ho gettato dal ponte in cui ci siamo conosciuti....... volevo riparare al mio errore......... volevo UCCIDERTI......
A quelle parole che continuavano a risuonare nella sua mente all'infinito..... cominciarono a scenderle lacrme, rigandole il viso
- Allora......sing...... perché sei qui?.....
Cosa poteva dirle ora? Non sapeva cosa fare....... ne cosa dire..... 
- Hm! Involontariamente ti sei aggrappata al mio mantello trascinandomi con te........
Le sue mani affusolate le accarezzavano i capelli intrecciandosi ad esse con movimenti fluidi come acqua ......Era ora, se lo sentiva, adesso lui..... l'avrebbe uccisa......
Non voleva guardare. I suoi occhi gonfi di lacrime si chiusero facendola sprofondare tra lacrime e tenebre..... non c'era nulla solo il vuoto fin ché.....
Calore! Un calore bruciante in lei pervase....... quel calore lei lo aveva già provato...... il bacio del suo cavaliere oscuro.......
A quel gesto spalancò gli occhi incredula e quando si staccò, le rivolse uno sguardo agghiacciante
- Questo, è il mio regalo.... ADDIO!
In quel momento la vista le si annebbiò e cominciò ad essere tutto confuso e infine..... il buio
L'avvolse nel suo mantello, in seguito la prese in braccio, incamminandosi sotto la neve con un cielo..... di lacrime gelate

- Safira......
Si sentiva una voce in lontananza
- SAFIRA......
Una voce familiare....
- Ma chi...... AL!!!!!!
- Oddio! Safira! Si può sapere dove sei stata per un mese?
- Un mese?
Quando si riprese si ritròvò stesa per terra in mezzo alla carovana
- Ma cosa......
- TESOROOOOOO!!!!!!!!!!!!!
- Ah! No.... nonna?
- Dove sei stata? Ti hanno fatto del male? Ti hanno rapita?
L'anziana cominciò a farle una profonda perquisizione,  cercando graffi, contusioni o qualsiasi cosa che poteva essere causa di un trauma per lei
- N..no, sto bene
Al la prese per il braccio portandola a reggersi sulle sue gambe
- Tu mia cara ci devi delle spiegazioni.... ORA!
- Eh?
Il gitano la trascinò dentro uno dei carrozzoni seguito dalla nonna. Una volta dentro chiusero le tende e la porta a chiave
- Ora.... dicci cosa ti è successo
I 2 non sembravano voler lasciar scorrere la faccenda, non aveva scelta, così decise di vuoter il sacco. Quando finì di raccontare tutto quello che aveva passato nonna e nipote rimasero pietrificati dalla rivelazione, ovviamente aveva tralasciato il fatto della trasformazione e altri piccoli particolari.
- Da oggi tu non andrai più in giro da sola!
La donna era furiosa, teneva troppo a lei per permettere che un qualunque voltagabbana le potesse fare del male, non bastava quello che qul tipo le aveva fatto
- Ma io.....
- Niente MA
- Non permetteremo a nessuno di farti del male, sei troppo preziosa!
- Che diavolo stai dicendo?
La vecchia si mise la mani davanti alla bocca come se avesse detto qualcosa di troppo, ma sopratutto qualcosa di proibito
- Niente cara.... Ah! A proposito di persone preziose: c'è una lettera per te
L'anziana le porse una busta con un sigillo in cera rossa
- Cos'è
- Aprila
La nonna era tutta eccitata tanto che aveva cominciato a saltellare dentro la carrozza come una bambina di 5 anni che aveva appena ricevuto il regalo la mattina di Natale.
- Non.... non ci posso credere...... 
Al la guardò confuso
- Cosa c'è?
La regina vuole che ci esibiamo al festival di primavera?
- EEEHHHH???   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Scusate se ci ho messo tanto, sono stata via parecchio in queste ultime settimane e devo dire che sono sfinita.  
Tra l'altro questo in origine era solo metà del capitolo, quindi abbiate pazienza T^T  
Vedrete che la prossima volta ci sarà l'altra metà, promesso. Sparo vi piaccia e grazie per la vostra disponibilità XD
In seguito inserirò anche l'img, abbiate pazienza sono una frana su certe cose T^T

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Capitolo 9
*** Festival di Primavera ***


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Erano passati orma mesi da quando Safira era tornata alla carovana, i preparativi per la loro rappresentazione erano ormai ultimati e la ragazza era stata scelta tra le altre zingare che avrebbero dovuto fare il numero principale, nonostante la gelosia delle altre, la zingara continuava a fare il suo lavoro normalmente.
Tutti avevano notato che da quando era tornata, qualcosa in lei era cambiato, ma questo non le aveva fermata con la sua vita, anzi sembrava averla rafforzata di più.
Ad un certo punto Al le si avvicinò
- Vedo che procedendo bene i preparativi. Tu come te la cavi?
- Piuttosto bene
- Ti ricordo che il tuo numero sarà il fulcro dello spettacolo
- Lo so. Sta tranquillo e fidati di me
Il ragazzo inarcò il sopraccigli poco convito
- è proprio questo che mi preoccupa
A quelle ultime parole il gitano si allontanò lasciandola proseguire con gli allenamenti

Intanto da un'altra parte
- Signorino? Le ho portato i documenti che mi aveva richiesto
Il ragazzino era immerso nel lavoro come non mai, da quando Ktrine era sparita non faceva alto che dalla mattina alla sera
- Credo che lei debba riposarsi
- Non ne ho bisogno
- Signorino? Non si sarà ancora per quella ragazza?
Il conte gli rivolse uno sguardo minaccioso
- Non dire assurdità, poi prima di andarsene ha anche lasciato il documento dei Phantomhive, quindi non è più un mio problema
- Ma il suo onore sembra dire il contrario.
Il maggiordomo non andò oltre, decise di esporre il programma della giornata come tutte le mattine, tra l'altro era anche arrivato qualcosa di inaspettato per il conte.
- Signorino?
- Cosa c'è (seccato)
- è arrivata una lettere per voi da parte dei sua maestà
- Sarà il solito lavoro....
Quando tirò fuori la busta con sua grande sorprese vi trovò anche un biglietto insieme alla lettera, il nobile prese il biglietto lavorato in blu e oro e una lettera, era fatto in un'ottima fattura, il minimo che ci si poteva aspettare dalla regina. Quando finì di leggere la lettere il giovane si pietrificò
- Cosa succede signorino?
- Sua maestà vuole invitarmi come ospite d'onore alla festa della primavera
- Festa di primavera?
- Insomma Sebastian! Non hai mai sentito parlare della festa degli innamorati?
A quel punto l'uomo comprese di cosa stava parlando, fu a quel punto che il demone non resistette alla tentazione di punzecchiarlo un po'
- O-ho! Peccato che la vostra innamorata abbia preso il volo
- CHIUDI IL BECCO SEBASTIAN!!!!!! Non è la mia innamorata, era solo un'amica
- Solo un'amica?
- Sta zitto. Tanto tu non saprai mai cosa si prova, per quel lato voi demoni siete del tutto ignoranti o meglio; voi ne siete sprovvisti
Il demone si ritirò facendo un lieve inchino

Una volta nel corridoio incontrò Mei-Rin che stava passando con i piatti, traballante come al solito e come al solito era inciampata su se stessa
Il maggiordomo riuscì a sventare la catastrofe.
- La linglazio signl Seb.....
Appena la cameriera alzò lo sguardo vide un'espressione sul maggiordomo che non aveva mai visto, sembrava turbato, ma in qualche modo quell'inquietudine nascondeva un'espressione simile alla tristezza.
Quando l'uomo la guardò, la cameriera s'irrigidì aspettandosi una delle sue solite sfuriate e invece
- Fa più attenzione la prossima volta
Nulla. A parte raccomandargli di fare più attenzione non fece.... nulla. 

La cameriera quando arrivò in cucina vide Bard che stava armeggiando con un lanciafiamme
- NO! Ti plego
- Perché no? Oggi voglio fare l'arrosto per il signorino
La donna non sapeva cosa inventarsi per evitare l'ennesima ristrutturazione nella cucina
- Ti devo palale
- Di cosa?
- Del signol Sebastian
Il cuoco era confuso, cosa aveva da dirgli su Sebastian che non sapesse già? Dopo avergli raccontato quanto accaduto Bard si mise a ridere
- Sebastian con un'espressione triste? Hahahaha! Ma non farmi ridere
A quel punto li raggiunse anche Finny tutto agitato
- Mei-Rin ha ragione! Forse il signor Sebastian sta male
- Come? E mi spieghi cosa ti abbia fatto pensare ad una cosa del genere?
Finny aveva fatto del giardino terra bruciata e come al solito si sarebbe aspettato qualche rimprovero dal maggiordomo e invece non gli fece niente. A quel punto lo Chef era veramente confuso
- Non vi credo. Sebastian non ha mai lasciato scorrere i nostri disastri e poi da quando lo conosco non l'ho mai visto triste nemmeno una volta
Fu in quel momento che il maggiordomo entrò in cucina per prepararsi a cucinare il pranzo
- Cosa state facendo li impalati?
I 3 lo guardarono terrorizzati, si aspettavano di essere rimproverati per il fatto che non stavano facendo praticamente nulla
- Niente!
- Lo vedo. Bhè! Restate pure lì, io devo preparare il pranzo per il signorino
A quel punto lo chef si rivolse al maggiordomo
- Sebastian ti senti bene?
- Si. Perché?
- Oggi sei strano. A dir la verità è da quando sei ritornato dallo studio del signorino che....
A quel punto l'uomo si accigliò
- Questi non sono affari vostri. A proposito del signorino; bisogna chiamare la sarta per fargli fare un nuovo abito
- Eh? Per quale motivo? 
- è stato invitato dalla regina ad assistere accanto a lei al festival di primavera
- Davvero?
- Si, quindi. MUOVETEVI
- Sissignore!!!
I domestici tutti contenti uscirono dalla cucina per andare a fare i preparativi per il grande evento




Era arrivato il fatidico giorno, finalmente era la festa di primavera, l'evento per cui Safira e gli altri zingari si erano impegnati così tanto era giunto. 
La ragazza era nervosa, era la prima volta che si esibiva davanti ai reali e se qualcuno l'avesse riconosciuta? Fu in quel momento che, vedendola preoccupata Al le si avvicinò per rassicurarla
- Tutto bene?
- Sono un po' nervosa
- Non preoccuparti è del tutto normale
- Dici?
Il giovane l'abbracciò per rassicurarla sotto gli occhi della sua fidanzata, ultimamente tra Al e Rita le cose non andavano bene e lei era convinta che fosse a causa di Safira
- Allora sono qui per esporti il programma della giornata
- Ok
- Allora: Noi ci esibiremo nel pomeriggio prima della gara dei vogatori
- Ho capito, quindi abbiamo ancora del tempo
- Puf! Eccome se ne abbiamo; sono solo le 10:37, il tuo numero è alle 4:00
- Che sollievo
- Visto!?
Il ragazzo le sorrise dolcemente prima di allontanarsi, lei infatti aveva notato che negli ultimi tempi era cambiato il comportamento che aveva nei suoi confronti, ma non capiva il perché

Intanto in una delle carrozze a Londra
- Sebastian
- Si mio signore.
- Dove ha detto che dobbiamo incontrarci con la regina?
- Ha detto che andrete insieme al festival
- COSA?
- Si, vuole che la raggiunga a palazzo, a quanto pare sua maestà vuole vicino a se il suo "Caro bimbo"
Il maggiordomo non riuscì a nascondere una risatina divertita che venne subito interrotta dallo sguardo cagnesco del conte.
Una volta giunti a Buckingham Palace accogliere il conte c'erano uno stuolo di valletti, neanche un principe aveva tutta quella accoglienza
- A quanto pare sua maestà tiene molto a voi
- Sta zitto
Una volta entrati e aver percorso diverse stanze arrivarono alla galleria principale. Alla fine del corridoio si sentirono passi di tacchi molto veloci venirgli incontro ed eccola sua mestà in modalità "Nonna" che gli corre in contro
- Caro nostro bimbooo!!!!!!!!
Gli si agganciò al collo quasi strozzandolo
- Ma....maestà..... 
La donna lo stringeva come se fosse un peluche
- A... aria....
- Oh! Scusa caro. Del tè?
- No grazie
Il nobile era molto imbarazzato, di solito non veniva a palazzo. Non era conveniente per sua mestà stare toppo tempo con la nobiltà del male, ma a lei non interessava  quello che la gente diceva, lei amava i Phantomhive, amava Vincent come un figlio e Ciel come un nipote.
- Sono felice che tu abbia accettato il mio invito
- Ma maestà..... non è conveniente per.....
- Sciocchezze! Io sto con chi mi pare e piace e averti seduto accanto a me durante il festival di primavera sarà un'estremo piacere
- La ringrazio maestà
- Chiamami nonna
- Ma..ma..ma...... questo è impossibile!
La donna si divertiva un mondo a vederlo imbarazzato, come il maggiordomo del resto



Era passato mezzogiorno e la famiglia reale si presentò alla festa nel palco preparato apposta per loro
Quando sua maestà si mostrò per presentare l'apertura del festival, tutto il popolo esultò di felicità, mentre i nobili dallo stupore nel vedere vicino a sua maestà il famigerato comte Phantomhive, non noto per la sua presenza a evnti popolani.
- Maestà la ringrazio per l'invito, ma siamo sicuri che la sua.....
- Mio caro, quante volte te lo devo dire che per me tu sei una persona importante e che non m'importa di quello che dicono gli altri?
- Comprendo altezza, ma ha anche esaudito il mio desiderio di permettere al mio maggiordomo di presenziare
- Hahaha! Non ti preoccupare. Il tuo maggiordomo mi è sempre stato simpatico e poi non vedo la stranezza di invitare il vincitore del concorso di cucina del miglior curry
- Ma non è vero!
- Lo so ma è quello che la gente pensa. Lasciamogli credere che sia questo il motivo
- Ma se fosse stato un'altro non lo avrebbe fatto
- Già. Ma loro non lo sanno. Hahaha!
Il giovane conte ammirava la scaltrezza di sua mestà, la sua furbizia la usava in modo benevolo, senza che nessuno si sentisse offeso o ferito da tali decisioni. Anche se aveva perso la famiglia per lui la Regina Vittoria era come la nonna che non aveva mai conosciuto e questo per lui era molto, quando alla regina non venne un'idea
- Conte Phantomhive? 
- Si maestà
- Mi inviteresti a ballare questo ballo popolano?
Al conte venne un colpo che gli fece sputare a getto l'acqua che aveva appena bevuto come una statua della fontana di Trevi 
- Come prego?
- Ma si, dai. L'ultima vota che ho ballato una di queste danze allegre è stato con il mio.....AAALBEEERT!!!!!!!!!!!! (piangendo disperatamente)
Fu in quel momento che il maggiordomo della regina le si avvicinò con una marionetta del principe Albert mimandolo in modo pessimo
Il giovane conte era preoccupato, così chiese consiglio al suo maggiordomo
- Io non posso ballare! Faccio già fatica a capire i balli normali
- Non si preoccupi signorino, non è difficile, le prometto che si divertirà
Il giovane Phantomhive lo guardava poco convinto

Ma nella piazza non c'erano solo Ciel, Sebastian e Safira......
- Che bello! Una festa in maschera
- Katrin
- Mi scusi padrone
In quel momento si mise Igor in mezzo
- Io non capisco il senso di fare la festa in maschera. Anche se fosse di solito si fanno di sera
- Te lo spiego io stupido nano
- Becchi (lo pronunciava come un cane che punta il postino) 
Il cocchiere storse il naso in risposta di irritazione, ma il piccolo Igor non ci fece caso
- Allora, spiega
- La festa di primavera non è altro che la festa degli innamorati. Si dice che l'amore sia cieco e non abbia volto, quindi le persone si mascherano per celare la loro identità e classe sociale
Katrin lo guarda confusa
- Come al carnevale di Venezia?
- Esattamente. Sua maestà ci andò una volta in segreto con il principe Albert quindi; visto che il carnevale coincide con la festa degli innamorati ha deciso di fare una fusione tra le 2 quest'anno
- Perspicace la regina 
Katrin corse da Shade
- La prego padrone, posso andare anch'io? Mi sono fatta anche il vestito
Al nobile non interessava quello che la sua serva facesse, così diede il suo consenso. Dopo tutto era lì perché aveva promesso a sua nonna di farle un saluto, visto che la sua presenza non sarebbe perdurata a lungo.

Al e Safira avevano ancora del tempo libero prima della rappresentazione e le sarebbe piaciuto partecipare ai festeggiamenti
- Ti va di andare a ballare?
- Certo. Vado a chiamare Rita
- Meglio di no
La ragazza lo guardò confusa
- Perché?
- Perché non penso che la nostra storia durerà ancora a lungo
- Come mai?
- Lascia stare. Andiamo?
- Va bene, ma non posso andare con questo vestito
Lo zingaro la guardò attentamente
- Ho un'idea
Il giovane la portò in una carovana e da un baule prese uno splendido abito bianco e azzurro, era senza spalle con una scollatura a cuore con motivi azzurrini che si confondevano con il bianco e un velo azzurro come il cielo che le stava sulle braccia e una parrucca con il suo stesso taglio di capelli, solo bianchi
Il gitano rimase a bocca aperta
- Sei splendida
- Posso sapere da dove salta fuori questo vestito?
- Lo ha fatto la nonna per te come regalo
- Per cosa?
- Mi dispiace, ma questo non posso proprio dirtelo
La ragazza lo guardò sospettosa, ma al momento voleva andare solo a divertirsi
- Aspetta!
- Cosa c'è?
- Dimentichi la maschera
- Grazie sei un'amico
Gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò, mentre lui rimase sulla soglia a guardarla andar via
- Solo un'amico....


Tutti si buttarono nella pista nobili plebei, tutti ridevano e scherzavano insieme
- Mio signore?
- Cosa vuoi?
- Credo che questa volta Katrin abbia ragione, dovrebbe buttarsi in pista anche lei
- Stai scherzando vero?
- No, visto che anche sua nonna si trova là
- COSA?
Il giovane si sporse dall'ombra del vicolo per cercare di scorgere tra la folla sua nonna ed eccola che ballava allegramente con dei popolani "tanto per cambiare"
- Ma è impazzita? Alla sua età poi
- La veda così. Almeno lei compensa il suo mancato spirito di gioventù col suo
Il nobile gli laciò un'occhiata raggelante e omicida
- Mi prendi in giro?
- Assolutamente no. Lei odia chi non dice le cose chiare e tonde e io ho solo condiviso una mia riflessione
Shade inarcò il sopracciglio indeciso se ucciderlo all'istante o lasciar correre. Anche se ultimamente aveva lasciato correre un po' troppe cose. Stava perdendo colpi, se lo sentiva e tutto per colpa di quella zingara. Dopo un po' si decise e si avviò verso la pista
- Padrone?
- Cosa c'è?
- La maschera
La prese come se fosse un pezzo di carne se la mise. 

Nella piazza tutta colorata venne una macchia nera e rossa avanzava verso il centro, c'erano persone di tutte le età e coppie tra le più bizzarre che ballavano, alcune coi bambini oppure coi propri genitori o le madri ma la maggio parte erano fidanzati e coppie sposate da anni
Ogni volta che si girava era il caos, risate e sorrisi lo inondavano, tutto quel trambusto lo confondeva i suoi sensi erano talmente amplificati che gli sembrava di impazzire quando......
- Attento!
Si poggiò contro qualcuno, la testa gli girava e il sangue gli ribolliva nelle vene, tutti quegli spintoni e quel contatto lo aveva frastornato
- Stai bene?
Quando alzò lo sguardo vide un'angelo vestito di bianco e azzurro, una ragazza dai lunghi capelli bianchi e gli occhi blu che lo stava sorreggendo in mezzo a quella confusione
Questi si riprese quasi subito rimettendosi in piedi
- Si. Sto bene
La giovane lo guardò confusa mentre lui senza darle un minimo di attenzione tirò dritto verso sua nonna che stava ballando con dei bambini
- Non dovresti stare qui
- Oh. Shade caro..... Bel costume. fammi indovinare..... Dracula? Un demone?
- Non prendermi in giro vecchia
La donna con un po' d'ironia
- Vedo che sei sempre acido mio caro, hai mai pensato di mettere un po' di zucchero nelle tua colazione la mattina? Rilassati
- Certo.... e il lavoro sporco chi lo fa?
- Per questo non devi preoccuparti, ma ora basta parlare di queste cose. Possibile che ogni volta che c'incontriamo tu abbia sempre da parlare di lavoro?
- Forse perché quelle volte che ci vediamo è per parlare di questo
- Hoho! Divertente..... A proposito non sei venuto al ballo come ti avevo ordinato
Il giovane nobile volse lo sguardo da un'altra parte
- Avevo da fare
- Questa non è una scusa sufficiente
Shade non la sopportava proprio quella vecchia, ma sfortunatamente doveva darle retta, aveva un debito d'onore con lei a cui non poteva sottrarsi
- Cosa vuoi da me?
- Lo so che non sei amante di questi eventi, ma vorrei che tu partecipassi alla gara del ballo in maschera
- STAI SCHERZANDO ?
- Assolutamente no mio caro (ridendo divertita)
- E va bene!..... Vecchia pazza

Nella stessa pista il conte Phantomhive si era appena allontanato da sua mestà venendo trascinato di qua e di là dai partecipanti. Cercava in tutti i modi di non essere soffocato da quelle sottane ingombranti e voluminose, con scarso risultato però. Ad un certo puntò si sentì a sbattere contro qualcuno alto quasi quanto lui
- Ahia!
- Mi scusi my lady,
- Ma figurati, sono io che....
I 2 si guardarono negli occhi, nessuno di loro voleva crederci. 
A quel punto lo raggiunse sua maestà
- Oh Conte! Vedo che finalmente avete trovato una dama degna di voi
Lui era vestito di blu e lei in rosa, così per la regina erano perfetti come coppia
- Sembrate l'incarnazione della primavera e dell'inverno, ma si sa che gli opposti si attraggono 
- Che vuole dire?
- Voglio dire....
In quel momento a tradimento li spinse l'uno contro l'altra
- ..... Ballate ragazzi! Siete una coppia meravigliosa
La regina tutta contenta se ne andò a riposarsi sul palco dove risiedeva

Dopo 20 minuto si alzò a fare un'annuncio
- Miei cari sudditi in questo splendido giorno, noi festeggiamo l'amore che non ha volto. Do inzio alla gara di ballo in maschera. Avete 5 minuti per trovare la vostra anima gemella
In quel momento a Shade venne un'improvviso senso omicida verso quell'anziana donna..... anche se era la regina
I partecipanti per potersi trovare le più belle si accalcavano l'uno sull'alto, spintonando i ragazzi sopratutto i più giovani.
Durante l'ondata di gente Safira venne spinta da altri ragazzi che volevano fare coppia con lei, fino ad andare a sbattere violentemente contro un palo che era stato inghirlandato per la piazza
- AH!....Eh? Non fa male..... ma cosa...
A quel punto si girò e vide che una mano aveva impedito che andasse a sbattere contro il pilone "Di chi è?".Si girò subito dall'altra parte e vide colui che le stava accanto.
Era il ragazzo di prima.... quello che si era sentito male.
- Gra.... grazie
- Di nulla
Osservava quell'ammassamento di persone che era davanti a lui
- Ehi TU! Aspetta il tuo turno!
Safira cercava di contenerli, ma il suo intervento non sembrò funzionare poi molto
Continuavano a inveire contro di lui sempre più ferocemente
Shade laciò a loro uno sguardo a dir poco spaventoso facendoli indietreggiare
- Mi spiace. Non dovevano trattarti così
- Non preoccuparti di loro. Ora se ne andranno
- Eh?
Il misterioso ragazzo si mise davanti a lei e li guardò. I giovani cominciarono a sbiancare come lenzuoli e a sudare freddo, decidendosi in fine a lasciar perdere
- Ti ringrazio. Non avrei saputo come fare
- Non devi ringraziarmi. Ho solo ripagato un debito
- Debito?
- Sei stata tu a reggermi durante la mia mancanza
Gli sorrise dolcemente e anche un po' divertita
- Non mi sembri il tipo da balli
- Infatti non lo sono
- Allora cosa ci fai qui?
Finalmente si decise a guardarla in faccia anche se aveva un espressione decisamente riluttante, ma non rivolta a lei direttamente
- Mi hanno obbligato e per questo non posso rifiutare
La ragazza si mise a ridere divertita, il nobile la guardava confuso. Non capiva la sua reazione. Era veramente strana
- Ho capito. Hai qualcuno con cui ballare?
- No. Al momento no
- Se vuoi, posso fare io la tua dama
La guardò, non c'era dubbio che fosse una bella ragazza, ma non sapeva se conosceva i passi della danza
- Sai ballare?
- CERTO!
Era sollevato da questa notizia
- Va bene
Le loro mani si intrecciarono e allo scadere del tempo si presentarono a sua maestà come coppia. Nel vederli la regina ne fu entusiasta e diede il via alle danze.
I colori degli abito dava il via ad un arcobaleno meraviglioso che precorreva tutta la piazza, tra questi spiccavano più di tutti la coppia di Luna e Shadow (quelli erano i loro nomi per non essere riconosciuti). 
Era come se la loro unione formasse un'armonia tra il giorno e la notte, la luce e il buio, tutti; nessuno escluso, guardava la loro danza incantato e loro sembrava non volessero che finissero mai. Erano ormai le 3:50 i balli erano giunti al termine e c'era la premiazione del re e della regina delle maschere tutti si diressero verso il palco della regina.
- Oh NO!
- Cosa c'è? 
- Ecco io.... devo andare. Mi spiace!
Safira doveva scappare per lo spettacolo degli zingari, non poteva stare lì un minuto di più. Si stacca da lui e comincia a correre verso l'uscita della pista
- Aspetta!
Lui cercò di raggiungerla ma venne bloccato da altre ragazze che gli sbarrarono la strada, venendo respinte con violenza
- Levatevi di mezzo!
La ragazza raggiunse Al che la stava aspettando al bordo pista per accompagnarla alla carovana
- Adiamo! PRESTO! Siamo in ritardo. Si può sapere dov'eri?
- Scusami.
Nella foga della corsa la ragazza non si accorse che la maschera gli era caduta per terra.
Quando Shade riuscì a liberarsi dalla presenza delle altre partecipanti era ormai troppo tardi, era sparita nel nulla quando non vide qualcosa luccicare a metà del percorso.
Si avvicinò per vedere meglio cosa fosse e con sua grande sorpresa scoprì che era la maschera della dama bianca
- Che idiota (leggermente arrabbiato)
In quel momento a raggiungere il nobile furono Igor e Bartolomew
- MIO SIGNOREEEE!
Shade non si voltò nemmeno per dargli un minimo di attenzione
- Mio signore deve tornare subito dalla regina
- Per quale motivo?
Fu in quel momento che fu il cocchiere a riferire la notizia
- Lei e la misteriosa dama bianca avete vinto
- COSA?

Tornò nella piazza davanti alla regina, non sembrava molto contento (non s'inchinò nemmeno)
- Mio caro ragazzo, sono lieta di nominare te e la tua compagna re e regina delle maschere. Ma...... dovè Luna?
- è fuggita
Tutto sbarrarono gli occhi chiedendosi: Come fuggita?
Anche la regina ne rimase sbigottita
- Come: fuggita
- Se n'è andata. In quali modi devo spiegarlo?
- Ma non è possibile adesso c'è la parte finale in cui si scopre chi è colui con cui hai ballato
In quel momento il giovane tirò fuori la maschera che aveva trovato lanciandogliela alla donna
- Questo è tutto quello che ha lasciato. Ora se non c'è altro io andrei
Fu a quel punto che senza nemmeno fare nessuno cenno si voltò andandosene
- Allora a chi dò la coppa?
- A me lo chiede? Lei è la regina. La dia ai secondi classificati
Il suggerimento venne messo subito in atto e di conseguenza furono i secondi classificati a vincere (Ciel e Katrin)
Però quando si presentò il momento di togliere la maschera anche Katrin si volatilizzò
la regina non poteva crederci
- Scusate signore, ma quest'anno va di moda tenere la maschera?



Giunte le 4 del pomeriggio sua maestà accompagnata dai suoi maggiordomi e Ciel, accompagnato da Sebastian si sedettero sul palco che occupava la famiglia reale
- Non vedo l'ora che cominci. Ho saputo che nella loro carovane c'è una ragazza bellissima con una voce stupenda
Ciel non capiva il fine di questo spettacolo, era risaputo che la regina avesse delle passioni insolite, ma questo batteva tutte le sue più strane bizzarrie
Sul palco si presentò la nonna degli zingari che cominciòa presentare i protagonisti di questa rappresentazione.
A quel punto del fumo colorato si levò sul palco e da dietro un paravento uscirono delle zingare che ballavano facendo danzare attorno a loro dei fulart seguendo il ritmo della musica, tutti le guardavano e battevano le mani al ritmo della musica, in seguito apparvero i ragazze che insieme facevano diverse evoluzioni in coppia.
- Meravigioso! Veramente meraviglioso. Cosa ne pensa conte?
- Sono molto bravi, anche la loro coordinazione è molto precisa
- Concordo.... e aspetti il numero finale
Il conte la osservava chiedendosi cosa le frullasse per la testa
A quel punto la musica cambiò e il ballerini si spostarono a bordo del palco per scendere. Dal fumo comparve da sotto una stoffa di seta qualcuno, quando la musica prese un ritmo più frenetico colui che era sotto quella stoffa rossa si rivelò. 
Era una ragazza. Con i suoi movimenti e la seta che faceva volteggiare attorno a se riusciva a nascondere il viso, i suoi gesti erano fluidi come acqua e forti come fuoco, tutti la guardavano incantati, nemmeno la regina aveva mai visto una cosa del genere. Le sue acrobazie la facevano quasi volare e la musica era allegra e dinamica, diradando tutto il fumo che la nascondeva al pubblico.
Alla fine lanciò la stoffa sulla folla e uno spettatore la prese la volo, rivelando a tutti i presenti il suo volto. 
Fu a quel punto che Ciel scattò in piedi in ad occhi sgranati, la regina lo guardò un po' stranita
Il conte era talmente scioccato che riusì a pronunciare a mala pena una parola
- A...A-Alys





Scusate il mega ritardo, sono sempre la solita XD L'immagina la metterò domani, intanto spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per averlo letto ^-^

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Capitolo 10
*** Di nuovo Insieme ***


Quando sentì pronunciare il suo nome, alzò il capo ad occhi sgranati
- C..Ciel....
Si fissarono per qualche istante, mentre il maggiordomo cercava di nascondere uno dei suoi classici sorrisetti beffardi, fu quella risata a spostare l'attenzione di Safira su quell'uomo che stava al fianco del fratello.
- Oh no!
La ragazza appena vide gli occhi cremisi del maggiordomo posarsi su di lei, avvertì una morsa al cuore, la stessa che aveva provato quella notte nella stanza del suo carceriere qualche mese prima. Senza accorgersene cominciò a scappare verso le barche della vogata che stavano salpando
- Sebastian! Prendila, presto!
- Yes, my lord
A quel punto il maggiordomo cominciò a seguirla con tutta la velocità di cui poteva disporre con quel misero involucro umano, mentre la regina stava dando l'ordine alle guardie di allontanare la folla dalla riva vicino al molo. Ma la zingara era già sopra a una di queste, pronta per allontanarsi verso il centro del canale, però non si rese conto che il maggiordomo era ormai alle sue spalle, la prese per una spalla, a quel punto la ragazza si voltò di scatto e con il remo che stava usando per allontanarsi, lo colpì in pieno volto costringendolo a lasciare la presa su di lei
- Non avvicinarti! Altrimenti questo remo te lo ficco in gola! Chiaro?
A quelle parole sia Ciel che Sebastian rimasero allibiti nel sentirla parlare in quel modo, Sebastian infatti non si ricordava che nella descrizione del suo signore ci fosse l'aggettivo "irruenta"
- Aspetti! Non sono venuto per farle del male
- Come no? siete tutti uguali voi con gli occhi cremisi!
- Cosa?
Non comprendeva il senso delle parole
A quel punto, Ciel decise di raggiungerli, ma venne preso in ostaggio da qualcuno che l'aveva preso di spalle dal braccio il conte notò che colui che lo stava trattenendo aveva la pelle ambrata
- Lasciala andare! O giuro che gli taglio la gola
- Signorino!
- Allontanati subito dalla ragazza!
Il maggiordomo obbedì senza fare proteste, mentre Safira sembrava spaventata da quello che lo zingaro stava facendo a suo fratello
- AL! Lascialo immediatamente!
- Cosa? Quello ti stava per prendere! E per ordine di questo nanerottolo. Sono stati loro a uccidere i nostri amici del circo! Non ricordi?
Ciel non riuscì a non irritarsi al termine che lo zingaro aveva usato nei suoi confronti
- Lo so
- E allora, perché vuoi che lo liberi?
Era furioso sapeva benissimo che il conte era Smile e il damerino che gli stava sempre appiccicato era Black e non poteva perdonargli tutto quello che avevano fatto. La ragazza non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo, Ciel, a quel punto decise di prendere parola, con uno sei suoi soliti sorrisi istigatori
- Non lo hai ancora capito?
- Cosa?
- Lei non è Safira. Lei è mia sorella.....
A quel punto Al non ci vide più dalla rabbia prendendolo per la gola lo buttò a terra flettendo il braccio, pronto a trafiggerlo. Però, un pugnale che era stato lanciato vicino a lui, lo fermò
- Ma questo......
Era il pugnale che gli aveva lanciato Shade quella notte, di 3 anni fa
- Io.... Io non ti ho detto.... tutta la verità
La nonna di Al e la regina si avvicinarono alla scena, pronte ad ascoltare ogni singola parola, (si erano incrociate dopo che la sovrana aveva dato l'ordine di evacquare la zona)
- Che vuoi dire Safira?
- Mi dispiace Al, ma pensavo che..... se voi aveste saputo la verità su di me, non mi avreste più voluto con voi
- Non capisco
A quel punto Safira decise di parlare
- è vero che sono scappata da un incendio, ma quella che andava a fuoco non era una casa alla periferia della città...... ma la villa dei Phantomhive
- Aspetta! Tu sei.....
- Si.... Io sono Alys Phantomhive
Al lasciò la presa sul conte
- Mi dispiace non volevo che....
- COSA? NON VOLEVI COSA? Io mi fidavo di te!!!! Mi sono addirittura.... Arg!
Non riuscì a trattenere le lacrime
- Mi dispiace
Cercò di riprendere il controllo, pronunciando una domanda, il più calmo possibile
- Lui... lo sa?
Safira lo fissò quasi impaurita
- Non.... non lo so. Non credo
Al si voltò rimettendo il suo coltello nella fodera con una maestria che poteva fare invidia ad un maestro di combattimento con i pugnali
- è meglio... se noi 2, non ci vedessimo più
A quel punto la nonna da un'angolo nascosto uscì insieme alla regina (diciamolo le 2 donne non erano esattamente dell'umore migliore)
- Alan!!!! 
- Nonna?
- Non hai alcun diritto di trattarla così
- L'hai ascoltata attentamente vecchiaccia???
Era talmente furioso che non aveva il minimo pudore nel parlare verso sua nonna, o la regina.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei. Ci ha ingannati ogni giorno!!!!! è stata la sua famiglia a strapparmi i miei genitori!!!!!
Dopo quelle ultima parole, prese ciò che aveva e se ne andò per la sua strada, seguito dalla vecchia zingara che; anche se dispiaciuta dalla rivelazione, non sembrava portare rancore verso di lei
- AL!!!
- Sebastian.....
L'uomo le arrivò da dietro colpendola alla nuca, facendole perdere i sensi
- Ma che hai fatto?
- Mi scusi signorino. Ma non avevo intenzione di prendere un'altra remata in pieno volto, non è debole come credeva lei
A quelle parole, Ciel non poteva negare di non essere al corrente di quel lato della sorella.
A quel punto, la regina s'avvicinò al conte quasi incredula
- Maestà..... Lei lo sapeva?
- Mio caro, ne sono sorpresa quanto te. Com'è possibile? Il cadavere di Alys..... è stato trovato accanto quello dei vostri genitori. Come può essere viva?
- è quello che ho intenzione di scoprire.




Nella carrozza sulla strada verso la villa Phantomhive:
- Mm....
- Signorino. Sembra che si stia per svegliare
- Davvero?
Il ragazzino si'avvicinò alla sorella
- Alys....
La ragazza sentiva una voce che la chiamava, ma sembrava quasi un'eco lontano. Quando aprì gli occhi, vide delle sagome indefinite sopra di lei e le loro parole, suonavano come rimbombi nella sua testa.
Aprì e richiuse più volte gli occhi, per riuscire a scorgere più dettagli, ma solo diverse volte dopo, cominciò a visualizzare meglio le due figure e quando le vide......
- AAHHHH!!!!!!!!
Un ceffone colpì in pieno Sebastian, che in quel momento le stava tenendo la testa sulle gambe, per renderle più confortevole il viaggio. Aprì lo sportello della vettura in corsa e si butto giù correndo dalla parte opposta della carrozza, verso la città.
- Merda!
- La prendo io!
La ragazza si girò e quando vide che il maggiordomo la stava raggiungendo, prese il pugnale di Shade e voltandosi di scatto, pugnalò il demone al ventre, bloccando la sua corsa
- SEBASTIAN! ALYS!
- CIEL! SCAPPA!
- Cosa?
Un terribile dubbio assalì il conte, facendolo restare col fiato sospeso 
- Tu, maledetto!!! Non ti permetterò di portarmi via Ciel
- Ma.... ma co..cosa....
Sebastian era paralizzato, come se quella che la ragazza stesse impugnando, non fosse un'arma forgiata dagli esseri umani. Quando l'arma si cosparse di sangue, da Sebastian vennero fuori un forte flusso di cine-record
- Ma che diavolo.....
Quelle pellicole, mostravano la vita di Sebastian che aveva vissuto insieme a Ciel, giorno, dopo giorno, nella villa con Ciel, i capricci, i sorrisi, le crisi isteriche, i servitori imbranati e tutto quello che faceva per rimediare a tali disastri.
La giovane s'allontanò dall'uomo estraendo il pugnale e bloccando il flusso dei record, questi però, finirono con un'immagine sfocata, completamente estranea dal flusso precedente. Quella, di una ragazza, dai lunghi capelli biondi
- Agh!
A quel punto Sebastian stramazzò a terra, privo di sensi e in un lago di sangue
Ciel corse incontro ai 2. Trovò sua sorella con le mani tremanti che stringeva l'arma fino a farsele sanguinare, mentre il maggiordomo come un cadavere trafitto da migliaia di lame
- Alys...
- Io... Io non volevo
- Alys, ascoltami! Conosco una persona che può aiutarlo. Presto! Aiutami a caricarlo sulla carrozza

Salirono sulla vettura diretti verso Londra. Arrivarono davanti ad un bordello
- Ma... cosa ci facciamo qui?
- Fidati di me.
La sorella pensò immediatamente che il fratello avesse perso il lume della ragione
- C'è Ophelia?
Una donna molto prosperosa dai capelli castano rossiccio e gli occhi marrone scuro, squadrò il ragazzo e la sorella
- No. Non c'è al momento
- Allora potreste darle questa lettera, appena si presenterà? Ditele che è urgente
- Va bene, ma.... Cosa avrò in cambio?
Ciel tirò fuori dal cappotto un sacchetto pieno di monete, facendo affiorare sul viso della donna, un sorriso pieno di malizia
- Se mi farai questo favore e mi sarai fedele, questo non sarà l'ultimo
- Sono ai vostri servizi, mio signore
A quel punto il conte salì sulla carrozza e si diressero verso la villa, insiema alla sorella e al demone



Buio... completamente avvolto nell'oscurità.....
- Ma... ma cosa..... Dove sono? Sono forse........ a casa?
Sebastian non aveva idea di cosa fosse successo, aprì lentamente gli occhi, vedendo immediatamente il soffitto della sua stanza, rimase a fissarlo per qualche secondo, quando la sua attenzione venne attirata dal suono, di qualcuno che stava strizzando qualcosa. Quando il suo sguardo si spostò; vide per un singolo istante, una ragazza bionda di spalle che stava tenendo un panno umido tra le mani, la fissava con gli occhi sbarrati e l'espressione incredula. 
Ma nel momento in cui cercò di alzarsi, gemette per il dolore, tenendo le braccia sull'addome, però, quando rialzò lo sguardo per rivederla, al posto della ragazza, vide Alys
- NO! Non alzarti
Lo aiutò a stendersi
- Mi... mi dispiace
Gli mise il panno umido sulla fronte
- Mi hai..... mi hai medicato tu?
- Si, almeno finché non arriva Ophelia
- Ophelia?
A quel punto nella stanza entrò.... "Ophelia"
- Sebas-chan!!!!!!!!
Un uomo dai lunghi capelli rossi e un giacca del medesimo colore, si tuffo verso Sebastian, ma il demone lo bloccò con un calcio che lo fece sbattere contro la parete
- Come sei focoso mio amato
Il moro si premette il ventre con una smorfia di dolore
- Grell. Smettila con le cretinate e aiutalo
- I mocciosi non sono invitati
A quel punto il dio della morte chiuse fuori il conte e con un'andatura piuttosto effeminata, si avvicinò al letto dove stava il demone agonizzante
- Avanti tesoruccio, fammi vedere come ti ha ridotto quel bastardo che ti ha fatto questo
Un cazzotto colpì in pieno viso di Grell, che stramazzò a terra
- Ma che combini?
- Lady Alys, l'ha offesa e poi.... è meglio.... se lasciasse perdere
- Sei peggio di un bambino. Uffa...
S'avvicinò all'uomo e cominciò a togliergli le bende con molta delicatezza
- Ma che fa?
- Dal tuo comportamento, se lasciassi fare a quel rosso, non ci metteremo d'accordo nemmeno entro domani mattina
Con un tono piuttosto sarcastico
- Come desidera
Ormai rassegnato. 
Grell si rimise subito in piedi appena vide gli addominali scolpiti del demone e con fluenti cascate di sangue uscirgli dalle narici, si avvicinava al suo amato satanasso 
Alys lo guardava piuttosto preoccupata
- Ma che ti prende?
Fu solo a quel punto che Grell si rese conto della presenza della giovane
- Eh? E tu chi sei?
- Io? Io sono Alys Phantomhive, la sorella di Ciel
- Del nano malefico?
- Cosa?
- Lascia perdere. Se pensi di portarmi via Sebas-chan, caschi male mia cara! Lui è mio! Deth!
La ragazza s'acciglio
- Quello lì? Puoi anche tenertelo. Io non voglio avere niente a che fare con quelli dagli occhi rossi
La faccia di Grell si fece seria
- Occhi rossi?
- Io me ne vado. Se avete bisogno: chiamate
Se ne andò furiosa, sbattendo violentemente la porta alle sue spalle

Una volta soli
- Sebas-chan? Che voleva dire?
- Non lo so
- Ascolta caro, questa ferita è troppo anomala
- Lo credo bene, sono stato ferito con un'arma da shinigami
- Hem.... è qui che non capisco
Il corvino lo guardò poco convinto
- Di cosa stai parlando?
- L'arma che ti ha colpito, è in grado di uccidere persino uno shinigami e qualsiasi altra creatura, ovviamente a prescindere dalla sua provenienza, o razza
- Com'è possibile? Quelle armi non dovrebbero più esistere
- Anche se io non ho la minima idea dalla loro origine, sono armi leggendarie, che non hanno mai dato una prova per confermare la loro esistenza, Insomma ne io, ne gli altri dei della morte, ne abbiamo mai viste, se non sui libri di fiabe.
- Fiabe?
- Certo! Tutti siamo stati bambini. Comunque.... si può sapere chi ti ha trafitto tesoruccio?
Allungando le labbra per dargli un bacio, ma invece, si prese l'ennesimo cazzotto sui denti
- Lady Alys..... la sorella del conte
- EH???? Quella là? è impossibile! Come ha fatto a procurarsi un'arma del genere? Deth!
- Lo vorrei tanto sapere anch'io
Grell ne aveva approfittato per mettersi sotto le coperte con Sebastian, per di più senza neanche i vestiti indosso, fu a quel punto che da una delle finestre del maniero dei Phantomhive, si vide un'uomo prendere il volo e da lì una sagoma nera passare davanti alla Luna




Il mattino seguente, alle 9 del mattino, un profumino di crostata alle fragole entrò nella camera di Ciel, destandolo dolcemente dal suo sonno
- Ciel
- Mm....
- Sveglia. Sono le 9
- Si... dammi un minuto Sebastian
- Sebastian?
All'improvviso si rese conto che quella era la voce della sorella e non il maggiordomo. Si mise seduto, come se fosse sull'attenti, della marcia mattutina
- Alys? Che ci fai tu qui? Dov'è Sebastian?
- Non preoccuparti per lui, l'ho lasciato dormire. A lui ho già portato la colazione
Il conte s'accigliò: Dormire? Colazione? Sebastian?!?
- Ma... ma chi ha preparato tutto questo?
- Chi vuoi che sia stato? Io naturalmente, sono abituata a svegliarmi abbastanza presto la mattina e visto che la villa era deserta, mi sono data un po' da fare
- Mi vuoi dire, che ti sei messa ai fornelli?
- Certo
Nonostante tutti gli avvenimenti del giorno precedente, lei sorrideva serenamente riuscendo a rassicurare il fratello, ma era veramente quello che sembrava?
Il nobile prese la torta e anche se un po' titubante le diede un morso
- è buonissima
- Grazie
Una volta che il giovane ebbe finito la sua colazione, cominciò a vestirsi, ma sempre con scarso risultato
- Vedo che non sei cambiato... Smile
- Smettila di prendermi in giro.... Safira
Entrambi si guardarono con un sorriso beffardo; inizialmente, ma poi scoppiarono in una fragorosa risata
- Vieni che ti aiuto
Dopo che ebbe finito di occuparsi del fratello, si diresse verso la porta
- Dove vai?
- In cucina
- COSA?
- Ascolta; Sebastian è fuori gioco e a meno che tu non abbia qualcun'altro che si occupi di queste faccende, non mangerai nulla per pranzo e poi ci sono un mucchio di cosa da fare
- Ma tu sei la contessa Phantomhive
- E allora? Hai altre soluzioni?
Il pensiero del ragazzo si posò sui 3 incapaci che avrebbero dovuto essere i domestici, ma al pensiero, di quello che avrebbero potuto combinare, lo fece rabbrividire 
- E va bene. Ascolta; io ho del lavoro da fare, se trovi qualcuno in cucina, non preoccuparti sono i domestici
- Domestici? Ma non avevi detto.....
- Lo so, ma posso assicurarti che, più che essere dei domestici, quei 3, potrebbero essere una squadra di demolizione
Si chiuse nello studio, lasciandola a dir poco confuse e al quanto preoccupata. Quando arrivò in cucina non vide nessuno, a quanto pare, questi fantomatici domestici, non si erano ancora svegliati. Così ne aproffittò per preparare la colazione anche per loro e prendersi avanti coi lavori

Quando Sebastian si svegliò, trovò sulla sua scrivania un vassoio con una fetta di torta e del te
- Ma chi... Che cosa sta succedendo qui?
Sebastian, anche se un po' barcollante, si diresse verso le cucine, a controllare ciò che stavano combinando quei 3, senza il suo aiuto 

Circa verso le 9:30 nelle cucine entrarono quelli del personale. Erano sorpresi dal fatto che Sebastian non li avesse svegliati alle 7 come ogni mattina, ma la cosa che diede loro più piacere, fu quello che trovarono sulla tavola
- Ma che.....
- Wow! Bard, questa si che è una sorpresa. Quando l'hai fatto?
- Non... non sono stato io
- E allola chi è stato?
Dalla dispensa provennero dei rumori metallici che sbattevano in modo fluido, in una ciotola
- Accidenti! Dove sarà la vaniglia?
Dalla dispensa apparve una ragazza dai capelli bluastri e gli occhi blu come quelli di uno zaffiro
- Eh? Chi sei?
Bard prese immediatamente una pistola che nascondeva sul fondo di uno dei cassetti
- Aspetta Bard! Non è detto che sia un'intrusa
- Ma che dici Finny?
- Nemmeno io cledo che sia un'intlusa
La ragazza alzò le mani, cona la ciotola e la frusta a mezz'aria
- Io..io non sono un'intrusa. Io vivo qui
- Cosa?
- Io.... sto solo sostituendo il maggiordomo, che al momento è indisposto
I domestici era sorpresi dalla notizia e cominciarono a tempestarla di domande sulla salute del loro collega, al quale diede una sorta di mezza risposta.
- ..... e allora Ciel mi ha dato l'ordine di occuparmi delle mansioni al posto suo. Per questo sono qui
Una volta chiarito, si misero tutti al lavoro

Per prima cosa aiutò MeiRin a lavare i panni e standole accanto, evitò un disastro in lavanderia, ma non pssò molto tempo, che da fuori si sentì un forte boato, Alys corse giù in giardino e vide il povero Finny piangere disperato vicino ad un'albero abbattuto
- BWAH!!!!! L'ho fatto di nuovo
- Ma come.... Come hai fatto?
- Sono... sono inciampato... sing... e lui è caduto....
- Eh? Ahh... Lasciamo perdere. Ascolta; la cosa è ancora riparabile
- Dici davvero?
- Certo. Per prima cosa dovremmo mettere in piedi questo albero, rimettendolo a livello e poi.....
In pochi secondi l'albero era in piedi, ma non possiamo dire la stessa cosa di Alys, la sorprese fece cadere a terra lei
- Ma.... ma come hai fatto?
- Ecco.... come dire.... io sono molto forte
- Lo... lo vedo
- E ora cosa facciamo?
- Allora, adesso dobbiamo legare il tronco dell'albero e fissarlo con dei picchetti
In poco tempo con la foza di Finny tutto venne eseguito
- E ora?
- E ora metteremo dei pali che tengano fermo l'albero
Una volta che ebbero finito, il ragazzo le chiese il motivo di tutte quelle cose che avevano messo attorno all'albero
- Perché abbiamo fatto tutto questo?
- Perché grazie alla pioggia e al tempo il terreno lo compatterà facendolo tornare saldo come prima
Sorrise dolcemente al giardiniere, che arrissì, appena incrociò lo sguardo della nuova arrivata
- Però..... Non capisco ancora, il motivo per cui mi hai aiutato
La ragazza a quelle parole abbassò lo sguardo con un'espressione malinconica
- Sai.... mi ricordi molto un mio amico, che..... ho perduto
Le ultima parole erano quasi un sibilo che solo il vento, poteva ascoltare
- Capisco
Arrivò alle cucine e vide Bard con un lanciafiamme tra le mani
- NOOO!!!!!!!!!!!!!
Gli saltò addosso buttandolo a terra appena in tempo
- La carne non si cucina così!
- Ma col mio metodo si fa prima
- Si... A distruggere tutto
Con tono sarcastico. Alys capì che non aveva altra scelta, dovette seguire il cuoco passo, passo, per tutto il procedimento della preparazione e alla fine...
- Ecco qua!
- WOW!!!!! è magnifico!
- Visto? Questo lo hai cucinato tu...Chef
Bard aveva le lacrima agli occhi
- Oggi lo faremo mangiare a Ciel. Che ne dici
- Che non vedo l'ora

Sebastian l'aveva seguita in tutto quello che avevano combinato, senza mai farsi scoprire. Ma si fece prendere alle spalle come un'allocco dal proprio padrone
- Che ci fai tu qui?
- Signorino!
- Non dovresti "dormire"?
Quasi per prenderlo per i fondelli
- Shh!
Lo prese e si nascosero nello sgabuzzino, proprio nel momento in cui Alys era uscita dalle cucine, ma il maggiordomo non aveva pensato che si era allontanata, proprio per prendere qualcosa dal ripostigli in cui si erano nascosi e così quando aprì la porta.....
- Ma...... che ci fate voi 2 qua dentro?
- Ecco noi.....
A quel punto Alys pensò al peggio
- Non.... non avrai fatto... qualcosa di strano a mio fratello, spero?
Prese una scopa dallo sgabuzzino e la puntò contro il demone
- COSA? Ma sei matta?
- My lady... non è come sembra
- E allora com'è?
Sembrava una bestia inferocito e alla fine i 2 furono costretti a confessare
- Spiando?
- Esatto
- Tutto qua?
- Si
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, ma che doveva fare con quei 2? 
Alla fine Ciel si diresse verso la sala da pranzo (con la faccia un po' preoccupata per quello che Bard aveva cucinato), mentre Sebastian venne scortato dalla contessa fino alla sua stanza

- Lo sai che sei anche peggio di Ciel, quando aveva la febbre? Nelle tue condizioni non dovresti nemmeno alzarti dal letto
- Le chiedo perdono, ma non si deve preoccupare per me, come vede sto già meglio
- Puoi essere quello che vuoi, ma ora come ora, non ti sei ripreso del tutto
Entrarono nella stanza del demone
- Su, ora sdraiati
L'uomo obbedì, ma in lui c'era una domanda che lo tormentava
- Posso farle una domanda?
- Quale?
- Cosa voleva dire con "siete tutti uguali, voi con gli occhi cremisi"?
Alla ragazza mancò un battito al solo ricordo di quello sguardo, rosso come il sangue e pieno d'odio e rabbia e per un momento barcollò
- Signorina!
S'alzò per prenderla, cercando di evitare che si ferisse nella caduta. Però lei si resse, poggiandosi sulla scrivania
- Si sente bene?
- Eh? S..si....
L'uomo si sedette sul letto, come gli era stato ordinato in precedenza
- Allora, posso sapere cosa voleva dire, con quella frase?
La giovane non sapeva se potersi fidare di lui, ma decise di rischiare
- Va bene. Ma in cambio, voglio che tu risponda alle mie di domande
- Come desidera
Facendo una lieve riverenza, in segno di rispetto
Alys gli raccontò tutto, dalla notte in cui era stata salvata, alla sua prigionia, per mano del suo stesso salvatore. Sebastian era sconcertato dalle sue parole, ma gli venne naturale, farle una domanda riguardo quel giovane.
- In questo individuo... ha mai notato qualcosa di strano?
"Strano" quell'agettivo poteva descriverlo in tutta la la sua interezza, ma non poteva dirgli cosa realmente successe la notte in cui entrò nella sua stanza, ne dei suoi occhi. Aveva promesso
- No. Nulla
- Scusi se sono invadente, ma..... il pugnale con cui lei mi ha colpito.... è di quel ragazzo?
- S.. si
Nonostante gli avesse raccontato quello che le era capitato in quei 3 anni, non spiegava l'astio nei suoi confronti che l'ha portata a un gesto, tanto disperato
- Ora tocca a me
I pensieri del demone vennero interrotti da quelle parole, pronunciate quasi come un'ordine
- Cos'erano quelle cose, che sono uscite da te.... quando ti ho colpito?
- Quelli? Quelli sono i Cine-record. Non li aveva mai visti?
- Ecco.... è la prima volta che uso quest'arma contro qualcuno.
Il maggiordomo la guardava stupito. Come poteva non sapere che aveva un'arma tanto pericolosa tra mani?
- Dimmi la verità, quelli..... erano i tuoi ricordi?
- Cosa? Hem... Si
- Ti vorrei fare un'ultima domanda
Il maggiordomo la guardò in modo enigmatico. Cos'altro doveva chiedergli quell'umana?
- Quale? My lady?
- Prima che i tuoi ricordi venissero interrotti, è apparsa un'immagine che era completamente estranea alla sequenza precedente
- Un'immagine?
- Si... Quella di una ragazza, con dei lunghi capelli dorati.... in un campo di fiori












Salve a tutti! XD Scusate se ci ho messo tanto tempo a scriverla, ma anche se in una situazione piuttosto difficile sono riuscita a pubblicarla, per l'img dovrete aspettare un po' dove si vedrà parte della misteriosa ragazza, spero che via sia piaciuto. E grazie per la vostra disponibilità

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Capitolo 11
*** Il fantasma del Quadro ***


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La descrizione di quella giovane, fece provare al demone una morsa al cuore; in lui, la nostalgia e la rabbia stavano prendendo il sopravvento sulle sue azioni. Il suo respiro si fece irregolare, gli occhi erano persi nel vuoto in un turbine di ricordi che ormai credeva rimossi dalla sua mente, lo stavano letteralmente soffocando.
- E-ehi... cos'hai? Devo chiamare aiuto..... Aui...
L'uomo le afferrò il polso portandola vicino a se, le rivolse uno sguardo vuoto e pieno di oscurità. Non sembrava più lui
- Non chiamare nessuno
Quello sguardo, quella voce atona, non le erano sconosciuti. Le mani, cominciarono a sudarle, prese da un tremore di paura; venivano strette da quelle del maggiordomo che diventavano sempre più gelide
- Va... va bene. Ma ora lasciami andare. Ti prego
Quella supplica riecheggiò nella mente del moro svegliandolo da quel suo stato catatonico in cui era caduto. Solo dopo un po' si rese conto che stava facendo qualcosa che spaventava la ragazza
S'alzò in piedi e s'inginocchiò
- Le chiedo perdono. My lady
- No... non preoccuparti. E dai! Alzati per favore
Il giovane domestico si rialzò con la sua solita postura ordinata e incrollabile
- Forse.... è meglio che vada
La contessa dopo quelle parole si diresse di corsa verso la porta, lasciando il demone nella sua stanza ancora assorto in quelli che per lui, erano ricordi di un passato da cancellare.



I giorno passarono e presto Sebastian riprese le sue solite mansioni, anche per le continue insistenze del suo signore. 
Da quel giorno lui e la contessa non avevano più parlato, ma si sa: prima o poi il destino ti mette in una situazione in cui sei obbligato ad affrontare i problemi.
Una splendida mattina di primavera Alys decise di scendere in cucina a preparare una torta al cioccolato per il fratello. Visto che ultimamente non si erano visti spesso a causa dei suoi impegni, pensava di poter passare un po' di tempo insieme con la scusa della torta, ma avrebbe dovuto aspettarsi la presenza di qualcun'altro nella sala.
Appena attraversò la soglia, vide Sebastian alle prese con i preparativi della colazione, il suo primo istinto fu quello di tagliare la corda, ma nel tentativo della fuga inciampò sulla gonna cadendo a terra lunga distesa.
- Lady Alys. Che ci fa lei qui?
La poveretta si massaggiava la fronte dolorante e leggermente arrossata
- Ahi-Ahia.....
- Le serve aiuto?
L'uomo le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, ma invece di accettarla cercò di gattonare lontana da lui, finendo nuovamente con la testa a terra a causa della lunga sottana bloccata dal ginocchio
- Ahia.... maledette gonne!
Per una decina di minuti la ragazza continuò a inveire sul suo vestito da 400 sterline
Dopo un po' questa si alzò ripulendosi con indifferenza, riprendendo un minimo di dignità
- Ghiaccio?
Appena alzò lo sguardo la giovane trovò il demone con uno sguardo rassegnato e una borsa del ghiaccio tra le dita
- HUM! Non ne ho bisogno
Si girò dando le spalle al maggiordomo per nascondere la mano che massaggiava il bernoccolo
- Ne è sicura? Guardi che non è che il cervello si espande se lo lascia gonfiarsi
A quel punto si girò abbastanza irritata cominciando ad urlargli contro
- Guarda che io non ho bisogno di espandere il cerve....
Ma tutto quello che vi trovò, fu una borsa del ghiacchio spiaccicata sulla faccia
- Mph...Mhm..... BWAH! Ma che fai?
- Era ora che mi guardasse in faccia
Il sorriso di quell'uomo l'aveva spiazzata.
- Grazie
Dopo averle dato il ghiaccio tornò al suo lavoro
- Posso sedermi?
L'uomo si voltò guardandola un po' sorpreso
- Questa è casa sua. Non è lei a dovermi chiedere il permesso di sedersi
Quella puntualizzazione fece arrossire Alys. Aveva passato così tanti anni in case che non erano sue, che orami si era abituata ad essere più un'ospite che una padrona
- Senti....
- Si
- Ti va di prendere il tè con me?
Il demone non sapeva che rispondere. Lui non "mangiava" il cibo degli umani, ma per la sua copertura doveva fare questo ed altro
- Va bene

Era ormai passata un'ora e l'avevano trascorsa nel più completo silenzio. Finché
- Allora, Sebastian.... Da dove vieni?
- Eh?
"Che domanda banale" era la prima cosa che gli passò per la testa, ma era anche una cosa che avrebbe potuto creargli dei problemi in futuro se non esposta con accuratezza e credibilità
- Ecco.... la mia famiglia d'origine viene...... dall'Europa Orientale
- Oh... Dove precisamente?
- In un piccolo paese ai piedi dei..... Carpazi
- Caspita. Vieni da parecchio lontano
- No. Mia madre era, inglese
- Inglese?
- Si
Sulla ragazza affiorò un sorriso divertito
- Ora capisco. La tua fisionomia non è inglese al 100% per questo sei così attraente
- Come?
Alys si chiuse subito la bocca e nascose il viso dall'imbarazzo
- Oh... scusa-scusa-scusa-scusa....
- Huhu! Non si preoccupi. Anzi sono lusingato dal suo complimento. Ora che ci penso; lei cos'è venuta a fare qui?
- Oh no! Ho dimenticato la torta!
Il povero maggiordomo non capiva cosa volesse dire la giovane
- Di cosa state parlando?
- Sto parlando della torta che volevo fare per Ciel. Era una torta al cioccolato che avevo inventato io. Uffa....
L'uomo nel vederla così abbattuta, non riuscì a trattenere una lieve risata
- Senta....
- Cosa?
- Se vuole dopo che ho aiutato il signorino nelle sue mansioni, potrei aiutarla nella preparazione
- Dici davvero?
Questa saltò in piedi poggiando le mani sul tavolo sporgendosi verso il maggiordomo, ma la sua allegria venne smorzata subito dopo da un musetto beffardo
- Ma non hai già abbastanza da fare.
- Si fidi di me. Andrà tutto bene
Le parole di quello strano uomo la rincuorarono e non riuscì a trattenere un sorriso in segno di gratitudine



Quel pomeriggio i 2 servirono la torta al giovane conte
- Che cos'è questa?
- Questa è la torta dei Phantomhive
Il fratello guardò la sorella leggermente confuso
- Torta dei Phantomhive?
- Si una volta stavo facendo una torta ma avevo degli ingredienti diversi dalla torta che volevo fare. Dopo varie prove però sono riuscita a farne una deliziosa ed eccola qua
Era contenta che gli fosse venuta così bene, ma temeva il giudizio del fratello
Quando questi mise il primo boccone in bocca le mani cominciarono a tremargli
- è.... è buonissima
Alla ragazza s'illuminarono gli occhi
- Dici davvero?
- Certo! Sono sicuro che non esista il tutto il mondo una torta come questa. Potremmo metterla come nuovo prodotto della Funtom.
La ragazza non capiava, ma la cosa sembrava piacergli
- Cosa ne pensi Sebastian?
- Penso che sarebbe un'ottima idea, potrebbe incrementare le vendite, poi il fatto che è stata creata direttamente da un membro della famiglia Phantomhive, potrebbe portare il casato ad un livello di apprezzamento maggiore da parte dell popolazione.
- Che vuoi dire?
- Voglio dire che il casato Phantomhive si è glia distinto tra la nobiltà, ma si sa che il popolo non ama molto l'aristocrazia
- Dove vuoi arrivare?
- Sua sorella ha vissuto in mezzo alla popolazione per 3 anni dopo la disgrazia della sua famiglia. Giusto? 
- Giusto
- Dalle informazioni che ho raccolto è molto ben voluta dalla bassa plebe. Se usassimo la sua immagine questo potrebbe.....
- NO! 
La ragazza era irritata dalle congetture dei 2
- Che ti prende Alys?
- Non permetterò che usiate questi intrighi per arricchirvi di più.
Corse fuori dalla stanza furiosa come non mai.
- Aspetta! ALYS!!!!
- Signorino credo che le debba parlare
- IO?
- Bhé! è lei il fratello di Lady Alys. Non io

Intanto nella sua stanza, Alys stava facendo i bagagli con tutta fretta quando entrò il fratello
- MA che stai facendo?
- Me ne vado!
- COSA? Perché?
la giovane si voltò di scatto facendo prendere un colpo al fratello, raggiungendolo ad ampie falcate
- Io non ho intenzione di essere usata perché tu ti arricchisca più di quanto non fai già!
Il povero conte era confuso, non sapeva proprio come rispondere alla furia che gli stava davanti
- A... allora che suggerisci di fare?
- Eh?
- Qual'è la tua idea per mettere in vendita il nuovo prodotto?
- Ecco... io non lo so
A quel punto qualcuno bussò alla porta
- Posso entrare?
Era il maggiordomo
- Si, entra Sebastian
- Io avrei un suggerimento
I 2 fratelli all'unisono si avvicinarono al moro e insieme....
- Quale?
Mettendo ai ferri corti il demone
- La settimana prossima ci sarà un concorso per il "dolce di primavera" che verrò servito durante la prima mostra dei quadri appartenenti alla collezione privata reale al Crystal Palace.
- Se non sbaglio è la stessa organizzazione che ha fatto la gara dei Curry l'autunno scorso
- Esattamente
La giovane guardavano i 2 mentre riflettevano sul da farsi, ma continuava a chiedersi il perché della mostra privata. Negli anni precedenti non l'avevano mai fatto
- Cos'è questa mostra?
Il fratello venne distratto dalla domanda della sorella
- Eh?
- Perché fanno questa mostra?
- La fanno in memoria della principessa Alisia
- La principessa Alisia? Quella che è morta poco prima della mia nascita?
- Si, proprio quella.
La ragazza si ricordò che suo padre le diede quel nome in memoria della principessa che sfortunatamente era deceduta in seguito ad "un'incidente" di cui non era mai stata specificato la causa 
- Ciel. Ma quella principessa non aveva la stessa età di nostro padre?
- Si, perché?
- Ricordo che aveva detto che possedevano più o meno la stessa età 
Il fratello la guardò freddamente
- E con questo?
- No, nulla era solo semplice curiosità



Durante la settimana, Alys e Sebastian furono alle prese con delle ricette per le nuove torte. 
Anche se inizialmente la ragazza servava dei dubbi sull'onestà dell'uomo, col passare del tempo si ravvede, fino quasi ad affezionarcisi e persino il demone trovava la compagnia dell'umana al quanto piacevole.
La settimana passò in fretta e giunse presto il giorno della competizione indetta dalla regina in memoria della figlia e della riunione di solidarietà tra le nazioni mondiali.
I 2 fratelli arrivarono con la carrozza davanti al Crystal Palace traboccante di gente, c'erano anche molti stranieri, infatti la voce sulla mostra della collezione privata della famiglia reale (compresi i gioielli della corona) aveva fatto il giro del mondo. C'era persino una principessa dell'impero cinese e una di quello giapponese, 2 delle reali degli imperi più potenti dell'estremo oriente, a presenziare a tale evento è anche un americano delle imprese ferroviarie un grande maniate di quel settore.
- Caspita.... c'è un sacco di gente
- Già. Per questo ti chiederei di non allontanarti mai da me e da Sebastian
La sorella gonfiò le guance in segno di offesa
- Guarda che non sono io quella che si perde sempre
- COSA? MA CHE.....
- Effettivamente signorino, è risaputo che lei non ha il minimo senso dell'orientamento
- Chiudi il becco Sebastian!
I 3 si diressero verso l'entrata del Crystal Palace
- Scusa Ciel, ma mentre io e Sebastian cucineremo tu dove starai
A quel punto il ragazzino prese una lettera con il sigillo reale dalla tasca e la fece vedere alla sorella
- Io starò accanto alla regina per tutto il tempo, quindi non avete motivo per cui voi dobbiate preoccuparvi
- Oh.... Va bene 
In quel momento venne annunciato ai partecipanti della gara di mettersi nelle proprie postazioni e che entro 20 minuti sarebbe cominciata la competizione. Dopo essersi separati Sebastian e Alys si prepararono e appena dettero il via, misero le mani in pasta lavorando come non mai. 
Persino il conte era sorpreso dal loro affiatamento, se pensava che la prima volta Alys aveva pugnalato a morte il suo maggiordomo, gli era quasi impossibile pensare che quei 2 formassero una così bella squadra.
La regina fu alquanto sorpresa di rivedere Alys, ma non tanto per il fatto che era lì come nobile, ma come partecipante
- Mio caro, vedo che la tua fame di successo non si placa tanto facilmente.
- Nemmeno la sua, maestà
I due si scambiavano dei sorrisetti beffardi e frecciatine, scherzosamente, ma senza alcun secondo fine.
- Vedo che sua sorella se la cava molto bene ai fornelli. Come mai le è venuto in mente di partecipare a questa gara?
- Deve sapere che la settimana scorsa mia sorella mi ha servito una torta creata da lei davvero deliziosa e così, pensando al concorso mi è venuto in mente di farla partecipare, anche se devo ammettere che dopo averglielo detto ha insistito fino a farmi venire il mal di testa.
La regina non riuscì a trattenere una risata, ma questa venne interrotta da una domanda piuttosto curiosa da parte del conte
- Come mai avete deciso di fare questa mostra alla memoria di vostra figlia?
A quel punto il viso della sovrana s'incupidì
- Non sono mai riuscita a superare la sua morte. Era la persona più dolce e buona che potesse esistere al mondo. Pensavo che affrontando il fatto che non ci sia più, mi sarei potuta sentire meglio.
- Ma, maestà nessuno ha mai visto la principessa, nemmeno quando era viva. Non capisco, perché ora?
- Tuo padre, conosceva bene il motivo di tale decisione
- Come?
Uno sparo annunciò la fine della gara e interruppe anche la conversazione trai 2

Alys era nervosa, per l'agitazione aveva fatto qualche guaio, che grazie a Sebastian si era risolto, ma comunque aveva fatto qualche casino che li avevano rallentati
- Ho paura
- Non deve averne. Vedrà che saremo noi a vincere
- Come fai ad esserne così sicuro?
L'uomo non rispose, si limitò a farle un sorriso
In quel momento passarono i giudici per la prova d'assaggio. La ragazza aveva le gambe che le tremavano sempre di più, vedendo i giudici avvicinarsi a loro. Al contrario il maggiordomo era tranquillissimo sempre nel suo ruolo da damerino.
I giudici arrivarono al loro tavolo e si prestarono a mangiare i dolci preparati dalla squadra che rappresentava la Funtom. La contessa seguiva ogni singolo movimento della giuria, come se tenesse in mano la corda della ghigliottina, pronta per stroncare ogni sua speranza. La poveretta non aveva altra scelta che pregare.
Dopo aver messo in bocca il primo boccone negli occhi dei giudici apparve un lieve bagliore, quando la giovane alzò lo sguardo quasi le venne un colpo. I giudici erano in uno stato afrodisiaco, sembrava che emanassero luce e.... bava, molta bava. Alys era confusa (e anche un po schifata), non sapeva che fare con i giudici in quello stato, sembravano dei perfetti imbecilli con quella faccia compiaciuta.
- Visto che non doveva preoccuparsi
- Aspetta a parlare. Non hanno ancora annunciato il vincitore
Appena questi si ripresero, si ritirarono per deliberare, ma non ci misero molto per scegliere quale squadra era stata la migliore.
La regina era tutta emozionata, mentre Ciel sapeva benissimo quale sarebbe stato il verdetto, infatti sulla faccia aveva già stampato il sorrisetto della vittoria.
I giudici si sistemarono sul palco annunciando i vincitori
- Al 3° posto la ditta Weggton, al 2° posto la ditta Parker....
Una pausa che non finiva più precedeva il verdetto finale sul primo classificato, Alys aveva i nervi a fior di pelle ma cercava di tenere più controllo possibile, quando....
- E al 1° posto.... la ditta Funtom!
Delle grida di esultazione riempirono la struttura di vetro, ma la gran parte erano quelle dei bambini. A quel punto Sebastian e Alys vennero assaliti dai giornalisti sia quelli di nicchia che quelli di rilevanza come quelli  del Times che cercavano in tutti i modi di strappare una dichiarazione alla povera contessa
- Mio caro, penso che tu debba andare ad aiutare tua sorella. Non mi sembra molto pratica di certe cose
- Ha ragione, con il suo permesso mi allontano per un po' di tempo
- Oh! Già che ci sei, mi porteresti una fetta di torta?
Il conte era un po' spiazzato da quella richiesta, ma acconsentì

Intanto...
- Sebastian cosa facciamo?
- Non si preoccupi my lady, sta arrivando il signorino a calmare le acque
Infatti poco dopo alle spalle dei giornalisti il conte Phantomhive catturò l'attenzione dei giornalisti mentre stava prendendo la fetta di torta per la regina (meno male che doveva calmarle. Le ha solo agitate di più)
- Questa è la nostra occasione. Andiamo Sebastian!
Gattonando come due gatti si defilarono da tutta quella confusione finendo al centro del Crystal Palace
- Uff... finalmente ce ne siamo liberati
IL maggiordomo non riusciva a trattenere le risate ripensando alla scena da cui erano riusciti a defilarsi, ma sopratutto la faccia della sua padrona era inimitabile
- BENE! Ora che siamo usciti vivi da quella bolgia infernale, ti va di fare un giro?
- Ecco....
La ragazza lo guardò un spazientita
- Cosa c'è, adesso?
- Non penso che sia il caso di andare in giro conciati così
Entrambi erano ricoperti di farina dalla testa ai piedi e Alys era vestita come una panettiera dei bassifondi. Di certo non potevano andare in giro conciati in quel modo
- Ehm... Hai ragione, ma.... io non ho portato alcun cambio
- Non si preoccupi avevo previsto questa eventualità, quindi ho pensato io al cambio d'abito
Il maggiordomo fece comparire dal nulla uno splendido abito blu e bianco, facendo brillare gli occhi alla ragazza
- AHH!
La ragazza saltò al collo del  maggiordomo abbracciandolo come una bambina fa con il papà
- Sebastian. Sei fantastico! Ora dobbiamo solo trovare un posto dove poterci cambiare
- Non che ne sarà bisogno
Una stola rossa coprì immediatamente la ragazza e poco dopo quando la tolse entrambi erano perfettamente vestiti e ripuliti
- Eh? Come hai fatto?
- Sei il maggiordomo del casato Phantomhive non sa fare questo, non è degno di tale nome
La ragazza lo guardava poco convinta
- Sarà, ma sei un grande lo stesso
- La ringrazio

Dall'altra parte intanto, la regina stava pregustando la torta e il conte rispondendo alle domande della stampa
- Conte Phantomhive. Ora che ha vinto anche il secondo concorso di cucina, pensa che ne farà degli altri?
- Solo se i miei impegni me lo consentiranno.
- è vero che li metterà sul mercato anche a prezzi bassi per le persone con basso reddito?
- Si, pensiamo di fare una linea anche per loro, evitando di escludere tali classi sociali
- Perché questa decisione?
- Sfortunatamente spesso i nobili pensano a una fascia di popolazione media o superiore. Io voglio che chiunque possa usufruire del mio prodotto
- Conte.. Conte.....
Era sommerso dai giornalisti, ma tra tutta quella confusione cercava anche sua sorella, alla fine la vide che lo salutava da in fondo alla folla facendogli dei segni, che sarebbe andata a fare un giro con Sebastian. Quando alla fine riuscì a decifrare quei segni a lui incomprensibile fece un cenno con la testa, dando il suo consenso, così i 2 poterono andare a fare un giro per il palazzo prima che arrivasse la grande folla.

Un'ora dopo le interviste terminarono e la regina accompagnata dal suo fedele cane da guardia e i suoi maggiordomi arrivarono all'ala dove si sarebbe svolta la mostra reale
- Vi do il benvenuto nel mio regno a tutti coloro che hanno fatto un lungo viaggio per fare omaggio a me e alla memoria di mai figlia. Vi ringrazio infinitamente per tutto questo. Con il taglio di questo nastro annuncio l'apertura della prima mostra, della collezione privata della famiglia reale
Quando finì il saluto ai presenti, perse una forbice e tagliò il lungo nastro di seta rosso, permettendo a tutti di entrare nell'ala temporaneamente chiusa per l'allestimento.
- Sebastian?
- Si signorina
- Ciel ha un po' da fare con la regina. Che ne dici di fare un giro intanto?
- Mi farebbe piacere
Per quasi 1 ora osservarono i quadri e i gioielli reali, ad Alys brillavano gli occhi, era come una gazza ladra attirata da tutto ciò che luccicava
Quelle buffe espressioni non si addicevano affatto a una lady e Sebastian lo sapeva, ma era troppo divertito. Poco dopo annunciarono che il quadro della principessa sarebbe stato esposto al centro della sala, mettendo subito in fermento la curiosità di tutti i presenti
- Hai sentito? Dai andiamo
Prese per la mano il povero maggiordomo, trascinandolo tra la folla fino ad arrivare in prima fila dove li aspettava Ciel con la regina
- Dove eravate finiti?
- Mi scuso my lord. Eravamo...
La sorella del suo padrone lo interruppe come una qualsiasi ragazza in vena di scherzi
- In giro
- Non è una risposta soddisfacente.
- Insomma... Dovresti imparare a rilassarti fratellino
- Grr...
- Ok. Come non detto. è proprio vero quello che si dice in giro
- Perché? Cosa si dice in giro?
- Che il piccolo chiwawa della regina è piuttosto rognoso
- IO NON SONO UN CHIWAWA!!!!
- Hahaha! Hai ragione. Tu sei più carino di un Chiwawa. Direi.... che sei un bel cucciolo di aski, visto quanto sei lunatico e glaciale
- ALYS!!!!
Uno dei maggiordomi si mise davanti al quadro, pronto ad esporre la presentazione dell'opera
- Mi presento: Io sono il maggiordomo personale di sua maestà, il mio nome è Jhon Brown. Vi abbiamo invitati qui, non solo per la riunione della pace, ma anche per commemorare la memoria della defunta figlia di sua maestà, sfortunatamente ci ha lasciati nel fiore degli anni. Sua maestà la regina ha deciso di dimostravi la sua più grande fiducia, mettendo in mostra uno dei suoi segreti e uno dolori più grandi.
Ciel, Alys e Sebastian erano in prima fila impazienti più che mai nel vedere la famosa principessa di cui si è sentito molto parlare. Proprio in quel momento il maggiordomo della regina mise la mano sul telo pronto a scoprirne il ritratto sottostante.
Quando tolse il telo rivelando il quadro, un sospiro di ammirazione pervase il Crystal Palace. Su quella tela era ritratta una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi azzurri, con un sorriso dolcissimo, vestita di uno splendido abito bianco e azzurro 
"Sembra un'angelo.... è stupenda.... meravigliosa!" Erano i commenti che aleggiavano per tutta la stanza alla vista del quadro
- è bellissima
- A me sembra di averla già vista
- Ma che dici? è impossibile. Ti ricordo che è morta poco prima della tua nascita
- Eppure ti dico che l'ho già vista
- Piantala. Sebastian glie lo vuoi spiegare tu che i morti non... Sebastian?
Il maggiordomo era scomparso nel nulla si guardarono attorno ma non lo videro
- Ma cosa....
- Dov'è andato?
- Non ne ho idea
- Prova a chiamarlo
- Si. SEBASTIAN!!!
Nulla, nessuno risposta, ne un fiato, ne un'ombra. A quel punto i due pensarono che gli fosse successo qualcosa
- Ciel. Comincio a preoccuparmi
- Andiamo a cercarlo

In quel momento però il demone non si trovava nel palazzo, ma nel parco fuori di esso in mezzo a un boschetto poco lontano, dove si era nascosto
Le sue forze sembravano rivoltarsi contro di lui, così si appoggiò contro un'albero per potersi reggere in piedi, la gola gli bruciava come se avesse acido dentro di essa, il suo fiato era corto e affannato, i suoi occhi contratti e luminescenti come braci ardenti e le sue zanne cominciarono ad affiorare come canini di un vampiro e le sue unghie erano come artigli di un nero piombo some se fosse una bestia famelica. Stava per perdere del tutto il controllo
- Dannazione! Questa merda mi sta soffocando
Si slacciò la cravatta e sbottonò la camicia per prendere fiato, ma nel tentativo si graffiò il torace con le unghie (cresciute in modo esponenziale), sporcandosi completamente la divisa, decise allora di allontanarsi. Una volta uscito dal boschetto vide una sua vecchia conoscenza che passeggiava nel prato poco fuori dalla boscaglia.
Maragret Dalton; era una giovane donna sui 23 anni, figlia del marchese Dalton, una persona piuttosto appariscente, capricciosa e... venale. Era rinomata nell'usare il suo fascino per avere tutto ciò che voleva dai suoi spasimanti, spesso lasciandoli a bocca asciutta. Nonostante le promesse che faceva, riusciva sempre a farsi "perdonare" da quei poveretti.
Una sola cosa non era mai riuscita ad avere e quella era Sebastian. Si erano conosciuti durante la festa del suo compleanno un'anno prima, quando l'ascesa dei Pahantomhive stava crescendo in modo esponenziale. 
Era la prima volta che la donna veniva affascinata da un'altro uomo in quel modo, ma nonostante le sue continue e ripetute avance, non era riuscita a fare breccia in quell'essere dall'aria oscura e misteriosa.
Mentre la donna si stava passeggiando sentì qualcosa alle sue spalle che attirò la sua attenzione, ma quando si voltò per vedere chi era i suoi occhi s'illuminarono, la sua preda era lì
- Sebastian? Sta bene?
La donna si avvicinò al maggiordomo con fare molto provocante
- Si.. Sto bene.
- Non si direbbe
La donna alzò il mento dell'uomo che cercava di nascondere la sua sofferenza con la sua solita espressione seria
- Cosa ci fa lei qui?
La donna non nascose un sorriso compiaciuto
- Ti stavo aspettando mio caro
- Cosa?
- Ti ho visto uscire di corsa dal Crystal Palace e ho deciso di precederti
- E perché? Se posso saperlo
- Per chiarire una questione che abbiamo in sospeso da un bel po'
L'uomo le rivolse un sorriso beffardo
- E quale sarebbe?
La donna le poggiò una mano sul petto sporco di sangue, spingendolo fin dentro il boschetto. Questa lo bloccò con le spalle contro un'albero per poi baciarlo
- Parlo di questo
La marchesa in quel momento sembrava una delle creature più affamate della terra, i suoi occhi fissi su di lui come se fosse una delle prelibatezze più rare, le fece leccare le labbra al piacere di quello che ne sarebbe seguito, ma il maggiordomo non sembrava d'accordo.
- Mia signora, non è il caso di provocarmi in questo momento
- Perché?
L'uomo le fece un sorriso malizioso, come se bramasse la sua essenza stessa per placare quella fame che lo aveva preso così all'improvviso
- Perché potrei divorarla
La donna sorrise divertita alle parole del demone
- Allora...
Avvicinò le sue labbra all'orecchio dell'uomo sussurrando quella singola parola, che sarebbe stata la sua fine
- ... Divorami
Quando la donna si staccò per guardarlo vide un sorriso agghiacciante sull'uomo, ma questo non la fece retrocedere nel suo intento.
L'uomo riprese a baciarla con molto vigore fino a farla cadere a terra, mentre la sua bocca stava assaporando il suo collo, quelle mani affusolate le stavano sfilando il vestito, poi il corsetto e quando i suoi prosperosi seni si liberarono da quelle ingombranti stoffe le labbra del demone si spostò su di essi, facendo gemere di piacere la donna come non aveva mai fatto prima di quel momento.
Ma la fame del demone non era placata, voleva di più, in quel momento le sua mani scivolarono lungo la linea della gambe sotto la copiosa gonna cominciando a sfilarle l'intimo che copriva miseramente il suo sesso
- Se... Seba..stian
La donna non riusciva quasi a parlare, ma quando vide lo sguardo del suo amante, volle quasi gridare dal terrore, ma le fu impossibile, perché il quel momento la sua voce era interrotto dal più puro dei piaceri che quel demone poteva darle in quel momento.

Intanto Ciel e Alys erano usciti a cercare il maggiordomo che era sparito nel bel mezzo della presentazione, tra l'altro il conte dovette inventare una scusa alla regina sul comportamento poco dignitoso del suo servitore.
- Appena lo trovo.... giuro che non la passerà liscia sta volta
- E dai, si sarà sentito male
Il fratellino la guardò accigliato "come se quello potesse stare male per una semplice gara di torte"
- Lasciamolo tranquillo per il momento. Che ne dici di andare a mangiare qualcosa?
- Mi sembra un'ottima idea
La voce di una donna anziana si intromise nella conversazione dei 2 Phantomhive, e Ciel non riusciva a dire una sola parola senza balbettare
- Ma..mae.. maestà? Che... che ci fa lei qui?
- Ho pensato anch'io di prendere una boccata d'aria, effettivamente là c'è talmente tanta gente che l'ossigeno cominciava a scarseggiare, comprendo la reazione del tuo maggiordomo
Il ragazzino la gurdò nello stesso modo in cui aveva guardato la sorella.
Durante il tragitto verso  il rinfresco esterno tutti i nobili e gli stranieri non toglievano gli occhi di dosso alla regina che si stava dirigendo con i 2 Phantomhive al ristoro allestito per la festa. Quando si sedettero la regina puntò immediatamente la povera Alys
- Mia cara, quanti anni hai?
- Ne ho 16
- Oh santo cielo! Ma non hai ancora fatto il passaggio dell'età adulta per le nobildonne?
- No, non ancora.
- Capisco.
In quel momento alla donna venne un'idea
- Ascolta cara, che ne dici di farlo a Bukingam Palce? Potremmo fare là il tuo passaggio per l'età adulta
La ragazza fu sconvolta da quella proposta
- Cosa?
- Ci vorrebbe molto tempo per riunire i nobili, ma se lo chiederò io non ci saranno problemi
La giovane timidamente abbassò lo sguardo, ma poi si fece coraggio
- La ringraziò maestà, ma non si deve disturbare per me
La donna si mise a ridere
- Hhaha! Non preoccuparti cara, sarà un'occasione per presentarti ai miei nipoti
- Come?
- Ho sempre desiderato che uno dei miei cari figli si sposasse con un Phantomhive, sfortunatamente questo non è successo. Chissà! Magari mi rifarò coi loro
La donna a quel pensiero venne pervasa da fiori e uccellini, gli occhi sognati che brillavano immersi nella luce misero in soggezione i 2 poveretti che stavano davanti a lei
Ciel sforzando un sorriso acconsentì alla richiesta della regina
- Chissà

Il crepuscolo era ormai giunto e dopo esseri salutati con la regina, i 2 fratelli si diressero verso la loro carrozza
- Non aspettiamo Sebastian?
- Scordatelo! Dopo quello che ha combinato è meglio che non si faccia più rivedere almeno fino a domattina
Salirono sulla vettura e partirono alla volta della villa.




Il mattino seguente.....
- Buongiorno signorino
- TU! DISGRAZIATO!!!!! Dove cavolo sei stato tutto ieri?
Un cuscino colpì in pina faccia il demone
- Veramente erano già le 15:30
- STA ZITTO!!!!!
Era a dir poco furioso e le sue urla fecero accorrere la sorella piuttosto preoccupata
- Ma che sta succedendo qui?
- Guarda chi ha avuto il coraggio di tornate a casa
La giovane era felice di rivedere Sebastian e non si fece scrupoli ad abbracciarlo
- Sebastian! Meno male che stai bene
Il demone era sorpreso dalla reazione di Alys
- Eravate preoccupata per me?
- Certo che ero preoccupata. Chi non si preoccuperebbe se uno sparisse così all'improvviso
Ciel era ancora a letto imbronciato
- Voleva andare a Scotlend Yard a fare la denuncia
L'uomo non riuscì a trattenere un sorriso 
- Che carina, ma Scotland Yardo ora è occupato in un'altro caso. Non si sarebbe occupata di me
Appena il conte sentì queste parole, la sua rabbia si sbollì
- Quale caso?
Il maggiordomo porse il giornale al padrone
- Cosa dice?
I titoli erano scritti talmente in grande, da prendere un terzo di pagina "trovata donna in fin di vita col corpo quasi mummificato" e.....
"Il quadro della principessa Alisia è maledetto"
- COSA?
- E poi c'è questa
Porse al suo signore una lettera di sua maestà
- Cosa dice? 
- Non ne ho idea, è sigillata con la cera-lacca nera e lei sa cosa significa
- Si

Dopo colazione ed essersi preparati si diressero tutti e 3 a Londra
- Si può sapere perché sei venuta con noi?
- Anche io sono una Phantomhive e poi sono tua sorella maggiore. Ho il dovere di tenerti d'occhio
- Grr....
La sorella non nascose il suo divertimento nel vedere il fratellino ringhiare come nel suo ruolo da cane da guardia

Quando arrivarono a palazzo la regina li stava aspettando in una stanza in cui Ciel non era mai stato
- Maestà. Per quale motivo mi avete convocato?
Intanto si guardava intorno
- Questa è la stanza.... di Alisia
La donna guardò il maggiordomo sorpresa
- Come fai a saperlo?
L'uomo aveva detto quelle parole senza rendersene conto, quindi la domanda della regina l'aveva colto di sorpresa
- Ho tirato a indovinare
La donna riprese a sorseggiare il suo tè, mentre Ciel lo guadava in cagnesco
- Prego, sedetevi. Anche tu maggiordomo
I presenti si accomodarono
- Vi ho chiamati qui per quello che è successo sta notte al Crystal Palace
- Perché cos'è successo?
- Alys
- Oh. Scusi
- Huhu! Di nulla cara. Ecco... davanti al ritratto di mia figlia è apparso una figura nera incorporea che piangeva. Quando la guardia si è avvicinata all'uomo è stata uccisa
- Uccisa?
- Si, quando è stata ritrovata era come se il corpo fosse stato prosciugato fino a farlo mummificare
I 2 fratelli ne rimasero senza parole
- Maestà... ci state chiedendo di dare la caccia a una specie di prosciugatore di corpi?
- Ecco... dovete sapere che non è la prima volta che accade. Anche Vincent andò a caccia di quell'ombra
- Il mio predecessore?
- Papà?
La donna si avvicinò al comò dove sua figlia teneva gli oggetti personali e da un cassetto tirò fuori quello che sembrava un diario. I ragazzo lo guardarono molto incuriositi
- Mia figlia... era tormentata da un'ombra nera... sin da quando è venuta al mondo
- Cosa?
- Vi leggerò alcune righe del suo diario: "Ogni notte lui viene nella mia stanza a osservarmi, è grande e oscuro, mi fa tanta paura, ma perché quando incrocio il suo sguardo, lui piange? Non capisco, mi chiama con un nome che non mi appartiene. Non risponde alle mie domande, si limita a osservarmi in questa mia vita in cui sento che in me.... è morto qualcosa. Ma qualcos'altro in me vuole uscire"
Il conte non riusciva a comprendere il senso di quelle parole
- Che significa? 
- Nessuno lo sa. Devi sapere che tuo padre e mia figlia erano molto amici per questo si mise anima e corpo nella ricerca di questa cosa
- Ho bisogno di più informazioni
- Le puoi trovare nei documenti del povero Vincent, lì c'è tutto quello che cerchi
- La ringrazio
Dopo essersi salutati si allontanarono dalla stanza della principessa quando ad Alys non venne un sospetto.....
- Aspettate. Maestà
- Si cara
- Lei ha mai visto quell'ombra?
- Si... una volta davanti al ritratto...
- è per questo che ha voluto sbarazzarsi del quadro?
L'anziana donna abbassò la sguardo ed annuì, dopo quella conferma i Phantomhive e il demone si allontanarono per tornate alla villa




Appena arrivati Ciel si mise subito all'opera, mentre la sorella si prodigava coi domestici
- Sebastian portami tutti i documenti del caso di 16 anni fa
- Yes my lord
La stanza in brava tempo fu ricoperta di scatoloni e documenti provenienti anche da Scotland Yard, dopo varie ore di lavoro Ciel venne distratto dalla figura del maggiordomo
- Sebastian?
- Si, signorino
- Non potrebbe... essere un demone?
- Un demone?
L'uomo incrociò le braccia tenendosi il mento tra il pollice e l'indice riflettendo per qualche istante
- Potrebbe essere. Questo darebbe un senso logico alle parole del diario
- E cosa voleva dire con "in questa mia vita in cui sento che in me.... è morto qualcosa. Ma qualcos'altro in me vuole uscire"
- Non ne ho idea, ma penso che le risposte saranno in uno di questi documenti

Passò una settimana e non trovarono nulla e Ciel aveva perso la pazienza
- NIENTE! Niente di niente!!! Com'è possibile? E intanto un sacco di persone vengono mummificate!
In quel momento entrò Alys con un dolce
- Ciao Ciel, posso?
- Non ora Alys! Ho da fare
La giovane appoggiò la merenda sulla scrivania disastrata dal fratello e prese uno dei fogli sparpagliati per tutto lo studio
- Cosa cercate?
- Qualunque cosa che possa chiarirci questo enigma
La ragazza ignorò per un momento l'ordine di stare fuori dalla questione raccoglie uno di questi fogli e tra questi prese il certificato di morte della ragazza, ma notò una cosa alquanto strana, non c'era la causa del decesso
- Ehi! Ma qui non c'è scritto il motivo per cui è morta, come mai?
- Eh? Fa vedere?
Il fratello prese il documento per esaminarlo
- Hai ragione! Sebastian dobbiamo scoprire la causa della morte andiamo a Scotland Yard

Quando andarono alla centrale di polizia, persuasero il commissario e l'ispettore Abbeline a dargli l'accesso agli archivi top Secret riguardate il caso della famiglia reale, ma quando arrivarono tutto era stato bruciato
- Cos'è successo?
- 3 anni fa in una notte di dicembre, qualcuno è entrato e ha dato fuoco a tutto 
Alys si avvicinò al commissario
- Che giorno? 
- Il 13 dicembre del 1885
- Quella notte.... In cui la nostra famiglia è stata distrutta
Ciel nell'esaminare i resti delle carte gli venne spontaneo dire una frase che suonò macabra in quella piccola stanza
- Sembra che non sia stata l'unica cosa a finire in cenere
- Signorino questi documenti sono del tutto inutilizzabili
- Prendiamoli lo stesso
Caricarono quei pochi resti nella carrozza e appena arrivati a casa Ciel ordinò al demone di rimettersi in sesto. Ma dopo qualche ora ritornò il maggiordomo a mani vuote
- Dove sono i documenti?
- Non sono riuscito a recuperarli
Il giovane conte era sbalordito. Com'era possibile che lui non fosse riuscito a recuperarli?
- è uno scherzo vero?
- Ci resta una sola cosa da fare
Ciel guardò l'uomo con uno sguardo accigliato
- Cosa?
- Andare a vedere cosa succede veramente al quadro quando cala il sole
Il ragazzino sbarrò gli occhi
- Vuoi andare al Crystal Place di notte?
- è l'unica soluzione
Il giovane Phantomhive sapeva che ormai non avevano scelta, i documenti erano stati distrutti e sembrava che qualcuno si fosse occupato anche di sbarazzarsi del lavoro di suo padre
- Va bene. Domani notte ci chiuderemo dentro la struttura e vedremo cosa succede
- Molto bene. Vado a procurarmi un permesso



Il giorno seguente i 3 si diressero al palazzo di cristallo situato al centro del parco di Londra.
Quando vennero chiusi dentro Alys era un po' nervosa nello stare in un posto così grande con un presunto spettro che si aggirava all'interno dell'edificio
- Non eri obbligata a venire
- Chiudi il becco
A quella frecciatina i 3 cominciarono a distendere i nervi, ma alla lunga Ciel cominciò a perdere la pazienza
- Dannato bifolco! Proprio sta sera dovevei andare al pub a bere?
- Scusa Ciel, ma con chi stai parlando? 
- Con quel troglodita che dobbiamo trovare
La sorella accarezzò dolcemente la testa al fratello
- Non hai pensato che forse non gli piace essere spiato?
- Allora cosa vuoi che faccia? Che ci nascondessimo come topi aspettando i suoi comodi?
La sorella con un sorriso smagliante guadò il fratello
- Esatto!
Dopo una lunga attesa non era accaduto ancora nulla e con i nervi tirati come corde di violino decisero di uscire
- Che ti avevo detto? 
- Quanto sei polemico Ciel. E poi secondo me dovevamo andare dove si trova il quadro, non al centro della struttura
- Senti un po' tu...
Ma nel momento che il conte si voltò per vedere la sorella e il maggiordomo si accorse di essere solo, però non era l'unico a non aver trovato nessuno accanto a se
- Ciel! Sebastian! Dove siete?
Era bastato distogliere lo sguardo per un'istante e si erano trovati soli in quell'enorme palazzo
Intanto Sebastian correva in cerca dei 2 ragazzi.
- SIGNORINO! LADY ALYS!!!
Mentre continuavano a girare per ritrovarsi, le ombre della piante e degli oggetti cominciarono a prendere vita e a strisciate sul pavimento come se fossero serpenti intenti a catturare la preda
- Ma che diavolo...
In quel momento era come se fossero stati portati in un'altro luogo, la fontana centrale era davanti a loro ma allo stesso tempo ce n'era una alle spalle, la serra delle piante tropicali si trovava nella direzione opposta della dimostrazione di animali esotici e la galleria era a ponente invece che a levante. Era come se le ombre e le piante avessero creato, un labirinto.

Nel momento in cui Ciel stava girando per trovare la strada, alle sue spalle sentì uno strano rumore di zoccoli e quando si voltò, vi apparve un'ombra che aveva prese le sembianze di un centauro, col bastone cercava di tenere lontane, quando alle sue spalle non ne comparve una dall'aspetto umano. Ciel corse dietro quella insolita figura che si stava allontanando tentando di sfuggire a quel mostro che lo stava caricando
- EHI! Aspetta!!!
La figura longilinea di un giovane uomo continuava ad avanzare senza voltarsi, ma non si capiva chi fosse, quando il conte prese il braccio di quell'essere voltandolo verso di se si accorse che era completamente nera, senza volto, fu in quel momento che l'ombra che lo stava per travolgerlo scomparve insieme all'uomo.
- Ma che diavolo sta succedendo qui?

Alys stava scappando da quelle cose che la stavano seguendo, correva a perdi fiato per trovare qualcuno che l'aiutasse, ma non si era accorta che era stata spinta apposta in quella direzione per non avere vie d'uscite, ma quando si accorse della trappola era ormai troppo tardi, si ritrovò in un'angolo della struttura senza una fuga
- Oh no!
Si guardò intorno ma non c'era nulla che potesse aiutarla, un rumore alle sue spalle le fece raggelare il sangue, quando si voltò per vedere chi fosse, queste ombre avevano preso le sembianze di un'idra e l'assalirono. 
Era terrorizzata non sapeva che fare, istintivamente protese una mano davanti a se per proteggersi e con l'alto braccio si coprì gli occhi per non vedere più quella figura raccapricciante, ma nel momento in cui il mostro toccò la sua mano retrocesse immediatamente stridendo con un suono acuto, come se urlasse dal dolore. Qualche istante dopo sentì che non era successo niente, prese il coraggio di guardare cosa stesse succedendo a quella creatura, ma nel secondo in cui lo vide non riusciva ancora a capire, dal punto in cui l'aveva toccata aveva cominciato a diventare bianco, emanando una luce accecante fino a distruggersi.
- Ma... ma cosa....
Si guardava le mani ancora confusa da quello che era successo pochi istanti prima, ma quando alzò lo sguardo dietro quello che poco prima era un mostro c'era la sagoma nera di cui aveva parlato la regina.
Quando questi si accorse di essere stato notato prese ad allontanarsi.
- Ehi! Aspetta!

Intanto Sebastian stava correndo a cercare i suoi 2 padroni
- Lady Alys! Signorino! Dove siete?
Quando non notò di essere arrivato alla galleria d'arte si guardò bene attorno e finalmente trovò il quadro che tanto cercavano, ma mentre stava correndo per raggiungere la causa di tutto quel casino da un'angolo del labirinto ci furono delle ombre che gli sbarrarono la strada formando un'enorme drago nero con gli occhi di lava incandescenti
- Credi di spaventarmi? Sei solo un'ombra
Fu in quel momento che il drago cominciò a sputare fuoco contro l'uomo
- Porca puttana!
Riuscì a schivarlo per un pelo, ma ora il pavimento era una scia di marmo liquefatto. Dopo aver visto il suolo sciogliersi accanto a lui, riportò lo sguardo su quell'enorme bestia.
- Tu non sei un'ombra. Non è vero?
Il drago riprese ad attaccarlo e nonostante la sua mole era parecchio veloce, con un colpo di coda fece piazza pulita di parte delle pareti che formavano il labirinto, nel frattempo che Sebastian era a mezz'aria vide che nascosto dietro la figura del drago c'era qualcuno che gli stava dando ordini. A quel punto prese slancio da uno degli architravi in ferrò per piombare contro il manovratore della bestia buttandolo a terra
- Ti ho preso bastardo.
In quel momento le nuvole si stagliarono liberarono la luce della luna che fino a quel momento aveva lasciato tutto inghiottito nell'oscurità.
La luce lunare avanzava verso di loro cancellando tutte le ombre che avevano pervaso la struttura.
Sebastian cercava di vedere chi fosse quell'essere, ma nemmeno i suoi occhi vedevano la fisionomia del volto di quel'uomo, ma quando quella luce pallida raggiunse i due, il volto dell'uomo apparve
- Cosa? No... Non è possibile!
L'uomo che aveva creato tutto quello, non era altro che se stesso. Si allontanò immediatamente da quello che sembrava il suo gemello che lentamente si alzò in piedi
- Ne sei sorpreso vero?
- Che razza di scherzo è questo?
- Nessuno scherzo
Quell'essere si avvicinò al maggiordomo
- Se l'hai riconosciuta, significa che non hai dimenticato del tutto
In quell'istante di pura rabbia Sebastian si scgliò verso quell'uomo prendendolo per il collo impiantandogli gli artigli
- Ti ho rinchiuso secoli fa! Come hai fatto a liberarti?
Sul viso del suo gemello apparve un sorrisetto beffardo
- Nessuno può rinchiudere il proprio riflesso. Non è vero Zakron?
Il drago chinò la testa in segno di riverenza
Sebastian strinse i denti fino a farsi sanguinare il labbro
- VATTENE SUBITO!!!
Quell'ombra si dissolse in cenere nera per riapparire in piedi a a un metro di distanza da lui
- Come preferisci, ma non puoi negare.... chi sei
Scomparve, insieme al drago








Scusate se ci ho messi così tanto a scrivere, ho avuto degli imprevisti. Spero che questo capitolo possa piacervi. Grazie per la vostra disponibilità

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Capitolo 12
*** Passaggio d'età ***


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Era passata ormai una settimana dall'incidente al Crystal Palace, tutto era tranquillo e nessuno era più stato attaccato.
Ciel per canto suo non era soddisfatto del risultato, per lui quella era una sconfitta, ma c'era qualcun'altro che non riusciva a dimenticare quella notte.
- Sebastian. Sebastian?
Era completamente assorto nei suoi pensieri e Alys, spazientita dalla sua indifferenza si avvicinò all'orecchi del demone e....
- SEBASTIAN!!!!
Quell'urlo frantumò i pensieri del demone (e anche il timpano). Aveva gli occhi sgranati e i denti digrignati dallo spavento, immobile come una statua inclinato lievemente verso destra
- Lady Alys? Ma che le è saltato in mente?
Tenendosi una mano sull'orecchio che era stato assassinato dalla contessa. La ragazza gonfiando le guance come una bambina imbronciata lo rimproverò
- Era la ventesima volta che ti chiamavo, ma tu non rispondevi
- Mi scusi, stavo pensando...
- Ultimamente pensi un po' troppo
L'uomo s'ichinò in segno di scuse
- Mi scuso per il mio comportamento
Alys gli fece cenno di alzarsi
- Non devi scusarti, ma so per certo che c'è qualcosa che ti preoccupa
- Come?
- è da quella sera che tu non fai altro che stare con la testa da un'altra parte
L'uomo le sorrise per confortarla ed evitare che sospettasse qualcosa
- No, my lady è solo una sua impressione
- No, che non lo è. Riconosco un'uomo che pensa ad una donna da un miglio di distanza
L'uomo la guardò sorpreso
- Una donna? Cosa le fa credere questo?
- Stai sempre sulle tue, non dormi, non mangi quasi niente....
A quel "non mangi quasi nientente" il maggiordomo le rivolse uno sguardo enigmatico, come per dirle "io non mangio mai e non dormo mai, ormai dovrebbe essersene accorta che non sono umano", ma doveva ammettere che il suo comportamento era cambiato
- Allora lady Alys.... Cosa mi suggerisce di fare?
Con un sorriso beffardo e con un pizzico di competizione. La ragazza gli rivolse un sorriso che avrebbe stagliato le nuvole cariche di pioggia
- Ti prendi un giorno di vacanza e vai a trovare la tua fidanzata
- COSA?
Il demone era spiazzato da quell'ordine
- Peché? Che c'è di male?
- Ecco, my lady.... io non ho la fidanzata
Con quel sorriso divertito si teneva la fronte poggiate alle dita della mano, quasi per nascondere quell'espressione divertita
- BUGIARDO!!!!
A quell'imprecazione l'uomo fu messe alle stretta da una comunissima umana e per la prima volta non aveva vie d'uscite
- Ecco....
A quel punto la campanella dell studio suonò
- Devo andare. Il signorino mi sta chiamando
In seguito prese il vassoio e uscì dalla cucina
- Tsk! Salvato dalla campana

Ciel era ancora immerso nelle carte riguardanti il caso della principessa Alisia, ma non trovò nulla
- Come procede la ricerca?
- Ancora nulla. è come se avessero voluto cancellarla dalla faccia della terra
Il maggiordomo appoggiò il vassoio sulla scrivania preparando il tè
- E se andassimo da Undertker? Probabilmente lui ne sa qualcosa
- GIUSTO! Perché non ci hai pensato prima? 
Ciel guardò il maggiordomo abbastanza irritato, non era la prima volta che gli faceva perdere tempo per i suoi piaceri personali
- Domani andremo alla sua bottega e....
In quel momento entrò Alys interrompendo la conversazione dei due. Si diresse a grandi passi verso la scrivania di Ciel sbattendo le mani su di essa
- Sebastian domani ha da fare!
- Cosa? E cosa mai dovrebbe fare un "servitore" come lui?
La ragazza fulminò il fratello con lo sguardo che lo mise subito a cuccia
- Anche lui ha una vita privata
- E da quando? 
- Tutti ce l'hanno, quindi; domani Sebastian si prende la giornata libera e va dalla sua fidanzata
Ciel sbalordito si alzò dalla poltrona con gli occhi sbarrati
- FIDANZATA?!?!
Ma non era l'unico sorpreso da quelle parole, la porta dello studio si spalancò facendo cadere a terra tutta la servitù. I poveretti erano ammucchiati l'uno sull'altro e Bard era sotto di tutti, ma era anche il primo ad essersi alzato.
- HAI LA FIDANZATA?
Dalla sorpresa fece cadere la sigaretta in testa a Finny che cominciò a correre per lo studio gridando "Al fuoco! Al fuoco!"
Mei Rin al contrario era disperata con copiose lacrime che gli scendevano da sotto gli occhiali, mentre Tanaka invece del suo solito "hoho!" Dalla sorpresa non riuscì a dire alto che "O..oh...oooh" prima di perdere conoscenza.
- Cielo! Finny!!!
Alys prese tempestivamente il té del fratello e lo gettò addosso il giardiniere sventando l'incendio, ma.....
- BRUCIAAAA!!!!!!!!!!
- Oh! Scusa-scusa!
La ragazza corse dietro il ragazzo per aiutarlo
- Andiamo subito in bagno! Mei Rin, Bard! Acqua fredda, SUBITO!!!
- Agli ordini
Tutti corsero dietro alla contessa e anche Tanaka, ma non tanto per il giardiniere ma per paura di quello che sarebbe successo nello studio tra il conte e il maggiordomo

Una volta soli Ciel putò immediatamente l'uomo
- Cos'è questa storia della fidanzata?
- Non ne ho idea my lord
Il conte non disse altro, sapeva che un demone non provava sentimenti, quindi per lui l'argomento era chiuso, ma poco dopo l'urlo di Alys risuonò fino allo studio
- Ma che succede?
- Resti qui
Il demone corse come non mai nel bagno della servitù e appena vi entrò vide Alys e Mei Rin rosse come pomodori e fradice da capo a piedi, con Finny nudo dentro la vasca.
- Ma che.... uff, lasciamo perdere
Prese le due donne e le portò fuori dal bagno, portò Mei Rin nella sua stanza e Alys nella sua.

- Grazie...
Sebastian prese un'asciugamano cominciando ad aciugarla
- è sporca di tè. Vado a prepararle la vasca
Si diresse in bago lasciandola sola avvolta in quel candido e morbido asciugamano.
- La vasca è pronta, prego mi segua
Entrò in bagno e in seguito il demone chiuse la porta con loro due dentro
- Che ci fai tu qui?
- L'aiuto a lavarsi
Le si avvicinò cominciando a slacciarle il vestito
- NON SE NE PARLA NEMMENO!!!!
Cominciò a colpirlo ripetutamente con la spazzola sulla testa, a lanciargli dietro di tutto, dalle bottiglie dei profumi, agli shampi agli asciugamani e anche una specie di sgabello
- Va bene, va bene, come desidera
Alla fine riuscì a mandarlo via, anche se... forse una mano gli sarebbe servita. Passò mezz'ora e ancora non era uscita, ovviamente il demone cominciò a preoccuparsi e bussò alla porta.
- Lady Alys? Tutto bene?
- No.. non riesco a toglierlo
L'uomo decise di entrare anche senza il permesso della giovane e infatti quello che vi trovò fu una ragazza tutta fradicia e sudata con un vestito ancora indosso, l'uomo non riuscì a trattenersi dalle risate, anche se le soffocava il più possibile per non essere screanzato verso la ragazza.
- Ora mi permetterà di aiutarla?
La ragazza un po' imbronciata acconsentì, Sebastian cominciò a slacciare il nodo che la giovane aveva fatto nel tentativo di slegarlo da sola. Dopo che ebbe finito prese subito un'asciugamano e si coprì per entrare in vasca. Sebastian vide subito che aveva messo male il piede quando stava per entrare 
- Lady Alys, faccia attenzione
- Non ho bisogno del tuo....
E infatti come previsto dal demone, questa sivolò cadendo nella vasca sbattendo la testa
- LADY ALYS!
Accorse subito in suo soccorso e le tirò fuori la testa
- Cof! Cof! Sto.. Sto bene.
- Lasci che l'aiuti.
- Uff. Va bene. MA NON GUARDARMI!
Puntandole il dito tra gli occhi come se fosse una pistola
- Come desidera
Lei si voltò dall'altra parte mente l'uomo le lavava la schiena
- Perché hai mentito?
- Come prego?
Voltò lievemente la testa per guardarlo
- Perché non hai detto la verità?
L'uomo abbassò lo sguardo
- Perché è vero che non ho la fidanzata
La giovane però non capiva il perché di quel comportamento
- Eppure... quando hai guardato il quadro di Alisia... sembrava ne soffrissi. Nonè che... tu la conoscevi?
Gli occhi del demone si sgranarono a quelle parole, pensava di averlo nascosto bene, ma a quanto pare non era così
- Non posso permettermi di amare una persona
La ragazza sbarrò gli occhi e si girò completamente verso di lui con uno sguardo di sfida
- Non è quello che ti ho chiesto e poi perché dici questo?
- Perché è la verità.
- Io continua a non capire
Alys lo guardava come alla ricerca di qualcosa, i suoi profondi occhi blu riuscivano a svelare qualsiasi cosa che la ragione cercava di velare.
Lui non poteva dirle la verità, dovette inventare una scusa
- Pensa che un servitore dei Phantomhive possa avere una vita normale?
- Che vuoi dire? Molti servitori dei Phantomhive hanno avuto famiglia, tu non sei diverso dagli altri
- Si sbaglia
- Perché?
- Quelli come me, che sono accompagnati dalle tenebre, non porteranno altro che morte
- Anche alle persone che amano? 
- Sfortunatamente.... saranno loro a pagare il prezzo più alto per quelli come noi
L'espressione del demone era quella di una persona tormentata da una colpa che lo stava segnando da lungo tempo. Lo sguardo di Alys si fece triste come la notte in cui perse tutto, ma prese coraggio, prima di rivolgergli quelle fatidiche parole
- Tu lo hai già vissuto, vero?
Non rispose, ma il suo sguardo nonostante fosse freddo come i lunghi inverni del Nord, le fece intendere che lui aveva pagato già il suo prezzo... un prezzo che pesava anche per un demone




Il giorno seguente Alys si fiondò nella stanza del fratello, di prima mattina
- Ciel! Io devo andare in città per scegliere le stoffe per il ballo del prossimo mese
- Ballo? Quale ballo?
Il maggiordomo si avvicinò al suo signore rammentandogli la generosa offerta di sua maestà per l'entrata in società della contessa, in quel momento un'impeto di irritazione prese il giovane conte
- E tu come fai a sapere di questa generosa offerta?
E lui con il suo solito sorriso enigmatico rispose con un lieve inchino e quella frase che ormai era il suo marchio di fabbrica
- Se il maggiordomo del casato Phantomhive non sa ricordare certi impegni, non è degno di tale nome
- Tu maledetto....
La ragazza lo interruppe appena in tempo
- Allora?
- Si, si, andiamo. Tra l'altro oggi dovevo passare in città
- Davvero? Per cosa?
Il fratello la guardò piuttosto innervosito
- Per cose in cui non ti devi impicciare
- Che rompiscatole!
Se ne andò sbattendo violentemente le ante della camera
In quel momento il maggiordomo in una risatina divertita
- Un'altro po' e scardinava la porta
Al contrario Ciel con un sospiro di rassegnazione non disse altro che una parola per non dire altro di cui avrebbe potuto pentirsi
- Già

Un'ora dopo erano già sulla carrozza diretti a Londra. Una volta arrivati in città...
- Fermate la carrozza
Ciel non capiva perché la sorella avesse dato quell'ordine
- Cosa? Perché vuoi fermarti qui? Non siamo ancora arrivati all'atelié
La sorella lo bloccò con uno dei suoi sorrisi che solo lei sapeva fare
- Non importa, conosco bene questo posto. Voi andate pure
- Ma....
La ragazza gli mise un dito davanti alla bocca
- Ho vissuto qui per 3 anni. Vuoi vedere che ci so stare per 3 ore? 
Lui lo tolse da davanti la sua bocca
- Almeno portati qualcuno...
Indicando Sebastian seduto accanto a lui
- Non ce ne sarà bisogno mi so difendere da sola
Il ragazzino si risedette fiaccamente sul sedile della vettura con le braccia incrociate e il solito broncio
- Ho i miei forti dubbi
Una volta scesa Alys non riuscì a trattenersi dallo stuzzicarlo
- E io ho i miei dubbi che saresti in grado di ritrovare la strada di casa senza qualcuno che ti ci accompagni
Questi scattò subito sull'attenti sporgendosi dal finestrino, urlando come un pescivendolo
- Non sono io che mi perdo!
La contessa si voltò con un sorriso malizioso e un dito davanti alla bocca come quasi per nascondere quello che stava per dire
- Ooh certo, sono solo le strade che cambiano
- ESATTO!!!!
- Cocchiere parta!
Nel momento in cui la carrozza ripatì Ciel cadde all'indietro rientrando nel mezzo, giusto in braccio al suo maggiordomo
- Signorino, non sapevo avesse certe tendenze infantili
Questi immediatamente divenne rosso di rabbia e anche dall'imbarazzo
- NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO!!!!!!!!!

Una volta sola, Alys si diresse in uno dei tanti vicoli poveri della città fino a giungere in una casa parecchio mal messa
Quando vi entrò una marea dei bambini la circondarono
- SAFIRA!!!!! Che bello rivederti
- Ci sei mancata tanto
- Dove sei stata? 
- Che bel vestito
Tutti i bambini, di tutte le età l'avevano circondata tempestandola di domande
- Sono felice di rivedervi. Dov'è la signora Marta?
Uno dei bambini le tirò la gonna per riuscire a distinguere dal branco
- Cosa c'è Miki?
- Mamma Marta è nella stanza di Jeck
Alys lo guardò tristemente
- Jeck sta ancora male?
Il più grande si fece avanti spiegando la situazione
- Le medicine costano e i medici non curano gli orfani che non pagano
- Capisco. Portatemi da mamma Marta
Il bambini sorridenti la presero per le manie a alcuni per la gonna trascinandola dall'anziana donna che si prendeva cura di loro, ma quando la signora la vedi ne fu incantata
- Safira! Sei bellissima!
La giovane abbassò un po' lo sguardo per nascondere l'imbarazzo
- Grazie signora
- Allora le voci erano vere
La ragazza abbassò subito il viso quasi colpevole nei confronti della donna
- Ecco io...
Questa si avvicinò alla contessa accarezzandole il viso come farebbe una madre con la propria figlia
- Sono felice per te mia cara
Alys a quelle parole scoppiò a piangere abbracciando la donna
- Mi dispiace tanto. Sarei venuta prima, ma....
- Tranquilla, lo so
Una volta che si fu tranquillizzata si sciolse dall'abbraccio della donna chiamando dei bambini
- Riki, Miranda. Andate a chiamare il dottore
La bambina la guardò
- Ma non verrà. Non abbiamo i soldi per pagarlo
Alys le sorrise dolcemente
- Ma io si
Diede ai bambini un sacchetto pieno di monete
- Andate da lui e ditegli di correre se vuole il resto
- E se non ci crede?
La  giovane prese un foglio cominciando a scriverci sopra imprimendo un sigillo che aveva preso in "prestito" dall'ufficio del fratello
- Con questa verrà di sciuro
I due corsero a perdifiato verso l'ambulatorio del medico che stava due strade più avanti. Intanto la donna non sapeva come ringraziarla di quel gesto
- Non ti preoccupare. Per me è un piacere
- Tu e quel giovane siete una mano santa
La ragazza la guardò confusa
- Giovane?
L'anziana annuì
- è successo una settimana dopo che abbiamo avuto la notizia sulle tue origini
- E.... e com'era fatto?
La donna si fermò a riflettere
- Bhé! Portava un mantello nero e aveva i capelli neri come piume di corvo e...
- ...Occhi rossi come pozze di sangue
- Si esatto! Lo conosci?
A quell'affermazione la contessa sbiancò
- Tesoro, stai bene? Sei pallida come un fantasma
La ragazza fissava il vuoto mentre cercava di dire qualcosa di comprensibile
- S..si, io... devo scappare
La donna confusa le prese il viso per guardarla negli occhi
- Cosa ti prende piccola mia?
La fece sedere per tranquillizzarla, ma questa non ripose, dop circa un quarto d'ora arrivato il dottore e la ragazza prese un po' di di controllo su se stessa, si alzò andando da lui
- Lei deve essere il medico. Queste sono 100 sterline per i servigi che compirà per questo orfanotrofio
L'uomo non sapeva chi fosse realmente e nonostante la lettera era diffidente sulle sue parole
- E lei chi è per obbligarmi a fare questo?
- Io sono Alys Phantomhive e con questa lettera lei potrà accedere alla residenza principale per richiedere il suo compenso mensile per aver avuto cura di questi bambini
L'uomo guardò molto attentamente il documento esaminando il sigillo del casato
- è autentico! Ma io non ho mai sentito parlare di lei
- Presto lo sentirà. Ora scusatemi, ma devo andare
Alys prese la sua borsa e uscì dall'edificio con tutta la sua grazia, ma  una volta in strada corse a perdifiato come se fosse seguita da dei lupi famelici.
Tra i vicoli bui e fangosi, pieni di gente malfamata lei attraversava i vicoli confusa e con la testa che le girava. Tutto era nel caos più totale, ma continuava lo stesso a scappare da quella minaccia che aveva cercato di dimenticare, finché mente stava per imbucare il vicolo successivo la sua corsa non venne fermata da un'uomo che stava voltando l'angolo facendola cadere a terra ricoprendola di fango.
- Signorina si sente bene? Ma che....
La giovane lo guardava con gli occhi sbarrati, ma poi la voce dell'uomo sembrava ovattata e sempre più lontana fino al silenzio più assoluto e l'oscurità della sua mente.


Intanto Ciel e Sebastian dopo essere passati da Undertaker che stranamente non era alla bottega, decisero di aproffitare del passaggio a Londra, per fare una ricerca di mercato
Quel giorno la città era più caotica del solito e dopo essere stati in diversi negozi della Funtom decisero di fare una passeggiata per la piazza principale, essendo la bella stagione la gente si stava godendo i pomeriggi caldi che l'estate offriva loro e stranamente Ciel si guardava intorno invece di ignorare tutti coloro che lo circondavano come faceva di solito. 
Sebastian lo notò e non perse l'occasione per stuzzicare il suo cupo e "rognoso" padreone.
- Sta cercando qualcosa di particolare? 
Questi si svegliò dal suo stato di osservatore per dar retta al suo "fedele" servitore
- No, nulla di rilevante
- Sicuro? 
Con il suo solito sorriso malizioso
- Sicurissimo
Fu a quel punto che il demone sfoderò l'arma che toccava i punti deboli del suo signorino
- Non è che cerca una certa persona di nome Katrin?
- No che non la cerco. Ha deciso lei di andarsene, ora torniamo alla bottega di Undertker
Detto ciò decisero di ritornare sui loro passi


L'uomo si avvicinò al corpo della ragazza priva di sensi spostandole delicatamente i capelli per vederla bene
- No... non può essere
In tutta fretta avvolse la ragazza in una vecchia stola grigia che portava legata a tracolla sopra il lungo abito nero portandola con se tra i vicoli. 
Arrivò davanti ad una vecchia e inquietante bottega entrandovi e chiudendo tutto a chiave, si tolse il cilindro dal capo posandolo su una delle mensole adibite da espositore per le urne funebri e stendendo lei su di una bara, le si avvicinò per accertarsi che stesse bene, ma con quell'oscurità era difficile vedere. 
Si spostò i capelli argentei da davanti agli occhi rivelando la particolare pigmentazione delle sue iridi e una grossa cicatrice che gli sfregiava il viso, per vederla meglio e quando le spostò i capelli che le nascondevano il viso....
- Claudia?
- Mm...
La ragazza si mosse lievemente costringendo l'uomo ad indietreggiare, ma uno dei lamenti della ragazza lo fece avvicinare a lei più del previsto e quando questa si svegliò, si ritrovò a pochi centimetri dalle sue iridi verde dorato facendola sobbalzare
- AAAAHHHH!!!!!!!
L'uomo le si allontanò col cuore in gola
- No, no! Non è come sembra
Dallo spavento Alys indietreggiò fino a cadere giù dalla bara a gambe all'aria mettendo in mostra sia la biancheria... che la mercanzia
Il poveretto cercò di avvicinarsi alla giovane che a causa della pesante gonna era sepolta sotto strati di queste e non era ancora riuscita a mettere i piedi attaccati al suolo. Mentre cercava di liberarsi tentava anche di dire qualcosa che a causa dei numerosi strati di stoffa rendevano incomprensibile il significato di quelle che all'orecchio del proprietario della bottega sembravano imprecazioni
- A..a..aspetti che l'aiuto
Ma appena questi la toccò Alys glidiede un calcio in piena faccia allontanadolo da se
- Nhpf.. gnenahi..heno!!!
- Cosa?
Il negoziante cercò di alzare un po' le gonne per capire che cosa avesse detto e forse sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto
- NON PENSARCI NEMMENO!!!!!!!!
Dopo diversi tentativi alla fine la giovane riuscì per lo meno mettere il sedere attaccato al pavimento
- Uff! Stavo soffocando
- Le serve aiuto per alzarsi?
Lei lo guardò malissimo
- Scordatelo!
Dopo aver raffreddato un po' i bollori della ragazza questa cominciò a guardarsi intorno incuriosita
- Dove mi trovo?
- Siamo nella mia bottega
Si voltò guardando malissimo il presunto proprietario
- E si può sapere cosa ci faccio io qui?
Costui le sorrise in modo da metterla a suo agio
- Non ti ricordi? Ci siamo scontrati e sei svenuta
- Svenuta? O morta?
- EH? No, no, no! Lo sapevo benissimo che era viva. Non avrà pensato che avessi intenzione di seppellirla viva spero
- Ad essere sincera devo ammettere che il pensiero mi aveva sforato
Il povero becchino era stranamente in imbarazzo con quella giovane dai profondi occhi blu, la osservava mentre cercava in modo un po' goffo di togliersi almeno un po' di fango dai vestiti facendolo persino ridere.
- Hahaha!!!
- Bhé che ti prende?
- Nulla, mi ricorda una persona
Prese un fazzoletto pulito e le si mise davanti
- Mi permette di aiutarla? 
Nonostante non ne fosse entusiasta la giovane acconsentì, ma fu proprio in quel momento che la porta si aprì e sulla sua soglia....
- Alys?
- Ciel
 Appena lo vide corse da lui abbracciandolo talmente forte quasi da soffocarlo
- Al.. Alys... non respiro...
A quelle parole lo mollo subito
- Ops! scusa
- Lady Alys che ci fa lei qui?
- Io? Che ci fate voi
Ciel la guardò malissimo
- Come diavolo hai fatto a ridurti così in un'atelié?
- Ecco... non sono... andata proprio in Atelié
- COSA?
Il fratello era furioso, ma grazie all'intervento di Sebastian tutto si sistemò
- Voi piuttosto; non dovevate andare da un certo Undertaker?
Tutti la guardarono con commiserazione
- Che c'è?
Ciel tirando un sospiro puntò il dito in alto per indicargli qualcosa
- Noi siamo da Undertaker
Sopra di loro c'era un'enorme insegna con la medesima scritta
- EEEHHH???

Alla fine arrivarono alle presentazioni
- Sebastian
- Si signorino
Con i suo solito inchino di riverenza
- Lady Alys, quest'uomo è Undertaker uno degli informatori più fedeli del signorino e di vostro padre
- Mio padre?
Il becchino le fece un sorriso con un lieve cenno per metterla a proprio agio
- Ora signor Undertaker; le presento lady Alys Phantomhive, la sorella del conte Ciel Phantomhive
- è un'onore per me fare la vostra conoscenza
- Lo è anche per me e.... 
Tutti la guardarono come in attesa di qualcosa
- Mi dispiace per quanto è successo. Non era mia intenzione darle un calcio in faccia
Ciel e Sebastian sbarrarono gli occhi a quelle parole. Undertaker preso a calci? Sembrava loro impossibile. Era più da Grell
- Non si preoccupi. Era spaventata è più che normale reagire così
- Grazie
Un battito di mani chiuse i convenevoli
- Bando alle ciance. Siamo qui per un motivo e ci serve il tuo aiuto Undertaker
- Davvero? E cosa posso fare per voi?
Sebastian prese dei documenti da sotto il suo cappotto porgendoli al becchino in modo che li esaminasse. Questi li prese leggendoli con molta attenzione
- Mm....
- Allora?
- Nessuno dei becchini della città si è occupato del funerale della principessa
Ciel per l'ennesima volta aveva imbucato un vicolo cieco, facendogli comparire sulla fronte una lunga vena pulsante
- Dannazione....
- Però una cosa posso dirvela
L'attenzione dei presenti si spostò sull'uomo
- Quale?
- Io sono stato l'unico dei becchini a vedere il corpo della giovane
Il conte e il maggiordomo scattarono subito 
- E allora? Di cosa è morta?
Dopo un lungo e estenuante silenzio il beccamorti si decise a parlare
- Sono spiacente, ma ho giurato a vostro padre di non rivelare il segreto a nessuno
A qeul punto Sebastian cominciò a fera delle congetture
- So che la principessa era cagionevole di salute e che a causa dei molti pretendenti rifiutati si era fatta dei nemici
- Se stai insinuando che è morta di malattia sei fuori strada
Anche Ciel disse la sua
- Allora è stata assassinata
- Sul corpo non c'erano percosse ne tracce di avvelenamento
Alys a quel punto si chiese che cosa avesse causato la morte della donna, quando Sebastian non fece una domanda leggermente inerente al discorso
- Lei sa per quale motivo non si è mai sposata?
Undertaker alzò le mani in segno di resa
- Non ne ho idea
A quel punto non avevano più da fare lì
- Ci si vede Undertake
- Salve signor Undertaker
L'uomo la salutò
- Ciao passa pure a trovarmi se capiti da queste parti
La ragazza gli sorrise prima di uscire da quella porta nera con il suo abito
- Ci vedremo presto...Alys
Sul suo volto si dipinse un sorriso triste e un po' malinconico




Una volta sulla carrozza
- Dove stiamo andando? Questa non è la strada per andare a casa
- Infatti. Stiamo andando all'ateliè
- Perché?
La vena sulla fronte del conte riaffiorò
- Pechè tra meno di un mese ci sarà il tuo rientro in società ed è ancora tutto da fare!!!!!
Era talmente frustrato che cominciò a inveire contro la sorella
- Signorino. La prego si calmi
Fortunatamente Sebastian riuscì a placare gli animi giusto in tempo. Una volta che la vettura si fermò questi si trovarono proprio davanti alla sartoria di Nina Hopkins
- Nina Hpkins? La famosa stilista?
- Esatto 
- Sarò lei a farmi il vestito?
Lui la guardò con un'aria di sufficienza
- Tutti i vestiti che ci sono nella villa sono fatti da lei, dai miei, alle divise dei domestici
Lei lo guardò un po' confusa
- Non si preoccupi lady Alys, se avrà qualche problema non si faccia scrupoli nel rivolgersi a me
Le porse la mano pre aiutarla a scendere dalla carrozza
- Grazie mille Sebastian
A condurre il gruppo fu Ciel che appena mise il piede nell'ateliè venne trovato dal radar di miss Hpkins fiondandosi subito su di lui
- COOONTEEE!!!!!!!!
Lo abbracciò come se fosse un peluche pressandolo contro i suoi abbondanti seni, quasi da soffocarlo
- Ni... Nina! Lasciami.. mi...mi stai so....
Fu Sebastian ad accorrere in soccorso del giovane
- Miss Nina, la prego di astenersi in certi atti in pubblico
- Chiudi il becco ominide in frac!
Alys si stupì molto delle parole che la donna rivolgeva all'uomo e senza rendersene conto spostò lo sguardo su di lui, ma sembrava del tutto impassibile all'offesa che gli aveva recato quella donna.
Però fu allora che l'eccentrica stilista spostò lo sguado su di Alys allentando la morsa sul povero conte lasciandolo stramazzare a terra
- E lei chi è?
Gli occhi di quella strana "femmina" come la definisce Sebastian, si illuminarono nel vedere quell'esile ma delicata figura che si prestava davanti a lei
- Meraviglia delle meraviglie! Una dea mi è apparsa
- Co.. cosa?
La ragazza la guardò confusa e anche un po' spaventata, al punto che senza rendersene conto si nascose dietro il maggiordomo
- TU! Tu sarai la mia dea bianca
- Eh?
Le prese le mani stringendole alle sue
- Tu e lui sarete i miei assi nella manica
La contessa cercava di liberarsi ma la presa di quella donna era mostruosa
Una volta che il conte si rimise in piedi si rivolse alla donna con un po' di fiatone
- Siamo qui per un vestito, non per reclutare modelle per la tua prossima collezione
- Oh ma certo. è strano da parte vostra venire in Ateliè per farvi fare un abito, come mai questo cambiamento?
Ciel inarcò un sopracciglio, ma fu a quel punto che intervenne Sebastian
- Miss Nina, non è il conte a doversi fare un vestito
- E allora chi?
Il maggiordomo si spostò da davanti Alys
- Lady Alys Phantomhive
Dalla sorpresa gli occhiali della donna si scheggiarono dandole la sensazione di un vento gelido pre invernale. Dopo qualche istante di shock corse verso la ragazza come un predatore nel pieno dell'azione. Cominciò ad esaminare ogni singolo centimetro quadrato del suo corpo, ma quando arrivò al viso si perse ne profondo dei suoi occhi blu
- Meraviglioso....
- Se... Sebastian? Ti prego, aiutami
Il demone era divertito da quella scena ma la poveretta non si meritava di essere uno dei manichini di Nina
- Lady Phantomhive vorrebbe commissionarle il vestito del suo debutto in società a Bukingam Palace
- COOOOSAAAAAAAA???????
A quel punto Ciel continuò a spingere sul punto debole della stilista
- Sarebbe una buona pubblicità per te, così avrai più possibilità di fare i tuoi vestiti
- SIIIII!!!!!!!!!!!
Era in estasi con quei suoi gridolini da ragazzina in piena crisi adolescenziale e dopo essersi ripresa trascinò la ragazza nel retro bottega dove c'erano le stanze per le misure, facendo uscire tutti i suoi dipendenti
- Bene bene. Ora spogliati, devo prendere le misure
- Cosa? NO!!!
A quel punto corse fuori, ma la strada le venne bloccata da un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo
- O-ho! Chi è qusta principessa che mi è apparsa sulla stada?
- Lord Cedric, la pregherei di non disturbare le mie clienti con le sue avance
- Avanti Nina, lo sai che se hai tante clienti è perché vogliono vedere me
La donna si accigliò "ma chi si crede di essere quel ragazzino?" era questo era il pensiero. Era chiaro che non gli stesse simpatico ed effettivamente tutta quella superbia non piaceva nemmeno ad Alys e visto che non la lasciva andare lo spinse lontano da se.
- Mi lasci passare
- Perché? Non mi sembra il caso che tu esca conciata così
La ragazza si guardò ed effettivamente quel giovane non aveva tutti i torti. Era praticamente sola biancheria col corsetto e i mutandoni che lei tanto detestava
- AAAAHHH!!!! PERVERTITO!!!
A quel punto gli diede uno schiaffo che lo fece girare su se stesso mentre tentava di coprirsi
- AHIA!!! MA SEI MATTA?
- E tu non hai il minimo pudore? 
Cominciarono un dibattito molto acceso, quando qualcuno bussò alla porta cominciando a parlare da dietro di essa
- Cedric! Ti ci vuole ancora molto?
- Non rompere Shade!!! Sono occupato con una tipa che non ha il minimo rispetto verso un'uomo
- COSA? Ma non farmi ridere. Sei tu che ti sei introdotto nel laboratorio mentre io mi stavo spogliando
- EHI!!! Sembra quasi che sia colpa mia

Da dietro la porta con la schiena poggiata su questa il ragazzo vestito in maniera aristocratica con un mantello nero e una tuba che nascondeva gli occhi ascoltava l'accesa conversazione tra i due
- Qualcosa mi dice che non entrare sarebbe la scelta migliore
Proprio allora una ragazzina di tredici anni anch'essa vestita di abiti piuttosto ricchi le si avvicinò
- Shade, credi che Cedric un giorno la smetterà di fare il Casanova?
- Non credo, ma se lo facesse non sarebbe più Cedric. Non credi anche tu?
- Si, hai ragione. Sembra che qui andrà per le lunghe, quindi pensavo di andare a fare in giro per il negozio
- Si tranquilla, qui ci penso io Katrin
- Grazie

Intanto Alys e Cedric avevano cominciato a lanciarsi e dirsi di tutto
- Non sei altro che un maniaco!!!
- Almeno io non sono un ladro come te!!!
- COSA? Ma come ti permetti?
Corse verso di lui dandogli una seconda cinquina che questa volta lasciò uno stampo pulsante sulla guancia del giovane
- Tu.... Hai idea di chi sia io?
- E tu sai chi sono io?
La povera Nina per la prima volta non sapeva che fare in quella situazione e non faceva altro che dire "aiuto"

Dall'altra parte della stanza intanto Shade era a braccia incrociate che stava aspettando l'amico. Se fosse stato per lui sarebbe già entrato, ma visto che c'era una ragazza e a lui non piaceva entrare in contatto con l'altro sesso, decise di non intromettersi in quell'idillio.
Non tanto dopo Ciel e Sebastian arrivarono presso la stanza dove stava Alys per farsi prendere le misure che, vedendolo lì davanti cominciarono a sospettare che fosse uno di quei giovani nobili con il livello di ormoni troppo alto per poter ragionare con la testa
- Che sta facendo lì?
- Sto aspettando mio cugino
- COSA?
Ciel non capiva. Era sicuro che il quella stanza ci fesse la sorella, in quel momento Sebastian intervenne per avere chiarimenti da parte del giovane nobile che al momento stava bloccando la porta.
- Mi scusi, ma deve esserci un'errore
- Nessuno errore damerino in frac
- Come?
La conversazione venne interrotta da dei forti rumori provenienti dal camerino, portando Ciel ad uno stato di punta (come i cani)
- Mi faccia passare!!!
Spostò in malo modo il ragazzo sbarrando la porta, ma lo spettacolo non era dei più adeguati
- ALYS!!!
- Ciel
- Chi è il nano?
A quell'aggettivo il giovane conte s'infiammò
- NON SONO UN NANO!!!! Vedi di portarmi rispetto abbordatore da quattro soldi! E VEDI DI STARE LONTANO DA MIA SORELLA!!!!
- Abbo.... Senti un po' tu...
Da dietro il maggiordomo spuntò il nobile, col viso parzialmente nascosto dal fronte della tuba e da alcune ciocche dei capelli che gli coprivano gli occhi
- Cedric!!!
Il biondo si voltò verso il coetaneo portandolo in uno stato di inquietudine
- Non siamo qui per dare spettacolo. Vedi di darti un contegno
- Si, ma lei mi ha schiaffeggiato
- Prima di fare cretinate pensa a quello che hai fatto per meritarti quegli schiaffi
Questi si fermò a riflettere sulle sue azioni e dopo aver incrociato lo sguardo dell'amico decide di allontanarsi dalla fanciulla
- Le chiedo perdono per il mio comportamento
Si allontanò indietreggiando
- Datti una ripulita, io rimedierò ai tuoi casini
Ciel lo guardava in cagnesco, ma non passò molto tempo che il giovane "duca" si era già messo all'opera nel rimorchiare un'altra ragazza
- Uff... Vi chiedo scusa per il comportamento sconsiderato di mio cugino
Sebastian notò che il conte stava fumando dalla rabbia e decise di parlare lui per il suo padrone.
- Non si preoccupi, anzi vi ringraziamo noi per il disturbo
- Come avrete potuto capire è un don givanni e questa è stata la prima volta che è stato rifiutato
Sebastian si mise la mano come per nascondere una risatina
- Comprendo perfettamente lord....
- Shade
- Piacere di conoscerla lord Shade. Io sono Sebastian Mikels il maggiordomo del casato Phantomhive
- Phantomhive?
- Esattamente
Dopo aver aiutato la sorella a ricoprirsi il conte si avvicinò al ragazzo
- La ringrazio per l'aiuto, dopo tutto lei non era obbligato a intervenire
- Non è un problema. Per rimediare al disturbo vorrei prendermi a carico le spese dell'abito che la signorina Nina confezionerà per voi
Sebastian fece nuovamente un lieve inchino
- Non ce ne sarà bisogno. Siamo in possesso di dentro sufficiente per coprire le spese
- Ma il mio non era un'atto di generosità gratuita, ma un gesto per risanare il mio onore
Il maggiordomo guardò il padrone per aspettarsi chissà che azione
- A quale casato appartenete?
- Sono spiacente, ma a questa domanda non posso rispondere
- Per quale motivo?
- La mia famiglia non è una che ama i pettegolezzi, per questo preferisco non divulgare il nome del mio casato
- Capisco perfettamente. Accetto la sua generosa offerta,
A quel punto Ciel tese la mano al misterioso personaggio che gli stava davanti, però al contrario delle aspettative del conte lui si voltò uscendo dalla stanza. Nel momento in cui superò il maggiordomo, questi sentì un fremito lungo la schiena facendolo subito scattare verso la porta, ma quando uscì per fermarlo il giovane era già sparito.
- Ma che diavolo.....

Intanto all'esterno del negozio una carrozza scura stava aspettando. Una volta salito si trovò davanti a se il ragazzo con la guancia pulsante e la ragazzina che cercava in tutti i modi di trattenere le risate, fu allora che Cedric cercò di attirare l'attenzione del cugino
- Allora?
- Allora cosa? 
- Non hai visto la ragazza?
- Lo sai che certe cose non mi interessano
- Ma...
Non riuscì a dire alto che si trovò faccia a faccia con un pugnale accuratamente affilato
- Ho detto; che non mi interessa. COCCHIERE!!!!
- Si signore
- Parta

Intanto nell'ateliè Alys si stava facendo prendere le misure, ma il demone non era per nulla tranquillo. Chi poteva essere quell'individuo? E poi perché gli aveva dato quella strana sensazione?
- Sebastian? 
- Si?
- Che diavolo ti prende?
- Nulla mio signore
Quelle parole fecero mettere il broncio a Ciel
- Non mentirmi
- Come desidera, ma non qui
Dopo essersi messi in un'angolo del negozio appartato gli raccontò quello che aveva provato accanto a quel misterioso ragazzo. Quella rivelazione insospettì il conte ma dopo varie congetture arrivarono alla conclusione che magari era stata solo un'impressione sbagliata.
Alys girò l'intero negozio a scegliere le stoffe per il suo meraviglioso abito e quando ebbero finito....
- Molto bene! Penso che entro una settimana sarà finito
- Una settimana?
- Certo mia cara. Io non dormo sulle mie stoffe, io creo!
La poveretta sforzò un sorriso, ma fu in quel momento che Ciel si intromise tra le due
- Vorrei che tu lo recapitassi alla villa e se ci fossero da fare ulteriori modifiche che si potessero svolgere all'interno di questa
- Va bene conte
Con il suo solito sorriso smaliante. Infine si prepararono per poi tornare alla villa




Giusto una settimana dopo l'abito era terminato e con sgomento di tutti il risultato era oltre la loro immaginazione
- Posso provarlo?
- Ma certo! Sono qui per questo
Le due si chiusero nella stanza della contessa e dopo un po' ne uscirono. Tutti i presenti quando la videro rimasero a bocca aperta dallo stupore
- Alys.... sei bellissima
Lei arrossì a quel complimento
- Tu che ne dici Sebastian?
Lui le sorrise, anche il maggiordomo la trovava molto carina
- Bene! Il ballo sarà tra una settimana
- Ciel volevo chiederti se poteva venire anche Sebastian
- Cosa? Perché me lo chiedi?
Lei abbassò il capo lievemente imbarazzata.
- Non... posso dirtelo
- Scordatelo. La servitù non è ammessa alla cerimonia
- Ma...
- Però ci sarebbe un modo
Tutti si voltarono verso di lui
- E come? 
- Potrei presentarmi come vostro tutore
- Un tutore?
Ciel si mise a riflettere per qualche istante
- Si. Si potrebbe anche fare, ma non capisco per quale motivo tu voglia che venga anche lui. Mi stai nascondendo qualcosa?
- N.. no! Ma che vai a pensare?
Il fratello era dubbioso, ma probabilmente era perché era da tanto tempo che non stava tra la nobiltà e questo la rendeva nervosa. Alla fine della prova Nina fece gli ultimi ritocchi per poi andarsene, per il resto del pomeriggio Alys era rimasta chiusa nella sua stanza, mentre Ciel aveva per il momento sospeso le ricerche sulla morte delle principessa.

Sebastian aveva sentito un po' di tensione nell'aria da parte della contessa, ma solo dopo che il suo signore si fu coricato per la notte decise di andare da lei per dei chiarimenti.
Alle 10.30 bussarono alla porta della ragazza
- Chi è?
- Sono Sebastian. Posso entrare?
- S..si!
In tutta fretta cercò di nascondere il pugnale che lo aveva quasi ucciso. 
Una volta entrato nella stanza si accorse subito che qualcosa che non andava, ma parlare per prima fu lei
- Qual'è il problema?
- Come?
- Per quale motivo sei venuto in camera mia a quest'ora della notte?
- Il motivo deve dirmelo lei
La guardava come se fosse venuto a metterla a giudizio
- My lady è tutto il giorno che noto una certa tensione su di lei, mi vorrebbe mettere al corrente delle sue ansie? Forse potrei....
- NO! Tu non puoi fare nulla per me e ora vattene
- Ma...
- Tu sei l'ultimo che deve darmi lezioni di vita
- Che cosa vuole dire?
- Una persona che non si rende conto di essere a pezzi non deve dare lezioni a me
A quel punto Sebastian perse il controllo e si avvicinò alla ragazza con una velocità impressionante prendendole il viso
- Lei non sa nulla di me! Quindi "lei" non ha alcun motivo di giudicarmi
Lo guardava confusa. Cose gli era preso tutto d'un tratto? Cosa aveva detto per farlo scattare in quel modo? Una cosa era certa; aveva paura di lui e fu in quel momento a scattare qualcosa in lei
- T..tu. Sei... come lui
La paura si leggeva nei suoi occhi, la stessa che ha provato quella notte davanti al suo carceriere
- Che cosa?
In quell'attimo di distrazione Alys prese la lampada e la ruppe in testa al maggiordomo, permettendole di scappare
- Maledetta mocciosa!
In quel momento le iridi del demone s'incendiarono diventando come quelli di un predatore a caccia della sua preda
- CIEL!!! CIEL!!!!!
- Lui non può sentirti
Una specie di nebbia nera ricoprì tutto il pavimento costringendo la ragazza a fuggire dall'edificio dirigendosi oltre i confini dei giardini, fin dentro la foresta. Correva fino quasi a farle saltare il cuore fuori da petto. Era terrorizzata e continuava a chiamare aiuto, ma sapeva benissimo che in quel luogo nessuno poteva sentirla.
Continuò a correre fin ché non andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno
- La.. la prego... mi aiuti
il giovane incappucciato si voltò verso di lei, ma mai avrebbe potuto immaginare che la persona a cui aveva chiesto aiuto, era anche la persona che ha tentato di ucciderla più volte
- N..no...
Tutte quelle emozioni alla fine la tradirono facendole perdere i sensi

Il ragazzo s'inginocchiò per vederla meglio e quando la vide con attenzione
- Ma che...
Stava per prenderla in braccio, quando....
- Mettila giù
In quel momento era arrivato Sebastian, anche se in quel momento il suo aspetto aveva poco di umano
- Un demone
- Lasciala se non vuoi che ti stacci la testa con le mie mani
Il giovane fece una risata divertita
- Tu pensi veramente di potermi staccare la testa?
Con uno scatto fulmineo scomparve dal campo visivo del demone per poi ritrovarsi a pochi centimetri da un coltello pronta a tranciargli la gola, solo per un centesimo di secondo Sebastian si era salvato la gola da quella lama pronta a staccargliela
- Sei veloce per essere un'umano
- E tu sei lento per essere un demone
Lanciò un pugnale per distrarre il maggiordomo da lui e mentre questo scagliava una delle posate per deviate la traiettoria dell'arma due spade comparvero tra le mani del misterioso incappucciato, cominciando ad attaccare l'uomo con una velocità pazzesca. Sebastian doveva calmarsi se non voleva farsi ammazzare, ma era difficile con un'avversario di quel calibro, non faceva in tempo a colpirlo che era già alle sue spalle, ad un certo punto però, il maggiordomo sferrò un calcio che lo fece balzare a diversi metri di distanza, ma il giovane riuscì a fermarsi lasciando profondi solchi sul terreno. Il suo stile di combattimento non era comune sembrava la fusione di diverse discipline, sia orientali che occidentali, mentre alcune del tutto sconosciute, però non erano movimenti dettati dal caso, ma seguivano uno schema preciso.
- Non sei umano. Vero? 
- Cosa te lo fa credere?
- Il tuo modo di combattere. 
- E tu dal modo di combattere riesci a capire se uno è umano o meno?
- Nessun'essere umano riuscirebbe a padroneggiare quelle tecniche. Chi sei? 
- Non ha importanza chi sono, ma se non la smetti di reprimere i tuoi poteri non potrai sconfiggermi
- Come fai a sapere del....
Con una velocità amplificata rispetto a prima si avventò contro il maggiordomo arrivandogli al petto. Tutto quello che riuscì a vedere sotto il cappuccio fu un'occhio rosso intriso di sangue che brillava di luce propria
- SEBASCHAAAAN!!!!!!!!
Una Death Skyres deviò il colpo facendo allontanare il ragazzo dal demone
- Gerll? Che ci fai qui?
- Tesoro, il minimo che potessi dirmi sarebbe un grazie e.... un bacio
Shade appena lo vide non riuscì a trattenere la sua espressione di disgusto
- Ci mancava lo shinigami finocchio
I due lo guadarono sorpresi
- Cosa? 
- Tu sai chi sono gli shinigami?
Su quel poco di volto che si vedeva al di sotto del cappuccio si vedeva un sorriso crudele e le sue parole erano come veleno che scivolava lungo le sue labbra
- Chi credi che li abbia uccisi?
Fu a quel punto che Grell non ci vide più dalla rabbia, tra le sue vittime c'erano anche dei suoi tironicinanti
- MOCCIOSO DI MERDA!!!!!!!!!
Cominciò ad attaccarlo a raffica, ma contro di lui era del tutto inutile, poco dopo anche Sebastian si aggregò alla lotta e fino a quel punto lui riusciva a destreggiarsi, ma poco dopo, in un momento di stallo, apparve lo shinigami William insieme ad altri due suoi colleghi
- WILL!!!! Sei venuto per me vero? 
- Assolutamente no. Sono qui per lui
Indicando il giovane sicario 
- Il ragazzo?
Lo shinigami guardò storto il demone 
- Cosa ci fa qui quella bestia nociva? 
Grell cercò una scusa abbastanza credibile da permettere al maggiordomo di restare durante la missione
- Diciamo... che sono i miei rinforzi
- Bene. Ora vattene non abbiamo bisogno di te
Ma il rosso dissentì
- Io penso invece che avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile
Il combattimento riprese a ritmi a dir poco feroci, ma persino Shade cominciava ad avere qualche problema a tenere testa agli avversari, durante l'incrocio tra le sue spade e la Deth Syres di Grell sentì una fitta al barccio, che lo costrinse a mettesi sulla difensiva e ad indietreggiare. Il suo braccio stava mutando e lui sapeva che quello era il segnale che stava perdendo il controllo su se stesso e fu in quel momento che Sebastian lo colpì ad un fianco procurandogli una ferita piuttosto profonda
- Merda!!! 
- HA!! HA!!! E ora cosa conti di fare?
- Tsk!
A quel punto si diresse nella foresta per poi sparire nel nulla
- EHI!!! Torna qua!!! Tanto noi ti trovarono
Ma fu allora che William lo interruppe
- No, non lo troveremo tanto facilmente
- Come?
- Quello non è ne umano, ne un'angelo, ne uno shinigami... e nemmeno un demone.
- COSA? Vuoi dire che non potrò prenderlo a calci?
- No. A meno che non sia lui il primo a prenderti per la gola
- Grr....
Sebastian stava ascoltando attentamente quando tutti i presenti non furono interrotti da dei lamenti
- Eh? Alys? Sebaschan, che ci fa lei qui?
- è quello che vorrei sapere anch'io
La prese in braccio e si diresse alla villa, quando William non lo fermò
- Che legame c'è tra voi e quel tipo?
Dopo un lungo attimo di silenzio alla fine il demone rispose
- Vorrei tanto saperlo anch'io
Appena arrivarono alla villa Sebastian sistemò Alys sul letto riparando la lampada e tutto, per farle credere che tutto quello che era successo era stato un'incubo


Ma quella stessa notte in una delle case di Londra durante la notte gli abitanti della struttura si svegliarono
- Cos'è stato? 
Disse un piccol uomo gobbo rivolto ad un'altro uomo alto e scco come un ramoscello
- Non ne ho idea. Andiamo a vedere
Nel seguirono i rumori fino alla porta d'ingresso 
- Padrone!
Il ragazzo incappuccaito era poggiato sullo stipite della porta tenedosi una mano premuta su una ferita che sangunava copiosamente. I due corsero immediatamente in suo aiuto
- Che le è successo?
- Dulla di rilevante. Igor portami delle bende... e tu Bartotlomew... portami del brendy
- Ma, padrone....
- SUBITO HO DETTO!!!!
- Si signore!
I due corsepo portando l'occorente
- Ora potete andare
Lo lasciarono solo nella stanza dove prese l'ago sterilizzandolo con la fiamma di una candela, mentre per la ferita versò il brandy per disinfettrla per poi mettersi a dargli dei punti
- No, non poteva essere lei... ugh!... Maledetto demone




Passò una settimana e nella villa dei Phantomhive tutto era nel più completo caos.
- ALYS!!! Datti una mossa! La cerimonia comincia alle 11.00 e non abbiamo tutto questo tempo da perdere!!!
- Arrivo subito!!!
Da dietro la porta della stanza, Alys correva come una matta per vestirsi e quando uscì fu trascinata nuovamente nella camera dal maggiordomo
- Ma che fai Sebastian?
- Non vorrà andare da sua maestà combinata a quel modo? 
La giovane lo guardava confusa
- Acconciata come? 
L'uomo la girò facendola specchiare. La poveretta aveva capelli che andavano da tutte le parti e il vestito era messo tutto sotto sopra
- ODDIO!!!!
Prese la spazzola e cercava in tutti i modi di districarsi quella gabbia di nodi 
- Ma proprio oggi dovevo avere un diavolo per capello? 
A quelle parole il demone non riuscì a resistere 
- Che hai da ridere? Aiutami!!!
- Mi scusi my lady, lasci fare a me
Dopo qualche minuto uscirono e tutti i domestici della villa rimasero senza fiato 
- Co... come sto? 
Era arrossita e teneva la sguardo basso come se avesse paura del loro giudizio e Bard fu il primo ad esprimere il suo apprezzamento
- è meravigliosa!!!!
- è bellissima, se fosse per me potrebbe essere la principessa
Tutti ne erano entusiasti, anche Ciel non nascondeva la sua fierezza
- Bene ora possiamo partire
Sebastian mise il mantello sulle spalle della giovane
- Grazie
- Di nulla
Salirono sulla carrozza, partendo con destinazione Bukingam Palace


Una volta arrivati alla piazza principale davanti al palazzo reale uno stuolo di nobili si apprestava ad entrare nell'imponente edificio. Ogni dama era insieme ad un accompagnatore o tutore, a seconda dell'età e dallo status sociale.
La giovane contessa era molto nervosa, una volta all'interno dell struttura si ritirò in una delle stanze dove si tolse il mantello e il cappuccio
- Sei pronta? 
- Si... più o meno
Il fratello la rassicurò come meglio poteva
- Sta tranquilla, andrà benissimo e poi ci saranno molte persone della tua età, quindi è molto probabile che ti divertirai
- Lo spero
Fu in quel momento che entrò la regina, che appena la vide sabrrò gli occhi dallo stupore
- Mia cara, sei splendida!
- La ringraziò maestà
- Sono sicura che anche il mio Albert sarebbe stato felice di vedere questo giorno..... ALBEEERT!!!!!!!
Poco dopo arrivò il maggiordomo Jhon Brown con la marionetta del consorte della regina, che con una pessima interpretazione cercava di dare vita al burattino per darle conforto, ma presto giunse il tempo di andare.

La regina venne annunciata dal ciambellano di corte
- Sua maestà la regina Vittoria
Sulla grande scalinata poco dopo si affacciò la donna che con un sorriso solare salutò tutti i presenti
- è un grande onore per me la vostra presenza oggi nel festeggiare il ritorno di una di noi, sopravvissuta ad una tragedia che ha colpito tutti noi della nobiltà. Tra l'altro oggi ci sarà solo il rientro in società, ma anche la cerimonia del passaggio all'età adulta per lady Alys Phantomhive
Fu allora che la giovane si affiancò all'anziana lasciano un aria di stupore da parte dei presenti. Le due scesero guidando gli ospiti fino alla sala del trono
- Alys Phantomhive; giuri di servire il tuo paese qualunque cosa accada? Che non tradirai mai la fiducia che questo regno porrà in te e vivrai sempre nel giusto proteggendo il popolo?
- Lo giuro
La regina non riuscì a trattenere un sorriso di gioia
- Da oggi tu sarai la contessa Phantomhive. Lady, Alys Phantomhive
A quel punto le porse una scatola
- Ti faccio dono di questo scrigno, come segno della nostra amicizie e ben venuto nella nostra grande famiglia
- La ringrazio
La giovane si girò verso la platea che osservava attentamente applaudendo fragorosamente fra sorrise e lacrime
- Bene! E ora al rinfresco
Lo disse come se stesse conducendo una legione alla battaglia e per togliersi lo sfizio prese sotto braccio il povero Ciel trascinandolo con se fino alla sala da ballo che affacciava sul giardino.

La musica riempiva la stanza e le persone prendevano un compagno per ballare, tutto era sereno e pieno di sorrisi, ma c'era qualcuno che non impazziva per tutto ciò
- Alys? Tutto bene?
- EH? Si... si sto bene
- Non vai a ballare? 
- Non molto
Il fratello la guardava con uno sguardo permissivo
- Se mi cerchi sono a parlare con dei nobili
- Va bene
Dopo quelle parole il giovane conte si allontanò verso un gruppo di nobili che in quell'epoca travagliata dall'industrializzazione, erano riusciti ad adeguarsi permettendo loro di conservare terre e poderi grazie ai numerosi affari che facevano in ogni parte del mondo. Alys guardava in fratello tra tutti quegli adulti, pensando che un bambino avrebbe dovuto sorridere e divertirsi, ma era palese ormai che Ciel era cresciuto troppo in fretta e lei non aveva potuto impedire che questo accadesse. Si colpevolizzava. Era la sorella maggiore, il suo compito era quello di proteggere il fratellino che in meno di tre anni era diventato un'importante uomo d'affari, ma tutto quello che poteva fare era quello di coprirgli le spalle con tutti i mezzi di cui disponeva. 
In un'angolo della sala le lady sue coetanee continuavano a parlare dietro quelle mani avvolte da guanti preziosi in raso, ma lei non era ne stupida ne tanto meno sorda sentito che parlavano di lei e sulla vita che aveva condotto in quei tre anni, a quanto pare essere sopravvissuta ad un attentato non era un requisito adeguato per fare parte della nobiltà, ma i sguardi di quelle lady non la intimorivano, al contrario la rendevano più forte.
Era decisa a ripristinare il suo nome anche a costo di dover combattere a spada tratta pur di togliere il fango da esso, quel gesto le inquietò facendole andare da un'altra parte
Quello sguardo combattivo rivolte a quelle nobildonne vennero interrotte da una voce a lei familiare. Sua maestà la regina le si sedette accanto per tenerle un po' di compagnia, causando in quelle nobili oche una gelosia che nemmeno il palazzo sarebbe riuscito a contenere
- Vedo che non è facile per te integrati con gli altri
- Sono spiacente maestà
- No cara, è comprensibile. Hai vissuto i tre anni in cui una giovane donna impara tutto quello che deve sapere sull'aristocrazia per la strada. Tu non hai alcuna colpa
- La ringrazio
L'anziana era dispiaciuta nel vederla così sola e fu allora che....
- Mi è venuta un'idea
- Come?
- Vorrei presentarti qualcuno di molto speciale
La giovane la guardò confusa, chi mai avrebbe dovuto conoscere se non una delle tante pettegole e frivole donne che riempivano quella sala?
- Chi maestà?
- Aspetta qui
La donna tutta eccitata andò in mezzo a quella accozzaglia di persone ben vestiate alla ricerca di chissà cosa, fino a sparire tra le persone che ballavano al centro della sala. 
Il tempo passava e la regina non si era ancora fatta viva, così Alys decise di alzarsi dal divanetto in cui era seduta da diverso tempo per sgranchirsi le gambe e fu in quel momento che l'anziana tornò
- Eccoti qua! Scusa il ritardo ma ha sempre il vizio di scappare o nascondersi
- Eh?.... Chi?
- Voglio presentarti mio nipote
E fu in quel momento che appena la donna si spostò apparve lui. Appena i ragazzi si videro sgranarono gli occhi, erano increduli a quello che stavano vedendo di fronte l'uno all'altra. I suoi occhi si spalancarono mostrando quel limpido e profondo blu "Non era possibile" era tutto quelle che la sua mante riusciva a pensare perdendosi in quel rosso vivido come sangue
- Mia cara, voglio presentarti mio nipote
Fu in quell'istante; con quell'incontro che gli eventi avrebbero preso una piega che sarebbero stati la causa di alcuni eventi determinanti nella loro storia, quella stessa trama che legava ognuno di loro, dai quei fili invisibili che non permettevano a nessuno di sciogliersi in un'intricato e crudele gioco chiamato, destino
- Su.. suo.. .nipote?
Quella signora tutto pepe diede un pacca sulla schiena del ragazzo, 
- Avanti
- Si, basta che la finisci
Alys aveva le gambe che le tramavano al ricordo si quello che era accaduto l'ultima volta, al contrario lui sembrava aver ripreso il controllo sulle sue azioni
- Piacere di conoscerla lady Phantomhive. Io sono il principe Shade Sailas Alexander, Windsor
La ragazza deglutì per poter rispondere cercando di mascherare il suo disagio. Fece un lieve inchino abbassando gli occhi per non guardarlo più del dovuto
- Piacere mio altezza, è un'onore poter fare la vostra conoscenza
A quel punto la regina prese la spalla del ragazzo portandolo alla sua altezza
- Mi raccomando falle compagnia. è parecchio nervosa
- Si, maestà
- Bene! Ora vi devo lasciare, ci sono dei nobili che attendono le mie storielle. Te l'affido Shade, abbi cura di lei
Mentre si stava allontanando e il giovane era distratto dalla figura della sovrana che si allontanava, Alys stava cercando di fuggire riuscendo a infilarsi in uno di questi gruppi di giovani pettegole; quando andò a sbattere contro un ragazzo che lei conosceva molto bene
- Ma guarda chi si vede?
- TU? Che diavolo ci fai qui?
- Sono un nobile e in quanto tale sono stato invitato. Non mi avevi detto che eri tu la festeggiata
- La cosa non ti riguardava
Lo disse con una tale acidità che il limone sarebbe stato il frutto più dolce di tutti. In quel momento una ragazza si appiccicò al braccio del giovane
- Tesoruccio? Che fai qui? Mi avevi promesso che sarei stata io la tua accompagnatrice
Il ragazzo le sorrise accarezzandole il mento in modo molto sensuale. Quando alle spalle di Alys....
- Dove credi di andare? 
La giovane sobbalzò
- Ecco io....
- Shade! Come mai da queste parti?
- Piantala Cedric
La ragazza appiccicata al biondo sgranò gli occhi
- Cedric? Chi è questo ragazzo?
- Lui? è solo mio cugino
- Tuo cugino? Non vi somigliate per niente
Quella ragazza tutta ossigenata con quella vocetta stridula e dai modi da gatta morta, cominciò ad avvicinarsi a Shade
- Che ne dice principe? Non vuole mostrarmi il palazzo?
- Una fustigazione nella pubblica piazza sarebbe meno umiliante
Con quelle parole mandò in frantumi la rispettabilità della ragazza di fronte alle sue amiche lady e agli altri lord
- Hahaha!!! è proprio da te Shade
- Allora vedi di fare quello che sai fare meglio al contrario du me
- E sarebbe?
- Occuparti di queste "gentili" signore come sai fare solo tu. 
Dopo si rivolse ad Alys
- Tu invece vieni con me
Le prese il braccio e la trascinò dalla parte della pista
- Mi fai male. Che... che fai? 
- Ti tengo "compagnia"
- Tecnicamente questo è un sequestro di persona
- Come no
Alla fine si sedettero nuovamente su quel divanetto dove aveva stazionato dall'inizio della festa. Solo che questa volta non era sola
- Perché non me l'ahi detto?
- Non ti riguardava
- Mi hai quasi uccisa!!!
Lui le tappò immediatamente la bocca trascinandola fuori dalla sala in uno dei corridoi senza farsi notare da nessuno. Arrivarono fino alla sala de trono dove nessuno sarebbe passato di lì

- Sei il principe!!! E io che ti ho dato dell'assassino
- Ora cerca di non andare fuori di testa
- Non andare fuori di testa? Sai cosa ho dovuto passare in questi mesi?
- No. Non sono mica il tuo baby sitter
Lui era calmissimo e freddo come al solito, mentre a lei mancava poco che si strappasse i capelli
- E allora cosa ci facevi nella magione dei Phantomhive quella notte della settimana scorsa?
Quale parole fecero vacillare il suo sguardo su di lei. Il ragazzo pensava che il demone le avesse rimosso gli avvenimenti dei quella sera, ma forse le aveva lasciato qualche ricordo residuo, così decise di sviare il discorso, facendola irritare più di quanto non lo fosse già
- Adesso mi sogni? 
- Cosa? Ma figurati
- Se fosse come dici tu, ti avrei riconosciuta immediatamente e invece non sapevo nemmeno che eri tu Alys Phantomhive
Però lei non demordeva e passò al contrattacco
- Però eri all'atelié
E fu lì che venne colpito sul fatto "Merda! Cedric questa me la paghi"
- E allora? Non mi sembra un reato andare a farsi fare un vestito
- N..no, ma...
Cercò di allontanarsi girando per i corridoi del palazzo sempre seguito dalla giovane contessa
- Dove stai andando? 
- Non ti riguarda
- Oh, Si invece!
Gli prese il braccio portandolo a pochi centimetri da se, tenendolo saldamente
- Tu mi devi delle risposte! Perché hai tentato di uccidermi e poi hai cambiato idea? Io... io uscirò di testa se non avrò subito delle risposte! Perché mi ha salvato?
- Non lo eri già? 
- Non sei spiritoso
Lo disse quasi come se avesse il disgusto della sua sola presenza
- Non m'importa un bel niente della tua salute mentale
- Ma t'importerebbe se vado a spifferare a tutti il tuo segreto? 
- Non ti crederebbe nessuno. Faresti solo la figura della pazza
- Tu credi? Anche a costo di finire in un manicomi e di distruggermi ti porterò con me all'inferno se non saprò come stanno le cose
Era decisa a sapere la verità, le rivolse uno sguardo di sufficienza e alla fine decise di cedere
- E va bene, ma non qui. Seguimi
Lei obbedì a quello che sembrava essere un ordine, più che a una richiesta, fino a una stanza a doppia anta all'ultimo piano del palazzo
- Dove siamo? 
- In camera mia
- Cosa?
Il suo primo istinto era stato quello di scappare
- Non ti farò nulla. Per ora
- Come faccio a fidarmi?
- Se urlassi uno stuolo di persone verrebbero qui
A quelle considerazioni si fermò chiudendo la porta dietro di se, ma rimase lì, poggiata ad essa per qualsiasi evenienza
- Accomodati
- Preferisco stare in piedi 
- Come ti pare
Prese una bottiglia di Shardonet e cominciò a versarsela in uno dei calici esposti in una vetrinetta. La stanza era in ordine, completamente diversa da quella della casa a schiera fatiscente in cui abitava in città
- Ne vuoi uno? 
- No grazie
Il giovane lo buttò giù tutto d'un colpo
- Chi... chi sei tu veramente?
- Io? Bhè! Direi che sono una specie di collaboratore dei Phantomhive
- Cosa? In che senso?
- Il mio compito è quello di uccidere la feccia che entra nel nostro paese e far capire a i paesi mandanti contro chi si mettono
La ragazza era confusa
- Mandanti? Non capisco
- Tempo fa era vostro padre a svolgere questo incarico, ma dalla sua morte nessuno è stato in gradi di prendere il suo posto e tuo fratello è ancora troppo piccolo per adempiere a tale compito. Anche se grazie a quel maggiordomo sembra riuscire a stare al passo col ruolo di nobiltà del male
- Conoscevi mio padre? 
- Si. Anche troppo bene
A quelle parole lei non sapeva a cosa pensare. C'era qualcosa che il loro padre non gli aveva detto? Che non avesse lasciato indizio apposta? Doveva capire che legame c'era tra lui e la sua famiglia
- E perché proprio tu? Sei solo un ragazzo
Dopo quella domanda ci fu un profondo silenzio tra i due
- Perché ho della capacità che altri non hanno
- Del tipo?
Lo guadava con sufficienza. "Chi si credeva di essere?" Non le erano mai piaciuti i gradassi, ma infondo sapeva che lui era uno dei pochi che poteva dire di non essere una persona comune
- Mi hai visto combattere quella in quel vicolo. Quanti pensi che siano in grado di fare ciò che so fare io?
- Non lo so, ma di certo non sei l'unico
- Stiamo parlando di delicati affari di stato. Io so parlare ventisette lingue e ho le conoscenze di trattativa e tutto il necessario per non scatenare un conflitto mondiale 
Le si avvicinò mettendole tra le mani un bicchiere pieno di vino, mentre lei non comprendeva i sui stessi ragionamenti, nonostante avessero un filo logico e si scervellava di capire quelle sue parole prive di buon senso per lei
- Ma il principe, in genere non dovrebbe correre certi rischi
- è proprio qui che ti sbagli. Per gli altri stati è una garanzia avere tra le mani un principe d'Inghilterra
- E perché? 
- Perché se tenterebbero di uccidermi o chiedere un riscatto significherebbe che abbiano secondi fini e quando questo accade mi occupo io di loro. Chi mai penserebbe che un ragazzo di 16 anni fosse un pericolo
A quelle parole Alys serrò gli occhi, lo diceva con una tale tranquillità da rendere il discorso oltre i limiti dell'inquietante, mentre si scolava il terzo bicchiere
- Non bevi un po' troppo per la tua età? 
- Diciamo che è una specie di... anestetico
Teneva una mano sul fianco per alleviare il dolore che gli procurava, anche se ai suoi occhi era un gesto spavaldo che lei odiava
- Ti senti male?
- No. Tranquilla
Sembrava leggermente affaticato, ma Alys pensò che fosse dovuto ai bicchierini che aveva bevuto uno dietro l'altro, anche se in realtà era la ferita inferita da Sebastian a bruciargli
- Tu e mio fratello vi siete mai incontrati?
- Non direttamente
- In che senso?
- Come ha detto mia nonna; sono bravo a nascondermi
Le rivolse un sorriso beffardo, in quell'istante prese coraggio e gli si avvicinò
- Perché hai cercato di uccidermi?
- Perché mi provocavi una rabbia bruciate
- E perché mi hai salvato? 
A quella domanda non sapeva dare una risposta e il silenzio riprese di nuovo il posto della conversazione
- A questo ora come ora, non so cosa rispondere
- Capisco
A quelle parole lei abbassò lo sguardo fissando il pavimento, ma prese coraggio e rialzò il capo guardandolo in quelle sue profonde iridi rosse come il sangue
- Io, ho paura di te, ma... c'è qualcosa che mi dice... di fidarmi
La guardava in modo enigmatico
- Fossi in te non ci conterei
- Lo so e non sono stupida, eppure, mi dai un senso.... di familiarità
Ma quelle parole scatenarono in lui una reazione che lo aveva portato in una sorta di guardia. La pupilla gli si restrinse come quella dei gatti era come se una lama nera fosse entrate in quelle pozze di sangue. Appena le vide lei indietreggiò col cuore in gola
- I..io
- Credo che sia il caso di scendere
- Certo
Mentre i due ragazzi raggiungevano la sala Ciel stava parlando con alcuni nobili suoi fornitori quando tra la folla non la vide
- Katrin...










Grazie a tutti per la pazienza. Questa volta si vedrà chiaramente anche Cedric in tutti i sensi e si scoprirà anche chi è in realtà Shade, bel colpo di scena non trovate? Nell'img che verrà messa lunedì si vedrà Cedric Shade e il vestito di Alys. Spero sia piaciuto questo capitolo. Anche se più che un capitolo sembra un papiro interminabile. Ringrazio i miei lettori che mi seguono e mi auguro di non avervi delusi con questo nuovo evento. Spero di avere presto vostre notizie. Grazie ancora a tutti e scusate il ritardo. A propoito....
Auguria tutti sebbene in ritardo

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Capitolo 13
*** Imbarco sulla campania ***


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I suoi occhi non credevano a quello che vedeva
- Scusatemi un momento
Si congedò con la sua solita creanza, seguendo quella figura esile tra gli invitati. Alla fine accelerando il passo e riuscendo ad arrivare al lato della sala; la vide, ma lei stava già per andarsene e fu allora che riuscì a bloccarla prendendole la mano
- Katrin!
Questa si voltò incredula prima ancora di poter imboccare uno dei corridoi del vasto palazzo
- Ciel?
I due ragazzi non riuscivano a crederci, in particolar modo Ciel
- Cosa ci fai qui? 
Era arrabbiato, ma sopratutto sorpreso di vederla in quel posto
- Ecco... è complicato
- Come complicato?
Cerva di trattenersi a tutti i costi per non esplodere davanti a tutti i presenti. La prese la portò in una stanza a parte
- Come sei arrivata qui?
La ragazzina abbassò lo sguardo. Era profondamente pentita di quello che gli aveva fatto
- Io... ti ho mentito Ciel
- Cosa? Di che stai parlando? 
- Non è vero che non sapevo chi fosse mio padre
Ciel non capiva di cosa stesse parlando
- Come?
Katrin cercò di riprendere fiato prima di vuotare il sacco
- Mio padre.... è il nipote della regina... il figlio, del fratello del principe Albert
- COSA? Pe... perché non me lo hai detto? 
- Perché io sono stata ripudiata da lui... non gli è mai importa niente di me, ne di mia madre. Per lui era un'amante come tutte le altre e quando sono scappata da casa tua era perché io pensavo che tu volessi fare la sua stessa cosa e ho avuto paura!
Aveva le lacrime che le scendevano copiose dal viso ma non erano come i soliti pianti fastidiosi di Lizzy. No, quello era un dolore vero come quello che anche lui portava nel cuore. Ciel prese dal suo taschino un fazzoletto e gli asciugò le lacrime.
- Non oso immaginare che dolore tu abbia avuto, ma sono sicuro che tu possa comprendere anche il mio
- Che vuoi dire?
- Ecco... come posso dirlo? Tu sei l'unica amica con cui posso essere me stesso e mi è dispiaciuto che tu te ne fossi andata
- Da... davvero? 
Ciel le porse la mano sperando che glie la prendesse per sugellare quella riapacificazione
- Amici? 
La ragazza lo guardò con i suoi occhi gonfi di lacrime e gli saltò al collo sorridendo come non mai
- Amici!!!
Si asciugò le lacrime e con un sorriso beffardo gli rispose a tono come avrebbe fatto la ragazza dei sobborghi di Londra
- Signor conte
- Ehi!

Intanto Shade ed Alys stavano per tornare nella sala quando il ragazzo non si fermò improvvisamente
- Cosa c'è?
- Non siamo soli
La giovane lo guardo con accondiscendenza
- Ovvio che non siamo soli; in questo momento nella sala da ballo c'è tutta la nobiltà d'Inghilterra
- Non parlo di loro 
In meno di un secondo estré la spada che teneva legata in vita e voltandosi d'improvviso la lama finì proprio sotto il mento dell'uomo che stava alle loro spalle
- Sebastian!!!
- Lady Alys
Intanto Shade guardava quel maggiordomo non proprio in modo amichevole
- Cosa ci fai tu qui?
L'uomo si inchinò dinnanzi alla sua padrona, ma non aveva minimamente considerato la presenza dell'accompagnatore
- Sono venuto a controllare che tutto si svolgesse in piena sicurezza
- Noi....
Il principe la bloccò prima che potesse finire la frase, guardando il demone con sguardo di sfida
- Dubiti della sicurezza da parte della famiglia reale? 
- No signore, ma è sempre meglio avere una pedina in più
- Allora... signor pedone; chi stai proteggendo in questo momento? Il re, o la regina
Il demone a quella frase che suonava come una sfida sfida lanciatagli spudoratamente sbarrò gli occhi dall'incredulità. Mai era successo che un'essere umano, riuscisse a leggere attraverso la sua maschera da maggiordomo.
Chi fosse costui, per il moro era più criptico di qualunque essere umano che avesse mai conosciuto, o fosse stato a servizio.
- La volete piantare voi due?
Le riflessioni di Sebastian furono forzatamente messe da parte dalla voce della sua padrona.
- Comunque sia, noi stiamo bene. Puoi andare
- Come desidera
L'uomo se ne andò come era arrivato
- Non so perché, ma il tuo servo non mi piace per niente
- Strano. Di solito Sebastian è ben voluto da tutti
- Già, come no? 
Dopo quelle parole andarono nella sa da ballo, mentre Sebastian usciva con una certa rabbia
- Tsk! Moccioso di merda.

- Alys! Si può sapere dove sei stata?
- Ecco io....
Una ragazzina lo raggiunse, ma al contrario di Ciel questa rimproverò il giovane che la stava accompagnando
- Dove diavolo eri finito? 
- In giro
- Sei il solito sconsiderato. Possibile che ci devi sempre far stare in apprensione?
Era divertente assistere alla ramanzina dei tredicenni ai due ragazzi e la regina non riuscì a non ridere. Ma durante quello scambio di opinioni Katrin si accorse che la sorella di Ciel aveva un'aspetto molto familiare
- Aspetta un momento, ma tu sei.... Safira? 
- Co... come conosci que nome? 
Inizialmente andò nel panico pensando che qualcuno avrebbe potuto riconoscerla, ma fu allora che la riconobbe
- Aspetta! Katrin? Che... che ci fai tu qui?
Le due erano sorprese, ma mai quanto il povero Ciel
- Fermi tutti! Voi vi conoscete? 
- Certo che la conosco. è vissuta con noi nei sobborghi di Londra per qualche tempo a causa di una polmonite, se non ricordo male era nel periodo in cui io e te ci siamo conosciuti
- COSA? Un secondo! Noi? 
- Si, con me e mio cugino
Shade la fulminò con lo sguardo per evitare che dicesse troppo e mente la discussione si fece sempre più interessante; venne annunciato che la contessa avesse dovuto chiudere le danze come da tradizione
- Cosa? Ma io.... non so ballare
A quelle parole Ciel si pietrificò
- Sta... stai scherzando, vero? 
Lei scosse la testa e Ciel andò nel panico
- Merda!!! E adesso come facciamo?
Fu allora che Shade la prese trascinandola al centro della pista e Alys cercò di capire cosa avesse in mete, parlando a voce talmente bassa in modo che solo lui potesse sentirla
- Che stai facendo? 
- Fidati. Tu segui me e andrò tutto bene
- Ma....
Però prima che lei potesse protestare si trovò stratta a lui, ma al contrario delle fantasie romantiche degli ospiti i due non sembravano la solita coppietta felice
- Ehi! Vedi di stare dalla tua parte!
Alys sembrava quasi seccata dalla vicinanza eccessiva al principe
- Se il protocollo lo prevedesse ne farei volentieri a meno
Solo il fratello di lei e la cugina di lui si accorsero che i due non si sopportavano proprio. I sedicenni ballarono a lungo e a loro malgrado, rimasero assieme a lungo. Quando finalmente non giunse la fine di quell'interminabile festa. 
Ciel raggiunse la sorella, ma con lei non c'era più quel misterioso cavaliere e una volta alle porte del palazzo.....
- Mestà, la ringrazio per tutto
Il conte fece un profondo inchino all'anziana
- Ma figurati mio caro.
- Sfortunatamente non sono riuscito a ringraziare il nobile che si è preso cura di mia sorella, se lo vedete sareste così gentile da porgergli i miei ringraziamenti? 
- Certamente conte
- Credimi, lo hai già incontrato
Sembrava seccata
- Davvero? E perché non me lo hai detto?
- Non era il caso 
Finalmente arrivò Sebastian con la carrozza e Alys abbracciò la regina Ciel in una posizione scomoda per poi raggiungere il domestico
- ALYS!!! La scusi, lei....
- Oh, ma non ti preoccupare, a me ha fatto molto piacere e a proposito di piacere
A tradimento la donna lo abbracciò come se fosse un cucciolo
- Com'è andata lady Alys?
- Benissimo Sebastian
Improvvisamente sentirono la voce di Ciel che supplicava la donna che lo lasciasse andare, anche se con scarso risultato. Mentre quella scena riempiva il piazzale dalle risate dei ragazzi qualcuno osservava la scena da una delle finestre al primo piano con sguardo gelido, ma quell'agghiacciante presenza attirò l'attenzione di Sebastian, che incrociò quegli occhi cremisi, però questo si allontanò dalla finestra impedendo al maggiordomo di districare quel groviglio di sensazioni che gli aveva trasmesso.
- Sebastian? 
- Eh? Co... cosa c'è? 
- Tutto bene? 
Sembrava disorientato, ma si riprese immediatamente per non metterla in apprensione
- Yes, my lady
Intanto.....
- MAESTà!!! La prego!!!
- Solo altri 5 minuti caro
- 5 mi..... Aaahh! E va bene!
Alla fine riuscirono a tornare a casa. Sebastian scese per aiutare i suoi padroni a scendere
- Signo...
Appena aprì lo sportello vide i due fratelli addormentati l'uno sulla spalla dell'altra. Al demone a cuasa della scena sfuggì un tenero sorriso







Una mattina di fine marzo esattamente una settimana e mezza dopo la festa nel maniero dei Phantomhive il conte era prodigo a leggere il giornale nell'attesa della colazione
- Morti che tornano in vita?! L'ospedale Karnstein fa miracoli
Furono le parole di Ciel dopo aver letto il titolo del giornale
- Prego?
Sebastian lo guardò confuso accompagnato dallo sguardo della contessa
- Ma che dici? 
Dopo qualche istante di totale vuoto nel fissare i due....
- No, niente
Come se niente fosse posì nuovamente gli occhi sul giornale, fu allora che nella stanza accanto si sentirono delle voci così dette moleste. Fino a quando le porte non vennero spalancate prendendo di sorpresa tutti i presenti meno che Sebastian
- HI, CONTE! Tutto bene?
- Lau?
- Sono venuto apposta per la colazione, non dirmi che hai già mangiato!
In quel momento Alys, sorpresa; lo guardò chiedendosi da dove venisse quel pagliaccio asiatico. Poggiò la mano sull'avambraccio di Ciel per attirare la sua attenzione
- Tu conosci quest'uomo? 
- Ecco....
- Signor Lau la prego di non fare troppa confusione
Solo poco dopo il mercante si accorse che accanto a lui c'era il maggiordomo
- Ma che vuo....Ehi! Ma tu non eri morto? 
- Hehe! è una lunga storia
La ragazza era sempre più confusa dalla situazione che si era creata nella stanza, ma poco dopo venne trascinata dai loro discorsi
- Cosa fai qui a quest'ora? Non sarai mica venuto solo a scroccare la colazione
Dopo che l'ospite si era seduto accanto al conte e accennato alla notizia che circolava, l'uomo risvegiò la curiositò del conte
- Un'ospedale che fa tornare in vita i morti? Quello di cui parla il giornale oggi?
- Si, quello
Ciel guardando Lau con perfetto menefreghismo guardò la sorella come per dirle di allontanarsi
- Potresti lasciarci soli? 
- Cosa? Perché? Anche io sono un membro della famiglia Phantomhive ed è mio dovere partecipare all'attività di famiglia
Fu allora che Lau interferì, come se facesse parte della famiglia
- Già! Non vedo il motivo per cui lei non possa essere messa al corrente dei nostri affari
- Nostri? Lau vedi di non fare quel giochetto con me
- Giammai! Mio caro conte
Ciel stanco delle continua pressioni dell'asiatico appoggiò pigramente il braccio sul tavolo mentre col pugno sosteneva la testa ancora restia a svegliarsi del tutto
- E comunque a me non interessa l'occulto.....
- Mi sa che qui l'occulto non centra
- Cosa?
Con uno sguardo agghiacciante Lau guardò il conte
- L'ospedale Karnstein.... viene spesso a fare spese nella zona malfamata del porto che mi hai incaricato di controllare. 
Ciel contraccambiò lo sguardo coi suoi occhi blu come l'oceano
- Droga? 
- No, persone.
A quella parole Alys sbarrò gli occhi
- Compra schiavi. Comprati illegalmente dall'estero, ma in quantità straordinarie
- Non è che li eliminano dopo esseresene serviti? 
- Chissà! Bhè.... in realtà a me non interessa, ma..... non pensi che non sia un bene che un'ospedale del genere finisca sul giornale con una notizia simile?
Alys si alzò di scatto
- Scusate, io.... 
- Lady Alys si sente bene? Mi sembra pallida
- No, sto bene Sebastian. Io... Vado a vedere se Snake si sia ambientato
Una volta soli fu Sebastian a prendere la parola
- In poche parole, c'è la possibilità che riportino i morti in vita grazie ai risultati di esperimenti illegali con soggetti umani
- Esatto 
La faccenda si faceva sempre più inquietante e persino a Ciel sentiva che qualcosa stava bruciando sotto quella santa parola conosciuta come "miracolo"
- Se fosse vero sarebbe un'interferenza nella società delle tenebre e nel mondo della gente rispettabile. Per non ferirsi le mani con le rose la cosa migliore è togliere via subito le spine. Sebastian investiga immediatamente
- Lasciate fare a me
Il ragazzino si alzò dalla sedia per avvicinarsi alla finestra
- Riportare in vita i morti. Che assurdità. Uh? 
Quando non vide che una carrozza a lui ben conosciuta non si fermò sul piazzale e da lì cominciarono le "bionde invasioni barbariche"
- CIEL! Ascolta! Ascolta! In aprile partiremo per un viaggio di famiglia! Andiamo a New York su una nave di lusso, per tre settimane a partire dal 17 aprile! Il mio nobile padre ha pensato di invitare anche vo....
- Impossibile
La piccoletta cominciò a protestare come suo solito e anche a lasciare la povera Alys che si era trascinata dall'ingresso
- Ma è il viaggio d'inaugurazione della Campania, dicono che sia la nave più lussuosa del mondo. Anche la mia nobile madre ha detto che potresti prenderti una vacan....
- Vi ringrazio per il pensiero, tuttavia non posso allontanarmi dal lavoro così a lungo.
- Ma nooo....
Fu allora che cominciò a frignare e a quel punto il ragazzino cedette con un compromesso
- Posso organizzarmi per qualche giorno. Ti accompagnerò dove desideri. Pur ché sia vicino, quindi.... WHA!
Ma prima che potesse finire la frase fu attanagliato dalle braccia della marchesina 
- Se sono con te va bene dappertutto
- Dappertutto è la risposta più problematica....
- WAAH!!!!!!!! Che bello Alys! Andremo a fare lo shopping di primavera assieme, facendoci belle per i nostri cavalieri!
La ragazza la guardò confusa
- Nostri? 
- Certo! Lo sai che Edward ha sempre avuto una cotta per te! Aaah... Non vedo l'ora di essere la tua damigella d'onore al vostro matrimonio
La poveretta travolta dagli eventi cercò di spiegarsi con la cugina
- Ecco... Lizzy, non so come dirtelo, ma..... io e tuo fratello non siamo fidanzati
- Cosa? Come no?
Lei scosse la testa come risposta. Vincent non aveva mai fatto fidanzare la figlia per dei progetti che poi non sono mai stati portati a compimento, nonostante le premesse di un matrimonio felice coi Midford non mancasse, lui non ne volle sapere di far fidanzare i due primogeniti per questo si sono rifatti coi secondi figli.
- Bhè!  A questo si può rimediare. Chiederò al mio nobile padre di fare da garante e Ciel....
- è fuori discussione
- EEEH???? Ma perché? Sono sicura che mio fratello te ne sarebbe molto grato se gli facessi questo favore!
- La mia risposta è NO!
Questa mise il broncio, ma poco dopo se lo fece passare per evitare altre seccature
- Uffa!!! Va bene! Comunque ti porterò tanti suvenir. CIAO!!!
Dopo quel saluto così acuto i due fratelli videro la carrozza allontanarsi
- Perché io non posso sposarmi con Edward? 
- Uff... Non ti ci mettere anche tu adesso
- Huhu! Come vuoi
Alys non ci teneva a sposarsi con Edward, ma si divertiva a irritare il fratellino ogni volta che gli si presentava l'occasione.
Dopo quella colazione movimentata entrambi ripresero le loro mansioni



Intanto a Bukingam Palace più o meno alla stessa ora.....
- Mi avete fatto chiamare?
- Si mio caro. Hai letto il giornale di sta mattina?
La regina lanciò a Shade la notizia del giorno come se fosse un coltello da lancio mandando tutti i fogli del giornale per aria come giganteschi coriandoli sopra il ragazzo. Aveva sempre desiderato fare le cose che faceva il nipote, ma lui le aveva ripetuto infinite volte che lei non era portata per certe cose e che era meglio lasciar fare a lui
- Si lo so, ero là quando hanno intervistato i medici
Tirandosi via di dosso i fogli di giornale
- Davvero? E che ci facevi?
- Ti ricordi quella spia belga che ha ingoiato "quella cosa"? 
- Oh! Si, si, ora ricordo e.... Mm, ma non spiega perché tu fossi là
Il giovane tirò un sospiro di rassegnazione, sapeva benissimo che non era stupida, ma le piaceva far crede agli altri il contrario
- Smettila di fare quei giochetti con me. Lo sai che non attacca. Ovviamente sono andato a fare l'autopsia per estrarre il diamante
- Huhu! Lo so, ma è troppo divertente, mio caro "muso di pietra"
Alzò gli occhi al cielo per non urlarle contro con tutto il fiato che aveva in corpo
- Comunque... Per quale ragione mi ha convocato qui? E per di più in pieno giorno
- Hahahaha!!!! Non sei mica un vampiro, mio caro e poi non c'è nulla di strano se uno dei principi viene a trovare la sua nonna di tanto in tanto. Tornando alle questioni serie; voglio che tu indaghi su questa miracolosa cura che riporta in vita i morti.
Lui esaminò con attenzione la foto del giornale cercando qualsiasi particolare che sarebbe potuto essere utile
- Voglio che tu scopra cosa sta succedendo nell' "Aurora"
- Dove si terrà la prossima conferenza?
- Avverrà nel transatlantico della Campania della compagnia Blue Star diretta a New York il 19 aprile. Sul tavolo troverai il biglietto di prima classe più le lettere con le istruzioni e le liste dei partecipanti alla conferenza
Mentre guardava le schede dei medici che presentavano l'esperimento una scossa di ribrezzo lo pervase appena lesse un nome
- Tutto bene caro? 
- Si, tutto bene. Se gli ordini sono tutti qui posso andarmene
Ma Vittoria aveva sempre un'asso nella manica da giocare
- Aspetta! Quasi dimenticavo
Gli consegnò un'ultimo foglio
- Co....
Quando lo lesse si irrigidì come una marionetta sull'orlo di esplodere, accompagnato da un sorriso alquanto irritato. Era buffissimo quando tentava in tutti i modi di tenere il controllo
- Stai scherzando vero? 
- No, mio caro
Gli occhi della donna si fecero seri contornati da un sorriso glaciale
- Lavorerai coi Phantomhive e non permetterai a nessuno di far loro del male. Sono stata chiara? 
L'atmosfera da cabaret si tramutò in quella di un quadro grottesco
- Trasparente
Dopo quella singola parola si voltò andandosene per la sua strada
- Sta attento Shade





Mattina del 17 aprile 1889 ore 11.30 al porto di Londra, per la precisione sul molo
- è enorme!
- è ovvio che sia enorme. è la nave da crociera più grande che sia mai stata costruita
In quel momento li raggiunse anche Sebastian con un carico di bagagli esorbitante dove aggiunse un'aneddoto che in molto usavano nel definirla
- Detta anche l'inaffondabile
Alys Tappò la bocca al maggiordomo con sguardo severo facendogli quasi cadere tutti i bagagli
- Non si dice mai una cosa del genere
- Mhuhp? (Perché?)
- Perché porta male!
Il demone spostò le mani della ragazza dalla bocca
- My lady, non deve credere a certe superstizioni, mi creda
- E cosa ne sai? 
- Ne so abbastanza
Lo disse con quel sorriso arrogante di chi la sapeva lunga
- Avete finito di fare salotto voi due? Sebastian porta le valigie all'imbarco
- Yes, my lord


Ma non erano l'unica a dubitare della solidità della nave
- Inaffondabile? Sembra un'invito a farne il contrario
- Padrone!!! Ecco i suoi bagali
Igor e Bartolomew portarono le numerose valige del loro padrone, ma sostanzialmente non erano vestiti
- Posso chiederle cosa c'è qui dentro? 
- I miei attrezzi da lavoro
- Oh!
Igor si allontanò subito a quella risposta. La gente fissava quello strano trio con facce, non proprio solidali. Si sentivano commenti e sguardi di disprezzo
- Padrone. Forse è meglio che non ci stia vicino
- Per quel motivo? 
Il gobbo indicò la gente che aveva formato una specie di vuoto intorno a loro 
- E allora? 
- Ma come? La sua reputazione potrebbe.....
- Non preoccuparti della mia reputazione. Tanto non è un granché. Allora; Io starò via per circa un mese, nel frattempo voglio che voi svolgiate alcuni compiti per me
Bartolomew era già preoccupato da quella richiesta
- Non preoccuparti Bart, non è nulla di quello che pensi tu. Voglio solo che raccogliate informazioni sulla famiglia Phantomhive
- I Phantomhive? 
- Esatto
I due domestici lo guardarono confusi, sapevano che erano la nobiltà del male e che di conseguenza era molto meglio starci alla larga, ma ormai conoscevano il loro signore e la parola "guai" era un'invito a nozze. 
Il giovane si guardava in giro in cerca di qualcosa, o meglio qualcuno, quando tra i passanti non vide lui; il famigerato maggiordomo della nobiltà del male, non che Sebastian Michaeils
- Eccolo
- SIII!!!!! ECCOMI QUAAAA!!!!!
Dalle spalle del ragazzo apparve un'uomo completamente vestito di nero con lunghi capelli argentei e una cicatrice che gli sfregiava il viso come un rovo. I due poveri servitori caddero a terra dallo spavento, mentre lui osservava la faccia spaventata dei due domestici
- Sei in ritardo
- Ma dai! Mi stavi aspettando? Che carino che sei 
Si voltò per poterci parlare faccia a faccia, ma Undertaker lo precedette
- Come facevi a sapere che stavo andando in vacanza? Se volevi andarci insieme, bastava che me lo dicessi
- Sei sicuro di star andando solo ad una vacanza? 
- Si, certo
- E allora cos'è questa conferenza?
Gli fece vedere una delle lettere d'invito a partecipare all'evento che si sarebbe tenuto tre giorni dopo
- Hehe! A te non sfugge nulla come sempre
- Esatto. Allora? 
- è solo una dimostrazione che si svolgerà in quella serata. Nulla di più
Fu allora che annunciarono ai passeggeri di dirigersi verso le passerelle d'imbarco
- Ma tu guarda! è ora di andare. Allora ci vediamo sulla nave
Il becchino prese la sua unica valigia e saltellando come una ragazzino si diresse al suo sportello, lasciano il ragazzo solo
- Bene. Ora devo andare
- Faccia attenzione
Prese le sue borsa e si imbarcò



Una volta a bordo Ciel, Alys e Sebastian sul ponte della prima classe....
- Ciao, ho pensato di farvi una sorpresa
- Avevi detto che non potevi venire!!! 
Lizzy con le lacrime agli occhi gli saltò al collo 
- Sono così contenta!!!
Ma fu all'ora che l' imponente autorità della zia Francis si impose sui due
- Elizabeth! Vedi di smetterla con questo comportamento indecente, siamo in un luogo pubblico!!!
La forza d'animo di quella donna era incontrastabile, tanto che molto volte questa metteva in soggezione persino Sebastian, inoltre.... ci si metteva persino il fratello a fare il predicozzo
- Ha ragione Lizzy, inoltre..... NON TI HO ANCORA ACCETTATO COME COGNATO. OK!? Perciò togliele le mani di dosso!
Ciel era esasperato della gelosia del cugino ogni volta che lo incontrava
- Aventi, fratello! Ancora con questa storia? 
Ma fu allora che da dietro Sebastian comparve l'antico amore di Edward, non che sua cugina; Alys, che non vedeva da ben tre anni
- A...Al...Alys?
- Oh! Ciao Edward
E come negli anni passati ogni volta che la vedeva o incrociava il suo dolce sorriso, si rammolliva, ma i saluti vennero interrotti dallo sguardo del marchese Midford
- M..marchese Midford, è da un po' che non ci vediamo. Uhm....
Ma durante quello sguardo assassino....
- è passato tanto tempo MIO FUTURO FIGLIO!!! Sei carino come al solito!!! ALYS!!!!! La mia bambolina di porcellana preferita!!!!
- AH!
Li prese entrambi come se fossero dei peluche
- CARO!!!!

Dopo lunghe smancerie alla fine arrivarono tutti interi alla sala da pranzo con il povero Sebastian, Snake e Alys perfettamente acconciati
- Quindi resterete con noi per tutte e tre le settimane? 
- Certo
- Allora mi accompagni al party serale? 
- Certo
Lizzy era la settimo cielo, non si poteva dire lo stesso di Edward che li guardava in modo cagnesco, ma il marchese Midford ci mise poco a trovare una soluzione
- Edward, tu poterti accompagnate tua cugina Alys....
- Grazie zio, ma preferisco andarci da sola
- Come?
Tutti la guardarono sorpresi
- Non è consono per una lady andare al ballo da sola
Con tono di rimprovero da parte della zia
- A me non importa. Ora scusate, ho bisogno di una boccata d'aria
Una vola che se ne fu andata, gli zii parlarono a Ciel della condotta della sorella. Capivano che era sempre stata uno spirito libero e che questo nessuno poteva combiarlo, ma essenso nobile non poteva fare tutto quello che voleva e per loro bisognava correggere questo suo lato prima che succedesse qualcosa di irreparabile al nome della famiglia Phantomhive.
Personalmente, per Ciel non c'era nulla da correggere, ma la società inglese a causa della sua rigidità era anche molto soggetta a calunnie per dei comportamenti fuori dall'ordinario come quello della sorella.
- Non preoccupatevi. Ci parlerò io con lei



Intanto Alys era sul ponte completamente deserto a causa dell'ora di pranzo, decise di fare un giro
- Aaahhh! Che bella la brezza marina
In quel momento le venne un'idea alquanto furi di testa
- MAREEEE!!!!! SONO QUAAAA!!!!! TI VA DI BALLARE AL PARTY SERALE CON MEEE?...... Hahaha!
Quella cosa la divertiva. Urlava all'oceano come se cercasse di chiamare una amico lontano e alla fine si mise a ballare da sola come faceva nelle piazze di Londra
- Hahaha!!!! Balliamo col vento e cantiamo col mare!!!
Lo disse canzonandolo mentre correva per il ponte, si sentiva libera come quando era con gli zingari, fino a quando non arrivò sulla prua della nave. Appena la vide le venne un'altra folle idea; si tolse le scarpe e si aggrappò sulla ringhiera di sicurezza tenendosi a uno dei cavi che collegava la ciminiera della nave alla prua. Si sciolse i capelli perfettamente ordinati dalla zia, come se volesse liberarsi da delle catene che le erano state imposte, tenendosi aggrappata al cavo girava sulla ringhiera metallica. Si mise a fare avanti e indietro come una perfetta equilibrista mentre canticchiava una canzone, quella sensazione la faceva sentire talmente leggera come se stesse volando, ma in un'attimo di distrazione le scivolò il piede dalla ringhiera facendola precipitare.
Credeva che sarebbe caduta in mare quando sentì il vuoto sotto di lei, ma qualcosa le afferrò il polso. Per la paura chiuse gli occhi, ma quando li aprì vide sotto di se le onde che si infrangevano sulla chiglia della nave e una voce
- Tutto bene? 
- S.si
A quella domanda lei sollevò lo sguardo e lo vide in tutta la sorpresa ovviamente da entrambe le parti, fecero dimenticare le buone maniere
- Tu?
- Co.... Che ci fai tu qui? 
- Sono in vacanza con la mia famiglia
Inarccò un sopracciglio alla parola "vacanza"
- Vacanza? Voi Phantomhive? 
- Si, perché? 
- Lasciamo perdere.
Con un'espressione rassegnata in volto continuava a tenerla sospesa sul mare
- Ehm....
- Che c'è? 
- VUOI TIRARMI SU?
Lui la guardò con un sorriso beffardo
- Ma non volevi essere portata via dal vento e dal mare? 
- COSA? Mi... mi stavi spiando? Sei proprio un cafone! Maleducato! Pervertito e..... AAAAHHHH!!!!!!!!!!
Fu allora che la lasciò cadere e per divertirsi.... 
- Donna in mare!!!
- Ok!!! SCUSAAA!!!!!
- Bene
Dopo aver assicurato un cavo alla ringhiera si tuffò dalla nave e l'afferro, con una corda e un uncino riuscì a fermare la caduta proprio sul pelo dell'acuqa 
- Tieniti forte
- Si
- Ti rendi che questa è l'ennesima volta che ti salvo la vita? 
- Ma è anche l'ennesima volta che la metti in pericolo
Quando arrivarono in cima sul ponte finalmente poté riprendere fiato era in ginocchio a terra con le mani la reggevano mentre a testa bassa rivolta al pavimento, cercava di riprendere fiato. Dallo spavento era rimasta in apnea per tutto il tempo, tra l'altro era la prima volta che si ritrovava a precipitare nel vuoto 
- Che... che ci fai tu qui? 
- Sono qui per il vostro stesso motivo 
- Una gita di famiglia? 
Tirò un sospiro di esasperazione, come poteva vivere sotto lo stesso tetto del fratello e saperne meno di lui? 
- No, parlo del vero motivo
- Cosa? 
Shade le raccontò le vere intenzioni di Ciel e sul suo piano, compresa la copertura che si era inventatato con la storia della vacanza. Appena finì Alys era talmente arrabbiata che stava per esplodere da un momento all'altoro. Questa volta non glie l'avrebbe fatta passare liscia. Non solo le aveva mentito, ma non l'aveva nemmeno messa al corrente del pericolo che correva
- Grr.... Dovevo immaginarlo! Adesso si che mi sente!
- Non credo che sia una buona idea 
- E perché? 
- Stiamo parlando di affari che devono stare nell'ombra, tu meglio di chiunque altro dovresti capire la delicatezza di questo momento
- E allora cosa dovrei fare? 
In sua risposta ebbe solo un sorriso agghiacciante e quella sera a cena...... 


- Vi presento il principe Shade, Alexander, Sailas, Windsor
Tutta la famiglia rimase a bocca aperta e per la prima volta persino, la marchesa non sapeva che dire
- Buonasera marchese. Conte....
Dopo un lungo silenzio, alla fine fu il marchese a rompere il ghiaccio anche se in maniera piuttosto impacciata
- Al...altezza! è un piacere avervi qui
- Anche per me è un piacere conoscere la famiglia di Alys
Proprio in quel momento a Ciel andò di traverso l'acqua che stava bevendo annaffiando completamente Edward
- Cof! Cof!
- Signorino! Faccia attenzione
Il povero Sebastian era prodigato ad aiutare il suo padrone a smaltire l'acqua rimastagli nei polmoni piuttosto che occuparsi per il sospettoso ospite
- Ciel! Tutto a posto?
Anche lei aiutò il maggiordomo a farlo riprendere, nonostante la più completa indifferenza del giovane principe
- A.. Alys? Che cos'è questa storia? 
Il livello di arrabbiatura era già a 7
- Ecco... è complicato
- COMPLICATO? 
Quella parola risuonò per tutta la sala attirando l'attenzione dei presenti
- Eh-ehm! Conte. Un po' di contegno
- Guardi.... cof!Cof! Che non sono stato io
Accanto alla donna c'era Edward in piedi con un diavolo per capello, non che l'artefice di quell'urlo
- Edward, calmati per favore
Grazie a Lizzy il ragazzo si calmò rimettendosi a sedere. In quel momento l'unica persona lucida era la marchesa che diresse la conversazione
- Altezza, per quale motivo si trova qui?
- Sto andando a New York per porre i miei omaggia la nuovo presidente
- Quindi, normali formalità di stato
- Esatto
In quel momento arrivò la prima portata e la conversazione si interruppe. Si vedeva che Alys era parecchio nervosa, al contrario Shade sembrava a suo agio, tutti notarono che la ragazza era preoccupata come una che presenta il fidanzato alla famiglia per la prima volta. Quando finirono, le conversazioni ripresero
- Posso sapere come mai tu e mia nipote avete tutte queste confidenze? 
- Ma come? Non ve lo ha detto?
- NO! Zitto!
Si alzò per tappargli la bocca, ma parlo prima che riuscisse a fermarlo 
- Sono stato io il suo cavaliere al ballo per il suo rientro in società
A quelle parole si fermò, credeva che gli avrebbe raccontato di quella notte in casa sua e della capanna, ma con sua grande sorprese non lo fece
- Lady Alys. Tutto bene? 
- S.si...
Si rimise a sedere cercando di nascondere l'imbarazzo e la paura per quello che avrebbe detto nel corso della cena
- Per caso... c'è dell'altro? 
- Si, in alcune occasioni l'ho incontrata nelle piazze a ballare con una carovana di zinagari a me conosciuti
- ZINGARI? Credo che tu mi debba delle spiegazioni
Quella cosa la marchesa non era mai venuta a conoscenza e quella rivelazione la scosse un po
- Ecco.... io... posso spiegarvi
- Non occorre. racconerò io per filo e per segno come sono andate le cose. Dopo tutto tu non potevi saperlo
La interruppe nuovamente, il giovane principe cominciò a raccontare tutto dal principio; da quando l'aveva vista con la carovana a racimulare soldi, al loro successivo incontro al circo....
- Aspetta! Quindi eri tu il misterioso benefattore che l'aveva fatta uscire da prigione
- Esattamente
- Ma... Tu sapevi chi era realmente? 
- No, non ne avevo la minima idea. Ne sono venuto a conoscenza il giorno della festa a palazzo
- E allora perché l'hai salvata? 
Quella domanda se la poneva anche Alys da molto tempo, ma sapeva che avrebbe trovato una scusa anche questa volta
- Devo avere una motivazione per salvare qualcuno? 
Dopo un minuto di silenzio la marchesa rispose
- No altezza, ha ragione. Un sovrano ha il dovere di proteggere il proprio popolo da qualunque posto, o ceto sociale provenga





Una volta finita la cena dopo che tutti si erano ritirati, lui andò sul ponte a guardare il mare, ma non era solo; qualcun'altro lo aveva seguito
- Il fratellino di Alys ti ha mandato a tenermi d'occhio, maggiordomo? 
- No, questa è stata una mia iniziativa
- Strano da parte tua
- Come fa a dirlo?
Si girò verso il demone come se fosse una persona normale
- Non è da te uscire dallo schema da maggiordomo perfetto che ti sei creato
- E lei che ne sa? 
- Tu, esci dal tuo stile in casi estremi come proteggere il tuo signore, o meglio... il tuo contraente
Gli occhi di Sebastian si incendiarono
- Quando lo ha capito?
- Quando eravamo al circo
- Al circ... Lei era lì? 
- Solo come spettatore, ma mi è bastato per capire chi fossi
Sebastian era immobile, ma con una rabbia dentro che fluiva come un fiume in piena
- Cosa ti fa credere che io non sia più il maggiordomo perfetto, che tutti credono? 
- Dal fatto che da quando è arrivata quella ragazza; esci un po troppo spesso dai binari
Il demone mise le mani in tasca, dava l'idea di essere calmo e rilassato, ma in realtà era pronto al combattimento
- Fossi in te non lo farei
- Perché? 
- Cosa succederebbe se Alys ti vedesse ferito? 
Il demone non riuscì a non trattenere le risate. Lui ferito? Era più facile il contrario
- è più facile che la tua testa rotoli su questo ponte
- Ne sei sicuro? 
Sebastian era molto irritato dall'arroganza del giovane, come se si trovasse davanti un suo rivale
- Comunque sia io e te siamo dalla stessa parte
- Di che stai parlando? 
- Anche io sono qui per il caso dei morti risorti. Ho l'ordine di collaborate con voi Phantomhive, quindi è meglio per il bene della missione che mettiamo da parte i nostri dissapori 
Prese dalla tasca una lettera col sigillo reale
- Portami dal tuo padrone
Il maggiordomo tirò fuori le mani dalla tasca e prese la lettera leggendola attentamente
- Va bene
Dopo essersi messo il messaggio dentro il frac cominciò a fargli da guida verso la cabina dei suoi padroni


Una volta arrivati si trovarono Alys e Ciel in biancheria intima a letto mentre facevano una battaglia di cuscini. Tutto si fermò in un'stante nel più grande degli imbarazzi e il povero maggiordomo preferì calare il sipario su quello spettacolo pietoso, chiudendo la porta e solo dopo si sentirono le voci agitate dei due fratelli e dei rumori parecchio forti provenire dalla cabina.
- Credo che dovremmo aspettare un po
- Si, lo credo anch'io
Cinque minuti dopo fu Alys ad aprire la porta facendo entrare i due. Entrambi erano in vestaglia, Ciel era seduto su una poltrona composto come a suo solito, ma con un'accenno di imbarazzo
- Altezza... le chiedo scusa per....
- Non ce n'è bisogno. Per me non è nulla di nuovo
Guardando Alys maliziosamente facendola infuriare di brutto
- IDIOTA! 
Cominciò a dare pugni sul petto del giovane come una bambina che rivoleva il giocattolo, sotto lo sguardo sconvolto del fratello e quello sorpreso del demone. Si comportavano come se fossero amici d'infanzia 
- Sei sempre il solito cafone!!!
- E tu la solita bambina. Stavo solo scherzando
Lo disse con una tale arroganza che il suo atteggiamento poteva essere confuso con quello del classico amico che si diverte a prenderla in giro, mentre lei come una bimba gonfiava le guance in segno di offesa e tutto sotto gli occhi del conte e del maggiordomo. 
Una volta che si furono chiariti Shade si mise a sedere di fronte al ragazzino pronto a parlare delle cose ralmente importanti, mentre lei era in una poltrona tra i due ad arbitrare il colloquio. 
Shade mostrò tutte le informazioni di cui era entrato in possesso meno che la lista dei partecipanti
- Perché ci sta aiutando? 
- Ho avuto l'ordina dalla regina di contribuire all'indagine
- Per quale motivo? Di solito sua maestà ci ha sempre lasciato agire da soli e poi, lei cose mai potrebbe fare? 
- Vedi, la mia missione non è in America
- E allora dove?
In quel momento alla domanda rispose Alys
- è sulla nave
- Cosa?
- Esattamente. Ma nei sobborghi di Londra sono conosciuto come il "re nero" o il "cavaliere oscuro"
Ciel sapeva benissimo chi fosse, ma mai in vita sua avrebbe immaginato che quell'elemento facesse parte della famiglia reale. Anche Sebastian ne era sorpreso, Grell stesso glie ne aveva parlato quella stessa notte che era stato attaccato, ma mai avrebbe potuto immaginare che fosse lui. Gli shinigami lo definivano un carnefice per tutta la loro fazione e anche alcuni demoni e angeli non avevano fatto una bella fine sotto le sue mani
- Quindi sei tu che subentri quando in città qualcosa di occulto avviene
- Si, anche riguardo ai riti satanici di cui tu sei stato protagonista
A quelle parole Ciel ebbe un brivido freddo
- Cosa? 
- Tranquilla Alys non è successo nulla di grave a tuo fratello
- Come faccio a.....
A quel punto Sebastian sotto ordine di Ciel inventò una scusa
- Non si preoccupi è stata solo una missione sotto copertura. C'ero io a proteggere suo fratello 
Dopo quelle parole rassicuranti, Alys si calmò
- I.io vado a fare un giro
- Va bene

Finalmente gli uomini rimasero soli
- Le hai mentito. Perché? 
- Ognuno ha i propri segreti. Che avrei dovuto fare? Dirgli che hai fatto un patto con un demone quando stavi per essere sacrificato? A quel punto potevamo dire addio ai nostri affari
- Tu... Tu sai chi è Sebastian? 
- Ti ricordo che mi occupo di tenere segreto il lato occulto e gli affari oscuri, facendo credere a tutti che siano solo fantasie e non realtà. Ovvio che so chi sia veramente il tuo maggiordomo e credo che potrebbe esserci utile
Ciel comprese le sue ragioni e decisero di chiudere il discorso lì (per ora)
- Allora cosa facciamo? 
- Ho un piano
- E in cosa consiste?
- So come entrare nel circolo privato, ma voi dovrete travestirvi
- E tu? 
- Io ho un'invito ufficiale. Vi farò da garante, però dovremo infiltrarci alla festa e sfortunatamente si viene isolati se non si ha un'accompagnatrice
A Ciel venne un'idea
- Per questo non c'è problema. Io sarò accompagnato da Lizzy la "Party Serale" e in un'attimo di distrazione, all'ora prestabilita io e Sebastian ci camufferemo mentre tu ci farai entrare accompagnato da Alys
I due mori lo guardarono contrariati dalla sua proposta
- Che c'è? 
- Mi permetta ma non credo che lady Alys sia d'accordo con questa soluzione
- E se permette nemmeno io sarei d'accordo, Anche perché lei non è in grado di salvarsi da sola
- Permettimi di controbattere, ma mia sorella è perfettamente in grado di badare a se stessa
- Lei crede veramente che quella ragazza sia sopravvissuta da sola? 
- Ovviamente no, ma c'è una cosa che solo io e mio padre conosciamo di lei e che nessuno immaginerebbe 
- Sarebbe?
Ciel non riuscì a nascondere quel sorriso manipolatore
- Ognuno ha i propri segreti


Dopo quel discorso Shade venne scortato da Sebastian fino alla sua cabina
- Sarà comunque da proteggere
- Una volta tanto sono d'accordo con lei
Camminarono a lungo fino a quando non arrivarono nella stanza del giovane
- Tu sei quello che ha sterminato gli apprendisti dello shinigami Grell Shiffer. Non è vero?
- Si, sono stato proprio io a farli fuori. Vuoi uccidermi? 
- No, ma se farai mosse false, ti farò fuori con le mie mani
Prima di entrare gli sorrise in un modo glaciale
- Non vedo l'ora





Il mattino seguente all'alba Shade era già fuori a guardare il mare
- Ciao
Appena sentì quella voce si voltò e vide Alys alle sue spalle già vestita di tutto punto
- Ciao
- Dormito bene? 
- Si, tu? 
- Non mi lamento
Era stranamente.... mansueto
- Grazie
- Mh? 
- Per ieri intendo
- Ah! Bhè! Dovevo immaginare che eri tu quella matta che ballava sulla ringhiera
Lo disse facendo finta di trattenere le risate, apposta per farla arrabbiare
- EHI! Vuoi ricominciare a litigare?
- No, almeno non di prima mattina
Rimasero a lungo a osservare l'alba che si rispecchiava sull'oceano
- è bellissimo 
- Si, non è male
I silenzi non mancavano. Sembrava che Alys cercasse di fare amicizia con quel ragazzo di cui non ha conosciuto il volto per anni
- Mio fratello mi ha detto quello che dovremmo fare domani sera
- Ah si? 
- A-ha
- Allora cosa vuoi sapere? 
- Ecco.... dovremo presentarci, come coppia? 
- Si, tu farai la parte della mia accompagnatrice e visto che non sei ancora ben conosciuta, per te non ci sarà pericolo di essere scoperta
- Ok, ho capito
Shade prese l'invito spiegandole nei dettagli quello che avrebbe dovuto fare, anche in caso di pericolo
- Hai qualche dubbio?
- No, ho capito.....
Dopo aver chiarito tutti i dettagli i due cominciarono a parlare del più e del meno, in particolar modo di quello che era successo al circo e negli anni in cui lei era alla carovana. Si chiedeva spesso che razza di persona fosse per poter fare delle cose del genere e col passare del tempo aveva trovato delle risposte che stava cercando, ma da quando aveva scoperto che lui era un membro della famiglia reale tutto era cambiato. 
L'ordine delle cose e delle sue risposte era stato sovvertito, insomma; capiva che poteva fare quelle cose per i soldi, ma lui non ne aveva bisogno; eppure lo faceva senza battere ciglio, come.... se fosse nato per uccidere
- Che c'è? 
- Niente. Mi chiedevo solo.....
- Cosa?
- Perché fai tutto questo? 
- Puoi essere più precisa? 
- Insomma.... perché uccidi la gente? Non hai bisogno di uccidere per soparvvivere, non sembri il tipo che possa fare il mercenario e poi....
- E poi? 
- Sembra quasi che tu non provi nulla nel togliere la vita altrui
Lui la guardò in modo vacuo. Non comprendeva questa sua curiosità verso la sua vita e doveva ammettere che era anche piuttosto infastidito da quella domanda, ma sapeva benissimo che se non le avrebbe risposto sinceramente a prescindere dalla situazione in cui si sarebbero trovati si sarebbe in qualche modo vendicata e questo non poteva permetterlo. 
Anche perchè sapeva benissimo che lei se avesse voluto avere delle risposte non avrebbe esitato a mandare all'aria il piano e quella situazione particolare lo costrinse a dirle una parte di verità sulla sua vita
- In effetti io quando uccido una persona a differenza degli altri.... io non provo nulla
- Cosa? Ma come puoi non provare nulla? 
- è così da quando sono nato
Lei lo guardava confusa
- Io... non riesco a capire. Come fai a dirlo?
- Quando ero piccolo ero spesso emarginato dai miei familiari. Un giorno vidi un cane in fin di vita e mentre gli altri avevano chiamato il veterinario per curarlo, io gli tolse la vita con le mie mani
Lei lo guardava incredula e anche in modo triste
- è per questo che ti comporti così? 
Le rispose quasi ridendo malinconicamente
- No, questo è il mio carattere e basta. Quella fu la prima volta, che uccisi un'essere vivente con le mie mani.... avevo 3 anni. La cosa che nessuno dei miei parenti poté concepire era, che nell'uccidere quell'animale non avevo provato nulla e ai loro occhi sembrava mi divertissi. Forse era anche così
- NO! Non è quello che intendevo io
- E allora cosa volevi sapere? 
- è per come ti hanno trattato che odi tutte le persone? è perché non sei mai stato accudito e amato che fai finta di essere una persona crudele? 
Sgranò gli occhi a quelle parole, sembrava che cercasse disperatamente di fargli credere che lui era una persona buona e alla fine scoppiò
- Hahaha!!! 
- Che hai da ridere? 
- Nulla! Hahaha! è solo.... haha! 
- Solo cosa? 
- è solo che sei la prima persona che cerca di convincermi che in me ci sia del buono! Hahaha!!!!
Non la smetteva più di ridere e questo la faceva arrabbiare sempre di più
- SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO!!!
- Haha... scusami, ma è la cosa più divertente che sento da anni
- Non volevo farti ridere
Le risate si fermarono di colpo lasciando solo sorrisi che nascondevano molte risposte
- Questo lo avevo capito
Ci fu un profondo silenzio tra i due e l'unico rumore che si sentiva erano le onde che si infrangevano sulla chiglia della nave sotto di loro. Quando Alys stava per ricominciare a parlare lui riprese il suo racconto
- L'unica che si prendeva cura di me era mia nonna
- La regina Vittoria? 
- Si
- E tua madre? 
- Mi madre? Lei..... è morta dandomi alla luce
Quella risposta la pietrificò. Non poteva immaginare che avesse vissuto tutte quelle prepotenze da parte della sua famiglia, se pensava che lei era stata allevata con tanto amore, gli si stringeva il cuore al pensiero di quello che era accaduto a lui
- Mi dispiace tanto
- Non fa niente, non l'ho mai conosciuta, quindi non posso dire che mi manca
- Come si chiamava? 
- Alisia
A quel nome per lei il tempo si fermò
- Mia madre era la pricipessa Alisia









Scusate il ritardo. Finalmente un'altro pezzo di Shade è stato rivelato. Ho deciso di allungare i capitoli altrimenti ne faccio un poema. L'img verrà messa il prima possibile e spero che il complesso ti piaccia

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Capitolo 14
*** Ricordi nelle ceneri ***


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Il buio, nulla di più. Solo la lieve luce della luna rishiarava a intermittenza la stanza. Le nuvole che coprivano quella sfera bianca, unica fonte di luce in quella notte oscura, ma tutto sembrava calmo e tranquillo, quando quel silenzio quasi inquietante, non venne interrotto dall'urlo di una bambina.
- Alys!
Il conte Phantomhive abbandonò la sua scrivania con tutti i documenti per correre dalla figlia. A metà strada dal suo studio alla camera della piccola il conte la trovò in lacrime che camminava nel buio
- Tesoro, cos'è successo?
S'inginocchiò per mettersi al suo livello
- Sangue! è tornato! è tornato ad uccidermi!
Il padre la strinse a se amorevolmente
- No amore, non permettrò a nessuno di farti del male
La bambina si strinse a lui continuando a piangere, Vincent percorse il corridoio tenendola in braccio come faceva praticamente ogni sera. 
Ormai il conte era abituato agli incubi della figlia, però erano l'origine di quei tormenti che non gli permettevano di dormire la notte.
Arrivarono alla stanza di Alys, la mise sotto le coperte mettendosi accanto a lei e accarezzandole i capelli con estrema dolcezza le cantava sussurrando una ninna nanna, che solo lui conosceva e che un giorno lei avrebbe trasmesso ai suoi figli.
- Mm.... Ugn.... sing...
- Cos'è successo? Cos'hai sognato?
- Il... il signor... Clarker.... è stato ucciso!!! Il mostro l'ha ucciso
Lui sbarrò gli occhi incredulo alle parole della piccola
- No, è stato solo un'incubo
- NON è VERO!!!!! Quello che vedo è vero e lo sai anche tu! Io.... io sono una bambina maledetta!!!
Lui la strinse cercando di confortarla il più possibile
- NO! No tesoro! Se tu non ci fossi stata.... Ciel sarebbe morto per sempre, se tu.....
Improvvisamente la voce di Vincent scomparve da quel ricordo. Le labbra si muovevano senza emanare alcun suono come se celassero un segreto che rasentava la realtà.
Vincent rimase lì fino a quando la piccola non si addormentò, ma poco prima di uscire.....
- Otto inverni
Quella voce lui la conosceva molto bene, non era la prima volta che la sentiva 
Si voltò verso la figlia addormentata per poi posare lo sguardo sullo specchio dove vi era il riflesso di sua figlia coi capelli bianchi e gli occhi azzurro ghiaccio
- Di che stai parlando?
Si avvicinò allo specchio  
- Ti restano solo otto inverni prima che la tua stirpe rischi di estinguersi
- Come la tua? 
La piccola gli sorrise
- Io e lui non abbiamo stirpe
Chi era quel lui di cui quella bambina parlava? Chi era lei? Il carattere, il modi di fare, di pensare.... erano identici a quelli di Alys, ma in lei c'era qualcosa di più profondo, antico...... etereo
- è qui..... e nessuno potrà fermarlo
- Io proteggerò la mia famiglia a costo della mia vita! Non m'importa di quello che dirai! Io non permetterò a nessuno di far loro del male!!!
- Sono felice di saperlo Vincent, spero di rivederti ancora....
- NO! Aspetta!!!
In quel momento entrò Rachel piuttosto confusa e preoccupata per il marito
- Vincent! Ma che stai facendo? 
- No, nulla
La donna si avvicinò al marito poggaindo le mani sulle sue spalle
- è tardi, perché non andiamo a letto? 
- Hai ragione.... scusami
L'uomo si avvicino al letto un'ultima volta dando un bacio sulla guancia della figlia
- Buona notte..... mio angelo 
E poi quel dolce ricordo venne avvolto dalle fiamme, il cadavere di Vincent bruciava davanti i suoi occhi mentre quella mano avvolta dal fuoco tentava di darle una carezza come l'ultimo Addio






- AAAAHHH!!!!!!!!
Dopo quell'urlo la porta della stanza si spalancò
- Lady Alys! Tutto bene? 
Era sudata con le mani tremanti e lo sguardo sconvolto perso nel vuoto. La camicia da notte aveva una spallina giù e una su i capelli semi bagnati tutti arruffati e il respiro affannato non aiutavano a celare lo shock che aveva avuto.
Ciel entrò poco dopo
- Alys! Alys che cos'hai? 
- Pa.... papà! ....Indietro.... io... bianco....i.il fuoco!!!
Vaneggiava parole senza senso, incomprensibili sia per Ciel che per Sebastian. Il fratello l'aiutò a sdraiarsi
- Forse.... è meglio che ti riposi
- NO!!!! Non voglio riaddormentarmi!!!
Si alzò in fretta e furia dal letto, andando nel bagno. Tutti i suoi movimenti erano scoordinati, anche nel solo aprire un pomello
- Dannazione!
Fu allora che Sebastian glie lo aprì con sguardo preoccupato
- My lady, sta...
Non fece a tempo a parlare che si ritrovò la porta sbattuta in faccia. Ciel era sempre più confuso e preoccupato, cosa centrasse loro padre, non lo aveva ancora capito. Tra l'altro era strano vederla in quello stato, di solito quando era davanti alle tombe dei genitori forse si intristiva un po, ma non era mai stata così sconvolta da quando aveva memoria. Intanto Ciel tonò a letto, mentre Sebastian si mise davanti alla porta del bagno ad aspettarla per tutta la notte, ascoltando il pianto silenzioso della ragazza. 
La mattina seguente Alys non era ancora uscita dal bagno, nonostante le molte ore di solitudine non era riuscita a chiudere occhio e le lacrime non si erano fermate neppure un'istante. 
Sebbene non avesse disturbato il sonno del fratello, aveva però interrottò la trnaquillità del maggiordomo che era ancora davanti alla porta quando Ciel non lo chiamò per aiutarlo a prepararsi per raggiungere i Midford sul ponte principale. Il conte si avvicinò alla porta in pensiero per la sorella
- Alys? Tu vieni con noi? 
Dall'altra parte della porta si sentiva la voce della sorella ancora agitata
- S..si. Lasciami dare una sistemata, vi raggiungo dopo 
- Va bene. Vuoi che ti lasci Sebastian? 
- NO! Voglio restare sola
Ciel era sorpreso da quella risposta, sopratutto perché lei e il demone avevano legato parecchio negli ultimi tempi (più o meno)
- D'accordo. Ti aspetto sul ponte con gli altri
- Si, grazie


Dopo circa un'ora finalmente uscì dalla cabina (anche se con delle enormi occhiaie sotto le palpebre). Si fermò per un po sulla porta chiusa alle sue spalle per assaporare il profumo della brazza marina che le stava scompigliando i capelli, come faceva Ciel quando era piccolo e glie li toccava sempre, quel solo pensiero l'aveva rilassata in qualche modo
- Nottataccia? 
- Puoi dirlo.....Mh? AH!
Appena si girò vide Shade poggiato accanto a lei sulla parete a un metro di distanza dalla porta
- Co....cosa ci fai tu qui? 
- Si è sentito il tuo urlo fino alla mia cabina
- Co... cosa? 
Divenne rossa dall'imbarazzo e cominciò a muoversi come se avesse le giunture pietrificate allontanandosi gradualmente da lui, però la seguì fino ad arrivare al suo orecchio dove vi soffiò dentro facendole correre un brivido lungo la schiena
- Ma sei matto? 
Si girò ancora più rossa di prima, ma quando vide i suoi occhi scoppiò ridere
- Pff.... HAHAHAHA!!!!!!!
Lui impassibile la guardava contorcersi a terra dalle risate. Rideva talmente tanto che per cercare di contenersi batteva il pugno sul pavimento 
- Bhè? Che ti prende? 
- T.. Hahaha!!! Tu.... no Hahaha!!!! Ti, ti sei.... hahaha oh..... Ti sei visto allo specchio sta mattina? 
- Eh?
Si guardò sul riflesso di una delle finestrelle delle cabine e fu allora che si accorse di avere delle occhiaie da poter spaventare anche un demone
- Bhè, tu non sei messa tanto meglio
Lei poggiandosi sulla parete si tirò su per specchiarsi nella medesima finetra
- Ah! è vero. Accidenti! Non possiamo andare dalla zia così
In quel momento la porta della cabina accanto si spalacò e una vecchia megera (che somigliava più a una mummia) si affacciò con fare minaccioso guardando i due
- Razza di maleducati! Non sapete che non si spiano le signore? Capisco che possiate essere attratti dalla mia maturità ma.....
A quel punto Shade storse il naso col suo fare arrogante e provocatorio.....
- Ma quale maturià? Lei sembra più un qualcosa di guasto e poi essiccato per qualche decina di secoli
La donna si infuriò e uscì dalla cabina con solo un'asciugamano mentre le braccia cadenti (come tutto il resto) si muovevano scosse dal vento, mentre teneva la spazzola per lavarsi la schiena stretta in mano come se fosse un macete
- Ora vi faccio vedere io teppisti!
- L'unica teppista qui è lei mia cara signora
Alys lo guardò confusa e anche piuttosto scandalizzata dall'orrore che le si era parato davanti 
- è un delitto uscire con un'asciugamano così striminzito alla sua età. Se non si mette qualcosa di più decente rischia di spaventare i bambi e scandalizzarli per il resto della loro vita. Ormai avrebbe dovuto capire che non è più una ragazzina. Abbiamo tutti il nostro canto del cigno. Il suo finito da oltre mezzo secolo.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. L'ultra novantenne cominciò a rincorrerli con lo spazzolone in mano inveendo contro di loro per tutta la nave
- VIA!!!
Alys prese il polso del principe cominciando a correre, ma la vecchietta era più veloce di quanto sembrasse e la gonna della giovane Phantomhive non aiutava la fuga
- VENITE QUA MASCALZONI!!!!
Ormai li aveva quasi raggiunta quando Shade non in filò la testa tra le gambe di Alyse per poi sollevarla mettendosela sulle spalle come una bambina
- MA! che fai? 
- Tieniti forte
Dopo quelle parole fece uno scatto fulmineo che seminò la vecchietta inferocita. Alys invece in bilico sul ragazzo accecato dalle sottane delle contessa cercò di aggrapparsi a  qualcosa e quelli furono proprio i capelli sotto la gonna
- AHI! Fai piano!
- E TU RALLENTAAA!!!!
A quel punto si fermò, ma non si erano accorti che erano nel bel mezzo del ponte principale dove vi erano tutti i nobili e i borghesi che si stavano godendo la mattinata. Però a quel punto l'attenzione venne spostata tutta su di loro
- Ehi! Mi toglia la tua gonna dal viso. Non vedo niente
- Fo... forse è melgio così
Shade la prese e la spostò dietro la nuca facendo mettere in mostra le belle gambe della ragazza
- ALYS!!!!
Quella voce si destò dalla folla basita e non era di certo una sconosciuta alle sue orecchie; anzi era anche fin troppo familiare. Dalla folla apparve sua zia Francis a dir poco furiosa
- Cosa sono questi atteggiamenti indecenti?
- Ecco veramente.....
- Scendi immediatamente da lì! Non hai più 3 anni e io non sono come tuo padre
- Ma, zia.... posso spiegare
- AHH! ECCOVI QUA!!!
La vecchietta apparve alle spalle dei ragazzi attirando ancora di più l'attenzione del pubbico 
- Finalmente vi ho presi! E ora.... fatvi sotto!
Al "farevi sotto" l'asciugamano della donna si slacciò lasciandola completamente senza veli 

- Ma cosa....
Immediatamente Sebastian coprì gli occhi di Ciel prima che potesse vedere altro, seguito a catena da Eduard che li coprì a Lizzy ed il marchese ad Edward. 
Voleva evitare un trauma al ragazzo che avrebbe potuto in qualche modo impedire la proliferazione della stirpe Midford
- EHI! Sebastian ma che fai? 
- La proteggo signore. 
- E da cosa? 
- Mi creda. Questo spettacolo è raccapricciante persino per me
- Eh? 

La marchesa non sapeva cosa dire, ma si vedeva che era sconvolta, visto che alcuni dei suoi capelli perfettamente pettinati erano andati fuori posto.
Shade la guardò con una smorfia di..... non si capiva bene cosa, forse di disgusto
- Oh cielo. La prego si copra, ci sono dei bambini qui
Una seconda voce dalla folla si destò
- EHI! A chi hai detto bambino? 
Alys capì subito che era il suo adorato fratellino ed essendo sulle spalle di Shade ne aproffittò per cercarlo, ma visto che era di taglia ridotta non riusciva a scorgerlo, almeno Sebastian era ben visibile tra tutti quei vestiti colorati (l'unico vestito in nero) e come una boa di segnalazione trovò il fratellino che si dimenava come un furetto.
Intanto la donna non accennava a volersi coprire e tutta la sua "mercanzia" fluttuava scossa dal vento. A quel punto il capitano con tre dei suoi ufficiali raggiunsero il ponte con una coperta 
- Credo sia il caso di andare
- Sono d'accordo
Il giovane riprese la corsa facendo il giro della nave fino ad arrivare alla cabina dei Phantomhive. Alys scese dalle spalle del ragazzo e cercò di aprirla, ma era inutile visto che si era dimenticata le chiavi
- Merda! Le ho lasciate dentro e adesso? La megera ci sta alle costole
Lui incrinò un sopracciglio nel vederla disperarsi così per una semplice chiave
- Spostati
Si tolse il suo Percing sulla parte alta dell'orecchio sinistro e con quello l'aprì
- Ma... come hai fatto? 
- Ci si fa l'abitudine quando si lavora nel mio ambiente
Lo guardò confusa
- Il tuo ambiente? 
S'immaginò una montagna buia e lui come un lupo con il broncio che ululava alla luna
- Huhu!
- Che hai da ridere? 
- Nulla, nulla. Dai entriamo!
- Come? 
Venne trascinato a forza da quell'esile figura di nemmeno 50 kg fino alla sua stanza. 
Rimasero in silenzio fino a quando non videro la vecchietta placccata dal capitano e alcuni dei suoi marinai nell'intento di coprirla e una volta che se ne furono andati....
- Uff.... scampata per un pelo
La contessa cominciò cercare per la stanza qualcosa, lui la osservava frugare in ogni cassetto del baule da viaggio, sembrava una tornado, ma pensando che il maggiordomo sarebbe stato costretto a ordinarla, gli sollevava il morale
- Trovato!
Prese la trusse dei trucchi e cominciò a spalmarseli a casaccio sul viso
- Sono pronta
Appena il ragazzo la guardò gli venne quasi un colpo che lo portò ad indietreggiare per la prima volta in vita sua
- Che hai? Perché hai quella faccia? 
- Ma... ma ti sei vista allo specchio? 
- No, perché? 
Si portò una mano sul viso esasperato
- Togliti quello stucco dalla faccia
- Stucco? 
Appena si guardò si spaventò del suo stesso riflesso
- Ma.... me che è successo? Io volevo nascondere solo le occhiaie 
- Sei un'impiastro
Il ragazzo prese un panno umido e glie lo lanciò dritto in faccia
- Pulisciti e andiamo
- Uff... va bene
Però si vedeva che cercava di nascondere i segni del suo incubo e lui era particolarmente infastidito da quell'atteggiamento, prese uno dei prodotti della regazza e afferrandole il viso si avvicinò al suo
- Che... che fai? 
- Chiudi gli occhi e sta ferma
- No....
Le si avvicinò di più in modo che li chiudesse da sola e fu allora che glie lo mise, mascherando i segni neri sotto le palpebre
- Finito
Lui si avviò e lei ne approfittò per guardare cosa le aveva fatto, ma nulla di quello che pensava, anzi aveva cancellato le occhiaie dal suo viso 
- Ma.... che mi hai messo? 
- Solo un po di terra e cipria
- Eh? Tu sai truccare la gente? 
- So fare cose, che nemmeno tu immagini
Lei lo guardò con sospetto, ma decise di sorvolare sull'argomento.





Venti minuti dopo arrivarono nella sala ristorante dove la famiglia di lei la stava aspettanto "pazientemente"
- Alla buon ora!
La marchesa non risparmiò i suoi rimproveri mattutini in particolare per quello che era successo poco prima
- Chiedo venia zia
I due ragazzi si misero a tavola, però.....
- Che cavolo fai maggiordomo?
Sebastian si era accuratamente messo tra i due suscitando un certo fastidio nel principe
Solo il mio lavoro altezza
- E quale sarebbe?
- Vegliare sui miei padroni
- Per l'appunto, perché non ti metti accanto al conte? 
- Perché non è il conte ad aver bisogno di protezione
- Stai insinuando che io sono una minaccia? 
- Non ho detto questo
- Ma non hai detto nemmeno il contrario
I loro sguardo lanciavano fulmini e saette. Che ovviamente tutti notarono.
L'atmosfera si stava facendo sempre più pesante e l'aura nera che circondava i due si faceva sempre più grande, così Alys decise di intervenire
- Piantatela voi due!
Prese il polso di ognuno di loro e li portò fuori sul terrazzo
- Credo che voi due dobbiate chiarire un po di cose
Shade si girò dall'altra parte
- Io non ho nulla da chiarire con un domestico
- Nemmeno io lady Alys
A quel punto la contessa prese le orecchie di tutti e due, facendo male sopratutto a Shade a causa dei Percing
- Le vostre battaglie fra galli le fate lontani da qui. Sono stata chiara?
- Cristallina
- Yes, my lady



I tre tornarono a tavola e tutto si svolse nella noralità, dopo pranzo però Lizzy rapì sia Ciel che Alys per andare al casinò coi suoi genitori a giocare, lasciando Sebastian e Shade da soli.
Ovviamente il maggiordomo stava per seguire i suoi padroni, ma la giovane Phantomhive lo bloccò danogli un'ordine a dir poco sgradito
- Vorrei che stessi con Shade e gli parlassi
- Come? 
Anche Ciel ci si mise subito dopo la sorella
- Sono d'accordo, scopri tutto quello che c'è da sapere sulla missione e poi vieni a riferirmelo
- Yes, my lord



Una volta separato dal gruppo il giovane principe si diresse sul ponte principale a prua della nave ad ammirare l'oceano
- Che fai ora? Mi segui? 
- Non creda che mi faccia piacere
I due rimasero in silenzio a guardare l'orizzonte
- Cosa sai sul conte Vincent Phantomhive? 
Sebastian inutile dire che lo guardò abbastanza sospettoso. Per qual motivo aveva fatto quella domanda? Dopo tutto era lì solo per la missione affidatagli dalla regina, come anche il suo padrone.
- Non molto altezza
- Non molto implicherebbe....
- Che so quello che sa lei 
Lui rivolse un sorriso abbastanza enigmatico
- E chi ti dice che io sappia quello che sai tu? Dopo tutto i documenti del conte sono stati distrutti
A quelle parole il demone ebbe un groppo in gola per trattenere tutta la sua furia 
- E lei come fa a saperlo? 
- Perché sono stato io a distruggerli
Quella rivelazione glie lo rese ancore più antipatico al demone e per poco questo non esplose
- A parte il conte.... hai notato qualcosa di strano in Alys? 
- La prego di rivolgersi a lei col suo titolo 
Il giovane riportò lo sguardo su di lui per un'istante 
- Non devi essere un demone molto potente, se lei ricorda ancora i dettagli del nostro scontro e infondo.... non sei nemmeno abbastanza uomo da farla tua, nonostante sia passato tutto questo tempo 
- Che vuoi dire? 
Shade si avvicinò all'orecchio del demone 
- Io, l'ho fatta mia già molto tempo fa.... sul mio letto
- COSA? 
Il maggiordomo prese per la cravatta il giovane sotto lo sguardo di tutti i presenti, in molti sul ponte si girarono a guardarli. La situazione si fece molto tesa quando.....
- Su fratellone non esagerare!
Shade con una prontezza di riflessi degna di un'attore Shakspiriano intervenne in quell'idillio di pettegole
- Solo perché non riesci a proteggere le cose che ami non devi riversare le colpe su di me. Dopo tutto.... Alisia ormai.... fa parte di un passato molto lontano


A quel punto il demone non ce la fece più e portò Shade nella stiva e per il colletto lo sollevò lanciandolo contro il muro, ma come un felino questo poggiò i piedi sulla parete attutendo il colpo tornando a terra
- Non credi di esagerare? 
- Maledetto bastardo!!!
- Che ti prende fratello? La verità fa male? 
In meno di un secondo Sebastian percorse i 100 m che li distanziavano prendendolo nuovamente per il collo
- Recita le tue preghiere umano
- Quindi.... Hai intenzione di disobbedire all'ordine del tuo padrone
Quelle parole ricordarono al maggiordomo che aveva un'impegno da rispettare e lo lasciò andare a malincuore
- Bravo, vedo che ci siamo capiti 
Ci fu un momento di calma e in quel lasso di tempo Shade si risistemò la cravatta sciupata da colui che doveva "seguire l'estetica"
- Tu volevi che ti portassi qui. Non è vero? 
- Esattamente
- Perché?
Consegnò dei fogli all'uomo 
- Queste sono tutte le informazioni che possiedo in merito alla missione e poi.... 
Sebastian alzò lo sguardo dai documenti per osservare la sua prossima mossa
- Ti devo parlare di Alys
- Di lady Alys? 
- Si e della sera in cui io l'ho salvata
- è stato lei a salvarla? 
Era dir poco sorpreso. Quel ragazzo avrebbe salvato la sua padrona? Strano visto che avrebbe venduto sua madre per un pugno di fagioli 
- Ma come? Non te lo ha mai detto? 
Non ne sembrava affatto sorpreso. Il ragazzo si sedette su una delle numerose casse presenti nello spazio adibito per i bagagli 
- La contessa non parla mai dei tre anni passati lontani da casa o del suo passato
- E ti sei mai chiesto perchè? 
- Veramente c'è qualcosa in lei che non riesco a comprendere
- Esatto. Lei è un cifrario vivente
- Come? 
- Quando era piccola non era così 
- Ma che diavolo dici? 
- L'incubo che ha avuto sta notte probabilmente proviene da uno dei frammenti della memoria perduta. Quando la salvai notai una profonda ferita alla testa
Il demone ascoltava con molta attenzione le parole del giovane
- Parte della sua memoria è stata rimossa, ma non da quella botta
- Cosa? 
- Parte dei suoi ricordi sono stati rimossi chimicamente, dai migliori psichiatri del mondo
A quella parole Sebastian non si sentì più la terra sotto i piedi
- Co... come sarebbe a dire? 
- Tra i documenti che ho distrutto non c'erano solo i dati sul decesso della principessa Alisia, ma anche le schede mediche sul ricovero in manicomio e i risultati ottenuti da quegli esperimenti
- Non è possibile! Il conte ha detto che il suo predecessore adorava Alys
- Infatti era così
- E allora perché sottoporla a certe atrocità? 
- Per poterla guarire
- Guarire da cosa? 
Il demone non riusciva a concepire che una persona Alys avesse dovuto sopportare tutto quello. Sapeva come gli esseri umani venivano trattati nei manicomi e nemmeno i demoni sapevano essere così spietati coi loro simili (più o meno). Fu allora che gli tornò alla mente che tra i documenti distrutti, lui era riuscito a ricomporre una parte, ma all'epoca non lo aveva ritenuto degno di importanza. 
Quest'unico documento era del manicomio Asgram e risaliva al 1876 quando Alys aveva poco più di quattro anni. Quella rivelazione, quella tenera età fecero salire il sangue alle testa del demone, non avrebbe permesso a nessuno di portargli via una persona cara una seconda volta. Non poteva e non voleva. 
Doveva calmarsi e metabolizzare la cosa per poter agire senza complicare le cose più di quanto già non fossero. 
- Perché avevano fatto questi esperimenti a quell'età? 
- Probabilmente tu non sai uno dei segreti più oscuri dei Phantomhive
- I segreti? 
Il ragazzo annuì e Sebastian non sapeva cosa dire, per lui tutto era una sorpresa dietro l'altra
- E quali sarebbero? 
- Sei sicuro di volerlo sapere? 
- Perché? 
- Perché le cose non saranno più come prima. 
- Parla!
- Va bene. Devi sapere che Ciel.... è nato morto
Quelle parole fermarono il tempo che stava scorrendo in quella discussione
- Co... come sarebbe a dire? Lui.... Lui è vivo!
- Si. Per lo meno ora, ma non lo era alla sua nascita
- Com'è possibile una cosa del genere?
- è quello che gli scienziati stavano cercando di capire con quegli esperimenti. Vincent non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse certe cose su di lei, ma purtroppo quel fatto si era svolto in ospedale sotto gli occhi dei medici, destando in loro la curiosità sull'utilizzo delle sue capacità e sui cambiamenti
- Che genere di cambiamenti?
- Quando dettero al conte la notizia che il figlio non ce l'aveva fatta Alys era andata a vedere il fratellino nella stanza accanto. Quando sentì che il corpicino era freddo lo prese in braccio e dalla sala dove vi stavano lei e Ciel, il dottore e suo padre videro una forte luce bianca provenire da là
- Una luce? 
In quel momento Sebastian ricordò che durante l'incarico al Crystal Place nel bel mezzo del combattimento con le ombre, aveva visto la medesima luce che il principe gli stava descrivendo
- E cosa successe in seguito? 
- I due andarono a vedere cosa stesse succedendo e videro una cosa che superava i confini della scienza.... 
Sebastian era sulle spine e stava per prenderlo e fargli sputare la verità a forza
- ..... Alys aveva gli occhi azzurro ghiaccio e i capelli bianchi come neve mentre teneva Ciel che in quel momento cominciò a piangere. Quel singolo momento durò solo un'istante la velocità di un fulmine. Inizialmente pensarono che era stata solo una loro allucinazione, ma il bambino era vivo e vegeto. Quella non era un'illusione. Vincent ovviamente si rifiutò di far sotto porre la figlia agli esperimenti, ma i medici chiesero udienza a sua maestà sottoponendole il caso anche ai ministi e ai consiglieri. Sebbene i Phantomhive fossero la famiglia nobile più amata dalla corona, Vittora non poteva negare che le capacità della bambina fossero straordinarie e che se fossero riusciti a sfruttarle tutto il regno ne avrebbe tratto beneficio.
- Quindi mi sta dicendo che la lasciarono come carne al macello? 
- Non esattamente. Cominciarono con il prenderle campioni di capelli e pelle, però anche solo questo si era rivelato un gran successo
- Perché? 
- Perché la bambina guariva immediatamente
Il demone mai avrebbe potuto immaginare che lei avesse passato tutto quello. Riteneva già straordinario che non fosse impazzita dopo aver visto i propri genitori morire, ma mai nessuno avrebbe potuto essere così spensierato dopo quello che aveva passato.
- Per quanto sono andati avanti? 
- Per anni. Fino ai sette anni sono passati da normali esperimenti a qualcosa di atroce, ma fortunatamente il padre riuscì a tirarla fuori in tempo prima che anche lei perdesse il lume della ragione
- Anche....
E finalmente la svolta su tutti quei dati sbiaditi che erano rimasti sul documento. Solo allora si rese conto di cosa significassero quei segni e quelle colonne
- Aspetta un momento. Nel documento c'erano due soggetti sotto esame. Chi era l'altro? 
- L'altro, ero io 

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Capitolo 15
*** La sedia di ferro ***


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- Cosa? 
Ci fu qualche secondo di silenzio tra i due, quando.....
- Non sapevo che fosse lei la bambina degli esperimenti, fino a quando non sentii il suo nome al debutto in società durante la festa a palazzo
Il giovane scostò lo sguardo dal demone guardando il soffitto, perdendosi nei suoi pensieri e in quei ricordi che aveva cercato di dimenticare per anni 
- Però.... lei non ricorda nulla
- Se è per questo è meglio così, ma devi sapere che io non ho accettato questo incarico solo perché me lo ha ordinato la vecchia
- Allora.... qual'è il tuo obiettivo? 
Il ragazzo infilò la mano nell'interno giacca ed tirò fuori un biglietto da visita e lo lanciò al maggiordomo che lo lesse
- "Dottor Vander Hellsing" Primario psichiatrico e chirurgo? Se non ricordo male è uno dei nomi nella lista
- Esatto, ma.... è anche l'uomo che ha insistito perché io ed Alys finissimo in quell'istituto
- COSA!? 
In quel preciso istante il biglietto si carbonizzò tra le dita del maggiordomo 
- Ehi, sta attento o rischi di incendiare tutto. Comunque sia, sono qui per chiederti di non interferire con la mia missione
- Se non volevi che interferissi allora non avresti dovuto dirmelo!!!
- Si invece. Perché ho intenzione di usare Alys come esca per quell'uomo. 
Gli occhi del maggiordomo si incendiarono. Il solo fatto che volesse mettere in pericolo la sua padrona ancora una volta lo mandava in bestia
- Quando eravamo là, aveva un'ossessione per lei, tanto che le notti che si fermava nell'istituto, lui la fissava dormire anche per giorni interi. Se non sfruttassi questa opportunità non riuscirei più a prenderlo
- Per quale motivo? 
- Perché quando il progetto fallì è scappato in America cercando protezione laggiù
- Perché cercava protezione? 
Il ragazzo; puntò il suo sguardo iniettato di sangue
- La cosa non ti ruguarda
- Come sarebbe....
- SEBASTIAN!!!!
La voce innervosita di Ciel si sentì fino alla stiva e il demone se ne dovette tornare al suo ruolo di maggiordomo, ma prima di andarsene Shade poggiò la mano sulla sua spalla fermandolo 
- Se vuoi un consiglio; smettila di fingere di essere un'umano. Perché rischi di diventare come loro
Lui scostò la spalla parecchio infastidito dalle sue parole. Sembrava quasi che Shade avesse toccato un tasto dolente, però questo non lo fece vacillare nemmeno per un secodo 
- Ma figurati se io soffra per la perdita di un'insignificante umano 
Dopo quelle parole corse verso le scale per raggiungere il conte, mentre Shade rimase lì a pensare a quel discorso di poco fa. Era vero. Stava usando Alys come un'esca; inevitabilmente se le cose sarebbero andate storte avrebbe fatto la fine della carne da macello. Doveva pensare a come agire senza intralciare la missione ufficiale e anche a come tenere Alys al sicuro e sopratutto all'oscuro di tutto ciò.
Decise di avviarsi su per le scale andando a prendere una bella boccata d'aria fresca, in quel momento gli ci voleva proprio, ma quando stava per raggiungere l'uscita....
- Oh! Mi scusi
Un'uomo con gli occhiali tondi sulla cinquantina bloccò il passaggio al ragazzo in quella rampa di scale strette e Shade lo riconobbe subito; era lui
L'uomo che aveva fatto scempio del suo corpo e quello di Alys era lì davanti ai suoi occhi. In quel momento avrebbe potuto ucciderlo, ma c'era troppa gente e lo avrebbero notato. Abbassò lo sguardo per non far scorgere all'uomo i suoi occhi cremisi 
- Di nulla signore. Prego, passi pure
- Oh! Grazie mille giovanotto 
Questo gli diede una pacca sulla spalla, ma una volta allontanatosi il giovane gurdò il punto in cui lo aveva toccato con disgusto e si tolse la giacca lanciandola fuori bordo, dandola al madre. 



Poco dopo tornò alla sua cabina e con grande sorprese appena prì la porta vide tutta la sua roba sparpagliata e un cuscino completamente sventrato lasciando tutte le piuma in giro
- Ma che diavolo sta succedendo? 
Chiuse la porta e da sotto il gilé tirò fuori un pugnale dirigendosi verso all'armadio, l'unica cosa chiusa nella stanza e quando lo aprì scattò immediatamente
- TI PREGO NON FARLO!!!!
Lui si bloccò a pochi millimetri dalla sua fronte
- Katrin? 
- Ci... ciao
- Che diavolo ci fai tu qui? 
- Ecco.... Volevo venire anche io in America e così mi sono nascosta in una delle tue valigie
- In una delle mie....
A quel punto gli venne in mente le valigie dove teneva i suoi "attrezzi da lavoro" e corse a controllarle. Una era inevitabilmente vuota e l'altra c'erano degli abiti per lei 
- Dove sono le armi? 
- Ecco.... per l'appunto... Mi chiedevo perché ti portassi tanta ferraglia dietro
- Tu... Tu non hai idea di quello che hai combinato!!!
- Perché? Dopo tutto era una gita a New York
- Tu non... Ahrg! Non sono qui per una gita di piacere!!!
A quelle parole solo dopo un po la bambina metabolizzò che quella era una dei suoi famosi incarichi sotto copertura e questo la metteva in una posizione piuttosto scomoda
- Oh.... quindi; avevi una missione in Amarica
- Non in Amerca
- E allora dove? 
Lui incrociò le braccia e con una vene pulsante sulla fronte la guardava rimanendo in silenzio. Ci volle ancora qualche secondo prima che la ragazzina capisse che la missione non era a New York, ma sulla nave
- ODDIO!!!! E adesso che faccio? 
- Forse ho la soluzione



Dalla parta si sentì bussare insistentemente e visto che Sebastian era occupato a lavare il signorino Alys aprì al posto suo
- Si, chi è? 
Appena aprì la porta vide Shade di umore a dir poco nero e anche se con un po di disagio nella voce decise di chiedere lo stesso cosa gli fosse successo, ma solo dopo che la ragazzina uscì, la contessa capì la situazione 
- Ciao Alys
- Katrin? Ma che ci fai qui? 
- Si era nascosta in una della mie valigie
- Come? 
- Già....
Ci fu un profondo disagio fra i tre, fin che....
- Alys, chi è alla porta? 
Dal bagno non uscì Ciel con indosso solo l'accappatoio e un'asciugamano in testa con l'intento di asciugare i capelli 
- Ka... Katrin?!
La piccola salutò 
- Ma... ma.. ma che ci fai tu qui? 
Era diventato completamente rosse, mentre lei felice di vederlo entrò superando i due ragazzi e gli diede una pacca sulla schiena
- Haha! Sei sempre il solito scemo. Se non calcoli le cose alla fine ti ritrovi nel pallone. Che facevi di bello? 
- Io....
- Ah! Che domanda stupida. Però ora che ci penso tra noi due quella che ha più bisogno di un bagno sono io. Ti va di farlo insieme? 
- Co... come? 
A quella richiesta il conte indietreggiò inciampando, finendo a terra 
- Se vuoi puoi farlo qui
- Come? 
Dal bagno in quel momento uscì Sebastian e senza troppi problemi si offrì di preparare un'altro bagno, ma quando vide Sahde il suo sguardo si fece torvo, come quello di Shade del resto, ma i presenti se ne accorsero e così Alys prese il giovane e lo portò fuori. Lo trascinò fino al ponte e poi si fermò 
- Dalla vostra faccia direi che più di chiarirvi vi siate deliberatamente dichiarati guerra
- In un certo senso è così 
Il suo sguardo era deluso, ma ben presto si risollevò cambiando discorso
- Sono contenta che ci sia anche Katrin, sarà bello vederla andare con Ciel al ballo
- Non doveva andarci Lizzy? 
- Si, ma vista la situazione non possiamo cambiare i nostri piani. Sono quasi sicura che lei sappia della missione e che tu l'hai istruita a dovere sul da farsi
Sfortunatamente pensava male, ma su una cosa aveva ragione; Katrin sapeva come muoversi in certe situazioni e probabilmente se Ciel l'avesse avuta accanto avrebbe avuto più possibilità di successo, senza contare che il maggiordomo avrebbe dovuto occuparsi, non di uno, ma ben due persone, in questo modo lui avrebbe potuto usare Alys per attirare Hellsing.
Inizialmente il suo piano era cavarsela da solo col dottore, ma visto che la stuazione aveva volto in una direzione diversa non aveva altra scelta che sfruttare la situazione a suo vantaggio, anche se implicava mettere in pericolo più un'innocente.
Doveva solo fare in modo che collaborasse sapendo il meno possibile.
- Si infatti
- Capisco. Domani sera c'è il ballo hai qualche preferenza di abito per la festa? 
- No, metti pure quello che ti pare
- Ne sei sicuro? 
- Si 
Gli sorrise e poi se ne andò in camera 
- Va bene 
Gli piaceva quando lei sorrideva, ma in quel momento aveva altro a cui pensare. Decise di lasciare Katrin nelle mani dei Phantomhive, mentre lui avrebbe potuto occuparsi dei preparativi per la sera dopo. Una volta in camera cercò in tutti i suoi abiti le armi nascoste che usava in caso di emergenza. 
Non erano molte, ma sufficienti per ammazzare una dozzina di uomini ad una certa distanza e difendere se stesso e la contessa. Aveva ben calcolato i tempi di azione: per prima cosa si sarebbe fatto vedere con Alys presentandola ai dottori; era sicuro che appena il dottore avesse sentito il nome della ragazza sarebbe venuto a cercarla, secondo; lo avrebbe portato il un luogo isolato durante l'esibizione. Però un problema rimaneva; come avrebbe tenuto fuori dal massacro la giovane Phantomhive?
Doveva pensarci molto attentamente; grazie alla rimozione chimica della memoria era riuscita ad avere una vita abbastanza normale, ma conosceva il rischio che un trauma violento avrebbe potuto far riemergere quei ricordi e mutare una parte della personalità della ragazza. 
Forse era il caso di prendere in considerazione il maggiordomo nel piano, ma sarebbe stato il caso? 
Non sapeva che fare. Era la prima volta che si preoccupava per qualcuno e la cosa non gli piaceva, non si era mai occupado di nessuno al di fuori di se stesso.
Fu allora che la sua mente tornò a navigare nei meandri dei suoi ricordi.... a quelle notti 








30 novembre 1879, periferia di Londra, istituto Asgarm 20:47
- I soggetti sono pronti? 
- Si dottore e in stanze separate come ha chiesto lei 
- Molto bene 
L'equipe medica seguì il primario in delle stanze a chiusura blindata sotto l'edificio. Serrarono tutte le porte raggiungendo le stanze dei due soggetti. 
Nella prima c'erano giocattoli e un letto in ferro verniciato di bianco. Sembrava una cella, ma tutti quri giocattoli colorati smorzavano quella sensazione di sterile che dava lo spazio in se.
Nella seconda a parte un letto non c'era altro, a differenza della precedente questa non aveva giocattoli; gli unici effetti erano un coltello, una scatola e un piccione morto e aperto con degli organi che fuoriuscivano, mentre le pareti un tempo sterili erano macchiate di un lieve rosato, segno che erano state più volte ripulite, anche se inutilmente. 
In queste vi stavano una bambina e un bambino della stessa età. Lei con gli occhi blu come l'oceano e lui rossi, come il sangue. Erano completamente opposti, ma col medesimo mistero che quei medici cercavano di scoprire
- Prendeteli e portateli nella stanza della sedia
- Si dottore


Per primo andarono dal ragazzino. L'uomo entrò, mentre il piccolo gli dava le spalle infierendo sul cadavere dell'animale 
- Soggetto 1 devi venire con me
- è morto
- Come? 
- Voglio un'altro animale. Questo non ha vissuto sufficientemente a lungo
- Forse non dovevi ucciderlo
- Io non volevo ucciderlo
L'uomo lo guardò con disgusto mentre teneva in mano degli strani strumenti proveniente dall'oriente per la tortura 
- Sta zitto mostro! è ora di andare 
Allungò la mano per afferrarlo, ma questo l'allontanò in malo modo con uno schiaffo
- Sè, sè! Come ti pare
I due uscirono e si avviarono lungo un corridoio umido e grigio fino ad una stanza con la porta in ferro spessa 10 cm. Appena l'aprì al centro della sala bianca c'era una sedia con attaccati delle cinghie in cuoio e molte cose in ferro che pendevano da dei ganci sul soffitto, mentre all'angolo della stanza c'erano delle anguille elettriche in una vasca collegata a dei cavi di rame fasciati tra di loro.
Il ragazzino strinse i denti e fece un passo indietro
- Dove credi di andare? 
Dandogli un calcio lo fece cadere in ginocchio, lo prese e lo mise sulla sedia cominciando legarli i polsi sui braccioli della sedia 
- Levami le mani di dosso!!!
- Stattene buono moccioso 
Mentre stava per legarle anche l'altro bracciò il bambino morse l'arto dell'uomo, ma fu allora che dalla porta entrò un'altro medico con la bambina. Appena i due si videro sbarrarono gli occhi. Non sapevano dell'esistenza ne dell'uno e ne dell'altra
- Che... che significa? 
La bambina non riuscì a pronunciare altre parloe. Non sapeva che oltre a lei ci fosse qualcun'altro in quel posto
- Chi... chi sei tu? 
La bambina strinse i pugni facendosi coraggio 
- A.. Alys Phantomhive e tu? 
- Sha...
- ORA BASTA!!! Vieni con me. Tuo padre è venuto a prenderti 
- Ma....
Il primario prese la bambina portandola via e lui......
- Azionate la macchina 
- AAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!


Una settimana dopo Alys era tornata alla clinica a farsi "curare" e come ogni volta. 
Il dottor Hellsing prese in custodia la bambina come ogni volta, ma questa volta Vincent lo fermò
- Dobbiamo parlare 
- Di cosa? 
Vincent prese la figlia da parte
- Tesoro aspettami qui. Io devo parlare col dottore
- Va bene papà
Stava per andare quando la bambina non gli prese una delle maniche 
- Non litigare, lo sai che non è una cosa giusta 
L'uomo le sorrise dolcemente accarezzandole la testa 
- Non ti preoccupare 
Dopo di che andò nell'ufficio del primario e chiuse a chiave 
- Mia figlia mi ha detto che in questa struttura non state curando solo lei 
Era quello che temeva il dottore, ma aveva la risposta pronta per evitare che Vincent le portasse via la piccola per sempre 
- è solo un povero ragazzo demente che usiamo come cavia per testare in modo sicuro le capacità di vostra figlia. Non ha famiglia ne niente, stia tranquillo; abbiamo preso questa precauzione in modo che sua figlia non crei problemi permanenti su degli innocenti 
- E per questo usate un ragazzo demente?
- Non è il primo. 
- Che cosa? 
L'uomo aprì uno dei cassetti della sua scrivania e tirò furi dei moduli di pazienti praticamente sconosciuti e li mise davanti a Vincent
- Che cosa sono?
- I fascicoli di tutte le persone che vostra figlia ha curato
- Che cosa? 
Il dottore sapeva benissimo che se il conte fosse stato messo davanti alla possibilità che la figlia fosse necessaria alla corona e che non avrebbe corso rischi non si sarebbe tirato indietro. Il padre della piccola li prese e li esaminò attentamente, intanto.....


- Uffa! Ma quanto ci mettono? 
La piccola scese dalla sedia che era accanto all'ufficio del suo dottore e comiciò a curiosare in giro tenendo stretto il suo draghetto di pezza cantando una canzone in quei corridoi vuoti, ma anche se non c'era anima viva per quel labirinto qualcuno la sentì.
La voce si stava avvicinando sempre di più alla stanza da Shade e mentre la piccola cantava non si rese conto di essersi persa. 
Spaventata cominciò a cercare una via d'uscita, ma non c'era nessuno, quando non sentì dei rumori che provenivano da una porta blindata, si avvicinò e notò che era chiusa da dei grossi chiavistelli. Poggiò l'orecchio su di essa e sentì che qualcosa all'interno della stanza si stava veramente muovendo, così decise di aprirli e chiedere aiuto. 
Una volta aperta quello che le si parò davanti era il ragazzino che aveva visto la settimana prima
- Tu? 
- Ma che.....
- NO!!! Fermala!!
Il ragazzino corse verso la porta per evitare che si chiudesse, ma non arrivando in tempo li rinchiuse entrambi
- MERDA!!! CAZZO!!!!!
Cominciò a dare pugni e calci alla porta per la rabbia di non essere scappato quando ne aveva potuto avere l'occasione. Una volta che si fu calmato a sufficienza fece un respiro profondo e si voltò verso di lei 
- Cosa ci fai qui? 
- Mi... mi sono persa e.... sono finita qui 
- Merda! 
Lei non capiva perché si agitasse tanto e così decise di dire qualcosa che avesse potuto calmarlo
- Non ti preoccupare. il mio papà verrà a tirarci fuori da qui 
- Tuo.... Ma che sei scema? Hai idea di quello che succederà se ci trovano insieme? 
- No
Il ragazzino sgranò gli occhi incredulo e anche un po rassegnato
Alys si guardò in torno e vide degli strani oggetti sporchi di sangue sul pavimento. Si avvicinò incuriosita e ne prese uno
- Cosa sono questi ferri? 
- Come? 
Lei glie ne mostrò uno per smorzare un po la frustrazione del suo coetaneo, lui abbassò lo sguardo per osservare attentamente quale fosse
- Sono strumenti provenienti dalla Cina. Servono a far parlare le persone
- Davvero?
Appena il ragazzino alzò lo sguardo su di lei, le vide gli occhi brillarle. Era la prima volta che qualcuno lo gauardava così, di solito i suoi cugini e gli zii lo guardavano con disgusto e paura, ma lei lo guardava affascinata. Probabilmente però non aveva ben capito a che senso di parlare si riferisse, però non voleva essere guardato con quegli occhi
- Si
- Cos'altro hai qui? 
- Nulla di particolare
- Ma non hai nemmeno un Peluche? 
- No
- I tuoi genitori non hanno i soldi per prendertene uno? 
Ci fu un'attimo di silenzio in quella stanza, l'un ca cosa che si udiva era i loro leggeri respiri, ma poi quella risposta arrivò
- Io non ho i genitori
Lei sgranò gli occhi incredula. La stanza piombò nuovamente nel silenzio, Shade alzò lo sguardo e quasi non cadde nel panico; lei aveva gli occhi gonfi di lacrime e poco dopo scoppiò in un copioso pianto facendolo pietrificare. Non era abituato a certe reazioni, non sapeva come comportarsi; di solito i suoi coetanei piangevano perché lui gli aveva fatto male o gli aveva fatto paura, ma questa volta non aveva fatto nulla e non sapeva quale fosse la causa di quella situazione 
- Pe... perché piangi? 
Era carinissimo con quel braccio alzato quasi da proteggersi sa quella tempesta di emozioni e con quella la gamba pronta a fare un passo indietro era proprio una scena che mai la regina Vittoria si sarebbe immaginata
- WAAHH!!!!! Tu... tu non hai i genitori!!!!
- Eh? Aspetta... è per questo che piangi? 
- SIIII!!!!!! WAAHH!!!!
In quel momento quasi non gli cascavano le braccia. Era la prima volta che qualcuno piangeva per lui e per la sua situazione, di solito tutti gli dicevano che se l'era meritata e che le persone come lui non sarebbero mai dovute nemmeno nascere, quini era spiazzato da quella situazione.
Si avvicinò a lei dandole un fazzoletto che teneva nei pantaloni
- Non devi piangere per me. Io sto bene
- Ma.... sei solo
Quelle parole lo colpirono in un punto che nessuno era mai andato a segno, nemmeno i dottori che cercavano di schiacciarlo sotto la loro volontà, ma quella bambina ci era riuscita
- Co... come hai detto di chiamarti? 
- Alys... sig! E tu? 
- Io sono Shade
Le porse la mano e lei anche se un po titubante la prese; quando la porta non si sbarrò ed entrarono il dottore e Vincent
- Alys!
- Papà!
La bambina lasciò la mano del suo nuovo amichetto e corse ad abbracciarlo, ma quando lei raggiunse il padre il dottore diede un calcio nello stomaco del piccolo
- NO!!!! CHE FA? 
- Le salvo la vita my lady
Indicando uno degli attrezzi cinesi che il bambino teneva in mano. Con uno schiocco di dita altri due medici lo presero portandolo via
- Dove lo portate? 
- Dove merita di stare
Il dottore seguì gli altri due suoi assistenti che lo portarono in una stanza. Alys si liberò dall'abbraccio del padre e li seguì fino a quella stanza. La stanza della sedia che la tormentava nei suoi incubi più vividi e quando vide che ci misero lui legato saldamente a quell'affare infernale non riuscì a trattenere le sue paure e così cercò di fermarli
- NO! Aspettate!!! Non possiamo lasciarlo lì
Il dottore la fermò portandola 
- Non preoccuparti tesoro. Lui merita quella sedia 
- No... no! NO!!! LASCIAMI ANDARE!!!!!!
Nonostante il bambino si dimenasse fino a farsi uscire il sangue dai polsi a causa dello sfregamento con le cinghie di cuoio, non riusciva a liberarsi 
- SHADE!!!!!
- SCAPPA STUPIDA!!!!!
E poi.... il buio. Quando Sahde si riprese dall'esperimento con la sedia, era nella sua stanza come ogni giorno, senza sapere se fuori fosse sorto il Sole o la Luna, ma in quello spazio vuota c'era qualcosa di diverso, in quello camera bianca e sterile c'era un peluche nero, una specie di lucertola salamandra..... un draghetto che era stato messo lì con cura da qualcuno. 
Si alzò un po barcollante e si avvicinò per guardarlo meglio e sotto il pupazzo c'era un biglietto scritto con una calligrafia infantile, ma con parole che nessuno gli aveva mai rivolto con sincerità prima di quel momento: "Spero che lui ti aiuti più di quanto ho fatto io. Buon Natale"
- Natale.....














Scusate lo stratosferico ritardo, ma uno stage mi ha portato via molto tempo e molte energie. Volevo augurarvi buon Natale (in ritardo) e buon anno nuovo

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Capitolo 16
*** Il Ballo dei Medici ***


Intanto Alys era andata a bersi una tazza di tè sul ponte della nave dove vi erano stati messi dei tavolini per godersi il panorama. Le piaceva sentire il vento sulla pelle e il tepore del tramonto, quando ad un certo punto qualcosa si poggiò sulle sue spalle
- My lady, deve coprirsi o rischia di prendere un malanno
L'uomo le aveva messo il frac sulle sue spalle
- Ti ringrazio Sebastian 
Riprese a guardare il tramonto mentre si sorseggiava il suo tè caldo con qualche tartina e fu allora che sovra pensiero disse qualcosa che attirò l'attenzione del maggiordomo
- Tu hai mai amato un tramonto? 
- Come prego? 
Appena sentì la voce del demone i suoi pensieri tornarono a terra
- Oh! Nulla. Scusa la domanda sciocca è.... è che ero sovra pensiero
- Capisco
- Prego, siediti pure
- Oh no, my lady. è sconveniente per un servitore sedersi con la sua padrona
- Ma non per un suo amico. Lo sai che io non mi faccio troppi problemi con chi ha un ceto sociale inferiore al mio 
Lui lo sapeva bene e così decise di accontentarla. Rimasero a fissare l'orizzonte a lungo, ma tra loro due non erano solo i pensieri di Alys in fermento, anche perché il maggiordomo stava pensando a come proteggere la sua padrona dalla pazzia di un'uomo che l'ha perseguitata per anni e un ragazzo che non ha rispetto per la vita altrui. 
Non che lui fosse da meno, ma sapeva cosa voleva dire capire il valore di una persona solo dopo averla persa e si era ripromesso che non sarebbe successo mai più.
- è ora di rientrare. Suo fratello sarà in pensiero
- Non ti ha mandato lui? 
- Bhe... diciamo di si
- Huhu.... Sei un pessimo bugiardo
- Lo crede davvero? 
Le rivolse un sorriso malizioso che la mise in un profondo disagio
- Si. Andiamo 
Lanciandogli la giacca in faccia 

Quando Shade riaprì gli occhi si rese conto che erano passate delle ore
- Cazzo!
Si alzò subito dal letto ed uscì dalla stanza per andare nella cabina dei Phantomhive e appena la raggiunse vide che lei e Sebastian stavano per entrare
- Shade. Ma che ti è successo? 
- Cosa?!
Lei gli si avvicinò e cominciò a togliergli delle piume che erano rimaste tra i suoi capelli
- Haha! Sembri un pulcino
- Ti pare il caso? 
- Si. Tanto qui non c'è nessuno a parte noi
Lui le prese il polso e la portò a pochi centimetri dal suo viso. Fu allora che Sebastian si irrigidì prendendo l'altra mano della giovane tirandola a se 
- My lady. Siamo in ritardo, ricorda? 
I due si separarono immediatamente 
- Si. Tu va da Ciel io aiuto Shade a spiumarsi 
Prese per le spalle Shade e lo girò cominciando a spingerlo verso la sua cabina. 

Una volta arrivati.....
- Ma cos'è successo qui dentro?
- Ho avuto delle visite
- Visite? Io la definirei più un'irruzione in piena regola. Vado a dirlo al capitano
Shade si mise davanti alla porta 
- Non mi sembra il caso
- Perché? 
- Come gli spiego la presenza di voi Phantomhive e me sulla stessa nave? 
Ci pensò un po' e poi capì che la storia di una gita insieme non avrebbe retto
- Effettivamente non hai tutti i torti. Va bene!
Si rimboccò le maniche e con un nastro si legò i capelli cominciando ad andare avanti e indietro per la stanza
- Si può sapere cosa stai combinando? 
- Questa stanza è un disastro e di certo se le cameriere della nave venissero qui dentro andrebbero a riferirlo al capitano e come hai detto tu, non possiamo farci scoprire o la missione verrebbe scoperta
Lui non riuscì a trattenere un sorriso beffardo 
- Certo che sei più risoluta di quanto pensassi
- Come? 
- E va bene. Hai vinto 
Anche lui si rimboccò le maniche mettendosi a riordinare. Passò un'ora quando mentre Alys frugava tra le piume non vide qualcosa di nero e morbido
- Yuo!
Shade si girò ed andò da lei
- Ma che....
- Questo è Yuo! Era il mio draghetto. Quello, che mio padre fece fare per me, ma.... credevo di averlo perso tanti anni fa. Perché è qui? 
Guardò il ragazzo mentre stringeva a se quel vecchio peluche nero
- Ecco.... 
Non poteva certo dirgli la verità. Doveva trovare una scusa 
- Quella è una copia. Tuo padre ne fece fare due.
- Oh...
Si vedeva che era delusa e lo ripose su un ripiano delicatamente dopo aver sistemato tutto
- Credo che tu debba andare
- S.. si. Allora.... vado a lavarmi 
- Va bene.

La accompagnò alla cabina del fratello, ma c'era qualcuno ad aspettarla
- Il maggiordomo ficcanaso
- Come? 
- Nulla 
Lei rientrò mentre Sebastian rimase fuori
- Ne ho abbastanza di te! Non mi importa chi tu sia, ma sta lontano dai miei affari
- Se vogliamo essere precisi sono i tuoi affari che sono venuti da me e poi se vogliamo essere franchi, tu non hai fatto un patto con Alys, ma con suo fratello. Quindi sei tu ad esserti messo in mezzo
- Bada a come parli umano
I due si separarono lasciando un'aria pesantissima nell'aria








I giorni passarono e finalmente giunse la sera del ballo sulla nave, ma.....
- Siamo in ritardo!
- Scusa fratellino, ma non è fa... AAH!!!
- Alys!
- Tutto bene... è il corsetto
Fu allora che Ciel ricordò la sua spiacevole esperienza con quegli aggeggi infernali
- Ehm... si, ma... non puoi farne a meno? Tu hai già una vita perfetta
- Dillo a Sebastian. AHI! Non così stretto
- Mi spiace my lady, ma il bonton prevede un'abbigliamento appropriato 
- Voglio vedere dove sarà l'appropriato quando sarò stecchita sul pavimento 
Dall'altra parte della porta del bagno Ciel sentiva ansimare la sorella. Quando ebbe finito Alys uscì con un corsetto che le metteva in risalto i seni prosperosi senza le spalline che davano un senso di provocazione con tutta quella pelle scoperta e una sottogonna bianca e ricamata in pizzo, era la prima volta che Ciel vedeva un corpo femminile così sviluppato e visto che non era abituato cominciò ad arrossire attirando le preoccupazioni della sorella
- Ciel! Che ti prede? Hai la febbre? 
Si chinò per sentire la fronte del fratello, ma questo non migliorò la situazione visto che Ciel era in prima fila sulle sinuose forme della sorella
- N..no! Sto bene 
Si allontanò voltandosi
- Sicuro? 
- SI! E vestiti!
- Ma che ti prende? Non è la prima volta che mi vedi in biancheria e quando eravamo piccoli facevamo anche il bagno insieme
- Si, ma adesso è diverso
Uscì sbattendo la porta lasciando la sorella con un palmo di naso
- Perché fa così? 
- Credo che sia a causa del suo cambiamento fisico. Nemmeno io ci sono rimasto indifferente
- Il mio.... Oh!
Solo dopo un po ci arrivò e cercò di coprirsi con le braccia
- Ma come ti permetti? 
- Ma se le ho fatto anche il bagno....
- FUORI!!!
Poco dopo sia il fratello che il maggiordomo si ritrovarono sfrattati dalla cabina e uno di questi aveva una bella cinquina pulsante su una guancia. Ciel notò il vivido rossore sulla faccia del maggiordomo
- Che ti è successo? 
- Disguidi verbali
- Verbali eh? 
Ci volle un po prima che li facesse rientrare e quando finalmente tutti furono pronti raggiunsero la sala da ballo


- Bene. Allora per prima cosa andremo a salutare gli zii. Snake verrà con me come mio valletto, mentre tu Alys verrai accompagnata da Sebastian come tutore e andrete a cercare Shade
- Non ce ne sarà bisogno. Sono qui 
Da un lato in ombra uscì il ragazzo a braccia conserte. Portava le scapre nere lucide, dei pantaloni blu scuro tenuto su da una cintura di cuoio. La camicia bianca inamidata sul colletto alto era fasciato da un fular grigio, mentre il gilè di seta rossa bordò aveva ricami persiani con bottoni d'oro il tutto contornato da una giacca anch'essa con rifiniture di pregio
- Siete in ritardo
- è colpa mia. Ho avuto problemi col corsetto
- Lasciamo perdere. Tu Ciel vai coi tuoi domestici e Katrin. Ci penserò io ad Alys
- Va bene. Aspetta... Katrin? 
Alle spalle del giovane venne fuori la ragazzina con un bellissimo vestito rosa pastello e oro. I capelli erano raccolti indietro lasciando alcuni ricci ribelli cadere sulle spalle come delicate spirali il tutto tenuto fermo da un fermagli di madreperla e rose di seta in coordinato col vestito, lo scollo a barchetta metteva in risalto l'ametista che portava al collo e il corsetto ricamato mostrava le sue curve sinuose in procinto allo sviluppo, mentre degli splendidi disegni fatti dai migliori ricamatori permettevano alla parte superiore dell'abito di mostrare le rifiniture in oro su tutto quel rosa cipria, mente la gonna piena di drappeggi puntati con rose di seta rosa pallido permettevano di vedere un'altra gonna in tulle color avorio sotto quella pesante drappeggiata in raso. Appena Ciel la vide arrossì, ma con l'oscurità sperava di non farsi nota
- Vo... vogliamo andare? 
- Certo!
Era solare come sempre, sebbene sapesse dei rischi della missione, ma a Ciel le piaceva per questo. I due scesero sotto gli occhi di tutti e di certo non sfuggirono allo sguardo di Lizzy che in quel momento stava fumando dalla rabbia. Intanto Sebastian teneva sotto controllo la zona grazie anche ai serpenti di Snake


- Sei pronta? 
- Si
Shade gli porse la mano e questa l'afferrò dopo un secondo di esitazione. Sapeva cosa significa prenderla, da quel momento sarebbe entrata nel mondo oscuro dove la sua famiglia ha camminato per generazioni e dove uno dopo l'altro erano caduti come pedoni degli scacchi.
I due appena raggiunsero l'entrata sembrava che avessero fermato il tempo sulla nave . Nessuno fiatava, nemmeno l'orchestra, mentre i due scendevano la scalinata, tanto che il silenzio della sala pesava come un macigno e si vedeva che Alys questo non lo sopportava e così Shade decise di intervenire prendendo un bicchiere di vino che un cameriere portava su un vassoio vicino a loro 
- Cos'è questo silenzio? Pensavo che fosse una festa  
Usò il suo carisma per sciogliere la tensione che si era creata, fu allora che il maestro si risvegliò esortando i musicisti a riprendere a suonare e questo riportò tutti più o meno alla normalità
- Grazie, ma..... perché si sono bloccati? 
- Ho l'impressione che sia a causa del nome dei Phantomhive
- Ma con Ciel non lo hanno fatto
- Ma lui non è sopravvissuto per anni fuori dalla vita aristocratica. Ora ritorniamo al nostro lavoro 
- Si
Lei si agganciò al suo braccio facendo salire la pressione al demone che stava osservando tutto da un'angolo della sala.
In quel momento avrebbe voluto staccargli la testa dal corpo, ma la cosa che lo irritava di più è che non capiva il motivo di tale gelosia, che poi.... più di qualunque altra cosa non voleva dargliela vinta
I due ragazzi si diressero alla tavolata dei dolci, quando non partì una musica allegra su richiesta di una facoltosa signora americana che fece risvegliare Alys
- Io la conosco questa canzone
- Eh? 
Lo prese per mano trascinandolo nella pista da ballo dove cominciarono a ballare. Ovviamente Shade non era preparato a quell'evenienza, ma forse quel fuori programma avrebbe attirato l'attenzione del medico e fu proprio così 


Dall'angolo della sala un'uomo di mezza età venne attirato dalle risate gioiose di una dama che stava ballando
- Scusatemi signori
Si congedò dalla sua cerchia di colleghi per avvicinarsi meglio al bordo della pista, ma a causa delle numerose coppie era impossibile per lui vederla, ma Shade l'aveva già individuato e così....
- Alys
- Che c'è? 
- Tu sai cantare vero? 
- Diciamo che me la cavo 
- Bene 
La prese trascinandola vicino all'orchestra 
- Cosa ti piacerebbe cantare?
- Eh? 
Il maestro si avvicinò 
- Posso fare qualcosa per voi? 
- Lei vorrebbe catare, se fosse possibile
- Ma certo. Cosa vorresti cantare cara? 
Lui gli fece vedere gli spartiti permettendo alla giovane di scegliere
- Ecco... questa
Porse all'uomo il foglio e questo ne rimase esterrefatto. Era uno dei brani più difficile per chi lo cantava
- Ne sei sicura? 
- Certo
- Va bene
La fece salire sul palco dopo un po' che cominciarono a suonare, la gente si fermava ad ascoltare, mentre il dottore si avvicinava sempre di più. Il piano stava funzionando.
Quando ebbe finito, tutti l'applaudirono meravigliati dall'esecuzione. Grazie anche a quella distrazione Sebastian, Ciel e Katrin poterono allontanarsi senza dare nell'occhio 
Il maestro e l'orchestra si congratularono con lei e anche gli altri, quando......
- Avete una voce meravigliosa. Bravissima
Alle sua spalle apparve quell'uomo
- Posso sapere il suo nome? 
Questa si girò e appena il medico la vide perse il respiro
- Alys. Mi chiamo Alys Phantomhive
- Tu....
Una mano la prese da dietro trascinandola lontano dall'uomo
- Aspetta!
Ma anche costui venne fermato da un collega
- Non adesso dottore. è ora di andare
- Si, ma.... 


Intanto..... 
- Ma che t'è preso? 
- Ti ricordo che siamo in ritardo e tuo fratello ci aspetta
- Va bene, ma allora perché mi hai fatto cantare?
- Mi serviva un diversivo
- Un diversivo per cosa? 
- Per permettere agli altri di andare a prepararsi 
Quando arrivarono trovarono Ciel con una parrucca bionda, Katrin coi capelli neri e Sebastian coi capelli più lunghi del normale
- Ma che... che state facendo? 
- Ci mascheriamo non vedi? Cosa che dovresti fare anche tu
- Co...
Shade le mise una parrucca di capelli biondi in testa, mentre lui se ne mise una dal color platino tutti lo guardarono in modo strano
- Che vi prende? 
- Ecco... non siamo abituati a vederti così
- Vi sembra questo il momento di pensare a certe cose? 
Poi la ragazza lo guardò meglio
- Ma sai che non stai affatto male? 
Lui la zittì subito 
- Ora andiamo. Vecchio cos'hai scoperto? 
Appena Sebastian si sentì chiamare così il suo tic nervoso al sopracciglio si ripresentò, ma mantenne la calma
- Per entrare bisogno conoscere la parola segreta 
Ciel si voltò verso il demone con sguardo serio
- Quale sarebbe?
Appena il maggiordomo la disse sul volto dei presenti si presentò un'espressione di repulsione pura. Ciel e Shade erano i più contrariati di tutti
- Ma... dobbiamo proprio farlo? 
- Credo che sia vitale lady Katrin
Una volta chiarito Shade diede tutte le direttive
- Il primo ad andare sarà Sebastian diremo che è il padre di Ciel e Katrin, mentre Alys sarà sua cugina
- Perché mia cugina? Non potrebbe essere mia sorella come nella realtà?
- Non ti sembra un po strano che una ragazza di diciassette anni abbai un padre così giovane? 
Una volta chiarita la situazione si avviarono


Una volta entrati nella sala privata un gentiluomo parecchio in carne e con l'aspetto paffuto li notò dicendo la prima parte della frase chiave per entrare nel giro. Ciel e gli altri la pronunciarono all'unisono e alla fine gridarono la fenice mettendosi tutti in una posizione a dir poc ridicola. Inizialmente l'uomo non fece nulla, ma dopo qualche secondo li imitò dando il ben venuto e consegnando loro una spilla che li identificava come membri consigliando loro di metterle.
- Non voglio rifarlo mai più 
Ciel lo disse tutto paonazzo mentre la sorella glie lo puntava alla giacca, quando una risata a loro familiare provenire alle loro spalle attirò l'attenzione del gruppo
- HAHAHAHA!!!! Chi l'avrebbe mai detto che avreste fatto una cosa del genere!!!Hahahaha!!!!
- Undertaker? 
- Dire "la fenice" con una faccia così seria! Hahahaha!!!!
- Bastardo!
- Su, su padroncino
Il becchino notò subito Alys e Shade
- Ah, vedo che il mio terrificante sicario preferito ha deciso di unirsi alla festa 
- Undetaker
Alys era confusa nel sentirli parlare così tranquillamente
- Lo conosci? 
- Si....
- Eh? Ma vuoi scherzare? Certo che lo conosco. Questo piccolo diavolo è uno dei miei clienti abituali
- Clienti? 
L'uomo si mise vicino al ragazzo mettendogli un braccio attorno alle spalle
- Non hai idea di quanto lavoro sotto banco mi procuri questo qua. Spesso e volentieri ad oberarmi di lavoro è più lui che l'ospedale stesso
Tutti lo guardarono inquieti, ma questo non fece alcun effetto al giovane, quando Ciel decise di interrompere quel silenzio imbarazzante 
- Comunque noi siamo qui per investigare sugli esperimenti illegali svolti sugli esseri umani
Shade si intromise nella conversazione 
- Sai qualcosa riguardo la resurrezione dei mori? 
- Un momento. Voglio un compenso per certe informazioni. Perché non mi eseguite un'altra volta quella posa? 
- Ma che diavolo stai....
- LA FENICE!!!!
Una voce a Ciel molto familiare fece accapponare la pelle e quando questi rivolsero gli sguardi verso la proveniva lo videro
- Scusate. Ho rielaborato la posa secondo il mio stile
- Ma quello... è il visconte Druitt
- Chi? 
Le due erano parecchio confuse, ma Sebastian sapeva bene il motivo per cui era lì
- Adesso che ci penso ha una laurea in medicina
Quest'ultimo si avvicinò a Sebastian
- Oh cielo. Siete nuovi? 
- Si. Abbiamo letto l'articolo sul giornale 
- Oh cielo. Certo che madame Samuel è proprio una chiaccherona, che seccatura. Divulgare i nostri segreti così alla leggera oh?
Dopo un po Driutt notò Ciel nascosto dietro Sebastian
- Per caso ci siamo già incontrati da qualche parte? 
Ciel rispose irruentemente alla domanda dell'uomo
- NO! Sono sicuro che è la prima volta che vi vedo!
- Infatti, di sicuro non potrei mai dimenticare un bimbo con un viso così grazioso come voi. Ah... che fasciatura pietosa avete 
- Oh... m-mio padre mi ha detto che se fossi venuto qui sarebbero stati in grado di curarmi 
- Ed ha ragione, sono certo che Ryan vi curerà. Sono ansioso di fissare entrambi i vostri occhi
Quando quelli del visconte non si posizionarono su Alys
- Oh! Che maleducato. Non mi sono presentato
Shade si mise davanti ad Alys
- Non ce ne sarà bisogno
La prese portandola via. Intanto Ciel si guardò intorno
- Dov'è finito il becchino?
- Chissà di cosa stava parlando prima 
A quel punto le luci cominciarono ad abbassarsi illuminando una specie di palco, alla loro sinistra degli uomini entrarono con una bara sulle spalle posizionandolo sulla struttura
- Ehi voi! Sta per iniziare
Dluitt raccolse il gruppo e lo spinse sulle prime file 
Sul palco salì un'uomo sulla trentina. Ryan Stoker lo scienziato che era riuscito a portare in vita un morto. La sala piombò nel silenzio mente l'uomo si presentava con grande enfasi parlava della sua scoperta e sui suoi sviluppi futuri che avrebbe portato
Stoker cominciò a scoperchiare la bara riempiendo tutti di belle parole, ma Ciel come anche Shade non erano così facili da abbindolare
- Secondo te quel cadavere è vero
- è probabile
Alcuni degli assistenti del dottore cominciarono ad attaccare degli elettrodi lungo tutto il corpo dopo di che tirarono giù una leva e questo si riempì di scariche elettriche, quando interruppero il flusso di energia il colpo cominciò a muoversi e il dottore cominciò a urlare il suo canto delle vittoria
- Risorgi! Risorgi come la Fenice!
I genitori della ragazza l'abbracciarono in lacrime mentre la folle esultava al miracolo. Ciel incredulo non credeva a quello che stava vedendo 
- Ma cos'è successo?! Possibile che abbia veramente resuscitato un cadavere?!
Ma dopo qualche istante questo abbracciò la madre, ma non per affetto. In un secondo di distrazione la morse come un'animale assetato di sangue e dopo aver ucciso i genitori, si scagliò contro il pubblico e il primo che puntò fu Ciel
- CIEL!!!
Alys si lanciò contro il cadavere evitando che prendesse il fratellino e nella colluttazione la parrucca le cadde a quel punto anche gli altri si tolsero i loro travestimenti
- SEBASTIAN!!!
- Subito
Prese i coltelli colpendo la defunta che cadde all'indietro
- Lady Alys si allontani!
La ragazza obbedì e si mise dietro di loro, 
- L'hai beccata? 
- State indietro
Sebastian si mise davanti ai due fratelli, mentre Shade si affiancò anche lui armato delle sue spade quando vide che quell'essere cominciava a rialzarsi
Ciel basito indietreggiò con la sorella
- Ma che diavolo è quella?! 
- Sono sicuro di averla trafitta al cuore. Non riesco proprio a comprenderlo quest'essere
- Ricorda che non è umano
Le persone terrorizzate scappavano verso le uscite, durante quella confusione Alys venne afferrata e trascinata via dalla folla approfittando della confusione, mentre Ciel accanto al demone analizzava la situazione
- Non avrei mai immaginato che questa storia fosse vera
- Merda. Ho fallito
Stoker insieme ad altri due suoi assistenti si avvicinarono alla creature
- Che fate lì impalati fatela fuori
- Si signore
I due uomini cominciarono a fare fuoco sulla ragazza, ma fu del tutto inutile e vennero attaccati come i genitori della defunta mentre Stoker se la dava avanti
- Aspetta!
- Signorino 
- Come diavolo facciamo ad ucciderla? 
- Che ne dice se facessi il suo corpo a pezzi? Così non sarà più in grado di muoversi
Quando una voce li non interruppe
- Questi tipi non crepano a meno che non gli spacchi la testa 
Dal nulla apparve un'uomo vestito di nero che si fiondò sulla ragazza uccidendola
- Dovresti prestare attenzione alle cose importanti
- Ma tu sei....
Quando lo shinigami la fece fuori la situazione si calmò, ma Shade non era molto tranquillo e dopo essersi guardato un po' intorno 
- Aspettate. Dov'è Alys?











Finalmente sono riuscita a pubblicare e niente di meno che per il mio compleanno. Sono felice, spero che vi piaccia questo capitolo e che mi seguiate ancora. Ciao   

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Capitolo 17
*** Il risveglio dell spade ***


- Anche Katrin era sparita.
Ciel cominciò a guardare se si fossero nascoste dei paraggi, ma erano proprio scomparse, ma sul pavimento vide la sua collana.
- Merda! Devono essere state trascinate dalla folla mentre stavano scappando.
Ciel guardò i due.
- Saranno al sicuro? 
I due sapevano che era poco probabile vista la situazione, però in quel momento avevano altri problemi a cui pensare. In quel momento il giovane shinigami era impegnato sul suo lavoro, ma per quanto ancora lo sarebbe stato?
Improvvisamente il quattr'occhi scattò.
- Aspetta un'attimo! Io questa qua l'avevo già raccolta! Eppure ero sicuro di averla catalogata come si deve.
Ciel lo guardava abbastanza confuso.
- Ma chi è? 
- Credo che lo conosciate abbastanza bene signorino.
- Guardalo bene Ciel. Quello è uno shinigami.
Il dio della morte dopo un po' di raccolte si accorse dell'aura demonica che impregnava l'aria, spostando la sua attenzione sui tre, dopo averli osservati per bene si avvicnò a uno di loro.
- Quel portamento.... Tu, non sei per caso il famoso Sebby? 
- Si sbaglia. Io sono Shade Axel Winsor. Sebastian è lui.
Indicando con irritazione il demone accanto a se.
- A dir la verità non sopporto quell'isulso nomignolo, ma... si. Sono Sebastian Michaeils, maggiordomo della famiglia Phantomhive.
- Ah! Davvero non sei tu? 
Guardando il ragazzo con minuzia.
- Decisamente no.
Affermò il principe piuttosto seccato dall'errore del raccoglitore di anime.
- Strano eppure coincidi alla perfezione con la descrizione del mio superiore.
Shade e Sebastian lo guardarono malissimo.
- Hey! Non è colpa mia se coincidete entrambi con la descrizione del mio capo. Comunque io sono Ronald Knox, shinigami divisioni archivi del reparto spedizione. Grazie per esserti occupato del mio capo.
A quel punto Shade andò dal dio della morte. 
- Poco fa hai detto che non possono essere uccise se non colpiti alla testa. Voi sapete qualcosa sulla pratica della resurrezione? 
- Sfortunatamente nemmeno noi siamo a conoscenza di cosa stia succedendo, sappiamo solo che sono solo corpi privi di anima che si muovono.
- Quindi non la si può definire resurrezione.
- Bravo altezza!
S'inchinò, ma era più una presa in giro che una vera riverenza.
- Anche noi non ci stiamo capendo nulla e per quello hanno mandato anche quelli della distribuzione come me.
Sebastian si affiancò la ragazzo per osservare meglio il cadavere abbattuto dallo shinigami.
- Quindi per ucciderli basta spaccargli la testa?
- Ti correggo Sebastian. Se gli spacchiamo la testa gli impediremo di muoversi. In pratica sono già morti ed è questo a renderli più pericolosi.
Dopo aver finito con le domande se ne andarono verso l'uscita quando lo shinigami non attaccò Sebastian alle spalle. Fortunatamente fu abbastanza rapido da bloccare la falce, a quel punto Shade sbucò da dietro il demone piazzando un forte calcio a Knox che finì contro il muro.
- Ciel va!
- Si.
Mentre il giovane conte se la dava a gambe, i due si prepararono al combattimento.
- Sei pronto? 
- Si. Andiamo!


Intanto Ciel era arrivato alle scale di sevizio che portavano ai diversi livelli della nave. Il luogo buio dava un che di sinistro contornando quella scena surreale da commedia dell'orrore. Proprio quando stava per prendere fiato una mano si poggiò sulla spalla del conte che immediatamente estré la pistola puntandola contro il suo presunto aggressore.
- Fermo! Sono io!
- Katrin?! Dov'eri finita? 
- Mentre la gente scappava sono riuscita a non essere calpestata nascondendomi qui.
- Dov'è Alys?!
- Non lo so, il trambusto che si è creato ci ha divise.
- Capisco. Ascoltami torna immediatamente da mia zia. Hai capito? 
- Si, ma...
Non fece nemmeno a tempo a replicare che Ciel corse via come un razzo verso la stiva. Con una torcia illuminò il vasto spazio, ma dopo un po' sentì un rumore e con la pistola in una mano e la torcia nell'altra puntò Snake.
- Snake? Che ci fai qui? 
- Volevo dividere la torta con i nostri amici "dice Wild".
- Ciel!
- Katrin! Ti avevo detto di andare di sopra o sbaglio?!
- Siamo in ballo tutti quanti, quindi non provare a fare il martire con me chia....
Stava per finire la frase quando non sentì qualcosa di viscido colargli sulla spalla. Appena i due lo videro l'essere cercò di mordere la ragazzina, fortunatamente Ciel la prese in tempo allontanandosi il più possibile, poi però l'attenzione di Snake fu attratta da un simbolo di un'uccello che il cadavere portava addosso.
- Ma quello...
- Cosa c'è Snake? 
- Quel simbolo... l'ho già visto. 
- Dove? 
Il ragazzo si voltò indicando delle lunghe file di bare impilate le une accanto alle altre.
- Ma cosa...
Poco dopo da queste cominciarono a provenire dei battiti e una alla volta si aprirono scaturendo l'orrore dei tre che si videro circondarsi di cadaveri semoventi. Il conte prese in mano la pistola cominciando a sparare contro gli zombie mirando alla testa. Katrin indietreggiando inciampò su una spranga di ferro perdendo l'equilibrio venne presa alle spalle da uno di questi, fortunatamente i serpenti di Snake lo bloccarono permettendo alla ragazzina di impugnare la barra e dargliela in testa mettendo a terra l'uomo.
- Smile! Vieni su presto.
Ciel si guardò intorno e prese Katrin facendola salire per prima, solo in seguito salì anche lui. Grazie ai movimenti limitati i morti non potevano raggiungerli sopra la grande cassa di legno, ma ciò non impediva loro di circondarli e forse in qualche modo raggiungerli. Il conte non capiva come potessero sapere che erano lì visti gli occhi cuciti, intanto Katrin con la sua spranga cercava di tenerli il più lontani possibile da loro, ma uno di questi li raggiunse, Ciel prese Katrin e abbracciandola le fece da scudo.
- Sta giù! 
- Ciel!
- Ti proteggerò a tutti i costi. Te lo prometto.
Stavano per essere divorati quando una spada volante  come se fosse un'elica non gli tagiò la testa impiantandosi nella cassa accando alla loro, dopo di ché una pioggi di coltelli non colpì quelli che si erano avvicinati pericolosamente a loro, appena alzarono gli occhi tirarono un sospiro di sollievo vedendo che erano Sebastian e Shade.
- Serve aiuto? 
- Shade! Che bello vederti!
- Ottimo lavoro signorino. è così che deve essere un gentil'uomo inglese.
- SEBASTIAN! Non stare lì a poltrire. Sistemali in fretta!
- Yes, my lord.
- Bene. State lì adesso ci occuperemo noi di loro.
I due si fiondarono sui loro avversari. Sebastian rimase ben presto a corto di posate e anche Shade era rimasto senza spade visto che l'aveva data a Snake per difendersi, erano circondati e dovevano trovare un'altro modo per farli fuori. Si misero schiena contro schiena.
- Tu come te la cavi con il combattimento a mani nude? 
- Metti in dubito le mie capacità maggiordomo? 
A quel punto il giovane scattò e a mani nude sfondò il petto di uno degli zombie estraendone il cuore necrotizzato, dopo di che con un calcio staccò la testa tranciando di netto la colonna vertebrale sull'atlante.
Sebastian non aveva mai visto una cosa simile nella sua lunga vita. Era il primo umano dotato di una forza e di una velocità simile, se lo avesse messo contro a un demone minore, Shade lo avrebbe sicuramente ucciso. Capì che quella volta durante il loro scontro non si era trattato di fortuna. 
- Sebastian! Muovi il culo!
Con un sorriso agghiacciante, il demone si mostrò per la bestia che era e i due cominciarono un combattimento sanguinario che agli occhi degli spettatori sembrava più una danza macabra fra due demoni che un combattimento e una volta finito il massacro di massa...
- Stai bene Katrin? 
- Si! Loro mi hanno aiutata.
- Abbiamo finito signorino.
Il demone protese le mani verso il conte che le guardò con riluttanza.
- Che vi succede? Su. Prego, da questa parte.
- Tsk! Non toccarmi con quelle luride mani. Mi insozzi. 
- Chiedo venia.
Il maggiordomo tirò fuori dalla tasca un'atro paio di guanti puliti e aiutò il suo padrone a scendere, ma quando questo poggiò i piedi sul pavimento allagato di sangue non riuscì a trattenere un'espressione di disgusto nel guardarsi le scarpe.
- Non potevi agire con un po' più di raffinatezza? Certo, che sei proprio una bestia.
- Chiedo umilmente perdono, le mie azioni sono state dettate dall'urgenza e poi, questi qui sono molto più resistenti degli esseri umani comuni.
- Ma per quale motivo in questa nave ce ne sono così tanti? 
- Perché questo non lo chiede a lui?
L'uomo lanciò delle posate alla loro destra bloccando la fuga di Stoker. Intanto Shade aveva raggiunto gli altri, ma notò qualcosa di strano in Stoker che continuava a dire frasi senza senso come....
- Dobbiamo scappare tutti. Lasciatemi andare!
Si dimenava come una ragazzina, ma appena i suoi occhi videro la lama del ragazzo si bloccò.
- Perché mai dovremmo scappare? Li abbiamo sistemati tutti.
- No! Voi siete pazzi! Dobbiamo scappare!
- Per quale morivo? 
L'uomo li guardò sorpreso e anche sconvolto.
- Ma come non lo sapete? 
- Cosa? 
L'uomo raccontò che in quella nave non vi era un'unica stiva che conteneva i bagagli, ma era divisa in due parti, a prua vi erano i bagagli dei passeggeri e le merci destinati in America, ma la poppa
- Cosa c'è A poppa? 
- La poppa è piena di questi esseri! Solo dieci volte in più di quelli che avete già abbattuto fin'ora.
- Cosa?!
Tutti si guardarono, erano sbiancati. La situazione era grave, se quelli si erano risvegliati sicuramente anche gli altri lo avevano fatto e visto il tempo che ci hanno messo a mettere fuori combattimento quelli, gli altri avevano sicuramente già raggiunto la prima classe invadendo tutta la nave. Ciel non ebbe scelta che prendere l'unica decisione possibile.
- Sebastian va dai miei zii e mettili in salvo.
- E voi signorino? 
- Io e Katrin ti rallenteremo soltanto, appena avrai sistemato la situazione torna a cercarci. Intanto noi andremo col dottore.
- Come? 
Shade gli mise la lama sotto il collo con fare molto minaccioso.
- Sono sicuro che questo sappia altro. Parla! Esiste un modo per fermarli? 
- E.. effettivamente ne esiste uno. Per ogni evenienza abbiamo installato un dispositivo che blocca le loro funzioni.
- Dove si trova? 
- Nella sala della dimostrazione.
Shade capì che la cosa non sarebbe andata a buon fine se fossero rimasti tutti insieme e così elaborò un piano.
- Ciel, Katrin. 
- Si.
- Voi andrete con Stoker ad attivare quel dispositivo.
- E voi? 
- Noi andremo a salvare gli altri e a cercare tua sorella.
Ciel si era completamente dimenticato di lei e che non sapesse difendersi e questo lo pietrificò.
- Va bene.
In preda alla rabbia Ciel puntò la pistola sulla tempia del medico e lo trascinò a forza verso la sala mentre i serpenti di Snake sotto il suo controllo lo tenevano fermo. 
Appena si furono allontanati Shade fermò Sebastian.
- Va tu da solo alla prima classe
- E tu che intendi fare? 
- Sono sicuro che quel pazzo abbia preso Alys approfittando della confusione. 
- Allora non basterai da solo!
- Non ho più tre anni. Non preoccuparti, la riporterò tutta intera.
- Bene, ma se dovesse succederle qualcosa non vedrai l'aba di domani.
- Sempre che non ti uccida io prima.
Dopo quelle parole i due si divisero.








Intanto in una delle cabine il medico stava già cominciato la sua opera. Aveva steso la ragazza priva di sensi sul letto cominciando a spogliarla. Era rimasta con il corsetto e la sottogonna in pizzo.
Prese la sua valigetta e in preda all'euforia tirò fuori moltissimi attrezzi chirurgici e anche degli elettrodi, quando fu tutto pronto l'ammirò nuovamente.
- Meravigliosa, sei davvero meravigliosa! Se solo ti avessi avuta prima.
Le sue pupille continuavano a contrarsi e a dilatarsi, la sudorazione non faceva che aumentare e la saliva cominciava a non restagli più in bocca. Voleva cominciare subito, ma appena posava gli occhi sul suo corpo non riusciva trattenere un sussulto. La sua pelle priva di impurità e candida come la neve, il suo viso perfetto era paragonabile all'antica dea Venere, mentre i capelli bluastri riportavano alla mente lo splendido cielo notturno d'inverno. 
Non si sarebbe mai immaginato che sarebbe diventata così e dopo un po' tutto il suo autocontrollo scomparve, inizialmente le toccò lievemente le gambe, ma più il contatto diventava diretto più la sua mano come un boa si insinuava sotto la gonna, mentre l'altra di estendeva lungo il corsetto pronto a strapparglielo, ma quelle sue perverse fantasie vennero interrotte dal timido risveglio di Alys.
- Dannazione!
Prese gli elettrodi e in tutta fretta cominciò a metterglieli lungo il corpo collegandoli con un generatore a manovella, in segiuto riempì una siringa con una soluzione violacea.
- Non preoccuparti mia cara. Vedrai che riporterò la tua luce su questa terra come quella notte.
Le inettò la sostanza e poi azionò la macchina che la pervase da potenti scosse.
- AAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!!
La stanza si riempì di luce mentre Alys era avvolta dall'eletricità, ma più passava il tempo, più nella ragazza si presentavano dei cambiamenti considerevoli, lentamente i capelli della ragazza stavano diventando bianco argento, ma tutto quel trambusto attirò l'attenzione dei cadaveri che nel frattempo avevano raggiunto le prime classi, sfondarono la porta nel pieno del'esperimento.
- NO! Non ora!
Uno di questi urtò il congegno interrompendo il flusso di corrente ma appena si avvicinarono ad Alys vennero sbalzati via da un fulmine. Quando la ragazza si alzò era ancor pervasa dall'energia che le era stata iniettata a forza, ma c'era qualcosa di strano in lei, oltre ai capelli bianchi i suoi occhi erano diventati azzurro ghiaccio e la sua espressione era fredda e spietata, quando vide che ne erano entrati una dozzina circa protese una mano in avanti, rilasciarono un fulmine che li carbonizzò e uscendo dalla stanza continuò la sua opera.

Intanto sul ponte della neve Shade vide il fulmine provenire da una delle cabine sopra di loro e sapeva cosa significava. Ricordava benissimo gli esperimenti che gli facevano su quella sedia con gli elettrodi e e le siringhe con quella sostanza violacea.
- Merda! 
Una volta rilasciato tutto la ragazza tornò normale e perse i sensi cadendo dalla ringhiera finendo sul piano sottostante mentre l'uomo veniva divorato brutalmente. Poco dopo arrivò Shada che uccise alcuni di quei mostri arrivando davanti al dottore moribondo, lo prese per il collo e col braccio lo alzò da terra
- Lei dov'è? PARLA!!!
- è lei... lo sapevo che era lei 
- Maledetto pazzo
Dalle mani del medicò scivolò una rotolo di antiche pergamene, sembravano pagine strappate da un vecchio libro. Shande le prese e le mise in un contenitore, poi corse a cercarla.

Alys dopo qualche minuto si riprese, non capiva come fosse finita sul ponte della nave, ma sentì delle urla poco lontano, spinta dall'apprensione per Ciel rientrò nei locali dove vide centinaia di persone terrorizzate che scappavano, ma non riusciva a comprendere cosa stesse succedendo e rimase ferma a osservare la scena mentre tutti cercavano una via di fuga.
Uno dei passeggeri le disse di fuggire, ma fu inutile perché uno dei cadaveri l'aveva presa per un braccio bloccandola. In una frazione di un secondo la ragazza prese una delle spade decorative sul muro decapitando il suo assalitore. 
Qualcosa era scattato, era come se un frammento di lei si fosse ricomposto, ma le riflessioni vennero interrotte dal pianto di un bambino che era circondato da quegli esseri, non era proprio il momento di stare ad arrovellarsi il cervello. Subito prese un'altra spada e si fiondò sugli aggressori del piccolo, trapassandogli il petto.
- Ma cosa.... Perché non muore? 
Con un calciò sfilò la lama dal torace guardandosi attorno.
- Ti prego! Ti prego aiutami!
- Stammi vicino.
Poi notò che il primo che aveva decapitato non si era rialzato come gli altri.
- Ma certo! La testa!
Lei si inginocchiò facendogli cenno di salirgli sulla schiena, lo guardò per rassicurarlo, ma in quel momento il piccolo notò che gli occhi della ragazzi da blu erano diventati azzurro ghiaccio
- Ora ti porterò fuori di qui
E anche il suo tono era cambiato. La giovane partì alla carica decapitando chiunque le si parasse davanti, con un'agilità incredibile riuscì a ucciderne gran parte e ad uscire dirigendosi verso le barche.
- Scendi!
Il piccolo obbedì e corse dai genitori, ma prima le tirò la gonna.
- Grazie.
- Abbi cura di te piccolo.
Alys accennò un sorriso accarezzandogli la testa per poi tornare ai locali principali.



Nel frattempo Sebastian aveva raggiunto i marchesi Midford che al momento stavano proteggendo alcuni passeggeri. Il demone intervenne tempestivamente spazzandoli via uno dopo l'altro.
- Maggiordomo! Era ora che ti facessi viviò.
- Marchesa. Voi state bene? 
- Si, Ciel e Alys? 
- Si marchesa. Mi hanno mandato qui per scortarvi alle scialuppe si salvataggio. Dobbiamo muoverci se vogliamo trovare posto, qui è troppo perico...
- Non possiamo venire con te.
- Eh? 
A quel punto intervenne il marchese. 
- Noi siamo i cavalieri della guardia reale da generazioni e non saranno questi fantocci a farci la pelle. Dico bene tesoruccio adorto? 
L'uomo in meno di un secondo si era trasformato da un valoroso spadaccino a un povero verme asservito alla moglie, (come anche il figlio del resto).
Esasperato il demone capì che era del tutto inutile insistere.
- Capisco

Intanto dalla torre di vedetta due marinai avvistarono qualcosa di molto grosso dirigersi verso la nave. Immediatamente lo comunicarono alla cabina, ma sfortunatamente nessuno rispose e questo portò la nave a colpire  l'enorme pezzo di ghiaccio che squarcò quasi tutta la fiancata della nave.
- Ma che diavolo....
Tutti quelli a bordo vennero sorpresi da una violenta scossa.
- Non è possibile.
Sebastian si affacciò alla balaustra della prima classe per vedere che fosse successo seguito da Eduward e con suo grande rammarico si accorse che la nave era stata colpita da un'isceberg.
- Non ci saremmo mica scontarti con quello?!
Intanto a uno dei piani più alti Shade aveva visto tutto e corse subito alla cabina di pilotaggio, si accorse chel'equipaggio era stato massacrato, ma non aveva molto tempo, la nave sarebbe affondata se non avesse fatto qualcosa, si diresse subito ai comandi chiudendo le porte stagne guadagnando tempo prezioso.
- Uff. Si preannuncia una nottata disastrosa.



Nello stesso momento nella seconda classe dove stavano Ciel e gli altri, tutti vennero colti dal forte boato.
- Cosa sono queste scosse? 
Pochi istanti dopo vennero travolti da una violenta massa d'acqua, quando il conte riemerse si guardò in torno preoccupato.
- Puah! KATRIN!
- Sono qua! Che succede? 
- Non lo so.
Uno degli uomini della seconda classe si accorse che le porte stagne si stavano chiudendo e così prese Ciel portandolo verso l'uscita
- Andiamo!
- NO! Katrin!
- Ciel!
- Non c'è tempo ragazzo!
Ma quando la porta stava per chiudersi il conte riuscì a liberarsi raggiungendola.
- Ciel, perché? 
- Ho promesso di proteggerti, ricodi? 
Intanto dall'altra parte Snake batteva contro il portellone
- Smile!
- Snake va!
- Ma non possiamo lasciarvi, qui! "dice Emily"
Il conte si guardò in torno e in un'angolo vide una griglia.
- Andate! Tu e i tuoi amici non riuscirete a resistere a lungo in quest'acqua fredda. Noi scapperemo dal condotto di areazione!
A quel punto Snake lanciò uno dei suoi serpenti in uno dei passaggi per l'aria.
- Smile! Kates vi farà strada.
- Va bene. A dopo.
Salirono per la scaletta che portava a una specie di terrazzino.
- Katrin! Togliti quel vestito.
- Che cosa?!
- Presto!
La ragazzina obbedì subito, ma si accorse che la chiusura si era bloccata.
- No... non ci riesco!
Ciel scese e glie lo stappò di dosso, ma nel vederla in quello stato si bloccò per qualche istante arrossendo lievemente. 
- Ci... Ciel?
- S.. si. Metti questo.
Si tolse la gicca dandola a lei
- Scusami per averti disobbedito.
- Mi scuso io per essere stato così violento... cof! cof!
- Ciel!
- Non preoccuparti! Mi è solo andata dell'acqua di traverso.



Intanto sul ponte un'altra persona si era appena fatta un bagno gelido sotto la chiglia della nave. Sebastian si era tuffato per vedere la situazione, ma aveva bisogno di più informazioni, fin quando non vide Shade ancora solo.
- Ma cosa... Dov'è la contessa?
- Ho trovato il dottore e lui era ormai morto.
- E Alys?!
- Ho controllato. C'era un lembo della sua gonna sulla balaustra che affacciava al piano sottostante. Deve essere caduta salvandosi.
- Maledetto bastardo! Avevi detto che l'avresti trovata!
Sebastian gli diede un pugno in pieno volto facendolo indietreggiare di qualche passo, il ragazzo però non reagì ed entrambi riprese il controllo.
- Adesso non c'è tempo da perdere dobbiamo andare a vedere la situazione. So dov'è la piantina navale.
I due si diressero alla cabina del comandante e Shade prese i progetti e Sebastian gli indicò dove si era formato lo squarcio.
- Da quel che ho visto la nave a quest'ora deve avere tre, no anzi quattro scompartimenti allagati.
- In caso di allagamento una nave può sopportare una massa d'acqua pari al proprio peso il che vuol dire.... che alla nave rimane meno di un'ora.
- Dobbiamo riunirci agli altri, sperando di trovare la contessa sana e salva.



Intanto nel condotto di areazione sopra la sala da pranzo in seconda classe...
- Sei sicuro che sia qui? 
- Non sento rumore di acquaAAAH!!!....
- Ciel!
Senza rendersene conto aveva poggiato la mano su una griglia non fissata cadendo dal condotto, ma....
- N... non fa male.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò tra le braccia del maggiordomo.
- Chiedo venia per il ritardo.
- Se... Sebastian?! Shade?! 
- State bene? 
- Si e i miei zii.
- Sono al sicuro...
Non fece in tempo a finire la frase che sentì un rumore provenire dall'alto delle scale, vennero attaccati da Grell e Knox.
- Bellone individuato!
Sebastian li guardò con uno sguardo disgustato e insieme a Shade e i due ragazzini schivarono l'agguato dei due shinigami.
- Ma voi siete...
- è da tempo che non ci vediamo. Incontrarci in un posto come questo deve essere destino!
- No! è una coincidenza.
Ma Grell in risposta a quella freddezza gli fece l'occhiolino mandandogli un bacio, disgustando sia il demone che tutti i presenti.
- Che glaciale! è questo che adoro di te!
- Ci risiamo.
- Ehi Knox! Potevi dirmelo che c'era Sebby, mi sarei fatta un make-up da urlo!
- Proprio per questo non glie l'ho detto. Se l'avesse saputo la raccolta sarebbe andata a farsi benedire.
Nel momento in cui i due shinigami erano alle prese con le chiacchiere i quattro se la diedero a gambe, sfortunatamente Grell se ne accorse e attaccò Sebastian alle spalle.
- Che cattivo! Accendere il fuoco della passione in una bellezza come me e poi giocare con i suoi sentimenti con l'abbandono. Sei proprio un'uomo orribile.
- La vostra è semplice autocombustione. Sono di fretta, quindi potrebbe spostarsi? 
- E se dicessi no? 
- Userei la forza.
Su Grell si insinuò un sorriso compiaciuto, ma raccapricciate agli occhi dei due mori.
- Non mi dispiacciono i tipi impetuosi, allora che ne diresti di lasciare il nostro bel romanzo e di passare a uno splendido amplesso all'ultimo sangue? 
La povera Katrin era sconcertata dalla parole dell'uomo (se così si poteva definire), effettivamente aveva difficoltà a distinguere se fosse uomo o donna un po' eccentrica.
- Ma chi diavolo è quello?! 
- Un semplice pervertito. Non vi avvicinate o rischierà di infettarla.
- Che screanzato! Io sono solo onesta riguardo ai miei sentimenti. 
Il rosso si fiondò sul maggiordomo affondando la sua Skythe, ma questo ruscì a schivarla contrattaccando con un calcio che andò a vuoto. Per evitare il secondo attacco saltò verso il muro per darsi la spinta, ma l'arma dello shinigami tentando un'affondo sul demone danneggiò l'oblò che esplose facendo entrare acqua e pezzi di vetro, un violento getto colpì i presenti. 
Approfittando della confusione anche Knox si fiondò sul demone ormai provato dai numerosi scontri.
- Ti sei dimenticato che ci sono anch'io? 
Ma poco prima che venisse fatto a fette col secondo attacco si mise in mezzo il giovane principe che lo bloccò con le sue due spade
- Tu sei mio quattrocchi!
- Ma cosa... Perché la mia Skythe non distrugge le tue spede? 
- Chissà... 
Ciel si mise su Katrin facendola da scudo, ma a causa della pressione dell'acqua venne sbalzato violentemente contro la parte e separato dall'amica che venne trascinata a diversi metri da lui, purtroppo la situazione volse al peggio quando vide che un gruppo di cadaveri si stavano dirigendo verso la ragazza. Prese le munizioni, ma furono inutili visto che la polvere si era bagnata, la giovane si alzò a fatica.
- Ci.. Ciel... I..io non volevo che finisse così.
- KATRIN!!!!
Fu alle spalle di questa che due teste caddero a terra. I presenti si bloccarono quando videro che il responsabile della carneficina che si stava svolgendo sotto i loro occhi era Alys.
- Ma cosa...
- Puoi alzarti? 
La contessa le porse un bastone. Katrin lo osservò e con uno sguardo deciso lo prese.
- Ho capito.
Le due andarono all'attacco come due furie. Alys con l'agilità abbinata ad una tecnica a due spade perfetta decapitò gran parte degli avversari, mentre Katrin usando la tecnica di combattimento ad alabarda fece fuori il resto. Quando le due si accorsero che tre dei mostri stavano per attaccare Ciel si fiondarono su questi che crollarono all'unisono lasciando tutti senza parole. 
- Non... non avrei mai voluto mostrati... questo mio lato.... ma...
La coetanea del conte si inginocchiò davanti a lui con un triste sorriso che avrebbe sciolto anche il cuore più gelido
- Hai visto Ciel? Questa volta sono stata io a proteggerti
Ciel ancora sconvolto l'abbracciò nascondendole le lacrime
- Katrin! Non è questo il momento delle smancerie
Poi la ragazza si rivolse ai pochi sopravvissuti alle sue spade
- Io! Alys Phantomhive, metto a giudizio la mie spade. La sentenza.... MORTE!


















L'immagine la metterò più avanti ho lo scanner che è andato in vacanza T^T

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Capitolo 18
*** Auree Demoniache ***


Con uno scatto fulmineo si sagliò contro l'orda di zombie decapitandone uno dopo l'altro senza battere ciglio. I presenti sconcertati osservavano la scena immobili.
L'Alys che conoscevano non avrebbe fatto del male ad una mosca, amava gli animali e se uno di questi si feriva correva in suo soccorso piangendo come una bambina, ma allora... chi era quella ragazza? 
Una volta abbattuti puntò immediatamente a Grell, ma a pochi centimetri dal volto dello shinigami Shade la bloccò, fermando la spada per la lama.
- Adesso basta Alys.
- Shade?!
Sebastian con dolcezza prese la mano che impugnava l'elsa.
- La prego my lady, non spingetevi oltre.
- Se.. Sebastian? 
- Costringere una lady ad una tale fatica a causa della mia negligenza... non sono degno del nome di maggiordomo.
- Sono pienamente d'accordo.
Come al solito Shade non era riuscito a trattenere una delle sue frecciatine velenose.
- Tsk! Comunque... da questo momento in avanti me ne occuperò io. State indietro.
Grell riprese la sua motosega con un sorriso a trentadue deni. Aumentò la sua morsa sull'impugnatura in modo che sia ben salda alla mano e in fine, era pronto a combattere.
- Era ora! Mi si era ammosciato l'entusiasmo iniziale.
Sebastian stava per partire all'attacco quando Ciel lo bloccò facendolo quasi inciampare.
- Sebastian! Non abbiamo tempo per certe cose. 
Shade impugnò le sue spade pronte per qualsiasi evenienza.
- Ricorda che dobbiamo trovare Lien Soker. è l'unico che può fermare questi ammassi di carne.
Intanto Konx, lo shinigami affiancato al rosso, prese il libro facendolo vedere al suo superiore.
- Capisco... Allora caro Sebby mi sa che dovremo rimandare la nostra notte di fuoco ad un'altra volta. Lo sai quel detto, vero? Prima il dovere e poi il piacere e credimi, per me sarà un'immenso piace.
Se ne andò lanciandogli una bacio con la mano come una sedicenne arrapata. In quel momento nell'aria volteggiò un cuoricino rosa confetto dritto verso Sebastian che dall'orrore si era praticamente pietrificato facendo rimbalzare quel disgustoso pegno d'amore.
Una volta soli la tensione scomparve e Alys crollò.
- Alys!
- Contessa!
Il principe la prese prima che cadesse a terra. Le scostò la frangia per vedere se avesse sbattuto la testa, o avesse altre ferite mentre gli altri restavano in apprensione intorno a loro.
- Non preoccupatevi. Ha solo perso i sensi.
I presenti tirarono un sospiro di sollievo, gli shinigami non sono noti per i loro modi delicati e Sebastian questo lo sapeva.
- Non possiamo restare qui, o quelli ci precederanno. AGH!
Ciel cercando di alzarsi gemette dal dolore cadendo a terra, aveva preso una brutta botta sulla caviglia quando era entrata l'ondata d'acqua, ma fino a quel momento non se n'era accorto.
- Ciel! Che hai? 
- Mi fa male il piede.
Katrin andò a controllare e notò che era parecchio gonfia, in quella situazione non poteva muoversi, figurarsi camminare.
- Accidenti! Non puoi andare in giro in queste condizioni. Su, salimi in groppa.
- Co.. come?!
Quella scena aveva lasciato tutti i presenti parecchio sorpresi e Ciel lo era più di chiunque altro.
- Bhè? Che c'è?
- My lady, è meglio se a certe cose provveda io.
- Oh cielo! Hai ragione Sebastian! Cosa diavolo mi è passato per la testa? Stupida! Stupida!
Comiciò a darsi ripetuti pugno sulla testa e a straparlare per l'imbarazzo, spesso con discorsi privi di senso. Era molto tenera a modo suo, ma venne fermata dal conte col suo dolce sorriso.
- Grazie comunque del pensiero.
A quello sguardo la ragazzina si calmò e non riuscì a fermare il rossore delle sue gote. Almeno fino a quando un certo nobile non ruppe l'atmosfera che si era creata.
- Poche smanceria. Prima di tutto dobbiamo riunirci col marchese e la sua famiglia. Porto io Alys.
- Ottima idea, andiamo.
Il demone prese Ciel improvvisando una fasciatura con dei lembi trovati in giro.


Il gruppo si mise in cammino per il ponte, nel frattempo Alys si risvegliò a causa del baccano che stava intorno a loro e dei sobbalzi che dava la corsa intrapresa.
- Mm.. che.. che succede? 
- Finalmente ti sei svegliata.
La ragazza si guardò in torno frastornata e vedeva molta gente scappare terrorizzata. Aveva un'enorme vuoto nella testa e non capiva cosa stesse succedendo.
- Perché stanno scappando tutti? 
- Non ricordi nulla? 
- No...
Qualche istante dopo nella mente della ragazza cominciarono ad accavallarsi delle immagini confuse, ma ben chiare, permettendole di collegare tutto quello che era accaduto.
- Aspetta! I cadaveri... hanno preso la nave!
- Lo sappiamo. Ormai non possiamo più fermarli, adesso stiamo andando alle scialuppe di salvataggio.
Il conte sentendo del chiacchiericci alle spalle vide la sorella che si era ripresa.
- Alys! Meno male che stai bene.
- Si... al.. almeno credo.
Il fratello cercò di rassicurarla esortandola a pazientare ancora un po' in quella situazione apocalittica.
- Resisti. Tra poco arriveremo al punto di raccolta.
- Va bene.
La giovane notò che con loro c'era anche Katrin che la fissava (chiassà come mai?), ma questo la sollevava. Temeva che le fosse successo qualcosa quando la folla le aveva divise dopo la dimostrazione.
- Ciao Alys! Come va il viaggio?
- Il viaggio? 
Solo dopo qualche secondo metabolizzò di essere tra le braccia del principe e che (da chiassà quanto), la stava portando in quel modo.
- EH?! NO! Mettimi giù immediatamente!
- Non abbiamo tempo e tu non sei ancora nelle condizioni fisiche per correre.
Era tutta paonazza e cominciò a dimenarsi come una bambina capricciosa
- Ti ordino di mettermi giù!
- Ordino?!
Ad incrociare il suo sguardo beffardo lei non riuscì a trattenere l'imbarazzo per ciò che aveva detto. Lei ordina? Al principe?! Capì che doveva essere impazzita (o avere preso una forte botta in testa)
Tra lo stupore collettivo, sembrava che Sebastian non fosse minimamente toccato da quella scena inusuale. Era come se quel comportamento tra i due ragazzi fosse del tutto naturale... come se i loro ruoli fossero sempre stati quelli, però a Ciel questo non era sfuggito e dio solo sa cosa poteva frullare nella testa di quel demone.


Una volta arrivati Alys gli mollò un ceffone in pieno viso davanti a tutti.
- Se ti dico di mettermi giù, lo devi fare! Non sono una ragazzina!
- Dal tuo comportamento si direbbe il contrario.
- La smetti di prendermi in giro!? 
I ragazzi si misero a bisticciare, mentre gli altri cercavano di passare tra la folla, incrociarono Edward che stava tentando di mantenere l'ordine tra i passeggeri nel panico.
- Edward! 
- Alys? Ragazzi! Meno male che state bene.
Il giovane marchese fulminò con lo sguardo il giovane conte. Ciel appena lo guardò abbassò gli occhi, consapevole del silenzioso rimprovero che stava subendo da parte del cugino.
- Scusa Edward... per la mia debolezza Alys...
- Già! Per la tua debolezza, ma non è questo il momento per metterci a discutere. Presto salite sulla scialuppa tra poco non ci sarà più posto.
Però il conte fece un passo indietro guardandolo deciso come non mai.
- Mi spiace, ma non posso.
Quelle parole sorpresero Edward, facendolo andare su tutte le furie.
- Ti sembra questo il momento di discutere?!
- Aspetta un momento... Allora cosa ci facciamo qui?
Il fratello non le rispose, ma al suo posto ci pensò il principe che non si faceva problemi a dire le verità più amare.
- è molto semplice. Sarete voi a salire e a fuggire.
- Che cosa!? Stai scherzando!?
Shade cercò di persuaderle spiegandole la situazione, ma sapeva che non sarebbe servito a molto.
- Non ci sono abbastanza scialuppe per tutti, così faranno salire le donne e i bambini per prima, poi se rimane qualche posto andranno gli uomini.
- Quindi... tu, Sebastian e Ciel vorreste stare qui!? Scordatelo!
Mentre la contessa e il principe stavano discutendo Katrin andò da Ciel.
- Ciel! Non stai dicendo sul serio, vero? 
La cuginetta del principe era sul punto di piangere, ma con una carezza sulla testa il conte le fece capire di farsi forza e che quella non sarebbe stata la fine.
- Non abbiamo altra scelta, mi spiace.
In quell'attimo di distrazione Sebastian le colpì alla nuca facendo perdere loro i sensi. Ciel prese Katrin e l'affidò a Snake ed Edward prese Alys.
- A proposito, fa salire costui al mio posto.
Indicando alle sue spalle il ragazzo serpente.
- Che cosa? 
- Ti affido le ragazze Snake
- Ma... Smile noi... SISSIGNORE!!!
Appena si assicurarono che la scialuppa stava per essere calata i tre scapparono lasciandosi dietro le imprecazioni di Edward






Si diressero verso il salone della prima classe quando da una delle porte laterali uscì il visconte Druitt e degli uomini che stavano trasportando uno stano marchingegno.
- Visconte Druitt!
- Eh? E voi come conoscete il mio nome? 
Immediatamente si zittirono, non volevano essere scoperti visti i loro precedenti incontri.
- Bhè! Immagino sia difficile non sapere che in società sono rinomato come l'incarnazione della beltà.
Come no.
- Perdonate la scortesia, perché vi trovate qui? L'interno della nave è pervaso da cadaveri ambulanti.
- C'è una cosa che non posso permettermi di lasciare qua a costo di sacrificare la mia splendida pelle. Con questo, quegli essere saranno come marionette nelle mia mani.
Capendo che non avrebbero tolto un ragno dal buco a Sebastian venne un'idea. Cominciò a formulare la parola d'ordine che avevano dovuto usare per entrare nel circolo privato della dimostrazione e come da copione, Druitt continù la seconda parte insieme agli altri gridando "Phoanix" con quel balletto idiota. Tutti tranne Shade (avrebbe preferito morire che rifare una cosa del genere), ma fortunatamente Druitt non se ne accorse.
- Allora siete compagni.
- Quel dispositivo serve a fermare i cadaveri vero? 
- E voi come fate a saperlo? 
Ciel fece uno dei suoi soliti sorrisi vincenti.
- Come immaginavo! Allora sei stato tu a...
- Se volete delle risposte vi consiglio di seguirmi. Ve lo mostrerò! Siamo all'alba di una nuova era e tutto questo grazie alla medicina.
Sebastian non si fidava de lui.
- Glie lo sottraggo con la forza? 
- No, noi non sappiamo farlo funzionare. Lasciamo accendere a lui.
Mentre lo seguirono sentirono la risata inconfondibile di una loro vecchia conoscenza. Tra i portantini della macchina vi era Undertaker.
- Ehilà conte! Come va? 
- Che diavolo ci fai tu qui?! 
- Mentre stavo scappando questi gentili signori mi hanno chiesto se potevo dargli una mano ed eccomi qua. 
Approfittando della situazione Ciel si avvicinò all'orecchio del becchino senza farsi notare dagli altri.
- Non è che sai come si usa questo coso? 
- Hihi! Chissà a cosa mai servirà questa roba? Comunque... vedo che lo hai rifatto il "Phoenix", eh conte?
- Dimenticalo immediatamente!!!
Ovviamente il piccolo Phantomhive andò su tutte le furie e non si fece problemi a mostrare tutta la sua frustrazione, ma invece che collaborare Undertaker si mise a ridere sguaiatamente facendo innervosire ancora di più il giovane ragazzino.


Quando arrivarono nel salone principale della prima classe, posizionarono la macchina al centro dell'area.
- Lo metti in funzione? 
- Per il momento no. Il cast non è ancora completo.
- Il cast?
In quel momento su uno dei corridoi sovrastanti si affacciò uno Stoker con una diavolo per capello accompagnato dai due shinigami.
- Druitt! Accidenti a te! Perché diavolo hai preso il dispositivo?
- Salve Lien! Stavo aspettando giusto te! Sei in tempo per vedere l'ascesa di una nuova era dove governeranno luce e bellezza.
- Eh? 
- Grazie a questo dispositivo, io creerò un nuovo impero! Hahaha!!!
- Cheee? 
Sebastian lo guardò piuttosto confuso e affranto dalla stupidità del nobile, mentre questi cominciò un monologo di auto proclamazione.
- Governato con immortalità e splendida decadenza da colui che ha fatto sua l'immortalità! L'impero di Aurora!!!
I due Shinigami capirono che la situazione si era complicata, ma Grell non se ne fece molti problemi e preparò la motosega innervosito dal pomposo discorso, prontamente Druitt mise sopra il marchingegno un bicchiere di vino, minacciando di distruggerlo se avessero osato attaccarlo. Konx cercò in tutti i modi di fermare il suo superiore, mentre su Sebastian si stava addensando una forte aura omicida , al contrario Ciel cercò di farlo calmare con la ragione.
- Mi sto gradualmente irritando? Posso ucciderlo? 
- No, aspetta. Capisco i tuoi sentimenti, ma...
Prima che il conte potesse finire il discorso le vetrate dei corridoi esplosero a causa del gran numero di cadaveri, questi avevano pervaso i corridoi circondandoli.
- Aspetta, ma quanti sono? 
- Visconte! Fa partire quel dannato dispositivo!
- Io non sono più il "visconte". Però... Se mi chiamerai "Cesar imperator" lo attiverò.
Ciel a quelle parole non ebbe più dubbi su cosa fare.
- Come volevasi dimostrare, uccidiamolo subito!
- Aspettate, capisco i vostri sentimenti.
Sta volta però fu Sebastian a frenare la sua ira. 
A quel punto il nobile cominciò a paragonarsi a Nerone in modo così teatrale che fece perdere la pazienza a tutti, persino a Konx che interruppe il discorso del biondo aggregandosi alla tesi di Grell.
- Ma perché non lo ammazziamo!?
- E tu perché mi hai fermato? Ehi tu! Accendi quel dannato aggeggio!
- Solo se farete per me in segno di devozione la danza della fenice.
A quel punto, basta. Nessuno lo soppoprtò più e tutti ebbero lo stesso pensiero.
- Come volevasi dimostrare. Uccidiamolo!
L'unico che sembrava si divertisse un mondo era Undertaker, ma non c'era da stupirsi. Tutti sapevano che aveva un senso dell'umorismo piuttosto deviato.
- Bene signori! Che il miracolo avvenga!
Il biondo azionò la macchina, ma... qualcosa non andò.
- Oh?.... NON FUNZIONA!!!
Il visconte cominciò ad andare nel panico più totale.
- Lien! Il tuo dispositivo non funziona!
- Cosa?! Com'è possibile?
Ciel guardò la situazione piuttosto confuso e si rivolse a Druitt per spiegazioni.
- Ma come? Non lo avevi costruito tu?! 
- Figurati se posso costruire una cosa del genre!
Stoker furioso urlò qualcosa che fece insospettire Shade, rimasto in silenzio per tutto il tempo.
- Dannato mi hai ingannato!
Grell con un diavolo per capello si scagliò come una furia contro Druitt.
- Maledetto! Era tutta una farsa!



In quel momento però a proteggere il borioso nobile apparve qualcuno che nessuno si sarebbe mai immaginato potesse intervenire.
Il becchino tirando fuori uno dei bastoni funebri bloccò la Skyte dello shinigami.
- Ma cosa... 
Lo sgomento generale fu unanime.
- Undertaker? 
- Aahh... Sarebbe una tristezza se il riso, scomparisse da questo mondo.
A quel punto l'uomo si scostò i capelli dal viso rivelando il suo vero volto. Sebastian si mise davanti al suo padrone con un sorriso compiaciuto.
- Avete celato la vostra vera essenza con abilità e tenevate gli occhi nascosti, quindi nemmeno io me ne sono accorto.
- Di che stai parlando? 
Grell ancora più incazzato di prima illuminò il giovane Phantomhive.
- Senti un po' moccioso, ma sei ritardato o cieco? Quella fluorescenza degli occhi verde d'orata?... è un dio della morte!
- Che cosa?!
- Che nostalgia. Era mezzo secolo che non venivo chiamato così.
Shade avanzò verso Undertaker. Tra loro c'erano dieci passi di distanza, ma in quel momento arrivò Stoker
- Undertaker! Mi hai usato! Avevi detto che quel marchingegno li avrebbe fermati e invece guarda che disastro!
- Allora eri tu la mente dietro l'associazione Aurora.
- Non lo nego mio caro principe. Mi serviva un povero idiota che potesse credere di poter portare in vita i morti con le sole conoscenze mediche.
In quell'istante il mondo del giovane medico cadde a pezzi.
- Che cosa? 
- Hahaha! Ma credevi veramente che con la tua medicina saresti riuscito a resuscitare i morti? Tu eri così accecato dal tuo successo da non renderti conto di aver sconfinato in territori che sovrastano di gran lunga la medicina!
Shade capì a cosa si stava riferendo.
- Dottor Stoker. Se sopravviveremo la dichiaro in arresto per aver utilizzato arti oscure su dei cadaveri.
- Perché? 
- Oh conte. Mi chiedete il motivo? Bhè visto che oggi avete pagato ampliamente vi darò queste informazioni gratuitamente.
Undertaker a quel punto spiegò che col passare dei secoli come dio della morte in lui era crescita una domanda: Cosa sarebbe successo se dopo la fine ci fosse stato un seguito? 
Visto che editare il record di una persona era perseguibile nell'associazione degli deli della morte, decise di abbandonare il lavoro scomparendo per più di cinquant'anni. 
In quel tempo aveva fatto diversi esperimenti senza mai essere scoperto e affinando sempre più quella tecnica proibita. Un giorno, gli venne in mente di riempire una nave di cadaveri semoventi per vedere cosa sarebbe successo e una volta aver avuto la risposta avrebbe fatto affondare la neve, ma nemmeno lui si sarebbe mai aspettato un'iceberg nel bel mezzo dell'attraversata.
- Mi fa venire da vomitare.
- Lei dice? Eppure ci sono persone che pagherebbero per avere le mia "bizzar dolls". Non provano ne dolore ne paura e grazie alla loro risonanza trovano chiunque abbia un'anima.
Tutti furono disgustati dalle sue parole e Sebastian più di tutti.
- Siete proprio andato.
- Hahaha! Non potevo immaginare che saremmo andati contro un'iceberg e non avendo accesso alla lista dei morti, per me è stata una grande sorpresa trovare due giovani colleghi qui.
- Capisco. Quindi la R.m.s. non sarebbe mai arrivata a destinazione.
- A causa vostra però sono sopravvissute più persone di quanto avessi immaginato. Chissà se verrò sgridato?
Grell e Konx capirono che la vicenda era tutta una macchinazione e di conseguenza non c'era tempo per fare rapporto di ogni anima.
- Visto come stanno andando le cose, non possiamo proprio passarci sopra.
- Eh già. Non esiste che un dio della morte faccia una roba come questa e poi.... Aspetta! Quello là non porta gli occhiali. Possibile che sia uno di quei rari così detti "scessionisti"? 
- Ti sembra questo il momento Knox? Comunque non posso perdonare chi interferisce con la vita degli umani per i propri capricci personali.
- Da che pulpito che viene la predica.
- Zitto Konx e poi.... E TUTALPIù NON POSSO PERDONARE CHI OSA SFREGIARE LA MIA SPLENDIDA PELLE DI FANCIULLA!!!! PUOI ESSERE FIGO QUANTO VUOI, MA NON VERRAI MAI PERDONATO!!!!
Lo attaccarono, ma il giovane dio che stava per prenderlo da dietro venne bloccato da Sebastian.
- Non possiamo permettere di portarvelo via. Perciò lo prenderemo in consegna noi.
Grell furioso si mise davanti al demone esortandolo ad andarsene. Questi erano affari degli dei della morte, ma allo stesso tempo lo erano anche dei Pahntomhive e vedere quella litigata fece sorridere il becchino.
- Sei sempre uno stoicissimo elettrizzante... Se sei di questo avviso vorrà dire che nemmeno io mi tratterrò.
- Il fatto che il verbo "trattenersi" sia contemplato dal vostro vocabolario è la cosa che mi ha stupito di più in data odierna.
Knox si era rialzato dal violento colpo e fece una proposta al quanto interessante.
- Allora, facciamo che chi lo prende per primo vince.
Undertaker era molto divertito dalla cosa e non se lo fece ripetere due volte
- Sembra una caccia alla lepre, allora.... Giochiamo!


In uno scatto i due shinigami e Sebastian si fiondarono sul malcapitato, ma non mancarono alla loro promessa, infatti il giovane shinigami tentò di falciare la testa del demone, (anche se con scarso risultato), mentre Grell si occupava della loro vittima pensando che fosse in svantaggio vista la miopia tipica degli dei della morte, però Undertaker in un'istante superò il rosso arrivandogli alle spalle e colpendolo con un violento calcio. 
Vedendo il suo superiore in difficoltà Knox abbandonò lo scontro con Sebastian per fiondarsi su di lui, però dall'alto il becchino lo colse di sorpresa e con uno dei bastoni funebri cercò di colpirlo alla testa, ma questo scansando il colpo perse gli occhiali, permettendo la grigio di colpirlo in faccia con un calcio.
Grell trovando gli occhiali li lanciò al collega, ma vennero nuovamente portati via da una delle posate di Sebastian, mentre le altre si erano conficcate in uno dei bastoni dell'ex dio
- Pensi di potermi battere con quelle posatine? 
- Non è all'altezza di una  Skyth, ma.... L'affilatura delle nostra argenteria è di prima qualità.
I due shinigami infastiditi dal fatto che Sebastian riuscisse a tenergli testa da solo li fece alquanto alterare. Misero da parte la loro "eleganza" e insieme attaccarono Undertaker che li bloccò con uno dei suoi bastoni, ma...
- Perché non la taglia? Eppure non c'è nulla che non riesca....
- Hihi! Nulla? Non è corretto. C'è una cosa che la falce della morte non può effettivamente tagliare.
- Non dirmi che...
Con un fendente l'uomo ferì al torace i due avversari. Questi erano increduli nel vedere che tra le mani di quell'uomo c'era una falce con parte di uno scheletro ricoperto di spine incorporata in essa e fu a quel punto che Grell sbattò.
- Ma una volta che si è ritirati non si dovrebbe riconsegnarla ll'ufficio?
- Si, ma siamo stati per così tanto tempo insieme che non me la sentivo di separarmene. Non hai idea di che faticaccia abbia fatto per riprendermela. Su, che ne dite se adesso vi do la caccia io come dei... Ma cosa...
Alle spalle dell'uomo apparve dal nulla un'ombra nera con gli occhi cremisi pronta a tranciargli la testa di netto. In un'istante Undertaker usò la felce per farsi da scudo, ma la forza dirompente del colpo lo schiantò contro la parete opposta della sala.
Per qualche istante sembrava tutto concluso e Ciel cercò di avvicinarsi.
- Non farlo.
- Cosa? 
- è ancora vivo.
In quel momento le macerie cominciarono a smuoversi e da esse riemerse un'Undertaker piuttosto disorientato.
- Ma come... 
L'uomo guardò Shade e subito dopo Sebastian che stava dalla parte opposta a lui. Dopo qualche secondo di incertezza sul volto del becchino comparve un sorrisetto che in seguito scoppiò in un'isterica risata.
- Cosa diavolo gli prende? 
- Non ne ho idea. Ciel, va subito da Sebastian!
- Ha... Haha!... ha... Chi lo avrebbe mai detto? Credevo che fosse impossibile, ma ecco che per l'ennesima volta la natura fa uno dei suoi scherzi. Hahaha!
- Di che diavolo stai parlando? 
- Ma di te, mi pare ovvio. Possibile che nessun'altro se ne sia reso conto? 
Guardando i due colleghi impietriti e il demone palesemente chiamato in causa.
- Che sta succedendo?
Ciel cercò risposte dal maggiordomo, ma lui sembrava il più sconvolto di tutti, intanto il becchino si alzò dirigendosi verso il ragazzo.
- Mi sembrava strano che l'aura demoniaca di Sebastian si fosse ingigantita fino a questo punto provenendo da due luoghi così diversi, ma non era la sua.
- Che...
Grell andò da Sebastian prendendolo per la cravatta.
- Come diavolo hai potuto fare una cosa del genere?! Lo sai cosa comporterebbe dare le tue legioni a un semplice umano?!
Sebastian non rispose e rimase a fissare Shade.
- Di che stai parlando? 
- Non dirmi che tu non ne sai nulla conte!?
- Certo che no!
- Hahaha!!! è un'evento più unico che raro, ma è impossibile che il conte ne sappia qualcosa visto che sono cose che riguardano in nostro mondo e quello dei demoni.
- Che vuoi dire Undertaker? 
- C'è solo un modo per permettere ad un umano di usare i poteri di un demone oltre al contratto.
- E quale sarebbe? 
- Bere il sangue del demone in una notte che avviene ogni 100 anni o assorbire il demone stesso causandone la cessazione dell'esistenza, ma visto il suo caso... direi che sua madre deve aver fatto un contratto e alla cessazione di questo... 
- Spiegati!
- Visto che era rimasta in cinta durante una relazione andata male da parte di un nobile straniero, deve averlo bevuto durante la fine della gravidanza per permettere al bambino di sopravvivere. Questo spiegherebbe la miracolosa nascita di un bambino da un'umana che sarebbe dovuta essere morta mesi prima.
Shade non lo lasciò andare oltre, l'attaccò con una furia e una forza sovrumana tanto che  nel darsi lo slancio incrinò persino il pavimento sottostante, il quale risvegliò Sebastian che andò all'attacco dell'uomo mentre il ragazzo lo teneva occupato. Lo scontro era violentissimo e il mietitore di anime non poteva reggere contro quei due simultaneamente, ma quando con la coda dell'occhio vide Ciel solo, gli venne un'idea. Prima allontanò i due corvini e poi cominciò una guerra psicologica con ognuno di loro.
- Cosa c'è principe? La verità fa male? Si! Tua madre era solo una stupida che si è innamorata di un'uomo amante dal potere che lei rappresentava, lei non è mai stata amata veramente da nessuno e tu sei solo il frutto di una blasfemia! UN'ABOMINIO! 
- Sta zitto!!! Risparmia il fiato per le tue ultime parole bastardo!
I due si scagliarono contro lo shinigami che durante il combattimento continuò la sua tortura mentale.
- Ricordi? I tuoi stessi familiari ti hanno voltato le spalle. Ti chiamavano mostro ed è ciò che sei in realtà! Il tuo stesso nome richiama l'oscurità che rappresenti. Per quello ti hanno rinchiuso in quell'istituto come cavia con la speranza che tu crepassi sotto i ferri. Sfortunatamente a causa delle legione di questo qua non potevano sapere che tu non potevi crepare per delle cose del genere.
Il becchinò sfiorò per un soffio il fendente del giovane
- Chiudi quella fogna Undertaker!
Il maggiordomo gli bloccò le braccia da dietro, ma quesi si liberò prendendolo per le spalle e scaraventandolo a terra così violentemente da compromettere ancora di più la solidità del pavimento.
- O-ho.. vogliamo parlare di te Sebastian? Sono vivo abbastanza da conoscere la tua leggendaria storia e l'ossessione morbosa per una donna del tuo passato al quale hai divorato un'anima che era un gioiello per tutto il creato... a dir poco deliziosa per un demone e come se questo non bastasse ne hai raso al suolo il regno portando questo continente sull'orlo del baratro. Già. Chi incrociava il tuo cammino non poteva opporsi a te, mio caro divoratore di anime. Ahh... a quei tempi eri sicuramente un demone potentissimo viste le tue reali origini e la quantità di persone a cui hai tolto la vita in tutti questi millenni. Dimmi la verità, è da allora che non ti nutri, vero? Che c'è? Dopo la morte di quella donna sei diventato schizzinoso? 
- Non osare nominarla maledetto figlio di puttana!
Rianzandosì da terra si alzò raggiungendo Undertaker. Ormai li aveva fatti arrabbiare a sufficienza e dandosi la spinta su una colonna si fiondò sul conte prendendolo in ostaggio.
- Ahh.. finalmente mio caro conte potrai entrare in una delle mie bare fatte su misura.
Lo prese per il colletto e le sue intenzioni non erano affatto buone, glie lo si poteva leggere negli occhi. Sebastian e Shade non avrebbero fatto in tempo a fermarlo, quando...
- LASCIALO!!!
Dal parapetto superiore Alys si era lanciata sul grigio facendogli mollare la presa su Ciel.
- Ma cosa... contessa?!
- Non ti permetterò di fare del male a mio fratello!
Lo stava tenendo fermo per il manico della falce con grande apprensione di tutti. 
- ALYS! Allontanati da lui!
- Scordatelo! Puoi essere il principe di chi vuoi e dare ordini a chi ti pare, ma io sono in grado di prendere le mie decisioni da sola già da molto tempo!
- Contessa! Lasci subito la mia falce!
- Nenache morta! Se te la lasciassi sono sicura che faresti loro del male! Non è vero? 
La contesa dell'arma tra i due faceva vorticare pericolosamente la lama e se lei in qualche modo si fosse anche solo graffiata con questa, sarebbe morta nello stesso istante.
- ALYS! Brutta idiota!
In quel momento sia Shade che Sebastian si fiondarono su di loro. Erano inquietanti i loro volti e Undertaker comprese la pericolosità della situazione. Prese Alys e si allontnò scatenando in loro un'istino omicida fuori dal comune, come la loro forza e velocità anche la potenza era aumentata a tal punto da distruggere qualsiasi cosa toccassero. Il becchino capì che forse prima aveva in po' esagerato, ma era un po' terdi per riporvi rimedio.
- Hehe... Scherzetto!
Il mietitore lanciò via Alys e con la falce si posizionò proprio sopra le teste dei due.
- Ma cos...
Sebastian prese Shade lanciandolo verso la contessa, mentre lui venne trafitto dalla lama della Skyth.
- SEBASTIAN!!!
Alys cercò di prendere la sua mano inseme a Shade, ma in quel momento vennero travolti dai record del demone. Tutte le immagini che apparvero davanti a loro non era altro la vita che aveva vissuto in quel secolo con Ciel. Dal giorno del contratto fino ad oggi, ma ce n'era una che stonata tra tutte le altre. Una donna bionda con in braccio due gattini che lo chiamava, anche se con un nome diverso.
- Ma quella...
Dopo quell'istante Sebastian abbracciò Alys facendole da scudo nella caduto mentre Shade bloccava il secondo colpo di Undertaker. Alys poco dopo si riprese dal colpo, ma vedendo Sebastian in quelle condizioni senza alcuna reazione cominciò a pensare al peggio.
- Sebastian... SEBASTIAN!!!

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Capitolo 19
*** Inabissarsi nel gelo della morte ***


Lo scuoteva in ogni modo pur di farlo riprendere, anche se con scarso risultato. Nel frattempo Shade si occupava di Undertaker, quando ad un certo punto...
- La smetta... di fare tutto... tutto questo baccano.
- Sebastian?! 
- Tsk!.... Sarà stato un duro colpo, ma non basta questo per abbattermi.
Poco dopo li raggiunse Ciel preoccupato per il maggiordomo e la sorella. Dovevano pensare a qualcosa nel lasso di tempo in cui Shade teneva occupato il becchino. 
Durante lo scontro Undertaker sferrò un forte calcio al ragazzo allontanandosi il necessario da non essere a tiro del giovane, ma abbastanza vicino al demone da poterlo colpire. Si avvicinò con una calma apparente, quasi elegante, il demone istintivamente spostò i due fratelli alle sue spalle per fare loro da scudo nel caso avesse voluto colpirli, ma il grigio si fermò a pochi passi da loro fissando negli occhi il demone.
- Il tuo recod era davvero molto divertente maggiordomo! Però... come immaginavo, pare che la tua presenza non faccia altro che rendere infelici il conte e la contessa. Quindi, penso che si il caso.... di eliminarti!
Lo shinigami alzò la falce pronto per dargli il colpo di grazia quando venne interrotto da un violento scossone. Non capivano cosa stesse succedendo, ma sembrava che quel pazzo l'avesse previsto.
- Non dirmi che è già ora!
Il peso dell'acqua entrata nello scafo stava cominciando a far inclinare pericolosamente la nave.
- ATTENTI!
I Phantomhive e i loro accompagnatori persero l'equilibrio e l'inclinazione della nave li fece scivolare lungo le pareti dove si ammassavano i resti di mobili che a causa della gravità andavano in mille pezzi, creando una specia di trappola mortale per chiunque ci fosse andato contro. Prima di finirci addosso Shade e Sebastian si aggrapparono ad una ringhiera afferrando i due fratelli che non erano riusciti a trovare un'appiglio, ma la caduta degli ultimi detriti non aiutava la situazione. Le mani scivolavano al contatto col metallo bagnato e le forti scosse non permettevano una presa salda. Grell con sguardo torvo li raggiunse e dopo aver messo Liam Soker sulla sua lista decise di avvisare il demone delle sue intenzioni.
- Sebby, come avrai capito non abbiamo proprio tempo, quindi quello me lo pappo io.
Il rosso si avvicinò al povero medico che rimase infilzato sotto di loro dall'ammasso di oggetti contundenti che giacevano sottostante, mentre Alys chiuse gli occhi a quello spettacolo orribile. Si strinse di più a Shade nascondendo il viso rigato di lacrime, il giovane resosi conto di ciò decise di ignorarlo, aveva altro a cui pensare. Sebastian cercò di risalire trasportando anche il conte, ma le ferite erano così gravi che gli smorzavano il fiato e così Knox ne aprofittò per colpirlo a tradimento, però grazie ai suoi riflessi riuscì ad evitare il colpo.
- Adesso faccio fuori io questo qua visto che è parecchio indebolito.
Ciel strinse i pugni per farsi forza e raccogliere tutta la sua sfacciataggine, in modo da rispondere per le rime a quello sbarbatello occhialuto.
- Indebolito? Non bastano certo questi colpi per mandare fuori combattimento il mio maggiordomo.
Sebastian fu sorpreso da quell'atteggiamento fiducioso da parte del suo signore, ma la ferita lo costrinse a tossire così violentemente da fargli sputare sangue dalla bocca a fiotti, mentre Konx lo guardava sconsolato.
- Uff.... Qui sembra quasi che mi metta a maltrattare i deboli.
A quell'affermazione il viso del dio della morte incontrò la suola del maggiordomo che lo mise fuori combattimento, sbalzandolo a metri di distanza.
- Cosa dicevate a proposito di maltrattare? I deboli? 
Spuntando da un cumulo di macerie il mietitore a fatica pronunciò qualche parola.
- Per.... perché riesci.... ancora a muoverti? 
Sebastian era davanti a lui mentre si schioccava le dita pronto per la prossima randellata di botte.
- Non posso certo esimermi dall'eseguire un'ordine del mio padrone, no? 
Il quattr'occhi ansimante lo guardò con un sorriso forzato, ma sapeva benissimo di essere nei guai.
- Ma se non riesci nemmeno a stare in pied....
Il poveretto non fece a tempo a finire che il demone gli piazzò pugno tra gli occhi mandando il poveretto nel mondo dei sogni



Mentre Grall combatteva con Undertaker, un terzo incomodo piombò sul rosso riducendolo così male da non riuscire più a muoversi, la carcassa su di lui era quella di Knox.
Davanti all'uomo c'era il suo amatissimo demone in una posa che lo avrebbe fatto avvampare dall'eccitazione se non fesse stato il memento peggiore di tutta la crociera.
- Certo che i giovani d'oggi sono proprio debolucci, eh? Bene, adesso rimane....
In quell'istante una parete scoppiò tra lui e il dio rinnegato, facendo inondare la sala.
- Oh, vedo che è il momento di separasi miei cari.
- Non credo proprio!
Shade, Sebastian e Grell si fiondarono su di lui pronti ad attaccarlo prima che scappasse, ma accadde qualcosa che nemmeno il becchino si sarebbe aspettato; L'attacco simultaneo dei tre l'aveva colto di sorpresa e così dalla manica gli scivolò una catenina con dei ciondoli che Ciel e Alys afferrarono al volo prima che cadessero in acqua.
Dopo la sorpresa iniziale su Undertaker comparve un dolce sorriso rivolto al conte e a sua sorella.
- Ve lo affido per un po'. Abbiatene cura. è il mio tesoro .
- Aspetta!
Il grigio impugnò la falce e prima di usare il suo fendente diede il suo saluto.
- Incontriamoci di nuovo conte.
Fu allora che la nave si spezzò in due sotto il colpo della falce. 






Le persone che cercavano di mettersi in salvo si aggrappavano disperatamente alle ringhiere o a qualunque cosa che impedisse loro di scivolare e sprofondare nell'abisso.
Sebastian nonostante la ferita trasportò Ciel fuori dalla sala sul ponte, ma le persone impedivano loro il passaggio, fortunatamente con la sua velocità e i suoi riflessi riuscì a scavalcare gli altri per raggiungere la prua, mentre Shade si occupava di Alys che si trascinava dietro.
- AH! 
- Attenta!
A causa delle superfici bagnate era scivolata e le schegge del ponte le si erano conficcate sugli avambracci alla quale era appoggiata, macchiando di un rosso scarlatto la sua candida pelle. 
Intorno a loro, volti deformati dall'orrore e dalla paura. Alcuni scivolando, lanciavano urla agghiaccianti in cerca di un'appiglio inutilmente. 
Mentre cercava di tirarsi su un uomo si aggrappò alla caviglia trascinandola con se. Shade appena sentì la presa della ragazza venir meno, mollò la righiera lasciandosi scivolare, ma il peso dell'uomo stava dando più accelerazione alla caduta di lei. Destino volle che venisse interrotta da un'asse chiodata sporgente che l'uomo prese dritta sulla schiena uccidendolo sul colpo, permettendo alla ragazza di sopravvivere grazie al corpo del passeggero che le fece da scudo, la botta però l'aveva intontita e scivolò dal cadavere aggrappandosi alla giacca che stava a penzoloni sospesa sul vuoto.
- Resisti!
L'esortò il giovane intimandole di non lasciare la presa
- Non ce la faccio più!
Shade incastrò le gambe sulla ringhiera e si appollaiò come un pipistrello in modo da poterla raggiungere tendendole le mani mentre la stoffa della giacca stava per raggiungere il suo limite.
- Afferra la mia mano! 
- NO! Se lascio la presa cadrò!
- Non cadrai, te lo prometto! Ma devi fidarti di me!
Nel momento in cui mancava poco, la parte della nave che era ancora a galla stava per colare a picco. 
- Presto! SALTA!
Shade la prese al volo appena in tempo con uno sforzo immane degli addominali riuscì a tirarsi su e caricandosela sulle spalle cominciò ad arrampicarsi tra la ringhiera e quegli appigli che si erano formati dalle assi per raggiungere l'estremità della nave dove li aspettavano Sebastian e Ciel.
- Presto! Presto!
Continuava a chiamare il ragazzino in preda all'ansia, ma Sebastian non era da meno. Vedeva che l'acqua li stava raggiungendo e se non fossero arrivati in tempo per saltare l'effetto mulinello li avrebbe trascinati a fondo e lui nelle sue condizione non sapeva se sarebbe stato in grado di salvarli.
A quel punto il demone non ebbe alternative; la prua non avrebbe retto per molto e se l'acqua li avesse raggiunti sarebbe stata la fine. Prese uno dei salvagenti e lo mise al suo signore.
- Signorino! Fate un respiro profondo!
- Eh?! CO.... ?!
- La situazione è quella che è, quindi perdonatemi!
Lo sollevò fin sopra la testa come se fosse una lancia.
- Che diavolo vuoi fa.... WUAAAAAAAH!!!!!
Lo lanciò lontano dalla nave in modo da salvarlo, nel frattempo Shade aveva raggiunto l'apice dove stava Sebastian.
- Dov'è Ciel? 
- è al sicuro! Ora dovete saltare anche voi!
- Saltare?! Stai scherzando?!
Shade la prese in braccio e saltò il più lontano possibile, ma a mezz'aria vide che era nella traiettoria del vortice, il loro peso non permetteva di andare oltre, così la prese e la lanciò ancora più lontano. Tutto quello che vide Alys prima di toccare l'acqua era lui che sprofondava insieme alla nave e a tutta la gente che vi stava appresso.
- NO! SHADE!!!






Nel momento in cui le acque gelide l'accolsero in quell'abbraccio letale, le tornò alla mente la prima volta in cui l'aveva conosciuto. Era una notte come quella e lei stava annegando sotto il ghiaccio del Tamigi e adesso quello stesso ghiaccio aveva affondato la nave con lui sopra. 
Ciò che le aveva dato il gelo, glie lo aveva anche tolto. Le veniva da ridere; sembrava proprio che quell'elemento così volubile ce l'avesse con lei, anche... se lo aveva sempre amato in modo incondizionato. 
Eppure.... Aveva sempre temuto il fuoco che in più di un'occasione l'aveva salvata dall'assideramento. Che cos'era il fuoco per lei? E il ghiaccio? 
Il corpo non rispondeva ai comandi e la superficie sempre più lontana, spezzava il cielo e le sue stelle, seguendo il moto ondoso dell'oceano, mentre sotto di lei c'era solo il buio. Non aveva più vogli di combatterlo, tanto era sola, suo fratello sarebbe morto e Shade inseme al maggiordomo erano sprofondati con la nave nell'oblio in cui lei stessa stava cadendo. 
Come i suoi genitori, stava per lasciare questo mondo, chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Nel momento in cui si stava lasciando tutto alle spalle una mano le afferrò il polso. Lei la conosceva! 
Era fuoco e ghiaccio allo stesso tempo. Sbarrò gli occhi e si guardò alle spalle dove le si pararono davanti due iridi cremisi che riflettevano quel nero bluastro. 
- è vivo!
Shade la guardò dritta negli occhi come per dirle di stare tranquilla, ma nella sorpresa lei aveva sprecato quel poco d'ossigeno che le rimaneva nei polmoni; stava soffocando, a quel punto il ragazzo le prese il viso posando le labbra sulle sue.
- Mi ha baciata?!
Quello fu il primo pensiero che elaborò la mente della ragazza, Dopo un po' si staccò, cingendola saldamente alla vita cominciò a nuotare con tutte la sue forze verso la superficie visto che l'aria non era sufficiente. Una volta riemersi Alys vide poco lontano Sebastian che stava caricando Ciel su una scialuppa vuota.
- Ci-Ciel....
- Resisti. Tra poco saremo in salvo.
Il conte vedendo del movimento, aguzzò gli occhi per capire chi fossero.
- Sebastian! Laggiù!
Il maggiordomo si voltò e appena li vide gli nuotò in contro.
- My lady!
- è viva, ma dobbiamo allontanarci da qui.
Raggiunsero il fratello e la caricarono sulla barca, Shade si rivolse verso il domestico visibilmente affaticato, rimuginando sull'azione che un demone della sua risma avrebbe potuto fare pur di procurarsi quel mezzo di salvataggio, anche se a discapito di altri.
- Dove l'hai trovata una scialuppa vuota?
- Non si preoccupi altezza. Questa l'ho presa dalla nave mentre affondava.
- Capisco. Probabilmente non hanno avuto il tempo di calarla.
Intanto sull'imbarcazione i due fratelli si abbracciarono per scaldarsi. Alys con solo il corsetto e la sotto gonna era molto più esposta alle intemperie del fratello, ma lo cingeva in ogni modo possibile per poterlo riparare dal vento gelido. Shade vedendo la situazione le diede la sua giacca.
- Teni, non è molto, ma almeno sarai riparta.
- Gra... Grazie.... 
Poco lontano da loro si sentivano delle voci chiamare aiuto e le luce della luna rifletteva l'acqua smossa dai pochi superstiti che tentavano di nuotare verso dei detriti. Il ragazzo vide negli occhi della giovane l'intento di andare da loro, ma prima che potesse dare l'ordine a Sebastian la sovrastò.
- Se tornassimo indietro probabilmente affonderebbe anche questa imbarcazione.
- Ma... non possiamo lasciarli morire.
- Si che possiamo! Se ci avvicinassimo cercherebbero di salire anche a costo di ucciderti e sai che ho ragione. 
Abbassò lo sguardo e strinse il fratello quasi per consolarsi, intanto i due mori si misero a spingere la barca.





Il tempo passava e il gelo si fece sempre più pungente.
- Ho i capelli congelati.
- Anch'io... e ho tanto sonno....
I due appena sentirono le parole dei fratelli si allarmarono, Shade salì per scuoterli.
- NO! Non dovete addormentarvi! Altrimenti morirete!
- Ma... non... non ce la facciamo più.
- My Lady, la prego di ascoltar...
Nel momento in cui Sebastian stava per salire uno di quegli esseri che avevano ucciso buona parte dei passeggeri era riemerso e gli stava afferrato la caviglia mordendolo alla gamba. Il maggiordomo sferrò un violento calcio che fracassò la testa del cadavere impedendogli ogni sorta di movimento.
Quello spavento ridestò i giovani Phantomhive dalla loro stanchezza sostituendola con paura e ansia.
- Quelli lì riescono a muoversi nell'acqua?!
Disse Ciel pieno di sgomento mentre la sorella lo abbracciava tenendolo lontano dal bordo dell'imbarcazione, Shade si guardò in torno cercandone altri. 
- Immagino che non avendo la necessità di respirare non rischino l'annegamento.
- Allora...
- Shh... fate silenzio.
Sebastian tappò la bocca al suo signore e si mise ad ascoltare intorno a se un qualsiasi cosa che non fosse il rumore dell'oceano e infatti dopo un po' cominciarono a spuntare delle bolle tutte intorno a loro. 
- Non mi dire che questi.... 
Dopo qualche secondo emersero delle teste che si dirigevano verso di loro; erano circondati.
- Salta su Sebastian!
Immediatamente si issò sull'imbarcazione e prese il remo fracassando la testa di uno che tentava di salire, Shade avendo ancora le sue spede si occupò dell'altro lato mentre Alys prese l'altro remo.
- Ma quanti saranno?!
- Non lo so, ma.... presumo che continueranno ad andare a caccia di anime finchè i loro corpi non si decomporranno.
- Che cosa?!
- La cosa peggiore è che a quanto pare in zona gli unici umani siamo io te e tuo fratello.
- Quindi non possiamo scappare?!
Alys e Shade si misero schiena contro schiena mentre Sebastian cercava di occuparsi di Ciel che si guardava intorno in cerca di una via d'uscita, ma più posava gli occhi da una parte all'altra più ne riemergevano. 
Poco più in là c'erano le scialuppe coi sopravvissuti. Se si sarebbero avvicinati sicuramente li avrebbero attaccati e laggiù c'erano anche i Midford e Katrin.
Ciel continuava a guardare quall'unico punto in cui si potevano scorgere dei lievi bagliori come bandiere di vita, stinse i denti in segno di frustrazione e prese una decisione, mentre Sebastian e gli altri cercavano di tenere lontani quei mostri .
- Non possiamo mettere in pericolo i sopravvissuti.
- Bene! Vorrà dire che li fermeremo qui.
Shade si voltò verso Sebastian, ma Alys si mise in mezzo bloccando il loro contatto visivo mentre fracassava la testa di uno che stava per salire. Ciel si rivolse al suo domastico:
- Credi di potercela fare Sebastian? 
- è superfluo rivolgere domande alla servitù. Prego. Datemi un'ordine.
- Questo è un'ordine Sebastian. Eliminali!
- Yes, my lord!
Shade prese per un braccio Alys e la fece sedere con suo fratello.
- Tenetevi forte! Si ballerà un po'.
I due si strinsero l'uno all'altra mentre i carnefici dagli occhi cremisi si misero all'opera come bestie fameliche. Il colmo della situazione però, fu che il pensiero di Sebastian ritraeva gli esseri umani come creature davvero avide, sebbene lui in quel momento fosse quello che più di tutti bramasse il sangue. Al contrario il pensiero di Shade fu completamente diverso.
Stava ancora pensando alle parole di Undertaker sulla nave. Possibile che sua madre avesse fatto un patto con un demone? Con Sebastian? Nel bel mezzo del combattimento dava veloci occhiate al demone in preda all'euforia, sebbene il suo sorriso compiaciuto lo tradisse. Se sarebbero tornati vivi avrebbe risolto la questione una volta per tutte.
Quando finalmente finirono i due erano col fiato corto e un mare di cadaveri attorno a loro. Una volta che la pressione del momento fu dissolta, Sebastian cadde in ginocchio facendo pressione sull'addome.
- SEBASTIAN!
I ragazzi si avvicinarono al demone preoccupati a morte. Shade lo fece sedere sbottonandogli la camicia per controllare la gravità della ferita.
- Oddio! 
- Non preoccuparti. Se la caverà.
- Come fai a dire una cosa del genere?! 
- Diciamo che me ne intendo.
Il maggiordomo con fiato smorzato cercò di rassicurare i suoi padroni.
- Persino... persino su di me.... un colpo di Death Schyte si fa sentire.... ma... ma non si preoccupi... me la caverò.
Ciel tirò fuori dalla tasca il monile del becchino guardandolo attentamente.
- Undertaker... Quale sarà il suo obbiettivo?
Sebastian tra un respiro e l'altro cercò di riordinare i fatti.
- Mi risulta difficile capirlo, ma finché voi possederete quell'oggetto è molto probabile che lo rivedremo. Non sembrava intenzionato a far del male a voi... o a vostra sorella, ma... personalmente preferirei non incontrarlo mai più.
Un violento colpo di tosse fece vomitare al demone parecchio sangue allarmando non poco la contessa, mentre il giovane conte rimaneva con lo sguardo fisso sul suo maggiordomo. 
- è la prima volta che ti vedo in uno stato simile.
- Chiedo umilmente perdono, mostrarmi in queste miserabili condizioni.... non sono degno del nome di maggiordomo del casato dei Pahntomhive. 
La scena solenne venne interrotta da uno schiaffo sulla nuca del demone da parte della sua signora. Alys s'inginocchiò davanti a lui con i suoi occhi penetranti.
- Ma che dici Sebastian? Ti pare il momento di fare il pinguino?
- Pi... pinguino?!
Shade a quella scena, abbinata alla faccia confusa del demone, fece quasi fatica a trattenere una risatina piena di ilarità. Poco dopo però, lo schiaffo di prima si trasformò in una dolce carezza sulla testa del moro poggiando la fronte contro la sua.
- Sei stato bravissimo.
I capelli di lui erano pieni si sangue e viscidi, quasi aveva paura di toccare la sua padrona con tutto quel sudiciume, ma sembrava che a lei non importasse. Chiuse gli occhi lasciandosi sfuggire uno sguardo disteso e rilassato fin quando lei non si staccò.
- Che ne dici Ciel? 
- Mm... Non posso permettere che il maggiordomo del casato Phantomhive rimanga in quello stato. Appena arriveremo alla villa riposati come si deve. Oggi hai fatto un'ottimo lavoro.
- Signorino... Smettetela per cortesia.... voi che dite una cosa del genere? Non sopporterei che si mettesi pure a piovere.
Proprio in quel momento mentre si stava volgendo l'alba videro la nave di soccorse venire a salvarli






Una volta a bordo Katrin corse subito da Ciel.
- CIEL!
- Kathrin!
Lui aprì le braccia pronto ad accoglierla in un caloroso abbraccio (cosa inusuale da parte sua), ma tutto quello che ricevette fu un sonoro schiaffo.
- Come ti sei permesso di prendere decisione per me? 
- Ma... ma era un'emergenza!
- Non voglio sentire ragioni!
- Ma... ma Kathrin...
- Ho detto di no!
Il conte cercò di andarle dietro, ma in quel momento la ragazzina gli diede un forte calcio sulla caviglia dove si era fatto male e fu allora che venne portato via dai medici che erano stati mandati dalla zia Fracis. Intanto mentre ricoveravano un supplicante Ciel, gli altri tre se la ridevano di gusto.
- Haha! Quei due fanno proprio una bella coppia.
- Già
Sul ponte della nave di soccorso tirò un vento freddo che fece tremare come un pulcino al povera ragazza, in cerca di un po' di calore mise le mani in tasca
- Ma che...
All'interno c'era una specie di cilindro di vetro. Incuriosita dallo strano oggetto lo apì mentre Sebastian e Shade erano distratti dai medici che insistevano sul medicarli. 
Senza dare troppo nell'occhio si allontanò e si mise seduta in un'angolino a guardare il contento. Erano dei fogli. Alcuni vecchi documenti medici e resoconti del quale non ci capiva un'acca, ma gli altri sembravano pagine strappate da un libro molto antico. Al tatto non sembrava carta era molto più spessa e meno ingiallita, mentre i bordi delle pagine erano consumati così tanto da risultare quasi irregolari, segno che era stato letto molte volte e passato di mano in mano. 
La pagina era piena di miniature con colori molto carichi e forti, mentre la calligrafia gotica usata spesso dagli emanuensi del Medioevo riempiva la pagina contornate da quei disegni così dettagliati dal sapore antico e i numeri romani davano una specie di ordine temporale a quei curiosi fogli. Sembravano far parte dello stesso libro, ma mancavano gran parte delle pagine. Sfortunatamente da quel che poteva capire era scritto per metà latino e per metà lingua popolare italiana, ma grazie a delle piccole miniature si poteva capire che era il racconto di un classico romanzo cavalleresco.
A fondo pagina c'era una specie di vignette con raffigurati una ragazza bionda e un cavaliere tutto nero con un cielo per metà di giorno e per metà di notte. Continuò a cercare tra le pagine, vide diverse immagini e nell'ultima i due si tenevano per mano. A quanto pare quei due avevano trovato un lieto fine, anche se alcune di queste erano incoerenti con la storia, in particolare le immagini dei protagonisti. Alys cercò altre pagine per dargli un senso, ma fu inutile: C'erano solo quelle.
- Ma come? Tutto qui? 
I suoi pensieri furono interrotti dalle urla di un medico e intuendo cosa stesse per succedere decise di andare a controllare, infatti era Shade che aveva atterrato il poveretto. In tutta fretta mise via le pagine dentro il cilindro e raggiunse i due.
- Che state facendo? 
- Nulla di particolare my lady. Semplicemente preferisco stare sulle mie posizioni.
Alys prese l'orechio di entrambi e li portò dentro
- Se non vi farete medicare da loro lo farò io!
- Ahia! Mollami!
- Contessa, la prego.
- SILENZIO!!!


Una voltall'interno della nave li fece sedere.
- Prima farò te Sebastian. Sei quello messo peggio.
- Ma... 
- Se permetti mi occuperò io del tuo maggiordomo.
- Cosa? NO! So che approfitteresti di qualsiasi situazioni pur di farlo fuori.
Una vena pulsante segnò la fronte del moro.
- Non lo nego.
- Ecco, appunto!
- Ma a parte le apparenze io me la cavo nel primo soccorso.
- Mm... ci sarà da fisarsi? 
- E piantala di fare quella faccia da bambina sospettosa!
Finito di battibeccare finalmente prese un'ago uncinato, lo sterilizzò e legandogli un filo all'estremità era pronto per la sutura. Prima però pulì le ferite del demone.
- Alys, passami quella garza.
- Oh! Si, subito.
Improvvisamente sotto gli occhi dei medici quei due ragazzi erano diventati un dottore e un'infermiera in piena regola. Sebastian era confuso, perché quel ragazzo lo stava aiutando? Non si erano mai potuti soffrire dal primo incontro, eppure lo sta medicando. E Alys? Dai suoi racconti quel ragazzo era stato uno dei suoi incubi peggiori, eppure si comportavano come due che si guardano le spalle l'un l'altra.
- Stringi i denti, farà un po' male.
- Si, ma... perché lo sta facendo? 
- Non dire niente. Fa come ti dico. Prima che cambi idea.
Shade con mano ferma e sicura cominciò a ricucire la ferita con una maestria che pochi medici possedevano, mentre la ragazza lo guardava affascinata insieme ai presenti.
- Ho finito. Potresti bendarlo tu? Se non ricordo male te la cavi col soccorso improvvisato.
Lo disse con un sorrisetto beffardo stampato in faccia, sapendo che l'avrebbe infastidita e infatti gonfiò le guance seccata dalle sue parole. Dopo quella reazione il giovane principe andò fuori sul ponte a prendere una boccata d'aria lasciandola sola col maggiordomo.
- Cosa voleva dire? 
- Eh?! No... niente 
Tutta paonazza cominciò a bendare l'uomo.
- Signorina. Di me si può fidare.
- Lo so, ma... questa cosa riguarda solo me e lui.
Rivolse un dolce sorriso al demone prima di correre da Ciel. Il maggiordomo scendendo dal lettino fece cadere a terra la giacca che Shade aveva dato alla sua signora e da una tasca uscì un cilindro di vetro con delle carte. 
Aprendolo, sul demone si dipinse uno sguardo inquieto, tanto da fargli diventare gli occhi incandescenti, pieni di furore e le zanne fremevano nell'uscire dalla rabbia. Quel ragazzo... come si era procurato quelle pagine? Strinse tra le mani quei documenti e li rimise nel cilindro, mentre a grandi falcate uscì dall'infermeria andando sul ponte.
- Undertaker! Com'è riuscito a trovarli?
L'aura pesante intorno a lui era palpabile e tagliente, ma adesso sapeva cosa avrebbe dovuto fare con quel ragazzo. Quando lo raggiunse sul ponte lo trovò a fissare l'orizzonte mentre con rabbia stringeva qualcosa tra le mani.
- Shade! Io e te dobbiamo chiarire un po' di cose!
- Sono d'accordo, demone.

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Capitolo 20
*** Fame e Sete ***


Sebastian non poté avvicinarsi oltre che avvertì una fame irrefrenabile. 
Con uno scattò fu alle spalle di Shade che reagì immediatamente puntando una lama sotto la gola del demone; una spada, che lui conosceva e nell'altra mano, un cristallo spezzato molto particolare. Dallo sguardo del demone si capì che quell'oggetto non gli era estraneo.
- Dove lo hai preso quello?
- Questo? Diciamo che la catena di Undertaken non era l'unica cosa che ha perso.
Serrò i denti cercando di nascondere la frustrazione nel vedere quell'oggetto nelle mani di qualcun'altro al di fuori di lui, ma fu impossibile per Shade non notare il rivolo di sangue rubino scendergli a lato della bocca. 
Il ragazzo strinse il cristallo nella mano lasciandolo scivolare nel taschino interno per poi rinfoderare la spada. Aveva capito che fino a quando avrebbe tenuto quel ciondolo lui non l'avrebbe attaccato.
- Tu sei molto diverso dagli altri demoni.
Quell'affermazione infastidì non poco il maggiordomo. Raccolse tutte le sue forze per non tranciargli il collo di netto con le proprie mani. Stava superando il limite della sua sopportazione e di questo il ragazzo ne era consapevole, ma sapeva anche che, se non si fosse spinto oltre in quel momento, probabilmente molte cose non sarebbe riuscito a scoprirle.
Sebastian pensava e ripensava a quanto accaduto da quando erano saliti sulla nave; di quanto il becchino sia stato in grado di rivelare. Undertaker d'altronde non poteva conoscere il suo passato. Uno dio della morte non arrivava mai oltre i 300 anni di servizio. Allora... come? 
- Cosa vuole altezza? 
- Vorrei che mi spiegassi le parola di Undetaker riguardo la progenie demoniaca.
- Non so di cosa stia parlando.
- Ah, no? 
Un pugno ben serrato colpì la ferita del serviente piegandolo dal dolore. Chissà quante maledizioni stava inveendo Sebastian contro di lui in quel momento.
- Anche... anche io avrei... qualche domanda.
Poco dopo diede anche una forte ginocchiata sullo stesso punto facendolo crollare definitivamente a terra.
- Ti metti a trattare con me adesso?
Stanco dei continui supplizi, il maggiordomo si alzò in piedi prendendolo per il collo sbattendolo contro il muro. Gli occhi cremisi sembravano volerlo scorticare vivo; chiunque guardandolo sarebbe morto di paura, ma Shade... Shade ne aveva uccisi di mostri come lui. Il come, il demone ancora non lo sapeva. 
Intenzionato a scoprirlo lo mise a terra e lasciandolo andare cercò di riprendere un minimo di autocontrollo. 
- Questa cosa è meglio chiarirla una volta tornati a casa.
- Bene. Allora? Come hai conosciuto mia madre?
Il demone dopo un primo momento di sorpresa, si passò una mono tra i capelli con l'espressione tesa e frustrata, guardando in un punto indefinito il mare. Sembrava non sapere come rispondere.
- Non so come Undretaker sia venuto a conoscenza del mio passato, ma ti assicuro che io non ho mai fatto un contratto con tua madre.
- Allora mi spieghi come mai ho sangue oscuro che mi scorre nelle mie vene? 
Lo sguardò del domestico tornò sul giovane.
- Non ne ho idea. Come ha detto Undertaker noi demoni non possiamo procreare con chi non è della nostra specie e se vogliamo sopravvivere o lasciare la nostra erdità quello del sangue è l'unico modo.
- Mi stai dicendo che non hai idea di come il tuo sangue sia finito nelle mio corpo? 
- Praticamente si.
I due poco dopo vennero interrotti da Alys.
- Ragazzi! Ma che fate qui fuori? La cena è pronta, si fredderà se aspettate ancora un po'.
- Arriviamo.
Shade si diresse verso la ragazza per accompagnarla; quando questa si voltò vide dei strani segni sul collo e sul seno a lui familiari.
- Alys. Dove te li sei fatti? 
- Eh? Questi? 
Annuì.
- Non ricordo. Bhè, con tutto quello che è successo come puoi pretendere che mi ricordi di ogni singola botta che mi sono fatta?
- Hai ragione. Lascia stare. 
- Bene!
Lo prese per il braccio e lo trascinò fin dentro la sala da pranzo, lasciando indietro Sebastian. Si capiva che era spaventata da lui ora che sapeva la sua identità e così decise di stare fuori ad ammirare il tramonto riordinando le idee e....
- Aralia...



Una volta a tavola Shade sedette insieme a tutti gli altri come se non ci fossero ranghi a dividerli, Alys dimenticò totalmente l'etichetta e si mise ad ingozzarsi di tutto e di più, mentre lui continuava a guardarle quelle ferite in modo assiduo e famelico. Sentiva una strana fame e gli occhi gli bruciarono costringendosi a coprirli con la mano per alleviare il fastidio della luce.
- Qualcosa non va? 
Scostò la mano dopo aver ritrovato la calma.
- Come? 
- Continui a fissarmi. Ho qualcosa di strano sul viso? 
- No, nulla. Stavo solo pensando.
- Dovresti mangiare invece di scervellarti su Undertaker.
Gli prese della zuppa riempiendogli il piatto. Lui da perfetto gentiluomo si mise a mangiare rispettando l'etichetta, ma era come se la zuppa non lo saziasse. Qualcosa non andava. Guardandosi intorno vide che il conte Phantomhive e il resto della loro compagnia non c'era.
- Dove sono gli altri? 
- Mh? Ah, loro sono nella stanza degli ufficiali a mangiare.
La guardò interdetto
- E perché noi siamo qui? 
- Perché... sto aiutando le volontarie a distribuire i pasti e visto che non avevo molto tempo per portarti di sopra ho fatto praparare un piatto anche per te.
- Certo che tu non hai alcuna remora dell'opinione altrui.
- Non sei tanto diverso da me. Anche tu fai quello che ti pare.
Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile all'orecchio della ragazza per poi alzarsi.
- Eh? Non ho capito. Dove vai? 
Prevedibile; Lo seguì dirigendosi nella stiva della nave, un luogo dove nessuno di solito andava.
- Cosa facciamo qui? 
- Nulla.
- Allora vieni a mangiare.
- Prima devo... calmarmi.
Si resse ad una cassa di legno mettendosi la mano sul viso... 
- Shade, sei strano... Sicuro di stare bene?  
Girandosi di colpo si avventò su di lei la buttandola a terra le strappò la chiusura del vestito. Spaventata cercò di urlare, ma le tappò la bocca e si mise a carponi sopra il suo corpo.
- Non fare rumore.
Cominciò a spogliarla e infine prese a visionare il corsetto. Era da poveracci; non adatto al suo rango... al corpo di quella creatura che teneva bloccata a se. I lacci sul dorso si allentarono appena sciolse il nodo rivelandone una schiena candida e perfetta. A terra sul pavimento freddo lei si agitava intenta a sciogliersi dalla sua presa. Era molto forte ed impossibile da contrastare. Cosa diavolo gli era preso? Una volta che la schiena fu libera da quelle stecche di balena, passò la sua lingua assetata sulla pelle candida e ancora umida dalle ferite sanguinanti... del suo squisito sangue.
Spaventata chiuse gli occhi e prese a tremare rannicchiandosi su in fianco in posizione fetale cercando di tenere la stoffa, abbastanza da coprirle il seno. Gli occhi di Shade risplendevano nel buio proprio come rubini di fuoco, identici a quelli del maggiordomo. Era preso da una irrefrenabile voglia di assaggiare il suo sangue, la sua anima.
- N.. no ti prego!
Lui si bloccò solo per un'istante, poi cominciò a togliersi la camicia e a slacciarsi la cintura. Alys tremava come un cucciolo impaurito dinnanzi al suo predatore, stava persino piangendo mentre con le mani si proteggeva il capo.
- Perché mi fai questo? 
- Perché.... ho fame!
La prese e la morse sul seno macchiando la carnagione candida di un rosso vivo. Le gocce scivolava tra gli anfratti della pelle, dipingendo pennellate di sangue su quelle morbide curve, ma non le faceva male; sembrava assuefatta da quella sensazione. La cingeva sempre più a se mentre le sue labbra bramose scivolavano lungo la cute in cerca di posti più stuzzicanti per la sua fame, ma c'era altro che lui voleva. 
Le prese una gamba e alzando la sottogonna si mise di fronte la sua intimità coperta da una biancheria piuttosto succinta per l'epoca. Le mani lascive dalle ginocchia scivolavano sempre più verso l'interno coscia mentre le baciava il ventre; con dolcezza si stava insinuando sotto la biancheria come un serpente torturatore in cerca dei piaceri femminili.
Per lei era la prima volta, non se l'era mai immaginata così. Aveva paura, ma impossibilitata a muoversi, ormai era in balia delle sue perversioni e succube dalla sua fame. Quando si slacciò i pantaloni non riuscì più a reggere.
- Non guardarmi. Ti prego...
Shade si fermò.
- Ti prego... Sono orribile! Non guardarmi!
Spiazzato da quella scena si lasciò cadde a terra. Cosa stava facendo? Era per caso impazzito?! 
Alys era lì inerme, terrorizzata... Shade con quel poco di lucidità che gli rimaneva la coprì con la sua giacca e si allontanò.
- Mi spiace. Non... non volevo farti questo... 
Si rimise la camicia e se ne andò lasciando la poveretta a terra tremante. Fortunatamente era riuscito a fermarsi prima di fare qualcosa di irreparabile.






Era passato un mese dall'incidente della Campania. Ciel, Alys e Sebastian erano tornati alla villa e tutto tornò alla quotidianità.
Il conte aveva fatto rapporto a sua maestà, il maggiordomo era guarito e in perfetta forma; per quanto riguardava Alys le cose erano cambiate. 
Dal giorno dello sbarco a Londra non aveva più rivisto Shade. Dopo l'incidente nella stiva e quelle parole, non lo aveva più rivisto, non solo per tutto il viaggio, ma anche allo sbarco. In parte sua sentiva che il giovane lo aveva fatto inconsapevolmente, ma ciò non toglie l'atto compiuto. Se non si fosse fermato prima chissà cosa le sarebbe successo.
Sebastian aveva visto il disagio della padrona in particolare nei suoi confronti. Da quando aveva scoperto che lui era un demone lo evitava come la peste e faceva di tutto per non incontrarlo. Spesso andava in città e faceva del volontariato negli ospedali.
Una sera a notte fona Alys si svegliò per andare a bere un po' d'acqua. Non aveva intenzione di svegliare nessuno e in particolare non voleva vedere Sebastian. Mise la vestaglia e con una candela si diresse verso la cucina. Era incredibile come la villa avesse potuto tornare ai suoi antichi splendori, ma come sempre le incuteva timore vederla avvolta nelle tenebre. 
Mentre scendeva la scalinata guardò il quadro dei genitori e le venne in mente che quando era piccola chiamava sempre suo padre la notte. Aveva paura delle ombre che vedeva camminare nella stanza, ma Vincent premuroso e paziente le raccontava che era solo la sua immaginazione e che non aveva niente da temere; quando sarebbe cresciuta quelle ombre sarebbero scomparse. 
Si sbagliava; anche mentre scendeva le scale vedeva qualcosa muoversi nell'oscurità, ma se un tempo aveva imparato a conviverci serenamente ora non era più così. Con un demone in casa non riusciva a stare tranquilla. 
Arrivata in cucina prese una brocca d'acqua e un boccale da birra in latta, probabilmente di Bald, ma essendo pulito non ci fece caso. 
Guardandosi in torno le venne in mente la prima volta che aveva parlato con Sebastian; Dovevano fare la gara di torte e grazie a quel concorso il loro legame si era rafforzato, ma solo ora molte cose cominciavano ad avere un senso. 
Tornando verso la sua camera sentì qualcuno parlare nell'ala sud della villa. Seguendo le voci arrivò allo studio del fratello da dove filtrava della luce. Che diavolo ci faceva sveglio alle 2 di notte? Spense la candela e si avvicinò senza fare rumore, abbastanza da poter sentire le voci: una era del fratello, la seconda del maggiordomo e la terza.... Shade?!
Si chinò per guardare dall'uscio della serratura e capire cosa stesse succedendo. Vide il giovane principe porgere dei documenti a Ciel e al maggiordomo.


- Queste sono le ultime informazioni che la famiglia ha ricevuto prima che lo studente scomparisse nel nulla.
I due visionarono attentamente i fascicoli.
- Mm... da quel che posso vedere qui, l'unica soluzione è di agire dall'interno.
- C'è molta omertà tra gli studenti e questo non aiuta le indagini.
Shade lo interruppe 
- Infatti sua maetà suggeriva di agire sotto copertura.
Sebastian e Ciel guardarono il ragazzo ad occhi sgranati. Chi diavolo avrebbe potuto andare sotto copertura? In pochi istanti lo sguardo dei due mori si posarono sul conte 
- EH?! IO?!
- è l'unica soluzione signorino.
- Ma perché io?!
Sebastian gli rivolse uno sguardo disarmante.
- Io non posso di certo passare per uno studente.
- E io sono un principe d'Inghilterra, ho un precettore di conseguenza non posso andare a scuola. Senza contare il lavoro che svolgo e la mia reputazione.
- Ho capito, ho capito. Ci andrò!
Shade riprese il mantello e il cilindro.
- Bene. Allora ci organizzeremo domani.
Il conte prima che se ne andasse lo fermò.
- Aspett! Mia sorella in questo periodo... non si sente molto bene. Non me la sento di lasciarla sola.
- Cosa vuole dirmi con questo? 
- Se questa cosa va in porto vorrei che stesse qui alla villa.
- Ci penserò. Con permesso.


Appena Alys vide che stava per aprire, si praprarò per scappare, ma non fece in tempo che la porta si spalancò ritrovandosi davanti a se Shade
- Alys?!
Il conte sorpreso si agitò cercando di accampare una scusa abbastanza credibile da giustificare la presenza del principe alla villa a quelle ore. Il principe la guardò per un secondo e la superò dirigendosi verso l'ingresso come se niente fosse. 
- Signorina! Cosa fate qui...
Sebastian preoccupato per la sua padrona andò da lei, ma appena la toccò sguainò il pugnale che Shade le aveva lasciato al loro primo incontro, causando al demone un graffio al polso. La ragazza era con le spalle al muro e gli occhi pieni di rabbia e paura. Quello sguardo non sfuggì al giovane che si fermò ad osservare la scena. 
- My lady....
- Non toccarmi!
Ciel intervenne frapponendosi tra lei ed il maggiordomo. Alys non era più la stessa dall'ultima volta che l'aveva vista, anche lui se n'era reso conto. Negli incontri precedenti Sebastian aveva accennato ad un cambiamento nella ragazza, ma non gli aveva dato tanto peso, ora che lo vedeva coi propri occhi però, capì che la situazione non era normale. 
La giovane aveva il suo pugnale in grado di uccidere: dei della morte, angeli e demoni. A quanto pare lo teneva ancora con se nonostante il legame che c'era. A quel punto al ragazzo venne un'idea:
- Conte? Credo che passerò la notte qui.
- Cosa? 
- è tardi e tanto ormai ci ha scoperti, non c'è necessità che io me ne vada.
- Si.. ha ragione. Sebastian, prepara la stanza per sua altezza.
- Yes, my lord.


Una volta che i fratelli furono soli Ciel decise di parlare chiaro e tondo con la sorella.
- Si può sapere che ti prende? 
- Come...
- "Come" cosa? 
- Come hai potuto vendere la tua anima?!
A quelle parole il conte non seppe come rispondere. Solo ora si rendeva conto dell'errore fatto, ma era determinato ad arrivare al suo obiettivo.
- La... la cosa non ti riguarda. Ho preso una decisione e non ho rimpianti.
Si voltò dirigendosi in camera.
- Ne sei davvero sicuro? 
- Si.
- Allora.... devi dire addio a Katrin.
La marcia del giovane si boccò in uno sguardo che era sprofondato nel vuoto.
- Che.. che stai dicendo?
- Per me ormai è tardi, ma so che tieni a lei. Non ti permetterò di farla soffire!
Ciel furioso si diresse dalla sorella.
- Tu non hai alcun diritto di darmi ordi...
Non riuscì a finire che uno sonoro schiaffo si accalcò sul suo candido viso.
- Se il Ciel che ho conosciuto è morto.... sappi che lo sono anch'io.
Alys se ne andò nella sua stanza senza mai voltarsi indietro.






Quella mattina si alzò presto come sempre per evitare la visita del demone e chiunque altro avesse a che fare con lui. Era andata sulle rive del lago in attesa che il maggiordomo si allontanasse dalla cucina per fare colazione in santa pace. Passeggiava tra le rose bianche del giardino che suo padre amava tanto. La nostalgia la pervase e improvvisamente le venne in mente un ricordo di quando era piccola e quel sogno che la perseguitava. Lo spavento la scosse ferendosi con una spina e a causa della distrazione il dito cominciò a creare una perla scarlatta su quel candore. 
Sangue. Quanto ne aveva visto su quella maledetta nave? E perché quei vuoti di memoria? 
Le domande si affollavano nella sua mente come una mandria impazzita e tra tutta quella confusione solo una cosa le era chiara: Gli occhi cremisi!
Quei bellissimi e maledetti occhi di sangue. L'avevano stregata, o erano sempre esistiti dentro di lei? In quel sogno...
Scrollandosi di dosso quei pensieri si diresse verso il retro della cucina da dove si accedeva al giardino e non vedendo nessuno dalle finestre entrò senza preoccuparsene. Voltando verso il forno (unico punto cieco della finestra) avanzò spedita urtando Shade che era sbucato all'improvviso da dietro il muro che separava l'angolo cottura dal resto della cucina. Il bollitore che teneva in mano gli scivolò rovesciando l'acqua bollente sui due. Urtando il pentolino col polso si mise tra lei e il liquido evitando che si scottasse. Sfortunatamente lo aveva preso in pieno al braccio e in parte del volto. La pelle si arrossò raggrinzendosi e Alys prontamente prese il braccio del giovane mettendolo sotto l'acqua fredda e con un panno bagnato avvolto con pezzi di ghiaccio frantumato, lo premette contro il viso. Una volta tornata la calma si chiese cosa stesse facendo. Non lo odiava? Non era lui la causa dei suoi mali?
Mentre era persa nei suoi pensieri notò il suo sguardo che la scrutava. Quei silenziosi occhi rossi stavano urlando più di mille parole. Seri e privi di difetti, nascondevano molte domande, ma anche inquietudine. Allontanò il panno col ghiaccio dal viso per poterlo vedere meglio.
- Che hai da guardare?
- Nulla
Mollò la presa sul suo braccio e una volta sicura che le vesciche non si sarebbero formate prese la cassetta di primo soccorso e cominciò a bendarglielo dopo avergli messo la pomata anti-ustioni.
- Non ce n'è bisogno.
Seccata da quelle parole gli laciò lo straccio col ghiaccio sul viso proprio dove era ferito.
- Bene! Allora arrangiati!
Andò verso i pensili per cercare un pentolino per il tè. Essendo sulle mensole più alte per lei fu ardua arrivarci e anche sulla punta dei piedi a malapena lo sfiorva.
- Ci sono quasi....
Stava per toccarlo quando Shade arrivandogli alle spalle lo prese passandoglielo.
- Non ce n'era bisogno.
La tensione tra loro era palpabile. Nessuno proferiva parola e si lasciarono trasportare da quei gesti quotidiani che ogni persona, che sia povera o ricca, faceva. Shade aveva preso del pane e il vasetto di marmellata, quando si voltò vide che Alys aveva messo sul tavolo due tazze da tè. Che volesse parlare? 
Dal giorno in cui aveva perso il controllo non si erano più visti, quindi, figurarci rivolgersi la parola. Si sedettero l'uno di fronte all'altra e notò che indossava abiti piuttosto accollati nonostante stesse per iniziare l'estate
- Non hai caldo? 
- No.
Ancora il silenzio si impossessò di quello spazio modesto. Ognuno si era preso la sua tazza di tè sorseggiandola lentamente, quando...
- Mi stai nascondendo qualcosa?
Con violenza portò le mani sul tavolo alzandosi in piedi con gli occhi furenti.
- No! Sono io che nascondo qualcosa agli altri per colpa tua!
L'inarcamento del sopracciglio e la bocca leggermente piegata in una sorta di broncio, laciò intendere che lui non capisse a cosa si stava riferendo. Alys posò la mano sul seno stringendo il pizzo che ornava l'accollatura dell'abito.
- I segni di quella volta.... non sono ancora scomparsi.
La guardò per un po' posando la tazza sul piattino.
- Mi dispiace.
La rabbia si fece strada tra le lacrime e i singhiozzi.
- Perché? 
Shade la guardò confuso da quella domanda vaga. Lo prese per la camicia strattonandolo obbligandolo ad alzarsi
- PERCHé MI HAI FATTO QUESTO?!
Continuava a tirare la camicia scuotendolo, ma lui non reagiva, poi passò a dargli pugni sul petto con forza, ma nemmeno lì ebbe reazioni finché non le prese i polsi fermando la sua furia. 
Aveva lo sguardo basso, nascosto dai capelli neri che cadevano sugli occhi celandone ogni espressione.
- Perdonami.
Finalmente si calmò ed entrambi affiancarono le braccia lungo il corpo, troppo stanche per andare oltre.
- Posso vederli? 
Quella richiesta fece suonare un campanellino d'allarme nella ragazza che indietreggiò di un passo.
- Non voglio farti nulla. Solo vedere... quello che ti ho fatto.
Era restia, ma... era diverso da quel giorno, sembrava abbastanza in se e volle fidarsi piuttosto che chiamare Sebastian per allontanarlo. Cominciò a slacciare i ganci dietro del colletto in raso che sosteneva il pizzo in una sorta di vedo/non-vedo e lentamente liberò la pelle da quel pizzo macramè tutt'altro che casto. Osservò con attenzione e notò che c'erano ancora le ombre dei morsi e... qualche "ematoma".
Guardandolo lei comprese che era disorientato. Sembrava non capacitarsi di essere stato lui a fare una cosa del genere, come... se non rammentasse.
- Tu... non ricordi niente!
Quella cosa la spaventò portandola a coprirsi di nuovo e cercando di bloccarla nella colluttazione, urtarono il tavolo rompendo le tazze. 
Quando si accorsero del danno entrambi si premurarono di raccogliere i cocci, ma lei si tagiò il dito nell'istante in cui stava prendendo l'ultimo pezzo che aveva riaperto la ferita della spina in giardino.
- Ti sei fatta male? 
- No... è solo un graffio.
Lui prese il dito e lo poggiò sulla sua lingua. Era morbida e cada, una sensazione attraente la pervase, la stessa che stava provando sulla nave con lui. Si sentiva mancare le forze e il fiato cominciava ad accorciarsi, mentre con la bocca torturava il suo indice, il sapore ferroso del sangue scendeva dissetando la gola arsa da giorni.
Alys poggiò la schiena contro la gamba del tavolo mentre lui si protese sempre più avido di lei.
- Ti... ti prego...
Fu in quel momento che nella cucina irruppe Sebastian con gli occhi luminescenti in preda alla rabbia e alla fame. 
- Alys!
Prese la spalla del ragazzo allontanandolo con violenza, ma questi reagì finendo l'azione alla pari.
- Basta!
La ragazza deglutì come se stesse faticando a pronunciare le parole.
- Non è successo nulla Sebastian. Mi sono tagliata e lui... stava cercando di fermare il sangue.
- Che cosa? 
- Puoi ritirati.
- Ma... Non penserà che ci creda?!
- VATTENE!
Il demone non potè esimersi da quell'ordine, ma poco prima di uscire trafisse Shade con uno sguardo tutt'altro che rassicurante. Quando furono soli...
- Anche tu Shade.
Il principe non proferì parola e la lasciò. Una volta sola, crollò a terra fissando il pavimento. Accanto a lei c'era ancora il tè finito a terra. Prese uno straccio e china si mise ad asciugare, quando guardando il suo riflesso vide qualcosa che non doveva esserci. La sua immagine non era quella che conosceva, ma qualcuno che non vedeva da tempo... qualcuno con lunghi capelli d'argento bianco 













Ciao a tutti. Spero vi sia piaciuto il capitolo. Non so se certe scene siano contemplate nel bollino arancione, ma.... Vabbè. A parte questo sembra che ormai il maggiordomo amato da tutti noi (o quasi) non abbia più molto tempo per i misteri.
Per quanto riguarda Shade, lui è un mistero di per se e sembra che Anche Alys ne abbia uno. Vi aspetto al prossimo capitolo. Forse è la vota buona che riesco a rivelare chi sia questa Aralia che tormenta il povero demone.
Cooomunque! Grazie a tutti per avermi seguito fino adesso. Spero di sentire le vostre opinioni. Grazie ancora e... Ciao XD

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Capitolo 21
*** Una Convivenza forzata ***


Erano passati alcuni giorni ed era arrivato per Ciel il momento di entrare in azione; Aveva evitato tutto e tutti con ogni mezzo di cui disponeva, ma adesso doveva vederlo. 
Suo fratello si sarebbe infiltrato in una scuola per rampolli dell'alta società per un caso assegnatogli direttamente dalla regina su un allievo scomparso. Non sapeva per quanto non lo avrebbe visto, ma nonostante il litigio era pur sempre suo fratello e la preoccupazione per lui era palese
Andò verso la sua camera, certa che fosse solo ed entrò
- Allora te ne vai? 
- Non sarà per molto
- Sta... sta attento
Quelle parole lo sorpresero. Dopo tutto quel silenzio le aveva detto qualcosa che solo la sua amata sorella poteva dirgli e questo lo rincuorò 
- Lo farò, ma anche tu non essere da meno
- Sta tranquillo. Cosa vuoi che mi succeda qui?
- Con Undertaker a piede libero non si può stare tanto tranquilli. 
- Credi che possa attaccarci? 
- Non lo so. Comunque per essere più sicuro ho chiesto a sua altezza di fermarsi qui durante la mia assenza
La sorpresa per poco non le fece perdere l'equilibrio
- CHE COSA?!
A quella notizia si resse sul comò della camera, mente il fratello la guardava confuso 
- Perché quella reazione? Dopo tutto è grazie a lui se sulla Campania ti sei salvata.
- Si, ma.... 
- Niente ma. Ormai ho deciso. Voi due starete insieme durante la mia assenza 
Era senza parole! Eppure gli aveva rivelato le sue motivazioni (anche se non tutte) sul fatto che non lo volesse alla villa. Sebastian come mostro bastava e avanzava.
Persino il conte era rimasto senza parole nel sapere che il principe d'Inghilterra, in se aveva mescolato sangue demoniaco, ma in comune accordo Sebastian e Shade decisero di omettere il particolare del legame che li univa (in un modo o nell'altro) ai due fratelli.
- Ora devo andare...
Ma prima ancora di varcare la soglia Alys lo abbracciò forte a se
- Sta attento, se perdessi anche te... non so proprio cosa farei
Quelle parole toccarono profondamente Ciel. Era da tanto che non si sentiva amato in quel modo così incondizionato e pensava che non lo avrebbe mai meritato dopo tutto quello che aveva fatto. 
Fu allora che dopo tanto tempo tolse quelle barriere che aveva erto nella sua anima, per lasciarsi andare a quella dolcezza che si sarebbe portato per tutta l'indagine.
- Tornerò presto. Te lo prometto


Intanto al piano sottostante, nel salotto che dava al giardino Shade e Sebastian restavano in attesa
- Credo che si siano chiariti
Shade lo gurdò contrariato nel vedere il demone usare le sue abilità per certe cose 
- Non sta bene origliare
- Nemmeno approfittarsi di una ragazza inerme
I loro sguardi si scagliavano fulmini e saette fino a quando non entrò Mey Rin con un vassoio traballante, segno dell'evidente nervosismo che le procurava la presenza di membro della famiglia reale.
In quei giorni Sebastian non era riuscito più a nascondere l'identità del suo ospite ai tre disadatti domestici.
Dalla notizia, in loro scaturì una tensione che li aveva portati ad essere ancora più combina guai del solito e infatti mentre la cameriera stava per portare il tè inciampò sul tappeto rovesciando il contenuto delle tazze addosso al principe che puntualmente si scansò con una velocità incredibile, mentre il demone recuperava il tutto a mezz'aria
- AH! Mi scusi, mi scusi, vostla altezza!
La giovane cinese cominciò a inchinarsi ripetutamente per avere il perdono della più grande carica che fosse mai giunta alla villa
- Mei Rin, puoi andare
- Si, signol Sebastian
Trascinata da Bald e Finny venne scortata verso la cucina. Intanto Shade si spostò su una poltrona a braccia conserte, mentre il maggiordomo preparava tutto per i suoi padroni, fino a quando la voce del principe decise di spezzare quel silenzio carico di tensione
- Anche la mia agilità e forza è determinata dal sangue nero? 
Sebastian si voltò guardandolo sorpreso. Il tono con cui si era rivolto non aveva astio, ne provocatorio, ma probabilmente aveva capito cosa stava succedendo a quel giovane
- No. Non è il sangue oscuro a determinare chi è lei. Immagino che per essere arrivato al livello di adesso si sia allenato
- Si. Ho studiato e appreso le arti di combattimento conosciute dal mondo insieme alle lingue e tutto quelle che ne consegue
- Il sangue oscuro non la cambia, ma la rafforza 
- Che intendi?
- Lei è umano, ma è solo quando i suoi occhi si infuocano che subentra il potere oscuro che la rafforza. In lei l'ho visto poche volte quindi è più forte di un'umano normale ed è questo che la rende pericoloso.
Dalla manica scivolò tra le dita una posata ben affilata pronta per essere usata
Fu allora che scesero i due Phantomhive
- Oh! è l'ora del tè
Alys nel vedere quel ben di dio con le tartine ci si fiondò sopra, ma appena vide che accanto a lei c'erano sia il maggiordomo che le sorrideva e Shade fece dietro front 
- Che ti prende? 
- Niente. Non ho fame
- Ma se fino a poco fa....
- Ho cambiato idea
Si girò uscendo dal salone
- Ma che le prende? 
Il povero demone era ormai a terra. Non voleva che finisse così, sperava che facendole le sue tartine preferite col suo tè ai frutti rossi avrebbe potuto ricucire il rapporto, ma si sbagliava
- Non si lascia comprare con certe cose
Sostenne il principe
- Già...


Un'ora dopo erano sul viale: Alys, davanti alla carrozza salutava il fratello che le faceva le ultime raccomandazione dal finestrino. Guardò anche Shade con uno sguardo d'intesa che alla contessa non sfuggì. Che avessero qualcosa in mente? Valli a capire gli uomini. Tanto presto o tardi lo avrebbe scoperto
- Sta attento 
- Te lo prometto
Dopo un'ultima carezza al fratellino la carrozza partì lasciandola sola: con una manica di domestici incapaci e un principe assassino. 
Sarebbe stata una convivenza moolto dura 






La giornata passò tranquilla tra un disastro quotidiano e l'altro. Shade si era barricato in camera sua e Alys: responsabile della salvaguardia della villa, dovette prendere le redini della situazione. 
Andò in camera cambiandosi con abiti più comodi, una treccia e un vecchio grembiule (residui della sua vita da zingara)
- Molto bene! Adesso tutti e tre ci impegneremo per non distruggere ulteriormente la villa. Siete con me? 
- SIII!!!!
Sembrava un cotch che incitava i suoi giocatori. Non poteva permettersi di lasciarli da soli e così tutti facevano tutto insieme, in modo da poterli tenere d'occhio costantemente.
Ora di sera era a pezzi. Non fece preparare la cena a Bald col rischio che facesse saltare in aria la cucina. Preparò qualcosa di semplice per tutti nel tavolo della cucina, ma i tre non erano tranquilli e Mei Rin poco dopo condivise con lei il disagio di tutti
- Signolina Alys... il plincipe non mangia? 
- Il suo piatto è lì se vuole
Indicando il posto vuoto a capotavola 
- Se mi cercate sono in camera mia
Strascicando i piedi per la stanchezza salì le scale e sbadigliando di tanto in tanto si diresse verso il bagno della camera. Riempì la vasca con acqua calda e moltissima schiuma. Quel profumo inebriante la toccava fin dentro i polmoni. Con occhi semichiusi dalla stanchezza si spogliò lasciando ricadere i vestiti sporchi di terra e cibo sul pavimento. Sciolse anche i suoi capelli bluastri dalla morsa dell'acconciatura.
Entrò con un piede per sentire la temperatura: Era perfetta
Facendo gemiti di piacere per quella sensazione così avvolgente e gentile, immerse il corpo diafano nell'acqua nascosta da vaporose nuvole di schiuma rilassandosi


Intanto nella biblioteca del conte Shade aveva appena finito di visionare alcuni documenti che aveva recuperato sulla nave. Il più erano composizioni chimiche. 
Inizialmente il ricovero non era recluso solo a loro, ma ad altri soggetti che presentavano malformazioni genetiche. I dati in cui era entrato in possesso erano quelli di diversi membri del centro ricerca, tra cui loro, ma perché? 
Erano i primi tempi delle innovazioni in medicina ed era normale prelevare persone per farne degli esperimenti. Persino lui lo faceva, ma quelli che venivano prelevati erano persone che nessuno avrebbe cercato. Allora perché loro? Perché quel pazzo si era esposto così tanto da rapire dei nobili sul quale la gente avrebbe fatto domande? 
Che Undertaker facesse parte dei test? Eppure sembrava sapere parecchie cose su di loro.
I pensieri si affollavano come una tempesta e decise di staccare. L'unica cosa che non capiva erano le pagine di quel libro medievale. Era l'unica cosa che stonava in tutta quella faccenda. 
Quei racconti antichi rammentavano di un'antico regno leggendario nascosto tra le montagne del continente, un confine tra il mondo degli umani e della magia
- Tsk! Cazzate 
Frustrato, entrò in camera sua cominciando a spogliarsi per andare a rinfrescarsi. Nel pomeriggio aveva fatto allenamento con la spada e un giro a cavallo per controllare i movimenti della contea Phantomhive.
Appena varcò la soglia si trovò una nube di vapore. Fu sorpreso che gli fosse stato preparato il bagno. Probabilmente Alys lo aveva visto e si era premurata di fare una sorta di ringraziamento per tutte le volte che l'aveva salvata....
- Ma figuriamoci.
Quel pensiero lo fece ridere. Quando quella ragazza si arrabbiava era peggio di una bambina di cinque anni. Si legò un'asciugamano in vita per prendere il cambio nell'altra stanza, in caso qualcuno fosse entrato in camera sua (come era già successo più volte). 
Immergendo la mano nell'acqua per la temperatura sentì qualcosa intrecciarsi alle sue dita
- Che diavolo... 
Appena tirò fuori la mano vide delle ciocche bluastre. Le riconobbe immediatamente e sbiancò al pensiero che gli attraversò la mente. Subito immerse le braccia e la sentì. Con un solo colpo la tirò fuori dalla vasca scuotendola, cercando di farla rinvenire
- Alys! ALYS!
Non si riprendeva e non respirava
- Cazzo!
La stese a terra e coprendola con un'altra asciugamano, cominciando un massaggio cardiaco
- Respira... respira!
Continuò per qualche volta e alla 3° finalmente una reazione. Shade la mise su un fianco per evitare che si soffocasse e quando fu sicuro che avesse rigettato tutto il liquido dai polmoni le prese il viso per controllarla. Sembrava stare bene, se non fosse per dei strani segni sul collo.
- Alys! Alys guardami
Respirava a fatica e quando incrociò il suo sguardo perse i sensi, ma almeno stava bene. Chiamò Mey Rin e le chiese di portarle una veste da notte. 
Immediatamente i domestici pensarono male, ma dopo averla messa a letto chiuse la porta dietro di se per non svegliarla
- Cosa pensi di fare alla signorina damerino da quattro soldi? 
Lo sguardò del ragazzo lo zittì subito
- Io nulla, ma ho il sospetto che qualcuno si sia introdotto alla villa 
- Che cosa?!
I tre, basiti, si misero subito sull'attenti guardandosi in torno di sottecchi 
- Cosa facciamo con la signorina? 
Finny il più piagniucolone del gruppo si guardava agitato. 
- Controllate se qualcuno si è introdotto nella magione, non vorrei che sia stato un'attacco deliberato
- E lei altezza?
- Io verrò con voi. Mei Rin. Tu portala nelle sue stanze e fai la guardia
- SI signole!
Shade insieme a Bald e a Finny uscirono nei giardini a controllare la zona. Il giovane principe vide che dalla finestra di Alys la luce era accesa e comandò al giardiniere di non muoversi da lì, mentre lui e il cuoco si allontanavano nella notte.


Le ore passarono e a notte fonda la giovane contessa si svgliò nella stanza ormai buia. Tutto intono era completamente avvolto nell'oscurità, ma sapeva di essere sola. Era ignara di ciò che le era successo, ma si rendeva conto perfettamente che c'era qualcosa che non andava.
Non capiva il perché, ma era come se ci fosse tensione nell'aria e così decise di uscire vedendo lì fuori la cameriera cinese intenta a fare la guardia. Senza farsi notare richiuse la porta e si affacciò alla finestra per controllare cosa stesse succedendo e notò dalla finestra che qualcuno con delle lanterne si aggirava per il bosco. Strano, di solito era proibito aggirarci nella magione a quelle ore. Suo fratello di sicuro non lo avrebbe mai permesso.
Voleva uscire, ma temeva che la scoprissero e la fermassero. Ormai aveva capito che con Shade non si scherzava e col passare del tempo aveva imparato a conoscerlo.


I giorni passarono e l'argomento non venne più toccato. Persino le ronde terminarono. 
Shade in quel periodo amministrava la magione per conto di Ciel e si era reso conto dalle parole dei contadini che uno straniero aveva chiesto informazione sull'ubicazione della villa. 
Questo lo aveva insospettito portandolo ad assumere della sorveglianza da lui scelta attraverso i contatti di palazzo. In questo modo Alys e tutti sarebbero stati al sicuro. 
Nonostante la sorveglianza gli desse più tempo libero in quei giorni non aveva minimamente avuto modo di incontrare la contessa. Era sempre impegnato sulle sue ricerche per incrociare i dati con quelle pagine e poi sapeva di esserle sgradito.
Più il tempo passava più lei si sentiva sola e prese l'abitudine di sgattaiolare fuori andando al villaggio e giocare coi bambini. La villa era tremendamente noiosa e l'aria che si respirava, soffocante. 
Però ben presto queste evasioni vennero scoperte dal principe che un pomeriggio cavalcando fino al villaggio vicino la trovò ad insegnare ai bambini a leggere e a scrivere
- Cosa diavolo ci fai qui? 
La voce tuonò così duramente da spaventare i bambini i quali si allontanarono dalla maestra per tornare alle loro case
- Insegno ai bambini a leggere
- Per cosa pensi che abbiamo messo la sorveglianza a fare, se tu sparisci senza dire niente a nessuno?
Spazientita riversò le frustrazioni addosso al ragazzo 
- Io non ce la faccio più a stare rinchiusa in quella gabbia dorata. Voglio uscire e so che se te l'avessi detto me lo avresti impedito 
- Certo che te lo avrei impedito! Sono responsabile della tua vita ricordi? 
Stanco della situazione scese dal cavallo prendendole il braccio, ma lei si liberò quasi subito
- E da quando ti interessa della mia vita? Hai sempre detto che di me non ti è mai importato niente! Perché adesso tutta questa premura? 
- Non è premra, ma....
- Onore?
Lo sapeva. Gli uomini erano tutti uguali e lei odiava quel loro lato privo di ogni senso logico. Corse via e tornò alla villa mentre lui la osservava immobile


Quella sera Shade cenò da solo in quel tavolo vuoto. Ci era abituato, ma odiava la sensazioni che quelle parole avevano lasciato in lui
Alys al contrario si era chiusa a chiave da quel pomeriggio. Non capiva ciò che provava nei suoi confronti e quelle sensazioni la confondevano debilitando il suo equilibrio mentale. Passeggiando per la stanza notò che il suo riflesso nello specchio si era fermato rispetto a lei. Quel fatto in una situazione normale l'avrebbe spaventata, ma sta volta l'avrebbe affrontata. Era stanca di scappare e si mise davanti alla se stessa albina 
- Chi sei? 
Chiese, non aspettandosi una vera e propria risposta. Dopo un po' scosse la testa compatendo la sua stupidità. Credeva veramente che il suo riflesso le avrebbe risposto? Voltandosi verso il letto diede le spalle a quella parte di lei che ancora non riconosceva
- Sono te
Appena sentì quelle parole venire dallo specchio si voltò di scatto con un nodo alla gola 
- Tu... tu hai parlato? 
- Non ricordi? Lo facevamo spesso un tempo
In quel momento un ricordo le tornò alla mente. Quando era piccola passava ore a parlare al suo riflesso
- A quanto pare ti hanno cancellato la memoria su di me 
Alys si avvicinò con cautela mentre il riflesso si muoveva indipendente da lei
- Che vuoi dire? 
- Mi spiace, ma non posso dirti nulla se non ricordi
Era tutto così surreale, ma decise di andare avanti con la conversazione, quando la bianca la incalzò 
- Quel ragazzo non riesci a togliertelo dalla testa eh? 
- N... no
- Ti capisco. è molto bello
Ecco! Ci mancava che un riflesso rivelasse ciò che nemmeno lei riusciva ad ammettere a se stessa
- Pu... può darsi... e... e tu che ne sai? Non lo hai mai visto 
- Ti devo ricordare l'incidente della cucina? 
Al pensiero il viso di porcellana si imporporò
- Non devi imbarazzarti. Anche io, provo la stessa cosa
Il rossore si fece ancora più vivido
- Che... che cosa? 
L'espressione dolce della bianca assunse un sorriso malinconico, perso in dei ricordi lontani
- Quel viso angelico cela degli occhi che possono inghiottirti l'anima e quel corpo perfetto quando tende le sue braccia per proteggerti... mantiene la tua vita salda a questo mondo pieno di ombre
Il riflesso portò le braccia a stringersi l'una con l'altra mentre gli occhi cercavano di nascondere le lacrime
- Quanto mi manca quella sensazione....
Alys incredula ad aver udito quella parole dell'altra se stessa indietreggò sedendosi sul letto. 
- Tu... tu....
- Mh? Oh! No! Io... cioè. Credo che tu abbia frainteso. Avvicinati 
La mora obbedì.
- Tocca lo specchio
- Cosa? 
La bianca poggiò la mano sul vetro 
- Poggia la tua mano sulla mia e avrai le risposte che cerchi 
Era titubante se credere o meno alle parole di quell'albina, ma se voleva avere risposte non aveva scelta: Doveva fidarsi
- Non posso rivelarti ciò che manca della tua vita, ma posso darti frammenti della mia
- Non capisco....
Si avvicinò ancora di più poggiando la mano sulla sua 
- Le risposte le ha il demone che desidera l'anima dell'Escanor
Dopo quelle parole un turbine di ricordi emerse nella mente di Alys e poi giunse l'oblio e il suo corpo si accasciò a terra 





La prima cosa che apparve dopo il buio iniziale fu un lussuoso giardino e un'immenso e ricco castello nascosto tra le montagne
- Dove mi trovo? 
La sua attenzione fu attirata da dei bambini che giocavano con la neve mentre delle servitrici gli correvano dietro intimandogli di andare a lavarsi prima di presentarsi al re, ma la cosa che più scosse è che questi l'attraversarono come l'aria. 
- Ma che diavoleria è mai questa? 
Si guardava spaesata e la conclusione a cui arrivò è che stesse sognando. Tutti intorno a lei sorridevano ed erano felici, nonostante i birbanti che erano appena passati. Si era svegliata nel bel mezzo di un ricco giardino coperto da cristalli di ghiaccio e neve, mentre il sole splendeva pallido in cielo. A quel punto una nobildonna cominciò a chiamare qualcuno a gran voce cercando con lo sguardo in quella landa gelata
- Dove siete? La prego! Non abbiamo molto tempo per giocare
La donna era esasperata. Sembrava che chiunque cercasse, avesse l'abitudine di sparire nei momenti meno opportuni 
- Se non esce suo padre se la prenderà con me!
Ma nulla. Nonostante gli sforzi la dispersa non uscì. Poco dopo alle spalle della donna provenne una voce a lei familiare
- Lady Rialdi. Qualcosa non va? 
Appena Alys si voltò per poco non ebbe un colpo. Davanti a lei c'era un ragazzo dai capelli neri con una maschera di ferro in volto. Era vestito come un cavaliere del 14° secolo, ma non lo aveva minimamente sentito arrivare 
- Comandante! Grazie al cielo è arrivato lei. La prego! Scovi la principessa prima che suo padre venga a sapere che è scappata di nuovo
- Non si preoccupi. Lei vada pure nelle stanze della principessa a preparare tutto il necessario. 
- La ringrazio 
La donna fece una riverenza e corse dentro ordinando ai servitori di preparare tutto l'occorrente per questa presunta principessa. Intanto il giovane comandante si diresse verso le scuderie prendendo il suo cavallo. Alys incuriosita da quello strano individuo decise di seguirlo.
Entrambi si diressero verso una foresta molto fitta ai piedi delle montagne a nord. Il giovane arrestò il suo cammino vicino ad un corso d'acqua gelato quando scese da cavallo avvicinandosi alla cascata ghiacciata, dove vi stava una figura completamente vestita di bianco. 
Aveva un mantello candido con pelo di ermellino alle estremità. I capelli di un'irreale color bianco argento, mentre la carnagione era lattea. Sembrava un'angelo di luce
- Lo sai che non dovresti andare in giro da sola, Astrid? 
La ragazza si voltò lasciando Alys senza parole. Erano identiche se non fosse stato per i capelli e gli occhi sarebbero state indistinguibili. L'esile figura si diresse verso il ragazzo sorridendogli dolcemente fino ad arrivargli davanti
- Lo so...
Gli tolse la maschera e a quel punto il cuore della Pahntomhive si arrestò
- Ma tanto ci sarai sempre tu a proteggermi, Zakron 
- SHADE?!

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Capitolo 22
*** Destini incrociati ***


Il sole stava annunciando l'arrivo dell'oscurità quando finalmente si erano trovati.
- Dobbiamo tornare al castello.
- Per forza? 
- Non faccia i capricci. Sta sera ci sarà il ballo delle nevi e lei deve presenziare in quanto principessa vestale.
La giovane gonfiò le guance puntualmente contrariata dal rimprovero del coetaneo.
- Lo sai che mi presenteranno dei pretendenti alla mia mano? 
- Ne sono a conoscenza.
- E a te va bene!? Dopo tutto quello che ci lega? 
La rabbia aveva cancellato quell'espressione angelica dal volto di lei.
- Non sta a me scegliere. Io esisto solo perché lei quella volta ha preso la mia vita, ma oltre a questo non ci sarà mai nulla.
Il cavaliere la prese sui finché adagiandola sul cavallo.
- Qualcun'altro prenderà presto il mio posto.
- Nessuno potrà mai farlo e allora cosa ne sarà di te? 
- Me la caverò. Sono pur sempre il comandante delle guardie ombra.
Anche lui salì dietro di lei prendendo le redini. Partirono, ma di certo non esortarono il cavallo ad arrivare in fretta a palazzo. 
Alys era senza parole. Sono esistiti dei sosia di lei e Shade in passato? E poi cosa volevano dire quelle parole? Guardie ombra? Vestale? Cosa volevano significare queste cose? Era tutto senza senso e poi... che cos'era quel legame che li univa? Non sarà stato che loro...


Mentre la mente di Alys era persa nei ricordi del suo riflesso, questo aveva preso possesso del suo corpo fondendo la sua volontà con quella di Alys. 
- Mi dispiace... ma sono secoli che aspetto di rivederlo.
Si spogliò cambiandosi con una veste da notte molto scollata cinta sotto il seno, bianca come i capelli. Decise di aggirarsi nella villa per poterlo vedere almeno un'ultima volta.
Girò a lungo quando dalla stanza del ragazzo vide della luce filtrare sotto la porta. Senza farsi sentire si avvicinò e dall'anta semi aperta riuscì a vederlo.
Stava adagiato sul letto con gli occhi chiusi. Indossava un paio di pantaloni e una camicia aperta a causa del caldo estivo. I capelli umidi ricadevano sul viso scossi dalla leggere brezza notturna; sull'addome era poggiato un libro aperto mente una mano era sotto il capo. Ad illuminare la stanza c'era solo un candelabro mentre le ombre della fioca luce ondeggiavano al ritmo del fuoco, marcando le scanalature del suo corpo statuario.
Le riportava alla mente quando non riuscendo a dormire a causa di un'incubo, Zakron le restava a fianco fino a quando non si lasciava prendere dalle braccia di Morfeo. Fu compiaciuta nel sapere che nonostante i secoli non fosse cambiato. Decise di entrare avvicinandosi a lui, ma temeva il poterlo toccare, come se quello fosse l'ennesimo gioco della sua mente.
- è bello rivederti.




Intanto anche Shade si era perso nei meandri di una mente che non era la sua.
- Dove sono? 
Dall'ambiente sembrava un castello del 14°/15° secolo, seppur con lavorazioni e dettagli molto avanzati per l'epoca, una fusione col gotico e il tardo rinascimento, quasi barocco.
La notte stellata contornava una falce di luna che illuminava il cielo e tutto era nel silenzio più assoluto. Poteva vedere dalla grande finestra delle guardie nel cortile fare il giro di pattuglia. 
Da quel poco che si poteva capire sembravano le stanze private di un reale, visti gli oggetti comuni e i gioielli di pregiata fattura. Doveva trovarsi in una specie di anticamera decorata con arazzi e tendaggi pregiati.
Improvvisamente sentì delle voci al di là di una porta che molto probabilmente dava alla camera da letto. Il giovane incuriosito si avvicinò per aprirla, ma appena toccò la maniglia questa l'attraversò come l'aria e deciso, varcò le pesanti ante di legno intagliato, trovandosi nel buio più totale. Le tende erano tirate e non c'era nulla di accesso, neppure una fiammella.
Ad un certo punto dal letto si alzò un corpo completamente nudo e Shade capì subito che si era ritrovato del bel mezzo di un incontro carnale e dalla sua esperienza; anche parecchio passionale (non che la cosa lo scandalizzasse più di tanto).
Non capendo chi fosse con quel buio cercò di non far percepire al sua presenza, avvicinandosi proprio quando una folata di vento spostò la tenda rivelando una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi e fu allora che Shade la riconobbe:
- Ma... madre?!
Era sconcertato e a dir poco imbarazzato, ma il peggio doveva ancora venire, quando da sotto il lenzuolo due mani, simili a dei serpenti, percorsero il corpo della giovane donna fino a stringere il seno appena maturato. La figura dietro di lei l'abbracciava saldamente come se temesse di perderla, ma appena questi rivelò la sua identità per Shade fu come un pugno allo stomaco. 
- Se... Sebastian?!
Qualcosa si era rotto quando vide CHI stringeva sua madre così disperatamente a se e fu quell'ultimo bacio velato a dargli il colpo di grazie.. con quelle parole...
- Mi amerai... per tutta la vita?
- No, per molto di più... più dell'etenità stessa....
Il ragazzo a quel punto esplose.


- MALEDETTO!!!
Quando riaprì gli occhi si ritrovò nella sua stanza alla magione dei Phantomhive e per controllare che fosse tornato nel mondo reale prese il libro che stava leggendo poco prima poggiandolo sul comodino.
- Era... era un sogno? 
Si lasciò cadere nuovamente sul cuscino asciugandosi la fronte. Aveva ancora nella mente ben vivida l'immagine di sua madre tra le braccia di quel demone. Probabilmente era solo un riflesso che aveva condizionato i suoi sogni dopo le varie rivelazioni che aveva ricevuto nel giro di nemmeno un mese.
Stava sdraiato a guardare nella stanza vuota e quando si fu calmato notò ai piedi del letto una figura. Colto alla sprovvista prese un pugnale che teneva sotto il cuscino pronto a lanciarlo, ma appena vide che era Alys poggiò l'arma.
- Alys? Che diavolo ci fai qui a quest'ora?
- Scusami.
Restava nell'ombra col volto nascosto dal tendaggio del baldacchino.
- Qualcosa non va? 
Era seduto sul letto con un ginocchio che faceva da supporto al braccio sinistro, mentre la mano spostava i capelli che continuavano a ricadergli davanti.
- Si.
A quella risposta piuttosto ambigua fermò ogni muscolo del corpo.
- Cosa c'è? 
- Perché... non riesco a colmare il vuoto? 
- Di che stai parlando? 
La ragazza salì sul letto raggiungendolo a carponi fino ad arrivargli sopra obbligandolo a stendersi e appena furono vicini lo baciò. Sentì delle gocce salate cadergli sulle labbra, sorpreso di vedere tale gesto da parte della Phantomhice che aveva imparato a conoscere, si distaccò.
- Perché... te ne sei andato? Perché mi hai mentito?
Era poggiato sui gomiti quando si sedette sul suo linguine premendo la sua virilità contro la sua, ma fu quando alzò gli occhi che Shade vide qualcosa che mai si sarebbe aspettato.
- Ma che diavolo...
I capelli di lei erano bianco argento e gli occhi color ghiaccio ricolmi di lacrime. Sentiva il corpo esile della giovane tremare, fino a quando prese a spogliarsi difronte a lui. Tentò di fermarla, ma c'era qualcosa che gli impediva di muoversi; non gli era mai successo. Prese a baciargli il collo fino alla clavicola e il petto . Le sue carezze così delicate erano come il tepore del sole primaverile frastagliato dalle nuvole, la pelle profumava di inverno riempiendone i polmoni fino in fondo all'anima d'aria pura e le labbra erano morbide come i petali di una rosa. I sensi di Shade recepivano ogni pressione studiando i movimenti di quell'esile corpo in ogni sua forma, abbandonandosi al piacere di quel frutto proibito che stava divorando ogni suo controllo. Quella sensazione di piacere puro che difficilmente avrebbe rifiutato. 
- A..Alys.. fermati! Torna in te!
La giovane rimase su di lui con solo la biancheria intima, mentre il seno e il resto del corpo erano totalmente in mostra e poggiati sul suo petto.
Non era la prima volta che vedeva una donna nuda e non sarebbe stata la prima volta che ci finiva a fare dell'altro, ma non con lei... non in quello stato. Dopo quel pensiero i nodi che bloccavano ogni suo muscolo si sciolsero ribaltando la situazione. La prese per le braccia e la buttò sul letto bloccandola per i polsi.
- FERMATI!
Aveva il fiatone. Era visibilmente provato dal controllo che aveva dovuto esercitare sui suoi istinti; tanto che persino i canini avevano cominciato a mostrarsi, mentre gli occhi risplendevano come tizzoni ardenti.
- Perché? Perché mi hai fatto questo? 
Quelle parole ebbero come un rimbombo nella sua memoria rammentandogli la violenza che le aveva fatto, ma c'era dell'altro. Avrebbe volto dirgli tante cose, ma dalle sue labbra uscirono solo due semplici parole cariche di rimorso:
- Mi dispiace...
Appena le udì la ragazza chiuse gli occhi perdendo i sensi e Shade rimase a fissare a lungo quell'enigma vivente mentre riacquistava il controllo. Le scostò i capelli dal viso e la mise sotto le coperte guardandola per qualche istante.
- Astrid...






Il mattino seguente la contessa fu svegliata da un dolce tepore e dal suono di... un battito?
- Mm...
Appena aprì gli occhi vide il torace di qualcuno salire e scendere sotto il suo viso e solo dopo qualche secondo si rese conto che c'era qualcosa che non andava.
- Ma cosa.... 
Appena alzò il capo per vedere a chi apparteneva quel cuore le venne un colpo al suo.
- AAAAHHH!!!!
Per tutta la residenza si propagò un'urlo che se non aveva infranto i vetri, poco mancava. Al contrario suo, Shade si alzò tranquillo come se non fosse successo nulla, o quasi.
- Ahia... C'era bisogno di fare tutto questo baccano per svegliarmi? 
Si massaggiò le orecchie per cercare di ristabilire l'udito appena stravolto e senza nemmeno guardarla andò verso il comò dove c'era una bacinella e una brocca d'acqua per lavarsi il viso.
- Che... che ci fai in camera mia? 
- Tua? Prima di sclerare coma una pazza hai almeno guardato dove ti trovi? 
Si voltò verso di lei mentre si stava asciugando il viso, quando...
- Ma che... 
I capelli di Alys erano ancora bianco argento e gli occhi erano molto più chiari del classico blu che distingueva la sua famiglia anche se non erano più color ghiaccio.
- Cosa c'è? 
Chiese stizzata dallo sguardo sorpreso che le rivolgeva.
- Non sono tornati come prima.
Avvicinandosi con curiosità procurò in lei uno strano senso di diffidenza che veniva accentuato ogni volta che scopriva un suo nuovo modo di interazione nei suoi confronti.
- Di che stai parlando? 
Le prese una ciocca di capelli facendogliela vedere. Inizialmente non aveva capito la situazione; il primo pensiero fu che erano dello stesso colore di quelli del suo riflesso, ma quando si rese conto che erano i suoi, non poteva crederci.
- Che... che diavolo è successo ai miei capelli?! 
- è quello che vorrei sapere anch'io... Compresa la ragione della tua visita notturna, ovviamente.
Tutto si femò e il silenzio prese posto nella stanza insieme allo sguardo della Phantomhive puntato sul giovane.
- Quale visita notturna? 
Rimase sbalordito. Non ricordava proprio nulla!
- Non rammenti? 
- No. 
- Lasciamo perdere. Comunque ti consiglio di tenere ben stretto quel lenzuolo fino al mio ritorno.
- Perché? 
Appena il principe le fece cenno di guardarsi, un secondo urlo si innalzò nella villa tanto da far vibrare i ventri se non fosse stato per Shade che le mise l'asciugamano in bocca.
- Non sono disposto a rimetterci i timpani per le tue cresi di nervi!
- Mmhumm....
- Che hai detto? 
Le tolse l'asciugamano; pessima idea
- PORCO!!!


A colazione tutti notarono un "lieve" rigonfiamento sulla guancia del principe e lo sguardo velenoso di Alys non era di certo meno visibile. Nonostante le avesse spiegato cosa fosse successo lei non non era ancora disposta a parlargli dopo l'assurdo risveglio di quella mattina. La tensione ci fu fino all'arrivo di una lettera portata da Tanaka.
- Lady Alys. C'è una lettera da parte di vostro fratello.
- Ciel?!
La prese immediatamente leggendola con sempre più entusiasmo.
- Evviva!
- Che succede? 
- Ciel è entrato nella squadra del kriket come nostro padre e siamo invitati ad assistere all'evento!
Shade si alzò raggiungendola per leggerla, mentre lei osservava quell'avvicinamento preoccupata.
- Mm... interessante.
- Cosa? 
- Questo è il segnale per noi di entrare in azione. 
Alys era all'oscuro del piano e ovviamente volle delle spiegazioni. Pazientemente il principe le spiegò per filo e per segno in cosa consisteva la missione del fratello e anche che avrebbero ricevuto una lettera di via libera se ci sarebbe stato bisogno del loro intervento e quell'invito era il segnale. Dal contenuto della lettera capì che se Ciel si fosse messo in luce durante il torneo della casate, c'era la possibilità di far parte dell'evento più agognato dell'anno, cioè partecipare al "thea party di mezzanotte" con i capi delle casate e il preside che fino a quel momento era stato molto sospetto.
- Allora che stiamo aspettando? Andiamo subito da lui!
Si alzò dalla sedia schizzando verso la porta.
- Frena i cavalli.
La prese per il braccio fermando la sua corsa da sorella apprensiva
- Il ballo di apertura sarà sabato. Abbiamo tutto il tempo per prepararci e aiutare tuo fratello, quindi cerchiamo di mettere da parte le nostre divergenze e proviamo cooperare.
Era serio. Lo aveva capito anche lei, ma non riusciva a fidarsi.
- Va bene, ma tra noi due deve esserci sincerità.
- Sono d'accordo.
- Vieni con me.
Sta volta lo prese lei per il braccio e lo trascinò in biblioteca dove chiuse a chiave evitando che gli altri servitori li sentissero. Il giovane non comprendeva le sue intenzioni, ma decise di lasciarla fare, nella speranza che le fosse venuto in mente qualcosa di importante per aiutare Ciel nella missione.
- Che stai facendo? 
- Se dobbiamo essere sinceri voglio che lo siamo sin da subito.
- Va bene.
I due si sedettero su delle poltrone l'uno di fronte all'altra guardandosi negli occhi. La situazione era molto tesa. Era un confronto tra due persone molto diverse che per via di cose, avevano incrociato le loro strade e ora dovevano percorrere quella via inseme come compagni, ma Alys sapeva che senza parlarsi non avrebbero concluso nulla e così decise di fare la prima mossa.
- Ecco...Mi spiace per lo schiaffo e per l'accusa, ma dopo... 
Immediatamente la interruppe. Non c'era bisogno che si scusasse per una cosa su cui aveva torto lui.
- Avevi tutte le regioni per farlo. Dopo quello che è successo sulla nave anche io non avrei più voluto avere a che fare con una persona come me. 
Quelle parole la fecero sorridere e riuscirono anche a placare un po' la tensione che c'era tra loro.
- Allora... perché lo hai fatto? 
Bella domanda! Cosa le poteva dire? Il tuo sangue è delizioso? Direi di no. Sono un vampiro come il Dracula di Bram Stoker? Assolutamente no! Sono un demone e volevo assaggiare la tua anima? Anche peggio. 
Alla fine optò per una mezza verità
- Ecco... come avrai notato sulla nave... io non sono del tutto umano...
- Sei un vampiro? 
Eccola là! L'aveva messo ancora più in casino, ma già che c'era in ballo...
- Non proprio. Come hai visto durante il combattimento con Undetaker ho perso "leggermente" il controllo, dimostrando delle capacità... particolari.
- Chiamarle particolari è un eufemismo.
- Lo so, ma... ti prego. Lasciami finire.
Alys annuì.
- Probabilmente è qualcosa che mi ha fatto Undertaker quando sono nato.
- COSA?! Co... come? 
Era sconcertata da quella rivelazione e non sapeva più che dirgli.
- Da quello che ho scoperto è stato Undertaker ad aiutare mia madre a farmi nascere per poi seppellirla. Devi sapere che lei e tuo padre erano molto amici e Undertaker in quanto suo sottoposto l'ha aiutato a nascondere la gravidanza, ma come ben sai non è sopravvisuta al parto.
Alys annuì tristemente, ma venne subito rassicurata.
- Non preoccuparti. Io non l'ho mai conosciuta quindi la cosa non mi pesa come può sembrare.
- Ma dovrebbe.
- A parte questo... è plausibile che mi abbia iniettato del sangue di demone quando sono nato, forse stavo morendo e in qualche modo ha voluto salvarmi o forse ero uno dei suoi esperimenti.
- E perché mai, se adesso vuole ucciderti? 
- Forse il livello della mia forza gli sta rovinando i piani, come Sebastian del resto.
Le congetture di Shade misero in moto dei dubbi che fino a quel momento lei non aveva mai dato molto peso, anche se allo stesso tempo quelle parole davano una certa logica agli avvenimenti accaduti. 
- Infatti durante il combattimento ha parlato della nostra felicità e di come Sebastian fosse un ostacolo!
- Credo che questo piano sia stato creato molto tempo prima di adesso, anche se non ne capisco il motivo. Di una cosa però siamo certi.
- Cosa? 
- Vuole voi due incolumi.
Parlarono a lungo sul da farsi e come agire. Tutto era pronto. L'unica cosa che mancava a Shade era come riportare i capelli della contessa allo stato originale prima della fatidica serata.





Il giorno dopo alla scuola, Ciel e Sebastian erano in classe quando il demone passò un bigliettino allo studente dove lo avvertiva che la lettera di risposta era arrivata e che aveva predisposto un luogo di ritrovo. Notando alcuni studenti fissarlo in quel momento il professore lo richiamò.
- Phantomhive! I bigliettini sono più interessanti della lezione? 
- N..no professor Micheils.
L'uomo in nero si avvicinò prendendo il foglietto dove Ciel aveva risposto dandogli appuntamento nell'ufficio.
- Finita la lezione voglio che tu venga da me. Dobbiamo parlare un po' sulle regole della scuola.

Una volta che le lezioni furono terminate Ciel si recò nello studio di Sebastian come stabilito.
- Hanno recepito il messaggio? 
- Yes, my lord

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Capitolo 23
*** Vino Veritas ***


Il grande giorno era arrivato. Quel sabato sera, Alys avrebbe visto suo fratello sfilare tra gli Owl blue come membro della squadra del torneo di kriket. 
Era così emozionata che non stava più nella pelle e ovviamente con lei non poteva mancare la guardia del corpo; Visto che non era di buon costume presentarsi senza un accompagnatore Ciel aveva chiesto a sua altezza di accompagnare la sorella al ballo dell'apertura. Appena entrarono l'attenzione degli ospiti si spostò tutta sulla giovane coppia. Lui era vestito rigorosamente di abiti scuri con una camicia rosso cremisi e un fazzoletto nero. Lei invece al contrario era avvolta in uno splendido abito blu notte con lo scollo a V senza spalline, le maniche in pizzo con fantasia a felce erano dello stesso colore del corsetto; Questo era plissettato e adornato con qualche applicazione di pizzo bianco sul busto attraversandolo trasversalmente fino all'anca sinistra, mentre la stoffa scura ricadeva fino al ginocchio; sulla parte destra un fiocco morbido blu notte sosteneva la stoffa scura rivelando il pizzo bianco sopra il tulle. Al collo portava un collié di zaffiri con un diamante blu incastonato al centro. I capelli; raccolti in un'acconciatura quasi regale, con un pettinino in madreperla e rose bianche, spiccavano tra il bluastro dei capelli.
Erano al centro dell'attenzione di tutti. Nessuno riusciva a distogliere lo sguardo dai due e quando varcarono la soglia i nobili non poterono fare a meno di spostarsi al loro passaggio dalla solennità che trasmettevano.
Alys era a disagio; non capiva perché la gente reagisse così alla loro presenza. Il primo pensiero fu che fosse colpa della faccia truce di Shade. Mai una volta che sorridesse quello.
Si avvicinò a lui parlando a bassa voce per non farsi sentire dagli altri ospiti.
- Ehi.
- Che c'è? 
- Perché ci fissano tutti? 
Lui impassibile come sempre continuò ad avanzare scrutando ogni singolo individuo che occupasse quella sala. Stranamente non vide il maggiordomo da nessuna parte; probabilmente era con Ciel per decidere sul da farsi della prossima mossa.
- Perché siamo personaggi di rilievo nell'alta società.
- Che cosa?! Ma se io nemmeno la frequento l'alta società!
- Lo so. Nemmeno io, ma le voci corrono e a quanto pare quelle che ho sentito non era del tutto infondato.
- Quali voci? 
Finalmente le rivolse lo sguardo incrociando i suoi occhioni da cucciolo curioso.
- Qualcuno ha messo in giro la voce che tra noi due ci sia qualcosa. Dopo il mio viaggio sulla Campania ho frequentato spesso voi Phantomhive e a quanto pare la cosa non è passata inosservata.
Lei non era convinta. Probabilmente non era sfuggita agli occhi della gente perché LUI stesso non voleva che sfuggisse. C'era da chiedersi cosa stesse tramando.
Finalmente arrivarono dai Midford e dopo un saluto di cortesia e un inchino, le arie si rilassarono. Finalmente il gelo della sala si era dissolto tra le chiacchiere e i pettegolezzi delle signore, mentre Alys continuava a guardarsi in torno alla ricerca del fratello e del demone. Per la prima volta era decisa ad affrontarlo e trovare una risposta a quello che era accaduto quella notte con Shade.
- Scusate un momento... io vado a prendere da bere.
- Certo cara.
La congedò con la solita rigidità zia Farsis.
Al tavolo del buffet poté tirare un sospiro di sollievo, almeno fino a quando non si trovò un bicchiere di champagne proprio davanti agli occhi sorretto da una mano guantata.
- Ma che splendida visione. è da un po' che non ci vediamo mio splendido pettirosso e a proposito di petto... vedo che lei lo ha riempito molto bene.
Un giovane uomo, biondo dai capelli lunghi, sui 23 anni, la stava squadrando da capo a piedi come se fosse un cibo prelibato (Poteva quasi paragonarlo a Sebastian considerando la vera natura del maggiordomo). Alys non lo riconobbe immediatamente, ma poi si ricordò; quello era il visconte Druitt!
Lo aveva incontrato sulla Campania e ricordava il disagio del fratello nei confronti dell'uomo, ma per la sua sicurezza decise di assecondarlo.
- Già... a quanto pare...
- Mi permetta di offrirle una coppa di champagne. L'ho scelto io stesso e l'ho fatto importare dalla Francia.
- Gra... Grazie, ma... no, grazie. Non sono molto brava a reggere l'alcol.
- Ma dai, un sorso non la ucciderà mica.
- Davvero è meglio se...
Continuando a indietreggiare, la fuga della giovane fu fermata da qualcuno che le poggiò le mani sulle spalle prima che potesse finirci addosso.
- Faccia attenzione signorina.
Riconobbe immediatamente quella voce.
- Sebastian? 
- Come prego? 
Il visconte non aveva capito molto bene cosa avesse detto, ma in fin dei conti era molto meglio così. In un secondo di distrazione del biondo, venne trascinata tra la folla da quelle mani dal tepore rassicurate per poi allontanarsi e una volta al sicuro...

- State bene my lady?
- S..si.
Appena si voltò vide Sebastian nei panni di un docente scolastico, con occhiali e tutto l'armamentario da insegnante, rosario compreso e questa era la cosa più incredibile. Dopo qualche secondo di spiazzo Alys scoppiò a ridere davanti al demone sconcertato.
- Haha! Non... Hahaha!!!
- My lady... che le prende? Ho qualcosa di strano sulla faccia? 
Niente da fare, non c'era modo di farla smettere, tanto che si dovette appoggiare ad una colonna per potersi reggere sulle proprie gambe.
- Haha! Non per quello che hai sulla faccia, ma per tutto quello che indossi! Hahaha!
Sebastian si guardò confuso. Gli sembrava di essersi mimetizzato al meglio per quel ruolo da insegnante e cominciò a convincersi di essersi sbagliato su qualcosa nel suo travestimento.
- Mi può spiegare a cosa si sta riferendo? 
- Al fatto che un demone porti un crocefisso al collo e si comporti da brav'uomo! Haha!
Ora si spiegava tutto. La sua signora si stava prendendo gioco di lui. Che un demone potesse spacciarsi come esempio da seguire... era proprio l'ironia in persona, ma anche se non era proprio la reazione che si aspettava, era felice di vedere quel lato di Alys che ormai considerava perso. 

Intanto Shade era ancora a parlare con i nobili e in molti lo riconobbero come il nipote preferito della regina, anche se non avevano proprio idea di che fosse figlio e tentavano di indagare velatamente. 
Si accorse che Alys ci stava mettendo troppo e decise di andare a cercarla il più discretamente possibile.

Dopo che si fu calmata Alys prese la mano di Sebastian portandolo in uno dei corridoi secondari.
- Devo parlarti.
Il demone era sorpreso da quell'atteggiamento.
- Di cosa my lady?
- Voglio che tu mi dica la verità! Devi... devi sapere che sono successe delle cose durante la vostra assenza.
Il demone non capiva, ma per un secondo temette che gli istinti oscuri di Shade avessero avuto il sopravvento e le avesse fatto qualcosa. Lui stesso, per esperienza personale, sapeva quanto il suo potere potesse essere difficile da controllare se si lasciava trasportare dalle emozioni, figuriamoci un essere umano.
- Il principe le ha fatto del male?!
- No. Non è stato lui, ma.... io.
Sebastian non sembrava afferrare la cosa. Perché parlarne con lui e non col fratello visto il suo comportamento negli ultimi tempi? Non sapeva che le fosse successo, ma comprese che era qualcosa di grosso
- My lady... non possiamo stare qui. Potrebbero scoprirci.
- Allora dove? 
La trascinò senza farsi vedere ai suoi appartamenti evitando tutti i controlli che erano stati adibiti per la serata.


Una volta arrivati...
- Posso offrirle una tazza di tè?
- No! Non c'è tempo!
Non era abituato a quell'espressione seria e si voltò preparando del tè sottovalutando la gravità della situazione, versando tranquillamente la bevanda calda nelle porcellane.
- C'è sempre tempo per una tazza di tè.
Nonostante tutto era rilassato. Negli ultimi tempi aveva pensato a come recuperare il rapporto con la sorella del suo padrone, ma con scarso risultato. Prese il servizio adagiandolo su un vassoio, ma quando si voltò questi gli cadde dalle mani sfracellando il contenuto per terra. 
Davanti all'uomo apparve un Alys dai capelli bianco argento mentre stringeva tra le dita una parrucca.
- Ma co... Non è possibile!
Si avvicinò alla ragazza lasciando da parte ogni controllo. Gli occhi del demone erano sgranati e risplendevano come braci; i lineamenti del volto contratti in un espressione di paura e rabbia; le mani tremavano mentre sfioravano quei fili argentati. Alys non si aspettava quella reazione cominciò a preoccuparsi.
- Sebastian? Che ti succede? Tu.... tu sai qualcosa vero!?
- Non... non dovevi essere tu.
Indietreggiò barcollando fino alla sedia. 
Dovette sostenersi sul tavolo mentre con una mano si teneva la fronte cercando di trovare una spiegazione a tutto quello che gli stava succedendo. Alys comprese che doveva sapere qualcosa in merito a quello che le stava accadendo.
- Sebastian! Devi dirmi la verità! Io... io non posso continuare così! Lei non può....
- LEI?!
Si alzò di scatto prendendole le braccia tirandola pericolosamente vicino a se.
- Di chi parli? Alys! Devi dirmelo! 
Lo temeva, ma in quel momento la voglia di sapere divenne più forte della paura e con quel coraggio sconosciuto riuscì a sostenere il suo sguardo. 
Quando però il demone si rese conto di quello che stava facendo la liberò.
- Mi... mi dispiace.
Si lasciò cadere sulla sedia con fare esausto e la giovane capì che non aveva intenzione di farle del male. 
Si chiedeva cosa lo aveva scosso così nel profondo da fargli perdere il controllo delle sue azioni? Era sulla porta, pronta a scappare, ma qualcosa la spinse ad avvicinarsi a lui prendendogli una mano.
- Cos'è che ti tormenta Sebastian? 
Il moro sorpreso da quel gesto rimase qualche secondo a fissare quella figura minuta, fragile come uno stuzzicadenti per le sue mani. Eppure quel tocco feriva profondamente il demone, ormai stanco di un fardello che portava da ormai troppo tempo. Dopo un po' l'uomo si riprese ricomponendo tutta la sua integrità.
- è una storia molto lunga, ma non abbiamo il tempo per parlarne adesso.
- Lo stesso vale per me, però... devi farmi una promessa.
Il demone la trafisse con lo sguardo, ma senza farla vacillare.
- Una volta tornati... voglio che tu mi dica la verità.
La risposta non attese ad arrivare.
- Va bene.


Proprio in quel momento entrò Shade.
- Ma che diavolo....
Alys lesse immediatamente lo sguardo iroso dell'amico.
- Aspetta Shade! Non è come pensi? 
Si mise immediatamente tra i due quando vide il suo amico mettere la mano sull'elsa della spada. Shade spostò la sguardo interrogativo su di lei notando che non aveva più indosso la parrucca.
- Che cos'hai fatto? 
- Gli ho detto la verità. Non possiamo vivere così, se lui sa qualcosa deve dircelo a costo di scendere a compromessi.
Il maggiordomo sentì la tensione e comprese che era scaturita da quando aveva rivelato il suo segreto. Non se lo sarebbe mai aspettato di rivedere qualcun'altro con quei stessi segni distintivi. Erano passati secoli dall'ultima volta che aveva visto un membro di quella stirpe.
- E quale sarebbe il compromesso? Concederti a lui? 
La ragazza era senza parole? Non le aveva mai parlato in quel modo.
- Co.. come puoi dire una cosa del genere? 
La guardò freddamente.
- Non sarebbe la prima volta che lo fai.
La contessa si allontanò di qualche passo da lui senza parole.
- Sentiamo, prima di infilarti nel mio letto ti sei concessa anche a quello zingaro? Avanti! Dimmi quanti si sono infilati sotto le tue coperte!
Le prese il polso tirandola a se con profondo odio nello sguardo.
- QUANTI?!
A quel punto Alys con tutta la forza che disponeva colpì in volto il giovane per poi scappare in lacrime. 
Sebastian rimase senza parole di fronte a quello che era successo.
- Perché le hai detto quelle cose? 
- Che te ne frega a te?
Il demone s'infuriò e avventandosi sul giovane lo prese per il collo schiantandolo contro il muro, ma questi non crollò come avrebbe fatto una qualsiasi persona normale.
- Tu sai qualcosa. Non è vero? 
Shade alzò lo sguardo sul demone mentre un rivolo di sangue gli scendeva dal labbro per il colpo infertogli dalla ragazza. Lo sguardo eloquente di Sebastian diede una risposta sufficiente al principe. Non si dissero nulla e si separarono in un silenzio carico di emozioni contrastanti: odio, paura, curiosità, invidia e gelosia. 



Quando tornarono nel salone le casate stavano entrando sfilando i loro colori e quando giunse quella di Ciel, per Alys si aprì un piccolo spiraglio di luce; sapeva che avrebbe dovuto dire tutto al fratello, ma non voleva rovinargli quel momento.  
Quando finirono di sfilare ogni allievo corse dalla sua famiglia per riabbracciare i propri cari. Ciel venne immediatamente avvolto dalle braccia di Lizzie e dai suoi zii, ma stranamente Alys non era tra loro e dopo i saluti decise di andare a cercarla. La trovò sul balcone tutta sola; cosa assai insolita. Pensava che lei e Shade alla fine fossero diventati amici, ma comprese che doveva essere accaduto qualcosa di grave se aveva deciso di starsene in un luogo del genere.
- Che succede? 
La incalzò immediatamente rischiando di farle cadere il calice dalle mani.
- Nu... nulla.
Il conte notò un lieve rossore sulle gote della sorella.
- Hai bevuto? 
Questa in risposta le fece segno con le mani che aveva assaggiato solo un sorso.
- Ma che diavolo fai? Lo sai benissimo che non reggi l'alcol!
Le strappò il bicchiere dalle mani mentre si reggeva alla balaustra.
- Ma che dici? è solo il secondo... no! Il terzo goccetto.
- Ma se non sai reggerne nemmeno mezzo!
- Ohh... Insomma! Mi ci mancava solo che un moccioso adesso vesta i panni di mio padre! Senti: Ho passato una serata tremenda e tutta per colpa di quel principe sexy dagli addominali scolpiti e quella faccia d'angelo che ti porti dietro ultimamente. Non mi va di sentire l'ennesima predica da un nono malefico che non sa nemmeno vestirsi da solo!
Quelle parole pietrificarono sul posto Ciel che immediatamente avvampò diventando di tutti i colori.
- T..tu sei ubriaca fradicia! è meglio se ti faccio riportare a casa.
- NO! So... calarmela... benissimo da sola!
- Forse volevi dire "cavarmela".
- S..si.. quella che è.
- No! Non puoi restare qui in queste condizioni. Torna a casa!
Ma la sorella non voleva sentire ragioni e alla fine il giovane conte optò per un approccio più comprensivo e la invitò a rientrare. 
- Senti, che ne dici se ti porto dell'altro champagne? 
La ragazza gli accarezzò la testa come se fosse un cucciolo con un sorriso di beatitudine.
- Si, si, bravo il mio bambino.
- Va... va bene. Però devi aspettarmi qui. Sta seduta che io torno subito.
- Promesso? 
Eccola che ritornava col suo solito faccino da cucciola alla quale ere difficile resistere, ma per il momento era importante che stesse ferma. Avrebbe trovato Shade e Sebastian convincendoli a portarla via da lì.
- S..si.



Ciel si mescolò alla folla alla ricerca di almeno uno dei due e costantemente in allerta per non farsi beccare dai marchesi, suoi zii; In particolare Edward. Se avesse visto sua cugina in quelle condizioni per lui erano finiti i giorni in cui avrebbe camminato sulle sue gambe. Alla fine girando e rigirando, vide in un angolo buio il principe che stava bevendo del vino rosso ad osservare la gente danzare, ma non era solo. 
Molte delle giovani nobili in età da marito lo avevano circondato cercando di attirare in ogni modo la sua attenzione (ecco perché non lo vedeva). Poco più lontano vi era Sebastain che stava parlando con delle giovani signore.
- Ma è mai possibile che quei due nel bel mezzo di una missione si mettano a rimorchiare?!
Eppure, stranamente, tra "quei due" si avvertiva un'aria di tempesta. Cosa sarà successo? Alla fine optò per chiamare Shade. Se fosse andato da Sebastian avrebbe fatto sorgere dei sospetti, al contrario il principe essendo stato l'accompagnatore della sorella avrebbe creato meno imbarazzo. 
Facendosi strada tra le voluminose gonne della donne riuscì a raggiungerlo.
- A... altezza.
Il moro si accorse appena dalla presenza del blu.
- Conte Phantomhive. Come mai da questa parti? 
Quel tono di voce non lo convinceva . Sembrava stizzato e parecchio irritato mentre sorseggiava il suo bicchiere di vino, solo dopo un po' si accorse che su un tavolo adiacente a loro c'erano diversi bicchieri vuoti.
- Non... non mi dirà che ha bevuto tutti quelli!
- Si e allora? 
- Ma... ma se è ubriaco come farà a.... 
Non poteva andare oltre con tutte quelle donne tra i piedi.
- Non ti preoccupare piccoletto sono abbastanza lucido per portare a termine il mio compito.
- è proprio questo il problema!
Gli occhi cremisi saettarono subito su quelli del conte.
- Di che stai parlando? 
- Ti sto dicendo che è mia sorella qualla a non so se riuscirà a portarlo fino in fondo.
Il demone poco distante aveva sentito tutto. Shade mise sul tavolo l'ennesimo calice vuoto.
- Dov'è adesso? 
- Vicino alla finestra, sulla terrazza.
Le ragazze che l'avevano accerchiato cercarono in ogni modo di farlo desistere, ma bastò un'occhiata per farle scansare dal suo cammino. 
Attraversarono la sala fino alla finestra che dava sulla terrazza e nel punto in cui l'aveva lasciata si erano accalcati molti studenti della stessa età della sorella.
- Ma che sta succedendo? 
I due si avvicinarono e videro che Alys aveva le braccia intorno alle spalle di due giovani aitanti dell'ultimo anno e stava bevendo ancora, facendo festa e civettando con ognuno di loro. Gli studenti si stavano beando delle sue curve e un terzo la prese per la vita da dietro, mentre uno davanti la faceva ballare, ma la cosa mandò su tutte furie Ciel.
- Ehi voi! Cosa... 
Non fece a tempo ad avanzare che Shade era già davanti a loro con uno sguardo poco rassicurante.
- Ehi! Che vuoi amico? 
Gli altri studenti che lo avevano riconosciuto avevano mollato la presa sulla ragazza, ma un nobile di basso rango delle campagne non era così informato ed ebbe un frontale con la rabbia del moro. Lo prese per il collo e senza farsi vedere da nessuno lo portò sulla terrazza deserta sbattendolo contro il muro.
- Prova a toccarla ancora e ti giuro che non vedrai l'alba di domani!
La voce bassa e roca del principe rese l'idea sulla serietà della minaccia, ma quando questi alzò gli occhi gli sembrò di vedere due braci che stavano ardendo al posto delle iridi .... Solo in quel momento i ragazzi capirono quanto fosse pericoloso e non se lo fecero ripetere due volte. Se la diedero a gambe tornando nella sala, mentre Alys lo aveva raggiunto barcollante con Sebastian poco dopo.
- EHI! Chi ti ha detto di mandare via i miei amici?
- Amici?! Tu quelli me li chiami amici? 
Il principe a quel punto sbottò.
- SI! Lo sono molto più di te! Loro almeno mi divertono e non mi tengono segregata in camera mia come una bambina in castigo!
- Se ti comporti come tale devo prendere dei provvedimenti.
- Sei solo un guastafeste!
Ciel da quella conversazione cominciò a capire che c'era qualcosa che non avevano menzionato nelle lettere. Sebastian a quel punto fu obbligato ad intervenire. 
- Signorino. A questo punto penso che la loro presenza non sia più necessaria. Il preside non si è presentato quindi... 
- Si. è meglio che torniate a casa.
Alys si mise a protestare come una bambina prendendo una bottiglia.
- No! La festa è appena cominciata. Non vorrai che me ne vada adesso? 
- Si invece! E seduta stante!
- No!
Si sedette per terra e non c'era verso di farla alzare. Ciel non aveva parole per quella situazione, e adesso? Chi la smuoveva da lì? Fu allora che Shade fingendo un certo distacco si avvicnò al conte.
- Qui non se ne fa nulla. O si usano le maniere forti o permettiamo che ci faccia scoprire.
Ciel esasperato gli diede ragione.
- Va bene, va bene. Fa quello che vuoi ma portala via da qui nel modo più discreto possibile.
- Discreto? 
Il Phantomhiive lo guardò a braccia conserte pronto a qualsiasi proposta per sbrogliarsi da quel casino.
- Posso portarla in braccio dalla finestra.
- Pessima idea.
Fece notare Sebastian che non aveva distolto lo sguardo dalla sorella del suo padrene.
- Perché? 
- Si sono fatti notare troppo. Cosa penserebbero se sparissero e nessuno vedesse la sua uscita? 
Il blu non capiva dove volesse arrivare, ma ci pensò il giovane moro a chiarirgli le idee nella maniera più brutale possibile.
- Penserebbero che io e tua sorella ci siamo appartati per fare sesso durante la festa.
Quel pensiero si concretizzò nella mente del conte, con anche delle immagini molto esplicite facendolo diventare di tutti i colori. Se la cosa sarebbe saltata fuori non ci sarebbe stato scampo per il buon nome dei Phantomhive. La cosa non doveva assolutamente accadere per nessun motivo!
- Ok... cosa pensate di fare? 
I due mori si misero a riflettere quando al maggiordomo venne un'idea.
- Forse ho la soluzione! 
- Quale? 
- Gli esseri umani sono molto più accondiscendenti da ubriachi se soddisfi ogni loro desiderio.
- E con questo? 
- Se sappiamo cosa vuole la contessa forse riusciamo a convincerla ad uscire sulle sue gambe.
- Ma a parte dire che voleva bere e divertirsi, non ha menzionato altro.
Fu allora che a Ciel venne in mente alcune parole insolite che sua sorella aveva detto prima di lasciarla sulla sedia. Il blu prese Shade da parte ordinando a Sebastian di rimanere con la sorella.
- Sebastian non perderla d'occhio.
E una volta soli.
- Cosa c'è? 
- Ecco... mia sorella, ha detto una cosa prima che arrivaste.
- Cioè? 
Il tono imbarazzato però non lasciò spazio agli indugi.
- Ecco... ha detto: "Ho passato una serata tremenda e tutta per colpa di quel principe sexy dagli addominali scolpiti e quella faccia d'angelo".
Improvvisamente la mete del giovane si incrinò.
- Mi prendi in giro? 
- Ma... magari, ma... ma forse era solo ubriaca. Fo.. forse...
- Va bene, ho capito. Voi andata a distrarre i Midoford. Io mi occuperò della faccenda.
- Si.



Una volta che si furono separati Shade si avvicinò ad Alys.
- Ehi.
La blu incrociò le braccia guardando dall'altra parte offesa.
- Io non ci parlo con te.
- Perché? 
- Perché sei cattivo!
Shade non poté fare a meno di pensare che stava ragionando con una bambina di due anni.
- Che ne dici di tornare a casa.
- NO!
- Perché? 
La ragazza cominciò a girarsi i pollici imbarazzata.
- Non voglio che le luci si spengano.
Quella frase lo spiazzò. Che voleva dire che non voleva le luci spente? 
- E perché? 
- Pe.. perché... ho paura del buio e... delle ombre che camminano nella mia camera.
Shade si accovacciò accanto a lei guardandola con la stessa espressione curiosa di un bambino più grande che non capiva quelle paure, mentre lei si strofinava gli occhi per la stanchezza e si strigeva per il freddo.
- Non hai sonno? 
Annuendo si mise a sbadigliare, ma non voleva dormire e fu allora che al moro venne un idea.
- Vuoi... che ti faccia compagnia? 
Questa immediatamente si voltò su di lui con gli occhi sgranati.
- Davvero?!
- Si.
Si mise a carponi davanti a lui.
- E mi terrai la mano fino a quando non mi addormento? 
- Si... va bene.
Sul volto della ragazza apparve un dolce sorriso pieno di gioia, mentre l'espressione di lui si fece perplessa.
- Allora va bene.
Si alzarono entrando nella sala da ballo.
- Aspetta!
- Cosa c'è? 
- Prima di andare via possiamo ballare? 
- Ma sei in grado di reggere? 
Lei annuì.
- Va bene.
 Entrarono nella pista e danzarono un po', ma Shade l'aveva spinta a ballare fino all'uscita dove vennero serviti da dei valletti che gli porsero dei cappotti e finalmente se ne andarono. 





Una volta arrivati alla villa, Shade fu costretto a portarla in braccio visto che in carrozza si era addormentata. Una volta arrivati nella camera da letto cominciò a toglierle i vestiti finendo per svegliarla proprio mentre le stava per slacciare il corsetto.
- Che.. che stai facendo? 
- è ora di andare a letto.
Lei gli prese il polso tirandolo sopra di lei a carponi.
- Dormi qui. Non voglio stare sola.
La guardò poco convinto anche perché era rimasta solo in sottoveste e la cosa poteva diventare sconveniente.
- Ne si sicura? 
Annuì in risposta.
- Va bene. Fammi spazio.
Si spogliò anche lui rimanendo solo in pantaloni e si mise accanto. Alys cominciò a picchiettare sulla sua spalla.
- Cosa c'è? 
 Appena si voltò i loro visi erano molto vicini e lei gli sorrideva come non faceva da tempo.
- Posso?
A quel punto gli afferrò il mignolo stringendolo a se come se fosse un peluche.
- Non sei sei cattivo come dicono.
Lui abbozzò un sorriso.
- Non sai quello che dici.
- Si invece. Piuttosto... è quando sono la solita me... che non sa quello che dice.
La guardava cercando invano di capire il senso di quelle parole.
- Che stai cercando di dirmi? 
- Che ti voglio bene Shade.

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Capitolo 24
*** Il passato di Sebastian ***


Ciel e Sebastian dopo la missione nella scuola stavano tornando alla magione dove il demone sapeva di non poter più sfuggire alla contessa. 
Le aveva promesso che le avrebbe raccontato la verità e per contratto non poteva redimersi da tale promessa. Il giovane Phantomhive notò il nervosismo del maggiordomo, ma preferì non fare domande.


Intanto alla magione Alys, aiutata da Mei Rin, si stava facendo allacciare il corsetto quando si accorse che Shade era poggiato sullo stipite della porta a osservare la più famosa tortura femminile che la moda imponeva.
Immediatamente la ragazza avvampò cercando di coprirsi nel miglior modo possibile dopo aver lanciato un urlo che si udì fino alle cantine.
- AAAH!!! 
Shade rimase impassibile, mentre la povera cameriera era rimasta a gambe per aria a causa delle urla e quando la bocca della giovane si richiuse il principe si portò le mani alle orecchi togliendosi quelli che sembravano dei tappo da cera
- Hai finito finalmente
Alys prese ogni cosa che le capitava a tiro cominciando a lanciargliela addosso, mentre lui con nonchalance le evitava come fossero mosche
- Sei un porco!
- Questo me lo hai già detto. Guarda che ti sta per cadere il corsetto
appena se ne accorse mise la mani al petto cercando di tenerlo su. Si guardò in torno in cerca di aiuto, ma Mei Rin era letteralmente KO e lei da sola avrebbe fatto ben poco
- Serve una mano? 
Di mala voglia accettò l'offerta anche perché da lì a poco Ciel e Sebastian sarebbero arrivati e non voleva presentarsi seminuda al fratello 
- Si..


Ciel e Sebastian erano appena scesi dalla carrozza e dopo aver chiesto ragguagli a Tanaka decisero di raggiungere la sorella nella sua camera. 
Salendo le scale dopo un po' sentirono provenire dei gemiti piuttosto eloquenti dalle sue stanze e appena arrivarono videro una scena a dir poco scioccante; Alys si reggeva al baldacchino, mentre Shade le era dietro che spingeva provocandole quei gemiti. Fu a quel punto che dal naso di Ciel cominciò a colare un rivolo di sangue, mentre gli occhi del demone si incendiarono, ma prima che i due gli si potessero avventare addosso si accorsero che cambiando angolazione le cose non erano come apparivano. 
Il ragazzo stava tirando i lacci del corsetto e lei si tentava sulla struttura del baldacchino per poter restare ferma il più possibile, in modo di riuscire nell'operazione. 
- Ci.. Ciel? 
Nonostante i chiarimenti i due nuovi arrivati non avevano parole per giustificare il loro sgomento.
Dopo aver chiarito il tutto (e Alys essersi messa qualcosa) i quattro scesero in salotto per poter parlare di tutto quello che era successo da quando si erano imbarcati sulla Campania fino alla scoperta che Undertker si spacciava per il preside della scuola per condurre i suoi esperimenti sui cadaveri viventi. 

Dopo aver finito il rapporto Ciel decise di andare nello studio per riprendere il lavoro lasciato in sospeso e Alys uscì nel giardino seguita a distanza dal demone
Quello era il momento che Sebastan parlasse; tirò un respiro profondo e si fece avanti 
- Io so... perché Undertaker ha detto quelle cose
Improvvisamente l'attenzione di Alys si spostò alle sue spalle dove vi era il demone con un vassoio col tè e il suo solito sorriso di facciata. Sapeva che era il momento
- Ci sediamo? 
Lei e il demone si accomodarono nel gazebo di pietra sotto una quercia antica. Alys non perse tempo e cominciò con la prima domanda mentre il demone fissava l'orizzonte 
- Cosa volevi dire con "tu appartieni a quela stirpe?"
La pausa tra i due sembrava lunga minuti, ma dopo un cenno di rassegnazione parlò
- Vuol dire quello che ho detto. Come ben sai, io non sono un essere umano e in quanto demone ho vissuto per molti secoli. In questa mia vita ho incontrato molta gente, ma... nessuno era come gli Escanor
- Es.. Escanor? 
Sebastian dalla giacca tirò fuori le pagine medievali che erano riuscita a sottrarre al dottore portando l'attenzione su di essi. Alys osservò con minuzia ogni dettaglio del disegno e le miniature della pergamena in pelle di pecora, quando Sebastian disse qualcosa che non si sarebbe mai aspettata 
- Credevo di averle distrutte tutte
lo sguardo di Alys si posò su di lui. Cosa stava cercando di dirle? 
- Che significa? 
- è una storia molto lunga
Il dolore del demone si poteva leggere facilmente tra i segni del suo viso; gli occhi puntati lontano, l'espressione malinconica e le labbra chiuse in un moto di nervosismo, ma non sarebbe stato questo a fermarla
- Io ho molto tempo
Quell'affermazione fece spuntare un sorriso rassegnato in Sebastian e così...
- è una stora che risale a circa 500 anni fa nell'Italia del Nord, in un epoca in cui le leggende erano reali e il sangue scorreva a fiumi. Venivano chiamati secoli bui, ma in quell'oscurità... ho trovato l'anima più pura che un demone come me potesse agognare. 
- Come si chiamava? 
- Aralia



1396; Nella parte più a Nord dell'italia, in un epoca in cui il regno della penisola Italiana era governata da una famiglia di cui sono state cancellate ogni traccia; Gli Escanor
Al contrario di quanto si potesse credere a quei tempi le persone non erano governate dagli esseri umani, ma da una stirpe con sangue angelico, definita Nefilim; l'epoca della magia e dei miti.
La famiglia reale era composta da 5 membri. Il re, la regina e i tre figli; due gemelli maschi Aaron e Sailas (chiamato anche Silver per il colore dei suoi capelli) e la più giovane di loro; Aralia
Il regno era al suo massimo splendore e tutta l'Europa beneficiava della loro ricchezza, fino a quando il re e la regina non morirono lasciando i figli da soli al trono. I principi sotto la guida dello zio furono costretti ad andare al fronte per respingere degli invasori che al tempo facevano a gara per depredare le ricchezze di quel regno e Aralia rimase a palazzo per garantire la continuità del loro sangue. 

Un giorno durante una battaglia, Raul il fratello più crudele del re fu catturato dai soldati nemici e fatto prigioniero. Subì moltissime torture e un giorno, in preda alla collera e a un desiderio morboso verso la nipote, riuscì ad evocare un demone così potente che, mai sulla terra si era visto. 
- Sei stato tu a chiamarmi umano? 
- Si! SI!!!
- Cosa vuoi da me? 
- Voglio che tu distrugga chiunque si metta sulla mia strada. Voglio il potere... IL POTERE CHE AVEVA MIO FRATELLO!!! e.... e anche sua figlia
Il demone alle parole dell'uomo si mise a ridere. L'ingordigia degli umani non aveva limiti 
- E sia, ma prima... devi sapere che tutto il potere che mi sta chiedendo non verrà per nulla
L'uomo si aspettava quella risposta ed era pronto
- Ma certo! Ti darò tutto quello che vuo! Donne, gioielli, regni... Dimmi! E tutto ti sarà dato
L'emanazione dalle fattezze umane, ma mostruose si mise a ridere di foronte alle stupide offerte del mortale
- A me non serve nulla di tutto questo, è qualcosa che solo un umano puà darmi, ma non tutti possono soddisfare
- Cosa? Dimmi!
- L'anima 
Quella parola creò un nodo alla gola di Raul. Quell'essere voleva la sua anima
- Prima di accettare qualunque contratto... è bene sentire che tipo di anima sei e se è degna di essere divorata da me
Il demone assaggiò con la sua lunga lingua il sangue dell'uomo, ma questi appena ingniottì ebbe i conati di vomito. Era la cosa più disgustosa che avesse mai assaggiato e si voltò per andarsene. Raul comprese che la sua anima non gli era piaciuta per nulla, ma non poteva fare a meno di lui e così cercò di trattare
- Aspetta!
- La tua anima è disgustosa. Non ho la ben che minima intenzione di mangiare una tale porcheria
- Aspetta! Possiamo trattare!
A quelle parole l'ombra tornò
- Continua
- Posso offrirti l'anima più buona che tu abbia mai assaggiato su questa terra
Il demone non parve molto convinto e aspettò il responso dell'uomo
- Chi? 
- Mia nipote Aralia
La creature incrinò il sopracciglio sospettoso
- Ma non volevi tua nipote nelle tue richieste? 
- Si, ma non serve un'anima per scoparsela
Tra i due nacque una complicità diabolica e prima dell'alba i nemici di Raul stavano bruciando vivi subendo le pene dell'inferno, mentre loro si incamminavano per Agador, dove Raul presto avrebbe messo le sue mani


Dopo diversi mesi Raul tornò al castello accompagnato da un misterioso cavaliere nero. Alla soglia ad accoglierlo uno stuolo di servitori e quando furono all'interno del palazzo...
- Dov'è l'anima che mi hai promesso? 
- La incontrerai presto, credimi.
- Sarà peggio per te se non manterrai la parola
Raul sapeva benissimo il rischio che correva e stava già cominciando a sudare freddo. Fece chiamare la nipote, ma questa non si trovava da nessuna parte. Il demone stanco di aspettare prese il suo cavallo e andò a farsi un giro per quel regno un po' troppo luminoso per i canoni normali dell'epoca. 
Stava passando col cavallo in un sentiero sopra la collina ai margini della foresta quando sentì un voce portata dal vento; La seguì fino ad un campo di fiori dove vi trovò una ragazza dai lunghi capelli dorati legati in una treccia; probabilmente era una popolana di quelle parti.
Mentre il demone era intento a fissarla un contadino stava passando per di là quando la ruota del carro cedette facendo spaventare il cavallo del moro che si imbizzarrì. Fortunatamente i buoni riflessi del giovane gli permisero di ripristinare il controllo sull'animale, ma quando il pver'uomo si avvicinò per scusarsi questo gli assestò un calcio in pieno viso; il tutto sotto lo sguardo della bionda che accorse subito in soccorso dell'uomo 
- State bene? 
- S.si
Il poveretto non aveva nemmeno il coraggio di alzare le sguardo contro quel cavaliere che portava i colori delle tenebre, ma questo al contrario non fermò la giovane ingenua che si mise subito davanti all'uomo pronta a fronteggiare quello straniero
- Come si permette di colpire un uomo innocente? 
Col suo tono saccente il demone la squadrò dall'alto in basso
- Mi era tra i piedi
- Che cosa?!
Quella risposta fece ribollire il sangue nelle vene della giovane. 
Chi si credeva di essere quello sfrontato? Pensava veramente di essere superiore agli altri? 
Si alzò in piedi faccia a faccia con lo straniero sostenendo il suo sguardo, mentre questo scese da cavallo; una rabbia accecante la stava pervadendo mentre la sua presa si fece salda sugli steli del mazzo appena raccolto. Quello sguardo... quel sorrisetto.... non li sopportava e in un raptus prese i fiori colpendolo in volto graffiandolo con la spina di una rosa
Il moro incredulo era ancora a fissare un punto indefinito del campo; ci mise qualche secondo a concepire il fatto che quella umana aveva veramente osato colpirlo e ferirlo. Lentamente porò il suo sguardo su di lei
- Come... come hai osato? 
La prese per il vestito portandola pericolosamente vicino a se. Aralia poteva sentire il suo respiro umido sulle labbra, una sensazione che non aveva mai provato prima d'ora, mentre i suoi occhi color del cielo si erano persi in quelle pozze profonde come il sangue. Non sapeva che potessero esistere degli occhi del genere e questo l'affascinava nonostante la rabbia che provava per quell'essere privo di compassione umana.
Sotto le sue dita il demone al contrario non percepiva quello che di solito suscitava negli altri esseri umani; lei non tremava, non distoglieva lo sguardo, ma al contrario sembrava volersi gettare nelle fauci della bestia di sua spontanea volontà e la cosa lo intrigava. 
Rimasero per interminabili secondi a fissarsi negli occhi, così diversi. Come osava quella ragazza mettersi al pari con lui? 
Ad un certo punto il rumore del carro che si era liberto dalla buca li fece distogliere dalla prigione in cui erano caduti entrambi per accorgersi che l'uomo se l'era data a gambe
- Vedo che il tuo amico ti ha abbandonata
- Non importa
Il suono delle trombe fece capire al cavaliere che era ora di rientrare per lui. Con un colpo secco spinse lontano da se la giovane facendola cadere proprio dentro una pozza di fango
- Per questa volta ti è andata bene, ma sappi che la prossima... non sarai così fortunata
Salì sul suo cavallo dirigendosi al galoppo fino ad arrivare al castello


Il sole stava tramontando e i nobili erano tutti disposti nella sala del trono per il banchetto organizzato in onore di Raul e per il nuovo cavaliere. 
L'alcol scorreva a fiumi, mentre il cibo sui piatti spariva ad una velocità impressionante. Tutti erano presi da una fame vorace. Il demone non poté far altro che osservare quello spettacolo rivoltante e nell'attesa che quello schifo finisse cercava con lo sguardo il SUO pasto che non era ancora stato trovato.
- Tsk! Dove sarà?
Era curioso di vedere se la prelibata anima che gli era stata promessa era veramente quella più pura che si sia mai potuta vedere sulla faccia della terra.
Ad un certo punto il ciambellano di corte attirò l'attenzione dei presenti annunciando l'arrivo della principessa. "Era ora" pernò il demone. 
Si sistemò su una delle colonne laterali da dove poteva vedere questa famosa principessa e non essere notato. 
- Nobili! Inchinatevi alla presenza della nostra principessa Aralia, Crista, Escanor
Da dietro un tendaggio rosso alle spalle del trono avanzò una figura minuta dalle forme sinuose e movimenti eleganti; tutti rimasero ad ammirarla mentre questa si sedeva sul trono, anche se una velo le nascondeva il volto gli uomini andarono in visibilio dopo la sua entrata. Raul si avvicinò al demone
- è lei
- Lo avevo capito
- Non preoccuparti. Più tardi ti farò avere un incontro privato con lei. In questo modo staremo più tranquilli
- Bene
La serata si stava dilungando un po' troppo e il demone dire che era di pessimo umore era un eufemismo. Stava ancora pensando a quella lurida plebea che aveva osato colpirlo e ripromise a se stesso che se l'avesse rincontrata glie l'avrebbe fatta pagare cara. 
Fu allora che Raul si avvicinò accompagnato dalla nipote e quando questa si tolse il velo...
- Ma cosa...
Il povero demone cadde dalle nuvole. Era quella l'anima candida e incontaminata che doveva diventare il suo pasto? Cominciava a dubitarne seriamente.
- Tu?!
Anche Aralia lo riconobbe subito, ma mordendosi la lingua evitò di farsi scoprire dallo zio, sforzando un sorriso che più falso di così non poteva essere (si capiva che era una pessima bugiarda) 
- Ah... è un piacere conoscere.. il salvatore di mio zio. Spe... spero che diventeremo presto... Amici
L'ultima parola dovette dirla con uno sforzo immane, mentre Sebastian fu costretto ad assecondarla e fu così che pensando di fare una favore al demone li fece sedere l'uno accanto all'altra.
- Bene ragazzi, che ne dite allora di stringere amicizia? Dopo tutto... da oggi saremo un'unica grande famiglia
E dopo quelle parole suo zio Raul sparì 


La serata si dilungò e i due non si rivolsero la parola fino al momento in cui fu ora di ritirarsi per tutti.
Aralia a quel punto si alzò uscendo dalla sala senza farsi notare. Voleva andarsene, odiava quei banchetti pieni di soldati boriosi e pieni di se, senza contare che come ciliegina sulla torta ci si era messo pure quello straniero che aveva salvato suo zio. 
Già al primo incontro non le piaceva e ora aveva scoperto che doveva pure subirselo anche a casa? No, non lo avrebbe accettato e mentre faceva quei pensieri assicurandosi che nessuno la seguisse finì addosso a qualcosa che la fece cadere a terra
- AH! Che male... mi scusi non l'aveva vista
Nel preciso istante in cui alzò gli occhi la giovane incrociò gli occhi color sangue dello straniero che aveva appena maledetto pochi istanti prima. Entrambi si persero l'una nell'o sguardo dell'altra per degli istanti che sembravano interminabili quando le voci di uno dei nobili con un delle cortigiane ruppe quel momento.
Dopo un secondo il cavaliere tirò un sospiro rassegnato poggiando la mano al fianco in segno di rimprovero
- Faccia più attenzione la prossima volta
- Co.. 
Non poté nemmeno rispondere che l'uomo vestito di nero se ne andò dalla parte opposta, mentre la poveretta stava reclamando tutti i santi per farle mantenere la calma. 


Aralia si chiuse nella sua camera chiudendola a chiave con tutti i giri che le erano concessi. Non si fidava a dormire tranquilla con un tipo losco come quello che girava per il palazzo, eppure da quello scontro il suo cuore non aveva spesso un momento di scalpitare. Doveva ammettere che era davvero bello.
Non aveva mai visto dei ragazzi belli quanto lui, ma quello sguardo pieno di oscurità le sembrava che volesse inghiottirla in un turbine di disperazione dove non esiste luce. Dubitava che un cavaliere come lui si fosse messo al servizio di Raul di spontanea volontà; conoscendolo covava qualcosa da suo zio.
Chissà cos'era venuto a a fare veramente ad Agador

Nell'ala opposta invece il demone chiuse anche lui a sua volta la porta. non voleva che nessuno entrasse. Quello contatto aveva scatenato i suoi istinti primordiali: il suo profumo, il suo corpo, i capelli e quegli occhi troppo puri per essere macchiati... 
Si. Troppo puri, eppure.... lui stesso voleva essere l'artefice di quella macchia. 
Sul viso del moro si dipinse un ghigno inquietante e famelico, pronto a sventrare una persona fino in fonda all'animo. Promise a se stesso che con quell'anima non si sarebbe risparmiato: l'avrebbe macchiata fino nel profondo, lacerata e posseduta fino all'ultima goccia della sua volontà e infine l'avrebbe divorata lentamente assaporandone ogni pezzo come se fosse stato l'ultimo pasto della sua vita





BUON NATALE E BUON ANNO NUOVO A TUTTI VOI!!!
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SUI SEGRETO DI SEBASTIAN VI PIACCIA
XD

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Capitolo 25
*** Aralia ***


I mesi passarono velocemente e Aralia si era impegnata al massimo per evitare quella guardia nonostante le continue incitazioni dello zio a conoscerlo. 
Nessuno dei due sembrava interessato, anche se in realtà la fame del demone non si era placata del tutto dopo quel primo contatto. 
Presto sarebbe arrivato l'inverno e la gente faceva di tutto per prepararsi al gelo; Aralia, dal canto suo, piuttosto che rimanere a palazzo a intrattenere i nobili preferiva andarsene a zonzo per la città, ma quella volta non fu come le altre.
Stava passando un vicolo stretto della zona malfamata dove di salito andava per aiutare i malati portando loro qualcosa da mangiare, ma quel giorno nessuno dei poveri l'aveva vista. 
Per tutto il giorno non si fece viva e la sera nemmeno rincasò. Raul andò quasi nel panico; dopo tutto era la sua moneta di scambio. Non voleva nemmeno pensare a quello che il demone gli avrebbe fatto se fosse venuto a sapere che il suo pasto fosse sparito. Quella sera il demone passeggiando per i grandi corridoio del palazzo sentì delle guardie parlare della principessa e dal tono sembravano piuttosto preoccupati, cos' decise di avvicinarsi per si chiedere spiegazioni.
- Che sta succedendo? 
Raul non aveva detto loro di mantenere il segreto e queste pensando che una mano in più non avrebbe fatto male, decisero di informare il nuovo arrivato.
- La principessa è sparita.
Quelle parole fecero irrigidire il demone
- Che cosa? 
- Era andata ad aiutare i poveri della città bassa, ma non è mai arrivata da loro. Lord Raul ha mandato delle pattuglie alla sua ricerca, ma sfortunatamente non si ha ancora la minima traccia della principessa.
La seconda guarda stava per continuare la frase del compagno quando si rese conto che l'umo davanti a loro era già sparito nel nulla.



Raul era nella sua stanza che faceva avanti e indietro nervosamente, chiedendosi cosa gli sarebbe potuto capitare se il demone l'avesse scoperto. 
Cosa avrebbe fatto alla sua povera vita se quel mostro avesse anche solo sospettato di essere stato ingannato? Dopotutto questo pensiero era perfettamente plausibile visto che al loro primo incontro tra le sue richiesta c'era anche quello di fare la sua la nipote nella maniera più brutale e possessiva che si potesse immaginare. Quei pensieri furono interrotti proprio da colui che occupava i suoi pensieri. 
Aveva sprangato le porte entrando come una furia mentre si dirigeva pericolosamente verso di lui.
- Come sarebbe a dire che è scomparsa?!
Lo prese per la camicia portando l'uomo vicino al viso deformato dalla rabbia e da una fame cieca che lo stavano consumando anche nel controllo delle sue azioni. I canini piuttosto sviluppati stavano spuntando tra quei denti perfetti, serrati per trattenere la quella rabbia.
- Mi... mi dispiace. Non potevo immaginare che sarebbe andata a finire in questo modo. Le aveva dato una scorta, ma a quanto pare deve averla seminata.
L'ira del demone impregnò la stanza creando un'aria così tesa da poterla tagliare con un coltello.
- Se non avrò il mio pasto ti pentirai di essere nato e di aver fatto un patto con me!
Il bussare sull'anta attirò l'attenzione dei due. Alla porta c'era un servitore col fiato corto che si reggeva allo stipite. Teneva nelle mano un foglio di carta
- Che succede? 
- Una... una lettera per voi mio signore
Il giovane lasciò l'uomo che si resse alla scrivania in mogano per non cadere a terra. Una volta consegnata la lettera questo si dileguò il più in fretta possibile comprendendo che quella situazione non preannunciava nulla di buono. Sebastian srotolò la missiva; era scritta con una calligrafia piuttosto rudimentale segno che non doveva essere stato una persona molto colta, la carta era lo scarto di un qualche libro che col tempo aveva sbiadito le scritte. Nonostante il pessimo stato del messaggio poté chiaramente capire che quella era un riscatto.
- Che cos'è? 
- Una lettera di riscatto.
Il demone la diede al diretto interessato dirigendosi alla finestra; Qualcosa non andava.
Raul si sedette visionandola diverse volte mentre stringeva i pugni dalla frustrazione fino a sbiancarsi le nocche. Cosa doveva fare? Non avevano istruzioni precise, informavano solo che l'avevano in custodia e di non provare a seguirli se la volevano viva. 
- Qualcosa non torna.
Le parole del ragazzo attirarono l'attenzione del nobile. 
- Che vuoi dire? 
- Non ho mai visto un riscatto di voi umani senza un prezzo.
Ora che la guardava bene, l'uomo convenne che i rapitori non avevano messo una somma di denaro per la restituzione della ragazza e questo era alquanto strano.
- Cosa pensi che sia? 
Il demone incrociò le braccia poggiando la schiena al muro riflettendo per qualche secondo.
- Credo che il rapimento sia stato su commissione e che questo sia stata un'idea degli uomini che l'hanno rapita nella speranza di alzare il prezzo del lavoro. 
- In che senso? 
- Hanno mandato questo biglietto per vedere chi è il maggior offerente, ma sono stati furbi a non mettere un luogo d'incontro, oppure sono proprio stupidi. 
- Cosa suggerisci di fare? 
Un'ombra si formò sul bel viso del giovane, uno che solo un demone poteva avere. 
Si gelò il sangue all'uomo quando questo, senza dargli risposte, uscì dalla sala per poi scomparire nelle ombre del crepuscolo.







La fioca luce del sole di ottobre le scaldava leggermente la pelle portandola a svegliarsi da quel torpore forzato. Quando riaprì gli occhi si trovò a fissare il suolo mossa da leggeri ondeggiamenti. Si rese conto solo dopo un po' di essere portata in spala da qualcuno. Non sapeva per quanto era stata priva di sensi, ma se stavano nel bosco ed era giunto il tramonto, dovevano essere passate diverse ore. Non aveva ancora realizzato quello che era successo, almeno fino a quando non sentì la preghiera di un monaco che li stava seguendo a cavallo, mentre stringeva tra le mani una croce riccamente adornata. 
L'uomo che la stava trasportando aveva dei vestiti logori, come i suoi compagni. L'unico con un minimo di igiene era proprio quel prete.
- Che sta succedendo? 
Gli uomini si voltarono appena sentirono la sua voce, spostando l'attenzione sul prete in cerca d'aiuto.
- Non si preoccupi signora. La stiamo portando a casa 
- A casa? 
Guardò la strada intorno a se ed era sicura che quello non fosse uno dei tragitti che portavano a casa sua e nel momento in cui guardò la briglia del cavallo si rese conto che quello era l'emblema dei Shuber una nobile famiglia tedesca che per sua sfortuna aveva imparato a conoscere bene. 
Il figlio di questi, l'anno precedente, si era presentato come suo pretendete, ma il suo comportamento con le persone di classe inferiore, era crudeltà gratuita e questo lei non lo avrebbe mai accattato. Una persona orribile, non solo nell'aspetto sciatto anche se ricco, ma anche nell'animo. Lo aveva rifiutato immediatamente scatenando la sua ira. 
Suo zio aveva cercato di farla ragionare dicendo che questi si era innamorato di lei, ma non ne aveva voluto sapere. Per tutto l'arco dell'anno le fece una corte serrata inviandole doni pregiati da ogni parte del mondo. 
Capì subito che cosa stava succedendo. Era un uomo che non accettava un NO come risposta. Doveva trovare un modo per fuggire.
- Io... sono solo una contadina della zona. Lasciatemi andare. 
Il prete a quel tentativo scoppiò in una fragorosa risata.
- Haha! Crede veramente di poterci ingannare con questi trucchetti? Lei non andrà proprio da nessuna parte.
- Lasciatemi immediatamente!
A quel punto Aralia cominciò ad agitarsi scalciando e dimenandosi per liberarsi, tanto che i poveretti facevano fatica a tenerla ferma, bloccando la marcia.
Quei movimenti bruschi innervosirono il cavallo del prete che lo fecero imbizzarrire disarcionando il suo cavaliere che cadde rovinosamente a terra sporcandosi la sua ricca tanca.
Gli uomini si misera a ridere di fronte a quella scena esilarante. Di solito era la chiesa quella che non si faceva mettere sotto da nessuno, ma in questo caso, persino il cavallo aveva da dire la sua.
Umiliato e furioso per essere stato ridicolizzato dal quella feccia, si avvicinandosi al gruppo e la colpì in faccia con un violento schiaffo.
- Come osi donna ribellarti ad un uomo? 
Il viso riverso ancora dalla parte opposta a causa del colpo celava un disgusto profondo. Non temeva quell'insulso omuncolo. 
I loro occhi si agganciarono in segno di sfida, una guerra che Aralia non si sarebbe permessa di perdere, mentre una rabbia cieca ribolliva nel sangue della bionda portandola a sputargli in faccia per risposta. 
L'ira dell'uomo scaturì colpendola così violentemente da farla cadere dalle spalle del rapitore. Si mise subito sopra di lei per bloccarle ogni movimento.
Gli occhi erano sbarrati e le mani stringevano sui polsi tanto da farle male.
- AH!
- Sono certo che il mio signore non me ne vorrà se le insegno un po' di educazione. 
Con una lama che tirò fuori dal saio tagliò in due la parte superiore del vestito lasciando scoperto il seno e parte del ventre
- Voialtri! Tenetela ferma
I suoi scagnozzi le bloccarono braccia e gambe mentre questo cominciava a toccarla ovunque fino a farle male
- NO! Lasciami!
- Sta zittà!
Un pugno la colpì allo bocca dello stomaco mozzandole il fiato, mentre continuava a torturarle i seni che sotto le sue mani si arrossarono per la violenza subita e ben presto anche gli altri si unirono alla violenza accarezzandola ovunque anche nelle parti più intime. Le sue suppliche erano vane e le urla inascoltate. 
Il prete a quel punto dopo aver succhiato avidamente il sapore di quelle pelle candida si mise a mordere i capezzoli così tanto da farli sanguinare mentre le mani si insinuavano nella sua femminilità mozzandole il fiato.
- Oh, ma guarda. Abbiamo una vergine qui.
Con le lacrime agli occhi e l'odio per quell'essere cercò in ogni modo di allontanare quella mano disgustosa che continuava a insinuarsi in lei.
- Non ti conviene farlo se non vuoi portare ulteriore vergogna alla tua famiglia.
L'uomo le fece intendere di non ribellarsi se non voleva perdere la sua castità.
Le mani lascive dell'uomo continuarono a torturarla, solo per avere la soddisfazione di vedere quel viso contratto dal piacere, ma non aveva fatto i conti con l'orgoglio degli Escanor.
Mai avrebbe ceduto. Mai gli avrebbe dato soddisfazione. Aveva il fiato corto, il corpo sudato e i muscoli erano contratti, mossi dagli spasmi quando i polmoni richiedevano ossigeno. Mentre questo continuava ad intensificare il movimento delle sue dita, lo sguardo di odio e ribrezzo su Ariala non vacillò nemmeno un secondo facendo crescere in lui la voglia di piegarla ad ogni costo.
Vedendo che non aveva nessuna intenzione di cedere a quel piacere, l'uomo alzò il suo saio.
- Cosa... cosa vuole fare? 
A quel punto cominciò a temere il peggio.
- Avrai un figlio da un'uomo sotto la protezione del signore. Sarà una purificazione per lei.
- NO! Racconterò tutto ai suoi superiori se oserà farlo!
- Tanto chi vuoi che creda ad una sgualdrina come te? 
L'uomo poggiò quelle viscide mani aprendole le gambe per insinuarsi nella sua femminilità. Appena sentì il contatto delle loro pelli pensò che fosse ormai perduta, ma fu in quel momento che Aralia vide una mano sfondare il petto dell'uomo mentre teneva stretto il cuore ancora pulsante.
Gli uomini colti dal panico la lasciarono impugnando le armi. Aralia era a terra priva di forze mentre guardava l'essere che le stava davanti avvolto da un mantello nero. 
Si poteva appena vedere vedere quell'ombra oscura che faceva capolino col cielo.
Aveva paura, più di prima; Gli uomini erano agitati mentre guardavano l'uomo che stava davanti alla ragazza. 
- Chi sei?
Colui che l'aveva portata sulle spalle fu l'unico a prendere coraggio avanzando verso il nemico, ma quando il loro avversario voltò lo sguardo verso il malcapitato la testa di quest'ultimo saltò facendo zampillare il collo di quel liquido vermiglio che bagnò il terreno ricoperto di foglie. Quello più grosso di tutti e dall'aspetto più curato capì subito che l'obiettivo era di prendere la ragazza e si fiondò subito su di lei mettendole la spada sulla gola.
- Non ti avvicinare! O questa troia non vedrà l'alba di domani.
L'uomo che in un primo momento stava per attaccarlo si fermò rimettendosi in una posizione piuttosto rilassata.
- Ridammi la ragazza.
- Altrimenti? 
La figura mise una mano sul fianco in modo provocatorio, nonostante i nemici numerosi.
- Non vedrete l'alba di domani.
- Attaccate!
Era stato accerchiato mentre questi gli si fiondarono addosso. Sguainò la spada e con una velocità anormale decapitò quello che la stava tenendo in ostaggio Aralia, crollando con lei ormai priva di forze.
Fu allora che lo riconobbe; 
- Sta giù
Dopo quelle parole scomparve dalla sua vista riapparendo nella mischia. 
Cercava in ogni modo di distinguere i suoi spostamenti, ma quando uccideva uno dei suoi rapitori sembrava venire inghiottito dall'oscurità per apparire alle spalle della successiva vittima. 
Le teste saltavano e gli arti venivano tranciati, il tutto in un sipario di sangue e oscurità fino a quando regnò il silenzio.
Lui era lì. Bello come le tenebre potevano essere, camminava su quel tappeto rosso come se fosse stato posato solo per lui. Agli occhi di Aralia era la personificazione stessa del male ed era lì per lei, per divorarla come il buio che la inghiottì poco dopo.


Sebastian appena si avvicnò si rese conto che quella tensione l'aveva fatta crollare. 
Si avvicinò controllando i suoi parametri vitali costatando che fosse viva, ma il corpo aveva subito dei danni e alcune ferite stavano ancora sanguinando riempiendo l'aria di quel dolce profumo ferroso che solo un 




demone poteva apprezzare veramente.
In quel momento di distrazione il prete che era stato scagliato via prese un pugnale nascosto nel crocefisso bagnato da acqua santa, pugnalandolo alla schiena. Questi immediatamente si voltò, ma l'uomo venne preso dalla mano del demone che con la pressione gli distrusse la faccia togliendo ogni possibilità di riconoscimento. 
Il moro si toccò la ferita sentendo uno strano odore che riconobbe come estratto di olio usato per le unzioni ecclesiastiche , una cosa che per lui equivaleva ad un veleno. 
La chiesa era riuscita a mettere la mani su formule e tecniche che potevano ferire i demoni come lui, ma per uno del suo rango quella cosa non sarebbe stata un problema, ma al contrario, la cosa più dura per lui da sopportare era la sete che quel sangue gli causava. 
La gola era fredda e il prolungato digiuno, insieme al veleno stavano diventando dei coctail perfetti per far perdere il controllo della sua volontà, per cadere nella frenesia della fame.
L'anima più prelibata che avesse mai trovata giaceva davanti a lui inerme. Bastava poco per...
Quando si rese conto di quello che stava per fare si allontanò dal corpo della ragazza mettendo una mano sulla bocca nel tentativo di rifoderare le fauci che si erano mostrate pronte ad accoglierla.
La gola bruciava e il sudore gli scendeva dalla fronte; stava facendo uno forzo immane per trattenere la sua indole. 
Una volta ripreso le si avvicinò prendendola in braccio per avviarsi verso il castello





Arrivarono a notte fonda e quando i domestici li videro accorsero subito dalla loro principessa occupandosi di lei, mettendola a letto, mentre il demone con quelle poche risorse che gli erano rimaste raggiunse camera sua chiedendosi a chiave, dove scatenò l'inferno 
Il suo corpo ormai non riusciva più a rimanere nelle forma umana, troppo opprimente per i suoi poteri. 
Aveva ancora le mani ricoperte di quel sangue così dolce. 
Chiuse la porta della stanza con due mandate e si era appoggiato ad essa cercando di riprendere un respiro regolare. Portò una mano alla gola sentendosi soffocare e in uno spasmo di frustrazione si strappò di dosso le vesti e l'armatura che finirono a brandelli sul pavimento. 
Barcollando cercò di raggiungere il letto dove si aggrappo con fatica ai drappi del suo baldacchino nel disperato tentativo di immettere ossigeno nei polmoni per allentare la tensione che quella seta gli stava causando. Quando finalmente riacquistò una posizione eretta si rese conto che le sue mani come parte del duo addome erano ricoperti del sangue della ragazza mettendo a dura prova il suo olfatto. 
- Merda!
Si diresse al catino poggiato su un mobile dall'altro lato della stanza per lavare via quel liquido cremisi che portava con se tracce di quell'anima tanto ambita, ma... quando si trovò davanti quella che poteva essere la sua salvezza si bloccò chiedendosi se veramente voleva rinunciare a quell'assaggio prima della conclusione del contratto. 
L'acqua era quella che avrebbe potuto mettere fine a quelle tortura sublime, ma la tentazione era troppo grande. 
Portò il palmo della sua mano vicino al viso mentre la lingua si apprestava a dare un assaggio. 
"Solo uno... per alleviare questa sete..."
Questo si ripeteva. Come un mantra per auto convincersi che non si sarebbero state ripercussioni in quell'atto. Sapeva che sarebbe stata dura resistere, ma il veleno che gli scorreva nelle vene lo bruciava dall'interno come la fame stessa, portando la sua volontà a piegarsi alla natura di cui era composto.
Passò la lingua sulle labbra insaziabili. Non sapeva che questo avrebbe portato alla sua rovina.












Ciao a tutti! XD
Scusate l'imminente ritardo, ma negli ultimi mesi mi sono ritrovata un problema dopo l'altro. 
Volevo ringraziare tantissimo chi ha deciso di dedicare parte del loro tempo per leggere anche questo capitolo; per chi mi ha seguita da quando ho cominciato questa fic, che ormai è in via di conclusione (penso visto che seguo anche il manga).
Grazie a chi ha recensito, che l'ha messa tra i preferiti, seguiti e per chi mi apprezza come autore. 
A tutti voi dico un enoree GRAZIE!
Volevo dirvi che anche se andrò a rilento non ho intenzione di mollare fino a quando non l'avrò finita. Per chi avesse de dubbi scrivetemi pure e cercherò di chiarire i vostri dubbi.
Spero che mi lasciate un commento per poter sentire le vostre opinioni e poterne discutere con voi. 
Grazie ancora e alla prossima XD


JasPeg

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Capitolo 26
*** Il Treno ***


Era passata circa una settimana da quando Sebastian aveva deciso di rivelare parte del suo passato ad Alys. 
Furono interrotti dal fratello che li aveva convocati per un ordine diretto della regina; la missione? Scoprire il mistero della foresta dei Licantropi.
Ciel era stato incaricato di andare a sondare certi strani movimenti in una particolare zona della Germania meridionale. Si vociferava di una maledizione in una foresta che colpiva le vittime sfigurandone le sembianze. Caso particolarmente allarmante, ma non chiaro per la ragazza visto che tutto ciò non si stava svolgendo in Inghilterra, ma in un altro regno. 
Con loro questa volta erano venuti i servitori e anche Shade che ancora non tollerava la presenza di Sebastian da quando aveva scoperto la sua vera identità. Ogni volta che si guardavano era come se l'odio che c'era assumesse un significato più profondo, in una verità che per qualche strana ragione il demone le aveva precluso. 
Dopo quella conversazione, il maggiordomo aveva confessato che quel giorno al palazzo di cristallo all'esposizione universale, si era bloccato alla visione del quadro della principessa perché questa era identica ad Aralia, l'umana che più di tutti gli era stata impressa nel cuore. 
Non aveva avuto il coraggio di andare oltre con le domande su Aralia, ma aveva deciso di rischiare con una in particolare.



- Sebastian.
Il demone posò i suoi occhi cremisi sulla ragazza imperterrita a trovare qualcosa di interessante nel terreno. Sentiva perfettamente la sua agitazione. 
Il sangue veniva pompato come un fiume in piena, mentre le mani si torturavano per scaricare un certo nervosismo nella questione che sembrava pesarle parecchio. 
- Cosa c'è? 
La incitò a continuare; doveva trovare le parole giuste, però... non ci sarebbe mai stato un modo giusto per chiederglielo.
- Ecco... Sebastian.
Cercò di deglutire il nulla per trovare la forza di continuare.
- Per caso... sei... sei tu il padre di Shade? 
Il maggiordomo a quelle parole sgranò gli occhi. 
Rimase diversi secondi a fissarla chiedendosi il perché di questa sua conclusione, non capendo il motivo di quella domanda per lui assurda. 
Lei non era come gli altri e di certo non avrebbe avuto delle risposte con delle congetture basate sugli umani che aveva sempre servito. Fu allora che gi venne un lampo sul significato delle parole di Undertaker. 
"Mi sembrava strano che l'aura demoniaca di Sebastian si fosse ingigantita fino a questo punto provenendo da due luoghi così diversi, ma non era la sua".
Possibile che fosse vero? Che quel ragazzo.... fosse suo figlio? 
Si. Era vero che si somigliavano molto e che le abilità del ragazzo gli permettevano di scontrarsi con un demone ed un mietitore di alto livello, ma era una cosa naturalmente impossibile!
Un demone non poteva concepire figli come gli umani. I mezzo-demoni erano estremamente rari e nascevano solo se un demone cedeva ad un umano sotto contratto le sue legioni bevendone il sangue, ma solo ed esclusivamente se le due parti erano consenzienti e in particolari condizioni. Quel tipo di mezzosangue non poteva essere potente quanto un demone e nemmeno era in grado di usarne appieno i poteri. Dopo aver raggiunto il loro scopo umano, usando il potere del demone, la loro anima veniva consumata lentamente e i loro corpi si deterioravano al punta da sembrare delle bestie deformi alla disperata ricerca di cibo. In pochi sopravvivevano per più di qualche anno e quelli ancora vivi avevano perso la loro umanità. 
No. Rifiutava categoricamente questa idea. Shade non poteva essere uno di quegli esseri. Lui era umano! Aveva un'anima!
Se così non fosse, sarebbe già dovuto morire all'età di 5 anni  privo di ogni emozione e lui nella sua lunga vita non aveva mai fatto assaggiare il suo sangue a nessuno. Nemmeno ai suoi simili. 
Solo i demoni completi di alto rango avevano la capacità di cambiare forma e fare quel tipo di patto; questo... non era nella sua estetica, ma voleva sapere. 
- Peché mi chiede una cosa del genere? 
- In verità ci rifletto da molto tempo
- Su cosa? 
Ancora non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.
- Quando ti ho conosciuto mi facevi paure perché me lo ricordavi. Voi due... vi somigliate molto nell'aspetto e poi... quegli occhi, la sua nascita, la morte di sua madre, i suoi comportamenti... insomma. Tutto riporta a te!
Puntò i suoi occhi blu su quelli del demone che non distoglieva lo sguardo in quell'oceano così puro.
- Inizialmente non pensavo che potesse essere possibile, ma da quando ho scoperto che sei un demone queste cose hanno cominciato ad incastrarsi perfettamente.
Non poteva darle torto. Riflettendoci bene, vista da quella prospettiva anche lui avrebbe tratto le stesse conclusioni, ma conoscendo bene la realtà delle cose per lui era fuori ogni logica che quel ragazzo fosse sangue del suo sangue, anche se le legioni nel suo corpo non mentivano. 
Tirò un sospiro per allentare la tensione, ma sapeva che avrebbe dovuto farsi un gran bell'esame di coscienza dopo aver parlato con la sua signora.
- Ha ragione. Effettivamente vista da quel punto di vista si potrebbe pensare che Shade ed io abbiamo una sorta di legame, ma... non ho mai conosciuto la principessa Alisia. Sono rimasto perplesso per la somiglianza con Aralia, ma posso assicurarle che anche se l'avessi incontrata lui non potrebbe MAI essere mio figlio. 
La giovane guardò dubbiosa l'uomo.
- Per quale motivo? 
- Noi demoni non possiamo concepire con voi umani. è una cosa che fisiologicamente non può accadere.
- E per quale motivo? 
Pazientemente il demone cominciò a spiegarle la complessità di tale processo facendole capire che una cosa del genere era completamente contro la natura stessa; se non un abominio, visti i risultati di tale processo.
Eppure qualcosa stonava in tutta quella storia, ma non riuscì a chiedere altro, visto che Ciel li stava raggiungendo accompagnato da Shade.









Alys stava guardando fuori dal finestrino annoiata, mentre Ciel si esercitava col principe ed il suo maggiordomo nel tedesco, il servitore però, sembrava parecchio distratto dalle presenza del giovane.
Dal canto suo, Shade aveva notato il cambio di relazione tra quei due.
Stavano attraversando le montagne e ormai era calata la sera. Alys, Ciel e Shade si diressero ai loro vagoni per la notte.
Lei non riusciva a dormire e rimase a guardare il paesaggio austero dal finestrino. Inutile distaccare il pensiero che Shade fosse in qualche modo legato a quel demone, ma... ciò significava che lei si stava innamorando di un mostro o... di un umano? 
"Che pensieri indecenti!" Scosse la testa per scacciare tale affermazione. 
NO! Lei non poteva essersi innamorata di un ragazzo così violento e privo di ogni genere di sentimento umano come lui! Ma...
Ripensando al racconto di Sebastian, probabilmente anche Aralia aveva pensato le stesse cose.

Tratte le sue conclusioni venne interrotta dal bussare della cabina. 
Appena aprì la porta si trovò davanti il diretto interessato delle sue fustigazioni mentali e di certo non era vestito adeguatamente per un incontro ufficiale con una Lady. 
Indossava solo dei pantaloni ed una camicia aperta. I capelli erano arruffati e gli occhi stanchi, segno che doveva essersi rigirato nel letto per parecchio tempo.
- Posso entrare? 
- Si certo. 
Era strano da parte sua non fare scenate e riprenderlo sul suo abbigliamento. Questo gli diede conferma che qualcosa non quadrava e ciò lo frustrava parecchio.
Lo fece accomodare nel divanetto della cuccetta e dopo essersi messi l'uno di fronte all'altra questi arrivò al dunque.
- Posso sapere che ti prende? 
Lei fece finta d non capire.
- A cosa ti stai riferendo? 
- Al tuo comportamento. Mi eviti, non mi parli e a malapena reagisci di fronte ad una mia decisione sul quale SO che tu non concordi.
Fece spallucce guardando il pavimento alla sua destra. 
- Ho solo molte cose per la testa. Nulla di cui ti debba preoccupare. 
- Certo che mi preoccupo!
- E da quando? 
Gli lanciò uno sguardo di scherno. Fino a qualche tempo prima non faceva altro che rimarcare quanto lei fosse un peso e adesso, improvvisamente, lei era diventata importante?
- Da quando tu e quel demone vi ritrovate a parlare da soli?
Quelle parole irrigidirono ogni muscolo del suo corpo. Consapevole del fatto che lui potesse averli sentiti durante le loro conversazioni. 
Lei e Sebastian erano rimati concordi di non dirgli nulla, almeno fino a quando non sarebbero riusciti a capirci qualcosa anche loro. Se la morte della pricipessa Alisia dipendeva da qualcosa che riguarda Sebastian o da un fattore esterno. 
Di certo però, Shade era stato amato e voluto da lei. Non era giusto che si colpevolizzasse per un qualcosa che non poteva controllare. 
La colpì una forte fitta alla testa. Troppe cose da pensare, troppe domande senza risposta. 
Cercò di mantenere uno sguardo costante, ma la fitta si fece più acuta obbligandola a serrare gli occhi e portarsi le mani sulla testa alla ricerca disperata di un po' di sollievo. Un forte fischio accompagnato da stralci di immagini l'avevano completamente isolata dalla realtà e questo non andava bene. Non davanti ad altre persone che avrebbero potuta fare domande o allarmarsi, in particolare LUI!
Senza che se ne rendesse conto lentamente il dolore cominciò a diminuire. L'espressione aggrottata si rilassò dandole un po' di pace. Qualcuno... le stava massaggiando le tempie, e quando finalmente dischiuse gli occhi vide che Shade la stava massaggiando con movimenti circolari. Aveva sempre saputo delle sue emicranie, probabilmente causate dal professore che facevano esami su di loro. Anche a lui succedeva delle volte.
- Rilassati e svuota la mente.
Seguì il consiglio del compagno lasciandosi andare nelle sue abili mani. Il suo tocco era delicato, ma preciso in alcuni punti di pressione che permettevano al dolore di darle tregua.
- Come va? 
- Meglio.
Solo dopo qualche minuto quel contatto si interruppe e Alys tornò lucida ricordandosi di chi avesse davanti, ma... la situazione sembrava cambiata. 
Adesso era lui che non la guardava più osservando il paesaggio fuori dal finestrino; Lo stava scrutando come se la mente l'avesse portato ben oltre quelle foreste e quelle montagne. 
Chissà se un giorno sarebbero riusciti a parlarsi sinceramente.





Il mattino seguente si trovarono tutti a mangiare nel vagone ristorante. Alys e Shade non si scambiavano una parola.
Una cosa alquanto strana visto che i due non facevano altro che battibeccarsi. Era da un po' che Ciel aveva notato questo strano comportamento tra quei due e anche il suo maggiordomo non era estraneo alla questione. Certo, lui non poteva mentirgli, ma non voleva venire a sapere le cose di sua sorella tramite un demone vincolato da un patto. 
Desiderava che si aprisse spontaneamente, proprio come quando erano piccoli. 
Dopo la morte dei loro genitori, insieme al tentato sterminio della loro famiglia, erano molto cambiati, ma sperava che almeno quella parte si fosse salvata e si decise a non usare il suo demone per scopi così frivoli che potevano ritorcersi contro.
Sebastian dal canto suo non riusciva a distogliere lo sguardo da Shade. 
Possibile che quel ragazzo fosse qualcosa che potesse avvicinarsi ad essere un figlio? Anche se fosse avrebbe almeno dovuto avere un contratto con la principessa Alisie o almeno un rapporto sessuale, umano (cosa ancora più improbabile).
Più guardava quel giovane, più lo rivedeva in se stesso. La sua serietà, la compostezza, quanto la crudeltà verso i suoi nemici e il piacere nell'infliggere loro dolore. 

Dopo qualche minuto spostò la sua attenzione sulla ragazza. Fissava il paesaggio innevato completamente rapita dai suoi pensieri; la pelle solitamente diafana sembrava smorta e anche il suo viso era molto stanco. Probabilmente non aveva dormito a causa della visita di Shade. 
Sebastian sapeva benissimo che il ragazzo quella notte era entrato nella sua cabina, ma non poté avvicinarsi oltre, altrimenti avrebbe avvertito la sua presenza. Insieme al suo padrone che in quel momento stava dormendo, aveva osservato il movimento dell'aura di tutti, concentrandosi in particolare su di loro. 
L'aveva lasciaro andare consapevole che le sue intenzioni non erano pericolose.
"Chissà cosa si sono detti"
Alys intanto non aveva toccato cibo. Si sentiva moto stanca e affaticata, mentre il respiro si faceva più affannato. 
Ciò non sfuggì agli occhi attenti Shade e di Sebastian.
- Alys. Ti senti bene? 
- Si... devo solo... prendere un po' d'aria.
Cercò di alzarsi, ma un capogiro la colse alla sprovvista facendole perdere l'equilibrio contro il fratello.
- Alys! Alys che ti prende? 
Ciel posò una mano sulla fronte della ragazza rendendosi conto che stava scottando moltissimo.
- Ma cosa... 
- Che succede? 
Shade si alzò dal suo posto per raggiungere il conte in palese difficoltà nel reggere la sorella. Appena anche questo la toccò si rese conto che la temperatura corporea era troppo elevata per lei.
- Cazzo! Ha le febbre alta.
- Dobbiamo portarla in cabina. Subito!
- Hai ragione
Una volta messi d'accordo Shade prese la ragazza seguito da Ciel, mentre il maggiordomo rimase bloccato a vederli allontanarsi con la ragazza in braccio.
Nella mente del demone si fece spazio un ricordo molto lontano che ormai pensava perduto da secoli, proprio in quel regno che lui stesso si era assicurato di cancellare dai libri di storia. 



Era una giornata di neve e tutto era silente al di fuori del palazzo.
Al contrario all'interno di esso tutti si davano un gran da fare con i preparativi per il Natale "che festa stupida"
Erano passati due mesi da quando aveva salvato la principessa e in quell'arco di tempo aveva visto in lei crescere il desidero di conoscerlo districando le ombre che nascondevano la sua vera natura.
In tutta la sua lunga vita nessun umano gli si era mai avvicinato quando aveva dimostrato di cosa poteva essere capace, di quanto a LUI non importasse di infliggere dolore e porre fine alla vita di inutili vermi, ma non a quell'umana. Quelle splendida quanto fragile creatura, che presto sarebbe caduta nelle sue mani.
Dopo quel sanguinario massacro a cui aveva assistito... quella ragazza aveva cominciato ad avvicinarsi facendo nascere nel demone una curiosità a lui completamente nuova.
Quando erano nella sala del trono per accogliere i nobili, aveva notato che lo guardava come incuriosita.
Quegli occhi azzurri come il cielo sembravano smembrare con forza le ombre che lo componevano, obbligandolo delle vote a perdersi in quella piccola esistenza, così umana, imperfetta; quanto pura.
Era alla finestra ad osservarla mentre dava del cibo a dei cervi affamati dal rigido inverno. 
Un animale non si sarebbe mai avvicinato ad un umano sapendo quanto fossero meschini e superbi, ma con lei ogni creatura colma di vita si avvicinava, nonostante una prima titubanza. Si mise a ridere al pensiero che forse tra gli umani esiste veramente un'anima del genere. 
No. Non era possibile, e anche se questo fosse stato vero, sarebbe stato il pasto migliore della sua vita. Già si leccava le labbra all'idea di assaporare un'anima così prelibata. 
Mentre la sua mente stava cadendo in pensieri lascivi, la ragazza si accasciò a terra causando un brivido lungo la schiena del demone portandolo ad accorrere tempestivamente in suo aiuto.
- Altezza! 
Era riversa a terra e non si mosse quando le si avvicinò. 
Cercò di scuoterla, non reagiva a nulla, almeno fino a quando notò il suo respiro irregolare e il viso pallido. 
Consapevole di cosa le stesse succedendo la portò in camera chiamando il medico che accorse in suo aiuto. Sebastian era nervoso e camminò per molto tempo davanti alla porta delle sue stanze. 
Quando il dottore uscì gli spiegò che aveva preso una brutta malattia e che sarebbe stato difficile per lei sopravvivere. Se non l'avesse trovata in tempo sarebbe stata la fine per lei.
Una volta dato il via libera, il demone entrò per controllare i suoi parametri vitali. 
Sentiva una strana stretta al cuore ne vederla soffrire così e fu allora che si rese conto che stava cambiando contro ogni sua volontà.





Una volta raggiunta la cabina della contessa, oltre al principe e al suo padrone c'era anche un medico che la stava visitando. 
C'era un silenzio di tomba mentre questo passava lo stetoscopio sul petto della ragazza. Tutti sembravano trattenere il fiato, almeno fino a quando il medico fece un cenno con la testa. 
Ciel fu il primo a chiedere ragguagli sulla salute della sorella.
- Allora? è grave? 
- Non si preoccupi Signore. Non è nulla di preoccupante.
Shade era poggiato sullo stipite della porta con le braccia conserte guardando severamente il dottore.
- Allora cos'ha? 
Il sessantenne dall'aspetto paffuto fece un sorriso per rassicurare i presenti.
- Nulla di che. Si è solo affaticata un po' troppo.
- Affaticata? 
Ciel stentava a crederlo. Lei di solito era quella che sprizzava energia da tutti i pori facendolo diventare matto, sia lui che il principe, con le sue ramanzine, di quanto fosse pericoloso questo, o quello... Oppure quando se ne andava in giro senza dire niente a nessuno. Se c'era qualcuno che doveva ammalasi era di certo lui.
- Certo. Capita molto speso ultimamente. In particolare alle donne. 
- Per quale motivo? 
L'anziano guardò quel giovane tanto austero quanto carico di apprensione per la coetanea.
- Troppe preoccupazioni per le persone a loro care. Ultimamente ci sono molti movimenti strani nella società e tra i regni, tanto che si è cominciato a vociferare che presto scoppierà una guerra che pervaderà tutto il mondo. 
Avevano sentito anche loro quelle fesserie, ma non avrebbero mai pensato che le preoccupazioni per la loro incolumità assieme all'ansia creata da quelle voci, l'avrebbero fatta crollare. 
Ciel si sedette sul letto accarezzandole la fronte. Sul suo volto c'era uno sguardo colpevole e profondamente triste.
- Non avrei mai dovuto portarla con noi.
- Non è colpa tua. è stata lei ad insistere per poter venire.
Questi entrò sedendosi sul divano della cabina.
- Avrei potuto fermarla o... 
- Obbligarla? Credi veramente che legarla ad un letto chiudendola a chiave in una stanza, l'avrebbe fermata? Io c'ho provato e credimi se ti dico che le cose sono degenerate. 
Dopo quell'ultima frase Shade si trovò tutti gli occhi puntati addosso. In particolare quelli di Ciel.
- Che cosa intendi dire con "legarla ad un letto, chiudendola a chiave in una stanza"?
Anche se effettivamente non le aveva fatto nulla, era abbastanza ovvio che i presenti avrebbero travisato le sue parole. Fece un sospiro di rassegnazione e decise di raccontare loro quando Alys, per un breve periodo, aveva vissuto in casa sua dopo il caso del circo. 
Presto il conte e il suo maggiordomo scoprirono che colui che aveva pagato la cauzione e fatto sbiancare il commissario, era stato proprio lui. 
Dopo una spiegazione dettagliata i due cominciarono a calmarsi, ma il giovane aveva omesso la ragione per il quale Alys era scappata dalla sua casa, consapevole che ciò avrebbe solo inasprito i rapporti. 
- Ora capisco. 
Ciel si alzò e fece un inchino al principe.
- Le sono grato di essersi preso cura di mia sorella durante l'epidemia di colera.
- Non si preoccupi conte. Se mette in dubbio la castità di sua sorella, io posso giurarle sul mio onore di non averla sfiorata con un dito in tal senso. 
Rincuorato il ragazzino si sedette accanto alla sorella per rinfrescarle il volto mentre il moro guardava il demone che era rimasto fermo sulla soglia senza dire nulla dal momento in cui la sua padrona aveva perso i sensi. 



A quel punto i due lasciarli soli i fratelli dirigendosi nella cabina del Winsor.
Shade si accomodò sul suo divano, mentre il demone rimase in piedi sulla soglia dopo essersi chiuso la porta alle spalle. Stava studiando quel giovane, ma per quanto ci provasse si sentiva sempre sull'orlo di un burrone senza sapere da che parte buttarsi. 
Shade guardava imperterrito dal finestrino cercando di elaborare quelle sensazione che era scaturita quando Alys aveva avuto quel crollo; si capiva che era preoccupato per le sorti della ragazza e quella era l'occasione per parlare civilmente con lui.
- è preoccupato? 
- Non essere ridicolo.
Sebastian sorrise. Credeva veramente di poter prendere in giro lui? 
Forse non ne sapeva molto sui sentimenti umani, ma sapeva leggere molto bene il linguaggio del corpo e il suo trasudava preoccupazione, sebbene fosse stato abile nel nasconderlo. 
Il silenzio di quel demone era pesante come un macigno e Shade notò che lui aveva capito:
- Non dovrei esserlo? 
Sebastian sembrava impassibile, ma dentro di se affollavamo molte domane. Inizialmente non sembrava molto attento ad Alys eppure quel ragazzo stava agendo come se gli importasse. 
- è solo che... inizialmente il vostro rapporto non era così stretto. 
Decise di spingersi oltre 
- Per caso, durante l'assenza mia e del signorino... è successo qualcosa? 
Indispettito da quella domanda, finalmente posò lo sguardo sul maggiordomo, sapendo benissimo dove voleva arrivare.
- Cosa stai insinuando? 
Non aveva detto nulla che non potesse essere la verità. Dopotutto in quel periodo della loro vita gli umani erano incredibilmente prolifici durante la riproduzione. Non c'era da stupirsi se avessero fatto qualcosa insieme.
Di solito avrebbe ragionato così, ma... Sebastian non era più il demone impassibile di un tempo.
- Nulla.
Dentro di se era molto combattuto. Inizialmente era stato attratto dall'anima della sua padrona, come se gli ricordasse qualcosa di lontano che gli causava una sorta di malinconia. Dopo averla conosciuta meglio ha apprezzato il suo essere, diventandone geloso e in parte possessivo, vedendo Shade come una minaccia, ma ora... cos'era quel ragazzo per lui? 
A quel punto decise di rompere la sua etica e sedersi di fronte per paragli.
- Che stai facendo?
- Credo che tu ed io dobbiamo parlare riguardo a tua madre.

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Capitolo 27
*** Fratello e Sorella ***


Gli occhi cominciarono a brillare come tizzoni una volta che venne nominata sua madre. 
Probabilmente lui nemmeno se ne rese conto, ma in quel preciso istante gli occhi di Shade erano uguali a quelli di Sebastian, dando conferma ad uno dei suoi più grandi timori. 
- Rispondi! Che cosa sai TU di mia madre?
Il demone incurvò la schiena poggiando i gomiti sulle gambe, le mani giunte davanti alla bocca davano una posa grave, quasi umana al mostro che gli stava davanti. Il pensiero che quella donna fosse Aralia lo stava logorando dentro da tempo, ma per avere conferma di ciò doveva parlare con chi le era più vicino.
Si. C'era la possibilità che persino Shade fosse stato tenuto all'oscuro riguardo alle reali sorti della madre, ma non aveva scelta: doveva provare ad ogni costo.
Doveva sapere se quell'anima era viva. Sopratutto perché... gli era stata portata via.
- Perché credo che tua madre abbia a che fare con me... Col mio passato.
Quelle parole così piatte all'apparenza prive di sentimento, infervorarono il principe che si scagliò contro di lui. Lo prese per la gola sbattendolo con violenza contro la parete, mentre le pupille si ridussero a fessure e le braccia si fecero così massicce da non sembrare nemmeno quelle di un ragazzo di diciassette anni. 
La forza che stava usando contro di lui non era certo umana. Una pressione del genere avrebbe tranciato il collo di un orso. Fortunatamente, Sebastian non era in quella condizione di vulnerabilità e poteva contrastarlo quando voleva. 
- Di un'altra parole, e giuro che ti ammazza con le mie mani!
Era un tasto dolente, ma non poteva più aspettare. Prese il polso del ragazzo e lo allontanò dal suo collo. Sentiva che faceva resistenza, ma per quanto forte riuscì a contrastarlo.
- Credo che tu mi abbia frainteso. Io non voglio dire che tua madre abbia fatto "direttamente" parte del mio passato. 
- Che cosa stai dicendo? 
- Se mi lasciassi parlare forse capiresti. 
Ci mise qualche secondo per decidere cosa fare. Dopo tutto lui poteva sapere delle cose di cui era all'oscuro. 
Sebastian da sotto il suo frac prese un cilindro e aprendolo prese le pagine del manoscritto medievale recuperato sulla Campania. Shade non capiva a cosa potevano servirgli quelle pagine. Tra l'altro solo una parte di esse erano state tradotte.
- Che cosa significa? 
- Sai cosa sono queste? - Chiese con tutta la calma di cui disponeva, mal celando una punta di supponenza.
- Si. Le pagine di Hellsing. E allora? Cosa centrano con te? - Guardò meglio il demone. 
- Rammenti quando abbiamo fatto la traduzione? 
- Si. Erano pagine di due cronache medievali. 
- E di cosa parlavano? 
Shade sembrò rifletterci qualche secondo; la prima parlava di due giovani, un ragazzo e una ragazza. Lei viveva alla luce, mentre lui viveva nell'ombra. L'altra invece era la storia di una principessa di un regno che era stato cancellato e di un cavaliere vestito di oscurità, di cui nessuno sapeva nulla. Non c'era la parte centrale del racconto, ma avevano trovato un pezzo del finale in cui narrava che quell'uomo ricolmo di odio usò le ombre per cancellare ogni traccia di quel regno. Un gesto meschino per chiunque. 
Il ragazzo prese il finale della pagina strappata e la lesse.
- "E di colui che gli occhi erano creati dal sangue; Portò l'inferno in quel regno che gli aveva fatto amare una luce che non poteva raggiungere. Con quell'odio lo condannò a sprofondare nelle oscurità del tempo"
Non ci volle molto a Shade per capire chi fosse quel cavaliere. Alzò lo sguardo sul volto del demone velato dalle ombre del rimpianto. 
- Eri tu quel cavaliere?!
- Si.
- Quindi... tu hai cancellato quel regno dalla storia!
- Si - Il tono grave e forse in parte di rammarico.
- Perché? 
- "Portò l'inferno in quel regno che gli aveva fatto amare una luce che non poteva raggiungere" Cos'altro può significare per te? 
Quel silenzio carico di tensione portò i due a comprendersi per la prima volta.
- Tu... eri innamorato di lei!




In un'altra cabina intanto Ciel cercava in un moto disperato di dormire qualche ora. Sfortunatamente per lui e il suo sonno leggero, il movimento del treno non erano un toccasana per le sue sinapsi gravemente sovraccaricate da tutto lo stress che si stava subendo in quel periodo. 
Sebastian si era congedato e qualcosa gli aveva fatto intendere che non voleva essere disturbato. Non che gli importasse molto dei bisogno del suo servo, ma una parte di lui sapeva che quei tre stavano tramando qualcosa e sua sorella faceva parte di quel conflitto tra i due uomini. Prese il suo cuscino, infilò la vestaglia e uscì nel corridoio per raggiungere la cabina letto della sorella. Fuori dai finestrini si poteva ammirare uno splendido paesaggio illuminato dalla fioca luce lunare che quella sera stava dando il meglio di se, quasi a voler rivaleggiare col sole. Guardando quel suo pallore di fantasma gli tornarono alla mente i capelli della sorella. 
Dall'incidente della Campania non erano più tornati normali e sebbene avesse cercato risposte, nessuna di esse era sufficiente. 
All'imbocco della galleria decise di raggiungere la sua cabina arrivandoci a tentoni. Finalmente dopo qualche passo la riconobbe da un fiocco che aveva messo alla maniglia in caso avesse avuto bisogno di lei. Deglutì il nulla consapevole che molto probabilmente quella conversazione non sarebbe finita molto bene. 
Quando bussò sentì lo strano rumore di qualcosa cadere per poi trovarsi davanti l'immagine della sorella, completamente avvolta dal bianco. Sembrava che la Luna si fosse staccata dal cielo e fosse entrata nel treno, con lui solo per illuminargli la strada. 
- Ciel. Qualcosa non va? 
Il ragazzino abbassò lo sguardo per nascondere il rossore nato da quei pensieri non proprio casti. 
Era sempre difficile guardarla mentre indossava quelle camice da notte estremamente scollate, ma nonostante l'imbarazzo doveva ammettere che quel modo di vestire la facevano sembrare una divinità antica. 
Alys piegò leggermente la testa per incoraggiarlo a parlare.
- Ciel... 
- Sto bene.
Fu la risposta troppo affrettata che mise sospetto nella ragazza. 
Si guardò intorno nel corridoio per accertarsi che nessuno li vedesse. In genere indossava una parrucca per nascondere i capelli, ma era stata colta di sorpresa e non se n'era preoccupata.
- Entra.
Lo prese per il braccio e lo trascinò all'interno dell'abitacolo. Mentre cercava di chiudere a chiave la porta il conte si sedette sul letto continuando ad osservarla e nel momento in cui si voltò, s'irrigidì incrociando quegli occhi tanto familiari, quanto estranei. 
Lei sapeva benissimo quello che stava succedendo. Dal giorno del naufragio suo fratello aveva sempre tenuto una certa distanza. Temeva che la cosa sarebbe successa, ma mai si aspettava che facesse così male. 
Finalmente uscirono dalla galleria e la luce entrò dal finestrino illuminando le due figure l'una di fronte all'altra. 
Ciel non riusciva a ancora ad accettare che sua sorella si fosse ridotta in quello stato. E per cosa poi? Aveva cercato di avere delle risposte da Sebastian, ma sembrava che nemmeno lui ne sapesse molto. Per quanto riguardava Shade aveva sempre evaso alle domande e non poteva mai andare troppo oltre con lui. Alys invece aveva sempre cercato di evitarla per paura di scoprire di aver perso anche lei, che quel mondo l'avesse corrotta. Aveva perso troppe persone, tropi affetti, troppe vite innocenti. Non voleva perdere anche lei. Non... non sapeva se avrebbe retto. 
Però ora non c'era più tempo per i dubbi. Fece un lungo sospiro chiudendo gli occhi per rilassare i nervi da quei pensieri così pesanti per poi far saettare quegli zaffiri su di lei, facendola sussultare appena i loro sguardi si incatenarono l'uno all'altra. 
- Alys... 
- Si. Dimmi. 
Con una mano le fece segno di sedersi accanto a se. 
Senza fiatare obbedì non comprendendo fino a fondo l'intento del fratello. Si misero a fissare il pavimento per minuti fino a che questo si voltò.
- Alys. Tu sei mia sorella e l'unico famiglia chi mi è risata.
Annuì, non osando interromperlo.
- Ti ho creduta morta e quando ti ho trovata, ho cercato per mari e monti. Non hai idea della gioia che ho provato nel riaverti con me, ma tu... tu sei sempre distante. Per caso... per te sono diventato... un peso? 
- Co.. cosa?! Come puoi dire una cosa del genere? 
Si tirò su mettendosi a carponi nel letto per avvicinarsi di più al fratello. Come poteva anche solo pensare che lei non lo amasse? Cosa lo aveva spinto a formulare un pensiero tanto straziante? 
- Allora perché non mi parli? 
- Io... 
- Sono IO! Sono Ciel! Il tuo fratellino asmatico che ti faceva sempre preoccupare! Dov'è... dov'è la mia Alys? 
Si portò una mano al petto con gli occhi sull'orlo delle lacrime. Finalmente entrambi si resero conto che nonostante fossero tornati a vivere insieme il loro spirito non si era mai ritrovato veramente e questo non aveva ferito solo lei, ma anche lui. Ciel era sempre stato una persona che si teneva tutto dentro. Era come Vincent; nascondeva i dolori dietro un sorriso, ma appena rimaneva nell'ombra del suo studio versava tutte le lacrime che la luce del sole non poteva vedere. 
- Mi dispice Ciel... non sai neppure quanto.
Con le mani tremanti prese il viso del fratello, entrambi con le lacrime gli occhi e lo portò al petto accarezzandogli i capelli come quando erano bambini.
- Io non voglio perderti... Non di nuovo!

Dopo un po' finalmente la frustrazione cominci a scemare dai loro corpi. Finalmente dopo tanto tempo i loro cuori erano senza barriere, inerti di fronte alla verità. 
Si erano ritrovati stesi l'uno accanto all'altra a guardare il soffitto con qualche fugace occhiata al paesaggio fuori dal finestrino. Sembrava quasi che la luna si prendesse gioco di loro impedendogli di dormire, così Ciel decise di condividere i suoi dubbi con la sorella. 
- Posso sapere cosa ti lega al principe? 
Sapeva che prima o poi sarebbero arrivate quelle domande e adesso era pronta ad affrontarle.
- Come ben sai, io per sfuggire agli assassini dei nostri genitori mi sono gettata nel fiume che mi trascinò fino a Londra.
- Si questo me lo ricordo, ma ciò non giustifica un legame come il vostro. 
Sorrise mesta a quelle parole. Più volte si era rimproverata di quel fatto, ma non era mai riuscita a scacciare completamente il ricordo di quel ragazzo dalla sua mente e forse nemmeno dal suo cuore.
- Già. Forse tu non lo sai, ma sin dalla nascita sono perseguitata da un sogno.
- Un sogno? 
- Si. Era uno notte buia e c'era neve, così bianca che quasi mi dava la nausea la sua purezza, con molte persone attorno a me. In quel mondo non c'erano colori, ma solo amarezza e disperazione e quando mi sono resa conto che quelle persone erano lì solo per porre fine alla mi vita... la neve cominciò a macchiarsi di rosso. 
Ciel ascoltava parecchio interessato.
- Cos'era cambiato? 
- In questo mondo bianco c'era una persona vestita completamente di nero con due occhi rossi che splendevano nel buio.
Quella descrizione calzava perfettamente sia con Shade che con Sebastian. Cosa le faceva credere che fosse proprio il principe? E poi da quello che aveva capito quei sogni si ripetevano da molto prima che lui stringesse il patto col demone. 
- Pensi che fosse Shade o Sebastian? 
Sospirò messamente.
- Non lo so.
Lasciò cadere la testa sul cuscino ripensando anche ai dettagli più insignificanti per poter dargli una risposta. A quel punto anche Ciel si lasciò cadere supino sul letto.
- Mm... La situazione è piuttosto ambigua. Non è che in qualche modo il tuo subconscio cercasse di dirti qualcosa? 
- Forse, ma questa è solo una parte della storia.
Il conte voltò il viso scrutando il profilo della sorella.
- Allora qual'è? 
Non sapeva se andare avanti o meno. Come poteva rivelare al fratello di essere stata rinchiusa in quella struttura per anni? 
Stralci di ricordi la tormentavano nelle notti in cui lui era lontano, in missione sotto copertura alla scuola, ma di questo solo Shade ne era a conoscenza. Solo in seguito ad una violenta crisi il ragazzo le aveva raccontato la verità su quel posto. Era stata dura da digerire, ma doveva farlo.
- Devi sapere che non è la prima volta che i miei capelli si riducono in questo stato.
Ciel scattò seduto sul letto guardandola ad occhi sgranati.
- Che cosa?! Co.. come sarebbe a dire che non è la prima volta.
- Probabilmente tu non ricordi, ma... è accaduto anche alla tua nascita. Quella... quella fu la prima volta che nostro padre si rese conto che ero "particolare".
Non poteva credere a quelle parole. Vincet l'adorava e l'aveva tratta come una principessa. Si rifiutava di credere che suo padre la vedesse come un mostro eppure... certi ricordi tornavano a combaciare nella mente del Phantomhieve. Una porta chiusa quando la supplicava di giocare con lui e suo padre che delle volte veniva a prenderlo dicendogli di lasciarla sola, senza mai spiegargli il motivo. 
Quelle volte che usciva dalla sua stanza, sembrava la sua solito sorella di sempre. Come poteva essere... diversa?
- Che vuoi dire... con particolare? 
Lo sguardo continuava a divagare nella cabina.
-  Dopo quella volta, nostro padre cominciò a occuparsi di me personalmente e una notte mi vide parlare al mio stesso riflesso nello specchio.
- Al tuo riflesso?
- Sembrava tutto normale, almeno fino a quando si accorse che il mio riflesso era diverso da quella che ero veramente. Al di là di quella lastra i miei capelli erano bianchi e gli occhi erano quasi argentei rispetto a quelli blu che caratterizzano noi Phantomhive e la cosa che lo convinse più di qualunque altra, era che il mio riflesso si muoveva in perfetta autonomia al di là di quella superficie.
Rimase in silenzio per timore di interrompere quel flusso di informazioni.
- Nostro padre tentò di interagire con LEI e in un certo modo ci riuscì. Sembrava provenire da un'epoca lontana eppure, nonostante quel corpo di bambina, aveva la saggezza di una persona molto più grande. Decise di instaurare un legame con quel "fantasma" per ottenere la chiave che avrebbe permesso un grande potere alla nostra famiglia, ma... 
- Ma...
- Ma lei non era d'accoro e cominciò a sparire, mentre io stavo sempre più male. Alla fine decisero di ricoverarmi in una struttura governativa nascosta agli occhi di tutti. Ogni tre giorni mi recavo alla struttura dove cominciarono a farmi diversi esami su come LEI riuscisse a farmi compiere certe azioni col solo sforzo della mente. 
Quella storia aveva dell'incredibile.
- Fu lì che penso di aver incontrato Shade la prima volta.
- Tu credi!?... Aspetta! Shade?! Quel... 
- Si.
- Come fai a dirlo? 
- Perché lui ha una cosa che un tempo mi apparteneva. In quella struttura c'erano solo due pazienti e quelli eravamo io e lui.
- Non puoi esserne scura. Anche se fosse con l'incidete di tre anni fa è risaputo che hai perso parte della memoria. Non potresti ricordare chiaramente certi avvenimenti senza una radice base a cui affidarti, a meno che... non sia stato proprio lui a darti certe informazioni. 
Incrociò le braccia accarezzando tra l'indice e il pollice il mento con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Possibile che Shade avesse più legami di quanti pensassero con la loro famiglia? 
Che avesse una sorta di amicizia tra la madre e suo padre ormai era chiaro, ma che persino sua sorella l'avesse, suonava quasi assurdo e poi... perché una struttura con solo due pazienti? Non aveva senso!
Ripensando alle parole della sorella cercò di forzare la sua mente a ricordare quel posto. Era certo di averlo visto almeno una o due volte, ma non riusciva a focalizzarlo. 
- Ricordi... - Continuò distogliendolo dalle sue rimembranze - Ricordi il dottor Hellsing sulla nave? 
Come dimenticarlo? Quell'essere era viscido come un serpente. Non gli era mai piaciuto e quando si avvicinava a loro lo attraversava sempre un brivido che gli percorreva la schiena, peggiore di quello che gli causava Druitt. Era contento che fosse morto nel naufragio... almeno ci sperava. 
- Si, certo.
- Era lui a fare gli esperimenti sui nostri corpi
- Che cosa?!
Quelle parole paralizzarono i muscoli del tredicenne. Nella sua breve vita aveva assistito a cose a dir poco mostruose e la maggior parte di esse le aveva vissute sulla sua stessa pelle.
- Me ne sono ricordata quando sono stata rapita da lui durante il naufragio. Ha... ha tentato di violentarmi. Era... era ossessionato da me e un giorno in cui mi costrinse a spogliarmi le sue mani... le sue mani... 
Si mise le mani alle testa gli occhi febbricitanti e la paura che le percorreva il corpo facendolo fremere. 
- Alys... 
Non voleva che continuasse per non turbarla, ma dopo qualche respiro profondo sembrò riprendesi. Era giusto che lui sapesse; ormai era abbastanza grande per farlo. Si occupava di un casato intero e assolveva ai suoi doveri con egregia risolutezza. 
- P.prelevava anche dei campioni di tessuti, iniettando una strana sostanza ed è allora che in qualche modo quel fantasma si è risvegliato. Però... durante l'incidente della Capania lui mi prese e...  e ripeté quelle procedure - Il sangue del fratello si gelò nelle vene - Dopo aver... nuovamente toccato e vezzeggiato il mio corpo mi disse che aveva.. cambiato la composizione del siero rendendolo più potente e attivo - Ciel voleva averlo tra le mani. Le dita si strinsero tra le lenzuola e se avesse avuto la stessa forza del principe, era certo che si sarebbe scorticato la mano con le sue stesse unghie - Dopo averlo immesso nel mio sistema circolatorio tornò a... a toccarmi e fu allora... che si risvegli. Da quel giorno... non sono più riuscita a tornare normale. 
La lacrime cominciarono a cedere solcandole il viso e poi... il gelo. Era tutto quello che il conte poteva percepire in quel momento. Com'era possibile che in tutto questo tempo lui n fosse stato all'oscuro? E com'era possibile che suo padre non avesse fatto nulla per fermare quel mostro. Dubitava che sapesse di certi atti osceni sul corpo che gli era stato affidato, ma non riusciva ad accettare di essere stato così impotente, ma che poteva farci? Lui... era solo un bambino malato e ignorante della vita che respirava tra quelle mura. Tirò un sospiro rassegnato per quanto ci provasse, comunque, non trovava nessun nesso tra le cose. In tutta quella faccenda c'era di mezzo anche Undertaker ne era sicuro, ma ora molte più cose iniziavano ad incastrarsi tra loro . 
Quella sera, durante il naufragio, il dio della morte aveva detto che loro che erano persone speciali. Non sapeva se conoscesse quel lato della sorella, ma non poteva escluderlo; il fatto stesso che aveva detto a Shade e Sebastian che non glie li avrebbe lasciati, faceva sorgere un certo sospetto. Guardò la sorella nuovamente.
- Quindi... mi stai dicendo che sei una specie di Esper? 
Questa volta fu lei a scattare seduta accanto al fratello sorpresa dalle sue conclusioni. Non si era mai permessa di ostentare tanto, e vista la situazione poteva veramente definirsi una persona del genere? Ormai arrivati a questo punto tutto era possibile. 
- Sai una cosa Alys? 
- Co.. cosa? 
- Sono felice che tu sia stata sincera con me.
Sgranò gli occhi di fronte a quell'espressione serena del fratello.
- Quindi tu... tu non hai paura di me? 
- Perché dovrei? è grazie a te se sono in vita, no? 
Probabilmente non ne conservava memoria, ma se quella notte non ci fosse stata lei... sicuramente non sarebbero stati in quella stanza a parlare.
- Quindi... adesso che ne dici di dirmi cosa nascondono Shade e Sebastian? 











Ciao a tutti!
Tanto per cominciare mi scuso per l'anno passato senza aggiornare; sono stata davvero pessima.
Tuttavia voglio rassicurare tutti i lettori che mi seguono dicendogli che non ho intenzione di abbandonare la storia. Non mi piace lasciarle incompiute.
Io stessa in quanto lettrice, ne trovo molte che adoro, ma che sono interrotte da anni. Cercherò di aggiornare più frequentemente e vi ringrazio di cuore di non avermi abbandonata e di avermi sempre sostenuto. Fatemi sapere nei commenti se questo capitolo di transizione vi è piaciuto o meno.
Sarò ben felice di rispondere alle vostre impressioni
Grazie ancora di tutto e delle pazienza
By! Jas

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