Il bambino dagli occhi blu come il cielo

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bambino dagli occhi blu come il cielo ***
Capitolo 2: *** Grandi maestre di dignità sono le donne ***
Capitolo 3: *** Arrivederci, piccolo ***
Capitolo 4: *** Un giorno.. ***



Capitolo 1
*** Il bambino dagli occhi blu come il cielo ***


Avviso: questa mia storia si riccolega a un missing moment di una serie di storie che avevo creato anni fa, fa parte di una saga. "Ti odio e ti amo." poi spiegherò meglio il motivo.
L'avvertimento tematiche delicate l'ho messo perchè viene messo in mezzo comunque un rapimento di un minorenne, ma essendo effettuato da dei bambini di poco più grandi del rapito in questione xd e non essendoci particolari conseguenze disastrose, ho scelto di mettere rating verde.Spero di aver seguito bene le regole. Ci tengo molto! :))


Ps con questo mio scritto non sto incoraggiando assolutamente il rapimento di bambini/minorenni, nè voglio far passare il messaggio che è cosa giusta xd sempre meglio specificare xd  





Erano in un supermercato, uno di quelli che hanno l’angolo bar a parte per la colazione, i panini e le pizzette.
Dean aveva nove anni ed era lì con il suo fratellino Sammy, di cinque.
John non c’era, Dean non si era neanche preoccupato di chiedergli dove andasse o quando sarebbe tornato, quella volta.
Bastò un attimo e Dean si rese conto di quanto la distrazione fosse fatale, di quanto potesse ucciderti a volte.
Sammy!
Non era più al suo fianco.

Invece, era poco più in là, chinato su una piccola carrozzina. Era indubbio che stava guardando un neonato.
Dean sbuffò. Sammy doveva ancora imparare a camminare con le sue gambe e già aveva questo fare paterno, come no.
“Sammy, lascia stare questo bambino. Vieni via.”
“Devi sempre dirmi quello che devo fare!” si lamentò sam, allontanandosi.

Aveva già iniziato a fare le facce buffe al bimbo e Dean era subito arrivato a rimproverarlo!
L’occhio di Dean gli cadde involontariamente sul bimbo nella carrozzina.
Aveva gli occhi blu.
Ma non di un blu normale.

Era il blu più bello che avesse mai visto!!!
 


Era ipnotizzato, gli occhi non erano solo blu, ma grandi e dolci.
I bimbi, soprattutto così piccoli, non erano tutti belli o comunque non era una prerogativa così scontata.
Fu un attimo.
Basta poco per fare una scelta.

Dean controllò che nessuno lo stesse guardando e spinse via la carrozzina.
 
“Dean!! Ma che fai!!!” disse il piccolo Sammy, mentre veniva afferrato per un braccio da Dean, mentre con l’altra mano spingeva via la carrozzina.
“Sta zitto e cammina, non voltarti!”
Sammy gettò solo un’occhiata alla carrozzina con orrore e un gemito.

“Non guardarla, ti ho detto.” Continuava il piccolo Dean di appena nove anni.
 
 
Quando furono fuori dal supermercato, Sammy continuava a guardare la carrozzina a bocca aperta.
“L’hai rubata!” disse il piccolo Sammy.

“Sì. Andiamo!” disse il biondino con la sua tipica ingenuità dei suoi nove anni.
“Dean!! Andrai in prigione!!”
“No, se nessuno lo viene a sapere.” Disse lui, mentre cominciavano a camminare.
“Perché hai rubato il bambino?” chiese il piccolo Sammy.

“Perché è troppo bello. È così carino. Guardalo” disse Dean, sorridendo.
Sammy lo fissò., sorrise, mentre gli diede l’indice che il piccolo strinse tra la sua manina.
“E la sua mamma?”

“Se la sua mamma l’ha lasciato da solo, vuol dire che non gli vuole bene, Sammy. Con noi starà meglio, starà molto meglio!”
Sammy sembrò rifletterci e poi si illuminò, come se loro fossero degli eroi che avevano appena salvato una povera creatura pura dalle grinfie di un destino orribile, da un drago malvagio.
“hai ragione! Si! Sono contento, Dean!” disse Sam, abbracciandolo forte, facendo sorridere il maggiore, che gli accarezzò la testolina, teneramente. “Ma, Dean, papà cosa dirà?”
Per un attimo, il sorriso di Dean si adombrò.

“Io..io non lo so..vedremo..ma adesso non pensiamoci, ok? È sabato, che ne dici di andare un po al mercato a prendere dei giochi per il bimbo? Con questa folla non ci vedranno, ma poi dovremo nasconderci!”
Sammy acconsentì subito e tutto felice prese per mano il maggiore e si avviarono verso il centro.
 
 
Si divertirono molto. Presero un ciuccio, un biberon e diversi sonaglini per il pupo.

“Guarda, Dean!! Gli piace! Gli piace!!” strillava il piccolo Sam, facendo suonare il sonaglino davanti alla faccia del bimbetto, che stillava di gioia con i suoi gorgoglii.
Dean riuscì perfino a prendere due gelati per lui e per Sam, alla gelateria poco distante, nel mentre che si decisero a tornare a casa, c’era Sammy che faceva assaggiare poche gocce del gelato al piccolo, mentre esso gorgogliava “Nghe, nghe!”
“Guarda, Dean, gli piace, gli piaceee!” diceva Sammy, tutto felice.

Il cuore di Dean scoppiava di gioia nel vedere il suo fratellino Sammy così felice, questo gli confermava di aver fatto proprio bene a prendere quel pupo, aveva portato gioia nella loro vita! Quanto tempo era che non ridevano così tanto e di cuore?
 
 
 
*

Quando tornarono al motel, finirono di mangiare i gelati sul pavimento, mentre il piccolo si rotolava sulla coperta e Sam gli faceva assaggiare la panna dal suo gelato.
Il bimbo non sembrava preoccuparsi di aver la faccia piena di panna, era tutt’altro che scontento, anzi, rideva e poi prese a gattonare e a toccare la faccia di Sammy con le sue manine, a tastargli tutto il viso.
“Nghe! Nghe!”
“Piano, non fargli male.” disse Dean, lievemente preoccupato che il pupo graffiasse il suo dolce e tenero fratellino, ma il pupo non sembrava avere cattive intenzioni, anzi, sembrava tastare il viso a Sammy in una strana imitazione di carezze affettuose, un gesto tenero a cui Sammy rispondeva con gli occhi chiusi, quasi in estasi.
“Non mi fa male, Dean, mi vuole bene!”

“Ora mi spiegherete perché voi due avete preso il mio bambino.” Disse quella che Sam e Dean avrebbero scoperto di lì a poco, essere la madre del pupo!
Il tono che aveva usato, era appena un po tremante, aveva gli occhi lucidi, di lacrime non versate, ma non sembrava incattivita, il suo tono era a metà tra lo spaventato e quasi il ferito, avendo visto quanto il suo bambino stava bene in mano a dei bambini sconosciuti, seppur lontano da lei.
Dean e Sam esalarono un gemito di sorpresa e spavento nel vederla.
 
 
 
 
*

Il colloquio di John con la madre del bambino, fu uno tra i più imbarazzanti che avesse mai avuto.

Eppure Dean e Sam ricordavano di averlo visto imbarazzato tante volte, specie quando cercava di convincere delle persone refrattarie, che le loro case erano invasate da spettri o fantasmi, o che non dovevano vergognarsi di aver compiuto una brutta azione, perché erano sotto il controllo di un demone.
Eppure, Dean credette di non aver mai visto il padre così mortificato prima di quel giorno, ed era sua la colpa.
“La prego di perdonare i miei figli, signora , la prego, non sporgi denuncia, i miei poveri figli hanno subito un lutto molto grave, nella nostra famiglia. Anni fa, è venuta a mancare mia moglie. Un incendio..in cui lei perse la vita, nella stanza c’era anche mio figlio Sam, che all’epoca aveva più o meno l’età del suo, è salvo per miracolo, quel giorno fu Dean, a portarlo fuori dalla casa in fiamme. Da quel momento..è come se avesse subito un trauma. Quando lui vede dei bambini piccoli..rivive quell’episodio traumatico.”
“E rapisce tutti i neonati che trova, perché anni fa, avete subito un lutto?” chiese la donna, sforzandosi di essere comprensiva, ma era tremante di rabbia.
“No.” spiegò John, rammaricato. “Non si era mai comportato così prima d’ora, sono terribilmente desolato e spiacente, stia sicura che lo rimproverò duramente per come si è comportato. Sono sicuro che già si sente in colpa, ma gli ripeterò quanto ha sbagliato, ad oltranza, non la passerà liscia questa volta.”
La donna sembrò per un attimo vacillare lasciando prevalere la sua indole di essere a favore dei bambini, sempre e comunque, ma poi sembrò ricordarsi che le creaturine di cui provava pietà, erano le stesse che avevano preso il suo piccolo e l’avevano portato chissà dove.
 

A quel punto si diede il via a una serie di botta e risposte tra la madre e John, mentre discutevano della cosa, fuori dal motel.
Lei diceva che non servivano a nulla le cattive maniere ma doveva insegnare ai loro FIGLI, che non potevano andare a rubare i bimbi degli altri, che era sbagliato.
John, che, perdendo un po la compostezza che non gli era proprio di sua natura, si sentiva un po ferito nell’orgoglio e replicava che comunque se lei fosse stata più attenta al SUO bambino, loro non avrebbero potuto rubarglielo, che bisognava essere TANTO SCIOCCHI, per farsi rubare un neonato da un marmocchio che ancora faceva le scuole elementari e un altro che non aveva ancora finito la scuola materna.
La donna, di suo, replicò che non si faceva dare lezioni su come bisognava guardare i propri figli, da un uomo che aveva lasciato i suoi, così piccoli, completamente da soli, abbandonati a sé stessi.
La situazione stava degenerando in fretta, e John, come faceva sempre quando non sapeva come uscire da una brutta situazione, cercò di sistemarla come sapeva fare meglio.
Con il denaro!
Erano già tornati dentro la stanza del motel e John le aveva offerto MILLE dollari, se avesse accettato di non sporgere denuncia.
 


La donna sembrò vaclllante, John riconosceva la disperazione quando la vedeva riflessa nello sguardo altrui. La donna doveva aver problemi di soldi e probabilmente quei soldi gli avrebbero fatto comodo, avrebbero garantito una sicurezza economica più agiata a lei e al bambino.
Lo sguardo di lei era indeciso e logorato dall’indecisione, appena un po velato, ma si riscosse subito e d’un tratto diventò uno sguardo fiero, orgoglioso.
“Sa cosa può farci con questi? Si vergogni! Il mio bambino non è in vendita!” prendendo la mazzetta di soldi, li buttò in faccia allo sventurato John. “Prendo mio figlio e me ne vado subito. “
 
Sam e Dean vedendo le urla della donna si erano immobilizzati, anche se erano davanti al bimbo, facendolo giocare per terra, la donna andò dritta verso il suo bimbo e cercò di prenderlo in braccio, ma il bimbo, che stava ridendo con entrambi , in particolare con Sam, non sembrò gradire l’interruzione della madre e al suo tentativo di prenderlo, cominciò a piangere, allargando le braccia per aggrapparsi a Sam.
“Tesoro..” disse la madre, stranita e ferita.

“Tesoro, avanti, dobbiamo andare a casa.” Provò la madre, tirando di più la felpa del bambino, strattonandolo, con il risultato che il neonato si aggrappò più forte al collo di Sammy e ululò come se lo stessero scannando, aggrappandosi così a Sammy finì che anche Sammy gridò per la pressione e Dean si spaventò, spingendo via la donna.
“Gli sta facendo male. Sta facendo male a mio fratello.” disse, spingendola via.
 
La donna, scoppiò a piangere, in ginocchio, sul tappeto, a singhiozzi, John, a quel punto, scioccato come tutti, si avvicinò timidamente alla donna, mettendole una mano gentile sulla spalla.
“Karen, parliamo?”

Il suono era gentile ed era la prima volta che diceva il suo nome.
A volte basta poco per rassicurare una persona ferita.
Un tono gentile, pronunciare il suo nome con dolcezza.
Annuì.

E parlarono.






















Note dell'autrice: questa storia non era prevista nel mio registro xd
mi è venuta in mente perchè oggi a colazione, appunto in questo fantomatico supermercato che accenno xd ho visto un bambino dagli occhi meravigliosamente blu <333
e non so perchè, ho pensato a Cas <333
vi assicuro che non avevo intenzione di rubarlo ahha e che la madre c'era ed era presente xd
però mi ha ispirato questa storia!!
spero che non prendiate in antipatia questa storia perchè tratta un argomento così delicato, assicuro tutti che non sto incoraggiando il rapimento di bambini xd
c'è un motivo specifico per cui ho scritto questa storia e vi sarà più chiaro più avanti ^^

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Capitolo 2
*** Grandi maestre di dignità sono le donne ***


Karen e John parlarono.

Karen raccontò a John che era molto apprensiva con il suo figlioletto di un anno. Non lo faceva mai toccare o prendere in braccio a nessuno, dovevano pregarla. Non aveva neanche voluto che andasse all’asilo nido, anche se l’avevano consigliata in diversi, ma non poteva farci niente, aveva troppa paura di separarsi dal bambino, a quanto pareva, dopo la separazione dal suo ex,aveva il terrore di separarsi anche dal bambino.

“Karen..posso capire le tue parole,ma non puoi tenere il tuo bambino in una campana di vetro,per le tue paure.Forse non ho il diritto di parlarti così, ma è indubbio strano che il bimbo si sia lasciato prendere da estranei, anche se sono poco più grandi di lui, di solito piangono, cercando la madre, non sto dicendo che tuo figlio non ti voglia bene, ma forse allontanarlo dalle persone e da altri bambini con cui giocare insieme, nuoce al bambino. Non mi stupisco che non voleva separarsi da Sam e Dean.”
“Ha..soltanto un anno..” disse la donna, sulla difensiva.

“Noi crediamo che a quest’età non capiscano, ma in realtà il bisogno della compagnia, compare già molto presto. Lascia che tuo figlio vada alla scuola materna, Karen..”
Karen sembrava molto combattuta,poi disse:

“E se lo rapissero di nuovo? E se non fossero dei bambini stavolta??”

La donna era chiaramente impaurita, John pur non essendo un tipo empatico, si sforzò di capirla.

“Il fatto che i miei figli siano riusciti a prenderlo, è per una tua distrazione, ti prego di non ofenderti, non è mia intenzione, ma credo sia questo che succede, quando cerchi di controllare troppo le cose, ti sfuggono dalle mani..basta un attimo di distrazione..per un eccesso di stanchezza..e succede..suppongo che tieni sotto controllo il tuo bambino costantemente, non lo lasci mai solo, forse solo una volta,ti sei concessa il lusso di abbassare la guardia,un momento di relax, dico bene?”

Karen sembrava arrabbiata di doversi far rimproverare da uno sconosciuto, ma annuì.

“Sai, alcuni mi danno del padre degenere,perché lascio i miei figli da soli, tantissimo tempo, durante i miei viaggi, ma a me importa solo una cosa: che imparino a badare a loro stessi quando io non potrò più farlo..” e dicendo così scoccò un’occhiata ai due “e che abbian l’un l’altro. In questo modo non saranno mai soli. Noi genitori crediamo sempre di essere indispensabili,ma è di qualcuno simile a loro, che poi quando crescono, hanno bisogno e cercano. Noi siamo un’altra generazione..e a volte siamo troppo distanti, seppur stando vicini..”

John sembrava in procinto di commuoversi e Karen sorrise guardandolo.

“Sono stata troppo egoista, per colpa delle mie paure di abbandono, stavo per chiudere mio figlio in una gabbia..e per la mia mente chiusa,ho giudicato troppo in fretta..se i tuoi figli hanno preso da te,John, non mi meraviglia che il mio piccolino abbia voluto andare con loro..grazie di tutto, John, non sarò più così cieca.”
 
Si alzò e John la guardò pieno di meraviglia. Con gli occhi appena lucidi, si era alzata. Non sembrava più la donna che poco prima piangeva sul pavimento,come una bimba spaventata.
Per un momento, Karen si asciugò la lacrima e il momento dopo, sorrideva. Fiera e bellissima.

Piangono, poi si asciugano le lacrime e si rialzano.
Grandi maestre di dignità,sono le donne.

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Capitolo 3
*** Arrivederci, piccolo ***


Karen si alzò in direzione del piccolo e si inginocchiò davanti a lui.

“Mamma è stata un pochino egoista, per la tanta paura di perderti ti ha rinchiuso in una gabbia dorata, per fortuna l’ha capito in tempo, d’ora in avanti ti lascerò giocare con gli altri bambini, e andrai all'asilo nido e poi alla scuola materna, non sarai più solo.”

Il piccolo guardò la mamma un po stralunato, poi gli toccò il viso con le sue manine facendo delle smorfie buffe e sorridendo.

Karen con gli occhi lucidi lo prese in braccio.
Il bimbo si voltò un attimo verso Dean e Sam, non piangeva più, ma aveva gli occhi tristi, come i due bambini.

“Forse il destino..ci farà ritrovare un giorno, ma qualcuno, un giorno mi disse, che le anime non si perdono mai del tutto, anche se non si vedono..”

John pensò che se avesse conosciuto Karen prima di Mary, avrebbe potuto innamorarsi di lei.

“Dì ciao a Sam e Dean, Jimmy..”disse la donna e il piccolo fece ciao con la mano.

Sammy si accocolò al braccio di Dean e il maggiore strizzò appena gli occhi.

Dopo poco, mamma e bambino, erano usciti dalla porta.






















Note dell'autrice: mi ero immaginata questa storia molto più intensa di quello che credevo, purtroppo le cose non sono andate come credevo, ma più o meno, sono riuscita a fare tutto come volevo (o quasi ) come avete scoperto qua, il bambino famoso è JIMMY. Il tramite di cas.

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Capitolo 4
*** Un giorno.. ***


Avviso: il finale non è un finale aperto, perchè si ricollega alla mia storia "Ti odio e ti amo." (che potete trovare dentro questa serie)  questo ne è un prequel!
Forse farò anche altri sequel e spin off di questa storia (il bambino dagli occhi color del cielo) vedrò!





“Spero che voi abbiate compreso e capito che oggi una donna ha sofferto per colpa vostra.” Diceva John ai suoi due figli.
“Papà..noi non..” cominciò Dean.

“Voi non avete pensate ed è proprio questo il problema, Dean. Tu sei il maggiore, tu DEVI pensare anche per lui, anche per tuo fratello!”
“Lo so..ma..non credevo di fare del male..io credevo che..l’avessero abbandonato..”
John lo guardò fisso.

“è davvero così, Dean, o è soltanto una scusa quella che mi racconti?”

“Sammy..era così FELICE quando ha visto il bambino..”
“E quindi?” chiese John circospetto.

“Ho pensato che..forse un nuovo bambino, avrebbe potuto sostituire la mamma. Forse se Sammy si sarebbe affezionato a un nuovo fratellino come io mi sono affezionato a lui, allora magari..”

“Basta. Smettila. Dean, ti rendi conto di quello che stai dicendo??”

Dean era atterrito, guardava Sammy che da parte sua, stringeva il suo orsetto di peluche atterrito ugualmente.

“Sam, hai chiesto tu a tuo fratello di prendere il bambino?”

Sam scosse la testa vigorosamente, poi guardò Dean e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Dean, perdonami! È colpa mia. Sono cattivo.”

Dicendo così, abbandonò il peluche sul divanetto e corse ad abbracciarlo stretto per la vita e Dean si sentì mancare, aveva fatto piangere suo fratello.

“Le azioni più crudeli si compiono sulla base di quello che chiamiamo AMORE, ma non tutto quello che chiamiamo amore, necessariamente lo è.”
 
Dean guardò suo padre scioccato. Come poteva dire quelle cose? Soprattutto davanti a Sammy?
“Tu…ci hai difesi..prima con quella donna..e ora..”

“Certo che l’ho fatto, è dovere di un padre difendere i propri figli. E io SEMPRE difenderò i miei, tuttavia, non posso non metterti di fronte alle tue responsabilità, figliolo, tu dovresti essere quello più grande, quello maturo. E invece per il troppo AMORE, oggi hai fatto soffrire una donna. Certo, vi ha visti praticamente subito, vi ha seguiti..ma se non vi avesse visti in tempo, avete idea di quello che avrebbe potuto passare? E tutto per far contento tuo fratello, non metto in dubbio che ami tuo fratello, Dean, ti dico sempre di proteggerlo, ma quello che provi, smette di essere amore, nel momento stesso in cui per far felice chi ami, fai del male a qualcun altro”

Dean era paralizzato. Non sapeva cosa dire.
“Papà…papà..non prendertela con lui..” diceva Sam.
“Non devi più permettere ai tuoi sentimenti di governarti e di ferire gli altri in nome di questo, Dean. “

“Tu non capisci..” disse Dean con voce soffocata. “Tutti i giorni io..io guardo Sammy nella culla, sperando che non si incendi, come è successo alla mamma!”

John lo fissò a lungo, gli occhi suoi divennero lucidi.



“Non capiterà niente di tutto questo, mai più, io non permetterò che nessuno vi faccia del male e che vi capiti quello che è successo a Mary, ma una cosa del genere, non ricapiterà mai più, o sarò costretto a prendere dei provvedimenti.”

“Q-quali provvedimenti?” chiese Dean.
“Separarti da Sammy.”
Sam e Dean fecero degli urli strozzati.

“Non puoi farlo!!” gridò Dean.

“E non voglio. Ma se non ti darai una regolata e non comincerai a comportarti come un ometto, Dean, mi costringerai..”

“Quello che è capitato è stato un errore.” Diceva Dean piangendo.
John si inginocchiò davanti a lui mettendogli le mani sulle spalle.

“Errori del genere non possono capitare a noi, se vuoi essere d’aiuto a Sam, io posso addestrarti, con la caccia, possiamo cacciare INSIEME, solo in questo modo proteggerai tuo fratello e gli dimostrerai che gli vuoi bene, non facendo cose assurde per renderlo felice.”
 
Dean annuì e sospirò con il naso.

John sorrise e allargò le braccia per far venire anche Sam, finirono in un abbraccio a tre.
Quando si staccò lui disse:

“Cerchiamo di non pensare più a questo episodio, ok? Vediamola solo come un’altra avventura.”
 
Ma per Dean non era lo stesso.

Quel giorno Dean capì che il troppo amore per il suo fratellino, l’aveva spinto al limite, a fare qualcosa di pericoloso, a far soffrire altre persone.

Non sarebbe cambiato solo per quel giorno andato male, non solo dall’indomani.
Quella era solo una miccia di consapevolezza.

La prima volta che Dean aveva intuito di essersi spinto troppo in là.

La prima volta che aveva intuito che amare suo fratello era una cosa pericolosa.

E sarebbe stato sempre così, giorno dopo giorno, un tarlo incandescente.
Anno dopo anno.

Fino a tramutarsi in odio e allontanamento, una volta che questo attaccamento si trasformò in attrazione e in innamoramento.
 
Un giorno avrebbero rincontrato Castiel e anche Jimmy.

Un giorno avrebbero riparlato di tutto quello che era successo.
Del destino che li aveva fatti incontrare.

Un giorno.
Non ora.






















Note dell'autrice: non sono del tutto soddisfatta, questa storia mi ha dato parecchio filo da torcere, forse sarà per l'argomento che è molto delicato, non sono riuscita a farla come avevo in mente, con del semplice fluff e basta, ho cercato di farl apiù leggera possibile ma non so se ci sono riuscita. Come avete notato, mi ricollego a Jmmy. Il finale non è un finale aperto, ma si ricollega alla mia storia "Ti odio e ti amo." questo è un prequel. Sarebbe stato poco credibile che Dean avesse cominciato ad odiare Sam per questo motivo così infantile e inutile e avesse tenuto risentimento per tanti anni, ma diciamo che è un inizio. Tutti noi abbiamo dei piccoli shock e che ci cambiano la visione che abbiamo degli altri e di noi, mi serviva una piccola scusa per allacciarmi a Ti odio e ti amo. Inoltre mi piaceva mettere in campo tutte queste cose, la fragilità di una donna, la paura della solitudine che ti porta anche a ingabbiare gli altri, l'amore di Dean che rapisce addirittura un bambino pur di vedere suo fratello felice.. 
lo so, tante cose sono poco realistiche ma fin da quando ho visto quelmeraviglioso bambino dagli occhi blu al supermercato, mi è venuto in mente Cas, e questa storia. Non posso farci niente.

Spero vi sia piaciuta!

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