When I Meet An Angel

di Piccola_Stella_Senza_Cielo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I miei adorati angeli custodi ***
Capitolo 2: *** Beautiful ***
Capitolo 3: *** Me lo sento! ***
Capitolo 4: *** Questione di orgoglio, e di capre! ***
Capitolo 5: *** Piacevoli scoperte ***
Capitolo 6: *** L'aria pura di Forks... non é detto faccia bene a tutti! ***
Capitolo 7: *** Augh, fratello! ***
Capitolo 8: *** La novità della Forks High School ***
Capitolo 9: *** Ricominciare da zero! ***
Capitolo 10: *** Solo 25 centimetri! ***
Capitolo 11: *** Nel baratro della vergogna ***
Capitolo 12: *** Sei un tesoro! ***
Capitolo 13: *** Fiducia ***
Capitolo 14: *** Ci puoi giurare! ***
Capitolo 15: *** A debita distanza ***
Capitolo 16: *** Rilassante chiacchierata ***
Capitolo 17: *** Mai dire mai! ***
Capitolo 18: *** Qualcosa di sorprendente! ***
Capitolo 19: *** Legame fraterno ***
Capitolo 20: *** Incubo ***
Capitolo 21: *** Per te, questo ed altro! ***
Capitolo 22: *** Non così diversi ***
Capitolo 23: *** Senza pensarci ***
Capitolo 24: *** Tutto il tempo che vuoi ***
Capitolo 25: *** Calore inspiegabile ***
Capitolo 26: *** Bum... Bum... Bum... ***
Capitolo 27: *** Bisogno ***
Capitolo 28: *** Sorprese in fiera ***
Capitolo 29: *** Fuori programma ***
Capitolo 30: *** "Quasi..." ***
Capitolo 31: *** Senza barriere ***
Capitolo 32: *** Istinto ***
Capitolo 33: *** Quando tutto... viene a galla! ***
Capitolo 34: *** Le ali dell'Angelo! ***
Capitolo 35: *** Confessioni ***
Capitolo 36: *** Dieci minuti ***
Capitolo 37: *** Sedici Dicembre ***
Capitolo 38: *** Un modo per reagire al dolore ***
Capitolo 39: *** Attacco di Panico ***
Capitolo 40: *** Salvarsi dall'Incendio ***
Capitolo 41: *** Confidenze... per SMS ***
Capitolo 42: *** Autocontrollo ***
Capitolo 43: *** L'unica eccezione ***



Capitolo 1
*** I miei adorati angeli custodi ***


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bbb


Non è possibile! Tutte le mattine andava a finire sempre nello stesso identico modo di sempre. E quella che doveva risistemare tutto, ero sempre io.
"Non si è ancora svegliato, vero?" domandai a mia sorella, che tranquillamente stava facendo colazione. Come se la cosa non le riguardasse minimamente
"No... rantolava nel sonno qualcosa di incomprensibile... come sempre del resto!" esclamò divertita. Io le lanciai un'occhiataccia, ma lei mi sorrise con la sua solita aria innocente
"Dai Bells... lo sai anche tu com'è fatto. Ama fare le ore piccole... non possiamo mica fargliene una colpa se vuole divertirsi!" disse allora
"Lo sai che non dipende da me... se lo viene a sapere papà..." iniziai
"Ma come può venirlo a sapere se non c'è mai a casa?" chiese retoricamente. Io sospirai rassegnata
"Vabbé, ho capito... vado a svegliarlo! Vieni a darmi una mano?" le chiesi divertita. Lei si aprì in un sorriso smagliante e sbatté entusiasta più volte le mani. Com'era dolce in questi momenti la mia piccola Alice. Certo, magari alcune volte era insopportabile. Cocciuta fino all'inverosimile, appiccicosa, e perfino leggermente infantile.... però era l'unica persona al mondo che riuscisse a tirarmi su con il morale. Sempre!
C'era soltanto un anno a separarci, ma guardandola, poteva sembrare molto più piccola. Di bassa statura, mingherlina, capelli corti, neri come la pece, sempre leggermente sparati, e due occhi grandi, castani, e tremendamente espressivi. Mi arrivava sì e no al gomito, tanto era piccina, ma era senza dubbio un concentrato di forza e carattere. Davvero un bel tipo, per avere soltanto 17 anni.
"Questa è la volta buona che ci ammazza!" sussurrò divertita davanti alla porta della sua camera. Io ricordai subito l'ultima volta che lo avevamo svegliato in malo modo. Lui si era messo ad urlare come un posseduto, scatenando le nostre risate, diventate poco dopo incontrollabili, dopodiché aveva deciso di non rivolgerci la parola per 24 ore consecutive. Già... il massimo di arrabbiatura per lui non aveva mai superato quella soglia. Non ce la faceva, non era proprio nel suo stile arrabbiarsi. Certo, con chi gli dava contro e lo infastidiva, diventava una vera belva feroce. Ma con me e con Alice, che eravamo le sue sorelline, neanche impegnandosi ci sarebbe riuscito.
Aprii piano la porta, che scricchiolò leggermente. Alice trattenne a stento una risata. Io con il sorriso sulle labbra le feci segno di stare zitta, con l'unico risultato di non riuscire a trattenermi dall'unirmi a lei. Una volta calmateci, ci intrufolammo nella camera e, come due ladre esperte, accerchiammo il suo letto,  una al lato sinistro ed un'altra a quello destro, pronte per attaccarlo. Ma all'improvviso qualcosa si mosse quasi fulmineo. Non riuscii neanche ad accorgermene, tanto che mi ritrovai stesa sul letto, a gambe all'aria con un braccio possente che mi teneva stretta
"Ahia, Emmet... mi fai male, lasciami!" urlai io. Intanto le risate di Alice esplosero nella stanza. Anche lei era stata catturata nella morsa ferrea di nostro fratello
"Non ci penso nemmeno... prima vi punisco... così la prossima volta che venite qui con l'intento di fare ciò che stavate facendo... ci pensate su qualche secondo di più!" esclamò divertito.
"Ma noi lo facciamo per te, Emm... è il nostro affettuoso modo per augurarti il buongiorno!" affermò Alice liberandosi dalla sua presa e sedendosi a gambe incrociate al suo fianco
"Diciamo che fingo di crederci..." biascicò liberando dalla stretta anche me. Io mi sedetti nella stessa posizione di mia sorella e domandai
"Che ora hai fatto l'altra notte?" lui mi guardò curioso, dopodiché sorrise appena
"Saranno state massimo le due!"
"Emmet, non dire cazzate... ti ho sentito entrare... erano le cinque e un quarto!" lo rimproverai. Lui scoppiò a ridere, seguito a ruota da Alice. Sapevo che, vedermi arrabbiata in quel modo, suscitava sempre la loro ilarità. Anche se, ne ignoravo il motivo
"Ok, tata Francesca, mi hai scoperto... diciamo che ieri sera sono stato... ehm... particolarmente sbadato sull'orario!"
"Io direi incosciente!" lo corressi incrociando le braccia al petto
"Non esageriamo adesso... per di più, non ho toccato neanche una birra. Sono rimasto sobrio, come promesso!" io alzai un sopracciglio scettica, e mi abbassai su di lui, fermandomi a qualche millimetro dal suo viso, e lo annusai per bene. Aveva ragione, si sentiva solamente l'odore del suo dopobarba. Di alcool neanche l'ombra
"E bravo Emmet... di questo passo mi renderai orgogliosa di te!" esclamai dandogli una pacca sul petto
"Pensavo tu lo fossi già!" mi provocò con un sorriso
"Non proprio!" esclamai
"Io lo sono, Emm... incondizionatamente!" si aggiunse Alice sorridendogli. Lui la tirò a sé di nuovo e le stampò un bacio sula fronte
"Grazie folletto... meno male che in questa casa ci sei tu, altrimenti sai che noia!" esclamò. Io lo guardai di sbieco. Quell'allusione se la poteva anche risparmiare.
"É in casa adesso?" mi chiese con un sussurrò, perdendo totalmente il suo sarcasmo e la sua allegria di sempre. Perfino Alice, allacciata al suo petto, si irrigidì. Io mi limitai a scuotere la testa, senza aggiungere altro. Lui sospirò. Un sospiro profondo che conteneva tutta l'ansia, il rancore e il terrore accumulati durante tutti i suoi diciannove anni passati in quella casa. Ce lo diceva spesso che la nostra nascita per lui era stata un miracolo. Un miracolo che aveva imparato ad apprezzare soltanto qualche anno più tardi, quando erano iniziate le vere preoccupazioni. Eravamo riusciti a donargli la speranza. Ed in parte il terrore per quella sua vita si era attenuato. Per me e per Alice, Emmet era diventato con il tempo il nostro porto sicuro. L'unico capace di farci smettere di piangere, ogni qualvolta l'incubo cominciava, l'unico capace di difenderci, quando la situazione si incrinava pericolosamente, e soprattutto l'unico uomo delle nostre vite, che ci amasse in modo sincero ed incondizionato. Ce lo ripeteva spesso. Se qualche ragazzo ci metteva le mani addosso, prima avrebbe dovuto fare i conti con lui. E difatti così era successo con l'ultimo ragazzo di Alice. Era un tipo tranquillo, di buona famiglia, ma ad Emmet tutta quella sua compostezza non andava proprio a genio. Così aveva fatto in tutti i modi per allontanarlo da lei, senza che Alice sospettasse della sua intromissione. Anche se, sono fermamente convinta, che alla fine dei conti, lei lo sapesse ma che non facesse nulla per impedirglielo, semplicemente perché le andava bene così. Forse, la spiegazione più plausibile era che in fondo tra lei e quel ragazzo non ci fosse sentimento, altrimenti non credo che avrebbe accettato volentieri le macchinazioni di Emmet.  
Io invece, per la gioia di mio fratello, ero stata molto sfortunata a ragazzi. Mi ero invaghita, perché questo è il termine giusto per una come me, che crede poco nell'amore, pochissime volte. La prima ero stata delusa tremendamente. Il ragazzo che mi piaceva si era messo a fare il filo alla mia migliore amica di allora, e spesso veniva da me a chiedermi consigli per conquistarla. Avrei voluto spaccargli la faccia piuttosto che aiutarlo. Ma siccome, non sono mai stata né una tipa violenta, né tanto meno una persona rancorosa, lo avevo aiutato spesso e volentieri. Anzi... spesso sì, volentieri proprio no!
Le altre erano state più che altro, sbandate adolescenziali. Mai stata innamorata nel profondo. Non avevo mai provato l'irrefrenabile bisogno di dire "Ti amo", e non ero mai stata sul punto di concedermi totalmente ad un ragazzo. Invidiavo profondamente tutte le ragazze della mia classe che erano felicemente fidanzate. C'era Jessica con il suo Mike. Angela con Ben e per finire perfino quell'oca di Lauren era riuscita a conquistare il cuore, e non solo quello, di Steve, il capitano della squadra di nuoto della scuola. Certo, le invidiavo, ma ero anche sicura che l'amore per una come me non esistesse, o che avrei dovuto faticare non poco per trovarlo.
"Le cose più belle, sono sempre le più difficili da conquistare, ma sono anche quelle che ci danno più soddisfazioni!" mi diceva sempre mia madre. Ed era in quei momenti che mi trovavo ad essere pienamente d'accordo con lei. Anche se, ora come ora, non avrei più potuto dirglielo di persona, purtroppo...
I miei tristi ricordi furono interrotti dai lamenti di Alice.
"Dai, per favore..."
"Ti ho detto di no... quante volte ancora dovrò ripetertelo?" le fece Emmet seccato
"Cosa vuole questa volta?" chiesi divertita
"Vuole che le presti la mia macchina... ed indovina per fare cosa?" io la guardai con sguardo ammonitore, anche se leggermente sarcastico, e lei rispose con un sorriso smagliante
"E dai, Bells... ci sono i saldi di fine stagione... Ci sarà un mare di roba ad un prezzo stracciato... come puoi pretendere che mi lasci scappare un'occasione come questa!" aveva scavalcato il corpo di Emmet, ricevendo qualche insulto dallo stesso, e si era messa di fronte a me, quasi implorante
"E sentiamo... con quali soldi pensi di pagare?" le chiesi. Ma tanto era inutile, conoscevo a memoria la risposta. Lei mi sorrise innocente, provocando le risate di Emmet
"No!" sibilai io
"Coraggio, sorellona... ti prometto che te li ridarò..." mi fece lei
"Certo... come mi ridarai i soldi che ti ho anticipato per il regalo di Emmet per Natale, o quelli che ti sono serviti per comprare quella borsa bianca... eh, no mia cara nanerottola malefica, questa volta non mi incanti!" le feci io secca. Lei allora, abbassò la testa afflitta e tirò su con il naso. Maledizione! Ma fin dove sarebbe arrivata la sua perfidia?
"Eh va bene... basta che la smetti di piagnucolare!" esclamai esasperata. Lei lanciò un grido e mi abbracciò facendomi ricadere su Emmet, che per la seconda volta si lamentò.
"Grazie Bella... non sai quanto ti adoro..." esclamò stampandomi circa dieci baci sulla guancia.
"Posso immaginare..." esclamai divertita
"Bene, vado a prepararmi... ho solo cinque ore per girare tutto il centro commerciale e trovare qualcosa di decente!" e detto questo scattò in piedi e corse in camera sua. Emmet mi passò un braccio attorno alla spalla ed esclamò
"Tanto alla fine la spunta sempre lei.. anche se provi in tutti i modi a resisterle.. ma ormai dovresti esserci abituata!"
"Ad una come Alice, non si fa mai l'abitudine..." affermai sospirando. Poco dopo sentimmo i suoi passi sulle scale
"Io vado.. a dopo... vi voglio bene! Ah, Emm... grazie per la macchina!"
"Prego!" esclamò subito lui. Poi, sgranò gli occhi e si alzò a mezzo busto gridando
"Come sarebbe a dire grazie per la macchina?" ma ormai Alice era già volata via. Io iniziai a rotolarmi nel letto per le troppe risate
"Noto con piacere che il folletto malvagio ha fregato anche te!" esclamai. Lui ringhiò, dopodiché alterato si diresse verso il bagno
"Se la prendo..." biascicò furioso. Io rimasi lì, a ridere ancora per un pò, finché il rumore della doccia non mi fece riprendere. Sospirai profondamente ed uscii dalla camera. Già, la mia era proprio una bella famiglia. Anzi, Alice ed Emmet lo erano, i miei adorati angeli custodi. Solo loro. Il resto era soltanto terrore e rabbia allo stato puro che, come tutti i giorni a quell'ora, si stava avvicinando al nostro vialetto con la sua volante lucidata di nuovo.






Salve a tutti. Sono qui con questo esperimento del tutto rudimentale, spinta da un'idea che mi è venuta un paio di settimane fa e che pian piano ho preso forma nella mia testa. Allora... come avete potuto vedere, niente vampiri, o altre creature leggendarie. Ci sono semplicemente dei ragazzi, ognuno con un carattere del tutto particolare e delle situazioni alle spalle che ne fanno una cornice molto  suggestiva (e questa, da dove ti è uscita???) Ci saranno non uno né due, ma ben sei narratori differenti (e inutile specificare di chi si tratta eh eh eh ^^) e pian piano si scopraranno gli intrecci e i segreti che ognuno di loro cerca di nascondere in tutti i modi possibili. Bene, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere in tanti mi raccomando (anche i giudizi negativi, se sn fatti in modo costruttivo, sono graditi!) e vediamo un pò cosa ne uscirà... eh eh eh... un bacio a tutti... RECENSITE ^^

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Capitolo 2
*** Beautiful ***


Rosalie POV (2)


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When I see you, I run out of words to say
I wouldn't leave you, cause your that type of girl, that makes mistakes

I see the guys tryna' holla, girl I don't want to bother you, cause your independent and you got my attention
And I'll be your baby father, girl I just want to show you, that I love what you are doing

I see you in the club, you gettin' down'
I wanna get with you
I see you in the club, you showin' thugs love
That wanna get with you


Quanto adoravo la musica. L'unica cosa capace di farmi staccare dal mondo esterno, e farmi sentire in pace con esso. L'unica che non mi avrebbe mai fatto del male, non mi avrebbe mai tradita, lasciata sola, o semplicemente illusa. Come, invece, avevano fatto tutti gli altri. Quella che stavo ascoltando in quel momento, era sicuramente una di quelle canzoni che amavo di più. Si intitolava Beautiful. Già... me lo avevano detto spesso. Mi avevano spesso riempito di complimenti che mi avevano immancabilmente fatta sorridere e sentire speciale. Ma adesso, dopo quello che era successo, neanche parole così dannatamente belle mi avrebbero fatta sorridere. Soprattutto se a pronunciarle fosse stato un ragazzo.


You're so beautiful, So damn beautiful
Said your so beautiful, So damn beautiful
You're so beautiful


Una brusca frenata mi fece sobbalzare. Mio fratello, che fino a qualche istante prima sonnecchiava tranquillo con la testa appoggiata alle mie gambe ed i piedi stesi, per quello che gli era possibile, sul sedile, urtò contro quello anteriore, imprecando
"Ma che cazzo..."
"Jazz, per piacere, che parole sono queste!" lo riprese mio padre
"Se tu non sai neanche guidare, non è mica colpa mia!" si lamentò lui, tastandosi il punto in cui aveva sbattuto contro il sedile. Io, tolto uno dei due auricolari, per seguire la discussione, gli diedi una botta leggera sulla fronte, per farlo zittire. Lui fece una smorfia e chiuse di nuovo gli occhi. Ridacchiai appena. Mio fratello era fatto così. Per lui la delicatezza era qualcosa che apparteneva solo agli altri. E di certo non si era neanche mai fatto problemi davanti ai nostri genitori, ma ormai loro, ci avevano fatto l'abitudine, malgrado tutto
"Se tu stessi seduto composto come tutti gli altri, probabilmente la prossima volta non ti faresti niente!" esclamò una voce alle mie spalle. Seduto da solo, nella terza fila di sedili della Mercedes Classe R di papà, c'era Edward, l'altro mio fratello. Guardava inespressivo fuori dal finestrino, senza prestare davvero attenzione al paesaggio che scorreva veloce al di fuori. Anche lui aveva le cuffie inserite, ma evidentemente aveva ascoltato tutta la conversazione.
"Nessuno ti ha interpellato, mi sembra!" esclamò acido Jasper senza neanche muoversi
"Io lo dico per te... non vorrei ti fratturassi il setto nasale al prossimo giro... questa volta sei stato fortunato, ma la prossima potrebbe non girarti bene!" spiegò lui tranquillo
"Se non la smetti di rompere vengo lì e te lo fratturo io il setto nasale... senza l'aiuto di papà e delle sue frenate!" lo minacciò l'altro
"Ci credo poco..." bisbigliò Edward in modo perfettamente udibile. Jasper si mosse appena, ma io lo fermai
"Ragazzi per favore... un pò di contegno, per la miseria!" li riprese mia madre girandosi a guardarci "Siete grandi e grossi... dimostrate l'età che avete per una volta!"
"Non devi dirlo a me... è il signorino qui dietro che ha qualche problemino evidentemente!" rispose secco Jasper tornando a rilassarsi sulle mie gambe
"Io non ho nessun problema... sei tu che..." ma mio padre non lo fece continuare. Gli bastò schioccare un'occhiata di fuoco per farlo smettere. Sentii Jasper ridacchiare soddisfatto
"Le armi di papà sono sempre le migliori!" sussurrò
"E lo stesso vale anche per te, Jasper!" lo riprese l'uomo alzando la voce. Lui sbuffò appena, mentre Edward leggermente divertito disse:
"Eh sì, Jazz... per una volta sono pienamente d'accordo con te!" e se ne tornò alla sua musica. Io mi concessi un sorriso per poi risistemare nell'orecchio l'auricolare. Intanto le ultime note di Beautiful si stavano perdendo per lasciare il posto ad una canzone di Ne-yo... Miss Indipendent.
Il resto del viaggio procedette tranquillo. Senza brusche frenate o altre acide battutine tra i miei fratelli. Ne approfittai per girarmi e scrutare furtiva Edward. Se ne stava con gli occhi chiusi, la testa poggiata sulla mano che a sua volta era ancorata al finestrino. Probabilmente si era addormentato.
Lui era esattamente l'opposto di me e Jasper. Aveva da poco compiuto diciassette anni, capelli castano ramati, perennemente scompigliati ad arte e due splendidi occhi verdi. Era alto, più o meno come Jasper, anche se Edward era leggermente meno muscoloso rispetto all'altro, ma nonostante questo poteva vantarsi di un fisico niente male che, alla nostra vecchia scuola, aveva fatto girare la testa a molte ragazze. Era un tipo molto riservato, difficilmente si riusciva ad intuire davvero cosa volesse, a meno che non era lui stesso ad ammetterlo. Tipo, in quel momento non sapevo se il nostro trasferimento fosse per lui qualcosa di positivo o meno. Io preferii pensare di sì.
Nella nostra vecchia città, quella da cui in un certo senso stavamo scappando, c'era la sua ragazza. Kristen. Saranno stati insieme all'incirca sei o sette mesi, ma non lo avevo visto particolarmente coinvolto. O meglio... mio fratello Edward non era mia stato totalmente coinvolto da nessuna in particolare. Tanto che arrivai a pensare per un breve periodo che fosse gay. Ma per fortuna mi sbagliavo. La sua era semplice riservatezza, o timidezza, come dir si voglia, e questo sotto molti aspetti, lo rendeva, se possibile, ancora più attraente agli occhi del gentil sesso.
Poi c'era mio fratello Jasper, e quella era tutta un'altra storia. Prima di tutto c'è da precisare che io e Jazz siamo gemelli. Diciotto anni, entrambi biondi, occhi azzurri, e fisico slanciato. Lui ha solo qualche centimetro più di me. Oddio, dire qualche sarebbe generico. Diciamo solo che la differenza era abbastanza evidente. Jasper, a differenza di Edward, aveva un carattere.. ehm.. diciamo molto, ma molto particolare. Non si era mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, neanche da papà. Molte volte avevano litigato in maniera pesante quei due, ma di solito la mamma li aveva sempre fatti calmare dopo poco. Agli occhi esterni poteva sembrare arrogante, presuntuoso, ma magari conosciuto a fondo, non era così. Certo, io essendo sua sorella tendevo a metterlo sempre su un piedistallo, ma non mancava occasione che litigassimo, quando sentivo che stava sbagliando, o che magari esagerava nel suo modo di fare. Nella nostra vecchia scuola, Jasper non aveva una ragazza. O meglio... non ne aveva una fissa per più di due giorni. Diciamo che aveva passato al setaccio mezzo istituto, ovviamente solo la parte femminile sia chiaro, ad eccezione del club di informatica, che non gli andava particolarmente a genio, e del corpo docenti. Io ed Edward ci divertivamo a tenere il conto delle sue conquiste semestrali. Il suo record personale aveva sfiorato la cinquantina solo nel primo semestre del terzo anno. Poi i suoi risultati si erano stabilizzati. Lui affermava che stava lentamente mettendo la testa a posto. Noi, invece, sostenevamo che ormai le aveva già provate tutte, e che rimaneva ben poco per lui.
La notizia del nostro trasferimento non lo aveva affatto sorpreso. Io sapevo che lo faceva per me, che avrebbe fatto di tutto per proteggermi da... da... da quello che ci lasciavamo pian piano alle spalle, da quello che si allontanava gradualmente da noi, mentre i chilometri di distanza aumentavano con la strada percorsa. Ed io non l'avrei mai ringraziato abbastanza. Come non lo avrei fatto con Edward. Sapevo che per loro abbandonare la vecchia vita era difficile. Ma... lo facevano solo e soltanto per me, e di questo, potevano esserne certi, non me ne sarei mai e poi mai dimenticata.
Distrattamente presi ad accarezzare i capelli di Jazz, sovrappensiero. Sapevo che quel mio gesto lo rilassava parecchio, ma soprattutto rilassava me.
Per fortuna che ci siete voi due... altrimenti...
Mi bloccai, in simbiosi con la fine della canzone. Jasper alzò appena lo sguardo verso di me e sussurrò
"Perché ti sei fermata?" io scoppiai a ridere, tolsi gli auricolari, li passai a lui, che li affondò nelle orecchie e feci partire la sua canzone preferita... Here without you, dei 3 Doors Down... lui sorrise, alzò la mano e mi accarezzò una guancia. Così, mentre richiudeva di nuovo gli occhi, ricominciai ad accarezzargli i capelli, facendolo sprofondare nuovamente, qualche secondo dopo, tra le braccia di Morfeo. 



Salve a tutti... cm state? Spero bene... allora, il mio è stato un aggiornamento recordo, ma solo perché ho parecchi capitoli già pronti e che aspettano pazientemente di essere letti. Non li posto tutti insieme semplicemente per lasciare un pò di suspance... eh eh... però, vi faccio una proposta... il mio prossimo aggiornamento sarà lunedì, ma se entro stasera trovo più di sei recensioni a questo capitolo, prometto che posterò il terzo anche oggi. Quindi, datevi da fare... ^^ Bene, un grazie enorme alle 10 persone che hanno inserito la storia tra i preferiti e alle 9 tra i seguiti. Grazie mille davvero, ed ovviamente un ringraziamento speciale a chi ha recensito. Spero che Rosalie sia stata di vostro gradimento, un bacio e mi raccomando...

Risposte alle recensioni:
hale1843: Salve, prima di tutto grazie mille per aver recensito... sono contenta che la storia ti abbia colpito spero di poterti incuriosire sempre di più. Ti assicuro che ci saranno anche Edward e Jazz (e nn solo ^^) abbi solo un pò di pazienza e ti assicuro che nn rimarrai delusa. Cmq, nn credo che Alice sarà molto contenta delle tue avances su Jasper... ah ah ah... attenta Ali, pretendente in vista... ciaooo, fammi sapere cm hai trovato il cap! Un bacio!

stellalilly: Ciao, ti ringrazio per aver recensito, davvero... sono contenta che la mia diea ti sia piaciuta, spero di poterti incuriosire sempre di più. X qnt riguarda gli aggiornamenti, cercherò di essere più veloce che posso, promesso... ciao, fammi sapere cm hai trovato il cap! Un bacio!

va_pira: Ciao, ti ringrazio per aver recensito prima di tutto... sono contanta che ti abbia incuriosito, spero continuerai a seguirmi... fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un bacio!

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Capitolo 3
*** Me lo sento! ***


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Shopping. Sia ringraziata l'anima pia che lo ha inventato. Altrimenti non saprei proprio come avrei potuto vivere senza, nei miei passati diciassette anni.
Ero riuscita, tramite grazia concessa dai miei due cari e adorati fratelli, a fare razzia di tutti gli abiti messi in saldo nel mio centro commerciale preferito. Oddio, non che in una cittadina misera come Forks ce ne fossero poi molti, oltretutto ero stata costretta a recarmi a Port Angeles per fare acquisti, ma per me bastava ed avanzava.
Così, dopo ore ed ore di sfrenato shopping mi ritrovavo alla guida della Jeep di mio fratello Emmet, diretta verso casa. Durante tutto il tragitto c'era stata la musica a farmi compagnia. Avevo inserito un cd che avevo fatto all'inizio della stagione che conteneva tutte le hits estive di quell'anno. Ad esempio, quella che stavo canticchiando allegramente in quel momento si intitolava Fly High di Shaggy. Era senza ombra di dubbio la mia preferita. L'avevo definita la colonna sonora della mia estate, perché era in sintonia con il mio umore. Vola alto, diceva... già, proprio dovrei avrei voluto andare io. Volare in alto, lontano da tutto ciò che mi circondava e da tutto ciò che di spregevole la vita fino a quel momento mi aveva offerto. Mi sarei lasciata dietro il mondo volentieri, senza rimpianti. Se per esempio mi mettevo a pensare all'estate che stava lentamente per finire e sgretolarsi come le altre stagioni passate, mi veniva da piangere. Come al solito si era rivelata l'ennesima accozzaglia di giorni tristi, animati forse in parte dalla presenza di Bella ed Emmet, e dai nostri improvvisi week-end al mare. Ma per il resto, solo e soltanto terrore. Terrore allo stato puro, ansia, e nostalgia per una vita che non mi era mai appartenuta e che forse da bambina per un attimo avevo sperato di avere. E la colpa era solo sua. Solo e soltanto di quel maledetto uomo che ancora mi ostinavo a chiamare papà, ma che di un padre non aveva un bel niente. Era un incubo. Ma non di quelli che basta il suono della sveglia per farlo passare, no... era qualcosa di insistente e vivo nella memoria. Avevo paura di lui. Una paura cieca di quegli occhi spiritati, di quel maledetto odore nauseabondo che si propagava nell'aria ogni qualvolta entrava in casa, di quella voce che riecheggiava minacciosa perfino a distanza, di...
Non una sola volta avevo proposto ai miei fratelli di andare via da quella maledetta casa. Di allontanarci da quell'uomo che pian piano stava regredendo in simbiosi con il suo aspetto. Avevo proposto di scappare, per rifarci una vita altrove, qualsiasi posto sarebbe andato bene, pur di lasciare quel dannato uomo, e soprattutto prima di diventare con il tempo proprio come lui. Dovevamo... volare alto!
Ma loro non mi davano retta. Mi sorridevano comprensivi, e mi dicevano che stavo esagerando, che vedevo del marcio lì dove non ce n'era. Ma si sbagliavano, non era così. Non mi stavo illudendo, forse vedevo le cose da una prospettiva differente dalla loro. E speravo con il tempo che mi avrebbero dato ragione. Anzi lo sapevo!
"Un padre non si comporterebbe così. Un padre vero vorrebbe solo il bene per i suoi figli. Un padre vero non farebbe mai quello che fa lui con noi quotidianamente. Un padre vero non..."
Sospirai profondamente, mentre entravo nel paese ad un'andatura moderata.
"Basta con questi pensieri, Alice!" mi dissi "Non devi rovinarti la giornata per uno così... non puoi permettertelo!" e così mi sforzai di sorridere e di concentrarmi sulla canzone successiva.
Forks era un paese minuscolo. Tutti sapevano tutto di tutti. Una novità, se pur misera ed insignificante, avrebbe fatto il giro del paese in una frazione di secondo. Certo, a meno che tu non fossi il capo della polizia locale. Beh, in tal caso, non si sa come e perché, tutto ciò che facevi rimaneva segregato tra le mura domestiche. Ed in queste circostanze nessuno sapeva niente di nessuno. E a me andava bene così, dopotutto.
Qualche metro dopo, mi fermai al semaforo. Iniziai a tamburellare con le dita sul volante per ammazzare il tempo. Cavolo, come odiavo aspettare.
Ad un tratto però, davanti ai miei occhi passò un'incantevole macchina. Una Mercedes Classe R, nera, tirata meravigliosamente a lucido. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Mio fratello Emmet, patito delle auto, ne aveva un poster nella sua camera. Risi tra me e me.
"Cavolo, appena saprà che ne ho vista una dal vivo, si mangerà i gomiti per l'invidia!" sussurrai ingranando la marcia e partendo. Soltanto qualche metro più avanti un pensiero si fece strada nella mia testolina malata. Così frenai di botto, senza, per fortuna, causare alcun incidente.
"Cosa diamine ci fa una macchina del genere a... Forks?" mi chiesi sgranando gli occhi. Non eravamo soliti vedere quelle meraviglie tra le nostre strade. Il massimo a cui eravamo abituati erano le utilitarie o i fuoristrada come quello di Emmet, ma niente di più. Eh, no, lì bisognava assolutamente indagare.
Così, spinta dalla mia solita vena della curiosità, che pulsava malefica, decisi di fare inversione di marcia, nonostante la segnaletica stradale e il fatto che fossi la figlia del capo della polizia, mi suggerissero di non farlo. Ma al diavolo. Lì era questione di vita o di morte. Ed io non potevo di certo farmi scappare un'occasione come quella. Ripercorsi, perciò, la strada che avevo appena fatto al contrario ed imboccai la traversa che poco prima stava percorrendo quella macchina. Non ci volle molto per ritrovarla.
"Cavolo... è proprio lei!" sussurrai entusiasta. Davvero bellissima. Probabilmente l'avrei rivista semplicemente su un catalogo di macchine o in una concessionaria. Procedeva tranquilla. Probabilmente, pensai, erano turisti. Anzi no, erano sicuramente turisti, anche perché un'auto del genere a Forks non sarebbe passata di certo inosservata. Decisi che era arrivato il momento di far morire d'invidia mio fratello, così, senza spostare gli occhi dalla strada, iniziai a cercare il cellulare nel portaoggetti. Trovato, composi il numero e rimasi in attesa.
La macchina intanto procedeva verso lo svincolo per l'autostrada.
"Ma come... che senso ha uscire lì, dopo essere entrati a Forks... Se non avevano intenzione di fermarsi, allora perché entrare nel paese ed allungare la strada?" mi chiesi. Forse erano turisti parecchio inesperti della zona. O semplicemente ricconi con la voglia di sprecare un pò di benzina e complicarsi la vita.
"Pronto Alice?" mi rispose mio fratello
"Emm... non crederai mai che schianto di macchina ho davanti ai miei occhi in questo momento!" esclamai divertita
"Alice... é tornato!" esclamò soltanto. E non mi servì altro. Sbiancai di colpo, e senza neanche rispondergli, lanciai il cellulare sul sedile accanto al mio, ed accelerai. Solo che la mia corsa era in parte ostacolata dall'andatura equilibrata della Mercedes che avevo davanti a me.
Maledizione... turisti, ricchi, inesperti e pure rompipalle....
Decisi di fare una mossa azzardata. Dovevo superare la macchina e
raggiungere la piazzola di sosta che si trovava a qualche chilometro da lì
, anche se la segnaletica non lo permetteva e la strada era abbastanza stretta. Ma quella era davvero un'emergenza, e non potevo di certo passare minuti preziosi a farmi scrupoli. Ci sarebbe stato tempo dopo per farsi venire i rimorsi alla coscienza. Così, iniziai la manovra di sorpasso. Non l'avevo mai fatta in quelle circostanze ed avevo il cuore a tremila.
Come se non bastasse già l'agitazione che è riuscito a mettermi Emmet addosso...
La Mercedes, intuita le mie intenzioni, rallentò appena per permettermi il sorpasso. Li ringraziai mentalmente per questo. Pochi istanti dopo ci ritrovammo con le fiancate allo stesso livello, e così mi girai a guardare curiosa. Almeno mi sarei tolta quello sfizio. I finestrini erano oscurati, dannazione, fatta eccezione per quello della fila centrale che era stato completamente tirato giù. Fu un attimo, incrociai un paio di occhi azzurri, incantevoli, curiosi, dopodiché passai avanti tirando un sospiro di sollievo. Guardai nello specchietto la macchina che lentamente si faceva sempre più piccina.
Però... niente male davvero.
Trovata la piazzola, feci inversione e ripercorsi a ritroso la strada ad una velocità superiore di quella dell'andata. Della macchina nera, neanche l'ombra.
Rientrai in città, moderando appena la velocità, giusto per non dare il cattivo esempio, e raggiunsi casa. Parcheggiai nel vialetto, nascosi le buste dei miei acquisti sotto il sedile e con il cuore a mille, scesi dall'auto. Sapevo cosa mi attendeva dietro quella porta, e non era niente di positivo.
Non appena fui dentro annusai subito l'aria. Bene, niente di preoccupante, o almeno così credevo. Mi diressi a passo deciso verso la scale, ma ad un tratto qualcosa mi attanagliò il braccio
"Ahia!" gridai spaventata
"Dove cazzo sei stata?" mi domandò una voce severa. Merda, merda, merda... ero nella merda fino al collo!
"Lasciami mi fai male..." mi lamentai io
"Non hai risposto!"
"Sono andata a fare un giro.. cosa c'è, è vietato anche quello adesso?" domandai con tono di sfida. Bene, niente di più sbagliato. Me ne pentii qualche secondo più tardi, ritrovandomi con la guancia dolorante per colpa del suo schiaffo. L'ennesimo...
"Lo sai benissimo che devi rendermi conto di tutto ciò che fai... intesi?" mi domandò furioso
"O-ok..." sussurrai terrorizzata. Rieccola la paura. Rieccolo il terrore allo stato puro di cui parlavo
"Non ho sentito!" urlò
"Ok!" gridai in risposta. Ma dov'erano... dov'erano finiti i miei angeli custodi? Perché non scendevano in mio soccorso?
"Che succede?" eccola.. eccola la voce che volevo tanto sentire. Alzai gli occhi verso mio fratello che ci guardava in cima alle scale. Era furioso. Ma mai quanto lui
"Non sono affari tuoi, tornatene nella tua camera!" gli sbraitò contro mio padre. Emmet mi fece segno di raggiungerlo ed io non me lo feci ripetere due volte, ritrovandomi qualche gradino più su, al riparo dietro le sue possenti spalle. Senza dire altro ci rifugiammo in camera di Bella, dove lei ci attendeva agitata
"Oh, Alice, tesoro... che cosa ti ha fatto?" corse ad abbracciarmi. Io ricambiai la sua stretta, sospirando appena. Osservò per bene il mio viso e mi accarezzò la guancia, probabilmente arrossata. Dopodiché mi sorrise triste. Dovevo fare assolutamente qualcosa per spezzare quell'atmosfera, altrimenti...
"Emmet... non crederai mai cosa ho visto!" esclamai allegra. Lui mi guardò enigmatico dopodiché mi sorrise curioso
"Cosa?"
"Tieniti forte.. La Mercedes Classe R... come quella del poster che hai in camera!" risposi
"Non dire stronzate, Ali... quelle sono macchine da aristocratici.. cosa ci fa un'auto del genere qui, a Forks?" mi chiese scettico. Immaginavo che non ci avrebbe mai creduto
"Ti giuro che l'ho vista.. non so a chi appartenesse, però.." ricordai quegli occhi azzurri, quel colore così intenso, così maledettamente irresistibile
"Saranno stati di passaggio... turisti immagino!" constatò Bella, ormai tranquilla
"Già..." dissi io con una scrollata di spalle
"Dannazione... tutte le fortune capitano a te... volevo vederla anche io!" sbuffò Emmet accasciandosi sul letto
"Coraggio, fratellone... ho il vago sospetto che la rivedrai molto presto!" lo tranquillizzai io sedendomi accanto a lui
"E come fai a saperlo? Sei una veggente per caso?"
"Beh, diciamo che... me lo sento!" esclamai facendogli l'occhiolino. E scoppiammo a ridere, tutti e tre insieme!
 




Salve a tutti... cm promesso ecco l'aggiornamento. All'orizzonte c'è qualcosa di nuovo, si sente odore di novità... ^^ eh eh... Bene, ringrazio chi mette la storia tra i preferiti e tra i seguiti... grazie mille davvero... Ma un grazie particolare va a chi recensisce... grazie davvero, siete troppo buoni (e pensare che qst storia nn mi convinceva neanche, però, grazie ai vostri bei commenti, mi sto ricredendo!^^) Spero continuerete a seguirmi in tanti, riempitemi di recensioni, ve ne prego... un bacio a tutti!

Risposte alle recensioni:
cinzia818: Salve, e grazie x aver recensito :)... calma x favore, altrimenti mi sentirò in colpa x averti fatto morire di curiosità... nn vorrei che mi venissero a prelevare a casa x tentato omicidio eh eh eh, spero di aver alleviato almeno in parte la tua curiosità... mi fa piacere vederti così presa, davvero ^^... bene, ti ringrazio tantissimo per i complimenti, spero di nn deluderti, un bacio e grazie ancora. p.s. Spero ke qst cap ti sia piaciuto, fammi sapere ;)

lisa76: Ciao e grazie mille x aver recensito... allora, me felicissima che la storia ti abbia già dai primi capitoli incuriosito. Ti posso assicurare che ci sarà molto da scoprire, di ognuno di loro, fidati ^^... x le tue richieste, beh... quella di Edward, dovrai aspettare il capitolo di Jasper, già da lì si intuisce qualcosa... (tu dirai, cosa c'entra jasper cn Edward.. eh eh fidati di me^^), per Rosalie, sarà difficile da far saltare fuori subto, ma con il tempo... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere un bacio!

mcgi86: Salve, grazie mille prima di tutto x aver recensito... sn contenta che la storia ti sia piaciuta, spero che anche qst capitolo (che cm hai visto ho postato prestissimo ^^) ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando. Un bacio!

martya_c: Ciao e grazie mille per aver recensito, essere riuscita a fartelo fare per me è un onore, davvero... ah ah grazie quindi il doppio... ^^ mi fa piacere che l'idea ti sia piaciuta e spero che leggendo gli altri capitoli possa appassionarti sempre di più... ti ringrazio infinitamente x i tuoi meravigliosi complimenti, nn sai che gioia che mi hai dato. Bene, spero che qst capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacio! ^^

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Capitolo 4
*** Questione di orgoglio, e di capre! ***


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Aria pura, di aperta campagna. Il cinguettio degli uccellini. L'odore di muschio. Cielo limpido, illuminato da un timido sole di fine stagione. Non c'è posto migliore al mondo... sì, come no, per gli altri forse!
"Ma che razza di posto dimenticato da Dio è questo?" esclamai scioccato. Avevamo appena parcheggiato davanti la nostra nuova casa, probabilmente l'unica cosa decente nel raggio di chilometri, e mentre i miei genitori erano intenti a visitare l'interno dell'edificio, ne avevo approfittato per farmi un giro attorno alla villa, giusto per sgranchirmi un pò le gambe. Niente di più sbagliato!
"Coraggio, Jazz... non è così male!" esclamò Edward alle mie spalle. Mi girai a guardarlo male, come al mio solito
"Non è così male?" sbraitai "Ma ti rendi conto in che posto assurdo siamo finiti? Sembra quel cartone animato... come si chiama.. ah sì, Heidi... mancano solo le capre ed i montoni che ci salutano e siamo al completo!"
Lui scoppiò a ridere, seguito da Rosalie. Erano contenti? Buon per loro... perché io non lo ero affatto!
"Jasper.. non dare giudizi affrettati... magari con il passare del tempo scopri che abitare qui è molto meglio che stare a New York!" affermò mia sorella. Bontà divina... perdonala, non sa quello che dice!
"Stai scherzando, vero?" le chiesi sarcastico. Ma lei mi sorrise ed entrò nella villetta. Emisi una sorta di ringhio frustrato. Dannazione... dannazione a me e a quando quel maledetto giorno mi sono fatto convincere a...
"Tu non entri?" mi chiese mio fratello davanti all'ingresso. Sbuffai. Tanto valeva entrare e vedere il capolavoro che aveva fatto costruire nostra madre.
"D'accordo... l'interno non potrà di certo essere peggio di questo!" esclamai afflitto, dopodiché insieme varcammo la soglia di casa.
"Accidenti!" si lasciò sfuggire Edward. Beh... forse non tutto il male vien per nuocere... se fossi rimasto chiuso in quella casa per tipo... sempre... forse sarei sopravvissuto a tutto quel verde fastidioso. Eh sì... il mio piano non era niente male. Se avessi potuto, mi sarei congratulato con il mio cervello per quell'incantevole pensata!
"Caro fratellone, credo proprio che qui non troverai nessuna capra a farti compagnia!" esclamò ironico Edward posando la mano sulla mia spalla. Mi girai a guardarlo per potergli lanciare un'occhiata omicida, ma venni interrotto dall'arrivo di nostro padre
"Allora, ragazzi... cosa ne pensate?" ci chiese entusiasta. Si sapeva... tutte le creature di sua moglie valevano l'oro per lui.
"Non male!" biascicai
"Solo?" mi chiese lui alquanto deluso. Ma cosa si aspettava? Che mi mettessi a fare i salti di gioia e che lo ringraziassi per avermi confinato in quel maledetto cartone animato in 3D? Beh se davvero lo pensava, peggio per lui... avrà una grandissima delusione...
"Ma no, papà... la adora! Lasciagli soltanto il tempo per metabolizzare la cosa!" fece Edward sorridendo. Ma cosa si era messo in testa quella sottospecie di carota ambulante? Voleva morire giovane per caso?
"Io e te facciamo i conti dopo!" gli sussurrai minaccioso superandolo
"Ehi, voi due... ancora lì state? Coraggio venite a vedere il secondo piano!" ci invitò mia sorella raggiante. Rimasi un attimo a fissarla. Quando sorrideva in quel modo era uno splendore. Molto più bella di qualsiasi altra ragazza sulla faccia della terra.
Mi feci coraggio, per la seconda volta in pochi minuti e, seguito a ruota da Edward, salii le scale che portavano al secondo piano. Inutile dire che la meraviglia che ci aveva accolto al pian terreno continuava anche lì. Dovevo ammettere che mia madre aveva superato davvero se stessa in quell'impresa. Non era per niente malvagia come cella delle mie prossime torture. Almeno... sarei morto felice!
"La camera in fondo al corridoio è mia!" sentenziò Edward superandomi. Come prego?
"Credo ci sia stata un'interferenza di segnale..." esclamai afferrandolo per la maglia e bloccandolo "Puoi ripetere?"
"Mollami!" sibilò secco. Oh, carotino aveva perso tutta la voglia di scherzare... ma che peccato!
"Fino a che rimango quello più grande tra i due, ho il privilegio di scelta! Ergo.. la camera in fondo al corridoio è mia!" esclamai soddisfatto. E che diamine!
"D'accordo..." concordò con un'alzata di spalle. Come, come? Me l'aveva data vinta senza lottare? Che fine aveva fatto l'Edward temerario che conoscevo? Era forse rimasto a New York? Oppure quel poco di cervello che aveva, si era putrefatto durante le interminabili ore di macchina che ci erano volute per attraversare tutto lo stato di Washington?
C'era per forza qualcosa sotto. Bisognava controllare...
Gli lanciai un'occhiata di sbieco e mi diressi verso la camera in questione. Beh, a prima vista non aveva niente di diverso. C'era il solito letto da una piazza e mezzo, il solito maxi armadio, la solita panca, il solito comodino, il solito balcone, il solito tappeto, la solita... eh, no un momento!
"Edward!" sibilai furioso. A grandi passi attraversai il corridoio per raggiungere la sua camera, la prima dopo la rampa di scale. Ecco, come immaginavo, mi aveva fregato
"É di tuo gradimento la camera, fratellone?" mi chiese aprendo un paio di cassetti per controllare che fossero abbastanza capienti
"L'hai fatto apposta... ammettilo!" lo minacciai io avvicinandomi
"Non credo di seguirti..." rispose senza neanche guardarmi
"La mia stanza... non ha il bagno!" affermai furioso.
"Davvero? Beh, che dire, allora... grazie per questa cortese concessione!" esclamò sorridendo indicando la camera che doveva essere mia, se fossi rimasto zitto poco prima. Maledetto... se lo avessi ucciso qualcuno se ne sarebbe accorto? Mmm... probabilmente i miei avrebbero fatto un pò di storie... Dannazione!
"Decidi tu come vuoi morire!" sibilai. Lui sorrise divertito.
"Sai cosa dobbiamo chiedere, Jazz... se qui le pecore hanno fatto l'antirabbica... sai un morso da una di quelle belve feroci potrebbe esserti letale!" scherzò.
"Tempo scaduto... vorrà dire che ti ammazzerò con la prima cosa appuntita che trovo!" e mi lanciai verso di lui, che con un abile salto, scavalcò il letto e disse
"Sei un pò arrugginito, vedo... cosa c'è, l'aria fresca ti ha mandato in ebollizione il cervello?"
"Se ti prendo..." ma niente, come prima scappò in un batter d'occhio. Ma io di certo non mi sarei arreso tanto facilmente
"La volete smettere voi due? Se mamma e papà vi vedono vi fanno il culo!" esclamò Rosalie facendo il suo ingresso in camera
"Spostati Rose... non vorrei che ti macchiassi i vestiti con il suo sangue!" la avvertii ripartendo all'attacco. Lei sbuffò, dopodiché mi raggiunse e le bastò un'occhiata di sbieco per farmi calmare
"Qual'è il problema, questa volta?" domandò
"Quella sottospecie di ortaggio troppo cresciuto mi ha rifilato l'unica camera senza bagno!" mi lamentai io. Ok, magari detta così poteva sembrare una cretinata, ed in fondo... lo era... però dannazione, lì c'era in ballo il mio orgoglio da fratello maggiore, e che cavolo!
"Sei tu che hai preteso di scegliere per primo e l'hai fatto... non è colpa mia se a questo giro ti è andata male!" si giustificò lui con un sorriso. Mamma quanta voglia avevo di scartavetrarglielo con la forza dalla faccia!
"Cioè fatemi capire... state litigando per... il bagno?" ci chiese stupita. Ebbene sotto questo punto di vista la cosa sfiorava il ridicolo. Fantastico!
"Ehm... no... cioè... sì... o ma che importa, tanto ormai l'ha fatta franca lui e addio speranza di vendetta!" esclamai afflitto. Rosalie scosse la testa rassegnata
"Non so davvero cosa fare con voi due.... mi chiedo quando deciderete di fare i fratelli per una volta!" dopodiché uscì dalla stanza. 
Io sbuffai di nuovo. E pensare che quello era soltanto l'inizio.
"Maledizione!" sussurrai accasciandomi sul letto, ormai diventato di proprietà di Edward
"Non dirmi che ancora sei arrabbiato per la camera... dai, se insisti tanto te la cedo!" esclamò sarcastico
"No, non è questo... è tutta questa situazione... mi sta già stretta!" spiegai. Lo sentii sospirare, dopodiché si sedette accanto a me
"É inutile che ti ricordi il motivo per il quale siamo venuti qui..." disse sotto voce
"Già... è inutile.. lo ricordo perfettamente, mio malgrado!" affermai con un sospiro. E certo, come fare a dimenticare? Quelle maledette immagini erano ancora perfettamente vive nella mia mente. Sarebbe stato praticamente impossibile mandarle via.
"E allora vedila sotto questo punto di vista... credo che un sorriso di nostra sorella valga molto di più di qualche albero o di qualche uccellino cinguettante!" disse con un sorriso comprensivo. Diamine se aveva ragione!
"Dimentichi le capre!" esclamai io per spezzare un pò la tensione. Lui scoppiò a ridere, io dietro di lui. Alla fin fine gli volevo bene, anche se, la maggior parte delle volte avrei preferito presenziare alla sua esecuzione piuttosto che ammetterlo.
"Edward... credi davvero che la distanza possa aiutarla a farle dimenticare?" chiesi a testa bassa, dopo che le risate si erano attenuate. Si prese qualche secondo per rispondere
"Io credo di sì... ma dovremmo starle vicino sempre, altrimenti potrebbe sentirsi sola..." affermò ed io non potei essere più d'accordo.
"E poi chi lo sa... magari questa piccola Forks ci riserverà qualche piacevole sorpresa!" aggiunse con un sorriso malizioso. Io ricambiai
"E poi dite che quello che ha la fissa per le donne sarei io!" esclamai. Scoppiò di nuovo a ridere. Stava per ribattere, quando sentimmo un rumore provenire dalle nostre spalle. Ci girammo in simbiosi ed incontrammo il suo splendido sorriso. Quello a cui ormai non eravamo più abituati. Quello che ci era stato ingiustamente rubato con la violenza.
Era fuori al balcone e dietro i vetri chiusi ci faceva segno di raggiungerla.
"Abbiamo i balconi comunicanti!" esclamò raggiante una volta che fummo fuori con lei.
"Ah, però... che vista..." commentò estasiato Edward appoggiato alla ringhiera. Mi fermai a guardare il paesaggio. La catena dei monti Olimpici faceva bella mostra di sé davanti ai nostri occhi, e si stagliava nel cielo sereno, prepotente e maestosa. Per completare l'opera un folto bosco, silenzioso, nei meandri del quale doveva trovarsi la sorgente di qualche piccolo fiume, del quale si sentiva semplicemente il leggero scrosciare. Però, niente male davvero! Forse, e dico forse, i miei fratelli avevano ragione, potevo quasi farci l'abitudine... capre a parte, si intende!



Hello everybody, tutto bene? Mmm, io devo ancora riprendermi dalla scottatura che ho preso ieri in piscina, porca paletta... ^^ Bene, come promesso ecco il primo maschietto parlare, e devo dire che scrivere di Jasper mi ha divertito molto. Lui è stato sicuramente quello che ho reinventato di più caratterialmente. Infatti, come si è visto, o vedrete (per chi nn ha ancora letto il capitolo ma ha iniziato a leggere dalla nota!) il suo carattere qui è.. leggermente diverso... spero sia cmq ben accetto da voi, e se nn vi è piaciuto, vedrò di rimediare, anche se... nn penso sia tanto malvagio, voi che dite?^^... Bene, ringrazio tutte le anime d'oro che mettono la mia fic tra preferiti e seguiti, siete davvero fantastici, ma ovviamente un ringraziamento extra va a chi lascia la propria recensione. Grazia, grazie, grazie... bene, fatemi sapere come avete trovato il nostro Jazz... attendo impaziente di essere sommersa dalle vostre recensioni (me lo fate qst regalo???^^) un mega bacio a tutti!

Risposte alle recensioni:
cinzia818: Ma salveee... eh eh sono contenta di nn averti delusa, meno male (si asciuga la fronte dal sudore x l'ansia) ah ah e ovviamente ti ringrazio x i complimenti magnifici che mi fai (me arrosisce lusingata^^)... eh, beh, per Rosalie dovrai asp un pò, anche se... qualcosa si intuisce dal suo prossimo cap POV... quindi aspetta cara, e ti assicuro che sarai ricompensata XD. Per qnt riguarda alice e company, beh... ammetto che la loro è una situazione alquanto improponibile... vivere con un genitore del genere (povero Charlie, l'ho fatto diventare violento XD) però ti assicuro che c'è una spiegazione dietro, e nn mancherà di specificarla... eccoti accontentata, un cap tutto di Jasper, così si inizia a capire che tipo è, e x Edward, nn è il prossimo, ma quello dopo ancora ^^... quindi pazienta, tesoro, pazienta... ^^ bene, ribadisco grazie x i complimenti, e soprattutto ci tengo a specificare che anche nn conoscendosi è bello poter scambiare qst opinioni... è il modo migliore x conoscersi un pò, e perchè no, magari anche diventare amike, che dici?^^ ben, fammi sapere come hai trovato il capitolo, un mega bacio!

lisa76: Salve, cara... mi fa piacere che la piccola nanetta perfida sia stata di tuo gradimento... me soddisfatta ^^ eccoti accontentata cn il capitolo di Jazz, sperando che ti abbia incuriosito il suo... ehm... particolare modo di essere... eh eh... speriamo che il cambiamento nn sia stato troppo traumatico... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere mi raccomando! Un mega bacio

martya_c: Salve cara... ti ringrazio di vero cuore x i complimenti, e sono molto contenta che Alice ti sia piaciuta... beh, in fondo, anche senza poteri rimane speciale... o no? Spero che lo sia stato anche Jasper, fammi sapere mi raccomando... un bacio e grazie ancora

Norine: Ciao, che bello trovare una nuova lettrice, mi fa piacere... bene, grazie mille x la tua recensione, mi ha fatto molto piacere... allora, in effetti il padre di Alice e co, nn è un padre modello, e di certo è difficile viverci insieme... però chissà, magari ci sarà qualcosa, in futuro che le cambierà la vita, e perfino il padre passerà in secondo piano (kissà, magari quegli okki sn un piccolo suggerimento!^^)... bene spero di averti messo la giusta curiosità addosso. Dimmi cm hai trovato qst cap, un bacio a presto! ^^

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Capitolo 5
*** Piacevoli scoperte ***


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Non c'era riempitivo migliore per le mie tristi giornate che l'officina di Jacob giù a LA Push. Riuscire a distrarsi per quelle due ore quotidiane, per me era una manna dal cielo. In più al caro Black faceva piacere, e anche comodo, e di certo questo non guastava!
Parcheggiai davanti al suo garage e scesi dalla Jeep.
"Ehi, Jake, già a lavoro?" esordii facendomi strada tra le varie carrozzerie arrugginite abbandonate ai lati della stanza. Lui, piegato nel cofano di una Golf, ridacchiò
"Mi stavo giusto chiedendo quanto ancora comoda te la saresti presa oggi!"
"Diciamo che la mia vita non gira solo attorno a te!" scherzai io. Lui alzò la testa e venne incontro per salutarmi
"Dici sempre così... però alla fine sempre da queste parti bazzichi!" esclamò divertito
"Si vede che il tuo fascino indiano ha effetto anche su di me!" esclamai con un sorriso. Lui si concesse un'altra risata, dopodiché entrò nell'abitacolo e provò a mettere in moto la Golf. Ma niente, era come morta.
"Che cos'ha questa piccolina?" chiesi avvicinandomi al cofano ancora aperto
"Arresto cardiaco, temo..." annunciò raggiungendomi. Era davvero un gran peccato. Macchine di quel genere non ne facevano più da tempo...
"Non si può fare proprio niente?" chiesi mentre lui controllava qualcosa sotto il radiatore. Sospirò.
"A malincuore... credo proprio che ormai l'unica strada percorribile per questo gioiellino sia quella che porta alla rottamazione!"
"Ma come... il grande Jake si arrende così presto?" lo stuzzicai io
"Fidati, Emm... per come era combinata, già è tanto se non mi è rimasto qualche pezzo in mano quando ho tentato di ripararla!" esclamò chiudendo il cofano. E con un'alzata di spalle si diresse verso la pompa dell'acqua corrente.
Conoscevo Jacob, o Jake come si faceva sempre chiamare da tutti, da una vita. Abitava lì a LA Push, la riserva indiana di Forks, con suo padre, il vecchio Billy, ed una delle sue sorelle. Sua madre, Sarah Black, era morta parecchi anni prima, quando era
ancora un bambino, lasciando al povero Billy tre figli piccoli da mantenere. Ma, da come erano venuti su, potevo constatare con piacere che il vecchio Black aveva fatto un ottimo lavoro.
Da che conoscevo Jake, lo ricordavo sempre così... spensierato, allegro, disponibile e soprattutto un gran lavoratore. Aveva sedici anni, tre in meno di me, ma dato il suo aspetto, tra i due sembrava il maggiore. Alto, muscoloso, pelle leggermente scura, capelli neri ed occhi vispi ed allegri. Era molto sviluppato per la sua età. Era anche quasi riuscito a raggiungermi in altezza, anche se... il mio metro e novanta continuava a primeggiare.
"Come sta il tuo vecchio?" mi chiese poco dopo.
Ahia, argomento scottante! Presto orso, inventati qualcosa!
"Mmm... solito... sempre in giro per lavoro... ma sai com'è... il prezzo da pagare per poter essere chiamato capo!" ammisi con un sorriso forzato. Mi scrutò per bene. Evidentemente non dovevo averlo particolarmente convinto
Merda!
"Ieri mio padre ha provato a chiamarlo... ma non ha risposto!" esclamò
"Ah sì? Strano.. ha passato tutto il pomeriggio a casa!" biascicai. Già, purtroppo...
"Sì... forse l'avrà semplicemente cercato in un momento sbagliato!" concluse con un'altra alzata di spalle.
Vedi Jake... con uno come mio padre, ogni momento è quello sbagliato!
"Billy, invece?" meglio cambiare argomento. E
ro un abile maestro in questo genere di casi
"Bene, anche se..." e si bloccò
"Cosa?" lo esortai a continuare
"Beh ecco... hai presente Harry Clearwater?"
"E come no? Il padre di Seth e Leah!" esclamai
"Ecco... ultimamente non sta tanto bene, e sua moglie Sue è preoccupata... molto preoccupata!" spiegò abbattuto. Jacob era molto affezionato a quella famiglia, sia perché anche loro erano indiani della riserva ma anche per via della profonda amicizia che lo legava ai figli di Harry
"Che cos'ha che non va?" chiesi curioso. Cavolo, Harry Clearwater era sempre stato un tipo vivace, sempre in giro per LA Push. Se sua moglie era così abbattuta, la questione doveva essere parecchio seria
"Gli anni che avanzano, temo!" ammise con un sospiro.
"Vedrai che non sarà nulla di grave... un pò di riposo e tornerà più carico di prima!" esclamai con un sorriso, cercando di tirarlo su con il morale
"Già... speriamo!" fece accennando un mezzo sorriso. Maledizione. Jake triste era un pò come una giornata di Agosto senza sole. Inutile e soprattutto deprimente.
"Bella ed Alice?" chiese poco dopo, questa volta con un vero sorriso a solcargli il bel viso abbronzato. Tirai un impercettibile sospiro di sollievo
"Alla grande... anzi... ti salutano... sarebbero volute venire volentieri, ma... avevano da fare!" scusa gentile per nascondere che papà non glielo aveva permesso!
"Sempre impegnate quelle due.. d'accordo, allora salutale tu da parte mia... e di loro che, quando vorranno, io sarò ad aspettarle!"
"Sarà fatto!" risposi con un sorriso.
Ero già da tempo a conoscenza del fatto che Jake avesse un debole per Bella. Probabilmente nutriva questa simpatia fin da quando giocavano spensieratamente assieme. Poi, però, crescendo sapevo che quella vecchia simpatia si era trasformata in attrazione, che man mano, si sa, sarebbe sfociata in qualcosa di più. Ed io, da fratello iperprotettivo e rompiscatole, quale ero, avevo tenuto prontamente la cosa sotto controllo. Non avevo niente contro quel ragazzo, anzi, gli volevo bene proprio come se fosse stato un fratello, però... Bella rimaneva sempre mia sorella ed io avevo il compito morale di proteggerla.
Proprio quello che dovrebbe fare qualcun altro, se non fosse troppo preso a...
"Beh... c'è qualcosa che questo tuo amico possa strapazzare quest'oggi?" gli domandai tentando di scacciare quei cattivi pensieri. Lui sorrise entusiasta
"Aspetta e vedrai!" mi fece segno di seguirlo, e mi condusse al di fuori del garage
"Me l'hanno portata pochi minuti fa... appena l'ho vista ho pensato subito a te!" ammise mostrandomela. Sgranai gli occhi per la sorpresa
"Per la miseria..." mi lasciai scappare
"Bella, vero?" convenne allegro. Bella era a dir poco... uno splendore d'auto! Una Volvo
S60R,
grigio metallizzato, nuova, meravigliosa!
"Di chi è questo schianto di macchina?" domandai incredulo, facendo un giro completo, per osservarla meglio
"Un ragazzo... di cui al momento mi sfugge il nome... si è appena trasferito con la famiglia qui a Forks. Solo che durante il viaggio in aereo si è spezzato l'asse posteriore che è completamente da cambiare!" spiegò
"Aspetta un attimo... appena trasferito? Un ragazzo? Ma che stai dicendo?" chiesi confuso. Mi stava sfuggendo qualcosa per caso?
"Ma come non lo sai? Ieri mattina è arrivata in città una famiglia nuova... credo vengano da New York... gente facoltosa!" esclamò con un sorriso. Possibile che una cosa del genere mi sia passata inosservata? Proprio a me, che ero così attento a quel genere di novità?
"E come mai proprio qui a Forks?" domandai scettico. O ci nasci in un paese del genere o niente. Nessun sano di mente verrebbe a viverci di propria iniziativa. Soprattutto se prima aveva abitato a... New York? Ma siamo pazzi!!!!
"Non ne ho la più pallida idea... chiedilo direttamente a lui quando viene a riprendersi questa piccolina..." esclamò sorridendo ed avviandosi di nuovo verso il garage
"Ma come, mi lasci qui... da solo?" gli gridai dietro
"Volevi lavorare, no? Beh eccoti accontentato... buona fortuna!" e accompagnato dal suono della sua risata, sparì all'interno dell'officina. Dannato indiano!
Cavolo però... il ragazzino nuovo aveva gusto. Una macchina del genere era degna di lode. Soprattutto... era un'auto che valeva davvero tanto. Sia meccanicamente che economicamente! Dovevano essere davvero gente facoltosa, allora!
"Vuoi vedere che..." mi dissi sorridendo. Raggiunsi Jake nel garage
"Jake, senti un pò... il ragazzo.. quello della Volvo, è venuto da solo stamattina?" gli domandai
"Mmm... no... lo ha accompagnato qualcuno, un uomo credo. É con lui che se ne è andato dopo!" spiegò
"Ti ricordi che macchina aveva?" mi guardò enigmatico, poi ci pensò su un istante e rispose
"Una Mercedes nera... una Classe R se non vado errato!" sgranai gli occhi
"Sei sicuro?"
"Sì... non se ne vedono tante di quelle macchine in giro... però era senza dubbio una Classe R!" confermò con sicurezza
"Non ci posso credere!" sussurrai con un sorriso. Scossi la testa notevolmente sorpreso. Mia sorella aveva ragione. Quella nanetta malefica aveva davvero visto quel sogno di macchina... qui a Forks!
"Qual'è il problema?" mi chiese Jake qualche istante dopo
"No, è che... adesso sono proprio curioso di conoscerla questa nuova famiglia!" esclamai sorridendogli, e lasciandolo leggermente confuso.
Capirai, Jake, capirai tutto a tempo debito!





Salveeee... puntuale come sempre, contenti??? Spero di sì... allora, noto con piacere che nessun fan di Jasper mi ha bombardato la casa x aver fatto un ehm.... cambio radicale al suo personaggio... diciamo che mi sono divertita ad immaginarmelo così. D'altronde mi sono presa una licenza poetica su parecchi di loro, anche se a sommi capi mantengono i loro tratti originali... non lo trovate più... ehm... divertente? Insomma immaginarselo così sbruffone dopo ke lo si è sempre visto pacato ed educato... (non dico che qst nuovo Jasper sia maleducato, però forse è leggermente più... spiritoso ^^), d'altronde anche Rosalie è molto diversa dall'originale. é meno austera ed indipendente... cmq... spero che Emmet in versione meccanico vi sia piaciuto, chissà cosa succederà quando i Cullen verranno a riprendersi la macchina all'officina ah ah ah (io lo so.... ^^) Bene, vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate in ogni capitolo e soprattutto per inserire la storia tra le vostre preferite e/o seguite. Grazie di vero cuore. E ovviamente, se mi lasciaste un piccolo commentino, fareste cosa gradita... Vi adoro immensamente... al prossimo fulmineo aggiornamento... ^^


Risposte alle recensioni:
Norine: Salve cara, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.. beh, sì in effetti tra i due non scorre ottimo sangue, ma d'altronde sono due maschi abbastanza diversi tra di loro... speriamo solo non si facciamo male un giorno di qst ^^... hai qualche sospetto su Rose? mmm... ti prego cara illuminami, sono curiosa di sapere che idea tu ti sia fatta, davvero... magari ci avrai azzeccato in pieno, chissà... cmq qualcosa si capirà meglio dal prossimo capitolo narrato da lei, ma giusto qulcosina, niente di più, altrimenti che autrice perfida sarei se dicessi tutto ora? eh eh... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, un grande bacio ^^

cinzia818: Salve amica... ormai è assodato, io e te abbiamo abbandonato i convenevoli e abbiamo stretto amicizia eh eh ^^che bellu! Ehm, forse il povero Edward non vivrà una vita facile con Jasper che 24 ore su 24 lo chiama in quel modo... poveretto, un pò mi dispiace, forse sn stata un pò troppo perfida con lui in qst storia... o forse no... ^^ ahahah beh, in effetti Jasper è sicuramente il personaggio sul quale mi sono sbizzarrita di più a modificare... e devo dirtelo, mi dispiace x Jazz l'empatico, ma qst qui mi piace molto... (senza nulla togliere alla Meyer, il mio idolo terreno ^^)... x Rosalie sn davvero curiosa di sapere la tua versione, se poi coinciderà oppure no lo scoprirai, però, sarei davvero curiosa di sapere cosa la tua testolina malata (che sarà gemella della mia mi sa!) può aver architettato, quindi ti prego... esponimi le tue idee...^^... beh, che dire, mi sa che abbiamo trovato un'altra cosa che ci accomuna, l'amore x liga... eh, sì, il mio nick parla chiaro, poi quella è la song che adoro di più in assoluto... ehhhh... dai, l'altarino mi sembra esagerato... mi accontenta di una tua recensione a qst capitolo, magari una di quelle meravigliose come sempre... eh eh, beh, alla prossima, amica mia, un bacio

lisa76: Salve cara... in effetti sospettavo che qst Jasper in versione del tutto diversa avrebbe lasciato un pò stupiti.. beh, che dire, diciamo che l'ho reso solo "leggermente" più spigliato (non che quello originale non mi piaccia sia chiaro, è solo che volevo renderlo un pò... diverso!) però, hai azzeccato sai... probabilmente il fatto che con la sorella si comporti in un modo diametralmente opposto rispetto agli altri, fa capire che sotto sotto qualcosa di buono c'è, basta scavare x trovarlo. Beh, x rispondere alla tua domanda infrangerei il mio patto di segretezza, quindi ti dico soltanto... mmmm.... ecco basta... ^^ aspetta, magari nel prossimo capitolo con lei come narratrice ti sarà chiaro qualcosa (ma solo qualcosa^^)... gli occhi di Jazz? eh eh eh tutto può essere... cavolo nn poter rispondere mi fa sentire cattiva, però... nn voglio rovinare tutte le sorprese, quindi... pazienta, e fidati di me (so che sembra difficile... ma provaci ^^) Bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere. Un bacio

Shinalia: Salve, mi fa piacere trovare la recensione di una nuova lettrice, quindi ti ringrazio per avermi lasciato il tuo commento. Finalmente una che si entusiasma per la nuova versione di Jazz... eh eh eh me al settimo cielo x qst... speriamo solo che qst capitolo nn ti abbia deluso. Spero continuerai a seguirmi, anche perchè mi renderesti immensamente felice. Un bacio e grazie ancora ^^

martya_c: Ciao cara, sono molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto... e credimi nn era mia intenzione far assomigliare Jasper a tuo fratello (eh eh eh) però, cerca di capire... esigenze di copione, cioè... se lo facevo troppo uguale all'originale era banale, avrei rischiato di fare una copia di tante altre storie che sono già state pubblicate su qst sito, quindi, diciamo che ho provato a ricrearlo un pò... mi perdoni, vero?? ^^ e se ti faccio gli occhioni dolci e ti prometto che ti attenderanno tanti bei capitoli? ^^ Bene, spero che qst Emmet ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacio grande

_Giuls_: Ciao, che bello leggere la recensione di una nuova lettrice, mi rende sempre immensamente felice... prima di tutto, waw, qnt magnifici complimenti che mi hai fatto, me arrosisce davvero^^ grazie mille, sei stata molto carina, davvero! E soprattutto sono felice che la storia ti sia piaciuta così tanto... Sai, la tua opinione sul nuovo Jasper mi garba particolarmente ^^, cioè, sei stata molto comprensiva con me (nn è che anche tu vuoi linciarmi vero??^^) e beh sì, forse hai ragione, magari il maggiore Withlock era totalmente l'opposto di Jasper Hale Cullem chissà... grazie davvero x la fiducia quindi ^^ beh, nn posso negarti che prima o poi si incontreranno, perchè si devono incontrare, come da copione, però... nn posso dirti altro purtroppo... spero cmq continuerai a seguirmi, ci terrei tanto... a prestissimo, un bacio! ^^

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Capitolo 6
*** L'aria pura di Forks... non é detto faccia bene a tutti! ***


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"Ne sei proprio sicuro?"
"Ma sì, Kris, te l'ho detto... dopotutto Forks non è così male!" affermai convinto. Era passata ormai una settimana dal nostro trasferimento. Al''inizio, devo ammettere, era stata davvero tragica per noi, soprattutto per mio fratello Jasper. Però, a lungo andare anche lui stava facendosi l'abitudine. O almeno così credevo. Era anche probabile che fosse semplicemente molto bravo a recitare. Chi lo sa...
Quella che più di tutti sembrava rinata era Rosalie. Sorrideva costantemente e non la smetteva più di ribadire quanto fosse soddisfatta della nostra decisione. Ma forse anche lei era semplicemente una brava attrice. Anche se... dopo tutto quello che aveva passato, un pò di tranquilla normalità, come quella che ci veniva offerta lì a Forks, non poteva che farle bene. Ed io, ogni volta che la vedevo così raggiante, non potevo che sentirmi meglio.
"Ohi, Edward... ci sei?" la voce di Kristen al telefono mi fece riprendere dai miei pensieri.
"Sì, sì, scusa... dicevi?"
"Niente... mi chiedevo semplicemente se ti facesse piacere venirmi a trovare per le vacanze di Natale?" mi chiese. Dannazione, ero appena andato via, e già voleva farmi tornare?
"Beh, perché no... magari potresti venire tu da me, così ti faccio vedere il paese!" esclamai. La sua risata si accese nella cornetta
"Sei matto, per caso? Io venire in quel villaggio di pastori, non sia mai!" fece ironica
"Forks non è un villaggio di pastori.. sono civilizzati anche loro, come tutti nel XXI° secolo del resto!" feci io stizzito. Quel suo modo di fare mi dava proprio ai nervi.
"Eh ma in fondo è la tua ragazza..." mi dissi. Già, ahimè, era vero!
"Calmati ok? Non volevo urtare la tua sensibilità... e pensare che fino a qualche tempo fa, la pensavi come me..."
In realtà fino a qualche tempo fa, credevo perfino di amarti!
"Le persone cambiano, Kristen, fattene una ragione!" bisbigliai
"Che hai detto scusa?.... Edward?... Credo di non sentirti bene.... ma, è caduta la linea?... Pronto??"
"Scusa Kris, devo lasciarti... mia madre ha bisogno di me... ci sentiamo presto!" tagliai corto io
"D'accordo... a presto! Ti amo!" Sì, come no...
"Ok... ciao!" e misi giù. Certo che non era il massimo rispondere ad un ti amo in quel modo, ma... non ero bravo a dire bugie, ed illuderla con quelle affermazioni non era proprio nel mio stile. Magari un tempo, all'inizio della nostra storia, quando tutto era roseo e romantico poteva starci bene, ma in quel momento, lo trovavo del tutto falso ed inappropriato.
"Telefonatina serale?" mi chiese Jasper entrando in camera mia. Alla fine avevo acconsentito a lasciargli quella con il bagno, prendendo a mia volta la famigerata stanza in fondo al corridoio.
Cosa non si va per amore dei fratelli...
"Lasciamo perdere che è meglio!" esclamai afflitto
"Problemi?" domandò fingendosi interessato. Sapevo che in fondo era semplicemente per sembrare cortese.
"Diciamo che potrebbe andare meglio!" risposi semplicemente
"Mi permetti una domanda, carotino?" eccolo che ricominciava... Per la centesima volta, i miei capelli non erano rossi.. ok, magari tendenzialmente lo erano, ma c'erano evidenti sfumature castane... e quel soprannome... no, non era per niente gradito!
"A patto che non mi chiami più in quel modo... sai che mi infastidisce!" esclamai fulminandolo. Lui sorrise divertito. Divertito da cosa, poi, non saprei...
"Mi chiedevo, sai, giusto per curiosità... quando ti deciderai a mollarla!" esclamò poco dopo
"Ma chi?"
"La tua ragazza... Kristen!" specificò. Già, la mia ragazza... Emisi un verso frustrato
"Coraggio Edward... è inutile prendersi in giro.. non te ne importa un fico secco di quella... per di più ora siete a migliaia di chilometri di distanza... mollala una buona volta e tanti saluti!" disse. Era facile per lui! Probabilmente Jasper Cullen non si faceva tanti problemi a comportarsi in quel modo, ma io... no signore, avevo una reputazione da mantenere. E poi, se l'avessi lasciata così, senza spiegazioni, che razza di gentiluomo sarei stato?
"Non ci penso proprio... mollarla per telefono poi... sai che grande gesto di maturità sarebbe!" spiegai stizzito. Lui scosse la testa
"Sei proprio una femminuccia... ti fai mettere i piedi in testa da quella continuamente, e adesso vieni anche a parlare di maturità... capirai... non vi vedrete mai più probabilmente. State alle due coste opposte del paese..." constatò. Mmm... in fondo non aveva tutti i torti... ma no... cosa vado a pensare? Dannato Jasper!
"Ti ho detto di no!" ribadii secco. Lui sbuffò, più che altro sembrò un ringhio, e continuò
"Preferisci mollarla per telefono, oppure vivere con la consapevolezza che prima o poi la tradirai?"
"Ma chi ti dice che lo farò?" chiesi infastidito
"Fidati... io lo so come vanno queste cose. Siamo in un paese piccolo, probabilmente perfino i muri sono a conoscenza del nostro arrivo... e di sicuro qualche bella pollastrella non starà più nelle piume per la curiosità di vederti!" ed ammiccò
"Ma tu non eri quello convinto che un paese come questo fosse popolato interamente da pecore e montoni?" chiesi sarcastico
"Dettagli, fratello!" esclamò. Fu il mio turno di scuotere la testa.
"Fidati, trova una bella compagnia, dopodiché mi verrai a ringraziare e a supplicare di mollare per conto tuo Kristen!" aggiunse poco dopo
"Non penso proprio!" feci io. Lui sospirò dopodiché uscì dalla mia camera sussurrando
"Staremo a vedere!"
Dannazione. Possibile che una semplice chiacchierata con lui mi mettesse sempre tutta quella rabbia addosso? Ma dove si era mai visto? Aveva la magistrale capacità di darmi sui nervi così facilmente...
Scesi sbuffando al piano di sotto. Erano le sette di sera, mio padre era in ospedale per il suo turno. Già, il dottor Cullen, chirurgo pluriacclamato, aveva trovato anche nella piccola Forks uno sfogo lavorativo abbastanza soddisfacente, per fortuna!
"Ti vedo pensieroso, figliolo... qualcosa non va?" mi domandò mia madre. Non mi ero neanche accorto di essere entrato in cucina. Solo la voce dolce di mia madre mi aveva fatto riprendere. Quando mi mimetizzavo nella mia nube di pensieri, sapevo diventare davvero sbadato. E perfino un pò idiota, lo ammetto.
"No, tutto bene..." affermai scrollando le spalle
"Sicuro?" insistette. Come si fa a mentire ad una mamma? C'è per caso in commercio un manuale che ti spiega passo per passo come comportarsi? No, credo di no... in certo occasioni meglio improvvisare e stare a vedere cosa succede
"Mi stavo chiedendo... secondo te è normale che io e Jasper siamo così... ehm... diversi?" se avessi potuto sarei scoppiato a riderle in faccia. Ma cosa mi era venuto in mente? Va bene improvvisare in certi casi, ma addirittura cacciare fuori una storia così assurda... Coraggio, Edward, sai fare di meglio...
"Ti confesso che molto spesso me lo chiedo anch'io!" constatò in tono divertito. Ci concedemmo una breve risata dopodiché aggiunse
"Vedi Edward sono convinta che tu e tuo fratello in fin dei conti vi assomigliate più di quanto immagini..."
"Non sono pienamente d'accordo..." biascicai ricordando la nostra ultima discussione
"Beh... magari avrete due modi di fare abbastanza contrastanti..." convenne lei con un sorriso
"Abbastanza?" chiesi con tono scettico alzando un sopracciglio
"Però, su una cosa vi siete trovati fin dall'inizio d'accordo, senza mai dissentire!" concluse
"Ah sì?" domandai stupito. Io e Jasper... d'accordo?
"Sì... quando si è trattato di proteggere Rosalie... è lì che si è dimostrata la vostra vena comune!" mm... devo dire che non ci avevo pensato
"In effetti..." constatai. Già, io e Jasper non ce l'eravamo fatto ripetere due volte. Difendere Rosalie. Punto e basta. Il resto sarebbe passato in secondo piano, come d'altronde era successo. Ed effettivamente su quell'aspetto la pensavamo entrambi nello stesso identico modo.
"E non sai quanto questa cosa mi abbia resa orgogliosa di voi!" aggiunse poco dopo con gli occhi leggermente lucidi
"Mamma, era normale che reagissimo in quel modo... era scontato che facessimo di tutto per poter limitare i danni. É pur sempre nostra sorella!" ribadii io con convinzione, per l'ennesima volta.
"Ed io non smetterò mai di ringraziarvi per questo!" esclamò una voce alle mie spalle. Mi girai e me la trovai davanti. Il sorriso leggermente più spento rispetto a quello a cui ci stava abituando durante quei giorni. Evidentemente il ricordo faceva ancora male. Cosa più che normale d'altronde. Io accennai un sorriso, quelli affascinanti che le piacevano tanto. Quelli sghembi, come li chiamava lei. E lei si fiondò tra le mie braccia. Io la strinsi a me, come sempre
"Per te questo ed altro, Rose..." le sussurrai all'orecchio. La sentii tirare su con il naso. Ci avrei giurato che quelle maledette lacrime sarebbero tornate. Ma adesso lei non aveva più niente da temere. Era al sicuro. Niente e nessuno avrebbe potuto più farle del male. Nessuno...
Rimanemmo così per alcuni minuti. Lei a piangere silenziosa tra le mie braccia ed io a cullarla. Nostra madre, con molta discrezione ci lasciò soli, salendo al secondo piano. Non voleva essere di intralcio in questi momenti. Era convinta del fatto che soltanto io e Jasper, con l'aiuto del tempo, avremmo potuto farle superare quel maledetto trauma che si portava dietro. Ed io, lo ammetto, ne ero fermamente convinto.
"Ehi, voi due... cosa sono queste smancerie?" esordì Jasper facendo il suo ingresso in cucina "E poi, cavolo, Edward, so che tieni molto in considerazione ciò che dico, ma arrivare addirittura a tradire Kristen con tua sorella... mi sembra
un gesto
leggermente esagerato!"
"Mai una volta che stessi zitto!" lo ripresi io. Sentii però la risata cristallina di Rosalie diffondersi nell'aria e l'abbraccio sciogliersi con cautela
"Cos'è questa storia del tradimento? Mi sono persa qualcosa per caso?" ci chiese curiosa. Bene, le lacrime erano sparite per fortuna
"Sì, in pratica..." iniziò Jasper
"Niente... la nuova cazzata di tuo fratello... tutto qui!" tagliai corto io, fulminandolo
"Devo preoccuparmi, Jazz?" gli chiese lei
"No, almeno... non ancora!" e sorrise malizioso. Ecco, anche quel minimo di tranquillità che avevo recuperato grazie a Rosalie era svanita grazie a lui. Grandioso!
"Senti un pò... domani devo andare a recuperare la Volvo dal meccanico.. mi accompagneresti?" gli domandai
"Cosa ci guadagno?" chiese a sua volta
"Non mi far essere volgare... C'è pur sempre una donna qui con noi" esclamai nella maniera più educata che conoscevo. Si lasciò scappare una risata dopodiché mi lasciò senza parole
"D'accordo... Ti accompagno"
"D-davvero?" chiesi stupito
"Non me lo far ripetere un'altra volta, carotino..." esclamò uscendo dalla cucina. Io mi girai verso Rosalie, che, come me, era visibilmente sorpresa
"Incredibile!" affermò sorridendo "L'aria di Forks deve avergli fatto davvero bene... è stato più gentile del solito!"
Già, a parte per quel maledetto carotino. Eh, no, certe abitudini non gli sarebbero di certo passate, neanche con l'aiuto dell'aria pura di Forks.



Ma salve... buona domenica a tutti... pensavate di esservi liberati di me, e invece... ah ah ah torno qui ad ifastidirvi ogni due giorni, come promesso, aggiornando puntualmente e cn sistematicità... spero ne siate contenti! (sì, cm no... ndTutti) allora allora allora... ho notato che il buon vecchio orsetto - lavatore - Emmet, ha colpito di più rispetto al precedente Jasper - ampiamente - modificato... mmm... chissà magari lo avete trovato più puccioso... dite la verità...^^ vi è venuta un pò voglia di strapazzarlo di coccole? Eh eh (giù le mani.. ndRose) (ma che vuoi, nn è mica detto che il ragazzo anche in qst storia finisca tra le tue braccia! ndA) (è scientificamente provato... Dio, prima li fa e poi li accoppia ndRose) (E ma io nn sn Dio, sn semplicemente un'autrice perfida... muahah! ndA) ... cmq, dopo qst piacevole scambio di parole, passo ai ringraziamenti... waw, seguiti e preferiti vanno di pari passo, ah ah che bello... e le recensioni sn ogni volta più belle, nn so davvero cm ringraziarvi... siete degli angeli, davvero.. bene, ci vediamo al prossimo capitolo, martedì, spero riusciate a portare pazienza... chissà, magari se vedo che recensite in tanti, riesco a metterne un altro qst sera... boh, vedremo XD... ciaooooo

Risposte alle recensioni:
Shinalia: Salve cara, sono contenta che l'orsetto iper - mega - extra - protettivo - Emmet ti sia piaciuto... Emmy the Pooh... ahah... spero che anche Edward sia stato di tuo gradimento (poveretto, costretto a sopportare quella piattola di Jazz... cm mi dispiace, cucciolo...), bene, fammi sapere, mi raccomando... un mega bacio ^^

lisa76: Ciao cara... certo, la storia sarà abbastanza lunga, quindi per i primi capitoli è logico che siano un pò morti e nn capiti chissà che... magari, non appena le due famiglie si incontreranno, chissà... staremo a vedere cosa combineranno... ( io se fossi in te terrei d'occhio Jasper.. è leggermente schizzato, a volte...^^) x il primo incontro nn proprio a scuola... te ne renderai conto nel prossimo capitolo (attenzione... spoiler in corso...!) (macché, taci vocina fastidiosa... lei ha detto che avrebbe portato pazienza, ed io l'ho voluta premiare cn qst piccolissima anticipazione!) Bene, spero che almeno Edward nn ti abbia deluso (mi disp che Emmy nn ti sia piaciuto... singh!) e fammi sapere mi raccomando... un bacio ^^

Norine: Salve cara, sono contenta che l'orsetto della storia ti sia piaciuto così tanto. In effetti anche nel personaggio orsesco descritto dalla Meyer, c'era sempre stato qualcosa in lui che mi affascinava particolarmente, e divertirmi a trasformare qst suo modo di fare in iperprotezione è stato molto costruttivo ^^.. allora, cara, cerco di rispondere cm posso alle tue domande... certo, qualcosa di mooolto brutto alla povera Rose è successo (e nn dico che nn c'entri con quello della storia originale) ma siccome io sn dell'idea che x rendere qualcosa in più dovevo metterci del mio, beh... ci ho messo del mio!^^ cosa ho messo nn posso dirtelo, posso solo assicurarti che una cosa cm quella che le è successo a lei nn la si augura mai a nessuno (già la violenza descritta nella storia vera è orribile di x se, figuriamoci il resto)... il papà di Bella & co... ehm... diciamo che una cosa vera l'hai detta tra le due opzioni, ma... nn posso dirti quale, anche se è leggermente intuibile... (delle volte sn scontata, lo so XD)... bene, spero di nn averti confuso le idee... a presto, fammi sapere cm hai trovato Edward... un bacione ^^

martya_c: Salve, cara... noto con mio grande piacere che l'Emmet che ho leggermente maturizzato (che?) qui dentro è stato apprezzato da te... beh, in effetti i suoi tratti salienti sn rimasti (l'essere orso, invadente, giocherellone, pazzoide) però... tieni conto che, considerando il padre che si ritrova, è un ragazzo molto maturo x la sua età, visto che si è trvato a crescere due sorelle... quindi, la maturità era necessaria... beh, spero di aver aumentato la tua curiosità, che di certo fa sl bene in qst casi... sn contenta che il capitolo di Emmet ti sia piaciuto di più (nn ti garba proprio il nuovo Jazz, eh?^^) spero che anche Edward ti sia piaciuto e che nn ti abbia deluso (me aspetta il responso da Martya_c giudice... eh eh... fammi sapere... un bacio!^^

Chanellina94: Salve una nuova lettrice, che billu... benvenuta cara, e grazie mille x aver recensito. Sono molto contenta che l'Emmet in versione fratello maggiore iper - protettivo ti sia piaciuto... eh eh eh in effetti fa il suo effetto... ^^ il problema di Rose nn lo posso dire, però, nn si discosta molto dall'originale, anche se, ci ho messo del mio nella questione... ti assicuro che nn sarà affatto banale... x qnt riguarda il padre di Bella, beh, nn posso essere precisa neanche qui, però... qualcosa di grave c'è, e tt qst grava sui tre fratelli, purtroppo... bene, spero contonuerai a seguirmi, fammi sapere cm'è il capitolo di Edward, un grande bacio e grazie mille x i complimenti ^^

cinzia818: Salve amica carissima, e socia di liga (ahaha, qst cm mi è venuta poi??^^)... che piacere notare la tua recensione sempre presente all'appello... io apro il mio nick, vado su recensioni e pam... trovo il tuo bel nick lampeggiante pronto ad attendermi... eh eh... (hai finito di vaneggiare? ndcoscienza-dell'autrice!)... mi togli una curiosità... parlavi della foto o del personaggio? eh eh eh sai cm'è, il mio cervello bacato nn l'ha proprio capito. Passi che il personaggio è mooolto figo, però...in effetti in quella foto è uscito particolarmente bene (tra l'altro, è un gran peccato che debbano portare le lentine a contatto.. cn quegli occhi che si ritrova... ah, basta vaneggiare, altrimenti la mia coscienza mia picchia!^^)... bene, posso dire che ho trovato molto interessante il tuo pensiero in merito alla questione Rose.. beh, certo, magari la versione della Meyer mette le basi in qst, però... diciamo che ci ho messo la mia impronta anche in qst avvenimento, e sì... l'unica cosa che posso confermarti è che ovviamente Rosalie è la "causa" del loro trasferiamento (cm si capisce anche dal dialogo mamma - figlio di qst capitolo), ma d'altronde x quello che ha subito, era il minimo che potessero fare x lei, fidati! Bene, spero che carotino POV ti sia piaciuto (ancora cn qst carotinooo?? ndEdward) x qnt riguarda l'incontro ti posso assicurare che nn dovrai aspettare poi molto... te lo assicuro ^^... fammi sapere se ti è piaciuto il capitolo, un mega bacio ^^

MalyCullen: Guarda... ci mancavi soltanto tu... adesso posso affermare di essere tranquillamente a posto! ahahah, ma ciauuuuu... sai, ci speravo proprio in una tua recensione. Prima di tt ti ringrazio x aver recensito l'altra piccola one shot... era sl una prova, ho partecipato ad un contest, e ho provato a cimentarmi cn un personaggio che, come te, nn trovavo particolarmente simpatico, e l'ho reso.. diciamo più umano, anche se di umano la Hale, aveva ben poco ^^ allora, il fatto ke nn ami particolarmente storie solo umani o sl vampiri nn fa altro che aumentare in me la gioia x il fatto ke sn riuscita anche in minima parte a coinvolgerti... davvero, sapere di aver suscitato anche il minimo interesse mi fa già felicissima... poi detto da te che sei la mia socia di perfidie è tt un dire XD (e inoltre sottolineo che sn pienamente d'accordo cn te... nessuno e ripeto nessuno, può egualiare la Meyer... l'angelo della scrittura terrena!^^) e x altro, oltre a rinnovare i miei sentiti ringraziamenti x i tuoi complimenti, sn d'accordissimo... ogni cosa, anche la migliore, dipende molto da cm viene scritta... metti caso che Edward fosse stato inventato da un cretino che nn sapeva neanche coniugare i congiuntivi... cm avremmo fatto? Ci saremmo innamorate cm della saga? Io credo di no... La Meyer rimane la Meyer (e su qst nn ci piove! e nemmeno ci nevica, ci grandina...^^)... cmq tu sei troppo buona cn me... mi riempi di complimenti che poi nn so neanche se sn del tutto meritati, eh!^^ chissà...per fortuna apprezzi il cambiamento (leggero) che ho apportato a Jazz... molti mi hanno ehm... detto che sarebbe stato meglio lasciarlo cm era... però mi sn detta... se io lo lascio calmo e riservato, poi sembrerà la fotocopia dell'originale ed io nn voglio, perché 1, voglio provare a fare una cosa diversa e 2, anche volendo nn riuscirei mai a fare la stessa cosa della Meyer. Spero che la tua delusione sia passata trovando qst capitolo cn POV di Edward e spero anche che la fotina ti sia piaciuta... devo ammetterlo, Robert è figo anche di spalle, quindi è stato un pò difficile trovarne una più bella delle altre, spero apprezzerai... ^^ (anche io ho tt le fotine in una bella cartelletta eh eh eh^^)... allora, rispondo alla tua importantissima domanda, altrimenti mi collassi al suolo... no, in pratica la storia nn si incentrerà sl sulla coppia Ed - Bella ma anche sulle altre due, e sui loro personali problemi (fidati ognuno ha un proprio mondo tt da scoprire)... spero di aver tolto il tuo dubbio e qualsasi altra cosa... basta chiedere, mi raccomando XD... bene, socia di affari e di crimini, ti ringrazio ancora e spero che qst capitolo ti sia piaciuto, un mega kiss a prestissimo XD (p.s. Mirko è in lavorazione... quel dee-jay mi sta dando parecchi problemi... poi cmq spiegherò al momento opportuno, don't worry!)^^

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Capitolo 7
*** Augh, fratello! ***


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Quanto poteva essere insulso un paese? Si poteva addirittura arrivare a pensare che per raggiungere l'unico meccanico della zona bisognasse cambiare quasi città? Si poteva? Evidentemente per mio fratello sì...
Per sua sfortuna, l'unica macchina che durante il viaggio in aereo per il trasloco avesse riportato dei danni era stata la sua adorata Volvo. E così era stato costretto a portarla da un meccanico. L'unico disponibile, e anche quello "più vicino", per modo di dire, era a LA Push, una riserva spersa nella foresta, abitata da insulsi pellerossa, probabilmente per niente civilizzati. Già me li immaginavo, tutti radunati attorno ad un fuoco a passarsi la pipa della saggezza, con le loro piume e quegli orrendi pantaloni con le frange. Io avrei preferito rimanere a piedi ed essere scarrozzato in giro a vita da mio padre, piuttosto che mettere la mia adorata macchina nelle mani di gente così. Ma, mio fratello non era tanto normale, e di questo ero pienamente consapevole. Purtroppo, non tutte le ciambelle, nella nostra famiglia, erano uscite con il buco. Anzi, solo lui era uscito fuori razza. I casi della vita...
Non seppi neanche per quale insulso motivo avevo acconsentito ad accompagnarlo a riprendersi la macchina alla riserva. Forse semplicemente perché non volevo ci andasse con Rosalie, o con mia madre. Quelli non erano certo cose da far fare ad una donna, ed io, molto in profondità, ero un gentiluomo, proprio come Edward. Solo che lui era molto più... noioso, petulante, romantico, antico, preciso, ordinato, accondiscendente, ed altri difetti di questo genere. Poveretto... delle volte mi faceva quasi tenerezza. Sembrava un cavaliere errante d'altri tempi. Anche quella questione assurda con la sua ragazza. Se io fossi stato in lui sarei stato felicissimo di scaricarla. Soprattutto dopo che si era presentata quella meravigliosa occasione davanti, su un piatto d'argento. Approfittare del nostro trasferimento per liberarsi una buna volta di lei. Ma niente, lui voleva continuare a fare il buon samaritano? Bene, peggio per lui, poi però, se qualcuno si faceva male, perché così sarebbe finita, non sarebbe dovuto categoricamente venire a piangere sulla mia spalla. Eh, no, io lo avevo avvertito. Carota avvisata, mezza salvata, come dice il proverbio!
"Ecco, gira qui!" mi ordinò indicandomi un incrocio. Io, alla guida della mia meravigliosa Bmw, Serie 1, a cinque porte, Montego Blue metallizzato, seguii le sue indicazioni, fino a trovarmi davanti ad uno squallido casolare, apparentemente abbandonato, affianco del quale vi era un garage. Che vista abominevole!
"Sei sicuro che sia qui?" chiesi rabbrividendo
"Certo... é impossibile sbagliarsi!" affermò convinto. Ci credo... di posti così brutti per fortuna al mondo ne esistono veramente pochi, ed io grazie al mio caro fratellino, avevo avuto il piacere, o il dispiacere, a seconda dei punti di vista, di visitarne uno. Che botta di culo!
Parcheggiai l'auto davanti la saracinesca aperta del garage, dopodiché scendemmo dalla macchina. Dall'officina uscì un ragazzo, una sottospecie di montagna con la faccia, particolarmente abbronzato. Augh, fratello! Chissà, se parlava la nostra stessa lingua... avremmo dovuto spiegarci a gesti? Ma perché non me ne ero rimasto a casa?
"Ciao..." lo salutò Edward. L'altro gli sorrise. Evidentemente tra strambi si capivano alla perfezione
"Ciao, sei in perfetto orario!" rispose allora avvicinandosi. O cavolo, da lontano sembrava leggermente più basso. Santo cielo...
Si strinsero la mano, probabilmente Edward si ruppe perfino qualche dito.
"Gran bella macchina..." osservò il ragazzone rivolgendo lo sguardo alla mia Bmw.
Ehi, fratello indiano, giù le mani dalla mia piccola.
"Già... è di mio fratello.. Jasper!" spiegò Edward indicandomi "Si è gentilmente offerto di accompagnarmi!"
"Ah, piacere... io sono Jacob..." e mi tese la mano. Cosa? Adesso dovevo anche stringerla? Con il rischio di prendermi qualche malattia infettiva?
"Piacere mio, Jacob..." esclamai cortese, si fa per dire, e gli strinsi la mano, se pur con un pò di riluttanza
"Bene, se volete seguirmi!" e ci guidò sul retro del garage. Appena svoltato l'angolo, la Volvo di Edward parve salutarci, tanto era in bella mostra.
"Ehi, orso... hai finito con la Volvo?" urlò fermandosi.
Orso? Ma che fa, parla anche con gli animali, adesso?
"Sì... ho terminato proprio alcuni minuti fa..." spiegò una voce. Eh, no, aspetta... da che ricordassi, gli orsi non parlavano... a meno che quello...
Un ragazzo bruno, altissimo e muscoloso, uscì da una piccola cascina. Indossava una canottiera bianca, ed un pantalone lungo, largo e leggermente scolorito. Quell'abbigliamento, se possibile, lo rendeva perfino più grande e grosso. Ma non perché fosse grasso. No... semplicemente imbottito di muscoli. Ma dico io... in questa dannata Forks, solo così li fanno i ragazzi? Se guardo questi due... mi sento un grissino.
"Tu devi essere il fortunato!" esclamò l'ultimo arrivato rivolgendo un sorriso a mio fratello
"Come, prego?" chiese lui disorientato. L'orso si concesse una risata
"Intendevo.. tu sei il proprietario della macchina!" riprese
"Ah, sì, sì..." rispose mio fratello con un sorriso. L'orso lo squadrò per bene e sorrise di nuovo, questa volta visibilmente incuriosito.
Ah, ah... sensore gay all'orizzonte...
"Emm, permetti?... lui è Edward Cullen..." lo presentò Jacob. Altro sorriso. Mio fratello sembrava leggermente a disagio.
"Bene, sono felice di comunicarti che è tutto ok... funziona che è una meraviglia adesso!" spiegò guardando l'auto estasiato
"Grazie... non pensavo ci volesse così poco per aggiustare un asse!" esclamò sincero Edward. I due ragazzoni risero. Ok, che magnifica battuta mi ero perso? Beh, a giudicare dalla faccia di mio fratello, doveva essersela persa anche lui!
"Diciamo che il nostro Emmet è un vero asso quando ci si mette..." spiegò il primo, Jacob "E poi... la tua macchina lo ha particolarmente ispirato!"
"Ah sì?" chiese curioso mio fratello. Emmet, così mi era parso si chiamasse Hercules, sorrise imbarazzato
"Beh, è una gran bella macchina... non siamo soliti vederne di così belle qui a Forks!" spiegò.
E ti chiedi anche perché, gigante Golia? Guardati intorno... può un'auto di questa portata, girare indifesa tra queste tortuose strade campagnole?
"Oh.." esclamò sorpreso e lusingato Edward "Ti ringrazio!" e si scompigliò i capelli. Come se non lo fossero già abbastanza!
"Bene... le chiavi sono nel quadro.." disse poco dopo Emmet. Edward aprì lo sportello, e senza richiuderlo mise in moto. Un rumore familiare si propagò nell'aria ed inspiegabilmente sorrisi.
"Sei suo fratello?" domandò l'orso. Eh? Mi aveva rivolto la parola? A me? Evitai, per educazione di fare una smorfia disgustata
"Ce l'hai con me?" chiesi confuso. Lui ridacchiò
"Vedi qualcun altro accanto a te a cui potrei rivolgermi?" mi fece in risposta.
Cosa ne posso sapere io?... per quanto mi riguarda potresti anche saper parlare con gli scoiattoli e le capre... anzi no, lasciamo perdere le capre.. argomento fastidioso!
Assunsi un'aria sufficiente ed esclamai
"Sì... sono suo fratello, purtroppo!" Edward mi lanciò un'occhiataccia. Chissà se era per il mio tono o per quell'intercalare finale...
"Ci avei giurato..." si lasciò scappare Emmet "Vi assomigliate!" quella volta non potei fare a meno di assumere un'espressione disgustata. Ma dico, quella sottospecie di dinosauro scampato all'estinzione mi stava insultando per caso?
Calmati, Jazz... non fare le tue solite figure di m...
"Ok.. io direi di andare!" convenne Edward rompendo la tensione. Evidentemente sapeva perfettamente che odiavo essere paragonato a lui, e per questo, onde evitare spiacevoli avvenimenti, aveva preferito tagliare corto e concludere quella pagliacciata.
Sia ringraziato Edward Cullen!
"Ecco questi sono i vostri soldi... come pattuito!" e passò la busta gialla a Jacob. Lui la aprì, dopodiché guardò mio fratello in modo strano.
Ecco, lo sapevo. Dovevamo fare il cambio di valuta entrando nel paese... perché nessuno si era preoccupato di dirci che qui non si accettavano i dollari americani?...
Dopo poco sorrise entusiasta
"É stato un vero piacere fare affari con te..." e si strinsero di nuovo la mano. Poi Edward passò a sorridere ad Emmet
"E grazie di tutto!" e gli porse la mano. Ma questo lo guardò con uno strano sorriso.
Ecco, adesso gli confessa di essere gay, me lo sento...
"Aspetta un attimo..." gli disse
Ci siamo...Per nulla al mondo mi perderei questa scena...
"Permetti una domanda prima di andare?" chiese sorridendo.
Adesso gli chiede di fare coppia fissa... mmm... bel modo per scaricare Kristen, non c'è che dire...
"Certo!" esclamò imbarazzato Edward
Povero figliolo... non vorrei proprio trovarmi nei suoi panni in questo momento...
"Mi chiedevo se..."
Devo immediatamente avvertire Rosalie... si farà due risate quando saprà che...
"É vostra la Mercedes Classe R nera che l'altro giorno girava per Forks?"
Eh?
"La... la... Mercedes? S-sì... cioé no! É di nostro padre in realtà!" rispose Edward disorientato
"Mm... beh, che dire, voi  Cullen avete un gusto impeccabile in fatto di auto, complimenti!" e mi sorrise.
Eh, no, caro Emmet... va bene provarci con Edward... ma io no, non sono merce in vendita!
"Te ne intendi parecchio a quanto vedo!" constatai allora. Fece una risata imbarazzata
"Beh, in effetti le belle auto sono come le belle donne... vanno ammirate e trattate con cura!" esclamò
Belle donne? Ma allora...
"Già!" confermò Edward. Io accennai un mezzo sorriso.
"Beh, se non vi dispiace, noi andremmo... grazie ancora di tutto ragazzi!" esclamò mio fratello poco dopo
"Di niente.. tornate a trovarci!" ci salutò Jacob con un sorriso
"Ma anche no!" sussurrai avviandomi verso la mia Bmw, mentre Edward, a bordo della sua Volvo mi oltrepassò a velocità contenuta e si fermò pochi metri più in là, per aspettarmi. Raggiunsi l'auto, ma prima di salirvici, lanciai un ultimo sguardo al ragazzone in canottiera. Chissà perché avevo il vago sospetto che ci saremmo rivisti, molto, ma molto presto!




Bonsoir mes amis... spero siate tutti bene, e che, al contrario mio abbiate messo la cremina contro le scottature (mannaggia a me e alla mia testa!) bene, siccome nel profondo del mio animo subdolo, sn buona (un pò cm Jasper!XD) ho deciso di premiare il vostro impeccabile affetto regalandovi soltanto un giorno dopo qst capitolo, senza dover aspettare necessariamente a martedì, che buona che sono, eh? Lo so, lo so...ebbene, eccovi un altro bel capitoletto, qst volta firmato Jasper, che a qnt pare è quello che ha dato più problemi... spero che prima o poi possa entrare tra le vostre grazie... bene, il primo rudimentale incontro è andato, ma cm ha detto qualcuno, fra un pò ci sarà l'inizio della scuola, e qst significa l'incontro ufficiale... speriamo sia di vostro gradimento... bene, cm sempre ringrazio chi mette la storia tra preferiti e/o seguiti ma soprattutto chi recensisce (è grazie al vostro affetto dimostrato nelle recensioni che ho deciso di premiarvi cn un altro capitolo ^^ sia chiaro!^^).. con amore, la vostra Piccola_Stella_Senza_Cielo...XD

Risposte alle recensioni:
lizz: Ciao Lizz... prima di tutto ti ringrazio x aver recensito la mia storia, e soprattutto lascia che mi complimenti cn te x l'educazione che hai dimostrato... davvero sn rimasta piacevolmente impressionata... sia chiaro, puoi ovviamente darmi del tu (qui siamo tutti amici ormai ^^). Allora, prima di tutto ti ringrazio veramente x i tuoi splendidi commenti, e soprattutto sn molto contenta che, nonostante il genere tutti umani nn ti ispiri particolarmente, la mia storia ti abbia anche ne suo piccolo colpito, mi fa piacere :)... i dubbi e le perplessità sono ben accetti, anche perchè dimostrano qnt una persona ci tenga ad essere coinvolta nella trama e qst mi fa solo piacere... bene, premetto che nn posso specificare nel dettaglio le risposte altrimenti ti direi già qualcosa di essenziale x la storia... eh eh eh, già qualcuno mi ha chiesto se x esempio ciò che affligge Rosalie riguarda ciò che la Meyer ha descritto... quello che posso dirti è che in parte c'entra, ma ovviamente, per rendere la cosa innovativa, ho preferito aggiungerci del mio, trasformando la cosa in maniera leggermente più cruda (che già lo era particolarmente, quindi, immagina cosa la mia mente malata possa essersi inventata ^^)... l'incontro tra Bella ed Edward avverrà, ma dovrai aspettare qualche capitolo ancora... sarà ovviamente a scuola, ma cm e perchè nn posso dirtelo, un pò di pazienza... ^^... la questione Charlie è un pò delicata, e il suo comportamente c'entra in parte anche cn l'assenza di Renee... (me si cuce la bocca e butta la chiave nel fiume^^) e Kristen, beh... ehm... diciamo che l'amore trionfa sempre, tutto qui! ahahah, spero di essere stata esaustiva, qualsiasi altra perplessità, basta chiedere... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere... ancora grazie, un bacio ^^

invasata: Salve... oddio, tutta d'un fiato? ahahah, hai bisogno di una boccata di sano ossigeno allora... ahaha, ti ringrazio x l'affetto, davvero, ma soprattutto grazie x aver recensito... fa sempre piacere avere nuove lettrici... ^^ sì, hai ragione, nei meandri del cuore di Jasper magari (e dico magari) c'è un posticino x Edward, anche se... è molto piccolo e ci sn anche i topi, però... meglio di niente, no? ahahaha, chissà, magari prima o poi riusciranno a fare un dicorso da capo a coda senza litigare? Mistero... grazie ancora, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, un mega bacio ^^

Shinalia: Salve cara, sei sempre in pole position x recensire... sempre prima eh eh eh, dovrei darti quasi un premio secondo me, te lo meriteresti ^^ beh, in effetti sì, in fondo, fondo, fondo, fondo, si vogliono bene anche Jasper ed Edward, anche se tra i due il vero problema è proprio Jasper, ma... magari riescono a trovare un accordo, come è stato per la camera cn il bagno! eh eh, bene, spero che il primo rudimentale incontro ti sia piaciuto, un bacio grande, fammi sapere, cm sempre x prima! ciaooo ^^

lisa76: Ciao cara, bene, sono contenta che Edward sia stato di tuo gradimento... eh sì, in effetti il rapporto che ha con i fratelli è molto particolare. Verso Rosalie, oltre all'affetto fraterno, come hai visto, prova una sorta di istinto protettivo, come succede anche a Jasper nei confronti della sorella, per via di quello che dovrebbe essere successo. Con Jasper invece è un litigio continuo, ma sia chiaro, niente di più rispetto alle parole, almeno... x ora... ahahaha.... a dirti la verità, neanche io ce lo vedo Edward gentiluomo a tradire la fidanzata, quindi ho risposto inevitabilmente alla tua domanda... anche se... nn avrei dovuto forse... ^^ vabbè, nessuno si è accorto di nulla... bene, spero che il primo incontro ti sia piaciuto, fammi sapere... un mega bacione ^^

cinzia818: Amica, buonasera... visto cm sn stata fulminea... anzi, qst volta vi ho perfino fatto un regalino in anticipo, speriamo sltanto sia stato gradito... visto cm ti voglio bene? nn voglio mica farti diventare violenta, no, per carità ^^... anche io vorrei strapazzare Edward tanto è dolce cn Rosalie, probabilmente è l'unica donna (x il momento, sia chiaro^^) cn cui riesce ad essere se stesso, visto che cn Kristen, cm ha già detto, nn prova nulla... ci rimane assieme sltanto perchè è troppo gentiluomo da lasciarla x telefono... allora, spero il capitolo del primo incontro sia stato di tuo gradimento... fammi sapere, mi raccomando... un bacio grande ^^

Chanellina94: Salve cara, hai visto cm sn stata veloce, cm promesso... anzi ho perfino aggiornato prima x ridurre l'agonia dell'attesa... ^^ (che anima d'oro!) allora... ormai il povero cucciolo di casa Cullen è stato ribattezzato cn il nome di carotino, il che, a parte a lui, nn dispiace a nessuno... eh eh eh è più carino... ^^... la povera Kris nn sa nemmeno che lui nn la ama, figuriamoci se pensa che nella piccola e tranquilla Forks possa succedere qualcosa al suo carotino (che x altro lei pensa sia un paese di pastori... eh eh )... chissà, magari la molla, forse no... staremo a vedere (sadica, di qualcosa ai tuoi lettori.... !) (no, devono morire dalla curiosità... muahahah!) bene, spero che il capitolo del primo incontro ti sia piaciuto, fammi sapere, mi raccomando... un bacio grande ^^

Norine: Salve cara, eh già... Edward il gentiluomo che tutte noi vorremmo... ehhhh.... (autrice sogna ad occhi aperti) e poi ha quel filo di ironia che nn guasta mica, eh... ^^ magari il nostro Jasper nn sarà proprio la sua fotocopia (cm hai visto perfino sua madre dubita della loro parentela ahahahaha!) però, magari qualcosa di buono ce l'avrà anche lui, sta tranquilla, prima o poi uscirà fuori! Spero che il loro primo incontro ti sia piaciuto (Eh? Eh?^^) e che Jasper nn sia stato troppo... ehm... poco delicato cm al suo solito... eh eh eh speriamo.. bene, fammi sapere mi raccomando.. un bacio enorme... ^^

stellababi: Ciao... prima di tutto vorrei ringraziarti per aver recensito... mi fa molto piacere qnd trovo nuove lettrici, davvero... quindi grazie infinite.. ^^mi fa piacere che il capitolo su carotino ti sia piaciuto ^^ eh eh eh in effetti ha un certo fascino anche se è costretto a condividere casa cn Jasper...  x qnt riguarda Rosalie, nn posso essere precisa, però posso solo dirti che le è successa una cosa molto brutta, diciamo in linea cn quello che in origine la Meyer ha raccontato, ma io l'ho modificata e diciamo aggravata. Si lo so, già era una cosa brutta in se, io cosa posso aver peggiorato? Beh, aspetta e vedrai ;)... spero che continuerai a seguirmi, così da nn perdere il corso della storia... ti assicuro se ne vedranno delle belle... un mega kiss e grazie ancora ^^

Elfa sognatrice: Ciao... prima di tutto ti voglio ringraziare x aver recensito la mia storia... fa sempre piacere trovare nuove lettrici e di qst ti ringrazio veramente... sn contenta che la trama ti intrighi, e beh, in effetti qst capitoli sn ancora l'inizio, e rendono la cosa molto incomprensibile a volte, lo ammetto, ma basta un pò di pazienza ed i pezzi del puzzle pian piano si ricomporranno, promesso! In effetti mi sento un pò in colpa x il pover Charlie, l'ho reso un babbo cattivo, ma d'altronde... esigenze di copione.. eh eh eh... bene, spero continuerai a seguirmi, mi farebbe davvero piacere... un mega bacio... ^^

Uchiha_chan: Salve... uh che bello un'altra nuova lettrice... grazie x aver recensito cara (posso chiamarti così, vero?^^) che dire, sono contenta che la trama e la particolarità di affidare ogni capitolo ad un POV diverso, ti sia piaciuta... però.. waw... addirittura stregato... ahahah, che bello.. finalmente qualcuno che apprezza completamente qst nuovo aspetto di Jasper... eh eh eh... diciamo che forse i maschietti cn stati quelli cn cui mi sn sbizzarrita di +... Jazz l'ho totalmente inventato, Edward, che deve adattarsi alla nuova vita e alla convivenza difficile cn il fratello (ma ormai ci ha fatto l'abitudine ^^) ed Emmet, diciamo che l'unica differenza sostanziale che dovrebbe caratterizzarlo di più è una sostanziale maturità che nella saga diciamo che in parte era assente... una maturità nata dalla necessità di tirare su, cm unica figura responsabile della famiglia, due sorelle... quindi maturità nel personaggio necessaria... x qnt riguarda Alice, beh, sì, lei è pressappoco la stessa, anche se... diciamo che qst cosa del padre la limita molto, se potesse... qnt cose che farebbe ^^... Rosalie è meno aggressiva e altezzosa... quello che ha dovuto subire (che nn posso specificare x evitare spoiler ^^) l'ha segnata profondamente è l'ha fatta chiudere in se stessa... sl cn i suoi fratelli è la rosalie di un tempo, quindi sn completamente d'accordo cn te.. è una semplice ragazza-ferita... beh, bella... ehm... è un caso particolare... cerca di rendere tt intorno a lei felici, ma spesso (sempre!) si dimentica di ciò che invece dovrebbe rendere felice lei... forse è qst che cm dici tu la rende amareggiata... e poi c'è il padre che è un'altra gatta da pelare... beh, cosa lo porta ad essere così, nn posso dirtelo, però... diciamo che in parte c'entra cn la mancanza della madre... (basta, nn dire altrooooo^^) bene, spero continuerai a seguirmi, mi renderesti felicissima... un mega bacio, e a presto ^^

MalyCullen: ed adesso passiamo alla mia socia.... ma ti rendi conto che le tue recensioni chilometriche mi deformano la pagina????? ahahahaha, ed io nn potrei essere più felice... (pensa che mia madre passava da dietro mentre leggevo il tuo commento, che tra l'altro stavo pure ridendo cm na scema, e ha fatto 'eh, hai scritto un poema!'... ahahah... da qualcn dovevo pur prendereXD) Edward carotino ti ringrazia x aver svelato la sua stretta parentela cn Anna dai capelli rossi (e siamo anche in tema visto che Jasper ha menzionato Heidi!^^) solo che ti prega di nn tingerti i capelli... ha detto che già lui si deve sorbire le lagne del fratello biondo-bello-occhi azzurri - perfetto, e nn vuole che poi qst lagne arrivino anche a te... vedi cm'è carino, ti vuole proprio bene... (cm l'autrice del resto!)... bene, sn contenta che la fotina sia stata di tuo gradimento, altrimenti l'avrei cambiata, giuro (parola di scout!) ed in effetti Rob versione vampiro nn proprio vampiro, fa la sua porca figura... bene, prima di tutto, ti ringrazio x i tuoi meravigliosi complimenti sia su qst storia, che sulla One Shot, che perfino sul continuo di DtA (anche se lì è un'altra storia ahahahah!) sei sempre troppo gentilissima (e ma nn si dice!) (fatti i cazzi tuoi... chi sei?) in effetti Emmet deve proteggere parecchie persone in qst fic... prima di tt le sue due sorelle pestifere dalle grinfie del padre, poi, chissà... magari in futuro ci sarà qualche altra anima da salvare... ^^ (chissà chi sarà!) oh... che dolce che sei... io regalo emozioni? uh uh uh.. ma tu così adesso mi fai commuovere... (me si accascia alla scrivania piangendo disperata...) però nn puoi chiedermi di smettere di ringraziarti... nn ci riuscirei neanche volendo, quindi... rassegnamoci insieme, va che è meglio ^^ me contenta anche di parlare cn te (che peraltro mi capisci sempre e comunque ^^) e soprattutto di illuminare i tuoi dubbi ( e mo qst da dove ti è uscita?) allora... sì, in pratica la fic riguarderà tutte e tre le coppie, proprio x qst ci sn sei punti di vista diversi... e sn tutte e tre personaggi principali... (cn qst spero di nn aver smontato il tuo entusiasmo in merito... anche io adoro smisuratamente Ed/Bella, però... volevo bivaccare un pò anche nelle vite delle altre due coppie così ho pensato di mettere tutte e tre!)... bene, cn la promessa che dee-jay-sexy-mirko-figo-bravo a letto (qst poi...^^), torni presto, ti lascio con un mega grazie e un mega bacione tutto x te socia... fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un altro bacio... ciauuuuu ^^

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Capitolo 8
*** La novità della Forks High School ***


Capitolo 8 (Bella POV) Image Hosted by ImageShack.us

Quindici Settembre. A nostro malincuore ricominciò la scuola. Le giornate si erano fatte più brevi, il sole, anche se in realtà non aveva mai illuminato appieno la piccola Forks, si lasciava oscurare più spesso dai nuvoloni grigi del cielo, e i nostri umori erano sotto terra. Non c'era cosa più deprimente nel nostro paese, che la Forks High School. Sempre gli stessi ragazzi, gli stessi professori, gli stessi inservienti, la stessa immangiabile robaccia della mensa. Ogni anno si preannunciava più deprimente di quello precedente e con buone probabilità anche quello sarebbe stato uguale agli altri. Peraltro, quello sarebbe anche stato l'ultimo anno di scuola di Emmet, l'unico che in qualche modo riusciva ad alleviarci l'ansia e il disgusto verso la scuola. Ed io non potevo stare peggio di così.
"Ehi, Bells... emozionata per il primo giorno?" mi chiese raggiante Alice incrociandomi in bagno. Io feci una smorfia che la fece ridere. Bene, mi correggo. Io ero in ansia e provavo disgusto. A quanto pare la mia piccola e perfida sorellina lo trovava estremamente divertente
"Non puoi immaginare quanto!" biascicai afferrando lo spazzolino e il dentifricio. Lei, intenta a spettinarsi i capelli neri, con un sorriso esclamò
"Coraggio, tesoro... sono certa che quest'anno ne vedremo delle belle!"
"Sì, certo Ali... è la stessa cosa che hai detto l'anno scorso e quello prima ancora!" le ricordai
"Oh, lo so... ma quest'anno si preannuncia, indimenticabile!" e scandì l'ultima parola uscendo dal bagno e lasciandomi sola con lo spazzolino in bocca.
Qualche minuto dopo mi ritrovai in cucina, in compagnia del resto della famiglia, e purtroppo anche di quella di mio padre
"A che ora tornate?" ci chiese burbero. Fu Emmet, come sempre, a rispondere
"Alle cinque, come sempre!" affermò
"Non un minuto più tardi, sia chiaro!" minacciò lui alzandosi e recuperando le chiavi della volante, dopodiché senza salutare uscì di casa. Tutti e tre, tirammo un impercettibile sospiro di sollievo
"Bene, io direi che possiamo anche andare!" esclamò Alice allegra, l'unica che sembrava averci messo meno tempo per recuperare un pò di buonumore. Emmet mandò giù l'ultimo sorso di caffè, e si diresse verso l'ingresso. Noi, recuperate le borse, lo seguimmo, diretti alla sua Jeep.
Come immaginavo, e temevo, la Forks High School non era minimamente cambiata. Sempre i soliti muri scuri, i soliti vari edifici contraddistinti dai numeri, la solita foresta fitta alle spalle, e perfino le solite macchine parcheggiate. Forse qualcuna non c'era più, segno che gli ultimi diplomati avevano abbandonato la scuola, ma in compenso erano state rimpiazzate da quelle delle matricole. Emmet parcheggiò accanto alla monovolume di Mike Newton.
"Ecco, ci stavamo giusto chiedendo che fine avessero fatto gli Swan..." esordì allegro Ben, avvinghiato come sempre alla sua Angela. Salutammo tutti, loro probabilmente erano l'unica nota positiva dell'andare a scuola, certo, eccetto Lauren. Però... vederli così, tutti a coppie, dannazione era una situazione altamente imbarazzante.
"Cosa avete combinato quest'estate?" chiese Emmet poggiando una mano sulla spalla di Mike con fare affettuoso
"Mmm... solite cose. Mia madre mi ha fatto passare sia Giugno che Luglio al negozio. Poi ad Agosto sono andato dai miei nonni in California... un vero spasso, Emm... non puoi neanche immaginare che schianto di ragazze ci sono lì!" commentò lui
"Ecco, gradirei che non lo immaginassi neanche tu!" lo riprese Jessica con un'occhiata di sbieco. Lui arrossì suscitando le nostre risate.
"Piuttosto, avete sentito?... ci sono novità!" esclamò lei poco dopo, palesemente su di giri. Eccola, il gazzettino Jess si era messo a lavoro. Tutte le notizie più succulente della nostra scuola avevano come fonte unica, lei. Noi ormai ci avevamo fatto l'abitudine.
"Novità... quale novità?" chiese allarmata Alice. Mmm... dimenticavo che quando quelle due si univano erano peggio di qualsiasi catastrofe naturale esistente
"Abbiamo dei nuovi arrivi alla Forks High School!" esclamò raggiante.
Eh? Nuovi arrivi? Ma di cosa sta parlando?
"Sei sicura?" chiese Alice incredula
"Te lo assicuro... mia madre l'altro giorno ha incontrato al supermercato la madre di questi ragazzi, e si è un pò informata... si chiamano Cullen, e sono in tre. Due di loro sono gemelli e sono al quarto anno come noi. L'altro invece è un anno più piccolo!" spiegò elettrizzata.
"Aspetta un attimo... come hai detto che si chiamano?" chiese Emmet curioso
"Cullen!" ripeté lei. Mio fratello sorrise
"Ma certo, che sciocco... i ragazzi della Volvo!" esclamò soddisfatto. Eh?
"Come, prego?" fece Jessica sorpresa
"Vuoi degnarti di spiegare qualcosa, orso?" lo minacciò Alice, visibilmente interessata
"Beh, ecco... più o meno qualche giorno fa, sono venuti due ragazzi a riprendersi una macchina all'officina giù a LA Push... una Volvo per la precisione...
Una S60R... magnifica!" esclamò estasiato. Tipico di mio fratello. Al posto del cervello probabilmente aveva un volante che girava all'impazzata o un paio di cilindri.
"Pronto? Chi se ne importa dell'auto... com'erano fatti questi due?" gli chiese ansiosa Jessica
"Mmm.. che ne so, due tipi abbastanza nella norma, alti, ben messi fisicamente. Entrambi con gli occhi chiari, mi pare, solo che uno era biondo, l'altro castano se non vado errato!" spiegò infastidito da tanta insistenza
"E che altro?" insistette Jess
"E niente... hanno pagato e se ne sono andati..." concluse con un'alzata di spalle. Si poteva soltanto immaginare la curiosità che stava provando Jessica in quel momento, oppure l'invidia che nutriva nei confronti di Emmet solo per il fatto di aver visto, o peggio ancora parlato, con i nuovi arrivati.
Cullen, eh?....
"Comunque se vuoi puoi chiedere altre delucidazioni direttamente a loro... sono appena arrivati!" le disse indicando un punto dietro di lei. Ci girammo tutti insieme, giusto in tempo per veder entrare una stupenda macchina azzurra nel cortile. Una Bmw se non vado errato. Ma d'altronde, quello esperto di auto in famiglia, era un altro!
Ben emise un fischio di ammirazione e il suo pensiero venne immediatamente interpretato da Mike
"Però... bella macchina!"
"Visto? E questo è niente.. pensa che il padre ha perfino una Mercedes... una classe R!" esclamò Emmet ammiccando. Mike sgranò gli occhi per la sorpresa. Evidentemente doveva davvero essere una macchina da signori
"Un Classe R?... Ma allora..." fece Alice confusa. Le bastò un sorriso da parte di Emmet per capire
"E non mi dici niente?" si lamentò lei, colpendolo al braccio.
"Scusa me ne sarò dimenticato!" si giustificò lui divertito. Io ero ancora occupata a guardare i nuovi arrivati, che avevano attirato su se stessi gli sguardi di tutta la scuola.
Comprensibile, no? Sono la nuova attrazione... loro sono... la novità... e che novità!...
Mi soffermai per primo a guardare l'unica ragazza del gruppo. Bionda, alta, meravigliosa. I capelli, che aveva accuratamente sistemato con un piccolo fermaglio, le ricadevano morbidi sulla schiena formando delle onde setose ben lontano dall'assomigliare alle mie.
I miei capelli in confronto sembrano un cespuglio di rovi...
Indossava un semplice jeans, una camicetta rossa con le maniche a palloncino e delle ballerine ai piedi. Anche così semplice l'effetto era a dir poco incantevole. Ma i due ragazzi, che erano con lei, non erano da meno.
Il primo, quello biondo, che intuii fosse il gemello della ragazza, era alto, molto di più della sorella, e aveva un bellissimo fisico. Se ne stava appoggiato alla fiancata della sua macchina e guardava l'ingresso della scuola in attesa del suono della campanella, a braccia conserte e nel frattempo parlava con la ragazza. Indossava anche lui dei jeans ed una maglietta nera, a maniche corte con lo scollo a vu.
L'ultimo, appoggiato al cofano della Bmw, era assorto nella lettura di qualcosa che, da quella distanza, non riuscii a capire. Era castano, leggermente rossiccio, muscoloso come il fratello, anche se meno pronunciato e sembrava anche abbastanza alto. Era sicuramente quello più affascinante. Forse quella sua aria assente, oppure quei capelli scompigliati, o forse quella camicia bianca che gli faceva risaltare il fisico, o forse...
Ma dico, sono impazzita? Mi sono messa a fare la radiografia ad un ragazzo che neanche conosco e per giunta sono anche quasi al punto di sbavare... Bella, per carità, contieniti!... ne va della tua rispettabile immagine!...
"Alla faccia... E meno male che erano due tipi abbastanza nella norma, eh Emmet?" lo canzonò ammaliata Jessica
"Ma infatti è quello che sono... nella norma, niente di più!" confermò lui. Sia Alice che Jess lo guardarono male, dopodiché la prima parlò
"Sono proprio curiosa di conoscerli questi Cullen.. sembrano persone molto interessanti!"
"E anche maledettamente attraenti, aggiungerei!" esclamò Jessica sorridente. L'occhiata di Mike però, quella volta non ebbe lo stesso effetto di quella che la ragazza le aveva fatto precedentemente. Forse tra i due quello che portava i pantaloni non era lui!
Il suono della campanella ci fece distrarre dai nostri commenti, così, con un rapido saluto ci dirigemmo tutti nelle nostre rispettive sezioni.
L'aria di agitazione per i nuovi arrivati era tangibile. Tutti si chiedevano chi erano, da dove venivano, come si chiamavano ma soprattutto in che classe sarebbero capitati. E, se devo essere pienamente sincera, l'ultima, era una domanda che mi ponevo anche io.
"Buongiorno a tutti ragazzi, spero sarete pronti per iniziare, con spirito nuovo, quest'ennesimo anno scolastico!" il professor Morgan, l'insegnante di letteratura inglese come al solito era a dir poco entusiasta, ma non immaginavo che il suo buonumore raggiungesse livelli superiori a quello. Difatti qualche istate dopo
"Oh, bene bene... entrate pure... speravo che foste assegnati alla mia classe!" esclamò su di giri, rivolto ai nuovi arrivati. I due gemelli fecero il loro trionfale ingresso nell'aula, guadagnandosi l'attenzione di tutti, perfino di coloro che una volta entrati avevano poggiato la testa sul banco e si erano già addormentati.
Cavolo da vicino sono ancora più belli!
"Bene, io sono il professor Morgan e insegno letteratura inglese a questa modesta classe di studenti!" si presentò l'uomo. La ragazza sorrise
"Piacere di conoscerla professore... io mi chiamo Rosalie Cullen e questo è mio fratello Jasper. Siamo contenti di poter far parte della sua classe!" disse educata. Il professore arrossì leggermente dopodiché indicò loro un banco libero, invitandoli a sedersi. I due obbedirono.
Anche da quella distanza potevo osservarli per bene. Di un particolare non mi ero accorta nel parcheggio, ovvero che avevano entrambi degli stupendi occhi azzurri, così chiari da sembrare quasi di ghiaccio. Potevano due semplici diciottenni essere così maledettamente perfetti? Evidentemente sì... e poi... cosa ci facevano lì a Forks?
"Signorina Swan, già il primo giorno di scuola la becco distratta? Non va bene!" mi riprese divertito il prof. Io ridacchiai imbarazzata, dopodiché abbassai la testa sul banco seguendo per il resto della lezione il preambolo introduttivo alla vita di John Milton.



Ma salveeee... eh eh eh... ormai la mia presenza nei vostri computer è costante (e speriamo anche apprezzata!)... Bene, almeno x loro la scuola è ricominciata (x quelli che come me ancora ci vanno, la tortura x fortuna è ancora ben lontana ^^) e qst significa che qualcosa si smuove... Vi anticipo che nel prossimo capitolo si intuirà qualcosa in più sulla quesione Rosalie (come ho già accennato a qualcuno) visto che sarà narrato da lei. Ed inoltre mi sono divertita a mettere a paragone le due diverse mattine delle famiglie, per sottolineare la pesante differenza familiare che c'è... bene, basta ciance...  XD...adesso vi lascio... al prossimo aggiornamento... un mega bacio a tutti e grazie cm sempre! ^^

Risposte alle recensioni:
Elfa Sognatrice: Salve cara... mi fa piacere sapere che continuerai a seguirmi... il che significa che sotto sotto ti sei un pò affezionata alla storia... (e anche un pò alle capre)... l'unica cosa che nn ho ben capito è cosa volessi dire cn quella storia della fatina dei boschi che manovra le capre... mmm... scusa, il mio cervello è poco recettivo in qst giorni... eh eh eh ^^... Bene, sono contenta che il nuovo Jasper si sia guadagnato un pò della tua simpatia (ti assicuro che in fondo nn è così malvagio come vuole far credere!)... eh sì, in effetti l'uragano è in agguato, e nn è certamente Edward il suo vero problema... anche se, come hai ben notato, sotto sotto gli vuole bene, e forse proprio qst rapporto speciale lo tiene particolarmente legato alla famiglia... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto (anche se lo ammetto... nn è stato un granché... ) fammi sapere, mi raccomando.. ed intanto nn pensare troppo ad Emmet in tenuta da lavoro... sn d'accordo che è fenomenale vestito in quel modo, ma... diciamo che il ragazzo è già prenotato... ahahah... un bacio a presto ^^

Shinalia: Salve ragazza da premio... eh eh eh... qst volta nn sei arrivata proprio prima, ma poco ti mancava... ahahah... cmq, grazie davvero x l'affetto che mi dimostri...  in effetti Jasper ha preso un grosso granchio con quella storia di Emmet che ci prova con Ed... ma come hai visto, dopo per fortuna se ne è accorto (sia ringraziato il cielo!)... ed infatti è leggermente acidello il ragazzo... sarà stato qualche yogourt scaduto che il fratello gli ha rifilato, chissà.. ^^ beh, per l'incontro dovrai aspettare il POV di Alice, nn il prossimo ma quello di dopo, e ti assicuro che se ne vedranno delle belle... bene, un bacio grande, e fammi sapere cm hai trovato il capitolo ^^

cinzia818: Amica mia, buongiorgio... sono felice di trovarti così gongolante... speravo che qst fulmineo aggiornamento avrebbe migliorato la tua salute... hai visto... come sono buona... ^^... beh, in effetti Jasper è stato leggermente acido... avrebbe potuto metterci più impegno nel non dimostrare la sua riluttanza, ma... che vuoi farci... ormai abbiamo capito che la delicatezza nn è nel suo stile (cm ha prontamente detto Rosalie nel suo primo capitolo!)... mmm... nn credo che sia il caso adesso di fargli presente quel piccolo particolare di una probabile parentela futura... non vorrei gli venisse qualche attacco di cuore (altro che dimostrarti il suo lato dolce allora!)... poi sarei costretto a sostituirlo, e la questione si farebbe lunga e fastidiosa... quindi... acqua in bocca XD... bene, per l'incontro dovrai aspettare nn quello di dopo ma quello dopo ancora (di Alice x la precisione... ti assicuro che se ne vedranno delle belle!) allora, fammi sapere se il cap è stato di tuo gradimento, un bacio grande ^^

Uchiha_chan: Salve cara... sono felice che lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere, in effetti c'erano un paio di situazione estremamente assurde ^^ tt create da qst particolarissimo aspetto di Jasper... forse è proprio qst che lo rende unico nel suo genere.. ovviamente non posso dirti cosa avverrà nel momento in cui si renderà conto che il meccanico alto un metro e novanta e la sua amatissima sorella se la intendono, però... diciamo che quello che hai visto fin ora è stato l'aspetto migliore e più docile del suo carattere... quindi, tieniti pronta.. ahaha.. bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto (a me nn tantissimo in verità!) fammi sapere cosa ne pensi... un grande bacio ^^

Norine: Salve cara... ahahah... hai visto... qnd il nuovo Jazz ci si mette fa divertire a suo modo ( anche se nn credo che anche Emmet si sarebbe divertito se avesse saputo cosa andava a pensare quell'altro^^) anche se bisognerebbe fargli qualche lezione di buone maniere (lezione n°1, qnd incontri qualcuno che nn trovi particolarmente simpatico, evitare in tt i modi di farglielo capire... risulterebbe alquanto maleducato XD) bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto (ti dirò, a me nn fa particolarmente impazzire) e x qnt riguarda l'incontro, aspetta nn il prossimo ma quello dopo, se ne vedranno delle belle... un bacio grande cara ^^

mine: Ma ciao... che bello una nuova lettrice... ti ringrazio allora in primis per aver lasciato la tua recensione... sn molto felice x qst... e soprattutto un grazie particolare x i complimenti, davvero fanno un piacere immenso ^^  bene, Jasper in effetti è leggermente diverso dall'originale (anche se.. ti dirò, anche così nn dispiace!) e noto con piacere che ti garba particolarmente, bene!^^ spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando... un bacio grande ^^

lisa76: Cara, buongiorno... il povero Emmet rischiava di prendersi una brutta nominata a causa dei vaneggiamenti di Jasper in versione pazzoide... ahahaha... poveretto.. se solo avesse saputo cosa Jasper pensava di lui, nn credo avrebbe riso in quel modo... (secondo te cosa gli avrebbe fatto??? *_*... o mamma... ahahah!)... bene, sono contenta di trovarti così presa... spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto (a me nn particolarmente in realtà... nn so neanche perché!) fammi sapere... un mega bacio^^

martya_c: Salve cara... nn preoccuparti... l'importante è sapere che continui a seguirmi e che nn ti ho ancora del tutto stufato con qst ritmo... lo so, è leggermente monotona, nn era mia intenzione fargli prendere qsr direzione, solo che, siccome prevedo che la cosa sia abbastanza lunga, nn vorrei incentrare tutto e subito, altrimenti sarebbe leggermente irreale che tutto avvenga cn un ritmo così ferrato... ogni cosa a suo tempo cm si suol dire... ti capisco, anche io magari leggendo una storia così, dopo un pò mi seccherei, e se mi abbandonassi ti capirei (piangerei cm una disperata, ma ti capirei... singh...) però, vedrò di alzare un pò il tiro... i prossimi tre capitoli sn già pronti e due di qst sn particolarmente interessanti, ma spero che i prossimi che scriverò attirino di più la tua attenzione... bene, dopo qst sproloquio, spero che Emmet nn si offenda x averlo quasi fatto passare x quello che nn è... ^^ e sopprattutto sn contenta che Jasper inizi a starti simpaico (di la verità... ti ha pagato x ammetterlo???^^)... bene, speriamo che qst capitolo ( a mio parere nn del tutto passabile) ti sia piaciuto... perdonami se puoi... singh... XD... un mega bacio e fammi sapere ^^

enifpegasus: Salve... ^^^ prima di tutto grazie per aver recensito... fa sempre un enorme piacere trovare nuove persone che recensiscono... davvero mi riempie il cuore di gioia.. allora, a qnt pare abbiamo trovato una nuova fan del particolarissimo Jasper in versione sadica... ahahah (xaltro... ha appena detto che sarebbe ben felice della statua che gli hai promesso ^^)... le sue vittine, poveri meccanici e carotini, sono sempre quelli sfigati (secondo il suo modesto punto di vista.. ma poveretto nn sa che diceXD) ma chissà... magari un giorno si renderà conto che alla fin fine Emmet nn è così male e che Edward dopotutto è sempre suo fratello ^^ bene, nn posso fare altro che ringraziarti... oltre che x aver recensito, anche per i complimenti magnifici che mi hai lasciato... ne sono strafelicissima (eh?) mi hai fatta sorridere di gioia a 39 denti (quanti???? ... ma sì, era x sottolineare il piacere che mi ha fatto XD) spero che qst capitolo almeno a te sia piaciuto (alla sottoscritta nn tanto!) fammi sapere, mi raccomando, un bacio grande e grazie ancora ^^

lizz: Salve cara... prima di tutto ti ringrazio in modo particolare x i tuoi spettacolari complimenti... ne sono lusingata, davvero... poi, peraltro, vorrei farteli io i complimenti... alla tua età di solito le ragazze sn molto immature (lo so perchè ci sn passata ^^) e si esprimono in maniera ancora nn del tutto educata... ma tu... tesoro (permettimi qst nomignolo affettuoso!^^) sei una grande... nn ho mai visto tanta educazione e rispetto in una della tua età, che dire... sei degna di lode... e stai tranquilla... cn me puoi fare cm se fossi una sorella maggiore (ne ho quasi diciotto quindi, mi sento un pò così ^^) e tranquilla nn sei all'antica... ci fossero persone cm te, il mondo sarebbe perfetto credimi... al giorno d'oggi esistono certi malducati (prendi ad esempio quello sconclusionato di Jasper... certo, magari lui lo fa senza pensarci, ma diciamo che lui è il male minore... c'è gente peggio di lui, e qst è tutto un dire^^)... sn molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto tanto ridere... in effetti pensare che Emmet fosse gay... ahahah... poveretto, se solo lo venisse a sapere credo prenderebbe Jasper e gli staccherebbe tutti quei bei capelli biondi che si ritrova... ahaha... bene, per l'incontro Bella/Ed dovrai aspettare nn il prossimo capitolo, ma quello dopo ancora e ti assicuro nn rimarrai delusa (almeno spero^^) bene, ah un'ultima cosa... come hai visto ti chiamo cara, tesoro... per me è normale esprimermi in qst termini affettusi, quindi stai tranquilla... di certo le tue esclamazione nn saranno mai prese nel modo sbagliato o frainetese... quindi tranquilla ^^ bene, un bacio grande e a presto^^

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Capitolo 9
*** Ricominciare da zero! ***


Capitolo 9 (Rosalie POV)
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Il primo giorno di scuola a Forks, ed io non stavo più nella pelle per l'emozione. Non era di certo la prima volta che andavo a scuola, no signore, però andarci in un paese nuovo e ricominciare pertanto da zero, era una sensazione indescrivibile. Quasi di pace.
Nessuno ci conosce, nessuno ci chiederà cosa abbiamo fatto quest'estate, nessuno ci perseguiterà di notte, nessuno si apposterà sotto la nostra finestra al buio, aspettando il fatidico momento per poter...
"Ehi Rosie, hai fatto?" la voce di Jasper mi fece riprendere da quei pensieri. Sospirai profondamente, mi diedi un'ultima occhiata allo specchio, dopodiché uscii dal bagno. Mio fratello Jasper, se ne stava disteso sulla mia chaise longue, e mi guardava divertito
"Potrei sapere, se non le reco troppo disturbo, cosa ci fa lei nella mia stanza?" gli chiesi scherzosamente. Lui si aprì in un sorrisetto furbo ed esclamò
"Controllavo che tutto fosse in ordine, sa.. non si può mai sapere!" io scoppiai a ridere
"Beh la ringrazio... no so proprio cosa farei senza la sua preziosissima supervisione!" lo canzonai allora recuperando la borsa e avviandomi verso il corridoio. Lui mi seguì. Scendemmo al piano di sotto dove tutta la famiglia stava tranquillamente facendo colazione.
"Giorno a tutti!" salutai io prendendo posto accanto ad Edward. Lui mi sorrise tenero dopodiché mi passò una tazza vuota ed un cucchiaino
"Grazie!" feci io sorridendo di rimando
"E a me niente?" chiese Jasper sedendosi di fronte a noi, come sempre sulla sedia al contrario. Composto non riusciva proprio a stare.
"Certo... se alzi il culo e ti giri ce ne sono a centinaia nella credenza!" rispose Edward con un sorrisetto. Mio padre cercò di trattenersi dal ridere ed affondò di più la testa dietro il suo quotidiano
"Ed, ma che modi!" lo riprese la mamma passando una tazza a Jasper. Quest'ultimo sorrise soddisfatto nella direzione del fratello e disse
"Tieni carotino, questo è un segno di gratitudine per la tua infinita gentilezza!" ed alzò il dito medio nella sua direzione. Edward non parlò, gli bastò sfoderare il suo sorriso sghembo nella direzione di Jazz. La voce di mio padre non tardò ad arrivare
"Jasper... devo proprio parlare?" gli chiese con fare retorico. Jazz abbassò il dito e sorrise
"Ha iniziato lui!" si giustificò riempendo la tazza di cappuccino
"Non importa chi ha iniziato. Quello è un gesto che non si fa!" disse cercando di essere serio. Dio solo sa quanta voglia avrebbe avuto di unirsi al teatrino dei miei fratelli e ridere con loro. E probabilmente se non ci fosse stata la mamma a fare la guardia, l'avrebbe anche fatto...
"E certo, perché dire al proprio fratello 'alza il culo', invece è qualcosa che si fa, giusto?" si lamentò. Mio padre non rispose, evidentemente era stato preso alla sprovvista dalla affermazione del figlio. Beh, non che avesse tutti i torti
"Vedi caro Jazz, la differenza tra me e te sta nel porsi. Io, se dico qualcosa di poco opportuno, lo faccio con stile... tu invece sei come sempre scurrile e volgare!" spiegò con aria divertita Edward, provocando le risate mie e di mio padre
"Ecco, proprio quello che volevo dire!" affermò quest'ultimo. Jasper, leggermente infastidito lo guardò male
"Cioè fammi capire... se lui mi tratta male passa, perché l'ha fatto con stile... se io lo mando a quel paese mi riprendi, perché...? Perché sono stato poco delicato?" chiese sarcastico
"Esattamente!" confermò lui convinto
"D'accordo!" convenne Jasper. Si schiarì la voce e fece aprire sul suo viso un sorriso perfido "Caro fratellino, mi chiedevo, solo se non ti reca troppo disturbo, sia chiaro... diciamo quando hai due minuti liberi... ti dispiacerebbe andare leggermente a fanculo?"
"Jasper!" gridò mia madre tirandogli uno schiaffo sulla nuca
"Ahia, ma che ho fatto questa volta?" si lamentò portandosi una mano sulla parte colpita. Lei stava per rispondere, quando le risate di mio padre la trattennero
"Carl, non invogliare i ragazzi alla maleducazione te ne prego... ci sono voluti anni per insegnare loro quelle poche regole essenziali che sanno!" si lamentò verso il marito. Lui, cercò di riprendere un pò del suo autoritario contengo, dopodiché esclamò serio
"Ben detto, tesoro. Jasper ti proibisco di mandare a quel paese tuo fratello... in qualsiasi forma e misura!" e si girò verso Edward "E tu la prossima volta sii un pò più educato verso Jasper. Un 'puoi anche alzarti e prendertela da solo!' ci starebbe meglio!"
Ma nostra madre non sembrava particolarmente convinta.
"Ehm, credo sia il caso di andare... non vorremmo arrivare tardi proprio il primo giorno di scuola!" affermai alzandomi e facendo segno ai miei fratelli di fare altrettanto. Lì tirava aria di tempesta. Intese le mie intenzioni, Jasper si alzò e dopo aver bevuto l'ultimo sorso di cappuccino, disse:
"Buona giornata a tutti... e papà... non ti stancare troppo!"
"Ci proverò!" rispose lui tornando al suo giornale. Dopo un breve salutò a nostra madre, non del tutto contenta della precedente chiacchierata, uscimmo di casa.
"É il momento della monetina!" esclamò Jasper dirigendosi verso il garage
"Ancora?" si lamentò Edward "Credevo che qui a Forks ne avremmo fatto volentieri a meno!"
"E invece no... dobbiamo continuare a risparmiare!" spiegò
prendendo i soliti dieci centesimi dalla tasca dei jeans.
"Sì, ma i chilometri da fare qui, sono nettamente inferiori!" continuò l'altro
"D'accordo.. allora vorrà dire che tu te ne andrai bel bello con la tua amatissima Volvo, che peraltro, dopo essere stata nelle mani degli indiani, non so come possa ancora reggersi sulle ruote, ed io e Rosie faremo il gioco della moneta!" rispose tranquillo.
Io ridacchiai. Io ed i miei fratelli, per combattere i prezzi esorbitanti della grande mela, avevamo inventato quell'efficace stratagemma. A turno, per l'intera settimana, si decideva chi dei tre avrebbe messo a disposizione la propria macchina, sia per la scuola che per uscire, così almeno gli altri due avrebbero risparmiato la benzina. E il tutto si decideva con l'ausilio della monetina.
"Tanto non lo fareste mai senza di me... in questo caso avreste una macchina in meno e le possibilità di far capitare la propria sarebbero maggiori!" esclamò Edward con un sorrisetto divertito. Jasper sembrò voler dire qualcosa, ma si fermò. Evidentemente per la prima volta nella sua vita non seppe come rispondere. Allora, afflitto, alzò un sopracciglio e chiese
"Mi devi proprio costringere a farlo?" Edward fece segno di sì con la testa, e l'altro sbuffando impercettibilmente bisbigliò
"Per piacere..."
"Che hai detto, scusa? Non credo di aver capito bene!" scherzò Edward. Lo sbuffo di Jasper riempì l'aria
"Per piacere!" ripeté con voce più alta
"Non devono essere tanto buoni i ripetitori da queste parti!" continuò a scherzare l'altro. Jasper lo guardò truce.
Oh, se gli sguardi potessero uccidere!
"Per piacere, Edward, metteresti a disposizione la tua macchina per il lancio della moneta?" chiese quasi urlando. Io ed Edward scoppiammo a ridere mentre l'altro si faceva quasi paonazzo per la rabbia
"Andata!" esclamò poco dopo il più piccolo"Visto che quando vuoi sai anche essere gentile? Basta solo un pò di impegno!" ma l'occhiata di fuoco che gli tirò il fratello bastò a farlo stare zitto.   
"Prima le signore!" mi invitò allora Edward aprendo la saracinesca del garage.
"Testa!" affermai convinta. Jasper allora lanciò la monetina, che dopo una breve giravolta ricadde nella sua mano. La girò sul dorso della stessa e controllò
"Croce, ho perso! D'accordo... il primo round è andato!" si girò verso Edward, che, senza farsi dire nulla, esclamò
"Croce!" Jasper rifece la stessa procedura di prima, dopodiché disse
"Non è possibile... sono uno sfigato!" mi avvicinai per controllare. Mi scappo una risata. Era uscita Testa!
"Sono diciassette anni che cerco di dirtelo, Jazz..." disse Edward dirigendosi verso la Bmw azzurra. Jasper non rispose neanche, si limitò ad entrare in auto e mettere in moto. Durante tutto il viaggio per la Forks High School, per fortuna, non continuarono a punzecchiarsi. Ci fu solo una piacevole chiacchierata tra me ed Edward riguardo ad un libro che gli avevo prestato e che non vedeva l'ora di iniziare, tanto che se l'era portato in cartella. Io e mio fratello avevamo la comune passione per la lettura dei classici. Storie romantiche, thriller, qualche volta perfino horror, l'importante era che fossero vecchi ed affascinatamente interessanti. Di solito uno dei due li comprava, li leggeva, e poi se il libro in questione era degno di lode, lo passava all'altro. Così come avevo fatto io. Fare la stessa cosa con Jasper era improponibile. Una volta ci avevo provato. Lui mi aveva guardata male, poi aveva lanciato un'occhiata al libro, seicento pagine di puro romanticismo settecentesco, aveva riso come un matto ed era tornato alla sua partita di football come se niente fosse. Lì capii che non era proprio il caso di riprovarci.
"É ancora più squallida di come la immaginavo!" esordì Jasper schifato, mentre procedeva a passo d'uomo nel cortile per cercare parcheggio
"Ecco che ricomincia con questa vena tragica... coraggio, un pò di ottimismo!" feci io, sorridendogli ed uscendo dall'auto. Come immaginavo, l'intero cortile non aveva occhi che per noi. Era più che normale che in un paese tanto piccolo la notizia del nostro arrivo si fosse sparsa a macchia d'olio. Se cambiavi scuola a New York, nessuno ci badava, ma lì... eravamo davvero la novità dell'anno, e probabilmente lo saremmo stati per tutti e due i semestri.
"Ma guardali.. tutti impegnati a farci la radiografia!" esclamò infastidito Jasper, appoggiato alla fiancata della macchina, incrociando le braccia al petto
"Mmm... da quanto in qua ti infastidisce essere al centro delle attenzioni di così tante ragazze?" lo canzonai divertita. Sorrise
"Probabilmente a furia di passare del tempo con Edward starò diventando come lui!" spiegò
"Vedi che ti ho sentito!" esclamò seccato l'altro, poggiato al cofano, con il mio libro tra le mani. Continuammo per quei pochi minuti che precedevano il suono della campanella, a parlare tranquillamente, ed io nel frattempo iniziai a far vagare lo sguardo per il cortile. Lo shock iniziale era stato in parte superato, per fortuna, anche se qualcuno continuava a guardarci come ammaliato. Altri, invece, non sembravano minimamente interessati alla nostra presenza. Ad esempio, poco distante da noi, c'era un sostanzioso gruppo di ragazzi, abbastanza affiatato a giudicare da come scherzavano e si divertivano, che attirò la mia attenzione. Sembravano ragazzi e ragazze all'incirca della mia età. E mi ritrovai inspiegabilmente ad invidiarli. Come sarebbe piaciuto anche a me avere un bel gruppetto del genere. Amiche per me, con le quali poter parlare tranquillamente di ragazzi, o di cosmetici oppure semplicemente di qualche novità dell'ultimo minuto, come ad esempio di quei tre ragazzi newyorchesi appena arrivati. Nella mia vecchia scuola di amiche ne avevo avute molte, certo, non che fossero del tutto sincere e leali con me, a giudicare da come parlavano alle mie spalle tutte le volte che non c'ero, però... perlomeno, avevo qualcuno con cui uscire. Chissà se Forks, così piccola e tranquilla, mi avrebbe dato quella tanto sperata sensazione di pace che cercavo... io, magari egoisticamente, credevo che, dopo quello che di brutto avevo avuto, un minimo di felicità mi spettava. Così come per Edward e Jasper. Anche loro meritavano la loro fetta di tranquillità, anche se il primo faceva finta di non averne bisogno e l'altro fingeva di averne già a sufficienza. Ma io, che li conoscevo fin troppo bene, ero ben lontana dal credere che le cose stessero nel modo in cui loro dicevano
"Ehi, vogliamo andare?" mi chiese Jazz strattonandomi un braccio. Io lo guardai confusa
"La campanella..." mi disse. Solo allora mi resi conto che stava suonando. Così, recuperata la borsa dalla macchina, raggiunsi i miei fratelli, ed insieme varcammo la soglia della nostra nuova scuola.



Salve bella gente, qst sera, siccome mi sento particolarmente buona ho deciso si regalarvi un nuovo capitolo... In particolare per fare un piccolo regalo a Norine, che altrimenti avrebbe dovuto aspettare Settembre... Beh, spero che anche a voi nn dispiaccia la cosa... Allora, il capitolo di cui vi parlavo è arrivato... qst piccola Rose è addolorata profondamente da qualcosa, ma da cosa??? eh eh eh, beh speriamo che vi sia piaciuto... fatemi sapere in tanti come sempre... a presto ^^

Risposte alle recensioni:
cinzia 818: Salve carissima... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto (chissà perchè nn mi ispirava particolarmente... ) e sì, Jessica in qst storia nn avrà molta voce in capitolo... lei se ne sta bel bella con il suo amico Mike, e così nn ifastidisce una delle coppie protagoniste... ^^tranquilla... nn arrivo fino a qst punto con la mia cattiveria XD... certo nn nascondo che nn sarà tutto rose e fiori, ma fino a qst punto... no, nn ci arrivo ^^ spero che qst Rosalie ti sia piaciuta... io la trovo molto tenera, soprattutto mi fa impazzire la loro colazione tipo... ahahah.. pagherei per avere due fratelli così, giuro.. bene, spero che le idee su Rose e su quello che le è successo si siano un pò chiarite, fammi sapere cmq, un grande bacio ^^

Shinalia: Ma cara, nn preoccuparti... ormai ho capito che la pole position è tua, quindi anche se mi arrivi seconda, per me sarai cmq la prima! ^^bene, me felice che il capitolo sia stato di tuo gradimento... eh sì, mi sa che Bella avrà qualcosa di meglio da fare nei prossimi giorni che pensare a suo padre, tu che dici? XD, beh, fammi sapere se Rosie ti è piaciuta... un grande bacio ^^

lisa76: Salveeee...cara, puoi farmi tutte le domande che vuoi, non preoccuparti... anzi a me fa piacere, poter togliere qst dubbi.. allora... sì, in effetti Bella è un anno + grande di Edward che invece ha la stessa età di Alice (che a mio parere fisicamente sembrerebbe più piccola di Bella!). Qst ultima invece ha la stessa età di Rosalie e Jazz... Emmet è l'ultimo della fila... poveretto tutto solo al quinto anno eh eh eh. bene, spero di aver risposto in maniera esaustiva al tuo dubbietto... se vuoi chiedere altro.. io sono qui.. bene, spero che Rosalie ti sia piaciuta, fammi sapere... un bacio grande ^^

martya_c: Fiuuu... per fortuna... prova capitolo superata! ahahha... no, dai, ci tenevo praticolarmente qst volta al tuo giudizio. Almeno così in futuro cercherò di essere più cm dire... diretta al punto! ^^sì, Bella è di un anno più grande rispetto ad Edward... lei è allo stesso anno di Jazz e Rose, mentre Ed ha 17 anni come Alice. Emmet invece è all'ultimo anno e ne ha 19... forse ho scombinato un pò le cose, ma saperlo più piccolo di lei, mi guastava particolarmente, chissà perché ^^ Spero che il capitolo di Rose ti sia piaciuto e che sia servito a chiarire qualcosa sul suo passato. Fammi sapere... Un bacio enorme ^^

Elfa Sognatrice: Ma ciauuuu...ahahah, scusami ancora per la mia scemaggine (eh?) ma proprio non ci ero arrivata... ahahah... cmq stai tranquilla... niente capre assassine con il mantello di superman... (mmm sai che potrebbe essere un'idea? XD ma nooooo!) bene, sono contenta che tu ti sia fatta un'idea più precisa della fisionomia di qst Cullen, e spero che la loro bella famigliola a colazione ti sia piaciuta ^^ fammi sapere, mi raccomando... un mega kiss ^^

yle_cullen: Quando si dice, meglio abbondare... ahahah, addirittura due recensioni? No, dai... nn dovevi... aahahah... dai, scherzi a parte... grazie mille per aver recensito. Mi fa piacere trovare una nuova lettrice x di più così affascinata dalla mia storia. Mi fa enormemente piacere, nn c'è che dire ed io nn posso che dirti grazie. Quello che è successo a Rose, nn posso spiegartelo, altrimenti ti direi troppo (me persona discreta ^^) però, qualcosa in qst capitolo si intuisce... ti assicuro che prima o poi sarà stesso lei a rivelare la verità, promesso. In effetti neanche io riesco ad immaginarmi un Charlie cattivo (e un pò mi sento perfino in colpa x averlo decritto così!) e dico che fai benissimo ad immaginartelo diverso... dovrei fare lo stesso mi sa ^^... bene, grazie ancora di tutto, spero continerai a seguirmi anche perché mi farebbe immensamente piacere. Un bacio grande ^^

Uchiha_chan: Salve cara... beh che dire, sono d'accordissimo cn te, in effetti ci volevano più dettagli, ma come ho detto, nn mi convinceva particolarmente... però, qst di Rose mi piace di più, forse perchè, cm promesso, in parte spiega già qualcosa di importante riguardante il suo trauma (sn un pò più chiare adesso le idee^^?)... l'incontro finalmente avverrà nel prossimo capitolo, quindi... tieniti pronta... eh eh eh... bene, ti ringrazio infinitamente per i complimenti, e spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando... un bacione ^^

enifpegasus: Salveee.... prima di tutto, ti sembrerà strano, ma anche io nn sopporto minimamente Jessica anche se qst volta ha detto una cosa sensata... l'unica volta nella sua vita, aggiungerei ^^ in effetti mi sono messa a ridere da sola qnd ho riletto quella parte ed ho immaginato le vostre reazioni.. eh eh proprio nn rende giustizia, no signore.. ma d'altronde, è un maschio, cosa potrebbe mai capire! Beh, i commenti di Jasper sulla scuola sono evidenti anche in questo capitolo e ti assicuro che nn si discostano tanto dalla realtà... quello che ha detto pensava... ^^ e x qnt riguarda le capre, magari nn le troverà nelle opere di Milton scrittore, ma forse guardando l'avvocato del diavolo che gli hai consigliato, è probabile che qualcosa troverà... ahahah... sei troppo forte, davvero.. bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere mi raccomando... un mega bacio ^^

Norine: Credo proprio che adesso mi adorerai ^^... hai visto... ho esaudito la tua richiesta e ti ho postato un altro capitolo, così, l'incontro avverrà in settimana (secondo i calcoli, precisamente aggionerò venerdì) così potrai comodamente leggerlo prima di partire, dopodiché ti aspetterò impazientemente a Settembre così che tu possa leggere il continuo... mi mancherai un casino... uff (singh*_*) ... bene spero che qst ti sia piaciuto, fammi sapere e spero che il mio regalo ti sia piaciuto.. un bacione ^^

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Capitolo 10
*** Solo 25 centimetri! ***


Capitolo 10 (Alice POV) Image Hosted by ImageShack.us

L'intera scuola era in visibilio per i nuovi arrivati. I Cullen. Da quello che eravamo riusciti a capire, venivano da New York, e due di loro erano gemelli. Andavano nella stessa classe di letteratura inglese e di matematica con Bella. Il ragazzo con i capelli rossicci, invece, frequentava storia e francese con me. E dovevo ammettere che era un tipo molto, ma molto interessante. Passai quasi tutta l'ora a scrutarlo da lontano. Aveva l'aria assorta nei suoi appunti, e a sommi capi sembrava un tipo molto riservato. Mi ero ripromessa che alla prima occasione avrei attaccato bottone per saperne di più.
L'ora di pranzo arrivò in un battibaleno, e mi ritrovai con i miei fratelli a fare la fila in mensa. Ritrovare tutti i nostri compagni era stato fantastico, anche se, a detta di Bella, sarebbe stato meglio rimanersene a casa ancora per un pò.
"Coraggio, Bells... guarda il lato positivo della cosa!" feci io avanzando di un posto nella fila
"E sarebbe?" mi chiese scettica
"Se tu fossi rimasta a casa, non avresti mai incontrato i Cullen!" spiegai sorridendole. Lei scosse la testa ed un microscopico sorriso si affacciò sul suo volto. Bene, almeno un passo avanti lo avevamo fatto.
"Piuttosto, ho scoperto che il ragazzo che era con i due gemelli si chiama Edward... fa storia e francese con me!" spiegai
"Ah sì... Jake me lo aveva detto!" ricordò Emmet. Già, quello stupido orso si era dimenticato di dirci che aveva conosciuto i due maschi Cullen. Come se non fosse importante.
"Già... invece i due gemelli fanno inglese e mate con me... lei si chiama Rosalie mi pare... lui Jasper..." aggiunse Bella recuperando un vassoio.
Jasper, eh? Vuoi vedere che...
"Quindi erano loro in quella Mercedes?" chiesi fingendomi indifferente
"Già! Mi sono informato quando sono venuti a riprendersi la macchina a LA Push!" rispose Emmet passandomi un panino vuoto
Eh, sì... intuito Alice colpisce ancora!...
Bene, in quel momento la voglia di conoscerli di più, iniziava a crescere a dismisura, e non potevo più aspettare
"Eccoli!" mi informò Emmet indicando un punto alle mie spalle. Cavolo, Edward era senza dubbio un bel vedere, ma quei due... si faceva fatica a stabilire chi fosse il più bello. Lei, stupendamente vestita - Dio, volevo quella camicetta - aveva uno splendido colore di capelli, sicuramente naturali a giudicare dalla lucentezza. Sembrava quasi miele fuso. Il ragazzo dietro di lei, era la cosa più bella che avessi mai visto. Parlottava divertito con Edward, che a sua volta rideva. Aveva lo sguardo vispo, e maledettamente attraente. E poi, quel fisico... non era ritenuto illegale andare in giro in quel modo? Evidentemente, ancora no...
"Che stai guardando?" mi chiese Emmet seccato "Anzi... chi stai guardando?"
"Ehm... cercavo Jessica..." mentii
"Non dire cazzate, nana... ti ho vista fissare i Cullen!"
Inutile mentire...
"Oh, d'accordo, li stavo guardando... e stavo morendo dalla curiosità di conoscerli!" ammisi sbuffando
Aspetta un momento... idea!
"Senti un pò, Emm.... mi faresti un favore?" domandai con fare innocente
"No!" rispose secco
"Ma dai... non sai neanche cosa voglio chiederti!" mi lamentai
"D'accordo... ma se è qualcosa che anche lontanamente c'entra con quei quattro fenomeni da baraccone, sappi che la mia risposta rimane invariata!" specificò. Io feci una smorfia, e lo superai andando al nostro solito tavolo, con il vassoio completamente vuoto. Tanto lo sapevo che non avrebbe resistito. Era troppo buono per fare la parte del fratello maggiore geloso a lungo. E difatti...
"Avanti cosa vuoi?" mi chiese passandomi un trancio della sua pizza
"Voglio parlare con loro.. voglio conoscerli!" affermai decisa, mentre anche Bella prendeva posto accanto a noi. Emmet alzò un sopracciglio divertito
"E... come pensi di fare?" mi chiese
"Oh, ma io non penso di fare proprio niente... se mai sei tu quello che dovrà fare qualcosa!" esclamai. Lui quasi si affogò con la Coca. Mi guardò male e parlò
"Come, prego?"
"Hai capito!" feci io seccata
"E mi spiegheresti esattamente cosa dovrei fare?" chiese ironico.
"Beh, tu li hai conosciuti, no? Va loro vicino, salutali, inventati qualche cazzata delle tue... dopodiché io e Bella, accidentalmente ci avvicineremo a te e sarà fatta. Tu ce li presenti ed io mi potrò togliere questa piccola soddisfazione!" spiegai tranquilla. Intanto i tre fratelli stavano prendendo posto a qualche tavolo di distanza da noi. Emmet scosse il capo divertito
"Non se ne parla!" esclamò
"Perché?" mi lamentai io
"Alice, quella non è gente per noi... sono.... guardali!" e me li indicò
Li ho guardati fin troppo bene, credimi!
"Sono... cosa?" chiesi infastidita
"Snob!" concluse schifato. Snob? Questa poi....
"Ma che cavolo dici, Emm.... loro non sono snob!" e calcai la voce sull'ultima parola "E poi, non ti hanno insegnato che non si giudica mai un libro dalla copertina?"
"Credimi, in questi casi, certi libri non vale la pena neanche sfogliarli!" esclamò. Certe volte mi lasciava davvero senza parole!
"Superficiale!" biascicai. Lui mi guardò, anzi più che altro mi fulminò
"Potresti ripetere?"
"Non ho detto niente!" mentii sbriciolando con le dita il mio panino. Lui scosse di nuovo la testa e tornò alla sua pizza
"Dico soltanto che potresti anche farmi questo favore... non ti costerebbe niente!" aggiunsi
"Non capisco perché tu ci tenga così tanto!" ammise guardando i tre ragazzi
"É che.... non so spiegartelo esattamente, però... mi piacerebbe sapere un pò di più su di loro, tutto qui!"
E mi piacerebbe anche rincontrare quei magnifici occhi azzurri di quella mattina...
"Sicura che sia solo questo?" mi chiese sospettoso.
Mmm... Attenta Alice, radar fratello-maggiore-geloso in funzione...
"Certo... che altro se no?" feci io con un sorriso innocente. Lui mi guardò per qualche secondo, dopodiché sospirò
"E va bene... prima che ricomincino le lezioni vado a parlarci, contenta?"
"Ah... grazie!" e gli saltai letteralmente al collo per la gioia, attirando su di noi tutti gli sguardi dei tavoli circostanti. Finimmo tranquillamente di mangiare, dopodiché, una decina di minuti prima del suono della campanella, esclamai
"Coraggio, si sono appena alzati... va, e fai bella figura!" e diedi sulla spalla di mio fratello una sonora pacca di incoraggiamento. Mi lanciò un'ultima occhiata, e si alzò, diretto verso i Cullen, che stavano svuotando i vassoi negli appositi contenitori
"Bene, aspettiamo due minuti e poi li raggiungiamo!" esclamai su di giri.
"Ti piacciono tanto, eh?" mi chiese Bella divertita. Io le sorrisi
"Diciamo che sono un bel panorama... tutto qui!" ammisi. Mentire a Bella era ancora più difficile che convincere Emmet ad esaudire le mie richieste.
Emmet, intanto, aveva fermato i Cullen e aveva salutato i due ragazzi. Edward sembrava addirittura felice di ritrovarlo. L'altro, Jasper, ehm... era difficile capire cosa gli passasse per la testa. Possibile che fosse... infastidito? Ma no, che vado a pensare...
Io e Bella ci alzammo in contemporanea e li raggiungemmo. Non so per quale motivo ma avevo il cuore a mille per l'emozione
"Ehi Emmet... non ce li presenti i tuoi nuovi amici?" chiesi sorridendo, un volta raggiunto il gruppo. Devo ammettere che da vicino acquistavano una marea di punti extra. Edward, con quei capelli del colore... ehm... indefinito diciamo, era molto più che affascinante. Sentii lo strano impulso di accarezzarglieli. Per fortuna mi trattenni. La ragazza, Rosalie, era di una bellezza sconcertante. Mi faceva quasi sentire a disagio. Bellezze del genere si vedevano soltanto in televisione o sulle riviste di alta moda. E non si era neanche tanto sicuri che fossero del tutto naturali. Ma quella ragazza... cavolo ero invidiosa. Jasper, poi era... tremendamente sexy, ecco il giusto aggettivo per descriverlo. E quegli occhi. Non c'erano dubbi. Erano gli stessi che avevo incontrato in quella frazione di secondo che mi ci era voluta per superare l'auto nera. E ritrovarli, associati ad una persona così... era una sorpresa con la S maiuscola, non c'è che dire.
"Ehm... ragazze loro sono i Cullen... Edward, Jasper... e..." si bloccò indicando la ragazza. Evidentemente non si erano ancora presentati
"Rosalie!" esclamò lei sorridendogli. Potrei quasi giurare di aver visto Emmet arrossire, ma forse... le luci al neon giocavano brutti scherzi
"Loro invece sono Bella ed Alice... le mie sorelle!" ci presentò.
"Piacere di conoscervi!" ci sorrise cordiale Rosalie. Mi stava già simpatica quella ragazza. Edward invece si limitò a sorriderci.
Alla faccia... anche quel mezzo sorriso dovrebbe essere censurato. Così rischia davvero di farci rimanere secca qualcuna un giorno o l'altro...
"Il piacere è tutto nostro!" rispose Bella sorridendo ad entrambi. Mi girai verso Jasper, che se ne era rimasto in silenzio. Ero curiosa di sapere che tipo fosse, ma se continuava a starsene zitto, dubitavo seriamente di riuscire a capirlo
"Probabilmente è timido... che dolce... proprio come piacciono a me... taciturni e riservati..." pensai divertita. Poi, però, lo sentii ridacchiare
"Non ci posso credere. Adesso mi spiego perché tu sei così alto... devi esserti rubato anche i suoi centimetri!" rise indicandomi.
Può un sogno diventare all'improvviso un incubo? Evidentemente sì....
"Che cosa hai detto scusa?" chiesi, perdendo di colpo tutto il mio entusiasmo
"Dico, quanto sarai alta... venticinque centimetri?" chiese tra le risate.
Ma tu guarda questo... altro che dolce, timido, riservato... cafone, cafone, cafone...
"Senti un pò, Big Jim... non ti permetto di insultarmi in questo modo, chiaro?" lo minacciai puntandogli un dito contro. Ma lui continuava a ridere come un ossesso. Mai nella mia vita ho avuto una voglia irrefrenabile di uccidere qualcuno come in quel momento. Che nervi...
"Jasper, ma sei impazzito?" lo riprese la sorella imbarazzata
"Calmati Rose... era solo una battuta!" si difese lui.
Solo una battuta? Gliela do io la battuta...
"Sai cosa ti dico Cullen... " feci io alterata "É molto meglio essere bassa ed intelligente, piuttosto che avere qualche centimetro in più ed il cervello vuoto!"
"Ehi, moderiamo il linguaggio..." esclamò leggermente infastidito.
Ah, adesso si arrabbia anche questa sottospecie di bambolotto parlante?...
"Cafone!" biascicai allontanandomi. Probabilmente sentii perfino il mio nome, o forse le scuse imbarazzate di Rosalie, ma ignorai tutto e mi diressi a passi decisi verso il corridoio.
"Ma tu guarda, questo... come cazzo si permette... venticinque centimetri!" sibilai irritata. Era una cosa assurda, mai, e dico mai, nella mia vita mi ero sentita così infuriata e frustrata. Poteva essere bello quanto voleva, ma se era davvero così maleducato, ebbene... poteva anche dimenticarsi di ricevere altre attenzioni dalla sottoscritta. Certo, se fosse rimasto zitto... ma no, che vado a pensare...
"Ehi, Alice, aspetta..." mi chiamò mio fratello bloccandomi
"Lasciami!" mi lamentai
"Coraggio, piccola, non ti sarai davvero arrabbiata!" mi fece sorpreso
"Certo che lo sono... quel maledetto cafone mi ha appena insultata... e cosa peggiore tu non hai fatto niente per difendermi!" esclamai furiosa. Già, che fine aveva fatto l'Emmet super-protettivo, il fratello geloso ed apprensivo?
"Dai... non è di certo il primo che ti prende in giro per la tua altezza!" mi ricordò.
Beh, in effetti non è il primo e non sarà di certo l'ultimo...
"E allora cos'è che ti da così fastidio, eh?" mi chiesi, mentre incrociavo per l'ennesima volta quegli occhi azzurri, mentre, accompagnato dalla sorella, usciva dalla mensa. Mi sorrise sbruffone.
"Forse non è stata un grande idea presentarteli!" esclamò Emmet circondandomi le spalle con un braccio. Iniziammo a camminare verso gli armadietti mentre il vociare nel corridoio aumentava a dismisura
"Comincio a crederlo anch'io!" ammisi afflitta. Quel Jasper Cullen me l'avrebbe pagata, fosse stata l'ultima cosa che facevo, ma non l'avrebbe passata tanto liscia... parola di Alice nana Swan!



Ma scialvie a tutti... no, nn sn impazzita, è che oggi sn leggermente giù di morale... nn so perchè, forse sarà il caldo, forse è semplicemente un momento no della mia vita... chissà... vabbè, nn voglio annoiarvi cn qst assurdità... vi vedo sempre più presi e qst nn può che farmi piacere ^^... allora, prima di tutto vorrei fare una piccola precisazione. Siccome, come avete ampiamente notato, ho modificato due o tre cosette dei personaggi reali (solo due o tre? ndTutti)^^ vorrei specificare una cosuccia... come molti di voi hanno notato c'è stato un leggero cambiamento x qnt riguarda l'età... allora... ribadisco... Emmet è il più grande di tutti, ha 19 anni e frequenta l'ultimo anno, Poi ci sn al quarto anno Rosalie e Jasper (ke sn gemelli) e che hanno 18 anni e allo stesso anno c'è Bella sempre cn 18 anni. Poi infine in terzo ci sn Alice ed Edward che ne hanno 17. Quindi... sì, Bella è più grande di Ed... se potete perdonatemi ^^... bene, mille grazie a tutti come sempre... e recensite in tanti, chissà mi riuscite a risollevare un pò l'umore... che qnd leggo le vostre magnifiche recensioni sto sempre meglio :D... un bacione a tutti e a presto!

Risposte alle recensioni:
Chanellina94: Salve cara... prima di tutto nn posso che prostrarmi ai tuoi piedi sperando nel tuo perdono per nn aver risposto alla tua ultima recensione, ma, neanche a farlo apposta, ho aggiornato il nuovo capitolo proprio mentre tu mi lasciavi il commento.. davvero, perdonami... ^^ allora ti ringrazio x i complimenti e sn cm sempre contentissima che i due capitoli ti siano piaciuti.. Lo so, la faccenda di Rosalie è complicata ma ti dico una cosa... magari la soluzione nn è tanto lontana da quello che potresti pensare... basta un pò di fantasia (su coraggio.. ^^) e invece cm mi hai detto la situazione di Bella è più chiara... beh, in effetti Charlie è stato abbastanza esplicito... poverini.. eh eh eh beh, in fin dei conti Jazz ed Ed sn due ragazzi mooolto educati... (sì cm no!) e ci vuole classe anche nel mandarsi a quel paese (cm ha fatto saggiamente notare carti...ehm Edward!)... vabbè, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto (finalmente si sn incontrati!) fammi sapere e se puoi... perdonami ^^ ciaoooo

Shinalia: Salve cara... e beh, la nuova Rose ha fatto colpo, forse più di Jasper... nn so perché ma la preferisco di più così, in qst versione.. la vedo più... umana (ovvio, quella originale nn lo era affatto! ahahah!)... aspetta e vedrai x capirci di più... intanto spero che il fatidico incontro ti sia piaciuto. Fammi sapere... un bacione... e rimani sempre in pole position, mi raccomando XD

yle_cullen: Ciao cara...sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... in effetti qst nuova Rosalie è nettamente l'opposto rispetto all'originale ed è sicuramente molto apprezzata... in fondo ci voleva proprio un pò di umanità in lei, così almeno è perfetta, no?^^ io ti suggerisco di nn escluderla completamente la questione della violenza... oddio nn posso dirti molto, però... nn escluderla del tutto, fidati di me (cosa assai difficile, me ne rendo conto!^^)... x qnt riguarda le due famiglie, beh, credo che la differenza cm hai detto, è notevole, anche se hanno tanti problemi hanno due modi diversi x affrontarli... ma ovviamente dall'altra parte abbiamo Jazz e Edward (in versione cane e gatto... anzi capra e gatto!^^) che litigano in continuazione (le capre nn so neanche io cm sono venute fuori... mi piaceva immaginarlo tormentato da qualcosa.. un pò come il carotino per Edward!) ahaha... beh, adesso ti saluto, spero che il capitolo dell'incontro ti sia piaciuto.. fammi sapere un bacio grande ^^

enifpegasus: Ma salve, cara... io nn ti vizio... semmai sei te che vizi me cn qst tue magnifiche recensioni... beh, sono molto felice di fare qst effetto cn la mia storia su di te... significa che almeno un pò ti ci sei affezionata (e su che mi vuoi bene anche se sn straperfida^^)... e beh, nn c'è niente di + salutare che un'abbondante colazione cm quella... io ci andrei + volentieri a scuola cn due così credimi.. (anche se, se fossero sltanto fratelli miei impazzirei perchè sn troppo belli e nn reggerei a lungo^^)... e poi, un papà cm Carl ci vorrebbe x tutti (e anche la povera Esme dai!) nn cm Charlie in versione cattiva... quella è tutta un'altra storia... no, nn hai letto male ha davvero chiesto "per favore" a pel di carota! (Pel di carota a chi? ndEdward) (a te, tesoro!ndA) ahahah... ma d'altronde capisci a me... era una situazione disperata... è stato costretto ^^ bene, spero che il primo incontro ti sia piaciuto... fammi sapere mi raccomando.. un bacio (e nn viziarmi troppo ^^)

Elfa Sognatrice: Ma ciao cara... eh già... se nn si stuzzicassero anche a tavola, nn sarebbero loro, no? ^^ (un pò cm te e tuo fratello... si vede che, come voi, sotto sotto si vogliono bene anche loro!) (sì, cm no ndJazz!).. sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto (me esulta felice x tt la stanza) ed in effetti Rose in qst storia è particolarmente sensibile... chissà, magari quello che le è successo (che rimane ancora celato nell'oscurità) l'ha segnata parecchio... ma arriverà mai un cavaliere errante a salvarle la vita? (io dico di sì ndEmmet) (zitto tu... nn anticipare niente!)... concludo dicendo che cm te, e cm Rose, anche io sn in cerca di amiche vere (abbiamo lo stesso problema in fondo!) e sperando di trovarne entrambe, ti saluto e spero che mi farai sapere se il capitolo dell'incontro ti è piaciuto.. un grande bacio ^^

lisa76: Ma ciauuu cara... sono contenta che il siparietto della famiglia Cullen in versione tutti a colazione ti sia piaciuto.. eh beh, cm vedi per il momento l'amicizia è messa a dura prova da qualkn (chissà da chi ^^) però la storia è ancora lunga e ci saranno delle belle da vedere... spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere.. un mega bacio ^^

mine: Salve carissima... sn troppo contenta che il mio veloce aggiornamento ti abbia fatto così piacere... eh eh eh nn puoi immaginare allora il piacere che tu abbia fatto a me cn la tua recensione... sei tu a viziarmi, credimi, nn io eh eh eh ^^... eh beh, in effetti mandarsi a quel paese alla maniera di Jazz e fratello è tutto un'altro storia... dovremmo prendere esempio da loro... secondo me un pò della loro classe ci farebbe comodo, che ne dici?? ahahah bene, sono contenta di essere riuscita a coinvolgerti ancora di +... spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto.. fammi sapere.. un bacio cara ^^

cinzia818: Ciao amica cara... eh eh tu due fratelli così ce li hai eh? io invece li vorrei tanto... mi divertirei un mondo con qst due (anche un Jazz e un Edward mi vanno + che bn... anche se averceli cm fratelli nn conviene... sn troppo belli ed io nn resisterei ^^)... bene, nn posso dirti molto (che palle, già l'hai spiegato mille volte sta storia che nn puoi dire nulla... e basta ndTutti) eh eh però... dai sei sulla buona strada... un punto a tuo favore.. e man mano i pezzi del puzzle si vanno ad incastrare fra loro x completare il quadretto.. cosa ne uscirà? (ma sei impazzita???) ahaha... beh, spero che l'incontro ti sia piaciuto (no... nn ammazzarmi, please!^^) fammi sapere mi raccomando... bacioni dalla tua pazza (anche nel senso cattivo... aahahah) amica... ^^

Norine: Ciao cara... su su basta ringraziarmi... l'ho fatto volentieri... fa piacere ricevere rischieste cm le tue... vuol dire che la mia storia ti piace e che volevi assolutamente sapere cosa sarebbe successo e ti capisco... qnd una storia mi prende inizio a diventare cuirosa fino all'inverosimile... (sn pazza lo so ^^)... bene, meno male che il capitolo ti è piaciuto... prendi nota.. x il futuro, a mandare a quel paese qualcn si segue il metodo Edward... cn calma e x cortesia... ahaha.. bene, spero che l'incontro ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacio. Se nn dovessi aggiornare prima della tua partenza, ti auguro una buona vacanza... ciauuu e divertiti ^^

Martya_C: Weee cara.. ma lo sai che proprio adesso stavo aggiornando, e cos' mi sn detta... controlla se casomai ci sn altre recensioni e x fortuna l'ho vista... ahahah... nn mi sarei mai perdonata di averti lasciato senza risposta... Bene, sono contenta che il capitolo cn la colazione dei Cullen ti sia piaciuto, e spero che la tua ideuzza sulla storia di Rosalie si riveli quella giusta... poi fammi sapere se avevi indovinato.. bene, spero che il capitolo dell'incontro ti sia piaciuto... fammi sapere... un mega bacio ^^
 
Uchiha_chan: Ciao cara... sono così felice che il capitolo ti sia piaciuto e che la nuova Rosalie ti vada a genio... in effetti sì, qst suo nuovo carattere le dona particolarmente e la rende mooolto + sopportabile... mi fa piacere proprio che tu l'abbia apprezzata in qst modo... già, in qst momento, dopo quello che ha passato, ha proprio bisogno di qualcuno pronto a starle vicino.. amiche o amori che sia ^^ speriamo bene... allora fammi sapere se il primo incontro ti è piaciuto.. un bacio grande... a presto... ^^

MalyCullen: O Santo cielo... ma... mi hai davvero deformato la pagina qst volta!!!!... ahahahahahahahahah... o Mio Dio... nn puoi capire... aspetta ti spiego... allora, apro la pagina, clicco sulle recensioni e boom... esce sta cosa stratosferica... al ke io faccio... e mo che cazzo è successo? (scusa la volgarità.. era x sottolineare il mio stupore^^) poi, guardando meglio, scoppio in una risata pazzesca xkè mi rendo conto che è la tua recensione... cioè.. mi hai lasciato una cosa assurda.. ahahah... e mo cm si fa a rispondere??? ahahah... vabbè io ci provo, spero di uscirne viva (nota... sn le 17.35... vediamo x che ora riesco a terminare?^^) allora.. prima di tutto, ti prego... non farti del male... abbandona il tuo adorato angoletto doloroso e torna al tuo pc... nn sn arrabbiata tranquilla (sn furiosa... sono incavolata nera... ahhhhhhhhhh spaccherei tutto... ad iniziare da questo stupido mouse che mi sta accantooooo ahhhhhhhhh) ehm ehm... (L'autrice si riprende da qst momentanea assenza, per ricominciare a parlare...) ahahaha, dai scherzi a parte, davvero, nn fa niente... ti dico, la recensione galattrica che mi hai lasciato (che tra l'altro anche se nn l'ho esplicitamente detto mi è piaciuta un sacco troppissimo!) è valsa anche x quella dell'altro capitolo... quindi.. basta scusarsi, dai... ^^ (w la zia di Maly che nn usa qst maledetti aggeggi fastidiosi... sai, sn quasi tentata di sbarazzarmene...^^ naaaaa che vado a pensare... io ed il mio pc ci vogliamo troppo bene^^ un pò cm Jazz e Ed)... cmq, ti ringrazio lo stesso x aver pensato a me dopo tt quel macello... ne sn onorata socia... davvero (me è commossa.. e si soffia il naso sul suo gatto.. bleak!)... io cosa farei se vedessi nel cortile della mia scuola una statua greca cn i capelli rossicci (e nn rossi se no si incazza la stutua!^^)???? beh... sn d'accordo cn la nonnina di 80... abbassare lo sguardo cn fare annoiato sarebbe... (me si ritira visto che Maly inizia a prenderla a borsettate in testa!) ahahah... beh, tesoro mio, io sn perfida, nn potevo mica farli capitare in classe insieme, e poi, cm ho detto nella nota introduttiva nn hanno neanche la stessa età... quindi.. (ah ma se sn rose fioriranno^^)... spero che la tua idea su Rose si riveli quella giusta ma poi sarai tu a riverlarmela immagino ^^ e sai, sn d'accordo cn te, se qualks che si srive fa pena si vede dal fatto che nessuno (o poki sventurati) la recensiscono, e posso dirti che anche io ho letto tantissime storie e molte di qst facevano più che pena... mamma mia... (a qst punto domanda... xké nn ci hai ancora deliziato cn qualche tua creazione? Me attende curiosa.. ed anche carotino... che è qui in camera mia che mi aspetta nudo sul letto.. ahahahah seeee, magari... pensa, ti dico solo che se così fosse nn starei qui a scrivere ahaha) cmq, nn mi stancherò mai di dirtelo.. grazie x il tuo appoggio e x la tua sincertià e x l'affetto mi sn davvero d'aiuto.. ^^ (me si commuove di nuovo... ueeee e Edward nudo la viene a salvare.. yuppieee!)... piccola nota di Edward: brava Maly, niente rosso.. io opterei x il color cioccolato.. è così... così... Sì basta abbiamo capito (l'autrice interrompe carotino e lo rimanda nel suo lettuccio e scaldarle il posto ^^)... bene, spero che la pagina adesso nn si deformi a causa mia, e sn contenta che l'idea di coinvolgere tt ti garbi (su su ci saranno anche car... ehm... Ed e Bella nn fare così però..)... bene, fammi sapere come hai trovato il capitolo dell'incontro... tanti salutoni da me e da ortaggio (che fa ciao ciao cn la manina...^^) un bacio grande e sappi che ti voglio tanto tanto tanto tanto bene anche io... a presto sociaaaaaa ^^ (ora di termine 17.53... uh, il contrario di 35... ahaha... vabbè, dai, pensavo peggio^^)



 

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Capitolo 11
*** Nel baratro della vergogna ***


Capitolo 11 (Edward POV)
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In tutta la mia vita, non mi ero mai sentito così in imbarazzo come in quel momento. Ed ovviamente chi dovevo ringraziare se non il mio caro fratellone biondo? Ma andiamo con ordine...
Dopo il suono della campanella mi ero ritrovato, seguendo le indicazioni della dettagliata mappa della scuola, che gentilmente la signorina Cope mi aveva offerto, nella mia classe di francese. C'erano all'incirca una ventina di studenti, tutti del terzo anno ovviamente, e il professore, un certo Krebs, mi fissava dalla cattedra. Così, riprendendomi dai miei pensieri mi avvicinai
"Ehm... salve... sono Edward Cullen..." e gli passai un foglio, dove avrebbe dovuto mettere la sua firma. Mi osservò, al di sopra dei suoi occhialetti a mezza luna, dopodiché esclamò
"Bene... benvenuto nella mia classe signor Cullen... prenda pure posto!" ed io, senza farmelo ripetere due volte, mi diressi all'unico banco libero, accanto ad un ragazzo semi-addormentato, in terza fila. La classe intanto non aveva occhi che per me, e questo mi lasciava leggermente infastidito. Io, al contrario di Jasper, non amavo stare al centro dell'attenzione e se avessi potuto, una scena come quella me la sarei risparmiata volentieri. Soprattutto per via delle occhiate interessate che le ragazze avevano iniziato a lanciarmi. Ad un qualsiasi ragazzo avrebbero fatto senz'altro piacere, ma a me no... e il tutto per via di tre semplicissimi motivi:
a) ero fidanzato
b) ero maledettamente timido
c) non ero assolutamente come Jasper...
Così, sbuffando leggermente, recuperai il mio blocco degli appunti ed iniziai a scarabocchiare.
Promemoria: portarsi l'mp3 in classe domani... così, almeno ammazzo un pò la noia...
Non ero tipo da non seguire le lezioni, da infischiarmene della scuola o peggio ancora tipo che non studiava... al contrario. Non mi definivo un secchione, ma riuscivo tranquillamente, senza troppi sforzi, a rimediare le mie B o perfino delle A ai compiti. Solo che, a quanto mi era parso, quei ragazzi erano leggermente indietro con il programma dell'anno scorso, e di riascoltare argomenti già fatti e rifatti, non mi andava proprio. Dannazione... e pensare che alla vecchia scuola quell'anno avremmo iniziato ad affrontare Shakespeare, ed io non vedevo l'ora... con quel ritmo, se volevo davvero studiare qualcosa sul vecchio Will, me la sarei dovuta vedere da solo.
Accidenti...
"Calmati, Edward!" mi dissi con un sospiro "Pensa a Rose... pensa a cosa le sarebbe successo se non avessimo cambiato città... pensa ai suoi occhi spenti, alle lacrime indelebili che le hanno solcato il volto per sei mesi interi, pensa ai dottori, agli specialisti, alle cure che ha dovuto sopportare per tornare in parte quella che era un tempo, prima di dover essere costretta ad affrontare quel maledetto trauma. Pensaci, Edward..."
La campanella suonò proprio nel momento in cui mi arrendevo all'evidenza: dovevo smetterla di tormentarmi... I Cullen sarebbero rimasti a Forks, argomento chiuso!
In corridoio, sotto lo sguardo affascinato delle mie compagne di classe e quello infastidito dei compagni, controllai l'orario delle lezioni. Avrei avuto due ore di matematica e poi storia, poi finalmente pausa pranzo. Sbuffai. Quella si preannunciava una mattinata nera, ma, quello che non potevo di certo immaginare era che probabilmente le lezioni sarebbero state una passeggiata in confronto a quello che poche ore dopo sarebbe successo in mensa.
Dopo una noiosa lezione di storia con la professoressa Morgan, mi incamminai sconsolato verso l'edificio 8, quello che sulla mappa veniva indicato come la sala pranzo della scuola. Ad un tratto sentii una presa sul mio braccio, e immaginando di dover urlare a qualche ragazzina di lasciarmi andare, mi girai nervoso
"Ehi, calma, carot... ehm... Edward... sono solo io!" mi rassicurò Rosalie. Io sbuffai
"Santo cielo... anche tu con questo fastidioso nomignolo adesso?" le chiesi infastidito. Lei ridacchiò
"Forse Jasper ha contagiato anche me..." io scossi la testa e continuai ad avanzare verso la mensa
"Allora, com'è andata? Fatto già conquiste?" mi chiese Jasper passandomi un braccio intorno alle spalle
"Sì, come no... ho già distribuito il tuo numero alle miei pretendenti... qualcuna dovrebbe già chiamarti entro questa sera!" spiegai. Mi tirò una pacca, leggermente dolorosa, sulla spalla ed esclamò
"E bravo, fratellino, così si fa... magari le provo prima io.. poi, se ne vale la pena, le passo a te, che ne dici?" e mi fece l'occhiolino
"Non se ne parla!" e mi liberai del suo braccio che stava ancora attorno alle mie spalle
"Vabbé, ho capito... vorrà dire che mi divertirò anche per te..." e con un'alzata di spalle mi superò ed entrò in mensa, seguito a ruota da Rosalie che mi sorrise.
Oh cavolo... se avevo pensato che ritrovarmi addosso gli sguardi di un'intera classe fosse orribile, vedere davanti ai propri occhi una scena come quella era a dir poco raccapricciante. L'intera mensa, e con questo includo anche le donne della cucina, e qualche professore, bisbigliava in maniera fastidiosa, ci guardavano curiosi, chissà quali storie assurde stavano già circolando sul nostro conto.
Eccoli i Cullen... i rifugiati di New York... probabilmente saranno stati inseriti in un programma di protezione testimoni.... magari stanno fuggendo da qualcosa, o da qualcuno... e niente sarebbe stato meglio di una paese piccolo come Forks per fare sviare i sospetti su di loro
"Mmm... c'è l'imbarazzo della scelta!" esclamò schifato Jasper affacciandosi oltre il bancone "Dì un pò, Ed... vuoi un pezzo di pizza accuratamente surgelata, oppure delle vecchie polpette risalenti al... secolo scorso... azzarderei, dato il loro aspetto!" mi concessi una risata. Certo che tutto il mondo è paese. Ovunque si andava, le mense, in quanto a qualità di cibo, si assomigliavano terribilmente.
"Credo che mi accontenterò di una mela!" affermai allora
"Attento... considerando le capre di Heidi, non escluderei che quella sia la mela di Biancaneve!" scherzò lui passandomi un vassoio
"Ma allora sei proprio fissato con queste capre, eh Jazz?" gli chiese Rosalie divertita. Lui sorrise, passandole un panino
"Già... ci manca solo che inizi a sognarle la notte e sarei apposto!" confermò servendosi. Dopo aver riempito i nostri vassoi, con la roba più commestibile che fossimo riusciti a trovare e dopo aver pagato, ci accomodammo ad un tavolo vuoto, il più possibile lontano dagli sguardi indiscreti del resto della scuola
"Potrei quasi farci l'abitudine!" esordì Jasper iniziando a giocherellare con le sue patatine di plastica
"A cosa?" gli chiese Rose sorseggiando la sua Soda
"A tutto questo mortorio... in fondo... basta solo trovarmi qualcosa di divertente con cui passare il tempo, e il gioco è fatto!" esclamò sorridendo
"E fammi indovinare..." feci io abbandonando il mio pezzo di pizza rigido come una tavoletta "Tu sei fermamente convinto di riuscire a trovare il tuo passatempo anche qui a Forks?"
"Sì... certo, magari sarà una vera impresa... bisognerà seriamente smuovere un pò queste anime da funerale che ci circondano, però... non tutto è perduto!" e sorrise raggiante. Il vero problema era che non stava affatto scherzando e che quelle cose... le pensava davvero!
"Mi fa piacere vederti così rallegrato, Jazz!" constatò felice Rosalie. Per poco non mi andò un pezzo di tavoletta di traverso
"Ti... ti fa piacere?" le chiesi sconvolto "Ti rendi conto di cosa ha appena parlato questo malato?" lei scoppiò a ridere
"Dai questa volta ha semplicemente detto che vuole animare un pò l'ambiente.. non vederci del marcio in tutto quello che fa!" mi rimproverò divertita
"Rose, cara e ingenua Rose... devo necessariamente spiegarti in maniera dettagliata come intenderà animarlo questo ambiente?" le domandai seccato. Intanto Jasper se la rideva sotto i baffi, stando attento a non farsi vedere dalla sorella
"E se per una volta volesse semplicemente mettere la testa a posto e decidere di iniziare a frequentare soltanto una ragazza alla volta?" mi chiese a sua volta. Io scossi il capo rassegnato.
Povera e ingenua Rosalie...
"Ne dubito... chi nasce tondo non potrà mai morire quadrato!" affermai
"Ed, fratellino caro, Rosalie ha ragione... dammi una possibilità... questo tuo astio nei miei confronti mi lascia alquanto basito!" esclamò Jasper fingendosi serio. Io lo squadrai. Quel ragazzo non me la contava giusta, no, per niente!
"Te la darò soltanto quando mi renderò conto con i miei occhi che sei davvero cambiato, chiaro?" precisai. Lui sorrise e se ne tornò alle sua patatine. Chissà se... ma no, che vado a pensare. Jasper non sarebbe mai cambiato. Ero suo fratello, e potevo anche metterci la mano sul fuoco.
Dieci minuti prima del suono della campanella, che avrebbe decretato la fine della pausa pranzo, io e i miei fratelli ci alzammo per riporre i vassoi negli appositi carrelli. Buona parte della mensa si era già svuotata, ma nonostante questo, le poche persone rimaste continuavano a fissarci come ipnotizzate con la conseguenza di far aumentare a dismisura la mia irritazione
"Giuro che se continuano così anche domani, vengo con un sacchetto di plastica a scuola per il resto dell'anno!" sibilai furente
"Sì, con il rischio di attirare su di te ancora più attenzioni!" constatò Rosalie sorridendo. Già, non ci avevo pensato...
"Io però non abbandonerei l'idea del sacchetto, sai... potrebbe essere una buona idea per te!" mi suggerì Jasper divertito. Evitai di rispondere per non cadere nel volgare. Proprio in quel momento un ragazzo altissimo si avvicinò a noi. Mi parve un viso familiare.
"Ciao... è un piacere rivedervi!" ci sorrise.
"Ciao..." poi ricordai "Ah... il ragazzo di LA Push, certo!" e sorrisi cordiale. Vestito in jeans e maglietta faceva un effetto totalmente diverso rispetto alla canotta e a quel pantalone mal ridotto con cui lo avevamo incontrato l'ultima volta
"Esatto... Emmet!" mi ricordò
"Giusto, scusa!"
"Dì un pò, come va la macchina?" mi chiese curioso
"Meravigliosamente... e non credo di averti ringraziato abbastanza per questo!" affermai convinto.
"Figurati... per me è stato un piacere!" ammise leggermente imbarazzato. Le macchine dovevano proprio piacergli, e poi... a giudicare da come aveva guardato le nostre e sorriso sapendo che nostro padre aveva una Classe R, doveva proprio intendersene.
"E la tua, invece, come sta?" chiese a Jasper
"Non potrebbe stare meglio... quindi puoi anche dimenticare che te la porti all'officina!" esclamò velenoso lui. Per fortuna Emmet la intese come una battuta e ci rise su
"D'accordo, ma per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi!" rispose sorridente. Stavo per cambiare discorso, così da evitare che quel cretino di mio fratello aggiungesse qualcosa di poco delicato e peggiorasse la situazione, quando una voce alle spalle di Emmet parlò
"Ehi Emmet... non ce li presenti i tuoi nuovi amici?" chiese una voce armoniosa. Comparvero, dietro alle sue spalle, due ragazze. La prima, quella che aveva parlato, era molto bassa di statura, e di fianco ad Emmet pareva davvero uno scherzo. Ma era ben proporzionata, bel fisico asciutto, capelli neri, occhi scuri, ed espressione vivace. Ci guardava sorridendo. Mi pareva di averla già vista a qualche mia lezione, ma forse... mi sbagliavo...
L'altra, alta più o meno come Rose, era castana, con un viso dai lineamenti dolci, e gli occhi di un colore magnifico... cioccolato. Mai visti di così belli.
"Ehm... ragazze, loro sono i Cullen... Edward, Jasper... e..." si bloccò indugiando leggermente su Rosalie. Lo vidi avvampare. Evidentemente non si era ancora del tutto reso conto della sua presenza. Trattenni un sorriso. Era quello l'effetto che lei faceva sui ragazzi di solito, però... nessuno e dico, nessuno, era mai arrossito in quel modo e così velocemente. Di questo piccolo particolare parve accorgersene anche lei perché gli sorrise più del dovuto
"Rosalie!" specificò allora. Lui rispose al sorriso, leggermente imbarazzato e continuò
"Loro invece sono Bella ed Alice... le mie sorelle!" ah, ora che me lo faceva notare, la somiglianza c'era, anche se... magari alla brunetta mancava qualche centimetro. Ma in effetti, anche così era un bel vedere.
"Piacere di conoscervi!" esclamò Rosalie sorridendo. Io feci altrettanto senza però parlare. Quelle due ragazze mi sembrano diverse rispetto a quelle che continuavano a fissarci. Sembravano... amichevoli e in un certo senso perfino simpatiche.
"Il piacere è tutto nostro!" rispose Bella, la più alta tra le due
E aggiungerei che oltre ad essere simpatiche sono anche molto belle...
Sembrava una conversazione abbastanza tranquilla ma c'era qualcosa che non andava. Perché avevo la maledetta sensazione che da un momento all'altro sarebbe successo qualcosa di poco piacevole? Forse dipendeva dal fatto che Jasper ancora non avesse aperto bocca? Ma ovviamente, mai dire mai...
Scoppiò a ridere poco dopo. Mi girai temendo la sua successiva esclamazione
"Non ci posso credere. Adesso mi spiego perché tu sei così alto... devi esserti rubato anche i suoi centimetri!" ed indicò Alice che sbiancò di colpo.
Oh... c...a...z...z...o.... non può averlo detto davvero, giusto?
"Cosa hai detto, scusa?" gli chiese Alice incrinando leggermente la voce verso note quasi stridule
Ti prego, ti prego... di che parlavi di me... di qualsiasi cosa, qualsiasi... racconta loro del mio soprannome... ma, ti supplico, non dire altre cazzate...
"Dico, quanto sarai alta...  venticinque centimetri?" e continuò a ridere come un pazzo.
Dio, ti prego, fulminami adesso e spargi le mie ceneri ovunque... ma fallo smettere
"Senti un pò, Big Jim... non ti permetto di insultarmi in questo modo, chiaro?" fece lei puntandogli un dito contro
Senti, senti... la ragazza qui ha carattere... bene! Almeno Jasper ha trovato pane per i suoi denti...
Ma, dato che lui continuava a ridere, Rosalie, imbarazzata fino all'inverosimile, decise di intervenire
"Jasper, ma sei impazzito?"
"Calmati, Rose... era solo una battuta!" si difese
Certo, Jazz... come tutta la tua vita d'altronde! Solo e soltanto un'altra stupidissima battuta!
"Sai cosa ti dico, Cullen..." ricominciò Alice infervorata "É molto meglio essere bassa ed intelligente, piuttosto che avere qualche centimetro in più ed il cervello vuoto!"
Ah... colpito e affondato...
"Ehi moderiamo il linguaggio..." fece lui infastidito. Di certo non era abituato a reazioni come quella di Alice.
"Cafone!" sussurrò lei, dopodiché si allontanò. Emmet le andò dietro, chiamandola ma non si girò. Mi sentii sprofondare in un baratro di vergogna. Rosalie tirò un ceffone alla nuca di Jasper
"Sei un idiota!" urlò lei. Lui scoppiò di nuovo a ridere
"Non è mica colpa mia... mi sono semplicemente limitato ad esprimere la mia opinione!" si giustificò divertito
"Quando lo saprà mamma questa sera, voglio proprio vedere quali opinioni ti limiterai ad esprimere!" dopodiché lo trascinò fuori dalla mensa. Potei quasi giurare di averlo sentito biascicare
"Credo proprio di aver trovato il mio passatempo!" ma forse l'imbarazzo mi stava facendo vaneggiare. Sospirai profondamente e mi passai una mano tra i capelli. Sentii una risata leggera. Mi voltai e la vidi. Bella era ancora lì, e ridacchiava divertita
"Ti prego... ti porgo le mie scuse da parte di quel cretino di Jasper... di a tua sorella di ignorarlo per i prossimi mesi a venire!" esclamai
"Stai tranquillo... anzi, scusa tu per la sua reazione... mi è sembrato leggermente strano in effetti... Di solito Alice, quando si parla della sua altezza, si fa una risata e cambia argomento... sinceramente non so cosa l'abbia tanto infastidita questa volta!" constatò
"Credo che sia la stessa cosa che infastidisce anche me da diciassette anni a questa parte!" ammisi sconsolato. Lei rise di nuovo, facendo ridere anche me
"Bella, giusto?" chiesi porgendole la mano
"Esatto..." e me la strinse
"Piacere Bella, io sono Edward!" esclamai sorridendo.
"Piacere mio, Edward... e benvenuto a Forks!"




Salveeeee amorini miei... fa clado, eh? Qui si muore, letteralmente... per la gioia di molti ho aggiornato un nuovo capitolo narrato da Edward... in teoria sarebbe una sorta di versione del primo incontro dagli occhi dei Cullen. O meglio, di uno dei Cullen... spero apprezzerete... Jasper inizia a piacere, il che è un enorme passo avanti, e pensare che all'inizio molto di voi nn lo volevano neanche vedere... beh, spero che il vostro amore x lui possa crescere sempre di più.. ^^ per il momento vi lascio, sperando che il capitolo possa avervi interessato. Un mega bacio a tutti (un grazie a chi mette la storia tra preferiti e/o seguiti ma soprattutto a chi lascia un commento, apprezzatissimo tra l'altro!) au revoir à tous! ^^

Risposte alle recensioni:
mine: Ma ciauuu carissima... ahahah... addirittura hai atteso così tanto? ahaha, bene, allora sn stata ancora più contenta di aver aggiornato in tempo... mi fa piacere rendervi felici anche se con poco... ^^.. mi fa piacere che il nuovo Jasper (completamente rinnovato!) ti sia piaciuto... in effetti all'inizio poteva sembrare leggermente cafone (eh già ndAlice) soprattutto perché nn ha niente di uguale cn l'originale della Meyer, però... magari anche qst può essere comodamente apprezzato... chissà.. bene, spero che un altro Ed POV ti sia piaciuto... fammi sapere cara, un mega bacio ^^

maya tabitha: Ciao, che bello una nuova lettrice... sono felice.... allora, prima i tt grazie x aver lasciato un commento... davvero grazie grazia grazie... sono contenta che la storia ti abbia entusiasmato così tanto... e mi fa piacere aver smosso un pò la curiosità... la cosa gioca sicuramente a mio vantaggio mauahahah (l'autrice ride malefica!)... rientra nei tuoi canoni? Uh, ma nn potevi dirmi cose più belle, ne sono davvero lusingata.... bene, ribadisco i ringraziamenti x tutto, e spero che continuerai a seguirmi... a presto un kiss ^^

cinzia818: Salveee... nn sai che gioia qnd ho letto la tua recensione e ho scoperto che la mia storia ti mette addirittura di buonumore... cioè, è qualcosa di veramente indescrivibile... significa che riesco a donare qualcosa di positivo, e qst mi piace da matti ^^ Jasper nello scorso capitolo nn si è contenuto e da cm hai potuto leggere, hai capito il perché... ha trovato il suo passatempo personale eh eh eh ^^ (mattacchione!)... x la vendetta nn so cosa Alice (alias la sottoscritta autrice^^) abbia in mente, ma ti assicuro che la povera Bmw rimarrà illesa... mi piangerebbe il cuore a vederla bruciare tra le fiamme... è una così bella macchina.. l'ho scelta appositamente x Jazz sul giornale 4 ruote (attenzione... pubblicità occulta^^)... bene, x Bella ed Edward un pò di attesa.. ti prometto che nn tarderà... a presto, fammi sapere se il POV di Edward ti è piaciuto... un mega bacio ^^

Chanellina94: Salve cara... eh già, la povera nanetta di casa Swan ha trovato il suo avversario pefetto... cafone e sexy al tempo stesso... come andrà a finire? Chi la spunterà? Si accettano scommesse... ahaha... beh cara, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... aspetto tue notizie... un mega kisss ^^

enifpegasus: Ma ciauuuzzz.... prima di tutto vorrei chiederti una cosa... mi devi togliere una piccola ma lecita curiosità... a cosa hai pensato qnd hai letto il titolo? ahahah... a quello che credo che tu abbia pensato? A quello? ahahaha... ma sei troppo forte... sì che sono strana, ma nn fino a qst livelli (almeno credo ^^)... allora Santo Jasper da Cullen (o da Forks^^) ti ringrazia x l'ammirazione che gli hai dimostrato e dice che, dato la tua vena vendicativa, vedrà di non mettersi mai contro di te... solo contro nana Alice ^^ sinceramente l'idea di prenderla in giro sull'altezza mi frullava in testa già da prima che iniziassi a scrivere la storia (sì, mi faccio sempre i film mentali x decidere che scena scrivere.. sn pazza! Niente alieni... tt roba naturale ahimé^^) solo che nn sapevo cm farglielo tirare fuori l'argomento. Poi mi è venuta di getto quella frase e l'ho scritta. Ti dirò... nn è che mi convincesse particolarmente, però... data la tua reazione, mi rimangio tutto ahahah ^^ x la vendetta ancora nn ha un'idea in mente la piccola nanetta malefica... cmq no, niente tintura rossa (poi i carotini sarebbero due e nn sta bene^^) e niente filmini sulle qualità superlative di suo fratello... (mi disp deluderti ^^)... eh eh eh.. anche io mi affeziono a tutte voi, sia x la vostra simpatia sia x l'affetto ke mi dimostrate sempre.. e x qst nn ringrazierò mai abbastanza credo... bene, cara, adesso ti lascio... spero che il cap sia stato di tuo gradimento... fammi sapere, mi raccomando.. un bacio

Norine: Salve... già la povera Alice si troverà un bel gatto (anzi meglio leone) da pelare... e diciamola tt che bel leone che ha trovato... sn contenta che ti stia così simpatico, anche se la versione della Meyer nn la batte nessuno (w la zia Stephy^^))... mi raccomando passa buona vacanze e saluta la nonna anche da parte mia.. (mi sta simpatica... ahahah ) un mega bacio... al tuo ritorno sarai sommersa dai capitoli... a presto... un mega bacio ^^

martya_c: Ciaooo... sono d'accordissmo cn te... anche io li odio a morte gli incontri surreali dove tt si amano già al primo incontro... sn poco credibili, e sn dell'idea che x smuovere le cose bisogni dare il tempo al tempo... posso magari concepire l'invaghirsi dell'aspetto di una persona ma delle volte si esagera. Pensa che ho letto in alcune storie che si baciavano già dopo un solo giorno.. (qui da cm è iniziata la vedo tragica sotto qst punto di vista^^) e sn contenta di nn averti deluso... (me tira un sospiro di sollievo...) Bene, Jazz ti ringrazia x la fiducia (ehi... io ho solo detto che nn sono antipatico cm lei ha insinuato... nn modificare le mie parole ndJasper) visto? ti ringrazia dal profondo... bene, alla prossima... aspetto il tuo parere sul capitolo. Un bacio ^^

lisa76: Zao cara... davvero pensi che il capitolo sia stupendo? ahhhh che bello.. ne sn felice.. un pò di meno lo è stato Alice.. povera, Jasper le ha proprio fatto cadere il mondo addosso... cm hai visto il successivo è stato Eddy e nn preoccuparti... fai buon mare anche x me e torna abbronzata... ti aspetto, nn scappo tranquilla... aspetto cn ansia il tuo commento.. un mega bacio ^^

Uchiha_chan: Ma salve cara... eh eh eh noto con piacere che il primo incontro ti è piaciuto... beh, cn uno cm Jasper nn poteva di certo essere tutto rose e fiori, altrimenti che Jasper interamente nuovo sarebbe? Un ragazzo normale, vedi Edward, si sarebbe limitato a dire piacere sn Jasper, ma lui, che di normale ha ben poco, ha dovuto dire la sua.. risultato? Il capitolo che hai appena letto! ahahah... sai, qnd ho letto x la prima volta cosa diamine avevo scritto (si sa qnd inizio ma mai qnd finisco^^) mi sono detta anche io... vuoi vedere che alla fin fine scombino anche le coppie? Ma poi ho detto.. in fondo Edward è una bellezza nn indifferente.. è ovvio che ne sia piacevolemtne colpita.. poi ovviamente incontra quegli occhi famosi e tt cambia, anche se nn cm vorrebbe lei ^^ (tranquilla quindi.. niente spiacevoli miscugli di coppie... promesso!)... bene, spero che anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere, eh... ^^ un bacio

Shinalia: Ma ciauuuuzzz... sei una sostenitrice di Alice? ahahah, anche io... che mascalzone Jasper... ^^ beh, chissà magari si vendicherà a breve, ofrose il fatto che lui sia così attraente fungerà da alibi... staremo a vedere... fammi sapere se il POV di Ed ti è piaciuto.. un mega bacio cara ^^

yle_cullen: Ma salve salvino cara... (sei matta x caso?ndTutti..) (forse sì ndA) ahahah un'altra sostenitrice della nanetta malefica. Dovremmo creare un gruppo su Facebook... "Per tutti quelli che vorrebbero dire a Jasper... cafone!!!" ahahah, sarebbe una buona idea, no?  anche se tutto sommato il nostro nuovo Jazz va bene anche così... (ci fa fare 4 risate perlomeno!) ... accantonata la storia di Rose (me tira un sospiro di sollievo ^^) passo a precisare una cosa... in effetti Bella è strana, però ti voglio ricordare che lei con le cose di qst genere nn si è mai trovata a convicerci, quindi rimanere incantata in quel modo nn è proprio nel suo stile (ricordi nel primo capitolo cosa disse? Lei nn è mai stata cn nessuno, quindi è normale essere leggermente inesperti nel campo!)... bene, spero che Eddino (bellissimo, fighissimo, bravissimo, intelligentissimo ^^) ti sia piaciuto... fammi sapere e grazie x di tutto.. un kiss ^^

Elfa sognatrice: Salve cara... nn preoccuparti, anzi mi fa piacere ke nonostante la gente ed il trambusto sei lo stesso passata a recensire... ^^  lo so, vedere Jazz ed Alice litigare nn è una cosa bella, soprattutto dopo che si è stati abituati a vederli così love love nella saga... proprio x qst a volte mi verrebbe voglia di farli mettere insieme così, senza troppi giri, però, risulterebbe troppo banale, nn credi?  Per quanto riguarda Alice che fa apprezzamenti su Edward, beh, si anche quello fa un pò strano, ma vedila così... è una normale ragazza che viene attratta a primo impatto dalla bellezza fisica (palese aggiungerei) di un ragazzo, che nn è suo fratello. Magari la cosa ti risulta meno strana ^^ spero che qst capitolo ti abbia colpito... sono qui in attesa del verdetto... ^^ un mega kiss
 
angiiie: Ciau cara... che bello una nuova lettrice (che è più facile di quell'altra parola strana!) nn sai qnt la tua recensione mi abbia fatto piacere. Uno perchè è sempre bello trovare nuove persone che recensiscono la storia, e due perchè mi hai riempita di magnifici complimenti che mi hanno fatta sorridere x tt il tempo, davvero grazie infinite... ma adiamo cn ordine... sn contenta che la storia ti diverta tanto... io qnd leggo le altre storie che mi coinvolgono faccio proprio cm te, vengo totalmente catturata e voglio sempre saperne di +... quindi, ancora grazie ^^ e poi... cavolo ma io ti devo fare subito una stutua da venerare... hai letto Dimmi ti amo? Davvero? in soli 3 giorni? Addirittura riducendoti cm un vegetale... ahhhhh nn sai ke gioia che mi hai dato.. sei stata troppo, ma ribadisco, troppo dolce... e sn al settimo cielo x qst... sapere che anche quella ti abbia preso in quel modo... è spettacolare (lo so gli extra sn poki, ma considera ke all'inizio nn erano nemmeno in programma... e se mi metto a farn di + nn finirà mai e rischia di diventare monotona, no?)... e giusto una info di percorso... siccome anche io ci sn troppo affezionata a Massi & Manu ho deciso di scrivere una sorta di continuo un pò speciale.. si intitola Come ti vorrei... e mi farebbe piacere se ci facessi un salto qnd puoi (qst è pubblicità occulta bella e buona!) (fatti i fatti tuoi tu!^^) grazie, grazie e grazie x i complimenti mi fai arrossire (me si accascia alla scrivania tt rossa^^) e ti chiede di nn farti del male please... la zia Steph ti vorrà bene comq, ne sn sicura (onoriamo sempre e cmq la donna che ci ha donato l'acqua, la vita e soprattutto Edward Cullen).. bene, dp qst sprololquio ti lascio sperando che continuerai a seguirmi perchè mi farebbe immensamente piacere... grazie ancora un bacione ^^

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Capitolo 12
*** Sei un tesoro! ***


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Era sicuramente stata una visione, non c'erano altre parole per descriverla. Ed inoltre non riuscivo neppure a spiegare il mio stato d'animo in quel momento. Mi sentivo tanto un cretino, in quel parcheggio, ad osservarla da lontano, sperando ingenuamente in un suo, anche se piccolo e fugace, sguardo. Sembravo un quindicenne alla prima cotta. Ed io non avevo di certo quindici anni... quell'età l'avevo sorpassata da un bel pò... eppure... non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Aveva un'eleganza ed una raffinatezza più uniche che rare. Il modo in cui sorrideva e parlava con i suoi fratelli mi lasciava totalmente senza parole. Non ne avevo neppure per descrivere quanto di bello avesse. Quanto di puro e delicato potesse trasmettere. Era quasi estremamente tangibile la sua perfezione. Ed io, mai nella mia vita, mi ero ritrovato a rimanere incantato fino a quel punto per colpa di una ragazza. Ma lei non era di certo una qualunque. No, lei era... Rosalie Cullen....
Quando ero andato, sotto imposizione di mia sorella, a salutare Edward e Jasper, non mi ero neanche accorto di lei. Soltanto dopo, rendendomi conto che i suoi occhi azzurri erano puntati su di me, il mio cervello aveva iniziato a metabolizzare. Non avevo mai visto nulla del genere. Nessuna modella esistente avrebbe equiparato la sua bellezza, e certamente, di questo, se ne era già accorta tutta la scuola. Solo che, per me era diverso. C'era qualcosa, qualcosa di profondo che mi attirava verso lei. Qualcosa che in un primo momento neanche capii. Poi, osservandola, con molta discrezione andare via, a bordo della Bmw del fratello, un'intuizione... colpo di fulmine!
"Ma cavolo Emmet... alla tua età i colpi di fulmine?" mi chiesi sconcertato. Eppure sentivo di essere irrimediabilmente andato per lei.
Maledizione... sempre nelle situazioni difficili mi vado a buttare...
"Ehi, allora? Vogliamo andare, oppure preferisci mettere le radici qui?" mi gridò Alice a bordo della Jeep. Io, tanto ero perso nei miei pensieri, neanche mi ero reso conto che le mie sorelle mi avessero raggiunto e che avessero preso posto in auto. Così, dopo un profondo sospiro, guadagnai il sedile di guida e partimmo.
"Interessanti i nuovi arrivati, non trovate?" ci chiese Bella qualche istante dopo. In auto calò un imbarazzante silenzio che pensò a spezzare Alice
"Certo... se escludi quel cafone che mi ha dato della nana... si sono molto interessanti in effetti!" constatò sarcastica
"Alice, ancora con questa storia? Certo, magari lui sarà stato poco delicato, ma tu... prendertela in questo modo per un'innocua battuta!" la ammonì Bella sorridendole. Alice sbuffò e posò gli occhi sul finestrino
"Invece tu, Emm... che ne pensi?" mi chiese Bella poco dopo.
Bene, mostrare indifferenza... e il gioco è fatto...
"Di chi?" chiesi fingendomi confuso
"Ma come di chi? Dei Cullen..." esclamò.
Calmo, Emmet... in questi casi c'è una sola soluzione: mentire! Menti, menti spudoratamente...
"Mmm... niente di speciale!" affermai con poca enfasi
"Ma andiamo... non dirmi che anche tu sei rimasto colpito dall'esclamazione di Jasper!" mi fece scettica
"Se la poteva risparmiare!" affermai allora
Giusto, soprattutto perché così avrei avuto più tempo per guardare da vicino Rosalie
"Concordo!" biascicò Alice
"E di Edward e Rosalie... che ne pensi?" mi domandò allora
"Edward sembra un tipo tranquillo... ma probabilmente sarà peggio di suo fratello... si sa, mai fidarsi di quelli calmi e pacati... di solito sono i peggiori..."
Ma che stronzate ti vai ad inventare? Ammettilo che quel ragazzo ti sta tremendamente simpatico e che soprattutto pagheresti oro colato pur di guidare la sua Volvo...
"E Rosalie?" aggiunse Bella curiosa. Mandai giù una manciata di saliva.
Rosalie... Rosalie... Rosalie...
Solo il nome mi mandava il cervello in pappa. Ed il cuore... vabbé, lasciamo stare...
"Sembra simpatica!" sminuii parcheggiando sul vialetto di casa. Mi sarei ammazzato per quello che avevo appena detto
"Soltanto simpatica?" mi chiese allora Alice, esterrefatta.
Bene, fino a qualche secondo fa era in coma profondo... adesso che deve rompere le palle al sottoscritto magicamente si risveglia!
"Che altro dovrei aggiungere?" chiesi indifferente
"Beh che dire..." fece lei scendendo dall'auto "Che è bionda naturale, il che è estremamente difficile da trovare ora come ora, alta, fisicamente perfetta, e soprattutto bellissima!"
Mmm... noto con piacere che te ne intendi, mia cara sorellina
"Ah sì...!" feci io in tono vago
"Emmet, orso che non sei altro.. ma l'hai vista? Quella è la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto... lo sai che sono molto critica quando si tratta di giudicare le mie simili, però lei... è... cioè, merita tutta la mia ammirazione!" ed entrammo in casa
"Mi associo!" confermò Bella richiudendosi la porta alle spalle "Non ho mai visto una ragazza così!"
Grazie sorelline adorate... così mi aiutate tantissimo...
"Non devo averci fatto tanto caso!" mentii salendo al piano superiore
"Dovevi avere gli occhi chiusi e foderati di patate se non ci hai davvero fatto caso!" constatò divertita Alice. Io scrollai le spalle e mi rifugiai in camera. Tirai un sospiro. Maledizione, quanto poteva essere difficile fingere? Per di più, quanto poteva diventare difficile farlo con le proprie sorelle?
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, focalizzando l'immagine del suo volto. Il suo magnifico volto sorridente, incorniciato da quegli splendidi capelli color miele. E quegli occhi.. due spiragli di cielo sereno. Sarei rimasto volentieri ore intere a fissarla, senza mai sentirmi stanco o annoiato. Come si fa d'altronde ad annoiarsi davanti ad un miracolo del genere? Ok, iniziavo leggermente, e dico leggermente, a vaneggiare....
Emmet, orso immondo... riprenditi per carità...
"Ehi, si può?" un leggero bussare mi fece riprendere
"Vieni, entra!" feci io riaprendo gli occhi. La porta si aprì rivelandone il disturbatore... anzi la disturbatrice..
"Posso chiederti un maxi favore?" mi domandò Bella affacciandosi soltanto con il busto dalla porta semi aperta
"Non ti presto soldi!" affermai divertito. Lei sorrise e scosse la testa
"No... mi servirebbe un libro!" rispose
"Un libro? E lo cerchi qui... in camera mia?" chiesi confuso
"Se mi lasciassi finire di spiegare magari..." mi fece notare. Io la esortai
"Mi servirebbe un libro per domani a scuola... e mi chiedevo se non ti dispiacesse andarlo a prendere in libreria per me!" spiegò allora. Io le rivolsi un'espressione seccata
"Per favore.. è urgente..." mi implorò. D'altronde non aveva la macchina, e nostro padre non voleva che lei o Alice andassero in giro dopo il coprifuoco, che peraltro era fissato alle sei. Io ero l'unico che poteva girare liberamente per Forks senza rischiare l'ira del vecchio.
"D'accordo... scrivimi l'autore su un pezzo di carta, altrimenti non me lo ricorderò mai..." concessi allora alzandomi dal letto. Lei mi sorrise. Dopodiché abbandonò la porta per venire a stamparmi un bacio sulla guancia
"Grazie Emmet... sei un tesoro!" mi disse e andò nella sua camera. Sospirai. E pensare che avevo intenzione di farmi una lunga doccia rilassante per poi guardare un pò di partita prima di cena. Ma ovviamente, il piano era ampiamente saltato. Aprii l'armadio per cambiarmi. Secondo le rigide regole della mia nanetta malefica, non si indossava per nessun motivo la stessa cosa della mattina per uscire una seconda volta nell'arco della stessa giornata. Pena la morte! Così, leggermente amareggiato, recuperai un paio di jeans scuri, Levis mi pare, ed una camicia bianca, immacolata. Una volta indossati i vestiti, mi ritrovai al pianterreno, dove Bella mi aspettava in cucina.
"Allora, questi sono i soldi e questo è il nome del libro!" e mi passò un biglietto ripiegato
"D'accordo... ti serve altro?" le chiesi
"In effetti sì..." spuntò Alice alle mie spalle
"Non ce l'avevo con te!" le feci notate
"Mi servirebbe lo shampoo, quello ai mirtilli che uso sempre!" disse allora. Io la guardai male
"D'accordo!" biascicai, e decisi di andarmene prima che...
"Ah Emmet!" mi richiamò Bella. Merda... troppo tardi!
"Cosa c'è?" chiesi seccato
"Visto che vai a comprarle lo shampoo... ti dispiacerebbe?" e mi passò un piccola lista scritta a mano. Altra occhiata truce da parte mia
"Siamo partiti da un semplice libro e siamo finiti a... fare la spesa?" chiesi seccato. Lei mi guardò supplichevole. Dannazione. Avevo un carattere troppo accondiscendente, me ne rendevo conto... eppure... avrei fatto di tutto per le mie sorelle. Anche rendermi ridicolo e farmi mettere i piedi in testa da loro che, a conti fatti non mi arrivavano neanche al gomito.. soprattutto Alice. Afferrai con uno sbuffo la lista e mi diressi verso l'uscita
"Grazie, orso... " esclamò felice Alice
"Sì, lo so... sono un tesoro!" le feci eco chiudendomi la porta alle spalle. Entrai nella Jeep, ed uscendo dal parcheggio, accesi lo stereo. Prima tappa: libreria.
"Buongiorno!" esordii entrando. Quanto li odiavo quei luoghi. Soprattutto per via dell'odore di plastica e di incenso che lasciava sempre acceso il proprietario. E siccome, quando si parla del diavolo, spuntano sempre corna e coda, eccolo lì, con il suo sorriso smagliante
"Ciao... cosa posso fare per te?"
"Ehm... mi servirebbe questo libro..." e gli passai il foglio che avevo in tasca. Lui lo guardò e confuso mi disse
"Non ne ho mai sentito parlare, mi dispiace!" e mi restituì il foglio. Io lo controllai. Se fossi tornato a mani vuote Bella mi avrebbe ucciso.
"Pane, latte, pepsi dietetica... ma..."
Merda, che figura!
"Ah, no... questo non è il libro che voglio!" ammisi trattenendo a stento le risate. Presi l'altro foglio, che prima controllai, dopodiché glielo diedi
"Ah, ok... adesso vado a prendertelo!" e fece per allontanarsi
"Mi scusi..." una voce femminile alle mie spalle lo fece fermare
"Dimmi.." fece lui sorridendo
"Mi daresti anche l'ultimo di Dan Brown, grazie!"
Che voce celestiale... dove mi pare di averla già sentita?
"Certamente... vado subito a prenderlo!" e sparì dietro gli scaffali. Ne approfittai per girarmi e verificare la mia insensata ipotesi.
Merda...
Era lì. Il mio miracolo in formato umano, era proprio dietro di me. Com'era bella. Ancora di più di quanto la mia mente potesse ricordare. Peraltro quel top azzurro mare stava così bene con i suoi occhi. Sembrava praticamente fatto apposta per lei. Ovviamente a Rosalie non sfuggì il mio sguardo insistente così mi guardò curiosa. Le bastò qualche secondo per collegare e sorridermi
"Ah ciao... scusa non ti avevo riconosciuto!" mi disse.
Non mi aveva... ma allora si è ricordata di me?...
"Ehm..." dannazione... dov'erano finite tutte quelle splendide parole che avevo intenzione di dirle? L'odore di incenso mi stava mandando in corto i pochi neuroni rimasti, per caso?
"Oddio.... forse ho fatto una gaffe e ti ho scambiato per un'altra persona!" azzardò lei arrossendo appena
Muoviti, di qualcosa, idiota... qualsiasi cosa...
"No, no.. nessuna gaffe... sono proprio io..." ammisi allora. Lei sorrise, poi mi guardò, come se aspettasse qualcosa da me
Il tuo nome... idiota di un orso bruno... forse non se lo ricorda!...
"Ah, già.. Emmet... Emmet Swan!" ecco almeno ero riuscito a recuperare un pò di lucidità e ricordarmi il mio nome di battesimo. Lei sorrise. Evidentemente avevo anche indovinato il perché di quella sua precedente esitazione
"Mi devi scusare.. è che in questo periodo, tra il trasferimento e la nuova scuola... ricordo le cose a fatica!" ammise imbarazzata
Cavolo, quando arrossisce è ancora più bella... e il mio cervello si fa sempre più piccolo
"Non dirlo neanche per scherzo!" dissi io allora sorridendole. Il che la fece arrossire ancora di più
Mmm... interessante.. vuoi vedere che...
"Allora... come mai qui?" chiesi
Cretino! Ma che razza di domande fai? Come mai qui... guardati intorno.. è una libreria... cosa sarà mai venuta a farci?...
Si concesse una risata
"Dovevo comprare un paio di libri..." rispose. Decisi di mascherare la figuraccia con l'ironia
"Ah, guarda che coincidenza... anche io!" e risi come un cretino. Per fortuna mi seguì a ruota
Emmet Swan ti proibisco qualsiasi altro tipo di esclamazione senza senso... chiaro???...
"Ecco qui.." fece il proprietario della libreria, già di ritorno. Stringeva tra le mani tre libri, due dei quali erano abbastanza doppi. Sperai con tutto il cuore che tra quei due non ci fosse quello di Bella.
"Allora... questo.. è il tuo!" mi fece passandomi quello più sottile, per mia somma gioia "E invece Brown ed Hemingway sono tuoi!" e passò a Rosalie i due tomi più grandi. Trattenni un fischio di meraviglia, fortunatamente.
"Sono entrambi per te?" chiesi sorpreso. Dovevo aver messo su un'aria davvero strana, perché scoppiò a ridere di nuovo
"Già... adoro leggere i classici... e pensa questi due a New York non li ho mai trovati!" e mi indicò i libri. Feci una smorfia
"Tu invece?... John Milton... lettura leggera a quanto vedo!" ironizzò lei.
Milton? Ma che cavolo di libro mi ha mandato a comprare quella strega?...
"Eh già... il prezzo per la cultura!" esclamai
E meno male che ti avevo pregato di evitare queste frasi idiote...
"Sono otto dollari e cinquanta!" mi fece allora ironico il ragazzo dietro la cassa. Lo guardai male
Ci mancavi solo tu, guarda...
Rosalie scoppiò a ridere. Io presi la banconota da dieci dollari che Bella mi aveva dato e la passai al ragazzo. Dopo aver ricevuto il resto, aspettai che Rosalie pagasse gli acquisti e dopo un saluto ed un'ultima occhiata truce al proprietario, uscimmo dalla libreria
"Allora... rimasta affascinata da Forks?" chiesi una volta fuori
Allora... rimasta affascinata da me?...
"Devo dire che ha un suo fascino..." rispose allegra
Mm... grazie, troppo gentile...
"Così piccola e tranquilla... l'estremo opposto di New York, caotica e dispersiva!" ammise
"Beh, certamente la grande mela avrà una magia particolare..." feci io
"Sì, ma... sotto tanti aspetti, preferisco di gran lunga essere venuta qui, credimi!" esclamò con un tono... amareggiato, oserei dire. Il suo volto, tutto un tratto, si era fatto scuro e dai suoi occhi era andata via la solita bellezza.
"Beh, in effetti qui a Forks troveresti libri che a New York non ci sono mai stati!" osservai cercando di spezzare quella tensione. E per mia fortuna ci riuscii. Scoppiò a ridere, riacquistando così il suo incantevole splendore
"Su questo non posso darti torto!" ammise tra le risate. Dopo qualche passo si fermò
"Bene, io sono arrivata... questa è la mia macchina!" esclamò. Io mi girai, ritrovandomi la Bmw azzurra del fratello
"Te la lascia guidare?" chiesi sorpreso
"Beh, è costretto a farlo... per via della scommessa!" esclamò divertita
"Quale scommessa?" chiesi senza neanche pensarci
I fatti tuoi, dove li hai lasciati?...
"Oh.. storia lunga.." convenne con un sorriso. Aprì lo sportello, depositò i libri sul sedile del passeggero, dopodiché mi sorrise ancora
"Beh, che dire... grazie mille per la chiacchierata, mi ci voleva proprio!" esclamò
A chi lo dici...
"Figurati, è stato un piacere!" e a dirla tutta, non avrei potuto essere più sincero di così. Sorrise di nuovo ed entrò in auto. Io la salutai con la mano, e mi allontanai diretto alla Jeep. Una volta che fui all'interno della mia macchina realizzai tutto...
Io... parlato.. con Rosalie... lei... sorriso... me... lei... ringraziato... oh, merda!
Un rumore al finestrino mi fece sobbalzare. Mi girai appena per incontrare di nuovo, per la terza volta nello stesso giorno, i suoi occhi azzurri. Aprii lo sportello
"Scusa, potrei chiederti un favore?" mi fece, visibilmente a disagio
Tutto quello che vuoi...
"Certo!" mi limitai a dire. L'altra, sembrava leggermente esagerata
"Ecco... non mi parte la macchina... non è che ti dispiacerebbe darle un'occhiata?"
Ma allora Dio esiste e mi vuole bene!
"Figurati, non c'è nessun problema!" esclamai io con un sorriso, sotto sotto pienamente soddisfatto
"Grazie, sei un tesoro!" affermò raggiante
Io... tesoro...
Beh, detto da Alice e Bella era una cosa... ma pronunciata da quelle labbra, quella frase, acquistava tutto un altro significato. E soprattutto garantiva tutto un altro effetto!


Salve bella gente, cm vedete sn sempre qui, puntuale ogni due giorni... e poi, visto che vi vedo così interessati mi viene sempre più piacere ad aggiornare e a rispondere alle vostre fantastiche recensioni... allora... il povero Edward è costretto come sempre a sopportare le belle parole del fratello e qst lo porta a inevitabili figure... però, nn tutto quello che è successo nel primo incontro è andato male. Come qualcuno si è prontamente accorso 'qualcuno è arrossito!' eh eh eh, chissà perchè... magari qst capitolo ve lo spiega... (io sempre x il fatto di nn sapere se leggete prima la nota o il capitolo, nn vi anticipo nulla)... Allora, siccome io sono troppo buona (e perfida allo stesso tempo XD) ho deciso di farvi un mini regalo, che però scoprirete alla fine del capitolo... ah un'altra cosa... adesso i capitoli potranno essere narrati da chiunque... mi spiego... se fino ad ora (che in totale abbiamo 12 capitoli) ogni personaggio ne ha narrati 6, nn è detto che adesso si verifichi lo stesso... potrebbe capitare che, ad esempio il prossimo capitolo sia narrato da Edward, e se casomai decidessi di dover mettere qualcosa di veramente importate, quello successivo sarà di nuovo suo... chiaro? (sì, cm no ndTutti!) qst lo faccio esclusivamente x un motivo... mi sn accorta che risulta più difficile imporsi di scrivere x forza di un determinato personaggio... se si ha un determinato evento invece, è più semplice adeguarlo alla persona in questione... ok, regalo cento euro a ki ci ha capito qualcosa ahahaha.... bene, adesso, dopo qst cazzatone varie, vi lascio... un mega bacio a tutti... occhio a fine pagina, eh!^^

Risposte alle recensioni:
enifpegasus: Salve cara... ma tu stai nel mondo del relax... pc portatile sulla spiaggia, sole, mare, un bel capitoletto nuovo (il che nn guasta ^^) e x di più... un bel bagnetto rilassante... ahhhh.... cm ti invidio (mi ricorda tanto la scena di una pubblicità di una rete telefonica che nn sto qui a dire, altrimenti farei la solita pubblicità occulta, e stavolta mi arrestano sul serio ^^)... eh sì, Eddino è proprio il cavaliere di casa Cullen (forse anche + del su babbo) però, ci terrei a specificare una cosa, che probabilmente ti sembrerà perfida... lui è fidanzato, e pertanto, anche se Bella è una bella (scusa il gioco di parole) ragazza, lui rimane fidanzato... quindi nn aspettarti amore e passione fin da subito. Ne dovrà passare di acqua sotto i ponti ahahah ^^ sai, credo proprio che tu abbia ragione... in famiglia ci si scambia tutto, e la stessa cosa hanno fatto Jasper con Rose ed Emmet cn Alice... sl ke a rimetterci credo siano stati proprio Jasper ed Alice ahahah ma cosa avete tutti contro la macchina di Jasper? cucciolina... è l'unica cosa bella che ha (scherzooooo ^^) alla fine, anche se rispondo a tutti che la macchina rimarrà illesa, credo proprio che in uno slancio di pazzia, la farò saltare in aria seriamente ahahah... cmq, sì, probabilmente la loro convivenza nn sarà delle migliori... e mi hai dato un'idea, sai (Attenzione... sì accettano offerte sulla battaglia Alice vs Jasper... fate la vostra puntata, poi vedremo chi vincerà!)... bene, cara, adesso ti lascio.. un mega bacio... aspetto tue notizie ^^

cinzia818: Salve carissima... lo so, Edward è da mangiare di baci oltre che di coccole x qnt è tenero... ma nn credo lo sia anche cn Jasper che talvolta (sempre!) lo fa leggermente innervosire (solo leggermente?)... cmq sì, la battaglia Alice vs Jazz è appena iniziata e sarà davvero senza esclusione di colpi... x qnt riguarda il tuo quesito beh... ti ricordo che lui è il cavaliere di casa Cullen e nn può mica piantare in asso la sua ragazza. Uno perchè nn sarebbe nel suo stile e due... beh, perchè così la darebbe vinta a Jazz... ma tranquilla, qualcosa si inventerà ^^ bene, malefica mia, ^^ ci vediamo al prossimo capitolo... spero intanto che qst ti sia piaciuto... ci sentiamo prestissimo un mega bacione ^^

yle_cullen: Weeee ciauzzzzz... su su coraggio, magari qst volta sarai stata la prima, chi lo sa... (già ti immagino davanti al pc ad aggiornare ogni tre minuti la pagina x vedere se ho postato il capitolo... ahahah^^) quel povero Jasper, se continua a caprettare ovunque (Eh?) rischia davvero che lo facciano ricoverare d'urgenza.. e poi, altro che happy ending... sarà forse una catastrofe su larga scala... vabbè, ma qst è un'altra storia... ^^ stai tranquilla, cmq, anche due righe fanno sempe piacere (sempre meglio di nn scrivere nulla) e ti ringrazio xké cm sempre sei molto gentile... spero che la scottatura passi presto (eh, ne so qualcosa.. nn del lago, ma delle ustioni del sole ^^) fammi sapere x il nuovo capitolo... un mega kissss ^^

martya_c: Salveee... addirittura tutto d'un fiato? ahahah.... beh, spero che almeno nn ti abbia deluso il loro primitivo approccio. Come hai visto, nn tutta la discussione ha portato eisiti negativi, visto cm hanno reagito Jasper e Alice... ma per fortuna anche 'qualcun altro' è stato particolarmente colpito dai Cullen... eh eh eh spero che qst novità ti abbia colpito... fammi sapere mi raccomando... un bacio grande ^^

Elfa Sognatrice: Ma ciauzzz... e già, il primo grande incontro ha portato le prime paroline... chissà se qst passi (cm hai detto tu) porteranno a qualcosa.. noi ce lo auguriamo... e forse anche emmet farà qualche passetto piccino picciò... il problema qui sn quei due zucconi di Jasper ed Alice... daranno un pò di filo da torcere, te lo assicuro... bene, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento.. a prestissimo ^^

angiiie: Ciao cara... eh sì, qui riesco ad aggiornare ogni due giorni (invece cn Come ti vorrei e gli extra di DtA ci metto un pò di + sob!)... bene, me felice di averti di nuovo contagiata... in effetti ti svelo un segreto... nn sn io che mi invento le battute, ma è lui, dall'immagine piccolina che c'è sopra il capitolo che me le suggerisce... ^^sai, l'altro giorno ho vsto in tv la pubblicità dei dvd di Heidi, e sn scoppiata a ridere cm na scema... chissà se Jasper li comprerà ahahah ... l'idea di far scoprire la storia di Rosalie (e anche degli altri personaggi) poco a poco probabilmente x alcuni risulterà noiosa, ma, cm hai detto tu credo sia migliore... in molte storie l'autore si limita a parlare della pappardella e la cosa rimane lì, e poi dp un pò ci si stanca a seguirlo, invece così ho sperato di attirare di + l'attenzione, spero di esserci riuscita ^^ x qnt riguarda gli extra sn felice che ti sia piaciuto (nn so se hai letto il secondo!)... bene, a prestissimo e posertò presto (w la frase storica^^) un mega kisss

mine: Ciao cara... eh eh eh in effetti in qst storia sn abbastanza rapida cn gli aggiornamenti, ma sl perchè ho qualche capitolo già pronto (ah, ecco dov'era l'inganno ndTutti)^^... o mamma, davvero l'hai sognata? ahhh.... che bello *O*... nn potevi dirmi cosa + bella... è gratificante sai, riuscire a prendere l'attenzione fino a qst punto... soprattutto essere riuscita a farti lasciare così tante recensioni... la mia missione è compiuta! ahahah no dai, scherzo, grazie davvero... il fatto di descrivere lo stesso momento da due parti, magari può sembrare noioso x qualkn, ma io credo che a volte ci serva x esprimere cosa che nn pensiamo possano esserci (tipo lo stato d'animo di Edward, o la questione del passatempo) che ovviamente Alice nn poteva di certo sapere... e sn contenta che tu lo abbia apprezzato. Bene, adesso sn curiosa di sapere se qst capitolo ti è piaciuto.. fammi sapere.. un kiss enorme

maya tabitha: Salve cara... eh eh eh sn contenta che la storia ti abbia preso così tanto. Mi raccomando continua a seguirmi perchè sarò felicissima di farti fare ancora 4 risate, che nn guastano mai... intanto spero che il capitolo di Emmet ti sia piaciuto... fammi sapere.. un kisss...

Uchiha_chan: Ciaooo... in effetti è proprio così, lo scorso capitolo serviva proprio a completare l'incontro e soprattutto a spiegare cose che ovviamente Alice nn poteva sapere, tipo la questione del passatempo, o la presentazione di Edward e Bella alla quale nn ha assistito visto che è scappata via prima del tempo. La versione di Jasper nn si discosta molto... diciamo che quel tipo, quello che pensa dice, la maggior parte delle volte, ma ti assicuro che la sua opinione in merito, nn tarderà ad arrivare. Bene, spero che il POV di Emm ti sia piaciuto e che abbia aggiunto qualcosa in + x un'ipotetica coppia. A presto cara, e fammi sapere ^^

Shinalia: Salve cara... eh eh eh tu aspettavi Edward ed io ti ho accontentata... ti vedo anche bella battagliera vero Jazz.. mi sa che sarai un'ottima alleata del folletto... provo a proporglielo, chissà che dice... bene, spero che qst cap di Emmet ti sia piaciuto anche se Eddino nn compare... fammi sapere, mi raccomando ^^ un mega kiss

Chanellina94: Salve cara, anche io probabilmente cm te ed Ed mi sarei sotterrato nel cemento della mensa... però, Jasper è fatto così e nn lo si può di certo cambiare... Alice (che in fin dei conti tanto dolce nn è^^) accetta volentieri ogni qualsivoglia suggerimento x fargliela pagare al caro Jazz... l'unica cosa che ti chiedo è... niente punizioni riguardanti la povera BMW... ci sn affezionata e nn mi va che ci vada di mezzo (ma qst è pazza^ ndTutti!) ahahaha... eh già, è buon  segno, e anche quello che è successo in qst cap secondo me lo è... teniamolo bene a mente... perchè il prossimo sarà ancora meglio ^^... un'ultima cosa... nn x essere sempre la solita gustafeste, ma... Edward è ancora fidanzato.. deto qst, detto tutto! Bene, fammi sapere cm'è il capitolo dell'orso Emm.. un bacio cara ^^

MalyCullen: Guarda mi rifiuto categoricamente di rispondere a quei due chilometri di recensioni che hai scritto... uno, perché nella corsa sn una frana (ahahah capita la battuta? no? era così brutta???) e due perchè forse nn lo meriteresti nemmeno... mmm... vabbè ma solo perchè sei tu... sociaaaa mamma mia mi hai fatto stare in pensiero... pensavo nn mi volessi più bene... ueeee... però x fortuna sei tornata... allora, prima di tutto grazie x le due lunghe (lunghe lunghe lunghe) recensioni nello scorso capitolo.. nn dovevi, davvero... però è stato un pensiero troppo dolce, e x qst nn ci sn parole adeguate x rigraziarti... o mio dio... nn potevi darmi notizia + brutta... un intero mese senza la socia? ahhhhhhh sciagura... condanna... me infelice... noooo portami cn te... oppure porta cn te qualsiasi cosa posso farci rimanere in contatto... nn puoi abbandonarmi... (me sbatte le testa nello stesso angolino doloroso della socia) la scusa della scatola magica mi piace... prova nn si sa mai... ueeeeee.... come posso fare, come???? L'unica cosa che mi consola è l'essere riuscita di nuovo a sorprenderti postando nello stesso momento in cui tu ti dedicavi alla recensione (lunga lunga lunga) Come ti vorrei... qst al paese mio (Potenza, c'hai presente?^^) si chiama cul... ehm... fortuna sfacciata... ma chi ti vuole più bene di me? (forse tua madre che ha scelto il posto x le vancanze ahahah) waw, ci troviamo d'accordo su un'altra cosa.. anche io odio le recensioni tipo "Bella, aggiorna" oppure "Aspetto il prox capitolo"... peraltro ho letto sul sito che sn perfino vietate... e nn ti danno neanche la voglia di rispondere... invece le tue mi danno proprio la carica (uh... mi sn dimenticata di scrivere l'ora in cui ho iniziato a rispindere... uff... vabbè... la prossima volta!) ... dimmi un pò... x sbalzo di età intendi la differenza che c'è tra Bells ed Eddino? Ti ha sorpreso tanto, eh? Povera cucciolotta... dai, su... è che io nel mio immaginaro vedevo Alice la più piccina delle due (sai... x via dell'altezza...^^) però spero che tu nn ci sia troppo male (cattiva... hai fatto rimanere male la socia.. venti minuti di castigo nel bagno!)... anche io probabilmente avrei reagito male alla battuta di Jazz... ma che vuoi farci... forse saranno i suoi occhi azzurri ad averlo salvato in corner, o probabilmente il fatto che c'erano troppi testimoni nella stanza, e la nanetta (ancora cn qst storia? ndAlice) nn ha potuto attuare il suo piano. ma accetta volentieri suggerimenti x poter far fuori Jazz... (su coraggio, diamole un'idea^^)Eddino ti saluta e mi ha detto di dirti che sarebbe tanto voluto passare da casa tua x prendere i bacini che volevi inviarli, ma... visto che parti... (me perfida e sadica fino al midollo muahahah)... un'ultima cosa prima di pubblicare finalmente il capitolo ^^... nn sentirti così insicura.. anche io, la prima volta che ho pubblicato DtA ero agitata, ma poi è andata bene, e sn sicura che anche la tua prima fic andrà benone, e la tua socia sarà sempre lì a recensire... (anche se... nn lo meriti... muaahaha ma scherzoooo^^) una sorpresa???? muuuuuu, ma io sn curiosa... ah, spero di saperla presto.. me curiosa cm una scimmia (ahahah) bene tesora, ci sentiamo (o santo cielo... auguri a leggere tt sta roba ahahah) fai la brava... un bacio grande grande... tvtttb ^^



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Piccola spoiler del prossimo capitolo per placare la vostra curiosità... ^^

"Posso farti una domanda?"
"Certamente!"
"Che tipo è tuo fratello?" mi chiese allora. La domanda mi lasciò un attimo perplessa
"M-mio fratello?" chiesi a mia volta. Forse non avevo del tutto capito la domanda, oppure ne avevo persa una parte
"Sì... tuo fratello *** intendo..." specificò
"E... per quale motivo ti interessa saperlo?" chiesi accennando un sorriso. Lui ricambiò
"Prima rispondi alla mia domanda.. poi io ti spiegherò il motivo!" esclamò. Lo scrutai per bene. Ma come avevo già detto, non so cosa, in quel ragazzo, mi diceva di potermi fidare e difatti, così feci.

(***)= Non posso dirvi di chi si tratta altrimenti si capirebbero troppe cose... aspettate e vedrete... sn proprio curiosa di leggere le vostre teorie.. chi è la narratrice? Chi è la persona che c'è cn lei? E di chi stanno parlando? ^^

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Capitolo 13
*** Fiducia ***


Capitolo 13 (Rosalie POV)
Vi Prego leggete prima la noticina sotto... ^^

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Era stato un bel colpo di fortuna quello che avevo avuto. Ritrovarmi in compagnia di un ragazzo, diciamo dall'aspetto tranquillo, nel momento in cui la macchina non voleva proprio saperne di partire, era stata davvero una fortuna abbastanza rilevante. E poi, quel ragazzo altissimo, mi stava perfino simpatico. Sembrava quasi impacciato mentre si rivolgeva a me. Qualche volta l'avevo visto addirittura arrossire, ma forse mi ero sbagliata. Però, per una volta mi ero voluta fidare, anche se lì si trattava semplicemente di fargli riparare l'auto.
"Allora... è tanto grave?" chiesi affacciandomi leggermente verso di lui. Emmet, si era alzato le maniche della camicia e con le mani all'interno del cofano esclamò
"Affatto... si era solo allentata una valvola.. capita..." e detto questo chiuse con uno scatto il cofano e disse "Prova adesso!" io feci ciò che mi aveva detto, e difatti la macchina partì
"Cavolo, non so proprio come ringraziarti..." ammisi a disagio
"Stai tranquilla... se c'è una principessa in difficoltà sono solito aiutarla!" esclamò sorridendo. Subito dopo, però, arrossì completamente, come se si fosse pentito delle sue parole. Io scoppiai a ridere
"Bene, allora devo ritenermi fortunata ad aver incontrato un principe proprio oggi!" risposi. Lui ridacchiò, ancora leggermente rosso in viso. Gli passai una salvietta per pulirsi le mani e continuai
"Davvero, Emmet... senza di te non so davvero cosa avrei fatto!"
Probabilmente se fossi stata a New York, qualche malintenzionato si sarebbe già avvicinato a me...
Mi si accapponò la pelle al solo pensiero di altre gelide mani sul mio corpo. Proprio come quelle di tanti mesi prima. Quelle mani fredde che facevano male, che al solo passaggio lasciavano scie indelebili di lividi. Quelle mani schifose, lunghe, bramose di qualcosa che poco dopo, il corpo aveva ottenuto, se pur con la violenza.
"Qualcosa non va?" mi chiese Emmet. Ecco l'avevo fatto di nuovo? Mi ero richiusa nella mia sfera di ricordi spiacevoli. E mi ero ripromessa mille volte che non sarebbe più dovuto succedere. Cercai di rimediare con un sorriso.
"No, va tutto benissimo.. anzi, posso chiederti un favore?" il sorriso che mi rivolse mi fermò il cuore. Era tenero, sincero... non come quell'altro.. quello tirato, appagato, bramoso...
"Mi sapresti indicare il supermercato? Dovrei prendere un paio di cose, ma... non so proprio da che parte andare!" ammisi imbarazzata. Come era strano. Sapersi orientare in una città come New York senza problemi, e poi rimanere spiazzati in un paese così piccolo come Forks.
"Certo... ci stavo giusto andando!" mi fece notare. Non potei che sorridere di nuovo. Mi ispirava sicurezza, anche se, dato il suo fisico, poteva assomigliare vagamente a...
Basta Rosalie, per carità...
"D'accordo... allora fammi strada!" esclamai. Lui annuì, dopodiché recuperata la sua macchina, partì, mantenendo un'andatura che mi consentì di non perderlo mai di vista.
"Signorina, benvenuta al supermercato del paese... qui può trovare quanto di più genuino possa offrire lo Stato di Washington!" annunciò all'ingresso.
"Mmm... prospettiva a dir poco allettante!" scherzai recuperando un carrello, mentre Emmet faceva lo stesso. Ci ritrovammo a spulciare i vari corridoi, in cerca dei prodotti più svariati
"Posso farti una domanda?" mi fece ad un tratto, recuperando dallo scaffale uno shampoo ai mirtilli
"Certamente!"
L'importante è che non sia troppo personale...
"Che tipo è tuo fratello?" mi chiese allora. La domanda mi lasciò un attimo perplessa
"M-mio fratello?" chiesi a mia volta. Forse non avevo del tutto capito la domanda, oppure ne avevo persa una parte
"Sì... tuo fratello Jasper intendo..." specificò
"E... per quale motivo ti interessa saperlo?" chiesi accennando un sorriso. Lui ricambiò
"Prima rispondi alla mia domanda.. poi io ti spiegherò il motivo!" esclamò. Lo scrutai per bene. Ma come avevo già detto, non so cosa, in quel ragazzo, mi diceva di potermi fidare e difatti, così feci
"Beh, diciamo che Jasper è un tipo molto particolare... Come hai potuto vedere da solo, molte volte non sa neanche collegare il cervello prima di aprire bocca e questo infatti è motivo di continue litigate tra lui e mia madre. Per non parlare di quando si mette a discutere con Edward... ecco, in quei casi si salvi chi può!" e ricordai divertita la conversazione di quella mattina "Però... ci sono momenti in cui senza di lui davvero non saprei cosa fare. Riesce a tirare fuori una dolcezza ed un amore che difficilmente riesco a trovare su chiunque!" ammisi
"Quindi in fin dei conti, non è così male!" affermò. Io scoppiai a ridere
"No, non lo è... te lo posso assicurare. Basta soltanto sapere da che parte prenderlo!" esclamai con un sorriso. Intanto presi una scatola di ragù dallo scaffale e procedemmo
"Adesso, però, tocca a te rispondere!" lo esortai. Lui si concesse una risata
"Beh... diciamo che sono quasi del tutto sicuro che Jasper abbia fatto colpo su mia sorella... Alice!" affermò.
"Davvero?" chiesi incredula "Ne sei davvero sicuro?"
"Beh, non al cento per cento, ma... ci sono buoni motivi per sospettarlo. Il dubbio mi è sorto a mensa, quando si è arrabbiata in quel modo per la sua battuta... di solito Alice si fa una risata e ci passa su... non è proprio tipa da prendersela in quel modo per così poco!" ammise recuperando della panna fresca dal frigorifero. Ne controllò la scadenza e la mise nel carrello
"Beh, magari la sfacciataggine di Jasper l'ha particolarmente infastidita!" osservai io allora
"Non credo... te l'ho detto... Alice non è proprio tipa da arrabbiarsi in quella maniera!" ripeté convinto
"Beh, allora magari... hai ragione... Alice è attratta da Jasper!" convenni sorridendo. Non era di certo la prima ragazza che moriva dietro mio fratello, e di sicuro non sarebbe stata l'unica.
"Già, è proprio questo quello che mi preoccupa!" bisbigliò, evidentemente sicuro di non poter essere ascoltato
"E perché mai, scusa?" domandai. Lui arrossì di nuovo e ridacchiò nervoso
"Beh, ti sembrerà una cosa sciocca, però..." si bloccò abbassando la testa
"Continua..." lo esortai curiosa
"Ecco, vedi... sono una persona estremamente gelosa.. soprattutto delle donne di casa... ogni volta che vedo un ragazzo girare intorno a loro, mi prende un istinto possessivo che tu neanche immagini..." confessò a testa bassa. Potevo soltanto lontanamente immaginare quanto quelle parole dovessero costargli. Ammettere quelle cose era difficile. Si vedeva.
Dio, quanto è dolce...
"Ma se un giorno dovesse capitare loro di trovare il ragazzo giusto?" azzardai. Non che con questo volessi dire che Jasper era giusto per la piccola Alice, però, ero estremamente curiosa di saperne di più
"Beh, fidati... prima di affermare che quello sarà o meno il ragazzo giusto, dovrà fare un lungo discorsetto con il sottoscritto!" ironizzò. Io scoppiai di nuovo a ridere.
"Corri il rischio di intimidirlo e farlo scappare via, però!" constatai facendo segno alla sua prestante corporatura
"Tanto meglio!" esclamò sorridendo. Mi fu impossibile trattenere le risate, e così anche per lui. Mi veniva facile parlargli, anche se a conti fatti sapevo ben poco sul suo conto. Riuscivo solo, inspiegabilmente, a fidarmi...
"Diciamo che tutto sommato è così anche con i miei fratelli... sarebbe un pò come avere due te a casa!" osservai divertita
"Il che è molto pericoloso.. già uno fa il suo effetto sui ragazzi... immagina trovarsene due, agguerriti e complici!" mi fece notare. Risi ancora.
"Complici i miei fratelli, eh? Mmm... sì, probabilmente sarebbe l'unica occasione per esserlo davvero!" constatai. Rise anche lui.
"I tuoi invece, che cosa fanno?" mi domandò poco dopo, una volta placate le risate
"Mio padre lavora all'ospedale... è un chirurgo..." spiegai "Prima, quando eravamo a New York, era primario del suo reparto... da quando siamo qui, si deve accontentare di una carica come un'altra... l'importante per lui è continuare ad operare e a salvare vite!"
In primis la mia...
"E tua madre?" mi chiese allora
"Lei è restauratrice... in effetti progetta anche case... quella in cui viviamo ora, l'ha interamente progettata lei... e devo dire che ha fatto un ottimo lavoro!" ammisi
"Però... adesso mi spiego il perché di quelle macchine!" esclamò. Poi però, le sue guance si colorarono di nuovo di rosso acceso
"Scusa... cancella quest'ultima idiozia!" sussurrò a disagio. Io sorrisi
"Stai tranquillo.. non hai detto niente di catastrofico... davvero!" ammisi sincera. Non mi aveva di certo offeso. Il tono con cui lo aveva detto, non avrebbe mai e poi mai potuto offendermi.
"I tuoi, invece?" chiesi a mia volta. Intanto eravamo arrivati alla cassa, ed aspettavamo il nostro turno. Lui, da buon cavaliere, aveva fatto passare avanti me
"Beh ecco..."
Sbaglio o i suoi occhi si sono all'improvviso spenti?...
"Mio padre è il capo della polizia di Forks... sta tutto il giorno fuori casa... praticamente non lo vedo quasi mai!" esclamò guardando altrove. Lo sentii perfino sospirare "Mia madre" continuò "Ecco, lei... è morta circa due anni fa..."
Mi si bloccò il cuore. Senza un preciso motivo
"Mi... mi dispiace!" ammisi sincera. Lui cercò di sorridere
"Non preoccuparti... non potevi mica saperlo!" constatò. Fu il mio turno di sospirare. Dalla sua espressione sembrava che condividesse in qualche modo la stessa sofferenza che ero costretta a portare io addosso. Eppure, lui, sembrava avesse con sé, una strana voglia di andare avanti, di guardare al futuro che io non possedevo, o che inutilmente mi illudevo di avere.
Tu non ce l'hai mai avuta questa forza, Rose... rassegnati... ti ha portato via tutto lui... quella notte, quando con aggressività ti ha derubata della tua innocenza e della tua purezza...
"Ehi, Rose... tocca a te!" Emmet mi sfiorò appena il braccio. Sussultai visibilmente. Lui si allontanò subito costernato.
Com'era caldo... lui non ha le mani gelate... lui non mi ha toccata con l'intento di farmi male, lui non è... io posso fidarmi...
"Scusa!" sussurrò. Io scossi la testa per sminuire la cosa e sorrisi. Iniziai a passare i prodotti sul nastro, e dopo averli raccolti nel sacchetto, pagai e rimasi in attesa che anche Emmet completasse la stessa operazione. 





Salveeee... Eccomi puntuale cm un orologio svizzero...Allora... prima di tutto sn contenta che lo spoiler dell'altro capitolo vi abbia fatto così pensare... ahaha nn potete capire che bello sia stato leggere le vostre supposizioni... il capitolo è narrato da lui e parla cn quello di quell'altro ahahahaha.... davvero siete grandi... cmq, ovviamente cm avete visto dall'immagine  il POV è di Rose, e il suo interlocutore? Di chi parlano? eh eh qst sta a voi scoprirlo. E un'altra cosa... in qst capitolo si capisce ancora qualcosa della storia di Rose, e se nn è chiaro adesso... dovrete allora aspettare il prossimo (che sarà completamente esplicito!) ma io mi fido di voi, e so che capirete alla grande anche cn qst, il prossimo servirà solo da conferma ^^...bene, io le mie cavolate quotidiane le ho dette, adesso posso togliere il disturbo, prego andate a leggere il capitolo, su XD.. un bacio a tutti.
p.s. permettetemi di salutare la socia che è al mare... sociaaaaa un bacio ^^

Risposte alle recensioni:
Ilariaechelon: Ciao... che bello trovare una nuova lettrice, mi fa molto piacere.. e anche sapere che la mia storia ti piaccia... me gongola felice ^^ cmq qst nn è Emmet Culle, ma Emmet Swan (piccola modifica dell'autrice!^^) ma il soggetto è pressapoco lo stesso... bene, spero che continuerai a seguirmi, mi farebbe immensamente felice.. un bacio grande ^^

yle_cullen: Cara, mi dispiace dirtelo, ma per pochi minuti ti hanno rubato il primato.... su, nn fare quella faccia, magari al prossimo giro andrà meglio ^^ (io punto su te!)... allora... ehm, cm te lo dico adesso????? ^^ (me cerca le parole adatte sul dizionario... e si fa aiutare dal suo suggeritore... suggeritore: dille la verità, nn tergiversare... (mamma qnt è cafone qst suggeritore, chi sarà mai?^^))... ecco, vedi, cara, ti arrabbi se ti dico che nn ne hai azzeccata una? ahahah... però, la tua idea aveva un non so che di creativo, e mi piace... ^^ eh eh eh cmq, chiusa qst parentesi (e licenziato il suggeritore^^) passiamo al resto.. me felice se tu felice x il capitolo... soprattutto perchè Emmet è proprio andato, nn c'è che dire... e cm biasimarlo, del resto? ^^ x lei, mmm... beh, nn so se tu abbia letto il capitolo, ma, nn credo sarà tanto facile... staremo a vedere. Mi dispiace x il tuo raffreddore, spero sia passato... e x qnt riguarda le scottuture... ti capisco... nn sai cm mi sn combinata l'ultima volta al mare... (me sospira...)  ultima cosa... ma tu puoi chiamarmi come vuoi... stella, cara, tesoro, ciccia, scema (no, qst lo eviterei ^^) trottolina amorosa.... prenditi tt le libertà ok? eheh bene, spero che il capitolo abbia fatto effetto, che dici? a presto, cara... un bacio ^^

cinzia818: Salve carissima... eh già quei due sn troppo tenerosi... soprattutto l'orso Pooh... che è completamente andato... cmq devo farti i miei più sinceri complimenti... hai centrato in pieno lo spoiler... era proprio lei che parlava cn Emmet... gli asterischi li ho messi perchè altrimenti si sarebbe capito subito i due che stavano parlando chi erano e quindi ho preferito oscurare... ottima osservazione, nn c'è che dire... meriti quasi un premio (decidi, un week-end cn le capre di Jazz, oppure una giornata di shopping cn Alice?) ... bene, detto qst spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... un bacio grande ^^

Shinalia: Salve cara... sai, abbiamo appena organizzato una squadra di sommozzatori x il recupero dell'adorato cervelletto del povero Jazz.. ce ne vorrà un pò, però... siamo fiduciosi ahahah... eh, già è proprio partito, ma.. come dargli torto? Se anche Alice ammette la bellezza di Rose, allora... è davvero scusato il ragazzo. Bene, spero che il capitolo sia stato apprezzato... un bacio grande ^^

Uchiha_chan: Ma zao... penso anch'io che Emmet in versione orso-cotto sia troppo tenero... ^^... sul fatto che ci sono prospettive x la coppia nn posso sbilanciarmi... magari ne riparliamo dopo il capitolo, e mi dici che ne pensi... certo lui, cn la sua sempicità magari potrebbe aiutarla, ma la vedo ardua...  allora, mi dispiace dirtelo, ma una ragazza in mezzo c'era, e qst è rose, cm hai visto dall'immagine... cn chi parlava e di chi nn posso dirlo.. nn so se hai letto il capitolo, sai cm'è.. ^^ però un bel dialogo tra maschieti magari in futuro si potrebbe fare... chissà.. mi hai dato l'ispirazione sai ^^... bene, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere. un kisss ^^

Elfa Sognatrice: Ciauu cara... il povero Emmet è proprio andato... eh già, l'effetto di Rosalie Cullen... ahahah chissà se si riprenderà... lei invece, ehm.. diciamo che è leggermente bloccata, ma capirai il perchè fidati... ^^ allora... hai centrato lo spoiler brava... era proprio lei che parlava (vedi immagine) ed Emmet che risponde. O meglio.. vabbè dialogano loro due... su chi, lo scoprirai leggendo il capitolo (o megari lo hai già scoperto perchè lo hai già letto ^^) grazie x la fiducia, cmq ^^... bene, adesso vado... attendo tue notizie, un mega bacio ^^

enifpegasus: Salveeee... sono contenta di riuscire nel mio piccolo a tirrti su con il morale... x me è una grande soddisfazione in effetti... ^^ ehm... ehm.... abbassa la voce... altrimenti Jasper scopre che l'orso ha messo mani sulla macchina.. in effetti lui nn lo sa (e nn credo che la sorella glielo dirà mai^^) ed in effetti ha avuto una gran botta di culo emmet... ha esaudito i suoi desideri. adesso manca sl che gli capiti tra le mani la macchina di Carlisle e siamo a cavallo ^^ allora rispondo alla tua domanda... certo, le cose si vengono a sapere sempre, tranquilla, e probabilmente qualche notizietta in qst capitolo può accendere qualche lampadina, chissà... ^^ ahahah mi hai fatto morire cn la questione dell'acqua.. tranquilla nn annega nessuno... almeno credo! Spero che il capitolo nn abbia deluso le tue aspettative, cara... fammi sapere. un mega kiss ^^

martya_c: Salve cara, me felice che il capitolo ti sia piaciuto e che tu apprezzi così tanto l'orsetto di casa Swan! In effetti é già preossoché andato cn il cervello... effetto Rosalie... eh eh eh l'ha colpito in pieno... l'unica cosa che posso dirti è che magari proprio il suo modo di fare, la dolcezza e la semplicità potrebbero in qualche modo aiutarlo cn rose ed aiutare qst'ultima a superare tutto. Staremo a vedere. Allora, hai centrato in pieno i due interlocutori... ma...ehm... ^^ hai sbagliato il fratello... e di conseguenza la sorella ahahah si è capito no? spero di sì... bene, aspetto cn ansia il tuo commento. Grazie mille di tutto. un mega bacio :D

Chanellina94: Ma ciau... calma calma ti vedo assatanata... ahahah e la cosa mi spaventa leggermente (me si fa piccola piccola sulla sedia^^) però... waw... sei proprio contro Kristen, eh? Beh... in effetti una bella telefonatina si potrebbe fare.. magari ci penserà lui, oppure qualche fratellone di mia conoscenza gli darà una mano... ahahah (chissà ki sarà!^^)... le tue vendette mi hanno fatto morire dal ridere... ne sai una più del diavolo, complimenti (povero il tuo ex... ahahaha ^^) e quasi quasi potresti davvero allearti cn Alice.. già vi vedo in tenuta da combattimento a tenere un'imboscata a Jasper nel parcheggio della scuola (ahhhh... attenti alla macchina però ahahaha!)... sai, credo proprio che tu abbia ragione... interpretare il cervello di un ragazzo nn è poi così difficile... hanno sl due bollicine che camminano solitarie... e ogni tanto si scontrano e creano un'idea sensata (ogni tanto, eh!) ^^ chissà, magari qst sua cosa di essere impacciato lo aiuterà in futuro? staremo a vedere... bene, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere kissss^^

maya tabitha: Salve cara... davvero grazie x essere ancor qui a seguirmi nonostante tu sia già al mare a rilassarti... ^^ sn contenta che orso Emm ti sia piaciuto.. eh, la sua semplicità ha contagiato tutti... chissà che nn riesca anche a conquistare il cuore di una bionda di mia conoscenza... aspetto tue notizie cara... a prestissimo.. un grande bacio ^^

mine: Salveeee... w orso Emmet, ha fatto colpo su tutti, te e me incluse ^^ eh...  cmq, sono felice di annunciarti ch hai azzeccato tutto. Rose parla cn emmet di Jasper... edward nn poteva essere sl x un motivo... né emmet né rose immaginano ci sia niente dietro, perchè nessuno li ha visti parlare a mensa il primo giorno, quindi.. è cm se nn si conoscessero... ben, spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere ^^ un bacio grande

robbycullen: Uh che bello, un'altra lettrice.. grazie millex aver recensito, davvero ^^ grazie grazie... allora... eh eh eh una fan scatenata di alice, eh? eh eh eh sn con te anche io, anche perchè un pò di legnate jasper se le merita... staremo a vedere... bene, spero continerai a seguirmi, un bacio grande e grazie ancora ^^
 

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Capitolo 14
*** Ci puoi giurare! ***


Capitolo 14 (Jasper POV) Salve a tutti... oggi è sabato, 8 Agosto (ma va^^) e sn qui, ad aggiornare per voi. Come sempre mi riempite di bellissime recensioni ed è proprio per questo che ho sempre il sorriso mentre aggiorno un capitolo. Sapere che vi piace così tanto, non può che farmi piacere. Allora... Qst volta la metto qui la nota x un semplice motivo. A qst capitolo ci tengo particolarmente, soprattutto perché è stato molto difficile mettere a nudo uno dei personaggi apparentemente più forti della storia, e spero per qst di esserci riuscita. Non me ne vogliate x la povera Rose, e x il suo bruttissimo passato. Tranquilli, avrà la sua ricompensa dalla vita, molto presto. Un bacio a tutti! E grazie di vero cuore. Siete la mia forza ^^ Alla prossima (a lunedì^^)
Buona lettura!



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Ad occhi chiusi me ne stavo sul balcone, ad ispirare l'aria serale, leggermente rinfrescata, ma allo stesso tempo piacevolmente rilassante. E dire che a New York era difficile poter respirare aria così...
Maledizione.. quei due maledetti mi stavano contagiando con quella storia della purezza e della tranquillità di Forks. Ed io ci stavo quasi prendendo gusto. Il che non andava affatto bene...
Dove è finita la tua spavalderia, Jazz? Ribellati... fatti avanti...
Ma la necessità di rilassarsi prese il sopravvento e chiusi di nuovo gli occhi, mentre una folata di aria, intrisa del profumo degli abeti della zona, mi arrivò prepotentemente al naso. Inspirai a fondo.
Ad un tratto, alcune note mi giunsero all'orecchio. Di certo, mai, mi sarei aspettato di sentire un suono tanto familiare in un posto così sconosciuto come Forks. Rientrai in camera e scesi al primo piano. Arrivato nel grande salone la melodia si fece più chiara ed estremamente piacevole. Ed eccolo lì, mio fratello, in versione carota al pianoforte, seduto di fronte al suo strumento del cuore, intento ad inebriare quell'atmosfera di note leggere. Mi appoggiai al muro, con le mani nelle tasche e richiusi gli occhi. Ancora più piacevole dell'aria fresca sul viso. Ancora più piacevole di qualsiasi altra cosa Forks potesse mai offrirci. Era tanto che Edward non suonava. Precisamente dal giorno in cui avevamo trovato Rosalie a casa, da sola, stremata e completamente nuda. Strinsi i pugni nelle tasche al solo ricordo.


"Cosa ti hanno fatto?"
"Rose... rispondi..."
ma lei non rispose...
lei non fece niente.
Soltanto piangere...


Inspirai profondamente. Il ricordo, se pur lontano, era ancora vivo ed indelebile nella mia memoria, come sospettavo fosse in quella di Edward, che con me l'aveva trovata in quello stato quel giorno, e purtroppo anche nella memoria di Rosalie, che era stata costretta a sopportare quell'inferno. Non una sola volta mi ero ritrovato a starci male, ad immaginare anche lontanamente che umiliazione e che tortura dovesse essere stata per lei. La cosa peggiore che ad una donna potessero fare, unita alla peggiore paura che lei potesse mai provare.


"Jasper, cosa facciamo?..."
Ma io non avevo risposto
"Dobbiamo chiamare qualcuno!"
Ma io non avevo risposto
"Rose che cosa è successo... ti prego... rispondi!"
Ma lei aveva continuato a piangere, dopodiché si era buttata tra le braccia di Edward
Ed io non avevo fatto niente.


Mio fratello in quel momento smise di suonare, andando ad infrangere così la mia bolla protettiva. Dannazione, non lo avevo mai ammesso, eppure quando suonava in quel modo, era capace di catturarmi completamente.
"Perché hai smesso?" chiesi sorpreso. Lui sussultò spaventato e si girò verso di me. Era evidente che non si fosse accorto della mia presenza
"Mi hai spaventato!" ammise allora
"Scusa... non era mia intenzione!" feci io staccandomi dal muro ed avvicinandomi
"Era tanto che non suonavi!" gli feci notare poco dopo. Lui fece una smorfia
"Credo che non avrei dovuto ricominciare questa sera!" esclamò afflitto
"Perché dici questo?"
"Porta alla mente troppi ricordi!" sussurrò. Allora non ero il solo a pensarla in quel modo.
"Lo so... ti capisco perfettamente!" ammisi.

"Si è addormentata finalmente..."
"Cosa dobbiamo fare, Edward?"
"Non lo so, Jazz... non lo so davvero!"
Sentii qualcosa pizzicarmi ai lati degli occhi, ma ne ignorai la causa
"Jasper..." sentii solo mio fratello.
Poi, inspiegabilmente mi ritrovai a piangere sulla sua spalla


"Lei cerca in tutti i modi di nascondere quello che prova.." esclamò poco dopo
"Come sempre!" osservai in un sospiro
"Ma se non fosse felice?... se anche questa situazione la facesse soffrire?" domandò allora
"Edward, non so davvero come risponderti..." come non ci sono riuscito tanti mesi fa "So solo che questa che abbiamo preso è stata la decisione più indolore per lei!"
"Se solo si decidesse ad aprirsi un pò di più... almeno con noi..." fece lui, con un tono basso di voce, ma per me, perfettamente udibile.
Già, da quella notte erano cambiate tante cose... troppe... ed una di queste era stata proprio quella della vergogna. Lei si vergognava di noi. Di parlarci, di confessarci il suo dolore. Non l'aveva mai fatto. Mai nella sua vita. L'essere cresciuta con due ragazzi, l'aveva portata a non vergognarsi di nulla. Perfino di quelle cose che di solito una della sua età confesserebbe esclusivamente alla propria madre. Eppure lei lo aveva fatto con noi. Ma adesso non più. Era diventata un'altra Rose, un'altra ragazza, con l'unica differenza di una violenza alle spalle che non si era affatto meritata.
Un rumore improvviso ci fece girare di scatto verso la porta d'ingresso
"Ehilà... sono a casa!" gridò Rosalie entrando. Aveva un paio di buste della spesa in mano, e con un braccio, stringeva al petto due grandi libri
"Ah, ma ci siete... pensavo foste da qualche parte in paese!" esclamò sorridente.
Ok, Jazz, abbandona i pensieri scomodi e preparati a tornare quello di sempre... lo so, è tremendamente difficile... però, lo devi fare per lei...
"A fare cosa? A giocare a briscola in qualche cantina della zona?" domandai divertito. Mi girai verso Edward giusto in tempo per vederlo sospirare e chiudere il coperchio del piano
"Sarebbe un'idea... magari impari a fare qualcosa di non illegale!" esclamò alzandosi
Bene, ottimo recupero, fratellino...
Ci scambiammo un'occhiata eloquente, dopodiché raggiungemmo Rosalie in cucina
"Ah, Ed... indovina!" fece lei vedendoci entrare. Lui la guardò confuso in attesa che continuasse, mentre io iniziai a spulciare le buste
"Ho trovato Hemingway.. qui a Forks!" spiegò entusiasta
Hem... chi?
"Davvero?" chiese lui incredulo. Lei si limitò ad annuire con la testa
"O mio Dio... non ditemi che state parlando di nuovo di quegli strani oggetti pieni di scritte!" feci io schifato
"Jazz... questi strani oggetti, come li chiami tu, sono libri... quelli che dovresti leggere di tanto in tanto!" osservò stizzito Edward
Incredibile come si riesca a passare da un'armonia quasi surreale al litigio costante tra noi due... è una situazione quasi esilarante...
"Per carità... lascio a te l'onore!" esclamai inorridito. Lui alzò gli occhi al cielo.
"Comunque... oltre a quello ho trovato perfino l'ultimo di Brown, quello che non riuscivo a trovare a New York!" continuò Rosalie, mostrandogli un altro volume, formato dizionario.
"Uh, che bello... altro combustibile per il camino!" scherzai afferrando il libro dalle sue mani.
"Ridammelo!" si lamentò lei. Ma diciamo che i centimetri che ci separavano erano un punto a mio favore. Così scoppiai a ridere, notando il suo patetico tentativo di riprendersi il libro dalle mie mani
"Credimi, Rose... lo faccio esclusivamente per te!" scherzai portando le braccia più in alto, dove le era davvero impossibile arrivare. Poi però, il libro mi scivolò di mano. Mi girai di scatto, per capirne il motivo.
"Tu... razza di... ortaggio spettinato.. ti sei appena messo contro il diavolo in persona!" lo minacciai
"Addirittura... guarda, ho la pelle d'oca..." e mi mostrò il braccio con fare divertito
"Iniziai a scappare!" lo avvisai
"No... smettetela... altrimenti non cucino per voi due!" ci riprese Rosalie. Ma io la ignorai, scattai verso Edward che corse via in salone
"Ragazzi!" ci richiamò Rose, mentre il telefono squillava "Finitela di fare i bambini... abbiate un pò di maturità ogni tanto!" prese il cordless e se lo portò all'orecchio, mentre io avevo appena afferrato Edward e cercavo di soffocarlo con un cuscino
"Pronto?" Rosalie venne verso di me, e mi tirò un ceffone sulla nuca. Così allentai un pò la presa.
"Ah, mamma... sì, sono tornata... sì, sì, ci sono anche loro..." e mi tirò un altro schiaffo "Ma certo.. non preoccuparti... no, ci penso io a tenerli buoni!" mi tirò dalle mani il cuscino e mi spinse via. Edward intanto se la rideva come un matto "D'accordo, mamma... un bacio e divertitevi!" e mise giù
"Che ha detto?" le chiese Edward. Lei posò il telefono sul mobile, dopodiché tirò altri due schiaffi, uno per me e uno per lui.
"E questo è niente in confronto a quello che potrei ancora fare se non la smettete una buona volta di litigare!" ci minacciò. Si riprese il libro e se ne tornò in cucina furiosa. Io ed Edward ci guardammo per qualche secondo, dopodiché scoppiammo a ridere come due stupidi.
"Dici che si è arrabbiata?" mi chiese ricomponendosi i capelli, per modo di dire
"Non più delle altre volte!" osservai scettico. Dopo poco la raggiungemmo in cucina e la aiutammo a preparare la cena e mettere la tovaglia. "Dove sono andati di bello quei due?" chiesi recuperando tre bicchieri puliti dalla lavastoviglie
"Mmm... ad una cena di lavoro con i nuovi colleghi di papà!" rispose lei
"Di già?" fece sorpreso Edward "É passato solo un mese da quando siamo qui, e cominciano così presto con queste cene di lavoro?"
"Se ho capito bene, dovrebbe essere una sorta di serata di benvenuto... o roba così!" rispose vaga
"E noi qui, da soli, a morir di fame!" scherzai
"Stai zitto... nessuno morirà di fame qui... ho cucinato io!" esclamò Rose
"E allora moriremo per avvelenamento!" si aggiunse Edward
Mmm... il ragazzo sa essere divertente... complimenti... potresti fare carriera, ragazzo...
"La volete smettere? Quando vi alleate siete perfino peggio di quando litigate fra voi..." osservò leggermente divertita. Scolò la pasta, la mise nei piatti ed aggiunse il sugo, dopodiché ci sedemmo a tavola.
"Chi vuole avere l'onore?" ci chiese indicando i piatti fumanti. Io ed Edward ci scambiammo un'occhiata furtiva dopodiché proposi
"Gioco della monetina?"
"Idiota!" fece lei, ed assaggiò una forchettata di pasta. Iniziammo a mangiare, tutto sommato in maniera gradevole, senza litigi o altri inutili sproloqui
"Ah... ho incontrato Emmet in città!"
"Chi?" chiesi confuso
"Ma come chi... quel ragazzo della mensa... quello che ha aggiustato la Volvo ad Ed!" spiegò lei
Ah... il gigante Golia... e dillo subito, no?
"Abbiamo parlato un pò... sembra simpatico!"
"Simpatico?" chiesi scettico alzando un sopracciglio a regola d'arte
"Sì... cioè, mi sono divertita... e abbiamo perfino parlato di te!" mi spiegò.
Ma dico io... quella sottospecie di statua a grandezza umana, doveva necessariamente parlare di me?... con mia sorella?
"E per quale oscuro motivo?" le chiesi sempre più schifato
"Non credo ti farebbe piacere saperlo!" ammise leggermente divertita
"Mettimi alla prova!" feci io allora, incuriosito. Si concesse una risata prima di parlare
"Beh, Emmet crede che tu abbia fatto colpo su sua sorella Alice!"
Alice?... Alice?... Alice?... perché questo nome non mi dice niente?
Lei, accorgendosi del mio sguardo enigmatico specificò
"La ragazza di stamattina... quella che ti sei tanto divertito ad offendere!"
"Ma chi la nana?" chiesi con un accenno di sorriso
"Si chiama Alice!" mi corresse secca "Comunque sì... proprio lei!"
"Ed io avrei fatto colpo su... la nana?" ormai ero quasi sul punto di scoppiare a ridere
"Ti ho detto che si chiama Alice!" urlò lei infastidita tirandomi dietro un tovagliolo. Ma io ormai ero partito. Avevo iniziato a ridere come un pazzo. E chi se lo aspettava. Il mio nuovo passatempo si era rivelato ancora più interessante di quanto me lo immaginassi. E così, Alice Swan, la ragazzina della mensa, quella che mi aveva dato del cafone... aveva un debole per me? Era una situazione a dir poco esilarante. E per giunta... quella notizia non poteva che giocare a mio vantaggio. Decisamente!
"Jasper... ti prego, non fare cazzate... é una brava ragazza e non mi va che soffra a causa tua!" la voce di mia sorella mi fece riprendere dai miei pensieri. Le sorrisi
"Tranquilla Rose... ti prometto che non farò nulla che lei non voglia!" affermai.
E su questo ci puoi anche mettere la mano sul fuoco!... Oh, sì, se puoi farlo!...





Risposte alle recensioni: (uff, siamo calati, nn va bene ^^)
stellalily: Ciao, e grazie mille x aver recensito... sono davvero una bella coppia anche se, soprattutto x via del passato di lei, dovranno affrontare tante di quelle cose, che adesso nn puoi neanche immaginare ^^. Bene, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto. Un bacio ^^

robbycullen: Salve... eh già, rose anche qui nn se la passa bene, e grazie alla sua famiglia e ai loro sacrifici gli è stata concessa una seconda chance. Speriamo nn vada buttata, anche perché sembra proprio che 'qualcuno' abbiamo già messo gli occhi su di lei... eh eh eh. Tranquilla, Jasper penerà, ma... diciamo che tenderà particolarmente a farsi del male con le sue stesse mani, senza l'aiuto di lei, fidati ^^ Per me sarà un vero piacere sopportarti (a patto che anche te sopporti me^^) e che soprattutto i miei capitoli ti piacciano così tanto. Adesso vado, fammi sapere se qst ti è piaciuto. Un mega bacio :D

maya tabitha: Ciao cara, ahahah orso Emmet è davvero lusingato dai tuoi complimenti, ed in effetti è proprio dolce, soprattutto cn le sue sorelline (anche se qst lo mandano in giro a comprare lo shampoo^^)... aspetta, d'accordo la storia è chiara.. ma nn ho capito cosa intendi dire qnd scrivi che le mani fredde ed il commento del padre ke le salva la vita ti hanno fatto pensare... ti prego, spiega alla mia mente stanca le tue parole XD (grazie in anticipo!)... bene, spero che qst Jasper (diciamo in un'altra veste) ti sia piaciuto. Fammi sapere. Un bacio ^^

mine: Salveeeee... ehe eh nn posso negare che Emmet sia davvero preso dalla bella bionda, cm lui stesso ha ammesso, ma posso solo dirti che x qnt riguarda rose, nn sarà facile, anzi, nn lo sarà x niente... Alice e Jasper eh eh eh se solo penso a quei due che litigano mi viene da ridere, poveretti, ma anche loro se la vedranno bella^^.. bene, spero che qst Jasper ti sia piaciuto, fammi sapere. Un bacio grande ^^

cinzia818: Salve cara, la povera rose nn se la vedrà di certo facile. Speriamo solo che nuove amicizie possano aiutarla a stare meglio. chissà.. ^^ cmq eccoti accotentata cn il nuovo capitolo. Fammi sapere se ti è piaciuto. Un bacione ^^

Cullengio: Ciao, prima di tutto grazie x esserti fermata a recensire. Grazie mille x i complimenti, sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta, grazie davvero ^^ nn posso dirti molto su come andrà la storia, altrimenti rischio di fare uno spoiler che nn vorrei ^^, però, posso solo dirti che x entrambe le coppie nn sarà facile (e nn lo sarà nemmeno per Bella e Edward^^), però... perseverare è la chiave per il successo... ^^ spero che continuerai a seguirmi, perchè mi farebbe estremamente piacere... ti ringrazio ancora. Un mega bacio ^^

Uchiha_chan: Anche se mi hai scritto con l'account di tuo cugino, mi sembra giusto risponderti con il tuo ^^ alllora... ciaoooo cara... sono contenta che la storia sia la stessa che tu avevi già intuito (sono scontata, lo so... ç_ç) però nn posso dirti se sn cinque o uno... sarà stesso per bocca di rosalie che verrà raccontata l'intera storia dettagliata, ma, per il momento è stato sufficiente intuirla (altriementi se si scopriva tutta, che sfizio c'era?^^)... cmq, per qnt riguarda la madre di Emmet e co, sì, è proprio Renée... mi dispiace aver rivoluzionato tutta la famiglia (prima Charlie violento, poi lei morta..) però, sono esigenze di copione, diciamo... bene, spero che qst capitolo ti sia piaciuto. Attendo tue notizie. Un bacio grande ^^

Elfa Sognatrice: Salve cara, eh già, hai azzeccato in pieno. In fondo gli indizi erano chiari, e la poveretta se l'è vista davvero brutta. Come hai ben detto, nn ha ancora superato la cosa, e nn credo sarà facile superarla, anche con l'aiuto di Emmet. Qst ultimo invece, vive la situazione difficile con il padre, che però, tende ad oscurare cn il sorriso. Ma si sa, prima o poi, qnd si ha a che fare con queste situazioni, si scoppia... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere. Un bacione ^^

stezietta w: Salve e grazie mille x aver recensito... mi fa davvero piacere  che la mia storia ti sia piaciuta. Come hai visto ho aggiornato subito, adesso spero che continuerai a seguirmi, perchè la cosa mi farebbe molto piacere. A prestissimo (promesso^^) e un bacio grande ^^

martya_c: Ciauz cara... tranquilla... mi ha fatto un piacere immenso vederti così presa dallo spoiler in cerca di spiegazioni, quindi la cosa mi ha resa felicissima... sono contenta di sapere che il ritmo che ho deciso di dare alla storia sia abbastanza realistico. Anche io odio qst brusche accelerate che alla fine sono molto ma molto fittizie e nn portano da nessuna parte. Ogni cosa per evolversi ha bisogno del suo tempo, soprattutto per qnt riguarda Rosalie e la sua esperienza. Grazie mille dei tuoi splendidi complimenti, ne sono davvero lusingata. Bene, spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... attendo il responso ahahaha un bacio grande e grazie ancora ^^

   

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Capitolo 15
*** A debita distanza ***


i Salve, vi avevo promesso Lunedì, ed eccomi qui ad accontentarvi... Allora... Jasper ha fatto molto effetto a qnt ho potuto constatare, e la cosa mi fa molto piacere. Beh, in fondo una parte buona ce l'ha anche lui, tutto sommato ^^.. Allora... qst è un capitolo un pò particolare perché è il primo con doppio narratore... L'ho fatto perché era bene che la cosa venisse raccontata sia da uno che dall'altro (è inutile che specifichi chi sia l'altro, no?^^).. Bene, adesso vedremo se i vostri suggerimenti di vendetta contro biondo Cullen saranno accolti... occhi aperi, eh^^.. un saluto grande a tutti... Vi amoooo XD


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Io non sono mai stata una persona vendicativa. Sono sempre stata fermamente convinta che ognuno di noi, se si comporta in un determinato modo, c'è una ragione dietro che lo spinge a farlo. Ed è proprio per questa mia filosofia che mai, e ripeto mai, mi sono trovata a prendermela per qualche insulto, anche se pesante, qualche battuta fuori luogo o qualche gesto particolarmente spiacevole. Solo che, lì la questione era nettamente differente. Lì si trattava di una provocazione bella e buona alla quale non mi sarei di certo piegata.
Jasper Cullen, il ragazzo dagli occhi azzurri che aveva catturato la mia attenzione quella mattina nella sua macchina, si era rivelato una grandissima delusione. Mi aveva offesa, deridendomi per la mia altezza, e per giunta l'aveva fatto con una tale sfacciataggine ed arroganza, che da sole, sarebbero bastate per mandare in bestia anche una Santa in persona. E visto che, io, dopotutto anche se cercavo in tutti i modi di esserlo, non ero una Santa, avevo optato per la vendetta. Necessaria e soddisfacente.
Certo, magari non avevo ancora ben chiare le idee su come vendicarmi, però, ne ero sicura, qualcosa mi sarebbe venuta in mente. O non sarei stata la nanetta malefica di casa Swan.
"Si può sapere a che pensi?" mi chiese Bella. Eravamo sedute su una panchina, davati scuola, e aspettavamo la campanella che avrebbe decretato l'inizio delle lezioni mattutine. Emmet era poco più distante in compagnia di Ben e Mike, intento a discutere chissà di che cosa. "A niente in particolare!" risposi con un'alzata di spalle. Meglio non esporle le mie intenzioni. Non avrebbe di certo approvato
"Sicura? Ti vedo particolarmente pensierosa stamattina..." osservò. Non le fuggiva proprio niente. "Anzi, a dirla tutta, sei così da ieri... da dopo la pausa pranzo, per la precisione!" ed il tono della sua voce si fece allusivo
Tana per Alice!...
"Non riesco proprio a capire di cosa tu stia parlando!" esclamai fingendomi indifferente.
"Di cosa sto parlando? Di quel ragazzo... Jasper Cullen... il primo, da quando ti conosco, che è riuscito a farti arrabbiare in quel modo!" constatò maliziosa. Io la guardai male ma lei continuò
"Eri così emozionata di conoscerlo.. posso immaginare la tua delusione nel trovarlo così... ehm... diciamo particolarmente divertito dalla tua altezza!" e le scappò da ridere. Io sbuffai e mi girai dall'altro lato. Proprio in quel momento l'auto del demonio fece il suo spettacolare ingresso. Parcheggiò poco distante da noi e la prima ad uscire fu Rosalie. Quella mattina indossava una salopette di jeans scura, con una maglietta gialla a maniche corte e delle décolleté dello stesso colore. Dovevo assolutamente complimentarmi con lei per lo stile impeccabile, alla prima occasione. Possibilmente quando il suo gemello perfido e spaccone non era nei paraggi. Edward scese dalla macchina, con le cuffie nelle orecchie, e si poggiò come il giorno precedente al cofano dell'auto. L'ultimo ad uscire fu proprio lui. Eccola, la stessa aria sufficiente e dannatamente fastidiosa. Avrei voluto toglierla con la forza quell'espressione dal suo viso. Mi fermai per un istante ad osservarlo. Indossava un jeans chiaro, una maglia bianca ed una felpa con la cerniera ed il cappuccio, blu. Mi si bloccò il respiro. Era dannatamente bello! Sembrava un leone appena entrato nell'arena per combattere. E poi, quegli occhi.
Magari se non aprisse bocca...
Ma il mio momento di trance terminò subito, proprio nel momento in cui il suo sguardo incontrò il mio, intento a fargli la radiografia completa, e sul suo viso spuntava un sorrisetto compiaciuto
"Merda!" sussurrai abbassando la testa e arrossendo violentemente. Fantastico.
E il premio per la discrezione va a... Alice Swan...
"Cosa c'è?" mi chiese Bella curiosa
"N-no... niente!" mentii io. Lei non sembrò convinta, perché alzò lo sguardo verso il parcheggio e disse
"Sta vendendo qui!"
"Chi?" chiesi allarmata
"Jasper!" rispose semplicemente.
No, no, no, no, no... ti prego... tutto ma non questo... rimani dove sei... stammi lontano...
In quel momento però, proprio quando pensavo di essere vicina alla figura di merda più colossale della mia vita, ecco arrivare la salvezza: il suono della campanella
"Bene, andiamo!" gridai afferrando la borsa nera e dirigendomi, quasi correndo, verso l'edificio principale. Bella faticò non poco a starmi dietro ma mi seguì, fortunatamente in silenzio. Mi rifugiai nella mia classe, quella di filosofia, e guadagnai il mio posto con un sospiro di sollievo.
Ma che ti è preso, Alice? Perché ti sei messa ad evitarlo? Non avevi detto che bisognava semplicemente usare un pò di ingegno ed escogitare una vendetta... com'era?.. ah sì, necessaria e soddisfacente... solo che adesso sembri più che altro una stupida che scappa... potrebbe pensare che ti mette a disagio... e questo non deve succedere, altrimenti il suo ego, già di dimensioni galattiche, aumenterà a dismisura... Merda!...
Purtroppo la lezione durò ben poco, e fui costretta ad uscire dal mio sicuro nascondiglio.
"Ma sì.. cosa vuoi che sia... sarà ancora nella sua classe a bearsi della sua assurda arroganza!" mi dissi cercando di recuperare un pò di autostima, ma fu del tutto inutile. Soprattutto quando mi ritrovai in corridoio a guardarmi intorno, come se fossi inseguita da qualcosa o da qualcuno.. sembravo quasi la protagonista di qualche film horror, di quelli che vedeva sempre Bella nel week-end, intenta a scappare e nascondersi dal macellaio di turno. Mi facevo quasi pena. Ridursi così per un cafone qualsiasi, venuto dalla grande cittadina per rovinare la mia tranquilla vita.
Oddio, tranquilla proprio no, dato il demonio che mi ritrovo in casa...
"Ehi scricciolo..." una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi girai per accertarmi di chi fosse, anche se, ahimé, ne avevo un vago sospetto
"Tu!" sibilai irritata. Lui mi sorrise
O Santo Cielo... fallo ancora ti prego...
"Già, la scuola è piccola.. c'è il rischio di vedersi spesso!" constatò
"Bene, vorrà dire che ti ignorerò bellamente!" esclamai secca e ripresi a camminare
"Non ci riusciresti mai!" esclamò raggiungendomi
"E sentiamo... chi te la da questa sicurezza?" chiesi irritata
"In realtà nessuno, è solo che..." lo sentii ridacchiare, cosa che mi fece arrabbiare ancora di più "Sai, ho il vago sospetto che tu abbia un debole per me!"
Touché
"Che cosa?" strillai bloccando la mia marcia.
"Non negare, scricciolo!" fece lui
"Non chiamarmi scricciolo!" gridai facendo girare mezzo corridoio verso di noi
"D'accordo... nana!" rispose divertito
"Mi chiamo Alice... anzi facciamo una cosa... per te neanche quello... facciamo che tu non esisti ed io per te non sono nessuno, così non c'è bisogno che tu debba chiamarmi!" e ripresi a camminare
"Quindi non lo neghi!" affermò tornando a tallonarmi
"Dio mio... cosa?" gridai bloccandomi per l'ennesima volta. Lui scoppiò a ridere, facendo aumentare la mia rabbia a livelli inimmaginabili
"Di essere attratta da me!" esclamò allora
"Io non lo sono affatto, brutto sbruffone egocentrico!" gridai ancora. Ero sicura che perfino dalla palestra stavano ascoltando la nostra piccola discussione. Quelli in corridoio erano stati più fortunati ed avevano ricevuto i biglietti per la prima fila del nostro personalissimo teatrino improvvisato.
Lui ridacchiò. Si abbassò all'altezza del mio viso, me lo prese tra le dita e sussurrò, ad un millimetro circa dalla mia bocca
"Sai scricciolo, penso che in futuro dovresti metterti d'accordo con le tue guance... dicono l'esatto opposto di quello che ti ostini ad affermare tu!" e con una leggera risata si allontanò, lasciandomi con il fiato corto, nel bel mezzo del corridoio.
Bene, spettacolo finito... un bell'applauso agli attori... ma soprattutto un bell'applauso alle idee fulminanti di Alice... come avete potuto constatare, non hanno né capo né coda.
Peccato che la protagonista se ne sia accorta soltanto adesso.. bella fregatura!



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Forks. La città delle capre. La città dove non tutto è permesso. La città dove avrei dovuto trascorrere il mio personale ergastolo, fino al momento del tanto sognato diploma. La città che stava iniziando a sorprendermi. La città che mi aveva regalato il passatempo migliore che mai potessi desiderare.
Lo ammetto, forse avevo un pò esagerato in corridoio, ma la tentazione era stata troppa e non ero riuscito proprio a resistere. Alla fin fine quello scricciolo, non era affatto male, anzi... era molto bella, nel suo piccolo...
Molto piccolo aggiungerei...
Sorrisi da solo, mentre il professor Banner, insegnante di biologia ci distribuiva degli strani vetrini che ci sarebbero serviti per classificare gli stadi di qualcosa di molto, molto disgustoso.
"Inizi tu?" mi chiese Rosalie indicando il microscopio. Misi su una faccia schifata
"No, per carità... faccio il cavaliere!" e lo avvicinai a lei. Scoppiò a ridere dopodiché recuperò il primo vetrino e lo pose sotto la lente
"Ho visto che parlavi con Alice Swan in corridoio!" esclamò poco dopo mentre regolava alcune manopole sull'attrezzo
"Mmm..." mugugnai io distaccato
"E cosa vi siete detti?" mi domandò alzando gli occhi
"Solite cose che si dicono tra amici!" minimizzai io con un sorriso. Mi squadrò per bene
"Ah sì? E da quando tu ed Alice siete diventati amici?" mi chiese scettica
"Da quando mi sono reso conto di essere stato così maleducato con lei l'ultima volta ed ho deciso di rimediare!" esclamai
Puttanata... da quando ho deciso che lei sarebbe diventata il mio personale passatempo di questo squallido paese...
Lei ridacchiò. Ok, magari non l'avevo completamente convinta, però fare quella faccia mi sembrava quantomeno esagerato
"Cosa c'è... non ti fidi?" le chiesi fingendomi offeso
"Per niente!" esclamò cambiando vetrino
"Grazie tante, Rose!" mi lagnai
"Jasper... ti conosco da diciotto anni, e so per certo che quando fai così è perché hai individuato la tua prossima preda!" osservò
Preda, eh? Ottimo soprannome... si adegua meglio al soggetto e rende senza dubbio di più del termine "passatempo"...
"Sono cambiato!" esclamai
Altra puttanata... sono rimasto lo stesso... è il paesaggio attorno a me ad essere cambiato...
"Jasper!" mi ammonì lei "Non mentire con me... sai che non attacca..."
Io sospirai e mi accasciai sul banco, trattenendo un sorrisetto divertito
"Ti prego solo di una cosa..." riprese qualche istante dopo esaminando il terzo vetrino. Alzai appena gli occhi verso di lei per incoraggiarla a continuare
"Lei non é come le altre... non farle del male..." e distolse lo sguardo.
Lei non é come le altre? Ma che vuol dire? A me sembra identica a tutte quelle che ho avuto, con l'unica differenza dell'altezza... fine della questione!
Rimuginai sulle parole di mia sorella per l'intera mattinata, fino all'ora di pranzo. A mensa la cercai con lo sguardo finché non la trovai, seduta ad un tavolo con un paio di ragazze. Discuteva tranquilla. Rideva, mangiava, sorseggiava con disinvoltura la sua coca. Poi fu un attimo. Un attimo fugace. I suoi occhi incontrarono i miei.
Dove ho già visto quegli occhi? Mi sembrano familiari...
Poi lei distolse lo sguardo, e tornò al suo panino e alle sue chiacchiere.
Cosa voleva dire Rosalie? Perché lei non sarebbe come le altre? Cosa potrebbe mai avere di diverso lei, Alice Swan? Sarà la sua altezza? Il suo sguardo vispo? La sua voce spiritata? Quegli occhi profondi ed espressivi? Oppure quel leggero e meraviglioso rossore che le ha imporporato le guance durante il nostro ultimo incontro? Sarà questo?
L'unica cosa che sapevo era che a me, spettava il compito di scoprirlo!





Risposte alle recensioni:

Uchiha_chan: Salve... eh già, i fratelli Cullen portano Rosalie su un trono, tanto che le vogliono bene, ma d'altronde, è anche normale che sia così, no? E la cosa ovviamente è accentuata da quello che lei è costretta a sopportare. Sul fronte Alice-Jasper, c'è da penare molto, e credimi, sarà uno scontro senza esclusione di colpi (da entrambe le parti!) e poi chissà, magari un giorno sarà davvero un nomignolo affettuoso... bisogna solo vedere come risolvere la situazione tra i due.. ^^.. bene, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento, fammi sapere... un kisss ^^

maya tabitha: Ciao cara, che bello che continui a seguirmi, ti ringrazio davvero tantissimo... ^^ cmq, ti chiedo scusa se l'altra volta nn ho ben capito la tua affermazione... ti assicuro che anche io molte volte nn recepisco completamente, sarà colpa del sole di Agosto^^, cmq grazie per la spiegazione, a dir poco esauriente, ma ti posso assicurare che qui mani fredde nn corrispondono a quelle di vampiri.. sono semplicemente un ricordo spiacevole di una violenza associate al fastidio di averle addosso.. tutto qui ^^... Jasper è sicuramente quello più interessante, nn c'è che dire... e lo diventerà di più in futuro, mano mano che una nanerottola di nostra conoscenza lo plasmerà a dovere senza neanche farlo apposta!... Bene, spero che qst capitoletto ti sia piaciuto, fammi sapere, eh^^ un mega bacio

Alice89: Ma ciao.. allora, grazie prima di tutto x aver recensito... lo so, la voglia di ammazzare Jasper è tanta ed irrefrenabile... stiamo già organizzando un movimento femminile inca***to nero, ma, per il momento è meglio lasciarlo sano... sai com'è, si vocifera che 'qualcuna' è interessata a lui e ai suoi occhi azzurri (kissà ki sarà!^^)... bene, sper continuerai a seguirmi, cosa che mi farebbe senza dubbio un enorme piacere. Un mega bacio... ciaoooo ^^

Cullengio: Salve cara, mi fa piacere che anche lo scorso capitolo ti sia davvero piaciuto ^^ eh, Jasper dimostra una grande sensibilità nei confronti della sorella, ma, per quanto riguarda Alice... ce ne vorrà per farlo ammorbidire un pò... eh eh eh staremo a vedere... cmq, x rispondere alla tua domanda, sì, ho scritto altre ff... una one-shot su Twilight (per partecipare ad un contest) e un paio di storie nella sezione originali(romantiche) una completata (e sto aggiungendo degli extra) ed un'altra giunta al 14esimo capitolo... mi farebbe molto piacere se ci dessi un'occhiata, quando hai tempo libero, si intende ;)... bene, fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un mega kisss

mine: Salve cara... lo sapevo che Jasper in versione fratello apprensivo avrebbe fatto colpo... così dimostra che un pò di umanità la possiede anche lui, anche se, quando si tratta di litigare con il carotino, è subito pronto ad attaccare (ehhh... che ci vuoi fare, sono fatti così^^).. ti ringrazio per i complimenti... sai credo che per fare bene le cose ogni piccolo particolare debba articolarsi con calma, altrimenti se ne perde la bellezza e tutto diventa incasinato e molto scontato... e mi fa piacere che apprezzi questo mio stile, davvero ^^.. sono contenta che almeno tu vai in vacanza (ahimé, la sottoscritta qst anno nn va da nessuna parte singh!) però, sono anche un pò dispiaciuta visto che nn posso avere le tue magnifiche recensioni per un pò.. uffi.. vabbè, tornerai presto, no? eh eh eh... beh, buone vacanze cara e divertiti.. un bacio ^^

Elfa Sognatrice: Ciao cara, l'idea all'inizio era di lasciare tutto sospeso fino a che nn fosse arrivato il momento di farlo raccontare alla stessa Rose a qualcuno... solo che la cosa sarebbe risultata più lunga, e poi, visto che vi facevate curiosi, ho deciso di anticipare qualcosa sottoforma di pensieri dei fratelli. Ho scelto Jasper per questo perché per lui sarebbe stato più difficile la situazione e quindi avrebbe espresso meglio il problema.. nn preoccuparti x Alice... è piccola di statura ma nn si farà mettere i piedi in testa ( o almeno ci proverà^^) bene, buone vacanze, ti aspetto sempre qui... divertiti ^^ un bacione

martya_c: Salve cara... sono contenta che qst nuova sfaccettatura di Jasper ti sia piaciuta... eh sì, delle volte è un pò caprone (w le capre^^) però, soto sotto come ha anche detto Rose, è buono cm la panna... continuo a ripeterlo... il mio non è certo il tentativo di copiare la Meyer e la sua versione originale perché uno, nn mi permetterei mai in qnt tutto quello che quella Santa ha scritto rimane intoccabile e non duplicabile e due, mi garba l'dea di creare qualcosa di diverso (nn per qst dico che sia migliore) ma almeno che nn sia già visto e rivisto... e anche x qst sn contenta che Jasper inizi ad andarti a genio... ^^ bene, fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto.. un bacio ^^

cinzia818: Ma ciaooooo pure a te... ^^ allora, parto con il dire che immagino la sorpresa nel sapere che un carattere così forte come quello di Jazz sia crollato di fronte all'accaduto, ma che soprattutto abbia fatto affidamento interamente su Edward che tra idue era il più piccolo (anche se di un anno). Ma d'altronde è anche scusabile, era pur sempre sua sorella... volevi un Jazz ed Alice pov? accontentata subito ^^ eh eh eh che brava che sono, no? Colgo qst occasione x ringraziarti ancora x avermi fatto quella richiesta. Ribadisco che per me nn sarebbe assolutamente un disturbo ma che anzi sarebbe un grande piacere... Bene, adesso vado.. fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto.. un mega bacio ^^

alessandraxxx81: Salve cara e prima di tutto grazie per aver recensito.. davvero^^  ti ringrazio dal profondo del cuore per i complimenti che mi hai fatto, sono stati moooolto apprezzati (me arrosisce!) cmq, spero che continuerai a seguirmi anche in futuro perché la cosa mi farebbe molto piacere... grazie ancora, e un grande bacio ^^

stezietta w: Salve cara... nn ho capito se la minaccia di soffocamento era rivolta a me o a Jasper... nel primo caso credo sia meglio scappare... (l'autrice prende le valigie e cambia paese^^) nel secondo caso... ti faccio i miei complimenti per l'idea.. ahahaha.. bene, adesso spero che nn ti arrabbierai troppo con qst capitoletto.. eh eh eh e se puoi... pedonalo!^^ un bacione

robbycullen: Salve cara... grazie x la sopportazione (noto con piacere che ancora sei qui e nn sei scappata a gambe levate^^) allora.. x le intenzioni di Jasper credo si siano leggermente intuite dalla prima parte, nel pov di Alice... il ragazzotto la sa lunga a qnt pare.. staremo a vedere.. eheheh... fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un mega bacio

enifpegasus: Ehi cara, tranquilla... ti perdono (anche se nn hai fatto nulla di male) e Jasper pure... ma ti pare che potremmo arrabbiarci per così poco?^^.. stai tranquilla.. allra, nn ti prometto che x Rosalie adesso la vita sarà più facile fin da subito, ma ci sono buone probabilità che sia stesso lei a darsi da fare (stop rischio spoiler in corso...).. Jasper invece è un tipo particolare, l'ho già detto un paio di volte e qst suo essere così lo porta anche a sorpredere tipo cm nello scorso capitolo... x quello che farà nn posso essere precisa, ma parte di qsst capitolo qualcosa la fa intuire... occhi aperti ^^... (me piange perchè potresti nn seguire i miei prossimi aggiornamenti) ti prego, lo so che nn dipende da te ma dal tecnico (maledetti avvoltoi) ma ti prego.. nn abbandonarmi per troppo tempo... ç_ç pleaseeee... qui Jazz rischia di fare cavolate se nn è controllato per bene... pensaci... eheheh... allora... aspetto il giudizio sul capitolo... un mega bacio ^^

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Capitolo 16
*** Rilassante chiacchierata ***


Capitolo 15 (Edward & Bella POV)
Eh... buongiorno a tutti... mancano pochi giorni a Ferragosto ed io sono ancora qui ad aggiornare... come sono brava... allora... come il precedente anche questo capitolo ha doppio POV, immaginate da soli chi sarà il secondo narratore... Per il prossimo credo sarà lo stesso, ma ahimé, il mo cervelletto nn ha ancora sfornato nulla, quindi nn vi so dire con precisione. Allora, tra due giorni andremmo a finire al 14 Agosto.. adesso, nn vi prometto nulla, potrei riuscire a postare come potrei nn riuscirci... dipende sia dallo stato in cui sarà il capitolo, sia anche dai vari impegni... al massimo ci rivediamo il 16, perché di postare il 15 nn credo sia possibile. Se potete, perdonatemi ^^ un grande bacio a tutti... Vi adoro cn tutto il cuore...



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La Forks High School era un ottimo posto dove potersi concedere un momento di tranquillità e leggere in santa pace. Alla vecchia scuola non succedeva mai. C'era sempre qualche idiota di turno che si divertiva ad urlare, a mettere lo stereo portatile a tutto volume, o di rado, fare commenti poco carini sulle ragazze del cortile. E la cosa mi infastidiva non poco. Soprattutto pensando che tra di loro poteva trovarsi quel figlio di puttana che aveva distrutto la vita di Rosalie. E la cosa mi mandava il sangue al cervello.

"Ehm... scusa..." una voce leggera alle mie spalle mi fece interrompere la lettura. Ero seduto su una panchina del cortile, piacevolmente cullato dal venticello leggero di Settembre. Durante l'ora di pranzo era anche concesso uscire dall'edificio ed io ne avevo approfittato per gustarmi un pò di solitudine. Ma a quanto pare...
"Sì?" feci io rivolto alla ragazza che intanto si era fatta avanti. Era bionda, capelli abbastanza lunghi ed occhi scuri. E chissà per quale assurdo motivo era rossa in viso
"M-mi... domandavo... se...se... ecco... se ti andrebbe... una di queste sere..." mormorò a testa bassa. Mi ci volle ben poco a recepire il messaggio.
Il problema era come farlo capire a lei.
Dannazione, come odiavo quei momenti. Mi facevano sentire tanto un verme. Certo, io ero pur sempre il cavaliere di casa Cullen, però... in certi casi l'essere educati e gentili non è che poi servisse a molto.
"Oh... ti ringrazio per la gentile offerta, davvero... ehm.." non sapevo neanche come si chiamava
"Sally!" rispose lei agitata
"Sally..." ripetei sorridendole. Lei arrossì ancora di più.
O mamma... qui si rischia che mi accusino ti tentato omicidio...
"Solo che... non posso..." risposi con tutto il garbo che conoscevo
"P-perché?" chiese amareggiata
Perché io ero qui, a leggere il mio amatissimo libro e tu sei venuta ad infrangere la mia bolla personale di tranquillità, ecco perché... Sally...
"Beh, vedi.. non credo che la mia ragazza me lo permetterebbe!" risposi
Ah, già... Kristen... beh, sì, in effetti non ci avevo pensato...
"Ah!" esclamò delusa "Hai la ragazza!" non era una domanda la sua, ma un'affermazione
"Eh già... ho la ragazza!" ripetei, leggermente sconsolato, lo ammetto
"D-d'accordo... scu-scusa tanto allora... ci... ci vediamo!" e si allontanò ancora rossa in viso. Io sospirai. Bene, tutte le mie buone intenzioni erano andate a farsi un giro. Abbandonai il libro sulla panchina, e alzai il viso verso il cielo, chiudendo gli occhi. Non era certo mia intenzione abbronzarmi, solo che, alcuni, affermavano che i raggi del sole fossero benefici, ed io volevo crederci, per una volta
"Se aspetti che così facendo ti venga una bella tintarella... mi dispiace deluderti ma ti assicuro che qui a Forks sarebbe molto difficile!" esclamò qualcuno, una voce femminile per la precisione.
Un'altra....
Non era Sally. E neppure mia sorella. Però, avevo la netta sensazione di averla già sentita da qualche parte. Aprii gli occhi e portai lo sguardo davanti a me, dopodiché sorrisi
"Ah... ti assicuro che non era mia intenzione!" esclamai. Lei rise.
"Posso?" mi chiese indicando la panchina. Io senza neanche rispondere, spostai il libro e le feci posto, così poté sedersi
"Ho visto che al tavolo c'erano soltanto i tuoi fratelli, e ho pensato che non ti fossi sentito bene!" disse poco dopo. Io mi girai a guardarla. Era dispiacere quello che sentivo nella sua voce? O era soltanto l'effetto del sole di Froks?
"No... sto alla grande... mi sono semplicemente allontanato per potermene stare un pò tranquillo.." risposi
"Oh... e allora ti lascio solo... non mi va di disturbarti!" fece lei costernata
"Ma no, tranquilla... ormai il momento di relax è sfumato..." constatai con un sorriso. Lei ricambiò e si rilassò sulla panchina. Poi lo sguardo le cadde sul libro che avevo posato sulle ginocchia
"Highsmith, eh?" e lo indicò con un cenno del capo. Io sorrisi
"Già..." mormorai
"Sono sorpresa... non pensavo ti piacessero questo genere di libri!" ammise con un sorriso
"La conosci?" chiesi curioso
"Certo... é una delle mie autrici preferite... i suoi thriller non li batte nessuno!" commentò. Fu il mio turno di sorridere
"Adesso sono io ad essere sorpreso!" ammisi. Lei rise.
"Diciamo che sono leggermente contraria alle regole... un pò... contro corrente, ecco!" spiegò divertita "Odio i film d'amore, proprio non li digerisco, però... non so che darei per passare un'intera serata davanti ad un buon giallo o meglio ancora... un horror fatto bene!"
Io scoppiai a ridere, positivamente colpito
"Però... ed io che credevo che ragazze come te esistessero soltanto nei libri!" esclamai
"O qui a Forks!" aggiunse divertita. Scoppiammo a ridere di nuovo, quella volta insieme


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Parlare con Edward aveva un non so che di rilassante. Aveva una risposta pronta a tutto, e poi, aveva quella voce.. possibile che fosse così sensuale realmente, o era semplicemente un effetto collaterale della sua palese bellezza?
"Si é ripresa tua sorella dalla felice uscita di Jasper?" mi chiese poco dopo, ancora seduto sulla panchina
"Beh, non del tutto!" risposi divertita
"É ancora arrabbiata?" mi chiese leggermente preoccupato.
"No, arrabbiata, no... diciamo leggermente infastidita!" spiegai sempre sorridendo. Lui mi guardò curioso
"E quale sarebbe la differenza?" mi domandò
"Beh... leggermente infastidita significa che non si aspettava di certo che tuo fratello fosse un tipo così... particolare ecco..." spiegai
"Credimi... é stato un duro colpo per tutta la famiglia!" ironizzò lui, facendomi sorridere
"Sì, ma per lei è stato diverso, credimi... sai, era particolarmente impaziente di conoscervi... non l'ho mai vista così su di giri!" ammisi. Non sapevo il perché gli stessi confidando quelle cose. Forse era perché, come avevo già detto, parlare con lui mi rilassava, o forse perché speravo che, sotto sotto, mi aiutasse a capirci qualcosa di più su suo fratello. Avevo la netta sensazione che ad Alice, Jasper piacesse parecchio, altrimenti non si sarebbe mai sognata di comportarsi in quel modo, né il giorno precedente, né tanto meno quella mattina nel cortile. Non era proprio un atteggiamento da Alice. E chi, se non suo fratello, poteva aiutarmi nella mia impresa? Lo so, era un ragionamento un tantinello da approfittatrice, ma in quel momento, mi sembrava l'unica strada percorribile
"Davvero?" chiese sorpreso
"Già... in particolare per Jasper... diciamo che ne é rimasta piacevolmente... colpita!" affermai. Lui ridacchiò
"E allora permettimi di dirtelo, tua sorella non sa davvero in che guaio si è messa!" fece sincero
"Spiegati meglio!" lo esortai curiosa. Lui si concesse un'altra risata e continuò
"Vedi, da che conosco Jasper, ovvero tutta la vita purtroppo, non è mai stato con la stessa ragazza per più di una settimana... perfino alle medie ne sceglieva una, ci usciva e poi, quando si stancava, la mollava senza troppi complimenti o spiegazioni. E crescendo non è cambiato... l'unica differenza é l'aggiunta di un piccolo particolare nella lista delle sue azioni abitudinarie con le ragazze, rispetto a quello che si limitava a fare alle medie..." e ridacchiò. In un primo momento non capii, poi però, osservando attentamente il suo sguardo allusivamente malizioso, intesi e scoppiai a ridere
"Ah!" esclamai soltanto
"Per questo ti dico che tua sorella con Jasper potrebbe soltanto trovare guai. Non conosco Alice, ma conosco mio fratello, e posso dirti che non è alla ricerca di storie serie, quindi... se non si vuole soffrire, è meglio lasciare subito perdere!" affermò con franchezza.
Come avevo immaginato la chiacchierata con Edward mi era servita ad indagare un pò sul soggetto "Jasper", e quello che avevo scoperto non mi piaceva affatto. Alice non era la tipa per lui. Lei, se davvero la mia intuizione fosse stata giusta, accanto ad un ragazzo del genere, avrebbe soltanto sofferto, visto che cercavano due cose completamente incompatibili. Alice era sempre stata tipa da credere nel grande amore per tutti. Sognava la storia d'amore romantica ed infinita che avrebbe riempito le sue giornate di sentimento e gioia allo stato puro. Jasper, da quello che avevo intuito, era più tipo da una notte e via, e per una come Alice non andava affatto bene.
Povera, piccola... ci rimarrà malissimo...
"Lo vuoi un consiglio?" mi chiese Edward, mentre la campanella per l'inizio delle lezioni pomeridiane, iniziava a suonare. Ci alzammo in contemporanea
"Certo!" esclamai
"Tieni alla larga Alice da Jasper se puoi... non vorrei che tra qualche tempo saresti costretta a disinfettarle le ferite!" disse serio
"Addirittura? Credi che Alice possa essere così debole?" feci io
"No, non sto dicendo questo! Te l'ho detto... io non la conosco e non posso esprimere giudizi affrettati. Ma conosco Jasper e so che, quando si mette in testa una cosa, nessuno e dico nessuno può fermarlo. E la maggior parte delle volte queste assurde situazione che si crea, terminano sempre con qualche ragazza in lacrime... quindi... fidati di me se ti dico... tieni alla larga Alice da Jasper!" affrettò il passo e si diresse verso la classe di inglese in fondo al corridoio, lasciandomi da sola, senza parole
Tieni alla larga Alice da Jasper... fidati di me....


Risposte alle recensioni:
Uchiha_chan: Salve cara, ti assicuro che la noia nn è prevista nella storia, soprattutto grazie a quei due, che nn mancheranno di inscenare qualche altra piccola ed improvvisata rappresentazione. (e spero anche che la storia nn diventi mai noiosa -_-') vedi un pò, se la situazione fra Edward e Bella è semplice o no... io, nn posso esprimermi ^^... bene, fammi sapere.. e se nn ci sentiamo prima... buon ferragosto! un bacione

Cullengio: Salve cara, hai proprio ragione, con quei due nn si sa mai cosa aspettarsi e qst è solo l'inizio. Lei tenta disperatamente di scappare, ma... la scuola è veramente piccola ^^ volevi qualcosa su Ed & Bella? eh eh beh, ti ho accontentata.. spero di nn averti delusa con il capitolo... fammi sapere. e nel caso nn dovessi aggiornare prima, ti auguro buon ferragosto ^^ un kiss

stezietta w: Ma ciaoooo... grazie x avermi graziato delle tue minacce... sai, nn si sa mai... ^^ Jasper è rimasto molto colpito dalle tue minacce... ahahah sai, lui adora le capre, quindi è molto contento, pensava potesse andargli peggio... XD... lo so, Alice avrebbe dovuto opporsi.... cercare in tt i modi di nn farsi mettere i piedi in testa (e le mani in faccia^^) da Jasper, ma... se l'è trovato a pochi cm da lei e nn ha capito più nulla... eheh l'effetto Cullen colpisce ancora... ^^... magari se le suggerisci qualche altra vendetta lei nn mancherà di rifarsi nei suoi confonti... diamole una mano ^^ bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere... un mega bacio e se nn dovessi aggiornare prima... buon ferragosto!

mine: Salve cara... colpita e affondata direi io in certi casi... quella poveretta è stata presa alla sprovvista e nn ha potuto mettere in atto i suoi piani malefici di vendetta contro Jasper che cm sempre ha mostrato a tt il suo fascino irresistibile... ^^ sì, magari lui sarà anche interessato, ma ricordiamoci che lei x il momento è soltanto il suo 'piacevole passatempo'... quindi.. ^^ occhio!... spero che il capitolo ti sia piaciuto (nuuu... anche tu te ne vai... ueeeeeeç_ç) fammi sapere (se puoi ç_ç) e se nn aggiorno prima... buon ferragosto! un kiss ^^

martya_c: Ciao cara... cotta nn direi, sai, di cotto in qst storia x il momento sembra esserci soltanto Emmet (nn è vero ndEmmet) (sì, tesoro... hai ragione tu!)... però... ^^ magari al fascino Cullen, Alice nn è del tutto indifferente, anche se lei lo nega fermamente... anche io sono dalla sua parte, anche se... il caprone rimane pur sempre il caprone ahahah.. ti ringrazio x i complimenti, sei davvero gentilissima... adesso ti lascio, sperando che il capitolo sia stato gradito... fammi sapere e se nn ci sentiamo prima.. buon ferragosto. un bacio ^^

cinzia818: Salve cara... eh eh eh sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto e che ti abbia fatto tanto ridere... in effetti il teatrino è stato particolarmente apprezzato da tutta la FhS... eh eh eh.. nn tanto da Alice, ma qst sono dettagli! ^^... smettila di ringraziarmi... peraltro... ho visto che hai aggiunto qualcosa, quindi, aggiornata qst mi fiondo a leggere, anche perchè una promessa è una promesso e tra l'altro mi farebbe piacere... allora.. tu intanto fammi sapere cm'è il capitolo.. ti lascio e se nn ci sentiamo prima ti auguro buon ferragosto.. un bacio ^^

enifpegasus: Ma zao carissima... stiamo giusto preparando la scaletta x le varie rappresentazioni teatrali (dalle città che hai nominato deduco che sei siciliana^^) quindi nn preoccuparti ci sarà sicuramente la possibilità di rivederli in tour... ahahah immaginarti andare in giro a scroccare pc, mi fa morire dal ridere e qst tt per poter leggere la mia storia.. ma te sei troppo buona ^^ grazie tesoro... in effetti quei due sn stati particolarmente frizzanti e qst è solo l'inizio. Mi fa piacere renderti felice cn i capitoli ed io nn potrei che essere più felice di così, leggendo qst magnifiche recensioni che mi lasci ogni volta... grazie davvero ^^.. peraltro... l'hai davvero riletto il capitolo? ahahah, ma che bello... grazieeee... ahahah basta sclerare.. adesso vado via... fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un mega bacio cara e se nn ci sentiamo prima... buon ferragosto ^^ un bacione

maya tabitha: Ciauuuu... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che il piccolo teatrino fatto da Jasper ed Alice ti abbia tanto divertito... meno male^^... sono contenta, davvero... e ti assicuro che qst coppia che ti ha incuriosito così tanto, nn mancherà di sorprenderti ancora in futuro.. soprattutto per mano di ... ahahah, nn te lo dico, se no che sfizio c'è? ahahah, bene, adesso vado, grazie di tutto... fammi sapere se il capitolo ti è paciuto e grazie x l'affetto che mi dai ogni volta.. un bacione e se nn ci sentiamo prima ti auguro buon ferragosto... ^^

lisa76: Hai visto che bel regalo che ti ho fatto cara... eheh sempre qui a disposizione per cercare di rendervi felici... chissà che un sorriso, una risata o una piccola lacrima ogni tanto nn la riesco a guadagnare.. eh eh eh  beh, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, e se nn ci sentiamo prima... buon ferragosto... un bacione ^^

piccola_pokemon: Salve... allora prima di tutto grazie per aver lasciato la tua recensione... fa sempre un immenso piacere trovare nuove lettrici, quindi... grazie di cuore ^^ sono davvero contenta che la storia ti abbia appasionato così, ne sono davvero lusingata soprattutto perchè ti piace il mio stile e qst bizzarra idea che ho messo giù.. eh eh eh.. grazie davvero.. spero che anche qst capitolo sia stato apprezzato.. fammi sapere e se puoi, continua a seguirmi, perchè mi farebbe immensamente piacere... un bacio e buon ferragosto... 8casomai nn riesco ad aggiornare prima^^)

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Capitolo 17
*** Mai dire mai! ***


Capitolo 17 (Emmet & Rosalie POV) Oddio.... faccio schifo... irrimediabilmente schifo... Vi avevo promesso di aggiornare il 16, ma nn l'ho fatto e nn so da che parte mettere la faccia tanto che sn in imbarazzo... Se potete, perdonatemi... ^^ Allora... qst è un capitolo strano... mi ha dato molto filo da torcere, e nn è uscito neanche come volevo che uscisse... in realtà mi fa anche abbastanza schifo... cioè, lo trovo essenzialmente inutile, o forse sarà la mia impressione, nn so... fatemi sapere cosa ne pensate, visto che i giudici supremi rimanete come sempre voi! ^^ Bene, adesso vi lascio al capitolo... Alla prossima (spero di aggiornare cn il solito ritmo di un capitolo ogni due giorni... speriamo bene^^) un bacione a tutti ed un grazie immenso a chi recensisce (angeli miei ^^) e a chi inserisce la storia tra preferiti/seguiti... grazie a tuttiiii... XD




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Quella passata non si era rivelata una mattinata particolarmente normale. Prima di tutto c'erano le mie sorelle. Una, la più piccola, continuava a girare per i corridoi quasi terrorizzata, guardandosi attorno, come se si aspettasse che, da un momento all'altro, un grosso lupo feroce uscisse da qualche armadietto e la azzannasse. Avevo provato a chiederle cosa non andasse, ma lei aveva sorriso e aveva liquidato la cosa con una semplice alzata di spalle. Cosa non del tutto da Alice.
Bella invece era assente. Durante l'ora di pranzo di era allontanata per poi ricomparire nel corridoio, con su una strana espressione. Pensierosa... contrita... quasi preoccupata. Alla mia richiesta di spiegazioni aveva sorriso e liquidato la cosa con un'alzata di spalle. Dio, quanto odiavo il genere femminile.
Uno, perché sembrava tanto che tutti i problemi riguardassero soltanto loro. Noi poveri e ingenui maschi inferiori, non potevamo di certo comprendere le loro elucubrazioni mentali. E due... dannazione, perché io, che ero cresciuto non con una, ma con ben tre femmine, anche se una di loro non c'era più, non ero ancora riuscito a comprendere il loro stravagante mondo? Ero stupido per caso? Oppure erano loro ad essere talmente tanto astute da non permettere a nessuno di comprenderle?
Il suono della campanella mi colse alla sprovvista. Connor Collins che mi sedeva accanto ridacchiò
"Possibile che un ragazzone grande e grosso come te, si lasci spaventare dall'innocuo suono della campanella?" io sorrisi
"Ero sovrappensiero!" mi giustificai io "Capita, no?"
"Certamente... soprattutto quando si è troppo preoccupati a fare colpo sulla nuova arrivata!"
"Come, scusa?" chiesi mentre uscivamo dalla classe
"Emmet, non sono mica stupido... mi sono accorto di come la guardi. Degli sguardi che le hai lanciato oggi a pranzo e di come l'hai squadrata ieri dopo le lezioni. Sarò anche la metà di te fisicamente, ma non sono di certo uno stupido!" mi spiegò con un sorriso divertito.
Che faccio, continuo inesorabilmente a mentire? Oppure almeno con lui provo ad essere sincero?
Optai per la verità
"In effetti Non riesco a toglierle gli occhi di dosso!" ammisi a testa bassa. Lui ridacchiò
"Lo immaginavo!" e intanto raggiungemmo l'armadietto, per lasciare i libri della lezione precedente.
"Senti, Swan, mi permetti di darti un consiglio?" mi fece richiudendo il suo armadietto.
"Certo.." acconsentii io
"Ecco, vedi... secondo me dovresti lasciar perdere!" ammise allora
"Di cosa stai parlando?" chiesi confuso
"Di Rosalie Cullen!" rispose, abbassò la testa, dopodiché mi guardò sorridendo "Dai, Emmet... é inutile che sia io a dirtelo!"
"Dirmi cosa?" chiesi infastidito. Ok, il sottoscritto si stava leggermente arrabbiando. E quando dico leggermente intendo che sarebbe stato meglio per Connor Collins, iniziare a fare le valigie per l'espatrio.
"Lei non é per te!" esclamò infine
"Che vorresti dire con questo?" alzai appena la voce, sempre più arrabbiato
"Coraggio, Emm... l'hai vista? É la perfezione fatta a persona!" e su questo non potevo dargli torto "Una del genere non potrà mai interessarsi a te!"
Colpo al cuore...
Respirai piano, per cercare di assimilare meglio quella sottospecie di provocazione. Anche se, ai miei occhi sembrava molto di più una bruciante verità, che probabilmente il sottoscritto non aveva ancora avuto modo di vagliare
"Io lo dico per te, amico... non vorrei che ci stessi male per una così. Mettiti l'anima in pace già da ora e rinunciaci!" mi mise una mano sulla spalla e sospirò "Fidati di me, non te ne potrai pentire!" e con un altro sospiro si allontanò diretto alla sua prossima lezione.
Presi aria, molto lentamente. Dovevo trovare il modo di sbollire assolutamente quella rabbia, altrimenti sarei stato male per i prossimi sessanta minuti a venire. Mi diressi svelto, diretto alla palestra, dove si sarebbe svolta la mia ultima ora di lezione ed entrai nello spogliatoio maschile. Subito le voci di Mike e Ben, anche loro lì per l'ora di ginnastica, si fecero sentire. Mi salutarono allegri, ma io non ci feci neppure caso e proseguii. Mi sedetti ad una panca, lontano dagli altri, e iniziai a sfilarmi la maglia. La raggomitolai e la buttai nell'armadietto. La stessa cosa feci con i jeans. Se solo Alice avesse saputo quello che stavo facendo, mi avrebbe dato irrimediabilmente fuoco, senza neanche lasciarmi il tempo di spiegare. Recuperai dalla sacca il pantalone della tuta e la felpa bianca della Nike e li indossai sbuffando. Mi lasciai cadere sulla panca, in attesa che gli altri finissero di cambiarsi. Alzai gli occhi e subito incrociai quelli incuriositi e azzurri di Jasper Cullen.
Mi fissava, quasi divertito da quel mio comportamento. Era rimasto bloccato nel tentativo di infilarsi la maglia azzurra. Lo guardai, inarcando un sopracciglio
"Qualche problema?" sbottai. Non ero solito rivolgermi a qualcuno
in quel modo, soprattutto se si trattava di persone che non conoscevo, ma non riuscivo proprio a calmarmi
"Ho per caso parlato?" fece lui in risposta, sempre più divertito, lisciandosi la maglietta appena indossata
"Il tuo sguardo era più che sufficiente!" osservai seccato. Lui scoppiò a ridere, piegando con cura la felpa con il cappuccio e riponendola nell'armadietto. Mi ricordò tanto Alice, chissà perché. E a quel pensiero mi innervosii ancora di più. Jasper Cullen. Il ragazzo per cui mia sorella sembrava attratta. Ed io ce l'avevo di fronte a me, costretto a condividere con la sua classe un'intera ora di palestra. Da quanto mi aveva detto Rosalie, Jasper era un bravo ragazzo, ma, prima di esserne davvero sicuro, avevo intenzione di testarlo secondo i miei metodi
"Allora... ti è passata la repulsione verso Forks?" gli chiesi mentre, sempre con estrema cura piegava i jeans. Lui non rispose. Continuava a darsi da fare con quei maledetti indumenti. Al pensiero che i miei erano belli e sistemati alla Emmet-maniera nell'armadietto, mi venne quasi da ridere.
"Ti ho fatto una domanda, Cullen..." sbottai infastidito. Ci mancava solo che quel damerino biondo mi snobbasse.
Cominciamo davvero male Jasper...
"Ed io sto valutando l'opportunità di non risponderti... Swan!" fece allora, chiudendo finalmente l'armadietto e lanciandomi un'occhiataccia. Lo guardai infastidito. Andavamo decisamente male...
"E sentiamo... per quale motivo non dovresti farlo?" chiesi allora.
"Mmm... vediamo..." finse di pensarci, dopodiché sorrise "Forse perché non mi piaci neanche un pò!"
"Posso dire lo stesso!" affermai. Prima non l'avevo valutato per bene, ma adesso.. potevo essere sicuro.. Alice, con uno del genere non ci sarebbe stata neanche da morta!
"Bene!" bisbigliò varcando la porta che conduceva in palestra.
Attenzione, la soglia massima della rabbia sta per essere raggiunta...
Uscii anche io, ritrovandomi a pochi metri dal canestro. Avanzai verso il professore, stringendo i pugni per allentare la tensione. Vidi Bella, parlare con Jessica, e poco più distante Jasper, appena arrivato, con un braccio posizionato attorno alle spalle della sorella. Ghignò soddisfatto nella mia direzione.
Merda...
Lei alzò gli occhi e mi vide. Mi salutò con un piccolo sorriso, al quale però, io non risposi.
Lei era Rosalie Cullen... la bellissima ed irraggiungibile Rosalie Cullen... ed io.. ero semplicemente Emmet Swan.. un qualsiasi ed inutile Emmet Swan.


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Mio fratello stava architettando qualcosa. E, a giudicare dalla sua espressione divertita, doveva trattarsi anche di qualcosa di abbastanza grosso, e di conseguenza sufficientemente doloroso. Subito mi venne in mente Alice. Avevo già detto a Jasper di evitare, almeno per una volta, di usare la sua solita tecnica di rimorchio, anche perché, ne ero sicura, con lei non avrebbe sordito lo stesso effetto. Quella era una ragazza diversa, non serviva un genio per capirlo. Bastava guardarla negli occhi. Bastava sentirla scherzare con le sue amiche a mensa, per rendersene conto. E lo stesso valeva per Emmet. Mi era bastato un misero pomeriggio per capire che, in fondo, il suo aspetto fisico, forte e pronunciato, cozzava alla grande con il suo carattere. Si era dimostrato timido, perfino impacciato nei miei confronti. E questo mi aveva lasciato addosso un qualcosa di positivo, quasi benefico. Ma cos'era? Tenerezza? O semplicemente un'assurda forma di curiosità? Ma d'altronde, dopo quello che mi era successo, avevo smesso da parecchio di cercare di comprendere l'universo maschile. Mi bastava interagire con i miei fratelli e con mio padre. Punto, fine della discussione.
La mattina passò in fretta. Ci ritrovammo in palestra, per la prima volta, nell'ora di ginnastica. Da quel maledetto giorno, avevo una strana paura addosso. Una strana
inspiegabile fobia. Non mi piaceva spogliarmi davanti ad altre persone, anche se queste, come in quel caso, erano tutte ragazze. Così, recuperata la tuta, mi chiusi nel bagno ed iniziai a spogliarmi. Una volta indossati i vestiti sportivi, ritornai nello spogliatoio. Gli occhi della maggior parte delle ragazze si posarono su di me. Qualcuna iniziò perfino a bisbigliare.
"Guarda quella..." sussurrò una ragazza dai capelli rossi ad un'altra con gli occhiali "Si è cambiata in bagno... che stupida... si vergogna... alla sua età!" ma la ignorai completamente. Ci ero abituata ormai, anche se... ogni volta, faceva il suo maledetto effetto.
"Ciao!" una voce al mio fianco mi fece girare. Era una ragazza, dal volto conosciuto. Aveva dei bellissimi occhi color cioccolato, e i capelli mossi, di un bel castano vivo
"Ciao!" le risposi sorridendole
"Forse non ti ricordi nemmeno... ci siamo conosciute ieri... a mensa... " mi disse gentile
"Ah... tu sei... la sorella di Emmet, giusto?" le chiesi
"Esattamente... tu invece sei Rosalie!" esclamò. Annuii sorridendo.
Ha lo stesso sorriso dolce di Emmet... sarebbe stato impossibile non riconoscerla...
"Il mio nome é Isabella... ma te ne prego... chiamami semplicemente Bella!" mi disse
"D'accordo... Bella!" la rassicurai, concedendole l'ennesimo sorriso.
"Sai... ho... parlato con tuo fratello durante la pausa pranzo!" mi disse poco dopo. La guardai incuriosita
"Intendi con Jasper?"
"No, no... parlo di Edward!" specificò "Però... Jasper in qualche modo c'entrava... o meglio... è di lui che abbiamo parlato!"
"Ah!" esclamai secca "Anche voi?"
Com'è che in questa Forks tutti sono interessanti a Jasper?
"Che intendi dire?" mi chiese confusa
"No, niente... sorvola! E... posso chiederti a proposito di cosa, avete parlato di Jasper?" domandai incuriosita
"Ecco... si tratta di mia sorella... Alice!" spiegò a disagio. Mi scappò da ridere
"Cosa c'è?" mi domandò
"No è che..." mi interruppi per sfogare un'altra risata "Non ci crederai, però anche tuo fratello mi ha parlato di Alice... e di Jasper!"
"M-mio... fratello?" domandò incredula
"Sì... l'ho trovato ieri in libreria... e mi ha chiesto qualche informazione su Jasper... mi ha spiegato che Alice ha... come dire... un certo interesse nei suoi confronti!" le dissi. Lei ridacchiò
"Quindi se n'è accorto anche lui!" bisbigliò. Si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli appena.
Mi ricorda tanto Edward... lui lo fa continuamente...
"Vuoi avvertirmi anche tu di tenere lontana Alice da tuo fratello?" mi chiese ad un tratto, mentre ci univamo alla fila che procedeva verso la palestra
"Perché dovrei farlo?" le chiesi confusa, poi collegai "Aspetta... ho capito... cosa ti ha detto Edward esattamente?"
"Che Jasper non è quello che sembra... che per una come Alice non andrebbe bene, soprattutto perché non è alla ricerca di storie serie ma più che altro vuole... come dire... una ragazza da una notte sola, mi spiego?" sbuffai divertita.
Certo che quando ci si mette Edward, sa essere davvero dettagliato in certe cose...
"Non è così?" mi chiese Bella, vedendo che tardavo ad esprimermi
"In realtà..." mi fermai, accanto ad un cesto carico di palloni di cuoio "Edward ti ha detto la verità... Jasper non ama affatto i legami sentimentali... preferisce le storie brevi e senza troppi giri di parole. Ma..." le sorrisi, mentre i ragazzi, dallo spogliatoio maschile uscivano a massa "In questo caso... mai dire mai!" la lasciai con uno strano sorriso sulle labbra e mi avvicinai al professore.
Intanto Jasper mi aveva raggiunta e, dopo avermi circondato le spalle con un braccio, mi sussurrò
"Sai Rosie.... questa Forks mi piace sempre di più!"
"Sono contenta!" esclamai raggiante e gli sorrisi. Notai in quel momento Emmet. Si dirigeva verso di noi, con le braccia ben salde ai fianchi. Mi venne spontaneo sorridergli, ricordando la nostra chiacchierata del pomeriggio precedente.
Sono una persona estremamente gelosa.. soprattutto delle donne di casa... ogni volta che vedo un ragazzo girare intorno a loro, mi prende un istinto possessivo che tu neanche immagini...
Non mi salutò. Abbassò la testa, ignorandomi completamente. Allora intuii
"Jasper..."
"Sì?"
"Io e te dobbiamo parlare... ora!"





Risposte alle recensioni:

maya tabitha: salve cara... uh uh... Jasper colpito dall'uragano Alice??? Molto probabile... nel frattempo questo caprone continua a fare danni tra i suoi nuovi.. compagni... ^^... lo so, cara, ti ho deluso, prima con qst mega ritardo e poi... come premio l'attesa? Con qst sottospecie di capitolo assurdo? Se puoi... perdonami... ueeee... prometto di nn farlo più e di rimediare al guaio il prima possibile... un mega bacione... fammi sapere se c'è possibilità di recupero... ahahah.. ciaoooo ^^

mine: Ma ciauuuz... eheheh... immaginavo che il POV di Ed e Bella ti avrebbe fatto qst effetto, ne sn felice... (tranquilla il capitolo cn Alice e Jazz nn tarderà ad arrivare!)... la questione per il momento nn ha ancora preso una piega diciamo positiva... tra quei due a parte un pacifico rapporto di conoscienza nn è ancora scoccato nulla... certo, Bella è rimasta piacevolmente affascinata da lui (e cm darle torto ^^) però... per il momento dobbiamo aspettare e soprattutto il rapporto cn Kristen, ahimé, è ancora salvo... bene, ti prego nn odiarmi x qst capitolo inguardabile... perdonami, se puoi... ueeee ç_ç.. un mega bacio e fammi cmq sapere cm l'hai rovato... ciaooo ^^

lisa76: Ma salve cara... che bello che ti è piaciuto... nn so se riuscirai a dire lo stesso di qst... lo ammetto nn è un granchè, ma aspetto cmq la tua opinione, che ci tengo ^^... un bacione e speriamo qst volta di nn tardare troppo cn l'aggiornamento ^^ ciaoooo

alessandraxxx81: Uh salveee... che bello una nuova lettrice.. mi fa piacere leggere la tua recensione, grazie mille ^^ beh, di essere affini lo sono, senza ombra di dubbio, ma la strada è ancora da imboccare e lui... beh, è leggermente impegnato al momento (povera Kristen ^^)... spero che continuerai a seguirmi (anche se qst capitolo ha lasciato leggermente a desiderare!) perché mi faresti immensamente felice... un bacione grande e grazie ancora ^^

Cullengio: Salve cara... grazie mille ^^ sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e che soprattutto i POV cn ed e bella facciano qst bell'effetto... ti dirò... qst qui sopra nn mi convince particolarmente ma aspetto cmq una tua opinione... ci tengo particolarmente... ^^ bene, fammi sapere... e se puoi, perdona il mio mostruoso ritrardo... un bacione ^^

cinzia818: Amicaaaa buongiorno...  ti è piaciuta la nostra bella in versione indagatrice segreta? ahahah, Jasper è pericoloso, e lei indaga segretamente... e poi chissà.. magari qst cosa aiuta a far nascere qualche altra cosa (eh?) scommetto ke nn si capisce niente... ahahah ... aspetto cn ansia il tuo aggiornamento anche perchè sappi... che andrò sicuramente a lasciare il mio commentino... (che ti meriti tutto ^^) bene, fammi sapere se anche qst capitolo (schifoso) ti è piaciuto... un mega bacio ^^

Uchiha_chan: Ma ciao... hai ragione, la compostezza che contraddistingue Edward nn la toglie nessuno (anche se Jasper molte volte riesce magicamente a scalfirla!^^) e proprio per qst si è comportato in quel modo cn quella ragazza... ma cn bella... beh, magari è diverso il discorso anche se, al di là della semplice conoscenza, per il momento nn c'è molto!... cmq hai immaginato proprio bene, un bel Emmet/Rose, che sinceramente nn mi è piaciuto tanto, ma... sta a te decidere... aspetto cn ansia il verdetto ^^ un bacione e scusa x il mostruoso ritardo ^^

piccola_pokemon: Salve... grazie x essere di nuovo qui, mi ha fatto piacere ritrovarti, davvero ^^ ti prego, se puoi perdona qst mostruoso ritardo... castigami, ammazzami, linciami... ma perdonami... (ueeeeeeeee! ç_ç) spero che cmq tu nn sia rimasta troppo delusa dallo scadente capitolo... (se puoi perdona anche questo^^) e ti invio un bacio grande, aspetto tue notizie, cara... ciaoooo ^^

martya_c: Salve cara... sn contenta che il capitolo abbia fatto breccia... in effetti nn c'è molto tra i due, se nn una semplice simpatia reciproca... e beh... Alice è invaghita, ed Emmet è totalmente andato.. una sana di mente in famiglia doveva pur esserci ^^... io se fossi in te continuerei a fare il tifo x la piccola Alice.. ho la netta sensazione che se nn riuscirà a farlo innamorare di lei, cmq le darà parecchio filo da torcere... staremo a vedere. eh eh eh.. se puoi perdona il mio ritardo e l'indecente capitolo qui sopra... fammi sapere cosa ne pensi.. un mega bacio ^^

hale1843: allora... dai il tempo materiale anche alla sottoscritta x riprendersi... eccome se mi ricordo di te... e mi fa un immenso piacere ritrovarti ancora.. pensavo che la mia storia ti avesse annoiato e che avessi tolto le tende... ma x fortuna nn è così (uh, che bello... l'hai ritrovata ^^ grazie grazie grazie!) ah.. ke bello... finalmente qualckn che adora Jasper anche così... sì, forse è un pò particolare, ma è... figo ^^ e di qst se ne è accorta subito la piccola Alice. Rosalie ha sofferto tantissimo e x lei sarà davvero un dramma avvicinarsi a qualkn cm prima.. ma magari l'orso Emm le darà una mano ( o una zampa ^^) ahahah, in effetti Jasper ci da dentro cn i nomi, soprattutto se sn x suo fratello (il suo adoratissimo fratello^^)... x ed e bella la cosa è complicata ancora di più soprattutto x via di Kristen e del fatto che edward è un gentiluomo d'altri tempi e in qnt tale nn se la sentirebbe di lasciare Kris in qst modo... ma... mai dire mai (uff cn qst frase oggi ^^)... bene, stai tranquilla.. le maxi recensioni mi piacciono tantissimo... si vede che ci tieni tanto a farmi sapere cosa ne pensi... grazie ancora... bene, spero che il capitolo nn ti abbia deluso e se sì, perdonami... fammi sapere.. un mega kiss ^^

stezietta w: Salve cara... ahahaha... le tue vendette hanno incoraggiato la piccola Alice ad essere più vendicativa... (la cosa del bagno mi esalta particolarmente!) e magari potresti anche diventare la sua confidente personale.. sempre se a te la cosa nn dispiace... a lei, farebbe piacere trovare una alleata durante la sua battaglia continua contro Jasper (il nostro povero caprone^^)... bene, spero che qst mostruoso capitolo nn ti abbia deluso troppo... fammi sapere cmq, un mega bacione ^^

robbycullen: Ma ciao cara... ma che mi dici mai???? come potrei nn volerti più, nn sn cose da dire qst... anzi, sono felicissima di ritrovarti, e nn hai niente da farti perdonare, tranquilla ^^.. alloooora... che Jasper nn farà soffire Alice nn posso affermarlo cn certezza.. so solo che ce ne saranno tante da vedere, e quei due arriveranno presto al punto del nn ritorno (se si intende cosa voglio dire ^^)... perdona se puoi il ritardo ma soprattutto qst capitolo schifoso... fammi sapere lo stesso cosa ne pensi... aspetto con ansia... un bacione ^^

Chanellina94: Salve e bentornata... mi ha fatto piacere ritrovare la tua recensione... allora... in effetti una bella conversazione senza troppe interruzioni c'è stata... anche se in teoria hanno semplicemente parlato di Jasper... però è già un primo passo verso un probabile 'amicizia' futura... chissaàà.... allora, perdona qst capitolo mostruoso, attendo cmq il tuo giudizio... un bacione e grazie ^^

Elfa Sognatrice: Ma ciao cara... le tue idee sn azzeccatissime... in tt le situazioni hai saputo dare una spiegazione logica e razionale e qst mi fa capire qnd la storia ti abbia preso... ne sono contenta... in effetti se Emmet e Bella si mettono d'accordo, la missione di Jasper si potrebbe complicare, anche se... non dimentichiamoci che qnd Alice si mette in testa qualcosa, difficilmente la si riesce a fermare, e lo stesso discorso vale x Jasper, che x il momento, ahimé, di serio ha ben poco... bene, spero che qst capitolo nn ti abbia deluso troppo... fammi sapere... e se puoi perdonami... ç_ç.. un bacione ^^

yle_cullen: Salve tesoro... tranquilla... nn hai niente di cui farti perdonare o niente x cui valga la pena chiedere scusa... l'importante è che adesso sei qui e sei tornata a seguirmi il che mi riempie di felicità... allora... ti ringrazio di vero cuore x i complimenti (il nomignolo è bellissimo... ancora meglio di quelli ke Jasper da ad Edward!) ^^ e sn contentissima che la storia ti abbia preso così tanto... che bello ^^ anche a me Jasper fa impazzire (la questione delle capre nn tanto XD), però... in effetti cn Alice nn si comprta da vero gentiluomo... la cavalleria se l'è presa tt Edward purtroppo... ma Alice nn si farà mettere i piedi in testa, anche se... resistere al suo fascino, cm hai visto, nn è semplicissimo ^^ x qnt riguarda Bells e carotino... beh.. certo conversano liberamente (lei è visibilmente attratta dal suo fascino (e chi nn lo sarebbe?^^)) però.. ricordiamoci che c'è una ragazza dall'altra parte degli USA che attende ardentemente che carotino torni x le vacanze da lei...  già, l'orso darà una consistente mano (e nn sl quella^^) a rose... ma.. ci vuole tempo, sopratt x una che ha subito un trauma del genere.. spero che tu ti sia ripresa dal caldo agostale.. (eh? che cavolo di parola è agostale?( (fatti i cazzi tuoi ndAutrice) ahaha... fammi sapere se qst capitolo orribile ti è piaciuto... aspetto tue notizie e grazie ancora di tt un kisss ^^

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Capitolo 18
*** Qualcosa di sorprendente! ***


Capitolo 18 (Alice & Jasper POV) Salve gente... che piacere riavervi attorno alla mia tavola... ahahah (gli effetti collaterali della solita guida illegale della Domenica XD) cmq, bando alle ciance e passiamo al dunque... come l'altra volta, anche qst capitolo mi ha fatto pensare, soprattutto la prima parte... non avevo idee, o meglio una mezza ce l'avevo, ma nn sapevo proprio come articolarla. Poi mi ci sono messa ed ho partorito (nel vero senso della parola ^^) qst capitoletto nuovo nuovo. Diciamo che il risultato mi soddisfa, spero che lo stesso valga per voi, fatemi sapere mi raccomando...
p.s. Qualcuno di voi mi ha fatto una richiesta molto ma molto interessante, in pratica da quello che ho capito, sareste curiosi di leggere qualche POV dei genitori Cullen, oppure dell'ispettore Swan. Allora... quella di Esme e Carlisle, sarà sicuramente una prossima idea che non mancherò di mettere in moto, ma, per qnt riguarda Charlie... è complicato riuscire ad entrare nella mente di un uomo del genere... già lo è cercare di capirne i motivi... però, magari con il vostro aiuto qualcosa potrebbe venire fuori... mi piacerebbe qualche consiglio, che i vostri sono sempre preziosi ed apprezzati... bene... detto qst vi lascio al capitolo... un mega grazie a chi legge/mette la storia tra preferiti/seguiti ma soprattutto a ki lascia un commento, che a fine capitolo troverà risposta... Au Revoir mes amis! ^^



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Era assodato: Jasper Cullen era un uomo morto. Oddio dire uomo mi sembrava esagerato dato il suo livello di maturità, però... il senso non cambiava. Lui aveva osato mettersi contro Alice Swan, e da quel momento in poi, ne avrebbe pagato le conseguenze. Peraltro, la scena del corridoio non aveva fatto altro che aumentare in me la rabbia che provavo nei suoi confronti. Dico, come si era permesso quel manichino da quattro soldi, a mettermi le mani in faccia? Gli sembravo per caso una qualunque? Beh, se solo aveva anche osato pensare una cosa del genere... peggio per lui! Gliele avrei rese tutte, inclusi gli interessi.
Un rumore di vetri infranti mi fece sobbalzare
"Merda!" biascicai. Senza neanche accorgermene, tanto ero impegnata ad odiare Jasper in ogni forma e misura, un bicchiere mi era pian piano scivolando dalle mani. Solo allora, guardandolo in mille pezzi sul pavimento, realizzai quanto fossi stupida e ridicola
"Non è assolutamente concepibile. Mi sto facendo condizionare... e questo non va bene!" mi dissi piegandomi sulle ginocchia per raccogliere i vetri. Dovetti prestare un'attenzione particolare per evitare che tutti quei piccoli pezzi di vetro si conficcassero accidentalmente nella mia mano.
"Si può sapere cosa diavolo hai combinato?"
Merda...
"Mi è caduto un bicchiere... non l'ho fatto di proposito!" mi scusai io senza neanche alzare lo sguardo. Sapevo che avrei trovato solo odio e rabbia ad attendermi nei suoi occhi. Meglio evitare se possibile.
"Sempre distratta... voglio vedere quando imparerai a prestare più attenzione alle cose!" sbraitò lui. Chiusi gli occhi, stretti.
Ogni volta che fa così, mi sento male dentro...
"M-mi dispiace..." mormorai affranta
"Sei un'incapace... neanche un semplice bicchiere sai tenere in mano... non sei buona a nulla... come pensi in futuro di costruire qualcosa con qualcuno se neanche in queste piccole cose sai cavartela?" gridò allora.
Eh, no... questo fa ancora più male...
"Scu-scusa..." sussurrai di nuovo. Ma lui, niente. Continuava ad inveirmi contro, come sempre del resto.
"Fai sparire tutti quei vetri da lì, prima che ti punisca seriamente!" sibilò minaccioso. Ripresi a raccogliere i frammenti, velocemente, senza prestare più la stessa attenzione di prima. Ad un tratto, un vetro affilato, mi tagliò la mano
"Ahi..." mormorai, mentre lento, il sangue iniziava ad uscire dall'apertura appena creata
"Ben ti sta..." esclamò mio padre, dopodiché afferrò la pistola dall'ingresso, ed uscì di casa, tenendo cura di sbattere la porta. Sospirai profondamente. Mi avvicinai al lavandino, e sciacquai la ferita sanguinante con l'acqua corrente. Il taglio era più profondo di quanto pensassi
"Alice... cosa è successo?" Bella fece il suo ingresso in cucina, preoccupata al massimo
"Niente, stai tranquilla... é solo un graffio!" mi limitai a dire
Alla faccia del graffio... qui continua a sanguinare...
"Santo Cielo... ti sei tagliata con i vetri... Emmet... prendimi il disinfettante e una garza!" gridò allora. Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sorrise tenera
"Grazie!" sussurrai io sorridendole a mia volta. Qualche istante dopo fece il suo ingresso in cucina anche Emmet, armato di tutto ciò che Bella gli aveva chiesto
"Ti prego... dimmi che glielo hai tirato contro!" mi fece divertito, indicando i vetri sparsi ai miei piedi. Io scoppiai a ridere, mentre Bella afferrava un pò di ovatta e mi tamponava il taglio con il disinfettante. Cavolo se bruciava!
"Avrei voluto.... non sai quanto!" ammisi. Lui ridacchiò, dopodiché recuperò una scopa e prese a spostare tutti i frammenti sparsi sul pavimento. Nel frattempo mia sorella, dopo aver disinfettato a dovere la ferita, prese a fasciarmela con la garza. Al secondo giro, la fermò per bene e controllò la sua opera
"Non dovrebbe staccarsi così!" mi fece
"Grazie, Bells... adesso va molto meglio!" esclamai.
"Bene, direi che possiamo andare... l'ennesimo giorno alla Forks High School ci attende!" esclamò Emmet allegro. Andare a scuola mi era sempre piaciuto. Non tanto per la scuola in sé e per quello che rappresentava, ma essenzialmente per due motivi: Uno, era il luogo perfetto per spettegolare, divertirsi con la nostra comitiva, e perfino per conoscere gente nuova. Ma, soprattutto, era l'unico posto sicuro, fuori dalla portata di capo Swan.
Anche se, il timore di incontrare Cullen, ormai, era tanto. Ero fermamente combattuta da due fronti opposti. Il primo, che richiedeva vendetta. Dolce e gratificante vendetta. Il secondo, quello che richiamava di più la mia attenzione, aveva paura che, incontrandolo, avrei potuto di nuovo rimanere senza parole, totalmente succube del suo incredibile fascino. Era passata una settimana dalla prima del nostro spettacolo in corridoio, e quel damerino da strapazzo, non aveva perso occasione per farmi saltare i nervi fino all'inverosimile. Mi sorrideva ammiccando, mi aspettava davanti al mio armadietto, sempre, al cambio dell'ora e, puntualmente, appena mi vedeva arrivare, mi sorrideva e se ne andava via. Era arrivato perfino ad offrirmi il pranzo, ma io, avevo preferito rimanere a digiuno, piuttosto che abbassarmi al suo livello.
Quel giorno, con mia somma sorpresa, il piccolo insetto biondo, non si era presentato a scuola. Nel parcheggio avevo visto soltanto Edward e Rosalie, con una splendida Bmw rossa fiammante, attendere il suono della prima campanella, scherzando e parlando tra loro. Magari avevo avuto la grazia, e il terzo incomodo aveva cambiato Stato, magari era perfino passato a miglior vita. Così entrai in classe di francese con l'umore notevolmente su di giri. Varcata la soglia dell'aula, mi guardai in giro, per poi optare di cambiare posto.
Se bisogna attaccare, conviene conoscere per bene i propri nemici...
"Ciao..." salutai. Lui alzò la testa verso di me e leggermente sorpreso mi sorrise
"Ciao!"
"Posso?" e indicai il posto libero accanto a lui. Lui annuì, ed io mi accomodai.

Bene, qui ci vuole un argomento per fare conversazione, ed io, delle parole, sono la maestra...
"Hai visto gli esercizi che il prof ci ha dato per oggi com'erano difficili!" esclamai allora. Lui mi lanciò una strana occhiata, dopodiché sorrise
"Beh, non particolarmente... erano tutte cose che aveva spiegato in classe!" mi fece notare
"Lo so, però... in francese sono sempre stata una frana... lo ammetto!" feci allora, sorridendo appena
"Beh, hai due fratelli grandi... possibile che nessuno dei due riesca a darti una mano?" mi chiese confuso
"Emmet ha lo stesso problema e, in quanto a Bella... beh... ci ha provato in tutti i modi, ma niente... sono un'allieva difficile!" e gli sorrisi di nuovo scatenando la sua leggera risata.
Dannazione, non mi ero ancora accorta di quanto lui e Jasper si assomiglino... hanno la stessa risata benefica e contagiosa... anche se Jasper è molto più... tutto!...
"Edward, senti..." feci io ad un tratto, una volta distolto lo sguardo dal suo viso sorridente
"Dimmi!"
"Posso chiederti una cosa?" azzardai. Lui annuì appena, cosa che notai anche stando con lo sguardo basso
"Come potete essere fratelli, tu e Jasper, se avete due caratteri così diversi?" chiesi allora alzando gli occhi. Notai il repentino cambio di espressione affacciarsi sul suo volto. Prima sembrò sorpreso. Poi pensieroso, ed infine perfino divertito
"Se ti dicessi che me lo chiedo spesso anche io... mi crederesti?" mi fece in tutta risposta.
"Sì..." ammisi sorridendo. Lui fece una smorfia divertita, osservò per un momento il professore che spiegava qualcosa sui tempi composti, alla lavagna e poi tornò a sorridermi
"E dimmi... come mai ti interessa tanto saperlo?"
Già, perché ti interessa tanto?...
"Jasper sa... " iniziai. Aggrottai la fronte pensierosa, dopodiché continuai "Sa... essere molto fastidioso!" Edward ridacchiò di nuovo.
"Su questo non posso darti torto... ma sta di fatto, che tu non hai risposto alla mia domanda!" mi fece notare, appuntando qualcosa sul suo quaderno
Incredibile come riesca a parlare con me, e contemporaneamente seguire la lezione... questi Cullen non finiranno mai di sorprendermi...
"Ecco io..." girai lo sguardo verso la lavagna, ignorando totalmente qualsiasi cosa ci fosse mai scritta. Presi aria, e la cacciai fuori molto lentamente
Tanto vale, essere sinceri fino alla fine... peraltro, Edward non mi sembra il tipo che va a raccontare tutto, a maggior ragione se si tratta di suo fratello...
"Voglio trovare il modo per fargliela pagare... Jasper deve capire che con me non può fare quello che vuole. Deve rispettarmi, e devo assolutamente trovare il modo per farglielo capire!" ammisi allora. Edward, abbandonò la lavagna per potermi guardare negli occhi. Evidentemente dovette trovarli particolarmente buffi, perché scoppiò a ridere di nuovo.
"Lo trovi tanto divertente?" gli chiesi accigliata
"No.. no... é che..." si concesse un'altra risata, dopodiché continuò "Non mi è mai capitato di conoscere una come te. Nessuna, e ripeto nessuna, ha mai cercato di vendicarsi o di ribellarsi a Jasper. E devo ammetterlo... ti ammiro Alice Swan!" rimasi notevolmente colpita. In positivo, sia chiaro
"Grazie!" esclamai allegra. Lui scosse la testa, ancora sorridendo, e riprese a scrivere appunti
"Senti, mi chiedevo se... tu..." tentai
"Se voglio aiutarti?" concluse per me. Io annuii. Sospirò, dopodiché assunse un'aria divertita
"Potrebbe quasi diventare divertente, sai?" mi fece. Io sorrisi seguita a ruota da lui.
"Affare fatto!" esclamò dopo qualche secondo. Spalancai gli occhi incredula
"Davvero? Mi aiuterai?"
"Certo... te l'ho già detto... ammiro il tuo coraggio, e per quello che mi sarà possibile, voglio darti una mano!" mi rispose. Tirai un sospiro di sollievo.
Bene, almeno ho un alleato in questa follia...
"Grazie, Edward!" esclamai sincera. Ma lui non rispose, si limitò a sorridere, e a riprendere dal punto in cui aveva lasciato i suoi appunti. Mi imposi allora di seguire la lezione proprio nel momento in cui la campanella, che decretava la fine dell'ora, prese a suonare. Iniziai a raccogliere le mie cose, mentre il mio compagno di banco si alzava ed esclamava
"Sorprendilo, Alice. Se c'è una cosa che Jasper odia, è
trovarsi impreparato ... non avere il controllo della situazione! Fidati, è una cosa che gli manda il sangue al cervello!" ed uscì dall'aula.
Sorprenderlo, eh?... Mi ci dovrò impegnare, però...
Peraltro, il fatto che quel giorno non ci fosse a scuola non poteva che giocare a mio vantaggio. Avrei avuto tutto il tempo per studiare a casa, con calma, un piano d'azione.
Sorprendilo, Alice...
Due lezioni dopo, avevo un'ora di buco, perché il professore di spagnolo era assente, così ne approfittai per rifugiarmi in un luogo tranquillo, e l'unico che mi venne in mente fu la biblioteca. Mi sedetti ad un tavolo alla fine della sala, tra due scaffali di libri di storia antica, e cacciai il lettore mp3. Nessuno avrebbe badato a me, soprattutto perché quello era un reparto poco frequentato. Iniziai a canticchiare sottovoce una canzone di Beyoncé, e per concentrarmi meglio, chiusi gli occhi.
Sorprendilo, Alice...
Possibile che le parole di Edward mi avessero lasciato così colpita? Possibile che per vendicarsi di Jasper, bastasse semplicemente... sorprenderlo? Beh, l'unica cosa sicura, era che di certo non mi sarei arresa, senza prima aver fatto un misero tentativo.
Una cuffia venne via, tirata da qualcuno, così riaprii di scatto gli occhi, pronta ad inveire contro qualsivoglia disturbatore.
"Buongiorno, scricciolo!" se possibile, sgranai gli occhi ancora di più
"Jasper!" urlai spaventata, sia di trovarmelo a pochi centimetri dal mio viso - di nuovo - sia per essere stata presa così in contropiede.
"Sì, è quello il mio nome, ma..." si guardò intorno con aria divertita "Evita di urlare... potrebbero cacciarci a calci da qui, e sarebbe un vero peccato!" e mi sorrise.
"Cosa ci fai qui?" gli chiesi, moderando il tono della voce, ma i battiti del cuore, no, quelli non li riuscivo proprio a controllare

"Ci vengo a scuola!" rispose divertito
"Ma no... intendevo cosa ci fai qui... adesso! Tu questa mattina non c'eri... non eri nel cortile con i tuoi fratelli, e non ci sei stato per tutta la mattina..." spiegai confusa.
"Mmm... il tuo spirito d'osservazione mi lusinga, scricciolo!" esclamò. Mi bloccai. Era ancora vicinissimo al mio viso. Era bello, incredibilmente bello. Tutto in lui si amalgamava perfettamente al resto del suo corpo. Gli occhi, di quell'azzurro intenso, quasi sembrava irreale. I capelli, del colore del grano di prima mattina baciato dal sole. Le labbra, che si piegavano spesso fino a formare quell'espressione divertita e compiaciuta che mi dava tanto sui nervi. E quel sorriso... quello splendido sorriso, per il quale avrei anche accettato di essere umiliata. Ma dovevo vederlo, vederlo per sempre...
Alice, riprenditi, per piacere... così manderai a puttane tutto il tuo piano!...
"Ti spiace allontanare la tua inutile persona da me?" gli chiesi infastidita. Lui scoppiò a ridere, ed arretrò di qualche centimetro
"Sei davvero divertente, piccola... un giorno di questi mi farai morire!" esclamò
"Non sarebbe male come idea!" biascicai, infilando il lettore musicale nella borsa con l'intenzione di andare via il più presto possibile di lì. Evidentemente il posto tranquillo non era affatto quello. Mi alzai senza dire nulla e lo superai. Esultai incredula nella mia mente per la freddezza e l'arroganza con le quali lo avevo affrontato, ma soprattutto fui ampiamente stupita del fatto che non avesse fatto il minimo sforzo per fermarmi. Ma ovviamente...
"Perché così di fretta?" chiese afferrando il mio braccio e, senza il minimo sforzo, mi attirò a sé e mi poggiò allo scaffale dei libri, bloccandomi con il suo corpo.
"Che cazzo fai?" feci io arrossendo "Lasciami, brutto stronzo che non sei altro!"
"Ehi, piano con le parole, scricciolo... non sta bene per una donna parlare in questo modo!" esclamò ridacchiando. Si avvicinò ancora di più a me, fino a toccare il mio mento con la punta del naso. Potevo sentire il suo profumo, un bellissimo profumo. Sembrava menta, o comunque una fragranza così fresca da farmi venire quasi i brividi. Gli stessi che riuscì a farmi venire lui, al solo passaggio della sua mano sul mio fianco.
"Jasper... lasciami!" mi lamentai io, cercando, lo ammetto, senza la necessaria forza, di allontanarlo. Ma fu tutto inutile. Continuava ad accarezzarmi il fianco, e contemporaneamente a sfiorarmi il collo e la guancia con il naso.
"Sei così profumata!" sussurrò al mio orecchio
Anche tu... cazzo, Alice.... freddezza!...
"Sai com'è... uso lavarmi tutte le mattine!" esclamai sprezzante. Lui ridacchiò di nuovo, sfiorandomi il collo, quella volta con le labbra. Un brivido mi percorse, cogliendomi impreparata. Chiusi gli occhi. Quelle che stavo vivendo erano emozioni troppo grandi per essere ignorate in quel modo. Così decisi di abbandonarmi ai sensi, soltanto per pochi minuti. Mi rilassai completamente, sotto il contatto della sua pelle o delle sue morbide labbra, che continuavano a disegnare scie immaginarie su tutto il collo. Mi lasciai sfuggire perfino un sospiro. Appena me ne resi conto spalancai gli occhi, giusto in tempo per incrociare il suo sguardo, divertito fino all'inverosimile.
"Ci provi gusto, eh scricciolo?" mi fece sul punto di scoppiare in un'altra leggera risata
L'ennesima armoniosa e benefica risata...
"Adesso mi hai stancato... levati...." e lo spinsi via, quella volta con tutta la forza in mio possesso. Lui mi sorrise malizioso, mentre io, con il cuore a mille e le guance ormai bollenti, uscivo da quel maledetto reparto, che ormai aveva una storia in più da raccontare.


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Ultima campanella della giornata. Finalmente anche quell'ennesima tortura scolastica era giunta al termine. Ne avevo già piene le scatole di quella scuola maledetta. Neanche una misera squadra di basket decente oppure di football. Niente di niente.

L'unica cosa che riusciva a sollvarmi notevolmente l'umore era quella piccola e graziosa Alice Swan. Ero pienamente soddisfatto della mia performance in biblioteca. La location era adeguata, e perfino il momento era perfetto. L'avevo vista al cambio dell'ora dirigersi in quella direzione, e alla prima occasione avevo detto al professore di storia di non sentirmi troppo bene e di aver bisogno di andare in infermeria. Si sa, la salute era la prima cosa. E dopo poco l'avevo raggiunta.
Mi ero accorto che la mia semplice presenza, oltre che ad infastidirla, la metteva irrimediabilmente in imbarazzo. Arrossiva violentemente e, nonostante la sua voce sembrasse ferma e decisa, come il suo carattere, molte volte la sua volontà cozzava alla grande con la sua ragione. E questo non poteva che giocare a mio vantaggio.
Se sei donna, cedi al fascino di Jasper Cullen...
Era stata un'esperienza interessante oltre che completamente soddisfacente. Mi ero reso conto di quanto fosse irresistibilmente attraente fisicamente, e di quanta sensualità avesse, pur essendo piccola di statura. E poi, aveva quel profumo particolare. Quasi di fiori. Era frizzante, inebriante, quasi solleticava le narici. Lo ammetto, forse mi ci ero un pò lasciato andare. Forse anche la mia ragione, in quel caso, si era fatta surclassare dalla volontà. Ma...
Se sei uomo, cedi al fascino femminile...
"Jasper, dico, ma mi stai ascoltando?" era Rosalie che mi porgeva qualcosa
"Eh?... no, scusa, ero leggermente distratto!" le risposi sorridendole
"Lo avevo intuito... ti ho chiesto se volevi guidare tu..." e mi resi conto che quello che mi porgeva, altro non era che il mazzo di chiavi della sua Bmw, la macchina settimanale scelta appositamente dalla fortuita monetina
"Ah, sì certo..." le presi le chiavi e mi diressi, con fratelli al seguito, all'auto parcheggiata poco distante. Il parcheggio era stracolmo di gente. Molti erano ancora davanti l'ingresso a chiacchierare con gli amici. Altri erano accanto alle auto, intenti ad organizzare i programmi per la serata con la solita comitiva. Perfino i professori scherzavano tra di loro, dirigendosi alle proprie vetture, mescolate, in quel parcheggio, a quelle degli studenti. Ad un tratto mi sentii chiamare
"Jasper!" era una voce femminile. Chiara, distinta, ferma, decisa...Mi girai per controllare che la mia intuizione fosse giusta o, se la mia mente stanca, non mi stesse prendendo in giro. Una volta accertatomi della sua identità, sorrisi, come sempre ammiccante
"Ehi, scriccio..." ma non terminai la frase. Qualcosa di improvviso e veloce me lo impedì. E fu un attimo. La guardai confuso. Sorpreso. Totalmente disorientato e disarmato.
"Ti auguro una buona serata, Cullen!" e così come era arrivata se ne andò. Lasciando un intero cortile ad osservarmi. Divertito, spaventato, incuriosito.
Cazzo... Alice Swan mi ha appena dato uno schiaffo...





Risposte alle recensioni:
stezietta w: Salveee... come hai visto la tua allieva si è data leggermente da fare... di certo la seconda volta non si è fatta mettere i piedi in testa dal figo Cullen (anche se, ammesso da lei stessa, è risultato parecchio difficile^^) x la pallonata l'idea ci garba parecchio, anche perché, come hai visto può capitare che l'ora di ginnastica vari di classe, quindi magari un giorno si troveranno assieme e potrà mettere in atto il tuo piano... cmq nn diciamo sciocchezze, certo ke mi farebbe piacere fare 2 chiacchiere cn te (e lo stesso vale x nanetta Alice^^) quindi... fabiana.desiati@hotmail.it... eh eh e grazie x avermelo chiesto ^^ l'opera 'tutti addosso a Jazz' è iniziata, staremo a vedere che succederà... a presto cara, aspetto il tuo messaggio su msn... un bacione ^^

cinzia818: Salve cara, ti ringrazio per le belle parole che mi hai lasciato nello scorso commento. Mi hanno notevolmente risollevato di morale... grazie e sn contenta che il capitolo ti sia piaciuto, certo, eccetto quell'idiota (ex)amico di Emmet che gli fa venire strane idee... l'importante è che Rosalie si renda conto di che ragazzo d'oro lui sia... gli altri possono dire quello che vogliono... ^^ bene, x qnt riguarda Emm e Jazz parenti... ehm... non facciamoglielo capire già da mo... se no sono capaci di uccidersi a vicenda prima del tempo. X qnt riguarda il tuo capitolo, ti capisco, anche a me capita di avere altri grilli per la testa e di nn riuscire ad avere tempo per postare, come è capitato con qst ultimi due capitoli, ma io aspetterò ansiosa il prossimo aggiornamento ^^ spero che qst capitolo abbia lasciato un pò a bocca aperta (così *O*) fammi sapere, eh... un mega bacio ^^

Uchiha_chan: Ciao cara... prima di tutto sono contenta che il capitolo anche se non era il massimo ti sia piaciuto... eh sì, la tua metafora mi piace.. la storia deve essere proprio cm un telaio... tutto si annoda e tutto si crea... e siamo solo all'inizio... cmq, la tua idea, come ho già detto sopra mi piace molto, soprattutto per qnt riguarda Emse e Carl... Charlie sarà mooolto complicato da interpretare, ma magari ci potrei fare un pensierino.. grazie del consiglio, dunque... ^^ bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto... un bacio grande a presto ^^

mine: ciao cara, probabilmente non potrai rispondere a qst capitolo perchè sei al mare, ma ci tenevo a scrivere due riche in risposta alla tua scorsa recensione, come al solito ^^ allora... prima di tutto sono dìaccordo con te, certi sfigati dovrebbero necessariamente farsi gli affari propri e cercare di non interferire con l'andare della storia, anche perchè orso emmet l'ho visto leggermente demotivato... cmq sono contenta che ti sia piaciuto (me tira un sospiro di sollievo^^)... cmq, passa delle buone vacanze e qnd torni, io sarò qui ad aspettarti... un bacione cara... ^^

yle_cullen: Salveeeee... tesoro sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... meno male... ^^in effetti adesso Emmet è leggermente scoraggiato... Rosalie non è altro che qualcosa x lui di irraggiungibile e di certo le parole del suo caro amico Connor non lo hanno aiutato... ahahah Jasper è sulla bocca di tutti, e sta diventando il motivo per cui il resto dei personaggi si sta pian piano legando (prima Emm e Rose, poi Bella e Edward) quindi non tutto quello che fa è sbagliato, dai ^^... mmm... ottimo spirito di osservazione cara, le nostre due coppie hanno già qualcosa in comune (bells e Eddino hanno anche la lettura, soprattutto per i generi thriller...^^) quindi la cosa si preannuncia interessante... bene, goditi qst caldo agostale (parola ormai diventata italiana a tt gli effetti^^) anche x me.. un mega bacione cara... e fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto ^^

Elfa Sognatrice: Ma ciauz...o mamma, meno male.. sono sollevata, davvero... temevo che mi tirassi qualcosa contro però.. hai apprezzato, e ne sono felice... in effetti, come hai ben intuito tra Jasper e Emmet nn scorrerà buon sangue e qst diverto ostacolerà leggermente le ipotetiche coppie (il che include anche Bella ed Edward purtroppo) ma nn temere, tanto se le cose devono andare x una via, stai pur tranquilla che in un modo o nell'altro si risolve tutto ^^ grazie davvero x i tuoi splendidi complimenti e sono contenta che tu la pensi in qst modo... grazie ancora. Spero che qst capitolo (notevolmente + interessante) ti sia piaciuto.. aspetto tue notizie... un bacione ^^

hale1843: Salve cara... sei molto ottimista per qnt riguarda Jasper in un futuro con Alice.. e di qst sono contenta... sì sa x amore si è disposti a tutto e chissà se anche per lui varrà la stessa regola... ^^non sei una fan di Bella-disgrazia-che-cammina? ahahahah neanche io ahahahah, però... evidentemente per il momento è immune dalle disgrazie... o almeno... credo! (in qst capitolo la sfiga ha colpito altre persone ^^) cm hai visto ho accontentato la tua richiesta mettendo Jasper e la nanetta spero che il capitolo ti sia piaciuto... grazie mille x i bellissimi complimenti me arrosisce!) grazie del contatto... appena posto qst capitolo ti aggiungo... così ci facciamo 4 chiacchiere... ^^ un bacione cara... tvb pure io ^^

angiiie: Salve cara... stai tranquilla, nn c'è bisogno di scusarsi, anzi sono contenta che tu sia tornata ma che soprattutto il capitolo ti sia piaciuto... oddio, davvero la storia ti piace così tanto? Uh che bello... me saltella sulla sedia (rischiando di fracassarla tra l'altro) per la contentezza... tu sei troppo buona con me... ^^ vedo peraltro che sei mooolto curiosa il che è solo un bene... spero che almeno uno dei quesiti è in parte risolto, e per gli altri... basta aspettare un pochetto ^^... mi è piaciuta molto la doppia recensione a distanza di poki minuti tra una storia e l'altra... ahahah tu chiedi ed io aggiorno... ahahaha bene, adesso spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere un mega kiss ^^

martya_c: Ma ciao... lo so lo so... sono da linciatura immediata.. anche qst volta ho sgarrato con l'aggioramento... è che prima avevo raccolto qualche capitolo ma adesso sono di pari passo con la storia il che non è una cosa positiva, in poke parole... devo darmi da fare!^^ cmq, ti ringrazio vivamente x i complimenti (e la pazienza^^)... il povero Emmet si è leggermente lasciato andare x colpa di quello stupido del suo compagno... sentirsi dire quelle cose non è stato affatto bello e x uno come lui sarà stata una mazzata... ma si riprenderà (prima o poi XD) tu hai chiesto qualcosa di pubblico per Jasper? eh eh eh spero che quello del capitolo sia stato sufficiente... era il minimo credo... ahahah.. bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, grazie ancora.. un bacione ^^

lisa76: Salve cara... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, meno male... i povero Emmet è stato messo leggermente a disagio da qst cosa del non essere adatto a Rose, e Jasper senza dubbio ci mette il suo zampino... vedremo come andrà a finire... se in bene o in male.. fammi sapere se il capitolo è stato di tuo gradimento... e grazie di tutto.. un bacione ^^

maya tabitha: caraaaa salve... sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto cmq... (eh sì, emmet è un grande XD) ma nn credo di essermi fatta perdonare x il ritardo con un altro ritardo, anche se... qst capitolo è senza dubbio migliore del precedente ^^... spero che qst xcapitolo sia stato di tuo gradimento, e nn preoccuparti, trovare le tue recensioni fa sempre piacere... un bacione caraaaa ^^

Cullengio: Zaooo... grazie mille dei tuoi splendidi complimenti, non hai idea di qnt mi abbiano resa felice.. sono contenta ke la storia ti abbia preso così tanto, davvero... per qnt riguarda la richiesta dei pov, sì, è un'idea fattibile ma credo sarà più facile x Carl ed Esme che x Charlie (leggermente più complicato come modo di pensare visto il suo atteggiamento) ma prometto di tentare... bene, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto, attendo tue notizie.. un mega bacio ^^

Chanellina94: Salve... la tua recensione mi è piaciuta molto... il riprendere le frasi che ti hanno colpito di più e farmi capire cosa ne hai pensato e perchè ti hanno colpito è stata una grande idea... ^^ prima di tutto Emmet che spaventa un pò è vero, ma forse se si va a vedere anche se fisicamente è un colosso, è dolce come il miele (sempre x rimanere in tema di orsi^^) e aggiungo anche che nn credo abbia molto rispetto x i panni (che evidentemente nn stira lui) ma... si arrangia è lui che se li deve rimettere dopo la palestra ^^ (e noto con piacere che siete compatibili in qst senso... mi sa che Rosalie deve stare attenta ^^) ahahah poi con quella cosa di ti stimiamo fratello mi hai fatto morire... ahahah ancora a rileggerla rido come na scema... ahahah XD... amore, eh? beh... forse... XD... io non dico niente... (se no qui mi linciano^^) un bacione cara e spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere ^^

piccola_pokemon: Salve cara... oh mi dispiace... ti prego perdona se puoi anche qst ritardo... (nn sono degna del tuo perdono ç_ç) però... ho qualche problema a cacciare le idee in qst periodo (mea culpa!) anche se qst capitolo mi ha pienamente soddisfatto... spero che sia piaciuto anche a te visto che come chiedevi parla di Alice e Jazz... fammi sapere, mi raccomando un bacione ^^

irly18: Salve... allora prima di tutto sono contenta di aver trovato la tua recensione.. tranquilla non sono morta né dispersa nè stata rapita dagli alieni... purtroppo non sono mai partita per le vacanze (ahimé!) sono sempre rimasta a casa, e nn lavoro (vado ancora a scuola...^^) si è trattato semplicemente di una mancanza di ispirazione che spero di aver superato con qst capitolo... cmq grazie x l'appoggio e tranquilla non voglio mandarti da nessuna parte perchè nn sei stata affatto invadente anzi chiedo io perdono per il ritardo... un bacione e spero continuerai a seguirmi perchè mi farebbe molto piacere ^^

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Capitolo 19
*** Legame fraterno ***


Capitolo 19 (Edward & Bella POV)
Salveeeee... ormai ho sfasato tutti gli schemi di aggiornamento... che schifo che faccio... Purtroppo questo capitolo mi ha dato non pochi problemi. All'inizio lo trovavo stupido, e mi sono bloccata più volte. Poi, come una manna dal cielo, è arrivato il provvidenziale aiuto della carissima Stezietta w (che io non smetterò mai di ringraziare abbastanza x qst!) che è riuscita a darmi lo spunto giusto x continuare... è solo grazie a lei se qst capitolo mi è riuscito alla fine...  quindi ste... ancora grazie ^^ allora... miei cari tesorucci belli belli... ho notato con piacere che il primo passo verso la vendetta contro Jasper ha suscitato non pochi consensi.. ahahah, povero Jazz tt addosso a lui... e soprattutto avete apprezzato l'unione Alice-Edward... eh sì, anche qui si nota il particolare legame che c'è tra i due (cm si noterà quello che c'è tra Ed e Emmet...) bene, adesso, basta parlare.. vi lascio al capitolo... grazie cm sempre a chi segue, un bacione immenso a tutti... e soprattutto a stezietta w... ^^




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Quella nel cortile era stata la scena più bella a cui mi era capitato di assistere durante tutti i miei 17 anni di vita. Non solo Alice mi aveva preso in parola, ma era stata a dir poco fantastica... sorprendente!

Quello schiaffo, davanti all'intero istituto, era stato un colpo basso per Jasper, che era rimasto immobile nel cortile il tempo necessario per permettere alla Jeep degli Swan di lasciare il parcheggio.
In macchina, né io, né Rosalie avevamo osato aprire bocca, perché sapevamo che, tutte le volte che Jasper veniva umiliato in quel modo, nonostante fosse capitato davvero pochissime volte, diventava irrimediabilmente intrattabile. Infatti, continuava a stringere il volante, completamente frustrato. Ed io, a dirla tutta, ero pienamente soddisfatto. Non avrei mai pensato che Alice potesse dimostrarsi un soggetto del genere. E di una cosa ero pienamente sicuro: neanche Jasper poteva aspettarselo. A giudicare dalla sua faccia, era come se fosse fermamente convinto che la sua prossima preda sarebbe stata un giochetto da niente. La solita bambolina conquistabile con un paio di sorrisi e qualche pranzo offerto alla mensa scolastica. Ma Alice Swan no, magari un'altra ci sarebbe facilmente cascata, ma con lei... era tutta un'altra storia.
Si voleva vendicare? Bene, ha iniziato con il piede giusto....
Qualche ora dopo, mi ritrovai in camera, a preparare una sorta di saggio sul personaggio di Amleto, protagonista tormentato di una delle opere più belle del vecchio William, che finalmente avevamo iniziato a trattare in classe.
Stavo giusto per iniziare a descrivere le sfaccettature del personaggio, quando la porta della camera si aprì
"Ehi, Edward... c'è Kristen al telefono!" mi annunciò mia sorella. Sbuffai irritato. Dannazione, avevo spento il telefonino proprio per non essere disturbato, soprattutto da lei.
"Dille che sono sotto la doccia..." le suggerii "Non ho voglia di parlarle!"
Lei ci rifletté per qualche secondo, dopodiché portò all'orecchio il ricevitore che, fino a qualche secondo prima, aveva appoggiato al petto
"Ehi Kris... mi sono appena accorta che Edward è sotto la doccia... già... te lo saluto senz'altro... ciao!" e mise giù. Sospirai, portando una mano tra i capelli e scompigliandoli
"Edward..." mi chiamò Rosalie avvicinandosi "Sono due giorni che non vuoi rispondere alle sue chiamate. Ti fai sempre negare, con una scusa sempre più banale peraltro, ed eviti di chiarire la situazione con lei!"
"Lo so!" biascicai a testa bassa
Come se ci fosse qualcosa da chiarire. Io non la amo, punto!...
"Dove credi che possa portarti questo tuo atteggiamento?" mi domandò poggiandosi alla scrivania. Ci riflettei per qualche istante
A niente mi porterà tutto questo, lo sento...
"É che..." indugiai un pò, trovando i suoi occhi azzurri curiosi "Mi sono reso conto di non amarla!" ammisi. Finalmente ero stato sincero. Almeno con mia sorella ci ero riuscito.
"E allora cosa aspetti a dirglielo? Chiamala, adesso, e confessale tutto!" mi esortò porgendomi il telefono
"No, Rose... non posso! Sarebbe una cosa vigliacca lasciarla proprio ora che siamo così distanti, per giunta farlo per telefono!" le feci notare alzandomi dalla sedia
"Edward, ragiona... così non fai altro che prenderla in giro, e soprattutto prendere in giro te stesso!" aggiunse. Io non risposi.
Prendere in giro me stesso? É davvero quello che sto facendo?...
"Ascolta..." e mi raggiunse a centro stanza, dove mi ero fermato a riflettere "Lo so che per natura, tu sei un gentiluomo, e questo, lo sai, te l'ho detto spesso, è una cosa che apprezzo tantissimo, però... in questo caso è diverso. In questo caso l'essere educati e galanti non c'entra nulla... qui c'è in ballo la tua felicità... e non puoi sperare di ritrovarla, se prima non chiudi tutte quelle situazione che ti fanno stare male!"
Cavolo, il suo ragionamento non fa una piega...
"Sì, forse hai ragione tu.." ammisi a testa bassa
"Forse?" mi canzonò divertita strappandomi un sorriso. Ero sul punto di ribattere, quando la voce di Jasper mi interruppe
"Se te lo dice lei, tutti d'accordo... se te lo dico io... non va per niente bene... come te lo spieghi?" mi chiese leggermente infastidito
"Jasper lo ribadisco... è il modo che usi, ad essere sbagliato. Se imparassi prima ad essere più altruista e soprattutto umile, probabilmente in un futuro lontano, potrò darti credito!" esclamai senza troppi complimenti.
"Dì un pò, cosa avrei dovuto fare? Implorarti di ascoltarmi? Mettermi in ginocchio? Così sarei sembrato più... umile?" mi chiese infastidito.
Eh, no, la rabbia dello schiaffo ancora non gli è passata, a quanto vedo...
"Probabilmente saresti sembrato di più mio fratello!" esclamai in tono piatto. Lui scoppiò a ridere, senza il solito entusiasmo di sempre
"Sai, Jazz... credo proprio che quello che è successo stamattina sia proprio ciò che ti meriti!" esclamai guardandolo dritto negli occhi "Essere umiliato davanti a tutti, proprio dalla ragazza che tu stesso hai, a tua volta, umiliato! Una bella rivincita, non credi?" sentii Rosalie fremere al mio fianco. Forse perché era rimasta colpita dal mio tono di sfida, o forse si era semplicemente preoccupata della reazione che Jasper poteva avere, considerando che sul suo viso era sparita ogni traccia di risata o di divertimento, ed era apparso un misto di rabbia e frustrazione
"Ha saputo sorprenderti la ragazza... proprio come le ho consigliato di fare io!" affermai sprezzante, consapevole del fatto di aver appena superato la soglia massima di sopportazione di mio fratello
"Glielo hai detto tu?" sbraitò lui "Tu hai detto ad Alice di darmi quello schiaffo davanti a tutta la scuola?" ed intanto si era avvicinato pericolosamente a me
"In un certo senso sì!" ammisi. Ma la goccia che fece traboccare il vaso, fu quel sorriso, quello strafottente, che avevo messo su. Quello lo fece scattare, irrimediabilmente
"Come cazzo ti sei permesso?" mi gridò contro spingendomi con entrambe le mani "Come cazzo ti sei permesso?" ripeté
"Era quello che ti meritavi... l'hai trattata da schifo... senza neanche conoscerla!" risposi, senza accorgermi di stare gridando nel suo stesso identico modo
"Nessuno ti ha chiesto di immischiarti!" abbaiò furioso "Nessuno! Questi erano cazzi miei, e tu... tu non avevi nessun diritto!"
"É stata lei a chiedermelo!" affermai. Non era di certo una scusa per salvarmi la faccia, era semplicemente un modo per fargli notare che, l'iniziativa, non era comunque partita da me.
"E tu dovevi dirle di no!" gridò buttando a terra il mio libro di inglese e la mia penna, che si ruppe in due parti
"Jasper!" lo chiamò Rosalie spaventata
"Dovevi dirle di no, cazzo... io sono tuo fratello... sono io quello che ci ha perso la faccia in questa storia... e la colpa è tua!" continuò, ignorando totalmente le suppliche di Rosalie
"Ah, adesso io e te siamo fratelli... solo quando ti fa comodo!" gli feci notare alzando la voce. Lui si avvicinò di nuovo, e mi afferrò il collo della camicia con tutte e due le mani
"Io e te non siamo fratelli... perché io, uno come te, non lo vorrò mai e poi mai come fratello!" sibilò minaccioso. Quella fu la goccia che fece traboccare il mio vaso, e fece andare a puttane tutta la mia pazienza. Non mi era mai capitato di trovarmi con tutta quella rabbia addosso. Mai. Avevo una voglia pazza di mettergli le mani addosso, fino a fargli seriamente male, e quella volta me ne sarei ampiamente infischiato delle buone maniere e dello stesso sangue che condividevamo, o peggio ancora che in quella stanza ci fosse anche Rosalie, che guardava impietrita la scena, senza sapere se, scoppiare a piangere oppure tentare inutilmente di fermarci.
Per fortuna, anche quella volta la mia ragione prevalse sull'istinto che, venne messo a bada con molta, molta volontà d'animo
"Sai cosa ti dico, Jasper?" gli feci, liberandomi con un gesto secco dalla sua presa "Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a fanculo e restaci!" e mi diressi a passo spedito verso il pianterreno, ignorando bellamente i richiami di mia sorella, ed uscii di casa, avendo cura di sbattere pesantemente la porta. Feci il giro della villa ed entrai in garage. Passando accanto alla macchina di Jasper, quella volta, l'istinto prevalse la ragione, e tracciai un lungo segno con la chiave sul retro della sua Bmw azzurra, infischiandomene delle conseguenze, che sapevo, sarebbero state catastrofiche. Ma in quell'istante mi sentii meglio. Quel semplice graffio, quella bravata, perfino un pò infantile, mi aveva fatto calmare, quel poco che bastava per riuscire a pensare a mente lucida, e decidere, in un solo istante, la mia prossima meta, mentre, a tutta velocità, imboccavo la strada per tornare in paese.

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"Tieni, beccati quattro carte, Bells!" esclamò Alice entusiasta. Emmet scoppiò a ridere come un matto, ed io non gli diedi neanche modo di riprendersi, rispondendo a quella che mia sorella mi aveva lanciato, con un'altra carta "Più quattro", quella volta indirizzata ad Emmet. Alice si accasciò a terra, in preda alle risate, mentre il divertimento di Emmet si spegneva di botto, e sul mio viso appariva un sorriso soddisfatto
"Cosa c'è, orso? Tutto un tratto ti è passata la voglia di scherzare, eh?" gli feci divertita. Lui grugnì, pescando dal mazzo, le otto carte che gli avevamo rifilato
"Questa me la pagate!" annunciò mettendo il muso.
Avevamo appena finito di cenare, soltanto noi tre, perché capo Swan, fortunatamente era stato trattenuto alla centrale quella sera, e non sarebbe tornato prima della mattina successiva, e ci eravamo seduti sul tappeto del salotto a giocare ad "Uno". Avevamo scommesso che, chi avesse perso più partite, avrebbe dovuto lavare i piatti per un'intera settimana. E da come stavano andando le cose in quella manche, Emmet rischiava grosso.
"Sei proprio un fessacchiotto, Emm... ti fai mettere sotto da due ragazze, per giunta più piccole e più basse di te!" esclamò Alice pescando una carta dal mazzo centrale
"É perché, sotto sotto, sono un signore!" farfugliò lanciandomi un'occhiataccia per l'ennesimo "Più due" che gli avevo tirato. Incassò le altre due carte e rimase in silenzio. Intanto io ed Alice ci perdevamo in una silenziosa e comunitaria risata. Amavo quelle serate passate tra noi, soprattutto quando nostro padre era fuori casa. Ci sentivamo liberi di scherzare, di discutere, perfino di urlare, senza avere il timore di sentirlo sbraitare dal piano inferiore, intimandoci di fare silenzio. Emmet, spesso, rinunciava ad uscire con i suoi amici, pur di passare quelle poche ore di tranquillità in nostra compagnia, ma soprattutto pur di non lasciarci sole, considerando che io ed Alice non avevamo il permesso di uscire dopo una certa ora, al contrario suo. Ad Emmet, nostro padre, aveva sempre dato più libertà. Forse perché era un maschio, o forse semplicemente perché era il primo. Ma lui non era mai stato tipo da approfittarne troppo. Solo ogni tanto faceva le ore piccole, tra l'altro bevendo con gli amici, ma senza tuttavia esagerare. Era pur sempre l'unica figura maschile responsabile della casa.
"Uno!" gridò Alice entusiasta, buttando la sua penultima carta a terra. Io la guardai sbigottita
"Di già?" le chiesi
"Certo... ai campioni serve pochissimo tempo per vincere!" esclamò soddisfatta
"Secondo me, ha imbrogliato!" affermò Emmet alzando un sopracciglio
"Anche secondo me!" dissi. Quella espressione sbarazzina sul suo volto, era fin troppo sospetta
"Ma sentiteli... non si fidano, questi due ingrati..." esclamò lei indignata.
"Fammi vedere allora cos'hai sotto il sedere... di certo ti sei nascosta un paio di carte!" fece Emmet posando il suo mazzo a terra. Alice sbiancò di colpo
"No... non esiste... voi dovete fidarvi!" affermò convinta. Ma Emmet non si lasciò incantare. Le fu subito addosso, spostandola di peso, senza alcuno sforzo, dalla sua porzione di tappeto
"E meno male che non ci siamo fidati, Bells... altrimenti questa nana malefica ci prendeva per il culo ad entrambi!" esclamò Emmet mostrandomi le tre carte che Alice aveva nascosto sotto di lei
"Incredibile... sei una strega, Alice!" le dissi allora. Lei ci cacciò la lingua e scoppiò a ridere
"Non avete mischiato bene le carte.. quelle che avevo non mi ispiravano particolarmente, e allora ho deciso di dare una piccola mano alla fortuna!" esclamò riprendendo posto sul tappeto
"Questo però si chiama barare!" le fece notare Emmet accigliato
"No, si chiama, essere furbi!" lo corresse lei. Emmet, allora, la afferrò, in un gesto fulmineo, e le passò un braccio attorno al collo, mentre le gambe della poveretta si muovevano in aria
"Questa, invece, si chiama
punizione!" esclamò Emmet divertito. Alice provò inutilmente a liberarsi dalla presa ferrea del fratello, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu cospargere il tappeto di carte da gioco
"Lasciami, orso... non sai perdere, è questa la verità!" affermò lei tra le risate. Proprio in quel momento suonò il campanello. Visto che quei due erano impegnati nella loro lotta tribale, fui costretta ad alzarmi e ad andare ad aprire alla porta. Spalancai gli occhi per la sorpresa
"Edward! Che ci fai qui?" domandai
"Scusa il disturbo... posso entrare un attimo?" mi chiese sorridendomi imbarazzato. Io annuii e mi feci da parte. Appena entrò in salotto, seguito da me, scoppiò a ridere
"Ho interrotto qualcosa, per caso?" chiese. Alice ed Emmet si bloccarono, stupiti quanto me di quella visita fuori programma. Dopodiché Emmet lasciò la piccola Alice e sorrise
"Stavo mostrano a mia sorella le tecniche di autodifesa in caso di aggressione!" spiegò alzandosi dal tappeto. Edward rise di nuovo
"Non credo ne abbia tanto bisogno... oggi si è difesa egregiamente in cortile!" affermò lanciando un'occhiata alla interessata. Lei gli sorrise e si fece avanti
"Ed è stato tutto merito tuo!" esclamò raggiante
Ma di cosa stanno parlando?...
"Figurati..." fece Edward scrollando le spalle
"Beh, a cosa dobbiamo l'onore di questa visita?" gli domandò Emmet visibilmente incuriosito. Lo sguardo di Edward si fece improvvisamente spento. Dopodiché un sorriso amaro gli si parò sul volto
"Avevo bisogno di un posto in cui andare e soprattutto di amici con cui parlare!" ammise a testa bassa
Cosa c'è, Edward? Cosa ti affligge? Perché quello sguardo scuro? Che fine ha fatto il tuo solito splendido sorriso luminoso?..
"Ed hai preso due piccioni con una fava... prego, accomodati!" lo invitò Alice con un sorriso
"Sicuri che non disturbo?" ci chiese titubante
"Ma che disturbo... per noi è un piacere!" affermò Emmet dandogli un'affettuosa pacca sulla spalla. Così lui, recuperando il suo bel sorriso di sempre, seguì i miei fratelli e si accomodò sul divano, accanto ad Emmet
"Ti posso portare qualcosa da bere?" gli chiesi allora. Lui alzò lo sguardo nella mia direzione e mi sorrise di nuovo
Diamine... perché ogni volta che lo vedo mi sembra sempre più bello?...
"Ti ringrazio, Bella, ma sto bene così!" mi fece
"Io voglio un bicchiere di aranciata, grazie!" si aggiunse Alice sedendosi di nuovo a terra, a gambe incrociate. Alzai un sopracciglio
"Come, scusa?" le chiesi
"Ah... con ghiaccio possibilmente!" esclamò poi. Sbuffai sonoramente e mi diressi a passi pesanti in cucina. Aprii il frigo e cacciai la bottiglia, dopodiché recuperai un bicchiere pulito dallo scolapiatti. Mentre versavo l'aranciata nel recipiente, mi diedi inconsapevolmente un'occhiata addosso. Portavo un pantaloncino cortissimo nero e da sopra una maglietta a maniche lunghe, rosa, con il cappuccio, e con una scimmietta sorridente stampata sul davanti.
Cazzo... ma sono andata ad aprirgli conciata così?...
Abbandonai il bicchiere mezzo pieno sul tavolo e, come una furia, andai in camera mia a cambiarmi. Dopo aver indossato un pantalone scuro lungo, ed una maglia, fortunatamente senza né disegni né scritte, tornai in cucina, finii di riempire il bicchiere e lo portai in salotto
"Ecco qui!" esclamai passandolo ad Alice. Lei mi guardò accigliata e mi chiese
"Perché ti sei cambiata?"
E tu perché non ti fai gli affari tuoi?...
"Mi sono buttata l'aranciata addosso!" inventai. Soltanto pochi istanti dopo mi resi conto delle risate che inondavano la camera.
Diamine, ho fatto l'ennesima figura della cretina...
"Neanche a riempire un bicchiere sei capace!" mi canzonò Emmet divertito, mentre la nana malefica si accasciava di nuovo a terra in preda alle risate. Sbuffai di nuovo e presi posto accanto a lei, preoccupandomi di tirarle un leggerissimo - per modo di dire - pugno nello stomaco. Perfino Edward ridacchiava. Ma un conto era sentir ridere lui ed un altro sentirlo fare dai miei fratelli. C'era una differenza abissale.
"Allora, Ed... qual'è il problema?" chiese Emmet, qualche istante dopo. Lui si prese tempo, e nel mentre immagazzinò aria e parole
"Ho litigato con Jasper poco fa, e me ne sono andato di casa, senza dire nulla!" esclamò. Nel salone calò un silenzio quasi opprimente. Perfino Alice, che di solito trovava una parola per tutto, rimase muta. Io, dal canto mio, mi sentivo in difficoltà. Lui aveva litigato con suo fratello Jasper, e se ne era andato di casa, e a giudicare dalla sua faccia... doveva essere qualcosa di grave. Altrimenti non sarebbe di certo venuto a parlarne con noi.
"E Rosalie?" chiese poco dopo Emmet
"É rimasta a casa con Jasper... lei ovviamente con questa storia non c'entra niente. É una questione tra me e mio fratello!" affermò sicuro. Sospirò affranto.
Come vorrei alzarmi e andare ad abbracciarlo...
"Ti va di.. raccontarci tutto?" gli chiesi allora. Lui mi guardò di nuovo. Per un lungo istante, tanto che mi sentii avvampare per l'imbarazzo. Lui annuì e dopo l'ennesimo sospiro iniziò a parlare.



Risposte alle recensioni:
piccola_pokemon: ehi cara... eh meno male che qualkn che mette in riga Jasper c'è... cm ho già detto Jasper ha trovato pane per i suoi denti cn Alice.. e lo schiaffo altro non era che un avvertimento... speriamo solo che lo sciupafemmine, come lo chiami tu, metta la capoccia a posto... XD... bene, cara, spero che qst capitolo ti sia piaciuto, eh lo so... la mancanza di idee qnd prende è una cosa orribile.. ed io mi ritrovo spesso nella tua identica situazione ^^... spero passi presto anche a te e che il capitolo ti esca uno splendore... un bacione cara ^^

adry91: Salve... prima di tutto grazie per aver recensito.. mi ha fatto davvero tantissimo piacere, quindi... grazie ^^... peraltro sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta così tanto da averti preso in qst modo... spero che continuerai a seguirmi, anche perché mi farebbe piacere... spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacione e grazie ancora ^^

patapolo: Salveee... uh che bello... davvero mi romperai le scatole spesso??? ma io nn chiedo di meglio XD... davvero, grazie infinite per aver recensito, mi ha fatto molto piacere... e soprattutto mi ha fatto altrettanto piacere sapere che la mia storia ti abbia incuriosito così tanto... spero che continuerai a seguirmi (e a recensire ^^) mooolto spesso.. ed io vedrò di sopportarti ahahah no scherzo dai... spero che il capitolo ti sia piaciuto e x qnt riguarda Charlie... beh, sinceramente nn so neanche io cm mi sia venuta qst idea strana, so solo che mi creerà nn pochi problemi... (ne creerà più a me che nn ai protagonisti, credimi XD) ti saluto e spero di risentirti... un bacione^^

hale1843: Salve... mi dispiace che il tuo Jasperotto preferito si sia preso quel piccolissimo ceffone dalla nanetta, ma converrai cn me, che un pò se l'era meritato... e poi... alice si sa fare rispettare, no? ahaha, povero Jazz, nn credo che riuscirà a cavarsela cn poco.. adesso che la miccia è accesa, nn ci sarà pace... no, tesoro, nn è vero che vedi tt facile, tu sei cm me... vuoi subito l'haapy ending... e pure io lo voglio uffff.... vabbè, arriverà, intanto incrociamo le ditina... beh, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un bacione ^^ tvb pure io

Uchiha_chan: Salve cara... eh, immaginavo che la scena dello schiaffo avrebbe sorpreso anche te... d'altronde, Edward è stato preso davvero in parola anche se lui sicuramente nn immaginava di far finire il tt così... beh, brava alice che sa improvvisare.. fidati, Jasper qnd sarà il suo tempo, sarà più dolce di emmet, più maturo ed educato di Edward, più sensibile di Rosalie e più... sì insomma più! ahahah ^^ per capo Swan, ho una mezza idea di cm renderlo, ma devo trovare il giusto momento per inserirlo nella storia, senza alterare il corso degli eventi.. magari un pò più in là... cmq grazie ancora x la dritta.. è interessante ricevere richieste di qst tipo perchè qnd posso mi fa piacere esaudirle, e la tua è stata una di qst ^^... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto.. un bacione, fammi sapere ^^

maya tabitha: Salve cara... grazie x avermi perdonata, tesora, (fiuuuu^^) e sn contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto... soprattutto perchè lo schiaffo ha lasciato il segno, in tt i sensi.. hai proprio ragione, ho rivoluzionato Chiarlie in tutte le sue forme, e ora mi trovo leggermente in difficoltà a spiegarlo, ma.. una mezza idea ce l'ho in testa, vedremo cosa ne uscirà fuori... ti fidi??? ^^ (se fossi in te, direi di no XD... spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere, un mega bacio ^^

lisa76: Salve... ahahah che bello lo hai letto addirittura 2 volte? che bello... sono felice di sapere che ti è piaciuto così tanto... povero Jazz, tutte a lui XD.. beh, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando.. un bacione e grazie ancora ^^

Chanellina94: Ciao... grazie x la boss... ahahah l'idea mi piace... cmq, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto... finalmente Jasper ha avuto una lezione, credo proprio che se la sia meritata tutta, nn trovi??? beh, spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, un bacio, cara.. ^^

niky90: ciao... prima di tt grazie x aver recensito... mi hai fatto tanto piacere... ^^ soprattutto mi hai riempito di complimenti e io... ne sono lusingata... ^^ spero che continuerai a seguirmi, perché ti assicuro che se ne vedranno delle belle. Un mega kiss, cara... e grazie ancora ^^

cinzia818: Ma cara, ciaooo... lo so, Jasper sarà anche stronzo (e idiota, e caprone, e bastardo, e....) (ok mo nn esagerare! ndJasper^^) però, il suo fascino irresistibile ce l'ha e lo ha dimostrato. Altrimenti come si spiega che alla vecchia scuola è riuscito a rimorchiare metà istituto? Ehhhh.... se solo volessero anche Emm e Edward potrebbero fargli concorrenza... tanto ormai Edward inizia già da solo a complottare contro il fratello... l'unione Ed-Alice era necessaria, sono anime affini quelle due (non in amore, si intende ^^) quindi era scontato che anche qui si capissero al volo.... cm ho promesso anche agli altri, spero di riuscire veramente a creare i POV anche di Charlie, sarà complicato, ma voglio provarci... ^^ per il tuo capitolo, io rimango in attesa, tanto controllo tutti i momenti le storie preferite e se aggiorni lo vengo subito a sapere (in poche parole, sei controllata XD)... l'ultima cosa, provo a rispondere alla tua domanda, x quello che mi è permesso... allora, Charlie è sempre stato leggermente brusco nei modi, sia verso i figli, sia verso la moglie (che tra l'altro, come ha spiegato Emmet, è morta un paio di anni prima dell'ambientazione della storia!) però... dopo diciamo che la cosa è peggiorata... quindi... chissà... ^^ x maggiori info continuare a seguire, prego!^^ beh, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto... attendo notizie... un bacione ^^

mcgi86: Salve... prima di tutto grazie mille x aver recensito, mi ha fatto piacere... spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto, e mi farebbe piacere che continuassi a seguirmi... ^^ bene, un bacione e grazie ancora... w Alice ;)

Elfa Sognatrice: Salve cara... allora, il taglio in effetti è stato archiviato nello scorso capitolo, ma ti assicuro che 'qualcuno' se ne accorgerà, anche perchè era un taglio profondo e la benda rimarrà fissata per un bel pò... ^^.. eh già, l'unione e l'intesa Ed-Alice nn poteva mancare... quei due sono fatti per complottare insieme, e guarda caso il soggetto in questione è Jasper (poveretto!)... la tua idea nn è assolutamente crudele, anzi, sarebbe un'idea fantastica, poi Alice è già rinchiusa nel confessionale che cerca di elaborare qualcosa di perfido.. quindi idee fanno sempre comodo ^^ grazie x lo spunto XD... l'unica cosa che posso dirti sulle altre coppie è che... Kristen nn lascerà Edward in pace tanto facilmente.... basta, stop, ho detto troppo ^^ ... bene, cara, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento... un bacione ^^ a presto

Cullengio: Salveeee... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto, e in effetti, il piccolo elfo malefico ha avuto un'idea geniale, che avrà ritorsioni mostruose ^^ staremo a vedere... bene, adesso spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando, un bacione :D

yle_cullen: Salve carissima... ahahahah io sono malefica, ma tu nemmeno ci scherzi... l'idea di legare Jasper alla sedia e farlo truccare da Alice è a dir poco diabolica... e allo stesso tempo maledettamente invitante... (ad Alice si è accesa una lampadina ^^) ma ahimé qualsiasi cosa sia, credo proprio che Jasper per un pò non avrà vita facile, perchè adesso lo schiaffo non ha fatto altro che ingranare la marcia x la vendeta... ahahahah... anche qui x fortuna il caldo agostale (iniziano ad invidiarci il termine quelli dello Zanichelli, sai?^^) si è attenuato... pensa che ieri ha perfino piovuto... (temporale estivo, quindi ti lascio immaginare cos'ha combinato!) e l'aria è nettamente più fresca... quindi ti capisco alla grande, il venticello è davvero piacevole ^^ bene, cara, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... se no vengo su a verona e.... ahahah ma scherzo... ti pare che salgo fin su con qst caldo che c'è??? ahahaha (me si sente stupida a volte!^^) cmq, basta scherzi... attendo tue notizie, cara... un bacione ^^

irly18: ahahaha sarai la mia ombra virtuale? ahahah devo chiamare la polizia per caso? XD scherzi a parte, la cosa nn potrebbe che farmi piacere... allora ti vedo parecchio interessata alla reincarnazione malvagia del buon Charlie Swan... in effetti è un personaggio particolare... sempre arrabbiato (nn si sa per quale motivo!) e ovviamente sfoga la sua frustrazione sui figli, anche se fino a due anni prima (quando la moglie era ancora viva!) si sfogava anche con lei... il motivo è particolare del suo comportamento e magari qualcosa la si intuirà con il tempo ma soprattutto con il suo POV...  grazie x la fiducia che mi hai dato, certe volte sapere che ci sono persone che credono in te, da la forza per andare avanti a scrivere, quindi... un grazie mega galattico... fammi sapere se il cap ti è piaciuto, mi raccomando... un mega kiss ^^

martya_c: Ciauz... devo dire che il letame è un'idea allettante solo che ci sarebbero un paio di problemi... primo, poi chi ci sale in macchina con lui dopo? ^^ io lo dico per Edward e Rose... quei poveretti come tornano a casa? ahahah e soprattutto due... dove lo prendeva un secchio di letame a scuola la povera Alice??? (promemoria di Nanetta Swan: munirsi di sacco di letame...^^) cmq, mi fa piacere che il doppio pov ti sia piaciuto, e in effetti è sempre meglio preferire una cosa del genere e nn ripetere lo stesso momento da due personaggi diversi, a meno che non sia necessario (cm ad esempio ho fatto cn il POV di Ed successivo a quello di Alice... avevano in comune una scena, ma la parte precedente era diversa ovviamente^^)... ti assicuro che non passerà poi tantissimo tempo per far sì che Jasper si tradisca con le sue stesse mani e cada nella tela di Alice... il problema vero sarà... qnt tempo dovrà passare prima che la nanetta perdoni il caprone e si lasci andare tra le sue braccia? eheheh ai posteri l'ardua sentenza... ahahha, bene, cara, fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un bacione ^^

robbycullen: ciao cara, non preoccuparti x il ritardo.... ti capisco, internet delle volte sa essere davvero fastidioso (ne so qualcosa^^)... sono contenta che i personaggi ti abbiano preso così tanto... certo Charlie è un tipo particolare, e forse sì, un pò del suo stato d'animo dipende anche dalla mancanza della moglie (anche se, sia chiaro, anche qnd lei era viva, si comportava nello stesso modo!) ahahah ma sei troppo forte, furiarobby... Jasper si è nascosto in un angolo, spaventato sia da te che da Alice che lo cerca brandendo un matterello... ahahah... povero, non sa ancora contro cosa si è messo... tesoro, un'ultima cosa... non buttarti giù a causa di qualche idiota di turno... ci sono passata anch'io tante volte e stanne pur certa, nn ne vale la pena (sti uomini...) lo so, sono le solite parole di circostanza, ma credimi... ti capisco... ^^ quindi sorridi... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto... aspetto tue notizie... un bacione ^^

Shinalia: Salve, da quanto tempo... sono felice che tu sia tornata a recensire... mi ha fatto piacere... hai ragione Alice si è vendicata alla grande, anche perchè quella capra bionda se l'era ampiamente meritato... ehehehe spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere mi raccomando... un bacione ^^

Norine: Ciao cara... che bello sei tornata... eh eh eh mi ha fatto piacere ritrovare la tua recensione... e soprattutto sono contenta che ti siano piaciuti ^^ lo schiaffo ci voleva, se non era in qst sarebbe stato in futuro, ma Jasper se lo era meritato visto come si era comportato con lei... e poi, Edward le ha detto sorprendilo... e lei lo ha fatto ahahahah, beh, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacione ^^

stezietta w: Ecco qui, la mia confidente segreta (oddio, segreta nn tanto visto che c'è tanto di nota lassù ^^) davvero, Ste, nn sto cm ringraziarti... senza di te nn ci sarebbe stato il capitolo... quindi... ode a te... XD... la tua allieva muove passi da giganti (x quello che la sua altezza permette ahahaha) e segue le tue direttiva alla lettera... lo schiaffo era solo il primo passo verso la dolcissima vendetta... nn vorrei proprio essere nei panni di Jasper... ^^ cmq cara, meriteresti una statua... me si mette all'opera con cera e scalpello, e intanto, dato che già sa la tua opinione sul capitolo (hi hi hi hi chissà perchè^^) approfitta di questo spazietto che si è creato, x ringraziarti nuovamente (e bastaaaa ndtutti) davvero... sei stata fenomenale... bene, speriamo solo di nn trovare altri intoppi in futuro... eh eh eh un bacione e ci sentiamo su msn... ^^ ciaoooooooo


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Capitolo 20
*** Incubo ***


Capitolo 20 (Emmet & Rosalie POV) Buongiorno, anzi buonasera a tutti! ^^ Come state? Spero bene... allora... ogni tanto ritorno a scrivere cacchiate su cacchiate e sforno qualche nuovo capitoletto... difatti, eccone qua un altro... il ventesimo per l'esattezza... allora, a questo capitolo ci tengo particolarmente perché soprattutto nella seconda parte ci ho sudato parecchio. Ma sono soddisfatta x una volta del mio lavoro (noooo, non è possibile ndTutti!) Xd ebbene sì, miei cari, sono contenta del capitolo (lunghissimo peraltro^^)... ahahha (adesso piace a me ma a voi fa schifo XD) soprattutto per via della parte di Rose... cmq, leggete e poi mi farete sapere... Un grazie a tutti quelli che mettono la storia tra preferiti/seguiti e sprattutto a chi mi lascia una recensione.. Siete la mia forza personale.. tutti, nessuno escluso ^^... bene, vi lancio un grande bacio... a prestoooo ^^
P.s. Ci tengo a sottolineare che le mie storie sono pubblicate solo su questo sito e, pertanto se qualcuno si dovesse imbattere in qualche mia storia pubblicata da qualsiasi altra parte, è pregato di avvisarmi ^^ grazie in anticipo!



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"Ti va di... raccontarci tutto?" chiese Bella ad Edward, dopo che ci eravamo sistemati tutti e quattro in salotto. Edward sembrò perdersi qualche secondo negli occhi di Bella, dopodiché, fatto un lungo sospiro, iniziò a parlare
"Io e mio fratello abbiamo sempre avuto un rapporto particolare. Trovandoci con due caratteri completamente diversi, molto spesso ci siamo messi a litigare, anche per cose stupide... ma mai, e ripeto mai, ci siamo mai permessi di mettere le mani addosso all'altro, perché... siamo fratelli, dopotutto... ed io..." si bloccò deglutendo "Io, sì, insomma... gli voglio bene!"
"E cos'è successo questa volta di diverso rispetto alle solite litigate?" gli chiese Alice
"Vedete, io a New York avevo una ragazza... anzi, no... ho una ragazza... ce l'ho ancora! Solo che mi sono accorto, troppo tardi, lo ammetto, di non amarla più... Jasper l'ha capito quasi subito e mi ha consigliato di lasciarla... di chiamare New York e di piantarla in asso, visto che, si sa, non ci vedremo mai più!"
Chissà perché un ragionamento del genere da parte di quell'idiota di un Cullen me lo aspettavo...
"Solo che... non è nel mio stile fare una cosa del genere... chiamatemi stupido, ma lo trovo estremamente vigliacco... ed io per natura non lo sono mai stato!" ammise sorridendo appena.
La mia simpatia verso Edward cresce in maniera inversamente proporzionale all'odio che provo per Jasper...
"Non sei stupido..." esclamò Bella. Noi ci girammo a guardarla, il che la fece arrossire appena "Anzi... un comportamento del genere da parte tua è soltanto da apprezzare!" gli fece notare lei
"Esatto!" si aggiunse Alice "Pagherei oro per avere un ragazzo come te!"
Peccato che invece tu ti sia invaghita del fratello sbagliato...
Edward ridacchiò abbassando la testa e disse
"Vi ringrazio per l'appoggio, ma, come potete immaginare, mio fratello non è dello stesso avviso..." rialzò gli occhi e sospirò di nuovo. Avevo perso il conto di quanti ne aveva già fatti dal momento in cui aveva iniziato a parlare
"Scommetto che non ci ha pensato due volte prima di criticarti!" affermò Alice sicura, mettendo su una smorfia seccata
"Già... mi ha detto che il vero problema è la mancanza, da parte mia, del coraggio per lasciarla e che... mi sono sempre fatto mettere i piedi in testa da lei." spiegò
"Ed è vero?" domandai io curioso. Lui si fermò a guardarmi
"No... cioè... forse sì, un pò... d'altronde che non la amo è vero, ed è anche vero che in fin dei conti il coraggio per lasciarla non ce l'ho... ma... è il suo modo ad essere sbagliato. Lui fa le cose troppo facili. Pensa che, alzando il telefono e mandandola al diavolo, si possa risolvere tutto quanto... ma non è così! A questo punto preferisco lasciare tutto così com'è, sperando che un giorno lei stessa possa stancarsi di questa situazione e mollarmi per telefono!" e sospirò
"Solo che così non fai altro che far del male a te stesso!" osservò Bella. Edward, visibilmente sorpreso, alzò gli occhi verso di lei, e le sorrise, facendola arrossire di nuovo
Questi due non me la contano tanto giusta...
"Sono le stesse cose che mi ha detto anche Rosalie, questa sera!" affermò. Al solo sentire il nome della sorella, quasi mi si fermò il cuore. Così, preferii di gran lunga rompere quel momento di sorrisi che era nato tra Edward e mia sorella, ed indagare
"Cosa ti ha detto esattamente Rosalie?" chiesi, cercando di assumere il tono più distaccato che riuscissi a trovare
"Ha detto la semplice verità.. quella che Jasper si è dimenticato volontariamente di farmi notare. Io così non sono felice. Finché non chiudo la situazione con la mia ragazza, non potrò mai sperare di trovare la felicità, né tanto meno pensare di vivere tranquillo la nuova vita qui a Forks!" rispose. Alice e Bella annuirono vigorosamente.
"E... ti ha convinto?" gli chiesi allora
"In un certo senso sì... dette da lei, quelle cose, hanno assunto un significato totalmente diverso!" ammise con un sorriso
E ci credo... ciò che dice Rosalie Cullen diventa sacro... anche se... diamine, mi ero ripromesso di non ricascarci...
Feci un profondo sospiro, sperando di passare inosservato. Per fortuna la voce di Alice coprì in parte il mio gesto
"E cos'è che ha scatenato la lite tra te e Jasper?" chiese visibilmente incuriosita
"Ecco, lui ha... sentito la conversazione tra me e Rosalie e mi ha fatto notare che io avevo dato molta più retta a mia sorella che non a lui, anche se, sostanzialmente avevano detto le stesse cose!" rispose mesto
"Sì, in due modi totalmente opposti!" ringhiai io. Edward ridacchiò
"Non ci crederai, ma è proprio quello che gli ho detto io... solo che... senza volerlo è uscito fuori che io avevo aiutato Alice a trovare il modo per vendicarsi per come l'aveva trattata... e beh, vi lascio immaginare come ha reagito!" esclamò. Alice sgranò gli occhi incredula.
Ah, quindi la storia dello schiaffo era merito di Edward...
"Permetti?" gli feci sorridendo e porgendogli la mano. Lui mi guardò divertito ed esitante me la strinse
"Volevo farti i miei più sentiti complimenti. Hai avuto un'idea geniale!" gli dissi, facendolo ridere
"Emmet!" mi riprese Bella
"Che c'è? Vuoi negare che quella in cortile sia stata una scena da premio oscar?" le chiesi in mia difesa

"E tu vuoi farmi credere che sei dalla parte di Alice?" mi fece a sua volta alterata
"Ehi!" si lamentò la diretta interessata
"Certo!" risposi "É stato quello che si meritava quella sottospecie di pallone gonfiato!" sbottai
"Emmet!" mi riprese di nuovo Bella
"Senza offesa!" feci io rivolto ad Edward che se la rideva tranquillo
"Non preoccuparti... sono pienamente d'accordo con te, Jasper ha esagerato e lo schiaffo di Alice ci stava tutto!" rispose ancora divertito
"Adesso cosa pensi di fare?" gli chiese Alice qualche istante dopo. Ennesimo sospiro
"In verità non lo so proprio... non ho voglia di tornare a casa con il rischio di incontrarlo, oppure sapendo di dover dare spiegazioni ai miei genitori!" spiegò accigliato
"E che vorresti fare, allora? Girovagare tutta la notte, o peggio ancora dormire in macchina?" chiese Bella sconvolta.
Senti, senti, come si preoccupa la mia sorellina...
Edward ci pensò per qualche istante, seriamente disarmato
"Ma scusa, che problema c'è? Dormi qui da noi!" esclamò Alice. Io e Bella ci girammo all'istante a guardarla. Dico, stava scherzando? Si era forse dimenticata del demonio che abitava sotto il nostro stesso tetto? Il mostro che, in quei diciannove anni, non aveva voluto organizzare né feste, né cene con gli amici, proprio per non aver gente per casa? E adesso lei che faceva? Invitava Edward a dormire con noi? Con il rischio di trovarlo stramazzato al suolo l'indomani mattina, successivamente ad uno scatto di rabbia del capo Swan? Sì, era decisamente fuori di testa...
Io e Bella ci scambiammo un'occhiata eloquente. Un'occhiata che, in quel momento, valse più di mille parole. La voce di Edward, ci fece tornare alla realtà
"Ti ringrazio, ma non vorrei disturbare!" esclamò sorridendo
"Ma che disturbo... anzi, ci farebbe piacere, non è vero ragazzi?" ci chiese Alice entusiasta
Questa nana malefica ci ha messo in mezzo... adesso sarebbe scortese rispondere di no...
"Certamente... sarebbe l'occasione per conoscersi meglio!" affermai con un sorriso, sincero sì, ma pur sempre leggermente titubante.
Questa situazione non mi piace...
"Giusto!" affermò Bella lanciandomi uno sguardo preoccupato.
"Beh, non so che dire ragazzi... grazie mille!" e ci sorrise, raggiante. Non potei fare a meno di sorridergli a mia volta, quella volta senza freni. Come potevano, due ragazzi così diversi, essere fratelli? Edward, fin da subito, si era dimostrato, nei confronti di tutta la mia famiglia, educato e soprattutto simpatico. Jasper invece... se solo ripensavo a quella mattina in palestra, mi saliva il sangue al cervello.
"Coraggio Bells, aiutami a sistemare il letto di Edward... possiamo tirare il materasso da sotto la rete di Emmet e metterla accanto al suo letto!" esclamò Alice alzandosi. Bella annuì, e dopo avermi lanciato un'occhiata di disperato aiuto, seguì la piccolina al piano superiore
"Davvero Emmet... siete troppo buoni con me!" ribadì Edward leggermente a disagio
"Per gli amici questo ed altro!" esclamai posandogli una mano sulla spalla
"Grazie ancora!" ripeté
"Se lo dici un'altra volta ti caccio a calci fuori!" lo minacciai divertito. Lui scoppiò a ridere e fece segno di tapparsi la bocca
"Solo che... adesso c'è un problema!" osservò pensieroso
"Non cacciarmi la scusa del pigiama e dello spazzolino... ce ne sono in abbondanza in questa casa!" lo avvertii. Scosse la testa sorridendo
"Devo avvertire a casa, ma... temo possa rispondermi Jasper!" ammise. Ci riflettei qualche istante
"Se... per te non è un problema... posso chiamare io e avvertire, chiunque mi risponda, che sei rimasto da noi!" gli dissi
"Sperando che sia Rosalie a farlo!" mormorò sospirando
Sì, lo spero anch'io...
"Coraggio dammi il numero... non c'è tempo da perdere!" e afferrai il cordless dal mobile al mio fianco.


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Il rumore della porta di casa sbattuta era stato più forte e più doloroso di qualsiasi pugno nello stomaco o schiaffo in piena faccia. Il mio cervello cercava ancora di elaborare ciò che in quei pochi istanti era successo. Era tutto confuso, troppo confuso per essere vero. Soltanto il rumore di un motore che sfrecciava via mi fece riprendere. E ricominciai a respirare
"Se n'è andato..." sussurrai in preda al panico
"Tranquilla... tanto ritorna!" esclamò secco Jasper, che, per tutto quel tempo, se n'era rimasto silenzioso in quella camera, a riprendere aria, dopo averla consumata tutta durante la sfuriata.
"Solo questo sai dire..." sibilai abbassando la testa
"E sentiamo, cosa dovrei dire a questo punto?" mi sfidò seccato. Rialzai di scatto il capo, ed entrambi ci accorgemmo solo in quel momento che, dai miei occhi, erano iniziate a sgorgare lacrime trasparenti e dolorose
"Niente, Jasper... perché per oggi hai già detto abbastanza!" gridai amaramente delusa dal suo assurdo ed inconcepibile comportamento. Lui, ripresosi dal primo momento di sorpresa per via delle mie improvvise lacrime, si accigliò, per poi esclamare
"Tu sei dalla sua parte..." non era una domanda, ma un'esclamazione bella e buona "Tu sei d'accordo con lui!"
"Non dovevi trattarlo così!" mi limitai a dire, interrotta a metà da un forte singhiozzo
"E a me non ci pensi, eh? Non pensi alla figura di merda che ho fatto questa mattina e alle conseguenze che, tutto questo, potrebbe avere su di me?" mi chiese irritato, ma senza alzare la voce. Sapeva che con me non poteva e, soprattutto, non doveva farlo. E per fortuna, anche in un momento come quello, continuava a ricordarselo
"Allora è per questo? É semplicemente per la tua reputazione... perché è di questo che stiamo parlando, non è vero, Jazz?" lo aggredii sempre più arrabbiata e con la vista e la voce sempre più traballanti, per via delle lacrime
"Lui ha preferito dare retta al suo dannatissimo istinto da croce rossino piuttosto che pensare, per una volta, a proteggere me!" si lamentò sgranando gli occhi, forse ancora incapace di comprendere il perché io non lo appoggiassi, come facevo sempre
"E dimmi... tu hai mai pensato, almeno un solo istante, di proteggere lui?" domandai a bruciapelo. Lui si zittì, stringendo il pugno poggiato sul fianco
"No, Jasper... tu non l'hai mai fatto... hai solo pensato di dargli costantemente addosso, di iniziare questa stupida gara a chi era il più degno o il più capace tra i due. E questo è il risultato... ci siamo frammentati, ecco cos'è successo... io, tu, lui... siamo soli e divisi..." abbassai di nuovo la testa, tirando su con il naso, mentre una lacrima ribelle percorreva la guancia e cadeva invisibile nel vuoto
"Voi non volete comportarvi da fratelli... ed io sono costretta a pagarne le conseguenze!" sussurrai affranta. Sentii distintamente il suo respiro mozzarsi. E per qualche secondo la stanza fu un mondo silenzioso, disturbato solo dalle mie lacrime amare.
In quell'istante dall'ingresso, provenne il distinto rumore della porta che si apriva e in me nacque una speranza inutile
Edward...
"Ragazzi... siete a casa?" era nostra madre che, appena tornata da fare la spesa, ci chiamava. Cercai invano di reprimere un altro singhiozzo, dopodiché, prima di sentire il mondo crollarmi definitivamente addosso, esclamai secca
"Tocca a te spiegarle tutto... la colpa è tua, e tu ti assumi tutte le responsabilità!" e mi incamminai, diretta alla mia camera, schivando con un gesto secco, il tentativo, alquanto goffo, che fece per bloccarmi. Mi chiusi in camera, a chiave, e scivolai sul pavimento, distrutta e disperata. Le lacrime non cessavano di uscire, mentre un dolore inspiegabile nello stomaco, mi attanagliava dentro. Mi imposi di respirare piano, con scarso successo, dopodiché mi rialzai per andare a chiudere le tende del balcone, visto che, i nostri balconi, erano comunicanti e non avevo voglia di trovarmelo a picchiettare il dito sul vetro.
Mi distesi sul letto, schiacciando la faccia sul cuscino e piansi le ultime lacrime che mi erano rimaste.
"Io e te non siamo fratelli... perché io, uno come te, non lo vorrò mai e poi mai come fratello!"...
Erano parole troppo cattive per essere state pronunciate davvero da mio fratello. Non poteva essere vero. Non era il mio Jasper quello... non era il mio gemello carismatico e adorabile che conoscevo da diciotto anni ormai. Il vero Jasper non si sarebbe mai comportato così. Soprattutto non con Edward.
"Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a fanculo e restaci!"
L'espressione che aveva messo su Edward era davvero irriconoscibile. Per un momento avevo visto passare nei suoi occhi verdi, tutta la rabbia che in quei diciassette anni non aveva mai esternato. Per un attimo avevo letto a chiare lettere nella sua espressione, la palese intenzione di mettere le mani addosso a Jasper, fregandosene di tutto e di tutti, fregandosene perfino di me. Lo so, probabilmente il mio era un ragionamento egoistico. Preoccupata principalmente del fatto che il mio equilibrio, già precario in partenza, potesse ulteriormente scombinarsi a causa di quei loro continui litigi. Non era di certo la prima volta che litigavano, ma era la prima che si guardavano in quel modo, che reagivano in quel modo ma che soprattutto si dicevano quelle cose. Ed io, per la seconda volta nella mia vita, mi sentii tremendamente sola.
Rimasi, per non so quanto tempo, in quella posizione, con lo sguardo vacuo e le lacrime agli occhi. Ad un tratto un leggero bussare alla porta mi fece spaventare. Ma non risposi. Continuai a rimanere ferma
"Rosalie, tesoro... c'è una persona per te al telefono!" annunciò mia madre. L'unico con cui volevo parlare, era Edward, e lui di certo non avrebbe mai chiamato a casa.
"Rosalie?" mi chiamò bussando di nuovo. Rimase in attesa, dopodiché la sentii parlare
"Emmet, caro, credo si sia addormentata, devo dirle qualcosa?"
Emmet... Emmet... Emmet...
Sgranai gli occhi, e mi precipitai ad aprire la porta, rischiando di inciampare nel tappeto
"Dammi il telefono!" decretai ritrovandomi il viso sorpreso di mia madre a pochi centimetri dal mio.
"Ah, ecco, si è svegliata... adesso te la passo!" e mi diede il telefono, guardandomi curiosa e preoccupata, ma io non le diedi il tempo materiale di dire o fare altro, perché mi richiusi la porta alle spalle, stringendo il telefono al petto. Due secondi per riprendermi dovevano concedermeli per forza. Dopo un lungo e forzato respiro portai il cordless all'orecchio e parlai
"Pronto?"
"Rosalie!" la sua voce. Chiusi, senza una ragione precisa gli occhi, e deglutii
"Ciao Emmet!" risposi cercando di assumere un tono quantomeno naturale
"Stavi dormendo? Ti ho svegliata, per caso?" il suo, di tono era... apprensivo. Sentii un nodo sciogliersi ed inspiegabilmente sorrisi, anche se... non ce n'era apparente motivo
"Ma no, tranquillo... ero... ero in bagno, tutto qui!" risposi. Chissà perché poi mi ero inventata quella scusa. Non ci avrei perso niente a dire la verità. Ma sentivo che sarebbe stato meglio così.
"Mmm... che guaio che ho combinato! Non si deve mai disturbare una ragazza chiusa in bagno!" scherzò. Io scoppiai a ridere. Quel suono provocato dalla mia bocca stonava così tanto con le lacrime ancora presenti sulle mie guance. Così, con un gesto secco, me le asciugai
"Vivendo con due donne, ormai dovresti saperlo!" lo canzonai. Lo sentii ridacchiare
"Il problema è che... sono cocciuto e duro di comprendonio!" lo affermò quasi malinconico, come se dietro quelle parole ci fosse molto di più rispetto a quello che potessi semplicemente percepire io. Ma forse fu solo una mia infondata impressione
"A cosa devo questa chiamata?" domandai, ritrovandomi a camminare nervosamente per la stanza, percorrendola per intero per poi tornare indietro. Stavo facendo un pò troppe cose insensate per i miei gusti. Che dipendesse dalla sua voce?
"Ecco..." titubò un istante, dopodiché terminò "Si tratta di Edward!" bloccai all'istante il mio andirivieni, e spalancai gli occhi in preda al panico.
Edward... cosa gli è successo?...
"Dov'è?" chiesi allarmata
"É qui da me, a casa mia..." rispose subito "E sta bene!" aggiunse. Tirai un sospiro di sollievo
"Rose, rilassati, è tutto ok!" cercò di tranquillizzarmi lui, e difatti ci riuscì leggermente
"Ti... ti ha spiegato cosa..." cercai di dire, ma lui mi anticipò
"Sì, ci ha raccontato tutto, stai tranquilla..." mi spiegò. Altro sospiro, altra corsa.
"E, adesso... è ancora lì con te?" chiesi. Gli bastò fare un verso per rispondermi in maniera affermativa.
"Passamelo!" esclamai decisa
"Rosalie..." cercò di dirmi
"No! Voglio parlargli, ora!" feci io sbattendo i piedi, intestardita. Sentii attraverso la cornetta un rumore strano, dopodiché tornò la voce di Emmet a farsi sentire
"Rosalie, ascolta... Edward adesso ha bisogno di stare da solo... non ha voglia di parlarti..." mi disse a disagio. Sentii di nuovo la stretta lancinante allo stomaco e le lacrime uscire
"Ma... cosa c'entro io?" gridai "Io non gli ho fatto niente... perché adesso se la prende anche con me?"
"Rose, calmati per piacere..." mi sussurrò. Chiusi di nuovo gli occhi e nel farlo, due grosse lacrime mi sfuggirono incontrollate. Presi aria con la bocca, inutilmente
"Rosalie... vuoi che... venga da te?" mi chiese titubante. La risposta era pronta su un piatto d'argento. Sì, sì... volevo che venisse, che mi parlasse, che mi assicurasse che tutto, in fin dei conti, sarebbe andato bene e che presto avrei riavuto una famiglia su cui contare. Avrei tanto voluto.
"No, Emmet... non importa... grazie lo stesso!" feci, scuotendo il capo, inutilmente, visto che lui, dall'altro lato, non poteva vedermi
"Senti, Edward rimarrà a dormire da noi questa notte... potresti avvisare tu, i tuoi, da parte sua?" mi chiese sempre più a disagio. Deglutii di nuovo, sempre più a fatica
"Certo... non preoccuparti!" lo avvisai
"Bene, ehm... Rose?" mi chiamò. Ma io non risposi
"Sicura di stare bene?" mi chiese, nuovamente apprensivo
"Grazie di tutto, Emmet... buonanotte!" e misi giù, consapevole del fatto che non avessi minimamente provato a rispondere alla sua domanda.
Scesi in salotto per avvisare mia madre. La trovai in cucina, a trafficare per la cena. Poggiato al muro di fianco alla porta c'era Jasper, con le mani nelle tasche e lo sguardo basso. Appena mi vide, si raddrizzò e mi lanciò uno sguardo preoccupato
Smettetela di trattarmi tutti così... sto bene...
"Mamma..." la chiamai ignorando Jasper al mio fianco. Lei si girò e mi guardò, anche lei apprensiva
"Dimmi, cara..."
"Edward non torna a dormire... è dagli Swan... quindi... non preparare per lui!" mi girai verso Jasper, per verificare le sue reazioni. Aveva il capo chino e respirava lentamente "E non farlo neanche per me... non ho fame!" e detto questo mi precipitai in camera, richiudendomela dietro con un tonfo sordo.


Ero a casa, da sola. Il rumore della tv nel salotto a farmi compagnia.
Trasmettevano una vecchia telenovella americana. Oltretutto scadente.

Sbuffai annoiata e lanciai uno sguardo all'orologio del decoder. Le 02 e 23... e nessuno si era ancora degnato di tornare.
Avrei fatto meglio ad uscire anch'io. Dovevo accettare l'invito di Edward. Dovevo andare a quella stupida festa.
Almeno non mi sarei annoiata a quel modo.

Dopo un ultimo sguardo distratto al video, spensi la televisione, e mi alzai dal divano. Me ne sarei andata a dormire, ma prima... una bella doccia calda non me l'avrebbe tolta nessuno. Ma in quel bagno non ci arrivai mai.
Una mano, fredda come il ghiaccio, mi afferrò un braccio, nell'esatto momento in cui girai nel corridoio, diretta nella mia stanza.
Tirai un urlo disperata, ma nessuno mi sentì.
Fui trascinata di peso e sbattuta in malo modo contro qualcosa.
Sentivo ancora quelle mani fredde, quella risata strozzata, quel corpo muscoloso e fin troppo pesante, interamente su di me.
Su ogni parte del mio corpo.

Ed io non riuscivo a fare niente per fermarlo. Più cercavo di urlare, di dimenarmi, di ribellarmi a quei momenti, e più la sua furia si accentuava, con l'unico risultato di aumentare il mio dolore.
Ma cosa stava succedendo? Perché quell'uomo ce l'aveva con me?
Cosa gli avevo fatto io, di tanto terribile, da meritarmi quella tortura?

Non capivo, e più mi sforzavo di farlo e più mi veniva da piangere. Sentivo solo quello ormai.
Solo le lacrime amare che si riversavano dagli occhi, serrati.

Chiusi per non vedere l'orrore indescrivibile che mi circondava.
Chiusi per non assistere alla scena del mio martirio.
Chiusi, per non essere partecipi e non portare in futuro il ricordo.
I vestiti vennero via con due strappi decisi, lasciando che il resto del suo corpo ghiacciato si poggiasse prepotentemente sul mio.
Che schifo era tutto quello? Cosa diamine era successo al mondo? Perché, tutto un tratto, mi sembrava che un uomo a me sconosciuto mi stesse violentando?
Forse stavo sognando...
Sì, non c'era altra spiegazione. Nella realtà queste cose non potevano succedere.
Io nella realtà non ero sola. Avevo una famiglia. Dei genitori. E due splendidi fratelli che mi proteggevano e che, sicuramente non avrebbero mai permesso tutto quello.
Resisti, quindi, Rose... é solo un sogno.
Solo che il dolore lo sentivo. Sentivo terribili e lancinanti fitte in mezzo alle gambe. Qualcosa di violento e prepotente era dentro di me e pretendeva di ottenere ciò che tanto cercava.
Ma cos'è che cercherà mai? Io non ho nulla ormai... io.. non esisto più...
Sono completamente vuota...


Mi risvegliai di soprassalto. Ero un pozzo di sudore e avevo il respiro affannato. Era un incubo. Il terribile incubo che da ormai otto mesi mi lacerava il petto. Stavo male. Malissimo.
Fuori era tutto buio. Dovevo essermi addormentata dopo aver decretato che non sarei scesa a mangiare, e da quello che sembrava, ormai la cena doveva essere finita da un bel pezzo. Mi girai verso il led luminoso della sveglia. Le 03 e 45. Respirai a fatica, asciugandomi la fronte con la manica del pigiama. Recuperai un elastico dal comodino e mi legai i capelli, dopodiché mi raggomitolai nel letto, in cerca di pace, aspettando in pratica che i postumi dell'incubo svanissero, come sempre. Ma quella volta non fu affatto facile. Forse era l'angoscia che già mi portavo dietro da quella giornata a farmi stare così male. E tutto quello, sommato ai miei pesanti ricordi, mi impediva di respirare correttamente e di riprendere il controllo delle mie emozioni. Non c'era altra soluzione. Avevo un disperato bisogno di aiuto.
Scesi dal letto e aprii la porta, nel modo più silenzioso possibile. Piegai a destra e raggiunsi la prima porta del corridoio, subito dopo la scalinata che portava al pianterreno. Decisi di non bussare. Sarebbe stato peggio. Come immaginavo, non era chiusa a chiave e per questo entrai senza difficoltà, richiudendomi la porta alle spalle. Mi avvicinai cauta al letto, cercando invano di regolarizzare i battiti e il respiro. A pochi centimetri dal suo corpo addormentato, posai una mano sulla sua spalla e lo mossi leggermente. Ma niente. Aveva il sonno pesante a volte
"Jasper!" lo chiamai agitandolo con più forza. Passarono alcuni secondi, dopodiché lo sentii lamentarsi e mugugnare qualcosa di incomprensibile
"Jasper, svegliati.. ti prego!" non so se fu la mia presa sempre più agitata o il suono strozzato della mia voce a farlo destare del tutto. Si girò spaventato e non appena mi vide chiese subito
"Rosalie, cosa è successo?"
"L'ho fatto di nuovo..." dissi tra le lacrime "L'incubo..." specificai. E non ci fu bisogno di dire altro. Si mise a sedere e mi tirò a sé, abbracciandomi. Rimanemmo qualche secondo in quella posizione. Io a piangere disperata, e lui a stingermi sempre più forte, respirando piano. Qualche minuto dopo mi trascinò sotto le coperte, e mi stese accanto a sé, continuando a stringermi con fare protettivo
"Rose... calmati... ci sono io, adesso!" mi rassicurò. Singhiozzai, quasi strozzandomi con un respiro di troppo.
Già... c'è lui... e c'è Edward... loro mi proteggono... loro e nessun altro...
E con quel pensiero mi addormentai finalmente, tra le braccia di mio fratello, sprofondando in un sonno tranquillo, senza la minima traccia di sogni.




Risposte alle recensioni:
lisa76: Beh, cara, che dire... ci vuole una buona dose di allegria (portata dagli Swan e dai loro improvvisati giochetti di carte) e un'altra di tristezza... però, sono davvero contenta che ti sia piaciuto... adesso però attendo con ansia il tuo giudizio su quest'ultimo sperando che, anche per questo, sarà positivo... un grosso bacio e grazie ^^

maya tabitha: Ciaooo cara... ma grazie, te sei troppo buona e spero che anche qst volta perdonerai il mio leggero ritardo... tranquilla nn lo prendo ad abitudine e prometto che il prossimo sarà più veloce. Però.. qst è più lungo ed intenso e spero apprezzerai ^^ hai ragione, anche se Jasper si comporta male rimane sempre un personaggio strabiliante e in quanto tale possiamo perdonarlo, no?^^ magari nn sarà il migliore dei fratelli con Edward (x il momento) ma con Rose... è tt un'altra storia... ti assicuro che in un futuro prossimo saranno veramente fratelli... bene, il mio dovere l'ho fatto, adesso tocca a te farmi sapere come hai trovato il capitolo... attendo tue notizie con ansia... un bacione cara... ^^

yle_cullen: Salve cara... (sweet star, che carino... *__*) tranquilla tesoro, niente morto.. almeno non per il momento... ahahah no, scherzo... cmq litigi a parte, la seconda parte e la spiegazione della reazione di Rose è spiegata tt qui sopra... spero sia stato abbastanza chiaro...^^ x qnt riguarda Bella beh... i presupposti siano buoni, e nn sn sl loro ad essersene accorti.. (hi hi hi^^)... allora prima di tutto parliamo di affari.. x il termine agostale possiamo fare un preventivo... (facciamo due o tre milioni di euro???) così ci riuniamo cn la Zanichelli e ne discutiamo... ahahah ^^ cmq, spero cn tutto il cuore che l'esame di mate vada bene, io sono qui a fare il tifo x te, e spero che tornerai a darmi buone notizie... un bacione e un grande in bocca a lupo e spero che il capitolo ti sia piaciuto... ciaooo ^^

cinzia818: Salveee... hai ragione la lite è stata davvero brutta e ci potevano essere davvero conseguenze catastrofiche... ma per fortuna niente di grave (nn considerando il 'piccolissimo' graffietto sul restro della macchina di Jazz ^^') cmq adesso ti spiego cosa è successo... l'altra volta qnd ti ho chiesto di aggiornare, non avevo visto che in effetti lo avevi già fatto eh eh eh me stupidina... quindi immagino che se adesso te lo chiedo e poi vado a controllare avrai aggionato... proviamo? Aggiorna presto XD... e cmq cara, non complessarti... lascia perdere i passanti e sappi che se le premesse della prima storia sono così allettanti immagino come sarà la seconda storia che vorrai pubblicare.. io aspetto con ansia... come aspetto il tuo commento del capitolo che spero ti sia piaciuto... un bacione cara ^^

Chanellina94: Salve... io credo che x la povera Bella serva un pò di aiuto per metabolizzare la cosa. Forse potremmo aiutarla noi a capire.. che ne dici?^^ beh, spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere, mi raccomando... un grande kiss ^^

Elfa Sognatrice: Salve cara... probabilmente dopo un'occhiataccia, avrei anch'io sospirato e lasciato perdere, ma qui nn stiamo mica parlando di persone normali come noi ^^ quindi un bel litigio ci voleva. Cmq per la serata ti chiedo di aspettare il prossimo capitolo, così vedremo se e come ritornerà capo Swan... bene, spero che il capitolo sia stato gradito... attendo tue notizie, cara... un grande bacio ^^

robbycullen: Ciauz cara...  allora spero che il dottor Cullen sia arrivato.. io giuro di averlo mandato a chiamare... e spero anche tu ti sia ripresa dall'attacco dell'altra volta... oddio, è stata colpa mia??? uhhh... scusascusascusascusa... nn l'ho fatto di proposito, giuro ^^ cmq grazie x i complimenti... nn sai che piacere mi fa sapere che ti è piaciuto così tanto (cm suona male sta frase ^^) e giusto... qui serve cm minimo la protezione x i bimbi, quella ultra abbondante, che nn si assorbe neanche se la togli con la carta vetro ahahah... perlomeno era scusabile cm cosa... ^^ anche io adoro uno, ed è stato proprio per questo che l'ho inserito nella storia... mi piaceva l'idea di vedersi riempire di carte a vicenda, e vedere Alice barare un pò (e beh, altrimenti nn sarebbe stata lei, no?^^) sono contenta che le mie parole ti abbiano fatta stare meglio... se hai bisogno sono qui... davvero ;)... bene, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto.. attendo il tuo giudizio... un bacione grande ^^

irly18: Zaooo... ahaha addirittura si facevano scommesse? Come x i cavalli? ahaha, e tu su ki avevi puntato sentiamo? ^^ cmq, sono davvero contenta che ti sia piaciuto e grazie mille x i complimenti.. mi fai arrossire, però... XD le tue ipotesi sono molto interessanti.. soprattutto quella degli alieni... ma... uffff... lo so che mi starai odiando ma nn posso dirti né se hai azzeccato né se nn lo hai fatto... quindi ti dico nì... ^^ se puoi, perdonami... spero che anche qst capitolo sia stato apprezzato come il precedente.. un bacione e fammi sapere ^^

Cullengio: Salve cara... anche tu tifi per eddino, eh?^^ gli spalti x Jasper sono praticamente vuoti, poveretto... ahahah credo che qst volta sia leggermente in difetto.. ^^ e c'era pure d'aspettarselo... bene, spero che apprezzerai il capitolo, e fammi sapere mi raccomando... un bacione cara ^^

Norine: Salve... che bello, adesso nn ti perderai neanche un capitolo, vero? (me gongola felice^^) cmq in effetti un viaggetto da Jake/Emmet sarà necessario ma.. non diciamoglielo a Jasper, magari, essendo dietro, non se ne accorge... perchè se vede il graffio, sono cavoli amari... ahahah bene, spero che il capitolo ti abbia colpito.... fammi sapere, mi raccomando... un grande bacio ^^

Uchiha_chan: Salve cara... o mamma, che bel commentino... ^^ allora, prima di tt me felice che il capitolo e la lite ti siano piaciute.. un pò le acque si smuoveranno per forza, come si sn smosse in qst capitolo, ma è necessario che sia così... va bene la narrazione lenta x randerla più veritiera, ma nn ci si deve nemmeno addormentare, no?^^ sai cosa... alla fine la tua richiesta nn la vedo così bizzarra... quella del POV di Jake intendo... credo si possa fare e senza dubbio avrà un ruolo prestante nella storia, e poi... diversamente da charlie, è più semplice da gestire ^^... cmq colgo l'occasione x dirti che se hai altre particolari richieste, nn esitare a chiedere ed io, se potrò sarò felice di assecondarle... bene, cara, spero che anche qst capitolo più intenso ti sia piaciuto, fammi sapere... ciaoooo ^^

martya_c: Salve... allora parto cn il dire che hai ragione, le acque sono troppo calme, ma... ti assicuro che il fatto che Edward dorma dagli Swan non sarà un avvenimento che passerà inosservato... accadrà più di qualcosa, sia per qnt riguarda capo Swan che la storia Ed/Bella (anche se storia ancora nn è!) tranquilla, i consigli sono sempre ben accetti, e anzi, qst mi fa capire che ci tieni alla storia e x qst ti ringrazio ^^... spero vivamente che il mal di testa ti sia passato, e che sopratttto qst capitolo particolarmente intenso ti sia piaciuto... qualcosa si è mosso, qui daiii ^^ aspetto il verdetto finale, dunque.. un bacione cara... ^^

stezietta w: Eccomi qui, a portare avanti la tua idea geniale e a ricamare sopra qualcosa di nuovo... (forse il mio cervello grazie a te ha ricominciato a funzionare^^) cmq nn preoccuparti nn hai nulla di cui farti perdonare, anzi... hai fatto già troppo per me... ed io nn so ancora che dire ^^ grazie mille ancora x la tua apprezzatissima disponibilità tanto io e te... ci teniamo in contatto, no??? eheheh, un bacio e spero che qst capitolo sia stato di tuo gradimento... attendo conferma... ciao steeeee ^^

patapolo: Salve... tranquilla tranquilla... niente armi di distruzione di massa... ^^ cm vedi il bel quadretto è quasi completo... manca solo qualche piccolo dettaglio da sistemare qui e lì e la storia può considerarsi conclusa (nn considerando il fatto che mancano tipo tutte le cose essenziali e circa trenta capitoli, o qualcosa del genere ^^) quindi nn ti libererai tanto facilmente di me, rassegnati XD ti adoro già, quindi... se mai lista bianca... delle mie adorate lettrici che io rempirei di abbracci e coccole. Quindi baci e coccole anche a te tesoro (ti da fastidio se ti chiamo così???) bene, fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... io aspetto in trepidante attesa... un bacione ^^

niky90: Ciao, che bello ritrovarti a recensire... qst significa che la storia ti piace davvero e ne sono strafelice..... mamma mia che bello.. insomma ti piace il loro carattere, i loro rapporti, la loro simpatia... ti piace tutto ^^ ed io nn potrei essere più felice... in effetti quelli che sono cambiati di meno sono proprio Ed e Bella.. anche se qualche aspetto è stato modificato... ad esempio qst è meno timida, e lui è meno... ehm... cm dire... paziente cn Jasper... ^^ bene, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto, e stai tranquilla, se ne vedranno delle belle.. a presto cara, un bacione...^^

piccola_pokemon: Salve cara... le pause a volte fanno bene, quindi nn posso che appoggiarti... ^^ però spero cmq che ti riprenderai presto perché sarebbe un peccato fermarsi... ^^ (io ne so qualcosa XD) ecco, per fortuna tu e tua sorella nn arrivate ai livelli di quei due pazzoidi (nn ci credo che vi odiate cmq... sotto sotto vi volete x forza bene ^^) e in effetti appena Jasper scoprirà della macchina sarà molto difficile contenere la sua furia... bene, cara, spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... nn vedo l'ora di sapere cosa ne pensi... un bacione a presto ^^

enifpegasus: Che bello, pc nuovo significa che ti avrò intorno fino alla fine, vero? (me spera, facendo gli occhietti dolci alla qui presente lettrice^^) quello che mi hai fatto è stato il complimento più bello mai fatto in assoluto... cioè ai detto che quasi li preferisci ai personaggi originali??? o mio dio... nn ci posso credere, nn so che dire davvero... è troppo bello per me sentire (anzi leggere^^) una cosa del genere, quindi grazie mille... me si commuove davvero ç__ç... vuoi la verità? anche io gongolavo qnd ho descritto la scena dello schiaffo.. doveva essere insapettato e così è stato ^^ x quello ke farà Jasper nn posso dire niente, so solo che prima o poi, a scuola dovranno necessariamente incontrarsi e pertanto parlare... ma tu... vorresti la vendetta vero? (te sei sadica cm me, che bello ^^ahahah) bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto.. fammi sapere... un bacione, cara... ^^
 

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Capitolo 21
*** Per te, questo ed altro! ***


Capitolo 21 (Bella & Edward POV) Ehm Ehm... *l'autrice fa il suo ingresso nella stanza... trova tutti i lettori armati fino ai denti... rimane cosi O_____O e decide di levare le tende prima di rimetterci qualche organo vitale..* Lo so... sono un'incivile autrice che oramai aggiorna qnd le capita... vi chiedo umilmente scusa... mi prostrerei ai vostri piedi ma se mi inginocchio nn riesco a scrivere, quindi... sorvoliamo ^^ allora considerando ke siete tt preoccupate x la reazione ispettore Swan all'intrusione di Edward... vi lascio al capitolo, rinnovandovi le mie scuse e sperando ke il capitolo dolce dolce dolce ^^ (da diabete insomma XD) vi piaccia... un bacione immenso a tutti quelli ke mettono la storia tra seguite e preferite, e soprattutto a ki si ferma a lasciare un commento come sempre graditissimo... bene, ci vediamo sotto x le risposte ai commenti... un kiss amoroso ^^
P.s. Ci tengo a sottolineare che le mie storie sono pubblicate solo su questo sito e, pertanto se qualcuno si dovesse imbattere in qualche mia storia pubblicata da qualsiasi altra parte, è pregato di avvisarmi ^^ grazie in anticipo!



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Continuavo a ripetermi che quella era una cavolata. Una grande, grandissima cavolata che avrebbe portato l'ennesima lite furibonda e gli ennesimi schiaffi. Ma il problema era un altro. Era Alice che gongolava felice per la casa, come se fosse pienamente soddisfatta della sua idea omicida.
"Alice, smettila, per cortesia... non c'è niente di divertente in tutta questa storia!" la ripresi dopo l'ennesimo sorriso entusiasta che le si stampò sul volto. Eravamo nella camera di Emmet, e stavamo preparando il letto per Edward che, quella notte, avrebbe dormito con noi, contrariamente alle regole ben precise di capo Swan.
"Coraggio, Bells... hai sentito che ha detto papà questa mattina? Non sarebbe tornato prima delle dieci di domani... siamo a cavallo, no?"
Certo... il cavallo morirà con noi...
"No, Alice... tu forse non ti rendi conto..." le feci fermandomi dal sistemare il lenzuolo del letto del nostro ospite "Papà lo fa spesso... dice spesso di tornare ad un orario e se ne presenta ad un altro... devo ricordarti quella volta che Emmet è tornato più tardi del solito, proprio perché lui aveva detto che sarebbe tornato il giorno dopo?" lei si bloccò a sua volta, diventando tutto un tratto livida in volto. Segno evidente che si ricordava le grida, e la paura che ci avevano accompagnati in quei momenti.
"Ma questa volta non succederà..." fece lei recuperando il suo ottimismo, e tornando a sistemare il cuscino. Scossi la testa frustrata. Quella situazione non mi piaceva, e lo stesso pensava anche Emmet, dato lo sguardo eloquente che ci eravamo scambiati in salone poco prima. Ma tanto, ormai, il guaio era fatto. Edward era ufficialmente nostro ospite, e questo significava solo una cosa: sarebbero stati dolori, se capo Swan non avesse mantenuto i patti prestabiliti quella mattina!
Pochi minuti dopo scendemmo in salotto, dove Emmet parlava al telefono, e Edward se ne stava davanti alla finestra che dava sulla strada deserta, ed osserva il paesaggio, pensieroso. Mi avvicinai a lui, mentre Alice si dirigeva in cucina.
"Tutto bene?" gli chiesi affiancandomi. Lui, si girò a guardarmi e mi sorrise
"Diciamo di sì!" rispose con un'alzata di spalle
"Con chi sta parlando Emmet?" domandai facendo un gesto verso mio fratello
"Con Rosalie... la sta avvertendo che questa sera rimango qui... perlomeno non si preoccuperà!" ed il suo tono si era fatto spento, e lontano
"Mi dispiace..." sussurrai, senza smettere di osservare il suo profilo. Era bello, decisamente bello, e vedere la sua espressione accigliata, era sicuramente molto affascinante. Si girò a guardarmi, incuriosito. Trovò il mio sguardo incantato, e rimase leggermente sorpreso. Io mi schiarii la voce ed abbassai la testa imbarazzata
Che figura...
"Per cosa ti dispiace, scusa?" mi chiese curioso
"Beh, ecco... so che deve essere difficile litigare con qualcuno a cui si tiene tanto. É capitato, a volte, che litigassi con Alice... e ti assicuro che tutte le volte che succede, mi sento uno schifo..." ammisi tornando a guardarlo. Mi sorrise comprensivo
"Hai ragione... ti fa sentire male... però... nel mio caso credo sia leggermente diverso!" e tornò al suo sguardo lontano e assente.
Cos'è? Cos'è che lo rende così? C'è forse qualcosa di più rispetto alla semplice litigata con il fratello?...
"Ti riferisci a Rosalie?" azzardai. Lo sentii sospirare. Segno evidente che avessi centrato il problema
"Già... so che lei, più di tutti, potrebbe soffrire di questa situazione!" esclamò
"Dovete essere molto legati, allora..." constatai
"Molto più di quanto si possa immaginare!" mormorò. Probabilmente pensò di non essere stato ascoltato, ma io, che l'udito lo avevo perfetto, non persi neanche una sillaba. In quel momento non potei fare altro che invidiare Rosalie. Se Edward parlava di lei in quel modo doveva essere davvero essenziale per lui. Con questo non volevo assolutamente dire che per me e i miei fratelli fosse diverso, però... io non avevo mai visto qualcuno parlare della propria sorella con la sua stessa intensità e quella luce negli occhi.
"Vedrai che si aggiusterà tutto, ne sono sicura!" gli dissi posandogli una mano sulla spalla. Tornò a sorridermi come prima, recuperando il suo autentico splendore
"Grazie, Bella!" mi disse, facendomi leggermente arrossire.
"Ehm... ehm..." qualcuno dietro di noi si schiarì la voce. Se possibile arrossii ancora di più. Ci girammo di scatto e trovammo lo sguardo indagatore di Emmet.
Oh cavolo... fratello noioso/geloso/ficcanaso in modalità on...
"Cosa ti ha detto?" gli chiese subito Edward avvicinandosi a lui. Emmet si voltò a guardarlo e rispose
"Avvertirà lei i tuoi genitori... l'ho rassicurata del fatto che fossi con noi e che stessi bene, anche perché era molto agitata!"
"Era quello che temevo!" bisbigliò l'altro frustrato
"Tua... sorella è molto emotiva.." constatò Emmet pensieroso e perfino leggermente colpito. Un sorriso amaro comparve sul volto di Edward
"Già... in particolar modo con me e Jasper... ogni volta che litighiamo, lei... è quella che paga irrimediabilmente le conseguenze!" spiegò portandosi una mano tra i capelli, già scompigliati a sufficienza
"Un motivo in più per evitare in futuro di litigare ancora!" osservò Alice affiancando Emmet
"Se dipendesse da me... Jasper a volte sa essere..." ma si bloccò, come se volesse limitare le cattive parole verso suo fratello
"Molto fastidioso?" terminò Alice la sua frase facendolo scoppiare a ridere "Già... ne so qualcosa!"
"Dovrà pure avere un pregio questo ragazzo!" tentai io speranzosa. Sia Emmet che Alice mi lanciarono un'occhiata di fuoco, Edward invece ridacchiò
"Basta sapere come prenderlo... se lo si riesce a conquistare, Jasper ti sa donare anche l'anima... ma... è molto, molto difficile riuscire a conquistarlo!" ammise
"Mmm... buono a sapersi!" esclamò Alice
"Come, prego?" fece Emmet infastidito
"La mia vendetta non è ancora finita... lo schiaffo era semplicemente un assaggio..." si difese lei, stringendo le braccia al petto
"Vorresti farmi credere che... hai intenzione di conquistarlo davvero?" le chiese Edward, tra il sorpreso ed il divertito
"Credi sia tanto difficile?" gli chiese lei accigliata
"Beh... niente è impossibile ma... non vorrei ti facessi male con le tue stesse mani!" osservò pensieroso lui
"Non succederà..." rispose fiera mia sorella
"Alice!" la riprendemmo con tono severo sia Emmet che io
"Calmi, calmi... non succederà nulla di compromettente... fidatevi di me, per una volta!" e sorrise, fin troppo maliziosamente
"Se non ti vendichi tu su Jasper, lo farà senza dubbio lei!" esclamai rivolta ad un Edward ormai rianimato
"Suppongo che tra i due, lei saprà trovare il modo più efficace e doloroso!" fece divertito, mentre Emmet ed Alice salirono al secondo piano, discutendo della precedente questione con tono animato
"Bella..." mi chiamò Edward. Mi girai a guardarlo. Mi sorrideva, imbarazzato. Ed io non potei che ricambiare ed arrossire a mia volta. Visti così sembravamo quasi una di quelle coppiette alle prima armi. Al nostro primo appuntamento magari. Repressi uno stupido sorriso nato involontariamente a quel pensiero
"Dimmi!" lo esortai
"Ecco io..." ma non riuscì a finire. Un rumore improvviso mi fece raggelare il sangue, perfino su quelle guance ormai rosse ed accaldate per via dell'imbarazzo. Conoscevo fin troppo bene quel rumore. Quello stridio di freni che ogni giorno mi faceva perdere qualche battito al cuore.
Hai sentito che ha detto papà questa mattina? Non sarebbe tornato prima delle dieci di domani... siamo a cavallo, no?...
Non doveva tornare. Non doveva. Non dovevo fidarmi di Alice. Del suo maledetto buonumore. Adesso sarebbero stati guai. E sarebbero stati davvero pesanti.
Ma questa volta non succederà...
L'avevi promesso Alice... avevi promesso che non sarebbe successo, e invece...
La porta d'ingresso si aprì, rivelando ai nostri occhi il nuovo arrivato. Vestito con la sua divisa di sceriffo, il cappello sotto il braccio e le pistole infilate nelle apposite cinghie, c'era mio padre. L'ultima persona che avrei voluto vedere il quel momento.
Si girò a guardarci, indugiando su Edward per poi schioccare un'occhiataccia eloquente verso di me
Preparati Bella... adesso arriva la sfuriata...
Ma la voce del nostro ospite, precedette qualsiasi tentativo di parola
"Ehm... buonasera capo Swan... mi chiamo Edward Cullen... piacere di conoscerla!" e gli tese la mano. Trattenni il respiro, sudando freddo.
Adesso urla, me lo sento...
Capo Swan squadrò per qualche secondo Edward per poi domandare
"Cullen hai detto?"
"Sì, signore!" rispose sicuro Edward. Charlie strinse gli occhi, riducendoli a due fessure e gli strinse la mano
"Piacere mio, ragazzo!" sibilò, dopodiché mi lanciò un'altra occhiata. La tensione era tangibile. Quasi la si poteva affilare con un coltello. E quel coltello ce lo aveva capo Swan tra le mani, per di più, dalla parte del manico.
"Ehm... papà?" chiamai io incerta, avvicinandomi ai due. Meno Edward sospettava, e meglio sarebbe stato. Lui grugnì in risposta
"Edward è nostro ospite questa notte..." spiegai con la voce leggermente tremante. Edward dovette accorgersi di qualcosa, perché mi lanciò un'occhiata preoccupata ed aggiunse, rivolto a mio padre
"Sempre che per lei non sia un problema!" il silenzio calò prepotentemente nel salone. Si sentivano solo i nostri respiri, e i battiti frenetici del mio cuore
"Nessun problema!" sputò infine, allontanandosi per andare in cucina. Tirai un impercettibile sospiro di sollievo. Ma forse... ero stata troppo frettolosa, e il peggio ancora doveva arrivare.
"Vieni, ti mostro la camera!" e lo scortai di sopra, nascondendo accuratamente le mani che tremavano incontrollate. Trovammo Alice ed Emmet nella stanza di quest'ultimo, intenti a discutere ancora del caso "Jasper".
"É... tornato p-papà!" esclamai a testa bassa. Mi fu impossibile, tuttavia, ignorare l'ombra che passò negli occhi di entrambi. Alice abbassò lo sguardoa testa, a disagio e deglutì a fatica, mentre Emmet spostò la testa verso la finstra.
"Lavora sempre fino a quest'ora?" domandò Edward, probabilmente ignorando i nostri sguardi vacui e terrorizzati. Fu Emmet a rispondere
"Diciamo di sì... alcune volte non lo vediamo tornare prima della mattina successiva!" e a questa esclamazione notai che Alice strinse il copriletto, sul quale era seduta, in un pugno
"Strano... non pensavo che una città così piccola potesse richiedere la presenza costante delle forze dell'ordine!" spiegò Edward visibilmente sorpreso
"Ad ognuno le proprie grane, no?" commentò Emmet, con un sorriso tirato. Perfino uno stupido si sarebbe reso conto della tensione che c'era tra di noi. E sapevo, per certo, che Edward non era affatto uno stupido. Pertanto temevo che stesse già facendo due più due e che quelle domande non fossero altro che un diversivo per poter dimezzare il disagio.
"Vieni, avrai voglia di darti una pulita... qui c'è il bagno!" e gli mostrò la piccola stanza in fondo al corridoio "E qui ci sono spazzolino e pigiama... ti andrà leggermente grande, ma... sempre meglio che indossare una camicia da notte di Alice interamente rosa!" commentò Emmet divertito. Almeno lui era capace di cambiare umore facilmente. Edward se la rise di gusto e sparì assieme all'orso nel piccolo bagno. Sospirai di nuovo, quella volta più a lungo
"Che ti ha detto?" mi chiese subito Alice agitata
"Cosa vuoi che mi abbia detto.... niente..."
Quando non parla, sono gli occhi a farlo per lui, e non so quale delle due sia peggio...
"Bells, davvero, io..." cercò di dire, ma la interruppi con un sorriso
"Stai tranquilla... non è successo nulla!" la rassicurai, anche se dentro di me, tramavo di paura, anzi... di vero terrore
"Adesso penserà che l'idea è stata tua, e si arrabbierà... devo scendere e spiegargli tutto così capirà che tu non c'entri nulla!" e fece per avviarsi alla porta, ma io la bloccai
"Lascia perdere... così complicherai soltanto la situazione!" la pregai. Lei ci pensò qualche istante, ma prima di parlare, venimmo sorprese da un richiamo, proveniente dal pianterreno
"Bella... vieni qui!"
Cazzo, cazzo, cazzo....
"Ci vado io!" affermò Alice temeraria. La bloccai di nuovo
"No! Ha chiamato me, devo andarci io!" esclamai, con la voce stranamente ferma. Ma sapevo che era solo apparenza. Sapevo che in me era più grande la paura di sapere Alice, così piccola, nelle sue mani, piuttosto che immaginare di essere io a dover pagare lo scotto per aver disubbidito apertamente al divieto di papà. Così, cercai, per quello che mi fu possibile, di moderare i battiti e di concentrarmi sul bene di mia sorella
"Ma... Bells..." tentò
"Devo andarci io!" ripetei e, come se salutassi per l'ultima volta un familiare, prima di partire per la guerra, le sorrisi e mi incamminai verso il pianterreno, e verso l'incubo fatto a persona.


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Un intruso. Ecco come mi sentivo in quel momento. Uno stupido intruso che era andato in quella casa con il senno di poi e la sciocca presunzione di poter approfittare indebitamente di un'ospitalità che, magari, non mi era stata del tutto accordata, ma concessa più che altro per educazione. Ed io, altrettanto per educazione, avevo fatto finta di niente ed accettato quell'atmosfera pungente dal momento in cui Alice mi aveva proposto di rimanere a dormire lì.
Non mi erano di certo sfuggite le occhiate di preoccupazione pura che Bella ed Emmet si erano scambiati, successivamente a quella proposta, eppure avevo lasciato correre, sperando, in cuor mio, che si trattasse di semplice apparenza. Un'idea sbagliata, che il mio solitario neurone, ancora scosso per la lite con Jasper, si era fatto. Eppure quegli sguardi erano chiari. C'era preoccupazione nei loro occhi e sorpresa, magari per il fatto che la piccola Alice avesse tirato fuori di sana pianta quella trovata dal nulla.
Poi la sorpresa si era tramutata in disagio. Come se cercassero il modo più indolore per dirmi qualcosa di maledettamente imbarazzante. Proprio per questo motivo, avevo chiesto se per caso la mia permanenza in quella casa recasse in qualche modo disturbo, o peggio ancora, fastidio. L'ultima cosa che volevo fare, era mettere in difficoltà le uniche persone che si fossero dimostrate leali e disponibili verso di me.
Li potevo considerare degli amici con la a maiuscola, nonostante li conoscessi da una decina di giorni. Eppure, parlare con loro mi veniva facile, e ancora di più era per me fidarmi. Mi ispiravano in maniera positiva, molto di più, rispetto a quelle persone che, a New York, per anni, mi ero ostinato a chiamare amici. Mi avevano aiutato, senza aspettare nulla in cambio, solo e soltanto per il piacere di farlo. E di questo sarei stato loro eternamente grato. Come lo sarei stato ovviamente per l'ospitalità, se pur restia, che mi avevano accordato. Nonostante non ne fossero pienamente convinti, ad eccezione fatta per Alice, io mi ritrovavo in quella casa, a dividere la camera con Emmet e a fissare il soffitto, incolore al buio, chiedendomi cosa diamine ci facessi lì, invece di essere nella mia stanza. Invece di essermi preso le mie responsabilità a muso duro.
Ero un vigliacco. Un idiota vigliacco che aveva preferito scappare, piuttosto che rimboccarsi le maniche ed affrontare la realtà. Mi vantavo tanto della mia galanteria e del mio impeccabile autocontrollo, ma, in quel momento, non ero riuscito a cacciare fuori le palle e risolvere la questione con mio fratello. E mi sentivo una merda per questo. Un inutile coglione, per giunta intruso, che troppo tardi iniziava a realizzare il tutto.
Sei un coglione Edward Cullen... molto di più di quanto pensavi lo fosse tuo fratello...
Era questo che mi continuava a ripetere la voce nella mia testa, mentre cercavo invano si prendere sonno. In un primo momento attribuii la colpa al cambio del letto. Si sa, quando si cambia materasso, è spesso difficile abituarcisi, però... lì era diverso. Erano i sensi di colpa ed il disagio che non mi facevano chiudere occhio. E più tentavo di ripetermi che quello che avevo fatto era giusto, e più mi sentivo maledettamente ridicolo.
Sbuffai  irritato, stando attento a non infastidire Emmet che continuava a dormire tranquillamente nel letto accanto al mio.
Un pò erano da invidiare lui e la sua famiglia: formavano un bel gruppo affiatato, e mai, in quei giorni, li avevo visti litigare. Certo, avranno senza dubbio avuto anche i loro momenti no, le loro liti furiose, ma ero certo che mai, Emmet si fosse sentito così vigliacco come mi stavo sentendo io in quel momento.
Non ero mai stato un tipo istintivo, non avevo mai gridato in quel modo, neanche verso Jazz, che, in più di un'occasione, mi aveva fatto saltare i nervi. Ma non avevo mai reagito. Perché io ero quello riflessivo e pacato fra noi tre. Almeno, lo ero un tempo. Forse, stando costantemente a stretto contatto con Jasper, era riuscito a cambiare anche quel lato del mio carattere.
Sorrisi a quel pensiero.
Ci mancava solo questa...
Tornai a fissare il soffitto nero e, senza neanche pensarci, mi coprii gli occhi con il dorso della mano. Era come se quella posizione mi conciliasse i pensieri. E infatti, subito mi tornò in mente una cosa importante. Come un fulmine in ciel sereno: Rosalie. Mi tirai su a sedere in uno scatto fulmineo. Come se fossi stato punto da qualche insetto.
Cazzo, Rose...
Quanto ero stato stupido? Non solo mi ero comportato da idiota e avevo mandato al diavolo il mio perfetto essere galante e gentiluomo, ma avevo perfino dimenticato la cosa essenziale, mia sorella. Come avevo potuto essere così stupido? Lei contava su di noi. Il nostro legame era il suo unico appoggio. Ed io... io e Jasper avevamo rovinato tutto. L'avevamo abbandonata...
Merda! Adesso sì che mi sento un grandissimo coglione...
Dovevo parlarle assolutamente. Solo che... guardai l'orologio del cellulare. Le due e mezza di notte. Eh no, non era proprio il caso di chiamarla. Avrei peggiorato soltanto la situazione, allarmandola inutilmente. Così, per stemperare l'angoscia, mi alzai e, facendo il minimo rumore, uscii dalla stanza.
Una volta nel corridoio sospirai e mi diressi verso il bagno, che mi aveva mostrato Emmet prima di andare a dormire. Era accanto alla sua stanza e veniva utilizzato sia da lui che dalle sue sorelle.
E pensare che, eccetto me, ognuno, a casa mia, ha il proprio bagno in camera...
Questo pensiero, senza conoscerne il motivo, mi fece sentire maledettamente a disagio. Di nuovo.
Con tutta l'accortezza di cui disponevo, aprii la porta e me la richiusi alle spalle, accompagnandola fino al battente. Cercai a tentoni l'interruttore della luce lungo il muro, visto che la stanza, nonostante vi fosse una finestra interamente spalancata, era immersa nel buio. Ma mi bloccai. Un rumore. Un piccolo singhiozzo mi aveva fatto congelare il sangue. Ascoltai per qualche istante solo i battiti accelerati del mio cuore e quei leggeri lamenti, provenienti da chissà dove in quella stanza. Non sapevo che fare. Se far finta di nulla e tornarmene  a dormire, oppure accertarmi della situazione.
Come sempre, il mio essere galante si mostrò l'unica cosa sensata.
"C'è qualcuno?" chiesi in un sussurro, mentre con gli occhi stretti a due fessure, scrutavo l'oscurità. Il lamento di interruppe bruscamente ma mi fu impossibile ignorare una sorta di singhiozzo represso. Seguirono alcuni istanti di puro silenzio durante i quali pensai addirittura di essermi immaginato tutto, ma uno scrosciare al mio fianco mi fece ricredere. C'era qualcuno, e quel qualcuno cercava di andare via dalla stanza. Istintivamente allungai una mano, fino a bloccare il polso del fuggitivo. Era un polso esile, certamente di donna. Un altro singhiozzo riempì l'aria
"Bella... sei tu?" chiesi, mentre lentamente i miei occhi, ormai abituati all'oscurità, iniziavano a scorgere forme e colori e non più soltanto un'immensa macchia nera. Ma non rispose. Continuava a singhiozzare lentamente, come se avesse paura di compromettersi maggiormente. Ma ormai avevo capito chi era. Avevo avuto una giusta intuizione. Si trattava di Bella. Iniziavo a distinguere chiaramente i suoi capelli mossi, tenuti sciolti sulle spalle. Ne vedevo il braccio che stringevo nella mia mano. Vedevo la bocca, socchiusa per respirare meglio. E vedevo quegli occhi, quasi spalancati, timorosi di qualcosa che io ignoravo. Ma peggio ancora, riuscii a scorgere quelle lacrime. La causa di quei lamenti.
"Bella... cos'è successo?" chiesi preoccupato. Mi guardava, attraverso l'oscurità e piangeva, piangeva come mai credevo potesse fare
"Cos'hai?... Perché stai piangendo?" le domandai ancora, non avendo ricevuto la benché minima risposta da lei. E ancora una volta rimase in silenzio. Poi, all'improvviso si buttò tra le mie braccia e scoppiò in un pianto liberatorio. Silenzioso e liberatorio. Non seppi cosa fare. Ero bloccato, bloccato dalla sua stretta che implorava di essere ricambiata. Ed io così feci. La strinsi, senza proferire parola. Sapevo che sarebbe stato meglio così. Sapevo che sarebbe stato, senza ombra di dubbio, meglio per lei. Rimanemmo così per un pò, mentre le lacrime e i singhiozzi uscivano incontrollati e la mia stretta si faceva in qualche modo più salda. Più... protettiva.
Cosa ti ha ridotto in questo stato, Bella? Cosa?....
Scivolai lentamente a terra, trascinandola con me, e poggiai la schiena alla porta chiusa. Era poggiata al mio petto, con le mani salde dietro il collo, e singhiozzava, mentre le sue spalle si alzavano e si abbassavano sommessamente. Mi sentivo inutile. Possibile che non potessi fare nulla per lei? Possibile che semplicemente ignorare il motivo di quelle lacrime mi compromettesse di trovarne un rimedio?
Ecco un altro motivo per cui sentirmi un coglione...
Stavo giusto maledicendo me stesso per l'ennesima volta, quando la sua voce, rotta dalle lacrime, arrivò al mio orecchio
"Mi... di-spi-ace..." era poco più di un sussurro, ma averla allacciata al petto di certo aveva aiutato ad udirlo
"Bella... stai tranquilla... non hai nulla di cui dispiacerti!" cercai di convincerla, accarezzandole i capelli. Erano morbidi, se pur leggermente spettinati. Emanavano un odore di pesca, così come il resto del suo corpo. Era invitante ma allo stesso tempo maledettamente dolce. Mascherandolo come un gesto di consolazione, avvicinai il naso alla sua guancia, per sentirne maggiormente la fragranza. Invitante era proprio la parola giusta. Non avevo mai sentito un odore del genere, e né tanto meno mi ero sentito in quel modo, prima di allora. Era una sensazione strana e del tutto nuova. Ero inebriato da quell'essenza e da quel calore del suo corpo gusto pesca. In quel momento non sapevo neppure se sarei riuscito a staccarmi da lei, prima o poi. 
Senza neanche accorgermene i suoi singhiozzi sparirono, e di conseguenza le lacrime. Il respiro andava via via calmandosi e la stretta iniziava a diminuire, diventando impacciata e timorosa. Decisi che era arrivato il momento di parlare.
"Come ti senti?" le chiesi, senza allontanarla minimamente da me. Ormai ero totalmente assuefatto dalla sua presenza. Allontanarmene sarebbe stato fastidioso e difficile
"Meglio... grazie!" sussurrò al mio orecchio. Avevo ragione era intimorita. Forse, a mente lucida, si era iniziata a vergognare di quel suo gesto improvviso. Abbracciarmi senza darmi modo e tempo di reagire. Ma... in fondo era stato particolarmente piacevole e sorprendente.
"Ti va di parlarne?" le chiesi ancora. La sentii trattenere il fiato, e di conseguenza lo trattenni anch'io
Cosa ti succede piccola Bella? Perché dai tuoi occhi sorridenti sono sgorgate lacrime dolorose?...
"Non... posso!" sussurrò agitata, ed un singhiozzo la colse alla sprovvista. No, non poteva piangere di nuovo. Non dopo che era riuscita a smettere. Maledetto me... maledetto me e quando avevo deciso di farla parlare. La strinsi più forte, iniziando ad accarezzarle lentamente i capelli lunghi e profumati
"D'accordo... se ne avrai voglia lo farai... non posso e non voglio costringerti!" la rassicurai allora. Sospirò. Un lungo sospiro che la fece nuovamente calmare
"Grazie Edward!" mi disse, accucciandosi meglio sul mio petto, ed avvicinando le gambe al suo. Se qualcuno ci avesse visto in quel momento, avremmo senza dubbio dato l'impressione di una coppia di fidanzati, intenti a scambiarsi tenere effusioni in un bagno.
Una coppia di fidanzati? O mio Dio... la pesca deve avermi dato alla testa...
Avevo solo un desiderio. Farla stare bene. Volevo che le passasse quel momento di debolezza e che sul suo bel viso ricomparisse quel sorriso sincero e piacevole che le incorniciava il volto. Volevo scorgere di nuovo quel leggero rossore che la contraddistingueva ogni volta che le sorridevo. Volevo che tornasse la Bella che avevo imparato a conoscere e a voler bene. Perché quella che stringevo tra le braccia non era la vera Bella Swan. No, quella era solo una piccola parte fragile, che si era concessa un libero sfogo e cercava disperatamente riparo tra braccia sincere. E poco importava se quelle braccia fossero mie o se a farla sorridere ed arrossire fosse stato qualcun altro. Bella non doveva stare male. Questa era l'unica cosa di cui mi interessava in quel momento. Jasper, le nostre liti, la mia voce immaginaria, Edward Cullen e perfino mia sorella... erano tutti passati in secondo piano. In quel momento per me, contava solo Bella. Inspiegabilmente ed incondizionatamente solo lei. E non sapevo spiegarmi il perché. Forse per via di quel ravvicinato contatto o per via delle sue lacrime o forse ancora si faceva avanti nuovamente quella stupidaggine della galanteria. L'unica cosa certa, per me, era la voglia di vedere Bella sorridere, come sempre.
"Sta tranquilla... per te, questo ed altro!" esclamai, ritrovandomi inconsapevolmente a sorridere.





Risposte alle recensioni: (waw 23! Ke billu^^)
Shinalia: Salve cara, ecco la risposta alla tua domanda... gli sguardi feriscono molto di più delle parole ^^ bene, spero che sia stato gradito, fammi sapere mi raccomando... un bacione ^^

mine: Salve cara... sono contenta che sei riuscita a metterti in pari cn i capitoli e che ti siano piaciuti così tanto da farti commuovere cn l'ultimo... ^^ lo ammetto rileggerlo commuove anke me, perchè essenso donna posso capire come ci si sente ad essere trattate così... è un vero schifo... e poi, Jasper che fa il fratello finalmente rimette la testa a posto... chissà che qst storia nn lo faccia cambiare leggermente ^^ cmq, x qnt riguarda capo Swan eccoti accontentata spero di nn averti delusa... fammi sapere un bacione ^^

Norine: Salve cara... in effetti Jasper qnd si tratta di sua sorella cambia radicalmente (cosa che nn fa cn suo fratello xò!) tranquilla nessuno muore nel sonno... capo Swan nn arriva a qst almeno nn fa nulla ke comprometterebbe la sua prestigiosa carriera... cmq, spero che il capitolo sia stato gradito... fammi sapere un bacione ^^

Cullengio: Ma ciaooo... cavolo che belle parole... davvero grazie mi ha fatto davvero piacere che ti abbia toccato il capitolo tanto da farti commuovere (nn sei pazza... rileggerlo commuove anche me ^^) spero che anche qst capitolo sia stato gradito... fammi sapere.. un kisss ^^

valeego: Salve... allora prima di tutto grazie x aver recensito la mia storia... primo perché lo hai fatto e secondo grazie x avermi detto quelle meravigliose parole... sapere che la mia storia ti è piaciuta al punto da farti venire voglia di recensirla, mi ha fatto un piacere immenso (nn so neanche se si possa dire ^^) quindi grazie davvero... hai ragione... modellare una storia su personaggi già esistenti è difficile soprattutto perchè vorrei in qualche modo provare ad essere innovativa e nn semplicemente la copia rudimentale della zia Steph ^^ dalle tue bellissime parole sembra proprio che qualcosa di buono la sono riuscita a fare ^^ (me gongola felice!) cmq.. per rispondere alle tua domanda... io Rose nei libri l'ho sempre avuta leggermente sulle scatole (mea culpa^^) quindi ho voluto smontarla pezzo per pezzo e ricreare una nuova Rosalie, in qualche modo più umana... vederla fragile e dipendente dall'appoggio dei suoi fratelli mi ispirava... rosalie forte nn si sarebbe di certo abbattuta x la tragedia nello stesso modo di qst altra... quindi... viva la fantasia ^^ spero di essere stata abbastanza esauriente... se hai altre curiosità domanda pure... spero che continuerai a seguirmi, mi farebbe immensamente piacere... un bacione e grazie ancora ^^

enifpegasus: Salve cara... che cara che sei... addirittura asp l'aggiornamento (sxo che qst volta tu nn sia invecchiata troppo davanti al pc^^) uh uh tu vuoi la vendetta di Jasper (che ormai da qnt ho capito è diventato il tuo idolo della storia ^^) solo che, per il momento ha una questioncina da risolvere... sai cm'è... un fratello scappato di casa, una sorella disperata... la nanetta dovrà ritenersi fortunata ^^ cm hai notato tu, rose è molto più fragile di qnt voglia far credere e qst cosa della lite l'ha vissuta proprio male... è cm se le fosse venuto a mancare un pezzo fondamentale... sei esperta di tecniche di tortura, eh? ahahah nn credo servino cmq ti ringrazio x la proposta... la reazione di capo Swa la trovi tutta qui sopra sperando che sia stata apprezzata, cm il resto del capitolo... bene, adesso ti lascio, rinnovandoti i miei ringraziamenti... un kiss ^^

Elfa Sognatrice: Salve... grazie x i complimenti... sn contenta che il sogno sia stato realistico, era proprio quello ke volevo ^^ si i due fratelli hanno un attimino dimenticato le proprie priorità, ma sta tranquilla... sn tardivi a capire ma prima o poi ci arrivano anche loro ^^ bene, cara, spero che anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere un bacione ^^

hale1843: Salveeeeee... sono contenta che il capitolo della litigata ti sia piaciuto e che soprattutto ti abbia intenerito così tanto la reazione di rose al sogno... immaginarmela disperata e in cerca di aiuto tra le braccia di Jasper mi piaceva cm idea... era così tenera ^^ uh cara, grazie davvero x i caomplimenti sn contenta che la ff ti piaccia... spero continuerà a piacerti anche in seguito... fammi sapere x qst capitolo... un bacione ^^

elys: Salve... oddio le tue parole mi hanno fatto immensamente piacere.. davvero ti piace così tanto la mia storia? Uh che bello ^^ beh, che dire... grazie mille e spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... sarei contenta se continuassi a seguirmi, mi farebbe piacere... un bacione e grazie ancora ^^

Uchiha_chan: Salve cara... e già... le prime emozioni che rose si trova inspiegabilmente a vivere grazie ad emmet (anche sl grazie alla sua voce) sn molto tenere... ben presto si renderà conto del motivo per cui sentire il suo nome le fa battere così tanto il cuore... per qnt riguarda Jazz-Rose... in effetti tra di loro c'è cmq un forte legame che li porta a cercarsi sempre... un pò per il fatto di essere gemelli e un pò per la questione del passato di lei... lui e edward sn pur sempre i suoi punti d'appoggio. Sono contenta di essere riuscita a centrare il punto nella descrizione.. avevo paura di essere troppo sbrigativa o insensata è pur sempre qualcosa di orribile e decriverlo è complicato davvero... sì l'autore è uno solo, e x sapere qualcosa su di lui, bisognerà aspettare il racconto di tutto l'accaduto drettamente dalla voce d Rose... Alice e Jasper hanno ancora strada da percorrere, ma tolte le difficoltà saranno quelli che... ahhhh... zitta (stavi spoilerando vero???? ndcoscienza) (chi? Io? noooooo ndme^^) bene, spero che il capitolo sia stato gradito fammi sapere... un kiss ^^

sammy88: Ma anche io ti adoro... grazie x aver lasciato un commento (meraviglioso tra l'altro) e sn contentissima che la storia ti piaccia così tanto ^^... spero adesso di nn averti delusa cn qst capitolo e soprattutto spero che continuerai a seguirmi, cosa che mi farebbe estremamente piacere... un bacione cara, e grazie ancora di vero cuore ^^

cinzia818: Zao... sono contenta che il capitolo del sogno ti abbia emozionato, in effetti è molto toccante, soprattutto perchè a distanza di tempo lo ricorda ancora perfettamente (purtroppo!)... x la reazione di babbo Swan spero che il capitolo ti abbia chiarito un pò le idee, niente botte x Edward (almeno per lui ^^) bene, spero che la mia recensione sia stata gradita... e spero che qst capitolo ti sia piaciuto... attendo notizie.. un bacione cara ^^

lisa76: Salve... sono lieta di sapere che il capitolo scorso ti è pienamente piaciuto... in effetti Bella prova inconsciamente un certo interesse x Edward che di certo nn nega la bellezza di lei... (che dolci) x qnt riguarda Rose... la sola voce di Emm le da benessere, senza neanche accorgersene, e ben presto ne capirà il motivo... bene, spero che qst capitolo sia stato gradito... fammi sapere un kiss ^^

piccola_pokemon: Salve cara... sn cotenta che il rapporto Ed-Rose-Jasper t piaccia (forse anche loro si vogliono bn a modo loro, un pò cm te e tue sorella ^^) la scentata della macchina arriverà prima o poi (e poi dirai sul serio povero Edward^^)... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto... attendo tue notizie... un bacione cara ^^

robbycullen: Salve cara, in effetti fratello orso è leggermente impiccione... immagina cm sarà complicato (nn tanto x bella) qnt x Alice convincerlo a farla stare cn Jasper (tremo sl all'idea ^^) però, è il suo dovere... proteggere le due sorelle al posto del padre... sono contenta che dottor Cullen ti sia stato utile (eh sì, fa lo stesso effetto anche a me ogni volta che lo mando a chiamare!) ma... tale padre.. ^^ cmq, cm dice il cap, ci tengo alla tua salute fisica e mentale, pertanto... x te qst ed altro ^^ bene, cara, sxo ke il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere.. un mega kiss ^^

G_i_s_y: Ciao.. prima di tt grazie x aver commentato, sappi che mi ha fatto molto piacere... in effetti immaginarsi Charlie cattivo è difficile è un pò cm immaginarsi Jasper sadico ahahah... nn so se rendo l'idea... bene, sper che continuerai a seguirmi, mi farebbe estremamente piacere.. un bacio e grazie ancora ^^

martya_c: Salve cara... sono contenta che l'incubo raccontanto sia riuscito a rendere l'idea, e soprattutto sn contenta che l'idea sia stat resa anche cn semplici parole, meglio così^^ in effetti a rose serve proprio un pò di calore, ed Emmet fa proprio al caso suo (più braccia forti delle sue è difficile trovare^^) ahahah Emmet in versione radar mi piace, peccato che funzioni solo sugli altri e nn su se stesso... cmq grazie x la fiducia spero che qst capitolo sia stata la prova lampante che nn voglio assolutamente deluderti... fammi sapere se ti è piaciuto.. un bacione ^^

yle_cullen: Zao cara... if you like english I can write all the answer in this way... so... (seeee ma sei matta???? se mi metto a parlare così mi ricordo che la scuola inizia tra meno di dieci giorni e allora è la fine ^^) cmq... vaneggiamenti a parte... caraaaa... sn contenta che il capitolo ti abbia appassionato così tanto... la povera rose trova rifugio tra le braccia del fratello e nella voce di Emmet... spero che babbo-pazzoide ti abbia colpito... (io se fossi in Alice preparerei le valigie) però, anche grazie a babbo Swan c'è stata la scena fiale... (io nn dico nulla perchè nn so se hai già letto o meno il capitolo!^^)... allora parliamo d'affari... hai avuto un'ottima pensata... tre milioni a testa basteranno (io avrei chiesto di +^^) e se loro ci cacceranno a calci, andremo dalla mondadori o dal Ragazzini... qualkn dovrà pur rendersi conto di qnt potenzialità può avere qst nuovo termine... il numero di alice nn ce l'ho ma in compenso ho le mutande di edward... prima o poi dovrà passare da casa mia a riprendersele e allora gli chiederò il numero ahahah cmq ti rinnovo i miei in bocca al lupo per i risultati (che dovrebbero essere usciti oggi a qnt mi hai detto,quindi fammi sapere!) sicuramente l'eternit che ci ho messo x aggiornate ti avrà dato modo di tornare a casa (almeno spero ^^) altrimenti ci sentiamo al tuo ritorno.. un bacio cara e buon viaggio ^^

irly18: Salve... oddio oro... che bello ^^ grazie mille davvero mi hanno fatto moto piacere le tue parolem giuro... allora, l'incubo effettivamente è toccante, però... racconta sl in minima parte il dolore che deve aver provato lei... stai tranquilla... la consolazione di Emmet è stata già messa in conto e verrà molto presto... x qnt riguarda invece capo Swan spero che il capitolo sia stato gradito... fammi sapere mi raccomando... un bacione e grazie ancora ^^

maya tabitha: Salve cara... sono contenta che il capitolo toccante di rose ti abbia colpito... e poi Emmet orso deve iniziare a marcare il territorio (un pò cm i gatti XD) se vuole che la piccola rosellina rimanga tt per lui... direi che i presupposti sn buoni però.. hai detto che ti piacciono i capitoli lunghi e anche qst volta mi sn sbizzarrita.. spero apprezzerai... bene, cara, spero che il cap ti sia piaciuto.. fammi sapere.. un bacione ^^

stezietta w: Cara... ok ok la smetto di ringraziarti, è che mi viene spontaneo ^^ cmq, se emmet fosse andato a casa di rose, probabilmente Jasper avrebbe sfogato la rabbia accumulata su di lui (e nn so se gli sarebbe convenuto ^^) quindi x il momento è megio ke continuano a vedersi a scuola o cmq lontano dagli occhi di Jazz... x Alice... stai tranquilla nn ti deluderò (sue testuali parole ^^) bene, cara, spero che il cap sia stato gradito.. fammi sapere un kiss^^

eMiLy BlOoD: Salve. prima di tt grazie x aver recensito... mi ha fatto mooolto piacere ^^ allora, rispondo subito alla tua domanda... no, non è stato lui, per due semplici ragioni: uno, qnd lei è stata violentata abitava a New York (città da cui stanno scappando tra l'altro proprio x qst motivo) e Charlie e famiglia nn si sn mai mossi da Forks, e due perché nonostante sia leggermente brusco e violento, nn si permetterebbe mai di abusare sessualmente di qualckn... almeno qst concediamoglielo ^^ cmq, se hai latre perplessità, domanda pure, sarò felicissima di risposondere... spero cmq che continuerai a seguirmi perchè mi farebbe piacere.. un bacio e grazie ancora ^^

niky90: Ciao cara, e grazie x la tua ennesima recensione (molto apprezzata, sia chiaro ^^) sn contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero nn mi ucciderai per nn aver messo Jasper ed Alice ma Bella e Edward, ma avevo la necessità di spiegare alcune cose, e mi servivano loro due x farlo... il prox ti prometto che arriveranno nanetta e capra tt x te ^^ fammi sapere cm hai trovto il cap, mi raccomando.. un bacio grande ^^

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Capitolo 22
*** Non così diversi ***


Capitolo 22 (Jasper & Alice POV)
Weeee, bella gente, come promesso qst volta nn vi ho fatto attendere poi molto... certo erano molto più piacevoli gli aggiornamenti flash però.. cercate di essere clementi cn me ^^... bene, su qst capitolo ci tengo a precisare un paio di cose.. vi prego soprattutto di non giudicare male né Rose né Bella (leggendo ne capirete il motivo!), magari i loro comportamenti vi sembreranno egoistici oppure insensati, ma... in alcuni casi un pò di sangue fermo ci vorrebbe... cmq, spero che il capitolo sia di vostro gradimento... è il più lungo che abbia fatto fin ora e devo dire che mi soddisfa parecchio anche se... qnd lo avevo immaginato era totalmente diverso... beh, basta, a voi l'ultima parola... rendetemi come sempre felicissima del vostro affetto ^^ un grazie a tutti... ;)




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Come era bello dormire. Dormire e non pensare, perché chiudere gli occhi allontanava di conseguenza tutte le preoccupazioni o i brutti pensieri. Ed era quello che avevo fatto, avevo chiuso gli occhi e mi ero abbandonato ad un sonno ristoratore e benefico. In certi casi ne sentivo proprio il bisogno. E quella era stata una di quelle occasioni.

Se solo non ci fosse questo maledetto rumore a darmi fastidio in sottofondo, sarebbe tutto magicamente perfetto...
"Jazz..." mi sentii chiamare. Era una voce familiare, fin troppo vicina al mio orecchio. Come lo era anche quel fastidioso rumore che incessantemente continuava a disturbare il mio sonno
"Jasper..."
Jazz... Jasper... il rumore... ma si può sapere cosa succede oggi?...
Aprii di malavoglia di occhi, e scrutai la situazione. Ero in camera mia, su questo non ci pioveva. Camera mia, uguale letto mio... bene... fino a lì ci siamo. E allora quel rumore? E quella voce?
"Ma sei diventato sordo per caso?" eccola di nuovo, leggermente impastata ma lo stesso facilmente comprensibile. Abbassai gli occhi, fino a trovare una chioma bionda, schiacciata contro il mio petto
Il lupo perde il pelo...
Mi ritrovai a sorridere, come un cretino. Dopodiché allungai la mano verso il cellulare e disattivai la sveglia. Sospirai profondamente, mentre la ragazza sconosciuta al mio fianco si muoveva appena
"Meno male.. pensavo l'avresti fatta suonare all'infinito!" e detto questo alzò gli occhi verso di me. La guardai, ancora con quel sorriso idiota stampato in volto. Quegli occhi... perché mi sembravano così simili ai miei? Perché quell'espressione mi dava la certezza di essere più che familiare?
Sgranai gli occhi, perdendo all'improvviso sorriso e soddisfazione
Ma che lupo e lupo... questa é...
"Rosalie!" esclamai esterrefatto. Cosa diamine ci faceva mia sorella nel mio letto, per di più interamente schiacciata contro di me? Dico, era impazzita per caso?
"Cosa?" mi chiese confusa. Arrossii appena, mentre mi alzavo e mi liberavo allo stesso tempo delle coperte.
"Ti ha dato di volta il cervello per caso?" le chiesi sconcertato. Passi che era mia sorella e che le volessi un bene dell'anima. Passi pure che, essendo gemelli, molto spesso ci trovassimo a vivere in simbiosi, però... dormire assieme mi sembrava un tantino esagerato.
"Ma che ti prende?" mi domandò a sua volta, mettendosi a sedere
"Che mi prende?" feci io "Ti ritrovo nel mio letto, attaccata a me come una sanguisuga... e hai anche il coraggio di chiedermi che cosa mi prende?!" ero letteralmente scioccato. Dove l'avevamo lasciata l'antica, se pu giusta, questione della rispettosa intimità?
"Non ti ricordi, allora!" esclamò, abbassando lo sguardo ed incupendosi. Perché, cos'era che dovevo...
Merda, merda, merda...
All'improvviso mi fu tutto chiaro e cristallino. Sospirai dandomi dell'idiota e sorrisi
"Scusa Rose!" le dissi. Lei alzò gli occhi e sorrise timidamente, quasi ne avesse il timore. Ma con me, non doveva avere nessuna paura. Io non le avrei di certo fatto del male, e né, tanto meno, mi sarei sognato di farla soffrire.
Una volta basta ed avanza...
"Sono uno stupido, eh?" le chiesi con un mezzo sorriso
"No, non sei stupido... sei semplicemente mio fratello!" rispose e mi abbracciò. Ricambiai la stretta, mentre un piccolo sorriso mi si stampava sulle labbra. Almeno lei non ce l'aveva più con me per quella fastidiosa quanto scomoda faccenda del giorno precedente. Sembrava superata... o forse, non era così e lei si limitava semplicemente a migliorare in parte la situazione, il che mi fece sorridere ancora di più.
"Forse è il caso di prepararsi per andare a scuola... altrimenti chi li sente mamma e papà!" feci io, qualche secondo dopo. La sentii ridacchiare.
Bene, momento di debolezza superato...
"Hai ragione!" concordò liberandosi del mio abbraccio. Mi sorrise ed uscì dalla mia camera. Sospirai un'altra volta.
"L'ho fatto di nuovo... l'incubo..."
Pensavo che perlomeno nei sogni riuscisse ad oscurare il suo passato. Ma, a quanto pareva, non veniva minimamente risparmiata.
"Devo proteggerla a tutti i costi!" mi dissi "Lei senza di me è indifesa, troppo esposta... ed io, non posso permetterlo!"
Dopo una doccia leggera, mi vestii. Forse ero leggermente più idiota del solito visto che indossai un pantalone bianco ed una camicia del medesimo colore. Guardandomi allo specchio mi venne da ridere
Se qualcuno mi vedesse ora, direbbe che l'unica soluzione per me è la camicia di forza...
Con il sorriso ancora sulle labbra, uscii dalla stanza, richiudendomela alle spalle. Nel corridoio incrociai Rose, perfettamente vestita, come sempre. Mi squadrò per bene, dalla testa ai piedi, dopodiché alzò un sopracciglio in maniera interrogativa
"Così sottolineo il fatto che vengo in pace!" esclamai divertito. Lei scosse la testa e mi precedette nella discesa delle scale che portavano al salone.
"Buongiorno, ciurma!" ci salutò papà, alle prese con una cartella colorata, probabilmente dell'ospedale. Come sempre si portava il lavoro a casa.
Ecco cosa succede a passare la maggior parte del proprio tempo alla bottega... Si finisce col esserne dipendenti...
Il poco entusiasmo con cui rispondemmo, gli fece alzare lo sguardo dai suoi appunti, per fissarlo su di noi
"E l'ammiraglio Edward? É ancora sottocoperta?" domandò curioso
"No" risposi, versando nella mia tazza del caffellatte "Ha semplicemente cambiato nave per questa notte!". Papà ci guardò, sempre più incuriosito
"E sarebbe?" chiese allora
"Ha dormito da alcuni amici!" rispose Rose per me
"Certo, amici suoi!" sibilai secco. Soltanto Rosalie parve aver sentito, per questo mi guardò male e, senza dire altro, riprese a girare il cucchiaino nella sua tazza
"E chi sarebbero questi amici?" domandò papà, abbandonando definitivamente la sua cartella.
"Sono i figli dell'ispettore Swan. Li abbiamo conosciuti a scuola!" fu ancora una volta Rosalie a parlare. Io di certo non avrei sprecato tutte quelle parole per quei tre.
"Capisco... beh, sono contento che abbiate trovato anche qui ben presto degli amici!" esclamò visibilmente soddisfatto. Quella volta non nascosi una smorfia
"Qualcosa non va, Jazz?" mi domandò mio padre, allora, corrucciandosi. Feci per parlare, ma il calcio che Rosalie mi tirò sulla gamba mi fece zittire all'istante
"No, papà, va tutto benissimo!" feci sorridendo. Dopo l'ennesima occhiata storta di mia sorella, e l'in bocca al lupo per la scuola di nostro padre, ci dirigemmo silenziosi al garage. Come sospettavo ortaggio spettinato si era portato via la Volvo.
"Beh, perlomeno non ti ha rubato la macchina!" osservai indicando la Bmw rossa con un cenno
"Smettila!" sibilò lei facendo scattare le serrature con il telecomando
"Di fare cosa?" chiesi innocentemente
"É tuo fratello!" mi ricordò.
Ah, perché è di questo che stiamo parlando... di nuovo...
Subito mi tornò in mente l'ultima chiacchierata con... mio fratello.
"Sai cosa ti dico, Jasper?... Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a fanculo e restaci!"
Dio Santo... mi aveva mandato a fanculo ed era ancora da considerare un essere umano vivo e vegeto? Dovevo avere qualche rotella fuori posto o dovevo essere particolarmente arrabbiato se lo avevo davvero risparmiato da morte certa. Ero il maggiore e ciò voleva dire: rispetto. Certo, magari io non mi ero comportato particolarmente bene con lui... cioè... ero stato una merda totale, soprattutto con quella sparata del cazzo alla fine.
"Io e te non siamo fratelli... perché io, uno come te, non lo vorrò mai e poi mai come fratello!"
Ok missione "facciamo sentire un idiota totale Jasper" perfettamente riuscita...
Mi ridestai dai miei pensieri e cercai Rose con lo sguardo. Stava dietro la mia macchina, con una strana espressione sul volto
"Ehi, Rose... tutto bene?" le chiesi
"Eh?... ah, sì!" e mi raggiunse entrando in macchina. Tuttavia non potei non notare quel sorriso divertito che le piegava le labbra
"Saresti così gentile da rendere partecipe anche tuo fratello del motivo per il quale sei così divertita?" le domandai facendo manovra per uscire dal garage. Come sempre, la guida della sua macchina era toccata a me, visto che lei portava i tacchi alti
"Niente di particolare, davvero... solo che..." si concesse una risata, dopodiché continuò "Alcune volte mi rendo conto di quanto poco conosco le persone... specialmente i miei fratelli!" mi accigliai, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada che scorreva veloce davanti a noi
"Ti riferisci a quello che è successo ieri sera?" le domandai. Immaginavo che avrebbe tirato fuori l'argomento.
"Non solo!" mi sorprese con quelle parole "Mi riferisco principalmente al fatto che prima davo per scontato troppe cose, come ad esempio la vostra costante presenza accanto a me. Ieri, però, mi sono resa conto del fatto che io non posso controllare i vostri istinti o i vostri desideri. Ognuno di voi reagisce a suo modo, per quanto giusto o sbagliato questo possa essere e che molte volte dimentichiate la cosa più importante: l'affetto che ci lega!" pronunciò quelle parole con tono fermo e deciso. No l'avevo mai vista così determinata. Mi sorprese non poco.
"Rosalie, io non ho mai messo in dubbio l'affetto che provo per te!" la rassicurai. Lei scosse la testa
"Non parlavo di me, Jasper...E questo tu lo sai"
Già, era quello che temevo...
"Avevo ragione, quindi.." constatai "Ti riferisci a quello che è successo ieri sera!"
"Quella di ieri sera... è stata semplicemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso..." osservò sospirando. Strinsi forte la mano sul volante, temendo che potesse di nuovo farmi la ramanzina o che si ripetessero le lacrime della sera prima
"Non mi va di ritornare sull'argomento, sarebbe inutile e stancante!" precisò quasi subito "Sappi, però, una cosa, Jazz... se tu e lui continuate di questo passo, io di conseguenza non posso sentirmi meglio. Questo mi porta a soffrire, molto di più di quanto non lo stia già facendo, perché mi verrebbe a mancare un punto di riferimento essenziale, se non addirittura l'unico, della mia vita. Ho bisogno di sapere che per me ci sarete sempre, e non come Edward e Jasper... ma come fratelli!"
Dio mio, cos'è questa stretta lancinante che sento allo stomaco? Sarà il caffellatte di questa mattina?...
"E l'unica cosa che posso dirti è che... finché non avrò la certezza che tra di voi le cose si siano del tutto sistemate, non posso, e non voglio avervi accanto. Non avrebbe senso per me, sentirei la forzatura e ci starei male. Quindi..." fece una pausa, mentre nel frattempo, la Bmw rossa, come se fosse telecomandata da qualcuno esternamente, si parcheggiava in un posto libero "Non ti aspettare che corra da te, la prossima volta che avrò bisogno di conforto, come è successo la notte scorsa. Da questo momento in poi, per me, esiste solo e soltanto Rosalie!" e detto questo uscì dalla macchina, richiudendosi lo sportello alle spalle. Ricominciai a respirare, dato che non lo avevo fatto per tutta la durata del suo discorso.
Ma che diamine era successo? Cos'è che aveva detto Rosalie, di tanto scioccante, da farmi rimanere fermo ed immobile su quel sedile, senza farmi più avere la voglia di uscire dall'auto?
Ha detto che non ha bisogno di me... la mia presenza non le è più essenziale come prima... penserà da sola a proteggersi, senza l'aiuto mio o di Edward... e tutto questo per via del fatto che... io e lui non ci comportiamo da fratelli....
Feci un paio di respiri profondi, tanto per cercare di sciogliere quel maledetto nodo formato all'altezza dello stomaco. Non mi era mai successo di sentirmi così. Mai. Anzi, forse una volta sì... ben otto mesi prima, quando, appena tornato dalla festa, avevo trovato Rosalie in salotto, completamente...
Mi imposi la calma, e scesi dalla macchina. Il cortile pullulava di studenti, gli stessi che il giorno prima si erano divertiti a guardare la scena che Alice Swan aveva messo su, esclusivamente per ridicolizzarmi. Gli stessi che in quel momento mi guardavano e sorridevano, ancora reduci di quel ricordo. Gli stessi che, io, ignorai bellamente, per dirigermi dall'altro lato del parcheggio. Non sapevo neanche dove stessi andando o perché lo stessi facendo. L'unica cosa certa era che, mischiarmi a quella marmaglia di gente, come facevo tutti i giorni, non mi andava. Quello non era certamente un giorno come gli altri. Gli altri giorni non mi ero mai sentito così male, così vuoto ed inutile. Gli altri giorni non ero sommerso dai morsi della coscienza. E gli altri giorni non ero mai arrivato al punto del non ritorno.
Maledette lacrime...


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Dovevo sapere. Avevo bisogno di sapere cosa diavolo era successo la sera prima tra papà e Bella. Sapere cosa le aveva detto, ma, cosa più importante, sapere cosa le aveva fatto. Solo pensare che potesse aver alzato le mani su di lei, mi faceva sentire uno schifo. Perché, in effetti, era così che mi sentivo. Una codarda che aveva preferito nascondersi dietro la gonna della sorella, piuttosto che fermarla, e scendere al piano di sotto, consapevole del fatto che, essendo l'artefice di quella gigantesca cazzata, dovessi prendermi per intero le conseguenze. Tutte, nessuna esclusa.
Il giorno dopo, al suono della sveglia, scattai in piedi, corsi in bagno, battendo sul tempo quel brontolone di Emmet e mi buttai sotto la doccia. Dopodiché tornai in camera mia e mi vestii in tutta fretta. Dovevo parlare con papà, e, per farlo, dovevo essere da sola, faccia a faccia con lui. Una volta sistemati i capelli e recuperata la borsa, corsi di sotto, saltando un paio di scalini, ed entrai trafelata in cucina
"Buongiorno!" mi salutò Edward, sorpreso di vedermi così agitata. Mi guardai intorno, perlustrando in lungo e in largo l'intero pianterreno, ma niente. Portai lo sguardo all'orologio della cucina. La 07 e 35. E di papà, neanche l'ombra
"Hai visto mio padre, per caso?" domandai a Edward, che se ne stava tranquillamente poggiato accanto ai fornelli
"É uscito una ventina di minuti fa. L'hanno chiamato alla centrale... suppongo ci sia stata un'urgenza!" mi spiegò, spegnendo il fornello sul quale aveva posato la macchinetta del caffé. Sospirai frustrata.
Fantastico, tanta fretta per niente...
Mi avvicinai a lui, per preparare la colazione. Almeno avrei fatto un piccolo regalo a Bella.
Certo, come se una tazza di caffè o due brioche potessero ripagare il torto che le ho fatto ieri sera...
"Giù le mani... ci penso io a preparare!" mi riprese Edward, togliendomi la scatola di biscotti dalle mani. Lo guardai sorpresa
"Come, prego?"
"Hai capito bene!" e mi sorrise "É il minimo che possa fare per sdebitarmi della vostra impeccabile ospitalità e soprattutto per ripagare il disturbo arrecatovi!"
Santo cielo, questo sì che è essere galanti...
"Ma che dici... non devi fare un bel niente! Tu sei l'ospite, e in quanto tale dovresti sederti ed attendere che la cameriera, cioè io, prepari tutto quanto!" spiegai divertita. Lui scoppiò a ridere, per poi spingermi leggermente verso una sedia
"Diciamo che per questa mattina si sono invertiti i ruoli!" affermò, facendomi sedere, e al mio tentativo di repliche, rispose con un occhiolino
Ecco una cosa che ha in comune con suo fratello, oltre alla bellezza e alla incantevole risata... la testardaggine...
A proposito di suo fratello
"Hai intenzione di parlargli?" domandai prendendo a giocherellare con una posata
"A chi ti riferisci?" chiese a sua volta confuso
"A Jasper!" risposi. Lui si fermò, accigliandosi. Dopodiché poggiò quattro tazze sul tavolo accanto a me
"Non lo so... chiarire con lui è ancora più complicato che conviverci!" spiegò serio "E poi... non sono neanche del tutto sicuro di averne la voglia!"
"É l'orgoglio o la rabbia che ti blocca?" domandai. Si concesse una risata amara
"Molte volte rabbia e orgoglio diventano la stessa cosa!" esclamò. Non potei che dargli ragione.
"Mmm... senti Alice, posso... ehm... posso chiederti una cosa?" mi fece ad un tratto, arrossendo appena
Edward che arrossisce?...
"Certo... a che proposito?" chiesi
"Si... ehm... tratta di Bella!" mormorò. Lo guardai curiosa. Bene, voleva parlare di mia sorella, però... che motivo aveva di arrossire?
"Ti ascolto!" lo informai. Si prese del tempo per parlare, forse per trovare le parole adatta a formulare la sua prossima frase
"Ecco, ieri sera... è successa una cosa strana... e vorrei avere da te dei chiarimenti, visto che tua sorella non vuole spiegarmi!"
Ok, adesso sì che sto morendo di curiosità...
"Beh, sono... a tua completa disposizione!" spiegai sorridendo. Ma lui non ricambiò. Rimase serio, pensieroso, perfino leggermente preoccupato. Il che mi fece seriamente insospettire
"C'è qualcosa, nella vita di Bella, che non va per il verso giusto?" domandò infine
Eh?...
"Edward... non capisco!" lo informai totalmente spiazzata
"Mi spiego meglio... vorrei sapere se Bella ha qualche problema... insomma, se magari non sta bene in salute, oppure c'è qualcosa che non le permette di vivere tranquillamente!" spiegò
"Ma... perché, perché me lo chiedi?" domandai, sempre più confusa. Dove diamine voleva arrivare?
"Semplicemente perché vorrei sapere cosa deve sopportare di tanto grave da costringerla alle lacrime!" esclamò infine. Sgranai gli occhi.
Alle lacrime? Bella costretta alle lacrime?... Perché?... Quando?...
"Edward, davvero, io non so cosa..." cercai di dire, ma poi, come un lampo...
"No! Ha chiamato me, devo andarci io!"...
No, non era possibile. Non poteva essere vero. Se Bella si era ritrovata a piangere, poteva significare solo una cosa, e quella cosa, soltanto a pensarla, mi fece raggelare il sangue.
"Buongiorno a tutti!" esordì su di giri Emmet, facendo il suo ingresso in cucina. Il suo buonumore stonava parecchio con il mio malessere. Mi guardò preoccupato ma non disse nulla, forse per via della presenza di Edward. Pochi istanti dopo, si aggiunse anche Bella a noi. Se il mio disagio prima era tremendo, in quell'istante crebbe fino all'inverosimile. Sul viso di Bella, sul meraviglioso viso di Bella, c'era un livido, all'altezza dello zigomo destro. Trattenni il respiro, sentendomi lentamente impazzire.
"Ehi, nana... sembra che tu abbia visto un fantasma!" mi canzonò Emmet prendendo posto accanto a me. Non risposi neppure, il mio sguardo vagava dal viso di Bella, che faceva finta di nulla, a quello di Edward che, successivamente all'ingresso dei miei fratelli, si era ammutolito ed aveva preso posto a tavola, al fianco di quest'ultima.
C'è qualcosa, nella vita di Bella, che non va per il verso giusto?... Sì che c'è... è nostro padre...
Se magari non sta bene in salute, oppure c'è qualcosa che non le permette di vivere tranquillamente!... Come si può farlo con un demonio in casa?...
Vorrei sapere cosa deve sopportare di tanto grave da costringerla alle lacrime!... Gli schiaffi di papà... gli schiaffi che erano indirizzati a me, e se li è presi tutti lei...
"Ohi, Ali... ti senti bene?" mi domandò nuovamente Emmet, scuotendo appena il mio braccio. Spostai lo sguardo nel suo, lanciandogli chiaramente una richiesta d'aiuto, che non parve cogliere.
Respira, Alice, per l'amor del cielo...
"Sì... sì, sto benissimo..." negai, stringendo il pugno sulla gamba. Lui fece spallucce, dopodiché si girò a guardare Bella ed Edward che, di fronte a noi, chiacchieravano come se niente fosse
Perché Edward l'ha vista piangere? Cosa ne sa lui? Cosa sa già di noi?...
Vidi, per un stante, passare il buio negli occhi di mio fratello, segno che ormai avesse collegato e capito da cosa fosse dovuto quel livido sul viso di Bells. E la cosa mi fece sentire ancora peggio.
Finimmo di fare colazione, io rimanendo nel mio religioso silenzio, lanciando occhiate sempre più preoccupate a mia sorella che cercava a tutti i costi di ignorarmi. Usciti di casa le voci di Edward e Emmet mi fecero leggermente ridestare
"Andiamo con la mia... non ha senso andarci con due macchine... poi al ritorno vi riaccompagno a casa!" esclamò Edward indicando la Volvo parcheggiata accuratamente dietro la Jeep di Emmet
"Non pensarci proprio!" esclamò quest'ultimo divertito "Se mai sono io che dovrei offrirti un passaggio fino a scuola!"
"Non si discute..." lo riprese Edward sorridendo "Ormai ho deciso... e poi..." scoppiò a ridere frugandosi nelle tasche dei jeans "Ho un vago ricordo di Jacob che mi informa di quanto questa piccolina ti abbia fatto impazzire!" e gli lanciò qualcosa che Emmet afferrò al volo, senza nessun problema. Guardò nella mano e sgranò gli occhi, in un'espressione tra il sorpreso e l'entusiasta
"Dici sul serio?" domandò allora. Edward mise su un sorriso incredibile che contagiò tutti, perfino me, che mi ritrovavo ancora in quello stato catodico
"Coraggio, oppure facciamo tardi!" lo incoraggiò per poi prendere posto accanto al guidatore. Emmet ridacchiò, dopodiché finalmente entrò in auto, seguito a ruota da me e Bella. Per tutto il viaggio, Emmet non fece altro che congratularsi con Edward per la scelta della macchina e soprattutto ringraziarlo per avergliela fatta guidare. Senza dubbio non gli sarebbe capitata un'altra occasione.
Arrivammo a scuola, prima del solito, ancora con la voce estasiata di Emmet in sottofondo. Decisi che quello era il momento opportuno per parlare con mia sorella. Una volta scese dalla macchina, mi avvicinai a lei e con la voce stranamente tremante iniziai a parlare
"Bella, devo dirti una cosa!"
"Non ora, Alice..." mi liquidò lei senza neppure guardarmi
"É importante!" insistetti. Lei deglutì
"Te ne prego, Alice... non ora!" e mordendosi un labbro agitata, si allontanò da me. Fu ancora più doloroso ed annientante dell'averla vista quella mattina sfoggiare quel livido sul viso. Non voleva parlarmi. Non voleva farlo perché mi disprezzava. Disprezzava me e quello che ero stata capace di farle. Mi sentii la terra mancare sotto i piedi. Era come se l'asfalto del parcheggio fosse, tutto un tratto, scomparso. E che al suo posto si fosse aperta un'enorme voragine fatta apposta per accogliermi. Quasi correndo, mi diressi verso il boschetto che c'era dietro la scuola. Avevo bisogno di stare da sola e quello mi sembrava l'unico posto adatto. Sentivo le lacrime, sentivo le strette allo stomaco, sentivo la coscienza che fremeva e che si disperava, così come stavo facendo io.
Mi inoltrai per un pò, fino a che i profili netti degli edifici scolastici non scomparvero completamente alla vista. Quell'ambiente non mi faceva paura. Non era la prima volta che mi ritrovavo a passeggiare in quella zona, ma era la prima che lo facevo senza ragionare, senza... sapere dove fossi diretta. Me ne infischiai altamente del fatto che, così facendo, potessi perdermi. Avevo bisogno del silenzio che quel posto poteva offrirmi e solo quello mi interessava in quel momento. Per fortuna avevo perfino le scarpe basse, il che mi permise di muovermi con più facilità.
Arrivai ad un grande albero e decisi di fermarmi. Mi sarei seduta lì, ed avrei aspettato che quelle lacrime fossero sparite dai miei occhi. Sì, non c'era altra soluzione.
Feci per sedermi quando, con la coda dell'occhio, scorsi un movimento che mi fece bloccare.
C'è qualcuno...
Mi girai di scatto per poi sobbalzare quasi
"Cosa ci fai tu qui?" chiesi ma non ottenni risposta. Se ne stava seduto a terra, poggiando la schiena ad un tronco e guardava inespressivo il vuoto che ci separava. Le lacrime di debolezza si trasformarono in lacrime di rabbia
Ci mancava solo lui...
"Ti ho chiesto cosa ci fai qui?!" urlai avvicinandomi, ma ancora una volta non rispose "Mi hai seguita?... rispondi!" gridai sempre più infastidita
"Il mondo non gira attorno a te!" sibilò acido e puntò i suoi occhi nei miei. Rimasi basita dall'espressione che vi trovai. Fredda come il ghiaccio e vuota, quasi quanto la mia. Feci un paio di respiri profondi per riuscire a calmare i singhiozzi. Jasper tornò a guardare il nulla. Aveva qualcosa di strano, glielo si leggeva negli occhi. La solita ironia e sfacciataggine che lo contraddistingueva aveva lasciato il posto alla frustrazione e perfino a quella che sembrava tristezza.
Non è affar mio... lui ha la sua vita... non devo prestargli attenzione...
Così, decisi di spostarmi. Quel posto non era più tanto tranquillo.
Come la biblioteca... tutto, quando c'è lui in giro, diventa insostenibile...
Ma, la curiosità ebbe la meglio. Domandare non mi avrebbe di certo fatto male.
"Come mai non sei in classe?" gli chiesi asciugandomi con un gesto le lacrime
"E tu come mai mi rivolgi la parola?" mi chiese a sua volta, sprezzante. Ancora quello sguardo. Quell'espressione che stonava così tanto con quelle meravigliose iridi azzurre. Non ce la feci a rispondere. La crudeltà del suo tono mi bloccò. Lui probabilmente dovette intuirlo, poiché scosse la testa e tornò a parlare, leggermente più calmo
"Comunque, potrei fare la stessa domanda anche a te!" esclamò.
"Avevo.. voglia di starmene un pò per conto mio!" risposi sincera
Cosa diamine faccio? Mi metto a raccontare i fatti miei proprio a lui?...
Ma c'era qualcosa... in quello sguardo che mi diceva che qualcosa non andava, che c'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa che lo rendeva stranamente fragile ed indifeso.
"Tu, invece?" domandai esitante
"Diciamo che la mia presenza a scuola, oggi, non è particolarmente gradita!" mormorò atono. Senza neanche accorgermene avanzai verso di lui
"É per quello che è successo ieri sera... con Edward?" domandai intimorita. Il suo sguardo saettò nel mio, ma dopo poco si rilassò
"Immaginavo che avesse raccontato tutto!" e sorrise, senza il minimo entusiasmo. Sospirai, dopodiché mi accomodai accanto a lui, alla necessaria distanza di sicurezza. Lui non si mosse, non parlò, non fece nulla, fino a che non girò gli occhi, fino ad incrociare i miei
"E... non hai niente da dire?" mi chiese
"Cosa dovrei dire, scusa?" feci io confusa. Aggrottò la fronte ed alzò lo sguardo verso il cielo, che si intravedeva appena tra le chiome degli alberi
"Pensavo che anche tu volessi farmi la ramanzina!" ammise
"Io non sono nessuno per giudicarti... quello che fate riguarda solo e soltanto la vostra famiglia. Ieri, io e i miei fratelli, ci siamo semplicemente limitati ad ascoltare le parole di un amico, ma non abbiamo messo parola su niente. Siete voi che dovete risolvere. Siete voi che dovete trovare il modo per chiarire tutto e per far sì che in futuro non si ripeta una cosa del genere. Riguarda solo la tua famiglia, Jasper, ed è per questo che io non ho niente da dire!" spiegai. Mi guardò, in maniera strana, come se fosse quasi colpito dalle mie parole, del tutto sincere e sentite.
"Mi sorprendi, lo sai?" mi fece con un tono di voce più sollevato "Non ti facevo così profonda!" scossi la testa
"Ci sono tante cose di me, Jasper, che tu probabilmente non potrai mai neppure immaginare!" ammisi mesta, e incrinando la voce verso la fine della frase
Non sai di mio padre, non sai quello che Bella ha dovuto sopportare a causa mia, non sai come mi sento io in questo momento... non sai, non sai e basta...
"Come il motivo per il quale sei venuta qui, in lacrime, per esempio?" mi chiese. Alzai lo sguardo verso di lui e rimasi a guardarlo senza riuscire a parlare
"Scusa... non dovevo... sono cose che non mi riguardano... l'hai detto anche tu, no? Ognuno pensa ai suoi di problemi!" e sorrise, quella volta meno amaramente. Rimasi a fissarlo, mentre il suo sguardo si allontanava nuovamente dal mio. C'era qualcosa, qualcosa di innocente in lui in quel momento. Qualcosa che prima, sotterrata dalla sua maschera di forte e prepotente, non si riusciva a vedere. Qualcosa che evidentemente era stata concessa soltanto a me. Qualcosa che in quel momento, mi fece trovare il coraggio, non so da dove, per parlare.
"Ho commesso un errore... un imperdonabile errore che sta facendo soffrire una persona importantissima per me... e mi sento uno schifo per questo!" sussurrai. Rimase in silenzio per qualche istante per poi sorridere
"A quanto pare io e te non siamo poi così diversi!" scosse la testa, chissà divertito da cosa, ma inspiegabilmente fece sorridere anche me "Chi l'avrebbe mai detto!" continuò per poi girarsi a guardarmi e in un istante tornare serio.
Rimanemmo silenziosi per un pò, ognuno a fare i conti con i proprio demoni. Ognuno a guardare nel vuoto. Fino a che non si alzò, recuperò la giacca che aveva poggiato a terra per non sporcarsi i pantaloni bianchi, e mi guardò per un istante che sembrò interminabile
"Non so cosa ti sia successo, Alice, ma spero che, qualsiasi cosa sia, riuscirai a trovare la forza necessaria per affrontarla e superarla..." esclamò "Vorrei.. vorrei che, usciti da questo posto, riprendessimo dallo stesso punto in cui ci siamo lasciati... tu che mi dai quello schiaffo ed io che vengo ridicolizzato davanti a mezzo istituto!" e ridacchiò, colpito dal ricordo "Vorrei che riprendessimo da lì, come se niente fosse successo oggi... credi... credi sia possibile?" mi chiese speranzoso
Tu mi chiedi di dimenticare quello che è successo oggi, per riprendere ad essere io lo scricciolo e tu Cullen?...
"D'accordo..." acconsentii intrappolata dai suoi occhi. Annuì, chissà perso in quale pensiero, dopodiché mi sorrise di nuovo
"Ti conviene uscire da qui, Alice... non vorrai prendere troppa umidità ed ammalarti!" e mi tese la mano per aiutare ad alzarmi. La accettai stringendogliela, dandogli proprio quella ancora fasciata dalla garza. A quel contatto, così caldo e forte, mi sentii avvampare. Per fortuna sembrò non farci caso. Mi sistemai la gonna, recuperai la borsa e, insieme, ci avviammo verso l'uscita, tanto ben nascosta, di quel piccolo boschetto. Poi un pensiero mi colpì, mentre i miei occhi si posavano distratti su di lui, che mi camminava affianco, concentrato sulla strada da percorrere
Mi ha chiamata Alice... non scricciolo, o nana... solo Alice...
E cercai inutilmente di nascondere un sorriso, il primo sincero da quando mi ero svegliata.   



Risposte alle recensioni:
mine: Weeee cara, ma che bello gli occhi sbrilluccicosi addirittura.. tipo così *O*... sì sì anche i miei erano allo stesso modo rileggendo il capitolo... quindi ti capisco perfettamente... beh, gli effetti del capo Swan li hai visti... si sarà anche trattenuto davanti a Edward ma dopo... la furia è esplosa.. beh, spero gongolerai anche per qst capitolo, perché in fondo anche da chi meno ce lo aspettiamo ci sono i primi passi avanti... stop! nn vorrei dirti troppo e magari nn hai ancora letto il cap ^^ quindi, asptto il tuo parere cn ansia... un bacione ^^

cinzia818: Caraaaaaaa ma ciaooooooo... allora ho appena commentato il tuo capitolo (corri a leggere mi raccomando ^^) allora, cm hai potuto vedere dal capitolo, o lo vedrai magari leggendolo dopo, purtroppo capo Swan nn si è trattenuto, ma d'altronde era prevedibile... e qst nn fa che aumentare il disagio di Alice (povera cara ^^) spero nn mi odierai troppo per quello che è successo nel capitolo... cmq, lo dico anche a te, per correttezza, da notare cm anche chi meno ci aspettavamo, sta facendo qualche 'piccolissimo' passo in avanti... e detto qst ti lascio ^^ fammi sapere, mi raccomando... un kissone ^^

maya tabitha: Salve cara... eh eh eh se ti piacciono i capitoli lunghi, allora cn qst ti sei proprio divertita (pensa sn ben 9 pagine di word...^^) ed in effetti anche chi davamo per impossibile sta leggermente cambiando ^^... cmq promesso nn è passato poi tanto tempo, ed inoltre ti ho riservato qst capitolo, a parer mio, intenso nella giusta misura... bene, famm sapere cm'è... un bacione ^^

niky90: Salve cara... che cara che sei, troppo gentile davvero (già il fatto che tu nn voglia uccidermi è un miracolo ^^) bene, visto che continuerai a seguirmi (che billu!) spero che anche qst cap ti sia piaciuto... aspetto tue notizie... un bacione ^^ (p.s. grazie mille per aver consigliato la storia alla tua amica valeego... ti adoro, letteralmente ;))

Uchiha_chan: Ma ciaooooo... allora... cm hai visto capo Swan nn è molto cm dire... preparato sull'argomento, ma sia chiaro non è che li picchia come e quando gli gira a lui... c'è sempre un motivo, diciamo che lo fa qnd è particolarmente arrabbiato cn loro, ed invece di gridare alza le mani... qst nn è asslutamente una giustificazione da parte mia, semplicemente una precisazione ^^... cmq, beh, effetto vampiro-cantante innescato... in fondo quei due sono destinati a stare assieme sempre e cmq.. (e figurati se un'innoqua Kristen qualunque possa infastidirli tzè ^^) ... cmq ti ringrazio x i complimenti... qnd li ho letti sono rimasta incantata per due minuti buoni e avrò riletto la tua frase cinque o sei volte... ancora adesso gongolo di felicità... ^^ quindi grazissime, sono contenta che in fondo un pò di credibilità la sono riuscita a dare alla storia... bene, spero che apprezzerai anche qst cap, fammi sapere... un bacione e grazie ancora ^^

elys: Ma salve, che bello, addirittura rapita... devo chiedere il riscatto quindi ? Xd ahahah ti prego ignorami... ^^ cmq, sono davvero contenta, e spero che Alice e Jasper siano stati di tuo gradimento... fammi sapere, mi raccomando ^^ un bacione XD

bigia: Ciao... allora prima di tutto ti ringrazio per aver recensito... mi fa davvero piacere sapere che la storia ti piaccia così tanto... in effetti capo Swan nn è il miglior padre in circolazione e in qst capitolo spiega in parte il perché di quelle lacrime... spero sia stato di tuo gradimento e soprattutto spero continuerai a seguirmi.. mi farebbe davvero piacere ^^ un bacione...

piccola_pokemon: Salve cara, ti prego scusamiiiiii hai ragione sono un essere infimo e disgraziato... nn merito il vostro affetto (me si rintana in un angolo buio e si castiga cm faceva Silas nel Codice da Vinci... ç_____ç oddio devo essere impazzita XD)... se puoi perdonami (vero ke puoi???) cmq... tt le tue richieste sn state accolte... volevi sapere cosa fosse successo a Bella e l'hai saputo, volevi sapere cosa avrebbe cominato Alice e l'hai visto... x qnt riguarda l'amore tra le coppie, beh, x quello c'è da aspettare un pò, ma... abbi fede qualcosa già è in movimento ^^ beh, spero ke il cap ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando...un bacione e scusami ancora ^^

martya_c: We cara... hai visto? Ho mantenuto la parola.. ^^ qualcosa tra Bella ed Edward è successo, e prontamente Edward il giorno dopo indaga... ma tranquilla, non si arrenderà mica tanto presto... solo perché nn ha avuto risposte la prima volta ^^ beh, qst capitolo qui sopra ammetto sia un pò ehm... strano... vedrai due personaggi in due vesti totalmente diverse, però... diciamo che anche qst fa parte del loro carattere, quindi ^^... spero che sia apprezzabile... fammi sapere cara, ti mando un bacione ^^

samy88: Oh cara, ti giuro che nn era mia intenzione farti piangere... (ok, forse un pò sì ^^) però, essere riuscita a commuovere mi fa davvero piacere... e poi, mi hai riempito di complimenti ed io arrossisco facilmente quindi grazie di vero cuore... spero che anche qst capitolo faccia effetto (nn il pianto eh... intendevo che ti possa piacere ^^ se no poi mi sento responsabile di farti piangere troppo XD) fammi sapere, mi raccomando... un kiss ^^

Elfa Sognatrice: Ciao cara, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, però spero ke qst altro l'avrai letto ad un'ora accettabile (nn vorrei averti disturbato il sonno ^^) o forse è stata colpa mia che ho aggiornato troppo tardi... però qst volta ho rimediato ^^ spero che anche qst sia di tuo gradimento... ti mando un bacione a presto ^^

G_i_s_y: Ciao cara... nn è affatto stupido, aspettare cn ansia che venga pubblicato un capitolo... sono stupida io che ho aspettato così tanto (chiedo perdono per qst ^^) e sapere che la storia ti piace così tanto nn può che farmi piacere... bene,  che dire, spero che anche qst capitolo ti sia piaciut, fammi sapere che sono curiosa.. un bacione cara ^^

valeego: Ma ciao.... mi fa molto piacere che la parte introspettiva ti sia piaciuta così tanto... avevo il timore che risultasse troppo noiosa, anche se era estremamente necessaria... in effetti i due passerotti fanno qualche passo avanti (chissà che nn sia proprio l'ispettore Swan a farli unire ^^) e sn anche contenta che la tua amica Niky90 ti abbia consigliato ti seguire la mia storia (la ringrazio di nuovo vivamente x qst... ^^) e x qnt riguarda Jasper/Alice eccoti accontentata, spero nn rimarrai delusa... dammi sapere ^^ un kissone ^^

lisa76: Ma ciao cara... eh già... i cervelli comiciano a smuoversi.. finalmente si intravede qualcosa... chi più, chi meno, inizia ad affezionarsi in maniera particolare all'altro... quindi c'è buona prbabilità, dai... ^^ ehm, tu aspettavi la guerra, eh??? ^^ spero nn mi ucciderai dopo aver letto il capitolo... diaciamo che si sono concessi un momento di tregua, ma qst nn significa che Alice la passerà liscia o che Jasper avrà vita facile... qst mai! ^^ bene, cara, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere... un kissone ^^

Norine: Ma ciauz... allora... dopo essermi prostrata davanti ai tuoi piedi in segno di umile perdono (ti giuro che nn lo faccio piùùùùù ç_____ç) mi preparo per ripetere il giuramento... mmh mmh *me si schiarisce la voce*... *nella sala cala il silenzio e la gente inizia a riprendere il tutto cn i telefonini*
"Giuro che non lascerò in sospeso la storia anche se cascasse un asteroide sul mio computer (oh mio Dio... quello già funziona poco... addirittura un asteroide??? nn si può far cadere qualcosa di più morbido, tipo un cuscino???^^), troverò sempre il modo e il tempo (scuola permettendo XD) di continuare a scrivere fino alla fine della storia (ah, qst è poco ma sicuro!!!)!" fatto! spero che adesso mi odierai di meno rispetto a prima ^^... bee, cara, credo che adesso, dopo aver letto il POV di Alice sia chiaro cosa è successo la sera prima di tanto grave da portare Bella alle lacrime... (ti prego se puoi perdona anche quello ^^) e spero che il cap ti sia piaciuto... attendo tue notizie ed altri giuramenti ^^ un kissone XD

irly18: Salve cara.... oh oh la prima che sento intenzionata a torturare Charlie... brava ragazza, così si fa... ^^ sono interamente dalla tua parte... mettiamo in regola sti padri disgraziati ^^ cmq... sono contenta che la storia ti piaccia così tanto (me gongola di gioia ^^) qst anno le vacanze sn davvero passate in un lampo, e anche io vorrei che tornasse Giugno per ricominciare da capo ... eh già, tra pochissimi giorni si ricomincia (tra l'altro per me è l'ultimo anno il ke sinceramente mi fa leggermente cag... ehm... mi mette paura insomma ^^) tu che anno devi fare??? beh, spero cmq che il cap ti sia piaciuto e che risollevi un pò qst ansia pre-inizio-scuola (help!) un bacione cara... ^^

hale1843: Ma ciaooooooo.... su su cara, nn ti agitare troppo (oddio adesso lo vorrai ucciere come minumo dopo aver letto il capitolo ^^) respira... se ti agiti fai agitare anche me... guarda il lato positivo della cosa... c'era Eddino pronto per lei... nn tt il male vien x nuocere ^^ oh, cara, anche a me la parte di Jazz e Rose mi fa impazzire e sai perché, perché riesco proprio ad immaginarla e la vedo ogni volta tenera e profonda ma soprattutto reale... quello è sicuramente l'aspetto più bello (al momento ^^) di Jasper... bene, ti ho accontentata cn Jasper tuo, e in effetti un pò di ragionamento c'è, ma... a te spetta il giudizio quindi.. ti lascio sperando che il capitolo sia stato di tuo gradimento... un bacio cara... shiaooooo ^^


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N.B per tutti: Vi propongo una scommessa... secondo voi, quale delle tre coppie riesce a fidanzarsi per prima? Quale per seconda e per terza? Eh eh, sono proprio curiosa delle vostre supposizioni, quindi... datavi da fare cervelletti miei ^^ ciaooooo XD

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Capitolo 23
*** Senza pensarci ***


Capitolo 23 (Rosalie POV)
Salve a tutti... mettetevi in testa una cosa, non riuscirete a liberarvi facilmente della sottoscritta... sono onnipresente nei vostri pc... come una tortura cinese ^^ muahahah... ok, dopo aver vaneggiato un pò, passo a parlare di cose serie... prima di tutto sono contenta che Jasper malinconico vi sia piaciuto... ve l'ho detto, qualcosa di buono ce l'ha anche lui, basta solo scavare a fondo per trovarla ^^ ed Alice ha avuto solo un piccolo assaggio di quello che potrebbe essere stare con lui (sia nel bene che nel male!) peraltro, a proposito di questo, vi invito a rileggere una frase di Edward del capitolo 21, proprio a proposito di Jasper. Cercatela e poi mi dite qual'è ^^ buona caccia! Per quanto riguarda invece qst capitolo, posso solo dirvi una cosa, la povera Rose deve fare prima i conti con se stessa, e qst sarà la cosa più difficile di tutte. Bene, fatemi sapere come è stato qst capitolo (singolo x qst volta) e cm sempre vi ringrazio dal profondo.... TUTTI! Un bacio immenso! Vi amo ^^
p.s. Voglio proprio vedere chi riesce a trovare la famosa frase importantissima del capitolo 21 che riguarda Jasper... cercate bene ^^





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Sabato. Dieci minuti alle cinque, dieci minuti all'ultima campanella della giornata e della settimana.
Seguivo distrattamente il professor Trevor, l'insegnante di matematica, alle prese con la spiegazione delle equazioni di grado superiore al secondo. Tutta roba già sentita. Ero seduta accanto a Bella, per la prima volta da quando era iniziata la scuola lì a Forks, lontana da mio fratello Jasper. Lui, completamente concentrato a guardare il vuoto, sedeva a due file di distanza dalla mia, ed evitava accuratamente qualsiasi contatto visivo con me. Aveva saltato tutte le lezioni mattutine, e l'avevo rivisto a mensa, per la prima volta, con lo sguardo vacuo e sospeso. Mi ero sentita tremendamente egoista per quello che gli stavo facendo. Pensai più volte di abbandonare la mia idea malsana, e di andare da lui, parlargli, tentare di spiegare come stessero davvero le cose per me e sperare che almeno in parte mi capisse. Magari avremmo potuto trovare assieme una soluzione. Eppure... no, non quella volta. Mi ero ripromessa che niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Preferivo farcela da sola, con le mie gambe, piuttosto che dover necessariamente continuare a contare sulla  costante presenza di Edward e Jasper.
É così che si impara a crescere, ed io, adesso ne ho davvero bisogno...
Proprio in virtù delle parole dette a Jasper quella mattina, evitai accuratamente anche Edward che, per più di una volta, aveva cercato di incrociarmi in corridoio, ed io, prima con una scusa, poi con un'altra, lo avevo allontanato.
Per me esiste solo e soltanto Rosalie...
E poi, magari, tutta quella storia poteva portarmi dei vantaggi. In primis avrei iniziato a sciogliermi un pò di più con le persone. Certo, non tutte, magari avrei evitato accuratamente il genere maschile, però... stavo iniziando ad affezionarmi ad alcune di loro, come per esempio Bella, e questo poteva significare soltanto una cosa: avevo finalmente trovato un'amica.
Quel giorno, tuttavia, perfino lei aveva qualcosa di strano. Era assente, ascoltava a fatica quella che le dicevo e peraltro anche lei sembrava evitare accuratamente sia Alice che Emmet. E al mio tentativo di chiederle cosa c'era che non andasse, lei aveva sviato il discorso, incentrandolo sulla difficoltà degli esercizi assegnatici dal professore.
Quello, però, che mi preoccupava maggiormente era quel segno violaceo che portava sulla guancia. Era un livido, senza ombra di dubbio, ma... cosa diavolo aveva combinato per farselo? Feci un paio di supposizioni, poi, però, lasciai perdere, liquidando la questione semplicemente con una scrollata di spalle e convincendomi del fatto che, quelli, non fossero affari miei.
Devo pesare a me, che ho problemi ben più gravi...
Suono della campanella finalmente. Inaspettata per il prof quanto per gli studenti ormai stanchi e spossati, fu un vero toccasana. Io e Bella, dopo aver recuperato le borse ed i libri, ci dirigemmo assieme verso l'uscita, camminando una di fianco all'altra per l'intero corridoio affollato di studenti.
Una volta all'aria aperta ci accolse il vento, forte ed impetuoso che soffiava senza sosta, scompigliandoci i capelli e muovendo le chiome degli alberi lontani. Il leggero rumore che provocava, aveva un non so che di sinistro.
"Diamine... fine delle belle giornate di Forks!" esclamò Bella, indossando alla svelta la giacca che, fino a pochi secondi prima, stringeva tra le mani. Ed io, stupida che non ero altro, indossavo semplicemente una maglietta leggera, morivo dal freddo.
"Non ti sei portata nulla?" mi domandò lei, notando il mio tentativo primordiale e ridicolo di scaldarmi con le mani
"N-no... n-non cre-devo fa-facesse così fred-do!" esclamai, colta dai brividi. Ridacchiò appena, ma non ebbe modo di dire altro, tutto un tratto sorpresa da qualcosa. Non potei, a mia volta, domandarle nulla, visto che sentii qualcosa posarsi sulle spalle. Non so come, mi trattenni dal gridare. Mi girai di scatto, incrociando quegli occhi, quei due fantastici occhi scuri e caldi che mi avevano ispirato fiducia e continuavano a farlo anche in quel momento.
"Emmet!" esclamai sorpresa
"Scusa, ti ho spaventata... non era mia intenzione!" si scusò immediatamente. Rimasi a fissarlo allibita.
Perché tutte le volte che lo incrocio, o che sento semplicemente la sua voce, devo comportarmi in questo modo?...
"Ma no, figurati..." feci io sorridendo appena. Solo allora mi resi conto della felpa che mi aveva poggiato sulle spalle
"E questa?" gli chiesi curiosa
"É per te.... così non prendi freddo!" mi spiegò alzando le spalle
É per me... per me...
"Emmet, ma... tu come fai? Adesso morirai di freddo tu!" mi lamentai indicandolo. Se io ero stata stupida quella mattina, lui era stato davvero incivile. Indossava una maglietta a maniche corte, quindi la felpa serviva più a lui che a me.
"Non preoccuparti... ho la pelle dura!" e ridacchiò arrossendo appena. Rimasi a fissarlo per qualche secondo, senza avere il coraggio di dire nulla. Ero colpita da quel suo gesto completamente spontaneo e disinteressato. L'aveva fatto per me. Soltanto per me.
"Grazie davvero, Emmet!" esclamai sorridendogli sincera. Lo avevo già visto una volta. Lui non era affatto come gli altri. Non sapevo se era quel suo particolare modo di fare, o il fatto che mi spiazzasse continuamente, ma non sentivo in sua presenza, l'attanagliante paura che mi prendeva tutte le volte che passavo troppo tempo accanto ad un uomo che non fosse un familiare. Forse era proprio vero che la fiducia è una cosa naturale e spontanea. Qualcuno riesce a guadagnarsela senza lottare, indipendentemente da ciò che ha fatto o ciò che potrebbe fare. Ce l'ha e basta. E per Emmet il discorso valeva alla perfezione.
Poi, come guidata da una forza sconosciuta mi ritrovai a parlare
"Hai programmi per questa sera?" gli chiesi, mentre prendevo la felpa che mi aveva poggiato sulle spalle e la indossavo. Mi guardò sorpreso
"No... sono... ehm... libero!" rispose. Mi ritrovai di nuovo a sorridere
"Bene, allora vieni con me!" e facendogli segno di seguirmi, mi incamminai verso la macchina, dopo aver ovviamente salutato Bella, che sorrideva stranita. Ma mai quanto Emmet. Dovetti esortarlo più di una volta per farlo riprendere dall'apparente stato di semi-coscienza nel quale sembrava essere caduto. Incrociai Edward, e quella volta non lo evitai, dovevo avvertire almeno qualcuno.
"Io non torno a cena stasera... riferiscilo a mamma!" lui annuì, se pur con qualche riserva, poi ricordai con un sorriso, ed aggiunsi
"Jasper è a piedi... vedi di recuperarlo, altrimenti sarà costretto a passare la notte qui!" e ripresi a camminare verso la Bmw. Una volta in macchina, la voce di Emmet ebbe su di me lo stesso effetto della sera precedente. Riuscì a rilassarmi all'istante.
"Permetti una domanda?" mi chiese, mentre, ingranata la retromarcia, facevo manovra per uscire dal parcheggio.
"Certamente!" acconsentii
"Ecco, mi chiedevo... come mai mi hai chiesto di venire con te?... cioè..." fece una pausa, abbassando gli occhi "Perché lo hai chiesto proprio a me?"
"Se non vuoi, ti riaccompagno a casa... non c'è problema!" lo avvertii
Ti prego no, non dirmi che vuoi andartene...
"Ma no, non è questo, anzi..." sorrise, arrossendo di nuovo "É che... mi è sembrato strano... tutto qui!"
"E perché, scusa?" domandai curiosa
"Non pensavo che potessi trovare interessante la mia compagnia, ecco..." spiegò a disagio. Rimasi colpita sia dal tono, che dall'esclamazione in sé. Non credeva che la sua compagnia mi facesse piacere. Come poteva soltanto lontanamente pensarlo?
"Credimi, Emmet.. in questo momento sto molto meglio con te che non con la mia famiglia!" commentai amara, ma, notando il suo sguardo incuriosito, sorrisi ed aggiunsi
"E poi... siamo amici, no? Ed io avevo voglia di passare del tempo con te... ti basta come spiegazione?" arrossì, quella volta in maniera molto evidente. Il che mi fece sorridere intenerita
Diamine, perché non ti ho incontrato prima, quando tutta questa storia ancora non era iniziata?...
"Sì, diciamo che sei stata abbastanza esauriente!" rispose divertito. Usciti dal parcheggio della Forks High School, ci incanalammo nella solita fila di macchine che procedeva verso il paese. Superato quel piccolo pezzo di strada, la via sarebbe stata libera dal traffico. Ne approfittai per scrutare clandestinamente Emmet. Guardava fuori dal finestrino, assorto in chissà quale parte del precedente discorso. Ma la cosa che mi meravigliò di più, fu quel gesto, quel piccolo sorriso rilassato che aveva messo su. Quel gesto tanto spontaneo quanto sorprendente.
É per me quel sorriso? É per quello che gli ho detto?...
Senza neanche pensarci, feci una cosa che, con chiunque altro non sarebbe mai successa, sempre a causa di quella paura attanagliante che mi portavo dietro da otto mesi a quella parte. Attenta a non farmi in nessun modo scorgere da lui, annusai per un istante quella felpa calda che avevo indossato. Il cuore mi partì furioso nel petto. Un profumo muschiato, armonioso ed inebriante, che mi fece perdere il contatto con il mondo. Era una fragranza che lasciava addosso una sensazione strana. Quasi seducente.
Se la sua maglia ha questo odore, figuriamoci lui...
Spinta dall'istinto, ormai soggiogato dalle sensazioni del momento, chiusi gli occhi, scoprendo come fosse davvero possibile rimanere estasiati dalle fragranze. Ecco cosa si intende per 'non poterne più fare a meno'. Ecco cosa significa assaporare una fragranza e poi non riuscire a trovare più la forza necessaria per separarsene. Era quello, quello che stava succedendo a me. Ormai non sentivo neanche più il mio cuore, né i respiri, né tanto meno mi ero resa conto di essere osservata da un paio di occhi curiosi al mio fianco. Ero entrata in una sorta di bolla immaginaria. La stessa che in quei mesi erano riusciti a creare Edward e Jasper attorno a me, se pur con molta fatica.
Il suono di un clacson mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto dietro, accorgendomi dell'immane fila che avevo creato, e del fatto che davanti a me la strada fosse libera. Diamine, che figura! Feci per ripartire, quando, per colpa delle scarpe, mi scivolò la frizione e la macchina si spense. Il rumore di clacson si intensificò
"E un momento, dannazione!" mi lamentai affrettandomi a riaccendere il motore. Avevo il cuore a tremila, probabilmente solo in quel momento aveva ripreso a battere, e la mente leggermente scombussolata. Ripartii di tutta fretta, ignorando totalmente il rumore dei clacson che continuava ad invadere la zona. Irritata, e imbarazzata allo stesso tempo, schiacciai il piede sull'acceleratore, tanto che in breve arrivammo a sfiorare gli ottanta Km/h.
"In qualità di figlio del capo della polizia di questa città, è mio dovere avvertirti che sei di 30 km sopra il limite consentito, e per questo rischiare di prendere una multa o peggio ancora, di investire qualcuno, è davvero probabile!" esclamò Emmet, tra il divertito e il sorpreso. Mi girai a guardarlo.
Chissà se si è reso conto di quello che ho fatto?...
"Sì, scusa, hai ragione!" constatai decelerando fino ai 50. Tirai un sospiro e ripresi a guardare la strada. La bolla che ero riuscita a costruirmi, per l'ennesima volta si era infranta. Cominciavo a chiedermi seriamente se non fossi io a trovare il modo per distruggerle, oppure se fosse semplicemente una questione di fortuna.
"Mi è concesso chiederti dove stiamo andando?" mi domandò Emmet qualche istante dopo. Sorrisi
Ecco, l'effetto benefico rientra in circolo...
"In realtà dovrei essere io a chiederlo a te. Sei tu il cittadino onorario di Forks... io conosco poco e niente!" ammisi "Quindi... se conosci un posto carino dove è possibile passare una piacevole serata tra amici... ti prego, indicamelo!" lui ridacchiò, contagiando anche me
"Beh, qui a Forks, a parte un fast food non c'è molto, però.. a Port Angeles c'è un posto abbastanza carino... si mangia italiano!" e sorrise.
"Ottimo... adoro la cucina italiana!" acconsentii seguendo le indicazioni per Port Angeles
"E allora siamo in due!" mi informò, dopodiché scoppiammo a ridere insieme. Una mezz'ora più tardi arrivammo a destinazione.
Port Angeles non era grandissima, però, a differenza di Forks, aveva un centro commerciale distribuito omogeneamente lungo tutto il porto, ricco di ristoranti e negozi di ogni genere. Niente a che vedere con New York, ma, a suo modo, molto caratteristico.
"Ecco, questo è il posto..." mi indicò Emmet, ed io parcheggiai a qualche metro dall'ingresso. L'insegna luminosa del locale ci informava che eravamo appena arrivati alla "Pizzeria Da Gino" e a giudicare dalle macchine parcheggiate, doveva essere abbastanza affollato.
"Credi che riusciremmo a trovare ancora un tavolo, pur non avendo ordinato?" chiesi scettica, mentre ci avviavamo all'ingresso
"Fidati, Gino, per me, un tavolo lo trova sempre!" esclamò divertito, dopodiché aprì la porta, e mi fece passare per prima. L'aria calda del locale sul viso si fece sentire immediatamente. Diedi un'occhiata intorno. La sala era abbastanza grande, un paio di colonne la dividevano quasi perfettamente in tre parti uguali, ed i tavoli, di legno scuro erano tutti apparecchiati per due o per quattro. Sul fondo, si intravedeva la cucina, ed il bancone per la cassa. Dall'altro lato, un camino spento, sul quale era posizionato un televisore al plasma ed una fila di luccicanti trofei. Seguii silenziosa Emmet fino al bancone. Un tipo corpulento, non appena ci vide arrivare, si aprì in un sorriso cordiale ed esclamò
"Emmet Swan... che piacere!" il suo accento italiano si sentiva, anche se il suo inglese era davvero impeccabile
"É un pò che non ci si vede!" constatò lui sorridendo. L'uomo, porobabilmente lo stesso Gino, il proprietario ridacchiò
"Sì, è parecchio... l'ultima volta siete venuti a festeggiare il quindicesimo compleanno di Isabella... piuttosto, come stanno a casa?"
"Tutti bene, grazie..." rispose
"Porta i miei saluti, mi raccomando!"
"Non mancherò!" lo assicurò Emmet "Piuttosto.. ce l'hai un tavolo libero per due?". L'uomo si girò verso di me e mi sorrise, dopodiché indicò la sala dietro di noi
"Per voi metterei a disposizione tutto il locale!" esclamò
"Non serve, Gino... a noi basta un tavolo solo!" scherzò Emmet. Mi concessi una risata alla quale si unì anche il proprietario, dopodiché ci condusse all'estremità opposta della sala, in un angolo, e ci fece accomodare al tavolo, dileguandosi poco dopo. Emmet, da buon cavaliere, fece accomodare prima me e poi si sedette di fronte
"Spero che il posto sia di tuo gradimento!" fece leggermente a disagio
"Scherzi... è magnifico... e quel Gino... mi sta già tremendamente simpatico!" e sorrisi, facendolo arrossire appena. A malincuore, dovetti togliermi la felpa, dato che iniziava a fare caldo con quella addosso. La poggiai sullo schienale della sedia e tornai a guardare Emmet. Appena i nostri occhi si incrociarono, i suoi saettarono altrove. Lo mettevo a disagio. Non sapevo, però, se era la mia presenza a renderlo così, oppure era proprio parte del suo carattere. A me, però, piacque pensare che si trattasse della prima. A quel punto, però, mi sentii in dovere di fare qualcosa. Di dire qualcosa. Così, armata di tutto il coraggio che avevo a disposizione, iniziai a parlare
"Senti Emmet... posso... posso svelarti un segreto?" indugiai un pò, analizzando per bene le sue emozioni. Sembrò leggermente colpito
"Certo... li so mantenere i segreti io...!" mi assicurò sorridendo. Io ricambiai, abbassando gli occhi e posandoli sul tavolo
"Ecco vedi... io con te sto bene, riesco a comportarmi normalmente, come dovrebbe essere... la vera Rosalie!" affermai a testa bassa, dopodiché la rialzai. Da lì in poi dovevo necessariamente guardarlo negli occhi "Sei l'unico ragazzo che mi fa sentire a mio agio, in pace con il mondo, sempre, e in qualsiasi circostanza. L'ho già notato la prima volta al supermercato. Mi trovavo bene a parlare con te, pur non conoscendoti affatto. E ieri, per telefono, è successa la stessa cosa. Mi è bastato sentire la tua voce per riuscire a calmarmi. Ed oggi..." feci una pausa spostando lo sguardo su un gruppo di ragazzi poco distanti da noi, che chiacchieravano tranquilli al loro tavolo "Beh, oggi è stato ancora più strano. C'era qualcosa, nell'aria di tremendamente soffocante. Forse sarà dipeso da quello che è successo ieri sera, o probabilmente è solo una cosa mia... una cosa psicologica..." molto più probabile la seconda. Rialzai gli occhi, per ritrovarmi i suoi, tranquilli e leggermente sorpresi
"Fatto sta che, non appena ti ho incontrato fuori da scuola, mi è scivolato tutto addosso, in un attimo... era come se... non fosse successo niente! E tutto grazie a te!" e ridacchiai, seguita a ruota da un suo sorriso, imbarazzato. Si vedeva che le mie parole lo mettevano a disagio. Ma mai quanto me. Era la prima volta, dopo mesi interi di chiusura totale, che ero sincera e diretta con qualcuno.
"Non ti so spiegare da cosa dipenda, né tanto meno se sia o no normale, però... una cosa te la posso dire con sicurezza... tutto questo è... estremamente piacevole!" e sorrisi sincera, confusa, imbarazzata. Tutto in un solo sorriso. Tutto per lui. Lui che continuava a fissarmi in silenzio, assorto nella mie parole. Era ancora più dolce del solito. E di conseguenza ancora più bello.
Forse dovrei essere spaventata da tutto questo, o forse, dovrei essere contenta, probabilmente sto guarendo...
Sul suo viso, tanto magnifico quanto innocente, si aprì un sorriso mite e sereno, perfetto per la situazione. Sentii una strana morsa allo stomaco. Una morsa piacevole, non la solita dolorosa. Una morsa che avrei tanto voluto sentire tempo prima, quando niente era così complicato. Avrei voluto provare l'ebrezza del primo amore vero, del primo batticuore, del primo sogno romantico e sospirato, della prima volta assieme alla persona giusta.
Non qualcuno che, da te, vuole solo lo squallido piacere fisico...
Non ero mai stata una ragazza romantica, che sognava il principe azzurro, con tanto di spada e cavallo bianco al seguito, però, dopo quello che ero stata costretta a sopportare, mi dissi che, forse, un pò di felicità di quella portata avrebbe fatto bene anche a me. E in quel momento, vedere il viso di Emmet così rilassato e sereno, mi fece venire voglia di piangere. Piangere perché mi era stato riservato quel triste destino, ma soprattutto, perché, lo stesso destino, non contento, mi aveva fatto incontrare Emmet, ormai troppo tardi per tornare indietro. Ma per fortuna mi trattenni.
"Beh, visto che siamo in tema di segreti... vorrei confessartene uno anche io!" mi fece poco dopo, monopolizzando la mia attenzione. Sorrisi per incoraggiarlo a continuare
"Vedi, tu hai detto che ti è bastata la mia voce per riuscire a calmarti, oppure guardarmi negli occhi.. beh... ti sembrerà strano, ma a me succede l'esatto contrario ogni volta che stiamo assieme!" e ridacchiò. Io, dal canto mio, rimasi alquanto sorpresa delle sue parole. Ma non dissi nulla
"Sono sempre stato un tipo abbastanza sicuro, difficilmente rimango senza parole, eppure... quando ci sei tu nei dintorni divento inspiegabilmente impacciato e.. anche leggermente idiota!" e ridacchiò di nuovo, quella volta contagiando anche me
"Tu non sei un idiota, Emmet!" lo ripresi sincera. Scrollò le spalle
"Fatto sta, che, a quanto pare, c'è qualcosa di strano qui... da entrambe le parti!" constatò divertito. Sorrisi, per come aveva posto la questione.
"Credi sia una cosa risolvibile?" chiesi io, stuzzicandolo un pò. Scoppiò a ridere.
"Credo di sì... al massimo... tuo padre fa il medico, no?... beh, possiamo sempre passare da lui per un rapido check-up!" scherzò. Ormai avevo perso il conto di quanto avevo riso quella sera. Riso di gusto, ovviamente. Come non ridevo da una vita.
"E sarà anche gratis... con lui non spenderemmo neanche i soldi per la visita!" osservai. Perfino scherzare in quel modo con lui mi era facile.
Ma d'altronde, cosa non lo è in sua presenza?...
Continuavamo a ridere, spensierati, mentre il caro Gino ci portava due piatti fumanti
"Beata gioventù... fossero tutti come voi!" esclamò raggiante, posando i piatti di fronte a noi "Peraltro... se posso permettermi... vorrei farti i complimenti, caro ragazzo mio... hai una fidanzata semplicemente incantevole... un sogno quasi!" e mi rivolse un sorriso mite. Arrossii appena, e lo stesso fece Emmet, che, però, vi aggiunse anche una risata tranquilla
"Grazie per i complimenti, Gino, però... vedi..." ma lo bloccai. Quella era un'atmosfera troppo perfetta per essere interrotta in quel modo
"Dire che sono un sogno, mi sembra alquanto esagerato!" osservai con un sorriso. Emmet mi guardò curioso, così gli feci l'occhiolino
"Ragazza mia... Gino non dice mai bugie... solo autentiche verità... ne ho viste, in tutta la mia vita, di belle ragazze ma tu... le superi di gran lunga tutte ad occhi chiusi!" confermò facendomi arrossire ancora di più. Erano belle parole le sue, mi sentivo maledettamente lusingata.
"Non so che dire, davvero..." ammisi con un sorriso
"Quello che mi basta sapere... è che i tortellini che vi ho portato sono di vostro gradimento... quindi non indugerò oltre" fece un mezzo inchino divertito, dopodiché ci lasciò, con un'esclamazione italiana "Buon appetito!"
Senza metterci d'accordo, io ed Emmet scoppiammo a ridere assieme, fino a che lui non prese la parola
"É davvero un tipo fuori dal comune!"
"Sono d'accordo... ha proprio il calore e il savoir faire tipici italiani!" constatai. Ridacchiammo ancora per un pò, per poi buttarci ad assaggiare le prelibatezze italiche. Letteralmente squisite.
Passammo il resto della cena a parlare del più e del meno. Scuola, famiglia, hobby, musica. Lui svelandomi la sua passione per le macchine e per il basket, ed io evitando il più possibile di accennare, anche distrattamente, al mio vero segreto. Non ero pronta a rivelarglielo e né tanto meno, sapevo dire se lo sarei mai stata. A fine cena, verso le nove e mezza ci alzammo per pagare il conto, ma mi precedette, affermando con veemenza che quello era compito suo. Inutile fu ricordargli che lo avessi invitato io fuori a cena e non il contrario.
All'esterno dovetti, con mio sommo piacere, rimettere la felpa, sospirando di felicità al contatto della stoffa calda e del benefico profumo muschiato.
"La prossima volta, pago io... senza scuse!" lo minacciai dirigendoci alla macchina. Lui, con le mani nelle tasche dei jeans ridacchiò
"Con questo vuoi dire che ci sarà una prossima volta!" osservò. Scrollai le spalle ritrovandomi a sorridere
"Del futuro si sa poco e niente.. le uniche cose che possiamo avere, sono il ricordo del passato e la certezza del presente!"
Il mio passato è l'incubo, il presente è il benessere che sento stando accanto a lui...
"É perfino poetica... Gino aveva ragione sei un sogno!" esclamò, probabilmente senza pensarci, perché qualche istante dopo arrossì e si portò una mano dietro la nuca. Io, per stemperare la tensione, scoppiai a ridere. Nel frattempo avevamo affiancato la Bmw, ma a quanto pareva, nessuno dei due era intenzionato a salirci
"Dovrai pure avercelo un difetto... altrimenti potrei iniziare a credere che tu non sia del tutto umana!"
Un difetto... un difetto... il mio passato è il mio difetto.... il mio incubo è il mio difetto...
Mi feci tutto un tratto scura in volto, cosa di cui dovette accorgersi anche lui, perché si affrettò a chiedermi
"Rosalie... qualcosa non va?" io alzai gli occhi, ed incrociai i suoi, preoccupati, ma allo stesso tempo sicuri e profondi.
Sei l'unico ragazzo che mi fa sentire a mio agio, in pace con il mondo, sempre e in qualsiasi circostanza...
L'avevo detto anche io, e in quel momento ne avevo avuto la conferma. Di ragazzi come lui non ne avevo mai incontrati, probabilmente perché Emmet era unico nel suo genere. Ed io avevo avuto la fortuna di conoscerlo.
Senza neanche pensare alle conseguenze, mi buttai tra le sue braccia, per una volta, per niente spaventata dal contatto fisico con un uomo che non fosse Jasper o Edward o mio padre. Lui era Emmet, ed io mi fidavo di lui, così come mi fidavo di me stessa. Venni subito circondata dal suo profumo, esattamente lo stesso della felpa, solo più intenso. Quello avvolgente, quello armonioso ed inebriante. Quello che mi faceva sentire maledettamente bene.
Rispose all'abbraccio, all'inizio impacciato, poi sempre più sicuro, tanto che alla fine poggiò il mento sulla mia testa. Sentivo gli occhi pizzicare, ma non mi importava. Stavo bene e, cosa più importante, mi sentivo protetta, per la prima volta, dopo otto mesi di inferno.


Risposte alle recensioni:
Uchiha_chan: Salve salve... allora, immaginavo che l'atteggiamento di Rose si sarebbe compreso maggiormente, invece quello di Bella fa pensare un pò... ma ti assicuro che spiegherà lei stessa la sua posizione alla sorella, che nel frattempo si può beare tranquillamente del fatto che Jasper l'abbia chiamata per nome e nn scricciolo. (ma per poco eh ^^) e inoltre, tu hai detto che ognuno ha avuto il suo momento coppia... beh, rose ed emmet nn proprio... certo quella telefonata era ad effetto però... credo che qst qui sopra sia decisamente meglio nn trovi??^^.. mi ha fatto piacere sapere le tue opinioni sulle possibilità delle 3 coppie, spero che la tua previsione si avveri, tienila a mente, mi raccomando! Bene, cara, fammi sapere cm hai trovato qst capitolo. Un bacione ^^

Elfa Sognatrice: Ma salve cara... che dire... la tua tesi sui due comportamenti era impareggibile... semplicemente perfetta. Hai capito alla perfezione ogni motivazione e qst mi fa piacere... almeno nn ce l'hai con loro (e cn me^^) e qst è solo positivo! Beh, emmet e rose, nn saranno andati avanti prima, ma adesso.... nn drmi che non hanno guadagnato punti ^^ poi chissà magari dopo qst capitolo la tua classifica cambierà, ki può saperlo! ^^ in effetti hai c'entrato anche su jazz ed alice, si sono ritrovati a condividere lo stesso sentimento, e per qst si sono sentiti vicini... ma nn cantiamo vittoria troppo presto! Bene, fammi sapere cm è il capitolo, io attendo qui, tue notizie... un bacione grande ^^

samy88: Salve cara... o mio dio, che bello leggere le tue recensioni. Mi riempi di complimenti, che mi fanno immancabilmente arrossire e stare bene, e soprattutto ti vedo sempre più presa dalla storia e qst mi fa immensamente piacere. (poi sapere che sei andata da tuo fratello a dargli un bacio, mi ha fatto morire dalle risate XD).. lo so, tesora, hai voglia di vedere Alice e Jazz assieme, però... sarà una lunga ed estenuante attesa... sii paziente ^^... bene, cara, fammi sapere cm hai trovato il cap. Un bacione ^^

maya tabitha: O.O ma tu sei troppo buonaaa... ahahah ciaoooo.... allora, qst cap è meno lungo dell'ultimo ma considerando che c'è sl un personaggio a parlare, spero andrà bene cmq... (è intenso a sufficienza però ^^)... mi disp averti messa in difficoltà cn la scommessa (a proposito, hai detto l'unico neurone sopravvissuto al terremoto... ma sei abruzzese x caso?)  allora... ti posso solo dire che (senza rivelarti se hai o meno azzeccato l'ordine) hai indovinato i motivi che spingeranno le coppie a stare insieme (o camminare mano nella mano x citare le tue parole XD)... ed sarà il sostegno morale di bella x la situazione familiare (una volta eliminata Kristen, ovvio), Emmet sarà il nuovo inizio di Rose e Ali e Jazz, dp aver messo da parte l'orgoglio potranno bearsi dell'amore. Intanto però, accontentiamoci di quel momento di debolezza di lui che mi sembra già tanto. Bene, cara, spero che il cap sia stato gradito. Fammi sapere... un bacione ^^

eMiLy BlOoD: Salve cara... tranquilla tesoro, nn importa se nn hai recensito... l'imp è che il capitolo ti sia piaciuto cm spero anche qst ^^hai detto bene, Jasper prima deve risolvere la questione della sorella e poi pensare a sé (e ad alice di conseguenza) e rose deve assolutamente risolvere i prob di fiducia ma... il capitolo la dice lunga... per.. attenta eddino è ancora fidanzato... quindi... tutto chiaro, no? ^^ (macchè, è ancora + confuso di prima ndTutti!) ahahah.. bene, cara, aspetto tue notizie... un bcione

blackcristal: Salve... prima di tutto mi sento di ringraziarti di vero cuore... uno per aver recensito (cosa che mi ha fatto molto piacere ^^) e due per avermi lasciato quei magnifici complimenti... sono contenta che la storia ti piaccia così tanto. Le tue teorie sulle coppie mi hanno incuriosito molto (anche se, ahimé x motivi di spoiler nn posso dirti se hai indovinato oppure no.. perdonami se puoi ^^) però.. voglio sottolineare un paio di cose da te dette che possono magari aiutare ad arrivare alla soluzione. Uno: rosalie tira fuori le palle eh già... e mai cm in qst capitolo l'ha fatto... e due... alice e jasper, soprattutto la prima, provano attrazione l'uno per l'altro. E si sa, prima o poi l'attrazione diventa ossessione ^^... spero di nn aveti incasinato troppo e se l'ho fatto, chiedo venia. Spero vivamente che continuerai a seguirmi, perchè mi farebbe molto piacere... un bacione e grazie ancora ^^

lisa76: Salve cara... ^^ eh già, hai proprio detto bene.. la calma prima della tempesta... soprattutto perchè lui è davvero sorprendente. Totalmente diverso dal solito Jasper strafottente... cosa che nn fa altro che accrescere la curiosità e l'attrazione della piccola Alice... chissà se adesso i due testoni continueranno a mascherarsi oppure.. si decideranno a darsi una svegliata... ^^ bene, cara, spero che anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere.. un bacione ^^

Norine: Ciaooo cara... allora... in effetti Bella e Alice hanno bisogno di un profondo chiarimento. Che abbia frainteso oppure no, devono parlare. Però... grazie alla reazione di bells, lei ha potuto vedere la nuova faccia di jazz che non avrebbe mai potuto scoprire... quindi nn tt il male vien per nuocere ^^ molto interessanti le tue congetture sulle coppie... però nn posso dirti se hai indovinato o no (se no finisce il bello ^^) posso solo sperare che qst capitolo porti qualche elemento in più nella scoperta... fammi sapere se ti è piaciuto... u bacione cara ^^

valeego: Santo cielo, cara... cos'è tutta qst rabbia???? respira tesoro.. mi fai preoccupare... ^^ (scherzo, nn mi ammazzare please ^^) ci tengo solo a precisare una cosa... lo so, cm avevo già preventivato l'atteggiamento di rose avrebbe potuto sembrare leggermente egoistico, però... il legame che c'è tra lei e i due ragazzi è davvero molto ma molto forte... e il tt si è ovviamente intensificato x via di quella storia... lei nn pretende che tt giri attorno a lei, ma almeno avere la certezza che ci siano dei fermi punti di appoggio le sembra il minimo... qnd si subisce un trauma del genere si è sempre molto fragili... quindi cerca, se puoi, di perdonarla ^^ allora... si in effetti Alice e Jazz hanno parecchie cose in comune e nn solo quelle ma verranno fuori cn il tempo... ^^ x ultimo... ho in mente un capitolo cn pov di charlie, nn so quando però.. ma ti prometto che lì spiegherò il suo comportamento (che ttvia nn ammette spiegazioni ^^) spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere.. un bacione ^^ (e nn ti arrabbiare troppo XD)

cinzia818: Ma ciaooooooo... parto cn il dirti che mi preoccupo per quei due.. dio, nn farli soffire troppo, che mi dispiace ^^... allora, voglio farti i complimenti x a chiarezza cn cui hai fatto capire la situazione (l'hai spiegato senza dubbio meglio tu di me^^) rose è il punto debole dei due ragazzi. Loro soffrono se lei soffre, e per farli riappacificare quello era l'unico modo possibile (sarà dura però... lo dico fin da adesso )anche il tuo pensiero su bella mi è piaciuto molto... hai ragione, magari in un momento di debolezza ha tentato di allontanare tt (certo, tt tranne eddino ^^) qst però nn è stato compreso da alice che subito ha pensato male.. per qnt riguarda il sodaggio nn posso rivelarti nulla dico solo che.. di problemi le coppie ne hanno tanti, però... magari, il problema principale può diventare motivo di unione.. pensaci cara.. ^^ adesso ti lascio sperando che il cap ti sia piaciuto. tu aggiorna presto che io attendo ansiosa... un kissone ^^

hale1843: Salve cara... ehehe e anche mostro jazz ha dei sentiment hai visto... immaginavo che ti sarebbe particolarmente piaciuto.. (poi i tuoi due tesorucci si sono leggermente, e dico leggermente avvicinati che è già tanto anche se l'abbraccio nn c'è stato, però... se l'avesse abbracciato probabilmente avrebbe sofferto il doppio dopo... basta... mi chiudo la bocca ^^) rose è stata forte, certo, ma credimi le è costato tanto perchè è cm rinunciare ai suoi punti fermi. Pensa se avrà un altro di quegli incubi... come dovrà fare??? (io lo soooo ^^)... bene, cara, spero che sia stato gradito anche qst cap (io lo chiedo sempre ormai ^^) attento tue notizia... un bacione

mine: Ciaoooo sono contenta che anche te sei dalla parte della piccola rose... e che di conseguenza capisci le sue motivazioni... (un grazie anche da parte sua XD) e soprattutto.. Jasper è figo anche mentre piange ^^ ahahah.. spero che qst cap sia stato gradito... fammi sapere.. ciao ragazza dagli occhi sbrillucicosi *O*... ^^

_cory_: Ciao... prima di tutto grazie per aver recensito... mi ha fatto molto piacere... allora... le tue considerazioni sulle coppie sono molto interessanti.. io n posso dirti se hai indovinato oppure no, altrimenti di toglierei tutto il piacere di leggere... posso solo dirti che hai indovinato le motivazioni... rose che cerca conforto, l'attrazione tra ali e jazz e bella e eddino che ancora sono leggermente confusi (sono alle prime armi poveretti ^^) bene, spero di nn averti confuso troppo le idee e se l'ho fatto perdonami ^^... spero tanto che continuerai a seguirmi perchè mi farebbe molto piacere... ti invio un grande bacio e grazie ancora ^^

G_i_s_y: Salve cara... ti vedo molto confusa sulla  questione delle coppie e la cosa mi fa piacere (sono sadica lo so^^) è solo che così almeno nn ti aspetterai nulla... sarà un'autentica sorpresa... sl l'unica cosa che nn ho capito... tu hai detto che bells e eddino saranno gli ultimi perchè lei è + grande... cm mai credi c'entri l'età? lo so, domanda stupida, è che mi interessano tantissimo le vostre opinioni e qst èun modo per scoprirle ^^ bene, spero che il cap sia stato gradito... fammi sapere.. un bacione cara ^^

martya_c: Salve cara... sono contenta che il cap ti sia piaciuto... sono anche contenta che tu abbia compreso le motivazioni delle due ragazze, soprattutto di rose, appoggiando il suo fatto di voler iniziare a camminare da sola, sperando che qst sua decisione aiuti i due fratelli a fare pace.. vedremo... stesso vale x bella, che nonostante debba sopportare il fardello del padre, cerca di sorvolare, e qst include anche il fatto di nn parlarne. Bene, spero che qst cap rosalie ti sia piaciuto... è molto particolare, soprattutto perchè credo sia un passo fondamentale per la sua situazione ^^ un bacione cara, e fammi sapere ^^

bigia: Ciao cara... sono contenta che ti sia piaciut il cap e che hai compreso le ragioni di bella e rosalie.. in effetti un pò di distanze dalla famiglia servono a guadagnare punti in amore (vedi rosalie ^^).. bene, spero che anche qst capitolo sia stato apprezzato... fammi sapere... un bacione ^^

irly18: Salve cara.. ti capisco... anche io devo studiare filox, e per qst posso capire cosa intendi per complicato... però, serve anche quella dopo tutto, e... dopo un pò ci si fa l'abitudine... allora, le tue teorie mi hanno molto interessata... sapere cosa ne pensi dei personaggi è un buon modo per capire come vivi la storia ^^ (dovevo fare psicologia probabilmente ahahaha) cmq sia... nn posso dirti se hai indovinato o no, posso solo dirti che... le motivazioni sono giuste... e inoltre rose ha fatto un altro piccolo passo (anzi, enorm passo direi ) qui sopra... il che è + che significativo. ti ringrazio x gli auguri cosa che faccio anche a te.. su curiosona, nn mollare... spero che il cap ti sia piaciuto... fammi saper... un kiss ^^

stezietta w: Ciao cara... nn preoccupart, nn sono arrabbiata... anzi mi fa piacere che i capitoli ti siano piaciuti ^^ spero di aver rispettato la tua consegna quella del discorso tra bells e ed. certo nn avranno fatto qst grandi discorsi, però.. sono stati abbracciati per tt quel tempo, qualcosa avrà pur significato... spero sarai soddisfatta della tua allieva ^^ e spero che anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere che ci conto ^^ saluta i gemellini da parte mia, e un bacione ^^

niky90: Salve cara... volevi novità tra emm e rose.. ti basterà qst capitolo spero... di novità ce ne sono e anche belle grandi... eh eh... e inoltre mi fa piacere che l'altra faccia di jazz sia stata appezzata... tutto quello che era successo cn rose lo ha portato ad avvicinarsi inconsapevolmente a alice, anche se nn lo ammetterà mai (o almeno nn adesso ^^) spero, cmq, che apprezzerai il capitolo di rose, io l'ho trovato moooolto significativo, ma poi... fammi sapere ^^ (io sono di parte XD) ti invio un bacione cara... ^^

piccola_pokemon: Salve cara, sono contanta che il cap ti sia piaciuto... nn so sinceramente qnd ci vorrà per vedere ali e jazz assieme cm coppia, però, una cosa posso dirtela.. la vicinanza di alice lo cambierà parecchio, più di qnt tu possa immaginare ^^ (uh uh me si pregusta la scena ^^) calma, cara, capo Swan avrà prima o poi quello che si merita, nel bene o nel male, quindi.. rilassati o mi sento in colpa per averti fatta agitare... devo chiamare il dottor cullen x caso? (decidi tu se vuoi il grande o il piccolo, della meyer ovvio, perchè qst qui nn è ancora laureato e nn te lo consiglio x qst ^^) bene, spero ke il cap ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacione ^^


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Capitolo 24
*** Tutto il tempo che vuoi ***


cap Salveeee... dopo mesi e mesi di assenza (vabbé mesi è troppo... una settimana è passata... ^^) rieccomi ad aggiornare... Dio, cm mi siete mancati... ormai, la scuola è iniziata (si salvi chi può) ed essendo per me l'ultimo anno mi sento tremendamente oppressa. (Già da ora che siamo a Settembre, figuriamoci a Maggio ^^) però ciò nn toglie che riesca comunque a conciliare i momenti liberi con quelli di scrittura (e sia chiaro lo faccio esclusivamente per voi, che siete i miei tesori ^^)... bene, dopo qst preambolo alquanto inopportuno (divago spesso, lo so -_-') passo a dire qualche cosa sul capitolo... alloooraaaa... prima di tutto, cm potete aver intuito alla fine dello scorso, mancava un personaggio, ovvero Emmet, visto che Rosalie si è messa a parlare a mitraglietta e al povero orsacchiotto nn ha lasciato neanche un rigo ^^ però si è rifatto ampiamente in qst... qui c'è un altro passetto importatissimo di Rosalie verso la "guarigione", cosa molto ma molto importante (sei ripetitiva a volte... eh, lo so ^^). Un'altra cosa... volevo farvi i miei complimenti per aver indovinato alla grande la frase... l'avete centrata tutti, davvero bravissimi, per chi invece non l'avesse trovata, o per chi non ci avesse prestato attenzione, la riporto alla fine del capitolo, così che possiate farci un pensierino sopra ed esclamare "Oh cacchio, ma allora una speranza x capra Cullen c'è!" ^^... adios mes amis... (francese, spagnolo... ormai sono fusa...) ci vediamo alla prossima... un bacione a tt e x ki va a scuola cm me... buon anno scolastico!!!... Vi adorooooo



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Una promessa. Un impegno piuttosto informale che era stato preso con il sottoscritto.
"La prossima volta, pago io... senza scuse!" 
"Con questo vuoi dire che ci sarà una prossima volta!"
Ed io, chissà da dove l'avevo trovata la sciocca convinzione che quella parola sarebbe stata mantenuta.
Domenica mattina. Non avevo un motivo particolare per cui svegliarmi presto, però... avevo ancora in mente quelle immagini che, se pur incantevoli, erano a dir poco sorprendenti. Se lo avessi raccontato a qualcuno, molto probabilmente non sarei stato preso sul serio. Perfino io stentavo a farlo. Eppure... era successo, non potevo di certo negarlo. Avevo passato una magnifica serata in compagnia di Rosalie Cullen. In compagnia della sua bellezza sconvolgente, della sua spontanea naturalezza, del suo essere così dannatamente perfetta senza doverlo necessariamente ostentare, senza darlo per scontato. Ero stato bene, anzi, più che bene, se pur avessi ancora qualche difficoltà a comportarmi in maniera sensata. Le sue parole, i suoi sorrisi, la sua risata spontanea e mai forzata, le sue confessioni a cuore aperto, quello sguardo che pur non possedendo la parola, diceva tutto quanto. E per completare la serata, quell'abbraccio che sembrava tutto, tranne che premeditato. Mi aveva dato l'impressione di essere un gesto inaspettato perfino per lei, che, senza una particolare ragione si era ritrovata a stringersi a me, senza né chiedere né avere timore. Era come se sperasse di farlo da tempo, e, dopo vari indugi lo aveva fatto, nel modo più spontaneo che gli era concesso.
O forse questa è solo un'assurda teoria che il mio solitario neurone continua a proporsi...
Il rumore del caffè appena salito mi fece tornare alla realtà. La stessa realtà che la sera prima mi aveva visto protagonista di un sogno ad occhi aperti.
Vorrei farti i complimenti, caro ragazzo mio... hai una fidanzata semplicemente incantevole... un sogno quasi!...
Già, peccato ci fosse quel piccolo quanto fastidioso particolare che comprendeva il fatto che io e lei non fossimo fidanzati! Emisi un verso seccato, tanto forte che mi meravigliai di non essere riuscito a svegliare Bella ed Alice che dormivano al piano superiore. Riposavano ignare del demone che si aggirava dentro di me, come un killer pronto a scegliere la sua prossima vittima. Probabilmente, con tutta l'ansia che avevo addosso, avrei potuto aggredire qualcuno, se solo mi avessero infastidito.
Con la tazza di caffè piena e una scatola di biscotti, mi diressi sulla veranda di casa. Non era di certo la temperatura migliore per starsene all'aria aperta, soprattutto se l'idiota in questione indossava semplicemente una maglietta a maniche corte ed un pantalone. Ma, l'umore nero mi impediva perfino cose elementari come salire in camera a cambiarmi.
E al diavolo se questa sera dividerò il letto con la polmonite...
Mi sedetti sul dondolo, ed indiziai a pucciare un biscotto nella tazza, abbandonando lo sguardo verso la nuvola più alta e più strana. Ricordavo alla perfezione quando da piccolo, mi divertivo con Bella ed Alice a dare una forma a quei batuffoli bianchi in cielo.
"Quella mi sembra una bambola!" esclamava raggiante la voce di Alice, di appena sei anni
"Ma che bambola... quella è una casa!" la riprendeva Bella, scuotendo forte la testa. Ed io scoppiavo a ridere. Di entrambe, poiché non si erano accorte che, quella, non era né una casa, né tanto meno una bambola, ma un cane a tre teste che mangiava da una ciotola.
Beata fanciullezza...
Poi i nostri giochi, erano stati interrotti dalla voce di mamma, quella spaventata e tremante, che ci avvertiva dell'imminente arrivo di papà. E misteriosamente, il cane, la casa e la bambola si erano fusi in un'unica grande nuvola nera, che minacciava pericolosamente pioggia e tempesta.
Sorrisi amaro. Quella non era che una delle tante occasioni che ci erano state portare via dalla nostra infanzia. Io, più di tutti, ne ero stato privato. Soprattutto, quando mia madre mi aveva preso in privato dicendomi che dovevo prendermi cura personalmente delle mie sorelle, perché, se non ci si poteva fidare del proprio padre, il mondo, allora, sarebbe stato un vero inferno. Ed io lo avevo fatto. Sempre. Avevo protetto quelle due piccole donne, molte volte perfino rasentando il ridicolo, soltanto per tenere fede al mio patto, o più specificatamente per rendere loro la vita meno dura e complicata della mia.
O almeno è quello che penso di aver fatto fino ad ora...
Ma, forse, il tempo dei giochi era finito e le due piccole donne erano cresciute, ed ormai non avevano più bisogno dell'affetto, quasi morboso dell'orso Emmet.
E se io non posso più difendere loro, cosa ci sto a fare allora? Qual'è il mio compito? Per chi altri, la mia presenza, potrebbe essere talmente tanto essenziale da renderla quasi morbosa e sentita?...
"Ma allora sei proprio masochista, sei di nuovo a maniche corte..." una voce ruppe prepotentemente i miei pensieri, tanto che la tazza mi scappò dalle mani, e il caffè bollente si versò integralmente sulla maglia e suoi pantaloni. Ok, scottarsi la pancia era niente, ma buttarsi qualcosa a quella temperatura lì, al basso ventre... eh no, quello non era di certo uno scherzo.
"Ma porco caz..." mi trattenni dal proseguire l'imprecazione, stringendo forte gli occhi. Bruciava da far paura
"O mio Dio... scusami..." quella voce, ancora quella voce quasi angelica "Davvero, Emmet, scusa... è colpa mia!" riaprii gli occhi, incrociando i suoi, apprensivi e visibilmente imbarazzati. Come lo erano le sue guance imporporate o le sue mani che tremavano appena
"Rosalie!" esclamai sorpreso.
Vi prego, non ditemi che sto sognando? Non ditemi che questi sono semplicemente gli effetti del caffè bollente versato per intero nella parte più delicata del mio corpo... vi prego...
"Non avrei dovuto arrivare così, senza chiamarti... ti ho spaventato... scusa!" continuava a dire, a pochi centimetri da me, che senza accorgermene ero scattato in piedi
"Rosalie..." ripetei, come incapace di dire altro
Bene, il nome lo hai imparato, bravo orso, adesso, per piacere, potresti mettere dietro quella parola, qualche complemento che renda la frase, perlomeno sensata?...
Lei mi guardò incuriosita, dopodiché fece un mezzo sorriso, per poi abbassare lo sguardo sui miei vestiti macchiati
"Dio, guardo cosa ho combinato... non volevo, credimi..."
Vestiti macchiati?... eh?.... ah sì! Il caffè...
"Ehm... non... non ti preoccupare... è stata colpa mia, la tazza mi è totalmente scivolata dalle mani!" cercai di dire, abbozzando un sorriso. Lei si passò una mano tra i capelli - belli e morbidissimi capelli biondi - e sorrise
"Per quanto trovi dolce il tuo tentativo di sminuire la mia colpa... davvero, Emmet, mi sento estremamente dispiaciuta!" ribadì costernata. Diedi un'occhiata indagatrice ai vestiti. Beh, la maglia era da buttare visto che il caffè era difficile da togliere e per quanto non ne valesse la pena, di certo non avrei speso tempo ed energie a cercare di farla venir via. Per quanto riguardava i pantaloni... io mi sarei preoccupato più del contenuto che dell'indumento in sé. Trattenni a stento una risata divertita, dopodiché le chiesi
"Ti dispiace se... entro in casa a cambiarmi... essersi buttati il caffè bollente addosso non è una bella sensazione, credimi..." lei scoppiò a ridere
"Tranquillo, fai pure..." acconsentì. La guidai dentro casa - tranquillo del fatto che capo Swan fosse a pesca con degli amici - e la feci accomodare in salone.
"Due minuti e sono da te, parola di scout!" esclamai. Lei ridacchiò e mi lasciò andare con un gesto della mano. Salii con calma gli scalini ed entrai nella mia stanza, facendo attenzione a non fare troppo rumore. C'erano sempre due signorine che dormivano a pochi passi da me. Solo a porta chiusa, realizzai.
Rosalie... Cullen... é... a... casa... mia... nel... mio... salotto... e... mi sono appena versato il caffè fin dentro le mutande!...
Come un pazzo scatenato, corsi in bagno, mi sciacquai, aprii l'armadio, tirai fuori un jeans nero ed una maglia rossa e nera a righe e la indossai, dopo, ovviamente aver cambiato anche i boxer. Feci un profondo respiro e scesi al pianterreno. Lei stava lì, dove l'avevo lasciata, intenta a scrutare una fotografia sul mobile accanto al divano
"Come promesso, non ci ho messo molto!" esordii entrando. Mi rivolse uno dei suoi fantastici sorrisi dopodiché indicò la cornice
"Sono i tuoi genitori questi?" guardai la foto in questione, rendendomi solo allora conto che quella che lei indicava, probabilmente era l'unico scatto nel quale, la mia, aveva la vaga impressione di essere una famiglia. Deglutii a fatica per poi rispondere
"Sì... quella foto risale... al primo compleanno di Alice all'incirca!"
"Tua madre era bellissima, davvero!" commentò, ancora assorta nella visione della cornice.
Era... non è... e questo dice tutto...
"Già..." biascicai
"Ti manca molto, non è vero?" mi chiese lanciandomi uno sguardo malinconico. Sospirai
"A volte..." risposi vago
Sempre, sempre, sempre... costantemente...
"Dev'essere terribile perdere qualcuno di così importante!" constatò affranta
"Credimi, è ancora peggio sapere che chi ti è rimasto accanto non è degno di colmare quella mancanza!" risposi amaro. Solo dopo realizzai ciò che avevo detto e mi partì quasi il cuore dal torace. Ma merda, era possibile che non riuscissi proprio a controllare la lingua in sua presenza?
"A chi ti riferisci?" mi chiese accigliata
"Niente, storia lunga... e particolarmente noiosa!" e feci una risata per sdrammatizzare, ma l'effetto non fu dei migliori. Presi aria e cercai di rimediare
"Allora, a cosa devo la tua visita?" le chiesi curioso. Lei parve solo allora rendersi conto del fatto che fosse in casa mia, e sorrise imbarazzata
"Ecco, sono... venuta per portarti questa!" e mi mostrò la felpa nera che le avevo prestato il giorno prima a lezioni finite visto che la sua maglietta leggera non bastava di certo a scaldarla. Mi ricordai all'improvviso il forte desiderio da maniaco pervertito che avevo provato. Avrei voluto abbracciarla da dietro e provare a scaldarla con il solo contatto del mio corpo. Solo che... ci avevo rinunciato, a malincuore, ma l'avevo fatto.
"Cioè, fammi capire... tu, sei venuta fin qui solo per.. restituirmi una felpa che avresti potuto benissimo darmi domani a scuola?" le chiesi sconcertato. Il rossore che si propagò sulle sue guance era a dir poco sublime. Si intonava così perfettamente con il colore dei capelli e la carnagione chiara. Ridacchiai appena, scuotendo la testa
"Rose, non era urgente... avresti potuto tenerla fino a che non ci saremo rivisti!" l'assicurai. Lei sorrise
"Beh, chi ti dice che... oltre alla maglia il motivo per vederti oggi non fosse un altro?" mi sfidò divertita. Persi altri tre o quattro battiti. E probabilmente anche una decina d'anni. Cercai di abbozzare un sorriso
"E sarebbe?" le chiese, veramente curioso
"Probabilmente mi sto abituando così tanto alla tua presenza che difficilmente riesco a farne a meno!" esclamò mesta.
Eh?... cos'è che ha detto? Il mio cervello si è scollegato quando ha detto probabilmente...
"D-davvero?" chiesi interdetto. Sorrise, in maniera magnifica, gioiosa e sincera
"Se non fosse stato vero, non te lo avrei neppure detto... credimi!" mi assicurò. Non potei fare a meno di sbiancare, per poi riprendere colore all'improvviso. Mi sentivo caldo, forse avevo già un inizio di bronchite.
Maledetta maglia a maniche corte, che tu sia maledetta...
Vedendo che non la degnavo di risposta scoppiò a ridere e chiese
"Cosa c'è?... troppo scioccato per parlare?"
"Forse!" biascicai, grattandomi la nuca. Ok, ricapitolando... lei aveva detto di... non riuscire probabilmente a fare più a meno di me... probabilmente... già era quel maledetto avverbio a lasciarmi l'amaro in bocca.
Merda, doppia merda, tripla merda...
"Hai impegni per questa mattina?" le chiesi ad un tratto pensieroso. Lei scoppiò a ridere
"Questa frase mi pare di averla già sentita!" mi informò. Mi unii a lei nella risata, dopodiché ci pensò per qualche secondo e rispose
"No, sono liberissima..."
"Bene, voglio portarti in un posto!" la informai, per poi tenderle una mano per aiutarla ad alzarsi dal divano. Sgranò gli occhi, fissando la mia mano più del dovuto, quasi con aria terrorizzata. Pensai che fossi sporco di qualcosa, e che le facesse schifo toccarmi. Lanciai un rapido sguardo, analizzando la mano, ma la trovai pulita ed immacolata. E allora, perché, perché non voleva afferrarla?
Si alzò da sola, senza il mio aiuto e superandomi arrivò alla porta d'ingresso. Rimasi leggermente basito
"Allora... vogliamo andare?" mi chiese tranquilla, come se non fosse successo nulla. Mi ridestai e la raggiunsi, afferrando la giacca e i documenti dall'ingresso. Lasciò guidare me, visto che ero stato io a proporre quell'uscita. Per la seconda volta in due giorni, ero stato messo alla guida di una macchina targata Cullen, e non una macchina qualsiasi, una bellissima Bmw cabriolet, rossa fiammante. Altro che gusti speciali, quella famiglia in fatto di auto ci sapeva proprio fare, punto!
"Sei mai stata a First Beach?" le chiesi tendendo gli occhi fissi sulla strada
"No... ma l'ho sentita nominare spesso da alcuni compagni di classe..." rispose
"Beh, diciamo che... è molto gettonata per quanto riguarda gli appassionati di surf, o per chi, come me, adora le spiagge tranquille!" spiegai divertito, suscitando la sua leggera risata
"Però ti avverto... non ti aspettare il luogo adatto per la tintarella oppure di trovare la migliore gioventù di Forks... sono posti leggermente particolari rispetto ai soliti standard!" la avvertii
"Forse è proprio per questo che mi piacciono così tanto!" esclamò
E per lo stesso motivo tu piaci così tanto a me... senza il forse...
Dieci minuti dopo arrivammo alla riserva. Volevo farle conoscere una persona per me molto importante. Volevo che conoscesse vita, morte e miracoli di Emmet Swan, ad eccezione fatta per la storia di mio padre. Raccontata quella, avevo il terrore di perderla irrimediabilmente. Mi piaceva troppo. Tutto in lei mi attirava in maniera quasi imbarazzante. E il fatto che lei avesse palesemente espresso il suo piacere a trovarsi con me, non faceva che accrescere in me la voglia di conoscerla, di scoprirla in tutte le sue sfaccettature anche se... c'era qualcosa, qualcosa nei suoi occhi che mi diceva di stare attento, perché Rosalie Cullen nascondeva un segreto, un segreto scomodo che la faceva irrimediabilmente soffrire, e che pertanto si guardava bene dal tenersi alla larga da tutti. O quasi...
Parcheggiai proprio di fronte l'ingresso principale della spiaggia, e insieme, ci incamminammo per raggiungerla
"Questo è senza dubbio uno dei posti più umidi di tutto lo stato di Washington. Tuttavia, un pò per le piogge, un pò per le correnti dell'oceano, è il richiamo ideale per loro!" ed indicai un gruppo consistente di surfisti giovani che si stavano apprestando ad entrare in acqua. Riconobbi da lontano Mike Newton assieme a Jessica ed altri due compagni di scuola. Immaginavo che a quell'ora fossero già pronti per partire.
Giunti sul viottolo che attraversava quasi per intero la spiaggia vera e propria, scorsi, poggiato ad un tronco, la figura molto familiare della persona per la quale ci trovavamo lì. Parlottava con un altro ragazzo, che conoscevo molto bene.
Come se si fosse reso conto del mio sguardo, si girò dalla nostra parte ed agitò una mano raggiante
"C'è un ragazzo che ti sta salutando.. lo conosci per caso?" mi chiese Rosalie
"Vieni... ti voglio presentare una persona!" e le sorrisi. Mi seguì fino ai due ragazzi, che sorridevano entrambi, ormai
"Vecchio orso spelacchiato... qual buon vento ti porta giù dai pellerossa?" mi chiese Jake alzandosi da terra e ripulendosi il retro dei jeans dai granelli di sabbia e lo stesso fece Embry, indiano anche lui.
"Vuoi la verità o una bugia?" lo provocai divertito
"Mmm... sai che a me le bugie fanno venire l'orticaria... quindi..."
"D'accordo... mi mancavi troppo e non ho saputo resistere dal venire fin qui!" esclamai sorridendo. Lui scoppiò a ridere, come al solito in maniera solare e contagiosa, tanto che sentii distintamente la leggera risata perfino di Rosalie, ferma a pochi passi da me
"Che ragazzo dolce che sei... guarda se i miei gusti non fossero altri... su di te ci farei volentieri un pensierino!" scherzò
"E allora mi ritengo pienamente fortunato!" ammisi, facendo scoppiare un'altra ondata di risate
"Ehm... Jake posso... presentarti una persona?" gli feci. Gli occhi del ragazzo saettarono subito su Rosalie che si fece avanti sorridendo
"Jacob, questa è Rosalie Cullen... e lui, Rose... beh lui è Jacob Black, il mio migliore amico!" li presentai. I due si sorrisero sinceri
"Piacere di conoscerti Jacob!" annunciò lei
"Ti prego..." la riprese subito "Solo Jake... è molto più funzionale!"
"D'accordo... Jake!" il diretto interessato sorrise di più, dopodiché, come colto da un pensiero improvviso, corrucciò la fronte
"Aspetta un attimo... Cullen hai detto?" mi chiese. Io annuii
"Ma non erano quei ragazzi che un paio di settimane fa..." iniziò
"Sì... Edward e Jasper... sono i suoi fratelli..." precisai "E frequentano tutti e tre la mia scuola giù a Forks!"
"Tu guarda il mondo quant'è piccolo..." constatò Jacob con un sorriso compiaciuto
"Non è il mondo ad essere piccolo, Jake... lo è soltanto Forks!" lo riprese Embry, posandogli una mano sulla spalla. Ci concedemmo una risata, dopodiché, una ragazza richiamò la nostra attenzione ed Embry fu costretto a lasciarci. Ci accomodammo sulla sabbia, dopo che ebbi offerto gentilmente la mia felpa a Rose per potersi sedere senza sporcarsi, ma lei, in tutta risposta, mi sorrise, e si accomodò leggiadra a terra. Jacob scoppiò a ridere seguendola a ruota.
"Da quanto tempo vi conoscete voi due?" ci chiese Rosalie interessata. Io e Jake ci scambiammo un'occhiata dopodiché fu lui a parlare
"Praticamente da sempre. Siamo cresciuti insieme e, nel bene e nel male abbiamo imparato a volerci bene... per me è come se fosse un fratello!" spiegò, trovandomi pienamente d'accordo
"Beh, poi essendo coetanei avete senza dubbio molte cose in comune immagino..." fece pensierosa. Io e Jake scoppiammo a ridere, senza neanche metterci d'accordo. Quella volta però, lo anticipai nella parola
"Coetanei? Non del tutto..." esclamai ridacchiando. Lei ci guardò confusa
"In che senso?"
"Beh... ti dico solo che il signorino qui presente non ha l'età che dimostra!" spiegai, indicando il mio amico sorridente. Rosalie lo osservò meglio
"Nel senso che sei più grande di quello che fai sembrare?" azzardò allora
"No, no... l'esatto contrario!" esclamò divertito. Lei ci pensò su per qualche istante, dopodiché aggrottò la fronte
"Ma, scusa... quanti anni hai?" chiese finalmente
"Sedici!" rispose secco Jake. Mi fermai ad osservare la bellezza del cambiamento d'espressione sul viso di Rose. Passò dall'incredulità, alla sorpresa, per finire al sorriso, sfociato nella risata leggera
"Sei molto sviluppato per avere semplicemente sedici anni!" osservò colpita
"Lo prendo come un complimento!" ridacchiò Jake. Per la prima volta, da quando eravamo su quella spiaggia, il mio sguardo e quello di Jacob si incontrarono di sfuggita per un solo istante. E in quel preciso momento intuii il suo sorriso compiaciuto, anche se appena accennato. Segno che Rosalie gli piacesse. Segno che approvava il mio interesse. Sorrisi, puntando gli occhi verso il mare. Lo so, era una cosa stupida cercare l'appoggio di un altro ragazzo per quanto riguarda chi frequentare, però... Jacob non era uno come gli altri, lui era il fratello che non avevo mai avuto, e pertanto, aveva ovvi motivi per detenere la carica di consigliere ufficiale.
Sì, pur essendo più piccolo di me... anagraficamente, si intende...
Rimanemmo a parlare per un bel pò, senza renderci conto delle nuvole che lentamente si diradavano per lasciare lo spazio ad un timido sole autunnale.
"Scusate, ma devo proprio andare... oggi non c'è mia sorella a casa e non mi va di lasciare solo mio padre per troppo tempo!" esclamò Jake alzandosi e ripetendo la stessa operazione di pulizia dei jeans. Io e Rose lo seguimmo a ruota - ancora una volta quest'ultima rifiutò garbatamente la mia stretta di mano.
"É stato davvero un piacere conoscerti Rosalie... spero di rivederti presto da queste parti.. la riserva è così noiosa, e un'ondata di novità fa soltanto bene!" spiegò Jake rallegrato. Rosalie gli sorrise sincera
"Senza dubbio, Jake... questo posto è troppo bello per lasciarselo scappare così!" rispose. Jacob non si trattenne dal ridacchiare e dal lanciarmi un'altra occhiata eloquente alla quale risposi con un sorriso accennato, che sembrò captare, fortunatamente, soltanto lui
"Bene... io e te ci sentiamo... dopodomani il signor Manday porta all'officina il furgone e quindi..."
"E quindi saranno guai!" conclusi io la frase per lui sospirando al solo ricordo delle ore perse, passate ad aggiustare quell'inutile Dobloo stravecchio.
"Vedo che comprendi al volo... a presto!" e si incamminò, a passo svelto, verso l'interno, diretto a casa Black. Con un sorriso ebete stampato in volto, mi girai verso Rosalie, trovandola intenta a contemplare la distesa agitata d'acqua. Aveva lo sguardo assente, ma conservava comunque la sua incantevole perfezione. Il cellulare nella tasca vibrò due volte. Un messaggio probabilmente. Lo presi e guardai il display. Jake. Un sms.
*Se vuoi un consiglio spassionato, Emm... non fartela scappare... dove la trovi un'altra che apprezza il paesaggio di Forks? :)*
Sorrisi. Effettivamente Jake non aveva tutti i torti. Era la prima persona che non si lamentava della città. Anzi, non era mancata occasione che non l'avesse elogiata, apprezzata. Totalmente l'opposto delle sue coetanee che ci erano nate e che ci vivevano e che, senza ombra di dubbio, avrebbero fatto carte false per andarsene. Magari a New York. Si accorse del mio sguardo e si preparò a sorridermi
"Il tuo amico è davvero una gran bella persona..." mi informò
"Già... l'unica che probabilmente riesce ancora a sopportarmi!" ammisi grattandomi la nuca, a disagio.
Questa situazione di stallo deve finire... mi fa sentire tanto un bambino... certo... un bambino di 19 anni per un metro e novanta d'altezza..
"Perché dici così, scusa?" mi chiese
"Beh... con il carattere che mi ritrovo, molte persone preferiscono tenersi alla larga oppure... stringere con me il minimo legame indispensabile..." spiegai. Intanto avevamo iniziato a camminare sulla spiaggia, con il mare alla nostra destra
"Non ti seguo, Emmet... perché mai qualcuno dovrebbe tenersi alla larga da te?" mi chiese confusa
"Ti ricordi quando una volta ti parlai di quel mio... ehm... leggero difetto?" le chiesi a mia volta. Lei scosse la testa.
"Ma come?... la gelosia morbosa..." le ricordai. Lei scoppiò a ridere, seguita a ruota da me
"Ma questo non è un difetto, Emmet!" mi riprese divertita
"Eccome se lo è... molte persone si sentono come oppresse da questo mio modo di fare. E proprio per questo tendono a stabilire le distanze. La mia ex ragazza mi ha lasciato proprio per questo motivo... troppo oppressivo mi ha definito!" ricordai amaramente. Solo io sapevo quanto ci ero stato male. Solo io sapevo cosa volesse davvero significare sentirsi dire quelle parole crude dalla persona che, fino al giorno prima, diceva di amarmi.
"Beh, in questo caso le spiegazioni sono due..." esclamò fermandosi, e di conseguenza facendo fermare me "O non aveva veramente bisogno di te al punto di non riuscire a concepire la tua presenza come essenziale... oppure... era una povera pazza!" concluse con un'alzata di spalle "A te la scelta!"
Scoppiai a ridere, non tanto per le parole che aveva detto quanto per il tono che aveva usato.
"Da maschio orgoglioso opterei per la seconda scelta!" ammisi infilando le mani nelle tasche della felpa
"Ottimo... proprio quello che pensavo!" e mi sorrise, riprendendo a camminare più lentamente
"Io se fossi stata in lei non mi sarei mai fatta scappare un ragazzo come te!" ammise pochi istanti dopo, a braccia conserte. La scrutai curioso. Di nuovo quegli occhi bui, vacui, vuoti. Di nuovo quel senso di disagio che trasmetteva, ma non dovuto all'imbarazzo quanto al timore verso qualcosa che, evidentemente io non riuscivo a concepire. Ed io mi sentivo impotente, e tremendamente inutile.
Vergognati, orso, non riesci neppure a farla stare bene...
"Non è mai troppo tardi per rimediare!" affermai in tono leggero. Probabilmente il mio neurone in estasi non si era ancora reso conto dell'abnorme cazzata che avevo appena detto. O forse, mascherando il tutto con l'innocenza, sperava di farla franca. Fatto stava, che come sempre, Emmet Swan aveva sparato la sua figura. E adesso, si salvi chi può.
Alzò gli occhi, bloccandosi di nuovo, e li fissò dentro i miei. Vidi pian piano accendersi una luce strana. Dapprima fu quasi un luccichio lontano e quasi immaginario. Poi, si ingrandì, fino a diventare qualcosa di incredibilmente luminoso e lucente, così come il suo, se pur timido, sorriso. Sciolse l'incrocio delle braccia e abbassò lo sguardo arrossendo
"Sei troppo fiducioso, Emmet... e poi..." si concesse una pausa, per permettere alle mani di affondare nelle tasche dei jeans
"E poi... cosa?" la esortai, abbassandomi quel tanto che mi concesse di ritrovare il contatto visivo
"Io... ecco..." le tremavano le labbra, chissà se per il freddo o per il timore per quello che stava dicendo "Io non sono come le altre, Emm..."
"Mi sembra logico... sei troppo speciale per essere messa sul loro stesso piano!" ammisi in un sussurro. Lei scosse la testa
"Non sai quel che dici!" esclamò spostando la testa dall'altro lato, lontano da me
"Invece sono sicurissimo delle mie parole... non sono mai stato così convinto in vita mia!" ammisi sincero "Peraltro..." indugiai un pò, per poi sorridere "Sono convinto del fatto che assieme, saremmo ben assortiti!" sentii distintamente il momento in cui tirò su con il naso e il momento in cui l'ultimo battito del mio cuore riecheggiò nel petto. Due cose che coincisero perfettamente. Mi spostai quel tanto che mi bastò per poterla di nuovo guardare negli occhi, e di conseguenza per vederla piangere.
Ti prego, dimmi che non stai piangendo per colpa di qualche cavolata che ho detto... non lo sopporterei...
"Rosalie, cos'hai? Perché stai piangendo?" le chiesi preoccupato. Lei scosse la testa e con un gesto secco si liberò delle lacrime dalle guance. Ma dagli occhi erano già pronte le altre, libere di uscire
"Non è n-niente... sta tranquillo.." biascicò
"Se davvero non fosse niente, non piangeresti!" osservai "É per colpa mia, vero? Ho detto qualcosa che non avrei dovuto?" azzardai
Tipo l'ultima idiozia della coppia ben assortita...
"No, Emmet.. ed è proprio questo il problema!" affermò tra le lacrime. Fece uno sforzo immane per riuscire ad alzare gli occhi verso di me "Tu sei... troppo... troppo perfetto... ed io... sono... sbagliata!" e singhiozzò sull'ultima parola
"Ma che stai dicendo, Rose? Tu non sei affatto sbagliata... sei fantastica.." esclamai convinto
"Smettila di dire che sono fantastica!" gridò infastidita. Era la prima volta che la vedevo così. Arrabbiata, frustrata. E non potei togliermi dalla testa che la colpa fosse mia.
"Scusa..." mormorò accucciandosi a terra sulle ginocchia "Scusa, ti prego... perdonami... non volevo... non dovevo dirti... ti prego, Emmet..." immediatamente mi inginocchiai di fronte a lei
"Rosalie, ti prego io!... calmati... non è successo niente..." la rassicurai, tentando in tutti i modi di trattenermi dall'abbracciarla. Non volevo essere troppo invadente. Imparare a domare i propri istinti morbosi, ecco la prima fase della guarigione. Anche se, resistere mi risultava alquanto difficile
"Ehm... Rose... posso.... posso..." deglutii, sentendomi maledettamente idiota ed inopportuno. Volevo abbracciarla, ma non tanto per sentire di nuovo il meraviglioso contatto con il suo corpo, ma soprattutto perché speravo in cuor mio che la mia presenza potesse aiutarla in qualche modo. Lei mi guardò timorosa, con la stessa espressione messa su qualche ora prima, a casa mia, quando le avevo porto la mia mano per alzarsi. Mi dissi che avevo fatto un buco nell'acqua, l'ennesimo quel giorno. Che Rosalie Cullen non si sarebbe mai fidata di me, e che probabilmente, il fatto di poter essere una coppia ben assortita non fosse altro che l'assurda cazzata che mi ero costruito per piacere personale.
Tuttavia, il suo appena accennato cenno affermativo con il capo, mi strinse il cuore. Molto di più delle lacrime, delle parole, dello sguardo. Era il lasciapassare per quell'universo tanto piccolo quanto speciale, il cui ingresso mi era stato più volte negato. Ma adesso, no... la porta, se pur appena socchiusa, era comunque aperta.. per me. Con esitazione mi avvicinai, prendendola delicatamente per le spalle e portandola verso di me. Lei rimase immobile, con gli occhi chiusi, fino a che non le avvolsi le spalle con le braccia. Portò lentamente le sue mani sulla mia schiena affondando il viso nel petto. Era inspiegabile quello che sentivo. Fu ancora più bello e piacevole della prima volta. Sentivo brividi caldi dappertutto, perfino tra le dita. E questo mi fece sorridere. Non mi era mai capitato di sentirmi così. 
"Perché? Perché tra tante ragazze meravigliose, hai scelto giusto me che sono così dannatamente imperfetta?" mi domandò qualche singhiozzo dopo
"A certe cose non si può dare una spiegazione logica, Rose. É così e basta!" esclamai sorridendo intenerito dal quel suo tono così indifeso. Aveva completamente abbassato le sue barriere e si era mostrata per quello che era: una ragazza docile e incredibilmente spaventata da qualcosa che, all'apparenza era molto più grande di lei.
La sentii sospirare, cosa che mi fece notevolmente tranquillizzare. Perlomeno era riuscita a smettere di piangere. Risultato ampiamente soddisfacente.
"Emmet..." mi chiamò, aumentando la presa sulla mia schiena
"Dimmi!"
"Mi fai una promessa?"
"Tutto quello che vuoi!" acconsentii senza pesarci. Ecco un altro mio enorme difetto. Parlavo molto spesso senza riflettere. Ma questo, purtroppo, l'avevano compreso anche i muri.
"Voglio che tu abbia pazienza... voglio che riesca ad aspettare, qualsiasi tempo ci vorrà, però voglio che tu lo faccia... se è vero che ci tieni a me e che ci vedresti bene insieme... voglio che tu attenda il momento in cui sarò pronta anch'io!" disse, in un sussurro accelerato, quasi incomprensibile. Rimasi qualche secondo muto, per elaborare le parole. Se non stavo del tutto impazzendo, mi aveva appena detto di voler stare con me, a patto che io avessi aspettato il tempo necessario affinché lei fosse stata pronta. Il cuore fece un paio di salti mortali fino a rimbalzare rumorosamente nel petto. La strinsi più a me, senza farle del male - mai avrei potuto fargliene - e sorrisi
"Tutto il tempo che vuoi, Rose... tutto il tempo che vuoi!"




Risposte alle recensioni:

damaristich: Ciao... prima di tutto grazie per aver recensito lo scorso capitolo... mi ha fatto immensamente piacere... la confessione di Rose si avvicina sempre di +, lascia che il rapporto tra i due si intensifichi e sarà stesso lei a sentire il bisogno di parlare cn Emmet... per Bella la cosa sarà leggermente diversa, ma, ahimé, anche volendo nn posso dirti nulla, perdonami se puoi ^^... bene, spero che continuerai a seguirmi, cosa che mi farebbe molto piacere... un bacio e grazie ancora ^^

samy88: Ma ciaoooo... Dio mio qnt bei compliment... ma siamo sicuri che siano tutti per me? (me arrossisce!) davvero, cara, sei troppo gentile ed io ti ringrazio infinitamente x qst. Sapere di averti emozionata mi fa gongolare perchè vuol dire che sono riuscita a regalare qualcosa... sapere che le mie parole fanno in qualche modo sognare ad occhi aperti (x citare le tue parole!) è davvero un sogno... quindi grazie davvero! Per qnt riguarda Rose... eh sì, i progressi sono lenti e difficili ma... qst qui sopra è molto di più che un progresso, che ne dici?^^... aspetto la tua denuncia x i danni agli occhi (mi assumo tt le responsabilità del caso ^^) e ti invio un bacio sperando che ti sia piaciuto anche qst capitolo (vedi di avere anche qst volta gli occhi lucidi se no Emmet si offende!)^^ un bacione cara...

_cory_: Ciao... eh, ci vorrà del tempo, e tante peripezie prima che quella (alias Kristen^^) si levi dalle scatole... solo perchè sta a New York nn significa che nn sia altamente pericolosa lo stesso... cmq, sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto spero sia lo stesso anche cn qst qui sopra... fammi sapere, mi raccomando... un bacione grande ^^

cinzia818: Ma ciao tesoro.... mi parli di nuovo futuro e mi dici che nn devo preoccuparmi... ma ti pare che io nn possa lo stesso sgranare gli occhi (così O_____O) e chiedermi cosa la tua testolina malefica stia partorendo???? Mm.. cmq sia attenderò impaziente l'aggiornamento... cmq... sono contenta che Rose ti sia piaciuta, credo che un grande passo lo abbia fatto anche qui, poi dimmi tu se sei d'accordo oppure no... critiche e complimenti sempre ben accetti (ecco il mio motto di oggi ^^) cmq... anche se lo leggerai sotto... sì, cara, la frase era proprio quella... parole molto ma molto importanti... bn cara, attendo tue notizie... e fai la brava^^ un bacione

bigia: Salve... qnt bei complimenti, ti ringrazio davvero... e sono felice che la storia ti abbia preso così tanto. Spero che qst ennesimo passetto in avanti di Rose sia da te apprezzato, sono qui per ascoltare ogni tua opinione ^^... un bacione, cara e grazie ancora

lisa76: Uhh... ma tu sei troppissimo dolcissima (mmm... l'effetto di due ore di italiano a scuola oggi XD) e le tue parole sono state davvero apprezzatissime x me... cm hai ovviamente notato, la trovata geniale di Rose ha lasciato a piedi ben 3 anime, ma tranquilla... Eddino caro ha raccolto tutti (incluso il fratello rompiballe^^) ma spiegherà tt lui, nel prox capitolo. Nel frattempo spero di aver fatto centro anche cn qst, fammi sapere, cara... un mega kiss ^^

valeego: Salve cara... tranquilla, avevo capito che era l'atteggiamento di Bella a lasciarti l'amaro in bocca e che in nessun modo criticavi me... so che sotto sotto vuoi bene all'autrice (me si fa inutili speranze ^^) xò... sii fiduciosa, Bella si... spiegherà presto, fidati di me ^^.. sono contenta di vedere che la tua opinione di Rose si sia risollevata, spero che anche qst capitolo ti abbia convinto cm il precedente, e in qst x rose è stata ancora più dura... Dio, ti ringrazio tantissmo per i bellissimi complimenti, possono sembrare banali agli occhi di chi li scrive ma x chi li legge riescono sempre a riempire il cuore, quindi grazie, tesoro... bene spero che il cap sia stato gradito, fammi sapere.. un kiss ^^

martya_c: Ciao tesora... hai ragione, forse la scelta di Rose è stata drastica, però... molte volte, dare un taglio netto al passato, o a qualcosa del passato che ci fa soffrire nn significa essere egoisti verso coloro che fino a quel momento ci hanno aiutato e sostenuto, ma semplicemente crescere... pensa che Rose in qst mesi di sofferenza nn è minimamente cresciuta (personalmente intendo nn fisicamente ^^) e qst l'ha fatta chiudere irrimediabilmente in se stessa... cn Emmet ha trovato quella pace che spesso ritrovava cn i fratelli, ma capisci bene che un conto è trovarla in un diciamo "estraneo" ed un altro è trovarla in un familiare, nn so se rendo l'idea... cmq, tesoro, tu nn devi andare da nessun analista, sei fantasticosa così cm sei, soprattutto perchè ti straadoro per tt quello che fai e dici, incoraggiandomi... quindi se ti faccio emozionare è anche merito tuo che me ne dai l'opportunità... dopo qst sproloquio ti lascio, sperando di aver centrato di nuovo cn il cap.. un kissone ^^

Norine: Ma zao cara... eh eh eh Emmet e Rose sono fin troppo dolci assieme, quasi irreali, però... in fondo hanno entrambi i propri scheletri nell'armadio e si consolano a vicenda.. cm disse qualkn l'amore è il motore della vita, e qst mi sa che è proprio vero... ^^... x qnt riguarda Jazz (tranquilla, fratello figo l'avrà intuito, considerando che lei nn è tornata a casa x cena e soprattutto si è allontanata da scuola cn Emmet ^^) voglio farti i miei complimenti... hai centrato la frase, bravissima... fai un profondo ragionamento su, mi raccomando, magari la prox volta sei pronta x dare un consiglio ad Alice x cm fare a... "conquistare" Jasper... ^^ cmq, adesso ti lascio, aspetto tue notizie... un bacione ^^

hale1843: Ciao carissima... che tesoro che sei... ti sei prodigata a cercare la frase misteriosa c tanta premura... dolce... :)... beh, ti do la soluzione... la prima che hai detto è quella giusta... complimenti... ottimo spirito di osservazione ^^ mi fa piacere che la frase ti sia così piaciuta da essertela addirittura imparata... a me molto spesso capita di ricordare a memoria molti pezzi della storia e di ripeterli nella testa cm una poesia (sì, nn sono normale :P) quindi ti capisco perfettamente soprattutto perchè quella è senza dubbio una frase essenziale per il rapporto Alice-Jasper... lo so, tu speri ardentemente nel ricongiungimento di Ali e Jazz ma.. quei due sono cocciuti nn è colpa mia (ehi! ndAli/Jazz) però prometto che riuscirò a domarli, parola di Faby... bene, adesso ti lascio e asp tue notizie... un bacione cara... ^^

elys: Ciao... sono strafelice che orso Emmet abbia fatto breccia... devi vedere cm lo ha fatto cn Rose ahahah... me sempre più esaurita ti saluta sperando che il cap ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacione XD

Uchiha_chan: Salve cara... sai, sono pienamente d'accordo  c te... molte volte ci fidiamo di più di qualkn conosciuto da poco ma che è riuscito a catturarci che di alcuni che conosciamo da tempo, proprio cm'è successo a Rose, amche se, ammettiamolo la sua situazione era leggermente estrema... Rose ed Emmet cmq condividono una cosa importante: la paura di perdere l'altro raccontandogli qualcosa di pericoloso... chissà cm ci riusciranno (perchè si confesseranno, fidati ^^) bn, nel frattempo spero che hai gradit il cap... fammi sapere.. un bacione, cara ^^

Elfa Sognatrice: Ma ciao... hai ragione la situazione è davvero difficile, ognuno di loro ha un buon motivo per stare cn l'altro ma contemporaneamente anche uno per nn starci, però... qualkn qui sopra ha detto una cosa importante... eh eh eh di certo nn dobbiamo lasciarla inosservata.. cmq bravissima hai centrato la frase, è proprio quella, essenziale che contiene un aiuto importante x Alice.. se è vero che ci tiene a conquistarlo, sia chiaro ^^.. bn, fammi sapere cm hai trovato il cap.. un bacione ^^

irly18: Salve... cara, ti capisco, anche x me quella tortura di scuola è iniziata e spesso mi ritrovo ad nn avere neppure il tempo materiale x accendere il pc (uff)... però, spero di recuperare presto... cmq rose è lusingata di essere diventata il tuo mito, ed anchio lo sono... quello che ha fatto è stato davvero un passo importante, cm anche quello che ha fatto qui sopra... forse nn tutto è perduto.. x Bella ti prego solo di nn essere troppo dura nel giudicarla... in fondo essere schiaffeggiata dal proprio padre nn è mai una bella cosa.. cmq nn so qnt materialmente durerà la fic... ti dico solo che sarà lunga, e a giudicare dal fatto che Ed è ancora fidanzato e Jasper ed Alice nn si posso vedere al momento... sarà mooolto lunga (spero che adesso nn starai strillando per la paura ^^) cane, eh? Ne riparliamo dopo, quand hai letto il cap (nn so se lo hai già fatto!) però ti dico solo una cosa... please nn odiarmi! ^^ cmq spero che il capitolo ti sia piaciuto... asp tue notizie... un bacione ^^

maya tabitha: Amante dei capitoli lunghi.. salve! Credo proprio che qst volta mi venererai x la lunghezza del cap... mi sono data alla pazza gioia (anche adesso ben 9 pagine di word ^^) quindi spero la cosa sia apprezzata... ti faccio i miei complimenti per la forza d'animo che mi hai dimostrato nello scorso commento... avere il coraggio di nn arrendersi dopo quello che vi ha colpito (che in parte ha colpito tutti gli italiani, me inclusa) è davvero una prova di forza immensa, quindi nn posso che inchinarmi a te... (ode a te o Maya!^^) cmq, devo dirti anche che ti meriti altri complimenti x aver centrato la frase nascosta... bravissima XD sei troppo un genio (ma nn è che il neurone lo stai schiavizzando troppo? Devo chiamare l'ADN Associazione per la Difesa dei Neuroni??) adesso ti lascio, asp tue notizie, un bacione carissima... ^^

niky90: Salve cara... certo magari la dichiarazione d'amore è ancora lontana, ma le parole che Rose ha detto mi sembrano perlomeno incoraggianti... e poi Emmet nn è un tipo che si arrende facilmente... troverà il modo di conquistarla del tutto... (a modo suo, ma ci riuscirà!) cmq ti ringrazio infinitamente x i complimenti che mi hanno fatta sorridere cm una scema davanti al pc x tipo mezz'ora... quindi grazie... spero che anche qst cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un bacione ^^

stezietta w: Ehm salve... sono Alice Swan.. per qst volta risponderò personalmente alla tua recensione (l'autrice è imbavagliata in un angolo della stanza e urla invano^^)... tesorina consigliera, devo dirti una cosa importante... anche per me quella frase di Edward rivolta a Jasper è sensazionale e... l'hai indovinata... è proprio quella giusta... solo che... conquistarlo? Più facile a dirsi che a farsi... è talmente zuccone quel ragazzo che molte volte mi chiedo cm abbia fatto l'autrice a farlo così fastidioso (l'autrice grugnisce infastidita dal fatto che gli si stia offendendo un suo personaggio) cmq sia... mentre mio fratello si rianima tra le braccia di Rose (e bravo Emmettuccio ^^) e Bella fa la finta vittima x sprofondare nell'abbraccio di Eddino io mi chiedo... perchè mai l'autrice ha fatto abbracciare tutti tranne me e jasper? Credeva forse che quella pseudo chiacchierata nel fitto bosco bastasse a risollevare la cosa? (l'autrice mugugna qualcosa di incomprensibile) cos'è che hai detto cara? nn credo di aver capito... (lei intanto continua a dimentarsi come una pazza..) oh, beh... c'è bisogno di qualche specialista... è un caso disperato.. cmq tesoro, mi prodigherò affinché Jasper nn ne esca impunito... peccato che Ed gli abbia già rigato la macchina, volevo farlo io!^^ bene, se hai tempo recensisci un pò sta cosa (altro grugnito incomprensibile!) ma soprattutto pensa alla tua povera amica disperata che cerca invano di sopraffare l'ira di Jasper... un bacione ^^

eMiLy BlOoD: Salve cara... sono contenta che i miglioramenti di Rose ti siano piaciuti, anche se lentamente sta davvero facendo passi da gigante (solo cn Emmet sia chiaro... cn un altro ragazzo nn si sarebbe mai sognata di abbracciarlo!) però, in compenso tutto qst li ha fatti avvicinare il ke è solo positivo... cmq, Emmet inizia ad intuire qualcosa del segreto di lei, e x il segreto degli Swan... Eddino è sulla difensiva, attenzione ^^... bene, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere.. un bacio ^^

mine: ma ciao cara... sono contenta che gli occhi ti sbrilluccicano è segno di gioia verso i passetti che i nostri amori continuano a fare... x il momento quella a farne è Rse, però... chi lo sa che domani Jasper nn si alzi cn la luna diritta e nn faccia qualcosa x Alice?... Bene, spero che qst cap ti sia piaciuto (se mi dici che hai di nuovo gli occhietti così *___* ti faccio una statua al valore XD) ti mando un grande kiss... ciaooo ^^

piccola_pokemon: Salve cara... ti capisco cara, la scuola è iniziata anche x me e perfino aggiornare è diventato un dramma (tu hai appena iniziato le superiori, io invece le sto per finire e credimi, al quinto anno perfino il bidello riesce a metterti ansia x gli esami XD) l'unica cosa che posso dirti su Jasper è... spera che nn venga mai a sapere che il raschio è opera di Edward altrimenti Bella e Kristen nn avranno niente da contendersi e rimarranno entrambe vedove prima del tempo ^^ nn so se ho reso l'idea... in compenso ci sono rose ed emmet a darci qualche bella speranza... bene, cara, fammi sapere cm hai trovato il cap, aspetto tue notizie, un grande bacio ^^

G_i_s_y: Salve... hai proprio ragione, il fatto di essere tremendamente scrupolosa e riflessiva potrà senza dubbio creare qualche piccolo problema di approccio... soprattutto perchè eddino nn è da meno... sono due caproni, lo so (un pò cm Jasper^^) ma prima o poi ce la faranno anche loro... promesso! Grazie x i complimenti, davvero e fammi sapere se anche qst cap è stato gradito... aspetto tue notizie... un bacione cara ^^


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La frase misteriosa che riguarda Jasper e che è contenuta nel 21esimo capitolo é:

"Basta sapere come prenderlo... se lo si riesce a conquistare, Jasper ti sa donare anche l'anima... ma... è molto, molto difficile riuscire a conquistarlo!"


Complimenti ancora a chi è riuscita a centrarla... vi consiglio di rifletterci molto su, perché queste poche parole dette da Edward (che lo conosce alla perfezione) sono in pratica la confessione del punto debole di Jasper... ^^

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Capitolo 25
*** Calore inspiegabile ***


Capitolo 25 (Edward & Jasper POV)
Salve miei prodi.... (nel teatro regna il silenzio)... ehm ehm... c'è nessuno?????? (si sente il verso di un grillo lontano...) Ehm... ehm... ehilà????.... dico a voi.... (l'autrice si rende conto che attaccato al muro c'è un biglietto... lo prende e inizia a leggerlo...) "Carissima Fabiana, siamo i tuoi amatissimi lettori. Siamo spiacenti di informarti che... CI ERAVAMO ROTTI LE SCATOLE DI ASPETTARE PERTANTO ABBIAMO DECISO DI ABBANDONARE IN MASSA LA TUA FIC.... cordiali saluti i tuoi lettori." Nooooooooooooooooo, non fatemi qst vi prego, posso spiegare... è stata colpa della scuola (che bruci all'istante grrrr) che mi ruba tempo prezioso... vi prego, abbiate pietà di me... di quella piccola e tenera autrice che vi vuole taaaantoooo bene ^^... Cmq, rieccomi, per vostra somma gioia (o dispiacere) cn qst cap diviso tra du bei (bellissimi bellissimi) maschietti... e ricordate, w la beneficenza ^^ (Dio mio qst è pazza ndTutti) no, non sono pazza, leggete e capirete ^^ un bacione a tutti... ciaooooo



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Domenica mattina. La sveglia suona puntuale come sempre alle dieci, spostata di tre ore rispetto a quella che serviva per la scuola. Rimasi, tuttavia, senza un preciso motivo, a contemplare il soffitto della camera.
Erano successe troppe cose da quando ci eravamo trasferiti in quella piccola cittadina dello stato di Washington. In primo luogo il repentino cambiamento dell'atteggiamento di Rose. Era evidente come in lei fosse nata una sorta di volontà nuova, che oltre a darle una forza sconosciuta, la stava gradualmente allontanando da noi. Lo testimoniava il fatto che la sera precedente fosse uscita così, senza preoccuparsi di dare delle spiegazioni, o che assumesse degli atteggiamenti completamente inspiegabili. La sentivo distante, e me ne preoccupavo perché non era mai successo.
O forse sì, è successo, ma allora l'abbiamo semplicemente vista come una conseguenza logica di quello che era stata costretta a sopportare...
Mi ero ripromesso la mattina precedente di parlarle, non appena l'avessi incrociata a scuola, ma lei, senza darlo troppo a vedere, mi aveva evitato accuratamente facendomi sentire, di conseguenza, ancora più coglione.
Ormai coglione è diventato il mio secondo nome...
In compenso mi aveva costretto a condividere l'abitacolo con Jasper, per quella che, in tutta la mia vita, si era rivelata la mezz'ora peggiore in assoluto. Non aveva fatto commenti quando lo avevo avvertito del fatto che Rose lo aveva affidato a me, si era limitato a fare un gesto affermativo con il capo e a seguirmi alla Volvo. Dovetti ringraziare non so quante volte il cielo della presenza di Bella in macchina che per fortuna riuscì a stemperare la tensione, introducendo discussioni, facendo considerazioni e perfino riempiendo la macchina con la sua leggera risata. Perfino Alice era più silenziosa del solito. Guardava fuori dal finestrino e solo in due occasioni aveva staccato lo sguardo da lì; la prima per lanciare un'occhiata malinconica in direzione della sorella, l'altra per scrutare Jasper che, nel frattempo, si intratteneva alzando e abbassando il finestrino automatico. Mi dava un fastidio indescrivibile, non contando il fatto che avrebbe benissimo potuto romperlo con niente. Ma, per il quieto vivere, rimasi in silenzio, limitandomi a rispondere alle domande di Bella e a impegnarmi a fare conversazione con lei. Ed era così che la strada verso casa Swan si era rivelata tranquilla. Il problema era arrivato dopo. La tensione si poteva quasi affilare con un coltello. Io impegnato a far correre la Volvo sulla strada verso casa, e Jasper intento a sfasciarmi la carrozzeria. Ad un certo punto, quando non ne potevo davvero più del fastidioso rumore del portaoggetti chiuso e riaperto in continuazione, avevo esclamato acido
"Se non la smetti , giuro che ti lascio sul ciglio della strada, tanto che sarai costretto a fare l'autostop per tornare a casa!" si bloccò, improvvisamente, girandosi lentamente verso di me. Rimase qualche secondo immobile, dopodiché scoppiò a ridere. Il solito Jasper di sempre.
"Mi stavo giusto chiedendo per quanto ancora avessi intenzione di startene muto e di non rivolgermi la parola!" esclamò
"E quindi cos'era il tuo? Un rozzo tentativo di riappacificazione?" domandai scettico
"Una specie..." mormorò vago
"Bene, sappi che non ci sei neanche lontanamente riuscito... anzi... se possibile hai ottenuto l'esatto contrario. Mi hai infastidito ancora di più!" lo avvertii
"Non sei mai stato bravo a mentire..." fece allora, spostando lo sguardo al finestrino
"E tu, invece, sei un pessimo persuasore!" risposi
"Bene, almeno siamo pari!" e ridacchiò, ricominciando a giocherellare con il finestrino. Da ricovero.
Non ci eravamo detti altro quella sera, né a cena, né prima di andare a dormire. Ed io non sapevo neppure come comportarmi con lui. Non sapevo se ci potessimo considerare ancora in lite o se la situazione, con quello scambio di battute, si fosse risolta. Tuttavia il mio orgoglio maschile mi suggeriva di aspettare e sperare in una successiva mossa dell'avversario.
Certo, Edward, chi di speranza vive, disperato muore...
Finalmente mi alzai dal letto, dopodiché scesi in cucina.
"Buongiorno, mamma..." salutai con un mezzo sorriso. Lei si girò e ricambiò nel suo solito modo dolce e materno. L'avevo sempre detto. Quella donna era nata per fare la madre. Ce l'aveva nel sangue. Mi resi conto che in cucina non eravamo soli, così, più che altro per educazione, aggiunsi
"Buongiorno anche a te, Jasper!"
"Giorno, carotino!" rispose con la sua solita aria arrogante. Grugnii. Bene, almeno avevo appena ottenuto la conferma del fatto che le cose tra noi si erano leggermente risolte. Solo che...
Carotino... non so se lo preferisco quando mi chiama così oppure quando mi strattona per il collo della camicia urlandomi contro che io e lui non siamo fratelli...
"Rosalie?... ancora dorme?" chiesi curioso, poggiandomi ad un mobile della cucina
"In realtà..." fu Jasper stesso a rispondermi "Non c'è... è uscita molto presto questa mattina!"
"Ah sì?" chiesi inarcando un sopracciglio incuriosito "E dove è andata?"
"Non ne ho idea..." rispose con un'alzata di spalle
"Forse è semplicemente scesa in paese a fare un giro!" osservò nostra madre, affaccendata con una borsa di plastica colorata. Non ebbi modo di commentare, che l'ingresso di papà catturò la nostra attenzione
"Ah bene... due baldi giovani... proprio quello di cui avevo bisogno!" ci disse sorridendoci.
"Per fare cosa?" gli chiese Jasper, confuso quanto me
"Avete da fare questa mattina?" ci domandò portando le mani sui fianchi. Io e Jasper ci guardammo prima di fare un segno negativo con il capo
"Ottimo... allora filate a cambiarvi... ho bisogno di voi all'ospedale!" ci spiegò entusiasta
"Prego?" sbottò Jasper sorpreso
"Cosa dobbiamo fare noi due... all'ospedale?" domandai allora io
"Ci tengo a ricordarti che le analisi del sangue le abbiamo già fatte tre mesi fa!" specificò Jazz, suscitando le risate dei nostri genitori
"Non si tratta di questo... è che... l'ospedale ogni anno organizza una fiera nella piazza antistante la clinica, aperta al pubblico. C'è il libero ingresso e dura all'incirca una settimana. Tutta la cittadina porta all'ospedale cose da vendere, roba che non usa più, oggetti fatti a mano o meglio ancora, prelibatezze locali, e tutto questo viene messo in vendita durante la fiera. Il ricavato, poi, sarà destinato alla costruzione del reparto di pediatria della città, visto che ne siamo sprovvisti!" ci spiegò allora tutto conciso
"Non è un'iniziativa fantastica?" fece nostra madre emozionata
"D'accordo... è una cosa fantastica... un vero gesto di bontà d'animo... ma... cosa c'entriamo noi due in questa storia?" domandò Jasper, precedendomi
"Beh ecco... ci servono dei volontari che ci aiutino ad organizzare il tutto... gli stand, le cose che la gente ci porta, i cartelloni che pubblicizzano l'evento... insomma, un uomo della mia età, laureato e con una rispettabile carriera da preservare, non può certo andarsene in giro per la città agitando volantini e recuperando vestiti e offerte.. vi pare?" e ci sorrise, come se si aspettasse che, da un momento all'altro scoppiassimo a ridere.
"In parole povere... ci servite per fare i lavori pesanti!" commentò Jasper
"Oh, coraggio, tesoro... sono convinta che vi divertirete... e poi, ci saranno molti ragazzi come voi, tutti disposti ad aiutare l'ospedale per una giusta causa!" ci incoraggiò mamma, affabile. Sospirai. Bene, come rifiutare una proposta del genere? Se avessimo detto no, di certo loro non ci avrebbero costretto, ma poi, ci avrebbero rinfacciato in eterno il fatto di non esserci resi disponibili ad aiutare dei poveri bambini, il cui unico male sarebbe stato quello di svegliarsi un giorno malati e bisognosi di cure ed attenzioni.
Maledetta coscienza...
"D'accordo... che dobbiamo fare?" domandai. Sia mia madre che mio padre mi sorrisero entusiasti e anche leggermente orgogliosi ma fu il secondo a rispondere
"Salite su e vestitevi... tra dieci minuti andiamo!" ci spiegò.
"Cosa non si fa per una giusta causa!" esclamò Jasper, per poi precedermi verso il piano superiore. Nel corridoio ci dividemmo. Lui prese la prima stanza a sinistra ed io continuai fino alla fine del corridoio, entrando nella mia. Mi diressi, direttamente, in bagno, infilandomi sotto la doccia. Con un asciugamano legato in vita, aprii l'armadio. Presi un jeans scuro, una maglia bianca a maniche lunghe, a righe, con lo scollo a vu. Indossai il tutto, recuperai le Puma, dopodiché sistemai i capelli, ancora leggermente umidi della doccia, direttamente con le mani. Non ero tipo da pettine. Quelli erano proprio oggetti con cui, io, non volevo avere nulla a che fare. Recuperato l'orologio, il cellulare e la giacca, uscii dalla stanza. Dopo qualche minuto, anche Jasper ci raggiunse in salone, dove tutta la famiglia, eccetto Rosalie che era misteriosamente sparita, stava aspettando. Jeans scuro, felpa celeste con il cappuccio, ma soprattutto occhiali da sole sulla testa. Scoppiai a ridere
"Jasper, ti ricordo che stiamo andando in ospedale, e non ad una festa!"
"Esatto... e questo non mi impedisce comunque di essere sempre impeccabilmente presentabile!" spiegò superandomi. Scossi la testa, dopodiché seguii mio padre che, con un sorriso divertito ci teneva aperta la porta. Durante il viaggio verso la clinica, quest'ultimo continuò a informarci sull'iniziativa. Era davvero una bella cosa quella che faceva la cittadina ogni anno, soprattutto perché, come nostra madre sottolineo più volte, i volontari che organizzavano il tutto, non percepivano neanche un centesimo in tutto ciò.
E certo, genio, se no che motivo ci sarebbe di chiamarli volontari?... non fa una piega...
Arrivati al parcheggio, la scena che mi si parò davanti fu a dir poco sorprendente. Decine di ragazzi, di uomini e di donne, si aggiravano per la zona, trasportando tavoli, scatoloni e carrelli. Ognuno con qualcosa in mano, ognuno con una destinazione precisa, ed ognuno con il sorriso stampato in faccia. Sorrisi di conseguenza
"Però... ecco come si diverte il popolo di Forks!" esclamò Jasper abbassando leggermente gli occhiali sul naso per vedere meglio la situazione
"Non iniziare con i tuoi soliti commenti sarcastici, per favore!" lo riprese nostra madre
"E chi aveva intenzione di farlo..." rispose lui sorridendo e scendendo dalla macchina, seguito a ruota da me. Il sole, se pur timido, era molto piacevole. Riscaldava appena ed impediva a quella leggera brezza autunnale di recare fastidio. Guidati dal capo famiglia, arrivammo all'ingresso, lì dove si trovava il vivo dell'organizzazione. Un paio di poliziotti sorvegliavano il tutto, dando direttive a destra e a manca.
"Dottor Cullen, buongiorno!" esclamò uno dei due, un uomo stempiato dall'aria simpatica
"Salve Joe... allora, come procede?" domandò mio padre lanciando un rapido sguardo in giro
"Tutto bene, dottore... quest'anno i volontari si sono triplicati... sono bravi ragazzi questi!" esclamò soddisfatto il poliziotto, aggiustandosi la cintura in vita
"Per fortuna... tra l'altro, come promesso... ecco qui altre quattro braccia forti che vi potranno essere immancabilmente utili!" e ci indicò sorridendo "Loro sono Jasper e Edward... i miei figli!" spiegò
"Molto piacere di conoscervi... io sono l'ispettore Cargan, ma potete tranquillamente chiamarmi Joe..." ci salutò con un sorriso al quale ricambiammo. I nostri genitori si dileguarono, lasciandoci nelle mani dell'ispettore. Quest'ultimo ci spiegò come si erano organizzati quell'anno, di quanta gente li stava aiutando e di quanta ancora ne avevano bisogno per completare entro la fine della giornata. Dopo alcune veloci delucidazioni, ci indicò uno stand dall'altro lato del parcheggio e ci disse che lì, molto probabilmente, avrebbero avuto bisogno di qualcuno per spostare degli scatoloni. Raggiunto il luogo indicato, dopo esserci presentati a dei ragazzi che stavano organizzando quella zona, iniziammo a spostare dei cartoni enormi e pesantissimi da una parte all'altra della fiera. Alcuni erano così pesanti che li dovemmo portare in due.
"La prossima volta ricordami di non accettare nessuna proposta uscita dalla bocca di papà!" mi avvertì Jasper posando uno scatolone a terra
"Ti ricordo che lo stai facendo per tutti quei bambini che un giorno potrebbero avere bisogno di cure qui a Forks!" sbottai sistemando meglio un cartone in bilico
"Lo so... soltanto che questo posto è... tremendamente noioso... neanche qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere..." si lamentò sbuffando. Ero sul punto di rispondere, quando una voce dolce alle mie spalle mi interruppe
"Edward.." mi girai, per vedere quanto le mie intuizioni fossero reali, e quando mi ritrovai il suo sorriso sorpreso e allo stesso tempo piacevolmente colpito, non potei fare a meno di ricambiare, con il mio marchio di fabbrica: il sorriso sghembo che tanto amava Rosalie.
"Bella... ciao!" la salutai. Lei si avvicinò a noi, stringendo al petto una busta piena zeppa di vestiti
"Che sorpresa vedervi qui... non pensavo che sapeste della fiera!" esclamò sincera
"In realtà l'abbiamo saputo questa mattina... è stato nostro padre a portarci qui... ed ha fatto bene, incredibile quanto aiuto serva per organizzare il tutto!" risposi lanciando uno sguardo ai ragazzi di prima che si affaccendavano per attaccare manifesti e indicazioni più lontano da noi.
"Ah, già... dimenticavo che vostro padre lavorasse qui..." e sorrise di nuovo. Mi fermai ad osservarla per bene. Indossava un jeans stretto, una felpa bianca con la zip e il cappuccio e da sotto si intravedeva una maglietta rosa, abbinata con delle Converse basse dello stesso colore. A completare l'opera, la sorpresa: il livido che il giorno precedente l'aveva accompagnata, era praticamente invisibile. Si notava semplicemente un leggero rossore, all'altezza dello zigomo, ma nulla di eccessivamente visibile. Aveva recuperato la sua naturale bellezza e questo non poté che farmi piacere e di conseguenza farmi sorridere
"Mmm... senti un pò, Bella... posso farti una domanda?" le chiese Jasper. Lei lo guardò, incuriosita, dopodiché lanciò una breve occhiata nella mia direzione. Ma fu un attimo, tornò subito a concentrarsi su mio fratello
"Certo!" rispose
"Sei venuta da sola questa mattina?" domandò allora. Io mi girai a guardarlo. Che razza di idea malsana gli stava balenando in testa?
"Ehm... in realtà no... c'è anche Alice con me..." rispose la ragazza confusa, lanciandomi un'altra occhiata quella volta meno incuriosita e più preoccupata. Trattenni a fatica una risata che mascherai con un colpo di tosse.
"E dov'è che l'hai nascosta?" fece lui divertito. Bella sgranò appena gli occhi mentre io scuotevo la testa.
Ecco... mi sembrava strano che Jasper - latinlover non fosse ancora entrato in funzione...
"É rimasta accanto allo stand dei vestiti usati... è da lì che vengo..." spiegò accigliata. Jasper si aprì in un mezzo sorriso malizioso e divertito, il che fu per me il chiaro segnale di pericolo
"D'accordo... allora credo proprio che andrò a darle una mano... è così piccola e fragile e non vorrei che si facesse male!" si avvicinò a Bella, le sfilò la busta dei vestiti dalle mani e disse
"Lascia, ci penso io... tu rimani qui, fai compagnia a carotino che, poveretto, è una pò giù di morale... chissà che tu non riesca a farlo sorridere un'altra volta!" le fece l'occhiolino e si avviò, senza darmi modo di dire o fare altro.
Merda, quando parte in quarta è ancora più insopportabile...
Sospirai, scuotendo la testa, ormai rassegnato. Povera Alice, l'unica soluzione, in quel caso, per lei, sarebbe stato il cambio di identità. Magari entrando in qualche progetto di protezione testimoni e cambiando continente, avrebbe potuto ottenere un margine di sicurezza. Di certo sapevo che, rimanendo nella stessa città di Jasper, sarebbe caduta vittima molto presto.
Quando Jasper è convinto di quel che vuole, stai pur certo che la ottiene, costi quel che costi...
"Non si arrende mai, eh?" mi fece Bella allora, osservando Jasper che, a passo spedito, procedeva verso il lato opposto del parcheggio. Scoppiai a ridere
"Te l'ho detto... quando si mette in testa una cosa..." la vidi scuotere la testa e sospirare, così aggiunsi "Tuttavia devo riconoscere che tua sorella sa come farsi rispettare... se fosse stata un'altra ragazza, probabilmente sarebbe già passato alla fase successiva!"
"Ti prego..." fece lei scuotendo la testa violentemente "Non voglio neanche sapere quale sia questa... fase successiva!" io scoppiai a ridere, seguito da lei.
Possibile che riesca sempre a calmarmi?... Di solito ci riesco da solo, possiedo un ottimo autocontrollo, eppure... lei... santo Cielo... con lei è diverso...
"Rosalie non c'è?" mi chiese avvicinandosi ad uno scatolone per leggerne l'intestazione. Quello che aveva preso in esame, proveniva dalla scuola elementare di Port Angeles
"No... è uscita molto presto questa mattina e fino ad ora... non si è fatta sentire!" ammisi
"Che strano..." affermò lei accigliandosi "Lo stesso comportamento che ha avuto anche Emmet... stamattina, quando ci siamo svegliate, lui non c'era... anche se, la Jeep era parcheggiata al solito posto!". Ci studiammo per qualche istante. Mi chiesi se quella non fosse una coincidenza oppure se lì, qualcuno, stesse tramando qualcosa alle nostre spalle.
"La macchina di Rose, però, in garage non c'era!" osservai sempre più sospettoso. Lei ci rifletté su per qualche minuto, picchiettandosi la guancia con un dito
"Beh i casi sono due..." iniziò con un mezzo sorriso "O hanno avuto entrambi la felice idea di scappare dal paese... oppure..."
"Cosa?" la incitai
"Oppure abbiamo trovato un altro Cullen attratto da uno Swan... o viceversa!" esclamò. Rimasi qualche istante a metabolizzare la frase, dopodiché scoppiai a ridere.
Un'altra volta... un'altra risata...
"La tua tesi è inattaccabile, complimenti!" feci io, ottenendo la sua leggera risata.
Ok, adesso sto per dire una cosa di cui, già lo so, tra qualche istante me ne pentirò, tuttavia... non sono mai stato bravo a frenare la lingua in certi casi...
"Quindi... seguendo il tuo ragionamento... i prossimi saremmo noi due!"
Ecco, l'ondata di disagio che arriva... maledetto me, me stesso e me medesimo...
Confusa e divertita, mi lanciò una strana occhiata, dopodiché arrossì appena, ma senza esagerazione
"Beh noi possiamo anche considerarci l'eccezione che conferma la regola..." affermò abbassando lo sguardo
"E... per quale motivo?" domandai. Lei rialzò lo sguardo e lo incatenò al mio.
Da domani il marrone cioccolato diventerà il mio colore preferito, lo sento...
"Beh tu... beh tu sei... fidanzato, no?" era senz'altro una domanda la sua. Certo, lei lo sapeva, ma allora, perché chiederne conferma?
E tu perché le hai fatto quella domanda stupida?...
"Ah... è a questo che ti riferisci..." constatai io sorridendo ed abbassando a mia volta lo sguardo sull'asfalto.
Chissà perché, tendo spesso a dimenticarmi della mia ragazza...
"Certo... insomma... tu, non hai... ancora parlato con lei, vero? Cioè... state ancora insieme?" domandò leggermente a disagio, cosa che mi fece sorridere ancora di più, inspiegabilmente. L'unica cosa che sapevo, però, era che non stavo ridendo per lei, per quello che mi chiedeva. Quello no, non l'avrei mai presa in giro, neanche per sbaglio.
"Tecnicamente..." risposi
"Hai cambiato idea... non vuoi più... dirle la verità?"
Sbaglio o la signorina Swan si sta interessando un pò troppo al sottoscritto?... Non che mi dispiaccia sia chiaro... ma almeno, avendone la conferma, starei più tranquillo...
"No, no... devo dirle la verità!" dissi calcando la voce su quel devo.
Già, devo dirle la verità, devo dirle che non la amo, devo dirle che non l'ho mai amata, devo dirle che deve smetterla di chiamarmi tutti i giorni, devo dirle che deve smetterla di mandarmi messaggi sdolcinati ai quali non riceverà mai risposta... devo dirglielo, ma non ne trovo mai il tempo...
Non si tratta di tempo Edward... a te manca il coraggio. Punto!...
"Bene..." e sorrise di nuovo, sospirando
"Bella... posso farti una domanda?" le chiesi rialzando gli occhi. Lei non rispose, si limitò a fare un gesto affermativo con il capo
"Se Kristen non ci fosse... se io... se io non fossi stato fidanzato... sarebbe cambiato qualcosa?"
Maledetto me e queste domande del cazzo...
La vidi sbiancare, per poi arrossire violentemente, molto di più di prima. Faceva quasi pandane con la maglietta rosa.
"Io... ecco... Edward... non so..."
"Ah, bene, due ragazzi liberi finalmente!" una voce maschile ci interruppe. Era Joe, che trascinava un carrello carico di scatoloni sigillati
"Vi spiacerebbe aprire questa roba e dividerla nei vari stand?" ci chiese affaticato
"Certo... nessun problema!" feci io, anticipando Bella, ancora leggermente scossa
"Bene... vi ringrazio... stanno arrivando tante di quelle cose che dubito riusciremo a vendere tutto quest'anno!" Joe si concesse una risata, dopodiché, sollevandosi di nuovo la cintura, si allontanò. Sospirai, avvicinandomi ai cartoni.
"Prima iniziamo e prima ci saremmo liberati di questa roba!" affermai, prendendo uno di quelli più grandi e posandolo su un bancone
"Sì... sì, hai... ragione!" Bella mi affiancò, ancora visibilmente imbarazzata.
Diamine... non riesco mai a tenere la bocca chiusa... in questo io e Jasper siamo uguali...
"Senti Bella..." la chiamai. Lei alzò gli occhi verso i miei e rimase in attesa "Volevo dirti che..."
Che non so cosa diamine mi succeda... che da un pò di tempo a questa parte, con te, il mio autocontrollo va scemando... che prima avevo una spiegazione a tutto, ma adesso a te non la so dare... che non riesco a dimenticare il tuo profumo, non riesco a dimenticare la tua stretta salda dell'altra sera... che forse non hai tutti i torti, per ogni Cullen c'è uno Swan e che tu...
"Cancella quello che ti ho detto prima... fai... finta che non sia successo niente!" vidi passare, per un istante, nei suoi bellissimi occhi color cioccolato, un'ombra scura. Delusione? Probabile. O forse semplicemente rabbia per il sottoscritto. Ancora più probabile.
"Tranquillo... non c'è problema!" disse tirando un sorriso, dopodiché iniziò a rovistare tra la roba del primo cartone, abbandonando totalmente i miei occhi e di conseguenza la voglia di parlare.
Complimenti Edward... la sai una cosa?... Sei un coglione!..


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Come un lupo, a caccia, cerca la preda migliore per il suo banchetto serale, così io, con un piccolo sorriso divertito a incresparmi le labbra, vagavo per il parcheggio, in cerca della mia "piccola preda preferita", meglio nota con il nome di Alice.
Era stata una fortuna aver incontrato Bella. Grazie a lei avevo scoperto che anche il mio scricciolo si trovava lì, e aspettava soltanto di vedere il sottoscritto.
Vabbè, questo Bella non me l'aveva detto, ma, era implicito. Stringevo la busta colma di vestiti usati, e intanto il mio occhio allenato, scrutava la zona.
Qui no, lì nemmeno, là non c'è...
Possibile che fosse tanto piccola da mimetizzarsi così bene tra la gente? Scoppiai a ridere da solo, catturando l'attenzione di un ragazzo che mi squadrò confuso.
Cosa vuoi saperne tu? Io sono in modalità predatore, per cui mettiti da parte e osserva come si comportano i grandi...
Ad un tratto, come colpito da una folgorazione notai una figura familiare, ma passai avanti. Poi, come nei film, mi bloccai di botto e sorrisi. Feci dietro front, ancora sotto lo sguardo attento del ragazzino di prima e mi avvicinai ad uno stand. Ed eccola, la mia piccola, innocente e deliziosa preda.
"Ehilà, scricciolo!" esordii sfoderando il mio sorriso seducente. Lei alzò la testa talmente tanto velocemente che pensai per un momento che si fosse rotta l'osso del collo. Sgranò gli occhi dopodiché mormorò
"Jasper..."
Il proprio nome sussurrato dalla bocca della preda, fa uno strano effetto, non trovate?...
"Proprio io!" affermai poggiando finalmente la busta sul tavolo che, tra l'altro, ci separava. Alzai gli occhiali da sole - che erano anche leggermente inutili ormai, dato che le nuvole si stavano raddoppiando - e li poggiai sulla testa, così da vederla meglio negli occhi, senza ostacoli che me lo impedissero. Dovetti ammettere, tuttavia, che ne rimasi piacevolmente colpito. Era vestita benissimo, perfettamente coordinata, e pericolosamente irresistibile.
Frena, leoncino impazzito... ricorda che sei qui per conquistare lei e non il contrario...
Jeans stretto, una maglietta a fantasia a maniche corte sotto alla quale si intravedeva il colletto e le maniche di una camicia bianca. In testa, a coprirle quasi interamente i capelli neri, ad eccezione di un piccolo ciuffo ribelle, un cappello girgio di lana. Semplicemente incantevole.
Lei prese a controllare la busta che avevo appena portato, senza degnarmi di uno sguardo.
"Non sei contenta di vedermi?" le chiesi sfoderando la carta della nostalgia. Lei alzò impercettibilmente un sopracciglio, dopodiché si girò, stringendo al petto qualche maglia, e iniziò a sistemare il tavolo dietro di lei. Grugnii infastidito. Se c'era una cosa che davvero non sopportavo in quei momenti era essere ignorato. Feci, pertanto, il giro dello stand fino a ritrovarmi al suo fianco
"Mi sembra di averti chiesto una cosa!" le feci notare infastidito. Ma niente, continuava a spostare, sistemare, cambiare l'ordine delle maglie esposte. Diamine che fastidio.
"Dì un pò... tua madre non ti ha insegnato che è buona educazione rispondere alle domande che ti vengono fatte?" le feci allora afferrandole un polso. Lei inchiodò lo sguardo nel mio. Si fece seria, inspiegabilmente fredda e acida
"Se vuoi saperlo, prima di morire, mi ha insegnato molte più cose di quanto la tua, pur essendo ancora viva, non è riuscita a fare!" e con un gesto secco si liberò dalla mia presa. Sgranai gli occhi, sentendo distintamente un colpo al cuore che lo fece per un istante fermare.
Prima di morire... prima di morire... dannazione...
"Santo Cielo... Alice... scusa... non sapevo che..." cercai di dire, ma mi bloccò con un gesto della mano
"Tranquillo, l'ho già archiviato sotto il nome brutti ricordi!" esclamò allontanandosi di nuovo per raggiungere il bancone opposto
"Davvero, mi dispiace... sono uno stupido!" ed abbassai la testa, amareggiato. Sentii la sua risata propagarsi nell'aria, seguita dalla sua voce, più distesa
"Su questo non posso che trovarmi d'accordo!" esclamò allora. Alzai appena gli occhi verso di lei, e la trovai affaccendata con una pila di pantaloni.
"Aspetta... ti do una mano!" le proposi avvicinandomi, ma non feci in tempo a finire, che questi caddero rovinosamente a terra
"Merda!" esclamò Alice abbassandosi per raccoglierli. Scoppiai a ridere di gusto
"Accidenti... delicata come un fiore!" e mi piegai sulle ginocchia per aiutarla. Rise di nuovo, quella volta alzando lo sguardo verso di me. Fu un attimo. Lo incrociò e poi tornò ad abbassarlo. Continuammo a raccogliere gli indumenti, uno per uno, con l'estrema accortezza di non sfiorare mai le mani dell'altro, neanche per sbaglio. Anche se... piccole com'erano, sarebbe stato senza dubbio un'esperienza interessante poterle anche solo toccare. Poterle stringere nelle mie, più grandi e più forti, semplicemente per la curiosità di farlo, o forse anche un pò per la voglia. Eppure, io l'avevo già fatto. Avevo già stretto la sua mano, il giorno prima nel bosco dietro la scuola. L'avevo stretta e tenuta nella mia per qualche istante. E cos'era che avevo sentito? Ah sì, la voglia di non lasciarla andare. Ma questo ovviamente era da collegare al fatto che lei fosse la mia preda, vero?
Poi un ricordo improvviso. Mi tornò alla mente un fotogramma di quel momento particolare. La sua mano, la sua piccola mano fragile, fasciata da una garza. Senza neanche pensarci, lo sguardo saettò in una precisa direzione. La trovai ancora nello stesso stato.
"Permetti una domanda, scricciolo?" le chiesi allora, mentre entrambi, recuperata tutta la roba, ci alzavamo. Lei emise un verso seccato per poi ribattere
"Solo se la smetti con questo soprannome seccante!"
Mmm... mi ricorda mio fratello... ma cos'hanno tutti quanti contro i miei nomignoli? Non sono poi così male, o no?...
"Posso provarci ma... non ti prometto nulla... mi viene spontaneo chiamarti così!" e sfoderai di nuovo il mio sorriso da conquistatore. Lei scosse la testa, per poi dirigersi verso l'altro tavolo e sistemare i pantaloni
"Sto aspettando la tua domanda, comunque... pertanto, illuminami!" mi informò allungandosi appena verso il lato opposto del tavolo per afferrare un pennarello nero. Ma, piccola com'era, non ce la fece, così senza preavviso, mi sporsi verso lei, sfiorandola con il mio corpo, e afferrai il colore. Glielo porsi, gioendo pienamente dell'effetto che aveva ottenuto quel mio gesto su di lei: le guance leggermente imporporate e gli occhi appena spalancati. Afferrò il pennarello quasi con fare seccato e iniziò a scrivere su un cartoncino bianco
"Dunque... sarei molto curioso di sapere come ti sei procurata quello?" e le indicai la sua mano. Mi guardò confusa, per poi seguire la traiettoria del mio sguardo. Capì al volo e, se possibile, aumentò una tonalità di rossore del viso.
"É una storia piuttosto lunga e noiosa, non credo che tu abbia la voglia di sentirla!" mi informò ricalcando il numero 10 appena scritto sul cartoncino
"Mettimi alla prova!" la sfidai avvicinandomi di qualche passo. Eravamo a pochi centimetri di distanza. Di nuovo. Lei rivolta verso il tavolo, io con un fianco poggiato ad esso che la scrutavo curioso. Sentii distintamente quel profumo che tanto mi aveva inibito la prima volta. Quello che era riuscito per un momento a mandarmi in fumo il cervello permettendomi il lusso di abbandonarmi ai sensi, anche solo per un istante piccolo. Fiori freschi, inebrianti, giocosi. Rispecchiavano appieno la sua personalità.
Forse, in questo caso, il profumo diventa lo specchio dell'anima...
Lei alzò di nuovo lo sguardo, quella volta senza esitazione e sorrise
"D'accordo, visto che ci tieni tanto ti accontento subito..." richiuse il pennarello con uno scatto e si girò, mettendosi esattamente di fronte a me, sempre con quei pochi centimetri a separarci
"É stato mio padre... l'altro giorno ho fatto cadere per sbaglio un bicchiere, e lui, per punizione mi ha fatto questo!" e alzò la mano per mostrarmela "Soddisfatto della spiegazione?" fece poi, incrociando le braccia al petto. Rimasi qualche istante in silenzio, attento ad ogni cambio di espressione sul suo viso. Era impossibile che mi avesse detto la verità. Non ci potevo neanche lontanamente credere
"Se pensi di darmela a bere, ti informo che sei sulla strada sbagliata!" le spiegai accennando un mezzo sorriso. Lei strinse appena gli occhi, assottigliando lo sguardo, senza muoversi di un millimetro. Anche io non tentai neppure di spostarmi, d'altronde... chi, in quel momento, poteva stare meglio di me?
"Pensi ti abbia raccontato una frottola?" mi chiese inarcando un sopracciglio
"Ci metterei la mano sul fuoco!" affermai sicuro. Sospirò, impercettibilmente. Forse se non fossimo stati così vicini, probabilmente, non me ne sarei davvero accorto. Un'altra ombra scura le passò negli occhi, ma come quella di prima, si allontanò in un istante.
"Bene, attento a non scottarti, Cullen!" esclamò allontanandosi e raggiungendo il solito tavolo pieno di vestiti. La raggiunsi in due passi
"Che cosa intendi dire con questo?" le domandai curioso. Sorrise amaramente
"Quello che ho detto!" ribadì concisa. Le afferrai di nuovo il polso, lo stesso della mano fasciata, ma senza stringere troppo.
"Stavi scherzando prima, quando dicevi che tuo padre ti avrebbe fatto questo... non è vero?" le chiesi non del tutto sicuro di quello che stessi affermando. Il suo sguardo, la sua espressione mi davano uno strano senso di disagio che in quel momento non seppi spiegare con chiarezza.
Mi studiò, incatenando gli occhi nei miei, senza lamentarsi dell'ennesimo contatto che si era instaurato tra di noi. Quelli che seguirono furono attimi lungi un'eternità. Attimi di angosciante sospetto, di strana paura ed inspiegabile presentimento. Attimi che si conclusero con un suo sorriso, un piccolo dolce sorriso che mi fece sussultare
"Sì, Jasper... stavo scherzando!" esclamò con voce tranquilla, senza più neppure una traccia del buio di prima o dell'acidità con cui mi aveva parlato fino a quel momento. Sentii qualcosa, una forza inspiegabile che mi bruciò dentro. Mi scaldò lo stomaco, ma senza provocarmi dolore. Da cosa diamine era dipeso? Perché quella era la prima volta che mi succedeva? E soprattutto perché proprio con lei?
Si liberò della mia presa, quella volta senza scatti energici, e si allontanò da me, giusto nel momento in cui avevo deciso che quelle due piccole labbra rosa sarebbero state mie. In un modo o nell'altro.






Risposta alle recensioni:
Martya_c: Salve cara... lo so, adesso come minimo ti vorrai disfare di me e se non trovassi la tua recensione ti capirei, nn sono degna di perdono... mea culpa... però, spero che cmq qst capitolo mi abbia fatta perdonare... dai, succedono due cose molto importanti, e sono di conseguenza dei passi in più che si fanno. Sono contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia, davvero... spero di non averti delusa nè per il capitolo nè tanto meno per il tempo che ci ho messo a pubblicare. Perdonami se puoi :) e un'altra cosa... ti prego, non dimenticarti di me... ^^ un bacione

valeego: Salve... prima di tutto grazie mille per i complimenti... mi hanno fatto davvero molto piacere, e non so cosa dirti x ringraziarti... tra l'altro non sono neammeno sicura di meritarli tutti ^^ cmq.. adesso che Rosalie ha trovato un punto fermo, dubito che se lo lasci scappare così, senza neppure provarci. E stai tranquilla, non appena si renderà bene conto di quello che prova per lui, gli racconterà tutto. Cmq, spero che il cap qui sopra ti sia piaciuto, fammi sapere... un bacio e scusa x il ritardo se puoi ^^

yle_cullen: Ehiiiii cara... lo so che arrivo in ritardo per dirtelo ma... congratulazioni... sono proprio felice che sia andato tutto bene ( eh eh eh la veggente che c'è in me aveva già previsto tutto ^^) davvero, bravissima... meriti un bacione (smack!)... cmq, ti capisco... purtroppo quel tipo di ragazzo scarseggia anche da me... probabilmente ce n'è solo un esemplare al mondo e si trova nella testa della Meyer... (donna saggia e previdente ^^) però... non disperare... sono convinta che lì fuori ci sia qualcuno che cmq possa in qualche modo assomigliargli (anche se... Eddy rimane sempre Eddy)... senza dubbio Emmet nn è il tipo di ragazzo che vuole tutto e subito quindi, per Rosalie va più che bene... Alice e Jasper? Tu che dici? Sono curiosa di sapere dopo qst capitolo cosa pensi faranno i due... quindi, stupiscimi ^^... allora, parlando di affari... quelli della Zanichelli hanno chiamato (anzi hanno fatto chiamare la loro segretaria... una certa Gianna cn marcato accento toscano ^^) e mi hanno detto che il termine non gli interessa e che pertsnto non sanno cosa farsene... cioè, ti rendi conto??? Rifiutare un capolavoro di qst portata? Io direi di ribellarci oppure di parlare cn i nostri avvocati... la loro è un'offera cn la OF maiuscola ^^... bene, adesso ti lascio, fammi sapere, cara, un bacione e ancora auguri ^^

bigia: Salve... sono contenta che i due piccioncini ti siano piaciuti... e sì, la confessione si avvicina e sarà stesso lei a sentirne il bisogno, ma... prima deve sentire completamente che di Emmet può fidarsi. Certo, lo ha già affermato e dimostrato ma... tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare ^^ bene, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un kiss ^^

Uchiha_chan: Salve cara... hai proprio ragione dal piccolo nasce il grande e poi se lei si fosse buttata tra le sua braccia e si fossero già baciati (per non dire altro) sarebbe stato poco credibile non trovi? ^^ quindi, sono contenta di trovarti d'accordo con me. Per qnt riguarda Jake, so che molte persone lo odiano cn tutto il cuore e lo preferirebbero vedere morto, magari assassinato dallo stesso Edward, però, a me piace molto cm personaggio e pertanto, vedercelo in versione migliore amico di Emmet mi piaceva da impazzire, soprattutto perchè sarebbe strano vedere due ragazzi cn tre anni di differenza essere così legati. Peraltro ci tengo a far notare che per la prima volta Jake e Rosalie hanno avuto una conversazione civile senza scannarsi a vicenda... ahahah... beh, spero mi perdonerai per nn aver messo Rosalie, ma anche gli altri premevano per parlare soprattutto una certa capra bionda ^^... a presto cara... un bacione ^^

Elfa Sognatrice: we cara... beh si in effetti adesso Rose ed Emmet sono ad una fase successiva del loro rapporto... in pratica Rose è cm se gli avesse dato delle aspettative ma in cambio lui le deve dare del tempo. Però, sono sulla buona strada. La scena della caffè è stata bella per tutti... tranne che per il povero Emmet ^^ (me sadica!) cmq, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, un bacione ^^

niky90: Salve, ti ringrazio tantissimo per tutti i magnifici complimenti che mi hai fatto, ne sono davvetro lusingata. Cmq, quello che ha fatto Rose è stato davvero un passo molto importante, pertanto quello che succederà da adesso in poi, non dico che sarà più facile ma almeno sarà fatto cn consapevolezza... certamente sono vicini dal confessarsi ma... ci vuole il momento opportuno... cmq un grazie immenso per la tua pazienza... non so davvero che dire, sei troppo gentile, e perando che tu non l'abbia persa tutta aspettando qst capitolo, aspetto tue notizie sul cap, ti mando un bacione, a presto ^^

_cory_: Salve... sono contenta che qst versione dei personaggi ti piaccia così tanto, ne sono felicissima... lo so, Eddino qui nn è tanto intelligente (me si bastona per aver offeso Eddino) però, deve ancora rendersi bene conto di quello che gli sta succedendo, e dopo, forse potrà scaricare la ragazza... cmq la madre degli Swan è morta due anni fa in un incidente... ma non posso dirti altro, lo spiegherà qualche anima pia, prima o poi... promesso! Hai ragione la vera sfida di Alice sarà diventare una delle persone amate di Jasper, però... il punto debole di qst ultimo nn è tanto quello ma qnt il fatto di riuscire a trasformarsi in una persona totalmente diversa in base a chi ha di fronte... ti faccio un esempio.. prendi il suo comportamento con Emmet e quello che ha cn Rose. Con il primo nn ci va d'accordo e pertanto caccia tutta la sua arroganza e presunzione. Con la sorella invece diventa un pezzo di burro, l'adora vederla ridere, le piace saperla felice e soprattutto farebbe di tutto per consolarla (vedi la scena dell'incubo) spero di aver reso l'idea... adesso però, tocca ad Alice... ^^ bene, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacione ^^

Norine: Salve cara... ahahaha, ecco la prima sostenitrice del fan club di Jacob Black in versione migliore amico dell'orso, speravo che avrebbe ottenuto qst effetto... in fondo lo si impara a rivalutare no? ^^ cmq sn contenta che i due teneroni ti siano piaciuti... e... sì, rosalie sbaglia a darsi la colpa ma, tranquilla Emmet basterà a farle cambiare presto idea, sarà lei stessa a rendersene conto!... Per qnt riguarda Alice, lei è meravigliosa così cm'è, hai perfettamente ragione (e, a titolo di cronaca, anche io adoro il folletto ^^) solo che, la capra è piuttosto cocciuta e ci vorrà un pò per farglielo capire purtroppo -_-'.... bene, cara, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un mega kiss ^^

lisa76: Ciauz cara... eh già, Emmet è proprio il rimedio perfetto contro le paure di Rosalie soprattutto perchè ragazzi cm lui non credo ce ne siano più molti... quindi, guai a lei se se lo lascia scappare... ^^ anche se, il tuo dubbio è lecito ed interessante... ovviamente lui, ignorando il prob di Rose, se e qnd si metteranno insieme, proverà cmq ad approfondire il rapporto (parliamoci chiaro, la carne è carne è lui è cmq un uomo ^^) e lì di certo si renderà conto che c'è qualcosa che non va... anche se, vista la scena della mano, credo che qualcosa l'abbia già intuita.... grazie per la pazienza che dimostri nei miei tardivi aggiornamenti, proverò in futuro ad essere più veloce... un bacio cara, aspetto tue notizie ciaooo ^^

eMiLy BlOoD: Salve, eh eh eh addirittura perfetto? Come sei gentile, me gongola felice... cmq, scherzi a parte, sono davvero felice di vederti così presa sia dalle scenate che dalla storia e spero che anche qst cap possa appassionarti cm gli altri... sai è sempre un'ansia assurda aspettare i commenti che mi lasciate perchè ho la paura di avervi deluso e se dovesse succedere mi dispiacerebbe da morire.. cmq ciance a parte, ti ringrazio veramente, e ti prometto che aggiornerò prima la prox volta, o almeno spero... un bacione cara, ciaoooo ^^

stezietta w: Allora premettendo che la mia segretaria, nonché tua allieva ufficiale, si è messa in malattia dal giorno in cui mi ha legata e imbavagliata... tra l'altro mi ha lasciata lì ad urlare finché un cavalier errante (noto anche cm carotino figo^^) non è venuto a salvarmi... cmq... ahahaha ciao cara... sono tornata... sono contenta che la faccenda di Alice-Jasper ti abbia presa così tanto e che soprattutto tu ti dia da fare così per aiutarla... probabilmente è solo per te che la segretaria non si è ancora del tutto licenziata... pertanto... mi ha detto di dirti che nei prossimi capitoli arriverà una vendetta particolare (tu credo sappia già qualcosa) che ci farà vedere Jasper in... altri panni... ahahah (me la smette altrimenti mi ricoverano d'urgenza)... cmq, per Alice i momenti romantici cn uno cm Jasper????? ahahaha stai scherzando spero??? io temo che cn quei due anche da fidanzati continuino a farsi i dispetti... ma, staremo a vedere intant godiamoci Emm e Rose che sono quelli che danno più soddisfazione di tutti... a presto cara... un bacione e tanti saluti dalla tua allieva... ^^

maya tabitha: Ciao cara... ma qnt sono contenta di vederti così allegra e colpita da pooh in versione tenerone... ehhh... piacerebbe a tutti un mausoleo cm Emmet a proteggerci, siamo sinceri... però, ahimé se l'è preso Rose, e a noi, niente! ^^ in compenso saperla tra le sue braccia invece che nelle mani di quel mostro che l'ha violentata è certamente più rassicurante... cmq, non devi neanche dirmi grazie xké quello che ti ho detto è la verità... ammiro te e quelli come te che hanno e stanno ancora vivendo il dramma in prima persona... spero che tu abbia riacquistato un pò di normalità, tipo... hai ricominciato la scuola? Spero di sì... fammi sapere mi raccomando. Cmq, chiedo venia per il ritardo, se puoi, perdonami... un grande bacio ^^ e ricorda che sei grande ;)

hale1843: Salve cara... eh eh eh io e te siamo molto simili, anche perché ci piacciono un pò le stesse cose... tra l'altro anche Emmet... condivido la tua idea, è bello che abbia abbandonato per un istante il suo solito atteggiamento ironico per farsi più dolce, affettuoso, soprattutto con Rose che ne ha davvero bisogno... e poi, hai ragione, qst ha un carattere forte, nonostante quello che le è successo prova a reagire, e lo fa iniziando a fidarsi di lui... cmq, eccoti accontentata, il tuo Jasper ha parlato e ha fatto le sue solite figure del cavolo... ahahah ma a noi piace proprio perchè è così, no? per Alice dovrai aspettare il prox capitolo, sperando che non tardi ad arrivare cm qst ^^ grazie per il soprannome, oddio, idolo... ahhhh mi brillano gli occhi... ^^ ciao cara, e grazie ancora... un bacione

irly18: Weee...sono contenta di vederti così entusiasta soprattutto per il fatto che la storia sia così lunga.. ehe eh ce ne sarà di roba da raccontare e siamo solo all'inizio. E non sei malefica ma sei troppo buona... sono strafelice di averti tra i piedi... ehm ...ehm... di poter leggere sempre le tue recensioni ahahah... cmq, scherzi a parte, dico sul serio quindi grazie ^^ x qnt riguardava Jake.. tu avevi chiesto sue notizie perchè non si era fatto più vedere e neanche a farlo apposta... puff eccolo nel capitolo... ahaha sono una maga...cmq spero che la tua pazienza nn si sia esaurita aspettando qst cap, e se è successo chiedo sinceramente venia ^^ a presto cara, un bacione

cinzia818: Salve carissima... non preoccuoparti x l'aggiornamento, se è un prob di ispirazione ti capisco... delle volte (molto spesso diciamo) manca totalmente anche a me... inizio a fissare la pagina bianca dopodiché sbuffo e la richiudo... lo so è una cosa pessima.. cmq spero che tu possa superare il momento anche perchè sono curiosa e quei due secondo me si stanno già caga... ehm... spaventando troppo... ahahah cmq... sono contenta che il passetto di Rose ti sia piaciuto e soprattutto ti ringrazio dal profondo per aver lasciato una recensione anche se non ti sentissi bene, è davvero un bel gesto il tuo e ti ringrazio seriamente... sei una grande... perdona se puoi il mio ritardo (cm vedi ci assomigliamo molto ^^) e fammi sapere se il cap è stato gradito.. un bacione, cara... ciaooo^^

piccola_pokemon: Salve cara, che bello sapere che lo scorso cap ti sia piaciuto così tanto, ed hai ragione, per quello che rose ha passato il suo è un grandioso passo in avanti... dal non riuscire a farsi neppure sfiorare da un uomo al buttarsi tra le braccia di Emmet c'è un'abissale differenza... cmq, tu dici che Ed e Bella sono a buon punto, eh? Ehm, ne riparliamo dopo che tu abbia letto il capitolo qui sopra... mi sa che qualcuno, ancora non ha fatto proprio pace con il cervello... ehehe... cmq, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un bacione e scusa x il mostruoso ritardo se puoi... un kiss ^^



Abbigliamento Bella
Abbigliamento Jasper
Abbigliamento Edward
Abbigliamento Alice

Edit: Ho aggiunto i link veri e propri dell'abbigliamento dei personaggi. Grazie allo speciale aiuto di Claudia Swan, che ringrazio sia per la pazienza dimostrata ( a volte sono dura di comprendonio^^) sia ovviamente x l'aiuto... grazie mille cara... ;)

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Capitolo 26
*** Bum... Bum... Bum... ***


(26) Bella & Alice POV Salve salvino a tutti voi, o bella gente... lo so, adesso siete arrabbiati e nn vi biasimo per questo... sono in un ritardo mostruoso e me ne vergogno immensamente... colpa della scuola, a partire dal maledetto Kant fino ad arrivare alla prof di italiano che ci fa imparare le poesie a memoria come i bambini delle elementari (e qui mi fermo altrimenti mi viene una crisi isterica)... Ieri sera, però, spinta dall'entusiasmo di scrivere (e un pò anche dalle richieste di "qualcuno"^^) ho terminato il capitolo (per intenderci tutto il secondo narratore l'ho scritto in un solo pomeriggio. Per la vostra gioia (almeno spero) questo è il capitolo più lungo che io abbia scritto fino ad ora (ben 13 pagine di word^^) e soprattutto credo sia uno dei più intensi, soprattutto nella seconda parte. Ci sono novità importanti all'orizzonte e forse qualcuno a fine capitolo vorrà ammazzarmi per logici motivi... Cmq sia... approfitto per ringraziare ancora una volta ClaudiaSwan per il suo essenziale aiuto e x la pazienza che mi ha concesso... (sono uno stress a volte ^^) quindi grazie davvero... e a questo proposito, per chi lo scorso capitolo non fosse riuscito a vederli, informo che ho sistemato i link e adesso sono perfetti. Bene, vi lascio al capitolo, rinnovandovi come sempre i ringraziamenti più vivi e sentiti... un mega bacione... siete la mia forza... ^^ ciaoooo
p.s. Capitolo dedicato all'insegnante di difesa migliore del mondo... grazie Steee ;)
p.s.s. A fine capitolo i link dell'abbigliamento (quelli effettivi qst volta XD)
p.s.s.s (e bastaaaaa^^) mancano 5 gg all'uscita di New Moon, non ci credoooo ^^


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I gotta feeling...
That tonight's gonna be a good night
That tonight's gonna be a good night
That tonight's gonna be a good, good night

Le note dei Black Eyed Peace mi rimbombavano nelle orecchie. Non ero solita mettere il volume della musica a quei livelli, ma, quel giorno, ne avevo estremamente bisogno. Più dell'aria che respiravo. Quella fredda e pungente di inizio Ottobre. Quella tipicamente Forksiana, per intenderci. Le nuvolette di fiato continuavano ad uscire dalle mie labbra leggermente socchiuse, mentre, con estrema attenzione setacciavo il parcheggio della scuola. Non ero in vena di compagnia, per questo avevo preferito rimanere a bordo della Jeep di Emmet, con lo sportello aperto, lontana dallo schiamazzare dei miei amici, tutti elettrizzati per l'imminente fiera organizzata dall'ospedale. Magari, con un umore diverso, mi sarei trovata anche io con loro, partecipe di quell'euforia, ad organizzare, ipotizzare, programmare. Ma no, il mio stato d'animo del giorno non me lo concedeva proprio. E per quello, fingendo un mal di testa, mi ero allontanata, così da poter riflettere con tranquillità.
Non che ci sia poi chissà cosa su cui doverlo fare...
C'era un pensiero, un nodo fisso che mi attanagliava il petto da una settimana buona. Le sue parole, il suo sguardo, quello che prima mi aveva illuso, facendomi credere di avervi scorto una possibilità se pur remota di contare qualcosa, e che poi, con un abile mossa, mi aveva allontanata di nuovo.
Ecco come mi sento, lontana... da tutto e da tutti...
Non sapevo se prendermela più con me stessa, per il semplice fatto di essermi costruita dei castelli immaginari nella mia testa, oppure con chi, di quei castelli, aveva messo su la prima pietra.
L'illusione... che brutta cosa...
Ma no, nessuna illusione. Lui non aveva fatto nulla per farmi anche lontanamente pensare a qualcosa tra noi. Lui non ci aveva mai provato. Ero io, io, io e soltanto io, che, come un'ingenua, una stupida ragazzina, mi ero intestardita su una cosa irreale e che, in quanto tale destinata a farmi soffrire. Eppure mi ero ripromessa di non cascare mai in queste situazioni. Ero sempre stata una persona troppo fragile e a stare male, già ne avevo abbastanza di mio. Non poteva mettercisi anche lui, non lo ammettevo.
Un rumore di clacson mi fece destare dai miei pensieri scomodi. Una Bmw azzurra ed una Volvo grigia stavano entrando nel parcheggio e la prima aveva suonato ad un gruppo di ragazzi, per farli spostare dallo spazio libero. Quella macchina... sapevo di chi era, l'avrei riconosciuta tra mille. Uno, perché non ce n'erano molte nell'intero stato di Washington e due... beh, due perché la ricollegavo istintivamente a quegli occhi verdi, quei due splendidi occhi verdi che continuavano a perseguitarmi, qualsiasi cosa facessi.
La prima ad uscire dall'auto fu come sempre Rosalie, seguita a ruota da Jasper, che si voltò più volte a guardare nella direzione dei ragazzi poco distanti da me, interessato chissà da cosa. Dopo pochi istanti, uscì anche lui. Jeans e piumino scuri, e un paio di occhiali a lenti... anch'esse scure. Se non l'avessi visto uscire dalla stessa macchina di Rosalie e Jasper, avrei fatto fatica a riconoscerlo. Sembrava quasi volesse passare inosservato, nascondersi dietro quelle lenti oscurate. Che avesse qualcosa da cui scappare? O meglio.. qualcuno? Sorrisi amaramente e distolsi lo sguardo. Meno i miei occhi si posavano su Edward Cullen e meglio sarei stata. Certo, se fosse stato facile, ci avrei anche provato, solo che... quel ragazzo aveva l'effetto della calamita su di me, e così, due secondi dopo, mi ritrovai inconsciamente a guardarlo di nuovo, mentre attraversava il cortile ed entrava nell'edificio 4.
"Ehi Bella!" mi voltai di scatto verso l'origine di quella voce fino a trovarmi faccia a faccia con quel mite sorriso che, non potei fare a meno di ricambiare
"Buongiorno Rose!" la salutai togliendomi le cuffie. Lei si avvicinò a me per salutarmi, così uscii dall'auto
"Come mai qui tutta sola?" mi domandò lanciando un'occhiata al gruppo a pochi metri da me
"Ehm... in realtà... ecco... non mi sentivo tanto bene e per questo ho preferito starmene un pò per conto mio!" spiegai
"Oh, mi dispiace.. e adesso come stai?" mi chiese leggermente preoccupata
"Un pò meglio, grazie!" cercai di accennare un sorriso, ma il risultato non fu dei migliori. In compenso lei, come se avesse compreso il mio stato, mi sorrise di nuovo, accarezzandomi un braccio. Lì urgeva un argomento di discussione che non coincidesse con il mio stato d'animo o di salute.
"Allora... ho notato che... vi siete ambientati bene!" esclamai richiudendo lo sportello e poggiandomi alla fiancata dell'auto
"Per fortuna sì... e questo è anche merito delle persone meravigliose che abbiamo incontrato!" rispose entusiasta. Mi venne spontaneo sorridere
"Una in particolar modo..." constatai lanciandole un'occhiata allusiva. Rise leggera, dopodiché, quasi insieme ci girammo verso il gruppo, proprio nel momento in cui Emmet, chissà grazie a quale battuta, stava ridacchiando assieme a Ben e Mike.
"É una persona più unica che rara!" affermò quasi in un sussurro
"Già... e quello di cui aveva bisogno era trovare qualcuno che gli volesse bene seriamente, senza bugie o prese in giro!" dissi sincera. Lei fissò gli occhi nei miei, come per dare prova della sua buona fede ed esclamò
"Io non ho mai pensato di prenderlo in giro, Bella!"
"Lo so, Rose!" la rassicurai con un sorriso "É per questo che sono contenta che quella ragazza sia proprio tu!" sorrise di nuovo, sollevata, dopodiché, rialzando lo sguardo verso Emmet arrossì leggermente, ma senza eccedere
"Solo che... io e lui.. sì, insomma... non stiamo proprio assieme!" mi informò a disagio. Sorrisi sincera
"Lascia che sia il tempo a parlare allora!" dissi, mentre la campana di inizio lezioni prendeva a suonare. Ci avviammo insieme verso l'ingresso, chiacchierando a proposito del compito di inglese che avremmo dovuto fare quel giorno. Ci amalgamammo alla folla rumorosa di altri studenti, scansandone qualcuno fermo agli armadietti, superandone un altro troppo lento. Arrivammo fino all'aula della prima lezione, matematica, quando Rosalie al mio fianco si bloccò
"Non è possibile!" mormorò spalancando gli occhi
"Cosa c'è?" le chiesi curiosa, ma lei non mi rispose, tanto che dovetti muoverle il braccio per farla girare nuovamente verso di me
"Rosalie, tutto bene?" domandai di nuovo
"No, cioè... sì... senti, mi scusi un attimo?" e senza lasciarmi il tempo di rispondere, si allontanò diretta all'aula di storia. Che strano comportamento aveva avuto. Aveva cambiato espressione da un momento all'altro, e si era allontanata a passo spedito verso chissà cosa. Non ero mai stata un tipa eccessivamente impicciona, ma quel suo atteggiamento mi aveva comunque incuriosita. Perciò la seguii, accelerando appena l'andatura per non perderla di vista. Ad un tratto si fermò, accanto ad una ragazza che, in quella scuola non avevo mai visto. L'aspetto positivo della Forks High School era che, i pochi ragazzi che c'erano, si conoscevano tutti quanti, ecco perché quel viso non mi era per niente familiare. Non era sicuramente una studentessa quindi. Eppure, qualcosa nel suo atteggiamento mi faceva supporre il contrario.
Rosalie iniziò a parlarle. Sembrava si conoscessero perché la ragazza le sorrise e la abbracciò. Parlarono per qualche minuto, dopodiché, come attratta dal mio sguardo indagatore, Rosalie si girò e mi vide. Sembrò in difficoltà, indecisa sul da farsi. Dopo appena qualche secondo di esitazione, però, con un leggero sorriso mi fece segno di avvicinarmi.
"Bella, voglio presentarti una persona..." istintivamente posai gli occhi su quella ragazza che, stranita quanto me, mi sorrideva "Ehm... lei è... Kristen..." botta al cuore.
Kristen... Kristen... Kristen... perché questo nome mi suona così tanto familiare?...
"Kris...Kristen?" domandai, infischiandomene dell'espressione assurda che avevo messo su. Rosalie si schiarì la voce, come a disagio
"Già... viene da New York... eravamo... siamo..." si affrettò a correggersi "Amiche!" la ragazza di fronte a me sorrise ancora di più, come contenta dell'appellativo datogli da Rose.
Kristen... New York... eravamo... amiche...
"Ah... p-piacere... Bella... Swan.." balbettai abbozzando un sorriso
"Il piacere è mio Bella... i miei complimenti per il nome... sei italiana per caso?" mi domandò stridula
Dio, che voce fastidiosa che ha...
"No, no... americana fino al midollo!" risposi. Lei rise, chissà per quale macabro motivo. Evidentemente mi trovava simpatica.
"Allora... New York, eh? Scommetto tu sia venuta qui per fare una visita a Rosalie!" pregai in tutte le lingue da me conosciute che fosse così. Rise di nuovo, mentre Rosalie sospirava affranta
"In realtà... sono qui per restare!" bum "Mi mancavano i miei amici, è con loro che ho legato di più!" bum "Ma soprattutto..." abbassò la testa, imbarazzata. Bum bum bum "Mi mancava il mio ragazzo!"
Fu come se un muro fatto di cemento armato mi cadesse interamente addosso. Pesante, rovinoso e doloroso. Feci perfino fatica a deglutire mentre i battiti del cuore acceleravano ritmicamente. La botta di grazia me la diede Rosalie, esclamando e allo stesso tempo mettendo fine al mio dilaniante dubbio:
"Già... ehm... Kristen è la ragazza di mio fratello... Edward!"
Ragazza? Quale ragazza? Edward non ha nessuna ragazza...
"E-edward?" balbettai quasi rauca. A Rosalie bastò annuire per farmi ricadere nel baratro dell'angoscia. Non era possibile. No, assolutamente. Stavo sognando, per forza, non c'era altra spiegazione. Sì, io stavo sognando e quelli intorno a me non erano i miei compagni di scuola ma sciocche rappresentazioni del mio cervello. Sì, e anche quella ragazza, quella Kristen che veniva da New York ed era la ragazza di un fantomatico Edward... anche lei non esisteva. Me l'ero immaginata, l'avevo fatta io così dannatamente bella, perfetta e sorridente ma allo stesso tempo fastidiosa nella sua compostezza. Sì, sentivo di odiarla già.
"Kristen!" una voce alle mie spalle interruppe il flusso dei miei pensieri. Mi girai, sperando che quella voce, troppo familiare, non fosse quella di...
"Ciao Jasper!" salutò la ragazza sorridendole. Sospirai, impercettibilmente, mentre il ragazzo biondo, con la tracolla poggiata su una spalla e le mani nelle tasche dei jeans mi affiancava, scrutando enigmatico la nuova arrivata
"Cosa ci fai tu qui?" le chiese lanciando un'occhiata a sua sorella che continuava a torturarsi le mani, come se fosse a disagio
"Non lo immagini?" le fece in risposta la ragazza
"C'è qualche ricorrenza di cui mi sono dimenticato?" azzardò suscitando le risate - oltremodo fastidiose - di lei
"Ma no... sempre a scherzare... sono venuta perché mi mancavate!" spiegò. Potei sentire quasi distintamente un verso di disgusto provenire da Jasper, che sembrai captare soltanto io che gli stavo accanto.
"Ah... bene... e quand'è che riparti?" sbottò schietto. Lo ammetto, il suo modo di essere così sbruffone e sfacciato mi infastidiva parecchio, ma, quella volta, avrei voluto saltargli al collo per la gratitudine. Ma mi trattenni, uno perché dovevo mantenere un certo contegno e due... beh, anche se Alice si ostinava a negarlo, quei due nascondevano qualcosa, quindi, meglio non interferire.
"In realtà... non riparto!" rispose sorridendo Kristen
"Ah no?... Non ci sono voli per New York in questo periodo? Se vuoi, posso accompagnarti personalmente fino a Seattle per prendere l'aereo. Da lì ne parte uno diretto ogni giorno!" disse con lo stesso tono risoluto. Cosa che la fece ridere ancora di più.
"Ma no sciocco... ho deciso di trasferirmi qui a Forks... almeno fino al diploma!" spiegò. Jasper grugnì, non so se infastidito dal modo in cui lo aveva chiamato lei, o dal fatto che gli avesse appena detto che non sarebbe ripartita per la Grande Mela.
"E Edward è a conoscenza di questo tuo profondo... gesto d'amore?" le chiese, accennando un sorriso tra il divertito e l'infastidito
"Ancora no... volevo fargli una sorpresa... per questo non gli ho detto niente in questi giorni." ammise arrossendo
"Mmm... sono convinto che sarà un vero colpo per lui... non mi perderei la sua reazione per nulla al mondo!" e ridacchiò, superando le due ragazze e dirigendosi nella classe di spagnolo. Dopo qualche informazione sull'aula di biologia, lasciammo la nuova arrivata al suo primo giorno di scuola e ripercorremmo la strada per la nostra lezione di mate, in religioso silenzio. Sedute allo stesso banco, in penultima fila, sistemammo quaderni e libri e rimanemmo in attesa dell'inizio della lezione. Mi sentivo male. Ma non fisicamente. Sentivo un peso al cuore, troppo forte per essere scacciato con un semplice respiro. Mi sentivo arrivata al traguardo del ridicolo. Sì, per era quello che ero in fondo: ridicola. Convinta in qualche modo che fosse nato qualcosa tra me e lui, convinta che, lasciata la sua ragazza, ci sarebbe potuto essere qualcosa, convinta di contare almeno per una persona che non fosse il proprio fratello. Ma... come mi ero già abbondantemente detta, mi ero illusa, e ferita con le mie stesse mani. E ora, quella Kristen era venuta a riprendersi ciò che in fondo le apparteneva di diritto. Anche se io faticavo ad accettarlo
Stanno assieme, Bella, è la sua ragazza. Non puoi pretendere che metta te sullo stesso livello in cui c'è lei, non puoi...
E quello che mi ha detto in bagno, allora? Quelle carezze, quell'abbraccio stretto e rassicurante grazie al quale le lacrime sono riuscite ad andare via? Tutto quello non conta niente? Anche quella è stata un'illusione, un sogno?....
"Cancella quello che ti ho detto prima... fai... finta che non sia successo niente!"... Sì, evidentemente sì...
"Bella... ascolta..." mi sussurrò Rosalie, mentre la prof iniziava a spiegare. Io girai appena la testa verso di lei. La verità era che non avevo voglia di sentire cosa mai avesse da dirmi. Tanto qualsiasi cosa, sarebbe stata senza dubbio inutile
"Edward e Kristen stanno assieme da poco... saranno sì e no sei mesi... te lo ha raccontato, no? Edward intendo... te lo ha detto che lui non... prova per lei le stesse cose che lei prova per lui! Lui non la ama, non l'ha mai amata, e questa è l'occasione giusta per chiudere definitivamente questa storia... lei è qui, può parlarle faccia a faccia e così sarà libero di poter..." la interruppi proprio quando il dolore divenne insopportabile
"Rosalie, non capisco perché mi stai dicendo queste cose!" esclamai secca. Lei mi scrutò, ancora a disagio.
"Perché non sono una stupida Bella... ho visto come hai reagito prima, quando vi ho presentate... non mentire con me!" e si abbassò per incrociare i miei occhi che, senza che io me ne rendessi conto, erano scappati verso il basso "A te, mio fratello interessa più di quanto voglia far credere!" affermò
"Ti sbagli!" biascicai con poca convinzione. Sorrise
"Hai la stessa assurda convinzione di Jasper... pensi di potermi prendere in giro, ma con me non attacca!" e la buttò sul ridere. Io, però, non riuscii a fare di più di un semplice sorriso. Non mi andava di essere falsa con lei. D'accordo, stavo male e lei lo aveva capito, tanto valeva dire la verità.
"Io non ho alcuna possibilità con lui... e poi..." sospirai a fatica "Lei è stupenda... non c'è nessun paragone tra noi due!"
"Non dire sciocchezze, Isabella!" mi rimproverò severa "Tu sei una ragazza fantastica e Edward se ne è accorto da tempo..." si bloccò, mentre la prof passava tra i banchi a consegnarci delle schede riassuntive "Per quanto riguarda Kristen... te lo ripeto... Edward non la ama... e ne sono sicura, la lascerà ancora prima che lei possa ambientarsi qui a scuola..." mi sorrise di nuovo "Fidati di me!"
Fidati di me... fidati di me... ma cos'é questa fissa per la fiducia? Perché tutti i Cullen chiedono la mia fiducia?...
Sospirai, stropicciando appena il foglio che stringevo tra le mani, dopodiché bisbigliai
"D'accordo, Rose... mi fido!"


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Adrenalina pura. Era questo ciò che mi scorreva nelle vene quella mattina. Mi sentivo euforica, emozionata chissà da che cosa di cui ancora non mi ero resa conto. Giravo per casa sorridendo, ignorando i sospiri affranti di Bella - in fase di disperazione dovuta chissà a che cosa - e perfino Emmet che, per l'ennesima volta, discuteva con papà sull'orario di rientro fissato per quella sera. Ma neanche quell'atmosfera era stata capace di annientare il mio stato d'animo. E un pò avevo paura. Temevo che, a lungo andare, una minima cosa potesse intaccare quello strato sottile di felicità che mi ero ritrovata al mio risveglio. Avevo molta più paura di quanto non ne avessi quotidianamente. Molta di più.
Eppure, ad essere felici, non si dovrebbe mai averne... è controproducente e soprattutto inutile...
Forse, e dico forse, un pò di paura era data dal fatto di non sapere da dove derivasse tutto quello. O forse - e ribadisco, forse - in cuor mio lo sapevo e per questo ne avevo. Paura a nominarlo, paura di affermare quello che in fondo temevo già da qualche giorno, ma soprattutto paura di farmi strane idee che, già sapevo, si sarebbero dimostrate dei castelli di carte esposti al vento.
Ma, nonostante tutto, mi ritrovai a sorridere fino alla campana della penultima ora. La giornata era volata letteralmente. C'erano state sorprese, a dir poco eclatanti, come l'arrivo di Kristen, la famigerata ragazza di Edward. A dire il vero, a parte la voce stridula che si ritrovava, non mi era parsa tanto male come persona: era molto bella, aveva un bel sorriso, ma soprattutto, alla vista di Edward era quasi scoppiata a piangere tra le sue braccia, nonostante lui non fosse particolarmente entusiasta di vederla. Beh, in fondo l'aveva detto, lui non la amava, pertanto era logico e scontato che si comportasse così. Quello che non capivo era perché si ostinasse a starci insieme. Non provava niente per lei? Bene, che la lasci, inutile darle speranze infondate. Ma, forse - troppi forse nella mia testa - dovevo imparare a fare un passo indietro e a farmi i fatti miei.
L'ultima ora di lezione era ginnastica, pertanto, dopo aver recuperato la sacca con la tuta, mi diressi verso la palestra, alla fine dell'edificio 2. Feci per aprire la porta principale quando qualcuno, più veloce di me, mi anticipò.
"Prego, mademoiselle!" esclamò sorridente.
Arriverò mai a farci l'abitudine alla sua vista?...
"Stai iniziando a diventare una persecuzione, Cullen!" affermai oltrepassando la porta. Lui ridacchiò, affiancandomi
"Te lo ripeto, scricciolo... non sono io che ti seguo... è la scuola ad essere troppo piccola!" spiegò affondando le mani nelle tasche. Mi girai a scrutarlo, sorrideva, con lo sguardo fisso davanti a sé. Accortosi, però, del mio occhio indagatore, sorrise ancora di più, quasi sfociando in una risata
Risposta alla precedente domanda... assolutamente no!...
"Non dirmi che oggi dovremmo fare educazione fisica assieme!" feci io infastidita, vedendo che si dirigeva a passo sicuro verso lo spogliatoio maschile. Non mi rispose nemmeno, forse lo trovava superfluo, ma si limitò a scoppiare a ridere - Santo Dio, sentivo che mi sarebbe venuto un infarto prima o poi alla vista di quell'espressione - e a sparire dietro la porta che veniva indicata come quella dello spogliatoio degli uomini. Sospirai affranta, ripetendo dentro la mia testa, come una cantilena:
"Sono felice, io sono felice.. lui non può e non deve categoricamente rovinarmi l'umore..." e così continuai mentre mi liberavo della gonna scozzese, e della maglia e infilavo il pantalone nero e il completo maglietta/felpa fucsia. Così feci perfino quando, ritrovate tutte e due le classi nella palestra ci fermammo per l'appello. Tentai il più possibile di ignorarlo ma soprattutto, di ignorare il fatto che lui stesse volutamente ignorando me.
Merda...
Il professore ci fece iniziare con un giro di corsa dell'intero perimetro della palestra. Mi incanalai al resto dei ragazzi ed iniziammo a correre, a passo sostenuto. Dalla mia posizione potevo chiaramente vederlo. C'erano all'incirca dieci persone a dividerci. Correva da solo, concentrato sulla strada che aveva davanti, respirando regolarmente e con il cappuccio della felpa che si muoveva ritmicamente con il suo passo. Che visione celestiale. Ma d'altronde - inutile negarlo - mi sarebbe apparso bellissimo anche con il volto sfigurato o con gli occhi bendati. Ad un tratto, senza neanche accorgermene, tanto ero impegnata a tenere d'occhio Jasper, mi ritrovai con la faccia a due centimetri dal suolo. Che diamine era successo?
"Ehi... fermi, fermi..." la voce del professore si fece sempre più vicina, tanto che pochi istanti dopo me lo ritrovai accovacciato accanto a me
"Tutto bene, signorina Swan?"
"Eh?" feci io confusa
"Dico... si sente bene?" mi ripeté leggermente preoccupato. Intanto un capannello di ragazze del quarto anno si era fermato dietro di me e ridacchiava, indisturbato, indicandomi.
"Certo che mi sento bene... perché mai non dovrei?" sbottai infastidita
"Beh... mi chiedevo se non avesse sbattuto qualcosa, cadendo!" si giustificò spaventato dal mio tono
Cadendo?...
"Cadendo?" chiesi confusa. Lo vidi aggrottare le sopracciglia e sentii, contemporaneamente le risate delle ragazze intensificarsi a dismisura. In una frazione di secondo, il mio sguardo saettò dall'altro lato della palestra, dove, un angelo biondo mi osservava sorridendo, fino al pavimento grigio e sporco che avevo ancora a pochi centimetri dal viso.
"Ma porco cazzo!" urlai alzandomi. Ma che diavolo mi era preso? Come diamine avevo fatto a cadere senza neppure accorgermene? E poi... cosa avevano da ridere quelle oche dietro di me?
"Signorina Swan... è sicura di..." tentò il professore sconcertato
"Sto benissimo, grazie!" e ripresi a correre, ignorando le risate, ignorando il sorriso divertito del ragazzo angelico, ma soprattutto ignorando il rossore sulle guance che si intensificava pian piano, non dovuto alla corsa.
Qualche minuto più tardi, evitando cadute e distrazioni esterne, mi unii al gruppo che aveva deciso di fare dei tiri liberi al canestro, esultando del fatto che, tra i ragazzi che avevano optato per il calcio, ci fosse anche "l'Innominato".
In fila per poter lanciare, mi concessi un secondo di distrazione, osservandolo muoversi con il pallone verso la porta opposta a dove mi trovavo io, nuovamente concentrato, nuovamente ed inspiegabilmente attraente. Troppo attraente.
Alice, così non va... ti ricordi la tua premessa? Tu sei felice e un Jasper Cullen qualsiasi non può di certo rovinarti l'umore...
"Lui però non è uno qualsiasi!" bisbigliai senza accorgermene
"Hai detto qualcosa?" mi chiese una mia compagna di classe. Mi riscossi immediatamente scuotendo il capo ed afferrando la palla arancione per tirare.
Se faccio centro, Jasper Cullen sparirà automaticamente dai miei pensieri...
Tirai con tutto il sentimento che avevo, ma, ovviamente mancai il canestro di qualche metro. Pestai il pavimento infastidita e andai a recuperare la palla, sotto lo sguardo incuriosito e divertito dei ragazzi. Rinunciai a giocare, preoccupandomi, invece, di raccogliere tutti i palloni sparsi per la palestra. Almeno, così facendo, non avrei fatto danni. O perlomeno, fu questo che mi ripromisi.
"Ottimo canestro, scricciolo!"
Quella voce... quella risata... quel nomignolo...
Ruggì, infastidita, ignorandolo del tutto e dirigendomi verso un paio di palloni di cuoio al limitare della grande stanza.
"Sai, è matematico... più si è piccoli e più diventa difficile cercare di centrare il canestro da quella distanza!" mi fece tallonandomi. Recuperai i palloni, continuando a grugnire.
Ignoralo, ignoralo, ignoralo...
"La prossima volta che vorrai provare, avvertimi... posso prenderti in braccio se vuoi..."
Ignorare un cazzo... adesso lo sistemo io...
"Di un pò, lo schiaffo che ti ho dato la scorsa volta non ti è bastato, Cullen?" sbottai facendo cadere i palloni a terra
"Jasper!" fece lui in risposta
"Che cosa?" chiesi perplessa
"Mi chiamo Jasper e gradirei che non usassi il mio cognome!" mi spiegò leggermente infastidito
Ma tu guarda questo... adesso sarebbe lui quello che può permettersi il lusso di lamentarsi...
"Non mi risulta tu ti faccia problemi a non chiamarmi Alice!" gli feci notare incrociando le braccia al petto e gli occhi ai suoi. Non ci fu cosa più sbagliata. Nell'esatto istante in cui i suoi bellissimi occhi azzurri si illuminarono accompagnati da una risata, mi sentii il viso in fiamme
"Non puoi paragonare il modo in cui ti chiamo io con quello in cui mi chiami tu... io ti ho dato un soprannome divertente ed affettuoso... tu, chiamandomi Cullen è come se ponessi le distanze tra me e te!" mi spiegò
"Mmm... ottima osservazione... Cullen!" e sottolineai con enfasi l'ultima parola. Quella volta sorrise, senza infastidirsi. Fui tentata dal rispondergli nello stesso modo, ma mi trattenni, preferendo tornare al mio lavoro di raccattapalle.
"Ventiquattro ore!" mi gridò dietro
"Come, prego?" chiesi girandomi a guardarlo. Sorrideva malizioso, con le mani nelle tasche della felpa chiara
"Ti do ventiquattro ore... dopodiché non potrai fare più a meno del sottoscritto!" mi intimò. Scoppiai a ridere
"Mi chiedo da dove arrivi questa tua presunzione!" esclamai scuotendo la testa. Ma lui ridacchiò con me, se pur in maniera differente
"Tu aspetta ventiquattro ore, poi ne riparliamo..." e si allontanò, non prima di avermi fatto l'occhiolino e lasciato l'ultimo sorriso incantevole. Trattenni il respiro per qualche secondo, ignorando i battiti accelerati del cuore. Quella sua assurda convinzione mi faceva paura. Molta paura.
Ed eccolo, il sentimento di cui parlavo quella mattina. Quello che avrebbe rovinato la mia allegria innocente ed inaspettata. Eccolo annidarsi nel cuore e farsi posto a forza, scacciando di conseguenza tutto ciò che c'era prima.
Maledizione, perché? Perché un demonio del genere doveva capitare giusto a me?...
Continuai a tormentarmi e a camminare a testa bassa per la palestra, recuperando palloni e sistemandoli nei cesti. Guadagnai perfino un "Ben fatto!" dal professore. Finalmente il suono della campana. L'ultima. Sospirai, dirigendomi a passo spedito verso lo spogliatoio, ignorando il prof che chiamava Jasper Cullen per chissà quale assurdo motivo.
Jasper Cullen chi, scusate?...
Recuperai l'asciugamano e il beauty-case con shampoo e bagnoschiuma, mi spogliai di tutto e mi chiusi in una delle docce libere. Rimasi qualche secondo ad occhi chiusi, con l'acqua calda a scorrermi addosso, ascoltando i battiti, non ancora del tutto regolari, del mio cuore. Quel suono per me era perfino più forte delle risate e delle chiacchiere delle altre ragazze dello spogliatoio. Iniziai, perfino a meravigliarmi di come, loro, non riuscissero a sentirlo. Eppure era forte e squillante, ed ero sicura che perfino quel diavolo biondo lo stesse ascoltando.
Da angelo a diavolo in un giorno solo...
Con tutta la calma possibile, mi diressi verso la panca dove avevo appoggiato la sacca. Lentamente iniziai a vestirmi, indossando prima la biancheria e poi la gonna e la maglia nera. Recuperai gli stivali e riposi ordinatamente gli altri vestiti nella borsa. Con quasi l'intero spogliatoio svuotato, mi avvicinai alla zona dei phone e ne accesi uno. Osservai la mia immagine allo specchio. Ero ancora rossa in volto, come se, invece di passare l'ora a raccogliere palloni sparsi per la palestra, avessi corso più di trenta chilometri. E più ci pensavo, più percepivo i battiti accelerare e il rossore aumentare a dismisura.
Ventiquattro ore... solo ventiquattro ore...
Senza accorgermene strinsi il pugno attorno al phone, innervosendomi. Chi diavolo era lui per darmi quegli ultimatum? Jasper Cullen? Anzi, no.. solo Cullen! Eh, no, così non andava proprio, ci voleva una lezione, di quelle che difficilmente si sarebbero dimenticate. Spensi il phone, anche se i capelli erano ancora leggermente umidi. Recuperai la borsa, la sciarpa ed il cappello ed uscii dallo spogliatoio. Avanzai di qualche passo, fermandomi alla porta accanto. Sospirai, sperando con tutto il cuore che i ragazzi rimasti non facessero storie e domande. Ma che soprattutto non ci fosse lui, altrimenti sì, che ci saremmo fatti quattro risate.
Aprii appena la porta, scrutando furtiva all'interno. Vuoto. Possibile che fossero già andati via tutti? Entrai nella stanza, avvolta nel vapore delle docce e dei phone spenti da poco, mi richiusi la porta alle spalle facendo attenzione a non sbatterla e rimasi ad ascoltare. C'era ancora un rumore di acqua aperta. Qualcuno era sotto la doccia. Mi avvicinai alla prima fila di panche, scrutando attentamente il tutto. Niente. La seconda fila. Idem. Arrivai alla terza, quella accanto alla porta che dava alla docce. E lì li vidi. Dei vestiti. Una felpa grigia con il cappuccio, un pantalone chiaro ed una sacca, la stessa che portava in spalla prima dell'inizio dell'ora di ginnastica. Sorrisi. Sarebbe iniziata in maniera perfetta la mia punizione. E poi... mi era concesso prendermi la mia personale rivincita dopo quello che mi aveva fatto passare, no?
Mi avvicinai silenziosamente verso la panca, ringraziando i miei stivali di camoscio insonorizzati. Presi tutti i vestiti appesi, dopodiché cercai il jeans chiaro e la camicia che aveva indosso prima e li trovai accuratamente piegati nella borsa. Mi meravigliai di tutto quell'ordine ma mi dissi che non avevo tempo per elogiarlo e né tanto meno la voglia. Non si meritava niente e proprio il niente sarebbe stato ciò che avrebbe trovato uscendo dalla doccia.
Ridacchiai, infilando tutto nella mia borsa, la richiusi e mi diressi a passo spedito verso l'uscita. Tentai con tutta la convinzione di aprire la porta ma niente. Provai di nuovo, con più forza. La spinsi, appoggiandomici contro. Tentai ancora, facendo più rumore di quanto mi fossi premessa. Agitai la maniglia, imprecando mentalmente, le diedi un calcio e spinsi ancora, ma senza risultato. Merda, era chiusa. Ma come era possibile? Io l'avevo appoggiata appena allo stipite, ma non avevo di certo fatto qualcosa di anormale. E allora perché, perché quella dannata porta non si apriva? Voleva farmi morire per caso? Perché se quella fosse stata la sua intenzione, dovevo ammettere che era sulla buona strada.
Iniziai ad agitarmi, proprio mentre l'acqua in lontananza si chiudeva.
Merda, merda, merda... e adesso cosa faccio? Cosa mi invento? Che gli racconto?..
Ero nel panico più assoluto, se prima mi sentivo accaldata a causa di quello che era successo in palestra, in quel momento iniziai a sudare per paura di cosa sarebbe potuto succedere in quello spogliatoio. Tentai invano di trovare una scusa plausibile per giustificare la mia presenza lì, ma, il tempo era troppo poco e le energie erano già abbondantemente evaporate. Come in un film di alta tensione, passarono ore - o almeno fu ciò che avvertii io - prima di vedere una figura varcare la soglia della stanza. Era un ragazzo, e su questo non ci pioveva. Aveva un asciugamano bianco legato in vita e con un altro dello stesso colore si stava frizionando i capelli bagnati. Sentii distintamente i due momenti in cui il cuore si fermò e quando ripartì frenetico quasi da farmi male. Premetti una mano sul petto, sperando che non attirasse la sua attenzione. Limitai perfino il respiro. Tutto ciò che era superfluo, in poche parole, lo eliminai del tutto. Quello che però non riuscii ad evitare fu contemplare la sua figura. Era perfetto, semplicemente sublime. Carnagione chiara, fisico leggermente scolpito ma non troppo da sembrare finto o esagerato, sinuoso nei movimenti e... cosa più importante tremendamente attraente, per non dire di peggio. La mano premuta sul cuore la portai davanti alla bocca per evitare di cadere in tentazione e parlare. Lo vidi avvicinarsi alla panca, ancora impegnato ad asciugarsi i capelli - meravigliosamente biondi, resi più scuri dall'acqua - e bloccarsi. Mosse la borsa, poggiando l'asciugamano sul sedile, cercò all'interno, sotto, di lato. Aprì l'armadietto sopra la sua testa ma lo trovò vuoto. Rifece gli stessi movimenti un'altra volta con lo stesso risultato. Se non mi fossi trovata intrappolata in quello spogliatoio con lui, mezzo nudo a pochi metri di distanza, probabilmente sarei scoppiata a ridere di gusto. Ma in quella situazione, più che altro, mi veniva da piangere.
"Ma che cazzo di scherzo idiota..." sbottò infastidito ricontrollando per l'ennesima volta nell'armadietto. Sbatté l'anta con forza, facendo riecheggiare il rumore sordo nella stanza. Mi morsi il labbro. Adesso sì che sarebbero stati guai. Si lasciò cadere sulla panca sbuffando e poggiò la testa al muro alle sue spalle. Chiuse gli occhi per alcuni secondi che mi parvero interminabili, secondi che impiegai per ripercorrere per intero la sua splendida figura al naturale. Dopodiché li riaprì, e automaticamente incrociò i miei. Rimanemmo in silenzio per qualche istante. Lui a guardare me ed io a... cercare invano di trattenermi dal sospirare a quella vista. Aggrottò la fronte e si alzò in piedi senza perdere il contatto visivo con me. La parte razionale di me mi suggerì, in quella frazione di secondo, di iniziare ad urlare e a chiedere aiuto, con la speranza che qualcuno, tipo gli inservienti delle pulizie, passasse di lì per caso e mi tirasse fuori da quel guaio. Il problema era l'altra parte di me. Quella che non riusciva a recuperare quel poco di dignità rimasta, e continuava a fissare in maniera deplorevole il corpo di Jasper. Per un attimo mi ritrovai a pensare - anzi, ad essere sinceri a desiderare - di avvicinarmi e baciarlo, così, senza spiegazione. E forse, sarebbe stato l'unico modo per uscirne puliti da quella storia. Ma, come avevo già detto fu solo un attimo, e come tale era destinato a durare pochissimo.
"Posso sapere cosa ci fai tu qui?" mi domandò con voce bassissima. Intanto si stava avvicinando sempre di più ed ogni passo che faceva, la paura, i battiti, il rossore e la voglia di baciarlo aumentavano.
"Io..." provai a parlare. Cosa sbagliatissima. Non avevo neppure la forza per farlo, figuriamoci se la voce mi avrebbe aiutato. Riprovai "I-i...Io..." dai, Alice, dai che ce la puoi fare "Io... Io ho..." ma niente.
"Tu... cosa?" mi domandò avanzando di altri due passi. Io automaticamente, come fa una piccola preda intrappolata dal leone affamato, indietreggiai. Deglutii e tentai di nuovo di parlare
"Io...ho... sbagliato... por...ta!" biascicai sperando con tutti il cuore che avesse capito. Inarcò un sopracciglio, fermandosi a circa un metro da me. Bum, bum, bum... il cuore sembrava aver preso vita propria ormai. E faceva quasi male.
"Ma guarda un pò... Hai sbagliato porta e, neanche a farlo di proposito, sei capitata giusto qui, dove ci sono soltanto io!" affermò sarcastico. Distolsi per la prima volta lo sguardo. E sentii un peso, un grosso ed opprimente peso formarsi all'altezza dello stomaco. Riportai gli occhi nei suoi, e quel peso, così come era arrivato sparì. Mi accorsi solo allora del colore delle sue iridi. Erano chiarissime, quasi grigie. Forse a causa dell'acqua, o forse dovuto alla stanchezza. Tuttavia non potei fare a meno di rimanerne nuovamente affascinata.
Ma, d'altronde, cosa, in lui, non mi affascina?...
"Io... ho..." tentai di nuovo, ma come prima, tabula rasa. Mi scrutò per bene, senza muoversi
"Devo farti i miei complimenti, comunque... non ti facevo così intraprendente!" affermò ad un tratto, mentre un sorriso - che non annunciava nulla di buono - gli si apriva sul viso "Entrare nello spogliatoio maschile quando tutti gli altri sono andati via... farti trovare soltanto da me, e per finire, rubarmi i vestiti... mossa geniale, non c'è che dire!" e fece due passi
"Io... io non... io non ti ho rubato i vestiti!" riuscii a dire finalmente. Che sfacciata, negare anche in quello stato. Mi facevo pena. Ridacchiò, avvicinandosi ancora
"Vedi che non mi arrabbio mica, scricciolo... dato che si tratta di te, chiuderò un occhio per questa volta!" e si fermò di nuovo, di fronte a me, con pochi centimetri a separarci.
"Non sono stata io!" affermai, ma la voce mi uscì quasi come un fischio. Ridacchiò di nuovo.
"D'accordo, non sei stata tu... e allora... chi?" mi domandò ironico
"Io non lo so!" tentai maledicendomi di essere entrata in quel maledetto spogliatoio e di essermi cacciata in quel pasticcio
"Ah... tu non lo sai, eh?" si avvicinò ancora. Sentivo chiaramente l'odore del suo corpo, bagnoschiuma alla menta, fresco. Eppure emanava calore, forse a causa del vapore presente nella stanza oppure era colpa della temperatura elevata del mio corpo che ormai stava sfiorando la soglia della febbre. Altro attimo di debolezza dettato dal momento: sentii il desiderio di abbracciarlo. Di sentire il calore del suo corpo, e di poterlo stringere a me senza paura di farmi del male. Ma, per l'ennesima volta, mi trattenni dall'essere istintiva. Mi limitai a fare segno di no con la testa ed aspettare una sua reazione
"D'accordo, vorrà dire che tornerò a casa vestito così... poco importa se con la temperatura autunnale di questo paese rischio una polmonite... dico bene?" fantastico, la buttava sul tragico e sperava di farmi sentire in colpa. Ci stava riuscendo?...mmm... forse.
"La porta... è bloccata!" tentai allora. Mi guardò enigmatico
"Come bloccata?" mi chiese
"Bloccata! Non si apre!" e la indicai. Lui spostò gli occhi su di essa e si avvicinò passandomi accanto. Tentò di aprirla più volte. Ci mise più forza, sicuramente molta di più di quanta non ce ne misi io, ma niente
"Fantastico!" sbottò poco dopo
"E adesso?" chiesi preoccupata. Lui si girò, magari spaventato dal mio tono e disse
"Stai tranquilla... ci deve pur essere qualcuno ancora a scuola!" e si diresse verso la sua borsa. Lo seguii di qualche passo, ma pesai bene di fermarmi a debita distanza da lui. La tentazione stava diventando troppa. Prese il cellulare dalla borsa e digitò un numero
"Dannazione, non prende!" affermò riprovando
"Qui in palestra non c'è copertura!" ricordai sconsolata. Sospirò e rimase qualche secondo in silenzio. Io continuai ad osservarlo. Quando era pensieroso diventava ancora più dannatamente bello. D'un tratto vidi distintamente il tremore che lo colse di sprovvista. Scosse la testa, come a liberarsene. Mi sentii immediatamente in colpa. Stava morendo di freddo ed io, da sciocca egoista, tenevo i suoi vestiti ancora in borsa. Mi affrettai a poggiare la sacca su una panca e la aprii. Ne tirai fuori prima la camicia e poi anche i jeans e glieli porsi a testa bassa
"Ed ho anche la felpa con il pantalone!" lo informai. Lui mi scrutò attentamente, dopodiché afferrò i vestiti e disse una cosa che non mi sarei mai aspettata
"Grazie, Alice!" annuii, incantata dal momento e mi affrettai a girarmi per dargli modo di cambiarsi. Sentii i movimenti alle mie spalle, tessuto che veniva mosso, una zip che si apriva, il rumore della borsa richiusa. Dovetti chiudere gli occhi e stringerli forti per resistere alla tentazione di non girarmi a guardare. D'altronde lo avevo avuto davanti mezzo nudo per venti minuti buoni. In quel momento era come se ne sentissi la mancanza.
Ti do ventiquattro ore... dopodiché non potrai fare più a meno del sottoscritto!... Merda...
"Qualche idea di come uscire?" mi domandò affiancandomi. Riaprii gli occhi di scatto. Lo trovai vestito di nuovo della camicia celeste e dei jeans, i capelli leggermente umidi e spettinati ma pur sempre perfetti e la sacca in spalla. Presi aria, ne avevo un disperato bisogno.
"Potremmo provare dalla palestra... sperando che il professore si sia dimenticato di chiudere le uscite d'emergenza!" proposi alzandomi e recuperando la borsa. Lui annuì e mi precedette verso la direzione che gli avevo indicato. Io lo seguii in silenzio ringraziando il cielo per l'aria più fresca che ritrovai nella grande stanza oltre lo spogliatoio. Ovviamente non c'era nessuno, neppure il professore. Ci dirigemmo verso le due porte anti-panico. Jasper tentò di aprirle entrambe ma, come temevo, erano chiuse. Sbuffò, portandosi una mano nei capelli e scompigliandoseli. Mi guardai attorno, sperando che una qualche porta magica si materializzasse dal nulla e ci facesse uscire. Poi un'illuminazione
"Ma certo!" esclamai avviandomi a passo veloce verso la parete opposta della palestra
"Dove vai?" mi chiese Jasper seguendomi. Ma io non risposi, troppo concentrata verso la mia meta, fiduciosa di trovarla utile. Accanto ai cesti dei palloni, che avevo riempito quel giorno, c'era ciò che cercavo: l'ingresso delle caldaie
"Ecco come faremo ad uscire!" spiegai avvicinandomi
"Che roba è?" mi domandò
"É il passaggio che porta alle caldaie. Il professore lo lascia sempre aperto perché la serratura è rotta e infatti..." aprii la porta senza fatica e sorrisi. Mi girai verso Jasper che mi ricambiò il gesto, facendomi arrossire. Feci andare avanti lui, seguendolo da vicino. Era tutto buio, eravamo interamente circondati da polvere e probabilmente anche ragnatele, ma l'importante, in quel momento, era uscire. Poco importava come avremmo fatto.
"Aspetta che qui ci sono due scalini!" mi informò e senza che me ne accorgessi, mi ritrovai a stringergli la mano. Non seppi dire se fui io a prendere la sua o il contrario. L'unica cosa certa fu che, quel contatto, mi piaceva. Quel calore strano che avevo sentito emanare dal suo corpo si era concentrato tutto in quelle dita che si erano strette alle mie, circondandole in pieno, essendo più grandi. Ringraziai il buio che ci avvolgeva, altrimenti avrebbe gioito notando il rossore delle mie guance. Dopo alcuni metri, e altri scalini scesi, ci ritrovammo davanti ad un'altra porta. Pregai che fosse aperta, che non avessimo percorso tutta quella strada inutilmente e quando Jasper la aprì, invadendo il corridoio di luce naturale non potei trattenermi dall'emettere un urlo di gioia e dallo stringere ancora di più la sua mano. Ci ritrovammo all'esterno, in balia del vento autunnale. Diamine se faceva freddo, ma era senza dubbio meglio dell'umidità dello spogliatoio.
Ci bloccammo assieme e ci guardammo per un istante, ancora mano nella mano. Di nuovo quella voglia indescrivibile di baciarlo, di nuovo frenata dalla ragione o forse dalla paura. Ritirai la mano, e subito cercai nella borsa il cappello di lana e la sciarpa che annodai al collo. Ridacchiò di conseguenza
"Forse era meglio rimanere lì dentro... qui si muore dal freddo!" esclamò. Sorrisi inconsapevolmente abbassando la testa per non fargli vedere il mio imbarazzo.
"Vieni ti accompagno a casa!" mi informò avviandosi verso il parcheggio
"Come, scusa?" feci io sorpresa
"Preferisci tornarci a piedi?" mi chiese retorico. Controllai l'orologio. Le sei e mezza. Merda ero in ritardo per il coprifuoco. Quella volta mio padre mi avrebbe ammazzato di sicuro.
"No, no... accetto il passaggio!" mi affrettai a dire incamminandomi spedita verso l'unica auto rimasta nel parcheggio, ovvero la Bmw azzurra. Lo sentii ridacchiare ma non me ne curai, avevo fretta, una dannata fretta di tornare a casa.
In macchina, accese il riscaldamento e lo mise al massimo. Si strofinò le mani sui jeans, per riscaldarle, dopodiché partì.
"Dove la devo portare, bella signorina?" mi chiese senza distogliere gli occhi dalla strada.
Bella signorina... a me?...
Trattenni un sorriso mordendomi le labbra e risposi
"Dietro il municipio... continua su questa strada, dopodiché gira a destra!" seguì le mie indicazioni fino a che non si fermò davanti casa. Allarmata controllai il vialetto. C'era soltanto la Jeep di Emmet. Di papà neanche l'ombra. Sospirai e sorrisi.
"Onorato di vederla sorridere, signorina!" esclamò. Scoppiai a ridere, contagiando anche lui e sospirai di nuovo
"Ehm... grazie per il passaggio, Cul...ehm.. Jasper!" dissi. Lui sorrise senza nessuna traccia di malizia
"Non c'è di che, Alice!" mi rispose. Io lo guardai, come aspettando che dicesse o facesse qualcosa.
Merda, è così difficile ammettere che non voglio andarmene?...
"Ci... vediamo domani, allora..." feci aprendo lo sportello
"Dubito tu abbia voglia di rincontrarmi, però... sì, ci vediamo domani!" e sorrise di nuovo nello stesso modo. Mi morsi il labbro inferiore e scesi a malincuore dall'auto abbandonando il profumo e il calore dell'abitacolo. No, specifichiamo. Abbandonando il profumo ed il calore del proprietario dell'abitacolo. Ecco così va meglio!
Rientrai a casa, in uno strano stato di semi-coscienza. Percorsi la distanza verso la mia camera. Salutai distrattamente Bella, incrociata nel corridoio e risposi alle domande di Emmet, che voleva sapere che fine avessi fatto, senza badare a cosa gli stessi dicendo davvero. Ricominciai a respirare nel momento in cui mi richiusi la porta alle spalle. Mi sedetti sul letto, liberandomi di cappello e sciarpa e mi lasciai cadere sulla trapunta viola. Non era possibile descrivere come mi sentissi in quel momento. Ero felice, ma avevo paura. Volevo tornare indietro per ripercorrere tutto, e volevo farlo per poter cancellare ogni singolo istante. Ero speranzosa e preoccupata. Non ero in me, e di questo ne ebbi la definitiva conferma nel momento in cui, recuperata la borsa dal pavimento, la aprii recuperai la felpa grigia che avevo preso nello spogliatoio maschile e la annusai, mentre un sorriso innocente mi spuntava sul volto.




Risposte alle recensioni:
robbycullen: Salveee... adesso penserai che sia stata io ad abbandonare la storia, ma... chiedo venia, impedimenti esterni ^^Allora, il tuo consiglio lo accetto supervolentieri, difatti ho già provveduto con qualcuno, ma... chissà, avrà fatto effetto... come hai visto le cose si complicano all'orizzonte, di un pò, cosa ti aspetti che succeda? Attendo tue notizie, cara... nel frattempo ti invio un bacione, ciaooo

maya tabitha: Salve, ieri sera ho visto il servizio a chi l'ha visto... grazie per aver chiamato per me e, infatti, come vedi ha dato i suoi frutti e sono tornata a tormentarvi, quindi non so quanto sia stato bene chiamare ^^... sono contentissima che tu, insieme agli altri, abbiate recuperato un pò di tranquillità post-disastro... posso lontanamente immaginare cosa state passando perchè la mia regione è un pò cm la tua... delicatissima sismicamente e basta un niente a scatenare il dramma... è successo, circa venti anni fa la stessa cosa anche da me, ovviamente io non c'ero ma i racconti sono una cosa raccapricciante e rivivere il tutto è un dramma... cmq, accantoniamo qst pensieri tristi e sorridiamo, contenti di essere ancora tutti qui... ^^ allora... Jasper credo che cm si muova faccia danni, come puoi vedere da sola... è pericoloso come il tritolo... ahahah... Edward, invece... niente è un caso disperato, poveretto... e adesso non vorrei davvero essere al suo posto, secondo te come riuscirà a risolvere il tutto??? Se puoi perdona il mio ritardo... ti invio un bacione enorme... a presto cara ^^

lisa76: Ciao cara... allora... Eddino inizia a non capirci più nulla e Bella ne paga le conseguenze, un classico no?... eh eh eh tra l'altro ci sono problemi con la P maiuscola all'orizzonte e per questo se ne vedranno delle belle... Jasper, invece, alterna momenti da umano a momenti da bestia (perché solo così lo si può definire XD) ma, chissà chi dei due riuscirà a vincere l'altro... secondo te?... grazie per il continuo sostegno ti invio un bacione e.. spero di aggiornare presto qst volta, scuola permettendo ^^ ciaoooo

cinzia818: Ma salveeee.... prima di tutto chiedo venia per non aver letto i tuoi capitoli.. ma solo ieri ho ripreso in mano il pc dopo circa tre settimane e mi trovo indietro cn un sacco di cose inclusa la tua storia... pertanto, appena postato il cap (mentre tu lo leggi XD) io recensisco la tua fic, promesso (parola di scout!)... allora sul fronte Alice-Jasper credo che quei due non abbiano ancora capito quanto male si faranno se continuano a giocare l'uno con l'altro... sono ingenui a credere che sia una cosa da niente e che possano liberarsi dell'altro in maniera del tutto semplice... Edward invece sinceramente non lo capisco neppure io... è lunatico, e adesso starà anche peggio visto ciò che è successo nel capitolo... ehhh... hai ragione, amica mia, questi sono i grandi misteri della vita. Rosalie e Emmet sono in spiaggia, ricordi il capitolo precedente? In pratica è la stessa mattinata, solo che loro due se la spassano a LA Push, mentre i loro fratellini adorati fanno i danni XD... bene, detto questo, spero tu abbia ancora voglia di seguirmi, nonostante il tempo trascorso e i capitoli non ancora letti... perdono ;(.... ti invio un bacione e aspetto tue notizie... ciaooooo ^^

_cory_: Salve, sono contentissima che la storia ti appassioni così tanto, davvero ^^ (me gingilla come Mariello Prapapappo!^^)allora, rispondo alle tue domande... primo, no, Bella non è arrabbiata con Alice, è semplicemente delusa dall'ennesimo schifoso comportamento del padre e pertanto non vuole coinvolgere la sorella, preferendo tenersi tutto dentro ed evitandola, ma prima o poi si ritroveranno a parlarne e si sistemerà tutto, promesso ^^.. secondo, sì, capo Swan ha picchiato (beh in teoria le ha dato solo uno schiaffo, non esageriamo, però) Bella perché ha invitato Edward a casa, nonostante lui abbia sempre detto di non voler gente... se davanti a lui si mostra gentile (x modo di dire) dietro se la prende con la prima che gli capita sotto mano (cn questo dico che, se al suo arrivo avesse trovato Emmet insieme ad Edward, se la sarebbe presa con lui e forse, e ripeto forse, Eddino non si sarebbe avvicinato così tanto a lei ^^) e terzo, sì, come ha specificato Emmet due capitoli fa, anche quando la madre era viva si comportava così anche se, con il tempo è peggiorato... poi verrà il tempo delle spiegazioni... bene, spero di averti tolto i dubbi e se ne hai altri, non esitare a chiedere. Un bacione, a presto ^^

Elfa sognatrice: Ma ciauz... ehm ehm... mollare Kristen, eh? ihihihi adesso mi ammazzi me lo sento... (me si inginocchia ai tuoi piedi per chiedere il perdono!^^) comunque è possibile che ce ne vogliano anche di più di capitoli.... (me sadica XD) non disperare... nel frattempo godiamoci chi, dell'amore ha meno paura ( o quasi) vedi Emmet e Rose che si avvicinano gradualmente. X Ali e Jazz la situazione è diversa, quei due assieme sono pericolosi soprattutto perchè non hanno ancora capito che così facendo non fanno altro che farsi male da soli... bene, se puoi, lo so che è difficile, perdona il ritardo... non lo faccio di proposito... ç___ç... ti invio un bacione... ciaoooo

Norine: Salve cara, giuramento a parte, continuo ad aggiornare tardi ma ad aggiornare SEMPRE, cosa essenziale a parer mio, no? (è vero che mi perdoni????^^)... beh, lo scorso capitolo Eddino ha fatto una cavolata ma adesso... beh adesso saranno veri guai per lui... muahaha (me sadica fino al midollo^^) quanto a Jazz ed Alice... beh se hai letto il capitolo puoi vedere come stanno iniziando leggermente ad esagerare nello stuzzicarsi a vicenda, soprattutto perché prima o poi si faranno malissimo... bene, spero che il cap ti sia piaciuto... ti invio un bacione, ciaoooo

martya_c: Salve... lo so lo so... sono un mostro senza scrupoli... ti pregoooo perdonamiiii.... non lo faccio di proposito è colpa della scuola... ufff... cmq... vaneggiamenti a parte, sono contenta che almeno l'attesa sia ripagata dal capitolo... e spero che anche in qst caso valga... tranquilla farò del mio meglio per evitare che si ripeta qst mostruoso ritardo... un bacione cara e spero che il capitolo lungo lungo lungo ti sia piaciuto... ciaooooo

mine: Salvez.... grazie per non avermi dimenticata, ne sono sinceramente commossa... davvero!... sei molto ottimista riguardo la situazione Ed-Bella e la cosa non può che farmi piacere, solo che, non so quanto lo sarai ancora dopo aver letto questo capitolo muahahha... sono contenta anche che l'idea del link ti piaccia e, sono pienamente d'accordo cn te, metterli in ogni capitolo dona un tocco più realistico alla storia (e infatti giù trovi quelli nuovi ^^)... bene, cara, adesso vado sperando che il cap ti abbia soddisfatta... un grande kiss e, spero, a presto ^^

bigia: Salve cara, ti ringrazio per i complimenti... hai ragione forse un pò più di sbilanciamenti da parte di Ed non sarebbero stati male ma cm hai anche detto è un pò presto e ne dovranno succedere di cose prima del grande giorno... ^^ quanto a Jasper, lui si rifiuta di credere alle parole di Alice riguardo alla fasciatura, perché gli sembrano assurde... però, in teoria lei la verità gliel'ha detta quindi... ^^bene, ci sentiamo presto, spero.... un bacione

ClaudiaSwan: Eccola la mia salvatrice, non potrò mai ringraziarti abbastanza per il tuo provvidenziale aiuto... e ti chiedo scusa per la noia che ti ho dato ma, al primo tentativo non ci sono riuscita poi ho capito grazie alle utleriori spiegazioni che mi hai dato quindi davvero grazie.. ^^ cmq sono contenta che tra l'altro la mia storia ti piaccia e spero che il capitolo non ti abbia deluso benchè sia arrivato tardissimo (sorry^^).... bene, ancora grazie per tutto e spero di risentirti presto, perché mi farebbe un immenso piacere se tu continuassi a seguirmi... un bacione a presto ^^

piccola_pokemon: Ciao cara, se Edward prima era confuso non oso immaginare cosa sia adesso hi hi hi... sono stata troppo cattiva secondo te? Io di di no! ^^... cmq, ti do ragione, nel momento in cui Jasper si renderà conto che a giocare ci si fa male ci faremo 4 risate... io rido già da mo, pensa un pò ^^... per fortun che ci sono Emm e Rose che ci danno soddisfazioni altrimenti sai che noia XD... beh, che dire, spero che il cap ti sia piaciuto e che tu possa perdonare il mostruoso ritrardo... ti invio un bacione, ciaoooo

Uchiha_chan: Salve cara... grazie per la tua comprensione che spero non sia sparita a causa di qst ennesimo ritardo... lo so, sono un mostro, insensibile, perdonami se puoi ç____ç waw, ti vedo agguerrita nei confronti dei caproni (prima era sl Jazz adesso sono in 2^^) e ne sono felice... hai ragione sono idioti e nn capiscono ki hanno di fronte, ma tanto prima o poi la rivincita le due Swan se la prenderanno e anche bella pesante aggiungerei. cmq hai detto una cosa importante... Jasper è confuso ma è cm se avesse già classificato Alice cm territorio off-limits per gli altri... qst significa gelosia? Mmm, staremo a vedere ^^ cmq spero di non aver deluso le tue aspettative cn il capitolo dedicato alle due Swan e nn a Emm e Rose, se puoi perdonami anche qst ^^ (adesso mi odi me lo sento XD) bene, spero che il cap sia stato cmq di tuo gradimento, ti invio un bacio e spero di postare presto ciaoooo

stezietta w: Ed eccola la mia consigliera ufficiale... hai visto, cara, ho costretto Fabiana a scrivere una dedicuccia sopra solo per te per qst capitolo è nato soprattutto grazie al tuo aiuto (la doccia ne sa qualcosa ^^)... (fabiana si rimpossessa della sua sedia e della sua tastiera guardando Alice in cagnesco) ma vedi un pò, non sono + padrona delle mie cose... cmq, dicevo... ah sì... salve caraaa... hai visto, ho postato finalmente, eh eh eh ma qst tu già lo sapevi... inoltre io già conosco la tua opinione ed approfitto di qst spazio per dirti che sono contenta e x ringraziarti... davvero... ^^... ahahah il tuo sfogo nel commento mi ha fatto morire dalle risate... hai ragione i maschi Cullen non hanno tutte le rotelle a posto (eccetto il Dottore che tutto può e tutto fa XD) quindi diciamo che li scusiamo per la loro suprema pazzia, non è vero? ^^ cmq, spero che l'azione punitiva della tua allieva sia stata di tuo gradimento anche se, ahimé non si è svolta proprio come lei credeva (sai che spasso vedere Jasper mezzo nudo per Froks? XD)... bene, cara, noi ci sent su msn, a presto, ti invio un bacione e... grazie ancora di tutto ^^

irly18: Salve... sono contenta che l'azione di Alice ti sia piaciuta anche se quel tontone di Jasper non le ha per niente creduto... poveretto, ha il cervello troppo piccolo e la bocca troppo grande... ahahah... cmq... ti dirò le foto piacciono tanto anche a me, soprattutto dei boys ^^ (chissà perché) e credo che fra un pò apporterò una modifica... ovvero le vorrei cambiare, magari giusto per dare una rinfrescata al cap e per fare in modo di lasciarvi così alla nuova vista °O° che ne dici? ahahah... x il rapporto Alice Bella ci penseranno loro a spiegarlo ma ti dico già da subito, rispetto al primo giorno va senz'altro meglio! Bene, peronda il mio ritardo, prometto di non farlo più... un mega kiss cara... ciaoooo

valeego: Ciao cara, lo so, hai ragione sono sparita e sono imperdonabile, colpa mia... ^^ prometto di non farlo più (o perlomeno di provarci^^) mi dispiace che la dichiarazione non ci sia stata ma, d'altronde sarebbe stato troppo semplice... lei piange lui la consola si dichiarano e puff finisce la storia... eh eh eh sono ricca di soprese cm hai visto in qst capitolo, spero che x qst nn inizierai ad odiarmi... qnt a Jasper, hai ragione, quel povero fesso non si accorge che pian piano si sta incartando con le sue stesse mani e per questo, a breve, inizierà a soffrire come un cane ( o lupo cm dir si voglia ^^)... Emm e Rose invece, se ti ricordi da due capitoli fa, sono in spiaggia... uin pratica sarebbe la stessa giornata in cui loro sono a LA Push invece la restante brigata è all'ospedale, chiaro? sì, avrei dovuto specificare forse, ma credevo che il particolare della macchina che mancava avrebbe chiarito... cmq sia, hai fatto bene a chiedere ^^ bene, adesso vado, sperando qst volta di aggiornare prima... ti invio un mega bacio... ciaoooo

Shinalia: Salve... hai visto, mister Cullen è impazzito... prima lancia il sasso e poi ritira la mano proprio cm i bambini... e poi, adesso che la situazione si complica, io in primis, sono proprio curiosa di vedere come si comporterà... bene, spero che il capitolo al femminile ti sia piaciuto, aspetto tue notizie e se puoi, perdona il mio ritardo... un bacio e a presto, spero ^^

pinkgirl: Salve... prima di tutto ti ringrazio per aver commentato ma soprattutto per avermi espresso la tua opinione.. sono felicissima che la mia storia ti sia piaciuta ma soprattutto spero che tu possa continuare a seguirmi perchè mi farebbe molto piacere. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, attendo tue notizie e perdona il mio ritardo, non lo faccio più, promesso^^ un kiss e grazie ancora ;)

hale1843: Salve cara... cos'è che dicevi a proposito di Jazz, che non fa più scherzi e battute? Beh, finché ha addosso la sua maschera a proteggerlo è il solito Jasper ma poi... quando è più esposto diventa tutt'altra persona... eh sì, forse lui capirebbe la questione di Alice e forse le potrebbe stare accanto... ma, chissà se riesce a comprenderlo da solo... hai scritto Bella ed Emm nati per stare assieme... adesso c'è una duplice interpretazione... ti riferivi ad Emmet e Rose o a Bella e Edward???? ahahah, ti prego, fammi capire che da solo non ci arrivo ^^ cmq, perdona se puoi il ritardo... un bacione, cara... ciaoooo

vavi: Salve... prima di tutto grazie per aver recensito il capitolo... sno stata felicissima di leggere che hai fatto addirittura la registrazione per poter lasciare un commento.. davvero grazie infinite di vero cuore... i tuoi complimenti sono stati davvero bellissimi... cmq, hai visto tu recensisci ed io aggiorno eh eh eh anche se in leggero ritardo... cmq, spero che continuerai a seguirmi cosa che mi farebbe enormemente piacere... ti invio un grande bacio e... grazie ancora ciaoooo


Abbigliamento Alice
Abbigliamento Jasper
Abbigliamento Edward
Abbigliamento Bella

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Capitolo 27
*** Bisogno ***


Capitolo 27 (Emmet, Edward, Jasper & Jacob POV) Coff... coff... coff... scusate, i sintomi dell'influenza colpiscono anche me... ^^ Salve a tuttiii... rieccomi, malata e disperata a postarvi il nuovo capitolo ma, notizia più importante, finalmente maggiorenne!!!! Evviva... (e vi chiederete... a noi cosa importa???? Giusta osservazione! ^^)... bene, ho un paio di cose da dire prima del capitolo... uno... qst è ancora più lungo degli altri (oramai contare le pag word è un'impresaXD) ci saranno più POV, tutti al maschile con inclusa una sorpresa finale (muahahah) sperando che nessuno mi odierà per questo! Qst capitolo mi ha dato un pò di prob nel primo POV (tutta colpa dell'orso se vi ho fatto aspettare ^^) gli altri invece sono venuti da soli in un solo pomeriggio... però sono soddisfatta, le carte si muovono, i personaggi (queli meno ottusi!) capiscono e le situazioni si ingarbugliano ancora di più. Bene... adesso vi lascio al cap. Un grazie immenso a tutte le anime pie che si prendono la briga di recensire (e di riempirmi di bellissime parole ogni volta ^^) anche se, con tutte quelle letture avrei piacere che ci fossero moooolte più recensioni ^^ ma un grazie va anche a chi inserisce la storia tra preferiti/seguiti o chi la legge soltanto. Vi ricordo che a fine capitolo ci sono i link cn gli abbigliamenti (che spero apprezziate, anche se nn vi siete ancora espressi in merito!). Un bacio a tutti, a presto.
P.s. Risposte a fine capitolo, come sempre ^_^
N.B. Ultimo, ma nn per importanza... ho visto New Moon (ok, circa tre settimane fa XD) l'ho adorato, stradorato, amato... una cosa indescrivibile, davvero... l'attesa è stata ampiamente ripagata... XD





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"Cioè, fammi capire..." feci per la terza volta consecutiva "Lei ha convinto i suoi genitori a trasferirsi qui a Forks per stare con un ragazzo che non la ama?" domandai. Rosalie sospirò affaccendata a piegare delle maglie pesanti

"Se non consideriamo il fatto che lei non sa ancora la verità... sì, in pratica è così!" mi rispose
"Mmm... sono davvero curioso di sapere come si evolveranno le cose a questo punto!" ammisi  sistemando meglio il cartellino di un pantalone esposto. Rosalie ridacchiò
"Credimi, è un pensiero comune a tante persone in questo momento!" mi informò "Me inclusa!" fu il mio turno per ridere, mentre lei, armata di cartellini del prezzo si dirigeva verso lo stand successivo. Era venerdì pomeriggio, un gelido venerdì pomeriggio passato a revisionare la situazione della fiera per l'ospedale, dato che, il giorno successivo si sarebbe svolta la manifestazione finalmente, e per l'occasione scuole chiuse fino a lunedì. C'erano parecchi volontari, molti studenti della mia scuola, altri addirittura del liceo di Port Angeles. Quell'anno ci avevano messo davvero un impegno smisurato, molto di più degli altri anni. L'atmosfera, tra l'altro, era più serena e contribuiva a lavorare meglio. Certo, se è necessario essere sinceri fino in fondo, parte di quell'atmosfera era data una una volontaria particolare, con i capelli lunghi e biondi e un bellissimo sorriso. Lei sì che sapeva come rianimare i volontari stanchi. Anzi... lei sì che sapeva rianimare me... dagli altri doveva tenersi alla larga, altrimenti Emmet in versione orso assatanato sarebbe uscito con la testa dal sacco, e a quel punto non ci sarebbe stato nulla a trattenermi dal commettere un omicidio di massa. Sorrisi come uno stupido, girandomi a guardarla armeggiare con i prezzi. Era armoniosa, perfetta, sensuale... e qui mi fermo.
Calma, Swan, ricorda la promessa... ricorda quella dannata promessa...
"Cos'è che stai guardando di così interessante, Swan?" una voce mi fece letteralmente sobbalzare. Mi girai di scatto, per trovarmi gli stessi meravigliosi lineamenti del mio sogno personale, direttamente in versione maschile. Grugnii infastidito
"Il tramonto... cos'è, un reato, per caso?" domandai
"No, per carità... diventerebbe un reato, sapere che, invece del tramonto tu stessi guardando mia sorella... in tal caso io sarei costretto a metterti le mani addosso e farti fuori... ecco, in quel caso si tratterebbe di reato!" e concluse la frase con un finto sorriso sarcastico.
Dio mio, possono due esseri che hanno condiviso per nove mesi lo stesso utero essere così.. no, diversi no, opposti.. ecco, opposti sì..
"Cioè, fammi capire... tu... uccideresti me?" chiesi ironico
"Mi sembra di avertelo appena detto!" confermò. Mi venne spontaneo scoppiare a ridere di gusto, cosa che lo infastidì visibilmente
"Ma ti sei visto, Cullen?" presi una pausa per ridere ancora "Sei circa la mia metà... non avresti il tempo materiale neanche per alzare un braccio che ti ritroveresti già con l'osso del collo spezzato!"
"Questo è quello che credi tu!" biascicò inarcando un sopracciglio. Risi ancora, scuotendo la testa. Beh, un lato positivo ce l'aveva il ragazzo... sapeva fare battute degne di un cabaret da villaggio turistico.
"Devo dire, però, che tua sorella non è del tuo stesso avviso!" mi fece qualche secondo dopo. La mia risata si bloccò di colpo assieme al normale battito del cuore.
"Potresti ripetere, non credo di averti sentito..." sibilai fulminandolo. Ma lui non se ne curò. Mi rise in faccia, da solito sbruffone e disse
"E beh, sì... a quanto pare la mia prestanza fisica le basta e avanza... e vedrai quando potrà collaudarla con mano come ne sarà soddisfatta..." non feci neanche in tempo a sentire il resto della frase che mi ritrovai a cavalcioni su di lui. L'unico pensiero che avevo in testa era quello di fargli male, in qualsiasi modo possibile. Aveva osato dire quelle cose assurde sulla mia Alice, e ora doveva pagarne le conseguenze, accettandole tutte, per quanto brutte esse fossero.
"Tu non ti devi permettere di nominare mia sorella, hai capito?" sbraitai, mentre lui, colto da un momento di lucidità improvvisa, riusciva a schivare un mio pugno diretto in faccia. Stava per rispondere, quando mi sentii tirare per le spalle da qualcuno e la presa che avevo su Jasper si annullò.
"Lasciami... non si deve permettere..." abbaiai cercando di liberarmi. Mi accorsi solo allora che il ragazzo che mi teneva era Edward che, con grande fatica, mi stava trascinando lontano dal fratello.
"Calmati, Emmet... oh... ti ho detto calmati!" mi disse, di conseguenza ai miei tentativi di liberarmi della sua presa. Dovettero passare parecchi minuti prima che riuscii del tutto a tranquillizzarmi. La presa di Edward però, non accennava a diminuire. Probabilmente aveva paura che approfittassi di un suo momento di distrazione per saltare di nuovo addosso a Jasper.
Fai bene a preoccuparti.. se fossi libero cosa non gli farei...
"Dico... ma siete impazziti?" sbottò il ragazzo, rivolgendosi soprattutto a suo fratello, che si era appena alzato da terra
"Lui è impazzito!" si discolpò indicandomi "Mi è saltato addosso senza motivo... è un pazzo furioso!"
"Oh... non hai neanche idea di quanto io lo possa diventare, Cullen... non provocarmi!" lo avvertii cercando di avanzare. Edward strinse ancora di più la presa attorno a me
"Emmet!" una voce femminile mi chiamò, ma non mi dovetti neanche girare. Erano diciotto anni che la conoscevo ormai
"Si può sapere cosa diamine succede?" chiese Bella spaventata rivolta a Jasper che mi scrutava guardingo. Fu proprio lui a rispondere
"Chiedilo a quell'animale di tuo fratello..." lo sguardo di Bella saettò immediatamente verso di me, dopodiché passò a Edward che tuttavia rimase in rigoroso silenzio
"Allora?" mi chiese riportando l'attenzione su di me
"Niente, Bells... mi sono solo preoccupato di chiudere la bocca ad un idiota... tutto qui!" risposi secco
"Cosa hai fatto, scusa?" mi fece lei accigliata
"Mi è saltato addosso..." rispose Jasper inviperito. Bella sgranò gli occhi e si girò di scatto verso di me
"Che cosa?" gridò allarmata. Io sbuffai, segno che, ovviamente lei interpretò come una confessione bella e buona
"Ma sei diventato matto, Emm... cosa cazzo ti è preso?" e mi tirò un pugno sul braccio. Ero più forte di lei, questo era palese, ma il dolore lo sentii lo stesso, se pur in quantità ridotta. E me ne meravigliai. Non avevo mai visto Bella così. Non l'avevo mai vista così arrabbiata, delusa, aggressiva. Mi spaventai quasi, chiedendomi, come uno stupido, se il suo atteggiamento non dipendesse anche da qualcos'altro che io, in quel momento, ignoravo. E continuai ad ignorare visto quello che mi si era presentato davanti gli occhi. Avanzava incerta verso di noi, con un'espressione letteralmente indecifrabile. Si fermò a qualche centimetro di distanza sia da me che da Jasper, esattamente al centro quindi. Guardò prima il fratello, poi me, per poi passare a Edward. Ma non disse nulla. Abbassò lo sguardo e contemporaneamente persi il respiro per qualche secondo. Mi sentii mancare il terreno sotto i piedi, nonostante ci fossero ancora le braccia di Edward da dietro a tenermi fermo. L'avevo ferita, le avevo mostrato la parte peggiore di me e me ne vergognavo perché non doveva succedere. Mi ero ripromesso di non farlo accadere mai. Lei non doveva vedermi così.
Rialzò gli occhi per puntarli sul fratello biondo. Mi sarei aspettato una domanda per sapere come stesse, se per caso quell'animale di Emmet gli avesse fatto qualcosa. Mi aspettavo comprensione. Mi aspettavo devozione nei confronti del proprio gemello. Dovetti ricredermi.
"Cosa hai creduto di dimostrare, Jazz?" gli domandò seria. Lui le lanciò uno sguardo sorpreso
"Co-come?"
"Cosa diavolo volevi dimostrare istigandolo così?" ripeté alzando la voce di qualche tono. Stavo sognando. Ero ancora sotto l'effetto della adrenalina dovuta alla rabbia. Sì, era così... altrimenti non si sarebbe spiegato il perché Rosalie Cullen stesse... difendendo me... sì, insomma, mi difendesse nonostante avessi quasi messo le mani addosso a suo fratello.
"Rosalie... forse tu non ti rendi conto..." provò a dire lui infastidito
"Mi rendo conto benissimo, invece!" affermò coprendo in parte la voce di Jasper che si inviperì maggiormente
"Mi ha messo le mani addosso!" fece allora, a mo di scusa. Lei avanzò di un passo verso il fratello
"Devi avergli per forza detto qualcosa... non si sarebbe mai sognato di aggredirti così, altrimenti!" spiegò ferma e decisa. E fu come viverlo davvero quel sogno. Sentire quella voce, quelle parole, quel tono sicuro che in fondo era indirizzato a me. Mi sentii rilassato, tanto che la presa di Edward diminuì gradualmente fino a sparire del tutto.
"Io... non..." provò a dire lui, lanciandomi un'occhiata preoccupata. Magari temeva che reagissi di nuovo, che gli saltassi ancora addosso senza preavviso, quella volta, però, con l'intento di fargli male sul serio. Ma non lo feci, anzi... non me ne curai proprio. Ero troppo preso a sentirmi bene. A guardare adorante Rosalie che si prodigava così energicamente a difendere il sottoscritto.
"Mi meraviglio di te, Jasper... mi meraviglio ogni giorno di più!" sentenziò diretta, dopodiché gli diede le spalle e si avvicinò a me senza trasparire la minima emozione
"Stai bene?" mi chiese cauta
"Eh?" feci io sorpreso
Avevo appena aggredito suo fratello e lei... mi chiedeva se stavo bene?... Stavo bene?... Certo che sì!..
"Sì.. cioè..." mi schiarii la voce cercando inutilmente la saliva necessaria per continuare "Sì, sto bene, grazie!" lei annuì e emise un leggero sospiro. Che fosse preoccupata per me? Che davvero le interessasse della mia condizione fisica quando ero stato io ad attaccare fisicamente Jasper e non il contrario? Evidentemente sì...
"Vieni con me..." mi sussurrò, per poi superarmi e dirigersi verso il parcheggio esterno dell'ospedale. La seguii con lo sguardo, così come Bella, Edward e perfino Jasper che, ancora attonito, si massaggiava una guancia. Obbedii alla sua richiesta, ritrovandomi a camminarle a qualche passo di distanza anche se, accelerando leggermente avrei potuto facilmente raggiungerla. Non capivo il perché volesse parlarmi in privato. Forse... forse quella fatta davanti al fratello era soltanto una finzione e adesso mi sarebbe toccata la ramanzina vera e propria. Magari quella sarebbe stata l'occasione perfetta per vedere una nuova Rose, quella combattiva e infuriata che scalpitava e inveiva con il sottoscritto. Per quanto mi facesse male ammetterlo, in quel momento, non mi sentivo di biasimarla, quindi... che facesse pure, io ero pronto.
"Ecco, qui possiamo parlare!" esordì fermandosi accanto alla mia Jeep, dal lato opposto rispetto allo stand dove ci trovavamo fino a qualche minuto prima
"So quello che vuoi dirmi, quindi ti risparmio il fiato... mi dispiace!" feci io affondando le mani nelle tasche dei jeans "Mi dispiace perché sono un coglione e non avrei mai dovuto permettermi di saltare addosso a tuo fratello quindi... se in questo momento mi stai odiando e se in futuro non riuscirai a perdonarmi per questo... sappi che hai tutta la mia comprensione!" sputai quelle parole tutte d'un fiato, tanto che mi diedi immediatamente dello stupido: dubitai che ne avesse capite anche solo la metà. Si avvicinò di qualche passo e mi scrutò per bene
"Posso sapere una cosa?" mi chiese in un soffio
"Certo!"
"Cosa..." si bloccò, prendendo tempo "Cosa ti ha detto mio fratello?"
"Rose..." ma mi bloccò
"Come è riuscito a farti scattare in quel modo in così poco tempo?" chiese ancora
"Rose..." ripetei incerto
"Ti prego rispondi!"
"Non credo tu lo voglia sapere davvero!" la informai scuotendo la testa
"Ti prego..." ribadì puntando gli occhi nei miei. Già da soli, dicevano tante cose. Ed io chissà come, riuscivo facilmente ad interpretarli.
"Ecco... lui ha..." al solo pensarci mi risaliva il sangue al cervello "Ha detto una cosa su Alice che..."
Stai calmo, orso, per carità divina...
"Su Alice?" chiese conferma. Io annuii, cercando di calmare la rabbia con respiri lunghi e misurati. Era una tecnica che mi aveva insegnato mia madre. Sapeva che faticavo non poco a smaltirla e per questo si era inventata questo metodo. Focalizza qualcosa di positivo - mi diceva - pensa che in quel momento esistete soltanto tu e questo tuo pensiero... dopodiché inizia a respirare, senza aver paura di risultare ridicolo. Ed io lo stavo facendo, come lo facevo tutte le volte che mi capitava di sentirmi allo stesso modo.
"Ti chiedo scusa!" esclamò. La guardai aggrottando la fronte. Cos'è che aveva detto? Mi chiedeva scusa? E per quale motivo?
"M-mi chiedi... scusa?" balbettai
"Sì... ti chiedo scusa per quello che ti ha detto Jasper... qualsiasi cosa sia... anche se, data la tua reazione, immagino che delle semplici parole non bastino per ottenere il tuo perdono!" e abbassò la testa afflitta
Ok, sono io che mi sono perso qualche passaggio o qui il mondo si sta completamente rivoltando?...
"Rosalie, davvero non capisco..." ammisi a disagio "Io ho aggredito tuo fratello, gli ho messo le mani addosso e Dio solo sa cosa sarebbe successo se Edward non mi avesse fermato... e tu... invece di urlarmi contro il tuo disprezzo, continui a chiedermi scusa..." lei si morse il labbro e scosse la testa
"Quello che ha fatto Jasper è stato imperdonabile!" esclamò
"Non significa nulla..." sbottai incredulo "Non avevo nessun diritto di reagire in quel modo!"
Ti prego... dillo anche tu che sono un mostro. Fammi vedere quanto sei delusa, amareggiata e incavolata con me... ti prego...
"Delle volte esagera senza neanche accorgersene... parla a sproposito e... molte volte, tipo oggi, gli va molto meglio di come potrebbe realmente andargli!" commentò, ignorando totalmente le mie esclamazioni. Come se non avessi minimamente parlato e lei soltanto stesse esprimendo la sua opinione
"Rosalie, dannazione... la colpa è mia... sono io che non so controllarmi. Sono io la bestia, l'animale... non è me che devi giustificare... non sono io quello a cui devi dire queste cose, perché non me le merito!" gridai, per poi pentirmene un secondo dopo. Che diamine mi era preso? Avevo davvero osato gridare con lei? Merda... sì, l'avevo fatto e mi sentivo malissimo.
La sentii sospirare ed abbassò la testa. Pregai in tutte le lingue che non piangesse, che non soffrisse per colpa mia.
Mi ero ripromesso di farla soltanto stare bene, e invece, finora, ho combinato soltanto guai...
"Perché non lo capisci?" chiese in un sussurro talmente flebile che faticai un pò a comprenderla. Cosa non capivo? Che era arrabbiata? Che mi detestava? Che... che forse quella sarebbe stata l'ultima volta in cui ci saremmo visti? Una fitta al petto mi colpì in pieno con quel pensiero. No, non ci potevo neanche credere, mi rifiutavo categoricamente
"A cosa ti riferisci?" domandai, rendendomi conto solo in quel momento di tremare leggermente. Eppure non avevo mai sofferto il freddo. Sempre se quella fosse la causa...
"Io sto cercando di... di non pensare a quello che è successo prima o... a quello che... sarebbe potuto succedere perché non voglio che qualche stupidaggine di mio fratello possa farti allontanare da me!" mi spiegò alzando lo sguardo. Non piangeva, era seria. Il che mi fece ancora più effetto. Il cuore perse qualche battito ma non me ne curai. Troppo impegnato a perdermi nei suoi occhi e nelle sue parole
"Te l'ho già spiegato una volta, Emmet... con te sto bene, non ho bisogno di fingere o di preoccuparmi di nulla... so che di te posso fidarmi sempre e comunque e che soprattutto tu non permetteresti a nessuno di... farmi... del ma-le!" le ultime parole furono quasi incomprensibili ma le afferrai lo stesso, se pur con qualche secondo di ritardo. Stavo per ribattere quando lei continuò
"E ti confesso che questo mi fa paura... ma non fraintendermi... non è una paura come le altre, no... è semplice paura di perderti, proprio adesso che ti sento diventare importante... per me!"
Ehilà... cervello Emmet? Ce la fai a dire qualcosa di sensato adesso?...
"Io...tus... ei..." balbettai
Oh, proprio quello che volevo. Rendermi ridicolo davanti a lei...
"Ti prego Emmet... qualsiasi cosa succeda... non farti condizionare dal giudizio degli altri, non lasciare che rovinino tutto quanto... non riuscirei a sopportarlo, ora come ora, non ci riuscirei più!" ammise penetrandomi l'anima con lo sguardo, profanandola di tutto e facendola interamente sua
"Io ho... bisogno... di te!" aggiunse mordendosi nuovamente il labbro, così forte da farlo diventare viola. Immaginai che sarebbe bastato un altro pò e lo avrebbe fatto sanguinare se non l'avessi fermata. Così, lentamente - come ero solito agire in sua presenza, anche senza avere un preciso motivo - mi avvicinai, azzerando i già pochi centimetri che ci dividevano. Non voleva che la abbandonassi, non voleva che mi facessi condizionare dagli altri, non voleva perdermi... e tutto questo perché aveva bisogno di me?... Bisogno, bisogno, bisogno...
Ed io? Io ho bisogno di lei?... ma che cazzo di domande mi faccio? Certo che ho bisogno di lei, più dell'aria che respiro e più di tutte le cazzate che potrebbe dirmi un domani Jasper...
Lentamente portai una mano sulla sua guancia, temendo una sua reazione per quel contatto, che stranamente - e fortunatamente - non arrivò. Aveva la pelle fredda per colpa della temperatura del pomeriggio e sperai che il contatto con la mia mano calda - grazie al fatto che l'avessi tenuta per tutto quel tempo nei jeans - le portasse sollievo. Con il pollice le sfiorai le labbra, liberandole dalla morsa dei denti. Per fortuna non sanguinavano, anche se si era fatta un lungo segno rosso a quello inferiore.
"Non c'è bisogno di torturarle così.." sussurrai concentrato "É un vero peccato rovinarle... sono.. così belle!" lei rimase in silenzio, respirando piano e in silenzio, quasi avesse paura.
Paura di cosa, Rose? L'hai detto tu... io non ti farei mai del male e né tanto meno permetterei agli altri di fartene... stai tranquilla...
Sempre con estrema lentezza, quasi meravigliandomi di me stesso, mi abbassai fino alle sue labbra, senza toccarle. Vidi chiaramente i suoi occhi chiudersi di colpo e il suo corpo irrigidirsi. Mi diedi immediatamente del coglione.
"Voglio che tu abbia pazienza... voglio che riesca ad aspettare, qualsiasi tempo ci vorrà, però voglio che tu lo faccia... se è vero che ci tieni a me e che ci vedresti bene insieme... voglio che tu attenda il momento in cui sarò pronta anch'io!"...
Erano state queste le sue parole, ed io cosa facevo? Agivo senza pensare, come sempre. Così sospirai, lento, beandomi comunque del suo respiro sul mio viso, se pur leggermente accelerato. E deviai la direzione, avvicinandomi di più alla sua guancia, quella che non accarezzavo con la mano, e sfiorai con le labbra la parte prossima alla bocca socchiusa, avendo cura di non toccarla minimamente. Aprì gli occhi piano e li fissò di nuovo nei miei. Le sorrisi, sperando che non mi giudicasse male e che apprezzasse quel gesto così intimo e rispettoso. E così fu. Mi sorrise anche lei, timida e riconoscente
"Grazie, Emm!" sussurrò per poi allacciare le braccia alla mia vita e poggiare la fronte al petto. La strinsi a me mentre l'ultimo raggio di sole si perdeva dietro i Monti Olimpici.


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"E comunque non credo che il rosso starebbe bene in quella stanza... ma sai com'è fatta mia madre.. o si fa come lei vuole oppure tiene il muso per un'intera settimana!" affermò una voce alla mia destra. Una voce fastidiosa, stridula e irritante che avrei giurato di non sentire mai più se non per telefono o volendo, in presenza del mio avvocato. Ma a quanto pare dovetti ricredermi solo dopo pochi mesi di permanenza a Forks. A certi mali non si sfugge così facilmente purtroppo.
Sospirai ingranando la terza e accelerando maggiormente. Prima saremmo arrivati a casa sua e prima quel fastidioso suona sarebbe finito.
"Sei silenzioso oggi... è successo qualcosa, Diddy?"
Argh.... merda, Santissima merda... mi ero dimenticato di quel nomignolo... che schifo...
Ingoiai una manciata di saliva e trattenni un verso disgustato
"Va tutto bene!" affermai aumentando di nuovo la marcia. Povera Volvo, me la stavo prendendo inutilmente con lei che, a conti fatti, non c'entrava nulla. Ma era l'unico modo per sfogarsi.
"A me non sembra... sei assente e distaccato!" mi accusò indispettita
"Ti sbagli!" biascicai stringendo ancora di più il volante
"No, no.. ti dico che è così... evidentemente l'aria di Forks ti va male!" e scosse la testa
"Visto che il posto non ti piace non capisco perché ti ci sei trasferita!" sbottai senza troppi problemi.
Bene e l'Edward educato e rispettoso se ne va a cagare... Evvai!...
"Mi sembrava fosse abbastanza chiaro il perché sono venuta a stare qui!" fece lei offesa, schioccandomi un'occhiataccia delusa. Probabilmente si aspettava che le dicessi qualcosa o che le porgessi le mie scuse, ma rimasi in silenzio, accelerando per permettere alla macchina di raggiungere la giusta andatura e inserire la quinta
"L'ho fatto per te, Edward... per noi!" specificò. Feci per ingranare la marcia ma la frizione graffiò proprio nel momento in cui stavo per rispondere
"Merda..." bisbigliai
"Ma si può sapere cosa ti succede? Non è da te comportarti così!" si lagnò lei. Fantastico, ci mancavano solo le lacrime ed eravamo al completo.
Beh, magari se le dici qualcosa, forse la smetterà con questa storia, che dici?...
"Davvero, Kris, sto bene... sono solo un pò stanco.. ho passato gran parte del pomeriggio in piedi a sistemare gli stand per domani... ho solo bisogno di dormire!" e mi sforzai di sorriderle. Lei, sollevata, rispose a quel gesto, anche se il suo fu molto più sincero
"Devo ammettere che è davvero carino quello che state facendo per l'ospedale... è un gesto nobile e degno di lode!" esclamò dopo poco
"Già, quando si tratta di volontariato, qui si fanno sempre in quattro!" spiegai, decelerando in prossimità del vialetto di casa sua
"E tu non sei da meno!" osservò sorridendomi di nuovo. Misi su un mezzo sorriso, spegnendo il motore. Lo sapeva che mi piaceva essere lodato. Non che fossi un egocentrico che voleva a tutti i costi i complimenti della gente, però, sapere di fare del bene e soprattutto sapere di farlo nella maniera corretta era una vera e propria soddisfazione non indifferente.
"Dai entra... ti faccio vedere la casa!" mi invitò raggiante
"Ehm... no, non posso... ho promesso a mia madre che non avrei fatto troppo tardi stasera!"
Ma da quando davo conto a mia madre dell'orario in cui tornavo?...
"Coraggio, Diddy... al massimo la chiami e la avverti. Non credo che troverà problemi se per questa sera fai un pò più tardi del solito!" e mi sorrise maliziosa. Avevo il vago sospetto di cosa stesse parlando e lo temevo fortemente.
Dannazione, Diddy... fatti venire in mente qualcosa di convincente per dirle di no...
"Davvero Kris, non posso... e poi..." mi tastai la fronte "Mi sento leggermente caldo, non vorrei mi stesse venendo la febbre!"
Che attore... che pathos...
Come temevo mi poggiò una mano sulla fronte e la controllò
"Non sei caldo... anzi, probabilmente sono più calda io di te!" e scoppiò a ridere
"Sì ma sento chiari i sintomi dell'influenza!" continuai imperterrito provocando di nuovo la sua risata
"Su vieni... mia madre non vede l'ora di riabbracciarti!" e detto questo scese dalla macchina. Emisi un verso seccato poggiando la testa al sedile. Grugnii infastidito per poi scendere e seguirla fino alla porta d'ingresso della casa. Eravamo nella zona nord della città, nell'estremità opposta rispetto a casa Swan e - fortunatamente - anche rispetto a casa mia.
La porta si aprì e la madre di Kristen, una donna molto giovane e molto truccata, sorrise entusiasta
"Oh Edward... che piacere... da quanto tempo non ci vediamo!" e mi abbracciò quasi commossa. Risposi impacciato a quella dimostrazione di affetto, mentre Kristen, sorridente, si liberava del cappotto e lo appendeva all'ingresso
"É un piacere anche per me, signora..." risposi imbarazzato. Per fortuna, in tutta quella situazione assurda, avevo conservato un pò della mia comoda cordialità. In certi casi diventava indispensabile.
"Come stai, caro, cosa mi racconti?" mi domandò distaccandosi
"Ehm... sto bene, grazie... per il resto tutto bene. Mi sono ambientato molto facilmente alla nuova città, per fortuna!" risposi sincero
Frecciata involontaria... chi vuole capire, la capisse...
"Oh certo, anche se... le comodità di New York qui non si vedranno neanche di sfuggita!" e rise da sola seguita dalla figlia.
"Certo, come non si troveranno smog, delinquenza, traffico e vip da strapazzo!" esclamai. La risata di entrambe si interruppe e mi guardarono in maniera strana. Sospirai
"Però effettivamente un pò mi manca New York!" mentii spudoratamente
Dovrebbero darmi il Nobel al prossimo film festival di Hollywood... Me lo meriterei molto di più di Johnny Depp...
"Beh, adesso c'è Kisten che ti farà passare la nostalgia, caro..." e ridacchiò di nuovo, facendo l'occhiolino alla figlia che arrossì
"Mamma, dai..." si lamentò lei imbarazzata. Io mi limitai a trattenere il vomito e a sorridere. Anzi a "smorfiare".
Si può dire smorfiare?... cioè, fare la smorfie... vabbé, io dico che si può dire, quindi...
"Vieni ti mostro la casa!" mi disse Kristen prendendomi per mano e trascinandomi verso le scale
"Edward, tesoro, ti fermi a cena, vero?" mi domandò la madre entrando in cucina
"Ehm veramente dovrei..." cercai di dire
"Ma certo, mamma... che domande fai!" rispose la figlia risoluta. Sbuffai impercettibilmente, mentre la presa della sua mano di faceva più forte e più fastidiosa. Arrivammo al secondo piano. Mi mostrò lo studio del padre, un avvocato penalista; mi mostrò la camera dei genitori, ampia e ben arredata; mi mostrò i due bagni, chiari e superaccessoriati e infine mi mostrò la sua stanza, l'ultima in fondo al corridoio. Afferrò la maniglia e mi guardò maliziosa
"E questa é la mia camera da letto!" annunciò poggiandosi alla porta ancora chiusa "Sei il primo ragazzo a cui la faccio vedere!"
Merda... merda... merda... Edward, Anthony, Diddy, Cullen... ti impongo di scappare all'istante da questa casa... adesso!...
"Ah sì? Uh... che culo!" esclamai e finsi spudoratamente entusiasmo. Lei mi guardò di sbieco per poi aprire la porta con un gesto teatrale.
"Et voilà!" esclamò facendosi da parte. Ok, la stanza era davvero carina, ben sistemata e soprattutto chiaramente di sua proprietà. Pareti rosa confetto, tende viola, copriletto lilla con cuscini bianchi a completare. Sul pavimento c'erano un paio di grandi tappeti morbidi dello stesso colore delle tende e sulle pareti laterali vi erano un armadio a tre ante bianco, che finiva all'altezza del soffitto e una scrivania chiara con il computer, la lampada e qualche libro accatastato. Nulla di anormale, nulla di eccessivo - escludendo il rosa elettrico dei comodini - nulla di particolarmente...
Oh cazzo...
Il mio sguardo si soffermò sulla parete dove si trovava la porta, che per la maggioranza era occupata da un poster, un abominio di figura a grandezza quasi umana che ritraeva Kristen... e... me.... abbracciati.
Oh Santa merda....
"Che cosa..." tentai scrutando la parete. Sperai che fosse stato un difetto di struttura dell'edificio e che lei se ne sarebbe liberata al più presto. Oppure, in un improvviso scatto d'ira, avrei potuto liberarmene io. E al diavolo l'educazione per la seconda volta!
"Ti piace?" mi chiese raggiante. Spalancai gli occhi. Si stava riferendo al poster? Oppure parlava del surriscaldamento globale? Molto più probabile la seconda.
"Dovrebbe?" chiesi ironico. Grugnì infastidita avvicinandosi alla parete e accarezzandola all'altezza della mia guancia
"L'ho fatto fare un paio di settimane fa, quando ho deciso di venire qui con la mia famiglia. Ho pensato che sarebbe stata una bella sorpresa per te vederci così... grandi, belli e innamorati!" e concluse quell'idillio con un sorriso. Feci una smorfia
"Sull'essere grandi non ti do torto!" biascicai. Sbuffò e sbatté i piedi a terra un paio di volte
"Edward, sii serio per piacere!" si lamentò per poi prendere aria, riuscendo così a calmarsi. Qualche istante dopo si avvicinò a me con un sorriso entusiasta sul volto, mi circondò la vita con le braccia e parlò, a pochi centimetri da me, all'altezza del mento, visto che tra i due ero il più alto.
"Non sai quanto ho sofferto la tua mancanza in questi mesi!" mi disse. Deglutii. Ecco uno dei momenti in cui i sensi di colpa superavano di gran lunga la sciocca ironia che avrei potuto fare. Ero colpevole, maledettamente colpevole nei suoi confronti. Lei, per quanto fosse esagerata, mi amava sul serio, faceva pazzie per me, riempiva un'intera parete con la mia gigantografia. Ed io? Io che facevo? Io la trattavo male, io le rispondevo sgarbato, io trattenevo le smorfie davanti alle sue dimostrazioni di affetto, io pensavo ad un'altra mentre lei mi parlava... Eh sì, perché è inutile mentire, per quanto fossi presente con il corpo a casa sua, con la mente ero dalla parte opposta della città, nella zona Sud di Forks. Ero con lei, tra le sue braccia esili, circondato da quel profumo di pesca e da quel calore che la rendeva unica. E per quanto mi sforzassi di autoconvincermi che avrei potuto con un pò di sforzo dimenticarla, non riuscivo a pesare ad altro che al suo viso, al suo sorriso mite e al suo respiro sul mio petto. Mi mancava, mi mancava tremendamente. Anche se avrei dovuto sentire la mancanza di qualcun altro in quel periodo - ad esempio della mia ragazza - non mi vergognavo di ammettere che a me mancava solo e soltanto lei. Da quando le avevo detto quelle cose il primo giorno di allestimento della fiera, si era allontanata. Come prevedibile. I rapporti tra di noi si erano raffreddati al punto di evitare il più possibile il contatto o di limitarci ai semplici saluti di convenienza. E ogni volta era come ricevere una pugnalata allo stomaco. La stessa che sembrava ricevere lei ogni volta che mi vedeva in compagnia di Kristen. A quanto sembrava non l'aveva presa particolarmente bene e la cosa era più che plausibile. Soffrivo a vedere lei soffrire e mi maledicevo da solo per non avere il coraggio di reagire e fare qualcosa.
Si ma cosa?...
Lasciare Kristen, ecco cosa. Dovevo lasciare la mia ragazza, ammettendo davanti a tutti la verità: io non la amavo e non l'avevo mai fatto ed era inutile continuare a mentire a se stessi e soprattutto mentire a lei. In fin dei conti era una brava ragazza e non se la meritava per niente un'offesa di quel calibro.
"Kris..." mormorai trattenendo il fiato e sperando di trovare il coraggio necessario per parlare
"Edward... c'è una cosa che devo assolutamente dirti!" mi fece lei bloccando ogni mia intenzione
"Ti ascolto!" la esortai sperando che mi sorprendesse con un discorso del tipo 'Io e te non possiamo più stare assieme'.
"Ogni giorno ringrazio il Cielo per averti conosciuto.. sei un ragazzo speciale e mi fai sentire bene con me stessa e con gli altri. Non mi è mai capitato di provare una cosa del genere e sono contenta di provarla per te!" mi strinse più forte sospirando "Ti amo!" esclamò infine. Trattenni il respiro e chiusi gli occhi.
Bene, dicevamo?.. Ah sì, devo trovare un modo per lasciarla... certo, adesso se lo facessi sarei proprio il lurido per eccellenza...
"Non dici niente?" mi chiese curiosa alzando gli occhi verso di me. La guardai incerto. Bene le soluzioni erano due: o continuavo a mentire spudoratamente oppure le dicevo la verità, sapendo perfettamente che quella occasione sarebbe stata l'ultima per farlo.
Cazzo, Jasper ha ragione... sono uno schifoso vigliacco...
"Sono colpito, Kris davvero... le tue sono... bellissime parole ed io non sono sicuro di meritarmele del tutto!" ammisi abbassando lo sguardo
"Ma cosa dici, Edward?" fece lei sorridendo "Tu le meriti tutte... sei speciale e cosa più importante... sei mio!" si alzò sulle punte e mi sfiorò le labbra sorridendo. Risposi accennando un sorriso timido o, ancora meglio, imbarazzato.
Sensi di colpa di merda...
Spostò le braccia al mio collo per trovarsi più comoda e senza dire altro iniziò a baciarmi. Dapprima piano, poggiando solo appena le labbra alle mie. Dopo qualche secondo il contatto si fece più intimo finché, costretto dalla situazione e ovviamente dal fatto che sotto sotto fossi uomo anch'io, cedetti alla tentazione e risposi al bacio con trasporto.
Girone dei coglioni?.... Sto arrivando!...


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Stavo impazzendo. Impazzendo di rabbia, di frustrazione. E non mi era mai successo. Quel bastardo... quell'idiota bastardo mi aveva messo le mani addosso ed era uscito impunito dallo scontro. Certo, io non mi ero comportato da Santo protettore delle anime pie, però... cazzo, ero orgoglioso e non avrei mai ammesso, neanche sotto tortura, che quel lurido di Swan aveva ragione.
E che cazzo... qui c'è in gioco il mio onore...
Vagavo per la mia stanza come un posseduto, come tutte le volte che mi trovavo in quella condizione. Andavo avanti e indietro, aprivo il balcone, lo richiudevo, sbuffavo, mi sedevo sul letto, stropicciavo il cuscino prendendolo a pugni e formulavo frasi senza senso. Ero frustrato, agitato e offeso. Sembravo quasi un cocainomane in piena crisi di astinenza. Beh, magari lo fissi stato! Un pò di metadone, una dose recuperata da qualche parte e il gioco era fatto, no?
No, no... assolutamente no, cazzo...
Tirai un pugno alla porta del bagno provocando un rumore assordante. Qualche secondo dopo arrivò il dolore.
"Merda..." imprecai. Ci mancava solo l'autolesionismo.
A completare il quadretto a dir poco esilarante c'era stata la botta al cuore: Rosalie era uscita a cena con quel... quel... coso in formato gigante. Dannazione, che nervi! Ma perché? Perché doveva farmi questo? Non era già sufficiente doverlo sopportare in giro per i corridoi a scuola, adesso dovevo anche immaginarmelo a vagare per Forks, magari mano nella mano con la mia Rose. Al solo pensarci tentai di tirare l'ennesimo pugno alla porta, ma mi trattenni ancora reduce dal dolore della prima sfuriata.
Basta, dovevo uscire, dovevo prendere aria prima di impazzire. Dovevo evadere da quel carcere che mi ero creato. Così, presa la giacca mi precipitai al piano inferiore
"Dove stai andando?" mi fermò mio padre che incrociai all'ingresso
"A fare un giro... mi sento soffocare qui dentro!" sbottai incurante
"Jasper... ma..." tentò mia madre che era apparsa dalla cucina. Evitai di rispondere ad entrambi, afferrando le chiavi della Bmw ed uscendo all'aria aperta. Feci il giro della casa e raggiunsi i garage dove recuperai l'auto - l'ultima rimasta nel box assieme a quella di papà - dopodiché, a velocità sostenuta, raggiunsi l'autostrada diretta a Forks.
Forse non era stata una grande idea quella di mettersi alla guida di un'auto in quelle condizioni, ne ero consapevole, solo che... avevo bisogno di sfogarmi e l'unico modo che conoscevo era quello di guidare. Quella era una delle poche cose che mi accomunava ad Edward. Anche lui si sfogava guidando, infatti la sua Volvo era un pò il suo capro espiatorio. E come dargli torto!
Raggiunsi il paese in pochissimi minuti, non curandomi di rispettare precedenze o cartelli stradali. Dovevo imboccare l'autostrada per Tacoma e per farlo doveva attraversare tutto il paese. Mi presi un paio di insulti di un ciclista che quasi feci sotto ad un passaggio pedonale ed ignorai il semaforo rosso, superandolo a tutta velocità.
Ad un tratto, però, anche a quella velocità, qualcosa colpì la mia attenzione. Una jeep scura, quasi mastodontica mi passò davanti. Fu come rivivere un lontano ricordo di fine estate. Era il primo giorno a Forks. Ero in macchina di mio padre, con tutta la famiglia. Ero seduto nella seconda fila di sedili e fissavo il paesaggio boschivo che sfrecciava fuori dal vetro semi aperto. Ad un tratto una macchina, una jeep scura, ci aveva sorpassato a grande velocità, praticando una manovra quasi azzardata. Fu un attimo; mi girai curioso e li incontrai, due occhi scuri, agiati, eppure tremendamente profondi. Li avevo rivisti spesso, li avevo cercati, li avevo perfino provocati ma mai, come in quel momento, ne avevo sentito il bisogno. Bisogno di incrociare quegli occhi svegli e gioiosi. Bisogno di vederli anche solo per un istante semplicemente perché ero consapevole del fatto che fossero gli unici in grado di aiutarmi in quel momento, aiutarmi ad evadere dalla mia prigione. Sentii una strana morsa allo stomaco e inconsapevolmente sorrisi. Ma non un sorriso maligno, malizioso, uno dei soliti con cui andavo in giro. No, era diverso. Era naturale, spontaneo e soprattutto liberatorio. Senza neanche pensarci girai, seguendo a debita distanza la macchina che procedeva spedita verso l'uscita Est del paese. Non era diretta a scuola, non era diretta a casa e né tanto meno a Port Angeles. Quella più che altro sembrava una strada di campagna, che costeggiava un folto bosco, molto simile a quello che faceva sempre compagnia sulla strada verso casa mia. Mi mantenni qualche metro lontano da lei, uno perché la mia macchina era facilmente riconoscibile e se mi avesse visto quella sarebbe stata l'occasione migliore per dare di matto e due... beh, ero curioso, curioso di vedere dove stesse andando a quell'ora, da sola e soprattutto con quella fretta.
Io sono un pazzo irresponsabile, ok... ma lei, figlia del capo della polizia, mi supera alla grande...
"Fatti per stare assieme!" bisbigliai sorridendo. Mi meravigliavo sempre di più di quante cose avessimo in comune, soprattutto dal pomeriggio passato nello spogliatoio. Mi era quasi preso un colpo nel vederla lì a pochi passi da me, che ero completamente nudo ad eccezione del telo legato in vita. Era completamente a disagio, spiazzata. Sicuramente era entrata lì con l'intento di farmela pagare per le mie battute poco carine fatte in palestra, però... le era andata male e si era ritrovata a dividere con il leone affamato la stessa aria nello stesso spazio. Non nascondo che, quando mi sono avvicinato a lei per chiederle dei miei vestiti, ho faticato non poco nel trattenermi dal saltarle addosso. Avevo voglia di baciarla, di sentire il suo profumo fresco di fiori che in quello spogliatoio, per colpa dell'aria umida, si sentiva ben poco. Avevo voglia di assaggiare la sua pelle chiara e di sentirla sussurrare il mio nome nel farlo. Ma poi... beh, poi mi sono dato del coglione e ho pensato ad altro. Era l'unico modo per resistere alla tentazione che mi provocava.
Se solo non fosse così dannatamente bella e sensuale...
Mi era dispiaciuto non averla vista alla fiera quel pomeriggio anche se.. ripensandoci era andata meglio così: almeno non era stata costretta ad assistere allo show messo su con suo fratello ed io avevo evitato di sopportare altre occhiate di delusione e rimprovero, tipo quelle di Rose o di Edward.
In quel momento, ripensando al pomeriggio, venni colto da un brivido improvviso. Se il solo parlare della sorella faceva scattare Emmet in quel modo, figuriamoci sapere che io e lei un domani ci saremmo potuti frequentare, o peggio ancora stare assieme. I casi erano due: o avrei dovuto assumere un body guard a tempo indeterminato, anche se dubitavo dell'esistenza di un ragazzo più grande e muscoloso di Emmet; oppure... oppure niente... non era neppure contemplabile l'opzione 'Parla e chiarisci con il nemico'. Con un soggetto del genere, parlare sarebbe risultato inutile. Pertanto, se in futuro avessi ottenuto qualcosa di più da Alice, ci saremmo dovuti comportare come Romeo e Giulietta, amanti clandestini.
Aspetta un attimo, però... Romeo = Jasper... Romeo = Morto... Jasper = Morto!....
Ridacchiai divertito, mentre la jeep imboccava una traversa quasi nascosta. La seguii poco dopo. Capii all'istante dove fosse diretta. Quella era la strada che portava da Jacob, l'indiano meccanico, il mago che aveva rianimato la Volvo di carotino. Aggrottai la fronte. Possibile che fosse lì per farsi aggiustare semplicemente la macchina? E allora, se così fosse stato, perché non andare il giorno dopo con la luce del sole, o mandarci il fratello visto che la macchina era di sua proprietà?
Perché il fratello è impegnato con tua sorella...
Strinsi il volante e contrassi la mascella fermando la macchina dietro una fila di folti cespugli, mentre Alice parcheggiava proprio davanti la cascina rossa. Scese dall'auto e corse in direzione del garage da dove, qualche istante dopo uscì Jacob. Aveva una camicia chiara ed un jeans, abbigliamento genericamente normale. Quello che non fu normale fu il saluto che si scambiarono. Alice gli saltò letteralmente addosso, chiudendolo in un abbraccio approfondito... troppo approfondito. Vidi Jacob ridacchiare e stringere il corpo esile di lei, dopodiché le stampò un paio di baci sulla testa per poi scompigliarle i capelli e continuare a ridere. Un moto di rabbia mi prese allo stomaco e afferrai la prima cosa utile nelle vicinanze, ovvero un giunco che spezzai per scaricare la tensione. Ma tu guarda questo! Come cazzo si permetteva di toccare il mio scricciolo?
Mio... mio... mio... Mi sa che Emmet me le ha date un pò troppo forti...
Iniziarono a parlare animatamente, scherzando, provocandosi. E intanto la mia agitazione cresceva in maniera esponenziale. I casi erano due - che con quelli di prima, facevano quattro - o andavo lì e spaccavo la faccia di quel pellerossa da strapazzo, convinto del fatto che lui, con un solo soffio, mi avrebbe liquidato in due secondi netti, oppure rimanevo lì, nascosto come uno schifoso dodicenne intento a spiare la classica coppietta in vena di effusioni e romanticherie.
Coppietta?... Effusioni?... Romanticherie?... Ma stiamo scherzando, vero?...
Jacob circondò le spalle di Alice con un braccio e la guidò all'interno del garage. Merda, così mi avrebbe impedito la vista. Deciso a non perdermi neanche un istante, abbandonai veloce il mio rifugio per correre verso la struttura. Mi acquattai al muro e strisciai fino alla finestrella semi aperta. Sbirciai all'interno e rimasi di stucco. C'era lei, bella e impeccabile come sempre nei suoi vestiti perfetti e c'era Jacob, sempre più enorme e inquietante - un pò come Emmet. Ma non erano da soli, c'era un altro ragazzo con loro. Un altro indiano, a giudicare dai tratti vagamente simili a quelli di Jacob che parlava tranquillamente con Alice. Altro moto di rabbia che, quella volta, rimase immutato dato che non potei sfogarmi con niente. La vidi ridere di gusto - Dio com'era bella - e fare segno di sì con la testa. Fu il turno di Jacob per parlare. Gli altri due lo ascoltarono in silenzio per poi assentire. Pochi minuti dopo l'altro indiano porse la mano a Alice che gliela strinse allegra e sorridente. Si dissero qualche altra cosa, dopodiché lui, tremendamente impacciato, l'avvicinò a sé e l'abbracciò.
"Cazzo..." esclamai per poi tirare un pugno al muro e provocarmi un dolore atroce. Trattenni le grida di protesta e, stringendo la mano nell'altra, corsi via, verso l'auto con il cuore stranamente impazzito.


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Ricevere la chiamata di Alice era stata una vera e propria sorpresa. Erano all'incirca le nove di sera e me ne stavo in camera, sdraiato sul letto, con le cuffie nelle orecchie, il cappuccio tirato in testa e i piedi appoggiati al muro. Relax totale. Dopo un'intera giornata passata tra scuola, officina e problemi vari di Seth e la sua nuova ragazza Samantha, avevo proprio bisogno di uno svago o, perlomeno, di un istante di stacco dalla realtà.
Pensavo di esserci riuscito e invece...
"Jake... cavolo, è mezz'ora che ti chiamo!" mia sorella Rachel fece irruzione nella mia camera brandendo il telefono in una mano, come fosse un'ascia insanguinata
"Sapevi che ero qui... non 'era bisogno di urlare come una posseduta!" biascicai maledicendo il momento in cui avevo davvero creduto di aver staccato dal mondo. Mi guardò malissimo per poi passarmi la cornetta
"Tieni, è per te..." mi informò
"Chi è?" chiesi afferrando il telefono incuriosito
"Non sono la tua schiava!" urlò infastidita e fece per andarsene, ma dopo qualche passo aggiunse "E leva quei piedi dal muro altrimenti domani te lo faccio pulire con la saliva!" e sbatté la porta provocando un fracasso assurdo.
Le donne... chi le capisce é bravo...
Portai la cornetta all'orecchio, non curandomi delle minacce di Rachel
"Pronto?"
"Ehi, Jake... sono io, Alice... disturbo?"
"Ehi, Ali... no, macché disturbo, anzi... mi fa piacere sentirti... come va?" chiesi colpito
"Tutto bene, grazie... senti... posso chiederti un favore?" era titubante, cosa molto strana per una come lei
"Ma certo..." acconsentii
"Ecco... io avrei bisogno di.. mmm... un ragazzo!"
"Eh?" feci io aggrottando la fronte "Che significa che hai bisogno di un ragazzo?"
"Beh, vedi... ho in mente una cosa, un piano in realtà..."
"Ovvero?" domandai curioso
"Hai presente Jasper Cullen?" mi chiese a sua volta. Ci pensai qualche istante
"Il fratello di Edward?" chiesi conferma
"Esattamente!"
"Sì, ho capito chi è... l'ho visto quando è venuto qui con il fratello per riprendersi la macchina!" spiegai
"Perfetto... ecco, lui è il soggetto principale della mia idea!" mi informò allegra
"Spiegati meglio!"
"Adesso non posso, ti dirò tutto a voce. Ti trovo a casa tra... dieci minuti?" guardai l'orologio scuro appeso alla parete di fronte a me, Erano le nove e quindici minuti, sapevo di non dover andare da nessuna parte
"Sì, ci sono... dove ci vediamo?"
"A casa tua, Jake... ti raggiungo io!" mi informò
"Non se ne parla... non te la faccio fare quella strada al buio da sola!" sbraitai. La sentii ridacchiare dalla cornetta
"Stai tranquillo... conosco LA Push meglio della mia stanza... tu pensa solo a trovare un ragazzo che vada bene per me, possibilmente... innocuo come un agnellino. Ci vediamo tra un pò... a dopo!" e mise giù, senza neanche darmi il tempo per replicare o lamentarmi. Scossi la testa divertito, buttando il telefono sulla trapunta e sospirai.
Un ragazzo innocuo come un agnellino... ma cosa diamine ha in mente?...
Spensi il lettore musicale, rimettendomi composto, dopodiché recuperai un jeans e una camicia dall'armadio e scesi in garage
"Ancora al lavoro?" mi chiese mio padre che interecettai in cucina
"No, sto aspettado una persona!" spiegai passando una mano tra i capelli
"Una ragazza?" mi chiese malizioso. Spontaneamente sorrisi. Povero vecchio Billy. Sapeva quanto odiassi quell'argomento eppure, lo tirava fuori ad ogni occasione, magari perfino rinfacciandomi, anche senza volerlo, il fatto che Rachel e Rebecca fossero già fidanzate ed io no. Come spiegargli che l'unica ragazza che mi interessava non mi guardava neanche di sfuggita? Come spiegargli che per lei, Jacob Black era soltanto un caro amico, o peggio ancora il migliore amico del fratello?
"Un'amica..." mormorai per poi uscire in giardino. L'aria era fredda ma la sentivo appena. Ero un tipo costantemente accaldato e quasi mai sentivo il bisogno di coprirmi con maglie e cappotti. Era un pò come se avessi la febbre perenne. In sedici anni della mia vita non avevo mai preso raffreddore, influenza o mal di gola. Salute costante.
Accesi le luci del garage e afferrai il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans. Riflettei per qualche istante. Chi diamine avrei dovuto chiamare? Un ragazzo innocuo... come un agnello? Ne conoscevo qualcuno?
Il problema é capire cosa intende lei per innocuo... che non le causi problemi? Che non sia sentimentalmente impegnato? Oppure semplicemente con le sembianze di una pecora?...
Poi un fulmine.
"Ma certo!" esclamai sorridendo. Scorsi la rubrica ed indoltrai la chiamata. Dopo quattro squilli una voce
"Pronto?"
"Ohi, Dave... sono Jacob..."
"Sera, Jake... a cosa devo questa chiamata?" mi chiese curioso e anche fin troppo entuasiasta
Qui la cosa non mi piace... e conoscendo il soggetto, dovrei iniziare a preoccuparmi...
"Ecco... avrei bisogno di parlarti... puoi raggiungermi al garage?" gli chiesi, sperando che non fraintendesse
"Adesso?... certo... dammi due minuti e arrivo... abitiamo a pochi metri di distanza, per me non è un problema!" acconsentì allegro. Trattenni una risata e misi giù. Alice avrebbe dovuto darmi una spiegazione plausibile a quella sua grande pazzia, perché, altrimenti, a rimetterci, sarei stato solo e soltanto io.


Allora, mi state odiando di più per l'ultimo POV, o per come ho concluso ogni personaggio di qst capitolo??? (soprattutto l'ultimo!) ahahah... secondo me, vi ammutinerete tutti, me lo sento. Cmq... chiedo venia per l'immagine di Jake... fa cagare ma nn avevo niente di meglio... anche se... per me sta bene in tutte le foto, anche di spalle o sottosopra (^_^)
N.B. Vi sfido... vediamo chi di voi riesce ad intuire il piano di Alice... cosa deve fare cn qst ragazzo "innocuo" e soprattutto, cosa intende lei x "innocuo"? (dai, se ci è arrivato Jake, potete arrivarci anche voi ^^) fatemi sapere, mi raccomando ;-)

Risposte alle recensioni:

_cory_ : Salve cara... secondo te Edward lascia Kristen???? Al 70 %???' Ne sei ancora convinta anche dopo qst capitolo???? Mmmm... io non mi esprimo, lascio a te l'ardua sentenza ^^... cmq spero che il cap a 4 voci ti sia piaciuto... un bacio alla prossima ;)

yle_cullen: Ma salveeee... tesora, nn preoccuparti se nn hai recensito, l'importante è che nn mi abbandoni, altrimenti io cm faccio???? ç___ç... però cm hai visto sono tornata anche qst volta in leggero ritardo (meglio dell'ultima volta però!) anche se, cn qst capitoloni mi sa che è un pò cm aggiornare tutti i giorni, non credi? ^^cmq, passiamo al capitolo... sì, Bella collassera al suolo, a meno che nn ci siano un paio di braccia forti ed abbronzate (XD) che la raccolgano e che la sorregano fintanto che Diddy Cullen si sbrighi a rendersi conto di ciò che fa. Cmq, a giudicare da cosa succede tra di loro, nn penso che la spediazione di Kris a NY avvenga a breve... c'è ancora un pò di strada da fare ed è quasi tutta in salita purtroppo... cmq, staremo a vedere... dimmi cara, vedere Jasper geloso fa uno strano effetto, non trovi??? A me garba da morire muahahah (ad essere crudeli, siamo in due XD)... cmq... a Volterra eh??? E chi l'avrebbe mai detto... e allora ci andiamo più volentieri a far casotto davanti alla Zanichelli... zi zi... così, nella pausa, ci facciamo un giro da quei tre gentili signori che conosciamo tanto bene e ci facciamo fare un "piccolo" prelievo di sangue... che dici???? ahahah... beh, cara, ti lascio sperando che il cap ti sia piaciuto... fammi sapere... kisssss :*

hale1843: Ciauz tesò... ahahah.... in pratica lo scorso cap è stato uno sbavamento continuo... spero che a tutto qst la tua tastiera sia sopravvissuta... mi dispiacerebbe sapere di essere la causa della sua rovina... ^^ cmq ti do ragione, sapere Jasper mezzo nudo, beh, fa un certo effetto... beata Alice che ha potuto ammirare (ma non toccare ^^) il panorama... ti prego... nn dirmi cosa avresti fatto a Jazz appena uscito dalla doccia... posso immaginarlo ^^' ... ti conosco bene ormai, eh eh... per Kristen, anche se condividi l'idea di Jasper, purtroppo la ragazza nn riparte quindi tu, Bella, Jasper e soprattutto Edward dovete farvene una ragione. Io se fossi in te analizzerei con molta attenzione il suo comportamento in qst cap poi dimmi cosa ne pensi che sono curiosa. Cmq POV di Jazz??? Accontentata, spero ti sia piaciuto, cm il resto del cap... attendo tue notizie un bacione immanso, tesora... ciaooooo

cinzia818: Ma ciaooooo... hai visto, alla fine ho letto e ho recensito... ho spiegato le mie ragioni del disumano ritardo ma colgo l'occasione per prostrarmi di nuovo ai tuoi piedi e chiedere di nuovo perdono. Non ti meriti una lettrice insulsa cm me... ueeeee... ç___ç... perdonami se puoi! Hai ragione, Alice e Jasper sono idioti nell'animo... si fanno del male a vicenda, lui stuzzica lei, lei evita lui... adesso c'è questo.. "qualcosa" che lei ha in mente di cui nessuno (eccetto me) sa di cosa si tratti... sento che finirà molto male la questione. Per quanto riguarda Ed, hai visto le sue seghe mentali quali sono... ha paura di ferirla (cm hai notato tu) però sa che se non la lascia oltre a farla soffrire ancora di +, fa stare male Bella e lui non vuole. Però, lui è fatto per le cose complicate e dubito riuscirà a sbrogliarsi tanto facilmente. Per Emm e Rose... hi hi hi... no comment! Sono così dolci che ho perfino paura di rovinare qualcosa cn loro ogni volta... beh, cara, spero che il cap ti sia piaciuto... cmq sì, sn su Fb e mi farebbe piacere se mi aggiungessi... (Fabiana Desiati) dovrei esserci solo io cn qst nome... se hai prob contattami pure... a presto, cara, un kissss

stezietta w: ohhhhh... eccola qui la mia Ste prediletta... ma zaooo... hai visto, alla fine ce l'ho fatta... hai avuto il cap in anteprima però spero che sia stato cmq gradito anche perché i 3/4 nn li avevi letti... mi disp se l'arrivo di Kris ti ha così destabilizzato... spero che qst cap nn sia per te una sprangata... hih hi hi perdonami, cara, se puoi, ma Eddino è pur sempre un maschietto che ragiona cn i pantaloni a volte ^^ ... Io ti ascolto cara perché le tue idee sono a dir poco geniali... hai visto c'è anche Dave ^^... hai ragione, forse Rose avrebbe dovuto dire/fare qualcosa in +, e nn mancherà occasione, ma x il momento lei si concentra sul suo Emmet (che suo ancora nn è ^^) però un discorso cn il fratellino ci sarà, tranquilla... fai bene a farti i complimenti cara, te li meriti (standing ovation 4 you)... e cmq Jasper nudo ci sarà in futuro, fidati... hi hi hi chissà in quale circostanza ^^ (prova un pò ad immaginare!!!)... cmq nn devi ringraziarmi, semmai sono io che devo ringraziare te per il tempo ke mi dedichi su msn, per divertirmi e soprattutto per la magnifica compagnia.. quindi grazie, davvero!... bene, Alice è impossibilitata a parlare ahimé... è ancora nel garage cn "tu-sai-chi" (non con Voldemort ahahah, qst è un'altra storia) chissà se usciranno mai da lì... bene, cara, ti invio un bacio ci sent prossimamente su msn... un bacione... ciaoooooooooooo

Elfa Sognatrice: Ma salve... mmm... tesoro mio le tue idee su Edward che manda al diavolo Kristen così sono pefidamente invitanti, solo che non credo che Eddino le prenderà in considerazione, ahimé è un pò testardo... Hai ragione, è molto strano che Alice-indagatrice-amorosa nn si sia ancora accorta di niente soprattutto perché per lei Bella nn ha segreti, però... in qst momento la piccola Alice diciamo che è leggermente impegnata a pensare ad altro (mmm chissà chi^^) quindi diciamo che è scusata x qst... hai ragione, per quanto Alice cerch in tt i modi per starle lontana, finisce irrimediabilmente col starci insieme... il prob però è che così facendo sta trasformando sempre di più lui... cosa che lo dovrebbe preoccupare parecchio, soprattutto nei prossimi capitoli... ti prometto che lui soffrirà parecchio... muahahah (dai, un pò se lo merita in fondo^^)... cmq, spero che il cap ti sia piaciuto... asp tue notizie... un bacione.. ciaoooo

Piccola_pokemon: Salve cara... sono contenta che il cap scorso ti sia piaciuto così tanto soprattutto la parte di Jasper mezzo nudo (eh eh d'altronde a chi non è piaciuta quella parte XD)... per quanto riguarda Edward... la decisione è ardua e lui ha le idee parecchio confuse. Dovrebbe farsi un mezzo esamino di coscienza, parlare a 4occhi con Kristen e poi decidersi... ma la vedo lunga e intanto Bella soffre... ( nn per molto però ^^) si si, Rose e Emmet sn quelli + avanti anche se ovviamente lei ci va cn i doppi piedi di piombo, capisci bene il perché. Bene, volevi POV di Jasper ti ho accontentata nn cn uno ma cn ben 4 POV maschili, spero apprezzerai. Fammi sapere... alla prossima.. un kisss

bigia: Salve tesora... eh eh... me lo chiedo anch'io il perché la fidanzata (perché ancora è fidanzata ^^) sia venuta a Forks... forse per rendere la vita ancora + difficile a tutti i ragazzi, in particolare a Bella e Edward che se nn si decide a lasciarla saranno cavoli amari... per fortuna qui il rapporto Rose/Bella è diverso e in lei ha potuto trovare un'amica (mi fa strano pensare a loro due cm amiche e a Jazz ed Emm come "nemici"... ahahah il mondo si è ribaltato!). X qnt riguarda Alice... beh, si  è capitolata ma adesso la nanetta ha in mente qualcosa di cui io, se fossi nei panni di Jasper, mi preoccuperei parecchio... staremo a vedere. Bene, spero che il cap sia stato di tuo gradimento... fammi sapere... un bacione

Lisa76: Salve cara... cornacchia? ahahahah... giusto appellativo... mi sembra proprio adeguato... beh, in disparte nn poteva di certo stare, figurati poi se la conosceva per "sentito dire" da qualcun altro... è stato meglio che a farlo sia stata Rose... diciamo che è risultato leggermente più indolore... anche se, il colpo l'ha subito cmq... purtroppo per il momento nn torna, e nn credo lo farà... a meno che nn avvenga una catastrofe a Forks (cosa che nn ci auguriamo) e nn sia costretta a fuggire.. quindi, cara, mettiamoci l'anima in pace e sopportiamola... x Jasper... mmm... se i due mettono la testa a posto si prospetta loro una convivenza molto ma molto tenera... aspettiamo e speriamo... spero che il cap ti sia piaciuto... fammi sapere... un bacione ^^

robbycullen: Ciao cara... eheh ti vedo violenta e combattiva nei confronti di Kristen, povera lei, non vorrei proprio essere nei suoi panni allora... cmq, per il momento deve andare così, poi vedremo. Sono contenta che parteggi per Alice, in effetti la nanetta ha tutte le carte in regola per abbattere Jazz ma... con moderazione, è ovvio. Cmq, spero che apprezzerai il capitolo, attendo tue notizie. Un kisss a presto ^^

Uchiha_chan: Salve... sono contenta che lo scorso capitolo abbia avuto quell'effetto su di te (a proposito hai un catino-raccogli-bava???? Uh che figata, lo voglio anche ioooo)... Bella è sicuramente uno dei personaggi che ho reinventato di meno perché quella originale era perfetta per la storia, anche se, in alcuni atteggiamenti lei risulterà meno riflessiva o incerta, e qst la porterà a sbagliare parecchio. Ed in effetti il rapporto con Rose è interessante perché si descrive sempre (cm racconta la nostra "Bibbia" ^^) che le due non abbiano mai instaurato qst grande rapporto... io però, per una volta ho voluto metterle assieme e creare qualcosa di diverso e spero, convincente! Vorrei precisare una cosa riguardante Kristen, però... certo, magari associata a Edward potrà ricordare Tanya, però ti assicuro che io non ho assolutamente pensato a lei qnd l'ho descritta. Anzi, è tutt'altra persona, dato che io Tanya la sopporto poco (nn so perchè)... certo, il fatto che stia in mezzo e che ostacoli l'amore tra i due, un pò ricorda qualcuno, però... c'è cmq una leggera differenze (Kristen poi in fondo non è così male e sa da che lato "prendere" Edward ^^)... Un hrrà a tua madre che, come la mia, capisce qnd usciamo di senno leggendo le fic... ahahah... beh, però, mi fa piacere averti fatta ridere in qst modo, sapere che da qualche parte qualcuno sta leggendo per quello che ho scritto io, mi fa gongolare di felicità ^^ beh, volevi un capitolo su Emm e Rose e anche uno sui Cullen... beh, credo con qst di aver accontentato un pò tutte le tue richieste, dimmi poi tu se è stata una cosa gradita... asp tue notizie... un bacione, cara... ^^

pinkgirl: Salve... sei tornata, che bello... uh... noto con estremo piacere che il capitolo ti ha davvero lasciata a corto di parole anche se le poche che hai scritto sono state per me un toccasana perchè mi hanno resa felicissima... sapere di averti lasciata davvero di stucco mi ha fatto sorridere cm una scema per due minuti sani... grazie davvero^^ spero solo che i successivi colpi di scena - già quelli che troverai in qst capitolo - non facciano partire il tuo povero cuoricino altrimenti mi sentirei tremendamente in colpa.. Devo iniziare a chiamare il dottor Cullen, cara??? beh, intanto fammi sapere cm hai trovato il cap, io penso al dottore.. ciaoooo ^^

vavi: Salve... sono contenta che il cap ti sia piaciuto così tanto... addirittura il batticuore??? Uh che bello... beh mi fa piacere aver scatenato un pò di sane emozioni e spero che qst ci siano state anche cn qst capitolo a 4 POV che di emozioni dovrebbe darne parecchie. Fammi sapere cosa ne pensi, aspetto tue notizie, cara... un bacione ^^

valeego: Ehi cara... ma no nn devi scusarti... se solo quella scimmiotta dell'autrice si ricordasse di aggiornare più spesso qst nn succederebbe... quindi nn hai niente da farti perdonare, semmai sono io che devo farmi perdonare da te e dalle altre lettrici. Sono d'accordo con te, in qst momento Edward si sta dimostrando un pò troppo poco uomo, soprattutto nei confronti di Kristen, che anche se ne parliamo male, è cmq una ragazza innamorata di qualcuno che nn la vuole e se lo scopre è bruttissimo... dovrebbe rendersene conto e parlarle prima di peggiorare il tutto. Vuoi sapere cm andrà a finire tra i due? Beh credo che dopo qst capitolo se fossi in te inizierei a preoccuparmi un pò per le idee malsane di Alice... tienila d'occhio... beh, spero che il cap sia stato gradito, fammi sapere... un bacione

irly18: Salve... tutto bn, a parte un pò di mal di gola post influenza, e tu? Spero bene... ahahah mi hai fatta morire cn la storia dell'articolo d giornale sulla tua "improvvisa" morte... dai, non ti farei mai una cosa del genere... ma ti pare? Ci tengo troppo alla vostra salute... però mi fa cmq piacere che sei rimasta così colpita dall'arrivo di Kristen.. scombinerà un pò di piani la ragassa... eh sn contenta di essere stata una ricompensa x la connessione monella... eh eh eh qst connessioni biricchine... ogni tanto lo fa anche la mia (shhh... che se mi sente fa i capricci anche oggi!) cmq hai ragione anche se Kris nn ha ancora (evviva l'ancora ^^) fatto nulla... ha sbagliato a mettersi contro Bella.. nn c'è proprio storia tra le due... vince la Swan a tavolino ^^ bene, cara, fammi sapere cm hai trovato il capitolo... attendo tue notizie... un bacione

ClaudiaSwan: O Santo Cielo... la tua è la recensione più lunga della storia... uh che bello... allora ( e mo da dove inizio... beh dai, proviamoci ^^)... prima di tutto grazie x TUTTE  le bellissime parole che hai scritto... sono state tutte apprezzatissime e soprattutto mi hanno fatta sorridere per un quarto d'ora buono... (ovviamente dopo esseermi ripresa dallo schock della lunghezza!). La gente fa bene a chiedere consigli e ovviamente fai bene tu a dire che si ha sempre molto da imparare. Tutti hanno da imparare dagli altri, io ad esempio ho imparato da te qnd avevo bisogno, e poi fa sempre piacere trovare qualcuno che ti aiuta... mi fa immensamente piacere sapere che la coppia Alice/Jazz ti sia entrata così nel cuore... sono particolari nella loro diversità soprattutto perchè credo che dall'altro entrambi possano cogliere beneficio... soprattutto perché lei trova in lui la protezione che nn ha mai trovato nel padre invece lui trova in lei la stabilità che nn ha mai avuto... insomma si compensavo bene direi... ohhhh... che bello finalmente qualcuno che mi comprende appieno... finalmente qualcuno che capisce che oltre al sito ho una vitaaaa... grazie tesoraaa grazie davvero... alcune volte mi sento davvero in colpa per non riuscire magari a postare in tempo però, qualcuno arriva a dirmi eh... quasi mi dimenticavo della tua fic... cioè, un pò ci rimango male, non lo faccio mica di proposito... se fosse per me aggiornerei tutti i giorni, davvero. E poi hai ragione anche qnd dici che per fare le cose x bene ci vuole tempo, e io non sono solita aggiornare tanto per farlo, rileggo tipo otto volte per rendermi conto di errori, frasi che nn vanno, battute sbagliate e via dicendo.. diciamo che sono un pò maniaca in qst, ma credo sia un pò per tutti così, no? E credo anche che tu mi possa capire ^^ grazie x tutti i complimenti, magnifici, meravigliosi e soprattutto apprezzatissimi che mi hanno riempito il cuore.. grazie grazi GRAZIE (così si capisce meglio!). Bella è una ragazza mlt emotiva che sente il prob di casa diversamente rispetto ai fratelli e per qst riflette in Edward  l'affetto che ha necessità di provare. Ha bisogno di sapere che c'è qualcuno lì fuori che può renderla felice e che può farle dimenticare di suo padre e Edward sembrava quello perfetto. Non dico che si arrenderà perché forse qualcuno arriverà a distrarla, però... per lui ci soffrirà cmq. X alice invece ti do ragione anche qui, lei ha un carattere leggermente + forte anche se a suo modo sa essere molto più debole di lei, perché tiene tutto dentro o lo maschera cn il finto buonumore, dovremmo sperare che un giorno Jasper possa scioglierla un pò. Jasper ha davvero sostituito Edward nella tua posizione preferita? Waw, Jasper ne è onorato (e anche io, a dire la verità...) mi fa davvero molto piacere, significa che cm lo reso ti piace così tanto da entrarti nel cuore + di Eddino... ^^ (me gingilla!)... cmq sì, Jasper nn si rende ancora conto di qnt male può farsi a giocare così tanto cn Alice... soprattutto perché è di sentimenti che parliamo e per lui è un mondo nuovo che nn ha ancora mai scoperto, pertanto è normale che ci vada così leggero... speriamo solo non si faccia troppo male ^^ bene, spero di aver risposto a tutto e devo dire che è divertente scrivere così tanto (è quasi + lunga del capitolo qst risp XD)... spero inoltre che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere mi raccomando... grazie ancora di tutto, attendo il tuo commento con ansia (nn deformarmi la pagina, però... ahahah scherzo ovviamente, le recensioni lunghe mi fanno impazzire!) ti invio un bacione a prestoooo ciaooooooo 

Norine: Salve... io sarò sempre fedele al giuramento fatto, ricordatelo, e cm vedi anche qst volta: capitolone lungo un km... ahahah, spero apprezzerai la cosa cm di dovere ^^... hai ragione, per colpa della codardia (o della troppa galanteria) di Edward tutti (inclusa Kristen) si faranno male, senza rendersene conto... Bella e Edward in primis. Se stanno male già da ora, figuriamoci dopo... deve parlarle adesso, ma nn lo vuole capire... è cocciuto cm un mulo... per qnt rigurda Ali e Jasper ho detto che si faranno del male perché adesso stanno giocando troppo uno cn l'altro e in futuro potrebbero risentirne.. Metti caso che un domani uno dei due si rendesse conto di essere innamorato dell'altro che però continua a trattarlo cm sempre... nn credi che poi starà malissimo qst "qualcuno" (aahahah io so chi è!)... cmq, spero che il cap ti sia piaciuto, cara, fammi sapere... un bacione immenso... ciaooooo

mine: Salve... immaginavo sarebbe venuto uno scompenso cardiaco a qualcuno con l'arrivo inatteso e indesiderato di Kristen uno, perché non era praticamente messo in conto da nessuno, si pensava rimanesse a NY e tanti saluti, e due perché la prima a vederla (eccetto Rose) è stata proprio Bella... una grande botta di fortuna in pratica. Hai ragione, Eddino si deve dare una regolata e lasciare Kris, ma... ha le idee confuse e di certo le dichiarazioni di lei nn lo aiutano nel suo intento, ma... staremo a vedere cm si evolverà la faccenda.. bene, fammi sapere cm hai trovato il cap attendo tue notizie... a presto, ciaoooo ^^

maya tabitha: Salve cara... eh lasciamo perdere la scuola, tasto dolente e noioso quindi, mettiamola da parte che è meglio... beh, sono contenta che il cap ti sia piaciuto così tanto... lo so Eddino è un povero disperato che oramai deve solo sperare in un miracolo... nn ci voleva proprio qst sorpresa che gli scombinerà tutti i piani... pensa a quella povera Bella poi... e cn Jasper, credo che Edward faccia una bella coppia di stupidi/idioti/casi umani da ricovero immediato... il problema loro è che ragionano poco con il cervello e molto con i capelli evidentemente... ma... staremo a vedere... bene cara spero che il cap sia stato di tuo gradimento... un bacione a prestooooo ^^

MalyCullen: Sociaaaaaaaa ma nn ho fatto nessuna fine, sono sempre qui in qst insulso paese (vabbé in teria è una città sono io che lo chiamo paese)... cmq se ogni tanto sparisco sappi che è x colpa esclusiva della scuola e che io nn c'entro nulla. Ahhh tanto lo so che anche tu hai visto New Moon quindi posso parlare liberamente... due parole in merito: semplicemente fantastico... cioè è stato un sogno dall'inizio alla fine.. già qnd è iniziato stentavo a credere che fosse davvero New Moon perché dopo averlo atteso così tanto, riuscire finalmente  vederlo è cm un sogno che si avvera... ed è stato davvero magico... tutto, niente da ridire, benché qualche mala lingua abbia già trovato difetti inesistenti o qualcosa a cui appigliarsi... ma adesso l'abbiamo detto, sono male lingue e continuassero a parlare a vanvera visto che gli riesce così bene... e tu, che ne pensi del film? Bello, bellissimo, meraviglioso, più che meraviglioso oppure nn ci sn parole x descriverlo tanto che è bello? aspetto tue notizie a riguardo ^^ dunque... due cose prima di iniziare a parlare dello scorso cap... uno, hai ragione devo aggiornare "Cm ti vorrei" ma ti spiego: sono a corto di idee... ho scritto tre pag cn Mirko POV ma ti assicuro che sono arrivata ad un punto morto e nn riesco ad andare né avanti né indietro... vorrei tanto, socia, cn tutto il cuore ma è un'impresa titanica riuscirci, ma ti prometto ke mi impegnerò e proverò ad andare avanti. Per il riassunto dovremmo incontrarci su msn così posso dartelo... mmm... n so dimmi tu qnd puoi, io in genere mi collego un pò tutte le sere salvo imprevisti di varia natura. Così ci facciamo pure 2 sane chiacchiere^^. Due, nn devi scusarti, ti capisco perchè la connessione fa la monella anche cn me, quindi sta tranquilla ^^ Beh cara, carotino si è fatto vedere in qst cap e devo dire che secondo me lascerà un pò tutti così O__________O per quello che ha fatto... e forse inizierai anche ad odiarlo per questo, nn si sa mai. Il prob nn è tanto il fatto che lui nn capisce cosa prova x Bella, socia... no, quello che credo che l'abbia capito... ha intuito qualcosa... il prob è che nn sa cm fare x dirlo a Kris e poi cm hai visto lei conosce i suoi punti deboli x farlo stare zitto... tu dici che la storia Ed/Bella è un triangolo? eh eh eh eh ti sorprenderà sapere, socia, che invece si tratta di quadrato... ahahah... (oddio... sociaaaa abbassa quell'ascia... no... nn farlo socia, ricorda che mi vuoi bene e che nn puoi categoricamente farmi del male... sociaaaaaaaa!)...... ok mi sono ripresa (la demenza ha colpito anche me^^) spero che il capitolone lungo lungo lungo sia stato di tuo gradimento socia, fammi sapere che sai che al insindacabile giudizio ci tengo, ergo... asp tue notizie... anche io ti voglio un casino di bene e d'altronde cm si fa a dimenticarsene? ^^ ciaoooooo sociaaaaa a prestooooooo Kiss ;*


N.B. Sfida di questo capitolo: voglio proprio vedere se c'è qualcuno che riesce a capire cosa ha in mente Alice... forza, sprementevi le meningi... ovviamente Ste... tu sei esonerata altrimenti sarebbe troppo facile, cara ;)

Abbigliamento Emmet & Rosalie
Abbigliamento Edward & Kristen
Abbigliamento Jasper & Alice
Abbigliamento Jacob



 

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Capitolo 28
*** Sorprese in fiera ***


Capitolo 29 (Rosalie & Alice POV) Ohi... salve a tutti, carissimi... la neve e le imminenti vacanze natalizie mi portano ispirazione, so... il capitolo è pronto! ^^ Allora, cm sempre le mie solite frasi logorroiche da inizio capitolo... prima di tutto, ho notato un generale disappunto (se nn addirittura un istinto omicida!) da parte vostra nei confronti di Eddino che, a detta vostra, si sta tramutando in uno stronzo di dimensioni galattiche... ebbene sì, miei cari, il ragazzo è molto confuso, più che altro, cm già gli ha prontamente detto Jasper, gli manca il coraggio, poveretto.. Per qnt riguarda il piano di Alice... mi sono fatta le migliori risate leggendo i vostri commenti, non perchè fossero ridicoli o roba del genre, il contrario... la maggior parte di voi ha indovianto alla grande anche solo basandosi su quel piccolo POV di Jacob, ergo, vi faccio i miei complimenti. Per tutti gli altri che nn l'hanno del tutto capito invito a leggere qst capitolo e a prestare particolare attenzione all'ultima parte, poi fatemi sapere ^^... ultima cosa, Rose e Emmet... se lo scorso capitolo vi hanno fatto tenerezza, in qst è d'obbligo la lacrima perchè, lo ammetto, io mi sono commossa rileggendolo... praticamente è il sintomo di svolta nella vita di 2 personaggi, poi sta a voi dire se ho esagerato, se ho sbagliato a renderla in qst modo o se invece condividete la mia commozione o cmq vi è semplicemente piaciuto. (voi siete sempre i giudici supremi!). Adesso, dopo aver ringraziato cm sempre tutti voi, i miei angeli^^, vi lascio al capitolo, augurandovi buona lettura e, se nn dovessi aggiornare prima di Natale, tantissimi auguri... ^^ ciao angeli XD
P.s. Per coloro che mi hanno chiesto la foto di Kristen questa attrice la rappresenta al meglio Kristen
p.s.2: Domandina: Sareste contrari a futuri POV esterni tipo Jacob? Fatemi sapere...



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É sabato notte, anzi domenica mattina a giudicare dall'orario.
Sono da sola. A casa. Intenta a guardare una telenovella americana e a chiedermi il perché non mi fossi fatta convincere da mio fratello ad andare alla festa di un suo amico. Perfino Jasper ci era andato, cosa alquanto strana visto che non frequenta molto i ragazzi di quella comitiva.
Sbuffo infastidita, lanciando uno sguardo all'orologio del decoder: le 02 e 23.
Chissà perché, sento che questo orario, in un futuro prossimo mi dirà qualcosa.
Pertanto lo guardo meglio, lo osservo con attenzione e lo memorizzo, finché non scatta il 24.
Non so se sentirmi meglio o peggio.
Fantastico, mi dico, adesso anche dall'orario mi faccio condizionare. Forse è meglio spegnere e andare a letto.
E così faccio, mettendo fine, con un gesto secco, ai lamenti amorosi di una donna appena lasciata dal marito.
Decisi, però, di fare tappa in bagno per una doccia calda, che di certo mi avrebbe aiutata a rilassarmi.
Girai l'angolo, vagando con la mente verso il bagnoschiuma che avrei potuto usare, magari Jasper non si sarebbe reso conto se gli avessi rubato un pò del suo sapone preferito...
Ad un tratto sentii qualcosa di freddo afferrarmi un braccio con forza e stringerlo fino a far male. Gridai sia per lo spavento che per il dolore.
Non sapevo chi fosse, né cosa volesse da me.
Poteva trattarsi di un ladro, magari aveva perfino un complice nascosto da qualche parte e stava cercando di trattenermi o peggio ancora, voleva la combinazione di un cassaforte che, in casa Cullen, non avrebbe mai trovato.
Vengo trascinata fino al muro opposto e sbattuta con forza, tanto che, al dolore precedente si somma anche quest'altro che è quasi peggiore.
Tento di parlare, di chiedergli cosa vuole da me e perché mi sta facendo questo, ma le parole stentano ad uscire.
Escono solo grida sconnesse, richieste d'aiuto indecifrabili.
Ho paura, paura come non ne ho mai avuta in tutta la mia vita.
Le mani gelide di quest'uomo iniziando a percorrermi tutto il corpo. E allora fremo di più, mi dibatto.
Mai nessuno si è permesso di toccarmi in quel modo ed è come se il mio subconscio avesse già capito le intenzioni viscide di quest'essere.
Vuole il mio corpo e lo vuole a prescindere se sia io, che voglia o meno darglielo.
Lo prenderà comunque, con la forza.
Provo inutilmente a liberarmi, ma le sue braccia, le sue enormi braccia, me lo impediscono.
Il mio corpo fragile non può niente contro il suo, pieno di muscoli.
Ed è come se mi stessi arrendendo dopo essermi resa conto di non farcela a fermarlo.
Per questo chiudo gli occhi, li chiudo stretti e piango.
Piango di dolore, piango di sofferenza e di paura.
Piango perché questa casa, la stessa che è quotidianamente piena di tutti i miei cari, oggi è vuota e sta per diventare il luogo del mio martirio.
Piango perché non riesco a lottare e perché so di non meritarmi quello che quest'uomo viscido sta per farmi.
Piango, piango, piango...
Riesco a fare solo questo.
Non sento niente, niente di niente. Solo i suoi movimenti e la stoffa del divano sotto di me.
I suoi gesti diventano sempre più irruenti, intimi e soprattutto dolorosi.
Quando sento la maglia venire via un singhiozzo mi mozza il respiro.
Qualcuno mi aiuti, qualcuno venga a liberarmi da questa tortura.
All'improvviso, come se le mie disperate preghiere fossero state ascoltare, sento qualcosa cambiare.
Il peso di quel corpo freddo cambia, diventa più sopportabile quasi inesistente, benché ne senta comunque la presenza.
Anche la sua temperatura é cambiata. Non è più gelido come il ghiaccio, non è fastidioso come prima.
Adesso è caldo e perfino piacevole.
Sento ancora le mani su di me, ma non sono più viscide, non sono più prepotenti e dolorose.
Il loro tocco è morbido, lento e calcolato.
Non è dolore quello che provocano. Anzi, è una strana sensazione, mai provata prima ma estremamente piacevole.
Sento un respiro, leggermente irregolare, ma pure sempre tranquillo e caldo, posarsi sul collo e risalire fino alla guancia per poi scendere di nuovo giù.
Sento qualcosa sfiorarmi una spalla poi il mento e poi accanto alla bocca.
Dalla morbidezza e dalla fragilità sembrano labbra. Dal calore che lasciano addosso, sembrano fuoco.
Emetto un sospiro rilassato, mentre sento qualcuno sorridere. E questo qualcuno è proprio l'uomo che ho sopra di me, quello che mi sta regalando tutte queste meravigliose sensazioni, anche se io non lo conosco affatto.
Solo allora mi rendo conto, però, di avere ancora gli occhi chiusi e di non averli aperti dal momento in cui mi sono arresa.
Solo che adesso sento che qualcosa è cambiato e per questo voglio vedere cosa è successo e perché d'un tratto il gelo e il dolore hanno lasciato il posto a questo calore confortante e ad uno strano piacere del tutto positivo.
Quindi con lentezza li apro, abituandomi gradualmente all'oscurità della stanza.
Vedo il led luminoso. Segna le 02 e 23. Com'è possibile?
Vago ancora un pò, soffermandomi sulla porta d'ingresso e sulla luce fioca che arriva dai lampioni sulla strada.
E infine mi giro verso l'uomo che è sopra di me.
Mi serve un pò di tempo per capirne di lineamenti, per cercare di capire se possa o no conoscerlo.
Quello che vedo mi lascia senza fiato.
Emmet...
Provo a parlare ma lui, con un sorriso mite mi blocca e poggia le sue labbra sulle mie in un bacio casto e morbido.
Provo a respirare. Ci riesco, senza nessun dolore.
Il bacio si approfondisce, tanto che le mie mani arrivano ai suoi capelli, affondando all'interno e accarezzandoli piano.
É indescrivibile ciò che sto provando. Ed è tutto troppo perfetto.
Come ho fatto a pensare di voler dimenticare questo momento? Per quale motivo avrei dovuto farlo?
Stare qui, su questo divano, circondata dal calore e dal profumo di Emmet è fantastico e non ha bisogno di altre parole per essere spiegato.
Lo sento sistemarsi meglio tra le mie gambe, sento le sue carezze sui polpacci che porta dietro la sua schiena.
Non mi lascia un secondo, ed io sento che neanche io avrei voglia di farlo. Deve stare con me, esattamente come sta adesso.
Mi guarda, come se aspettasse che dicessi o facessi qualcosa.
Ed io, senza nessun pensiero, annuisco e lo attiro a me stringendolo per i capelli e tornando a perdermi su quelle labbra calde.
Sento qualcosa in mezzo alle gambe, sento altro calore, ma neanche una minima traccia di male.
Va tutto bene.
"Rosalie..." il mio nome.
É questa l'ultima cosa che sento prima di svegliarmi.



Aprii gli occhi lentamente. La camera era inondata di luce. Era mattina. Presto, a giudicare dalla tranquillità che regnava un pò ovunque. Mi rigirai tra le lenzuola, sospirando e richiusi gli occhi. Come un fulmine le immagini del mio sogno si susseguirono una dopo l'altra, come diapositive su un proiettore. Rivedo l'uomo dei miei incubi, lo stesso che nove mesi prima mi aveva violentata. Rivivo il terrore come tutte le volte. Ma c'è qualcosa di diverso in quest'ultimo sogno. Qualcosa che normalmente non dovrebbe esserci. E alla fine capii.
Mi tirai a sedere di scatto, spalancando gli occhi. Dio mio, avevo appena sognato di fare l'amore con Emmet. Non ci potevo credere. Mi concessi qualche secondo per rielaborare il tutto. Per ragionare e cercare di capire.
Ma cosa voglio rielaborare... ragionare... capire... è tutto vero, l'ho fatto davvero il sogno... me lo ricordo come se fosse accaduto seriamente...
Avvampai, portandomi una mano tra i capelli. Non mi era mai successa una cosa del genere. Non mi era mai capitato di ritrovarmi a sognare di fare l'amore con qualcuno, soprattutto non con persone che conoscevo. E invece era successo, l'avevo fatto... con Emmet per giunta. Scoppiai a ridere, portandomi una mano sulla bocca per attutire il rumore. Ridevo e arrossivo. Inspiegabilmente.
Dopo le risate e l'imbarazzo iniziale arrivò la ragione: perché il mio costante incubo personale si era trasformato in quel modo? Perché la figura dell'uomo che aveva abusato di me, senza ragione, era diventata Emmet, il quale, invece di farmi del male come l'altro uomo, mi accarezzava, mi baciava, mi faceva provare emozioni incredibili, faceva l'amore con me... perché?
Era forse il mio subconscio che la trasformava in questo modo? Era forse la mia mente, stanca del fastidioso e frequente dolore, che mi faceva quegli scherzi? La risposta in quel momento tardava ad arrivare, però... era la prima volta che mi risvegliavo sorridendo e con il cuore in fibrillazione dopo aver sognato. E sperai, in un momento di lucidità, che non fosse l'ultimo. Perché, sogno e debolezze a parte, quello che avevo provato era come se lo sentissi ancora addosso, sulla pelle. Ed era... magnifico. Emmet era magnifico. Stare con lui lo era, ma di questo ne ero fermamente convinta anche prima di verificarlo nei miei sogni.
Certo, i sogni sono sogni... la realtà è un'altra cosa... però... io sono convinta che questa non si distacca molto da come io l'ho dipinta questa notte...
Ancora sorridente e con il cuore a mille, mi alzai, mi lavai in bagno e iniziai a frugare tra i vestiti. Era sabato mattina, le otto e trenta per la precisione. E finalmente si sarebbe inaugurata la fiera all'ospedale. Quella per cui tutto il paese si era impegnato, finalmente poteva avere inizio. Ed ero stranamente su di giri per questo. Indossai un jeans scuro, attillato, un top bianco e un paio di scarpe con il tacco alle quali ero particolarmente affezionata. Sistemati i capelli, che lasciai come sempre morbidi sulle spalle, recuperai dall'armadio la borsa e la giacca e scesi al piano terra.
"Buongiorno a tutti!" esclamai raggiante. Mia madre, intenta a servire il caffè a papà, mi sorrise di conseguenza
"Buongiorno anche a te, cara... sei di buonumore stamattina... sono contenta!" osservò lei. Annuii sedendomi accanto a mio padre che mi sorrise dolce e posò una mano sulla mia, senza dire niente. Lo sapevo, non era facile che un'espressione del genere si vedesse sul mio viso, però, quella mattina avevo tutti i motivi per stare così.
Mi versai del caffè nella tazza, due cucchiai di zucchero e una bella girata. Erano tutte azioni semplici, abitudinarie che compivo ogni giorno ormai, eppure quella mattina, perfino sorseggiare il caffè dalla tazza era diverso. Era nuovo e per me fu una sorpresa completamente gradita. E tutto questo, perché mi sentivo bene con me stessa, come mai prima di allora.
"Neppure prima che succedesse la disgrazia, mi sentivo così!" riflettei sorridendo.
E pensare che dipende tutto da un sogno, chi l'avrebbe mai detto...
"Buongiorno!" esordì Edward entrando in cucina. Sia nostro padre che nostra madre risposero con un bel sorriso. Si sedette accanto a me, come sempre, non prima di avermi stampato un bacio sulla testa, a mo di saluto. Gli sorrisi in maniera tale che riuscii perfino a sorprenderlo.
Non chiedermelo, Edward, oggi è così e basta...
Mi lanciò uno sguardo interrogativo, al quale non diedi peso e continuai a bere dalla mia tazza.
"Jasper?" domandò papà curioso
"Ancora in camera!" rispose Edward addentando un cornetto
"Se non si sbriga, rischiamo di fare tardi!" affermò mamma preoccupata
"É sempre il solito..." bisbigliò Edward, ripulendo la manica della felpa da una manciata di zucchero a velo caduta dal cornetto. Continuammo a mangiare tranquillamente, finché anche l'ultimo membro della famiglia non ci raggiunse
"Alla buon'ora, Jazz!" esclamò nostra madre contrariata
"Non è suonata la sveglia!" rispose lui atono. All'improvviso, provai una strana sensazione. Alzai gli occhi, per poterlo guardare in faccia. Era strano, quasi assente. Aveva lo sguardo spento, senza la solita aria vivace e divertita di sempre. Cosa che mi fece preoccupare non poco. Che diamine era successo a mio fratello?
"Non pensarci nemmeno!" lo ammonì mamma togliendogli dalle mani un cornetto "Se volevi fare colazione ti saresti dovuto svegliare prima. Ormai è tardi!" ripose tutto nella credenza e si affrettò a raggiungere papà in salone. Jasper sbuffò, anzi, a dire il vero fece qualcosa simile ad un sospiro frustrato e si avviò anche lui, seguendo Edward. Io, prima di raggiungerli, mi premurai di recuperare una cosa, dopodiché mi unii a loro.
"Ok, possiamo andare!" affermò nostro padre su di giri, circondando le spalle della moglie con un braccio e scortandola fuori casa. In pochi passi affiancai Jasper e gli passai discretamente un sacchetto
"Tieni... non mi va che rimani a stomaco vuoto!" affermai. Lui mi guardò, quasi allibito, ma accettò la mia offerta, sorridendomi. Perfino quel semplice gesto, la cosa che più di tutte gli era sempre venuta naturale, sembrava forzata e finta
"Jazz..." lo chiamai, mentre aspettavamo che nostro padre recuperasse l'auto dal garage
"Mmh..." mugugnò lui giocando con un pezzo di cornetto
"Se io ti chiedessi cosa c'è che non va... tu... mi risponderesti con franchezza?" gli feci allora sorridendo appena. Mi osservò con cura, dopodiché sorrise, leggermente sollevato
"Forse..." mormorò generico
"E allora lo faccio... te lo chiedo, Jasper... cosa ti prende oggi?" domandai diretta. Scacciò con il piede un ciottolo che aveva davanti per poi sorridere amaramente
"E... se io ti dicessi che non ne ho la più pallida idea tu... mi crederesti?" tentò allora
"Assolutamente!" esclamai "Hai qualcosa che non va... te lo si legge in faccia... ed è inutile che lo nascondi!" affermai decisa
"Oh, ma io non nascondo nulla... è solo che..." fece una pausa per concentrarsi a guardare la Mercedes avanzare verso di noi "Devo ancora capire cosa... cosa mi sta succedendo.. e forse, dopo, potrò darti una risposta! Ma non ora!" e mi sorrise, di nuovo nello stesso modo.
"É per quello che è successo ieri pomeriggio... vero?" tentai timorosa. Non ero dalla sua parte, aveva sbagliato su tutta la linea a provocare Emmet in quel modo, tuttavia, vederlo così mi faceva sentire vuota e soprattutto inutile. In risposta ridacchiò divertito
"Sinceramente se ci ripenso è più la rabbia che mi monta dentro che non la frustrazione!" fece allora
"Quindi sei frustrato?" domandai. Bene, si stava aprendo, ed io avevo ragione: c'era qualcosa che non andava per il verso giusto. Mi lanciò un'occhiata scrutatrice dopodiché sollevò un lato delle labbra, in un sorriso mite e disse:
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!" e avanzò verso l'auto, entrandoci. Scossi la testa. Fantastico, cosa avevo ottenuto? Nulla se non ancora più confusione di quanta non ne avessi già. Per di più mi sentivo in colpa: in me aleggiava ancora indisturbato quello strano senso di leggerezza che avevo ottenuto dal sogno fatto, e sapere di provare quelle cose, mentre mio fratello, si trovava in quello stato, mi dava una strana sensazione. Durante il viaggio in macchina, arrivai perfino a darmi dell'egoista. Come potevo, io, pensare a me stessa, mentre lui stava male? Lo sentivo e anche tanto. Forse l'essere gemelli accentuava il tutto in maniera esponenziale. Pertanto quello che sentiva lui sentivo anche io e viceversa.
E allora, se è così, perché non sente anche lui ciò che sto sentendo io da questa mattina? Perché non sorride senza motivo, perché non sente il cuore a mille ed il respiro accelerato?...
"Perché, forse..." mi dissi "Forse lui non ha sognato ciò che ho sognato io... non ha immaginato di... farlo... con Emmet!" e sorrisi da sola, più del dovuto, tanto che Edward al mio fianco in macchina, esclamò
"Tutti questi sorrisi hanno un non so ché di inquietante!" ridacchiai arrossendo e concentrandomi sulla fila di auto che ci precedeva, diretta all'ospedale. Eravamo quasi arrivati, per fortuna e tutto in perfetto orario. La tasca dei pantaloni prese a vibrare. Un messaggio ricevuto.
*Io sono appena arrivato... ti aspetto sotto il tavolo delle apparecchiature elettroniche, di fronte il palco! Emm*
Sentii come un crampo prendermi immediatamente allo stomaco, ma non ci feci caso. Ero troppo impegnata a sorridere e a mordermi il labbro per l'agitazione crescente. Mi venne spontaneo pensare a ciò che mi aveva detto il pomeriggio precedente.

"Non c'è bisogno di torturarle così... É un vero peccato rovinarle... sono.. così belle!"...
E così le lasciai stare, piegandole in un sorriso mite e impaziente. Iniziai ad agitarmi sul sedile. Sembravo una bambina incapace di contenere la propria agitazione. Maledetto traffico.
"Io scendo qui!" esclamai aprendo lo sportello
"Ma come... aspetta, siamo quasi arrivati!" mi disse papà sorpreso
"No, davvero... preferisco farmela a piedi.. sono solo pochi metri!" e richiusi la portiera incamminandomi. Fiancheggiai per un pò le auto ferme in fila per accedere al parcheggio. Aumentai il passo, stringendo la borsa con più forza ed evitando buche dell'asfalto leggermente irregolare. Entrata nel parcheggio rimasi colpita dalla grande massa di gente che vi trovai. Erano tutti concentrati attorno al palco, allestito dalla pro loco per l'occasione. Centinaia di persone, una confusione assurda. Mi sollevai sulle punte per cercare il tavolo delle apparecchiature elettroniche che intravidi poco dopo. Presi a camminare più veloce, facendo lo slalom tra la gente, chiedendo permesso, scusandomi se per caso urtavo involontariamente qualcuno per la troppa fretta di arrivare. Avevo perfino il fiatone, che cosa assurda. Tanto non sarebbe comunque andando via, dunque la mia strana agitazione era ingiustificata.
Sì, ma io ho voglia di vederlo... adesso più che mai...
Dopo qualche minuto di lotta con una ragazzina che non voleva saperne di farmi passare, arrivai alla mia meta, trionfante. E lui era lì, poggiato con la schiena al tavolo lungo, con i suoi jeans scuri e la felpa nera, intento a scrutare il vuoto. Mi fece una tenerezza inspiegabile. Bello come sempre, forse perfino di più, era pensieroso e non si era minimamente accorto che lo stessi guardando, anzi... radiografando. Mi sentii arrossire ma l'istinto di avvicinarmi a lui, prevalse ogni sentimento di imbarazzo o incertezza. Lo affiancai e, senza neppure pensarci, gli sfiorai il braccio con la mano. Si girò verso di me e mi regalò un sorriso da far tremare le gambe
"Ehi... ciao!" mi salutò raggiante
"Ciao anche a te!" risposi
"Sono contento che sei riuscita a trovarmi... stavo iniziando a chiedermi se non avessi fatto meglio ad aspettarti all'entrata!" esclamò
"No, tranquillo.. è stato facile arrivare fin qui!" anche se ho dovuto trattenere il cuore più volte per non farlo scappare via "Anzi... scusa se ti ho fatto aspettare!"
"Non dirlo neanche per scherzo... puoi farmi attendere quanto tempo vuoi... sono un tipo paziente!" e mi fece l'occhiolino. Sorrisi spontaneamente.
Leggera allusione a qualcosa, giusto?... calma, Rose, per carità di Dio...
"Alice e Bella?" domandai per superare quel leggero momento di imbarazzo. Si guardò intorno, indeciso
"Non ne ho idea... qui intorno credo... so solo che da quando siamo arrivati Alice non ha lasciato un attimo Jacob!" rispose accigliato
"Ah... c'è anche lui?"
"Già... cosa molto strana, tra l'altro... lui non ama queste manifestazioni!" constatò
"Che ci sia qualcosa tra i due?" chiesi divertita e senza neanche pensarci. Me ne pentii due secondi dopo. Per come era geloso Emmet di sua sorella, quella battuta non gli avrebbe fatto piacere. Ne avevo avuto la prova il pomeriggio precedente.
Mai che riuscissi a tenere a freno la lingua...
Con mia somma sorpresa scoppiò a ridere
"Io più che della piccola, mi preoccuperei della grande!" esclamò tra le risate
"In che senso?" domandai confusa. Affondò le mani nella felpa per poi lanciarmi uno strano sguardo che mi fece arrossire.
Tranquilla, Rose, e per favore... non pensare al sogno... non pensare al sogno...
"Diciamo che Jake prova una... mmm... certa simpatia nei confronti di Bella!" spiegò leggermente divertito
"Sul serio?" feci io meravigliata. Rise di nuovo, annuendo
"Sul serio!"
"Incredibile... quindi c'è una sorta di... quadrato amoroso.." bisbigliai, forse troppo forte
"Quadrato amoroso?" domandò lui accigliandosi. Arrossii di nuovo. Ennesima dimostrazione di come non riuscissi, in sua presenza, a controllare le parole.
"Ehm, no.. intendevo dire che... cioè, sì, insomma... Bella e... Jake è un bravo ragazzo, no?" affermai agitata
"Certo che lo è.. però..." abbandonò i miei occhi per pochi secondi per concentrarsi su qualcosa di fronte a lui "Ho come l'impressione che ci sia qualcosa che sia Bella che Alice mi stiano nascondendo!" e tornò a guardarmi. Mi concessi qualche istante di assenza totale, completamente soggiogata da quello sguardo magnetico e profondo. Quegli occhi... quegli occhi calmi ed espressivi erano gli stessi del sogno.
Il sogno... maledizione, mi ero ripromessa di non pensarci...
Ok, ormai il guaio era fatto, e come se avessi premuto il tasto Start, le immagini presero a girare nella mia testa libere ed incontrollate. Ricordai il calore, lo stesso che riuscivo a sentire anche a quella distanza. Ricordai il suo corpo, che avevo a qualche centimetro e che non riuscivo ad ignorare. Ricordai i suoi baci, le sue carezze, domandandomi se nella realtà avessero la stessa intensità. Mi ritrovai ad arrossire ancora di più, avvertendo nuovamente la morsa allo stomaco, cogliermi alla sprovvista.
"Qualcosa non va, Rose?" mi chiese apprensivo
"Eh?"
"Ti senti bene?" riprovò. Ci pensai su qualche istante. Fisicamente, a parte i crampi allo stomaco, stavo bene. Il problema erano i pensieri incontrollabili che continuavano a passarmi davanti agli occhi. E non potevo di certo continuare a pensare di fare l'amore con Emmet, quando lui si ritrovava proprio al mio fianco. Trattenni a stento una risata
"Certo, sto bene, perché?" chiesi innocentemente
"Non saprei... ti vedo strana... sei rossa! Non avrai mica la febbre?" e fece per potarmi la mano sulla fronte, ma a metà si bloccò. Mi guardò indeciso e riabbassò il braccio, deglutendo.
Hai visto cosa combini, Rosalie? Tu spaventi le persone e le fai allontanare da te!...
"La febbre?" feci io per stemperare la tensione "No, non credo..." mi tastai la fronte. In effetti ero un pò calda, ma di certo il problema non era dipeso dall'influenza, ma dai miei stessi pensieri. Imbarazzanti pensieri, per giunta. Non ebbe modo di dire altro, perché un fischio proveniente dalle casse dietro di noi ci fece sobbalzare entrambi. Ci guardammo per poi scoppiare a ridere. Un uomo corpulento e dai baffi bianchi, era salito sul palco, si era impossessato del microfono e ci aveva battuto più volte il dito sopra per verificare che fosse acceso.
"Bene... ehm... signore e signori... potrei avere la vostra attenzione, prego?" esordì. Nel frattempo tutto il chiacchiericcio della piazza cessò, e fu quasi impressionante
"Quello è il sindaco di Forks... sarà lui a dare il via alla manifestazione!" mi informò Emmet abbassandosi di qualche centimetro per sussurrare al mio orecchio. Saperlo lì, così vicino a me, mi fece uno strano effetto. Ma, mi ero ripromessa la calma e questa avrei mantenuto.
O almeno ci provo...
"Bene... prima di tutto grazie di essere venuti in numero così elevato e pertanto vi do il benvenuto alla sesta edizione di "Volontariato a Forks"!" esclamò raggiante l'uomo. Partì un applauso fragoroso al quale, il sindaco, rispose con un gesto della mano, come per sminuire la faccenda. Si vedeva lontano un miglio che era emozionato anche lui.
"Quest'anno, più degli anni precedenti, abbiamo avuto la dimostrazione di come i cittadini della nostra piccola comunità possano prendere a cuore una causa così nobile e farla loro, mettendo a disposizione tempo, energie e soprattutto quello che sarà, oggi, oggetto di vendita!" altro applauso spontaneo "Non mi dilungherò molto nei convenevoli quest'anno, anche perché so quanto ad alcuni questa mia vena logorroica dia fastidio!" ridacchiò, suscitando qualche sporadico applauso e parecchie risate "Tuttavia, permettetemi di ringraziare il corpo della sicurezza che si è messo a disposizione, senza indugio, garantendoci oggi la possibilità di avere agenti qualificati e pronti a qualsiasi evenienza..." applauso "Ovviamente, speriamo con tutto il cuore che non si presenti l'occasione di farli lavorare troppo, questa mattina!" e ottenne altre risate ed altri applausi. Era un uomo alla mano, dopotutto, nonostante fosse il primo cittadino non aveva perso la sua semplicità, la sua naturalezza nello scherzare perfino su se stesso. E la cosa mi piaceva molto.
"Bene... a questo punto chiamerei sul palco il nostro mentore, colui il quale ha predisposto la sorveglianza e i posti di blocco nella zona... accogliamo con un grande applauso il nostro amatissimo capo Swan!" la folla esplose in un applauso ancora più forte, accompagnato da urli e fischi di acclamazione
"Swan..." sussurrai, girandomi di conseguenza verso Emmet. Continuava a starsene nella stessa posizione di prima, con le mani in tasca e lo sguardo puntato verso il palco. Quando un uomo slanciato, vestito di un'uniforme nera ed un distintivo argentato sul petto, salì sul palco, lo vidi irrigidirsi e indurire la mascella.
"Emmet..." lo chiamai, ottenendo per fortuna immediatamente la sua attenzione "Ma è tuo padre quello?" lui sospirò per poi annuire e tornare a guardare il palco, inespressivo. Beh, la cosa era molto strana. Se il proprio padre sale su un palco per parlare ad un folla di persone in visibilio, si presuppone che un minimo di emozione la si possa leggere negli occhi. Ma nei suoi... si leggeva poco e niente. Sembrava davvero indifferente davanti alla scena che aveva davanti. Non si era neppure scomodato di applaudire. Freddezza allo stato puro.
"Buongiorno a tutti!" nel frattempo capo Swan si era avvicinato al microfono e aveva iniziato a parlare "Sindaco, la ringrazio per aver parlato così bene dei miei uomini... tuttavia ci tengo a precisare che non è necessario scomodarsi tanto per elogiarci... noi ci limitiamo a fare il nostro dovere sperando sempre di eseguirlo al meglio!" ed ottenne un altro applauso fragoroso, al quale mi unii anch'io, lanciando di proposito un'occhiata verso Emmet, ancora impassibile. Mi ripromisi di parlargli, alla prima occasione. Quella assoluta freddezza mi piaceva molto poco.
Ci furono alcuni minuti di ringraziamenti vari dopodiché, con eccitazione, il sindaco esclamò a gran voce
"Diamo il via alla prima giornata di "Volontariato a Forks".. vi auguro una buona continuazione!" l'ultimo applauso fu il più forte di tutti i precedenti ed accompagnò il sindaco finché non sparì dietro il palco.
"Andiamo?" mi fece Emmet sovrastando il rumore che ci circondava. Annuii andandogli dietro. La folla procedeva con lentezza estrema. C'era chi spingeva, chi sorpassava, chi gridava talmente tanto forte da causare fastidio. Tutta quella massa che mi circondava mi causò non pochi problemi. Prima di tutto, mi infastidiva, come normale, essere sfiorata, anche solo per sbaglio da tutta quella gente. Chi si appoggiava con una spalla, chi mi passava da dietro, chi davanti, senza neppure fermarsi a chiedere scusa o permesso. Per di più, ad un certo punto persi di vista perfino Emmet. Sospirai frustrata. Come diamine avrei fatto a ritrovarlo in quella confusione? Stavo iniziando a farmi prendere dall'agitazione, quando una voce davanti a me mi fece bloccare
"Ah sei qui... per fortuna..." mi sorrise sollevato, mentre io avanzavo di qualche metro per raggiungerlo. Fu un sollievo inspiegabile averlo ritrovato e contemporaneamente ci fu la paura ancora più inspiegabile di perderlo nuovamente.
Perderlo?... Ma dove vuoi che vada, Rosalie?...
Senza pensarci, ed infischiandomene dei battiti accelerati del cuore, allungai una mano per afferrare la sua. Mi guardò confuso, ma non disse niente, evitando perfino di fare commenti sul mio ennesimo rossore improvviso. Si limitò a tenere stretta la mia mano e a riprendere a camminare, guidandomi e controllandomi a distanza ravvicinata. Sospirai. Adesso sì, che mi sentivo meglio e perfino gli spintoni e i contatti involontari con gli altri, davano meno fastidio.
Non c'erano dubbi, ormai. Era lui... lui era il mio salvatore. La mia ancora di salvezza, il faro che avrebbe potuto condurmi fuori dalla tempesta che avevo dentro. E ogni giorno me ne accorgevo sempre di più. Ero fortunata, sfacciatamente fortunata, e di questo me ne rendevo conto. Pertanto iniziai a ringraziare il cielo per avermi dato la possibilità di conoscere una persona del genere, per avermi fatto affezionare a lui e soprattutto per avermi fatto guadagnare un posto privilegiato nei suoi pensieri. Sentirsi così importante per qualcuno, faceva un effetto strano. Era lo stesso effetto che mi aveva provocato il sogno, che mi aveva provocato l'immaginare me e lui assieme su quel divano. Lo stesso effetto che mi aveva impedito di aspettare una stupida fila di macchine, facendomi schizzare via, impaziente. Lo stesso effetto che, ora, mi faceva stringere la presa della sua mano, infischiandosene del fatto che avrei anche potuto fargli male. Sentirlo così vicino e presente era... un sollievo.
"Eccoci... questo è lo stand che ci hanno assegnato oggi!" affermò, bloccandosi di fronte il bancone dei prodotti locali di Forks. Numerosi barattoli, contenitori di plastica, scatole trasparenti, erano state sistemate sul tavolo, in maniera particolare grazie a dei piccoli espositori. C'erano i prezzi, c'erano i volantini che indicavano modalità di creazione e cosa contenevano i recipienti e c'erano perfino alcuni bigliettini da visita di chi, di quell'arte ne faceva un mestiere.
"Tutta questa roba da mangiare fa venire l'acquolina in bocca!" affermai, girando il tavolo assieme al mio accompagnatore. Quest'ultimo ridacchiò
"Non dirlo a me... questa mattina non ho fatto neppure colazione!" e si accarezzò lo stomaco divertito. Mi unii a lui in un'altra risata, dopodiché, abbandonando a malincuore il contatto con la sua mano - come sempre calda - recuperai una maglietta colorata della fiera, liberandomi del cappotto, e la indossai. Era molto carina, interamente gialla, con un paio di occhi ed una bocca, dalla quale uscivano due denti affilati. Sorrisi divertita, lisciandomela addosso. Alzai lo sguardo verso Emmet e di conseguenza scoppiai a ridere. Era ridicolo con quella maglietta, soprattutto perché gli andava leggermente stretta.
"Maledetti... anche questa volta hanno sbagliato la taglia... è diventata una tradizione ormai!" si lamentò cercando, invano, di allungare le maniche, che si fermavano all'altezza dei muscoli delle spalle. Ridevo come una matta, mentre lui, leggermente rosso in viso, tratteneva a sua volta un sorriso
"Diventerò un fenomeno da baraccone così..." affermò sbuffando. Mi ripresi dalle risate esclamando
"No che non lo diventi, Emm... e al massimo, se qualcuno oserà anche solo pensare di fare una battuta sulla tua maglia, beh... ho un minacciosissimo tacco dieci a mia disposizione!" scoppiò a ridere di gusto recuperando la felpa e indossandola. Almeno, così si sarebbe notato di meno il leggero difetto.
Qualche minuto dopo, anche Bella e Alice ci raggiunsero, guadagnando la conduzione dello stand accanto al nostro, adibito agli abiti usati. Jasper, invece, che individuai in lontananza, era dal lato opposto, in un altro stand di prodotti locali, assieme a Mike Newton e Angela Webber. Edward, infine, stava aiutando un poliziotto in divisa a sistemare le transenne per non fare transitare le auto.
Lavorammo tranquillamente per tutta la mattina, consigliando, facendo da cavia per assaggiare, scherzando con le persone più allegre e attive. Più volte, in risposta agli sguardi troppo eloquenti di alcuni ragazzi nei miei confronti, Emmet si era fatto avanti, magari perfino abbandonando clienti che era in procinto di servire. E questo suo atteggiamento protettivo e premuroso mi faceva impazzire. Ne andavo quasi fiera.
Verso l'ora di pranzo, si allontanò per qualche minuto per poi tornare con un paio di buste.
"Arrivano le provviste!" gridò avvicinandosi. Di gente ormai ce n'era veramente poca. La seconda ondata di confusione era prevista verso le quattro e pertanto potevamo anche mettere qualcosa sotto i denti. Emmet consegnò una delle due buste alle sorelle che lo ringraziarono entrambe con un sorriso e Alice perfino con un bacio sulla guancia, dopodiché si avvicinò a me per consegnare l'altra busta
"Spero di non aver preso nulla a cui sei allergica o che non ti piaccia!" esclamò frugando il contenuto
"Soltanto per il semplice fatto che sei stato tu a portarmela... me la farò piacere, qualunque cosa sia!" affermai sorridendo. Alzò lo sguardo, imbarazzato e mi sorrise. Mi passò un contenitore sigillato ed un sacchetto con delle posate di plastica e recuperò dalla busta le stesse cose anche per lui. Ci sedemmo a degli sgabelli e, poggiati stesso al tavolo dello stand, iniziammo a mangiare. Aveva portato dell'insalata di riso buonissima e uno sformato di patate dall'aspetto invitante
"Ottima scelta, Emm... complimenti!" affermai soddisfatta
"Mm... sono contento di aver indovinato i tuoi gusti!" fece lui sollevato. Lo guardai intenerita, mentre spostava con la forchetta un chicco di riso dal resto del mucchio centrale. Era in difficoltà. E con me doveva smettere di esserlo. Doveva sapere di essere libero di fare e dire ciò che voleva. Avrei dovuto trovare il modo per farglielo capire, assolutamente. Volevo che le prime barriere venissero meno tra di noi, ma ovviamente, per quello che mi portavo dentro, dovevo essere io a dargliene modo. Mi domandai come fare per qualche secondo, dopodiché, come un fulmine, mi venne in mente il modo... quello migliore e soprattutto quello più indolore.
Ed in fondo, sarebbe come soddisfare l'ennesima necessità che sento...
Così, con accurata lentezza e con le mani che tremavano, mi avvicinai a lui. Allungai una mano per poi sfiorargli una guancia. Mi guardava attento, rimanendo, per fortuna, immobile al suo posto. Se avesse fatto qualche movimento, probabilmente avrei perso coraggio in ciò che stavo per fare. Era caldo, come immaginavo e quel semplice contatto mi provocò una valanga di inspiegabili sensazioni. Il cuore batteva incontrollato, ma mi ero ripromessa di ignorarlo e di tentare quel piccolo sforzo verso di lui. Dovevo farlo, ormai ne sentivo quasi un bisogno istintivo che non potevo più, di certo, ignorare.
Mi avvicinai al suo viso, senza perdere neanche per un istante il contatto con i suoi occhi o con la sua guancia. Sentirlo così, mi aiutava a non pensare e farlo, in quel momento, sarebbe stato tragico. Arrivai talmente tanto vicino che il suo respiro era diventato mio. Sentivo il familiare profumo muschiato che mi inebriava e che, mischiato al calore, mi mandava in estasi il cervello. Poggiai la fronte alla sua, chiudendo per un attimo gli occhi. Dovevo abituarmici gradualmente, senza mettermi fretta, altrimenti avrei rovinato tutto come sempre. Lo sentii trattenere il respiro un paio di volte per poi rilasciare l'aria in maniera lenta e controllata. Quasi mi faceva il solletico sul collo. Indugiai ancora un pò, sfiorando le labbra con la punta del naso. Alla fine, dopo vari secondi di titubanza, mi avvicinai definitivamente e lo baciai. Prima poggiando soltanto le labbra alle sue delicatamente, con un tocco leggero e morbido. Volevo saggiarne la consistenza e verificare che fossero o meno come io immaginavo. In quel momento un solo pensiero mi colpì: erano perfette... perfette per me. Lo baciai di nuovo, trattenendomi più a lungo e avvicinandomi con il corpo al suo. Avevo totalmente perso l'orientamento. Non sapevo né dove mi trovassi né tanto meno perché fossi lì. Sapevo solo che stavo baciando Emmet e che quello era uno dei momenti migliori della mia vita.
Dopo avergli nuovamente sfiorato le labbra, mi scostai leggermente, poggiando la fronte alla sua, come avevo fatto in precedenza, e sorrisi, imbarazzata
"Sei grande e grosso, assali chi ti infastidisce, però... quando una ragazza approfitta di te.. tu rimani impassibile e non reagisci!" scherzai. Lui ridacchiò
"Il rispetto della donna prima di tutto..." mormorò sfiorandomi una guancia con la punta del naso
"Ah... da questo deduco che qualsiasi donna ti avesse baciato tu.. ci saresti stato, dico bene?" lo provocai
"Non fraintendiamo... d'accordo il rispetto... ma non sono mica stupido. Mi prendo solo i baci che mi interessano di più!" rispose divertito, ma pur sempre dolcissimo
"E il mio... ti interessa?" domandai a voce bassissima guardandolo negli occhi
"Da morire..." mormorò sorridendomi teneramente per poi sfiorarmi appena le labbra, senza la presunzione di andare oltre, cosa che apprezzai immensamente. Dopo un altro sorriso, recuperai la mia precedente posizione e riprendemmo a mangiare, in completo silenzio, ognuno legato ai propri pensieri, ognuno impegnato a scrutare l'altro e a sorridergli in maniera sincera. Ed io mi sentivo bene, serena, come quella nave che, dopo mesi e mesi di tempesta, torna a casa, accolta nel suo porto sicuro.


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Ore 18 e 50. Ormai il sole era tramontato da un pezzo e un leggero venticello quasi invernale, si era alzato nella piazza. Ma nonostante questo la gente non accennava a diminuire. Erano tutti troppo interessati, troppo coinvolti dall'iniziativa, per farsela scappare senza aver comprato nulla. Perfino io, dal mio stand, avevo già preso un paio di maglie ed una gonna. Erano cose davvero carine pur essendo usate, e un contributo alla raccolta fondi non avrebbe di certo guastato.
"Ecco a lei, signora... e complimenti per l'acquisto. Sono sicura che quel colore le starà d'incanto!" affermai, consegnando una busta ad una signora bionda. Lei mi sorrise, colpita dalla mia esuberanza
"Ti ringrazio, tesoro. Grazie mille per i consigli, sei stata preziosissima!"
"Si figuri... sono qui apposta per questo!" e con un ultimo sorriso si allontanò, raggiungendo un uomo che l'aspettava poco più in là. Sospirai. Ero stanchissima. Quella mattina mi ero dovuta alzare molto presto per arrivare per tempo alla fiera e da allora, non mi ero fermata un attimo, se non all'orario di pranzo. Un pò tutti i ragazzi dell'organizzazione avevano la mia stessa espressione stanca. Bella, che, al mio fianco, cercava di convincere una ragazza a prendere un pantalone nero coordinato ad una camicia; Emmet, alle prese con un vecchietto leggermente sordo, intento a spiegargli - anzi, ad urlargli nelle orecchie - cosa mai ci fosse nella confezione che aveva in mano; Rosalie, che contava il resto da dare ad una signora corpulenta, e nel frattempo se la rideva discretamente per le espressioni messe su da Emmet; Edward, che aiutava Jessica e Ben a raccogliere striscioni, sedie e cartoni vuoti; ed infine Jasper, che per tutto il giorno era rimasto dall'altra parte del parcheggio ad occuparsi del suo stand alimentare, senza avvicinarsi. Solo ogni tanto lo avevo sorpreso a guardare nella mia direzione. Ma si era trattato sempre di pochi secondi, dopodiché il suo sguardo era tornato prontamente ai clienti. Quel ragazzo aveva l'assurda capacità di mandarmi il cervello nel pallone, costantemente. Con ogni sguardo, con ogni sorriso, con ogni parola o espressione. Gli bastava veramente poco, ormai, per annullarmi completamente.
Ormai i sintomi sono chiari, non posso più negarlo...
Ed era per quel motivo che mi ero rivolta a Jacob. Dovevo capire, in un modo o nell'altro, se il suo interesse nei miei confronti fosse o meno proporizionato all'interesse che provavo io nei suoi. Non potendo andare di persona dal diretto interessato e coglierlo alla sprovvista con una domanda esplicita, avevo pensato di ricorrere al caro e vecchio metodo della "gelosia". Esattamente, gelosia... quella cosa attanagliante e fastidiosa che si prova soltanto quando la persona a cui vogliamo bene - e anche qualcosa in più - passa troppo tempo in compagnia di altre persone di sesso opposto al suo. In quel caso, non c'è scampo, si sta male, incondizionatamente, combattuti sul da farsi ma soprattutto combattuti dal fatto che non si possa fare ciò che si vorrebbe veramente. Sì, può sembrare cacofonico, ma è così. E per me, in quell'ultimo periodo era stato proprio così. Tutte le volte che a scuola lo intercettavo in compagnia di qualche altra ragazza, al di fuori della sorella, mi prendeva una strana angoscia che lentamente mi logorava e che mi faceva stare male. All'inizio la interpretai come semplice fastidio dovuto alla sua sfacciataggine o al suo eccessivo esibizionismo. Poi, ragionandoci e perdendoci quasi il sonno per questo, ero arrivata alla giusta conclusione: ero gelosa marcia di lui. Gelosa fino allo stremo.
E se si è gelosi, di conseguenza vuol dire che si è...
Ingaggiare un finto fidanzato era stata una genialata di cui continuavo a complimentarmi. Ci avevo pensato soltanto due giorni prima. Avevo bisogno di un ragazzo, che comunque conoscessi, che avrebbe dovuto far finta, almeno per un pò, di essere il mio fidanzato. Certo, fino a che non avessi capito se ci fosse o meno interesse da parte di Jasper nei miei confronti. Altrimenti avrei lasciato perdere e mi sarei crogiolata un pò nel mio sano dolore.
Ma ovviamente, mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta...
Jacob era stato un grande. Aveva capito alla perfezione cosa stessi cercando e Dave... beh, lui sì che faceva al caso mio. Ripensai al discorso che avevamo avuto soltanto la sera prima e scoppiai a ridere.

..."Essere il tuo fidanzato... per qualche tempo?" mi aveva chiesto Dave, sconcertato. Io gli avevo sorriso annuendo, mentre Jacob aveva iniziato a ridacchiare silenziosamente
"Sono disposta anche a pagarti, se questo può servire a convincerti..." lo informai "Ho bisogno di un ragazzo, e tu sembri proprio fare al caso mio!" e mi ero girata verso Jacob per sorridergli maliziosa. Lui aveva scosso la testa divertito ma non aveva detto nulla
"No, non è una questione di soldi, e poi... non mi permetterei mai di chiedertene sapendoti in difficoltà!" si affrettò a rispondere l'altro "Sei amica di Jacob e per me questo è essenziale!" e anche lui si era girato verso Jake per sorridere. Trattenni rovinosamente una risata, godendomi dell'espressione spaventata del mio povero amico. Quello che chiedevo a lui era davvero tanto, soprattutto dopo aver visto l'atteggiamento che Dave aveva nei suoi confronti
"L'unica cosa che non capisco è... perché lo fai?" mi chiese dopo pochi minuti il ragazzo. Sospirai, mordendomi l'interno della guancia
"É semplice... mi sono accorta di essermi... innamorata di una persona e... voglio fare di tutto per far sì che anche lui inizi a provare la stessa cosa per me!" spiegai concisa. Lui annuì, colpito
"E pensi che la mia presenza possa in qualche modo aiutarti?"
"Se ci tiene a me, non rimarrà indifferente vedendoti. Scatenare la sua gelosia... è questo che voglio fare!" risposi sincera
"D'accordo... se mi assicuri che il ragazzo in questione non è un tipo violento... sono felice di aiutarti!" esclamò sorridendo. Io ricambiai, elettrizzata
"Io se fossi in te, mi preoccuperei di più di suo fratello Emmet... lui sì che potrebbe diventare violento se viene a sapere che state assieme!" affermò Jacob divertito. Vidi Dave sbiancare di colpo, così mi affrettai a precisare
"Parlerò con lui... gli spiegherò che lo sto facendo per..." spiegare ad Emmet che volevo far ingelosire Jasper? Giammai! "Per... aiutare lui a conquistare una ragazza!". Jacob scoppiò in una fragorosa risata
"Alice, piccola, tuo fratello non è uno stupido... si accorgerà immediatamente che gli hai raccontato una stronzata non appena vi vedrà assieme!" commentò
"Perché, scusa?" domandai confusa. Incrociò le braccia al petto, inarcando un sopracciglio e lanciandomi uno strano sguardo. Afferrai qualche secondo dopo il significato della frase
"Ah... intendi per quello..." ridacchiai anche io, mentre il povero Dave ci seguiva a stento "Beh, mi inventerò qualcosa!"
"Bene... allora, siamo d'accordo?" mi domandò l'altro. Annuii con vigore, sorridendo sincera. Allungai una mano e gliela strinsi, dopodiché mi avvicinai a lui e ci abbracciammo per suggellare il nostro patto segreto, sotto lo sguardo divertito di Jake...

"Alice... ma mi stai ascoltando?" mi richiamò Bella seccata. La guardai confusa
"Ehm... sì scusa... dicevi?"
"Credi ci sia un altro jeans di questo colore negli altri scatoloni?" mi domandò mostrandomi il capo in questione. Scrutai l'intero tavolo alla ricerca di qualcosa di simile, dopodiché esclamai
"Qui no... forse ce l'avranno Sarah e Morgan all'altro stand..."
"Ti dispiacerebbe andare a controllare?" mi domandò in un sussurro esasperato. Lanciai un'occhiata al cliente. Era una signora molto anziana, con l'aria seccata e un orribile cappellino verde sulla testa. Capii al volo che si trattava di una cliente difficile, pertanto, annuii comprensiva e mi diressi a passo svelto dall'altro lato del parcheggio. Dopo vari slalom tra la gente, e vari "Permesso... mi scusi", arrivai a destinazione. Anche da quel lato gli stand pullulavano di gente e le due ragazze erano letteralmente sommerse
"Sarah... mi servirebbe urgentemente un jeans scuro... all'incirca color canna di fucile!" spiegai, intrufolandomi tra due signori
"Canna di fucile?" mi domandò accigliata la ragazza
"Esattamente!" confermai
"Senta signorina, la ragazza stava servendo me... faccia la fila e aspetti il suo turno!" mi ammonì bruscamente un signore al mio fianco
"Mi ascolti lei, piuttosto... io qui ci lavoro e con la ragazza, ci parlo quanto mi pare, ha capito?" sbottai innervosita
"Ma che modi!" mi lamentò lui inviperito
"Questo potrebbe andare?" mi chiese Morgan, passandomi un jeans ripiegato. Osservai il colore per bene, alla luce del lampione a annuii
"É perfetto... grazie ragazze..." mi girai verso il signore impaziente "E lei stia più calmo in futuro, altrimenti non arriva neppure al giorno del ringraziamento in questo modo!" e sgusciai via, evitando di proposito si sentire la sua risposta stizzita e minacciosa. A metà strada, per la fretta di tornare da Bella e liberarla della sua piaga, urtai pesantemente contro qualcuno, e caddi a terra, di sedere
"Maledizione!" sbottai dolorante
"E sta più attenta!" si lamentò qualcuno. Alzai lo sguardo e sbiancai in mezzo secondo.
Con tutta la gente che c'è stasera, contro chi potevo andare a sbattere?...
"Scusa... non l'ho fatto di proposito..." mormorai incapace di distogliere lo sguardo dal suo, leggermente accigliato. Annuì impercettibilmente per poi allungarmi una mano, silenziosamente. Avrei preferito evitare di stringergliela, così da risparmiarmi l'ennesima figura di merda, dato che non sarei di certo riuscita a reprimere il solito rossore, ma, non ebbi altra scelta. Allungai a mia volta la mano e afferrai la sua. Come l'ultima volta che l'avevo sfiorata, era forte e grande e non potei evitare più di sussultare e arrossire come una ragazzina. Senza il minimo sforzo mi tirò su, senza strattonarmi o, come sempre, approfittare del momento per avvicinarsi troppo.
Maledizione...
"Ti ringrazio!" esclamai liberandomi della sua stretta
"Figurati..." mormorò atono. Ma cosa gli prendeva? Non era solito essere così poco loquace. Normalmente avrebbe approfittato per fare le sue battute, le sue allusioni, i suoi sorrisi mozzafiato, ma niente. Freddo come il ghiaccio. Anzi, a dirla tutta, aveva messo su un'espressione scrutatrice che mi faceva ancora più paura di quella maliziosa con la quale mi aveva sempre provocato.
Ecco, lo sapevo, è inutile... se mi guarda così è perché si è stancato di corrermi dietro, quindi il mio piano è superfluo. Ho già ottenuto la mia risposta...
Abbassai la testa afflitta, mentre quella morsa dolorosa allo stomaco si faceva nuovamente risentire.
"Posso farti una domanda, Alice?" mi fece ad un certo punto
Alice... non più scricciolo... eccolo, il sintomo di indifferenza di cui parlavo. E se prima, quando mi chiamava per nome, mi faceva piacere, adesso... adesso, se lo fa, mi fa male da impazzire...
"Dimmi.."
"Ecco... ieri sera io..." ma non ebbe modo di continuare perché fu interrotto da una voce maschile alle sue spalle
"Ehi... sei qui... ti cercavo allo stand di Bella ma non ti ho trovata!" esclamò il ragazzo avanzando.
Maledizione, Dave... e adesso? Che devo fare?... Rinuncio al piano o, mi assumo le mie responsabilità e vado fino in fondo?...
Sorrisi a mezza bocca, a disagio, mentre Jasper squadrava il nuovo arrivato con un sopracciglio alzato e con un'espressione seccata
Ma che dici, Alice, è semplicemente la tua impressione...
"Sì, scusa, sono dovuta andare a recuperare questo!" e gli mostrai il jeans "Tu... come mai sei qui?" domandai curiosa. Lui lanciò un'occhiata verso Jasper, sostenendo il suo sguardo per qualche secondo, dopodiché mi sorrise e rispose
"Avevo voglia di vederti!" sorrisi di conseguenza. E bravo, Dave.. aveva capito alla perfezione cosa fare e soprattutto in presenza di chi farlo, nonostante non gli avessi mai mostrato Jasper prima di allora.
"Che carino che sei!" esclamai avvicinandomi. Mi sollevai sulle punte per lasciargli un bacio sulla guancia. Osare di più sarebbe stato troppo, uno perché non ero più molto convinta della reazione di Jasper e due, mio fratello era nei paraggi, meglio non rischiare.
"Figurati, per me è un piacere!" mi rispose convinto. Se non avessi saputo la verità su di lui, avrei quasi potuto credere che ci stesse provando con me. Davanti a Jasper per giunta.
"Bene, visto che i due piccioncini si sono ritrovati, io toglierei il disturbo..." esclamò quest'ultimo brusco, assottigliando lo sguardo verso Dave. Mi meravigliai non poco del tono usato. Sembrava molto più acido di quanto non volesse far credere.
Che sia semplicemente una mia impressione, o la presenza di Dave, inizia a fare il suo effetto?...
"D'accordo... ci vediamo!" esclamai allora
"Come sempre!" fece lui in risposta per poi lanciare l'ultimo sguardo indagatore verso l'altro ragazzo e avviarsi in direzione dell'ingresso dell'ospedale, perdendosi tra la folla. Sospirai. Sentivo che il mio povero cervello non sarebbe riuscito a sopportare un altro momento del genere. Era sul punto di cedere definitivamente ormai. E l'ambiguità di Jasper di certo non aiutava. Il suo era puro disinteresse, oppure era un tentativo leggermente mal riuscito di oscurare l'attrazione che provava nei miei confronti? E se così fosse stato, per quale ragione avrebbe dovuto farlo? Per paura? Per rabbia? O semplicemente per colpa di quella cosa che caratterizza la stra grande maggioranza degli uomini, ovvero l'orgoglio?
"Però... devo farti i miei complimenti, Alice..." esclamò d'un tratto Dave al mio fianco, distogliendomi dalle mie congetture "Hai dei gusti notevoli in fatto di ragazzi..."
E no... passi Jacob, ma Jasper non si tocca..
"Mmm... ti ringrazio, ma preferirei che evitassi di fare commenti su di lui, se non ti spiace!" feci io, con più tatto possibile. Ridacchiò, affondando le mani nelle tasche della giacca scura
"Tranquilla.. il posto nel mio cuore è già impegnato!" affermò sorridendo. Sorrisi a mia volta, divertita.
Povero Jake... adesso sì, che è definitivamente rovinato...





Risposte alle recensioni:
robbycullen: Salve cara, me felice che sweet Emmet ti sia piaciuto e beh... allora qst capitolo deve fare proprio al caso tuo visto quello che contiene... eh eh eh... cmq, per qnt riguarda "Edward-caso-umano" con la cavolata di non lasciare Kristen si è auto condannato a non avere più la parola da parte di Bella e se mi permetti... se lo è ampiamente meritato... cmq, se fossi in te aspetterei prossimi sviluppi tra quei due, ti assicuro che adesso è davvero nulla in confronto a quello ke succederà ^^ in ultimo (ma nn per importanza) Alice... sì, il piano è bello, però... hai ragione potrebbe seriamente farsi male, ma... speriamo bene! ^^ grazie per il commento sugli abiti, mi ha fatto molto piacere. Aspetto tue notizie su qst ultimo cap... un kissone ^^

yle_cullen: Cara, spero che gli scongiuri siano valsi a qualcosa e che l'influenza nn ti abbia raggiunto anche perchè è davvero pessima cosa ç___ç cmq grazie per esserti interessatam adesso va molto meglio per fortuna ^^ allooooraaa... prima di tutto ma certo che puoi chiamarmi Faby... cm puoi chiamarmi sweety (che adoro) star, tesoro, cara, caccola (no, qst no ^^) a tuo piacere cara... scegli tu ^^. Spero che il nuovo capitolone ti sia piaciuto (tesoro, sono ben 15 pagine... qui si concorre per il record!). Jasper geloso, eh? Perché in qst com'è... decidi tu gelosissimo, super gelosissimo, ipermetricamente gelosissimo, o galatticamente gelosissimo? ahahah... per, Alice in qnt a piani nn ci scherza e così lo farà morire prima o poi. Emm e Rose invece qui hanno fatto un salto più che un passo, capisci a me ;)... tesoro, ti capisco, l'ira verso Kristen è quasi la stessa dell'odio che prova Rosalie verso Jacob (nella versione della zia Steph, si capisce ^^) però, ricordati che in fondo lei prova sentimenti veri verso Eddino e nn è di certo un reato amare qualcuno. Però, effettivamente quella del poster è stata una mossa un tantinello megalomane, ma ahimé... all'amore nn si comanda. Ecco, io nn mi definisco del team Jacob, però... ecco, in fondo come personaggio mi piace, mi incuriosisce (tranquilla il posto del mio cuore è già occupato da Edward) però... qui giocherebbe un'altra funzione, quindi è quasi una vittima (oddio, ti sto dicendo troppo... muuutaaa devo stare ^^)... tesoro mio, mi chiedi se mi è piaciuto il film? io ho ADORATO il film, in tutte le sue forme (permettimi di dire che, nonostante il tuo odio verso Jacob, però il ragazzo è stato un bel vedere x tutta la durata della proiezione... eh eh eh complimenti a mamma Lautner!^^) i Volturi erano troppo forti e in effetti qnd Aro prende per il culo Jane che nn riesce ad attaccare Bella è troppo spassoso... si si, dvd sei mio appena uscirai muahahah (fabiana... please, torna in te -_-') e li trovo perfetti per la nostra missione "Spaventiamo quegli idioti Zanichellisti" (oddio... ho cacciato un altro termine figo ^^)... bn, qst è tutto... spero che il cap sia stato di tuo gradimento... fammi sapere... un bacione carissima ciaooo ^^

 valeego: Ehi... grazie mille per gli auguri, davvero, e poi... sei più grande di me, devo portarLE rispetto, no? ahahah, no dai scherzo... sono contenta che diversi punti di vista ti garbino, in effetti avere una panoramica generale della storia è molto più chiara, anche se a volte diventa difficile gestire sei (o sette cn Jacob) personalità diverse, ma mi ci metto d'impegno volentieri ^^... allora, Emmet paladino ce lo vedo proprio, però, il cavaliere errante ha ottenuto qualcosa di importante in qst cap, nn credi? Edward invece, cm hai detto tu, sta perdendo la sua credibilità... ed in effetti quella poveretta di Kristen, per quanto odiosa possa essere, viene presa in giro mentre lei prova veri sentimenti e qst nn è assolutamente giusto. Cmq, contenta anche del fatto che l'ingresso di Jacob ti abbia colpito positivamente ma, non sarà d'aiuto solo per Alice ^^ aspetta e vedrai. Bene, spero che il cap sia stato gradito... fammi sapere... un bacione ^^

_cory_: Allora... prima di tutto salve ^^... leggere la tua recensione è stata un'impresa perchè è cm se ci avessi messo nelle parole tutti i tuoi pensieri e me li avessi trasmessi... eri quasi agitata, o sbaglio? e credo di capire che la colpa sia di Eddino... beh, hai ragionissimo, il ragazzo è proprio un idiota (ed il bello è che se lo dice anche da solo). Per qnt riguarda Kristen vedila cm una ragazza stra innamorata di un ragazzo ke nn ha la minima intenzione di lasciarsi sfuggire, ecco perchè prende la sua ironia così alla leggera perchè è cm se nn volesse leggere il messaggio ke lui cela in sè... ma prima o poi la verità verrà a galla, tranquilla ^^ per Jacob, invece, sono contenta di trovare una sostenitrice del povero ragazzo indiano... e sn anche contenta che vedresti bene lui e Bella assieme... nn posso dirti se in qst storia accadrà o no, però... fai bene a tenerlo in buona considerazione, perchè apparirà presto d'ora in poi ^^ cmq, chiudo, ringraziandoti della recensione e dicendoti, nn preoccuparti, nn hai scritto assolutamente cavolate, anzi... uno sfogo del genere fa sempre bene ^^ aspetto tue notizie, cara... una bacio ^^

flazzy cullen: Salve... prima di tutto grazie per aver recensito... me felice di vedere che la coppia Emm/Rose ti piaccia, quindi suppongo che qst capitolo sia stato per te mooolto gradito (spero di nn sbagliare però ^^). In effetti vedere Eddino che tituba nel lasciare la fidanzata nn è il massimo per uno cn la sua reputazione, però, ha qst momento di assoluta confusione e di certo le smancerie di Kristen e il poster in versione gigante nn aiuta ^^ volevi la foto di lei, ed io ti ho accontentata. Doveva essere qualcuna di molto dolce di viso, ma che in fondo fosse un peperino. E poi, a Edward piacciono le brune cn gli occhi castani XD... la tua idea sul far ingelosire Edward potrebbe essere quella giusta ma, cm imparerai se continuerai a seguirmi, l'autrice (cioè me medesima) è un pò ambigua e nn farà mai capire se, quando e come avverranno le cose, quindi ti dico solo... complimenti per la pensata ^^ punto! bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere perchè mi farebbe molto piacere se continuassi a seguirmi. Un bacione e grazie ancora

vavi: Ola, grazie mille per gli auguri cara... bene bene noto cn piacere che il cap ti è piaciuto, me felice ^^.... eh già, Eddino è caduto in tentazione e nn è riuscito a portare a termine il suo discorso ma ci saranno altre occasioni e si spera che concluda la faccenda al + presto. Ahahah, cara, sono felice di annunciarti che hai indovinato... l'amico di jacob è proprio gay, ecco spiegato il perché della preoccupazione di Jacob e delle battute di qst capitolo sul ragazzo... complimenti per l'intuizione ^^ bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, lacrimuccia assicurata ^^ un bacione cara, a presto

Uchiha_chan: Salve... mamma mia che belle parole che mi hai scritto... addirittura sublimi? eh eh ma siamo sicuri che stavi parlando del capitolo? *______* me piange commossa... davvero grazie mille... troppo buona ^^ allora, rispolveriamo un pò i personaggi: sono contenta che Emmet e Rosalie ti piacciano così tanto... emmet è diventato più orsetto protettivo, abbandonando un pò della sua eccessiva esuberanza, mentre Rosalie è più umana e di conseguenza il trauma che si porta dietro la fa diventare fragile e in cerca di aiuto (e sembra averlo trovato ^^). Edward, hai ragione, si sta dimostrando leggermente egoista, nn solo nei confronti di Bella, che intanto soffre cm una disperata, ma anche in quelli di Kris, che cm hai evidenziato ed io mi ostino a dire a tutti gli altri, lo ama davvero e l'amore nn è di certo qualcosa per cui essere condannati, ti pare? Jasper leggero interesse? Eh eh eh io credo sia proprio logorato dalla gelosia... ed il problema è che quello che sta passando adesso avrebbe potuto risparmiarselo se qualche settimana prima avesse abbassato la sua arma seduttrice e se avesse ceduto al sentimento verso Alice.. ma ahimé in casa Cullen l'idiozia è contagiosa (ma si salvano Esme, Carl e Rose ^^) passando a Jacob e di conseguenza alla new entry... eh eh hai centrato il punto... Dave (alias nuovo ragazzo di Alice) nn è assolutamente attratto dalle donne, in altre parole, povero Jacob! ahahah bene, ecco il cap al femminile che avevi chiesto, spero sia stato gradito... un bacio cara, e grazie ancora di tutto ^^

cinzia818: Ma salveeeee... prima di tutto tantissime grazie per gli auguri cara... allora, prima di tutto, tranquilla... nessuno ucciderà nessuno, anche perchè adesso essendo maggiorenne sei passibile penalmente, ergo... calma, niente violenza ^^ allora, ti tranquillizzo subito... Edward NON è andato a letto con Kristen, ma questo lo avrebbe spiegato anche lui nel suo prossimo capitolo, ma ci tenevo a tranquillizzarti ^^ ahahah la tua lezione di comportamente per Jasperè stata esemplare... sono d'accordo con te, nn bisognerebbe mai fare una cosa del genere soprattutto in presenza di un fratello ke, fisicamente è il doppio di te, a meno che nn vuoi morire giovane, in tal caso... accomodati pure ^^ x qnt riguarda Jacob-Alice-Dave... il piano di Alice è veramente diabolico e Jasper inizierà a mordersi i gomiti per la rabbia e... indovinato! Dave è proprio gay... ahahh complimenti per l'intuizione e soprattutto mi fa piacere che il POV di Jacob ti abbia divertito così tanto... (confesso che sono morta dalle risate anche io ^^) eh no, Charlie nn era in casa altrimenti Alice era un folletto morto! Per Emm e Rose credo che dopo questo le intenzioni di lei si siano ampiamente capite, certo, manca l'ufficializzazione, ma arriverà a breve, promesso ^^ (almeno loro due danno soddisfazione)... bn, detto qst ti annuncio che aggiornato il capitolo, corro a leggere "Life according to me" che mi lampeggia l'aggiornamento, e nn devi ringraziarmi... lo faccio perchè mi fa piacere e... anche perchè la curiosità si fa sentire ^^ ahahah... bene, cara, grazie mille per tutto, come sempre... sei una grande.. un bacione ^^

ChiaraBella: Ehi salve... ti ringrazio per aver recensito, mi ha fatto molto piacere... cmq... hai indovinato Innocuo = gay, quindi complimenti per l'intuizione... in effetti i pensieri di jacob che ci rimette sono stati essenziali ^^ ed ovviamente, come spiega anche la stessa Alice nel capitolo, è per far ingelosire Jasper... ci riuscirà? ^^ bn, spero che il cap ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi perchè mi farebbe estremamente piacere.. un bacio e grazie ancora

elys: Salve... oddio, addirittura di stucco... eh eh eh ne sono lusingata, grazie mille ^^ sono molto contenta che il piano ideato da Alice per far ingelosire Jasper ti abbia presto così tanto... eh eh in effetti lui pagherà per tutte le volte che ha approfittato un pò troppo del suo fascino su di lei... poveretto... nn lo invidio per niente ^^ bene, grazie ancora per le bellissime parole e spero di nn averti deluso cn qst capitolo che a parer mio è molto molto dolce... fammi sapere... un bacione cara ^^

pinkgirl: Salve... eh eh noto cn piacere che ti sei fatta venire una bella idea in testa x qnt riguarda la questione "piano di Alice"... e ti faccio i miei complimenti hai indovinato la particolarità di Dave... è proprio gay, ed ecco spiegata la preoccupazione di Jacob nei suoi confronti (poveretto... hai ragione, nn vorrei proprio essere nei suoi panni ^^) (eh sì, è moooooolto grazioso in quella foto... cm lo è in tutte le foto sul web, sui giornali e perfino in video, ma... sorvoliamo ^^) Ma certo che chiamo Carl, tesoro, nn vorrei mai che il tuo cuoricino si fermasse... deve battere e continuare a vivere (o mio Dio, sembro la versione patetica di Edward che cerca di convincere Bella a nn trasformarsi ^^) hai ragione il comportamento di Edward è proprio da definire vigliacco e la povera Kristen (sì, sono banale in fatto di nomi, ma d'altronde... all'evenzienza ci calzava a pennello XD) ne paga le conseguenze ovviamente assieme alla nostra Bella... chi la spunterà? Staremo a vedere... spero che il cap sia stato gradito... fammi sapere, cara, un bacione ^^

hale1843: Zauuuu... eh... idolo, addirittura? XD grazie per l'appellativo ma nn sn sicura di meritarmelo del tutto, cmq davvero grazie di cuore... sei un tesoro... dunque.. sono felice di annunciarti che hai indovinato, Dave è porpio gay fino al midollo, e far ingelosire jasper cn lui è una grandissima genialata a parer mio, così lui pensa che fanno chissà che cosa insieme, mentre magari il povero ragazzo gay, pensa a "qualcun altro..." (ahahah chissà chi!^^) ahahah sono morta dalle risate qnd mi hai detto che le azioni di Jazz sn le stesse che fai anche tu... cara, se fossi in te mi farei pagare i diritti d'autore su qst cose.. Jasper nn può mica andarsene in giro a copiare le reazioni della gente, nn si fa proprio XD cmq anche io qnd mi arrabbio scatto d'ira, quindi niente CIA, tranquilla... è semplice conformazione personale del protagonista ^^ ahahah, quelli del sito ti hanno censurata, eh? però dai, posso immaginare vagamente cosa intendessi dire anche perchè credo sia lo stesso ke avrei fatto io... cmq grazie per gli auguri, sei un tesoro, cara, e a maggior ragione perchè apprezzi anche gli abiti (cosa che nn tutti, anzi quasi nessuno fa) quindi ti adoro ancora di +... bn, spero che il cap dolce dolce sia stato d tuo gradimento... fammi sapere, cara, un bacione e grazie ancora di tutto ^^

mine: Salve... allora le tue intuizione sono giustissime.. il ragazzo innocuo nn deve né causare prob né tanto meno cedere ale provocazioni di Jazz, ma... manca un particolare importantissimo che hai dimenticato e che spero qt capitolo ti abbia fatto capire ^^ cmq, la situazione di Edward è proprio diperata... lei (Kristen) è innamorata persa, Bella soffre e lui è leggermente (per nn dire di peggio) vigliacco per lasciare la ragazza che tra l'altro è effettivamente un pò esagerata nei modi ^^ nn posso darti i capitoli precisi che mancano alla fatidica separazione però, posso dirti che succederà, anche perchè quei due nn possono stare troppo lontani ^^ spero che il  cap ti sia piaciuto... fammi sapere... ciaoooo ^^

piccola_pokemon: eccomi qui, qst volta nn t ho fatta asp poi molto, no?^^ cmq me felice che lo scorso cap ti sia piaciuto così tanto, davvero. Beh, Emmet è leggermente impulsivo, però la sua impulsività qst volta ha dato esiti positivi e si è avvicinato di + a Rose. Edward si comporta sempre peggio, sa che deve lasciare Kristen ma nn trova il coraggio e nel frattempo la illude per bene, facendo soffrire di conseguenza anche Bella. Jasper invece al momento credo sia quello messo peggio proprio perchè, cm hai detto tu, deve fare i conti cn Alice e cn il fatto di essersi reso conto della crescente attrazione che prova per lei. No, la riga ancora nn l'ha vista, ma... ahaha, nn voglio immaginare qnd accadrà, si salvi chi può ^^ cmq, spero di nn averti deluso cn qst cap visto che ne asp uno bello, ma qst credo proprio che lo sia... fammi sapere, un bacione ^^

irly18: salve.... bene, le tue teorie mi incuriosiscono molto, e soprattutto mi fa piacere che ti sei prodigata così tanto in merito.. ti risp subito... hai indovinato, l'idea di Alice è proprio quella di far ingelosire Jasper anche se, attenzione, Jasper nn sa che Dave  un ragazzo "particolare" e adesso sta a te capire il perchè... eh eh l'atteggiamento di Jacob dovrebbe esserti d'aiuto in qst... cmq, staremo a vedere cosa, Jasper gelosone combinerà... bene, cara, spero che il cap ti sia piaciuto e nn preoccuparti, ti capisco.. la scuola logora anche me.. maledetta ^^ ciaoooo

mata tabitha: Salve cara... eh eh sotto la scia dello scorso ho fatto uscire qst altro di ben 15 pagine! Spero tu sia contenta ^^ allora, grazie mille di vero cuore per gli auguri e.. New Moon *____* eh eh ti capisco, anche io, essendo pro Cullen, ho apprezzato mooooolto la figura di Jacob (per intero!) e devo fargli i miei complimenti. (e pensare ke il regista voleva farlo fuori grrrrr) cmq... hai perfettamente ragione il patimento di Bella sarà d'obbligo nei prossimi capitoli ed è tutto per colpa di quella chioma bronzea di Edward... ehhh... qst ragassi... e ovviamente Jasper nn starà meglio, qst volta per colpa di Alice, ma credo che lui (a differenza di Bells) se lo sia meritato, nn credi? cmq sì, il piano è proprio quello di cui hai parlato tu, anche se hai tralasciato un particolare importantissimo che riguarda Dave, e che potresti capire leggendo attentamente la parte di Jacob e il dialogo di cui parla Alice in qst cap, poi fammi sapere... bn, cara, spero che il cap ti sia piaciuto, aspetto tue notizie... un kissone ^^

martya_c: Ciao, prima di tutto sono contenta che il cap ti sia piaciuto, sono lusingata di qst... partiamo dall'inizio.. Kristen in effetti nn si accorge che Edward nn la ama, ma lei, al contrario di lui, lo ama alla follia e pertanto è cm se si rifiutasse di capirlo. Vuole lui sopra ogni cosa ed è per qst che diventa ventosa (si si, lo guardavo anch'io... ahahah qnt bei ricordi ^^) certo, lui deve davvero trovare la forza per lasciarla ma anche lei nn gliene da modo... lui era sul punto di farlo se lei nn lo avesse bloccato sul più bello. qst ovviamente nn è una giustificazione perchè lui deve parlarle e anche al + presto direi...ahah cmq ti faccio i miei complimenti, hai indovinato alla grande la particolarità di Dave eh eh d'altronde era l'unico modo per garantire a lei di nn essere "attaccata" da un ragazzo e contemporaneamente di ottenere la gelosia si Jazz, ke hai ragione, è figo in versione "gelosia on" ^^ cmq, la tua critica è sensatissima ma... pensa che tutta la famiglia di Kristen è un pò particolare... sono all'antica, pensano che il fidanzato del liceo sarà di consequenza il futuro marito della figlia, pertanto nn hanno mosso lamentele nel trasferirsi...cmq sn davvero contenta che la storia ti abbia così colpito da spingerti a scrivere così tanto, me lusingata e felicissima, e per qst ti ringrazio di vero cuore. Beh, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacione ^^

lisa76: Salve cara, che bello sapere che hai adorato tutto dello scorso capitolo.. me felicissima... cmq, ti do ragione, la famiglia di Kristen nn è tanto normale (la figlia doveva pur prendere da qualcuno) però, è un pò all'antica pertanto è convinta che Edward possa essere l'amore della sua vita, ergo matrimonio futuro... ma ovviamente nn sn a conoscenza dei piani funesti di lui ^^ cmq, spero proprio per lui che ascolti il tuo consiglio ed inizi a comportarsi da uomo, quale è, ma per il momento la vedo seriamente amara... aspettiamo e vediamo cosa succede... bene, cara, sfogati quanto vuoi, la cosa mi fa piacere ^^ spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un kisss

Norine: Salve cara... prima di tutto ti ringrazio di vero cuore per gli auguri, cosa si prova? Emozione perchè voglio la patenteeee... ahahah no, a parte qst è sempre lo stesso XD forse qualke capello bianco in + ^^ cmq, se emm ti è piaciuto nello scorso cap credo che adesso lo adorerai, ma ovviamente a te l'ultima parola. Per Edward hai ragione, non ha bisogno di commenti e Kristen ne soffrirà qnd ne sta soffrendo già adesso Bella perchè entrambe ne sn innamorate (in + Kris crede che lui ricambi!) Jasper... ehhh... che dire... qui gatta ci cova e i sentimenti iniziano a circolare a partire dalla acuta gelosia... muahahah... cmq, devo farti i miei complimenti cn quella frase... mi sa ke Dave è innamorato di Jake hai espresso in maniera perfetta il concetto: Dave è gay. ahahah... cmq ci hai preso in pieno, complimentoni cara e adesso spero che il cap ti sia piaciuto attendo impaziente il tuo giudizio... a presto ^^

GinevraMalfoy90: Salve, prima di tutto grazie per aver recensito, mia ha fatto molto piacere. Per quanto riguarda il piano di Jasper, sì, lei vuole farlo ingelosire, anche se c'è una cosa di Dave che devi necessariamente cogliere x comprendere la vera "natura innocua" di lui... leggi attentamente la scorsa parte di jacob e qst di Alice e fammi sapere se l'hai capito... aspetto impaziente tue notizie anche perchè mi farebbe davvero piacere se continuassi a seguirmi. Un bacio e grazie ancora ^^

stezietta w: ahahah, su, Ste, cara, nn ti arrabbiare, altrimenti mi sentirei in colpa... Eddino ha qualche problema al momento a comportarsi da uomo, poveretto, mi fa quasi pena, ma tu per favore, stai tranquilla, che altrimenti mi spaventi^^.... cmq... salveeeee... cm va? Spero bene, Ste, è da un pò che nn ci sentiamo... allora.. dai, nn minacciare anche Emmet... in fondo Jasper ci è andato giù pesante cn quei commenti era anche normale che il fratello iper protettivo reagisse in quel modo, anzi... si è oure trattenuto x i miei gusti XD... grazie per la descrizione tesora, anche perchè nn vorrei che venissero a sbirciare le tue risposte e poi capissero il mistero anche se, qualcosa si inizia ad intuire... muahaha me perfida (e tu cn me ^^) eh eh eh tu volevi il bacio tra Emm e Rose... ehhhh... e bacio sia, cara mia... spero tu nn sia rimasta delusa però, in fondo lo volevano entrambi e qst era il modo migliore e + giusto x darselo... nn credi? Alice ti ringrazia x il tuo costante appoggio e soprattutto ci tiene a sottolineare che nn hai specificato il fatto ke Jasper fosse sexy... eh eh Ste, mi cadi su una cosa così... elementare.. che poi la nanetta malefica mi si arrabbia... su... specifichiamo... Jasper è sexy! (Alice inizia a saltellare x la camera cm posseduta -_-') cmq, nn preoccuparti, capisco il tuo prob cn il pc e spero che quello nuovo arrivi presto, così, potremmo tornare alle nostre meravigliose chiacchierate pazze serali che tanto ci piacciono, vero Ste?^^ cmq nn ho capito una cosa... ma il tuo numero è vodafone? perchè se è così possiamo messaggiare tranquillamente, io ho la zero limits cn 100 sms gratis al gg ma sl verso vodafone.. cmq, fammi sapere se il cap è stato di tuo gradimento cara, aspetto cn ansia... un bacione, Ste ti saluta anche l'allieva e Jasper XD ciaoooo ^^

Elfa Sognatrice: Salve... allora... concordo su Edward cazzone e concordo anche sul fatto ke kristen soffrirà cm un cane qnd scoprirà la verità perchè lei in qst storia ci crede davvero tanto da essersi trasferita dall'altro lato del paese x lui e scoprire una cosa del genere, nn sarà di certo bello per lei... Emmet e Rose che sono gli unici seri della storia e x jasper... no, nessuno lo ha beccato quella sera ma adesso inizia a pagare lo scotto delle sue cretinate del passato. La gelosia è una brutta cosa, cara mia ^^ ti ringrazio per i bellissimi complimenti e spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, che sn curiosa... un bacione ^^

MalyCullen: Hi hi hi mi fa un pò strano scriverti qui mentre c'è l'icona di msn sotto che porta il tuo nome... ma tanto, normale nn lo sn mai stata, pertato... ahahah ... cmq, Emmet è dolcissimo e cn Rose fanno la coppia perfetta... tra l'altro credo che ormai avrai capito cosa si celava dietro il mistero del sogno e delle mani calde e spero vivamente, socia di nn averti deluso (si, lo so me l'hai detto che nn potrei mai deluderti, ma la paura c'è sempre perchè ci tengo tantissimo al tuo giudizio^^) cmq... Jasperuccio (adesso lo chiamo anche io così, anche se mi sta guardando in cagnesco... ahahah) è proprio geloso marcio e la piccola Alice gli farà vedere le stelle d'ora in poi... anna soffrì, come diceva la mia prof di italiano (ode a lei XD) perchè un pò se lo merita dai ^^ nn trovi, socia? ahahah la tua versione di Edward Cullen fidanzato mi piace da morire.. cioè, è giusto, se io avessi un ragazzo cm lui sarei disposta anche
a cambiare continente pur di nn farmelo scappare solo ke, qst socia, mette in pericolo l'amore cn Bella perchè cmq la presenza di Kris ostacola tutto, nn credi? eh... nn mi nascondo sotto il letto... se mai...dietro il comò sull'angolo della terza stanza del corridoio centrale (per citare le tue parole XD) qst dimostra il fatto ke io stia risp alle recensioni mentre chiattiamo ahahah... sta tranquilla cmq quei due insieme in un mdo o nell'altro ci finiscono, fidati della tua socia... e poi... ti ho mai detto bugie? (se dici si, sn rovinata ahahah) quindi, aspetta e vedrai che ti combino ^^ bn bn, sono proprio curiosa di scoprire cosa ne pensi di Dave (ma l'hai capita la sua particolarità socia? XD Jacob in qst può aiutarti) ma soprattutto cosa pensi di quella questione di rosalie... sn impazientissima, giuro... bene, socia, adesso vado, che altrimenti nn aggiorno +, tu nn puoi leggere e di conseguenza Rob e Kris nn arrivano alla soluzione del quesito che ti assilla da gg... vedi, è un circolo vizioso ^^ un bacione socia, ti voglio un casino di bene, ricordatelo, forever... e grazie di TUTTO :*
 

Abbigliamento Rosalie
Abbigliamento Emmet
Abbigliamento Alice 

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Capitolo 29
*** Fuori programma ***


Capitolo 29 (Edward & Bella POV) Ehm... ehm.. prima di far partire razzi e bombe nucleari provate almeno ad ascoltare le mie "buone" ragioni che mi hanno spinto a non aggiornare da così tanto tempo... allora... prima di tutto: la scuola. É stato, e lo è ancora, un periodo terribile, pieno di compiti ed interrogazioni e infatti non so quale grazia divina mi ha permesso di aggiorare oggi, però, sono qui e l'ho fatto esclusivamente per voi. ^^ spero apprezzerete. Poi, al già pressante problema scolastico si è aggiunto quello peggiore: la mancanza di ispirazione... ho tutto completo nella mia mente il "dopo" ma... il "prima" fatica a venir fuori... il capitolo prodotto mi piace, alla fine trasmette quello che deve trasmettere e soprattutto... diamine se non è essenziale questo... eh eh eh... le cose si muovono ed io, se fossi in voi inizierei a pensare a ben altri problemi e scommesse.. del tipo, chi sarà il primo a...?(si vabbè immaginatelo da soli che siete più bravi di me ^^)... Bene, io vado e vi lascio al cap... scusate ancora per il mostruoso ritardo spero che il cap possa farmi perdonare. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito (a cui purtroppo nn riesco a rispondere qst volta perchè sn di fretta), quelli che hanno inserito la storia tra preferite/seguite e anche chi la legge soltanto. E inoltre ringrazio anche coloro che mi hanno contattato tramite email, mostrandomi il loro affetto e chiedendomi di contiunare... davvero, grazie infinite, ne sono lusingatissima ^^ un bacione a tutti, vi adoro! Commentate in tanti, mi raccomando!
P.s. Importante: sotto ci sono i link con l'abbigliamento che potrete vedere dopo la lettura del cap (così nn avete la tentazione di sbirciare nulla che sta scritto all'interno della storia ;D)
N.B. Vi invito ad una sfida... entrate in una profumeria e chiedete di sentire 212 di Carolina Herrera per Lui... è praticamente il profumo di Edward, poi mi dite cosa ne pensate... nei prossimi capitoli vi farò scoprire anche gli altri profumi degli altri personaggi ;)



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Stavo impazzendo. Decisamente. In quella maledetta stanza alla fine del corridoio, dalle pareti rosa confetto, le tende viola, i comodini fucsia acceso stavo decisamente iniziando a dare i numeri. Mi mancava l'aria e più cercavo il modo per evadere da lì, e più, girandomi attorno, mi sentivo mancare alla vista di quella maledetta gigantografia sulla parete accanto alla porta. Deglutii disgustato.
Santo Cielo... un pò di buon senso Edward...
"Ehm Kristen..." la chiamai mentre era intenta a svolgere un esercizio di matematica
"Sì?" alzò la testa verso di me sorridendo. Era stranamente felice quel pomeriggio e... felice significava, sfortunatamente anche affettuosa.
"Mi stavo chiedendo... quella.. ehm..." per quanto ancora quell'obbrobrio a grandezza umana deve minacciare la mia integrità mentale? "Quanto ti è costato far fare una stampa così... grande?" deviai sospirando. Lei girò la sedia a rotelle verso la foto in questione e sorrise, quasi commossa
"Beh un pò... sono tre metri per due... però..." si avvicinò a me, posando le mani sulle mie gambe "Ne è valsa assolutamente la pena!" e mi sfiorò le labbra con un bacio. Ad ogni contatto, ad ogni singola parola, carezza, sguardo, si moltiplicava in me il senso di vergogna e inadeguatezza nei suoi confronti. Sembravo uno di quei mostri dei film: illudevo la giovane verginella del paese, la usavo e poi la buttavo via alla prima occasione. Certo, io lo stavo facendo per una giusta causa, perché non volevo farla soffrire lasciandola, ma questo ormai contava ben poco.
Ormai Rosalie non mi guardava quasi più, perfino a casa. A tavola aveva cambiato lato, affermando che stare seduta accanto a Jasper l'avrebbe aiutata a sentirsi meno inutile. Quest'ultimo, quasi in uno stato catodico da una settimana, non aveva neppure colto l'allusione e aveva continuato a giocherellare con un pezzo di pane con aria assente.
Evidentemente non solo Edward Cullen soffre di piaghe amorose...
"Allora... che ne dici?" mi chiese Kristen, cogliendomi impreparato. La guardai incerto sul da farsi. Dovevo confessarle che non la stavo calcolando neppure per sbaglio, oppure tentavo la fortuna, con una risposta secca?
Seguiamo la via della vigliaccheria che fino a questo momento è stata l'unica ad essermi fedele...
"Che è una bella idea!" affermai agitato. Sul suo volto si aprì un sorriso radioso e mi buttò le braccia al collo entusiasta
"Che bello... speravo dicessi di sì!" e mi lasciò una marea di baci sul collo.
Ahia... punto debole quello.. campanello di allarme...
Si staccò da me, balzando in piedi e chiudendo con un rumore sordo i libri
"Ma... che fai?" chiesi confuso
"Come che faccio... vado a vestirmi!" e ancora sorridente, scappò verso l'armadio, recuperò qualcosa e, dopo avermi lanciato un bacio da lontano, sparì in bagno. Iniziai seriamente ad agitarmi. A cosa diamine avevo acconsentito? Mi aveva chiesto di portarla da qualche parte? Mi aveva appena proposto il matrimonio? Mi stava lasciando? L'ultima la scartai a prescindere. Una che sta per lasciare il proprio ragazzo - che ama tra l'altro - non sorride in quel modo. A meno che il soggetto in questione non si chiama Diddy Cullen. In tal caso era tutta un'altra storia.
Mi alzai dalla sedia, smanioso, e raggiunsi la parete incriminata. Sembravo un critico d'arte che era stato appena messo davanti ad un cumulo di spazzatura ed era stato chiamato a giudicarlo. Avvertii quasi un istinto irrefrenabile di prendere un'estremità del poster e staccarla via con forza. Se ne sarebbe accorta? Probabile. Ne avrebbe fatto una tragedia? Sicuramente. Mi sarei sentito in colpa? Assolutamente no!
"Sono tornata!" esordì Kriten facendo il suo ingresso. Si era cambiata i vestiti, indossando un top celeste e bianco che scendeva morbido sulla pancia, una gonna di jeans e un paio di scarpe basse dello stesso colore della parte superiore. Nel complesso era davvero una bella ragazza. I capelli castani, con qualche sfumatura più chiara sulle punte, le arrivavano all'altezza delle spalle, ed erano sempre lisci ed ordinati. Gli occhi, marrone chiaro, al sole perfino con sfumature verdi, erano sempre vivi e gioiosi, soprattutto quando era in mia compagnia. Aveva un bel fisico, proporzionata, se pure non altissima, mi arrivava con difficoltà alla spalla. Se non fossi stato così meschino ed idiota, magari con il tempo e la pazienza necessari, me ne sarei perfino potuto innamorare. E allora il peso opprimente della vergogna si sarebbe dissolto, per lasciare il posto alla soddisfazione.
Soddisfazione di cosa? Di amare una ragazza e contemporaneamente pensare ad un'altra?...
"Bene, possiamo andare!" esclamò raggiante, spegnendo la lampada sulla scrivania e recuperando la borsa dal letto. La seguii in silenzio nel corridoio, attraverso le scale, fino alla cucina luminosa che stava a pianterreno.
"Mamma... noi usciamo!" esordì entrando. La donna in questione, come sempre truccatissima e raffinatamente vestita, si girò verso di noi e mi sorrise. Sì, sì, sorrise solo a me. Come se a parlare fossi stato solo io.
Bontà divina, fammi morire prima di compiere qualche altro peccato...
"D'accordo... e dove andate di bello?" ci domandò curiosa
Saperlo, sarebbe comodo anche per me...
"A Port Angeles. Ho sentito dire che c'è un bel lungo mare... certo, non sarà mai come quello di Greenway, ma... vedremo di accontentarci!" rispose la figlia. Port Angeles? Perfetto! Gente, movimento, gente, caos, gente, negozi, gente... proprio il posto ideale per farsi vedere in giro con la propria ragazza...
"Bene, noi andiamo.. a dopo mamma!" e con un cenno della mano si avviò all'ingresso. Io, dopo un saluto, ed un sorriso imbarazzato, la seguii ancora più angosciato di quanto non fossi fino a qualche minuto prima. Forse, e dico forse, sarebbe stato meglio rimanere in camera sua, ad osservare schifato quel poster, sperando che prendesse fuoco da solo o che, in un momento di pazzia, lo facesse fuori stesso lei.
Entrammo nella Volvo, in silenzio. O meglio, io me ne stavo muto, ancorato al mio tacito modo di essere e lei chiacchierava tranquilla a proposito di quanto le mancassero i negozi di intimo che c'erano sul lungo mare newyorchese. Fui tentato di ricordarle che nessuno, e ripeto nessuno, le aveva imposto quel trasferimento e ricordarle anche, che se fosse stato per il sottoscritto, lei in quei negozi così belli e costosi ci sarebbe ancora potuta andare. Così, accontentarsi dei piccoli shop locali, non sarebbe stato per lei un problema esistenziale. Ma, ancora una volta, vigliaccheria e buon senso cozzarono alla grande, impedendomi di proferire parola. Mi limitai ad accendere motore e riscaldamenti e a partire, verso l'autostrada per Port Angeles.
Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che parlarmi della comodità di avere una macchina. Le sarebbe piaciuto girare liberamente, senza dover necessariamente aspettare che io, o i suoi genitori, la portassero in giro per fare acquisti o servizi urgenti. E magari, aveva aggiunto, sarebbe stata comoda anche per venire più spesso a trovarmi. Rabbrividii al solo pensiero di ritrovarmela davanti la porta di casa, con il suo sorriso snervante, pronta a saltarmi al collo per la gioia di vedermi. Ringraziai tutti gli angeli del Paradiso che fosse sprovvista di un'auto e pregai, in tutte le lingue a me note, che nessuno si facesse venire la felice idea di regalargliene una. A quel punto avrebbero dovuto fare i conti con me, e certamente non ne sarebbero usciti vivi.
"Ecco, parcheggia qui!" mi indicò un posto vuoto accanto ad una libreria ed io eseguii meccanicamente il parcheggio.
"Credi ci sia qualche bello store internazionale da queste parti?" mi domandò non appena la raggiunsi sul marciapiede. Alzai gli occhi al cielo
"Kristen, siamo nello stato di Washington, abbandonati dal mondo, a circa 300 km dalla prima città che possa essere considerata tale e tu... mi chiedi se qui, a Port Angeles, c'è uno store internazionale?" domandai esasperato. Lei mise su una smorfia "Ricordati che non siamo più nella grande mela!"
"Già... spesso tendo a dimenticarlo, purtroppo!" e mi sorrise, innocentemente e si mise sotto braccio, stringendosi al mio giubbino, anche troppo per i miei gusti. Iniziammo a camminare sul lungo viale che costeggiava il porto. C'era molta gente, ragazzi per lo più, gruppi di giovani, intenti a rincorrersi, parlare, ridere, ascoltarsi a vicenda. E tutto questo accompagnati dall'odore incantevole delle crepes e delle noccioline caramellate.
"Diddy... fanno lo zucchero filato lì in fondo... lo prendiamo, vero?" mi chiese strattonandomi il braccio e saltellando come una bambina emozionata. Mi guardai in giro imbarazzato, sperando che:
A. Nessuno avesse sentito quel fastidioso nomignolo
B. Nessuno si fosse accorto di noi
C. Jasper non fosse nelle immediate vicinanze.
Mi avviai senza rispondere verso il chiosco, e ci mettemmo in fila dietro altri due ragazzi che si stavano facendo servire dal proprietario, un uomo secco e con il naso storto.
"Ecco a lei bella signorina... sono 2 dollari e cinquanta centesimi!" affermò l'uomo passando la stecca di zucchero alla ragazza che mi stava davanti
"Aspetta... faccio io..." intervenne il ragazzo che era con lei, anticipandola nel pagare l'uomo
"Ma dai, Jake... avevamo stabilito che questa sera avrei pagato io!" si lamentò lei divertita. Il ragazzo rise, passando una banconota da cinque dollari al proprietario del chiosco
"Sì, lo so... ma è più forte di me. Far pagare una ragazza mi sembra una mancanza di rispetto!" affermò allora, aspettando il resto
"Perché invece... rimangiarsi la parola data... non significa mancare lo stesso di rispetto a qualcuno?" fece lei in risposta. Il ragazzo si limitò a scrollare le spalle e ad afferrare gli spiccioli che l'uomo gli porgeva. Dopodiché si girarono entrambi, per far passare noi. E fu allora che ebbi una botta al cuore.
"E...Edward!"
"Ciao... Bella!" la salutai sorpreso. Lei aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma la richiuse subito. Si girò verso Kristen, che al mio fianco sorrideva cordiale e poi verso Jacob che, dopo avermi riconosciuto, si aprì in un bel sorriso. Nel giro di pochi secondi le guance di Bella si tinsero di un rosso acceso.
"Ehi... Edward... chi non muore si rivede!" mi fece Jacob allungandomi una mano. Gliela strinsi sorridendo
"Eh già... purtroppo per te la macchina sta benissimo e non ho trovato una scusa plausibile per venirti a trovare!" se la rise di gusto
"Mai dire mai, amico... e poi, per ogni evenienza... sai dove trovarmi!" mi informò allegro. Mi girai a fissare Bella, che ascoltava il nostro scambio di battute silenziosa ed imbarazzata.
Per cosa, poi? Perché ti ho incontrata qui, di sera, su un lungo mare illuminato in maniera suggestiva dai lampioni alti, in compagnia di Jacob Black, che, tra l'altro, da quanto ho capito, ti ha appena comprato lo zucchero filato, proprio come.. come fanno i fidanzati. E di questo che ti vergogni? É per questo motivo che all'improvviso sei diventata silenziosa e il tuo incantevole viso ha cambiato gradazione di colore?...
Alzò gli occhi verso di me e si illuminò appena, come folgorata.
Dì un pò, Edward... ti infastidisce averla trovata qui,
di sera, su un lungo mare illuminato in maniera suggestiva dai lampioni alti, in compagnia di Jacob Black, che, tra l'altro, da quanto hai capito, le ha appena comprato lo zucchero filato, proprio come.. come fanno i fidanzati? Risposta sincera...
Deglutii, spostando lo sguardo su Jacob che ancora sorrideva e tornai a guardarla, mentre si sistemava una sciocca di capelli dietro l'orecchio
Sì, maledizione... mi infastidisce terribilmente, cazzo...
"Ehm, Edward?" come se mi svegliasse da uno stato di trance, Kristen mi scosse appena per attirare la mia attenzione. La guardai confuso, dopodiché realizzai. Che sbadato, neanche a fare le presentazioni.
"Ah sì... Jacob lei è Kristen... Kris lui è Jacob, il mio ufficiale meccanico di fiducia nonché mio amico..."
Certo, se si tiene a debita distanza da Bella...
"Piacere di conoscerti Jaco..." iniziò Kris, ma l'altro la interruppe con un sorriso
"Jake... Jacob è troppo formale!" Kristen ridacchiò e accettò la richiesta allegramente. Dopodiché il ragazzo si girò verso Bella e le sorrise in maniera così sincera da farmi quasi ribollire di rabbia.
Perché io non posso farlo? Perché io non posso sorriderle allo stesso modo, senza dovermi preoccupare di urtare i sentimenti della ragazza che mi sta affianco ma che io non amo?...
"Come mai da queste parti?" ci chiese Bella ricomponendosi
"Ero curiosa di vedere Port Angeles... e Edward si è gentilmente offerto per farmi da guida!" rispose Kristen stringendosi di più a me. Mi irrigidii, non tanto per la sua mossa affettuosa, quanto per l'espressione che mise su Bella. Era un misto tra la rabbia, il disprezzo e la tristezza. Feci davvero fatica a decifrarla.
"Beh, è un bel posto tutto sommato... anche se le spiagge di LA Push non le batte nessun posto al mondo!" affermò orgoglioso Jacob
"LA Push?... Dove si trova?" chiese lei ingenuamente. Jake la guardò quasi scioccato, dopodiché mi lanciò un'occhiata strana, per poi tornare a rispondere
"Davvero non sai dov'è LA Push?... cioè... la spiaggia della riserva... Palm Beach..." tentò lui invano. Lei infatti scosse la testa confusa. Jacob sembrava quasi sconvolto. Decisi di intervenire, per la prima volta, in favore di Kristen
"In realtà... lei non conosce la riserva perché non è di Forks..." spiegai
"Ah no?"
"No, infatti!" si aggiunse lei "Sono di New York... mi sono trasferita da poco giù a Forks per stare con lui..." e mi sorrise entusiasta, aumentando la presa sul braccio. Di lì a poco sarebbe andato in cancrena.
"Ah..." esclamò colpito Jacob, lanciandomi un'occhiata sorpresa "Quindi voi due..." e ci indicò senza terminare la frase
"Sì..." biascicai
Purtroppo...
Calò il silenzio, accompagnato da una sorta di imbarazzo generale che sembrò condividere perfino il povero Jake.
Che tanto povero non è, se non si allontana immediatamente da Bella... all'istante!...
"Sentite che bell'idea che mi è venuta!" esclamò dopo poco Kristen "Visto che è quasi l'ora di cena e che sicuramente voi due conoscete meglio questo posto di me e Edward... perché non ci fermiamo in qualche locale per mettere qualcosa nello stomaco?"
Domanda retorica, Kris... assolutamente no!...
"Sì, sarebbe una bella idea!" affermò Jake sorridente
Doh...
"Bene, allora fate strada... vi seguiremo con molto piacere!" rispose lei entusiasta. Forse non si rendeva conto della situazione assurda nella quale era riuscita a mettermi in pochi secondi: io, in compagnia della mia rovina personale, nota al mondo con il nome di Kristen, ero stato costretto dalla suddetta, a passare un'intera serata in compagnia di Bella, la ragazza che se anche mi limitavo a guardare riusciva a mandarmi in estasi incontrollata, e di Jacob,  il suo "accompagnatore" - almeno così sperai che fosse. Era una situazione surreale. Jake e Kristen continuavano a chiacchierare come se nulla fosse a proposito di LA Push e di tutto lo stato di Washington in generale, mentre io e Bella, dai due estremi della piccola riga che avevamo formato, eravamo impegnati in maniera totale, nella contemplazione del lungo marciapiede grigio sul quale ci stavamo muovendo. Ogni tanto osavo alzare gli occhi per osservare le sue mosse, anche quelle più banali e ne rimanevo immancabilmente incantato, con il rischio ogni volta, di farmi beccare da lei, o peggio ancora dalla mia "ragazza". Se ci fosse stato Jasper in quel momento, probabilmente avrei firmato la mia condanna a morte. Ma per fortuna la mia condizione non era ancora così tragica, o almeno... era quello che speravo.
"Ecco... questo è uno dei posti più caratteristici del luogo... e si mangia molto bene!" ci informò Jacob, fermandosi davanti ad un piccolo locale che portava un'insegna accesa: "Thai Elephant".
Mi girai quasi istintivamente verso Bella, per vedere se anche lei la pensasse come il suo amico. Incrociai immediatamente i suoi occhi scuri, che mi scrutavano, forse per l'identico motivo per cui i miei si stavano perdendo nei suoi. Rimanemmo così, fermi a contemplarci per qualche interminabile secondo, dopodiché, distratti dagli inviti incalzanti ad entrare di Jacob e Kristen, li seguimmo.
Il locale all'interno era nettamente più invitante che all'esterno: piccolino, luci basse, con dei faretti laterali che rimandavano sfumature rosse e viola un pò ovunque, e una decina di tavolini sparsi per la sala con una particolare caratteristica: erano senza sedie. Al loro posto, come in quei film orientali, vi erano dei grandi cuscini color porpora, all'apparenza molto comodi. Nell'aria si sentiva un intenso odore di spezie, qualcosa di orientale, ma invitante, mescolato ad un forte odore di incenso. Non era eccessivamente pieno e un paio di tavoli erano ancora del tutto liberi. Jacob e Bella si avvicinarono alla cassa e, dopo aver parlato con una ragazza di colore, ci fecero segno di raggiungerli. Prendemmo posto quasi all'estremità del locale, e la mia fortuna volle che mi sedessi proprio di fronte a Bella e che, al mio fianco, ci fosse immancabilmente Kristen: praticamente ero circondato e placcato da tutti i fronti.
"Se non vi piace, possiamo anche andare in pizzeria... il corso ne è pieno!" ci informò Jacob sedendosi al fianco di Bella. Altro moto di rabbia improvviso
"Ma stai scherzando? É un posto estremamente affascinante, e poi... adoro l'oriente!" esclamò Kristen sorridendo. L'altro ridacchiò, recuperando il menù rilegato in tessuto e aprendolo. Lo imitai, sperando che così facendo, evitassi il più possibile di far cadere gli occhi su chi mi stava di fronte. La tentazione era tanta, purtroppo.
Si accettano scommesse... riuscirà Edward Anthony Cullen ad arrivare integro questa sera a casa?...
Alzai un attimo gli occhi dai vari piatti esotici che venivano offerti e, per la seconda volta in breve tempo, incontrai gli occhi di Bella. Intensi e profondi anche a quella distanza. Imperscrutabili e magnetici. Maledettamente magnifici. La vidi arrossire appena e abbassare, in un lampo, la testa sul suo menù. Sul mio viso si aprì un sorriso leggero, intenerito. Evidentemente l'effetto che avevo su di lei era abbondantemente rilevante.
"Allora, amore, hai scelto?" mi chiese Kriten, evidentemente avendo colto il mio sorriso
Amore... amore cosa?... amore di che?...
"Sì... credo che prenderò del Padtai... l'ho già assaggiato a New York e l'ho trovato particolarmente buono!" e chiusi soddisfatto il menù, lanciando l'ennesima occhiata in direzione di Bella. Ne rimasi estremamente e piacevolmente colpito, più del solito. Era ancora intenta a scegliere cosa prendere e si stava torturando il labbro inferiore con i denti. Poi, non contenta, ci passò su la lingua, lentamente e per intero. Cosa stava cercando di fare? Ammazzarmi? Voleva farmi venire un infarto in così tenera età? Evidentemente, se per la seconda volta, inconsapevolmente, ripeteva quel gesto, voleva davvero la mia morte.
"Ed io credo che ti seguirò... non l'ho mai provato e sono curioso!" affermò Jacob sorridendomi. Mi dovevo essere perso un pezzo della conversazione, o forse quella che per me era sembrata una scena durata circa mezz'ora, era in realtà durata pochi secondi.
"Io invece prendo il Krapao ai frutti di mare
... è un pò piccante ma per una sera voglio esagerare!" esclamò Kristen soddisfatta. Mancava solo lei all'appello. E Jake se ne accorse
"Ehi.. Bells... manchi solo tu..." e le diedi una leggera gomitata sul braccio per farla riscuotere. Lei ridacchiò leggera e, chiudendo con un rumore sordo il menù affermò:
"Io invece ho voglia di qualcosa di diverso... voglio del tomkahkai!"
"Ma Bells... lo sai che il latte di cocco ti fa stare male!" la riprese Jacob
"Non mi interessa... per una sera voglio... esagerare... come ha detto lei!" e indicò Kristen con un gesto del capo. Quest'ultima sorrise
"Poi se stai male questa notte tuo fratello se la prenderà con me..." le fece notare l'amico
"Jake, dannazione, non puoi sempre vivere in relazione a quello che pensa-dice-fa Emmet! Si arrabbierà? Peggio per lui..." e liquidò la cosa con un gesto della mano dopodiché scoppiò a ridere, vedendo l'espressione scoraggiata dell'altro, che dopo poco la seguì a ruota. Erano affiatati, non serviva un genio per capirlo ed io ero... invidioso, e neanche per capire questo serviva una mente tanto brillante.
Invidioso... io userei un altro termine...
"Bene, possiamo ordinare, allora..." e fermammo un cameriere che prese le nostre ordinazioni e sparì dietro un separé scuro, probabilmente diretto in cucina.
"Sai, Bella... Rosalie mi parla spesso di te..." esclamò ad un tratto Kristen, incrociando le braccia sul tavolo. Le guance della diretta interessata si tinsero appena di rosso
"Ah sì?" fece curiosa
"Giuro... non la smette mai di ribadire quanto tu sia simpatica e quanto lei si trovi bene in tua compagnia!" spiegò. Bella sorrise, aggiustandosi il cerchietto viola sulla testa.
"Beh che dire... ne sono lusingata... e forse la cara Rosalie tesse un pò troppo spesse le mie lodi!" e rise, contagiando anche me e Jacob "Però... devo dire che la cosa è reciproca... è difficile trovare persone così spontanee e sincere. Anzi, vorrei tanto avere l'occasione di conoscerne di più!" e si girò automaticamente verso di me.
Frecciatina involontaria? Mmm... suppongo di sì...
Mi schiarii la voce e, per guadagnare tempo e qualcosa da fare, mi versai dell'acqua nel bicchiere e iniziai a bere.
Eh sì, credo proprio che ce l'avesse con me...
"Beh a questo punto, la sottoscritta è curiosa.." affermò Kristen aprendosi in un sorriso enorme "Mi piacerebbe conoscerti più approfonditamente, visto che mi fido molto del giudizio di Rosalie. E magari, chissà... tra di noi potrebbe nascere la stessa amicizia che è nata tra te e lei!" per poco non mi affogai. Tuttavia non riuscii a mascherare un paio di colpi di tosse per via dell'acqua andata storta. Tutto il tavolo si girò preoccupato a guardarmi. Sorrisi imbarazzato.
"Avevo sete... devo aver bevuto troppo velocemente!" mi giustificai. Kristen scosse la testa, apprensiva, mentre Bella si portò la mano davanti alla bocca per coprire un sorriso divertito. Ricambiai, stando attento a non farmi beccare dalla mia consorte e per qualche millesimo di secondo mi parve di sognare. C'ero solo io, in quello stesso ristorante thailandese, e di fronte a me c'era lei, la mia Bella. Mi guardava sorridendo, in maniera quasi innocente. Ma poteva mai esserci dietro quell'innocenza altro ancora? Ovviamente sì, dato che la mia mente malata e pervertita immaginò ben altro. Per fortuna, ebbi la decenza di ricompormi e di tornare ad occuparmi della questione appena trattata: Kristen voleva diventare amica di Bella. Peggio di così non poteva andare.
"Magari scopriamo di avere gli stessi interessi in fatto di musica, film, sport... ragazzi..." e sorrise su quest'ultima cosa, senza neanche darci troppo peso. Ma per Bella non fu lo stesso. Si girò per un istante verso di me, assottigliò lo sguardo e abbassò di nuovo la testa, per poi sorridere appena
"Sai, Kristen..." fece poco dopo "Credo proprio che tu abbia ragione!"
Eh?...
"Sono anche io molto curiosa di conoscerti... sapere cosa pensi, iniziare a frequentarti... e magari perfino diventare la tua più intima consigliera!" e si fece quasi sadica nell'ultima parte. O forse fu solo la mia impressione, dato che il mio povero cervello si era bloccato nell'esatto istante in cui Bella aveva pronunciato le parole dell'oblio
La tua più intima consigliera... Ma cazzo... cazzo... cazzo...
Kristen, come una bambina emozionata, sbatté più volte le mani e sorrise raggiante. Avevo voglia di legarla alla sedia. Perfino Jacob si era messo a ridacchiare. Gli lanciai un'occhiata omicida che per fortuna non colse affatto. Poi mi girai verso Bella. Mi osservava, curiosa, con una strana luce negli occhi. Sembrava soddisfatta di qualcosa che aveva appena conquistato ed io, sul mio cuscino porpora, di fianco alla mia ragazza urlante e in quel locale thailandese, sorrisi, quasi soddisfatto quanto lei di qualcosa che in quel momento ancora ignoravo completamente.


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Ormai era assodato... Ero una povera pazza. Cosa diamine credevo di fare? Credevo realmente che, diventando - o perlomeno cercando di diventare - amica di Kristen avrei risolto la situazione scomoda nella quale mi ero messa?
Di quale situazione stai parlando, Bella, non c'é nessuna situazione. Sei tu che ti stai creando questi castelli immaginari che, come sai, sono destinati a venir meno al primo soffio di vento... E qui di vento ce n'è in abbondanza...
Ero totalmente concentrata sul mio
tomkahkai, che stavo mescolando incessantemente da dieci minuti buoni con il cucchiaio, e prestavo pochissima attenzione alla conversazione che i restanti membri del tavolo stavano intrattenendo. Alzare gli occhi ed incontrare i suoi, così verdi e così maledettamente luminosi, mi faceva sempre un effetto strano. Era indescrivibile ciò che provavo e più cercavo di dare una spiegazione a quella tempesta di sentimenti e più mi convincevo del fatto che non ce ne fosse neanche una.
E meno male che mi ero ripromessa di non pensarci più, di non illudermi...
Era partita come una tranquilla serata tra amici. Jacob si era presentato a casa mia, proponendomi una passeggiata a Port Angeles e, con l'aiuto strategico di quella maledetta nana dai capelli corvini, era riuscito a convincermi, a patto che, per una volta, avesse accettato che pagassi io. Avendo dalla sua la fortuna che Emmet non fosse in casa, si era mostrato fin troppo entusiasta del mio assenso e, da vero gentiluomo - cosa alquanto strana da uno come lui - aveva aspettato pazientemente che mi cambiassi, intrattenendosi con Alice. Al mio ritorno li avevo trovati a confabulare sottovoce, cosa che cessò immediatamente, non appena entrai in salone. L'occhiata che Jake mi lanciò fu fin troppo elusiva. Mi percorse per intera, dalla punta degli stivali viola di camoscio, per poi salire alle gambe lasciate scoperte dalla gonna e al top grigio fino ai capelli sciolti e tenuti in ordine da un cerchietto. Avvampai per l'imbarazzo e fulminai all'istante Alice che, intuito il mio disagio, era scoppiata a ridere.
Una volta a Port Angeles Jacob rinnegò subito la sua promessa offrendomi lo zucchero filato, e le mie lamentele valsero a poco. Ed è stato lì che li avevamo incontrati: Edward e Kristen, lei sottobraccio a lui, una positivamente sorpresa, l'altro come paralizzato. Vederli lì, insieme, in un'uscita ufficiale, al di fuori del contesto scolastico, fu una vera e propria doccia gelata. Era come se mi avesse dato un'ulteriore conferma del fatto che stessero assieme e che tutto quello che c'era stato non era altro che un'illusione. Erano una coppia, lo sapevano tutti ormai, e per questo io non avevo più possibilità ormai.
Spinta dall'euforia del momento, Kristen aveva proposto di fermarci tutti insieme a mangiare qualcosa e Jacob, che ovviamente ignorava tutta la situazione, aveva accettato cordialmente e con entusiasmo. Edward non sembrava dello stesso avviso. Era preoccupato da qualcosa, qualcosa che gli faceva tenere lo sguardo saldamente ancorato a terra e la bocca chiusa. Perfino a tavola aveva detto sì e no due parole, escluse le sue ordinazioni. Si limitava ad ascoltare, se pur con un'espressione assente e ad alzare lo sguardo su di me, fin troppo spesso ormai.
Avevo contato ben trentacinque sguardi furtivi ed eravamo soltanto all'inizio.
Ripensai alla conversazione avuta qualche istante prima con Kristen e ai motivi che mi avevano spinto ad affermare quelle cose. Avevo accettato la sua amicizia, assicurandole la mia intenzione e la volontà di conoscerla meglio. Le avevo addirittura detto che volevo diventare la sua più intima consigliera, probabilmente in un momento di mancata lucidità. Certo, non potevo negare di essere lusingata dalle sue parole ma, se si fosse trattato di un'altra persona, probabilmente mi sarei sentita meno frenata nei confronti di Kristen. Era pur sempre il limite che mi impediva di farmi avanti con Edward.
Alzai lo sguardo verso di lui e, ovviamente, incontrai i suoi occhi.
E siamo a trentasei...
Sorrisi inconsciamente e lui ricambiò. Mi sentii arrossire ma non ci feci caso, concentrandomi, per la prima volta dopo tanto tempo, sulla conversazione che stavano portando avanti Kristen e Jake
"Davvero per arrivare a scuola dovevi prendere tre autobus e cambiare due tram?" chiese sbalordito il ragazzo. Lei si concesse una risata
"Giuro.. il traffico a New York è perenne... per essere in un posto ad un'ora devi come minimo partire da casa due ore prima... altrimenti stai sicuro che farai tardi!" affermò
"E pensare che in tutta la mia vita, io, per andare a scuola ho soltanto usato le mie gambe!" osservò Jacob strabiliato
"Jake, tu non fai testo..." lo ripresi divertita, scuotendo la testa "La scuola della riserva dista sì e no cinquanta metri da casa tua!" l'intero tavolo scoppiò a ridere, mentre Jake si grattava la nuca imbarazzato. Tipico atteggiamento alla Black. Ricominciammo a parlare di New York, delle differenze di clima, stile di vita e mondanità, riuscendo a coinvolgere perfino Edward.
Trentasette...
Tutte le volte che mi guardava, senza essere visto né da Jake né dalla sua ragazza, mi veniva da ridere. E lo stesso effetto sembrava avere su di lui questa cosa. Si vedeva chiaramente che tentava di trattenersi a fatica, ma, nonostante questo, continuava a lanciarmi quegli sguardi.. quegli stranissimi e piacevoli segnali privati.
Trentotto...
Per un momento solo immaginai che in quel locale sul lungomare di Port Angeles ci fossimo solo io e lui a scambiarci quegli sguardi senza essere interrotti, senza la paura di essere visti o capiti dagli altri. Magari la gente vedendoci avrebbe potuto pensare che stessimo insieme. E la cosa mi esaltava parecchio.
Trentanove...
"Non per fare il guastafeste ma... si è fatto tardi e devo proprio andare. Mio padre ha bisogno di una mano per andare a dormire perché da solo non ce la fa più, purtroppo!" affermò Jacob osservando l'orologio. In effetti era più tardi di quanto pensassi e pertanto, ci dirigemmo verso la cassa. Ovviamente, neanche a dirlo, Jacob pagò anche per me, dividendo il tutto con Edward. Stupidamente immaginai che la situazione si fosse capovolta e che Jake si fosse prodigato a pagare il conto di Kristen mentre Edward avesse pensato al mio. E quel pensiero sciocco e infantile mi fece nuovamente sorridere.
Quaranta...
Usciti all'aria aperta, Edward, molto tranquillamente esclamò:
"Jake se devi andare, vai... è inutile che scendi fino a Forks per accompagnare Bella a casa... ci posso pensare io!" colpo al cuore
"Ma no... sono solo pochi chilometri... non è un problema!" spiegò l'altro
Zitto... cosa ne vuoi sapere dei chilometri che ci sono dalla riserva a casa mia?...
"Sì ma io devo per forza passare davanti casa sua... sono di passaggio!"
Ah sì?...
"Ma..." tentò di dire Jake
"Ovviamente se per Bella non è un problema..." affermò Edward galante offrendomi un sorriso. Io, incapace ormai di ragionare, mi limitai ad annuire
"Allora siamo d'accordo... ti accompagno io!" e mi regalò un sorriso incredibile, con tanto di occhiolino.
Dio mio... pagherei tutto l'oro colato del mondo per rivederlo ancora...
"Ok... grazie mille Edward... e Bells... mica ti offendi, vero?"
"Stai tranquillo Jake... salutami Billy piuttosto e digli che gli voglio bene!" e gli sorrisi, forse con un pò troppo trasporto. Lui ricambiò e mi abbracciò, lasciandomi un bacio sui capelli, dopodiché si allontanò, diretto alla sua Golf rossa. Mi voltai verso il resto del gruppo e sospirai. Solo allora avevo realizzato: Io + Edward + Kristen nella stessa macchina. La giusta fine per una serata assurdamente imbarazzante.
Accompagnati dalla voce troppo alta di Kristen, arrivammo alla Volvo argentata di Edward. Mi sistemai nei sedili di dietro e rimasi in silenzio per tutto il viaggio verso Forks. Edward, che guidava sicuro e concentrato, ogni tanto distaccava lo sguardo dalla strada per incrociare i miei occhi nello specchietto retrovisore.
Quarantuno... quarantadue... quarantatré... quarantaquattro... quarantacinque...
"Eccoci arrivati!" esclamò dopo una decina di minuti. Sobbalzai per lo spavento, tanto ero concentrata a fissare quel piccolo specchio in attesa del suo prossimo sguardo. Mi girai, convinta che al nostro fianco si fosse materializzata la mia casa bianca, a due piani, con la Jeep di Emmet parcheggiata nel vialetto, ma non fu così. Era una villetta di color avorio, a due piani, grande il doppio rispetto alla mia e con un vialetto curato e siepi alte e rigogliose. A completare l'opera, una Bmw classe 5, nera e lucida, era parcheggiata davanti il garage. Doveva appartenere a qualcuno di facoltoso, altrimenti non sapevo spiegarmi tutto quel lusso.
"Ci sentiamo domani? É domenica e mi piacerebbe andare da qualche parte... con te!" disse Kristen, incurante del fatto che io fossi presente con loro in quella macchina
"No, domani non posso... mio padre vuole sistemare il garage e io e Jasper vogliamo dargli una mano... temo ci vorrà tutta la giornata!" rispose Edward risoluto. Mi sentii quasi sollevata, non so per quale preciso motivo.
"Oh..." la ragazza fu visibilmente delusa e non si fece problemi a darlo a vedere "D'accordo... allora... ci vediamo lunedì.. a scuola?" tentò
"Certo.. ci vediamo a scuola!" confermò Edward, accennando un sorriso. Lei, leggermente sollevata si sporse per baciarlo ed io automaticamente girai la testa verso il finestrino, incapace di sopportare una visione di quel tipo. Preferivo di gran lunga concentrarmi su quella casa così lussuosa da sembrare irreale.
"Ciao, Bella... ci vediamo lunedì!" mi salutò, ritornata magicamente allegra. Le sorrisi, cercando di essere spontanea il più possibile
"A lunedì, Kristen!" e chiuse lo sportello. Edward attese che fosse entrata a casa per ripartire.
"Dove la devo portare?" mi chiese sorridendomi dallo specchietto. Era un sorriso bellissimo, lo stesso che mi aveva rivolto al ristorante. Avvampai
"A casa... suppongo!" scherzai. Lui ridacchiò aumentando la marcia
"Hai il coprifuoco, per caso?... Limiti di orario?..." mi chiese tornando a guardarmi. Spalancai appena gli occhi. Dove voleva arrivare con quella domanda?
"Io..." guardai l'orologio. Erano le undici e mezza da poco passate e probabilmente mio padre era già a casa a sbraitare come un posseduto per il fatto che non fossi ancora tornata. Probabilmente Alice e Emmet stavano cercando di calmarlo e soprattutto di... "pararmi il fondo schiena". Non potevo di certo approfittare troppo della sua pazienza e della loro disponibilità.
Rifletti, Bella... quando ti ricapiterà di passare un pò di tempo con lui?...
"No!" affermai convinta "Non ho nessun coprifuoco!"
"Bene... allora non ti dispiacerà se prima di accompagnarti a casa, facciamo una piccola deviazione!" fece lui ancora sorridente
"Assolutamente..." confermai con il cuore a tremila. Avevo capito bene, allora. Voleva portarmi in un posto. Da soli. Io e lui. Era per questo che aveva lasciato prima Kristen a casa, altrimenti sarebbe stato difficile. La Volvo prese gradualmente velocità e si allontanò di nuovo dalla città illuminata per imboccare un tratto di strada a scorrimento veloce privo di illuminazione e segnaletica. Probabilmente in altre condizioni non ci avrei messo molto a riconoscerlo. Ma in quel momento, emozionata come una bambina al suo primo giorno di scuola, non riuscivo a pensare razionalmente. Mi agitavo sul sedile, mi mordevo la guancia, giocherellavo con le mani. Tutto, pur di ingannare l'attesa frustrante. Dopo pochi minuti la strada si fece dissestata e sentivo il rumore della boscaglia che sbatteva sulla carrozzeria. Aguzzai lo sguardo, per capire dove fossimo, ma era troppo buio e neanche alla luce dei fari distinguevo niente.
"Ma dove..." tentai stranita
"Ci tenevo che tu vedessi un posto... la strada per arrivarci è un pò brutta, e ovviamente non è illuminato... però è molto tranquillo! Ti fidi?" mi chiese, guardandomi dallo specchietto. Lo osservai curiosa. Ma non ci fu neanche bisogno di pensare.
"Sì... mi fido!" esclamai tranquilla, ottenendo un altro dei suoi sorrisi. Mi fidai ciecamente di lui e rimasi in trepidante attesa. Finché non ci fermammo. Lasciò acceso il motore e accese i fari abbaglianti per poter illuminare meglio il luogo.
"Aspetta..." mi disse per poi scendere dall'auto e sparire nell'oscurità. Il cuore iniziò a battere come impazzito. Iniziavo ad avere una strana paura, lì, in quel posto che non riconoscevo, al buio. Ma fu solo per pochi secondi, fino a che lo sportello di dietro non si aprì e il bellissimo viso di Edward non apparve nell'oscurità
"Vieni..." mi tese la mano e con un sorriso mi convinse ad uscire. Gliela strinsi forte, ricordandomi solo allora quanta paura avessi del buio. Sperai che non percepisse nulla anche perché, mi rendevo conto che, alla mia età, avere paura del buio era davvero infantile.
"D-dove... siamo?" squittii terrorizzata, stringendo la sua mano forse troppo forte
"Adesso vedrai..." mi disse "Bella?" mi chiamò
"Mmh.."
"Tutto bene?" si avvicinò di un passo e, nonostante l'oscurità, riuscii a vederlo così vicino
"Non tanto..." ammisi
"Stai male?... Vuoi... vuoi che... ti riaccompagni a casa?" mi chiese preoccupato. Troppo preoccupato. Quasi spaventato. Feci due respiri profondi per calmarmi
"No, no... non è quello... io..." chiusi gli occhi stringendoli forte e li riaprii sperando di trovare una bella lampada luminosa ad attendermi.
Non è niente, Bella... niente!.. Fa solo finta di avere gli occhi ancora chiusi...
"Il buio... il buio mi fa..."
"Paura!" completò lui la frase per me, come illuminato "Hai paura del buio?" chiese conferma. Io annuii, sperando che si accorgesse del movimento. Sospirò frustrato
"Mi dispiace... non pensavo che..." tentò imbarazzato
"No, non fa niente. Non è così grave!" cercai di tranquillizzarlo. Che buffo. Io avevo paura e nel frattempo tranquillizzavo lui.
"Io sono qui, Bella. Sono qui accanto a te. Non me ne vado. Puoi fidarti!" mi sussurrò avvicinandosi ancora. Era impossibile, in quella circostanza pensare ancora alla paura. Pensare razionalmente a quello che dovevo dire o fare, con lui a pochi millimetri di distanza. Sentivo il profumo, così maschile e forte e allo stesso tempo vellutato. Era la prima volta che lo sentivo e già lo adoravo. Mi concentrai sul suo viso, sui suoi occhi verdi e sulle sue labbra perfette. Era troppo bello per essere reale
"Mi fido... di te!" sussurrai in risposta. Accennò un sorriso, in un'espressione profonda e si incamminò, senza mai distanziarsi molto da me, camminando quasi al mio fianco e stringendomi forte la mano. Ci fermammo davanti l'auto, nella scia illuminata dai fari lunghi, uno di fronte l'altro. Era irreale come situazione. Mi sentivo come in una bolla, come in un mondo ovattato. Niente e nessuno in quel momento avrebbe potuto interferire con la nostra realtà, neanche mio padre che sbraitava chissà dove o i miei fratelli in pena per me. C'eravamo solo io e lui. In un mondo in cui, lui non aveva la ragazza, ed io non avevo fatto promesse sulla questione "abbandonare l'obbiettivo Edward Cullen".
Ci sedemmo sull'erba, con le gambe, incrociate, che si sfioravano, ancora uniti da quel contatto. Lui abbassò lo sguardo, afferrando anche l'altra mano con la sua e le strinse forte.
"Sai... molti dicono che il posto giusto crei le condizioni adatte perché una cosa abbia buon fine! Ed io ci credo!" mi disse tornando a guardarmi e a sorridermi "Un paio di giorni fa, tornando da Port Angeles, ho trovato casualmente questo posto, e subito ho pensato a te!"
"A me?" chiesi in un sussurro. Alzando la voce mi sembrava di profanare il momento
"Sì... tutto quanto, in questo paesaggio mi ricordava te, Bella. I fiori, gli alberi, l'erba morbida, i profumi intensi e armoniosi che si mescolano tra loro. Questo posto è lo specchio di te stessa... e mi è piaciuto all'istante!" lanciò uno sguardo in giro. Io provai a fare altrettanto, ma con scarso risultato.
"Non vedo nulla..." dissi imbarazzata. Sorrise tenero
"Non è un problema... lì dove gli occhi non arrivano, ci pensa l'immaginazione!" mi rassicurò con tono caldo
"E pensi che io ne sia capace?" chiesi incerta
"Di cosa?"
"Di immaginare un posto cosi bello... Non so... Ecco, non so se ne sono in grado!"
"Stai tranquilla non é cosi difficile." mi incoraggiò tenero "Chiudi gli occhi!" io obbedii all'istante rimanendo in attesa. Sentivo la brezza serale pungermi il viso ma non mi importava. Tutto il calore che mi serviva era concentrato nelle mie mani, strette e accarezzate dalle sue.
"Adesso immagina, Bella. Attorno a noi ci sono tanti alberi... Dei bellissimi e altissimi sempreverdi che formano un cerchio perfetto, completamente naturale. Sotto di noi é pieno di fiori colorati... Con la luce del sole formano quasi un arcobaleno e i giochi che i raggi creano sono spettacolari. E... Li senti i profumi, Bella? Come li trovi?"
"Sono delicati... Si sente l'odore della resina e dei tronchi! E sembra quasi di poter distinguere ogni fiore dal suo profumo... É... É bellissimo!" e lo pensavo davvero. Avevo quasi la sensazione che quel luogo, quella piccola radura nascosta chissà dove nella foresta, la conoscessi da sempre. Come se facesse parte del mio passato oppure fosse apparsa in qualche mio sogno ricorrente. Tutto quanto apparteneva ad un ricordo, forse solo allora portato alla luce. Aprii gli occhi, senza che Edward mi dicesse nulla e subito trovai i suoi. Mi scrutavano attenti e anche leggermente preoccupati.
"Come ti senti, Bella? Hai ancora paura?" mi chiese senza mai perdere il contatto con me
"No.. La paura é passata..." ammisi sincera. In effetti per tutto quel tempo in cui avevo tenuto gli occhi chiusi mi ero perfino dimenticata della mia fobia. Per me c'era solo la radura incantevole e il ragazzo dagli occhi verdi che mi stringeva le mani. Poi sentii un bisogno improvviso. Dovevo sapere con urgenza una cosa e soltanto lui poteva dirmela
"Edward... Posso... Posso chiederti una cosa?"
"Certo!"
"Hai... Portato qualcun altro qui... In questo posto, prima d'ora?" e rimasi in trepidante attesa. Mai come in quel momento avvertivo che il tempo si fosse fermato. Non esistevano più né secondi, né minuti, né ore. Niente. Eravamo ancora in quella bolla sigillata.
"No.. Tu sei la prima!" rispose senza indugio "E l'unica!" e con quella parola fu come se mi si fosse aperto il cuore. Mi sentivo leggera e allo stesso tempo piena come mai prima di allora. Aveva appena confermato ciò che speravo ardentemente. Quel posto magnifico era solo nostro. Mio e suo e nessun altro poteva conoscerlo. Sorrisi emozionata. Avrei voluto abbracciarlo per sentirlo ancora più vicino, ma avevo paura che così facendo, un gesto così intimo avrebbe ottenuto l'effetto contrario, allontanandolo. In fondo nella sua vita c'era pur sempre Kristen. Era lei, che il mondo considerava la sua ragazza. E questo non avrei mai smesso di ripetermelo.
"Bella..." mi chiamò per poi fermarsi incerto. Volevo che continuasse. Lo volevo con tutto il cuore perché sapevo che stava per dirmi qualcosa di importante. Lo sentivo.
"Edward ti prego... va avanti!" lo incitai allora. Prese un respiro profondo e continuò
"Ecco io... ho fatto tanti sbagli in questo periodo, me ne rendo conto... ma, quello più grande l'ho fatto con te!" fu come se il cuore si autodistruggesse nel petto. Avvertii una morsa terribile e mi mancò il respiro per parecchi secondi. Stava per dirmi definitivamente che stare con me sarebbe stato un errore e me lo stava dicendo nel peggiore dei modi: dopo l'ennesima illusione. Stanca e frustrata, allora, decisi di anticiparlo
"So già quello che vuoi dirmi... quindi, per quanto mi riguarda puoi anche risparmiare le parole!" sbottai acidamente.
"C-come?" fece lui sorpreso. Ce l'aveva fatta, di nuovo. Mi aveva giocato l'ennesimo tiro sporco ed io ci ero cascata con tutte le scarpe.
Complimenti Bella, davvero complimenti...
"E pensare che questa volta ci avevo perfino creduto. Mi ero illusa che... che... fosse diverso. Che tu, fossi diverso, Edward!" esclamai irritata e delusa
"Ma... di cosa stai...?"
"Ma logicamente, come poteva andare a finire una storia così? Cosa mi aspettavo?" e con un gesto secco ritirai le mani dalle sue e mi alzai in piedi. Mi diressi veloce verso la macchina, ignorando la sua presenza accanto a me
"Bella?... Bella, ma dove stai andando?"
"Non lo vedi? Me ne vado via.. vado dove sarei dovuta andare circa mezz'ora fa... a casa!" e tentai di aprire lo sportello, ma lui me lo impedì bloccandolo con la mano
"Ma perché?" mi chiese confuso al massimo
"Perché sì, Edward!" gridai infastidita girandomi a guardarlo. Pessima mossa. Incontrare i suoi occhi era la peggiore punizione mai inflitta "Dovevo immaginarlo... dovevo capirlo subito che tanto sarebbe andata a finire così!"
"Così, come, Bella?" domandò alzando appena la voce. Evidentemente il mio atteggiamento oltre che scioccarlo lo stava innervosendo "Mi vuoi spiegare cosa stai dicendo!?"
"No, tu devi farlo Edward..." sbottai "Sei tu quello che si sta comportando in maniera ambigua! Cosa credevi di fare con questa storia della radura, eh?" ed indicai la zona con un gesto ampio "Prendermi nuovamente per il culo? Bene, sarai contento di sapere che ci sei riuscito! Per l'ennesima volta!" e alzai ancora la voce, soprattutto nell'ultima parte
"Bella.. credo che tu abbia frainteso qualcosa!" disse stranito
"Ovvio che l'ho fatto! Ho frainteso tutto... come una cretina!" esclamai quasi in lacrime. Ammetterlo ad alta voce era ancora più frustrante che pensarlo soltanto.
"D'accordo, adesso però ascoltami, ti prego!" mi fece calmo, afferrandomi per le spalle
"Lasciami!" gridai, aprendo definitivamente il rubinetto delle lacrime. E pensare che non se le meritava neppure.
"Bella, Santo Cielo... vuoi darmi retta per due minuti! Soltanto due..." mi implorò sconsolato "Ascolta cosa ho da dirti almeno... dopo potrai mandarmi al diavolo, prendermi a schiaffi o quello che vorrai... ma per favore adesso ascoltami!" e mi guardò con occhi supplichevoli. Era difficile essere coerente in sua presenza. Molto difficile mantenere la parola data. Scrutai i suoi occhi, quasi in cerca di una risposta. Dopodiché annuii incapace di aprire bocca. Sospirò sollevato e iniziò a parlare
"Se mi avessi lasciato finire la frase prima, forse a quest'ora non sarei costretto a tenerti bloccata alla macchina!" e mi fissò intenso "Se mi avessi lasciato finire a quest'ora sapresti la verità e il perché ti ho detto di aver fatto un errore con te..." alleggerì appena la stretta sulle mie braccia per poi continuare "Lo sbaglio che ho fatto non è stato quello di incontrarti, o peggio di avvicinarmi a te... piuttosto mi rendo conto di aver sbagliato nel cercare di fare il contrario, Bella... nel cercare di allontanarti!" mi bloccai incredula. Sgranai appena gli occhi, e rielaborai, per qualche secondo, le parole che mi aveva appena detto.
"Allontanando te, ho praticamente sotterrato la mia volontà.. i miei... sentimenti!" sussurrò l'ultima parte della frase, ma la udii perfettamente. E nonostante questo non riuscivo a crederci.
"Ti ricordi quando, alla fiera, ti ho detto quelle cose che dopo poco mi sono rimangiato senza una ragione precisa?" mi domandò. Eccome se lo ricordavo. Era partito tutto da lì in fondo. Era stata quella mattina a segnare il mio successivo malumore dei giorni a seguire. Annuii
"Il motivo te lo do ora, Bella... avevo paura!"  
"Paura?" feci io allibita
"Sì! Paura, Bella... paura di qualcosa che non mi era mai successo prima e dei sentimenti che mi ero reso conto di provare per te!" lasciò definitivamente la presa sulle mie spalle e continuò a parlare, a testa bassa "Sono stato un vigliacco nel cercare di allontanarti e solo ora mi rendo conto di due cose: uno, ho fatto del male ad entrambi e due... ora come ora, starti lontano, non riesco più a sopportarlo!"
Sto sognando, non c'è altra spiegazione...
Rialzò gli occhi su di me e sorrise appena, divertito probabilmente dalla mia espressione sorpresa e imbarazzata
"Beh... adesso direi che è il tuo turno!" mi disse
"Il mio... turno...?" avvampai all'istante, convinta del fatto che aspettasse una mia dichiarazione
"Sì, te l'ho detto prima, no? Dopo aver finito di parlare tu avresti scelto se mandarmi al diavolo o picchiarmi.. e bene, io ho terminato!" e sorrise di nuovo.   
"Edward... tu... davvero pensi tutte le cose che mi hai appena detto?" domandai in un soffio, dato che di voce me ne era rimasta ben poca
"Tutto, Bella.. ogni singola parola!" confermò tornando serio. Lo guardai, per capire fino a che punto potessi fidarmi di ciò che mi aveva confessato. E mi accorsi fin da subito che era serio. Diceva la verità e lo potevo percepire dai suoi occhi che, di certo non avrebbero mai potuto mentire in quel modo. Le lacrime uscirono nuovamente, quella volta però in maniera diversa, quasi per dimostrare quanto fossi sollevata
"Io pensavo che..." iniziai
"Non fa niente. É passato... adesso quello che conta è il tuo pensiero. Ti prego, Bella, dimmi a cosa stai pensando..." mi esortò avvicinandosi. Ero ancora incollata allo sportello della Volvo e lui, con quell'ultimo gesto si era quasi appoggiato a me. E la cosa non mi dispiaceva affatto
"Io non ci credo quasi, Edward... è tutto così... irreale e inaspettato!" confessai "Però... ho sperato tanto... tantissimo... forse troppo... che tu mi dicessi queste cose!" e sorrisi imbarazzata. Lui ricambiò, entusiasta e sollevato. Mi accarezzò la guancia con la mano e, con delicatezza, mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Senza aspettare altro, stremata da tutte quelle emozioni e impaziente di ottenere la prova concreta e definitiva, lo attirai a me con entrambe le mani e lo baciai. Aveva le labbra caldissime, nonostante il gelo pungente dell'aria esterna o forse, ero io a vederle in quel modo. Avevano un buonissimo sapore che, assieme al suo profumo che mi circondava ormai, aveva creato la dose perfetta per me. Ero praticamente drogata di lui. Quando ci separammo, entrambi a fatica, mi resi conto della cavolata fatta
"Scusa, Edward, io... non so cosa mi sia preso!" cercai di giustificarmi imbarazzata
"Scusa? Scusa per cosa, Bella?" mi chiese tenero, accarezzandomi il profilo del mento "Scusa per questo?" mi chiese per poi avvicinarsi di nuovo e baciarmi, questa volta solo sfiorando le mie labbra con le sue, pur sempre in un contatto da far tremare le gambe
"Sì... cioè...no" ero nel panico totale "Kristen... lei... non..." non so con quale lucidità riuscii a formulare un pensiero su di lei, che però svanì all'istante grazie all'intervento tempestivo di Edward e delle sue labbra
"Shhh... stasera non c'è nessuna Kristen... ci siamo solo io e te..." e tornò a baciarmi, intensificando di gran lunga la sua tesi.


Abbigliamento Jacob
Abbigliamento Edward
Abbigliamento Kristen
Abbigliamento Bella

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Capitolo 30
*** "Quasi..." ***


Buon pomeriggio a tutti... siete sorpresi, eh? Ormai non ci speravate più? Lo so, non aggiorno da secoli ormai ma... ve l'ho detto, non dipende da me e soprattutto in questi giorni sono totalmente circondata da tutti i fronti. Sono arrivata perfino a servirmi del cellulare per continuare il capitolo e poi inviarlo sul pc... che poi non si dica che io mi dimentichi o che non ci tenga a voi... Allora, prima di lasciarvi al cap ci terrei a specificare un pò di cose:
1. Come avete visto, e come ho ripetuto spesso per colpa del scuola non aggiornerò quando vorrò, purtroppo quando potrò... ergo non so dirvi con certezza quando apparirà il 31esimo capitolo... potrebbe trattarsi di domandi o dopodomani o addirittura potrebbe parlarsene a Maggio. Quello che è sicuro è che ce la metterò tutta e pertanto cercate di venirmi incontro... e capite che è tutta colpa degli esami
2. Ho notate che alcuni di voi si sono, come dire, chiesti come mai non aggiornassi più, alcuni hanno addirittura pensato che non volessi terminare la storia o che peggio ancora vi avessi lasciati senza avvertire, bene, a tutti quelli che l'hanno pensato, anche solo per un istante, dico... LEVATEVELO DALLA TESTA!!!! io sono qui e ci resto, dovessero volerci 20 anni per terminare tutto (ahahaha, sarò la vostra persecuzione!)... inoltre a coloro che mi hanno detto di aver pensato di togliere la mia storia dai preferiti/seguiti perché non aggiornavo più dico tranquillamente di farlo, se ne hanno voglia... io non desidero pregarli nè tanto meno posso farmi in 4 più di quanto faccia già per aggiornare ad un ritmo regolare. X farlo, capitemi bene, dovrei trascurare la scuola e nn credo mi convenga. Io sarei immensamente felice se rimaneste tutti con me, come sempre a sostenermi e riempirmi il cuore ma la scelta dipende da voi e da quanto la storia vi piaccia sul serio. Se ne vale la pena, cosa sarà mai aspettare un pò di più per avere la soddisfazione di leggere un capitolo? ^^ Inoltre, vi dico, per esperienza personale, che ho trovato tanti di quegli autori che aggiornavano davvero una tantum, ma posso dirvi che ogni volta che lo facevano, mi ricompensavano dell'attesa ^^...
Bene, passiamo alle cose che ci interessano di più... come si intravede dalla prima immagine qui sotto (e se non la vedete, scendete un pò con il cursore ^^) c'è Jasper (Yuppie!) e ovviamente la testolina bionda porta con sè immancabilmente anche la sua alter ego (hi hi hi) ergo, non c'è bisogno che io vi dica chi sia l'altro personaggio del capitolo. Ho optato per una diversa tecnica di narrazione, più frammentata ma ugualmente ben organizzata (almeno credo) specificando, della stessa giornata, i particolari momenti. Spero apprezzerete...
Ho notato le vostre facce estasiate alla lettura del bacio tra Ed/Bella e le altrettante asce insanguinate aizzate contro Edward... ehehehm care mie, il ragazzo è degno fratello di Jasper... non credo sia così facile come dite, ovvero lasciare Kristen e via... altrimenti che storia ingarbugliata sarebbe? (per favore se sento ancora che Kristen deve fidanzarsi con Jacob credo mi verrà un colpo al cuore... -me vomita i crostini da poco mangiati!-)... ok, detto questo... mmm... suppongo di non dimenticare nulla... mi scuso se non riesco neanche oggi a risp alle recensioni ma c'è filosofia che mi aspetta (e che palle!) vi amo con tutto il cuore e... fatemi trovare tante recensioni che quelle motivano alla grande... ciao amori miei XD
P.s. A fine capitolo i soliti link con l'abbigliamento
N.b. Sono alla ricerca disperata di una foto decente di Jasper (alias Jackson) ma... nessuna mi convince e quella vecchia mi ha stancato... c'è qualche anima pia che vuole aiutarmi???? ;)
N.b2... Oggi scoprite il profumo di un altro protagonista... buona ricerca in profumeria ;)




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10 Dicembre. Ore 8.20 A.M.
Mancavano circa 12 giorni alle ferie natalizie e già si respirava nell'aria la tipica atmosfera pre-festività. Negozi decorati, cumuli di persone che invadevano le strade per lo shopping, canzoni in tema natalizio che si diffondevano nelle vie trafficate e soprattutto, dulcis in fundo... la neve. Ma che bella! Quanta ne avevo vista in tutta la mia vita passata a New York? Zero! Mmm... ecco spiegato perché la odiassi così tanto. Era fredda, fastidiosa, fredda, insistente, fredda e soprattutto abbondante. Neanche al polo Nord si sarebbero aspettati nevicate così. E nemmeno io.
Ero di pessimo umore in quell'ultimo periodo. Scattavo ad ogni minima esclamazione ormai, sia se mia madre mi chiedeva semplicemente di passarle il pane a tavola, sia che, a scuola, i professori indugiavano troppo su di me con il loro sguardo. Mi infervoravo davvero con niente e Rosalie aveva perfino smesso di chiedermi cosa non andasse dato che, ad ogni sua domanda, partiva immediata la mia risposta seccata e particolarmente acida. Il motivo di questo stato d'animo? Eccolo... ce l'avevo davanti agli occhi in quel momento. Era lei, anzi... era lei insieme a lui... lui... insomma, loro due! Mi faceva tremare letteralmente di rabbia vederli insieme, come se niente fosse a ridere complici e divertiti, probabilmente perfino divertiti dal sottoscritto, seduti su quel muretto. Li fissavo poggiato alla mia macchina, in attesa della prima campanella. Fissavo lei, nei suoi pantaloni neri, stretti, infilati negli stivali bianchi di pelliccia. Con quel cappotto imbottito bianco candido... come la neve... come il suo volto... come lei. Era così piccina che non toccava neppure con i piedi a terra e ogni tanto li muoveva, proprio come fanno i bambini quando vogliono divertirsi. Sorrisi divertito da quel pensiero. Ma fu solo un attimo. L'istante successivo ero già di nuovo nel mio brodo a friggere, per colpa di quell'indiano maledetto che da più di tre settimane le girava intorno. La accompagnava a scuola, si faceva trovare all'uscita e li avevo perfino beccati un paio di volte in paese, a camminare assieme. E tutte le volte mi ero sentito nello stesso modo: letteralmente logorato. Come in quel momento. Avrei dato di tutto, perfino la cosa che avevo di più cara al mondo per essere al posto di quello lì. Per essere seduto su quel muretto a parlare con lei, a farla sorridere in quel modo e osservarla muoversi in maniera quasi armonica. L'avrei perfino potuta prendere in giro per via dei suoi piedi penzoloni. Lei mi avrebbe senza dubbio messo il muso, ma io avrei saputo come farglielo passare. E poi da lì, giù a ridere e a scherzare come sempre.
Tutto questo fa parte dei sogni, Jasper... gli stessi che ti stai costruendo tu da qualche settimana a questa parte...
"E poi dici che il vigliacco sarei io!" una voce alla mia destra mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto per trovarmi il sorriso divertito di mio fratello
"Come, prego?" chiesi seccato
"No... mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ancora avresti fatto passare prima di farti avanti con lei!" mi spiegò avvicinandosi. Assottigliai lo sguardo. Quanto sapeva già quella mezza carota?
"Ma di chi diamine stai parlando?"
"Della sorella più piccola dell'attuale ragazzo di Rosalie!" esclamò sempre più divertito. Ci spesi un mezzo secondo più del dovuto per comprendere il senso della frase. Poi esclamai inviperito
"Rosalie ed Emmet non stanno insieme!" Edward scoppiò a ridere di gusto
"Questo è quello che pensi tu, Jazz!" mi disse. Sospirai profondamente. Cercai di mandare giù il boccone amaro ed evitare di rispondergli male per l'ennesima volta nel corso della giornata e continuai
"Comunque sia... io non devo farmi avanti con nessuno... benché meno con quella lì!"
"Ne sei sicuro, Jazz? Perché da come la guardavi sembrava che fossi lì lì per avvicinarti... Era quasi questione di secondi!"
Infatti se tu non mi avessi disturbato probabilmente l'avrei fatto... 
"Ma cosa ti inventi? Devi essere fuori di testa, fratello!" sbottai cercando di assumere il tono più distaccato che potevo "E poi io non sono affatto il tipo che perde il suo tempo con una come lei... Alice Swan non é alla mia altezza e con questo possiamo anche troncare la discussione!" esclamai voltandomi verso il parcheggio. In quell'istante sentii distintamente il cuore fermarsi per poi ripartire come impazzito: Alice era lì, proprio di fianco a noi, ed aveva sentito tutto. Aprii la bocca per dire qualcosa, giustificarmi o perlomeno negare completamente ciò che avevo appena detto, ma non ne ebbi modo. Mi lanciò uno sguardo vuoto. Non ferito, infastidito o sollevato... Semplicemente vuoto, e si allontanò, entrando a scuola. Mi ci vollero parecchi secondi per rendermi conto di cosa fosse successo ed altrettanti per riprendere a respirare autonomamente. Avevo appena buttato nella merda l'unica possibilità che avevo con lei. L'unica occasione per provare ad avvicinarmi era andata persa e tutto per colpa...
"Sei contento?" sibilai furioso. Edward mi guardò incuriosito
"Di cosa, scusa?"
"Sei un cretino, Edward... Ed io lo sono ancora di più per averti dato retta!" e detto questo mi unii alla massa informe di ragazzi che si dirigeva all'interno dell'istituto.


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10 Dicembre. Ore 8.55 A.M.
Io non sono affatto il tipo che perde tempo con una come lei...
Si può essere delusi e allo stesso tempo soddisfatti? Può una persona ottenere la soddisfazione di poter dire "Io l'avevo detto!" e allo stesso tempo sentirsi a pezzi, distrutta, come se un camion avesse sostato per sbaglio sulla schiena. Si può?
Alice Swan non è alla mia altezza...
Evidentemente sì.
Mi accasciai sul banco, nascondendomi interamente dietro la chioma ondulata di Marisa Clark. Quelle due semplici frasi erano riuscite a svuotarmi completamente. Una piccola conversazione, sentita per sbaglio, era riuscita ad annientarmi e a mandare a rotoli una mattinata iniziata da sole due ore. E pensare che ci sarebbe stata l'intera mattinata ancora da affrontare, e se stavo così già dalla prima lezione, non osavo immaginare in che condizioni sarei arrivata a fine giornata.
Lui non mi vuole... per lui non sono abbastanza.. non perderebbe mai del tempo con me... non sono alla sua altezza...
Per un momento, ingenuamente, pensai quasi che quel "non essere alla sua altezza" fosse riferito all'effettiva altezza fisica. In quel caso, non mi sarei opposta e avrei dato per scontato che avesse pienamente ragione. Però, la mia coscienza, proprio perché mi voleva un mondo di bene, mi aveva fatto notare che era da stupidi immaturi credere una cosa del genere e, pertanto, quelle parole mi si erano rivoltate doppiamente contro. La prima volta quando le avevo sentite. La seconda quando, dopo essermi fatta passare l'illusione, mi ero resa conto di quanto fossero vere. Lui, Jasper Cullen, il bellissimo Jasper Cullen, l'angelo biondo dagli occhi quasi trasparenti ed il sorriso che incantava, non poteva di certo andare dietro a... me. Una semplicissima ragazza dello stato di Washington, la cui unica particolarità era la sfrenata mania per lo shopping. Non poteva. E difatti, lo aveva confermato.
Nel modo peggiore che si potesse immaginare...
Dovevo avvertire Dave. Il nostro piano non aveva più motivo di esistere. Dovevo ringraziarlo di vero cuore, sia per la pazienza che aveva dimostrato, ascoltando tutte le cose che avevo da raccontargli su Jasper, sia soprattutto per la disponibilità che aveva avuto con me, venendo a prendermi a scuola, passando le serate in mia compagnia. Tutto per dimostrare al mondo, anche al di fuori del contesto scolastico, che io e lui formavamo una coppia. Ed io lo avevo fatto per lui, solo e soltanto per quell'angelo biondo che non mi credeva... all'altezza. E come dargli torto.
Mi resi conto solo allora che avevo iniziato a piangere, silenziosamente, accasciata al mio banco e con la testa poggiata alle braccia conserte. Sentivo il vuoto che aleggiava in me e fuori di me, benché in quella classe ci fossero una ventina di ragazzi. Mi sentivo sola perché non era loro che avrei voluto al mio fianco. Non erano loro che dovevano esserci per farmi sentire speciale e... all'altezza. No. L'unico che avrebbe potuto farlo, si trovava a lezione di inglese in quel momento, con Bella e Rosalie, a poche classi di distanza. Ma c'era un piccolissimo problema. Lui non voleva. Lui non voleva me.

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10 Dicembre. Ore 13.07 P.M.
Al suono della campanella che decretava l'inizio della pausa pranzo, schizzai via dalla classe come una furia, ignorando i richiami di mia sorella. Feci un paio di slalom tra i ragazzi che inondavano i corridoi, quasi correndo. Urtai contro qualcosa di duro, che mi procurò un dolore indescrivibile, ma non me ne curai. Strinsi i denti e proseguii. Un pò di dolore fisico non ha mai ucciso nessuno. Dopo una piccola interruzione a causa di un lungo carrello di apparecchi tecnici che mi bloccò il passaggio, arrivai alla mia meta: la mensa. Nonostante la campana fosse suonata da poco più di cinque minuti, la sala era ghermita di studenti, già in fila per ordinare. Mi fermai all'ingresso, da una parte, per non ostacolare il passaggio, e, cercando di riprendere fiato, scrutai la sala in lungo e in largo. Guardai verso i tavoli più esterni, quelli centrali e laterali. Quelli vicino alla vetrata, quelli circolari sul davanti. Niente. Poi scrutai la fila. Uno per uno i ragazzi che avanzavano con i loro vassoi. Chiacchieravano, sceglievano, chiedevano alla signora della mensa cosa mai ci fosse di buono quel giorno. Niente neanche lì. Sospirai afflitto e mi diressi verso il solito tavolo sul fondo, ignorando la fila e le cibarie. Mi sedetti, sfinito per la corsa e ancora dolorante alla spalla per la botta presa. Mi massaggiai la parte e continuai a scrutare la zona, prestando particolarmente attenzione all'ingresso. Se non era già in sala, doveva ancora arrivare e, per farlo, doveva passare da lì. Necessariamente. Rosalie fece il suo ingresso in mensa, seguita a breve distanza da Emmet. Afferrai il bordo del tavolo per il nervosismo che cresceva, ma allentai immediatamente la presa non appena vidi Bella varcare la soglia. Trattenni il respiro, raddrizzandomi sulla sedia e stringendo appena gli occhi per guardare meglio. Edward raggiunse il gruppetto formato, in fila, ed iniziò tranquillamente a chiacchierare con Bella, mentre Emmet e Rosalie - fin troppo vicini per i miei gusti e la mia pazienza - confabulavano indicando divertiti il banco dei surgelati. Possibile che tardasse tanto? Possibile che non fosse in compagnia di sua sorella? Se non ricordavo male, aveva lezione di matematica con Edward quel giorno... e allora perché, mio fratello era già lì, tranquillamente in fila e lei non c'era? Che fosse stata trattenuta dal professore? Che avesse trovato qualche amica in corridoio e si fosse fermata a parlare con lei? Beh, se così fosse stato, da un momento all'altro sarebbe arrivata, no?
Sempre più nervoso e frustrato, mi agitai sulla sedia, incapace di stare fermo. All'improvviso l'ennesima paranoia mi balenò nella mente: e se non fosse ancora arrivata per... colpa mia? Per colpa di quelle maledette parole che ero stato capace di pronunciare? Mi sentii mancare, benché fossi ancora seduto e prontamente arpionato al tavolo. Emisi un verso a metà fra il frustrato e il dolorante, quella volta non per colpa della botta alla spalla.
Sono uno stronzo... Un emerito stronzo che non sa chiudere la bocca...
"Jasper ma... sei qua?" la voce di mia sorella mi fece sobbalzare. Guardai stranito il gruppetto che si era fermato davanti a me. C'era Rosalie, affiancata da Emmet - che Dio lo fulmini... anzi no, che prima fulmini me e poi lui - c'erano anche Edward e Bella e, immancabilmente Kristen. Se fossi stato in un altro stato, a quella vista sarei scoppiato a ridere. Edward circondato su tutti i fronti era un belvedere davvero, ma... non avevo né la voglia, né tanto meno lo spirito adatto per prendermi gioco di lui. Così mi limitai ad annuire distrattamente e tornai a guardare l'ingresso. Ancora niente all'orizzonte.
"Mi hai fatta preoccupare... sei schizzato via così, senza dire niente... e poi ti ritrovo qui, seduto comodamente al tavolo e per di più senza il pranzo... Santo Cielo, Jazz... vuoi morire di fame per caso?" la voce di Rosalie era apprensiva. Mi dispiaceva vederla così preoccupata per me. Ma non potevo di certo spiegarle il motivo del mio comportamento.
"Non preoccuparti, Rose... sto benissimo così!" e lanciai un'occhiata di sbieco verso Emmet che sedeva tranquillamente accanto a lei.
Ringrazia il cielo che ho altro a cui pensare, altrimenti potresti anche dire addio ad una delle due mani...
"Come vuoi..." biascicò lei, poco convinta. Seguii distrattamente la conversazione che stavano tenendo Kristen e Bella sulla squadra di nuoto della scuola, ero troppo impegnato a tenere d'occhio la porta per preoccuparmi veramente di loro. Ad un tratto però, un nome mi fece interessare immediatamente ai loro discorsi.
"Alice ti ha fatto sapere se è già arrivata a casa?" era stato Edward a parlare, rivolto a Emmet. Lui lasciò in pace la sua insalata verde e rispose
"Ancora no... forse è stata trattenuta più del dovuto in infermeria..."
Infermeria?...
Il cuore iniziò a martellarmi frenetico nel petto. Non so cosa mi trattenne dal chiedere spiegazioni. Probabilmente l'intervento tempestivo di Kristen
"Perché, cosa le è successo?" domandò confusa. Evidentemente a quel tavolo tutti sapevano, a giudicare da come si guardarono. Certo, tutti tranne me.
"Eravamo a lezione di matematica prima..." iniziò Edward a spiegare "E ad un tratto si è sentita male. Era pallida come un lenzuolo e il prof l'ha fatta scortare in infermeria!"
Devo aver sentito male... sì, non c'è altra spiegazione...
"Oddio... e adesso come sta?" domandò Kristen spaventata
"Meglio, per fortuna!" era stata Bella a rispondere questa volta. Si vedeva lontano un miglio che era preoccupata e che avrebbe preferito essere con sua sorella, piuttosto che lì, in quella mensa con noi cinque. "Il professore di educazione fisica l'avrebbe accompagnata a casa non appena si fosse sentita in grado di camminare!"
L'udito mi deve aver completamente abbandonato... sento delle voci strane...
"Ma... da cosa è dipeso?" continuò Kristen. La ringraziai mentalmente per aver indagato al posto mio. La mia bocca si rifiutava di pronunciare la miriade di domande che la mia mente le offriva
"Probabilmente un calo di pressione!" rispose Emmet. Perfino nella sua voce, normalmente calma e pacata, si poteva notare una nota di preoccupazione non indifferente "Sono un paio di settimane che è strana. É abbattuta, scontrosa... ed è strano per lei... è sempre così vivace!"
Rosalie si girò dalla mia parte per scrutarmi attentamente. Ci notai subito una nota di rimprovero nel suo sguardo insistente. Spostai gli occhi dai suoi, preoccupato che potessi tradirmi, e continuai ad ascoltare le parole di Emmet.
"Sarà la preoccupazione per la fine imminente del trimestre... o forse c'è qualcos'altro che la fa soffrire!" esclamò serio e pensieroso
Sì che c'è, ed è proprio qui, al tuo stesso tavolo...
Un bip di cellulare gelò tutto il gruppo. Bella recuperò il suo telefono dalla sacca e controllò il display. Tirò un sospiro di sollievo ed accennò un piccolo sorriso
"Alice è tornata a casa... ha detto di non preoccuparsi perché si sente molto meglio!" sentii anche Emmet e Rosalie sospirare al mio fianco, mentre Kristen batteva le mani allegra, come al suo solito. Edward si limitò a sorridere più del dovuto a Bella, ignorando totalmente la sua fidanzata.
Si sente molto meglio...
Ci credo... è lontana da me. É normale che stia meglio.
Ha detto di non preoccuparsi...
Facile da dire. Come si fa a non preoccuparsi per qualcuno a cui tieni? Come fai a non pensare costantemente a lei, dopo averla ferita nel modo in cui l'ho fatto io? Non si può... affatto.
La campana che decretava l'inizio delle lezioni pomeridiane mi distrasse da quel flusso di pensieri. Al contrario di come ero arrivato, aspettai che tutta la massa di ragazzi si alzasse e lasciasse la mensa. Non avevo la minima fretta quella volta. Sospirai tante e tante volte, solo per guadagnare tempo ed evitare di pensare. Alla fine, costretto dall'orario e dal gruppetto che era con me, mi alzai e mi diressi verso l'uscita della sala. All'ultimo, prima di girare verso l'aula di francese, sentii distintamente la voce di mia sorella
"Fa qualcosa, Jazz... prima di fare ancora del male a te e a lei!"



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10 Dicembre. Ore 17.30 P.M.
Ne ero convinta. Quella era in assoluto la giornata più brutta della mia vita. Subito dopo ovviamente quel sedici Dicembre di due anni prima, quando quel maledetto incidente stradale mi aveva portato via la persona più importante della mia vita: mia madre. Me lo ricordavo ancora benissimo quel giorno, tanto era indelebile nella mia memoria. Eravamo a scuola, come sempre. Era stato il preside in persona a venirmi a chiamare in classe, durante l'ora di storia. Avevo notato fin da subito il suo imbarazzo mentre camminavamo fianco a fianco nel corridoio verso la presidenza.
"Mi spiega perché mi ha fatto mandare a chiamare, signore?" gli domandai. Lui si allentò la cravatta, terribilmente a disagio e rispose
"Se pazienta due minuti, signorina Swan, le spiegherò tutto... Adesso prego, si accomodi!" e si fece da parte per farmi entrare nel suo ufficio fatto di radica e pelle. E fu in quel preciso istante che, quello che fino a poco prima era stato solo un leggero presentimento, si era fatto pesante. In quello studio ad aspettare c'erano anche Emmet e Bella. Quelli che si erano susseguiti dopo erano stati i momenti più strani e più brutti della mia vita. L'imbarazzo iniziale del preside si era trasformato in compassione e la nostra confusione in sgomento e poi infine in incredulità e lacrime. Il resto era stato troppo doloroso e confuso per descriverlo o semplicemente per ricordarlo. Solo il tempo e l'appoggio dei nostri amici ci aveva aiutato a superare quel momento. Altrimenti non sarebbe stato affatto facile.
Guardai il calendario. Quel giorno era dieci Dicembre. Mancavano esattamente sei giorni al suo secondo anniversario ed io già sentivo di stare male. Tutta quella angoscia e tristezza, sommate al mio stato d'animo di quella mattina erano troppo, perfino per me. Dovevo fare qualcosa se non volevo affondare irrimediabilmente.
Uscii dalla mia camera e scesi al pianterreno. Bella ed Emmet erano da poco tornati da scuola e subito erano venuti a chiedermi come stavo. Non ero riuscita a fingere come al mio solito mascherando il tutto con il mio classico sorriso e per questo si erano seriamente preoccupati entrambi.
"Ehi bimba, come stai?" mi chiese Emmet, una volta entrata in cucina. Feci spallucce e lui mi raggiunse sulla soglia della porta per abbracciarmi
"Vederti così fa stare male anche me, lo sai?" mi disse stringendomi. Sorrisi perdendomi, nel vero senso della parola, tra le sue braccia.
"Non ne vale la pena, Emm..." sussurrai io
"Ah sì? E perché dici così?" mi domandò allontanandomi appena. Sospirai distaccandomi definitivamente
"Niente Emmet..." esclamai "Senti vado a fare quattro passi... Torno subito!"
"Ma Alice..." tentò di dire
"Tranquillo tanto papà non torna prima delle undici e per quell'ora sarò abbondantemente a casa!" lo rassicurai recuperando il cappotto bianco
"Chi se ne fotte di papà, Ali... Stamattina sei quasi svenuta in classe... Sei sicura di voler uscire?"
"Un pò di aria fresca non può che farmi bene!" affermai atona
"Alice..." mi chiamò prima che uscissi dalla porta "Stai attenta per favore!" esclamò apprensivo. Non risposi neanche. Mi chiusi la porta alle spalle e iniziai a camminare verso l'incrocio che portava alla strada principale del paese. Era da poco tramontato il sole e i lampioni erano tutti accesi e illuminavano tutta la strada alberata. Il transito delle macchine era regolare alla mia sinistra, e nessuno badava troppo a quella ragazza piccina, che camminava a testa bassa e con le lacrime agli occhi. Invece di prendere il corso principale, come avevo pensato di fare all'inizio, continuai a seguire le vie interne che, ormai conoscevo a memoria. Ad ogni via era legato un ricordo particolare. Qualcuno era bello, qualcun altro mi faceva perfino sorridere. E poi, c'erano quelli più dolorosi, legati a lei.
É incredibile come la tristezza porti con sé soltanto malinconia... 
Attraversai la strada ad un incrocio senza neanche guardare. Mi ritrovai immediatamente dei fari puntati in faccia ed il rumore scrosciante e fastidioso dei freni nelle orecchie.



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10 Dicembre. Ore 17.30 P.M.
"Jazz... Ma che stai combinando? É mezz'ora che ti chiamo!" la voce di mia madre mi raggiunse nella mia camera. Sembrava furiosa, e non era certo da lei esserlo. I casi erano due, o aveva avuto una discussione con papà, cosa che la rendeva incredibilmente acida e scontrosa, oppure, caso peggiore, era davvero mezz'ora che mi chiamava ed io, ignorandola, avevo alterato la sua pazienza.
"Sono in camera... Cosa c'é?" domandai seccato, appoggiato alla ringhiera del balcone.
"Scusa tanto se ti disturbo, eh..." si lamentò lei, scaricando sul mio letto una pila di jeans lavati e stirati. Ops... Era fin troppo arrabbiata.
"Scusa non ti avevo sentita! Ho un pò la testa fra le nuvole oggi!" mi giustificai
"Solo oggi? Saranno due settimane che sei così... Si può sapere che ti prende?" mi chiese
"Problemi... Con... La scuola!" tagliai corto allora. A guardarla non mi sembrò particolarmente convinta e per questo deviai la sua attenzione
"Perché mi chiamavi? É successo qualcosa?"
"Si, in effetti si... Mi servirebbe con una certa urgenza un documento dal catasto... Sono già due giorni che lo chiedo, ma, come hai fatto tu prima, mi ignorano!"
"Hai provato a chiamarli?" domandai leggermente disinteressato. Il lavoro di mia madre non era mai stato affar mio  
"Si, ma si fanno negare... Pertanto mi chiedevo se mi potessi fare il favore di andarlo a prendere per me!"
Eccola la fregatura... Ne sentivo la puzza da chilometri...
"Non può andarci Edward?" domandai seccato.
Ecco, che infastidisse lui, che passa la sua vita a... Fare niente. Io ho ben altro a cui pensare in questo momento...
"É andato da Kristen una decina di minuti fa e Rosalie sta studiando!" mi spiegò
"Mi rincuora sapere che tu abbia pensato a me alla fine... Mi fa piacere essere l'ultima ruota del carro di questa famiglia!" esclamai sarcastico
"Jasper, tesoro, stai peggio di quanto pensassi!" disse avvicinandosi per scrutarmi meglio. Mi sorrise, tornando ad essere materna come sempre
"Sicuro di stare veramente bene?" mi chiese di nuovo tastandomi la fronte
Non è la febbre ad essere il mio problema, mamma... ho ben altro...
"Sì, tranquilla... piuttosto... dov'è questo... coso... com'è che si chiama?"
"Catasto! É alla fine del paese, sulla strada che porta a Port Angeles. Al km 13 trovi una deviazione sulla destra... ci sono le indicazioni comunque!" mi spiegò
"Afferrato e memorizzato! Ci vado subito!"
E poi, un pò di aria fresca non può che farmi bene...
"Stai attento, mi raccomando!" mi gridò dietro, mentre scendevo le scale per arrivare nell'ingresso
"Tranquilla... vado piano come una lumaca, promesso!" risposi atono e presi le chiavi della Volvo di Edward, visto che la mia l'aveva lui - dannata monetina del cazzo!
Mi ritrovai qualche minuto dopo sulla strada per Forks. Prima di uscirci per raggiungere il catasto, ci sarei comunque dovuto arrivare, dato che mi trovavo esattamente dall'altro lato. Nonostante avessi promesso a mia madre di andare piano, schiacciai un pò più del dovuto il piede sull'acceleratore, tanto da far salire il contachilometri a 90, nel giro di pochi secondi. Non era mica colpa mia. Quel pedale era fin troppo sensibile, glielo avevo detto spesso ad Edward.
Evitai le strade principali, onde evitare pattuglie di polizia che poi avrebbero fatto storie per la mia andatura, diciamo allegra, e costeggiai il corso principale, servendomi di viuzze a senso unico e poco trafficate. Ad un tratto, impegnato com'ero nell'ennesimo sospiro frustrato, mi accorsi, forse troppo tardi di un movimento improvviso alla mia destra. Sterzai bruscamente per evitarlo, qualsiasi cosa fosse e frenai di scatto, girando leggermente la macchina e sollevando una nube di terriccio. Il cuore era a tremila. Cercavo di respirare regolarmente, ma mi era impossibile. Speravo di aver visto male e che quella che stava attraversando non era affatto una persona, ma semplicemente... che so... un cane troppo cresciuto.
Merda, nello stato di Washington è reato perfino investire gli animali...
Scesi dalla macchina per controllare, spaventato e preoccupato.
Ti prego, fa che sia un criceto... un orso... un gorilla ammaestrato... mio fratello... tutto tranne un essere umano...
Feci il giro della Volvo e incredibilmente non trovai nessuno. Sospirai sollevato, dopodiché, con una mano nei capelli, mi diedi del pazzo visionario. Stavo per distruggere la Volvo di Edward per... una cazzo di visione. Mio fratello non me l'avrebbe mai perdonato. Per essere credibile mi sarei dovuto spaccare la faccia da solo, addosso a qualche muro per simulare un incidente.
Certo, Jasper.... su una strada a senso unico, desolata...
Scoppiai a ridere, pronto a tornarmene al posto di guida, quando sentii un verso alle mie spalle. Sbiancai di nuovo. Era un lamento... umano. Mi girai, terrorizzato, in cerca di chi avesse parlato. Ma niente, come prima. Possibile che sentissi perfino le voci, oltre che vedere le presenze umane? Con il mio stato d'animo tutto poteva essere. Come un idiota, mi abbassai per controllare se, sotto la macchina non ci fosse qualcuno ma, per fortuna, constatai che, oltre all'asfalto non vi era nulla. Ma allora dove...
Un altro lamento mi fece voltare, questa volta dalla parte giusta. Era rannicchiata a terra, in mezzo a due macchine, parcheggiate sul margine destro della carreggiata. Mi avvicinai spaventato, dato che aveva il viso completamente coperto da entrambe le mani.
"S-stai... b-bene?" mormorai agitato. Non avevo mai balbettato in vita mia. Era segno di quanto fossi terrorizzato in quel momento. Al suono della mia voce la figura alzò di scatto la testa. Per poco non mi affogai con la mia stessa lingua.
"A...A... Ali...ce.." biascicai, mentre il cuore prendeva a battere ancora più forte di quanto non avesse fatto prima, quando ero ancora convinto di aver ammazzato qualcuno
"Tu!" gridò sconvolta "Dannazione... no! No... non ci posso credere! Tutti ma non tu!... Non è possibile... no!"
"Alice... stai... stai... b-bene?" tentai di nuovo avvicinandomi
"Non ti permettere di fare un altro passo nella mia direzione, chiaro?" gridò. Non seppi dire con certezza chi dei due, in quel momento era il più spaventato e sorpreso.
"Alice... ti... ti... sei... fatta..." provai di nuovo, bloccandomi
"Ci mancava solo questa, maledizione... che mi uccidessi! E poi avremmo completato l'opera!" continuava a starsene seduta sull'asfalto e ad inveirmi contro
"Non ti avrei mai uccisa!" tentai allora, ma mi fulminò con un solo sguardo
"Stavi per farlo, Cullen!" gridò furiosa. Aveva le lacrime agli occhi, probabilmente a causa del fatto che avesse appena realizzato di essere viva per miracolo. Se avessi potuto avrei volentieri pianto anch'io, e non mi vergogno a dirlo.
"Mi dispiace, Alice, davvero... io... io non... non ti ho vista... tu stavi attraversando ed io... non... scusa..." dicevo parole sconnesse e senza senso. Mi preoccupava non poco vederla ancora seduta tra quelle due auto. Da lì, sembrava ancora più piccola e più indifesa. Ma non meno spaventata ed incattivita
"Fanculo, Cullen!" e tentò di alzarsi, aiutandosi con entrambe le mani. Ma non ci riuscì. La mano destra cedette sotto il suo peso e fece per ricadere su se stessa. Con una prontezza di riflessi non indifferente, riuscii ad arrestare la sua caduta, evitando così che si facesse ancora più male. Ci trovammo a pochi millimetri di distanza. Occhi negli occhi. Spaventati e sorpresi entrambi. Mi sentii come un bambino in quel momento. Emozionato di averla così vicina e fin troppo immaturo per meritarmela.
"Lasciami!" sbraitò liberandosi prontamente della mia presa. Si massaggiò il polso della mano destra e, forse non volendo, mise su un'espressione dolorante
"Ti fa male?" chiesi subito
"Non è niente..." tentò lei
"Fammi vedere!" mi feci avanti per controllare
"Non toccarmi ti ho detto... dovevi pensarci prima, Cullen... prima di investirmi!" strinse forte la mano attorno al polso e tirò su con il naso
"Ma non l'ho fatto di proposito!" gridai allora. Non ero arrabbiato, no di certo. Mi infastidiva solo il fatto che non volesse credermi e che soprattutto mantenesse le distanze in maniera così marcata
"Mi dispiace, ma non ti credo..." affermò senza neanche guardarmi "E poi ormai il guaio è fatto!"
"Andiamo in ospedale... così ti visitano e vediamo cos'hai al polso!" finalmente riuscii a formulare un discorso sensato. Bene.
"Fuori discussione... non se ne parla!" sbottò
"Ma devi farti controllare!" insistetti
"Ti ho detto di no... e non intendo ripetertelo!" ribadì sfidandomi con lo sguardo
"Alice... smettila di fare la bambina... sali in macchina e andiamo in ospedale!" esclamai frustrato
"In macchina con te? Non ci penso proprio... l'ho già provato una volta e non intendo ripetere l'esperienza... no Signore!" affermò testarda
"Non costringermi!" mormorai
"Benissimo... anche le minacce adesso! Ti avverto Cullen... se mi metti le mani addosso mi metto a gridare e da qui stasera non esci con le tue gambe!" mi minacciò puntandomi il dito della mano sano contro. Sospirai, passandomi una mano nei capelli. Non sapevo cosa diamine fare. Non potevo di certo costringerla, però... dovevo portarla in ospedale e accertarmi che lei stesse bene, altrimenti sarei impazzito
"Facciamo così..." proposi allora "Io ti porto all'ospedale... controlliamo cosa ti è successo alla mano... dopodiché ti accompagno a casa e tu avverti Emmet... gli dici che ti ho investito volontariamente e così siamo pari!" la paura e la frustrazione dovevano avermi giocato un brutto scherzo se ero arrivato al punto di esclamare una cosa del genere. Avvertire Emmet equivaleva alla morte prematura del sottoscritto. E peraltro sarei deceduto senza aver recuperato quel documento per mia madre. Doppia consolazione.
Ci pensò su per qualche istante, recuperando nel frattempo tutto il fiato perso durante quella sfuriata
"Tu... tu vuoi dirlo... ad Emmet?" mi chiese sorpresa
"Sì... così almeno avrò quello che mi merito, no? Una giusta punizione per quello che ti ho fatto!" ero fin troppo determinato per i miei gusti. Ero convinto, però, che tutta quella determinazione l'avrei persa una volta intravisti i muscoli di Emmet. Abbassò la testa stringendosi al petto la mano. Avrei voluto controllare io stessa cosa le era successo. Avrei voluto abbracciarla, sia per istinto naturale che per volontà immediata. Mi sentivo troppo protettivo nei suoi confronti e la cosa non faceva che farmi stare male, ancora di più.
"D'accordo..." mormorò
"Co-cosa?" domandai confuso
"Verrò con te in ospedale..." specificò. Sospirai sollevato "Ma solo perché la mano mi fa male... non farti strane idee!"
"No... è chiaro..." risposi. Andai ad aprirle lo sportello del passeggero e la feci accomodare, dopodiché tornai al mio posto. Prima di mettere in moto le lanciai uno sguardo. Aveva la mano poggiata sullo stomaco, chiusa in pugno, e con quella sana si asciugava le poche lacrime rimaste. Sospirai di nuovo e partii, quella volta moderando la velocità.


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10 Dicembre. Ore 18.50 P.M.
"Il dottor Burwell è atteso al reparto due... ripeto, il dottor Burwell al reparto due!" esclamava la voce stridula dell'altoparlante in tutto il pronto soccorso. Camminavamo fianco a fianco nel corridoio, diretti al bancone di ricevimento. Mi ero fatta portare lì semplicemente perché la mano mi faceva un male terribile, quasi non riuscivo a muoverla. Probabilmente nella caduta dovevo averla sbattuta contro la macchina parcheggiata.
"Mi scusi..." fece Jasper, chiamando l'attenzione dell'infermiera vestita di verde, al di là del grande bancone bianco
"Sì, dimmi..."
"Cercavo il dottor Cullen..." spiegò. Certo, non ci avevo pensato. Suo padre era medico, me l'aveva detto Bella. Ecco perché aveva così insistito per portarmici personalmente lì.
"Mi dispiace... il dottore sta facendo il giro di visite in questo momento, però se vuole c'è il dottor Mar..."
"No, forse non ha capito... ho urgenza di parlare con il dottor Cullen..." specificò infastidito Jasper "Sono suo figlio!" a quelle parole la ragazza sospirò, dopodiché annuendo prese il microfono e premette sul pulsante rosso
"Il dottor Cullen é atteso al pronto soccorso, ripeto... Il dottor Cullen al pronto soccorso!" e spense l'apparecchio
"Grazie!" esclamò Jasper atona, dopodiché rivolto a me disse "Vieni, ci conviene sederci... Conoscendolo potrebbe volerci un pò!" e mi condusse verso le sedie rosse della sala d'attesa. Continuavo a tenere la mano stretta al petto e con l'altra la tenevo ferma, per evitare altro inutile dolore. Sospirai ed alzai lo sguardo verso Jasper, seduto al mio fianco. Era in ansia, glielo si leggeva in faccia. Quello che però non riuscivo a capire era se il suo stato d'animo dipendesse da quello che era successo poco prima o forse... Dal pensiero  di una probabile sfuriata di Emmet. Non l'avevo mai visto così scosso e preoccupato. Anche prima, mentre cercava in tutti i modi di portarmi in ospedale mi aveva dato la stessa impressione. Non sembrava quasi lui. Era... Disorientato, ecco... Totalmente ed incondizionatamente disorientato. Forse aver sfiorato per poco un incidente lo aveva profondamente turbato, oppure non avermi presa in pieno lo tormentava. Lo guardai di nuovo mentre si poggiava con i gomiti sulle ginocchia e copriva gli occhi con le mani. Sospirò profondamente.
Ora come ora non so se sia un ottimo attore o più semplicemente un pessimo giocatore...
"Jasper!" una voce maschile ci richiamò all'attenzione. Quasi caddi a terra per la sorpresa. Un uomo in camice bianco, alto, biondo e con due meravigliosi occhi tra il grigio e il celeste ci guardava sorpreso. Era... Semplicemente bellissimo.
"Ciao papà..." Jasper si alzò in piedi
Papà? O porca...
"Che ci fai tu qui?" domandò leggermente preoccupato. Poi si girò a guardarmi ed aggiunse "É successo qualcosa? Ti vedo scosso..." bene, almeno non ero la sola a pensarlo né tanto meno me l'ero immaginato.
"Poi ti spiego tutto... Avrei bisogno che tu facessi una cosa con una certa urgenza!" gli disse. Io mi alzai, raggiungendoli. Visto da vicino era ancora più affascinante di quanto non avessi visto a primo impatto. La somiglianza con i suoi figli era quasi impressionante. Aveva gli stessi occhi di Edward, sebbene il colore fosse quello di Jasper e Rosalie e ostentava sicurezza e professionalità. Avrei pagato miliardi per avere un padre del genere. Erano molto fortunati i Cullen in questo.
"Dimmi, se posso... volentieri!" esclamò l'uomo affondando le mani nelle tasche del camice
"Ecco lei è una..." mi lanciò uno sguardo indeciso, per poi continuare "Lei è Alice Swan... una mia... compagna di scuola!"
"Oh... è un piacere conoscerti Alice..." e mi sorrise, facendomi arrossire
Eh no... questo è un vizio marchiato Cullen...
"Il piacere è tutto mio dottor Cullen!" risposi ricambiando il suo gesto cortese
"Allora... qual'è il problema?" domandò il dottore, questa volta in tono meno professionale
"Ecco... Alice ha... subito un incidente stradale!" spiegò Jasper a disagio
"Un incidente?... cos'è successo?"
"Una macchina... l'ha investita!" specificò
"Mmm... ho capito... venite di là... controlliamo subito se hai riportato qualche danno!" e ci scortò verso una delle tante stanze con le porte bianche del corridoio. La richiuse alle nostre spalle e mi fece accomodare su un lettino, mentre Jasper rimase in piedi di fronte a me. Il dottor Cullen iniziò a farmi delle domande
"Allora, Alice... come ti senti?"
"Bene... suppongo!" risposi mentre con una piccola luce mi analizzava gli occhi, uno dopo l'altro
"Hai sbattuto la testa? Senti dolore da qualche parte?"
"No, la testa no... però..." alzai il braccio per mostrarglielo "Mi fa male la mano... il polso più che altro e poi mi tira tutto... all'interno!" lui la prese tra le sue mani ed iniziò a premere in alcuni punti particolari chiedendomi dove sentissi più dolore.
"Non preoccuparti... non è nulla di grave... una piccola distorsione... adesso te la fascio così il dolore si attenua e soprattutto la mano non si gonfia!" e mi sorrise di nuovo. Muovendosi sulla sua sedia a rotelle raggiunse una piccola cassettiera e recuperò una lunga garza e del cerotto, quello che si una per le fasciature
"Sei sicuro non sia nulla di grave?" domandò Jasper avvicinandosi. Se non lo conoscessi avrei potuto quasi dire che fosse preoccupato per me
"Certo! Alice è stata molto fortunata... essere investiti e non farsi praticamente nulla è quasi un miracolo!" esclamò sorridente. Jasper sospirò sollevato
"Piuttosto... non mi avete detto chi ti ha investita e soprattutto... cosa c'entri tu in tutta questa storia, Jasper!" fece il padre qualche istante dopo. Io e il figlio ci guardammo per qualche istante, come due complici di qualcosa. Sicuramente se il dottor Cullen avesse saputo cosa il figlio aveva "quasi" fatto, non sarebbe rimasto così calmo e professionale. E sicuramente il papà Cullen sarebbe uscito allo scoperto. Mi morsi un labbro iniziando a parlare, proprio nel momento in cui stava per farlo anche Jasper
"In realtà lui è... scappato!" affermai
"Scappato?" mi chiese il dottore confuso, ma mai quanto Jasper che mi guardava senza capire
"Sì... la persona che mi ha investito... ha accelerato ed è scappato via.. senza fermarsi!" spiegai osservando la garza con cui il dottore mi stava fasciando la mano
"Non ci posso credere... che farabutto... dovresti esporre denuncia alla polizia!" mi fece notare
"Preferirei di no... mio padre è... poliziotto e... diciamo che si preoccuperebbe troppo!" mentii io
Certo, capo Swan che si preoccupa per me... questa tesi regge ancora meno del pazzo della strada che mi investe e scappa via...
"A maggior ragione che tuo padre è nell'arma dovresti denunciare l'accaduto. Una persona così non può di certo farla franca... è disumano anche solo pensare di aver investito qualcuno... poi scappare è la cosa più meschina!" spiegò conciso. Vidi Jasper seguire le parole del padre leggermente a disagio
"E se... non l'avesse fatto di proposito? Ad investirla... intendo!" tentò di dire allora
"Non esiste, Jasper... queste non sono cose che si fanno per caso... o accidentalmente. Ogniqualvolta si guida bisogna sapere di avere su di sè la responsabilità della vita degli altri. Non è un giocattolo l'automobile, e molte persone, tipo questo pazzo, tendono a dimenticarlo!" disse il padre tagliando il cerotto. Jasper deglutì, passandosi di nuovo la mano nei capelli. Trattenni una risata involontaria. Era quasi comica quella situazione. Lui che cercava in tutti i modi di discolparsi ed il padre che, all'oscuro della verità, gettava tutto il fango possibile sull'artefice di quel gesto tanto deplorevole
"In fin dei conti, però... non sono stata propriamente investita! Cioè... sono riuscita a tirarmi indietro e ad evitare la macchina!" spiegai, senza volerlo, in favore di Jasper. In fondo vederlo così straziato era la vendetta più dolce. E così poteva bastare
"Non cambia poi molto... non si è fermato a soccorrerti... potrebbe incedere in accusa penale per omissione di soccorso oltre che per tentato omicidio!" ribatté
"Tentato omicidio!" sbottò Jasper spalancando gli occhi "Ma stiamo scherzando?"
"No... dico sul serio... ti rendi conto che Alice ha sfiorato la morte?" fece il padre girandosi sula sedia per poterlo guardare negli occhi. A quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, alla vista dell'espressione completamente distrutta di Jasper
"Sì, ma per fortuna non è successo, dottor Cullen... evitiamo di dare alla cosa più importanza di quanta non ne abbia!" esclamai. Lui sospirò e tornò al suo lavoro
"Però, non mi avete ancora risposto... cosa ci facevi tu lì?" era ovviamente risvolto al figlio, troppo scosso per rispondere così, per la seconda volta risposi io al posto suo
"É stato lui a soccorrermi... mi ha vista a terra e si è avvicinato. Ha insistito tanto per portarmi in ospedale da lei... e... eccoci qui!"
"Mmm... sono questi gli unici momenti in cui sono veramente sorpreso dai miei figli!" esclamò il dottore divertito, riponendo fascia e cerotto sul mobiletto e alzandosi in piedi "Complimenti, figliolo!"
"Gra..zie..." mormorò lui a disagio. Scesi dal lettino e recuperai dal dottore una ricetta per un antidolorifico che mi avrebbe aiutato nel caso la distorsione mi avesse fatto male durante la notte
"La ringrazio dottor Cullen... è stato molto gentile a dedicarmi tutto questo tempo!" feci sulla soglia della porta
"Non dirlo neanche per scherzo... è il mio lavoro e l'ho fatto con estremo piacere!" e mi sorrise di nuovo in quella maniera magnifica e contagiosa "Jasper, dì a tua madre che non torno per cena... mi trattengo per un paio d'ore in più per controllare una paziente sotto sedativi... e ricordale di non aspettarmi alzata come al suo solito!"
"Lo sai che tanto non ascolta... è testarda!" esclamò il figlio pensieroso
"Tu dovresti saperne qualcosa, no? Sei identico a lei!" esclamò il dottore concedendosi una risata alla quale mi unì anche io. Jasper sembrava ancora scosso e per questo ci ignorò completamente. Lo salutammo e lo ringraziai nuovamente dopodiché uscimmo dal pronto soccorso e raggiungemmo la Volvo nel parcheggio. Durante il viaggio verso casa mia nessuno dei due osò parlare. Io continuavo a guardarmi la fasciatura, mentre Jasper guidava con gli occhi incollati alla strada, forse troppo scosso dall'incidente per distogliere lo sguardo. Data l'atmosfera insostenibile decisi di parlare
"Un lato positivo in tutta questa storia c'è, dopotutto!" affermai. Lui non disse nulla, non mi esortò neppure a continuare, così ci pensai da sola "Almeno non è successo nulla alla macchina di Edward... altrimenti credo proprio che ti avrebbe ucciso!" e ridacchiai. Lo vidi sollevare impercettibilmente un sopracciglio per poi esclamare in tono amaro
"Capirai cosa cambia... se stasera non mi uccide mio fratello ci penserà Emmet!" mi morsi la lingua ed abbassai lo sguardo. Possibile che si fosse di nuovo raggelato in così poco tempo? Possibile che tra noi due dovesse essere sempre così? Uno dei due doveva necessariamente scappare e l'altro doveva corrergli dietro.
Alice, non dimenticarti quello che è successo questa mattina... le parole che ha detto... come ti ha fatta sentire...
Me ne ero quasi dimenticata, e realizzare tutto dopo quel tempo che avevamo passato assieme, faceva uno strano effetto. Si accostò al vialetto di casa e spense il motore
"Io aspetto qui... vai a chiamare tuo fratello e facciamola finita!" esclamò con lo sguardo puntato ancora alla strada, benché non stesse più guidando. Devo ammettere che la tentazione era tanta soprattutto dopo che il pensiero era tornato alla mattina passata, alle sue parole e a come ero stata fino a poco prima di uscire da casa. Dopotutto era un ottimo modo per fargliela pagare. La vera domanda, però, era... volevo davvero farlo? Volevo davvero raccontare tutto ad Emmet, con la certezza matematica che avrebbe reagito veramente male, sfogandosi su Jasper? Lo volevo davvero?
"Lascia perdere, Jasper... non fa niente. Va bene così!" esclamai allora con lo sguardo basso
"Cosa?" mi chiese stupito. Sentii il peso del suo sguardo su di me, ma badai bene di ignorarlo
"Non è necessario che Emmet sappia di questa storia..." alzai lo sguardo e, come avevo immaginato, trovai immediatamente il suo "E poi l'ha detto anche tuo padre, no? Non è successo niente, quindi non vedo il motivo per il quale dobbiamo avvisarlo!" mi guardava incredulo
"Ma... io ti ho quasi investita!" esclamò subito
"Hai detto bene... quasi... ma guardami..." e mi indicai per quello che potevo "Sono ancora viva e vegeta!" lui scosse la testa, sospirando. Poggiò la testa sullo schienale. Sembrava distrutto. Completamente.
"Io non so che dire..." mormorò
"Un semplice... buonanotte Alice... potrebbe bastare!" esclamai. Mi guardò di nuovo incredulo e frustrato allo stesso tempo
"Ne sei davvero sicura?" mi chiese scrutandomi per vedere quanto fossi sincera. Tentai un sorriso ed annuii. Sospirò di nuovo, abbassando lo sguardo sui suoi jeans
"Guarda che non avrai un'altra occasione per farmela pagare!" esclamò in tono più leggero e con un accenno di sorriso, seppure malinconico
"Non tentarmi più del dovuto, Cullen!" feci io divertita, strappandogli una leggera risata. Beh, perlomeno l'atmosfera si era allentata, ed era un buon segno dopotutto. Mi morsi di nuovo il labbro dopodiché parlai
"Beh... io andrei... grazie per avermi... accompagnato in ospedale!" lui fece un gesto con le mani per sottolineare il fatto che fosse in dovere di farlo
"Sono io che devo ringraziarti, Alice!" sospirò qualche istante dopo.
"Diciamo allora che siamo pari!" esclamai sollevando le spalle
"Si, diciamo di sì..." mormorò distogliendo nuovamente lo sguardo. Aprii lo sportello per uscire dalla macchina ma mi bloccai sul colpo.
"Merda..." mormorai richiudendolo con forza e abbassandomi sul sedile. Lanciai un'occhiata verso Jasper. Mi guardava confuso, logicamente, senza capire cosa mai avessi fatto.
"C'é mio padre!" spiegai agitata
"E... Quindi?"
"Storia lunga... Adesso non ho tempo! Ti prego, metti in moto e portami via da qui!" l'ultima parte della frase l'avevo completamente supplicata e sussurrata, ma ero sicura che mi avesse tranquillamente sentito senza problemi. Si soffermò a guardare verso casa mia, assottigliando lo sguardo, probabilmente verso mio padre che scendeva dalla volante, dopodiché senza dire altro, accese il motore della Volvo e partì verso la strada principale. 


Abbigliamento Alice
Abbigliamento Jasper (Occhio al profumo XD)


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Capitolo 31
*** Senza barriere ***


Capitolo 32

Salveeeee... No, non state sognando... non sn un'astrazione della vostra mente o un'allucinazione dovuta al troppo sole... sono proprio io, tornata dopo mesi di letargo (imposto) x aggiornare... allora, le scuse da parte mia sn d'obbligo a qst punto... mi dispiace tanto aver abbandonato per così tanto tempo la storia, ma purtroppo tra esami di maturità da sostenere, pc guasto, internet fuori uso e cucine allagate, non avevo praticamente la minima possibilità di sedermi alla scrivania e scrivere. tra l'altro qst capitolo mi ha creato non pochi problemi e spero solo che nn risulti pesante... certo, ci sn cose direi fondamentali xò... aspetto il vostro sacro giudizio ^^... inoltre vorrei ringraziare tutte le anime buone ke mi hanno contattata x sapere che brutta fine avessi mai fatto... chiedo scusa a coloro a cui non ho risposto ma, come ho già detto sopra, ne ho avuta una  dietro l'altra... ergo... mi è stato praticamente impossibile! spero cn tt il cuore che avrete la voglia di tornare a seguirmi e che nonostante il tempo trascorso nn abbiare deciso di abbandonarmi... so di meritarmelo, ma.. nn l'ho fatto di proposito ç__ç... tra l'altro ho notato che il numero delle recensioni è sceso vertiginosamente... nn vi piace più la storia, vero? vi prego, fatemi sapere, sperando ke il capitolo sia stato gradito... vi mando un grande abbraccio e ancora le mie scuse con la promessa ke il prossimo capitolo nn tarderà ad arrivare e che farà alzare molte asce insanguinate tra di voi ahahahah... ciaooooo ^^
p.s. Ringrazio la mia Ste per la fotina inviata... è molto bella... al prossimo pov di Jazz la vedrai senz'altro ^^ sei una grande teso! :D e ringrazio anche Uchiha_chan per avermi fatto notare quell'errore madornale... colpa del correttore automatico e della mia poca attenzione ^^ grazie davvero cara ^^
p.s.2. Per tutti quelli ke si sono chiesti che brutta fine abbia fatto "Dimmi ti amo"... sì, l'ho cancellata dal sito ma c'è un motivo ben preciso... spiegherò tutto non appena avrò finito l'extra a cui sto lavorando... in tal caso pubblicherò di nuovo il primo ed il secondo e spiegherò tutto... promesso... niente di preoccupante comunque, state tranquilli ;) e grazie mille x l'affetto dimostrato... vi amoooo !!!! ^^


 


Erano quasi le otto di sera e di mia sorella Alice nessuna traccia. A quel punto iniziavo a preoccuparmi sul serio, non solo perché la mattina si era sentita male ed era stata addirittura costretta a tornare a casa, ma anche perché avevo il timore - anzi, più precisamente, il terrore - che nostro padre potesse tornare prima di lei. E la cosa non sarebbe andata per niente bene.
"Ancora niente?" mi chiese Bella entrando in cucina, dove io, appoggiato ad un mobile controllavo costantemente la situazione davanti casa. Scossi la testa e, sospirando, mi poggiai con la schiena al mobile, dando le spalle alla finestra.
"Vorrei sapere cosa diamine le prende in quest'ultimo periodo..." affermai pensieroso. Bella alzò le spalle
"Non saprei, forse è semplicemente stressata dalla scuola!" rispose semplicemente. Inspirai profondamente per poi sbottare
"Sai una cosa?.. mi sono stancato di questa scusa del cazzo... non sono uno stupido, e nonostante delle volte faccia bellamente finta di non capire nulla di quello che vi accade, so benissimo che l'atteggiamento di Alice non è dettato né dalla scuola, né tanto meno dallo stress accumulato!" Bella abbassò la testa e si appoggiò al mobile di fronte a me. Sospirai per calmarmi
"Dimmi solo una cosa..." alzò cautamente la testa in attesa della mia richiesta "C'entra qualcosa Jasper, non è vero?" non sembrò affatto sorpresa della mia domanda. Era così palese che quel Dorian Gray in versione terzo millennio avesse a che fare con la mia Alice?
"Non posso dirtelo!" ammise lei mordendosi il labbro. Tipico atteggiamento alla "Bella in difficoltà"
"E per quale motivo?" chiesi alzando un sopracciglio infastidito. Ci mancava solo che si fossero messe d'accordo alle mie spalle quelle due
"Perché... tu ti arrabbieresti molto e, dato che già una volta siete stati molto vicini dal farvi male tu e Jasper... preferirei sventare una probabile tragedia!" spiegò divertita. Peccato che io non trovavo nessun motivo per esserlo in quella situazione.
"Non so se te ne sei accorta, Bella, ma io sono già molto arrabbiato.. dunque non credo che la cosa possa..." ma mi bloccai, improvvisamente attirato dal rumore di un'auto alle mie spalle. Mi girai di scatto sperando con tutto il cuore che fosse lei e allo stesso tempo pregando in tutte le lingue da me conosciute che non fosse in macchina con...
"Dovevo immaginarlo!" sbottai velenoso
"Cosa?" mi domandò Bella avvicinandosi. Le indicai la Volvo grigia che, nonostante non fosse sua, era guidata dal fastidioso insetto biondo. Bella sospirò
"Beh, perlomeno è tornata a casa prima di papà!" osservò
"É tutto quello che sai dire?" domandai stizzito
"Emmett finiscila... non puoi impedirle di crescere!" mi ammonì lei, assumendo un tono più duro
"Questo non è crescere, Bella... questo è prendere strade completamente sbagliate!" constatai alzando la voce di qualche tono
"Ma sbagliate per chi, Emm? Per te forse? Solo perché Jasper Cullen non ti piace, non significa che non possa essere perfetto per lei!" rispose infervorata
"Questo è ancora tutto da vedere!" sbottai girandomi di nuovo verso la finestra, intento ad analizzare ogni singola mossa di quei due. Stavano parlando. Mi sembrava addirittura che Alice sorridesse. Strano, non l'aveva fatto per tutto il giorno e lui, era riuscito a farglielo fare?
Il rumore di un'altra macchina mi fece sobbalzare. Mi impietrii all'istante
"Merda... è papà!" esclamai stringendo i pugni sul marmo
"Che cosa?" fece Bella terrorizzata. Mi raggiunse di nuovo alla finestra per constatare con i suoi occhi la verità: Alice era nei guai fino al collo. Se fosse uscita da quella Volvo in quel preciso istante, sarebbero stati veri problemi. E quella volta non se la sarebbe cavata con uno schiaffo o un rimprovero. Quella volta la vedevo schifosamente grigia
"E adesso... che facciamo?" mi domandò mia sorella in preda al panico. Indurii la mascella, livido di rabbia. Dovevo rimanere calmo. In una situazione come quella l'autocontrollo era tutto. Peccato che in quel momento ne avessi ben poco. Capo Swan scese dalla volante per recuperare la giacca dal sedile posteriore senza, per fortuna far caso alla macchina grigia parcheggiata a qualche metro da lui. Volevo fare qualcosa. Qualsiasi cosa per impedire la sfuriata, ma sapevo che se qualcosa fosse andata storta avrei messo Alice ancora di più nei guai. In quell'istante lo sportello della Volvo si aprì e sentii distintamente il respiro di Bella mozzarsi al mio fianco ed il mio cuore perdere un battito. Alice si accorse quasi subito di papà, ancora di spalle e richiuse con forza la portiera, sparendo completamente dietro di essa. Rimasi in silenzio, sperando con tutto il cuore che nostro padre non si fosse accorto di nulla. Sembrava troppo concentrato sulla sua giaccia sgualcita per accorgersi di quella Volvo che a tutta velocità ripartiva per la strada principale
"Fantastico... che cazzo vuole fare adesso quella pazza?" sbraitai abbandonando il mio punto di osservazione
"Emmett dobbiamo avvisarla... se solo papà dovesse accorgersi che..."
"Lo so, dannazione!" gridai frustrato. Non volevo di certo usare Bella come capro espiatorio però era una situazione ben più grossa di me quella e per poco Alice non aveva rischiato grosso. Poi un'illuminazione. Recuperai il cellulare dai jeans e composi frettolosamente un numero. Passarono diversi secondi e svariati squilli prima che rispondesse:
"Ehi orso... come mai a quest'ora?"
"Jake... mi devi aiutare... urgentemente!" spiegai velocemente, sperando che l'entrata di papà in casa non mi distruggesse il piano
"Che cosa...?"
"Non fare domande... e tra esattamente quindici secondi richiamami a casa, intesi?"
"Emmett... mi spieghi cosa..."
"Fallo e basta!" e chiusi la comunicazione lanciando uno sguardo strano a Bella che mi guardava in ansia. Speravo che il mio piano funzionasse e che Jacob mi prendesse in parola.
Quindici...
Lo sportello della volante emise un rumore sordo ugualmente udibile a quella distanza
Quattordici...
Ritornai in cucina trascinando per un gomito Bella, ormai impietrita
Tredici...
"Qualsiasi cosa dica, ti prego fingi di essermi complice... altrimenti manderemo tutto al diavolo!" le dissi
Dodici...
"Ne sei sicuro?" mi chiese intimorita
Undici...
"No!"
Dieci...
Il rumore della chiave nella toppa fu quasi doloroso
Nove...
Bella si avviò verso il corridoio per recuperare tempo
Otto...
"Ah... sei tornato!" esclamò, fingendosi sorpresa. Dovevo dire che quando si impegnava sapeva fingere molto bene
Sette...
"Era una serata particolarmente tranquilla e ho preferito delegare all'ispettore Doney!" spiegò probabilmente poggiando giacca e pistola sul tavolino all'ingresso
Sei...
Entrò in cucina accompagnato dal suo solito broncio
"Papà..." lo salutai. Annuì appena senza sforzarsi di dire altro
Cinque...
"Jake, Santo Cielo, sei la mia unica speranza... per piacere... per piacere..." continuavo a pensare
Quattro...
"Alice dov'è?" domandò burbero. Probabilmente lo infastidiva il fatto che non fosse scesa a salutarlo come tutte le sere
Tre...
"Ecco lei è..." iniziò Bella lanciandomi uno sguardo preoccupato. Nostro padre mi guardò malissimo, come se avesse già inteso tutto
Due...
Strinsi il cellulare tra le mani, quasi a stritolarlo. Ero vicino al collasso, ormai ne ero certo. Solo lo squillo del telefono sembrò tranquillizzarmi di botto. Come un anestetico potente. Sospirai e recuperai il cordless dal mobile accanto a me. Prima di rispondere lanciai uno sguardo eloquente verso Bella e poi aprii la conversazione
"Pronto?"
"Ok... pretendo quantomeno una spiegazione plausibile!" esordì Jacob. Sorrisi sollevato dopo parecchi minuti di angoscia.
"Jake... da quanto tempo non ci sentiamo... a cosa devo questa chiamata?" recitai
"Dico ma sei impazzito, Emm? Fino a prova contraria sei tu che mi hai chiamato!" si lamentò lui. Era una situazione quasi esilarante se non fosse che lì rischiavamo tutti grosso, perfino Jake.
"Davvero? Alla spiaggia! E perché non l'hai detto prima, scusa?" esclamai sorridendo
"Seriamente, Swan... ti fai di qualche sostanza proibita? Sto iniziando a spaventarmi!" era confuso, logicamente
"Ma certo che ci veniamo... aspetta... chiedo anche a Charlie..." premetti la mano sulla cornetta e mi rivolsi a mio padre
"É Jacob... dice che giù alla riserva hanno organizzato una festa e ci ha invitati... chiede se per caso vuoi venire anche tu!" inventai. Lui guardò l'orologio appeso alla parete
"No, grazie lo stesso... immagino ci sia anche Billy!"
"Certo!" affermai
"Magari un'altra volta!" e liquidò la cosa con un'alzata di spalle
"D'accordo..." recuperai la cornetta, sperando che Jake non avesse attaccato
"Ha detto di no, ma ringrazia... se ti accontenti però, veniamo solo noi!" e terminai con una risata
"Fa come vuoi, orso... ho deciso di assecondarti perché evidentemente lo stadio della tua malattia è davvero avanzato... non si contraddice mai una persona psicologicamente labile!"... ok per questa me l'avrebbe seriamente pagata. Ma, tempo al tempo. Scoppiai a ridere, quasi istericamente
"Immaginavo che c'entrasse qualcosa... è riuscita a nascondere tutto, eh? Che furba!" inventai ancora
"Dì un pò, i tuoi a casa lo sanno? Perché se temi che si tratti di un argomento spinoso... posso parlarci io... volentieri Emm... per un amico questo ed altro!" altro che vendetta. Qui ci voleva una vera e propria azione punitiva a casa Black. Lurido...
"D'accordo allora vi raggiungiamo, il tempo di arrivare!" e misi giù, evitando di sentire la calorosa risata divertita del mio ormai ex migliore amico.
"Che cosa ti ha detto?" mi domandò Bella, stando al gioco
"É stata quella pazza di Alice ad organizzare tutto e prima quando Seth è passato da qui a prenderla era per portarla alla festa e finire i preparativi!" spiegai lanciandole sguardi eloquenti. Sorrise raggiante. Aveva capito tutto, adesso bastava reggermi il gioco
"Non si smentisce mai!" esclamò ridacchiando.
"Dovete andare alla riserva?" ci chiese nostro padre sedendosi al tavolo della cucina
"Se per te non è un problema raggiungiamo gli altri... così Alice tornerà a casa con noi dopo!" tentai, incrociando le dita. Sospirò, anzi più che altro sbuffò, un paio di volte, dopodiché borbottò qualche parola
"Vi voglio qui per le undici e mezza. Non un minuto di più!" mi trattenni dall'esultare e, complice uno sguardo vittorioso con Bella, sorrisi più del dovuto a mio padre che mi guardò in cagnesco. Recuperai le chiavi della Jeep con la felpa ed il cellulare, ancora integro, ed uscimmo di casa
"Sei stato grande, Emmett! Ma come ti è venuta un'idea simile?" mi fece Bella una volta in macchina, al sicuro dalle orecchie di capo Swan
"Evidentemente le migliori trovate mi vengono sotto pressione!" constatai divertito. Recuperai il cellulare e misi in moto. Attivai il viva-voce, sperando che, reduce dell'ultima chiamata, non decidesse di ignorarmi
"Adesso inizi anche a perseguitarmi, Swan? Cosa devo fare, chiedere la protezione 24 ore su 24?" di nuovo la voce divertita di Jake uscì dall'apparecchio telefonico. Scoppiai a ridere, seguito da Bella, quella volta senza freni
"Jacob ti devo un favore enorme... non sai da che guaio mi hai tirato fuori!"
"Ne sono felice, orso... l'unico problema è capire quanto questo guaio incida sulla tua salute mentale!" affermò
"Non ti allargare, però... vanno bene le battutine di spirito rifilate prima ma adesso nulla mi vieta di mandarti a cagare con tanto di saluti!" spiegai
"Noto con piacere che il caro vecchio e sarcastico Emmett Swan è tornato fra noi! Il tuo è davvero un caso interessante... soffri di disturbi di personalità multipla?" mi domandò
"Finiscila!" sbottai, pur sempre divertito
"D'accordo... scusa!" si concesse una risata, mentre io scrutavo con attenzione le vie poco trafficate di Forks "Seriamente Emm... mi spieghi cosa sta succedendo?"
"Si tratta di Alice.." intervenne Bella recuperando il mio cellulare, instabile sulla mia gamba
"Ah... Bella.. ciao!" la voce di Jacob fu sorpresa, molto. E la cosa mi infastidì non poco, seppure ignorassi il motivo
"Cos'è successo?" riprese poco dopo, tornato serio
"Non riusciamo a trovarla, e siccome non volevamo far preoccupare papà ci siamo inventati questa scusa della festa alla riserva, dove Alice ci stava aspettando... ecco a cosa serviva la tua chiamata... per invitare me ed Emmett e permetterci di uscire per cercarla!" spiegò lei. Ci furono diversi secondi di silenzio durante i quali pensai che Jacob avesse riattaccato
"Ehi, indiano... ci sei ancora?" domandai
"Sì, sì... sono qui.." rispose stranito "Stavo pensando dove potesse essere Alice!"
"Non ne abbiamo idea... sappiamo solo che non è sola... è in compagnia di quel gamberetto biondo...." esclamai stizzito, torturando il volante, povero malcapitato che aveva avuto la sfortuna di trovarsi tra le mie mani in quel momento
"Gamberetto biondo? Di chi stai parlando, scusa?" domandò confuso
"Di Jasper Cullen..." spiegò Bella tirandomi un pugno sulla gamba "Quando sentirai Emmett usare strani nomignoli stupidi ed infantili ricordati che si riferirà sempre e solo a Jasper Cullen... è diventato un'ossessione ormai per lui!" era quasi divertito il tono della sua voce o era semplicemente la mia impressione? Beh, dalle risate che mi arrivarono direttamente dal telefono, direi proprio di no
"Capisco... e state andando da lui?" ci chiese
"Logico... deve quantomeno spiegarci per quale oscuro motivo si trovava con lei prima di sparire nel nulla!" esclamai uscendo dal paese in direzione casa Cullen. Ci ero stato solo una volta, quando accompagnai Rosalie a casa, ma non ero entrato. Avevo rifiutato prontamente il suo invito per paura di trovarmi quel fastidioso lombrico davanti gli occhi.
Forse Bella non ha tutti i torti riguardo quella storia dei nomignoli...

"Però... devo dire che diventi sempre più simile a tuo padre, Emm... hai proprio la vena del poliziotto!" e rise di nuovo. Io, terrorizzato dalle sue insinuazioni lanciai uno sguardo disperato verso Bella che, silenziosamente ridacchiava. Innervosito le strappai il telefono dalle mani e liquidai un Jake ancora ridacchiante con una semplice parola sgarbata.
"Perché te la prendi con lui, scusa?" mi fece Bella, una volta chiusa la conversazione
"Non sono in vena di scherzare stasera!" sbottai semplicemente
"Ma se fino a qualche minuto fa eri ben lieto di farlo!" si lamentò lei. Io evitai di rispondere, troppo concentrato sulla strada da prendere per evitare di sbagliare, dato che vi ero stato solo una volta. Recuperai un pò di fiato per poi domandare, con un filo di voce
"Credi che Jacob abbia ragione?"
"Su cosa, scusa?"
"Sul fatto che... sto iniziando ad assomigliargli!" spiegai frustato. Non era di certo un bel complimento quello. La mano di Bella mi sfiorò la guancia e mi girai verso di lei
"Tu non potrai mai, neanche volendo, diventare come lui, Emm... sta tranquillo... e l'unica cosa che avete in comune tu e lui è il cognome!" e mi sorrise tenera. Sospirai, dedicandomi nuovamente alla strada che risaliva attraverso un viale alberato verso villa Cullen.

 


"14 Luglio 1789... la presa della Bastiglia da parte di un'armata parigina..." scrissi chiaramente la data ripresa dal testo di storia sul mio quaderno e la cerchiai come al mio solito per ricordarla meglio. Durante quelle due ore dedicate interamente allo studio ero riuscita a recuperare un pò di arretrati che mi ero trascinata dietro involontariamente. Non ero di certo felice di trascorrere il mio tempo libero in quel modo, ma prima o poi avrei comunque dovuto farlo, e quindi, dato che ne avevo la possibilità, perché non approfittarne?
Stavo per iniziare a sottolineare il paragrafo successivo quando il campanello iniziò a suonare. In casa con me c'era solo mia madre dato che mio padre aveva il turno fino alle dieci, Edward era a studiare da Kristen - che Dio lo liberi da questa tortura - e Jasper, anche se contro voglia, era andato a fare un servizio per nostra madre. In effetti, dato l'orario non poteva che essere lui, visto che era uscito da più di due ore e non era ancora tornato. Iniziavo a preoccuparmi in verità. Solo che.. di solito Jasper non suonava, aveva le sue chiavi. E allora chi era a quell'ora? Decisi di uscire dalla camera, lasciare mia madre alla porta da sola non era proprio il massimo e di malintenzionati, lo avevo imparato a mie spese, ce ne erano fin troppi in giro. Scesi le scale cercando di assottigliare l'udito. Era sicuramente un uomo e per questo iniziai a sudare freddo. Ritornavano alla mente troppi ricordi scomodi che speravo ingenuamente di aver eliminato per sempre.
Appunto, ingenuamente...

Ci scusi per l'orario, signora, ma avremmo bisogno di parlare con suo figlio Jasper!” esclamò la voce maschile. Quella voce, melodiosa e forte e allo stesso tempo sicura e profonda. C'era solo una persona, che conoscevo e che possedeva quel tono. Incerta, scesi le rimanenti scale per avere conferma del mio sospetto, che divenne realtà nel momento in cui incrociai i suoi occhi scuri e preoccupati.
Emmett... che ci fai qui?” domandai sorpresa e sollevata che si trattasse veramente di lui, sentendo tutto il peso dell'angoscia scivolarmi addosso in un attimo
Rosalie... Ciao!” mi sorrise appena, stranamente incerto per poi rispondermi
Stiamo cercando Jasper... é in casa, vero?” domandò speranzoso. Mi colpì non poco quella sua richiesta. Perché voleva sapere dove si trovava mio fratello? Voleva picchiarlo di nuovo? O semplicemente era successo qualcosa?
Perché lo cercate?” chiesi ignorando lo sguardo stranito di mia madre, rivolgendomi a Bella
Si tratta di Alice... è sparita e l'abbiamo vista allontanarsi poco fa in compagnia di Jasper... pensavamo fossero venuti qui!” ci spiegò lei. Alice scomparsa e per di più in compagnia di Jasper? Quella situazione non mi piaceva affatto! Ecco perché Emmett era livido di rabbia. Ne aveva tutto il diritto se mio fratello c'entrava qualcosa con quella storia.
No, qui non sono venuti, mi dispiace!” fece mia madre, visibilmente tesa. Era chiaro a tutte e due che quell'incosciente avesse combinato qualche guaio, altrimenti sarebbe tornato di filato a casa, senza eccessive complicazioni. Ma evidentemente non era affatto così.
Adesso ci toccherà passare al setaccio tutta la zona!” osservò Emmett visibilmente frustrato. Vederlo così mi faceva stare malissimo. Mi ero legata troppo a lui, ormai, per sopportare che soffrisse. Ero in quella maledetta fase, caratterizzata solo da crampi alla bocca dello stomaco e rossore improvviso al primo sguardo. Non mi definivo di certo innamorata, ma se ci fosse stato uno stadio precedente a quello... beh... io mi sarei di certo trovata lì.
Avete provato a chiamare Alice?” tentai allora, per alleggerire la tensione
Sì, almeno quattro volte... ma, non è raggiungibile. É come se si trovasse fuori dalla copertura telefonica!” mi rispose Bella. Presi immediatamente il telefono di casa e composi il numero di Jasper. Se era vero che stavano insieme e il telefono di lei non aveva copertura, voleva dire che...
Siamo spiacenti, ma il numero da lei selezionato è momentaneamente non raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi, grazie!” e misi giù, sempre più convinta che quel cretino si fosse appena cacciato in guai enormi. E meno male che lo avevo pregato di stare lontano da Alice il più possibile. Evidentemente non gli era bastata la sfuriata che gli aveva fatto Emmett alla fiera. Era temerario e voleva tentare di sfidare il destino fino all'ultimo. Quello che però, purtroppo ignorava era che a giocare troppo con il fato, a volte si corrono dei rischi.
Sarà meglio togliere il disturbo... e soprattutto iniziare seriamente a cercarli... anche se, non so da dove...” esclamò Emmett, rivolto più che altro a sua sorella. Guardai l'orologio appeso nell'ingresso. Erano passate da poco le nove. L'attività di Forks a quell'ora era abbondantemente finita. Dove sarebbero dovuti andare a cercarli?
Vengo con voi!” affermai, senza neanche pensarci troppo, recuperando la giacca dall'ingresso
Rose... forse è meglio se rimani qui... lascia che ci pensino loro!” mi fece mia madre, preoccupata più per me, che per il suo unico figlio idiota
Tua madre ha ragione... non è il caso che tu...” tentò Emmett invano
Sei occhi sono meglio di quattro...” commentai scrollando le spalle. Emmett sospirò probabilmente dopo aver realizzato che in fondo avevo ragione. Bella mi sorrise riconoscente, mentre mia madre, ancora preoccupata, guardo a sua volta l'orario
Se entro un'ora non li trovate avviso tuo padre!” affermò. Annuii distrattamente per seguire Bella ed Emmett verso la Jeep di quest'ultimo.
Rose!” qualcuno nell'oscurità del vialetto mi chiamò. Misi a fuoco non solo la voce ma anche la figura maschile che pian piano mi si avvicinava
Edward...” mormorai, leggermente delusa. Speravo in cuor mio che quell'idiota si fosse fatto vivo
Che sta succedendo?” mi chiese, lanciando un'occhiata preoccupata verso Bella ed Emmett che si erano bloccati con me
L'ultima trovata di tuo fratello... sembra sia scomparso... con Alice..” spiegai concisa. Mi guardò sorpreso per poi girarsi verso i due Swan e sospirare
Con la mia macchina, suppongo!” biascicò. Emmett annuì sorridendo appena.
Certo, mi sembra proprio il momento più opportuno per pensare alla macchina...

Noi stiamo andando a cercarli... vuoi venire anche tu?” domandai sperando che, messo da parte l'orgoglio, decidesse di fare qualcosa di buono per suo fratello.
Almeno lui...
Edward sbuffò leggermente, passandosi una mano tra i capelli, già in disordine, per poi decidere

D'accordo... andiamo!” e raggiungemmo definitivamente la Jeep dove salimmo tutti e quattro. Durante il viaggio verso la città cercammo di capire dove mai potessero essere andati mentre Bella e Edward continuavano a chiamare i rispettivi fratelli.
Dev'essere una zona coperta... lontana dai ripetitori... magari un locale o qualcosa del genere!” tentai pensierosa.
Locali? A quest'ora? Non credo... o almeno non qui a Forks!” rispose Emmett sollevando un'altra tremenda considerazione, che Bella parve cogliere al volo
E se non fossero qui? Se si fossero allontanati di più... che so... tipo...” provò a riflettere
A Port Angeles?” domandò Edward chiudendo l'ennesima telefonata inutile. Percepii Emmett fremere appena sul sedile e lo vidi stringere il cambio maggiormente.
Dannato Jasper...

Ma no... al livello del mare c'è una buona ricezione...” affermai con ovvietà, per cercare di sollevare un po' l'umore dell'autista
Non è detto!” esclamò Bella “Per esempio.. alla spiaggia della riserva il cellulare non prende proprio... un tuono qualche mese fa ha completamente distrutto l'unico ripetitore della zona!” spiegò. Il pensiero che quella esclamazione suscitò, parve cogliere tutti e quattro nel medesimo istante. Emmett invertì bruscamente la marcia, senza causare nessun tipo di intralcio o problema alla circolazione e si diresse verso Palm Beach.

 

La macchina rallentò, fino a fermarsi del tutto davanti a quella che, intuii dal rumore, fosse la spiaggia. A quel punto riemersi dal sedile per prendere una posizione comoda, stando attenta a non alzare troppo gli occhi, neanche per sbaglio. Mi aspettavo, come era giusto che fosse, che da un momento all'altro parlasse per chiedere quantomeno spiegazioni per quel mio assurdo comportamento. Che scoppiasse a ridere, prendendosi gioco di me, come amava tanto fare, e che mi facesse di conseguenza notare quanto amassi stare in sua compagnia, tanto da pregarlo, addirittura. Sì, perché d'altronde era proprio questo quello che avevo fatto: pregarlo. Che c'entrasse o meno mio padre, a quel punto importava poco. Per lui, per il suo orgoglio da maschio playboy e per la sua soddisfazione, tutta quella storia poteva non interessare. Il suo giocattolino preferito – alias Alice Swan – lo avevo scongiurato di portarla via dalla sua stessa casa, in qualunque altro posto... con lui. Bene, mi ero fregata con le mie stesse mani.
Complimenti scricciolo...
Tuttavia fece una cosa che mi sorprese: rimase in silenzio al suo posto, a pochi centimetri da me. La tentazione di girarmi e guardarlo era tanta, quasi opprimente, però avevo paura. Una paura matta di scoprire sul suo viso un'espressione che poi, di certo, non mi sarebbe piaciuta.
Maledetta me, e le mie seghe mentali...
Ad un tratto aprì lo sportello ed uscì. Solo allora ebbi la forza di alzare la testa per seguirlo con lo sguardo dirigersi fino al bagnasciuga, senza mai girarsi indietro. Avevo una voglia matta di seguirlo, perlomeno per... ringraziarlo. Senza saperlo mi aveva liberato da una certa sfuriata di capo Swan. Ma, di nuovo, non seppi cosa fare. Avevo di nuovo paura che ad essere troppo azzardati ci si facesse male.
Solo che... rimanere qui, in questa macchina, ormai satura del suo profumo non è poi tanto positivo per il mio povero neurone stanco...
Scesi finalmente dalla macchina e lo raggiunsi fino alla riva, lì dove si era fermato. Osservava il mare, come rapito, con le mani nelle tasche dei jeans. Aveva un'espressione strana, quasi assente, eppure incredibilmente profonda ed intensa. Gliela avevo vista soltanto un'altra volta. Quel giorno nel parco dietro la scuola. Il giorno in cui entrambi avevamo saltato le lezioni mattutine per cercare un po' di conforto nella solitudine del luogo, cosa che ci era stata negata dalla sorprendente presenza dell'altro.
E in quel momento avevo avuto la stessa strana impressione. Che fosse alla ricerca di qualcosa e che, stranamente quel qualcosa, tardasse ad arrivare o che si divertisse a giocare a nascondino con lui da troppo tempo ormai.
Faceva freddo e di certo stare sulla spiaggia a quell'ora, il 10 Dicembre, non era proprio il massimo per la nostra salute.

A New York non c'è niente del genere!” esclamò finalmente qualche istante dopo. Lo guardai confusa, cercando di capire se si trattasse di un suo pensiero, espresso ad alta voce, o se si stesse semplicemente rivolgendo a me. Sospirai e decisi finalmente di parlare.
Jasper... io ti volevo... ringraziare!” dissi, maledettamente a disagio. Il sentirlo così vicino e il sapere che probabilmente mi stava guardando, mi mandava in confusione. Aveva uno strano potere su di me, ormai era inutile continuare a negarlo.
Ah sì?... e per cosa?” mi chiese confuso. Mi decisi ad alzare lo sguardo per incrociare i suoi occhi. Sbaglio madornale. Sentii una stretta al cuore per quel contatto ritrovato ma provai, almeno per una volta, ad ignorarlo
Per avermi portata qui... lontana da... casa!” spiegai, ipnotizzata dall'azzurro delle sue iridi, visibilissimi anche alla luce chiara della luna
Giusto...” mormorò spostando di nuovo lo sguardo, e quella volta la stretta fu molto più dolorosa “Non devi ringraziarmi... l'ho fatto... con... piacere!” sembrava sincero, o almeno fui io a sperare che lo fosse, almeno per una volta
Immagino che tu adesso voglia delle spiegazioni... per il mio comportamento intendo!” specificai ancora a disagio
Non credo sia necessario!” affermò, sedendosi sulla sabbia con un movimento fluido. Lo guardai sorpresa
Non sei neanche lontanamente curioso di sapere perché sono voluta scappare dopo aver visto mio padre?” feci allora, incredula. Mi stava certamente prendendo in giro. Jasper Cullen si era dimostrato la curiosità fatta a persona ed un'opportunità così, servita su un piatto d'argento, non era una cosa a cui poteva rinunciare facilmente
Suppongo siano fatti che non mi riguardano!” esclamò, con una semplice alzata di spalle
La faccenda inizia a diventare particolarmente assurda...

Ti sei reso responsabile di un sequestro di persona... dovresti almeno sapere il perché stai rischiando dieci anni di carcere!” insistetti, buttandola sull'ironico. Alzò la testa verso di me, pensieroso
Mmm... tentato omicidio e sequestro di persona... se non mi sbattono in cella questa sera stessa potrei anche ritenermi fortunato!” esclamò per poi sorridere. Non potei fare a meno di ricambiare sia per la sua battuta che per quel bel sorriso spontaneo che mi aveva concesso. Dato che erano molto rari da vedere, meglio approfittarne, no?
Mi sedetti sulla sabbia anch'io a circa dieci centimetri da lui. Anche a quella distanza, nonostante il vento e il freddo gelido, riuscivo a sentire il suo profumo. Era sempre lo stesso ma soprattutto... era sempre più buono.

Tuttavia...” riprese qualche secondo dopo “Immagino mi sia concesso fare delle... supposizioni, o sbaglio?” mi domandò. Lo guardai senza capire, ma volli comunque andare a fondo
Qui gatta ci cova...

Prego... fai pure...” sorrise di nuovo, sporgendosi all'indietro fino a che la schiena non fosse completamente sorretta dagli avambracci
Sai... non ho mai visto nessuno spaventato dal proprio padre in quel modo... il tuo più che timore per una probabile ramanzina, sembrava... terrore!” si concesse una pausa per guardarmi, per cercare magari la conferma di quello che lui stesso aveva detto
Terrore allo stato puro!” ripeté, intensificando lo sguardo. Rimasi completamente pietrificata. Ma non per il freddo tagliente che ormai mi faceva quasi tremare. Possibile che con una sola “supposizione” avesse... centrato il mio problema più grande?
Esagerato!” esclamai ridacchiando nervosamente. Non sono mai stata brava a nascondere le cose, soprattutto quando, come in quel caso, venivo punta sul vivo. La mia risata finta – e anche leggermente fastidiosa – mi morì in gola alla vista della sua espressione. Non ammetteva repliche, non ammetteva bugie, non ammetteva di certo prese in giro. Ma io non potevo parlare. Non potevo dirgli cosa si nascondeva dietro la facciata superficiale di capo Swan. Lui non doveva sapere, come non dovevano farlo gli altri. Lo avevo promesso a Bella e ad Emmett. Se non volevo tacere e mentire per salvare la reputazione di mio padre, potevo farlo – anzi dovevo farlo – quantomeno per i miei fratelli.
Davvero, Jasper, ti sbagli...” tentai, scrutando la linea, quasi invisibile, dell'orizzonte “Evidentemente lavori troppo di fantasia!” e sorrisi di nuovo, quella volta amaramente
Poco convincente, lo so...

Alice...” mi chiamò. Dovetti impiegare tutta la mia forza d'animo per girarmi e rimanere lucida “So che probabilmente non hai un'altissima considerazione di me, e non ti biasimo per questo, però... speravo che almeno evitassi di insultare la mia intelligenza!” non aveva nessuna nota di rimprovero nella voce. Più che altro sembrava un ammonimento divertito.
Che intendi dire?” domandai confusa. Si tirò a sedere, avvicinandosi impercettibilmente
Dimmi la verità, scricciolo... almeno per una volta!” mi fece allora.
Se anche avesse avuto una minima probabilità di farmi parlare... beh, adesso se l'è completamente giocata con quel fastidioso nomignolo...

Io la verità te l'ho detta... Cullen!” e feci volontariamente pressione su quell'ultima parola. Quei teatrini infantili che mettevamo su da quando ci conoscevamo mi avevano seriamente stancato, solo che... se lui continuava ad istigarmi io non potevo fare altro che difendermi, e l'unico modo che conoscevo era quello di attaccare a mia volta.
Sì ma non l'hai fatto guardandomi negli occhi!” ribatté tranquillamente. Distolsi di nuovo lo sguardo. La situazione si stava facendo più spinosa del previsto. Con ogni probabilità se avessi prestato più attenzione a quello che mi succedeva accanto e meno a come il mare si increspava a riva, mi sarei accorta di quel millimetrico movimento e avrei reagito in tempo, prima di ritrovarmelo di fronte a pochi centimetri dal viso.
Che diamine...” mormorai arrossendo. Si sedette più comodo, stendendo le gambe sulla sabbia, facendomi ritrovare praticamente circondata da esse. Evidentemente per lui non c'era nulla di strano. Evidentemente per Jasper Cullen era assolutamente nella norma. Evidentemente non aveva fatto i conti con il mio cuore impazzito che solo allora si era rimesso in funzione, pompando ancora più sangue al cervello. Avrei rischiato il collasso in quel modo e Jasper Cullen sarebbe tranquillamente rimasto seduto di fronte a me con le sue gambe a circondarmi.
Bella fregatura...

Bene, proviamo così...” esclamò tranquillo.
E certo, perché ad agitarmi su questa lingua di sabbia sono solo io...

Ti dispiacerebbe tornartene al tuo posto?” sbottai con la voce leggermente tremante
Maledetto autocontrollo... dove sei quando è ora di venirmi a tirare fuori dai casini?...

Oh... ma questo è il mio posto... sempre più vicino a te!” e sorrise malizioso.
Bene, Alice, ti eri chiesta cosa gli fosse successo, perché era così diverso dal solito, malinconico e assente? Ti do una bella notizia... Jasper Stronzo Cullen è tornato... o, molto più probabilmente, non se ne è mai andato...

Ti do dieci secondi per alzarti e mettere almeno venti metri di distanza tra me e te...” iniziai a minacciarlo, con molta poca convinzione
Altrimenti... che fai?” mi sfidò apertamente
Altrimenti non rispondo più delle mie azioni... ti prendo e ti stringo forte a me...

Altrimenti non rispondo più delle mie azioni...” ma mi bloccai lì. Meglio tralasciare scomodi particolari
Uh... la cosa si fa parecchio interessante...” continuò a scherzare imperterrito. Le mie minacce non facevano né caldo né freddo a quanto pare.
Sul serio, Jasper... allontanati...”
No, non farlo...

Dammi un buon motivo per farlo!” mi sfidò ancora
Oh, potrei dartene cento per fare il contrario...

Mi infastidisci!” esclamai secca
Ok, e questo è vero. Un punto in mio favore...

Touché... ma non è abbastanza!” mi fece notare. Come temevo.
Cosa vuoi che ti dica?” chiesi esasperata. Eh no, non andava bene. La mia difesa stava cedendo e di questo passo mi avrebbe avuta completamente tra le sue mani.
Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro...

La verità, Alice... proprio quella che fatichi tanto ad ammettere!” mi rispose ritornando serio. Rimasi a guardarlo, rapita in maniera indicibile dai suoi occhi.
Maledizione, merda, maledizione, merda...

Io...”
Alice, per la tua salute mentale, distogli lo sguardo... adesso!!...

..non posso...” mormorai abbassando gli occhi sui miei jeans
Non puoi o non vuoi?” tentò lui perforandomi con il suo sguardo. Nonostante non lo stessi guardando me ne resi conto quasi subito
É complicato... da spiegare!” mormorai, sperando di non essere stata sentita. Mi chiedeva troppe cose alle quali io non potevo rispondere. E tutte nella stessa sera tra l'altro.
D'accordo... facciamo così...” si avvicinò ancora, sfiorando quasi completamente le mie gambe incrociate con le sue. Alzai gli occhi, agitata, in tempo per vederlo assumere un'espressione pensierosa talmente tanto bella, da farmi quasi scappare una risata.
Io ti faccio delle domande e tu risponderai solo con sì o con no! Ogni tipo di commento è abolito!” propose
E cosa ti fa credere che io possa accettare questa stupidaggine?” lo sfidai incredula. Mi sorrise nuovamente in maniera maliziosa. Un sorriso che faceva intendere troppe cose non dette. Deglutii a fatica. Ad un tratto sentii qualcosa accarezzarmi i fianchi sotto il cappotto e risalire lentamente sulla schiena, facendomi rabbrividire piacevolmente. Se anche l'ultimo briciolo di neurone mi avesse abbandonato probabilmente avrei fatto una fatica immane nel collegare quelle carezze a quella faccia sorridente di fronte a me. E altrettanta fatica avrei fatto nel resistere all'assurda tentazione di chiudere gli occhi e lasciarmi andare a quel contatto. Raccolsi tutta la mia buona volontà, acciuffai le sue mani che continuavano a salire e le riportai davanti a lui, che sorridente esclamò
Lo prendo come un sì!” ignorando totalmente la mia faccia viola e il mio cuore impazzito.
No, era un no quello...

Prima domanda...” si concentrò di nuovo, diventando ancora più serio “Ci sono problemi a casa tua, per caso?”
Eh?...

Problemi?...” biascicai sorpresa “Che cosa...” ma mi interruppe
Devi rispondere solo sì o no!” mi ammonì serio. Di nuovo quello sguardo, quello che non ammetteva repliche e che mi faceva intendere che lui avrebbe capito, nel caso avessi deciso di continuare a fingere spudoratamente
Sì...” mormorai “.. e no...”
Si sorprese non poco nel vedere che per la prima volta gli avevo dato una risposta perlomeno vera. Diciamo una mezza verità. Mise da parte l'esultanza per proseguire

C'entrano Bella ed Emmett?” provò. Come poteva anche solo pensare che loro due potessero avere a che fare con i miei problemi?
No!” risposi secca e convinta. Annuì appena per poi domandare esitante
C'entra tuo padre?”
Menti, Alice... menti spudoratamente come hai sempre fatto... nascondi la verità, inventa, ricama, cambia, costruisci...

Sì...” fu quasi un sibilo. Uno di quei suoni che solo i cani avrebbe potuto sentire. Eppure lui lo sentì lo stesso. Dovevo ammettere che si ritrovava un udito particolarmente fino. Deglutì impercettibilmente, come se avesse appena scoperto una verità scomoda e non sapesse bene come gestirla.
D'accordo...” fece una pausa lunga un'eternità per poi domandare in un sussurro “Ha mai alzato le mani?” spalancai appena gli occhi. Il respiro si era fatto freddo, come se me ne avessero privato in quel preciso istante. Strinsi un pugno nella sabbia, probabilmente facendo infilare decine di granelli tra le unghia. Non riuscivo più a mentire. Era come se, esponendomi un po', avessi completamente annientato le mie barriere difensive. Era saltata la copertura, era saltata l'intenzione e, perfino la volontà di tacere, era scomparsa. C'era solo la voglia di parlare, lì su quella spiaggia a quel ragazzo bellissimo che continuava ad avvicinarsi impercettibilmente ad ogni risposta che davo.
Ecco...”
Alice, non farlo...

...Io...”
Fermati... sei ancora in tempo...
No, non sono più in tempo per niente. Sento di non riuscire più a combattere. Tanto vale arrendersi...

Sì...” ammisi sentendo gli occhi inumidirsi. Lo sentii distintamente trattenere il respiro. Come se avesse perfino paura a compiere quel gesto tanto spontaneo quanto pericoloso.
E...” sentire la sua voce di nuovo mi fece uno strano effetto. Era un sussurro impercettibile e talmente delicato da suonare rassicurante “...Emmett... lo sa?”
...S...s-ì...” un singhiozzo spezzò quella conferma a metà e le lacrime che ero riuscita a trattenere per tutto quel tempo scivolarono via dagli occhi come spinte da qualcosa. Iniziai a tremare appena, non di certo per il freddo. Jasper allungò le mani per afferrare le mie, piantate nella sabbia. Le strinse forte, seppure con un'immensa delicatezza e prese ad accarezzarle, ripulendole di tutti i granelli. Continuò con quel gesto per qualche minuto, durante il quale si sentivano solo i miei singhiozzi e il rumore delle onde sul bagnasciuga.
Se prima ti avesse vista... in macchina con me... a quell'ora... pensi sarebbe successo di nuovo?” domandò con una strana sfumatura nella voce. Era quello che avevo temuto fin dal primo istante in cui avevo visto la volante parcheggiata nel vialetto e il capo della polizia infilato per metà all'interno, alla ricerca di chissà che cosa.
Chissà che cosa che però mi ha salvata...
Quella volta, colpita dal pensiero di cosa sarebbe potuto succedere, non ebbi neppure la forza di parlare e mi limitai ad annuire in un gesto lento del capo. Altri singhiozzi e altre lacrime calde sulle guance che sembravano congelarsi a causa delle forti sferzate di vento. Ormai ero completamente esposta al mondo. Nessuna copertura, nessuna barriera, per quanto debole, riusciva a proteggermi. Mi sentivo sola e vulnerabile.
Ecco cosa hanno fatto quelle bugie per tutto questo tempo... Mi hanno salvaguardata dal mondo, mi hanno tenuta al di fuori di tutto. Solo che adesso è finita. Devo fare i conti con la realtà che, per quanto brutta possa essere, mi appartiene, e non posso più ignorarla...
Troppo presa nei miei ragionamenti, mi accorsi tardi di quel calore improvviso che avvertii su tutto il corpo e di quel profumo forte ed avvolgente, così stranamente familiare. Sentii le sue braccia avvolgermi le spalle, quella volta sopra il cappotto, senza alcuna presunzione o giochetto fastidioso. Mi ritrovai appoggiata al suo petto, a pochi centimetri dal suo cuore che sentivo distintamente battere, appena accelerato. Sentivo il suo respiro caldo tra i capelli e uno strano strato di pace scendere ad avvolgermi. Non mi era mai successo. Neanche quando da piccola scappavo dalle mani di papà fino a quelle protettive di Emmett. Era come se una strana consapevolezza dentro di me mi suggerisse che lì, in quel momento, niente e nessuno mi avrebbe fatto del male e che, se per caso ci fosse stato capo Swan pronto ad alzare le mani su di me, io probabilmente non me ne sarei neppure accorta. Era lui, era il suo calore umano che mi faceva sentire così. Era l'angelo dispettoso, quello che si divertiva a stuzzicarmi, infastidirmi, prendermi in giro con stupidi nomignoli infantili, quello che mi sorrideva malizioso per poi allontanarsi soddisfatto. Era... Jasper... era lui che riusciva ad infondermi tanta beatitudine e sollievo dopo quello sfogo. Era riuscito, in quel contatto, a costruire un altro muro, perfino più solido e resistente. Un muro che, sentivo, niente nel mondo sarebbe riuscito a buttar giù. Le lacrime continuavano a scendere appena, ma con meno frequenza. Era come se mi fossi liberata di qualcosa, di un peso opprimente e quelle lacrime servissero ad alleviare il dolore. O forse era tutto merito di quell'abbraccio.

Vorrei tanto poter fare qualcosa...” lo sentii sussurrare.
Mi basta che continui a fare quello che stai facendo adesso, per il resto della vita...

Riuscire ad alleviarti in parte questo dolore... trovare... una soluzione!” continuò, stringendo sempre di più la presa, senza farmi male. Rimasi in silenzio, conscia del fatto che se avessi parlato in quel momento avrei davvero detto troppo.
Alice...” mi chiamò allentando un po' la stretta e facendomi trattenere il respiro. Se si fosse allontanato da me in quel momento, probabilmente non avrei retto e sarei crollata di nuovo.
Voi.... dovete... dirlo a qualcuno!” affermò allora. Colta dal panico improvviso mi staccai a forza da lui e dal suo calore per guardarlo negli occhi, agitata oltre l'immaginabile.
No!” quasi gridai. Non poteva! Non poteva assolutamente farmi questo “No, nessuno lo deve sapere... per nessun motivo al mondo... davvero, no.. neanche tu dovresti... saperlo!” ammisi afflitta abbassando lo sguardo.
Alice, guardami...” mi costrinse a rialzare la testa, sollevandomela con una mano. Era stranamente agitato anche lui, glielo si leggeva a caratteri cubitali sul viso.
Non potete continuare a vivere con un mostro del genere a casa...” mi fece notare infervorato. Possibile che si fosse così surriscaldato? Evidentemente ero riuscita perfino a trasmettergli un po' della mia tensione, altrimenti non si spiegava il perché di quell'atteggiamento. Come chiamate da lontano, le lacrime tornarono a farci compagnia, quella volta erano lacrime di supplica quasi.
Jasper, ti prego... tu non puoi farlo!” lo pregai stringendo il pugno sulla stoffa della sua manica.
Alice... ti rendi conto cosa mi stai chiedendo? Far finta di niente, mentre tuo padre continua bellamente a metterti le mani addosso?” alzò appena la voce sulle ultima parole, quasi in un moto di rabbia. Strinsi gli occhi, liberandomi di due grosse lacrime che scesero fin chissà dove.
Ti prego, Jasper... fallo per me...” mormorai ristabilendo il contatto visivo. Lo avevo pregato ancora. Per l'ennesima volta nella stessa serata. Evidentemente le mie richieste non gli facevano più effetto.
Alice...” scosse la testa, in un'espressione tra il frustato e il combattuto, per poi sospirare “É proprio per te che lo faccio... lo vuoi capire?” sorpresa lo guardai, senza davvero rendermi conto del peso di quelle parole. Ma non ebbi modo di indagare oltre perché, poco più lontano, una voce maschile, mi fece quasi sobbalzare dallo spavento.

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Capitolo 32
*** Istinto ***


cap33 Buonaseraaaaa... sì lo so, devo smetterla con queste sorprese, eh eh... questa volta non vi ho fatto quasi aspettare... non dico che sono tornata ai vecchi aggiornamenti tempestivi però... per questa volta voglio viziarvi... Allora... tutti sorpresi dal mio rientro, sono contenta e forse, qualcuno non ci sperava nemmeno più... beh, che dire, sono davvero contenta. Forse voi lo sarete un pò di meno leggendo questo capitolo. Sono sicura al cento per cento che odierete parecchie persone dopo (me inclusa) e non riuscirete a capire il perché di determinate decisioni, però... non me ne vogliate, bisogna creare parecchie situazioni paradossali per poi poterle risolvere in corso d'opera. Perdonatemi, se potete...
Ho notato che lo scorso capitolo è piaciuto a parecchi e il fatto ke Alice avesse vuotato finalmente il sacco lo avete apprezzato. Adesso bisogna solo capire cosa deciderà di fare Jasper. Se dare retta a lei e tacere o se agire d'istinto e raccontare a qualcuno quella storia. A voi l'ardua sentenza (e a me la fatica di scrivere^^). Vi adoro, oltre ogni misura... e grazie come sempre per il vostro immancabile sostegno. Se non ci foste voi io non saprei come fare. Buona lettura... ogni reclamo alla fine, grazie ^^

p.s. io intanto inizio a scappare... :D
n.b. Risposte alle recensioni alla fine del capitolo (finalmente ^^)





Se un giorno mi dessero la possibilità di tornare indietro per cancellare una delle tante cazzate della mia vita io, personalmente, afferrerei l'opportunità con due mani e tornerei di filato a quel maledetto dieci Dicembre, il giorno in cui avevo buttato alle ortiche tutta la mia dignità per abbassarmi a ciò che di più vile esiste al mondo.

Era iniziato come l'ennesimo pomeriggio sprecato a casa della mia innamoratissima ragazza Kristen. Dopo la sostanziosa merenda, offertaci gentilmente dalla madre - della serie, non sia mai alla vostra età abbiate ancora bisogno di questi spuntini giornalieri - ci eravamo sistemati in camera sua per studiare biologia, uno dei pochi corsi che seguivamo insieme. Lei era proprio negata per le materie scientifiche e faceva non poca fatica ad applicarsi seriamente. A tutto questo si aggiungeva il fatto che avesse ben poca concentrazione. Non riusciva a tenere gli occhi fissi sul libro neanche per cinque minuti di fila. C'erano state le pause per il bagno, per la sete, per le curiosità, per le coccole. Soprattutto queste ultime io le avevo cercate di evitare come la peste. Inventavo scuse assurde, o perlomeno le prime che riuscivo a trovare in caso di pericolo, come "Dobbiamo studiare, non vedi quanti esercizi abbiamo per domani?" oppure "Dai, Kris, al piano di sotto c'è tua madre... e se dovesse salire e trovarci così?" - lo so, proprio questa era stata la meno convincente. Ma lei non demordeva. Diceva che un pò di sana tranquillità avrebbe fatto bene a tutti e due, soprattutto al sottoscritto che, a detta della sua stessa madre, era incredibilmente sciupato in quest'ultimo periodo.
"Edward, caro, ma Esme ti mette da mangiare nel piatto?" mi domandava ormai ogni volta che mi vedeva varcare la soglia di casa loro. Povera Esme... a sentirsi fischiare le orecchie così tanto spesso, avrebbe corso il rischio di uscire di testa. Senza considerare il fatto che, a dirlo, era proprio una donna del genere. Una settimana passata a casa sua e il vecchio Edward sciupato sarebbe diventato Moby Diddy. Quello che mi sorprendeva era che Kristen riuscisse a rimanere così perfettamente in forma, nonostante la cucina suicidio della madre. Forse... per lei era riservato un altro trattamento, oppure aveva trovato un pratico rimedio.
No, mi rifiuto di credere che lei possa davvero pensare di...
"Edward, basta, abbi pietà... sono due ore che ripetiamo lo stesso paragrafo. Non ce la faccio, non riesco a farmelo entrare in testa... è inutile continuare a tentare!" si lamentò lei ad un certo punto, scostando appena la sedia dalla scrivania. Io sbuffai, infastidito dall'ennesima interruzione gratuita. Di certo da solo, a quell'ora, avrei già imparato a memoria tutto l'inno irlandese, e mi sarebbe perfino avanzato del tempo per dedicarmi al bricolage.
"Non farla più grossa di quanto non sia... non sono affatto due ore che studi quella pagina, ma semplicemente trentasette minuti e se ci mettessi un pò più di impegno e di attenzione, forse, e dico forse, a quest'ora saresti perfino arrivata al paragrafo successivo." la ammonii avvicinandola nuovamente al tavolo, mentre un suo sbuffo irrompeva nell'aria. Riportò la sua attenzione sul libro di biologia ed io mi concessi un sospiro vittorioso. Avevo ancora un minimo di controllo sulla coppia e la cosa mi faceva gongolare come un drogato davanti alla sua dose giornaliera. Ma ovviamente...
Mai cantare vittoria troppo presto...
"Sai a cosa stavo pensando?" mi fece raggiante, distogliendo l'attenzione dal libro. Sbuffai impercettibilmente e mi stampai una fintissima area curiosa sul volto
"No, Kristen... illuminami!" mormorai seccato. Mi lanciò un'occhiata strana, inquietante quasi, e si avvicinò a me prendendomi alla sprovvista. Mi lasciò un bacio sulle labbra per poi sorridere
"Sono quasi nove mesi che stiamo assieme... sai cosa significa questo?" mi soffiò nell'orecchio, provocandomi la pelle d'oca, ma non perché ero eccitato, più che altro ero terrorizzato da quello che poteva attendermi
"Che presto diventeremo genitori?" sdrammatizzai con una risatella nervosa. Lei ridacchiò passando all'altro orecchio, iniziando a baciarne la parte superiore
"Beh, diciamo che ci sei vicino..." mormorò con un bacio sul lobo "... io, però..." strofinò il naso sulla mia guancia "... avevo..." scese sulla mascella "... qualcos'altro..." per poi risalire sulle labbra "... in mente..."
Più che al suo giochetto perverso, stavo prestando attenzione al filo conduttore che legava le sue parole. Di certo, il fatto che continuasse a giocare con i miei capelli e a lasciarmi baci caldi sul collo, non deponeva in mio favore,
"Kristen... non capisco dove..." deglutii sentendo la sua mano scendermi sul petto ".. tu voglia arrivare!" completai la frase per poi darmi dell'emerito coglione. Oh, io lo avevo capito fin troppo bene cosa intendeva. Avevo avuto il primo sentore con quello sguardo. Non era certo la prima volta che ci provava. Ed io, povero verginello indifeso, avevo sempre deviato la sua attenzione. Ma in quel momento, quella strega malefica, stava prendendo tempo per cucinarmi per bene. Sapeva quali erano i miei punti deboli, sapeva che ero sensibile in certe zone e soprattutto sapeva, o forse più che altro sperava, che la mia vena cavalleresca venisse fuori anche in quell'occasione, permettendole di guadagnarsi cosa tanto agognava.
La mia dote...
"Edward..." soffiò toccandomi l'orecchio con qualcosa di umido.
No... per carità divina... quello no!...
"Kris... ti ricordo che tua madre è al piano di sotto e se ho fatto bene i calcoli dovrebbe salire tra qualche minuto per portarci la... merenda..." deglutii di nuovo, rendendomi atrocemente conto di non avere neanche la forza di togliermela di dosso, quando pesavo visibilmente più di lei.
"E che problema c'è?... ho chiuso la porta a chiave!..." non si scompose neppure mentre mi rispondeva
Eh?...
"Quando?" chiesi sconcertato. Ridacchiò di nuovo, attirandomi verso di lei
"Che importanza ha?" mi fece, ormai del tutto presa dalla situazione. Maledizione, maledizione, maledizione... possibile che non fossi capace di impormi, di prendere le distanze da lei, in maniera netta e definitiva? Dovevo per forza essere costretto a ritrovarmi in queste situazione assurde, per poi rimpiangere i momenti in cui avrei potuto impedire tutto quello? Avevo una forza di volontà pari a zero, che diminuiva nettamente quando faceva il suo malaugurato ingresso la mia opprimente coscienza. Come si faceva a dire di no, quando quella che al mondo etichettavi come la tua ragazza, si spingeva più in là del solito, pronta ad accogliere una prossima mossa da parte mia? Ero sicuro che, ad essere rifiutati ci si stava male, anche se non mi era mai capitato e, poi... chi ero io per impedire a Kristen di ottenere ciò che voleva?
Lo sapevo, i miei pensieri in quel momento erano del tutto sconnessi. Non riuscivo a comportarmi più razionalmente - non che l'avessi mai fatto - e il mio preziosissimo autocontrollo si era appena imbarcato per Cuba. Lei, convinta della sua illuminante decisione e spinta da una volontà di ferro che, raramente in quei fantomatici nove mesi insieme, aveva fatto intravedere, continuava la sua opera di convincimento.
Non che, arrivati a questo punto, ci sia più tanto da convincere...
Chiusi gli occhi, in balia di sensazioni nuove anche per me. Era fin troppo esperta e calcolatrice per essere, come me, alla sua prima esperienza. Lì, c'era qualcosa di strano. Ma volli sorvolare. Probabilmente era l'adrenalina del momento a muoversi per lei, e questo le impediva gesti impacciati. Insomma, i tipici movimenti involontari da "prima volta".
In men che non si dica mi ritrovai a sollevarla dalla sedia e a tirarla su, finché le sue gambe non furono attorno ai miei fianchi. Ci stavo iniziando a fare l'abitudine e - ahimé - sentivo già di non riuscire, neanche volendo, a fermarmi ormai. Ce l'aveva fatta. Mi aveva giocato uno sporco tranello facendo leva sul fatto che la carne fosse debole e che, istigato in quel losco modo, perfino il più casto e caparbio degli uomini avrebbe ceduto.
Perfida manipolatrice di anime pure...
Certo, probabilmente mi sarebbe bastata un pizzico di tenacia nel momento giusto e a quell'ora, invece di essere prossimo al letto, sarei all'interno della Bmw di mio fratello, indignato fino allo stremo per quello che Kristen aveva anche solo pensato di chiedermi.
Diamine, Edward... fai tanto la morale a tuo fratello e poi tu, proprio tu, ti comporti in questo modo... sei addirittura peggio di lui...
Neanche la coscienza a quel punto era capace di fermarmi. Il vecchio istinto di sopravvivenza Cullen si era dileguato, lasciando il posto ad una voracità che non sapevo neppure di possedere. Ero sempre stato convinto che in famiglia un individuo con più intenzioni nei pantaloni che in testa potesse bastare ma, evidentemente sbagliavo. Evidentemente bastava istigarla un pò, e anche la bestia Edward sarebbe uscita allo scoperto.
Cazzo, Cullen, basta con queste filippiche mentali... sconnetti il tuo neurone sfigato e concentrati su quello che stai facendo...
Sorrisi da solo come uno stupido, gesto che, però, Kristen interpretò in maniera sbagliata
"A quanto pare, non ero l'unica a pensarla in quel modo..." e tornò all'attacco, ancora saldamente ancorata ai miei fianchi. Quella situazione di stallo iniziava a starmi stretta - e non solo quella - così decisi di passare al contrattacco. E in certi casi la tattica migliore è sempre quella della improvvisazione. La feci scivolare a terra e la spinsi sulla trapunta, rigorosamente rosa, per poi posizionarmi su di lei, con ancora addosso strati e strati di vestiti ingombranti. Lei parve leggermi nel pensiero perché esclamò
"Forse è il caso di togliere qualcosa..." e con un mezzo sorriso fece scorrere le mani sulla mia maglia fino all'estremità per poi riuscire, con il mio aiuto, a sfilarla via. Iniziò allora a sbottonare i bottoni della camicia, mentre io mi affaccendavo a baciarle il collo. Non era poi così difficile, le azioni mi venivano quasi suggerite da qualcosa nella mia testa di apparentemente sconosciuto. Forse è proprio vero che, in queste cose, tutti siamo bravi, ma che, per migliorare, serve ovviamente un pò di pratica. E per quella ci sarebbe voluto del tempo.
La camicia venne subito via, senza particolari difficoltà o impedimenti, e subito lei parve curiosa di esplorare quel nuovo pezzo di pelle scoperto, che non conosceva ancora. Iniziò con l'accarezzarmi la schiena, per tutta la lunghezza della colonna vertebrale. Poi passò al petto, troppo lentamente e in maniera talmente tanto studiata da essere ancora più frustrante. Non mi ero mai sentito così e, per quanto una parte del mio cervello cercasse di farmi capire che quella che stavo facendo era una cosa sbagliata, non riuscivo a fermarmi e, più andavo avanti, più la cosa mi intrigava e mi piaceva. La liberai della maglietta, troppo ingombrante per i miei gusti, e la sentii trattenere il respiro mentre scendevo a baciarle la pancia.
Oddio, pancia... se ci fosse un misero filo di ciccia che mi facesse ritenere possibile darle questo nome...
La sentii armeggiare con i bottoni del mio jeans, soffermandosi in punti che erano troppo... diciamo sensibili in quel momento. Per evitare di fare la fine di un dodicenne in calore, le spostai delicatamente le mani e finii per lei ciò che aveva maldestramente iniziato, aiutandola perfino a farli scivolare via.
Lezione numero uno... come spogliare un uomo...
Ritornai ad occuparmi della sua pancia inesistente che si alzava e si abbassava ad un ritmo pazzesco ormai. Sembrava quasi in fibrillazione. E la cosa non migliorò di certo, quando, con una certa titubanza, feci scivolare via i suoi jeans. Certo, magari ero stato più veloce di lei, però... dai suoi sospiri, immaginavo avessi ottenuto la stessa reazione.
Lezione numero due... come ripagare il tuo avversario del torto subito...
Sorrisi di nuovo, stendendomi più comodamente su di lei, sempre più agitata e sempre meno lucida. Forse si stava iniziando a chiedere che fine avesse fatto il suo timido e candido Diddy e chi fosse mai quel ragazzo tanto intraprendente che, in quel momento stava armeggiando con i suoi slip. Ma, dato che non fece nulla per fermarmi, immaginai che, lì per lì non le importasse poi tanto saperlo.
E sinceramente, neanche a me...
Ci ritrovammo nudi, in men che non si dica, senza neppure fermarci a riflettere o a prendere aria per respirare. Mi sembrava di non averne neppure bisogno. Era tutto meccanico, automatico, immotivato, e... senza alcun tipo di... sentimento o di trasporto, se non quello fisico. Sentivo in lei in timore di qualcosa di sconosciuto e in me quello del risveglio. Sentivo la sua estrema volontà di portare avanti quel sogno tanto atteso e in me la convinzione di averne infranto un altro che, su due piedi, non mi sembrava neppure così importante.
Che male stavo facendo d'altronde? Era la mia ragazza quella, noi stavamo insieme e, nonostante io avessi ammesso più volte al mondo di non amarla, mi sembrava la cosa più normale del mondo trovarmi lì, nel suo letto, tra quelle lenzuola rosa a fare l'amore con lei.
L'amore?... ne sei proprio sicuro?...
Non ci diedi peso, non ci badai e andai oltre. Nonostante la smania del momento riuscii ad essere il più delicato possibile, dopo un primo momento di panico, sembrò filare tutto liscio. Anche troppo... era fatta! Quello che tanto temevo era successo e... nessuna catastrofe sembrava minacciare la mia incolumità. Ero salvo!
Tante seghe mentali, per niente...
Bene, mai cazzata fu più grande. Avevo sbagliato spesso, anche senza volerlo, ma spesso consapevolmente. E in quel momento lo stavo facendo ancora, solo con un'unica differenza: lì si parlava di qualcosa di estremamente più profondo che si sarebbe infranto come un bicchiere di fragilissimo cristallo alla prima mossa sbagliata. Già, ero nei guai, fino al collo.
Peccato essersene accorti troppo tardi...



Non ci potevo ancora credere. Era surreale e meraviglioso allo stesso tempo Una di quelle cose che succedono solo nei film o in quei romanzetti da quattro soldi che mia madre si ostinava a comprare da quando, di romanticismo con mio padre, ce n'era ben poco. Eppure era successo davvero, a me...
Ed io continuo a pizzicarmi il braccio per vedere se sto o meno sognando...
"Kristen, tesoro, ma non hai proprio mangiato?" mi fece notare mia madre a cena, indicando il mio piatto di insalata e pomodori, praticamente integro.
"Sì, è che... non ho molta fame..." ammisi abbassando la testa per evitare che si accorgesse di quel leggero rossore che avevo avvertito sulle guance. Avevo poca fame, era vero. D'altronde con lo stomaco sotto sopra per l'emozione come avrei potuto sperare di metterci dentro qualcosa? Altrimenti le farfalle come avrebbero fatto a volarci?
"Sei sicura di stare bene?" mi domandò, come al suo solito apprensiva. Sospirai assumendo l'espressione più innocente che riuscissi a fare e risposi
"Sì, tranquilla... sono solo un pò stanca... posso?" ed indicai con un gesto vago il piano superiore. Mio padre mi lanciò un'occhiata di rimprovero. Della serie "Ci siamo appena seduti a tavola, abbi almeno la decenza di aspettare la frutta!" ma non disse niente e mi diede il suo taciturno permesso con un gesto del capo. Mi liberai del tovagliolo posato sulle gambe e raggiunsi la mia camera. Chiusi la porta alle mie spalle, a chiave e, automaticamente, chiusi gli occhi. Come per magia tutte le immagini di poche ore prima mi sfilarono davanti agli occhi.
Il suo corpo, le sue mani su di me, le sue labbra e il respiro caldo a sfiorarmi la pelle... e sentirlo, sentirlo completamente mio, in un unico armonico movimento. Mi sembrava di sognare. Dal primo momento in cui mi ero fatta avanti, titubante e certa che mi avrebbe come sempre rifiutata dopo essersi accorto delle mie intenzioni, fino a che non lo avevo sentito diventare lentamente parte di me, avevo creduto di essere sotto l'effetto di qualche droga. Magari era la conseguente reazione dello studio della biologia.
Che da oggi in poi diventerà la mia materia preferita...
E invece non avevo sognato un bel niente, era tutto successo esattamente nel modo in cui la mia mente continuava a mostrarmi. Lo testimoniava il fatto che i miei ricordi fossero così dettagliati e che il mio cuore facesse ancora un'immane fatica a calmarsi. E perfino rimanere nella stessa stanza con i miei genitori, sapendo cosa era successo, sapendo cosa ero diventata ormai, da poche ore a quella parte, mi faceva uno strano effetto. Bello, sì... ma incredibilmente strano!
Sorrisi, sentendo la faccia andare in fiamme nuovamente e mi avvicinai al letto, complice di quell'indimenticabile pomeriggio. Lo avevo sistemato frettolosamente quando ci eravamo rivestiti, perché se mia madre fosse entrata e lo avesse visto sfatto, non ci avrebbe messo poi molto nel fare due più due.
Ebbene sì, la porta non era affatto chiusa a chiave... piccola bugia, detta a fin di bene...
Mi sedetti con cautela, quasi avessi il timore di rovinarlo e afferrai il cuscino leggermente stropicciato. Lo strinsi forte a me, in un gesto di estremo possesso ed affondai la faccia tra le pieghe. Era profumato. Un profumo buono e forte. Maschile. Denso.
Il suo...
Ne era impregnato fino all'ultimo lembo di stoffa ed io avrei dovuto dormirci.
Ma più che volentieri, direi...
Sospirai serena e sentendomi finalmente completa.
Se dovevo essere sincera avevo davvero avuto paura di perderlo. Perdere la mia unica ragione di vita, la mia unica speranza, in quella esistenza che sapeva di poco e che aspettava dalla sottoscritta chissà che cosa in cambio. Mi stava stretta la mia casa - perfino troppo grande per un'intera generazione - mi stavano stretti i miei genitori: mia madre troppo apprensiva per essere vera e mio padre troppo occupato a far fruttare guadagno al suo studio per accorgersi della sua unica figlia. Erano uno l'opposto dell'altro, ma nonostante questo non riuscivano per niente a bilanciarsi. Ed io respiravo a fatica ormai in quella vita, che non sentivo mia. L'unica via di fuga, la sola uscita di sicurezza era lui. Edward. Lui e la sua timidezza quasi sfacciata. Quella che era riuscita a conquistarmi completamente nel giro di pochi mesi e che mi aveva spinto a implorare i miei genitori a trascolare dall'altro capo degli Stati Uniti pur di rimanere al suo fianco. Mio padre aveva immediatamente detto di no. Non era umanamente possibile che lui abbandonasse la popolatissima e super problematica New York, l'ombellico del mondo, come la definiva lui, per trasferire baracca e burattini nel culo dello stesso mondo che lui faticava tanto a servire. Logicamente era arrivata mia madre per sostenermi e per elencare - e inventare - tutte le belle qualità dello stato di Washington. Probabilmente neanche lei ne era del tutto convinta, come non lo ero io, eppure mi appoggiava e, senza il suo aiuto, io non avrei ottenuto ciò che mio padre mi aveva negato a prescindere.
Adesso a qualche mese dal nostro trasferimento non rimpiangevo il gesto fatto. In nessun modo. Certo, la grande Mela, lo shopping sfrenato, e il traffico pomeridiano mi mancavano terribilmente, però... niente avrebbe potuto competere con tutto quello che avevo ottenuto lì a Forks. Il mio Edward ed il suo amore sincero, tutto per me, per sempre.
E quel pomeriggio me lo aveva confermato. Lui voleva me nello stesso identico modo in cui io volevo lui. Ormai erano parecchie sere che ci pensavo, era diventato il mio chiodo fisso. Non riuscivo più a resistere. Vederlo tutti i giorni, sedergli accanto e respirare a pochi centimetri dal suo volto era diventato problematico, dato che ogni cellula del mio corpo urlava di disperazione per averlo. E baciarlo di certo non aiutava. Anzi, mi faceva sentire ancora più pervertita.
Che male c'è a voler stare con il proprio ragazzo?...
Spinta da tutti questi insostenibili motivi, mi ero fatta coraggio e quel giorno ci avevo provato, con molta più grinta e determinazione del solito. Mostrarmi debole e impacciata sarebbe stato solo d'intralcio e avrebbe giocato nettamente in mio sfavore. Quello che all'inizio era partito come un impavido tentativo si era trasformato nel ricordo più bello della mia vita.
Io e lui, insieme, in questo stesso letto...
Adesso ero sicura che niente e nessuno ci avrebbe più divisi. Due persone che condividono per la prima volta qualcosa di così importante non possono che ritenersi legati dal sottile filo del destino che, per una volta, aveva dato partita vinta alla sottoscritta. Eh sì, gongolavo come non avevo mai fatto prima perché sapevo che quello era solo l'inizio. Da lì la nostra storia sarebbe stata soltanto in discesa, nessun intralcio o scomodo intoppo a rallentare la corsa. In due si combatte ed in due si vincono le sfide. Io il mio destino lo avevo trovato e difficilmente - lo avrei potuto giurare sulla mia stessa vita - vi avrei rinunciato, avessi dovuto lottare con le unghia e con i denti. Edward Cullen era mio, fine del discorso!



"Stronzo, stupido, idiota, imbeccile, cretino, coglione..." continuavo a ripetermi da più di cinque minuti a voce alta, come una cantilena. L'avrei utilizzata come suoneria personalizzata per il cellulare se questo fosse bastato per castigarmi a dovere. E per mantenere il ritmo della filastrocca che mi ero inventato, sbattevo ripetutamente il pugno sul volante, con il rischio di smontarlo dalla guida.
E poi col cazzo che torni a casa stasera...
Accelerai, evitando per poco una macchina che usciva da un parcheggio e due ragazzi che stavano attraversando la strada, con la stessa manovra.
Scusate, siete capitati sotto la macchina sbagliata...
Ero un cazzone galattico, non c'erano altri modi per definirmi. Ok, in effetti di modi ce n'erano eccome, solo che non era il momento per stare a sindacare sui dettagli, tanto il concetto non cambiava: avevo fatto una stronzata alla quale non c'era rimedio, se non il castigo a vita per mezzo della mutilazione di qualche organo vitale.
Me ne farei togliere volentieri uno in questo momento, così la prossima volta avrei una scusa più valida dell'emicrania...
Possibile che fossi tanto lurido da cedere alla tentazione più vecchia del mondo, per colpa di due miseri bacetti e due carezze leggere? Ero proprio un povero fesso. Un idiota in piena regola che non era più capace di tenere a bada gli istinti carnali e il proprio compare nei pantaloni.
"Ah... a proposito..." mi ricordai, come se seduto accanto a me ci fosse qualcuno "Io e te facciamo i conti dopo!" minacciai. Inutile precisare a chi fosse rivolto quell'avvertimento. Ormai non sapevo neanche più con chi prendermela. Stavo seriamente pensando di tornare a casa e sfogare la mia frustrazione sulla faccia angelica e pulita di mio fratello.
Mmm... l'idea non è da buttare...
E pensare che stavo mettendo appunto la strategia meno dolorosa per troncare la relazione con Kristen.
Beh, le intenzioni c'erano...
Adesso cosa mi inventavo? Andavo da lei, il giorno dopo, come se niente fosse successo, a dirle "Senti Kris, mi sono accorto di non amarti... anzi sai cosa? Io forse non ti ho amata affatto in tutti questi mesi!" Bum! Come una doccia fredda.
Proprio quella che ci vorrebbe a me in questo momento per tranquillizzare gli animi inquieti...
Non potevo essere tanto coglione da essermi incasinato fino a quel punto. Dire alla propria ragazza che la loro storia è finita, il giorno dopo aver fatto sesso, per la prima volta insieme era quasi tragi-comico. Il fatto, poi, che fosse la prima volta per entrambi, non era altro che l'ennesimo incentivo per far sentire il sottoscritto ancora più stronzo.
Almeno Jasper lo fa alla luce del sole... io sono così vile da nascondermi come meglio posso... la sua è arte, la mia è coglionaggine allo stato puro...
Ma c'era qualcosa, qualcosa di ancora più grande che mi faceva sentire stranamente agitato. Qualcosa che non riuscivo a definire. Come se... fosse senso di colpa, verso qualcuno che, però, evidentemente, non era Kristen. Forse lo provavo verso me stesso. Il senso di colpa per non aver fatto niente di drastico alla nascita per evitare infelici sviluppi in età avanzata. La violenza su se stessi non avrebbe risolto nulla. Non che ci fossero poi tante soluzioni al problema, però... mi serviva uno spazio tranquillo dove riflettere e, perfino la mia camera, in quel momento, mi sembrava la scelta migliore.
In un batter d'occhio arrivai a casa, quasi sgommando sul vialetto. Mi accorsi, con la coda dell'occhio di una macchina parcheggiata proprio davanti la porta d'ingresso. Visite? Bene, ci mancava solo questa!
Parcheggiai la Bmw fuori dal garage - aprirlo e parcheggiarcela dentro diventava troppo faticoso - e mi avvicinai all'entrata. C'erano delle figure che avanzavano verso di me, figure che faticai a mettere a fuoco in tutto quel buio.
Due lampioni davanti questa porta non farebbero di certo male...
Dovetti trovarmi a pochi metri di sitanza per riconoscerli. Erano mia sorella in compagnia di Emmett e Bella. Preoccupato più che altro per la faccia che Rosalie aveva messo su, avevo chiesto cosa diamine fosse successo e lei, con una punta di ironia mi aveva informato dell'ultima genialata di Jasper.
Lui e il suo tempismo perfetto... ci mancava soltanto lui per completare la giornata...
Mi era sembrato un tantinello indelicato lasciarli da soli a cercare i due dispersi e così, mettendo da parte - momentaneamente - il problema Kristen, mi ero unito a loro. Dopo un paio di idee malsane su dove potessero essersi nascosti, come un fulmine in ciel sereno ci venne la giusta intuizione: la spiaggia della riserva.
Non avevo mai visto Emmett così arrabbiato. Neanche il giorno della fiera in cui avevo dovuto allontanarlo con la forza da Jasper. Sospettavo che quella sera neanche due rotvailer avrebbero potuto placare la sua ira.
Ben ti sta, fratellino...
Arrivammo alla riserva, che al buio non mi sembrava neanche più la stessa. C'era soltanto la luna ad illuminare il tratto di spiaggia e qualche lampione in lontananza per segnalare la presenza di case abitate. Forse lì, tra quelle strutture caratteristiche, si nascondeva anche Jacob.
Mmm... per la mia salute mentale, è meglio che se ne rimanga a casa...
"Bene... adesso bisogna soltanto setacciarla da cima a fondo!" esclamò Bella una volta scesi. Sia da destra che da sinistra si estendeva una lunga lingua si sabbia scura e di fronte a noi, l'oceano si faceva sentire. Non era proprio la sera adatta per un pik nik sulla spiaggia. Mi strinsi nel cappotto sperando di non prendermi un accidente per colpa del cervello miniaturizzato di mio fratello.
"E il primo che lo trova se lo tiene!" esclamò Emmett sorridendo. Era malefico, suonava tanto come una minaccia, era chiaro, ma non potei fare a meno di sorridere a mia volta. Quel ragazzo aveva senso dell'umorismo, gliene dovevo dare atto.
"Emmett!" lo riprese la sorella infervorata "Non fare lo stupido. Non mi sembra il caso di inscenare una lotta anche qui..."
Beh, dalla faccia del fratello e dalla sua espressione tesa, immagino fosse proprio questa la sua intenzione...
"E allora ti conviene sbrigarti... se lo trovi prima tu hai il tempo di nasconderlo da qualche parte per non farmelo trovare!" e si avviò verso il lato sinistro senza dire altro. Bella sospirò, anzi, ringhiò per la precisione, scuotendo la testa
"Ci conviene sbrigarci sul serio. Temo che abbia detto la verità!" ci informò. Sorrisi di nuovo. Non volevo proprio trovarmi nei panni di Jasper in quel momento. Non so se era peggio morire assiderati su quella spiaggia o morire tra le mani di un fratello incazzato.
Dal canto mio, il freddo l'ho sempre sopportato alla grande...
"Io vado con lui... chissà che non riesca a farlo ragionare... è pur sempre mio fratello, che diamine...!" fece Rosalie, pur non essendo del tutto convinta. Sembrava più preoccupata per Emmett che per Jasper. Ci avevo fatto caso già durante il tragitto verso la spiaggia. Continuava a guardarlo sofferente, come se a stare male, in quella Jeep, fossero entrambi. Stavo iniziando seriamente a pensare che Emmett avesse pesantemente fatto breccia nel suo cuore, perché non l'avevo mai vista così presa da qualcuno. E il fatto che quel qualcuno fosse proprio Emmett non poteva che farmi piacere. Riguardo a Jasper... beh, lui prima o poi se ne sarebbe fatta una ragione. Vedere la propria sorella finalmente serena con qualcuno dell'altro sesso, lo avrebbe fatto ragionare e forse mettere da parte l'orgoglio.
Sempre che riesca a sopravvivere questa sera...
"Allora, vogliamo andare?" mi girai per vedere chi fosse a parlare e a chi sopratutto fosse indirizzata la domanda. Era Bella, ancora ferma al mio fianco, in attesa di qualcosa.
Forse sta aspettando che tu ti muova e che inizi insieme a lei a cercare Jasper e Alice... coglione!...
"Sì, certo... andiamo!" e rimanendo a qualche passo di distanza da lei, ci incamminammo verso destra. Nessuno dei due parve avere voglia di intrattenere l'altro. E sicuramente tutto quel silenzio intorno a noi non aiutava a stare rilassati.
"Allora... come... come va con... lei?" mi domandò stringendosi di più nel cappotto scuro. Rimasi qualche istante in silenzio, per cercare di capire a chi si riferisse. Poi, con una strana sensazione addosso risposi, domandando a mia volta
"Per lei... ti riferisci a Kristen?" solo nominarla mi faceva sentire sempre più verme. Lei fece uno strano verso di assenso senza aggiungere altro. Ne dedussi che voleva che fossi io a parlare e non lei a chiedere informazioni.
Bene, da che parte inizio?...
"Al solito... niente di più, niente di meno...!" mentii spudoratamente stringendo i pugni nelle tasche per la frustrazione. Mentire in maniera così plateale mi avrebbe fatto venire voglia di picchiarmi da solo. Chissà se, una volta finito con Jasper, Emmett avrebbe voluto far del male anche a me... Magari con la scusa che avevano gli stessi geni, si sarebbe convinto, trovandolo divertente.
"Ah..." esclamò lei. Mi sembrava leggermente delusa, così avanzai di qualche passo così da trovarmi perfettamente al suo fianco. Alzò la testa verso di me. In effetti aveva una strana aria abbatuta. Ma forse la mia risposta non c'entrava niente. Forse era solo in ansia per sua sorella nelle mani del lupo cattivo e biondo.
"Delusa?" meglio indagare in certi casi. La vidi alzare un sopracciglio, quasi fosse sopresa
"Beh... immaginavo che, dopo l'altra sera, volessi... che so... perlomeno informarla!" ammise tranquillamente. Dopo l'altra sera? Cosa diamine era successo "l'altra sera" di così importante che valesse la pena rendere Kristen parteci... oh.porco.cazzo... oh.porco.cazzo... oh.porco.cazzo!
"Merda..." mi lascia scappare involontariamente, passandomi una mano sulla faccia, come se volessi nascondermi
Tanto ormai il mio istinto primoridiale rimane quello...
"Prego?" mi fece lei guardandomi strano. Sorrisi nella maniera più idiota che conoscevo e risposi
"Ah... ti riferisci a quello che è successo l'altra sera tra noi!" scontato e banale... e idiota ai massimi livelli. Lei alzò di nuovo un sopracciglio, quella volta in maniera ancora più marcata
"É quello che ho detto!" mi fece notare secca. Ridacchiai a disagio. Mi sarei sotterrato nella sabbia se questo mi avesse risparmiato quella colossale figura di merda
"Sì... hai perfettamente ragione... è che..." l'intenzione c'era... mi è mancato il coraggio e soprattutto la volontà di fermare la sua azione terroristica su di me "Non si è ancora presentata l'occasione adatta!" mi giustificai
"Beh, certo... in effetti per dire alla propria ragazza che, tra parentesi non si ama, che hai baciato un'altra ragazza di tua spontanea volontà... ci vuole... proprio l'occasione adatta, come dici tu..." cos'era la sua? Una sottilissima ironia?
Ma cosa ti aspettavi Edward? É normale che sia così arrabbiata con te. Sei stato tu a portarla in quella raduna e a fare promesse assurde. Adesso te ne assumi tutte le conseguenze...
"Kristen è... molto sensibile..." bugia colossale. Potevo senza dubbio inventarmene un'altra più credibile
"Ah... non l'avrei mai detto..." biascicò atona. Eh sì, si era proprio arrabbiata.
Sospirai sempre più frustrato. Poi, all'improvviso, come colto da un'illuminazione, ricordai quella strana sensazione provata in macchina. Quando sentivo che c'era qualcosa di più grande, che lì su due piedi sembrava sfuggirmi. Ed eccola, servita su un piatto d'argento a pochi passi da me: era lei. Era Bella che mi aveva provocato quella strana sensazione. Il sapere di aver fatto quello che avevo fatto con Kristen, nonostante ci fosse lei ad aspettarmi... mi aveva buttato ancora di più nell'angoscia, nella rabbia e nella frustrazione. Avevo rovinato tutto, ancor prima che quel tutto fosse costruito e se un semplice bacio aveva creato tanti problemi, non osavo neppure immaginare cosa sarebbe successe se avesse saputo il modo in cui avevo trascorso il pomeriggio a casa della mia presunta fidanzata. Ero sempre più convinto che una bella mutilazione era quello che ci voleva. In casi disperati ci vogliono rimedi disperati. L'avevo delusa, nonostante lei non lo sapesse. Avevo buttato all'aria un'occasione, soltanto per dar retta al mio stupido istinto maschile.
Hai fatto cilecca, vecchio mio, e adesso sta a te risolvere il problema...
"Ti prometto che le parlerò, Bella... prima di Natale Kristen sarà... un capitolo chiuso!" esclamai con la voce leggermente tremante. Chissà se lei avrebbe capito che stavo mentendo spudoratamente dal tono della voce? Beh, era figlia di un poliziotto. Non mi sarei di certo meravigliato.
"Non sei... obbligato a farlo, Edward..." mi assicurò, evitando di guardarmi. Sentivo che era amareggiata. Perfetto... di male in peggio. Andavo per aggiustare una cosa e ne distruggevo un'altra. Ero peggio del re Salomone, solo che, invece di trasformare in oro ogni oggetto che toccavo, ero capace di distruggerlo irreparabilmente.
"É che... è un periodo complicato per me..." altra bugia colossale. Non sapevo se di lì a poco mi si sarebbe allungato il naso o accorciate le gambe.
"Sì, certo... immagino come la tua vita possa essere complicata, in effetti!" altra sottile ironia. Altro motivo per sentirmi un idiota. Più andavo avanti e più stavo peggio. Ma forse quella che stavo subendo era la punizione peggiore di tutte. Era proprio quello che mi meritavo.
Ben ti sta, Edward... la prossima volta ci pensi due volte prima di agire senza pensare...
Rimase in silenzio per altri lunghissimi minuti mentre continuavamo ad avanzare tra la sabbia fredda. Non sapevo più cosa inventarmi ormai. Perfino a mentire sentivo di non essere più capace. E allora... tanto valeva essere sinceri, almeno per una volta... almeno con lei.
Se non vuoi farlo per te, fallo per Bella... glielo hai promesso!...
"Senti, Bella... c'è... una cosa che devo dirti..." raccolsi tutte le parole che erano necessarie e tutto il coraggio di cui disponevo e mi preparai a dirle la verità su quel maledetto pomeriggio. Mi avrebbe odiato, certo, però... sarebbe senza dubbio stato il primo passo onesto nei suoi confronti. Ma venni bloccato dalla vista di due figure a qualche metro da noi, sedute sulla sabbia, intente a dirsi chissà che cosa. Erano loro, senza ombra di dubbio.
"Jasper!" lo chiamai, aumentando il passo. Si sollevarono, ripulendosi dalla sabbia che aveva sporcato i vestiti e ci guardarono confusi
"Che ci fate voi due qui?" ci chiese Jasper
Tipico... non sarebbe capace di rendersi conto di aver fatto un guaio neanche avendolo sotto gli occhi...
"Siamo venuti per cercare voi due!" esclamò secca Bella, fulminando Alice. Lei sembrava parecchio scossa. Ma non tanto dalla nostra comparsa. Sembrava avesse appena smesso di piangere.
"Mi dispiace... non avrei dovuto allontanarmi senza avvertire!" mormorò lei con un filo di voce. Sì, aveva pianto, non c'erano dubbi. Bella parve ammorbidirsi appena, le circondò le spalle con un braccio lasciandole un bacio sulla testa ed esclamò
"Non importa... adesso andiamo, che inizia a fare freddo!" e si incamminò, ripercorrendo la strada appena fatta
"C'è..." iniziò Jasper bloccando la nostra marcia. Aveva una strana espressione sofferente. Anche lui.
Ma che abbiamo tutti quanti stasera?...
"C'è la tua macchina... parcheggiata lì!" ed indicò la strada a qualche metro dall'ingresso della spiaggia.
"Prendila tu... io accompagno loro alla Jeep... ci vediamo davanti l'ingresso della riserva!" esclamai. Non potevo di certo lasciare due ragazze sole, a quell'ora, su una spiaggia semi deserta. E poi, la mia povera Volvo doveva ritornare a casa in un modo o nell'altro.
"Tornatene a casa, Jasper... segui il mio consiglio!" lo avvetì Bella
"Perché..." fece lui senza capire. Poi collegò, deglutendo a fatica "... Emmett..."
Già, non ci avevo pensato... giusta osservazione...
Era incredibile... voleva salvare la vita a Jasper? Forse lo vedeva anche lei così disperato e le faceva pena. Intuizione probabile.
"Sarebbe meglio per te... e la tua integrità fisica!" aggiunse cauta. Jasper deglutì di nuovo dopodiché annuì e si avviò verso la Volvo, non prima di avermi lanciato una strana occhiata. Era preoccupato. Ma sospettavo che non dipendesse solo da Emmett. C'era qualcos'altro sotto.
Ci avviammo di nuovo. Alice e Bella davanti ed io dietro di loro, per supervisionare la situazione. Le sentivo parlottare senza riuscire a capire cosa stessero veramente dicendo. Volevano la loro privacy e io di certo non l'avrei invasa. Sentii la tasca dei pantaloni vibrare. Bene, perlomeno eravamo entrati nella zona con la copertura telefonica
*Insieme a te ho trascorso le ore più belle della mia vita. Sei la persona più importante e me ne rendo sempre più conto. Ti amo tanto, Diddy. Tua per sempre, Kris!*
Bene, c'è un dottore in sala? Credo di sentirmi male...



Risposte alle recensioni:
martya_c: Salve, cara... scrollati la muffa di dosso perché sono tornata... eh eh non te lo aspettavi così tempestivo l'aggiornamento, eh? beh, in effetti ho sorpreso anche me stessa... comunque... sono veramente contenta che il capitolo ti sia piaciuto... Sì, in effetti a Jasper è bastato fare due più due dopo aver ascolatato i vari commenti di Alice, e poi la sua faccia terrorizzata in macchina ha fatto il resto. Adesso, non so se tu hai già letto o meno il capitolo però, posso dirti con certezza che capo Swan non sospetta niente e che la scusa che hanno messo su regge alla grande. Per il resto... Emmett è incazzato come una scimmia e Jasper farebbe meglio a scappare se ci tiene al suo visino d'angelo... eh eh... beh, spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto anche se sospetto che adesso tu voglia amazzare qualcuno, come è giusto che sia... l'unica cosa... abbi pietà di me ^^ a presto ;)

lisa76: Ma ciaooo... sono contenta che lo sfogo di Alice ti sia piaciuto. Sì, in effetti Jasper si è comportato bene e qui si viene a quel famoso capitolo a cui io vi dissi di fare attenzione: Jasper sa dare anche l'anima quando si tratta di qualcosa a cui tiene e questo ne è stato la prova. Basta solo sapere da che parte prenderlo e sa diventare più tenero di Emmett in versione orso Pooh. ^^ Per Kristen... ehm.. io non mi esprimo, anche se temo, dalle tue minacce nella scorsa recensione che ti arrabbierai non poco... sopratutto perchè ci saranno pareeeeecchiiii altri problemi tra la coppia Bella/Ed non solo per via di capo Swan. Per come si sistemeranno le cose non posso dirti nulla però, quello che è certo è che il fatto che adesso Jasper sappia non fa altro che aumentare il legame già strano che si è venuto a creare con alice e x Rose.. tranquilla, Emmett è come creta tra le sue mani, non passerà molto prima che lui le dirà tutto ^^ beh, grazie mille per i complimenti, sei davvero molto cara... aspetto le tue minacce per il capitolo ^^ ciaoooo

piccola_pokemon: Oh salve, finalmente qualcuno che capisce cosa ho passato... grazie... ^^ sembra che più ne hai bisogno più il tempo tenda a sparire. Che pizza... cmq se si tratta solo di ricopiarli, dai... ce la puoi fare! ^^ cmq sono contenta che il cap ti sia piaciuto e spero che tu non mi vorrai uccidere dopo aver letto quest'ultimo. Un bacione e a presto


Amantide: Salve ragazza che prima si chiamava cinzia818 e che adesso ha cambiato nick... ahahah, tranquilla lo avevo capito, anche perché ho ricevuto le tue mail (grazie...) e quindi mi ricordavo... ah, a proposito, smettila di dire che mia hai disturbato inviandomele... non lo pensare nemmeno... mi ha fatto molto piacere e quando vuoi io sarei lieta di riceverne altre ,anche solo per sapere quando aggiornerò o cavolate di questo genere ^^ cmq.. per l'alleanza Jasper - Emmett... mmm la vedo difficile, bisogna prima vedere se lui sopravvive alla sfuriata dell'orso e poi... non saprei, non è che lo vedo tanto propenso alla collaborazione... certo è che per amore di Alice potrebbero entrambi chiudere un occhio ma prima bisogna vedere come Jasper deciderà di comportarsi... per il resto... sì, Jasper è stato molto maturo e dolce con Alice, quasi non sembava lui... ehhhh... il potere dell'amore (amore? Ma amore di che? ndJasper ^^) bene cara, spero che il capitolo sia stato gradito e se vorrai uccidermi, non ti biasimerò... ^^ p.s. gli esami sono andati benone... 94 centesimi... grazie mille per l'interessamento ;)

Norine:
Salve cara... mamma quante supposizioni ti sei fatta.. la cosa mi fa molto piacere... allora... la sottoscritta non può dirti poi molto sui futuri sviluppi però... quello che è certo è che adesso Jasper vede tutta la famiglia Swan sotto una luce diversa. Riesce a capire molti atteggiamenti di Emmett e forse potrebbe anche seppellire momentaneamente l'ascia di guerra (anche se ci credo poco ^^) però... bisogna vedere se adesso lui decide di dire tutto a qualcuno oppure no... a lui il gioco in mano! ^^ sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e ora spero che qst non ti abbia fatta arrabbiare troppo ^^ io aspetto pazientemente in un angolo tue notizie ciaoooo

Uchiha_chan: Oh mio Dio! Che bella recensione lunga lunga... pagherei per averle tutte così ^^ allora... prima di tutto salve cara... grazie per le belle parole (che mi hanno fatta rimanere così *_____*) e grazie anche per l'interessamento all'esame (che è andato più che bene dato il punteggio... 94/100 ^^) e soprattutto grazie per la pazienza dimostrata nonostante, tu stessa abbia ammesso di aver avuto la tentazione di spronarmi a continuare. é stato soprattutto per voi lettori che mi sono data da fare nonostante i numerosi impegni e che ho trovato la forza e l'ispirazione per aggiornare. Altrimenti il capitolo sarebbe ancora nei documenti sotto la voce "da buttare". Per quanto riguarda Word ci ho litigato spesso... prende vita propria e non ubbidisce mai... proverò ad istruirlo, non si sa mai che ci riesca... ^^ passando al capitolo... sì un fratello come Emmett (se proprio non posso averlo come fidanzato, eh ^^) lo vorrei anche io... magari la sua vena gelosa e protettiva delle volte è troppo marcata però è il suo unico modo per sentirsi importante e utile a qualcuno. Tra poco perfino Rosalie se ne renderà conto, lascia solo che le cose facciano il loro giusto corso. Per Jacob, non poteva essere altrimenti. Il suo rapporto con Emm molte volte non lo porta neppure a fare domande su determinati suoi comportamenti, se non fossero stati così legati probabilmente alla fine di quei quindici secondi non ci sarebbe stato nessuno squillo di telefono. Per quanto riguarda l'espediente... ehm... diciamo che ci sono state delle occasioni particolari in cui chiamte di questo genere mi hanno parecchio aiutata... pur non avendo genitori severi (ti capisco quindi) sono ottimi diversivi a volte ^^ e ad avere un complice come Jake conviene sempre. Per quanto riguarda Emm e Rose... sì, non vedo l'ora che si sistemino anche perché la loro è probabilmente la coppia che mi offrirebbe più possibilità di immaginazione. Con un passato come quello di Rose e un carattere come quello di Emmett, sarebbero perfette un sacco di situazioni particolari. Basta solo coronare il sogno (come hai detto anche tu ^^) Lascena tra Alice e Jasper all'inizio non doveva essere così: lui avrebbe dovuto estorcerle con la forza la confessione ma... ho pensato che sarebbe stato meglio far conoscere alla poveretta (e a voi) l'altra faccia del carattere di Jasper anche perché... esiste anche quella ed è bene farla vedere ogni tanto.. per quanto riguarda la voce... mmm... non so se tu abbia già letto questo capitolo oppure no quindi non posso parlare, però... quando dicevo di preparare le asce parlavo di un altro personaggio e leggendo il capitolo capirai e deciderai di tagliuzzare entrambi (me e il soggetto in questione ^^) per la voce invece... eh eh... non saprei... vedi un pò tu ^^ tra l'altro le tue parole sono state magnifiche... sapere di aver suscitato tanto interesse e tanti emozioni in te da spingerti a definire la storia una delle migliori Au (senza averti pagata per dirlo ^^) mi riempie il cuore di gioia. é merito tuo e di altre persone come te, lo ripeto, se mi trovo ancora a scrivere e se non perdo mai la voglia di farlo... mi date la carica e l'energia giusta per farlo nonostante ogni giorno mi chieda seriamente "ma che diamine sto facendo? Forse dovrei darci un taglio!" ma ti posso assicurare che mai lascerei voi e questa storia... non sono solita arrendermi e preferisco prendermi delle critiche per un capitolo fatto male (o di fretta) piuttosto che gettare la spugna. Comunque grazie per il tuo prezioso apoggio mi sei stata di grnde incoraggiamento ^^ (altro che nota... dovrei pensare di dedicarti una storia intera ^^) grazie ancora per tutto cara (posso sapere come ti chiami?così mi rivolgo direttamente a te ^^ io sono Fabiana comunque ^^) e spero che... non vorrai uccidermi dopo aver letto il capitolo... io rimango qui, buona buona in attesa ^^ ciaooooo

JessikinaCullen: Salve... sono contenta che il momento dolce e tenero tra quei due scapestrati ti sia piaciuto... c'è voluta la mano Santa per farli sedere buoni buoni e mettere a nudo parte del loro essere. Alice ha confessato un segreto enorme della sua vita ed è stato certamente difficile ma anche Jasper si è visto come smascherato. é come se davanti a lei la sua maschera da duro fosse crollata... sono contenta che tt le coppie ti interessino e per Kristen... beh... no comment ^^ ne riparliamo dopo aver letto questo capitolo (infatti immagino vorrai ammazzarmi come minimo ^^) sono contenta che il cap ti sia piaciuto (un pò meno di averti reso ansiosa ^^) e spero che apprezzereai (dopo la rabbia) anche questo... fammi sapere e... grazie per il bentornata ^^

LadySile: Salve... Edward più bastardo di Jasper??? sì, sono d'accordo.. e credo proprio che dopo questo capitolo tu lo pensi ancora di più... vorrai picchiarlo e non faresti male... però... in fondo sono fratelli e sotto sotto si somigliano molto. se Bella lascerà perdere Ed o meno non saprei dirti perchè per il momento non è un'idea contemplata... tuttavia visto che molte volte i personaggi mi sfuggono dalle mani e assumono vita propria è possibile che succeda... staremo a vedere ^^per le tue supposizioni aspetterei e pregherei per l'incolumità di jasper che Emmett non gli faccia nulla altrimenti Alice è rovinata... vedova prima del tempo ^^ a presto cara e fammi sapere come hai trovato il capitolo

stezietta w: Tu recensisci ed io aggiorno... adesso mi tocca mandarti un messaggio per avvisarti che lo stesso giorno in cui mi lasci il tuo commento io ti lascio un nuovo capitolo...che tempismo, eh? ^^ cmq, salve... sono contenta che il capitolo e il comportamento di Jasper ti siano piaciuti... ogni tanto mostra un pò di maturità anche lui per fortuna... quel tantino che basta x non diventare un personaggio dei fumetti.. che dici, lo promuoviamo??? ^^ cmq spero che dopo aver letto il capitolo non ti venga un attacco e che non cestini il mio numero di telefono.. quella strega maledetta di Fabiana e le sue idee malsane... ^^ beh, cara... grazie per i complimenti e... ti prometto che mi farò sentire... hai ragione ma, ne esce una ogni giorno... è un vero casino... se puoi perdonami... ciaoooo ^^

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Capitolo 33
*** Quando tutto... viene a galla! ***


34 Salveeeee... scusate se ho tardato un pò ma qst capitolo mi ha dato non poche difficoltà... colpa del caldo... e della fretta che mi stanno mettendo tutti per fare l'immatricolazione all'uni ^^ cmq... parliamo di cose serie... ho notato che lo scorso capitolo ha lasciato parecchie persone senza parole ma, d'altronde, me lo aspettavo... se lancio un'azione simile è il minimo ottenere quelle reazioni da parte vostra... solo ke sento la necessità di mettere in chiaro alcune cose e, se me lo permettete vorrei rubarvi due minuti prima di leggere il capitolo... vi prego, è davvero importante... ho letto alcune recensioni che, nn vi nascondo, mi hanno un pò ferita... nn xkè fossero cattive oppure xkè criticassero la storia... solo ke, leggere ke qualcuno nn ha potuto finire il capitolo xkè colta dal vomito dello schifo oppure ke nn riesce a concepire una cosa tanto brutta (mi riferisco alla scena di Edward e Kristen ovviamente) mi sembra un tantino esagerato... ragazzi, mettiamo in chiaro una cosa... se sono arrivata a concepire qst storia è perché, come tutti voi, adoro oltre ogni misura il CAPOLAVORO della Meyer e credo (anzi ne sono certa) che qst storiella che mi sto divertendo a scribacchiare nn valga neanche la copertina di Twilight, ed è proprio per qst che vi dico... godetevi la storia cm viene, senza per forza concepirla come un attacco o un'offesa rivolta all'originale. Il fatto ke differisca dalla storia reale nn significa ke io non rispetti quello che la Meyer abbia scritto, al contrario... mi piace cercare di fare mio (nei limiti del possibile) i suoi personaggi che credo (anzi sento) facciano un pò parte di ognuno, che apprezza anche solo un pò il suo lavoro. Non pensate che il fatto ke Edward abbia "tradito" lo svolgersi della versione originale (Bella e Edward che vanno a letto insieme x la prima volta) sia un affronto a quello ke in realtà è successo in BD... la mia è stata solo "esigenza di copione", il seguire uno svolgersi di eventi già prestabiliti... nella mia mente malata ho già un quadro di cosa deve succedere ad ogni personaggio e se già solo un capitolo del genere (anche se, ammetto, è un pò forte) vi destabilizza così tanto, non so fino a ke punto consigliarvi la lettura del seguito. La storia prenderà comunque forme inaspettate e il finale (vi avverto già da ora, anche se nn dovrei) lascerà parecchi di voi con la faccia così °O°.... nonostante qst io spero che vogliate mettere da parte la perfezione della saga originale e dedicarvi così, senza troppi problemi, a qst storiella banale... è il mio modo per passare il tempo e per onorare un qualcosa che occupa da più di due anni il mio cuore... prendetela così come viene, con leggerezza (anche se, il fatto ke molti di voi se la siano presa x il comportamento di Ed mi fa piacere xkè vuol dire ke vi siete immedesimati e ci tenete ^^) però... vediamo di rimanere nel limite del possibile... criticare il comportamento "sbagliato" di uno di loro va bn (anke perchè sn la prima a farlo!) ma dire che non si riesce ad accettarlo e per qst a finire il capitolo, no! Rendetevi conto che qui c'è comunque una persona che scrive anche (e soprattutto) per voi, e leggere determinate cose nn è proprio bello. Se proprio non ce la fate a perdonarmi per lo scorso capitolo io nn posso di certo obbligarvi a continuare, a voi l'ardua sentenza ^^ e per chi mi ha sostenuta (i pochi in realtà) che hanno accettato il comportamento di Ed addirittura andandogli incontro e comprendendone (o almeno cercando) le ragioni... dico un immenso grazie... non sapete che bello leggere le vostre parole... Stezietta w lo sa... per un momento ho quasi pensato di cancellare il cap... per fortuna nn l'ho fatto... beh.. che altro dire... scusate per lo sfogo, spero di nn aver offeso nessuno e se l'ho fatto, chiedo venia e comprensione... ^^ godetevi il capitolo che segna l'inizio per una coppia... spero vi piaccia, fatemi sapere... un bacio a tutti e... Zia Stephy... ti adoro oltre ogni misura ^^
p.s. Ste scusa ma l'immagine di Jasper è troppo piccola e nn me la carica :(




Non mi ero mai sentito tanto frustrato in vita mia. Se fossi stato un cartone animato, probabilmente a quell'ora mi sarebbe uscito del fumo dalle orecchie. Sì, ero esagerato. Paranoico. Possessivo convulsivo. Geloso oltre i massimi livelli. Ma. Cosa. Dovevo. Fare? Ignorare il fatto che quella capra bionda - ok, basta con questi soprannomi - avesse letteralmente sequestrato mia sorella e rimanere a casa, davanti i vetri della cucina, aspettando che si decidesse a riportarla a casa? Non sia mai detto! Questo non era assolutamente un comportamento alla Emmett Swan. Lo avrei ucciso con le mie stesse mani e poi avrei disperso i suoi inutili resti in giro per la baia. Logicamente mi sarei dovuto dare latitante per il resto della vita, però... la soddisfazione di vedere Jasper Cullen morto era troppo grande per farsi prendere dai sensi di colpa.

Prepara il conto alla rovescia Cullen. Ti rimane poco da vivere...
"Ahia!" sentii un lamento alle mie spalle. Sperai con tutto il cuore di aver calpestato un ginocchio di Jasper, che non avevo "volutamente" visto in tutto quel buio. Il fatto che si trattasse di una voce femminile mi fece perdere un pò della mia convinzione. Mi girai per vedere cosa fosse successo e ritrovai Rosalie seduta per terra, mentre si teneva stretta una caviglia
"Che cos'è successo?" le domandai avvicinandomi
"Una buca di merda.. ecco cos'è successo!" sbottò stringendo i denti per il dolore. Mi sorpresi non poco. Che fine aveva fatto la Rosalie calma ed educata?
Cerca Emmett, cerca... magari è in fondo alla buca...
Alzò la testa verso di me, sorpresa quanto il sottoscritto da quella esclamazione. Arrossì completamente cercando di nascondere il viso
"Cioè... volevo dire..." si schiarì la voce e continuò "Credo di essermi fatta male cadendo..."
"Oh... certo... certo..." il fatto che fossi arrossito anche io sarebbe stato da considerarsi normale? "Aspetta ti aiuto!" e le circondai la vita con un braccio, per sorreggerla. Quella volta non fece nulla per impedire di avvicinarmi. Sembrava fosse naturale come gesto. Probabilmente il dolore era talmente tanto forte da non farla neppure ragionare. Logicamente dovetti mettere da parte l'euforia e i miei poveri neuroni impazziti che esultavano per la vicinanza che si era stabilita tra di noi. Il fatto poi che il suo profumo mi arrivasse prepotente alle narici fu un'altra bella gatta da pelare. Anzi, più che profumo, sembrava...shampoo.
Sia benedetta la papaia...
Riuscii a rimetterla in piedi e mi affrettai a staccarmi da lei. Più tempo passavo al suo fianco e più il mio cervello si rimpiccioliva. E poi... dopo tutte le volte in cui, lei stessa, aveva rifiutato il contatto fisico con me, avevo iniziato ad imparare quali fossero i limiti consentiti e fin dove mi sarei potuto spingere. Nonostante questo, potei chiaramente notare un velo di delusione passarle sul viso, che abbassò prontamente.
"Ti... ehm... fa male?" le chiesi distogliendo lo sguardo
Ma. che. cazzo. fai? Sei grande e grosso. Sei alto centonovanta centimetri, ripeto centonovanta centimetri e.... ti imbarazza guardare negli occhi una ragazza? Sei pazzo?...
Sì, se la ragazza in questione è bella da togliere il fiato...
"No, tranquillo... non è niente..." mormorò. Annuii e ripresi a camminare, con molta meno voglia e molta meno rabbia. Cos'è che dovevo fare esattamente? Picchiare qualcuno? E perché? Mi sentivo svuotato di qualsiasi iniziativa. Era come se... con lei mi trovassi costantemente ad un punto morto. Punto da cui non riuscivo ad andare né avanti, né indietro. Più andavo avanti e più mi chiedevo dove saremmo arrivati. Sembrava che, per quanti sforzi facessi, non riuscissi mai a raggiungerla completamente. Oppure lei riusciva con un'abile mossa a scappare via. Mi ero leggermente stancato di quella situazione. Diventava ingestibile e... frustrante.
Ma di che cosa ti lamenti, orso? Fino a qualche mese fa uno come te non avrebbe mai sognato una come Rosalie Cullen... cerca di non montarti troppo la testa...
"Senti, Rose... posso... ehm... posso farti una domanda?" tentai allora, ignorando completamente la mia stupida coscienza e il freddo attanagliante.
"Certo..." rispose lei. Ecco, bene... da dove iniziare?
"Ecco, mi chiedevo... ti ricordi.. il primo giorno di fiera... quando... mmh... quando tu ed io... sì, insomma...."
Al diavolo i centonovanta centimetri... non me ne basterebbero neanche duecento per riuscire a parlare stasera...
"Quando ci siamo baciati intendi?" domandò esitante. Doh! Era davvero così palese il punto in cui sarei voluto arrivare?
"Sì..." ammisi stringendomi ancora nella giacca
"Certo che me lo ricordo... perfettamente!" confermò.
Bene, e allora se te lo ricordi, perché tra di noi non sembra essere cambiato un benemerito caz...
"Anche io..." mormorai senza volerlo. Dannazione, ero andato per attaccare e mi ero ferito con le mie stesse armi. Poteva un essere umano essere così stupido? Ero capace di mandare all'aria tutti i buoni propositi ed espormi completamente. Merito della mia spina dorsale molle e della sua perfetta presenza.
"Emmett... Sei... mai stato innamorato?" mi domandò dopo qualche passo. Rimasi alquanto interdetto. Mi stava davvero chiedendo quello che le mie orecchie, ormai congelate, avevano ascoltato? No, probabilmente mi sbagliavo. Il freddo e la rabbia giocano brutti scherzi a volte. Meglio richiedere.
"Che cosa hai detto, scusa?" chiesi sentendomi profondamente stupido. Se mai mi fossi chiesto se Rosalie Cullen avrebbe mai potuto ritenermi un idiota... ecco la risposta... assolutamente sì!
"Ti ho chiesto se sei mai stato innamorato!" ribadì tranquillamente. Non c'era alcun accenno di imbarazzo in lei, ergo, non vedevo il motivo per il quale il sottoscritto si sarebbe dovuto sentire così a disagio. Eppure continuavo a torturare l'interno delle tasche del mio piumino, con la speranza di riuscire a farci un bel buco all'interno e poterci nascondere la faccia come gli struzzi. O come gli stronzi, a seconda dei casi.
Mi schiarii la voce. D'accordo... domandare è lecito e rispondere è cortesia!
"E come mai lo vuoi sapere?" e ad una domanda non si risponde con un'altra domanda. Che orso maleducato.
"E tu come mai non vuoi rispondere?" mi provocò divertita e piccata. Sorrisi.
Touché...
"D'accordo, hai vinto tu..." le concessi con un sorriso allegro. Lasciai il caldo delle mie tasche imbottite del cappotto per sprofondare le mani nei jeans. Comprimendole magari avrei ottenuto un pò di benessere.
"Beh... la risposta è sì!" esclamai finalmente. Lei mi lanciò uno sguardo curioso che mi fece sorridere e mi obbligò a continuare "Sono stato innamorato.. una volta sola!"
"La tua ex?" tentò indecisa.
"Già..." mormorai. Chissà perché il ricordo era ancora leggermente doloroso. Non perché ci tenessi ancora a lei. Più che altro ero ancora profondamente mortificato della situazione che si era creata tra di noi prima di arrivare alla definitiva decisione di lasciarci. Decisione che aveva pietrificato qualsiasi tipo di possibile rapporto futuro.
"É stata lei a lasciarti?" mi chiese. Non era indiscreta. Era come se stesse cercando di entrare nella mia vita in punta di piedi. Magari aveva paura di trovare un'altra buca assassina. Quella volta non riuscii a parlare e mi limitai a fare un verso affermativo.
"E... hai sofferto molto?" domandò ancora. Sollevai un sopracciglio stranito. Cos'era quello? Un interrogatorio? Oppure la prima puntata di "Entriamo tutti nell'affascinante vita di Emmett Orso Swan?".
"Abbastanza... come era normale che fosse!" esclamai con fin troppa ovvietà. Mi morsi la lingua. Dovevo smetterla di fare la ragazzina acida. Non mi avrebbe portato a niente quell'atteggiamento e il fatto che lei si stesse interessando a me e al mio passato avrebbe dovuto semplicemente farmi piacere e non insospettirmi e farmi mettere sulla difensiva. Sembravo mia sorella Alice. Quando veniva scoperta troppo, diventava velenosa.
"Diciamo che per un paio di mesi buoni sono stato praticamente un vegetale che si aggirava per casa in cerca di una superficie abbastanza comoda dove poter dormire!" ricordai divertito. Lo avevo fatto sul serio. Ed era stato a dir poco umiliante. Vedere se stessi ridursi a poco a poco in uno stato semi-comatico era stato quasi patetico. E nonostante le quotidiane strigliate delle mie sorelle, mi ci erano voluti la bellezza di 75 giorni di coma profondo prima di risvegliarmi. L'unica nota positiva era che mio padre era felice. Passavo molto più tempo a casa e di conseguenza anche Alice e Bella facevano lo stesso. Era come aver vinto un milione di dollari senza mai aver giocato alla lotteria.
"Davvero l'amore riesce a ridurre così le persone?" domandò lei, in un tono tra il divertito e il preoccupato. Risi quasi spontaneamente.
"Gran bella domanda..." constatai scrutando l'orizzonte invisibile "E la stai facendo alla persona sbagliata... io dall'amore non ho mai ricevuto nulla di buono... e il fatto che la mia ex mi avesse lasciato è soltanto stata l'ennesima conferma!" sospirai profondamente. L'aria era pungente e il freddo quasi insopportabile. Mi girai verso Rosalie e mi chiesi come facesse a resistere con quella felpa leggera che aveva addosso.
"Quindi mi stai dicendo che... ad innamorarsi non si guadagna niente?" fece lei confusa. Ci riflettei qualche istante. Era vero che io, effettivamente a conti fatti, stavo parecchio sul cazzo a Cupido, però... da qui ad arrivare a dire che l'amore era una bella fregatura ce ne passava. Va bene essere pessimisti, ma... ogni cosa ha un limite.
"Non fraintendermi... ho comunque avuto delle bellissime esperienze e dei ricordi piacevoli grazie all'amore... certo, non sono molti... però... io sono della generazione dei "meglio pochi, ma buoni"!" e ridacchiai contagiando anche lei.
"Ad esempio?" mi chiese sempre più curiosa. Ed io, sempre meno imbarazzato e sempre più preso e divertito dalla situazione, continuai
"Beh... la mattina... quando arrivavo a scuola c'era sempre lei ad aspettarmi... il pomeriggio sapevo che aveva piacere che l'accompagnassi a casa... di sera ci riempivamo di messaggi e di chiamate anche solo per dirci che ci mancavamo... cose così..." generalizzai, aiutandomi con un vago gesto della mano. In effetti a mente lucida potevo affermare con certezza che ero stato più un ameba quando stavo assieme a lei che non dopo. Le classiche cazzate adolescenziali.
"Molto romantico..." constatò lei. Feci un verso strano per poi parlare
"Certo... se escludi il fatto che la mattina litigavamo perché io arrivavo in ritardo e lei non lo sopportava... il pomeriggio litigavamo perché dovevo prima accompagnare Bella e Alice a casa per via del coprifuoco e lei non voleva perdere così tanto tempo... e la sera litigavamo, sia per messaggio che per telefono, perché lei voleva uscire ed io non avevo mai un centesimo nel portafoglio per accontentarla!" e sorrisi, ormai divertito da tutte quelle storie infinite che metteva sempre su. Non ho mai negato di aver iniziato a lavorare da Jake anche per colpa/merito suo.
Rosalie scoppiò a ridere di gusto. Sentire la sua risata mi provocò un brivido su tutta la colonna vertebrale. Sorrisi anch'io
"In effetti... ho scelto proprio il peggiore esempio di amore..." confermò divertita. Ridemmo ancora insieme, pur continuando a camminare. Mancavano poche miglia e saremmo arrivati alla fine del golfo. Dopodiché i costoni frastagliati ci avrebbero impedito di continuare.
"E comunque... deduco dalle tue domande che... non sei mai stata innamorata..." la mia non era affatto una domanda e lei parve capirlo. Scosse la testa con decisione muovendo le ciocche bionde sulle spalle.
Dio, che voglia di accarezzare quei capelli...
"E, se mi è concesso saperlo... come mai?" tentai, anche io in punta di piedi. Entrare nella vita di una persona poteva essere meraviglioso quanto traumatico. Bisognava andarci cauti, e dato che lei aveva dimostrato particolare tatto con me, dovevo riservarle come minimo lo stesso trattamento.
"Ci crederesti alla cazzata del "Non ho mai trovato quello giusto"?" mi fece lei divertita. Sorrisi, colpito dalla sua reazione
"Credo tu ti sia già risposta da sola!" le feci notare. Ridacchiò serenamente per poi rispondere
"La verità è che... davvero io non ho mai trovato quello giusto.. solo che... io, al contrario delle mie sventurate colleghe, non l'ho mai neppure cercato!" ammise. Nonostante il sorriso, non potei non notare quel velo di tristezza che le colorì il tono della voce. Non riuscivo bene a vedere la sua espressione per colpa del buio, però, potevo immaginare che non fosse delle migliori.
"Non credi nel principe azzurro?" cercai di sdrammatizzare allora. Rise di nuovo
"Perché tu sì?" e mi unii alla sua risata senza neppure rispondere. Tuttavia volevo continuare ad indagare fino a che lei me lo avesse concesso.
"E non ti capita mai di... sentirne il bisogno?" chiesi ingenuamente "Di avere voglia di avere qualcuno accanto, a cui dover donare attenzione, da cui aspettare altrettanta cura e per cui potresti anche..." deglutii a disagio. Stavo per dire "anche morire", ma ero riuscito a fermarmi in tempo. Era chiaro che stavo semplicemente tramutando in domande per lei ciò che realmente desideravo io. Volevo qualcuno al mio fianco, a cui poter dare tutto il mio amore e la mia protezione, da cui ricevere in cambio il rispetto e la gratitudine e per cui avrei volentieri dato la vita. La stavo cercando disperatamente. Da tutta la vita, forse. E una volta avevo perfino pensato di averla trovata, prima che l'ennesima litigata mandasse tutto a puttane.
"Sì... mi capita..." mi rispose leggermente agitata. Si portò dietro l'orecchio una ciocca bionda ribelle e continuò "Soprattutto in quest'ultimo periodo!" aggrottai la fronte confuso. Perché la sua esclamazione mi sembrava così importante?
"C-come mai?"
E diamine questo balbettare...
"É perché ho conosciuto una persona..." trattenni istintivamente il respiro per cinque secondi buoni. Ripresi a respirare solo perché dovevo parlare
"Qui a Forks?" chiesi con un tono strano. Era come se mi avessero dato un calcio nelle parti basse e stessi cercando di evitare il mio falsetto. Con scarso risultato.
"Sì..." confermò lei.
É la mia impressione o qui fa caldo?...
"Lo conosco?"
Fatti i cazzi tuoi, Emmett...
"Certo... la città è piccola... tutti conoscono tutti... me lo hai detto tu, ricordi?" mi fece notare divertita. Ridacchiai nervoso. E sudavo freddo. Che mi stesse prendendo un raffreddore? Una polmonite? Un ictus?
"Già è vero..." cantilenai. Quanto ero fastidioso da uno a dieci? "E... Che tipo è?"
Voglio conoscere questo pezzo di merda per poterlo rovinare con le mie stesse mani...
"Oh... è un ragazzo a dir poco fantastico..." esclamò allegramente
Gli spezzo l'osso del collo con una sola mossa di judo...
"...É dolce... premuroso... attento... rispettoso..."
Ruffiano, pezzente, coglione, morto vivente...
"Mi tratta come se fossi di cristallo..." e ridacchiò
"Sarà talmente maldestro che ha paura di farti male starnutendo!" bofonchiai infastidito.
"Che cosa hai detto?" mi chiese curiosa
"Niente... convenivo sul fatto che fosse... così... meraviglioso..."
Che rasenta quasi l'orrido...
"Non dico che sia perfetto..." continuò convinta
E ci mancherebbe...
"Però... è perfetto per me.."
E vissero felici e contenti... finché Emmett Swan non spaccò il bel faccino del principe pirla...
"Un idillio praticamente!" sputai seccato. Ecco la conferma di quanto sapevo essere stupido. E ingenuo. E infantile. E fesso. E...
"Non ti nascondo che... alcune volte è un pò... paranoico... praticamente vive nel pessimismo e con la convinzione che ci sia qualcosa in lui che non funzioni per il verso giusto!" affermò parecchio divertita
Oh... io e il pezzo di merda conveniamo su un punto comune...
"E nonostante io gli abbia ribadito più volte che non c'è niente... niente... in lui che non va... lui, beh... non riesce proprio a farsene una ragione..."
Sarà menomato mentalmente... poveretto... dovrei provare pena per lui?...
"Eppure mi fa una tenerezza infinita!" e sorrise di nuovo
Ma anche no...
"E non sai cosa darei per farlo diventare parte di quel mondo quasi perfetto che mi hai descritto prima..." e sospirò sul finale "Parte del mio mondo..."
Quello che mi fa più rabbia è che questo coglione ha la fortuna di poter avere un angelo come lei... invece a me rimane la magra consolazione di picchiare suo fratello. Mi basta? Certo che no...
"Vorrei riuscire a farglielo capire.. perché a quanto pare è leggermente cieco a certi segnali!" e ridacchiò di nuovo
Ecco un altro pregio del buffone... è rincoglionito...
"Porta gli occhiali?" borbottai
"No!"
"Ebbene... consigliaglieli!" sputai di nuovo velenoso come una vipera
Attento a te burattino.. oggi mordo...
Rise leggera, sciogliendo appena il nodo di rabbia che mi si era creato nello stomaco. Mi veniva voglia di gridare e spaccare qualche albero. Con conseguenti problemi di ossa della mano rotte e denunce da parte della protezione ambientale della zona. Arrivammo alla fine della lingua di sabbia senza aver trovato né Alice, né Jasper. E la rabbia che provavo era, se possibile, triplicata. Peggio per Cullen. Una volta trovato mi sarei sfogato volentieri su di lui. Molto meglio dei tronchi degli alberi. Feci dietrofront, senza dire niente. Parlare mi sarebbe costato uno sforzo non indifferente. Meglio evitare finché si può.
Sentii qualcosa stringermi un braccio e mi bloccai girandomi di nuovo. Era lei a fermarmi e a stringere forte sulla stoffa del piumino. Mi sembrava di sentire anche sotto quello strato il calore del suo tocco. Ci guardammo negli occhi per secondi che parvero infiniti, dopodiché parlò
"Cosa ti prende?"
"Niente!" esclamai con fin troppa veemenza. Beccato!
"Ah sì? E allora perché ti comporti così?" continuò
"Così come?"
Come un idiota...
"Come stai facendo... sei freddo... e mi rispondi male!" era offesa. Come se le avessi appena confessato di essermi invaghito di una bella ragazza di Forks.
Ma siamo diventati matti?...
"Sono nervoso perché non siamo riusciti a trovare quei due..." maledetto bugiardo
"Solo per questo?" tentò indagatrice
"Certo... per cos'altro, se no?" la sfidai a denti stretti. Mantenere la calma in quella situazione era a dir poco estenuante. Fare dieci chilometri di corsa mi avrebbe stancato di meno.
"Sei geloso?" mi domandò di getto
"Geloso?!? E di chi dovrei esserlo?" ero arrabbiato e si iniziava a sentire
"Di me... per quello che ti ho detto prima.. di quel ragazzo!" mi spiegò. Strinsi la mascella e mi imposi la calma. Respiri profondi, come diceva la mamma un tempo.
"Assolutamente no!" esclamai quasi aggredendola. Calma un cazzo. Quando bisognava attaccare, il leone Emmett entrava volentieri in arena per combattere fiero ed orgoglioso.
Guai a te pirla bastardo...
Mi preoccupai di essere stato troppo duro con la mia ultima esclamazione ma lei scoppiò a ridere ancora più forte di prima. La guardai confuso. Che stesse iniziando ad ammalarsi anche lei?
"Ma allora avevo ragione... sei paranoico!" e rise ancora.
"Prego?" feci io. Ok, stavo iniziando a non capirci davvero più nulla. Quando mi aveva detto che ero paranoico? Mentre io inneggiavo la morte dello stronzo?
"Riesci ad essere geloso perfino di te stesso!" esclamò sorridente.
Di me stesso? Ma che cosa...
"Rosalie... mi stai facendo venire il mal di testa!" mormorai frustrato. Parlare chiaramente le sarebbe costato uno sforzo tanto grande?
"Ma davvero non hai capito niente, Emmett?" mi fece avvicinandosi appena e incatenando gli occhi ai miei. Quanto erano belli alla luce della luna. Quanto era bella lei.
Scossi la testa, incapace di pronunciare anche una sillaba di senso compiuto. Lei sorrise, quella volta intenerita ed afferrò le mie mani con le sue, riuscendo a sfilarle dai jeans. Quel contatto fu come la scossa elettrica per me
"Il ragazzo di cui ti stavo parlando... quello dolce, premuroso, il ragazzo fantastico che sento essere perfetto per me... sei tu, Emmett!" mi confessò. Sentii un fischio all'orecchio. Dovetti deglutire più volte per mandarlo via. Eppure... come facevo a calmare il cuore? Sembrava un cavallo imbizzarrito.
"I-Io?" balbettai allibito. Annuì, stringendomi di più le mani con le sue. Le sentivo fredde, ma le percepivo di fuoco.
Cioè... ricapitoliamo.. io, sarei il ragazzo, il pirla bastardo di cui stava parlando? Quello che dovrebbe diventare il suo mondo, quello perfetto per stare con lei e che è talmente tanto paranoico da essere perfino geloso della propria ombra?
Oh. Cazzo... mi servirebbe un polmone... il mio credo sia appena scoppiato...
"Nh.." bofonchiai incapace di parlare. Avevo scollegato cervello e bocca. Ero praticamente inutilizzabile. Diamine!
In pratica, stando alle mie minacce di poco fa... adesso dovrei auto - picchiarmi? Funziona così, vero?...
"Emmett io..." continuò avvicinandosi ancora. Il suo corpo sfiorava il mio e le sue mani si erano strette quasi in una morsa d'acciaio. Sembrava non volesse più lasciarmi
"Io... credo di essermi innamorata di te..." mormorò. Dovetti prestare particolare attenzione per percepire tutta la frase nella sua interezza. Dannazione ero un coglione cosmico. Non c'erano altre spiegazioni.
"Lo credi o ne sei certa?" domandai stupidamente
Ma. Quanto. Sei. Cazzone. Emmett. Swan???...
Ridacchiò avvicinando pericolosamente il suo viso - meraviglioso e angelico - al mio
"Rettifico... ne sono certa!" e mi sfiorò le labbra con le sue. Morbide e ghiacciate. Timide e dolci. Praticamente perfette.
Sto sognando... il freddo mi sta dando alla testa... anche se... questa situazione mi piace da impazzire...
"Quindi il ragazzo di prima..."
"Eri tu!" concluse lei divertita
"E non c'è..."
"Nessun altro! Giuro!" affermò convinta
"Ed io sarei...paranoico?"
"Molto!" confermò con una risata. Sorrisi anche io distendendo tutti i muscoli in tensione.
"E tu sei lo stesso convinta di voler stare con me?" la provocai
"Assolutamente!" confermò subito. Portai le nostre mani ancora unite, dietro la sua schiena e l'avvicinai ancora di più a me
"Sai a cosa vai incontro in questo modo, vero?" le soffiai sulle labbra abbassandomi di qualche centimetro
"Perfettamente... e... " si sollevò sulle punte per baciarmi ancora, quella volta con le labbra più calde ed invitanti. Fu quasi doloroso quando si distaccò "Non vedo l'ora!" sorridemmo insieme senza metterci d'accordo.
Lasciai le sue mani per abbracciarla meglio e stringerla maggiormente a me. Lei mi circondò la vita con le sue braccia, senza perdere il contatto con i miei occhi. Mi chinai per baciarla di nuovo sentendo tutto il mio corpo cedere per quel contatto ritrovato. Era profondo, anche senza esserlo realmente, era caldo, era dolce, era spontaneo, era possessivo e di bisogno, era magico, era lento, era sperato, era meritato. Era tante cose messe insieme ma soprattutto era.. semplicemente perfetto.
Mi sentivo un ragazzino tanto ero felice ed emozionato. Lo davo a vedere? Certamente.
Ci staccammo per pochi secondi, giusto il tempo di respirare. Sorrisi, sfiorandole la fronte con il naso
"Mi sono innamorato anch'io, Rose... parecchio tempo fa..." ammisi in un sussurro. Da quella distanza avrebbe potuto sentire qualsiasi suono avessi emesso. Sorrise anche lei
"Scusa per il ritardo allora..." mormorò. Le stampai un bacio sui capelli
"Te lo avevo promesso... ti avrei aspettato... e come vedi non mi sono praticamente mosso!" esclamai divertito. Si strinse di più a me alzando lo sguardo
"Grazie... Emmett..."
"Grazie a te, piccola..."



Dovevo essere praticamente impazzito. Sì, non c'erano altre spiegazioni. Rimanere lì, accanto a quella macchina in attesa, mi sembrava la cosa più stupida ed incosciente che avessi mai fatto. Bella me lo aveva detto. Dovevo allontanarmi e tornarmene a casa. Emmett era incazzato e non ci avrebbe pensato due volte quella sera a mettermi le mani addosso. Gli avevo praticamente servito su un piatto d'argento la possibilità di cambiarmi i connotati e ormai avevo capito com'era fatto. Non si sarebbe mai fatto scappare quell'occasione così allettante. Soprattutto se significava difendere uno dei suoi preziosi tesori dall'attacco nemico.
Mi strinsi nel piumino, cercando di dimenticare il gelo che mi circondava. Quello che proprio non riuscivo a dimenticare erano le parole di Alice. Quelle parole che mi parevano le fossero costate fin troppo. Riconoscevo che ero partito con l'intento di estorcergliele con l'astuzia: riuscivo ad avere un certo effetto su di lei e quella cosa non poteva che giocare a mio vantaggio. Avrei avuto le informazioni che mi servivano in pochissimo tempo. Certo, almeno così avevo pensato. Mi era bastato avvicinarmi a lei, sedermi di fronte e sfiorare appena il suo corpo per perdere totalmente la ragione. Avrei voluto mandare all'aria tutto, curiosità ed indagine compresa, e fiondarmi su quelle labbra, che tremavano per il freddo e per quello che stavano per pronunciare. Dire la verità le era costato parecchio. Scoprirsi così tanto, perdipiù con me... non doveva essere stato affatto facile. Proprio lei, con il suo guscio praticamente impenetrabile e sicuro che chissà da quante batoste l'aveva protetta. Quel guscio era venuto via con niente e mi aveva mostrato, anche se per poco, una Alice diversa. Un piccolo pulcino indifeso e spaventato da qualcosa troppo grande da combattere. Mi chiedevo fin dove si sarebbe spinto il suo coraggio. Fino a quando sarebbe riuscita a resistere con un padre del genere. Se solo ci ripensavo mi saliva la rabbia dentro e mi sentivo uno schifo. Un genitore. Un padre. Che aveva il coraggio di alzare le mani sui propri figli. Magari solo per dare più importanza alla sua voce o forse per sfogare qualcosa che aveva nascosto dentro ma che, in ogni caso, non gli avrebbe offerto nessun alibi. Era da condannare. Aveva sbagliato e continuava a farlo. A mio parere una persona del genere non sarebbe dovuta neppure esistere. Ci avrei pensato io stesso a porre rimedio a quella storia.
"No, Jasper... ti prego... fallo per me..."
Era stata lei a chiedermelo. Dovevo rimanere in silenzio. Non dovevo dire nulla, e continuare ad andare avanti come se niente fosse. Ma come facevo? Dove diamine trovavo il coraggio di ignorare così palesemente quello che Alice mi aveva confessato e rimanere tranquillo mentre lei, probabilmente circolava per casa con il terrore di incontrare il proprio padre appostato dietro qualche angolo?
Diedi un pugno alla fiancata della macchina addosso alla quale ero poggiato. Non sapevo cosa fare. Dovevo combattere tra cosa era giusto e cosa lei mi chiedeva. Già, perché era lei a chiedermelo. Lei, non un altro. Lei. E questo significava che non potevo fare di testa mia, come al solito.
"Il vecchio Jasper non si sarebbe fatto problemi ad andare dalla polizia a denunciare la cosa.. adesso qualcosa è cambiato... sento che il nuovo Jazz preferirebbe dare retta a... lei... per renderla felice... e magari tentare di alleggerire in qualsiasi modo il suo peso!"
O forse il nuovo Jasper lo fa per un altro motivo... un motivo più semplice... perché sa che in fondo, lui, di quel piccolo scricciolo arruffato si è...
"Sei ancora qui?" sentii una voce femminile provenire dall'oscurità della spiaggia. Pochi istanti dopo emerse il piccolo gruppo che avevo lasciato dieci minuti prima sul bagnasciuga e che mi aveva raggiunto dove era parcheggiata la Jeep di Emmett. Scrutai Bella, indeciso su come risponderle. E come al solito non lo feci. Parlare con Alice che mi guardava in quel modo, mi costava fin troppo. Mi limitai ad alzare le spalle in un gesto vago ed attendere la sua reazione
"Evidentemente alla tua vita ci tieni davvero poco, Cullen!" sentenziò Bella acida. Alzai un sopracciglio infastidito
"Ancora con questo Cullen?? Il vostro è proprio un vizio di famiglia, allora!" esclamai sbuffando sul finale. La vidi scuotere il capo e stringere maggiormente la sorella che, senza dubbio, stava morendo di freddo. Eravamo stati due incoscienti. Rimanere lì, per tutto quel tempo, nel gelo della sera, non era stata per niente una buona idea.
Guardai di nuovo Alice che a sua volta faceva di tutto per guardare altrove. Se non ci fossero stati Bella e Edward sarei andato da lei ad abbracciarla di persona. L'avrei... protetta... io stesso dal freddo. E da... tutto quello che minacciava il suo bel sorriso. Sì, me ne sarei occupato personalmente.
Guardami Alice... sono io a pregarti questa volta... guardami e dimmi che va tutto bene...
"Stanno tornando!" esclamò Edward rivolto verso la spiaggia. Mi agitai leggermente. Già me lo immaginavo. Emmett Swan nella sua gigantesca stazza che camminava sulla sabbia lasciando solchi profondi, dentro ai quali avrebbe sepolto i miei poveri resti. Deglutii. Mi sembrò addirittura di avvertire in sottofondo la canzone di Profondo Rosso, magari messa su da qualche idiota che si divertiva sulle disgrazie altrui. Ma... era solo la mia impressione dettata dalla paura.
"Ah siete qui..." era la voce di mia sorella. Avrei dovuto salutarla prima di morire? Mmm... magari sì. Avanzarono verso di noi, lei avanti, lui qualche passo indietro. Non avevo neppure il coraggio di guardarlo negli occhi. Ci avrei senza dubbio trovato le scintille. A scherzare con il fuoco è proprio questo quello che si ottiene.
Spostai lo sguardo su mia sorella. Mi guardava in modo strano. Era compassione quella che leggevo nei suoi occhi? Oppure, come tutti, era incazzata nera?
"Spero che tu ti renda conto di quello che hai fatto!" mi ammonì seria. Deglutii. Non sapevo se fosse più difficile parlare con lei per cercare invano di giustificarmi, oppure alzare gli occhi con il rischio di incontrare quelli di Emmett. No, rettifico... meglio la prima.
"Lui non c'entra niente!" intervenne Alice prima che io aprissi bocca. Lo sguardo di tutti saettò su di lei. Fu l'occasione buona per lanciare un'occhiata verso suo fratello. Aveva le mani affondate nel giubbotto scuro, e guardava la sorella in maniera fin troppo tranquilla. Che si stesse caricando a dovere prima della sfuriata?
"Sono stata io... è colpa mia..." continuò Alice, liberandosi dalla presa della sorella "É stata una mia idea venire qui... non..." si morse appena il labbro lanciandomi un'occhiata eloquente "Non... avevo voglia di... tornare a casa!" si giustificò. Bella sospirò. La studiai con attenzione, non volevo perdermi nessuna espressione del suo viso. Magari avrebbe tradito ansia, preoccupazione e chissà, magari qualche altro sentimento che mi avrebbe fatto capire qualcosa di più. Capo Swan aveva il controllo sulla casa? Bene, ci avrei pensato io.
"L'importante è che tu stia bene..." spalancai gli occhi incredulo, mentre il mio sguardo tornava ansioso verso Emmett. Me le ero sognate quelle parole, giusto? La montagna di muscoli e pugni non aveva di certo omesso che me l'avrebbe fatta pagare a breve, o sbaglio?
"C-cosa...?" perfino Alice sembrava incredula. Evidentemente anche lei si aspettava una reazione diversa. Tutta quella calma nel viso del fratello mi preoccupava non poco. Non sapevo se mi faceva più paura quando mi urlava contro o quando... sì, insomma, se ne stava beatamente fermo, con lo sguardo pensieroso e le mani infilate nelle tasche del giubbotto.
"Credo sia ora di andare... inizia a farsi davvero insopportabile questo freddo..." sentenziò poco dopo, avviandosi verso la Jeep. Mi passò accanto senza battere ciglio. Che avesse adottato la tecnica della totale indifferenza? Potevo iniziare a cantare vittoria?
Bella ed Alice seguirono, entrambe visibilmente incredule, il fratello. Cosa diamine era successo? Che stessi sognando? Che mi fossi irrimediabilmente ammalato e iniziassi a sentire i primi segni di squilibrio mentale?
"Abbiamo appena assistito ad un miracolo!" esclamò Edward, praticamente esterrefatto, avvicinandosi. Lo guardai, senza sapere esattamente cosa dire "Dì un pò, Jazz... come ci si sente ad essere arrivati a tanto così dalla morte?" mi chiese divertito.
"Finiscila... io non ci trovo niente da ridere!" lo riprese Rosalie, mentre la Jeep degli Swan ripartiva tranquilla verso la strada principale. Guardai mia sorella
"Che cosa gli hai detto?" mi fece uno strano effetto sentire la mia voce dopo tutto quel tempo. Sembrava fiacca e senza vita
"Io?... Un bel niente... non avrei di certo sprecato fiato per uno come te!" era arrabbiata, come era giusto che fosse. Però... faceva male, dannazione!
"Io non so cosa..." tentai allora, ma lei mi interruppe
"Non mi interessa, Jasper... non lo voglio neanche sapere... però, sappi una cosa... mi hai delusa... profondamente!" e senza dire altro, con una luce scura negli occhi, si avviò verso la Volvo e si chiuse lo sportello alle spalle, violentemente. Sentii la ghiaia muoversi e mio fratello sparì dalla mia visuale. Dopodiché un altro sportello si chiuse, anche se con meno forza. Proprio quella che mancava a me in quel momento. La forza per reagire. La forza necessaria perfino per muovermi. Non avevo neppure un motivo valido per farlo. Le parole di Rosalie avevano scavato più a fondo di quanto pensassi. Erano come lame affilate ed io in quel momento mi sentivo così fragile ed indifeso, da non riuscire più neanche ad alzarmi dopo la caduta. Più ci provavo e più sprofondavo. In fondo.
Sentendo la testa pesante e gli occhi che pizzicavano, lasciai definitivamente la fiancata della Volvo e vi entrai, in un posto così estraneo da non sentirlo neppure lontanamente vicino ad una casa.

 

Nessuno, da quando la Jeep aveva lasciato la spiaggia a Palm Beach, aveva aperto bocca. Emmett continuava a guidare, stranamente taciturno e più concentrato del solito, senza neanche girarsi un attimo a chiedermi il perché continuassi a fissarlo insistentemente. Ed io, che quel gesto lo facevo di proposito, per scatenare una sua reazione, mi chiedevo come mai questa non accennasse ad arrivare. Che si stesse caricando per poi esplodere a casa? Magari davanti a papà? No, non potevo pensare che volesse fare una cosa del genere. Non Emmett. Non ad Alice.
"Non credi che sia il caso di parlarne?" gli domandai, a pochi isolati da casa. Lui, senza neppure degnarsi di guardarmi rispose
"E di cosa, scusa?"
"Di quello che è successo stasera... di Jasper ed Alice..." mi girai verso mia sorella che se ne stava sul sedile posteriore, accucciata nel suo giubbotto bianco "E magari perfino del fatto che non hai mostrato il minimo interesse verso di lei o verso Jasper dopo essere tornati da quella spiaggia!" lo sapevo che aggredendolo non avrei ottenuto niente. Ma... tutta quella calma era surreale e fastidiosa e non poteva di certo pensare di darmela a bere continuando a rimanere così. Nascondeva qualcosa. Quello che mi preoccupava era altro. Avevo paura che, non essendo abituato a tenere nulla per sé, sarebbe esploso da un momento all'altro, proprio davanti a papà. Meglio in quella Jeep che a casa nostra.
"Senti Bells..." sospirò stanco, parcheggiando la macchina proprio dietro la volante di nostro padre "Non ho voglia di parlare adesso... quello che è stato, è stato... è tardi e ho un mal di testa che neppure immagini... quello che voglio adesso è semplicemente andarmene a dormire, credi sia possibile?" e finalmente di girò a guardarmi. Non aveva espressione. Era... strano. Quello non era il mio Emmett. E tutta quella sceneggiata che stava mettendo su ne era la prova. Deglutii provata ed abbassai la testa. Era come se mi avesse appena attaccata dove ero più fragile. Lui non voleva parlarne? Ebbene... lo avrei costretto prima o poi, in un modo o nell'altro. Tutto, pur di evitare le conseguenze.
Sentii lo sportello aprirsi e mio fratello scendere dalla macchina. In silenzio assoluto lo seguimmo anche io ed Alice, lei sempre più stretta nel suo piumino, magari diventato troppo poco per lei in quella gelida sera di Dicembre. Entrammo in casa nello stesso pesante silenzio. Neanche un rumore. Niente televisore, nessuna luce accesa. Il niente più assoluto. Sentii una stranissima sensazione farsi largo in me. Quella cosa non mi piaceva affatto. Nostro padre non andava mai a dormire presto, e a maggior ragione che l'orologio segnava soltanto le undici, mi sorprese non poco trovare la casa così silenziosa. Non aveva ricevuto nessuna chiamata dalla centrale, altrimenti la volante non sarebbe stata parcheggiata proprio davanti casa. Ma allora... dove si era cacciato? E perché una dolorosa morsa mi appesantiva così tanto lo stomaco? Entrai in cucina ed accesi la luce. Per poco non saltai per la paura. I suoi occhi. Le braccia conserte, strette al petto, e quell'espressione. No, non era possibile!
"Papà!" squittii, incapace di muovermi. Sentii Alice al mio fianco paralizzarsi ed Emmett trattenere il fiato. Pregai con tutto il cuore che quella brutta sensazione provata poco prima non fosse il preambolo di qualche presentimento. Anche se... quegli occhi... quella espressione... quello sguardo... non facevano presagire nulla di buono.
"Ho chiamato Billy poco fa..." esordì, indurendo i muscoli delle braccia. Sentii un brivido di paura percorrermi la schiena.
Lo sapevo.. lo sapevo... lo sapevo...
"Ah sì?" boccheggiai. Cosa stava succedendo? Perché tutto si ribellava al mio controllo?
"Sì... lo volevo ringraziare personalmente dell'invito... e... scusarmi con lui per non essermi presentato alla festa..." deglutii di nuovo, quella volta a vuoto
"Non era... necessario!" esclamai con la voce sottile. Avevo paura. Paura per quello che poteva succedere. Paura per la piega che stava prendendo quella discussione. Lui lo sapeva e quella era la sua tecnica per punirci a dovere. Farci stare sulla corda fino all'ultimo per poi attaccare
"Io invece credo di sì!" fece lui alzando ed indurendo la voce. Abbassai lo sguardo. Mi sentivo tremare fin dentro le viscere. E il peggio era che Emmett non si era ancora deciso ad intervenire. Era il suo modo per punire Alice? Lasciarla alla mercé di nostro padre, senza doversi per forza sforzare di essere severo con lei?
No, mi rifiuto di crederci...
"E sapete cosa mi ha detto?..." domandò avvicinandosi a me, che ero ancora pietrificata sulla porta della cucina. Non ebbi neanche la forza di muovere la testa per rispondergli. Mugugnai qualcosa, senza ottenere di fatto nessun suono.
"Che non ne sapeva proprio niente di questa festa e che Jacob era a casa di Seth, perché sua sorella si è sentita poco bene oggi..." si fermò a pochi centimetri da me. Mi veniva da piangere e forse lo stavo già facendo dato che ormai non riuscivo più a controllare niente. Neanche le mie emozioni
"Da questo ho potuto dedurre due cose..." assottigliò lo sguardo, concentrandosi su di me "Uno... che Alice non era affatto con Seth Clearwater stasera per organizzare questa... fantomatica festa e... due... " con uno scatto fulmineo mi afferrò il braccio e lo strinse forte "Voi due mi avete preso per il culo!" abbaiò a pochi centimetri dalla mia faccia. Nonostante avessi chiuso forte gli occhi la paura non era diminuita. Sentivo la sua presenza, la sua stretta sul braccio e la sua accusa minacciosa ancora risuonarmi nella testa. E ormai le lacrime vagavano libere sulle guance
"Quante volte devo dirvelo che non dovete per nessun motivo al mondo prendermi per il culo?..." urlò strattonandomi. Non volevo aprire gli occhi. Non volevo farlo. Quella barriera poteva ancora proteggermi
"Toglile le mani di dosso!" sentii un sibilo alle mie spalle arrivare minaccioso e sottile. Non c'era bisogno di aprire gli occhi per vedere a chi appartenesse quella voce. Il fratello protettivo si era risvegliato e stava iniziando ad alzare i paletti attorno alla sua proprietà.
"Non sei tu che devi dirmi cosa devo o non devo fare..." sbraitò nostro padre stringendo ancora di più attorno al mio braccio. Il dolore era indescrivibile. Mi uscivano le lacrime anche per quello ormai. Paura e dolore, mescolati insieme in un mix da far venire la pelle d'oca. Sentii Emmett tirarmi per le spalle e lottare qualche secondo con la presa ferrea di mio padre per liberarmi da lui. Dopo qualche tentativo ci riuscì e mi portò dietro le sua spalle dove mi aggrappai al suo giubbotto scoppiando in singhiozzi.
"Non ti devi azzardare..." sibilò di nuovo Emmett. Non vedevo Alice. Probabilmente era scappata al piano superiore. Bene, almeno lei era salva.
"Chi cazzo ti credi di essere, eh?" lo aggredì papà urlando "Siete in casa mia... e finché campo esigo che facciate quello che vi dico..." quante volte avevo sentito quelle parole. Solo che... quella sera suonavano ancora più dure e minacciose
"Non siamo i tuoi schiavi... io e Bella per la legge siamo maggiorenni ormai e quindi possiamo fare quello che ci pare... e ad Alice ci penso io!" la calma che Emmett stava usando era quasi disarmante. Aprii gli occhi piano, ormai al sicuro da papà, dietro la schiena di mio fratello. Alice non c'era come avevo già immaginato ed il resto della casa, fatta eccezione per un tratto di corridoio, era invasa dal buio. Lo stesso che sentivo farsi strada in me.
"Questo è tutto da vedere..." sbottò lui scostandolo brutalmente ed uscendo di casa, sbattendo violentemente la porta. Piombò di nuovo il silenzio in casa. Un silenzio ancora più opprimente di quello che ci aveva accolti appena entrati. Soltanto un mio singhiozzo parve romperlo.
"Andiamo... dai...!" Emmett mi circondò le spalle con un braccio e mi guidò verso la mia camera al secondo piano. Non disse niente. Mi fece sedere sul mio letto, mentre le lacrime ancora scendevano liberamente e prima di andarsene, mi lasciò un bacio sui capelli. Silenzioso e presente, come sempre. Il mio Emmett c'era ancora e ci sarebbe sempre stato. Quel gesto ne era stata la prova.
Mi spogliai meccanicamente, lasciando tutto a terra ed indossai il pigiama. Sentivo freddo. Un freddo opprimente nell'anima. Neppure il calore del piumino sembrò alleviare quella sensazione. Nascosi la testa sotto le coperte aspettando che Morfeo si decidesse a venirmi a prendere. Ma quella sera sembrava voler ritardare. Forse erano le lacrime. Forse era quel peso che sentivo al petto. Forse era la paura, che mi faceva stare vigile tra le lenzuola.
Ad un tratto sentii la porta della mia camera aprirsi e chiudersi delicatamente. Mi irrigidii nel letto. No, non poteva arrivare a tanto. Mi rifiutavo di crederci. Strinsi gli occhi, quasi a farmi male e rimasi in attesa. Dopo quella che parve un'eternità, sentii un lembo della coperta alzarsi ed il materasso cedere appena sotto il peso di qualcuno.
Ti prego no.. tutto ma non questo... ti prego...
"Bella.." spalancai gli occhi. E ripresi lentamente a respirare. Era Alice. Che piangeva. Come me. "Bella... mi dispiace... non volevo farlo, credimi..." cercai di trattenere un singhiozzo, con scarso risultato. Lei si avvicinò e mi abbracciò da dietro con tutta la forza che aveva. Il calore che emanava mi rilassò all'istante. Sentii le lacrime diminuire ed il respiro regolarizzarsi. La presa ferrea sulla coperta diminuì e tutto il mio corpo sembrò tranquillizzarsi e distendersi, iniziando ad avvertire uno strano calore diffondersi. Sospirai. Senza provare dolore. Afferrai la mano di Alice appoggiata sul mio stomaco e la strinsi forte nella mia
"Ti prego, Bella... perdonami.." sussurrò lei. Chiusi gli occhi. Distrutta. Sia fisicamente che emotivamente, salutando sollevata il buon Morfeo che finalmente venne a prendermi per portarmi via da quella casa.



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Capitolo 34
*** Le ali dell'Angelo! ***


35

Salve a tutti... lo so sono in ritardo come al solito ma... che fatica creare capitoli in questo periodo. Però diciamo che sono molto soddisfatta. Ci tengo particolarmente a questa capitolo uno, perché contiene tante di quelle cose importanti che se fossi in voi le appunterei su un post-it... serviranno in futuro ^^ e due... behcredo che mettere a nudo uno dei personaggi più complicati della storia sia stato di aiuto anche per me, diciamo che sono riuscita anche a comprenderlo meglio. Ci tengo a sottolineare che ci sarà una parte nel primo pov di Jasper che sarà di essenziale importanza in seguito... ovviamente leggendo capirete... diciamo che la febbre fa delirare parecchio certe persone ma ad altre le aiuta a capire meglio le cose :D. Ne approfitto per ringraziare tutte le meravigliose persone che mi hanno sostenuta nello scorso capitolo dopo il mio piccolo "sfogo".. siete davvero fantastiche e sono contenta che siate riuscite a capirmi e che in parte mi appoggiate. Spero che il capitolo regali a tutti una piccola emozione, magari la stessa che ha regalato a me nello scriverlo. Bene, adesso vado, un bacione a tutti e grazie x le meravigliose recensioni... Vi adoro ^^                         p.s. Andate a vedere anche i link dell'abbigliamento dopo... così potete seguire il filo logico di un discorso che si fa nel capitolo e magari vi fate anche due risate XD
 

Malissimo. Ecco come mi sentivo. Avevo la testa pesante e le orecchie mi fischiavano, come se qualcuno si stesse divertendo a nominarmi di continuo. Avevo le vertigini perfino a stare disteso nel letto e non avevo la benché minima intenzione di muovermi. La sveglia era già suonata da una decina di minuti ma io l'avevo completamente ignorata. Senza neppure avere la forza di spegnerla, avevo chiuso forte gli occhi, sperando che il rumore cessasse al più presto perché la mia testa stava seriamente rischiando di esplodere.
Poche volte mi ero sentito così male. E l'ultima volta era stato quando avevo appena sei anni. Sì, non ero assolutamente cagionevole di salute, per la gioia di mio padre. Solo che... a quanto pare non si rimane immuni per sempre.
Sentii un rumore sul legno della porta ma ero talmente tanto stordito che non riuscii neppure a rendermi conto di cosa fosse
"Jazz?.... Ma stai ancora dormendo?" qualcuno si avvicinò al mio letto. Dalla voce doveva essere per forza un uomo, ma il fatto che tenessi la testa sotto il cuscino e che fossi ricoperto completamente dal piumino, non aiutava. Riemersi dal mio rifugio per accertarmi di chi avesse mai interrotto la mia agonia.
"Ah... sei tu..." mugugnai contro mio fratello, interamente vestito e pettinato.
Oddio, pettinato è una parola grossa...
"Che ci fai ancora a letto? Sono quasi le otto, dobbiamo andare..." mi avvertì. Emisi uno strano verso, un lamento credo, e ricacciai la testa sotto il cuscino. Ecco, era lì che dovevo stare. A contatto con la stoffa del guanciale, lontano dal mondo e dai suoi continui attacchi. Pace assoluta. Almeno... era quello che speravo ma... quando in casa hai un criceto dai capelli rossi, ovviamente... sappi che prima o poi la pace finisce.
Sentii il cuscino venire via e la voce di Edward farsi più alta
"Mi vuoi rispondere sì o no?"
"Che cazzo hai da urlare..." borbottai infastidito, cercando di riprendere possesso del cuscino che era finito in mano nemica. Fantastico. Pace assoluta? Bye bye!
"Hai intenzione di alzarti e prepararti nei prossimi..." controllò l'orologio che aveva al polso "Tre minuti e mezzo?"
"Non rompere..." sentenziai coprendomi gli occhi con il dorso della mano. Non ce la facevo neppure a tenerli aperti. Era una fitta continua che partiva dal centro della testa e si diramava in ogni singola parte del mio corpo. La debolezza era soltanto uno dei sintomi più evidenti.
Avvertii la mano di Edward posarsi sulla mia fronte e mi preparai a scacciarlo via se non fosse che la sua voce mi anticipò
"Sei bollente..." mormorò stranito
"Bella scoperta..." borbottai recuperando finalmente il cuscino in un'unica e fulminea mossa. Peccato che le vertigini che sentivo prima si moltiplicarono fino a scuotermi completamente. Merda. Mi sentivo uno schifo assoluto. Mi lamentai senza neanche accorgermene e non ebbi neppure la forza di cacciare Edward dalla mia camera, dato che avvertivo ancora la sua presenza al mio fianco.
"In questo caso credo ci sia un'unica cosa da fare..." decretò con finta solennità.
Sì, infatti... tu esci da quella porta, mi lasci solo, e te ne vai diligentemente a fanc...
"No.." mormorai realizzando le sue intenzioni. Scattai a sedere fregandomene della testa che mi urlava maledizioni e insulti "Non puoi farlo... te lo proibisco!" lo minacciai. Certo, le minacce di uno ridotto in quello stato valevano a poco. E infatti parve accorgersene anche lui perché scoppiò a ridere di gusto
"E chi?... tu?... non farmi ridere!" e si avviò verso la porta, ma non per fare ciò che io volevo
"Ti prego, Edward... tutto ma non questo!" lo implorai. Sperai che gli facessi perlomeno pena. E invece...
Mi sorrise sghembo - maledetta Rosalie e quando ha inventato questo termine - e mi disse
"Sappi, Jazz, che lo faccio solo per te..." dopodiché gridò, con la testa nel corridoio "Papà... puoi venire un attimo in camera di Jasper? Credo abbia la febbre!"
Mi lasciai ricadere all'indietro, emettendo un verso molto simile al lamento di un cervo che veniva massacrato. Io avrei ucciso la carota malefica. Era una promessa che mi facevo e fosse cascato il mondo, ci sarei riuscito. Non passarono molti secondi prima che un altro passo raggiunse la mia stanza, che a mio avviso stava diventando troppo affollata.
"Dov'è la salma?" esordì mio padre divertito. Li sentii ridacchiare a pochi metri da me, senza che io potessi zittirli in alcun modo. Che palle!
Il cuscino venne via per l'ennesima volta, rivelandomi il sorriso divertito di mio padre, in versione "Papà-medico-rompiballe-alla-riscossa".
"Non c'è bisogno che tu perda tempo con me.. sto benissimo... è quell'idiota di tuo figlio che si è messo in testa di farmi da balia!" esclamai accaldato. Era una mia impressione o qualcuno aveva alzato la temperatura della stanza? Mi sembrava di andare a fuoco.
"Non ha tutti i torti..." affermò mio padre tornando serio e controllandomi la fronte "Qui di febbre ce n'è... e anche tanta..." si alzò dal mio letto, dove si era precedentemente seduto per controllarmi la temperatura "Vado a prendere il termometro... non ti muovere!" mi ammonì
"E dove vuoi che vada? Non lo vedi... è praticamente un vegetale..." scherzò Edward
"Un vegetale che ti sotterrerà vivo nel giardino sul retro..." minacciai guardandolo malissimo. Mi sorrise di nuovo senza aggiungere altro.
"Che succede qui?" ecco ci mancava solo lei. Lanciai un'occhiata minacciosa verso la mia fantomatica gemella traditrice che ricambiò il mio gesto sollevando un sopracciglio
"Papà è andato a cercare il numero del prete per dare l'estrema unzione a Jasper..." esclamò Edward divertito.
Ok, quando è troppo è troppo... anche se ho la febbre, posseggo ancora una dignità e che cazzo...
"Adesso mi hai stancato!" esclamai alzandomi di scatto a sedere, nonostante la mia testa me ne dicesse nuovamente di tutti i colori. Non ebbi modo di fare altro perché mio padre rientrò in camera con la sua schifosa valigetta marrone. Mugugnai terrorizzato.
"Cosa ti avevo detto a proposito del fatto che non ti saresti dovuto muovere?" mi riprese lui aiutandomi a distendermi di nuovo. Guardai in cagnesco Edward che se la rideva strafottente. La sua punizione sarebbe stata lenta e dolorosa.
Mi costrinsi a tenere il termometro in bocca per qualche minuto per poi restituirlo a mio padre che lo analizzò preoccupato.
"Sarei proprio curioso di sapere cosa hai fatto per far salire la febbre così tanto... 39 e mezzo!" mi scrutò cercando di capire, forse, fin dove avrebbe potuto fare affidamento sui suoi strumenti da allegro chirurgo.
"Cose che capitano..." mormorai. Certo, se invece di scorrazzare a pochi metri dall'oceano, in piano inverno, alle undici di sera, fossi stato un pò più coscienzioso, probabilmente, in quel momento sarei a bordo della macchina scelta dalla monetina fortunata con direzione Forks High School.
"Allora... ha la febbre?" domandò mia madre entrando nella stanza agitata.
Ecco, mi stavo giusto chiedendo dove fosse finita mamma chioccia. Adesso ci sono veramente tutti...
"Scusate... mi avete preso per un fenomeno da baraccone? Ho la febbre e allora? Non sono diventato calvo e non ho contratto nessuna malattia letale... quindi se non vi dispiace gradirei che usciste da questa stanza... grazie!" sbraitai senza forze
"Andiamo va.. il malato terminale ha ragione... facciamo tardi a scuola..." fece Edward spingendo leggermente Rosalie in corridoio e salutandomi con l'ennesimo sorrisetto divertito
"Adesso che la carota se n'è andata.. siate sinceri... dove l'avete adottato?" domandai mentre mio padre mi misurava la pressione. Mia madre ridacchiò accarezzandomi la fronte
"Nello stesso orfanotrofio in cui abbiamo adottato anche te!" scherzò lei sistemando il fantomatico cuscino dietro la mia testa e suscitando le risate di mio padre
"Spiritosa..." mormorai, stremato. Avevo sonno o forse ero solo incredibilmente spossato. A fatica sentii cosa si stavano dicendo i miei genitori, troppo impegnato a non dare retta al mal di testa martellante. Chiusi gli occhi e dopo pochissimi secondi sprofondai in un sonno ristoratore sia mentale che fisico.

É estate ed io sono su una spiaggia bellissima, probabilmente da solo.
Il paesaggio è indescrivibile. Un insieme perfetto di vegetazione viva e natura incontaminata.
Avverto in lontananza gli uccelli che si muovono tra le folte chiome degli alberi.
Osservo le onde infrangersi tranquille e pacate sulla riva pulita.
Mi sento leggero, in pace con il mondo e indescrivibilmente felice.
Anche senza saperne il motivo.
Mi avvicino alla riva, respirando a pieni polmoni l'aria salmastra e annusando curioso i profumi del luogo.
Ogni singola fragranza mi porta alla mente un ricordo.
E mentre mi distendo sulla sabbia bianca e fina - quasi trasparente - mi sembra di sentire odore di dopobarba.
Lo stesso che usa mio padre, quello che sà di pino selvatico.
E mentre chiudo gli occhi mi sembra di sentire odore di detersivo alla lavanda.
Lo stesso che usa mia madre per lavare il nostro bucato.
E mentre appoggio una mano sugli occhi mi sembra di sentire odore di papaia.
La stessa che usa mia sorella, nel suo shampoo preferito.
E mentre piego le gambe per affondare i piedi nella sabbia calda mi sembra di sentire odore odore di lucidante.
Lo stesso che usa mio fratello per tenere perfetto il suo pianoforte.
E mentre sorrido, a questi ricordi strani, mi sembra di sentire un altro odore. Stranamente ancora più familiare degli altri quattro.
Mi sembra odore di fiori freschi. Di primavera. Di brezza estiva.
Aggrotto le sopracciglia, stranito. Mi sembra così strano, eppure... sento di conoscerlo.
Apro gli occhi lentamente, convinto di ritrovare la luce prepotente del sole ad accecarmi e invece...
... trovo lei!
Lei, che ancora più bella di qualsiasi corpo celeste mi potessi mai aspettare, mi sorride. Serena.
É in ginocchio accanto a me e continua a guardarmi, quasi divertita. E senza motivo fa sorridere anche me.
"Cosa c'è?" le domando, perdendomi nei suoi occhi scuri e limpidi "Ridi di me?"
Lei scuote la testa, accentuando il suo bel sorriso
"No... al contrario... é di me che sto ridendo..." ammette. Ha una voce bellissima, leggera che quasi mi accarezza
"E perché?" le chiedo ancora. Voglio che mi parli, voglio che continui a farlo per l'eternità.
Scuote di nuovo la testa e mi fissa, pensierosa, lasciando che la testa le si abbandoni placidamente su una spalla
"Sai... c'è una vecchia leggenda molto, ma molto bella... vuoi che te la racconti?" mi chiede delicata.
Io, che non voglio rovinare l'atmosfera con la mia voce, annuisco rapito interamente da lei. E da tutto ciò che rappresenta.
"Questa leggenda racconta che in principio un grande signore, il creatore del cielo e della terra, decise di dividere gli uomini in due grandi razze:
gli uomini comuni, ordinari e a volte perfino un pò monotoni, pieni dei loro lavori, delle loro fatiche e dei loro sogni irrealizzabili abitavano una parte del mondo.
Dall'altro lato, in perfetto equilibrio con l'universo c'erano loro... gli angeli... con ali perfette, pelle delicatissima e occhi di cristallo.
Gli angeli erano creature speciali, divine in fondo e capaci di rendere speciale ogni cosa toccassero.
Spinti dalla curiosità di scoperta e dalla loro profonda generosità, un giorno decisero di varcare il confine del loro mondo e di mescolarsi agli uomini comuni,
per studiarli, capirli, imitarli e rendere loro la vita più facile.
Perché erano angeli e potevano farlo.
Iniziarono a vivere a contatto con gli uomini comuni, integrandosi perfettamente, sentendosi parte del loro mondo,
quasi dimenticandosi del loro essere diversi, divini, perfetti.
Alcuni di loro, instaurarono un rapporto così stretto con gli uomini comuni che il loro amore verso di loro era paragonabile solo con la grandiosità dell'universo.
Amore, sincero e profondo era ciò che nutrivano.
Insegnarono a perdonare, a ricordare ciò che era bello, a seppellire i brutti ricordi e coltivare le cose più sane.
Solo che ben presto gli angeli si resero conto che, più tempo passava e più le loro ali diventavano piccole, le loro pelli scure e i loro occhi spenti.
Stavano perdendo la loro eterna bellezza e questo solo per poter vivere assieme agli uomini comuni, con molti dei quali avevano stretto un rapporto profondo.
Ogni uomo o donna comune che riusciva a conquistare l'amore di un angelo era ritenuto un'anima fortunata perché era riuscito a separare l'angelo dalle sue belle ali.
E l'angelo stesso si sentiva fortunato a sua volta perché era ben disposto a rinunciare alla sua perfezione per qualcosa di più grande... la sua felicità!"
Sono come ipnotizzato dalle sue parole, la sua bellissima voce e il suo racconto.
Gli angeli, le ali, gli uomini comuni, l'amore... mi chiedo se la leggenda sia vera o se sia riuscita a inventarsela lì, su due piedi.
Allunga una mano verso di me, accarezzandomi la fronte. Il suo tocco è così leggero. Riesce a rilassarmi.
"Tu sei uno di quegli angeli... con le tue bellissime ali, la palle liscia e delicata... e gli occhi cristallini e sinceri..." e mi sorride, avvicinandosi al mio viso e respirando a pochissimi centimetri dalle mie labbra
"Ed io... io cosa sono secondo te?" mi domanda sorridendo delicata. Non riesco a parlare. Vorrei dirle che io non sono affatto un angelo. Non ho mai avuto ali, né pelle liscia e né tanto meno gli occhi cristallini.
Ma non riesco a dire niente, la sua presenza, il suo sorriso e il suo respiro me lo impediscono.
"Io sono soltanto una donna comune... come tante altre... con un'unica differenza..." mormora quasi sfiorando le sue labbra con le mie
"Sono riuscita a conquistare le tue ali!"


Un rumore alla mia destra mi fece spalancare gli occhi. Mi girai e trovai mia madre con una ciotola in mano e lo sguardo mortificato
"Oh, tesoro, scusami... non volevo svegliarti..." mormorò dispiaciuta. Scossi la testa. Certo, continuare a dormire mi avrebbe fatto comodo ma non potevo di certo fargliene una colpa se possedevo il sonno leggero. Mi sorrise materna e si sedette sul bordo del letto controllandomi la fronte
"La febbre sembra essere diminuita per fortuna... e guarda cosa ti ho portato..." prese la ciotola che aveva poggiato sul comodino e la scoprì
"Brodo di pollo... il tuo preferito!" cercai di sorridere ma ero troppo intontito per concederle altro.
"Dai, ti lascio dormire un altro pò... ne hai bisogno... tanto qui dentro il brodo non si raffredda..." mi lasciò un bacio sulla testa e un sorriso tenero e andò via chiudendo la porta. Sospirai girandomi e tornando nella posizione precedente, dove le lenzuola riscaldate mi accolsero con sommo piacere di tutto il mio corpo.
Richiusi gli occhi, concentrandomi su qualcosa che ricordavo perfettamente, nonostante il mio stato di spossatezza.
Le mie ali, i suoi occhi, il nostro bacio...


"Ehi, Ali... siamo tornati..." la voce di Bella catturò la mia attenzione, completamente catalizzata sul libro che stavo leggendo. Si trattava di Birkegaard, uno scrittore danese e del suo bestseller "I delitti di uno scritto imperfetto". Era un bel libro, nonostante fossi ancora al settimo capitolo. Non amavo molto il genere giallo, tuttavia... la febbre mi aveva costretta a letto quel giorno ed io non avevo trovato altro modo per distrarmi che nella lettura.
Chi ben comincia, è già a metà dell'opera...
Dopo pochi secondi entrò nella mia stanza, sorridente, e si avvicinò a me
"Allora... come ti senti?" mi toccò la fronte per accertarsi che non fossi più calda come la mattina, quando mi ero svegliata nel suo letto, dove mi ero rintanata la sera prima
"Un pò meglio... se mi alzo però, mi gira ancora la testa!" mormorai ricordando il mio ridicolo tentativo di arrivare in bagno. Mi sorrise, intenerita e prese il termometro dal comodino porgendomelo
"É normale tesoro... sei debole e la febbre alta di questa mattina ti ha stordito. Devi riposare, prendere le medicine e soprattutto... mangiare!" feci un verso affermativo e le restituii il termometro
"Trentasette... hai visto? I medicinali iniziano a fare effetto!" esclamò allegra. Lo sapevo che adorava prendersi cura di me, soprattutto dopo che nostra madre era morta. Lei era in tutto e per tutto una sorta di riproduzione della sua presenza in piccolo. Ogni minimo sintomo di malessere e lei interveniva tempestiva. Mi faceva tenerezza e apprezzavo tutta la cura che mi riservava.
"Ehi bimba... ti senti meglio?" domandò Emmett entrando in camera. Anche lui era fin troppo sorridente per i miei gusti. Che mi stessero nascondendo qualcosa?
"Sì, un pò meglio per fortuna... ma mi sono annoiata a morte a starmene qui da sola in questo letto!" mi lamentai facendolo sorridere. Lo squadrai per bene. O ero io ad avere le allucinazioni, oppure c'era qualcosa che non tornava
"Sentite un pò voi due... ma... dovete dirmi qualcosa?" li provocai stringendo le braccia al petto. Entrambi si guardarono, come indecisi e divertiti allo stesso tempo
"No..." mormorò Emmett non del tutto convinto
"E invece sì..." lo riprese Bella tirandogli un pugno sul braccio
"Ma quando mai..." riprese lui ridacchiando
"Bugiardo!" esclamò lei tirando un altro pugno un pò più forte
"Pettegola!" fece lui scansandosi dall'ennesimo colpo. Io li seguii con aria confusa. Ok, già il mal di testa mi creava non pochi problemi, poi ci si mettevano quei due a complicarmi la giornata?
"Ok di voglia di indagare fino in fondo ne ho poca oggi, quindi... o mi dite cosa mi nascondete oppure non accetterò niente che mi darete da qui alla prossima settimana... medicine comprese!" li minacciai. Mi osservarono leggermente preoccupati. Sapevano che quando mi mettevo in testa una cosa era difficile che desistessi.

"Alice... tuo fratello ha una bella notizia da darti..." mi annunciò Bella
"Ah sì? Dimmi, dimmi... sono curiosa!" lo ero davvero, per natura. Lui sbuffò, grattandosi la nuca, stranamente a disagio.
"Ma niente... non è così importante!" mormorò
"Non è così importante? Stai scherzando spero... è una notizia bomba..." esultò Bella.
Ok adesso la mia curiosità fa concorrenza a quella delle scimmie...
"E dai Emm... voglio sapere..." mi lamentai tirandomi a sedere e assumendo la tipica espressione alla quale nessuno riusciva a dire di no. Emmett, infatti, sbuffò sonoramente e venne a sedersi sul mio letto per poi parlare:

Beh ecco... io sto.. con una!” mormorò arrossendo
Per una intendi... una ragazza?” chiesi sorpresa
Sì, pressappoco sì...” fece lui. Era imbarazzato si vedeva, e a me faceva una tenerezza indescrivibile. Ovviamente non avevo bisogno di indagare oltre per sapere di chi si trattasse tuttavia, volli lo stesso fargli sputare tutto il rospo.
Eh, così, tanto per sapere... questo “pressappoco” avrebbe anche un nome?” domandai divertita
Sì...” borbottò, ma dato che il mio sguardo si era fatto minaccioso continuò “Rosalie...” sorrisi trionfante. L'imperatore aveva capitolato.
Ed è solo un caso che si chiami come la Rosalie Cullen che conosciamo, non è vero?” scherzai
Logicamente... sai quante Rosalie ci sono sulla faccia della terra!” fece lui
Soprattutto qui a Forks!” esclamò Bella facendomi l'occhiolino. Scoppiammo a ridere tutti e tre insieme dopodiché, tornata seria, dissi
Sono molto contenta per te, Emmett... sul serio! E poi... io l'ho sempre saputo che voi due eravate fatti l'uno per l'altra!” ammisi sincera. Certe cose le capivo a pelle e tutte le volte che li avevo visti insieme mi avevano dato quell'impressione. Poi, il fatto che passassero tanto tempo assieme non faceva che avvalorare la mia tesi.
Chissà perché immaginavo che una come te certe cose le sentisse... tu l'amore lo capti ovunque!” fece lui, rilassandosi appena
In effetti sì... O molto più semplicemente sei tu l'unico a non averlo mai capito!” esclamai, suscitando le risate di tutti nella stanza
Sai a cosa stavo pensando...” intervenne Bella qualche istante dopo “Adesso che siete diventati cognati, magari tu e Jasper inizierete ad andare d'accordo!”.
Soltanto sentirlo nominare mi fece uno strano effetto. E come un fulmine mi vennero in mente i momenti della sera prima. I suoi occhi attenti, la sua espressione sofferente ed il suo abbraccio rassicurante. Anche a mente lucida – o quasi – mi chiedevo come avessi fatto a cedere in quel modo.

Giammai... piuttosto mi faccio prete!” esclamò Emmett. Non feci caso allo scambio di battute che ne scaturì, però, le parole che mio fratello mi rivolse pochi istanti dopo le intesi perfettamente:
A proposito di Jasper, Alice... forse è il caso che io e te facciamo un discorsetto su quello che è successo ieri sera!”
Sì certo, quando glielo ha detto Bella non andava bene... Adesso ne dobbiamo parlare...

Emmett... per favore... non ora! Ho mal di testa e non mi va di dirti che hai ragione e che ho sbagliato o che sono stata un'incosciente. Ne parleremo, ma adesso non mi va!” lo pregai. Non avevo di certo voglia di sentirmi dire cose che in fondo già sapevo. La mia testa non avrebbe retto, non in quel momento.
Va bene, come vuoi... non voglio obbligarti! Adesso riposati. Io fra poco esco, mi aspetta Jake all'officina, però se hai bisogno, chiama!” mi lasciò un bacio sulla testa ed uscì dalla stanza. Bella, dopo aver lasciato sul comodino una piccola pillola bianca ed un bicchiere pieno d'acqua, mi accarezzò la fronte e mi sorrise
La vuoi sapere una cosa?... oggi a scuola mancava anche lui... Rosalie mi ha detto che stamattina aveva la febbre alta.. ed è stato molto strano perché non si ammala quasi mai!” mi informò
Cosa stai cercando di fare? Aumentare il mio senso di colpa? Adesso ho anche la salute di Jasper sulla coscienza?” domandai avvilita. Ridacchiò silenziosamente
Certo che no... volevo solo farti notare che come te, anche lui ha pagato per la bravata di ieri sera...”
Quello che ho detto a Emmett lo ripeto anche a te... non mi va di parlarne adesso... davvero!” la pregai ormai stanca di ripeterlo. Annuì comprensiva e mi lasciò, solo dopo avermi raccomandato più volte di prendere l'antibiotico. Una volta rimasta sola potei rimuginare su quello che mi aveva detto. Anche Jasper era a letto con la febbre come me, tutto per colpa mia. Nonostante non fosse uno stinco di Santo non si meritava di certo di prendersi un accidente a causa mia.
Bene, anche se non era sua intenzione, Bella, i sensi di colpa, me li ha fatti venire lo stesso...
Mi sistemai bene nel letto e chiusi gli occhi. Quando avevo la febbre e stavo così male avevo sempre sonno e con molta facilità mi addormentavo da un momento all'altro senza neanche accorgermene. E stavo per fare la stessa cosa se non fosse stato per un pensiero improvviso. Un'idea che mi balenò all'istante in testa e mi fece riaprire gli occhi di scatto. Recuperai in fretta e furia il cellulare da sopra il comodino e digitai un messaggio. Ero indecisa se mandarlo sul serio o meno ma... volevo fare qualcosa di buono una volta ogni tanto. Rigirandomi il telefono tra le mani, attesi impaziente la risposta che arrivò dopo qualche minuto
*Non è di certo il modo migliore che avevi per ottenerlo, però... te lo do ugualmente e fanne buon uso! :) 0553...*
Sorrisi raggiante e senza neanche preoccuparmi di rispondergli o di pensare lucidamente, digitai un nuovo messaggio.


 

Erano le sei e mezza passate e iniziavo ad annoiarmi. In televisione non c'era nulla, di libri non ne leggevo e nessuno si preoccupava più di controllare come stessi, dato che entrambi i miei genitori erano al lavoro e i miei fratelli erano troppo impegnati a studiare.
Che vita ingrata...
Mi liberai delle coperte e mi sedetti sul bordo del letto. La testa mi girava come impazzita e mi sentivo ancora debole. La febbre era rimasta alta fino a poche ore prima e nonostante si fosse stabilizzata i sintomi non si erano affatto attenuati. E d'altronde non avevo mangiato poi tanto, per colpa dello stomaco chiuso. Leggermente barcollante, mi diressi verso l'ultima stanza del corridoio e senza neanche bussare entrai. Edward riemerse dai suoi libri per guardarmi confuso

Hai bisogno di qualcosa?” mi chiese. Io scuotendo la testa mi sedetti sul suo letto dato che non ce la facevo più a tenermi in piedi
Mi stavo annoiando di là, tutto solo!” spiegai poggiando la testa fra le mani
E sei venuto da me ad elemosinare compagnia?” mi domandò scettico
Forse...” mormorai “Ti da fastidio, per caso?”
No figurati... per me puoi anche rimanere, non c'è nessun problema!” e se ne tornò ai suoi libri, dandomi le spalle. Mi massaggiai le tempie distrutto e dopo un profondo respiro chiesi
Hai per caso visto Alice oggi?”
Chissà perché, nonostante abbia cercato di rendere la domanda più naturale che potessi, mi risulta lo stesso fin troppo interessata...

In realtà no...” rispose girandosi di nuovo verso di me “Emmett mi ha detto che stamattina aveva un po' di febbre e ha preferito rimanere a casa!”
No, non è possibile...
Sorrisi appena, attento a non farmi vedere da mio fratello. Eravamo due incoscienti pronti a pagare le assurde conseguenze dei nostri gesti, scontando la stessa pena. A volte il destino era proprio strano.

Senti un pò ma me lo vuoi dire cosa ci facevate a quell'ora su quella spiaggia e per di più abbracciati? State insieme per caso?” mi chiese. Al solo pensiero mi venne un colpo. Io ed Alice... insieme?
Ma no... ma che ti salta in mente... siamo solo... amici, tutto qui!” risposi.
Amici, eh? Questa è davvero bella...

Sei sicuro? Da come vi comportate non si direbbe...”
Perché come ci comportiamo?...

E poi...” continuò “Non mi meraviglierebbe se dopo Emmett e Rose voi due foste i prossimi!”
Ancora con questa storia?” mormorai infastidito “Quante volte te lo devo dire che quei due non stanno affatto insieme?” non riuscivo neppure ad alzare la voce per imporre il mio pensiero ma sperai che la mia occhiata di fuoco valesse lo stesso. A giudicare dal suo sorrisetto divertito supposi di no.
Probabilmente fino a ieri mattina avresti anche avuto ragione, Jazz... ma le cose sono cambiate...” esclamò
Prego?” feci io stupito
Se fossi venuto a scuola stamattina, a quest'ora lo sapresti!” osservò saccente e divertito.
Dio solo sa quanta voglia ho in questo momento di sotterrarti nel pavimento, idiota che non sei altro... credi sia dipeso da me il fatto che stamattina avevo la febbre a quaranta?” lo aggredii. Sorrise
Non mi sembra di averti costretto a passare la serata in compagnia di Alice a pochi metri dall'oceano!”
Mantieni la calma, Jazz... non sei nelle condizioni fisiche adatte per picchiarlo...

Prima che ti tiri addosso qualcosa di pericoloso, mi faresti il favore di spiegarmi cosa diamine sarebbe successo oggi di tanto importante da cambiare la situazione?” feci spazientito
Mmm... diciamo che appena siamo arrivati davanti scuola il primo pensiero di tua sorella è stato quello di andare a salutare il primogenito Swan... e non nel modo che dovrebbero fare due.. 'amici'!” mimò le virgolette. Era una mia impressione o la carota ci trovava gusto?
E ti dico anche che se non fosse stato per Rose ieri sera Emmett non sarebbe stato tanto indulgente nei tuoi confronti!” aggiunse
Ah, quindi lo dovrei anche ringraziare?” domandai sarcastico. Fece spallucce
Non saprei... siete parenti ormai... sotterrare l'ascia di guerra non vi farebbe poi così male!” esclamò tornando di nuovo a prestare attenzione a libri e quaderni
Piuttosto mi auto-infliggo la mutilazione di tutte e dieci le dita delle mani!” mormorai schifato. Prima che potessi dire altro il cellulare di Edward vibrò e lui lo prese, lesse per qualche istante il messaggio appena arrivato e sollevò lo sguardo verso di me, sorridendo in modo strano
Cos'è... Kristen ti ha appena mandato uno dei suoi soliti messaggi melensi?” chiesi seccato. Scoppiò a ridere
Mmm... una specie..” digitò qualcosa e poggiò il telefono al suo fianco sulla scrivania
Tornatene al letto, Jazz... altrimenti mi contamini la stanza! Un malato da far torturare a papà basta ed avanza!” mi liquidò senza neanche guardarmi. Grugnii alzandomi, con la testa pesante
Vai a farti fottere Signorina Calzelunghe!” e nell'uscire dalla sua stanza sbattei forte la porta rischiando di ritrovarmi con la maniglia in mano. Sbuffando mi sedetti sul mio letto, circondato dalla mia preziosissima aria contaminata e felice di starmene nuovamente da solo. D'altronde di cosa avevo bisogno ancora? Di una sorella traditrice che si fidanzava con il primo contadinello della contea? Di un fratello idiota che mi trattava come un untore? Di un padre che mi usava come un topo da laboratorio per testare i suoi nuovi medicinali? No di certo. Non avevo bisogno di nessuno, se non di me stesso.
Mi distesi di nuovo osservando con precisione ogni screpolatura del soffitto. Beh, forse di qualcosa avevo bisogno, solo che... ero davvero troppo orgoglioso per ammetterlo e non sarei mai riuscito ad ottenerlo nel modo in cui ero sempre abituato a fare. Combattere contro qualcosa che non si conosce è sempre più difficile. Me ne ero ampiamente reso conto. Vagavo alla cieca ogni volta e la mia esperienza valeva a poco.
Sospirai tastandomi la fronte, leggermente tiepida e mi sollevai appena alla ricerca del termometro, abbandonato da qualche parte sul comodino. In quell'istante il mio cellulare vibrò, segnalandomi un nuovo messaggio. Lo presi e controllai subito. Era un numero che non conoscevo né che avevo registrato in rubrica. Cosa assai strana. Aprii il messaggio sempre più curioso.
*Non volevo che per colpa di un mio capriccio, tu rischiassi così tanto. Sono stata un'incosciente, lo so... e tu lo sei stato ancora di più nel darmi retta. Ti chiedo scusa, davvero e spero che tu non ce l'abbia troppo con me! Fatti passare presto la febbre. A.*
Rilessi tre volte di seguito il messaggio. Forse iniziavo ad avere le allucinazioni. Capita quando si ha la febbre alta. Eppure... il messaggio c'era, era davanti a me, sul display del mio cellulare e, cosa più importante, era firmato A.
Che fosse lei? Che si trattasse davvero della persona che io credevo? Provai a richiamare il mittente ma la voce registrata mi informava che il telefono era spento. Beh, però io dovevo sapere per forza, non c'era altro modo.
Sono un incosciente, eh? Adesso staremo a vedere...



 

La casa era completamente immersa nel silenzio. Emmett, come mi aveva spiegato, era sceso alla riserva per dare una mano a Jacob, mentre Bella era andata a piedi fino al supermercato per fare la spesa. Se non fosse stato per l'ispettore Swan che guardava la partita di hockey al piano di sotto, sarei stata completamente sola. Non che la presenza di mio padre fosse indicativa. Non si era neppure preoccupato di vedere come stessi o se avessi bisogno di qualcosa. L'importante era che mi trovassi in camera mia, rilegata nel mio letto così sarebbe stato tranquillo e non si sarebbe dovuto arrabbiare una seconda volta. Preferii non ricordare cosa era successo la sera prima. Le urla, la lite con Emmett, io che mi rifugiavo nella stanza di Bella a chiedere scusa. Erano ricordi che facevano male, come sempre e in quanto tali, andavano rimossi.
Coraggio Alice... sei forte, dimostralo...
Recuperai il libro che avevo abbandonato qualche ora prima e ricominciai la lettura dal punto in cui avevo interrotto.
Completamente immersa nelle parole e nelle frasi avvincenti del thriller, all'inizio non mi accorsi nemmeno di quel rumore insistente che proveniva dalla finestra. Ad un tratto però, quando ormai era diventato leggermente fastidioso, spazientita, decisi di alzarmi per controllare di persona da cosa fosse causato. Ero diventata stupida oppure qualcuno si stava divertendo a lanciare sassolini conto il vetro della mia finestra?
Mi affacciai e lo vidi quasi subito, di fianco al grande albero che dominava quasi interamente il giardino sul retro della casa e mi impediva in parte la vista sul paesaggio cittadino. Per i primi secondi faticai a riconoscerlo: aveva il cappuccio tirato sulla testa e la sciarpa fin sopra il mento, però... quel sorriso strafottente lo avrei riconosciuto tra mille.

Jasper?!?” mormorai spiazzata. Era davvero sotto la mia finestra in quel momento e... erano seriamente sassolini quelli che aveva tra le mani?
Cosa ci fai tu qua?” chiesi cercando di non alzare troppo la voce. C'era pur sempre mio padre al piano di sotto e, nonostante gli importasse ben poco cosa mai facessi, sicuramente ad ogni minimo rumore sospetto, sarebbe salito a controllare
Ci ho pensato, sai... e alla lista dei miei reati mancano la violazione di domicilio e gli atti vandalici!” e mi mostrò un sassolino sorridendo. Scoppiai a ridere. Incredibile come riuscisse ad avere sempre la battuta migliore al momento opportuno.
Beh... non mi inviti a salire? O ti aspetti che mi arrampichi su questo albero? Io ti avverto... in altre occasioni ci sarei anche riuscito, ma per come mi sento oggi, credo sia meglio evitare!” esclamò divertito. Bella aveva ragione, si era beccato la febbre anche lui. Ecco il perché di quell'abbigliamento. E invece di starsene a casa, al caldo, nel suo letto, lui era sotto la mia finestra che mi chiedeva di salire?
Oh... Mio... Dio...

Ma... c'è mio padre!” finalmente riuscii a formulare un pensiero concreto
Non ce l'avete un'entrata secondaria?” mi domandò
Sì... in cucina!” risposi
Perfetto, ti aspetto lì...” e sparì dalla mia visuale. Dannazione, ma cosa diamine voleva fare quel ragazzo? Era scampato all'influenza e all'ira funesta di Emmett per poi scatenare la rabbia repressa di mio padre? Era pazzo, non c'erano altre spiegazioni.
Stranamente emozionata e con un sorrisetto divertito sulla faccia mi precipitai in corridoio e per le scale rallentando negli ultimi scalini. Mi affacciai nel salone e lo vidi comodamente disteso sul divano con la sua birra in mano e gli occhi puntati allo schermo. Sembrava totalmente rapito ed io pregai il buon Dio che rimanesse in catalessi per molto tempo ancora. In punta di piedi andai in cucina e altrettanto in silenzio aprii la porta che dava sul retro. Era buio e quasi mi venne un colpo quando me lo vidi materializzarsi di fronte a me, tutto incappucciato.

Tu rischi la vita così... te ne rendi conto?” sussurrai intimorita. Mi sorrise
Un po' di sale nella vita ci vuole.. altrimenti sarebbe troppo sciapita per i miei gusti. Dai, fammi entrare!” e mi spostai per farlo passare e richiusi la porta delicatamente. Mi avventurai di nuovo verso il salone e gli feci segno di seguirmi in assoluto silenzio. Dopo essermi accertata che mio padre fosse ancora alle prese con la sua partita, iniziai a salire le scale convinta che Jasper mi seguisse. Feci bene a guardarmi dietro perché si era bloccato all'ingresso. Guardava verso il salone, verso capo Swan, in un'espressione indecifrabile. Sembrava concentrato nello studiare qualcosa, nell'analizzare un soggetto particolare, ma non era di certo quella l'occasione migliore per farlo. Lo tirai per una manica sollecitandolo a salire, ma niente. Maledetto lui. Voleva farci beccare? D'accordo se a morire era lui, ma io cosa c'entravo? Ero ancora troppo giovane per rimetterci la pelle.
Lo afferrai per mano e lo trascinai di sopra stando attenta a non fare rumore. Una volta al sicuro nella mia stanza, chiusi la porta a chiave e mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo. Ero arrabbiata. Molto.

Sei da prendere a calci nella faccia, te ne rendi conto?” lo aggredii voltandomi. Lui sorrise, abbandonando quell'aria contrita che aveva fino a qualche secondo prima e si abbassò il cappuccio
Sì, scusa, hai ragione... volevo soltanto... rendermi conto di una cosa...” mormorò
E credi di essere soddisfatto adesso?” feci io sarcastica. Mi analizzò un secondo, facendomi arrossire per poi alzare le spalle
Dipende da cosa intendi tu per “soddisfatto”...” rispose guardandosi attorno. Analizzò con calma ogni angolo della stanza soffermandosi un istante di più sulle fotografie appese alla parete e sulla mia collezione smodata di tartarughe. Ne avevo a decine, tutte sparse per la scrivania, di ogni misura e colore. Ne andavo matta, portavano fortuna ed erano un delizioso decoro per la stanza.
Hai finito l'analisi?” domandai spazientita
Sai.. mi sono sempre chiesto perché si usasse dire che ogni stanza rispecchia la personalità di una donna!” mormorò concentrato. Si avvicinò alla scrivania, prese una piccola tartaruga rosa tra le mani e se la rigirò più volte
Magari è vero...” feci io confusa
Dici?” rispose rimettendola al suo posto, e raddrizzandone una che stava per metà fuori dallo scaffale “Quindi adesso dovrei dedurre da tutto questo...” e fece un gesto ampio per indicare la mia camera “...Come sei fatta tu?”
Non credo tu sia venuto qui per una seduta di psicoanalisi...” tagliai corto, incrociando le braccia al petto e guardandolo male “Cosa vuoi?”
Si frugò nella tasca centrale della felpa grigia che portava e cacciò un cellulare. Si avvicinò a me, tanto che fui tentata ad arretrare, ma non lo feci.
Purtroppo...

É tuo questo messaggio?” mi mostrò sul display le parole che avevo inviato all'incirca un'ora prima al numero che Edward mi aveva dato. Deglutii abbassando lo sguardo. Ok, volevo fare una cosa gentile e di certo non rinnegavo il mio gesto. Però... chi mai avrebbe pensato che quel pazzo sconsiderato, lasciasse casa per venire a chiedermi di persona se fossi io il mittente di quel messaggio
E tu sei venuto fin qui, rischiando di far incazzare mio padre soltanto... per chiedermi questo?” come al solito attaccavo invece di difendermi. Ricacciò il cellulare nella tasca e mi guardò perplesso
Lo sapevo...” mormorò e si sedette sul mio letto, tranquillamente. Solo allora realizzai. Avevo un ragazzo – e che ragazzo! - nella mia stanza, chiusa a chiave. Ero praticamente sola con lui, in meno di cinque metri quadri, dove c'era perfino un letto. Deglutii di nuovo, anche se a fatica.
Alice, smettila... non mi sembra il caso...

E... per sapere... chi ti ha dato il mio numero?” domandò stringendo gli occhi. Rimasi spiazzata. Di certo non mi aspettavo una domanda del genere
Non posso dirtelo!” esclamai
Vuoi proteggerlo? Credi che possa vendicarmi?” mi chiese sorridendo. Annuii senza pensarci.
Tranquilla... non sono di certo il tipo... era così, tanto per sapere!” e fece di nuovo spallucce.
Devo fidarmi del diavolo in persona?...

Mmm... è stato... Edward...” mormorai. Sollevò un sopracciglio, sorpreso per poi sorridere in maniera preoccupante
Che c'è?” domandai leggermente spaventata
Oh, niente... mi hai appena dato uno spunto in più da aggiungere alla lista dei mille buoni motivi per uccidere mio fratello!” esclamò. Alzai gli occhi al cielo. Non sapevo se crederci o meno, però, la forza di ribattere non ce l'avevo proprio.
Adesso che hai scoperto il grande mistero... non credi che sia meglio che te ne torni a casa e che ti rimetta al letto... hai avuto la febbre stamattina, o te ne sei già dimenticato?” lo ammonii fin troppo accalorata.
Alla faccia dell'indifferenza...
Mi studiò ancora per qualche minuto per poi parlare

Ti confesso che il fatto che tu ti preoccupi tanto per me, mi lusinga, scricciolo... davvero...”
Ancora con questo scricciolo...” borbottai silenziosamente
Tuttavia... sono venuto fin qui anche per un altro motivo...”
E sarebbe?” fu il mio turno di alzare un sopracciglio confusa. Sospirò, tornando serio. Quell'espressione l'avevo già vista... la sera prima. Quindi, non presagiva nulla di buono
Io e te dobbiamo parlare, Alice... e dobbiamo farlo ora!” scandì bene le sue parole sorprendendomi “Quindi siediti qui, perché credo sia un discorso particolarmente lungo!”
Digli di no. Come hai fatto con Emmett e Bella... di la stessa cosa anche a lui. Non tirarti indietro di nuovo. Non farti soggiogare dalla sua presenza un'altra volta. Reagisci, Alice, almeno questa volta...
Senza più le forze di dire altro mi sedetti sul mio letto, a debita distanza dal nemico e rimasi in attesa. Prima di iniziare il suo sermone però scoppiò a ridere, innervosendomi di nuovo

Cosa c'è, adesso?” domandai inviperita.
Santo cielo, questo ragazzo mi manderà al manicomio...

Niente... davvero...” abbassò la testa per nascondere un'altra risata e cercare di trattenersi, invano purtroppo
Visto che lo hai apprezzato così tanto... se continui così, l'albero laggiù te lo faccio vedere da più vicino... ti ci sbatto con la testa contro!” lo minacciai. Si trattenne a stento dal ridere ancora per poi alzare le mani in segno di resa
D'accordo hai vinto tu...” esclamò. Io soddisfatta incrociai le braccia al petto, ma lui non contento continuò
Permettimi un consiglio, però... la prossima volta che inviti un ragazzo in camera tua... vedi di scegliere un altro tipo di... abbigliamento, ecco...” ed indicò il mio pigiama in un altro attacco di risate. Spalancai gli occhi e lanciai un'occhiata a come ero vestita.
Oh Santissima Misericordia...
Recuperai il piumone per coprirmi completamente fin sopra le spalle ed evitai di pensare alla mia faccia viola. Jasper cercò di darsi un contegno

Lo dico per te, scricciolo... ci potrebbe essere magari qualcuno che non apprezza gli orsacchiotti e rischieresti di mandare all'aria una serata promettente!” arrossii, se è possibile, ancora di più. Mai in vita avevo fatto una figura di merda più grande. Sentivo la testa pulsare, come se avessi di nuovo la febbre. Cacciai indietro una parolaccia particolarmente volgare che mi era venuta in mente per poi optare per la tecnica dell'essere superiore
Lo vedi che sei un ignorante, Cullen...” esclamai arricciando il naso, cosa che faceva quando ero particolarmente nervosa, e il fatto che lui continuasse a ridacchiare, non era di certo un buon motivo per calmarmi “Non sono affatto orsacchiotti... ma gatti!”


Abbigliamento Jasper e Alice

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Capitolo 35
*** Confessioni ***


36

Salveeee... ormai è inutile che cerco scuse più o meno credibili per scusarmi del ritardo tanto finirei con il ripetermi o stancarmi... ^^ sono incorregibile!!! Allora, l'importante è che torno sempre da voi. Mi rendo conto che quando piace una storia che viene aggiornata una volta al mese (quasi...) è angosciante aspettare però, l'ispirazione manca a volte e spesso mi dico... ma forse sarebbe meglio lasciar perdere tutto questo... però, vado avanti, nonostante tutto e lo faccio solo per voi, voi che avete sempre il coraggio di leggere queste pazzie che scrivo, quindi colgo l'occasione per ringraziarvi ancora ^^. Due cose prima di lasciarvi al capitolo... uno, questo è un capitolo un pò particolare... ci saranno parecchie confessioni di ogni genere ma soprattutto saranno cose che di certo molti di voi non capiranno o condivideranno (già posso immaginare le vostre perplessità!) ma vi assicuro che ci saranno dei motivi dietro determinati atteggiamenti o scelte. Per quelli che invece hanno apprezzato lo scorso capitolo di Alice e Jasper... vi ringrazio... ci tenevo veramente tanto soprattutto perchè come avevo già immaginato loro due stanno costruendo un rapporto particolare... della serie ti odio e non ti sopporto ma non riesco inspiegabilmente a fare a meno di te. E più si va avanti e meno riusciranno a resistersi perciò.. armatevi di estintori perchè il prossimo capitolo si prospetta accaldato ^^... (mi riprometto di stare zitta e poi parto sempre in quarta :D) un'altra cosetta piccola prima di andare via... ma che fine avete fatto tutti? Prima le recensioni arrivavano anche a venti per capitolo e adesso solo sei??? ç_____ç vi prego, io non sono la tipa che va alla ricerca smodata di recensitori solo per il gusto di vedere un numero più alto nella tabella dei commenti, solo che mi faccio venire i complessi perchè credo che la storia non piaccia o inizi a stancarvi... vi prego, ditemi qualcosa, qualsiasi cosa... sn pronta ad ascoltare consigli e anche critiche (basta che siano costruttive!). Adesso vado sul serio un bacio grande e un ringraziamento speciale alle anime pie che hanno commentato lo scorso capitolo facendomi sorridere di gioia... ragazze... vi amo ^^

 

Se c'era una cosa che odiavo fare ad una macchina era cambiare l'olio ai freni. Finivo sempre con il farmi la doccia ed era una vera impresa cercare di levarlo dai vestiti poi.
Con molta attenzione, disteso su un carrellino da lavoro rosso, svitai il tubo che mi interessava e, con una mossa fulminea indirizzai il getto dell'olio che fuoriusciva nel contenitore per l'olio esausto. Sospirai vittorioso. Forse, per una volta avevo scampato la tintoria.

Emmett... sei qui?” una voce femminile mi fece sobbalzare e perdere la presa del contenitore. E l'olio rimanente del tubo mi finì diritto sulla maglia
Fanculo!” sbottai
Emm... ma sei qui sotto?” con la coda dell'occhio vidi qualcuno abbassarsi fino a guardare sotto la macchina e sorridermi teneramente
Ciao!” mi salutò allegra
Ecco, ti pareva che in sua presenza non facevo qualche cosa di molto stupido...
Mi lasciai scivolare con l'aiuto del carrellino e riemersi da sotto l'auto

Ciao...” mormorai imbarazzato. Eh no, la fase di tensione iniziale non l'avevo superata per niente. Ma d'altronde, non era neanche un giorno che stavamo assieme, era più che normale.
Scoppiò a ridere portandosi una mano davanti la bocca

Non è possibile... tutte le volte che ci vediamo te ne rovino una... se andiamo avanti così, tra un po' mi toccherà rifarti tutto il guardaroba!” diedi un'occhiata alla maglia. Sì, era da buttare anche quella. Sorrisi. Quanto mi piaceva il suono della sua risata
Il problema sono io, in realtà... non posso farci niente ma, tutte le volte che sento la tua voce, mi emoziono e finisce che mi verso addosso qualcosa!” cercai di sdrammatizzare per farla ridere ancora. E ci riuscii alla perfezione
Ma quanto sei dolce da uno a dieci?” mi chiese sorridendo. Sorrisi anche io avvicinandomi alla sua bocca per scoprire per l'ennesima volta il meraviglioso sapore di quelle labbra. Le avevo assaggiate parecchie volte ormai, ma non ne avevo ancora abbastanza. E dubitavo mi sarei mai stancato.
Ehm.. ehm...” qualcuno alle nostre spalle si schiarii la voce. Era Jacob con in mano le chiavi della Golf rossa che stava costruendo pezzo per pezzo.
Ehi... già di ritorno?” mi risollevai dal carrellino recuperando tutti i miei centimetri mentre lui depositava il mazzo di chiavi nella cassetta degli attrezzi
Purtroppo sì... la marmitta non va.. mi sa che mi toccherà scendere fino a Tacoma per comprarne una migliore!” mi spiegò. Poi si girò verso Rosalie e le sorrise
Immaginavo che ci saremo rivisti molto presto noi due!” esclamò, lei sorrise di rimando
Già... proprio non riesco a stare lontana da certi posti e... certe persone!”
Ogni riferimento a fatti o persone sarà puramente casuale...
Mi schiarii la voce a disagio mentre vidi Jake chiaramente divertito

Tu piuttosto... hai lottato con un bocchettone dell'olio per caso?” ed indicò la mia povera maglia
Ehm sì... più o meno... diciamo che quello che dovevo fare l'ho fatto... svuotare il serbatoio... adesso si tratta solo di riempirlo!”
Per questo ci sarà tempo domani... adesso vai... che è meglio!” e facendoci strada fuori, richiuse la serranda dell'officina
Beh buona serata, ragazzi e... orso per carità... vatti a cambiare!” mi pregò Jake facendo ridere Rosalie. Sbuffai. Certo che se volevo portare Rose da qualche parte, tornare a casa a cambiarmi sarebbe stato un po' difficile. Però, non potevo di certo rimanere con la maglia in quelle condizioni. Serviva un piano, urgentemente.
Jake, senti un po'...” mi allontanai di qualche passo trascinandomelo dietro “Non avresti una maglietta da prestarmi... ti prometto che te la riporto domani lavata e stirata!” ridacchiò scuotendo la testa
Aspettami qui...” e si avviò verso casa. Sospirai. Perlomeno mi ero salvato in calcio d'angolo. Mi girai verso Rose che ammirava il paesaggio boschivo, come rapita. Aveva una bella espressione serena sul volto, il che la rendeva ancora più bella. Non ero io ad essere accecato dall'amore. Era lei ad essere sublime.
Poi il fatto che fosse sempre perfettamente vestita non faceva altro che accentuare la mia tesi. Indossava un lungo cappottino grigio che le arrivava poco sopra il ginocchio, un jeans scuro stretto e delle scarpe da ginnastica argentate ai piedi. Una bella sciarpa al collo e tra i capelli sciolti e mossi, un cerchietto bianco. Semplicemente una dea.

Tieni questa dovrebbe andare bene!” Jacob mi porse una maglietta completamente bianca, salvandomi in extremis
Lo sai che sei un grande e che io ti adoro?” gli feci controllando la misura
Vai dalla tua ragazza che è meglio... non vorrei che pensasse che tra me e te ci sia del tenero... mi dispiacerebbe se ti lasciasse dopo neanche un giorno!” e con una pacca sulla spalla ed un saluto ad entrambi ci lasciò, diretto verso casa. Feci accomodare Rose nella Jeep e ne approfittai per cambiarmi la maglia, dietro la macchina. Era da stupidi non farsi vedere dalla propria ragazza, ma non volevo urtare la sua sensibilità. Magari un gesto così avventato poteva infastidirla pertanto... meglio essere cauti.
Idee per la serata?” mi chiese una volta che fui seduto al suo fianco
Forse una mezza idea ce l'ho... sperando che non sia troppo... casereccia!” esclamai sorridendo. Lei rise, piegando appena la testa su un lato. Si avvicinò a me, per sfiorarmi le labbra con le sue
Finalmente...

A me va bene tutto... l'importante è che ci sei anche tu!” e mi baciò di nuovo
Mmm... mi sembra ragionevole come condizione!” mormorai sorridendo. Lei ricambiò e dopo un ultimo bacio morbido, ingranai la marcia ed uscimmo dalla riserva.

 

Quanto odiavo fare la spesa. Caricarmi di buste pesanti e vagare per la città nella disperata ricerca di qualcuno di familiare per le strade a cui chiedere uno strappo fino a casa. Era anche vero, però, che non potevo di certo incaricare sempre Emmett. Quel poveretto non sapeva dire di no e capitava spesso che si occupasse della spesa anche quando toccava a me o a Alice. Diciamo che ogni tanto il sacrificio potevo farlo anche io.
Mi misi in fila alla cassa in attesa che una famiglia piuttosto numerosa e chiassosa finisse di pagare e nel frattempo vagai con lo sguardo verso le altre file. Una figura in particolare colpì la mia attenzione. Era una ragazza minuta, che mi dava le spalle. Parlava al telefono e intanto reggeva con un braccio alcune confezioni di cereali e delle scatole di carne essiccata. Non era di certo una che passava inosservata, non tanto per la sua presenza fisica, quanto per il fatto che con la sua voce acuta stava monopolizzando l'attenzione generale del supermercato. Ridacchiai silenziosa. Chissà perché mi ricordava un pò Alice. Non perché lei si divertisse a gridare in quel modo nei luoghi pubblici, piuttosto perché spesso faceva delle cose particolari senza neanche accorgersene, ad esempio dare spettacolo. Una signora dietro di lei, scuotendo la testa, quasi inorridita, cambiò posto, spostandosi dietro di me.
Ancora divertita dalla situazione e dal fatto che la povera ragazza ignava, non si era resa conto di nulla, posai la mia spesa sul rullo nero della cassa e mi preparai ad imbustare la merce pagata. Una volta sistemato tutto e dopo aver dato una banconota da cinquanta dollari alla cassiera, rimasi in attesa del resto. Quasi non mi accorsi di una presenza alle mie spalle. Me ne resi conto, ahimé, troppo tardi, quando, girandomi, me la ritrovai davanti a sorridermi e bloccarmi la strada. Non riuscii a trattenere un grido che, probabilmente, sentirono fino al reparto macelleria dal lato opposto dell'edificio.
"Ehilà Bella!" misi bene a fuoco la faccia dell'idiota che mi aveva quasi fatto morire di crepacuore, e rimasi spiazzata nel trovare quella di lei
"Kristen..." mormorai. Nell'intero supermercato si era creata una strana atmosfera di attesa. Tutti, cassiere incluse, ci guardavano confuse. Magari alcuni cercavano di capire se io, ragazza calma e pacata, conoscessi quell'uragano che continuava a sorridermi in modo quasi raccapricciante. Cosa fare allora? Ignorarla e scappare via? Sorridere nello stesso modo da psicopatici in cui stava sorridendo lei e scappare ugualmente? Oppure - ancora meglio - darle una botta in testa con il fustino del detersivo e tentare di guadagnare l'uscita?
Che difficile decisione...
"Mi... hai... spaventata!" soffiai cercando di riprendermi dallo shock e dalla figura di merda che stavamo facendo, entrambe ormai.
"Oh, scusa... non volevo.." sembrava davvero dispiaciuta, o forse era soltanto brava a recitare. Mi sorrise di nuovo. Inquietante.
"Ehm... il suo resto signorina!" mi avvertì la ragazza dietro la cassa, quasi spaventata. Le sorrisi imbarazzata e recuperai di fretta e furia i centesimi che mi porgeva, senza neanche controllare che fossero giusti. Avevo fretta di andarmene per liberarmi di quella situazione imbarazzante e per farlo dovevo prima liberarmi di Kristen. Le sorrisi di nuovo e insieme, senza neanche metterci d'accordo, uscimmo dal supermercato che ormai non aveva occhi che per noi.
All'esterno l'aria gelida invernale ci colpì in pieno. Non riuscii a reprimere un brivido, nonostante avessi un bel cappotto pesante e la sciarpa al collo. L'unica cosa che volevo in quel momento era tornare a casa. Ritrovarmi tra le mura calde della cucina, a preparare un bel thé alla vaniglia e magari portarlo anche alla povera Alice. Le avrei risollevato un pò l'umore dato che sia io che Emmett l'avevamo lasciata a casa da sola con ancora qualche linea di febbre. Ma, c'era un problema. Un grosso problema. Kristen.
"Ehm... mi ha fatto piacere incontrarti, Kristen, davvero... solo che... adesso devo andare!" tagliai corto, sperando che quel sorrisetto furbo non si rivleasse ancora più pericoloso di quanto temessi
"Ma come?... finalmente ci incontriamo da sole e abbiamo la possibilità di parlare un pò e tu che fai?? Scappi via..." portò in fuori il labbro inferiore, in un gesto tipicamente infantile e si finse offesa
"Mi dispiace... c'è mia sorella che..."
"Alice è grande abbastanza per vedersela da sola... e poi se stesse così male non vedo perché tu saresti venuta qui a fare tranquillamente la spesa!" e sorrise sul finale, soddisfatta della sua intuizione. Ero senza parole. Ma chi era lei? La sorella natuarale dell'Esorcista? Stava tentando di abbordarmi per ricattarmi o peggio ancora estorcermi qualche informazione?
"Mio padre non vuole che sto in giro dopo il tramonto!" ammisi, più che altro con tono di una che cerca una scusante per scappare
"Bugiarda... quando ci siamo incontrare a Port Angeles ed eri con quel ragazzo indiano sei rimasta con noi ben oltre il tramonto..." merda! "E dai, Bella... ho voglia di fare quattro chiacchiere con un'amica..." io e lei potevamo già considerarci amiche? "E poi..." abbassò la testa amareggiata
"Cosa...?"
"Mi sento sola... Edward oggi è impegnatissimo a causa di una ricerca di biologia e mi sta trascurando!" e sospirò afflitta. Bene, lei e Edward avevano problemi di coppia e, giustamente, lei, non aveva altro da fare che pesarmi sulla coscienza. Ottimo.
"Kristen io non credo che..."
"Solo una cioccolata calda al bar e poi ti prometto che ti lascio andare!" e sorrise di nuovo. Sbuffai silenziosamente. Per quanto mi infastidisse la sua insistenza, mi sembrava un atteggiamento troppo sgarbato dirle ancora di no. E poi... aveva detto che con Edward non si era sentita quel giorno e la cosa magari avrebbe potuto rivelarsi parecchio interessante. Non che volessi immischiarmi nella loro relazione. Io non ero nessuno per farlo. Tuttavia.. volente o no, mi ci aveva messo lui in mezzo a quella storia e, in un modo o nell'altro, avevo tutto il diritto di capirci qualcosa. Che male c'era se anche io usavo qualcuno per scoprirlo? Lo avevano sempre fatto gli altri con me. Mi sarei presa una sorta di rivincita con il mondo e con lo stesso Edward Cullen. L'idiota che, mio malgrado, continuava a farmi lo stesso effetto tutte le mattina. Così mi trovai costretta ad accettare.
Fu talmente tanto entusiasta che non riuscì neppure a contenersi dall'urlare e fece girare di nuovo un gruppo di ragazze, appena uscite dal supermercato. Cercando di passare inosservata, acciuffai un braccio dell'energica Kristen e la trascinai verso il corso, intimandole di fare silenzio altrimenti ci avrebbero arrestate per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica. Ci dirigemmo verso il bar della piazza, trascinandoci dietro le buste della spesa ed il freddo attanagliante.
"Se permetti offro io..." mi avvertì mentre cercavamo un tavolo libero
"No, dai.. non mi sembra il caso!"
"Insisto... sono stata io a trascinarti qui e quindi è giusto che sia io a pagare!" e senza dire altro si diresse verso il bancone lasciandomi da sola davanti la porta.
Che tipa...
Scossi la testa e mi sedetti ad un tavolino libero, posando le tre buste piene accanto a me. In quel bar si stava sicuramente meglio anche se le mie guance ormai avevano assunto vita propria e mi stavano maledicendo in ogni lingua esistente.
Qualche minuto dopo Kristen mi raggiunse al tavolo avvertendomi che due belle cioccolate calde erano in arrivo. La ringraziai per essersi offerta di pagarle e lei sminuì la questione con un gesto della mano
"Non puoi neanche immaginare quanto io sia contenta di essere qui con te!" esclamò con un sorriso ampio. Era strano, ma a volte quella sincerità aveva un non so che di disarmante. Era come se, messa davanti al fatto compiuto, non ti desse alcuna possibilità di ribattere. Era una dote senza dubbio vantaggiosa.
"Non esageriamo..." feci io a disagio. Non mi piaceva tanto quando la gente mi elogiava così apertamente. Ero riservata e ai complimenti difficilmente mi aprivo. Con lei non avrei di certo fatto eccezione.
"No, Bella, davvero..." si allungò per afferrarmi una mano e mi meravigliai di trovare la sua calda e liscia "Sei una persona speciale, io l'ho capito subito... tu non sei come gli altri!"
Perché più va avanti con il discorso e più mi sembra che ci sia qualcosa che non quadri in questa faccenda?...
"Che intendi dire che... non sono come gli altri?" chiesi a disagio
"Vedi... io non ho mai avuto una vera amica... le poche persone che mi sono state vicine nel corso della mia vita si sono rivelate per quello che erano... false ed opportuniste... peccato averlo scoperto troppo tardi!" abbassò la testa intristita e mi lasciò la mano. Aveva un tono strano. Cioè... era abbattuta, però... quell'espressione stonava così tanto con il suo modo di fare. Non pareva per niente la Kristen vivace che fino a poco prima gridava come un'ossessa nel parcheggio del supermercato. E i suoi occhi tristi lo confermavano.
"Capita di conoscere persone così... fa parte del... nostro percorso formativo, suppongo!" esclamai con ovvietà. Mi sembravo una di quelle psicologhe pagate per dire quattro frasi di circostanza nel momento giusto e per annuire senza sapere di cosa di stesse effettivamente parlando.
"No, tu non capisci..." fece lei scuotendo la testa "Quando abitavo a New York avevo due amiche... non le conoscevo da molto ma, sono una persona che si affeziona facilmente e velocemente e anche con loro successe la stessa cosa. Venivano molto spesso a casa mia, conoscevano tutti i miei segreti, le mie paure, i miei sogni... erano diventate in breve tempo le uniche persone di cui io mi potessi fidare." si fermò un istante, giusto il tempo per permettere ad una ragazza bionda di posare le nostre cioccolate sul tavolino ed andarsene. Io non distolsi lo sguardo neanche per un istante. Avevo notato il suo cambio di umore e la cosa mi aveva colpito parecchio. Se all'inizio avevo pensato che la sua era stata solo pura adulazione nel vano tentativo di conquistare la mia amicizia, quell'espressione abbattuta e afflitta mi aveva fatto ricredere, il tutto accompagnato da quella voce provata. Allontanò la tazza fumante di qualche centimetro per sospirare e riprendere il suo discorso
"Non ti è mai capitato di poter considerare due persone... estranee, come due sorelle, o comunque parte della tua famiglia?" mi domandò alzando lo sguardo su di me. Rimasi qualche istante in silenzio cercando di valutare in che modo potessi risponderle. Optai per essere sincera. Alla fine mentire per farmi bella ai suoi occhi sarebbe valso a poco.
"In realtà no... ho delle... amiche... ma non mi è mai capitato di considerarle alla pari di mia sorella Alice!" ammisi
"Certo... questo perché tu hai lei... e hai anche Emmett... insomma... non sei... sola!" l'ultima parola fu quasi un grido di disperazione. Evitai di indagare troppo sul fatto che avesse così marcato quell'aspetto, per spostare l'attenzione su altro
"E queste due... amiche, le senti ancora?" domandai ingenuamente. Sospirò di nuovo, circondando la tazza fumante con entrambe le mani. Come se avesse bisogno del calore che emanava per trovare le parole giuste
"Sono quasi due anni che non ho loro notizie..." mi spiegò concentrata su qualche ricordo passato "Da un giorno all'altro si sono allontanate confessandomi apertamente che si erano semplicemente approfittate di me e dei benefici che la carta di credito di mio padre poteva offrire loro..."
"Che cosa intendi dire?" domandai confusa
"Non ti nascondo che il lavoro di mio padre frutta bene... o almeno era così a New York... anche qui continua a lavorare ma non certamente allo stesso ritmo... e loro due lo avevano capito. Avevano capito che frequentandomi avrebbero sicuramente potuto ottenere qualcosa da me. Qualche bel vestito, qualche regalo costoso, qualche pomeriggio al centro estetico. Furono proprio queste le loro parole... noi ti abbiamo usata perché l'unica cosa che saresti capace di dare agli altri sono i soldi di tuo padre." si fermò un attimo per sospirare, dopodiché rialzò lo sguardo e mi sorrise amaramente
"Sono sempre stata una ragazza generosa... molto generosa e quando questa caratteristica viene associata all'ingenuità è la fine. Avevo creduto, stupidamente, di aver finalmente trovato due persone sincere che mi volevano bene per quello che ero ed era per questo che le riempivo di attenzioni con quei regali e quei pomeriggi di benessere a sorpresa. A fingere erano bravissime ed io ancora più di loro nel credere che potessi davvero fidarmi."
"Mi... dispiace..." fu l'unica cosa che riuscii a dirle
"Anche a me!" e mi sorrise imbarazzata per afferrare la tazza bollente e berne un sorso. La guardai cercando di capire se il suo racconto era finito o meno. Dalla sua espressione sembrava aver aperto una ferita dolorosa. Quello che non capivo però era... perché lo aveva fatto con me?
"Senti Kristen... a me dispiace tanto per quello che ti è successo e per quello che queste due... amiche ti hanno fatto però... non capisco perché adesso tu lo stia raccontando proprio a me!" dissi sincera. Ero aperta ad ogni tipo di spiegazione se mai ce ne fosse stata una.
"É proprio qui che volevo arrivare..." affermò posando la tazza "Vedi Bella, non dico che quell'esperienza mi ha fatta cambiare, perché purtroppo dell'ingenuità e della eccessiva generosità non ci si libera tanto facilmente però... è come se avessi imparato con il tempo a riconoscere le persone... a capire chi di loro potesse davvero avere intenzioni buone e sincere nei miei confronti e chi invece no... e tu sei una di quelle...." e mi sorrise, di nuovo allegra
"Non capisco..."
"Tu sei una persona buona, Bella... sei sincera e generosa, proprio come me. Non mi prenderesti mai in giro e non mi frequenteresti mai soltanto per ottenere qualcosa di mio..." ammise serenamente. Mi si bloccò il cuore
"C-come fai a... esserne sicura?" domandai. Avevo il sospetto che quella conversazione fosse un'arma a doppio taglio. Che dietro quelle parole gentili ce ne fossero altre, celate, molto cattive e quasi di minaccia per quello che temevo avesse scoperto su me e Edward. Che lui avesse parlato? Che dopo la sera prima, dopo il nostro discorso sulla spiaggia, avesse ceduto e spiattellato tutto quanto a lei? Era probabile. Ecco perché adesso Kristen mi adulava in quel modo.
Quando il diavolo non può averti con i suoi mezzi, cerca in tutti i modi di corromperti...
"Lo leggo nei tuoi occhi!" esclamò "Tutto quello che pensi si manifesta come se i tuoi occhi fossero uno specchio... ed io riesco a leggerli perfettamente!"
"E... cosa... ehm... c'è scritto esattamente?" iniziavo a preoccuparmi seriamente. Era la stessa tecnica astuta che usava mio padre. Ci faceva credere che tutto andava bene, che magari era all'oscuro di qualche nostra mancanza, per poi attaccare spietato. Conoscevo l'atteggiamento e avevo paura che Kristen stesse facendo lo stesso con me.
"Te l'ho detto... che sei una persona buona, sincera e soprattutto che difficilmente tradiresti chi ti sta accanto e ti vuole bene e... io, Bella, te ne voglio tanto!" e sorrise ancora, quasi commossa.
Ok, break... qui mi sa che ho toppato alla grande...
"Dici sul serio?" domandai incredula. Lei, senza mostrare alcun segno di cedimento annuì
"Ma certo! Perché dovrei dirti una bugia? Te l'ho detto... sono una persona che si affeziona facilmente e velocemente e con te è successa la stessa cosa!"
"Sì ma... tu non puoi credere davvero che io non possa mai tradirti.. cioè.. io non ti conosco neppure, non... non c'è nessun legame che ci unisce e nessun... buon motivo che mi impedirebbe di voltarti le spalle!" spiegai, boccheggiando. Ero in difficoltà. Non sapevo se crederle, se stupirmi della sua assurda ingenua convinzione, se alzarmi e andare via indignata, se difendermi da un attacco ben mascherato, se... troppi se e pochi pensieri coerenti. E lei continuava a guardarmi come se avesse appena scoperto che nella sua cioccolata ci fosse stato un anello di diamanti
"E invece un motivo c'è..." mi fece tranquillamente afferrando di nuovo la mia mano e facendomi sussultare "Io mi fido di te!" e detto questo mi sorrise, nello stesso modo in cui, la sera della cena al ristorante thailandese, sorrideva a Edward. Era come se mettesse sia me che lui sullo stesso piano. Come se fosse convinta della nostra buona fede e si affidasse completamente a noi. Noi che l'avevamo presa in giro e che continuavamo a farlo anche in quel momento. Noi che fingevamo. Noi che, in fondo, l'avevamo già tradita.
Abbassai la testa, sentendo un peso gravarmi sulle spalle. Era il peso della coscienza? Era la consapevolezza di essere già nel torto che mi faceva stare così male? Ma perché? Io non avevo fatto niente. Io non avevo nulla da spartire con lei. Il colpevole era solo Edward. Era lui che aveva combinato tutto quel casino ed era lui che doveva risolverlo. E anche in fretta. E allora perché... perché mentre guardavo quella ragazza bruna, con il suo viso rallegrato e gli occhi scuri e vispi, non potevo che provare uno strano senso di malessere e sentirmi così sporca dentro? Io l'avevo tradita. Avevo tradito la sua fiducia ancor prima che lei mi confessasse di averne. Avevo dato per scontato che la colpevole del mio amore impossibile con Edward fosse lei e aveva ignorato tutto il resto.
Lei quel ragazzo lo amava davvero, e riponeva in lui tutta la fiducia di cui era capace. La stessa fiducia che adesso avevo anche io. Proprio io che... avevo baciato il suo ragazzo... proprio io che... tramavo ogni modo per conquistarlo... proprio io che... volevo approfittare di lei e di quella cioccolata per carpire informazioni... proprio io...
"Non la finisci?" mi chiese ad un certo punto indicando la mia tazza praticamente integra. Mi fermai a riflettere. Ne valeva davvero la pena? Valeva davvero la pena sporcarsi così tanto la coscienza per... qualcosa di inesistente?
D'altronde non mi è sembrato che lui fosse così tanto intenzionato a parlare con lei... dunque... no che non le vale la pena!...
"Sì... hai ragione..." e sforzandomi di sorridere afferrai la tazza e sorseggiai il liquido denso e marrone, dopodiché decisi di parlare "Sono contenta che tu mi... abbia detto queste cose... mi serviva proprio qualcuno che mi riscuotesse... quindi grazie!"
Lei, dopo un istante di smarrimento, mi sorrise serena e fece spallucce.
Sì, ne sono sempre più convinta... non ne vale affatto la pena!...

 

"Ecco qui... appena uscita dal forno!" esclamò Emmett avvicinandosi. Aveva tra le mani un cartone della pizza e mi aveva raggiunta in macchina, dove lo aspettavo e lo controllavo a vista. Eh sì, perché dovevo rendermi conto di dove andava altrimenti mi sarei agitata subito. Non amavo stare da sola, soprattutto di sera e in zone che non conoscevo. Finché c'era lui il problema non si presentava affatto. Non appena si allontanava, anche per poco, era una tragedia. Lo accolsi con un sorriso quasi emozionato che lo fece stranamente arrossire.
"Mi sei mancato!" affermai scendendo dalla macchina per abbracciarlo. Lui che con una mano teneva il cartone della pizza e con l'altra una busta con delle lattine, rimase leggermente spiazzato, visto che il suo cuore iniziò a battere più forte. Sorrisi ancora. Era bello sapere di avere un certo ascendente su di lui. Anche se mi dispiaceva imbarazzarlo così tanto. Non che a lui creasse problemi. Era così bello e benefico, soprattutto, sapere di poterlo abbracciare liberamente ogni volta che volevo. Anche quel semplice gesto mi riempiva il cuore. E lui non si tirava di certo indietro
"Non mi sono allontanato poi molto!" mormorò
"E io infatti ti ho tenuto d'occhio..." risposi tranquilla distaccandomi e sorridendogli. Ridacchiò appena per poi posare il cartone della pizza sul tetto della Jeep e recuperare le chiavi dal cruscotto
"Vieni..." mi fece segno di seguirlo dopo aver ripreso la pizza dalla macchina e si avviò verso il lato opposto della strada. Io gli tolsi la busta con le bibite dalla mano per stringergliela e lo seguii curiosa fino al piccolo parco semi-illuminato. C'erano numerosi tavolini di legno con delle panche. Sembravano un pò le attrezzature per il bosco. C'erano addirittura delle fontanelle e degli strani oggetti circolari che immaginai fossero dei piccoli grill.
Posò il cartone su un tavolo e mi fece sedere sulla panca, con le spalle alla pizza, per poi sedersi accanto a me a cavallo della panca
"Spero che il posto sia di suo gradimento, signorinella!" esclamò sorridendomi. Diedi un'occhiata attorno per poi sorridere a mia volta.
"Molto romantico, non c'è che dire!" risposi. Di romantico in effetti non aveva proprio nulla. Forse quel lampione solitario che ci osservava alla nostra destra poteva anche sembrare giusto per l'atmosfera ma per il resto... eravamo un pò troppo isolati forse e faceva sempre più freddo. Scoppiò a ridere aprendo il cartone della pizza
"Te l'hanno mai detto che le bugie non le sai proprio raccontare?" mi domandò porgendomi il cartone e un tovagliolino bianco. Ridacchiai anche io, afferrai un pezzo di pizza e iniziai a mangiarla in silenzio. Ancora non mi sembrava vero. Io ed Emmett stavamo assieme ormai e in qualsiasi modo avesse deciso di trascorrere quella serata, io l'avrei trovato ugualmente fantastico. Il semplice fatto di sapere che aveva pensato a me e a come passare del tempo insieme, mi riempiva il cuore di gioia. Sapere che ci fosse qualcuno che riservava un pensiero fisso per la sottoscritta era quasi irreale. Credevo che soltanto nei sogni o nei romanzi ci si potesse davvero sentire come mi stavo sentendo io. Le farfalle allo stomaco, il cuore sottosopra e la mente monopolizzata da un solo pensiero fisso: lui.
Sì... sono proprio innamorata pazza... perdutamente...
"Sai... questo un tempo... era il posto preferito di mia madre..." mi confessò qualche minuto dopo. Rimasi senza parole, con la pizza ancora a metà strada. Il suo sguardo si era fatto triste e la voce con cui aveva pronunciato quelle parole, mi risuonava malinconica. Come un flash mi tornò alla mente un pomeriggio passato insieme, uno dei tanti, il primo. Eravamo al supermercato. In fila alla cassa. E lui mi aveva fatto quella confessione. E anche in quell'occasione, nonostante non ci fossero state poi così tante parole a parlare di noi, aveva assunto quell'espressione. Il vuoto assoluto ad attraversargli gli occhi e una serie di immagini del passato a ferirgli l'anima. Lo vedevo anche standomene semplicemente seduta accanto a lui. Non era affatto un ricordo piacevole. Forse troppo fresco, forse troppo difficile da dimenticare.
"Emmett... posso... ehm..." mi morsi il labbro, maledicendo la mia assurda curiosità "Posso... sapere come..."
"Come è morta?" completò lui la frase per me, alzando lo sguardo ed inchiodandolo al mio. Non ebbi neppure la forza di rispondere. Quegli occhi. Quelli che si distinguevano per l'allegria e la tenacia, erano completamente spenti. Mi misero addosso una tristezza inspiegabile. Annuii inerme
Lui sospirò profondamente, tanto a lungo, da farmi quasi convincere del fatto che non me ne avrebbe mai parlato.
Non puoi davvero aver creduto che adesso si sarebbe messo a raccontarti tutti i fatti suoi... state insieme da 24 ore.. non è poi molto...
"Un incidente... due anni fa..." mormorò. Dovetti avvicinarmi di più per non perdere nulla di quello che stava faticosamente confessando "Stava tornando da Seattle... era andata per fare visita ad una sua vecchia zia... era sola, più o meno verso le due di notte..." si concentrò su un punto impreciso, come se volesse scegliere le parole giuste. Le più accurate per me e quelle meno dolorose per lui. Con un gesto involontario gli afferrai la mano e gliela strinsi. E lui di riflesso strinse la mia
"Un ragazzo, giovane e... completamente ubriaco, è andato a sbattere violentemente contro l'auto in cui c'era lei e l'ha fatta finire fuori strada... la macchina si è rigirata su sè stessa una decina di volte per poi..." si bloccò un secondo stringendo di più la mia mano. Il mio cuore procedeva sfrenato nel petto. Dire che ero senza parole era poco. Perfino il fiato per sperare di parlare era andato via. Ma un minimo di lucidità per pregare in tutte le lingue che non fosse affatto come io stavo temendo, ancora mi era rimasta. Peccato che valse a poco
"Prendere fuoco... e esplodere qualche minuto dopo!" terminò in un sussurro. Mi sentii improvvisamente debole. Debole e inutile allo stesso tempo. E lui era così fragile in quel momento. Sentii gli occhi umidi e le prime lacrime lasciarli indisturbate e silenziose
"Quando ci siamo svegliati, quella mattina lei ancora non era tornata, però... mio padre era convinto che fosse rimasta a dormire un'altra notte dalla zia, come faceva sempre... per questo non ci siamo preoccupati poi tanto... e siamo andati a scuola come ogni mattina! Poi il preside ci diede la notizia... nostro padre non era stato neanche capace di venirci a chiamare. Aveva preferito mandarlo a dire da qualcun altro...." e fece un verso quasi di rabbia. Mi sembrava quasi assurdo che nel bel mezzo di un racconto così traumatico avesse la forza di arrabbiarsi per una mancanza del padre. Magari non aveva avuto il coraggio di avvertire i figli. In fondo era di una tragedia che si stava parlando e lui... aveva appena perso la donna della sua vita... sua moglie. Eppure quello sguardo, quella rabbia che gli si leggeva negli occhi, mi suggeriva che c'era dell'altro. Qualcosa di molto più grande.
"Non dire così... lui ha... voluto... proteggervi!" cercai di dire
"Proteggerci?" sbottò lui incredulo per poi schioccare la lingua nervosamente "L'unica cosa che dovrebbe fare per proteggerci davvero, sarebbe andarsene di casa una volta per tutte!" non seppi se fui più colpita dalle sue parole o dal tono amaro e velenoso con cui le pronunciò. Quello non era il mio Emmett. Il gigante buono che si imbarazzava davanti ad un abbraccio o a un sorriso. E più lo osservavo, più ascoltavo le sue parole e più mi convincevo che dietro quel suo modo di essere ci fosse dell'altro. Un passato nascosto, un presente scomodo.
Proprio come il mio...
Per tutte quelle ragioni cercai di capirlo, di non farmi venire strane idee e rimasi in attesa della sua spiegazione
"Che cosa intendi dire?" domandai, avvicinandomi di più a lui. Si girò a guardarmi e mi studiò per un lungo istante. Dopodiché sospirò e disse, quasi in un sussurro
"Niente... lascia perdere..."
Eh no... arrivati a questo punto non lascio perdere proprio niente...
Gli afferrai la testa, costringendolo a girarsi verso di me e gli parlai diretta e sicura
"Emmett... non dirmi di lasciar perdere quando si vede benissimo che si tratta di una questione importante... e anche se è della tua vita e del tuo privato che stiamo parlando, prima potevo anche dire che la cosa non mi riguardava, che dovevo farmi gli affari miei ma adesso.. adesso non posso più... stiamo insieme e ogni cosa che ti appartiene, che fa parte della tua vita, voglio che diventi mia..." durante tutto il mio discorso non avevo abbandonato mai i suoi occhi. Mi osservava colpito e leggermente scosso. Non seppi se lo fosse di più per colpa delle mie parole o di quello che sapeva dovermi dire ancora. Sospirò di nuovo mentre la mia presa sulle sue guance si affievoliva fino a diventare una lieve carezza.
"Tu non ti rendi conto in che grande pasticcio entreresti..." sussurrò concentrato e frustrato. E quelle sue parole non facevano che convincermi sempre di più
"Se ci sei anche tu in questo... pasticcio... bene, ci devo entrare per forza!" esclamai e sorrisi, dolcemente, senza alcun tipo di divertimento. Sorrise appena anche lui. Beh, almeno stava iniziando a calmarsi. Mi afferrò le mani e se le portò al petto, all'altezza del cuore. Erano così calde le sue. Era benefico in ogni parte del corpo. Sguardo compreso.
"Ti chiedo solo una cosa, Rose... qualsiasi... qualsiasi cosa tu ascolterai stasera... tu... mi devi promettere di non dirla a nessuno..."
"Ma..." cercai di dire, confusa
"A nessuno, Rose!" ribadì chiaramente "Neanche ai tuoi fratelli o peggio ancora... a Bella e Alice..." si rabbuiò di nuovo per poi mormorare "Se loro sapessero che sono qui a raccontarti tutto..." ma si fermò. Non seppi cosa sarebbe successo se le sue sorelle avessero scoperto che io sapevo... ma poi... sapere cosa?
"D'accordo... te lo prometto... qualsiasi cosa mi dirai... la terrò per me!" risposi
"É davvero importante che tu lo faccia... non lo dico tanto per dire... per farti custodire un segreto qualunque... è di tutta la mia vita che stiamo parlando!"
I suoi occhi... così intensi e lucidi...
"Qualsiasi cosa, Emmett..." ribadii rapita "Hai la mia parola!"
Mi guardò attentamente, forse stava cercando di capire quanto affidabile fossi. Non volevo deluderlo e per quanto la situazione che mi aveva presentato mi spaventasse e preoccupasse assieme, volevo ascoltarlo e fare di tutto per mantenere la parola data.
Prese aria per un lunghissimo secondo per poi parlare
"C'è... una situazione un pò particolare a casa mia... soprattutto da quando mia madre... non c'è più! Quando era viva, perlomeno, potevamo contare sulla sua presenza, e sulla sua totale protezione. Era come se, quando c'era lei, quello che gravava sulle nostre teste, si affievolisse fino a diventare nullo. Era più facile restare in quella casa, cenare la sera, parlare a tavola, guardare la televisione... tutto più facile quando in casa c'era lei!" raccontò, rendendomi partecipe di un suo ricordo lontano
"E da allora... che cosa è cambiato?" domandai
"Tutto quanto..." mormorò "Soprattutto perché ormai ha la possibilità di dettare regole su ogni cosa possa riguardarci..." lo guardai confusa
"Emm... di chi stai..."
"Mio padre... è lui il nostro problema... la ragione che mi porta a stare così male..." confessò allora "Lui e la sua arroganza. Lui e quel suo modo di fare da dittatore supremo. Lui e le sue regole. Lui e... quella sua espressione cattiva e spregevole che ogni volta ci riserva..." si prese una pausa per poi guardarmi di nuovo e sussurrare "Delle volte soffro di più, non tanto per la morte di mia madre... quanto per il fatto che l'unica figura di riferimento che ci è rimasta al mondo ormai sia proprio lui!" aveva ricominciato a sprigionare odio e rabbia sia dalle parole che dagli occhi. Ed io non potevo credere che stesse dicendo sul serio. Che davvero suo padre fosse così come lui lo stava dipingendo. Eppure... che motivo avrebbe mai avuto per mentire? Che bisogno c'era di farlo? Per farsi bello ai miei occhi? Per cercare la mia compassione? No, non credevo affatto.
La sua rabbia c'era, era perfettamente tangibile
"Emmett, io però... non capisco... cosa intendi tu per... arroganza... regole... o cattiveria..." ero confusa, non sapevo dove mettere le mani "Può capitare che magari si abbia un genitore un pò più... severo rispetto al normale, ma addirittura paragonalo ad un dittatore, mi sembra un pò..."
"Esagerato?" intervenne accalorato, rubandomi le parole di bocca "Credimi, Rose, non sto affatto esagerando, anzi... ci sono andato fin troppo cauto con le parole, perchè un uomo così non merita tanta diplomazia!" non mi piaceva vederlo così, nervoso e frustrato. Mi sembrava una persona diversa, eppure una persona che apparteneva comunque al mio Emmett. Nonostante quello mi faceva rabbia. Provavo rabbia nel non riuscire a capire di cosa stesse parlando, da cosa dipendesse tutto quel rancore nei confronti del padre, di suo padre. Un genitore. E mi rifiutavo di credere che si trattasse di semplice ripudio per una ribellione adolescenziale. Vi era fin troppa convinzione nella sue parole e per di più Emmett non mi sembrava proprio il tipo.
"Ma cosa, Emmett... cosa ti ha mai fatto di male tuo padre... il sangue del tuo sangue, per farti parlare così?" chiesi allora esasperata
"Non ha mai fatto il padre, ecco cosa ha fatto!" sbottò allora "Non si è mai comportato da genitore, neanche lontanamente... non si è mai preoccupato di noi, di quello che pensassimo, di quello avessimo bisogno e adesso che non ha più una moglie che lo rimprovera, che gli da addosso per la sua inesistente presenza al nostro fianco, può prendersi tutte le libertà che vuole con noi, inclusa quella di schiavizzarci a suo piacimento!"
Spalancai gli occhi, colpita. Schiavizzare? Come poteva essere serio? Come poteva parlare di suo padre e utilizzare quel verbo così... vergognoso? Come poteva un padre... schiavizzare un figlio.
"Tu sei... sicuro di quello che dici?" domandai incredula
"Più che sicuro... sono diciannove anni che lo conosco e da allora non è mai cambiato, e dubito potrà farlo in futuro!" mormorò amareggiato. Quella sua espressione non poteva che demoralizzare anche me ma... dovevo capire. Quella storia aveva parecchi punti oscuri e io avevo bisogno di capirli tutti per poter provare a capire lui.
"Emmett... posso sapere cosa intendi tu per... schiavizzare?" alzò lo sguardo verso di me e mi fissò intensamente fino a farmi arrossire. Poteva uno sguardo essere più coinvolgente ed emotivamente attraente?
Fece un verso strano, una specie di sbuffo amaro, quasi un sorriso
"Per spiegartelo dovrei farti vedere tutti i lividi che Bella ed Alice si portano addosso!" sgranai ancora di più gli occhi, fino quasi a sentire dolore. Un brivido in quell'istante mi fece raggelare e ritirai inconsapevolmente la mano stretta tra le sue. La sua reazione fu immediata: il suo sguardo saettò nel mio spaventato per quel mio gesto improvviso e mi scrutò apprensivo
"Rose..." cercò di dire in un tono strano
"Che cosa stai dicendo?" domandai in uno strano impeto di ribrezzo. Mi stava prendendo in giro, certo. Adesso ne ero sicura
"Rosalie, calmati, per favore..."
"No, io non mi calmo... tu non ti rendi conto di quello che dici... è impossibile che.. che un genitore possa... anche solo... pensare di..." non ragionavo più. Le cose che mi aveva detto mi avevano provocato una reazione esagerata e inspiegabile ma... non sapevo cosa fare. Era più forte di me. Pensare che un padre, che mio padre ad esempio potesse mettermi le mani addosso...
No, non è vero... un genitore porta fiducia, porta amore... protezione... non potrebbe mai far del male al proprio figlio...
Mi ritrovai inspiegabilmente a piangere e singhiozzare, stranamente disgustata da qualcosa. E senza neanche accorgermene o provare a fermarle, le braccia forti di Emmett mi avvolsero, stringendomi contro il suo corpo caldo. Nascosi la faccia nel suo cappotto, cercando invano di reprimere i singhiozzi. L'avevo detto che c'era qualcosa di sbagliato in me e ne stavo dando una nuova dimostrazione, comportandomi in quel modo assurdo e quasi infantile. Da semplice ascoltatrice mi ero come al solito dimostrata protagonista e la cosa, se possibile, mi sconvolgeva di più delle parole di Emmett. Potevo essere più egoista? Potevo dimostrare, per una volta, un minimo di rispetto in più verso una persona a cui volevo bene? Era necessario diventare per forza il centro di gravità della discussione?
La stretta di Emmett si fece più forte e mi ritrovai quasi in braccio a lui, che mi attirava a sé impercettibilmente. Ma la cosa non mi infastidiva per niente.
Anzi...
"Lo sapevo... non avrei dovuto dirti queste cose... dovevo tenerle per me..." esclamò frustrato e arrabbiato con se stesso "Mi dispiace!" mormorò in un sospiro per poi lasciarmi un bacio sulla testa. Strinsi la stoffa del cappotto tra le mani e mi diedi per l'ennesima volta della stupida.
Tu hai la capacità di rovinarle le persone, Rosalie... dovresti vergognarti!...
Ed io mi vergognavo, infatti. Mi vergognavo profondamente. 

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Capitolo 36
*** Dieci minuti ***


cap 36 Buongiorno a tutti... come promesso questa volta, senza troppe scuse, ho anticipato la pubblicazione, uno perché mi ero stancata di farvi aspettare troppo e due perchè il capitolo è venuto fuori praticamente da solo ed è stato fin troppo facile scriverlo. Come vi accennavo sarà particolare per una delle coppie della storia poi a voi starà giudicare che rilevanza possa avere davvero... ^^ quello che posso dirvi (un consiglio più che altro!) tenete sempre a mente il sogno di Jasper del capitolo 34... è importantissimo!!! Bene detto questo, vi saluto sperando che il capitoletto qui sotto sia di vostro gradimento. Le risposte alle recensioni sono già sotto i vostri scorsi commenti (che bella qst funzione che hanno messo sul sito... è proprio comoda ^^) un besos ;)


 
Sette e mezza di sera e io ero ancora in quella camera, di una casa a me sconosciuta fino a quel momento, con un gran mal di testa ed una stranissima sensazione nel petto, all'altezza del cuore.
Feci un lungo sospiro guardandomi attorno in cerca di qualcosa che fosse fuori posto o che mi facesse di nuovo ridere a crepapelle come era successo poco prima, ma non trovai nulla: tutto era in perfetto ordine - un perfettissimo e rigorosissimo ordine - e ogni oggetto si amalgamava perfettamente con il resto della stanza. Perfino tutte quelle tartarughe colorate: piccole, grandi, rosse, gialle, buffe, intagliate nel legno... Ognuna diversa dall'altra eppure così carine nel loro essere stranamente uguali.

Ad un tratto, mentre ero impegnato nella contemplazione di una bella fotografia appesa al muro in cui la piccola Alice sorrideva dal bordo di una piscina, mi accorsi di un quaderno bianco, bello doppio e stranamente fuori posto rispetto al resto dei libri, perfettamente ordinati negli scaffali. Quello che, però, attirò più di ogni altra cosa, la mia attenzione e curiosità, fu la scritta che, una mano leggera e delicata, aveva apportato sulla copertina: "Alice in Wonderland".
Sorrisi, divertito dal fatto che, perfino lei facesse dell'ironia su se stessa e, spinto da un'inspiegabile e morbosa curiosità, lo afferrai. Era pesante, conteneva parecchi fogli e a giudicare da come era consumata la copertina, doveva avere anche parecchi anni. Dopo un'ultima analisi all'esterno, lo aprii, sempre più curioso e scoprii che non si trattava affatto di un quaderno qualsiasi: era una sorta di blocco bianco, senza righe né quadrati se non la filigrana interamente bianca. Ma la cosa che mi colpì di più, fu senza dubbio quello che trovai all'interno; era un disegno, un bellissimo disegno realizzato interamente con la matita, di un folletto con un buffo cappello con tanto di pallina all'estremità. Era un chiaroscuro eccezionale, degno di competere con quelli dei grandi artisti. Estasiato da tanta meraviglia andai avanti con le pagine, trovando su ognuna di esse un soggetto diverso, ma ugualmente preciso, nitido e meravigliosamente realizzato. Ce ne erano tantissimi, forse centinaia di ogni tipo, tutti immancabilmente datati... Personaggi buffi e inventati, paesaggi, città, animali, composizioni floreali, ritratti. E fu proprio tra questi che riconobbi un paio di visi di Bella ed Emmett fare capolino tra le pagine. Ad ogni nuovo disegno rimanevo sempre più incantato, quasi fosse una magia. La mano che li aveva realizzati era ferma e decisa ma incredibilmente delicata sui particolari importanti che poi avrebbero dato profondità e sentimento al disegno.
Arrivai alle ultime pagine quasi senza rendermene conto. Ero troppo preso dall'intensità di quelle opere per accorgermi di ciò che avevo davanti e che mi scrutava candidamente dalla pagina: era l'ultimo disegno del blocco, senza dubbio il più bello, le linee nere risultavano sul foglio bianco come piccoli diamanti nella sabbia e i tratti erano così netti e marcati da creare quasi uno spazio tangibile tra ogni parte del disegno. Ad osservare meglio il foglio mi si bloccò il cuore. Quello che avevo davanti agli occhi in quel momento, quel bellissimo disegno datato solo tre giorni prima, raffigurava un magnifico angelo, con le sue ali immense, l'espressione pacata e due incantevoli occhi quasi luminosi. Ma la cosa che mi colpì di più fu senza dubbio la somiglianza con il sottoscritto. Se me lo avessero raccontato avrei faticato a crederci. Eppure era così, l'avevo davanti agli occhi e non potevo negare l'evidenza. Quell'angelo perfettamente disegnato aveva proprio la mia faccia, o forse era la mia faccia ad avere un corpo da angelo.
Rimasi a fissarlo incantato, completamente rapito. Davvero io davo di me stesso quell'impressione? Davvero gli altri riuscivano a scorgere in me quella sfaccettatura, così particolare? Io ero un angelo? Potevo essere paragonato a una creatura così perfetta? Proprio io, che ero in assoluto la persona più imperfetta del mondo?
Sentii il cuore partirmi nel petto senza alcun motivo valido, procedere accelerato, senza controllo.
Già prima mi sentivo accaldato, senza aver visto questo disegno... adesso sono davvero da ricovero...
"Si può sapere dove hai parcheggiato? Non sono riuscita a vedere la macchina dalla cucina!" esordì Alice rientrando in camera, dove mi aveva lasciato solo dieci minuti prima, per andare a chiamare Bella che era fuori per commissioni. Vedendomi in piedi, accanto alla scrivania, con in mano quel blocco, si pietrificò sulla soglia della porta, spalancando occhi e bocca. Ecco, avevo fatto l'ennesima cazzata.
Ma quando imparerò a farmi i cazzi miei?...
La vidi arrossire e chiudere la porta, senza mai abbandonare il contatto con i miei occhi. Ci guardammo per attimi che parvero interminabili. Senza aprire bocca. Probabilmente senza neppure respirare. Alla fine, soltanto la mia voce, quasi in lontananza parve svegliare entrambi
"Non sapevo fossi così brava a disegnare..." ammisi con una sincerità tale che quasi me ne vergognai. Lei spostò lo sguardo sul blocco, torturandosi un labbro, dopodiché venne verso di me, mi sfilò il quaderno dalle mani e lo chiuse con un tonfo secco
"Non mi sembrava di averti dato il permesso di mettere le mani nella mia roba!" sbottò fulminandomi
"E infatti non ho messo le mani nella tua roba... era sulla scrivania!" mi giustificai stupidamente
"E questo giustamente ti autorizza a curiosare?" mi sfidò seccata
Mmm... direi di no...
"Se fosse stata una cosa privata, ti saresti guardata bene dal conservarla, prima di lasciarmi solo qui dentro!" attaccare e negare spudoratamente. Questo è il segreto!
"Forse ho ingenuamente creduto che tu fossi una persona educata... ma come ho già avuto modo di capire, tua madre si è dimenticata di insegnarti i fondamenti della disciplina!" quando si arrabbiava, arricciava il naso in una buffa espressione talmente tanto tenera da farmi uno strano effetto. Mi sarebbe venuta voglia di sorridere ma di certo, per la piega che stava assumendo la discussione, lei lo avrebbe preso per una presa in giro. Quindi, meglio evitare.
"Io non capisco, scricciolo... perché io e te non riusciamo mai ad avere un discorso normale... uno dei due deve necessariamente attaccare l'altro prima o poi!" esclamai tornando a sedermi sul letto, dato che la testa mi girava all'impazzata
"Di certo non è colpa mia..." si difese lei, appoggiandosi con la schiena alla scrivania "Mi fai saltare i nervi delle volte... anzi.. rettifico... sempre!". Portai le mani ai lati della testa, per massaggiarmi le tempie. Mi sentivo malissimo. Alternavo momenti di perfetta lucidità ad altri di malessere completo. Avevo voglia di stendermi al caldo, chiudere gli occhi e magari sperare che la spiaggia del mio ultimo sogno tornasse a farmi compagnia e con essa anche lei... quella ragazza.
Alzai lo sguardo verso Alice che arrossì nuovamente. Era lei la ragazza del sogno?
"Credo proprio che io e te abbiamo iniziato il nostro rapporto con il piede sbagliato..." esclamai in un attimo di lucidità
"Adesso che mi ci fai pensare in effetti qualcosa di sbagliato c'è stato... mmm.." finse di pensarci per poi sorridere, sarcastica "Ah sì... la prima volta che ci siamo visti, qualcuno si è divertito a prendersi gioco della mia altezza... ti ricorda qualcosa, Cullen?"
Ok... ammetto di non essere tanto normale a volte... anzi.. rettifico... sempre!...
Sospirai. Com'era difficile cercare di ragionare seriamente mentre un mal di testa da record minacciava la mia sanità mentale. Il fatto che stesse iniziando a venirmi la nausea poi, completò l'opera.
"E se ti chiedessi scusa?" domandai a bruciapelo, alzando di nuovo gli occhi verso di lei. Spiazzata dalla mia richiesta, arrossì ancora, più visibilmente "Se ti chiedessi scusa per tutto... per quello che ti ho detto quella mattina... per tutte le provocazioni, le frecciatine, le prese in giro... anche per quel nomignolo... se ti chiedessi scusa una volta per tutte..." deglutii a fatica per poi chiedere in un sussurro "Credi che il nostro rapporto potrebbe prendere una piega diversa?"
Dio mio che fatica che mi costava parlare. Non tanto per quello che le stavo dicendo. Forse la poca lucidità mi stava facendo spiattellare cose di cui, sicuramente mi sarei pentito in seguito ma di cui comunque ero convinto. Più che altro trovavo difficoltà a parlare per via del dolore fisico che mi costava. Il mal di gola. Il pulsare delle tempie. E in ultimo anche la nausea.
Peggio di così... c'è solo la morte...
"Perché..." mormorò lei, catturando la mia attenzione "Cosa cambierebbe? A che scopo? Quale piega vorresti che prendesse?" mi domandò, in un misto tra lo stupore e la rabbia. Poggiai di nuovo la testa tra le mani. Non ce la facevo più. Stavo chiedendo
troppo al mio fisico e alla mia mente e perfino io, che di solito non mi facevo mettere i piedi in testa da niente, mi stavo piegando alla debolezza e al dolore.
"Ehi... cos'hai?... ti senti male?" sentii la sua voce provenire da lontano. Era normale che mi fischiassero anche le orecchie? Forse era solo un'illusione. Stavo iniziando ad uscire di senno, i segni della febbre alta.
"Jasper... mi senti?" lo voce si fece sempre più vicina tanto che, perfino un malato terminale si sarebbe reso conto che Alice si era spostata e seduta al mio fianco. Sentii qualcosa di fresco posarsi sulla fronte e fu quasi un sollievo per i sensi. Non avrei voluto che il contatto cessasse ma non riuscii ad aprire bocca. Subii in assoluto silenzio
"Jasper sei bollente... hai ancora la febbre alta, dannazione..." era agitata o era la mia impressione? "Devi stare al caldo, sotto le coperte... fuori ci saranno cinque gradi... tu rischi di farti venire un collasso così!" sì, era decisamente preoccupata. La forza per sorridere ce l'avevo ancora ma durò per un attimo. Un'altra fitta alla tempia bloccò ogni mia intenzione. Eppure... sentivo uno strano calore, non dovuto alla malattia, all'altezza dello stomaco. Non era fame, né nausea. Era... piacevole.
Con una naturalezza che non avrei mai pensato di possedere in una situazione del genere, abbandonai l'appoggio delle mani, per poggiarmi delicatamente sulla sua spalla. Sussultò visibilmente tanto che pensai che mi avrebbe scacciato in malo modo, febbre o no. Ma non fece nulla. Rimasi ferma, immobile, paralizzata. Smise per qualche secondo di respirare per poi riprendere lentamente, con cautela. Chiusi gli occhi sospirando. Stavo comodo nonostante l'altezza fosse un problema anche da seduti. Eppure... era come se quella spalla fosse il posto perfetto per la mia testa dolorante.
Anche se, sono convinto che, stando bene avrei gradito allo stesso modo...
"Jasper... cosa stai facendo?" mi domandò nervosa.
Non lo so proprio cosa sto facendo... so solo che così sto meglio...
"Posso chiederti un favore Alice?" bisbigliai con la gola in fiamme. Trattenne ancora il respiro, per pochi secondi
"Dimmi!"
"Mi concedi dieci minuti?" chiesi allora, crogiolandomi del suo profumo che mi arrivava ad ondate regolari
"Dieci... minuti?... Per fare cosa?" era spaesata, di certo una situazione del genere non l'aveva mai vissuta. Perfino il suo carattere pronto a tutto aveva avuto qualche cedimento.
"Dieci minuti... soltanto dieci minuti..." mormorai ancora. Era come se, facendo affidamento sulla sua spalla, mi liberassi di un peso che mi portavo addosso fino al momento prima. E a giudicare da come mi sentivo, doveva essere un peso bello grosso. Lei non disse niente. Si limitò a sospirare e rilassarsi sotto il mio peso. Di certo non faceva bene neanche a lei starsene fuori dalle coperte, con il freddo che c'era, ancora convalescente, con un microbo formato gigante arpionato alla spalla. Ma non sembrò curarsene. Rimase ferma, senza aprire bocca.
Allora era vero. Due come noi potevano andare d'accordo. Potevano capirsi senza neanche parlare. Bastava solo che entrambi mettessero l'orgoglio da parte per permettere all'altro di capire e reagire di conseguenza. Forse in un altro momento, in perfette condizioni fisiche - e mentali - nessuno dei due si sarebbe sognato di mettersi in una situazione del genere. Io non mi sarei fatto prendere in contropiede dalla febbre alta, abbandonandomi alla stanchezza e lei - cosa più probabile - non mi avrebbe mai permesso di azzerare in questo modo il limite che ci separava ogni volta. Anzi, a dirla tutta, non avrebbe permesso neanche che io salissi in camera sua. Mi avrebbe lasciato accanto a quell'albero, sigillando la finestra con la paura che mi ci arrampicassi sopra.
Lo vedi che anche quando sembri un vegetale, un discorso serio lo riesci a fare, Jazz?...
Trascorsero parecchi minuti, sicuramente più di dieci. E nessuno dei due parve avere la minima intenzione di spostarsi. Ad un tratto, però, qualcosa cambiò. Mi sentii afferrare per le spalle e scendere di qualche centimetro, fino a fermarmi su qualcosa di più morbido della spalla, ma ugualmente comodo. Aprii appena gli occhi, per ritrovarmi davanti la stessa camera di poco prima, ma vista in una visuale differente. Mi ci vollero parecchi minuti per capire cosa fosse mai successo: non so come, Alice era riuscita a farmi scendere lentamente fino a poggiare la testa sulle sue gambe. Non ci potevo credere. Forse ero così stanco da iniziare a sognare. Forse la febbre continuava a lanciarmi strani segnali immaginari. O forse ero semplicemente svenuto.
Allungai una mano verso l'alto, per accertarmi che la situazione che avevo descritto fosse reale e non dettata da strani sintomi febbrili, e quasi subito trovai la sua guancia calda. Sì, avevo ragione. E mai, come in quell'occasione, avere ragione mi costava tanto. Era una situazione che mi metteva stranamente a disagio. Forse, e dico forse, perché non ero io che l'avevo richiesta. Forse non era una cosa partita da me. Mi aveva colto alla sprovvista e la cosa, mi faceva quello strano effetto. Nonostante questo, mi sentii leggero. Stavo bene, rilassato. Sentivo che volevo stare lì, in quella posizione, a contatto con le sue gambe.
Due come noi possono andare d'accordo...
Come prima, non disse niente, nemmeno quando le sfiorai la guancia con la mano. Rimase ferma, quasi subendo quel gesto, e forse in attesa che il solito Jasper idiota sparasse qualche battuta inutile, mettendola come sempre in imbarazzo e sulla difensiva. Ma si sbagliava. In quel momento non avrei mai fatto una cosa del genere. Dopo aver accantonato l'orgoglio, la seconda mossa era abbandonarsi all'istinto che, in quel momento, mi suggeriva di rimanere fermo lì, coccolato ancora da quel profumo e dal calore che un corpo come il suo riusciva a regalarmi. E in quel momento sentii di avere bisogno di entrambi.
Ritirai la mano più che altro perché mi sentivo davvero a pezzi e avrei rischiato di farmi venire uno strappo muscolare in quella posizione innaturale. Mi sistemai meglio, fino a trovare il punto più comodo, chiusi gli occhi e sospirai. Sì, di meglio non potevo chiedere.
Ti sbagli, Jazz... il meglio esiste sempre...
Il colpo di grazia mi arrivò quando avvertii qualcosa sfiorarmi i capelli. In un primo momento pensai ad una mosca, tanto che mi preparai a scacciarla via, dato che infastidiva il mio momento di pace. Poi, dato che il tocco si fece sempre più costante, capii di cosa si trattasse: erano le mani di Alice che, immerse nei miei capelli, mi stavano accarezzando. Ok, se prima faticavo a ragionare, in quel momento avrei firmato un assegno in bianco al primo barbone di passaggio se si fosse presentata l'occasione. Dio, che goduria.
Tralasciando il piccolissimo particolare che io amassi in maniera spudorata chiunque, umano e non, mi accarezzasse i capelli, visto che avrebbe avuto il potere di rilassarmi, se a farlo era lei, con quelle mani piccole e delicate, ero fritto. Dovetti ringraziare la febbre che sembrava placarmi perfino gli ormoni, altrimenti ci avrei messo meno di dieci secondi ad abbandonare quel giaciglio comodo e avventarmi su di lei. Non che non avessi una voglia matta di farlo - soprattutto grazie alle sue meravigliose mani - ma, non avevo la forza per parlare, figuriamoci per altro.
Ero così facile da capire? Davvero qualsiasi persona avrebbe capito così in fretta cosa mi avrebbe fatto piacere e cosa no? O forse era lei a riuscirci? Forse era semplicemente lei, il mio scricciolo, ad avere la facoltà di conoscermi pur senza essersi mai posta il problema di farlo sul serio. Certe cose si sentono a pelle e seguire l'istinto, poi, mette la ciliegina sulla torta.
Sorrisi beatamente, sentendomi stranamente in pace con il mondo, ignorando bellamente mal di testa e compagnia. Quale mal di testa? Quale mal di gola? Quale nausea? Io dovevo preoccuparmi solo di Alice, del suo calore, del suo profumo e soprattutto delle sue mani che avevano uno strano effetto su di me. Erano un mix esplosivo che difficilmente avrei trovato altrove, neanche in tutte quelle ragazze con cui ero solito "divertirmi". Non sarebbe bastato un intero vocabolario tecnico per spiegare come mi sentivo in quel momento.
Possibile che io mi senta... al sicuro con lei?...
Al sicuro? Io? Io non ero mai stato al sicuro da niente, né tanto meno, avevo mai cercato un rifugio in qualcuno, neanche da piccolo. Non ne avevo mai avuto bisogno, soprattutto perché erano gli altri a vedermi come un rifugio, quindi, forte di questa convinzione, non avevo mai ritenuto necessario cercarne uno per me. Eppure, in quel momento, mi parve di aver fatto la cazzata più grande di tutte nell'essere così convinto di una cosa tanto stupida. Io ne avevo bisogno eccome. O forse, non era di un rifugio qualsiasi che avevo bisogno...
É lei... lei... il mio rifugio dal mondo...
E, coccolato da questa nuova scoperta, mi abbandonai definitivamente alla stanchezza, sperando di ritrovare, anche nei sogni, la stessa accoglienza.

 

Si era addormentato. Lo avevo intuito dal respiro che si era regolarizzato e dal fatto che si fosse completamente rilassato sulle mie gambe. Ma si poteva essere più idioti di lui? Con la febbre alta e l'inverno inoltrato, aveva lasciato casa per venire a fare lo splendido da me e quello era il risultato. Scottava, tanto, e potevo soltanto immaginare quanto male potesse stare. Per un momento, quando aveva smesso di parlare, mi ero fatta prendere dal panico più nero. Mi ero spaventata, soprattutto perché per la prima volta da quando lo conoscevo, sapevo che non stava affatto scherzando. Se sembrava che stesse così male era vero. Non si può fingere fino a questo punto. Poi gli occhi rossi e la fronte bollente avevano confermato il mio sospetto.
La cosa che mi aveva colpita più di tutto, però, era la tenerezza che mi aveva fatto, vedendolo in quelle condizioni: così indifeso, così esposto al mondo. E soprattutto in quel momento. In lui non c'era la minima traccia del solito Jasper sbruffone che ero abituata a conoscere e neppure quel suo aspetto indagatore che mi aveva mostrato la sera prima era presente. Era proprio un altro aspetto, un aspetto quasi "infantile". Si era accoccolato sulla mia spalla come se la cosa fosse in assoluto la più normale del mondo e si era lasciato andare ad un lungo sospiro che mi aveva provocato non pochi brividi lungo la schiena. Il primo istinto era stato quello di gridargli contro gli insulti più fantasiosi ed elaborati che riuscissi a trovare, insomma, calare la solita maschera da bimba acida. Poi, però, una vocina mi aveva bloccata. Mi aveva fatto notare che, nelle condizioni in cui si trovava, il suo gesto non sarebbe mai potuto diventare a doppio fine. Non c'era malizia dietro quell'avvicinamento, solo la necessità di un appoggio, una spalla su cui trovare riposo. E così era stato. Ero rimasta immobile, senza quasi respirare, finché, passati anche i dieci minuti che lui stesso mi aveva chiesto, qualcosa cambiò. Sentii una strana stretta allo stomaco, soltanto perché avevo finalmente realizzato cosa stava succedendo: Jasper, il bellissimo Jasper, l'angelo diabolico di ogni mio singolo pensiero - puro e non - era nella mia camera, sul mio letto, a pochissimi centimetri da me e profumava di buono. Respirai a pieni polmoni quell'aria nuova e stranamente mi venne voglia di sorridere. Possibile che in sua presenza non riuscissi mai ad essere coerente con me stessa? Non dico di esserlo mai stata, ma arrivare a contraddirsi più di una volta, nella stessa serata era un record perfino per me.
L'effetto del profumo di questo ragazzo...
Lo avevo afferrato per le spalle e, senza un particolare sforzo, lo avevo poggiato sulle mie gambe. Non sapevo spiegarmi cosa stessi facendo né tanto meno il perché, ma per una volta volevo mandare al diavolo tutto, perfino la coscienza che continuava ad urlarmi che prima o poi quel bel ragazzo accucciato sulle mie gambe mi avrebbe fatto scontare quell'attimo di debolezza e allora, non solo mi sarei dovuta sotterrare, ma avrei ricevuto l'ennesima botta tra capo e collo, con il rischio di non rialzarmi più.
Ero cosciente che, più passavo del tempo con lui, più ero portata ad avvicinarmi, e più, di conseguenza mi innamoravo. Solo che, più mi innamoravo e più alto sarebbe stato, proporzionalmente, il dolore che avrei dovuto subire a causa sua. Perché uno come lui non si sarebbe mai innamorato in generale, figuriamoci di me.
E poi, è stato lui stesso ad ammetterlo... lui stesso... ieri mattina...
Come era strano. Sembrava passato un secolo da quando avevo ascoltato per caso quelle parole dette con rabbia al fratello. Sembrava passato un secolo dal "quasi incidente" e dalla nostra chiacchierata sulla spiaggia. Eppure, a conti fatti, erano passate poco meno di ventiquattro ore. E in ventiquattro ore tutto era cambiato.
Ventiquattro ore... dammi ventiquattro ore, dopodiché non potrai più fare a meno di me...
Sorrisi al ricordo delle sue stesse parole, pronunciate con ironia, per il piacere di una sfida, in quella palestra, un paio di settimane prima. Ci era riuscito. Perfettamente. Mi aveva fatta cadere nella trappola, rosolandomi per bene e stando bene attento a non spegnere la fiamma. Ero cotta di lui, non potevo e non volevo più negarlo. Quello che dovevo chiedermi, piuttosto, sarebbe stato... volevo che anche lui lo sapesse?
Mentre gli accarezzavo i capelli, così morbidi e perfetti, mi soffermai ad immaginare come sarebbe stato bello se io e lui fossimo stati assieme, come coppia. Certo che eravamo proprio diversi. Lui, così bello, alto e slanciato, così sfrontato ed estroverso. Ed io... così piccola e fisicamente - ammettiamolo - niente di speciale.
Sospirai. In quel momento avrei tanto avere tra le mani l'idiota che aveva detto che "gli opposti si attraggono!". Non era vero per niente. Gli opposti rimangono opposti e in quanto tali sono lontani l'uno dall'altra. Come me e Jasper. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a vederci insieme, in una relazione perlomeno normale. Lui era un'aquila in volo, una bellissima aquila con delle grandi ali bianche, che mai avrebbe deciso di atterrare sulla terra per una come me. D'altronde io non potevo competere neanche minimamente con l'immensità del cielo ed il profumo di libertà assoluta.
Ma non potevo innamorarmi di un altro? Che ne so... di Edward ad esempio? Lui era un bellissimo ragazzo, aveva due occhi verde smeraldo così intensi e poi era sensibile e gentile. Proprio quello che mi ci voleva.
Sì, ma lui non è Jasper...
Sorrisi amaramente, mentre lasciavo una carezza leggera sulla sua fronte. Com'era bello quando dormiva. Mi sarebbe piaciuto stenderlo accanto a me e passare l'intera nottata ad osservarlo. I suoi lineamenti delicati, la bocca perfetta, il corpo appena muscoloso. Lì, in quell'occasione un bel sospiro di adorazione ci sarebbe stato proprio bene.
Ad un tratto sentii uno strano rumore. Sembrava la vibrazione di un cellulare. Lanciai un'occhiata al mio, sul comodino che però era spento. E allora... da dove veniva quel rumore?
Non riuscii a fare delle ipotesi perché un movimento di Jasper mi bloccò. Si frugò in tasca, quella centrale della felpa e scrutò il display. Anche a quella distanza potevo vedere che era Edward a cercarlo. Lo sentii sbuffare e chiudere la chiamata senza neppure accettarla. Non voleva parlare con suo fratello, chissà per quale motivo. che avessero litigato ancora? Probabile.
A mio malincuore si mosse dalle mie gambe per alzarsi e ritornò seduto al mio fianco. Aveva l'aria stanca e gli occhi lucidi, ma non di pianto ovviamente. Si girò a guardarmi ed io solo in quell'istante mi accorsi di essere rimasta a fissarlo come una cretina e per questo arrossii e girai lo sguardo altrove. Nonostante sentissi il suo addosso come una piovra, non dovevo in alcun modo girarmi. Sarei annegata di nuovo nell'azzurro dei suoi occhi che, anche se erano liquidi per la febbre, mi facevano sempre lo stesso effetto devastante. Il telefono prese a suonare di nuovo e senza guardare, quella volta, lo chiuse.
"Dovresti rispondere... magari si preoccupa..." mormorai allora con lo sguardo basso
"Mio fratello che si preoccupa per me è una visione un pò improbabile!" rispose lui con la voce roca. Mi venne inspiegabilmente da ridere. Era così buffo con quel tono. Sembrava aver ingerito del peperoncino piccante.
"Cosa c'è?" mi chiese curioso. Continuai a ridere a crepapelle ormai, suscitando un suo sorriso "Sono così buffo?" e si toccò i capelli, immaginando forse di averli in disordine a causa mia e delle mie carezze.
"No... è che.." risi ancora, incapace di fermarmi "La tua voce..." e mi accasciai sul letto, ricadendo all'indietro sul letto. Lui, avendo capito il motivo, se la schiarì subito con diversi tentavi che però gli procurarono solo altro dolore
"Merda... ci mancava solo questo..." le ultime due parole erano state quasi un fischio e la cosa aveva in me un potere esilarante. Mi rendevo conto di essere cattiva a prenderlo in giro in quel modo ma, sentivo di dovermi prendere quella soddisfazione una volta tanto.
"D'accordo... quando hai smesso di ridere fammi uno squillo.. il mio numero ormai ce l'hai!" e quasi rassegnato si lasciò cadere disteso, accanto a me. Quel gesto, che all'apparenza sembrò così naturale, ebbe il potere di bloccare le mie risate. Jasper era steso, accanto a me, sul mio letto a pochi centimetri di distanza. E Dio solo sapeva quanto potesse essere bello. Deglutii a fatica e spostai immediatamente lo sguardo verso il soffitto bianco della stanza. Sentivo ancora il suo sguardo perforarmi, più di prima, più vicino di prima. E a quella distanza sentivo chiaramente perfino il suo profumo. Solo che, se prima ero io ad aver avuto il controllo della situazione e potevo accettare di ritrovarmelo a circondarmi, in quel momento non andava più bene: erano i suoi occhi che complicavano il tutto. Il suo sguardo insistente ed incuriosito. Troppo, troppo vicino.
Mi alzai a sedere, schiarendomi la voce, forse presa da un attacco di raucedine come quella di Jasper. Dovevo fare conversazione altrimenti quei lunghi silenzi mi avrebbero portata ad impazzire.
"Perché non hai voluto rispondere a tuo fratello prima?" domandai senza prendermi la premura di girarmi a guardarlo. La distanza che avevo ripristinato tra noi iniziava a farmi bene
"Non avevo nulla da dirgli!" nonostante la sua voce fosse ancora così buffa, non mi venne da ridere
"Beh, magari avvisarlo che sei qui e che stai bene, sarebbe stato di certo più corretto, non credi?" lo sfidai.
Sì, certo... perché lui sta proprio bene, come no...
"Non sono tenuto a raccontare a lui cosa faccio della mia vita... non è la mia badante!" esclamò sprezzante. Sapeva essere fastidioso anche con la febbre, incredibile. Quel ragazzo se le cercava le botte.
"Forse trascuri un piccolissimo particolare, caro il mio Cullen!" iniziai ironica, per poi girarmi appena per dare maggiore enfasi a quello che stavo per dire. Errore. Grave, gravissimo errore. Me lo ritrovai a fissarmi ancora, attento e vigile. Sembrava che il momento di debolezza fosse passato e nonostante non fosse nel pieno delle forze fisiche aveva perlomeno riacquistato quelle mentali.
"Sarebbe a dire?" mi domandò curioso. Arrossii di nuovo, sentendomi succube di quegli occhi azzurri
"Beh... la febbre, no!... eri a letto malato e chiunque sano di mente si preoccuperebbe per te!" confessai a disagio.
A questo punto, malato o no, mi aspetto la sua risposta...
"Tu... ad esempio?"
E ti pareva...
"Cosa c'entro io? Se non fossi venuto qui di tua spontanea volontà io non mi sarei neanche posta il problema!" eccola la versione di Alice bimba acida alla riscossa. Quanto mi facevo rabbia in quelle occasioni.
"Questo vuol dire che adesso il problema te lo sei posto..." esclamò di rimando "Visto che sono qui, intendo..."
Ma che rabbia... riesce sempre a trovare un appiglio al quale aggrapparsi e al quale potrei volentieri attaccare la corda per il cappio...
"Ti dai fin troppa importanza Cullen... se mi sono permessa di farti presente il fatto che sarebbe stato meglio avvisare tuo fratello, è perché mi dispiacerebbe se lui si desse troppo da fare nel cercarti!" bugiarda come Giuda. Lui non rispose, si limitò a fare un gesto strano con le spalle, per poi tornare a fissare il soffitto. Una persona sana di mente si sarebbe iniziata a chiedere quando un idiota del genere avrebbe deciso di lasciare quella camera. Ma io, che ovviamente grazie alla febbre avevo perso il minimo di lucidità rimastami, sentivo di stare bene così. Non volevo che lui andasse via perché mi ero abituata alla sua presenza. Averlo lì, con me, sul mio letto, nella mia stanza, era così surreale da provocarmi strani brividi ogni volta che ci facevo caso. E la cosa più assurda di tutte era il suo comportamento. Come avevo già notato non era il solito Jasper, quello delle battute fuori posto maliziose e fastidiose. Era un altro ragazzo quello che avevo davanti che mi spingeva inspiegabilmente a sorridere. Mi morsi un labbro, indecisa se seguire l'istinto o meno per l'ennesima volta. Ma, dato che l'ultima volta che lo avevo fatto avevo ottenuto un ottimo risultato, decisi di fidarmi ancora.
A mio rischio e pericolo a questo punto...
"Posso.... posso chiederti un favore, Jasper?" chiesi, ricordando esattamente le sue parole. Lui aprì gli occhi, che aveva momentaneamente chiuso per poi guardarmi
"Certo!"
"Mi..." perché balbettavo? Perché mi era così difficile parlare? Perché lui, a conti fatti, ci era riuscito subito? Deglutii a fatica, ripescando in chissà quali meandri il mio coraggio nascosto "Mi... concederesti dieci minuti?" avevo usato il condizionale, mentre lui, deciso come sempre aveva scelto l'indicativo. Il che significava molto. Lui sapeva ciò che voleva e chiedeva. Io ero perennemente combattuta. Da ogni fronte.
Lui mi guardò sorpreso, poi il suo sguardo cambiò gradualmente in curiosità e divertimento. Si concesse un sorriso così bello e dolce che ne rubò uno dai miei. Ma cosa mi stava succedendo?
"Così pochi?" mi fece lui in risposta, alzandosi appena e sorreggendosi con i gomiti. Arrossii per quell'espressione che aveva assunto. Era indifeso, ancora disarmato e totalmente in balìa degli eventi. Come me d'altronde. Solo che, al contrario mio, lui non era assoggettato al cuore e ai sentimenti.
"A me bastano..." mormorai, pentendomi del fatto che potesse pensare che la mia fosse un'accusa al suo approfittarsi di me di poco prima. Sorrise di nuovo, senza malizia alcuna
"D'accordo... te li concedo..." esclamò pacato "Ma sappi che... se dipendesse da me ti concederei anche tutta la vita!". Tutto il sangue che avevo in corpo si concentrò magicamente sulle mie guance e il cuore, ahimè, svuotato di ossigeno, si bloccò per qualche istante. Metabolizzare una frase del genere era impresa assai ardua. E i casi erano due: o stavo sognando che il mio principe azzurro alato si fosse deciso a confessarmi i suoi sentimenti... oppure le mie povere orecchie avevano sentito male. Sì, senza dubbio la seconda era la più plausibile.
"Che... c-cosa?" boccheggiai scioccata. Lui non fece una grinza, continuando a guardarmi candidamente, con quel suo velo di stanchezza dipinto sul volto e la strana voglia di essere un altro Jasper. Almeno per una sera.
"Ho detto che ti concedo i tuoi dieci minuti!" esclamò calmo e senza alcuna esitazione.
"No... mi riferivo... cosa hai detto dopo!..." lo ripresi stranamente accaldata. Avevo la netta impressione che la febbre stesse tornando a fare capolino.
Merda...
"Dopo quando?" mi chiese con una strana aria di innocenza. Oserei dire innocenza pura. A quel punto dubitai fortemente che la mia testa fosse nel pieno della forma, e lasciai stare. Se sentivo perfino le voci, era meglio non farlo sapere a nessuno. Se fossero continuate in futuro, mi sarei fatta vedere. Ma da uno bravo.
Sospirai lentamente. Che situazione. Ed ero io che me l'ero cercata. Perché se fossi stata un minimo più razionale a quell'ora avrei preferito un vetro della finestra in frantumi, piuttosto che un ragazzo del genere nella mia camera.
Lasciai perdere ogni sproloquio mentale per dedicarmi a ciò che seriamente bramavo fare. Mi stesi lentamente sul letto, mentre lui, capite le mie intenzioni, si lasciò di nuovo andare contro il piumino. Eravamo di nuovo stesi, uno di fianco all'altra. Così vicini. Eppure non mi bastava. Sentivo di volere molto di più. Mi girai su un fianco, senza perdere il contatto con i suoi occhi che mi scrutavano curiosi, mentre il resto del corpo rimaneva fermo immobile. Limitai il respiro al minimo indispensabile. Quel giusto che mi bastava per incanalare il suo profumo e permettere così che un nuovo buon motivo giustificasse quella mia nuova pazzia. Mi ritrovai, dopo l'ennesimo avvicinamento millimetrico, a sfiorare il suo braccio con il mio corpo, e questo mi provocò una scarica elettrica piacevole e avvolgente. Immaginai solo vagamente cosa sarebbe stato toccare il resto del suo corpo. Gli presi il braccio e lo alzai, avvolgendomelo intorno alle spalle ed avvicinandomi ancora fino a spalmarmi completamente addosso a lui. Un immediato senso di sollievo mi pervase, facendomi sospirare e chiudere gli occhi. Era proprio come immaginavo. La sensazione era fin troppo indescrivibile. Il mio corpo si adattava perfettamente al suo e me ne accorsi soprattutto quando mi ci accucciai contro, come una bambina. La sua mano, poggiata sulla mia spalla, mi strinse maggiormente contro il suo petto. Sospirai in uno stato di completa beatitudine. Mai, nella mia vita, ero stata più serena e tranquilla e il fatto di esserlo con lui, grazie a lui, era paradossale.
Rimanemmo diversi minuti fermi in quella posizione, in silenzio, godendoci quella strana sensazione che derivava dal contatto reciproco dei nostri corpi. Era strano che nessuno dei due si facesse problemi a rimanere in quella posizione dopo che per mesi interi ci eravamo tirati le corna a vicenda. Era come se si fosse creato uno strano patto sottile tra me e lui il cui tacito accordo era sancito da quel contatto fisico. Non servivano parole, né espressioni particolari. Bastava sentire il respiro regolare dell'altro accompagnare come un suono in sottofondo, il battito del cuore. E poi, quel suo profumo avvolgente era diventata un'ossessione per me. Sentivo di respirare bene solo quando nel farlo, mi impossessavo di quell'odore così intenso. E a lui non sembrava dispiacere. Poggiai il naso sul suo petto e senza curarmi di essere perlomeno discreta, lo annusai spudoratamente. Dio, quanto era buono. Sapeva di calore, di possesso, di pienezza, di... passione.
Ma che diamine dici, Alice? A te questa situazione ti sta dando alla testa...
E poi era così caldo. Ancora di più di ogni piumone che potessi mettere sul mio letto. Forse era per la febbre, forse solo perché la vicinanza aveva acceso entrambi, però... era un caldo avvolgente e piacevole e per niente asfissiante. Ci sarei rimasta in eterno.
Se dipendesse da me, ti concederei anche tutta la vita...
"Alice... posso confessarti una cosa?" mi domandò ad un tratto, con la voce tornata appena normale. Che il mio contatto gli fosse benefico?
Ti prego, fa che non sia una cosa stupida...
"Se può in qualche modo farmi incavolare, ti prego... non è il momento!" borbottai, stringendo il tessuto della sua felpa con la mano
"Forse dipende da quanto riuscirò ad essere convincente!" mormorò come se fosse sovrappensiero. Evitai di aggiungere altro, immaginando che stesse cercando come sempre di farmi innervosire. No, quella volta niente e nessuno avrebbe potuto distruggere la mia bolla di beatitudine.
"É la prima volta che mi succede una cosa del genere... di solito mi comporto in maniera diversa..."
Ma di che diamine sta parlando?...
"Sono combattuto tra due fronti: sono due cose che sento di voler fare con tutto me stesso ma ognuna esclude l'altra... quindi devo scegliere..." si concesse una pausa per accarezzarmi la spalla e farmi sospirare di nuovo. Evidentemente ci provava gusto. Ma mai quanto me.
"C'è una parte di me che ti desidera più di ogni altra cosa al mondo, che manderebbe al diavolo tutto, febbre compresa, e che farebbe l'amore con te per tutta la notte..."
Eh no, questo non me lo sono affatto immaginato...
Alzai di scatto la testa verso la sua, con il volto in fiamme. Era pazzo a dirmi una cosa del genere con quel tono? Come se fosse la cosa più naturale del mondo? Evidentemente era abituato così. Ma io no. Mai nessuno prima di allora mi aveva confessato una cosa del genere. Mai nessuno aveva detto di voler... fare l'amore con me. A prescindere se a dirlo fosse stato o meno convincente. Non era quello il punto. Anche se... il tono della sua voce non era di certo da trascurare.
"Ti ho appena detto di non dire nulla che potesse farmi innervosire... e tu come al solito non mi dai retta!" abbaiai fregandomene che con quel tono avrei attirato l'attenzione di mio padre al piano inferiore. Quel Cullen andava addestrato.
"Che cosa ho detto?" si difese lui sorpreso. Abbandonai quella posizione tanto benefica, per risollevarmi e mettermi seduta. Continuai a guardarlo in cagnesco sperando che si rendesse conto di quello che aveva detto anche solo dal mio sguardo.
"Sei un idiota, Jasper!" sbottai di nuovo, sentendo uno strano vuoto pervadermi completamente, a causa della mancanza improvvisa del calore del suo corpo. Se non ci fosse stato lui a guardarmi probabilmente sarei scoppiata a piangere. Per la rabbia. Per la delusione. Per la mia stupidità.
"Se questo è il prezzo da pagare per essere sinceri... allora sì... sono un idiota!" si alzò anche lui, vicino come eravamo poco prima. "Sono un idiota perché invece di provarci con te, invece di saltarti addosso e toglierti quel pigiama e farti mia, preferisco starmene qui seduto a darti spiegazioni alle quali so che non darai peso!" diretto e conciso. A quel punto perfino la persona più scettica al mondo sarebbe rimasta colpita da quelle parole e da quella fermezza. Avrei voluto dirgli tante cose. Prima di tutto... chi gli dava la certezza che io ci sarei stata nel momento in cui lui si sarebbe fatto avanti? Mi aveva presa per una donnicciola da quattro soldi? E poi... da quanto in qua il mio pensiero era così essenziale per lui?
"Sono un idiota perché mai nella vita ho permesso ad una ragazza di farmi capitolare in questo modo, non mi sono mai esposto troppo, ho sempre dato e ricevuto, senza addentrarmi in altro. Mi è sempre andato bene così e mai, per nessuna Alice.. nessuna... mi sono sprecato più di tanto. Ho sempre ottenuto quello che volevo, che fossero ragazze o altro, l'importante era ottenerlo!" uno strano senso di ribrezzo mi pervase
"Con questo mi stai mettendo in guardia? Mi vuoi far credere che tanto prima o poi riuscirai a portarmi a letto?" lo attaccai arrabbiata. Lui mi guardò, stranamente frustrato
"No, Alice... non sto dicendo questo. É proprio l'esatto contrario che voglio farti capire!" il suo tono pacato mi calmò e catturò ancora di più la mia attenzione "Nonostante io senta di volerti in questo momento, rimango qui... fermo immobile. E sai perché lo faccio?" mi domandò scrutandomi. No, non lo sapevo, ma bramavo dalla curiosità di saperlo. Scossi la testa in attesa della sua risposta che arrivò poco dopo
"Perché per una volta, una soltanto, voglio andare oltre e voglio farlo con l'unica persona che è stata capace di guardarmi dentro. Lo voglio fare perché mi sento stranamente in pace con il mondo e voglio approfittare di tutto questo per conoscerti davvero, e non dal lato fisico... intendo scoprirti scricciolo... scoprire la tua anima!"
Che qualcuno mi faccia la respirazione artificiale. Mi sento mancare...
Ignorando il fatto che come sempre il mio cuore facesse ciò che meglio credeva, tentai di controllare quello che le sue parole avevano suscitato in me. Istintivamente gli credetti. Non sapevo per quale oscura ragione, ma quella confessione mi era sembrata immediatamente reale. Non ci avevo visto forzature. Non ci avevo trovato imbrogli, ma soprattutto a conti fatti, apprezzavo davvero il fatto che lui fosse rimasto al suo posto senza approfittare della situazione. Perché, diciamoci la verità, nonostante mi fossi auto-convinta del fatto che mai e poi mai lui sarebbe riuscito a portarmi a letto in quell'occasione, ogni sano di mente avrebbe perlomeno tentato di baciarmi. Ero indifesa, fin troppo piccola per reagire al suo fisico. Una qualsiasi altra persona non si sarebbe di certo fatto sfuggire l'occasione. In parole povere - e anche leggermente volgari - ero una scopata facile facile per uno come lui.
"Ti ho già detto di non chiamarmi scricciolo!" esclamai, appellandomi all'unica cosa che trovavo fuori posto, in uno strano tono puntiglioso.
"Di tutto quello che ti ho detto... tu sei stata capace di comprendere soltanto quello?" mi domandò divertito. Trattenni un sorriso spontaneo, per mantenere la mia aria sostenuta. Dovevo resistere almeno un pò.
"Sì che ho sentito e se permetti ora tocca a me dire qualcosa..." feci una pausa ad effetto, giusto per creare un pò di suspance "Sei un idiota!"
Scoppiò a ridere di gusto, risultando ai miei occhi ancora più bello. Qualsiasi cosa facesse acquistava punti.
"E sono due... se arrivo a quota dieci, posso andare a ritirare la pirofila!" scherzò, e quella volta non potei trattenermi dall'unirmi a lui
"Punti troppo in basso, Cullen... con cento punti puoi prendere il navigatore satellitare e... di questo passo, mi sembra che sia già tuo!" ribattei ridacchiando. Rimanemmo a ridere per qualche altro secondo dopodiché afferrò il cellulare, controllò l'orario sul display e sospirò
"Forse è il caso che io vada. Tra meno di un'ora torna mio padre a casa e se non mi trova altro che medicine... mi ci vorrà direttamente l'esorcista!" risi di nuovo. Incredibile come riuscissimo a scherzare con tanta leggerezza a volte. Quando non litigavamo e lui non ci provava con me sembravamo quasi normali.
Si alzò dal letto, tastandosi la fronte e recuperò la sciarpa che aveva lasciato sulla sedia. Se la avvolse in sue giri al collo e si fermò a guardarmi. Mi alzai anch'io per raggiungerlo e mi fermai a pochi centimetri di distanza
"Sicuro di non sentire freddo così?" gli chiesi preoccupata. Prima stava davvero male e nonostante in quel momento riuscisse a stare in piedi non mi fidavo molto a lasciarlo guidare fino a casa sua da solo. Mi sorrise in modo strano
"Tranquilla... sto bene... ho fatto rifornimento di calore questa sera!" esclamò allusivo facendomi arrossire. Mi avvicinai ancora sollevandomi sulle punte. Probabilmente colto da chissà quale pensiero, Jasper si pietrificò concentrato sui miei movimenti. Mi venne da sorridere. Prima mi rassicurava del fatto che non ci avrebbe provato con me e poi io stessa mi avvicinavo per baciarlo?
Recuperai il cappuccio che aveva sulle spalle e lo alzai, per coprirgli la testa e offrirgli maggiore protezione. Si rilassò sorridendomi e ringraziandomi con il solo sguardo. Mi avvicinai alla porta e la aprii per controllare dove fosse mio padre. Il rumore costante dell'acqua della doccia mi avvertiva che si trovava in bagno per nostra fortuna. Gli feci segno di seguirmi fino alla cucina dove gli aprii la porta dell'uscita posteriore, dalla quale era entrato.
"Fai attenzione... ti prego... e appena arrivi a casa fila a metterti a letto!" lo ammonii in tono materno. Me ne pentii un secondo dopo, guardando la sua espressione divertita
"Sarà fatto, scricciolo!" mi rispose. Gli lanciai un'occhiataccia che lo fece ridacchiare
"Scusa... non lo faccio apposta... mi piace avere un modo per chiamarti che sia esclusivamente mio... mi fa sentire importante!" e scrollò le spalle. Scossi la testa, un pochetto divertita e lusingata. Voleva sentirsi importante? Beh, quello era sicuramente il modo peggiore che poteva trovare. Ma nonostante tutto non ce la facevo ad arrabbiarmi seriamente con lui. Non dopo quello che mi aveva detto quella sera, poco prima.
Il rumore della doccia cessò all'improvviso e mi allarmai
"Dai, vai a casa... se ti vede qui sono guai!"
"Buonanotte Alice... fai bei sogni... magari qualche bel angelo ti sta già aspettando!" e mi sorrise. Capii al volo l'allusione al disegno che aveva visto nella mia camera, sul mio blocco e arrossii. Era il suo disegno quello e nonostante questo, senza offendersi né vantarsene, me lo aveva fatto notare
"Grazie, anche a te!" mormorai. Fece due passi verso il giardino, uscendo definitivamente da casa, ma una strana forza mi fece alzare la voce per richiamarlo ancora
"Jasper aspetta!" lui si girò e tornò indietro preoccupato
"Cosa c'è?"
"No è che..." arrossii ancora per il contatto ristabilito con i suoi occhi "Ti sei dimenticato una cosa..." mi guardò confuso, forse cercando di fare mente locale
"Cioè?" non risposi. Mi avvicinai, sentendolo di nuovo irrigidirsi e avvertendo un calore indescrivibile invadermi ancora. Quella volta le mie intenzioni erano chiare per entrambi e nonostante questo lui non fece niente. Mi sollevai sulle punte, data l'abissale differenza e gli posai entrambe le mani sulle guance per fargli abbassare un pò il viso. Maledetta altezza. Gli sfiorai le labbra con le mie, in un tocco quasi impercettibile che mi diede una scarica di 1000 volt. Quanto erano morbide e lisce. E calde soprattutto. Mi staccai appena e lui si riavvicinò per baciarmi di nuovo, appoggiando ancora soltanto le labbra, senza spingersi più in fondo. Era di una delicatezza quasi surreale e lo aveva fatto per me. Per quello che mi aveva detto. Per quello che si era preposto di fare in seguito. Tuttavia era un bacio fin troppo eloquente: non era soltanto lui a desiderare me. Anche io lo volevo. Lo volevo immensamente e se fossi stata un pò meno coscienziosa in quel momento non saremmo stati lì a salutarci, ma nel mio letto a fare l'amore.
Il rumore della porta del bagno che si apriva mi riscosse da quei pensieri e mi staccai da lui, nonostante il mio corpo non volesse affatto
"Buonanotte Jasper... e grazie... di tutto!" sussurrai. Lui mi fece l'occhiolino e mi sorrise.
"Grazie a te... scricciolo!" e con un'ultima risata leggera si allontanò, diretto alla macchina, lasciandomi con il viso arrossato, il cuore a duemila ed uno stupido sorrisetto stampato sulle labbra, che avevano ancora il suo magnifico sapore.
 




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Capitolo 37
*** Sedici Dicembre ***


Capitolo Pubb Salve salvino a tutti... Sì, lo so... non ci vediamo praticamente dall'anno scorso il che significa che sono passati sette mesi dall'ultima pubblicazione... mi faccio schifo da sola... e imploro umilmente la vostra pietà... purtroppo ho dovuto preparare quattro esami e credetemi non è affatto una cosa piacevole. Nonostante questo, benché non trovassi il tempo di pubblicarli, ho scritto qualche capitolo mentre tra un esame e l'altro mi facevo prendere dall'ansia e questo è il primo che ne è uscito fuori. Si tratta di una sorta di capitolo a sei voci... sono presenti tutti i personaggi, in una giornata molto particolare per alcuni di loro che riuscirà a cambiare quasi completamente il corso delle loro vite... Bene, non aggiungo altro se non rinnovare le mie sincere scuse e sperare che possiate apprezzare il capitolo... Spero di postare l'altro tra due giorni e mantenere questo ritmo almeno fino a che il primo esame di Settembre non mi interrompa... -___- uff! Bene, vi auguro buona lettura e... fatemi sapere ^^! Bye! :*






 

Sedici Dicembre. Ancora. Un altro sedici. Un altro Dicembre. Un altro anno.

Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. D'altronde in un anno ci sono solo 365 giorni. E passati i primi 364, il 365esimo è destinato a tornare. Ma forse, ero io a non esserne del tutto abituata.
Faticavo a crederci, eppure ero lì, nella mia stanza, seduta sul mio letto in quel maledetto martedì mattina, a giocherellare alternativamente con il bracciale che avevo al polso e il cerchietto, perfettamente posizionato tra i capelli. Avevo bisogno di sfogare la mia ansia con qualcosa. Qualsiasi cosa che mi desse un minimo di spiraglio e che mi facesse pensare ad un giorno come un altro. Uno dei tanti. O uno dei pochi.
Mi lisciai il vestito, iniziando a camminare nervosamente avanti e dietro cercando di respirare regolarmente. Contare fino a dieci. Ecco cosa dicevano gli esperti. Rilassare i battiti del cuore e contare fino a dieci. Si regolarizzava il respiro e ci si allungava la vita. Sì vabbé... in teoria.
Avvertii uno squillo di cellulare e mi precipitai ad afferrarlo.
*Noi siamo appena usciti di casa. Dieci minuti e siamo davanti la chiesa! J.*
Sospirai.
Calma Bella. Stai calma...
Volevo piangere. Ecco cosa. Morivo dalla voglia di farlo. Sentivo di averne un disperato bisogno. E nonostante questo mi convincevo che mantenere una certa rigidità mi avrebbe aiutata di più. Sbagliavo? Sì, probabile. Peccato che in quel momento non me ne rendessi poi tanto conto.
Quante dannate ore mancano al diciassette Dicembre?...
Avrei dato tutto ciò che possedevo per evitare quel momento. Quella traversata. La consapevolezza di trovare quegli sguardi a destinazione. I mezzi sorrisi di circostanza. Gli abbracci di rito. Le parole del caso. Ogni cosa, qualsiasi, in quel momento, per me sarebbe sembrata sbagliata. Non perché non andasse fatta in quel modo, perché di certo non sarei stata io a cambiare le regole del mondo. Si trattava più che altro di non volerne prendere parte. Che senso aveva? Ormai era finito tutto. Se ci fosse stata anche la minima possibilità di combattere per qualcosa, se tutta quella trafila avesse dato dei risultati tangibili, io sarei stata la prima ad affrontarla. Ma non era così. E questo la rendeva ancora più inutile. Era da sciocchi voler per forza aggrapparsi a qualcosa. Soprattutto quando quel qualcosa non esisteva più, da tempo.
Da esattamente due anni...
E allora perché ci ostinavamo a farlo? Perché ero lì, in quella camera, nel mio vestito nero, in attesa? Aspettavo forse di rassegnarmi all'idea? Aspettavo che qualcuno ponesse fine a quella pagliacciata per me?
É inutile che aspetti Bella... qui non succederà proprio niente...
Era da ipocriti. Sì, ecco cos'era. Era da schifosi ipocriti andare a ricordare la scomparsa di qualcuno una volta all'anno, sempre lo stesso giorno, sempre lo stesso maledetto sedici, solo perché qualcuno ce lo aveva imposto. Era un pò come festeggiare l'amore soltanto il 14 Febbraio, o la famiglia, a Natale. I valori, gli affetti, i ricordi, i sentimenti... erano ben altro. Ci si poteva pensare in qualsiasi altro momento. Qualsiasi altro. E sarebbe stato meglio. Ma non ora. Non quel giorno, non in quella circostanza e soprattutto non il sedici.
Mi accorsi di stare tremando proprio nel momento in cui la porta della mia camera si aprì leggermente e la testa di mio fratello sbucò dal piccolo spazio
"Sei pronta?" mi chiese.
Respira Bella... respira Santo Cielo...
Feci un segno affermativo con il capo, dopodiché mi alzai, sistemai le pieghe inesistenti del vestito, sempre quello nero, e lo raggiunsi.

 

"Sì Finn ho capito... certo non lo metto in dubbio... logicamente... sì, ti credo..."
Continuavo a guardare mio padre muoversi da una parte all'altra della cucina mentre discuteva al telefono con un collega, alle sette e trenta del mattino. Dio, che noia fare il medico. Avrebbe mai trovato un attimo di pace nella sua esistenza? Si sarebbe mai fermato?
Domanda retorica, Edward...
Mi ero scioccamente illuso che, andando a vivere in uno sperduto paesino dello stato di Washington, sarebbe andata meglio per lui. Che avrebbe avuto meno da fare e più tempo da passare a casa. Ma... mi sbagliavo. Anzi, sembrava andare sempre peggio. Forse era proprio perché, trattandosi di un paese così piccolo, di medici ce n'erano veramente pochi, soprattutto... così qualificati. Ecco perché sgobbava più di quando eravamo a New York. Quindi, se mi fossi trovato a fare una sommatoria della sua situazione in quel momento, avrei certamente affermato che, per il suo bene, sarebbe stato meglio fare le valigie e tornare a New York.
Ma come cazzo parli stamattina???...
"Buongiorno a tutti!" esordì Rosalie entrando in cucina, ma alla vista di nostro padre al telefono si tappò la bocca con la mano e gli chiese scusa. Lui per tutta risposta le sorrise e uscì dalla cucina.
"Con chi sta parlando?" chiese lei prendendo posto accanto a me
"Se ho capito bene, credo si tratti di un suo collega che è rimasto accidentalmente bloccato alle Hawaii mentre era in crociera con la moglie... oggi sarebbe dovuto tornare per iniziare il suo turno e ora sta chiedendo a vostro padre se può sostituirlo!" ci spiegò nostra madre. Jasper, fermo davanti la macchinetta del caffè in attesa che questo uscisse, scoppiò a ridere
"Accidentalmente?" ripeté
"Così sembra..." rispose lei sorridendo
"Piacerebbe anche a me rimanere bloccato accidentalmente alle Hawaii per un paio di giorni in più!" esclamò divertito
"Pensa se fosse rimasto in Alaska..." affermai io giocherellando con il mio cornetto
"Fidati... se la sarebbe fatta a nuoto pur di tornare!" rispose Jasper tornando a sedersi. In quel momento il mio cellulare prese a suonare. Diedi un'occhiata distratta al display per controllare chi fosse e sbuffai rifiutando con un gesto la chiamata. Lo sguardo di tutti i presenti al tavolo saettò su di me.
"Chi era?" mi domandò Jasper con una strana espressione divertita
"Fatti i cazzi tuoi!" sbottai
"Edward con queste parole..." mi riprese mamma sgranando gli occhi
"Non è colpa mia... è lui che si impiccia sempre!" mi giustificai alzandomi per riporre la tazza sporca nella lavastoviglie
"Ma io lo faccio per il tuo bene... non mi racconti mai niente della tua vita privata!" rispose lui recitando la commedia
"E ti sei mai chiesto il perché?!" feci io guardandolo male. Il mio telefono, rimasto accidentalmente sul tavolo riprese a suonare. Fu come in uno di quei film di Jackie Chan. Ci fu un'occhiata di fuoco tra me e Jasper dopodiché fu una vera e propria impresa a chi arrivò prima ad afferrare il mio Nokia. Ovviamente la sfortuna volle che la lavastoviglie era molto più lontana di quanto avessi voluto.
"Jasper dammi quel telefono!" ordinai nervoso.
"Toh... è Kristen... scusa, carotino, perché non rispondi... è la tua ragazza, no?" mi fece lui divertito
"Ti stacco la testa dal collo se non mi dai immediatamente quel telefono!" sbottai allora cercando inutilmente di riprenderlo. Si allontanò dal tavolo e fece la cosa che più di tutte avrebbe dovuto evitare.
"Sì... pronto?"
"Sei un morto che cammina!" sentenziai facendolo ridere.
"Oh ciao Kristen... no, no, sono Jasper... sì ciao!... cerchi Edward? Certo te lo passo..." mi porse il telefono e sorrise "É per te, Diddy!" afferrai il telefono incazzato nero, pronto a scaricare con una scusa lei ed ammazzare in maniera macabra lui. Portai il Nokia all'orecchio ma non sentii nulla. Intanto il sorriso di Jasper si era trasformato in un ghigno sempre più grande.
Qui qualcosa non quadra...
Diedi un'occhiata al display e trovai la chiave di violino che avevo messo come salvaschermo.
Non ci posso credere... questo brutto stronzo mi ha appena preso pesantemente per il culo?...
"Tu non hai risposto!" sbottai avvelenato. La sua risata mi bastò come risposta.
"Sei uno spasso..." affermò tendendosi lo stomaco dal troppo ridere
"Dai Jasper finiscila... non sei divertente!" lo riprese nostra madre iniziando a sparecchiare
"Che succede qui?" domandò papà entrando in cucina, finalmente libero dalle suppliche del suo collega vacanziere
"Ti do una notizia dell'ultima ora.. il tuo primogenito ha appena acquistato il lasciapassare per il Campo Santo!" feci io, togliendo la suoneria al telefono. Almeno avrei evitato un'altra lotta tribale.
"Ti è tornata la febbre?" chiese lui controllandogli la fronte
"No... lo ammazzo io... con le mie mani!" spiegai
"Così violenti di prima mattina?" mi chiese allora divertito, tornando a sedersi a tavola dove era rimasto solo il suo caffè, ormai freddo.
"Coraggio ragazzi... andate altrimenti rischiate di fare tardi!" ci riprese nostra madre preoccupata. Sospirai afflitto. Scuola... uguale... Kristen... uguale... due rifiuti di chiamata nel giro di cinque minuti... uguale... un milione di spiegazioni da dare.
"Ehm... io non vengo oggi a scuola!" esclamò Rosalie, che per tutto quel tempo era rimasta in silenzio
"Perché?" domandò Jasper preoccupato
"Venerdì ho un compito di matematica è preferisco rimanere a casa oggi per ripetere un pò..." spiegò lei tranquillamente
"Sicura?"
"Sì, sì... tranquilli andate pure!" fece lei sorridendo. Preferii non indagare oltre anche se mi era sembrato strano che preferisse perdere una giornata di scuola, proprio lei che tra tutti e tre era quella più diligente. Recuperato il cappotto e la borsa con i libri scendemmo in garage per recuperare la Volvo.
"Non ti è sembrato strano quello che ha detto Rosalie?" mi domandò Jasper, seduto al mio fianco, mentre guidavo verso la scuola
"In effetti sì..." risposi accelerando appena per non arrivare davvero tardi "Se non voleva venire a scuola poteva inventarsene una migliore...". Rimanemmo qualche istante in silenzio mentre le prime case del paese apparivano in lontananza
"Accosta qui!" mi ordinò ad un certo punto
"Prego?"
"Fermati qui solo un attimo..." ripeté
"Jasper siamo già in ritardo, cosa vuoi fare?" domandai confuso
"Solo un minuto Edward... soltanto un minuto... devo accertarmi di una cosa!" spiegò risoluto. Sospirai frustrato e feci come mi aveva detto.
"E adesso che si fa?" domandai seccato. Mi sembrava di avere a che fare con un bambino dell'asilo
"Rimani in silenzio e aguzza la vista!" rispose sporgendosi per controllare la strada dietro di noi
"E cosa dovrei vedere, sentiamo..." stavo iniziando a stancarmi
"Che domande... una Bmw rossa!"



La chiesa era quasi del tutto piena. Parecchie persone conoscevano mia madre e avevano voluto salutarla ancora una volta, presentandosi alla messa quel giorno. Ed io lo apprezzavo molto. C'era ancora gente con un pò di umanità al mondo.
Mi ritrovavo seduta nella prima fila di panche, tra Emmett e Jacob, venuto lì con il padre, Billy, e sua sorella Rachel, accanto alla quale era seduta Bella. Dall'altro lato c'era mio padre, con alcuni suoi colleghi in divisa e un paio di suoi amici di pesca. Le file dietro di noi erano piene di conoscenti, amici della mamma o di semplici persone che si trovavano lì per caso, per onorare il ricordo di qualcuno.
E alla fine quel giorno era arrivato. E come avevo temuto aveva portato con sè tanta di quella angoscia da togliermi il fiato. Mi sentivo oppressa. Oppressa dall'interno e schiacciata da qualcosa di enormemente più grande di me. Conoscevo quella sensazione. Era la stessa, da due anni a quella parte, che provavo ogni volta che pensavo a lei. Ogni volta che mi rendevo conto di non averle mai detto addio, ogni volta che mi rendevo conto di avere il disperato bisogno di tornare indietro nel tempo e concedermi perlomeno un ultimo abbraccio, le ultime lacrime e l'ultimo ti voglio bene alla donna più importante, che mi aveva messa al mondo. Forse era per quello che soffrivo così tanto. Ero cosciente del fatto di non essere riuscita a dirle davvero addio come avrei voluto. Mi era stata portata via con la forza e le cose strappate con violenza sono sempre quelle che lasciano dentro il vuoto più grande.
Come un lampo mi tornò in mente quel giorno.
... Il giorno del suo funerale. Eravamo nella stessa chiesa e la maggior parte delle persone erano le stesse che anche due anni dopo ci avevano raggiunte per ricordarla ancora una volta. Non avevo mai pianto tanto come allora. Mi sentivo vuota, priva di vita, priva di desiderio di vita. Era come continuare a respirare per inerzia, la stessa che mi aveva fatta alzare a metà messa, mi aveva fatta avvicinare alla bara marrone, sfiorarla appena e arrivare vicino al leggìo per dire qualcosa. Avevo guardato tutti i presenti. Mio fratello, rimasto seduto mentre il resto della Chiesa era in piedi in silenzio. Bella, appoggiata ad Angela Webber che cercava di farla calmare. Jacob che stringeva la mano di Rebecca, tornata dalle Hawaii in occasione del funerale. I nostri compagni di scuola, presenti in massa e schierati nelle file di panche. Tutto il corpo di polizia ai lati della navata. E mio padre. Fermo, impassibile, con gli occhi fissi davanti a sè, stando attento a non guardare neanche per sbaglio ciò che in quel momento rimaneva tangibile della moglie. E provai odio. Odio puro. Odio verso il mondo perché mi aveva portato via mia madre. Odio verso tutta quella gente che si fingeva triste ma non avrebbe mai potuto capire cosa provassi davvero. Odio verso i miei fratelli che erano troppo impegnati a soffrire per rendersi conto di come stessi io. Odio verso mio padre che era ancora vivo, mentre mia madre, la mia unica ragione di vita, non c'era più. E forse fu proprio quell'odio a darmi la forza di parlare. Fu quell'odio a suggerirmi le parole. Quell'odio che forse covavo da tanto. E che senza rendermene conto aveva fomentato la mia repulsione per l'esterno. Mi era stato portato via tutto. E più parlavo, più mi rendevo conto di non volerlo fare. Più parlavo più capivo di dover immediatamente uscire da lì e fare la prima cavolata che mi veniva in mente, anche la più stupida. Dovevo farla per darmi un briciolo di speranza. Un briciolo di vita ...
Ma quel giorno non feci nulla. Mi limitai a finire il mio discorso, asciugarmi l'ultima lacrima, e tornarmene a posto con lo sguardo vacuo e il cuore praticamente immobile nel petto. Non urlai, non dissi altro, non piansi più neanche una piccola lacrima. Mi vergognai perfino di tutto quell'odio provato. Soprattutto verso i miei amici e verso Emmett e Bella, forse gli unici a soffrire davvero quanto me. Certo, per mio padre la situazione non era cambiata poi tanto, però, perlomeno smisi di volerlo morto. Almeno per poco. Certo, due anni dopo, non nascondevo che il dolore era appena attenuato ma... due anni erano ancora troppo pochi per poter dire di aver dimenticato tutto. Non che io avessi la minima intenzione di farlo. Anzi, ringraziavo il cielo ogni giorno per darmi la possibilità di riuscire ancora a ricordare perfettamente il suo viso. Però... avrei dato qualunque cosa per non soffrire più, per trovare il modo per mostrarmi al mondo senza la minima paura di farlo troppo o nel mondo sbagliato. E sentivo, stando seduta in quella chiesa, un desiderio quasi opprimente di stringere la mano di qualcuno e chiudere gli occhi. Illudendomi per un istante di poter davvero desiderare di vivere ancora.

 


Una strana voce dentro di me mi stava continuando a dire di rimanere lì ed aspettare perché da un momento all'altro avrei ottenuto una risposta. Me lo sentivo che c'era qualcosa che non andava e ne avrei avuto la conferma, bastava un pò di pazienza.
"Ti informo che mi hai appena fatto perdere un'importante lezione di letteratura americana... per colpa tua sarò costretto a chiedere gli appunti a qualcuno!" esclamò seccato Edward, tamburellando nervosamente le dita sul volante
"Sì, effettivamente è una vera tragedia!" lo canzonai
"La cosa che mi fa imbestialire di più di tutta questa storia è che se avessi avuto voglia di fare festa oggi, potevi uscire con la tua macchina o rimanertene direttamente a casa con tua sorella..." disse sempre più infastidito. Stavo giusto per rispondergli di rimanersene zitto perché iniziavo a non sopportarlo più, ma qualcosa che si avvicinava a noi mi fece fermare
"Sei proprio sicuro che Rosalie sia rimasta a casa?" gli domandai. Mi guardò confuso e fece per rispondermi ma una macchia rossa che procedeva spedita verso il paese lo interruppe
"Ma... quella..."
Sorrisi soddisfatto della mia intuizione esatta e gli indicai la strada davanti a noi
"Coraggio seguila, altrimenti la perdiamo!" esclamai, rimettendomi la cinta. Mii guardò stralunato ma non disse nulla, limitandosi, stranamente, a fare ciò che gli avevo detto. Fu difficile stare dietro quella macchina rossa che sfrecciava verso l'interno del paese. Girava, accelerava, frenava all'improvviso. Anche senza vedere in faccia il conducente avrei capito di chi si trattasse. Mia sorella non aveva mai brillato per la sua guida. Era spericolata e parecchie volte perfino un pò incosciente e in quel momento me ne stava dando ulteriore conferma. Temevo che un giorno di questi si sarebbe schiantata da qualche parte.
"Ma dove diavolo sta andando così di corsa?" chiese Edward continuando ad accelerare. Non ne avevo idea. Non era da lei comportarsi in quel modo. Cosa principale era ovvio, ormai, che ci avesse mentito. Probabilmente aveva aspettato che sia mamma che papà fossero usciti per scendere in paese per andare chissà dove. Che stesse architettando qualcosa? La cosa mi preoccupava parecchio.
Rimanemmo in attesa e alle sue spalle per dieci minuti buoni finché non si fermò davanti ad una chiesa. Parcheggiò l'auto in uno spazio vuoto e si precipitò all'interno, senza accorgersi minimamente della nostra presenza.
"Che cosa ci è venuta a fare qui?" domandò Edward parcheggiando poco più distante. Una chiesa? Cosa ci faceva mia sorella in una chiesa? Proprio lei che, più di tutti in casa non aveva la minima fiducia in quel genere di istituzioni. Proprio lei che non si era neppure mai cresimata. Doveva davvero essere successo qualcosa se si era decisa ad entrarci. Mentre ero immerso nei miei pensieri la voce di mio fratello mi riportò all'attenzione.
"Ma quella non è la Jeep di Emmett?" chiese sorpreso. La individuai quasi subito. Era parcheggiata quasi accanto alla scalinata di ingresso della chiesa e poco più distante intravidi una fila di macchine della polizia. La macchina di Emmett qui? Le volanti della polizia? Rosalie in chiesa?
Poi come un fulmine mi arrivò l'illuminazione
"Ma certo... come ho fatto a non pensarci!" mormorai dandomi del coglione galattico
"A cosa?" mi domandò Edward confuso. Ma io non risposi neppure. Scesi dall'auto e, dopo circa sei anni che non lo facevo, entrai anche io in quella chiesa.

 

La messa era appena finita e tutti quelli che, in religioso silenzio avevano partecipato, stavano lentamente fluendo verso l'uscita. Rimasi seduto nella mia panca marrone ancora qualche minuto prima di decidermi ad alzarmi. Mi sforzai di sorridere a Jacob che mi diede una pacca sulla spalla passando, e lanciai uno sguardo verso la gente che stava uscendo. Bella stava parlando con il nostro vicino di casa, qualche panca più dietro, mentre Alice era sparita dalla mia visuale. Probabilmente si era dileguata prima di farsi vedere da qualcuno in lacrime.
Ora che ci penso... ne avrei bisogno anche io in questo momento...
Ad un certo punto incrociai uno sguardo. Uno sguardo diverso. Che mi scrutava a sua volta e che conobbi all'istante. Con una strana agitazione al cuore la raggiunsi, quasi correndo, evitando di far cadere un paio di persone nel mio ridicolo slalom. Mi ritrovai poco dopo di fronte a lei, che continuava a guardarmi.
"Ciao..." mormorò a disagio, accennando un sorriso
"Che.. che ci fai qui?" domandai confuso. Era di sicuro l'ultima persona che pensavo di trovare lì, quel giorno. Per cui ero visibilmente turbato. Non sapevo se contento, però, di certo turbato.
"Sono qui per te..." rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mi lasciai andare ad un lungo sospiro, che ebbe la forza di rilassarmi all'istante
"Non ce n'era... bisogno..." feci io seguendo con lo sguardo due poliziotti, colleghi di mio padre, uscire dalla chiesa
"Sì, invece... sei tu ad aver bisogno di me..." affermò avvicinandosi e afferrandomi una mano. La guardai stranito. Dopo il nostro ultimo incontro non avrei di certo immaginato che fosse lei stessa a tornare da me. Mi ero sentito un cretino a rivelarle tutte quelle cose e avevo avuto paura di perderla. O forse l'avevo persa davvero e non me ne rendevo ancora conto. Eppure... lei era lì, per me, in carne ed ossa. Potevo sentirla, sentivo il calore che irradiava la sua mano, il semplice contatto che aveva instaurato lei stessa. E allora perché non mi sentivo per niente tranquillo? Perché non riuscivo a sorriderle e a dirle che le ero grato per essere lì, con me?
Forse perché non lo sono... affatto...
"Te lo ripeto... non ce n'era bisogno..." mormorai con una strana voce, liberandomi della sua stretta. Mi guardò confusa e amareggiata. Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito dopo. Non sapevo perché stavo reagendo in quel modo. Avrei dovuto ringraziare il cielo per averla di nuovo accanto a me dopo quello che era successo. Avrei dovuto abbracciarla forte e magari rilassarmi con il suo calore. Avrei dovuto prenderla per mano e portarla via da lì. E forse, cosa più importante, avrei dovuto evitare di incrociare quegli occhi azzurri, così simili ai suoi, in quella chiesa, quel giorno.
"Che ci fa lui qui?" dicevo sempre le stesse cose, nonostante avessi cambiato soggetto. Ma quella volta mi era montata su una rabbia indescrivibile. Tutto potevo sopportare, ma non che Jasper Cullen fosse lì, nella stessa struttura che aveva ospitato per l'ultima volta mia madre.
Rosalie, confusa e agitata, si voltò per controllare chi ci fosse dietro di noi, a scrutarci attento, e strabuzzò gli occhi scioccata
"Jasper..." mormorò. Lo vidi sospirare, anche se da lontano. Volevo ucciderlo. Ecco cosa volevo fare. Avevo sempre voluto farlo, dal primo momento in cui lo avevo visto mettere piede alla riserva e in quel momento mi resi conto di essere sempre più vicino al momento più nero di me. Mi avrebbero internato. E avrebbero senza dubbio gettato via la chiave. Eppure c'era qualcosa... una forza molto più profonda che mi fece muovere le gambe, in assoluto silenzio e camminare fino all'uscita. Passai accanto a Jasper, quasi lo sfiorai, ma nessuno dei due fece niente. Io mi limitai ad uscire dalla chiesa e lui rimase fermo, con lo sguardo verso la navata. Sentivo quella bruttissima sensazione che si avverte poco prima delle lacrime. Sentivo il nodo risalirmi in gola e la testa pesante. Gridare e sfogarsi fisicamente su qualcuno non avrebbe avuto senso né effetto quella volta. Avevo solo bisogno di piangere. Semplicemente.
Avanzai verso la Jeep e misi in moto, ignorando il fatto che forse avrei dovuto aspettare le mie sorelle. Al diavolo, se c'era Jasper, ci sarebbe stato anche Edward. Che le accompagnassero loro se ci tenevano tanto. Volevo smettere di essere il fratello rompicoglioni e ritornare ad essere per una volta solo Emmett. Emmett un pò egoista, sì, ma pur sempre me stesso. Se gli altri avessero avuto bisogno di me si sarebbero dovuti arrangiare.
E a fanculo tutto...
Mi resi conto troppo tardi di correre un pò troppo, quando vidi una macchina attraversare l'incrocio davanti a me. Inchiodai e per effettivo miracolo evitai l'impatto. Per fortuna la Jeep era pesante e stabile, altrimenti mi sarei catapultato fuori dal finestrino con quel rinculo. Mi ritrovai a tremare sul sedile, mentre l'eco del clacson della macchina che avevo evitato, mi risuonava ancora nelle orecchie. Era un'esperienza extra-corporea quella che stavo vivendo, una di quelle in cui, probabilmente io non avevo appena rischiato di morire sul colpo in un incidente. Sì, era senza dubbio così.
Me ne stavo ancora in macchina, immobile nel mio sedile cercando di scacciare la paura della morte sfiorata, quando sentii un rumore insistente al vetro del mio finestrino.

 

Mi sentivo uno schifo. Come mai mi ero sentita prima. Ero partita da casa con le migliori intenzioni, credendo di fare qualcosa di buono per qualcuno che amavo - sì, perché era di quello che si trattava - eppure mi sentivo uno schifo. Niente era andato come avevo immaginato. Emmett non era rimasto per niente contento della mia improvvisata e per giunta, a complicare la situazione, si erano messi Edward e Jasper che, non fidandosi di me, avevano deciso di seguirmi. Mi sentivo così cretina in quel momento. Possibile che non avessi la facoltà di fare qualcosa da sola, senza ritrovarmi loro due attaccati alle spalle come delle ombre?
Non seppi se a torto o a ragione, ma me la presi con il primo malcapitato che avevo sotto tiro.
"Cosa ti è saltato in mente, eh?... Me lo spieghi?" ero infuriata, profondamente infuriata. Ancora una volta avevano - aveva - rovinato tutto. Mio fratello mi guardò stranito per poi deglutire e osservare due signore che si erano girate verso di noi, attirate dal mio tono alto di voce
"Volevo soltanto sapere perché avessi inventato quella scusa stamattina per non venire a scuola..." si giustificò lui a disagio
"Ma cosa ti ha detto il cervello? Come facevi a sapere che si trattava di una scusa?" stavo alzando troppo la voce, forse, ma non mi interessava minimamente.
"Non lo so... però... non mi sono sbagliato a quanto pare!" fece lui in un'alzata di spalle
"E non ti è passato per la mente per un attimo che si trattasse di qualcosa di importante e che, se non vi avevo detto nulla era semplicemente perché non volevo vedervi qui oggi?" urlai, facendo girare un gruppo di poliziotti in divisa che si stavano avvicinando alle volanti parcheggiate. Uno di loro ci guardò attentamente, ma ero troppo impegnata a sfogarmi con Jasper per dargli importanza
"Abbassa la voce, dannazione..." mormorò lui.
"Non sei nella condizione di dirmi cosa fare e cosa no!" lo ripresi, in un sibilo minaccioso. Ero stanca, nervosa, avevo voglia di scappare, di prendere a schiaffi mio fratello, urlare - anche se lo stavo già facendo - piangere, sbattere i piedi per terra. Ma mi sentivo impotente. E prima di scoppiare davvero a piangere per la frustrazione davanti a tutti, girai i tacchi e mi diressi verso la mia Bmw. Mi sentii afferrare per un braccio e non ci fu bisogno di girarmi per capire chi fosse
"Rose, aspetta... dammi solo un momento..." mi implorò. Con uno strattone mi liberai della sua presa e inchiodai i miei occhi nei suoi.
"Te ne ho dato fin troppo di tempo, Jasper... quindi lasciami stare..." e feci di nuovo per andarmene, ma prima volli aggiungere un'ultima cosa che mi premeva disperata in gola per uscire, così mormorai
"E prega che non succeda ciò che io temo, prega perché io non lo perda... altrimenti, sappilo, che non te lo perdonerò mai!" e lo lasciai lì, senza dargli la possibilità di replicare.
Mi ero resa conto di aver dato fin troppo spettacolo in quella piazzetta antistante la chiesa, ma in quel momento avevo solo un pensiero fisso che mi angosciava: Emmett. Dovevo trovarlo. Dovevo vederlo e parlare con lui. Altrimenti sarei impazzita.
Mi addentrai per le strade cittadine, scrutando ogni millimetro di asfalto alla ricerca della sua macchina. Non mi ero resa neppure conto di aver iniziato a piangere. Così, da sola. E non feci neppure niente per evitare che accadesse. Le lacrime scendevano e io continuavo a guidare e a pregare di trovarlo.
Ad un certo punto un rumore di frenata mi fece sobbalzare e mi accorsi con la coda dell'occhio di quello che stava succedendo alla mia destra, ad un incrocio poco distante. Una macchina nera, abbastanza voluminosa aveva inchiodato, per evitare l'impatto con una monovolume bianca che aveva suonato il clacson come impazzita, procedendo dritta per la sua strada. Sgranai gli occhi, come folgorata e sterzai di colpo, senza far alcun danno per fortuna. Raggiunsi l'auto che si era bloccata al centro dell'incrocio e accostai ad un lato della strada.
Scesi, quasi di corsa, sperando con tutto il cuore che ciò che più temevo in quel momento fosse solo un incubo. Sentii tutto il sollievo invadermi nel momento in cui guardai all'interno della Jeep e lo trovai fermo, con gli occhi serrati, fortunatamente indenne. Bussai come una forsennata al finestrino e attirai quasi subito la sua attenzione. In un primo momento mi guardò stranito, forse indeciso se ingranare la marcia e ripartire, ma passò subito, perché si slacciò la cinta, aprì lo sportello e scese dall'auto, tutto senza mai abbandonare i miei occhi. Mi ritrovai a trattenere il respiro e realizzai solo in quel momento che era vivo, fortunatamente vivo e che era in piedi di fronte a me. Dimenticai in un istante tutto quanto: come mi aveva accolta in chiesa, cosa era successo con Jasper, la nostra discussione, il suo quasi incidente... tutto! E mi buttai tra le sue braccia, ancora con le lacrime agli occhi e tremando come una sciocca. Era vivo, grazie a Dio. Ed era lì. E cosa più importante, invece di scacciarmi come aveva fatto prima, mi strinse forte a sé, affondando il viso nei miei capelli.
É vivo... é vivo... é vivo...
Avvertii un singhiozzo e un goffo tentativo di trattenerlo da parte sua e, meravigliata, mi accorsi che stava piangendo. Come me.
"Emmett..." lo chiamai, sempre con il viso nascosto nel suo petto "Stai... piangendo?" ero sorpresa e agitata allo stesso tempo. La stretta si fece più forte
"Lo stai facendo anche tu..." mi fece notare in un sussurro. Il suo controllo sulla voce era notevolmente superiore al mio. Sorrisi, stupidamente.
"Siamo due sciocchi..." bisbigliai. Lo sentii ridacchiare e lasciarmi un bacio sulla testa. Solo allora osai alzare lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi, ma era pur sempre bello da morire. Portò le mani sulle mie guance e le accarezzò dolcemente, continuando a guardarmi. Dopodiché si abbassò appena per poggiare le labbra sulla mia fronte e lasciarvi un morbido bacio.
"Perdonami..." sussurrò ad un millimetro dalla mia pelle. Scossi la testa, avvertendo un brivido attraversarmi tutta la schiena
"Non hai niente di cui farti perdonare" risposi alzando gli occhi verso i suoi. Ne lessi tutta la stanchezza e la frustrazione che mi immaginavo di trovarvi. Stava soffrendo come un cane ma non lo avrebbe mai ammesso. Eppure sentivo che aveva un disperato bisogno di sfogarsi ed io ne avevo altrettanto che lo facesse con me. Mi sollevai sulle punte, nonostante i tacchi, e gli sfiorai le labbra con le mie.
"Andiamo via di qui, ti va?" e senza rispondermi, mi strinse la mano e mi guidò verso la Jeep, uscita incolume insieme al proprietario da un bruttissimo incidente.

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Capitolo 38
*** Un modo per reagire al dolore ***


Capitolo 39 Salve a tutti. Come promesso rieccomi ad aggiornare, nonostante, come temevo, non ho trovato quasi nessuno ad accogliermi :(... da una parte me lo aspettavo... cosa credevo di ottenere dopo aver lasciato trascorrere tutto qst tempo? Era normale che voi vi stancaste e la cosa la capisco perfettamente nonostante mi dispiaccia molto... io però continuo ad aggiornare per quei tantissimi lettori silenziosi e per quelli che, come Alice cullenhales nlgdr e Sayuri_88 hanno lasciato traccia del loro passaggio. Vi ringrazio profondamente e spero continuiate a seguirmi... Bene, prima di tutto specifico che i capitoli a seguire saranno la continuazione di quel famoso 16 Dicembre, ovviamente incentrati più nello specifico per i vari personaggi. Purtroppo al dolore ognuno reagisce diversamente. C'è chi come Bella si autoconvince di non averne bisogno (e magari fa anche qualche sciocchezza... come vedrete ^^) e altri che invece... mmmm... devo stare zitta!!! XD beh, cari, buona lettura e se vorrete... fatemi sapere le vostre idee tramite un commentino... ciaooooo
p.s. Vi lascio i link dei vestiti che poi sono gli stessi dello scorso capitolo ma che mi sono dimenticata di aggiungere iniziando con Bella ed Edward! ^^

Abbigliamento Bella
Abbigliamento Edward


 

"Ti rinnovo le mie più sincere condoglianze, cara... per qualsiasi cosa, sappi che sono disponibile..." mi ripeté la mia vicina di casa, profondamente addolorata. Con un sorriso di circostanza, finto come Giuda, la ringraziai, e con una scusa banale, mi allontanai guadagnando l'uscita e finalmente respirando aria nuova. Ancora due minuti e sarei morta. Avevo fatto uno sforzo sovrumano a rimanere lì per tutto quel tempo e ora che era tutto finito era come se uno strato di angoscia mi stesse lentamente ricoprendo. E mi sentivo soffocare.
E mi resi conto ben presto che neppure il vento di Dicembre era in grado di farmi stare meglio. Forse era perché si trattava ancora di Dicembre, ancora quel maledetto Dicembre con il suo ancora più maledetto sedici. O forse ero io che avevo bisogno di evadere, mente e corpo da tutto quello schifo.
Lanciai uno sguardo veloce alla ricerca di Emmett o di Alice ma non trovai nessuno dei due. Anzi... neppure la Jeep era più nel parcheggio. Che mio fratello avesse deciso di mollarmi lì, infliggendomi quella tortura? No, non ci potevo credere. Lo sapeva, dannazione, quanto io odiassi quel posto. Sapeva che non resistevo. Sapeva che dovevo allontanarmi prima di impazzire. Sapeva... eppure non c'era.
"Bella..." una voce e un tocco sulla spalla mi arrivarono in contemporanea da dietro. Mi girai di scatto, presa in contropiede e rimasi quasi scioccata da ciò che trovai. Ecco che la mancanza di ossigeno inizia a crearmi problemi...
"Bella... tutto bene?" mi domandò, ma io lo ignorai. Continuavo a guardarlo stranita, cercando di realizzare il momento in cui ero svenuta e avevo sbattuto la testa iniziando a sognare. Realizzai che si trattava della realtà solo quando la sua presa, spostatasi al braccio, si fece più intensa e mi scosse appena
"Cos'hai?... Ti senti male?"
"Edward... cosa..." deglutii, rendendomi conto di parlare con una voce non del tutto mia "Cosa ci fai... qui?" mi guardò imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli
"Ehm... è una storia un pò lunga... diciamo che la colpa o il merito è diviso al cinquanta percento tra Jasper e Rosalie..." e sorrise. Era strano vederlo lì, così a disagio davanti a me. Ero alla ricerca di mio fratello e tutto mi sarei aspettata, tranne che trovarmi Edward Cullen alle spalle. Eppure... non ero minimamente infastidita o a disagio. E senza accorgermi avevo perfino iniziato a respirare meglio. Guardai Edward sorpresa e confusa allo stesso tempo e una strana sensazione mi pervase all'istante. Ecco cosa volevo... sentirmi diversa, quel giorno, almeno quel giorno, e per farlo dovevo sorprendere me stessa e gli altri. E forse mi sarei sentita meno uno schifo.
Colta da questa consapevolezza, agii d'istinto cogliendolo in contropiede
"Hai la macchina?"
"C-come?" si prese qualche istante per metabolizzare, dopodiché, quasi per accertarsi di ciò che stava dicendo, lanciò uno sguardo alle mie spalle, dove forse trovò ciò che cercava perché mi rispose "Certo... perché me lo chiedi?" possibile che fosse spaventato? Ma da cosa?
Forse da me e dal fatto che non sa bene come prendere questo mio improvviso cambiamento nei suoi confronti... Sulla spiaggia l'ho aggredito. Adesso gli do perfino a parlare... La cosa peggiore è ciò che sto per chiedergli...
"Portami con te... da qualche parte!" risposi risoluta
"Eh?..." lui sempre più confuso, forse stava decidendo se fosse il caso o meno di mandarmi al diavolo "D-dove...?"
"Non importa dove... va bene qualsiasi posto..." avevo pensato solo al viaggio e non alla destinazione sinceramente. Mi guardò, ancora confuso, ma senza dire nulla si avviò verso la sua Volvo ed io lo seguii a ruota domandandomi per l'ultima volta se non stessi facendo l'ennesima cazzata e rispondendomi allo stesso momento e con lo stesso tono risoluto che avevo usato con Edward, che, dopo una giornata di recita come quella, giocare ancora in un ruolo che non era il mio, male non mi avrebbe mai fatto.

 

Non sapevo quale strana forza mi stesse telecomandando in quel momento. Cosa mi stava dicendo la mia testa e cosa invece mi stava urlando il cuore. Sapevo soltanto che la mia Volvo, ovviamente guidata dal sottoscritto, procedeva spedita, senza una meta, per le strade di Forks. Vista la scarsa grandezza del luogo, mi toccò passare dallo stesso incrocio per ben tre volte e sorpassare per due un furgoncino bianco che si ostinava a circolare a dodici Km/h. Stavo semplicemente sprecando benzina, ma non mi sembrava il caso di puntualizzare in quel momento.
Bella se ne stava seduta, nel sedile accanto al mio, in silenzio ad osservare, senza espressione, il paesaggio monotono e ripetitivo che scorreva fuori. Forse non si accorse neppure che per la quarta volta stavo attraversando il famoso incrocio. Nel farlo mi scappò una risata
"Perché ridi?" la sua voce mi arrivò quasi subito e mi fece uno strano effetto. Abbandonai la strada per pochi secondi per guardarla negli occhi e le sorrisi, come un idiota
"No, niente... non farci caso..." sminuii la cosa con un'alzata di spalle. Come avevo già detto, non mi sembrava il caso di puntualizzare. Lei tornò al suo paesaggio ed io alla mia guida. Non era la solita Bella, quella che si trovava in macchina con me, lo avevo capito. E sinceramente non mi servivano poi tante spiegazioni. Era chiaro che l'aver celebrato l'anniversario per la morte di una madre - come mi aveva informato Jasper in chiesa - non era una bella cosa. E lei stava male per quello. Si vedeva. Le si leggeva in viso. Se fosse capitato a me, sarei impazzito.
Voleva dimostrarsi forte e probabilmente non era la tipa da lacrime o sfoghi improvvisi. Nonostante quella volta, a casa sua mi avesse dimostrato il contrario. Ma mi ero dato una spiegazione logica per quella situazione. Io mi ero semplicemente trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato e lei, colta nel suo momento di debolezza l'unica cosa che aveva potuto fare, era stata lasciarsi andare con qualcuno che non conosceva piuttosto che farlo con sua sorella o suo fratello. Ero stato fortunato, diciamo così. E non mi ritenevo così presuntuoso da affermare che mi sarebbe capitato l'onore una seconda volta. Non ero la persona più adatta, soprattutto dopo quello che era successo e quello che ci eravamo detti. La nostra situazione poteva ritenersi in stand-by e la colpa era solo mia. Continuavo a rimuginare su una questione assurda che a conti fatti avevo già risolto da tempo nella mia mente ma che, la mia volontà, rifiutava di accettare. Non volevo fare del male a Kristen, ma contemporaneamente ne facevo molto di più a Bella.
Per mettere a tacere un pò la mia coscienza - che ormai aveva preso vita propria e soggiornava temporaneamente nel primo cassetto del mio comodino - avevo evitato altre situazioni "scomode" con Kristen. Là dove per situazioni scomode intendevo qualsiasi contatto intimo con lei, ovvero niente sesso! Avevo ceduto alla tentazione una volta, la prima, poi basta. E nonostante lei mi avesse lanciato chiari segnali di aver apprezzato la nostra performance e di volerla ripetere, io molto elegantemente avevo rifiutato. Della serie... anche i ragazzi possono avere le loro "cose.... da fare".
"Edward..." ad un tratto mi sentii chiamare e rallentai appena per poterle offrire la mia attenzione
"Dimmi!"
"Puoi... portarmi a casa?" mi domandò, con lo sguardo basso, torturandosi le pieghe del vestito. Rimasi alquanto deluso dalla sua richiesta e non mi vergogno a dirlo. Speravo che mi chiedesse di portarla ovunque, tranne che a casa. Sì, insomma... pensavo che la sua idea di viaggio fosse diversa. Magari ci sarebbe stata bene una gita a Port Angeles, o perfino una scappata a Seattle, dopo aver fatto benzina ovviamente. L'avrei portata in capo al mondo, pur di soddisfare la sua richiesta. E per questo rimasi male. Per questo strinsi forte il volante tra le mani. Per questo non le risposi, limitandomi ad accelerare per portarla a casa. E per farlo ripassai ancora per quell'incrocio e, ironia della sorte, quella volta non mi venne neppure da ridere.
Fermai la macchina proprio di fronte al vialetto. La casa da fuori sembrava vuota. Probabilmente i suoi parenti erano ancora in chiesa o avevano deciso di scendere fino al cimitero per un saluto alla donna. A Bella la cosa, parve non sorprenderla più di tanto. Rimanemmo in silenzio per un sacco di tempo. Spensi il motore per non consumare altro carburante. Ne avevo sprecato fin troppo quel giorno.
Sì, sono nervoso, cazzo... e ne ho tutti i motivi...
Se non si fosse decisa a parlare entro dieci secondi l'avrei cacciata a calci dalla MIA macchina, avrei ingranato la marcia e avrei percorso la strada verso casa, finendo di consumare gli ultimi litri rimasti nel serbatoio.
Ma diavolo... vuoi mettere la soddisfazione...
"Edward... posso... chiederti un favore?" mi domandò allora. Abbandonai i miei pensieri allucinati per concentrarmi su quello che mi aveva detto
Dille di no... prenditi la tua rivincita...
"Certo!"
Sei un coniglio...
"Potresti... venire con me?" e alzò lo sguardo "In casa, intendo... ti piacerebbe... entrare?" e per la seconda volta in dieci minuti rimasi senza parole. Che cavolo mi stava succedendo? Io, il mago delle parole e dei bei discorsi, non riuscivo neppure ad aprire bocca?
"A... ad-desso?" domandai stupidamente
"Sì... sempre se ti va..."
Mi va?... beh io direi di sì...
"D'accordo... allora parcheggio!" lei annuì e scese dalla macchina per avvicinarsi alla porta d'ingresso. Lasciai la Volvo poco più avanti, in mezzo ad una specie di giardino, senza neppure chiedermi se si trattasse di propriertà privata o di suolo demaniale. Ero troppo preso dalla fretta di raggiungerla. Mi aveva invitato ad entrare. Ed io avevo detto di sì, anche se a fatica. Mi importava solo questo.
La porta d'ingresso era aperta, come lei l'aveva lasciata e me la richiusi alle spalle una volta varcata la soglia. La casa era identica a come l'avevo lasciata il giorno in cui mi ero fermato a dormire. Solo più... vuota. C'era un silenzio surreale. E perfino io che non c'entravo nulla con quella morte, ne avvertivo, in quel momento, il peso addosso. Non me ne ero accorto la prima volta ma, le pareti di quella casa urlavano il nome di quella donna che non c'era più e che aveva lasciato, ormai soli, tre splendidi figli.

 

"Ti posso offrire qualcosa da bere?" domandai, più che altro per educazione, mentre mi versavo in un bicchiere vuoto un pò d'acqua fresca. La sua voce mi giunse alle spalle
"No ti ringrazio... sto bene così!" mi rispose educatamente. Mandai giù un lungo sorso d'acqua e posai il bicchiere nel lavandino. Lo avrei lavato più tardi. Avevo altro a cui pensare in quel momento e riguardava tutto la persona che era con me. Mi girai a guardarlo e lo sorpresi rivolto verso il soggiorno, intendo a contemplare chissà cosa. Mi avvicinai senza essere vista e mi fermai a mezzo passo da lui. Mi arrivò alle narici il suo profumo, lo stesso che aveva ogni volta, quello del bosco. Era un abitudinario. Io ne avevo almeno tre che alternavo. A seconda di come mi sentivo la mattina.
"Sai... mi ha fatto uno strano effetto trovarti fuori la chiesa oggi..." esclamai in un sussurro, facendolo quasi saltare sul posto. Di certo non si aspettava di trovarmi così vicina. Mi guardò in maniera strana e si prese qualche secondo di troppo per rispondermi. Però notai distintamente il suo leggero movimento verso la porta, per allontanarsi appena.
"Ah... sì?" tutto questo tempo per rispondere, e sai dirmi solo questo?
"Sì... però sto ancora decidendo se la cosa mi abbia fatto piacere oppure no..." mormorai, avvicinandomi ancora. Avevo nella mia mente un piano - in modo astratto ovviamente - e stavo provando a mantenere la realtà più fedele possibile all'immaginazione. Tanta teoria e poca pratica. Il fatto che volessi provarci proprio in quell'occasione era pienamente discutibile. Il fatto che volessi provarci con lui... beh, quello era pienamente comprensibile.
"Posso azzardare una risposta?" mi fece lui, assottigliando lo sguardo.
Sbaglio o la sua voce si è abbassata di qualche tono?...
"Prego... fai pure..." ormai eravamo praticamente attaccati. Fermi nella cucina, a sfiorarci involontariamente con tutto il corpo. Piacevole sensazione, a dir poco.
"Io credo..." fece una pausa ad effetto "Credo che tu mi abbia appena rifilato una cazzata... credo che la prima cosa che hai pensato vedendomi sia stata di mandarmi al diavolo e... credo, inoltre, e non ritengo di sbagliare, che tu mi abbia fatto venire qui per mettere in chiaro definitivamente le cose tra noi..."
Quando fa il filosofo è ancora più bello...
"Però... hai un'idea chiara su tutto..." affermai piegando la testa di lato "Tuttavia temo di doverti contraddire su un paio di punti!" mi guardò sorpreso ma non disse nulla, evidentemente attendeva che io ratificassi.
"Prima di tutto... io non dico mai cazzate... ormai dovresti saperlo!" frecciatina volontaria.
Se vuole capirla, è bene... altrimenti... è lo stesso...
"Osservazione passabile... vai avanti!"
"Seconda cosa... non è propriamente vero quello che hai detto... non volevo mandarti al diavolo quando ti ho trovato davanti la chiesa... ero sorpresa... positivamente intendo!"
"Ah... vedo che ormai hai deciso!" mi fece notare divertito
"Sì... ho deciso!" ci stavamo provocando a vicenda. E anche lui, dopo un iniziale momento di confusione aveva preso il ritmo.
Bene...
"E...." iniziai lasciando volutamente la frase in sospeso. Poggiai le mani sulle sue braccia e le trovai tese. Era agitato, ne avevo appena avuto la prova.
"Cosa?" mi domandò cauto. C'era tensione, perfetto. Era l'atmosfera ideale per ciò che avevo in mente. Speravo solo che anche lui viaggiasse sulla mia stessa lunghezza d'onda.
"L'ultima cosa che hai sbagliato è il motivo per cui ti ho fatto venire qui... non per sminuirti, ma ho deciso che non me ne frega niente di risolvere questa situazione, né oggi, né domani, né tra due anni... non ha senso..." lo vidi agitarsi appena, così mi avvicinai ancora, aderendo quasi completamente con il corpo al suo. Ne ricevetti una scarica elettrica impressionante.
"L'unica cosa di cui sono sicura è che... nonostante tutto, nonostante Kristen... tu mi piaci... e anche tanto!" era la prima volta che dicevo una cosa del genere ad un ragazzo. Anzi... era la prima volta e basta. E a giudicare da come mi stava guardando, anche lui si trovava nella stessa situazione. Era come se il verde dei suoi occhi mi stesse parlando, eppure, ancora faticavo a decifrarlo.
"Bella..." biascicò a disagio.
"Ed io... ti piaccio, Edward?" domandai avvicinandomi al suo viso tanto da riceverne una carezza delicata dal suo respiro.
"Ecco, io... io..." stava cincischiando un pò troppo per i miei gusti. Che faceva? Un passo avanti e dieci indietro? Proprio ora che iniziava ad andare nella mia stessa direzione? Si stava spaventando per caso? Ed ero io a farlo? Bisognava correre ai ripari, urgentemente. Doveva capire che io avevo bisogno di lui in quel momento, e in un modo o nell'altro lo avrei convinto. Anzi... a dirla tutta la mia idea era un'altra. Non c'era spazio per le chiacchiere. Non c'era spazio per i pensieri ossessivi, i dubbi e le paure. Avevo deciso cosa fare e ora volevo portarlo fino alla fine. Avrei ottenuto cosa volevo. Lui. Il resto non contava. Lo avrei avuto. Mio. Punto.

 

Ma perché, da qualche settimana a questa parte, tutte le ragazze che conosco tentano di saltarmi addosso? Perché non riesco a star tranquillo più di due giorni di fila, senza il pericolo di trovarmi un'assatanata che vuole attentare al mio corpo? Dev'essere la stagione, non ho altre spiegazioni... Maledetto buco dell'ozono e maledette mezze stagioni che non esistono più. Per colpa vostra adesso sono costretto a tener testa ad un'altra belva feroce...
Eppure... sento che questa volta è diverso. Mi sento strano... non so spiegarlo, è più che altro una sensazione a pelle... Quella volta con Kristen mi sono sentito estraneo al mio corpo, come se agisse da solo, incontrollato e la mente tentasse invano di fargli tornare la ragione di sempre. Questa volta... beh... diciamo che corpo e mente hanno appena stretto un patto di tipo difensivo. In pratica intervengono a sostegno dell'altra nel caso in cui... ok, puttanata colossale... qui, o si trova una soluzione - della serie "Bella, perdonami, ma devo proprio tornare a casa, la gatta sta per partorire!" - oppure... eh, oppure mi sacrifico. Per onore di patria, si intende!
E, detta tra noi, non sarebbe neanche un sacrificio di quelli pesanti, anzi... più che sacrificio per me sarà un vero piacere. Ma, sono pur sempre un galantuomo. Ergo... da contratto devo recitare per due minuti e trenta secondi di fila la scena del ragazzo difficile. Altrimenti non funziona. Ma poi... da dove l'ha cacciata Bella tutta questa audacia? É sempre stata così ed io, fesso come al solito, non me ne sono mai accorto, oppure tutto ad un tratto la crisalide, chiusa nel suo guscio sporco e opaco, ha deciso di uscire allo scoperto e mostrarsi al mondo? A me in particolare.
Sono combattuto. Lei è qui, che mi guarda, in attesa di una risposta ed io sono talmente tanto spiazzato da non riuscire neppure a trovarla. O forse, la so già, ma come sempre non ho il coraggio di dirla ad alta voce. E se chiamassi Jasper e gli chiedessi - gentilmente - di spiegare a Bella esattamente la situazione? Lui avrebbe senza dubbio più coraggio di me.
Santo Cielo, Edward, non ti distrarre... hai altri problemi da affrontare... uno dei quali si è appena ancorato a te, con tutti i suoi meravigliosi artigli. Eccola, si solleva sulle punte, continua a guardarmi, senza ombra di malizia negli occhi, sembra tranquilla. Ed io... come sono? Agitato? Spaventato? Allucinato? Preoccupato? Diciamo un pò tutto, con una leggera spolverata di eccitazione che non guasta in questi casi. Dovrei sentirmi l'uomo più fortunato del mondo in questo momento. Ho una ragazza semplicemente fantastica che sta per baciarmi - e che sembra manifestarmi la voglia di non fermarsi di certo a quello - qui davanti a me, in carne ed ossa. E, come se non bastasse, ne ho un'altra che continua a tartassarmi di chiamate e messaggi. Ne è la prova il fatto che in questo momento la tasca destra dei jeans sta vibrando.
Bontà divina. Se è in questo modo che devo morire, ti ringrazio!
Bella intanto si fa sempre più vicina, socchiude gli occhi e mi poggia le mani sul petto. Ogni suo tocco è una continua scarica elettrica. Solo che non posso proprio farne a meno. Mi piace. Mi gasa. Mi eccita oltre ogni misura. E non ci siamo ancora baciati, pensa il seguito come sarà...
Edward... finiscila! Per la tua già precaria salute mentale ti proibisco di andare oltre! Un minimo di decenza, per Dio! Certo... la decenza bisognerebbe spiegarla anche a qualcun altro qui. Diciamo che parliamo dello stesso traditore dell'altra volta. Quello che, agendo di sua spontanea volontà, si era magicamente svegliato e si era fatto subito notare. Ecco, il mio carissimo amico anche adesso fa capolino tra di noi. Ed io vorrei morire, in questo preciso istante. Sì, perché mi sento come un dodicenne in piena crisi ormonale. Anzi, peggio... almeno il dodicenne un pò si sforza... a me, invece, il meccanismo parte in quarta da solo. Per alcuni la cosa potrebbe sembrare positiva. Ma dipende... se questa cosa può pregiudicarti l'andamento di una serata, beh... sfido chiunque a trovarci del positivo dopo.
Ecco, le ultime parole famose. Sta sorridendo. Se ne sarà accorta? Speriamo di no. Dovrei fare almeno un passo indietro, così cerco di salvare il salvabile. Anche se... mi rendo conto di non fregarmene più di tanto. La situazione che ha creato mi piace parecchio e finché dura voglio provarci. Mal che va, posso sempre dire di soffrire di una rara patologia genitale. Sono soggetto alla ritenzione idrica. Mi gonfio tutto, nei posti sbagliati. La butterò sul tragico. Lei, disperata e commossa - sperando che non scoppi a ridere - mi consolerà ed io avrò comunque ottenuto la sua attenzione evitando di testare un altro letto di un'altra casa.
Mi sto giusto iniziando a chiedere perché devo per forza rovinarmi la vita con queste filippiche mentali e soprattutto come mai quando sono nervoso divento insolitamente volgare, quando sento qualcosa. Sono le labbra di Bella che ormai hanno raggiunto le mie e iniziano a muoversi, prima lentamente e timidamente. Ed è qui che riscopro la sua vera natura e la vecchia Bella. Poi iniziano a farsi più audaci e coraggiose. Ed io inizio a prenderci seriamente gusto.
Dovrei preoccuparmi? Da povero verginello tampinato da donne assatanate, mi sto trasformando in assetato di sesso occasionale? Dovrei vergognarmi? Dovrei cercare una cura? La malattia che ha colpito Jasper, è forse contagiosa? Rischia di prendersela anche Rosalie? Ma soprattutto... Posso davvero parlare di sesso, quando c'è di mezzo Bella?
Sto giusto per darmi una risposta, quando le sue mani, calde come il fuoco, si posano sul mio viso, sulle guance, in un gesto così dolce da farmi morire. E allora capisco. Il sesso lo faccio con Kristen che nel frattempo continua a chiamare. Inutilmente, aggiungerei. Con Bella, no... con lei... faccio l'amore. E questa volta... quello vero.



Mi sono sempre chiesta cosa si provasse. Cosa significasse trovarsi con un ragazzo con il quale si aveva appena scavalcato la soglia del lecito consentito, una volta capito cosa aspettasse dall'altro lato. Ormai ne ero certa. La consapevolezza mi aveva appena invasa e iniziai a provare una certa paura. Mi stavo domandando cosa diamine stessi facendo e perché mi comportassi in quel modo tanto estraneo a me. Bella non si sarebbe mai sognata di saltare addosso a qualcuno, soprattutto ad un ragazzo fidanzato. Bella non avrebbe mai espresso quello che provava veramente, soprattutto ad un ragazzo che conosceva come semplice amico. Bella non si sarebbe mai sognata di prendere per mano qualcuno e portarlo lentamente verso la sua stanza, soprattutto... non lui!
Eppure lo stavo facendo. Stavo aprendo la porta della mia camera e stavo entrando, seguita da Edward. Mi premurai perfino di chiudere la porta a chiave. Quello stupido di mio fratello prima o poi sarebbe tornato e l'ultima cosa che volevo era dargli spiegazioni su cosa stessi facendo lì con Edward. Il fratello di Jasper.
Lì, in piedi in quella stanza, continuai a concentrarmi sulle sue labbra. Erano troppo belle e perfette per essere lasciate da parte. Quella sera al bosco non avevo proprio capito come erano fatte. Ero stata avventata nel giudicarle. Adesso, dopo un'attenta analisi, potevo affermare con sicurezza che... erano semplicemente uniche. Non che avessi baciato, nella mia vita, tanti ragazzi. Erano soltanto due, uno dei quali era stato Mike, prima che si fidanzasse con Jessica, e non avevo bei ricordi di quei momenti. Probabilmente anche il bacio di una mucca, in confronto, mi sarebbe sembrato migliore. Ma le sue labbra... erano qualcosa di inspiegabile. Mi accarezzavano, mi chiamavano, mi volevano tutte per loro. Erano insaziabili eppure educate e gentili. Erano tocchi incandescenti. Ma io ormai non mi accontentavo più. Volevo dell'altro. Volevo scoprire cosa significasse essere un tutt'uno con qualcuno.
Lo so... sono leggermente contraddittoria in questo momento... ma come ho detto, ci penserò dopo, adesso voglio solo sentirmi bene...
Portai le mani sulla sua felpa, e una volta trovata la cerniera iniziai a farla scendere giù, lentamente. Quel rumore fu quasi un fastidioso rimbombo nella stanza. Quella stanza che era così silenziosa, nonostante i nostri respiri accelerati. Una volta sbottonata la lasciai scivolare dalle sue spalle, aiutata da lui stesso. Non aveva ancora provato a spogliarmi ed io iniziavo ad essere impaziente. Se glielo avessi fatto notare mi avrebbe sicuramente presa per un'assatanata. Non che altrimenti, data la situazione, avrebbe potuto pensare ad altro. Però... apprezzavo comunque il fatto che fosse così discreto con me. Riusciva a mantenere un perfetto autocontrollo anche in quell'occasione. Era da ammirare.
Stavo giusto iniziando ad occuparmi della sua maglia, quando le sue mani mi bloccarono. Aprii gli occhi e trovai i suoi a fissarmi, attenti e cauti.
"Bella... forse è il caso di... fermarsi..." mormorò. Aveva una voce così profonda e sensuale da farmi venire i brividi solo a sentirla. Si era trasformato completamente da timido ragazzo dai capelli accuratamente spettinati, a sexy e provocante. Anche se i capelli rimanevano uguali.
"No... non dobbiamo..." tentai di dire, cercando di riprendere la mia missione principale: spogliarlo.
"E invece sì!" esclamò con, forse, troppo vigore, bloccando le mie mani e stringendone i polsi. Dall'espressione che aveva assunto sembrava... combattuto. Era come se non fosse del tutto sicuro di quello che stava facendo, eppure... sì, insomma... lo stava facendo!
"Edward... cosa..." lo guardai attentamente, per cercare di capire cosa stesse mai cercando di dirmi e l'unica cosa che riuscii a capire fu il fatto che mi avesse stranamente fermato. Mi ci vollero pochi istanti per metabolizzare e tradurre il tutto in un pensiero sensato
"Tu non... mi... vuoi...?" nonostante la nota finale, tendente all'interrogazione, la mia era un'affermazione, semplice e atrocemente reale. Mi venne immediatamente voglia di sparire in una voragine nel pavimento.
"Cosa?... Ma no, no, Bella... che diavolo ti inventi??? No, nella maniera più assoluta no!" in quel momento mi parve cambiare di nuovo tono. Sembrava ferito da qualcosa, ma ero troppo impegnata a vergognarmi come un cane per capirne il motivo.
"E invece sì, maledizione... Dio... Dio, quanto sono stupida!" quasi gridai, tentando di liberarmi dalla sua presa. Ma era irremovibile. Continuava a fissarmi, concentrato.
"Te l'hanno mai detto che hai il bruttissimo vizio di saltare subito a conclusioni affrettate?" mi chiese, a mo di rimprovero, esasperato. Lo guardai, ancora ferita, serrando i denti per non avere l'assurda tentazione di parlare e mandarlo al diavolo.
"Oh... ecco... adesso va meglio..." sospirò, dopodiché si diresse verso il mio letto - quello che doveva essere lo scenario perfetto della mia brillante idea - e mi trascinò con lui, sempre stringendomi per i polsi e mi fece sedere accanto. Mi resi conto mi aver iniziato inspiegabilmente a ringhiare.
"Prima di tutto, concedimi una domanda..." fece una pausa ad effetto, forse aspettando un incitamento da parte mia che non arrivò "Quanto mi stai odiando in questo momento?" e sospirò sconsolato. Alzai un sopracciglio stupita. Domanda troppo facile.
"É inquantificabile!" sputai velenosa. Sospirò di nuovo, mugugnando qualcosa che non riuscii a capire.
"Credimi, Bella.. se ti avessi lasciata continuare, dopo mi avresti odiato ancora di più!" esclamò sorridendomi. Per la seconda volta mi sorprese ma sulle prime non seppi cosa rispondere e per questo mi fermai a riflettere. Se lo avessi lasciato continuare... se non lo avessi fermato... cosa sarebbe successo? Beh, facile anche questo... saremmo finiti nel mio letto a... deglutii, improvvisamente lucida. Improvvisamente troppo lucida.
"Oh!" esclamai, troppo colpita per dire altro. Ma cosa diavolo avevo creduto di fare? Cosa pensavo di ottenere? Andare a letto con Edward avrebbe risolto i miei problemi? No, certo che no... me ne avrebbe soltanto portato degli altri. E poi... nonostante mi fossi autoconvinta che quello fosse davvero ciò che volevo, non potei evitare di pensare a cosa avrei buttato via se solo lui non mi avesse fermata. Se solo lui fosse stato un pò meno coscienzioso e un pò più perverso. Aveva ragione. Ero una grandissima cretina e, solo in quel momento, guardando il suo sorriso mite - non divertito o malizioso, solo mite - me ne resi conto.
"Scusa..." borbottai, abbassando la testa. Dov'era quella famosa voragine? Ancora non si era decisa a fare capolino nella mia stanza? Aspettava che mi rendessi ancora più ridicola davanti a lui? Beh, se era questo il suo intento, aveva quasi vinto.
Sentii gli occhi inumidirsi proprio nell'istante in cui Edward riprese a parlare
"Non devi chiedermi scusa, Bella... non farlo, per piacere!" e sospirò, liberandomi un polso e, probabilmente, passandosi una mano tra i capelli. "Sto cercando solo di... capire..." continuò incerto "Cosa... ti ha spinta a comportarti così con me... vendetta? Oppure..." ma non lo lasciai finire
"No... Edward... vendetta per cosa, poi?" domandai amareggiata
"Beh... per come mi sto comportando con te... per quello che non ho ancora avuto il coraggio di fare e dire... per Kristen..." e solo quando lo sentii nominare la sua - ancora - ragazza mi sentii, se è possibile, ancora peggio. A questo non avevo pensato. Nel mio diabolico e astruso piano non c'era stato spazio per lei. Per il disgusto di fare qualcosa di così mostruoso a qualcuno. Forse Edward aveva ragione. Non era a lui che dovevo chiedere scusa.
"Sono un mostro..." biascicai lasciandomi sfuggire due grosse lacrime, una delle quali cadde sulla sua mano, ancora stretta al mio polso. Avvertii il contatto della sua pelle sul mio viso e la leggera pressione che impiegò per sollevarlo
"Tu non sei un mostro, Bella... non più di me, almeno!" e sorrise sereno "Stai semplicemente soffrendo... te lo si legge negli occhi... e quello che vorrei adesso è che tu te ne rendessi conto e che la smettessi di colpevolizzarti per qualcosa che non è accaduto. Siamo qui, a parlare, ancora vestiti..." e ridacchiò contagiando anche me "E non voglio che tu aggiunga altro dolore a quello che hai già. Basta complicarti la vita, Bella... respira per piacere!" e mi accarezzò una guancia assorto in chissà quale pensiero. Possibile che avesse centrato pienamente il mio problema più grande di quel giorno?
"Io... non... ci riesco.." annaspai in cerca di aria e parole. Le lacrime ormai mi appannavano la vista. Cercai con la mano libera di asciugarle, ma lui mi precedette, raccogliendone due grandi che stavano già rotolando sulle guance. Sorrise di nuovo
"Non c'è fretta... abbiamo tutto il tempo che vuoi..." sussurrò. Lo guardai, in attesa che la vista si facesse più nitida. Il suo viso, la sua espressione così mite e rassicurante, mi diedero il colpo di grazia. E tutto ciò contro il quale avevo tentato di combattere quel giorno mi crollò addosso, come se a chiamarlo dall'oscurità più remota della mia memoria, fosse stato qualcun altro, a mia insaputa. Iniziai a singhiozzare e prima che le lacrime ricominciassero ad opacizzare la mia stanza, sentii due braccia calde attirarmi contro qualcosa di solido - e altrettanto caldo - e stringermi forte. Mi sentii immediatamente libera di poter essere me stessa. Non qualcun'altra. Non la Bella forte e prepotentemente convinta di potersi prendere tutto ciò che voleva in un attimo. Non la Bella egoista. Non la Bella che cercava di dimenticare. Ero semplicemente io. Percossa ancora una volta dal dolore concreto della perdita, vulnerabile e pronta a qualsiasi cosa il destino potesse mai offrirmi.
 

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Capitolo 39
*** Attacco di Panico ***


cap 39 Ehilà bella gente... salve... scusate il leggero ritardo ma tra mare e chiavetta scaduta ho davvero fatti i salti mortali per aggoirnare, ma finalmente complice il nuovo contratto x internet, sono tornata ^^... bene... vi ringrazio per l'accoglienza calorosa dello scorso capitolo, siete stati davvero fantastici e soprattutto sono davveri contenta che il capitolo vi sia piaciuto... Edward ogni tanto qualche cosa positiva la riesce ancora a fare... adesso vi lascio al nuovo capitolo... un capitolo che mi sta molto a cuore perché FINALMENTE svela uno dei personaggi più enigmatici e complicati di tutta la storia... buona lettura e... fatemi sapere ;)
p.s. Vi metto i link con i vestiti di questo capitolo ^^
Abbigliamento Alice
Abbigliamento Jasper


 
Aspettavo. Come una cretina, da sola, seduta sui gradini della chiesa e... aspettavo. Ero convinta che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a riprendermi. Dovevano per forza accorgersi della mia assenza. Dovevano.
Sospirai afflitta, mentre alcune nuvole grigie iniziavano a riempire il cielo sopra di me. Le contemplai assorta. Ma che diavolo di fine avevano fatto tutti quanti? Mi ero allontanata dalla chiesa per un solo istante, per accompagnare Rachel, la sorella di Jacob alla macchina e scambiare così quattro chiacchiere, e quando ero tornata non c'era più nessuno. La Jeep di Emmett era completamente sparita e di Bella, nessuna traccia. Sospirai di nuovo. Iniziavo a credere che la mia presenza non facesse poi tutta questa differenza ai loro occhi se non si erano neanche presi la briga di aspettarmi.
"Tanto vale tornare a casa a piedi!" borbottai alzandomi. Iniziava a fare freddo, troppo freddo per la semplice giacca che avevo addosso. Il mio cappotto era rimasto, ovviamente, nella Jeep.
Ragazza trovata morta assiderata nello stato di Washington. Misteriose le cause che l'avrebbero spinta ad aggirarsi per la città in Dicembre con una semplice giacca addosso. I parenti la compiansero...
Ridacchiai scuotendo la testa. Nonostante la situazione riuscivo ancora a fare dell'ironia. Superlativo.
Ritirandomi il più possibile sul margine destro della carreggiata, iniziai a camminare, con le braccia strette ai fianchi, nell'inutile tentativo di riscaldarmi. Fatica sprecata. Il vento aveva iniziato perfino ad ululare ed io, dandomi della sciocca colossale, a tremare incontrollata. Non sapevo cosa avrei dato per una bella coperta. O, perlomeno, di un cappotto. Sperai solo di non prendermi una ricaduta. Tutto volevo tranne che trascorrere altro tempo a casa con la febbre, soprattutto alle porte del ballo scolastico di Natale. In teoria, all'idea dell'imminente evento mi sentivo al settimo cielo. Shopping pre-festivo, eccitazione tra i corridoi per la scelta dei partner e soprattutto un pò di sano divertimento. In pratica, però, ne ero terrorizzata. Neanche l'ombra di un centesimo nel portafoglio, la paura di non sapere chi diavolo invitare ma soprattutto la consapevolezza che, tanto, con quello stato d'animo ci sarebbe stato poco da divertirsi. Erano già due anni che non trovavo più gusto ad andarci. Quell'anno le cose non sarebbero andate diversamente.
Neanche se...
Ad un tratto una macchia rossa, sul lato opposto della carreggiata, rispetto a quello in cui camminavo io, attirò la mia attenzione. Misi a fuoco, nonostante le sferzate di vento mi rendessero la cosa impossibile visto che a tratti mi facevano lacrimare gli occhi. Dovetti essere a meno di due metri per capire che si trattasse di un'auto. E dovetti fermarmi e asciugarmi gli occhi per capire di chi fosse quella spalendente Bmw. C'era solo una persona in tutta Forks a possederla. Rosalie Cullen.
Solo allora, ormai immobile sul limitare della strada, mi accorsi di una figura poggiata al cofano dell'auto. Era immobile, con le mani infilate nelle tasche e il cappuccio bordato di pelliccia calato sulla testa. Che fosse Rosalie era escluso, ma allora... se davvero quella macchina fosse sua, chi diamine era quel losco figuro che stava placidamente seduto sulla sua carrozzeria?
Attraversai la strada senza neanche curarmi di controllare se ci fossero auto, e mi avvicinai al tipo incappucciato. E se fosse stato un malintenzionato? Magari un ubriaco, o un barbone...
Sveglia, Alice... i barboni, secondo te, andrebbero in giro con un giubbotto della Blauer?... Ovviamente no...
"Ehi tu!" esclamai, mantenendomi a distanza. Se si fosse rivelato pericoloso, avrei sempre potuto gridare. Qualcuno mi avrebbe senza dubbio sentito. Non erano neanche le undici di mattina. Doveva esserci per forza qualcuno in quel buco di città. O no?
La testa dello sconosciuto saettò verso di me. Lo avevo spaventato. Bene. Ero sul punto di sorridere soddisfatta quando il suo cappuccio peloso venne giù. Dire che rimasi senza parole sarebbe un eufemismo.
"Jasper!" esclamai. Ma certo. Quella era la macchina di Rosalie. Perché non avevo immediatamente pensato che uno dei suoi fratelli potesse averla presa? Perché quel corpo incantevole - che si era appena sollevato in piedi, in tutta la sua magnificenza - non mi aveva subito suggerito di chi si trattasse?
Stupido vento...
"Ehi... ciao..." fece lui. Eh sì, era sorpreso. E anche parecchio. Non mi aveva ancora tramortita con il suo sorriso sexy, e questo era tutto un dire.
"Che sciocca... pensavo che qualcuno stesse tentando di rubare la macchina di Rose..." e ridacchiai, colta finalmente la mia ingenuità di poco prima. Lo sguardo che mi lanciò fu davvero strano. Era al tempo stesso cauto e preoccupato, confuso e amareggiato. Mi ero persa qualche passaggio? Avevamo per caso litigato l'ultima volta che ci eravamo visti? Mmm probabile. Però... ricordai immediatamente cosa era successo a casa mia e arrossii completamente, ringraziando il vento torrido che riuscii perlomeno a raffreddare i bollenti spiriti che cercarono di risvegliarsi al solo ricordo. Venni colta da un brivido - quella volta di freddo - ancora più acuto degli altri ed iniziai a tremare. Jasper sgranò gli occhi, osservandomi dalla testa ai piedi, poi, quasi senza neanche staccare gli occhi dai miei, si sbottonò il cappotto, se lo tolse e mi si avvicinò. Non riuscii a fare niente, neanche ad allontanarmi per non prendere fuoco, che lui mi aveva già poggiato il cappotto sulle spalle. Il sollievo fu immediato e subito mi ci strinsi maggiormente dentro per trovare più calore.
"Ti ringrazio... ho lasciato la mia giacca nella macchina di Emmett stamattina e adesso, visto che quell'orso maledetto se n'è andato senza aspettarmi, sono costretta a farmela a piedi con questo tempaccio..." scossi la testa desolata. Emmett me l'avrebbe pagata appena fossi tornata a casa. Parola di Alice.
"In realtà..." affermai poco dopo, sfiorandomi il mento con un dito "Anche Bella se n'è andata senza di me... quindi dovrei prendermela anche con lei..." e questa era la cosa che mi faceva più riflettere. Possibile che anche mia sorella mi avesse... dimenticata? Lo escludevo.
"Ci penserò a tempo debito!" affermai in risposta alle mie parole e ai miei pensieri. Solo che, alzando gli occhi verso il mio interlocutore, mi accorsi di una cosa alquanto strana. Mi osservava, ancora con la stessa espressione indecifrabile di poco prima, senza aver aperto bocca. Anche solo per dirmi che stavo iniziando a straparlare.
"Ehm... Cullen... stai... stai bene?" feci confusa. Si ricompose appena, affondando le mani nelle tasche dei jeans. Immaginavo che nonostante la felpa, non dovesse stare bene in mezzo a tutto quel vento. E mi sentii automaticamente in colpa.
"Tu chiedi a me... se sto bene?" fece lui in risposta alzando un sopracciglio. Il mio sguardo si fece ancora più confuso del suo
"Certo... e a chi se no? Vedi altri esseri umani a cui potrei rivolgermi, a parte noi due, su questa strada?" domandai. Doveva essergli successo qualcosa. Altrimenti non si spiegava il perché fosse lì, con quella faccia, da solo e per giunta con l'auto della sorella. E non dimenticando il fatto che a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi a lezione.
"No... è che..." tentò di dire, ma poi scosse la testa, colto da un brivido di freddo. Altra ondata di rimorso per me
"Diamine... è la seconda volta che, per colpa mia prendi freddo... così non va!" mormorai cupa. Per la prima volta dopo tanto tempo fece la cosa che somigliava di più ad uno dei suoi sorrisi divertiti. Ed io sorrisi di conseguenza. Qualsiasi cosa gli fosse successa, ero contenta di essere riuscita a migliorargli l'umore. Lanciai un'occhiata verso la macchina rossa al nostro fianco e domandai
"Come mai non aspetti all'interno? Così morirai davvero assiderato!"
Ragazzo trovato morto assiderato nello stato di Washington. Misteriose le cause che l'avrebbero spinto ad aggirarsi per la città in Dicembre con una semplice felpa addosso. I parenti - e la sottoscritta - lo compiansero...
"In realtà non sto aspettando proprio nessuno... e poi..." sorrise imbarazzato "Non ho le chiavi!"
"Ah!" esclami secca
"E sinceramente non ho la minima idea di che fine abbia fatto Rosalie... è scappata via dalla chiesa, dopo essersela presa come sempre con il sottoscritto e.. a quanto pare ha continuato a piedi!" esclamò frustrato, come se fosse colpevole di qualcosa. Mi ci vollero pochi secondi per collegare
"No, Jasper... non è a piedi..." mormorai "É con Emmett... sulla Jeep!". Ecco cosa aveva spinto mio fratello a lasciarmi lì. Era con Rosalie. Beh se così fosse stato, forse, avrei anche potuto perdonarlo dopotutto. Forse.
"Quello che non mi è chiaro è... perché Bella non gli ha detto di aspettarmi..." osservai poco dopo, stringendomi ancora nel suo cappotto
"Forse perché Bella non era con lui..." borbottò con un'alzata di spalle. Tentai di decifrare le sue parole e la soluzione arrivò quasi subito. Edward. Il caso aveva strategicamente voluto che ognuno si ricongiungesse all'altro in un astuto quanto sadico gioco. Era stato come porre insieme le due metà opposte di una mela. Quello che mi spaventava, in quel momento, era la consapevolezza di aver appena capito quale metà fosse capitata a me.
Abbassai la testa, sentendo il rossore invadermi le guance. Ma cosa diamine mi mettevo a pensare? Proprio davanti a lui poi.
"Chissà... magari se è già abbastanza infuriata non ci farà molto caso se..." mormorò allontanandosi e facendo il giro della macchina. Si piazzò al lato dell'autista e iniziò a tastarsi i jeans per poi rivolgersi a me
"Potresti controllare se nelle tasche del giubbino c'è una chiave?" io sorpresa provai, in entrambe, imbarazzata ai massimi livelli di entrare così tanto nella sua privacy da poter mettere le mani nel suo cappotto personale. Al tatto trovai quello che mi sembrò - dalle dimensioni e la consistenza - un I-Phone e un piccolo telecomando con due pulsanti in rilievo. Lo tirai fuori stando attenta a non far cadere il telefono e glielo mostrai
"Questo?" domandai. Lui annuì sollevato e gliela tirai. La afferrò senza problemi ed iniziò a trafficare con la serratura. Se non avessi saputo chi fosse avrei creduto stesse rubando quell'auto. O almeno tentava. Sembrava fare parecchia fatica. Il rumore di una serratura che scattava mi fece sobbalzare. In quell'istante ci guardammo negli occhi, confusi e sopresi allo stesso tempo.
"Ma... si è aperta?" domandai stranita
"Già!"
"Come... come hai fatto?"
"Con la chiave che mi hai dato... è quella della mia macchina e ho dovuto forzarla un pò, nonostante abbiano la stessa forma... infatti temo di aver bloccato la serratura!" e ridacchiò, per niente preoccupato di una possibile reazione della sorella. Aveva detto che era già abbastanza infuriata, e che se l'era presa con lui. In chiesa.
"Coraggio, entriamo... almeno avrò sacrificato la serratura per un valido motivo!" affermò divertito aprendo la portiera. Non me lo feci ripetere due volte, entrai all'interno dell'accogliente abitacolo, sbattendo lo sportello. Lui mi seguii a ruota con una risata. Beh, senza dubbio dentro si stava meglio anche se... il gelo me lo sentivo ancora cucito addosso e neppure essere al riparo dal vento parve aiutarmi.
"Vediamo un pò... io direi di completare l'opera in grande stile!" esclamò appena divertito trafficando con qualcosa sotto il volante. Non appena intuii cosa voleva fare mi precipitai a dirgli che non era necessario e che non era il caso di fare arrabbiare sua sorella ancora di più. Non sapevo cosa mai avesse fatto e non credevo che la cosa mi riguardasse, però, volevo perlomeno tentare di allegerirgli il carico di colpe. Non feci in tempo a parlare che i cavetti fecero scintilla e il motore si risvegliò con un rassicurante ruggito. Sembrava miagolasse soddisfatta ed io, altrettanto soddisfatta, sospirai. Jasper accese subito i riscaldamenti mettendoli al massimo
"Ecco fatto... così nessuno rischierà di morire assiderato oggi!" affermò divertito, girandosi a guardarmi. Aveva ancora una strana aria addosso. Sembrava oppresso da un peso invisibile che lo stava distruggendo lentamente dall'interno. E a me non era concesso entrare.
"Cosa ci facevate voi tre in chiesa stamattina?... non siete... andati a scuola... come mai?" domandai, trovando finalmente il coraggio di chiedere quello che mi premeva da parecchio. Alzai appena gli occhi, che avevo abbassato per formulare la domanda e lo vidi palesemente in difficoltà. La conferma mi arrivò dalla sua voce malferma
"In realtà... " iniziò, come se stesse confessando un crimine "Io ed Edward ci stavamo andando, solo che abbiamo scoperto che Rosalie ci aveva rifilato una scusa per non venire con noi e allora, incuriositi ci siamo messi a seguirla... è stata lei a portarci alla chiesa!" ammise colpevole. Si portò una mano sulla nuca grattandola, nervoso.
"Appena ho visto che scendeva dalla macchina e entrava lì... mi sono ricordato... sì, insomma... mi sono ricordato che giorno particolare fosse oggi per... la tua famiglia e..." fece una pausa per sospirare. Non lo avevo mai visto così a disagio. Proprio lui, che era sempre così pronto ad ogni tipo di situazione. Sempre con la battuta pronta. In quel momento era in grossa difficoltà. Ed io non sapevo cosa dire.
"Mi dispiace..." mormorò, azzardando un'occhiata fugace. Io, che non avevo smesso di guardarlo, mi sorpresi nel vedere quello sguardo così profondo e penetrante. Mi arrivò dritto al cuore e senza una ragione precisa mi sentii mancare improvvisamente la terra sotto i piedi, per la prima volta quel giorno.
"N-non devi.." sussurrai, mengiandomi le lettere di entrambe le parole. Mi ero appena affacciata sul baratro e avevo appena costatato quanto fosse profondo.
"Sì invece... non me ne sarei mai dovuto dimenticare... si trattava di una cosa importante per te e tutto dovevo fare tranne che... dimenticarmene!" e sospirò amareggiato. Il fondo del precipizio era così oscuro. Si dice che quando di una buca non si vede la fine, questa sia perfino troppo lontana per essere minimamente reale. O perlomeno immginabile.
"Prima dico di volerti conoscere... di voler andare oltre con te e poi... mi frego con le mie stesse mani... come un cretino!" esclamò. Il fatto che la vista mi si stesse appannando era un buon motivo per tentare il salto. Meno si ha la consapevolezza di cosa ci sia - o non ci sia - alla fine del precipizio, e più aumenta la forza di spiccare il volo. Era matematico.
Un mio singhiozzo troppo forte ruppe il silenzio e lo fece sobbalzare. Solo allora ci accorgemmo entrambi delle mie lacrime. Mi guardò preoccupato, sgranando gli occhi. Tentò di aprire la bocca per dire qualcosa ma non ci riuscì. Io provai a fare lo stesso, almeno per respirare meglio, ma fu inutile. Mi arrivò tanta di quella aria nei polmoni, nonostante il tentativo mal riuscito, da provocarmi uno spasmo doloroso al petto. Oh no... maledizione, no... la conosco questa sensazione... ti prego, tutto ma non questo...
Iniziai a tremare violentemente nonostante la macchina si fosse riscaldata perfettamente e fossi stretta al giubbino di Jasper. Prendevo aria dalla bocca e contemporaneamente dal naso, senza cacciarla mai fuori, e i miei polmoni protestavano con violenti scosse lancinanti. Mi accasciai sulle ginocchia con la testa tra le mani e chiusi gli occhi. I pochi attacchi di panico che avevo avuto nella mia vita funzionavano così. Arrivavano all'improvviso, senza che io ne avvertissi i sintomi e si scatenavano intensamente su tutto il corpo, riducendomi in briciole. Il risveglio sarebbe stato traumatico, ma cosa peggiore, non sarebbe arrivato troppo presto. Ero solo all'inizio dell'attacco e dovevo subirlo in silenzio, dato che aprire la bocca per parlare avrebbe comportato inspirare altra aria di cui, in quel momento, non avevo bisogno. Avrei voluto che Emmett fosse lì. Che mi aiutasse, che mi parlasse dicendomi di respirare regolarmente. Perché nessuno mi diceva di farlo? Perché nessuno mi ricordava come si faceva? Perché in me continuava ad entrare aria, nonostante io non facessi nulla per respirare, senza però tentare di uscire? Perché diavolo la fine di quel burrone non si avvicinava ancora? Quanta discesa libera mi sarebbe toccata ancora prima di sgretolarmi al suolo?
La prima crisi che avevo avuto nella mia vita era stata all'età di cinque anni. Era stata la prima volta che mio padre aveva alzato le mani su di me. Erano stati i primi lividi e i primi schiaffi. Era stato il mio primo assaggio in quel mondo. Quella volta mia madre, terrorizzata, mi aveva portata in ospedale. Le avevano detto che un terribile shock aveva bloccato per un ostante il mio sistema recettivo mandandomi in iperventilazione e che poi il tutto era sfociato nel violento attacco di panico che l'aveva tanto spaventata. Le dissero che un pò di risposo sarebbe bastato. Lei - me lo ricordo come se fosse ieri - aveva annuito, torturandosi un labbro e mi aveva accarezzato la fronte, mentre io mi divertivo a lasciare gli aloni con il fiato nella mascherina per l'ossigeno che l'infermiera mi teneva schiacciata sul viso.
Dopo quello ne erano successi altri, anche più violenti, senza un rigore o un motivo preciso. Per la maggior parte erano stati causati da stress, o forte agitazione. Solo che, fino a quel momento avevo sempre avuto la fortuna che si verificassero in presenza di mia madre che, prontamente sapeva come comportarsi, o con Emmett. Ma in quel momento... ero sola. Sola con il mio doloroso attacco di panico. Sola con il mio lungo ed infinito burrone che mi stava trascinando attraverso un'oscurità che non credevo neanche possibile. L'unica cosa che mi credevo capace di fare era sperare di morire. Il prima possibile.
Mia madre non c'è... non c'è più... lei non può aiutarmi... nessuno può più farlo...
Ad un tratto qualcosa cambiò. Mi resi vagamente conto di non essere più rannicchiata su me stessa e di non avere più la testa tra le mani, bensì poggiata su qualcosa di molto più comodo e caldo. L'unica cosa che riuscii a percepire fu una stretta, proveniente dall'esterno che, invece di costringermi ancora di più, ebbe il potere di sciogliere qualcosa. Sentii uno strano calore invadermi, scivolare lentamente attraverso ogni canale del mio sistema nervoso e spingere l'aria finalmente fuori dai miei poveri polmoni stanchi. Mi sentii atterrare con dolcezza a terra. Avevo toccato il fondo del burrone, in piedi, ed ero ancora miracolosamente viva, senza il minimo graffio. Tuttavia ero distrutta e nonostante stessi ricominciando a respirare normalmente, avevo l'affanno, quasi avessi corso per miglia intere. Non riuscivo neanche ad aprire gli occhi tanto li sentivo pesanti. Almeno avrei potuto ringraziare l'angelo buono che mi aveva appena salvato e che adesso mi stava cullando al petto come una bambina, mentre la sua voce e il suo profumo mi facevano gradualmente risalire il burrone e tornare a vedere la luce del giorno.


 
Odiavo sentirmi impotente. Odiavo quella sensazione di inutilità che mi invadeva ogni volta che mi rendevo conto di non poter fare nulla per salvare gli eventi. Quando vedevo la situazione scivolarmi di mano era troppo tardi per reagire. Lo avevo provato già una volta. Quella volta. A New York. Quando mia sorella era rannichhiata a terra. Anche in quel caso non ero riuscito a fare niente. Aspettare che siano gli eventi a decidere per te è senza dubbio la cosa più frustrante di tutte. Non si è neppure padroni di se stessi. Ci si sente in balìa del tempo che puntualmente ti porta proprio dove non vorresti andare.
E in quel momento mi sentivo così. Fermo, immobile, ad osservare Alice dormire, rannicchiata sul mio letto. Ed io me ne stavo dalla parte opposta, a gambe incrociate e la schiena poggiata alla struttura di legno. ll letto era abbastanza lungo per darle la possibilità di muoversi se avesse voluto, senza che il mio peso le creasse difficoltà.
Non me la sentivo di allontanarmi. Almeno, non prima di essermi accertato che stesse di nuovo bene e che la crisi di panico che l'aveva colta alla sprovvista prima, fosse passata. E mi ero ripromesso che se non si fosse svegliata nel giro di dieci minuti avrei chiamato mio padre.
Avevo riconosciuto i sintomi perché una mia compagna di classe di New York ne soffriva. Certo, non in maniera così violenta, però, la sintomatologia corrispondeva. Solo che, un conto era vedere una compagna di classe, praticamente un'estranea, preda di una crisi del genere. Un altro era... vedere lei. Vederla soffrire in modo così devastante e non sapere praticamente cosa fare, mi distruggeva.
Credevo che a breve sarebbe venuto anche a me un attacco. Ero soltanto riuscito a muovermi senza controllo. L'avevo sollevata dal suo sedile e lei si era lasciata prendere senza alcuno sforzo. Sembrava una bambolina rotta. Me l'ero portata in braccio e avevo iniziato a cullarla, supplicandola di calmarsi e di respirare. Sembrava non fosse più capace di farlo. Inspira ed espira le dicevo. Lentamente. Ma lei niente. Continuava ad affogarsi con la sua stessa aria e a singhiozzare. Ed io ogni volta che uno spasmo la colpiva, sussultavo terrorizzato. Quanto diavolo poteva durare un attacco? Secondo quella ragazza non più di dieci minuti. Ma, ovviamente, lei non era mai stata cosciente durante le sue crisi e quindi cercai di non fare troppo affidamento sulle sue parole. Avevo ingranato la marcia della Bmw di mia sorella, con Alice ancora stretta al petto, e avevo guidato come un pazzo verso casa mia. Non sapevo cosa fare. Se riportarla a casa o addirittura al pronto soccorso. Pensai, in pochi istanti di lucidità di chiamare Emmett, ma fu solo un attimo. Egoisticamente sperai che da solo potessi farcela a fronteggiare la situazione. Solo che, in quel momento, dopo quasi mezz'ora da quando eravamo entrati nella mia stanza e lei non si era ancora ripresa, iniziai a capire quanto stupido ed incosciente fossi stato. Avrei dovuto portarla subito in ospedale. Avvisare Bella ed Emmett e pregarli di raggiungere la piccola Alice che, senza di loro, si era perfino dimenticata come si respirava. Cosa credevo di fare? Chi mi credevo di essere?
I dieci minuti erano passati anche prima di quanto pensassi, così afferrai il telefono che avevo poggiato al mio fianco in caso di emergenza - come se non mi ci trovassi già! - e aprii la rubrica. Prima di chiamare un'ambulanza, avrei dovuto avvertire suo fratello, ma non avevo il suo numero. Avrei potuto chiamare Rosalie ma... meglio arrivare direttamente a lui. Avrei fatto prima.
Senza pensarci, presi la borsa di Alice e frugai all'interno in cerca del cellulare. Una volta trovato lo aprii e scorsi avidamente l'elenco di nomi registrati fino alla lettera E, dove trovai quello che cercavo. Stavo giusto facendo il numero con il mio telefono ed inviare la chiamata, quando un movimento, fuori dal mio campo visivo, mi gelò. Mugulò appena, portandosi una mano sulla fronte per poi aprire lentamente gli occhi. Li sbatté un paio di volte, incerta su cosa avesse trovato al suo risveglio, per poi tirarsi a sedere con un movimento fluido. In quell'istante fu praticamente impossibile non vedermi. Mi scrutò confusa, per poi lanciare un altro sguardo alla stanza. Le ci volle poco, probabilmente, a collegare quell'ambiente per niente familiare, al sottoscritto. Io intanto continuavo a starmene immobile, accovacciato nella mia parte di letto, con in mano due telefoni che mostravano lo stesso numero ancora muto. Si rilassò appena. Forse la mia presenza non la spaventava più così tanto. Almeno finché mi mantenevo a debita distanza.
"D-dove..." iniziò ed io, come un idiota, non le diedi neanche il tempo di finire
"Nella mia stanza!" risposi con una voce strana. Era più tranquilla perfino lei, appena reduce da una crisi di panico, che non io. "A casa mia!" specificai stupidamente.
Lei diede un'altra occhiata in giro ed annuì, sovrappensiero. Si aggiustò la gonna che le era salita troppo. Stordito e agitato non me ne ero neanche reso conto. Non era da me. Lei sembrava distrutta. Per fortuna respirava meglio, eppure mi sembrava reduce di una gara di velocità. Avrei dovuto dirle qualcosa. Qualsiasi cosa. Perlomeno chiederle come si sentiva. Se aveva bisogno di qualcosa, o... di qualcuno. Che ovviamente non fossi io, così inutile e idiota. Mi iniziai a chiedere perché non parlasse. Perché continuasse a scrutare la trapunta beige del mio letto e a giocare con i richiami che vi erano sopra. Che lo shock fosse stato così forte da...
Non dire sciocchezze... non pensarle neppure! Sbrigati a dirle qualcosa tu, almeno ti risponderà... dovrà farlo...
"Come ti senti?" riuscii a domandare dopo aver fatto il pieno di aria e coraggio. Lei alzò le spalle. Iniziai a temere che qualcosa non andasse se non riusciva a trovare la forza neppure di dire bene o male. Qualsiasi cosa mi sarebbe bastata.
"Stanca!" mormorò sospirando. Trattenni il fiato per non esultare. Aveva parlato. E mi aveva risposto. Ma allora...
"Meno male...!" feci io fin troppo sollevato lasciando andare entrambi i telefoni e poggiandoli sul letto. Lei alzò lo sguardo e lo incollò al mio. Era incuriosita. Forse c'era qualcosa nella mia risposta che non riusciva ad interpretare così mi affrettai a rispondere
"No... cioè... è logico che io... non sono contento che tu... insomma... che tu sia stanca... però... perlomeno tu... sei..." ma possibile che non riuscissi a mettere due parole di senso compiuto nell'ordine giusto? Maledetta grammatica!
"Viva!" esclamò risoluta. La sua voce ebbe il potere di congelarmi di nuovo. La freddezza con cui me lo fece notare mi colpì diretta allo stomaco. Mi sarebbe venuta voglia di prendermi a schiaffi da solo. La mia frase senza senso non aveva lasciato molte vie di fuga ed era stato normale che lei intendesse quello. Però... non volevo che mi credesse davvero così superficiale. Non mi interessava soltanto che fosse viva. Certo, quella era la prima cosa, però... mi premeva di più sapere il suo stato d'animo. Il suo reale stato d'animo. Non quello che si era costruita quel giorno e che poi con niente era crollato, sfociando nell'attacco di panico.
"Non... intendevo... questo!" mormorai scuotendo il capo. Abbandonare i suoi occhi incuriositi era fin troppo frustrante. Non riuscire più a guardare come le sue espressioni cambiassero mi rendeva ancora più impotente, però... almeno avrei provato ad esprimere frasi di senso compiuto.
"Ti dispiacerebbe prendermi un bicchiere d'acqua, per favore?" mi domandò, facendomi sobbalzare. Rimanere troppo concentrati sui propri pensieri faceva perdere totalmente il contatto con la realtà. Probabilmente se fossi stato un pò più reattivo mi sarei reso conto del suo tono di voce cambiato. Più... tranquillo.
"Certo... aspetta qui... faccio in un attimo!" e scivolai giù dal letto, sorpreso dal fatto che riuscissi a muovere le gambe senza alcuno sforzo. Sembravo totalmente paralizzato. Meccanicamente, come un automa, scesi le scale e girai in cucina. Recuperai un bicchiere dalla credenza e lo riempii di acqua corrente, ma invece di precipitarmi al piano superiore per portarglielo, mi poggiai con la schiena ad un mobile e chiusi gli occhi. Avevo la testa in fiamme per i troppi pensieri.
Ero logorato, nel vero senso della parola, dalla mia stessa ansia dal sapere le sue vere condizioni di salute. Dubitavo che quell'essere "stanca" corrispondesse alla realtà. C'era per forza dell'altro e la mancanza di fiducia nei miei confronti non glielo faceva confessare. Ma d'altronde, come darle torto. Neanche io mi fiderei di me stesso se dovessi trovare qualcuno a cui confidare qualcosa.
Quello era il momento perfetto per chiamare Emmett. Solo che, a mente lucida, mi rendevo conto di essermi fregato da solo portandola a casa mia invece che in ospedale. Avrei scatenato l'ira funesta del bestione, non a torto, e oltre al dolore provocato dal fatto di non sapere cosa passasse per la testa dello scricciolo, avrei dovuto sopportare anche il dolore fisico. Non mi sembrava proprio il caso. Tuttavia, in quella baraonda di idee che mi frullavano per la testa c'era la più importante: lei. Lei che mi credeva così idiota da preoccuparmi soltanto del fatto di avere portato un cadavere nella mia stanza. Lei che non immaginava neppure quanto stessi male, e fossi stato male fino a pochi minuti prima, sbranato dalla sensazione di impotenza nel vederla stare male. Lei che continuava a tenermi a distanza. Lei che aveva un elenco di cose che di me odiava e che io con ogni gesto finivo con l'aumentare. Lei che quel giorno aveva bisogno di tranquillità e l'unica cosa che era riuscito ad ottenere da me era stata una crisi di panico. Lei che...
"Adesso basta... devo parlarle... ora!" esclamai, abbandonando i miei pensieri e correndo su per le scale, saltando i gradini due a due fino alla mia stanza. Rientrai con il fiatone e la trovai ancora seduta sul mio letto intenta a fissarmi confusa
"In questi quattro mesi ti sei fatta di me un'idea completamente sbagliata... è vero... sono uno stronzo, ma di quelli consapevoli che se possibile sono anche i peggiori... delle persone non me ne frega niente e per la maggior parte vado ad interesse personale. Per le ragazze lo stesso, anzi peggio... quelle che mi interessano me le prendo senza alcuno sforzo né complimento e se non ci stanno poco male... passo al successivo bersaglio... perfino con mio fratello non riesco a mettere su un rapporto reale. Sono troppo preso dal mio ego smisurato per accorgermi della reale essenza delle persone.. sono troppo impegnato a compiacere me stesso per provare a stabilirci un rapporto... ho un carattere di merda e mi rendo perfettamente conto che dietro questo bell'aspetto non c'è altro. Non c'è niente di interessante dato il carattere che mi ritrovo, e non c'è niente di cui... innamorarsi.." l'ultima parola l'attirò particolarmente ma non disse nulla. Io sospirai e mi avvicinai al letto, con le braccia abbandonate ai fianchi
"Non ho mai capito cosa le persone ci trovino di tanto speciale in me. I miei genitori mi amano, mia sorella mi adora e perfino Edward... per quanto gli costi ammetterlo ci tiene a me... e io non capisco... non capisco perché si sprechino tanto a voler bene ad uno come me.. così vuoto e... superficiale!" erano parole che covavo dentro da anni e non seppi precisamente perché le stessi dicendo propio a lei e proprio in quel momento. Stavo seguendo la scia di penseri. Il senso e la ragione lì, contavano poco
"Tuttavia... una cosa oggi l'ho capita... ed è probabilmente l'unica cosa di cui riesco ad essere sicuro adesso. E riguarda te!" mi sedetti sul bordo del letto e la vidi spalancare nuovamente gli occhi. Era completamente rapita dalle mie parole ma chissà cosa, mi diceva che nonostante l'intenzione che ci avessi messo lei non mi avrebbe creduto.
"Mentre ti stringevo prima, mentre stavi male e mentre ti guardavo priva di sensi sul mio letto, per la prima volta nella mia vita mi sono sentito... dipendente... sì, dipendente da qualcuno, dalla salute di qualcuno... dalla sua felicità. Sentivo che se ti fosse successo qualcosa mi sarei sentito morire... che non me lo sarei perdonato perché in qualche modo sarebbe stata anche colpa mia... soprattutto colpa mia! E guardarti soffrire e non poter fare nulla per impedirlo è stato..." mi mancavano le parole, di nuovo. Abbassai la testa amareggiato "Beh ecco è stato... qualcosa che non voglio mai più riprovare!" rialzai lo sguardo e trovai il suo leggermente umido ma attento
"Mi sono preoccupato, scricciolo... non puoi neanche immaginare quanto!" confessai in un sussurro. Aver praticamente spiattellato tutto quello che sentivo in meno di cinque minuti, con tante parole sconnesse, era stato leggermente destabilizzante soprattutto per uno come me, che non era abituato ad aprirsi così tanto con qualcuno. Il mio carattere lo avevo sempre odiato. E la cosa che odiavo di più era che ne fossi consapevole ma che non facessi nulla per modificarlo. Erano diciotto anni che ci convivevo e dubitavo sarei cambiato prima o poi.
Alice si morse un labbro pensierosa, dopodiché gattonò verso di me, fino a fermarsi, praticamente attaccata al mio fianco, accovacciata sulle ginocchia. Mi prese una mano e la strinse forte nelle sue. Mi arrivò una scarica di adrenalina dritta al cuore e fu una cosa totalmente nuova. Forse l'essermi messo così a nudo mi aveva acceso finalmente i sensi. Volevo parlare, dirle qualsiasi cosa, ma mi dissi che ormai avevo parlato abbastanza e che se non volevo rischiare di farla scappare via urlando dovevo imparare a starmene in silenzio ad aspettare. Non lo avevo mai fatto, avrei iniziato in quel momento.
Una delle due mani che ancora stringevano la mia, si alzò fino ad accarezzarmi una guancia. Fu talmente tanto leggero da farmi venire i brividi su tutta la schiena. Il suo tocco era micidiale per me, e in quel momento l'unica cosa che volevo fare, ma che mi trattenevo dal compiere, era baciarla. Dio solo sapeva quanta voglia avessi di farlo. Era bella, bella da impazzire e soprattutto era così fragile ed indifesa che il primo istinto che nasceva in me era quello di salvarla, da qualsiasi cosa. Ma ovviamente il quasiasi cosa, comprendeva anche il sottoscritto. Per questo rimasi fermo, logorato dal mio desiderio opprimente.
Combattuto da entrambi i fronti...
Come in una scena a rallentatore, di cui riesci a goderti ogni singolo fotogramma, osservai il suo viso perfetto che si avvicinava al mio. Sentii il suo respiro caldo solleticarmi la faccia e avvertii perfino il battito del suo cuore. O forse era il mio? Poco importava. Due anime che si appartengono non fanno molto caso a dove finisce una e dove inizia l'altra.
Sentire finalmente le sue labbra, di nuovo, fu come buttarsi in mare in una giornata in piena estate. Quando anche sotto l'ombrellone ci sono quaranta gradi. Ti senti impazzire tutto, qualcosa ti si accende dentro e il sollievo, quello puro, ti arriva fin dritto al cuore. Ma la mia non era semplice soddisfazione per aver ottenuto quello che tanto desideravo. Era più che altro la consapevolezza di aver finalmente capito quanto bisogno potesse avere uno come me, con il suo carattere di merda e tutta la sfilza infinita di difetti, di una come lei. Perfetta e dolce Alice.



Baciare Jasper era come imparare a volare. Liberatorio, appagante, eccitante, da togliere il fiato. Ma soprattutto da sogno. Da quando avevo iniziato avvicinandomi incerta a lui, non riuscivo più a smettere. Erano come calamita per me. E a giudicare dal fatto che lui non tentasse minimamente resistenza, doveva valere anche per lui lo stesso discorso. Finalmente volavo anche io, senza paura di appesantire le sue ali, e senza il rischio di precipitare rovinosamente al suolo. Dopodiché sarebbe stato come andare in bicicletta. Una volta imparato, non si dimentica più. E io di uno così difficilmente me ne sarei dimenticato.
Le sue labbra erano morbide ed invitanti al punto giusto e ormai il mio cuore batteva all'unisono con il suo. Avrebbe anche potuto smettere di battere, tanto ci avrebbe pensato lui a sopravvivere per entrambi. Lo aveva detto lui. Si sentiva dipendente da me, dalla mia salute, dalla mia felicità. Ed il fatto che anche io lo fossi, da tempo ormai, era chiaro anche ai muri. Speravo che in quel momento, dopo quel gesto, fosse chiaro anche a lui.
Nella mia vita, prima di Jasper, avevo baciato soltanto un ragazzo e neanche completamente. Diciamo che mi ero limitata a dei piccoli baci a stampo, niente di ché. Con lui, invece, nonostante fossi consapevole di non saperlo fare e di non aver abbastanza esperienza, il limitarsi al bacio a stampo sarebbe stato un reato punibile con la pena capitale. Come ci si può tirare indietro quando si ha a disposizione uno come lui, un Jasper Cullen con delle labbra così perfette, che ti tenta in ogni modo? Preoccuparsi del non essere una perfetta baciatrice, quando ci si trova con uno così abile e illegalmente attraente, sarebbe stato davvero penoso. Per cui rimasi zitta, concentrandomi su di lui, sul suo magnifico sapore e sulla sua lingua che giocava ininterrottamente con la mia. Mi sarei goduta il momento senza troppi pensieri. Altrimenti avrei rovinato tutto, come sempre.
Forse passarono dieci minuti. Forse dieci ore. O meglio dieci giorni. Il tempo intorno a noi pareva essersi fermato e se non ci fosse stato davvero bisogno di respirare, probabilmente - parlo per me - avrei continuato per il resto della mia vita. Aprire gli occhi e trovarmi i suoi, lucidi e sereni fu incredibilmente appagante. Forse perché erano lo specchio perfetto dei miei. E l'unica cosa che riuscii a fare fu scoppiare a ridere, senza un preciso motivo. E lui dietro di me. Sembravamo due cretini.
"Bene... cos'è che stavo dicendo?" mi domandò divertito fingendo di pensarci.
"Ah non saprei... quando parli, io non ti ascolto... ho notato che non dici mai niente di interessante!" esclamai cacciandogli la lingua. Mi era perfino tornata la voglia si scherzare. Come se non ci fosse stata nessuna crisi di panico e quel giorno non fosse più il 16 di Dicembre. Mi sorrise scuotendo la testa, dopodiché recuperò la mia mano, ancora poggiata sulla sua guancia e la srinse forte. Fu un gesto strano e mi venne quasi spontaneo interpretarlo come un gesto di possesso. E mi sentii talmente tanto infantile a pensarlo. Mi resi conto che avevo un disperato bisogno di qualche minuto per me. Per stare sola a metabolizzare un pò senza che i suoi meravigliosi occhi chiari mi fissassero.
"Senti un pò... ma quel famoso bicchiere d'acqua... è ancora possibile averlo?" domandai accennando un sorriso. Lui, all'improvviso di ricordò, e mi sorrise desolato
"Hai ragione... provvedo subito..." e si alzò, anche se a mio malincuore. Ma prima di uscire dalla stanza si voltò di nuovo. Pregai in tutte le lingue che lo avesse fatto per tornare a baciarmi.
"Ti porto anche qualcosa da mangiare?" mi domandò. Stavo per rispondere di no, quando il mio stomaco pensò bene di anticiparmi. Arrossii violentemente scatenando le sue risate
"Messaggio ricevuto... torno subito!" e uscì dalla stanza. Rimasi in ascolto dei suoi passi sulle scale, dopodiché lo persi. Quella casa doveva essere davvero grande e soprattutto meravigliosa. Già solo la sua camera era fantastica. Di una leggera tonalità di celeste le pareti, un grande tappeto bianco a terra, una scrivania, perfettamente organizzata, una paio di paesaggi appesi alle pareti, due porte chiuse, oltre quella d'ingresso alla stanza e un letto molto grande e comodo che prendeva la maggior parte della stanza. Il tutto in un pefetto ordine. E dire che credevo di essere io quella fissata per l'organizzazione. Non credevo che un ragazzo - avevo l'esempio di Emmett a casa - potesse essere così metodico e ordinato. Eppure, Jasper Cullen lo era. E tutta quella pulizia mi metteva stranamente a mio agio. Era come trovarsi in una situazione assurdamente familiare, in una stanza ancora sconosciuta.
Mi alzai dal letto e sistemai la trapunta che avevo sgualcito. Buffo come la situazione si fosse capovolta. Qualche giorno prima era stato lui a venire a casa mia, nella mia stanza, e a curiosare in giro mentre io ero via. Aveva trovato il mio blocco dei disegni e probabilmente si era perfino soffermato ad analizzare compiaciuto l'ultimo per data. Era stato alquanto imbarazzante trovarlo lì, con in mano il mio quaderno personale, tuttavia il fatto di non avermelo fatto pesare poi tanto, gli rendeva onore. Sapeva essere un genitluomo quando voleva.
Il fatto che lui si fosse impicciato dei fatti miei mi autorizzava automaticamente a poter fare altrettanto nella sua stanza?
Ma sì... mal che vada, ci faremo insieme quattro risate...
Mi avvicinai alle due porte sulla parete opposta al letto e aprii la prima. Era il bagno, anche questo perfettamente ordinato. Mi ritrovai a pensare che avere una madre progettista faceva sempre comodo. Poi aprii la seconda che si rivelò una cabina armadio. Spalancai gli occhi incredula. Una cabina armadio. Quasi più grande della mia stessa stanza. Ma era un sogno, non c'erano altre spiegazioni. Io.Adoravo.La.Signora.Cullen... per aver partorito un angelo tentatore e per aver progettato una stanza così. Ci mancava solo la Jacuzzi, ma sospettavo ci fosse in qualche altro bagno sparso per la casa.
Perlustrai la scrivania, leggendo i titoli dei libri del quarto anno che erano posizionati in ordine alfabetico in una pila ben definita. Diedi un'occhiata ad un suo quaderno. Ordinato pure nello scrivere. Davvero complimenti. E aveva perfino una bella scrittura, molto strano per un ragazzo. Spostai un altro quaderno e involontariamente feci cadere a terra una piccola agendina blu che, cadendo, si aprì, facendo scivolare una foto. La presi e l'analizzai. Erano tre ragazzi, poco più piccoli di me, appena abbronzati e stretti vicini su un dondolo, sorridenti verso l'obbiettivo. Era impossibile non riconoscerli, nonostante mancasse qualche anno. E lui, a destra di Rosalie, con i capelli più corti ma sempre lo stesso sorriso mozzafiato, era divino. Mi sembrava impossibile che un ragazzo così, fino a pochi minuti prima, fosse stato incollato alle labbra della sottoscritta. Rimisi la foto al centro dell'agenda e senza un preciso motivo la sfogliai, convinta di trovarci tutti i numeri di telefono delle sue conquiste. Mi sbagliai alla grande. Era piena della sua scrittura, ogni pagina, ogni minucolo rigo. Dall'inizio dell'agenda, fino a qualche giorno prima. Era come se tenesse aggiornato un diario ma che, invece di riempirlo di stupidaggini da ragazzina quindicenne in piena crisi ormonale, riempiva di pensieri, stati d'animo. Preferiva confessare le due gioie e le sue paure alla carta e alla penna piuttosto che ad una persona in carne ed ossa.
Non aveva mai avuto bisgno di nessuno, d'altronde... almeno, fino ad ora...
Presi a caso una pagina, all'inizio di Marzo

"Continua a piangere. Ed io non so che fare. Passare davanti la sua camera, sentire i sighiozzi, avvertire il suo dolore e non riuscire a trovare neanche la forza di bussare... è qualcosa che non riesco a sopportare. Mi verrebbe voglia di spaccare la faccia di quel figlio di puttana. Le ha rovinato la vita. La sua pura ed innocente vita!"

Rimasi senza fiato. Forse perché non sapevo a cosa o a chi si riferissero quelle parole. O forse perché non credevo che Jasper, il superficiale Jasper, potesse esprimere certe cose. Aveva ragione, mi ero fatta un'idea sbagliata su di lui e se volevo davvero conoscerlo, allora... mi sarei dovuta attrezzare da sola perché dubitavo sarebbe stato facile avere chiarimenti da lui.
Senza riflettere, chiusi l'agendina, e corsi a nasconderla nella borsa. Avevo il cuore in gola, proprio come quando si ruba la marmellata dalla credenza e si ha paura che la mamma prima o poi possa accorgersene. Io di marmellata ne avevo rubata poca nella mia vita, ma quella volta, immaginai che quella piccola agendina, nella mia borsa, sarebbe pesata molto di più di qualsiasi altro barattolo di confettura.

 

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Capitolo 40
*** Salvarsi dall'Incendio ***


cap 41
Salve a tutti... questa volta l'attesa è stata fatta di proposito per lasciarvi un pò di suspance tra un cap e l'altro. Lo scorso cap ha fatto breccia un pò in tutti voi e la cosa mi fa piacere... ma attenti, come avete notato, Alice ha fatto un guaio nn indifferente e non è detto che non possa pagarne le conseguenze per questo prima o poi. Proprio ora che era arrivata così vicino al suo obiettivo.  Per quanto riguarda qst capitolo vorrei specificare una cosa: probabilmente molto di voi nn capiranno l'ennesimo strano atteggiamento di Rosalie, ma vi prego di capirla... chi ha vissuto una violenza come la sua non riesce ad ammettere il contatto TROPPO intimo e quindi rischia di comportarsi come non dovrebbe. Dall'altro lato, Emmett, non sapendo la sua situazione rischia di farsi idee sbagliate e può credere che lei nn sia semplicemente pronta ad un passo del genere, senza sapere ke la paura di lei è dettata solo dal ricordo! Ma anche x quello ci sarà una soluzione, state tranquilli... nn me la sentivo di farla troppo facile quando si tratta di una cosa molto delicata e come tale va affrontata. Bene vi lascio al capitolo e scusate x il pessimo html... questa volta mi ha fatto impazzire e non sono riuscita a dargli un senso... uff... fatemi sapere... un bacione a tutti ;)
p.s. Come sempre i link dell'abbigliamento lì trovate qui sotto ^^

Abbigliamento Rosalie
Abbigliamento Emmett


 
Me ne stavo appoggiata al cofano della Jeep, in attesa, con le mani affondate nel cappotto nero, cercando calore, dato che il mio porto sicuro si era momentaneamente allontanato. Da quando ero salita in macchina non avevamo scambiato neanche una parola. Continuava a tenermi per mano e a guidare tranquillo, forse ancora scosso per il mancato incidente. Al solo pensiero mi venne un brivido.
Non posso permettermi di perderlo... e devo fare di tutto perché non accada più... di tutto!...
"Eccomi... scusa se ti ho fatto aspettare..." esclamò avvicinandosi e stringendo due bicchieri sigillati di cioccolata calda. Sorrisi ed afferrai il mio. Fuori faceva davvero freddo e qualcosa di caldo nello stomaco avrebbe fatto solo bene. Già soltanto tenerlo tra le mani alleviava un pò il gelo che avevo addosso. Forse Emmett lo intuì, perché si poggiò accanto a me sul cofano, praticamente incollato al mio fianco. Sorrisi senza neanche avere il coraggio di alzare lo sguardo. Il calore che era capace di emanare era meglio di qualsiasi bevanda bollente. Era un calore che scioglieva perfino le ossa.
"Sei ancora arrabbiato con me?" azzardai pochi istanti dopo, alzando appena lo sguardo. La paura di trovare di nuovo la sua espressione ferita che mi aveva rivolto in chiesa era destabilizzante. Ed io ero codarda. Molto.
"Arrabbiato? Con te?... ma no, ma che dici?... Io non potrei mai essere arrabbiato con te!" affermò convinto. Il suo tono sicuro e sincero mi diede la forza per alzare completamente gli occhi ed incollarli ai suoi. Erano tranquilli anche se ancora leggermente rossi per le lacrime.
"Da come ti sei comportato prima... non si direbbe..." mormorai. Lui mi guardò, con un'espressione colpevole ed arrossì appena
"Prima mi sono comportato da perfetto idiota... e di questo devo chiederti scusa!" esclamò amareggiato. Era sincero. Maledettamente sincero. E io mi sentivo maledettamente cattiva ad averglielo fatto notare. Scossi la testa.
"Te l'ho già detto... non devi farlo!" risposi convinta "L'unica cosa che vorrei sapere è... se per caso... ho rovinato qualcosa... con il mio comportamento... prima.." lui mi osservò confuso. Parve non comprendere a cosa mi riferissi. Poi, forse scrutandomi bene, si illuminò e si affrettò a rispondere
"Rosalie ma che stai dicendo? Tu non hai rovinato proprio niente... io... ecco... io..." ma si bloccò, mordendosi un labbro. Sembrava stesse fremendo dal dirmi qualcosa, ma rimase in silenzio. Anzi, serrò la bocca per evitare che qualsiasi cosa uscisse fuori dal suo controllo.
Tornai a fissare il mio bicchiere, ormai tiepido.
"Emmett... mi faresti un favore?" domandai, circa venti secondi dopo
"Certo.. tutto quello che vuoi..." rispose senza pensarci
"Smettila di trattenerti... smettila di provare ad arginare quello che senti... mi fa male vederti soffrire e non poter fare niente per... aiutarti!" alzai lo sguardo e trovai il suo sorpreso ed attento "Lasciami capire cosa ti passa per la testa... e lasciami capire se posso fare qualcosa per farti stare meglio!" lo pregai. Sapevo che l'unico momento di debolezza che si fosse mai concesso con me, erano stati quei pochi minuti prima. Ed io morivo dalla voglia di capire il perché non riuscisse a concedersene altri.
Distolse lo sguardo dal mio per puntarlo lontano, verso gli alberi dei sempreverdi
"Ti dispiace se entriamo in macchina?... Inizia a fare un pò freddo!" mi chiese monocorde ed io annuii seguendolo poi all'interno della Jeep, sul sedile posteriore. Una volta chiuso lo sportello, sprofondò completamente con tutto il peso sullo schienale e chiuse gli occhi, sospirando. Quello era il segnale che decretava che la barriera  di cemento armato era stata rimossa? Il suo sorriso appena accennato mi fece ben sperare
"Sei la prima persona che se ne accorge... lo sai?" mi domandò, girando la testa verso di me
"Di cosa?"
"Che dietro questa corazza da orso imperturbabile c'è... qualcosa..." e sorrise di nuovo, amareggiato. Avanzai appena sul sedile. Volevo abbracciarlo ma forse il contatto gli avrebbe impedito di continuare. Avevamo imboccato la giusta strada e non mi andava di distrarlo.
"Perché la tiri su?... perché non ti mostri al mondo per come sei veramente?" chiesi in un sussurro. Mi osservò pensieroso. Forse stava decidendo se dirmi la verità, almeno quella volta, o tentare un diversivo, come sempre. Dal tono della sua voce, dedussi si trattasse della prima
"Quando cresci in casa del lupo cattivo, con un gregge di pecorelle indifese da proteggere... non c'è molto altro da fare..." rispose con un lungo sospiro. Nei suoi occhi si era spento qualcosa. Di nuovo. La stessa espressione vuota che gli avevo visto in più di un'occasione. Il lupo cattivo. Il gregge indifeso. Suo padre. Le sue sorelle. E lui, l'unico punto di riferimento per loro, doveva essere... forte. Per loro.
"Sì ma... il lupo cattivo non deve in nessun modo distruggere la tua anima... non permetterglielo!" lo supplicai, con la voce tremante. Era un argomento spinoso, soprattutto per me. Parlare di violenze, proprio io che ne avevo subita da poco una, anche se provavo a velarla con una metafora, faceva pure sempre malissimo. Mi tornava in mente la stessa immagine. Io da sola, in quella maledetta casa. E quell'uomo. Repressi a fatica un brivido.
"Sembra facile..." mormorò con uno sbuffo. Iniziò a torturarsi le mani, nervoso. Allungai le mie per accarezzargliele e le strinsi forte.
"Almeno provaci... con me..." feci eco io. Sentivo un nodo alla gola, così opprimente da non riuscire quasi a respirare. Certo, il contatto con le sue mani era di aiuto.
"E chi mi dice che non scapperai via anche questa volta?" mi domandò atono. Il ricordo della nostra ultima discussione fu immediato. E altrettanto immediata fu la vergogna che lo accompagnò. Mi ero comportata da bambina immatura e il fatto che lui non avesse fiducia in me era più che comprensibile. Mi sentivo un mostro.
"L'ultima volta mi hai... colta impreparata... ma questa volta penso di farcela..." affermai, più che altro convincendo me stessa "E tu, Emmett... pensi di riuscire ad essere completamente sincero?" domandai avvicinandomi ancora. Si morse di nuovo il labbro. Ci pensò su per qualche istante per poi annuire. Sospirai soddisfatta. Almeno un altro passo in avanti lo avevamo fatto. Adesso avremmo avuto tutto il tempo per parlare. E quella si preannunciava un pomeriggio molto lungo. Infinito.

 
Parlare di me mi era sempre risultato difficile. Un pò perché il mio carattere me lo impediva e un pò - molto a dire il vero - perché nessuno me lo aveva mai chiesto. Nessuno prima di allora si era mai preoccupato di conoscere il vero Emmett. Nessuno aveva provato a vedere cosa quella patina da ragazzone allegro e bonario, riuscisse a nascondere. Forse perché a nessuno interessava. O forse perché si intuiva fosse qualcosa di grosso e altrettanto scomodo e quindi gli altri pensavano bene di tenersene alla larga. Certo, era senza dubbio così.
Tutti tranne lei. La mia Rose. La mia incantevole ragazza. Era l'unica ad aver individuato la mia maschera e ad aver avuto il coraggio di guardarci sotto. Ed io, sarei riuscito a decifrargli ogni singolo messaggio fosse custodito nella mia assurda anima? Ci voleva una ragazza di New York per farmelo finalmente fare?
Evidentemente sì...
"Ti risparmio la parte sul pessimo padre che mi ritrovo... di quello ho già parlato fin troppo e, visto l'effetto che ti ha fatto l'ultima volta, direi che è meglio evitare..." esclamai con la mia solita voce neutra. La tiravo fuori quando volevo rimanere impassibile - o almeno ci provavo - a quello che avevo intorno. Ad esempio quando parlavo con mio padre. Lui non era degno di conoscere il vero Emmett. A lui riservavo la parte peggiore. L'unica che poteva tenergli testa.
"Vedi... quando ero piccolo, ero il classico ragazzino scalmanato, vivace e insaziabile di giochi, aria aperta e pallone di cuoio. Passavo gran parte delle mie giornate al parco con i miei amici ed era veramente raro che tornassi a casa all'ora stabilita dai miei. Ma tanto a loro non importava poi tanto. Certo, si arrabbiavano, quel tanto che bastava per permettermi di ripetere il tutto il giorno seguente, con l'assurda convinzione che tanto l'avrei passata liscia comunque. É andata avanti così fino ai tredici anni. Il giorno del mio compleanno mia madre venne da me e mi fece un discorso strano... lungo e complicato. Io non volevo starla a sentire. Avevo fretta di raggiungere i miei amici per festeggiare. Ma lei sembrava nervosa. Voleva a tutti i costi parlarmi. E proprio in quel momento. Sembrava davvero importante, e per questo decisi che i festeggiamenti potevano aspettare. In fondo tredici anni non erano poi così speciali...." sospirai al ricordo. Quanta ingenuità portata via con un solo semplice discorso. Tutto in un momento. In un soffio. Quel giorno lo ricordavo perfettamente. Iniziato come tanti altri. Finito a cambiarmi la vita. Per sempre.
"E cosa ti disse?" mi domandò Rosalie curiosa.
"Beh ecco... lei voleva.. che io sapessi la verità... che fossi al corrente di ciò che avveniva in quella casa. Iniziò il suo strano discorso chiedendomi a chi volessi più bene al mondo. Io credevo si trattasse semplicemente delle classiche domande che i genitori fanno ai figli per essere rassicurati. Del tipo 'Vuoi più bene alla mamma o al papà?' e per questo d'istinto risposi che era lei quella persona. Mia madre non parve soddisfatta della mia risposta. Mi disse che dovevo pensarci meglio perché era convinta del fatto che ci fosse qualcun altro a cui io volessi più bene. Il discorso iniziava ad incuriosirmi. Mia madre credeva ci fosse al mondo qualcuno più importante di lei per me, ed io ero davvero curioso di scoprire a chi si riferisse. Per quello che ne sapevo, io avevo detto la verità. Ed è stato allora che mi fece quell'assurda domanda..." sentii un nodo grande quanto un mio pungo formarsi in gola. Provai a deglutire ma fu inutile.
"Quale domanda?" la sua voce fu un sussurro, ma nonostante questo, perfettamente udibile. Mi sforzai di non chiudermi a guscio di nuovo. Ormai ero partito e dovevo andare fino in fondo.
"Mi propose una situazione... diciamo ipotetica in cui la nostra casa era avvolta dalle fiamme ed io ero fuori a guardarla bruciare. Mi disse che dentro la casa erano rimaste bloccate lei e le mie sorelle e che in pochissimi secondi sarebbero morte tutte. Dovevo fare qualcosa, mi disse, ma purtroppo il tempo era poco e non sarei riuscito a salvarle tutte e tre. E fu allora che mi chiese chi avessi preferito salvare dalle fiamme. Se lei o le mie sorelle. Mi chiese di riflettere per bene quella volta. Di prendermi tutto il tempo che mi serviva e di non essere avventato. In quell'istante mi passarono nella testa milioni di pensieri. Prima di tutto il perché di quelle parole. Probabilmente mia madre era impazzita e stava semplicemente cercando di farmi uno scherzo. Di sicuro in quel momento i miei amici mi stavano preparando una sorpresa e per questo non volevano che io fossi in giro. La seconda cosa che mi colpì era la sua serietà. Era ansiosa di conoscere davvero la mia risposta e sembrava fare sul serio. E poi, perché potevo salvare soltanto o lei o le mie sorelle? Non potevo salvarle tutte e tre visto che si trattava di una situazione ipotetica e la nostra casa era perfettamente al sicuro? Non potevo semplicemente chiamare il 911 e attendere i soccorsi dei grandi? E soprattutto, cosa che mi colpì più di ogni altra cosa... dov'era finito mio padre in quella storia? Era al lavoro, come sempre, oppure per lui non c'era stato nulla da fare? Avevo la mente a tremila in quel momento e riuscii a pensare a tutto questo nel giro di pochissimi secondi!" ricordai con un sorriso. Ero davvero un bambino dalle mille risorse.
Rosalie accennò un sorriso e mi lasciò una carezza sulla mano. Quella mi diede la forza di continuare
"Alla fine provai a immaginarmi la scena. La nostra casa in fiamme e le urla della mia famiglia che chiedevano aiuto. Dovevo fare qualcosa. Bella ed Alice... oppure mia madre? A chi volevo... più bene? Te lo assicuro, in quel momento fu davvero difficile dare una risposta. Io adoravo le mie sorelle e mai avrei permesso che qualcosa potesse fare loro del male. Però era anche vero che mia madre era la donna più importante della mia vita e non sarei riuscito a vivere senza. Ma alla fine decisi e le diedi la mia risposta"
"E fammi indovinare... hai scelto Bella ed Alice, non è vero?" mi chiese teneramente, con un sorriso. Abbassai la testa ed arrossii. Lo avevo fatto anche sei anni prima. Quel maledetto giorno.
"Non puoi neanche immaginare come mi sono sentito male. Quanto mi sono vergognato della mia risposta. Certo, era soltanto uno stupido gioco, ma mi sembrava lo stesso di aver tradito la persona che mi aveva messo al mondo, lasciandola a bruciare in quella maledetta casa. Mi sarei aspettato uno schiaffo o una bella tirata di orecchie. E invece... fece la cosa più strana di tutte... mi abbracciò, forte, e mi disse che era profondamente orgogliosa di me. Mi accorsi dopo, quando mi lasciò tornare dai miei amici, con l'umore notevolmente risollevato, che aveva pianto!" chiusi gli occhi. Quella sua espressione soddisfatta e rassicurata era qualcosa di a dir poco fantastico da ricordare. Peccato che avessi imparato ad apprezzarla solo in seguito. Forse troppo tardi.
"Ti ha fatto davvero un bel discorso... e tu sei stato molto coraggioso nel risponderle..." mi consolò accarezzandomi una guancia. Sospirai di nuovo e le sorrisi. Se la questione si fosse limitata semplicemente a quello probabilmente avrebbe avuto anche ragione. Ma io sapevo ci fosse dell'altro.
"Già... il problema è che... la mia vita da allora non è più stata la stessa..." esclamai amaramente
"Che intendi dire? Cosa è cambiato?"
"Beh... piccole cose in realtà... mi sono lentamente reso conto che... non era tutto tranquillo e monotono come io credessi. La mia vita non era fatta soltanto di palloni e pomeriggi al parco. C'era ben altro. E ne ebbi la conferma qualche settimana più tardi...." quella era la parte più difficile da raccontare. Senza ombra di dubbio. La stretta della sua mano si fece più forte. L'ancora di salvezza alla quale attaccarmi nel caso fossi affondato nel ricordo.
"Ero tornato a casa prima da scuola e credevo che i miei fossero al lavoro. Ne avrei approfittato per riposarmi un pò dato che erano quasi tre notti di fila che non riuscivo a dormire bene. Solo che mi accorsi ben presto di non essere solo... i miei erano in cucina a... parlare. Non capii subito di cosa stessero discutendo e ne tanto meno mi interessava. Erano cose da grandi e potevano risolversela da soli. Ma mi resi conto pochi istanti dopo che non era affatto così e che le cose di cui parlavano... riguardavano anche me."

Sei anni prima...
Litigavano. Ecco cosa stavano facendo. E sembrava si trattasse di qualcosa di serio. Mia madre piangeva. E mio padre gridava. Solita routine. Ma c'era qualcosa. Qualcosa di diverso. Forse ero io ad esserlo. Io e quello stupido discorso che ancora mi frullava nella testa dal giorno del mio compleanno. Quell'incendio. Quella maledetta sensazione di disagio nei confronti di mia madre per averla lasciata a bruciare nelle fiamme. Per non aver tentato neanche per un istante di salvarla. E per non essermi neanche preoccupato di chiederle almeno scusa. Ero uno stupido ragazzino di tredici anni. Immaturo ed egoista.
Proprio quando mi ero deciso ad andarmene davvero, con la coda dell'occhio vidi il braccio di mio padre saettare veloce e la sua mano posarsi con violenza sul viso di mia madre. Fu un attimo. Fu violento e preciso. Ed io rimasi completamente senza fiato. Mio padre aveva davvero messo le mani addosso a sua moglie, a mia madre? E per cosa poi? Per qualsiasi cosa stessero litigando... valeva davvero la pena picchiarla?
Mia madre piangeva e lui continuava a gridare. Sembrava non gli facesse neppure pena. Che non avesse il minimo rimorso. Un altro schiaffo partì qualche secondo dopo, se possibile, ancora più violento e preciso, tanto da far perdere a mia madre l'equilibrio e farla cadere a terra. Dovevo fare qualcosa. Chiamare qualcuno. Non potevo rimanere fermo, immobile, mentre mia madre piangeva e mio padre la picchiava. Stavo tremando. Letteralmente.
In un istante mi vennero in mente le parole di mia madre. Quelle del mio compleanno. Avevo lasciato che mia madre morisse, anche se tra le fiamme di uno stupido incendio immaginario, ma lo avevo fatto. Avevo abbandonato la donna più importante della mia vita al suo crudele destino. Sì, lo avevo fatto già una volta. Non sarebbe capitato di nuovo. Quella volta dovevo reagire. Le mie sorelle erano al sicuro, a scuola. E l'incendio era mio padre. E se non potevo chiamare il 911 cosa avrei potuto fare? Agii d'istinto. Presi un posacenere dal tavolo dell'ingresso e lo strinsi tra le mani, come se fosse la mia unica ancora di salvezza. Avanzai lentamente, superando finalmente la porta della cucina. Vedevo tutto appannato. I muri della stanza non avevano più colore. Il soffitto era sfumato. I mobili trasparenti. Ma i miei genitori li vedevo ancora bene. Mia madre era ancora accucciata a terra e mi guardava con gli occhi sgranati. Era come se avesse paura per me, quando quella in difficoltà in quel momento era lei. Avrei voluto dirle di stare tranquilla e che suo figlio quella volta non l'avrebbe abbandonata. Ma rimasi in silenzio. E lo stesso fece lei. Istinto di sopravvivenza pensai. Mio padre mi dava le spalle e continuava a gridare come un pazzo. Non sapevo esattamente cosa stessi facendo. Le braccia si mossero da sole così come il suo corpo. Vidi il posacenere di cristallo andare in mille pezzi sulla sua nuca. Vidi mio padre accasciarsi sulle ginocchia e poi cadere a terra. Vidi mia madre in silenzio. La vidi alzarsi e venirmi ad abbracciare forte.
L'ultima cosa che vidi prima di cadere nel buio dell'incoscienza, fu l'ambulanza che caricava mio padre, il magnifico ispettore capo, per portarlo al pronto soccorso, dove purtroppo, il leggero trauma cranico che gli avevo provocato con quel posacenere, sarebbe stato curato in meno di dieci giorni.
 
"Ed ecco tutta la storia..." annunciò alla fine, abbandonando la schiena contro il sedile. Per tutto il racconto era stato all'erta e rigido. Come se stesse rivivendo tutto ciò che mi aveva raccontato. E, una volta finito, avesse scaricato l'ansia.
Io mi sentivo strana. Adesso che conoscevo la reale natura di suo padre, faticavo ad immaginarmelo in divisa, mentre pattugliava la zona o sbrigava qualche faccenda burocratica in ufficio. Non credevo potesse rivelarsi un uomo del genere. Ed era normale che sia Emmett che le sue sorelle, non avessero una bella considerazione di lui. Non ce l'avevo neanche io, pur non conoscendolo affatto. Lo avevo visto soltanto una volta, alla manifestazione, su quel palco, e tutto mi era sembrato, fuorché un uomo violento. Era arrivato a mettere le mani addosso alla moglie e alle sue stesse figlie.
Per spiegartelo dovrei farti vedere tutti i lividi che Bella ed Alice si portano addosso!...
Repressi un brivido per provare a dire qualcosa
"Io non... ci posso credere... cioè... visto da fuori tuo padre non... non sembra così..."
"Già... ed è proprio per questo che prima di quel giorno io non me ne ero mai accorto e se non lo avessi visto con i miei stessi occhi, avrei faticato a crederci anche io. Certo, sapevo che non fosse un padre modello, ma addirittura sapere che... picchiava mia madre... e poi, quando lei non c'era si sfogava su Bella o Alice che erano le più deboli. Tra l'altro... quel mio gesto, quel posacenere che ho avuto il coraggio di lanciargli, è come se gli avesse imposto un freno. Come se si fosse reso conto che quando ci sono io... non deve permettersi di... alzare un dito su di loro... non dico che abbia paura di me, però..." sorrise amaro
"Credo di aver capito, allora, cosa intendessi prima, quando dicevi di essere diventato così protettivo e di aver alzato questo scudo per colpa... della situazione che hai a casa..." mormorai "Era... l'unico modo per proteggerle!" lui annuì
"Per non parlare del fatto che, morta mia madre, io sono rimasto l'unico punto di riferimento per loro... dato che su nostro padre non hanno mai potuto contare!" aggiunse sospirando. Certo che doveva portarsi dietro davvero un bel fardello.
"Però... non è giusto... no... non lo trovo affatto giusto!" sbottai
"Cosa?"
"Che tu debba sopportare tutto questo... che da allora tu non abbia più potuto vivere la tua vita... che tu debba pensare sempre prima agli altri e poi, soltanto dopo a te stesso..." ripresi fiato dopo quel piccolo sfogo per poi sussurrare "Non lo trovo giusto!". Una risata leggera alla mia sinistra mi fece alzare lo sguardo sul suo viso
"E cosa avrei dovuto fare allora... fregarmene di tutto e continuare ad essere quell'egoista tredicenne che non vedeva l'ora di mollare le prediche della madre per andare a giocare con gli amici del quartiere?" mi domandò
"No, non sto dicendo questo... però.. Emmett... non è necessario che tu ti faccia carico di tutte queste cose.. quand'è stata l'ultima volta che ti sei preso una pausa da tutto questo?" gli chiesi allora curiosa. Ci pensò su per alcuni istanti. Mi parve di intravedere nei suoi occhi la sua vita passare in fotogrammi ben definiti. Era come se stesse sfogliando l'album della memoria per poter rispondere alla mia domanda.
"Sinceramente... non me lo ricordo..." mormorò allora, scrollando le spalle
"E allora cosa stai aspettando? Prenditelo questo momento, Emmett... è lì che ti aspetta e tu non puoi e non devi continuare ad ignorarlo ancora a lungo!" esclamai convinta rivolgendogli un sorriso incoraggiante. Sospirò ancora. Sembrava starci pensando davvero. E dovevo dargli solo qualche altra buona motivazione per non far passare un'altra occasione.
"Alice e Bella non corrono alcun pericolo se per una volta, anche solo per poche ore, tu decidi di riprendere in mano la tua vita.. non sono più delle bambine e poi.. non sono più... sole...". Mi chiesi immediatamente se avessi fatto bene ad aggiungere quella ultima considerazione. Non ci voleva poi molto a decifrare il doppio senso e sapevo perfettamente di aver toccato un tasto dolente. I casi erano due. O quella volta si alzava e se ne andava davvero.. oppure.. liquidava la discussione decidendo di non darmi più retta, neanche per chiedermi indicazioni su che film vedere al cinema.
Con mia grande sorpresa, scoppiò a ridere
"Mmm.. non per fare sempre quello polemico ma... non mi sento particolarmente tranquillo a lasciare Alice nelle mani di Jasper..." esclamò, mentre nei suoi occhi, con quella risata genuina, si era riaccesa appena una luce. Scoppiai a ridere anch'io.
"Sì, probabilmente hai ragione, però.. Jasper è cambiato... te ne sarai accorto anche tu..." spiegai. Nonostante la nostra ultima discussione bruciasse ancora, non potevo di certo ignorare il suo cambiamento radicale degli ultimi giorni. Da quando era rimasto a casa con la febbre, qualcosa in lui sembrava essersi svegliato dal torpore in cui si era rintanato da quando eravamo arrivati a Forks. Sembrava... motivato. E vederlo così, faceva stare bene anche me.
"E pensi che questo suo cambiamento sia merito di Alice?" mi domandò curioso
"Io penso proprio di sì!" affermai convinta. Scosse le spalle. Ecco, forse non lo avevo proprio convinto
"Sì, ma... se vuole stare con lei, deve prima riconquistare la mia fiducia... non ha mai avuto un bel atteggiamento nei miei confronti..."
"Emmett..." lo ammonii bonaria. Mi guardò interrogativo "Lo stai facendo di nuovo.. ti stai ancora preoccupando per loro... lo vuoi capire che non ce n'è bisogno!" gli pungolai con un dito un braccio, divertita dalla sua solita apprensione.
"Deve piacere a lei, non a te!" esclamai decisa, scendendo a stringergli una mano. La accarezzò per qualche secondo, come se l'avesse appena vista per la prima volta.
"Non ne sono del tutto convinto... io credo che, invece, lei debba..."
"No!" lo interruppi ancora, questa volta tappandogli la bocca con la mano rimasta libera. Alzò gli occhi al cielo, facendomi ridere ancora. Le lacrime e la paura sembravano un ricordo così lontano. Più che un'ora, sembrava passata un'eternità.
"Lasciale fare ciò che sente di fare. Sbaglierà? Si farà del male? Potrà soffrire? D'accordo, e quello sarà il momento per esserle d'aiuto. Si sentirà bene? Sarà felice? Ecco... quello, invece, sarà il momento per starle accanto e sorriderle, dicendo... mmm... forse quella rompiscatole della mia ragazza aveva ragione!" e scoppiammo a ridere ancora. Sembrava quasi commosso. Gli brillavano gli occhi. Ancora più del solito. Ed era davvero, davvero, bello.
"Staremo a vedere!" mormorò, mentre con la mano gli lasciavo una morbida carezza sulla guancia. Senza neanche rendermene conto, mentre parlavamo, ci eravamo avvicinati tantissimo e in quel momento eravamo praticamente incollati. Io girata con il corpo verso di lui. Lui con la testa poggiata sullo schienale, proprio accanto al mio braccio piegato sotto la mia testa. E quel momento di silenzio dopo le risate fu quasi surreale. Mi fissava, sorridendo appena, con gli occhi ancora lucidi. Ed io lo fissavo a mia volta, come rapita. Sentivo ogni suo singolo respiro, perfino quelli che sollevavano appena alcune ciocche dei miei capelli. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, con una forza tale da rischiare di uscire dal petto e cadere. Sentivo il calore che il suo corpo emanava, riuscendo a riscaldarmi perfino l'anima, nonostante fuori ci fossero appena 5° gradi. Sentivo una strana sensazione montarmi dentro.
Cosa diamine mi prendeva? Era davvero... disagio quello che iniziavo ad avverire? Disagio con Emmett? Con il mio ragazzo? E perché? Forse perché eravamo così vicini? Forse perché ci eravamo resi così vulnerabili con la nostra ultima discussione? Forse perché ero io ad essere vulnerabile?
Mi accorsi che mi stava baciando soltanto perché avvertii uno strano calore allo stomaco, e quella volta la cioccolata bollente non c'entrava niente. Era un calore diverso. Che quasi mi faceva girare la testa. Avvertii fin da subito che quel bacio non aveva niente a che fare con tutti gli altri che ci eravamo dati fino ad allora. Era sicuramente più profondo e iniziava a farsi anche troppo intimo. Il sangue iniziò ad affluire violentemente in testa. Pulsava in maniera quasi dolorosa. Dovevo pur trovare il modo di farlo smettere.
"Senti un pò... a proposito di quel momento di pausa di cui parlavi prima... credi sia possibile prenderlo... tipo... adesso?" quel sussurro provocante a pochi centimetri dal mio collo e il suo respiro caldo a solleticarmi la pelle, furono il colpo di grazia
"C-cosa.. c-cosa vuoi..." non era la mia quella voce. Quella non ero più io. Intanto le sue labbra erano risalite in un percorso logorante fino al mento, per poi tornare sulla mia bocca. Possibile fossero ancora più calde di prima? Era questo l'effetto della passione e dell'eccitazione? Questo succedeva in... quel tipo di momenti?
"Lo hai detto tu... Alice e Bella sono in buone mani, voglio fidarmi... devo concedermi una pausa.. e voglio... concedermela.. con te!" iniziavo ad impiegare troppo tempo per respirare. Mi mancava l'aria. E cosa peggiore, quella situazione, quei baci così espliciti e in ultimo quelle parole, avevano risvegliato in me l'istinto di sopravvivenza. Scappare, ecco cosa mi diceva. Andare immediatamente via di lì. Altrimenti il dolore sarebbe tornato. Nessuno doveva toccarmi in quel modo. Nessuno doveva più farlo. Ero io a non volerlo. Ero io ad essere sbagliata. Emmett non c'entrava niente.
"N-n-no.. per favore... bas-ta.." mormorai, iniziando inspiegabilmente a tremare. Strinsi forte le mani a pugno avvertendo la pelle delle nocche tirare. Serrai gli occhi, sperando che quella volta le mie preghiere venissero ascoltate e che nessuno mi facesse più del male. Come era già successo. E i segni li portavo ancora evidenti.
La pressione del corpo di Emmett sparì gradualmente e la sua voce preoccupata si fece subito sentire
"Rose... Rose, cos'hai? Ti senti male?" mi scosse leggermente per le spalle. Forse perché avevo ancora gli occhi serrati. Forse perché avevo smesso di respirare. Tornai a fare entrambe le cose pochi istanti dopo. Lo guardai e trovai sul suo viso un'espressione indecifrabile. Era un misto di colpa, imbarazzo e preoccupazione. Ed io iniziavo già a sentire le lacrime spuntarmi ai lati degli occhi
"Non posso..." bisbigliai, avvertendo un nodo in gola stringermi al punto da togliermi il respiro
"Cosa non puoi?" mi domandò subito, agitato. Abbassai lo sguardo. Non ce la facevo a vederlo così tormentato. Ero ancora troppo scossa e quelle maledette immagini mi vorticavano in testa così veloci da farmi venire la nausea.
"Non posso... non ce la faccio.. mi.. mi dispiace!" scossi la testa, mentre la prima lacrima rotolava libera sulla guancia. Quella mia affermazione spezzettata parve aggiungere altro silenzio ad altro silenzio. Altro imbarazzo ad altro imbarazzo. Altre immagini alle mie immagini.
"Oh!" esclamò Emmett, colto il significato delle mie parole. Mi sentivo male. Non fisicamente. Stavo male per quello che stava succedendo e per quello che era già successo dieci mesi prima. Stavo male perché dovevo immaginarlo che prima o poi una cosa del genere sarebbe successa. Era normale che un ragazzo - Emmett incluso - provasse ad approfondire il rapporto con la sua ragazza, passando al piano fisico. Peccato che ogni singolo contatto mi provocasse una voragine talmente tanto profonda nel petto da impazzire. No, Emmett non c'entrava proprio. Lo sbaglio ero io.
"Rose..." mi chiamò, ma io ero troppo impegnata a tremare e a ricordare per dargli retta
"Rose..." ci riprovò, abbassando la testa alla mia altezza e cercando i miei occhi "Per piacere... non piangere! Altrimenti mi fai sentire ancora peggio di quanto già non stia!". Quelle parole ebbero l'effetto sperato e mi fecero alzare la testa. Trovai un'espressione colpevole e mortificata. Nonostante le lacrime mi appannassero la vista. Mormorò qualcosa che non riuscii a capire, per poi alzare una mano verso la mia guancia, probabilmente per accarezzarla. Mi serrai nuovamente nel mio guscio, richiudendo gli occhi e pregando l'arrivo della fine di quella tortura. Ma non avvertii nessun tocco. Nessuna carezza, neanche il minimo contatto da parte sua. Con molta prudenza riaprii gli occhi e lo trovai con le mani abbassate e lo sguardo completamente tormentato. Si stava logorando senza sapere per quale motivo. Lui continuava a non c'entrare nulla.
"É colpa mia... è soltanto colpa mia..." mormorai torturandomi un labbro
"Non dire sciocchezze... tu non c'entri... non avrei dovuto essere così precipitoso!" affermò convinto. Scossi la testa quasi con violenza
"No... tu non capisci... sono sbagliata... tremendamente sbagliata!" mi accasciai in avanti, coprendomi il viso con le mani e dando ancora una volta libero sfogo alle lacrime. Quell'uomo. Quel maledetto uomo mi aveva rovinato la vita e niente sarebbe stato più come prima. Non potevo neanche sperare di godermi quel genere di esperienza con il mio ragazzo, con il ragazzo che amavo, senza che le sue mani gelide e le sue dolorose spinte non mi facessero nuovamente stare male. Doveva pur finire quell'inferno. Non poteva continuare a tormentarmi all'infinito. Quanto ancora sarebbe dovuto passare per considerarmi... guarita? Quanta sofferenza avrei dovuto patire ancora, prima di avere una relazione normale con Emmett? Era possibile che una cosa così bella come desiderare qualcuno e voler fare l'amore con lui, fosse completamente rovinata dal ricordo di quel maledetto fottuto bastardo? Perché dovevo pagarne io le spese? E perché dovevo farle pagare anche ad Emmett?
"Rosalie... posso... abbracciarti?" mi domandò qualche istante dopo, con la voce leggermente tremante. Quella era l'unica cosa che volevo. Rientrare nel mio porto sicuro e guardare serenamente verso la luce splendente del mio faro personale. Così senza neanche rispondere, mi risollevai e mi schiacciai contro il suo petto. Le sue braccia mi circondarono quasi all'istante, mentre il cuore tornava a battere tranquillo. Soltanto lui avrebbe messo fine a quel dolore lancinante che sentivo fin dentro le viscere. Soltanto lui poteva salvarmi. Lui ce l'avrebbe fatta. Io ce l'avrei fatta. Prima o poi. Questa era la mia speranza. 

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Capitolo 41
*** Confidenze... per SMS ***


Cap Buonasera a tutti, miei cari amici... questa volta non voglio dilungarmi troppo... ci tengo soltanto a dire che questo capitolo è ricco di sottointesi, per tutte e tre le coppie (anzi per quattro coppie, diciamo ^^) nonostante siano inseriti soltanto due narratori... e vi avverto che i prossimi capitoli (nn sono ancora sicura se siano due o tre) saranno dedicati solo ad una delle tre coppie perché è necessario che siano spiegate un pò di cose in successione, e spezzare con la distanza di parecchi capitoli diventerebbe confusionario... magari aggiungo uno stralcio sotto ognuno per dare una panoramica degli altri personaggi nel frattempo... mmm... qualcosa mi inventerò.. nel frattempo godetevi questo capitolo e spero riusciate a farvi 4 risate come è successo a me scrivendolo.. :D... un bacione a tutti, anche ai lettori silenziosi ma soprattutto a coloro che lasciano un segno tangibile del loro passaggio... vi adorooooo ;)
P.s. I link con l'abbigliamento
Abbigliamento Bella
Abbigliamento Edward




- Cosa c'è di più sensazionale, di più meraviglioso e di più fico oltre ogni misura del Ballo Scolastico di Capodanno? Niente, appunto! E quest'anno lo abbiamo voluto festeggiare in grande stile (nonostante il misero budget della scuola non sia poi questa gran cosa!) e soprattutto in maniera molto FASHON! Udite Udite Signore e Signori quest'anno il comitato studentesco ha deciso di organizzare un ballo bi - colore. Sì, avete capito bene... ho scritto proprio bi - colore. Intendo dire che saranno accettati soltanto due tinte per i vestiti, vale a dire il VIOLA e il BIANCO. Ma non è tutto.. a complicare ancora di più la cosa abbiamo pensato di lasciare il primo colore alle donzelle e il secondo ai maschietti. Idea geniale non trovate? Le spille dell'invito sono da oggi disponibili in segreteria e anche quest'anno sono le ragazze a dover invitare. Perciò, mie care colleghe, armiamoci di coraggio e invitiamo il nostro cavaliere per la festa più meravigliosa della storia della Forks High School! Buona cacca a tutti! Jessica Stanley-

Quello che avevo appena finito di leggere era il volantino del Ballo che avevo trovato appiccicato al mio armadietto. Ogni anno la scuola organizzava due eventi del genere. Uno più o meno nel periodo di Natale e l'altro in primavera, con la fine delle lezioni. Ed io ero solita non andare né ad uno né all'altro. Non era per qualcosa di personale, ma era proprio il genere di eventi che tentavo di tenere alla larga il più possibile. Erano inutili e senza alcun senso. Prima di tutto... cos'era quella storia che dovevano essere le ragazze a fare l'invito? Da che mondo è mondo non sono gli uomini che devono fare la prima mossa? Saremmo anche nell'era dell'emancipazione femminile e delle lotte contro il sessismo ma... certe cose non andavano cambiate e quella dell'invito al ballo era una di queste. La trovavo disgustosamente umiliante. I ragazzi per certe cose sanno essere molto più sfrontati e incassano bene i rifiuti. Io ero terrorizzata dal no. Terrorizzata di avvicinarmi a qualsiasi ragazzo della scuola per chiedergli di accompagnarmi al ballo. Figurarsi poi se il ragazzo in questione mi avesse risposto in maniera negativa. Dove avrei nascosto poi la faccia? Mi sarei dovuta trasferire? Avrei dovuto cambiare identità? Avrei dovuto assoldare un killer per uccidere tutti gli eventuali testimoni? E per finire... avrei dovuto dire a Jessica che al posto di caccia, sul volantino, aveva fatto stampare cacca?
"Cosa stai leggendo in maniera così scrupolosa?" una voce alle mie spalle mi distolse dal mio vomito di pensieri. Mi girai ancora stringendo in mano il volantino
"Ehi... Edward... ciao!" lo salutai, sentendo le guance arrossarsi. Eh no, due giorni non bastavano per far passare la vergogna per quello che era successo - e per fortuna non successo - a casa mia. E nonostante lui non me lo avesse fatto pesare, il ricordo continuava a causarmi una strana morsa allo stomaco. Come in quel momento. Il sorriso che gli si aprì sul volto mi fece immediatamente ricordare di avere ancora una domanda alla quale rispondere
"Ah... questo! Non è niente... è il volantino del Ballo di Capodanno... ogni maledetto anno la scuola organizza una stupidaggine tipo questa e devo dire che questa volta si sono davvero sbizzarriti!" gli passai il foglietto incriminato - Dio, non mi ero resa conto di quanto fosse fucsia - e aprii l'armadietto per cercare il libro di Letteratura Inglese.
"Viola e bianco?" domandò incredulo lui alle mie spalle. Sorrisi di conseguenza
"Già.. un incubo!"
"L'invito spetta alle ragazze?" ribatté ancora notevolmente colpito. Recuperato il libro, chiusi l'armadietto e mi avviai verso la mia aula, sentendo i passi di Edward che mi venivano dietro
"Sì... altra genialata del comitato organizzativo..." borbottai scontrosa. Ero acida. Molto acida. Estremamente acida. Ma con cognizione di causa.
"Aspetta un attimo... cosa sono le spille dell'invito?" mi domandò allungando il passo e fiancheggiandomi. Feci una smorfia disgustata
"In pratica sono delle spille che la scuola mette a disposizione che si possono reperire in segreteria al simbolico prezzo di 50 centesimi... si devono regalare alla persone che si ha intenzione di invitare... e se questa accetta deve portarla appesa alla maglia fino al giorno del Ballo, così le povere fanciulle malcapitate sapranno almeno quali ragazzi sono stati già invitati e si risparmiano l'umiliazione!" spiegai. Già, peccato che dopo neanche due ore dall'apertura della segreteria, le spille fossero ancora centinaia e i ragazzi accettabili finiti. Rimanevano i peggiori e i pervertiti. Categorie che nessuno si sarebbe mai sognato di invitare.
"Mmm... però... niente male come idea!" esclamò colpito. Mi bloccai di colpò per lanciargli un'occhiata di fuoco
"Sei impazzito spero!" mormorai incredula
"Perché, scusa? Io la trovo davvero geniale... si evitano davvero tante scomode situazioni.. non immagini quanto possa essere seccante dover rifiutare un invito... soprattutto se a fartelo è una ragazza!" esclamò. Sollevai un sopracciglio sorpresa.
Senti senti il playboy americano...
"No, aspetta, mi sono espresso male..." esclamò subito, sbiancando di colpo "Questo non significa che io sia il tipo che rifiuta gli inviti delle ragazze né tanto meno uno che in vita sua ne ha ricevuti tanti... parlavo per sentito dire... mio fratello, per esempio... lui sì che è uno che rifiuta gli inviti delle ragazze!" era la mia impressione o Mr Cullen si stava arrampicando sugli specchi? Stavo per rispondergli quando una testa bionda sbucò in mezzo a noi spaventando entrambi
"Non mettere in giro voci infamanti sul sottoscritto... rischi di rovinarmi la piazza e poi non mi rimarrà più nessuna da invitare!" borbottò Jasper, poggiando un braccio sulle spalle di Edward
"Mi dispiace deluderti, stallone, ma per questa volta dovrai rimanertene buono a cuccia!" gli feci notare recuperando un altro volantino, attaccato con un pezzo di adesivo ad un armadietto. Questo aveva una strana e raccapricciante tonalità di arancio carico che mi ricordava le zucche di Halloween. Certo che Jessica quando ci si metteva dava proprio il meglio si sè. Passai il volantino a Jasper che lo esaminò curioso
"Sono le ragazze che invitano i ragazzi... quindi per una volta sarai costretto ad attendere che qualcuna faccia il passo verso di te!" gli anticipai mentre scorreva curioso l'avviso. Sollevò un sopracciglio, non seppi se per delusione o per curiosità. La sua esclamazione di dopo chiarì il mio dubbio
"Ma che stronzata è mai questa?" sbottò incredulo. Ecco, forse un alleato nella mia battaglia potevo trovarlo.
"Ma dai, è assurdo..." aggiunse, scorrendo ancora il volantino
"Sì, è esattamente quello che ho pensato anche io!" confermai lanciando un'occhiata di sbieco al fratello che ci fissava senza capire
"A chi diavolo è saltato in mente di mettere il bianco come colore per i ragazzi?" domandò stizzito. Per poco la mascella non mi cadde per terra
"Avresti preferito il viola?" lo provocò Edward divertito
"Certo che no.. ma.. il bianco? É un colore anonimo... anzi, per la precisione non è neanche un colore! Che diavolo bisogna chiedere al negozio... mi scusi mi servirebbe uno smoking... ah certo, me lo dia bianco! Ci rideranno in faccia!" era fuori di sè ed io lo ero ancora di più per aver realizzato per l'ennesima volta di essere sola nella mia battaglia
"Non esagerare, Jazz... se lo hanno scritto, significa che esistono!" gli fece notare Edward, accartocciando il suo volantino fucsia e facendo un canestro perfetto in un cestino nel corridoio.
"Ecco allora facciamo che a comprare il mio ci vai tu, ok?" gli fece Jasper imitandolo nel lancio del volantino, centrando a sua volta un altro cestino, notevolmente più lontano.
"Non ci penso proprio! Non sono la tua schiava... se qualcuno si degnerà di invitarti, allora alzerai le chiappe e andrai a scegliertelo tu!" rispose il fratello infastidito. Però. Quei due quando litigavano facevano sul serio. Alice aveva ragione. Anche se.. dovevo ammettere che erano interessanti da osservare. E perfino un pò divertenti.
"Che significa... se qualcuno si degnerà di invitarti? Certo che qualcuno mi inviterà... anzi sai cosa ti dico.. lo faranno in molte e sarò io a scegliere la migliore, al contrario tuo che hai la scelta limitata alla tua allegra ragazza rompipalle!" sentenziò Jasper appena divertito. Ecco, quello era proprio quello che volevo sentire. Avere la conferma del fatto che l'unico ragazzo che probabilmente, forse sotto tortura e con una buona dose di alcool nelle vene, mi sarei decisa ad invitare a quel maledetto ballo aveva praticamente già una spilla attaccata al petto. Maledizione. Adesso sì che stavo bene!
"Idiota!" biascicò Edward
"Che cosa hai detto, scusa?" gli chiese Jasper bloccandolo per un braccio e guardandolo in cagnesco. Era normale che si stessero sfidando in mezzo al corridoio? Ed era altrettanto normale che io fossi troppo impegnata a deprimermi per provare a separarli?
"Non ho detto niente..." rispose Edward a tono, liberandosi della sua stretta
"Ah sì? Mi era sembrato di sentire qualcosa tipo... idiota!" ribatté l'altro.
"Mi dispiace... ma devi aver sentito male!"
"Tu dici?" Dovevo fare qualcosa? Dovevo dividerli? Dovevo mettermi in mezzo a loro? Dovevo gridare e attirare così l'attenzione di qualcuno? Dovevo girare i tacchi e raggiungere la mia lezione di Letteratura? Dovevo dire a Jessica che
al posto di caccia, sul volantino, aveva fatto stampare cacca?
"La volete smettere voi due? Vi sembra il caso di mettersi a litigare qui a scuola?" li riprese allora Rosalie, appena arrivata a salvare in extremis la situazione. Dietro di lei mio fratello la seguiva a breve distanza e al suo fianco Alice osservava la situazione leggermente spaventata. Aspetta un attimo. Quella tra le mani del folletto era davvero una spilla a forma di viola?
"Tranquilla, non stavamo litigando... stavamo semplicemente discutendo su dove andare a prendere lo smoking bianco per il ballo, non è vero ortaggio?" domandò Jasper sorridendo. Scappò un sorriso anche a me. Ortaggio? Questa Edward doveva proprio spiegarmela.
"Certo... come no!" rispose lui allontanandosi appena
"Se volete io conosco un posto..." li informò Emmett "É un pò fuori mano ma ha davvero di tutto... e non è necessario comprarli i vestiti. Lì si possono anche noleggiare!"
"Fantastico... e dove sarebbe questo posto?" chiese Jasper interessato. Emmett prima di rispondere lo squadrò per bene, per poi girarsi verso Alice che arrossì all'istante. Scosse la testa e tornò a guardare, anzi, a fulminare, il suo interlocutore
"É lungo da spiegare e se non sei del posto potresti perderti facilmente... se volete dopo la scuola ci possiamo andare insieme!" rispose, stranamente cortese perfino con colui al quale aveva affibbiato tanti di quei soprannomi assurdi da far invidia a Wikipedia.
"E tu... accompagneresti me... in questo posto.. oggi.. dopo la scuola?" ripeté Jasper incredulo. In effetti la proposta dell'orso aveva spiazzato un pò tutti. Soprattutto Alice che lo guardava sconvolta
"Mi pare di avertelo appena detto!" borbottò lui, assottigliando lo sguardo.
Jasper, accetta un consiglio disinteressato. Digli di sì, così eviti di rimetterci un braccio...
"D'accordo, allora... dopo la scuola possiamo farci un salto!" acconsentì allora il biondo, anche se non pienamente convinto
"Ovviamente l'invito è esteso anche a te, Edward!" esclamò Emmett rivolgendogli un sorriso. Mmm... verso Jasper ringhiava... verso Edward sorrideva gentile. Eh sì... iniziavo a credere che la povera Alice non avesse nessuna possibilità di successo in quella assurda situazione. Soprattutto se nostro fratello continuava ad essere così ostile nei confronti di Jasper.
"Grazie, Emmett... davvero!" rispose Edward sorridendo a sua volta.
Oh mio Dio... possibile che quel sorriso abbia il potere di sconvolgermi fino a questo punto?...
"Bene, credo sia il caso di andare... le lezioni stanno per iniziare... ci vediamo a mensa!" e dopo un casto e dolce bacio sulla testa di Rosalie, Emmett fece dietrofront per dirigersi verso l'aula di informatica.
"É il caso che vada anch'io... ho una verifica di spagnolo e non ricordo praticamente nulla!" esclamò Alice, mettendo la spilla in borsa e incamminandosi verso l'aula
"
Buena suerte, scricciolo!" le augurò Jasper con un occhiolino che la fece arrossire e sorridere
"E noi dobbiamo raggiungere la lezione di Letteratura Inglese, altrimenti la signorina Stone ci farà a pezzi!" ci ricordò Rosalie spingendo il gemello verso di me e salutando Edward con la mano. Gli rivolsi un timido sorriso prima di girare i tacchi e andarmene. Lui fece altrettanto ma il suo fu molto più luminoso.
Altro che caccia... quella sarebbe stata un'autentica carneficina.



"Ehm... Edward?"
"Dimmi!"
"Posso chiederti un favore?"
"Certo!"
"Terresti d'occhio quei due da parte mia?" l'apprensione di mia sorella era più che giustificata.
Affrontare un pomeriggio con Emmett e Jasper insieme, mi preoccupava parecchio in effetti. Era come stare in mezzo all'arena della Corrida, in attesa che i due tori venissero a schiacciarmi nel centro.
"Ci posso provare... ma non ti assicuro nulla!" risposi sorridendole. Da lontano vidi i due tori in questione avanzare dalla palestra uno di fianco all'altro. E sembrava stessero parlando. Civilmente. Erano per forza un miraggio, non c'erano altre spiegazioni.
"Ti spiacerebbe accompagnare Bella ed Alice a casa?" domandò Emmett a Rosalie, una volta che si furono avvicinati
"Certo... non è un problema!" rispose lei sorridendogli. Mi frugai nelle tasche del cappotto per poi passarle le chiavi della Volvo
"Trattala come se da essa dipendesse la tua vita!" esclamai fingendomi preoccupato. Afferrò le chiavi cacciandomi la lingua. Nel frattempo Alice e Bella si erano avvicinate a noi che aspettavamo accanto alla Jeep.
"Direi che possiamo andare!" esclamò Emmett aprendo uno sportello dell'auto. Lanciai un'occhiata terrorizzata verso mia sorella. Sperai che afferrasse e che mi liberasse con una scusa da quella tortura.
"Siete sicuri voi due?" domandò Bella stranamente a disagio "Cioè... non è che questa è soltanto una scusa per organizzare un regolamento di conti in qualche periferia dispersa del Paese?"
Jasper sembrò rifletterci davvero. Probabilmente la cosa lo preoccupava più di quanto lo desse a vedere
"Coraggio Bells... ti sembro il tipo?" domandò Emmett con un accenno di divertimento nella voce. La sorella lo squadrò per bene. A quanto pare sapeva qualcosa che noi non sapevamo. Oppure, molto più semplicemente, quella situazione puzzava anche per lei.
"Se ci fossero state cattive intenzioni... perché invitare anche lui?" domandò Jasper indicandomi, con un accenno di terrore nella voce. Ma senti senti... e dov'era finito il mio caro fratellone spavaldo e coraggioso che minacciava a ferro e fuoco il mondo? Possibile si stesse ritirando per paura che Grande Fratello Emmett gli facesse del male?
"Chi ti dice che alla fine non elimini anche me?" scherzai allora, divertito fino all'inverosimile dalla sua espressione. Quasi quasi andare a comprare quei benedetti vestiti in compagnia di Tom e Jerry ne valeva quasi la pena. Se le premesse erano così divertenti.
"Per non avere testimoni scomodi... certo..." convenne mio fratello pensieroso. Alzò lo sguardo verso Emmett e lo vidi distintamente deglutire, indugiando sui muscoli delle braccia
"Sai cosa, Swan... ti risparmio la fatica... elimina soltanto lui... faresti grande favore alla società... e al sottoscritto!" esclamò allora poggiandomi un braccio sulle spalle.
Ecco a voi, Signori e Signore, il leone che, spaventato dall'orso, si rifugia repentinamente nella sua tana...
"Piuttosto che fare un favore a te, biondino, preferirei cavarmi gli occhi a crudo!" mormorò Emmett, assottigliando lo sguardo. Se non ci fossero state anche tre ragazze con noi, avrei giurato che fosse sincero e che avrebbe provveduto seduta stante. Jasper sbiancò di colpo
"Avete sentito? Quello lì ha cattive intenzioni... ed io... dovrei salire in macchina con lui e aspettare pazientemente che mi sotterri vivo in qualche buca scavata nel terreno? No grazie..."
"Jasper... non dire cretinate!" lo riprese Rosalie piazzandogli uno schiaffo sulla nuca "Dovresti ringraziarlo per la gentilezza che ti ha dimostrato... anche se non te la meriti!"
"Ti rendi conto che se dovesse succedermi qualcosa tu sarai sua complice?!" sbottò lui sconcertato
"Meglio essere sua complice che essere la sorella di un idiota del genere!" rispose scuotendo la testa. Scoppiai a ridere abbandonando la presa di Jasper, ancora attorno alle mie spalle e mi avvicinai allo sportello posteriore della Jeep
"Se l'invito è ancora valido, io ci verrei volentieri con te in questo posto.. con o senza fratello idiota!" esclamai rivolgendo ad Emmett un sorriso. Lui ricambiò
"Ma certo... non sono solito rimangiarmi la parola data!"
"Non ci posso credere!" mormorò Jasper scandalizzato "Tradito per due volte di seguito dal mio stesso sangue... questa è una congiura!"
"Te lo dico un'ultima volta... vuoi venire sì o no?" gli domandò ancora Emmett incrociando le braccia al petto. Effettivamente non avrei mai e poi mai voluto trovarmi al posto di mio fratello in quel momento. Era costantemente sul filo del rasoio. E quello era proprio uno di quei momenti.
Con la coda dell'occhio vidi lo sguardo di mio fratello spostarsi su Alice. E allora capii. Se avesse detto di sì, lo avrebbe fatto unicamente per fare piacere a lei.
"D'accordo..." borbottò lui sospirando
Appunto...
"Ma ad una condizione... io sto seduto dietro... non vorrei che ti venisse la malsana idea di finire fuori strada di proposito... dietro almeno avrei più probabilità di salvarmi!" esclamò con un sorrisetto divertito. Io e Rosalie alzammo gli occhi al cielo nello stesso momento. Mai una volta che riuscisse a smentirsi.
"Come vuoi..." rispose Emmett visibilmente seccato per poi entrare in auto e sbattere lo sportello. Ecco, se voleva tentare di non farlo innervosire... aveva iniziato veramente con il piede sbagliato. Dopo aver salutato le ragazze salimmo anche io e Jasper in macchina, ovviamente io avanti e lui dietro. Mentre Emmett faceva manovra per uscire dal parcheggio, presi il mio Nokia dalla tracolla che avevo poggiato a terra in mezzo alle gambe e scrissi velocemente un messaggio
*Se permetti un consiglio, fratellone adorato... ti conviene tenertelo buono, altrimenti Alice non la rivedi più neanche in fotografia!* ed inviai.
Intanto avevamo imboccato la strada principale e superato già un paio di incroci
"Dove si trova esattamente questo posto?" domandai, allacciandomi la cinta
"É a mezz'ora da qui... sulla strada per Seattle... ci sono andato un paio di volte e di norma per chi cerca abiti eleganti quello è il posto adatto... è una sorta di... centro commerciale, diciamo..." mi rispose accelerando un pò, una volta passato il cartello che indicava la fine della cittadina di Forks. Con la coda dell'occhio lessi il numero di abitanti della zona riportato sul cartello bianco
"Ho letto bene? Qui a Forks ci sono davvero 3.657 abitanti?" ero sconcertato, a dir poco. New York ne contava quasi 10 milioni. La risata di Emmett riempì l'abitacolo
"Esattamente... anzi per la precisione dallo scorso Agosto sono 3.662!" e mi fece l'occhiolino. Sorrisi di conseguenza mentre il telefono mi segnalava con una breve vibrazione un nuovo messaggio
*Dì la verità, ortaggio... ci trovi gusto a vedermi sottomesso a questa specie di gorilla parlante?*
Provai a trattenere una risata, mascherandola con un colpo di tosse. E risposi subito
*Non ti si può nascondere proprio niente, eh... quando potrà mai ricapitarmi un'occasione simile in futuro?*
"Hai detto che gli abiti si possono anche noleggiare?" domandai lanciando un'occhiata al panorama boschivo che invadeva entrambi i lati della carreggiata autostradale
"Sì... non vale la pena spendere 600 dollari per un vestito orribile che tanto metterai solo quel giorno..." esclamò sollevando le spalle. Forse era meglio evitare di dirgli che ogni anno io, Jasper e Rosalie in occasione del ballo, compravamo un vestito nuovo. Non era il caso di discutere su una cosa del genere. Il tenore di vita di New York era differente da quello dei 3.657 abitanti di Forks. Se alla John Kennedy High School di New York ti presentavi con un abito noleggiato ti prendevano per un povero scarto della società. Se alla Forks High School facevi il tuo ingresso in sala con un abito noleggiato... probabilmente ti saresti guadagnato senza sforzi il titolo di re del ballo.
Il telefono vibrò di nuovo
*Muori!*
Sorrisi, quella volta senza freni. Ma quanto era dolce il mio fratellino da uno a dieci?
"Hai già ricevuto l'invito per il Ballo?" domandai ad Emmett, consapevole di quanto fossi bastardo a farlo davanti a mio fratello. Iniziavo a provarci seriamente gusto nel farlo arrabbiare. Emmett strinse appena gli occhi, forse per capire dove volessi arrivare
"Mmm.. in realtà no... il primo giorno è così... la segreteria viene presa d'assalto dalle galline inferocite e quindi è meglio non avvicinarsi... domani andrà meglio e... sì insomma..." fece uno strano verso, forse imbarazzato "Forse... domani... chissà..."
Galline inferocite a parte, mi sembrava parecchio strano che Rosalie non si fosse ancora decisa a chiederglielo. Lei adorava il Ballo e andarci finalmente con il suo ragazzo ufficiale sarebbe stato senza dubbio la sua rivincita più grande. All'ultimo ballo di fine anno nella nostra vecchia scuola io e Jasper avevamo deciso di accompagnarla. Non ce l'eravamo sentita di andarci con qualcun'altra e lei, per lo meno, sarebbe stata al sicuro e tranquilla con noi. Quella sarebbe stata l'occasione giusta per riscattarsi.
"E tu, invece... tu hai ricevuto il tuo invito?" mi domandò a sua volta.
Merda...
Una testa bionda apparve in mezzo ai due sedili e il sorriso poco raccomandabile di mio fratello mi gelò. Sicuramente avrebbe sparato l'ennesima cazzata
"Sì, carotino... la tua dolce Kristen ti ha già invitato al Ballo?" mi domandò sornione.
Maledetto il giorno che mia madre ti ha partorito...
Lo fulminai con lo sguardo, ma il sussurro acido di Emmett mi precedette
"Ti consiglio di metterti la cinta, Cullen... la strada è un pò accidentata, e non vorrei mai che alla prossima frenata finissi con la tua preziosissima testolina bionda nel parabrezza della mia macchina!" esclamò. Incredibile come riuscisse a cambiare tono della voce da me a Jasper. Era bravo, bisognava riconoscerglielo.
Jasper, senza dire niente, se ne tornò al suo posto per poi far scattare la cinta. Strano che non avesse fatto una delle sue solite battute. Era fin troppo tranquillo.
"Dicevi?" mi richiese allora Emmett, tornando al tono leggero della nostra conversazione
"Ehm... ecco... in realtà.. oggi Kristen non l'ho proprio vista quindi non abbiamo avuto modo di parlare del ballo o dell'invito!" risposi vago. La verità era un'altra: avevo tentato per tutta la giornata di evitarla. Nei corridoi camminavo velocemente e a testa bassa. All'armadietto avevo sostato il minimo indispensabile. E perfino a mensa non mi ero presentato, rifugiandomi piuttosto in biblioteca con la scusa di dover preparare un saggio di Letteratura. Tutto pur di non doverla sentire pronunciare quelle maledette parole. Sapevo che stavo semplicemente rimandando al giorno dopo, o a quello dopo ancora, un momento inevitabile. Kristen sarebbe stata capace di spedirmela a casa quella spilla. Tuttavia... ingenuamente, da quando avevo letto quel volantino quella mattina, avevo iniziato a sperare di ricevere l'invito da qualcun'altra... probabilmente non sarebbe mai successo. Probabilmente non lo meritavo neppure. Ma lo speravo. Eccome se lo speravo.
Altra vibrazione. Altro messaggio di mio fratello
*Ti sei reso conto che quando parla con me, mi chiama Cullen... invece con te usa il tuo nome? Ti sembra normale?*
Sorrisi. Sì, lo avevo notato. Ma d'altronde, come biasimarlo.
*Credo dipenda dal fatto che io non sto cercando di portarmi a letto sua sorella!*
Pensa un pò... ho davvero avuto il coraggio di scrivere a mio fratello una cosa del genere? Davvero non ho provato a... portarmi a letto una sorella di Emmett?...
Il ricordo della mattinata passata a casa di Bella, anzi nella sua camera, si presentò all'istante. Era vivido. Era quasi tangibile e gli effetti che provocava su di me e sul mio corpo erano ancora molto ma molto forti. Subito dopo averla fermata, avevo iniziato a chiedermi se non avessi fatto l'ennesima stupidaggine. A Kristen, che non amavo e che ero consapevole di prendere in giro, permettevo di ottenere da me ciò che voleva. A Bella, che io probabilmente...
Un nuovo messaggio sul display mi distrasse, fortunatamente, da quel momento di debolezza
*Se la mia intenzione fosse stata quella, a quest'ora non sarei di certo in questa macchina, a tentare ogni mezzo per farmi amico il gorilla assassino.*
Il suo ragionamento in effetti non faceva una piega. Se davvero il suo interesse nei confronti di Alice fosse stato solo fisico, a quell'ora credo proprio avrebbe ottenuto già ciò che voleva. Sapeva il fatto suo e in certe questioni era bravo. Quando si trattava di abbindolare le ragazze per del sesso senza troppi compromessi, Jasper era davvero il numero uno. E allora perché stava cercando di indorare la pillola con Emmett? Che cercasse la sua... approvazione? Per cosa poi? Quando mai Jasper aveva cercato l'approvazione per qualcosa? Faceva sempre di testa sua. Era questo che lo rendeva così indipendente e menefreghista. Però... era anche vero che da qualche tempo lo vedevo diverso... più tranquillo in un certo senso e sicuramente più pensieroso. Che la piccola Alice fosse riuscita a far cadere il predatore in trappola?
*Dimmi solo una cosa, Jazz... hai intenzioni serie con lei?*
La mia a quel punto era curiosità giustificata. Il messaggio arrivò poco dopo, accompagnato da un sospiro di mio fratello che avvertii chiaro dietro di me
*Credi che mi prenderei la briga di parlartene se così non fosse?*
Sorrisi di nuovo, quella volta stranamente intenerito. Non avevo mai provato tenerezza nei confronti di mio fratello, ma quel messaggio era stato capace di rivelarmi una cosa che non avrei mai immaginato ma che in effetti speravo da una vita
*Non ci credo... Jasper lo"Scopamico di tutte le ragazze del mondo" si è... innamorato?*
Fissai lo schermo, forse un pò emozionato. Volevo sapere. Quella sarebbe stata una notizia da prima pagina. La vibrazione del messaggio quasi mi fece saltare sul sedile
*No, mi dispiace, carota... non te la do questa soddisfazione! Da me non saprai più niente... e ora smettila di rompermi i coglioni e vedi di fare conversazione con King Kong... mi sto annoiando a stare zitto!*
Ecco... ti pareva. Si era già sbottonato troppo per i suoi standard. Mi era sembrato parecchio strano e infatti... ma, tutto sommato, avevo scoperto più di quanto potessi immaginare. Non avevo ancora avuto la conferma che si fosse innamorato, però... almeno mi aveva confermato che con Alice si trattava di qualcosa di serio. E se non si tratta soltanto di sesso ed è qualcosa di serio... e se due più due fa sempre quattro... allora è... amore?...



"Maledizione... ma dove l'ho messo?" era più di mezz'ora che cercavo il mio smalto rosa perlato ma non ero ancora riuscita a trovarlo. Dalla mia smodata collezione ne erano usciti i colori più impensati: verde acido, rosso magenta, blu cobalto, arancione - sì, come il volantino per il Ballo - e perfino giallo luminoso. Ma del rosa perla niente.
A meno che...
Lasciai a terra il beauty con i miei 377 smalti, per marciare spedita verso la camera di mia sorella. La trovai seduta alla scrivania, con il suo blocco di disegni aperto e la matita in mano.
"Hai per caso notizie del mio smalto rosa?" domandai scrutando la stanza alla ricerca della boccettina incriminata. Alice si girò appena sollevando un sopracciglio
"Mi spieghi perché quando non trovi qualcosa, corri da me a chiedere se per caso l'ho presa io?" mi domandò infastidita
"Beh... semplice... perché non credo che Emmett sia uscito con le unghia colorate quest'oggi!" risposi incrociando le braccia al petto. Ce l'aveva lei, ci avrei scommesso. Quando era colpevole metteva su quell'espressione ferita. La conoscevo fin troppo bene
"Potresti averlo perso oppure... prestato a qualcuno!" ci provò ancora, tornando a prestare attenzione al suo disegno. Chissà cosa diamine la stava impegnando così tanto.
"Non ci provare... sai che le mie cose non le presto mai a nessuno, benché meno i miei smalti... ci tengo e ne sono molto gelosa!" marcando l'ultima parte della frase, avrebbe capito che doveva restituirmi la mia roba all'istante?
"Mmm... e allora mi dispiace, ma non posso aiutarti!" e con una scrollata di spalle congelò il minuto di attenzione che mi aveva concesso. Stop. Fine delle trattative. Bene, se era così che stavano le cose... avremmo risolto ad armi pari. Mi diressi a passo spedito verso la sua tracolla, che aveva ordinatamente riposto sulla panca a piedi del letto e strappai la chiusura a feltro con forza. Il rumore la fece scattare.
"Ehi... quella è la mia borsa... il tuo smalto non è lì..." esclamò precipitandosi verso di me per recuperare la tracolla. Ma, purtroppo per lei, avevo un pò di centimetri e di riflessi in più. Riuscii a sfilargliela dalle mani e a correre più veloce che potevo verso il bagno, dove mi chiusi a chiave. Con anima cospiratrice, ridacchiai soddisfatta. Se davvero aveva preso il mio smalto, lo avrei scoperto subito.
Iniziai a frugare nella borsa, scansando il libro di spagnolo, quello di biologia e tre o quattro quaderni colorati. Era ordinata perfino nella borsa della scuola. Che noia. Io non riuscivo ad esserlo neanche volendo, figurarsi se mi sognavo di sistemare la roba che mi portavo dietro per le lezioni. Bastava avere i libri giusti e un astuccio carico di penne, buttati all'occorrenza come meglio credevo nella sacca. E amen. Due pugni sul legno della porta mi fecero sobbalzare
"Bella, apri immediatamente questa porta e ridammi la mia borsa... è proprietà privata quella!" sembrava fin troppo agitata. Cavolo, si trattava della borsa dei libri. Oltre al mio smalto rosa cosa mai avrebbe potuto nascondere di così...
"Ahia!" borbottai pungendomi con qualcosa. Mia sorella portava a scuola delle armi affilate? Frugai sul fondo, poggiando a terra un paio di quaderni per fare spazio e trovai l'arma in questione. Piccola, di colore lilla, e soprattutto a forma di viola. Era la spilla del ballo. Ma certo... gliel'avevo vista in mano già dalla prima ora. Ma... cosa ci faceva ancora nella sua borsa? Se l'aveva comprata... perché non era stata consegnata al suo cavaliere?
"Bella... conto fino a tre, dopodiché mi metto a saccheggiare il tuo prezioso beauty, e sai che lo faccio... uno... due... tre..." aprii la porta proprio mentre pronunciava il terzo numero, lasciandola di stucco. Era agitata. Molto. Paonazza, stranamente più scompigliata del solito ma soprattutto... preoccupata per qualcosa. Le ridiedi la borsa che subito passò al controllo. Ero sicura di cosa stesse cercando. E infatti, dopo un'attenta ricerca, sbiancò di colpo per poi lanciarmi un'occhiata torva
"Non ti sei presa niente, vero?" mi domandò con una strana voce stridula. Se non avessi avuto intenzione di fare la sostenuta, l'avrei trovata estremamente tenera. Misi su un sorriso falso come quello di Giuda
"
Mi spieghi perché quando non trovi qualcosa, corri da me a chiedere se per caso l'ho presa io?" le chiesi ripetendo esattamente le sue parole. Arricciò il naso, come al suo solito e con un verso frustrato si diresse in camera sua, sbattendo i piedi e tornò pochi secondi dopo, senza tracolla stringendo una piccola boccettina di vetro.
"Eccoti il tuo dannato smalto rosa... adesso spero mi ridarai indietro.. quello che mi hai rubato!" borbottò. Le sorrisi mostrandole la spilla
"Tecnicamente non te l'ho rubata... l'ho semplicemente presa in prestito per ottenere da te un lecito quanto paritario scambio!" le risposi, ma lei parve non apprezzare molto l'ironia. Si riprese la spilla, lasciandomi lo smalto e ritornò in camera senza aggiungere altro. Sospirai. Ok, forse ero stata un tantino indelicata.
Tornai in camera sua, trovandola nuovamente alla scrivania con la matita in mano. Era buffa. Ancora scompigliata e con le gambe raccolte sotto il sedere. Era il suo modo per chiudersi di se stessa. L'avevo combinata proprio grossa.
"Alice.."
"Che vuoi ancora? Ti sei persa qualcos'altro? Fruga nell'armadio, magari la trovi!" sbottò irritata. Mi avvicinai di più, affiancandola alla scrivania
"Alice, mi dispiace... non avrei dovuto guardare nella tua borsa... è maleducazione e non si fa. Sono tua sorella... chi meglio di me dovrebbe sapere che ti da fastidio?" e sollevai le spalle tentando un sorriso. Sbuffò senza però rispondermi. Sì, era arrabbiata. E parecchio anche. Lanciai un'occhiata al disegno al quale si stava dedicando con tanto ardore. Era ancora a metà. Sul bordo più lungo del foglio era disegnato il profilo di una ragazza. Naso piccolino, lineamenti aggraziati, capelli scuri e spettinati, occhi rigorosamente chiusi. L'avrei riconosciuta anche da lontano. Era lei. Si stava facendo una specie di autoritratto ma aveva tutta l'aria di essere ancora incompleto. Era come se mancasse la parte più importante. Quella essenziale per comprendere il significato di tutto il disegno. La stessa Alice, lì disegnata sembrava stesse aspettando qualcosa. Sembrava una principessa addormentata da chissà quanto tempo, in attesa del dolce bacio del principe azzurro che l'avrebbe risvegliata dal lungo sonno magico. Davvero lì mancava il tocco del principe?
"La spilla... è per Jasper, non è vero?" domandai, mentre nella mia mente si delineava chiaramente il profilo del principe azzurro che la dolce Alice addormentata avrebbe poi disegnato su quel foglio. Non era difficile da immaginare. Lo avevo avuto davanti per quasi due ore quella mattina a lezione di Letteratura Inglese. Si girò appena per guardarmi ma invece di rispondermi, si sigillò le labbra. Io quel gesto lo presi come una conferma silenziosa.
"E.. come mai non gliel'hai data stamattina?" chiesi ancora, mentre con mano leggera definiva meglio il contorno delle sue labbra
"L'ho presa poco prima di uscire da scuola... c'era Emmett..." rispose semplicemente. Aggrottai la fronte stupita.
"Alice, non è vero... tu la spilla ce l'avevi già prima delle lezioni.. ti ho visto nel corridoio stamattina!" le feci presente. Il suo viso - quello della realtà - si colorò di viola all'istante e subito si corresse
"Sì, intendevo che l'ho presa stamattina, insomma... Emmett mi avrebbe vista se..." abbassò la testa. A quanto pareva , quello era un problema che la preoccupava davvero. La reazione del fratellone iper-protettivo. Altro attacco di tenerezza improvvisa
"Alice... se tu gliela dessi e lui la accettasse, Emmett la vedrebbe ugualmente... ti ricordo che la deve portare attaccata al petto fino al giorno del ballo e tuo fratello non è di certo stupido. Anche se non lo vedrà con i suoi occhi non farà molta fatica a capire chi gliel'abbia data!" e le sorrisi incoraggiante. Lei mi guardò attentamente per poi mormorare
"Tu credi ci sia la possibilità che Jasper dica di no?" era visibilmente terrorizzata da quella eventualità.
Merda.. ma perché non sto mai zitta?...
"Ma certo che ti dirà di sì, Alice.. lo hai visto oggi in corridoio come ti ha guardata... e con quanta intensità ti ha augurato buona fortuna per il compito?" tutto quello non mi era affatto sfuggito. Era stato stranamente gentile. Un altro Jasper quasi. Alice fece il suo primo micorscopico sorriso
"Sì... in effetti ha un accento molto sexy!" mormorò divertita, facendomi ridacchiare.
So io chi avrebbe un accento veramente sexy... Bella... per piacere.. basta!...
"E poi non dimenticare che ha accettato di andare fino al negozio di abiti con Emmett oggi... e credo proprio che il suo sia stato un vero gesto d'amore..." avevo notato anche quello. Il coraggio che aveva avuto era da ammirare. Io se fossi stata in Jasper sarei andata al ballo nuda piuttosto che passare un intero pomeriggio con colui che fino a qualche giorno prima, minacciava di uccidermi a viso aperto.
La mia osservazione la fece ridacchiare
"Credi sia ancora vivo?" mi domandò mangiucchiandosi un'unghia. Feci una smorfia. Bella domanda davvero.
"Io se fossi in te, un messaggio glielo manderei... almeno per essere sicura che non l'abbia già imbavagliato e spedito in Uzbekistan!" risposi con un sorriso. Ci pensò su, lanciando un'occhiata pensierosa al suo Motorola sulla scrivania.
Su coraggio, Alice... almeno tu che puoi... fatti forza e vatti a prendere ciò che ti meriti...
Afferrò il telefono e digitò veloce un messaggio
"Fatto!" esclamò soddisfatta sorridendomi. Le sorrisi anche io. Bene, la mia missione era terminata. Potevo anche tornarmene nella mia stanza e mettermi finalmente lo smalto rosa. Mi stavo giusto dirigendo verso la porta quando il bip di un messaggio mi fece bloccare. Lo sapevo di essere nuovamente impicciona, ma dovevo perlomeno sapere se avevo un fratello assassino e se fosse stato il caso di chiamare il nostro avvocato. Un sorriso a trentadue denti le si aprì sul volto
"Leggi..." mi passò il telefono e rimase a guardarmi emozionata. Il messaggio, con mittente Jasper, diceva
*Per il momento sono ancora nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali ma non posso dire con certezza che io e tuo fratello siamo diventati grandi amici... diciamo che un passo avanti lo abbiamo fatto.. ora perlomeno non tenta di uccidermi! :)*
Sorrisi sollevata. Un passo avanti notevole conoscendo i soggetti incriminati. Emmett aveva messo davvero da parte l'orgoglio di fratello maggiore. E Jasper stava davvero dimostrando nel modo migliore quanto tenesse ad Alice. Forse, e dico forse, una piccola speranza di successo, l'avrebbero avuta anche loro. Magari un giorno lontano. Molto, molto lontano.


Ore 18.50
*Diddy... ma si può sapere che fine hai fatto? É tutto il pomeriggio che provo a chiamarti ma mi dice che hai il telefono irragiungibile. Mi sto seriamente preoccupando. Richiamami per favore... Ti amo. Kris.*

Ore 19.07
*Edward... ti prego... perché il tuo telefono non prende? Si è rotto? Magari chiamami con il telefono di casa... sto in ansia per te... Kris*

Ore 19.19
*Maledizione, Edward... ci vuole così tanto a dirmi dove sei? Non te ne frega niente di me? Il nervosismo mi sta uccidendo... se sei senza soldi mandami un messaggio dal telefono di qualcuno a casa tua... almeno per dirmi che stai bene... Kristen*

Ore 19.21
*Quale parte della frase sono preoccupata non hai capito? Kristen*

Ore 19.23
*Sento di essere sul punto di fare qualche pazzia....K.*

Ore 19.27
*Se entro dieci minuti non ti fai sentire, giuro che mi metto a chiamare ogni membro della tua famiglia, inclusi i pochi parenti rimasti a New York. E se non dovesse essere sufficiente mi metto a girare a piedi l'intero stato di Washington. K*

Ore 19.29
*Kristen... mi hai rotto i coglioni! Se non ti rispondo è perché non voglio farlo. Basta adesso... smettila... fatti una vita sociale e finiscila di tormentarmi. Mi togli l'aria ed io ho bisogno di respirare, cazzo... Sto cercando in tutti i modi di farti capire che mi devi stare lontano ma tu non lo capisci. Se non ti rispondo ai messaggi, se in corridoio ti evito, se a mensa mi siedo lontano da te o non mi presento proprio... beh... fatti due calcoli... forse è perché mi sono stancato di te e non voglio vederti. E finiscila di fare la vittima, non saresti capace di fare una pazzia neanche se ti si presentasse davanti al naso. Sei banale, noiosa, prevedibile e rompicoglioni. Non so chi diavolo mi ha cecato il giorno in cui ho deciso di mettermi insieme a te. Dovevo essere stato proprio in preda alla disperazione. Lasciami in pace. Non voglio più vederti. E guai a te se inizi a tampinarmi sotto casa o a scuola. Sono capace di denunciarti per stalking, e stai sicura che lo faccio. Tutto pur di liberarmi di te, definitivamente. Ah un'ultima cosa... io non ti ho mai amato, anzi... ho scoperto di essermi innamorato di un'altra e grazie al cielo è l'esatto opposto di te. Tanti saluti. Edward*
(Messaggio Salvato in Bozze)

Ore 19.30
*Sono in giro con mio fratello ed Emmett. Non posso risponderti. Ci vediamo domani a scuola. Dobbiamo parlare, Kristen... sul serio! Edward*








 

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Capitolo 42
*** Autocontrollo ***


Cap Campione 1 Salve a tutti amorini miei... eccoci come promesso ad uno dei capitoli di cui vi parlavo... Come forse molti di voi avranno capito si tratta della coppia Alice/Jasper. Vi premetto... questo capitolo, come vedrete, ad un certo punto sarà interrotto perché da un lato non potevo inserire troppe inforamazioni in un unico capitolo, correndo il rischio di diventare noiosa... dall'altra, come vi ho già detto, è una cosa piuttosto lunga e vorrei per alcuni capitoli, probabilmente questo ed un altro, incentrarmi esclusivamente su di loro per chiarire giusto due o tre cose. Ovviamente nn mi sono dimenticata delle altre coppie e c'è sempre una discussione tra Edward e Kristen che molti di voi aspettano... vi assicuro che ci sarà, abbiate solo un pò di pazienza, e nel frattempo godetevi questi due ciccini dolci *__* anche perché questo intesa che c'è... ahimé nn è destinata a durare molto... (uhuhuhu ^_^) Adesso vi lascio e buona lettura.
Un grazie immenso a tutti coloro che mi seguono assiduamente, recensitori e anime silenziose ;)
p.s. Oltre ai link dei vestiti vi pregherei di una cosa se vi è possibile... nel testo sono inserite delle canzoni... se ce le avete sul pc ascoltatele mentre leggete... creano la giusta atmosfera ;)
Abbigliamento Jasper
Abbigliamento Alice



Venerdì pomeriggio. Dopo aver terminato il mio ultimo disegno, ed esserne rimasta particolarmente soddisfatta, lo piegai accuratamente per poi riporlo nel primo cassetto della scrivania. Lo avrei tirato fuori a tempo debito. Non mancava poi tanto.
Dallo stesso cassetto, presi l'mp3 e mi buttai sul letto a peso morto con un sospiro, facendo scorrere l'elenco di canzoni salvate. Non mi ci volle molto a scegliere. Presi una delle mie preferite. "Shine On" di James Blunt, dopodiché azionai il random. Con le cuffie inserite e le prime note della canzone che si diffondevano leggere nella mia testa, recuperai da sotto il cuscino l'agendina blu che avevo trovato nella camera di Jasper appena qualche giorno prima. Da quel pomeriggio passato a casa sua, dopo la messa per mia madre, la crisi di panico e il nostro bacio passionale, l'avevo nascosta con cura lì sotto, ripromettendomi che alla prima occasione ci avrei dato un'occhiata, anche perché la nota letta frettolosamente nella sua stanza mi aveva parecchio incuriosita. Erano passati tre giorni da quel 16 Dicembre e da allora non l'avevo ancora aperta. Era decisamente arrivato il momento di farlo.
Con un profondo respiro l'aprii. Mi sentii subito stranamente a disagio. Stavo invadendo la privacy di qualcuno, volutamente aggiungerei, ed oltre ad esserne consapevole, ero curiosa oltre ogni misura. Ero infantile e sapevo che non avrei ottenuto nulla di buono. Avevo questo strano sospetto. Era come se sopra la mia testa pendesse a lettere cubitali la condanna per quello che stavo per fare. Ed io nonostante questo, non provai neppure a fermarmi.
Come avevo già avuto modo di verificare, su tutte le pagine c'era la sua scrittura, perfettamente ordinata e leggibile.
Coraggio, Alice, ormai il guaio lo hai fatto... abbi almeno il coraggio di andare fino in fondo...
Deglutii a fatica ed iniziai a leggere. Dal 1° Gennaio.

    _ Capodanno galattico. Festa super!!! Alcolici scadenti e ragazze da capogiro. Una certa Cassidy (o Celeste, o come cavolo si chiama!) mi ha inaugurato alla grande il nuovo anno e... come si dice???... Chi ben comincia è già a metà dell'opera... _

Tre smiles super sorridenti completavano la nota colorita ed allegra. Un moto di disgusto mi riempì lo stomaco. Avevo immaginato che Jasper fosse il tipo da una botta e via, però... saperlo tra le braccia di un'altra la notte del 31... mi faceva un male indescrivibile. E non ne avevo il diritto. Io e lui in quel periodo ancora non ci conoscevamo. Non potevo pretendere che prima di me, lui, non avesse avuto nessuna.
Scricciolo sciocco ed infantile...
I giorni seguenti, fino alla ripresa delle attività scolastiche non dicevano poi molto, se non che avesse litigato con suo padre - a quanto pareva per l'ennesima volta! - e che avesse organizzato una partita di calcetto con un tizio di nome Spencer. Lessi attentamente tutto il mese di Gennaio, fatto di notizie sulle ultime verifiche scolastiche e sulle sue solite conquiste. Alle prime sospiravo e sorridevo per la sua pungente ironia. Riconoscevo l'angelo dispettoso che c'era in lui perfino quando scriveva. Ormai potevo quasi dire di conoscere alla perfezione il suo "adorato" professore di spagnolo, tale Mr Trops, che si divertiva a prendere in giro per il curioso accento sexy. Riuscendo a farsi spedire tutte le volte in presidenza con una nota. Al 29 Gennaio ne contava ben 27.
Ecco perché ora in spagnolo è così bravo...
Per quanto riguardava l'infinito elenco di nomi delle ragazze con cui usciva o... sì, insomma, faceva quello che faceva... e per i relativi commenti, mi sentii logorare lentamente dall'interno. Ma cercai di ignorare. Più ci pensavo e peggio era. Jasper aveva avuto una vita molto attiva. Io ero uscita sì e no con due ragazzi in tutta la mia vita uno dei quali era il mio vicino di casa. Fine della storia.
Il mese di Febbraio sembrava preso di stampo dal precedente se non per il fatto che gli esami fossero finiti e che, nonostante l'insufficienza in spagnolo - chissà poi perché - era andato alla grande. Tutto merito dei geni di suo padre, aveva commentato. Ed io con una sonora risata ero andata avanti.
Ad un tratto il flusso di pensieri si bloccò, esattamente all'11 Febbraio. La pagina era completamente bianca. Immacolata oserei dire. Né uno smile, né un commento. Neppure il nome di qualche altra ragazza newyorchese con la quale si era divertito. Solo... il vuoto. Senza un preciso motivo rabbrividii. Non ce n'era ragione, ne ero perfettamente consapevole, però... quel vuoto mi spiazzava e mi spaventava allo stesso tempo. Mi diedi della stupida, convincendomi del fatto che fosse normale che si fosse fermato un pò, dopo aver commentato per intero più di un mese. Forse se ne era dimenticato. Forse non era successo nulla. Forse il signor Trops si era stancato di ammonirlo. O forse, le ragazze a New York erano semplicemente finite.
Scricciolo sciocco ed infantile...
Girai la pagina, proprio mentre la sequenza casuale mi regalava un'altra splendida canzone, che adoravo. "Here without you" dei 3 Doors Down.
Il nodo alla gola che si era formato alla vista dell'11 Febbraio bianco, aumentò quando constatai che l'intera settimana successiva era vuota. Niente di niente per sette lunghi giorni. Possibile non fosse successo davvero nulla? Proprio a lui che annotava davvero tutto, perfino le scappatelle occasionali? Possibile che la festa di un suo amico, alla quale sarebbe dovuto andare con Edward, proprio quell'11 Febbraio e di cui aveva parlato parecchie volte i giorni precedenti, non fosse stata niente di speciale? Niente per cui valesse la pena sprecare un misero commento su quell'agendina blu?
Esattamente sette giorni dopo, il 18 Febbraio, ovvero il sabato successivo, ritrovai la sua calligrafia. Provai un malsano senso di sollievo. Non era successo niente, bene. Se ne era semplicemente dimenticato e ora avrebbe iniziato il resoconto di quei sette lunghissimi giorni di silenzio stampa. Non vedevo perfino l'ora di leggere il nome di qualche altra sgallettata con cui si era divertito. L'ultima risaliva al 2 Febbraio. Ma dovetti ricredermi all'istante, leggendo quelle poche frasi

    _ Dicono che l'inferno sia terribile. Dicono che le anime preghino di morire di nuovo piuttosto che rimanerci. Dicono che sia la peggior punizione immaginabile. Dicono ci siano le persone della peggior specie. Qui, però, è molto peggio. Qui ci sono i veri mostri che spezzano le ali delle aquile in volo e scappano via, impuniti. E questo, purtroppo, non lo dice mai nessuno! _

Rilessi quel pezzo almeno cinque volte. Fu inspiegabile la sensazione che provai. Il vuoto dell'11 Febbraio divenne puro deserto. La profondità di quelle frasi era disarmante. Erano velate di una tristezza e di un'amarezza quasi tangibile che riuscii ad avvertire all'istante. Cosa era successo? Cosa era cambiato in lui in una sola settimana, da renderlo così... diverso? Che fine aveva fatto l'allegria, l'ironia e l'arroganza fastidiosa che aveva colorato Gennaio e tutta la sua vita fino ad allora? Possibile si fossero spenti, così, da un giorno all'altro, senza un apparente motivo? Forse ero io ad essermi persa qualcosa, a non aver afferrato i segnali che aveva disseminato fino a quel momento. Segnali che probabilmente mi avrebbero preparata a quello strano cambio di tono. Per questo decisi di tornare indietro di qualche pagina, saltando ovviamente la settimana bianca, ma niente, a parte quello che avevo già letto, sembrò essermi sfuggito. Allora andai avanti, con il cuore in gola, e lessi trepidante la nota della domenica.

    _ É possibile aver voglia di ammazzare un uomo e contemporaneamente aver un disperato bisogno di piangere? Si possono provare due sentimenti così contrastanti nello stesso momento e con la stessa intensità? Me lo sono chiesto per tutto il giorno, mentre vagavo per Manatthan, ma la risposta tarda ad arrivare e con essa... un pò di pace... _

Da un giorno all'altro non era cambiato proprio niente. Anzi, era perfino peggiorato. Non si era trattato di un singolo episodio, di un solitario momento di tristezza... era davvero successo qualcosa, benché lui non lo avesse ancora espresso chiaramente. Aveva scritto di voler... uccidere un uomo... - e repressi un brivido - ma perché? Stava scherzando, vero? Erano cose che si dicevano nei momenti neri? L'avrebbe presa sul ridere tra qualche nota... giusto? Doveva essere così... e con questa sottile speranza, andai avanti. Lunedì, 20 Febbraio.

    _ É passata più di una settimana ormai, ed io non sono ancora riuscito a vederla. Continua a starsene chiusa nella sua stanza. Mangia pochissimo e non esce mai. Ed io non riesco a trovare la forza per correre da lei, abbracciarla e farle sentire il mio sostegno. Farle sentire che per lei... ci sono. E quel che è peggio è che non sono neanche sicuro lo voglia! _

Rosalie! Fu un pensiero immediato. Era successo qualcosa a sua sorella e lui, a quanto pareva, non riusciva a darsi pace. Sì, ma cosa? Martedì, 21 Febbraio.

    _ Mi faccio schifo. Sono un vigliacco. Lei piange ed io rimango immobile. E sfogarsi con i vetri delle finestre non serve a niente! _

I vetri delle finestre? Mercoledì 22, Febbraio.

    _ Edward ci è riuscito... è lì dentro da quasi un'ora e Dio solo sa che voglia ho di entrare a sentire cosa si stanno dicendo. Cosa LEI sta dicendo. E se non dice nulla? Se si è chiusa nel suo dolore e non permette a nessuno di entrarci? E allora, che speranza avrei, proprio io, di riuscirci? _

In fondo alla stessa pagina era stata aggiunta una nota frettolosa, ma ugualmente leggibile.

    _ Edward è stato nella mia stanza fino a poco fa. Si è seduto accanto a me sul letto ed è rimasto in silenzio. Ed io non ho avuto neanche il coraggio di guardarlo negli occhi o... chiedere di LEI!! Sono l'essere peggiore di questa terra! _

Perché, perché si stava facendo questo? Giovedì, 23 Febbraio.

    _Mio padre ha parlato con un suo collega. Gli ha detto che in questo caso sarebbe consigliabile rivolgersi ad uno specialista. E se per... "specialista" intende uno strizzacervelli, può anche andarsene a fare in culo! Non mando mia sorella da uno che cura i pazzi! No Signore! _

Rosalie dallo psicologo? E perché lui non voleva? Venerdì, 24 Febbraio.

    _ Ce l'ha portato. Qui, a casa NOSTRA! Non ci posso credere. Mi sono incazzato con mio padre per questo, come probabilmente non ho mai fatto in tutta la mia vita e sinceramente me ne fotto se il suo "collega" mi ha sentito. Lui non doveva... non doveva permettersi! Non so se Edward sia o meno dalla mia parte, ma questa volta non posso dire che la cosa non mi interessi. Anzi... mi interessa eccome. Ho stranamente bisogno del suo appoggio in questo periodo, perché da solo mi sento senza forze. _

La nota di Sabato, 25 Febbraio, fu qualcosa di indescrivibile.

    _ É stata qui... nella mia stanza...mentre io non c'ero! Lo so perché sul letto ho trovato il suo ciondolo. Mi si è bloccato il cuore, in quel preciso istante, e l'unica cosa che sono riuscito a fare è stata abbandonare la borsa con i libri a terra, afferrare il ciondolo e correre nella sua stanza. Ho esitato parecchio prima di entrare, ma alla fine mi sono deciso. Due settimane erano veramente troppe e mi mancava da morire. E poi... quel gesto è stato fin troppo eloquente. Voleva vedermi. Aveva bisogno di me. E questo mi è bastato per trovare il coraggio. Quando sono entrato ho trovato una strana atmosfera. La serranda del balconcino era tirata fin giù e nella stanza non filtrava luce. Sarebbe stato tutto buio se non ci fosse stata una lampada accesa sulla scrivania. Ho deglutito a fatica, richiudendomi la porta alle spalle. Rosalie era seduta a terra, sul grande tappeto rosso, dietro il letto, con la schiena poggiato ad esso. Mi ci sono avvicinato, esitante e mi sono seduto accanto a lei, a terra. Aveva lo sguardo basso e il respiro silenzioso. Non pensavo che, una volta ritrovatamela davanti, il primo istinto che avrei provato sarebbe stato quello di abbracciarla forte. Avevo immaginato che avrei desiderato parlarle, chiederle come stesse, e invece... volevo soltanto stringerla forte a me e saperla finalmente al sicuro. Ma non osavo muovermi. Avevo letto da qualche parte che chiunque avesse subito una violenza fisica, facesse fatica ad accettare il contatto... soprattutto con un uomo! _

Violenza... fisica... Rosalie... Senza accorgermene avevo trattenuto il fiato e gli occhi di erano all'improvviso inumiditi. Rosalie. Rosalie. Rosalie. Violentata???... Rosalie... la bellissima e dolce Rosalie... no, non era possibile. Forse avevo capito male. A fatica continuai a leggere quella maledetta nota del 25 Febbraio

    _ Solo che, senza accorgermene, me la sono ritrovata allacciata al petto, singhiozzante e tremante. É stata la botta definitiva per me e solo crollato completamente. Mi sono ritrovato a stringerla forte, quasi disperato e ho iniziato a piangere anche io. E non mi vergogno ad ammetterlo, questa è stata la prima volta in tutta la mia vita. _

Stavo piangendo anche io, silenziosamente. Rosalie era stata violentata. Riuscivo a comprendere solo questo. Come aveva potuto sopportare tutto quello? Come poteva essere così... tranquilla e sorridente nonostante ciò che aveva dovuto subire? Chi diamine aveva avuto il coraggio di farle una cosa tanto mostruosa?
Ecco il perché di quella settimana di tormento da parte di Jasper. Ecco perché non riusciva a darsi pace. Come ci si può rassegnare al fatto che la propria sorella è stata... non riuscivo neanche a dirlo. Ero completamente senza parole.
Mi asciugai gli occhi dalle lacrime e andai avanti girando pagina. I tre giorni successivi erano di nuovo completamente vuoti. Con il panico addosso iniziai a temere che fosse successo qualcos'altro, visto che l'ultima pausa non si era rivelata né uno sbaglio, né un caso. Il Giovedi, 1° Marzo il flusso dei pensieri riprese

    _Oggi io ed Edward di comune accordo non siamo andati a scuola per rimanere con Rose. Abbiamo preparato una scodella di pop corn, preso qualche DVD dalla nostra collezione e ci siamo rifugiati nella sua stanza. All'inizio ci ha guardati come se fossimo due alieni, ma poi ha accettato la nostra proposta con un sorriso timido e commosso. Dopo una breve discussione con Edward, abbiamo optato per "Fast and Furious". Sapevamo quanto Rosalie adorasse Vin Diesel e speravamo così di sollevarle un pò l'umore che minacciava ancora di essere pessimo. E infatti non è riuscita a trattenere una risatina alla vista dei titoli iniziali. Io e mio fratello in quel momento ci siamo scambiati un'occhiata appena speranzosa e l'abbiamo raggiunta sul letto. Sì, un film d'azione era proprio quello che ci voleva! Ci siamo messi più comodi, perché di spazio sul letto ce n'era per tutti e tre: io mi sono poggiato con la schiena alla spalliera, piena di cuscini, e Rosalie si è schiacciata addosso a me, poggiando la testa sulla mia spalla, mentre Edward si è steso poco più sotto, con la testa sulle gambe di Rose, che gli accarezzava i capelli. Sembrava tutto tranquillo, forse troppo! Mi sono reso conto, troppo tardi forse, che aveva iniziato a singhiozzare e si era stretta a me maggiormente, abbandonando i capelli di Edward. Quest'ultimo, senza dire niente, si è tirato a sedere e ci ha raggiunti, addossandosi alla spalliera del letto e abbracciando Rosalie da dietro, che continuava a piangere disperata. _

Piangevo anche io, come una sciocca. Commossa e colpita da quel resoconto così profondo e intenso e personale. A stento riuscivo a credere che Rosalie potesse aver subito una cosa del genere. E se io, da amica, potevo stare male al solo pensiero, non osavo immaginare cosa avesse significato per Edward e Jasper. Per i suoi genitori. Per lei stessa. La violenza sulla donne era la cosa peggiore che potesse esserci, dopo quella sui bambini. Io in minima parte l'avevo provata. Ovvio, vi era un'abissale differenza tra qualche schiaffo di mio padre, e una violenza... fisica da parte di un uomo. Uno sconosciuto. Uno schifo.
In quel momento il mio cellulare prese a suonare. Spaventata da quella interruzione improvvisa nella mia bolla riservata, osservai il display e sgranai gli occhi: Jasper!
"Merda... e adesso?" mi chiesi lanciando uno sguardo agitato all'agenda che avevo ancora in grembo. Mi asciugai gli occhi e decisi di rispondere lo stesso
"Pr...pronto?" maledizione, la voce rotta no...
"Ehi, scricciolo, tutto bene?" mi domandò allegro. La sua voce così serena contrastava di molto con il tono delle note che avevo letto fino a quel momento e ovviamente con il tono della mia di voce. Tentai inutilmente di schiarirmela.
"B..bene... tu?" e stupidamente tirai su con il naso
"Alice..." come era prevedibile, il suo sussurro fu subito preoccupato "Cosa è successo?"
"No, niente!" mi affrettai a rispondere ma un singhiozzo mi tradì
"É stato lui non è vero?" mi domandò in un sussurro. In un primo momento non riuscii ad afferrare. Ero ancora troppo scossa per capire a cosa si riferisse
"Due minuti e sono da te!" annunciò deciso. Cosa? Perché... cosa credeva di fare? Cosa mi ero persa? E in quel momento capii... é stato lui... le lacrime... i singhiozzi... la voce rotta... credeva c'entrasse mio padre
"No, Jasper, hai frainteso... non è come pensi..." tentai allora
"Sono già in macchina... faccio prima che posso!" e riattaccò. Merda! Ma quanto potevo essere stupida? Lo avevo fatto preoccupare per nulla e ora credeva che mio padre mi avesse fatto del male. Cercai di richiamarlo, ma ovviamente non mi rispose perché stava guidando. Con uno strano verso frustrato corsi in corridoio, disarcionando l'mp3 e scaraventandolo a terra e controllai chi ci fosse in casa. Emmett era all'officina di Jacob, come tutti i sabato pomeriggio, mentre Bella era in camera, china sui libri, intenta a tradurre un saggio su un poeta spagnolo da consegnare per il lunedì successivo. Capo Swan, invece, era fuori per il week-end di pesca con il padre di Jacob e Harry Clearwater. In teoria ero in una botte di ferro. In pratica ero in un mare di merda! Con la fortuna che avevo Jasper si sarebbe ritrovato Emmett sul vialetto o, peggio, mio padre a casa.
Corsi al piano di sotto e rimasi dietro la finestra del salotto in attesa. In tutta quella agitazione, non avevo considerato una cosa: Jasper sarebbe entrato di nuovo in casa mia... nella mia vita... probabilmente nella mia stanza. Ed io non stavo più nella pelle.
Il bacio che ci eravamo scambiati in camera sua era ancora vivido nella mia memoria. E vivide erano tutte le sensazioni che mi aveva sucitato. Era stato semplicemente sensazionale e non perché io fossi completamente cotta di lui o perché lui fosse bravo a farlo. Era qualcosa che volevo con tutto il cuore, che desideravo da mesi interi e che finalmente avevo ottenuto. Era soddisfazione mista a piacere puro e desiderio. Era bello, anzi bellissimo, e avevo avuto l'ennesima prova di quanto tenesse a me, nonostante la sua natura da sciupafemmine, probabilmente gli suggeriva di saltare tutti quei preamboli e prendere da me ciò che desiderava. Se lo avesse fatto in quel momento, non avrei posto resistenza. Lo desideravo. Davvero. Aspettavo solo il momento più opportuno. E lui stava venendo a casa mia. Di nuovo. Poteva considerarsi quello un momento... opportuno?
Alice... stai davvero progettando di fare sesso con Jasper... qui... a casa tua... con Bella che studia nella stanza accanto?...
Ad un tratto un rumore proveniente dalla cucina mi fece sobbalzare. Abbandonai il soggiorno per correre dove lo avevo avvertito e intravidi la sua sagoma dietro la finestrella opaca della porta posteriore. Ma dove diavolo aveva parcheggiato? Gli aprii la porta e lui si precipitò dentro
"Come stai... cosa ti è successo?" mi bombardò agitato. Dio com'era bello! Sembrava terrorizzato per qualcosa. E quel qualcosa ero io!
"Jasper, calmati per piacere e ascoltami!" gli ordinai immobilizzandogli le braccia che continuava a muovere agitato "Sto benissimo... guardami... neanche un graffio! Sono come mi hai lasciata oggi a scuola. Non è successo niente con mio padre... sta tranquillo!" il mio tono pacato parve rassicurarlo, ma volle comunque darmi un'occhiata, per controllare che non avessi segni di violenza
Violenza... Rosalie...
Deglutii, cercando di concentrarmi su altro. Qualsiasi cosa che non mi facesse tradire. Ad esempio sulla sua espressione dubbiosa che, per fortuna, si era calmata un pò
"Ma allora... prima... al telefono tu... stavi piangendo! Ti ho sentita!" si lamentò
"Ecco io... se tu mi avessi lasciato spiegare ti avrei detto tutto!" esclamai
Brava Alice... tutto cosa?...
Il suo sguardo parve chiedermi la stessa cosa. Merda, e ora? Inventai una scusa su due piedi
"Stavo ascoltando della musica prima, quando mi hai chiamato... e mi sono... commossa con una canzone... mi ricorda una persona, ecco!" abbassai la testa, maledettamente disgustata da me stessa per l'enorme cazzata che gli avevo rifilato. Lui parve interpretare diversamente quel gesto perché mi ritrovai stretta al suo petto con le sue braccia attorno alle spalle. Non appena fui circondata da quel profumo mi sentii a casa, benché fisicamente ci fossi già da parecchio.
"Stai parlando di tua madre, non è vero?" mi domandò in un sussurro al mio orecchio. Gelai all'istante. No, quello no! Tutto potevo fare tranne che usare mia madre come capro espiatorio.
"Ecco, non proprio... è... una storia lunga!" borbottai a disagio. Sperai ardentemente che non indagasse oltre, altrimenti non avrei saputo davvero cosa inventarmi
"Tranquilla... se non vuoi parlarne non importa ... non sei affatto costretta!" mi rassicurò ed io tirai un impercettibile sospiro di sollievo. Rimanemmo abbracciati per diversi minuti prima che una sua risata interruppe quel momento
"Secondo te è il caso che qualcuno della tua famiglia sappia che io sono qui?" mi domandò. Ridacchiai anche io e a malincuore abbandonai il calore del suo abbraccio
"Direi di no... vieni, saliamo in camera mia!" gli afferrai la mano e lo guidai per la seconda volta nella mia stanza. Era un perfetto déjà - vu, solo che quella volta eravamo entrambi fisicamente sani ed io ero perfettamente consapevole di quanto il nostro rapporto fosse cambiato. Di quanto si fosse fatto più intenso e... intimo diciamo. E di quanto io desiderassi disperatamente che andasse oltre. Mi ero chiesta più volte se potessimo considerarci una coppia, ma avevo una paura matta di rispondere o, peggio, di chiedere direttamente a lui.
Entrai nella stanza e chiusi la porta a chiave per precauzione. Per quanto Bella sapesse quanto tenessi alla mia privacy, la sua azione punitiva del giorno prima me la ricordavo ancora fin troppo bene. Meglio prevenire che curare.
Non appena mi girai mi ritrovai le sue labbra perfette sulle mie. Dire che fui colto di sorpresa è davvero superfluo. Tuttavia ci misi molto poco ad adattarmi e a rispondere come si doveva a quel bacio. Fu ancora più incredibile di quello che ci eravamo dati qualche giorno prima a casa sua. Forse perché ormai ci conoscevamo bene. Forse perché eravamo entrambi consapevoli di quanto fosse bello e di quanto ne avessimo bisogno. Soprattutto io. Soprattutto in quel momento. Le labbra di Jasper sembravano essere le mie e poco importava dove fossimo o cosa volesse mio fratello. A me lui piaceva, e tanto, e avrei fatto di tutto pur di non perderlo. Davvero di tutto.
Ad un tratto, iniziò ad indietreggiare lentamente, trascinandomi con lui. Senza mai abbandonare la mia bocca o smettere di stringermi i fianchi. L'adrenalina schizzò a mille. Avevo immediatamente realizzato che quella situazione così nuova e diversa avrebbe portato a quello che fino a poco prima avevo sperato. Io e lui, soli nella mia stanza, vicini e complici, trasportati da quel filo di passione che già ci aveva trascinati via qualche giorno prima. Forse ora avremmo saltato insieme un altro ostacolo. Stava tentando di farmi capire le sue intenzioni e forse adesso toccava a me far capire le mie. Doveva sapere che quello che stava facendo mi andava bene. Che non lo avrei di certo fermato, anzi. Avrei dovuto fargli capire che, nonostante quella fosse la mia prima volta, non mi sentivo affatto agitata, come invece avevo sempre immaginato nelle mie fantasie. Ero rilassata, consapevole, ma soprattutto convinta di quello che stavo per fare. E poi... come potevo provare paura mentre il mio angelo biondo mi stringeva a sé in maniera così protettiva e continuava a baciarmi con quella passione e quel trasporto?
Ad un tratto un rumore ci distrasse e per un istante le sue labbra abbandonarono le mie, lasciandomi con il fiato sospeso.
"E questo?" mi domandò, scrutando curioso qualcosa a terra, dopodiché si piegò a raccoglierlo e mi mostrò un piccolo aggeggio rosa schoking. Il mio mp3!
"Oh... questo... è mio... deve essermi caduto prima!" affermai distratta dalle sue labbra. Erano fin troppo invitanti per pensare ad altro
"Che modo poco delicato che hai di trattare le cose, scricciolo! Quando ti sarai stancata butterai via anche me?" mi domandò divertito. Buttarlo via? Certo, come no. Non avrei mai potuto, non al punto in cui ero arrivata, era troppo tardi ormai. E poi... con quel sorriso che aveva messo su, mentre continuava ad analizzare i danni che il povero disgraziato lettore aveva subito, come potevo anche solo pensare di stancarmi di lui?
Del Paradiso e dei suoi angeli non ci si stanca mai...
"Oh... per fortuna si accende ancora!" esclamò sollevato "Vediamo un pò cosa stavi ascoltando di bello..." poi, come se si fosse ricordato di qualcosa, mi lanciò uno sguardo apprensivo
"Posso, vero?" capii a fatica che si stava riferendo al lettore e alla musica. Se quel dannato aggeggio fucsia non ci avesse interrotti, noi...
"C...certo!" risposi, deglutendo a fatica. Come poteva essere rimasto così calmo dopo quel bacio? Non si sentiva lo stomaco in subbuglio e tutto un fuoco che gli scuoteva le viscere? Forse no. Forse ero soltanto io, o forse... molto più semplicemente lui era più allenato di me - purtroppo! - e sapeva gestire la cosa diversamente. O non lo dava a vedere. Io non ero altro che una sciocca 17enne con gli ormoni in subbuglio. Dovevo imparare a trattenermi anch'io.
Nel frattempo Jasper si era infilato una cuffia e aveva schiacciato Play. La sua espressione cambiò all'istante. Sembrava letteralmente incredulo, tanto da farmi quasi preoccupare
"Non ci posso credere..." mormorò, lanciandomi una strana occhiata. Curiosa al massimo, afferrai l'altra cuffia che ancora penzolava solitaria e la infilai in un orecchio. Cosa mai aveva sentito da lasciarlo così di sasso? Le note di "Here Without You" dei 3 Doors Down le riconobbi immediatamente. Era normale che fosse quella l'ultima canzone salvata, d'altronde era quella che stavo ascoltando quando Jasper mi aveva chiamata e in quel momento era ricominciata da capo.
"Conosci questa canzone?" gli domandai allora. Lui sorrise appena
"Direi proprio di sì... è la mia canzone preferita. Quando sono giù di morale, la ascolto a ripetizione!" confessò
"Anche io!" esclamai esultante. Non potevo credere di avere addirittura una canzone in comune con lui. Quello sì, che era stato scritto dal destino!
"Incredibile... ogni giorno che passa mi sorprendi sempre di più, scricciolo... di questo passo finirò con il chiederti di sposarmi entro la fine dell'anno!" e ridacchiò.
Mmm... molto interessante direi...
"E cosa ti fa credere che io accetterei?" lo sfidai allora, mentre la canzone continuava a fare da stupendo sottofondo
"Perché... vuoi farmi credere che saresti capace di dirmi di no?" mi provocò lui, appena malizioso. Non era, però, la solita malizia fastidiosa alla quale mi aveva abituato in quei mesi. Era più che altro un gioco divertito tra due persone che sapevano di piacersi e che continuavano imperterrite a giocare con il fuoco. Lo stesso che ancora mi scorreva nelle vene e che minacciava di bruciarmi se non lo avessi spento. E sapevo perfettamente che esisteva un unico modo.
"Hai fin troppa fiducia in te, Cullen... Sono fermamente convinta che per te sarà piuttosto difficile convincermi!" ribattei. Avevo sentito dire che in quel tipo di situazioni, le provocazioni fossero la cosiddetta "goccia per far traboccare il vaso" ed io sapevo perfettamente che il mio vaso era stracolmo. Bastava una minuscola, piccolissima, insignificante goccia che tutta l'acqua del vaso sarebbe trabordata.
Lui rise sottovoce, palesemente colpito da tutta la situazione che avevamo messo su o forse dalla mia intraprendenza. Ero solita tirarmi indietro o respingerlo malamente. Quella volta, invece, non solo gli reggevo il gioco... ero perfino capace di lanciargli le mie personali provocazioni. E lui sapeva coglierle al volo e da maestro.
"Fidati, scricciolo... ho parecchie armi segrete da giocarmi!" mormorò sorridendo
"Mmm... mostramele allora... sono davvero molto curiosa di scoprirle!" sussurrai io, avvicinandomi di nuovo al suo viso perfetto. Non fece in tempo a finire la sua stupenda risata, che mi impossessai nuovamente delle sue labbra. Sembrò tornare tutto al momento in cui l'mp3 per terra ci aveva interrotti. E fu ancora più bello e appagante di quanto potessi immaginare. La sua lingua giocava con la mia, le sue labbra aderivano perfettamente alle mie labbra, il suo sapore era capace di mandarmi completamente in estasi. E pensare che quello era soltanto l'inizio!


 

Era incredibile come, senza il minimo sforzo, riuscissi a cacciarmi nei guai. Ormai era quasi una dote naturale. Se si fosse trattato di un altro momento, di un'altra situazione e. soprattutto, di un'altra ragazza, non mi sarei fatto troppi problemi. Mi sarei preso, senza troppi complimenti, quello che mi veniva offerto e tanti saluti. C'era l'atmosfera perfetta per quello che tanto volevo, ma soprattutto... quando mai Alice sarebbe stata più disinibita di così con il sottoscritto? Sembrava fin troppo... consapevole e questo mi diede un motivo in più per fermarmi all'istante.
"Oggi sei un pò troppo pericolosa per i miei gusti, scricciolo!" affermai sorridendo e allontanandomi, a fatica, da lei. Ogni singola cellula del mio corpo la reclamava. Ed io dovevo ignorare e sopportare in silenzio. Lei in compenso, non riuscì a nascondere un verso di disapprovazione
"La colpa è tua!" rispose guardandomi male, non seppi se per l'essermi fermato sul più bello o per quel sorriso che continuavo a mostrarle.
"Mi dichiaro colpevole!" esclamai alzando entrambe le mani e fingendo una resa. Perlomeno riuscii a scroccarle un sorriso. Nel frattempo la canzone era cambiata e la sequenza musicale aveva fatto partire E.T. di Katy Perry
"Mmm, però... hai bei gusti in fatto di musica, piccoletta!" esclamai colpito
"E non soltanto in fatto di musica..." mormorò, ma provai ad ignorarla. Quanto era difficile provare a restarle indifferente, mentre lei continuava a tentarmi in maniera così esplicita. Ma dovevo resistere, maledizione. Dovevo almeno provarci!
Dì un pò, Jasper... da quanto tempo tu non...
Deglutii, particolarmente frustrato, fingendomi immerso nella contemplazione del suo lettore. Avvertivo chiaramente il suo sguardo trapassarmi di parte e parte
Decisamente troppo, cazzo...
Dovevo allontanarmi da lei. Immediatamente. All'istante. Mi diressi allora verso il suo letto e mi ci sedetti con un lunghissimo sospiro. Senza accorgermene mi ero tirato dietro anche la sua cuffietta che ora penzolava tranquilla. Ecco, magari a quella distanza potevamo provare a ragionare. Almeno i lunghissimi mesi di astinenza non mi comprimevano così tanto.
Uno... due... quattro... dieci... quanti sono?...
Con la coda dell'occhio la vidi avvicinarsi e sedersi accanto a me, fortunatamente ad una distanza tale da non correre il rischio di essere attaccata dall'uomo nero
"Posso chiederti una cosa?" fece lei poco dopo. Bloccai la sequenza di canzoni che ne aveva appena fatta partire una dei Muse, per ascoltarla meglio
"Ma certo!"
"Trovi ci sia qualcosa che non va in me?" domandò a bruciapelo. Rimasi alquanto sorpreso
"Cosa...?"
"Sì, insomma.. se fai di tutto per... starmi lontano... un motivo ci sarà!" mormorò. Sembrava a disagio e al tempo stesso moriva di curiosità. Ecco... come volevasi dimostrare se ne era accorta. Non riuscivo ad essere neppure discreto. Che figura di merda!
"Ma no... Alice... in te non c'è nulla che non va, anzi... è che... come spiegartelo?!..." torturavo la cuffietta senza riuscire a fermarmi. Era l'unico modo che avevo per scaricare la tensione.
"Forse posso spiegarlo io..." si intromise decisa. Alzai la testa per guardarla. Aveva lo sguardo fisso alla porta davanti a noi e così parlò
"Io non sono adatta per uno come te. Non sono... abbastanza!" esclamò risoluta. Quasi mi cadde la mascella sotto i piedi
"Alice.. ma cosa stai dicendo?" le chiesi confuso. Come poteva anche solo pensare di non essere abbastanza per me? Non aveva la minima idea di cosa era riuscita a suscitarmi con un solo bacio e non poteva neanche immaginare che sforzo sovrumano stessi facendo per mantenere quella distanza. Un mio vecchio conoscente si stava facendo sentire anche troppo per i miei gusti in quel momento, e lei.. credeva di non essere... abbastanza! Dico, ma eravamo pazzi?
"lo hai detto tu stesso... qualche settimana fa, davanti scuola... ricordi?" non riuscii neppure a rispondere che aggiunse in tono amaro "E pensandoci non avevi tutti i torti!"
"Se ti riferisci a quello che ho detto a Edward, sappi che era una grande cazzata... una stratosferica, gigantesca cazzata che mi sono inventato per farlo stare zitto. Mio fratello ha l'assurda capacità di mandarmi fuori di testa e farmi dire cose che non penso assolutamente, credimi!" la pregai, ma lei continuava a guardare altrove. Cosa potevo fare per convincerla? Come dovevo comportarmi? Dovevo riuscire a farle capire quanto fossi attratto da lei e, contemporaneamente, tenere a freno gli istinti. Missione impossibile, anzi.. missione suicida!
Sospirai, sperando di non cacciarmi nei guai da solo e senza dire altro l'afferrai di peso e me la portai in grembo, dopodiché la sistemai in modo che mi circondasse la vita con le gambe. Non fece nulla per impedirmelo. Era di un'affascinante tinta di viola acceso e aveva gli occhi appena sgranati. Io tentai di mantenere tutta la concentrazione possibile. Il limite che mi avrebbe portato direttamente nel girone dei lussuriosi era talmente tanto vicino che quasi potevo toccarlo. Mi costava non poco impegno trattenermi.
"Speravo ci fosse un altro modo, ma... a quanto pare non mi dai altra scelta!" mormorai concentrato. Deglutii a fatica e con molta attenzione me la portai più su, più vicino, fin dove avevo in mente. Se si fosse mossa sarebbe stato un vero guaio. Quindi sperai con tutto il cuore che l'imbarazzo e la sorpresa fossero tali da non permetterle il minimo movimento. A quel contatto così intimo il colorito del suo viso si fece più acceso e gli occhi le si spalancarono maggiormente. Eh sì, dalla sua espressione intuii che avesse capito perfettamente quanto fossi stato sincero con lei. L'allontanai appena, giusto quel tanto che bastava per non rischiare troppo, pur mantenendola seduta sulle mie gambe. Provò a dire qualcosa, aprendo la bocca, ma non le uscì neppure un suono. Era completamente impreparata e tutta quella sua sicurezza da gattina sexy che aveva tirato fuori poco prima per provocarmi, era svanita completamente. Era tornata la timida ed ingenua Alice, messa davanti al fatto compiuto. Aveva appena scoperto che il leone affamato la desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Adesso il problema sarebbe stato farle capire perché non potevo averla.
Perché sono un coglione... uno stupido, masochista coglione...
"Ti ricordi cosa ti ho detto il giorno in cui sono venuto a casa tua, per la prima volta? Eravamo su quel letto, abbracciati, avevamo entrambi la febbre, eppure... in quel momento eravamo perfettamente lucidi e recettivi. Ricordi cosa ti ho confessato mentre ti stringevo al petto?" le domandai guardandola dritta negli occhi. Quello era l'unico modo per non perdere la concentrazione e non pensare troppo al fatto che lei fosse lì, seduta sulle mie gambe, così vicina a dove bramavo con tutto me stesso che fosse, ma così lontana per esserlo davvero. Deglutì a fatica per poi parlare.
"Hai detto che ti stava succedendo qualcosa di strano... qualcosa che non ti era mai capitata prima... perché di solito... ti comportavi in maniera diversa!" rispose
E uno...
"Che altro?" le domandai ancora. Il modo in cui mi guardava. Le sue mani ancorate sui miei avambracci. La tensione che mi sentivo addosso. Il suo profumo. Il suo calore. La sua voce. Tutto quello sarebbe stata la mia rovina.
"Che eri combattuto... volevi fare due cose completamente diverse ma non potevi... e che quindi avresti dovuto... scegliere!"
E due...
"E poi?" la incalzai. Volevo che fosse lei stessa ad arrivarci. Per me sarebbe stato molto più facile. Deglutì un'altra volta, arrossendo all'altezza degli zigomi. Il sussurro che tirò fuori fu quasi una bastonata tra capo e collo per me. Ero davvero il bilico, a centinaia di metri di altezza, senza neanche una misera sbarra a darmi l'equilibrio. Il baratro sembrava pronto per inghiottirmi.
"Hai detto di... voler fare l'amore... con me... per tutta la notte!"
Bingo... perlomeno se lo è ricordato...
Tirai un impercettibile sospiro di sollievo. Eravamo sulla strada giusta. Ancora un piccolo tassello e poi il puzzle sarebbe stato completo.
"Ho aggiunto ancora un'ultima cosa..." le feci notare, stringendo appena la presa sui suoi fianchi. Lo avevo già detto che era tanto calda da farmi girare la testa?
"Hai ammesso di essere un idiota!" esclamò divertita. Scoppiai a ridere
"Immaginavo che questa parte te la saresti ricordata così bene!" mormorai, facendola ridacchiare ancora. Almeno avevamo alleggerito un pò la tensione
"Ti ho detto che... nonostante ti volessi... nonostante ti desiderassi, e ti desideri ancora tutt'ora più di ogni altra cosa al mondo..." specificai "Volevo provare ad andare oltre... a mettere da parte il desiderio fisico e conoscerti per quella che sei!" ormai aprirmi con lei era diventata una passeggiata. Mi veniva quasi naturale. Lo avevo fatto quel giorno a casa sua. Lo avevo fatto quando eravamo soltanto io e lei nella mia stanza quel 16 Dicembre. Lo avevo fatto di nuovo in quel momento. Ed ero riuscito nonostante sentissi l'urgenza di fare tutt'altro.
Alice continuava a fissarmi completamente rapita, forse troppo sorpresa per aggiungere qualsiasi altra cosa. Allora decisi di continuare
"Non voglio che il nostro rapporto si limiti a quello. Ho detto di volerti conoscere e intendo farlo sul serio... e questo ovviamente significa mettere da parte l'istinto fisico. Ma... per quanto mi costi farlo... mi sono ripromesso di riuscirci, o almeno.. di provarci!" ammisi sorridendo imbarazzato.
Certo che, continuare a stringerla in quel modo era davvero la dimostrazione evidente di quanto poco ci stessi provando. Ma non potevo farci nulla. Se non potevo averla completamente, perlomeno avrei continuato a... sentirla. Lo sapevo, era sciocco e masochistico; così non facevo altro che peggiorare la mia già precaria situazione, però... ragionavo in maniera strana. Sconsiderata e poco coerente. Per stare bene dovevo allo stesso tempo tenerla lontana da me, e avvicinarla il più possibile. Avrei donato l'anima al diavolo pur di fondermi con lei in quel preciso istante. Sciogliermi completamente nel suo corpo e diventare finalmente un tutt uno con il mio adorato scricciolo. Però, quel poco di ragione rimastami, diceva tutt'altro. Mi implorava di respirare a pieni polmoni e pensare a qualsiasi altra cosa, perché tanto quel giorno il mio desiderio fisico - ormai lancinante - non sarebbe stato soddisfatto.
Amico, mi dispiace... non è il tuo momento... torna pure al tuo lungo letargo...
Maledetto me... non potevo venire qui a Forks e continuare a divertirmi con ogni ragazza capace di respirare, invece di innamorarmi di Alice Swan?
Aspetta, aspetta... cos'è che ho detto? Innamorarmi?...
Non sarebbe stato molto più semplice?
Assolutamente no... non avrei mai provato il calore al cuore e allo stomaco che provo tutte le volte che sono con lei... incluso adesso...
Certo, però, non avrei provato neanche il dolore al basso ventre che mi stava distruggendo!
Non fare l'esagerato, Jazz... rischi di cadere nel volgare...
"Questa situazione ha un non so ché di assurdo! All'inizio eri tu che ci provavi con me ed io ti respingevo. Adesso io tento di saltarti addosso e tu riesci a trovare la forza di fermare... entrambi!" esclamò abbassando la testa e sorridendo appena
"In effetti da quando ti conosco, ho fatto molte cose senza senso. Questa è soltanto l'ultima di una lunga serie!" mormorai sollevando le spalle divertito
"E allora... non ti faccio proprio un bell'effetto!" ribatté, sollevando lo sguardo
"Al contrario... te l'ho fatto vedere l'effetto che mi fai... o te ne sei già dimenticata?" mormorai. Ma maledizione, perché quando dovevo essere convincente tiravo fuori quella voce roca da maniaco? Lo avevo sempre fatto o succedeva solo con lei?
Arrossì di nuovo e scosse la testa
"No, non preoccuparti... me lo ricordo perfettamente!"
Rimanemmo diversi secondi immobili, a guardarci negli occhi. Quanto era bella. E quanto ero idiota io ad averla fermata proprio quando ero ad un passo dall'averla completamente. Si sarebbe fatta un'idea sbagliata di me, se per caso le avessi chiesto di dimenticare tutte quelle belle parole dette e ricominciare da dove ci eravamo interrotti?
Mmm... direi di sì...
Ad un tratto, come colta da un pensiero improvviso, si riprese da quel momento di trance, distolse lo sguardo dal mio e si schiarì la voce
"A questo punto, direi che è il caso di smetterla di continuare a mettere alla prova il tuo autocontrollo!" esclamò sorridendo
"Mmm... mi trovi completamente d'accordo!" acconsentii con un sorriso e l'aiutai a scendere dalle mie gambe e a sedersi di nuovo sul letto.
Fu il mio turno di schiarire la voce. Quella situazione era particolarmente frustrante. Non mi era mai capitato di trovarmi così in imbarazzo, soprattutto con lei. E meno male che ero il maestro del self control. E di tutto questo, in quel preciso istante, non era rimasto un bel niente.
Per uscire da quel momento di imbarazzo dovevo assolutamente riuscire a trovare un appiglio di conversazione. Una distrazione qualsiasi per non farle pesare troppo quella situazione e soprattutto per permettere al mio corpo - una parte nello specifico - di raffreddare i bollenti spiriti.
L'ispirazione mi arrivò lanciando un'occhiata al suo mp3. Sorrisi ricordando un gioco che facevamo sempre io e Rosalie a New York quando eravamo più piccoli e decisi di provare. Afferrai il lettore e le porsi un cuffia. Lei la guardò stranita
"Prendila... coraggio e infilala nell'orecchio!" le ordinai e lei lo fece, anche se piuttosto dubbiosa. Riaccesi il lettore e, mentre le canzoni caricavano, le spiegai cosa avevo in mente
"Ecco... io credo che la musica sia una grande compagna di vita e soprattutto un ottimo modo per parlare di sè. Io, per esempio, ho molte canzoni che mi raccontano e una è proprio quella dei 3 Doors Down. Ora, come ho detto, voglio conoscere te e il tuo mondo, per questo, facciamo così..." le passai il lettore con un sorriso e mi infilai nell'orecchio la seconda cuffietta
"Scegli a piacere tre canzoni che riassumino il tuo passato, il tuo presente e ciò che vorresti dal tuo futuro. Io rimango qui ad ascoltare..." le sorrisi incoraggiante per poi aggiungere "Coraggio, scricciolo... parlami di te... "
Mi studiò attentamente, mordendosi un labbro, dopodiché con un sorriso commosso, annuì, afferrò il lettore che le porgevo e si mise a cercare.
A quanto pare ho fatto centro... bene...
Le ci vollero circa una decina di secondi per trovare la prima, ma invece di farla partire, mi lanciò uno strano sguardo ed esclamò
"Stenditi!"
"Eh?..." e meno male che la situazione di disagio doveva essere passata. Parlavamo la stessa lingua io e lei, vero? Ero stato chiaro nel farle presente quanta fatica stessi facendo per resisterle... e lei? Mi chiedeva di stendermi sul suo letto?
Merda...
"Fidati... non ti salterò addosso questa volta, lo giuro! Voglio solo che tu stia... più comodo, ecco!" fece spallucce ed arrossì appena sulle guance. Mi venne spontaneo sorridere intenerito. Era passata dalla versione gattina sexy a quella di gattina bisognosa di coccole. E d'altronde chi ero io per dirle di no? Così feci ciò che mi aveva ordinato e mi stesi sul letto. Lei, gattonando sulla coperta, mi raggiunse dall'altro lato. Ci ritrovammo distesi, su un fianco, uno di fronte all'altra, a fissarci. Fortunatamente vi erano una ventina di centimetri a separarci, altrimenti sarei caduto di nuovo in tentazione.
Questo letto poteva essere l'ottimo scenario per... Maledizione, Jasper.. smettila!...
"D'accordo... questa che stai per ascoltare è la canzone che credo parli meglio del mio passato..." iniziò e fece partire il pezzo.
L'attacco di chitarra fu riconoscibile. Santana era il migliore in certe cose. Le sorrisi colpito e attesi curioso che dicesse qualcosa.



Fine Prima Parte

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Capitolo 43
*** L'unica eccezione ***


Cap Salve a tutti... prima di tutto, mi scuso per l'ennesimo ritardo ma i corsi all'università non mi danno tregua e inoltre devo dire che il capitolo mi ha fatto parecchio penare... lo ritenevo uno dei più importanti della storia e in quanto tale, lo volevo rendere davvero perfetto... e diciamo che sono particolarmente soddisfatta ^^... un paio di cose prima di lasciarvi al capitolo... la prima... lo so che dico sempre le stesse cose però... c'è una cosa che mi preme dentro per uscire e vorrei che voi lo sapeste... ve lo dico con il cuore in mano... per quanto io non sia l'autrice più puntuale di questo mondo e neanche la più talentuosa (questo mai!) non mi fa di certo piacere ritrovarmi con solo due recensioni per lo scorso capitolo, non credo di meritarmelo dopotutto... faccio i salti mortali in ogni capitolo per renderlo speciale e pubblicarlo nonostante la montagna di cose che incombe sulla mia testa, ma questo non sembra bastare. Vorrei capire il perché... se c'è qualcosa in particolare che vi impedisce di lasciare anche un piccolo segno del vostro passaggio, anche solo per dire che la storia fa schifo. Chi mi conosce sa che non sono di certo la tipa che elemosina le recensioni, anzi... però, come potete immaginare non è gratificante per me non trovare molta accoglienza (almeno non come un tempo... un capitolo ha segnato addirittura 21 recensione!!!)... spero possiate capirmi almeno un pò anche perché immagino che molti di voi saranno a loro volta autori e quindi sanno cosa voglio dire. L'altra cosa che volevo dirvi riguarda il capitolo... è parecchio lungo questa volta... avrei potuto dividerlo ma ho preferito lasciarlo così anche perché era giusto che fosse letto tutto insieme. Spero apprezzerete l'atmosfera che si è creata e soprattutto come si svolgeranno gli eventi... che altro dire.. fatemi sapere... un bacione ;)
p.s. L'abbigliamento è lo stesso dello scorso capitolo ovviamente ma questa volta nel testo ho inserito altri link... vi consiglio vivamente di controllarli, soprattutto il terzo ^^...

Seconda Parte



"D'accordo... questa che stai per ascoltare è la canzone che credo parli meglio del mio passato..." iniziò e fece partire il pezzo.
L'attacco di chitarra fu riconoscibile. Santana era il migliore in certe cose. Le sorrisi colpito e attesi curioso che dicesse qualcosa.
Just Feel Better
"Non so perché proprio questa canzone... però... le parole... la voce di Steven Tyler e... il meraviglioso suono della chitarra di Santana mi ricordano ogni tanto cosa ho sempre cercato dalla vita. Cosa... fin da quando ero piccola cercavo disperatamente... vale a dire... sentirmi meglio!" esclamò con lo sguardo perso in qualche ricordo. Avrei dato tutto pur di poter leggere dietro quegli occhi. Erano lontani anni luce. Occhi nei quali erano passate tante immagini e situazioni. Avevano visto tante lacrime. Tanta sofferenza.

And I know, I know, I know                                                                                                                       
E so, so, so
Part of me says let it go                                                                                                                              
che parte di me dice di lasciar perdere
That life happens for a reason                                                                                                                  
 che la vita accade per una ragione
I don't, I don't, I don't                                                                                                                                
Io no, io no, io no,
It goes I never went before                                                                                                                       
va come mai è andata prima
But this time, this time                                                                                                                               
ma questa volta, questa volta
I'm gonna try anything that just feel better                                                                                                                      
 proverò tutto ciò che mi fa sentire meglio
Tell me what to do                                                                                                                                    
 dimmi cosa fare
You know I can't see through the haze around me                                                                             
 sai che non riesco a vedere attraverso la foschia che mi circonda
And I do anything that just feel better                                                                                                        
e proverò qualsiasi cosa mi fa sentire meglio
And I can't find my way                                                                                                                            
e non riesco a trovare la mia strada
Girl, I need a change                                                                                                                                
ragazza, ho bisogno di un cambiamento
And I do anything that just feel better                                                                                                    
e proverò qualsiasi cosa mi fa sentire meglio
Any little thing that just feel better                                                                                                            
qualsiasi piccola cosa che mi fa sentire meglio


"Il senso che io le ho voluto dare è questo... io nella mia vita non ho mai avuto niente di cui andare veramente fiera... ho avuto un padre che non auguro neanche al mio peggior nemico e ho perso mia madre troppo presto... ho provato, con tutte le mie forze, a cercare la giusta strada per me. Quella che mi facesse sentire speciale... ma ben presto ho capito che di speciale al mondo non c'è proprio niente e nessuno. Neanche le persone ricche o quelle che hanno le famiglie perfette possono essere considerate tali. Sono tutti prototipi che siamo portati a costruirci. La vera felicità... mi sono sempre detta, è quella che... ci porta a stare meglio. Quella che ci fa... sollevare la testa da terra e ci permette di vedere davvero il mondo." annuì, come per dare meggiore peso alle sue stesse parole per poi sorridere
"E fare tutto quello che può farci sentire meglio... senza freni... è la chiave!"

And I'm afraid of sinking

e ho paura di affondare
You're the only one knows me
sei l'unica che mi conosce
And who doesn't ignore
e che non ignora che
That my soul is weeping
la mia anima sta piangendo

"Le persone che mi hanno vista affondare sono state Bella ed Emmett ed è grazie a loro se molte volte mi sono sentita meglio. Perché loro erano gli unici, tolta mia madre, che avevano interesse per me... e che si accorgevano di me e che soprattutto non ignoravano la mia anima che piangeva e si logorava dentro!" si morse il labbro, accennando un piccolo timido sorriso. Sembrava si stesse trattenendo dal piangere. Avrei voluto dirle di non farlo. Di non trattenersi. Perché le lacrime, lo avevo imparato sulla mia stessa pelle, ci aiutano ad esprimere molto di più di quello che crediamo di dover dire. Ma rimasi in silenzio, beandomi delle note di quella fantastica canzone e della sua voce, che aveva iniziato ad infondermi uno strano senso di tranquillità e pace mai provati prima

I think I need a little help this time!
penso di aver bisogno di un pò d'aiuto, questa volta!

 
"Forse ogni tanto sono stata un pò superficiale... cioè... non ho avuto il coraggio di chiedere l'aiuto di quelli che mi volevano bene. Pensavo di farcela da sola ma... nessuno può davvero pensare di riuscirci. Come ho detto, nessuno è così... spaciale... tutti abbiamo bisogno di qualcuno a questo mondo!"

"Qualcuno che ci faccia sentire meglio!" le feci eco con un sorriso. Lei ricambiò e annuì. Sembrava parecchio colpita che le stessi prestando tutta quella attenzione. Ma se la meritava tutta. Era il mio modo per scoprire cosa celava dietro quella maschera di solarità e ingenuità che portava dietro. Era il mio modo per conoscerla.
Il suo passato mi era stato raccontato grazie alle parole di Steven Tyler e la chitarra elettrica di Santana. E mi era piaciuto. Tutto. La sua espressione. La sua voce. I pezzi che aveva scelto di commentare. Le parole che aveva usato. Avevo notato come la sua voce si intonava perfettamente a quella del cantante degli Aerosmith. Eppure lei non stava cantando. Forse... per le mie povere orecchie innamorate, anche quella era una melodia.
La vuoi smettere di dire quella parola che inizia per I e finisce con te che muori di infarto precoce?...
L'ultimo assolo di chitarra di Santana chiuse "Just Feel Better" e la prima parte della sua vita. Ero curioso di sapere con cosa avrebbe deciso di continuare. Adesso, a rigor di logica, sarebbe stato il turno del presente. Quello che viveva e provava in quel momento. E chissà perché mi ritrovai stranamente a fremere come un ragazzino. 
"Il mio presente..." bisbigliò scorrendo l'elenco di canzoni. Ci stava pensando davvero tanto e vederla così concentrata era molto gratificante per il sottoscritto. Significava che avevo fatto breccia nel suo mondo e che avevo trovato la chiave d'accesso per entravici.
Jasper, seriamente... da come si stavano mettendo le cose fino a dieci minuti fa... tu nel suo mondo ci saresti entrato lo stesso... da un altro accesso, certo... ma il senso non cambia... e per di più le chiavi te le aveva consegnate lei stessa. Sei stato tu che hai preferito buttarti sulla musica...
Mi schiarii la voce, muovendomi agitato e sistemandomi meglio. Dovevo bloccare quel maledetto flusso di pensieri. Altrimenti avrei finito con il prendere a testate il primo spigolo disponibile. E non sarebbe stato affatto piacevole.
Il mio movimento lo colse anche lei e, forse, lo prese come un atto di impazienza perché mi sorrise ed affermò
"Tranquillo... l'ho trovata!" e premette PLAY. Anche in questo caso le semplici note iniziali mi diedero il titolo della canzone. Conoscevo anche quella. Era "Fly High" di Shaggy
Fly High
La sua risata esplose quasi subito e incuriosito la vidi arrossire appena
"Beh... questa canzone è... cioè... non devi prenderla alla lettera... devi soltanto coglierne il senso... generale diciamo!" era ovvio che, ascoltata tutta, la canzone fosse leggermente equivoca. Soprattutto per me che - ricordiamolo - stavo fremendo nel mio pezzettino di letto, a meno di venti centimentri da Alice. Con il cuore a mille e il... ehm... beh sì insomma e parte del mio corpo sovra-eccitato. Ma aveva detto che dovevo coglierne il senso generale. Perciò lasciai perdere le ali, tutti quei vezzaggiativi e soprattutto il fatto che mi venisse spudoratamente chiesto di rapirla e portarla via e rimasi silenziosamente in attesa.
Maledetto Shaggy... ci mancavi solo tu...
"Ecco questo è il pezzo che mi interessa!" esclamò indicando il lettore come se proprio in quel momento stesse scorrendo il testo della canzone

I wanna fly, with you baby
Voglio volare con te tesoro
(Let'em know that one time)
fa in modo che lo sappiano tutti per una buona volta
And leave the world behind
e lasciamo il mondo alle spalle
I wanna fly [fly high, with you baby]
voglio volare, volare alto con te tesoro
(Let's take it high)
toccare il cielo con un dito
I wanna fly with you baby
voglio volare con te  
and just leave the world all behind
e lasciarmi il mondo alle spalle
I wanna fly [fly high, with you baby]
voglio volare, volare alto con te tesoro
(Spread your wings, girl)
spalanca le tua ali, ragazza
and just leave the world all behind
e lasciarmi il mondo alle spalle
I wanna fly
voglio volare...

"Il mio presente è abbastanza semplice. Voglio trovare la forza di spiccare il volo e allontanarmi da tutto e da tutti, perché il mondo che mi lascio alle spalle non mi piace. Non mi soddisfa. Voglio lasciar perdere tutto e volare via. Per sempre." spiegò. Mi venne spontaneo mormorare
"E vuoi farlo... con qualcuno in particolare?"
"Sì... cioè.. no... per questo ti dicevo che non devi prenderla alla lettera. Ci sono molte frasi su cui devi sorvolare e... quella dove dice che ho voglia di volare con qualcuno è una di quelle!" e arrossì abbassando lo sguardo.
"Quindi le ali... sono le tue?" chiesi in un sussurro
Dov'era finito l'angelo con le grandi ali bianche e la ragazza della spiaggia che lo aspettava con trepidazione?...
"Ecco.. quello è... ehm... metaforico... cioè... non sono ali vere sono... sì insomma..." balbettò a disagio.
"E l'angelo non... c'entra niente?" ma perché facevo domande tanto stupide? Volevo proprio sentirmi dire di no? Ci provavo gusto nel torturarmi?
Beh... considerando cosa non sei arrivato a fare poco fa... direi di sì...
Spalancò appena gli occhi per poi spostarli sul lettore che intanto aveva finito di regalarci le ultime note di Fly High
"N-n-o!"
Appunto...
Senza volerlo mi ero appena conficcato un grosso pugnale affilato in un fianco e in quel momento la lama stava scendendo inesorabile in profondità. E faceva male, dannazione. Eccome se faceva male. Ma d'altronde... cosa pensavo di ottenere dopo aver fatto di tutto per allontanarla e farmi odiare? Per quanto avesse dimostrato una certa attrazione nei miei confornti, questo non significava che perdonava tutto ciò che c'era stato prima, esclusivamente per colpa mia. Ergo... io nel suo presente non ero stato preso neanche in considerazione.
Con quella maledetta domanda e la sua risposta, avevamo creato un momento di imbarazzo paralizzante, di cui nessuno dei due aveva bisogno. Era necessario correre ai ripari, immediatamente
"Bene... mi hai parlato del tuo passato... del tuo presente.. adesso manca il futuro!" e le sorrisi incoraggiante, mentre una parte di me mi suggeriva di affondare la testa nel terreno e aspettare l'arrivo di un meteorite
"Giusto... il futuro!" mormorò, dando di nuovo tutta la sua attenzione al lettore fucsia. Quella volta parve pensarci di più. In effetti sembrava una domanda abbastanza impegnativa. Una di quelle che a scuola ti piazzano come tema da consegnare per la settimana successiva. Come vedi il tuo futuro? O cosa ti aspetti per il tuo avvenire? Il tuo domani sarà roseo oppure lo vedi pieno di difficoltà ed ostacoli? Commenta in sole venti righe. Certo, come se fosse possibile.
Ecco perché nelle lingue straniere vado meglio che nella mia. Io l'inglese - o americano come dir si voglia - lo detesto con tutto me stesso. E il fatto che prenda sempre insuffciente a questo tipo di compiti, ne è la prova...
"D'accordo... penso di averla trovata!" affermò convinta. Mi lanciò uno strano sguardo per poi sospirare
"Questa è la canzone che rispecchia al meglio ciò che vorrei dal mio futuro. In qualche modo, riassume un pò tutta la mia vita... però... non voglio che tu ti concentri solo su quello. Ascolta bene le parole, questa volta tutte... perché ognuna di esse è essenziale per... comprendermi!" e con un timido sorriso azionò il lettore. L'attacco della canzone quella volta non mi disse niente. Non la conoscevo, non sapevo neanche di chi si trattasse. Era abbastanza lenta, al contrario di Fly High, e meno incisiva di Steven Tyler. Sarebbe stata una cantante donna o un uomo? Sarebbe stata inglese? Beh, certo.. mi aveva detto di fare attenzione al testo. L'avrei capita subito? L'avrei trovata azzeccata per il momento? L'avrei... adorata come le prime due?
The Only Exception

When I was younger
Quando ero più piccola
I saw my daddy cry
vidi mio padre piangere
And cursed at the wind
e imprecare contro il vento
He broke his own heart
gli si spezzò il cuore
And I watched
ed io lo guardai mentre
As he tried to re-assemble it
cercava di riaggiustarlo
And my momma swore
e mia madre giurò
that she would never let herself forget
che non avrebbe mai dimenticato
And that was the day that I promised
e quello fu il giorno in cui io promisi
I'd never sing of love
che non avrei mai cantato dell'amore
If it does not exist
se esso non esiste
 But darlin',
ma caro,
You, are, the only exception
tu sei, l'unica eccezione
But, you, are, the only exception
ma, tu, sei, l'unica eccezione
But, you, are, the only exception
ma, tu, sei, l'unica eccezione
You, are, the only exception
tu, sei, l'unica eccezione

Avvertii distintamente il momento in cui il mio cuore si bloccò di colpo e quello, immediatamente successivo, in cui riprese a battere furioso nel petto. Tutto mi sarei aspettato, tranne quello. Lei riteneva che io fossi la... sua eccezione? Io! E me lo aveva appena confessato con una canzone. Una canzone in cui diceva, tra le righe, di aver giurato di non innamorarsi di nessuno perché dalle sue esperienze familiari aveva imparato che l'amore non esisteva. Perché sua madre non ci aveva creduto. Perché suo padre aveva fatto di tutto per farglielo credere. Perché probabilmente lei stessa non aveva voluto farlo. E allora cosa era cambiato? Ero stato io? Io le avevo fatto cambiare idea?
In che altro modo interpreti la parola eccezione?...

Maybe I know, somewhere
Forse so, da qualche parte
Deep in my soul
nel profondo della mia anima,
That love never lasts
che l'amore non dura mai
And we've got to find other ways
e che dovremo trovare altre strade
To make it alone
per farcela da soli
Or keep a straight face
o rimanere seri
And I've always lived like this
e ho sempre vissuto in questo modo
Keeping it comfortable,
cercando di vivere in maniera agiata
distance, and up until now
allontanandomi, e fino ad ora
I'd sworn to myself that 
ho giurato a me stessa che
I'm content with loneliness
sarei stata contenta con la solitudine
Because none of it
perchè non vale mai la pena
was ever worth the risk, but...
rischiare per tutto questo, ma...
You, are, the only exception
Tu sei l'unica accezione

Era stata portata allo stremo. Era arrivata davvero a credere che l'amore non esistesse o che comunque fosse qualcosa di estraneo. Aveva cercato di rimanere sola, legata alla sua vita e alla sua solitudine per tanto tempo e ora, a quanto pare sembrava disposta a cambiare. A dedicarsi a qualcuno. Perché io ero... la sua eccezione!
Se lo ripeti ancora una volta diventi pazzo...
Non ci potevo credere. Era una dichiarazione d'amore quella? Era così che avrei dovuto leggerla? Dovevo ritenermi fortunato? Dovevo sentire il cuore battermi nelle orecchie e lo stomaco sottosopra? Perché era proprio così che mi sentivo. Ed era la prima volta. La prima volta che non riuscivo a parlare. La prima volta che non riuscivo neppure a muovermi. La prima volta che qualcuno esternava in maniera così evidente sentimenti così puri nei miei confronti. Verso di me, che come avevo sempre pensato, ero l'essere più imperfetto del mondo. Perché? Perché abbandonare tutto, abbandonare la sua idea... per me? Cosa avevo io di così... speciale?
Sveglia, Jazz... te lo ha cercato di dire prima con ben due canzoni... tu la fai sentire meglio... tu la fai volare in alto, le fai toccare il cielo con un dito... tu sei la sua eccezione...

I've got a tight grip on reality
Sono strettamente a contatto con la realtà
But I can't let go of
ma non posso lasciare andare
what's in front of me here
quel che ho davanti a me qui
I know you're leaving in the morning, when you wake up
so che andrai via al mattino, quando ti sveglierai
Leave me with some kind of proof
e mi lascerai con una sorta di prova
it's not a dream
che non si trattava di un sogno

Il sogno! Il sogno! Il sogno!
La ragazza della spiaggia. La sua storia. Gli uomini comuni e gli angeli dalle grandi ali bianche e gli occhi cristallini. L'amore che essi provavano verso gli umani. Le loro ali dimenticate in cambio di una vita fatta di condivisione e affetto. Quel sogno che avevo fatto circa una decina di giorni prima e che ricordavo ancora così perfettamente. Si trattava di quello, vero? Era di quel sogno che stavamo parlando? Quindi quella ragazza... quelle parole... erano.. vere?

And I'm on my way to believing.

E sono sulla buona strada per crederci
Oh, And I'm on my way to believing.
oh, sono sulla buona strada per crederci

Anche io ero sulla buona strada per crederci davvero. Se il mio sogno non fosse stato semplicemente un sogno... Se quello che mi aveva raccontato su quella spiaggia fosse stato vero... Se io fossi stato davvero quell'angelo dalle grandi ali bianche, la pelle liscia e gli occhi cristallini... beh, allora in quel caso, avrei fatto volentieri a meno delle mie stupide penne e della mia immortalità, perché sapevo che ad attendermi dall'altro lato dell'universo c'era... lei. La mia perfetta metà.
Quanto ti ci è voluto per capirlo, eh?...
Le ultime note della canzone si persero in mezzo a noi che eravamo rimasti totalmente in silenzio. Non aveva parlato, segno che fosse troppo in imbarazzo per farlo ed io mi ero completamente immedesimato nel testo, estraniandomi. Ma, durante tutta la riproduzione, non avevo smesso un solo istante di guardarla. Aveva abbassato la testa e si era messa a torturare il filo delle cuffie che penzolava tra di noi. Sembrava volesse evitare in tutti i modi il mio sguardo, perché magari temeva di trovarci qualcosa che poi non le sarebbe piaciuto o che non le avrebbe più dato la forza di continuare. Aveva avuto un coraggio non indifferente a fare quello che aveva fatto, glielo dovevo riconoscere. Adesso il coraggio lo avrei dovuto trovare io per rispondere.
Mi basterebbe ritrovare la capacità di esprimere frasi di senso compiuto... non chiedo poi molto...
Una sua risata imbarazzata, ruppe quel momento di stasi
"Suppongo non ci sia bisogno di... commentare questa canzone!" affermò sistemandosi il cerchietto giallo tra i capelli. Provai a sorridere ma mi resi conto di avere i muscoli della faccia - e di tutto il resto del corpo - immobilizzati. Merda. Dovevo pur fare qualcosa.
"Sì... lo credo anch'io!" mormorai atono
Bravo il cazzone... con quella voce di merda che ti sei fatto uscire, adesso crederà che tu non abbia apprezzato per niente la sua dichiarazione...
"Sei stata... particolarmente eloquente!" aggiunsi allora, mangiandomi due o tre lettere
Pefetto, guarda... adesso ha senz'altro capito...
"Cioè... io... non intendevo dire che..."
Jasper ammettilo... sei un cazzone...
"Tu sei... ehm..."
C-a-z-z-o-n-e.... ripetilo che ti fa bene...
"Cazz..."
Non ad alta voce... cazzone!...
Deglutii frustrato. Non sapevo più che fare. Se dare retta alla mia testa che ormai sembrava spedita in orbita, dare retta al mio corpo, che ormai sveglio e vigile mi implorava di prendermi quello che mi spettava o dare retta al mio cuore che mi gridava come un ossesso di smetterla di fare il cazzone - appunto! - e reagire. Quella sarebbe stata l'occasione perfetta per confessare tutto. Uscire finalmente allo scoperto. Smetterla di mentire, perfino a me stesso. L'amo lo aveva tirato lei. Adesso spettava a me abboccare.
"D'accordo... con calma..." borbottai, sfilandomi la cuffia e tirandomi a sedere. Poggiai la schiena al muro e sospirai.
"Jasper, ascolta... io non mi aspetto niente. Non pretendo che tu adesso te ne esca fuori, confessandomi sentimenti di amore eterno e profondo... volevo solo... ecco... che tu sapessi... mmm... la verità, ecco tutto!" la guardai, concentrandomi su cosa dirle di preciso
"Credi davvero che io potessi confessarti sentimenti di amore profondo solo per... una canzone?" domandai confuso
Di bene in meglio... più parlo, più la mia situazione peggiora...
"Certo che no!" mormorò arrossendo 
"Io non so che dire!" confessai allora
"Ma infatti non devi dire niente!" mi rassicurò sollevandosi a sedere, mantenendo una certa distanza tra di noi
"Ti confesso di essere... leggermente... spaventato!" mormorai, incapace di trattenere le parole. Non mi era mai capitato di non riuscire a capire cosa stessi dicendo. Ero come un treno in corsa che non accennava neppure a rallentare per la prossima stazione
"Da me?" sembrava parecchio confusa
"Non proprio... è da me che sono spaventato! Te l'ho detto prima... da qualche tempo a questa parte faccio cose che neanche io so spiegarmi!" mi girai con la testa verso di lei e la sorpresi a guardarmi insistentemente "Secondo te da cosa è dipeso?" scosse la testa. Neanche lei sapeva darmi una risposta. Sarebbe stata una cosa che avrei dovuto risolvere da solo.
Senza pensarci, le afferrai una mano e la strinsi nella mia. Era piccola. Era calda. Era liscia e morbida. La perfetta immagine di Alice. E stretta nella mia stava benissimo. Ero troppo presuntuoso dicendo che la sua mano era nata per stare nella mia?
"Dimmi cosa fare, scricciolo... io non ne ho la minima idea, davvero!" mormorai, mentre scrutavo curioso le nostre mani intrecciate in mezzo a noi
"Non posso essere io a dirti cosa fare, Jasper.. devi pensarci tu!" rispose accarezzandomi il dorso della mano con il pollice e lasciandomi la pelle d'oca al suo passaggio. Ero proprio in uno stato pietoso. Se mi fossi guardato allo specchio in quel momento, ero sicuro di aver stentato a riconoscermi.
"Fai come hai sempre fatto... segui l'istinto. Con quello non si sbaglia mai!" e mi sorrise.
Istinto?...
Mi fu impossibile trattenere un sorriso divertito
"E se il mio istinto mi stesse suggerendo di baciarti ancora?" domandai
Sembrerebbe troppo viscido da fare dopo una dichiarazione del genere?...
Ridacchiò, stringendo appena di più la mia mano
"E allora fallo!" mormorò
"Davvero... posso?" esitavo. Come era brutto esitare in certi momenti. Era come mostrare al mondo la propria debolezza. Ed io la mia ce l'avevo scritta a lettere cubitali in faccia. La sua risata quella volta fu più chiara e cristallina
"Da quando Jasper Cullen chiede il permesso per fare qualcosa?" mi beffeggiò divertita, facendomi sorridere
"In effetti quasi non mi riconosco neanche io!" borbottai, avvicinandomi al suo viso e riappropriandomi delle sue labbra. Dio, come mi erano mancate. Era più di mezz'ora che combattevo contro il desiderio di toccarle di nuovo. Di assaggiarle. Assaporarle. Di farle mie. Ora basta combattere. Era stata lei stessa a dirmi di abbandonarmi all'istinto. Di seguirlo. Perché in questo modo non avrei sbagliato. E in effetti, aveva ragione. Cazzo, se aveva ragione. Era come se avessi riacceso la scintilla e stessi al tempo stesso cercando di placare la fiamma. Che buon sapore che aveva. E il suo respiro... appena accelerato, mi solleticava la guancia, mentre la mia lingua continuava a danzare con la sua, come se avessero trovato il giusto ritmo, insieme, per qualche ballo proibito.
Non so come, mi ritrovai su di lei, poggiato sui gomiti per non pesarle addosso, le labbra ancora incollate. Non avvertivo neanche la necessità di respirare. L'ossigeno lo avrei preso da lei. Il resto poteva anche aspettare. Il suo corpo, schiacciato sotto il mio era così... caldo ed invitante. Delizia dei sensi. Lo avrei volentieri assaggiato tutto, in ogni singola parte. Non avrei trascurato nulla, neanche il più piccolo lembo di pelle. L'avrei riempito di baci, carezze e sospiri e mi sarei premurato di dare a lei il più grande piacere che potesse mai desiderare. Sì, avevo deciso. Mi sarei occupato di lei, completamente. Al diavolo il mio desiderio opprimente e la voglia lancinante che sentivo di unirmi a lei. Avrei aspettato molto volentieri. Prima avrei assecondato il suo volere. Mi sarei perfino fatto schiavo per lei.
Una mano scivolò lentamente sotto la sua maglia e ci mancò poco che non mi facessi scappare un sospiro al contatto della pelle del fianco. Non era calda, era praticamente bollente. E mentre le mie labbra, che si stendevano in un sorriso compiaciuto, si abbandonavano alla morbidezza della sua guancia e del suo collo, feci scendere la mano più giù, fino al bordo dei pantaloncini di jeans.
Siano ringraziati gli shorts...
La strada dai pantaloncini alla pelle della gamba fu relativamente breve. Bramavo il contatto. Volevo sentirla completamente sotto di me e continuare a bearmi dei suoi sospiri eccitati ed eccitanti nel mio orecchio. Involontariamente feci pressione con il bacino sul suo e fu un contatto praticamente indescrivibile. Avevo detto di essere in condizioni pietose... Mi ero sbagliato. Stavo peggio!
Maledizione...
Ad un tratto la sua voce mi raggiunse all'orecchio, e fu come una ulteriore scarica di adrenalina nelle vene. Non so cosa mi diede la forza per comprendere cosa mai stesse dicendo
"Non eri tu quello che diceva di evitare ogni... contatto fisico?" mi chiese, con un leggero accenno di ironia. La sua voce ridotta ad un soffio. Nel mio orecchio. Ed io ero praticamente sopra di lei
Maledizione...
"Ho davvero detto una cosa del genere?" non ricordavo neppure di aver affermato una simile sciocchezza. Quando mai lo avevo fatto? E poi perché? Ero masochista, e ormai quello era assodato, ma arrivare addirittura a dire di voler evitare ogni contatto fisico... ero davvero così idiota?
"Sì, l'hai detto... neanche mezz'ora fa!" e chissà come le sue labbra sorridenti tornarono sulle mie. E come per magia dimenticai ogni singola parola. Perché parlare quando si poteva tranquillamente fare tutt'altro?
La leggera vibrazione del suo petto schiacciato sotto il mio, mi fece intuire che stesse ridendo. Ero diventato un fenomeno da baraccone. Il suo fenomeno da baraccone. Ma d'altronde, come darle torto? Mi ero contraddetto nel giro di appena trenta minuti. E continuavo a farlo. Volevo davvero fare tutto ciò che di bello avevo parlato fino a poco prima, ma desideravo di più... lei. Cosa potevo farci se il mio modo di esprimere quello che sentivo era il piano fisico? Non riuscivo a trovare altri modi. Lei ci era riuscita con una canzone. Io avrei provato a farlo con altri mezzi. Speravo vivamente che il risultato sarebbe stato lo stesso.
Devo riuscire a farle provare tutto ciò che lei è riuscita a far provare a me!...
Avvertii qualcosa intrufolarsi nei miei capelli e quella stessa cosa mi fece sollevare il viso fino al suo e fece scontrare nuovamente le nostre labbra. Dopodiché la sua mano scese lentamente sulla mia guancia, dove lasciò una carezza bollente. Quella carezza fu capace di darmi una scarica elettrica ancora più forte di quanto non me ne avesse dato il contatto più intimo dei nostri bacini. E fu una sorpresa. Non avrei mai immaginato che un contatto così banale come una carezza potesse destabilizzarmi in quel modo.
"Jasper..." mormorò ad un millimetro dalle mie labbra, mentre la mano ritornava prontamente nei miei capelli "Dovrei dirti una cosa..."
Intuii quasi subito a cosa si riferisse. Lo avevo notato dai suoi movimenti impacciati e inesperti. Ma non avevo né la voglia, né l'intenzione di farne un problema. In quel momento c'eravamo solo io e lei, quindi qualsiasi cosa successa o non successa prima, non mi interessava
"Non credo sia necessario... davvero!" liquidai così la questione
"Sì ma..."
"Dimmi solo una cosa..." l'anticipai, riducendo la voce ad un sussurro roco appena udibile "Tu ne sei davvero convinta?" mi guardò, spalancando appena gli occhi e mordendosi l'interno di una guancia. Era così dolce ed innocente. Ed io ero un cacciatore troppo spietato per meritare una così. Ma mi sarebbe bastato un suo cenno negativo per fermarmi. Non avrei mai, e ripeto mai, fatto nulla che lei non avesse desiderato con tutta sé stessa. Il mio desiderio poteva attendere anche in eterno. L'importante era sapere cosa desiderava lei.
Un leggero cenno affermativo arrivò qualche secondo dopo. E le sue labbra si stesero in un sorriso, appena emozionato. Probabilmente se mi fossi visto con i suoi occhi, avrei trovato la stessa espressione anche sul mio viso. Eravamo lo specchio l'uno dell'altra. Ma ormai questo era assodato da tempo.
Prima di andare oltre, le lasciai un altro bacio a fior di labbra e poggiai la fronte alla sua
"Ti prometto che farò di tutto... di tutto, scricciolo... affinché tu non possa mai pentirtene. Hai la mia parola!" in una vita precedente, tanto lontana e remota, non avrei mai detto una cosa del genere. Uno, perché non l'avrei neppure mai pensata. E due, perché non avrei mai avuto il coraggio per dirla. Ero troppo egoista per permettermi una tale premura. Ero sempre stato troppo fisico e poco cuore. Speravo di riuscire ad imparare prima o poi.
"Io mi fido di te!" rispose, accarezzandomi di nuovo la guancia, in un tocco ormai incandescente. Era strana quella situazione di stasi. Era come se fossimo già nudi, non in senso puramente fisico, e ci stessimo mostrando così, totalmente vurnerabili l'uno all'altra. Ed io probabilmente ero ancora più spaventato di quanto non potesse esserlo lei. Stavo camminando in un territorio ancora inesplorato e probabilmente sarei risultato, a conti fatti, ancora più inesperto ed impacciato di lei. Lei che si fidava di me.
Bene, la mia ansia da prestazione è arrivata ai massimi storici. Qui si rischia il crollo...
Ritornai a dedicarmi al suo collo, mentre con la mano scesi nuovamente ad accarezzare la pancia. Avvertii la pelle d'oca formarsi al passaggio delle mie dita e la presa nei miei capelli si fece appena più forte. Probabilmente mi avrebbe staccato qualche ciocca ma poco mi importava. Avrei preferito rimanere calvo a diciotto anni piuttosto che fermarmi. Ma dovetti farlo proprio sul più bello, pochi istanti dopo. Un rumore all'esterno della stanza ci fece sobbalzare. Era qualcuno che bussava e a giudicare dalla forza che ci stava mettendo per farlo, era parecchio insistente.
"Alice! Alice!" una voce femminile, attutita dal legno della porta si fece sentire
"Merda... è Bella!" esclamò lei, irrigidendosi
"E tu non risponderle!" feci io, cercando di riconquistare la sua attenzione
"E come faccio? Sa che sono qui... non posso nascondermi!" si lamentò, con una nota di agitazione nella voce. Sbuffai, nel modo più silenzioso che potessi concepire, abbandonandomi con la fronte sulla sua spalla
"Alice... mi spieghi perché diavolo ti sei chiusa a chiave? Apri, forza... non farmi preoccupare!" gridò ancora Bella. Quella ragazza l'avevo sempre trovata particolarmente simpatica. La seconda ed ultima conponente della famiglia Swan che avrebbe ottenuto la mia stima, ma in quel momento l'avrei volentieri uccisa e fatta a pezzi.
Miss Bella Momento Opportuno...
"S-sì... arrivo!" gridò Alice in risposta, cercando di togliersi me di dosso. Le lanciai un'occhiataccia alla quale rispose con un sorriso imbarazzato.
"Scusa... prometto che faccio subito... non ti accorgerai neanche della mia assenza!" e mi lasciò un bacio sulla guancia "Tu, però, non iniziare senza di me, mi raccomando!"  e con una risatina divertita, sgusciò via e corse ad aprire la porta. Non diede neanche il tempo materiale alla sorella per rendersi conto di qualcosa, che la richiuse alle sue spalle. Se prima Bella avesse avuto qualche sospetto su cosa stesse combinando Alice nella stanza, quel gesto glielo avrebbe praticamente confermato.
Mi tirai a sedere, passandomi una mano tra i capelli e sospirai. Dovevo darmi un contegno, e dovevo approfittare di quei minuti di interruzione per farlo, altrimenti appena tornata, le sarei saltato addosso senza riguardi. Addio buoni propositi. Addio belle parole.
Addio cervello di Jasper...
Per guadagnare tempo, afferrai l'mp3, arrotolai con cura le cuffie e lo riposi sul comodino, accanto al cellulare e la sveglia. Dovevo tenere le mani e la mente impegnate, altrimenti mi sarei messo a pensare o peggio sarei corso da lei per riprendere da dove ci eravamo interrotti.
E chissà, magari nel frattempo a casa è tornato anche il caro fratello Emmett...
Iniziai a marciare per la stanza, avanti e dietro, in lungo e in largo. Ma niente. Smanioso e incontentabile come un bambino piccolo. Volevo indietro il mio giocattolo e non mi sarei tranquillizzato in nessun altro modo. Ero viziato, molto. Ero abituato alle belle cose. E avevo appena scoperto di averne trovato una a dir poco meravigliosa.
Ad un tratto, mentre ero impegnato a distruggermi il collo con il ciondolo che portavo sempre, qualcosa colpì la mia attenzione. Qualcosa che in tutto quell'ordine e quella precisione era un pugno in un occhio. Mi chinai a raccoglierla. Sembrava un quaderno, finito chissà come sotto il letto. Mi sarei aspettato di trovarlo ricoperto di uno strato di polvere. Chissà da quanto tempo Alice lo avevo abbandonato lì, magari credendo di averlo perso. E invece lo trovai pulito, come se si trovasse lì sotto da poco. A guardarlo meglio, non era affatto un quaderno, piuttosto una agendina, di colore blu, con l'anno corrente stampato in rilievo sul davanti.
Senza un preciso motivo mi accigliai. Era come se la mia mente avesse appena acceso una lampadina per avvertirmi di qualcosa. Qualcosa che ancora faticavo a capire ma che aveva senza dubbio a che fare con quell'agenda. Come un automa, con la stessa espressione dubbiosa sul volto, l'aprii, ad una pagina a caso e non appena riconobbi la calligrafia, mi congelai. Avvertii chiaramente il cuore fermarsi e la testa prendere a vorticare senza sosta.
No, non era possibile. Quella non poteva essere la mia agenda. La stessa che avevo perso da circa quattro giorni. La stessa che dall'inizio dell'anno avevo riempito con praticamente tutta la mia vita. La stessa che custodivo con tanta gelosia, della quale non avevo parlato mai a nessuno, neppure a mia sorella. Eppure era lì, tra le mie mani, nell'unico posto in cui non sarebbe dovuta essere.
Iniziai a sentire un dolore lancinante allo stomaco e il sangue schizzare fino al cervello. Per un istante fu come vedere un'ombra nera passarmi davanti agli occhi e annebbiarmi la vista. Era un incubo. Sì, non c'era altra spiegazione. Io nella vita reale ero nella stanza di Alice, dopo aver ricevuto la più bella dichiarazione del mondo e stavo aspettando lei per riprendere da dove ci eravamo interrotti e fare finalmente l'amore. Sì, era questo che stava succedendo. Io non avevo di certo trovato la mia agenda personale nella sua stanza, per di più, sotto il suo letto. Quello faceva parte dell'incubo. Da un momento all'altro il mio scricciolo mi sarebbe venuto a svegliare dicendomi che sarebbe stata pronta per noi due. Ed io a quel punto l'avrei rimproverata dicendole che mi aveva fatto aspettare talmente tanto da farmi addormentare. L'avremmo presa sul ridere ma poi la passione ci avrebbe portati al di là di tutto e tutti.
Ma più cercavo di convincermi che non era affatto come credevo e che per quella strana comparsa c'era sicuramente una spiegazione e più sentivo la rabbia salirmi dentro e percuotermi le viscere. Era una sensazione che non avevo mai provato. Mi sentivo maledettamente svuotato di ogni certezza e il cuore mi era diventato come pietra nel petto.
Me ne sarei dovuto andare via. Lasciare quella stanza, probabilmente per sempre, senza neanche degnarmi di avvisare lei. Perché mai avrei dovuto farlo d'altronde? Lei si era per caso preoccupata di avvisare me del fatto che si fosse appropriata della mia roba?
Il rumore della maniglia della porta mi fece sollevare finalmente la testa e la vidi fare il suo ingresso nella stanza raggiante ed emozionata. Altra ondata di rabbia ed ennesima ombra nera ad oscurarmi la vista. Del desiderio opprimente che avevo provato fino a poco prima non era rimasto praticamente nulla. C'era solo il velo nero che mi ricopriva gli occhi.
"Scusa, Bella si era preoccupata... non sai cosa mi ci è voluto per farla calmare... però, adesso sono tutta tua!" esclamò, arrossendo appena. In un altro momento avrei colto il doppio senso e avrei perfino attaccato con una delle mie solite battute. Ma non ero nè in vena, nè in grado di farlo. Strinsi più forte l'agenda mentre il nero si faceva sempre più intenso
"Ehi... tutto bene?" mi domandò perplessa, avvicinandosi. Non la volevo vicino. Avvertivo una sorta di repulsione che mi nasceva da dentro. Doveva starmi lontato. Per il suo, ma soprattutto per il mio bene. Le mostrai l'agenda che stringevo, sollevandola appena. La sua espressione cambiò drasticamente. Da confusione, a sorpresa, per poi passare ad imbarazzo e vergogna. Glielo leggevo negli occhi e nel colore delle guance. E quella sua reazione, se possibile, mi fece ancora più male
"Saresti così gentile da spiegarmi come mai questa si trovava sotto il tuo letto?" la voce che cacciai fu indescrivibile. Mi ricordava un pò quella che avevo usato l'ultima volta che avevo litigato con Edward. Quando ci era mancato poco che lo picchiassi. Quando ci eravamo offesi a vicenda con parole più grandi di quanto volessimo. Quando mi ero sentito tradito e abbandonato. E per la seconda volta stavo rivivendo la stessa sensazione
"Jasper io... posso spiegarti..." mormorò ad occhi sgranati e con una mano a coprirle quasi interamente la bocca
"E allora fallo... sono davvero curioso di sentirla questa storia!" sbottai con tono di sfida. Si morse un labbro ed abbassò la testa. Non riuscivo neppure a provare tenerezza per lei. Tutti i sentimenti che avevano fatto da padrone durante i nostri momenti di debolezza, avevano preso il volo, lasciandomi solo amarezza, delusione e un vuoto praticamente incolmabile. E per finire c'era anche quel maledetto velo nero che pendeva sulla mia testa
"Io non... volevo... prenderla senza dirti niente... te lo giuro!" mormorò con voce tremante. Stava piangendo? Peggio per lei. Neppure le lacrime avrebbero avuto il potere di impietosirmi.
"Però mi sembra che tu lo abbia fatto comunque!" le feci notare, mostrandole ancora l'agenda in questione. Ebbe una specie di singhiozzo che però mascherò scuotendo la testa freneticamente
"É la verità!" aggiunse più decisa
"L'hai letta?" domandai a bruciapelo. Era sicuramente la cosa che mi premeva sapere più di ogni altra cosa. Non era soltanto il gesto in sè a ferirmi. Era anche la consapevolezza di ciò che aveva violato. La mia intimità e in un certo senso la mia stessa vita. Lei sollevò di scatto la testa e allora mi resi conto che stava piangendo sul serio. E fu in quel preciso istante che il mio velo nero arrivò a coprirmi interamente, oscurandomi completamente ragione e sentimento
"Io..."
"Alice, rispondimi, cazzo... l'hai letta, sì o no?" alzare la voce non aiutava di certo a stare meglio. Si lasciò scappare un singhiozzo per poi annuire. Altro colpo nello stomaco. Altra ondata di disprezzo e delusione.
"Tutta?" domandai ancora. Quella volta la sua risposta arrivò subito. Scosse la testa, tirando su con il naso
"Fino a dove?" sembravo un telegrafo per quanto ero veloce e sintetico. Ma soprattutto per quanto la mia voce fosse diventata impersonale. Prima di rispondermi quella volta mi guardò, mordendosi un labbro. Era compassione quella che leggevo nei suoi occhi?
Merda...
"I primi giorni di Marzo!" mormorò così piano, che feci fatica a capirla. Ma il senso delle sue parole non tardò ad arrivarmi dritto al cervello. Primi giorni di Marzo... ciò significava che... lei sapeva! Bastò quello. Non volevo sentire altro. Non avrei retto. Ero furioso a dir poco. Ero furioso con lei che era stata capace di giocarmi in quel modo. Ero furioso con me per averglierlo permesso. Ero riuscito per ben 18 anni a non farmi mettere i piedi in testa da nessuno. Perché adesso una ragazzetta qualunque di uno sperduto paesino di provincia doveva ridurmi in quello stato? Perché diavolo glielo avevo permesso? Quella era la mia vita e lei non aveva nessun diritto a violarla in quel modo. Lei non aveva diritto di... sapere.
"Te l'avrei detto..." mormorò.
"Troppo facile adesso dire che tanto prima o poi me lo avresti detto!" bofonchiai infastidito. Dovevo andare via, immediatamente, prima di esplodere. Mi conoscevo fin troppo bene. Quando il mio limite di sopportazione raggiungeva i massimi livelli consentiti, diventavo cattivo. Erano quelli i momenti che destavo maggiormente di me. Diventavo irriconoscibile perfino per me stesso. E per quanto lei si fosse comportata male con me, non avevo voglia di vomitarle addosso tutta la cattiveria che minacciava di venire fuori.
Recuperai la felpa azzurra che avevo appoggiato alla spalliera della sedia e me la infilai in fretta e furia. Non mi sarei di certo degnato di farle presente che me ne stavo andando. Lo avrebbe capito da sola. Non avrebbe mai potuto interpretare il mio gesto in altro modo, d'altronde.
"N-no... aspetta... non andartene!" mi pregò avvicinandosi
"Ferma... stammi lontano...!" feci scattare la zip, dopodiché infilai l'agendina nella tasca dei jeans e recuperai le chiavi della Bmw che avevo mollato sulla scrivania, in un precedente quanto annebbiato momento di debolezza. Ormai di quella debolezza non era rimasto nulla. Neanche una misera sensazione. Era rimasto solo il retrogusto amaro della delusione e della consapevolezza di aver sbagliato, per l'ennesima volta.
"Non andartene... ti supplico!" ormai la sua voce era un tutt'uno con le lacrime. Era un sussurro appena udibile, che ebbe la forza di scuotermi le membra
No.. no.. no.. no.. no.. no.. no.. no.. no....
"Credimi è meglio così!" sbottai avviandomi verso la porta, senza neanche guardarla. Stavo per girare la chiave nella toppa, quando sentii qualcosa arpionarsi alla mia schiena e le sue braccia avvolgermi. Rimasi fermo, immobile, scosso appena dai suoi singhiozzi. Chiusi gli occhi. Dovevo stare calmo. Stare calmo significava non reagire. Non reagire significava non scacciarla via in malo modo. Non scacciarla via significava darmi ancora un briciolo di speranza. Della speranza, però, in quel momento non me ne facevo proprio nulla.
"Non voglio che tu te ne vada... non ora... non dopo che..." ma non terminò la frase e in un certo senso gliene fui grato. Se avesse osato sporcare anche quel momento, sarei letteralmente esploso.
"Alice... per favore..." non tentai neppure di liberarmi dalla sua presa ferrea. Doveva capirlo da sola. Doveva lasciarmi andare perché era giusto che lo facessi. Doveva essere lei a rendersene conto perché allo stesso modo doveva rendersi conto di quello che aveva fatto.
"Jasper... ti prego... non lasciarmi. Hai ragione, ho sbagliato, sono un mostro... hai tutto il diritto ad avercela con me, ad essere arrabbiato... però ti prego, non andartene. Prendimi a schiaffi, distruggimi la stanza... urla, se vuoi... ma non andartene!" mi strinse ancora più forte, quasi volesse incollare il suo corpo al mio. Serrai la mascella infuriato. Più faceva così e più peggiorava la situazione. Mantenere la calma stava diventando impossibile. I suoi singhiozzi e il suo abbraccio attanagliante di certo non aiutavano. Mi sentivo stranamente sul punto di soffocare. Era da tanto che non avvertivo quella sensazione. Quale era stata l'ultima volta che l'avevo provata? Quando avevo trovato mia sorella in soggiorno tremante e in lacrime? Possibile? Ed anche allora avevo preferito fuggire piuttosto che affrontare la realtà.
No, questa volta è diverso.. questa volta sono stato tradito... lei non doveva farmi questo. Non lei... non questo... non posso e non voglio perdonarla...
"Adesso basta!" mormorai, liberandomi con un pò di difficoltà della sua presa e finalmente riuscii ad aprire la porta, con la vana speranza di poter ricominciare a respirare.

 

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