Continuo Terza serie 2003

di QueensOfFandom94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compagno di sventura ***
Capitolo 2: *** Il momento della verità ***
Capitolo 3: *** La battaglia inizia ***
Capitolo 4: *** Sfida all'ultimo sangue ***
Capitolo 5: *** Strani avvenimenti ***



Capitolo 1
*** Compagno di sventura ***


Nel frattempo, in casa Hamato regnava un clima piuttosto tranquillo considerato il modo di vivere altamente sopra le righe della famiglia. 
Approfittando dell'assenza di Sarah, Mik aveva chiesto ed ottenuto di avere Alisa come ospite a cena per quella sera.
E la giovane aliena aveva accettato. 
- Ma come mai Sarah non c'è?- chiese Alisa sistemando i piatti sulla tavola. 
- Aveva le prove dello spettacolo a scuola.- spiegò Raph prendendo le pizze surgelate per metterle nel forno - e poi ha parlato di una ricerca da presentare, quindi si fermerà a dormire da Angel.-
- E' sempre molto indaffarata eh?- fece Alisa.
Parola sua, non riusciva ad immaginare una persona più dinamica della sua migliore amica... non solo era una ninja valente e coraggiosa, ma era anche un' ottima studentessa e riusciva anche a trovare in tempo, tra una missione ed un impegno scolastico, di dedicarsi ad un hobby che le piaceva da matti. 
'' Ma non ti stanca fare tutte queste cose?'' 
'' No. 
Vedi, se c'è una cosa che ho imparato è che la vita è incerta, può finire da un momento all'altro e tu nemmeno te ne accorgi... ed io non voglio arrivare a quel momento temendo di essermi persa il meglio o di dire... accidenti, mi sono dimenticata di.'' 
- Meglio così.- fece Leo - almeno si tiene occupata.- 
- Bishop?- 
Il leader annuì - Da quando ha scoperto che è stato lui ad uccidere i suoi genitori... da quando ha scoperto quello che le ha fatto... sembra ossessionata dal metterlo presto con le spalle al muro.- 
- E non la biasimo.- fece Raph - Quel maledetto l'ha rapita e seviziata per un anno intero. Personalmente... lo vedrei volentieri davanti ai miei sai. Ci penserei io a renderle la giustizia che merita.- 
- Già, peccato che Sarah non voglia questo.- fece Donatello. 
Nei primi tempi, la loro più grande paura era stata che Sarah in preda alla collera e all'ira, seppure pienamente giustificata, potesse fare una qualche sciocchezza di cui si sarebbe pentita in tempi rapidi. Invece a quanto pare, almeno su quello potevano stare tranquilli. 
Sarah aveva una sua concezione molto particolare della legge del taglione '' Occhio per occhio, dente per dente... mondo per mondo''.
Come John Bishop aveva distrutto il suo mondo, fatto di un padre affettuoso, una madre amorevole ed un'infanzia serena e spensierata, lei avrebbe distrutto l'immagine dello stacanovista votato ad una buona causa che propinava a tutti da anni. 
Farlo apparire come l'unico vero mostro di cui bisognava avere davvero paura prima, e farlo finire in galera poi. 
Il tempo di raccogliere tutte le prove, poi avrebbe consegnato tutto in blocco alla polizia con una telefonata anonima. Difficilmente Bishop sarebbe stato creduto in caso avesse tanto di trascinare lei e la sua famiglia sotto le luci. 
Avrebbe ricominciato una vita normale. 
- Vuole solo che paghi con la legge il male che le ha fatto. Gli sta concedendo di vivere.- fece Donatello. 
- Che è molto più di quanto lui ha concesso alle sue vittime, oltre ad essere più di quanto non si meriti.- fece Raffaello. 
- Lo so... ma io sono preoccupato lo stesso.- fece Leo - Non vorrei che il desiderio e la fretta di fare giustizia la porti ad accettare qualche strana proposta...
A proposito, c'è qualche novità sulla mamma di Sarah?-
Don prese la parola - Beh, qualcosa si... ma non so se sia il caso di dirlo o meno a Sarah...- 
- Dai, non tenerci sulle spine.- fece Raph - Che hai scoperto?- 
- Una cosa piuttosto strana. Mi sono introdotto nel sito privato dell'Istituto di Previdenza Sociale. Su Alfred Huntington, il padre di Sarah è tutto in regola... 
Ma stando ai loro archivi, Jessica Harpie è una bambina nata morta l'ottobre precedente al matrimonio dei genitori di Sarah.- 
- Quindi...- fece Leo - la madre di Sarah avrebbe mentito sulla sua identità?- 
- Sapete, nei film quando una finge per vent'anni o per molto tempo di essere un'altra persona, significa solo una cosa.- fece Mik - Ovvero un torbido passato da ecoterrorista o agente disertore dei servizi segreti.- 
Per un attimo tutti furono tentati di dirgli che come suo solito dedicava troppo poco tempo all'allenamento e alla meditazione e troppo ai videogiochi o a leggere fumetti... però in fondo, poteva averci preso. 
Forse Bishop conosceva la vera identità della madre di Sarah, e voleva farle pagare un '' tradimento'' sulla pelle della figlia... avrebbe spiegato come mai proprio Sarah, con tutti i bambini di New York. 
Però questo sollevava altre domande. Ad esempio, chi era e perchè la mamma di Sarah aveva mentito sulla sua identità?
Se fosse stato vero che era una criminale.... come avrebbe reagito la loro sorellina nel sapere che nel DNA aveva qualcosa di marcio?
Non ebbero modo però di rifletterci troppo a lungo perchè vennero distratti da un grido lancinante che proveniva dalla stanza del Maestro Splinter.
- Maestro!- fece Leo correndo verso la stanza arredata in stile giapponese, seguito a ruota dai fratelli e da Alisa. 
Aprì di fretta le porte scorrevoli e vide che il padre era riverso a terra.
Lo prese subito tra le braccia, mentre Donatello gli controllava il polso. 
- Maestro.... che succede?- fece il maggiore degli Hamato pallido in viso. 
- Sarah.... la mia bambina....- fece Splinter con gli occhi che sembravano due uova sode - l'ho sentita... urlava.... qualcuno l'ha portata via....- 
- Co... cosa?- fece Raffaello che non voleva crederci.
Leo non era da meno. Era pallido come un cadavere, ma cercò di mantenere un barlume di lucidità.
- No....- fece il leader con la mano che tremava prendendo il cellulare - è... è da Angel.... ora la chiamo...- compose il numero e borbottò qualcosa quando fu sicuro che dall'altra parte c'era qualcuno in grado di parlare.... e la risposta lo gelò. 
- Sarah è andata via da scuola prima che finissero le lezioni.... Angel non sa dove sia.- 
La paura iniziò a salire con la stessa velocità di una moneta che cadeva a terra. 0,2 secondi. 
...
...
...
Sarah sbattè più volte gli occhi. 
'' Oddio... la mia testa.... ma cosa cavolo...ok, stai calma e ragiona.... dunque.... Karai mi ha telefonato a scuola.... mi ha dato un appuntamento e mentre la aspettavi hai incontrato Ashton.... ed a un certo punto mi ha aggredito...''- solo che non capiva il perchè. 
Quando i suoi occhi si abituarono all'oscurità, vide che si trovava in quella che somigliava ad una stanza vuota. Non c'era nulla dentro. O almeno credeva. 
C'era qualcuno raggomitolato in un angolo. Gli si avvicinò con cautela aiutandosi con la mini-torcia portachiavi che le aveva regalato April per  il suo ultimo compleanno, e questo subito sobbalzò.
- Sta calmo.... non aver paura. Non ti faccio niente.- fece Sarah. 
Era un ragazzo di circa diciotto anni, capelli castano chiari, pelle pallida ed occhi verdi come una foresta che però tradivano un'espressione spaventata e davano a quel ragazzo almeno vent'anni più di quelli che aveva. 
- Tu chi...?- fece il ragazzo. 
- Calma... sono....- 
- Sei una di loro? Cioè.... di noi...?- 
Sarah lo guardò con la chiara espressione di chi non aveva capito nulla - Ok, riavvolgiamo il nastro e ripartiamo da capo: io mi chiamo Sarah Huntington. Sono stata rapita....- non sapeva nemmeno lei da quanto mancava, ma di certo Angel non vedendola arrivare e non riuscendo nemmeno a parlarle al cellulare di sicuro aveva dato l'allarme e la stavano già cercando - Tu come ti chiami?- 
- Jake. Jake Mitchell.- fece il ragazzo. 
- Ok... che ne dici di dirmi che ci fai qui e di cosa stavi parlando?- 
Il ragazzo iniziò quindi a raccontare alla giovane kunoichi la '' storia della sua vita'' che presentava una serie di agghiaccianti coincidenze con la sua: anche lui era stato rapito a quattro anni, rinchiuso in una specie di buco, dove era stato trattato alla stessa stregua di una cavia da laboratorio, ed anche lui era stato costretto a risolvere diversi quiz, indovinelli e roba simile, dimostrando una straordinaria intelligenza logico-matematica.... solo che non aveva un padre che lo aveva cercato per un anno intero, pronto a tutto per capire cosa fosse successo. 
- Jake... è successa la stessa cosa a me.- fece Sarah - Bishop mi ha fatto la stessa cosa, mi ha tenuto prigioniera per un anno intero prima che potessi fuggire. Ha ucciso i miei genitori, che volevano denunciarlo...- 
- Sì.... ed è per questo che ha ucciso tutti gli altri.- 
- Ma chi sono questi altri?- 
- Tanti anni fa, Bishop voleva creare un esercito di super soldati.... ibridi tra esseri umani e cloni da lui costruiti partendo da cellule di DNA geneticamente modificato.... ha creato le madri e le ha mandate in giro per la città, dando loro un  nominativo con cui accoppiarsi e generare una vita....- 
Sarah iniziò ad unire i puntini. Questo spiegava perchè non aveva mai trovato alcuna informazione su sua madre.... perchè semplicemente , non esisteva.
Era un clone creato da Bishop che aveva avvicinato l'avvocato Huntington, per farlo innamorare, convincerlo a sposarla e per mettere al mondo un bambino. E lo stesso era accaduto a Jake. E capiva anche il perchè... non voleva un banale esercito capace solo di attaccare e difendere, ma che avesse molte altre abilità.... la parlantina e l'arguzia verbale di un avvocato era sempre utile, così come la straordinaria intelligenza logico-matematica di Jake...
- Quindi... noi... in realtà non saremmo altro che un esperimento di Bishop....?-
- Sì.- fece Jake - O almeno... lo eravamo.- 
- Hai parlato di un esercito. Vuoi dire che oltre a me e te... ha rapito anche altri bambini?- 
- Si...- fece Jake abbassando lo sguardo - c'erano... ma poi è successo qualcosa che lo ha spaventato... li ha fatti uccidere tutti.- 
- Sporco farabutto...- ringhiò Sarah. Ora il cerchio si chiudeva. 
Dodici anni prima, suo padre l'aveva salvata dalle grinfie di Bishop e meditava di raccontare tutto, così lo scienziato aveva deciso di uccidere i suoi genitori per impedir loro di parlare ed anche lei per mettersi al sicuro da qualche '' rappresaglia futura''. 
Tra la sua liberazione e la morte dei genitori era passato parecchio tempo, e gli Huntington si erano trasferiti dalla parte opposta della città, temendo che Bishop o uno dei suoi tornasse a darle la caccia... e intanto aveva distrutto le prove del '' progetto bambini soldato''. 
Tutti tranne lei, che era '' desaparecido'' e Jake, per motivi a lei ignoti. 
- Però tu sei sopravvissuto... come mai?- 
- Riteneva che avessi un cervello troppo prezioso per togliermi di mezzo.- fece Jake - ma ora ha detto che non c'è nulla che voglia sapere e che non sappia come procurarsi... senza di me. Mi darà in pasto a qualche mostro che creato geneticamente o mi farà a pezzettini.- 
- No, non lascerò che accada, credimi.- fece Sarah - dobbiamo andarcene di qui.- 
- E come? Tu non hai idea di quante volte ci ho provato ed ogni volta...- fece Jake sollevando leggermente la maglia per mostrarle i segni delle percosse, dei colpi di bisturi e del teaser.
In quel momento le porte si aprirono. 
Bishop era in piedi davanti a loro, con due soldati accanto, uno per lato armati di fucile. 
- Ci siamo.- fece Bishop. 
Anche se cercava di non darlo a vedere.... Sarah iniziava a sudare freddo, ma non aveva la minima intenzione di dare soddisfazione al farabutto che l'aveva già uccisa una volta. Doveva trovare il modo di temporeggiare, giusto per permettere ai suoi fratelli di trovarla.
Subito dopo... Bishop avrebbe passato un quarto d'ora orribile. 
Ma sarebbe stata gentile, e non gli avrebbe fatto più male di quello che lui aveva fatto alle sue vittime in quegli anni.
Forse.
...
...
...
- Angel...- fece Alisa cercando di mantenere la calma - Per favore... cerca di ricordare.... cosa è successo?- 
Angel bevve un lungo sorso d'acqua - Ha ricevuto una telefonata durante la pausa pranzo.... stavamo mettendo a posto degli appunti che ci servivano per la ricerca.... la bidella le ha detto che qualcuno la cercava al telefono.... e subito dopo è sparita.- 
- E non ti ha detto dove andava.... a fare cosa.... per vedere chi...?- fece Raffaello - Insomma, è una delle tue migliori amiche, io trovo molto strano che ad una certa ora se ne sia andata dopo una telefonata e non ti abbia detto nulla.- 
- Mi ha solo detto che c'era una persona che doveva vedere. Che non era pericoloso, e che sarebbe venuta direttamente a casa mia...- fece Angel.
- Ok, quindi era una persona che conosceva e di cui aveva fiducia...- fece Donatello smanettando al computer. Si era introdotto nella rete di comunicazione della scuola per cercare di rintracciare la telefonata che aveva ricevuto la sorella. 
Chiunque avesse fatto una cosa simile sapeva che qualcuno l'avrebbe cercata. Aveva fatto passare il segnale per Philadelphia.
- Questo restringe il campo.- continuò il genio - Ecco, ci siamo. La telefonata è partita da una cabina telefonica tra la Nona e la Jane.... e pare che abbia anche registrato la conversazione....- e quando la fece partire,  ascoltarono atterriti.
Dall'altra parte del telefono c'era Karai. La figliastra di Shredder. Parlava di aver paura, di volere protezione, di voler cambiare vita... e le dava un appuntamento, chiedendole però di non farne parola con nessuno. 
- Maledetta....- ringhiò Raffaello - Lo sapevo che prima o poi quel suo atteggiamento da brava samaritana l'avrebbe fatta finire nei guai. Cioè, credeva davvero che il marcio potesse tornare un bel frutto, ma che cavolo!- fece il rosso con gli occhi lucidi. 
Leo, dal canto suo, era sconvolto più che mai. Sì, sapeva che Karai tendeva a fare confusione tra senso dell'onore e senso della lealtà.... ma non poteva credere che avesse inventato la storia che Sarah voleva sentire di più al mondo solo per attirarla in una trappola per poi aggredirla e portarla via. 
- Io non ci credo.... ma perchè l'ha fatto?- fece Leo quasi atono. 
- Perchè è una guastavita! Lei gode nel rovinare la vita delle persone, apri gli occhi per una volta! E' tale e quale a suo padre!-
- ADESSO BASTA!- urlò Mik fuori di sè - Basta, per favore, basta! Ora non è importante stabilire se Karai è una psicopatica salvabile o meno. Quello che conta è trovare Sarah e riportarla a casa.
La vendetta non è merce deperibile, la vita di Sarah si!!!!-
Il resto del gruppo lo guardò come se gli fosse spuntata un'altra testa. Di solito Michelangelo era così calmo, così pacato, sempre pronto a sdrammatizzare e rendere meno nera una situazione apparentemente senza uscita... sembrava un altro. 
- Beh che c'è? E' mia sorella.- fece Mik. 
- Michelangelo ha ragione.- fece Splinter - Sarah ha bisogno di noi.- 
- Quindi qual'è la prima mossa?- chiese Alisa. 
- Te la dico io.- fece Leo - Andiamo da Karai e la costringiamo a liberarla. A meno che non voglia diventare un kebab.- 
- Almeno stavolta concordo con te.- fece il rosso.

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Capitolo 2
*** Il momento della verità ***


Karai fu molto sorpresa di ritrovarsi le tartarughe nel suo dojo privato.
Avrebbe dovuto chiedere '' che fate qui, come avete fatto ad entrare'', ma poi si ricordò chi erano e che se avessero voluto sarebebro entrate senza problemi persino a Fort Knox.
Nei loro occhi c'era rabbia e disperazione. 
- Posso aiutarvi?- fece la ninja innocentemente.
Raph a quel punto non ci vide più e la aggredì con furia ceca... e Leo non sentì alcun bisogno di fermare il fratello.
- DOV'E' SARAH?- urlò Raffaello immobilizzando Karai contro il muro puntandole un sai alla gola, in preda alla furia più ceca e ad una rabbia che sapeva di disperazione - LEI SI FIDAVA DI TE, E TU L'HAI DATA IN PASTO AD UNA BELVA.
COME HAI POTUTO, COME?!?!?-
- Non c'è bisogno che tu urli... anzi, ti sarei grata se mi spiegaste cosa diavolo sta succedendo.- fece Karai mantenendo la calma. 
- Non fare la furba con noi, carina.- fece Raph - Sarah è sparita. Dopo che le hai telefonato.- 
- Karai...- fece Leo mettendosi in mezzo, cercando di mantenere un tono pacato - perchè? Lei non ti ha fatto nulla di male, ti ha salvato la vita... come hai potuto ripagarla così?- fece Leo ricordando quando era stato il turno di Karai di essere rapita.... Sarah si stava ancora riprendendo dall'aver ricordato la vita che le avevano portato via, era terrorizzata dall'idea che Bishop la riconoscesse, ma malgrado tutto era scesa in prima linea, per salvare la figliastra di Shredder. 
Non riusciva a capacitarsi che la donna con cui si ritrovavano a combattere fianco a fianco in qualche occasione, avesse potuto consegnare ad un assassino spietato proprio colei che si era battuta per salvarle la vita.
Karai li guardò come se le avessero detto che Hun era candidato per una borsa di studio in termo-fisica nucleare. 
- Ma di che parlate?- 
-Parliamo della telefonata che hai fatto a Sarah.- fece Alisa che non ne poteva più di quel teatrino - L'hai chiamata per dirle che volevi uscire dal giro, e le hai chiesto di vedervi per discutere su come avreste agito, solo che invece di te c'erano gli scagnozzi di tuo padre.- 
- Sentite.- fece Karai liberandosi dalla presa del rosso - Mi pare evidente che abbiate toppato alla grande.- 
- Già. Dicono tutti così.- fece Mik - Io non ne so nulla, non sono stato io, avete preso l'uomo sbagliato...-
- Mi dovete credere.- fece Karai - E' vero. Io e Sarah combattiamo su due fronti diversi, ma non le avrei mai fatto del male.
Non sono stata io a chiamare. Ed anche se l'avessi fatto... non c'era bisogno di darle un appuntamento... dov'è che è successo?- 
- Tra la nona e la Jane.- fece Donatello. 
- Lontano da qui insomma. Non c'era bisogno di vederci così lontano.-
- E perchè sentiamo?- fece Raffaello con tono di sfida.
- Perchè mio padre è partito per Tokyo proprio stamattina per un viaggio d'affari.- fece Karai - e si è portato dietro quel bestione tutto muscoli e niente cervello come guardia del corpo. Se davvero avessi voluto incontrarla le avrei detto di venire direttamente qui, senza timore di essere scoperta.-
I quattro ed Alisa si guardarono.
In effetti il ragionamento filava... e c'era da dire che Sarah era già stata nel palazzo di Shredder senza invito quando avevano organizzato un attacco al suo quartier generale, dopo aver passato tre mesi in campagna dopo l'incendio a casa di April, e sapeva bene come non farsi scoprire. 
Inoltre non era una ragazzina allo sbaraglio che aveva visto troppe volte '' Karate Kid, Per vincere domani''. Era una kunoichi che per la sua giovane età aveva già una bella esperienza, ed era uscita indenne da situazioni che avrebbero mandato chiunque fuori di testa...
- L'unico che avrebbe potuto scoprirmi e riferire è Stockman... ma al momento è l'ultima persona a cui mio padre affiderebbe le chiavi di casa quindi...- 
- Adesso che ci penso...- fece Don mettendo le cuffie per riascoltare la conversazione che la sorella e '' Karai'' avevano avuto - Ci sono dei punti in cui Sarah viene bruscamente zittita... insomma, Sarah parla, ma prima che possa finire la frase il suo interlocutore inizia a parlare... e Sarah si zittisce.- 
- Come se qualcuno avesse inciso una voce su un nastro registrato...- fece Alisa - e avesse contato i secondi per dar modo a chi era in linea di rispondere, per non farle capire che era una registrazione.- 
Donatello annuì. 
- E quasi sicuramente hanno usato un modulatore vocale.- fece Donatello - per imitare la voce di una persona di cui Sarah si fidava.... Karai non è stata incastrata. E' stata usata come esca.- 
E a questo punto, la situazione cambiava. In peggio.
Sarah non era nelle mani del più pericoloso criminale che l'universo avesse mai conosciuto e questa era già una buona notizia...
A questo punto rimaneva solo un sospettato.
L'unico in quel momento ad avere dei motivi per volerle fare del male.
E bastò quel pensiero a gelar loro il sangue nelle vene.
...
...
...
Intanto, Sarah e Jake camminavano scortati dagli uomini di Bishop  con dei fucili puntati alla schiena. Non era così difficile girarsi di scatto, afferrare il fucile e puntarlo contro di loro... ma quella mossa poteva funzionare con un solo soldato, al massimo due... i cecchini che li '' scortavano gentilmente'' però erano già cinque. 
Per ora non potevano fare molto. Solo... obbedire ed aspettare. 
Bishop li guardava come si guardava il pranzo della domenica. In particolar modo, come se fossero stati il dolce. 
La ragazza lanciò un'occhiata di commiserazione a Bishop - Accidenti amico... con tutti gli agganci di cui potevi servirti, ti sei ridotto a servirti di un ragazzino pieno di sè che si prende pure a botte da solo per trovarmi... è un po' patetico, non trovi?- 
- Forse.- fece Bishop - Ma bisogna guardare in prospettiva. Questo tizio forse non brilla per acume ed intelligenza... ma non avresti mai pensato di doverti guardare da lui, ed infatti... eccoti qua.- 
- Che cosa vuoi da noi?- fece Jake - Non ci hai già rovinato la vita abbastanza? Perchè ci fai questo?- 
Bishop allora iniziò a spiegare ai suoi '' ospiti'' il motivo per cui aveva fatto tutto quello che aveva fatto sino a quel momento. La storia iniziava nel lontano 1870, quando il presidente Grant decise di mettere insieme la Earth Protection Force. Un'organizzazione governativa segreta che aveva il compito di proteggere il pianeta dalle minacce che venivano dallo spazio. 
- E le chiacchiere stanno a zero.- fece Bishop - Abbiamo visto di recente quanto possono essere pericolosi gli extra-terrestri. Questa è la finalità dell'EPF. Il mio obiettivo.
Creare una nuova umanità. Vent'anni fa, contavo di poter ripopolare il pianeta solo con dei soldati... purtroppo però erano tutti muscoli e zero cervello, nessuna capacità di elaborare una difesa efficace o un attacco... per questo ho creato il progetto dei bambini soldato.
Ho scelto personalmente i padri tra scienziati, linguisti, avvocati... il meglio del meglio insomma, per avere un esercito con i fiocchi.- poi si rabbuiò - ma tu... i tuoi genitori.... hanno rovinato tutto.- 
Jake guardò la nuova amica senza capire. 
- Vedo che sei confuso, mio caro... adesso ti spiego.- fece Bishop - questa ragazza faceva parte del progetto, e devo dirlo... era piuttosto promettente. Ma non avevo capito quanto quell'avvocato si fosse affezionato a quell'aborto di sua madre e a lei....- 
'' Maledetto...''- quasi ringhiò Sarah. 
-... l'ha cercata per un anno. E alla fine l'ha trovata e portata via. Ed io... beh....- 
- Non provare ad usare me. Non usare i miei genitori come una scusa.- fece Sarah - Tu sei l'unico mostro da cui questo mondo avrebbe sempre dovuto guardarsi. Hai fatto mettere al mondo dei bambini solo per torurarli e seviziarli e non c'entra niente il salvare il mondo.... l'unica cosa che ti importa è vedere qualcuno che soffre per tua mano, che supplica una pietà che non arriverà per soddisfare il tuo complesso di onnipotenza.- 
 Bishop sorrise a quelle parole - Sì lo confermo... saresti stata un ottimo capo per il mio esercito di ibridi umani.- 
- Non ti credere...- fece la ragazza con tono di sfottò - Ti saresti allevato una serpe in seno. Non ci sarebbe stato un solo giorno in cui non avrei sobillato una rivolta. E' questo il brutto di essere umani. Hai una coscienza.- 
- Sai una cosa?- fece Bishop - Hai ragione. Tu e tutti gli aborti che ho creato mi avreste creato solo problemi... ma ora si passa alla nuova gestione. Che però voi due non vedrete.- nel dir così fece un cenno ai suoi soldati di portar via Jake. 
- Non provare a toccarlo!!!!- urlò Sarah cercando di liberarsi dalla presa del soldato che fu costretto ad afferrarla per i capelli - JAKE!!!!-
Bishop sogghignò - Sai... la prima volta che ti ho vista, mi sono chiesto perchè mai una ragazza umana avrebeb dovuto rischiare così tanto per salvare quattro errori della natura.... adesso lo so, e anche tu lo sai.... sei una di loro.
Tu non saresti mai venuta al mondo se non fosse stato per un esperimento genetico.
Nessuna meraviglia che ti stiano simpatici... ma non temere. Te li manderò il prima possibile.-
...
...
...
Appurato che Karai non solo non c'entrava con il rapimento di Sarah ma che anzi era stata usata come esca, Leonardo e i suoi familiari avevano realizzato che l'unica persona ad avere interesse nel far sparire la ragazza era Bishop, si erano subito diretti a '' casa'' di Leathered per chiedere il suo aiuto e quello del professor Honneycutt.
L'unica speranza era di perquisire metà del treno iper-tecnologico dell'agente alla ricerca di qualche indizio. E a furia di scandagliare erano riusciti a trovare un segnale di richiamata automatica nel microcircuito del treno. 
- Forse se lo rimettessimo in funzione...- fece il professore. 
- Il segnale di richiamo del treno si attiverebbe, e ci porterebbe dritti dritti al nascondiglio.- fece Leathered.
- Perfetto.- fece una voce femminile alle loro spalle - in tal caso fallo partire.- 
Si voltarono e videro che sul treno c'era anche la figlia di Oroku Saki. 
- Che diavoli ci fai qui?- sbraitò Raffaello - Ci hai seguiti?- 
La donna alzò le mani in segno di resa - Calma. Non voglio combattere. Voglio solo darvi una mano.- 
- Certo. Come no.- fece Raffaello - senza offesa carina, ma tutte le volte che dici di volerci aiutare, finisce sempre allo stesso modo, con te che torni a servire quell'essere indegno di qualunque appellativo. Perchè dovremmo fidarci di te?- 
Karai inspirò cercando di rimanere calma. 
- I principi sono una cosa, ma non lascio che mi impediscano di saldare i debiti.- fece Karai - Lo so che non sono sempre stata in grado di mantenere le promesse.... ma nemmeno a me piace sapere di essere stata usata per fare del male a qualcuno.-
Soprattutto se lo conosceva.
E se gli doveva qualcosa. E a ben pensarci... doveva qualcosa a Sarah. Tipo la vita. Se diverse settimane prima, quando era toccato a lei essere rapita da Bishop quella ragazzina fosse rimasta lontana dalla battaglia, terrorizzata dal farsi riconoscere, anteponendo le sue esigenze personali a tutto quello che le era stato insegnato, lei probabilmente sarebbe morta. 
Era ora di renderle il favore. 
- Leo....?- fece Raffaello rivolto al fratello maggiore. Sì, Karai non le piaceva, la considerava una falsa doppiogiochista e personalmente l'avrebbe passata più che volentieri nello schiacciapatate e da un sacco di tempo.... senza contare che se Sarah era in quella situazione orribile, era perchè pensava di essere corsa in aiuto di una persona che non voleva essere salvata. 
Ma non spettava a lui decidere. 
-Leo, qui parliamo della tua ragazza....- fece il rosso - dimmelo tu se possiamo fidarci o meno...- 
- Se possiamo fidarci non lo so.- fece Leo - ma per ritrovare Sarah e riportarla a casa... sono disposto a fidarmi pure del Diavolo.-
- In tal caso...- fece Donatello accendendo il segnale di richiamata del treno - Tutti in carrozza.- 
- Forza...- fece Raph - andiamo a prendere quel bastardo.- 
...
...
...
Sarah intanto se la passava peggio che mai. 
Non sapeva se fosse peggio ritrovarsi legata ad un tavolo da vivisezione con Bishop che minacciava di farla a pezzettini o passare quelli che erano gli ultimi minuti della sua vita con Ashton. E a pensarci bene, avrebbe preferito la prima opzione.
Invece l'agente aveva dato ad Ashton l'incarico di finirla mentre lui si occupava di un '' progettino''. 
- Di un po'...- fece Sarah con le mani bloccate dalle fascette per elettricista all'impalcatura - come fa uno che scambia una puzzola per un gattino selvaggio...- ricordava ancora le risate che si erano fatte lei ed Angel al fuggi fuggi generale che Ashton aveva scatenato al campeggio due mesi prima - ad essere arruolato da un agente della CIA?- 
- Non te l'aspettavi vero?- fece Ashton - Mi ha avvicinato due settimane fa, e mi ha rivelato chi sei... cosa sei.... e che mi hai scaricato come spazzatura per un.... mostro.- 
- Bada a come parli....- fece Sarah . L'unica fortuna di Ashton era che in quel momento aveva le mani fuori uso.... perchè se avesse avuto un solo dito libero, quello non avrebbe avuto nemmeno un dente in bocca.
- Hai preferito uno scherzo della natura a me... hai idea di come mi sono sentito?- 
- Sì, come un ragazzino viziato a cui hanno negato il giocattolo preferito.- fece Sarah.
- Mi ha raccontato tutto... e così mi sono dato malato durante i giorni dove c'era educazione fisica e le attività extra-scolastiche  a cui mi ero iscritto... solo per vedere te.... e mentre non eri in classe ho raccolto le informazioni che mi servivano, ho ascoltato te, Angel e quell'altra parlare di quello che facevate fuori da scuola...- 
- E hai scoperto che avrei voluto aiutare un'amica a togliersi il giogo di un assassino dal collo...- fece Sarah - hai diciassette anni e sei già un venduto... complimenti. 
Toglimi una curiosità... come pensi di piacermi, dopo questa?- 
- Perchè... ti posso salvare la vita.- fece Ashton - Ora non bada a noi. Possiamo fuggire senza che se ne accorga, possiamo andarcene assieme da qualche parte dove nessuno ci conosce... rifacciamoci una vita assieme.-
Sarah finse di pensarci per poi dire.
- Sì.... forse è meglio.- 
Ashton sorrise soddisfatto. 
- E' meglio se scappi. Perchè le cose stanno così.... una volta che non gli sarai  più utile, Bishop ti ucciderà, ma solo dopo averti costretto a supplicare di ucciderti... se invece arriveranno prima i miei.... non credo cambierebbe molto.
Rassegnati. Non c'è modo in cui tu possa vincere.- 
- Allora addio.- fece Ashton  inserendole nel collo un grosso ago collegato ad un tubicino di plastica.
Poi la lasciò lì, a morire dissanguata. 
Sarah iniziò a respirare lentamente per diminuire l'afflusso di sangue, malgrado sentisse la paura salire ed impossessarsi di lei.... ma doveva rimanere lucida. 
Non poteva dare a Bishop la soddisfazione di mettersi a supplicare per la sua vita, magari piangendo ed urlando... sarebbe stato come dargliela vinta, e non poteva permettersi il lusso di crollare proprio in quel momento.
C'era anche Jake da salvare... l'avrebbe tirato fuori da lì, e l'avrebbe portato a casa, gli avrebbe fatto conoscere il calore di una famiglia, degli amici.... glielo doveva.
Lei si era salvata, lui invece aveva subito tredici anni d'inferno.... lei aveva conosciuto l'amore di un padre e dei fratelli, lui solo violenza, odio, dolore.... non poteva disinteressarsi di quello che avrebbe potuto essere suo fratello. 
Sperava solo di farcela in tempo.
Il mondo iniziava a farsi sempre più lontano.

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Capitolo 3
*** La battaglia inizia ***





- Mi spiace aver pensato che...- fece Leo durante il viaggio verso la nuova base di Bishop. Ora che avevano appurato che Karai era stata usata come esca per attirare Sarah all'appuntamento con il suo ipotetico assassino, si sentiva davvero in colpa per aver pensato che la figliastra di Shredder potesse aver deciso di usare il senso di amicizia che Sarah in un modo o nell'altro le dimostrava, malgrado gli alti e bassi che avevano avuto. 
- Tranquillo, tutto a posto.- lo rassicurò la kunoichi senza guardarlo nemmeno negli occhi.
- Dico davvero.- fece Leo - però vedi... il fatto è che io non riesco ad accettare il pensiero di poter perdere Sarah.
Mi sono innamorato di lei nel preciso istante in cui l'ho vista.- più o meno, nel momento in cui aveva visto Splinter tenere in braccio quella bambina che stringeva convulsamente il coniglietto di pezza. All'inizio l'aveva guardata con curiosità, dato che non aveva mai visto un essere umano prima di quel momento... poi, quando dopo diversi giorni che la piccola se ne stava accucciata in un angolo, senza dire una parola, senza smettere di fissare il vuoto le aveva teso una mano chiedendole di giocare con loro... lei gli aveva sorriso. E in quel momento... pensò che quegli occhi ambrati, illuminati dalla luce di quel sorriso, fossero la cosa più bella del mondo.
Ed anche se non sapeva e nemmeno se avrebbe saputo mai cosa la vita avesse osato fare ad una creaturina così dolce ed indifesa.... decise che proteggerla, salvarla, sarebbe stata la sua missione. 
- Dovevi vederla quando è arrivata in casa nostra... sembrava un animaletto impaurito.- fece Leo - poi... ha iniziato a ridere... a vivere... e mano a mano che lei diventava la persona straordinaria che è oggi...io mi rendevo conto che la nostra vita, la mia vita... non poteva essere uguale a quella di prima.- 
- Quindi... se un giorno fosse possibile... la sposeresti?- fece Karai. 
- Non è quello che fanno le persone innamorate?-  fece Leo - Quello che cerco di dire, Karai... è che da quando l'ho avuta al mio fianco... mi sono sentito più leggero, capace di affrontare qualunque cosa, persino di contravvenire un ordine- ed anche di cambiare completamente vita.
Ricordava ancora che prima che si mettessero assieme, Splinter aveva chiesto di parlarle riguardo a quanto fosse sbagliato che lei non potesse usufruire della sua vita a causa loro, e quindi della possibilità di mandarla a scuola... il terrore che Splinter volesse dirle che doveva andarsene lo aveva immobilizzato. Ma in quel caso già sapeva cosa avrebbe fatto.
Non gli sarebbe mai venuto in mente di lasciare la sua famiglia, i suoi fratelli... di certo gli sarebbero mancati... ma non poteva pensare di non rivedere più quegli occhi sorridenti.
- Ed è questo che ti auguro, te l'ho già detto. Di innamorarti di qualcuno e che sia qualcosa di abbastanza forte da convincerti a mollare questo schifo di vita...- 
- Leo.- fece Alisa raggiungendoli - Siamo quasi arrivati.- 
- Ottimo.- fece Leo sguainando le spade pensando -'' Ok, so che riesci a sentirmi tesoro... sono qui. Sono qui per te. Lo so che ti ho fatto aspettare un secolo prima di dirti che ti amavo e che voglio passare tutto quello che mi resta con te... ma ti prego, non andar via.''
...
...
...
Nel frattempo, Bishop si preparava a ricevere gli '' ospiti indesiderati''. Il suo ufficiale in seconda lo aveva avvisato che il loro computer madre aveva ricevuto un segnale di rientro dal treno A-13 e che a minuti sarebbe arrivato.
Treno che però avrebbe dovuto essere distrutto. 
E si era attrezzato di conseguenza.
- Me lo aspettavo. Quei mostri non avrebbero rinunciato facilmente a lei.- commentò Bishop. 
- Dimmi qual'è il suo innamorato.- fece Ashton - voglio essere io ad aprirgli la gola... non posso credere che mi abbia rifiutato per uno scherzo della natura.-
Bishop rise - Tu credi davvero che... che se non ci fosse stato quello sgorbio verde... quella cara ragazza, che io stesso ho fatto mettere al mondo, ti sarebbe caduta ai piedi? Sei talmente patetico da suscitare tenerezza.-
- Co... come?- balbettò Ashton.
- C'è solo una cosa che mi dispiace più di aver dovuto uccidere un elemento così promettente... ed è di non averla addestrata io.- fece Bishop - Però devo ammetterlo. Dodici anni nel sottosuolo, assieme a quattro guerrieri, l'hanno trasformata in un ottimo soldato e con buon livello di strategia tattica... l'unico difetto? 
La coscienza. Quell'agire nel nome del bene, gli ideali, il voler fare la cosa giusta, il non piegarsi mai... credo che sia il suo unico handicap. Per fartela breve.... lei è una da otto, tu al massimo sei un quattro.
Davvero ti meravigli che tra te ed uno stratega fatto e finito, abbia scelto quello sgorbio?-
Ashton fece per ribattere, ma non fece in tempo. Due uomini lo afferrarono per le braccia e lo trascinarono via. 
- Oddio, ma che fai?!? CREDEVO CHE AVESSIMO UN ACCORDO!!!-
- Infatti. Tu mi portavi lei e poi sparivi prima che decidessi di ucciderti... conosci le regole di queste situazioni, no? Niente testimoni. Portatelo via.- fece Bishop mentre il ragazzo urlava, scalciava e frignava come un ragazzino di prima elementare. 
Per le tartarughe, Karai ed Alisa, entrare fu la parte meno complicata. S'imbatterono in alcuni soldati, ma con le loro abilità e l'aiuto di Leathered che era rimasto indietro appositamente per bloccarli, riuscirono ad entrare....Bishop era lì che li aspettava. E non era solo. 
Accanto a lui c'era una specie di mostro che aveva fattezze umane che somigliava a Bishop... ma incredibilmente più forte ed agile di quanto non fosse Bishop stesso.
A Karai allora venne un'idea.
'' Fatelo parlare...''- fece la ninja sottovoce facendo cenno ad Alisa di seguirla -'' tenetelo impegnato il più a lungo possibile, noi cerchiamo Sarah...''- per poi allontanarsi.
- Ma che accidenti è quel coso?- fece Mik. 
- Ti piace?- fece Bishop - E' il primo di una lunga serie. Si chiama Slayer. L'ultima difesa per la Terra.- 
- Difesa da che cosa?- fece Donatello. A ben vedere, l'unica cosa da cui quel mondo avrebbe dovuto guardarsi... era Bishop stesso. 
- Dagli alieni ed altre minaccie contro natura.- fece Bishop - le nostre comunità ne sono piene. Ci sono un sacco di alieni e mostri che potrebbero essere i vicini della porta accanto, ma non hanno scampo.
Il mio Slayer, la nuova umanità li individueranno uno ad uno e li faranno a pezzi.-
-Ma sei pazzo?!!- fece Leonardo - Potresti uccidere un innocente per sbaglio... se per qualche motivo avvenisse un qualche errore?-
- Poco male.- fece Bishop - secondo i miei qualcoli, se il 50% della popolazione mondiale togliesse il disturbo.... sarebbe solo un guadagno.
...
...
...
Nel frattempo, Karai ed Alisa avevano trovato Sarah ammanettata all'impalcatura portante, pallida come un cadavere e con una ferita al collo, sangue ovunque.
- Sarah?- fece Karai dando dei colpetti sulla faccia della giovane kunoichi mentre Alisa le liberava i polsi e le toglieva dal collo l'ago collegato al tubicino di plastica - Dai... su, non ci mollare...- quando l'aliena finì di slegarla, la figliastra di Shredder la fece distendere ed iniziò a tamponarle la ferita con il suo fazzoletto - Forza.... andiamo.... Sarah.... ti ricordi la nave? Quando hai promesso di uccidermi, se per caso avessi fatto quello che mio padre voleva che facessi.... e quando hai perso tempo per convicermi ad approfittare dell'esplosione per cambiare vita? Sai... sai che ho capito lì? Che c'era un'ottima ninja in quel momento sulla nave.... ed eri tu. Per la tua umanità... il tuo non accettare compromessi, il tuo non arrenderti mai...- e lì aveva iniziato a pensare che quella ragazzina senza genitori, senza passato ( e, dato il suo stile di vita, potenzialmente con un futuro che finiva  troppo presto con lei che moriva con un'arma in mano) fosse un ninja migliore di quanto lei, con tutti gli anni di addestramento che aveva addosso in più di lei, e  a quanto avrebbe pagato per avere una sorella che le somigliasse almeno un pochino - Sei il ninja più forte che conosco, non puoi morire così.-
- Sarah... sei la mia migliore amica...- fece Alisa - ti prego, non puoi... non ora che ho ritrovato mio padre!- 
Vedendo che la '' collega più giovane'' non reagiva.... promemoria: dare ragione a quelli che dicevano che parlare ai moribondi per trattenerli o richiamarli in vita era una cosa poetica ma poco pratica.
Karai decise quindi di afferrare il toro per le corna. Le tirò su le gambe per favorire l'afflusso di sangue al cervello ed evitare così al cuore uno sforzo eccessivo. 
- Hai dell'acqua, del tè o del succo di frutta con te?- chiese la ninja dai capelli corvini all'aliena.
La ragazza pur non capendo il senso di quella domanda, annuì.
- Sì... ho una bottiglietta d'acqua minerale...-
- Bene.... con una mano tampona la ferita, con l'altra falla bere. Pochi sorsi alla volta, mi raccomando o rischia di soffocare.- 
- Ma perchè....?- 
- Perchè ha perso molto sangue.- spiegò Karai - e la diminuzione acuta della massa sanguigna circolante rischia di mandarla in shock ipovolemico. Falla bere... dobbiamo impedire che ciò accada.-
Alisa annuì e si apprestò a fare come le era stato detto.
Passarono almeno dieci minuti buoni in quelle condizioni, prima che la giovane riuscisse ad aprire gli occhi. 
- Oddio meno male...- sospirò Alisa riprendendo a respirare con le lacrime che le pizzicavano gli occhi. 
- Sarah, come ti senti?- chiese Karai.
- Se indovini vinci un orsacchiotto....- fece Sarah - aiutatemi ad alzarmi, per favore....- 
- Levatelo dalla testa... non sei in pericolo di vita, ma è meglio se non ti muovi, per un po'...- fece Karai. 
- Tranquilla. Non muoio.... mi sa che mi ha progettata fin troppo bene.... quel bastardo...- fece Sarah facendo leva sulle mani per tirarsi su da sola. La kunoichi e l'aliena parevano non aver troppo chiaro di cosa stesse parlando, lo capiva da come la guardavano - La spiegazione sulle mie origini ve la do dopo... ora se permettete... ho un lavoro da fare.- 
Karai sbuffò esasperata. Confermava. Una zuccona di prima categoria.
- Va bene... ma lasciati sistemare, almeno.-
...
...
...
- Indovino....- fece Bishop - Voi siete qui per.... Lara? Mara? Sasha?- 
Leo strinse la presa sulle sue spade, trattenendo a stento l'impulso di piantare le sue amate katana nel petto di quell'essere indegno che si era arrogato il diritto di rubare tredici anni di vita alla sua amata, le aveva rubato l'amore di un padre coraggioso e di una madre affettuosa, un'infanzia spensierata, l'aveva marchiata in modo indelebile... e non si ricordava nemmeno il suo nome.
- Sarah...- fece Leo ringhiando - Si chiama Sarah.... e credimi quando ti dico che farò di tutto.... per riaverla con me.- 
- Tutti noi.- fece Raph mettendosi al fianco del fratello. E così fecero Michelangelo e Leathered - Dov'è nostra sorella?-
- Mettiamola così. Non vivirà a lungo, ma sai cosa? Dovresti ringraziarmi. Vi tolgo da un bell'impiccio.... un grazioso impiccio devo dire, ma pur sempre un impiccio.- 
- Che stai dicendo....?- fece Leo tremando da capo a piedi. 
- Tu davvero pensavi che fosse solo una tenera e dolce bambina bisognosa di cure e affetto dopo tanto dolore, che avete plasmato come soldatessa? Beh, ti sbagli. Non hai la minima idea di chi vi siate messi in casa.- fece Bishop - è nata per essere un'assassina.-
- SEI UN BUGIARDO, SONO TUTTE MENZOGNE!!!- sbraitò Raffaello - Sarah è una di quei poveri disperati a cui hai rovinato l'esistenza e che non ti avevano fatto nulla!!!- 
- Hai ragione....- fece una voce flebile alle loro spalle. Si voltarono e videro la ragazza, sostenuta da Karai e Alisa.
Era pallida e si reggeva in piedi per puro miracolo ma almeno era viva.
- Sarah...- fece Leo correndo da lei - Grazie a Dio....- 
- Allora ci ho visto giusto...- fece Bishop - Saresti stata il comandante perfetto.- 
- Sarah, si può sapere di che diavolo sta blaterando?- fece Mik - Dice che sei un'assassina, parla di eserciti, che non sei chi dici di essere....-
- Sentite.... vi spiegherò tutto, ve lo prometto.... ora però se permettete ho un lavoro da fare...- fece Sarah separandosi da Karai ed Alisa. 
- Ma se non ti reggi nemmeno in piedi....- fece Donatello. 
- Sarah, lascia fare a noi.- fece Raffaello sguainando i sai - Nessuno ti toccherà più.- 
- No.- fece la ragazza - vi prego. Questo è un lavoro che devo sbrigare io. E' a me che ha distrutto la famiglia e che ha fatto sentire come qualcosa che non sarebbe più dovuto essere su questa Terra... ho giurato che gliel'avrei fatta pagare. Però... c'è qualcosa che potete fare per me.- 
- Cosa?- fece Leo. Non gli piaceva nemmeno un po' l'idea di lasciare la sua Sarah da sola con quell'esaltato... ma il punto era che aveva ragione lei. 
Bishop era la sua battaglia, così come l'Ultimo Ninja e la sera in cui erano convinti di essersi liberati per sempre di Shredder erano state le sue. Lui non avrebbe mai permesso ad uno dei suoi fratelli, al suo maestro o alla ragazza di prendere il suo posto in una di quelle sfide.
Comprendeva quindi il desiderio della ragazza di prendere personalmente a calci sui denti e nel didietro quello che le aveva distrutto l'infanzia.
E con uno sforzo sovrumano, le accordò quel desiderio. 
- Va bene.... come ti aiutiamo?- fece Leo. 
- Grazie.- sorrise Sarah - C'è un ragazzo che è stato fatto prigioniero come me... ma che non ha avuto la mia stesa fortuna. Trovatelo e mettetelo al sicuro.- poi lanciò un'occhiata assassina a Bishop  - a questo scarto dell'umanità ci penso io.- 
- Bene, sei un'avversaria tenace... sarà un piacere mettere la parola fine alla tua vita.- fece Bishop.
...
...
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- Leo, non possiamo lasciarglielo fare...- fece Raffaello - insomma, l'hai vista?!? Stava in piedi a malapena.
- Lo so.- fece Leo - ma dobbiamo fidarci di lei.-
- Leo, voi fate quello che vi ha detto.- fece Alisa - Cercate quel tizio di cui vi ha parlato. Io e Karai rimaniamo qui, e se Sarah ha bisogno di aiuto, interveniamo subito.- 
- Non abbiamo scelta.- fece Leo che a malincuore aveva già deciso di fare come la sua ragazza gli aveva supplicato - Se quello che dice Sarah è vero... ed io sarei pronto a metterci la mano sul fuoco, Bishop ha rovinato la vita ad un altro innocente.... non è stato salvato sinora, non possiamo lavarci le mani di lui.- 
E soprattutto non potevano ignorare la '' nuova creazione'' di Bishop, che in agguato, era pronta a dar loro del filo da torcere. 
...
...
...
Nel frattempo, Jake Mitchell si trovava in una situazione che nemmeno nei suoi peggiori incubi aveva mai immaginato di trovarsi. Gli scagnozzi di Bishop gli avevano portato Ashton, riferendogli che gli ordini per lui erano molto chiari: se avesse macellato quel ragazzo che in un certo senso si poteva dire aver tradito la fiducia di una persona per consegnarla al macellaio ( e secondo il punto di vista di Bishop chi tradiva anche la minor cosa che si avvicinava ad un amico oggi, il giorno dopo sarebbe stato disposto a tradire tutta l'umanità e quindi doveva essere eliminato...ed usare le parti di ricambio per un ideale superiore) avrebbe avuto salva la vita e avrebbe iniziato a lavorare al suo fianco. Niente più isolamento, niente più test, niente più minacce di morte... oppure sarebbe stato lui stesso ad essere macellato.
Jake aveva rifiutato, malgrado la prospettiva lo facesse morire dalla paura, ed aveva gettato via il bisturi.
Sicuramente quell'Ashton non si era comportato bene, ma non poteva macellare un ragazzo della sua età.
Ed ora doveva pagare il prezzo.
Essere macellato, dissezionato vivo e da sveglio.
E per la prima volta, in quello schifo di vita che era costretto a condurre, desirò con tutte le sue forze essere già morto.
Sì, lui aveva sperato che gli amici di Sarah li trovassero in tempo, che li traessero in salvo... ma evidentemente Dio come al solito, era troppo occupato, per ascoltare le preghiere di un povero disperato.

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Capitolo 4
*** Sfida all'ultimo sangue ***


Dire che era un combattimento infame era dire poco. 
Sarah, sotto l'occhio vigile di Alisa e Karai, pronte ad intervenire nel caso la giovanissima kunoichi avesse avuto bisogno di supporto, combatteva contro l'uomo che le aveva rovinato la vita. Forse il verbo rovinare era un po' eccessivo... insomma aveva incontrato l'amore della sua vita, ma al contempo l'aveva strappata a forza dalle braccia amorevoli di una madre e di un padre e l'aveva catapultata a forza in un mondo fatto di sevizie e torture per la bellezza di un anno... aveva fatto del male a lei e molti altri bambini per... cosa? Un progetto per proteggere la terra dalle invasioni aliene.
- Sai... ho come l'impressione che la gente non dormirebbe sonni tanto tranquilli se sapesse che si è affidata ad un mostro come te!- fece Sarah parando un colpo con una parata alta e nello stesso tempo mollando un calcio allo sterno del suo avversario. 
- Possibile che non capisci?- fece Bishop rimettendosi in piedi - E' mio preciso dovere mettere in atto le misure necessarie per salvare il mondo.- 
- Ah davvero?- fece Sarah continuando a combattere - Prova a dirlo a tutti quei disgraziati che hai strappato alla vita per trasformarli in mostri.- 
- Cosa vuoi... non si può fare una frittata decente senza rompere qualche uovo.- fece l'agente. 
Sarah lo guardò con un'espressione truce. 
Una volta sola aveva desiderato il sangue di qualcuno.... una volta sola. Quando Leonardo era stato quasi ucciso barbaramente da Shredder ed i suoi accoliti, per puro divertimento.... ed era per questo motivo che Bishop si era accanito su di lei, su dei bambini e chissà su quanti poveri disgraziati.... solo per divertirsi.
Perchè ormai l'aveva capito. Bishop era un uomo che provava gioia ed appagamento non solo quando riusciva a mettere all'angolo qualcuno che lui riteneva meno dotato in tutti i sensi rispetto a lui... ma soprattutto nel vederlo supplicante e piangente, mentre implorava che non gli venisse fatto del male... e non esaudire quell'unica richiesta.
Shredder e Bishop erano uguali. Non si potevano soffrire l'uno con l'altro, ma erano uguali. Merce avariata, da passare nell'inceneritore... marcio da distruggere, prima che infettasse tutto....
Il sentirlo parlare delle vite che aveva rovinato e distrutto come di qualcosa di necessario, sacrificabile per il bene superiore, con tanta nochalance le fece dimenticare il suo proposito di consegnarlo alla giustizia e lasciare che fosse una giuria a decidere del suo destino. 
Per la prima volta.... sarebbe stata lei. Giuria, giudice e boia. 
L'avrebbe ucciso. 
- In tal caso permettimi una domanda....- fece Sarah - come le vuoi le tue spoglie? Strapazzate o all'occhio di bue?-
...
...
...
Karai inarcò un sorriso.
Fino a pochi secondi fa si era chiesta in base a quale logica stesse aiutando uno dei peggiori nemici di suo padre... e perchè avesse riconosciuto a quella ragazzina di essere un ninja migliore di lei.... insomma, era un'adolescente, e non c'era niente di più instabile, insicuro ed incerto di una creatura che non era più bambina ma non era ancora adulta, quindi dire che lei era un ninja migliore... 
Ora però lo ricordava. 
La sua tenacia. La sua testardaggine, il suo continuo imbarcarsi in lotte e crociate da cui lei stessa sapeva benissimo esserci un'altissima possibilità di non uscirci viva.
Sapeva che Bishop l'avrebbe uccisa... eppure era lì. A rendergli tutto quello che aveva passato per colpa sua con tanto di interessi.
'' Andiamo Sarah.... dagli quello che si merita''
...
...
...
Nel frattempo, le tartarughe dovevano fronteggiare un nemico molto pericoloso. L'ultima creatura di Bishop. Un suo clone ( che se si poteva era anche più inquietante dell'originale e più brutto dei cloni di Shredder) che era più agile di tutti loro messi assieme. Infatti, il suo DNA era stato sviluppato dalla combinazione del loro DNA mutato che Bishop aveva sottratto loro poco tempo prima. 
- Leo, noi lo teniamo occupato.- fece Raffaello - tu pensa a fare quello che ha detto Sarah.-
- Ma...- 
- Ubbidisci e zitto.- fece Raph scagliandosi su quella specie di mostro.
- Fai come dice Raph, Leo.- fece  Don.
- Ce la possiamo fare.- fece Mik - Hai sentito il comandante, no?- fece Mik con un occhiolino.
Leo annuì.
Tempo prima le aveva fatto una promessa: che le sarebbe stato vicino, quando sarebbe arrivato il momento di affrontare Bishop, lei avrebbe assunto il comando. Lui invece sarebbe stato il suo secondo. 
Non perchè Sarah aveva minacciato chissà cosa o perchè le fosse presa la voglia di comandare... perchè era giusto. 
Ricordava ancora la sera in cui Shredder aveva provato a portarlo dalla sua parte con moine e complimenti e la sera in cui dopo aver subito una disfatta terribile, avevano  deciso di dare l'assalto alla roccaforte. Lei era stata al suo fianco, pronta a sostenerlo ed appoggiarlo nelle sue decisioni. 
Ora toccava a lui.
Lasciò che i suoi fratelli combattessero contro la nuova creatura che l'ingegno malato di Bishop aveva concepito, il leader iniziò ad avventurarsi per i meandri di quel laboratorio sotterraneo alla ricerca di Jake.
Lo trovò in quella che pareva una specie di sala operatoria.
Era legato ad un lettino e pareva spaventato a morte.
- Jake....?- fece Leo.
- Si....E tu chi diavolo....- fece Jake respirando affannosamente mentre Leo afferrava un bisturi - No, per favore....- 
- Calmo.- fece Leo iniziando a recidere le cinghie - Sono qui per aiutarti.- 
- Chi sei?- fece il biondo cercando di respirare normalmente. 
- Mettiamola così: la persona a cui tengo di più  al mondo mi ha chiesto di salvarti.... e non c'è niente che non farei per lei.- fece Leo finendo il suo lavoro aiutandolo a mettersi seduto sul lettino - Stai bene?- 
Jake annuì, tremante.
- Ehy.- fece Leo - Guardami. Non so cosa ti abbia fatto Bishop e cosa tu ci faccia qui, ma l'incubo è finito.
- ATTENTO!!!- urlò Jake. 
Leo si voltò e fece appena in tempo per vedere uno degli sgherri di Bishop dargli uno spintono. Cadde all'indietro sul tavolino degli strumenti chirurgici.
L'uomo afferrò un coltello e iniziò a cercare di colpirlo. Leo schivò i colpi abilmente.
- LA SIRINGA!- urlò Jake - E' NOVOCAINA!-
Leo la afferrò e la piantò nel collo del suo assalitore.
L'anestetico fece subito effetto e il suo aggressore crollò, svenuto.
A quel punto il ninja usò il bisturi per slegare il ragazzo.
- Andiamo. Mi sa che hanno bisogno di tutto l'aiuto che possiamo dar loro.- fece abbrancandolo. 
...
...
...
- Ma perchè non ti arrendi?- fece Bishop dopo averla messa all'angolo. Sarah iniziava ad accusare la stanchezza e a sentire il sapore ferroso del suo stesso sangue invaderle la bocca - Sei solo un orfanella. Ok, tu e i tuoi amici siete riusciti in imprese notevoli ma contro di me non puoi nulla. 
Non ti dimenticare: io sono il tuo creatore.- 
Dopo un minuto di silenzio che pareva interminabile, Sara trovò la forza di rispondere  a quella velata insinuazione - No.-
Bishop voleva insinuare che lei era un mostro, che non sarebbe mai venuta al mondo se LUI non avesse creato un ibrido femmina per far si che si accoppiasse con un umano... ed in parte era vero. Ma non era un mostro, nè tantomeno una pedina nelle sue mani... da quando aveva scoperto la verità era andata in crisi, arrivando fino al punto di non riuscire a muovere nemmeno un muscolo in un combattimento.... lo aveva pensato. Di essere un abominio, la causa della morte dei suoi genitori ed il senso di colpa che aveva provato quando aveva realizzato che chi aveva cercato di dissezionare i suoi fratelli e l'amato era lo stesso che aveva letteralmente plasmato la sua vita l'aveva quasi divorata. Ma ora era tutto diverso. Ora sapeva.
- Io non sono una tua creatura. Mi hai fatto esistere forse, la storia finisce lì.- fece Sarah rialzandosi - Sono in grado di combattere, di scegliere, e soprattutto di essere umana. L'unico mostro che conosco è quello che non conosce nessuna pietà.
Sei tu quel mostro. Non io, non Leo e gli altri...sei solo tu. E raramenti i mostri vincono...- nel dir così gli fece cenno di guardare.
I suoi fratelli erano riusciti ad uccidere la creatura, ultima creazione di Bishop, in una bio-sospensione prima di annientarlo completamente dandogli una violenta scossa elettrica.
- NO! IL MIO SLAYER!- gridò Bishop basito e arrabbiato.
- Come dicevo... il male non vince mai.- fece Sarah.
Bishop, completamente fuori di sè la afferrò per il collo, stringendoglielo minacciando di spezzarle l'osso del collo con il solo scopo di buttarla di sotto. Il cortocircuito aveva fatto scoppiare un incendio che cresceva a vista d'occhio. 
Sarah si aggrappò alla ringhiera cercando di non cadere, mentre cercava disperatamente l'aria che le veniva negata.
- SARAH, PRENDI AL VOLO!!!- fece Karai tirandole un pugnale. 
Sarah lo afferrò e con tutta la forza che aveva glielo piantò nello sterno. 
Bishop divenne ancora più terreo in volto di quanto non fosse e mollò la presa sul collo della ragazza, ma cadendo verso il basso la trascinò con sè.
- NO!- fece Alisa. 
- Oddio...- fece Karai sbiancando.
Ormai mancavano pochi secondi all'impatto. Poi della giocane kunoichi non sarebbe rimasto altro che un cadavere spezzato e martoriato.
...
...
...
- NO!- le sembrò di sentire la voce di Leonardo nei suoi ultimi secondi di coscienza. La mora sorrise. Anche se era un urlo disperato, pieno di rabbia e paura... era felice di andarsene con la voce dell'uomo che aveva amato di più nella testa. 
Un po' le dispiaceva.
Lasciare i suoi fratelli, i suoi amici, la sua vita, i sogni che non avrebbe più potuto realizzare, le speranze...
E lasciare lui.
Leonardo Hamato. Una creatura che nemmeno sarebbe dovuta esistere, se non in qualche film di fantascienza, ma che invece per fortuna esisteva ed aveva reso la sua, nel momento più buio, incredibile e fantastica.
Lasciarlo era la cosa più terribile... ma almeno sarebbe rimasto vivo.  In fin dei conti... come avevano già capito da tempo, non c'era un futuro su quella terra, per loro.
'' Magari ci andrà meglio nel prossimo...''
- Su, non essere così melodrammatica.-
La ragazza si riscosse dal torpore in cui era caduta. Pensava di essere atterrata, di avere ogni singolo osso del corpo spezzato per non dire polverizzato, piena di ferite e lesioni interne... invece era tra le braccia dell'unica persona che aveva amato.
Leo era scattato all'ultimo secondo per salvarla da quell'atroce destino malgrado attorno a lui, tutto stesse prendendo fuoco.
 - Stai bene?!- fece il mutante  tenendole il viso con le mani che tremavano di paura.
Sì, paura.
Lui non aveva mai avuto paura di niente in tutta la sua vita... persino la morte o il rischio di non rivedere mai più un'altra alba aveva sempre accettatto e di buon grado anche.
Ma ora che l'aveva trovato...l'amore... quello vero... l'idea di vivere altri mille anni senza Sarah  al suo fianco lo atterriva.
- Sì... sto bene.''- lo rassicurò lei con un sorriso -grazie a te.-
Il mutante la prese tra le sue braccia e per un attimo i due si persero in un bacio appassionato, per festeggiare la loro riunione. Per un attimo entrambi avevano seriamente temuto di non rivedersi mai più.
Ma dato che alla fine si erano ritrovati... forse era un segno che il destino ancora non si era stancato di loro.
- Ehm... - fece la voce scettica di Raph riportandoli alla realtà -no, dico...-
-... se volete torniamo più tardi.- concluse Mik ridacchiando.
Sarah  corse subito ad abbracciare i fratelli e le amiche. 
Poi toccò a Jake.
- Stai bene?- 
Il ragazzo annuì. 
- Ragazzi... qualcuno mi spiega cosa è successo?- chiese Donatello che per la prima volta in vita sua aveva più domande che risposte.
Sarah annuì.
- Vi spiegherò tutto in un posto più sicuro... ora è meglio andarcene da qui.- 
Il laboratorio stava crollando. Le tubature si stavano rompendo e l'acqua stava velocemente riempendo quel buco. 
- VI PENTIRETE AMARAMENTE DI QUELLO CHE AVETE FATTO OGGI!!!- fece la voce di Bishop. Sarah strabuzzò gli occhi. 
- No... è impossibile.... gli ho trafitto il cuore!-  fece la kunoichi, salvo poi ricordarsi che quell'uomo non poteva avere un cuore.
Aveva trafitto un punto in cui non c'era niente. 
- Maledetto...- fece Sarah salendo le scale per risalire il tombino da dove Bishop era scappato seguita a ruota da tutti gli altri.
Quando risalirono in superficie però, l'agente era già sparito.
- Maledetto...- fece Sarah.
Leo le poggiò una mano sulla spalla - E' fuggito, ma gli hai inferto un duro colpo. E cosa più importante, noi ti abbiamo ritrovata.- 
Sarah annuì. 
- Glielo ABBIAMO inferto.- fece Sarah - Non sarei qui se non fosse stato per voi.
Per tutti voi.- fece guardando Karai.
...
...
...
Tornarono a casa la sera stessa. Subito dopo aver affidato Jake alle cure di April e riportato Ashton a casa sua. Ovviamente dopo avergli cancellato la memoria su quella sera e tutto quello che riguardava Sarah.
Splinter abbracciò la figlia che credeva di aver perduto come se non l'avesse vista da oltre venti lunghi anni. 
E la sera stessa, la giovane raccontò agli amici e alla famiglia quello che aveva scoperto su sè stessa, i suoi genitori... e il povero Jake. Di come fossero stati loro malgrado, coinvolti in un progetto che mirava a farli diventare spietati assassini.
E di come i suoi genitori, nel disperato tentativo di salvarla, fossero morti e spinto Bishop a freddare senza pietà venti ragazzini innocenti. 
- Un altro valido motivo per ammazzarlo quando mi capita a tiro.- fece Raph.
- E tu...- fece Don rivolgendosi alla sorella - tu come stai?- 
- Come volete che stia... ho scoperto che sarei dovuta diventare un'assassina... che senza il volere di un mostro non sarei nemmeno venuta al mondo... però so anche che il diritto di scegliere è mio per diritto di nascita.
E non gli permetterò di rubarmi altro tempo.- avrebbe continuato a combattere e fare quello che le veniva meglio, ovvero il ninja. Avrebbe conservato il suo carattere, i suoi ideali e i suoi valori. 
Avrebbe dimostrato a Bishop che niente, nemmeno la consapevolezza della sua esistenza l'avrebbe cambiata.
Sarebbe tornata a scuola, dai suoi amici, dai suoi progetti, dalla sua famiglia e dal suo fidanzato. 
'' Tu forse no... ma io ce l'avrò una vita'' 

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Capitolo 5
*** Strani avvenimenti ***


Dagli eventi del rapimento, passò circa una settimana. Una lunga ed interminabile settimana. 
Tanto ci volle infatti perchè Sarah si riprendesse dal combattimento che aveva affrontato con Bishop. In quei giorni, i suoi cari temettero che il sapere di essere stata '' creata'' potesse rigettarla nel baratro fatto di paura ed auto-isolamento in cui era caduta dopo aver ricostruito quello che le era successo, poco dopo essere uscita dal coma. 
Invece, per loro grande sollievo, la ragazza sembrava essere uscita più forte e più sicura da quell'esperienza.
-Sono sempre io in fondo. Non è cambiato niente.- e non avrebbe permesso che nulla cambiasse. Non avrebbe permesso a Bishop di rubarle un solo minuto del tempo che le era rimasto, temendo per la sua vita. 
In quella settimana, avevano inoltre passato il loro tempo a prendersi cura di Jake.
Il ragazzo che aveva condiviso con la ragazza lo stesso atroce destino.
Le sue giornate le passava a letto, a mandar giù vitamine ed integratori e a farsi cambiare le medicazioni, cercando di non sobbalzare ad ogni movimento. April e Casey facevano i turni per prendersi cura di lui, e prima di dargli qualunque cosa dovevano spiegargli di cosa si trattasse e cosa gli avrebbe causato ed assicurargli che non gli avrebbero fatto male. April stava svolgendo delle ricerche ed in effetti risultava che nello stesso anno in cui Sarah era scomparsa per un anno, altri bambini, tutti fra i quattro e i cinque anni, erano spariti. Nella lista di nomi c'erano anche quelli di Sarah e Jake.
La polizia non era mai riuscita a risolvere il caso. Si pensò ad un maniaco, ad una tratta di minorenni, a un serial killer... avevano ipotizzato mille piste, ma non avevano trovato nessuna prova, nemmeno indiziaria che ne confermasse almeno una. 
I genitori di Jake non erano più in vita. O per lo meno, il padre non lo era: era morto da poco tempo. Quindici anni prima era rimasto vittima di un grave incidente ferroviario mentre viaggiava su un treno diretto a Miami, forse proprio per cercare il figlio. Era rimasto in coma per quindici anni, fino alla morte, avvenuta poco dopo l'invasione dei triceraton.
Questo gli dissero, quando furono certi che fosse uscito dalla catalessi in cui sembrava essere caduto dopo essere stato liberato.
- Quindi...- fece Jake - Non mi è rimasto nessuno. Aveva ragione lui... ha sempre avuto ragione su tutto.-
- Ehy.- fece Sarah - questo non devi dirlo neanche per scherzo.
Non dirlo mai. Se ammetti che aveva ragione, fai il suo gioco.- 
- Che altro posso fare?- fece Jake - L'unico posto che avevo era quella prigione... fuori di qui non so dove andare, non ho una famiglia da cui tornare e non so nemmeno da dove ripartire.- 
- Si che hai una famiglia.-fece Leo - e hai anche una casa.
Ascolta... qui... nessuno può dire di essere normale. Però siamo molto uniti, e non lasciamo nessuno indietro.
Rimani con noi.- 
Jake si guardò intorno.
- Leo ha ragione.- fece Raph -è vero, non possiamo uscire liberamente... ma qui nessuno è carceriere o prigioniero. Riprenditi la tua vita. Noi ti aiuteremo.- 
...
...
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Una settimana più tardi, Sarah usciva  tranquillamente da scuola seguita da Angel e da Alisa. 
- Ragazze io vado a casa.- fece Angel - Ho promesso a mia nonna che l'avrei aiutata a preparare dei dolci.- 
- Anch'io ho da fare... io e Leathered dobbiamo finire il corpo robotico di papà.- fece Alisa - tu Sarah?- 
- Io e i ragazzi abbiamo promesso ad April di andare alnegozio per aiutarla a rimetterlo in sesto prima dell'apertura... di nuovo.- iniziava a pensare di dover consigliare ad April di iniziare a cercarsi un lavoro adatto alle sue competenze e smettere di fare l'antiquaria...visto che quel negozio aveva la pessima abitudine di farsi esplodere o mettere a soqquadro ogni volta che un pazzo in armatura o con manie di distruzione e grandezza passava dalla Terra.
- Eccola.- fece la bruna avviandosi verso il furgoncino dell'amica per poi salire sul sedile del passeggero.
-Ciao Tesoro.- la salutò la rossa - Jake? Non viene?- 
- No. Ha deciso di restare a farsi un giretto... credo che voglia dare un'occhiata alle attività extra scolastiche.- fece la bruna - e magari abituarsi all'idea che al massimo se a scuola non studi rischi un brutto voto... che è sempre meglio di essere minacciato di morte.-
- A proposito di Jake...come sta?- fece April mettendo in moto uscendo dal parcheggio, ricordando i primi giorni che era arrivato.... sembrava un animaletto spaventato. I suoi occhi verdi come schegge di giada erano segnati dal dolore e dalla sofferenza, e che dicevano di aver già visto troppo e più orrore di quanto avrebbero dovuto vedere a quell'età... supplicavano aiuto, promettevano qualunque cosa in cambio, ma supplicavano anche di non dover più essere torturati.
- E' silenzioso, molto controllato... i professori di biologia, fisica e chimica hanno trovato il loro pupillo.... e guarda con sospetto il polpettone della mensa, ma quello lo facciamo tutti.- fece Sarah con un sorriso.
- A proposito...- fece April - che ne diresti se prima di andare al negozio ci prendessimo qualcosa in cioccolateria e un vassoio di paste per dopo?-
Sarah annuì.... e proprio in quel momento il furgone di April si scontrò con un ragazzo che cadde a terra, quasi privodi sensi.
- Ommioddio...- fece la rossa portandosi le mani al volto.
Sarah scese di volata dal furgoncino e gli mise due dita sul collo, sospirando di sollievo.
Era ancora vivo, e la ferita riportata non sembrava eccessivamente grave.
...
...
...
April era seduta sul divano di casa sua, tremando da capo a piedi e tenendosi la testa tra le mani.
A nulla valevano i tentativi di Casey e dei suoi amici mutanti di calmarla. 
Leo le portò una tisana di melissa per cercare di calmarla.
- Oddio, io.. non so come sia potuto accadere....- fece la rossa tremando come una foglia. 
- Ok, calmati...- fece Donatello - cerchiamo di capire cosa è successo.... va bene? Prendi un bel respiro... rilassati... e racconta.-
April inspirò profondamente e bevve un sorso di tisana prima di parlare.
- Ok... Sarah è salita in macchina... avevo appena messo in moto, stavamo parlando del più e del meno, il tempo di uscire dal parcheggio...- e Brad Thompson, un compagno di scuola della ragazza nonchè neo-capitano della squadra di football della scuola le si era buttato sul cofano del furgoncino prima di cadere a terra. 
Quando lo avevano soccorso sembrava in stato di shock e perdeva sangue dalla tempia destra e tremava. 
- Ok, quindi in poche parole è lui ad essere in torto, non tu.- fece Raph.
- Lo so ma... oddio, non posso credere che sia successo proprio con la mia macchina.... e se i suoi genitori mi dovessero...- 
- Ehy.- fece Donatello - calmati. A quell'ora fuori dalla scuola c'era un sacco di gente e l'area è video-sorvegliata. Se i genitori di questo tale provano ad attribuirti qualunque tipo di responsabilità, basterà parlare con i testimoni e controllare i filmati.-
In quel momento, Sarah entrò nell'appartamento, di ritorno dal pronto soccorso.
April scattò in piedi come un pupazzo a molla.
- Allora? Come sta? Ti prego, dimmi che non rischia di restare invalido per tutta la vita o...-
Sarah alzò le mani per dirle di calmarsi.
- Calma. I dottori dicono che la ferita è superficiale, e fisicamente è sano come un pesce.- la tranquillizzò Sarah.
April quasi svenne per la contentezza e l'incredulità, mentre tutti tiravano un sospiro di sollievo. 
- Oddio.... che Dio sia ringraziato.... era un incubo...- fece la rossa. 
- Fisicamente sta bene. Non ha riportato traumi o ferite gravi... è il suo stato mentale che i medici non si sanno ancora spiegare.- fece Sarah.
- In che senso?- fece Donatello. 
- Quando ha ripreso i sensi si è messo ad urlare e strepitare come un matto. Diceva che la sua faccia si stava sciogliendo e che nessuno lo doveva guardare... urlava così tanto che hanno dovuto metterlo sotto sedativi.- 
- Non è che ha battuto la testa più forte di quanto non sembri...?- fece Casey per beccarsi un'occhiataccia da tutti i presenti nella stanza ed uno scapellotto da Sarah ed April - Ahia, ma che ho detto?- 
April si diresse verso la porta del bagno - Ragazzi, non vorrei sembrarvi scortese... ma io ho bisogno di una doccia fredda e di stendermi un po'... scusate.- fece la rossa chiudendosi in bagno.
...
...
...
- Quindi...- fece Leo quella sera stessa, nel loro rifugio, mentre la ragazza raccontava nei particolari cosa era accaduto nel parcheggio e all'ospedale a tutta la famiglia - quando vi siete scontrati correva senza maglietta e bagnato fradicio?- 
La ragazza annuì - Sì. Per i medici potrebbe essere un esaurimento nervoso.- 
- A  diciassette anni?- fece Raph - insomma... mi pare un po' prematuro... no?- 
Donatello intervenne - Non è detto. Con la giusta dose di stress e pressione lo puoi avere anche a quindici.-
- Però non torna comunque.- fece Sarah - L'esaurimento nervoso è un disturbo psichico, e come tale si manifesta per gradi... non tutto insieme. Avrebbe dovuto manifestare qualche sintomo prima, e vi assicuro che nemmeno due ore prima dell'incidente era smargiasso e sicuro di sè come al solito.- 
- Sicura?- fece Donatello - Nessun disturbo dell'umore, del sonno, sbalzi di umore, mal di testa....- 
Sarah fece cenno di no con il capo - No. Però è anche vero che lo conosco poco.-
- Allora non possiamo escludere che abbia veramente avuto un crollo di nervi.- fece Splinter.
E tutto faceva pensare che fosse andata così. Da quello che sapevano del ragazzo che aveva avuto un incontro ravvicinato con il furgoncino di April, era una persona che non solo doveva mantenere la borsa di studio per il college, ma anche per restare in squadra. Squadra che tra l'altro lo aveva appena eletto capitano e aveva su di sè gli occhi del coach, dei compagni di squadra e anche dei genitori. 
E non potevano pertanto escludere che l'eccessiva spavalderia e sicurezza arrogante di quel ragazzo non fossero che delle maschere per gestire meglio lo stress, ma indossare una maschera era la stessa cosa che dire una bugia. 
E una bugia, per quanto ben elaborata, non poteva essere portata avanti più di un certo periodo di tempo.
Forse Brad stava solo pagando lo scotto.
E comunque al momento non era il loro problema principale. Shredder era troppo calmo in quel periodo. Eccessivamente tranquillo. E non era un buon segno.
Stava preparando qualcosa. E presto avrebbero dovuto tornare a combattere anche contro di lui.
Per non parlare di Bishop: la bestia che aveva sepolto viva la '' piccola di casa'', che le aveva rubato la spensieratezza dell'infanzia e l'innocenza con il solo ed unico scopo di far di lei un'assassina spietata... che aveva ucciso dei bambini innocenti solo per non avere testimoni, distrutto chissà quante vite per divertimento...
Ultimo, ma non per importanza, Jake. Al momeno, la cosa che in quella famiglia importava più di qualunque altra cosa era aiutare quella povera anima a riprendersi la sua vita.
Quando aveva saputo cosa gli era successo, e a quali terribili torture sia fisiche che psicologiche era stato sottoposto, fin dalla più tenera età, il topo non si era fatto nessun problema ad accoglierlo in casa sua, proprio come se fosse un figlio e ad offrirgli l'appoggio di un padre.
Erano riusciti a convincerlo ad andare a scuola, e con l'aiuto di April e Casey e qualche '' piccolo trucco'' di Donatello, Leathered e il professore Honneycutt erano riusciti ad iscriverlo nello stesso liceo di Sarah senza il minimo problema.
All'inizio era spaventato a morte all'idea di uscire. Quasi peggio di Sarah una volta realizzato cosa aveva subito da bambina, poichè la ragazza pur avendo preso coscienza di ciò che le era successo aveva ricordi sbiaditi della sua prigionia, mentre il ragazzo ne aveva molti, e ancora freschi.
Riuscirono a convincerlo facendogli vedere Bishop come un nemico da abbattere. E per abbattere un nemico bisognava mirare e colpire dove faceva più male.
E Bishop colpiva in modo che le persone non potessero vivere la vita nel modo in cui l'avevano progettata prima di incontrarlo. 
Perciò se contava che Jake si auto imponesse solitudine, isolamento e paura di vivere... era lì che il ragazzo doveva intervenire.
- Ragazzi?- fece Jake entrando nel rifugio uscendo dall'ascensore - Sono.... sono a casa.-gli faceva ancora uno strano effetto dirlo. 
-Ehy.- fece Sarah - dove ti eri cacciato?-
- A fare l'iscrizione per i matleti.- fece Jake - ho visto che le iscrizioni erano aperte e mi sono detto.... perchè no?- 
Don sorrise - Fai bene.-
- Dai, mettiamoci a tavola... così mi spiegate cosa sono questi....maqualchecosa.- fece Mik strappando a tutti i presenti una risata.
Jake salì nella stanza che le tartarughe, Sarah e Splinter gli avevano messo a disposizione per posare lo zaino per poi dirigersi verso il bagno per lavarsi la faccia e le mani.
Quando ebbe finito prese un asciugamano per asciugarsi.... e si spaventò a morte.
La sua immagine nello specchio, rivelava il suo volto... ma deformato, come se si stesse sciogliendo poco a poco...
- Oh mio...- fece Jake terrorizzato - AIUTO!!!-
...
...
...
Le sue grida terrorizzate attirarono l'attenzione di tutti.
- JAKE!- fece Sarah correndo verso il bagno,seguita a ruota da Donatello e Leonardo - Jake, che succede?- 
Lo trovarono con la testa tra le mani, mentre la sbatteva contro lo specchio del bagno sul quale si stava allargando una crepa sporca di sangue. 
- JAKE!- fece Leo avvicinandosi a lui stringendolo forte per calmarlo - che ti succede?!?- 
- LASCIATEMI PER FAVORE! LASCIATEMI, NON GUARDATEMI, PER FAVORE!!!- continuava a gridare come un folle.
Riuscì a fatica a sdraiarlo sul pavimento del bagno mentre Donatello apriva l'armadietto dei medicinali alla ricerca di un ansiolitico. 
Sarah s'inginocchiò vicino all'amico per cercare di calmarlo come poteva - Jake, è tutto a posto. Non corri nessun pericolo, davvero... sei al sicuro...-
- LA MIA FACCIA SI STA SCIOGLIENDO!!!- urlò il ragazzo mentre Donatello gli metteva in bocca due compresse.
Sarah riempì un bicchiere d'acqua e glielo fece bere, perchè mandasse giù meglio le pillole.
Solo allora il ragazzo si calmò.
- RAGAZZI!- fece Raph arrivando sul posto seguito da Splinter e Mik, impallidendo nel vedere quella scena: lo specchio rotto, il sangue, quelle urla agghiaccianti, Jake svenuto per terra...
- Cosa... cosa è successo...?- fece Mik.
- Non lo so ragazzi.... non lo so...- fece Donatello.

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