Buon Natale

di MaryFangirl
(/viewuser.php?uid=71435)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Fanfiction tradotta dal francese all'italiano. Subito sotto, le info sull'originale.
 
Titolo originale: Joyeux Noël


Apro una piccola parentesi con questa fanfiction natalizia composta di soli 4 capitoli che posterò ogni martedì, così l'ultimo cadrà proprio il 25 dicembre :) L'ho trovata graziosa e adorabile e mi sembra un buon intermezzo rispetto alle altre storie un po' angoscianti e tachicardiche che ho sottoposto alla vostra lettura. Ammetto di non essere una fan del Natale, ma Ryo e Kaori migliorano tutto :))) buona lettura!

 
 
In pochi giorni, un altro anno sarebbe defluito prima che potesse iniziare quello nuovo. Il tempo passava rapidamente quando i proiettili o altre minacce volavano intorno, quindi ogni momento rubato alla vita era importante. Si dava un altro sguardo su ciò che si aveva intorno, quando il domani sarebbe potuto non esistere.
Durante quella fine dell'anno, un'atmosfera dolce e gioiosa si era stabilita sulla città di Tokyo e i suoi abitanti. La gente vagava per le strade, impaziente, avvolta in grandi cappotti di diversi colori e fantasie ma con lo stesso sorriso sognante e giocoso sulle labbra. Le vetrine erano state allestite con i migliori ornamenti offerti agli occhi di chi passeggiava. Le strade erano addobbate di ghirlande che brillavano in mille colori durante la sera. In quel periodo dell'anno, Tokyo non era più una grande città dove tutti si spintonavano e si affrettavano senza vedersi. Con il suo bianco e setoso ornamento a ricoprirla, il tempo sembrava finalmente aver trovato il suo ritmo: ognuno pensava a sé e agli altri, prendendosi il tempo per vivere e assaporare la tregua concessa per le vacanze di fine anno. Natale si stava avvicinando. Tutto era gioia all'annuncio delle festività.
Seduta alla finestra del salotto, una tazza di cioccolata calda tra le mani, Kaori osservava, pensierosa, il quartiere che si animava sotto l'effetto della crescente euforia. Quel periodo era il suo preferito dell'anno. Era un breve momento durante il quale il mondo diventava più indulgente, dove tutto sembrava possibile, anche i sogni più sfrenati.
Kaori aveva un sogno. Un sogno che voleva realizzare quell'anno al fine di terminare con una nota piacevole che avrebbe cancellato tutte le incognite della loro vita così inusuale. Era stanca delle battaglie. Di essere costantemente in all'erta. Avevano bisogno di una pausa, un momento di felicità, per forgiare altri ricordi gioiosi lontano dalle armi e dal sangue. Kaori non aveva grandi ambizioni al riguardo, sognava solo un vero Natale in famiglia. Una bella tavolata. Una bella cena. Un'atmosfera dolce e casa. E lui. Guardarlo rilassarsi e godersi il momento. Per questo era necessario che lei trovasse la forza per convincere l'unica persona per cui voleva realizzare quel sogno. Era da settimane che ci pensava senza sapere come affrontare l'argomento. Conosceva la sua avversione per quei momenti di abbandono e di spensieratezza che lui non conosceva. In ogni momento, lui doveva rimanere concentrato e guardarsi le spalle. Per lui, Natale non significava niente di speciale. Era un giorno come un altro che poteva a sua volta portargli un sacco di dolore. Kaori voleva dimostrargli il contrario. Temeva il suo rifiuto e ciò che non voleva era soffrire di più. Ma doveva osare. Voleva farlo per lui ma anche per se stessa.
Dal matrimonio di Miki e Falcon e della dichiarazione di Ryo, che non era stata realmente tale, nulla si era realmente evoluto tra loro. Kaori rifiutava di forzargli la mano ma non voleva neanche attendere che si presentasse una nuova opportunità, tra gli spari e la paura di morire. Più di ogni altra cosa, sentiva il bisogno di andare avanti e di evadere, di godersi semplicemente i piccoli momenti di felicità che erano da afferrare. E Natale era l'occasione perfetta per ciò.
Ryo, l'unico uomo dei suoi pensieri, era disteso sul divano, allegro, a guardare una qualsiasi replica in tv. Guardando l'uomo così in contrasto con l'immagine del guerriero incrollabile che poteva mostrare ai suoi amici, Kaori appoggiò la tazza sul tavolo per sedersi sul divano, frapponendosi fra lui e la tv:
"Kaori, non sei trasparente!" si lamentò lui, cercando un angolo di visione migliore verso lo schermo.
"Ryo...?" cominciò lei con una vocina, triturandosi le dita per il nervosismo.
"Cosa?" rispose lui, sempre ipnotizzato da ciò che stava cercando di guardare.
"Hai qualcosa in programma per Natale?" si gettò.
Un allarme trillò nella sua testa. Gettando una breve occhiata alla giovane donna, notò tutti i segni premonitori: la sua postura esitante, la sua vocina, l'ansia nelle mani che lei maltrattava l'una contro l'altra. Stava per chiedergli un favore. Non gli ci era voluto molto per collegare ciò alla festa che la sua partner amava così tanto. Ryo già si vedeva intrappolato a fare il pagliaccio, con addosso un completo rosso troppo grande per lui e una barba bianca che avrebbe irritato la sua pelle per settimane, per un branco di marmocchi isterici. Niente di molto sexy che gli avrebbe permesso di rimorchiare chicchessia. Doveva giocarsela bene se voleva filarsela. Aveva progetti migliori in mente.
Schiarendosi la gola e con un'aria seria, Ryo si rivolse con calma a Kaori:
"Continui a dirmi che bisogna ascoltare il prossimo e quelli meno fortunati di noi, quindi quest'anno ho deciso di seguire il tuo consiglio. Sono impegnato con una recente associazione che aiuta le giovani donne sfortunate. Niente di straordinario, si offre un po' di tempo e supporto per i loro sforzi, un atto di gentilezza...puoi essere fiera di me!" gridò con orgoglio.
Nella sua testa la 'recente associazione' era il nuovissimo cabaret aperto di recente: La Farfalla Bianca. Le 'giovani donne sfortunate' erano bellissime e scultoree dee molto poco vestite. 'Offrire tempo e supporto' significava che più lui le incoraggiava con bei bigliettoni e termini affettuosi, e più loro si spogliavano per il suo piacere. Uno scambio di buoni favori a cui Ryo non avrebbe rinunciato così facilmente.
"Oh capisco..." disse Kaori con una voce che non nascondeva la sua sorpresa e il suo dolore mentre i suoi occhi si velarono di delusione.
"Non fare quella faccia, è per una buona causa" disse, scompigliandole allegramente i capelli per farla uscire da quello stato.
"No, tranquillo...sono contenta che tu sia finalmente più socievole e aperto con gli altri, solo che..."
"Solo che, cosa?" chiese Ryo, un po' seccato che lei lo immaginasse così freddo e distaccato mentre quello che lui progettava richiedeva invece calore e senso del tatto, anche se non poteva dirglielo apertamente.
"Solo che, Miki e Falcon festeggeranno il loro primo Natale da marito e moglie...Mick e Kazue hanno anche loro programmi per l'occasioni...quindi rimani solo tu per...aaah" sospirò lei suo malgrado, prima che il suo ragionamento interiore le desse un'idea: "O, allora..." disse con uno scintillio negli occhi che Ryo riconobbe, inorridito. Con gli occhi nocciola che brillavano all'idea che aveva appena attraversato la sua mente, Ryo sapeva che lei aveva escogitato qualcosa per sua sfortuna. Non era di buon auspicio per lo sweeper.
"O allora...?" ripeté, ansioso della risposta della partner.
"Potrei accompagnarti alla tua opera di beneficenza" disse alzandosi, entusiasta all'idea. "C'è sempre bisogno di un paio di mani in più in questi casi, non si è mai troppi per aiutare gli altri..."
"COSA?!" la interruppe Ryo, soffocando. "Ma no...è...è..." stava cercando vivamente una scusa: "Siamo al completo!" disse, fermandosi rabbiosamente dall'immaginare Kaori che 'aiutava' tutte quelle ballerine affascinanti, perché nella sua mente maliziosa ciò lo avrebbe solo stimolato e doveva rimanere concentrato per allontanarla da quella folle idea.
"Come sarebbe, al completo? Sono sicuro che se glielo chiedi, gli organizzatori accetteranno una persona in più per la loro causa...per favore, non mi lascerai sola per Natale...?" elemosinò con i suoi grandi occhi pieni di speranza.
Era finito. Ryo non poteva confessare le sue vere intenzioni a proposito del 'gala di carità' che lei immaginava casto e innocente, e non poteva assolutamente portarcela. Entrambe le opzioni lo avrebbero portato a una punizione 'Made in Kaori', che non avrebbe dimenticato. La sua sentenza sarebbe stata terribile se avesse scoperto la verità ed era fuori questione che passasse il Natale così. Ryo doveva pensare e pensare velocemente. Una scusa, un compromesso sarebbe riuscito a soddisfare lei e lui senza intoppi e senza danni. Davanti al silenzio pesante del suo partner, Kaori sentì il proprio sangue gelare e un dolore incommensurabile invaderla. Non gli chiedeva la luna, ma a quanto pare gli domandava fin troppo. Come osava essere così abominevole e mostruoso da abbandonarla per le feste e, al contrario, essere presente e conciliante con degli estranei? Dopo tutto il lavoro che faceva lui ogni giorno: la biancheria, le pulizie in casa, i pasti, il loro lavoro...era dunque così poco importante per lui, nonostante tutto quello che avevano passato insieme?
"Va bene, non insisto! Vai al tuo gala così importante! Divertiti mentre io rimarrò da sola nel mio angolo. Noleggerò un film e mi scalderò un piatto, almeno non mi dovrò preoccupare di farti da mangiare per una volta! Sarà un giorno libero! Magari avrò la minima possibilità di vederti almeno per augurarti buon Natale prima di correre alla tua festicciola!" disse seccamente, sopprimendo le lacrime che già scintillavano nei suoi occhi prima di girarsi con l'intenzione di trovare rifugio lontano da quell'uomo che le spezzava continuamente il cuore.
"Aspetta!" si affettò lui, afferrandola mentre si alzava dal divano.
Il fatto di mentirle, di farla soffrire con affermazioni incomplete o ambigue era una cosa. Ma lasciarla credere che non valesse nulla per lui, specialmente in quel periodo in cui sapeva quanto le mancava suo fratello e che tutto quello che voleva era stare con qualcuno per condividere un momento di gioia, non poteva tollerarlo. Tutto ciò che contava per lei, contava anche per lui. Era stupido voler farle credere il contrario, ma non immaginava di poter fare altro. Aveva tuttavia trovato un compromesso, rimaneva da sapere se Kaori sarebbe stata soddisfatta:
"Posso organizzarmi..." suggerì, catturando l'attenzione della giovane donna che interruppe la sua corsa per ascoltarlo. "Diciamo che posso rimanere con te un momento, il tempo di festeggiare dignitosamente, ma visto che mi sono già impegnato, e tu sai che sono di parola, andrò alla festa, cioè al gala" disse in fretta, con un po' più ritardo del previsto...calcolò nella sua testa che, se avesse mangiato velocemente, se si fosse preso il tempo per dedicare un minimo di attenzione alla giovane donna entusiasta di quel momento, avrebbe potuto affrettare la cena di Natale in un batter d'occhio e andare al cabaret senza rimpianti.
"Davvero...? Lo faresti? Oh Ryo, grazie! Se sapessi come mi rende felice!" gli saltò al collo.
"Solo per qualche ora, Kaori, non pensare chissà che..." precisò, svincolandosi gentilmente dall'abbraccio della giovane donna.
"Non te ne pentirai. Preparerò una cena super per questo Natale in famiglia!"
"Solo una cena, poi esco" insistette lui di fronte all'entusiasmo di Kaori che iniziava ad elencare ciò che doveva fare e comprare.
"Una cena in famiglia. Un vero Natale" ripeteva allegramente. "Oh, e anche un regalo" pensò ad alta voce.
"Come sarebbe, un regalo? Niente regali, non avevi parlato di regali" si preoccupò Ryo al pensiero di doverle fare un regalo che sul momento l'avrebbe fatta sperare ciò che lui si rifiutava di concretizzare.
"Non c'è Natale senza regalo...solo uno..." disse lei piano. I suoi occhi, teneri e sinceri, lo imploravano di acconsentire alla sua richiesta. Le sue labbra, morbide e rosee, mormoravano 'per favore', come una carezza. Era in trappola.
"Okay..." sussurrò, abbassando la testa, rassegnato e passandosi le mani tra i capelli prima di rendersi conto ad alta voce: "Quindi devo trovarti un regalo?"
"Non sei obbligato" disse lei timidamente. "Il fatto che tu ci sia è ampiamente sufficiente" gli sorrise con le guance rosse prima di porre fine all'imbarazzo. "Ho meno di una settimana per organizzare tutto, non ho tempo da perdere"
Ryo la guardò prendere la borsa e il cappotto prima di lasciare l'appartamento. Un minuto prima, era in lacrime, e ora era raggiante. Ryo non sapeva se gioire o meno di avere tanta influenza su di lei. Una sua sola parola poteva avere effetti su di lei che ancora non si sentiva pronto ad affrontare. Quando gli si era gettata al collo per ringraziarlo, aveva sentito un tale calore da quel corpo così innocente che ne sarebbe stato consumato se non si fosse allontanato il più rapidamente possibile. Fortunatamente per lui, troppo impegnata con i suoi preparativi e la sua gioia, lei non aveva percepito nulla dei suoi dubbi. Era ben consapevole che la felicità di lei combaciava con la propria. E ciò era terrificante. Era l'unica a non vedere che, alla fine, non riusciva a rifiutarle niente. Il suo sorriso era contagioso perché, malgrado tutto, lui stesso aveva proprio quel sorriso, adesso. Una semplice cena non era vincolante. Se con quel gesto poteva alleviare ciò che le faceva sopportare quotidianamente a causa della propria indecisione, allora si sarebbe piegato volentieri.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte 2 ***


 
In seguito a quell'accordo tra di loro, un profumo di festa riempì l'appartamento che era addobbato da decorazioni in tema. Per l'occasione, Kaori aveva comprato un vero abete che profumava l'aria del salotto con i suoi odori di foresta. Ryo era stato requisito per andare a cercarlo con lei. E ovviamente Kaori aveva dovuto scegliere il più grande e pesante. Nonostante le sue lamentele, Kaori non aveva voluto ascoltare nulla e Ryo aveva ancora una volta adattarsi alle sue esigenze per il Natale. Si era quasi rotto la schiena trascinando l'albero su per le scale e poi sistemandolo secondo le istruzioni di Kaori, ma ora che era stato installato e addobbato con cura dalla giovane donna, quel dannato abete faceva il suo effetto. Sembrava molto meno imponente ora che tutto l'appartamento era abbinato con i suoi colori: verde, oro, rosso, argento. Ce n'era dappertutto. Kaori non aveva dimenticato un solo angolo. Anche nella stanza di Ryo aveva trovato modo di infilare alcuni accessori, come una ghirlanda sul lampadario del soffitto o de graziosi fiocchi sulle maniglie del suo armadio. Ryo aveva cercato di rimuoverli, ricordandole che non era più un bambino, ma Kaori li aveva rimessi non appena lui aveva voltato le spalle, rispondendo che tutti avevano un'anima da bambino e che le decorazioni aiutavano a mantenere la magia del Natale. Tutto quell'entusiasmo intorno al famoso giorno di Natale era sufficiente a far girare la testa allo sweeper. Ciò che lo destabilizzava di più era Kaori. Era quasi irriconoscibile: sempre sorridente, paziente e attenta. Ryo non poteva credere a quella metamorfosi. In diverse occasioni, aveva testato la giovane donna con l'idea in mente che, se fosse riuscito a provocarla a sufficienza, alla fine avrebbero litigato e non sarebbe stato costretto a subire quel soffocante buonumore, potendo fare a meno della cena di Natale. Non voleva deluderla, ma gli era difficile farne parte senza sentirsi in colpa per tutto ciò che lui non faceva per lei. Ma non servì a nulla. Kaori non partecipò al suo gioco, come se avesse indovinato le sue povere intenzioni. Non disse una parola più ad alta voce dell'altra. Nessun martello né rimproveri quando scoprì le sue riviste maliziose che si limitò a mettere nei cassetti. Nulla sembrava in grado di contaminare la sua gioia.
Poi arrivò il giorno del 24 dicembre.
All'alba, Ryo sentì Kaori alzarsi. Gli ultimi giorni, tra le decorazioni e intense pulizie di casa, lei li aveva trascorsi a correre per negozi di ogni genere: macelleria, gastronomia o altro. Poi, c'era quel famoso regalo che Kaori voleva dargli. Ryo si chiese cos'avesse potuto trovare. Non aveva bisogno di niente e ancora meno qualcosa di superfluo. Quindi si permise di divagare sull'argomento, dicendo a se stesso che forse aveva osato prendergli un abbonamento al suo settimanale pieno di fascino...sarebbe stato molto utile riceverlo direttamente nella casella di posta ancora prima che apparisse in edicola, un inestimabile guadagno di tempo. O forse un regalo malizioso e intimo da parte sua, immaginò con aria lasciva. Poi si picchiò in testa per far uscire tali immagini della sua partner dalla mente. Ryo aveva cercato di saperne di più, ma per tutta risposta Kaori sorrideva e arrossiva. Ciò servì solo ad alimentare la sua immaginazione già molto fertile. Sicuramente le intenzioni della giovane donna verso di lui erano tutto il contrario, ma non poteva fare a meno di sognare.
Quella mattina, Ryo rimase a letto il più possibile, il tempo di far svanire i sogni e i pensieri poco casti verso la sua partner, che nella sua spensieratezza era ancora più radiosa e seducente. Da un lato, non voleva ritrovarsi in cucina con tutto ciò che la giovane donna aveva in programma di preparare per quella cena, c'era da credere che aspettasse un reggimento, ma soprattutto non voleva essere lì a vederla andare in giro piena di gioia. Con quel corpo che ondeggiava davanti ai suoi occhi, la sua voce dolce che canticchiava melodie delle feste e quel sorriso da far dannare un santo, Ryo sapeva che l'inferno lo aspettava. Era risaputo che il cammino per l'inferno era lastricato di belle intenzioni, e queste si racchiudevano in un'unica e sola persona: Kaori. Certo, sapeva da tempo che per lei avrebbe rischiato tutto, ma recentemente aveva scoperto quello che non avrebbe mai pensato di poter provare. Attraverso lei, viveva una vera felicità, la sua gioia era comunicativa. E per una rara volta, lui ne era la causa. Era una strana sensazione essere la fonte di tale felicità per un'altra persona. Una sensazione dolce e calda. Lo prendeva in pieno cuore. Era così bello renderla felice e soprattutto così accomodante. Era anche terrificante. Ryo sapeva meglio di chiunque altro che la felicità era fragile ed effimera. Ci voleva poco perché tutto vacillasse e si rompesse. Attraverso di lei, approfittava del prezioso dono che, lo sapeva, non sarebbe durato. Solamente approfittandone, abbassava la guardia. Diverse volte si era reso conto che la divorava letteralmente con gli occhi. Osservarla, ammirarla era diventato più forte di lui, e ci era voluto poco perché Kaori diventasse consapevole del suo improvviso interesse.
Eppure Ryo sentiva che in quella vigilia di Natale il suo desiderio di mantenere le distanze con lei stava lentamente diminuendo. Contava quindi le ore in cui avrebbe dovuto sopportare la tortura nell'ammirarla così, bella, gioiosa e quasi accessibile per un uomo come lui. Poi sarebbe arrivata la liberazione di tutta la frustrazione accumulata da tutte quelle cosucce che la rendevano la sua donna nei suoi sogni più sfrenati. Avrebbe potuto ubriacarsi tra altre braccia, farsi cullare da altre voci, immaginarsi senza complessi che tutte quelle donne avessero un solo e unico viso.
Col corpo sudato e le idee che correvano, Ryo non ebbe altra scelta che alzarsi e andare in bagno. Solo una lunga doccia fredda poteva mozzargli tutto il desiderio di rovinare qualsiasi cosa ci fosse tra lei e lui.
La mattina era già molto avanzata quando finalmente lo sweeper si presentò. Vari aromi gli solleticarono le narici. In cucina, Kaori era impegnava e cantava. Ryo la osservò di soppiatto: così concentrata in quello che faceva, assaggiando qua e là le varie preparazioni. Invidiava la glassa di cioccolato o la salsa di castagne. Anche a lui sarebbe piaciuto assaggiare attraverso le sue dita sottili e le sue labbra deliziose. Doveva fare qualcosa per fermare i deliri 'culinari', con una scemenza, piccola e senza conseguenze, per riportarlo alla realtà:
"Hai previsto di avvelenarmi con questa cena? Tutto questo cibo per un solo uomo significa indigestione diretta, se non peggio. Abbiamo almeno il numero di emergenza nella memoria del telefono?"
"Buongiorno anche a te, Ryo" disse lei mentre continuava in cucina. "C'è del caffè e ti ho preparato da mangiare, quindi non preoccuparti di nulla e smettila di darmi fastidio, ho ancora un sacco di cose da fare" lo rimproverò come fosse un bambino, senza rivolgergli un'occhiata.
Sconcertato da quella mancanza di interesse, Ryo si servì e rubò alcuni tartufi al cioccolato che Kaori aveva preparato prima di andare in salotto. La tv era accesa, ma Ryo non la guardava davvero. Da quando si era sistemato sul divano, seguiva senza rendersi conto le attività della giovane donna nella stanza accanto. Cullato dalla sua voce orecchiabile, l'ascoltò sbucciare, tagliare, tritare tutto ciò che aveva a portata di mano. I suoi preparativi sembravano infiniti. Conoscendola, voleva che tutto fosse perfetto e che non mancasse nulla. Saperla così concentrata, sentirla così entusiasta e impaziente lo rendeva nervoso. Come se quella 'cena di Natale in famiglia', come lei la chiamava, fosse di un'importanza capitale. Ryo aveva voglia di fuggire. Fuggire da quella felicità che non comprendeva e che lo terrorizzava. Fuggire da quella donna che, era evidente, lui non meritava. Normalmente avrebbe trovato una sciocchezza, una scappatoia, per non vivere e sentire tutto ciò. Ma nemmeno i suoi puerili tentativi ci erano riusciti, quindi deluderla senza complimenti, non ce la faceva, non oggi almeno. Attese pazientemente, non senza fatica, che quella cena fosse finalmente un lontano ricordo.
Verso le 17, Kaori finalmente uscì dalla cucina, un po' esausta ma orgogliosa di sé.
"È quasi tutto pronto. Vado a fare la doccia e poi preparerò la tavola. Non toccare niente, altrimenti..." finse di minacciarlo.
"Ci tengo a vivere. Lungi da me l'idea di mangiare qualsiasi cosa prima di averti vista assaggiare per prima" la schernì consapevolmente. Senza sconvolgersi, Kaori gli fece la linguaccia prima di sparire di sopra. E naturalmente, non appena la ragazza si voltò, Ryo si precipitò in cucina, solo per avere un assaggio di ciò che lo aspettava. Nel frigo, nel forno, c'erano piatti che, solo per il loro aspetto, mettevano appetito allo sweeper. Mentre innocentemente le sue dita agili stavano per prendere un primo piatto, una voce infastidita sorse dietro la sua schiena:
"Sospettavo che non saresti stato in grado di aspettare. È più forte di te, devi sempre fare il bambino e fare ciò che ti è proibito"
"Ho pur il diritto di prendere da bere nella mia cucina" deviò lui, deviando la corsa della sua mano per prendere una birra dal frigo.
"Certo, ma se ti viene un po' fame, sappi che ho preparato qualcosa. Niente di troppo pesante per non rovinarti l'appetito" sorrise mentre si avvicinò al frigo per prendere il piatto. Sorridente, Kaori lo tese a Ryo prima di spingerlo delicatamente ma con decisione fuori dalla cucina.
"Che non ti becchi più, Ryo" lo avvertì prima di partire per il bagno.
Ancora una volta lei aveva anticipato le sue reazioni. E ancora una volta lei si era preparata a tutto. Guardando quel piatto preparato per lui, Ryo sorrise nel vedere a che punto lei lo conoscesse, e senza esitazione iniziò il suo spuntino. Quando Kaori si fece sentire un'ora e mezza dopo, Ryo aveva da tempo finito il suo piatto e si annoiava a morte. Era ansioso di darci un taglio ma c'era da credere che la sua partner si divertisse a farlo aspettare per quella cena. Così, quando la sentì scendere le scale, balzò dal divano con l'intenzione di prenderla il giro per tutto quel tempo perso a fare la doccia. Ma le sue parole derisorie gli rimasero bloccate in gola quando i suoi occhi si posarono sulla giovane donna.
Il tempo si era fermato. Il suo cuore non batteva più.
Kaori scendeva lentamente le scale. Sembrava fluttuare sopra i gradini. Un alone di luce abbagliante la circondava. Indossava un abito color argento. Lunga e fluida, quella seconda pelle seguiva i suoi movimenti lenti e sensuali. Ryo era ipnotizzato. Le sottili bretelle si muovevano ritmicamente sulle sue spalle. Nessun gioiello sulla scollatura modesta ma accattivante che lasciava intuire un seno definito che si alzava armoniosamente ad ogni respiro della giovane donna. Inoltre lo sguardo acuto di Ryo osservò con interesse il seno generoso, senza reggiseno, solo il fine tessuto del vestito lo curvava meravigliosamente. Ignara del tormento dell'uomo che la ammirava in segreto, Kaori aveva un viso dolce adornato qua e là di polvere scintillante sugli occhi e un dolce riflesso sulle labbra. Era semplicemente bellissima. Non c'era niente che Ryo potesse dire per convincersi del contrario. La sua gola si stava prosciugando e il suo cuore batteva a ritmo da record. Mettendosi le mani in tasca, Ryo si pizzicò forte per restare padrone di sé. Doveva conoscere la ragione di quella visione fiabesca:
"Non è un po' troppo...per una sola...cena" deglutì a fatica, immaginandosi tutt'altro menù.
"È stata Eriko a regalarmela per i servizi resi. Aspettavo un'occasione per metterlo...che ne pensi?" rispose Kaori, girandosi su se stessa. Ryo la guardò voltarsi allegramente. Il vestito la lasciava libera nei movimenti e sulla schiena rivelava ancora di più della sua pelle perlacea e setosa. Qualunque fosse la visione che gli veniva offerta, lo sguardo di Ryo si fece più caldo mentre le curve di quel corpo ondeggiavano davanti a lui.
"Ci siamo solo noi...non vedo il punto di questa sfilata..." continuò, schiarendosi la gola.
"Non è un motivo per non fare uno sforzo nell'abbigliamento, e tu non ti cambi per il tuo gala? A che ora è?" lo interrogò Kaori.
Ryo la guardò sorpreso. Per un istante, lei gli aveva fatto dimenticare i suoi programmi. Ma non aveva programmato un abbigliamento particolare. Era di nuovo in trappola. Non poteva uscire con i suoi soliti vestiti, Kaori avrebbe indovinato che l'aveva manipolata. Doveva cambiarsi e fare finta per mantenere credibile fino alla sua partenza. Guardando l'ora, Ryo si precipitò di sopra senza rispondere alla sua partner. Aveva perso abbastanza tempo a contemplarla. Con una rapidità sconcertante, fece la doccia e indossò il primo completo che si trovava a portata di mano nell'armadio. Ryo non si soffermò su quel dettaglio e tornò in salotto con i capelli ancora bagnati e finendo di allacciare i bottoni della camicia, la giacca dello smoking appesa al braccio.
Mentre si aspettava i complimenti di Kaori per il suo outfit che valeva tanto quanto quello d lei, la trovò agitata e in piena riflessione:
"Chi era al telefono?" le chiese perché, pur nella fretta, aveva sentito lo squillo, anche se con il getto della doccia e la sua mancanza di concentrazione, non era riuscito a discernere correttamente l'argomento della conversazione.
"Eriko..." rispose la giovane donna improvvisamente preoccupata, andando in cucina.
"E cosa voleva?" continuò Ryo, vedendo che Kaori lo ascoltava solo a metà.
"Devo fare un salto in città..." lo informò, controllando che tutto fosse pronto in cucina prima di tornare in salotto, infilandosi un paio di scarpe abbinate al vestito.
"Adesso? Non può andarci da sola? Hai visto che ora è, e io non ho solo questo da fare" si infastidì lui, incrociando le braccia sul petto.
"Lo so, mi dispiace...è rimasta bloccata all'aeroporto per via della neve e ha dimenticato l'album con i suoi disegni all'hotel Okura, e ne ha bisogno" spiegò Kaori, infilandosi il cappotto.
"Ma è dall'altra parte della città! Hai visto che tempo fa? Ci metterai ore ad andare e tornare!"
"Mi dispiace davvero, ma è molto importante..."
"Con tutta questa neve e il tuo modo di guidare, nel migliori dei casi arriverai in fondo alla strada, nel peggiore perderemo una macchina!"
"Grazie per questa dimostrazione di fiducia...non vuoi accompagnarmi già che ci sei?" rispose Kaori ironicamente, porgendogli le chiavi della macchina con aria di sfida.
"Penso di non avere scelta! Se voglio essere sicuro di mangiare in tempo...ma è a me che Eriko dovrà un servizio...e so già cosa chiederle...avrà una sorpresa..." sorrise scioccamente Ryo già immerso nei suoi pensieri, prendendo le chiavi e precedendo Kaori fuori casa.
"Non sarà la sola..." disse lei a voce bassa mentre spegneva le luci e chiudeva la porta con un sorriso enigmatico sulle labbra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Mentre Ryo brontolava per la mancanza di attenzione degli altri conducenti e a causa della neve che continuava a cadere, Kaori sentiva il suo cuore battere selvaggiamente. Era ansiosa e ciò non sfuggì al suo partner:
"Non ti stressare, arriveremo a questo hotel ed Eriko avrà il suo quaderno in tempo...ma dovresti imparare a dirle di no ogni tanto, perché non ci si può muovere con un tempo del genere solo per dei disegni"
"Non sai quanto sia importante...ma grazie ancora...tutto questo sarebbe stato impossibile senza di te..." sussurrò lei quando vide l'hotel. Ryo parcheggiò come meglio poté, in qualche modo dubbioso sul significato da dare alle ultime parole della sua partner. Dopotutto, non c'era niente di vitale in dei disegni sebbene, conoscendo Eriko, solo la moda aveva la priorità.
Insieme a Kaori, scese dalla macchina e andò nella hall dell'hotel. Era affollata quella vigilia di Natale. Ryo guardò Kaori dirigersi alla reception e chiacchierare con l'addetto mentre si toglieva il cappotto. Con tutte quelle persone vestite a festa, anche la coppia di sweeper sembrava essere stata invitata a una delle serate che si organizzavano lì per l'occasione. L'hotel disponeva di varie sale e Kaori aveva le chiavi per quella chiamata 'Colombina'. Si fecero strada tra le persone già presenti che cercavano le rispettive sale. Kaori cercò la serratura e fu tremando che aprì le ampie porte della sala.
Chiuse la porta dietro Ryo, che guardò la sala adibita ad accogliere gli ospiti. Diversi grandi tavoli erano splendidamente decorati con i colori del Natale. C'erano ornamenti sulle pareti e un enorme albero sul lato del palco.
"Questa sala sembra già riservata per un evento...sei sicura che sia il posto giusto?" chiese lui incuriosito, quando il suo istinto si svegliò. "Sento delle presenze, non siamo soli..."
"Hai visto tutta la gente che c'è in questo hotel...certo che non siamo soli, sarebbe sorprendente il contrario" rispose lei portando Ryo al centro della sala. "Rimani qui per cinque minuti" gli sorrise con un lampo di eccitazione negli occhi. Il comportamento della giovane donna preoccupò Ryo. Ansiosa poi impaziente, sentiva in lei una certa apprensione e non ne capiva la causa. La guardò sparire sul palco, dietro la spessa tenda di velluto.
"Hai trovato quello che cercavi?" gridò lui impaziente alla giovane donna che tardava a tornare.
"Sì, sì, quasi...non muoverti..." rispose lei e la sua voce risuonò per tutta la sala.
"Cosa stai..." iniziò Ryo prima che tutte le luci si spegnessero e un proiettore lo avvolgesse nella sua luce intensa. Il suo primo riflesso fu di portare la mano alla sua arma.
"Ryo?" lo chiamò Kaori, anch'essa circondata di luce. Automaticamente la sua voce calma lo rilassò. La cercò e la distinse al centro del palco.
"Puoi dirmi cosa sta succedendo? A cosa stai giocando?"
"Non è un gioco Ryo, ma se lo fosse, sappi che hai perso, o meglio, hai vinto il jackpot..." sorrise divertita. "Ti ricordi, ti ho detto che non c'era Natale senza un regalo?"
"Esatto, dopo avermi spillato una cena di Natale...che tra l'altro si raffredderà, ci terrei a ricordartelo! Scendi da lì che andiamo a mangiare, ti ricordo che ho altri progetti!" disse, voltandole le spalle per dirigersi alle porte. Mentre avanzava, Ryo notò che il proiettore seguiva i suoi movimenti. Se Kaori era sul palco, chi gestiva quell'attrezzo?
"Vuoi dirmi cosa sta succedendo?" chiese, girandosi per incontrare lo sguardo scintillante della sua partner.
"Volevo farti un regalo...una sorpresa all'altezza dell'uomo che sei..." arrossì. "Non è stato facile e fino ad ora non credevo di riuscirci...ci ho pensato a lungo...e poi è successo tutto naturalmente..."
Era evidente che Kaori fosse molto emozionata. Giocava col filo del microfono che teneva tra le mani. Stava cercando le parole che si era dovuta ripetere cento volte. Eppure non lasciava i suoi occhi. Mantenne la connessione tra loro, traendo forza per continuare con quella dichiarazione inaspettata. Addolcendo così il suo sguardo, Ryo la incoraggiò a continuare, fiducioso. Sentiva che tutto ciò era molto importante per lei...e per lui.
"Ti ricordi del nostro incontro un po' 'brutale'?" sorrise. "Per una volta, non poi così rara, tu avevi accettato la richiesta di un uomo...un fratello ansioso per la scomparsa della sua sola e unica sorella...Hideyuki...ti aveva lanciato alla mia ricerca mentre il destino aveva già previsto il nostro incontro. Senza nemmeno consultarci, abbiamo collaborato sul caso della scomparsa di diverse giovani donne e insieme abbiamo risolto il nostro primo caso. Per inciso, ti ricordo che devi ancora portarmi a fare shopping" disse meno seriamente, evidenziando le ultime parole con un occhiolino. "Devo ammetterlo, avevo dei pregiudizi su di te e sul tuo lavoro. Avevo paura che mio fratello subisse la tua influenza che...ritenevo brutta...ma mi sbagliavo. Non ti conoscevo e scoprendoti ho avuto modo di conoscere meglio mio fratello. Era felice e orgoglioso di quello che faceva al tuo fianco. L'ho capito solo vedendovi agire e vivere quotidianamente...una vita piena di pericoli e tuttavia vi ricompensavate dal male che vi facevate rendendo a degli estranei la libertà e la speranza...poi c'è stato il giorno fatidico...mio fratello ha pagato il prezzo per i suoi principi e per quello che credeva giusto..."
"Kaori..." mormorò Ryo, che voleva raggiungerla per calmare il dolore ancora vivo della giovane donna.
"Va tutto bene, non piango di tristezza ma di gioia. Hide non c'è più, ma so che se n'è andato sereno e in pace con se stesso. Ha fatto tutto ciò che poteva e ti ha permesso di seguire i suoi progetti, il suo sogno di giustizia illimitata per tutti. Ed è così che è iniziata la nostra vita...la perdita di una persona cara, una vendetta per colmare un'assenza, due persone, forse completamente opposte, sono diventate una famiglia di cui sono molto orgogliosa. Mi hai reso la tua partner e molto altro...al tuo fianco sono cresciuta, ho imparato e vivo. Proprio come Hide, non mi pento di nulla e mi auguro ancora dei begli anni per fare ciò che sappiamo fare meglio: dare speranza a coloro che non ci credono più. Perché è così, Ryo, nonostante il tuo passato, non sei acido o pieno di rancore...al contrario, e anche se lo neghi, combatti per dare agli altri una seconda possibilità...sei un angelo caduto dal cielo molto tempo fa, la tua strada è stata lunga per arrivare fino a noi, quindi per quello che sei...per questa vita che adoro e che oggi condivido con te...volevo provarti che tutto quello che fai non è vano o effimero. Tutti coloro che hanno incrociato il tuo cammino si sono riscoperti migliori e ora tocca a loro dirtelo..." terminò, mentre la luce la riportava all'oscurità e intorno a Ryo dei visi pieni di riconoscenza e gratitudine apparvero.
Ryo era shockato da quella dichiarazione. Tanta emozione in quella voce tuttavia così dolce e nitida. Tanto amore e tenerezza in quegli occhi nocciola che guardavano solo lui. Era senza fiato. Kaori lo considerava 'un angelo caduto dal cielo'...come poteva crederlo? Meritava tanta innocenza da parte sua? Voleva dirle che non era quello che lei pensava...che era peggio di così, ma la giovane donna non c'era più. Aveva lasciato il posto ad altri volti che emergevano dall'oscurità. Gli ci volle un po' per capire cosa stava succedendo. Le presenze che aveva avvertito quando erano entrati nella sala non erano quelle degli ospiti dell'hotel, ma Kaori aveva distolto la sua attenzione e non se n'era più preoccupato. Se l'avesse saputo, l'avrebbe lasciata fare? Erano così numerose intorno a lui. Ovunque guardasse, trovava un volto, un sorriso, un'emozione. Era circondato. Non riusciva più a pensare. Come doveva reagire? Cosa doveva dire o fare? Ecco, la prima volta in cui gli veniva fatta una sorpresa, e di che dimensioni. Doveva oltrepassare l'effetto sorpresa che lo inchiodava al suolo e gli comprimeva il cuore e la testa. Quindi, come riflesso per proteggersi, vide solo un'alternativa per sfuggire a tutte le emozioni diventate insostenibili. Misurando la distanza che lo separava dal gruppo di donne che si avvicinava, Ryo prese il suo slancio e balzò in aria, spalancando le braccia e coprendosi il volto con un sorriso di estasi. Era meglio fare leva sul suo solito comportamento lussurioso piuttosto che ammettere che tutto ciò lo toccava troppo da vicino. Con un po' di fortuna, si sarebbe ritrovato tra le braccia di una o due giovani donne presenti, raggomitolato contro un seno generoso e caldo, sognò mentre raggiungeva il suo bersaglio raggruppato. Sfortunatamente per il bel bruno, le giovani donne attendevano e speravano un tale riflesso...in un solo movimento, tutte si spostarono e guardarono, beffarde, l'uomo che si schiantava pesantemente contro il pavimento cerato.
"È questo il vostro modo di ringraziarmi?" disse Ryo, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento e con aria offesa, mentre dettagliava tutte le sue ex clienti.
"Certo che no, Saeba" disse una delle donne. "Tutte noi qui sappiamo come riceverti" sorrise, guardando una per una le sue compari.
E con aria consapevole, Ryo vide con spavento tutte le donne munirsi come per magia di un martello.
"Ehi, non sentitevi obbligate...mi accontenterò di una stretta di mano" sorrise stupidamente cercando un modo per sfuggire alle furie. Le risate scoppiarono nella sala e i martelli scomparvero con la stessa rapidità con cui erano apparsi.
"Era tanto per ridere, ma sei tu che devi fare in modo di non riceverne" avvertì una bella voce che si avvicinava all'uomo, che si alzò in piedi.
"Shoko..." riconobbe Ryo.
"Effettivamente...felice di rivederti. Sempre in forma, a quanto vedo" rise lei. Ryo osservò la graziosa pilota d'aerei mentre lei lo informava che aveva aperto la sua scuola di volo. Trascorreva la maggior parte del suo tempo tra le nuvole, trasmettendo la sua passione. Irradiava felicità e non era l'unica.
A turno, le giovani donne si avvicinarono a lui. Ringraziandolo, congratulandosi con lui con un sorriso o un casto bacio sulla guancia. Ryo le riconobbe tutte senza eccezione.
C'era Atsuko Kawada, che addolorò molto Ryo quando gli chiese di chiamarla signora Matsuoka. Aveva sposato il padre del giovane Takuya, che era cresciuto bene. Fece dunque la conoscenza della nuova famiglia.
Sperava che Keiko Kashiwagi fosse più conciliante, ma il completo maschile che indossava con molta femminilità lo avvertiva che quella sera non sarebbe stata la donna che si aspettava. Il suo abbigliamento era un cenno al loro incontro, ma quella sera non poteva essere scambiata per un uomo, avendo lasciato sciolti i lunghi capelli.
Quando vide la bella Ayako Serizawa, ebbe un solo desiderio, quello di abbracciarla, ma non aveva fatto i conti con la sua orda di guardie del corpo che ancora oggi non la lasciavano. Non si era risposata e non aveva ancora trovato il grande amore, ma aveva lasciato il suo cuore aperto, e grazie a Ryo.
C'era anche Mami, ma senza Ami. Viveva della sua musica, che in un certo senso le permetteva di tenere la sorella vicino a sé.
Akiko Asagami, sempre ugualmente bella, non era più la governante della giovane Sara Nishikujo, ma ora era ufficialmente la sua madre adottiva. E quando Ryo volle congratularsi a modo suo, si ritrovò ad abbracciare la giovane Sara. Conosceva il dono della ragazza, ma non se l'aspettava. Lo guardava sorridendo e tuttavia piangeva:
"Lei ha fatto tutto questo per te...non avere paura...concediti questa seconda possibilità che hai offerto a tutte noi..."
Ryo non riuscì a trovare le parole per risponderle, ma condividendo l'abbraccio della ragazza, le permise di leggere di più in lui. Poi Sara lo guardò continuare a farsi strada tra le persone presenti e tra i ricordi che condivideva con ciascuna. Erano troppo numerose per poterle citare tutte, ma Ryo rivolse a ognuna la stessa attenzione. A poco a poco, si rilassò e accettò tutti gli sguardi e i sorrisi, i complimenti e le vite che erano continuate dopo di lui. Poi pensò di svenire quando incrociò un altro sguardo. Lo conosceva bene visto che lo incontrava ogni giorno. Era quello di Kaori, solo che di fronte a lui non c'era la sua partner ma sua sorella:
"Sayuri...sei venuta da così lontano per me...sono così commosso" iniziò gioviale.
"Non sarei mancata per niente al mondo" sorrise lei. "Mi siete mancati, soprattutto mia sorella" disse, guardando Kaori. "Festeggiare il Natale con lei...non potevo rifiutare il suo invito, anche se 'ufficialmente' è per te che sono qui" specificò.
"Ovviamente, come resistere all'impulso di rivedermi" disse Ryo, prendendole le mani. "Abbiamo così tanto da recuperare, non perdiamo altro tempo e..." si infiammò.
"Vedo che ti ricordi della nostra ultima conversazione?" chiese Sayuri, fissando lo sweeper che immediatamente le lasciò andare le mani. "Non vedo l'ora di sentire la tua opinione sull'argomento, perché Kaori è rimasta molto enigmatica..." aggiunse al silenzio del suo interlocutore che ora osservava Kaori.
"Guardala, ti sembra infelice?" rispose lui accigliato, ricordando: 'Se non la rendi felice, tornerò e la prenderò.'
"Lei cerca a tutti i costi di renderti felice, anche se a spese della sua felicità...mi hai dato la possibilità di conoscerla e ti ho concesso di tenerla con te perché era quello che lei voleva, ma oggi?" chiese la giovane donna. Ryo riconobbe quel temperamento franco e sincero. Non c'era alcuna minaccia o aggressività nelle sue parole. Solo una preoccupazione che lui avrebbe potuto dissipare facilmente.
"La serata è appena iniziata e non voglio sprecare questa opportunità, sappilo..." annunciò con un dolce sorriso prima di permettere a Ryo di meditare sulle sue parole. Sayuri sapeva di dover lasciare tempo all'uomo perché le sue parole e insinuazioni avessero effetto. Giubilava per essere riuscita a lasciarlo senza parole solamente insinuando che fosse lì per, forse, portare Kaori con sé. Durante il suo viaggio di andata, ci aveva pensato molto, ma quando aveva visto Kaori in segreto per la sorpresa, Sayuri aveva saputo che le cose erano cambiate. Kaori era diversa. Naturalmente non c'era nulla di concreto ma il suo istinto le diceva che era nell'aria...che la metamorfosi tanto attesa si sarebbe verificata, se solo il destino avesse dato una spinta. In questo Sayuri sperava di aver contribuito, non solo per Ryo ma soprattutto per la felicità di Kaori.
Ryo non si era mosso quando Sayuri aveva chiuso il piccolo discorso con un 'Buon Natale' che contrastava con le altre parole più secche. Aveva l'arte di fare il bello e il cattivo tempo. L'incontro non lo lasciò impassibile. Doveva credere ciò che lei insinuava? Avrebbe davvero portato Kaori con sé alla vigilia di Natale? Aveva ragione...Kaori era davvero infelice con lui?
Improvvisamente la folla intorno a lui fu solo un frastuono e risate beffarde nel vederlo così stupido da non riconoscere l'ovvio. Tutti quei volti e quegli sguardi sembravano dirgli, gridargli che tutto ciò era un'illusione e che alla fine non ci sarebbe stato niente, come se si trattava dell'ultimo atto di una storia che era durata troppo a lungo e che non avrebbe avuto un lieto fine. Si sentiva sull'orlo di un precipizio. Doveva saltare o arretrare.
"Ryo?" chiamò una limpida voce. "Oh oh, Ryo, Terra chiama Luna" disse la voce scuotendo una mano sottile davanti ai suoi occhi persi, per riportarlo alla realtà.
"Mmh" reagì lui battendo le palpebre. "Sonia...?"
"Beh, era ora, cominciavo a chiedermi se non fossi in overdose da colpi di martello" rise la bella giovane.
"Niente o nessuno può avere la meglio su di me" si riprese velocemente, abbracciando la giovane donna mentre la sua bocca si trasformava in un ghigno sbavante.
"Non si tocca!" lei gli diede una pacca gentile ma ferma. "Sono una donna rispettabile, quindi smettila con i tuoi modi da uomo delle caverne" rise di cuore.
"Questa è una bella cosa. Tuo padre sarebbe fiero di te"
"Come deve esserlo di te...guarda dove sei oggi" constatò guardando tutte le persone intorno a loro. "Sono tutte in debito con te...proprio come me...non mi sarei mai perdonata se..." disse con più dolcezza, la voce piena di emozione.
"Non pensarci più, conosco un modo per cacciare via i brutti ricordi..." disse seduttore.
"Anch'io" rispose sensualmente Sonia prima di aggiungere, "ma sei troppo vecchio per me adesso. Buon Natale, Ryo" lo baciò sulla guancia, ridendo per far sparire il suo sguardo imbronciato.
Da lontano, Kaori seguiva il percorso dell'uomo attraverso tutti quei volti familiari con grande emozione. Proprio come sperava, quel ritrovo stava andando bene, tra le risate e le lacrime delle ospiti e la sorpresa e la gioia di Ryo. Lo aveva visto parlare con Sayuri ed era felice di vedere che si comportava bene con la giovane donna. Senza capire veramente perché, significava molto per Kaori che quei due andassero d'accordo. Poi aveva visto Sonia andare incontro a Ryo. Anche loro due avevano una persona scomparsa e cara in comune. Li avrebbe raggiunti volentieri, ma come padrona della cerimonia, Kaori doveva riprendersi e annunciare quanto seguiva perché altre persone aspettavano ancora di poter fare il loro ingresso:
"Naturalmente questa riunione non è completa perché alcune persone sono state trattenute dai loro doveri...mi riferisco alla principessa Alma e Selina, a Yuki Oikawa, ma anche a Yukari Mashiba e la piccola Shiori..." elencò catturando di nuovo l'attenzione di Ryo. "Ma ciò non significa che non pensino a te...troverai ai piedi del palco un quaderno...un libro dorato in cui ognuno ti ha lasciato delle parole e delle foto. Inoltre, invito ciascuna di voi a venire a dare un'occhiata e a lasciare un commento, se volete. E prima di lasciarvi godere questa serata, voglio presentare o ripresentare coloro i quali, oltre a tutti voi, mi hanno permesso di realizzare questa sorpresa...i nostri amici...la nostra famiglia: Miki e Falcon, Kazue e Mick, Saeko e Reika, Kasumi, Eriko..." elencò felicemente. Mentre Kaori li citava, ognuno di loro appariva da dietro la tenda di velluto. Attraversando il palco per scendere e raggiungere Ryo in sala, sotto l'applauso degli ospiti. Lo sweeper sorrise per nascondere il suo crescente disagio di fronte a tante 'sorprese' prima di lanciarsi con lo stesso entusiasmo sulla prima persona del nuovo gruppo annunciato.
"Miki, amore mio!" volle correre Ryo, prima di essere afferrato dalla presa di ferro del gigante.
"Comportati bene o ti godrai questa serata legato in un angolo" ringhiò Falcon, sogghignando con tutti i denti.
"Non c'era bisogno che venissi se non volevi condividere tanta felicità" borbottò Ryo.
"Fosse stato per me, avremmo fatto la festa senza di te!" ammise Falcon, liberando improvvisamente la sua presa. Per la seconda volta, Ryo si ritrovò a terra. Una mano ferma lo aiutò ad alzarsi:
"Fai fatica a restare in piedi e non abbiamo nemmeno cominciato a bere..." scherzò Mick.
"Tu lo sapevi e non mi hai detto niente? Sporco traditore!" sussurrò Ryo.
"E perdermi la tua faccia nel momento cruciale? Non l'avrei fatto per nulla al mondo, fratello...sei fritto" rise. "E poi non posso rifiutare nulla a Kaori, è particolarmente carina stasera..." sorrise sbavando.
"Dimentichi che io sono qui, amore mio" lo richiamò all'ordine Kazue con un mini martello. "Buon Natale, Ryo, ci scuserai ma il tuo 'gemello' ha bisogno di farsi rinfrescare la memoria..." annunciò mentre trascinava via un Mick stizzito che cercava di scusarsi con la sua dolce metà.
"Non pensavo che sarebbe stato così facile!" intervenne Reika, arrivando vicino al bel bruno. "Devo ammettere che Kaori se l'è cavata abbastanza bene, può vantarsi di essere riuscita a ingannare il numero uno. Non penso di poter fare di meglio..." confessò, incollandosi all'uomo. "Bisogna riconoscerlo quando non si è all'altezza, ti lascio in buone mani e senza rancori..." disse con tono languido, lasciandogli un bacio 'd'addio'. "Buon Natale, Ryo" sussurrò sulle sue labbra prima di spostarsi al bar.
"Non preoccuparti per lei, si riprenderà" disse Saeko a sua volta. "Sei un uomo fortunato, spero che tu saprai ringraziarla come si deve" insinuò con un occhiolino, augurando a sua volta buon Natale ma mantenendo le distanze.
"Immagino che tu abbia pensato al mio regalo...ci sono un sacco di stanze in questo hotel, una per ogni colpo che mi devi...iniziando ora dovremmo riuscire a cancellare il tuo debito" disse Ryo per cambiare argomento mentre già si avvicinava con la bocca.
"Sei troppo prevedibile, Ryo...eppure dovresti sospettare che anche io abbia ricevuto da Kaori la sua arma preferita" sorrise la bella poliziotta sfoderando un martello a pochi centimetri dal volto dell'uomo un po' troppo pressante.
"Se non si può neanche più scherzare..." ironizzò Ryo, allontanandosi lentamente dalla giovane donna e specialmente dal martello. Vide che c'era anche Doc, ma il vecchio mandrillo non si preoccupò di salutarlo. Gli importavano solo le donne presenti. Lo portò a pensare a qualcuno, ma senza sapere veramente chi.
"Ecco da chi hai preso..." lo interruppe Eriko che sembrò leggergli nel pensiero.
"Hai trovato il tuo album da disegno...?" chiese Ryo, ricordando la scusa che lo aveva condotto fin lì.
"Era necessaria una ragione credibile" rispose Eriko in tono neutro. "Mi ringrazierai più tardi quando sfilerai per la mia nuova collezione" precisò.
"Sono le donne che hanno dei debiti con me e non il contrario" affermò Ryo.
"C'è una prima volta anche per te, Ryo, e sappi che è con Kaori che dovrai regolare i conti..."
Fu quel momento che Kaori scelse per riprendere la parola un'ultima volta, riportando l'attenzione dello sweeper su di lei:
"Per finire, Ryo, sappi che tra tutti questi volti familiari, si nasconde un ospite misterioso...sta a te scoprirlo...auguro a tutti un buon Natale" rise mentre tutti nella stanza le facevano eco.
Ryo era incuriosito. Cos'aveva potuto riservargli ancora la sua partner? Aveva già fatto molto, riunendo tutta quella gente, preparando la sorpresa e tutto quanto senza fargli sospettare nulla. Come poteva cercare 'un ospite misterioso' quando tutta la sua concentrazione era sconvolta da tante emozioni? Non c'era alcun pericolo per lui quella sera, e fortunatamente, perché avrebbe avuto difficoltà a difendersi da un attacco in tali circostanze. Di chi poteva trattarsi? Kaori aveva fatto vacillare i suoi principi, sfidato il suo istinto e suscitato la sua curiosità. Non poteva trattenersi dal mettere a fuoco ogni volto, ricordando ogni momento vissuto con loro. Non poteva rimanere indifferente ma non poteva mostrare troppo. Eppure Ryo non capiva di chi lei stesse parlando. L'unica persona che poteva dirgli di più era Kaori. Inoltre, era tempo che lei rispondesse delle sue azioni.
Alla fine lei si era unita alla folla. Ryo la guardava orchestrare tutto con meno esperta. Indicava ai camerieri dove andare, controllava i piatti e i ripiani del tavolo. Mentre tutti si divertivano, Kaori vegliava affinché la serata trascorresse bene. Ancora una volta contava la felicità degli altri. Era la felicità di lui che prevaleva. Si rattristò che lei non si prendesse tempo per godersi tutto ciò che aveva realizzato. Lei meritava tanto quanto lui tutta la gioia e le risate. Erano una squadra, dovevano condividere tutto. E gli strinse il cuore notare che Kaori rimaneva lontana da lui in quel momento. Aveva paura della sua reazione, lui che non amava le sorprese e quel tipo di mondanità? Voleva lasciarlo a godersi liberamente quella serata che era solo per lui. Come poteva farlo senza lei al suo fianco? Ryo sorrise. Malgrado tutte le belle donne intorno a lui, vedeva e pensava solo a Kaori. Senza di lei, si sentiva impotente di fronte a tutto quel pubblico.
Ryo non aveva ancora visto tutte le presenti né aveva trovato il misterioso ospite, ma poteva aspettare. Doveva parlare con la sua partner. Con lo sguardo cercò la giovane donna. La distanza che lo separava da lei, di cui seguiva tutti i movimenti, gli sembrò interminabile. Ad ogni passo incontrava un altro viso, una nuova vita. Come Etsuko, l'attrice che aveva finalmente trovato suo padre. Insieme stavano imparando a conoscersi. O Akemi, diventata una fotografa professionista. Si occupò personalmente e con grande orgoglio di immortalare l'evento. E poi Nagisa che, nonostante i suoi 'piedoni', aveva trovato la sua metà della mela*, con uno dei suoi musicisti.
Tutte quelle vite che si erano evolute, tutte quelle ragazze diventate donne dimostravano a Ryo che il tempo passava rapidamente, molto rapidamente, e che prendendosi la briga, valeva la pena osare per vivere i propri sogni. Col passare del tempo, Ryo si stava avvicinando al suo obiettivo, ma non abbastanza velocemente a suo parere dal momento che doveva mostrarsi sorridente e paziente con tutte le persone che avevano preso briga e tempo per arrivare lì. Tutto si mescolava nella sua testa. Tra i 'Buon Natale' lanciati a turno, le insinuazioni di tutti su lui e Kaori, come se fosse quello il mistero del giorno da risolvere: erano una coppia o no?, Ryo si sentiva intrappolato. Così tante emozioni e stress lo stavano invadendo. Aveva l'impressione di camminare verso il suo destino. Aveva le mani sudate. I suoi occhi guizzavano tra l'ammirazione e l'apprensione. Inconsciamente, rallentò il passo, col cuore che gli batteva in petto. Voleva allentare la cravatta per avere più aria ma, alzando la mano sul colletto, scoprì che non ne indossava una.
 
 
 
*in francese il gioco di parole rende di più, perché trovare la propria metà si dice con l'espressione 'trouver chassure à son pied', quindi letteralmente 'trovare la calzatura per il proprio piede'. In italiano non ha molto senso, ma in francese si sposa con quanto detto prima...se vi ricordate l'episodio della cantante Nagisa, ricorderete che un suo difetto fisico erano i piedi grandi!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Poi infine nulla lo separò da Kaori, o quasi. Era sia sollevato che deluso. Stava discutendo con una coppia di cui Ryo vedeva solo le spalle. Ryo si agitò. L'uomo non gli diceva nulla, per contro quel corpo al suo fianco, quelle curve e quei lunghi capelli biondi...avrebbe riconosciuto quella donna tra mille.
Ryo aveva trovato l'ospite misterioso. Era per forza lei, altrimenti Kaori avrebbe menzionato la sua presenza. La donna che gli dava la schiena poteva essere solo Rosemary.
Ryo avanzò cautamente verso di loro. Sapeva che Kaori aveva indovinato le sue intenzioni ma sperava di riuscire a coglierla di sorpresa prima che Mary venisse avvertita. Volendola accogliere a modo suo, Ryo mostrò una faccia lasciva quando spalancò le braccia per sorprenderla con un abbraccio in cui le sue mani si sarebbero trovate sul suo generoso seno. Sfortunatamente Ryo venne fermato nel suo slancio, e fu lui a sorprendersi. Mary non aveva affatto perso i suoi riflessi e gli occhi di Kaori le avevano fatto capire che qualcosa accadeva alle sue spalle. Si era dunque voltata senza preavviso e ora apprezzava l'effetto sorpresa sul suo ex partner.
Ryo rimase in silenzio. Da dietro avrebbe giurato che fosse Mary, ma doveva ammettere che non era più la giovane donna che aveva conosciuto. Sentì tutte le sue speranze volare via mentre si lasciava cadere miseramente a terra. Stava piangendo grosse lacrime alla visione che non si aspettava.
"Chi ha osato...? Come...? Il tuo corpo così perfetto..." mugolò, crollando ai piedi della giovane donna.
"Mi dichiaro colpevole, signor Saeba" rise Eric, il recente marito dell'ex mercenaria.
"Perché?!" si indignò Ryo. "È troppo giovane e bella per diventare madre...è troppo presto..." fece Ryo con false lacrime.
"Doveva succedere prima o poi, ma mi congratulo con te, Ryo, non hai perso tempo per trovare l'ospite misterioso...che sia un lui o una lei, vogliamo conservare la sorpresa fino alla fine" sorrise Mary accarezzando delicatamente il suo ventre rotondo.
"Delle congratulazioni sono d'obbligo" disse Ryo, alzandosi in piedi per congratularsi sinceramente con i futuri genitori.
"Vedi, non è così complicato per nessuno sistemarsi una volta che si è trovata la persona giusta" sussurrò Mary mentre Ryo la prendeva tra le sue braccia. "Allora, quando succederà per voi?" domandò, questa volta ad alta voce, a Ryo e Kaori. Di fronte al disagio causato dall'osservazione che Ryo finse di non sentire mentre Kaori arrossiva ancora di più, suo marito pensò che fosse saggio intervenire:
"E se andassimo a sederci, nelle tue condizioni non è il caso di rimanere in piedi troppo a lungo e poi sarai affamata, non dimenticare che mangi per due..." scherzò lui scusandosi con i due e allontanandosi con sua moglie. Intimidita e sognatrice all'idea espressa da Mary, Kaori osservò silenziosamente la stanza animata, evitando accuratamente di guardare Ryo. Lui non poteva fare a meno di guardarla, e suo malgrado un'immagine di Kaori incinta si materializzò nella sua mente. Era utopico prendere in considerazione una cosa del genere, però...se Mary ci era riuscita, se Falcon era riuscito nella sua conversione, e se anche Mick si era lasciato andare per vivere una vita normale, allora perché lui no?
"Allora, cosa ne pensi?" domandò Kaori ingenuamente.
Ryo non l'avrebbe mai creduto se non l'avesse sentito con le sue orecchie. Kaori che gli chiedeva cosa ne pensava di fare un bambino...doveva sognare. Mai lei avrebbe avuto l'audacia di insinuare cose del genere, anche se lui aveva già sognato tra loro quel tipo di fusione di corpo e mente. Colto di sorpresa, Ryo non sapeva cosa dire. Era troppo presto, troppo veloce. Non era pronto a rispondere o nemmeno a parlarle. Aveva terribilmente caldo. Si sentiva stretto nel suo completo. Non poteva rimanere lì senza dire nulla.
Quando Kaori si voltò per incontrare lo sguardo del suo partner che rimaneva silenzioso, trovò solo la sua assenza. Preoccupata, lo cercò in giro prima di riconoscere la sua figura di fronte al palco. Lasciandogli un po' di intimità, Kaori lo guardò mentre scopriva il libro degli ospiti. Girò lentamente le pagine, toccando con le dita le foto e le parole incise sui fogli, come se avesse paura di bruciarsi se si fosse soffermato troppo. Era teso e aveva gli occhi sfocati...cosa stava pensando? Con orrore, lo vide stringere i pugni prima di sparire sulla terrazza. Senza pensarci, lo seguì, preoccupata e apprensiva.
Lo trovò fuori, appoggiato alla ringhiera. Avvicinandosi a lui, Kaori lo guardò, esitando a disturbare il suo silenzio. Con la schiena curva, l'uomo sembrava perso nel suo mondo. Alcune volute di fumo sfuggirono dalle sue labbra.
"Ryo..." disse piano. "Stai bene?"
"Avevo bisogno di un po' di aria fresca" rispose meccanicamente, fissando la notte stellata.
"Lo vedo...preferisci isolarti piuttosto che parlarmi...ce l'hai con me?" osò, guardando a sua volta in lontananza, paurosa di sentire la sua risposta.
"Sei seria?" fece lui quasi soffocando nel ripensare alla domanda della gioane donna prima che si ritrovassero sulla terrazza.
"Pensavo che non avresti visto inconvenienti ora che sei di fronte al fatto compiuto...dopotutto non c'è niente di male nel voler fare come tutti gli altri per una sera...senza conseguenze..." si difese, triturandosi nervosamente le dita, sempre senza guardarlo.
"Senza conseguenze?" ripeté lui automaticamente, guardandola sbalordito.
"Ryo, per una volta lasciati andare!" si impose. "Abbiamo diritto a una pausa! Hai diritto a tutto questo" disse facendo grandi gesti per designare ciò che stava succedendo nella stanza. "Te lo sei meritato e ti proibisco di rovinare tutto pensando erroneamente di non valere un quarto di quello che dicono di te! Quindi smetti di pensare al peggio, alle conseguenze, e divertiti, altrimenti giuro che ti farò rimpiangere di aver rovinato tutti i miei sforzi!" lo minacciò severamente, voltandosi verso di lui. In quel momento Ryo si lasciò sfuggire una risata confusa. Si sentiva ridicolo. Ovviamente non parlavano della stessa cosa. Lui pensava a bambini e futuro, lui che non credeva di poterne avere, e lei parlava di quella serata, del presente.
"Non vedo cosa ci sia di divertente?" si offese Kaori.
"Non è quello che pensi, ma..." iniziò, cercando di rassicurarla e calmarla.
"Ma cosa?! Preferisci la compagnia delle conigliette a quella di tutte queste persone che sanno chi sei realmente e che non si aspettano nulla da te a parte te stesso, Ryo! Mi sono illusa nel credere per un momento che avresti accettato la realtà piuttosto che le tue fantasie sfrenate per qualche yen...vai da quelle donne se tanto vuoi! Ma sappi che non ti daranno mai ciò di cui hai veramente bisogno!" disse delusa e ammareggiata, asciugandosi le lacrime agli occhi.
"Aspetta un attimo, tu sapevi del cabaret?"
"Certo, non è difficile indovinare cosa tu possa fare durante le tue serate. Ti conosco, Ryo, tendi a dimenticarlo"
"Ma allora, quella cena che hai preparato?"
"Dato che vuoi sapere tutto, quello che ho preparato è per domani. Sarà il pranzo di Natale in famiglia con tutti i nostri amici, a cui mi hai detto che avresti partecipato, quindi non è di tuo interesse filartela!"
"Non mi hai mai detto che il pranzo sarebbe stato il 25, né che saremmo stati in tanti? E allora questa serata per cos'è?" disse lui stupefatto.
"Se ricordi bene, ti ho chiesto cosa avresti fatto per Natale. Non ho specificato se per la vigilia o il giorno stesso e tu non hai chiesto nulla. Sei stato tu a dedurre che la cena sarebbe stata il 24...e che saremmo stati solo noi due...te l'ho solo lasciato credere. E questa serata è solo il tuo regalo...solo un regalo..." ammise dolcemente.
Ryo ora capiva perché si batteva da quando lei era al suo fianco. Era perché lei vivesse che combatteva incessantemente contro tutti i loro nemici. Avrebbe affrontato nuovamente un esercito per lei. E il regalo che stava ricevendo quella sera non era quello che la giovane donna gli aveva fatto. Era lei il suo più bel regalo. Lei era la sua ragione di essere ed esistere. Lei era la sua occasione. Doveva coglierla e non lasciarla andare come Sayuri gli aveva fatto capire bene. L'aveva a portata di mano da così tanto tempo da aver ignorato il suo vero valore. Kaori era un dono inestimabile. Un dono dal cielo e soprattutto da parte del suo defunto amico, che lui non aveva mai osato apprezzare al suo vero valore per paura di danneggiarla col suo tocco. Ma quella sera Ryo era pienamente consapevole di ciò che Kaori era per lui. Quella sera lei lo aveva reso un uomo normale di fronte a una donna eccezionale. Era impagabile vedere nei suoi occhi sinceri e amoevoli il riflesso di un uomo per il quale tutto sarebbe stato possibile se solo avesse osato crederci.
Se Dio esisteva, doveva essere una donna. Con i suoi lineamenti, la sua bontà, la sua generosità, il suo cuore e i suoi occhi. Kaori non era solo un angelo che vegliava sulla sua anima indolente, era di più. Ryo non ne dubitava più.
Spinto da tanta bellezza, Ryo dettagliò la donna di fronte a lui. Un vento fresco si levò e la fece tremare. Non aveva niente per coprirsi da quel tempo invernale a parte il suo abito elegante che brillava sotto le stelle. Con molta dolcezza, Ryo si tolse la giacca per posarla sulle spalle nude di Kaori.
"E tu? Prenderai freddo se rimaniamo qui e gli altri si preoccuperanno nel non vederti più..." disse lei ringraziandolo del suo gesto.
"Lasciamo stare gli altri, non hanno bisogno di noi per divertirsi" disse ascoltando le risate e i canti provenienti dalla sala e portando Kaori più lontano sulla terrazza, nella semi oscurità che li avrebbe nascosti agli occhi degli altri. Kaori lo seguì senza capire. Si sentì arrossire sotto lo sguardo perturbante di Ryo, o forse era il freddo che le arrossava le guance. Lui si era zittito e la stava ancora osservando. Doveva dire o fare qualcosa per farlo uscire da quello strano torpore? Inconsciamente lei si morse le labbra, imbarazzata dal silenzio. Quel riflesso insignificante ebbe come effetto quello di far trasalire l'uomo per l'impazienza.
"Non serve torturarmi...ho capito il messaggio..." soffiò calorosamente, guardandola senza ritegno. Ryo contemplava quelle labbra che lei maltrattava con noncuranza, quelle guance rosee di dolcezza, quegli occhi luminosi per l'attesa e il timore di quel silenzio. Quel seno, pur velato dal sottile ornamento di stoffa, lo richiamava a un ritmo spasmodico. Quel corpo desiderava lui tanto quanto lui voleva lei. Non poteva lasciarla nell'incertezza di ciò che stava realmente pensando.
"Metterò un fine a questa tortura. Non volermene per averci messo tanto..."
Delicatamente, posò una mano sul suo viso che accarezzò con la punta delle dita, mentre con l'altra mano circondò il suo corpo che si lasciò istintivamente guidare contro di lui. Lentamente, avvicinò il viso al suo senza lasciare andare un momento i suoi occhi brillanti di desiderio. Sentì il proprio cuore accelerare e quello della giovane donna rallentare.
Kaori pendeva da quello sguardo. Un nuovo calore si diffuse in tutto il suo corpo. Sentì le sue gambe barcollare. Il suo cuore si rifiutava di battere. Le mani appoggiate al petto dell'uomo esitarono a toccare quel fragile sogno. L'attesa e la speranza erano crudeli. Il tempo si era fermato.
"Non c'è amore..." la fissò, avvicinando le sue labbra avide.
"...ci sono solo prove d'amore" rispose lei facendogli eco.
Uno sfioramento. Un dubbio. Un respiro. Un battito.
Si compresero. Come nella vita di tutti i giorni, si parlavano a mezze parole, indovinando i pensieri e i gesti dell'altro. La loro complicità assunse un'intensità completamente nuova quella sera.
Non c'erano più dubbi. Non c'era bisogno di fuggire. Ryo era arrivato a destinazione. Lo sentiva. Era pronto. Non aveva più paura. In quella notte d magia e speranza, l'Angelo della Morte sentiva che le sue ali venivano liberate da tutte le ombre malvagie. Era libero di volare e di esistere alla luce del sole. Quella bontà e quella pace, Ryo le doveva a una sola persona che aveva saputo credere in lui più di lui stesso.
"E se le nostre vite cambiassero questa sera..." sussurrò mentre i suoi occhi si facevano intensi e con un dito accarezzò le labbra tremanti di Kaori dalle quali sfuggì un sospiro di impazienza.
Come in un sogno, le labbra calde dell'uomo si posarono su una nuvola rosa. Con la lingua aprì le sue labbra e scoprì un assaggio di paradiso. Un sapore squisito, dolce e fruttato. Abbandonandosi con gioia e piacere all'invito dei sensi, Kaori chiuse gli occhi e partì con Ryo alla scoperta delle loro anime. Un incontro sconvolgente li portò alla deriva di loro stessi. Mentre Kaori muoveva le mani sul suo petto, fino al collo e alla nuca che fremettero al suo contatto, Ryo fece scivolare le sue sulle curve femminili di lei. Dal bacio scaturì la passione. I loro corpi in fiamme sfidavano il freddo circostante. Condivisero e decuplicarono quel calore che li infiammava. Le loro mani accarezzavano senza fine la nuova pelle dell'altro. Ogni carezza si fece più intensa, chiedendo sempre più territorio. Due corpi intrecciati nella penombra, due cuori in perfetta armonia, lo stesso fuoco ardente ad animarli.
Quando Ryo liberò la sua 'prigioniera', fu per scoprire sul suo dolce viso un'espressione imbronciata:
"Nonostante il desiderio che mi sta stritolando, non penso che questo sia il luogo appropriato..." rispose lui con un sorriso stringendo i lembi della giacca su Kaori per frenare ogni tentazione.
"Sei diventato molto ragionevole..."
"Per niente, te l'assicuro, ma conosco un posto dove saremo a nostro agio per quello che ho in mente per te" sostenne depositando baci umidi sulla sua bocca attraente.
"Ryo...non possiamo...lasciare...gli ospiti..." lottò lei per rispondere alle 'argomentazioni' dell'uomo che le facevano un certo effetto, cercando di tornare alla realtà.
"Non noteranno nemmeno la nostra assenza..."
"Non dimenticare che sei il re di questa serata. Se non ti fai più vedere, saranno delusi" rispose Kaori, prendendo il viso di Ryo tra le mani per fermare i suoi assalti e fargli capire l'importanza di quella serata ai suoi occhi.
"Pff, sono il re e non posso nemmeno fare quello che voglio..." borbottò.
"Mi darai il tuo regalo più tardi, Natale non è ancora finito" sorrise lei posandogli un bacio sulle labbra.
"Va bene, ma festeggeremo il Natale ogni giorno" suggerì mentre Kaori metteva in ordine il suo vestito. Senza rispondere, gli afferrò la mano per tornare in sala. E mentre raggiungevano gli ospiti e i festeggiamenti, Kaori si rivolse a Ryo, per chiedergli con uno sguardo malizioso negli occhi:
"Hai qualcosa in programma per Capodanno?"
 
 
Eccoci qui, come promesso, posto il finale il 25 dicembre esatto, quando è da poco passata la mezzanotte (almeno in Italia...qui negli States io devo ancora uscire per il cenone :P).
Grazie come sempre a chi ha letto, in particolare a chi ha commentato: EleWar, Valenicolefede, Kaory06081987, briz65, Naco. Buone feste, mangiate tanto e state pronte per le altre storie con cui spero di allietare anche il 2019 :P a prestissimooo!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3809220