Le Cronache di Narnia: la corona perduta

di Cielo_Pietra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una nuova vecchia terra ***
Capitolo 2: *** Nella Tenda del Soldato ***
Capitolo 3: *** il Taccuino ***
Capitolo 4: *** il Rapimento ***
Capitolo 5: *** Una visita ***
Capitolo 6: *** La fine del viaggio ***
Capitolo 7: *** La battaglia del secolo ***



Capitolo 1
*** una nuova vecchia terra ***


oooooo da quanto lo volevo fare.. perchè l'unica cosa che mi ha sempre fatto rodere il fegato è la palese scomparsa di Susan all'ultimo, e quindi la faccio tornare io a Narnia, non Lewis, ioooooooooooo. Ok spero che la lettura sia piacevole. buona lettura



Susan stava partecipando ad un gran ballo quella sera, come ogni settimana, la giovane ventunenne era in compagnia di un uomo alto e di buona famiglia, un giovane generale dell’esercito con un futuro molto promettente davanti. Il loro ingresso alla festa fu molto acclamato, Susan era rimasta ore allo specchio per prepararsi, voleva suscitare l’invidia di ogni donna presente quella sera, e gli sguardi di ogni gentiluomo degno di nota. La giovane Pevensie, in passato, aveva ricevuto numerose proposte di matrimonio da uomini avidi di potere e deboli di cuore, ma questo certamente non era nei suoi pensieri adesso, perché era avvenuto in una terra lontana e in un’epoca diversa. I suoi occhi non vedevano che nello sguardo del suo bel accompagnatore e di quelli circostanti, vi era la stessa superficialità che lei aveva tanto disprezzato a quel tempo. La serata procedeva bene e Susan era raggiante come non mai, invidiata da tutti e al centro dell’attenzione di ogni presente. Avrebbe dovuto partecipare ad un altro evento quella notte, i suoi fratelli e altri amici in questo preciso istante stavano cenando insieme, ricordando il tempo trascorso nelle terre di Narnia. La giovane Pevensie non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea di saltare il ballo per partecipare a quella ridicola cena, era convinta che il generale le avrebbe fatto la proposta prima che il ballo volgesse al termine, era già da sei mesi che lui la corteggiava e in tutta Londra non esisteva ragazza più bella e più ben voluta da tutti. La musica venne interrotta all’improvviso, il cuore della ragazza saltò un battito, tutti le si accerchiarono attorno e il suo accompagnatore venne avanti tra la folla con una scatolina in mano e un sorriso finto sul volto, le si inginocchiò davanti.
‘’Miss Susan Pevensie, vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie? ’’ domandò il generale
La ragazza non ebbe il tempo di rispondere, percepì una voce nella sua testa, una voce che per troppo tempo aveva ignorato, ma che conosceva bene, quella voce era sicura e potente, le faceva venire i brividi e allo stesso tempo l’accoglieva, Susan era indecisa se prostrarsi a quella voce, come già aveva fatto in passato
Questa sera, due figli di Adamo e una figlia di Eva; Peter, Edmund e Lucy Pevensie, sono deceduti e hanno lasciato il mondo terreno per raggiungermi nelle mie terre per sempre. Sono stati Re e Regina valorosi, e amici di Narnia fino alla fine.   
La giovane Pevensie all’inizio pensò ad uno scherzo, guardava in giro con gli occhi sgranati alla ricerca di qualcuno dall’aria sospetta, non vide nessuno. Si disse che era impossibile, i suoi fratelli erano a cena in una vecchia villa in quel preciso momento, si tranquillizzò per mezzo secondo, poi le venne il flash di lei che usciva dall’armadio-guardaroba, a Narnia erano passati anni mentre nel loro mondo solo pochi minuti. Susan a quel punto cominciò a sudare, era sotto shock e guardandosi attorno non si riconosceva in nessuno dei presenti, ma c’era una cosa peggiore, guardandosi allo specchio vide quella che era diventata, per la prima volta dopo anni, nello specchio vide il suo riflesso e quello di se stessa ai tempi di Narnia, non riconosceva neanche più se stessa. Andò nel panico e cominciò a cercare una via d’uscita, tutti i presenti la fissavano e provavano a bloccarla, ma conquistò l’esterno con le sue abilità da guerriera per troppo tempo assopite.
La notte era fredda e bagnata, lei non ci badò e uscì sotto la pioggia, rovinandosi capelli, trucco e vestiti, cercava qualcosa che non esisteva più, che era svanito in un colpo. I suoi fratelli erano morti e lei non era con loro, era rimasta sola. Si fermò davanti alle scale che scendevano nella metropolitana, aggrappandosi ad un palo e scoppiando a piangere sotto la pioggia battente.
 
 
 
 
Una settimana dopo, in un piccolo cimitero fuori Londra, si svolsero i funerali di Edmund, Peter e Lucy Pevensie, le tre bare erano disposte in fila e una foto ingrandita si poneva tra di loro, Susan guardava le foto con un nodo alla gola, pensando agli anni che i suoi fratelli non avrebbero mai visto, alle stagioni che sarebbero passate solitarie e lente, ripensando alla felicità che provava quando tutti e quattro governavano nelle terre di Narnia con armonia e semplicità. Rimase a piangere ferma lì, un’ora, due, tre, quattro, il funerale era finito da parecchio e tutti se n’erano già andati ma lei restò lì, col suo abito da lutto a fissare i sorrisi freddi che quelle foto le mostravano. Si inginocchiò e cacciò un urlo che ruppe i cieli, poi lo scenario cambiò di colpo, si sprigionò un bagliore di luce fortissimo che l’accecò e da cui venne un calore che l’avvolse. Quasi si illuse che qualcuno fosse venuto a prendere anche lei, effettivamente fu così, ma non nel modo in cui sperava lei.
 
‘’Cosa ti tormenta figlia di Eva? ’’ disse Aslan in tutta la sua maestosità
‘’Aslan? ’’ domandò incerta la ragazza
Davanti a quel bagliore immenso si stagliava la figura di un leone enorme con una criniera folta e l’aspetto regale e gentile, Susan si ricordò che una scena simile vi fu, la prima volta che lei e i suoi fratelli comparvero a Narnia, quando la tavola di pietra di spezzò.
‘’Aslan, perché? ’’ chiese la ragazza avvicinandosi con circostanza
‘’Mia cara Susan, i tuoi fratelli erano pronti per andare, avevano finito di svolgere il loro compito, tu non sei ancora pronta’’ annunciò il Grande Leone ‘’hai tradito me, tutti quelli a cui volevi bene, il tuo popolo, ma soprattutto, te stessa’’ aggiunse il Leone
‘’ Come posso rimediare? ‘’ si chiese la giovane
‘’Puoi venire con me o restare qui, la scelta è tua mia cara, ma ricorda chi è Re o Regina di Narnia, sarà sempre Re o Regina, anche quando la mia terra non esisterà più’’ disse Aslan guardandola negli occhi
‘’Non merito di essere chiamata Regina, ma se hai bisogno di me, ti seguirò e col tuo permesso farò ritorno a Narnia’’ disse Susan alzandosi in piedi e seguendo il leone per un passaggio che non doveva nemmeno esistere
Quando la luce scomparve, lo scenario si fece più chiaro e Susan rimase a bocca aperta nel vedere ciò che aveva di fronte. Il lampione brillava ancora forte e luminoso al limite della foresta, il punto di partenza di tutte le sue vecchie avventure, poco più avanti sapeva che esisteva un piccolo guardaroba di legno che sua sorella trovò tanto tempo fa.
‘’Questo è il posto dove devi partire, la tua missione è trovare la corona scomparsa, tanti auguri’’ disse Aslan
‘’Quale corona? ’’ chiese in fine Susan al leone
‘’Non preoccuparti figlia di Eva, la riconoscerai subito. Col tempo’’ concluse il Leone svanendo nel nulla
Susan rimase sola, al limitare della foresta, con vestiti e capelli indecenti, doveva cambiarsi, e sapeva esattamente in che direzione andare, o almeno così credeva perché Narnia era molto diversa da come se la ricordava lei, la foresta era meno folta e molto più intricata di insidie, solo a quel punto si chiese se sarebbe riuscita a portare a termine quella missione senza nemmeno il suo arco. Cair Paraveil era troppo lontana e se Narnia era in pace non avrebbe trovato nemmeno accampamenti lungo il percorso, in ogni caso non smise mai di camminare, doveva trovare qualcuno che le potesse fornire quello di cui aveva bisogno per la sua avventura. Aslan le aveva detto che doveva cercare una corona perduta, Susan immaginò che si trattasse di una metafora per indicare un reale, forse un principe scomparso o fuggito dagli impegni reali. Non sarebbe il primo nelle terre di Narnia, ma come mai Aslan le aveva affidato quel compito alla vigilia della morte dei suoi fratelli? Perché non si era manifestato quando aveva perso la strada della ragione?
Quella, come mille altre domande, era l’enigma che lei doveva risolvere. Susan durante il cammino inciampò diverse volte sulle scarpe, fango e tacchi non erano mai stati la combinazione migliore. La ragazza sperava che presto avrebbe incontrato qualcuno; negli anni, il suo senso dell’orientamento per le terre di Narnia aveva toccato lo zero. Non sapeva nemmeno se stava andando nella direzione giusta, anzi non conosceva nemmeno la destinazione.
‘’Sua maestà, psss sua maestà, da questa parte’’ disse una vocina tra gli alberi
Susan seguì la voce in mezzo alla foresta, da quel momento il suo viaggio ebbe inizio.



Ciaooooo, per chi non mi conosce, come avevo promesso sono tornata a fine mese *.* e Buon Halloween anticipato a tutti :3 io sono ossessionata da Halloween. comunque tornando alla storia, spero che vi sia piaciuta, per chi volesse può lasciare un commento (li accetto sempre molto volentieri). ci vediamo al più presto. ciaoooooo Dolcetti e scherzetti :P

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Capitolo 2
*** Nella Tenda del Soldato ***






Questo capitolo mi ha fatto sudare, ma ci sono arrivata in fondo. per le feste non potevo lasciarvi senza capitolo, e chi mi legge da un pò lo sa (ponti, sabati, vacanze varie) vengo a farvi compagnia. vi auguro una buona lettura, a dopo!


















Dopo qualche bisbiglio e un paio di rami in mezzo i capelli, Susan arrivò alla fonte della voce, appena intravide la figura con chiarezza, non ci penso un istante e si arrampicò con destrezza sul tronco più vicino, purtroppo perdendo le scarpe a terra.
 ‘’Perché è salita su quell’albero, signora?’’ domandò l’animale avvicinandosi
‘’Non lo so. Non ricordo, mi è venuto istintivo’’ disse Susan scendendo a terra
Davanti a lei, vi era un piccolo cucciolo di lupo dal pelo grigio, le sorrideva e non aveva intenzioni aggressive, chissà perché alla sua vista, Susan aveva pensato solo a mettersi in salvo e di correre.
‘’Come ti chiami? ‘’ chiese la ragazza
‘’Mi chiamo Yuma’’ rispose il lupetto
‘’Yuma, ti va di aiutarmi, devo arrivare al castello il prima possibile’’ disse Susan
‘’Certo mia Regina, sono qui per questo’’ rispose Yuma saltellando
‘’La tua mamma non si arrabbierà? ‘’ chiese lei
‘’Ehm…si, mia mamma…ci aspetta lì’’ replicò Yuma
Susan realizzò in quel momento di non avere le scarpe ai piedi, cercandole in mezzo al prato le trova appena più in giù, guarda le scarpe per un minuto poi si avvicina ad un tronco e spacca il tacco di entrambe, quelle erano le sue scarpe migliori ma non sarebbe andata molto lontano coi tacchi nella foresta.
Si incamminarono lungo il sentiero che divideva la foresta a metà, camminarono per molte miglia, Susan non era più abituata a certe cose, ovunque andasse a Londra aveva una carrozza, pessima abitudine per una persona che fino a pochi anni prima riteneva il cavallo un enorme lusso. Si rendeva conto solo in quel momento quando i due mondi fossero separati, nonostante bastasse un armadio in una villa o un corno a portarti dall’altra parte. Non cercava di giustificarsi per aver dimenticato qualsiasi cosa al di fuori del suo mondo perfetto, però forse in un futuro, avrebbe potuto perdonarsi per non essere stata lì coi suoi fratelli, mentre che morivano in un mondo o nell’altro.
Yuma era allegro e pieno di vita, come tutti i cuccioli, ansioso di scoprire cosa il mondo aveva in serbo per lui, in goni angolo un cosa nuova, in ogni odore una sorpresa. Susan si chiese se era mai stata così entusiasta di tutto, prima che la guerra scoppiasse o finisse. Nella sua vita è stata due persone completamente diverse, la ragazza pensandoci teme che il cambiamento sia avvenuto durante la sua permanenza in America, quando lontano dai suoi fratelli pensava spesso a Narnia e alle sue terre, finchè non divenne troppo doloroso pensare a cosa aveva lasciato indietro e cominciò a guardare solo avanti, perdendosi in quella nube di falsità.
‘’Sento che siamo vicini a delle persone’’ disse Yuma interrompendo il fiume di pensieri della ex regina
‘’Credo che tu abbia ragione, c’è un accampamento più avanti, vedo le tende’’ disse la ragazza muovendo un passo, prima di trovarsi bloccata dal lupetto
‘’No, giriamoci attorno. La mamma mi dice sempre di non andare dove ci sono persone’’ replicò Yuma
‘’tranquillo, fidati di me, non ci faranno del male ’’ replicò Susan desiderosa di cambiarsi
I due amici si avviarono verso il campo militare, cercando di evitare il più possibile di sembrare nemici, Susan sapeva bene che in campi del genere vi erano sentinelle in ogni angolo. Infatti, quando furono ben visibili e abbastanza vicini, una voce gli intimò di fermarsi e alzare le braccia.
Yuma cercando di darsi un tono da guardia di alto livello rispose prontamente
‘’Se non l’avessi notato io le braccia non le ho, in ogni caso accompagno una regina al vostro cospetto, fossi in voi mostrerei un minimo di rispetto ’’  replicò Yuma da dietro la gonna di Susan
La sentinella prima rise poi suonò un corno, il rumore di quel piccolo strumento fece scuotere ogni ramo di quella foresta, Susan cominciò a fare qualche passo indietro
‘’Yuma corri via’’ disse Susan
‘’Aveva ragione la mamma’’ rispose cominciando ad andare dietro l’umana
Entrambi corsero tra gli alberi, quando Susan cominciò a sentire rumori di zoccoli alle sue spalle, si mischiò tra la vegetazione più fitta, ma senza mai fermarsi, sapeva che i cavalli più ostacoli trovavano davanti a loro, più fatica facevano. Era arrugginita nelle tecniche apprese in passato, ma non fino a quel punto o almeno, non così tanto come credeva. Però tempo dieci secondi o forse meno, un ombra tra gli alberi afferrò Yuma, che mugugnò. Quando la ragazza si voltò per gridare il suo nome, tutto divenne nero e percepì un dolore alla testa e una sensazione di nausea, prima di svenire completamente.
Dopo un paio di minuti Susan si risvegliò e venne abbagliata dalla luce del giorno, si trovava dentro una grande tenda, quella di un capo a giudicare dall’interno sfarzoso. Andò alla ricerca del suo piccolo compagno con gli occhi, senza trovarne il minimo segno, poi la sua attenzione venne catturata dalla figura imponente e massiccia, benchè seduta, di un uomo che fumava in un angolo.
‘’Dov’è il cucciolo? Giuro che se gli hai torto un solo pelo…’’ cominciò Susan prima di venire interrotta
‘’Tranquilla, è in salvo ’’ replicò l’uomo ‘’Quella che mi insospettisce sei tu. Sembri straniera, non appartenente a queste terre, però sembri sapere come muoverti e questo non ha senso. Chi sei? Il lupo annunciava un reale, ma a detta mia, non sembri più reale di una sguattera con quella roba addosso ’’ concluse alzandosi in piedi
 
Susan rimase come prima cosa, senza parole, nessuno aveva mai osato rivolgerle parole così brutali in nessuno dei due mondi, mai era stata paragonata ad una serva, doveva proprio essere la parte peggiore di se stessa, poi gli venne in mente che era anche lì per ritrovare la sua parte migliore.
‘’Vi posso dare ragione mio Signore, nel vostro mondo io…non sono nessuno, ma nessuno è anche l’uomo che ho di fronte a me. Un uomo che a dei richiedenti asilo, sguinzaglia cavalli e soldati, che aggredisce donne indifese e cuccioli soli. Lei Signore usa uno strumento pericoloso, di cui non conosce la storia e nemmeno i segreti come semplice strumento di richiamo ’’ esclamò Susan rimettendosi in piedi
‘’Parlate a vanvera, non conoscete nulla di queste terre, siete forestiera ma sembrate ben informata, potreste essere una spia, mandata a distruggerci, e non pensiate che un semplice cucciolo e un abito stracciato mi impietosiscano. Definite uno strumento pericoloso, un corno che appartiene alla mia famiglia da generazioni, al tempo nella quale mio nonno riconquistò le terre di Narnia e si ricoprì di gloria, vi fu donato il corno da Aslan stesso, così narra la storia’’ dichiarò il soldato quasi sputando a terra ‘’Ve lo chiederò di nuovo, e solo perché ho fama di gentiluomo, chi siete voi?!’’ domandò di nuovo lui
‘’Un piccolo oggetto, piccolo davvero, un corno bianco raffigurante il nobile leone, così tante storie e così poche verità. Apparteneva ad una giovane ragazza studiosa, donatogli per chiedere soccorso ovunque si trovasse e più recentemente, dopo la sua scomparsa da queste terre, un richiamo per far tornare i vecchi re e regine a difendere la felicità che per così tanto avevano bramato. Nella sua ultima visita, ne diede custodia ad un giovane principe, promettendogli che ogni volta che avesse suonato quel corno, lei sarebbe arrivata di corsa. Chi sono? Adesso non saprei come presentarmi, ma un tempo, tanti anni fa, ti saresti rivolto a me chiamandomi Regina Susan la Dolce ’’ annunciò la ragazza con un pizzico di orgoglio nella voce
Sapeva di aver ammutolito quel giovane soldato spaccone, come solo una signora altolocata sapeva fare, solo con le parole.
‘’Se ho risposto ad ogni vostra domanda, ora ne avrei io un paio da farvi, visto che la galanteria e l’educazione non sembrano albergare in questa tenda. Un gentiluomo come sembrate definirvi, come prima cosa si sarebbe presentato prima di fare un interrogatorio a chiunque, specialmente se donna. In secondo luogo, un gentiluomo avrebbe offerto qualcosa di caldo e dei cambi di vestiti ad una giovane donna, mezza svestita ed infreddolita’’ replicò Susan quasi nervosa
Il giovane soldato sembrò restare paralizzato per qualche minuto, poi si accorse che gli erano state fatte delle richieste e si riprese.
‘’Certamente provvederò subito a richiedere un bagno caldo e un cambio per voi, oltre che una tenda decorosa. In ogni caso, mia Signora io sono Re Caspian, undicesimo del suo nome’’ dichiarò il soldato
Questa volta fu la ragazza a restare senza parole, Susan non resse all’emozione e perse i sensi dallo shock


















Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ho notato che i lettori di quello precedente sono aumentati e mi fa molto contenta, vi auguro buone feste. se volete farmi contenta lasciate un bel commento :3 così passo delle buone feste anch'io. 
ALLA PROSSIMAAAAA!!!! BUON NATALEEEEEE

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Capitolo 3
*** il Taccuino ***


YEAHHHHHH!!!!!!!!!!!!! chi non muore si rivede. sono vivaaaaaaaaaaaaa hahahahha 
non perdo nemmeno più tempo a scusarmi, ma in questo periodo mi sono successe troppe cose, tra il lavoro e lo studio e gli esami, naturalmente mi si rompe il computer, comprane uno nuovo, ecc....
Spero che questo capitolo vi piaccia, è un capitolo cuscinetto molti discorsi e poca azione ma recupererò coi prossimi capitoli. Buona lettura! :)






































Una volta risvegliata la ragazza si rese subito conto di aver cambiato tenda, quella in cui alloggiava era quasi grande quanto quella del Re ma più signorile, il cucciolo dormiva su un cuscino ricamato ai piedi del letto e una ragazza in abiti semplici ma raffinati, attendeva di poter proferire parola.
‘’Chiedo scusa mia Signora, Re Caspian mi ha messo ai vostri servigi, vi prega di accettare le sue scuse e di usufruire della tenda del Generale. Mi sono permessa di risistemarla un po’ e di pulirvi e vestirvi, spero che alla mia Signora non dispiaccia’’ disse la ragazza
‘’Certo che no, vi ringrazio per le vostre attenzioni verso la mia persona e ringrazierò personalmente il Generale per la tenda, riferite però che dormirò sotto le stelle e il Generale riavrà la sua tenda’’ replicò Susan
‘’Ma, vostra Grazia..’’ cominciò prima di venire interrotta
‘’Ultima cosa, chiamatemi Susan’’ concluse lei
La Dama inchinandosi, si congedò dalla tenda, una volta rimasti soli, il cucciolo si avvicinò ai piedi del letto.
‘’Come ti senti? ’’ domandò lui mettendo le zampe anteriori sul letto
‘’Preparati, resta nella tenda, ma prepara le tue cose, ce ne andiamo presto da qui. Non so quale sia l’intento di Aslan o di questo Caspian, ma non intendo mettere radici’’ replicò la ragazza uscendo dal letto e afferrando il mantello più vicino che trovò. La sua immagine venne catturata dallo specchio di fronte a lei e la ragazza si bloccò ad ammirare quell’immagine
Le avevano fatto indossare un abito lungo e morbido di colore azzurro con maniche larghe di pizzo, dei ricami in oro sulla gonna leggermente sfasata, una mantella bianca con cappuccio ampio e i capelli legati alti sulla testa, tranne due ciocche che le scendevano ai lati del viso, con rami e fiori a tenerli fermi. Susan rimase senza fiato, le sembrava che un vortice l’avesse risucchiata e le stesse mostrando la regina che era stata un tempo.
‘’Cosa ti è preso? ‘’ domandò il cucciolo mettendosi fra la ragazza e lo specchio
‘’Nulla, mi ricordavo qualcuno di familiare. Pensiero stupido, resta qui e pronto ’’ disse Susan prima di uscire dalla tenda col cappuccio alzato
Non sapeva se avesse o meno restrizioni sul girovagare per il campo, quindi cercava di passare il meno osservata che riusciva, anche se vestita a quel modo, si vedeva che era una donna di alto rango, cosa che in un accampamento militare la rendeva indiscreta e appariscente. In qualche modo era riuscita ad arrivare alla tenda del Re, nonostante non ci fosse molta strada di distacco fra le due tende, era pieno di persone lì fuori che giravano, doveva capire perché fossero in viaggio, se c’era una guerra in vista sapeva che le sarebbe toccato combatterla, ma la sua missione qual era? Doveva salvare o distruggere la corona?
“Non possiamo permetterci un passo falso, Generale, comprende la situazione nella quale ci troviamo, non possiamo attaccare e non possiamo non attaccare’’ disse Caspian
“Comprendo perfettamente mio Signore, ma se non interveniamo subito in maniera tempestiva, rischiamo che la situazione degeneri” ribadì il Generale
“Spero di non interrompere nulla di importante” domandò la ragazza levandosi il cappuccio
“Tralascerò il fatto che non siate nella vostra tenda e che vi siate introdotta nella mia, durante una riunione privata. In ogni caso, risponderò alla vostra domanda, poiché siete una dama, nulla di serio o di cui dobbiate preoccuparvi” disse il Re “Ci sono voci che sostengono che un mio cugino voglia detronizzarmi, il suo esercito si avvicina per combattere. Non temete avrete un seguito numeroso, nel caso riuscisse a raggiungere questo campo non vi toccherà con un dito, ora potete tornare nella vostra tenda e lasciarci continuare” concluse l’uomo
“Non trattatemi con sufficienza piccolo Re, ho visto più battaglie io che molti dei vostri soldati, ero venuta per informare il Generale che potrà riprendersi la tenda stasera stessa con tutti i miei più sinceri apprezzamenti, non mi servirà più” disse Susan e si girò poi si rivoltò “ah un’ultima cosa, non conosco vostro cugino ma forse sarebbe una saggia opzione per il popolo di Narnia, un vero Re non si misura con la semplice forza” replicò infine cercando di uscire dalla tenda, che venne ripresa dal Sovrano
“Generale esca dalla tenda, grazie. Devo parlare con madamigella Susan in privato” disse il Sovrano
“Gradirei uscire da qui” ribadì la ragazza rivolgendo i suoi occhi su di lui
La mente del Re si svuotò di punto in bianco e non seppe più cosa voleva dire, quegli occhi dolci come il miele, averceli davanti lo avevano svuotato, si arrese e si scostò dall’ingresso della tenda per far uscire la ragazza.
“Non siete degno del nome che portate” replicò sottilmente Susan priva di uscire definitivamente dalla tenda
Caspian a quelle parole si ammutolì ancora di più e strinse nel pugno un taccuino che magicamente gli era comparso in mano, quelle parole lo ferirono più di una spada. Quel taccuino nascondeva un mistero che Caspian avrebbe tanto voluto rivelare e credeva che Susan fosse la chiave di tutto, quell’oggetto apparteneva a suo padre e parlava della sua famiglia.
La ragazza attraversò tutto l’accampamento di corsa, prese i primi oggetti utili a portata di mano, il cucciolo aveva seguito le istruzioni di Susan e l’aveva aspettato nella tenda ma in quella tenda vi era una presenza scomoda, la dama di compagnia che gli avevano appioppato, se voleva andarsene con un minimo di discrezione doveva liberarsi di lei.
“Potreste andare a cercare dei cuscini migliori? Questi non sono di mio gradimento” chiese Susan come una dama di classe
“Certamente mia Signora” quando la ragazza stette per uscire dalla tenda, Susan la bloccò
‘’Gradirei sapere il nome di chi mi è così devoto, come vi chiamate?” domandò lei
“Emmalyne, Signora” disse la ragazza uscendo dalla tenda di corsa
Susan aveva avuto la tentazione di bloccarla e di proporle di seguirla, ma non sapeva quali pericoli le sarebbero capitati lungo il tragitto e non avrebbe messo in pericolo un’innocente, per adesso Emmalyne sarebbe stata più al sicuro in mezzo ai soldati.
Susan e Yuma scapparono con la discrezione maggiore che gli consentì l’accampamento, Yuma precedette la ragazza e dopo aver infastidito qualche soldato o cuoco chiedendo di giocare con lui, si era dileguato verso qualche pianta lontana. Susan procedette con discrezione nascondendosi fra una tenda e l’altra con il cappuccio tirato su e gli occhi che fissavano in basso il prato, non sapeva come era riuscita ad arrivare alle piante dove si trovava Yuma, ma sapeva che non era finita, rimasero lì fermi per ore, quando si accorsero che erano scomparsi, cominciarono le ricerche a piedi e a cavallo, finché non diventò buio le squadre di ricerca non si fermarono, solo allora Susan si permise di muoversi e scappare veramente lontano. Aveva una missione e qualsiasi faida fra questo Caspian e suo cugino sul trono non era qualcosa che la riguardava.
Nel frattempo Caspian nella sua tenda parlava coi soldati delle squadre di ricerca, stringendo il taccuino nella mano callosa.
“TROVATELA E RIPORTATEMELA” urlò il Re in prenda alla disperazione
 






Voglio sapere cosa ne pensate quindi commentate se volete, se non volete, commentate lo stesso hahahah Buona serata ;)

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Capitolo 4
*** il Rapimento ***


ciaoooooooooooooo! avrei davvero tanmto darvi il capitolo per le vacanze di Pasqua ma ovviamente non sono riuscita a finirlo in tempo, perciò ve lo consegno oggi. Buona lettira a tuttiiiiii!!!!!!!!!!!!






































 ‘’Non siamo riusciti a trovarla, Mio Signore’’ disse il soldato
‘’Un’armata dei migliori soldati reali di Narnia, non riesce a trovare una donna e un cucciolo’’ replicò Caspian    ‘’Continuate le ricerche’’ concluse il Re congedandolo
‘’Si, Mio Signore’’ rispose il ragazzo andandosene
Caspian continuava a grattarsi il capo, con una mappa davanti e un taccuino in mano, rimasto solo. Lui era sempre solo; nonostante i milioni di cortigiani, dame, soldati, generali, l’unica sua compagnia era il ricordo labile dei genitori morti e quel taccuino freddo e inanimato. Quella ragazza, quella donna era la chiave di tutto, lui lo sapeva, doveva solo trovarla.
Nel frattempo Susan era arrivata in una locanda e continuava a tenere un basso profilo, anche se portarsi dietro un lupo anche se piccolo, era molto appariscente quindi Yuma più delle volte l’aspettava in angoli fuori città o strade poco percorse, lei poi trovava il modo di portagli cibo e acqua. Nella locanda si respirava un profumo acre di fumo e di alcolici di scarsa qualità. Susan era abituata a quei profumi, nei salottini inglesi dove le donne si incontravano per degustare tè, spesso venivano servite sigarette o sigari. Quando le venne servito da bere, Susan girò la testa e vide un affresco da lontano, si alzò e andò accanto al dipinto. La ragazza ripassò ogni singolo tratto con le dita, rimanendo senza fiato e poi si fece scendere una lacrima lungo il viso.
‘’Riconosce il dipinto, Miss?’’ chiede il locandiere
Lei annui senza voltare la testa e continuando a toccare con mano l’opera come se il solo tatto potesse renderlo più reale di quanto non fosse.
‘’Raro, una ragazza così giovane riconosca i nostri antichi Re e Regine’’ replicò il locandiere asciugando dei calici
L’affresco ritraeva lei e i suoi fratelli il giorno dell’incoronazione, davanti a loro il Grande Leone gentile, sopra le teste di quei Re e Regine, vi erano le denominazioni il Magnifico, il Giusto, la Gentile, la Valorosa. Nulla di più azzeccato per i suoi adorati fratelli, ma Gentile non poteva assolutamente descrivere quella donna, non più. Susan si sollevò e senza dire nient’altro uscì dalla locanda e si incamminò dove aveva lasciato Yuma, sul volto ancora i segni delle lacrime, che scendevano ancora copiose. Non fece in tempo ad avviarsi lungo la strada buia e isolata che si fece tutto buio, cadde in terra rovinosamente e l’ultima cosa che percepì fu un immenso dolore alla testa, il suo ultimo pensiero era rivolto ancora hai suoi fratelli e a quel cucciolo di lupo.
 
 
 
 
 
 
Susan si ritrovò legata in una sottospecie di cantina buia, fredda, umida e ammuffita. Aveva quel senso di nausea e smarrimento che le rendeva la bocca amara e asciutta nello stesso tempo. Valutare la situazione in quelle condizioni non era mai facile, però la ragazza cercava di riuscirci lo stesso. Intorno a lei non vedeva nessun’altra persona, quindi era stata presa solo lei, i lacci le erano stati messi solo attorno ai polsi, quindi poteva alzarsi e trovare qualche roccia tagliente per romperli, però poi non aveva armi con se, aveva rubato un arco e delle frecce prima di lasciare l’accampamento militare, ma le aveva lasciate a Yuma perché non le sembrava una buona idee girare per il paesello con delle armi così riconoscibili. Capiva solo in quel momento che le terre di Narnia si erano rese molto più pericolose di quanto lei non si ricordasse, sarebbe stato un monito per quando sarebbe riuscita a liberarsi da quella situazione scomoda. Tornò a studiare la situazione, non vedeva finestre ma c’era una porta ad arco sul fondo, si intravedeva appena ma esisteva, perché in quell’esatto istante l’aveva sentiva cigolare, qualcuno stava per venire a trovarla. Decisa a non farsi trovare così vigile, si sdraio e piegandosi contro il muro, strinse nelle mani un sasso appuntito come difesa nel caso avessero voluto farle del male, almeno avrebbe potuto giocare sull’effetto sorpresa e fece finta di essere ancora svenuta dalla botta alla testa, che ancora non si era controllata, per giunta.
“Non doveva essere ancora fuori gioco, ci serve sveglia” disse uno di loro
“Beh, magari potremmo divertirci un po' prima di portarla via” replicò il secondo
Si misero a ridere, si avvicinarono entrambi, quando furono abbastanza vicini, Susan aprì gli occhi di colpo, tirò una testata al primo sulla sinistra, col pezzo di roccia appuntito,  con la quale si era liberata dai lacci precedentemente, procurò un lungo taglio profondo sul viso del complice a destra, scattò impetuosa verso la porta, un terzo uomo varcò la porta e lei si bloccò di colpo, l’uomo le tirò un pugno sul volto, di nuovo nero, di nuovo svenuta.
 
 
Quando Susan aprì gli occhi si trovava in un carretto pieno di sbarre, si mise seduta reggendosi la testa, stava sanguinando, probabilmente dalla prima botta.
“Brutti stronzi” disse lei
“Dubito che sei nella posizione per insultare qualcuno” disse uno dei due
“Siete dei mercanti di schiavi, non è così?! Rapide le ragazze sole e le sfruttate, magari prima le obbligate a favorire i vostri disgustosi desideri e poi come pezzi di carne le vendete al migliore offerente” spiegò Susan
“Sei astuta per essere una ragazzina, si è vero e ora stiamo giusto andando a fare il nostro lavoro, quindi perché non ti chiudi la bocca e ti stampi un bel sorriso su quel bel viso prima che te lo sfiguri” replicò l’altro
“Non mi fate paura. Disonorate queste terre con i vostri loschi traffici, non la passerete liscia, quando il Re lo verrà a sapere…” rimase con la frase a metà
Quei due risero, poi non replicarono più le parole di Susan, la ragazza rimase zitta per tutto il tragitto che durò una mezza giornata, il carretto si placò una volta arrivato in mezzo ad una piazzetta sotto il sole, con un palchetto al centro. I due uomini fecero scendere la ragazza, le misero un cartello al collo e le avevano già rilegato le mani prima che rinvenisse, Susan cercava di guardarsi intorno senza muovere la testa, doveva pur esserci un modo per fuggire, non fece in tempo a pensarci che era già sul palco.
‘’Ragazza di buona famiglia, tenace e vergine. Possono cominciare le offerte” disse uno dei due
‘’Non sapete nulla di me” replicò la ragazza
L’avrebbero voluta colpire ma la ‘merce’ si sarebbe rovinata davanti agli occhi degli offerenti, le misero una mano sulla testa per obbligarla a mettersi in ginocchio ma le gambe di lei non cedettero
“Non mi inchinerò mai a voi e i vostri piccoli vermi” disse Susan prima di ricevere un pungo allo stomaco e cedere a terra
La ragazza si guardava intorno mentre vari uomini alzavano le mani per fare offerte su di lei, come se non fosse stata presente, vi erano vari personaggi incappucciati, quando cercò di guardare all’interno del mantello vide un sorriso soddisfatto, la persona in questione alzò la mano
‘’La ragazza la prendo io, li prendo tutti io” disse l’uomo levandosi il cappuccio, Re Caspian si levò in tutta la sua autorità, dando ordini ai suoi uomini     “Prendete la Regina, liberate i prigionieri, arrestate i mercanti, setacciate questo posto”
Una mano si allungò verso Susan e un sorriso sicuro la invitava a seguirlo, Caspian l’aveva appena salvata da un futuro orribile e lei non aveva parole, forse il suo destino era davvero accanto a questo ragazzo, forse Aslan l’aveva mandata lì per concludere quello che non aveva mai fatto in passato, accettare marito e restare a governare le Terre di Narnia al suo fianco.
“Venite Maestà, vi porto via da questo posto” annunciò il Re
 
 
Si mossero per giorni, finchè non arrivarono al campo, Susan riposò a lungo per recuperare le forze dallo shock, fu Caspian a svegliarla due giorni dopo, entrando nella sua tenda e mettendosi seduto sul letto
“Vi devo chiedere scusa, i miei modi sono bruschi e indegni di un Re, sto provando a migliorare” cominciò Caspian tendendole un arco bianco con la faccia di Aslan e una faretra dalle frecce rosse
Susan riconobbe subito l’oggetto, il suo vecchio arco, lo accarezzò incredula con gli occhi lucidi, come se il tempo non fosse passato, come se nulla fosse cambiato, invece era tutto diverso
‘’Dove lo avete ritrovato? Anzi no, non voglio saperlo. Grazie” rispose la ragazza
“Beh è il vostro arco, lo restituisco alla proprietaria” replicò il ragazzo
“No, intendo…per avermi salvato l’altro giorno, io vi giudicavo male” ribadì lei  “YUMA!” esclamò Susan realizzando che il lupetto era ancora in quel bosco dove l’aveva lasciato, fece per alzarsi dal letto ma venne fermata dal giovane Re
“ Stia tranquilla, è nel campo che gioca con dei piccoli di ghepardo; dobbiamo all’aver trovato lui, il merito per il vostro salvataggio” concluse prima di riprendere parola nervoso     “Vi devo mostrare qualcosa” porse alla Regina il taccuino
“Cos’è questo oggetto?” chiese lei stupità
“Il diario di mio nonno Caspian, leggetelo, vi prego!” disse lui
Susan col sangue improvvisamente freddo, prese il taccuino di pura pelle tra le sue mani tremanti e aprendolo cominciò a leggerlo.
 






Spero che il capitolo raggiunga gli standard di curiosità, mi rendo conto che la storia va piano, spero che nel continuo riuscirò a mettere più movimento. Grazie a tutti e alla prossima ;)

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Capitolo 5
*** Una visita ***


FINALMENTE HO TEMPO DI SCRIVEREEEEEE!!!! hahahaha 

comunque, ciao a tutti i miei lettori, non so dirvi quanto mi dispiace per la lunga attesa, ma tra esami, lavoro e computer ribelle, non avevo mai un momento. ho scritto questo capito in due momenti molto distanti quindi spero di essere riuscita a rendere il capitolo come volevo. 

non voglio annoiarvi, quindi buona lettura e commentate! 





























































Susan è così diversa dalle ragazze di qui, questa è la sua forza, ha preso quello che di meglio c’è in entrambi i mondi e li usa per essere una persona buona e generosa, oltre che incredibilmente bella. Credo di essermi innamorato di lei, le chiederò la mano oggi stesso e diventando la mia Regina resterà al mio fianco in queste terre, finché le stelle illumineranno il cielo e il sole splenderà alto.

……

Mia moglie credo che sia una delle creature più belle che esistano sul pianeta, ogni volta che la guardavo me ne convincevo, il giorno in cui lei e mio figlio scomparvero da questa terra, ebbi la certezza che la mia felicità fosse volta al termine.

 

Susan chiuse il diario con le lacrime agli occhi e si asciugò il viso con le mani, poi guardò il piccolo Re con gentilezza.

“Mi dispiace deluderti, ma non sono io quella donna, non sono tua nonna, non sono la moglie di Caspian, non sono nemmeno più la donna descritta in questo diario” replicò Susan restituendo il diario

“Non avrò mai quelle risposte, credevo che il vostro arrivo volesse significare che Aslan avesse deciso di spiegarmi chi sono e che tipo di Sovrano dovrei diventare, che tipo di uomo voleva che fossi” disse il ragazzo

“Anch’io sono in viaggio per lo stesso motivo, per ritrovare me stessa e salvare Narnia, ma queste risposte non le puoi trovare da Aslan o dentro un diario, solo tu puoi trovarle in te stesso” ammise Susan

“Avrei voluto tanto conoscere i miei nonni, ho sentito storie di battaglie epiche e diplomazia straordinarie, il popolo di Narnia li adorava, Aslan stesso prese parte alla sua incoronazione, così come alla vostra. Mio padre diventò Re in età molto tarda, ma l’attesa fu ripagata abbondantemente, nessuno dubitava della sua parola o della sua autorità di sovrano, nessuno dei due visse abbastanza da rivelarmi il segreto della loro Grandezza” fece Caspian

“Credo che la chiave di tutto, sia essere il Re che nel cuore sai già di essere, senza pensare a chi è venuto prima o chi verrà dopo, nel mio caso invece deve trovare una corona smarrita, quindi riprenderò il mio viaggio con Yuma e col vostro permesso me ne vado” Susan si alzò e uscì dalla tenda a passo lento, quasi aspettasse di essere fermata, ma proseguì senza voltarsi

Uscendo dalla tenda però non trovò il campo di soldati, ma venne abbagliata da una luce improvvisa e si trovò in una stanza bianca e vuota, finché un enorme Leone non si mise davanti a lei, le sue gambe cedettero istantaneamente con rispetto. Ogni volta che ci si trovava davanti ad Aslan, la sua maestosità e la sua regalità toglievano il fiato. Ora più di allora, Susan ne era soggiogata, forse perché all’epoca era una Regina degna di quel titolo e di rispetto, ora si vergognava a provare anche solo a sostenere lo sguardo accusatorio del Grande Leone.

“Figlia di Eva, in piedi! Dimmi, hai trovato ciò che cercavi?” chiese il Felino

“Ho trovato solo più domande, invece che risposte, ma il mio viaggio non è ancora terminato, troverò la Corona Perduta, non vi deluderò Aslan” replicò la ragazza

“Bambina mia, non pensare a deludere me, ma piuttosto te stessa, se avrai successo riconquisterai molto più di una banale corona, riconquisterai la tua vita” concluse il Leone prima di ruggire, la ragazza chiuse gli occhi con timore, quando li riaprì si trovava fuori dalla tenda del Sovrano di Narnia

Il mattino seguente un cavallo già sellato, aspettava lei e Yuma all’ingresso del campo, si misero in viaggio, entrando in un bosco, non trovarono nessun ostacolo e la giornata trascorse tranquilla, all’imbrunire trovarono una grotta, Susan stanca dopo la lunga cavalcata decise che era ora per una bella dormita e il cucciolo non poteva che essere d’accordo con la ragazza. Accese un fuoco per potersi scaldare, anche se Yuma se ne scosto impaurito.

‘’Hai paura del fuoco?’’ chiese Susan

‘’La mia mamma dice sempre che il fuoco brucia casa, non mi devo avvicinare o mi prenderà’’ disse Yuma

‘’Yuma, la tua mamma non c’è più, vero?’’ domandò lei

‘’La mia mamma mi ha detto che mi aspetta da Aslan’’ replicò il lupetto ‘’Aslan si trova sicuramente al castello, per quello sto venendo con te, la mia mamma mi aspetta li ’’ concluse lui

‘’Oh tesorino, no! Lei intendeva nelle Terre di Aslan, quando sarai cresciuto e sarà il momento che vi ritroviate’’ gli spiegò la Regina  ‘’Sai, anche i miei fratelli sono lì adesso, quindi la tua mamma non è sola, e nemmeno tu, ci sono io’’ spiegò Susan

Yuma si avvicinò alla ragazza e posò la sua testa sul grembo di lei e si accucciò addormentandosi, Susan rimase ad ascoltare il silenzio della grotta, poi girandosi e guardando nel buio alla ragazza parve di vedere qualcosa, sembravano scale, la grotta scendeva, o almeno così sembrava, doveva accertarsene, anche se non moriva dalla voglia di andare lì giù da sola.

Si divincolò da Yuma in maniera lenta, per non rischiare di svegliare il cucciolo, percorse la grotta mantenendo sempre una mano lungo la parete, in modo da non rischiare di perdere l’orientamento, quando la sua mano sfiorò qualcosa, per un momento tirò via la mano spaventata, poi avvicinò lentamente le dita al muro, si ritrovò in mano una torcia. Dopo qualche minuto a ragionare su come poteva accenderla, si ricordò di avere ancora qualche fiammifero, ogni gentildonna che si rispetti nasconde qualche trucco nel corpetto. Una volta che la torcia fu accesa, continuo il percorso e aveva ragione, erano proprio scale, vecchie scale in pietra che scendevano a spirale. Quando raggiunse l’ultimo gradino e sentì che sotto vi era un pavimento staccò la mano dalla parete e percorse a tentoni quella che pareva una stanza sotterranea, ma non si vedeva niente nemmeno con la torcia, doveva essere molto vasta, i pensieri della ragazza si arrestarono quando le venne il presentimento che lei lì ci fosse già stata, istintivamente cercò verso la sua sinistra e come immaginava vi trovò un’incavatura di pietra, vi mise dentro la torcia e il fuoco prese a percorrere tutta la stanza in circolo, finché non si illuminò a giorno.

La cripta della Tavola di Pietra

























spero che il capitolo sia stato all'altezza dell'attesa, come sempre se avete voglia continuate a scrivermi e commentarmi, ci vediamo al prossimo capitolo, ciao. 

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Capitolo 6
*** La fine del viaggio ***


FINALMENTEEEEE ORMAI NON CI SPERAVO PIù HAHAHAHAA un grande ritorno......MAGICAMENTE IO ;) 
dannata vita comune, che non mi permette di aggiornare le storie. spero che comunque vi piaccia e che commentiate, lasciandomi un vostro parere, buona lettura. 




























Percorse con le dita la spaccatura per tutta la sua lunghezza, ricordando di quel giorno in cui Aslan era risorto, vederlo spuntare illuminato dal sole aveva reso Susan la ragazza più felice di quella e dell’altra terra.
Voltandosi aveva posato gli occhi sulle statue dei fratelli e della sorella, i visi così coraggiosi e regali, una volta era così anche lei eppure aveva smesso di credere, aveva smesso di pensare che tutto fosse possibile e quella notte li aveva abbandonati tutti per andarsene ad una festa, adesso quella statua raffigurante la sua persona e quel sorriso immobile le trasmettevano tristezza e paura. Aprendo quel baule trovò un sacco di abiti, qualche pugnale, una spada e….un arco e una faretra dalle frecce con piume rosse, e un leone inciso sopra.
Lo strinse forte, come se chiedesse aiuto a se stessa. Una voce risuonò nella sua testa, una voce quasi familiare e dolce che la chiamava, quasi un sussurro ma l’aveva udito bene. Scrollò la testa per tornare concentrata sulla missione, se la tavola era lì significava che il castello era vicino, molto vicino, a meno di due giorni di viaggio di cammino. Avrebbe finalmente trovato le sue risposte, la corona perduta e a chi apparteneva, doveva svegliare Yuma e mettersi in marcia.  
Il cucciolo era particolarmente difficile da svegliare, ma dopo una mezz’ora abbondante ci riuscì, si incamminarono il mattino stesso, raccogliendo i pochi viveri che avevano e qualche altro oggetto recuperato dai bauli. Posizionare la faretra e le frecce sulla spalla la fece sentire viva, come se fosse stata addormentata fino a quel momento e ora si fosse svegliata di colpo, forse ancora un po' scossa ma era sveglia, si legò i capelli in una coda scombinata e partirono verso il castello. La foresta era tranquilla o almeno così sembrava, non avevano molta strada da fare e Susan sperava che andasse tutto bene, anche se le sue esperienze passate e presenti, le avevano insegnato che c’era poco da stare sereni.
Procedevano a passo svelto, nella radura, o almeno per quanto fosse possibile visto che il cucciolo si stancava in fretta, erano appena entrati nel bosco quando Susan si bloccò di colpo e si nascose dietro un cespuglio e Yuma la imitò senza saperne il motivo.
‘’Perché ci stiamo nascondendo?’’ domandò Yuma
‘’C’è un orso laggiù’’ rispose lei
Yuma si sporse dal cespuglio e guardò oltre, poi si rivolse alla Regina
‘’Eh allora?!’’ chiese lui spostandosi dal cespuglio e proseguendo il cammino
Susan non fece in tempo a fermarlo, aveva uno strano senso di deja-vù
 
Si trovavano sul bordo di un lago, erano appena tornati a Narnia e lì incontrarono quell’orso, Lucy gli andò subito incontro e l’animale non ne era rimasto contento, arrabbiandosi e diventando violento, Susan aveva teso l’arco per spaventarlo e indurlo a fermarsi ma lui non le aveva prestato ascolto. Lucy era caduta a terra e stava per essere assalita dall’orso ma lei ancora esitava con l’arco teso e….
 
Senza rendersene conto Susan si era alzata in piedi e si trovava nella stessa situazione di quella volta, la freccia incoccata e la testa vuota ma non avrebbe fatto lo stesso errore di quella volta, Yuma nel mentre si era voltato per vedere come mai la ragazza era ancora dietro quel cespuglio. Quando vide Susan con l’arma in mano, cercò di richiamarla ma i suoi occhi erano vitrei come se fosse da un’altra parte, Yuma si voltò verso l’orso ma non li stava guardando, non si era accorto di loro. La Regina fece partire la freccia in direzione della bestia, mancavano pochi centimetri all’impatto quando il cucciolo si mise tra l’animale e la freccia, venne colpito al petto e con un lamento acuto si accasciò al suolo a pochi passi dall’orso, che a quel punto si accorse della situazione e richiamando i suoi cuccioli svanirono nel bosco di corsa.
Susan ritornò alla realtà e si precipitò verso Yuma steso nella radura, aveva preso il posto di quella mamma orso, il cucciolo di lamentava mentre il sangue fluiva fuori dalla ferita.
‘’Yuma, mi….non…pensavo ti volesse….scusa’’ farfugliò lei confusa e impaurita
‘’Ora raggiungerò la mia mamma ’’ disse debolmente il cucciolo   ‘’Secondo te, sarà fiera di me?’’
‘’Si…. molto fiera. Io invece ti ho deluso’’ disse la ragazza in lacrime
‘’No, sono felice, ti ho conosciuto e ti ho portato al castello, ho finito’’ ribadì il cucciolo accasciando la testa e diventando sempre più debole                     ‘’ Posso chiederti solo un favore?’’ chiese lui
‘’Tutto quello che vuoi’’ disse la Regina
‘’Canta per me’’ sussurrò lui
Susan non era molto convinta della cosa, ma si ricordava che un tempo cantava molto, sua madre le ripeteva sempre una canzone per farla addormentare, ne aveva perso il significato col tempo ma pensò che al cucciolo facesse piacere, così decise di cantargli quella.
 
 
‘’ l'attimo in cui ti fidi di lui
tutto il cielo lassù si tinge di blu
non dovrai arrenderti mai
non hai da temere
se scopri di avere
un amico
accanto a te
accanto a te ’’
 
Quando Susan finì la strofa si rese conto che il cucciolo non si muoveva più e aveva chiuso gli occhi, la ragazza scoppiò in lacrime mentre gli toglieva la freccia dal petto e lo prendeva in braccia, lo adagiò qualche metro più avanti e si mise a scavare una fossa usando l’arco e le mani. Qualche ora più tardi durante il tramonto aveva finito e mise il piccolo corpo inerme nella buca, ricoprendolo di fiori ed erba, poi ricoprì la fossa con la terra e altri fiori, una vera e propria tomba.
Susan dormì lì quella notte, circondata dal silenzio e dalla natura selvaggia, con vicino la tomba e una mamma orso probabilmente molto arrabbiata perché aveva cercato di ucciderla senza motivo. Un’altra colpa sulla coscienza della ragazza che non si sarebbe perdonata mai, un’altra colpa da riparare, una vita spezzata giovane e un innocente quasi sacrificato per un passato lontano.
Il mattino dopo asciugandosi quel misto di terra, sangue e lacrime che era il suo volto, riprese il viaggio e un giorno più tardi era al castello. Quel portone era terrificante e rassicurante allo stesso tempo, i ricordi più belli della sua vita erano stati lì e adesso l’ansia di essere così vicino e così lontano dal suo obbiettivo, la nuova colpa che aveva, un insieme di emozioni che avrebbero spezzato una persona ma non una Regina di Narnia, pensò la ragazza. Ricordandosi in ultimo che sua madre le ricordava sempre che erano le persone messe peggio emotivamente che erano le più coraggiose. Susan alla fine si autoconvinse e ancora prima che potesse toccare il portone, si spalancò da solo.  
 










Eh si, odiami, ho dovuto uccidere il cucciolo. mi stava diventando troppo tutto un piccoli problemi di cuore. qualcuno doveva morire hahahah e a malincuore ho scelto Yuma. 
il prossimo capitolo sarà il finale, Susan concluderà la sua missione e spero di potervelo dare entro natale, ma non ne sono sicura quindi non faccio promesse inutili -.-'' 
alla prossima BYE BYE MY LOVER 

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Capitolo 7
*** La battaglia del secolo ***


hei tu, si parlo con te, hai voglia di leggere questo capitolo finale tanto atteso?! ovvio che ti va. altrimenti non lo scrivevo nemmeno. hahaha a parte gli scherzi, non sono riuscita a darvelo per natale e mi dispiace, volevo renderlo bello da leggere. quindi buona lettura. 
























Davanti alla ragazza, si poneva Caspian undicesimo, che le stava letteralmente offrendo un castello. La ragazza non credeva ai suoi occhi, non voleva nemmeno sapere come sapeva che lei fosse li o come ci fosse arrivato così in fretta, gli si gettò semplicemente addosso piangendo, il Re non si scostò. Dopo una buona mezz’ora di lacrime, Susan si scostò da Caspian, chiedendogli scusa e asciugandosi il viso. Lui senza emettere un suono gli offrì il braccio e varcarono quel portone insieme, Susan di bloccò a pochi passi dall’ingresso, voleva studiare ogni centimetro della stanza, ogni profumo e ogni oggetto, per essere sicura che fosse veramente li. Al centro dell’ingresso vi era una statua che raffigurava lei e i suoi fratelli, la descrizione era più generosa della verità ‘AGLI ANTICHI REALI CHE SCONFISSERO’ LA STREGA BIANCA’
Voltandosi per vedere dove fosse finita, Caspian vide la ragazza fissare la statua
‘’Mio nonno, la fece realizzare’’ disse il Re
‘’Tuo nonno era troppo buono, lo è sempre stato, comunque è stupenda. Loro sono stupendi’’ replicò Susan con un velo di tristezza
‘’Venga le mostro la sua stanza, parleremo domani’’ disse il ragazzo
Susan non aveva percepito stanchezza nel suo fisico, fin tanto che Caspian non le ebbe proposto di andare a riposare, in quell’esatto istante sentì un gran sonno, decise che era meglio andare a letto. Doveva recuperare energie e incanalare tutte queste emozioni, seguì il reale senza esitazioni.
 
Il mattino seguente, al risveglio Susan si sentiva come in una macchina del tempo, non perché si sentì particolarmente affina a sé stessa, ma perché si sentì molto vicina alla risoluzione della vicenda. E dopo? Cosa ne sarebbe stato di lei dopo aver ritrovato la corona perduta e a chi apparteneva? Aslan l’avrebbe punita per aver dimenticato Narnia? Sarebbe tornata in Inghilterra e tornata a dimenticare tutto tra un ballo e una festa elegante? Forse avrebbe dimenticato pure i suoi fratelli? NO, questo non sarebbe mai successo, non di nuovo. Non era con loro al momento del bisogno, ma sarebbero sempre vissuti nei suoi ricordi, non avrebbe dimenticato di nuovo queste terre e quello che significavano per lei, non poteva, non voleva. La ragazza pensierosa si strinse le ginocchia al petto, finché qualcuno non bussò alla sua porta, destandola dai suoi pensieri bui.
‘’Vostra Maestà, sono la vostra Dama, posso entrare?!’’ domandò una vocina al di là della porta
‘’Entrate’’ rispose Susan, anche se non si ricordò di aver mai avuto una Dama
La giovane donna entrò esitante nella tenda, Susan la riconobbe, era la stessa persona che si era presa cura di lei nell’accampamento. Adesso le portava una bacinella di acqua calda e delle salviette profumate, entrò una seconda domestica con un vassoio carico di cibo e bevande e una terza con un abito vistoso, poi le restanti due se ne andarono, così come erano entrate e rimasero solo Susan e la Dama. La ragazza però si sentiva a disagio, non le era mai piaciuto avere gente al suo servizio, la faceva sentire strana, in fondo in Inghilterra non aveva nessuno ad aiutarla a vestirsi, nonostante fossero diventati benestanti dopo la guerra.
‘’Come vi chiamate?’’ domandò Susan alla ragazza
‘’Isabelle, Mia Signora’’ rispose lei
‘’Grazie Isabelle per aver cura di me’’ replicò la Regina
Susan venne lavata, profumata di rose, vestita di tutto punto e fatta mangiare, poi si mise seduta per farsi pettinare ed acconciare i capelli. Ora si che Susan si sentiva come tornata al passato, si sentiva una vera regina e sapeva dove doveva andare.
 
La ragazza uscì dalla sua stanza e si diresse alla sala del trono, ci vollero un paio di minuti, non si ricordava che il castello fosse così tanto grande e così meraviglioso, immagazzinò ogni dettaglio, ogni profumo e ogni rumore. Davanti al portone della sala del trono non vi erano guardie, fatto che Susan trovò al quanto insolito, appena mise un piede nella sala, capì del perché le guardie non si trovavano a vista della porta, all’interno della sala del trono, Susan vi trovò un concilio di guerra, Caspian era piegato su un tavolo con una mappa della zona e parlava col generale di strategia, soldati occupavano ogni angolo della stanza, indossando armature o pulendo armi, qualcuno scriveva lettere o beveva birra. Susan si diresse a falcate verso il tavolo dove il Re doveva ancora accorgersi della sua presenza.
‘’Cosa sta succedendo?’’ si annunciò la ragazza
‘’Mia Signora, nulla di cui dovreste preoccuparvi, tornate nelle vostre stanze e restateci fino a nuovo ordine, i pasti vi verranno serviti lì’’ disse il Re ponendosi tra la ragazza e il tavolo con le mappe
‘’Vi posso essere d’aiuto, se solo mi diceste cosa vi affligge ’’ replicò la regina
‘’Non vi metterò in pericolo. Mastro Linard riaccompagni Sua Maestà in camerata e si assicuri che ci rimanga’’ annunciò ad un signore seduto fra gli altri
‘’Si signore’’ disse il signore che si avvicinò alla ragazza
Susan e Mastro Linard percorsero i corridoi del castello in completo silenzio, l’uomo cercò di sembrare sicuro e autoritario ma si vedeva che sotto era nervoso. La ragazza finse di non notarlo, nel frattempo stava pensando a come poter tornare nella sala del trono, senza soldato alle calcagna. Quando raggiunsero le stanze di Susan, la ragazza venne cacciata dentro dal soldato che poi chiuse la porta. Susan rimase bloccata in quelle quattro mura per più di mezz’ora, ad un certo punto la ragazza si accorse che fuori vi erano strani rumori, si affacciò dalla finestra e vide un’armata a cavallo che si avvicinava. A quel punto realizzò cosa stava succedendo, il cugino di Caspian stava venendo a prendersi il trono; quel Re pensava di poter combattere per la libertà di Narnia senza il suo aiuto e che lei sarebbe rimasta a guardare degli invasori avvicinarsi a quel trono che un tempo era stato anche suo.  Susan pensò di calarsi subito giù dalla finestra, ma l’avrebbero vista sicuramente sia i soldati di Caspian, che quelli dell’invasore, avevano sicuramente dei tiratori tra le loro file, poi Susan realizzò solo in quel momento che era anche lei un’arciera. Corse al suo letto, si sdraiò sul pavimento e allungò le mani sotto, ne tirò fuori una faretra e un arco, non sapeva nemmeno perché lo nascondeva ma aveva imparato che fidarsi solo di sé stessi a volte ripaga. Avrebbe voluto avere una cotta di maglia, ma dubitava che faceva parte dei vestiti che il caro re Caspian le aveva fatto recapitare. Immaginò di doversi affidare al fatto, pregando che i soldati avversari avessero poca mira o che la considerassero così poco rilevante alla causa, da ignorarla.
Prese posizione accanto alla finestra di prima, accanto ad una colonna che avrebbe usato come protezione, in caso fosse stata individuata, porse un orecchio cercando di capire se il giovane Mastro Linard avesse captato qualche movimento nella stanza, tutto taceva, significava che era stata abbastanza discreta. Doveva decidere bene a cosa o chi mirare, non aveva frecce di scorta lì o almeno non molte, e non aveva il tempo materiale per fabbricarsene lei stessa. I nemici erano a portata di tiro e le truppe amiche cominciavano ad avanzare, Caspian era in testa ai suoi uomini, visibilmente sudato e nervoso, si conosceva anche da quella distanza, il suo petto si alzava e scendeva in continuazione.
La battaglia era iniziata, gli invasori fecero la prima mossa, utilizzando dei massi infuocati contro le mura del castello, Susan decise il suo primo bersaglio, la mano che azionava la catapulta doveva essere eliminata, prima di incoccare la freccia il castello venne sovrastato da un boato e tutta la stanza tremò, la Regina dovette tenersi forte per non cadere dalla finestra. Preparò la freccia e si mise in posizione, respirò lentamente, così lentamente che le pareva che il tempo rallentò per qualche secondo, poi scoccò e smise di respirare per qualche secondo, poi la freccia beccò il soldato in pieno petto. L’avanzata delle truppe amiche si arresto per qualche secondo, sconcertati da quella freccia improvvisa, si ripresero nell’esatto secondo in cui il rumore delle armi avversarie si scontrò col loro. Susan continuava a mirare ai pochi che poteva, non era ancora stata notata, ma dare il proprio contributo da una finestra non era il massimo. Un aggressore si avvicinò alle spalle di Caspian, lui era troppo impegnato per accorgersene, stava combattendo col cugino, da quello che poteva intuire la ragazza, solo dallo sguardo di odio che si lanciavano. Ovviamente non poteva urlare per avvertire il Re, non l’avrebbe nemmeno sentita, ma rischiava di rivelare la sua posizione al nemico e non aveva nemmeno una protezione addosso, mise la mano nella faretra, aveva l’ultima freccia. Non avendo altre opzioni, il nemico stava per essere fuori portata, prese la mira alla meglio e scoccò, la freccia strisciò sulla guancia del Re ferendolo e andò a segno nel petto del soldato avversario. Il ragazzo guardò dietro di sé e poi in direzione della freccia, vide Susan, ma non fu l’unico, anche il cugino vide la ragazza. Esattamente in quel momento, abbandonò tutta la battaglia lì e si diresse verso il castello, Caspian se ne accorse un secondo più tardi e lo inseguì.
‘’Merda’’ replicò la ragazza, decisa a uscire dalla sua stanza, fortunatamente per lei, gli invasori non sapevano dov’era di preciso, il che se si sbrigava, le dava un vantaggio. Tirò un calcio deciso alla porta, che non si mosse, ne tirò un secondo e riuscì a romperla. Spalancando la porta, vide che tutti nei corridoi correvano in preda al panico, nessun soldato in vista, il castello aveva altri nobili e ospiti a parte lei, ma al momento forse il castello era il luogo più sicuro
‘’ASCOLTATEMI, BARRICATEVI NELLE VOSTRE STANZE E NON USCITE FINO A NUOVE ORDINE, TENETE CANDELE SPENTE E FATE POCHI MOVIMENTI, ANDATE!!!” urlò ai presenti, molti l’ascoltarono ed entrarono nella prima porta disponibile
La ragazza cominciò a correre verso l’ala est, vicino alle scale, vi era un passaggio nascosto che dava direttamente al giardino. Visto che la cercavano all’interno, la logica era andare all’esterno, anzi una voce dentro di lei, le diceva di dover andare nella cripta, qualcosa le diceva che era la chiave di tutto, che era lì che doveva finire il suo viaggio, anche se ne ignorava i motivi. Susan trovò il muro dove si nascondeva ad occhio il passaggio, stava per spingere la parete, ma non ne ebbe mai il tempo, una mano davanti la bocca e l’altra in vita, la fecero entrare dentro uno stanzino.
‘’Cosa credevate di fare?!’’ gli chiese un Re assai sconcertato
‘’Ti fidi di me?! Allora niente domande e coprimi, devo andare nella cripta’’ disse la ragazza svelta
‘’Perchè? Cosa devi fare?! Perché non puoi darmi retta e restare al sicuro in camera’’ chiese Caspian poi aggiunse ‘’Beh ovviamente adesso mio cugino ti sta cercando, fortuna che ha poco senso di orientamento’’ concluse lui
‘’Perchè sono la Regina di Narnia’’ disse lei, stupendosi lei stessa delle sue parole, ma era la verità in fondo
‘’Ok fai quello che devi, noi ti compriamo’’ disse Re Caspian, si vedeva che voleva bloccarla di nuovo, ma venne interrotto da un soldato all’attacco
Susan riprese dove si era interrotta, controllò che il passaggio fosse libero e poi aprì il passaggio nascosto, era come se lo ricordava, lungo, buio e freddo. Susan aveva la sensazione che qualcosa la chiamasse, sentiva una presenza sempre dietro di lei, adesso più che mai. Sapeva che la cripta era la risposta, ma chissà come mai.
Susan aveva raggiunto il giardino, prima di aprire il passaggio, ascoltò i rumori esterne, niente che presagiva qualcuno ad aspettarla dall’altra parte. Nei prati era in pieno svolgimento la battaglia, la ragazza non sapeva dov’era Caspian o suo cugino, ma non si preoccupò. La cripta era ancora lontana, ma lei era senza frecce, si era messa nello stivale un pugnale, ma era così piccolo che non avrebbe potuto farci molto. Un gran rumore eruppe dalla porta principale, Caspian spuntò da quel che rimaneva dell’ingresso del castello e fece un gran baccato, mandando alla carica una nuova ordina di soldati, o almeno non proprio, erano animali (leoni, ghepardi, orsi, minotauri, ecc…). La ragazza ebbe appena il tempo di guardare quella scena e chiedersi dove avesse trovato tutti quei combattenti extra all’ultimo minuto, poi realizzò che quel casino era la sua occasione per non essere notata, china e col viso basso avanzava lungo il campo di battaglia.
La cripta aveva un aspetto tetro e maestoso allo stesso tempo, tutti i grandi re e regine di Narnia erano sepolti lì, adesso un pensiero le balenava in testa, chissà se vi era una statua celebrativa dei suoi fratelli, decise che l’avrebbe messa lei in ogni caso. Sentiva una voce che la chiamava, le gambe quasi le si muovevano da sole, il suo viso perse qualsiasi tipo di espressione, sembrava quasi in trans. L’unica cosa che sentiva era il richiamo verso il fondo della cripta, questa sottospecie di città sotterranea che si estendeva lungo tutto il castello. Camminando era arrivata in una stanza appena più larga e lì rimase senza parole veramente, forse per la prima volta in vita sua. Alla fine della cripta vi erano tutte le loro quattro statue, quattro piedistalli ai loro piedi, ma solo uno aveva il proprio contenuto. Lentamente si diresse verso la sua statua e nel piedistallo vi era la sua corona, splendida, luminosa e regale. Eccola la Corona Perduta?! Ma quindi la sua missione qual era? Trovare la sua corona, ma era lì. Forse era più confusa di prima, non tanto dalla corona ma quanto da quell’armadio enorme e di legno, che sapeva esattamente cos’era, ma si chiedeva come fosse arrivato lì e chi glielo avesse portato, ma soprattutto se quell’armadio collegava dalla loro terra a Narnia, adesso che era già a Narnia dove l’avrebbe mandata?
Un’immensa luce bianca e alle sue spalle comparse Aslan.
 ‘’Grande Leone, spiegami perché non ci sto capendo più nulla’’ disse la ragazza
‘’Mia cara figlia di Eva, quello che volevo davvero era che trovassi te stessa. La corona che per troppo tempo ti sei tolta, era una negazione di chi sei davvero. L’istinto ti ha portato qui, perché essa ti chiama dall’istante esatto nella quale hai ritrovato quell’antico splendore’’ replicò il Leone
‘’Eh cosa vuol dire?! Cosa dovrei fare adesso?!’’ domandò la ragazza
‘’Beh ovviamente puoi scegliere, ho sempre lasciato il libero arbitrio ai miei figli, anche se non sempre loro lo notano’’ fece Aslan ‘’Prima di prendere una decisione, lascia che te le esponga: puoi prendere quella corona e restare, puoi decidere di tornare a casa e ti ci manderò subito, senza conseguenze e potrai tornare alla vita di prima, ma vi è una terza via ed è dentro quell’armadio’’ concluse il Leone ‘’Aprilo, prima di decidere’’
Susan era spaventata e i suoi piedi facevano fatica a muoversi, ma lentamente arrivò alla maniglia, la sua mente ritornò ad un centinaio di anni prima quando durante una battuta di caccia, lei e i suoi fratelli avevano ritrovato il lampione e l’armadio da tempo dimenticati ed erano tornati a casa. Aprendo l’armadio Susan trovò una coltre quasi di nebbia, poi prese forma e indietreggiò.
‘’Ciao Susan’’ disse una vocina dolce e amabile
‘’Lucy, Edmund, Peter ’’ disse la ragazza in lacrime, notando i fratelli dall’altro capo di quel pezzo di legno
La regina fece per allungare la mano e stringerli, ma Aslan la richiamò
‘’Non puoi toccarli, non finchè non sceglierai di andare con loro’’ disse il Grande Leone
‘’E dove sono?’’ chiese la ragazza dubbiosa
‘’Siamo nelle sue Terre, o nel Paradiso, come preferisci. Siamo tutti qui’’ disse Peter
‘’Non possiamo scegliere per te, Sorella’’ aggiunse Edmund
‘’Mi mancate così tanto, tutti voi’’ annunciò la ragazza in lacrime
‘’Tu, puoi vivere per tutti noi, puoi continuare la tua vita lì o a casa non importa, però venire di qua, avrebbe un altro peso, sarebbe la fine’’ disse Lucy
‘’Ascolta i tuoi fratelli Susan, avrai tempo per raggiungerci, credi ad un vecchio’’ disse un uomo che si stava avvicinando
‘’Caspian’’ replicò Susan
La ragazza fece due passi indietro, guardo tutte quelle fantastiche persone che la osservavano nell’armadio, il Grande Leone che avrebbe potuto rimandarla a casa e la corona, simbolo di tutto ciò che era in passato, di tutto quel magico mondo. Alla fine Susan non doveva scegliere se stessa, doveva scegliere dove preferiva restare o andare.
‘’Credo che non fossi su quel maledetto treno per una ragione, e che voi foste lì perché Aslan volesse così, anche se non ne capisco i motivi, mi fido del Grande Leone. Tornare a casa sarebbe un errore, ero rimasta bloccata lì e non aveva scelta, se non dimenticare questa vita meravigliosa e queste terre, perché ricordarle ma non poterci tornare mi faceva sentire incompleta. Penso che la scelta migliore sia rimanere qui, questo in fondo è sempre stato il mio desiderio, ho preso la mia decisione Aslan’’ annunciò la ragazza
Il Grande Leone annuì, le soffio addosso e la corona le si mise in testa, acconciandole perfino i capelli.
‘’Stai benissimo sorella’’ disse Lucy
‘’Ah Susan, ti chiedo un favore se posso, anche se non ne avrei diritto, prenditi cura di mio nipote. Non è cattivo, ma solo molto ingenuo’’ disse Caspian
‘’Ci vediamo Susan’’ dissero in coro Peter e Edmund
La battaglia era finita da tempo ormai.
 
Susan tornò ad essere la regina amata d’un tempo, assieme al piccolo Caspian cooperavano per far diventare Narnia grande e magnifica come nei tempi antichi. La Regina non si sposò mai, finchè non si ricongiunse ai suoi fratelli nelle Terre di Aslan.










NOTE FINALI
spero che il capitolo vi sia piaciuto, in particolare l'intera storia e l'idea di base. se avete voglia di leggere anche le mie prime storie, mi renderebbe molto felice. la mia prossima storia, sarà sempre su Narnia ma comprenderà un triangolo amoroso tra Caspian (quello solito ahah), Susan e Peter (che in questa futura storia non saranno fratelli). buona settimana a tutti :) alla prossima

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