When I Meet An Angel di Piccola_Stella_Senza_Cielo (/viewuser.php?uid=26203)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I miei adorati angeli custodi ***
Capitolo 2: *** Beautiful ***
Capitolo 3: *** Me lo sento! ***
Capitolo 4: *** Questione di orgoglio, e di capre! ***
Capitolo 5: *** Piacevoli scoperte ***
Capitolo 6: *** L'aria pura di Forks... non é detto faccia bene a tutti! ***
Capitolo 7: *** Augh, fratello! ***
Capitolo 8: *** La novità della Forks High School ***
Capitolo 9: *** Ricominciare da zero! ***
Capitolo 10: *** Solo 25 centimetri! ***
Capitolo 11: *** Nel baratro della vergogna ***
Capitolo 12: *** Sei un tesoro! ***
Capitolo 13: *** Fiducia ***
Capitolo 14: *** Ci puoi giurare! ***
Capitolo 15: *** A debita distanza ***
Capitolo 16: *** Rilassante chiacchierata ***
Capitolo 17: *** Mai dire mai! ***
Capitolo 18: *** Qualcosa di sorprendente! ***
Capitolo 19: *** Legame fraterno ***
Capitolo 20: *** Incubo ***
Capitolo 21: *** Per te, questo ed altro! ***
Capitolo 22: *** Non così diversi ***
Capitolo 23: *** Senza pensarci ***
Capitolo 24: *** Tutto il tempo che vuoi ***
Capitolo 25: *** Calore inspiegabile ***
Capitolo 26: *** Bum... Bum... Bum... ***
Capitolo 27: *** Bisogno ***
Capitolo 28: *** Sorprese in fiera ***
Capitolo 29: *** Fuori programma ***
Capitolo 30: *** "Quasi..." ***
Capitolo 31: *** Senza barriere ***
Capitolo 32: *** Istinto ***
Capitolo 33: *** Quando tutto... viene a galla! ***
Capitolo 34: *** Le ali dell'Angelo! ***
Capitolo 35: *** Confessioni ***
Capitolo 36: *** Dieci minuti ***
Capitolo 37: *** Sedici Dicembre ***
Capitolo 38: *** Un modo per reagire al dolore ***
Capitolo 39: *** Attacco di Panico ***
Capitolo 40: *** Salvarsi dall'Incendio ***
Capitolo 41: *** Confidenze... per SMS ***
Capitolo 42: *** Autocontrollo ***
Capitolo 43: *** L'unica eccezione ***
Capitolo 1 *** I miei adorati angeli custodi ***
bbb
Non
è possibile! Tutte le mattine andava a finire sempre nello
stesso identico modo di sempre. E quella che doveva risistemare tutto,
ero sempre io.
"Non si è ancora svegliato, vero?" domandai a mia sorella,
che
tranquillamente stava facendo colazione. Come se la cosa non le
riguardasse minimamente
"No... rantolava nel sonno qualcosa di incomprensibile... come sempre
del resto!" esclamò divertita. Io le lanciai
un'occhiataccia, ma
lei mi sorrise con la sua solita aria innocente
"Dai Bells... lo sai anche tu com'è fatto. Ama fare le ore
piccole... non possiamo mica fargliene una colpa se vuole divertirsi!"
disse allora
"Lo sai che non dipende da me... se lo viene a sapere
papà..." iniziai
"Ma come può venirlo a sapere se non c'è mai a
casa?" chiese retoricamente. Io sospirai rassegnata
"Vabbé, ho capito... vado a svegliarlo! Vieni a darmi una
mano?"
le chiesi divertita. Lei si aprì in un sorriso smagliante e
sbatté entusiasta più volte le mani. Com'era
dolce in
questi momenti la mia piccola Alice. Certo, magari alcune volte era
insopportabile. Cocciuta fino all'inverosimile, appiccicosa, e perfino
leggermente infantile.... però era l'unica persona al mondo
che
riuscisse a tirarmi su con il morale. Sempre!
C'era soltanto un anno a separarci, ma guardandola, poteva sembrare
molto più piccola. Di bassa statura, mingherlina, capelli
corti,
neri come la pece, sempre leggermente sparati, e due occhi grandi,
castani, e tremendamente espressivi. Mi arrivava sì e no al
gomito, tanto era piccina, ma era senza dubbio un concentrato di forza
e carattere. Davvero un bel tipo, per avere soltanto 17 anni.
"Questa è la volta buona che ci ammazza!"
sussurrò
divertita davanti alla porta della sua camera. Io ricordai subito
l'ultima volta che lo avevamo svegliato in malo modo. Lui si era messo
ad urlare come un posseduto, scatenando le nostre risate, diventate
poco dopo incontrollabili, dopodiché aveva deciso di non
rivolgerci la parola per 24 ore consecutive. Già... il
massimo
di arrabbiatura per lui non aveva mai superato quella soglia. Non ce la
faceva, non era proprio nel suo stile arrabbiarsi. Certo, con chi gli
dava contro e lo infastidiva, diventava una vera belva feroce. Ma con
me e con Alice, che eravamo le sue sorelline, neanche impegnandosi ci
sarebbe riuscito.
Aprii piano la porta, che scricchiolò leggermente. Alice
trattenne a stento una risata. Io con il sorriso sulle labbra le feci
segno di stare zitta, con l'unico risultato di non riuscire a
trattenermi dall'unirmi a lei. Una volta calmateci, ci intrufolammo
nella camera e, come due ladre esperte, accerchiammo il suo letto,
una al lato sinistro ed un'altra a quello destro, pronte per
attaccarlo. Ma all'improvviso qualcosa si mosse quasi fulmineo. Non
riuscii neanche ad accorgermene, tanto che mi ritrovai stesa sul letto,
a gambe all'aria con un braccio possente che mi teneva stretta
"Ahia, Emmet... mi fai male, lasciami!" urlai io. Intanto le risate di
Alice esplosero nella stanza. Anche lei era stata catturata nella morsa
ferrea di nostro fratello
"Non ci penso nemmeno... prima vi punisco... così la
prossima
volta che venite qui con l'intento di fare ciò che stavate
facendo... ci pensate su qualche secondo di più!"
esclamò
divertito.
"Ma noi lo facciamo per te, Emm... è il nostro affettuoso
modo
per augurarti il buongiorno!" affermò Alice liberandosi
dalla
sua presa e sedendosi a gambe incrociate al suo fianco
"Diciamo che fingo di crederci..." biascicò liberando dalla
stretta anche me. Io mi sedetti nella stessa posizione di mia sorella e
domandai
"Che ora hai fatto l'altra notte?" lui mi guardò curioso,
dopodiché sorrise appena
"Saranno state massimo le due!"
"Emmet, non dire cazzate... ti ho sentito entrare... erano le cinque e
un quarto!" lo rimproverai. Lui scoppiò a ridere, seguito a
ruota da Alice. Sapevo che, vedermi arrabbiata in quel modo, suscitava
sempre la loro ilarità. Anche se, ne ignoravo il motivo
"Ok, tata Francesca, mi hai scoperto... diciamo che ieri sera sono
stato... ehm... particolarmente sbadato sull'orario!"
"Io direi incosciente!" lo corressi incrociando le braccia al petto
"Non esageriamo adesso... per di più, non ho toccato neanche
una
birra. Sono rimasto sobrio, come promesso!" io alzai un sopracciglio
scettica, e mi abbassai su di lui, fermandomi a qualche millimetro dal
suo viso, e lo annusai per bene. Aveva ragione, si sentiva solamente
l'odore del suo dopobarba. Di alcool neanche l'ombra
"E bravo Emmet... di questo passo mi renderai orgogliosa di te!"
esclamai dandogli una pacca sul petto
"Pensavo tu lo fossi già!" mi provocò con un
sorriso
"Non proprio!" esclamai
"Io lo sono, Emm... incondizionatamente!" si aggiunse Alice
sorridendogli. Lui la tirò a sé di nuovo e le
stampò un bacio sula fronte
"Grazie folletto... meno male che in questa casa ci sei tu, altrimenti
sai che noia!" esclamò. Io lo guardai di sbieco.
Quell'allusione
se la poteva anche risparmiare.
"É in casa adesso?" mi chiese con un sussurrò,
perdendo
totalmente il suo sarcasmo e la sua allegria di sempre. Perfino Alice,
allacciata al suo petto, si irrigidì. Io mi limitai a
scuotere
la testa, senza aggiungere altro. Lui sospirò. Un sospiro
profondo che conteneva tutta l'ansia, il rancore e il terrore
accumulati durante tutti i suoi diciannove anni passati in quella casa.
Ce lo diceva spesso che la nostra nascita per lui era stata un
miracolo. Un miracolo che aveva imparato ad apprezzare soltanto qualche
anno più tardi, quando erano iniziate le vere
preoccupazioni.
Eravamo riusciti a donargli la speranza. Ed in parte il terrore per
quella sua vita si era attenuato. Per me e per Alice, Emmet era
diventato con il tempo il nostro porto sicuro. L'unico capace di farci
smettere di piangere, ogni qualvolta l'incubo cominciava, l'unico
capace di difenderci, quando la situazione si incrinava
pericolosamente, e soprattutto l'unico uomo delle nostre vite, che ci
amasse in modo sincero ed incondizionato. Ce lo ripeteva spesso. Se
qualche ragazzo ci metteva le mani addosso, prima avrebbe dovuto fare i
conti con lui. E difatti così era successo con l'ultimo
ragazzo
di Alice. Era un tipo tranquillo, di buona famiglia, ma ad Emmet tutta
quella sua compostezza non andava proprio a genio. Così
aveva
fatto in tutti i modi per allontanarlo da lei, senza che Alice
sospettasse della sua intromissione. Anche se, sono fermamente
convinta, che alla fine dei conti, lei lo sapesse ma che non facesse
nulla per impedirglielo, semplicemente perché le andava bene
così. Forse, la spiegazione più plausibile era
che in
fondo tra lei e quel ragazzo non ci fosse sentimento, altrimenti non
credo che avrebbe accettato volentieri le macchinazioni di Emmet.
Io invece, per la gioia di mio fratello, ero stata molto sfortunata a
ragazzi. Mi ero invaghita, perché questo è il
termine
giusto per una come me, che crede poco nell'amore, pochissime volte. La
prima ero stata delusa tremendamente. Il ragazzo che mi piaceva si era
messo a fare il filo alla mia migliore amica di allora, e spesso veniva
da me a chiedermi consigli per conquistarla. Avrei voluto spaccargli la
faccia piuttosto che aiutarlo. Ma siccome, non sono mai stata
né
una tipa violenta, né tanto meno una persona rancorosa, lo
avevo
aiutato spesso e volentieri. Anzi... spesso sì, volentieri
proprio no!
Le altre erano state più che altro, sbandate adolescenziali.
Mai
stata innamorata nel profondo. Non avevo mai provato l'irrefrenabile
bisogno di dire "Ti amo", e non ero mai stata sul punto di concedermi
totalmente ad un ragazzo. Invidiavo profondamente tutte le ragazze
della mia classe che erano felicemente fidanzate. C'era Jessica con il
suo Mike. Angela con Ben e per finire perfino quell'oca di Lauren era
riuscita a conquistare il cuore, e non solo quello, di Steve, il
capitano della squadra di nuoto della scuola. Certo, le invidiavo, ma
ero anche sicura che l'amore per una come me non esistesse, o che avrei
dovuto faticare non poco per trovarlo.
"Le cose più
belle, sono
sempre le più difficili da conquistare, ma sono anche quelle
che
ci danno più soddisfazioni!" mi diceva sempre
mia madre.
Ed era in quei momenti che mi trovavo ad essere pienamente d'accordo
con lei. Anche se, ora come ora, non avrei più potuto
dirglielo
di persona, purtroppo...
I miei tristi ricordi furono interrotti dai lamenti di Alice.
"Dai, per favore..."
"Ti ho detto di no... quante volte ancora dovrò
ripetertelo?" le fece Emmet seccato
"Cosa vuole questa volta?" chiesi divertita
"Vuole che le presti la mia macchina... ed indovina per fare cosa?" io
la guardai con sguardo ammonitore, anche se leggermente sarcastico, e
lei rispose con un sorriso smagliante
"E dai, Bells... ci sono i saldi di fine stagione... Ci sarà
un
mare di roba ad un prezzo stracciato... come puoi pretendere che mi
lasci scappare un'occasione come questa!" aveva scavalcato il corpo di
Emmet, ricevendo qualche insulto dallo stesso, e si era messa di fronte
a me, quasi implorante
"E sentiamo... con quali soldi pensi di pagare?" le chiesi. Ma tanto
era inutile, conoscevo a memoria la risposta. Lei mi sorrise innocente,
provocando le risate di Emmet
"No!" sibilai io
"Coraggio, sorellona... ti prometto che te li ridarò..." mi
fece lei
"Certo... come mi ridarai i soldi che ti ho anticipato per il regalo di
Emmet per Natale, o quelli che ti sono serviti per comprare quella
borsa bianca... eh, no mia cara nanerottola malefica, questa volta non
mi incanti!" le feci io secca. Lei allora, abbassò la testa
afflitta e tirò su con il naso. Maledizione! Ma fin dove
sarebbe
arrivata la sua perfidia?
"Eh va bene... basta che la smetti di piagnucolare!" esclamai
esasperata. Lei lanciò un grido e mi abbracciò
facendomi
ricadere su Emmet, che per la seconda volta si lamentò.
"Grazie Bella... non sai quanto ti adoro..." esclamò
stampandomi circa dieci baci sulla guancia.
"Posso immaginare..." esclamai divertita
"Bene, vado a prepararmi... ho solo cinque ore per girare tutto il
centro commerciale e trovare qualcosa di decente!" e detto questo
scattò in piedi e corse in camera sua. Emmet mi
passò un
braccio attorno alla spalla ed esclamò
"Tanto alla fine la spunta sempre lei.. anche se provi in tutti i modi
a resisterle.. ma ormai dovresti esserci abituata!"
"Ad una come Alice, non si fa mai l'abitudine..." affermai sospirando.
Poco dopo sentimmo i suoi passi sulle scale
"Io vado.. a dopo... vi voglio bene! Ah, Emm... grazie per la macchina!"
"Prego!" esclamò subito lui. Poi, sgranò gli
occhi e si alzò a mezzo busto gridando
"Come sarebbe a dire grazie per la macchina?" ma ormai Alice era
già volata via. Io iniziai a rotolarmi nel letto per le
troppe
risate
"Noto con piacere che il folletto malvagio ha fregato anche te!"
esclamai. Lui ringhiò, dopodiché alterato si
diresse
verso il bagno
"Se la prendo..." biascicò furioso. Io rimasi lì,
a
ridere ancora per un pò, finché il rumore della
doccia
non mi fece riprendere. Sospirai profondamente ed uscii dalla camera.
Già, la mia era proprio una bella famiglia. Anzi, Alice ed
Emmet
lo erano, i miei adorati angeli custodi. Solo loro. Il resto era
soltanto terrore e rabbia allo stato puro che, come tutti i giorni a
quell'ora, si stava avvicinando al nostro vialetto con la sua volante
lucidata di nuovo.
Salve
a tutti. Sono qui con questo esperimento del tutto rudimentale, spinta
da un'idea che mi è venuta un paio di settimane fa e che
pian
piano ho preso forma nella mia testa. Allora... come avete potuto
vedere, niente vampiri, o altre creature leggendarie. Ci sono
semplicemente dei ragazzi, ognuno con un carattere del tutto
particolare e delle situazioni alle spalle che ne fanno una cornice
molto suggestiva (e questa, da dove ti è
uscita???) Ci
saranno non uno né due, ma ben sei narratori differenti (e
inutile specificare di chi si tratta eh eh eh ^^) e pian piano si
scopraranno gli intrecci e i segreti che ognuno di loro cerca di
nascondere in tutti i modi possibili. Bene, spero che questo primo
capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere in tanti mi raccomando (anche i
giudizi negativi, se sn fatti in modo costruttivo, sono graditi!) e
vediamo un pò cosa ne uscirà... eh eh eh... un
bacio a
tutti... RECENSITE ^^
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Capitolo 2 *** Beautiful ***
Rosalie POV (2)
When I see you, I run out
of words to say
I wouldn't leave
you, cause your that type of girl, that makes mistakes
I see the guys
tryna' holla, girl I don't want to bother you, cause your independent
and you got my attention
And I'll be your
baby father, girl I just want to show you, that I love what you are
doing
I see you in the
club, you gettin' down'
I wanna get with
you
I see you in the
club, you showin' thugs love
That wanna get
with you
Quanto
adoravo la musica. L'unica cosa capace di farmi staccare dal mondo
esterno, e farmi sentire in pace con esso. L'unica che non mi avrebbe
mai fatto del male, non mi avrebbe mai tradita, lasciata sola, o
semplicemente illusa. Come, invece, avevano fatto tutti gli
altri.
Quella che stavo ascoltando in quel momento, era sicuramente
una
di quelle canzoni che amavo di più. Si intitolava Beautiful.
Già... me lo avevano detto spesso. Mi avevano spesso
riempito di
complimenti che mi avevano immancabilmente fatta sorridere e sentire
speciale. Ma adesso, dopo quello che era successo, neanche parole
così dannatamente belle mi avrebbero fatta sorridere.
Soprattutto se a pronunciarle fosse stato un ragazzo.
You're so beautiful, So
damn beautiful
Said your so
beautiful, So damn beautiful
You're so
beautiful
Una
brusca frenata mi fece sobbalzare. Mio fratello, che fino a qualche
istante prima sonnecchiava tranquillo con la testa appoggiata alle mie
gambe ed i piedi stesi, per quello che gli era possibile, sul
sedile, urtò contro quello anteriore, imprecando
"Ma che cazzo..."
"Jazz, per piacere, che parole sono queste!" lo riprese mio padre
"Se tu non sai neanche guidare, non è mica colpa mia!" si
lamentò lui, tastandosi il punto in cui aveva sbattuto
contro il
sedile. Io, tolto uno dei due auricolari, per seguire la discussione,
gli diedi una botta leggera sulla fronte, per farlo zittire. Lui fece
una smorfia e chiuse di nuovo gli occhi. Ridacchiai appena. Mio
fratello era fatto così. Per lui la delicatezza era qualcosa
che
apparteneva solo agli altri. E di certo non si era neanche mai fatto
problemi davanti ai nostri genitori, ma ormai loro, ci avevano fatto
l'abitudine, malgrado tutto
"Se tu stessi seduto composto come tutti gli altri, probabilmente la
prossima volta non ti faresti niente!" esclamò una voce alle
mie
spalle. Seduto da solo, nella terza fila di sedili della Mercedes
Classe R di papà, c'era Edward, l'altro mio fratello.
Guardava
inespressivo fuori dal finestrino, senza prestare davvero attenzione al
paesaggio che scorreva veloce al di fuori. Anche lui aveva le cuffie
inserite, ma evidentemente aveva ascoltato tutta la conversazione.
"Nessuno ti ha interpellato, mi sembra!" esclamò acido
Jasper senza neanche muoversi
"Io lo dico per te... non vorrei ti fratturassi il setto nasale al
prossimo giro... questa volta sei stato fortunato, ma la prossima
potrebbe non girarti bene!" spiegò lui tranquillo
"Se non la smetti di rompere vengo lì e te lo fratturo io il
setto nasale... senza l'aiuto di papà e delle sue frenate!"
lo
minacciò l'altro
"Ci credo poco..." bisbigliò Edward in modo perfettamente
udibile. Jasper si mosse appena, ma io lo fermai
"Ragazzi per favore... un pò di contegno, per la miseria!"
li
riprese mia madre girandosi a guardarci "Siete grandi e grossi...
dimostrate l'età che avete per una volta!"
"Non devi dirlo a me... è il signorino qui dietro che ha
qualche
problemino evidentemente!" rispose secco Jasper tornando a rilassarsi
sulle mie gambe
"Io non ho nessun problema... sei tu che..." ma mio padre non lo fece
continuare. Gli bastò schioccare un'occhiata di
fuoco per
farlo smettere. Sentii Jasper ridacchiare soddisfatto
"Le armi di papà sono sempre le migliori!"
sussurrò
"E lo stesso vale anche per te, Jasper!" lo riprese l'uomo alzando la
voce. Lui sbuffò appena, mentre Edward leggermente divertito
disse:
"Eh sì, Jazz... per una volta sono pienamente d'accordo con
te!"
e se ne tornò alla sua musica. Io mi concessi un sorriso per
poi
risistemare nell'orecchio l'auricolare. Intanto le ultime note di
Beautiful
si stavano perdendo per lasciare il posto ad una canzone di
Ne-yo... Miss
Indipendent.
Il resto del viaggio procedette tranquillo. Senza brusche frenate o
altre acide battutine tra i miei fratelli. Ne approfittai per girarmi e
scrutare furtiva Edward. Se ne stava con gli occhi chiusi, la testa
poggiata sulla mano che a sua volta era ancorata al finestrino.
Probabilmente si era addormentato.
Lui era esattamente l'opposto di me e Jasper. Aveva da poco compiuto
diciassette anni, capelli castano
ramati, perennemente scompigliati ad arte e due splendidi occhi verdi.
Era alto, più o meno come Jasper, anche se Edward era
leggermente meno muscoloso rispetto all'altro, ma nonostante questo
poteva vantarsi di un fisico niente male che, alla nostra vecchia
scuola, aveva fatto girare la testa a molte ragazze. Era un tipo molto
riservato, difficilmente si riusciva ad intuire davvero cosa volesse, a
meno che non era lui stesso ad ammetterlo. Tipo, in quel momento non
sapevo se il nostro trasferimento fosse per lui qualcosa di positivo o
meno. Io preferii pensare di sì.
Nella nostra vecchia città, quella da cui in un certo senso
stavamo scappando, c'era la sua ragazza. Kristen. Saranno stati insieme
all'incirca sei o sette mesi, ma non lo avevo visto particolarmente
coinvolto. O meglio... mio fratello Edward non era mia stato totalmente
coinvolto da nessuna in particolare. Tanto che arrivai a pensare per un
breve periodo che fosse gay. Ma per fortuna mi sbagliavo. La sua era
semplice riservatezza, o timidezza, come dir si voglia, e questo sotto
molti aspetti, lo rendeva, se possibile, ancora più
attraente agli occhi del gentil sesso.
Poi c'era mio fratello Jasper, e quella era tutta un'altra storia.
Prima di tutto c'è da precisare che io e Jazz siamo gemelli.
Diciotto anni, entrambi biondi, occhi azzurri, e fisico slanciato. Lui
ha solo qualche
centimetro più di me. Oddio, dire qualche sarebbe
generico.
Diciamo solo che la differenza era abbastanza evidente. Jasper, a
differenza di Edward, aveva un carattere.. ehm.. diciamo molto, ma
molto particolare. Non si era mai fatto mettere i piedi in testa da
nessuno, neanche da papà. Molte volte avevano litigato in
maniera pesante quei due, ma di solito la mamma li aveva sempre fatti
calmare dopo poco. Agli occhi esterni poteva sembrare arrogante,
presuntuoso, ma magari conosciuto a fondo, non era così.
Certo,
io essendo sua sorella tendevo a metterlo sempre su un piedistallo, ma
non mancava occasione che litigassimo, quando sentivo che stava
sbagliando, o che magari esagerava nel suo modo di fare. Nella nostra
vecchia scuola, Jasper non aveva una ragazza. O meglio... non ne aveva
una fissa per più di due giorni. Diciamo che aveva passato
al
setaccio mezzo istituto, ovviamente solo la parte femminile sia chiaro,
ad eccezione del club di informatica, che non gli andava
particolarmente a genio, e del corpo docenti. Io ed Edward ci
divertivamo a tenere il conto delle sue conquiste semestrali. Il suo
record personale aveva sfiorato la cinquantina solo nel primo semestre
del terzo anno. Poi i suoi risultati si erano stabilizzati. Lui
affermava che stava lentamente mettendo la testa a posto. Noi, invece,
sostenevamo che ormai le aveva già provate tutte, e che
rimaneva
ben poco per lui.
La notizia del nostro trasferimento non lo aveva affatto sorpreso. Io
sapevo che lo faceva per me, che avrebbe fatto di tutto per proteggermi
da... da... da quello che ci lasciavamo pian piano alle spalle, da
quello che si allontanava gradualmente da noi, mentre i chilometri di
distanza aumentavano con la strada percorsa. Ed io non l'avrei mai
ringraziato abbastanza. Come non lo avrei fatto con Edward. Sapevo che
per loro abbandonare la vecchia vita era difficile. Ma... lo facevano
solo e soltanto per me, e di questo, potevano esserne certi, non me ne
sarei mai e poi mai dimenticata.
Distrattamente presi ad accarezzare i capelli di Jazz, sovrappensiero.
Sapevo che quel mio gesto lo rilassava parecchio, ma soprattutto
rilassava me.
Per fortuna che ci siete
voi due... altrimenti...
Mi bloccai, in simbiosi con la fine della canzone. Jasper
alzò appena lo sguardo verso di me e sussurrò
"Perché ti sei fermata?" io scoppiai a ridere, tolsi gli
auricolari, li passai a lui, che li affondò nelle orecchie e
feci partire la sua canzone preferita... Here without you, dei 3 Doors Down...
lui sorrise, alzò la mano e mi accarezzò una
guancia.
Così, mentre richiudeva di nuovo gli occhi, ricominciai ad
accarezzargli i capelli, facendolo sprofondare nuovamente, qualche
secondo dopo, tra le braccia di Morfeo.
Salve
a tutti... cm state? Spero bene... allora, il mio è stato un
aggiornamento recordo, ma solo perché ho parecchi capitoli
già pronti e che aspettano pazientemente di essere letti.
Non li posto tutti insieme semplicemente per lasciare un pò
di suspance... eh eh... però, vi faccio una proposta... il
mio prossimo aggiornamento sarà lunedì, ma se
entro stasera trovo più di sei recensioni a questo capitolo,
prometto che posterò il terzo anche oggi. Quindi, datevi da
fare... ^^ Bene, un grazie enorme alle 10 persone che hanno inserito la
storia tra i preferiti e alle 9 tra i seguiti. Grazie mille davvero, ed
ovviamente un ringraziamento speciale a chi ha recensito. Spero che
Rosalie sia stata di vostro gradimento, un bacio e mi raccomando...
Risposte
alle recensioni:
hale1843:
Salve, prima di tutto grazie mille per aver recensito... sono contenta
che la storia ti abbia colpito spero di poterti incuriosire sempre di
più. Ti assicuro che ci saranno anche Edward e Jazz (e nn
solo ^^) abbi solo un pò di pazienza e ti assicuro che nn
rimarrai delusa. Cmq, nn credo che Alice sarà molto contenta
delle tue avances su Jasper... ah ah ah... attenta Ali, pretendente in
vista... ciaooo, fammi sapere cm hai trovato il cap! Un bacio!
stellalilly:
Ciao, ti ringrazio per aver recensito, davvero... sono contenta che la
mia diea ti sia piaciuta, spero di poterti incuriosire sempre di
più. X qnt riguarda gli aggiornamenti, cercherò
di essere più veloce che posso, promesso... ciao, fammi
sapere cm hai trovato il cap! Un bacio!
va_pira:
Ciao, ti ringrazio per aver recensito prima di tutto... sono contanta
che ti abbia incuriosito, spero continuerai a seguirmi... fammi sapere
se il capitolo ti è piaciuto... un bacio!
|
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Capitolo 3 *** Me lo sento! ***
Shopping. Sia ringraziata
l'anima pia che lo ha inventato. Altrimenti non saprei proprio come
avrei potuto vivere senza, nei miei passati diciassette anni.
Ero
riuscita, tramite grazia concessa dai miei due cari e adorati fratelli,
a fare razzia di tutti gli abiti messi in saldo nel mio centro
commerciale preferito. Oddio, non che in una cittadina misera come
Forks ce ne fossero poi molti, oltretutto ero stata costretta a recarmi
a Port Angeles per fare acquisti, ma per me bastava ed avanzava.
Così,
dopo ore ed ore di sfrenato shopping mi ritrovavo alla guida della Jeep
di mio fratello Emmet, diretta verso casa. Durante tutto il tragitto
c'era stata la musica a farmi compagnia. Avevo inserito un cd che avevo
fatto all'inizio della stagione che conteneva tutte le hits estive di
quell'anno. Ad esempio, quella che stavo canticchiando allegramente in
quel momento si intitolava Fly
High di Shaggy.
Era senza ombra di
dubbio la mia preferita. L'avevo definita la colonna sonora della mia
estate, perché era in sintonia con il mio umore. Vola alto,
diceva...
già, proprio dovrei avrei voluto andare io. Volare in alto,
lontano da
tutto ciò che mi circondava e da tutto ciò che di
spregevole la vita
fino a quel momento mi aveva offerto. Mi sarei lasciata dietro il mondo
volentieri, senza rimpianti. Se per esempio mi mettevo a pensare
all'estate che stava lentamente per finire e sgretolarsi come le altre
stagioni passate, mi veniva da piangere. Come al solito si era rivelata
l'ennesima accozzaglia di giorni tristi, animati forse in parte dalla
presenza di Bella ed Emmet, e dai nostri improvvisi week-end al mare.
Ma per il resto, solo e soltanto terrore. Terrore allo stato puro,
ansia, e nostalgia per una vita che non mi era mai appartenuta e che
forse da bambina per un attimo avevo sperato di avere. E la colpa era
solo sua. Solo e soltanto di quel maledetto uomo che ancora mi ostinavo
a chiamare papà, ma che di un padre non aveva un bel niente.
Era
un incubo. Ma non di quelli che basta il suono della sveglia per farlo
passare, no... era qualcosa di insistente e vivo nella memoria. Avevo
paura di lui. Una paura cieca di quegli occhi spiritati, di quel
maledetto odore nauseabondo che si propagava nell'aria ogni qualvolta
entrava in casa, di quella voce che riecheggiava minacciosa perfino a
distanza, di...
Non una sola volta avevo proposto ai miei fratelli di
andare via
da quella maledetta casa. Di allontanarci da quell'uomo che pian piano
stava regredendo in simbiosi con il suo aspetto. Avevo proposto di
scappare, per rifarci una vita altrove, qualsiasi posto sarebbe andato
bene, pur di lasciare quel dannato uomo, e soprattutto prima di
diventare con il tempo proprio come lui. Dovevamo... volare alto!
Ma loro non mi davano retta. Mi sorridevano comprensivi, e mi dicevano
che stavo esagerando, che vedevo del marcio lì dove non ce
n'era. Ma si sbagliavano, non era così. Non mi stavo
illudendo,
forse vedevo le cose da una prospettiva differente dalla loro. E
speravo con il tempo che mi avrebbero dato ragione. Anzi lo sapevo!
"Un
padre non si comporterebbe così. Un padre vero vorrebbe solo
il bene per i
suoi figli. Un padre vero non farebbe mai quello che fa lui con noi
quotidianamente. Un padre vero non..."
Sospirai
profondamente, mentre entravo nel paese ad un'andatura moderata.
"Basta con questi pensieri, Alice!" mi dissi "Non devi rovinarti la
giornata per uno così... non puoi permettertelo!" e
così
mi sforzai di sorridere e di concentrarmi sulla canzone successiva.
Forks era un paese minuscolo. Tutti sapevano tutto di tutti. Una
novità, se pur misera ed insignificante, avrebbe fatto il
giro
del paese in una frazione di secondo. Certo, a meno che tu non fossi il
capo della polizia locale. Beh, in tal caso, non si sa come e
perché, tutto ciò che facevi rimaneva segregato
tra le
mura domestiche. Ed in queste circostanze nessuno sapeva niente di
nessuno. E a me andava bene così, dopotutto.
Qualche metro dopo, mi fermai al semaforo. Iniziai a tamburellare con
le dita sul volante per ammazzare il tempo. Cavolo, come odiavo
aspettare.
Ad un tratto però, davanti ai miei occhi passò
un'incantevole macchina. Una Mercedes Classe R, nera, tirata
meravigliosamente a lucido. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Mio
fratello Emmet, patito delle auto, ne aveva un poster nella sua camera.
Risi tra me e me.
"Cavolo, appena saprà che ne ho vista una dal vivo, si
mangerà i gomiti per l'invidia!" sussurrai ingranando la
marcia
e partendo. Soltanto qualche metro più avanti un pensiero si
fece strada nella mia testolina malata. Così frenai di
botto,
senza, per fortuna, causare alcun incidente.
"Cosa diamine ci fa una macchina del genere a... Forks?" mi chiesi
sgranando gli occhi. Non eravamo soliti vedere quelle meraviglie tra le
nostre strade. Il massimo a cui eravamo abituati erano le utilitarie o
i fuoristrada come quello di Emmet, ma niente di più. Eh,
no,
lì bisognava assolutamente indagare.
Così, spinta dalla mia solita vena della
curiosità, che
pulsava malefica, decisi di fare inversione di marcia, nonostante la
segnaletica stradale e il fatto che fossi la figlia del capo della
polizia, mi suggerissero di non farlo. Ma al diavolo. Lì era
questione di vita o di morte. Ed io non potevo di certo farmi scappare
un'occasione come quella. Ripercorsi, perciò, la strada che
avevo appena fatto al contrario ed imboccai la traversa che poco prima
stava percorrendo quella macchina. Non ci volle molto per ritrovarla.
"Cavolo... è proprio lei!" sussurrai entusiasta. Davvero
bellissima. Probabilmente l'avrei rivista semplicemente su un catalogo
di macchine o in una concessionaria. Procedeva tranquilla.
Probabilmente, pensai, erano turisti. Anzi no, erano sicuramente
turisti, anche perché un'auto del genere a Forks non sarebbe
passata di certo inosservata. Decisi che era arrivato il momento di far
morire d'invidia mio fratello, così, senza spostare gli
occhi
dalla strada, iniziai a cercare il cellulare nel portaoggetti. Trovato,
composi il numero e rimasi in attesa.
La macchina intanto procedeva verso lo svincolo per l'autostrada.
"Ma come... che senso ha uscire lì, dopo essere entrati a
Forks... Se non avevano intenzione di fermarsi, allora
perché
entrare nel paese ed allungare la strada?" mi chiesi. Forse erano
turisti parecchio inesperti della zona. O semplicemente ricconi con la
voglia di sprecare un pò di benzina e complicarsi la vita.
"Pronto Alice?" mi rispose mio fratello
"Emm... non crederai mai che schianto di macchina ho davanti ai miei
occhi in questo momento!" esclamai divertita
"Alice... é tornato!" esclamò soltanto. E non mi
servì altro. Sbiancai di colpo, e senza neanche
rispondergli,
lanciai il cellulare sul sedile accanto al mio, ed accelerai. Solo che
la mia corsa era in parte ostacolata dall'andatura equilibrata della
Mercedes che avevo davanti a me.
Maledizione... turisti,
ricchi, inesperti e pure rompipalle....
Decisi di fare una mossa azzardata. Dovevo superare la macchina e raggiungere la piazzola di
sosta che si trovava a qualche chilometro da lì
,
anche se la segnaletica non lo permetteva e la strada era abbastanza
stretta. Ma quella era davvero un'emergenza, e non potevo di certo
passare minuti preziosi a farmi scrupoli. Ci sarebbe stato tempo dopo
per farsi venire i rimorsi alla coscienza. Così, iniziai la
manovra di sorpasso. Non l'avevo mai fatta in quelle circostanze ed
avevo il cuore a tremila.
Come se non bastasse
già l'agitazione che è riuscito a mettermi Emmet
addosso...
La Mercedes, intuita le mie intenzioni, rallentò appena per
permettermi il sorpasso. Li ringraziai mentalmente per questo. Pochi
istanti dopo ci ritrovammo con le fiancate allo stesso livello, e
così mi girai a guardare curiosa. Almeno mi sarei tolta
quello
sfizio. I finestrini erano oscurati, dannazione, fatta eccezione per
quello della fila centrale che era stato completamente tirato
giù. Fu un attimo, incrociai un paio di occhi azzurri,
incantevoli, curiosi, dopodiché passai avanti tirando un
sospiro
di sollievo. Guardai nello specchietto la macchina che lentamente si
faceva sempre più piccina.
Però...
niente male davvero.
Trovata la piazzola, feci inversione e ripercorsi a ritroso la strada
ad una velocità superiore di quella dell'andata. Della
macchina
nera, neanche l'ombra.
Rientrai in città, moderando appena la velocità,
giusto
per non dare il cattivo esempio, e raggiunsi casa. Parcheggiai nel
vialetto, nascosi le buste dei miei acquisti sotto il sedile e con il
cuore a mille, scesi dall'auto. Sapevo cosa mi attendeva dietro quella
porta, e non era niente di positivo.
Non appena fui dentro annusai subito l'aria. Bene, niente di
preoccupante, o almeno così credevo. Mi diressi a passo
deciso
verso la scale, ma ad un tratto qualcosa mi attanagliò il
braccio
"Ahia!" gridai spaventata
"Dove cazzo sei stata?" mi domandò una voce severa. Merda,
merda, merda... ero nella merda fino al collo!
"Lasciami mi fai male..." mi lamentai io
"Non hai risposto!"
"Sono andata a fare un giro.. cosa c'è, è vietato
anche
quello adesso?" domandai con tono di sfida. Bene, niente di
più
sbagliato. Me ne pentii qualche secondo più tardi,
ritrovandomi
con la guancia dolorante per colpa del suo schiaffo. L'ennesimo...
"Lo sai benissimo che devi rendermi conto di tutto ciò che
fai... intesi?" mi domandò furioso
"O-ok..." sussurrai terrorizzata. Rieccola la paura. Rieccolo il
terrore allo stato puro di cui parlavo
"Non ho sentito!" urlò
"Ok!" gridai in risposta. Ma dov'erano... dov'erano finiti i miei
angeli custodi? Perché non scendevano in mio soccorso?
"Che succede?" eccola.. eccola la voce che volevo tanto sentire. Alzai
gli occhi verso mio fratello che ci guardava in cima alle scale. Era
furioso. Ma mai quanto lui
"Non sono affari tuoi, tornatene nella tua camera!" gli
sbraitò
contro mio padre. Emmet mi fece segno di raggiungerlo ed io non me lo
feci ripetere due volte, ritrovandomi qualche gradino più
su, al
riparo dietro le sue possenti spalle. Senza dire altro ci rifugiammo in
camera di Bella, dove lei ci attendeva agitata
"Oh, Alice, tesoro... che cosa ti ha fatto?" corse ad abbracciarmi. Io
ricambiai la sua stretta, sospirando appena.
Osservò per
bene il mio viso e mi accarezzò la guancia, probabilmente
arrossata. Dopodiché mi sorrise triste. Dovevo fare
assolutamente qualcosa per spezzare quell'atmosfera, altrimenti...
"Emmet... non crederai mai cosa ho visto!" esclamai allegra. Lui mi
guardò enigmatico dopodiché mi sorrise curioso
"Cosa?"
"Tieniti forte.. La Mercedes Classe R... come quella del poster che hai
in camera!" risposi
"Non dire stronzate, Ali... quelle sono macchine da aristocratici..
cosa ci fa un'auto del genere qui, a Forks?" mi chiese scettico.
Immaginavo che
non ci avrebbe mai creduto
"Ti giuro che l'ho vista.. non so a chi appartenesse,
però.."
ricordai quegli occhi azzurri, quel colore così intenso,
così maledettamente irresistibile
"Saranno stati di passaggio... turisti immagino!" constatò
Bella, ormai tranquilla
"Già..." dissi io con una scrollata di spalle
"Dannazione... tutte le fortune capitano a te... volevo vederla anche
io!" sbuffò Emmet accasciandosi sul letto
"Coraggio, fratellone... ho il vago sospetto che la rivedrai molto
presto!" lo tranquillizzai io sedendomi accanto a lui
"E come fai a saperlo? Sei una veggente per caso?"
"Beh, diciamo che... me lo sento!" esclamai facendogli l'occhiolino. E
scoppiammo a ridere, tutti e tre insieme!
Salve
a tutti... cm promesso ecco l'aggiornamento. All'orizzonte
c'è qualcosa di nuovo, si sente odore di
novità... ^^ eh eh... Bene, ringrazio chi mette la storia
tra i preferiti e tra i seguiti... grazie mille davvero... Ma un grazie
particolare va a chi recensisce... grazie davvero, siete troppo buoni
(e pensare che qst storia nn mi convinceva neanche, però,
grazie ai vostri bei commenti, mi sto ricredendo!^^) Spero continuerete
a seguirmi in tanti, riempitemi di recensioni, ve ne prego... un bacio
a tutti!
Risposte
alle recensioni:
cinzia818:
Salve, e grazie x aver recensito :)... calma x favore, altrimenti mi
sentirò in colpa x averti fatto morire di
curiosità... nn vorrei che mi venissero a prelevare a casa x
tentato omicidio eh eh eh, spero di aver alleviato almeno in parte la
tua curiosità... mi fa piacere vederti così
presa, davvero ^^... bene, ti ringrazio tantissimo per i complimenti,
spero di nn deluderti, un bacio e grazie ancora. p.s. Spero ke qst cap
ti sia piaciuto, fammi sapere ;)
lisa76:
Ciao e grazie mille x aver recensito... allora, me
felicissima che la storia ti abbia già dai primi capitoli
incuriosito. Ti posso assicurare che ci sarà molto da
scoprire, di ognuno di loro, fidati ^^... x le tue richieste, beh...
quella di Edward, dovrai aspettare il capitolo di Jasper,
già da lì si intuisce qualcosa... (tu dirai, cosa
c'entra jasper cn Edward.. eh eh fidati di me^^), per Rosalie,
sarà difficile da far saltare fuori subto, ma con il
tempo... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere un
bacio!
mcgi86:
Salve, grazie mille prima di tutto x aver recensito... sn contenta che
la storia ti sia piaciuta, spero che anche qst capitolo (che cm hai
visto ho postato prestissimo ^^) ti sia piaciuto... fammi sapere, mi
raccomando. Un bacio!
martya_c:
Ciao e grazie mille per aver recensito, essere riuscita a fartelo fare
per me è un onore, davvero... ah ah grazie quindi il
doppio... ^^ mi fa piacere che l'idea ti sia piaciuta e spero che
leggendo gli altri capitoli possa appassionarti sempre di
più... ti ringrazio infinitamente x i tuoi meravigliosi
complimenti, nn sai che gioia che mi hai dato. Bene, spero che qst
capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacio! ^^
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Capitolo 4 *** Questione di orgoglio, e di capre! ***
g
Aria
pura, di aperta campagna. Il cinguettio degli uccellini. L'odore di
muschio. Cielo limpido, illuminato da un timido sole di fine stagione.
Non c'è posto migliore al mondo... sì, come no,
per gli
altri forse!
"Ma che razza di posto dimenticato da Dio è questo?"
esclamai
scioccato. Avevamo appena parcheggiato davanti la nostra nuova casa,
probabilmente l'unica cosa decente nel raggio di chilometri, e mentre i
miei genitori erano intenti a visitare l'interno dell'edificio, ne
avevo approfittato per farmi un giro attorno alla villa, giusto per
sgranchirmi un pò le gambe. Niente di più
sbagliato!
"Coraggio, Jazz... non è così male!"
esclamò
Edward alle mie spalle. Mi girai a guardarlo male, come al mio solito
"Non è così male?" sbraitai "Ma ti rendi conto in
che
posto assurdo siamo finiti? Sembra quel cartone animato... come si
chiama.. ah sì, Heidi... mancano solo le capre ed i montoni
che
ci salutano e siamo al completo!"
Lui scoppiò a ridere, seguito da Rosalie. Erano contenti?
Buon per loro... perché io non lo ero affatto!
"Jasper.. non dare giudizi affrettati... magari con il passare del
tempo scopri che abitare qui è molto meglio che stare a New
York!" affermò mia sorella. Bontà divina...
perdonala,
non sa quello che dice!
"Stai scherzando, vero?" le chiesi sarcastico. Ma lei mi sorrise ed
entrò nella villetta. Emisi una sorta di ringhio frustrato.
Dannazione... dannazione a me e a quando quel maledetto giorno mi sono
fatto convincere a...
"Tu non entri?" mi chiese mio fratello davanti all'ingresso. Sbuffai.
Tanto valeva entrare e vedere il capolavoro che aveva fatto costruire
nostra madre.
"D'accordo... l'interno non potrà di certo essere peggio di
questo!" esclamai afflitto, dopodiché insieme varcammo la
soglia
di casa.
"Accidenti!" si lasciò sfuggire Edward. Beh... forse non
tutto
il male vien per nuocere... se fossi rimasto chiuso in quella casa per
tipo... sempre... forse sarei sopravvissuto a tutto quel verde
fastidioso. Eh sì... il mio piano non era niente male. Se
avessi potuto, mi sarei congratulato con il mio cervello per
quell'incantevole pensata!
"Caro fratellone, credo proprio che qui non troverai nessuna capra a
farti compagnia!" esclamò ironico Edward posando la mano
sulla
mia spalla. Mi girai a guardarlo per potergli lanciare un'occhiata
omicida, ma venni interrotto dall'arrivo di nostro padre
"Allora, ragazzi... cosa ne pensate?" ci chiese entusiasta. Si
sapeva... tutte le creature di sua moglie valevano l'oro per lui.
"Non male!" biascicai
"Solo?" mi chiese lui alquanto deluso. Ma cosa si aspettava? Che mi
mettessi a fare i salti di gioia e che lo ringraziassi per avermi
confinato in quel maledetto cartone animato in 3D? Beh se davvero lo
pensava, peggio per lui... avrà una grandissima delusione...
"Ma no, papà... la adora! Lasciagli soltanto il tempo per
metabolizzare la cosa!" fece Edward sorridendo. Ma cosa si era messo in
testa quella sottospecie di carota ambulante? Voleva morire giovane per
caso?
"Io e te facciamo i conti dopo!" gli sussurrai minaccioso superandolo
"Ehi, voi due... ancora lì state? Coraggio venite a vedere
il
secondo piano!" ci invitò mia sorella raggiante. Rimasi un
attimo a fissarla. Quando sorrideva in quel modo era uno splendore.
Molto più bella di qualsiasi altra ragazza sulla faccia
della
terra.
Mi feci coraggio, per la seconda volta in pochi minuti e, seguito a
ruota da Edward, salii le scale che portavano al secondo piano. Inutile
dire che la meraviglia che ci aveva accolto al pian terreno continuava
anche lì. Dovevo ammettere che mia madre aveva superato
davvero
se stessa in quell'impresa. Non era per niente malvagia come cella
delle mie prossime torture. Almeno... sarei morto felice!
"La camera in fondo al corridoio è mia!"
sentenziò Edward superandomi. Come prego?
"Credo ci sia stata un'interferenza di segnale..." esclamai
afferrandolo per la maglia e bloccandolo "Puoi ripetere?"
"Mollami!" sibilò secco. Oh, carotino aveva perso tutta la
voglia di scherzare... ma che peccato!
"Fino a che rimango quello più grande tra i due, ho il
privilegio di scelta! Ergo.. la camera in fondo al corridoio
è
mia!" esclamai soddisfatto. E che diamine!
"D'accordo..." concordò con un'alzata di spalle. Come, come?
Me
l'aveva data vinta senza lottare? Che fine aveva fatto l'Edward
temerario che conoscevo? Era forse rimasto a New York? Oppure quel poco
di cervello che aveva, si era putrefatto durante le interminabili ore
di macchina che ci erano volute per attraversare tutto lo stato di
Washington?
C'era per forza qualcosa sotto. Bisognava controllare...
Gli lanciai un'occhiata di sbieco e mi diressi verso la camera in
questione. Beh, a prima vista non aveva niente di diverso. C'era il
solito letto da una piazza e mezzo, il solito maxi armadio, la solita
panca, il solito comodino, il solito balcone, il solito tappeto, la
solita... eh, no un momento!
"Edward!" sibilai furioso. A grandi passi attraversai il corridoio per
raggiungere la sua camera, la prima dopo la rampa di scale. Ecco, come
immaginavo, mi aveva fregato
"É di tuo gradimento la camera, fratellone?" mi chiese
aprendo
un paio di cassetti per controllare che fossero abbastanza capienti
"L'hai fatto apposta... ammettilo!" lo minacciai io avvicinandomi
"Non credo di seguirti..." rispose senza neanche guardarmi
"La mia stanza... non ha il bagno!" affermai furioso.
"Davvero? Beh, che dire, allora... grazie per questa cortese
concessione!" esclamò sorridendo indicando la camera che
doveva
essere mia, se fossi rimasto zitto poco prima. Maledetto... se
lo
avessi ucciso qualcuno se ne sarebbe accorto? Mmm... probabilmente i
miei avrebbero fatto un pò di storie... Dannazione!
"Decidi tu come vuoi morire!" sibilai. Lui sorrise divertito.
"Sai cosa dobbiamo chiedere, Jazz... se qui le pecore hanno fatto
l'antirabbica... sai un morso da una di quelle belve feroci potrebbe
esserti letale!" scherzò.
"Tempo scaduto... vorrà dire che ti ammazzerò con
la
prima cosa appuntita che trovo!" e mi lanciai verso di lui, che con un
abile salto, scavalcò il letto e disse
"Sei un pò arrugginito, vedo... cosa c'è, l'aria
fresca ti ha mandato in ebollizione il cervello?"
"Se ti prendo..." ma niente, come prima scappò in un batter
d'occhio. Ma io di certo non mi sarei arreso tanto facilmente
"La volete smettere voi due? Se mamma e papà vi vedono vi
fanno
il culo!" esclamò Rosalie facendo il suo ingresso in camera
"Spostati Rose... non vorrei che ti macchiassi i vestiti con il suo
sangue!" la avvertii ripartendo all'attacco. Lei sbuffò,
dopodiché mi raggiunse e le bastò un'occhiata di
sbieco
per farmi calmare
"Qual'è il problema, questa volta?" domandò
"Quella sottospecie di ortaggio troppo cresciuto mi ha rifilato l'unica
camera senza bagno!" mi lamentai io. Ok, magari detta così
poteva sembrare una cretinata, ed in fondo... lo era... però
dannazione, lì c'era in ballo il mio orgoglio da fratello
maggiore, e che cavolo!
"Sei tu che hai preteso di scegliere per primo e l'hai fatto... non
è colpa mia se a questo giro ti è andata male!"
si
giustificò lui con un sorriso. Mamma quanta voglia avevo di
scartavetrarglielo con la forza dalla faccia!
"Cioè fatemi capire... state litigando per... il bagno?" ci
chiese stupita. Ebbene sotto questo punto di vista la cosa sfiorava il
ridicolo. Fantastico!
"Ehm... no... cioè... sì... o ma che importa,
tanto ormai
l'ha fatta franca lui e addio speranza di vendetta!" esclamai afflitto.
Rosalie scosse la testa rassegnata
"Non so davvero cosa fare con voi due.... mi chiedo quando deciderete
di fare i fratelli per una volta!" dopodiché uscì
dalla
stanza.
Io sbuffai di nuovo. E pensare che quello era soltanto l'inizio.
"Maledizione!" sussurrai accasciandomi sul letto, ormai diventato di
proprietà di Edward
"Non dirmi che ancora sei arrabbiato per la camera... dai, se insisti
tanto te la cedo!" esclamò sarcastico
"No, non è questo... è tutta questa situazione...
mi sta
già stretta!" spiegai. Lo sentii sospirare,
dopodiché si
sedette accanto a me
"É inutile che ti ricordi il motivo per il quale siamo
venuti qui..." disse sotto voce
"Già... è inutile.. lo ricordo perfettamente, mio
malgrado!" affermai con un sospiro. E certo, come fare a dimenticare?
Quelle maledette immagini erano ancora perfettamente vive nella mia
mente. Sarebbe stato praticamente impossibile mandarle via.
"E allora vedila sotto questo punto di vista... credo che un sorriso di
nostra sorella valga molto di più di qualche albero o di
qualche
uccellino cinguettante!" disse con un sorriso comprensivo. Diamine se
aveva ragione!
"Dimentichi le capre!" esclamai io per spezzare un pò la
tensione. Lui scoppiò a ridere, io dietro di lui. Alla fin
fine
gli volevo bene, anche se, la maggior parte delle volte avrei preferito
presenziare alla sua esecuzione piuttosto che ammetterlo.
"Edward... credi davvero che la distanza possa aiutarla a farle
dimenticare?" chiesi a testa bassa, dopo che le risate si erano
attenuate. Si prese qualche secondo per rispondere
"Io credo di sì... ma dovremmo starle vicino sempre,
altrimenti
potrebbe sentirsi sola..." affermò ed io non potei essere
più d'accordo.
"E poi chi lo sa... magari questa piccola Forks ci riserverà
qualche piacevole sorpresa!" aggiunse con un sorriso malizioso. Io
ricambiai
"E poi dite che quello che ha la fissa per le donne sarei io!"
esclamai. Scoppiò di nuovo a ridere. Stava per ribattere,
quando
sentimmo un rumore provenire dalle nostre spalle. Ci girammo in
simbiosi ed incontrammo il suo splendido sorriso. Quello a cui ormai
non eravamo più abituati. Quello che ci era stato
ingiustamente
rubato con la violenza.
Era fuori al balcone e dietro i vetri chiusi ci faceva segno di
raggiungerla.
"Abbiamo i balconi comunicanti!" esclamò raggiante una volta
che fummo fuori con lei.
"Ah, però... che vista..." commentò estasiato
Edward
appoggiato alla ringhiera. Mi fermai a guardare il paesaggio. La catena
dei monti Olimpici faceva bella mostra di sé davanti ai
nostri
occhi, e si stagliava nel cielo sereno, prepotente e maestosa. Per
completare l'opera un folto bosco, silenzioso, nei meandri del quale
doveva trovarsi la sorgente di qualche piccolo fiume, del quale si
sentiva semplicemente il leggero scrosciare. Però, niente
male
davvero! Forse, e dico forse, i miei fratelli avevano ragione, potevo
quasi farci l'abitudine... capre a parte, si intende!
Hello
everybody, tutto bene? Mmm, io devo ancora riprendermi dalla scottatura
che ho preso ieri in piscina, porca paletta... ^^ Bene, come promesso
ecco il primo maschietto parlare, e devo dire che scrivere di Jasper mi
ha divertito molto. Lui è stato sicuramente quello che ho
reinventato di più caratterialmente. Infatti, come si
è visto, o vedrete (per chi nn ha ancora letto il capitolo
ma ha iniziato a leggere dalla nota!) il suo carattere qui
è.. leggermente diverso... spero sia cmq ben accetto da voi,
e se nn vi è piaciuto, vedrò di rimediare, anche
se... nn penso sia tanto malvagio, voi che dite?^^... Bene, ringrazio
tutte le anime d'oro che mettono la mia fic tra preferiti e seguiti,
siete davvero fantastici, ma ovviamente un ringraziamento extra va a
chi lascia la propria recensione. Grazia, grazie, grazie... bene,
fatemi sapere come avete trovato il nostro Jazz... attendo impaziente
di essere sommersa dalle vostre recensioni (me lo fate qst regalo???^^)
un mega bacio a tutti!
Risposte
alle recensioni:
cinzia818:
Ma salveee... eh eh sono contenta di nn averti delusa, meno male (si
asciuga la fronte dal sudore x l'ansia) ah ah e ovviamente ti ringrazio
x i complimenti magnifici che mi fai (me arrosisce lusingata^^)... eh,
beh, per Rosalie dovrai asp un pò, anche se... qualcosa si
intuisce dal suo prossimo cap POV... quindi aspetta cara, e ti assicuro
che sarai ricompensata XD. Per qnt riguarda alice e company, beh...
ammetto che la loro è una situazione alquanto
improponibile... vivere con un genitore del genere (povero Charlie,
l'ho fatto diventare violento XD) però ti assicuro che
c'è una spiegazione dietro, e nn mancherà di
specificarla... eccoti accontentata, un cap tutto di Jasper,
così si inizia a capire che tipo è, e x Edward,
nn è il prossimo, ma quello dopo ancora ^^... quindi
pazienta, tesoro, pazienta... ^^ bene, ribadisco grazie x i
complimenti, e soprattutto ci tengo a specificare che anche nn
conoscendosi è bello poter scambiare qst opinioni...
è il modo migliore x conoscersi un pò, e
perchè no, magari anche diventare amike, che dici?^^ ben,
fammi sapere come hai trovato il capitolo, un mega bacio!
lisa76:
Salve, cara... mi fa piacere che la piccola nanetta perfida sia stata
di tuo gradimento... me soddisfatta ^^ eccoti accontentata cn il
capitolo di Jazz, sperando che ti abbia incuriosito il suo... ehm...
particolare modo di essere... eh eh... speriamo che il cambiamento nn
sia stato troppo traumatico... bene, spero che il capitolo ti sia
piaciuto, fammi sapere mi raccomando! Un mega bacio
martya_c:
Salve cara... ti ringrazio di vero cuore x i complimenti, e sono molto
contenta che Alice ti sia piaciuta... beh, in fondo, anche senza poteri
rimane speciale... o no? Spero che lo sia stato anche Jasper, fammi
sapere mi raccomando... un bacio e grazie ancora
Norine:
Ciao, che bello trovare una nuova lettrice, mi fa piacere... bene,
grazie mille x la tua recensione, mi ha fatto molto piacere... allora,
in effetti il padre di Alice e co, nn è un padre modello, e
di certo è difficile viverci insieme... però
chissà, magari ci sarà qualcosa, in futuro che le
cambierà la vita, e perfino il padre passerà in
secondo piano (kissà, magari quegli okki sn un piccolo
suggerimento!^^)... bene spero di averti messo la giusta
curiosità addosso. Dimmi cm hai trovato qst cap, un bacio a
presto! ^^
|
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Capitolo 5 *** Piacevoli scoperte ***
g
Non
c'era riempitivo migliore
per le mie tristi giornate che l'officina di Jacob giù a LA
Push. Riuscire a distrarsi per quelle due ore quotidiane, per me era
una manna dal cielo. In più al caro Black faceva piacere, e
anche comodo, e di certo questo non guastava!
Parcheggiai davanti al suo garage e scesi dalla Jeep.
"Ehi, Jake, già a lavoro?" esordii facendomi strada tra le
varie
carrozzerie arrugginite abbandonate ai lati della stanza. Lui, piegato
nel cofano di una Golf, ridacchiò
"Mi stavo giusto chiedendo quanto ancora comoda te la saresti presa
oggi!"
"Diciamo che la mia vita non gira solo attorno a te!" scherzai io. Lui
alzò la testa e venne incontro per salutarmi
"Dici sempre così... però alla fine sempre da
queste parti bazzichi!" esclamò divertito
"Si vede che il tuo fascino indiano ha effetto anche su di me!"
esclamai con un sorriso. Lui si concesse un'altra risata,
dopodiché entrò nell'abitacolo e provò
a mettere
in moto la Golf. Ma niente, era come morta.
"Che cos'ha questa piccolina?" chiesi avvicinandomi al cofano ancora
aperto
"Arresto cardiaco, temo..." annunciò raggiungendomi. Era
davvero
un gran peccato. Macchine di quel genere non ne facevano più
da
tempo...
"Non si può fare proprio niente?" chiesi mentre lui
controllava qualcosa sotto il radiatore. Sospirò.
"A malincuore... credo proprio che ormai l'unica strada percorribile
per questo gioiellino sia quella che porta alla rottamazione!"
"Ma come... il grande Jake si arrende così presto?" lo
stuzzicai io
"Fidati, Emm... per come era combinata, già è
tanto se
non mi è rimasto qualche pezzo in mano quando ho tentato di
ripararla!" esclamò chiudendo il cofano. E con un'alzata di
spalle si diresse verso la pompa dell'acqua corrente.
Conoscevo Jacob, o Jake come si faceva sempre chiamare da tutti, da una
vita. Abitava lì a LA Push, la riserva indiana di Forks, con
suo
padre, il vecchio Billy, ed una delle sue sorelle. Sua madre, Sarah
Black, era morta parecchi anni prima, quando era ancora un
bambino, lasciando al povero Billy tre figli piccoli da mantenere. Ma,
da come erano venuti su, potevo constatare con piacere che il vecchio
Black aveva fatto un ottimo lavoro.
Da che conoscevo Jake, lo ricordavo sempre così...
spensierato,
allegro, disponibile e soprattutto un gran lavoratore. Aveva sedici
anni, tre in meno di me, ma dato il suo aspetto, tra i due sembrava il
maggiore. Alto, muscoloso, pelle leggermente scura, capelli neri ed
occhi vispi ed allegri. Era molto sviluppato per la sua età.
Era
anche quasi riuscito a raggiungermi in altezza, anche se... il mio
metro e novanta continuava a primeggiare.
"Come sta il tuo vecchio?" mi chiese poco dopo.
Ahia, argomento
scottante! Presto orso, inventati qualcosa!
"Mmm... solito... sempre in giro per lavoro... ma sai
com'è...
il prezzo da pagare per poter essere chiamato capo!" ammisi con un
sorriso forzato. Mi scrutò per bene. Evidentemente non
dovevo
averlo particolarmente convinto
Merda!
"Ieri mio padre ha provato a chiamarlo... ma non ha
risposto!" esclamò
"Ah sì? Strano.. ha passato tutto il pomeriggio a casa!"
biascicai. Già,
purtroppo...
"Sì... forse l'avrà semplicemente
cercato in un momento sbagliato!" concluse con un'altra alzata di
spalle.
Vedi Jake... con uno
come mio padre, ogni momento è quello sbagliato!
"Billy, invece?" meglio cambiare argomento. Ero un abile maestro in
questo genere di casi
"Bene, anche se..." e si bloccò
"Cosa?" lo esortai a continuare
"Beh ecco... hai presente Harry Clearwater?"
"E come no? Il padre di Seth e Leah!" esclamai
"Ecco... ultimamente non sta tanto bene, e sua moglie Sue è
preoccupata... molto preoccupata!" spiegò abbattuto. Jacob
era
molto affezionato a quella famiglia, sia
perché anche loro
erano indiani della riserva ma anche per via della profonda amicizia
che lo legava ai figli di Harry
"Che cos'ha che non va?" chiesi curioso. Cavolo, Harry Clearwater era
sempre stato un tipo vivace, sempre in giro per LA Push. Se sua moglie
era così abbattuta, la questione doveva essere parecchio
seria
"Gli anni che avanzano, temo!" ammise con un sospiro.
"Vedrai che non sarà nulla di grave... un pò di
riposo e
tornerà più carico di prima!" esclamai con un
sorriso,
cercando di tirarlo su con il morale
"Già... speriamo!" fece accennando un mezzo sorriso.
Maledizione. Jake triste era un pò come una giornata di
Agosto
senza sole. Inutile e soprattutto deprimente.
"Bella ed Alice?" chiese poco dopo, questa volta con un vero sorriso a
solcargli il bel viso abbronzato. Tirai un impercettibile sospiro di
sollievo
"Alla grande... anzi... ti salutano... sarebbero volute venire
volentieri, ma... avevano da fare!" scusa gentile per nascondere che
papà non glielo aveva permesso!
"Sempre impegnate quelle due.. d'accordo, allora salutale tu da parte
mia... e di loro che, quando vorranno, io sarò ad
aspettarle!"
"Sarà fatto!" risposi con un sorriso.
Ero già da tempo a conoscenza del fatto che Jake avesse un
debole per Bella. Probabilmente nutriva questa simpatia fin da quando
giocavano spensieratamente assieme. Poi, però, crescendo
sapevo
che quella vecchia simpatia si era trasformata in attrazione, che man
mano, si sa, sarebbe sfociata in qualcosa di più. Ed io, da
fratello iperprotettivo e rompiscatole, quale ero, avevo tenuto
prontamente la cosa sotto controllo. Non avevo niente contro quel
ragazzo, anzi, gli volevo bene proprio come se fosse stato un fratello,
però... Bella rimaneva sempre mia sorella ed io avevo il
compito
morale di proteggerla.
Proprio quello che
dovrebbe fare qualcun altro, se non fosse troppo preso a...
"Beh... c'è qualcosa che questo tuo amico possa strapazzare
quest'oggi?" gli domandai tentando di scacciare quei cattivi pensieri.
Lui sorrise entusiasta
"Aspetta e vedrai!" mi fece segno di seguirlo, e mi condusse al di
fuori del garage
"Me l'hanno portata pochi minuti fa... appena l'ho vista ho pensato
subito a te!" ammise mostrandomela. Sgranai gli occhi per la sorpresa
"Per la miseria..." mi lasciai scappare
"Bella, vero?" convenne allegro. Bella era a dir poco... uno splendore
d'auto! Una Volvo
S60R,
grigio metallizzato, nuova, meravigliosa!
"Di chi è questo schianto di macchina?" domandai incredulo,
facendo un giro completo, per osservarla meglio
"Un ragazzo... di cui al momento mi sfugge il nome... si è
appena trasferito con la famiglia qui a Forks. Solo che durante il
viaggio in aereo si è spezzato l'asse posteriore che
è
completamente da cambiare!" spiegò
"Aspetta un attimo... appena trasferito? Un ragazzo? Ma che stai
dicendo?" chiesi confuso. Mi stava sfuggendo qualcosa per caso?
"Ma come non lo sai? Ieri mattina è arrivata in
città una
famiglia nuova... credo vengano da New York... gente facoltosa!"
esclamò con un sorriso. Possibile che una cosa del genere mi
sia
passata inosservata? Proprio a me, che ero così attento a
quel
genere di novità?
"E come mai proprio qui a Forks?" domandai scettico. O ci nasci in un
paese del genere o niente. Nessun sano di mente verrebbe a viverci di
propria iniziativa. Soprattutto se prima aveva abitato a... New York?
Ma siamo pazzi!!!!
"Non ne ho la più pallida idea... chiedilo direttamente a
lui
quando viene a riprendersi questa piccolina..." esclamò
sorridendo ed avviandosi di nuovo verso il garage
"Ma come, mi lasci qui... da solo?" gli gridai dietro
"Volevi lavorare, no? Beh eccoti accontentato... buona fortuna!" e
accompagnato dal suono della sua risata, sparì all'interno
dell'officina. Dannato indiano!
Cavolo però... il ragazzino nuovo aveva gusto. Una macchina
del
genere era degna di lode. Soprattutto... era un'auto che valeva davvero
tanto. Sia meccanicamente che economicamente! Dovevano essere davvero
gente facoltosa, allora!
"Vuoi vedere che..." mi dissi sorridendo. Raggiunsi Jake nel garage
"Jake, senti un pò... il ragazzo.. quello della Volvo,
è venuto da solo stamattina?" gli domandai
"Mmm... no... lo ha accompagnato qualcuno, un uomo credo. É
con lui che se ne è andato dopo!" spiegò
"Ti ricordi che macchina aveva?" mi guardò enigmatico, poi
ci pensò su un istante e rispose
"Una Mercedes nera... una Classe R se non vado errato!" sgranai gli
occhi
"Sei sicuro?"
"Sì... non se ne vedono tante di quelle macchine in giro...
però era senza dubbio una Classe R!" confermò con
sicurezza
"Non ci posso credere!" sussurrai con un sorriso. Scossi la testa
notevolmente sorpreso. Mia sorella aveva ragione. Quella nanetta
malefica aveva davvero visto quel sogno di macchina... qui a Forks!
"Qual'è il problema?" mi chiese Jake qualche istante dopo
"No, è che... adesso sono proprio curioso di conoscerla
questa
nuova famiglia!" esclamai sorridendogli, e lasciandolo leggermente
confuso.
Capirai, Jake, capirai
tutto a tempo debito!
Salveeee... puntuale come sempre, contenti??? Spero di sì...
allora, noto con piacere che nessun fan di Jasper mi ha bombardato la
casa x aver fatto un ehm.... cambio radicale al suo personaggio...
diciamo che mi sono divertita ad immaginarmelo così.
D'altronde
mi sono presa una licenza poetica su parecchi di loro, anche se a sommi
capi mantengono i loro tratti originali... non lo trovate
più...
ehm... divertente? Insomma immaginarselo così sbruffone dopo
ke
lo si è sempre visto pacato ed educato... (non dico che qst
nuovo Jasper sia maleducato, però forse è
leggermente
più... spiritoso ^^), d'altronde anche Rosalie è
molto
diversa dall'originale. é meno austera ed indipendente...
cmq...
spero che Emmet in versione meccanico vi sia piaciuto,
chissà
cosa succederà quando i Cullen verranno a riprendersi la
macchina all'officina ah ah ah (io lo so.... ^^) Bene, vi ringrazio per
l'affetto che mi dimostrate in ogni capitolo e soprattutto per inserire
la storia tra le vostre preferite e/o seguite. Grazie di vero cuore. E
ovviamente, se mi lasciaste un piccolo commentino, fareste cosa
gradita... Vi adoro immensamente... al prossimo fulmineo
aggiornamento... ^^
Risposte
alle recensioni:
Norine:
Salve cara, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.. beh,
sì in effetti tra i due non scorre ottimo sangue, ma
d'altronde sono due maschi abbastanza diversi tra di loro... speriamo
solo non si facciamo male un giorno di qst ^^... hai qualche sospetto
su Rose? mmm... ti prego cara illuminami, sono curiosa di sapere che
idea tu ti sia fatta, davvero... magari ci avrai azzeccato in pieno,
chissà... cmq qualcosa si capirà meglio dal
prossimo capitolo narrato da lei, ma giusto qulcosina, niente di
più, altrimenti che autrice perfida sarei se dicessi tutto
ora? eh eh... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi
sapere, un grande bacio ^^
cinzia818:
Salve amica... ormai è assodato, io e te abbiamo abbandonato
i convenevoli e abbiamo stretto amicizia eh eh ^^che bellu! Ehm, forse
il povero Edward non vivrà una vita facile con Jasper che 24
ore su 24 lo chiama in quel modo... poveretto, un pò mi
dispiace, forse sn stata un pò troppo perfida con lui in qst
storia... o forse no... ^^ ahahah beh, in effetti Jasper è
sicuramente il personaggio sul quale mi sono sbizzarrita di
più a modificare... e devo dirtelo, mi dispiace x Jazz
l'empatico, ma qst qui mi piace molto... (senza nulla togliere alla
Meyer, il mio idolo terreno ^^)... x Rosalie sn davvero curiosa di
sapere la tua versione, se poi coinciderà oppure no lo
scoprirai, però, sarei davvero curiosa di sapere cosa la tua
testolina malata (che sarà gemella della mia mi sa!)
può aver architettato, quindi ti prego... esponimi le tue
idee...^^... beh, che dire, mi sa che abbiamo trovato un'altra cosa che
ci accomuna, l'amore x liga... eh, sì, il mio nick parla
chiaro, poi quella è la song che adoro di più in
assoluto... ehhhh... dai, l'altarino mi sembra esagerato... mi
accontenta di una tua recensione a qst capitolo, magari una di quelle
meravigliose come sempre... eh eh, beh, alla prossima, amica mia, un
bacio
lisa76:
Salve cara... in effetti sospettavo che qst Jasper in versione del
tutto diversa avrebbe lasciato un pò stupiti.. beh, che
dire, diciamo che l'ho reso solo "leggermente" più spigliato
(non che quello originale non mi piaccia sia chiaro, è solo
che volevo renderlo un pò... diverso!) però, hai
azzeccato sai... probabilmente il fatto che con la sorella si comporti
in un modo diametralmente opposto rispetto agli altri, fa capire che
sotto sotto qualcosa di buono c'è, basta scavare x trovarlo.
Beh, x rispondere alla tua domanda infrangerei il mio patto di
segretezza, quindi ti dico soltanto... mmmm.... ecco basta... ^^
aspetta, magari nel prossimo capitolo con lei come narratrice ti
sarà chiaro qualcosa (ma solo qualcosa^^)... gli occhi di
Jazz? eh eh eh tutto può essere... cavolo nn poter
rispondere mi fa sentire cattiva, però... nn voglio rovinare
tutte le sorprese, quindi... pazienta, e fidati di me (so che sembra
difficile... ma provaci ^^) Bene, spero che il capitolo ti sia
piaciuto, fammi sapere. Un bacio
Shinalia:
Salve, mi fa piacere trovare la recensione di una nuova lettrice,
quindi ti ringrazio per avermi lasciato il tuo commento. Finalmente una
che si entusiasma per la nuova versione di Jazz... eh eh eh me al
settimo cielo x qst... speriamo solo che qst capitolo nn ti abbia
deluso. Spero continuerai a seguirmi, anche perchè mi
renderesti immensamente felice. Un bacio e grazie ancora ^^
martya_c:
Ciao cara, sono molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto... e
credimi nn era mia intenzione far assomigliare Jasper a tuo fratello
(eh eh eh) però, cerca di capire... esigenze di copione,
cioè... se lo facevo troppo uguale all'originale era banale,
avrei rischiato di fare una copia di tante altre storie che sono
già state pubblicate su qst sito, quindi, diciamo che ho
provato a ricrearlo un pò... mi perdoni, vero?? ^^ e se ti
faccio gli occhioni dolci e ti prometto che ti attenderanno tanti bei
capitoli? ^^ Bene, spero che qst Emmet ti sia piaciuto, fammi sapere,
un bacio grande
_Giuls_:
Ciao, che bello leggere la recensione di una nuova lettrice, mi rende
sempre immensamente felice... prima di tutto, waw, qnt magnifici
complimenti che mi hai fatto, me arrosisce davvero^^ grazie mille, sei
stata molto carina, davvero! E soprattutto sono felice che la storia ti
sia piaciuta così tanto... Sai, la tua opinione sul nuovo
Jasper mi garba particolarmente ^^, cioè, sei stata molto
comprensiva con me (nn è che anche tu vuoi linciarmi
vero??^^) e beh sì, forse hai ragione, magari il maggiore
Withlock era totalmente l'opposto di Jasper Hale Cullem
chissà... grazie davvero x la fiducia quindi ^^ beh, nn
posso negarti che prima o poi si incontreranno, perchè si
devono incontrare, come da copione, però... nn posso dirti
altro purtroppo... spero cmq continuerai a seguirmi, ci terrei tanto...
a prestissimo, un bacio! ^^
|
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Capitolo 6 *** L'aria pura di Forks... non é detto faccia bene a tutti! ***
"Ne sei proprio sicuro?"
"Ma sì, Kris, te l'ho detto... dopotutto Forks non
è
così male!" affermai convinto. Era passata ormai una
settimana
dal nostro trasferimento. Al''inizio, devo ammettere, era stata davvero
tragica per noi, soprattutto per mio fratello Jasper. Però,
a
lungo andare anche lui stava facendosi l'abitudine. O almeno
così credevo. Era anche probabile che fosse semplicemente
molto
bravo a recitare. Chi lo sa...
Quella che più di tutti sembrava rinata era Rosalie.
Sorrideva
costantemente e non la smetteva più di ribadire quanto fosse
soddisfatta della nostra decisione. Ma forse anche lei era
semplicemente una brava attrice. Anche se... dopo tutto quello che
aveva passato, un pò di tranquilla normalità,
come quella
che ci veniva offerta lì a Forks, non poteva che farle bene.
Ed
io, ogni volta che la vedevo così raggiante, non potevo che
sentirmi meglio.
"Ohi, Edward... ci sei?" la voce di Kristen al telefono mi fece
riprendere dai miei pensieri.
"Sì, sì, scusa... dicevi?"
"Niente... mi chiedevo semplicemente se ti facesse piacere venirmi a
trovare per le vacanze di Natale?" mi chiese. Dannazione, ero appena
andato via, e già voleva farmi tornare?
"Beh, perché no... magari potresti venire tu da me,
così
ti faccio vedere il paese!" esclamai. La sua risata si accese nella
cornetta
"Sei matto, per caso? Io venire in quel villaggio di pastori, non sia
mai!" fece ironica
"Forks non è un villaggio di pastori.. sono civilizzati
anche
loro, come tutti nel XXI° secolo del resto!" feci io stizzito.
Quel
suo modo di fare mi dava proprio ai nervi.
"Eh ma in fondo è la tua ragazza..." mi dissi.
Già, ahimè, era vero!
"Calmati ok? Non volevo urtare la tua sensibilità... e
pensare che fino a qualche tempo fa, la pensavi come me..."
In realtà
fino a qualche tempo fa, credevo perfino di amarti!
"Le persone cambiano, Kristen, fattene una ragione!"
bisbigliai
"Che hai detto scusa?.... Edward?... Credo di non sentirti bene.... ma,
è caduta la linea?... Pronto??"
"Scusa Kris, devo lasciarti... mia madre ha bisogno di me... ci
sentiamo presto!" tagliai corto io
"D'accordo... a presto! Ti amo!" Sì, come no...
"Ok... ciao!" e misi giù. Certo che non era il massimo
rispondere ad un ti amo in quel modo, ma... non ero bravo a dire bugie,
ed illuderla con quelle affermazioni non era proprio nel mio stile.
Magari un tempo, all'inizio della nostra storia, quando tutto era roseo
e romantico poteva starci bene, ma in quel momento, lo trovavo del
tutto falso ed inappropriato.
"Telefonatina serale?" mi chiese Jasper entrando in camera mia. Alla
fine avevo acconsentito a lasciargli quella con il bagno, prendendo a
mia volta la famigerata stanza in fondo al corridoio.
Cosa non si va per amore
dei fratelli...
"Lasciamo perdere che è meglio!" esclamai afflitto
"Problemi?" domandò fingendosi interessato. Sapevo che in
fondo era semplicemente per sembrare cortese.
"Diciamo che potrebbe andare meglio!" risposi semplicemente
"Mi permetti una domanda, carotino?" eccolo che ricominciava... Per la
centesima volta, i miei capelli non erano rossi.. ok, magari
tendenzialmente lo erano, ma c'erano evidenti sfumature castane... e
quel soprannome... no, non era per niente gradito!
"A patto che non mi chiami più in quel modo... sai che mi
infastidisce!" esclamai fulminandolo. Lui sorrise divertito. Divertito
da cosa, poi, non saprei...
"Mi chiedevo, sai, giusto per curiosità... quando ti
deciderai a mollarla!" esclamò poco dopo
"Ma chi?"
"La tua ragazza... Kristen!" specificò. Già, la
mia ragazza... Emisi un verso frustrato
"Coraggio Edward... è inutile prendersi in giro.. non te ne
importa un fico secco di quella... per di più ora siete a
migliaia di chilometri di distanza... mollala una buona volta e tanti
saluti!" disse. Era facile per lui! Probabilmente Jasper Cullen non si
faceva tanti problemi a comportarsi in quel modo, ma io... no signore,
avevo una reputazione da mantenere. E poi, se l'avessi lasciata
così, senza spiegazioni, che razza di gentiluomo sarei stato?
"Non ci penso proprio... mollarla per telefono poi... sai che grande
gesto di maturità sarebbe!" spiegai stizzito. Lui scosse la
testa
"Sei proprio una femminuccia... ti fai mettere i piedi in testa da
quella continuamente, e adesso vieni anche a parlare di
maturità... capirai... non vi vedrete mai più
probabilmente. State alle due coste opposte del paese..."
constatò. Mmm... in fondo non aveva tutti i torti... ma
no...
cosa vado a pensare? Dannato Jasper!
"Ti ho detto di no!" ribadii secco. Lui sbuffò,
più che altro sembrò un ringhio, e
continuò
"Preferisci mollarla per telefono, oppure vivere con la consapevolezza
che prima o poi la tradirai?"
"Ma chi ti dice che lo farò?" chiesi infastidito
"Fidati... io lo so come vanno queste cose. Siamo in un paese piccolo,
probabilmente perfino i muri sono a conoscenza del nostro arrivo... e
di sicuro qualche bella pollastrella non starà
più nelle
piume per la curiosità di vederti!" ed ammiccò
"Ma tu non eri quello convinto che un paese come questo fosse popolato
interamente da pecore e montoni?" chiesi sarcastico
"Dettagli, fratello!" esclamò. Fu il mio turno di scuotere
la testa.
"Fidati, trova una bella compagnia, dopodiché mi verrai a
ringraziare e a supplicare di mollare per conto tuo Kristen!" aggiunse
poco dopo
"Non penso proprio!" feci io. Lui sospirò
dopodiché uscì dalla mia camera sussurrando
"Staremo a vedere!"
Dannazione. Possibile che una semplice chiacchierata con lui mi
mettesse sempre tutta quella rabbia addosso? Ma dove si era mai visto?
Aveva la magistrale capacità di darmi sui nervi
così
facilmente...
Scesi sbuffando al piano di sotto. Erano le sette di sera, mio padre
era in ospedale per il suo turno. Già, il dottor Cullen,
chirurgo pluriacclamato, aveva trovato anche nella piccola Forks uno
sfogo lavorativo abbastanza soddisfacente, per fortuna!
"Ti vedo pensieroso, figliolo... qualcosa non va?" mi
domandò
mia madre. Non mi ero neanche accorto di essere entrato in cucina. Solo
la voce dolce di mia madre mi aveva fatto riprendere. Quando mi
mimetizzavo nella mia nube di pensieri, sapevo diventare davvero
sbadato. E perfino un pò idiota, lo ammetto.
"No, tutto bene..." affermai scrollando le spalle
"Sicuro?" insistette. Come si fa a mentire ad una mamma? C'è
per
caso in commercio un manuale che ti spiega passo per passo come
comportarsi? No, credo di no... in certo occasioni meglio improvvisare
e stare a vedere cosa succede
"Mi stavo chiedendo... secondo te è normale che io e Jasper
siamo così... ehm... diversi?" se avessi potuto sarei
scoppiato
a riderle in faccia. Ma cosa mi era venuto in mente? Va bene
improvvisare in certi casi, ma addirittura cacciare fuori una storia
così assurda... Coraggio, Edward, sai fare di meglio...
"Ti confesso che molto spesso me lo chiedo anch'io!"
constatò in
tono divertito. Ci concedemmo una breve risata dopodiché
aggiunse
"Vedi Edward sono convinta che tu e tuo fratello in fin dei conti vi
assomigliate più di quanto immagini..."
"Non sono pienamente d'accordo..." biascicai ricordando la nostra
ultima discussione
"Beh... magari avrete due modi di fare abbastanza contrastanti..."
convenne lei con un sorriso
"Abbastanza?" chiesi con tono scettico alzando un sopracciglio
"Però, su una cosa vi siete trovati fin dall'inizio
d'accordo, senza mai dissentire!" concluse
"Ah sì?" domandai stupito. Io e Jasper... d'accordo?
"Sì... quando si è trattato di proteggere
Rosalie...
è lì che si è dimostrata la vostra
vena comune!"
mm... devo dire che non ci avevo pensato
"In effetti..." constatai. Già, io e Jasper non ce l'eravamo
fatto ripetere due volte. Difendere Rosalie. Punto e basta. Il resto
sarebbe passato in secondo piano, come d'altronde era successo. Ed
effettivamente su quell'aspetto la pensavamo entrambi nello stesso
identico modo.
"E non sai quanto questa cosa mi abbia resa orgogliosa di voi!"
aggiunse poco dopo con gli occhi leggermente lucidi
"Mamma, era normale che reagissimo in quel modo... era scontato che
facessimo di tutto per poter limitare i danni. É pur sempre
nostra sorella!" ribadii io con convinzione, per l'ennesima
volta.
"Ed io non smetterò mai di ringraziarvi per questo!"
esclamò una voce alle mie spalle. Mi girai e me la trovai
davanti. Il sorriso leggermente più spento rispetto a quello
a
cui ci stava abituando durante quei giorni. Evidentemente il ricordo
faceva ancora male. Cosa più che normale d'altronde. Io
accennai
un sorriso, quelli affascinanti che le piacevano tanto. Quelli sghembi,
come li chiamava lei. E lei si fiondò tra le mie braccia. Io
la
strinsi a me, come sempre
"Per te questo ed altro, Rose..." le sussurrai all'orecchio. La sentii
tirare su con il naso. Ci avrei giurato che quelle maledette lacrime
sarebbero tornate. Ma adesso lei non aveva più niente da
temere.
Era al sicuro. Niente e nessuno avrebbe potuto più farle del
male. Nessuno...
Rimanemmo così per alcuni minuti. Lei a
piangere
silenziosa tra le mie braccia ed io a cullarla. Nostra madre, con molta
discrezione ci lasciò soli, salendo al secondo piano. Non
voleva
essere di intralcio in questi momenti. Era convinta del fatto che
soltanto io e Jasper, con l'aiuto del tempo, avremmo potuto farle
superare quel maledetto trauma che si portava dietro. Ed io, lo
ammetto, ne ero fermamente convinto.
"Ehi, voi due... cosa sono queste smancerie?" esordì Jasper
facendo il suo ingresso in cucina "E poi, cavolo, Edward, so che tieni
molto in considerazione ciò che dico, ma arrivare
addirittura a
tradire Kristen con tua sorella... mi sembra un gesto leggermente
esagerato!"
"Mai una volta che stessi zitto!" lo ripresi io. Sentii però
la
risata cristallina di Rosalie diffondersi nell'aria e l'abbraccio
sciogliersi con cautela
"Cos'è questa storia del tradimento? Mi sono persa qualcosa
per
caso?" ci chiese curiosa. Bene, le lacrime erano sparite per fortuna
"Sì, in pratica..." iniziò Jasper
"Niente... la nuova cazzata di tuo fratello... tutto qui!" tagliai
corto io, fulminandolo
"Devo preoccuparmi, Jazz?" gli chiese lei
"No, almeno... non ancora!" e sorrise malizioso. Ecco, anche quel
minimo di tranquillità che avevo recuperato grazie a Rosalie
era svanita grazie a
lui. Grandioso!
"Senti un pò... domani devo andare a recuperare la Volvo dal
meccanico.. mi accompagneresti?" gli domandai
"Cosa ci guadagno?" chiese a sua volta
"Non mi far essere volgare... C'è pur sempre una donna qui
con noi"
esclamai nella maniera più educata che conoscevo. Si
lasciò scappare una risata dopodiché mi
lasciò
senza parole
"D'accordo... Ti accompagno"
"D-davvero?" chiesi stupito
"Non me lo far ripetere un'altra volta, carotino..." esclamò
uscendo dalla cucina. Io mi girai verso Rosalie, che, come me, era
visibilmente sorpresa
"Incredibile!" affermò sorridendo "L'aria di Forks deve
avergli
fatto davvero bene... è stato più gentile del
solito!"
Già, a parte per quel maledetto carotino. Eh, no, certe
abitudini non gli sarebbero di certo passate, neanche con l'aiuto
dell'aria pura di Forks.
Ma
salve... buona domenica a tutti... pensavate di esservi liberati di me,
e invece... ah ah ah torno qui ad ifastidirvi ogni due giorni, come
promesso, aggiornando puntualmente e cn sistematicità...
spero ne siate contenti! (sì, cm no... ndTutti) allora
allora allora... ho notato che il buon vecchio orsetto - lavatore -
Emmet, ha colpito di più rispetto al precedente Jasper -
ampiamente - modificato... mmm... chissà magari lo avete
trovato più puccioso... dite la verità...^^ vi
è venuta un pò voglia di strapazzarlo di coccole?
Eh eh (giù le mani.. ndRose) (ma che vuoi, nn è
mica detto che il ragazzo anche in qst storia finisca tra le tue
braccia! ndA) (è scientificamente provato... Dio, prima li
fa e poi li accoppia ndRose) (E ma io nn sn Dio, sn semplicemente
un'autrice perfida... muahah! ndA) ... cmq, dopo qst piacevole scambio
di parole, passo ai ringraziamenti... waw, seguiti e preferiti vanno di
pari passo, ah ah che bello... e le recensioni sn ogni volta
più belle, nn so davvero cm ringraziarvi... siete degli
angeli, davvero.. bene, ci vediamo al prossimo capitolo,
martedì, spero riusciate a portare pazienza...
chissà, magari se vedo che recensite in tanti, riesco a
metterne un altro qst sera... boh, vedremo XD... ciaooooo
Risposte
alle recensioni:
Shinalia:
Salve cara, sono contenta che l'orsetto iper - mega - extra -
protettivo - Emmet ti sia piaciuto... Emmy the Pooh... ahah... spero
che anche Edward sia stato di tuo gradimento (poveretto, costretto a
sopportare quella piattola di Jazz... cm mi dispiace, cucciolo...),
bene, fammi sapere, mi raccomando... un mega bacio ^^
lisa76:
Ciao cara... certo, la storia sarà abbastanza lunga, quindi
per i primi capitoli è logico che siano un pò
morti e nn capiti chissà che... magari, non appena le due
famiglie si incontreranno, chissà... staremo a vedere cosa
combineranno... ( io se fossi in te terrei d'occhio Jasper..
è leggermente schizzato, a volte...^^) x il primo incontro
nn proprio a scuola... te ne renderai conto nel prossimo capitolo
(attenzione... spoiler in corso...!) (macché, taci vocina
fastidiosa... lei ha detto che avrebbe portato pazienza, ed io l'ho
voluta premiare cn qst piccolissima anticipazione!) Bene, spero che
almeno Edward nn ti abbia deluso (mi disp che Emmy nn ti sia
piaciuto... singh!) e fammi sapere mi raccomando... un bacio ^^
Norine:
Salve cara, sono contenta che l'orsetto della storia ti sia piaciuto
così tanto. In effetti anche nel personaggio orsesco
descritto dalla Meyer, c'era sempre stato qualcosa in lui che mi
affascinava particolarmente, e divertirmi a trasformare qst suo modo di
fare in iperprotezione è stato molto costruttivo ^^..
allora, cara, cerco di rispondere cm posso alle tue domande... certo,
qualcosa di mooolto brutto alla povera Rose è successo (e nn
dico che nn c'entri con quello della storia originale) ma siccome io sn
dell'idea che x rendere qualcosa in più dovevo metterci del
mio, beh... ci ho messo del mio!^^ cosa ho messo nn posso dirtelo,
posso solo assicurarti che una cosa cm quella che le è
successo a lei nn la si augura mai a nessuno (già la
violenza descritta nella storia vera è orribile di x se,
figuriamoci il resto)... il papà di Bella & co...
ehm... diciamo che una cosa vera l'hai detta tra le due opzioni, ma...
nn posso dirti quale, anche se è leggermente intuibile...
(delle volte sn scontata, lo so XD)... bene, spero di nn averti confuso
le idee... a presto, fammi sapere cm hai trovato Edward... un bacione ^^
martya_c:
Salve, cara... noto con mio grande piacere che l'Emmet che ho
leggermente maturizzato (che?) qui dentro è stato apprezzato
da te... beh, in effetti i suoi tratti salienti sn rimasti (l'essere
orso, invadente, giocherellone, pazzoide) però... tieni
conto che, considerando il padre che si ritrova, è un
ragazzo molto maturo x la sua età, visto che si è
trvato a crescere due sorelle... quindi, la maturità era
necessaria... beh, spero di aver aumentato la tua curiosità,
che di certo fa sl bene in qst casi... sn contenta che il capitolo di
Emmet ti sia piaciuto di più (nn ti garba proprio il nuovo
Jazz, eh?^^) spero che anche Edward ti sia piaciuto e che nn ti abbia
deluso (me aspetta il responso da Martya_c giudice... eh eh... fammi
sapere... un bacio!^^
Chanellina94:
Salve una nuova lettrice, che billu... benvenuta cara, e grazie mille x
aver recensito. Sono molto contenta che l'Emmet in versione fratello
maggiore iper - protettivo ti sia piaciuto... eh eh eh in effetti fa il
suo effetto... ^^ il problema di Rose nn lo posso dire,
però, nn si discosta molto dall'originale, anche se, ci ho
messo del mio nella questione... ti assicuro che nn sarà
affatto banale... x qnt riguarda il padre di Bella, beh, nn posso
essere precisa neanche qui, però... qualcosa di grave
c'è, e tt qst grava sui tre fratelli, purtroppo... bene,
spero contonuerai a seguirmi, fammi sapere cm'è il capitolo
di Edward, un grande bacio e grazie mille x i complimenti ^^
cinzia818:
Salve amica carissima, e socia di liga (ahaha, qst cm mi è
venuta poi??^^)... che piacere notare la tua recensione sempre presente
all'appello... io apro il mio nick, vado su recensioni e pam... trovo
il tuo bel nick lampeggiante pronto ad attendermi... eh eh... (hai
finito di vaneggiare? ndcoscienza-dell'autrice!)... mi togli una
curiosità... parlavi della foto o del personaggio? eh eh eh
sai cm'è, il mio cervello bacato nn l'ha proprio capito.
Passi che il personaggio è mooolto figo,
però...in effetti in quella foto è uscito
particolarmente bene (tra l'altro, è un gran peccato che
debbano portare le lentine a contatto.. cn quegli occhi che si
ritrova... ah, basta vaneggiare, altrimenti la mia coscienza mia
picchia!^^)... bene, posso dire che ho trovato molto interessante il
tuo pensiero in merito alla questione Rose.. beh, certo, magari la
versione della Meyer mette le basi in qst, però... diciamo
che ci ho messo la mia impronta anche in qst avvenimento, e
sì... l'unica cosa che posso confermarti è che
ovviamente Rosalie è la "causa" del loro trasferiamento (cm
si capisce anche dal dialogo mamma - figlio di qst capitolo), ma
d'altronde x quello che ha subito, era il minimo che potessero fare x
lei, fidati! Bene, spero che carotino POV ti sia piaciuto (ancora cn
qst carotinooo?? ndEdward) x qnt riguarda l'incontro ti posso
assicurare che nn dovrai aspettare poi molto... te lo assicuro ^^...
fammi sapere se ti è piaciuto il capitolo, un mega bacio ^^
MalyCullen:
Guarda... ci mancavi soltanto tu... adesso posso affermare di essere
tranquillamente a posto! ahahah, ma ciauuuuu... sai, ci speravo proprio
in una tua recensione. Prima di tt ti ringrazio x aver recensito
l'altra piccola one shot... era sl una prova, ho partecipato ad un
contest, e ho provato a cimentarmi cn un personaggio che, come te, nn
trovavo particolarmente simpatico, e l'ho reso.. diciamo più
umano, anche se di umano la Hale, aveva ben poco ^^ allora, il fatto ke
nn ami particolarmente storie solo umani o sl vampiri nn fa altro che
aumentare in me la gioia x il fatto ke sn riuscita anche in minima
parte a coinvolgerti... davvero, sapere di aver suscitato anche il
minimo interesse mi fa già felicissima... poi detto da te
che sei la mia socia di perfidie è tt un dire XD (e inoltre
sottolineo che sn pienamente d'accordo cn te... nessuno e ripeto nessuno,
può egualiare la Meyer... l'angelo della scrittura
terrena!^^) e x altro, oltre a rinnovare i miei sentiti ringraziamenti
x i tuoi complimenti, sn d'accordissimo... ogni cosa, anche la
migliore, dipende molto da cm viene scritta... metti caso che Edward
fosse stato inventato da un cretino che nn sapeva neanche coniugare i
congiuntivi... cm avremmo fatto? Ci saremmo innamorate cm della saga?
Io credo di no... La Meyer rimane la Meyer (e su qst nn ci piove! e
nemmeno ci nevica, ci grandina...^^)... cmq tu sei troppo buona cn
me... mi riempi di complimenti che poi nn so neanche se sn del tutto
meritati, eh!^^ chissà...per fortuna apprezzi il cambiamento
(leggero) che ho apportato a Jazz... molti mi hanno ehm... detto che
sarebbe stato meglio lasciarlo cm era... però mi sn detta...
se io lo lascio calmo e riservato, poi sembrerà la fotocopia
dell'originale ed io nn voglio, perché 1, voglio provare a
fare una cosa diversa e 2, anche volendo nn riuscirei mai a fare la
stessa cosa della Meyer. Spero che la tua delusione sia passata
trovando qst capitolo cn POV di Edward e spero anche che la fotina ti
sia piaciuta... devo ammetterlo, Robert è figo anche di
spalle, quindi è stato un pò difficile trovarne
una più bella delle altre, spero apprezzerai... ^^ (anche io
ho tt le fotine in una bella cartelletta eh eh eh^^)... allora,
rispondo alla tua importantissima domanda, altrimenti mi collassi al
suolo... no, in pratica la storia nn si incentrerà sl sulla
coppia Ed - Bella ma anche sulle altre due, e sui loro personali
problemi (fidati ognuno ha un proprio mondo tt da scoprire)... spero di
aver tolto il tuo dubbio e qualsasi altra cosa... basta chiedere, mi
raccomando XD... bene, socia di affari e di crimini, ti ringrazio
ancora e spero che qst capitolo ti sia piaciuto, un mega kiss a
prestissimo XD (p.s. Mirko è in lavorazione... quel dee-jay
mi sta dando parecchi problemi... poi cmq spiegherò al
momento opportuno, don't worry!)^^
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Capitolo 7 *** Augh, fratello! ***
Quanto
poteva essere insulso un paese? Si poteva addirittura arrivare a
pensare che per raggiungere l'unico meccanico della zona bisognasse
cambiare quasi città? Si poteva? Evidentemente per mio
fratello
sì...
Per sua sfortuna, l'unica macchina che durante il viaggio in aereo per
il trasloco avesse
riportato dei danni era stata la sua adorata Volvo. E così
era
stato costretto a portarla da un meccanico. L'unico disponibile, e
anche quello "più vicino", per modo di dire, era a LA Push,
una
riserva spersa nella foresta, abitata da insulsi pellerossa,
probabilmente per niente civilizzati. Già me li immaginavo,
tutti radunati attorno ad un fuoco a passarsi la pipa della saggezza,
con le loro piume e quegli orrendi pantaloni con le frange. Io avrei
preferito rimanere a piedi ed essere scarrozzato in giro a vita da mio
padre, piuttosto che mettere la mia adorata macchina nelle mani di
gente così. Ma, mio fratello non era tanto normale, e di
questo
ero pienamente consapevole. Purtroppo, non tutte le ciambelle, nella
nostra famiglia, erano uscite con il buco. Anzi, solo lui era uscito
fuori razza. I casi della vita...
Non seppi neanche per quale insulso motivo avevo acconsentito ad
accompagnarlo a riprendersi la macchina alla riserva. Forse
semplicemente perché non volevo ci andasse con Rosalie, o
con
mia madre. Quelli non erano certo cose da far fare ad una donna, ed io,
molto in profondità, ero un gentiluomo, proprio come Edward.
Solo che lui era molto più... noioso, petulante, romantico,
antico, preciso, ordinato, accondiscendente, ed altri difetti di questo
genere. Poveretto... delle volte mi faceva quasi tenerezza. Sembrava un
cavaliere errante d'altri tempi. Anche quella questione assurda con la
sua ragazza. Se io fossi stato in lui sarei stato felicissimo di
scaricarla. Soprattutto dopo che si era presentata quella meravigliosa
occasione davanti, su un piatto d'argento. Approfittare del nostro
trasferimento per liberarsi una buna volta di lei. Ma niente, lui
voleva continuare a fare il buon samaritano? Bene, peggio per lui, poi
però, se qualcuno si faceva male, perché
così
sarebbe finita, non sarebbe dovuto categoricamente venire a piangere
sulla mia spalla. Eh, no, io lo avevo avvertito. Carota avvisata, mezza
salvata, come dice il proverbio!
"Ecco, gira qui!" mi ordinò indicandomi un incrocio. Io,
alla
guida della mia meravigliosa Bmw, Serie 1, a cinque porte, Montego Blue
metallizzato, seguii le sue indicazioni, fino a trovarmi davanti ad uno
squallido casolare, apparentemente abbandonato, affianco del quale vi
era un garage. Che vista abominevole!
"Sei sicuro che sia qui?" chiesi rabbrividendo
"Certo... é impossibile sbagliarsi!" affermò
convinto. Ci
credo... di posti così brutti per fortuna al mondo ne
esistono
veramente pochi, ed io grazie al mio caro fratellino, avevo avuto il
piacere, o il dispiacere, a seconda dei punti di vista, di visitarne
uno. Che botta di culo!
Parcheggiai l'auto davanti la saracinesca
aperta del garage, dopodiché scendemmo dalla macchina.
Dall'officina uscì un ragazzo, una sottospecie di montagna
con
la faccia, particolarmente abbronzato. Augh, fratello!
Chissà,
se parlava la nostra stessa lingua... avremmo dovuto spiegarci a gesti?
Ma perché non me ne ero rimasto a casa?
"Ciao..." lo salutò Edward. L'altro gli sorrise.
Evidentemente tra strambi si capivano alla perfezione
"Ciao, sei in perfetto orario!" rispose allora avvicinandosi. O cavolo,
da lontano sembrava leggermente più basso. Santo cielo...
Si strinsero la mano, probabilmente Edward si ruppe perfino qualche
dito.
"Gran bella macchina..." osservò il ragazzone rivolgendo lo
sguardo alla mia Bmw.
Ehi, fratello indiano,
giù le mani dalla
mia piccola.
"Già... è di mio fratello.. Jasper!"
spiegò Edward
indicandomi "Si è gentilmente offerto di accompagnarmi!"
"Ah, piacere... io sono Jacob..." e mi tese la mano. Cosa? Adesso
dovevo anche stringerla? Con il rischio di prendermi qualche malattia
infettiva?
"Piacere mio, Jacob..." esclamai cortese, si fa per dire, e gli strinsi
la mano, se pur con un pò di riluttanza
"Bene, se volete seguirmi!" e ci guidò sul retro del garage.
Appena svoltato l'angolo, la Volvo di Edward parve salutarci, tanto era
in bella mostra.
"Ehi, orso... hai finito con la Volvo?" urlò fermandosi.
Orso? Ma che fa, parla
anche con gli animali, adesso?
"Sì... ho terminato proprio alcuni minuti fa..."
spiegò
una voce. Eh, no, aspetta... da che ricordassi, gli orsi non
parlavano... a meno che quello...
Un ragazzo bruno, altissimo e muscoloso, uscì da una piccola
cascina. Indossava una canottiera bianca, ed un pantalone lungo, largo
e leggermente scolorito. Quell'abbigliamento, se possibile, lo rendeva
perfino più grande e grosso. Ma non perché fosse
grasso.
No... semplicemente imbottito di muscoli. Ma dico io... in questa
dannata Forks, solo così li fanno i ragazzi? Se guardo
questi
due... mi sento un grissino.
"Tu devi essere il fortunato!" esclamò l'ultimo arrivato
rivolgendo un sorriso a mio fratello
"Come, prego?" chiese lui disorientato. L'orso si concesse una risata
"Intendevo.. tu sei il proprietario della macchina!" riprese
"Ah, sì, sì..." rispose mio fratello con un
sorriso.
L'orso lo squadrò per bene e sorrise di nuovo, questa volta
visibilmente incuriosito.
Ah, ah... sensore gay
all'orizzonte...
"Emm, permetti?... lui è Edward Cullen..." lo
presentò
Jacob. Altro sorriso. Mio fratello sembrava leggermente a disagio.
"Bene, sono felice di comunicarti che è tutto ok... funziona
che
è una meraviglia adesso!" spiegò guardando l'auto
estasiato
"Grazie... non pensavo ci volesse così poco per aggiustare
un
asse!" esclamò sincero Edward. I due ragazzoni risero. Ok,
che
magnifica battuta mi ero perso? Beh, a giudicare dalla faccia di mio
fratello, doveva essersela persa anche lui!
"Diciamo che il nostro Emmet è un vero asso quando ci si
mette..." spiegò il primo, Jacob "E poi... la tua macchina
lo ha
particolarmente ispirato!"
"Ah sì?" chiese curioso mio fratello. Emmet, così
mi era parso si chiamasse Hercules, sorrise imbarazzato
"Beh, è una gran bella macchina... non siamo soliti vederne
di
così belle qui a Forks!" spiegò.
E ti chiedi anche
perché, gigante Golia? Guardati intorno... può
un'auto di
questa portata, girare indifesa tra queste tortuose strade
campagnole?
"Oh.." esclamò sorpreso e lusingato Edward "Ti ringrazio!" e
si
scompigliò i capelli. Come se non lo fossero già
abbastanza!
"Bene... le chiavi sono nel quadro.." disse poco dopo Emmet. Edward
aprì lo sportello, e senza richiuderlo mise in moto. Un
rumore
familiare si propagò nell'aria ed inspiegabilmente sorrisi.
"Sei suo fratello?" domandò l'orso. Eh? Mi aveva rivolto la
parola? A me? Evitai, per educazione di fare una smorfia disgustata
"Ce l'hai con me?" chiesi confuso. Lui ridacchiò
"Vedi qualcun altro accanto a te a cui potrei rivolgermi?" mi fece in
risposta.
Cosa ne posso sapere
io?... per
quanto mi riguarda potresti anche saper parlare con gli scoiattoli e le
capre... anzi no, lasciamo perdere le capre.. argomento fastidioso!
Assunsi un'aria sufficiente ed esclamai
"Sì... sono suo fratello, purtroppo!" Edward mi
lanciò
un'occhiataccia. Chissà se era per il mio tono o per
quell'intercalare finale...
"Ci avei giurato..." si lasciò scappare Emmet "Vi
assomigliate!"
quella volta non potei fare a meno di assumere un'espressione
disgustata. Ma dico, quella sottospecie di dinosauro scampato
all'estinzione mi stava insultando per caso?
Calmati, Jazz... non
fare le tue solite figure di m...
"Ok.. io direi di andare!" convenne Edward rompendo la tensione.
Evidentemente sapeva perfettamente che odiavo essere paragonato a lui,
e per questo, onde evitare spiacevoli avvenimenti, aveva preferito
tagliare corto e concludere quella pagliacciata.
Sia ringraziato Edward
Cullen!
"Ecco questi sono i vostri soldi... come pattuito!" e
passò la busta gialla a Jacob. Lui la aprì,
dopodiché guardò mio fratello in modo strano.
Ecco, lo sapevo.
Dovevamo fare il
cambio di valuta entrando nel paese... perché nessuno si era
preoccupato di dirci che qui non si accettavano i dollari americani?...
Dopo poco sorrise entusiasta
"É stato un vero piacere fare affari con te..." e si
strinsero
di nuovo la mano. Poi Edward passò a sorridere ad Emmet
"E grazie di tutto!" e gli porse la mano. Ma questo lo
guardò con uno strano sorriso.
Ecco, adesso gli
confessa di essere gay, me lo sento...
"Aspetta un attimo..." gli disse
Ci siamo...Per nulla al
mondo mi perderei questa scena...
"Permetti una domanda prima di andare?" chiese sorridendo.
Adesso gli chiede di
fare coppia fissa... mmm... bel modo per scaricare Kristen, non
c'è che dire...
"Certo!" esclamò imbarazzato Edward
Povero figliolo... non
vorrei proprio trovarmi nei suoi panni in questo momento...
"Mi chiedevo se..."
Devo immediatamente
avvertire Rosalie... si farà due risate quando
saprà che...
"É vostra la Mercedes Classe R nera che l'altro giorno
girava per Forks?"
Eh?
"La... la... Mercedes? S-sì... cioé no!
É di nostro padre in realtà!" rispose Edward
disorientato
"Mm... beh, che dire, voi Cullen avete un gusto impeccabile
in fatto di auto, complimenti!" e mi sorrise.
Eh, no, caro Emmet... va
bene provarci con Edward... ma io no, non sono merce in vendita!
"Te ne intendi parecchio a quanto vedo!" constatai allora. Fece una
risata imbarazzata
"Beh, in effetti le belle auto sono come le belle donne... vanno
ammirate e trattate con cura!" esclamò
Belle donne? Ma allora...
"Già!" confermò Edward. Io accennai un mezzo
sorriso.
"Beh, se non vi dispiace, noi andremmo... grazie ancora di tutto
ragazzi!" esclamò mio fratello poco dopo
"Di niente.. tornate a trovarci!" ci salutò Jacob con un
sorriso
"Ma anche no!" sussurrai avviandomi verso la mia Bmw, mentre Edward, a
bordo della sua Volvo mi oltrepassò a velocità
contenuta
e si fermò pochi metri più in là, per
aspettarmi.
Raggiunsi l'auto, ma prima di salirvici, lanciai un ultimo sguardo al
ragazzone in canottiera. Chissà perché avevo il
vago
sospetto che ci saremmo rivisti, molto, ma molto presto!
Bonsoir
mes amis... spero siate tutti bene, e che, al contrario mio abbiate
messo la cremina contro le scottature (mannaggia a me e alla mia
testa!) bene, siccome nel profondo del mio animo subdolo, sn buona (un
pò cm Jasper!XD) ho deciso di premiare il vostro impeccabile
affetto regalandovi soltanto un giorno dopo qst capitolo, senza dover
aspettare necessariamente a martedì, che buona che sono, eh?
Lo so, lo so...ebbene, eccovi un altro bel capitoletto, qst volta
firmato
Jasper, che a qnt pare è quello che ha dato più
problemi... spero che prima o poi possa entrare tra le vostre grazie...
bene, il primo rudimentale incontro è andato, ma cm ha detto
qualcuno, fra un pò ci sarà l'inizio della
scuola, e qst
significa l'incontro ufficiale... speriamo sia di vostro gradimento...
bene, cm sempre ringrazio chi mette la storia tra preferiti e/o seguiti
ma soprattutto chi recensisce (è grazie al vostro affetto
dimostrato nelle recensioni che ho deciso di premiarvi cn un altro
capitolo ^^ sia chiaro!^^).. con amore, la
vostra Piccola_Stella_Senza_Cielo...XD
Risposte
alle recensioni:
lizz:
Ciao Lizz... prima di tutto ti ringrazio x aver recensito la mia
storia, e soprattutto lascia che mi complimenti cn te x l'educazione
che hai dimostrato... davvero sn rimasta piacevolmente impressionata...
sia chiaro, puoi ovviamente darmi del tu (qui siamo tutti amici ormai
^^). Allora, prima di tutto ti ringrazio veramente x i tuoi splendidi
commenti, e soprattutto sn molto contenta che, nonostante il genere
tutti umani nn ti ispiri particolarmente, la mia storia ti abbia anche
ne suo piccolo colpito, mi fa piacere :)... i dubbi e le
perplessità sono ben accetti, anche perchè
dimostrano qnt
una persona ci tenga ad essere coinvolta nella trama e qst mi fa solo
piacere... bene, premetto che nn posso specificare nel dettaglio le
risposte altrimenti ti direi già qualcosa di essenziale x la
storia... eh eh eh, già qualcuno mi ha chiesto se x esempio
ciò che affligge Rosalie riguarda ciò che la
Meyer ha
descritto... quello che posso dirti è che in parte c'entra,
ma
ovviamente, per rendere la cosa innovativa, ho preferito aggiungerci
del mio, trasformando la cosa in maniera leggermente più
cruda
(che già lo era particolarmente, quindi, immagina cosa la
mia
mente malata possa essersi inventata ^^)... l'incontro tra Bella ed
Edward avverrà, ma dovrai aspettare qualche capitolo
ancora...
sarà ovviamente a scuola, ma cm e perchè nn posso
dirtelo, un pò di pazienza... ^^... la questione Charlie
è un pò delicata, e il suo comportamente c'entra
in parte
anche cn l'assenza di Renee... (me si cuce la bocca e butta la chiave
nel fiume^^) e Kristen, beh... ehm... diciamo che l'amore trionfa
sempre, tutto qui! ahahah, spero di essere stata esaustiva, qualsiasi
altra perplessità, basta chiedere... bene, spero che il
capitolo
ti sia piaciuto, fammi sapere... ancora grazie, un bacio ^^
invasata:
Salve... oddio, tutta d'un fiato? ahahah, hai bisogno di una boccata di
sano ossigeno allora... ahaha, ti ringrazio x l'affetto, davvero, ma
soprattutto grazie x aver recensito... fa sempre piacere avere nuove
lettrici... ^^ sì, hai ragione, nei meandri del cuore di
Jasper
magari (e dico magari) c'è un posticino x Edward, anche
se...
è molto piccolo e ci sn anche i topi, però...
meglio di
niente, no? ahahaha, chissà, magari prima o poi riusciranno
a fare un dicorso da capo a coda senza litigare? Mistero... grazie
ancora, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere, un mega
bacio ^^
Shinalia:
Salve cara, sei sempre in pole position x recensire... sempre prima eh
eh eh, dovrei darti quasi un premio secondo me, te lo meriteresti ^^
beh, in effetti sì, in fondo, fondo, fondo, fondo, si
vogliono bene anche Jasper ed Edward, anche se tra i due il vero
problema è proprio Jasper, ma... magari riescono a trovare
un accordo, come è stato per la camera cn il bagno! eh eh,
bene, spero che il primo rudimentale incontro ti sia piaciuto, un bacio
grande, fammi sapere, cm sempre x prima! ciaooo ^^
lisa76:
Ciao cara, bene, sono contenta che Edward sia stato di tuo
gradimento... eh sì, in effetti il rapporto che ha con i
fratelli è molto particolare. Verso Rosalie, oltre
all'affetto fraterno, come hai visto, prova una sorta di istinto
protettivo, come succede anche a Jasper nei confronti della sorella,
per via di quello che dovrebbe essere successo. Con Jasper invece
è un litigio continuo, ma sia chiaro, niente di
più rispetto alle parole, almeno... x ora... ahahaha.... a
dirti la verità, neanche io ce lo vedo Edward gentiluomo a
tradire la fidanzata, quindi ho risposto inevitabilmente alla tua
domanda... anche se... nn avrei dovuto forse... ^^ vabbè,
nessuno si è accorto di nulla... bene, spero che il primo
incontro ti sia piaciuto, fammi sapere... un mega bacione ^^
cinzia818:
Amica, buonasera... visto cm sn stata fulminea... anzi, qst volta vi ho
perfino fatto un regalino in anticipo, speriamo sltanto sia stato
gradito... visto cm ti voglio bene? nn voglio mica farti diventare
violenta, no, per carità ^^... anche io vorrei strapazzare
Edward tanto è dolce cn Rosalie, probabilmente è
l'unica donna (x il momento, sia chiaro^^) cn cui riesce ad essere se
stesso, visto che cn Kristen, cm ha già detto, nn prova
nulla... ci rimane assieme sltanto perchè è
troppo gentiluomo da lasciarla x telefono... allora, spero il capitolo
del primo incontro sia stato di tuo gradimento... fammi sapere, mi
raccomando... un bacio grande ^^
Chanellina94:
Salve cara, hai visto cm sn stata veloce, cm promesso... anzi ho
perfino aggiornato prima x ridurre l'agonia dell'attesa... ^^ (che
anima d'oro!) allora... ormai il povero cucciolo di casa Cullen
è stato ribattezzato cn il nome di carotino, il che, a parte
a lui, nn dispiace a nessuno... eh eh eh è più
carino... ^^... la povera Kris nn sa nemmeno che lui nn la ama,
figuriamoci se pensa che nella piccola e tranquilla Forks
possa succedere qualcosa al suo carotino (che x altro lei pensa sia un
paese di pastori... eh eh )... chissà, magari la molla,
forse no... staremo a vedere (sadica, di qualcosa ai tuoi lettori....
!) (no, devono morire dalla curiosità... muahahah!) bene,
spero che il capitolo del primo incontro ti sia piaciuto, fammi sapere,
mi raccomando... un bacio grande ^^
Norine:
Salve cara, eh già... Edward il gentiluomo che tutte noi
vorremmo... ehhhh.... (autrice sogna ad occhi aperti) e poi ha quel
filo di ironia che nn guasta mica, eh... ^^ magari il nostro Jasper nn
sarà proprio la sua fotocopia (cm hai visto perfino sua
madre dubita della loro parentela ahahahaha!) però, magari
qualcosa di buono ce l'avrà anche lui, sta tranquilla, prima
o poi uscirà fuori! Spero che il loro primo incontro ti sia
piaciuto (Eh? Eh?^^) e che Jasper nn sia stato troppo... ehm... poco
delicato cm al suo solito... eh eh eh speriamo.. bene, fammi sapere mi
raccomando.. un bacio enorme... ^^
stellababi:
Ciao... prima di tutto vorrei ringraziarti per aver recensito... mi fa
molto piacere qnd trovo nuove lettrici, davvero... quindi grazie
infinite.. ^^mi fa piacere che il capitolo su carotino ti sia piaciuto
^^ eh eh eh in effetti ha un certo fascino anche se è
costretto a condividere casa cn Jasper... x qnt riguarda
Rosalie, nn posso essere precisa, però posso solo dirti che
le è successa una cosa molto brutta, diciamo in linea cn
quello che in origine la Meyer ha raccontato, ma io l'ho modificata e
diciamo aggravata. Si lo so, già era una cosa brutta in se,
io cosa posso aver peggiorato? Beh, aspetta e vedrai ;)... spero che
continuerai a seguirmi, così da nn perdere il corso della
storia... ti assicuro se ne vedranno delle belle... un mega kiss e
grazie ancora ^^
Elfa
sognatrice: Ciao... prima di tutto ti voglio ringraziare x
aver recensito la mia storia... fa sempre piacere trovare nuove
lettrici e di qst ti ringrazio veramente... sn contenta che la trama ti
intrighi, e beh, in effetti qst capitoli sn ancora l'inizio, e rendono
la cosa molto incomprensibile a volte, lo ammetto, ma basta un
pò di pazienza ed i pezzi del puzzle pian piano si
ricomporranno, promesso! In effetti mi sento un pò in colpa
x il pover Charlie, l'ho reso un babbo cattivo, ma d'altronde...
esigenze di copione.. eh eh eh... bene, spero continuerai a seguirmi,
mi farebbe davvero piacere... un mega bacio... ^^
Uchiha_chan:
Salve... uh che bello un'altra nuova lettrice... grazie x aver
recensito cara (posso chiamarti così, vero?^^) che dire,
sono contenta che la trama e la particolarità di affidare
ogni capitolo ad un POV diverso, ti sia piaciuta... però..
waw... addirittura stregato... ahahah, che bello.. finalmente qualcuno
che apprezza completamente qst nuovo aspetto di Jasper... eh eh eh...
diciamo che forse i maschietti cn stati quelli cn cui mi sn sbizzarrita
di +... Jazz l'ho totalmente inventato, Edward, che deve adattarsi alla
nuova vita e alla convivenza difficile cn il fratello (ma ormai ci ha
fatto l'abitudine ^^) ed Emmet, diciamo che l'unica differenza
sostanziale che dovrebbe caratterizzarlo di più è
una sostanziale maturità che nella saga diciamo che in parte
era assente... una maturità nata dalla necessità
di tirare su, cm unica figura responsabile della famiglia, due
sorelle... quindi maturità nel personaggio necessaria... x
qnt riguarda Alice, beh, sì, lei è pressappoco la
stessa, anche se... diciamo che qst cosa del padre la limita molto, se
potesse... qnt cose che farebbe ^^... Rosalie è meno
aggressiva e altezzosa... quello che ha dovuto subire (che nn posso
specificare x evitare spoiler ^^) l'ha segnata profondamente
è l'ha fatta chiudere in se stessa... sl cn i suoi fratelli
è la rosalie di un tempo, quindi sn completamente d'accordo
cn te.. è una semplice ragazza-ferita... beh, bella...
ehm... è un caso particolare... cerca di rendere tt intorno
a lei felici, ma spesso (sempre!) si dimentica di ciò che
invece dovrebbe rendere felice lei... forse è qst che cm
dici tu la rende amareggiata... e poi c'è il padre che
è un'altra gatta da pelare... beh, cosa lo porta ad essere
così, nn posso dirtelo, però... diciamo che in
parte c'entra cn la mancanza della madre... (basta, nn dire
altrooooo^^) bene, spero continuerai a seguirmi, mi renderesti
felicissima... un mega bacio, e a presto ^^
MalyCullen:
ed adesso passiamo alla mia socia.... ma ti rendi conto che le tue
recensioni chilometriche mi deformano la pagina????? ahahahaha, ed io
nn potrei essere più felice... (pensa che mia madre passava
da dietro mentre leggevo il tuo commento, che tra l'altro stavo pure
ridendo cm na scema, e ha fatto 'eh, hai scritto un poema!'...
ahahah... da qualcn dovevo pur prendereXD) Edward carotino ti ringrazia
x aver svelato la sua stretta parentela cn Anna dai capelli rossi (e
siamo anche in tema visto che Jasper ha menzionato Heidi!^^) solo che
ti prega di nn tingerti i capelli... ha detto che già lui si
deve sorbire le lagne del fratello biondo-bello-occhi azzurri -
perfetto, e nn vuole che poi qst lagne arrivino anche a te... vedi
cm'è carino, ti vuole proprio bene... (cm l'autrice del
resto!)... bene, sn contenta che la fotina sia stata di tuo gradimento,
altrimenti l'avrei cambiata, giuro (parola di scout!) ed in effetti Rob
versione vampiro nn proprio vampiro, fa la sua porca figura... bene,
prima di tutto, ti ringrazio x i tuoi meravigliosi complimenti sia su
qst storia, che sulla One Shot, che perfino sul continuo di DtA (anche
se lì è un'altra storia ahahahah!) sei sempre
troppo gentilissima (e ma nn si dice!) (fatti i cazzi tuoi... chi sei?)
in effetti Emmet deve proteggere parecchie persone in qst fic... prima
di tt le sue due sorelle pestifere dalle grinfie del padre, poi,
chissà... magari in futuro ci sarà qualche altra
anima da salvare... ^^ (chissà chi sarà!) oh...
che dolce che sei... io regalo emozioni? uh uh uh.. ma tu
così adesso mi fai commuovere... (me si accascia alla
scrivania piangendo disperata...) però nn puoi chiedermi di
smettere di ringraziarti... nn ci riuscirei neanche volendo, quindi...
rassegnamoci insieme, va che è meglio ^^ me contenta anche
di parlare cn te (che peraltro mi capisci sempre e comunque ^^) e
soprattutto di illuminare i tuoi dubbi ( e mo qst da dove ti
è uscita?) allora... sì, in pratica la fic
riguarderà tutte e tre le coppie, proprio x qst ci sn sei
punti di vista diversi... e sn tutte e tre personaggi principali... (cn
qst spero di nn aver smontato il tuo entusiasmo in merito... anche io
adoro smisuratamente Ed/Bella, però... volevo bivaccare un
pò anche nelle vite delle altre due coppie così
ho pensato di mettere tutte e tre!)... bene, cn la promessa che
dee-jay-sexy-mirko-figo-bravo a letto (qst poi...^^), torni presto, ti
lascio con un mega grazie e un mega bacione tutto x te socia... fammi
sapere se il capitolo ti è piaciuto... un altro bacio...
ciauuuuu ^^
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Capitolo 8 *** La novità della Forks High School ***
Capitolo 8 (Bella POV)
Quindici Settembre. A nostro
malincuore ricominciò la scuola. Le giornate si erano fatte
più brevi, il sole, anche se in realtà non aveva
mai
illuminato appieno la piccola Forks, si lasciava oscurare
più
spesso dai nuvoloni grigi del cielo, e i nostri umori erano sotto
terra. Non c'era cosa più deprimente nel nostro paese, che
la
Forks High School. Sempre gli stessi ragazzi, gli stessi professori,
gli stessi inservienti, la stessa immangiabile robaccia della mensa.
Ogni anno si preannunciava più deprimente di quello
precedente e
con buone probabilità anche quello sarebbe stato uguale agli
altri. Peraltro, quello sarebbe anche stato l'ultimo anno di
scuola di Emmet, l'unico che in qualche modo riusciva ad alleviarci
l'ansia e il disgusto verso la scuola. Ed io non potevo stare peggio di
così.
"Ehi, Bells... emozionata per il primo giorno?" mi chiese raggiante
Alice
incrociandomi in bagno. Io feci una smorfia che la fece ridere. Bene,
mi correggo. Io ero in ansia e provavo disgusto. A quanto pare la mia
piccola e perfida sorellina lo trovava estremamente divertente
"Non puoi immaginare quanto!" biascicai afferrando lo spazzolino e il
dentifricio. Lei, intenta a spettinarsi i capelli neri, con un sorriso
esclamò
"Coraggio, tesoro... sono certa che quest'anno ne vedremo delle belle!"
"Sì, certo Ali... è la stessa cosa che hai detto
l'anno scorso e quello prima ancora!" le ricordai
"Oh, lo so... ma quest'anno si preannuncia, indimenticabile!" e
scandì l'ultima parola uscendo dal bagno e lasciandomi sola
con
lo spazzolino in bocca.
Qualche minuto dopo mi ritrovai in cucina, in compagnia del resto della
famiglia, e purtroppo anche di quella di mio padre
"A che ora tornate?" ci chiese burbero. Fu Emmet, come sempre, a
rispondere
"Alle cinque, come sempre!" affermò
"Non un minuto più tardi, sia chiaro!" minacciò
lui
alzandosi e recuperando le chiavi della volante, dopodiché
senza
salutare uscì di casa. Tutti e tre, tirammo un
impercettibile
sospiro di sollievo
"Bene, io direi che possiamo anche andare!" esclamò Alice
allegra, l'unica che sembrava averci messo meno tempo per recuperare un
pò di buonumore. Emmet mandò giù
l'ultimo sorso di
caffè, e si diresse verso l'ingresso. Noi, recuperate le
borse,
lo seguimmo, diretti alla sua Jeep.
Come immaginavo, e temevo, la Forks High School non era minimamente
cambiata. Sempre i soliti muri scuri, i soliti vari edifici
contraddistinti dai numeri, la solita foresta fitta alle spalle, e
perfino le solite macchine parcheggiate. Forse qualcuna non c'era
più, segno che gli ultimi diplomati avevano abbandonato la
scuola, ma in compenso erano state rimpiazzate da quelle delle
matricole. Emmet
parcheggiò accanto alla monovolume di Mike Newton.
"Ecco, ci stavamo giusto chiedendo che fine avessero fatto gli Swan..."
esordì allegro Ben, avvinghiato come sempre alla sua Angela.
Salutammo tutti, loro probabilmente erano l'unica nota positiva
dell'andare a scuola, certo, eccetto Lauren. Però... vederli
così, tutti a coppie, dannazione era una situazione
altamente
imbarazzante.
"Cosa avete combinato quest'estate?" chiese Emmet poggiando una mano
sulla spalla di Mike con fare affettuoso
"Mmm... solite cose. Mia madre mi ha fatto passare sia Giugno che
Luglio al negozio. Poi ad Agosto sono andato dai miei nonni in
California... un vero spasso, Emm... non puoi neanche immaginare che
schianto di ragazze ci sono lì!" commentò lui
"Ecco, gradirei che non lo immaginassi neanche tu!" lo riprese Jessica
con un'occhiata di sbieco. Lui arrossì suscitando le nostre
risate.
"Piuttosto, avete sentito?... ci sono novità!"
esclamò
lei poco dopo, palesemente su di giri. Eccola, il gazzettino Jess si
era messo a lavoro. Tutte le notizie più succulente della
nostra
scuola avevano come fonte unica, lei. Noi ormai ci avevamo fatto
l'abitudine.
"Novità... quale novità?" chiese allarmata Alice.
Mmm...
dimenticavo che quando quelle due si univano erano peggio di qualsiasi
catastrofe naturale esistente
"Abbiamo dei nuovi arrivi alla Forks High School!" esclamò
raggiante.
Eh? Nuovi arrivi? Ma di
cosa sta parlando?
"Sei sicura?" chiese Alice incredula
"Te lo assicuro... mia madre l'altro giorno ha incontrato al
supermercato la madre di questi ragazzi, e si è un
pò
informata... si chiamano Cullen, e sono in tre. Due di loro sono
gemelli e sono al quarto anno come noi. L'altro invece è un
anno
più piccolo!" spiegò elettrizzata.
"Aspetta un attimo... come hai detto che si chiamano?" chiese Emmet
curioso
"Cullen!" ripeté lei. Mio fratello sorrise
"Ma certo, che sciocco... i ragazzi della Volvo!" esclamò
soddisfatto. Eh?
"Come, prego?" fece Jessica sorpresa
"Vuoi degnarti di spiegare qualcosa, orso?" lo minacciò
Alice, visibilmente interessata
"Beh, ecco... più o meno qualche giorno fa, sono venuti due
ragazzi a riprendersi una macchina all'officina giù a LA
Push...
una Volvo per la precisione... Una S60R... magnifica!"
esclamò estasiato. Tipico di mio fratello. Al posto del
cervello
probabilmente aveva un volante che girava all'impazzata o un paio di
cilindri.
"Pronto? Chi se ne importa dell'auto... com'erano fatti questi due?"
gli chiese ansiosa Jessica
"Mmm.. che ne so, due tipi abbastanza nella norma, alti, ben messi
fisicamente. Entrambi con gli occhi chiari, mi pare, solo che uno era
biondo,
l'altro castano se non vado errato!" spiegò infastidito da
tanta
insistenza
"E che altro?" insistette Jess
"E niente... hanno pagato e se ne sono andati..." concluse con
un'alzata di spalle. Si poteva soltanto immaginare la
curiosità
che stava provando Jessica in quel momento, oppure l'invidia che
nutriva nei confronti di Emmet solo per il fatto di aver visto, o
peggio ancora parlato, con i nuovi arrivati.
Cullen,
eh?....
"Comunque se vuoi puoi chiedere altre delucidazioni direttamente a
loro... sono appena arrivati!" le disse indicando un punto dietro di
lei. Ci girammo tutti insieme, giusto in tempo per veder entrare una
stupenda macchina azzurra nel cortile. Una Bmw se non vado errato. Ma
d'altronde, quello esperto di auto in famiglia, era un altro!
Ben emise un fischio di ammirazione e il suo pensiero venne
immediatamente interpretato da Mike
"Però... bella macchina!"
"Visto? E questo è niente.. pensa che il padre ha perfino
una
Mercedes... una classe R!" esclamò Emmet ammiccando. Mike
sgranò gli occhi per la sorpresa. Evidentemente doveva
davvero
essere una macchina da signori
"Un Classe R?... Ma allora..." fece Alice confusa. Le bastò
un sorriso da parte di Emmet per capire
"E non mi dici niente?" si lamentò lei, colpendolo al
braccio.
"Scusa me ne sarò dimenticato!" si giustificò lui
divertito. Io ero ancora occupata a guardare i nuovi arrivati, che
avevano attirato su se stessi gli sguardi di tutta la scuola.
Comprensibile, no? Sono
la nuova attrazione... loro sono... la novità... e che
novità!...
Mi soffermai per primo a guardare l'unica ragazza del
gruppo.
Bionda, alta, meravigliosa. I capelli, che aveva accuratamente
sistemato con un piccolo fermaglio, le ricadevano morbidi sulla schiena
formando delle onde setose ben lontano dall'assomigliare alle mie.
I miei capelli in
confronto sembrano un cespuglio di rovi...
Indossava un semplice jeans, una camicetta rossa con le maniche a
palloncino e delle ballerine ai piedi. Anche così semplice
l'effetto era a dir poco incantevole. Ma i due ragazzi, che erano con
lei, non erano da meno.
Il primo, quello biondo, che intuii fosse il gemello della ragazza, era
alto, molto di più della sorella, e aveva un
bellissimo fisico. Se ne stava appoggiato alla fiancata della
sua
macchina e guardava l'ingresso della scuola in attesa del suono della
campanella, a braccia conserte e nel frattempo parlava con la ragazza.
Indossava anche lui dei jeans ed una maglietta nera, a maniche corte
con lo scollo a vu.
L'ultimo, appoggiato al cofano della Bmw, era assorto nella lettura di
qualcosa che, da quella distanza, non riuscii a capire. Era castano,
leggermente rossiccio, muscoloso come il fratello, anche se meno
pronunciato e sembrava anche abbastanza alto. Era sicuramente quello
più affascinante. Forse quella sua aria assente, oppure quei
capelli scompigliati, o forse quella camicia bianca che gli faceva
risaltare il fisico, o forse...
Ma dico, sono impazzita?
Mi sono
messa a fare la radiografia ad un ragazzo che neanche conosco e per
giunta sono anche quasi al punto di sbavare... Bella, per
carità, contieniti!... ne va della tua rispettabile
immagine!...
"Alla faccia... E meno male che erano due tipi abbastanza
nella norma, eh Emmet?" lo canzonò ammaliata Jessica
"Ma infatti è quello che sono... nella norma, niente di
più!" confermò lui. Sia Alice che Jess lo
guardarono
male, dopodiché la prima parlò
"Sono proprio curiosa di conoscerli questi Cullen.. sembrano persone
molto interessanti!"
"E anche maledettamente attraenti, aggiungerei!" esclamò
Jessica
sorridente. L'occhiata di Mike però, quella volta non ebbe
lo
stesso effetto di quella che la ragazza le aveva fatto precedentemente.
Forse tra i due quello che portava i pantaloni non era lui!
Il suono della campanella ci fece distrarre dai nostri commenti,
così, con un rapido saluto ci dirigemmo tutti nelle nostre
rispettive sezioni.
L'aria di agitazione per i nuovi arrivati era tangibile. Tutti si
chiedevano chi erano, da dove venivano, come si chiamavano ma
soprattutto in che classe sarebbero capitati. E, se devo essere
pienamente sincera, l'ultima, era una domanda che mi ponevo anche io.
"Buongiorno a tutti ragazzi, spero sarete pronti per iniziare, con
spirito nuovo, quest'ennesimo anno scolastico!" il professor Morgan,
l'insegnante di letteratura inglese come al solito era a dir poco
entusiasta, ma non immaginavo che il suo buonumore raggiungesse livelli
superiori a quello. Difatti qualche istate dopo
"Oh, bene bene... entrate pure... speravo che foste assegnati alla mia
classe!" esclamò su di giri, rivolto ai nuovi arrivati. I
due
gemelli fecero il loro trionfale ingresso nell'aula, guadagnandosi
l'attenzione di tutti, perfino di coloro che una volta entrati avevano
poggiato la testa sul banco e si erano già addormentati.
Cavolo da vicino sono
ancora più belli!
"Bene, io sono il professor Morgan e insegno letteratura inglese a
questa modesta classe di studenti!" si presentò l'uomo. La
ragazza sorrise
"Piacere di conoscerla professore... io mi chiamo Rosalie Cullen e
questo è mio fratello Jasper. Siamo contenti di poter far
parte
della sua classe!" disse educata. Il professore arrossì
leggermente dopodiché indicò loro un banco
libero,
invitandoli a sedersi. I due obbedirono.
Anche da quella distanza potevo osservarli per bene. Di un particolare
non mi ero accorta nel parcheggio, ovvero che avevano entrambi degli
stupendi occhi azzurri, così chiari da sembrare quasi di
ghiaccio. Potevano due semplici diciottenni essere così
maledettamente perfetti? Evidentemente sì... e poi... cosa
ci
facevano lì a Forks?
"Signorina Swan, già il primo giorno di scuola la becco
distratta? Non va bene!" mi riprese divertito il prof. Io ridacchiai
imbarazzata, dopodiché abbassai la testa sul banco seguendo
per
il resto della lezione il preambolo introduttivo alla vita di John
Milton.
Ma
salveeee... eh eh eh... ormai la mia presenza nei vostri computer
è costante (e speriamo anche apprezzata!)... Bene, almeno x
loro
la scuola è ricominciata (x quelli che come me ancora ci
vanno,
la tortura x fortuna è ancora ben lontana ^^) e qst
significa
che qualcosa si smuove... Vi anticipo che nel prossimo capitolo si
intuirà qualcosa in più sulla quesione Rosalie
(come ho già accennato a qualcuno) visto che sarà
narrato da lei. Ed inoltre mi sono divertita a mettere a paragone le
due diverse mattine delle famiglie, per sottolineare la pesante
differenza familiare che c'è... bene, basta
ciance... XD...adesso vi lascio... al prossimo
aggiornamento... un mega bacio a tutti
e grazie cm sempre! ^^
Risposte
alle recensioni:
Elfa
Sognatrice: Salve cara... mi fa piacere sapere che
continuerai a seguirmi... il che significa che sotto sotto ti sei un
pò affezionata alla storia... (e anche un pò alle
capre)... l'unica cosa che nn ho ben capito è cosa volessi
dire cn quella storia della fatina dei boschi che manovra le capre...
mmm... scusa, il mio cervello è poco recettivo in qst
giorni... eh eh eh ^^... Bene, sono contenta che il nuovo Jasper si sia
guadagnato un pò della tua simpatia (ti assicuro che in
fondo nn è così malvagio come vuole far
credere!)... eh sì, in effetti l'uragano è in
agguato, e nn è certamente Edward il suo vero problema...
anche se, come hai ben notato, sotto sotto gli vuole bene, e forse
proprio qst rapporto speciale lo tiene particolarmente legato alla
famiglia... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto (anche se lo
ammetto... nn è stato un granché... ) fammi
sapere, mi raccomando.. ed intanto nn pensare troppo ad Emmet in tenuta
da lavoro... sn d'accordo che è fenomenale vestito in quel
modo, ma... diciamo che il ragazzo è già
prenotato... ahahah... un bacio a presto ^^
Shinalia:
Salve ragazza da premio... eh eh eh... qst volta nn sei arrivata
proprio prima, ma poco ti mancava... ahahah... cmq, grazie davvero x
l'affetto che mi dimostri... in effetti Jasper ha preso un
grosso granchio con quella storia di Emmet che ci prova con Ed... ma
come hai visto, dopo per fortuna se ne è accorto (sia
ringraziato il cielo!)... ed infatti è leggermente acidello
il ragazzo... sarà stato qualche yogourt scaduto che il
fratello gli ha rifilato, chissà.. ^^ beh, per l'incontro
dovrai aspettare il POV di Alice, nn il prossimo ma quello di dopo, e
ti assicuro che se ne vedranno delle belle... bene, un bacio grande, e
fammi sapere cm hai trovato il capitolo ^^
cinzia818:
Amica mia, buongiorgio... sono felice di trovarti così
gongolante... speravo che qst fulmineo aggiornamento avrebbe migliorato
la tua salute... hai visto... come sono buona... ^^... beh, in effetti
Jasper è stato leggermente acido... avrebbe potuto metterci
più impegno nel non dimostrare la sua riluttanza, ma... che
vuoi farci... ormai abbiamo capito che la delicatezza nn è
nel suo stile (cm ha prontamente detto Rosalie nel suo primo
capitolo!)... mmm... nn credo che sia il caso adesso di fargli presente
quel piccolo particolare di una probabile parentela futura... non
vorrei gli venisse qualche attacco di cuore (altro che dimostrarti il
suo lato dolce allora!)... poi sarei costretto a sostituirlo, e la
questione si farebbe lunga e fastidiosa... quindi... acqua in bocca
XD... bene, per l'incontro dovrai aspettare nn quello di dopo ma quello
dopo ancora (di Alice x la precisione... ti assicuro che se ne vedranno
delle belle!) allora, fammi sapere se il cap è stato di tuo
gradimento, un bacio grande ^^
Uchiha_chan:
Salve cara... sono felice che lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere,
in effetti c'erano un paio di situazione estremamente assurde ^^ tt
create da qst particolarissimo aspetto di Jasper... forse è
proprio qst che lo rende unico nel suo genere.. ovviamente non posso
dirti cosa avverrà nel momento in cui si renderà
conto che il meccanico alto un metro e novanta e la sua amatissima
sorella se la intendono, però... diciamo che quello che hai
visto fin ora è stato l'aspetto migliore e più
docile del suo carattere... quindi, tieniti pronta.. ahaha.. bene,
spero che il capitolo ti sia piaciuto (a me nn tantissimo in
verità!) fammi sapere cosa ne pensi... un grande bacio ^^
Norine:
Salve cara... ahahah... hai visto... qnd il nuovo Jazz ci si mette fa
divertire a suo modo ( anche se nn credo che anche Emmet si sarebbe
divertito se avesse saputo cosa andava a pensare quell'altro^^) anche
se bisognerebbe fargli qualche lezione di buone maniere (lezione
n°1, qnd incontri qualcuno che nn trovi particolarmente
simpatico, evitare in tt i modi di farglielo capire... risulterebbe
alquanto maleducato XD) bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto (ti
dirò, a me nn fa particolarmente impazzire) e x qnt riguarda
l'incontro, aspetta nn il prossimo ma quello dopo, se ne vedranno delle
belle... un bacio grande cara ^^
mine:
Ma ciao... che bello una nuova lettrice... ti ringrazio allora in
primis per aver lasciato la tua recensione... sn molto felice x qst...
e soprattutto un grazie particolare x i complimenti, davvero fanno un
piacere immenso ^^ bene, Jasper in effetti è
leggermente diverso dall'originale (anche se.. ti dirò,
anche così nn dispiace!) e noto con piacere che ti garba
particolarmente, bene!^^ spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere, mi raccomando... un bacio grande ^^
lisa76:
Cara, buongiorno... il povero Emmet rischiava di prendersi una brutta
nominata a causa dei vaneggiamenti di Jasper in versione pazzoide...
ahahaha... poveretto.. se solo avesse saputo cosa Jasper pensava di
lui, nn credo avrebbe riso in quel modo... (secondo te cosa gli avrebbe
fatto??? *_*... o mamma... ahahah!)... bene, sono contenta di trovarti
così presa... spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto
(a me nn particolarmente in realtà... nn so neanche
perché!) fammi sapere... un mega bacio^^
martya_c:
Salve cara... nn preoccuparti... l'importante è sapere che
continui a seguirmi e che nn ti ho ancora del tutto stufato con qst
ritmo... lo so, è leggermente monotona, nn era mia
intenzione fargli prendere qsr direzione, solo che, siccome prevedo che
la cosa sia abbastanza lunga, nn vorrei incentrare tutto e subito,
altrimenti sarebbe leggermente irreale che tutto avvenga cn un ritmo
così ferrato... ogni cosa a suo tempo cm si suol dire... ti
capisco, anche io magari leggendo una storia così, dopo un
pò mi seccherei, e se mi abbandonassi ti capirei (piangerei
cm una disperata, ma ti capirei... singh...) però,
vedrò di alzare un pò il tiro... i prossimi tre
capitoli sn già pronti e due di qst sn particolarmente
interessanti, ma spero che i prossimi che scriverò attirino
di più la tua attenzione... bene, dopo qst sproloquio, spero
che Emmet nn si offenda x averlo quasi fatto passare x quello che nn
è... ^^ e sopprattutto sn contenta che Jasper inizi a starti
simpaico (di la verità... ti ha pagato x ammetterlo???^^)...
bene, speriamo che qst capitolo ( a mio parere nn del tutto passabile)
ti sia piaciuto... perdonami se puoi... singh... XD... un mega bacio e
fammi sapere ^^
enifpegasus:
Salve... ^^^ prima di tutto grazie per aver recensito... fa sempre un
enorme piacere trovare nuove persone che recensiscono... davvero mi
riempie il cuore di gioia.. allora, a qnt pare abbiamo trovato una
nuova fan del particolarissimo Jasper in versione sadica... ahahah
(xaltro... ha appena detto che sarebbe ben felice della statua che gli
hai promesso ^^)... le sue vittine, poveri meccanici e carotini, sono
sempre quelli sfigati (secondo il suo modesto punto di vista.. ma
poveretto nn sa che diceXD) ma chissà... magari un giorno si
renderà conto che alla fin fine Emmet nn è
così male e che Edward dopotutto è sempre suo
fratello ^^ bene, nn posso fare altro che ringraziarti... oltre che x
aver recensito, anche per i complimenti magnifici che mi hai
lasciato... ne sono strafelicissima (eh?) mi hai fatta sorridere di
gioia a 39 denti (quanti???? ... ma sì, era x sottolineare
il piacere che mi ha fatto XD) spero che qst capitolo almeno a te sia
piaciuto (alla sottoscritta nn tanto!) fammi sapere, mi raccomando, un
bacio grande e grazie ancora ^^
lizz:
Salve cara... prima di tutto ti ringrazio in modo particolare x i tuoi
spettacolari complimenti... ne sono lusingata, davvero... poi,
peraltro, vorrei farteli io i complimenti... alla tua età di
solito le ragazze sn molto immature (lo so perchè ci sn
passata ^^) e si esprimono in maniera ancora nn del tutto educata... ma
tu... tesoro (permettimi qst nomignolo affettuoso!^^) sei una grande...
nn ho mai visto tanta educazione e rispetto in una della tua
età, che dire... sei degna di lode... e stai tranquilla...
cn me puoi fare cm se fossi una sorella maggiore (ne ho quasi diciotto
quindi, mi sento un pò così ^^) e tranquilla nn
sei all'antica... ci fossero persone cm te, il mondo sarebbe perfetto
credimi... al giorno d'oggi esistono certi malducati (prendi ad esempio
quello sconclusionato di Jasper... certo, magari lui lo fa senza
pensarci, ma diciamo che lui è il male minore...
c'è gente peggio di lui, e qst è tutto un
dire^^)... sn molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che ti
abbia fatto tanto ridere... in effetti pensare che Emmet fosse gay...
ahahah... poveretto, se solo lo venisse a sapere credo prenderebbe
Jasper e gli staccherebbe tutti quei bei capelli biondi che si
ritrova... ahaha... bene, per l'incontro Bella/Ed dovrai aspettare nn
il prossimo capitolo, ma quello dopo ancora e ti assicuro nn rimarrai
delusa (almeno spero^^) bene, ah un'ultima cosa... come hai visto ti
chiamo cara, tesoro... per me è normale esprimermi in qst
termini affettusi, quindi stai tranquilla... di certo le tue
esclamazione nn saranno mai prese nel modo sbagliato o frainetese...
quindi tranquilla ^^ bene, un bacio grande e a presto^^
|
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Capitolo 9 *** Ricominciare da zero! ***
Capitolo 9 (Rosalie POV)
Il
primo giorno di scuola a Forks, ed io non stavo più nella
pelle
per l'emozione. Non era di certo la prima volta che andavo a scuola, no
signore, però andarci in un paese nuovo e ricominciare
pertanto
da zero, era una sensazione indescrivibile. Quasi di pace.
Nessuno ci conosce,
nessuno ci
chiederà cosa abbiamo fatto quest'estate, nessuno ci
perseguiterà di notte, nessuno si apposterà sotto
la
nostra finestra al buio, aspettando il fatidico momento per poter...
"Ehi Rosie, hai fatto?" la voce di Jasper mi fece riprendere da quei
pensieri. Sospirai profondamente, mi diedi un'ultima occhiata allo
specchio, dopodiché uscii dal bagno. Mio fratello Jasper, se
ne
stava disteso sulla mia chaise longue, e mi guardava divertito
"Potrei sapere, se non le reco troppo disturbo, cosa ci fa lei nella
mia stanza?" gli chiesi scherzosamente. Lui si aprì in un
sorrisetto furbo ed esclamò
"Controllavo che tutto fosse in ordine, sa.. non si può mai
sapere!" io scoppiai a ridere
"Beh la ringrazio... no so proprio cosa farei senza la sua
preziosissima supervisione!" lo canzonai allora recuperando la borsa e
avviandomi verso il corridoio. Lui mi seguì. Scendemmo al
piano
di sotto dove tutta la famiglia stava tranquillamente facendo
colazione.
"Giorno a tutti!" salutai io prendendo posto accanto ad Edward. Lui mi
sorrise tenero dopodiché mi passò una tazza vuota
ed un
cucchiaino
"Grazie!" feci io sorridendo di rimando
"E a me niente?" chiese Jasper sedendosi di fronte a noi, come sempre
sulla sedia al contrario. Composto non riusciva proprio a stare.
"Certo... se alzi il culo e ti giri ce ne sono a centinaia nella
credenza!" rispose Edward con un sorrisetto. Mio padre cercò
di
trattenersi dal ridere ed affondò di più la testa
dietro
il suo quotidiano
"Ed, ma che modi!" lo riprese la mamma passando una tazza a Jasper.
Quest'ultimo sorrise soddisfatto nella direzione del fratello e disse
"Tieni carotino, questo è un segno di gratitudine per la tua
infinita gentilezza!" ed alzò il dito medio nella sua
direzione.
Edward non parlò, gli bastò sfoderare il suo
sorriso
sghembo nella direzione di Jazz. La voce di mio padre non
tardò
ad arrivare
"Jasper... devo proprio parlare?" gli chiese con fare retorico. Jazz
abbassò il dito e sorrise
"Ha iniziato lui!" si giustificò riempendo la tazza di
cappuccino
"Non importa chi ha iniziato. Quello è un gesto che non si
fa!"
disse cercando di essere serio. Dio solo sa quanta voglia avrebbe avuto
di unirsi al teatrino dei miei fratelli e ridere con loro. E
probabilmente se non ci fosse stata la mamma a fare la guardia,
l'avrebbe anche fatto...
"E certo, perché dire al proprio fratello 'alza il culo',
invece
è qualcosa che si fa, giusto?" si lamentò. Mio
padre non
rispose, evidentemente era stato preso alla sprovvista dalla
affermazione del figlio. Beh, non che avesse tutti i torti
"Vedi caro Jazz, la differenza tra me e te sta nel porsi. Io, se dico
qualcosa di poco opportuno, lo faccio con stile... tu invece sei come
sempre scurrile e volgare!" spiegò con aria divertita
Edward,
provocando le risate mie e di mio padre
"Ecco, proprio quello che volevo dire!" affermò
quest'ultimo. Jasper, leggermente infastidito lo guardò male
"Cioè fammi capire... se lui mi tratta male passa,
perché
l'ha fatto con stile... se io lo mando a quel paese mi riprendi,
perché...? Perché sono stato poco delicato?"
chiese
sarcastico
"Esattamente!" confermò lui convinto
"D'accordo!" convenne Jasper. Si schiarì la voce e fece
aprire
sul suo viso un sorriso perfido "Caro fratellino, mi chiedevo, solo se
non ti reca troppo disturbo, sia chiaro... diciamo quando hai due
minuti liberi... ti dispiacerebbe andare leggermente a fanculo?"
"Jasper!" gridò mia madre tirandogli uno schiaffo sulla nuca
"Ahia, ma che ho fatto questa volta?" si lamentò portandosi
una
mano sulla parte colpita. Lei stava per rispondere, quando le risate di
mio padre la trattennero
"Carl, non invogliare i ragazzi alla maleducazione te ne prego... ci
sono voluti anni per insegnare loro quelle poche regole essenziali che
sanno!" si lamentò verso il marito. Lui, cercò di
riprendere un pò del suo autoritario contengo,
dopodiché
esclamò serio
"Ben detto, tesoro. Jasper ti proibisco di mandare a quel paese tuo
fratello... in qualsiasi forma e misura!" e si girò verso
Edward
"E tu la prossima volta sii un pò più educato
verso
Jasper. Un 'puoi anche alzarti e prendertela da solo!' ci starebbe
meglio!"
Ma nostra madre non sembrava particolarmente convinta.
"Ehm, credo sia il caso di andare... non vorremmo arrivare tardi
proprio il primo giorno di scuola!" affermai alzandomi e facendo segno
ai miei fratelli di fare altrettanto. Lì tirava aria di
tempesta. Intese le mie intenzioni, Jasper si alzò e dopo
aver
bevuto l'ultimo sorso di cappuccino, disse:
"Buona giornata a tutti... e papà... non ti stancare troppo!"
"Ci proverò!" rispose lui tornando al suo giornale. Dopo un
breve salutò a nostra madre, non del tutto contenta della
precedente chiacchierata, uscimmo di casa.
"É il momento della monetina!" esclamò Jasper
dirigendosi verso il garage
"Ancora?" si lamentò Edward "Credevo che qui a Forks ne
avremmo fatto volentieri a meno!"
"E invece no... dobbiamo continuare a risparmiare!" spiegò prendendo i soliti dieci
centesimi dalla tasca dei jeans.
"Sì, ma i chilometri da fare qui, sono nettamente
inferiori!" continuò l'altro
"D'accordo.. allora vorrà dire che tu te ne andrai bel bello
con
la tua amatissima Volvo, che peraltro, dopo essere stata nelle mani
degli indiani, non so come possa ancora reggersi sulle ruote, ed io e
Rosie faremo il gioco della moneta!" rispose tranquillo. Io ridacchiai. Io
ed i miei fratelli, per
combattere i prezzi esorbitanti della grande mela, avevamo inventato
quell'efficace stratagemma. A turno, per l'intera settimana, si
decideva chi dei tre avrebbe messo a disposizione la propria macchina,
sia per la scuola che per uscire, così almeno gli altri due
avrebbero risparmiato la
benzina. E il tutto si decideva con l'ausilio della monetina.
"Tanto non lo fareste mai senza di me... in questo caso avreste una
macchina in meno e le possibilità di far capitare la propria
sarebbero maggiori!" esclamò Edward con un sorrisetto
divertito.
Jasper sembrò voler dire qualcosa, ma si fermò.
Evidentemente per la prima volta nella sua vita non seppe come
rispondere. Allora, afflitto, alzò un sopracciglio e chiese
"Mi devi proprio costringere a farlo?" Edward fece segno di
sì
con la testa, e l'altro sbuffando impercettibilmente
bisbigliò
"Per piacere..."
"Che hai detto, scusa? Non credo di aver capito bene!"
scherzò Edward. Lo sbuffo di Jasper riempì l'aria
"Per piacere!" ripeté con voce più alta
"Non devono essere tanto buoni i ripetitori da queste parti!"
continuò a scherzare l'altro. Jasper lo guardò
truce.
Oh, se gli sguardi
potessero uccidere!
"Per piacere, Edward, metteresti a disposizione la tua macchina per il
lancio della moneta?" chiese quasi urlando. Io ed Edward scoppiammo a
ridere mentre l'altro si faceva quasi paonazzo per la rabbia
"Andata!" esclamò poco dopo il più piccolo"Visto
che
quando vuoi sai anche essere gentile? Basta solo un pò di
impegno!" ma l'occhiata di fuoco che gli tirò il fratello
bastò a farlo stare zitto.
"Prima le signore!" mi invitò allora Edward aprendo la
saracinesca del garage.
"Testa!" affermai convinta. Jasper allora lanciò la
monetina,
che dopo una breve giravolta ricadde nella sua mano. La girò
sul
dorso della stessa e controllò
"Croce, ho perso! D'accordo... il primo round è andato!" si
girò verso Edward, che, senza farsi dire nulla,
esclamò
"Croce!" Jasper rifece la stessa procedura di prima,
dopodiché disse
"Non è possibile... sono uno sfigato!" mi avvicinai per
controllare. Mi scappo una risata. Era uscita Testa!
"Sono diciassette anni che cerco di dirtelo, Jazz..." disse Edward
dirigendosi verso la Bmw azzurra. Jasper non rispose neanche, si
limitò ad entrare in auto e mettere in moto. Durante tutto
il
viaggio per la Forks High School, per fortuna, non continuarono a
punzecchiarsi. Ci fu solo una piacevole chiacchierata tra me ed Edward
riguardo ad un libro che gli avevo prestato e che non vedeva l'ora di
iniziare, tanto che se l'era portato in cartella. Io e mio fratello
avevamo la comune passione per la lettura dei classici. Storie
romantiche, thriller, qualche volta perfino horror, l'importante era
che fossero vecchi ed affascinatamente interessanti. Di solito uno dei
due li comprava, li leggeva, e poi se il libro in questione era degno
di lode, lo passava all'altro. Così come avevo fatto io.
Fare la
stessa cosa con Jasper era improponibile. Una volta ci avevo provato.
Lui mi aveva guardata male, poi aveva lanciato un'occhiata al libro,
seicento pagine di puro romanticismo settecentesco, aveva riso come un
matto ed era tornato alla sua partita di football come se niente fosse.
Lì capii che non era proprio il caso di riprovarci.
"É ancora più squallida di come la immaginavo!"
esordì Jasper schifato, mentre procedeva a passo d'uomo nel
cortile per cercare parcheggio
"Ecco che ricomincia con questa vena tragica... coraggio, un
pò
di ottimismo!" feci io, sorridendogli ed uscendo dall'auto. Come
immaginavo, l'intero cortile non aveva occhi che per noi. Era
più che normale che in un paese tanto piccolo la notizia del
nostro arrivo si fosse sparsa a macchia d'olio. Se cambiavi scuola a
New York, nessuno ci badava, ma lì... eravamo davvero la
novità dell'anno, e probabilmente lo saremmo stati per tutti
e
due i semestri.
"Ma guardali.. tutti impegnati a farci la radiografia!"
esclamò
infastidito Jasper, appoggiato alla fiancata della macchina,
incrociando le braccia al petto
"Mmm... da quanto in qua ti infastidisce essere al centro delle
attenzioni di così tante ragazze?" lo canzonai divertita.
Sorrise
"Probabilmente a furia di passare del tempo con Edward starò
diventando come lui!" spiegò
"Vedi che ti ho sentito!" esclamò seccato l'altro, poggiato
al
cofano, con il mio libro tra le mani. Continuammo per quei pochi minuti
che precedevano il suono della campanella, a parlare tranquillamente,
ed io nel frattempo iniziai a far vagare lo sguardo per il cortile. Lo
shock iniziale era stato in parte superato, per fortuna, anche se
qualcuno continuava a guardarci come ammaliato. Altri, invece, non
sembravano minimamente interessati alla nostra presenza. Ad esempio,
poco distante da noi, c'era un sostanzioso gruppo di ragazzi,
abbastanza affiatato a giudicare da come scherzavano e si divertivano,
che attirò la mia attenzione. Sembravano ragazzi e ragazze
all'incirca della mia età. E mi ritrovai inspiegabilmente ad
invidiarli. Come sarebbe piaciuto anche a me avere un bel gruppetto del
genere. Amiche per me, con le quali poter parlare tranquillamente di
ragazzi, o di cosmetici oppure semplicemente di qualche
novità
dell'ultimo minuto, come ad esempio di quei tre ragazzi newyorchesi
appena arrivati. Nella mia vecchia scuola di amiche ne avevo avute
molte, certo, non che fossero del tutto sincere e leali con me, a
giudicare da come parlavano alle mie spalle tutte le volte che non
c'ero, però... perlomeno, avevo qualcuno con cui uscire.
Chissà se Forks, così piccola e tranquilla, mi
avrebbe
dato quella tanto sperata sensazione di pace che cercavo... io, magari
egoisticamente, credevo che, dopo quello che di brutto avevo avuto, un
minimo di felicità mi spettava. Così come per
Edward e
Jasper. Anche loro meritavano la loro fetta di tranquillità,
anche se il primo faceva finta di non averne bisogno e l'altro fingeva
di averne già a sufficienza. Ma io, che li conoscevo fin
troppo
bene, ero ben lontana dal credere che le cose stessero nel modo in cui
loro dicevano
"Ehi, vogliamo andare?" mi chiese Jazz strattonandomi un braccio. Io lo
guardai confusa
"La campanella..." mi disse. Solo allora mi resi conto che stava
suonando. Così, recuperata la borsa dalla macchina,
raggiunsi i
miei fratelli, ed insieme varcammo la soglia della nostra nuova scuola.
Salve
bella gente, qst sera, siccome mi sento particolarmente buona ho deciso
si regalarvi un nuovo capitolo... In particolare per fare un piccolo
regalo a Norine, che altrimenti avrebbe dovuto aspettare Settembre...
Beh, spero che anche a voi nn dispiaccia la cosa... Allora, il capitolo
di cui vi parlavo è arrivato... qst piccola Rose
è addolorata profondamente da qualcosa, ma da cosa??? eh eh
eh, beh speriamo che vi sia piaciuto... fatemi sapere in tanti come
sempre... a presto ^^
Risposte
alle recensioni:
cinzia
818:
Salve carissima... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto
(chissà perchè nn mi ispirava particolarmente...
) e
sì, Jessica in qst storia nn avrà molta voce in
capitolo... lei se ne sta bel bella con il suo amico Mike, e
così nn ifastidisce una delle coppie protagoniste...
^^tranquilla... nn arrivo fino a qst punto con la mia cattiveria XD...
certo nn nascondo che nn sarà tutto rose e fiori, ma fino a
qst
punto... no, nn ci arrivo ^^ spero che qst Rosalie ti sia piaciuta...
io la trovo molto tenera, soprattutto mi fa impazzire la loro colazione
tipo... ahahah.. pagherei per avere due fratelli così,
giuro..
bene, spero che le idee su Rose e su quello che le è
successo si
siano un pò chiarite, fammi sapere cmq, un grande bacio ^^
Shinalia:
Ma cara, nn preoccuparti... ormai ho capito che la pole position
è tua, quindi anche se mi arrivi seconda, per me sarai cmq
la
prima! ^^bene, me felice che il capitolo sia stato di tuo gradimento...
eh sì, mi sa che Bella avrà qualcosa di meglio da
fare
nei prossimi giorni che pensare a suo padre, tu che dici? XD, beh,
fammi sapere se Rosie ti è piaciuta... un grande bacio ^^
lisa76:
Salveeee...cara, puoi farmi tutte le domande che vuoi, non
preoccuparti... anzi a me fa piacere, poter togliere qst dubbi..
allora... sì, in effetti Bella è un anno + grande
di
Edward che invece ha la stessa età di Alice (che a mio
parere
fisicamente sembrerebbe più piccola di Bella!). Qst ultima
invece ha la stessa età di Rosalie e Jazz... Emmet
è
l'ultimo della fila... poveretto tutto solo al quinto anno eh eh eh.
bene, spero di aver risposto in maniera esaustiva al tuo dubbietto...
se vuoi chiedere altro.. io sono qui.. bene, spero che Rosalie ti sia
piaciuta, fammi sapere... un bacio grande ^^
martya_c:
Fiuuu... per fortuna... prova capitolo superata! ahahha... no, dai, ci
tenevo praticolarmente qst volta al tuo giudizio. Almeno
così in
futuro cercherò di essere più cm dire... diretta
al
punto! ^^sì, Bella è di un anno più
grande
rispetto ad Edward... lei è allo stesso anno di Jazz e Rose,
mentre Ed ha 17 anni come Alice. Emmet invece è all'ultimo
anno
e ne ha 19... forse ho scombinato un pò le cose, ma saperlo
più piccolo di lei, mi guastava particolarmente,
chissà
perché ^^ Spero che il capitolo di Rose ti sia piaciuto e
che
sia servito a chiarire qualcosa sul suo passato. Fammi sapere... Un
bacio enorme ^^
Elfa
Sognatrice:
Ma ciauuuu...ahahah, scusami ancora per la mia scemaggine (eh?) ma
proprio non ci ero arrivata... ahahah... cmq stai tranquilla... niente
capre assassine con il mantello di superman... (mmm sai che potrebbe
essere un'idea? XD ma nooooo!) bene, sono contenta che tu ti sia fatta
un'idea più precisa della fisionomia di qst Cullen, e spero
che
la loro bella famigliola a colazione ti sia piaciuta ^^ fammi sapere,
mi raccomando... un mega kiss ^^
yle_cullen:
Quando si dice, meglio abbondare... ahahah, addirittura due recensioni?
No, dai... nn dovevi... aahahah... dai, scherzi a parte... grazie mille
per aver recensito. Mi fa piacere trovare una nuova lettrice x di
più così affascinata dalla mia storia. Mi fa
enormemente
piacere, nn c'è che dire ed io nn posso che dirti grazie.
Quello
che è successo a Rose, nn posso spiegartelo, altrimenti ti
direi
troppo (me persona discreta ^^) però, qualcosa in qst
capitolo
si intuisce... ti assicuro che prima o poi sarà stesso lei a
rivelare la verità, promesso. In effetti neanche io riesco
ad
immaginarmi un Charlie cattivo (e un pò mi sento perfino in
colpa x averlo decritto così!) e dico che fai benissimo ad
immaginartelo diverso... dovrei fare lo stesso mi sa ^^... bene, grazie
ancora di tutto, spero continerai a seguirmi anche perché mi
farebbe immensamente piacere. Un bacio grande ^^
Uchiha_chan:
Salve cara... beh che dire, sono d'accordissimo cn te, in effetti ci
volevano più dettagli, ma come ho detto, nn mi convinceva
particolarmente... però, qst di Rose mi piace di
più,
forse perchè, cm promesso, in parte spiega già
qualcosa
di importante riguardante il suo trauma (sn un pò
più
chiare adesso le idee^^?)... l'incontro finalmente avverrà
nel
prossimo capitolo, quindi... tieniti pronta... eh eh eh... bene, ti
ringrazio infinitamente per i complimenti, e spero che il capitolo ti
sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando... un bacione ^^
enifpegasus:
Salveee.... prima di tutto, ti sembrerà strano, ma anche io
nn
sopporto minimamente Jessica anche se qst volta ha detto una cosa
sensata... l'unica volta nella sua vita, aggiungerei ^^ in effetti mi
sono messa a ridere da sola qnd ho riletto quella parte ed ho
immaginato le vostre reazioni.. eh eh proprio nn rende giustizia, no
signore.. ma d'altronde, è un maschio, cosa potrebbe mai
capire!
Beh, i commenti di Jasper sulla scuola sono evidenti anche in questo
capitolo e ti assicuro che nn si discostano tanto dalla
realtà... quello che ha detto pensava... ^^ e x qnt riguarda
le
capre, magari nn le troverà nelle opere di Milton scrittore,
ma
forse guardando l'avvocato del diavolo che gli hai consigliato,
è probabile che qualcosa troverà... ahahah... sei
troppo
forte, davvero.. bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi
sapere mi raccomando... un mega bacio ^^
Norine:
Credo proprio che adesso mi adorerai ^^... hai visto... ho esaudito la
tua richiesta e ti ho postato un altro capitolo, così,
l'incontro avverrà in settimana (secondo i calcoli,
precisamente aggionerò venerdì) così
potrai comodamente leggerlo prima di partire, dopodiché ti
aspetterò impazientemente a Settembre così che tu
possa leggere il continuo... mi mancherai un casino... uff (singh*_*)
... bene spero che qst ti sia piaciuto, fammi sapere e spero che il mio
regalo ti sia piaciuto.. un bacione ^^
|
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Capitolo 10 *** Solo 25 centimetri! ***
Capitolo 10 (Alice POV)
L'intera scuola era in
visibilio per i nuovi arrivati. I Cullen. Da quello che eravamo
riusciti a capire, venivano da New York, e due di loro erano gemelli.
Andavano nella stessa classe di letteratura inglese e di matematica con
Bella. Il ragazzo con i capelli rossicci, invece, frequentava storia e
francese con me. E dovevo ammettere che era un tipo molto, ma molto
interessante. Passai quasi tutta l'ora a scrutarlo da lontano. Aveva
l'aria assorta nei suoi appunti, e a sommi capi sembrava un tipo molto
riservato. Mi ero ripromessa che alla prima occasione avrei attaccato
bottone per saperne di più.
L'ora di pranzo arrivò in un battibaleno, e mi ritrovai con
i
miei fratelli a fare la fila in mensa. Ritrovare tutti i nostri
compagni era stato fantastico, anche se, a detta di Bella, sarebbe
stato meglio rimanersene a casa ancora per un pò.
"Coraggio, Bells... guarda il lato positivo della cosa!" feci io
avanzando di un posto nella fila
"E sarebbe?" mi chiese scettica
"Se tu fossi rimasta a casa, non avresti mai incontrato i Cullen!"
spiegai sorridendole. Lei scosse la testa ed un microscopico sorriso si
affacciò sul suo volto. Bene, almeno un passo avanti lo
avevamo
fatto.
"Piuttosto, ho scoperto che il ragazzo che era con i due gemelli si
chiama Edward... fa storia e francese con me!" spiegai
"Ah sì... Jake me lo aveva detto!" ricordò Emmet.
Già, quello stupido orso si era dimenticato di dirci che
aveva
conosciuto i due maschi Cullen. Come se non fosse importante.
"Già... invece i due gemelli fanno inglese e mate con me...
lei
si chiama Rosalie mi pare... lui Jasper..." aggiunse Bella recuperando
un vassoio.
Jasper, eh? Vuoi vedere
che...
"Quindi erano loro in quella Mercedes?" chiesi fingendomi
indifferente
"Già! Mi sono informato quando sono venuti a riprendersi la
macchina a LA Push!" rispose Emmet passandomi un panino vuoto
Eh, sì... intuito Alice colpisce ancora!...
Bene, in quel momento la voglia di conoscerli di
più, iniziava a crescere a dismisura, e non potevo
più aspettare
"Eccoli!" mi informò Emmet indicando un punto alle mie
spalle.
Cavolo, Edward era senza dubbio un bel vedere, ma quei due... si faceva
fatica a stabilire chi fosse il più bello. Lei,
stupendamente
vestita - Dio, volevo quella camicetta - aveva uno splendido colore di
capelli, sicuramente naturali a giudicare dalla lucentezza. Sembrava
quasi miele fuso. Il ragazzo dietro di lei, era la cosa più
bella che avessi mai visto. Parlottava divertito con Edward, che a sua
volta rideva. Aveva lo sguardo vispo, e maledettamente attraente. E
poi, quel fisico... non era ritenuto illegale andare in giro in quel
modo? Evidentemente, ancora no...
"Che stai guardando?" mi chiese Emmet seccato "Anzi... chi stai
guardando?"
"Ehm... cercavo Jessica..." mentii
"Non dire cazzate, nana... ti ho vista fissare i Cullen!"
Inutile mentire...
"Oh, d'accordo, li stavo guardando... e stavo morendo dalla
curiosità di conoscerli!" ammisi sbuffando
Aspetta un momento...
idea!
"Senti un pò, Emm.... mi faresti un favore?" domandai con
fare innocente
"No!" rispose secco
"Ma dai... non sai neanche cosa voglio chiederti!" mi lamentai
"D'accordo... ma se è qualcosa che anche lontanamente
c'entra
con quei quattro fenomeni da baraccone, sappi che la mia risposta
rimane invariata!" specificò. Io feci una smorfia, e lo
superai
andando al nostro solito tavolo, con il vassoio completamente vuoto.
Tanto lo sapevo che non avrebbe resistito. Era troppo buono per fare la
parte del fratello maggiore geloso a lungo. E difatti...
"Avanti cosa vuoi?" mi chiese passandomi un trancio della sua pizza
"Voglio parlare con loro.. voglio conoscerli!" affermai decisa, mentre
anche Bella prendeva posto accanto a noi. Emmet alzò un
sopracciglio divertito
"E... come pensi di fare?" mi chiese
"Oh, ma io non penso di fare proprio niente... se mai sei tu quello che
dovrà fare qualcosa!" esclamai. Lui quasi si
affogò con
la Coca. Mi guardò male e parlò
"Come, prego?"
"Hai capito!" feci io seccata
"E mi spiegheresti esattamente cosa dovrei fare?" chiese ironico.
"Beh, tu li hai conosciuti, no? Va loro vicino, salutali, inventati
qualche cazzata delle tue... dopodiché io e Bella,
accidentalmente ci avvicineremo a te e sarà fatta. Tu ce li
presenti ed io mi potrò togliere questa piccola
soddisfazione!"
spiegai tranquilla. Intanto i tre fratelli stavano prendendo posto a
qualche tavolo di distanza da noi. Emmet scosse il capo divertito
"Non se ne parla!" esclamò
"Perché?" mi lamentai io
"Alice, quella non è gente per noi... sono.... guardali!" e
me li indicò
Li ho guardati fin
troppo bene, credimi!
"Sono... cosa?" chiesi infastidita
"Snob!" concluse schifato. Snob?
Questa poi....
"Ma che cavolo dici, Emm.... loro non sono snob!" e calcai la voce
sull'ultima parola "E poi, non ti hanno insegnato che non si giudica
mai un libro dalla copertina?"
"Credimi, in questi casi, certi libri non vale la pena neanche
sfogliarli!" esclamò. Certe volte mi lasciava davvero senza
parole!
"Superficiale!" biascicai. Lui mi guardò, anzi
più che altro mi fulminò
"Potresti ripetere?"
"Non ho detto niente!" mentii sbriciolando con le dita il mio panino.
Lui scosse di nuovo la testa e tornò alla sua pizza
"Dico soltanto che potresti anche farmi questo favore... non ti
costerebbe niente!" aggiunsi
"Non capisco perché tu ci tenga così tanto!"
ammise guardando i tre ragazzi
"É che.... non so spiegartelo esattamente,
però... mi
piacerebbe sapere un pò di più su di loro, tutto
qui!"
E mi piacerebbe anche
rincontrare quei magnifici occhi azzurri di quella mattina...
"Sicura che sia solo questo?" mi chiese sospettoso.
Mmm... Attenta Alice,
radar fratello-maggiore-geloso in funzione...
"Certo... che altro se no?" feci io con un sorriso innocente. Lui mi
guardò per qualche secondo, dopodiché
sospirò
"E va bene... prima che ricomincino le lezioni vado a parlarci,
contenta?"
"Ah... grazie!" e gli saltai letteralmente al collo per la gioia,
attirando su di noi tutti gli sguardi dei tavoli circostanti. Finimmo
tranquillamente di mangiare, dopodiché, una decina di minuti
prima del suono della campanella, esclamai
"Coraggio, si sono appena alzati... va, e fai bella figura!" e diedi
sulla spalla di mio fratello una sonora pacca di incoraggiamento. Mi
lanciò un'ultima occhiata, e si alzò, diretto
verso i
Cullen, che stavano svuotando i vassoi negli appositi contenitori
"Bene, aspettiamo due minuti e poi li raggiungiamo!" esclamai su di
giri.
"Ti piacciono tanto, eh?" mi chiese Bella divertita. Io le sorrisi
"Diciamo che sono un bel panorama... tutto qui!" ammisi. Mentire a
Bella era ancora più difficile che convincere Emmet ad
esaudire
le mie richieste.
Emmet, intanto, aveva fermato i Cullen e aveva salutato i due ragazzi.
Edward sembrava addirittura felice di ritrovarlo. L'altro, Jasper,
ehm... era difficile capire cosa gli passasse per la testa. Possibile
che fosse... infastidito? Ma no, che vado a pensare...
Io e Bella ci alzammo in contemporanea e li raggiungemmo. Non so per
quale motivo ma avevo il cuore a mille per l'emozione
"Ehi Emmet... non ce li presenti i tuoi nuovi amici?" chiesi
sorridendo, un volta raggiunto il gruppo. Devo ammettere che da vicino
acquistavano una marea di punti extra. Edward, con quei capelli del
colore... ehm... indefinito diciamo, era molto più che
affascinante. Sentii lo strano
impulso di accarezzarglieli. Per fortuna mi trattenni. La ragazza,
Rosalie, era di una bellezza sconcertante. Mi faceva quasi sentire a
disagio. Bellezze del genere si vedevano soltanto in televisione o
sulle riviste di alta moda. E non si era neanche tanto sicuri che
fossero del tutto naturali. Ma quella ragazza... cavolo ero invidiosa.
Jasper, poi era... tremendamente sexy, ecco il giusto aggettivo per
descriverlo. E quegli occhi. Non c'erano dubbi. Erano gli stessi che
avevo incontrato in quella frazione di secondo che mi ci era voluta per
superare l'auto nera. E ritrovarli, associati ad una persona
così... era una sorpresa con la S maiuscola, non
c'è che
dire.
"Ehm... ragazze loro sono i Cullen... Edward, Jasper... e..." si
bloccò indicando la ragazza. Evidentemente non si erano
ancora
presentati
"Rosalie!" esclamò lei sorridendogli. Potrei quasi giurare
di
aver visto Emmet arrossire, ma forse... le luci al neon giocavano
brutti scherzi
"Loro invece sono Bella ed Alice... le mie sorelle!" ci
presentò.
"Piacere di conoscervi!" ci sorrise cordiale Rosalie. Mi stava
già simpatica quella ragazza. Edward invece si
limitò a
sorriderci.
Alla faccia... anche
quel mezzo
sorriso dovrebbe essere censurato. Così rischia davvero di
farci
rimanere secca qualcuna un giorno o l'altro...
"Il piacere è tutto nostro!" rispose Bella sorridendo ad
entrambi. Mi girai verso Jasper, che se ne era rimasto in silenzio. Ero
curiosa di sapere che tipo fosse, ma se continuava a starsene zitto,
dubitavo seriamente di riuscire a capirlo
"Probabilmente è timido... che dolce... proprio come
piacciono a
me... taciturni e riservati..." pensai divertita. Poi, però,
lo
sentii ridacchiare
"Non ci posso credere. Adesso mi spiego perché tu sei
così alto... devi esserti rubato anche i suoi centimetri!"
rise
indicandomi.
Può un sogno
diventare all'improvviso un incubo? Evidentemente
sì....
"Che cosa hai detto scusa?" chiesi, perdendo di colpo tutto il mio
entusiasmo
"Dico, quanto sarai alta... venticinque centimetri?" chiese tra le
risate.
Ma tu guarda questo...
altro che dolce, timido, riservato... cafone, cafone, cafone...
"Senti un pò, Big Jim... non ti permetto di insultarmi in
questo
modo, chiaro?" lo minacciai puntandogli un dito contro. Ma lui
continuava a ridere come un ossesso. Mai nella mia vita ho avuto una
voglia irrefrenabile di uccidere qualcuno come in quel momento. Che
nervi...
"Jasper, ma sei impazzito?" lo riprese la sorella imbarazzata
"Calmati Rose... era solo una battuta!" si difese lui.
Solo una battuta? Gliela
do io la battuta...
"Sai cosa ti dico Cullen... " feci io alterata "É molto
meglio
essere bassa ed intelligente, piuttosto che avere qualche centimetro in
più ed il cervello vuoto!"
"Ehi, moderiamo il linguaggio..." esclamò leggermente
infastidito.
Ah, adesso si arrabbia
anche questa sottospecie di bambolotto parlante?...
"Cafone!" biascicai allontanandomi. Probabilmente sentii perfino il mio
nome, o forse le scuse imbarazzate di Rosalie, ma ignorai tutto e mi
diressi a passi decisi verso il corridoio.
"Ma tu guarda, questo... come cazzo si permette... venticinque
centimetri!" sibilai irritata. Era una cosa assurda, mai, e dico mai,
nella mia vita mi ero sentita così infuriata e frustrata.
Poteva
essere bello quanto voleva, ma se era davvero così
maleducato,
ebbene... poteva anche dimenticarsi di ricevere altre attenzioni dalla
sottoscritta. Certo, se fosse rimasto zitto... ma no, che vado a
pensare...
"Ehi, Alice, aspetta..." mi chiamò mio fratello bloccandomi
"Lasciami!" mi lamentai
"Coraggio, piccola, non ti sarai davvero arrabbiata!" mi fece sorpreso
"Certo che lo sono... quel maledetto cafone mi ha appena insultata... e
cosa peggiore tu non hai fatto niente per difendermi!" esclamai
furiosa. Già, che fine aveva fatto l'Emmet super-protettivo,
il
fratello geloso ed apprensivo?
"Dai... non è di certo il primo che ti prende in giro per la
tua altezza!" mi ricordò.
Beh, in effetti non
è il primo e non sarà di certo l'ultimo...
"E allora cos'è che ti da così
fastidio, eh?" mi
chiesi, mentre incrociavo per l'ennesima volta quegli occhi azzurri,
mentre, accompagnato dalla sorella, usciva dalla mensa. Mi sorrise
sbruffone.
"Forse non è stata un grande idea presentarteli!"
esclamò
Emmet circondandomi le spalle con un braccio. Iniziammo a camminare
verso gli armadietti mentre il vociare nel corridoio aumentava a
dismisura
"Comincio a crederlo anch'io!" ammisi afflitta. Quel Jasper Cullen me
l'avrebbe pagata, fosse stata l'ultima cosa che facevo, ma non
l'avrebbe passata tanto liscia... parola di Alice nana Swan!
Ma scialvie a tutti... no, nn sn
impazzita, è che oggi sn leggermente giù di
morale... nn
so perchè, forse sarà il caldo, forse
è
semplicemente un momento no della mia vita... chissà...
vabbè, nn voglio annoiarvi cn qst assurdità... vi
vedo
sempre più presi e qst nn può che farmi piacere
^^...
allora, prima di tutto vorrei fare una piccola precisazione. Siccome,
come avete ampiamente notato, ho modificato due o tre cosette dei
personaggi reali (solo due o tre? ndTutti)^^ vorrei specificare una
cosuccia... come molti di voi hanno notato c'è stato un
leggero
cambiamento x qnt riguarda l'età... allora... ribadisco...
Emmet
è il più grande di tutti, ha 19 anni e frequenta
l'ultimo
anno, Poi ci sn al quarto anno Rosalie e Jasper (ke sn gemelli) e che
hanno 18 anni e allo stesso anno c'è Bella sempre cn 18
anni.
Poi infine in terzo ci sn Alice ed Edward che ne hanno 17. Quindi...
sì, Bella è più grande di Ed... se
potete
perdonatemi ^^... bene, mille grazie a tutti come sempre... e recensite
in tanti, chissà mi riuscite a risollevare un pò
l'umore... che qnd leggo le vostre magnifiche recensioni sto sempre
meglio :D... un bacione a tutti e a presto!
Risposte
alle recensioni:
Chanellina94:
Salve cara... prima di tutto nn posso che prostrarmi ai tuoi piedi
sperando nel tuo perdono per nn aver risposto alla tua ultima
recensione, ma, neanche a farlo apposta, ho aggiornato il nuovo
capitolo proprio mentre tu mi lasciavi il commento.. davvero,
perdonami... ^^ allora ti ringrazio x i complimenti e sn cm sempre
contentissima che i due capitoli ti siano piaciuti.. Lo so, la faccenda
di Rosalie è complicata ma ti dico una cosa... magari la
soluzione nn è tanto lontana da quello che potresti
pensare... basta un pò di fantasia (su coraggio.. ^^) e
invece cm mi hai detto la situazione di Bella è
più chiara... beh, in effetti Charlie è stato
abbastanza esplicito... poverini.. eh eh eh beh, in fin dei conti Jazz
ed Ed sn due ragazzi mooolto educati... (sì cm no!) e ci
vuole classe anche nel mandarsi a quel paese (cm ha fatto saggiamente
notare carti...ehm Edward!)... vabbè, spero che anche qst
capitolo ti sia piaciuto (finalmente si sn incontrati!) fammi sapere e
se puoi... perdonami ^^ ciaoooo
Shinalia:
Salve cara... e beh, la nuova Rose ha fatto colpo, forse più
di Jasper... nn so perché ma la preferisco di più
così, in qst versione.. la vedo più... umana
(ovvio, quella originale nn lo era affatto! ahahah!)... aspetta e
vedrai x capirci di più... intanto spero che il fatidico
incontro ti sia piaciuto. Fammi sapere... un bacione... e rimani sempre
in pole position, mi raccomando XD
yle_cullen:
Ciao cara...sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... in effetti
qst nuova Rosalie è nettamente l'opposto rispetto
all'originale ed è sicuramente molto apprezzata... in fondo
ci voleva proprio un pò di umanità in lei,
così almeno è perfetta, no?^^ io ti suggerisco di
nn escluderla completamente la questione della violenza... oddio nn
posso dirti molto, però... nn escluderla del tutto, fidati
di me (cosa assai difficile, me ne rendo conto!^^)... x qnt riguarda le
due famiglie, beh, credo che la differenza cm hai detto, è
notevole, anche se hanno tanti problemi hanno due modi diversi x
affrontarli... ma ovviamente dall'altra parte abbiamo Jazz e Edward (in
versione cane e gatto... anzi capra e gatto!^^) che litigano in
continuazione (le capre nn so neanche io cm sono venute fuori... mi
piaceva immaginarlo tormentato da qualcosa.. un pò come il
carotino per Edward!) ahaha... beh, adesso ti saluto, spero che il
capitolo dell'incontro ti sia piaciuto.. fammi sapere un bacio grande ^^
enifpegasus:
Ma salve, cara... io nn ti vizio... semmai sei te che vizi me cn qst
tue magnifiche recensioni... beh, sono molto felice di fare qst effetto
cn la mia storia su di te... significa che almeno un pò ti
ci sei affezionata (e su che mi vuoi bene anche se sn straperfida^^)...
e beh, nn c'è niente di + salutare che un'abbondante
colazione cm quella... io ci andrei + volentieri a scuola cn due
così credimi.. (anche se, se fossero sltanto fratelli miei
impazzirei perchè sn troppo belli e nn reggerei a
lungo^^)... e poi, un papà cm Carl ci vorrebbe x tutti (e
anche la povera Esme dai!) nn cm Charlie in versione cattiva... quella
è tutta un'altra storia... no, nn hai letto male ha davvero
chiesto "per favore" a pel di carota! (Pel di carota a chi? ndEdward)
(a te, tesoro!ndA) ahahah... ma d'altronde capisci a me... era una
situazione disperata... è stato costretto ^^ bene, spero che
il primo incontro ti sia piaciuto... fammi sapere mi raccomando.. un
bacio (e nn viziarmi troppo ^^)
Elfa
Sognatrice: Ma ciao cara... eh già... se nn si
stuzzicassero anche a tavola, nn sarebbero loro, no? ^^ (un
pò cm te e tuo fratello... si vede che, come voi, sotto
sotto si vogliono bene anche loro!) (sì, cm no ndJazz!)..
sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto (me esulta felice x tt la
stanza) ed in effetti Rose in qst storia è particolarmente
sensibile... chissà, magari quello che le è
successo (che rimane ancora celato nell'oscurità) l'ha
segnata parecchio... ma arriverà mai un cavaliere errante a
salvarle la vita? (io dico di sì ndEmmet) (zitto tu... nn
anticipare niente!)... concludo dicendo che cm te, e cm Rose, anche io
sn in cerca di amiche vere (abbiamo lo stesso problema in fondo!) e
sperando di trovarne entrambe, ti saluto e spero che mi farai sapere se
il capitolo dell'incontro ti è piaciuto.. un grande bacio ^^
lisa76:
Ma ciauuu cara... sono contenta che il siparietto della famiglia Cullen
in versione tutti a colazione ti sia piaciuto.. eh beh, cm vedi per il
momento l'amicizia è messa a dura prova da qualkn
(chissà da chi ^^) però la storia è
ancora lunga e ci saranno delle belle da vedere... spero che il
capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere.. un mega bacio ^^
mine:
Salve carissima... sn troppo contenta che il mio veloce aggiornamento
ti abbia fatto così piacere... eh eh eh nn puoi immaginare
allora il piacere che tu abbia fatto a me cn la tua recensione... sei
tu a viziarmi, credimi, nn io eh eh eh ^^... eh beh, in effetti
mandarsi a quel paese alla maniera di Jazz e fratello è
tutto un'altro storia... dovremmo prendere esempio da loro... secondo
me un pò della loro classe ci farebbe comodo, che ne dici??
ahahah bene, sono contenta di essere riuscita a coinvolgerti ancora di
+... spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto.. fammi sapere.. un
bacio cara ^^
cinzia818:
Ciao amica cara... eh eh tu due fratelli così ce li hai eh?
io invece li vorrei tanto... mi divertirei un mondo con qst due (anche
un Jazz e un Edward mi vanno + che bn... anche se averceli cm fratelli
nn conviene... sn troppo belli ed io nn resisterei ^^)... bene, nn
posso dirti molto (che palle, già l'hai spiegato mille volte
sta storia che nn puoi dire nulla... e basta ndTutti) eh eh
però... dai sei sulla buona strada... un punto a tuo
favore.. e man mano i pezzi del puzzle si vanno ad incastrare fra loro
x completare il quadretto.. cosa ne uscirà? (ma sei
impazzita???) ahaha... beh, spero che l'incontro ti sia piaciuto (no...
nn ammazzarmi, please!^^) fammi sapere mi raccomando... bacioni dalla
tua pazza (anche nel senso cattivo... aahahah) amica... ^^
Norine:
Ciao cara... su su basta ringraziarmi... l'ho fatto volentieri... fa
piacere ricevere rischieste cm le tue... vuol dire che la mia storia ti
piace e che volevi assolutamente sapere cosa sarebbe successo e ti
capisco... qnd una storia mi prende inizio a diventare cuirosa fino
all'inverosimile... (sn pazza lo so ^^)... bene, meno male che il
capitolo ti è piaciuto... prendi nota.. x il futuro, a
mandare a quel paese qualcn si segue il metodo Edward... cn calma e x
cortesia... ahaha.. bene, spero che l'incontro ti sia piaciuto... fammi
sapere... un bacio. Se nn dovessi aggiornare prima della tua partenza,
ti auguro una buona vacanza... ciauuu e divertiti ^^
Martya_C:
Weee cara.. ma lo sai che proprio adesso stavo aggiornando, e cos' mi
sn detta... controlla se casomai ci sn altre recensioni e x fortuna
l'ho vista... ahahah... nn mi sarei mai perdonata di averti lasciato
senza risposta... Bene, sono contenta che il capitolo cn la colazione
dei Cullen ti sia piaciuto, e spero che la tua ideuzza sulla storia di
Rosalie si riveli quella giusta... poi fammi sapere se avevi
indovinato.. bene, spero che il capitolo dell'incontro ti sia
piaciuto... fammi sapere... un mega bacio ^^
Uchiha_chan:
Ciao cara... sono così felice che il capitolo ti sia
piaciuto e che la nuova Rosalie ti vada a genio... in effetti
sì, qst suo nuovo carattere le dona particolarmente e la
rende mooolto + sopportabile... mi fa piacere proprio che tu l'abbia
apprezzata in qst modo... già, in qst momento, dopo quello
che ha passato, ha proprio bisogno di qualcuno pronto a starle vicino..
amiche o amori che sia ^^ speriamo bene... allora fammi sapere se il
primo incontro ti è piaciuto.. un bacio grande... a
presto... ^^
MalyCullen:
O Santo cielo... ma... mi hai davvero deformato la pagina qst
volta!!!!... ahahahahahahahahah... o Mio Dio... nn puoi capire...
aspetta ti spiego... allora, apro la pagina, clicco sulle recensioni e
boom... esce sta cosa stratosferica... al ke io faccio... e mo che
cazzo è successo? (scusa la volgarità.. era x
sottolineare il mio stupore^^) poi, guardando meglio, scoppio in una
risata pazzesca xkè mi rendo conto che è la tua
recensione... cioè.. mi hai lasciato una cosa assurda..
ahahah... e mo cm si fa a rispondere??? ahahah... vabbè io
ci provo, spero di uscirne viva (nota... sn le 17.35... vediamo x che
ora riesco a terminare?^^) allora.. prima di tutto, ti prego... non
farti del male... abbandona il tuo adorato angoletto doloroso e torna
al tuo pc... nn sn arrabbiata tranquilla (sn furiosa... sono incavolata
nera... ahhhhhhhhhh spaccherei tutto... ad iniziare da questo stupido
mouse che mi sta accantooooo ahhhhhhhhh) ehm ehm... (L'autrice si
riprende da qst momentanea assenza, per ricominciare a parlare...)
ahahaha, dai scherzi a parte, davvero, nn fa niente... ti dico, la
recensione galattrica che mi hai lasciato (che tra l'altro anche se nn
l'ho esplicitamente detto mi è piaciuta un sacco
troppissimo!) è valsa anche x quella dell'altro capitolo...
quindi.. basta scusarsi, dai... ^^ (w la zia di Maly che nn usa qst
maledetti aggeggi fastidiosi... sai, sn quasi tentata di
sbarazzarmene...^^ naaaaa che vado a pensare... io ed il mio pc ci
vogliamo troppo bene^^ un pò cm Jazz e Ed)... cmq, ti
ringrazio lo stesso x aver pensato a me dopo tt quel macello... ne sn
onorata socia... davvero (me è commossa.. e si soffia il
naso sul suo gatto.. bleak!)... io cosa farei se vedessi nel cortile
della mia scuola una statua greca cn i capelli rossicci (e nn rossi se
no si incazza la stutua!^^)???? beh... sn d'accordo cn la nonnina di
80... abbassare lo sguardo cn fare annoiato sarebbe... (me si ritira
visto che Maly inizia a prenderla a borsettate in testa!) ahahah...
beh, tesoro mio, io sn perfida, nn potevo mica farli capitare in classe
insieme, e poi, cm ho detto nella nota introduttiva nn hanno neanche la
stessa età... quindi.. (ah ma se sn rose fioriranno^^)...
spero che la tua idea su Rose si riveli quella giusta ma poi sarai tu a
riverlarmela immagino ^^ e sai, sn d'accordo cn te, se qualks che si
srive fa pena si vede dal fatto che nessuno (o poki sventurati) la
recensiscono, e posso dirti che anche io ho letto tantissime storie e
molte di qst facevano più che pena... mamma mia... (a qst
punto domanda... xké nn ci hai ancora deliziato cn qualche
tua creazione? Me attende curiosa.. ed anche carotino... che
è qui in camera mia che mi aspetta nudo sul letto.. ahahahah
seeee, magari... pensa, ti dico solo che se così fosse nn
starei qui a scrivere ahaha) cmq, nn mi stancherò mai di
dirtelo.. grazie x il tuo appoggio e x la tua sincertià e x
l'affetto mi sn davvero d'aiuto.. ^^ (me si commuove di nuovo... ueeee
e Edward nudo la viene a salvare.. yuppieee!)... piccola nota di
Edward: brava Maly, niente rosso.. io opterei x il color cioccolato..
è così... così... Sì basta
abbiamo capito (l'autrice interrompe carotino e lo rimanda nel suo
lettuccio e scaldarle il posto ^^)... bene, spero che la pagina adesso
nn si deformi a causa mia, e sn contenta che l'idea di coinvolgere tt
ti garbi (su su ci saranno anche car... ehm... Ed e Bella nn fare
così però..)... bene, fammi sapere come hai
trovato il capitolo dell'incontro... tanti salutoni da me e da ortaggio
(che fa ciao ciao cn la manina...^^) un bacio grande e sappi che ti
voglio tanto tanto tanto tanto bene anche io... a presto sociaaaaaa ^^
(ora di termine 17.53... uh, il contrario di 35... ahaha...
vabbè, dai, pensavo peggio^^)
|
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Capitolo 11 *** Nel baratro della vergogna ***
Capitolo 11 (Edward POV)
In
tutta la mia vita, non mi ero mai sentito così in imbarazzo
come
in quel momento. Ed ovviamente chi dovevo ringraziare se non il mio
caro fratellone biondo? Ma andiamo con ordine...
Dopo il suono della campanella mi ero ritrovato, seguendo le
indicazioni della dettagliata mappa della scuola, che gentilmente la
signorina Cope mi aveva offerto, nella mia classe di francese. C'erano
all'incirca una ventina di studenti, tutti del terzo anno ovviamente, e
il professore, un certo Krebs, mi fissava dalla cattedra.
Così,
riprendendomi dai miei pensieri mi avvicinai
"Ehm... salve... sono Edward Cullen..." e gli passai un foglio, dove
avrebbe dovuto mettere la sua firma. Mi osservò, al di sopra
dei
suoi occhialetti a mezza luna, dopodiché esclamò
"Bene... benvenuto nella mia classe signor Cullen... prenda pure
posto!" ed io, senza farmelo ripetere due volte, mi diressi all'unico
banco libero, accanto ad un ragazzo semi-addormentato, in terza fila.
La classe intanto non aveva occhi che per me, e questo mi lasciava
leggermente infastidito. Io, al contrario di Jasper, non amavo stare al
centro dell'attenzione e se avessi potuto, una scena come quella me la
sarei risparmiata volentieri. Soprattutto per via delle occhiate
interessate che le ragazze avevano iniziato a lanciarmi. Ad un
qualsiasi ragazzo avrebbero fatto senz'altro piacere, ma a me no... e
il tutto per via di tre semplicissimi motivi:
a) ero fidanzato
b) ero maledettamente timido
c) non ero assolutamente come Jasper...
Così, sbuffando leggermente, recuperai il mio blocco degli
appunti ed iniziai a scarabocchiare.
Promemoria: portarsi
l'mp3 in classe domani... così, almeno ammazzo un
pò la noia...
Non ero tipo da non seguire le lezioni, da infischiarmene della scuola
o peggio ancora tipo che non studiava... al contrario. Non mi definivo
un secchione, ma riuscivo tranquillamente, senza troppi sforzi, a
rimediare le mie B o perfino delle A ai compiti. Solo che, a quanto mi
era parso, quei ragazzi erano leggermente indietro con il programma
dell'anno scorso, e di riascoltare argomenti già fatti e
rifatti, non mi andava proprio. Dannazione... e pensare che alla
vecchia scuola quell'anno avremmo iniziato ad affrontare Shakespeare,
ed io non vedevo l'ora... con quel ritmo, se volevo davvero studiare
qualcosa sul vecchio Will, me la sarei dovuta vedere da solo.
Accidenti...
"Calmati, Edward!" mi dissi con un sospiro "Pensa a Rose... pensa a
cosa le sarebbe successo se non avessimo cambiato città...
pensa
ai suoi occhi spenti, alle lacrime indelebili che le hanno solcato il
volto per sei mesi interi, pensa ai dottori, agli specialisti, alle
cure che ha dovuto sopportare per tornare in parte quella che era un
tempo, prima di dover essere costretta ad affrontare quel maledetto
trauma. Pensaci, Edward..."
La campanella suonò proprio nel momento in cui mi arrendevo
all'evidenza: dovevo smetterla di tormentarmi... I Cullen sarebbero
rimasti a Forks, argomento chiuso!
In corridoio, sotto lo sguardo affascinato delle mie compagne di classe
e quello infastidito dei compagni, controllai l'orario delle lezioni.
Avrei avuto due ore di matematica e poi storia, poi finalmente pausa
pranzo. Sbuffai. Quella si preannunciava una mattinata nera, ma, quello
che non potevo di certo immaginare era che probabilmente le lezioni
sarebbero state una passeggiata in confronto a quello che poche ore
dopo sarebbe successo in mensa.
Dopo una noiosa lezione di storia con la professoressa Morgan, mi
incamminai sconsolato verso l'edificio 8, quello che sulla mappa veniva
indicato come la sala pranzo della scuola. Ad un tratto sentii una
presa sul mio braccio, e immaginando di dover urlare a qualche
ragazzina di lasciarmi andare, mi girai nervoso
"Ehi, calma, carot... ehm... Edward... sono solo io!" mi
rassicurò Rosalie. Io sbuffai
"Santo cielo... anche tu con questo fastidioso nomignolo adesso?" le
chiesi infastidito. Lei ridacchiò
"Forse Jasper ha contagiato anche me..." io scossi la testa e continuai
ad avanzare verso la mensa
"Allora, com'è andata? Fatto già conquiste?" mi
chiese Jasper passandomi un braccio intorno alle spalle
"Sì, come no... ho già distribuito il tuo numero
alle
miei pretendenti... qualcuna dovrebbe già chiamarti entro
questa
sera!" spiegai. Mi tirò una pacca, leggermente dolorosa,
sulla
spalla ed esclamò
"E bravo, fratellino, così si fa... magari le provo prima
io..
poi, se ne vale la pena, le passo a te, che ne dici?" e mi fece
l'occhiolino
"Non se ne parla!" e mi liberai del suo braccio che stava ancora
attorno alle mie spalle
"Vabbé, ho capito... vorrà dire che mi
divertirò
anche per te..." e con un'alzata di spalle mi superò ed
entrò in mensa, seguito a ruota da Rosalie che mi sorrise.
Oh cavolo... se avevo pensato che ritrovarmi addosso gli sguardi di
un'intera classe fosse orribile, vedere davanti ai propri occhi una
scena come quella era a dir poco raccapricciante. L'intera mensa, e con
questo includo anche le donne della cucina, e qualche professore,
bisbigliava in maniera fastidiosa, ci guardavano curiosi,
chissà
quali storie assurde stavano già circolando sul nostro conto.
Eccoli i Cullen... i
rifugiati di New
York... probabilmente saranno stati inseriti in un programma di
protezione testimoni.... magari stanno fuggendo da qualcosa, o da
qualcuno... e niente sarebbe stato meglio di una paese piccolo come
Forks per fare sviare i sospetti su di loro
"Mmm...
c'è l'imbarazzo
della scelta!" esclamò schifato Jasper affacciandosi oltre
il
bancone "Dì un pò, Ed... vuoi un pezzo di pizza
accuratamente surgelata, oppure delle vecchie polpette risalenti al...
secolo scorso... azzarderei, dato il loro aspetto!" mi concessi una
risata. Certo che tutto il mondo è paese. Ovunque si andava,
le
mense, in quanto a qualità di cibo, si assomigliavano
terribilmente.
"Credo che mi accontenterò di una mela!" affermai allora
"Attento... considerando le capre di Heidi, non escluderei che quella
sia la mela di Biancaneve!" scherzò lui passandomi un vassoio
"Ma allora sei proprio fissato con queste capre, eh Jazz?" gli chiese
Rosalie divertita. Lui sorrise, passandole un panino
"Già... ci manca solo che inizi a sognarle la notte e sarei
apposto!" confermò servendosi. Dopo aver riempito i nostri
vassoi, con la roba più commestibile che fossimo riusciti a
trovare e dopo aver pagato, ci accomodammo ad un tavolo vuoto, il
più possibile lontano dagli sguardi indiscreti del resto
della
scuola
"Potrei quasi farci l'abitudine!" esordì Jasper iniziando a
giocherellare con le sue patatine di plastica
"A cosa?" gli chiese Rose sorseggiando la sua Soda
"A tutto questo mortorio... in fondo... basta solo trovarmi
qualcosa di divertente con cui passare il tempo, e il gioco
è
fatto!" esclamò sorridendo
"E fammi indovinare..." feci io abbandonando il mio pezzo di pizza
rigido come una tavoletta "Tu sei fermamente convinto di riuscire a
trovare il tuo passatempo anche qui a Forks?"
"Sì... certo, magari sarà una vera impresa...
bisognerà seriamente smuovere un pò queste anime
da
funerale che ci circondano, però... non tutto è
perduto!"
e sorrise raggiante. Il vero problema era che non stava affatto
scherzando e che quelle cose... le pensava davvero!
"Mi fa piacere vederti così rallegrato, Jazz!"
constatò
felice Rosalie. Per poco non mi andò un pezzo di tavoletta
di
traverso
"Ti... ti fa piacere?" le chiesi sconvolto "Ti rendi conto di cosa ha
appena parlato questo malato?" lei scoppiò a ridere
"Dai questa volta ha semplicemente detto che vuole animare un
pò
l'ambiente.. non vederci del marcio in tutto quello che fa!" mi
rimproverò divertita
"Rose, cara e ingenua Rose... devo necessariamente spiegarti in maniera
dettagliata come intenderà animarlo questo ambiente?" le
domandai seccato. Intanto Jasper se la rideva sotto i baffi, stando
attento a non farsi vedere dalla sorella
"E se per una volta volesse semplicemente mettere la testa a posto e
decidere di iniziare a frequentare soltanto una ragazza alla volta?" mi
chiese a sua volta. Io scossi il capo rassegnato.
Povera e ingenua
Rosalie...
"Ne dubito... chi nasce tondo non potrà mai morire
quadrato!" affermai
"Ed, fratellino caro, Rosalie ha ragione... dammi una
possibilità... questo tuo astio nei miei confronti mi lascia
alquanto basito!" esclamò Jasper fingendosi serio. Io lo
squadrai. Quel ragazzo non me la contava giusta, no, per niente!
"Te la darò soltanto quando mi renderò conto con
i miei
occhi che sei davvero cambiato, chiaro?" precisai. Lui sorrise e se ne
tornò alle sua patatine. Chissà se... ma no, che
vado a
pensare. Jasper non sarebbe mai cambiato. Ero suo fratello, e potevo
anche metterci la mano sul fuoco.
Dieci minuti prima del suono della campanella, che avrebbe decretato la
fine della pausa pranzo, io e i miei fratelli ci alzammo per riporre i
vassoi negli appositi carrelli. Buona parte della mensa si era
già svuotata, ma nonostante questo, le poche persone rimaste
continuavano a fissarci come ipnotizzate con la conseguenza di far
aumentare a dismisura la mia irritazione
"Giuro che se continuano così anche domani, vengo con un
sacchetto di plastica a scuola per il resto dell'anno!" sibilai furente
"Sì, con il rischio di attirare su di te ancora
più
attenzioni!" constatò Rosalie sorridendo. Già,
non ci
avevo pensato...
"Io però non abbandonerei l'idea del sacchetto, sai...
potrebbe
essere una buona idea per te!" mi suggerì Jasper divertito.
Evitai di rispondere per non cadere nel volgare. Proprio in quel
momento un ragazzo altissimo si avvicinò a noi. Mi parve un
viso
familiare.
"Ciao... è un piacere rivedervi!" ci sorrise.
"Ciao..." poi ricordai "Ah... il ragazzo di LA Push, certo!" e sorrisi
cordiale. Vestito in jeans e maglietta faceva un effetto totalmente
diverso rispetto alla canotta e a quel pantalone mal ridotto con cui lo
avevamo incontrato l'ultima volta
"Esatto... Emmet!" mi ricordò
"Giusto, scusa!"
"Dì un pò, come va la macchina?" mi chiese curioso
"Meravigliosamente... e non credo di averti ringraziato abbastanza per
questo!" affermai convinto.
"Figurati... per me è stato un piacere!" ammise leggermente
imbarazzato. Le macchine dovevano proprio piacergli, e poi... a
giudicare da come aveva guardato le nostre e sorriso sapendo che nostro
padre aveva una Classe R, doveva proprio intendersene.
"E la tua, invece, come sta?" chiese a Jasper
"Non potrebbe stare meglio... quindi puoi anche dimenticare che te la
porti all'officina!" esclamò velenoso lui. Per fortuna Emmet
la
intese come una battuta e ci rise su
"D'accordo, ma per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi!" rispose
sorridente. Stavo per cambiare discorso, così da evitare che
quel cretino di mio fratello aggiungesse qualcosa di poco delicato e
peggiorasse la situazione, quando una voce alle spalle di Emmet
parlò
"Ehi Emmet... non ce li presenti i tuoi nuovi amici?" chiese una voce
armoniosa. Comparvero, dietro alle sue spalle, due ragazze. La prima,
quella che aveva parlato, era molto bassa di statura, e di fianco ad
Emmet pareva davvero uno scherzo. Ma era ben proporzionata, bel fisico
asciutto, capelli neri, occhi scuri, ed espressione vivace. Ci guardava
sorridendo. Mi pareva di averla già vista a qualche mia
lezione,
ma forse... mi sbagliavo...
L'altra, alta più o meno come Rose, era castana, con un viso
dai
lineamenti dolci, e gli occhi di un colore magnifico... cioccolato. Mai
visti di così belli.
"Ehm... ragazze, loro sono i Cullen... Edward, Jasper... e..." si
bloccò indugiando leggermente su Rosalie. Lo vidi avvampare.
Evidentemente non si era ancora del tutto reso conto della sua
presenza. Trattenni un sorriso. Era quello l'effetto che lei faceva sui
ragazzi di solito, però... nessuno e dico, nessuno, era mai
arrossito in quel modo e così velocemente. Di questo piccolo
particolare parve accorgersene anche lei perché gli sorrise
più del dovuto
"Rosalie!" specificò allora. Lui rispose al sorriso,
leggermente imbarazzato e continuò
"Loro invece sono Bella ed Alice... le mie sorelle!" ah, ora che me lo
faceva notare, la somiglianza c'era, anche se... magari alla brunetta
mancava qualche centimetro. Ma in effetti, anche così era un
bel
vedere.
"Piacere di conoscervi!" esclamò Rosalie sorridendo. Io feci
altrettanto senza però parlare. Quelle due ragazze mi
sembrano
diverse rispetto a quelle che continuavano a fissarci. Sembravano...
amichevoli e in un certo senso perfino simpatiche.
"Il piacere è tutto nostro!" rispose Bella, la
più alta tra le due
E aggiungerei che oltre
ad essere simpatiche sono anche molto belle...
Sembrava una conversazione abbastanza tranquilla ma c'era qualcosa che
non andava. Perché avevo la maledetta sensazione che da un
momento all'altro sarebbe successo qualcosa di poco piacevole? Forse
dipendeva dal fatto che Jasper ancora non avesse aperto bocca? Ma
ovviamente, mai dire mai...
Scoppiò a ridere poco dopo. Mi girai temendo la sua
successiva esclamazione
"Non ci posso credere. Adesso mi spiego perché tu sei
così alto... devi esserti rubato anche i suoi centimetri!"
ed
indicò Alice che sbiancò di colpo.
Oh...
c...a...z...z...o.... non può averlo detto davvero, giusto?
"Cosa hai detto, scusa?" gli chiese Alice incrinando leggermente la
voce verso note quasi stridule
Ti prego, ti prego... di
che parlavi
di me... di qualsiasi cosa, qualsiasi... racconta loro del mio
soprannome... ma, ti supplico, non dire altre cazzate...
"Dico, quanto sarai alta... venticinque centimetri?" e
continuò a ridere come un pazzo.
Dio, ti prego, fulminami
adesso e spargi le mie ceneri ovunque... ma fallo smettere
"Senti un pò, Big Jim... non ti permetto di insultarmi in
questo modo, chiaro?" fece lei puntandogli un dito contro
Senti, senti... la
ragazza qui ha carattere... bene! Almeno Jasper ha trovato pane per i
suoi denti...
Ma, dato che lui continuava a ridere, Rosalie, imbarazzata fino
all'inverosimile, decise di intervenire
"Jasper, ma sei impazzito?"
"Calmati, Rose... era solo una battuta!" si difese
Certo, Jazz... come
tutta la tua vita d'altronde! Solo e soltanto un'altra stupidissima
battuta!
"Sai cosa ti dico, Cullen..." ricominciò Alice infervorata
"É molto meglio essere bassa ed intelligente, piuttosto che
avere qualche centimetro in più ed il cervello vuoto!"
Ah... colpito e
affondato...
"Ehi moderiamo il linguaggio..." fece lui infastidito. Di certo non era
abituato a reazioni come quella di Alice.
"Cafone!" sussurrò lei, dopodiché si
allontanò.
Emmet le andò dietro, chiamandola ma non si girò.
Mi
sentii sprofondare in un baratro di vergogna. Rosalie tirò
un
ceffone alla nuca di Jasper
"Sei un idiota!" urlò lei. Lui scoppiò di nuovo a
ridere
"Non è mica colpa mia... mi sono semplicemente limitato ad
esprimere la mia opinione!" si giustificò divertito
"Quando lo saprà mamma questa sera, voglio proprio vedere
quali
opinioni ti limiterai ad esprimere!" dopodiché lo
trascinò fuori dalla mensa. Potei quasi giurare di averlo
sentito biascicare
"Credo proprio di aver trovato il mio passatempo!" ma forse l'imbarazzo
mi stava facendo vaneggiare. Sospirai profondamente e mi passai una
mano tra i capelli. Sentii una risata leggera. Mi voltai e la vidi.
Bella era ancora lì, e ridacchiava divertita
"Ti prego... ti porgo le mie scuse da parte di quel cretino di
Jasper... di a tua sorella di ignorarlo per i prossimi mesi a venire!"
esclamai
"Stai tranquillo... anzi, scusa tu per la sua reazione... mi
è
sembrato leggermente strano in effetti... Di solito Alice, quando si
parla della sua altezza, si fa una risata e cambia argomento...
sinceramente non so cosa l'abbia tanto infastidita questa volta!"
constatò
"Credo che sia la stessa cosa che infastidisce anche me da diciassette
anni a questa parte!" ammisi sconsolato. Lei rise di nuovo, facendo
ridere anche me
"Bella, giusto?" chiesi porgendole la mano
"Esatto..." e me la strinse
"Piacere Bella, io sono Edward!" esclamai sorridendo.
"Piacere mio, Edward... e benvenuto a Forks!"
Salveeeee
amorini miei... fa clado, eh? Qui si muore, letteralmente... per la
gioia di molti ho aggiornato un nuovo capitolo narrato da Edward... in
teoria sarebbe una sorta di versione del primo incontro dagli occhi dei
Cullen. O meglio, di uno dei Cullen... spero apprezzerete... Jasper
inizia a piacere, il che è un enorme passo avanti, e pensare
che
all'inizio molto di voi nn lo volevano neanche vedere... beh, spero che
il vostro amore x lui possa crescere sempre di più.. ^^ per
il
momento vi lascio, sperando che il capitolo possa avervi interessato.
Un mega bacio a tutti (un grazie a chi mette la storia tra preferiti
e/o seguiti ma soprattutto a chi lascia un commento, apprezzatissimo
tra l'altro!) au revoir à tous! ^^
Risposte
alle recensioni:
mine:
Ma ciauuu carissima... ahahah... addirittura hai atteso così
tanto? ahaha, bene, allora sn stata ancora più contenta di
aver
aggiornato in tempo... mi fa piacere rendervi felici anche se con
poco... ^^.. mi fa piacere che il nuovo Jasper (completamente
rinnovato!) ti sia piaciuto... in effetti all'inizio poteva sembrare
leggermente cafone (eh già ndAlice) soprattutto
perché nn
ha niente di uguale cn l'originale della Meyer, però...
magari
anche qst può essere comodamente apprezzato...
chissà..
bene, spero che un altro Ed POV ti sia piaciuto... fammi sapere cara,
un mega bacio ^^
maya
tabitha:
Ciao, che bello una nuova lettrice... sono felice.... allora, prima i
tt grazie x aver lasciato un commento... davvero grazie grazia
grazie... sono contenta che la storia ti abbia entusiasmato
così
tanto... e mi fa piacere aver smosso un pò la
curiosità... la cosa gioca sicuramente a mio vantaggio
mauahahah
(l'autrice ride malefica!)... rientra nei tuoi canoni? Uh, ma nn potevi
dirmi cose più belle, ne sono davvero lusingata.... bene,
ribadisco i ringraziamenti x tutto, e spero che continuerai a
seguirmi... a presto un kiss ^^
cinzia818:
Salveee... nn sai che gioia qnd ho letto la tua recensione e ho
scoperto che la mia storia ti mette addirittura di buonumore...
cioè, è qualcosa di veramente indescrivibile...
significa
che riesco a donare qualcosa di positivo, e qst mi piace da matti ^^
Jasper nello scorso capitolo nn si è contenuto e da cm hai
potuto leggere, hai capito il perché... ha trovato il suo
passatempo personale eh eh eh ^^ (mattacchione!)... x la vendetta nn so
cosa Alice (alias la sottoscritta autrice^^) abbia in mente, ma ti
assicuro che la povera Bmw rimarrà illesa... mi piangerebbe
il
cuore a vederla bruciare tra le fiamme... è una
così
bella macchina.. l'ho scelta appositamente x Jazz sul giornale 4 ruote
(attenzione... pubblicità occulta^^)... bene, x Bella ed
Edward
un pò di attesa.. ti prometto che nn tarderà... a
presto,
fammi sapere se il POV di Edward ti è piaciuto... un mega
bacio
^^
Chanellina94:
Salve cara... eh già, la povera nanetta di casa Swan ha
trovato
il suo avversario pefetto... cafone e sexy al tempo stesso... come
andrà a finire? Chi la spunterà? Si accettano
scommesse... ahaha... beh cara, spero che anche qst capitolo ti sia
piaciuto... aspetto tue notizie... un mega kisss ^^
enifpegasus:
Ma ciauuuzzz.... prima di tutto vorrei chiederti una cosa... mi devi
togliere una piccola ma lecita curiosità... a cosa hai
pensato
qnd hai letto il titolo? ahahah... a quello che credo che tu abbia
pensato? A quello? ahahaha... ma sei troppo forte... sì che
sono
strana, ma nn fino a qst livelli (almeno credo ^^)... allora Santo
Jasper da Cullen (o da Forks^^) ti ringrazia x l'ammirazione che gli
hai dimostrato e dice che, dato la tua vena vendicativa,
vedrà
di non mettersi mai contro di te... solo contro nana Alice ^^
sinceramente l'idea di prenderla in giro sull'altezza mi frullava in
testa già da prima che iniziassi a scrivere la storia
(sì, mi faccio sempre i film mentali x decidere che scena
scrivere.. sn pazza! Niente alieni... tt roba naturale
ahimé^^)
solo che nn sapevo cm farglielo tirare fuori l'argomento. Poi mi
è venuta di getto quella frase e l'ho scritta. Ti
dirò...
nn è che mi convincesse particolarmente, però...
data la
tua reazione, mi rimangio tutto ahahah ^^ x la vendetta ancora nn ha
un'idea in mente la piccola nanetta malefica... cmq no, niente tintura
rossa (poi i carotini sarebbero due e nn sta bene^^) e niente filmini
sulle qualità superlative di suo fratello... (mi disp
deluderti
^^)... eh eh eh.. anche io mi affeziono a tutte voi, sia x la vostra
simpatia sia x l'affetto ke mi dimostrate sempre.. e x qst nn
ringrazierò mai abbastanza credo... bene, cara, adesso ti
lascio... spero che il cap sia stato di tuo gradimento... fammi sapere,
mi raccomando.. un bacio
Norine:
Salve... già la povera Alice si troverà un bel
gatto
(anzi meglio leone) da pelare... e diciamola tt che bel leone che ha
trovato... sn contenta che ti stia così simpatico, anche se
la
versione della Meyer nn la batte nessuno (w la zia Stephy^^))... mi
raccomando passa buona vacanze e saluta la nonna anche da parte mia..
(mi sta simpatica... ahahah ) un mega bacio... al tuo ritorno sarai
sommersa dai capitoli... a presto... un mega bacio ^^
martya_c:
Ciaooo... sono d'accordissmo cn te... anche io li odio a morte gli
incontri surreali dove tt si amano già al primo incontro...
sn
poco credibili, e sn dell'idea che x smuovere le cose bisogni dare il
tempo al tempo... posso magari concepire l'invaghirsi dell'aspetto di
una persona ma delle volte si esagera. Pensa che ho letto in alcune
storie che si baciavano già dopo un solo giorno.. (qui da cm
è iniziata la vedo tragica sotto qst punto di vista^^) e sn
contenta di nn averti deluso... (me tira un sospiro di sollievo...)
Bene, Jazz ti ringrazia x la fiducia (ehi... io ho solo detto che nn
sono antipatico cm lei ha insinuato... nn modificare le mie parole
ndJasper) visto? ti ringrazia dal profondo... bene, alla prossima...
aspetto il tuo parere sul capitolo. Un bacio ^^
lisa76:
Zao cara... davvero pensi che il capitolo sia stupendo? ahhhh
che
bello.. ne sn felice.. un pò di meno lo è stato
Alice..
povera, Jasper le ha proprio fatto cadere il mondo addosso... cm hai
visto il successivo è stato Eddy e nn preoccuparti... fai
buon
mare anche x me e torna abbronzata... ti aspetto, nn scappo
tranquilla... aspetto cn ansia il tuo commento.. un mega bacio ^^
Uchiha_chan:
Ma salve cara... eh eh eh noto con piacere che il primo incontro ti
è piaciuto... beh, cn uno cm Jasper nn poteva di certo
essere
tutto rose e fiori, altrimenti che Jasper interamente nuovo sarebbe? Un
ragazzo normale, vedi Edward, si sarebbe limitato a dire piacere sn
Jasper, ma lui, che di normale ha ben poco, ha dovuto dire la sua..
risultato? Il capitolo che hai appena letto! ahahah... sai, qnd ho
letto x la prima volta cosa diamine avevo scritto (si sa qnd inizio ma
mai qnd finisco^^) mi sono detta anche io... vuoi vedere che alla fin
fine scombino anche le coppie? Ma poi ho detto.. in fondo Edward
è una bellezza nn indifferente.. è ovvio che ne
sia
piacevolemtne colpita.. poi ovviamente incontra quegli occhi famosi e
tt cambia, anche se nn cm vorrebbe lei ^^ (tranquilla quindi.. niente
spiacevoli miscugli di coppie... promesso!)... bene, spero che anche
qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere, eh... ^^ un bacio
Shinalia:
Ma ciauuuuzzz... sei una sostenitrice di Alice? ahahah, anche io... che
mascalzone Jasper... ^^ beh, chissà magari si
vendicherà
a breve, ofrose il fatto che lui sia così attraente
fungerà da alibi... staremo a vedere... fammi sapere se il
POV
di Ed ti è piaciuto.. un mega bacio cara ^^
yle_cullen:
Ma salve salvino cara... (sei matta x caso?ndTutti..) (forse
sì
ndA) ahahah un'altra sostenitrice della nanetta malefica. Dovremmo
creare un gruppo su Facebook... "Per tutti quelli che vorrebbero dire a
Jasper... cafone!!!" ahahah, sarebbe una buona idea, no?
anche se
tutto sommato il nostro nuovo Jazz va bene anche così... (ci
fa
fare 4 risate perlomeno!) ... accantonata la storia di Rose (me tira un
sospiro di sollievo ^^) passo a precisare una cosa... in effetti Bella
è strana, però ti voglio ricordare che lei con le
cose di
qst genere nn si è mai trovata a convicerci, quindi rimanere
incantata in quel modo nn è proprio nel suo stile (ricordi
nel
primo capitolo cosa disse? Lei nn è mai stata cn nessuno,
quindi
è normale essere leggermente inesperti nel campo!)... bene,
spero che Eddino (bellissimo, fighissimo, bravissimo, intelligentissimo
^^) ti sia piaciuto... fammi sapere e grazie x di tutto.. un kiss ^^
Elfa
sognatrice: Salve cara... nn preoccuparti, anzi mi fa
piacere ke nonostante la gente ed il trambusto sei lo stesso passata a
recensire... ^^ lo so, vedere Jazz ed Alice litigare nn
è una cosa bella, soprattutto dopo che si è stati
abituati a vederli così love love nella saga... proprio x
qst a volte mi verrebbe voglia di farli mettere insieme
così, senza troppi giri, però, risulterebbe
troppo banale, nn credi? Per quanto riguarda Alice che fa
apprezzamenti su Edward, beh, si anche quello fa un pò
strano, ma vedila così... è una normale ragazza
che viene attratta a primo impatto dalla bellezza fisica (palese
aggiungerei) di un ragazzo, che nn è suo fratello. Magari la
cosa ti risulta meno strana ^^ spero che qst capitolo ti abbia
colpito... sono qui in attesa del verdetto... ^^ un mega kiss
angiiie:
Ciau cara... che bello una nuova lettrice (che è
più
facile di quell'altra parola strana!) nn sai qnt la tua recensione mi
abbia fatto piacere. Uno perchè è sempre bello
trovare
nuove persone che recensiscono la storia, e due perchè mi
hai
riempita di magnifici complimenti che mi hanno fatta sorridere x tt il
tempo, davvero grazie infinite... ma adiamo cn ordine... sn contenta
che la storia ti diverta tanto... io qnd leggo le altre storie che mi
coinvolgono faccio proprio cm te, vengo totalmente catturata e voglio
sempre saperne di +... quindi, ancora grazie ^^ e poi... cavolo ma io
ti devo fare subito una stutua da venerare... hai letto Dimmi ti amo?
Davvero? in soli 3 giorni? Addirittura riducendoti cm un vegetale...
ahhhhh nn sai ke gioia che mi hai dato.. sei stata troppo, ma
ribadisco, troppo dolce... e sn al settimo cielo x qst... sapere che
anche quella ti abbia preso in quel modo... è spettacolare
(lo
so gli extra sn poki, ma considera ke all'inizio nn erano nemmeno in
programma... e se mi metto a farn di + nn finirà mai e
rischia
di diventare monotona, no?)... e giusto una info di percorso... siccome
anche io ci sn troppo affezionata a Massi & Manu ho deciso di
scrivere una sorta di continuo un pò speciale.. si intitola
Come
ti vorrei... e mi farebbe piacere se ci facessi un salto qnd puoi (qst
è pubblicità occulta bella e buona!) (fatti i
fatti tuoi
tu!^^) grazie, grazie e grazie x i complimenti mi fai arrossire (me si
accascia alla scrivania tt rossa^^) e ti chiede di nn farti del male
please... la zia Steph ti vorrà bene comq, ne sn sicura
(onoriamo sempre e cmq la donna che ci ha donato l'acqua, la vita e
soprattutto Edward Cullen).. bene, dp qst sprololquio ti lascio
sperando che continuerai a seguirmi perchè mi farebbe
immensamente piacere... grazie ancora un bacione ^^
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Capitolo 12 *** Sei un tesoro! ***
h
Era
sicuramente stata una
visione, non c'erano altre parole per descriverla. Ed inoltre non
riuscivo neppure a spiegare il mio stato d'animo in quel momento. Mi
sentivo tanto un cretino, in quel parcheggio, ad osservarla da lontano,
sperando ingenuamente in un suo, anche se piccolo e fugace, sguardo.
Sembravo un quindicenne alla prima cotta. Ed io non avevo di certo
quindici anni... quell'età l'avevo sorpassata da un bel
pò... eppure... non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Aveva un'eleganza ed una raffinatezza più uniche che rare.
Il
modo in cui sorrideva e parlava con i suoi fratelli mi lasciava
totalmente senza parole. Non ne avevo neppure per descrivere quanto di
bello avesse. Quanto di puro e delicato potesse trasmettere. Era quasi
estremamente tangibile la sua perfezione. Ed io, mai nella mia vita, mi
ero ritrovato a rimanere incantato fino a quel punto per colpa di una
ragazza. Ma lei non era di certo una qualunque. No, lei era... Rosalie Cullen....
Quando
ero andato,
sotto
imposizione di mia sorella, a salutare Edward e Jasper, non mi ero
neanche accorto di lei. Soltanto dopo, rendendomi conto che i suoi
occhi azzurri erano puntati su di me, il mio cervello aveva iniziato a
metabolizzare. Non avevo mai visto nulla del genere. Nessuna modella
esistente avrebbe equiparato la sua bellezza, e certamente, di questo,
se ne era già accorta tutta la scuola. Solo che, per me era
diverso. C'era qualcosa, qualcosa di profondo che mi attirava verso
lei. Qualcosa che in un primo momento neanche capii. Poi, osservandola,
con molta discrezione andare via, a bordo della Bmw del fratello,
un'intuizione... colpo
di fulmine!
"Ma
cavolo
Emmet... alla tua età i colpi di fulmine?" mi chiesi sconcertato.
Eppure sentivo di essere irrimediabilmente andato per lei.
Maledizione... sempre
nelle situazioni difficili mi vado a buttare...
"Ehi,
allora? Vogliamo andare, oppure preferisci mettere le radici
qui?" mi gridò Alice a bordo della Jeep. Io, tanto ero perso
nei
miei pensieri, neanche mi ero reso conto che le mie sorelle mi avessero
raggiunto e che avessero preso posto in auto. Così, dopo un
profondo sospiro, guadagnai il sedile di guida e partimmo.
"Interessanti
i nuovi arrivati, non trovate?" ci chiese Bella qualche
istante dopo. In auto calò un imbarazzante silenzio che
pensò a spezzare Alice
"Certo...
se escludi quel cafone che mi ha dato della nana... si sono
molto interessanti in effetti!" constatò sarcastica
"Alice,
ancora con questa storia? Certo, magari lui sarà
stato
poco delicato, ma tu... prendertela in questo modo per un'innocua
battuta!" la ammonì Bella sorridendole. Alice
sbuffò e
posò gli occhi sul finestrino
"Invece
tu, Emm... che ne pensi?" mi chiese Bella poco dopo.
Bene,
mostrare indifferenza... e il gioco è fatto...
"Di
chi?" chiesi fingendomi confuso
"Ma
come di chi? Dei Cullen..." esclamò.
Calmo, Emmet... in
questi casi c'è una sola soluzione: mentire! Menti, menti
spudoratamente...
"Mmm...
niente di speciale!" affermai con poca enfasi
"Ma
andiamo... non dirmi che anche tu sei rimasto colpito
dall'esclamazione di Jasper!" mi fece scettica
"Se la
poteva risparmiare!" affermai allora
Giusto, soprattutto
perché così avrei avuto più tempo per
guardare da vicino Rosalie
"Concordo!"
biascicò Alice
"E di
Edward e Rosalie... che ne pensi?" mi domandò allora
"Edward
sembra un tipo tranquillo... ma probabilmente sarà
peggio di suo fratello... si sa, mai fidarsi di quelli calmi e
pacati... di solito sono i peggiori..."
Ma che stronzate ti vai
ad inventare?
Ammettilo che quel ragazzo ti sta tremendamente simpatico e che
soprattutto pagheresti oro colato pur di guidare la sua Volvo...
"E
Rosalie?" aggiunse Bella curiosa. Mandai giù una manciata
di saliva.
Rosalie... Rosalie...
Rosalie...
Solo il
nome mi mandava il cervello in pappa. Ed il cuore...
vabbé, lasciamo stare...
"Sembra
simpatica!" sminuii parcheggiando sul vialetto di casa. Mi
sarei ammazzato per quello che avevo appena detto
"Soltanto
simpatica?" mi chiese allora Alice, esterrefatta.
Bene, fino a qualche
secondo fa era
in coma profondo... adesso che deve rompere le palle al sottoscritto
magicamente si risveglia!
"Che
altro dovrei aggiungere?" chiesi indifferente
"Beh
che dire..." fece lei scendendo dall'auto "Che è bionda
naturale, il che è estremamente difficile da trovare ora
come
ora, alta, fisicamente perfetta, e soprattutto bellissima!"
Mmm... noto con piacere
che te ne intendi, mia cara sorellina
"Ah
sì...!" feci io in tono vago
"Emmet,
orso che non sei altro.. ma l'hai vista? Quella è la
ragazza più bella che io abbia mai conosciuto... lo sai che
sono
molto critica quando si tratta di giudicare le mie simili,
però
lei... è... cioè, merita tutta la mia
ammirazione!" ed
entrammo in casa
"Mi
associo!" confermò Bella richiudendosi la porta alle
spalle "Non ho mai visto una ragazza così!"
Grazie sorelline
adorate... così mi aiutate tantissimo...
"Non
devo averci fatto tanto caso!" mentii salendo al piano superiore
"Dovevi
avere gli occhi chiusi e foderati di patate se non ci hai
davvero fatto caso!" constatò divertita Alice. Io scrollai
le
spalle e mi rifugiai in camera. Tirai un sospiro. Maledizione, quanto
poteva essere difficile fingere? Per di più, quanto poteva
diventare difficile farlo con le proprie sorelle?
Mi
sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, focalizzando l'immagine del
suo volto. Il suo magnifico volto sorridente, incorniciato da quegli
splendidi capelli color miele. E quegli occhi.. due spiragli di cielo
sereno. Sarei rimasto volentieri ore intere a fissarla, senza mai
sentirmi stanco o annoiato. Come si fa d'altronde ad annoiarsi davanti
ad un miracolo del genere? Ok, iniziavo leggermente, e dico
leggermente, a vaneggiare....
Emmet, orso immondo...
riprenditi per carità...
"Ehi,
si può?" un leggero bussare mi fece riprendere
"Vieni,
entra!" feci io riaprendo gli occhi. La porta si
aprì rivelandone il disturbatore... anzi la disturbatrice..
"Posso
chiederti un maxi favore?" mi domandò Bella
affacciandosi soltanto con il busto dalla porta semi aperta
"Non ti
presto soldi!" affermai divertito. Lei sorrise e scosse la testa
"No...
mi servirebbe un libro!" rispose
"Un
libro? E lo cerchi qui... in camera mia?" chiesi confuso
"Se mi
lasciassi finire di spiegare magari..." mi fece notare. Io la
esortai
"Mi
servirebbe un libro per domani a scuola... e mi chiedevo se non ti
dispiacesse andarlo a prendere in libreria per me!" spiegò
allora. Io le rivolsi un'espressione seccata
"Per
favore.. è urgente..." mi implorò.
D'altronde non
aveva la macchina, e nostro padre non voleva che lei o Alice andassero
in giro dopo il coprifuoco, che peraltro era fissato alle sei. Io ero
l'unico che poteva girare liberamente per Forks senza
rischiare l'ira del vecchio.
"D'accordo...
scrivimi l'autore su un pezzo di carta, altrimenti non me
lo ricorderò mai..." concessi allora alzandomi dal letto.
Lei mi
sorrise. Dopodiché abbandonò la porta per venire
a
stamparmi un bacio sulla guancia
"Grazie
Emmet... sei un tesoro!" mi disse e andò nella sua
camera. Sospirai. E pensare che avevo intenzione di farmi una lunga
doccia rilassante per poi guardare un pò di partita prima di
cena. Ma ovviamente, il piano era ampiamente saltato. Aprii l'armadio
per cambiarmi. Secondo le rigide regole della mia nanetta malefica, non
si indossava per nessun motivo la stessa cosa della mattina per uscire
una seconda volta nell'arco della stessa giornata. Pena la morte!
Così, leggermente amareggiato, recuperai un paio di jeans
scuri,
Levis mi pare, ed una camicia bianca, immacolata. Una volta indossati i
vestiti, mi ritrovai al pianterreno, dove Bella mi aspettava in cucina.
"Allora,
questi sono i soldi e questo è il nome del libro!"
e mi passò un biglietto ripiegato
"D'accordo...
ti serve altro?" le chiesi
"In
effetti sì..." spuntò Alice alle mie spalle
"Non ce
l'avevo con te!" le feci notate
"Mi
servirebbe lo shampoo, quello ai mirtilli che uso sempre!" disse
allora. Io la guardai male
"D'accordo!"
biascicai, e decisi di andarmene prima che...
"Ah
Emmet!" mi richiamò Bella. Merda... troppo tardi!
"Cosa
c'è?" chiesi seccato
"Visto
che vai a comprarle lo shampoo... ti dispiacerebbe?" e mi
passò un piccola lista scritta a mano. Altra occhiata truce
da
parte mia
"Siamo
partiti da un semplice libro e siamo finiti a... fare la spesa?"
chiesi seccato. Lei mi guardò supplichevole. Dannazione.
Avevo
un carattere troppo accondiscendente, me ne rendevo conto... eppure...
avrei fatto di tutto per le mie sorelle. Anche rendermi ridicolo e
farmi mettere i piedi in testa da loro che, a conti fatti non mi
arrivavano neanche al gomito.. soprattutto Alice. Afferrai con uno
sbuffo la lista e mi diressi verso l'uscita
"Grazie,
orso... " esclamò felice Alice
"Sì,
lo so... sono un tesoro!" le feci eco chiudendomi la
porta
alle spalle. Entrai nella Jeep, ed uscendo dal parcheggio, accesi lo
stereo. Prima tappa: libreria.
"Buongiorno!"
esordii entrando. Quanto li odiavo quei luoghi.
Soprattutto per via dell'odore di plastica e di incenso che lasciava
sempre acceso il proprietario. E
siccome, quando si parla del diavolo, spuntano sempre corna e coda,
eccolo lì, con il suo sorriso smagliante
"Ciao...
cosa posso fare per te?"
"Ehm...
mi servirebbe questo libro..." e gli passai il foglio che avevo
in tasca. Lui lo guardò e confuso mi disse
"Non ne
ho mai sentito parlare, mi dispiace!" e mi restituì
il
foglio. Io lo controllai. Se fossi tornato a mani vuote Bella mi
avrebbe ucciso.
"Pane,
latte, pepsi dietetica... ma..."
Merda, che figura!
"Ah,
no... questo non è il libro che voglio!" ammisi
trattenendo
a stento le risate. Presi l'altro foglio, che
prima controllai,
dopodiché glielo diedi
"Ah,
ok... adesso vado a prendertelo!" e fece per allontanarsi
"Mi
scusi..." una voce femminile alle mie spalle lo fece fermare
"Dimmi.."
fece lui sorridendo
"Mi
daresti anche l'ultimo di Dan Brown, grazie!"
Che voce celestiale...
dove mi pare di averla già sentita?
"Certamente...
vado subito a prenderlo!" e sparì dietro gli
scaffali. Ne approfittai per girarmi e verificare la mia insensata
ipotesi.
Merda...
Era
lì. Il mio miracolo in formato umano, era proprio dietro
di
me. Com'era bella. Ancora di più di quanto la mia mente
potesse
ricordare. Peraltro quel top azzurro mare stava così bene
con i
suoi occhi. Sembrava praticamente fatto apposta per lei. Ovviamente a
Rosalie non sfuggì il mio sguardo insistente così
mi
guardò curiosa. Le bastò qualche secondo per
collegare e
sorridermi
"Ah
ciao... scusa non ti avevo riconosciuto!" mi disse.
Non mi aveva... ma
allora si è ricordata di me?...
"Ehm..."
dannazione... dov'erano finite tutte quelle splendide parole
che avevo intenzione di dirle? L'odore di incenso mi stava mandando in
corto i pochi neuroni rimasti, per caso?
"Oddio....
forse ho fatto una gaffe e ti ho scambiato per un'altra
persona!" azzardò lei arrossendo appena
Muoviti, di qualcosa,
idiota... qualsiasi cosa...
"No,
no.. nessuna gaffe... sono proprio io..." ammisi allora. Lei
sorrise, poi mi guardò, come se aspettasse qualcosa da me
Il tuo nome... idiota di
un orso bruno... forse non se lo ricorda!...
"Ah,
già.. Emmet... Emmet Swan!" ecco almeno ero riuscito a
recuperare un pò di lucidità e ricordarmi il mio
nome di
battesimo. Lei sorrise. Evidentemente avevo anche indovinato il
perché di quella sua precedente esitazione
"Mi
devi scusare.. è che in questo periodo, tra il
trasferimento
e la nuova scuola... ricordo le cose a fatica!" ammise imbarazzata
Cavolo,
quando arrossisce è ancora più bella...
e il mio cervello si fa sempre più piccolo
"Non
dirlo neanche per scherzo!" dissi io allora sorridendole. Il che
la fece arrossire ancora di più
Mmm... interessante..
vuoi vedere che...
"Allora...
come mai qui?" chiesi
Cretino! Ma che razza di
domande fai?
Come mai qui... guardati intorno.. è una libreria... cosa
sarà mai venuta a farci?...
Si
concesse una risata
"Dovevo
comprare un paio di libri..." rispose. Decisi di mascherare la
figuraccia con l'ironia
"Ah,
guarda che coincidenza... anche io!" e risi come un cretino. Per
fortuna mi seguì a ruota
Emmet Swan ti proibisco
qualsiasi altro tipo di esclamazione senza senso... chiaro???...
"Ecco
qui.." fece il proprietario della libreria, già di
ritorno. Stringeva tra le mani tre libri, due dei quali erano
abbastanza doppi. Sperai con tutto il cuore che tra quei due non ci
fosse quello di Bella.
"Allora...
questo.. è il tuo!" mi fece passandomi quello
più sottile, per mia somma gioia "E invece Brown ed
Hemingway
sono tuoi!" e passò a Rosalie i due tomi più
grandi.
Trattenni un fischio di meraviglia, fortunatamente.
"Sono
entrambi per te?" chiesi sorpreso. Dovevo aver messo su un'aria
davvero strana, perché scoppiò a ridere di nuovo
"Già...
adoro leggere i classici... e pensa questi due a New
York non li ho mai trovati!" e mi indicò i libri. Feci una
smorfia
"Tu
invece?... John Milton... lettura leggera a quanto vedo!"
ironizzò lei.
Milton? Ma che cavolo di
libro mi ha mandato a comprare quella strega?...
"Eh
già... il prezzo per la cultura!" esclamai
E meno male che ti avevo
pregato di evitare queste frasi idiote...
"Sono
otto dollari e cinquanta!" mi fece allora ironico il ragazzo
dietro la cassa. Lo guardai male
Ci mancavi solo tu,
guarda...
Rosalie
scoppiò a ridere. Io presi la banconota da dieci
dollari
che Bella mi aveva dato e la passai al ragazzo. Dopo aver ricevuto il
resto, aspettai che Rosalie pagasse gli acquisti e dopo un saluto ed
un'ultima occhiata truce al proprietario, uscimmo dalla libreria
"Allora...
rimasta affascinata da Forks?" chiesi una volta fuori
Allora... rimasta
affascinata da me?...
"Devo
dire che ha un suo fascino..." rispose allegra
Mm... grazie, troppo
gentile...
"Così
piccola e tranquilla... l'estremo opposto di New York,
caotica e dispersiva!" ammise
"Beh,
certamente la grande mela avrà una magia
particolare..." feci io
"Sì,
ma... sotto tanti aspetti, preferisco di gran lunga
essere
venuta qui, credimi!" esclamò con un tono... amareggiato,
oserei
dire. Il suo volto, tutto un tratto, si era fatto scuro e dai suoi
occhi era andata via la solita bellezza.
"Beh,
in effetti qui a Forks troveresti libri che a New York non ci
sono mai stati!" osservai cercando di spezzare quella tensione. E per
mia fortuna ci riuscii. Scoppiò a ridere, riacquistando
così il suo incantevole splendore
"Su
questo non posso darti torto!" ammise tra le risate. Dopo qualche
passo si fermò
"Bene,
io sono arrivata... questa è la mia macchina!"
esclamò. Io mi girai, ritrovandomi la Bmw azzurra del
fratello
"Te la
lascia guidare?" chiesi sorpreso
"Beh,
è costretto a farlo... per via della scommessa!"
esclamò divertita
"Quale
scommessa?" chiesi senza neanche pensarci
I fatti tuoi, dove li
hai lasciati?...
"Oh..
storia lunga.." convenne con un sorriso. Aprì lo
sportello, depositò i libri sul sedile del passeggero,
dopodiché mi sorrise ancora
"Beh,
che dire... grazie mille per la chiacchierata, mi ci voleva
proprio!" esclamò
A chi lo dici...
"Figurati,
è stato un piacere!" e a dirla tutta, non avrei
potuto essere più sincero di così. Sorrise di
nuovo ed
entrò in auto. Io la salutai con la mano, e mi allontanai
diretto alla Jeep. Una volta che fui all'interno della mia macchina
realizzai tutto...
Io...
parlato.. con Rosalie... lei... sorriso... me... lei...
ringraziato... oh,
merda!
Un
rumore al finestrino mi fece sobbalzare. Mi girai appena per
incontrare di nuovo, per la terza volta nello stesso giorno, i suoi
occhi azzurri. Aprii lo sportello
"Scusa,
potrei chiederti un favore?" mi fece, visibilmente a disagio
Tutto quello che vuoi...
"Certo!"
mi limitai a dire. L'altra, sembrava leggermente esagerata
"Ecco...
non mi parte la macchina... non è che ti
dispiacerebbe darle un'occhiata?"
Ma allora Dio esiste e
mi vuole bene!
"Figurati,
non c'è nessun problema!" esclamai io con un
sorriso, sotto sotto pienamente soddisfatto
"Grazie,
sei un tesoro!" affermò raggiante
Io... tesoro...
Beh,
detto da Alice e Bella era una cosa... ma pronunciata da quelle
labbra, quella frase, acquistava tutto un altro significato. E
soprattutto garantiva tutto un altro effetto!
Salve
bella gente, cm vedete sn sempre qui, puntuale ogni due giorni... e
poi, visto che vi vedo così interessati mi viene sempre
più piacere ad aggiornare e a rispondere alle vostre
fantastiche recensioni... allora... il povero Edward è
costretto come sempre a sopportare le belle parole del fratello e qst
lo porta a inevitabili figure... però, nn tutto quello che
è successo nel primo incontro è andato male. Come
qualcuno si è prontamente accorso 'qualcuno è
arrossito!' eh eh eh, chissà perchè... magari qst
capitolo ve lo spiega... (io sempre x il fatto di nn sapere se leggete
prima la nota o il capitolo, nn vi anticipo nulla)... Allora, siccome
io sono troppo buona (e perfida allo stesso tempo XD) ho deciso di
farvi un mini regalo, che però scoprirete alla fine del
capitolo... ah un'altra cosa... adesso i capitoli potranno essere
narrati da chiunque... mi spiego... se fino ad ora (che in totale
abbiamo 12 capitoli) ogni personaggio ne ha narrati 6, nn è
detto che adesso si verifichi lo stesso... potrebbe capitare che, ad
esempio il prossimo capitolo sia narrato da Edward, e se casomai
decidessi di dover mettere qualcosa di veramente importate, quello
successivo sarà di nuovo suo... chiaro? (sì, cm
no ndTutti!) qst lo faccio esclusivamente x un motivo... mi sn accorta
che risulta più difficile imporsi di scrivere x forza di un
determinato personaggio... se si ha un determinato evento invece,
è più semplice adeguarlo alla persona in
questione... ok, regalo cento euro a ki ci ha capito qualcosa
ahahaha.... bene, adesso, dopo qst cazzatone varie, vi lascio... un
mega bacio a tutti... occhio a fine pagina, eh!^^
Risposte alle recensioni:
enifpegasus:
Salve cara... ma tu stai nel mondo del relax... pc portatile sulla
spiaggia, sole, mare, un bel capitoletto nuovo (il che nn guasta ^^) e
x di più... un bel bagnetto rilassante... ahhhh.... cm ti
invidio (mi ricorda tanto la scena di una pubblicità di una
rete telefonica che nn sto qui a dire, altrimenti farei la solita
pubblicità occulta, e stavolta mi arrestano sul serio ^^)...
eh sì, Eddino è proprio il cavaliere di casa
Cullen (forse anche + del su babbo) però, ci terrei a
specificare una cosa, che probabilmente ti sembrerà
perfida... lui è fidanzato, e pertanto, anche se Bella
è una bella (scusa il gioco di parole) ragazza, lui rimane
fidanzato... quindi nn aspettarti amore e passione fin da subito. Ne
dovrà passare di acqua sotto i ponti ahahah ^^ sai, credo
proprio che tu abbia ragione... in famiglia ci si scambia tutto, e la
stessa cosa hanno fatto Jasper con Rose ed Emmet cn Alice... sl ke a
rimetterci credo siano stati proprio Jasper ed Alice ahahah ma cosa
avete tutti contro la macchina di Jasper? cucciolina... è
l'unica cosa bella che ha (scherzooooo ^^) alla fine, anche se rispondo
a tutti che la macchina rimarrà illesa, credo proprio che in
uno slancio di pazzia, la farò saltare in aria seriamente
ahahah... cmq, sì, probabilmente la loro convivenza nn
sarà delle migliori... e mi hai dato un'idea, sai (Attenzione...
sì accettano offerte sulla battaglia Alice vs Jasper... fate
la vostra puntata, poi vedremo chi vincerà!)...
bene, cara, adesso ti lascio.. un mega bacio... aspetto tue notizie ^^
cinzia818:
Salve carissima... lo so, Edward è da mangiare di baci oltre
che di coccole x qnt è tenero... ma nn credo lo sia anche cn
Jasper che talvolta (sempre!) lo fa leggermente innervosire (solo
leggermente?)... cmq sì, la battaglia Alice vs Jazz
è appena iniziata e sarà davvero senza esclusione
di colpi... x qnt riguarda il tuo quesito beh... ti ricordo che lui
è il cavaliere di casa Cullen e nn può mica
piantare in asso la sua ragazza. Uno perchè nn sarebbe nel
suo stile e due... beh, perchè così la darebbe
vinta a Jazz... ma tranquilla, qualcosa si inventerà ^^
bene, malefica mia, ^^ ci vediamo al prossimo capitolo... spero intanto
che qst ti sia piaciuto... ci sentiamo prestissimo un mega bacione ^^
yle_cullen:
Weeee ciauzzzzz... su su coraggio, magari qst volta sarai stata la
prima, chi lo sa... (già ti immagino davanti al pc ad
aggiornare ogni tre minuti la pagina x vedere se ho postato il
capitolo... ahahah^^) quel povero Jasper, se continua a caprettare
ovunque (Eh?) rischia davvero che lo facciano ricoverare d'urgenza.. e
poi, altro che happy ending... sarà forse una catastrofe su
larga scala... vabbè, ma qst è un'altra storia...
^^ stai tranquilla, cmq, anche due righe fanno sempe piacere (sempre
meglio di nn scrivere nulla) e ti ringrazio xké cm sempre
sei molto gentile... spero che la scottatura passi presto (eh, ne so
qualcosa.. nn del lago, ma delle ustioni del sole ^^) fammi sapere x il
nuovo capitolo... un mega kissss ^^
martya_c:
Salveee... addirittura tutto d'un fiato? ahahah.... beh, spero che
almeno nn ti abbia deluso il loro primitivo approccio. Come hai visto,
nn tutta la discussione ha portato eisiti negativi, visto cm hanno
reagito Jasper e Alice... ma per fortuna anche 'qualcun altro'
è stato particolarmente colpito dai Cullen... eh eh eh spero
che qst novità ti abbia colpito... fammi sapere mi
raccomando... un bacio grande ^^
Elfa
Sognatrice: Ma ciauzzz... e già, il primo
grande incontro ha portato le prime paroline... chissà se
qst passi (cm hai detto tu) porteranno a qualcosa.. noi ce lo
auguriamo... e forse anche emmet farà qualche passetto
piccino picciò... il problema qui sn quei due zucconi di
Jasper ed Alice... daranno un pò di filo da torcere, te lo
assicuro... bene, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento.. a
prestissimo ^^
angiiie:
Ciao cara... eh sì, qui riesco ad aggiornare ogni due giorni
(invece cn Come ti vorrei e gli extra di DtA ci metto un pò
di + sob!)... bene, me felice di averti di nuovo contagiata... in
effetti ti svelo un segreto... nn sn io che mi invento le battute, ma
è lui, dall'immagine piccolina che c'è sopra il
capitolo che me le suggerisce... ^^sai, l'altro giorno ho vsto in tv la
pubblicità dei dvd di Heidi, e sn scoppiata a ridere cm na
scema... chissà se Jasper li comprerà ahahah ...
l'idea di far scoprire la storia di Rosalie (e anche degli altri
personaggi) poco a poco probabilmente x alcuni risulterà
noiosa, ma, cm hai detto tu credo sia migliore... in molte storie
l'autore si limita a parlare della pappardella e la cosa rimane
lì, e poi dp un pò ci si stanca a seguirlo,
invece così ho sperato di attirare di + l'attenzione, spero
di esserci riuscita ^^ x qnt riguarda gli extra sn felice che ti sia
piaciuto (nn so se hai letto il secondo!)... bene, a prestissimo e
posertò presto (w la frase storica^^) un mega kisss
mine:
Ciao cara... eh eh eh in effetti in qst storia sn abbastanza rapida cn
gli aggiornamenti, ma sl perchè ho qualche capitolo
già pronto (ah, ecco dov'era l'inganno ndTutti)^^... o
mamma, davvero l'hai sognata? ahhh.... che bello *O*... nn potevi dirmi
cosa + bella... è gratificante sai, riuscire a prendere
l'attenzione fino a qst punto... soprattutto essere riuscita a farti
lasciare così tante recensioni... la mia missione
è compiuta! ahahah no dai, scherzo, grazie davvero... il
fatto di descrivere lo stesso momento da due parti, magari
può sembrare noioso x qualkn, ma io credo che a volte ci
serva x esprimere cosa che nn pensiamo possano esserci (tipo lo stato
d'animo di Edward, o la questione del passatempo) che ovviamente Alice
nn poteva di certo sapere... e sn contenta che tu lo abbia apprezzato.
Bene, adesso sn curiosa di sapere se qst capitolo ti è
piaciuto.. fammi sapere.. un kiss enorme
maya
tabitha: Salve cara... eh eh eh sn contenta che la storia
ti abbia preso così tanto. Mi raccomando continua a seguirmi
perchè sarò felicissima di farti fare ancora 4
risate, che nn guastano mai... intanto spero che il capitolo di Emmet
ti sia piaciuto... fammi sapere.. un kisss...
Uchiha_chan:
Ciaooo... in effetti è proprio così, lo scorso
capitolo serviva proprio a completare l'incontro e soprattutto a
spiegare cose che ovviamente Alice nn poteva sapere, tipo la questione
del passatempo, o la presentazione di Edward e Bella alla quale nn ha
assistito visto che è scappata via prima del tempo. La
versione di Jasper nn si discosta molto... diciamo che quel tipo,
quello che pensa dice, la maggior parte delle volte, ma ti assicuro che
la sua opinione in merito, nn tarderà ad arrivare. Bene,
spero che il POV di Emm ti sia piaciuto e che abbia aggiunto qualcosa
in + x un'ipotetica coppia. A presto cara, e fammi sapere ^^
Shinalia:
Salve cara... eh eh eh tu aspettavi Edward ed io ti ho accontentata...
ti vedo anche bella battagliera vero Jazz.. mi sa che sarai un'ottima
alleata del folletto... provo a proporglielo, chissà che
dice... bene, spero che qst cap di Emmet ti sia piaciuto anche se
Eddino nn compare... fammi sapere, mi raccomando ^^ un mega kiss
Chanellina94:
Salve cara, anche io probabilmente cm te ed Ed mi sarei sotterrato nel
cemento della mensa... però, Jasper è fatto
così e nn lo si può di certo cambiare... Alice
(che in fin dei conti tanto dolce nn è^^) accetta volentieri
ogni qualsivoglia suggerimento x fargliela pagare al caro Jazz...
l'unica cosa che ti chiedo è... niente punizioni riguardanti
la povera BMW... ci sn affezionata e nn mi va che ci vada di mezzo (ma
qst è pazza^ ndTutti!) ahahaha... eh già,
è buon segno, e anche quello che è
successo in qst cap secondo me lo è... teniamolo bene a
mente... perchè il prossimo sarà ancora meglio
^^... un'ultima cosa... nn x essere sempre la solita gustafeste, ma...
Edward è ancora fidanzato.. deto qst, detto tutto! Bene,
fammi sapere cm'è il capitolo dell'orso Emm.. un bacio cara
^^
MalyCullen:
Guarda mi rifiuto categoricamente di rispondere a quei due chilometri
di recensioni che hai scritto... uno, perché nella corsa sn
una frana (ahahah capita la battuta? no? era così brutta???)
e due perchè forse nn lo meriteresti nemmeno... mmm...
vabbè ma solo perchè sei tu... sociaaaa mamma mia
mi hai fatto stare in pensiero... pensavo nn mi volessi più
bene... ueeee... però x fortuna sei tornata... allora, prima
di tutto grazie x le due lunghe (lunghe lunghe lunghe) recensioni nello
scorso capitolo.. nn dovevi, davvero... però è
stato un pensiero troppo dolce, e x qst nn ci sn parole adeguate x
rigraziarti... o mio dio... nn potevi darmi notizia + brutta... un
intero mese senza la socia? ahhhhhhh sciagura... condanna... me
infelice... noooo portami cn te... oppure porta cn te qualsiasi cosa
posso farci rimanere in contatto... nn puoi abbandonarmi... (me sbatte
le testa nello stesso angolino doloroso della socia) la scusa della
scatola magica mi piace... prova nn si sa mai... ueeeeee.... come posso
fare, come???? L'unica cosa che mi consola è l'essere
riuscita di nuovo a sorprenderti postando nello stesso momento in cui
tu ti dedicavi alla recensione (lunga lunga lunga) Come ti vorrei...
qst al paese mio (Potenza, c'hai presente?^^) si chiama cul... ehm...
fortuna sfacciata... ma chi ti vuole più bene di me? (forse
tua madre che ha scelto il posto x le vancanze ahahah) waw, ci troviamo
d'accordo su un'altra cosa.. anche io odio le recensioni tipo "Bella,
aggiorna" oppure "Aspetto il prox capitolo"... peraltro ho letto sul
sito che sn perfino vietate... e nn ti danno neanche la voglia di
rispondere... invece le tue mi danno proprio la carica (uh... mi sn
dimenticata di scrivere l'ora in cui ho iniziato a rispindere... uff...
vabbè... la prossima volta!) ... dimmi un pò... x
sbalzo di età intendi la differenza che c'è tra
Bells ed Eddino? Ti ha sorpreso tanto, eh? Povera cucciolotta... dai,
su... è che io nel mio immaginaro vedevo Alice la
più piccina delle due (sai... x via dell'altezza...^^)
però spero che tu nn ci sia troppo male (cattiva... hai
fatto rimanere male la socia.. venti minuti di castigo nel bagno!)...
anche io probabilmente avrei reagito male alla battuta di Jazz... ma
che vuoi farci... forse saranno i suoi occhi azzurri ad averlo salvato
in corner, o probabilmente il fatto che c'erano troppi testimoni nella
stanza, e la nanetta (ancora cn qst storia? ndAlice) nn ha potuto
attuare il suo piano. ma accetta volentieri suggerimenti x poter far
fuori Jazz... (su coraggio, diamole un'idea^^)Eddino ti saluta e mi ha
detto di dirti che sarebbe tanto voluto passare da casa tua x prendere
i bacini che volevi inviarli, ma... visto che parti... (me perfida e
sadica fino al midollo muahahah)... un'ultima cosa prima di pubblicare
finalmente il capitolo ^^... nn sentirti così insicura..
anche io, la prima volta che ho pubblicato DtA ero agitata, ma poi
è andata bene, e sn sicura che anche la tua prima fic
andrà benone, e la tua socia sarà sempre
lì a recensire... (anche se... nn lo meriti... muaahaha ma
scherzoooo^^) una sorpresa???? muuuuuu, ma io sn curiosa... ah, spero
di saperla presto.. me curiosa cm una scimmia (ahahah) bene tesora, ci
sentiamo (o santo cielo... auguri a leggere tt sta roba ahahah) fai la
brava... un bacio grande grande... tvtttb ^^
***************************************************************************************************************************************
Piccola spoiler del
prossimo capitolo per placare la vostra curiosità... ^^
"Posso farti una domanda?"
"Certamente!"
"Che tipo è tuo
fratello?" mi chiese allora. La domanda mi lasciò un attimo
perplessa
"M-mio fratello?"
chiesi a mia volta. Forse non avevo del tutto capito la domanda, oppure
ne avevo persa una parte
"Sì...
tuo fratello *** intendo..." specificò
"E... per quale
motivo ti interessa saperlo?" chiesi accennando un sorriso. Lui
ricambiò
"Prima rispondi
alla mia domanda.. poi io ti spiegherò il
motivo!" esclamò. Lo scrutai per bene. Ma come avevo
già
detto, non so cosa, in quel ragazzo, mi diceva di potermi fidare e
difatti, così feci.
(***)= Non posso dirvi
di chi si tratta altrimenti si capirebbero troppe cose... aspettate e
vedrete... sn proprio curiosa di leggere le vostre teorie.. chi
è la narratrice? Chi è la persona che
c'è cn lei? E di chi stanno parlando? ^^
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Capitolo 13 *** Fiducia ***
Capitolo 13 (Rosalie POV)
Vi Prego leggete prima la
noticina sotto... ^^
Era
stato un bel colpo di fortuna quello che avevo avuto. Ritrovarmi in
compagnia di un ragazzo, diciamo dall'aspetto tranquillo, nel momento
in cui la macchina non voleva proprio saperne di partire, era stata
davvero una fortuna abbastanza rilevante. E poi, quel ragazzo
altissimo, mi stava perfino simpatico. Sembrava quasi impacciato mentre
si rivolgeva a me. Qualche volta l'avevo visto addirittura arrossire,
ma forse mi ero sbagliata. Però, per una volta mi ero voluta
fidare, anche se lì si trattava semplicemente di fargli
riparare
l'auto.
"Allora... è tanto grave?" chiesi affacciandomi leggermente
verso di lui. Emmet, si era alzato le maniche della camicia e con le
mani all'interno del cofano esclamò
"Affatto... si era solo allentata una valvola.. capita..." e detto
questo chiuse con uno scatto il cofano e disse "Prova adesso!" io feci
ciò che mi aveva detto, e difatti la macchina
partì
"Cavolo, non so proprio come ringraziarti..." ammisi a disagio
"Stai tranquilla... se c'è una principessa in
difficoltà
sono solito aiutarla!" esclamò sorridendo. Subito dopo,
però, arrossì completamente, come se si fosse
pentito
delle sue parole. Io scoppiai a ridere
"Bene, allora devo ritenermi fortunata ad aver incontrato un principe
proprio oggi!" risposi. Lui ridacchiò, ancora leggermente
rosso
in viso. Gli passai una salvietta per pulirsi le mani e continuai
"Davvero, Emmet... senza di te non so davvero cosa avrei fatto!"
Probabilmente se fossi stata a New York, qualche malintenzionato si
sarebbe già avvicinato a me...
Mi si accapponò la pelle al solo pensiero di altre gelide
mani
sul mio corpo. Proprio come quelle di tanti mesi prima. Quelle mani
fredde che facevano male, che al solo passaggio lasciavano scie
indelebili di lividi. Quelle mani schifose, lunghe, bramose di qualcosa
che poco dopo, il corpo aveva ottenuto, se pur con la violenza.
"Qualcosa non va?" mi chiese Emmet. Ecco l'avevo fatto di nuovo? Mi ero
richiusa nella mia sfera di ricordi spiacevoli. E mi ero ripromessa
mille volte che non sarebbe più dovuto succedere. Cercai di
rimediare con un sorriso.
"No, va tutto benissimo.. anzi, posso chiederti un favore?" il sorriso
che mi rivolse mi fermò il cuore. Era tenero, sincero... non
come quell'altro.. quello tirato, appagato, bramoso...
"Mi sapresti indicare il supermercato? Dovrei prendere un paio di cose,
ma... non so proprio da che parte andare!" ammisi imbarazzata. Come era
strano. Sapersi orientare in una città come New York senza
problemi, e poi rimanere spiazzati in un paese così piccolo
come
Forks.
"Certo... ci stavo giusto andando!" mi fece notare. Non potei che
sorridere di nuovo. Mi ispirava sicurezza, anche se, dato il suo
fisico, poteva assomigliare vagamente a...
Basta Rosalie, per carità...
"D'accordo... allora fammi strada!" esclamai. Lui annuì,
dopodiché recuperata la sua macchina, partì,
mantenendo
un'andatura che mi consentì di non perderlo mai di vista.
"Signorina, benvenuta al supermercato del paese... qui può
trovare quanto di più genuino possa offrire lo Stato di
Washington!" annunciò all'ingresso.
"Mmm... prospettiva a dir poco allettante!" scherzai recuperando un
carrello, mentre Emmet faceva lo stesso. Ci ritrovammo a spulciare i
vari corridoi, in cerca dei prodotti più svariati
"Posso farti una domanda?" mi fece ad un tratto, recuperando dallo
scaffale uno shampoo ai mirtilli
"Certamente!"
L'importante è che non sia troppo personale...
"Che tipo è tuo fratello?" mi chiese allora. La domanda mi
lasciò un attimo perplessa
"M-mio fratello?" chiesi a mia volta. Forse non avevo del tutto capito
la domanda, oppure ne avevo persa una parte
"Sì... tuo fratello Jasper intendo..." specificò
"E... per quale motivo ti interessa saperlo?" chiesi accennando un
sorriso. Lui ricambiò
"Prima rispondi alla mia domanda.. poi io ti spiegherò il
motivo!" esclamò. Lo scrutai per bene. Ma come avevo
già
detto, non so cosa, in quel ragazzo, mi diceva di potermi fidare e
difatti, così feci
"Beh, diciamo che Jasper è un tipo molto particolare... Come
hai
potuto vedere da solo, molte volte non sa neanche collegare il cervello
prima di aprire bocca e questo infatti è motivo di continue
litigate tra lui e mia madre. Per non parlare di quando si mette a
discutere con Edward... ecco, in quei casi si salvi chi
può!" e
ricordai divertita la conversazione di quella mattina
"Però...
ci sono momenti in cui senza di lui davvero non saprei cosa fare.
Riesce a tirare fuori una dolcezza ed un amore che difficilmente riesco
a trovare su chiunque!" ammisi
"Quindi in fin dei conti, non è così male!"
affermò. Io scoppiai a ridere
"No, non lo è... te lo posso assicurare. Basta soltanto
sapere
da che parte prenderlo!" esclamai con un sorriso. Intanto presi una
scatola di ragù dallo scaffale e procedemmo
"Adesso, però, tocca a te rispondere!" lo esortai. Lui si
concesse una risata
"Beh... diciamo che sono quasi del tutto sicuro che Jasper abbia fatto
colpo su mia sorella... Alice!" affermò.
"Davvero?" chiesi incredula "Ne sei davvero sicuro?"
"Beh, non al cento per cento, ma... ci sono buoni motivi per
sospettarlo. Il dubbio mi è sorto a mensa, quando si
è
arrabbiata in quel modo per la sua battuta... di solito Alice si fa una
risata e ci passa su... non è proprio tipa da prendersela in
quel modo per così poco!" ammise recuperando della panna
fresca
dal frigorifero. Ne controllò la scadenza e la mise nel
carrello
"Beh, magari la sfacciataggine di Jasper l'ha particolarmente
infastidita!" osservai io allora
"Non credo... te l'ho detto... Alice non è proprio tipa da
arrabbiarsi in quella maniera!" ripeté convinto
"Beh, allora magari... hai ragione... Alice è attratta da
Jasper!" convenni sorridendo. Non era di certo la prima ragazza che
moriva dietro mio fratello, e di sicuro non sarebbe stata l'unica.
"Già, è proprio questo quello che mi preoccupa!"
bisbigliò, evidentemente sicuro di non poter essere ascoltato
"E perché mai, scusa?" domandai. Lui arrossì di
nuovo e ridacchiò nervoso
"Beh, ti sembrerà una cosa sciocca, però..." si
bloccò abbassando la testa
"Continua..." lo esortai curiosa
"Ecco, vedi... sono una persona estremamente gelosa.. soprattutto delle
donne di casa... ogni volta che vedo un ragazzo girare intorno a loro,
mi prende un istinto possessivo che tu neanche immagini..."
confessò a testa bassa. Potevo soltanto lontanamente
immaginare
quanto quelle parole dovessero costargli. Ammettere quelle cose era
difficile. Si vedeva.
Dio, quanto è dolce...
"Ma se un giorno dovesse capitare loro di trovare il ragazzo giusto?"
azzardai. Non che con questo volessi dire che Jasper era giusto per la
piccola Alice, però, ero estremamente curiosa di saperne di
più
"Beh, fidati... prima di affermare che quello sarà o meno il
ragazzo giusto, dovrà fare un lungo discorsetto con il
sottoscritto!" ironizzò. Io scoppiai di nuovo a ridere.
"Corri il rischio di intimidirlo e farlo scappare via,
però!" constatai facendo segno alla sua prestante corporatura
"Tanto meglio!" esclamò sorridendo. Mi fu impossibile
trattenere
le risate, e così anche per lui. Mi veniva facile parlargli,
anche se a conti fatti sapevo ben poco sul suo conto. Riuscivo solo,
inspiegabilmente, a fidarmi...
"Diciamo che tutto sommato è così anche con i
miei
fratelli... sarebbe un pò come avere due te a casa!"
osservai
divertita
"Il che è molto pericoloso.. già uno fa il suo
effetto
sui ragazzi... immagina trovarsene due, agguerriti e complici!" mi fece
notare. Risi ancora.
"Complici i miei fratelli, eh? Mmm... sì, probabilmente
sarebbe
l'unica occasione per esserlo davvero!" constatai. Rise anche lui.
"I tuoi invece, che cosa fanno?" mi domandò poco dopo, una
volta placate le risate
"Mio padre lavora all'ospedale... è un chirurgo..." spiegai
"Prima, quando eravamo a New York, era primario del suo reparto... da
quando siamo qui, si deve accontentare di una carica come un'altra...
l'importante per lui è continuare ad operare e a salvare
vite!"
In primis la mia...
"E tua madre?" mi chiese allora
"Lei è restauratrice... in effetti progetta anche case...
quella
in cui viviamo ora, l'ha interamente progettata lei... e devo dire che
ha fatto un ottimo lavoro!" ammisi
"Però... adesso mi spiego il perché di quelle
macchine!"
esclamò. Poi però, le sue guance si colorarono di
nuovo
di rosso acceso
"Scusa... cancella quest'ultima idiozia!" sussurrò a
disagio. Io sorrisi
"Stai tranquillo.. non hai detto niente di catastrofico... davvero!"
ammisi sincera. Non mi aveva di certo offeso. Il tono con cui lo aveva
detto, non avrebbe mai e poi mai potuto offendermi.
"I tuoi, invece?" chiesi a mia volta. Intanto eravamo arrivati alla
cassa, ed aspettavamo il nostro turno. Lui, da buon cavaliere, aveva
fatto passare avanti me
"Beh ecco..."
Sbaglio o i suoi occhi si sono all'improvviso spenti?...
"Mio padre è il capo della polizia di Forks... sta tutto il
giorno fuori casa... praticamente non lo vedo quasi mai!"
esclamò guardando altrove. Lo sentii perfino sospirare "Mia
madre" continuò "Ecco, lei... è morta circa due
anni
fa..."
Mi si bloccò il cuore. Senza un preciso motivo
"Mi... mi dispiace!" ammisi sincera. Lui cercò di sorridere
"Non preoccuparti... non potevi mica saperlo!" constatò. Fu
il
mio turno di sospirare. Dalla sua espressione sembrava che condividesse
in qualche modo la stessa sofferenza che ero costretta a portare io
addosso. Eppure, lui, sembrava avesse con sé, una strana
voglia
di andare avanti, di guardare al futuro che io non possedevo, o che
inutilmente mi illudevo di avere.
Tu non ce l'hai mai avuta questa forza, Rose... rassegnati... ti ha
portato via tutto lui... quella notte, quando con
aggressività
ti ha derubata della tua innocenza e della tua purezza...
"Ehi, Rose... tocca a te!" Emmet mi sfiorò appena il
braccio.
Sussultai visibilmente. Lui si allontanò subito costernato.
Com'era caldo... lui non ha le mani gelate... lui non mi ha toccata con
l'intento di farmi male, lui non è... io posso fidarmi...
"Scusa!" sussurrò. Io scossi la testa per sminuire la cosa e
sorrisi. Iniziai a passare i prodotti sul nastro, e dopo averli
raccolti nel sacchetto, pagai e rimasi in attesa che anche Emmet
completasse la stessa operazione.
Salveeee...
Eccomi puntuale cm un orologio svizzero...Allora... prima di tutto sn
contenta che lo spoiler dell'altro capitolo vi abbia fatto
così pensare... ahaha nn potete capire che bello sia stato
leggere le vostre supposizioni... il capitolo è narrato da
lui e parla cn quello di quell'altro ahahahaha.... davvero siete
grandi... cmq, ovviamente cm avete visto dall'immagine il POV
è di Rose, e il suo interlocutore? Di chi parlano? eh eh qst
sta a voi scoprirlo. E un'altra cosa... in qst capitolo si capisce
ancora qualcosa della storia di Rose, e se nn è chiaro
adesso... dovrete allora aspettare il prossimo (che sarà
completamente esplicito!) ma io mi fido di voi, e so che capirete alla
grande anche cn qst, il prossimo servirà solo da conferma
^^...bene, io le mie cavolate quotidiane le ho dette, adesso posso
togliere il disturbo, prego andate a leggere il capitolo, su XD.. un
bacio a tutti.
p.s.
permettetemi di salutare la socia che è al mare... sociaaaaa
un bacio ^^
Risposte
alle recensioni:
Ilariaechelon:
Ciao... che bello trovare una nuova lettrice, mi fa molto piacere.. e
anche sapere che la mia storia ti piaccia... me gongola felice ^^ cmq
qst nn è Emmet Culle, ma Emmet Swan (piccola modifica
dell'autrice!^^) ma il soggetto è pressapoco lo stesso...
bene,
spero che continuerai a seguirmi, mi farebbe immensamente felice.. un
bacio grande ^^
yle_cullen:
Cara, mi dispiace dirtelo, ma per pochi minuti ti hanno rubato il
primato.... su, nn fare quella faccia, magari al prossimo giro
andrà meglio ^^ (io punto su te!)... allora... ehm, cm te lo
dico adesso????? ^^ (me cerca le parole adatte sul dizionario... e si
fa aiutare dal suo suggeritore... suggeritore: dille la
verità, nn tergiversare... (mamma qnt è cafone
qst suggeritore, chi sarà mai?^^))... ecco, vedi, cara, ti
arrabbi se ti dico che nn ne hai azzeccata una? ahahah...
però, la tua idea aveva un non so che di creativo, e mi
piace... ^^ eh eh eh cmq, chiusa qst parentesi (e licenziato il
suggeritore^^) passiamo al resto.. me felice se tu felice x il
capitolo... soprattutto perchè Emmet è proprio
andato, nn c'è che dire... e cm biasimarlo, del resto? ^^ x
lei, mmm... beh, nn so se tu abbia letto il capitolo, ma, nn credo
sarà tanto facile... staremo a vedere. Mi dispiace x il tuo
raffreddore, spero sia passato... e x qnt riguarda le scottuture... ti
capisco... nn sai cm mi sn combinata l'ultima volta al mare... (me
sospira...) ultima cosa... ma tu puoi chiamarmi come vuoi...
stella, cara, tesoro, ciccia, scema (no, qst lo eviterei ^^) trottolina
amorosa.... prenditi tt le libertà ok? eheh bene, spero che
il capitolo abbia fatto effetto, che dici? a presto, cara... un bacio ^^
cinzia818:
Salve carissima... eh già quei due sn troppo tenerosi...
soprattutto l'orso Pooh... che è completamente andato... cmq
devo farti i miei più sinceri complimenti... hai centrato in
pieno lo spoiler... era proprio lei che parlava cn Emmet... gli
asterischi li ho messi perchè altrimenti si sarebbe capito
subito i due che stavano parlando chi erano e quindi ho preferito
oscurare... ottima osservazione, nn c'è che dire... meriti
quasi un premio (decidi, un week-end cn le capre di Jazz, oppure una
giornata di shopping cn Alice?) ... bene, detto qst spero che anche qst
capitolo ti sia piaciuto... un bacio grande ^^
Shinalia:
Salve cara... sai, abbiamo appena organizzato una squadra di
sommozzatori x il recupero dell'adorato cervelletto del povero Jazz..
ce ne vorrà un pò, però... siamo
fiduciosi ahahah... eh, già è proprio partito,
ma.. come dargli torto? Se anche Alice ammette la bellezza di Rose,
allora... è davvero scusato il ragazzo. Bene, spero che il
capitolo sia stato apprezzato... un bacio grande ^^
Uchiha_chan:
Ma zao... penso anch'io che Emmet in versione orso-cotto sia troppo
tenero... ^^... sul fatto che ci sono prospettive x la coppia nn posso
sbilanciarmi... magari ne riparliamo dopo il capitolo, e mi dici che ne
pensi... certo lui, cn la sua sempicità magari potrebbe
aiutarla, ma la vedo ardua... allora, mi dispiace dirtelo, ma
una ragazza in mezzo c'era, e qst è rose, cm hai visto
dall'immagine... cn chi parlava e di chi nn posso dirlo.. nn so se hai
letto il capitolo, sai cm'è.. ^^ però un bel
dialogo tra maschieti magari in futuro si potrebbe fare...
chissà.. mi hai dato l'ispirazione sai ^^... bene, spero che
il capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere. un kisss ^^
Elfa
Sognatrice: Ciauu cara... il povero Emmet è
proprio andato... eh già, l'effetto di Rosalie Cullen...
ahahah chissà se si riprenderà... lei invece,
ehm.. diciamo che è leggermente bloccata, ma capirai il
perchè fidati... ^^ allora... hai centrato lo spoiler
brava... era proprio lei che parlava (vedi immagine) ed Emmet che
risponde. O meglio.. vabbè dialogano loro due... su chi, lo
scoprirai leggendo il capitolo (o megari lo hai già scoperto
perchè lo hai già letto ^^) grazie x la fiducia,
cmq ^^... bene, adesso vado... attendo tue notizie, un mega bacio ^^
enifpegasus:
Salveeee... sono contenta di riuscire nel mio piccolo a tirrti su con
il morale... x me è una grande soddisfazione in effetti...
^^ ehm... ehm.... abbassa la voce... altrimenti Jasper scopre che
l'orso ha messo mani sulla macchina.. in effetti lui nn lo sa (e nn
credo che la sorella glielo dirà mai^^) ed in effetti ha
avuto una gran botta di culo emmet... ha esaudito i suoi desideri.
adesso manca sl che gli capiti tra le mani la macchina di Carlisle e
siamo a cavallo ^^ allora rispondo alla tua domanda... certo, le cose
si vengono a sapere sempre, tranquilla, e probabilmente qualche
notizietta in qst capitolo può accendere qualche lampadina,
chissà... ^^ ahahah mi hai fatto morire cn la questione
dell'acqua.. tranquilla nn annega nessuno... almeno credo! Spero che il
capitolo nn abbia deluso le tue aspettative, cara... fammi sapere. un
mega kiss ^^
martya_c:
Salve cara, me felice che il capitolo ti sia piaciuto e che tu apprezzi
così tanto l'orsetto di casa Swan! In effetti é
già preossoché andato cn il cervello... effetto
Rosalie... eh eh eh l'ha colpito in pieno... l'unica cosa che posso
dirti è che magari proprio il suo modo di fare, la dolcezza
e la semplicità potrebbero in qualche modo aiutarlo cn rose
ed aiutare qst'ultima a superare tutto. Staremo a vedere. Allora, hai
centrato in pieno i due interlocutori... ma...ehm... ^^ hai sbagliato
il fratello... e di conseguenza la sorella ahahah si è
capito no? spero di sì... bene, aspetto cn ansia il tuo
commento. Grazie mille di tutto. un mega bacio :D
Chanellina94:
Ma ciau... calma calma ti vedo assatanata... ahahah e la cosa mi
spaventa leggermente (me si fa piccola piccola sulla sedia^^)
però... waw... sei proprio contro Kristen, eh? Beh... in
effetti una bella telefonatina si potrebbe fare.. magari ci
penserà lui, oppure qualche fratellone di mia conoscenza gli
darà una mano... ahahah (chissà ki
sarà!^^)... le tue vendette mi hanno fatto morire dal
ridere... ne sai una più del diavolo, complimenti (povero il
tuo ex... ahahaha ^^) e quasi quasi potresti davvero allearti cn
Alice.. già vi vedo in tenuta da combattimento a tenere
un'imboscata a Jasper nel parcheggio della scuola (ahhhh... attenti
alla macchina però ahahaha!)... sai, credo proprio che tu
abbia ragione... interpretare il cervello di un ragazzo nn è
poi così difficile... hanno sl due bollicine che camminano
solitarie... e ogni tanto si scontrano e creano un'idea sensata (ogni
tanto, eh!) ^^ chissà, magari qst sua cosa di essere
impacciato lo aiuterà in futuro? staremo a vedere... bene,
spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere kissss^^
maya
tabitha: Salve cara... davvero grazie x essere ancor qui a
seguirmi nonostante tu sia già al mare a rilassarti... ^^ sn
contenta che orso Emm ti sia piaciuto.. eh, la sua
semplicità ha contagiato tutti... chissà che nn
riesca anche a conquistare il cuore di una bionda di mia conoscenza...
aspetto tue notizie cara... a prestissimo.. un grande bacio ^^
mine:
Salveeee... w orso Emmet, ha fatto colpo su tutti, te e me incluse ^^
eh... cmq, sono felice di annunciarti ch hai azzeccato tutto.
Rose parla cn emmet di Jasper... edward nn poteva essere sl x un
motivo... né emmet né rose immaginano ci sia
niente dietro, perchè nessuno li ha visti parlare a mensa il
primo giorno, quindi.. è cm se nn si conoscessero... ben,
spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere ^^ un bacio grande
robbycullen:
Uh che bello, un'altra lettrice.. grazie millex aver recensito, davvero
^^ grazie grazie... allora... eh eh eh una fan scatenata di alice, eh?
eh eh eh sn con te anche io, anche perchè un pò
di legnate jasper se le merita... staremo a vedere... bene, spero
continerai a seguirmi, un bacio grande e grazie ancora ^^
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Capitolo 14 *** Ci puoi giurare! ***
Capitolo 14 (Jasper POV)
Salve a tutti... oggi
è sabato, 8 Agosto (ma va^^) e sn qui, ad aggiornare per
voi. Come sempre mi riempite di bellissime recensioni ed è
proprio per questo che ho sempre il sorriso mentre aggiorno un
capitolo. Sapere che vi piace così tanto, non può
che farmi piacere. Allora... Qst volta la metto qui la nota x un
semplice motivo. A qst capitolo ci tengo particolarmente, soprattutto
perché è stato molto difficile mettere a nudo uno
dei personaggi apparentemente più forti della storia, e
spero per qst di esserci riuscita. Non me ne vogliate x la povera Rose,
e x il suo bruttissimo passato. Tranquilli, avrà la sua
ricompensa dalla vita, molto presto. Un bacio a tutti! E grazie di vero
cuore. Siete la mia forza ^^ Alla prossima (a lunedì^^)
Buona lettura!
Ad occhi chiusi me ne stavo sul
balcone, ad ispirare l'aria serale, leggermente rinfrescata, ma allo
stesso tempo piacevolmente rilassante. E dire che a New York era
difficile poter respirare aria così...
Maledizione.. quei due maledetti mi stavano contagiando con quella
storia della purezza e della tranquillità di Forks. Ed io ci
stavo quasi prendendo gusto. Il che non andava affatto bene...
Dove è finita
la tua spavalderia, Jazz? Ribellati... fatti avanti...
Ma la necessità di rilassarsi prese il sopravvento e chiusi
di
nuovo gli occhi, mentre una folata di aria, intrisa del profumo degli
abeti della zona, mi arrivò prepotentemente al naso.
Inspirai a
fondo.
Ad un tratto, alcune note mi giunsero all'orecchio. Di certo, mai, mi
sarei aspettato di sentire un suono tanto familiare in un posto
così sconosciuto come Forks. Rientrai in camera e scesi al
primo
piano. Arrivato nel grande salone la melodia si fece più
chiara
ed estremamente piacevole. Ed eccolo lì, mio fratello, in
versione carota al pianoforte, seduto di fronte al suo strumento del
cuore, intento ad inebriare quell'atmosfera di note leggere. Mi
appoggiai al muro, con le mani nelle tasche e richiusi gli occhi.
Ancora più piacevole dell'aria fresca sul viso. Ancora
più piacevole di qualsiasi altra cosa Forks potesse mai
offrirci. Era tanto che Edward non suonava. Precisamente dal giorno in
cui avevamo trovato Rosalie a casa, da sola, stremata e completamente
nuda. Strinsi i pugni nelle tasche al solo ricordo.
"Cosa
ti hanno fatto?"
"Rose...
rispondi..."
ma lei
non rispose...
lei
non fece niente.
Soltanto
piangere...
Inspirai
profondamente. Il ricordo, se pur lontano, era ancora vivo ed
indelebile nella mia memoria, come sospettavo fosse in quella di
Edward, che con me l'aveva trovata in quello stato quel giorno, e
purtroppo anche nella memoria di Rosalie, che era stata costretta a
sopportare quell'inferno. Non una sola volta mi ero ritrovato a starci
male, ad immaginare anche lontanamente che umiliazione e che tortura
dovesse essere stata per lei. La cosa peggiore che ad una donna
potessero fare, unita alla peggiore paura che lei potesse mai provare.
"Jasper, cosa facciamo?..."
Ma io non avevo risposto
"Dobbiamo chiamare qualcuno!"
Ma io non avevo risposto
"Rose che cosa è
successo... ti prego... rispondi!"
Ma lei aveva continuato a
piangere, dopodiché si era buttata tra le braccia di Edward
Ed io non avevo fatto niente.
Mio
fratello in quel momento smise di suonare, andando ad infrangere
così la mia bolla protettiva. Dannazione, non lo avevo mai
ammesso, eppure quando suonava in quel modo, era capace di catturarmi
completamente.
"Perché hai smesso?" chiesi sorpreso. Lui
sussultò
spaventato e si girò verso di me. Era evidente che non si
fosse
accorto della mia presenza
"Mi hai spaventato!" ammise allora
"Scusa... non era mia intenzione!" feci io staccandomi dal muro ed
avvicinandomi
"Era tanto che non suonavi!" gli feci notare poco dopo. Lui fece una
smorfia
"Credo che non avrei dovuto ricominciare questa sera!"
esclamò afflitto
"Perché dici questo?"
"Porta alla mente troppi ricordi!" sussurrò. Allora non ero
il solo a pensarla in quel modo.
"Lo so... ti capisco perfettamente!" ammisi.
"Si
è addormentata finalmente..."
"Cosa
dobbiamo fare, Edward?"
"Non
lo so, Jazz... non lo so davvero!"
Sentii
qualcosa pizzicarmi ai lati degli occhi, ma ne ignorai la causa
"Jasper..."
sentii solo mio fratello.
Poi,
inspiegabilmente mi ritrovai a piangere sulla sua spalla
"Lei
cerca in tutti i modi di nascondere quello che prova.."
esclamò poco dopo
"Come sempre!" osservai in un sospiro
"Ma se non fosse felice?... se anche questa situazione la facesse
soffrire?" domandò allora
"Edward, non so davvero come risponderti..." come non ci sono riuscito
tanti mesi fa "So solo che questa che abbiamo preso è stata
la
decisione più indolore per lei!"
"Se solo si decidesse ad aprirsi un pò di più...
almeno
con noi..." fece lui, con un tono basso di voce, ma per me,
perfettamente udibile.
Già, da quella notte erano cambiate tante cose... troppe...
ed
una di queste era stata proprio quella della vergogna. Lei si
vergognava di noi. Di parlarci, di confessarci il suo dolore. Non
l'aveva mai fatto. Mai nella sua vita. L'essere cresciuta con due
ragazzi, l'aveva portata a non vergognarsi di nulla. Perfino di quelle
cose che di solito una della sua età confesserebbe
esclusivamente alla propria madre. Eppure lei lo aveva fatto con noi.
Ma adesso non più. Era diventata un'altra Rose, un'altra
ragazza, con l'unica differenza di una violenza alle spalle che non si
era affatto meritata.
Un rumore improvviso ci fece girare di scatto verso la porta d'ingresso
"Ehilà... sono a casa!" gridò Rosalie entrando.
Aveva un
paio di buste della spesa in mano, e con un braccio, stringeva al petto
due grandi libri
"Ah, ma ci siete... pensavo foste da qualche parte in paese!"
esclamò sorridente.
Ok, Jazz, abbandona i
pensieri
scomodi e preparati a tornare quello di sempre... lo so, è
tremendamente difficile... però, lo devi fare per lei...
"A fare cosa? A giocare a briscola in qualche cantina della zona?"
domandai divertito. Mi girai verso Edward giusto in tempo per vederlo
sospirare e chiudere il coperchio del piano
"Sarebbe un'idea... magari impari a fare qualcosa di non illegale!"
esclamò alzandosi
Bene, ottimo recupero,
fratellino...
Ci scambiammo un'occhiata eloquente, dopodiché raggiungemmo
Rosalie in cucina
"Ah, Ed... indovina!" fece lei vedendoci entrare. Lui la
guardò
confuso in attesa che continuasse, mentre io iniziai a spulciare le
buste
"Ho trovato Hemingway.. qui a Forks!" spiegò entusiasta
Hem... chi?
"Davvero?" chiese lui incredulo. Lei si limitò ad annuire
con la testa
"O mio Dio... non ditemi che state parlando di nuovo di quegli strani
oggetti pieni di scritte!" feci io schifato
"Jazz... questi strani oggetti, come li chiami tu, sono libri... quelli
che dovresti leggere di tanto in tanto!" osservò stizzito
Edward
Incredibile come si
riesca a passare
da un'armonia quasi surreale al litigio costante tra noi due...
è una situazione quasi esilarante...
"Per carità... lascio a te l'onore!" esclamai inorridito.
Lui alzò gli occhi al cielo.
"Comunque... oltre a quello ho trovato perfino l'ultimo di Brown,
quello che non riuscivo a trovare a New York!" continuò
Rosalie,
mostrandogli un altro volume, formato dizionario.
"Uh, che bello... altro combustibile per il camino!" scherzai
afferrando il libro dalle sue mani.
"Ridammelo!" si lamentò lei. Ma diciamo che i centimetri che
ci
separavano erano un punto a mio favore. Così scoppiai a
ridere,
notando il suo patetico tentativo di riprendersi il libro dalle mie mani
"Credimi, Rose... lo faccio esclusivamente per te!" scherzai portando
le braccia più in alto, dove le era davvero impossibile
arrivare. Poi però, il libro mi scivolò di mano.
Mi girai
di scatto, per capirne il motivo.
"Tu... razza di... ortaggio spettinato.. ti sei appena messo contro il
diavolo in persona!" lo minacciai
"Addirittura... guarda, ho la pelle d'oca..." e mi mostrò il
braccio con fare divertito
"Iniziai a scappare!" lo avvisai
"No... smettetela... altrimenti non cucino per voi due!" ci riprese
Rosalie. Ma io la ignorai, scattai verso Edward che corse via in salone
"Ragazzi!" ci richiamò Rose, mentre il telefono squillava
"Finitela di fare i bambini... abbiate un pò di
maturità
ogni tanto!" prese il cordless e se lo portò all'orecchio,
mentre io avevo appena afferrato Edward e cercavo di soffocarlo con un
cuscino
"Pronto?" Rosalie venne verso di me, e mi tirò un ceffone
sulla nuca. Così allentai un pò la presa.
"Ah, mamma... sì, sono tornata... sì,
sì, ci sono
anche loro..." e mi tirò un altro schiaffo "Ma certo.. non
preoccuparti... no, ci penso io a tenerli buoni!" mi tirò
dalle
mani il cuscino e mi spinse via. Edward intanto se la rideva come un
matto "D'accordo, mamma... un bacio e divertitevi!" e mise
giù
"Che ha detto?" le chiese Edward. Lei posò il telefono sul
mobile, dopodiché tirò altri due schiaffi, uno
per me e
uno per lui.
"E questo è niente in confronto a quello che potrei ancora
fare
se non la smettete una buona volta di litigare!" ci
minacciò. Si
riprese il libro e se ne tornò in cucina furiosa. Io ed
Edward
ci guardammo per qualche secondo, dopodiché scoppiammo a
ridere
come due stupidi.
"Dici che si è arrabbiata?" mi chiese ricomponendosi i
capelli, per modo di dire
"Non più delle altre volte!" osservai scettico. Dopo poco la
raggiungemmo in cucina e la aiutammo a preparare la cena e mettere la
tovaglia. "Dove sono andati di bello quei due?" chiesi recuperando tre
bicchieri
puliti dalla lavastoviglie
"Mmm... ad una cena di lavoro con i nuovi colleghi di papà!"
rispose lei
"Di già?" fece sorpreso Edward "É passato solo un
mese da
quando siamo qui, e cominciano così presto con queste cene
di
lavoro?"
"Se ho capito bene, dovrebbe essere una sorta di serata di benvenuto...
o roba così!" rispose vaga
"E noi qui, da soli, a morir di fame!" scherzai
"Stai zitto... nessuno morirà di fame qui... ho cucinato
io!" esclamò Rose
"E allora moriremo per avvelenamento!" si aggiunse Edward
Mmm... il ragazzo sa
essere divertente... complimenti... potresti fare carriera, ragazzo...
"La volete smettere? Quando vi alleate siete perfino peggio di quando
litigate fra voi..." osservò leggermente divertita.
Scolò
la pasta, la mise nei piatti ed aggiunse il sugo, dopodiché
ci
sedemmo a tavola.
"Chi vuole avere l'onore?" ci chiese indicando i piatti fumanti. Io ed
Edward ci scambiammo un'occhiata furtiva dopodiché proposi
"Gioco della monetina?"
"Idiota!" fece lei, ed assaggiò una forchettata di pasta.
Iniziammo a mangiare, tutto sommato in maniera gradevole, senza litigi
o altri inutili sproloqui
"Ah... ho incontrato Emmet in città!"
"Chi?" chiesi confuso
"Ma come chi... quel ragazzo della mensa... quello che ha aggiustato la
Volvo ad Ed!" spiegò lei
Ah... il gigante
Golia... e dillo subito, no?
"Abbiamo parlato un pò... sembra simpatico!"
"Simpatico?" chiesi scettico alzando un sopracciglio a regola d'arte
"Sì... cioè, mi sono divertita... e abbiamo
perfino parlato di te!" mi spiegò.
Ma dico io... quella
sottospecie di statua a grandezza umana, doveva necessariamente parlare
di me?... con mia sorella?
"E per quale oscuro motivo?" le chiesi sempre più schifato
"Non credo ti farebbe piacere saperlo!" ammise leggermente divertita
"Mettimi alla prova!" feci io allora, incuriosito. Si concesse una
risata prima di parlare
"Beh, Emmet crede che tu abbia fatto colpo su sua sorella Alice!"
Alice?... Alice?...
Alice?... perché questo nome non mi dice niente?
Lei, accorgendosi del mio sguardo enigmatico specificò
"La ragazza di stamattina... quella che ti sei tanto divertito ad
offendere!"
"Ma chi la nana?" chiesi con un accenno di sorriso
"Si chiama Alice!" mi corresse secca "Comunque sì... proprio
lei!"
"Ed io avrei fatto colpo su... la nana?" ormai ero quasi sul punto di
scoppiare a ridere
"Ti ho detto che si chiama Alice!" urlò lei infastidita
tirandomi dietro un tovagliolo. Ma io ormai ero partito. Avevo iniziato
a ridere come un pazzo. E chi se lo aspettava. Il mio nuovo passatempo
si era rivelato ancora più interessante di quanto me lo
immaginassi. E così, Alice Swan, la ragazzina della mensa,
quella che mi aveva dato del cafone... aveva un debole per me?
Era
una situazione a dir poco esilarante. E per giunta... quella notizia
non poteva che giocare a mio vantaggio. Decisamente!
"Jasper... ti prego, non fare cazzate... é una brava ragazza
e
non mi va che soffra a causa tua!" la voce di mia sorella mi fece
riprendere dai miei pensieri. Le sorrisi
"Tranquilla Rose... ti prometto che non farò nulla che lei
non voglia!" affermai.
E su questo ci puoi
anche mettere la mano sul fuoco!... Oh, sì, se puoi farlo!...
Risposte
alle recensioni: (uff, siamo calati, nn va bene ^^)
stellalily:
Ciao, e grazie mille x aver recensito... sono davvero una bella coppia
anche se, soprattutto x via del passato di lei, dovranno affrontare
tante di quelle cose, che adesso nn puoi neanche immaginare ^^. Bene,
spero che anche qst capitolo ti sia piaciuto. Un bacio ^^
robbycullen:
Salve... eh già, rose anche qui nn se la passa bene, e
grazie alla sua famiglia e ai loro sacrifici gli è stata
concessa una seconda chance. Speriamo nn vada buttata, anche
perché sembra proprio che 'qualcuno' abbiamo già
messo gli occhi su di lei... eh eh eh. Tranquilla, Jasper
penerà, ma... diciamo che tenderà particolarmente
a farsi del male con le sue stesse mani, senza l'aiuto di lei, fidati
^^ Per me sarà un vero piacere sopportarti (a patto che
anche te sopporti me^^) e che soprattutto i miei capitoli ti piacciano
così tanto. Adesso vado, fammi sapere se qst ti è
piaciuto. Un mega bacio :D
maya
tabitha: Ciao cara, ahahah orso Emmet è davvero
lusingato dai tuoi complimenti, ed in effetti è proprio
dolce, soprattutto cn le sue sorelline (anche se qst lo mandano in giro
a comprare lo shampoo^^)... aspetta, d'accordo la storia è
chiara.. ma nn ho capito cosa intendi dire qnd scrivi che le mani
fredde ed il commento del padre ke le salva la vita ti hanno fatto
pensare... ti prego, spiega alla mia mente stanca le tue parole XD
(grazie in anticipo!)... bene, spero che qst Jasper (diciamo in
un'altra veste) ti sia piaciuto. Fammi sapere. Un bacio ^^
mine:
Salveeeee... ehe eh nn posso negare che Emmet sia davvero preso dalla
bella bionda, cm lui stesso ha ammesso, ma posso solo dirti che x qnt
riguarda rose, nn sarà facile, anzi, nn lo sarà x
niente... Alice e Jasper eh eh eh se solo penso a quei due che litigano
mi viene da ridere, poveretti, ma anche loro se la vedranno bella^^..
bene, spero che qst Jasper ti sia piaciuto, fammi sapere. Un bacio
grande ^^
cinzia818:
Salve cara, la povera rose nn se la vedrà di certo facile.
Speriamo solo che nuove amicizie possano aiutarla a stare meglio.
chissà.. ^^ cmq eccoti accotentata cn il nuovo capitolo.
Fammi sapere se ti è piaciuto. Un bacione ^^
Cullengio:
Ciao, prima di tutto grazie x esserti fermata a recensire. Grazie mille
x i complimenti, sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta,
grazie davvero ^^ nn posso dirti molto su come andrà la
storia, altrimenti rischio di fare uno spoiler che nn vorrei ^^,
però, posso solo dirti che x entrambe le coppie nn
sarà facile (e nn lo sarà nemmeno per Bella e
Edward^^), però... perseverare è la chiave per il
successo... ^^ spero che continuerai a seguirmi, perchè mi
farebbe estremamente piacere... ti ringrazio ancora. Un mega bacio ^^
Uchiha_chan:
Anche se mi hai scritto con l'account di tuo cugino, mi sembra giusto
risponderti con il tuo ^^ alllora... ciaoooo cara... sono contenta che
la storia sia la stessa che tu avevi già intuito (sono
scontata, lo so... ç_ç) però nn posso
dirti se sn cinque o uno... sarà stesso per bocca di rosalie
che verrà raccontata l'intera storia dettagliata, ma, per il
momento è stato sufficiente intuirla (altriementi se si
scopriva tutta, che sfizio c'era?^^)... cmq, per qnt riguarda la madre
di Emmet e co, sì, è proprio Renée...
mi dispiace aver rivoluzionato tutta la famiglia (prima Charlie
violento, poi lei morta..) però, sono esigenze di copione,
diciamo... bene, spero che qst capitolo ti sia piaciuto. Attendo tue
notizie. Un bacio grande ^^
Elfa
Sognatrice: Salve cara, eh già, hai azzeccato
in pieno. In fondo gli indizi erano chiari, e la poveretta se
l'è vista davvero brutta. Come hai ben detto, nn ha ancora
superato la cosa, e nn credo sarà facile superarla, anche
con l'aiuto di Emmet. Qst ultimo invece, vive la situazione difficile
con il padre, che però, tende ad oscurare cn il sorriso. Ma
si sa, prima o poi, qnd si ha a che fare con queste situazioni, si
scoppia... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere.
Un bacione ^^
stezietta
w: Salve e grazie mille x aver recensito... mi fa davvero
piacere che la mia storia ti sia piaciuta. Come hai visto ho
aggiornato subito, adesso spero che continuerai a seguirmi,
perchè la cosa mi farebbe molto piacere. A prestissimo
(promesso^^) e un bacio grande ^^
martya_c:
Ciauz cara... tranquilla... mi ha fatto un piacere immenso vederti
così presa dallo spoiler in cerca di spiegazioni, quindi la
cosa mi ha resa felicissima... sono contenta di sapere che il ritmo che
ho deciso di dare alla storia sia abbastanza realistico. Anche io odio
qst brusche accelerate che alla fine sono molto ma molto fittizie e nn
portano da nessuna parte. Ogni cosa per evolversi ha bisogno del suo
tempo, soprattutto per qnt riguarda Rosalie e la sua esperienza. Grazie
mille dei tuoi splendidi complimenti, ne sono davvero lusingata. Bene,
spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... attendo il
responso ahahaha un bacio grande e grazie ancora ^^
|
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Capitolo 15 *** A debita distanza ***
i
Salve,
vi avevo promesso Lunedì, ed eccomi qui ad accontentarvi...
Allora... Jasper ha fatto molto effetto a qnt ho potuto constatare, e
la cosa mi fa molto piacere. Beh, in fondo una parte buona ce l'ha
anche lui, tutto sommato ^^.. Allora... qst è un capitolo un
pò particolare perché è il primo con
doppio narratore... L'ho fatto perché era bene che la cosa
venisse raccontata sia da uno che dall'altro (è inutile che
specifichi chi sia l'altro, no?^^).. Bene, adesso vedremo se i vostri
suggerimenti di vendetta contro biondo Cullen saranno accolti... occhi
aperi, eh^^.. un saluto grande a tutti... Vi amoooo XD
Io non sono mai stata una persona vendicativa. Sono sempre
stata
fermamente convinta che ognuno di noi, se si comporta in un determinato
modo, c'è una ragione dietro che lo spinge a farlo. Ed
è
proprio per questa mia filosofia che mai, e ripeto mai, mi sono trovata
a prendermela per qualche insulto, anche se pesante, qualche battuta
fuori luogo o qualche gesto particolarmente spiacevole. Solo che,
lì la questione era nettamente differente. Lì si
trattava di una
provocazione bella e buona alla quale non mi sarei di certo piegata.
Jasper Cullen, il ragazzo dagli occhi azzurri che aveva catturato la
mia attenzione quella mattina nella sua macchina, si era rivelato una
grandissima delusione. Mi aveva offesa, deridendomi per la mia altezza,
e per giunta l'aveva fatto con una tale sfacciataggine ed arroganza,
che da sole, sarebbero bastate per mandare in bestia anche una Santa in
persona. E visto che, io, dopotutto anche se cercavo in tutti i modi di
esserlo, non ero una Santa, avevo optato per la vendetta. Necessaria e
soddisfacente.
Certo, magari non avevo ancora ben chiare le idee su come vendicarmi,
però, ne ero sicura, qualcosa mi sarebbe venuta in mente. O
non
sarei stata la nanetta malefica di casa Swan.
"Si può sapere a che pensi?" mi chiese Bella. Eravamo sedute
su
una panchina, davati scuola, e aspettavamo la campanella che avrebbe
decretato l'inizio delle lezioni mattutine. Emmet era poco
più
distante in compagnia di Ben e Mike, intento a discutere
chissà
di che cosa. "A niente in particolare!" risposi con un'alzata di
spalle. Meglio non
esporle le mie intenzioni. Non avrebbe di certo approvato
"Sicura? Ti vedo particolarmente pensierosa stamattina..."
osservò. Non le fuggiva proprio niente. "Anzi, a dirla
tutta,
sei così da ieri... da dopo la pausa pranzo, per la
precisione!" ed il tono della
sua voce si fece allusivo
Tana per Alice!...
"Non riesco proprio a capire di cosa tu stia parlando!" esclamai
fingendomi indifferente.
"Di cosa sto parlando? Di quel ragazzo... Jasper Cullen... il primo, da
quando ti conosco, che è riuscito a farti arrabbiare in quel
modo!" constatò maliziosa. Io la guardai male ma lei
continuò
"Eri così emozionata di conoscerlo.. posso immaginare la tua
delusione nel trovarlo così... ehm... diciamo
particolarmente
divertito dalla tua altezza!" e le scappò da ridere. Io
sbuffai
e mi girai dall'altro lato. Proprio in quel momento l'auto del demonio
fece il suo spettacolare ingresso. Parcheggiò poco distante
da
noi e la prima ad uscire fu Rosalie. Quella mattina indossava una
salopette di jeans scura, con una maglietta gialla a maniche corte e
delle décolleté dello stesso colore. Dovevo
assolutamente
complimentarmi con lei per lo stile impeccabile, alla prima occasione.
Possibilmente quando il suo gemello perfido e spaccone non era nei
paraggi. Edward scese dalla macchina, con le cuffie nelle orecchie, e
si poggiò come il giorno precedente al cofano dell'auto.
L'ultimo ad
uscire fu proprio lui. Eccola, la stessa aria sufficiente e
dannatamente fastidiosa. Avrei voluto toglierla con la forza
quell'espressione dal suo viso. Mi fermai per un istante ad osservarlo.
Indossava un jeans chiaro, una maglia bianca ed una felpa con la
cerniera ed il cappuccio, blu. Mi si bloccò il respiro. Era
dannatamente bello! Sembrava un leone appena entrato nell'arena per
combattere. E poi, quegli occhi.
Magari se non aprisse
bocca...
Ma il mio momento di trance terminò subito, proprio nel
momento
in cui il suo sguardo incontrò il mio, intento a fargli la
radiografia completa, e sul suo viso spuntava un sorrisetto compiaciuto
"Merda!" sussurrai abbassando la testa e arrossendo violentemente.
Fantastico.
E il premio per la
discrezione va a... Alice Swan...
"Cosa c'è?" mi chiese Bella curiosa
"N-no... niente!" mentii io. Lei non sembrò convinta,
perché alzò lo sguardo verso il parcheggio e disse
"Sta vendendo qui!"
"Chi?" chiesi allarmata
"Jasper!" rispose semplicemente.
No, no, no, no, no... ti
prego... tutto ma non questo... rimani dove
sei... stammi lontano...
In quel momento però, proprio quando pensavo di essere
vicina
alla figura di merda più colossale della mia vita, ecco
arrivare
la salvezza: il suono della campanella
"Bene, andiamo!" gridai afferrando la borsa nera e dirigendomi, quasi
correndo, verso l'edificio principale. Bella faticò non poco
a
starmi dietro ma mi seguì, fortunatamente in silenzio. Mi
rifugiai nella mia classe, quella di filosofia, e guadagnai il mio
posto con un sospiro di sollievo.
Ma che ti è
preso, Alice?
Perché ti sei messa ad evitarlo? Non avevi detto che
bisognava
semplicemente usare un pò di ingegno ed escogitare una
vendetta... com'era?.. ah sì, necessaria e soddisfacente...
solo
che adesso sembri più che altro una stupida che scappa...
potrebbe pensare che ti mette a disagio... e questo non deve succedere,
altrimenti il suo ego, già di dimensioni galattiche,
aumenterà a dismisura... Merda!...
Purtroppo la lezione durò ben poco, e fui costretta ad
uscire dal mio sicuro nascondiglio.
"Ma sì.. cosa vuoi che sia... sarà ancora nella
sua
classe a bearsi della sua assurda arroganza!" mi dissi cercando di
recuperare un pò di autostima, ma fu del tutto inutile.
Soprattutto quando mi ritrovai in corridoio a guardarmi intorno, come
se fossi inseguita da qualcosa o da qualcuno.. sembravo quasi la
protagonista di qualche film horror, di quelli che vedeva sempre Bella
nel week-end, intenta a scappare e nascondersi dal macellaio di turno.
Mi facevo quasi pena. Ridursi così per un cafone qualsiasi,
venuto dalla grande cittadina per rovinare la mia tranquilla vita.
Oddio, tranquilla
proprio no, dato il demonio che mi ritrovo in casa...
"Ehi scricciolo..." una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi
girai per accertarmi di chi fosse, anche se, ahimé, ne avevo
un
vago sospetto
"Tu!" sibilai irritata. Lui mi sorrise
O Santo Cielo... fallo
ancora ti prego...
"Già, la scuola è piccola.. c'è il
rischio di vedersi spesso!" constatò
"Bene, vorrà dire che ti ignorerò bellamente!"
esclamai secca e ripresi a camminare
"Non ci riusciresti mai!" esclamò raggiungendomi
"E sentiamo... chi te la da questa sicurezza?" chiesi irritata
"In realtà nessuno, è solo che..." lo sentii
ridacchiare,
cosa che mi fece arrabbiare ancora di più "Sai, ho il vago
sospetto che tu abbia un debole per me!"
Touché
"Che cosa?" strillai bloccando la mia marcia.
"Non negare, scricciolo!" fece lui
"Non chiamarmi scricciolo!" gridai facendo girare mezzo corridoio verso
di noi
"D'accordo... nana!" rispose divertito
"Mi chiamo Alice... anzi facciamo una cosa... per te neanche quello...
facciamo che tu non esisti ed io per te non sono nessuno,
così
non c'è bisogno che tu debba chiamarmi!" e ripresi a
camminare
"Quindi non lo neghi!" affermò tornando a tallonarmi
"Dio mio... cosa?" gridai bloccandomi per l'ennesima volta. Lui
scoppiò a ridere, facendo aumentare la mia rabbia a livelli
inimmaginabili
"Di essere attratta da me!" esclamò allora
"Io non lo sono affatto, brutto sbruffone egocentrico!" gridai ancora.
Ero sicura che perfino dalla palestra stavano ascoltando la nostra
piccola discussione. Quelli in corridoio erano stati più
fortunati ed avevano ricevuto i biglietti per la prima fila del nostro
personalissimo teatrino improvvisato.
Lui ridacchiò. Si abbassò all'altezza del mio
viso, me lo
prese tra le dita e sussurrò, ad un millimetro circa dalla
mia
bocca
"Sai scricciolo, penso che in futuro dovresti metterti d'accordo con le
tue guance... dicono l'esatto opposto di quello che ti ostini ad
affermare tu!" e con una leggera risata si allontanò,
lasciandomi con il fiato corto, nel bel mezzo del corridoio.
Bene, spettacolo
finito... un
bell'applauso agli attori... ma soprattutto un bell'applauso alle idee
fulminanti di Alice... come avete potuto constatare, non hanno
né capo né coda.
Peccato che la protagonista se ne sia accorta soltanto
adesso.. bella fregatura!
Forks.
La città delle capre. La città dove non tutto
è
permesso. La città dove avrei dovuto trascorrere il mio
personale ergastolo, fino al momento del tanto sognato diploma. La
città che stava iniziando a sorprendermi. La
città che mi
aveva regalato il passatempo migliore che mai potessi desiderare.
Lo ammetto, forse avevo un pò esagerato in corridoio, ma la
tentazione era stata troppa e non ero riuscito proprio a resistere.
Alla fin fine quello scricciolo, non era affatto male, anzi... era
molto bella, nel suo piccolo...
Molto piccolo
aggiungerei...
Sorrisi da solo, mentre il professor Banner, insegnante di biologia ci
distribuiva degli strani vetrini che ci sarebbero serviti per
classificare gli stadi di qualcosa di molto, molto disgustoso.
"Inizi tu?" mi chiese Rosalie indicando il microscopio. Misi su una
faccia schifata
"No, per carità... faccio il cavaliere!" e lo avvicinai a
lei.
Scoppiò a ridere dopodiché recuperò il
primo
vetrino e lo pose sotto la lente
"Ho visto che parlavi con Alice Swan in corridoio!" esclamò
poco dopo mentre regolava alcune manopole sull'attrezzo
"Mmm..." mugugnai io distaccato
"E cosa vi siete detti?" mi domandò alzando gli occhi
"Solite cose che si dicono tra amici!" minimizzai io con un sorriso. Mi
squadrò per bene
"Ah sì? E da quando tu ed Alice siete diventati amici?" mi
chiese scettica
"Da quando mi sono reso conto di essere stato così
maleducato
con lei l'ultima volta ed ho deciso di rimediare!" esclamai
Puttanata... da quando
ho deciso che lei sarebbe diventata il mio personale passatempo di
questo squallido paese...
Lei ridacchiò. Ok, magari non l'avevo completamente
convinta,
però fare quella faccia mi sembrava quantomeno esagerato
"Cosa c'è... non ti fidi?" le chiesi fingendomi offeso
"Per niente!" esclamò cambiando vetrino
"Grazie tante, Rose!" mi lagnai
"Jasper... ti conosco da diciotto anni, e so per certo che quando fai
così è perché hai individuato la tua
prossima
preda!" osservò
Preda, eh? Ottimo
soprannome... si adegua meglio al soggetto e rende senza dubbio di
più del termine "passatempo"...
"Sono cambiato!" esclamai
Altra puttanata... sono
rimasto lo stesso... è il paesaggio attorno a me ad essere
cambiato...
"Jasper!" mi ammonì lei "Non mentire con me... sai che non
attacca..."
Io sospirai e mi accasciai sul banco, trattenendo un sorrisetto
divertito
"Ti prego solo di una cosa..." riprese qualche istante dopo esaminando
il terzo vetrino. Alzai appena gli occhi verso di lei per incoraggiarla
a continuare
"Lei non é come le altre... non farle del male..." e
distolse lo sguardo.
Lei non é
come le altre? Ma
che vuol dire? A me sembra identica a tutte quelle che ho avuto, con
l'unica differenza dell'altezza... fine della questione!
Rimuginai sulle parole di mia sorella per l'intera mattinata, fino
all'ora di pranzo. A mensa la cercai con lo sguardo finché
non
la trovai, seduta ad un tavolo con un paio di ragazze.
Discuteva tranquilla. Rideva, mangiava, sorseggiava con disinvoltura la
sua coca. Poi fu un attimo. Un attimo fugace. I suoi occhi incontrarono
i miei.
Dove ho già
visto quegli occhi? Mi sembrano familiari...
Poi lei distolse lo sguardo, e tornò al suo panino e alle
sue chiacchiere.
Cosa voleva dire
Rosalie?
Perché lei non sarebbe come le altre? Cosa potrebbe mai
avere di
diverso lei, Alice Swan? Sarà la sua altezza? Il suo sguardo
vispo? La sua voce spiritata? Quegli occhi profondi ed espressivi?
Oppure quel leggero e meraviglioso rossore che le ha imporporato le
guance durante il nostro ultimo incontro? Sarà questo?
L'unica cosa che sapevo era che a me, spettava il compito di scoprirlo!
Risposte
alle recensioni:
Uchiha_chan:
Salve... eh già, i fratelli Cullen portano Rosalie su un
trono, tanto che le vogliono bene, ma d'altronde, è anche
normale che sia così, no? E la cosa ovviamente è
accentuata da quello che lei è costretta a sopportare. Sul
fronte Alice-Jasper, c'è da penare molto, e credimi,
sarà uno scontro senza esclusione di colpi (da entrambe le
parti!) e poi chissà, magari un giorno sarà
davvero un nomignolo affettuoso... bisogna solo vedere come risolvere
la situazione tra i due.. ^^.. bene, spero che il capitolo sia stato di
tuo gradimento, fammi sapere... un kisss ^^
maya
tabitha: Ciao cara, che bello che continui a seguirmi, ti
ringrazio davvero tantissimo... ^^ cmq, ti chiedo scusa se l'altra
volta nn ho ben capito la tua affermazione... ti assicuro che anche io
molte volte nn recepisco completamente, sarà colpa del sole
di Agosto^^, cmq grazie per la spiegazione, a dir poco esauriente, ma
ti posso assicurare che qui mani fredde nn corrispondono a quelle di
vampiri.. sono semplicemente un ricordo spiacevole di una violenza
associate al fastidio di averle addosso.. tutto qui ^^... Jasper
è sicuramente quello più interessante, nn
c'è che dire... e lo diventerà di più
in futuro, mano mano che una nanerottola di nostra conoscenza lo
plasmerà a dovere senza neanche farlo apposta!... Bene,
spero che qst capitoletto ti sia piaciuto, fammi sapere, eh^^ un mega
bacio
Alice89:
Ma ciao.. allora, grazie prima di tutto x aver recensito... lo so, la
voglia di ammazzare Jasper è tanta ed irrefrenabile...
stiamo già organizzando un movimento femminile inca***to
nero, ma, per il momento è meglio lasciarlo sano... sai
com'è, si vocifera che 'qualcuna' è interessata a
lui e ai suoi occhi azzurri (kissà ki sarà!^^)...
bene, sper continuerai a seguirmi, cosa che mi farebbe senza dubbio un
enorme piacere. Un mega bacio... ciaoooo ^^
Cullengio:
Salve cara, mi fa piacere che anche lo scorso capitolo ti sia davvero
piaciuto ^^ eh, Jasper dimostra una grande sensibilità nei
confronti della sorella, ma, per quanto riguarda Alice... ce ne
vorrà per farlo ammorbidire un pò... eh eh eh
staremo a vedere... cmq, x rispondere alla tua domanda, sì,
ho scritto altre ff... una one-shot su Twilight (per partecipare ad un
contest) e un paio di storie nella sezione originali(romantiche) una
completata (e sto aggiungendo degli extra) ed un'altra
giunta al 14esimo capitolo... mi farebbe molto piacere se ci
dessi un'occhiata, quando hai tempo libero, si intende ;)... bene,
fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un mega kisss
mine:
Salve cara... lo sapevo che Jasper in versione fratello apprensivo
avrebbe fatto colpo... così dimostra che un pò di
umanità la possiede anche lui, anche se, quando si tratta di
litigare con il carotino, è subito pronto ad attaccare
(ehhh... che ci vuoi fare, sono fatti così^^).. ti ringrazio
per i complimenti... sai credo che per fare bene le cose ogni piccolo
particolare debba articolarsi con calma, altrimenti se ne perde la
bellezza e tutto diventa incasinato e molto scontato... e mi fa piacere
che apprezzi questo mio stile, davvero ^^.. sono contenta che almeno tu
vai in vacanza (ahimé, la sottoscritta qst anno nn va da
nessuna parte singh!) però, sono anche un pò
dispiaciuta visto che nn posso avere le tue magnifiche recensioni per
un pò.. uffi.. vabbè, tornerai presto, no? eh eh
eh... beh, buone vacanze cara e divertiti.. un bacio ^^
Elfa
Sognatrice: Ciao cara, l'idea all'inizio era di lasciare
tutto sospeso fino a che nn fosse arrivato il momento di farlo
raccontare alla stessa Rose a qualcuno... solo che la cosa sarebbe
risultata più lunga, e poi, visto che vi facevate curiosi,
ho deciso di anticipare qualcosa sottoforma di pensieri dei fratelli.
Ho scelto Jasper per questo perché per lui sarebbe stato
più difficile la situazione e quindi avrebbe espresso meglio
il problema.. nn preoccuparti x Alice... è piccola di
statura ma nn si farà mettere i piedi in testa ( o almeno ci
proverà^^) bene, buone vacanze, ti aspetto sempre qui...
divertiti ^^ un bacione
martya_c:
Salve cara... sono contenta che qst nuova sfaccettatura di Jasper ti
sia piaciuta... eh sì, delle volte è un
pò caprone (w le capre^^) però, soto sotto come
ha anche detto Rose, è buono cm la panna... continuo a
ripeterlo... il mio non è certo il tentativo di copiare la
Meyer e la sua versione originale perché uno, nn mi
permetterei mai in qnt tutto quello che quella Santa ha scritto rimane
intoccabile e non duplicabile e due, mi garba l'dea di creare qualcosa
di diverso (nn per qst dico che sia migliore) ma almeno che nn sia
già visto e rivisto... e anche x qst sn contenta che Jasper
inizi ad andarti a genio... ^^ bene, fammi sapere se il capitolo ti
è piaciuto.. un bacio ^^
cinzia818:
Ma ciaooooo pure a te... ^^ allora, parto con il dire che immagino la
sorpresa nel sapere che un carattere così forte come quello
di Jazz sia crollato di fronte all'accaduto, ma che soprattutto abbia
fatto affidamento interamente su Edward che tra idue era il
più piccolo (anche se di un anno). Ma d'altronde
è anche scusabile, era pur sempre sua sorella... volevi un
Jazz ed Alice pov? accontentata subito ^^ eh eh eh che brava che sono,
no? Colgo qst occasione x ringraziarti ancora x avermi fatto quella
richiesta. Ribadisco che per me nn sarebbe assolutamente un disturbo ma
che anzi sarebbe un grande piacere... Bene, adesso vado.. fammi sapere
se il capitolo ti è piaciuto.. un mega bacio ^^
alessandraxxx81:
Salve cara e prima di tutto grazie per aver recensito.. davvero^^
ti ringrazio dal profondo del cuore per i complimenti che mi
hai fatto, sono stati moooolto apprezzati (me arrosisce!) cmq, spero
che continuerai a seguirmi anche in futuro perché la cosa mi
farebbe molto piacere... grazie ancora, e un grande bacio ^^
stezietta
w: Salve cara... nn ho capito se la minaccia di
soffocamento era rivolta a me o a Jasper... nel primo caso credo sia
meglio scappare... (l'autrice prende le valigie e cambia paese^^) nel
secondo caso... ti faccio i miei complimenti per l'idea.. ahahaha..
bene, adesso spero che nn ti arrabbierai troppo con qst capitoletto..
eh eh eh e se puoi... pedonalo!^^ un bacione
robbycullen:
Salve cara... grazie x la sopportazione (noto con piacere che ancora
sei qui e nn sei scappata a gambe levate^^) allora.. x le intenzioni di
Jasper credo si siano leggermente intuite dalla prima parte, nel pov di
Alice... il ragazzotto la sa lunga a qnt pare.. staremo a vedere..
eheheh... fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto... un
mega bacio
enifpegasus:
Ehi cara, tranquilla... ti perdono (anche se nn hai fatto nulla di
male) e Jasper pure... ma ti pare che potremmo arrabbiarci per
così poco?^^.. stai tranquilla.. allra, nn ti prometto che x
Rosalie adesso la vita sarà più facile fin da
subito, ma ci sono buone probabilità che sia stesso lei a
darsi da fare (stop rischio spoiler in corso...).. Jasper invece
è un tipo particolare, l'ho già detto un paio di
volte e qst suo essere così lo porta anche a sorpredere tipo
cm nello scorso capitolo... x quello che farà nn posso
essere precisa, ma parte di qsst capitolo qualcosa la fa intuire...
occhi aperti ^^... (me piange perchè potresti nn seguire i
miei prossimi aggiornamenti) ti prego, lo so che nn dipende da te ma
dal tecnico (maledetti avvoltoi) ma ti prego.. nn abbandonarmi per
troppo tempo... ç_ç pleaseeee... qui Jazz rischia
di fare cavolate se nn è controllato per bene... pensaci...
eheheh... allora... aspetto il giudizio sul capitolo... un mega bacio ^^
|
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Capitolo 16 *** Rilassante chiacchierata ***
Capitolo 15 (Edward & Bella POV)
Eh... buongiorno a
tutti... mancano pochi giorni a Ferragosto ed io sono ancora qui ad
aggiornare... come sono brava... allora... come il precedente anche
questo capitolo ha doppio POV, immaginate da soli chi sarà
il secondo narratore... Per il prossimo credo sarà lo
stesso, ma ahimé, il mo cervelletto nn ha ancora sfornato
nulla, quindi nn vi so dire con precisione. Allora, tra due giorni
andremmo a finire al 14 Agosto.. adesso, nn vi prometto nulla, potrei
riuscire a postare come potrei nn riuscirci... dipende sia dallo stato
in cui sarà il capitolo, sia anche dai vari impegni... al
massimo ci rivediamo il 16, perché di postare il 15 nn credo
sia possibile. Se potete, perdonatemi ^^ un grande bacio a tutti... Vi
adoro cn tutto il cuore...
La
Forks High School era un ottimo posto dove potersi concedere un momento
di tranquillità e leggere in santa pace. Alla vecchia scuola
non
succedeva mai. C'era sempre qualche idiota di turno che si divertiva ad
urlare, a mettere lo stereo portatile a tutto volume, o di rado, fare
commenti poco carini sulle ragazze del cortile. E la cosa mi
infastidiva non poco. Soprattutto pensando che tra di loro poteva
trovarsi quel figlio di puttana che aveva distrutto la vita di Rosalie.
E la cosa mi mandava il sangue al cervello.
"Ehm...
scusa..." una voce leggera alle mie spalle mi fece interrompere la
lettura. Ero seduto su una panchina del cortile, piacevolmente cullato
dal venticello leggero di Settembre. Durante l'ora di pranzo era anche
concesso uscire dall'edificio ed io ne avevo approfittato per gustarmi
un pò di solitudine. Ma a quanto pare...
"Sì?" feci io rivolto alla ragazza che intanto si era fatta
avanti. Era bionda, capelli abbastanza lunghi ed occhi scuri. E
chissà per quale assurdo motivo era rossa in viso
"M-mi... domandavo... se...se... ecco... se ti andrebbe... una di
queste sere..." mormorò a testa bassa. Mi ci volle ben poco
a
recepire il messaggio. Il problema era come
farlo capire a lei.
Dannazione, come odiavo quei momenti. Mi facevano sentire tanto un
verme. Certo, io ero pur sempre il cavaliere di casa Cullen,
però... in certi casi l'essere educati e gentili non
è che
poi servisse a molto.
"Oh... ti ringrazio per la gentile offerta, davvero... ehm.." non
sapevo neanche come si chiamava
"Sally!" rispose lei agitata
"Sally..." ripetei sorridendole. Lei arrossì ancora di
più.
O mamma... qui si
rischia che mi accusino ti tentato omicidio...
"Solo che... non posso..." risposi con tutto il garbo che conoscevo
"P-perché?" chiese amareggiata
Perché io ero
qui, a leggere
il mio amatissimo libro e tu sei venuta ad infrangere la mia bolla
personale di tranquillità, ecco perché... Sally...
"Beh, vedi.. non credo che la mia ragazza me lo permetterebbe!" risposi
Ah, già...
Kristen... beh, sì, in effetti non ci avevo pensato...
"Ah!" esclamò delusa "Hai la ragazza!" non era una domanda
la sua, ma un'affermazione
"Eh già... ho la ragazza!" ripetei, leggermente sconsolato,
lo ammetto
"D-d'accordo... scu-scusa tanto allora... ci... ci vediamo!" e si
allontanò ancora rossa in viso. Io sospirai. Bene, tutte le
mie
buone intenzioni erano andate a farsi un giro. Abbandonai il libro
sulla panchina, e alzai il viso verso il cielo, chiudendo gli occhi.
Non era certo mia intenzione abbronzarmi, solo che, alcuni, affermavano
che i raggi del sole fossero benefici, ed io volevo crederci, per una
volta
"Se aspetti che così facendo ti venga una bella
tintarella... mi
dispiace deluderti ma ti assicuro che qui a Forks sarebbe molto
difficile!" esclamò qualcuno, una voce femminile per la
precisione.
Un'altra....
Non era Sally. E neppure mia sorella. Però, avevo la netta
sensazione di averla già sentita da qualche parte. Aprii gli
occhi e portai lo sguardo davanti a me, dopodiché sorrisi
"Ah... ti assicuro che non era mia intenzione!" esclamai. Lei rise.
"Posso?" mi chiese indicando la panchina. Io senza neanche rispondere,
spostai il libro e le feci posto, così poté
sedersi
"Ho visto che al tavolo c'erano soltanto i tuoi fratelli, e ho pensato
che non ti fossi sentito bene!" disse poco dopo. Io mi girai a
guardarla. Era dispiacere quello che sentivo nella sua voce? O era
soltanto l'effetto del sole di Froks?
"No... sto alla grande... mi sono semplicemente allontanato per
potermene stare un pò tranquillo.." risposi
"Oh... e allora ti lascio solo... non mi va di disturbarti!" fece lei
costernata
"Ma no, tranquilla... ormai il momento di relax è
sfumato..."
constatai con un sorriso. Lei ricambiò e si
rilassò sulla
panchina. Poi lo sguardo le cadde sul libro che avevo posato sulle
ginocchia
"Highsmith, eh?" e lo indicò con un cenno del capo. Io
sorrisi
"Già..." mormorai
"Sono sorpresa... non pensavo ti piacessero questo genere di libri!"
ammise con un sorriso
"La conosci?" chiesi curioso
"Certo... é una delle mie autrici preferite... i suoi
thriller
non li batte nessuno!" commentò. Fu il mio turno di sorridere
"Adesso sono io ad essere sorpreso!" ammisi. Lei rise.
"Diciamo che sono leggermente contraria alle regole... un
pò...
contro corrente, ecco!" spiegò divertita "Odio i film
d'amore,
proprio non li digerisco, però... non so che darei per
passare
un'intera serata davanti ad un buon giallo o meglio ancora... un horror
fatto bene!"
Io scoppiai a ridere, positivamente colpito
"Però... ed io che credevo che ragazze come te esistessero
soltanto nei libri!" esclamai
"O qui a Forks!" aggiunse divertita. Scoppiammo a ridere di nuovo,
quella volta insieme
Parlare con Edward aveva
un non
so che di rilassante. Aveva una risposta pronta a tutto, e poi, aveva
quella voce.. possibile che fosse così sensuale realmente, o
era
semplicemente un effetto collaterale della sua palese bellezza?
"Si é ripresa tua sorella dalla felice uscita di Jasper?" mi
chiese poco dopo, ancora seduto sulla panchina
"Beh, non del tutto!" risposi divertita
"É ancora arrabbiata?" mi chiese leggermente preoccupato.
"No, arrabbiata, no... diciamo leggermente infastidita!" spiegai sempre
sorridendo. Lui mi guardò curioso
"E quale sarebbe la differenza?" mi domandò
"Beh... leggermente infastidita significa che non si aspettava di certo
che tuo fratello fosse un tipo così... particolare ecco..."
spiegai
"Credimi... é stato un duro colpo per tutta la famiglia!"
ironizzò lui, facendomi sorridere
"Sì, ma per lei è stato diverso, credimi... sai,
era
particolarmente impaziente di conoscervi... non l'ho mai vista
così su di giri!" ammisi. Non sapevo il perché
gli stessi
confidando quelle cose. Forse era perché, come avevo
già
detto, parlare con lui mi rilassava, o forse perché speravo
che,
sotto sotto, mi aiutasse a capirci qualcosa di più su suo
fratello. Avevo la netta sensazione che ad Alice, Jasper piacesse
parecchio, altrimenti non si sarebbe mai sognata di comportarsi in quel
modo, né il giorno precedente, né tanto meno
quella
mattina nel cortile. Non era proprio un atteggiamento da Alice. E chi,
se non suo fratello, poteva aiutarmi nella mia impresa? Lo so, era un
ragionamento un tantinello da approfittatrice, ma in quel momento, mi
sembrava l'unica strada percorribile
"Davvero?" chiese sorpreso
"Già... in particolare per Jasper... diciamo che ne
é
rimasta piacevolmente... colpita!" affermai. Lui ridacchiò
"E allora permettimi di dirtelo, tua sorella non sa davvero in che
guaio si è messa!" fece sincero
"Spiegati meglio!" lo esortai curiosa. Lui si concesse un'altra risata
e continuò
"Vedi, da che conosco Jasper, ovvero tutta la vita purtroppo, non
è mai stato con la stessa ragazza per
più di una
settimana... perfino alle medie ne sceglieva una, ci usciva e poi,
quando si stancava, la mollava senza troppi complimenti o spiegazioni.
E crescendo non è cambiato... l'unica differenza
é
l'aggiunta di un piccolo particolare nella lista delle sue azioni
abitudinarie con le ragazze, rispetto a quello che si limitava a fare
alle medie..." e ridacchiò. In un primo momento non capii,
poi
però, osservando attentamente il suo sguardo allusivamente
malizioso, intesi e scoppiai a ridere
"Ah!" esclamai soltanto
"Per questo ti dico che tua sorella con Jasper potrebbe soltanto
trovare guai. Non conosco Alice, ma conosco mio fratello, e posso dirti
che non è alla ricerca di storie serie, quindi... se non si
vuole soffrire, è meglio lasciare subito perdere!"
affermò con franchezza.
Come avevo immaginato la chiacchierata con Edward mi era servita ad
indagare un pò sul soggetto "Jasper", e quello che avevo
scoperto non mi piaceva affatto. Alice non era la tipa per lui. Lei, se
davvero la mia intuizione fosse stata giusta, accanto ad un ragazzo del
genere, avrebbe soltanto sofferto, visto che cercavano due cose
completamente incompatibili. Alice era sempre stata tipa da credere nel
grande amore per tutti. Sognava la storia d'amore romantica ed infinita
che avrebbe riempito le sue giornate di sentimento e gioia allo stato
puro. Jasper, da quello che avevo intuito, era più tipo da
una
notte e via, e per una come Alice non andava affatto bene.
Povera, piccola... ci
rimarrà malissimo...
"Lo vuoi un consiglio?" mi chiese Edward, mentre la campanella per
l'inizio delle lezioni pomeridiane, iniziava a suonare. Ci alzammo in
contemporanea
"Certo!" esclamai
"Tieni alla larga Alice da Jasper se puoi... non vorrei che tra qualche
tempo saresti costretta a disinfettarle le ferite!" disse serio
"Addirittura? Credi che Alice possa essere così debole?"
feci io
"No, non sto dicendo questo! Te l'ho detto... io non la conosco e non
posso esprimere giudizi affrettati. Ma conosco Jasper e so che, quando
si mette in testa una cosa, nessuno e dico nessuno può
fermarlo.
E la maggior parte delle volte queste assurde situazione che si crea,
terminano sempre con qualche ragazza in lacrime... quindi... fidati di
me se ti dico... tieni alla larga Alice da Jasper!" affrettò
il
passo e si diresse verso la classe di inglese in fondo al corridoio,
lasciandomi da sola, senza parole
Tieni alla larga Alice
da Jasper... fidati di me....
Risposte
alle recensioni:
Uchiha_chan:
Salve cara, ti assicuro che la noia nn è prevista nella
storia, soprattutto grazie a quei due, che nn mancheranno di inscenare
qualche altra piccola ed improvvisata rappresentazione. (e spero anche
che la storia nn diventi mai noiosa -_-') vedi un pò, se la
situazione fra Edward e Bella è semplice o no... io, nn
posso esprimermi ^^... bene, fammi sapere.. e se nn ci sentiamo
prima... buon ferragosto! un bacione
Cullengio:
Salve cara, hai proprio ragione, con quei due nn si sa mai cosa
aspettarsi e qst è solo l'inizio. Lei tenta disperatamente
di scappare, ma... la scuola è veramente piccola ^^ volevi
qualcosa su Ed & Bella? eh eh beh, ti ho accontentata.. spero
di nn averti delusa con il capitolo... fammi sapere. e nel caso nn
dovessi aggiornare prima, ti auguro buon ferragosto ^^ un kiss
stezietta
w: Ma ciaoooo... grazie x avermi graziato delle tue
minacce... sai, nn si sa mai... ^^ Jasper è rimasto molto
colpito dalle tue minacce... ahahah sai, lui adora le capre, quindi
è molto contento, pensava potesse andargli peggio... XD...
lo so, Alice avrebbe dovuto opporsi.... cercare in tt i modi di nn
farsi mettere i piedi in testa (e le mani in faccia^^) da Jasper, ma...
se l'è trovato a pochi cm da lei e nn ha capito
più nulla... eheh l'effetto Cullen colpisce ancora... ^^...
magari se le suggerisci qualche altra vendetta lei nn
mancherà di rifarsi nei suoi confonti... diamole una mano ^^
bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere... un mega
bacio e se nn dovessi aggiornare prima... buon ferragosto!
mine:
Salve cara... colpita e affondata direi io in certi casi... quella
poveretta è stata presa alla sprovvista e nn ha potuto
mettere in atto i suoi piani malefici di vendetta contro Jasper che cm
sempre ha mostrato a tt il suo fascino irresistibile... ^^
sì, magari lui sarà anche interessato, ma
ricordiamoci che lei x il momento è soltanto il suo
'piacevole passatempo'... quindi.. ^^ occhio!... spero che il capitolo
ti sia piaciuto (nuuu... anche tu te ne vai...
ueeeeeeç_ç) fammi sapere (se puoi
ç_ç) e se nn aggiorno prima... buon ferragosto!
un kiss ^^
martya_c:
Ciao cara... cotta nn direi, sai, di cotto in qst storia x il momento
sembra esserci soltanto Emmet (nn è vero ndEmmet)
(sì, tesoro... hai ragione tu!)... però... ^^
magari al fascino Cullen, Alice nn è del tutto indifferente,
anche se lei lo nega fermamente... anche io sono dalla sua parte, anche
se... il caprone rimane pur sempre il caprone ahahah.. ti ringrazio x i
complimenti, sei davvero gentilissima... adesso ti lascio, sperando che
il capitolo sia stato gradito... fammi sapere e se nn ci sentiamo
prima.. buon ferragosto. un bacio ^^
cinzia818:
Salve cara... eh eh eh sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto
così tanto e che ti abbia fatto tanto ridere... in effetti
il teatrino è stato particolarmente apprezzato da tutta la
FhS... eh eh eh.. nn tanto da Alice, ma qst sono dettagli! ^^...
smettila di ringraziarmi... peraltro... ho visto che hai aggiunto
qualcosa, quindi, aggiornata qst mi fiondo a leggere, anche
perchè una promessa è una promesso e tra l'altro
mi farebbe piacere... allora.. tu intanto fammi sapere cm'è
il capitolo.. ti lascio e se nn ci sentiamo prima ti auguro buon
ferragosto.. un bacio ^^
enifpegasus:
Ma zao carissima... stiamo giusto preparando la scaletta x le varie
rappresentazioni teatrali (dalle città che hai nominato
deduco che sei siciliana^^) quindi nn preoccuparti ci sarà
sicuramente la possibilità di rivederli in tour... ahahah
immaginarti andare in giro a scroccare pc, mi fa morire dal ridere e
qst tt per poter leggere la mia storia.. ma te sei troppo buona ^^
grazie tesoro... in effetti quei due sn stati particolarmente frizzanti
e qst è solo l'inizio. Mi fa piacere renderti felice cn i
capitoli ed io nn potrei che essere più felice di
così, leggendo qst magnifiche recensioni che mi lasci ogni
volta... grazie davvero ^^.. peraltro... l'hai davvero riletto il
capitolo? ahahah, ma che bello... grazieeee... ahahah basta sclerare..
adesso vado via... fammi sapere se il capitolo ti è
piaciuto... un mega bacio cara e se nn ci sentiamo prima... buon
ferragosto ^^ un bacione
maya
tabitha: Ciauuuu... sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto e che il piccolo teatrino fatto da Jasper ed Alice ti abbia
tanto divertito... meno male^^... sono contenta, davvero... e ti
assicuro che qst coppia che ti ha incuriosito così tanto, nn
mancherà di sorprenderti ancora in futuro.. soprattutto per
mano di ... ahahah, nn te lo dico, se no che sfizio c'è?
ahahah, bene, adesso vado, grazie di tutto... fammi sapere se il
capitolo ti è paciuto e grazie x l'affetto che mi dai ogni
volta.. un bacione e se nn ci sentiamo prima ti auguro buon
ferragosto... ^^
lisa76:
Hai visto che bel regalo che ti ho fatto cara... eheh sempre qui a
disposizione per cercare di rendervi felici... chissà che un
sorriso, una risata o una piccola lacrima ogni tanto nn la riesco a
guadagnare.. eh eh eh beh, spero che anche qst capitolo ti
sia piaciuto, fammi sapere, e se nn ci sentiamo prima... buon
ferragosto... un bacione ^^
piccola_pokemon:
Salve... allora prima di tutto grazie per aver lasciato la tua
recensione... fa sempre un immenso piacere trovare nuove lettrici,
quindi... grazie di cuore ^^ sono davvero contenta che la storia ti
abbia appasionato così, ne sono davvero lusingata
soprattutto perchè ti piace il mio stile e qst bizzarra idea
che ho messo giù.. eh eh eh.. grazie davvero.. spero che
anche qst capitolo sia stato apprezzato.. fammi sapere e se puoi,
continua a seguirmi, perchè mi farebbe immensamente
piacere... un bacio e buon ferragosto... 8casomai nn riesco ad
aggiornare prima^^)
|
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Capitolo 17 *** Mai dire mai! ***
Capitolo 17 (Emmet & Rosalie POV)
Oddio....
faccio schifo... irrimediabilmente schifo... Vi avevo promesso di
aggiornare il 16, ma nn l'ho fatto e nn so da che parte mettere la
faccia tanto che sn in imbarazzo... Se potete, perdonatemi... ^^
Allora... qst è un capitolo strano... mi ha dato molto filo
da torcere,
e nn è uscito neanche come volevo che uscisse... in
realtà mi fa anche
abbastanza schifo... cioè, lo trovo essenzialmente inutile,
o forse
sarà la mia impressione, nn so... fatemi sapere cosa ne
pensate, visto
che i giudici supremi rimanete come sempre voi! ^^ Bene, adesso vi
lascio al capitolo... Alla prossima (spero di aggiornare cn il solito
ritmo di un capitolo ogni due giorni... speriamo bene^^) un bacione a
tutti ed un grazie immenso a chi recensisce (angeli miei ^^) e a chi
inserisce la storia tra preferiti/seguiti... grazie a tuttiiii... XD
Quella passata non si era rivelata una mattinata particolarmente
normale. Prima di tutto c'erano le mie sorelle. Una, la più
piccola, continuava a girare per i corridoi quasi terrorizzata,
guardandosi attorno, come se si aspettasse che, da un momento
all'altro,
un grosso lupo feroce uscisse da qualche armadietto e la azzannasse.
Avevo provato a chiederle cosa non andasse, ma lei aveva sorriso e
aveva
liquidato la cosa con una semplice alzata di spalle. Cosa non del tutto
da Alice.
Bella invece era assente. Durante l'ora di pranzo di era allontanata
per poi ricomparire nel corridoio, con su una strana espressione.
Pensierosa... contrita... quasi preoccupata. Alla mia richiesta di
spiegazioni aveva sorriso e liquidato la cosa con un'alzata di spalle.
Dio, quanto odiavo il genere femminile.
Uno, perché sembrava
tanto che tutti i problemi riguardassero soltanto loro. Noi poveri e
ingenui maschi inferiori, non potevamo di certo comprendere le loro
elucubrazioni mentali. E due... dannazione, perché io, che
ero
cresciuto non con una, ma con ben tre femmine, anche se una di loro non
c'era più, non ero ancora riuscito a comprendere il loro
stravagante mondo? Ero stupido per caso? Oppure erano loro ad essere
talmente tanto astute da non permettere a nessuno di comprenderle?
Il suono della campanella mi colse alla sprovvista. Connor Collins che
mi sedeva accanto ridacchiò
"Possibile che un ragazzone grande e grosso come te, si lasci
spaventare dall'innocuo suono della campanella?" io sorrisi
"Ero sovrappensiero!" mi giustificai io "Capita, no?"
"Certamente... soprattutto quando si è troppo preoccupati a
fare colpo sulla nuova arrivata!"
"Come, scusa?" chiesi mentre uscivamo dalla classe
"Emmet, non sono mica stupido... mi sono accorto di come la guardi.
Degli sguardi che le hai lanciato oggi a pranzo e di come l'hai
squadrata ieri dopo le lezioni. Sarò anche la
metà di te
fisicamente, ma non sono di certo uno stupido!" mi spiegò
con un
sorriso divertito.
Che faccio, continuo inesorabilmente a mentire? Oppure almeno con lui
provo ad essere sincero?
Optai per la verità
"In effetti Non riesco a toglierle gli occhi di dosso!" ammisi a testa
bassa. Lui ridacchiò
"Lo immaginavo!" e intanto raggiungemmo l'armadietto, per lasciare i
libri della lezione precedente.
"Senti, Swan, mi permetti di darti un consiglio?" mi fece richiudendo
il suo armadietto.
"Certo.." acconsentii io
"Ecco, vedi... secondo me dovresti lasciar perdere!" ammise allora
"Di cosa stai parlando?" chiesi confuso
"Di Rosalie Cullen!" rispose, abbassò la testa,
dopodiché
mi guardò sorridendo "Dai, Emmet... é inutile che
sia io
a dirtelo!"
"Dirmi cosa?" chiesi infastidito. Ok, il sottoscritto si stava
leggermente arrabbiando. E quando dico leggermente intendo che sarebbe
stato meglio per Connor Collins, iniziare a fare le valigie per
l'espatrio.
"Lei non é per te!" esclamò infine
"Che vorresti dire con questo?" alzai appena la voce, sempre
più arrabbiato
"Coraggio, Emm... l'hai vista? É la perfezione fatta a
persona!"
e su questo non potevo dargli torto "Una del genere non
potrà
mai interessarsi a te!"
Colpo al cuore...
Respirai piano, per cercare di assimilare meglio quella sottospecie di
provocazione. Anche se, ai miei occhi sembrava molto di più
una
bruciante verità, che probabilmente il sottoscritto non
aveva
ancora avuto modo di vagliare
"Io lo dico per te, amico... non vorrei che ci stessi male per una
così. Mettiti l'anima in pace già da ora e
rinunciaci!"
mi mise una mano sulla spalla e sospirò "Fidati di me, non
te ne
potrai pentire!" e con un altro sospiro si allontanò diretto
alla sua prossima lezione.
Presi aria, molto lentamente. Dovevo trovare il modo di sbollire
assolutamente quella rabbia, altrimenti sarei stato male per i prossimi
sessanta minuti a venire. Mi diressi svelto, diretto alla palestra,
dove si sarebbe svolta la mia ultima ora di lezione ed entrai nello
spogliatoio maschile. Subito le voci di Mike e Ben, anche loro
lì per l'ora di ginnastica, si fecero sentire.
Mi salutarono allegri, ma io non ci feci neppure caso e proseguii. Mi
sedetti ad una panca, lontano dagli altri, e iniziai a sfilarmi la
maglia. La raggomitolai e la buttai nell'armadietto. La stessa cosa
feci con i jeans. Se solo Alice avesse saputo quello che stavo facendo,
mi avrebbe dato irrimediabilmente fuoco, senza neanche lasciarmi il
tempo di spiegare. Recuperai dalla sacca il pantalone della tuta e la
felpa bianca della Nike e li indossai sbuffando. Mi lasciai cadere
sulla panca, in attesa che gli altri finissero di cambiarsi. Alzai gli
occhi e subito incrociai quelli incuriositi e azzurri di Jasper Cullen.
Mi fissava, quasi divertito da quel mio comportamento. Era rimasto
bloccato nel tentativo di infilarsi la maglia azzurra. Lo guardai,
inarcando un sopracciglio
"Qualche problema?" sbottai. Non ero solito rivolgermi a qualcuno in quel modo,
soprattutto se si trattava di persone che non conoscevo,
ma non riuscivo proprio a calmarmi
"Ho per caso parlato?" fece lui in risposta, sempre più
divertito, lisciandosi la maglietta appena indossata
"Il tuo sguardo era più che sufficiente!" osservai seccato.
Lui
scoppiò a ridere, piegando con cura la felpa con il
cappuccio e
riponendola nell'armadietto. Mi ricordò tanto Alice,
chissà perché. E a quel pensiero mi innervosii
ancora di
più. Jasper Cullen. Il ragazzo per cui mia sorella sembrava
attratta. Ed io ce l'avevo di fronte a me, costretto a condividere con
la sua classe un'intera ora di palestra. Da quanto mi aveva detto
Rosalie, Jasper era un bravo ragazzo, ma, prima di esserne davvero
sicuro, avevo intenzione di testarlo secondo i miei metodi
"Allora... ti è passata la repulsione verso Forks?" gli
chiesi
mentre, sempre con estrema cura piegava i jeans. Lui non rispose.
Continuava a darsi da fare con quei maledetti indumenti. Al pensiero
che i
miei erano belli e sistemati alla Emmet-maniera nell'armadietto, mi
venne quasi da ridere.
"Ti ho fatto una domanda, Cullen..." sbottai infastidito. Ci mancava
solo che quel damerino biondo mi snobbasse.
Cominciamo davvero male Jasper...
"Ed io sto valutando l'opportunità di non risponderti...
Swan!"
fece allora, chiudendo finalmente l'armadietto e lanciandomi
un'occhiataccia. Lo guardai infastidito. Andavamo decisamente male...
"E sentiamo... per quale motivo non dovresti farlo?" chiesi allora.
"Mmm... vediamo..." finse di pensarci, dopodiché sorrise
"Forse perché non mi piaci neanche un pò!"
"Posso dire lo stesso!" affermai. Prima non l'avevo valutato per bene,
ma adesso.. potevo essere sicuro.. Alice, con uno del genere non ci
sarebbe stata neanche da morta!
"Bene!" bisbigliò varcando la porta che conduceva in
palestra.
Attenzione, la soglia massima della rabbia sta per essere raggiunta...
Uscii anche io, ritrovandomi a pochi metri dal canestro. Avanzai verso
il professore, stringendo i pugni per allentare la tensione. Vidi
Bella, parlare con Jessica, e poco più distante Jasper,
appena
arrivato, con un braccio posizionato attorno alle spalle della sorella.
Ghignò soddisfatto nella mia direzione.
Merda...
Lei alzò gli occhi e mi vide. Mi salutò con un
piccolo sorriso, al quale però, io non risposi.
Lei era Rosalie Cullen... la bellissima ed irraggiungibile Rosalie
Cullen... ed io.. ero semplicemente Emmet Swan.. un qualsiasi ed
inutile Emmet Swan.
Mio
fratello stava architettando qualcosa. E, a giudicare dalla sua
espressione divertita, doveva trattarsi anche di qualcosa di abbastanza
grosso, e di conseguenza sufficientemente doloroso. Subito mi venne in
mente Alice. Avevo già detto a Jasper di evitare, almeno per
una volta,
di usare la sua solita tecnica di rimorchio, anche perché,
ne ero
sicura, con lei non avrebbe sordito lo stesso effetto. Quella era una
ragazza diversa, non serviva un genio per capirlo. Bastava guardarla
negli occhi. Bastava sentirla scherzare con le sue amiche a mensa, per
rendersene conto. E lo stesso valeva per Emmet. Mi era bastato un
misero pomeriggio per capire che, in fondo, il suo aspetto fisico,
forte e pronunciato, cozzava alla grande con il suo carattere. Si era
dimostrato timido, perfino impacciato nei miei confronti. E questo mi
aveva lasciato addosso un qualcosa di positivo, quasi benefico. Ma
cos'era? Tenerezza? O semplicemente un'assurda forma di
curiosità? Ma
d'altronde, dopo quello che mi era successo, avevo smesso da parecchio
di cercare di comprendere l'universo maschile. Mi bastava interagire
con i miei fratelli e con mio padre. Punto, fine della discussione.
La
mattina passò in fretta. Ci ritrovammo in palestra, per la
prima volta,
nell'ora di ginnastica. Da quel maledetto giorno, avevo una strana
paura addosso. Una strana inspiegabile
fobia. Non mi piaceva spogliarmi davanti ad altre persone, anche se
queste, come in quel caso, erano tutte ragazze. Così,
recuperata la
tuta, mi chiusi nel bagno ed iniziai a spogliarmi. Una volta indossati
i vestiti sportivi, ritornai nello spogliatoio. Gli occhi della maggior
parte delle ragazze si posarono su di me. Qualcuna iniziò
perfino a
bisbigliare.
"Guarda quella..." sussurrò una ragazza dai capelli
rossi ad un'altra con gli occhiali "Si è cambiata in
bagno... che
stupida... si vergogna... alla sua età!" ma la ignorai
completamente.
Ci ero abituata ormai, anche se... ogni volta, faceva il suo maledetto
effetto.
"Ciao!" una voce al mio fianco mi fece girare. Era una
ragazza, dal volto conosciuto. Aveva dei bellissimi occhi color
cioccolato, e i capelli mossi, di un bel castano vivo
"Ciao!" le risposi sorridendole
"Forse non ti ricordi nemmeno... ci siamo conosciute ieri... a mensa...
" mi disse gentile
"Ah... tu sei... la sorella di Emmet, giusto?" le chiesi
"Esattamente... tu invece sei Rosalie!" esclamò. Annuii
sorridendo.
Ha lo stesso sorriso
dolce di Emmet... sarebbe stato impossibile non riconoscerla...
"Il mio nome é Isabella... ma te ne prego... chiamami
semplicemente Bella!" mi disse
"D'accordo... Bella!" la rassicurai, concedendole l'ennesimo sorriso.
"Sai... ho... parlato con tuo fratello durante la pausa pranzo!" mi
disse poco dopo. La guardai incuriosita
"Intendi con Jasper?"
"No, no... parlo di Edward!" specificò "Però...
Jasper in qualche modo c'entrava... o meglio... è di lui che
abbiamo parlato!"
"Ah!" esclamai secca "Anche voi?"
Com'è che in
questa Forks tutti sono interessanti a Jasper?
"Che intendi dire?" mi chiese confusa
"No, niente... sorvola! E... posso chiederti a proposito di cosa, avete
parlato di Jasper?" domandai incuriosita
"Ecco... si tratta di mia sorella... Alice!" spiegò a
disagio. Mi scappò da ridere
"Cosa c'è?" mi domandò
"No
è che..." mi interruppi per sfogare un'altra risata "Non ci
crederai,
però anche tuo fratello mi ha parlato di Alice... e di
Jasper!"
"M-mio... fratello?" domandò incredula
"Sì...
l'ho trovato ieri in libreria... e mi ha chiesto qualche informazione
su Jasper... mi ha spiegato che Alice ha... come dire... un certo
interesse nei suoi confronti!" le dissi. Lei ridacchiò
"Quindi se n'è accorto anche lui!" bisbigliò. Si
passò una mano tra i capelli, scompigliandoli appena.
Mi ricorda tanto
Edward... lui lo fa continuamente...
"Vuoi
avvertirmi anche tu di tenere lontana Alice da tuo fratello?" mi chiese
ad un tratto, mentre ci univamo alla fila che procedeva verso la
palestra
"Perché dovrei farlo?" le chiesi confusa, poi collegai
"Aspetta... ho capito... cosa ti ha detto Edward esattamente?"
"Che
Jasper non è quello che sembra... che per una come Alice non
andrebbe
bene, soprattutto perché non è alla ricerca di
storie serie ma più che
altro vuole... come dire... una ragazza da una notte sola, mi spiego?"
sbuffai divertita.
Certo che quando ci si
mette Edward, sa essere davvero dettagliato in certe cose...
"Non è così?" mi chiese Bella, vedendo che
tardavo ad esprimermi
"In
realtà..." mi fermai, accanto ad un cesto carico di palloni
di cuoio
"Edward ti ha detto la verità... Jasper non ama affatto i
legami
sentimentali... preferisce le storie brevi e senza troppi giri di
parole. Ma..." le sorrisi, mentre i ragazzi, dallo spogliatoio maschile
uscivano a massa "In questo caso... mai dire mai!" la lasciai con uno
strano sorriso sulle labbra e mi avvicinai al professore.
Intanto Jasper mi aveva raggiunta e, dopo avermi circondato le spalle
con un braccio, mi sussurrò
"Sai Rosie.... questa Forks mi piace sempre di più!"
"Sono
contenta!" esclamai raggiante e gli sorrisi. Notai in quel momento
Emmet. Si dirigeva verso di noi, con le braccia ben salde ai fianchi.
Mi venne spontaneo sorridergli, ricordando la nostra chiacchierata del
pomeriggio precedente.
Sono una persona estremamente
gelosa.. soprattutto delle
donne di casa... ogni volta che vedo un ragazzo girare intorno a loro,
mi prende un istinto possessivo che tu neanche immagini...
Non mi salutò. Abbassò la testa, ignorandomi
completamente. Allora intuii
"Jasper..."
"Sì?"
"Io e te dobbiamo parlare... ora!"
Risposte alle recensioni:
maya
tabitha:
salve cara... uh uh... Jasper colpito dall'uragano Alice??? Molto
probabile... nel frattempo questo caprone continua a fare danni tra i
suoi nuovi.. compagni... ^^... lo so, cara, ti ho deluso, prima con qst
mega ritardo e poi... come premio l'attesa? Con qst sottospecie di
capitolo assurdo? Se puoi... perdonami... ueeee... prometto di nn farlo
più e di rimediare al guaio il prima possibile... un mega
bacione...
fammi sapere se c'è possibilità di recupero...
ahahah.. ciaoooo ^^
mine:
Ma ciauuuz... eheheh... immaginavo che il POV di Ed e Bella ti avrebbe
fatto qst effetto, ne sn felice... (tranquilla il capitolo cn Alice e
Jazz nn tarderà ad arrivare!)... la questione per il momento
nn ha
ancora preso una piega diciamo positiva... tra quei due a parte un
pacifico rapporto di conoscienza nn è ancora scoccato
nulla... certo,
Bella è rimasta piacevolmente affascinata da lui (e cm darle
torto ^^)
però... per il momento dobbiamo aspettare e soprattutto il
rapporto cn
Kristen, ahimé, è ancora salvo... bene, ti prego
nn odiarmi x qst
capitolo inguardabile... perdonami, se puoi... ueeee
ç_ç.. un mega
bacio e fammi cmq sapere cm l'hai rovato... ciaooo ^^
lisa76:
Ma salve cara... che bello che ti è piaciuto... nn so se
riuscirai a
dire lo stesso di qst... lo ammetto nn è un
granchè, ma aspetto cmq la
tua opinione, che ci tengo ^^... un bacione e speriamo qst volta di nn
tardare troppo cn l'aggiornamento ^^ ciaoooo
alessandraxxx81:
Uh salveee... che bello una nuova lettrice.. mi fa piacere leggere la
tua recensione, grazie mille ^^ beh, di essere affini lo sono, senza
ombra di dubbio, ma la strada è ancora da imboccare e lui...
beh, è
leggermente impegnato al momento (povera Kristen ^^)... spero che
continuerai a seguirmi (anche se qst capitolo ha lasciato leggermente a
desiderare!) perché mi faresti immensamente felice... un
bacione grande
e grazie ancora ^^
Cullengio:
Salve cara... grazie mille ^^ sono contenta che lo scorso capitolo ti
sia piaciuto e che soprattutto i POV cn ed e bella facciano qst
bell'effetto... ti dirò... qst qui sopra nn mi convince
particolarmente
ma aspetto cmq una tua opinione... ci tengo particolarmente... ^^ bene,
fammi sapere... e se puoi, perdona il mio mostruoso ritrardo... un
bacione ^^
cinzia818:
Amicaaaa buongiorno... ti è piaciuta la nostra
bella in versione
indagatrice segreta? ahahah, Jasper è pericoloso, e lei
indaga
segretamente... e poi chissà.. magari qst cosa aiuta a far
nascere
qualche altra cosa (eh?) scommetto ke nn si capisce niente... ahahah
... aspetto cn ansia il tuo aggiornamento anche perchè
sappi... che
andrò sicuramente a lasciare il mio commentino... (che ti
meriti tutto
^^) bene, fammi sapere se anche qst capitolo (schifoso) ti è
piaciuto... un mega bacio ^^
Uchiha_chan:
Ma ciao... hai ragione, la compostezza che contraddistingue Edward nn
la toglie nessuno (anche se Jasper molte volte riesce magicamente a
scalfirla!^^) e proprio per qst si è comportato in quel modo
cn quella
ragazza... ma cn bella... beh, magari è diverso il discorso
anche se,
al di là della semplice conoscenza, per il momento nn
c'è molto!... cmq
hai immaginato proprio bene, un bel Emmet/Rose, che sinceramente nn mi
è piaciuto tanto, ma... sta a te decidere... aspetto cn
ansia il
verdetto ^^ un bacione e scusa x il mostruoso ritardo ^^
piccola_pokemon:
Salve... grazie x essere di nuovo qui, mi ha fatto piacere ritrovarti,
davvero ^^ ti prego, se puoi perdona qst mostruoso ritardo...
castigami, ammazzami, linciami... ma perdonami... (ueeeeeeeee!
ç_ç)
spero che cmq tu nn sia rimasta troppo delusa dallo scadente
capitolo... (se puoi perdona anche questo^^) e ti invio un bacio
grande, aspetto tue notizie, cara... ciaoooo ^^
martya_c:
Salve cara... sn contenta che il capitolo abbia fatto breccia... in
effetti nn c'è molto tra i due, se nn una semplice simpatia
reciproca... e beh... Alice è invaghita, ed Emmet
è totalmente andato..
una sana di mente in famiglia doveva pur esserci ^^... io se fossi in
te continuerei a fare il tifo x la piccola Alice.. ho la netta
sensazione che se nn riuscirà a farlo innamorare di lei, cmq
le darà
parecchio filo da torcere... staremo a vedere. eh eh eh.. se puoi
perdona il mio ritardo e l'indecente capitolo qui sopra... fammi sapere
cosa ne pensi.. un mega bacio ^^
hale1843:
allora... dai il tempo materiale anche alla sottoscritta x
riprendersi... eccome se mi ricordo di te... e mi fa un immenso piacere
ritrovarti ancora.. pensavo che la mia storia ti avesse annoiato e che
avessi tolto le tende... ma x fortuna nn è così
(uh, che bello... l'hai
ritrovata ^^ grazie grazie grazie!) ah.. ke bello... finalmente qualckn
che adora Jasper anche così... sì, forse
è un pò particolare, ma è...
figo ^^ e di qst se ne è accorta subito la piccola Alice.
Rosalie ha
sofferto tantissimo e x lei sarà davvero un dramma
avvicinarsi a qualkn
cm prima.. ma magari l'orso Emm le darà una mano ( o una
zampa ^^)
ahahah, in effetti Jasper ci da dentro cn i nomi, soprattutto se sn x
suo fratello (il suo adoratissimo fratello^^)... x ed e bella la cosa
è
complicata ancora di più soprattutto x via di Kristen e del
fatto che
edward è un gentiluomo d'altri tempi e in qnt tale nn se la
sentirebbe
di lasciare Kris in qst modo... ma... mai dire mai (uff cn qst frase
oggi ^^)... bene, stai tranquilla.. le maxi recensioni mi piacciono
tantissimo... si vede che ci tieni tanto a farmi sapere cosa ne
pensi... grazie ancora... bene, spero che il capitolo nn ti abbia
deluso e se sì, perdonami... fammi sapere.. un mega kiss ^^
stezietta
w:
Salve cara... ahahaha... le tue vendette hanno incoraggiato la piccola
Alice ad essere più vendicativa... (la cosa del bagno mi
esalta
particolarmente!) e magari potresti anche diventare la sua confidente
personale.. sempre se a te la cosa nn dispiace... a lei, farebbe
piacere trovare una alleata durante la sua battaglia continua contro
Jasper (il nostro povero caprone^^)... bene, spero che qst mostruoso
capitolo nn ti abbia deluso troppo... fammi sapere cmq, un mega bacione
^^
robbycullen:
Ma ciao cara... ma che mi dici mai???? come potrei nn volerti
più, nn
sn cose da dire qst... anzi, sono felicissima di ritrovarti, e nn hai
niente da farti perdonare, tranquilla ^^.. alloooora... che Jasper nn
farà soffire Alice nn posso affermarlo cn certezza.. so solo
che ce ne
saranno tante da vedere, e quei due arriveranno presto al punto del nn
ritorno (se si intende cosa voglio dire ^^)... perdona se puoi il
ritardo ma soprattutto qst capitolo schifoso... fammi sapere lo stesso
cosa ne pensi... aspetto con ansia... un bacione ^^
Chanellina94:
Salve e bentornata... mi ha fatto piacere ritrovare la tua
recensione... allora... in effetti una bella conversazione senza troppe
interruzioni c'è stata... anche se in teoria hanno
semplicemente
parlato di Jasper... però è già un
primo passo verso un probabile
'amicizia' futura... chissaàà.... allora, perdona
qst capitolo
mostruoso, attendo cmq il tuo giudizio... un bacione e grazie ^^
Elfa
Sognatrice:
Ma ciao cara... le tue idee sn azzeccatissime... in tt le situazioni
hai saputo dare una spiegazione logica e razionale e qst mi fa capire
qnd la storia ti abbia preso... ne sono contenta... in effetti se Emmet
e Bella si mettono d'accordo, la missione di Jasper si potrebbe
complicare, anche se... non dimentichiamoci che qnd Alice si mette in
testa qualcosa, difficilmente la si riesce a fermare, e lo stesso
discorso vale x Jasper, che x il momento, ahimé, di serio ha
ben
poco... bene, spero che qst capitolo nn ti abbia deluso
troppo... fammi
sapere... e se puoi perdonami... ç_ç.. un bacione
^^
yle_cullen:
Salve tesoro... tranquilla... nn hai niente di cui farti perdonare o
niente x cui valga la pena chiedere scusa... l'importante è
che adesso
sei qui e sei tornata a seguirmi il che mi riempie di
felicità...
allora... ti ringrazio di vero cuore x i complimenti (il nomignolo
è
bellissimo... ancora meglio di quelli ke Jasper da ad Edward!) ^^ e sn
contentissima che la storia ti abbia preso così tanto... che
bello ^^
anche a me Jasper fa impazzire (la questione delle capre nn tanto XD),
però... in effetti cn Alice nn si comprta da vero
gentiluomo... la
cavalleria se l'è presa tt Edward purtroppo... ma Alice nn
si farà
mettere i piedi in testa, anche se... resistere al suo fascino, cm hai
visto, nn è semplicissimo ^^ x qnt riguarda Bells e
carotino... beh..
certo conversano liberamente (lei è visibilmente attratta
dal suo
fascino (e chi nn lo sarebbe?^^)) però.. ricordiamoci che
c'è una
ragazza dall'altra parte degli USA che attende ardentemente che
carotino torni x le vacanze da lei... già, l'orso
darà una consistente
mano (e nn sl quella^^) a rose... ma.. ci vuole tempo, sopratt x una
che ha subito un trauma del genere.. spero che tu ti sia ripresa dal
caldo agostale.. (eh? che cavolo di parola è agostale?(
(fatti i cazzi
tuoi ndAutrice) ahaha... fammi sapere se qst capitolo orribile ti
è
piaciuto... aspetto tue notizie e grazie ancora di tt un kisss ^^
|
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Capitolo 18 *** Qualcosa di sorprendente! ***
Capitolo 18 (Alice & Jasper POV)
Salve
gente... che piacere riavervi attorno alla mia tavola... ahahah (gli
effetti collaterali della solita guida illegale della Domenica XD) cmq,
bando alle ciance e passiamo al dunque... come l'altra volta, anche qst
capitolo mi ha fatto pensare, soprattutto la prima parte... non avevo
idee, o meglio una mezza ce l'avevo, ma nn sapevo proprio come
articolarla. Poi mi ci sono messa ed ho partorito (nel vero senso della
parola ^^) qst capitoletto nuovo nuovo. Diciamo che il risultato mi
soddisfa, spero che lo stesso valga per voi, fatemi sapere mi
raccomando...
p.s.
Qualcuno di voi mi ha fatto una richiesta molto ma molto interessante,
in pratica da quello che ho capito, sareste curiosi di leggere qualche
POV dei genitori Cullen, oppure dell'ispettore Swan. Allora... quella
di Esme e Carlisle, sarà sicuramente una prossima idea che
non mancherò
di mettere in moto, ma, per qnt riguarda Charlie... è
complicato
riuscire ad entrare nella mente di un uomo del genere... già
lo è
cercare di capirne i motivi... però, magari con il vostro
aiuto
qualcosa potrebbe venire fuori... mi piacerebbe qualche consiglio, che
i vostri sono sempre preziosi ed apprezzati... bene... detto qst vi
lascio al capitolo... un mega grazie a chi legge/mette la storia tra
preferiti/seguiti ma soprattutto a ki lascia un commento, che a fine
capitolo troverà risposta... Au Revoir mes amis! ^^
Era assodato: Jasper Cullen era
un uomo morto. Oddio dire uomo mi sembrava esagerato dato il suo
livello di maturità, però... il senso non
cambiava. Lui
aveva osato mettersi contro Alice Swan, e da quel momento in poi, ne
avrebbe pagato le conseguenze. Peraltro, la scena del corridoio non
aveva fatto altro che aumentare in me la rabbia che provavo nei suoi
confronti. Dico, come si era permesso quel manichino da quattro soldi,
a mettermi le mani in faccia? Gli sembravo per caso una qualunque? Beh,
se solo aveva anche osato pensare una cosa del genere... peggio per
lui! Gliele avrei rese tutte, inclusi gli interessi.
Un rumore di vetri infranti mi fece sobbalzare
"Merda!" biascicai. Senza neanche accorgermene, tanto ero impegnata ad
odiare Jasper in ogni forma e misura, un bicchiere mi era pian
piano scivolando dalle mani. Solo allora, guardandolo in mille pezzi
sul pavimento, realizzai quanto fossi stupida e ridicola
"Non è assolutamente concepibile. Mi sto facendo
condizionare...
e questo non va bene!" mi dissi piegandomi sulle ginocchia per
raccogliere i vetri. Dovetti prestare un'attenzione particolare per
evitare che tutti quei piccoli pezzi di vetro si conficcassero
accidentalmente nella mia mano.
"Si può sapere cosa diavolo hai combinato?"
Merda...
"Mi è caduto un bicchiere... non l'ho fatto di proposito!"
mi
scusai io senza neanche alzare lo sguardo. Sapevo che avrei trovato
solo odio e rabbia ad attendermi nei suoi occhi. Meglio evitare se
possibile.
"Sempre distratta... voglio vedere quando imparerai a prestare
più attenzione alle cose!" sbraitò lui. Chiusi
gli occhi,
stretti.
Ogni volta che fa
così, mi sento male dentro...
"M-mi dispiace..." mormorai affranta
"Sei un'incapace... neanche un semplice bicchiere sai tenere in mano...
non sei buona a nulla... come pensi in futuro di costruire qualcosa con
qualcuno se neanche in queste piccole cose sai cavartela?"
gridò
allora.
Eh, no... questo fa
ancora più male...
"Scu-scusa..." sussurrai di nuovo. Ma lui, niente. Continuava ad
inveirmi contro, come sempre del resto.
"Fai sparire tutti quei vetri da lì, prima che ti punisca
seriamente!" sibilò minaccioso. Ripresi a raccogliere i
frammenti, velocemente, senza prestare più la stessa
attenzione
di prima. Ad un tratto, un vetro affilato, mi tagliò la mano
"Ahi..." mormorai, mentre lento, il sangue iniziava ad uscire
dall'apertura appena creata
"Ben ti sta..." esclamò mio padre, dopodiché
afferrò la pistola dall'ingresso, ed uscì di
casa,
tenendo cura di sbattere la porta. Sospirai profondamente. Mi avvicinai
al lavandino, e sciacquai la ferita sanguinante con l'acqua corrente.
Il taglio era più profondo di quanto pensassi
"Alice... cosa è successo?" Bella fece il suo ingresso in
cucina, preoccupata al massimo
"Niente, stai tranquilla... é solo un graffio!" mi limitai a
dire
Alla faccia del
graffio... qui continua a sanguinare...
"Santo Cielo... ti sei tagliata con i vetri... Emmet... prendimi il
disinfettante e una garza!" gridò allora. Mi
appoggiò una
mano sulla spalla e mi sorrise tenera
"Grazie!" sussurrai io sorridendole a mia volta. Qualche istante dopo
fece il suo ingresso in cucina anche Emmet, armato di tutto
ciò
che Bella gli aveva chiesto
"Ti prego... dimmi che glielo hai tirato contro!" mi fece divertito,
indicando i vetri sparsi ai miei piedi. Io scoppiai a ridere, mentre
Bella afferrava un pò di ovatta e mi tamponava il taglio con
il
disinfettante. Cavolo se bruciava!
"Avrei voluto.... non sai quanto!" ammisi. Lui ridacchiò,
dopodiché recuperò una scopa e prese a spostare
tutti i
frammenti sparsi sul pavimento. Nel frattempo mia sorella, dopo aver
disinfettato a dovere la ferita, prese a fasciarmela con la garza. Al
secondo giro, la fermò per bene e controllò la
sua opera
"Non dovrebbe staccarsi così!" mi fece
"Grazie, Bells... adesso va molto meglio!" esclamai.
"Bene, direi che possiamo andare... l'ennesimo giorno alla Forks High
School ci attende!" esclamò Emmet allegro. Andare a scuola
mi
era sempre piaciuto. Non tanto per la scuola in sé e per
quello
che rappresentava, ma essenzialmente per due motivi: Uno, era il luogo
perfetto per spettegolare, divertirsi con la nostra comitiva, e perfino
per conoscere gente nuova. Ma, soprattutto, era l'unico posto sicuro,
fuori dalla portata di capo Swan.
Anche se, il timore di incontrare Cullen, ormai, era tanto. Ero
fermamente combattuta da due fronti opposti. Il primo, che richiedeva
vendetta. Dolce e gratificante vendetta. Il secondo, quello che
richiamava di più la mia attenzione, aveva paura che,
incontrandolo, avrei potuto di nuovo rimanere senza parole, totalmente
succube del suo incredibile fascino. Era passata una settimana dalla
prima del nostro spettacolo in corridoio, e quel damerino da strapazzo,
non aveva perso occasione per farmi saltare i nervi fino
all'inverosimile. Mi sorrideva ammiccando, mi aspettava davanti al mio
armadietto, sempre, al cambio dell'ora e, puntualmente, appena mi
vedeva arrivare, mi sorrideva e se ne andava via. Era arrivato perfino
ad offrirmi il pranzo, ma io, avevo preferito rimanere a digiuno,
piuttosto che abbassarmi al suo livello.
Quel giorno, con mia somma sorpresa, il piccolo insetto biondo, non si
era presentato a scuola. Nel parcheggio avevo visto soltanto Edward e
Rosalie, con una splendida Bmw rossa fiammante, attendere il suono
della prima campanella, scherzando e parlando tra loro. Magari avevo
avuto la grazia, e il terzo incomodo aveva cambiato Stato, magari era
perfino passato a miglior vita. Così entrai in classe di
francese con l'umore notevolmente su di giri. Varcata la soglia
dell'aula, mi guardai in giro, per poi optare di cambiare posto.
Se bisogna attaccare,
conviene conoscere per bene i propri nemici...
"Ciao..." salutai. Lui alzò la testa verso di me e
leggermente sorpreso mi sorrise
"Ciao!"
"Posso?" e indicai il posto libero accanto a lui. Lui annuì,
ed io mi accomodai.
Bene,
qui ci vuole un argomento per fare conversazione, ed io, delle parole,
sono la maestra...
"Hai visto gli
esercizi che il
prof ci ha dato per oggi com'erano difficili!" esclamai allora. Lui mi
lanciò una strana occhiata, dopodiché sorrise
"Beh, non
particolarmente... erano tutte cose che aveva spiegato in classe!" mi
fece notare
"Lo so,
però... in francese sono sempre stata una frana... lo
ammetto!" feci allora, sorridendo appena
"Beh, hai due
fratelli grandi... possibile che nessuno dei due riesca a darti una
mano?" mi chiese confuso
"Emmet ha lo
stesso problema e,
in quanto a Bella... beh... ci ha provato in tutti i modi, ma niente...
sono un'allieva difficile!" e gli sorrisi di nuovo scatenando la sua
leggera risata.
Dannazione,
non mi ero ancora
accorta di quanto lui e Jasper si assomiglino... hanno la stessa risata
benefica e contagiosa... anche se Jasper è molto
più...
tutto!...
"Edward, senti..."
feci io ad un tratto, una volta distolto lo sguardo dal suo viso
sorridente
"Dimmi!"
"Posso chiederti
una cosa?" azzardai. Lui annuì appena, cosa che notai anche
stando con lo sguardo basso
"Come potete
essere fratelli, tu
e Jasper, se avete due caratteri così diversi?" chiesi
allora
alzando gli occhi. Notai il repentino cambio di espressione affacciarsi
sul suo volto. Prima sembrò sorpreso. Poi pensieroso, ed
infine
perfino divertito
"Se ti dicessi che
me lo chiedo spesso anche io... mi crederesti?" mi fece in tutta
risposta.
"Sì..."
ammisi
sorridendo. Lui fece una smorfia divertita, osservò per un
momento il professore che spiegava qualcosa sui tempi composti, alla
lavagna e poi tornò a sorridermi
"E dimmi... come
mai ti interessa tanto saperlo?"
Già,
perché ti interessa tanto?...
"Jasper sa... "
iniziai.
Aggrottai la fronte pensierosa, dopodiché continuai "Sa...
essere molto fastidioso!" Edward ridacchiò di nuovo.
"Su questo non
posso darti
torto... ma sta di fatto, che tu non hai risposto alla mia domanda!" mi
fece notare, appuntando qualcosa sul suo quaderno
Incredibile
come riesca a
parlare con me, e contemporaneamente seguire la lezione... questi
Cullen non finiranno mai di sorprendermi...
"Ecco io..." girai
lo sguardo
verso la lavagna, ignorando totalmente qualsiasi cosa ci fosse mai
scritta. Presi aria, e la cacciai fuori molto lentamente
Tanto
vale, essere sinceri fino
alla fine... peraltro, Edward non mi sembra il tipo che va a raccontare
tutto, a maggior ragione se si tratta di suo fratello...
"Voglio trovare il
modo per
fargliela pagare... Jasper deve capire che con me non può
fare
quello che vuole. Deve rispettarmi, e devo assolutamente trovare il
modo per farglielo capire!" ammisi allora. Edward, abbandonò
la
lavagna per potermi guardare negli occhi. Evidentemente dovette
trovarli particolarmente buffi, perché scoppiò a
ridere
di nuovo.
"Lo trovi tanto
divertente?" gli chiesi accigliata
"No.. no...
é che..." si
concesse un'altra risata, dopodiché continuò "Non
mi
è mai capitato di conoscere una come te. Nessuna, e ripeto
nessuna, ha mai cercato di vendicarsi o di ribellarsi a Jasper. E devo
ammetterlo... ti ammiro Alice Swan!" rimasi notevolmente colpita. In
positivo, sia chiaro
"Grazie!" esclamai
allegra. Lui scosse la testa, ancora sorridendo, e riprese a scrivere
appunti
"Senti, mi
chiedevo se... tu..." tentai
"Se voglio
aiutarti?" concluse per me. Io annuii. Sospirò,
dopodiché assunse un'aria divertita
"Potrebbe quasi
diventare divertente, sai?" mi fece. Io sorrisi seguita a ruota da lui.
"Affare fatto!"
esclamò dopo qualche secondo. Spalancai gli occhi incredula
"Davvero? Mi
aiuterai?"
"Certo... te l'ho
già
detto... ammiro il tuo coraggio, e per quello che mi sarà
possibile, voglio darti una mano!" mi rispose. Tirai un sospiro di
sollievo.
Bene,
almeno ho un alleato in questa follia...
"Grazie, Edward!"
esclamai
sincera. Ma lui non rispose, si limitò a sorridere, e a
riprendere dal punto in cui aveva lasciato i suoi appunti. Mi imposi
allora di seguire la lezione proprio nel momento in cui la campanella,
che decretava la fine dell'ora, prese a suonare. Iniziai a raccogliere
le mie cose, mentre il mio compagno di banco si alzava ed esclamava
"Sorprendilo, Alice. Se c'è una cosa che Jasper odia,
è trovarsi
impreparato
... non avere il
controllo
della situazione! Fidati, è una cosa che gli manda il sangue
al
cervello!" ed uscì dall'aula.
Sorprenderlo, eh?... Mi
ci dovrò impegnare, però...
Peraltro, il fatto che quel giorno non ci fosse a scuola non poteva che
giocare a mio vantaggio. Avrei avuto tutto il tempo per studiare a
casa, con calma, un piano d'azione.
Sorprendilo, Alice...
Due lezioni dopo, avevo un'ora di buco, perché il professore
di
spagnolo era assente, così ne approfittai per rifugiarmi in
un
luogo tranquillo, e l'unico che mi venne in mente fu la biblioteca. Mi
sedetti ad un tavolo alla fine della sala, tra due scaffali di libri di
storia antica, e cacciai il lettore mp3. Nessuno avrebbe badato a me,
soprattutto perché quello era un reparto poco frequentato.
Iniziai a canticchiare sottovoce una canzone di Beyoncé, e
per
concentrarmi meglio, chiusi gli occhi.
Sorprendilo, Alice...
Possibile che le parole di Edward mi avessero lasciato così
colpita? Possibile che per vendicarsi di Jasper, bastasse
semplicemente... sorprenderlo? Beh, l'unica cosa sicura, era che di
certo non mi sarei arresa, senza prima aver fatto un misero tentativo.
Una cuffia venne via, tirata da qualcuno, così riaprii di
scatto
gli occhi, pronta ad inveire contro qualsivoglia disturbatore.
"Buongiorno, scricciolo!" se possibile, sgranai gli occhi ancora di
più
"Jasper!" urlai spaventata, sia di trovarmelo a pochi centimetri dal
mio viso - di nuovo - sia per essere stata presa così in
contropiede.
"Sì, è quello il mio nome, ma..." si
guardò
intorno con aria divertita "Evita di urlare... potrebbero cacciarci a
calci da qui, e sarebbe un vero peccato!" e mi sorrise.
"Cosa ci fai qui?" gli chiesi, moderando il tono della voce, ma i
battiti del cuore, no, quelli non li riuscivo proprio a controllare
"Ci vengo a
scuola!" rispose divertito
"Ma
no...
intendevo cosa ci fai
qui... adesso! Tu questa mattina non c'eri... non eri nel cortile con i
tuoi fratelli, e non ci sei stato per tutta la mattina..." spiegai
confusa.
"Mmm... il tuo spirito d'osservazione mi lusinga, scricciolo!"
esclamò. Mi bloccai. Era ancora vicinissimo al mio viso. Era
bello, incredibilmente bello. Tutto in lui si amalgamava perfettamente
al resto del suo corpo. Gli occhi, di quell'azzurro intenso, quasi
sembrava irreale. I capelli, del colore del grano di prima mattina
baciato dal sole. Le labbra, che si piegavano spesso fino a formare
quell'espressione divertita e compiaciuta che mi dava tanto sui nervi.
E quel sorriso... quello splendido sorriso, per il quale avrei anche
accettato di essere umiliata. Ma dovevo vederlo, vederlo per sempre...
Alice, riprenditi, per
piacere... così manderai a puttane tutto il tuo piano!...
"Ti spiace allontanare la tua inutile persona da me?" gli chiesi
infastidita. Lui scoppiò a ridere, ed arretrò di
qualche
centimetro
"Sei davvero divertente, piccola... un giorno di questi mi farai
morire!" esclamò
"Non sarebbe male come idea!" biascicai, infilando il lettore musicale
nella borsa con l'intenzione di andare via il più presto
possibile di lì. Evidentemente il posto tranquillo non era
affatto quello. Mi alzai senza dire nulla e lo superai. Esultai
incredula nella mia mente per la freddezza e l'arroganza con le quali
lo avevo affrontato, ma soprattutto fui ampiamente stupita del fatto
che non avesse fatto il minimo sforzo per fermarmi. Ma ovviamente...
"Perché così di fretta?" chiese afferrando il mio
braccio
e, senza il minimo sforzo, mi attirò a sé e mi
poggiò allo scaffale dei libri, bloccandomi con il suo corpo.
"Che cazzo fai?" feci io arrossendo "Lasciami, brutto stronzo che non
sei altro!"
"Ehi, piano con le parole, scricciolo... non sta bene per una donna
parlare in questo modo!" esclamò ridacchiando. Si
avvicinò ancora di più a me, fino a toccare il
mio mento
con la punta del naso. Potevo sentire il suo profumo, un bellissimo
profumo. Sembrava menta, o comunque una fragranza così
fresca da
farmi venire quasi i brividi. Gli stessi che riuscì a farmi
venire lui, al solo passaggio della sua mano sul mio fianco.
"Jasper... lasciami!" mi lamentai io, cercando, lo ammetto, senza la
necessaria forza, di allontanarlo. Ma fu tutto inutile. Continuava ad
accarezzarmi il fianco, e contemporaneamente a sfiorarmi il collo e la
guancia con il naso.
"Sei così profumata!" sussurrò al mio orecchio
Anche tu... cazzo,
Alice.... freddezza!...
"Sai com'è... uso lavarmi tutte le mattine!" esclamai
sprezzante. Lui ridacchiò di nuovo, sfiorandomi il collo,
quella
volta con le labbra. Un brivido mi percorse, cogliendomi impreparata.
Chiusi gli occhi. Quelle che stavo vivendo erano emozioni troppo grandi
per essere ignorate in quel modo. Così decisi di
abbandonarmi ai
sensi, soltanto per pochi minuti. Mi rilassai completamente, sotto il
contatto della sua pelle o delle sue morbide labbra, che continuavano a
disegnare scie immaginarie su tutto il collo. Mi lasciai sfuggire
perfino un sospiro. Appena me ne resi conto spalancai gli occhi, giusto
in tempo per incrociare il suo sguardo, divertito fino all'inverosimile.
"Ci provi gusto, eh scricciolo?" mi fece sul punto di scoppiare in
un'altra leggera risata
L'ennesima armoniosa e
benefica risata...
"Adesso mi hai stancato... levati...." e lo spinsi via, quella volta
con tutta la forza in mio possesso. Lui mi sorrise malizioso, mentre
io, con il cuore a mille e le guance ormai bollenti, uscivo da quel
maledetto reparto, che ormai aveva una storia in più da
raccontare.
Ultima
campanella della giornata. Finalmente anche quell'ennesima tortura
scolastica era giunta al termine. Ne avevo già piene le
scatole
di quella scuola maledetta. Neanche una misera squadra di basket
decente oppure di football. Niente di niente.
L'unica cosa che riusciva
a sollvarmi notevolmente l'umore era quella
piccola e graziosa Alice Swan. Ero pienamente soddisfatto della mia
performance in biblioteca. La location era adeguata, e perfino il
momento era perfetto. L'avevo vista al cambio dell'ora dirigersi in
quella direzione, e alla prima occasione avevo detto al professore di
storia di non sentirmi troppo bene e di aver bisogno di andare in
infermeria. Si sa, la salute era la prima cosa. E dopo poco l'avevo
raggiunta.
Mi ero accorto che la mia semplice presenza, oltre che ad infastidirla,
la metteva irrimediabilmente in imbarazzo. Arrossiva violentemente e,
nonostante la sua voce sembrasse ferma e decisa, come il suo carattere,
molte volte la sua volontà cozzava alla grande con la sua
ragione. E questo non poteva che giocare a mio vantaggio.
Se sei donna, cedi al
fascino di Jasper Cullen...
Era stata un'esperienza interessante oltre che completamente
soddisfacente. Mi ero reso conto di quanto fosse irresistibilmente
attraente fisicamente, e di quanta sensualità avesse, pur
essendo piccola di statura. E poi, aveva quel profumo particolare.
Quasi di fiori. Era frizzante, inebriante, quasi solleticava le narici.
Lo ammetto, forse mi ci ero un pò lasciato andare. Forse
anche
la mia ragione, in quel caso, si era fatta surclassare dalla
volontà. Ma...
Se sei uomo, cedi al
fascino femminile...
"Jasper, dico, ma mi stai ascoltando?" era Rosalie che mi porgeva
qualcosa
"Eh?... no, scusa, ero leggermente distratto!" le risposi sorridendole
"Lo avevo intuito... ti ho chiesto se volevi guidare tu..." e mi resi
conto che quello che mi porgeva, altro non era che il mazzo di chiavi
della sua Bmw, la macchina settimanale scelta appositamente dalla
fortuita monetina
"Ah, sì certo..." le presi le chiavi e mi diressi, con
fratelli
al seguito, all'auto parcheggiata poco distante. Il parcheggio era
stracolmo di gente. Molti erano ancora davanti l'ingresso a
chiacchierare con gli amici. Altri erano accanto alle auto, intenti ad
organizzare i programmi per la serata con la solita comitiva. Perfino i
professori scherzavano tra di loro, dirigendosi alle proprie vetture,
mescolate, in quel parcheggio, a quelle degli studenti. Ad un tratto mi
sentii chiamare
"Jasper!" era una voce femminile. Chiara, distinta, ferma, decisa...Mi
girai per controllare che la mia intuizione fosse giusta o, se la mia
mente stanca, non mi stesse prendendo in giro. Una volta accertatomi
della sua identità, sorrisi, come sempre ammiccante
"Ehi, scriccio..." ma non terminai la frase. Qualcosa di improvviso e
veloce me lo impedì. E fu un attimo. La guardai confuso.
Sorpreso. Totalmente disorientato e disarmato.
"Ti auguro una buona serata, Cullen!" e così come era
arrivata
se ne andò. Lasciando un intero cortile ad osservarmi.
Divertito, spaventato, incuriosito.
Cazzo... Alice Swan mi
ha appena dato uno schiaffo...
Risposte
alle recensioni:
stezietta
w: Salveee... come hai visto la tua allieva si
è data leggermente da fare... di certo la seconda volta non
si è fatta mettere i piedi in testa dal figo Cullen (anche
se, ammesso da lei stessa, è risultato parecchio
difficile^^) x la pallonata l'idea ci garba parecchio, anche
perché, come hai visto può capitare che l'ora di
ginnastica vari di classe, quindi magari un giorno si troveranno
assieme e potrà mettere in atto il tuo piano... cmq nn
diciamo sciocchezze, certo ke mi farebbe piacere fare 2 chiacchiere cn
te (e lo stesso vale x nanetta Alice^^) quindi...
fabiana.desiati@hotmail.it... eh eh e grazie x avermelo chiesto ^^
l'opera 'tutti addosso a Jazz' è iniziata, staremo a vedere
che succederà... a presto cara, aspetto il tuo messaggio su
msn... un bacione ^^
cinzia818:
Salve cara, ti ringrazio per le belle parole che mi hai lasciato nello
scorso commento. Mi hanno notevolmente risollevato di morale... grazie
e sn contenta che il capitolo ti sia piaciuto, certo, eccetto
quell'idiota (ex)amico di Emmet che gli fa venire strane idee...
l'importante è che Rosalie si renda conto di che ragazzo
d'oro lui sia... gli altri possono dire quello che vogliono... ^^ bene,
x qnt riguarda Emm e Jazz parenti... ehm... non facciamoglielo capire
già da mo... se no sono capaci di uccidersi a vicenda prima
del tempo. X qnt riguarda il tuo capitolo, ti capisco, anche a me
capita di avere altri grilli per la testa e di nn riuscire ad avere
tempo per postare, come è capitato con qst ultimi due
capitoli, ma io aspetterò ansiosa il prossimo aggiornamento
^^ spero che qst capitolo abbia lasciato un pò a bocca
aperta (così *O*) fammi sapere, eh... un mega bacio ^^
Uchiha_chan:
Ciao cara... prima di tutto sono contenta che il capitolo anche se non
era il massimo ti sia piaciuto... eh sì, la tua metafora mi
piace.. la storia deve essere proprio cm un telaio... tutto si annoda e
tutto si crea... e siamo solo all'inizio... cmq, la tua idea, come ho
già detto sopra mi piace molto, soprattutto per qnt riguarda
Emse e Carl... Charlie sarà mooolto complicato da
interpretare, ma magari ci potrei fare un pensierino.. grazie del
consiglio, dunque... ^^ bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto...
un bacio grande a presto ^^
mine:
ciao cara, probabilmente non potrai rispondere a qst capitolo
perchè sei al mare, ma ci tenevo a scrivere due riche in
risposta alla tua scorsa recensione, come al solito ^^ allora... prima
di tutto sono dìaccordo con te, certi sfigati dovrebbero
necessariamente farsi gli affari propri e cercare di non interferire
con l'andare della storia, anche perchè orso emmet l'ho
visto leggermente demotivato... cmq sono contenta che ti sia piaciuto
(me tira un sospiro di sollievo^^)... cmq, passa delle buone vacanze e
qnd torni, io sarò qui ad aspettarti... un bacione cara... ^^
yle_cullen:
Salveeeee... tesoro sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto...
meno male... ^^in effetti adesso Emmet è
leggermente scoraggiato... Rosalie non è altro che qualcosa
x lui di irraggiungibile e di certo le parole del suo caro amico Connor
non lo hanno aiutato... ahahah Jasper è sulla bocca di
tutti, e sta diventando il motivo per cui il resto dei personaggi si
sta pian piano legando (prima Emm e Rose, poi Bella e Edward) quindi
non tutto quello che fa è sbagliato, dai ^^... mmm... ottimo
spirito di osservazione cara, le nostre due coppie hanno già
qualcosa in comune (bells e Eddino hanno anche la lettura, soprattutto
per i generi thriller...^^) quindi la cosa si preannuncia
interessante... bene, goditi qst caldo agostale (parola ormai diventata
italiana a tt gli effetti^^) anche x me.. un mega bacione cara... e
fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto ^^
Elfa
Sognatrice: Ma ciauz...o mamma, meno male.. sono
sollevata, davvero... temevo che mi tirassi qualcosa contro
però.. hai apprezzato, e ne sono felice... in effetti, come
hai ben intuito tra Jasper e Emmet nn scorrerà buon sangue e
qst diverto ostacolerà leggermente le ipotetiche coppie (il
che include anche Bella ed Edward purtroppo) ma nn temere, tanto se le
cose devono andare x una via, stai pur tranquilla che in un modo o
nell'altro si risolve tutto ^^ grazie davvero x i tuoi splendidi
complimenti e sono contenta che tu la pensi in qst modo... grazie
ancora. Spero che qst capitolo (notevolmente + interessante) ti sia
piaciuto.. aspetto tue notizie... un bacione ^^
hale1843:
Salve cara... sei molto ottimista per qnt riguarda Jasper in un futuro
con Alice.. e di qst sono contenta... sì sa x amore si
è disposti a tutto e chissà se anche per lui
varrà la stessa regola... ^^non sei una fan di
Bella-disgrazia-che-cammina? ahahahah neanche io ahahahah,
però... evidentemente per il momento è immune
dalle disgrazie... o almeno... credo! (in qst capitolo la sfiga ha
colpito altre persone ^^) cm hai visto ho accontentato la tua richiesta
mettendo Jasper e la nanetta spero che il capitolo ti sia piaciuto...
grazie mille x i bellissimi complimenti me arrosisce!) grazie del
contatto... appena posto qst capitolo ti aggiungo... così ci
facciamo 4 chiacchiere... ^^ un bacione cara... tvb pure io ^^
angiiie:
Salve cara... stai tranquilla, nn c'è bisogno di scusarsi,
anzi sono contenta che tu sia tornata ma che soprattutto il capitolo ti
sia piaciuto... oddio, davvero la storia ti piace così
tanto? Uh che bello... me saltella sulla sedia (rischiando di
fracassarla tra l'altro) per la contentezza... tu sei troppo buona con
me... ^^ vedo peraltro che sei mooolto curiosa il che è solo
un bene... spero che almeno uno dei quesiti è in parte
risolto, e per gli altri... basta aspettare un pochetto ^^... mi
è piaciuta molto la doppia recensione a distanza di poki
minuti tra una storia e l'altra... ahahah tu chiedi ed io aggiorno...
ahahaha bene, adesso spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere un mega kiss ^^
martya_c:
Ma ciao... lo so lo so... sono da linciatura immediata.. anche qst
volta ho sgarrato con l'aggioramento... è che prima avevo
raccolto qualche capitolo ma adesso sono di pari passo con la storia il
che non è una cosa positiva, in poke parole... devo darmi da
fare!^^ cmq, ti ringrazio vivamente x i complimenti (e la
pazienza^^)... il povero Emmet si è leggermente lasciato
andare x colpa di quello stupido del suo compagno... sentirsi dire
quelle cose non è stato affatto bello e x uno come lui
sarà stata una mazzata... ma si riprenderà (prima
o poi XD) tu hai chiesto qualcosa di pubblico per Jasper? eh eh eh
spero che quello del capitolo sia stato sufficiente... era il minimo
credo... ahahah.. bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, grazie
ancora.. un bacione ^^
lisa76:
Salve cara... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, meno
male... i povero Emmet è stato messo leggermente a disagio
da qst cosa del non essere adatto a Rose, e Jasper senza dubbio ci
mette il suo zampino... vedremo come andrà a finire... se in
bene o in male.. fammi sapere se il capitolo è stato di tuo
gradimento... e grazie di tutto.. un bacione ^^
maya
tabitha: caraaaa salve... sono contenta che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto cmq... (eh sì, emmet è
un grande XD) ma nn credo di essermi fatta perdonare x il ritardo con
un altro ritardo, anche se... qst capitolo è senza dubbio
migliore del precedente ^^... spero che qst xcapitolo sia stato di tuo
gradimento, e nn preoccuparti, trovare le tue recensioni fa sempre
piacere... un bacione caraaaa ^^
Cullengio:
Zaooo... grazie mille dei tuoi splendidi complimenti, non hai idea di
qnt mi abbiano resa felice.. sono contenta ke la storia ti abbia preso
così tanto, davvero... per qnt riguarda la richiesta dei
pov, sì, è un'idea fattibile ma credo
sarà più facile x Carl ed Esme che x Charlie
(leggermente più complicato come modo di pensare visto il
suo atteggiamento) ma prometto di tentare... bene, spero che anche qst
capitolo ti sia piaciuto, attendo tue notizie.. un mega bacio ^^
Chanellina94:
Salve... la tua recensione mi è piaciuta molto... il
riprendere le frasi che ti hanno colpito di più e farmi
capire cosa ne hai pensato e perchè ti hanno colpito
è stata una grande idea... ^^ prima di tutto Emmet che
spaventa un pò è vero, ma forse se si va a vedere
anche se fisicamente è un colosso, è dolce come
il miele (sempre x rimanere in tema di orsi^^) e aggiungo anche che nn
credo abbia molto rispetto x i panni (che evidentemente nn stira lui)
ma... si arrangia è lui che se li deve rimettere dopo la
palestra ^^ (e noto con piacere che siete compatibili in qst senso...
mi sa che Rosalie deve stare attenta ^^) ahahah poi con quella cosa di
ti stimiamo fratello mi hai fatto morire... ahahah ancora a rileggerla
rido come na scema... ahahah XD... amore, eh? beh... forse... XD... io
non dico niente... (se no qui mi linciano^^) un bacione cara e spero
che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento... fammi sapere ^^
piccola_pokemon:
Salve cara... oh mi dispiace... ti prego perdona se puoi anche qst
ritardo... (nn sono degna del tuo perdono ç_ç)
però... ho qualche problema a cacciare le idee in qst
periodo (mea culpa!) anche se qst capitolo mi ha pienamente
soddisfatto... spero che sia piaciuto anche a te visto che come
chiedevi parla di Alice e Jazz... fammi sapere, mi raccomando un
bacione ^^
irly18:
Salve... allora prima di tutto sono contenta di aver trovato la tua
recensione.. tranquilla non sono morta né dispersa
nè stata rapita dagli alieni... purtroppo non sono mai
partita per le vacanze (ahimé!) sono sempre rimasta a casa,
e nn lavoro (vado ancora a scuola...^^) si è trattato
semplicemente di una mancanza di ispirazione che spero di aver superato
con qst capitolo... cmq grazie x l'appoggio e tranquilla non voglio
mandarti da nessuna parte perchè nn sei stata affatto
invadente anzi chiedo io perdono per il ritardo... un bacione e spero
continuerai a seguirmi perchè mi farebbe molto piacere ^^
|
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Capitolo 19 *** Legame fraterno ***
Capitolo 19 (Edward & Bella POV)
Salveeeee...
ormai ho sfasato tutti gli schemi di aggiornamento... che schifo che
faccio... Purtroppo questo capitolo mi ha dato non pochi problemi.
All'inizio lo trovavo stupido, e mi sono bloccata più volte.
Poi, come una manna dal cielo, è arrivato il provvidenziale
aiuto della carissima Stezietta w (che io non smetterò mai
di
ringraziare abbastanza x qst!) che è riuscita a darmi lo
spunto
giusto x continuare... è solo grazie a lei se qst capitolo
mi
è riuscito alla fine... quindi ste... ancora
grazie ^^
allora... miei cari tesorucci belli belli... ho notato con piacere che
il primo passo verso la vendetta contro Jasper ha suscitato non pochi
consensi.. ahahah, povero Jazz tt addosso a lui... e soprattutto avete
apprezzato l'unione Alice-Edward... eh sì, anche qui si nota
il
particolare legame che c'è tra i due (cm si
noterà quello
che c'è tra Ed e Emmet...) bene, adesso, basta parlare.. vi
lascio al capitolo... grazie cm sempre a chi segue, un bacione immenso
a tutti... e soprattutto a stezietta w... ^^
Quella
nel cortile era stata la scena più bella a cui mi era
capitato
di assistere durante tutti i miei 17 anni di vita. Non solo Alice mi
aveva preso in parola, ma era stata a dir poco fantastica... sorprendente!
Quello
schiaffo, davanti all'intero istituto, era stato un colpo basso per
Jasper, che era rimasto immobile nel cortile il tempo necessario per
permettere alla Jeep degli Swan di lasciare il parcheggio.
In macchina, né io, né Rosalie avevamo osato
aprire
bocca, perché sapevamo che, tutte le volte che Jasper veniva
umiliato in quel modo, nonostante fosse capitato davvero pochissime
volte, diventava irrimediabilmente intrattabile. Infatti, continuava a
stringere il volante, completamente frustrato. Ed io, a dirla tutta,
ero pienamente soddisfatto. Non avrei mai pensato che Alice potesse
dimostrarsi un soggetto del genere. E di una cosa ero pienamente
sicuro: neanche Jasper poteva aspettarselo. A giudicare dalla sua
faccia, era come se fosse fermamente convinto che la sua prossima preda
sarebbe stata un giochetto da niente. La solita bambolina conquistabile
con un paio di sorrisi e qualche pranzo offerto alla mensa scolastica.
Ma Alice Swan no, magari un'altra ci sarebbe facilmente cascata, ma con
lei... era tutta un'altra storia.
Si voleva vendicare?
Bene, ha iniziato con il piede giusto....
Qualche ora dopo, mi ritrovai in camera, a preparare una sorta di
saggio sul personaggio di Amleto, protagonista tormentato di una delle
opere più belle del vecchio William, che finalmente avevamo
iniziato a trattare in classe.
Stavo giusto per iniziare a descrivere le sfaccettature del
personaggio, quando la porta della camera si aprì
"Ehi, Edward... c'è Kristen al telefono!" mi
annunciò mia
sorella. Sbuffai irritato. Dannazione, avevo spento il telefonino
proprio per non essere disturbato, soprattutto da lei.
"Dille che sono sotto la doccia..." le suggerii "Non ho voglia di
parlarle!"
Lei ci rifletté per qualche secondo, dopodiché
portò all'orecchio il ricevitore che, fino a qualche secondo
prima, aveva appoggiato al petto
"Ehi Kris... mi sono appena accorta che Edward è sotto la
doccia... già... te lo saluto senz'altro... ciao!" e mise
giù. Sospirai, portando una mano tra i capelli e
scompigliandoli
"Edward..." mi chiamò Rosalie avvicinandosi "Sono due giorni
che
non vuoi rispondere alle sue chiamate. Ti fai sempre negare, con una
scusa sempre più banale peraltro, ed eviti di chiarire la
situazione con lei!"
"Lo so!" biascicai a testa bassa
Come se ci fosse
qualcosa da chiarire. Io non la amo, punto!...
"Dove credi che possa portarti questo tuo atteggiamento?" mi
domandò poggiandosi alla scrivania. Ci riflettei per qualche
istante
A niente mi
porterà tutto questo, lo sento...
"É che..." indugiai un pò, trovando i suoi occhi
azzurri
curiosi "Mi sono reso conto di non amarla!" ammisi. Finalmente ero
stato sincero. Almeno con mia sorella ci ero riuscito.
"E allora cosa aspetti a dirglielo? Chiamala, adesso, e confessale
tutto!" mi esortò porgendomi il telefono
"No, Rose... non posso! Sarebbe una cosa vigliacca lasciarla proprio
ora che siamo così distanti, per giunta farlo per telefono!"
le
feci notare alzandomi dalla sedia
"Edward, ragiona... così non fai altro che prenderla in
giro, e
soprattutto prendere in giro te stesso!" aggiunse. Io non risposi.
Prendere in giro me
stesso? É davvero quello che sto facendo?...
"Ascolta..." e mi raggiunse a centro stanza, dove mi ero fermato a
riflettere "Lo so che per natura, tu sei un gentiluomo, e questo, lo
sai, te l'ho detto spesso, è una cosa che apprezzo
tantissimo,
però... in questo caso è diverso. In questo caso
l'essere
educati e galanti non c'entra nulla... qui c'è in ballo la
tua
felicità... e non puoi sperare di ritrovarla, se prima non
chiudi tutte quelle situazione che ti fanno stare male!"
Cavolo, il suo
ragionamento non fa una piega...
"Sì, forse hai ragione tu.." ammisi a testa bassa
"Forse?" mi canzonò divertita strappandomi un sorriso. Ero
sul punto di ribattere, quando la voce di Jasper mi interruppe
"Se te lo dice lei, tutti d'accordo... se te lo dico io... non va per
niente bene... come te lo spieghi?" mi chiese leggermente infastidito
"Jasper lo ribadisco... è il modo che usi, ad essere
sbagliato.
Se imparassi prima ad essere più altruista e soprattutto
umile,
probabilmente in un futuro lontano, potrò darti credito!"
esclamai senza troppi complimenti.
"Dì un pò, cosa avrei dovuto fare? Implorarti di
ascoltarmi? Mettermi in ginocchio? Così sarei sembrato
più... umile?" mi chiese infastidito.
Eh, no, la rabbia dello
schiaffo ancora non gli è passata, a quanto vedo...
"Probabilmente saresti sembrato di più mio fratello!"
esclamai
in tono piatto. Lui scoppiò a ridere, senza il solito
entusiasmo
di sempre
"Sai, Jazz... credo proprio che quello che è successo
stamattina
sia proprio ciò che ti meriti!" esclamai guardandolo dritto
negli occhi "Essere umiliato davanti a tutti, proprio dalla ragazza che
tu stesso hai, a tua volta, umiliato! Una bella rivincita, non credi?"
sentii Rosalie fremere al mio fianco. Forse perché era
rimasta
colpita dal mio tono di sfida, o forse si era semplicemente preoccupata
della reazione che Jasper poteva avere, considerando che sul suo viso
era sparita ogni traccia di risata o di divertimento, ed era apparso un
misto di rabbia e frustrazione
"Ha saputo sorprenderti la ragazza... proprio come le ho consigliato di
fare io!" affermai sprezzante, consapevole del fatto di aver appena
superato la soglia massima di sopportazione di mio fratello
"Glielo hai detto tu?" sbraitò lui "Tu hai detto ad Alice di
darmi quello schiaffo davanti a tutta la scuola?" ed intanto si era
avvicinato pericolosamente a me
"In un certo senso sì!" ammisi. Ma la goccia che fece
traboccare
il vaso, fu quel sorriso, quello strafottente, che avevo messo su.
Quello lo fece scattare, irrimediabilmente
"Come cazzo ti sei permesso?" mi gridò contro spingendomi
con entrambe le mani "Come cazzo ti sei permesso?" ripeté
"Era quello che ti meritavi... l'hai trattata da schifo... senza
neanche conoscerla!" risposi, senza accorgermi di stare gridando nel
suo stesso identico modo
"Nessuno ti ha chiesto di immischiarti!" abbaiò furioso
"Nessuno! Questi erano cazzi miei, e tu... tu non avevi nessun diritto!"
"É stata lei a chiedermelo!" affermai. Non era di certo una
scusa per salvarmi la faccia, era semplicemente un modo per fargli
notare che, l'iniziativa, non era comunque partita da me.
"E tu dovevi dirle di no!" gridò buttando a terra il mio
libro di inglese e la mia penna, che si ruppe in due parti
"Jasper!" lo chiamò Rosalie spaventata
"Dovevi dirle di no, cazzo... io sono tuo fratello... sono io quello
che ci ha perso la faccia in questa storia... e la colpa è
tua!"
continuò, ignorando totalmente le suppliche di Rosalie
"Ah, adesso io e te siamo fratelli... solo quando ti fa comodo!" gli
feci notare alzando la voce. Lui si avvicinò di nuovo, e mi
afferrò il collo della camicia con tutte e due le mani
"Io e te non siamo fratelli... perché io, uno come te, non
lo
vorrò mai e poi mai come fratello!" sibilò
minaccioso.
Quella fu la goccia che fece traboccare il mio vaso, e fece
andare a puttane tutta la mia
pazienza. Non mi era mai capitato di trovarmi con tutta quella rabbia
addosso. Mai. Avevo una voglia pazza di mettergli le mani addosso, fino
a fargli seriamente male, e quella volta me ne sarei ampiamente
infischiato delle buone maniere e dello stesso sangue che
condividevamo, o peggio ancora che in quella stanza ci fosse anche
Rosalie, che guardava impietrita la scena, senza sapere se, scoppiare a
piangere oppure tentare inutilmente di fermarci.
Per fortuna, anche quella volta la mia ragione prevalse sull'istinto
che, venne messo a bada con molta, molta volontà d'animo
"Sai cosa ti dico, Jasper?" gli feci, liberandomi con un gesto secco
dalla sua presa "Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a
fanculo e restaci!" e mi diressi a passo spedito verso il pianterreno,
ignorando bellamente i richiami di mia sorella, ed uscii di casa,
avendo cura di sbattere pesantemente la porta. Feci il giro della villa
ed entrai in garage. Passando accanto alla macchina di Jasper, quella
volta, l'istinto prevalse la ragione, e tracciai un lungo segno con la
chiave sul retro della sua Bmw azzurra, infischiandomene delle
conseguenze, che sapevo, sarebbero state catastrofiche. Ma in
quell'istante mi sentii meglio. Quel semplice graffio, quella bravata,
perfino un pò infantile, mi aveva fatto calmare, quel poco
che
bastava per riuscire a pensare a mente lucida, e decidere, in un solo
istante, la mia prossima meta, mentre, a tutta velocità,
imboccavo la strada per tornare in paese.
"Tieni, beccati quattro
carte,
Bells!" esclamò Alice entusiasta. Emmet scoppiò a
ridere
come un matto, ed io non gli diedi neanche modo di riprendersi,
rispondendo a quella che mia sorella mi aveva lanciato, con un'altra
carta "Più quattro", quella volta indirizzata ad Emmet.
Alice si
accasciò a terra, in preda alle risate, mentre il
divertimento
di Emmet si spegneva di botto, e sul mio viso appariva un sorriso
soddisfatto
"Cosa c'è, orso? Tutto un tratto ti è passata la
voglia
di scherzare, eh?" gli feci divertita. Lui grugnì, pescando
dal
mazzo, le otto carte che gli avevamo rifilato
"Questa me la pagate!" annunciò mettendo il muso.
Avevamo appena finito di cenare, soltanto noi tre, perché
capo
Swan, fortunatamente era stato trattenuto alla centrale quella sera, e
non sarebbe tornato prima della mattina successiva, e ci eravamo seduti
sul tappeto del salotto a giocare ad "Uno". Avevamo scommesso che, chi
avesse perso più partite, avrebbe dovuto lavare i piatti per
un'intera settimana. E da come stavano andando le cose in quella
manche, Emmet rischiava grosso.
"Sei proprio un fessacchiotto, Emm... ti fai mettere sotto da due
ragazze, per giunta più piccole e più basse di
te!"
esclamò Alice pescando una carta dal mazzo centrale
"É perché, sotto sotto, sono un signore!"
farfugliò lanciandomi un'occhiataccia per l'ennesimo
"Più
due" che gli avevo tirato. Incassò le altre due carte e
rimase
in silenzio. Intanto io ed Alice ci perdevamo in una silenziosa e
comunitaria risata. Amavo quelle serate passate tra noi, soprattutto
quando nostro padre era fuori casa. Ci sentivamo liberi di scherzare,
di discutere, perfino di urlare, senza avere il timore di sentirlo
sbraitare dal piano inferiore, intimandoci di fare silenzio. Emmet,
spesso, rinunciava ad uscire con i suoi amici, pur di passare quelle
poche ore di tranquillità in nostra compagnia, ma
soprattutto
pur di non lasciarci sole, considerando che io ed Alice non avevamo il
permesso di uscire dopo una certa ora, al contrario suo. Ad Emmet,
nostro padre, aveva sempre dato più libertà.
Forse
perché era un maschio, o forse semplicemente
perché era
il primo. Ma lui non era mai stato tipo da approfittarne troppo. Solo
ogni tanto faceva le ore piccole, tra l'altro bevendo con gli amici, ma
senza tuttavia esagerare. Era pur sempre l'unica figura maschile
responsabile della casa.
"Uno!" gridò Alice entusiasta, buttando la sua penultima
carta a terra. Io la guardai sbigottita
"Di già?" le chiesi
"Certo... ai campioni serve pochissimo tempo per vincere!"
esclamò soddisfatta
"Secondo me, ha imbrogliato!" affermò Emmet alzando un
sopracciglio
"Anche secondo me!" dissi. Quella espressione sbarazzina sul suo volto,
era fin troppo sospetta
"Ma sentiteli... non si fidano, questi due ingrati..."
esclamò lei indignata.
"Fammi vedere allora cos'hai sotto il sedere... di certo ti sei
nascosta un paio di carte!" fece Emmet posando il suo mazzo a terra.
Alice sbiancò di colpo
"No... non esiste... voi dovete fidarvi!" affermò convinta.
Ma
Emmet non si lasciò incantare. Le fu subito addosso,
spostandola
di peso, senza alcuno sforzo, dalla sua porzione di tappeto
"E meno male che non ci siamo fidati, Bells... altrimenti questa nana
malefica ci prendeva per il culo ad entrambi!" esclamò Emmet
mostrandomi le tre carte che Alice aveva nascosto sotto di lei
"Incredibile... sei una strega, Alice!" le dissi allora. Lei ci
cacciò la lingua e scoppiò a ridere
"Non avete mischiato bene le carte.. quelle che avevo non mi ispiravano
particolarmente, e allora ho deciso di dare una piccola mano alla
fortuna!" esclamò riprendendo posto sul tappeto
"Questo però si chiama barare!" le fece notare Emmet
accigliato
"No, si chiama, essere furbi!" lo corresse lei. Emmet, allora, la
afferrò, in un gesto fulmineo, e le passò un
braccio
attorno al collo, mentre le gambe della poveretta si muovevano in aria
"Questa, invece, si chiama punizione!" esclamò
Emmet
divertito. Alice provò inutilmente a liberarsi dalla presa
ferrea del fratello, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu
cospargere il tappeto di carte da gioco
"Lasciami, orso... non sai perdere, è questa la
verità!"
affermò lei tra le risate. Proprio in quel momento
suonò
il campanello. Visto che quei due erano impegnati nella loro lotta
tribale, fui costretta ad alzarmi e ad andare ad aprire alla porta.
Spalancai gli occhi per la sorpresa
"Edward! Che ci fai qui?" domandai
"Scusa il disturbo... posso entrare un attimo?" mi chiese sorridendomi
imbarazzato. Io annuii e mi feci da parte. Appena entrò in
salotto, seguito da me, scoppiò a ridere
"Ho interrotto qualcosa, per caso?" chiese. Alice ed Emmet si
bloccarono, stupiti quanto me di quella visita fuori programma.
Dopodiché Emmet lasciò la piccola Alice e sorrise
"Stavo mostrano a mia sorella le tecniche di autodifesa in caso di
aggressione!" spiegò alzandosi dal tappeto. Edward rise di
nuovo
"Non credo ne abbia tanto bisogno... oggi si è difesa
egregiamente in cortile!" affermò lanciando un'occhiata alla
interessata. Lei gli sorrise e si fece avanti
"Ed è stato tutto merito tuo!" esclamò raggiante
Ma di cosa stanno
parlando?...
"Figurati..." fece Edward scrollando le spalle
"Beh, a cosa dobbiamo l'onore di questa visita?" gli domandò
Emmet visibilmente incuriosito. Lo sguardo di Edward si fece
improvvisamente spento. Dopodiché un sorriso amaro gli si
parò sul volto
"Avevo bisogno di un posto in cui andare e soprattutto di amici con cui
parlare!" ammise a testa bassa
Cosa c'è,
Edward? Cosa ti
affligge? Perché quello sguardo scuro? Che fine ha fatto il
tuo
solito splendido sorriso luminoso?..
"Ed hai preso due piccioni con una fava... prego, accomodati!" lo
invitò Alice con un sorriso
"Sicuri che non disturbo?" ci chiese titubante
"Ma che disturbo... per noi è un piacere!"
affermò Emmet
dandogli un'affettuosa pacca sulla spalla. Così lui,
recuperando
il suo bel sorriso di sempre, seguì i miei fratelli e si
accomodò sul divano, accanto ad Emmet
"Ti posso portare qualcosa da bere?" gli chiesi allora. Lui
alzò lo sguardo nella mia direzione e mi sorrise di nuovo
Diamine...
perché ogni volta che lo vedo mi sembra sempre
più bello?...
"Ti ringrazio, Bella, ma sto bene così!" mi fece
"Io voglio un bicchiere di aranciata, grazie!" si aggiunse Alice
sedendosi di nuovo a terra, a gambe incrociate. Alzai un sopracciglio
"Come, scusa?" le chiesi
"Ah... con ghiaccio possibilmente!" esclamò poi. Sbuffai
sonoramente e mi diressi a passi pesanti in cucina. Aprii il frigo e
cacciai la bottiglia, dopodiché recuperai un bicchiere
pulito
dallo scolapiatti. Mentre versavo l'aranciata nel recipiente, mi diedi
inconsapevolmente un'occhiata addosso. Portavo un pantaloncino
cortissimo nero e da sopra una maglietta a maniche lunghe, rosa, con il
cappuccio, e con una scimmietta sorridente stampata sul davanti.
Cazzo... ma sono andata
ad aprirgli conciata così?...
Abbandonai il bicchiere mezzo pieno sul tavolo e, come una furia, andai
in camera mia a cambiarmi. Dopo aver indossato un pantalone scuro
lungo, ed una maglia, fortunatamente senza né disegni
né
scritte, tornai in cucina, finii di riempire il bicchiere e lo portai
in salotto
"Ecco qui!" esclamai passandolo ad Alice. Lei mi guardò
accigliata e mi chiese
"Perché ti sei cambiata?"
E tu perché
non ti fai gli affari tuoi?...
"Mi sono buttata l'aranciata addosso!" inventai. Soltanto pochi istanti
dopo mi resi conto delle risate che inondavano la camera.
Diamine, ho fatto
l'ennesima figura della cretina...
"Neanche a riempire un bicchiere sei capace!" mi canzonò
Emmet
divertito, mentre la nana malefica si accasciava di nuovo a terra in
preda alle risate. Sbuffai di nuovo e presi posto accanto a lei,
preoccupandomi di tirarle un leggerissimo - per modo di dire - pugno
nello stomaco. Perfino Edward ridacchiava. Ma un conto era sentir
ridere lui ed un altro sentirlo fare dai miei fratelli. C'era una
differenza abissale.
"Allora, Ed... qual'è il problema?" chiese Emmet, qualche
istante dopo. Lui si prese tempo, e nel mentre immagazzinò
aria
e parole
"Ho litigato con Jasper poco fa, e me ne sono andato di casa, senza
dire nulla!" esclamò. Nel salone calò un silenzio
quasi
opprimente. Perfino Alice, che di solito trovava una parola per tutto,
rimase muta. Io, dal canto mio, mi sentivo in difficoltà.
Lui
aveva litigato con suo fratello Jasper, e se ne era andato di casa, e a
giudicare dalla sua faccia... doveva essere qualcosa di grave.
Altrimenti non sarebbe di certo venuto a parlarne con noi.
"E Rosalie?" chiese poco dopo Emmet
"É rimasta a casa con Jasper... lei ovviamente con questa
storia
non c'entra niente. É una questione tra me e mio fratello!"
affermò sicuro. Sospirò affranto.
Come vorrei alzarmi e
andare ad abbracciarlo...
"Ti va di.. raccontarci tutto?" gli chiesi allora. Lui mi
guardò
di nuovo. Per un lungo istante, tanto che mi sentii avvampare per
l'imbarazzo. Lui annuì e dopo l'ennesimo sospiro
iniziò a
parlare.
Risposte
alle recensioni:
piccola_pokemon:
ehi cara... eh meno male che qualkn che mette in riga
Jasper c'è... cm ho già detto Jasper ha trovato
pane per
i suoi denti cn Alice.. e lo schiaffo altro non era che un
avvertimento... speriamo solo che lo sciupafemmine, come lo chiami tu,
metta la capoccia a posto... XD... bene, cara, spero che qst capitolo
ti sia piaciuto, eh lo so... la mancanza di idee qnd prende
è
una cosa orribile.. ed io mi ritrovo spesso nella tua identica
situazione ^^... spero passi presto anche a te e che il capitolo ti
esca uno splendore... un bacione cara ^^
adry91:
Salve... prima di tutto grazie per aver recensito.. mi ha fatto
davvero tantissimo piacere, quindi... grazie ^^... peraltro sono
davvero contenta che la storia ti sia piaciuta così tanto da
averti preso in qst modo... spero che continuerai a seguirmi, anche
perché mi farebbe piacere... spero che anche questo capitolo
ti
sia piaciuto... fammi sapere... un bacione e grazie ancora ^^
patapolo:
Salveee... uh che bello... davvero mi romperai le scatole
spesso??? ma io nn chiedo di meglio XD... davvero, grazie infinite per
aver recensito, mi ha fatto molto piacere... e soprattutto mi ha fatto
altrettanto piacere sapere che la mia storia ti abbia incuriosito
così tanto... spero che continuerai a seguirmi (e a
recensire
^^) mooolto spesso.. ed io vedrò di sopportarti ahahah no
scherzo dai... spero che il capitolo ti sia piaciuto e x qnt riguarda
Charlie... beh, sinceramente nn so neanche io cm mi sia venuta qst idea
strana, so solo che mi creerà nn pochi problemi... (ne
creerà più a me che nn ai protagonisti, credimi
XD) ti
saluto e spero di risentirti... un bacione^^
hale1843:
Salve... mi dispiace che il tuo Jasperotto preferito si sia
preso quel piccolissimo ceffone dalla nanetta, ma converrai cn me, che
un pò se l'era meritato... e poi... alice si sa fare
rispettare,
no? ahaha, povero Jazz, nn credo che riuscirà a cavarsela cn
poco.. adesso che la miccia è accesa, nn ci sarà
pace...
no, tesoro, nn è vero che vedi tt facile, tu sei cm me...
vuoi
subito l'haapy ending... e pure io lo voglio uffff....
vabbè,
arriverà, intanto incrociamo le ditina... beh, spero che il
cap
ti sia piaciuto, fammi sapere... un bacione ^^ tvb pure io
Uchiha_chan:
Salve cara... eh, immaginavo che la scena dello schiaffo
avrebbe sorpreso anche te... d'altronde, Edward è stato
preso
davvero in parola anche se lui sicuramente nn immaginava di far finire
il tt così... beh, brava alice che sa improvvisare.. fidati,
Jasper qnd sarà il suo tempo, sarà più
dolce di
emmet, più maturo ed educato di Edward, più
sensibile di
Rosalie e più... sì insomma più!
ahahah ^^ per
capo Swan, ho una mezza idea di cm renderlo, ma devo trovare il giusto
momento per inserirlo nella storia, senza alterare il corso degli
eventi.. magari un pò più in là... cmq
grazie
ancora x la dritta.. è interessante ricevere richieste di
qst
tipo perchè qnd posso mi fa piacere esaudirle, e la tua
è
stata una di qst ^^... bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto.. un
bacione, fammi sapere ^^
maya
tabitha: Salve cara... grazie x avermi perdonata, tesora,
(fiuuuu^^) e sn contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto
così tanto... soprattutto perchè lo schiaffo ha
lasciato
il segno, in tt i sensi.. hai proprio ragione, ho rivoluzionato
Chiarlie in tutte le sue forme, e ora mi trovo leggermente in
difficoltà a spiegarlo, ma.. una mezza idea ce l'ho in
testa,
vedremo cosa ne uscirà fuori... ti fidi??? ^^ (se fossi in
te,
direi di no XD... spero che il capitolo sia stato di tuo
gradimento... fammi sapere, un mega bacio ^^
lisa76:
Salve... ahahah che bello lo hai letto addirittura 2 volte? che
bello... sono felice di sapere che ti è piaciuto
così
tanto... povero Jazz, tutte a lui XD.. beh, spero che anche qst
capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, mi raccomando.. un bacione e
grazie ancora ^^
Chanellina94:
Ciao... grazie x la boss... ahahah l'idea mi piace...
cmq, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così
tanto...
finalmente Jasper ha avuto una lezione, credo proprio che se la sia
meritata tutta, nn trovi??? beh, spero che il capitolo ti sia
piaciuto... fammi sapere, un bacio, cara.. ^^
niky90:
ciao... prima di tt grazie x aver recensito... mi hai
fatto tanto piacere... ^^ soprattutto mi hai riempito di complimenti e
io... ne sono lusingata... ^^ spero che continuerai a seguirmi,
perché ti assicuro che se ne vedranno delle belle. Un mega
kiss, cara... e grazie ancora ^^
cinzia818:
Ma cara, ciaooo... lo so, Jasper sarà anche stronzo (e
idiota, e caprone, e bastardo, e....) (ok mo nn esagerare! ndJasper^^)
però, il suo fascino irresistibile ce l'ha e lo ha
dimostrato. Altrimenti come si spiega che alla vecchia scuola
è riuscito a rimorchiare metà istituto? Ehhhh....
se solo volessero anche Emm e Edward potrebbero fargli concorrenza...
tanto ormai Edward inizia già da solo a complottare contro
il fratello... l'unione Ed-Alice era necessaria, sono anime affini
quelle due (non in amore, si intende ^^) quindi era scontato che anche
qui si capissero al volo.... cm ho promesso anche agli altri, spero di
riuscire veramente a creare i POV anche di Charlie, sarà
complicato, ma voglio provarci... ^^ per il tuo capitolo, io rimango in
attesa, tanto controllo tutti i momenti le storie preferite e se
aggiorni lo vengo subito a sapere (in poche parole, sei controllata
XD)... l'ultima cosa, provo a rispondere alla tua domanda, x quello che
mi è permesso... allora, Charlie è sempre stato
leggermente brusco nei modi, sia verso i figli, sia verso la moglie
(che tra l'altro, come ha spiegato Emmet, è morta un paio di
anni prima dell'ambientazione della storia!) però... dopo
diciamo che la cosa è peggiorata... quindi...
chissà... ^^ x maggiori info continuare a seguire, prego!^^
beh, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto... attendo notizie...
un bacione ^^
mcgi86:
Salve... prima di tutto grazie mille x aver recensito, mi ha fatto
piacere... spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto, e mi farebbe
piacere che continuassi a seguirmi... ^^ bene, un bacione e grazie
ancora... w Alice ;)
Elfa
Sognatrice: Salve cara... allora, il taglio in effetti
è stato archiviato nello scorso capitolo, ma ti assicuro che
'qualcuno' se ne accorgerà, anche perchè era un
taglio profondo e la benda rimarrà fissata per un bel
pò... ^^.. eh già, l'unione e l'intesa Ed-Alice
nn poteva mancare... quei due sono fatti per complottare insieme, e
guarda caso il soggetto in questione è Jasper
(poveretto!)... la tua idea nn è assolutamente crudele,
anzi, sarebbe un'idea fantastica, poi Alice è già
rinchiusa nel confessionale che cerca di elaborare qualcosa di
perfido.. quindi idee fanno sempre comodo ^^ grazie x lo spunto XD...
l'unica cosa che posso dirti sulle altre coppie è che...
Kristen nn lascerà Edward in pace tanto facilmente....
basta, stop, ho detto troppo ^^ ... bene, cara, spero che il capitolo
sia stato di tuo gradimento... un bacione ^^ a presto
Cullengio:
Salveeee... sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto
così tanto, e in effetti, il piccolo elfo malefico ha avuto
un'idea geniale, che avrà ritorsioni mostruose ^^ staremo a
vedere... bene, adesso spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere, mi raccomando, un bacione :D
yle_cullen:
Salve carissima... ahahahah io sono malefica, ma tu nemmeno ci
scherzi... l'idea di legare Jasper alla sedia e farlo truccare da Alice
è a dir poco diabolica... e allo stesso tempo maledettamente
invitante... (ad Alice si è accesa una lampadina ^^) ma
ahimé qualsiasi cosa sia, credo proprio che Jasper per un
pò non avrà vita facile, perchè adesso
lo schiaffo non ha fatto altro che ingranare la marcia x la vendeta...
ahahahah... anche qui x fortuna il caldo agostale (iniziano ad
invidiarci il termine quelli dello Zanichelli, sai?^^) si è
attenuato... pensa che ieri ha perfino piovuto... (temporale estivo,
quindi ti lascio immaginare cos'ha combinato!) e l'aria è
nettamente più fresca... quindi ti capisco alla grande, il
venticello è davvero piacevole ^^ bene, cara, spero che
anche qst capitolo ti sia piaciuto... se no vengo su a verona e....
ahahah ma scherzo... ti pare che salgo fin su con qst caldo che
c'è??? ahahaha (me si sente stupida a volte!^^) cmq, basta
scherzi... attendo tue notizie, cara... un bacione ^^
irly18:
ahahaha sarai la mia ombra virtuale? ahahah devo chiamare la polizia
per caso? XD scherzi a parte, la cosa nn potrebbe che farmi piacere...
allora ti vedo parecchio interessata alla reincarnazione malvagia del
buon Charlie Swan... in effetti è un personaggio
particolare... sempre arrabbiato (nn si sa per quale motivo!) e
ovviamente sfoga la sua frustrazione sui figli, anche se fino a due
anni prima (quando la moglie era ancora viva!) si sfogava anche con
lei... il motivo è particolare del suo comportamento e
magari qualcosa la si intuirà con il tempo ma soprattutto
con il suo POV... grazie x la fiducia che mi hai dato, certe
volte sapere che ci sono persone che credono in te, da la forza per
andare avanti a scrivere, quindi... un grazie mega galattico... fammi
sapere se il cap ti è piaciuto, mi raccomando... un mega
kiss ^^
martya_c:
Ciauz... devo dire che il letame è un'idea allettante solo
che ci sarebbero un paio di problemi... primo, poi chi ci sale in
macchina con lui dopo? ^^ io lo dico per Edward e Rose... quei
poveretti come tornano a casa? ahahah e soprattutto due... dove lo
prendeva un secchio di letame a scuola la povera Alice??? (promemoria
di Nanetta Swan: munirsi di sacco di letame...^^) cmq, mi fa piacere
che il doppio pov ti sia piaciuto, e in effetti è sempre
meglio preferire una cosa del genere e nn ripetere lo stesso momento da
due personaggi diversi, a meno che non sia necessario (cm ad esempio ho
fatto cn il POV di Ed successivo a quello di Alice... avevano in comune
una scena, ma la parte precedente era diversa ovviamente^^)... ti
assicuro che non passerà poi tantissimo tempo per far
sì che Jasper si tradisca con le sue stesse mani e cada
nella tela di Alice... il problema vero sarà... qnt tempo
dovrà passare prima che la nanetta perdoni il caprone e si
lasci andare tra le sue braccia? eheheh ai posteri l'ardua sentenza...
ahahha, bene, cara, fammi sapere se il capitolo ti è
piaciuto... un bacione ^^
robbycullen:
ciao cara, non preoccuparti x il ritardo.... ti capisco, internet delle
volte sa essere davvero fastidioso (ne so qualcosa^^)... sono contenta
che i personaggi ti abbiano preso così tanto... certo
Charlie è un tipo particolare, e forse sì, un
pò del suo stato d'animo dipende anche dalla mancanza della
moglie (anche se, sia chiaro, anche qnd lei era viva, si comportava
nello stesso modo!) ahahah ma sei troppo forte, furiarobby... Jasper si
è nascosto in un angolo, spaventato sia da te che da Alice
che lo cerca brandendo un matterello... ahahah... povero, non sa ancora
contro cosa si è messo... tesoro, un'ultima cosa... non
buttarti giù a causa di qualche idiota di turno... ci sono
passata anch'io tante volte e stanne pur certa, nn ne vale la pena (sti
uomini...) lo so, sono le solite parole di circostanza, ma credimi...
ti capisco... ^^ quindi sorridi... bene, spero che il capitolo ti sia
piaciuto... aspetto tue notizie... un bacione ^^
Shinalia:
Salve, da quanto tempo... sono felice che tu sia tornata a recensire...
mi ha fatto piacere... hai ragione Alice si è vendicata alla
grande, anche perchè quella capra bionda se l'era ampiamente
meritato... ehehehe spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere mi raccomando... un bacione ^^
Norine:
Ciao cara... che bello sei tornata... eh eh eh mi ha fatto piacere
ritrovare la tua recensione... e soprattutto sono contenta che ti siano
piaciuti ^^ lo schiaffo ci voleva, se non era in qst sarebbe stato in
futuro, ma Jasper se lo era meritato visto come si era comportato con
lei... e poi, Edward le ha detto sorprendilo... e lei lo ha fatto
ahahahah, beh, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere... un bacione ^^
stezietta
w: Ecco qui, la mia confidente segreta (oddio, segreta nn
tanto visto che c'è tanto di nota lassù ^^)
davvero, Ste, nn sto cm ringraziarti... senza di te nn ci sarebbe stato
il capitolo... quindi... ode a te... XD... la tua allieva muove passi
da giganti (x quello che la sua altezza permette ahahaha) e segue le
tue direttiva alla lettera... lo schiaffo era solo il primo passo verso
la dolcissima vendetta... nn vorrei proprio essere nei panni di
Jasper... ^^ cmq cara, meriteresti una statua... me si mette all'opera
con cera e scalpello, e intanto, dato che già sa la tua
opinione sul capitolo (hi hi hi hi chissà
perchè^^) approfitta di questo spazietto che si è
creato, x ringraziarti nuovamente (e bastaaaa ndtutti) davvero... sei
stata fenomenale... bene, speriamo solo di nn trovare altri intoppi in
futuro... eh eh eh un bacione e ci sentiamo su msn... ^^ ciaoooooooo
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Capitolo 20 *** Incubo ***
Capitolo 20 (Emmet & Rosalie POV)
Buongiorno,
anzi buonasera a tutti! ^^ Come state? Spero bene... allora... ogni
tanto ritorno a scrivere cacchiate su cacchiate e sforno qualche nuovo
capitoletto... difatti, eccone qua un altro... il ventesimo per
l'esattezza... allora, a questo capitolo ci tengo particolarmente
perché soprattutto nella seconda parte ci ho sudato
parecchio. Ma sono soddisfatta x una volta del mio lavoro (noooo, non
è possibile ndTutti!) Xd ebbene sì, miei cari,
sono contenta del capitolo (lunghissimo peraltro^^)... ahahha (adesso
piace a me ma a voi fa schifo XD) soprattutto per via della parte di
Rose... cmq, leggete e poi mi farete sapere... Un grazie a tutti quelli
che mettono la storia tra preferiti/seguiti e sprattutto a chi mi
lascia una recensione.. Siete la mia forza personale.. tutti, nessuno
escluso ^^... bene, vi lancio un grande bacio... a prestoooo ^^
P.s.
Ci tengo a sottolineare che le mie storie sono pubblicate solo su
questo sito e, pertanto se qualcuno si dovesse imbattere in qualche mia
storia pubblicata da qualsiasi altra parte, è pregato di
avvisarmi ^^ grazie in anticipo!
"Ti va di... raccontarci tutto?" chiese Bella ad Edward, dopo che ci
eravamo sistemati tutti e quattro in salotto. Edward sembrò
perdersi qualche secondo negli occhi di Bella, dopodiché,
fatto
un lungo sospiro, iniziò a parlare
"Io e mio fratello abbiamo sempre avuto un rapporto particolare.
Trovandoci con due caratteri completamente diversi, molto spesso ci
siamo messi a litigare, anche per cose stupide... ma mai, e ripeto mai,
ci siamo mai permessi di mettere le mani addosso all'altro,
perché... siamo fratelli, dopotutto... ed io..." si
bloccò deglutendo "Io, sì, insomma... gli voglio
bene!"
"E cos'è successo questa volta di diverso rispetto alle
solite litigate?" gli chiese Alice
"Vedete, io a New York avevo una ragazza... anzi, no... ho una
ragazza... ce l'ho ancora! Solo che mi sono accorto, troppo tardi, lo
ammetto, di non amarla più... Jasper l'ha capito quasi
subito e
mi ha consigliato di lasciarla... di chiamare New York e di piantarla
in asso, visto che, si sa, non ci vedremo mai più!"
Chissà perché un ragionamento del genere da parte
di quell'idiota di un Cullen me lo aspettavo...
"Solo che... non è nel mio stile fare una cosa del genere...
chiamatemi stupido, ma lo trovo estremamente vigliacco... ed io per
natura non lo sono mai stato!" ammise sorridendo appena.
La mia simpatia verso Edward cresce in maniera inversamente
proporzionale all'odio che provo per Jasper...
"Non sei stupido..." esclamò Bella. Noi ci girammo a
guardarla,
il che la fece arrossire appena "Anzi... un comportamento del genere da
parte tua
è soltanto da apprezzare!" gli fece notare lei
"Esatto!" si aggiunse Alice "Pagherei oro per avere un ragazzo come te!"
Peccato che invece tu ti sia invaghita del fratello sbagliato...
Edward ridacchiò abbassando la testa e disse
"Vi ringrazio per l'appoggio, ma, come potete immaginare, mio fratello
non è dello stesso avviso..." rialzò gli occhi e
sospirò di nuovo. Avevo perso il conto di quanti ne aveva
già fatti dal momento in cui aveva iniziato a parlare
"Scommetto che non ci ha pensato due volte prima di criticarti!"
affermò Alice sicura, mettendo su una smorfia seccata
"Già... mi ha detto che il vero problema è la
mancanza, da
parte mia, del coraggio per lasciarla e che... mi sono sempre fatto
mettere i piedi in testa da lei." spiegò
"Ed è vero?" domandai io curioso. Lui si fermò a
guardarmi
"No... cioè... forse sì, un pò...
d'altronde che
non la amo è vero, ed è anche vero che in fin dei
conti
il coraggio per lasciarla non ce l'ho... ma... è il suo modo
ad
essere sbagliato. Lui fa le cose troppo facili. Pensa che, alzando il
telefono e mandandola al diavolo, si possa risolvere tutto quanto... ma
non è così! A questo punto preferisco lasciare
tutto
così com'è, sperando che un giorno lei stessa
possa
stancarsi di questa situazione e mollarmi per telefono!" e
sospirò
"Solo che così non fai altro che far del male a te stesso!"
osservò Bella. Edward, visibilmente sorpreso,
alzò gli
occhi verso di lei, e le sorrise, facendola arrossire di nuovo
Questi due non me la contano tanto giusta...
"Sono le stesse cose che mi ha detto anche Rosalie, questa sera!"
affermò. Al solo sentire il nome della sorella, quasi mi si
fermò il cuore. Così, preferii di gran lunga
rompere quel
momento di sorrisi che era nato tra Edward e mia sorella, ed indagare
"Cosa ti ha detto esattamente Rosalie?" chiesi, cercando di assumere il
tono più distaccato che riuscissi a trovare
"Ha detto la semplice verità.. quella che Jasper si
è
dimenticato volontariamente di farmi notare. Io così non
sono
felice. Finché non chiudo la situazione con la mia ragazza,
non
potrò mai sperare di trovare la felicità,
né tanto
meno pensare di vivere tranquillo la nuova vita qui a Forks!" rispose.
Alice e Bella annuirono vigorosamente.
"E... ti ha convinto?" gli chiesi allora
"In un certo senso sì... dette da lei, quelle cose, hanno
assunto un significato totalmente diverso!" ammise con un sorriso
E ci credo...
ciò che dice Rosalie Cullen diventa sacro... anche se...
diamine, mi ero ripromesso di non ricascarci...
Feci un profondo sospiro, sperando di passare inosservato. Per fortuna
la voce di Alice coprì in parte il mio gesto
"E cos'è che ha scatenato la lite tra te e Jasper?" chiese
visibilmente incuriosita
"Ecco, lui ha... sentito la conversazione tra me e Rosalie e mi ha
fatto notare che io avevo dato molta più retta a mia sorella
che
non a lui, anche se, sostanzialmente avevano detto le stesse cose!"
rispose mesto
"Sì, in due modi totalmente opposti!" ringhiai io. Edward
ridacchiò
"Non ci crederai, ma è proprio quello che gli ho detto io...
solo che... senza volerlo è uscito fuori che io avevo
aiutato
Alice a trovare il modo per vendicarsi per come l'aveva trattata... e
beh, vi lascio immaginare come ha reagito!" esclamò. Alice
sgranò gli occhi incredula.
Ah, quindi la storia dello schiaffo era merito di Edward...
"Permetti?" gli feci sorridendo e porgendogli la mano. Lui mi
guardò divertito ed esitante me la strinse
"Volevo farti i miei più sentiti complimenti. Hai avuto
un'idea geniale!" gli dissi, facendolo ridere
"Emmet!" mi riprese Bella
"Che c'è? Vuoi negare che quella in cortile sia stata una
scena da premio oscar?" le chiesi in mia difesa
"E tu vuoi farmi
credere che sei dalla parte di Alice?" mi fece a sua volta alterata
"Ehi!" si
lamentò la diretta interessata
"Certo!" risposi
"É stato quello che si meritava quella sottospecie di
pallone gonfiato!" sbottai
"Emmet!" mi
riprese di nuovo Bella
"Senza offesa!"
feci io rivolto ad Edward che se la rideva tranquillo
"Non
preoccuparti... sono
pienamente d'accordo con te, Jasper ha esagerato e lo schiaffo di Alice
ci stava tutto!" rispose ancora divertito
"Adesso cosa pensi
di fare?" gli chiese Alice qualche istante dopo. Ennesimo sospiro
"In
verità non lo so
proprio... non ho voglia di tornare a casa con il rischio di
incontrarlo, oppure sapendo di dover dare spiegazioni ai miei
genitori!" spiegò accigliato
"E che vorresti
fare, allora? Girovagare tutta la notte, o peggio ancora dormire in
macchina?" chiese Bella sconvolta.
Senti,
senti, come si preoccupa la mia sorellina...
Edward ci
pensò per qualche istante, seriamente disarmato
"Ma scusa, che
problema
c'è? Dormi qui da noi!" esclamò Alice. Io e Bella
ci
girammo all'istante a guardarla. Dico, stava scherzando? Si era forse
dimenticata del demonio che abitava sotto il nostro stesso tetto? Il
mostro che, in quei diciannove anni, non aveva voluto organizzare
né feste, né cene con gli amici, proprio per non
aver
gente per casa? E adesso lei che faceva? Invitava Edward a dormire con
noi? Con il rischio di trovarlo stramazzato al suolo l'indomani
mattina, successivamente ad uno scatto di rabbia del capo Swan?
Sì, era decisamente fuori di testa...
Io e Bella ci
scambiammo
un'occhiata eloquente. Un'occhiata che, in quel momento, valse
più di mille parole. La voce di Edward, ci fece tornare alla
realtà
"Ti ringrazio, ma
non vorrei disturbare!" esclamò sorridendo
"Ma che
disturbo... anzi, ci farebbe piacere, non è vero ragazzi?"
ci chiese Alice entusiasta
Questa
nana malefica ci ha messo in mezzo... adesso sarebbe scortese
rispondere di no...
"Certamente...
sarebbe
l'occasione per conoscersi meglio!" affermai con un sorriso, sincero
sì, ma pur sempre leggermente titubante.
Questa
situazione non mi piace...
"Giusto!"
affermò Bella lanciandomi uno sguardo preoccupato.
"Beh, non so che
dire
ragazzi... grazie mille!" e ci sorrise, raggiante. Non potei fare a
meno di sorridergli a mia volta, quella volta senza freni. Come
potevano, due ragazzi così diversi, essere fratelli? Edward,
fin
da subito, si era dimostrato, nei confronti di tutta la mia famiglia,
educato e soprattutto simpatico. Jasper invece... se solo ripensavo a
quella mattina in palestra, mi saliva il sangue al cervello.
"Coraggio Bells,
aiutami a
sistemare il letto di Edward... possiamo tirare il materasso da sotto
la rete di Emmet e metterla accanto al suo letto!" esclamò
Alice
alzandosi. Bella annuì, e dopo avermi lanciato un'occhiata
di
disperato aiuto, seguì la piccolina al piano superiore
"Davvero Emmet...
siete troppo buoni con me!" ribadì Edward leggermente a
disagio
"Per gli amici
questo ed altro!" esclamai posandogli una mano sulla spalla
"Grazie ancora!"
ripeté
"Se lo dici
un'altra volta ti
caccio a calci fuori!" lo minacciai divertito. Lui scoppiò a
ridere e fece segno di tapparsi la bocca
"Solo che...
adesso c'è un problema!" osservò pensieroso
"Non cacciarmi la
scusa del
pigiama e dello spazzolino... ce ne sono in abbondanza in questa casa!"
lo avvertii. Scosse la testa sorridendo
"Devo avvertire a
casa, ma... temo possa rispondermi Jasper!" ammise. Ci riflettei
qualche istante
"Se... per te non
è un
problema... posso chiamare io e avvertire, chiunque mi risponda, che
sei rimasto da noi!" gli dissi
"Sperando che sia
Rosalie a farlo!" mormorò sospirando
Sì,
lo spero anch'io...
"Coraggio dammi il
numero... non c'è tempo da perdere!" e afferrai il cordless
dal mobile al mio fianco.
Il
rumore della porta di casa sbattuta era stato più forte e
più doloroso
di qualsiasi pugno nello stomaco o schiaffo in piena faccia. Il mio
cervello cercava ancora di elaborare ciò che in quei pochi
istanti era
successo. Era tutto confuso, troppo confuso per essere vero. Soltanto
il rumore di un motore che sfrecciava via mi fece riprendere. E
ricominciai a respirare
"Se n'è andato..." sussurrai in preda al panico
"Tranquilla...
tanto ritorna!" esclamò secco Jasper, che, per tutto quel
tempo, se
n'era rimasto silenzioso in quella camera, a riprendere aria, dopo
averla consumata tutta durante la sfuriata.
"Solo questo sai dire..." sibilai abbassando la testa
"E
sentiamo, cosa dovrei dire a questo punto?" mi sfidò
seccato. Rialzai
di scatto il capo, ed entrambi ci accorgemmo solo in quel momento che,
dai miei occhi, erano iniziate a sgorgare lacrime trasparenti e dolorose
"Niente,
Jasper... perché per oggi hai già detto
abbastanza!" gridai amaramente
delusa dal suo assurdo ed inconcepibile comportamento. Lui, ripresosi
dal primo momento di sorpresa per via delle mie improvvise lacrime, si
accigliò, per poi esclamare
"Tu sei dalla sua
parte..." non era una domanda, ma un'esclamazione bella e buona "Tu sei
d'accordo con lui!"
"Non dovevi trattarlo così!" mi limitai a dire, interrotta a
metà da un forte singhiozzo
"E
a me non ci pensi, eh? Non pensi alla figura di merda che ho fatto
questa mattina e alle conseguenze che, tutto questo, potrebbe avere su
di me?" mi chiese irritato, ma senza alzare la voce. Sapeva che con me
non poteva e, soprattutto, non doveva farlo. E per fortuna, anche in un
momento come quello, continuava a ricordarselo
"Allora è per questo?
É semplicemente per la tua reputazione... perché
è di questo che stiamo
parlando, non è vero, Jazz?" lo aggredii sempre
più arrabbiata e con la
vista e la voce sempre più traballanti, per via delle lacrime
"Lui
ha preferito dare retta al suo dannatissimo istinto da croce rossino
piuttosto che pensare, per una volta, a proteggere me!" si
lamentò
sgranando gli occhi, forse ancora incapace di comprendere il
perché io
non lo appoggiassi, come facevo sempre
"E dimmi... tu hai mai
pensato, almeno un solo istante, di proteggere lui?" domandai a
bruciapelo. Lui si zittì, stringendo il pugno poggiato sul
fianco
"No,
Jasper... tu non l'hai mai fatto... hai solo pensato di dargli
costantemente addosso, di iniziare questa stupida gara a chi era il
più
degno o il più capace tra i due. E questo è il
risultato... ci siamo
frammentati, ecco cos'è successo... io, tu, lui... siamo
soli e
divisi..." abbassai di nuovo la testa, tirando su con il naso, mentre
una lacrima ribelle percorreva la guancia e cadeva invisibile nel vuoto
"Voi
non volete comportarvi da fratelli... ed io sono costretta a pagarne le
conseguenze!" sussurrai affranta. Sentii distintamente il suo respiro
mozzarsi. E per qualche secondo la stanza fu un mondo silenzioso,
disturbato solo dalle mie lacrime amare.
In quell'istante dall'ingresso, provenne il distinto rumore della porta
che si apriva e in me nacque una speranza inutile
Edward...
"Ragazzi...
siete a casa?" era nostra madre che, appena tornata da fare la spesa,
ci chiamava. Cercai invano di reprimere un altro singhiozzo,
dopodiché,
prima di sentire il mondo crollarmi definitivamente addosso, esclamai
secca
"Tocca a te spiegarle tutto... la colpa è tua, e tu ti
assumi
tutte le responsabilità!" e mi incamminai, diretta alla mia
camera,
schivando con un gesto secco, il tentativo, alquanto goffo, che fece
per bloccarmi. Mi chiusi in camera, a chiave, e scivolai sul pavimento,
distrutta e disperata. Le lacrime non cessavano di uscire, mentre un
dolore inspiegabile nello stomaco, mi attanagliava dentro. Mi imposi di
respirare piano, con scarso successo, dopodiché mi rialzai
per andare a
chiudere le tende del balcone, visto che, i nostri balconi, erano
comunicanti e non avevo voglia di trovarmelo a picchiettare il dito sul
vetro.
Mi distesi sul letto, schiacciando la faccia sul cuscino e piansi le
ultime lacrime che mi erano rimaste.
"Io e
te non siamo fratelli... perché io, uno come te, non lo
vorrò mai e poi mai come fratello!"...
Erano
parole troppo cattive per essere state pronunciate davvero da mio
fratello. Non poteva essere vero. Non era il mio Jasper quello... non
era il mio gemello carismatico e adorabile che conoscevo da diciotto
anni ormai. Il vero Jasper non si sarebbe mai comportato
così.
Soprattutto non con Edward.
"Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a
fanculo e restaci!"
L'espressione
che aveva messo su Edward era davvero irriconoscibile. Per un momento
avevo visto passare nei suoi occhi verdi, tutta la rabbia che in quei
diciassette anni non aveva mai esternato. Per un attimo avevo letto a
chiare lettere nella sua espressione, la palese intenzione di mettere
le mani addosso a Jasper, fregandosene di tutto e di tutti,
fregandosene perfino di me. Lo so, probabilmente il mio era un
ragionamento egoistico. Preoccupata principalmente del fatto che il mio
equilibrio, già precario in partenza, potesse ulteriormente
scombinarsi
a causa di quei loro continui litigi. Non era di certo la prima volta
che litigavano, ma era la prima che si guardavano in quel modo, che
reagivano in quel modo ma che soprattutto si dicevano quelle cose. Ed
io, per la seconda volta nella mia vita, mi sentii tremendamente sola.
Rimasi,
per non so quanto tempo, in quella posizione, con lo sguardo vacuo e le
lacrime agli occhi. Ad un tratto un leggero bussare alla porta mi fece
spaventare. Ma non risposi. Continuai a rimanere ferma
"Rosalie,
tesoro... c'è una persona per te al telefono!"
annunciò mia madre.
L'unico con cui volevo parlare, era Edward, e lui di certo non avrebbe
mai chiamato a casa.
"Rosalie?" mi chiamò bussando di nuovo. Rimase in attesa,
dopodiché la sentii parlare
"Emmet, caro, credo si sia addormentata, devo dirle qualcosa?"
Emmet... Emmet...
Emmet...
Sgranai gli occhi, e mi precipitai ad aprire la porta, rischiando di
inciampare nel tappeto
"Dammi il telefono!" decretai ritrovandomi il viso sorpreso di mia
madre a pochi centimetri dal mio.
"Ah,
ecco, si è svegliata... adesso te la passo!" e mi diede il
telefono,
guardandomi curiosa e preoccupata, ma io non le diedi il tempo
materiale di dire o fare altro, perché mi richiusi la porta
alle
spalle, stringendo il telefono al petto. Due secondi per riprendermi
dovevano concedermeli per forza. Dopo un lungo e forzato respiro portai
il cordless all'orecchio e parlai
"Pronto?"
"Rosalie!" la sua voce. Chiusi, senza una ragione precisa gli occhi, e
deglutii
"Ciao Emmet!" risposi cercando di assumere un tono quantomeno naturale
"Stavi
dormendo? Ti ho svegliata, per caso?" il suo, di tono era...
apprensivo. Sentii un nodo sciogliersi ed inspiegabilmente sorrisi,
anche se... non ce n'era apparente motivo
"Ma no, tranquillo...
ero... ero in bagno, tutto qui!" risposi. Chissà
perché poi mi ero
inventata quella scusa. Non ci avrei perso niente a dire la
verità. Ma
sentivo che sarebbe stato meglio così.
"Mmm... che guaio che ho
combinato! Non si deve mai disturbare una ragazza chiusa in bagno!"
scherzò. Io scoppiai a ridere. Quel suono provocato dalla
mia bocca
stonava così tanto con le lacrime ancora presenti sulle mie
guance.
Così, con un gesto secco, me le asciugai
"Vivendo con due donne, ormai dovresti saperlo!" lo canzonai. Lo sentii
ridacchiare
"Il
problema è che... sono cocciuto e duro di comprendonio!" lo
affermò
quasi malinconico, come se dietro quelle parole ci fosse molto di
più
rispetto a quello che potessi semplicemente percepire io. Ma forse fu
solo una mia infondata impressione
"A cosa devo questa chiamata?"
domandai, ritrovandomi a camminare nervosamente per la stanza,
percorrendola per intero per poi tornare indietro. Stavo facendo un
pò
troppe cose insensate per i miei gusti. Che dipendesse dalla sua voce?
"Ecco..."
titubò un istante, dopodiché terminò
"Si tratta di Edward!" bloccai
all'istante il mio andirivieni, e spalancai gli occhi in preda al
panico.
Edward... cosa gli
è successo?...
"Dov'è?" chiesi allarmata
"É qui da me, a casa mia..." rispose subito "E sta bene!"
aggiunse. Tirai un sospiro di sollievo
"Rose, rilassati, è tutto ok!" cercò di
tranquillizzarmi lui, e difatti ci riuscì leggermente
"Ti... ti ha spiegato cosa..." cercai di dire, ma lui mi
anticipò
"Sì, ci ha raccontato tutto, stai tranquilla..." mi
spiegò. Altro sospiro, altra corsa.
"E, adesso... è ancora lì con te?" chiesi. Gli
bastò fare un verso per rispondermi in maniera affermativa.
"Passamelo!" esclamai decisa
"Rosalie..." cercò di dirmi
"No!
Voglio parlargli, ora!" feci io sbattendo i piedi, intestardita. Sentii
attraverso la cornetta un rumore strano, dopodiché
tornò la voce di
Emmet a farsi sentire
"Rosalie, ascolta... Edward adesso ha bisogno
di stare da solo... non ha voglia di parlarti..." mi disse a disagio.
Sentii di nuovo la stretta lancinante allo stomaco e le lacrime uscire
"Ma... cosa c'entro io?" gridai "Io non gli ho fatto niente...
perché adesso se la prende anche con me?"
"Rose,
calmati per piacere..." mi sussurrò. Chiusi di nuovo gli
occhi e nel
farlo, due grosse lacrime mi sfuggirono incontrollate. Presi aria con
la bocca, inutilmente
"Rosalie... vuoi che... venga da te?" mi
chiese titubante. La risposta era pronta su un piatto d'argento.
Sì,
sì... volevo che venisse, che mi parlasse, che mi
assicurasse che
tutto, in fin dei conti, sarebbe andato bene e che presto avrei riavuto
una famiglia su cui contare. Avrei tanto voluto.
"No, Emmet... non
importa... grazie lo stesso!" feci, scuotendo il capo, inutilmente,
visto che lui, dall'altro lato, non poteva vedermi
"Senti, Edward
rimarrà a dormire da noi questa notte... potresti avvisare
tu, i tuoi,
da parte sua?" mi chiese sempre più a disagio. Deglutii di
nuovo,
sempre più a fatica
"Certo... non preoccuparti!" lo avvisai
"Bene, ehm... Rose?" mi chiamò. Ma io non risposi
"Sicura di stare bene?" mi chiese, nuovamente apprensivo
"Grazie
di tutto, Emmet... buonanotte!" e misi giù, consapevole del
fatto che
non avessi minimamente provato a rispondere alla sua domanda.
Scesi
in salotto per avvisare mia madre. La trovai in cucina, a trafficare
per la cena. Poggiato al muro di fianco alla porta c'era Jasper, con le
mani nelle tasche e lo sguardo basso. Appena mi vide, si
raddrizzò e mi
lanciò uno sguardo preoccupato
Smettetela di trattarmi
tutti così... sto bene...
"Mamma..." la chiamai ignorando Jasper al mio fianco. Lei si
girò e mi guardò, anche lei apprensiva
"Dimmi, cara..."
"Edward
non torna a dormire... è dagli Swan... quindi... non
preparare per
lui!" mi girai verso Jasper, per verificare le sue reazioni. Aveva il
capo chino e respirava lentamente "E non farlo neanche per me... non ho
fame!" e detto questo mi precipitai in camera, richiudendomela dietro
con un tonfo sordo.
Ero
a casa, da sola. Il rumore della tv nel salotto a farmi compagnia.
Trasmettevano una vecchia telenovella americana. Oltretutto scadente.
Sbuffai annoiata e lanciai uno
sguardo all'orologio del decoder. Le 02
e 23... e nessuno si era ancora degnato di tornare.
Avrei
fatto meglio ad uscire anch'io. Dovevo accettare l'invito di Edward.
Dovevo andare a quella stupida festa.
Almeno non mi sarei annoiata a
quel modo.
Dopo un ultimo sguardo distratto
al video, spensi la
televisione, e mi alzai dal divano. Me ne sarei andata a dormire, ma
prima... una bella doccia calda non me l'avrebbe tolta nessuno. Ma in
quel bagno non ci arrivai mai.
Una mano, fredda come il
ghiaccio, mi
afferrò un braccio, nell'esatto momento in cui girai nel
corridoio,
diretta nella mia stanza.
Tirai un urlo disperata, ma
nessuno mi sentì.
Fui trascinata di peso e
sbattuta in malo modo contro qualcosa.
Sentivo
ancora quelle mani fredde, quella risata strozzata, quel corpo
muscoloso e fin troppo pesante, interamente su di me.
Su ogni parte del
mio corpo.
Ed io non riuscivo a fare niente
per fermarlo. Più
cercavo di urlare, di dimenarmi, di ribellarmi a quei momenti, e
più la
sua furia si accentuava, con l'unico risultato di aumentare il mio
dolore.
Ma cosa stava succedendo?
Perché quell'uomo ce l'aveva con
me?
Cosa gli avevo fatto io, di tanto terribile, da meritarmi quella
tortura?
Non capivo, e più mi
sforzavo di farlo e più mi
veniva da
piangere. Sentivo solo quello ormai.
Solo le lacrime amare che si
riversavano dagli occhi, serrati.
Chiusi per non vedere l'orrore
indescrivibile che mi circondava.
Chiusi per non assistere alla
scena del mio martirio.
Chiusi, per non essere partecipi
e non portare in futuro il ricordo.
I
vestiti vennero via con due strappi decisi, lasciando che il resto del
suo corpo ghiacciato si poggiasse prepotentemente sul mio.
Che
schifo era tutto quello? Cosa diamine era successo al mondo?
Perché,
tutto un tratto, mi sembrava che un uomo a me sconosciuto mi stesse
violentando?
Forse stavo sognando...
Sì, non c'era altra
spiegazione. Nella realtà
queste cose non potevano succedere.
Io
nella realtà non ero sola. Avevo una famiglia. Dei genitori.
E due
splendidi fratelli che mi proteggevano e che, sicuramente non avrebbero
mai permesso tutto quello.
Resisti, quindi, Rose...
é solo un sogno.
Solo
che il dolore lo sentivo. Sentivo terribili e lancinanti fitte in mezzo
alle gambe. Qualcosa di violento e prepotente era dentro di me e
pretendeva di ottenere ciò che tanto cercava.
Ma cos'è che
cercherà mai? Io non ho nulla
ormai... io.. non esisto più...
Sono completamente vuota...
Mi
risvegliai di soprassalto. Ero un pozzo di sudore e avevo il respiro
affannato. Era un incubo. Il terribile incubo che da ormai otto mesi mi
lacerava il petto. Stavo male. Malissimo.
Fuori era tutto buio.
Dovevo essermi addormentata dopo aver decretato che non sarei scesa a
mangiare, e da quello che sembrava, ormai la cena doveva essere finita
da un bel pezzo. Mi girai verso il led luminoso della sveglia. Le 03 e
45. Respirai a fatica, asciugandomi la fronte con la manica del
pigiama. Recuperai un elastico dal comodino e mi legai i capelli,
dopodiché mi raggomitolai nel letto, in cerca di pace,
aspettando in
pratica che i postumi dell'incubo svanissero, come sempre. Ma quella
volta non fu affatto facile. Forse era l'angoscia che già mi
portavo
dietro da quella giornata a farmi stare così male. E tutto
quello,
sommato ai miei pesanti ricordi, mi impediva di respirare correttamente
e di riprendere il controllo delle mie emozioni. Non c'era altra
soluzione. Avevo un disperato bisogno di aiuto.
Scesi dal letto e
aprii la porta, nel modo più silenzioso possibile. Piegai a
destra e
raggiunsi la prima porta del corridoio, subito dopo la scalinata che
portava al pianterreno. Decisi di non bussare. Sarebbe stato peggio.
Come immaginavo, non era chiusa a chiave e per questo entrai senza
difficoltà, richiudendomi la porta alle spalle. Mi avvicinai
cauta al
letto, cercando invano di regolarizzare i battiti e il respiro. A pochi
centimetri dal suo corpo addormentato, posai una mano sulla sua spalla
e lo mossi leggermente. Ma niente. Aveva il sonno pesante a volte
"Jasper!"
lo chiamai agitandolo con più forza. Passarono alcuni
secondi,
dopodiché lo sentii lamentarsi e mugugnare qualcosa di
incomprensibile
"Jasper,
svegliati.. ti prego!" non so se fu la mia presa sempre più
agitata o
il suono strozzato della mia voce a farlo destare del tutto. Si
girò
spaventato e non appena mi vide chiese subito
"Rosalie, cosa è successo?"
"L'ho
fatto di nuovo..." dissi tra le lacrime "L'incubo..." specificai. E non
ci fu bisogno di dire altro. Si mise a sedere e mi tirò a
sé,
abbracciandomi. Rimanemmo qualche secondo in quella posizione. Io a
piangere disperata, e lui a stingermi sempre più forte,
respirando
piano. Qualche minuto dopo mi trascinò sotto le coperte, e
mi stese
accanto a sé, continuando a stringermi con fare protettivo
"Rose... calmati... ci sono io, adesso!" mi rassicurò.
Singhiozzai, quasi strozzandomi con un respiro di troppo.
Già...
c'è lui... e c'è Edward... loro mi proteggono...
loro e nessun altro...
E
con quel pensiero mi addormentai finalmente, tra le braccia di mio
fratello, sprofondando in un sonno tranquillo, senza la minima traccia
di sogni.
Risposte
alle recensioni:
lisa76:
Beh, cara, che dire... ci vuole una buona dose di allegria (portata
dagli Swan e dai loro improvvisati giochetti di carte) e un'altra di
tristezza... però, sono davvero contenta che ti sia
piaciuto... adesso però attendo con ansia il tuo giudizio su
quest'ultimo sperando che, anche per questo, sarà
positivo... un grosso bacio e grazie ^^
maya
tabitha: Ciaooo cara... ma grazie, te sei troppo buona e
spero che anche qst volta perdonerai il mio leggero ritardo...
tranquilla nn lo prendo ad abitudine e prometto che il prossimo
sarà più veloce. Però.. qst
è più lungo ed intenso e spero apprezzerai ^^ hai
ragione, anche se Jasper si comporta male rimane sempre un personaggio
strabiliante e in quanto tale possiamo perdonarlo, no?^^ magari nn
sarà il migliore dei fratelli con Edward (x il momento) ma
con Rose... è tt un'altra storia... ti assicuro che in un
futuro prossimo saranno veramente fratelli... bene, il mio dovere l'ho
fatto, adesso tocca a te farmi sapere come hai trovato il capitolo...
attendo tue notizie con ansia... un bacione cara... ^^
yle_cullen:
Salve cara... (sweet star, che carino... *__*) tranquilla tesoro,
niente morto.. almeno non per il momento... ahahah no, scherzo... cmq
litigi a parte, la seconda parte e la spiegazione della reazione di
Rose è spiegata tt qui sopra... spero sia stato abbastanza
chiaro...^^ x qnt riguarda Bella beh... i presupposti siano buoni, e nn
sn sl loro ad essersene accorti.. (hi hi hi^^)... allora prima di tutto
parliamo di affari.. x il termine agostale possiamo fare un
preventivo... (facciamo due o tre milioni di euro???) così
ci riuniamo cn la Zanichelli e ne discutiamo... ahahah ^^ cmq, spero cn
tutto il cuore che l'esame di mate vada bene, io sono qui a fare il
tifo x te, e spero che tornerai a darmi buone notizie... un bacione e
un grande in bocca a lupo e spero che il capitolo ti sia piaciuto...
ciaooo ^^
cinzia818:
Salveee... hai ragione la lite è stata davvero brutta e ci
potevano essere davvero conseguenze catastrofiche... ma per fortuna
niente di grave (nn considerando il 'piccolissimo' graffietto sul
restro della macchina di Jazz ^^') cmq adesso ti spiego cosa
è successo... l'altra volta qnd ti ho chiesto di aggiornare,
non avevo visto che in effetti lo avevi già fatto eh eh eh
me stupidina... quindi immagino che se adesso te lo chiedo e poi vado a
controllare avrai aggionato... proviamo? Aggiorna presto XD... e cmq
cara, non complessarti... lascia perdere i passanti e sappi che se le
premesse della prima storia sono così allettanti immagino
come sarà la seconda storia che vorrai pubblicare.. io
aspetto con ansia... come aspetto il tuo commento del capitolo che
spero ti sia piaciuto... un bacione cara ^^
Chanellina94:
Salve... io credo che x la povera Bella serva un pò di aiuto
per metabolizzare la cosa. Forse potremmo aiutarla noi a capire.. che
ne dici?^^ beh, spero che anche qst capitolo sia stato di tuo
gradimento... fammi sapere, mi raccomando... un grande kiss ^^
Elfa
Sognatrice: Salve cara... probabilmente dopo
un'occhiataccia, avrei anch'io sospirato e lasciato perdere, ma qui nn
stiamo mica parlando di persone normali come noi ^^ quindi un bel
litigio ci voleva. Cmq per la serata ti chiedo di aspettare il prossimo
capitolo, così vedremo se e come ritornerà capo
Swan... bene, spero che il capitolo sia stato gradito... attendo tue
notizie, cara... un grande bacio ^^
robbycullen:
Ciauz cara... allora spero che il dottor Cullen sia
arrivato.. io giuro di averlo mandato a chiamare... e spero anche tu ti
sia ripresa dall'attacco dell'altra volta... oddio, è stata
colpa mia??? uhhh... scusascusascusascusa... nn l'ho fatto di
proposito, giuro ^^ cmq grazie x i complimenti... nn sai che piacere mi
fa sapere che ti è piaciuto così tanto (cm suona
male sta frase ^^) e giusto... qui serve cm minimo la protezione x i
bimbi, quella ultra abbondante, che nn si assorbe neanche se la togli
con la carta vetro ahahah... perlomeno era scusabile cm cosa... ^^
anche io adoro uno, ed è stato proprio per questo che l'ho
inserito nella storia... mi piaceva l'idea di vedersi riempire di carte
a vicenda, e vedere Alice barare un pò (e beh, altrimenti nn
sarebbe stata lei, no?^^) sono contenta che le mie parole ti abbiano
fatta stare meglio... se hai bisogno sono qui... davvero ;)... bene,
cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto.. attendo il tuo
giudizio... un bacione grande ^^
irly18:
Zaooo... ahaha addirittura si facevano scommesse? Come x i cavalli?
ahaha, e tu su ki avevi puntato sentiamo? ^^ cmq, sono davvero contenta
che ti sia piaciuto e grazie mille x i complimenti.. mi fai arrossire,
però... XD le tue ipotesi sono molto interessanti..
soprattutto quella degli alieni... ma... uffff... lo so che mi starai
odiando ma nn posso dirti né se hai azzeccato né
se nn lo hai fatto... quindi ti dico nì... ^^ se puoi,
perdonami... spero che anche qst capitolo sia stato apprezzato come il
precedente.. un bacione e fammi sapere ^^
Cullengio:
Salve cara... anche tu tifi per eddino, eh?^^ gli spalti x Jasper sono
praticamente vuoti, poveretto... ahahah credo che qst volta sia
leggermente in difetto.. ^^ e c'era pure d'aspettarselo... bene, spero
che apprezzerai il capitolo, e fammi sapere mi raccomando... un bacione
cara ^^
Norine:
Salve... che bello, adesso nn ti perderai neanche un capitolo, vero?
(me gongola felice^^) cmq in effetti un viaggetto da Jake/Emmet
sarà necessario ma.. non diciamoglielo a Jasper, magari,
essendo dietro, non se ne accorge... perchè se vede il
graffio, sono cavoli amari... ahahah bene, spero che il capitolo ti
abbia colpito.... fammi sapere, mi raccomando... un grande bacio ^^
Uchiha_chan:
Salve cara... o mamma, che bel commentino... ^^ allora, prima di tt me
felice che il capitolo e la lite ti siano piaciute.. un pò
le acque si smuoveranno per forza, come si sn smosse in qst capitolo,
ma è necessario che sia così... va bene la
narrazione lenta x randerla più veritiera, ma nn ci
si deve nemmeno addormentare, no?^^ sai cosa... alla fine la tua
richiesta nn la vedo così bizzarra... quella del POV di Jake
intendo... credo si possa fare e senza dubbio avrà un ruolo
prestante nella storia, e poi... diversamente da charlie, è
più semplice da gestire ^^... cmq colgo l'occasione x dirti
che se hai altre particolari richieste, nn esitare a chiedere ed io, se
potrò sarò felice di assecondarle... bene, cara,
spero che anche qst capitolo più intenso ti sia piaciuto,
fammi sapere... ciaoooo ^^
martya_c:
Salve... allora parto cn il dire che hai ragione, le acque sono troppo
calme, ma... ti assicuro che il fatto che Edward dorma dagli Swan non
sarà un avvenimento che passerà inosservato...
accadrà più di qualcosa, sia per qnt riguarda
capo Swan che la storia Ed/Bella (anche se storia ancora nn
è!) tranquilla, i consigli sono sempre ben accetti, e anzi,
qst mi fa capire che ci tieni alla storia e x qst ti ringrazio ^^...
spero vivamente che il mal di testa ti sia passato, e che sopratttto
qst capitolo particolarmente intenso ti sia piaciuto... qualcosa si
è mosso, qui daiii ^^ aspetto il verdetto finale, dunque..
un bacione cara... ^^
stezietta
w: Eccomi qui, a portare avanti la tua idea geniale e a
ricamare sopra qualcosa di nuovo... (forse il mio cervello grazie a te
ha ricominciato a funzionare^^) cmq nn preoccuparti nn hai nulla di cui
farti perdonare, anzi... hai fatto già troppo per me... ed
io nn so ancora che dire ^^ grazie mille ancora x la tua
apprezzatissima disponibilità tanto io e te... ci teniamo in
contatto, no??? eheheh, un bacio e spero che qst capitolo sia stato di
tuo gradimento... attendo conferma... ciao steeeee ^^
patapolo:
Salve... tranquilla tranquilla... niente armi di distruzione di
massa... ^^ cm vedi il bel quadretto è quasi completo...
manca solo qualche piccolo dettaglio da sistemare qui e lì e
la storia può considerarsi conclusa (nn considerando il
fatto che mancano tipo tutte le cose essenziali e circa trenta
capitoli, o qualcosa del genere ^^) quindi nn ti libererai tanto
facilmente di me, rassegnati XD ti adoro già, quindi... se
mai lista bianca... delle mie adorate lettrici che io rempirei di
abbracci e coccole. Quindi baci e coccole anche a te tesoro (ti da
fastidio se ti chiamo così???) bene, fammi sapere se il
capitolo ti è piaciuto... io aspetto in trepidante attesa...
un bacione ^^
niky90:
Ciao, che bello ritrovarti a recensire... qst significa che la storia
ti piace davvero e ne sono strafelice..... mamma mia che bello..
insomma ti piace il loro carattere, i loro rapporti, la loro
simpatia... ti piace tutto ^^ ed io nn potrei essere più
felice... in effetti quelli che sono cambiati di meno sono proprio Ed e
Bella.. anche se qualche aspetto è stato modificato... ad
esempio qst è meno timida, e lui è meno... ehm...
cm dire... paziente cn Jasper... ^^ bene, spero che anche qst capitolo
ti sia piaciuto, e stai tranquilla, se ne vedranno delle belle.. a
presto cara, un bacione...^^
piccola_pokemon:
Salve cara... le pause a volte fanno bene, quindi nn posso che
appoggiarti... ^^ però spero cmq che ti riprenderai presto
perché sarebbe un peccato fermarsi... ^^ (io ne so qualcosa
XD) ecco, per fortuna tu e tua sorella nn arrivate ai livelli di quei
due pazzoidi (nn ci credo che vi odiate cmq... sotto sotto vi volete x
forza bene ^^) e in effetti appena Jasper scoprirà della
macchina sarà molto difficile contenere la sua furia...
bene, cara, spero che anche qst capitolo sia stato di tuo gradimento...
nn vedo l'ora di sapere cosa ne pensi... un bacione a presto ^^
enifpegasus:
Che bello, pc nuovo significa che ti avrò intorno fino alla
fine, vero? (me spera, facendo gli occhietti dolci alla qui presente
lettrice^^) quello che mi hai fatto è stato il complimento
più bello mai fatto in assoluto... cioè ai detto
che quasi li preferisci ai personaggi originali??? o mio dio... nn ci
posso credere, nn so che dire davvero... è troppo bello per
me sentire (anzi leggere^^) una cosa del genere, quindi grazie mille...
me si commuove davvero ç__ç... vuoi la
verità? anche io gongolavo qnd ho descritto la scena dello
schiaffo.. doveva essere insapettato e così è
stato ^^ x quello ke farà Jasper nn posso dire niente, so
solo che prima o poi, a scuola dovranno necessariamente incontrarsi e
pertanto parlare... ma tu... vorresti la vendetta vero? (te sei sadica
cm me, che bello ^^ahahah) bene, spero che il capitolo ti sia
piaciuto.. fammi sapere... un bacione, cara... ^^
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Capitolo 21 *** Per te, questo ed altro! ***
Capitolo 21 (Bella & Edward POV)
Ehm
Ehm... *l'autrice fa il suo ingresso nella stanza... trova tutti i
lettori armati fino ai denti... rimane cosi O_____O e decide di levare
le tende prima di rimetterci qualche organo vitale..* Lo so... sono
un'incivile autrice che oramai aggiorna qnd le capita... vi chiedo
umilmente scusa... mi prostrerei ai vostri piedi ma se mi inginocchio
nn riesco a scrivere, quindi... sorvoliamo ^^ allora considerando ke
siete tt preoccupate x la reazione ispettore Swan all'intrusione di
Edward... vi lascio al capitolo, rinnovandovi le mie scuse e sperando
ke il capitolo dolce dolce dolce ^^ (da diabete insomma XD) vi
piaccia... un bacione immenso a tutti quelli ke mettono la storia tra
seguite e preferite, e soprattutto a ki si ferma a lasciare un commento
come sempre graditissimo... bene, ci vediamo sotto x le risposte ai
commenti... un kiss amoroso ^^
P.s.
Ci
tengo a sottolineare che le mie storie sono pubblicate solo su questo
sito e, pertanto se qualcuno si dovesse imbattere in qualche mia storia
pubblicata da qualsiasi altra parte, è pregato di avvisarmi
^^
grazie in anticipo!
Continuavo a ripetermi che
quella era una cavolata. Una grande, grandissima cavolata che avrebbe
portato l'ennesima lite furibonda e gli ennesimi schiaffi. Ma il
problema era un altro. Era Alice che gongolava felice per la casa, come
se fosse pienamente soddisfatta della sua idea omicida.
"Alice, smettila, per cortesia... non c'è niente di
divertente
in tutta questa storia!" la ripresi dopo l'ennesimo sorriso entusiasta
che le si stampò sul volto. Eravamo nella camera di Emmet, e
stavamo preparando il letto per Edward che, quella notte, avrebbe
dormito con noi, contrariamente alle regole ben precise di capo Swan.
"Coraggio, Bells... hai sentito che ha detto papà questa
mattina? Non sarebbe tornato prima delle dieci di domani... siamo a
cavallo, no?"
Certo... il cavallo morirà con noi...
"No, Alice... tu forse non ti rendi conto..." le feci fermandomi dal
sistemare il lenzuolo del letto del nostro ospite "Papà lo
fa
spesso... dice spesso di tornare ad un orario e se ne presenta ad un
altro... devo ricordarti quella volta che Emmet è tornato
più tardi del solito, proprio perché lui aveva
detto che sarebbe tornato il giorno dopo?" lei si bloccò a
sua
volta, diventando tutto un tratto livida in volto. Segno evidente che
si ricordava le grida, e la paura che ci avevano accompagnati in quei
momenti.
"Ma questa volta non succederà..." fece lei recuperando il
suo
ottimismo, e tornando a sistemare il cuscino. Scossi la testa
frustrata. Quella situazione non mi piaceva, e lo stesso pensava anche
Emmet, dato lo sguardo eloquente che ci eravamo scambiati in salone
poco prima. Ma tanto, ormai, il guaio era fatto. Edward era
ufficialmente nostro ospite, e questo significava solo una cosa:
sarebbero stati dolori, se capo Swan non avesse mantenuto i patti
prestabiliti quella mattina!
Pochi minuti dopo scendemmo in salotto, dove Emmet parlava al telefono,
e Edward se ne stava davanti alla finestra che dava sulla strada
deserta, ed osserva il paesaggio, pensieroso. Mi avvicinai a lui,
mentre
Alice si dirigeva in cucina.
"Tutto bene?" gli chiesi affiancandomi. Lui, si girò a
guardarmi e mi sorrise
"Diciamo di sì!" rispose con un'alzata di spalle
"Con chi sta parlando Emmet?" domandai facendo un gesto verso mio
fratello
"Con Rosalie... la sta avvertendo che questa sera rimango qui...
perlomeno non si preoccuperà!" ed il suo tono si era fatto
spento, e lontano
"Mi dispiace..." sussurrai, senza smettere di osservare il suo profilo.
Era bello, decisamente bello, e vedere la sua espressione accigliata,
era sicuramente molto affascinante. Si girò a guardarmi,
incuriosito. Trovò il mio sguardo incantato, e rimase
leggermente sorpreso. Io mi schiarii la voce ed abbassai la testa
imbarazzata
Che figura...
"Per cosa ti dispiace, scusa?" mi chiese curioso
"Beh, ecco... so che deve essere difficile litigare con qualcuno a cui
si tiene tanto. É capitato, a volte, che litigassi con
Alice...
e ti assicuro che tutte le volte che succede, mi sento uno schifo..."
ammisi tornando a guardarlo. Mi sorrise comprensivo
"Hai ragione... ti fa sentire male... però... nel mio caso
credo
sia leggermente diverso!" e tornò al suo sguardo lontano e
assente.
Cos'è? Cos'è che lo rende così?
C'è forse
qualcosa di più rispetto alla semplice litigata con il
fratello?...
"Ti riferisci a Rosalie?" azzardai. Lo sentii sospirare. Segno evidente
che avessi centrato il problema
"Già... so che lei, più di tutti, potrebbe
soffrire di questa situazione!" esclamò
"Dovete essere molto legati, allora..." constatai
"Molto più di quanto si possa immaginare!"
mormorò.
Probabilmente pensò di non essere stato ascoltato, ma io,
che
l'udito lo avevo perfetto, non persi neanche una sillaba. In quel
momento non potei fare altro che invidiare Rosalie. Se Edward parlava
di lei in quel modo doveva essere davvero essenziale per lui. Con
questo non volevo assolutamente dire che per me e i miei fratelli fosse
diverso, però... io non avevo mai visto qualcuno parlare
della
propria sorella con la sua stessa intensità e quella luce
negli
occhi.
"Vedrai che si aggiusterà tutto, ne sono sicura!" gli dissi
posandogli una mano sulla spalla. Tornò a sorridermi come
prima,
recuperando il suo autentico splendore
"Grazie, Bella!" mi disse, facendomi leggermente arrossire.
"Ehm... ehm..." qualcuno dietro di noi si schiarì la voce.
Se
possibile arrossii ancora di più. Ci girammo di scatto e
trovammo lo sguardo indagatore di Emmet.
Oh cavolo... fratello
noioso/geloso/ficcanaso in modalità on...
"Cosa ti ha detto?" gli chiese subito Edward avvicinandosi a lui. Emmet
si voltò a guardarlo e rispose
"Avvertirà lei i tuoi genitori... l'ho rassicurata del fatto
che
fossi con noi e che stessi bene, anche perché era molto
agitata!"
"Era quello che temevo!" bisbigliò l'altro frustrato
"Tua... sorella è molto emotiva.." constatò Emmet
pensieroso e perfino leggermente colpito. Un sorriso amaro comparve sul
volto di Edward
"Già... in particolar modo con me e Jasper... ogni volta che
litighiamo, lei... è quella che paga irrimediabilmente le
conseguenze!" spiegò portandosi una mano tra i capelli,
già scompigliati a sufficienza
"Un motivo in più per evitare in futuro di litigare ancora!"
osservò Alice affiancando Emmet
"Se dipendesse da me... Jasper a volte sa essere..." ma si
bloccò, come se volesse limitare le cattive parole verso suo
fratello
"Molto fastidioso?" terminò Alice la sua frase facendolo
scoppiare a ridere "Già... ne so qualcosa!"
"Dovrà pure avere un pregio questo ragazzo!" tentai io
speranzosa. Sia Emmet che Alice mi lanciarono un'occhiata di fuoco,
Edward invece ridacchiò
"Basta sapere come prenderlo... se lo si riesce a conquistare, Jasper
ti sa donare anche l'anima... ma... è molto, molto difficile
riuscire a conquistarlo!" ammise
"Mmm... buono a sapersi!" esclamò Alice
"Come, prego?" fece Emmet infastidito
"La mia vendetta non è ancora finita... lo schiaffo era
semplicemente un assaggio..." si difese lei, stringendo le braccia al
petto
"Vorresti farmi credere che... hai intenzione di conquistarlo davvero?"
le chiese Edward, tra il sorpreso ed il divertito
"Credi sia tanto difficile?" gli chiese lei accigliata
"Beh... niente è impossibile ma... non vorrei ti facessi
male con le tue stesse mani!" osservò pensieroso lui
"Non succederà..." rispose fiera mia sorella
"Alice!" la riprendemmo con tono severo sia Emmet che io
"Calmi, calmi... non succederà nulla di compromettente...
fidatevi di me, per una volta!" e sorrise, fin troppo maliziosamente
"Se non ti vendichi tu su Jasper, lo farà senza dubbio lei!"
esclamai rivolta ad un Edward ormai rianimato
"Suppongo che tra i due, lei saprà trovare il modo
più
efficace e doloroso!" fece divertito, mentre Emmet ed Alice salirono al
secondo piano, discutendo della precedente questione con tono animato
"Bella..." mi chiamò Edward. Mi girai a guardarlo. Mi
sorrideva,
imbarazzato. Ed io non potei che ricambiare ed arrossire a mia volta.
Visti così sembravamo quasi una di quelle coppiette alle
prima
armi. Al nostro primo appuntamento magari. Repressi uno stupido sorriso
nato involontariamente a quel pensiero
"Dimmi!" lo esortai
"Ecco io..." ma non riuscì a finire. Un rumore improvviso mi
fece raggelare il sangue, perfino su quelle guance ormai rosse ed
accaldate per via dell'imbarazzo. Conoscevo fin troppo bene quel
rumore. Quello stridio di freni che ogni giorno mi faceva perdere
qualche battito al cuore.
Hai
sentito che ha detto papà questa
mattina? Non sarebbe tornato prima delle dieci di domani... siamo a
cavallo, no?...
Non
doveva tornare. Non
doveva. Non dovevo fidarmi di Alice. Del suo maledetto buonumore.
Adesso sarebbero stati guai. E sarebbero stati davvero pesanti.
Ma
questa volta non succederà...
L'avevi
promesso Alice... avevi promesso che non sarebbe successo, e invece...
La porta d'ingresso si aprì, rivelando ai nostri occhi il
nuovo
arrivato. Vestito con la sua divisa di sceriffo, il cappello sotto il
braccio e le pistole infilate nelle apposite cinghie, c'era mio padre.
L'ultima persona che avrei voluto vedere il quel momento.
Si girò a guardarci, indugiando su Edward per poi schioccare
un'occhiataccia eloquente verso di me
Preparati Bella...
adesso arriva la sfuriata...
Ma la voce del nostro ospite, precedette qualsiasi tentativo
di parola
"Ehm... buonasera capo Swan... mi chiamo Edward Cullen... piacere di
conoscerla!" e gli tese la mano. Trattenni il respiro, sudando freddo.
Adesso urla, me lo
sento...
Capo Swan squadrò per qualche secondo Edward per poi
domandare
"Cullen hai detto?"
"Sì, signore!" rispose sicuro Edward. Charlie strinse gli
occhi, riducendoli a due fessure e gli strinse la mano
"Piacere mio, ragazzo!" sibilò, dopodiché mi
lanciò un'altra occhiata. La tensione era tangibile. Quasi
la si
poteva affilare con un coltello. E quel coltello ce lo aveva capo Swan
tra le mani, per di più, dalla parte del manico.
"Ehm... papà?" chiamai io incerta, avvicinandomi ai due.
Meno
Edward sospettava, e meglio sarebbe stato. Lui grugnì in
risposta
"Edward è nostro ospite questa notte..." spiegai con la voce
leggermente tremante. Edward dovette accorgersi di qualcosa,
perché mi lanciò un'occhiata preoccupata ed
aggiunse,
rivolto a mio padre
"Sempre che per lei non sia un problema!" il silenzio calò
prepotentemente nel salone. Si sentivano solo i nostri respiri, e i
battiti frenetici del mio cuore
"Nessun problema!" sputò infine, allontanandosi per andare
in
cucina. Tirai un impercettibile sospiro di sollievo. Ma forse... ero
stata troppo frettolosa, e il peggio ancora doveva arrivare.
"Vieni, ti mostro la camera!" e lo scortai di sopra, nascondendo
accuratamente le mani che tremavano incontrollate. Trovammo Alice ed
Emmet nella stanza di quest'ultimo, intenti a discutere ancora del caso
"Jasper".
"É... tornato p-papà!" esclamai a testa bassa. Mi
fu
impossibile, tuttavia, ignorare l'ombra che passò negli
occhi di
entrambi. Alice abbassò lo sguardoa testa, a disagio e
deglutì a fatica, mentre Emmet spostò la testa
verso la
finstra.
"Lavora sempre fino a quest'ora?" domandò Edward,
probabilmente
ignorando i nostri sguardi vacui e terrorizzati. Fu Emmet a rispondere
"Diciamo di sì... alcune volte non lo vediamo tornare prima
della mattina successiva!" e a questa esclamazione notai che Alice
strinse il copriletto, sul quale era seduta, in un pugno
"Strano... non pensavo che una città così piccola
potesse
richiedere la presenza costante delle forze dell'ordine!"
spiegò
Edward visibilmente sorpreso
"Ad ognuno le proprie grane, no?" commentò Emmet, con un
sorriso
tirato. Perfino uno stupido si sarebbe reso conto della tensione che
c'era tra di noi. E sapevo, per certo, che Edward non era affatto uno
stupido. Pertanto temevo che stesse già facendo due
più
due e che quelle domande non fossero altro che un diversivo per poter
dimezzare il disagio.
"Vieni, avrai voglia di darti una pulita... qui c'è il
bagno!" e
gli mostrò la piccola stanza in fondo al corridoio "E qui ci
sono spazzolino e pigiama... ti andrà leggermente grande,
ma...
sempre meglio che indossare una camicia da notte di Alice interamente
rosa!" commentò Emmet divertito. Almeno lui era capace di
cambiare umore facilmente. Edward se la rise di gusto e
sparì
assieme all'orso nel piccolo bagno. Sospirai di nuovo, quella volta
più a lungo
"Che ti ha detto?" mi chiese subito Alice agitata
"Cosa vuoi che mi abbia detto.... niente..."
Quando non parla, sono
gli occhi a farlo per lui, e non so quale delle due sia peggio...
"Bells, davvero, io..." cercò di dire, ma la interruppi con
un sorriso
"Stai tranquilla... non è successo nulla!" la rassicurai,
anche
se dentro di me, tramavo di paura, anzi... di vero terrore
"Adesso penserà che l'idea è stata tua, e si
arrabbierà... devo scendere e spiegargli tutto
così
capirà che tu non c'entri nulla!" e fece per avviarsi alla
porta, ma io la bloccai
"Lascia perdere... così complicherai soltanto la
situazione!" la
pregai. Lei ci pensò qualche istante, ma prima di parlare,
venimmo sorprese da un richiamo, proveniente dal pianterreno
"Bella... vieni qui!"
Cazzo, cazzo, cazzo....
"Ci vado io!" affermò Alice temeraria. La bloccai di nuovo
"No! Ha chiamato me, devo andarci io!" esclamai, con la voce
stranamente ferma. Ma sapevo che era solo apparenza. Sapevo che in me
era più grande la paura di sapere Alice, così
piccola,
nelle sue mani, piuttosto che immaginare di essere io a dover pagare lo
scotto per aver disubbidito apertamente al divieto di papà.
Così, cercai, per quello che mi fu possibile, di moderare i
battiti e di concentrarmi sul bene di mia sorella
"Ma... Bells..." tentò
"Devo andarci io!" ripetei e, come se salutassi per l'ultima volta un
familiare, prima di partire per la guerra, le sorrisi e mi incamminai
verso il pianterreno, e verso l'incubo fatto a persona.
Un intruso. Ecco come mi sentivo in quel momento. Uno stupido intruso
che era andato in quella casa con il senno di poi e la sciocca
presunzione di poter approfittare indebitamente di
un'ospitalità
che, magari, non mi era stata del tutto accordata, ma concessa
più che altro per educazione. Ed io, altrettanto per
educazione,
avevo fatto finta di niente ed accettato quell'atmosfera pungente dal
momento in cui Alice mi aveva proposto di rimanere a dormire
lì.
Non mi erano di certo sfuggite le occhiate di preoccupazione pura che
Bella ed Emmet si erano scambiati, successivamente a quella proposta,
eppure avevo lasciato correre, sperando, in cuor mio, che si trattasse
di semplice apparenza. Un'idea sbagliata, che il mio solitario neurone,
ancora scosso per la lite con Jasper, si era fatto. Eppure quegli
sguardi erano chiari. C'era preoccupazione nei loro occhi e sorpresa,
magari per il fatto che la piccola Alice avesse tirato fuori di sana
pianta quella trovata dal nulla.
Poi la sorpresa si era tramutata in disagio. Come se cercassero il modo
più indolore per dirmi qualcosa di maledettamente
imbarazzante.
Proprio per questo motivo, avevo chiesto se per caso la mia permanenza
in quella casa recasse in qualche modo disturbo, o peggio ancora,
fastidio. L'ultima cosa che volevo fare, era mettere in
difficoltà le uniche persone che si fossero dimostrate leali
e
disponibili verso di me.
Li potevo considerare degli amici con la a maiuscola, nonostante li
conoscessi da una decina di giorni. Eppure, parlare con loro mi veniva
facile, e ancora di più era per me fidarmi. Mi ispiravano in
maniera positiva, molto di più, rispetto a quelle persone
che, a
New York, per anni, mi ero ostinato a chiamare amici. Mi avevano
aiutato, senza aspettare nulla in cambio, solo e soltanto per il
piacere di farlo. E di questo sarei stato loro eternamente grato. Come
lo sarei stato ovviamente per l'ospitalità, se pur restia,
che
mi avevano accordato. Nonostante non ne fossero pienamente convinti, ad
eccezione fatta per Alice, io mi ritrovavo in quella casa, a dividere
la camera con Emmet e a fissare il soffitto, incolore al buio,
chiedendomi cosa diamine ci facessi lì, invece di essere
nella
mia stanza. Invece di essermi preso le mie responsabilità a
muso
duro.
Ero un vigliacco. Un idiota vigliacco che aveva preferito scappare,
piuttosto che rimboccarsi le maniche ed affrontare la
realtà. Mi
vantavo tanto della mia galanteria e del mio impeccabile autocontrollo,
ma, in quel momento, non ero riuscito a cacciare fuori le palle e
risolvere la questione con mio fratello. E mi sentivo una merda per
questo. Un inutile coglione, per giunta intruso, che troppo tardi
iniziava a realizzare il tutto.
Sei un coglione Edward
Cullen... molto di più di quanto pensavi lo fosse tuo
fratello...
Era questo che mi continuava a ripetere la voce nella mia testa, mentre
cercavo invano si prendere sonno. In un primo momento attribuii la
colpa al cambio del letto. Si sa, quando si cambia materasso,
è
spesso difficile abituarcisi, però... lì era
diverso.
Erano i sensi di colpa ed il disagio che non mi facevano chiudere
occhio. E più tentavo di ripetermi che quello che avevo
fatto
era giusto, e più mi sentivo maledettamente ridicolo.
Sbuffai irritato, stando attento a non infastidire Emmet che
continuava a dormire tranquillamente nel letto accanto al mio.
Un pò erano da invidiare lui e la sua famiglia: formavano un
bel
gruppo affiatato, e mai, in quei giorni, li avevo visti litigare.
Certo, avranno senza dubbio avuto anche i loro momenti no, le loro liti
furiose, ma ero certo che mai, Emmet si fosse sentito così
vigliacco come mi stavo sentendo io in quel momento.
Non ero mai stato un tipo istintivo, non avevo mai gridato in quel
modo, neanche verso Jazz, che, in più di un'occasione, mi
aveva
fatto saltare i nervi. Ma non avevo mai reagito. Perché io
ero
quello riflessivo e pacato fra noi tre. Almeno, lo ero un tempo. Forse,
stando costantemente a stretto contatto con Jasper, era riuscito a
cambiare anche quel lato del mio carattere.
Sorrisi a quel pensiero.
Ci mancava solo questa...
Tornai a fissare il soffitto nero e, senza neanche pensarci, mi coprii
gli occhi con il dorso della mano. Era come se quella posizione mi
conciliasse i pensieri. E infatti, subito mi tornò in mente
una
cosa importante. Come un fulmine in ciel sereno: Rosalie. Mi tirai su a
sedere in uno scatto fulmineo. Come se fossi stato punto da qualche
insetto.
Cazzo, Rose...
Quanto ero stato stupido? Non solo mi ero comportato da idiota e avevo
mandato al diavolo il mio perfetto essere galante e gentiluomo, ma
avevo perfino dimenticato la cosa essenziale, mia sorella. Come avevo
potuto essere così stupido? Lei contava su di noi. Il nostro
legame era il suo unico appoggio. Ed io... io e Jasper avevamo rovinato
tutto. L'avevamo abbandonata...
Merda! Adesso
sì che mi sento un grandissimo coglione...
Dovevo parlarle assolutamente. Solo che... guardai l'orologio del
cellulare. Le due e mezza di notte. Eh no, non era proprio il caso di
chiamarla. Avrei peggiorato soltanto la situazione, allarmandola
inutilmente. Così, per stemperare l'angoscia, mi alzai e,
facendo il minimo rumore, uscii dalla stanza.
Una volta nel corridoio sospirai e mi diressi verso il bagno, che mi
aveva mostrato Emmet prima di andare a dormire. Era accanto alla sua
stanza e veniva utilizzato sia da lui che dalle sue sorelle.
E pensare che, eccetto
me, ognuno, a casa mia, ha il proprio bagno in camera...
Questo pensiero, senza conoscerne il motivo, mi fece sentire
maledettamente a disagio. Di nuovo.
Con tutta l'accortezza di cui disponevo, aprii la porta e me la
richiusi alle spalle, accompagnandola fino al battente. Cercai a
tentoni l'interruttore della luce lungo il muro, visto che la stanza,
nonostante vi fosse una finestra interamente spalancata, era immersa
nel buio. Ma mi bloccai. Un rumore. Un piccolo singhiozzo mi aveva
fatto congelare il sangue. Ascoltai per qualche istante solo i battiti
accelerati del mio cuore e quei leggeri lamenti, provenienti da
chissà dove in quella stanza. Non sapevo che fare. Se far
finta
di nulla e tornarmene a dormire, oppure accertarmi della
situazione.
Come sempre, il mio essere galante si mostrò l'unica cosa
sensata.
"C'è qualcuno?" chiesi in un sussurro, mentre con gli occhi
stretti a due fessure, scrutavo l'oscurità. Il lamento di
interruppe bruscamente ma mi fu impossibile ignorare una sorta di
singhiozzo represso. Seguirono alcuni istanti di puro silenzio durante
i quali pensai addirittura di essermi immaginato tutto, ma uno
scrosciare al mio fianco mi fece ricredere. C'era qualcuno, e quel
qualcuno cercava di andare via dalla stanza. Istintivamente allungai
una mano, fino a bloccare il polso del fuggitivo. Era un polso esile,
certamente di donna. Un altro singhiozzo riempì l'aria
"Bella... sei tu?" chiesi, mentre lentamente i miei occhi, ormai
abituati all'oscurità, iniziavano a scorgere forme e colori
e
non più soltanto un'immensa macchia nera. Ma non rispose.
Continuava a singhiozzare lentamente, come se avesse paura di
compromettersi maggiormente. Ma ormai avevo capito chi era. Avevo avuto
una giusta intuizione. Si trattava di Bella. Iniziavo a distinguere
chiaramente i suoi capelli mossi, tenuti sciolti sulle spalle. Ne
vedevo il braccio che stringevo nella mia mano. Vedevo la bocca,
socchiusa per respirare meglio. E vedevo quegli occhi, quasi
spalancati, timorosi di qualcosa che io ignoravo. Ma peggio ancora,
riuscii a scorgere quelle lacrime. La causa di quei lamenti.
"Bella... cos'è successo?" chiesi preoccupato. Mi guardava,
attraverso l'oscurità e piangeva, piangeva come mai credevo
potesse fare
"Cos'hai?... Perché stai piangendo?" le domandai ancora, non
avendo ricevuto la benché minima risposta da lei. E ancora
una
volta rimase in silenzio. Poi, all'improvviso si buttò tra
le
mie braccia e scoppiò in un pianto liberatorio. Silenzioso e
liberatorio. Non seppi cosa fare. Ero bloccato, bloccato dalla sua
stretta che implorava di essere ricambiata. Ed io così feci.
La
strinsi, senza proferire parola. Sapevo che sarebbe stato meglio
così. Sapevo che sarebbe stato, senza ombra di dubbio,
meglio
per lei. Rimanemmo così per un pò, mentre le
lacrime e i
singhiozzi uscivano incontrollati e la mia stretta si faceva in qualche
modo più salda. Più... protettiva.
Cosa ti ha ridotto in
questo stato, Bella? Cosa?....
Scivolai lentamente a terra, trascinandola con me, e poggiai la schiena
alla porta chiusa. Era poggiata al mio petto, con le mani salde dietro
il collo, e singhiozzava, mentre le sue spalle si alzavano e si
abbassavano sommessamente. Mi sentivo inutile. Possibile che non
potessi fare nulla per lei? Possibile che semplicemente
ignorare
il motivo di quelle lacrime mi compromettesse di trovarne un rimedio?
Ecco un altro motivo per
cui sentirmi un coglione...
Stavo giusto maledicendo me stesso per l'ennesima volta, quando la sua
voce, rotta dalle lacrime, arrivò al mio orecchio
"Mi... di-spi-ace..." era poco più di un sussurro, ma averla
allacciata al petto di certo aveva aiutato ad udirlo
"Bella... stai tranquilla... non hai nulla di cui dispiacerti!" cercai
di convincerla, accarezzandole i capelli. Erano morbidi, se pur
leggermente spettinati. Emanavano un odore di pesca, così
come
il resto del suo corpo. Era invitante ma allo stesso tempo
maledettamente dolce. Mascherandolo come un gesto di consolazione,
avvicinai il naso alla sua guancia, per sentirne maggiormente la
fragranza. Invitante era proprio la parola giusta. Non avevo mai
sentito un odore del genere, e né tanto meno mi ero sentito
in
quel modo, prima di allora. Era una sensazione strana e del tutto
nuova. Ero inebriato da quell'essenza e da quel calore del suo
corpo gusto pesca. In quel momento non sapevo neppure se sarei
riuscito a staccarmi da lei, prima o poi.
Senza neanche accorgermene i suoi singhiozzi sparirono, e di
conseguenza le lacrime. Il respiro andava via via calmandosi e la
stretta iniziava a diminuire, diventando impacciata e timorosa. Decisi
che era arrivato il momento di parlare.
"Come ti senti?" le chiesi, senza allontanarla minimamente da me. Ormai
ero totalmente assuefatto dalla sua presenza. Allontanarmene sarebbe
stato fastidioso e difficile
"Meglio... grazie!" sussurrò al mio orecchio. Avevo ragione
era
intimorita. Forse, a mente lucida, si era iniziata a vergognare di quel
suo gesto improvviso. Abbracciarmi senza darmi modo e tempo di reagire.
Ma... in fondo era stato particolarmente piacevole e sorprendente.
"Ti va di parlarne?" le chiesi ancora. La sentii trattenere il fiato, e
di conseguenza lo trattenni anch'io
Cosa ti succede piccola
Bella? Perché dai tuoi occhi sorridenti sono sgorgate
lacrime dolorose?...
"Non... posso!" sussurrò agitata, ed un singhiozzo
la colse
alla sprovvista. No, non poteva piangere di nuovo. Non dopo che era
riuscita a smettere. Maledetto me... maledetto me e quando avevo deciso
di farla parlare. La strinsi più forte, iniziando ad
accarezzarle lentamente i capelli lunghi e profumati
"D'accordo... se ne avrai voglia lo farai... non posso e non voglio
costringerti!" la rassicurai allora. Sospirò. Un lungo
sospiro
che la fece nuovamente calmare
"Grazie Edward!" mi disse, accucciandosi meglio sul mio petto, ed
avvicinando le gambe al suo. Se qualcuno ci avesse visto in quel
momento, avremmo senza dubbio dato l'impressione di una coppia di
fidanzati, intenti a scambiarsi tenere effusioni in un bagno.
Una coppia di fidanzati?
O mio Dio... la pesca deve avermi dato alla testa...
Avevo solo un desiderio. Farla stare bene. Volevo che le passasse quel
momento di debolezza e che sul suo bel viso ricomparisse quel sorriso
sincero e piacevole che le incorniciava il volto. Volevo scorgere di
nuovo quel leggero rossore che la contraddistingueva ogni volta che le
sorridevo. Volevo che tornasse la Bella che avevo imparato a conoscere
e a voler bene. Perché quella che stringevo tra le braccia
non
era la vera Bella Swan. No, quella era solo una piccola parte fragile,
che si era concessa un libero sfogo e cercava disperatamente riparo tra
braccia sincere. E poco importava se quelle braccia fossero mie o se a
farla sorridere ed arrossire fosse stato qualcun altro. Bella non
doveva stare male. Questa era l'unica cosa di cui mi interessava in
quel momento. Jasper, le nostre liti, la mia voce immaginaria, Edward
Cullen e perfino mia sorella... erano tutti passati in secondo piano.
In quel momento per me, contava solo Bella. Inspiegabilmente ed
incondizionatamente solo lei. E non sapevo spiegarmi il
perché.
Forse per via di quel ravvicinato contatto o per via delle sue lacrime
o forse ancora si faceva avanti nuovamente quella stupidaggine della
galanteria. L'unica cosa certa, per me, era la voglia di vedere Bella
sorridere, come sempre.
"Sta tranquilla... per te, questo ed altro!" esclamai, ritrovandomi
inconsapevolmente a sorridere.
Risposte
alle recensioni: (waw 23! Ke billu^^)
Shinalia:
Salve cara, ecco la risposta alla tua domanda... gli sguardi feriscono
molto di più delle parole ^^ bene, spero che sia stato
gradito, fammi sapere mi raccomando... un bacione ^^
mine:
Salve cara... sono contenta che sei riuscita a metterti in pari cn i
capitoli e che ti siano piaciuti così tanto da farti
commuovere cn l'ultimo... ^^ lo ammetto rileggerlo commuove anke me,
perchè essenso donna posso capire come ci si sente ad essere
trattate così... è un vero schifo... e poi,
Jasper che fa il fratello finalmente rimette la testa a posto...
chissà che qst storia nn lo faccia cambiare leggermente ^^
cmq, x qnt riguarda capo Swan eccoti accontentata spero di nn averti
delusa... fammi sapere un bacione ^^
Norine:
Salve cara... in effetti Jasper qnd si tratta di sua sorella cambia
radicalmente (cosa che nn fa cn suo fratello xò!) tranquilla
nessuno muore nel sonno... capo Swan nn arriva a qst almeno nn fa nulla
ke comprometterebbe la sua prestigiosa carriera... cmq, spero che il
capitolo sia stato gradito... fammi sapere un bacione ^^
Cullengio:
Ma ciaooo... cavolo che belle parole... davvero grazie mi ha fatto
davvero piacere che ti abbia toccato il capitolo tanto da farti
commuovere (nn sei pazza... rileggerlo commuove anche me ^^) spero che
anche qst capitolo sia stato gradito... fammi sapere.. un kisss ^^
valeego:
Salve... allora prima di tutto grazie x aver recensito la mia storia...
primo perché lo hai fatto e secondo grazie x avermi detto
quelle meravigliose parole... sapere che la mia storia ti è
piaciuta al punto da farti venire voglia di recensirla, mi ha fatto un
piacere immenso (nn so neanche se si possa dire ^^) quindi grazie
davvero... hai ragione... modellare una storia su personaggi
già esistenti è difficile soprattutto
perchè vorrei in qualche modo provare ad essere innovativa e
nn semplicemente la copia rudimentale della zia Steph ^^ dalle tue
bellissime parole sembra proprio che qualcosa di buono la sono riuscita
a fare ^^ (me gongola felice!) cmq.. per rispondere alle tua domanda...
io Rose nei libri l'ho sempre avuta leggermente sulle scatole (mea
culpa^^) quindi ho voluto smontarla pezzo per pezzo e ricreare una
nuova Rosalie, in qualche modo più umana... vederla fragile
e dipendente dall'appoggio dei suoi fratelli mi ispirava... rosalie
forte nn si sarebbe di certo abbattuta x la tragedia nello stesso modo
di qst altra... quindi... viva la fantasia ^^ spero di essere stata
abbastanza esauriente... se hai altre curiosità domanda
pure... spero che continuerai a seguirmi, mi farebbe immensamente
piacere... un bacione e grazie ancora ^^
enifpegasus:
Salve cara... che cara che sei... addirittura asp l'aggiornamento (sxo
che qst volta tu nn sia invecchiata troppo davanti al pc^^) uh uh tu
vuoi la vendetta di Jasper (che ormai da qnt ho capito è
diventato il tuo idolo della storia ^^) solo che, per il momento ha una
questioncina da risolvere... sai cm'è... un fratello
scappato di casa, una sorella disperata... la nanetta dovrà
ritenersi fortunata ^^ cm hai notato tu, rose è molto
più fragile di qnt voglia far credere e qst cosa della lite
l'ha vissuta proprio male... è cm se le fosse venuto a
mancare un pezzo fondamentale... sei esperta di tecniche di tortura,
eh? ahahah nn credo servino cmq ti ringrazio x la proposta... la
reazione di capo Swa la trovi tutta qui sopra sperando che sia stata
apprezzata, cm il resto del capitolo... bene, adesso ti lascio,
rinnovandoti i miei ringraziamenti... un kiss ^^
Elfa
Sognatrice: Salve... grazie x i complimenti... sn contenta
che il sogno sia stato realistico, era proprio quello ke volevo ^^ si i
due fratelli hanno un attimino dimenticato le proprie
priorità, ma sta tranquilla... sn tardivi a capire ma prima
o poi ci arrivano anche loro ^^ bene, cara, spero che anche qst cap ti
sia piaciuto... fammi sapere un bacione ^^
hale1843:
Salveeeeee... sono contenta che il capitolo della litigata ti sia
piaciuto e che soprattutto ti abbia intenerito così tanto la
reazione di rose al sogno... immaginarmela disperata e in cerca di
aiuto tra le braccia di Jasper mi piaceva cm idea... era
così tenera ^^ uh cara, grazie davvero x i caomplimenti sn
contenta che la ff ti piaccia... spero continuerà a piacerti
anche in seguito... fammi sapere x qst capitolo... un bacione ^^
elys:
Salve... oddio le tue parole mi hanno fatto immensamente
piacere.. davvero ti piace così tanto la mia storia? Uh che
bello ^^ beh, che dire... grazie mille e spero che anche qst capitolo
ti sia piaciuto... sarei contenta se continuassi a seguirmi, mi farebbe
piacere... un bacione e grazie ancora ^^
Uchiha_chan:
Salve cara... e già... le prime emozioni che rose si trova
inspiegabilmente a vivere grazie ad emmet (anche sl grazie alla sua
voce) sn molto tenere... ben presto si renderà conto del
motivo per cui sentire il suo nome le fa battere così tanto
il cuore... per qnt riguarda Jazz-Rose... in effetti tra di loro
c'è cmq un forte legame che li porta a cercarsi sempre... un
pò per il fatto di essere gemelli e un pò per la
questione del passato di lei... lui e edward sn pur sempre i suoi punti
d'appoggio. Sono contenta di essere riuscita a centrare il punto nella
descrizione.. avevo paura di essere troppo sbrigativa o insensata
è pur sempre qualcosa di orribile e decriverlo è
complicato davvero... sì l'autore è uno solo, e x
sapere qualcosa su di lui, bisognerà aspettare il racconto
di tutto l'accaduto drettamente dalla voce d Rose... Alice e Jasper
hanno ancora strada da percorrere, ma tolte le difficoltà
saranno quelli che... ahhhh... zitta (stavi spoilerando vero????
ndcoscienza) (chi? Io? noooooo ndme^^) bene, spero che il capitolo sia
stato gradito fammi sapere... un kiss ^^
sammy88:
Ma anche io ti adoro... grazie x aver lasciato un commento
(meraviglioso tra l'altro) e sn contentissima che la storia ti piaccia
così tanto ^^... spero adesso di nn averti delusa cn qst
capitolo e soprattutto spero che continuerai a seguirmi, cosa che mi
farebbe estremamente piacere... un bacione cara, e grazie ancora di
vero cuore ^^
cinzia818:
Zao... sono contenta che il capitolo del sogno ti abbia emozionato, in
effetti è molto toccante, soprattutto perchè a
distanza di tempo lo ricorda ancora perfettamente (purtroppo!)... x la
reazione di babbo Swan spero che il capitolo ti abbia chiarito un
pò le idee, niente botte x Edward (almeno per lui ^^) bene,
spero che la mia recensione sia stata gradita... e spero che qst
capitolo ti sia piaciuto... attendo notizie.. un bacione cara ^^
lisa76:
Salve... sono lieta di sapere che il capitolo scorso ti è
pienamente piaciuto... in effetti Bella prova inconsciamente un certo
interesse x Edward che di certo nn nega la bellezza di lei... (che
dolci) x qnt riguarda Rose... la sola voce di Emm le da benessere,
senza neanche accorgersene, e ben presto ne capirà il
motivo... bene, spero che qst capitolo sia stato gradito... fammi
sapere un kiss ^^
piccola_pokemon:
Salve cara... sn cotenta che il rapporto Ed-Rose-Jasper t piaccia
(forse anche loro si vogliono bn a modo loro, un pò cm te e
tue sorella ^^) la scentata della macchina arriverà prima o
poi (e poi dirai sul serio povero Edward^^)... bene, spero che il
capitolo ti sia piaciuto... attendo tue notizie... un bacione cara ^^
robbycullen:
Salve cara, in effetti fratello orso è leggermente
impiccione... immagina cm sarà complicato (nn tanto x bella)
qnt x Alice convincerlo a farla stare cn Jasper (tremo sl all'idea ^^)
però, è il suo dovere... proteggere le due
sorelle al posto del padre... sono contenta che dottor Cullen ti sia
stato utile (eh sì, fa lo stesso effetto anche a me ogni
volta che lo mando a chiamare!) ma... tale padre.. ^^ cmq, cm dice il
cap, ci tengo alla tua salute fisica e mentale, pertanto... x te qst ed
altro ^^ bene, cara, sxo ke il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere.. un mega kiss ^^
G_i_s_y:
Ciao.. prima di tt grazie x aver commentato, sappi che mi ha fatto
molto piacere... in effetti immaginarsi Charlie cattivo è
difficile è un pò cm immaginarsi Jasper sadico
ahahah... nn so se rendo l'idea... bene, sper che continuerai a
seguirmi, mi farebbe estremamente piacere.. un bacio e grazie ancora ^^
martya_c:
Salve cara... sono contenta che l'incubo raccontanto sia riuscito a
rendere l'idea, e soprattutto sn contenta che l'idea sia stat resa
anche cn semplici parole, meglio così^^ in effetti a rose
serve proprio un pò di calore, ed Emmet fa proprio al caso
suo (più braccia forti delle sue è difficile
trovare^^) ahahah Emmet in versione radar mi piace, peccato che
funzioni solo sugli altri e nn su se stesso... cmq grazie x la fiducia
spero che qst capitolo sia stata la prova lampante che nn voglio
assolutamente deluderti... fammi sapere se ti è piaciuto..
un bacione ^^
yle_cullen:
Zao cara... if you like english I can write all the answer
in this way... so... (seeee ma sei matta???? se mi metto a parlare
così mi ricordo che la scuola inizia tra meno di dieci
giorni e allora è la fine ^^) cmq... vaneggiamenti a
parte... caraaaa... sn contenta che il capitolo ti abbia appassionato
così tanto... la povera rose trova rifugio tra le braccia
del fratello e nella voce di Emmet... spero che babbo-pazzoide ti abbia
colpito... (io se fossi in Alice preparerei le valigie)
però, anche grazie a babbo Swan c'è stata la
scena fiale... (io nn dico nulla perchè nn so se hai
già letto o meno il capitolo!^^)... allora parliamo
d'affari... hai avuto un'ottima pensata... tre milioni a testa
basteranno (io avrei chiesto di +^^) e se loro ci cacceranno a calci,
andremo dalla mondadori o dal Ragazzini... qualkn dovrà pur
rendersi conto di qnt potenzialità può avere qst
nuovo termine... il numero di alice nn ce l'ho ma in compenso ho le
mutande di edward... prima o poi dovrà passare da casa mia a
riprendersele e allora gli chiederò il numero ahahah cmq ti
rinnovo i miei in bocca al lupo per i risultati (che dovrebbero essere
usciti oggi a qnt mi hai detto,quindi fammi sapere!) sicuramente
l'eternit che ci ho messo x aggiornate ti avrà dato modo di
tornare a casa (almeno spero ^^) altrimenti ci sentiamo al tuo
ritorno.. un bacio cara e buon viaggio ^^
irly18:
Salve... oddio oro... che bello ^^ grazie mille davvero mi hanno fatto
moto piacere le tue parolem giuro... allora, l'incubo effettivamente
è toccante, però... racconta sl in minima parte
il dolore che deve aver provato lei... stai tranquilla... la
consolazione di Emmet è stata già messa in conto
e verrà molto presto... x qnt riguarda invece capo Swan
spero che il capitolo sia stato gradito... fammi sapere mi
raccomando... un bacione e grazie ancora ^^
maya
tabitha: Salve cara... sono contenta che il capitolo
toccante di rose ti abbia colpito... e poi Emmet orso deve iniziare a
marcare il territorio (un pò cm i gatti XD) se vuole che la
piccola rosellina rimanga tt per lui... direi che i presupposti sn
buoni però.. hai detto che ti piacciono i capitoli lunghi e
anche qst volta mi sn sbizzarrita.. spero apprezzerai... bene, cara,
spero che il cap ti sia piaciuto.. fammi sapere.. un bacione ^^
stezietta
w: Cara... ok ok la smetto di ringraziarti, è
che mi viene spontaneo ^^ cmq, se emmet fosse andato a casa di rose,
probabilmente Jasper avrebbe sfogato la rabbia accumulata su di lui (e
nn so se gli sarebbe convenuto ^^) quindi x il momento è
megio ke continuano a vedersi a scuola o cmq lontano dagli occhi di
Jazz... x Alice... stai tranquilla nn ti deluderò (sue
testuali parole ^^) bene, cara, spero che il cap sia stato gradito..
fammi sapere un kiss^^
eMiLy
BlOoD: Salve. prima di tt grazie x aver recensito... mi ha
fatto mooolto piacere ^^ allora, rispondo subito alla tua domanda...
no, non è stato lui, per due semplici ragioni: uno, qnd lei
è stata violentata abitava a New York (città da
cui stanno scappando tra l'altro proprio x qst motivo) e Charlie e
famiglia nn si sn mai mossi da Forks, e due perché
nonostante sia leggermente brusco e violento, nn si permetterebbe mai
di abusare sessualmente di qualckn... almeno qst concediamoglielo ^^
cmq, se hai latre perplessità, domanda pure, sarò
felicissima di risposondere... spero cmq che continuerai a seguirmi
perchè mi farebbe piacere.. un bacio e grazie ancora ^^
niky90:
Ciao cara, e grazie x la tua ennesima recensione (molto apprezzata, sia
chiaro ^^) sn contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero
nn mi ucciderai per nn aver messo Jasper ed Alice ma Bella e Edward, ma
avevo la necessità di spiegare alcune cose, e mi servivano
loro due x farlo... il prox ti prometto che arriveranno nanetta e capra
tt x te ^^ fammi sapere cm hai trovto il cap, mi raccomando.. un bacio
grande ^^
|
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Capitolo 22 *** Non così diversi ***
Capitolo 22 (Jasper & Alice POV)
Weeee, bella gente, come
promesso qst volta nn vi ho fatto attendere poi molto... certo erano
molto più piacevoli gli aggiornamenti flash
però.. cercate di essere clementi cn me ^^... bene, su qst
capitolo ci tengo a precisare un paio di cose.. vi prego soprattutto di
non giudicare male né Rose né Bella (leggendo ne
capirete il motivo!), magari i loro comportamenti vi sembreranno
egoistici oppure insensati, ma... in alcuni casi un pò di
sangue fermo ci vorrebbe... cmq, spero che il capitolo sia di vostro
gradimento... è il più lungo che abbia fatto fin
ora e devo dire che mi soddisfa parecchio anche se... qnd lo avevo
immaginato era totalmente diverso... beh, basta, a voi l'ultima
parola... rendetemi come sempre felicissima del vostro affetto ^^ un
grazie a tutti... ;)
Come
era bello dormire. Dormire e non pensare, perché chiudere
gli
occhi allontanava di conseguenza tutte le preoccupazioni o i brutti
pensieri. Ed era quello che avevo fatto, avevo chiuso gli occhi e mi
ero abbandonato ad un sonno ristoratore e benefico. In certi casi ne
sentivo proprio il bisogno. E quella era stata una di quelle occasioni.
Se solo non ci fosse questo maledetto rumore a darmi fastidio in
sottofondo, sarebbe tutto magicamente perfetto...
"Jazz..." mi sentii chiamare. Era una voce familiare, fin troppo vicina
al mio orecchio. Come lo era anche quel fastidioso rumore che
incessantemente continuava a disturbare il mio sonno
"Jasper..."
Jazz... Jasper... il rumore... ma si può sapere cosa succede
oggi?...
Aprii di malavoglia di occhi, e scrutai la situazione. Ero in camera
mia, su questo non ci pioveva. Camera mia, uguale letto mio... bene...
fino a lì ci siamo. E allora quel rumore? E quella voce?
"Ma sei diventato sordo per caso?" eccola di nuovo, leggermente
impastata ma lo stesso facilmente comprensibile. Abbassai gli occhi,
fino a trovare una chioma bionda, schiacciata contro il mio petto
Il lupo perde il pelo...
Mi ritrovai a sorridere, come un cretino. Dopodiché allungai
la
mano verso il cellulare e disattivai la sveglia. Sospirai
profondamente, mentre la ragazza sconosciuta al mio fianco si muoveva
appena
"Meno male.. pensavo l'avresti fatta suonare all'infinito!" e detto
questo alzò gli occhi verso di me. La guardai, ancora con
quel
sorriso idiota stampato in volto. Quegli occhi... perché mi
sembravano così simili ai miei? Perché
quell'espressione
mi dava la certezza di essere più che familiare?
Sgranai gli occhi, perdendo all'improvviso sorriso e soddisfazione
Ma che lupo e lupo... questa é...
"Rosalie!" esclamai esterrefatto. Cosa diamine ci faceva mia sorella
nel mio letto, per di più interamente schiacciata contro di
me?
Dico, era impazzita per caso?
"Cosa?" mi chiese confusa. Arrossii appena, mentre mi alzavo e mi
liberavo allo stesso tempo delle coperte.
"Ti ha dato di volta il cervello per caso?" le chiesi sconcertato.
Passi che era mia sorella e che le volessi un bene dell'anima. Passi
pure che, essendo gemelli, molto spesso ci trovassimo a vivere in
simbiosi, però... dormire assieme mi sembrava un tantino
esagerato.
"Ma che ti prende?" mi domandò a sua volta, mettendosi a
sedere
"Che mi prende?" feci io "Ti ritrovo nel mio letto, attaccata a me come
una sanguisuga... e hai anche il coraggio di chiedermi che cosa mi
prende?!" ero letteralmente scioccato. Dove l'avevamo lasciata
l'antica, se pu giusta, questione della rispettosa intimità?
"Non ti ricordi, allora!" esclamò, abbassando lo sguardo ed
incupendosi. Perché, cos'era che dovevo...
Merda, merda, merda...
All'improvviso mi fu tutto chiaro e cristallino. Sospirai dandomi
dell'idiota e sorrisi
"Scusa Rose!" le dissi. Lei alzò gli occhi e sorrise
timidamente, quasi ne avesse il timore. Ma con me, non doveva avere
nessuna paura. Io non le avrei di certo fatto del male, e
né,
tanto meno, mi sarei sognato di farla soffrire.
Una volta basta ed
avanza...
"Sono uno stupido, eh?" le chiesi con un mezzo sorriso
"No, non sei stupido... sei semplicemente mio fratello!" rispose e mi
abbracciò. Ricambiai la stretta, mentre un piccolo sorriso
mi si
stampava sulle labbra. Almeno lei non ce l'aveva più con me
per
quella fastidiosa quanto scomoda faccenda del giorno precedente.
Sembrava superata... o forse, non era così e lei si limitava
semplicemente a migliorare in parte la situazione, il che mi fece
sorridere ancora di più.
"Forse è il caso di prepararsi per andare a scuola...
altrimenti
chi li sente mamma e papà!" feci io, qualche secondo dopo.
La
sentii ridacchiare.
Bene, momento di
debolezza superato...
"Hai ragione!" concordò liberandosi del mio abbraccio. Mi
sorrise ed uscì dalla mia camera. Sospirai un'altra volta.
"L'ho fatto di nuovo...
l'incubo..."
Pensavo che perlomeno nei sogni riuscisse ad oscurare il suo passato.
Ma, a quanto pareva, non veniva minimamente risparmiata.
"Devo proteggerla a tutti i costi!" mi dissi "Lei senza di me
è
indifesa, troppo esposta... ed io, non posso permetterlo!"
Dopo una doccia leggera, mi vestii. Forse ero leggermente
più
idiota del solito visto che indossai un pantalone bianco ed una camicia
del medesimo colore. Guardandomi allo specchio mi venne da ridere
Se qualcuno mi vedesse
ora, direbbe che l'unica soluzione per me è la camicia di
forza...
Con il sorriso ancora sulle labbra, uscii dalla stanza, richiudendomela
alle spalle. Nel corridoio incrociai Rose, perfettamente vestita, come
sempre. Mi squadrò per bene, dalla testa ai piedi,
dopodiché alzò un sopracciglio in maniera
interrogativa
"Così sottolineo il fatto che vengo in pace!" esclamai
divertito. Lei scosse la testa e mi precedette nella discesa delle
scale che portavano al salone.
"Buongiorno, ciurma!" ci salutò papà, alle prese
con una
cartella colorata, probabilmente dell'ospedale. Come sempre si portava
il lavoro a casa.
Ecco cosa succede a
passare la maggior parte del proprio tempo alla bottega... Si finisce
col esserne dipendenti...
Il poco entusiasmo con cui rispondemmo, gli fece alzare lo sguardo dai
suoi appunti, per fissarlo su di noi
"E l'ammiraglio Edward? É ancora sottocoperta?"
domandò curioso
"No" risposi, versando nella mia tazza del caffellatte "Ha
semplicemente
cambiato nave per questa notte!". Papà ci guardò,
sempre
più incuriosito
"E sarebbe?" chiese allora
"Ha dormito da alcuni amici!" rispose Rose per me
"Certo, amici suoi!" sibilai secco. Soltanto Rosalie parve aver
sentito, per questo mi guardò male e, senza dire altro,
riprese
a girare il cucchiaino nella sua tazza
"E chi sarebbero questi amici?" domandò papà,
abbandonando definitivamente la sua cartella.
"Sono i figli dell'ispettore Swan. Li abbiamo conosciuti a scuola!" fu
ancora una volta Rosalie a parlare. Io di certo non avrei sprecato
tutte quelle parole per quei tre.
"Capisco... beh, sono contento che abbiate trovato anche qui ben presto
degli amici!" esclamò visibilmente soddisfatto. Quella volta
non
nascosi una smorfia
"Qualcosa non va, Jazz?" mi domandò mio padre, allora,
corrucciandosi. Feci per parlare, ma il calcio che Rosalie mi
tirò sulla gamba mi fece zittire all'istante
"No, papà, va tutto benissimo!" feci sorridendo. Dopo
l'ennesima
occhiata storta di mia sorella, e l'in bocca al lupo per la scuola di
nostro padre, ci dirigemmo silenziosi al garage. Come sospettavo
ortaggio spettinato si era portato via la Volvo.
"Beh, perlomeno non ti ha rubato la macchina!" osservai indicando la
Bmw rossa con un cenno
"Smettila!" sibilò lei facendo scattare le serrature con il
telecomando
"Di fare cosa?" chiesi innocentemente
"É tuo fratello!" mi ricordò.
Ah, perché
è di questo che stiamo parlando... di nuovo...
Subito mi tornò in mente l'ultima chiacchierata con... mio
fratello.
"Sai cosa ti dico,
Jasper?... Fai come ti pare... anzi una cosa falla... vai a fanculo e
restaci!"
Dio Santo... mi aveva mandato a fanculo ed era ancora da considerare un
essere umano vivo e vegeto? Dovevo avere qualche rotella fuori posto o
dovevo essere particolarmente arrabbiato se lo avevo davvero
risparmiato da morte certa. Ero il maggiore e ciò voleva
dire:
rispetto. Certo, magari io non mi ero comportato particolarmente bene
con lui... cioè... ero stato una merda totale, soprattutto
con
quella sparata del cazzo alla fine.
"Io e te non siamo
fratelli... perché io, uno come te, non lo vorrò
mai e poi mai come fratello!"
Ok missione "facciamo
sentire un idiota totale Jasper" perfettamente riuscita...
Mi ridestai dai miei pensieri e cercai Rose con lo sguardo. Stava
dietro la mia macchina, con una strana espressione sul volto
"Ehi, Rose... tutto bene?" le chiesi
"Eh?... ah, sì!" e mi raggiunse entrando in macchina.
Tuttavia
non potei non notare quel sorriso divertito che le piegava le labbra
"Saresti così gentile da rendere partecipe anche tuo
fratello
del motivo per il quale sei così divertita?" le domandai
facendo
manovra per uscire dal garage. Come sempre, la guida della sua macchina
era toccata a me, visto che lei portava i tacchi alti
"Niente di particolare, davvero... solo che..." si concesse una risata,
dopodiché continuò "Alcune volte mi rendo conto
di quanto
poco conosco le persone... specialmente i miei fratelli!" mi accigliai,
continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada che scorreva veloce
davanti a noi
"Ti riferisci a quello che è successo ieri sera?" le
domandai. Immaginavo che avrebbe tirato fuori l'argomento.
"Non solo!" mi sorprese con quelle parole "Mi riferisco principalmente
al fatto che prima davo per scontato troppe cose, come ad esempio la
vostra costante presenza accanto a me. Ieri, però, mi sono
resa
conto del fatto che io non posso controllare i vostri istinti o i
vostri desideri. Ognuno di voi reagisce a suo modo, per quanto giusto o
sbagliato questo possa essere e che molte volte dimentichiate la cosa
più importante: l'affetto che ci lega!" pronunciò
quelle
parole con tono fermo e deciso. No l'avevo mai vista così
determinata. Mi sorprese non poco.
"Rosalie, io non ho mai messo in dubbio l'affetto che provo per te!" la
rassicurai. Lei scosse la testa
"Non parlavo di me, Jasper...E questo tu lo sai"
Già, era
quello che temevo...
"Avevo ragione, quindi.." constatai "Ti riferisci a quello che
è successo ieri sera!"
"Quella di ieri sera... è stata semplicemente la goccia che
ha
fatto traboccare il vaso..." osservò sospirando. Strinsi
forte
la mano sul volante, temendo che potesse di nuovo farmi la ramanzina o
che si ripetessero le lacrime della sera prima
"Non mi va di ritornare sull'argomento, sarebbe inutile e stancante!"
precisò quasi subito "Sappi, però, una cosa,
Jazz... se
tu e lui continuate di questo passo, io di conseguenza non posso
sentirmi meglio. Questo mi porta a soffrire, molto di più di
quanto non lo stia già facendo, perché mi
verrebbe a
mancare un punto di riferimento essenziale, se non addirittura l'unico,
della mia vita. Ho bisogno di sapere che per me ci sarete sempre, e non
come Edward e Jasper... ma come fratelli!"
Dio mio,
cos'è questa stretta lancinante che sento allo stomaco?
Sarà il caffellatte di questa mattina?...
"E l'unica cosa che posso dirti è che... finché
non
avrò la certezza che tra di voi le cose si siano del tutto
sistemate, non posso, e non voglio avervi accanto. Non avrebbe senso
per me, sentirei la forzatura e ci starei male. Quindi..." fece una
pausa, mentre nel frattempo, la Bmw rossa, come se fosse telecomandata
da qualcuno esternamente, si parcheggiava in un posto libero "Non ti
aspettare che corra da te, la prossima volta che avrò
bisogno di
conforto, come è successo la notte scorsa. Da questo momento
in
poi, per me, esiste solo e soltanto Rosalie!" e detto questo
uscì dalla macchina, richiudendosi lo sportello alle spalle.
Ricominciai a respirare, dato che non lo avevo fatto per tutta la
durata del suo discorso.
Ma che diamine era successo? Cos'è che aveva detto Rosalie,
di
tanto scioccante, da farmi rimanere fermo ed immobile su quel sedile,
senza farmi più avere la voglia di uscire dall'auto?
Ha detto che non ha
bisogno di me...
la mia presenza non le è più essenziale come
prima...
penserà da sola a proteggersi, senza l'aiuto mio o di
Edward...
e tutto questo per via del fatto che... io e lui non ci comportiamo da
fratelli....
Feci un paio di respiri profondi, tanto per cercare di sciogliere quel
maledetto nodo formato all'altezza dello stomaco. Non mi era mai
successo di sentirmi così. Mai. Anzi, forse una volta
sì... ben otto mesi prima, quando, appena tornato dalla
festa,
avevo trovato Rosalie in salotto, completamente...
Mi imposi la calma, e scesi dalla macchina. Il cortile pullulava di
studenti, gli stessi che il giorno prima si erano divertiti a guardare
la scena che Alice Swan aveva messo su, esclusivamente per
ridicolizzarmi. Gli stessi che in quel momento mi guardavano e
sorridevano, ancora reduci di quel ricordo. Gli stessi che, io, ignorai
bellamente, per dirigermi dall'altro lato del parcheggio. Non sapevo
neanche dove stessi andando o perché lo stessi facendo.
L'unica
cosa certa era che, mischiarmi a quella marmaglia di gente, come facevo
tutti i giorni, non mi andava. Quello non era certamente un giorno come
gli altri. Gli altri giorni non mi ero mai sentito così
male,
così vuoto ed inutile. Gli altri giorni non ero sommerso dai
morsi della coscienza. E gli altri giorni non ero mai arrivato
al punto del non ritorno.
Maledette lacrime...
Dovevo sapere. Avevo
bisogno di sapere cosa diavolo era successo la
sera prima tra papà e Bella. Sapere cosa le aveva detto, ma,
cosa più importante, sapere cosa le aveva fatto. Solo
pensare
che potesse aver alzato le mani su di lei, mi faceva sentire
uno schifo.
Perché, in effetti, era così che mi sentivo. Una
codarda
che aveva preferito nascondersi dietro la gonna della sorella,
piuttosto che fermarla, e scendere al piano di sotto, consapevole del
fatto che, essendo l'artefice di quella gigantesca cazzata, dovessi
prendermi per intero le conseguenze. Tutte, nessuna esclusa.
Il giorno dopo, al suono della sveglia, scattai in piedi, corsi in
bagno, battendo sul tempo quel brontolone di Emmet e mi buttai sotto la
doccia. Dopodiché tornai in camera mia e mi vestii in tutta
fretta. Dovevo parlare con papà, e, per farlo, dovevo essere
da
sola, faccia a faccia con lui. Una volta sistemati i capelli e
recuperata la borsa, corsi di sotto, saltando un paio di scalini, ed
entrai trafelata in cucina
"Buongiorno!" mi salutò Edward, sorpreso di vedermi
così
agitata. Mi guardai intorno, perlustrando in lungo e in largo l'intero
pianterreno, ma niente. Portai lo sguardo all'orologio della cucina. La
07 e 35. E di papà, neanche l'ombra
"Hai visto mio padre, per caso?" domandai a Edward, che se ne stava
tranquillamente poggiato accanto ai fornelli
"É uscito una ventina di minuti fa. L'hanno chiamato alla
centrale... suppongo ci sia stata un'urgenza!" mi spiegò,
spegnendo il fornello sul quale aveva posato la macchinetta del
caffé. Sospirai frustrata.
Fantastico, tanta fretta
per niente...
Mi avvicinai a lui, per preparare la colazione. Almeno avrei fatto un
piccolo regalo a Bella.
Certo, come se una tazza
di caffè o due brioche potessero ripagare il torto che le ho
fatto ieri sera...
"Giù le mani... ci penso io a preparare!" mi riprese Edward,
togliendomi la scatola di biscotti dalle mani. Lo guardai sorpresa
"Come, prego?"
"Hai capito bene!" e mi sorrise "É il minimo che possa fare
per
sdebitarmi della vostra impeccabile ospitalità e soprattutto
per
ripagare il disturbo arrecatovi!"
Santo cielo, questo
sì che è essere galanti...
"Ma che dici... non devi fare un bel niente! Tu sei l'ospite, e in
quanto tale dovresti sederti ed attendere che la cameriera,
cioè
io, prepari tutto quanto!" spiegai divertita. Lui scoppiò a
ridere, per poi spingermi leggermente verso una sedia
"Diciamo che per questa mattina si sono invertiti i ruoli!"
affermò, facendomi sedere, e al mio tentativo di repliche,
rispose con un occhiolino
Ecco una cosa che ha in
comune con suo fratello, oltre alla bellezza e alla incantevole
risata... la testardaggine...
A proposito di suo fratello
"Hai intenzione di parlargli?" domandai prendendo a giocherellare con
una posata
"A chi ti riferisci?" chiese a sua volta confuso
"A Jasper!" risposi. Lui si fermò, accigliandosi.
Dopodiché poggiò quattro tazze sul tavolo accanto
a me
"Non lo so... chiarire con lui è ancora più
complicato
che conviverci!" spiegò serio "E poi... non sono neanche del
tutto sicuro di averne la voglia!"
"É l'orgoglio o la rabbia che ti blocca?" domandai. Si
concesse una risata amara
"Molte volte rabbia e orgoglio diventano la stessa cosa!"
esclamò. Non potei che dargli ragione.
"Mmm... senti Alice, posso... ehm... posso chiederti una cosa?" mi fece
ad un tratto, arrossendo appena
Edward che arrossisce?...
"Certo... a che proposito?" chiesi
"Si... ehm... tratta di Bella!" mormorò. Lo guardai curiosa.
Bene, voleva parlare di mia sorella, però... che motivo
aveva di
arrossire?
"Ti ascolto!" lo informai. Si prese del tempo per parlare, forse per
trovare le parole adatta a formulare la sua prossima frase
"Ecco, ieri sera... è successa una cosa strana... e vorrei
avere
da te dei chiarimenti, visto che tua sorella non vuole spiegarmi!"
Ok, adesso sì
che sto morendo di curiosità...
"Beh, sono... a tua completa disposizione!" spiegai sorridendo. Ma lui
non ricambiò. Rimase serio, pensieroso, perfino leggermente
preoccupato. Il che mi fece seriamente insospettire
"C'è qualcosa, nella vita di Bella, che non va per il verso
giusto?" domandò infine
Eh?...
"Edward... non capisco!" lo informai totalmente spiazzata
"Mi spiego meglio... vorrei sapere se Bella ha qualche problema...
insomma, se magari non sta bene in salute, oppure c'è
qualcosa
che non le permette di vivere tranquillamente!" spiegò
"Ma... perché, perché me lo chiedi?" domandai,
sempre più confusa. Dove diamine voleva arrivare?
"Semplicemente perché vorrei sapere cosa deve sopportare di
tanto grave da costringerla alle lacrime!" esclamò infine.
Sgranai gli occhi.
Alle lacrime? Bella
costretta alle lacrime?... Perché?... Quando?...
"Edward, davvero, io non so cosa..." cercai di dire, ma poi, come un
lampo...
"No! Ha chiamato me, devo andarci io!"...
No, non era possibile. Non poteva essere vero. Se Bella si era
ritrovata a piangere, poteva significare solo una cosa, e quella cosa,
soltanto a pensarla, mi fece raggelare il sangue.
"Buongiorno a tutti!" esordì su di giri Emmet, facendo il
suo
ingresso in cucina. Il suo buonumore stonava parecchio con il mio
malessere. Mi guardò preoccupato ma non disse nulla, forse
per
via della presenza di Edward. Pochi istanti dopo, si aggiunse anche
Bella a noi. Se il mio disagio prima era tremendo, in quell'istante
crebbe fino all'inverosimile. Sul viso di Bella, sul meraviglioso viso
di Bella, c'era un livido, all'altezza dello zigomo destro. Trattenni
il respiro, sentendomi lentamente impazzire.
"Ehi, nana... sembra che tu abbia visto un fantasma!" mi
canzonò
Emmet prendendo posto accanto a me. Non risposi neppure, il mio sguardo
vagava dal viso di Bella, che faceva finta di nulla, a quello di Edward
che, successivamente all'ingresso dei miei fratelli, si era ammutolito
ed aveva preso posto a tavola, al fianco di quest'ultima.
C'è qualcosa, nella vita di Bella, che non va per il verso
giusto?... Sì che c'è... è nostro
padre...
Se magari non sta bene in salute, oppure c'è qualcosa che
non le
permette di vivere tranquillamente!... Come si può farlo con
un
demonio in casa?...
Vorrei
sapere cosa deve sopportare di tanto grave da
costringerla alle lacrime!... Gli schiaffi di papà... gli
schiaffi che erano indirizzati a me, e se li è presi tutti
lei...
"Ohi, Ali... ti senti bene?" mi domandò nuovamente Emmet,
scuotendo appena il mio braccio. Spostai lo sguardo nel suo,
lanciandogli chiaramente una richiesta d'aiuto, che non parve cogliere.
Respira, Alice, per l'amor del cielo...
"Sì... sì, sto benissimo..." negai, stringendo il
pugno
sulla gamba. Lui fece spallucce, dopodiché si
girò a
guardare Bella ed Edward che, di fronte a noi, chiacchieravano come se
niente fosse
Perché Edward l'ha vista piangere? Cosa ne sa lui? Cosa sa già di noi?...
Vidi, per un stante, passare il buio negli occhi di mio fratello, segno
che ormai avesse collegato e capito da cosa fosse dovuto quel livido
sul viso di Bells. E la cosa mi fece sentire ancora peggio.
Finimmo di
fare colazione, io rimanendo nel mio religioso silenzio, lanciando
occhiate sempre più preoccupate a mia sorella che cercava a
tutti i costi di ignorarmi. Usciti di casa le voci di Edward e Emmet mi
fecero leggermente ridestare
"Andiamo con la mia... non ha senso andarci con due macchine... poi al
ritorno vi riaccompagno a casa!" esclamò Edward indicando la
Volvo parcheggiata accuratamente dietro la Jeep di Emmet
"Non pensarci proprio!" esclamò quest'ultimo divertito "Se
mai sono io che dovrei offrirti un passaggio fino a scuola!"
"Non si discute..." lo riprese Edward sorridendo "Ormai ho deciso... e
poi..." scoppiò a ridere frugandosi nelle tasche dei jeans
"Ho
un vago ricordo di Jacob che mi informa di quanto questa piccolina ti
abbia fatto impazzire!" e gli lanciò qualcosa che Emmet
afferrò al volo, senza nessun problema. Guardò
nella mano
e sgranò gli occhi, in un'espressione tra il sorpreso e
l'entusiasta
"Dici sul serio?" domandò allora. Edward mise su un sorriso
incredibile che contagiò tutti, perfino me, che mi ritrovavo
ancora in quello stato catodico
"Coraggio, oppure facciamo tardi!" lo incoraggiò per poi
prendere posto accanto al guidatore. Emmet ridacchiò,
dopodiché finalmente entrò in auto, seguito a
ruota da me
e Bella. Per tutto il viaggio, Emmet non fece altro che congratularsi
con Edward per la scelta della macchina e soprattutto ringraziarlo per
avergliela fatta guidare. Senza dubbio non gli sarebbe capitata
un'altra occasione.
Arrivammo a scuola, prima del solito, ancora con la voce estasiata di
Emmet in sottofondo. Decisi che quello era il momento opportuno per
parlare con mia sorella. Una volta scese dalla macchina, mi avvicinai a
lei e con la voce stranamente tremante iniziai a parlare
"Bella, devo dirti una cosa!"
"Non ora, Alice..." mi liquidò lei senza neppure guardarmi
"É importante!" insistetti. Lei deglutì
"Te ne prego, Alice... non ora!" e mordendosi un labbro agitata, si
allontanò da me. Fu ancora più doloroso ed
annientante
dell'averla vista quella mattina sfoggiare quel livido sul viso. Non
voleva parlarmi. Non voleva farlo perché mi disprezzava.
Disprezzava me e quello che ero stata capace di farle. Mi sentii la
terra mancare sotto i piedi. Era come se l'asfalto del parcheggio
fosse, tutto un tratto, scomparso. E che al suo posto si fosse aperta
un'enorme voragine fatta apposta per accogliermi. Quasi correndo, mi
diressi verso il boschetto che c'era dietro la scuola. Avevo bisogno di
stare da sola e quello mi sembrava l'unico posto adatto. Sentivo le
lacrime, sentivo le strette allo stomaco, sentivo la coscienza che
fremeva e che si disperava, così come stavo facendo io.
Mi inoltrai per un pò, fino a che i profili netti degli
edifici
scolastici non scomparvero completamente alla vista. Quell'ambiente non
mi faceva paura. Non era la prima volta che mi ritrovavo a passeggiare
in quella zona, ma era la prima che lo facevo senza ragionare, senza...
sapere dove fossi diretta. Me ne infischiai altamente del fatto che,
così facendo, potessi perdermi. Avevo bisogno del silenzio
che
quel posto poteva offrirmi e solo quello mi interessava in quel
momento. Per fortuna avevo perfino le scarpe basse, il che mi permise
di muovermi con più facilità.
Arrivai ad un grande albero e decisi di fermarmi. Mi sarei seduta
lì, ed avrei aspettato che quelle lacrime fossero sparite
dai
miei occhi. Sì, non c'era altra soluzione.
Feci per sedermi quando, con la coda dell'occhio, scorsi un movimento
che mi fece bloccare.
C'è
qualcuno...
Mi girai di scatto per poi sobbalzare quasi
"Cosa ci fai tu qui?" chiesi ma non ottenni risposta. Se ne stava
seduto a terra, poggiando la schiena ad un tronco e guardava
inespressivo il vuoto che ci separava. Le lacrime di debolezza si
trasformarono in lacrime di rabbia
Ci mancava solo lui...
"Ti ho chiesto cosa ci fai qui?!" urlai avvicinandomi, ma ancora una
volta non rispose "Mi hai seguita?... rispondi!" gridai sempre
più infastidita
"Il mondo non gira attorno a te!" sibilò acido e
puntò i
suoi occhi nei miei. Rimasi basita dall'espressione che vi trovai.
Fredda come il ghiaccio e vuota, quasi quanto la mia. Feci un paio di
respiri profondi per riuscire a calmare i singhiozzi. Jasper
tornò a guardare il nulla. Aveva qualcosa di strano, glielo
si
leggeva negli occhi. La solita ironia e sfacciataggine che lo
contraddistingueva aveva lasciato il posto alla frustrazione e perfino
a quella che sembrava tristezza.
Non è affar
mio... lui ha la sua vita... non devo prestargli attenzione...
Così, decisi di spostarmi. Quel posto non era più
tanto tranquillo.
Come la biblioteca...
tutto, quando c'è lui in giro, diventa insostenibile...
Ma, la curiosità ebbe la meglio. Domandare non mi avrebbe di
certo fatto male.
"Come mai non sei in classe?" gli chiesi asciugandomi con un gesto le
lacrime
"E tu come mai mi rivolgi la parola?" mi chiese a sua volta,
sprezzante. Ancora quello sguardo. Quell'espressione che stonava
così tanto con quelle meravigliose iridi azzurre. Non ce la
feci
a rispondere. La crudeltà del suo tono mi bloccò.
Lui
probabilmente dovette intuirlo, poiché scosse la testa e
tornò a parlare, leggermente più calmo
"Comunque, potrei fare la stessa domanda anche a te!"
esclamò.
"Avevo.. voglia di starmene un pò per conto mio!" risposi
sincera
Cosa diamine faccio? Mi
metto a raccontare i fatti miei proprio a lui?...
Ma c'era qualcosa... in quello sguardo che mi diceva che qualcosa non
andava, che c'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa che lo rendeva
stranamente fragile ed indifeso.
"Tu, invece?" domandai esitante
"Diciamo che la mia presenza a scuola, oggi, non è
particolarmente gradita!" mormorò atono. Senza neanche
accorgermene avanzai verso di lui
"É per quello che è successo ieri sera... con
Edward?"
domandai intimorita. Il suo sguardo saettò nel mio, ma dopo
poco
si rilassò
"Immaginavo che avesse raccontato tutto!" e sorrise, senza il minimo
entusiasmo. Sospirai, dopodiché mi accomodai accanto a lui,
alla
necessaria distanza di sicurezza. Lui non si mosse, non
parlò,
non fece nulla, fino a che non girò gli occhi, fino ad
incrociare i miei
"E... non hai niente da dire?" mi chiese
"Cosa dovrei dire, scusa?" feci io confusa. Aggrottò la
fronte
ed alzò lo sguardo verso il cielo, che si intravedeva appena
tra
le chiome degli alberi
"Pensavo che anche tu volessi farmi la ramanzina!" ammise
"Io non sono nessuno per giudicarti... quello che fate riguarda solo e
soltanto la vostra famiglia. Ieri, io e i miei fratelli, ci siamo
semplicemente limitati ad ascoltare le parole di un amico, ma non
abbiamo messo parola su niente. Siete voi che dovete risolvere. Siete
voi che dovete trovare il modo per chiarire tutto e per far
sì
che in futuro non si ripeta una cosa del genere. Riguarda solo la tua
famiglia, Jasper, ed è per questo che io non ho niente da
dire!"
spiegai. Mi guardò, in maniera strana, come se fosse quasi
colpito dalle mie parole, del tutto sincere e sentite.
"Mi sorprendi, lo sai?" mi fece con un tono di voce più
sollevato "Non ti facevo così profonda!" scossi la testa
"Ci sono tante cose di me, Jasper, che tu probabilmente non potrai mai
neppure immaginare!" ammisi mesta, e incrinando la voce verso la fine
della frase
Non sai di mio padre,
non sai quello
che Bella ha dovuto sopportare a causa mia, non sai come mi sento io in
questo momento... non sai, non sai e basta...
"Come il motivo per il quale sei venuta qui, in lacrime, per esempio?"
mi chiese. Alzai lo sguardo verso di lui e rimasi a guardarlo senza
riuscire a parlare
"Scusa... non dovevo... sono cose che non mi riguardano... l'hai detto
anche tu, no? Ognuno pensa ai suoi di problemi!" e sorrise, quella
volta meno amaramente. Rimasi a fissarlo, mentre il suo sguardo si
allontanava nuovamente dal mio. C'era qualcosa, qualcosa di innocente
in lui in quel momento. Qualcosa che prima, sotterrata dalla sua
maschera di forte e prepotente, non si riusciva a vedere. Qualcosa che
evidentemente era stata concessa soltanto a me. Qualcosa che in quel
momento, mi fece trovare il coraggio, non so da dove, per parlare.
"Ho commesso un errore... un imperdonabile errore che sta facendo
soffrire una persona importantissima per me... e mi sento uno schifo
per questo!" sussurrai. Rimase in silenzio per qualche istante per poi
sorridere
"A quanto pare io e te non siamo poi così diversi!" scosse
la
testa, chissà divertito da cosa, ma inspiegabilmente fece
sorridere anche me "Chi l'avrebbe mai detto!" continuò per
poi
girarsi a guardarmi e in un istante tornare serio.
Rimanemmo silenziosi per un pò, ognuno a fare i conti con i
proprio demoni. Ognuno a guardare nel vuoto. Fino a che non si
alzò, recuperò la giacca che aveva poggiato a
terra per
non sporcarsi i pantaloni bianchi, e mi guardò per un
istante
che sembrò interminabile
"Non so cosa ti sia successo, Alice, ma spero che, qualsiasi cosa sia,
riuscirai a trovare la forza necessaria per affrontarla e superarla..."
esclamò "Vorrei.. vorrei che, usciti da questo posto,
riprendessimo dallo stesso punto in cui ci siamo lasciati... tu che mi
dai quello schiaffo ed io che vengo ridicolizzato davanti a mezzo
istituto!" e ridacchiò, colpito dal ricordo "Vorrei che
riprendessimo da lì, come se niente fosse successo oggi...
credi... credi sia possibile?" mi chiese speranzoso
Tu mi chiedi di
dimenticare quello che è successo oggi, per riprendere ad
essere io lo scricciolo e tu Cullen?...
"D'accordo..." acconsentii intrappolata dai suoi occhi.
Annuì,
chissà perso in quale pensiero, dopodiché mi
sorrise di
nuovo
"Ti conviene uscire da qui, Alice... non vorrai prendere troppa
umidità ed ammalarti!" e mi tese la mano per aiutare ad
alzarmi.
La accettai stringendogliela, dandogli proprio quella ancora fasciata
dalla garza. A quel contatto, così caldo e
forte, mi sentii avvampare. Per fortuna sembrò non farci
caso.
Mi sistemai la gonna, recuperai la borsa e, insieme, ci avviammo verso
l'uscita, tanto ben nascosta, di quel piccolo boschetto. Poi un
pensiero mi colpì, mentre i miei occhi si posavano distratti
su
di lui, che mi camminava affianco, concentrato sulla strada da
percorrere
Mi ha chiamata Alice...
non scricciolo, o nana... solo Alice...
E cercai inutilmente di nascondere un sorriso, il primo sincero da
quando mi ero svegliata.
Risposte
alle recensioni:
mine:
Weeee cara, ma che bello gli occhi sbrilluccicosi addirittura.. tipo
così *O*... sì sì anche i miei erano
allo stesso modo rileggendo il capitolo... quindi ti capisco
perfettamente... beh, gli effetti del capo Swan li hai visti... si
sarà anche trattenuto davanti a Edward ma dopo... la furia
è esplosa.. beh, spero gongolerai anche per qst capitolo,
perché in fondo anche da chi meno ce lo aspettiamo ci sono i
primi passi avanti... stop! nn vorrei dirti troppo e magari nn hai
ancora letto il cap ^^ quindi, asptto il tuo parere cn ansia... un
bacione ^^
cinzia818:
Caraaaaaaa ma ciaooooooo... allora ho appena commentato il tuo capitolo
(corri a leggere mi raccomando ^^) allora, cm hai potuto vedere dal
capitolo, o lo vedrai magari leggendolo dopo, purtroppo capo Swan nn si
è trattenuto, ma d'altronde era prevedibile... e qst nn fa
che aumentare il disagio di Alice (povera cara ^^) spero nn mi odierai
troppo per quello che è successo nel capitolo... cmq, lo
dico anche a te, per correttezza, da notare cm anche chi meno ci
aspettavamo, sta facendo qualche 'piccolissimo' passo in avanti... e
detto qst ti lascio ^^ fammi sapere, mi raccomando... un kissone ^^
maya
tabitha: Salve cara... eh eh eh se ti piacciono i capitoli
lunghi, allora cn qst ti sei proprio divertita (pensa sn ben 9 pagine
di word...^^) ed in effetti anche chi davamo per impossibile sta
leggermente cambiando ^^... cmq promesso nn è passato poi
tanto tempo, ed inoltre ti ho riservato qst capitolo, a parer mio,
intenso nella giusta misura... bene, famm sapere cm'è... un
bacione ^^
niky90:
Salve cara... che cara che sei, troppo gentile davvero (già
il fatto che tu nn voglia uccidermi è un miracolo ^^) bene,
visto che continuerai a seguirmi (che billu!) spero che anche qst cap
ti sia piaciuto... aspetto tue notizie... un bacione ^^ (p.s. grazie
mille per aver consigliato la storia alla tua amica valeego... ti
adoro, letteralmente ;))
Uchiha_chan:
Ma ciaooooo... allora... cm hai visto capo Swan nn è molto
cm dire... preparato sull'argomento, ma sia chiaro non è che
li picchia come e quando gli gira a lui... c'è sempre un
motivo, diciamo che lo fa qnd è particolarmente arrabbiato
cn loro, ed invece di gridare alza le mani... qst nn è
asslutamente una giustificazione da parte mia, semplicemente una
precisazione ^^... cmq, beh, effetto vampiro-cantante innescato... in
fondo quei due sono destinati a stare assieme sempre e cmq.. (e
figurati se un'innoqua Kristen qualunque possa infastidirli
tzè ^^) ... cmq ti ringrazio x i complimenti... qnd li ho
letti sono rimasta incantata per due minuti buoni e avrò
riletto la tua frase cinque o sei volte... ancora adesso gongolo di
felicità... ^^ quindi grazissime, sono contenta che in fondo
un pò di credibilità la sono riuscita a dare alla
storia... bene, spero che apprezzerai anche qst cap, fammi sapere... un
bacione e grazie ancora ^^
elys:
Ma salve, che bello, addirittura rapita... devo chiedere il riscatto
quindi ? Xd ahahah ti prego ignorami... ^^ cmq, sono davvero contenta,
e spero che Alice e Jasper siano stati di tuo gradimento... fammi
sapere, mi raccomando ^^ un bacione XD
bigia:
Ciao... allora prima di tutto ti ringrazio per aver recensito... mi fa
davvero piacere sapere che la storia ti piaccia così
tanto... in effetti capo Swan nn è il miglior padre in
circolazione e in qst capitolo spiega in parte il perché di
quelle lacrime... spero sia stato di tuo gradimento e soprattutto spero
continuerai a seguirmi.. mi farebbe davvero piacere ^^ un bacione...
piccola_pokemon:
Salve cara, ti prego scusamiiiiii hai ragione sono un essere infimo e
disgraziato... nn merito il vostro affetto (me si rintana in un angolo
buio e si castiga cm faceva Silas nel Codice da Vinci...
ç_____ç oddio devo essere impazzita XD)... se
puoi perdonami (vero ke puoi???) cmq... tt le tue richieste sn state
accolte... volevi sapere cosa fosse successo a Bella e l'hai saputo,
volevi sapere cosa avrebbe cominato Alice e l'hai visto... x qnt
riguarda l'amore tra le coppie, beh, x quello c'è da
aspettare un pò, ma... abbi fede qualcosa già
è in movimento ^^ beh, spero ke il cap ti sia piaciuto...
fammi sapere, mi raccomando...un bacione e scusami ancora ^^
martya_c:
We cara... hai visto? Ho mantenuto la parola.. ^^ qualcosa
tra Bella ed Edward è successo, e prontamente Edward il
giorno dopo indaga... ma tranquilla, non si arrenderà mica
tanto presto... solo perché nn ha avuto risposte la prima
volta ^^ beh, qst capitolo qui sopra ammetto sia un pò
ehm... strano... vedrai due personaggi in due vesti totalmente diverse,
però... diciamo che anche qst fa parte del loro carattere,
quindi ^^... spero che sia apprezzabile... fammi sapere cara, ti mando
un bacione ^^
samy88:
Oh cara, ti giuro che nn era mia intenzione farti piangere... (ok,
forse un pò sì ^^) però, essere
riuscita a commuovere mi fa davvero piacere... e poi, mi hai riempito
di complimenti ed io arrossisco facilmente quindi grazie di vero
cuore... spero che anche qst capitolo faccia effetto (nn il pianto
eh... intendevo che ti possa piacere ^^ se no poi mi sento responsabile
di farti piangere troppo XD) fammi sapere, mi raccomando... un kiss ^^
Elfa
Sognatrice: Ciao cara, sono contenta che il capitolo ti
sia piaciuto, però spero ke qst altro l'avrai letto ad
un'ora accettabile (nn vorrei averti disturbato il sonno ^^) o forse
è stata colpa mia che ho aggiornato troppo tardi...
però qst volta ho rimediato ^^ spero che anche qst sia di
tuo gradimento... ti mando un bacione a presto ^^
G_i_s_y:
Ciao cara... nn è affatto stupido, aspettare cn ansia che
venga pubblicato un capitolo... sono stupida io che ho aspettato
così tanto (chiedo perdono per qst ^^) e sapere che la
storia ti piace così tanto nn può che farmi
piacere... bene, che dire, spero che anche qst capitolo ti
sia piaciut, fammi sapere che sono curiosa.. un bacione cara ^^
valeego:
Ma ciao.... mi fa molto piacere che la parte introspettiva ti sia
piaciuta così tanto... avevo il timore che risultasse troppo
noiosa, anche se era estremamente necessaria... in effetti i due
passerotti fanno qualche passo avanti (chissà che nn sia
proprio l'ispettore Swan a farli unire ^^) e sn anche contenta che la
tua amica Niky90 ti abbia consigliato ti seguire la mia storia (la
ringrazio di nuovo vivamente x qst... ^^) e x qnt riguarda Jasper/Alice
eccoti accontentata, spero nn rimarrai delusa... dammi sapere ^^ un
kissone ^^
lisa76:
Ma ciao cara... eh già... i cervelli comiciano a smuoversi..
finalmente si intravede qualcosa... chi più, chi meno,
inizia ad affezionarsi in maniera particolare all'altro... quindi
c'è buona prbabilità, dai... ^^ ehm, tu aspettavi
la guerra, eh??? ^^ spero nn mi ucciderai dopo aver letto il
capitolo... diaciamo che si sono concessi un momento di tregua, ma qst
nn significa che Alice la passerà liscia o che Jasper
avrà vita facile... qst mai! ^^ bene, cara, spero che anche
qst capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere... un kissone ^^
Norine:
Ma ciauz... allora... dopo essermi prostrata davanti ai tuoi piedi in
segno di umile perdono (ti giuro che nn lo faccio
piùùùùù
ç_____ç) mi preparo per ripetere il giuramento...
mmh mmh *me si schiarisce la voce*... *nella sala cala il silenzio e la
gente inizia a riprendere il tutto cn i telefonini* "Giuro che non
lascerò in sospeso la storia anche se cascasse un asteroide
sul mio computer (oh mio Dio... quello già funziona poco...
addirittura un asteroide??? nn si può far cadere qualcosa di
più morbido, tipo un cuscino???^^), troverò
sempre il modo e il tempo (scuola permettendo XD) di continuare a
scrivere fino alla fine della storia (ah, qst è poco ma
sicuro!!!)!" fatto! spero che adesso mi odierai di meno rispetto a
prima ^^... bee, cara, credo che adesso, dopo aver letto il POV di
Alice sia chiaro cosa è successo la sera prima di tanto
grave da portare Bella alle lacrime... (ti prego se puoi perdona anche
quello ^^) e spero che il cap ti sia piaciuto... attendo tue notizie ed
altri giuramenti ^^ un kissone XD
irly18:
Salve cara.... oh oh la prima che sento intenzionata a torturare
Charlie... brava ragazza, così si fa... ^^ sono interamente
dalla tua parte... mettiamo in regola sti padri disgraziati ^^ cmq...
sono contenta che la storia ti piaccia così tanto (me
gongola di gioia ^^) qst anno le vacanze sn davvero passate in un
lampo, e anche io vorrei che tornasse Giugno per ricominciare da capo
... eh già, tra pochissimi giorni si ricomincia (tra l'altro
per me è l'ultimo anno il ke sinceramente mi fa leggermente
cag... ehm... mi mette paura insomma ^^) tu che anno devi fare??? beh,
spero cmq che il cap ti sia piaciuto e che risollevi un pò
qst ansia pre-inizio-scuola (help!) un bacione cara... ^^
hale1843:
Ma ciaooooooo.... su su cara, nn ti agitare troppo (oddio adesso lo
vorrai ucciere come minumo dopo aver letto il capitolo ^^) respira...
se ti agiti fai agitare anche me... guarda il lato positivo della
cosa... c'era Eddino pronto per lei... nn tt il male vien x nuocere ^^
oh, cara, anche a me la parte di Jazz e Rose mi fa impazzire e sai
perché, perché riesco proprio ad immaginarla e la
vedo ogni volta tenera e profonda ma soprattutto reale... quello
è sicuramente l'aspetto più bello (al momento ^^)
di Jasper... bene, ti ho accontentata cn Jasper tuo, e in effetti un
pò di ragionamento c'è, ma... a te spetta il
giudizio quindi.. ti lascio sperando che il capitolo sia stato di tuo
gradimento... un bacio cara... shiaooooo ^^
***************************************************************************************************************************************
N.B
per tutti: Vi propongo una scommessa... secondo voi, quale
delle tre coppie riesce a fidanzarsi per prima? Quale per seconda e per
terza? Eh eh, sono proprio curiosa delle vostre supposizioni, quindi...
datavi da fare cervelletti miei ^^ ciaooooo XD
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Capitolo 23 *** Senza pensarci ***
Capitolo 23 (Rosalie POV)
Salve
a tutti... mettetevi in testa una cosa, non riuscirete a liberarvi
facilmente della sottoscritta... sono onnipresente nei vostri pc...
come una tortura cinese ^^ muahahah... ok, dopo aver vaneggiato un
pò, passo a parlare di cose serie... prima di tutto sono
contenta che Jasper malinconico vi sia piaciuto... ve l'ho detto,
qualcosa di buono ce l'ha anche lui, basta solo scavare a fondo per
trovarla ^^ ed Alice ha avuto solo un piccolo assaggio di quello che
potrebbe essere stare con lui (sia nel bene che nel male!) peraltro, a
proposito di questo, vi invito a rileggere una frase di Edward del
capitolo 21, proprio a proposito di Jasper. Cercatela e poi mi dite
qual'è ^^ buona caccia! Per quanto riguarda
invece qst capitolo, posso solo dirvi una cosa, la povera Rose deve
fare prima i conti con se stessa, e qst sarà la cosa
più difficile di tutte. Bene, fatemi sapere come
è stato qst capitolo (singolo x qst volta) e cm sempre vi
ringrazio dal profondo.... TUTTI! Un bacio immenso! Vi amo ^^
p.s. Voglio proprio vedere chi riesce a trovare la famosa frase
importantissima del capitolo 21 che riguarda Jasper... cercate bene ^^
Sabato. Dieci minuti alle
cinque, dieci minuti all'ultima campanella
della giornata e della settimana.
Seguivo distrattamente il professor Trevor, l'insegnante di matematica,
alle prese con la spiegazione delle equazioni di grado superiore al
secondo. Tutta roba già sentita. Ero seduta accanto a Bella,
per
la prima volta da quando era iniziata la scuola lì a Forks,
lontana da mio fratello Jasper. Lui, completamente concentrato a
guardare il vuoto, sedeva a due file di distanza dalla mia, ed evitava
accuratamente qualsiasi contatto visivo con me. Aveva saltato tutte le
lezioni mattutine, e l'avevo rivisto a mensa, per la prima volta, con
lo sguardo vacuo e sospeso. Mi ero sentita tremendamente egoista per
quello che gli stavo facendo. Pensai più volte di
abbandonare la
mia idea malsana, e di andare da lui, parlargli, tentare di spiegare
come stessero davvero le cose per me e sperare che almeno in parte mi
capisse. Magari avremmo potuto trovare assieme una soluzione. Eppure...
no, non quella volta. Mi ero ripromessa che niente e nessuno mi avrebbe
fatto cambiare idea. Preferivo farcela da sola, con le mie gambe,
piuttosto che dover necessariamente continuare a contare sulla
costante presenza di Edward e Jasper.
É così che si impara a crescere, ed io, adesso ne
ho davvero bisogno...
Proprio in virtù delle parole dette a Jasper quella mattina,
evitai accuratamente anche Edward che, per più di una volta,
aveva
cercato di incrociarmi in corridoio, ed io, prima con una scusa, poi
con un'altra, lo avevo allontanato.
Per me esiste solo e soltanto Rosalie...
E poi, magari, tutta quella storia poteva portarmi dei
vantaggi.
In primis avrei iniziato a sciogliermi un pò di
più con
le persone. Certo, non tutte, magari avrei evitato accuratamente il
genere maschile, però... stavo iniziando ad affezionarmi ad
alcune di loro, come per esempio Bella, e questo poteva significare
soltanto una cosa: avevo finalmente trovato un'amica.
Quel giorno, tuttavia, perfino lei aveva qualcosa di strano. Era
assente, ascoltava a fatica quella che le dicevo e peraltro anche lei
sembrava evitare accuratamente sia Alice che Emmet. E al mio tentativo
di chiederle cosa c'era che non andasse, lei aveva sviato il discorso,
incentrandolo sulla difficoltà degli esercizi assegnatici
dal
professore.
Quello, però, che mi preoccupava maggiormente era quel segno
violaceo che portava sulla guancia. Era un livido, senza ombra di
dubbio, ma... cosa diavolo aveva combinato per farselo? Feci un paio di
supposizioni, poi, però, lasciai perdere, liquidando la
questione semplicemente con una scrollata di spalle e convincendomi del
fatto che, quelli, non fossero affari miei.
Devo pesare a me, che ho
problemi ben più gravi...
Suono della campanella finalmente. Inaspettata per il prof quanto per
gli studenti ormai stanchi e spossati, fu un vero toccasana. Io e
Bella, dopo aver recuperato le borse ed i libri, ci dirigemmo assieme
verso l'uscita, camminando una di fianco all'altra per l'intero
corridoio affollato di studenti.
Una volta all'aria aperta ci accolse il vento, forte ed impetuoso che
soffiava senza sosta, scompigliandoci i capelli e muovendo le chiome
degli alberi lontani. Il leggero rumore che provocava, aveva un non so
che di sinistro.
"Diamine... fine delle belle giornate di Forks!" esclamò
Bella,
indossando alla svelta la giacca che, fino a pochi secondi prima,
stringeva tra le mani. Ed io, stupida che non ero altro, indossavo
semplicemente una maglietta leggera, morivo dal freddo.
"Non ti sei portata nulla?" mi domandò lei, notando il mio
tentativo primordiale e ridicolo di scaldarmi con le mani
"N-no... n-non cre-devo fa-facesse così fred-do!" esclamai,
colta dai brividi. Ridacchiò appena, ma non ebbe modo di
dire
altro, tutto un tratto sorpresa da qualcosa. Non potei, a mia volta,
domandarle nulla, visto che sentii qualcosa posarsi sulle spalle. Non
so come, mi trattenni dal gridare. Mi girai di scatto, incrociando
quegli occhi, quei due fantastici occhi scuri e caldi che mi avevano
ispirato fiducia e continuavano a farlo anche in quel momento.
"Emmet!" esclamai sorpresa
"Scusa, ti ho spaventata... non era mia intenzione!" si
scusò immediatamente. Rimasi a fissarlo allibita.
Perché tutte
le volte che lo incrocio, o che sento semplicemente la sua voce, devo
comportarmi in questo modo?...
"Ma no, figurati..." feci io sorridendo appena. Solo allora mi resi
conto della felpa che mi aveva poggiato sulle spalle
"E questa?" gli chiesi curiosa
"É per te.... così non prendi freddo!" mi
spiegò alzando le spalle
É per me...
per me...
"Emmet, ma... tu come fai? Adesso morirai di freddo tu!" mi lamentai
indicandolo. Se io ero stata stupida quella mattina, lui era stato
davvero incivile. Indossava una maglietta a maniche corte, quindi la
felpa serviva più a lui che a me.
"Non preoccuparti... ho la pelle dura!" e ridacchiò
arrossendo
appena. Rimasi a fissarlo per qualche secondo, senza avere il coraggio
di dire nulla. Ero colpita da quel suo gesto completamente spontaneo e
disinteressato. L'aveva fatto per me. Soltanto per me.
"Grazie davvero, Emmet!" esclamai sorridendogli sincera. Lo avevo
già visto una volta. Lui non era affatto come gli altri. Non
sapevo se era quel suo particolare modo di fare, o il fatto che mi
spiazzasse continuamente, ma non sentivo in sua presenza,
l'attanagliante paura che mi prendeva tutte le volte che passavo troppo
tempo accanto ad un uomo che non fosse un familiare. Forse era proprio
vero che la fiducia è una cosa naturale e spontanea.
Qualcuno
riesce a guadagnarsela senza lottare, indipendentemente da
ciò
che ha fatto o ciò che potrebbe fare. Ce l'ha e basta. E per
Emmet il discorso valeva alla perfezione.
Poi, come guidata da una forza sconosciuta mi ritrovai a parlare
"Hai programmi per questa sera?" gli chiesi, mentre prendevo la felpa
che mi aveva poggiato sulle spalle e la indossavo. Mi guardò
sorpreso
"No... sono... ehm... libero!" rispose. Mi ritrovai di nuovo a sorridere
"Bene, allora vieni con me!" e facendogli segno di seguirmi, mi
incamminai verso la macchina, dopo aver ovviamente salutato Bella, che
sorrideva stranita. Ma mai quanto Emmet. Dovetti esortarlo
più
di una volta per farlo riprendere dall'apparente stato di
semi-coscienza nel quale sembrava essere caduto. Incrociai Edward, e
quella volta non lo evitai, dovevo avvertire almeno qualcuno.
"Io non torno a cena stasera... riferiscilo a mamma!" lui
annuì,
se pur con qualche riserva, poi ricordai con un sorriso, ed aggiunsi
"Jasper è a piedi... vedi di recuperarlo, altrimenti
sarà
costretto a passare la notte qui!" e ripresi a camminare verso la Bmw.
Una volta in macchina, la voce di Emmet ebbe su di me lo stesso effetto
della sera precedente. Riuscì a rilassarmi all'istante.
"Permetti una domanda?" mi chiese, mentre, ingranata la retromarcia,
facevo manovra per uscire dal parcheggio.
"Certamente!" acconsentii
"Ecco, mi chiedevo... come mai mi hai chiesto di venire con te?...
cioè..." fece una pausa, abbassando gli occhi
"Perché lo
hai chiesto proprio a me?"
"Se non vuoi, ti riaccompagno a casa... non c'è problema!"
lo avvertii
Ti prego no, non dirmi che vuoi andartene...
"Ma no, non è questo, anzi..." sorrise, arrossendo di nuovo
"É che... mi è sembrato strano... tutto qui!"
"E perché, scusa?" domandai curiosa
"Non pensavo che potessi trovare interessante la mia compagnia,
ecco..." spiegò a disagio. Rimasi colpita sia dal tono, che
dall'esclamazione in sé. Non credeva che la sua compagnia mi
facesse piacere. Come poteva soltanto lontanamente pensarlo?
"Credimi, Emmet.. in questo momento sto molto meglio con te che non con
la mia famiglia!" commentai amara, ma, notando il suo sguardo
incuriosito, sorrisi ed aggiunsi
"E poi... siamo amici, no? Ed io avevo voglia di passare del tempo con
te... ti basta come spiegazione?" arrossì, quella volta in
maniera molto evidente. Il che mi fece sorridere intenerita
Diamine, perché non ti ho incontrato prima, quando tutta
questa storia ancora non era iniziata?...
"Sì, diciamo che sei stata abbastanza esauriente!" rispose
divertito. Usciti dal parcheggio della Forks High School, ci
incanalammo nella solita fila di macchine che procedeva verso il paese.
Superato quel piccolo pezzo di strada, la via sarebbe stata libera dal
traffico. Ne approfittai per scrutare clandestinamente Emmet. Guardava
fuori dal finestrino, assorto in chissà quale parte del
precedente discorso. Ma la cosa che mi meravigliò di
più,
fu quel gesto, quel piccolo sorriso rilassato che aveva messo su. Quel
gesto tanto spontaneo quanto sorprendente.
É per me quel
sorriso? É per quello che gli ho detto?...
Senza neanche pensarci, feci una cosa che, con chiunque altro non
sarebbe mai successa, sempre a causa di quella paura attanagliante che
mi portavo dietro da otto mesi a quella parte. Attenta a non farmi in
nessun modo scorgere da lui, annusai per un istante quella felpa calda
che avevo indossato. Il cuore mi partì furioso nel petto. Un
profumo muschiato, armonioso ed inebriante, che mi fece perdere il
contatto con il mondo. Era una fragranza che lasciava addosso una
sensazione strana. Quasi seducente.
Se la sua maglia ha
questo odore, figuriamoci lui...
Spinta dall'istinto, ormai soggiogato dalle sensazioni del momento,
chiusi gli occhi, scoprendo come fosse davvero possibile rimanere
estasiati dalle fragranze. Ecco cosa si intende per 'non poterne
più fare a meno'. Ecco cosa significa assaporare una
fragranza e
poi non riuscire a trovare più la forza necessaria per
separarsene. Era quello, quello che stava succedendo a me. Ormai non
sentivo neanche più il mio cuore, né i respiri,
né
tanto meno mi ero resa conto di essere osservata da un paio di occhi
curiosi al mio fianco. Ero entrata in una sorta di bolla immaginaria.
La stessa che in quei mesi erano riusciti a creare Edward e Jasper
attorno a me, se pur con molta fatica.
Il suono di un clacson mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto dietro,
accorgendomi dell'immane fila che avevo creato, e del fatto che davanti
a me la strada fosse libera. Diamine, che figura! Feci per ripartire,
quando, per colpa delle scarpe, mi scivolò la frizione e la
macchina si spense. Il rumore di clacson si intensificò
"E un momento, dannazione!" mi lamentai affrettandomi a riaccendere il
motore. Avevo il cuore a tremila, probabilmente solo in quel momento
aveva ripreso a battere, e la mente leggermente scombussolata. Ripartii
di tutta fretta, ignorando totalmente il rumore dei clacson che
continuava ad invadere la zona. Irritata, e imbarazzata allo stesso
tempo, schiacciai il piede sull'acceleratore, tanto che in breve
arrivammo a sfiorare gli ottanta Km/h.
"In qualità di figlio del capo della polizia di questa
città, è mio dovere avvertirti che sei di 30 km
sopra il
limite consentito, e per questo rischiare di prendere una multa o
peggio ancora, di investire qualcuno, è davvero probabile!"
esclamò Emmet, tra il divertito e il sorpreso. Mi girai a
guardarlo.
Chissà se si
è reso conto di quello che ho fatto?...
"Sì, scusa, hai ragione!" constatai decelerando fino ai 50.
Tirai un sospiro e ripresi a guardare la strada. La bolla che ero
riuscita a costruirmi, per l'ennesima volta si era infranta. Cominciavo
a chiedermi seriamente se non fossi io a trovare il modo per
distruggerle, oppure se fosse semplicemente una questione di fortuna.
"Mi è concesso chiederti dove stiamo andando?" mi
domandò Emmet qualche istante dopo. Sorrisi
Ecco, l'effetto benefico
rientra in circolo...
"In realtà dovrei essere io a chiederlo a te. Sei tu il
cittadino onorario di Forks... io conosco poco e niente!" ammisi
"Quindi... se conosci un posto carino dove è possibile
passare
una piacevole serata tra amici... ti prego, indicamelo!" lui
ridacchiò, contagiando anche me
"Beh, qui a Forks, a parte un fast food non c'è molto,
però.. a Port Angeles c'è un posto abbastanza
carino...
si mangia italiano!" e sorrise.
"Ottimo... adoro la cucina italiana!" acconsentii seguendo le
indicazioni per Port Angeles
"E allora siamo in due!" mi informò, dopodiché
scoppiammo
a ridere insieme. Una mezz'ora più tardi arrivammo a
destinazione.
Port Angeles non era grandissima, però, a differenza di
Forks,
aveva un centro commerciale distribuito omogeneamente lungo tutto il
porto, ricco di ristoranti e negozi di ogni genere. Niente a che vedere
con New York, ma, a suo modo, molto caratteristico.
"Ecco, questo è il posto..." mi indicò Emmet, ed
io
parcheggiai a qualche metro dall'ingresso. L'insegna luminosa del
locale ci informava che eravamo appena arrivati alla "Pizzeria
Da
Gino" e a giudicare dalle macchine parcheggiate, doveva essere
abbastanza affollato.
"Credi che riusciremmo a trovare ancora un tavolo, pur non avendo
ordinato?" chiesi scettica, mentre ci avviavamo all'ingresso
"Fidati, Gino, per me, un tavolo lo trova sempre!" esclamò
divertito, dopodiché aprì la porta, e mi fece
passare per
prima. L'aria calda del locale sul viso si fece sentire immediatamente.
Diedi un'occhiata intorno. La sala era abbastanza grande, un paio di
colonne la dividevano quasi perfettamente in tre parti uguali, ed i
tavoli, di legno scuro erano tutti apparecchiati per due o per quattro.
Sul fondo, si intravedeva la cucina, ed il bancone per la cassa.
Dall'altro lato, un camino spento, sul quale era posizionato un
televisore al plasma ed una fila di luccicanti trofei. Seguii
silenziosa Emmet fino al bancone. Un tipo corpulento, non appena ci
vide arrivare, si aprì in un sorriso cordiale ed
esclamò
"Emmet Swan... che piacere!" il suo accento italiano si sentiva, anche
se il suo inglese era davvero impeccabile
"É un pò che non ci si vede!" constatò
lui
sorridendo. L'uomo, porobabilmente lo stesso Gino, il proprietario
ridacchiò
"Sì, è parecchio... l'ultima volta siete venuti a
festeggiare il quindicesimo compleanno di Isabella... piuttosto, come
stanno a casa?"
"Tutti bene, grazie..." rispose
"Porta i miei saluti, mi raccomando!"
"Non mancherò!" lo assicurò Emmet "Piuttosto.. ce
l'hai
un tavolo libero per due?". L'uomo si girò verso di me e mi
sorrise, dopodiché indicò la sala dietro di noi
"Per voi metterei a disposizione tutto il locale!" esclamò
"Non serve, Gino... a noi basta un tavolo solo!" scherzò
Emmet.
Mi concessi una risata alla quale si unì anche il
proprietario,
dopodiché ci condusse all'estremità opposta della
sala,
in un angolo, e ci fece accomodare al tavolo, dileguandosi poco dopo.
Emmet, da buon cavaliere, fece accomodare prima me e poi si sedette di
fronte
"Spero che il posto sia di tuo gradimento!" fece leggermente a disagio
"Scherzi... è magnifico... e quel Gino... mi sta
già
tremendamente simpatico!" e sorrisi, facendolo arrossire appena. A
malincuore, dovetti togliermi la felpa, dato che iniziava a fare caldo
con quella addosso. La poggiai sullo schienale della sedia e tornai a
guardare Emmet. Appena i nostri occhi si incrociarono, i suoi
saettarono altrove. Lo mettevo a disagio. Non sapevo, però,
se
era la mia presenza a renderlo così, oppure era proprio
parte
del suo carattere. A me, però, piacque pensare che si
trattasse
della prima. A quel punto, però, mi sentii in dovere di fare
qualcosa. Di dire qualcosa. Così, armata di tutto il
coraggio
che avevo a disposizione, iniziai a parlare
"Senti Emmet... posso... posso svelarti un segreto?" indugiai un
pò, analizzando per bene le sue emozioni. Sembrò
leggermente colpito
"Certo... li so mantenere i segreti io...!" mi assicurò
sorridendo. Io ricambiai, abbassando gli occhi e posandoli sul tavolo
"Ecco vedi... io con te sto bene, riesco a comportarmi normalmente,
come dovrebbe essere... la vera Rosalie!" affermai a testa bassa,
dopodiché la rialzai. Da lì in poi dovevo
necessariamente
guardarlo negli occhi "Sei l'unico ragazzo che mi fa sentire a mio
agio, in pace con il mondo, sempre, e in qualsiasi circostanza. L'ho
già notato la prima volta al supermercato. Mi trovavo bene a
parlare con te, pur non conoscendoti affatto. E ieri, per telefono,
è successa la stessa cosa. Mi è bastato sentire
la tua
voce per riuscire a calmarmi. Ed oggi..." feci una pausa spostando lo
sguardo su un gruppo di ragazzi poco distanti da noi, che
chiacchieravano tranquilli al loro tavolo "Beh, oggi è stato
ancora più strano. C'era qualcosa, nell'aria di
tremendamente
soffocante. Forse sarà dipeso da quello che è
successo
ieri sera, o probabilmente è solo una cosa mia... una cosa
psicologica..." molto più probabile la seconda. Rialzai gli
occhi, per ritrovarmi i suoi, tranquilli e leggermente sorpresi
"Fatto sta che, non appena ti ho incontrato fuori da scuola, mi
è scivolato tutto addosso, in un attimo... era come se...
non
fosse successo niente! E tutto grazie a te!" e ridacchiai, seguita a
ruota da un suo sorriso, imbarazzato. Si vedeva che le mie parole lo
mettevano a disagio. Ma mai quanto me. Era la prima volta, dopo mesi
interi di chiusura totale, che ero sincera e diretta con qualcuno.
"Non ti so spiegare da cosa dipenda, né tanto meno se sia o
no
normale, però... una cosa te la posso dire con sicurezza...
tutto questo è... estremamente piacevole!" e sorrisi
sincera,
confusa, imbarazzata. Tutto in un solo sorriso. Tutto per lui. Lui che
continuava a fissarmi in silenzio, assorto nella mie parole. Era ancora
più dolce del solito. E di conseguenza ancora più
bello.
Forse dovrei essere
spaventata da tutto questo, o forse, dovrei essere contenta,
probabilmente sto guarendo...
Sul suo viso, tanto magnifico quanto innocente, si aprì un
sorriso mite e sereno, perfetto per la situazione. Sentii una strana
morsa allo stomaco. Una morsa piacevole, non la solita dolorosa. Una
morsa che avrei tanto voluto sentire tempo prima, quando niente era
così complicato. Avrei voluto provare l'ebrezza del primo
amore
vero, del primo batticuore, del primo sogno romantico e sospirato,
della prima volta assieme alla persona giusta.
Non qualcuno che, da te,
vuole solo lo squallido piacere fisico...
Non ero mai stata una ragazza romantica, che sognava il principe
azzurro, con tanto di spada e cavallo bianco al seguito,
però,
dopo quello che ero stata costretta a sopportare, mi dissi che, forse,
un pò di felicità di quella portata avrebbe fatto
bene
anche a me. E in quel momento, vedere il viso di Emmet così
rilassato e sereno, mi fece venire voglia di piangere. Piangere
perché mi era stato riservato quel triste destino, ma
soprattutto, perché, lo stesso destino, non contento, mi
aveva
fatto incontrare Emmet, ormai troppo tardi per tornare indietro. Ma per
fortuna mi trattenni.
"Beh, visto che siamo in tema di segreti... vorrei confessartene uno
anche io!" mi fece poco dopo, monopolizzando la mia attenzione. Sorrisi
per incoraggiarlo a continuare
"Vedi, tu hai detto che ti è bastata la mia voce per
riuscire a
calmarti, oppure guardarmi negli occhi.. beh... ti sembrerà
strano, ma a me succede l'esatto contrario ogni volta che stiamo
assieme!" e ridacchiò. Io, dal canto mio, rimasi alquanto
sorpresa delle sue parole. Ma non dissi nulla
"Sono sempre stato un tipo abbastanza sicuro, difficilmente rimango
senza parole, eppure... quando ci sei tu nei dintorni divento
inspiegabilmente impacciato e.. anche leggermente idiota!" e
ridacchiò di nuovo, quella volta contagiando anche me
"Tu non sei un idiota, Emmet!" lo ripresi sincera. Scrollò
le spalle
"Fatto sta, che, a quanto pare, c'è qualcosa di strano
qui... da
entrambe le parti!" constatò divertito. Sorrisi, per come
aveva
posto la questione.
"Credi sia una cosa risolvibile?" chiesi io, stuzzicandolo un
pò. Scoppiò a ridere.
"Credo di sì... al massimo... tuo padre fa il medico, no?...
beh, possiamo sempre passare da lui per un rapido check-up!"
scherzò. Ormai avevo perso il conto di quanto avevo riso
quella
sera. Riso di gusto, ovviamente. Come non ridevo da una vita.
"E sarà anche gratis... con lui non spenderemmo neanche i
soldi
per la visita!" osservai. Perfino scherzare in quel modo con lui mi era
facile.
Ma d'altronde, cosa non
lo è in sua presenza?...
Continuavamo a ridere, spensierati, mentre il caro Gino ci portava due
piatti fumanti
"Beata gioventù... fossero tutti come voi!"
esclamò
raggiante, posando i piatti di fronte a noi "Peraltro... se posso
permettermi... vorrei farti i complimenti, caro ragazzo mio... hai una
fidanzata semplicemente incantevole... un sogno quasi!" e mi rivolse un
sorriso mite. Arrossii appena, e lo stesso fece Emmet, che,
però,
vi aggiunse anche una risata tranquilla
"Grazie per i complimenti, Gino, però... vedi..." ma lo
bloccai.
Quella era un'atmosfera troppo perfetta per essere interrotta in quel
modo
"Dire che sono un sogno, mi sembra alquanto esagerato!" osservai con un
sorriso. Emmet mi guardò curioso, così gli feci
l'occhiolino
"Ragazza mia... Gino non dice mai bugie... solo autentiche
verità... ne ho viste, in tutta la mia vita, di belle
ragazze ma
tu... le superi di gran lunga tutte ad occhi chiusi!"
confermò
facendomi arrossire ancora di più. Erano belle parole le
sue, mi
sentivo maledettamente lusingata.
"Non so che dire, davvero..." ammisi con un sorriso
"Quello che mi basta sapere... è che i tortellini che vi ho
portato sono di vostro gradimento... quindi non indugerò
oltre"
fece un mezzo inchino divertito, dopodiché ci
lasciò, con
un'esclamazione italiana "Buon appetito!"
Senza metterci d'accordo, io ed Emmet scoppiammo a ridere assieme, fino
a che lui non prese la parola
"É davvero un tipo fuori dal comune!"
"Sono d'accordo... ha proprio il calore e il savoir faire tipici
italiani!" constatai. Ridacchiammo ancora per un pò, per poi
buttarci ad assaggiare le prelibatezze italiche. Letteralmente
squisite.
Passammo il resto della cena a parlare del più e del meno.
Scuola, famiglia, hobby, musica. Lui svelandomi la sua passione per le
macchine e per il basket, ed io evitando il più possibile di
accennare, anche distrattamente, al mio vero segreto. Non ero pronta a
rivelarglielo e né tanto meno, sapevo dire se lo sarei mai
stata. A fine cena, verso le nove e mezza ci alzammo per pagare il
conto, ma mi precedette, affermando con veemenza che quello era compito
suo. Inutile fu ricordargli che lo avessi invitato io fuori a cena e
non il contrario.
All'esterno dovetti, con mio sommo piacere, rimettere
la felpa, sospirando di felicità al contatto della stoffa
calda
e del benefico profumo muschiato.
"La prossima volta, pago io... senza scuse!" lo minacciai dirigendoci
alla macchina. Lui, con le mani nelle tasche dei jeans
ridacchiò
"Con questo vuoi dire che ci sarà una prossima volta!"
osservò. Scrollai le spalle ritrovandomi a sorridere
"Del futuro si sa poco e niente.. le uniche cose che possiamo avere,
sono il ricordo del passato e la certezza del presente!"
Il mio passato
è l'incubo, il presente è il benessere che sento
stando accanto a lui...
"É perfino poetica... Gino aveva ragione sei un sogno!"
esclamò, probabilmente senza pensarci, perché
qualche
istante dopo arrossì e si portò una mano dietro
la nuca.
Io, per stemperare la tensione, scoppiai a ridere. Nel frattempo
avevamo affiancato la Bmw, ma a quanto pareva, nessuno dei due era
intenzionato a salirci
"Dovrai pure avercelo un difetto... altrimenti potrei iniziare a
credere che tu non sia del tutto umana!"
Un difetto... un
difetto... il mio passato è il mio difetto.... il mio incubo
è il mio difetto...
Mi feci tutto un tratto scura in volto, cosa di cui dovette accorgersi
anche lui, perché si affrettò a chiedermi
"Rosalie... qualcosa non va?" io alzai gli occhi, ed incrociai i suoi,
preoccupati, ma allo stesso tempo sicuri e profondi.
Sei l'unico ragazzo che
mi fa sentire a mio agio, in pace con il mondo, sempre e in qualsiasi
circostanza...
L'avevo detto anche io, e in quel momento ne avevo avuto la conferma.
Di ragazzi come lui non ne avevo mai incontrati, probabilmente
perché Emmet era unico nel suo genere. Ed io avevo avuto la
fortuna di conoscerlo.
Senza neanche pensare alle conseguenze, mi buttai tra le sue braccia,
per una volta, per niente spaventata dal contatto fisico con un uomo
che non fosse Jasper o Edward o mio padre. Lui era Emmet, ed io mi
fidavo di lui, così come mi fidavo di me stessa. Venni
subito
circondata dal suo profumo, esattamente lo stesso della felpa, solo
più intenso. Quello avvolgente, quello armonioso ed
inebriante.
Quello che mi faceva sentire maledettamente bene.
Rispose all'abbraccio, all'inizio impacciato, poi sempre più
sicuro, tanto che alla fine poggiò il mento sulla mia testa.
Sentivo gli occhi pizzicare, ma non mi importava. Stavo bene e, cosa
più importante, mi sentivo protetta, per la prima volta,
dopo
otto mesi di inferno.
Risposte
alle recensioni:
Uchiha_chan:
Salve salve... allora, immaginavo che l'atteggiamento di Rose si
sarebbe compreso maggiormente, invece quello di Bella fa pensare un
pò... ma ti assicuro che spiegherà lei stessa la
sua posizione alla sorella, che nel frattempo si può beare
tranquillamente del fatto che Jasper l'abbia chiamata per nome e nn
scricciolo. (ma per poco eh ^^) e inoltre, tu hai detto che ognuno ha
avuto il suo momento coppia... beh, rose ed emmet nn proprio... certo
quella telefonata era ad effetto però... credo che qst qui
sopra sia decisamente meglio nn trovi??^^.. mi ha fatto piacere sapere
le tue opinioni sulle possibilità delle 3 coppie, spero che
la tua previsione si avveri, tienila a mente, mi raccomando! Bene,
cara, fammi sapere cm hai trovato qst capitolo. Un bacione ^^
Elfa
Sognatrice: Ma salve cara... che dire... la tua tesi sui
due comportamenti era impareggibile... semplicemente perfetta. Hai
capito alla perfezione ogni motivazione e qst mi fa piacere... almeno
nn ce l'hai con loro (e cn me^^) e qst è solo positivo! Beh,
emmet e rose, nn saranno andati avanti prima, ma adesso.... nn drmi che
non hanno guadagnato punti ^^ poi chissà magari dopo qst
capitolo la tua classifica cambierà, ki può
saperlo! ^^ in effetti hai c'entrato anche su jazz ed alice, si sono
ritrovati a condividere lo stesso sentimento, e per qst si sono sentiti
vicini... ma nn cantiamo vittoria troppo presto! Bene, fammi sapere cm
è il capitolo, io attendo qui, tue notizie... un bacione
grande ^^
samy88:
Salve cara... o mio dio, che bello leggere le tue recensioni. Mi riempi
di complimenti, che mi fanno immancabilmente arrossire e stare bene, e
soprattutto ti vedo sempre più presa dalla storia e qst mi
fa immensamente piacere. (poi sapere che sei andata da tuo fratello a
dargli un bacio, mi ha fatto morire dalle risate XD).. lo so, tesora,
hai voglia di vedere Alice e Jazz assieme, però...
sarà una lunga ed estenuante attesa... sii paziente ^^...
bene, cara, fammi sapere cm hai trovato il cap. Un bacione ^^
maya
tabitha: O.O ma tu sei troppo buonaaa... ahahah
ciaoooo.... allora, qst cap è meno lungo dell'ultimo ma
considerando che c'è sl un personaggio a parlare, spero
andrà bene cmq... (è intenso a sufficienza
però ^^)... mi disp averti messa in difficoltà cn
la scommessa (a proposito, hai detto l'unico neurone sopravvissuto al
terremoto... ma sei abruzzese x caso?) allora... ti posso
solo dire che (senza rivelarti se hai o meno azzeccato l'ordine) hai
indovinato i motivi che spingeranno le coppie a stare insieme (o
camminare mano nella mano x citare le tue parole XD)... ed
sarà il sostegno morale di bella x la situazione familiare
(una volta eliminata Kristen, ovvio), Emmet sarà il nuovo
inizio di Rose e Ali e Jazz, dp aver messo da parte l'orgoglio potranno
bearsi dell'amore. Intanto però, accontentiamoci di quel
momento di debolezza di lui che mi sembra già tanto. Bene,
cara, spero che il cap sia stato gradito. Fammi sapere... un bacione ^^
eMiLy
BlOoD: Salve cara... tranquilla tesoro, nn importa se nn
hai recensito... l'imp è che il capitolo ti sia piaciuto cm
spero anche qst ^^hai detto bene, Jasper prima deve risolvere la
questione della sorella e poi pensare a sé (e ad alice di
conseguenza) e rose deve assolutamente risolvere i prob di fiducia
ma... il capitolo la dice lunga... per.. attenta eddino è
ancora fidanzato... quindi... tutto chiaro, no? ^^ (macchè,
è ancora + confuso di prima ndTutti!) ahahah.. bene, cara,
aspetto tue notizie... un bcione
blackcristal:
Salve... prima di tutto mi sento di ringraziarti di vero cuore... uno
per aver recensito (cosa che mi ha fatto molto piacere ^^) e due per
avermi lasciato quei magnifici complimenti... sono contenta che la
storia ti piaccia così tanto. Le tue teorie sulle coppie mi
hanno incuriosito molto (anche se, ahimé x motivi di spoiler
nn posso dirti se hai indovinato oppure no.. perdonami se puoi ^^)
però.. voglio sottolineare un paio di cose da te dette che
possono magari aiutare ad arrivare alla soluzione. Uno: rosalie tira
fuori le palle eh già... e mai cm in qst capitolo l'ha
fatto... e due... alice e jasper, soprattutto la prima, provano
attrazione l'uno per l'altro. E si sa, prima o poi l'attrazione diventa
ossessione ^^... spero di nn aveti incasinato troppo e se l'ho fatto,
chiedo venia. Spero vivamente che continuerai a seguirmi,
perchè mi farebbe molto piacere... un bacione e grazie
ancora ^^
lisa76:
Salve cara... ^^ eh già, hai proprio detto bene.. la calma
prima della tempesta... soprattutto perchè lui è
davvero sorprendente. Totalmente diverso dal solito Jasper
strafottente... cosa che nn fa altro che accrescere la
curiosità e l'attrazione della piccola Alice...
chissà se adesso i due testoni continueranno a mascherarsi
oppure.. si decideranno a darsi una svegliata... ^^ bene, cara, spero
che anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere.. un bacione ^^
Norine:
Ciaooo cara... allora... in effetti Bella e Alice hanno bisogno di un
profondo chiarimento. Che abbia frainteso oppure no, devono parlare.
Però... grazie alla reazione di bells, lei ha potuto vedere
la nuova faccia di jazz che non avrebbe mai potuto scoprire... quindi
nn tt il male vien per nuocere ^^ molto interessanti le tue congetture
sulle coppie... però nn posso dirti se hai indovinato o no
(se no finisce il bello ^^) posso solo sperare che qst capitolo porti
qualche elemento in più nella scoperta... fammi sapere se ti
è piaciuto... u bacione cara ^^
valeego:
Santo cielo, cara... cos'è tutta qst rabbia???? respira
tesoro.. mi fai preoccupare... ^^ (scherzo, nn mi ammazzare please ^^)
ci tengo solo a precisare una cosa... lo so, cm avevo già
preventivato l'atteggiamento di rose avrebbe potuto sembrare
leggermente egoistico, però... il legame che c'è
tra lei e i due ragazzi è davvero molto ma molto forte... e
il tt si è ovviamente intensificato x via di quella
storia... lei nn pretende che tt giri attorno a lei, ma almeno avere la
certezza che ci siano dei fermi punti di appoggio le sembra il
minimo... qnd si subisce un trauma del genere si è sempre
molto fragili... quindi cerca, se puoi, di perdonarla ^^ allora... si
in effetti Alice e Jazz hanno parecchie cose in comune e nn solo quelle
ma verranno fuori cn il tempo... ^^ x ultimo... ho in mente un capitolo
cn pov di charlie, nn so quando però.. ma ti prometto che
lì spiegherò il suo comportamento (che ttvia nn
ammette spiegazioni ^^) spero che il capitolo ti sia piaciuto... fammi
sapere.. un bacione ^^ (e nn ti arrabbiare troppo XD)
cinzia818:
Ma ciaooooooo... parto cn il dirti che mi preoccupo per quei due.. dio,
nn farli soffire troppo, che mi dispiace ^^... allora, voglio farti i
complimenti x a chiarezza cn cui hai fatto capire la situazione (l'hai
spiegato senza dubbio meglio tu di me^^) rose è il punto
debole dei due ragazzi. Loro soffrono se lei soffre, e per farli
riappacificare quello era l'unico modo possibile (sarà dura
però... lo dico fin da adesso )anche il tuo pensiero su
bella mi è piaciuto molto... hai ragione, magari in un
momento di debolezza ha tentato di allontanare tt (certo, tt tranne
eddino ^^) qst però nn è stato compreso da alice
che subito ha pensato male.. per qnt riguarda il sodaggio nn posso
rivelarti nulla dico solo che.. di problemi le coppie ne hanno tanti,
però... magari, il problema principale può
diventare motivo di unione.. pensaci cara.. ^^ adesso ti lascio
sperando che il cap ti sia piaciuto. tu aggiorna presto che io attendo
ansiosa... un kissone ^^
hale1843:
Salve cara... ehehe e anche mostro jazz ha dei sentiment hai visto...
immaginavo che ti sarebbe particolarmente piaciuto.. (poi i tuoi due
tesorucci si sono leggermente, e dico leggermente avvicinati che
è già tanto anche se l'abbraccio nn
c'è stato, però... se l'avesse abbracciato
probabilmente avrebbe sofferto il doppio dopo... basta... mi chiudo la
bocca ^^) rose è stata forte, certo, ma credimi le
è costato tanto perchè è cm rinunciare
ai suoi punti fermi. Pensa se avrà un altro di quegli
incubi... come dovrà fare??? (io lo soooo ^^)... bene, cara,
spero che sia stato gradito anche qst cap (io lo chiedo sempre ormai
^^) attento tue notizia... un bacione
mine:
Ciaoooo sono contenta che anche te sei dalla parte della piccola
rose... e che di conseguenza capisci le sue motivazioni... (un grazie
anche da parte sua XD) e soprattutto.. Jasper è figo anche
mentre piange ^^ ahahah.. spero che qst cap sia stato gradito... fammi
sapere.. ciao ragazza dagli occhi sbrillucicosi *O*... ^^
_cory_: Ciao...
prima di tutto grazie per aver recensito... mi ha fatto molto
piacere... allora... le tue considerazioni sulle coppie sono molto
interessanti.. io n posso dirti se hai indovinato oppure no, altrimenti
di toglierei tutto il piacere di leggere... posso solo dirti che hai
indovinato le motivazioni... rose che cerca conforto, l'attrazione tra
ali e jazz e bella e eddino che ancora sono leggermente confusi (sono
alle prime armi poveretti ^^) bene, spero di nn averti confuso troppo
le idee e se l'ho fatto perdonami ^^... spero tanto che continuerai a
seguirmi perchè mi farebbe molto piacere... ti invio un
grande bacio e grazie ancora ^^
G_i_s_y:
Salve cara... ti vedo molto confusa sulla questione delle
coppie e la cosa mi fa piacere (sono sadica lo so^^) è solo
che così almeno nn ti aspetterai nulla... sarà
un'autentica sorpresa... sl l'unica cosa che nn ho capito... tu hai
detto che bells e eddino saranno gli ultimi perchè lei
è + grande... cm mai credi c'entri l'età? lo so,
domanda stupida, è che mi interessano tantissimo le vostre
opinioni e qst èun modo per scoprirle ^^ bene, spero che il
cap sia stato gradito... fammi sapere.. un bacione cara ^^
martya_c:
Salve cara... sono contenta che il cap ti sia piaciuto... sono anche
contenta che tu abbia compreso le motivazioni delle due ragazze,
soprattutto di rose, appoggiando il suo fatto di voler iniziare a
camminare da sola, sperando che qst sua decisione aiuti i due fratelli
a fare pace.. vedremo... stesso vale x bella, che nonostante debba
sopportare il fardello del padre, cerca di sorvolare, e qst include
anche il fatto di nn parlarne. Bene, spero che qst cap rosalie ti sia
piaciuto... è molto particolare, soprattutto
perchè credo sia un passo fondamentale per la sua situazione
^^ un bacione cara, e fammi sapere ^^
bigia:
Ciao cara... sono contenta che ti sia piaciut il cap e che hai compreso
le ragioni di bella e rosalie.. in effetti un pò di distanze
dalla famiglia servono a guadagnare punti in amore (vedi rosalie ^^)..
bene, spero che anche qst capitolo sia stato apprezzato... fammi
sapere... un bacione ^^
irly18:
Salve cara.. ti capisco... anche io devo studiare filox, e per qst
posso capire cosa intendi per complicato... però, serve
anche quella dopo tutto, e... dopo un pò ci si fa
l'abitudine... allora, le tue teorie mi hanno molto interessata...
sapere cosa ne pensi dei personaggi è un buon modo per
capire come vivi la storia ^^ (dovevo fare psicologia probabilmente
ahahaha) cmq sia... nn posso dirti se hai indovinato o no, posso solo
dirti che... le motivazioni sono giuste... e inoltre rose ha fatto un
altro piccolo passo (anzi, enorm passo direi ) qui sopra... il che
è + che significativo. ti ringrazio x gli auguri cosa che
faccio anche a te.. su curiosona, nn mollare... spero che il cap ti sia
piaciuto... fammi saper... un kiss ^^
stezietta
w: Ciao cara... nn preoccupart, nn sono arrabbiata... anzi
mi fa piacere che i capitoli ti siano piaciuti ^^ spero di aver
rispettato la tua consegna quella del discorso tra bells e ed. certo nn
avranno fatto qst grandi discorsi, però.. sono stati
abbracciati per tt quel tempo, qualcosa avrà pur
significato... spero sarai soddisfatta della tua allieva ^^ e spero che
anche qst cap ti sia piaciuto... fammi sapere che ci conto ^^ saluta i
gemellini da parte mia, e un bacione ^^
niky90:
Salve cara... volevi novità tra emm e rose.. ti
basterà qst capitolo spero... di novità ce ne
sono e anche belle grandi... eh eh... e inoltre mi fa piacere che
l'altra faccia di jazz sia stata appezzata... tutto quello che era
successo cn rose lo ha portato ad avvicinarsi inconsapevolmente a
alice, anche se nn lo ammetterà mai (o almeno nn adesso ^^)
spero, cmq, che apprezzerai il capitolo di rose, io l'ho trovato
moooolto significativo, ma poi... fammi sapere ^^ (io sono di parte XD)
ti invio un bacione cara... ^^
piccola_pokemon:
Salve cara, sono contanta che il cap ti sia piaciuto... nn so
sinceramente qnd ci vorrà per vedere ali e jazz assieme cm
coppia, però, una cosa posso dirtela.. la vicinanza di alice
lo cambierà parecchio, più di qnt tu possa
immaginare ^^ (uh uh me si pregusta la scena ^^) calma, cara, capo Swan
avrà prima o poi quello che si merita, nel bene o nel male,
quindi.. rilassati o mi sento in colpa per averti fatta agitare... devo
chiamare il dottor cullen x caso? (decidi tu se vuoi il grande o il
piccolo, della meyer ovvio, perchè qst qui nn è
ancora laureato e nn te lo consiglio x qst ^^) bene, spero ke il cap ti
sia piaciuto... fammi sapere... un bacione ^^
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Capitolo 24 *** Tutto il tempo che vuoi ***
cap
Salveeee... dopo mesi e
mesi di assenza (vabbé mesi è troppo... una
settimana è passata... ^^) rieccomi ad aggiornare... Dio, cm
mi siete mancati... ormai, la scuola è iniziata (si salvi
chi può) ed essendo per me l'ultimo anno mi sento
tremendamente oppressa. (Già da ora che siamo a Settembre,
figuriamoci a Maggio ^^) però ciò nn toglie che
riesca comunque a conciliare i momenti liberi con quelli di scrittura
(e sia chiaro lo faccio esclusivamente per voi, che siete i miei tesori
^^)... bene, dopo qst preambolo alquanto inopportuno (divago spesso, lo
so -_-') passo a dire qualche cosa sul capitolo... alloooraaaa... prima
di tutto, cm potete aver intuito alla fine dello scorso, mancava un
personaggio, ovvero Emmet, visto che Rosalie si è messa a
parlare a mitraglietta e al povero orsacchiotto nn ha lasciato neanche
un rigo ^^ però si è rifatto ampiamente in qst...
qui c'è un altro passetto importatissimo di Rosalie verso la
"guarigione", cosa molto ma molto importante (sei ripetitiva a volte...
eh, lo so ^^). Un'altra cosa... volevo farvi i miei complimenti per
aver indovinato alla grande la frase... l'avete centrata tutti, davvero
bravissimi, per chi invece non l'avesse trovata, o per chi non ci
avesse prestato attenzione, la riporto alla fine del capitolo,
così che possiate farci un pensierino sopra ed esclamare "Oh
cacchio, ma allora una speranza x capra Cullen c'è!" ^^...
adios mes amis... (francese, spagnolo... ormai sono fusa...) ci vediamo
alla prossima... un bacione a tt e x ki va a scuola cm me... buon anno
scolastico!!!... Vi adorooooo
Una promessa. Un impegno piuttosto informale che era stato preso con il
sottoscritto.
"La prossima volta, pago io... senza scuse!"
"Con questo vuoi dire che ci sarà una prossima volta!"
Ed
io, chissà da dove l'avevo trovata la sciocca convinzione
che quella parola sarebbe stata mantenuta.
Domenica mattina. Non avevo un motivo particolare per cui svegliarmi
presto, però... avevo ancora in mente quelle immagini che,
se
pur incantevoli, erano a dir poco sorprendenti. Se lo avessi raccontato
a qualcuno, molto probabilmente non sarei stato preso sul serio.
Perfino io stentavo a farlo. Eppure... era successo, non potevo di
certo negarlo. Avevo passato una magnifica serata in compagnia di
Rosalie Cullen. In compagnia della sua bellezza sconvolgente, della sua
spontanea naturalezza, del suo essere così dannatamente
perfetta
senza doverlo necessariamente ostentare, senza darlo per scontato. Ero
stato bene, anzi, più che bene, se pur avessi ancora qualche
difficoltà a comportarmi in maniera sensata. Le sue parole,
i
suoi sorrisi, la sua risata spontanea e mai forzata, le sue confessioni
a cuore aperto, quello sguardo che pur non possedendo la parola,
diceva tutto quanto. E per completare la serata, quell'abbraccio che
sembrava tutto, tranne che premeditato. Mi aveva dato l'impressione di
essere un gesto inaspettato perfino per lei, che, senza una particolare
ragione si era ritrovata a stringersi a me, senza né
chiedere
né avere timore. Era come se sperasse di farlo da tempo, e,
dopo
vari indugi lo aveva fatto, nel modo più spontaneo che gli
era
concesso.
O forse questa
è solo un'assurda teoria che il mio solitario neurone
continua a proporsi...
Il rumore del caffè appena salito mi fece tornare alla
realtà. La stessa realtà che la sera prima mi
aveva visto
protagonista di un sogno ad occhi aperti.
Vorrei farti i complimenti, caro
ragazzo mio... hai una
fidanzata semplicemente incantevole... un sogno quasi!...
Già, peccato ci fosse quel piccolo quanto fastidioso
particolare
che comprendeva il fatto che io e lei non fossimo fidanzati! Emisi un
verso seccato, tanto forte che mi meravigliai di non essere riuscito a
svegliare Bella ed Alice che dormivano al piano superiore. Riposavano
ignare del demone che si aggirava dentro di me, come un killer pronto a
scegliere la sua prossima vittima. Probabilmente, con tutta l'ansia che
avevo addosso, avrei potuto aggredire qualcuno, se solo mi avessero
infastidito.
Con la tazza di caffè piena e una scatola di
biscotti, mi diressi sulla veranda di casa. Non era di certo la
temperatura migliore per starsene all'aria aperta, soprattutto se
l'idiota in questione indossava semplicemente una maglietta a maniche
corte ed un pantalone. Ma, l'umore nero mi impediva perfino cose
elementari come salire in camera a cambiarmi.
E al diavolo se questa
sera dividerò il letto con la polmonite...
Mi sedetti sul dondolo, ed indiziai a pucciare un biscotto nella tazza,
abbandonando lo sguardo verso la nuvola più alta e
più
strana. Ricordavo alla perfezione quando da piccolo, mi divertivo con
Bella ed Alice a dare una forma a quei batuffoli bianchi in cielo.
"Quella mi sembra una bambola!" esclamava raggiante la voce di Alice,
di appena sei anni
"Ma che bambola... quella è una casa!" la riprendeva Bella,
scuotendo forte la testa. Ed io scoppiavo a ridere. Di entrambe,
poiché non si erano accorte che, quella, non era
né una
casa, né tanto meno una bambola, ma un cane a tre teste che
mangiava da una ciotola.
Beata fanciullezza...
Poi i nostri giochi, erano stati interrotti dalla voce di mamma, quella
spaventata e tremante, che ci avvertiva dell'imminente arrivo di
papà. E misteriosamente, il cane, la casa e la bambola si
erano
fusi in un'unica grande nuvola nera, che minacciava pericolosamente
pioggia e tempesta.
Sorrisi amaro. Quella non era che una delle tante occasioni che ci
erano state portare via dalla nostra infanzia. Io, più di
tutti,
ne ero stato privato. Soprattutto, quando mia madre mi aveva preso in
privato dicendomi che dovevo prendermi cura personalmente delle mie
sorelle, perché, se non ci si poteva fidare del proprio
padre, il
mondo, allora, sarebbe stato un vero inferno. Ed io lo avevo fatto.
Sempre. Avevo protetto quelle due piccole donne, molte volte perfino
rasentando il ridicolo, soltanto per tenere fede al mio patto, o
più specificatamente per rendere loro la vita meno dura e
complicata della mia.
O almeno è quello che penso di aver fatto fino ad ora...
Ma, forse, il tempo dei giochi era finito e le due piccole donne erano
cresciute, ed ormai non avevano più bisogno dell'affetto,
quasi
morboso dell'orso Emmet.
E se io non posso più difendere loro, cosa ci sto a fare
allora?
Qual'è il mio compito? Per chi altri, la mia presenza,
potrebbe essere
talmente tanto essenziale da renderla quasi morbosa e sentita?...
"Ma allora sei proprio masochista, sei di nuovo a maniche corte..." una
voce ruppe prepotentemente i
miei pensieri, tanto che la tazza mi scappò dalle mani, e il
caffè bollente si versò integralmente sulla
maglia e suoi
pantaloni. Ok, scottarsi la pancia era niente, ma buttarsi qualcosa a
quella temperatura lì, al basso ventre... eh no, quello non
era
di certo uno scherzo.
"Ma porco caz..." mi trattenni dal proseguire l'imprecazione,
stringendo forte gli occhi. Bruciava da far paura
"O mio Dio... scusami..." quella voce, ancora quella voce quasi
angelica "Davvero, Emmet, scusa... è colpa mia!" riaprii gli
occhi, incrociando i suoi, apprensivi e visibilmente imbarazzati. Come
lo erano le sue guance imporporate o le sue mani che tremavano appena
"Rosalie!" esclamai sorpreso.
Vi prego, non ditemi che sto sognando? Non ditemi che questi sono
semplicemente gli effetti del caffè bollente versato per
intero
nella parte più delicata del mio corpo... vi prego...
"Non avrei dovuto arrivare così, senza chiamarti... ti ho
spaventato... scusa!" continuava a dire, a pochi centimetri da me, che
senza accorgermene ero scattato in piedi
"Rosalie..." ripetei, come incapace di dire altro
Bene, il nome lo hai imparato, bravo orso, adesso, per piacere,
potresti mettere dietro quella parola, qualche complemento che renda la
frase, perlomeno sensata?...
Lei mi guardò incuriosita, dopodiché fece un
mezzo
sorriso, per poi abbassare lo sguardo sui miei vestiti macchiati
"Dio, guardo cosa ho combinato... non volevo, credimi..."
Vestiti macchiati?... eh?.... ah sì! Il caffè...
"Ehm... non... non ti preoccupare... è stata colpa mia, la
tazza
mi è totalmente scivolata dalle mani!" cercai di dire,
abbozzando un sorriso. Lei si passò una mano tra i capelli -
belli e morbidissimi capelli biondi - e sorrise
"Per quanto trovi dolce il tuo tentativo di sminuire la mia colpa...
davvero, Emmet, mi sento estremamente dispiaciuta!" ribadì
costernata. Diedi un'occhiata indagatrice ai vestiti. Beh, la maglia
era da buttare visto che il caffè era difficile da togliere
e
per quanto non ne valesse la pena, di certo non avrei speso tempo ed
energie a cercare di farla venir via. Per quanto riguardava i
pantaloni... io mi sarei preoccupato più del contenuto che
dell'indumento in sé. Trattenni a stento una risata
divertita,
dopodiché le chiesi
"Ti dispiace se... entro in casa a cambiarmi... essersi buttati il
caffè bollente addosso non è una bella
sensazione,
credimi..." lei scoppiò a ridere
"Tranquillo, fai pure..." acconsentì. La guidai dentro casa
-
tranquillo del fatto che capo Swan fosse a pesca con degli amici
- e la feci accomodare in salone.
"Due minuti e sono da te, parola di scout!" esclamai. Lei
ridacchiò e mi lasciò andare con un gesto della
mano.
Salii con calma gli scalini ed entrai nella mia stanza, facendo
attenzione a non fare troppo rumore. C'erano sempre due signorine che
dormivano a pochi passi da me. Solo a porta chiusa, realizzai.
Rosalie... Cullen... é... a... casa... mia... nel... mio...
salotto... e... mi sono appena versato il caffè fin dentro
le
mutande!...
Come un pazzo scatenato, corsi in bagno, mi sciacquai, aprii l'armadio,
tirai fuori un jeans nero ed una maglia rossa e nera a righe e la
indossai, dopo, ovviamente aver cambiato anche i boxer. Feci un
profondo respiro e scesi al pianterreno. Lei stava lì, dove
l'avevo lasciata, intenta a scrutare una fotografia sul mobile accanto
al divano
"Come promesso, non ci ho messo molto!" esordii entrando. Mi rivolse
uno dei suoi fantastici sorrisi dopodiché indicò
la
cornice
"Sono i tuoi genitori questi?" guardai la foto in questione, rendendomi
solo allora conto che quella che lei indicava, probabilmente era
l'unico scatto nel quale, la mia, aveva la vaga impressione di essere
una famiglia. Deglutii a fatica per poi rispondere
"Sì... quella foto risale... al primo compleanno di Alice
all'incirca!"
"Tua madre era bellissima, davvero!" commentò, ancora
assorta nella visione della cornice.
Era... non è... e questo dice tutto...
"Già..." biascicai
"Ti manca molto, non è vero?" mi chiese lanciandomi uno
sguardo malinconico. Sospirai
"A volte..." risposi vago
Sempre, sempre, sempre... costantemente...
"Dev'essere terribile perdere qualcuno di così importante!"
constatò affranta
"Credimi, è ancora peggio sapere che chi ti è
rimasto
accanto non è degno di colmare quella mancanza!" risposi
amaro.
Solo dopo realizzai ciò che avevo detto e mi
partì quasi
il cuore dal torace. Ma merda, era possibile che non riuscissi proprio
a controllare la lingua in sua presenza?
"A chi ti riferisci?" mi chiese accigliata
"Niente, storia lunga... e particolarmente noiosa!" e feci una risata
per sdrammatizzare, ma l'effetto non fu dei migliori. Presi aria e
cercai di rimediare
"Allora, a cosa devo la tua visita?" le chiesi curioso. Lei parve solo
allora rendersi conto del fatto che fosse in casa mia, e sorrise
imbarazzata
"Ecco, sono... venuta per portarti questa!" e mi mostrò la
felpa
nera che le avevo prestato il giorno prima a lezioni finite visto che
la sua maglietta leggera non bastava di certo a scaldarla. Mi ricordai
all'improvviso il forte desiderio da maniaco pervertito che avevo
provato. Avrei voluto abbracciarla da dietro e provare a scaldarla con
il solo contatto del mio corpo. Solo che... ci avevo rinunciato, a
malincuore, ma l'avevo fatto.
"Cioè, fammi capire... tu, sei venuta fin qui solo per..
restituirmi una felpa che avresti potuto benissimo darmi domani a
scuola?" le chiesi sconcertato. Il rossore che si propagò
sulle
sue guance era a dir poco sublime. Si intonava così
perfettamente con il colore dei capelli e la carnagione chiara.
Ridacchiai appena, scuotendo la testa
"Rose, non era urgente... avresti potuto tenerla fino a che non ci
saremo rivisti!" l'assicurai. Lei sorrise
"Beh, chi ti dice che... oltre alla maglia il motivo per vederti oggi
non fosse un altro?" mi sfidò divertita. Persi altri tre o
quattro battiti. E probabilmente anche una decina d'anni. Cercai di
abbozzare un sorriso
"E sarebbe?" le chiese, veramente curioso
"Probabilmente mi sto abituando così tanto alla tua presenza
che
difficilmente riesco a farne a meno!" esclamò mesta.
Eh?... cos'è
che ha detto? Il mio cervello si è scollegato quando ha
detto probabilmente...
"D-davvero?" chiesi interdetto. Sorrise, in maniera magnifica, gioiosa
e sincera
"Se non fosse stato vero, non te lo avrei neppure detto... credimi!" mi
assicurò. Non potei fare a meno di sbiancare, per poi
riprendere
colore all'improvviso. Mi sentivo caldo, forse avevo già un
inizio di bronchite.
Maledetta maglia a
maniche corte, che tu sia maledetta...
Vedendo che non la degnavo di risposta scoppiò a ridere e
chiese
"Cosa c'è?... troppo scioccato per parlare?"
"Forse!" biascicai, grattandomi la nuca. Ok, ricapitolando... lei aveva
detto di... non riuscire probabilmente a fare più a meno di
me... probabilmente... già era quel maledetto avverbio a
lasciarmi l'amaro in bocca.
Merda, doppia merda,
tripla merda...
"Hai impegni per questa mattina?" le chiesi ad un tratto pensieroso.
Lei scoppiò a ridere
"Questa frase mi pare di averla già sentita!" mi
informò.
Mi unii a lei nella risata, dopodiché ci pensò
per
qualche secondo e rispose
"No, sono liberissima..."
"Bene, voglio portarti in un posto!" la informai, per poi tenderle una
mano per aiutarla ad alzarsi dal divano. Sgranò gli occhi,
fissando la mia mano più del dovuto, quasi con aria
terrorizzata. Pensai che fossi sporco di qualcosa, e che le facesse
schifo toccarmi. Lanciai un rapido sguardo, analizzando la mano, ma la
trovai pulita ed immacolata. E allora, perché,
perché non
voleva afferrarla?
Si alzò da sola, senza il mio aiuto e superandomi
arrivò alla porta d'ingresso. Rimasi leggermente basito
"Allora... vogliamo andare?" mi chiese tranquilla, come se non fosse
successo nulla. Mi ridestai e la raggiunsi, afferrando la giacca e i
documenti dall'ingresso. Lasciò guidare me, visto che ero
stato
io a proporre quell'uscita. Per la seconda volta in due giorni, ero
stato messo alla guida di una macchina targata Cullen, e non una
macchina qualsiasi, una bellissima Bmw cabriolet, rossa fiammante.
Altro che gusti speciali, quella famiglia in fatto di auto ci sapeva
proprio fare, punto!
"Sei mai stata a First Beach?" le chiesi tendendo gli occhi fissi sulla
strada
"No... ma l'ho sentita nominare spesso da alcuni compagni di classe..."
rispose
"Beh, diciamo che... è molto gettonata per quanto riguarda
gli
appassionati di surf, o per chi, come me, adora le spiagge tranquille!"
spiegai divertito, suscitando la sua leggera risata
"Però ti avverto... non ti aspettare il luogo adatto per la
tintarella oppure di trovare la migliore gioventù di
Forks...
sono posti leggermente particolari rispetto ai soliti standard!" la
avvertii
"Forse è proprio per questo che mi piacciono così
tanto!" esclamò
E per lo stesso motivo tu piaci così tanto a me... senza il
forse...
Dieci minuti dopo arrivammo alla riserva. Volevo farle conoscere una
persona per me molto importante. Volevo che conoscesse vita, morte e
miracoli di Emmet Swan, ad eccezione fatta per la storia di mio padre.
Raccontata quella, avevo il terrore di perderla irrimediabilmente. Mi
piaceva troppo. Tutto in lei mi attirava in maniera quasi imbarazzante.
E il fatto che lei avesse palesemente espresso il suo piacere a
trovarsi con me, non faceva che accrescere in me la voglia di
conoscerla, di scoprirla in tutte le sue sfaccettature anche se...
c'era qualcosa, qualcosa nei suoi occhi che mi diceva di stare attento,
perché Rosalie Cullen nascondeva un segreto, un segreto
scomodo
che la faceva irrimediabilmente soffrire, e che pertanto si guardava
bene dal tenersi alla larga da tutti. O quasi...
Parcheggiai proprio di fronte l'ingresso principale della spiaggia, e
insieme, ci incamminammo per raggiungerla
"Questo è senza dubbio uno dei posti più umidi di
tutto
lo stato di Washington. Tuttavia, un pò per le piogge, un
pò per le correnti dell'oceano, è il richiamo
ideale per
loro!" ed indicai un gruppo consistente di surfisti giovani che si
stavano apprestando ad entrare in acqua. Riconobbi da lontano Mike
Newton assieme a Jessica ed altri due compagni di scuola. Immaginavo
che a quell'ora fossero già pronti per partire.
Giunti sul
viottolo che attraversava quasi per intero la spiaggia vera e propria,
scorsi, poggiato ad un tronco, la figura molto familiare della persona
per la quale ci trovavamo lì. Parlottava con un altro
ragazzo,
che conoscevo molto bene.
Come se si fosse reso conto del mio sguardo, si girò dalla
nostra parte ed agitò una mano raggiante
"C'è un ragazzo che ti sta salutando.. lo conosci per caso?"
mi chiese Rosalie
"Vieni... ti voglio presentare una persona!" e le sorrisi. Mi
seguì fino ai due ragazzi, che sorridevano entrambi, ormai
"Vecchio orso spelacchiato... qual buon vento ti porta giù
dai
pellerossa?" mi chiese Jake alzandosi da terra e ripulendosi il retro
dei jeans dai granelli di sabbia e lo stesso fece Embry, indiano anche
lui.
"Vuoi la verità o una bugia?" lo provocai divertito
"Mmm... sai che a me le bugie fanno venire l'orticaria... quindi..."
"D'accordo... mi mancavi troppo e non ho saputo resistere dal venire
fin qui!" esclamai sorridendo. Lui scoppiò a ridere, come al
solito in maniera solare e contagiosa, tanto che sentii distintamente
la leggera risata perfino di Rosalie, ferma a pochi passi da me
"Che ragazzo dolce che sei... guarda se i miei gusti non fossero
altri... su di te ci farei volentieri un pensierino!" scherzò
"E allora mi ritengo pienamente fortunato!" ammisi, facendo scoppiare
un'altra ondata di risate
"Ehm... Jake posso... presentarti una persona?" gli feci. Gli occhi del
ragazzo saettarono subito su Rosalie che si fece avanti sorridendo
"Jacob, questa è Rosalie Cullen... e lui, Rose... beh lui
è Jacob Black, il mio migliore amico!" li presentai. I due
si
sorrisero sinceri
"Piacere di conoscerti Jacob!" annunciò lei
"Ti prego..." la riprese subito "Solo Jake... è molto
più funzionale!"
"D'accordo... Jake!" il diretto interessato sorrise di più,
dopodiché, come colto da un pensiero improvviso,
corrucciò la fronte
"Aspetta un attimo... Cullen hai detto?" mi chiese. Io annuii
"Ma non erano quei ragazzi che un paio di settimane fa..."
iniziò
"Sì... Edward e Jasper... sono i suoi fratelli..." precisai
"E frequentano tutti e tre la mia scuola giù a Forks!"
"Tu guarda il mondo quant'è piccolo..." constatò
Jacob con un sorriso compiaciuto
"Non è il mondo ad essere piccolo, Jake... lo è
soltanto
Forks!" lo riprese Embry, posandogli una mano sulla spalla. Ci
concedemmo una risata, dopodiché, una ragazza
richiamò la
nostra attenzione ed Embry fu costretto a lasciarci. Ci accomodammo
sulla sabbia, dopo che ebbi offerto gentilmente la mia felpa a Rose per
potersi sedere senza sporcarsi, ma lei, in tutta risposta, mi sorrise,
e si accomodò leggiadra a terra. Jacob scoppiò a
ridere
seguendola a ruota.
"Da quanto tempo vi conoscete voi due?" ci chiese Rosalie interessata.
Io e Jake ci scambiammo un'occhiata dopodiché fu lui a
parlare
"Praticamente da sempre. Siamo cresciuti insieme e, nel bene e nel male
abbiamo imparato a volerci bene... per me è come se fosse un
fratello!" spiegò, trovandomi pienamente d'accordo
"Beh, poi essendo coetanei avete senza dubbio molte cose in comune
immagino..." fece pensierosa. Io e Jake scoppiammo a ridere, senza
neanche metterci d'accordo. Quella volta però, lo anticipai
nella parola
"Coetanei? Non del tutto..." esclamai ridacchiando. Lei ci
guardò confusa
"In che senso?"
"Beh... ti dico solo che il signorino qui presente non ha
l'età
che dimostra!" spiegai, indicando il mio amico sorridente. Rosalie lo
osservò meglio
"Nel senso che sei più grande di quello che fai sembrare?"
azzardò allora
"No, no... l'esatto contrario!" esclamò divertito. Lei ci
pensò su per qualche istante, dopodiché
aggrottò
la fronte
"Ma, scusa... quanti anni hai?" chiese finalmente
"Sedici!" rispose secco Jake. Mi fermai ad osservare la bellezza del
cambiamento d'espressione sul viso di Rose. Passò
dall'incredulità, alla sorpresa, per finire al sorriso,
sfociato
nella risata leggera
"Sei molto sviluppato per avere semplicemente sedici anni!"
osservò colpita
"Lo prendo come un complimento!" ridacchiò Jake. Per la
prima
volta, da quando eravamo su quella spiaggia, il mio sguardo e quello di
Jacob si incontrarono di sfuggita per un solo istante. E in quel
preciso momento intuii il suo sorriso compiaciuto, anche se appena
accennato. Segno che Rosalie gli piacesse. Segno che approvava il mio
interesse. Sorrisi, puntando gli occhi verso il mare. Lo so, era una
cosa stupida cercare l'appoggio di un altro ragazzo per quanto riguarda
chi frequentare, però... Jacob non era uno come gli altri,
lui
era il fratello che non avevo mai avuto, e pertanto, aveva ovvi motivi
per detenere la carica di consigliere ufficiale.
Sì, pur
essendo più piccolo di me... anagraficamente, si intende...
Rimanemmo a parlare per un bel pò, senza renderci conto
delle
nuvole che lentamente si diradavano per lasciare lo spazio ad un timido
sole autunnale.
"Scusate, ma devo proprio andare... oggi non c'è mia sorella
a
casa e non mi va di lasciare solo mio padre per troppo tempo!"
esclamò Jake alzandosi e ripetendo la stessa operazione di
pulizia dei jeans. Io e Rose lo seguimmo a ruota - ancora una volta
quest'ultima rifiutò garbatamente la mia stretta di mano.
"É stato davvero un piacere conoscerti Rosalie... spero di
rivederti presto da queste parti.. la riserva è
così
noiosa, e un'ondata di novità fa soltanto bene!"
spiegò
Jake rallegrato. Rosalie gli sorrise sincera
"Senza dubbio, Jake... questo posto è troppo bello per
lasciarselo scappare così!" rispose. Jacob non si trattenne
dal
ridacchiare e dal lanciarmi un'altra occhiata eloquente alla quale
risposi con un sorriso accennato, che sembrò captare,
fortunatamente, soltanto lui
"Bene... io e te ci sentiamo... dopodomani il signor Manday porta
all'officina il furgone e quindi..."
"E quindi saranno guai!" conclusi io la frase per lui sospirando al
solo ricordo delle ore perse, passate ad aggiustare quell'inutile
Dobloo stravecchio.
"Vedo che comprendi al volo... a presto!" e si incamminò, a
passo svelto, verso l'interno, diretto a casa Black. Con un sorriso
ebete stampato in volto, mi girai verso Rosalie, trovandola
intenta a contemplare la distesa agitata d'acqua. Aveva lo sguardo
assente, ma conservava comunque la sua incantevole perfezione. Il
cellulare nella tasca vibrò due volte. Un messaggio
probabilmente. Lo presi e guardai il display. Jake. Un sms.
*Se vuoi un consiglio spassionato, Emm... non fartela scappare... dove
la trovi un'altra che apprezza il paesaggio di Forks? :)*
Sorrisi. Effettivamente Jake non aveva tutti i torti. Era la prima
persona che non si lamentava della città. Anzi, non era
mancata
occasione che non l'avesse elogiata, apprezzata. Totalmente l'opposto
delle sue coetanee che ci erano nate e che ci vivevano e che, senza
ombra di dubbio, avrebbero fatto carte false per andarsene. Magari a
New York. Si accorse del mio sguardo e si preparò a
sorridermi
"Il tuo amico è davvero una gran bella persona..." mi
informò
"Già... l'unica che probabilmente riesce ancora a
sopportarmi!" ammisi grattandomi la nuca, a disagio.
Questa situazione di
stallo deve finire... mi fa sentire tanto un
bambino... certo... un bambino di 19 anni per un metro e novanta
d'altezza..
"Perché dici così, scusa?" mi chiese
"Beh... con il carattere che mi ritrovo, molte persone preferiscono
tenersi alla larga oppure... stringere con me il minimo legame
indispensabile..." spiegai. Intanto avevamo iniziato a camminare sulla
spiaggia, con il mare alla nostra destra
"Non ti seguo, Emmet... perché mai qualcuno dovrebbe tenersi
alla larga da te?" mi chiese confusa
"Ti ricordi quando una volta ti parlai di quel mio... ehm... leggero
difetto?" le chiesi a mia volta. Lei scosse la testa.
"Ma come?... la gelosia morbosa..." le ricordai. Lei scoppiò
a ridere, seguita a ruota da me
"Ma questo non è un difetto, Emmet!" mi riprese divertita
"Eccome se lo è... molte persone si sentono come oppresse da
questo mio modo di fare. E proprio per questo tendono a stabilire le
distanze. La mia ex ragazza mi ha lasciato proprio per questo motivo...
troppo oppressivo mi ha definito!" ricordai amaramente. Solo io sapevo
quanto ci ero stato male. Solo io sapevo cosa volesse davvero
significare sentirsi dire quelle parole crude dalla persona che, fino
al giorno prima, diceva di amarmi.
"Beh, in questo caso le spiegazioni sono due..." esclamò
fermandosi, e di conseguenza facendo fermare me "O non aveva veramente
bisogno di te al punto di non riuscire a concepire la tua presenza come
essenziale... oppure... era una povera pazza!" concluse con un'alzata
di spalle "A te la scelta!"
Scoppiai a ridere, non tanto per le parole che aveva detto quanto per
il tono che aveva usato.
"Da maschio orgoglioso opterei per la seconda scelta!" ammisi infilando
le mani nelle tasche della felpa
"Ottimo... proprio quello che pensavo!" e mi sorrise, riprendendo a
camminare più lentamente
"Io se fossi stata in lei non mi sarei mai fatta scappare un ragazzo
come te!" ammise pochi istanti dopo, a braccia conserte. La scrutai
curioso. Di nuovo quegli occhi bui, vacui, vuoti. Di nuovo quel senso
di disagio che trasmetteva, ma non dovuto all'imbarazzo quanto al
timore verso qualcosa che, evidentemente io non riuscivo a concepire.
Ed io mi sentivo impotente, e tremendamente inutile.
Vergognati, orso, non
riesci neppure a farla stare bene...
"Non è mai troppo tardi per rimediare!" affermai in tono
leggero. Probabilmente il mio neurone in estasi non si era ancora reso
conto dell'abnorme cazzata che avevo appena detto. O forse, mascherando
il tutto con l'innocenza, sperava di farla franca. Fatto stava, che
come sempre, Emmet Swan aveva sparato la sua figura. E adesso, si salvi
chi può.
Alzò gli occhi, bloccandosi di nuovo, e li fissò
dentro i
miei. Vidi pian piano accendersi una luce strana. Dapprima fu quasi un
luccichio lontano e quasi immaginario. Poi, si ingrandì,
fino a
diventare qualcosa di incredibilmente luminoso e lucente,
così
come il suo, se pur timido, sorriso. Sciolse l'incrocio delle braccia e
abbassò lo sguardo arrossendo
"Sei troppo fiducioso, Emmet... e poi..." si concesse una pausa, per
permettere alle mani di affondare nelle tasche dei jeans
"E poi... cosa?" la esortai, abbassandomi quel tanto che mi concesse di
ritrovare il contatto visivo
"Io... ecco..." le tremavano le labbra, chissà se per il
freddo
o per il timore per quello che stava dicendo "Io non sono come le
altre, Emm..."
"Mi sembra logico... sei troppo speciale per essere messa sul loro
stesso piano!" ammisi in un sussurro. Lei scosse la testa
"Non sai quel che dici!" esclamò spostando la testa
dall'altro lato, lontano da me
"Invece sono sicurissimo delle mie parole... non sono mai stato
così convinto in vita mia!" ammisi sincero "Peraltro..."
indugiai un pò, per poi sorridere "Sono convinto del fatto
che
assieme, saremmo ben assortiti!" sentii distintamente il momento in cui
tirò su con il naso e il momento in cui l'ultimo battito del
mio
cuore riecheggiò nel petto. Due cose che coincisero
perfettamente. Mi spostai quel tanto che mi bastò per
poterla di
nuovo guardare negli occhi, e di conseguenza per vederla piangere.
Ti prego, dimmi che non
stai piangendo per colpa di qualche cavolata che ho detto... non lo
sopporterei...
"Rosalie, cos'hai? Perché stai piangendo?" le chiesi
preoccupato. Lei scosse la testa e con un gesto secco si
liberò
delle lacrime dalle guance. Ma dagli occhi erano già pronte
le
altre, libere di uscire
"Non è n-niente... sta tranquillo.." biascicò
"Se davvero non fosse niente, non piangeresti!" osservai "É
per
colpa mia, vero? Ho detto qualcosa che non avrei dovuto?" azzardai
Tipo l'ultima idiozia
della coppia ben assortita...
"No, Emmet.. ed è proprio questo il problema!"
affermò
tra le lacrime. Fece uno sforzo immane per riuscire ad alzare gli occhi
verso di me "Tu sei... troppo... troppo perfetto... ed io... sono...
sbagliata!" e singhiozzò sull'ultima parola
"Ma che stai dicendo, Rose? Tu non sei affatto sbagliata... sei
fantastica.." esclamai convinto
"Smettila di dire che sono fantastica!" gridò infastidita.
Era
la prima volta che la vedevo così. Arrabbiata, frustrata. E
non
potei togliermi dalla testa che la colpa fosse mia.
"Scusa..." mormorò accucciandosi a terra sulle ginocchia
"Scusa,
ti prego... perdonami... non volevo... non dovevo dirti... ti prego,
Emmet..." immediatamente mi inginocchiai di fronte a lei
"Rosalie, ti prego io!... calmati... non è successo
niente..." la
rassicurai, tentando in tutti i modi di trattenermi dall'abbracciarla.
Non volevo essere troppo invadente. Imparare a domare i propri istinti
morbosi, ecco la prima fase della guarigione. Anche se, resistere mi
risultava alquanto difficile
"Ehm... Rose... posso.... posso..." deglutii, sentendomi maledettamente
idiota ed inopportuno. Volevo abbracciarla, ma non tanto per sentire di
nuovo il meraviglioso contatto con il suo corpo, ma soprattutto
perché speravo in cuor mio che la mia presenza potesse
aiutarla
in qualche modo. Lei mi guardò timorosa, con la stessa
espressione messa su qualche ora prima, a casa mia, quando le avevo
porto la mia mano per alzarsi. Mi dissi che avevo fatto un buco
nell'acqua, l'ennesimo quel giorno. Che Rosalie Cullen non si sarebbe
mai fidata di me, e che probabilmente, il fatto di poter essere una
coppia ben assortita non fosse altro che l'assurda cazzata che mi ero
costruito per piacere personale.
Tuttavia, il suo appena accennato cenno affermativo con il capo, mi
strinse il cuore. Molto di più delle lacrime, delle parole,
dello sguardo. Era il lasciapassare per quell'universo tanto piccolo
quanto speciale, il cui ingresso mi era stato più volte
negato.
Ma adesso, no... la porta, se pur appena socchiusa, era comunque
aperta.. per me. Con esitazione mi avvicinai, prendendola delicatamente
per le spalle e portandola verso di me. Lei rimase immobile, con gli
occhi chiusi, fino a che non le avvolsi le spalle con le braccia.
Portò lentamente le sue mani sulla mia schiena affondando il
viso nel petto. Era inspiegabile quello che sentivo. Fu ancora
più bello e piacevole della prima volta. Sentivo brividi
caldi
dappertutto, perfino tra le dita. E questo mi fece sorridere. Non mi
era mai capitato di sentirmi così.
"Perché?
Perché tra tante ragazze meravigliose, hai scelto giusto me
che sono
così dannatamente imperfetta?" mi domandò qualche
singhiozzo dopo
"A
certe cose non si può dare una spiegazione logica, Rose.
É così e
basta!" esclamai sorridendo intenerito dal quel suo tono
così indifeso.
Aveva completamente abbassato le sue barriere e si era mostrata per
quello che era: una ragazza docile e incredibilmente spaventata da
qualcosa che, all'apparenza era molto più grande di lei.
La sentii
sospirare, cosa che mi fece notevolmente tranquillizzare. Perlomeno era
riuscita a smettere di piangere. Risultato ampiamente soddisfacente.
"Emmet..." mi chiamò, aumentando la presa sulla mia schiena
"Dimmi!"
"Mi fai una promessa?"
"Tutto
quello che vuoi!" acconsentii senza pesarci. Ecco un altro mio enorme
difetto. Parlavo molto spesso senza riflettere. Ma questo, purtroppo,
l'avevano compreso anche i muri.
"Voglio che tu abbia pazienza...
voglio che riesca ad aspettare, qualsiasi tempo ci vorrà,
però voglio
che tu lo faccia... se è vero che ci tieni a me e che ci
vedresti bene
insieme... voglio che tu attenda il momento in cui sarò
pronta
anch'io!" disse, in un sussurro accelerato, quasi incomprensibile.
Rimasi qualche secondo muto, per elaborare le parole. Se non stavo del
tutto impazzendo, mi aveva appena detto di voler stare con me, a patto
che io avessi aspettato il tempo necessario affinché lei
fosse stata
pronta. Il cuore fece un paio di salti mortali fino a rimbalzare
rumorosamente nel petto. La strinsi più a me, senza farle
del male -
mai avrei potuto fargliene - e sorrisi
"Tutto il tempo che vuoi, Rose... tutto il tempo che vuoi!"
Risposte
alle recensioni:
damaristich:
Ciao... prima di tutto grazie per aver recensito lo scorso
capitolo... mi ha fatto immensamente piacere... la confessione di Rose
si avvicina sempre di +, lascia che il rapporto tra i due si
intensifichi e sarà stesso lei a sentire il bisogno di
parlare
cn Emmet... per Bella la cosa sarà leggermente diversa, ma,
ahimé, anche volendo nn posso dirti nulla, perdonami se puoi
^^... bene, spero che continuerai a seguirmi, cosa che mi farebbe molto
piacere... un bacio e grazie ancora ^^
samy88:
Ma ciaoooo... Dio mio qnt bei compliment... ma siamo sicuri che
siano tutti per me? (me arrossisce!) davvero, cara, sei troppo gentile
ed io ti ringrazio infinitamente x qst. Sapere di averti emozionata mi
fa gongolare perchè vuol dire che sono riuscita a regalare
qualcosa... sapere che le mie parole fanno in qualche modo sognare ad
occhi aperti (x citare le tue parole!) è davvero un sogno...
quindi grazie davvero! Per qnt riguarda Rose... eh sì, i
progressi sono lenti e difficili ma... qst qui sopra è molto
di
più che un progresso, che ne dici?^^... aspetto la tua
denuncia
x i danni agli occhi (mi assumo tt le responsabilità del
caso
^^) e ti invio un bacio sperando che ti sia piaciuto anche qst capitolo
(vedi di avere anche qst volta gli occhi lucidi se no Emmet si
offende!)^^ un bacione cara...
_cory_:
Ciao... eh, ci vorrà del tempo, e tante peripezie prima
che quella (alias Kristen^^) si levi dalle scatole... solo
perchè sta a New York nn significa che nn sia altamente
pericolosa lo stesso... cmq, sono contenta che il capitolo scorso ti
sia piaciuto spero sia lo stesso anche cn qst qui sopra... fammi
sapere, mi raccomando... un bacione grande ^^
cinzia818:
Ma ciao tesoro.... mi parli di nuovo futuro e mi dici che nn
devo preoccuparmi... ma ti pare che io nn possa lo stesso sgranare gli
occhi (così O_____O) e chiedermi cosa la tua testolina
malefica
stia partorendo???? Mm.. cmq sia attenderò impaziente
l'aggiornamento... cmq... sono contenta che Rose ti sia piaciuta, credo
che un grande passo lo abbia fatto anche qui, poi dimmi tu se sei
d'accordo oppure no... critiche e complimenti sempre ben accetti (ecco
il mio motto di oggi ^^) cmq... anche se lo leggerai sotto...
sì, cara, la frase era proprio quella... parole
molto ma molto importanti... bn cara, attendo tue notizie... e fai la
brava^^ un bacione
bigia:
Salve... qnt bei complimenti, ti ringrazio davvero... e sono felice che
la storia ti abbia preso così tanto. Spero che qst ennesimo
passetto in avanti di Rose sia da te apprezzato, sono qui per ascoltare
ogni tua opinione ^^... un bacione, cara e grazie ancora
lisa76:
Uhh... ma tu sei troppissimo dolcissima (mmm... l'effetto di due ore di
italiano a scuola oggi XD) e le tue parole sono state davvero
apprezzatissime x me... cm hai ovviamente notato, la trovata geniale di
Rose ha lasciato a piedi ben 3 anime, ma tranquilla... Eddino caro ha
raccolto tutti (incluso il fratello rompiballe^^) ma
spiegherà tt lui, nel prox capitolo. Nel frattempo spero di
aver fatto centro anche cn qst, fammi sapere, cara... un mega kiss ^^
valeego:
Salve cara... tranquilla, avevo capito che era l'atteggiamento di Bella
a lasciarti l'amaro in bocca e che in nessun modo criticavi me... so
che sotto sotto vuoi bene all'autrice (me si fa inutili speranze ^^)
xò... sii fiduciosa, Bella si... spiegherà
presto, fidati di me ^^.. sono contenta di vedere che la tua opinione
di Rose si sia risollevata, spero che anche qst capitolo ti abbia
convinto cm il precedente, e in qst x rose è stata ancora
più dura... Dio, ti ringrazio tantissmo per i bellissimi
complimenti, possono sembrare banali agli occhi di chi li scrive ma x
chi li legge riescono sempre a riempire il cuore, quindi grazie,
tesoro... bene spero che il cap sia stato gradito, fammi sapere.. un
kiss ^^
martya_c:
Ciao tesora... hai ragione, forse la scelta di Rose è stata
drastica, però... molte volte, dare un taglio netto al
passato, o a qualcosa del passato che ci fa soffrire nn significa
essere egoisti verso coloro che fino a quel momento ci hanno aiutato e
sostenuto, ma semplicemente crescere... pensa che Rose in qst mesi di
sofferenza nn è minimamente cresciuta (personalmente intendo
nn fisicamente ^^) e qst l'ha fatta chiudere irrimediabilmente in se
stessa... cn Emmet ha trovato quella pace che spesso ritrovava cn i
fratelli, ma capisci bene che un conto è trovarla in un
diciamo "estraneo" ed un altro è trovarla in un familiare,
nn so se rendo l'idea... cmq, tesoro, tu nn devi andare da nessun
analista, sei fantasticosa così cm sei, soprattutto
perchè ti straadoro per tt quello che fai e dici,
incoraggiandomi... quindi se ti faccio emozionare è anche
merito tuo che me ne dai l'opportunità... dopo qst
sproloquio ti lascio, sperando di aver centrato di nuovo cn il cap.. un
kissone ^^
Norine:
Ma zao cara... eh eh eh Emmet e Rose sono fin troppo dolci assieme,
quasi irreali, però... in fondo hanno entrambi i propri
scheletri nell'armadio e si consolano a vicenda.. cm disse qualkn
l'amore è il motore della vita, e qst mi sa che è
proprio vero... ^^... x qnt riguarda Jazz (tranquilla, fratello figo
l'avrà intuito, considerando che lei nn è tornata
a casa x cena e soprattutto si è allontanata da scuola cn
Emmet ^^) voglio farti i miei complimenti... hai centrato la frase,
bravissima... fai un profondo ragionamento su, mi raccomando, magari la
prox volta sei pronta x dare un consiglio ad Alice x cm fare a...
"conquistare" Jasper... ^^ cmq, adesso ti lascio, aspetto tue
notizie... un bacione ^^
hale1843:
Ciao carissima... che tesoro che sei... ti sei prodigata a cercare la
frase misteriosa c tanta premura... dolce... :)... beh, ti do la
soluzione... la prima che hai detto è quella giusta...
complimenti... ottimo spirito di osservazione ^^ mi fa piacere che la
frase ti sia così piaciuta da essertela addirittura
imparata... a me molto spesso capita di ricordare a memoria molti pezzi
della storia e di ripeterli nella testa cm una poesia (sì,
nn sono normale :P) quindi ti capisco perfettamente soprattutto
perchè quella è senza dubbio una frase essenziale
per il rapporto Alice-Jasper... lo so, tu speri ardentemente nel
ricongiungimento di Ali e Jazz ma.. quei due sono cocciuti nn
è colpa mia (ehi! ndAli/Jazz) però prometto che
riuscirò a domarli, parola di Faby... bene, adesso ti lascio
e asp tue notizie... un bacione cara... ^^
elys:
Ciao... sono strafelice che orso Emmet abbia fatto breccia... devi
vedere cm lo ha fatto cn Rose ahahah... me sempre più
esaurita ti saluta sperando che il cap ti sia piaciuto... fammi
sapere... un bacione XD
Uchiha_chan:
Salve cara... sai, sono pienamente d'accordo c te... molte
volte ci fidiamo di più di qualkn conosciuto da poco ma che
è riuscito a catturarci che di alcuni che conosciamo da
tempo, proprio cm'è successo a Rose, amche se, ammettiamolo
la sua situazione era leggermente estrema... Rose ed Emmet cmq
condividono una cosa importante: la paura di perdere l'altro
raccontandogli qualcosa di pericoloso... chissà cm ci
riusciranno (perchè si confesseranno, fidati ^^) bn, nel
frattempo spero che hai gradit il cap... fammi sapere.. un bacione,
cara ^^
Elfa
Sognatrice: Ma ciao... hai ragione la situazione
è davvero difficile, ognuno di loro ha un buon motivo per
stare cn l'altro ma contemporaneamente anche uno per nn starci,
però... qualkn qui sopra ha detto una cosa importante... eh
eh eh di certo nn dobbiamo lasciarla inosservata.. cmq bravissima hai
centrato la frase, è proprio quella, essenziale che contiene
un aiuto importante x Alice.. se è vero che ci tiene a
conquistarlo, sia chiaro ^^.. bn, fammi sapere cm hai trovato il cap..
un bacione ^^
irly18:
Salve... cara, ti capisco, anche x me quella tortura di scuola
è iniziata e spesso mi ritrovo ad nn avere neppure il tempo
materiale x accendere il pc (uff)... però, spero di
recuperare presto... cmq rose è lusingata di essere
diventata il tuo mito, ed anchio lo sono... quello che ha fatto
è stato davvero un passo importante, cm anche quello che ha
fatto qui sopra... forse nn tutto è perduto.. x Bella ti
prego solo di nn essere troppo dura nel giudicarla... in fondo essere
schiaffeggiata dal proprio padre nn è mai una bella cosa..
cmq nn so qnt materialmente durerà la fic... ti dico solo
che sarà lunga, e a giudicare dal fatto che Ed è
ancora fidanzato e Jasper ed Alice nn si posso vedere al momento...
sarà mooolto lunga (spero che adesso nn starai strillando
per la paura ^^) cane, eh? Ne riparliamo dopo, quand hai letto il cap
(nn so se lo hai già fatto!) però ti dico solo
una cosa... please nn odiarmi! ^^ cmq spero che il capitolo ti sia
piaciuto... asp tue notizie... un bacione ^^
maya
tabitha: Amante dei capitoli lunghi.. salve! Credo proprio
che qst volta mi venererai x la lunghezza del cap... mi sono data alla
pazza gioia (anche adesso ben 9 pagine di word ^^) quindi spero la cosa
sia apprezzata... ti faccio i miei complimenti per la forza d'animo che
mi hai dimostrato nello scorso commento... avere il coraggio di nn
arrendersi dopo quello che vi ha colpito (che in parte ha colpito tutti
gli italiani, me inclusa) è davvero una prova di forza
immensa, quindi nn posso che inchinarmi a te... (ode a te o Maya!^^)
cmq, devo dirti anche che ti meriti altri complimenti x aver centrato
la frase nascosta... bravissima XD sei troppo un genio (ma nn
è che il neurone lo stai schiavizzando troppo? Devo chiamare
l'ADN Associazione per la Difesa dei Neuroni??) adesso ti lascio, asp
tue notizie, un bacione carissima... ^^
niky90:
Salve cara... certo magari la dichiarazione d'amore è ancora
lontana, ma le parole che Rose ha detto mi sembrano perlomeno
incoraggianti... e poi Emmet nn è un tipo che si arrende
facilmente... troverà il modo di conquistarla del tutto...
(a modo suo, ma ci riuscirà!) cmq ti ringrazio infinitamente
x i complimenti che mi hanno fatta sorridere cm una scema davanti al pc
x tipo mezz'ora... quindi grazie... spero che anche qst cap ti sia
piaciuto, fammi sapere... un bacione ^^
stezietta
w: Ehm salve... sono Alice Swan.. per qst volta
risponderò personalmente alla tua recensione (l'autrice
è imbavagliata in un angolo della stanza e urla invano^^)...
tesorina consigliera, devo dirti una cosa importante... anche per me
quella frase di Edward rivolta a Jasper è sensazionale e...
l'hai indovinata... è proprio quella giusta... solo che...
conquistarlo? Più facile a dirsi che a farsi... è
talmente zuccone quel ragazzo che molte volte mi chiedo cm abbia fatto
l'autrice a farlo così fastidioso (l'autrice grugnisce
infastidita dal fatto che gli si stia offendendo un suo personaggio)
cmq sia... mentre mio fratello si rianima tra le braccia di Rose (e
bravo Emmettuccio ^^) e Bella fa la finta vittima x sprofondare
nell'abbraccio di Eddino io mi chiedo... perchè mai
l'autrice ha fatto abbracciare tutti tranne me e jasper? Credeva forse
che quella pseudo chiacchierata nel fitto bosco bastasse a risollevare
la cosa? (l'autrice mugugna qualcosa di incomprensibile)
cos'è che hai detto cara? nn credo di aver capito... (lei
intanto continua a dimentarsi come una pazza..) oh, beh...
c'è bisogno di qualche specialista... è un caso
disperato.. cmq tesoro, mi prodigherò affinché
Jasper nn ne esca impunito... peccato che Ed gli abbia già
rigato la macchina, volevo farlo io!^^ bene, se hai tempo recensisci un
pò sta cosa (altro grugnito incomprensibile!) ma soprattutto
pensa alla tua povera amica disperata che cerca invano di sopraffare
l'ira di Jasper... un bacione ^^
eMiLy
BlOoD: Salve cara... sono contenta che i miglioramenti di
Rose ti siano piaciuti, anche se lentamente sta davvero facendo passi
da gigante (solo cn Emmet sia chiaro... cn un altro ragazzo nn si
sarebbe mai sognata di abbracciarlo!) però, in compenso
tutto qst li ha fatti avvicinare il ke è solo positivo...
cmq, Emmet inizia ad intuire qualcosa del segreto di lei, e x il
segreto degli Swan... Eddino è sulla difensiva, attenzione
^^... bene, cara, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere..
un bacio ^^
mine:
ma ciao cara... sono contenta che gli occhi ti sbrilluccicano
è segno di gioia verso i passetti che i nostri amori
continuano a fare... x il momento quella a farne è Rse,
però... chi lo sa che domani Jasper nn si alzi cn la luna
diritta e nn faccia qualcosa x Alice?... Bene, spero che qst cap ti sia
piaciuto (se mi dici che hai di nuovo gli occhietti così
*___* ti faccio una statua al valore XD) ti mando un grande kiss...
ciaooo ^^
piccola_pokemon:
Salve cara... ti capisco cara, la scuola è iniziata anche x
me e perfino aggiornare è diventato un dramma (tu hai appena
iniziato le superiori, io invece le sto per finire e credimi, al quinto
anno perfino il bidello riesce a metterti ansia x gli esami XD) l'unica
cosa che posso dirti su Jasper è... spera che nn venga mai a
sapere che il raschio è opera di Edward altrimenti Bella e
Kristen nn avranno niente da contendersi e rimarranno entrambe vedove
prima del tempo ^^ nn so se ho reso l'idea... in compenso ci sono rose
ed emmet a darci qualche bella speranza... bene, cara, fammi sapere cm
hai trovato il cap, aspetto tue notizie, un grande bacio ^^
G_i_s_y:
Salve... hai proprio ragione, il fatto di essere tremendamente
scrupolosa e riflessiva potrà senza dubbio creare qualche
piccolo problema di approccio... soprattutto perchè eddino
nn è da meno... sono due caproni, lo so (un pò cm
Jasper^^) ma prima o poi ce la faranno anche loro... promesso! Grazie x
i complimenti, davvero e fammi sapere se anche qst cap è
stato gradito... aspetto tue notizie... un bacione cara ^^
***************************************************************************************************************************************
La
frase misteriosa che riguarda Jasper e che è contenuta nel
21esimo capitolo é:
"Basta
sapere come prenderlo... se lo si riesce a conquistare, Jasper
ti sa donare anche l'anima... ma... è molto, molto difficile
riuscire a conquistarlo!"
Complimenti ancora a chi è riuscita a centrarla... vi
consiglio di rifletterci molto su, perché queste poche
parole dette da Edward (che lo conosce alla perfezione) sono in pratica
la confessione del punto debole di Jasper... ^^
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Capitolo 25 *** Calore inspiegabile ***
Capitolo 25 (Edward & Jasper POV)
Salve
miei prodi.... (nel teatro regna il silenzio)...
ehm ehm... c'è nessuno?????? (si sente il verso di un grillo
lontano...) Ehm... ehm... ehilà????.... dico a voi....
(l'autrice si
rende conto che attaccato al muro c'è un biglietto... lo
prende e
inizia a leggerlo...) "Carissima Fabiana, siamo i tuoi amatissimi
lettori. Siamo spiacenti di informarti che... CI ERAVAMO ROTTI LE
SCATOLE DI ASPETTARE PERTANTO ABBIAMO DECISO DI ABBANDONARE IN MASSA LA
TUA FIC.... cordiali saluti i tuoi lettori." Nooooooooooooooooo, non
fatemi qst vi prego, posso spiegare... è stata colpa della
scuola (che
bruci all'istante grrrr) che mi ruba tempo prezioso... vi prego,
abbiate pietà di me... di quella piccola e tenera autrice
che vi vuole
taaaantoooo bene ^^... Cmq, rieccomi, per vostra somma gioia (o
dispiacere) cn qst cap diviso tra du bei (bellissimi bellissimi)
maschietti... e ricordate, w la beneficenza ^^ (Dio mio qst
è pazza
ndTutti) no, non sono pazza, leggete e capirete ^^ un bacione a
tutti... ciaooooo
Domenica
mattina. La sveglia suona puntuale come sempre alle dieci, spostata di
tre ore rispetto a quella che serviva per la scuola. Rimasi, tuttavia,
senza un preciso motivo, a contemplare il soffitto della camera.
Erano successe troppe cose da quando ci eravamo trasferiti in quella
piccola cittadina dello stato di Washington. In primo luogo il
repentino cambiamento dell'atteggiamento di Rose. Era evidente come in
lei fosse nata una sorta di volontà nuova, che oltre a darle
una
forza sconosciuta, la stava gradualmente allontanando da noi. Lo
testimoniava il fatto che la sera precedente fosse uscita
così,
senza preoccuparsi di dare delle spiegazioni, o che assumesse degli
atteggiamenti completamente inspiegabili. La sentivo distante, e me ne
preoccupavo perché non era mai successo.
O forse sì, è successo, ma allora l'abbiamo
semplicemente
vista come una conseguenza logica di quello che era stata costretta a
sopportare...
Mi ero ripromesso la mattina precedente di parlarle, non appena
l'avessi incrociata a scuola, ma lei, senza darlo troppo a vedere, mi
aveva evitato accuratamente facendomi sentire, di conseguenza, ancora
più coglione.
Ormai coglione è diventato il mio secondo nome...
In compenso mi aveva costretto a condividere l'abitacolo
con
Jasper, per quella che, in tutta la mia vita, si era rivelata la
mezz'ora peggiore in assoluto. Non aveva fatto commenti quando lo avevo
avvertito del fatto che Rose lo aveva affidato a me, si era limitato a
fare un gesto affermativo con il capo e a seguirmi alla Volvo. Dovetti
ringraziare non so quante volte il cielo della presenza di Bella in
macchina che per fortuna riuscì a stemperare la tensione,
introducendo discussioni, facendo considerazioni e perfino riempiendo
la macchina con la sua leggera risata. Perfino Alice era più
silenziosa del solito. Guardava fuori dal finestrino e solo in due
occasioni aveva staccato lo sguardo da lì; la prima per
lanciare
un'occhiata malinconica in direzione della sorella, l'altra per
scrutare Jasper che, nel frattempo, si intratteneva alzando e
abbassando il finestrino automatico. Mi dava un fastidio
indescrivibile, non contando il fatto che avrebbe benissimo potuto
romperlo con niente. Ma, per il quieto vivere, rimasi in silenzio,
limitandomi a rispondere alle domande di Bella e a impegnarmi a fare
conversazione con lei. Ed era così che la strada verso casa
Swan
si era rivelata tranquilla. Il problema era arrivato dopo. La tensione
si poteva quasi affilare con un coltello. Io impegnato a far correre la
Volvo sulla strada verso casa, e Jasper intento a sfasciarmi la
carrozzeria. Ad un certo punto, quando non ne potevo davvero
più
del fastidioso rumore del portaoggetti chiuso e riaperto in
continuazione, avevo esclamato acido
"Se non la smetti , giuro che ti lascio sul ciglio della strada, tanto
che sarai costretto a fare l'autostop per tornare a casa!" si
bloccò, improvvisamente, girandosi lentamente verso di me.
Rimase qualche secondo immobile, dopodiché
scoppiò a
ridere. Il solito Jasper di sempre.
"Mi stavo giusto chiedendo per quanto ancora avessi intenzione di
startene muto e di non rivolgermi la parola!" esclamò
"E quindi cos'era il tuo? Un rozzo tentativo di riappacificazione?"
domandai scettico
"Una specie..." mormorò vago
"Bene, sappi che non ci sei neanche lontanamente riuscito... anzi... se
possibile hai ottenuto l'esatto contrario. Mi hai infastidito ancora di
più!" lo avvertii
"Non sei mai stato bravo a mentire..." fece allora, spostando lo
sguardo al finestrino
"E tu, invece, sei un pessimo persuasore!" risposi
"Bene, almeno siamo pari!" e ridacchiò, ricominciando a
giocherellare con il finestrino. Da ricovero.
Non ci eravamo detti altro quella sera, né a cena,
né
prima di andare a dormire. Ed io non sapevo neppure come comportarmi
con lui. Non sapevo se ci potessimo considerare ancora in lite o se la
situazione, con quello scambio di battute, si fosse risolta. Tuttavia
il mio orgoglio maschile mi suggeriva di aspettare e sperare in una
successiva mossa dell'avversario.
Certo, Edward, chi di
speranza vive, disperato muore...
Finalmente mi alzai dal letto, dopodiché scesi in cucina.
"Buongiorno, mamma..." salutai con un mezzo sorriso. Lei si
girò
e ricambiò nel suo solito modo dolce e materno. L'avevo
sempre
detto. Quella donna era nata per fare la madre. Ce l'aveva nel sangue.
Mi resi conto che in cucina non eravamo soli, così,
più
che altro per educazione, aggiunsi
"Buongiorno anche a te, Jasper!"
"Giorno, carotino!" rispose con la sua solita aria arrogante. Grugnii.
Bene, almeno avevo appena ottenuto la conferma del fatto che le cose
tra noi si erano leggermente risolte. Solo che...
Carotino... non so se lo
preferisco
quando mi chiama così oppure quando mi strattona per il
collo
della camicia urlandomi contro che io e lui non siamo fratelli...
"Rosalie?... ancora dorme?" chiesi curioso, poggiandomi ad un mobile
della cucina
"In realtà..." fu Jasper stesso a rispondermi "Non
c'è... è uscita molto presto questa mattina!"
"Ah sì?" chiesi inarcando un sopracciglio incuriosito "E
dove è andata?"
"Non ne ho idea..." rispose con un'alzata di spalle
"Forse è semplicemente scesa in paese a fare un giro!"
osservò nostra madre, affaccendata con una borsa di plastica
colorata. Non ebbi modo di commentare, che l'ingresso di
papà
catturò la nostra attenzione
"Ah bene... due baldi giovani... proprio quello di cui avevo bisogno!"
ci disse sorridendoci.
"Per fare cosa?" gli chiese Jasper, confuso quanto me
"Avete da fare questa mattina?" ci domandò portando le mani
sui
fianchi. Io e Jasper ci guardammo prima di fare un segno negativo con
il capo
"Ottimo... allora filate a cambiarvi... ho bisogno di voi
all'ospedale!" ci spiegò entusiasta
"Prego?" sbottò Jasper sorpreso
"Cosa dobbiamo fare noi due... all'ospedale?" domandai allora io
"Ci tengo a ricordarti che le analisi del sangue le abbiamo
già
fatte tre mesi fa!" specificò Jazz, suscitando le risate dei
nostri genitori
"Non si tratta di questo... è che... l'ospedale ogni anno
organizza una fiera nella piazza antistante la clinica, aperta al
pubblico. C'è il libero ingresso e dura all'incirca una
settimana. Tutta la cittadina porta all'ospedale cose da vendere, roba
che non usa più, oggetti fatti a mano o meglio ancora,
prelibatezze locali, e tutto questo viene messo in vendita durante la
fiera. Il ricavato, poi, sarà destinato alla costruzione del
reparto di pediatria della città, visto che ne siamo
sprovvisti!" ci spiegò allora tutto conciso
"Non è un'iniziativa fantastica?" fece nostra madre
emozionata
"D'accordo... è una cosa fantastica... un vero gesto di
bontà d'animo... ma... cosa c'entriamo noi due in questa
storia?" domandò Jasper, precedendomi
"Beh ecco... ci servono dei volontari che ci aiutino ad organizzare il
tutto... gli stand, le cose che la gente ci porta, i cartelloni che
pubblicizzano l'evento... insomma, un uomo della mia età,
laureato e con una rispettabile carriera da preservare, non
può
certo andarsene in giro per la città agitando volantini e
recuperando vestiti e offerte.. vi pare?" e ci sorrise, come se si
aspettasse che, da un momento all'altro scoppiassimo a ridere.
"In parole povere... ci servite per fare i lavori pesanti!"
commentò Jasper
"Oh, coraggio, tesoro... sono convinta che vi divertirete... e poi, ci
saranno molti ragazzi come voi, tutti disposti ad aiutare l'ospedale
per una giusta causa!" ci incoraggiò mamma, affabile.
Sospirai.
Bene, come rifiutare una proposta del genere? Se avessimo detto no, di
certo loro non ci avrebbero costretto, ma poi, ci avrebbero rinfacciato
in eterno il fatto di non esserci resi disponibili ad aiutare dei
poveri bambini, il cui unico male sarebbe stato quello di svegliarsi un
giorno malati e bisognosi di cure ed attenzioni.
Maledetta coscienza...
"D'accordo... che dobbiamo fare?" domandai. Sia mia madre che mio padre
mi sorrisero entusiasti e anche leggermente orgogliosi ma fu il secondo
a rispondere
"Salite su e vestitevi... tra dieci minuti andiamo!" ci
spiegò.
"Cosa non si fa per una giusta causa!" esclamò Jasper, per
poi
precedermi verso il piano superiore. Nel corridoio ci dividemmo. Lui
prese la prima stanza a sinistra ed io continuai fino alla fine del
corridoio, entrando nella mia. Mi diressi, direttamente, in bagno,
infilandomi sotto la doccia. Con un asciugamano legato in vita, aprii
l'armadio. Presi un jeans scuro, una maglia bianca a maniche lunghe, a
righe, con lo scollo a vu. Indossai il tutto, recuperai le Puma,
dopodiché sistemai i capelli, ancora leggermente umidi della
doccia, direttamente con le mani. Non ero tipo da pettine. Quelli erano
proprio oggetti con cui, io, non volevo avere nulla a che fare.
Recuperato l'orologio, il cellulare e la giacca, uscii dalla stanza.
Dopo qualche minuto, anche Jasper ci raggiunse in salone, dove tutta la
famiglia, eccetto Rosalie che era misteriosamente sparita, stava
aspettando. Jeans scuro, felpa celeste con il cappuccio, ma soprattutto
occhiali da sole sulla testa. Scoppiai a ridere
"Jasper, ti ricordo che stiamo andando in ospedale, e non ad una festa!"
"Esatto... e questo non mi impedisce comunque di essere sempre
impeccabilmente presentabile!" spiegò superandomi. Scossi la
testa, dopodiché seguii mio padre che, con un sorriso
divertito
ci teneva aperta la porta. Durante il viaggio verso la clinica,
quest'ultimo continuò a informarci sull'iniziativa. Era
davvero
una bella cosa quella che faceva la cittadina ogni anno, soprattutto
perché, come nostra madre sottolineo più volte, i
volontari che organizzavano il tutto, non percepivano neanche un
centesimo in tutto ciò.
E certo, genio, se no
che motivo ci sarebbe di chiamarli volontari?... non fa una piega...
Arrivati al parcheggio, la scena che mi si parò davanti fu a
dir
poco sorprendente. Decine di ragazzi, di uomini e di donne, si
aggiravano per la zona, trasportando tavoli, scatoloni e carrelli.
Ognuno con qualcosa in mano, ognuno con una destinazione precisa, ed
ognuno con il sorriso stampato in faccia. Sorrisi di conseguenza
"Però... ecco come si diverte il popolo di Forks!"
esclamò Jasper abbassando leggermente gli occhiali sul naso
per
vedere meglio la situazione
"Non iniziare con i tuoi soliti commenti sarcastici, per favore!" lo
riprese nostra madre
"E chi aveva intenzione di farlo..." rispose lui sorridendo e scendendo
dalla macchina, seguito a ruota da me. Il sole, se pur timido, era
molto piacevole. Riscaldava appena ed impediva a quella leggera brezza
autunnale di recare fastidio. Guidati dal capo famiglia, arrivammo
all'ingresso, lì dove si trovava il vivo
dell'organizzazione. Un
paio di poliziotti sorvegliavano il tutto, dando direttive a destra e a
manca.
"Dottor Cullen, buongiorno!" esclamò uno dei due, un uomo
stempiato dall'aria simpatica
"Salve Joe... allora, come procede?" domandò mio padre
lanciando un rapido sguardo in giro
"Tutto bene, dottore... quest'anno i volontari si sono triplicati...
sono bravi ragazzi questi!" esclamò soddisfatto il
poliziotto,
aggiustandosi la cintura in vita
"Per fortuna... tra l'altro, come promesso... ecco qui altre quattro
braccia forti che vi potranno essere immancabilmente utili!" e ci
indicò sorridendo "Loro sono Jasper e Edward... i miei
figli!"
spiegò
"Molto piacere di conoscervi... io sono l'ispettore Cargan, ma potete
tranquillamente chiamarmi Joe..." ci salutò con un sorriso
al
quale ricambiammo. I nostri genitori si dileguarono, lasciandoci nelle
mani dell'ispettore. Quest'ultimo ci spiegò come si erano
organizzati quell'anno, di quanta gente li stava aiutando e di quanta
ancora ne avevano bisogno per completare entro la fine della giornata.
Dopo alcune veloci delucidazioni, ci indicò uno stand
dall'altro
lato del parcheggio e ci disse che lì, molto probabilmente,
avrebbero avuto bisogno di qualcuno per spostare degli scatoloni.
Raggiunto il luogo indicato, dopo esserci presentati a dei ragazzi che
stavano organizzando quella zona, iniziammo a spostare dei cartoni
enormi e pesantissimi da una parte all'altra della fiera. Alcuni erano
così pesanti che li dovemmo portare in due.
"La prossima volta ricordami di non accettare nessuna proposta uscita
dalla bocca di papà!" mi avvertì Jasper posando
uno
scatolone a terra
"Ti ricordo che lo stai facendo per tutti quei bambini che un giorno
potrebbero avere bisogno di cure qui a Forks!" sbottai sistemando
meglio un cartone in bilico
"Lo so... soltanto che questo posto è... tremendamente
noioso...
neanche qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere..." si
lamentò sbuffando. Ero sul punto di rispondere, quando una
voce
dolce alle mie spalle mi interruppe
"Edward.." mi girai, per vedere quanto le mie intuizioni fossero reali,
e quando mi ritrovai il suo sorriso sorpreso e allo stesso tempo
piacevolmente colpito, non potei fare a meno di ricambiare, con il mio
marchio di fabbrica: il sorriso sghembo che tanto amava Rosalie.
"Bella... ciao!" la salutai. Lei si avvicinò a noi,
stringendo al petto una busta piena zeppa di vestiti
"Che sorpresa vedervi qui... non pensavo che sapeste della fiera!"
esclamò sincera
"In realtà l'abbiamo saputo questa mattina... è
stato
nostro padre a portarci qui... ed ha fatto bene, incredibile quanto
aiuto serva per organizzare il tutto!" risposi lanciando uno sguardo ai
ragazzi di prima che si affaccendavano per attaccare manifesti e
indicazioni più lontano da noi.
"Ah, già... dimenticavo che vostro padre lavorasse qui..." e
sorrise di nuovo. Mi fermai ad osservarla per bene. Indossava un jeans
stretto, una felpa bianca con la zip e il cappuccio e da sotto si
intravedeva una maglietta rosa, abbinata con delle Converse basse dello
stesso colore. A completare l'opera, la sorpresa: il livido che il
giorno precedente l'aveva accompagnata, era praticamente invisibile. Si
notava semplicemente un leggero rossore, all'altezza dello zigomo, ma
nulla di eccessivamente visibile. Aveva recuperato la sua naturale
bellezza e questo non poté che farmi piacere e di
conseguenza
farmi sorridere
"Mmm... senti un pò, Bella... posso farti una domanda?" le
chiese Jasper. Lei lo guardò, incuriosita,
dopodiché
lanciò una breve occhiata nella mia direzione. Ma fu un
attimo,
tornò subito a concentrarsi su mio fratello
"Certo!" rispose
"Sei venuta da sola questa mattina?" domandò allora. Io mi
girai
a guardarlo. Che razza di idea malsana gli stava balenando in testa?
"Ehm... in realtà no... c'è anche Alice con
me..."
rispose la ragazza confusa, lanciandomi un'altra occhiata quella volta
meno incuriosita e più preoccupata. Trattenni a fatica una
risata che mascherai con un colpo di tosse.
"E dov'è che l'hai nascosta?" fece lui divertito. Bella
sgranò appena gli occhi mentre io scuotevo la testa.
Ecco... mi sembrava strano che Jasper - latinlover non fosse ancora
entrato in funzione...
"É rimasta accanto allo stand dei vestiti usati...
è da
lì che vengo..." spiegò accigliata. Jasper si
aprì
in un mezzo sorriso malizioso e divertito, il che fu per me il chiaro
segnale di pericolo
"D'accordo... allora credo proprio che andrò a darle una
mano...
è così piccola e fragile e non vorrei che si
facesse
male!" si avvicinò a Bella, le sfilò la busta dei
vestiti
dalle mani e disse
"Lascia, ci penso io... tu rimani qui, fai compagnia a carotino che,
poveretto, è una pò giù di morale...
chissà
che tu non riesca a farlo sorridere un'altra volta!" le fece
l'occhiolino e si avviò, senza darmi modo di dire o fare
altro.
Merda, quando parte in quarta è ancora più
insopportabile...
Sospirai, scuotendo la testa, ormai rassegnato. Povera Alice, l'unica
soluzione, in quel caso, per lei, sarebbe stato il cambio di
identità. Magari entrando in qualche progetto di protezione
testimoni e cambiando continente, avrebbe potuto ottenere un margine di
sicurezza. Di certo sapevo che, rimanendo nella stessa città
di
Jasper, sarebbe caduta vittima molto presto.
Quando Jasper è convinto di quel che vuole, stai pur certo
che la ottiene, costi quel che costi...
"Non si arrende mai, eh?" mi fece Bella allora, osservando
Jasper che, a passo spedito, procedeva verso il lato opposto del
parcheggio. Scoppiai a ridere
"Te l'ho detto... quando si mette in testa una cosa..." la vidi
scuotere la testa e sospirare, così aggiunsi "Tuttavia devo
riconoscere che tua sorella sa come farsi rispettare... se fosse stata
un'altra ragazza, probabilmente sarebbe già passato alla
fase
successiva!"
"Ti prego..." fece lei scuotendo la testa violentemente "Non voglio
neanche sapere quale sia questa... fase successiva!" io scoppiai a
ridere, seguito da lei.
Possibile che riesca
sempre a
calmarmi?... Di solito ci riesco da solo, possiedo un ottimo
autocontrollo, eppure... lei... santo Cielo... con lei è
diverso...
"Rosalie non c'è?" mi chiese avvicinandosi ad uno scatolone
per
leggerne l'intestazione. Quello che aveva preso in esame, proveniva
dalla scuola elementare di Port Angeles
"No... è uscita molto presto questa mattina e fino ad ora...
non si è fatta sentire!" ammisi
"Che strano..." affermò lei accigliandosi "Lo stesso
comportamento che ha avuto anche Emmet... stamattina, quando ci siamo
svegliate, lui non c'era... anche se, la Jeep era parcheggiata al
solito posto!". Ci studiammo per qualche istante. Mi chiesi se quella
non fosse una coincidenza oppure se lì, qualcuno, stesse
tramando qualcosa alle nostre spalle.
"La macchina di Rose, però, in garage non c'era!" osservai
sempre più sospettoso. Lei ci rifletté su per
qualche
minuto, picchiettandosi la guancia con un dito
"Beh i casi sono due..." iniziò con un mezzo sorriso "O
hanno
avuto entrambi la felice idea di scappare dal paese... oppure..."
"Cosa?" la incitai
"Oppure abbiamo trovato un altro Cullen attratto da uno Swan... o
viceversa!" esclamò. Rimasi qualche istante a metabolizzare
la
frase, dopodiché scoppiai a ridere.
Un'altra volta...
un'altra risata...
"La tua tesi è inattaccabile, complimenti!" feci io,
ottenendo la sua leggera risata.
Ok, adesso sto per dire
una cosa di
cui, già lo so, tra qualche istante me ne
pentirò,
tuttavia... non sono mai stato bravo a frenare la lingua in certi
casi...
"Quindi... seguendo il tuo ragionamento... i prossimi saremmo noi due!"
Ecco, l'ondata di
disagio che arriva... maledetto me, me stesso e me medesimo...
Confusa e divertita, mi lanciò una strana occhiata,
dopodiché arrossì appena, ma senza esagerazione
"Beh noi possiamo anche considerarci l'eccezione che conferma la
regola..." affermò abbassando lo sguardo
"E... per quale motivo?" domandai. Lei rialzò lo sguardo e
lo incatenò al mio.
Da domani il marrone
cioccolato diventerà il mio colore preferito, lo sento...
"Beh tu... beh tu sei... fidanzato, no?" era senz'altro una domanda la
sua. Certo, lei lo sapeva, ma allora, perché chiederne
conferma?
E tu perché
le hai fatto quella domanda stupida?...
"Ah... è a questo che ti riferisci..." constatai io
sorridendo ed abbassando a mia volta lo sguardo sull'asfalto.
Chissà
perché, tendo spesso a dimenticarmi della mia ragazza...
"Certo... insomma... tu, non hai... ancora parlato con lei, vero?
Cioè... state ancora insieme?" domandò
leggermente a
disagio, cosa che mi fece sorridere ancora di più,
inspiegabilmente. L'unica cosa che sapevo, però, era che non
stavo ridendo per lei, per quello che mi chiedeva. Quello no, non
l'avrei mai presa in giro, neanche per sbaglio.
"Tecnicamente..." risposi
"Hai cambiato idea... non vuoi più... dirle la
verità?"
Sbaglio o la signorina
Swan si sta
interessando un pò troppo al sottoscritto?... Non che mi
dispiaccia sia chiaro... ma almeno, avendone la conferma, starei
più tranquillo...
"No, no... devo dirle la verità!" dissi calcando la voce su
quel devo.
Già, devo
dirle la
verità, devo dirle che non la amo, devo dirle che non l'ho
mai
amata, devo dirle che deve smetterla di chiamarmi tutti i giorni, devo
dirle che deve smetterla di mandarmi messaggi sdolcinati ai quali non
riceverà mai risposta... devo dirglielo, ma non ne trovo mai
il
tempo...
Non si tratta di tempo
Edward... a te manca il coraggio. Punto!...
"Bene..." e sorrise di nuovo, sospirando
"Bella... posso farti una domanda?" le chiesi rialzando gli occhi. Lei
non rispose, si limitò a fare un gesto affermativo con il
capo
"Se Kristen non ci fosse... se io... se io non fossi stato fidanzato...
sarebbe cambiato qualcosa?"
Maledetto me e queste
domande del cazzo...
La vidi sbiancare, per poi arrossire violentemente, molto di
più di prima. Faceva quasi pandane con la maglietta rosa.
"Io... ecco... Edward... non so..."
"Ah, bene, due ragazzi liberi finalmente!" una voce maschile ci
interruppe. Era Joe, che trascinava un carrello carico di scatoloni
sigillati
"Vi spiacerebbe aprire questa roba e dividerla nei vari stand?" ci
chiese affaticato
"Certo... nessun problema!" feci io, anticipando Bella, ancora
leggermente scossa
"Bene... vi ringrazio... stanno arrivando tante di quelle cose che
dubito riusciremo a vendere tutto quest'anno!" Joe si concesse una
risata, dopodiché, sollevandosi di nuovo la cintura, si
allontanò. Sospirai, avvicinandomi ai cartoni.
"Prima iniziamo e prima ci saremmo liberati di questa roba!" affermai,
prendendo uno di quelli più grandi e posandolo su un bancone
"Sì... sì, hai... ragione!" Bella mi
affiancò, ancora visibilmente imbarazzata.
Diamine... non riesco
mai a tenere la bocca chiusa... in questo io e Jasper siamo uguali...
"Senti Bella..." la chiamai. Lei alzò gli occhi verso i miei
e rimase in attesa "Volevo dirti che..."
Che non so cosa diamine
mi succeda...
che da un pò di tempo a questa parte, con te, il mio
autocontrollo va scemando... che prima avevo una spiegazione a tutto,
ma adesso a te non la so dare... che non riesco a dimenticare il tuo
profumo, non riesco a dimenticare la tua stretta salda dell'altra
sera... che forse non hai tutti i torti, per ogni Cullen c'è
uno
Swan e che tu...
"Cancella quello che ti ho detto prima... fai... finta che non sia
successo niente!" vidi passare, per un istante, nei suoi bellissimi
occhi color cioccolato, un'ombra scura. Delusione? Probabile. O forse
semplicemente rabbia per il sottoscritto. Ancora più
probabile.
"Tranquillo... non c'è problema!" disse tirando un sorriso,
dopodiché iniziò a rovistare tra la roba del
primo
cartone, abbandonando totalmente i miei occhi e di conseguenza la
voglia di parlare.
Complimenti Edward... la
sai una cosa?... Sei un coglione!..
Come
un lupo, a caccia, cerca la preda migliore per il suo banchetto serale,
così io, con un piccolo sorriso divertito a incresparmi le
labbra, vagavo per il parcheggio, in cerca della mia "piccola preda
preferita", meglio nota con il nome di Alice.
Era stata una
fortuna aver incontrato Bella. Grazie a lei avevo
scoperto che anche il mio scricciolo si trovava lì, e
aspettava
soltanto di vedere il sottoscritto.
Vabbè, questo Bella non me l'aveva detto, ma, era implicito.
Stringevo la busta colma di vestiti usati, e intanto il mio occhio
allenato, scrutava la zona.
Qui no, lì
nemmeno, là non c'è...
Possibile che fosse tanto piccola da mimetizzarsi così bene
tra
la gente? Scoppiai a ridere da solo, catturando l'attenzione di un
ragazzo che mi squadrò confuso.
Cosa vuoi saperne tu? Io
sono in modalità predatore, per cui mettiti da parte e
osserva come si comportano i grandi...
Ad un tratto, come colpito da una folgorazione notai una figura
familiare, ma passai avanti. Poi, come nei film, mi bloccai di botto e
sorrisi. Feci dietro front, ancora sotto lo sguardo attento del
ragazzino di prima e mi avvicinai ad uno stand. Ed eccola, la mia
piccola, innocente e deliziosa preda.
"Ehilà, scricciolo!" esordii sfoderando il mio sorriso
seducente. Lei alzò la testa talmente tanto velocemente che
pensai per un momento che si fosse rotta l'osso del collo.
Sgranò gli occhi dopodiché mormorò
"Jasper..."
Il proprio nome
sussurrato dalla bocca della preda, fa uno strano effetto, non
trovate?...
"Proprio io!" affermai poggiando finalmente la busta sul tavolo che,
tra l'altro, ci separava. Alzai gli occhiali da sole - che erano anche
leggermente inutili ormai, dato che le nuvole si stavano raddoppiando -
e li poggiai sulla testa, così da vederla meglio negli
occhi,
senza ostacoli che me lo impedissero. Dovetti ammettere, tuttavia, che
ne rimasi piacevolmente colpito. Era vestita benissimo, perfettamente
coordinata, e pericolosamente irresistibile.
Frena, leoncino
impazzito... ricorda che sei qui per conquistare lei e non il
contrario...
Jeans stretto, una maglietta a fantasia a maniche corte
sotto alla quale si intravedeva il colletto e le maniche di
una
camicia bianca. In testa, a coprirle quasi interamente i capelli neri,
ad eccezione di un piccolo ciuffo ribelle, un cappello girgio di lana.
Semplicemente incantevole.
Lei prese a controllare la busta che avevo appena portato, senza
degnarmi di uno sguardo.
"Non sei contenta di vedermi?" le chiesi sfoderando la carta della
nostalgia. Lei alzò impercettibilmente un sopracciglio,
dopodiché si girò, stringendo al petto qualche
maglia, e
iniziò a sistemare il tavolo dietro di lei. Grugnii
infastidito.
Se c'era una cosa che davvero non sopportavo in quei momenti era essere
ignorato. Feci, pertanto, il giro dello stand fino a ritrovarmi al suo
fianco
"Mi sembra di averti chiesto una cosa!" le feci notare infastidito. Ma
niente, continuava a spostare, sistemare, cambiare l'ordine delle
maglie esposte. Diamine che fastidio.
"Dì un pò... tua madre non ti ha insegnato che
è
buona educazione rispondere alle domande che ti vengono fatte?" le feci
allora afferrandole un polso. Lei inchiodò lo sguardo nel
mio.
Si fece seria, inspiegabilmente fredda e acida
"Se vuoi saperlo, prima di morire, mi ha insegnato molte più
cose di quanto la tua, pur essendo ancora viva, non è
riuscita a
fare!" e con un gesto secco si liberò dalla mia presa.
Sgranai
gli occhi, sentendo distintamente un colpo al cuore che lo fece per un
istante fermare.
Prima di morire... prima
di morire... dannazione...
"Santo Cielo... Alice... scusa... non sapevo che..." cercai di dire, ma
mi bloccò con un gesto della mano
"Tranquillo, l'ho già archiviato sotto il nome brutti
ricordi!"
esclamò allontanandosi di nuovo per raggiungere il bancone
opposto
"Davvero, mi dispiace... sono uno stupido!" ed abbassai la testa,
amareggiato. Sentii la sua risata propagarsi nell'aria, seguita dalla
sua voce, più distesa
"Su questo non posso che trovarmi d'accordo!" esclamò
allora.
Alzai appena gli occhi verso di lei, e la trovai affaccendata con una
pila di pantaloni.
"Aspetta... ti do una mano!" le proposi avvicinandomi, ma non feci in
tempo a finire, che questi caddero rovinosamente a terra
"Merda!" esclamò Alice abbassandosi per raccoglierli.
Scoppiai a ridere di gusto
"Accidenti... delicata come un fiore!" e mi piegai sulle ginocchia per
aiutarla. Rise di nuovo, quella volta alzando lo sguardo verso di me.
Fu un attimo. Lo incrociò e poi tornò ad
abbassarlo.
Continuammo a raccogliere gli indumenti, uno per uno, con l'estrema
accortezza di non sfiorare mai le mani dell'altro, neanche per sbaglio.
Anche se... piccole com'erano, sarebbe stato senza dubbio un'esperienza
interessante poterle anche solo toccare. Poterle stringere nelle mie,
più grandi e più forti, semplicemente per la
curiosità di farlo, o forse anche un pò per la
voglia.
Eppure, io l'avevo già fatto. Avevo già stretto
la sua
mano, il giorno prima nel bosco dietro la scuola. L'avevo stretta e
tenuta nella mia per qualche istante. E cos'era che avevo sentito? Ah
sì, la voglia di non lasciarla andare. Ma questo ovviamente
era
da collegare al fatto che lei fosse la mia preda, vero?
Poi un ricordo improvviso. Mi tornò alla mente un fotogramma
di
quel momento particolare. La sua mano, la sua piccola mano fragile,
fasciata da una garza. Senza neanche pensarci, lo sguardo
saettò
in una precisa direzione. La trovai ancora nello stesso stato.
"Permetti una domanda, scricciolo?" le chiesi allora, mentre entrambi,
recuperata tutta la roba, ci alzavamo. Lei emise un verso seccato per
poi ribattere
"Solo se la smetti con questo soprannome seccante!"
Mmm... mi ricorda mio
fratello... ma cos'hanno tutti quanti contro i miei nomignoli? Non sono
poi così male, o no?...
"Posso provarci ma... non ti prometto nulla... mi viene spontaneo
chiamarti così!" e sfoderai di nuovo il mio sorriso da
conquistatore. Lei scosse la testa, per poi dirigersi verso l'altro
tavolo e sistemare i pantaloni
"Sto aspettando la tua domanda, comunque... pertanto, illuminami!" mi
informò allungandosi appena verso il lato opposto del tavolo
per
afferrare un pennarello nero. Ma, piccola com'era, non ce la fece,
così senza preavviso, mi sporsi verso lei, sfiorandola con
il
mio corpo, e afferrai il colore. Glielo porsi, gioendo pienamente
dell'effetto che aveva ottenuto quel mio gesto su di lei: le guance
leggermente imporporate e gli occhi appena spalancati.
Afferrò
il pennarello quasi con fare seccato e iniziò a scrivere su
un
cartoncino bianco
"Dunque... sarei molto curioso di sapere come ti sei procurata quello?"
e le indicai la sua mano. Mi guardò confusa, per poi seguire
la
traiettoria del mio sguardo. Capì al volo e, se possibile,
aumentò una tonalità di rossore del viso.
"É una storia piuttosto lunga e noiosa, non credo che tu
abbia
la voglia di sentirla!" mi informò ricalcando il numero 10
appena scritto sul cartoncino
"Mettimi alla prova!" la sfidai avvicinandomi di qualche passo. Eravamo
a pochi centimetri di distanza. Di nuovo. Lei rivolta verso il tavolo,
io con un fianco poggiato ad esso che la scrutavo curioso. Sentii
distintamente quel profumo che tanto mi aveva inibito la prima volta.
Quello che era riuscito per un momento a mandarmi in fumo il cervello
permettendomi il lusso di abbandonarmi ai sensi, anche solo
per un
istante piccolo. Fiori freschi, inebrianti, giocosi. Rispecchiavano
appieno la sua personalità.
Forse, in questo caso,
il profumo diventa lo specchio dell'anima...
Lei alzò di nuovo lo sguardo, quella volta senza esitazione
e sorrise
"D'accordo, visto che ci tieni tanto ti accontento subito..." richiuse
il pennarello con uno scatto e si girò, mettendosi
esattamente
di fronte a me, sempre con quei pochi centimetri a separarci
"É stato mio padre... l'altro giorno ho fatto cadere per
sbaglio
un bicchiere, e lui, per punizione mi ha fatto questo!" e
alzò
la mano per mostrarmela "Soddisfatto della spiegazione?" fece poi,
incrociando le braccia al petto. Rimasi qualche istante in silenzio,
attento ad ogni cambio di espressione sul suo viso. Era impossibile che
mi avesse detto la verità. Non ci potevo neanche
lontanamente
credere
"Se pensi di darmela a bere, ti informo che sei sulla strada
sbagliata!" le spiegai accennando un mezzo sorriso. Lei strinse appena
gli occhi, assottigliando lo sguardo, senza muoversi di un millimetro.
Anche io non tentai neppure di spostarmi, d'altronde... chi, in quel
momento, poteva stare meglio di me?
"Pensi ti abbia raccontato una frottola?" mi chiese inarcando un
sopracciglio
"Ci metterei la mano sul fuoco!" affermai sicuro. Sospirò,
impercettibilmente. Forse se non fossimo stati così vicini,
probabilmente, non me ne sarei davvero accorto. Un'altra ombra scura le
passò negli occhi, ma come quella di prima, si
allontanò
in un istante.
"Bene, attento a non scottarti, Cullen!" esclamò
allontanandosi
e raggiungendo il solito tavolo pieno di vestiti. La raggiunsi in due
passi
"Che cosa intendi dire con questo?" le domandai curioso. Sorrise
amaramente
"Quello che ho detto!" ribadì concisa. Le afferrai di nuovo
il
polso, lo stesso della mano fasciata, ma senza stringere troppo.
"Stavi scherzando prima, quando dicevi che tuo padre ti avrebbe fatto
questo... non è vero?" le chiesi non del tutto sicuro di
quello
che stessi affermando. Il suo sguardo, la sua espressione mi davano uno
strano senso di disagio che in quel momento non seppi spiegare con
chiarezza.
Mi studiò, incatenando gli occhi nei miei, senza lamentarsi
dell'ennesimo contatto che si era instaurato tra di noi. Quelli che
seguirono furono attimi lungi un'eternità. Attimi di
angosciante
sospetto, di strana paura ed inspiegabile presentimento. Attimi che si
conclusero con un suo sorriso, un piccolo dolce sorriso che mi fece
sussultare
"Sì, Jasper... stavo scherzando!" esclamò con
voce
tranquilla, senza più neppure una traccia del buio di prima
o
dell'acidità con cui mi aveva parlato fino a quel momento.
Sentii qualcosa, una forza inspiegabile che mi bruciò
dentro. Mi
scaldò lo stomaco, ma senza provocarmi dolore. Da cosa
diamine
era dipeso? Perché quella era la prima volta che mi
succedeva? E
soprattutto perché proprio con lei?
Si liberò della mia presa, quella volta senza scatti
energici, e
si allontanò da me, giusto nel momento in cui avevo deciso
che
quelle due piccole labbra rosa sarebbero state mie. In un modo o
nell'altro.
Risposta
alle recensioni:
Martya_c:
Salve cara... lo so, adesso come minimo ti vorrai disfare di me e se
non trovassi la tua recensione ti capirei, nn sono degna di perdono...
mea culpa... però, spero che cmq qst capitolo mi abbia fatta
perdonare... dai, succedono due cose molto importanti, e sono di
conseguenza dei passi in più che si fanno. Sono contenta che
il mio modo di scrivere ti piaccia, davvero... spero di non averti
delusa nè per il capitolo nè tanto meno per il
tempo che ci ho messo a pubblicare. Perdonami se puoi :) e un'altra
cosa... ti prego, non dimenticarti di me... ^^ un bacione
valeego:
Salve... prima di tutto grazie mille per i complimenti... mi hanno
fatto davvero molto piacere, e non so cosa dirti x ringraziarti... tra
l'altro non sono neammeno sicura di meritarli tutti ^^ cmq.. adesso che
Rosalie ha trovato un punto fermo, dubito che se lo lasci scappare
così, senza neppure provarci. E stai tranquilla, non appena
si renderà bene conto di quello che prova per lui, gli
racconterà tutto. Cmq, spero che il cap qui sopra ti sia
piaciuto, fammi sapere... un bacio e scusa x il ritardo se puoi ^^
yle_cullen:
Ehiiiii cara... lo so che arrivo in ritardo per dirtelo ma...
congratulazioni... sono proprio felice che sia andato tutto bene ( eh
eh eh la veggente che c'è in me aveva già
previsto tutto ^^) davvero, bravissima... meriti un bacione (smack!)...
cmq, ti capisco... purtroppo quel tipo di ragazzo scarseggia anche da
me... probabilmente ce n'è solo un esemplare al mondo e si
trova nella testa della Meyer... (donna saggia e previdente ^^)
però... non disperare... sono convinta che lì
fuori ci sia qualcuno che cmq possa in qualche modo assomigliargli
(anche se... Eddy rimane sempre Eddy)... senza dubbio Emmet nn
è il tipo di ragazzo che vuole tutto e subito quindi, per
Rosalie va più che bene... Alice e Jasper? Tu che dici? Sono
curiosa di sapere dopo qst capitolo cosa pensi faranno i due... quindi,
stupiscimi ^^... allora, parlando di affari... quelli della Zanichelli
hanno chiamato (anzi hanno fatto chiamare la loro segretaria... una
certa Gianna cn marcato accento toscano ^^) e mi hanno detto che il
termine non gli interessa e che pertsnto non sanno cosa farsene...
cioè, ti rendi conto??? Rifiutare un capolavoro di qst
portata? Io direi di ribellarci oppure di parlare cn i nostri
avvocati... la loro è un'offera cn la OF maiuscola ^^...
bene, adesso ti lascio, fammi sapere, cara, un bacione e ancora auguri
^^
bigia:
Salve... sono contenta che i due piccioncini ti siano piaciuti... e
sì, la confessione si avvicina e sarà stesso lei
a sentirne il bisogno, ma... prima deve sentire completamente che di
Emmet può fidarsi. Certo, lo ha già affermato e
dimostrato ma... tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare
^^ bene, spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere... un kiss ^^
Uchiha_chan:
Salve cara... hai proprio ragione dal piccolo nasce il grande e poi se
lei si fosse buttata tra le sua braccia e si fossero già
baciati (per non dire altro) sarebbe stato poco credibile non trovi? ^^
quindi, sono contenta di trovarti d'accordo con me. Per qnt riguarda
Jake, so che molte persone lo odiano cn tutto il cuore e lo
preferirebbero vedere morto, magari assassinato dallo stesso Edward,
però, a me piace molto cm personaggio e pertanto, vedercelo
in versione migliore amico di Emmet mi piaceva da impazzire,
soprattutto perchè sarebbe strano vedere due ragazzi cn tre
anni di differenza essere così legati. Peraltro ci tengo a
far notare che per la prima volta Jake e Rosalie hanno avuto una
conversazione civile senza scannarsi a vicenda... ahahah... beh, spero
mi perdonerai per nn aver messo Rosalie, ma anche gli altri premevano
per parlare soprattutto una certa capra bionda ^^... a presto cara...
un bacione ^^
Elfa
Sognatrice: we cara... beh si in effetti adesso Rose ed
Emmet sono ad una fase successiva del loro rapporto... in pratica Rose
è cm se gli avesse dato delle aspettative ma in cambio lui
le deve dare del tempo. Però, sono sulla buona strada. La
scena della caffè è stata bella per tutti...
tranne che per il povero Emmet ^^ (me sadica!) cmq, spero che anche qst
capitolo ti sia piaciuto... fammi sapere, un bacione ^^
niky90:
Salve, ti ringrazio tantissimo per tutti i magnifici complimenti che mi
hai fatto, ne sono davvetro lusingata. Cmq, quello che ha fatto Rose
è stato davvero un passo molto importante, pertanto quello
che succederà da adesso in poi, non dico che sarà
più facile ma almeno sarà fatto cn
consapevolezza... certamente sono vicini dal confessarsi ma... ci vuole
il momento opportuno... cmq un grazie immenso per la tua pazienza...
non so davvero che dire, sei troppo gentile, e perando che tu non
l'abbia persa tutta aspettando qst capitolo, aspetto tue notizie sul
cap, ti mando un bacione, a presto ^^
_cory_:
Salve... sono contenta che qst versione dei personaggi ti piaccia
così tanto, ne sono felicissima... lo so, Eddino qui nn
è tanto intelligente (me si bastona per aver offeso Eddino)
però, deve ancora rendersi bene conto di quello che gli sta
succedendo, e dopo, forse potrà scaricare la ragazza... cmq
la madre degli Swan è morta due anni fa in un incidente...
ma non posso dirti altro, lo spiegherà qualche anima pia,
prima o poi... promesso! Hai ragione la vera sfida di Alice
sarà diventare una delle persone amate di Jasper,
però... il punto debole di qst ultimo nn è tanto
quello ma qnt il fatto di riuscire a trasformarsi in una persona
totalmente diversa in base a chi ha di fronte... ti faccio un esempio..
prendi il suo comportamento con Emmet e quello che ha cn Rose.
Con il primo nn ci va d'accordo e pertanto caccia tutta la sua
arroganza e presunzione. Con la sorella invece diventa un pezzo di
burro, l'adora vederla ridere, le piace saperla felice e soprattutto
farebbe di tutto per consolarla (vedi la scena dell'incubo) spero di
aver reso l'idea... adesso però, tocca ad Alice... ^^ bene,
spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacione ^^
Norine:
Salve cara... ahahaha, ecco la prima sostenitrice del fan club di Jacob
Black in versione migliore amico dell'orso, speravo che avrebbe
ottenuto qst effetto... in fondo lo si impara a rivalutare no? ^^ cmq
sn contenta che i due teneroni ti siano piaciuti... e... sì,
rosalie sbaglia a darsi la colpa ma, tranquilla Emmet
basterà a farle cambiare presto idea, sarà lei
stessa a rendersene conto!... Per qnt riguarda Alice, lei è
meravigliosa così cm'è, hai perfettamente ragione
(e, a titolo di cronaca, anche io adoro il folletto ^^) solo che, la
capra è piuttosto cocciuta e ci vorrà un
pò per farglielo capire purtroppo -_-'.... bene, cara, spero
che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un mega kiss ^^
lisa76:
Ciauz cara... eh già, Emmet è proprio il rimedio
perfetto contro le paure di Rosalie soprattutto perchè
ragazzi cm lui non credo ce ne siano più molti... quindi,
guai a lei se se lo lascia scappare... ^^ anche se, il tuo dubbio
è lecito ed interessante... ovviamente lui, ignorando il
prob di Rose, se e qnd si metteranno insieme, proverà cmq ad
approfondire il rapporto (parliamoci chiaro, la carne è
carne è lui è cmq un uomo ^^) e lì di
certo si renderà conto che c'è qualcosa che non
va... anche se, vista la scena della mano, credo che qualcosa l'abbia
già intuita.... grazie per la pazienza che dimostri nei miei
tardivi aggiornamenti, proverò in futuro ad essere
più veloce... un bacio cara, aspetto tue notizie ciaooo ^^
eMiLy
BlOoD: Salve, eh eh eh addirittura perfetto? Come sei
gentile, me gongola felice... cmq, scherzi a parte, sono davvero felice
di vederti così presa sia dalle scenate che dalla storia e
spero che anche qst cap possa appassionarti cm gli altri... sai
è sempre un'ansia assurda aspettare i commenti che mi
lasciate perchè ho la paura di avervi deluso e se dovesse
succedere mi dispiacerebbe da morire.. cmq ciance a parte, ti ringrazio
veramente, e ti prometto che aggiornerò prima la prox volta,
o almeno spero... un bacione cara, ciaoooo ^^
stezietta
w: Allora premettendo che la mia segretaria,
nonché tua allieva ufficiale, si è messa in
malattia dal giorno in cui mi ha legata e imbavagliata... tra l'altro
mi ha lasciata lì ad urlare finché un cavalier
errante (noto anche cm carotino figo^^) non è venuto a
salvarmi... cmq... ahahaha ciao cara... sono tornata... sono contenta
che la faccenda di Alice-Jasper ti abbia presa così tanto e
che soprattutto tu ti dia da fare così per aiutarla...
probabilmente è solo per te che la segretaria non si
è ancora del tutto licenziata... pertanto... mi ha detto di
dirti che nei prossimi capitoli arriverà una vendetta
particolare (tu credo sappia già qualcosa) che ci
farà vedere Jasper in... altri panni... ahahah (me la smette
altrimenti mi ricoverano d'urgenza)... cmq, per Alice i momenti
romantici cn uno cm Jasper????? ahahaha stai scherzando spero??? io
temo che cn quei due anche da fidanzati continuino a farsi i
dispetti... ma, staremo a vedere intant godiamoci Emm e Rose che sono
quelli che danno più soddisfazione di tutti... a presto
cara... un bacione e tanti saluti dalla tua allieva... ^^
maya
tabitha: Ciao cara... ma qnt sono contenta di vederti
così allegra e colpita da pooh in versione tenerone...
ehhh... piacerebbe a tutti un mausoleo cm Emmet a proteggerci, siamo
sinceri... però, ahimé se l'è preso
Rose, e a noi, niente! ^^ in compenso saperla tra le sue braccia invece
che nelle mani di quel mostro che l'ha violentata è
certamente più rassicurante... cmq, non devi neanche dirmi
grazie xké quello che ti ho detto è la
verità... ammiro te e quelli come te che hanno e stanno
ancora vivendo il dramma in prima persona... spero che tu abbia
riacquistato un pò di normalità, tipo... hai
ricominciato la scuola? Spero di sì... fammi sapere mi
raccomando. Cmq, chiedo venia per il ritardo, se puoi, perdonami... un
grande bacio ^^ e ricorda che sei grande ;)
hale1843:
Salve cara... eh eh eh io e te siamo molto simili, anche
perché ci piacciono un pò le stesse cose... tra
l'altro anche Emmet... condivido la tua idea, è bello che
abbia abbandonato per un istante il suo solito atteggiamento ironico
per farsi più dolce, affettuoso, soprattutto con Rose che ne
ha davvero bisogno... e poi, hai ragione, qst ha un carattere forte,
nonostante quello che le è successo prova a reagire, e lo fa
iniziando a fidarsi di lui... cmq, eccoti accontentata, il tuo Jasper
ha parlato e ha fatto le sue solite figure del cavolo... ahahah ma a
noi piace proprio perchè è così, no?
per Alice dovrai aspettare il prox capitolo, sperando che non tardi ad
arrivare cm qst ^^ grazie per il soprannome, oddio, idolo... ahhhh mi
brillano gli occhi... ^^ ciao cara, e grazie ancora... un bacione
irly18:
Weee...sono contenta di vederti così entusiasta soprattutto
per il fatto che la storia sia così lunga.. ehe eh ce ne
sarà di roba da raccontare e siamo solo all'inizio. E non
sei malefica ma sei troppo buona... sono strafelice di averti tra i
piedi... ehm ...ehm... di poter leggere sempre le tue recensioni
ahahah... cmq, scherzi a parte, dico sul serio quindi grazie ^^ x qnt
riguardava Jake.. tu avevi chiesto sue notizie perchè non si
era fatto più vedere e neanche a farlo apposta... puff
eccolo nel capitolo... ahaha sono una maga...cmq spero che la tua
pazienza nn si sia esaurita aspettando qst cap, e se è
successo chiedo sinceramente venia ^^ a presto cara, un bacione
cinzia818:
Salve carissima... non preoccuoparti x l'aggiornamento, se è
un prob di ispirazione ti capisco... delle volte (molto spesso diciamo)
manca totalmente anche a me... inizio a fissare la pagina bianca
dopodiché sbuffo e la richiudo... lo so è una
cosa pessima.. cmq spero che tu possa superare il momento anche
perchè sono curiosa e quei due secondo me si stanno
già caga... ehm... spaventando troppo... ahahah cmq... sono
contenta che il passetto di Rose ti sia piaciuto e soprattutto ti
ringrazio dal profondo per aver lasciato una recensione anche se non ti
sentissi bene, è davvero un bel gesto il tuo e ti ringrazio
seriamente... sei una grande... perdona se puoi il mio ritardo (cm vedi
ci assomigliamo molto ^^) e fammi sapere se il cap è stato
gradito.. un bacione, cara... ciaooo^^
piccola_pokemon: Salve
cara, che bello sapere che lo scorso cap ti sia piaciuto
così tanto, ed hai ragione, per quello che rose ha passato
il suo è un grandioso passo in avanti... dal non riuscire a
farsi neppure sfiorare da un uomo al buttarsi tra le braccia
di Emmet c'è un'abissale differenza... cmq, tu dici che Ed e
Bella sono a buon punto, eh? Ehm, ne riparliamo dopo che tu abbia letto
il capitolo qui sopra... mi sa che qualcuno, ancora non ha fatto
proprio pace con il cervello... ehehe... cmq, spero che il cap ti sia
piaciuto, fammi sapere... un bacione e scusa x il mostruoso ritardo se
puoi... un kiss ^^
Abbigliamento
Bella
Abbigliamento
Jasper
Abbigliamento
Edward
Abbigliamento
Alice
Edit: Ho
aggiunto i link veri e propri dell'abbigliamento dei personaggi. Grazie
allo speciale aiuto di Claudia Swan, che ringrazio sia per la pazienza
dimostrata ( a volte sono dura di comprendonio^^) sia ovviamente x
l'aiuto... grazie mille cara... ;)
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Capitolo 26 *** Bum... Bum... Bum... ***
(26) Bella & Alice POV
Salve
salvino a tutti voi, o bella gente... lo so, adesso siete arrabbiati e
nn vi biasimo per questo... sono in un ritardo mostruoso e me ne
vergogno immensamente... colpa della scuola, a partire dal maledetto
Kant fino ad arrivare alla prof di italiano che ci fa imparare le
poesie a memoria come i bambini delle elementari (e qui mi fermo
altrimenti mi viene una crisi isterica)... Ieri sera, però,
spinta dall'entusiasmo di scrivere (e un pò anche dalle
richieste di "qualcuno"^^) ho terminato il capitolo (per intenderci
tutto il secondo narratore l'ho scritto in un solo pomeriggio. Per la
vostra gioia (almeno spero) questo è il capitolo
più lungo che io abbia scritto fino ad ora (ben 13 pagine di
word^^) e soprattutto credo sia uno dei più intensi,
soprattutto nella seconda parte. Ci sono novità importanti
all'orizzonte e forse qualcuno a fine capitolo vorrà
ammazzarmi per logici motivi... Cmq sia... approfitto per ringraziare
ancora una volta ClaudiaSwan per il suo essenziale aiuto e x la
pazienza che mi ha concesso... (sono uno stress a volte ^^) quindi
grazie davvero... e a questo proposito, per chi lo scorso capitolo non
fosse riuscito a vederli, informo che ho sistemato i link e adesso sono
perfetti. Bene, vi lascio al capitolo, rinnovandovi come sempre i
ringraziamenti più vivi e sentiti... un mega bacione...
siete la mia forza... ^^ ciaoooo
p.s. Capitolo dedicato all'insegnante di difesa migliore del mondo...
grazie Steee ;)
p.s.s. A fine capitolo i link dell'abbigliamento (quelli effettivi qst
volta XD)
p.s.s.s (e bastaaaaa^^) mancano 5 gg all'uscita di New Moon, non ci
credoooo ^^
I
gotta feeling...
That
tonight's gonna be a good night
That
tonight's gonna be a good night
That
tonight's gonna be a good, good night
Le
note dei Black Eyed
Peace mi rimbombavano nelle orecchie. Non ero solita mettere il volume
della musica a quei livelli, ma, quel giorno, ne avevo estremamente
bisogno. Più dell'aria che respiravo. Quella fredda e
pungente
di inizio Ottobre. Quella tipicamente Forksiana, per intenderci. Le
nuvolette di fiato continuavano ad uscire dalle mie labbra leggermente
socchiuse, mentre, con estrema attenzione setacciavo il parcheggio
della scuola. Non ero in vena di compagnia, per questo avevo preferito
rimanere a bordo della Jeep di Emmet, con lo sportello aperto, lontana
dallo schiamazzare dei miei amici, tutti elettrizzati per l'imminente
fiera organizzata dall'ospedale. Magari, con un umore diverso, mi sarei
trovata anche io con loro, partecipe di quell'euforia, ad organizzare,
ipotizzare, programmare. Ma no, il mio stato d'animo del giorno non me
lo concedeva proprio. E per quello, fingendo un mal di testa, mi ero
allontanata, così da poter riflettere con
tranquillità.
Non che ci sia poi
chissà cosa su cui doverlo fare...
C'era un pensiero, un nodo fisso che mi attanagliava il petto da una
settimana buona. Le sue parole, il suo sguardo, quello che prima mi
aveva illuso, facendomi credere di avervi scorto una
possibilità
se pur remota di contare qualcosa, e che poi, con un abile mossa, mi
aveva allontanata di nuovo.
Ecco come mi sento,
lontana... da tutto e da tutti...
Non sapevo se prendermela più con me stessa, per il semplice
fatto di essermi costruita dei castelli immaginari nella mia testa,
oppure con chi, di quei castelli, aveva messo su la prima pietra.
L'illusione... che
brutta cosa...
Ma no, nessuna illusione. Lui non aveva fatto nulla per farmi anche
lontanamente pensare a qualcosa tra noi. Lui non ci aveva mai provato.
Ero io, io, io e soltanto io, che, come un'ingenua, una stupida
ragazzina, mi ero intestardita su una cosa irreale e che, in quanto
tale destinata a farmi soffrire. Eppure mi ero ripromessa di non
cascare mai in queste situazioni. Ero sempre stata una persona troppo
fragile e a stare male, già ne avevo abbastanza di mio. Non
poteva mettercisi anche lui, non lo ammettevo.
Un rumore di clacson mi fece destare dai miei pensieri scomodi. Una
Bmw azzurra ed una Volvo grigia stavano entrando nel parcheggio e la
prima aveva suonato ad un gruppo
di ragazzi, per farli spostare dallo spazio libero. Quella macchina...
sapevo di chi era, l'avrei riconosciuta tra mille. Uno,
perché
non ce n'erano molte nell'intero stato di Washington e due... beh, due
perché la ricollegavo istintivamente a quegli occhi verdi,
quei
due splendidi occhi verdi che continuavano a perseguitarmi, qualsiasi
cosa facessi.
La prima ad uscire dall'auto fu come sempre Rosalie, seguita a ruota da
Jasper, che si voltò più volte a guardare nella
direzione
dei ragazzi poco distanti da me, interessato chissà da cosa.
Dopo pochi istanti, uscì anche lui. Jeans e piumino scuri, e
un
paio di occhiali a lenti... anch'esse scure. Se non l'avessi visto
uscire dalla stessa macchina di Rosalie e Jasper, avrei fatto fatica a
riconoscerlo. Sembrava quasi volesse passare inosservato, nascondersi
dietro quelle lenti oscurate. Che avesse qualcosa da cui scappare? O
meglio.. qualcuno? Sorrisi amaramente e distolsi lo sguardo. Meno i
miei occhi si posavano su Edward Cullen e meglio sarei stata. Certo, se
fosse stato facile, ci avrei anche provato, solo che... quel ragazzo
aveva l'effetto della calamita su di me, e così, due secondi
dopo, mi ritrovai inconsciamente a guardarlo di nuovo, mentre
attraversava il cortile ed entrava nell'edificio 4.
"Ehi Bella!" mi voltai di scatto verso l'origine di quella voce fino a
trovarmi faccia a faccia con quel mite sorriso che, non potei fare a
meno di ricambiare
"Buongiorno Rose!" la salutai togliendomi le cuffie. Lei si
avvicinò a me per salutarmi, così uscii dall'auto
"Come mai qui tutta sola?" mi domandò lanciando un'occhiata
al gruppo a pochi metri da me
"Ehm... in realtà... ecco... non mi sentivo tanto bene e per
questo ho preferito starmene un pò per conto mio!" spiegai
"Oh, mi dispiace.. e adesso come stai?" mi chiese leggermente
preoccupata
"Un pò meglio, grazie!" cercai di accennare un sorriso, ma
il
risultato non fu dei migliori. In compenso lei, come se avesse compreso
il mio stato, mi sorrise di nuovo, accarezzandomi un braccio.
Lì
urgeva un argomento di discussione che non coincidesse con il mio stato
d'animo o di salute.
"Allora... ho notato che... vi siete ambientati bene!" esclamai
richiudendo lo sportello e poggiandomi alla fiancata dell'auto
"Per fortuna sì... e questo è anche merito delle
persone
meravigliose che abbiamo incontrato!" rispose entusiasta. Mi venne
spontaneo sorridere
"Una in particolar modo..." constatai lanciandole un'occhiata allusiva.
Rise leggera, dopodiché, quasi insieme ci girammo verso il
gruppo, proprio nel momento in cui Emmet, chissà grazie a
quale
battuta, stava ridacchiando assieme a Ben e Mike.
"É una persona più unica che rara!"
affermò quasi in un sussurro
"Già... e quello di cui aveva bisogno era trovare qualcuno
che
gli volesse bene seriamente, senza bugie o prese in giro!" dissi
sincera. Lei fissò gli occhi nei miei, come per dare prova
della
sua buona fede ed esclamò
"Io non ho mai pensato di prenderlo in giro, Bella!"
"Lo so, Rose!" la rassicurai con un sorriso "É per questo
che
sono contenta che quella ragazza sia proprio tu!" sorrise di nuovo,
sollevata, dopodiché, rialzando lo sguardo verso Emmet
arrossì leggermente, ma senza eccedere
"Solo che... io e lui.. sì, insomma... non stiamo proprio
assieme!" mi informò a disagio. Sorrisi sincera
"Lascia che sia il tempo a parlare allora!" dissi, mentre la campana di
inizio lezioni prendeva a suonare. Ci avviammo insieme verso
l'ingresso, chiacchierando a proposito del compito di inglese che
avremmo dovuto fare quel giorno. Ci amalgamammo alla folla rumorosa di
altri studenti, scansandone qualcuno fermo agli armadietti, superandone
un altro troppo lento. Arrivammo fino all'aula della prima lezione,
matematica, quando Rosalie al mio fianco si bloccò
"Non è possibile!" mormorò spalancando gli occhi
"Cosa c'è?" le chiesi curiosa, ma lei non mi rispose, tanto
che
dovetti muoverle il braccio per farla girare nuovamente verso di me
"Rosalie, tutto bene?" domandai di nuovo
"No, cioè... sì... senti, mi scusi un attimo?" e
senza
lasciarmi il tempo di rispondere, si allontanò diretta
all'aula
di storia. Che strano comportamento aveva avuto. Aveva cambiato
espressione da un momento all'altro, e si era allontanata a passo
spedito verso chissà cosa. Non ero mai stata un tipa
eccessivamente impicciona, ma quel suo atteggiamento mi aveva comunque
incuriosita. Perciò la seguii, accelerando appena l'andatura
per
non perderla di vista. Ad un tratto si fermò, accanto ad una
ragazza che, in quella scuola non avevo mai visto. L'aspetto positivo
della Forks High School era che, i pochi ragazzi che c'erano, si
conoscevano tutti quanti, ecco perché quel viso non mi era
per
niente familiare. Non era sicuramente una studentessa quindi. Eppure,
qualcosa nel suo atteggiamento mi faceva supporre il contrario.
Rosalie
iniziò a parlarle. Sembrava si conoscessero
perché la
ragazza le sorrise e la abbracciò. Parlarono per qualche
minuto,
dopodiché, come attratta dal mio sguardo indagatore, Rosalie
si
girò e mi vide. Sembrò in difficoltà,
indecisa sul
da farsi. Dopo appena qualche secondo di esitazione, però,
con
un leggero sorriso mi fece segno di avvicinarmi.
"Bella, voglio presentarti una persona..." istintivamente posai gli
occhi su quella ragazza che, stranita quanto me, mi sorrideva "Ehm...
lei è... Kristen..." botta al cuore.
Kristen... Kristen... Kristen... perché questo nome mi suona
così tanto familiare?...
"Kris...Kristen?" domandai, infischiandomene dell'espressione assurda
che avevo messo su. Rosalie si schiarì la voce, come a
disagio
"Già... viene da New York... eravamo... siamo..." si
affrettò a correggersi "Amiche!" la ragazza di fronte a me
sorrise ancora di più, come contenta dell'appellativo
datogli da
Rose.
Kristen... New York... eravamo... amiche...
"Ah... p-piacere... Bella... Swan.." balbettai abbozzando un sorriso
"Il piacere è mio Bella... i miei complimenti per il nome...
sei italiana per caso?" mi domandò stridula
Dio, che voce fastidiosa che ha...
"No, no... americana fino al midollo!" risposi. Lei rise,
chissà
per quale macabro motivo. Evidentemente mi trovava simpatica.
"Allora... New York, eh? Scommetto tu sia venuta qui per fare una
visita a Rosalie!" pregai in tutte le lingue da me conosciute che fosse
così. Rise di nuovo, mentre Rosalie sospirava affranta
"In realtà... sono qui per restare!" bum "Mi mancavano i
miei
amici, è con loro che ho legato di più!" bum "Ma
soprattutto..." abbassò la testa, imbarazzata. Bum bum bum "Mi
mancava il mio ragazzo!"
Fu come se un muro fatto di cemento armato mi cadesse interamente
addosso. Pesante, rovinoso e doloroso. Feci perfino fatica a deglutire
mentre i battiti del cuore acceleravano ritmicamente. La botta di
grazia me la diede Rosalie, esclamando e allo stesso tempo mettendo
fine al mio dilaniante dubbio:
"Già... ehm... Kristen è la ragazza di mio
fratello... Edward!"
Ragazza? Quale ragazza? Edward non ha nessuna ragazza...
"E-edward?" balbettai quasi rauca. A Rosalie bastò annuire
per
farmi ricadere nel baratro dell'angoscia. Non era possibile. No,
assolutamente. Stavo sognando, per forza, non c'era altra spiegazione.
Sì, io stavo sognando e quelli intorno a me non erano i miei
compagni di scuola ma sciocche rappresentazioni del mio cervello.
Sì, e anche quella ragazza, quella Kristen che veniva da New
York ed era la ragazza di un fantomatico Edward... anche lei non
esisteva. Me l'ero immaginata, l'avevo fatta io così
dannatamente bella, perfetta e sorridente ma allo stesso tempo
fastidiosa nella sua compostezza. Sì, sentivo di odiarla
già.
"Kristen!" una voce alle mie spalle interruppe il flusso dei miei
pensieri. Mi girai, sperando che quella voce, troppo familiare, non
fosse quella di...
"Ciao Jasper!" salutò la ragazza sorridendole. Sospirai,
impercettibilmente, mentre il ragazzo biondo, con la tracolla poggiata
su una spalla e le mani nelle tasche dei jeans mi affiancava, scrutando
enigmatico la nuova arrivata
"Cosa ci fai tu qui?" le chiese lanciando un'occhiata a sua sorella che
continuava a torturarsi le mani, come se fosse a disagio
"Non lo immagini?" le fece in risposta la ragazza
"C'è qualche ricorrenza di cui mi sono dimenticato?"
azzardò suscitando le risate - oltremodo fastidiose - di lei
"Ma no... sempre a scherzare... sono venuta perché mi
mancavate!" spiegò. Potei sentire quasi distintamente un
verso
di disgusto provenire da Jasper, che sembrai captare soltanto io che
gli stavo accanto.
"Ah... bene... e quand'è che riparti?" sbottò
schietto.
Lo ammetto, il suo modo di essere così sbruffone e sfacciato
mi infastidiva
parecchio, ma, quella volta, avrei voluto saltargli al collo per la
gratitudine. Ma mi trattenni, uno perché dovevo mantenere un
certo contegno e due... beh, anche se Alice si ostinava a negarlo, quei
due nascondevano qualcosa, quindi, meglio non interferire.
"In realtà... non riparto!" rispose sorridendo Kristen
"Ah no?... Non ci sono voli per New York in questo periodo? Se vuoi,
posso accompagnarti personalmente fino a Seattle per prendere l'aereo.
Da lì ne parte uno diretto ogni giorno!" disse con lo stesso
tono risoluto. Cosa che la fece ridere ancora di più.
"Ma no sciocco... ho deciso di trasferirmi qui a Forks... almeno fino
al diploma!" spiegò. Jasper grugnì, non so se
infastidito
dal modo in cui lo aveva chiamato lei, o dal fatto che gli avesse
appena detto che non sarebbe ripartita per la Grande Mela.
"E Edward è a conoscenza di questo tuo profondo... gesto
d'amore?" le chiese, accennando un sorriso tra il divertito e
l'infastidito
"Ancora no... volevo fargli una sorpresa... per questo non gli ho detto
niente in questi giorni." ammise arrossendo
"Mmm... sono convinto che sarà un vero colpo per lui... non
mi
perderei la sua reazione per nulla al mondo!" e ridacchiò,
superando le due ragazze e dirigendosi nella classe di spagnolo. Dopo
qualche informazione sull'aula di biologia, lasciammo la nuova arrivata
al suo primo giorno di scuola e ripercorremmo la strada per la nostra
lezione di mate, in religioso silenzio. Sedute allo stesso banco, in
penultima fila, sistemammo quaderni e libri e rimanemmo in attesa
dell'inizio della lezione. Mi sentivo male. Ma non fisicamente. Sentivo
un peso al cuore, troppo forte per essere scacciato con un semplice
respiro. Mi sentivo arrivata al traguardo del ridicolo. Sì,
per
era quello che ero in fondo: ridicola. Convinta in qualche modo che
fosse nato qualcosa tra me e lui, convinta che, lasciata la sua
ragazza, ci sarebbe potuto essere qualcosa, convinta di contare almeno
per una persona che non fosse il proprio fratello. Ma... come mi ero
già abbondantemente detta, mi ero illusa, e ferita con le
mie
stesse mani. E ora, quella Kristen era venuta a riprendersi
ciò
che in fondo le apparteneva di diritto. Anche se io faticavo ad
accettarlo
Stanno assieme, Bella, è la sua ragazza. Non puoi pretendere
che
metta te sullo stesso livello in cui c'è lei, non puoi...
E quello che mi ha detto in bagno, allora? Quelle carezze,
quell'abbraccio stretto e rassicurante grazie al quale le lacrime sono
riuscite ad andare via? Tutto quello non conta niente? Anche quella
è stata un'illusione, un sogno?....
"Cancella quello che ti ho detto prima... fai... finta che non sia
successo niente!"... Sì, evidentemente sì...
"Bella...
ascolta..." mi sussurrò Rosalie, mentre la prof
iniziava a spiegare. Io girai appena la testa verso di lei. La
verità era che non avevo voglia di sentire cosa mai avesse
da
dirmi. Tanto qualsiasi cosa, sarebbe stata senza dubbio inutile
"Edward e Kristen stanno assieme da poco... saranno sì e no
sei
mesi... te lo ha raccontato, no? Edward intendo... te lo ha detto che
lui non... prova per lei le stesse cose che lei prova per lui! Lui non
la ama, non l'ha mai amata, e questa è l'occasione giusta
per
chiudere definitivamente questa storia... lei è qui,
può
parlarle faccia a faccia e così sarà libero di
poter..."
la interruppi proprio quando il dolore divenne insopportabile
"Rosalie, non capisco perché mi stai dicendo queste cose!"
esclamai secca. Lei mi scrutò, ancora a disagio.
"Perché non sono una stupida Bella... ho visto come hai
reagito
prima, quando vi ho presentate... non mentire con me!" e si
abbassò per incrociare i miei occhi che, senza che io me ne
rendessi conto, erano scappati verso il basso "A te, mio fratello
interessa più di quanto voglia far credere!"
affermò
"Ti sbagli!" biascicai con poca convinzione. Sorrise
"Hai la stessa assurda convinzione di Jasper... pensi di potermi
prendere in giro, ma con me non attacca!" e la buttò sul
ridere.
Io, però, non riuscii a fare di più di un
semplice
sorriso. Non mi andava di essere falsa con lei. D'accordo, stavo male e
lei lo aveva capito, tanto valeva dire la verità.
"Io non ho alcuna possibilità con lui... e poi..." sospirai
a
fatica "Lei è stupenda... non c'è nessun paragone
tra noi
due!"
"Non dire sciocchezze, Isabella!" mi rimproverò severa "Tu
sei
una ragazza fantastica e Edward se ne è accorto da tempo..."
si
bloccò, mentre la prof passava tra i banchi a consegnarci
delle
schede riassuntive "Per quanto riguarda Kristen... te lo ripeto...
Edward non la ama... e ne sono sicura, la lascerà ancora
prima
che lei possa ambientarsi qui a scuola..." mi sorrise di nuovo "Fidati
di me!"
Fidati di me... fidati di me... ma cos'é questa fissa per la
fiducia? Perché tutti i Cullen chiedono la mia fiducia?...
Sospirai, stropicciando appena il foglio che stringevo tra le mani,
dopodiché bisbigliai
"D'accordo, Rose... mi fido!"
Adrenalina pura. Era questo ciò che mi scorreva nelle vene
quella mattina. Mi sentivo euforica, emozionata chissà da
che
cosa di cui ancora non mi ero resa conto. Giravo per casa sorridendo,
ignorando i sospiri affranti di Bella - in fase di disperazione dovuta
chissà a che cosa - e perfino Emmet che, per l'ennesima
volta,
discuteva con papà sull'orario di rientro fissato per quella
sera. Ma neanche quell'atmosfera era stata capace di annientare il mio
stato d'animo. E un pò avevo paura. Temevo che, a lungo
andare,
una minima cosa potesse intaccare quello strato sottile di
felicità che mi ero ritrovata al mio risveglio. Avevo molta
più paura di quanto non ne avessi quotidianamente. Molta di
più.
Eppure, ad essere
felici, non si dovrebbe mai averne... è controproducente e
soprattutto inutile...
Forse, e dico forse, un pò di paura era data dal fatto di
non
sapere da dove derivasse tutto quello. O forse - e ribadisco, forse -
in cuor mio lo sapevo e per questo ne avevo. Paura a nominarlo, paura
di affermare quello che in fondo temevo già da qualche
giorno,
ma soprattutto paura di farmi strane idee che, già sapevo,
si
sarebbero dimostrate dei castelli di carte esposti al vento.
Ma, nonostante tutto, mi ritrovai a sorridere fino alla campana della
penultima ora. La giornata era volata letteralmente. C'erano state
sorprese, a dir poco eclatanti, come l'arrivo di Kristen, la famigerata
ragazza di Edward. A dire il vero, a parte la voce stridula che si
ritrovava, non mi era parsa tanto male come persona: era molto bella,
aveva un bel sorriso, ma soprattutto, alla vista di Edward era quasi
scoppiata a piangere tra le sue braccia, nonostante lui non fosse
particolarmente entusiasta di vederla. Beh, in fondo l'aveva detto, lui
non la amava, pertanto era logico e scontato che si comportasse
così. Quello che non capivo era perché si
ostinasse a
starci insieme. Non provava niente per lei? Bene, che la lasci, inutile
darle speranze infondate. Ma, forse - troppi forse nella mia testa -
dovevo imparare a fare un passo indietro e a farmi i fatti miei.
L'ultima ora di lezione era ginnastica, pertanto, dopo aver recuperato
la sacca con la tuta, mi diressi verso la palestra, alla fine
dell'edificio 2. Feci per aprire la porta principale quando qualcuno,
più veloce di me, mi anticipò.
"Prego, mademoiselle!" esclamò sorridente.
Arriverò mai a farci l'abitudine alla sua vista?...
"Stai iniziando a diventare una persecuzione, Cullen!" affermai
oltrepassando la porta. Lui ridacchiò, affiancandomi
"Te lo ripeto, scricciolo... non sono io che ti seguo... è
la
scuola ad essere troppo piccola!" spiegò affondando le mani
nelle tasche. Mi girai a scrutarlo, sorrideva, con lo sguardo fisso
davanti a sé. Accortosi, però, del mio occhio
indagatore,
sorrise ancora di più, quasi sfociando in una risata
Risposta alla precedente domanda... assolutamente no!...
"Non dirmi che oggi dovremmo fare educazione fisica assieme!" feci io
infastidita, vedendo che si dirigeva a passo sicuro verso lo
spogliatoio maschile. Non mi rispose nemmeno, forse lo trovava
superfluo, ma si limitò a scoppiare a ridere - Santo Dio,
sentivo che mi sarebbe venuto un infarto prima o poi alla vista di
quell'espressione - e a sparire dietro la porta che veniva indicata
come quella dello spogliatoio degli uomini. Sospirai affranta,
ripetendo dentro la mia testa, come una cantilena:
"Sono felice, io sono felice.. lui non può e non deve
categoricamente rovinarmi l'umore..." e così continuai
mentre mi
liberavo della gonna scozzese, e della maglia e infilavo il pantalone
nero e il completo maglietta/felpa fucsia. Così feci perfino
quando, ritrovate tutte e due le classi nella palestra ci fermammo per
l'appello. Tentai il più possibile di ignorarlo ma
soprattutto,
di ignorare il fatto che lui stesse volutamente ignorando me.
Merda...
Il professore ci fece iniziare con un giro di corsa dell'intero
perimetro della palestra. Mi incanalai al resto dei ragazzi ed
iniziammo a correre, a passo sostenuto. Dalla mia posizione potevo
chiaramente vederlo. C'erano all'incirca dieci persone a dividerci.
Correva da solo, concentrato sulla strada che aveva davanti, respirando
regolarmente e con il cappuccio della felpa che si muoveva ritmicamente
con il suo passo. Che visione celestiale. Ma d'altronde - inutile
negarlo - mi sarebbe apparso bellissimo anche con il volto sfigurato o
con gli occhi bendati. Ad un tratto, senza neanche accorgermene, tanto
ero impegnata a tenere d'occhio Jasper, mi ritrovai con la faccia a due
centimetri dal suolo. Che diamine era successo?
"Ehi... fermi, fermi..." la voce del professore si fece sempre
più vicina, tanto che pochi istanti dopo me lo ritrovai
accovacciato accanto a me
"Tutto bene, signorina Swan?"
"Eh?" feci io confusa
"Dico... si sente bene?" mi ripeté leggermente preoccupato.
Intanto un capannello di ragazze del quarto anno si era fermato dietro
di me e ridacchiava, indisturbato, indicandomi.
"Certo che mi sento bene... perché mai non dovrei?" sbottai
infastidita
"Beh... mi chiedevo se non avesse sbattuto qualcosa, cadendo!" si
giustificò spaventato dal mio tono
Cadendo?...
"Cadendo?" chiesi confusa. Lo vidi aggrottare le sopracciglia e sentii,
contemporaneamente le risate delle ragazze intensificarsi a dismisura.
In una frazione di secondo, il mio sguardo saettò dall'altro
lato della palestra, dove, un angelo biondo mi osservava sorridendo,
fino al pavimento grigio e sporco che avevo ancora a pochi centimetri
dal viso.
"Ma porco cazzo!" urlai alzandomi. Ma che diavolo mi era preso? Come
diamine avevo fatto a cadere senza neppure accorgermene? E poi... cosa
avevano da ridere quelle oche dietro di me?
"Signorina Swan... è sicura di..." tentò il
professore sconcertato
"Sto benissimo, grazie!" e ripresi a correre, ignorando le risate,
ignorando il sorriso divertito del ragazzo angelico, ma soprattutto
ignorando il rossore sulle guance che si intensificava pian piano, non
dovuto alla corsa.
Qualche minuto più tardi, evitando cadute e distrazioni
esterne,
mi unii al gruppo che aveva deciso di fare dei tiri liberi al canestro,
esultando del fatto che, tra i ragazzi che avevano optato per il
calcio, ci fosse anche "l'Innominato".
In fila per poter lanciare, mi concessi un secondo di distrazione,
osservandolo muoversi con il pallone verso la porta opposta a dove mi
trovavo io, nuovamente concentrato, nuovamente ed inspiegabilmente
attraente. Troppo attraente.
Alice, così
non va... ti
ricordi la tua premessa? Tu sei felice e un Jasper Cullen qualsiasi non
può di certo rovinarti l'umore...
"Lui però non è uno qualsiasi!" bisbigliai senza
accorgermene
"Hai detto qualcosa?" mi chiese una mia compagna di classe. Mi riscossi
immediatamente scuotendo il capo ed afferrando la palla arancione per
tirare.
Se faccio centro, Jasper
Cullen sparirà automaticamente dai miei pensieri...
Tirai con tutto il sentimento che avevo, ma, ovviamente mancai il
canestro di qualche metro. Pestai il pavimento infastidita e andai a
recuperare la palla, sotto lo sguardo incuriosito e divertito dei
ragazzi. Rinunciai a giocare, preoccupandomi, invece, di raccogliere
tutti i palloni sparsi per la palestra. Almeno, così
facendo,
non avrei fatto danni. O perlomeno, fu questo che mi ripromisi.
"Ottimo canestro, scricciolo!"
Quella voce... quella
risata... quel nomignolo...
Ruggì, infastidita, ignorandolo del tutto e dirigendomi
verso un
paio di palloni di cuoio al limitare della grande stanza.
"Sai, è matematico... più si è piccoli
e
più diventa difficile cercare di centrare il canestro da
quella
distanza!" mi fece tallonandomi. Recuperai i palloni, continuando a
grugnire.
Ignoralo, ignoralo,
ignoralo...
"La prossima volta che vorrai provare, avvertimi... posso prenderti in
braccio se vuoi..."
Ignorare un cazzo...
adesso lo sistemo io...
"Di un pò, lo schiaffo che ti ho dato la scorsa volta non ti
è bastato, Cullen?" sbottai facendo cadere i palloni a terra
"Jasper!" fece lui in risposta
"Che cosa?" chiesi perplessa
"Mi chiamo Jasper e gradirei che non usassi il mio cognome!" mi
spiegò leggermente infastidito
Ma tu guarda questo...
adesso sarebbe lui quello che può permettersi il lusso di
lamentarsi...
"Non mi risulta tu ti faccia problemi a non chiamarmi Alice!" gli feci
notare incrociando le braccia al petto e gli occhi ai suoi. Non ci fu
cosa più sbagliata. Nell'esatto istante in cui i suoi
bellissimi
occhi azzurri si illuminarono accompagnati da una risata, mi sentii il
viso in fiamme
"Non puoi paragonare il modo in cui ti chiamo io con quello in cui mi
chiami tu... io ti ho dato un soprannome divertente ed affettuoso...
tu, chiamandomi Cullen è come se ponessi le distanze tra me
e
te!" mi spiegò
"Mmm... ottima osservazione... Cullen!" e sottolineai con enfasi
l'ultima parola. Quella volta sorrise, senza infastidirsi. Fui tentata
dal rispondergli nello stesso modo, ma mi trattenni, preferendo tornare
al mio lavoro di raccattapalle.
"Ventiquattro ore!" mi gridò dietro
"Come, prego?" chiesi girandomi a guardarlo. Sorrideva malizioso, con
le mani nelle tasche della felpa chiara
"Ti do ventiquattro ore... dopodiché non potrai fare
più
a meno del sottoscritto!" mi intimò. Scoppiai a ridere
"Mi chiedo da dove arrivi questa tua presunzione!" esclamai scuotendo
la testa. Ma lui ridacchiò con me, se pur in maniera
differente
"Tu aspetta ventiquattro ore, poi ne riparliamo..." e si
allontanò, non prima di avermi fatto l'occhiolino e lasciato
l'ultimo sorriso incantevole. Trattenni il respiro per qualche secondo,
ignorando i battiti accelerati del cuore. Quella sua assurda
convinzione mi faceva paura. Molta paura.
Ed eccolo, il sentimento di cui parlavo quella mattina. Quello che
avrebbe rovinato la mia allegria innocente ed inaspettata. Eccolo
annidarsi nel cuore e farsi posto a forza, scacciando di conseguenza
tutto ciò che c'era prima.
Maledizione,
perché? Perché un demonio del genere doveva
capitare giusto a me?...
Continuai a tormentarmi e a camminare a testa bassa per la palestra,
recuperando palloni e sistemandoli nei cesti. Guadagnai perfino un "Ben
fatto!" dal professore. Finalmente il suono della campana. L'ultima.
Sospirai, dirigendomi a passo spedito verso lo spogliatoio, ignorando
il prof che chiamava Jasper Cullen per chissà quale assurdo
motivo.
Jasper Cullen chi,
scusate?...
Recuperai l'asciugamano e il beauty-case con shampoo e bagnoschiuma, mi
spogliai di tutto e mi chiusi in una delle docce libere.
Rimasi
qualche secondo ad occhi chiusi, con l'acqua calda a scorrermi addosso,
ascoltando i battiti, non ancora del tutto regolari, del mio cuore.
Quel suono per me era perfino più forte delle risate e delle
chiacchiere delle altre ragazze dello spogliatoio. Iniziai, perfino a
meravigliarmi di come, loro, non riuscissero a sentirlo. Eppure era
forte e squillante, ed ero sicura che perfino quel diavolo biondo lo
stesse ascoltando.
Da angelo a diavolo in
un giorno solo...
Con tutta la calma possibile, mi diressi verso la panca dove avevo
appoggiato la sacca. Lentamente iniziai a vestirmi, indossando prima la
biancheria e poi la gonna e la maglia nera. Recuperai gli stivali e
riposi ordinatamente gli altri vestiti nella borsa. Con quasi l'intero
spogliatoio svuotato, mi avvicinai alla zona dei phone e ne accesi uno.
Osservai la mia immagine allo specchio. Ero ancora rossa in volto, come
se, invece di passare l'ora a raccogliere palloni sparsi per la
palestra, avessi corso più di trenta chilometri. E
più ci
pensavo, più percepivo i battiti accelerare e il rossore
aumentare a dismisura.
Ventiquattro ore... solo
ventiquattro ore...
Senza accorgermene strinsi il pugno attorno al phone, innervosendomi.
Chi diavolo era lui per darmi quegli ultimatum? Jasper Cullen? Anzi,
no.. solo Cullen! Eh, no, così non andava proprio, ci voleva
una
lezione, di quelle che difficilmente si sarebbero dimenticate. Spensi
il phone, anche se i capelli erano ancora leggermente umidi. Recuperai
la borsa, la sciarpa ed il cappello ed uscii dallo spogliatoio. Avanzai
di qualche passo, fermandomi alla porta accanto. Sospirai, sperando con
tutto il cuore che i ragazzi rimasti non facessero storie e domande. Ma
che soprattutto non ci fosse lui, altrimenti sì, che ci
saremmo
fatti quattro risate.
Aprii appena la porta, scrutando furtiva all'interno. Vuoto. Possibile
che fossero già andati via tutti? Entrai nella stanza,
avvolta
nel vapore delle docce e dei phone spenti da poco, mi richiusi la porta
alle spalle facendo attenzione a non sbatterla e rimasi ad ascoltare.
C'era ancora un rumore di acqua aperta. Qualcuno era sotto la doccia.
Mi avvicinai alla prima fila di panche, scrutando attentamente il
tutto. Niente. La seconda fila. Idem. Arrivai alla terza, quella
accanto alla porta che dava alla docce. E lì li vidi. Dei
vestiti. Una felpa grigia con il cappuccio, un pantalone chiaro ed una
sacca, la stessa che portava in spalla prima dell'inizio dell'ora di
ginnastica. Sorrisi. Sarebbe iniziata in maniera perfetta la mia
punizione. E poi... mi era concesso prendermi la mia personale
rivincita dopo quello che mi aveva fatto passare, no?
Mi avvicinai silenziosamente verso la panca, ringraziando i miei
stivali di camoscio insonorizzati. Presi tutti i vestiti appesi,
dopodiché cercai il jeans chiaro e la camicia che aveva
indosso
prima e li trovai accuratamente piegati nella borsa. Mi meravigliai di
tutto quell'ordine ma mi dissi che non avevo tempo per elogiarlo e
né tanto meno la voglia. Non si meritava niente e proprio il
niente sarebbe stato ciò che avrebbe trovato uscendo dalla
doccia.
Ridacchiai, infilando tutto nella mia borsa, la richiusi e mi diressi a
passo spedito verso l'uscita. Tentai con tutta la convinzione di aprire
la porta ma niente. Provai di nuovo, con più forza. La
spinsi,
appoggiandomici contro. Tentai ancora, facendo più rumore di
quanto mi fossi premessa. Agitai la maniglia, imprecando mentalmente,
le diedi un calcio e spinsi ancora, ma senza risultato. Merda, era
chiusa. Ma come era possibile? Io l'avevo appoggiata appena allo
stipite, ma non avevo di certo fatto qualcosa di anormale. E allora
perché, perché quella dannata porta non si
apriva? Voleva
farmi morire per caso? Perché se quella fosse stata la sua
intenzione, dovevo ammettere che era sulla buona strada.
Iniziai ad agitarmi, proprio mentre l'acqua in lontananza si chiudeva.
Merda, merda, merda... e
adesso cosa faccio? Cosa mi invento? Che gli racconto?..
Ero nel panico più assoluto, se prima mi sentivo accaldata a
causa di quello che era successo in palestra, in quel momento iniziai a
sudare per paura di cosa sarebbe potuto succedere in quello
spogliatoio. Tentai invano di trovare una scusa plausibile per
giustificare la mia presenza lì, ma, il tempo era troppo
poco e
le energie erano già abbondantemente evaporate. Come in un
film
di alta tensione, passarono ore - o almeno fu ciò che
avvertii
io - prima di vedere una figura varcare la soglia della stanza. Era un
ragazzo, e su questo non ci pioveva. Aveva un asciugamano bianco legato
in vita e con un altro dello stesso colore si stava frizionando i
capelli bagnati. Sentii distintamente i due momenti in cui il cuore si
fermò e quando ripartì frenetico quasi da farmi
male.
Premetti una mano sul petto, sperando che non attirasse la sua
attenzione. Limitai perfino il respiro. Tutto ciò che era
superfluo, in poche parole, lo eliminai del tutto. Quello che
però non riuscii ad evitare fu contemplare la sua figura.
Era
perfetto, semplicemente sublime. Carnagione chiara, fisico leggermente
scolpito ma non troppo da sembrare finto o esagerato, sinuoso nei
movimenti e... cosa più importante tremendamente attraente,
per
non dire di peggio. La mano premuta sul cuore la portai davanti alla
bocca per evitare di cadere in tentazione e parlare. Lo vidi
avvicinarsi alla panca, ancora impegnato ad asciugarsi i capelli -
meravigliosamente biondi, resi più scuri dall'acqua - e
bloccarsi. Mosse la borsa, poggiando l'asciugamano sul sedile,
cercò all'interno, sotto, di lato. Aprì
l'armadietto
sopra la sua testa ma lo trovò vuoto. Rifece gli stessi
movimenti un'altra volta con lo stesso risultato. Se non mi fossi
trovata intrappolata in quello spogliatoio con lui, mezzo nudo a pochi
metri di distanza, probabilmente sarei scoppiata a ridere di gusto. Ma
in quella situazione, più che altro, mi veniva da piangere.
"Ma che cazzo di scherzo idiota..." sbottò infastidito
ricontrollando per l'ennesima volta nell'armadietto. Sbatté
l'anta con forza, facendo riecheggiare il rumore sordo nella stanza. Mi
morsi il labbro. Adesso sì che sarebbero stati guai. Si
lasciò cadere sulla panca sbuffando e poggiò la
testa al
muro alle sue spalle. Chiuse gli occhi per alcuni secondi che mi
parvero interminabili, secondi che impiegai per ripercorrere per intero
la sua splendida figura al naturale. Dopodiché li
riaprì,
e automaticamente incrociò i miei. Rimanemmo in silenzio per
qualche istante. Lui a guardare me ed io a... cercare invano di
trattenermi dal sospirare a quella vista. Aggrottò la fronte
e
si alzò in piedi senza perdere il contatto visivo con me. La
parte razionale di me mi suggerì, in quella frazione di
secondo,
di iniziare ad urlare e a chiedere aiuto, con la speranza che qualcuno,
tipo gli inservienti delle pulizie, passasse di lì per caso
e mi
tirasse fuori da quel guaio. Il problema era l'altra parte di me.
Quella che non riusciva a recuperare quel poco di dignità
rimasta, e continuava a fissare in maniera deplorevole il corpo di
Jasper. Per un attimo mi ritrovai a pensare - anzi, ad essere sinceri a
desiderare - di avvicinarmi e baciarlo, così, senza
spiegazione.
E forse, sarebbe stato l'unico modo per uscirne puliti da quella
storia. Ma, come avevo già detto fu solo un attimo, e come
tale
era destinato a durare pochissimo.
"Posso sapere cosa ci fai tu qui?" mi domandò con voce
bassissima. Intanto si stava avvicinando sempre di più ed
ogni
passo che faceva, la paura, i battiti, il rossore e la voglia di
baciarlo aumentavano.
"Io..." provai a parlare. Cosa sbagliatissima. Non avevo neppure la
forza per farlo, figuriamoci se la voce mi avrebbe aiutato. Riprovai
"I-i...Io..." dai, Alice, dai che ce la puoi fare "Io... Io ho..." ma
niente.
"Tu... cosa?" mi domandò avanzando di altri due passi. Io
automaticamente, come fa una piccola preda intrappolata dal leone
affamato, indietreggiai. Deglutii e tentai di nuovo di parlare
"Io...ho... sbagliato... por...ta!" biascicai sperando con tutti il
cuore che avesse capito. Inarcò un sopracciglio, fermandosi
a
circa un metro da me. Bum,
bum, bum... il cuore sembrava aver preso vita propria
ormai. E faceva quasi male.
"Ma guarda un pò... Hai sbagliato porta e, neanche a farlo
di
proposito, sei capitata giusto qui, dove ci sono soltanto io!"
affermò sarcastico. Distolsi per la prima volta lo sguardo.
E
sentii un peso, un grosso ed opprimente peso formarsi all'altezza dello
stomaco. Riportai gli occhi nei suoi, e quel peso, così come
era
arrivato sparì. Mi accorsi solo allora del colore delle sue
iridi. Erano chiarissime, quasi grigie. Forse a causa dell'acqua, o
forse dovuto alla stanchezza. Tuttavia non potei fare a meno di
rimanerne nuovamente affascinata.
Ma, d'altronde, cosa, in
lui, non mi affascina?...
"Io... ho..." tentai di nuovo, ma come prima, tabula rasa. Mi
scrutò per bene, senza muoversi
"Devo farti i miei complimenti, comunque... non ti facevo
così
intraprendente!" affermò ad un tratto, mentre un sorriso -
che
non annunciava nulla di buono - gli si apriva sul viso "Entrare nello
spogliatoio maschile quando tutti gli altri sono andati via... farti
trovare soltanto da me, e per finire, rubarmi i vestiti... mossa
geniale, non c'è che dire!" e fece due passi
"Io... io non... io non ti ho rubato i vestiti!" riuscii a dire
finalmente. Che sfacciata, negare anche in quello stato. Mi facevo
pena. Ridacchiò, avvicinandosi ancora
"Vedi che non mi arrabbio mica, scricciolo... dato che si tratta di te,
chiuderò un occhio per questa volta!" e si fermò
di
nuovo, di fronte a me, con pochi centimetri a separarci.
"Non sono stata io!" affermai, ma la voce mi uscì quasi come
un fischio. Ridacchiò di nuovo.
"D'accordo, non sei stata tu... e allora... chi?" mi domandò
ironico
"Io non lo so!" tentai maledicendomi di essere entrata in quel
maledetto spogliatoio e di essermi cacciata in quel pasticcio
"Ah... tu non lo sai, eh?" si avvicinò ancora. Sentivo
chiaramente l'odore del suo corpo, bagnoschiuma alla menta, fresco.
Eppure emanava calore, forse a causa del vapore presente nella stanza
oppure era colpa della temperatura elevata del mio corpo che ormai
stava sfiorando la soglia della febbre. Altro attimo di debolezza
dettato dal momento: sentii il desiderio di abbracciarlo. Di sentire il
calore del suo corpo, e di poterlo stringere a me senza paura di farmi
del male. Ma, per l'ennesima volta, mi trattenni dall'essere istintiva.
Mi limitai a fare segno di no con la testa ed aspettare una sua reazione
"D'accordo, vorrà dire che tornerò a casa vestito
così... poco importa se con la temperatura autunnale di
questo
paese rischio una polmonite... dico bene?" fantastico, la buttava sul
tragico e sperava di farmi sentire in colpa. Ci stava
riuscendo?...mmm... forse.
"La porta... è bloccata!" tentai allora. Mi
guardò enigmatico
"Come bloccata?" mi chiese
"Bloccata! Non si apre!" e la indicai. Lui spostò gli occhi
su
di essa e si avvicinò passandomi accanto. Tentò
di
aprirla più volte. Ci mise più forza, sicuramente
molta
di più di quanta non ce ne misi io, ma niente
"Fantastico!" sbottò poco dopo
"E adesso?" chiesi preoccupata. Lui si girò, magari
spaventato dal mio tono e disse
"Stai tranquilla... ci deve pur essere qualcuno ancora a scuola!" e si
diresse verso la sua borsa. Lo seguii di qualche passo, ma pesai bene
di fermarmi a debita distanza da lui. La tentazione stava diventando
troppa. Prese il cellulare dalla borsa e digitò un numero
"Dannazione, non prende!" affermò riprovando
"Qui in palestra non c'è copertura!" ricordai sconsolata.
Sospirò e rimase qualche secondo in silenzio. Io continuai
ad
osservarlo. Quando era pensieroso diventava ancora più
dannatamente bello. D'un tratto vidi distintamente il tremore che lo
colse di sprovvista. Scosse la testa, come a liberarsene. Mi sentii
immediatamente in colpa. Stava morendo di freddo ed io, da sciocca
egoista, tenevo i suoi vestiti ancora in borsa. Mi affrettai a poggiare
la sacca su una panca e la aprii. Ne tirai fuori prima la camicia e poi
anche i jeans e glieli porsi a testa bassa
"Ed ho anche la felpa con il pantalone!" lo informai. Lui mi
scrutò attentamente, dopodiché afferrò
i vestiti e
disse una cosa che non mi sarei mai aspettata
"Grazie, Alice!" annuii, incantata dal momento e mi affrettai a girarmi
per dargli modo di cambiarsi. Sentii i movimenti alle mie spalle,
tessuto che veniva mosso, una zip che si apriva, il rumore della borsa
richiusa. Dovetti chiudere gli occhi e stringerli forti per resistere
alla tentazione di non girarmi a guardare. D'altronde lo avevo avuto
davanti mezzo nudo per venti minuti buoni. In quel momento era come se
ne sentissi la mancanza.
Ti do
ventiquattro ore... dopodiché non potrai fare più
a meno del sottoscritto!... Merda...
"Qualche
idea di come
uscire?" mi domandò affiancandomi. Riaprii gli occhi di
scatto.
Lo trovai vestito di nuovo della camicia celeste e dei jeans, i capelli
leggermente umidi e spettinati ma pur sempre perfetti e la sacca in
spalla. Presi aria, ne avevo un disperato bisogno.
"Potremmo provare dalla palestra... sperando che il professore si sia
dimenticato di chiudere le uscite d'emergenza!" proposi alzandomi e
recuperando la borsa. Lui annuì e mi precedette verso la
direzione che gli avevo indicato. Io lo seguii in silenzio ringraziando
il cielo per l'aria più fresca che ritrovai nella grande
stanza
oltre lo spogliatoio. Ovviamente non c'era nessuno, neppure il
professore. Ci dirigemmo verso le due porte anti-panico. Jasper
tentò di aprirle entrambe ma, come temevo, erano chiuse.
Sbuffò, portandosi una mano nei capelli e scompigliandoseli.
Mi
guardai attorno, sperando che una qualche porta magica si
materializzasse dal nulla e ci facesse uscire. Poi un'illuminazione
"Ma certo!" esclamai avviandomi a passo veloce verso la parete opposta
della palestra
"Dove vai?" mi chiese Jasper seguendomi. Ma io non risposi, troppo
concentrata verso la mia meta, fiduciosa di trovarla utile. Accanto ai
cesti dei palloni, che avevo riempito quel giorno, c'era ciò
che
cercavo: l'ingresso delle caldaie
"Ecco come faremo ad uscire!" spiegai avvicinandomi
"Che roba è?" mi domandò
"É il passaggio che porta alle caldaie. Il professore lo
lascia
sempre aperto perché la serratura è rotta e
infatti..."
aprii la porta senza fatica e sorrisi. Mi girai verso Jasper che mi
ricambiò il gesto, facendomi arrossire. Feci andare avanti
lui,
seguendolo da vicino. Era tutto buio, eravamo interamente circondati da
polvere e probabilmente anche ragnatele, ma l'importante, in quel
momento, era uscire. Poco importava come avremmo fatto.
"Aspetta che qui ci sono due scalini!" mi informò e senza
che me
ne accorgessi, mi ritrovai a stringergli la mano. Non seppi dire se fui
io a prendere la sua o il contrario. L'unica cosa certa fu che, quel
contatto, mi piaceva. Quel calore strano che avevo sentito emanare dal
suo corpo si era concentrato tutto in quelle dita che si erano strette
alle mie, circondandole in pieno, essendo più grandi.
Ringraziai
il buio che ci avvolgeva, altrimenti avrebbe gioito notando il rossore
delle mie guance. Dopo alcuni metri, e altri scalini scesi, ci
ritrovammo davanti ad un'altra porta. Pregai che fosse aperta, che non
avessimo percorso tutta quella strada inutilmente e quando Jasper la
aprì, invadendo il corridoio di luce naturale non potei
trattenermi dall'emettere un urlo di gioia e dallo stringere ancora di
più la sua mano. Ci ritrovammo all'esterno, in balia del
vento
autunnale. Diamine se faceva freddo, ma era senza dubbio meglio
dell'umidità dello spogliatoio.
Ci bloccammo assieme e ci guardammo per un istante, ancora mano nella
mano. Di nuovo quella voglia indescrivibile di baciarlo, di nuovo
frenata dalla ragione o forse dalla paura. Ritirai la mano, e subito
cercai nella borsa il cappello di lana e la sciarpa che annodai al
collo. Ridacchiò di conseguenza
"Forse era meglio rimanere lì dentro... qui si muore dal
freddo!" esclamò. Sorrisi inconsapevolmente abbassando la
testa
per non fargli vedere il mio imbarazzo.
"Vieni ti accompagno a casa!" mi informò avviandosi verso il
parcheggio
"Come, scusa?" feci io sorpresa
"Preferisci tornarci a piedi?" mi chiese retorico. Controllai
l'orologio. Le sei e mezza. Merda ero in ritardo per il coprifuoco.
Quella volta mio padre mi avrebbe ammazzato di sicuro.
"No, no... accetto il passaggio!" mi affrettai a dire incamminandomi
spedita verso l'unica auto rimasta nel parcheggio, ovvero la Bmw
azzurra. Lo sentii ridacchiare ma non me ne curai, avevo fretta, una
dannata fretta di tornare a casa.
In macchina, accese il riscaldamento e lo mise al massimo. Si
strofinò le mani sui jeans, per riscaldarle,
dopodiché
partì.
"Dove la devo portare, bella signorina?" mi chiese senza distogliere
gli occhi dalla strada.
Bella signorina... a
me?...
Trattenni un sorriso mordendomi le labbra e risposi
"Dietro il municipio... continua su questa strada, dopodiché
gira a destra!" seguì le mie indicazioni fino a che non si
fermò davanti casa. Allarmata controllai il vialetto. C'era
soltanto la Jeep di Emmet. Di papà neanche l'ombra. Sospirai
e
sorrisi.
"Onorato di vederla sorridere, signorina!" esclamò. Scoppiai
a ridere, contagiando anche lui e sospirai di nuovo
"Ehm... grazie per il passaggio, Cul...ehm.. Jasper!" dissi. Lui
sorrise senza nessuna traccia di malizia
"Non c'è di che, Alice!" mi rispose. Io lo guardai, come
aspettando che dicesse o facesse qualcosa.
Merda, è
così difficile ammettere che non voglio andarmene?...
"Ci... vediamo domani, allora..." feci aprendo lo sportello
"Dubito tu abbia voglia di rincontrarmi, però...
sì, ci
vediamo domani!" e sorrise di nuovo nello stesso modo. Mi morsi il
labbro inferiore e scesi a malincuore dall'auto abbandonando il profumo
e il calore dell'abitacolo. No, specifichiamo. Abbandonando il profumo
ed il calore del proprietario dell'abitacolo. Ecco così va
meglio!
Rientrai a casa, in uno strano stato di semi-coscienza. Percorsi la
distanza verso la mia camera. Salutai distrattamente Bella, incrociata
nel corridoio e risposi alle domande di Emmet, che voleva sapere che
fine avessi fatto, senza badare a cosa gli stessi dicendo davvero.
Ricominciai a respirare nel momento in cui mi richiusi la porta alle
spalle. Mi sedetti sul letto, liberandomi di cappello e sciarpa e mi
lasciai cadere sulla trapunta viola. Non era possibile descrivere come
mi sentissi in quel momento. Ero felice, ma avevo paura. Volevo tornare
indietro per ripercorrere tutto, e volevo farlo per poter cancellare
ogni singolo istante. Ero speranzosa e preoccupata. Non ero in me, e di
questo ne ebbi la definitiva conferma nel momento in cui, recuperata la
borsa dal pavimento, la aprii recuperai la felpa grigia che avevo preso
nello spogliatoio maschile e la annusai, mentre un sorriso innocente mi
spuntava sul volto.
Risposte alle recensioni:
robbycullen: Salveee... adesso penserai che sia stata io
ad abbandonare
la storia, ma... chiedo venia, impedimenti esterni ^^Allora, il tuo
consiglio lo accetto supervolentieri, difatti ho già
provveduto
con qualcuno, ma... chissà, avrà fatto effetto...
come
hai visto le cose si complicano all'orizzonte, di un pò,
cosa ti
aspetti che succeda? Attendo tue notizie, cara... nel frattempo ti
invio un bacione, ciaooo
maya tabitha: Salve, ieri sera ho visto il servizio a chi
l'ha visto...
grazie per aver chiamato per me e, infatti, come vedi ha dato i suoi
frutti e sono tornata a tormentarvi, quindi non so quanto sia stato
bene chiamare ^^... sono contentissima che tu, insieme agli altri,
abbiate recuperato un pò di tranquillità
post-disastro...
posso lontanamente immaginare cosa state passando perchè la
mia
regione è un pò cm la tua... delicatissima
sismicamente e
basta un niente a scatenare il dramma... è successo, circa
venti
anni fa la stessa cosa anche da me, ovviamente io non c'ero ma i
racconti sono una cosa raccapricciante e rivivere il tutto è
un
dramma... cmq, accantoniamo qst pensieri tristi e sorridiamo, contenti
di essere ancora tutti qui... ^^ allora... Jasper credo che cm si muova
faccia danni, come puoi vedere da sola... è pericoloso come
il
tritolo... ahahah... Edward, invece... niente è un caso
disperato, poveretto... e adesso non vorrei davvero essere al suo
posto, secondo te come riuscirà a risolvere il tutto??? Se
puoi
perdona il mio ritardo... ti invio un bacione enorme... a presto cara ^^
lisa76: Ciao cara... allora... Eddino inizia a non capirci
più
nulla e Bella ne paga le conseguenze, un classico no?... eh eh eh tra
l'altro ci sono problemi con la P maiuscola all'orizzonte e per questo
se ne vedranno delle belle... Jasper, invece, alterna momenti da umano
a momenti da bestia (perché solo così lo si
può
definire XD) ma, chissà chi dei due riuscirà a
vincere
l'altro... secondo te?... grazie per il continuo sostegno ti invio un
bacione e.. spero di aggiornare presto qst volta, scuola permettendo ^^
ciaoooo
cinzia818: Ma salveeee.... prima di tutto chiedo venia per
non aver
letto i tuoi capitoli.. ma solo ieri ho ripreso in mano il pc dopo
circa tre settimane e mi trovo indietro cn un sacco di cose inclusa la
tua storia... pertanto, appena postato il cap (mentre tu lo leggi XD)
io recensisco la tua fic, promesso (parola di scout!)... allora sul
fronte Alice-Jasper credo che quei due non abbiano ancora capito quanto
male si faranno se continuano a giocare l'uno con l'altro... sono
ingenui a credere che sia una cosa da niente e che possano liberarsi
dell'altro in maniera del tutto semplice... Edward invece sinceramente
non lo capisco neppure io... è lunatico, e adesso
starà
anche peggio visto ciò che è successo nel
capitolo...
ehhh... hai ragione, amica mia, questi sono i grandi misteri della
vita. Rosalie e Emmet sono in spiaggia, ricordi il capitolo precedente?
In pratica è la stessa mattinata, solo che loro due se la
spassano a LA Push, mentre i loro fratellini adorati fanno i danni
XD... bene, detto questo, spero tu abbia ancora voglia di seguirmi,
nonostante il tempo trascorso e i capitoli non ancora letti... perdono
;(.... ti invio un bacione e aspetto tue notizie... ciaooooo ^^
_cory_: Salve, sono contentissima che la storia ti
appassioni
così tanto, davvero ^^ (me gingilla come Mariello
Prapapappo!^^)allora, rispondo alle tue domande... primo, no, Bella non
è arrabbiata con Alice, è semplicemente delusa
dall'ennesimo schifoso comportamento del padre e pertanto non vuole
coinvolgere la sorella, preferendo tenersi tutto dentro ed evitandola,
ma prima o poi si ritroveranno a parlarne e si sistemerà
tutto,
promesso ^^.. secondo, sì, capo Swan ha picchiato (beh in
teoria
le ha dato solo uno schiaffo, non esageriamo, però) Bella
perché ha invitato Edward a casa, nonostante lui abbia
sempre
detto di non voler gente... se davanti a lui si mostra gentile (x modo
di dire) dietro se la prende con la prima che gli capita sotto mano (cn
questo dico che, se al suo arrivo avesse trovato Emmet insieme ad
Edward, se la sarebbe presa con lui e forse, e ripeto forse, Eddino non
si sarebbe avvicinato così tanto a lei ^^) e terzo,
sì,
come ha specificato Emmet due capitoli fa, anche quando la madre era
viva si comportava così anche se, con il tempo è
peggiorato... poi verrà il tempo delle spiegazioni... bene,
spero di averti tolto i dubbi e se ne hai altri, non esitare a
chiedere. Un bacione, a presto ^^
Elfa sognatrice: Ma ciauz... ehm ehm... mollare Kristen,
eh? ihihihi
adesso mi ammazzi me lo sento... (me si inginocchia ai tuoi piedi per
chiedere il perdono!^^) comunque è possibile che ce ne
vogliano
anche di più di capitoli.... (me sadica XD) non disperare...
nel
frattempo godiamoci chi, dell'amore ha meno paura ( o quasi) vedi Emmet
e Rose che si avvicinano gradualmente. X Ali e Jazz la situazione
è diversa, quei due assieme sono pericolosi soprattutto
perchè non hanno ancora capito che così facendo
non fanno
altro che farsi male da soli... bene, se puoi, lo so che è
difficile, perdona il ritardo... non lo faccio di proposito...
ç___ç... ti invio un bacione... ciaoooo
Norine: Salve cara, giuramento a parte, continuo ad
aggiornare tardi ma
ad aggiornare SEMPRE, cosa essenziale a parer mio, no? (è
vero
che mi perdoni????^^)... beh, lo scorso capitolo Eddino ha fatto una
cavolata ma adesso... beh adesso saranno veri guai per lui... muahaha
(me sadica fino al midollo^^) quanto a Jazz ed Alice... beh se hai
letto il capitolo puoi vedere come stanno iniziando leggermente ad
esagerare nello stuzzicarsi a vicenda, soprattutto perché
prima
o poi si faranno malissimo... bene, spero che il cap ti sia piaciuto...
ti invio un bacione, ciaoooo
martya_c: Salve... lo so lo so... sono un mostro senza
scrupoli... ti
pregoooo perdonamiiii.... non lo faccio di proposito è colpa
della scuola... ufff... cmq... vaneggiamenti a parte, sono contenta che
almeno l'attesa sia ripagata dal capitolo... e spero che anche in qst
caso valga... tranquilla farò del mio meglio per evitare che
si
ripeta qst mostruoso ritardo... un bacione cara e spero che il capitolo
lungo lungo lungo ti sia piaciuto... ciaooooo
mine: Salvez.... grazie per non avermi dimenticata, ne
sono
sinceramente commossa... davvero!... sei molto ottimista riguardo la
situazione Ed-Bella e la cosa non può che farmi piacere,
solo
che, non so quanto lo sarai ancora dopo aver letto questo capitolo
muahahha... sono contenta anche che l'idea del link ti piaccia e, sono
pienamente d'accordo cn te, metterli in ogni capitolo dona un tocco
più realistico alla storia (e infatti giù trovi
quelli
nuovi ^^)... bene, cara, adesso vado sperando che il cap ti abbia
soddisfatta... un grande kiss e, spero, a presto ^^
bigia: Salve cara, ti ringrazio per i complimenti... hai
ragione forse
un pò più di sbilanciamenti da parte di Ed non
sarebbero
stati male ma cm hai anche detto è un pò presto e
ne
dovranno succedere di cose prima del grande giorno... ^^ quanto a
Jasper, lui si rifiuta di credere alle parole di Alice riguardo alla
fasciatura, perché gli sembrano assurde... però,
in
teoria lei la verità gliel'ha detta quindi... ^^bene, ci
sentiamo presto, spero.... un bacione
ClaudiaSwan: Eccola la mia salvatrice, non
potrò mai
ringraziarti abbastanza per il tuo provvidenziale aiuto... e ti chiedo
scusa per la noia che ti ho dato ma, al primo tentativo non ci sono
riuscita poi ho capito grazie alle utleriori spiegazioni che mi hai
dato quindi davvero grazie.. ^^ cmq sono contenta che tra l'altro la
mia storia ti piaccia e spero che il capitolo non ti abbia deluso
benchè sia arrivato tardissimo (sorry^^).... bene, ancora
grazie
per tutto e spero di risentirti presto, perché mi farebbe un
immenso piacere se tu continuassi a seguirmi... un bacione a presto ^^
piccola_pokemon: Ciao cara, se Edward prima era confuso
non oso
immaginare cosa sia adesso hi hi hi... sono stata troppo cattiva
secondo te? Io di di no! ^^... cmq, ti do ragione, nel momento in cui
Jasper si renderà conto che a giocare ci si fa male ci
faremo 4
risate... io rido già da mo, pensa un pò ^^...
per fortun
che ci sono Emm e Rose che ci danno soddisfazioni altrimenti sai che
noia XD... beh, che dire, spero che il cap ti sia piaciuto e che tu
possa perdonare il mostruoso ritrardo... ti invio un bacione, ciaoooo
Uchiha_chan: Salve cara... grazie per la tua comprensione
che spero non
sia sparita a causa di qst ennesimo ritardo... lo so, sono un mostro,
insensibile, perdonami se puoi ç____ç waw, ti
vedo
agguerrita nei confronti dei caproni (prima era sl Jazz adesso sono in
2^^) e ne sono felice... hai ragione sono idioti e nn capiscono ki
hanno di fronte, ma tanto prima o poi la rivincita le due Swan se la
prenderanno e anche bella pesante aggiungerei. cmq hai detto una cosa
importante... Jasper è confuso ma è cm se avesse
già classificato Alice cm territorio off-limits per gli
altri...
qst significa gelosia? Mmm, staremo a vedere ^^ cmq spero di non aver
deluso le tue aspettative cn il capitolo dedicato alle due Swan e nn a
Emm e Rose, se puoi perdonami anche qst ^^ (adesso mi odi me lo sento
XD) bene, spero che il cap sia stato cmq di tuo gradimento, ti invio un
bacio e spero di postare presto ciaoooo
stezietta w: Ed eccola la mia consigliera ufficiale... hai
visto, cara,
ho costretto Fabiana a scrivere una dedicuccia sopra solo per te per
qst capitolo è nato soprattutto grazie al tuo aiuto (la
doccia
ne sa qualcosa ^^)... (fabiana si rimpossessa della sua sedia e della
sua tastiera guardando Alice in cagnesco) ma vedi un pò, non
sono + padrona delle mie cose... cmq, dicevo... ah sì...
salve
caraaa... hai visto, ho postato finalmente, eh eh eh ma qst tu
già lo sapevi... inoltre io già conosco la tua
opinione
ed approfitto di qst spazio per dirti che sono contenta e x
ringraziarti... davvero... ^^... ahahah il tuo sfogo nel commento mi ha
fatto morire dalle risate... hai ragione i maschi Cullen non hanno
tutte le rotelle a posto (eccetto il Dottore che tutto può e
tutto fa XD) quindi diciamo che li scusiamo per la loro suprema pazzia,
non è vero? ^^ cmq, spero che l'azione punitiva della tua
allieva sia stata di tuo gradimento anche se, ahimé non si
è svolta proprio come lei credeva (sai che spasso vedere
Jasper
mezzo nudo per Froks? XD)... bene, cara, noi ci sent su msn, a presto,
ti invio un bacione e... grazie ancora di tutto ^^
irly18: Salve... sono contenta che l'azione di Alice ti
sia piaciuta
anche se quel tontone di Jasper non le ha per niente creduto...
poveretto, ha il cervello troppo piccolo e la bocca troppo grande...
ahahah... cmq... ti dirò le foto piacciono tanto anche a me,
soprattutto dei boys ^^ (chissà perché) e credo
che fra
un pò apporterò una modifica... ovvero le vorrei
cambiare, magari giusto per dare una rinfrescata al cap e per fare in
modo di lasciarvi così alla nuova vista °O°
che ne dici?
ahahah... x il rapporto Alice Bella ci penseranno loro a spiegarlo ma
ti dico già da subito, rispetto al primo giorno va
senz'altro
meglio! Bene, peronda il mio ritardo, prometto di non farlo
più... un mega kiss cara... ciaoooo
valeego: Ciao cara, lo so, hai ragione sono sparita e sono
imperdonabile, colpa mia... ^^ prometto di non farlo più (o
perlomeno di provarci^^) mi dispiace che la dichiarazione non ci sia
stata ma, d'altronde sarebbe stato troppo semplice... lei piange lui la
consola si dichiarano e puff finisce la storia... eh eh eh sono ricca
di soprese cm hai visto in qst capitolo, spero che x qst nn inizierai
ad odiarmi... qnt a Jasper, hai ragione, quel povero fesso non si
accorge che pian piano si sta incartando con le sue stesse mani e per
questo, a breve, inizierà a soffrire come un cane ( o lupo
cm
dir si voglia ^^)... Emm e Rose invece, se ti ricordi da due capitoli
fa, sono in spiaggia... uin pratica sarebbe la stessa giornata in cui
loro sono a LA Push invece la restante brigata è
all'ospedale,
chiaro? sì, avrei dovuto specificare forse, ma credevo che
il
particolare della macchina che mancava avrebbe chiarito... cmq sia, hai
fatto bene a chiedere ^^ bene, adesso vado, sperando qst volta di
aggiornare prima... ti invio un mega bacio... ciaoooo
Shinalia: Salve... hai visto, mister Cullen è
impazzito... prima
lancia il sasso e poi ritira la mano proprio cm i bambini... e poi,
adesso che la situazione si complica, io in primis, sono proprio
curiosa di vedere come si comporterà... bene, spero che il
capitolo al femminile ti sia piaciuto, aspetto tue notizie e se puoi,
perdona il mio ritardo... un bacio e a presto, spero ^^
pinkgirl: Salve... prima di tutto ti ringrazio per aver
commentato ma
soprattutto per avermi espresso la tua opinione.. sono felicissima che
la mia storia ti sia piaciuta ma soprattutto spero che tu possa
continuare a seguirmi perchè mi farebbe molto piacere. Spero
che
il capitolo ti sia piaciuto, attendo tue notizie e perdona il mio
ritardo, non lo faccio più, promesso^^ un kiss e grazie
ancora ;)
hale1843: Salve cara... cos'è che dicevi a
proposito di Jazz,
che non fa più scherzi e battute? Beh, finché ha
addosso
la sua maschera a proteggerlo è il solito Jasper ma poi...
quando è più esposto diventa tutt'altra
persona... eh
sì, forse lui capirebbe la questione di Alice e forse le
potrebbe stare accanto... ma, chissà se riesce a
comprenderlo da
solo... hai scritto Bella ed Emm nati per stare assieme... adesso
c'è una duplice interpretazione... ti riferivi ad Emmet e
Rose o
a Bella e Edward???? ahahah, ti prego, fammi capire che da solo non ci
arrivo ^^ cmq, perdona se puoi il ritardo... un bacione, cara... ciaoooo
vavi: Salve... prima di tutto grazie per aver recensito il
capitolo...
sno stata felicissima di leggere che hai fatto addirittura la
registrazione per poter lasciare un commento.. davvero grazie infinite
di vero cuore... i tuoi complimenti sono stati davvero bellissimi...
cmq, hai visto tu recensisci ed io aggiorno eh eh eh anche se in
leggero ritardo... cmq, spero che continuerai a seguirmi cosa che mi
farebbe enormemente piacere... ti invio un grande bacio e... grazie
ancora ciaoooo
Abbigliamento
Alice
Abbigliamento
Jasper
Abbigliamento
Edward
Abbigliamento
Bella
|
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Capitolo 27 *** Bisogno ***
Capitolo 27 (Emmet, Edward, Jasper & Jacob POV)
Coff...
coff... coff... scusate, i sintomi dell'influenza colpiscono anche
me... ^^ Salve a tuttiii... rieccomi, malata e disperata a postarvi il
nuovo capitolo ma, notizia più importante, finalmente
maggiorenne!!!!
Evviva... (e vi chiederete... a noi cosa importa???? Giusta
osservazione! ^^)... bene, ho un paio di cose da dire prima del
capitolo... uno... qst è ancora più lungo degli
altri (oramai contare
le pag word è un'impresaXD) ci saranno più POV,
tutti al maschile con
inclusa una sorpresa finale (muahahah) sperando che nessuno mi
odierà
per questo! Qst capitolo mi ha dato un pò di prob nel primo
POV (tutta
colpa dell'orso se vi ho fatto aspettare ^^) gli altri invece sono
venuti da soli in un solo pomeriggio... però sono
soddisfatta, le carte
si muovono, i personaggi (queli meno ottusi!) capiscono e le situazioni
si ingarbugliano ancora di più. Bene... adesso vi lascio al
cap. Un
grazie immenso a tutte le anime pie che si prendono la briga di
recensire (e di riempirmi di bellissime parole ogni volta ^^) anche se,
con tutte quelle letture avrei piacere che ci fossero moooolte
più
recensioni ^^ ma un grazie va anche a chi inserisce la storia tra
preferiti/seguiti o chi la legge soltanto. Vi ricordo che a fine
capitolo ci sono i link cn gli abbigliamenti (che spero apprezziate,
anche se nn vi siete ancora espressi in merito!). Un bacio a tutti, a
presto.
P.s.
Risposte a fine capitolo, come sempre ^_^
N.B.
Ultimo, ma nn per importanza... ho visto New Moon (ok, circa tre
settimane fa XD) l'ho adorato, stradorato, amato... una cosa
indescrivibile, davvero... l'attesa è stata ampiamente
ripagata... XD
"Cioè, fammi capire..."
feci per la terza volta consecutiva "Lei ha convinto i suoi genitori a
trasferirsi qui a Forks per stare con un ragazzo che non la ama?"
domandai. Rosalie sospirò affaccendata a piegare delle
maglie
pesanti
"Se non
consideriamo il fatto che lei non sa ancora la verità...
sì, in pratica è così!" mi rispose
"Mmm... sono
davvero curioso di
sapere come si evolveranno le cose a questo punto!" ammisi
sistemando meglio il cartellino di un pantalone esposto.
Rosalie
ridacchiò
"Credimi,
è un pensiero
comune a tante persone in questo momento!" mi informò "Me
inclusa!" fu il mio turno per ridere, mentre lei, armata di cartellini
del prezzo si dirigeva verso lo stand successivo. Era
venerdì
pomeriggio, un gelido venerdì pomeriggio passato a
revisionare
la situazione della fiera per l'ospedale, dato che, il giorno
successivo si sarebbe svolta la manifestazione finalmente, e per
l'occasione scuole chiuse fino a lunedì. C'erano
parecchi volontari, molti studenti della mia scuola, altri addirittura
del liceo di Port Angeles. Quell'anno ci avevano messo davvero un
impegno smisurato, molto di più degli altri anni.
L'atmosfera,
tra l'altro, era più serena e contribuiva a lavorare meglio.
Certo, se è necessario essere sinceri fino in fondo, parte
di
quell'atmosfera era data una una volontaria particolare, con i capelli
lunghi e biondi e un bellissimo sorriso. Lei sì che sapeva
come
rianimare i volontari stanchi. Anzi... lei sì che sapeva
rianimare me... dagli altri doveva tenersi alla larga, altrimenti Emmet
in versione orso assatanato sarebbe uscito con la testa dal sacco, e a
quel punto non ci sarebbe stato nulla a trattenermi dal commettere un
omicidio di massa. Sorrisi come uno stupido, girandomi a guardarla
armeggiare con i prezzi. Era armoniosa, perfetta, sensuale... e qui mi
fermo.
Calma, Swan, ricorda la promessa... ricorda quella dannata promessa...
"Cos'è che stai guardando di così interessante,
Swan?"
una voce mi fece letteralmente sobbalzare. Mi girai di scatto, per
trovarmi gli stessi meravigliosi lineamenti del mio sogno personale,
direttamente in versione maschile. Grugnii infastidito
"Il tramonto... cos'è, un reato, per caso?" domandai
"No, per carità... diventerebbe un reato, sapere che, invece
del
tramonto tu stessi guardando mia sorella... in tal caso io sarei
costretto a metterti le mani addosso e farti fuori... ecco, in quel
caso si tratterebbe di reato!" e concluse la frase con un finto sorriso
sarcastico.
Dio mio, possono due esseri che hanno condiviso per nove mesi lo stesso
utero essere così.. no, diversi no, opposti.. ecco,
opposti
sì..
"Cioè, fammi capire... tu... uccideresti me?" chiesi ironico
"Mi sembra di avertelo appena detto!" confermò. Mi venne
spontaneo scoppiare a ridere di gusto, cosa che lo infastidì
visibilmente
"Ma ti sei visto, Cullen?" presi una pausa per ridere ancora "Sei circa
la mia metà... non avresti il tempo materiale neanche per
alzare
un braccio che ti ritroveresti già con l'osso del collo
spezzato!"
"Questo è quello che credi tu!" biascicò
inarcando un
sopracciglio. Risi ancora, scuotendo la testa. Beh, un lato positivo ce
l'aveva il ragazzo... sapeva fare battute degne di un cabaret da
villaggio turistico.
"Devo dire, però, che tua sorella non è del tuo
stesso
avviso!" mi fece qualche secondo dopo. La mia risata si
bloccò
di colpo assieme al normale battito del cuore.
"Potresti ripetere, non credo di averti sentito..." sibilai
fulminandolo. Ma lui non se ne curò. Mi rise in faccia, da
solito sbruffone e disse
"E beh, sì... a quanto pare la mia prestanza fisica le basta
e
avanza... e vedrai quando potrà collaudarla con mano come ne
sarà soddisfatta..." non feci neanche in tempo a sentire il
resto della frase che mi ritrovai a cavalcioni su di lui. L'unico
pensiero che avevo in testa era quello di fargli male, in qualsiasi
modo possibile. Aveva osato dire quelle cose assurde sulla mia Alice, e
ora doveva pagarne le conseguenze, accettandole tutte, per quanto
brutte esse fossero.
"Tu non ti devi permettere di nominare mia sorella, hai capito?"
sbraitai, mentre lui, colto da un momento di lucidità
improvvisa,
riusciva a schivare un mio pugno diretto in faccia. Stava per
rispondere, quando mi sentii tirare per le spalle da qualcuno e la
presa che avevo su Jasper si annullò.
"Lasciami... non si deve permettere..." abbaiai cercando di liberarmi.
Mi accorsi solo allora che il ragazzo che mi teneva era Edward che, con
grande fatica, mi stava trascinando lontano dal fratello.
"Calmati, Emmet... oh... ti ho detto calmati!" mi disse, di conseguenza
ai miei tentativi di liberarmi della sua presa. Dovettero passare
parecchi minuti prima che riuscii del tutto a tranquillizzarmi. La
presa di Edward però, non accennava a diminuire.
Probabilmente
aveva paura che approfittassi di un suo momento di distrazione per
saltare di nuovo addosso a Jasper.
Fai bene a preoccuparti.. se fossi libero cosa non gli farei...
"Dico... ma siete impazziti?" sbottò il ragazzo,
rivolgendosi
soprattutto a suo fratello, che si era appena alzato da terra
"Lui è impazzito!" si discolpò indicandomi "Mi
è
saltato addosso senza motivo... è un pazzo furioso!"
"Oh... non hai neanche idea di quanto io lo possa diventare, Cullen...
non provocarmi!" lo avvertii cercando di avanzare. Edward strinse
ancora di più la presa attorno a me
"Emmet!" una voce femminile mi chiamò, ma non mi dovetti
neanche girare. Erano diciotto anni che la conoscevo ormai
"Si può sapere cosa diamine succede?" chiese Bella
spaventata
rivolta a Jasper che mi scrutava guardingo. Fu proprio lui a rispondere
"Chiedilo a quell'animale di tuo fratello..." lo sguardo di Bella
saettò immediatamente verso di me, dopodiché
passò
a Edward che tuttavia rimase in rigoroso silenzio
"Allora?" mi chiese riportando l'attenzione su di me
"Niente, Bells... mi sono solo preoccupato di chiudere la bocca ad un
idiota... tutto qui!" risposi secco
"Cosa hai fatto, scusa?" mi fece lei accigliata
"Mi è saltato addosso..." rispose Jasper inviperito. Bella
sgranò gli occhi e si girò di scatto verso di me
"Che cosa?" gridò allarmata. Io sbuffai, segno che,
ovviamente lei interpretò come una confessione bella e buona
"Ma sei diventato matto, Emm... cosa cazzo ti è preso?" e mi
tirò un pugno sul braccio. Ero più forte di lei,
questo
era palese, ma il dolore lo sentii lo stesso, se pur in
quantità
ridotta. E me ne meravigliai. Non avevo mai visto Bella
così.
Non l'avevo mai vista così arrabbiata, delusa, aggressiva.
Mi
spaventai quasi, chiedendomi, come uno stupido, se il suo atteggiamento
non dipendesse anche da qualcos'altro che io, in quel momento,
ignoravo. E continuai ad ignorare visto quello che mi si era presentato
davanti gli occhi. Avanzava incerta verso di noi, con un'espressione
letteralmente indecifrabile. Si fermò a qualche centimetro
di
distanza sia da me che da Jasper, esattamente al centro quindi.
Guardò prima il fratello, poi me, per poi passare a Edward.
Ma
non disse nulla. Abbassò lo sguardo e contemporaneamente
persi
il respiro per qualche secondo. Mi sentii mancare il terreno sotto i
piedi, nonostante ci fossero ancora le braccia di Edward da dietro a
tenermi fermo. L'avevo ferita, le avevo mostrato la parte peggiore di
me e me ne vergognavo perché non doveva succedere. Mi ero
ripromesso di non farlo accadere mai. Lei non doveva vedermi
così.
Rialzò gli occhi per puntarli sul fratello biondo. Mi sarei
aspettato una domanda per sapere come stesse, se per caso quell'animale
di Emmet gli avesse fatto qualcosa. Mi aspettavo comprensione. Mi
aspettavo devozione nei confronti del proprio gemello. Dovetti
ricredermi.
"Cosa hai creduto di dimostrare, Jazz?" gli domandò seria.
Lui le lanciò uno sguardo sorpreso
"Co-come?"
"Cosa diavolo volevi dimostrare istigandolo così?"
ripeté
alzando la voce di qualche tono. Stavo sognando. Ero ancora sotto
l'effetto della adrenalina dovuta alla rabbia. Sì, era
così... altrimenti non si sarebbe spiegato il
perché
Rosalie Cullen stesse... difendendo me... sì, insomma, mi
difendesse nonostante avessi quasi messo le mani addosso a suo fratello.
"Rosalie... forse tu non ti rendi conto..." provò a dire lui
infastidito
"Mi rendo conto benissimo, invece!" affermò coprendo in
parte la voce di Jasper che si inviperì maggiormente
"Mi ha messo le mani addosso!" fece allora, a mo di scusa. Lei
avanzò di un passo verso il fratello
"Devi avergli per forza detto qualcosa... non si sarebbe mai sognato di
aggredirti così, altrimenti!" spiegò ferma e
decisa. E fu
come viverlo davvero quel sogno. Sentire quella voce, quelle parole,
quel tono sicuro che in fondo era indirizzato a me. Mi sentii
rilassato, tanto che la presa di Edward diminuì gradualmente
fino a sparire del tutto.
"Io... non..." provò a dire lui, lanciandomi un'occhiata
preoccupata. Magari temeva che reagissi di nuovo, che gli saltassi
ancora addosso senza preavviso, quella volta, però, con
l'intento di fargli male sul serio. Ma non lo feci, anzi... non me ne
curai proprio. Ero troppo preso a sentirmi bene. A guardare adorante
Rosalie che si prodigava così energicamente a difendere il
sottoscritto.
"Mi meraviglio di te, Jasper... mi meraviglio ogni giorno di
più!" sentenziò diretta, dopodiché gli
diede le
spalle e si avvicinò a me senza trasparire la minima emozione
"Stai bene?" mi chiese cauta
"Eh?" feci io sorpreso
Avevo appena aggredito suo fratello e lei... mi chiedeva se stavo
bene?... Stavo bene?... Certo che sì!..
"Sì.. cioè..." mi schiarii la voce cercando
inutilmente
la saliva necessaria per continuare "Sì, sto bene, grazie!"
lei
annuì e emise un leggero sospiro. Che fosse preoccupata per
me?
Che davvero le interessasse della mia condizione fisica quando ero
stato io ad attaccare fisicamente Jasper e non il contrario?
Evidentemente
sì...
"Vieni con me..." mi sussurrò, per poi superarmi e dirigersi
verso il parcheggio esterno dell'ospedale. La seguii con lo sguardo,
così come Bella, Edward e perfino Jasper che, ancora
attonito,
si massaggiava una guancia. Obbedii alla sua richiesta, ritrovandomi a
camminarle a qualche passo di distanza anche se, accelerando
leggermente avrei potuto facilmente raggiungerla. Non capivo il
perché volesse parlarmi in privato. Forse... forse quella
fatta
davanti al fratello era soltanto una finzione e adesso mi sarebbe
toccata la ramanzina vera e propria. Magari quella sarebbe stata
l'occasione perfetta per vedere una nuova Rose, quella combattiva e
infuriata che scalpitava e inveiva con il sottoscritto. Per quanto mi
facesse male ammetterlo, in quel momento, non mi sentivo di
biasimarla, quindi... che facesse pure, io ero pronto.
"Ecco, qui possiamo parlare!" esordì fermandosi accanto alla
mia
Jeep, dal lato opposto rispetto allo stand dove ci trovavamo fino a
qualche minuto prima
"So quello che vuoi dirmi, quindi ti risparmio il fiato... mi
dispiace!" feci io affondando le mani nelle tasche dei jeans "Mi
dispiace perché sono un coglione e non avrei mai dovuto
permettermi di saltare addosso a tuo fratello quindi... se in questo
momento mi stai odiando e se in futuro non riuscirai a perdonarmi per
questo... sappi che hai tutta la mia comprensione!" sputai quelle
parole tutte d'un fiato, tanto che mi diedi immediatamente dello
stupido: dubitai che ne avesse capite anche solo la metà. Si
avvicinò di qualche passo e mi scrutò per bene
"Posso sapere una cosa?" mi chiese in un soffio
"Certo!"
"Cosa..." si bloccò, prendendo tempo "Cosa ti ha detto mio
fratello?"
"Rose..." ma mi bloccò
"Come è riuscito a farti scattare in quel modo in
così poco tempo?" chiese ancora
"Rose..." ripetei incerto
"Ti prego rispondi!"
"Non credo tu lo voglia sapere davvero!" la informai scuotendo la testa
"Ti prego..." ribadì puntando gli occhi nei miei.
Già da
soli, dicevano tante cose. Ed io chissà come, riuscivo
facilmente ad interpretarli.
"Ecco... lui ha..." al solo pensarci mi risaliva il sangue al cervello
"Ha detto una cosa su Alice che..."
Stai calmo, orso, per carità divina...
"Su Alice?" chiese conferma. Io annuii, cercando di calmare la rabbia
con respiri lunghi e misurati. Era una tecnica che mi aveva insegnato
mia madre. Sapeva che faticavo non poco a smaltirla e per questo si era
inventata questo metodo. Focalizza qualcosa di positivo - mi diceva -
pensa che in quel momento esistete soltanto tu e questo tuo pensiero...
dopodiché inizia a respirare, senza aver paura di risultare
ridicolo. Ed io lo stavo facendo, come lo facevo tutte le volte che mi
capitava di sentirmi allo stesso modo.
"Ti chiedo scusa!" esclamò. La guardai aggrottando la
fronte.
Cos'è che aveva detto? Mi chiedeva scusa? E per quale motivo?
"M-mi chiedi... scusa?" balbettai
"Sì... ti chiedo scusa per quello che ti ha detto Jasper...
qualsiasi cosa sia... anche se, data la tua reazione, immagino che
delle semplici parole non bastino per ottenere il tuo perdono!" e
abbassò la testa afflitta
Ok, sono io che mi sono perso qualche passaggio o qui il mondo si sta
completamente rivoltando?...
"Rosalie, davvero non capisco..." ammisi a disagio "Io ho aggredito tuo
fratello, gli ho messo le mani addosso e Dio solo sa cosa sarebbe
successo se Edward non mi avesse fermato... e tu... invece di urlarmi
contro il tuo disprezzo, continui a chiedermi scusa..." lei si morse il
labbro e scosse la testa
"Quello che ha fatto Jasper è stato imperdonabile!"
esclamò
"Non significa nulla..." sbottai incredulo "Non avevo nessun diritto di
reagire in quel modo!"
Ti prego... dillo anche tu che sono un mostro. Fammi vedere quanto sei
delusa, amareggiata e incavolata con me... ti prego...
"Delle volte esagera senza neanche accorgersene... parla a sproposito
e... molte volte, tipo oggi, gli va molto meglio di come potrebbe
realmente andargli!" commentò, ignorando totalmente le mie
esclamazioni. Come se non avessi minimamente parlato e lei soltanto
stesse esprimendo la sua opinione
"Rosalie, dannazione... la colpa è mia... sono io che non so
controllarmi. Sono io la bestia, l'animale... non è me che
devi
giustificare... non sono io quello a cui devi dire queste cose,
perché non me le merito!" gridai, per poi pentirmene un
secondo
dopo. Che diamine mi era preso? Avevo davvero osato gridare con lei?
Merda... sì, l'avevo fatto e mi sentivo malissimo.
La sentii sospirare ed abbassò la testa. Pregai in tutte le
lingue che non piangesse, che non soffrisse per colpa mia.
Mi ero ripromesso di farla soltanto stare bene, e invece, finora, ho
combinato soltanto guai...
"Perché non lo capisci?" chiese in un sussurro talmente
flebile
che faticai un pò a comprenderla. Cosa non capivo? Che era
arrabbiata? Che mi detestava? Che... che forse quella sarebbe stata
l'ultima volta in cui ci saremmo visti? Una fitta al petto mi
colpì in pieno con quel pensiero. No, non ci potevo neanche
credere, mi rifiutavo categoricamente
"A cosa ti riferisci?" domandai, rendendomi conto solo in quel momento
di tremare leggermente. Eppure non avevo mai sofferto il freddo. Sempre
se quella fosse la causa...
"Io sto cercando di... di non pensare a quello che è
successo
prima o... a quello che... sarebbe potuto succedere perché
non
voglio che qualche stupidaggine di mio fratello possa farti allontanare
da me!" mi spiegò alzando lo sguardo. Non piangeva, era
seria.
Il che mi fece ancora più effetto. Il cuore perse qualche
battito ma non me ne curai. Troppo impegnato a perdermi nei suoi occhi
e nelle sue parole
"Te l'ho già spiegato una volta, Emmet... con te sto bene,
non
ho bisogno di fingere o di preoccuparmi di nulla... so che di te posso
fidarmi sempre e comunque e che soprattutto tu non permetteresti a
nessuno di... farmi... del ma-le!" le ultime parole furono quasi
incomprensibili ma le afferrai lo stesso, se pur con qualche secondo di
ritardo. Stavo per ribattere quando lei continuò
"E ti confesso che questo mi fa paura... ma non fraintendermi... non
è una paura come le altre, no... è semplice paura
di
perderti, proprio adesso che ti sento diventare importante... per me!"
Ehilà... cervello Emmet? Ce la fai a dire qualcosa di
sensato adesso?...
"Io...tus... ei..." balbettai
Oh, proprio quello che volevo. Rendermi ridicolo davanti a lei...
"Ti prego Emmet... qualsiasi cosa succeda... non farti condizionare dal
giudizio degli altri, non lasciare che rovinino tutto quanto... non
riuscirei a sopportarlo, ora come ora, non ci riuscirei
più!"
ammise penetrandomi l'anima con lo sguardo, profanandola di tutto e
facendola interamente sua
"Io ho... bisogno... di te!" aggiunse
mordendosi nuovamente il labbro, così forte da farlo
diventare
viola. Immaginai che sarebbe bastato un altro pò e lo
avrebbe fatto sanguinare
se non l'avessi fermata. Così, lentamente - come ero solito
agire in sua presenza, anche senza avere un preciso motivo - mi
avvicinai, azzerando i già pochi centimetri che ci
dividevano.
Non voleva che la abbandonassi, non voleva che mi facessi condizionare
dagli altri, non voleva perdermi... e tutto questo perché
aveva
bisogno di me?... Bisogno, bisogno,
bisogno...
Ed io? Io ho bisogno di lei?... ma che cazzo di domande mi faccio?
Certo che ho bisogno di lei, più dell'aria che respiro e
più di tutte le cazzate che potrebbe dirmi un domani
Jasper...
Lentamente portai una mano sulla sua guancia, temendo una sua reazione
per quel contatto, che stranamente - e fortunatamente - non
arrivò. Aveva la pelle fredda per colpa della temperatura
del
pomeriggio e sperai che il contatto con la mia mano calda - grazie al
fatto che l'avessi tenuta per tutto quel tempo nei jeans - le portasse
sollievo. Con il pollice le sfiorai le labbra, liberandole dalla morsa
dei denti. Per fortuna non sanguinavano, anche se si era fatta un lungo
segno rosso a quello inferiore.
"Non c'è bisogno di torturarle così.." sussurrai
concentrato "É un vero peccato rovinarle... sono..
così
belle!" lei rimase in silenzio, respirando piano e in silenzio, quasi
avesse paura.
Paura di cosa, Rose? L'hai detto tu... io non ti farei mai del male e
né tanto meno permetterei agli altri di fartene... stai
tranquilla...
Sempre con estrema lentezza, quasi meravigliandomi di me stesso, mi
abbassai fino alle sue labbra, senza toccarle. Vidi chiaramente i suoi
occhi chiudersi di colpo e il suo corpo irrigidirsi. Mi diedi
immediatamente del coglione.
"Voglio che tu abbia pazienza...
voglio che riesca ad aspettare,
qualsiasi tempo ci vorrà, però voglio che tu lo
faccia...
se è vero che ci tieni a me e che ci vedresti bene
insieme...
voglio che tu attenda il momento in cui sarò pronta
anch'io!"...
Erano state queste le sue parole, ed io cosa facevo? Agivo senza
pensare, come sempre. Così sospirai, lento, beandomi
comunque
del suo respiro sul mio viso, se pur leggermente accelerato. E deviai
la direzione, avvicinandomi di più alla sua guancia, quella
che
non accarezzavo con la mano, e sfiorai con le labbra la parte prossima
alla bocca socchiusa, avendo cura di non toccarla minimamente.
Aprì gli occhi piano e li fissò di nuovo nei
miei. Le
sorrisi, sperando che non mi giudicasse male e che apprezzasse quel
gesto così intimo e rispettoso. E così fu. Mi
sorrise
anche lei, timida e riconoscente
"Grazie, Emm!" sussurrò per poi allacciare le braccia alla
mia
vita e poggiare la fronte al petto. La strinsi a me mentre l'ultimo
raggio di sole si perdeva dietro i Monti Olimpici.
"E comunque non credo che il rosso starebbe bene in quella stanza... ma
sai com'è fatta mia madre.. o si fa come lei vuole oppure
tiene
il muso per un'intera settimana!" affermò una voce alla mia
destra. Una voce fastidiosa, stridula e irritante che avrei giurato di
non sentire mai più se non per telefono o volendo, in
presenza
del mio avvocato. Ma a quanto pare dovetti ricredermi solo dopo pochi
mesi di permanenza a Forks. A certi mali non si sfugge così
facilmente purtroppo.
Sospirai ingranando la terza e accelerando maggiormente. Prima saremmo
arrivati a casa sua e prima quel fastidioso suona sarebbe finito.
"Sei silenzioso oggi... è successo qualcosa, Diddy?"
Argh.... merda,
Santissima merda... mi ero dimenticato di quel nomignolo... che
schifo...
Ingoiai una manciata di saliva e trattenni un verso disgustato
"Va tutto bene!" affermai aumentando di nuovo la marcia. Povera Volvo,
me la stavo prendendo inutilmente con lei che, a conti fatti, non
c'entrava nulla. Ma era l'unico modo per sfogarsi.
"A me non sembra... sei assente e distaccato!" mi accusò
indispettita
"Ti sbagli!" biascicai stringendo ancora di più il volante
"No, no.. ti dico che è così... evidentemente
l'aria di Forks ti va male!" e scosse la testa
"Visto che il posto non ti piace non capisco perché ti ci
sei trasferita!" sbottai senza troppi problemi.
Bene e l'Edward educato
e rispettoso se ne va a cagare... Evvai!...
"Mi sembrava fosse abbastanza chiaro il perché sono venuta a
stare qui!" fece lei offesa, schioccandomi un'occhiataccia delusa.
Probabilmente si aspettava che le dicessi qualcosa o che le porgessi le
mie scuse, ma rimasi in silenzio, accelerando per permettere alla
macchina di raggiungere la giusta andatura e inserire la quinta
"L'ho fatto per te, Edward... per noi!" specificò. Feci per
ingranare la marcia ma la frizione graffiò proprio nel
momento
in cui stavo per rispondere
"Merda..." bisbigliai
"Ma si può sapere cosa ti succede? Non è da te
comportarti così!" si lagnò lei. Fantastico, ci
mancavano
solo le lacrime ed eravamo al completo.
Beh, magari se le dici
qualcosa, forse la smetterà con questa storia, che dici?...
"Davvero, Kris, sto bene... sono solo un pò stanco.. ho
passato
gran parte del pomeriggio in piedi a sistemare gli stand per domani...
ho solo bisogno di dormire!" e mi sforzai di sorriderle. Lei,
sollevata, rispose a quel gesto, anche se il suo fu molto
più
sincero
"Devo ammettere che è davvero carino quello che state
facendo
per l'ospedale... è un gesto nobile e degno di lode!"
esclamò dopo poco
"Già, quando si tratta di volontariato, qui si fanno sempre
in
quattro!" spiegai, decelerando in prossimità del vialetto di
casa sua
"E tu non sei da meno!" osservò sorridendomi di nuovo. Misi
su
un mezzo sorriso, spegnendo il motore. Lo sapeva che mi piaceva essere
lodato. Non che fossi un egocentrico che voleva a tutti i costi i
complimenti della gente, però, sapere di fare del bene e
soprattutto sapere di farlo nella maniera corretta era una vera e
propria soddisfazione non indifferente.
"Dai entra... ti faccio vedere la casa!" mi invitò raggiante
"Ehm... no, non posso... ho promesso a mia madre che non avrei fatto
troppo tardi stasera!"
Ma da quando davo conto
a mia madre dell'orario in cui tornavo?...
"Coraggio, Diddy... al massimo la chiami e la avverti. Non credo che
troverà problemi se per questa sera fai un pò
più
tardi del solito!" e mi sorrise maliziosa. Avevo il vago sospetto di
cosa stesse parlando e lo temevo fortemente.
Dannazione, Diddy...
fatti venire in mente qualcosa di convincente per dirle di no...
"Davvero Kris, non posso... e poi..." mi tastai la fronte "Mi sento
leggermente caldo, non vorrei mi stesse venendo la febbre!"
Che attore... che
pathos...
Come temevo mi poggiò una mano sulla fronte e la
controllò
"Non sei caldo... anzi, probabilmente sono più calda io di
te!" e scoppiò a ridere
"Sì ma sento chiari i sintomi dell'influenza!" continuai
imperterrito provocando di nuovo la sua risata
"Su vieni... mia madre non vede l'ora di riabbracciarti!" e detto
questo scese dalla macchina. Emisi un verso seccato poggiando la testa
al sedile. Grugnii infastidito per poi scendere e seguirla fino alla
porta d'ingresso della casa. Eravamo nella zona nord della
città, nell'estremità opposta rispetto a casa
Swan e -
fortunatamente - anche rispetto a casa mia.
La porta si aprì e la madre di Kristen, una donna molto
giovane e molto truccata, sorrise entusiasta
"Oh Edward... che piacere... da quanto tempo non ci vediamo!" e mi
abbracciò quasi commossa. Risposi impacciato a quella
dimostrazione di affetto, mentre Kristen, sorridente, si liberava del
cappotto e lo appendeva all'ingresso
"É un piacere anche per me, signora..." risposi imbarazzato.
Per
fortuna, in tutta quella situazione assurda, avevo conservato un
pò della mia comoda cordialità. In certi casi
diventava
indispensabile.
"Come stai, caro, cosa mi racconti?" mi domandò distaccandosi
"Ehm... sto bene, grazie... per il resto tutto bene. Mi sono ambientato
molto facilmente alla nuova città, per fortuna!" risposi
sincero
Frecciata
involontaria... chi vuole capire, la capisse...
"Oh certo, anche se... le comodità di New York qui non si
vedranno neanche di sfuggita!" e rise da sola seguita dalla figlia.
"Certo, come non si troveranno smog, delinquenza, traffico e vip da
strapazzo!" esclamai. La risata di entrambe si interruppe e mi
guardarono in maniera strana. Sospirai
"Però effettivamente un pò mi manca New York!"
mentii spudoratamente
Dovrebbero darmi il
Nobel al prossimo film festival di Hollywood... Me lo meriterei molto
di più di Johnny Depp...
"Beh, adesso c'è Kisten che ti farà passare la
nostalgia,
caro..." e ridacchiò di nuovo, facendo l'occhiolino alla
figlia
che arrossì
"Mamma, dai..." si lamentò lei imbarazzata. Io mi limitai a
trattenere il vomito e a sorridere. Anzi a "smorfiare".
Si può dire
smorfiare?... cioè, fare la smorfie... vabbé, io
dico che si può dire, quindi...
"Vieni ti mostro la casa!" mi disse Kristen prendendomi per mano e
trascinandomi verso le scale
"Edward, tesoro, ti fermi a cena, vero?" mi domandò la madre
entrando in cucina
"Ehm veramente dovrei..." cercai di dire
"Ma certo, mamma... che domande fai!" rispose la figlia risoluta.
Sbuffai impercettibilmente, mentre la presa della sua mano di faceva
più forte e più fastidiosa. Arrivammo al secondo
piano.
Mi mostrò lo studio del padre, un avvocato penalista; mi
mostrò la camera dei genitori, ampia e ben arredata; mi
mostrò i due bagni, chiari e superaccessoriati e infine mi
mostrò la sua stanza, l'ultima in fondo al corridoio.
Afferrò la maniglia e mi guardò maliziosa
"E questa é la mia camera da letto!" annunciò
poggiandosi
alla porta ancora chiusa "Sei il primo ragazzo a cui la faccio vedere!"
Merda... merda...
merda... Edward, Anthony, Diddy, Cullen... ti impongo di scappare
all'istante da questa casa... adesso!...
"Ah sì? Uh... che culo!" esclamai e finsi spudoratamente
entusiasmo. Lei mi guardò di sbieco per poi aprire la porta
con
un gesto teatrale.
"Et voilà!" esclamò facendosi da parte. Ok, la
stanza era
davvero carina, ben sistemata e soprattutto chiaramente di sua
proprietà. Pareti rosa confetto, tende viola, copriletto
lilla
con cuscini bianchi a completare. Sul pavimento c'erano un paio di
grandi tappeti morbidi dello stesso colore delle tende e sulle pareti
laterali vi erano un armadio a tre ante bianco, che finiva all'altezza
del soffitto e una scrivania chiara con il computer, la lampada e
qualche libro accatastato. Nulla di anormale, nulla di eccessivo -
escludendo il rosa elettrico dei comodini - nulla di particolarmente...
Oh cazzo...
Il mio sguardo si soffermò sulla parete dove si trovava la
porta, che per la maggioranza era occupata da un poster, un abominio di
figura a grandezza quasi umana che ritraeva Kristen... e... me....
abbracciati.
Oh Santa merda....
"Che cosa..." tentai scrutando la parete. Sperai che fosse stato un
difetto di struttura dell'edificio e che lei se ne sarebbe liberata al
più presto. Oppure, in un improvviso scatto d'ira, avrei
potuto
liberarmene io. E al diavolo l'educazione per la seconda volta!
"Ti piace?" mi chiese raggiante. Spalancai gli occhi. Si stava
riferendo al poster? Oppure parlava del surriscaldamento globale? Molto
più probabile la seconda.
"Dovrebbe?" chiesi ironico. Grugnì infastidita avvicinandosi
alla parete e accarezzandola all'altezza della mia guancia
"L'ho fatto fare un paio di settimane fa, quando ho deciso di venire
qui con la mia famiglia. Ho pensato che sarebbe stata una bella
sorpresa per te vederci così... grandi, belli e innamorati!"
e
concluse quell'idillio con un sorriso. Feci una smorfia
"Sull'essere grandi non ti do torto!" biascicai. Sbuffò e
sbatté i piedi a terra un paio di volte
"Edward, sii serio per piacere!" si lamentò per poi prendere
aria, riuscendo così a calmarsi. Qualche istante dopo si
avvicinò a me con un sorriso entusiasta sul volto, mi
circondò la vita con le braccia e parlò, a pochi
centimetri da me, all'altezza del mento, visto che tra i due ero il
più alto.
"Non sai quanto ho sofferto la tua mancanza in questi mesi!" mi disse.
Deglutii. Ecco uno dei momenti in cui i sensi di colpa superavano di
gran lunga la sciocca ironia che avrei potuto fare. Ero colpevole,
maledettamente colpevole nei suoi confronti. Lei, per quanto fosse
esagerata, mi amava sul serio, faceva pazzie per me, riempiva un'intera
parete con la mia gigantografia. Ed io? Io che facevo? Io la trattavo
male, io le rispondevo sgarbato, io trattenevo le smorfie davanti alle
sue dimostrazioni di affetto, io pensavo ad un'altra mentre lei mi
parlava... Eh sì, perché è inutile
mentire, per
quanto fossi presente con il corpo a casa sua, con la mente ero dalla
parte opposta della città, nella zona Sud di Forks. Ero con
lei,
tra le sue braccia esili, circondato da quel profumo di pesca e da quel
calore che la rendeva unica. E per quanto mi sforzassi di
autoconvincermi che avrei potuto con un pò di sforzo
dimenticarla, non riuscivo a pesare ad altro che al suo viso, al suo
sorriso mite e al suo respiro sul mio petto. Mi mancava, mi mancava
tremendamente. Anche se avrei dovuto sentire la mancanza di qualcun
altro in quel periodo - ad esempio della mia ragazza - non mi
vergognavo di ammettere che a me mancava solo e soltanto lei. Da quando
le avevo detto quelle cose il primo giorno di allestimento della fiera,
si era allontanata. Come prevedibile. I rapporti tra di noi si erano
raffreddati al punto di evitare il più possibile il contatto
o
di limitarci ai semplici saluti di convenienza. E ogni volta era come
ricevere una pugnalata allo stomaco. La stessa che sembrava ricevere
lei ogni volta che mi vedeva in compagnia di Kristen. A quanto sembrava
non l'aveva presa particolarmente bene e la cosa era più che
plausibile. Soffrivo a vedere lei soffrire e mi maledicevo da solo per
non avere il coraggio di reagire e fare qualcosa.
Si ma cosa?...
Lasciare Kristen, ecco cosa. Dovevo lasciare la mia ragazza, ammettendo
davanti a tutti la verità: io non la amavo e non l'avevo mai
fatto ed era inutile continuare a mentire a se stessi e soprattutto
mentire a lei. In fin dei conti era una brava ragazza e non se la
meritava per niente un'offesa di quel calibro.
"Kris..." mormorai trattenendo il fiato e sperando di trovare il
coraggio necessario per parlare
"Edward... c'è una cosa che devo assolutamente dirti!" mi
fece lei bloccando ogni mia intenzione
"Ti ascolto!" la esortai sperando che mi sorprendesse con un discorso
del tipo 'Io e te non possiamo più stare assieme'.
"Ogni giorno ringrazio il Cielo per averti conosciuto.. sei un ragazzo
speciale e mi fai sentire bene con me stessa e con gli altri. Non mi
è mai capitato di provare una cosa del genere e sono
contenta di
provarla per te!" mi strinse più forte sospirando "Ti amo!"
esclamò infine. Trattenni il respiro e chiusi gli occhi.
Bene, dicevamo?.. Ah
sì, devo
trovare un modo per lasciarla... certo, adesso se lo facessi sarei
proprio il lurido per eccellenza...
"Non dici niente?" mi chiese curiosa alzando gli occhi verso di me. La
guardai incerto. Bene le soluzioni erano due: o continuavo a mentire
spudoratamente oppure le dicevo la verità, sapendo
perfettamente
che quella occasione sarebbe stata l'ultima per farlo.
Cazzo, Jasper ha
ragione... sono uno schifoso vigliacco...
"Sono colpito, Kris davvero... le tue sono... bellissime parole ed io
non sono sicuro di meritarmele del tutto!" ammisi abbassando lo sguardo
"Ma cosa dici, Edward?" fece lei sorridendo "Tu le meriti tutte... sei
speciale e cosa più importante... sei mio!" si
alzò sulle
punte e mi sfiorò le labbra sorridendo. Risposi accennando
un
sorriso timido o, ancora meglio, imbarazzato.
Sensi di colpa di
merda...
Spostò le braccia al mio collo per trovarsi più
comoda e
senza dire altro iniziò a baciarmi. Dapprima piano,
poggiando
solo appena le labbra alle mie. Dopo qualche secondo il contatto si
fece più intimo finché, costretto dalla
situazione e
ovviamente dal fatto che sotto sotto fossi uomo anch'io, cedetti alla
tentazione e risposi al bacio con trasporto.
Girone dei coglioni?....
Sto arrivando!...
Stavo impazzendo. Impazzendo di rabbia, di frustrazione. E
non
mi era mai successo. Quel bastardo... quell'idiota bastardo mi aveva
messo le mani addosso ed era uscito impunito dallo scontro. Certo, io
non mi ero comportato da Santo protettore delle anime pie,
però... cazzo, ero orgoglioso e non avrei mai ammesso,
neanche
sotto tortura, che quel lurido di Swan aveva ragione.
E che cazzo... qui
c'è in gioco il mio onore...
Vagavo per la mia stanza come un posseduto, come tutte le volte che mi
trovavo in quella condizione. Andavo avanti e indietro, aprivo il
balcone, lo richiudevo, sbuffavo, mi sedevo sul letto, stropicciavo il
cuscino prendendolo a pugni e formulavo frasi senza senso. Ero
frustrato, agitato e offeso. Sembravo quasi un cocainomane in piena
crisi di astinenza. Beh, magari lo fissi stato! Un pò di
metadone, una dose recuperata da qualche parte e il gioco era fatto, no?
No, no... assolutamente
no, cazzo...
Tirai un pugno alla porta del bagno provocando un rumore assordante.
Qualche secondo dopo arrivò il dolore.
"Merda..." imprecai. Ci mancava solo l'autolesionismo.
A completare il quadretto a dir poco esilarante c'era stata la botta al
cuore: Rosalie era uscita a cena con quel... quel... coso in formato
gigante. Dannazione, che nervi! Ma perché? Perché
doveva
farmi questo? Non era già sufficiente doverlo sopportare in
giro
per i corridoi a scuola, adesso dovevo anche immaginarmelo a vagare per
Forks, magari mano nella mano con la mia Rose. Al solo pensarci tentai
di tirare l'ennesimo pugno alla porta, ma mi trattenni ancora reduce
dal dolore della prima sfuriata.
Basta, dovevo uscire, dovevo prendere aria prima di impazzire. Dovevo
evadere da quel carcere che mi ero creato. Così, presa la
giacca
mi precipitai al piano inferiore
"Dove stai andando?" mi fermò mio padre che incrociai
all'ingresso
"A fare un giro... mi sento soffocare qui dentro!" sbottai incurante
"Jasper... ma..." tentò mia madre che era apparsa dalla
cucina.
Evitai di rispondere ad entrambi, afferrando le chiavi della Bmw ed
uscendo all'aria aperta. Feci il giro della casa e raggiunsi i garage
dove recuperai l'auto - l'ultima rimasta nel box assieme a quella di
papà - dopodiché, a velocità
sostenuta, raggiunsi
l'autostrada diretta a Forks.
Forse non era stata una grande idea quella di mettersi alla guida di
un'auto in quelle condizioni, ne ero consapevole, solo che... avevo
bisogno di sfogarmi e l'unico modo che conoscevo era quello di guidare.
Quella era una delle poche cose che mi accomunava ad Edward. Anche lui
si sfogava guidando, infatti la sua Volvo era un pò il suo
capro
espiatorio. E come dargli torto!
Raggiunsi il paese in pochissimi minuti, non curandomi di rispettare
precedenze o cartelli stradali. Dovevo imboccare l'autostrada per
Tacoma e per farlo doveva attraversare tutto il paese. Mi presi un paio
di insulti di un ciclista che quasi feci sotto ad un passaggio pedonale
ed ignorai il semaforo rosso, superandolo a tutta velocità.
Ad un tratto, però, anche a quella velocità,
qualcosa
colpì la mia attenzione. Una jeep scura, quasi mastodontica
mi
passò davanti. Fu come rivivere un lontano ricordo di fine
estate. Era il primo giorno a Forks. Ero in macchina di mio padre, con
tutta la famiglia. Ero seduto nella seconda fila di sedili e fissavo il
paesaggio boschivo che sfrecciava fuori dal vetro semi aperto. Ad un
tratto una macchina, una jeep scura, ci aveva sorpassato a grande
velocità, praticando una manovra quasi azzardata. Fu un
attimo;
mi girai curioso e li incontrai, due occhi scuri, agiati, eppure
tremendamente profondi. Li avevo rivisti spesso, li avevo cercati, li
avevo perfino provocati ma mai, come in quel momento, ne avevo sentito
il bisogno. Bisogno di incrociare quegli occhi svegli e gioiosi.
Bisogno di vederli anche solo per un istante semplicemente
perché ero consapevole del fatto che fossero gli unici in
grado
di aiutarmi in quel momento, aiutarmi ad evadere dalla mia prigione.
Sentii una strana morsa allo stomaco e inconsapevolmente sorrisi. Ma
non un sorriso maligno, malizioso, uno dei soliti con cui andavo in
giro. No, era diverso. Era naturale, spontaneo e soprattutto
liberatorio. Senza neanche pensarci girai, seguendo a debita distanza
la macchina che procedeva spedita verso l'uscita Est del paese. Non era
diretta a scuola, non era diretta a casa e né tanto meno a
Port
Angeles. Quella più che altro sembrava una strada di
campagna,
che costeggiava un folto bosco, molto simile a quello che faceva sempre
compagnia sulla strada verso casa mia. Mi mantenni qualche metro
lontano da lei, uno perché la mia macchina era facilmente
riconoscibile e se mi avesse visto quella sarebbe stata l'occasione
migliore per dare di matto e due... beh, ero curioso, curioso di vedere
dove stesse andando a quell'ora, da sola e soprattutto con quella
fretta.
Io sono un pazzo
irresponsabile, ok... ma lei, figlia del capo della polizia, mi supera
alla grande...
"Fatti per stare assieme!" bisbigliai sorridendo. Mi meravigliavo
sempre di più di quante cose avessimo in comune, soprattutto
dal
pomeriggio passato nello spogliatoio. Mi era quasi preso un colpo nel
vederla lì a pochi passi da me, che ero completamente nudo
ad
eccezione del telo legato in vita. Era completamente a disagio,
spiazzata. Sicuramente era entrata lì con l'intento di
farmela
pagare per le mie battute poco carine fatte in palestra,
però...
le era andata male e si era ritrovata a dividere con il leone affamato
la stessa aria nello stesso spazio. Non nascondo che, quando mi sono
avvicinato a lei per chiederle dei miei vestiti, ho faticato non poco
nel trattenermi dal saltarle addosso. Avevo voglia di baciarla, di
sentire il suo profumo fresco di fiori che in quello spogliatoio, per
colpa dell'aria umida, si sentiva ben poco. Avevo voglia di assaggiare
la sua pelle chiara e di sentirla sussurrare il mio nome nel farlo. Ma
poi... beh, poi mi sono dato del coglione e ho pensato ad altro. Era
l'unico modo per resistere alla tentazione che mi provocava.
Se solo non fosse
così dannatamente bella e sensuale...
Mi era dispiaciuto non averla vista alla fiera quel pomeriggio anche
se.. ripensandoci era andata meglio così: almeno non era
stata
costretta ad assistere allo show messo su con suo fratello ed io avevo
evitato di sopportare altre occhiate di delusione e rimprovero, tipo
quelle di Rose o di Edward.
In quel momento, ripensando al pomeriggio, venni colto da un brivido
improvviso. Se il solo parlare della sorella faceva scattare Emmet in
quel modo, figuriamoci sapere che io e lei un domani ci saremmo potuti
frequentare, o peggio ancora stare assieme. I casi erano due: o avrei
dovuto assumere un body guard a tempo indeterminato, anche se dubitavo
dell'esistenza di un ragazzo più grande e muscoloso di
Emmet;
oppure... oppure niente... non era neppure contemplabile l'opzione
'Parla e chiarisci con il nemico'. Con un soggetto del genere, parlare
sarebbe risultato inutile. Pertanto, se in futuro avessi ottenuto
qualcosa di più da Alice, ci saremmo dovuti comportare come
Romeo e Giulietta, amanti clandestini.
Aspetta un attimo,
però... Romeo = Jasper... Romeo = Morto... Jasper =
Morto!....
Ridacchiai divertito, mentre la jeep imboccava una traversa quasi
nascosta. La seguii poco dopo. Capii all'istante dove fosse diretta.
Quella era la strada che portava da Jacob, l'indiano meccanico, il mago
che aveva rianimato la Volvo di carotino. Aggrottai la fronte.
Possibile che fosse lì per farsi aggiustare semplicemente la
macchina? E allora, se così fosse stato, perché
non
andare il giorno dopo con la luce del sole, o mandarci il fratello
visto che la macchina era di sua proprietà?
Perché il
fratello è impegnato con tua sorella...
Strinsi il volante e contrassi la mascella fermando la macchina dietro
una fila di folti cespugli, mentre Alice parcheggiava proprio davanti
la cascina rossa. Scese dall'auto e corse in direzione del garage da
dove, qualche istante dopo uscì Jacob. Aveva una camicia
chiara
ed un jeans, abbigliamento genericamente normale. Quello che non fu
normale fu il saluto che si scambiarono. Alice gli saltò
letteralmente addosso, chiudendolo in un abbraccio approfondito...
troppo approfondito. Vidi Jacob ridacchiare e stringere il corpo esile
di lei, dopodiché le stampò un paio di baci sulla
testa
per poi scompigliarle i capelli e continuare a ridere. Un moto di
rabbia mi prese allo stomaco e afferrai la prima cosa utile nelle
vicinanze, ovvero un giunco che spezzai per scaricare la tensione. Ma
tu guarda questo! Come cazzo si permetteva di toccare il mio scricciolo?
Mio... mio... mio... Mi
sa che Emmet me le ha date un pò troppo forti...
Iniziarono a parlare animatamente, scherzando, provocandosi. E intanto
la mia agitazione cresceva in maniera esponenziale. I casi erano due -
che con quelli di prima, facevano quattro - o andavo lì e
spaccavo la faccia di quel pellerossa da strapazzo, convinto del fatto
che lui, con un solo soffio, mi avrebbe liquidato in due secondi netti,
oppure rimanevo lì, nascosto come uno schifoso dodicenne
intento
a spiare la classica coppietta in vena di effusioni e romanticherie.
Coppietta?...
Effusioni?... Romanticherie?... Ma stiamo scherzando, vero?...
Jacob circondò le spalle di Alice con un braccio e la
guidò all'interno del garage. Merda, così mi
avrebbe
impedito la vista. Deciso a non perdermi neanche un istante, abbandonai
veloce il mio rifugio per correre verso la struttura. Mi acquattai al
muro e strisciai fino alla finestrella semi aperta. Sbirciai
all'interno e rimasi di stucco. C'era lei, bella e impeccabile come
sempre nei suoi vestiti perfetti e c'era Jacob, sempre più
enorme e inquietante - un pò come Emmet. Ma non erano da
soli,
c'era un altro ragazzo con loro. Un altro indiano, a giudicare dai
tratti vagamente simili a quelli di Jacob che parlava tranquillamente
con Alice. Altro moto di rabbia che, quella volta, rimase immutato dato
che non potei sfogarmi con niente. La vidi ridere di gusto - Dio
com'era bella - e fare segno di sì con la testa. Fu il turno
di
Jacob per parlare. Gli altri due lo ascoltarono in silenzio per poi
assentire. Pochi minuti dopo l'altro indiano porse la mano a Alice che
gliela strinse allegra e sorridente. Si dissero qualche altra cosa,
dopodiché lui, tremendamente impacciato,
l'avvicinò a
sé e l'abbracciò.
"Cazzo..." esclamai per poi tirare un pugno al muro e provocarmi un
dolore atroce. Trattenni le grida di protesta e, stringendo la mano
nell'altra, corsi via, verso l'auto con il cuore stranamente impazzito.
Ricevere la chiamata di Alice era stata una vera e propria sorpresa.
Erano all'incirca le nove di sera e me ne stavo in camera, sdraiato sul
letto, con le cuffie nelle orecchie, il cappuccio tirato in testa e i
piedi appoggiati al muro. Relax totale. Dopo un'intera giornata passata
tra scuola, officina e problemi vari di Seth e la sua nuova ragazza
Samantha, avevo proprio bisogno di uno svago o, perlomeno, di un
istante di stacco dalla realtà.
Pensavo di esserci
riuscito
e
invece...
"Jake... cavolo, è mezz'ora che ti chiamo!" mia sorella
Rachel
fece irruzione nella mia camera brandendo il telefono in una mano, come
fosse un'ascia insanguinata
"Sapevi che ero qui... non 'era bisogno di urlare come una posseduta!"
biascicai maledicendo il momento in cui avevo davvero creduto di aver
staccato dal mondo. Mi guardò malissimo per poi passarmi la
cornetta
"Tieni, è per te..." mi informò
"Chi è?" chiesi afferrando il telefono incuriosito
"Non sono la tua schiava!" urlò infastidita e fece per
andarsene, ma dopo qualche passo aggiunse "E leva quei piedi dal muro
altrimenti domani te lo faccio pulire con la saliva!" e
sbatté
la porta provocando un fracasso assurdo.
Le donne... chi le capisce é bravo...
Portai la cornetta all'orecchio, non curandomi delle minacce di Rachel
"Pronto?"
"Ehi, Jake... sono io, Alice... disturbo?"
"Ehi, Ali... no, macché disturbo, anzi... mi fa piacere
sentirti... come va?" chiesi colpito
"Tutto bene, grazie... senti... posso chiederti un favore?" era
titubante, cosa molto strana per una come lei
"Ma certo..." acconsentii
"Ecco... io avrei bisogno di.. mmm... un ragazzo!"
"Eh?" feci io aggrottando la fronte "Che significa che hai bisogno di
un ragazzo?"
"Beh, vedi... ho in mente una cosa, un piano in realtà..."
"Ovvero?" domandai curioso
"Hai presente Jasper Cullen?" mi chiese a sua volta. Ci pensai qualche
istante
"Il fratello di Edward?" chiesi conferma
"Esattamente!"
"Sì, ho capito chi è... l'ho visto quando
è venuto
qui con il fratello per riprendersi la macchina!" spiegai
"Perfetto... ecco, lui è il soggetto principale della mia
idea!" mi informò allegra
"Spiegati meglio!"
"Adesso non posso, ti dirò tutto a voce. Ti trovo a
casa
tra... dieci minuti?" guardai l'orologio scuro appeso alla parete di
fronte a me, Erano le nove e quindici minuti, sapevo di non dover
andare da nessuna parte
"Sì, ci sono... dove ci vediamo?"
"A casa tua, Jake... ti raggiungo io!" mi informò
"Non se ne parla... non te la faccio fare quella strada al buio da
sola!" sbraitai. La sentii ridacchiare dalla cornetta
"Stai tranquillo... conosco LA Push meglio della mia stanza... tu pensa
solo a trovare un ragazzo che vada bene per me, possibilmente...
innocuo come un agnellino. Ci vediamo tra un pò... a dopo!"
e
mise giù, senza neanche darmi il tempo per replicare o
lamentarmi. Scossi la testa divertito, buttando il telefono sulla
trapunta e sospirai.
Un ragazzo innocuo come un agnellino... ma cosa diamine ha in mente?...
Spensi il lettore musicale, rimettendomi composto, dopodiché
recuperai un jeans e una camicia dall'armadio e scesi in garage
"Ancora al lavoro?" mi chiese mio padre che interecettai in cucina
"No, sto aspettado una persona!" spiegai passando una mano tra i capelli
"Una ragazza?" mi chiese malizioso. Spontaneamente sorrisi. Povero
vecchio Billy. Sapeva quanto odiassi quell'argomento eppure, lo tirava
fuori ad ogni occasione, magari perfino rinfacciandomi, anche senza
volerlo, il fatto che Rachel e Rebecca fossero già fidanzate
ed
io no. Come spiegargli che l'unica ragazza che mi interessava non mi
guardava neanche di sfuggita? Come spiegargli che per lei, Jacob Black
era soltanto un caro amico, o peggio ancora il migliore amico del
fratello?
"Un'amica..." mormorai per poi uscire in giardino. L'aria era fredda ma
la sentivo appena. Ero un tipo costantemente accaldato e quasi mai
sentivo il bisogno di coprirmi con maglie e cappotti. Era un
pò
come se avessi la febbre perenne. In sedici anni della mia vita non
avevo mai preso raffreddore, influenza o mal di gola. Salute costante.
Accesi le luci del garage e afferrai il cellulare dalla tasca
posteriore dei jeans. Riflettei per qualche istante. Chi diamine avrei
dovuto chiamare? Un ragazzo innocuo... come un agnello? Ne conoscevo
qualcuno?
Il problema é capire cosa intende lei per innocuo... che non
le
causi problemi? Che non sia sentimentalmente impegnato? Oppure
semplicemente con le sembianze di una pecora?...
Poi un fulmine.
"Ma certo!" esclamai sorridendo. Scorsi la rubrica ed indoltrai la
chiamata. Dopo quattro squilli una voce
"Pronto?"
"Ohi, Dave... sono Jacob..."
"Sera, Jake... a cosa devo questa chiamata?" mi chiese curioso e anche
fin troppo entuasiasta
Qui la cosa non mi piace... e conoscendo il soggetto, dovrei iniziare a
preoccuparmi...
"Ecco... avrei bisogno di parlarti... puoi raggiungermi al garage?" gli
chiesi, sperando che non fraintendesse
"Adesso?... certo... dammi due minuti e arrivo... abitiamo a pochi
metri di distanza, per me non è un problema!"
acconsentì
allegro. Trattenni una risata e misi giù. Alice avrebbe
dovuto
darmi una spiegazione plausibile a quella sua grande pazzia,
perché, altrimenti, a rimetterci, sarei stato solo e
soltanto io.
Allora, mi state odiando di più per l'ultimo POV, o per come
ho
concluso ogni personaggio di qst capitolo??? (soprattutto l'ultimo!)
ahahah... secondo me, vi ammutinerete tutti, me lo sento. Cmq... chiedo
venia per l'immagine di Jake... fa cagare ma nn avevo niente di
meglio... anche se... per me sta bene in tutte le foto, anche di spalle
o sottosopra
(^_^)
N.B.
Vi sfido... vediamo chi di voi riesce ad intuire il piano di Alice...
cosa deve fare cn qst ragazzo "innocuo" e soprattutto, cosa intende lei
x "innocuo"? (dai, se ci è arrivato Jake, potete arrivarci
anche
voi ^^) fatemi sapere, mi raccomando ;-)
Risposte alle recensioni:
_cory_
:
Salve cara... secondo te Edward lascia Kristen???? Al 70 %???' Ne sei
ancora convinta anche dopo qst capitolo???? Mmmm... io non mi esprimo,
lascio a te l'ardua sentenza ^^... cmq spero che il cap a 4 voci ti sia
piaciuto... un bacio alla prossima ;)
yle_cullen:
Ma salveeee... tesora, nn preoccuparti se nn hai recensito,
l'importante è che nn mi abbandoni, altrimenti io cm
faccio????
ç___ç... però cm hai visto sono
tornata anche qst
volta in leggero ritardo (meglio dell'ultima volta però!)
anche
se, cn qst capitoloni mi sa che è un pò cm
aggiornare
tutti i giorni, non credi? ^^cmq, passiamo al capitolo...
sì,
Bella collassera al suolo, a meno che nn ci siano un paio di braccia
forti ed abbronzate (XD) che la raccolgano e che la sorregano fintanto
che Diddy Cullen si sbrighi a rendersi conto di ciò che fa.
Cmq,
a giudicare da cosa succede tra di loro, nn penso che la spediazione di
Kris a NY avvenga a breve... c'è ancora un pò di
strada
da fare ed è quasi tutta in salita purtroppo... cmq, staremo
a
vedere... dimmi cara, vedere Jasper geloso fa uno strano effetto, non
trovi??? A me garba da morire muahahah (ad essere crudeli, siamo in due
XD)... cmq... a Volterra eh??? E chi l'avrebbe mai detto... e allora ci
andiamo più volentieri a far casotto davanti alla
Zanichelli...
zi zi... così, nella pausa, ci facciamo un giro da quei tre
gentili signori che conosciamo tanto bene e ci facciamo fare un
"piccolo" prelievo di sangue... che dici???? ahahah... beh, cara, ti
lascio sperando che il cap ti sia piaciuto... fammi sapere... kisssss :*
hale1843:
Ciauz tesò... ahahah.... in pratica lo scorso cap
è stato
uno sbavamento continuo... spero che a tutto qst la tua tastiera sia
sopravvissuta... mi dispiacerebbe sapere di essere la causa della sua
rovina... ^^ cmq ti do ragione, sapere Jasper mezzo nudo, beh, fa un
certo effetto... beata Alice che ha potuto ammirare (ma non toccare ^^)
il panorama... ti prego... nn dirmi cosa avresti fatto a Jazz appena
uscito dalla doccia... posso immaginarlo ^^' ... ti conosco bene ormai,
eh eh... per Kristen, anche se condividi l'idea di Jasper, purtroppo la
ragazza nn riparte quindi tu, Bella, Jasper e soprattutto Edward dovete
farvene una ragione. Io se fossi in te analizzerei con molta attenzione
il suo comportamento in qst cap poi dimmi cosa ne pensi che sono
curiosa. Cmq POV di Jazz??? Accontentata, spero ti sia piaciuto, cm il
resto del cap... attendo tue notizie un bacione immanso, tesora...
ciaooooo
cinzia818:
Ma ciaooooo... hai visto, alla fine ho letto e ho recensito... ho
spiegato le mie ragioni del disumano ritardo ma colgo l'occasione per
prostrarmi di nuovo ai tuoi piedi e chiedere di nuovo perdono. Non ti
meriti una lettrice insulsa cm me... ueeeee...
ç___ç...
perdonami se puoi! Hai ragione, Alice e Jasper sono idioti
nell'animo... si fanno del male a vicenda, lui stuzzica lei, lei evita
lui... adesso c'è questo.. "qualcosa" che lei ha in mente di
cui
nessuno (eccetto me) sa di cosa si tratti... sento che
finirà
molto male la questione. Per quanto riguarda Ed, hai visto le sue seghe
mentali quali sono... ha paura di ferirla (cm hai notato tu)
però sa che se non la lascia oltre a farla soffrire ancora
di +,
fa stare male Bella e lui non vuole. Però, lui è
fatto
per le cose complicate e dubito riuscirà a sbrogliarsi tanto
facilmente. Per Emm e Rose... hi hi hi... no comment! Sono
così
dolci che ho perfino paura di rovinare qualcosa cn loro ogni volta...
beh, cara, spero che il cap ti sia piaciuto... cmq sì, sn su
Fb
e mi farebbe piacere se mi aggiungessi... (Fabiana Desiati) dovrei
esserci solo io cn qst nome... se hai prob contattami pure... a presto,
cara, un kissss
stezietta
w:
ohhhhh... eccola qui la mia Ste prediletta... ma zaooo... hai visto,
alla fine ce l'ho fatta... hai avuto il cap in anteprima
però
spero che sia stato cmq gradito anche perché i 3/4 nn li
avevi
letti... mi disp se l'arrivo di Kris ti ha così
destabilizzato... spero che qst cap nn sia per te una sprangata... hih
hi hi perdonami, cara, se puoi, ma Eddino è pur sempre un
maschietto che ragiona cn i pantaloni a volte ^^ ... Io ti ascolto cara
perché le tue idee sono a dir poco geniali... hai visto
c'è anche Dave ^^... hai ragione, forse Rose avrebbe dovuto
dire/fare qualcosa in +, e nn mancherà occasione, ma x il
momento lei si concentra sul suo Emmet (che suo ancora nn è
^^)
però un discorso cn il fratellino ci sarà,
tranquilla...
fai bene a farti i complimenti cara, te li meriti (standing ovation 4
you)... e cmq Jasper nudo ci sarà in futuro, fidati... hi hi
hi
chissà in quale circostanza ^^ (prova un pò ad
immaginare!!!)... cmq nn devi ringraziarmi, semmai sono io che devo
ringraziare te per il tempo ke mi dedichi su msn, per divertirmi e
soprattutto per la magnifica compagnia.. quindi grazie, davvero!...
bene, Alice è impossibilitata a parlare ahimé...
è
ancora nel garage cn "tu-sai-chi" (non con Voldemort ahahah, qst
è un'altra storia) chissà se usciranno mai da
lì... bene, cara, ti invio un bacio ci sent prossimamente su
msn... un bacione... ciaoooooooooooo
Elfa
Sognatrice:
Ma salve... mmm... tesoro mio le tue idee su Edward che manda al
diavolo Kristen così sono pefidamente invitanti, solo che
non
credo che Eddino le prenderà in considerazione,
ahimé
è un pò testardo... Hai ragione, è
molto strano
che Alice-indagatrice-amorosa nn si sia ancora accorta di niente
soprattutto perché per lei Bella nn ha segreti,
però...
in qst momento la piccola Alice diciamo che è leggermente
impegnata a pensare ad altro (mmm chissà chi^^) quindi
diciamo
che è scusata x qst... hai ragione, per quanto Alice cerch
in tt
i modi per starle lontana, finisce irrimediabilmente col starci
insieme... il prob però è che così
facendo sta
trasformando sempre di più lui... cosa che lo dovrebbe
preoccupare parecchio, soprattutto nei prossimi capitoli... ti prometto
che lui soffrirà parecchio... muahahah (dai, un
pò se lo
merita in fondo^^)... cmq, spero che il cap ti sia piaciuto... asp tue
notizie... un bacione.. ciaoooo
Piccola_pokemon:
Salve cara... sono contenta che il cap scorso ti sia piaciuto
così tanto soprattutto la parte di Jasper mezzo nudo (eh eh
d'altronde a chi non è piaciuta quella parte XD)... per
quanto
riguarda Edward... la decisione è ardua e lui ha le idee
parecchio confuse. Dovrebbe farsi un mezzo esamino di coscienza,
parlare a 4occhi con Kristen e poi decidersi... ma la vedo lunga e
intanto Bella soffre... ( nn per molto però ^^) si si, Rose
e
Emmet sn quelli + avanti anche se ovviamente lei ci va cn i doppi piedi
di piombo, capisci bene il perché. Bene, volevi POV di
Jasper ti
ho accontentata nn cn uno ma cn ben 4 POV maschili, spero apprezzerai.
Fammi sapere... alla prossima.. un kisss
bigia:
Salve tesora... eh eh... me lo chiedo anch'io il perché la
fidanzata (perché ancora è fidanzata ^^) sia
venuta a
Forks... forse per rendere la vita ancora + difficile a tutti i
ragazzi, in particolare a Bella e Edward che se nn si decide a
lasciarla saranno cavoli amari... per fortuna qui il rapporto
Rose/Bella è diverso e in lei ha potuto trovare un'amica (mi
fa
strano pensare a loro due cm amiche e a Jazz ed Emm come "nemici"...
ahahah il mondo si è ribaltato!). X qnt riguarda Alice...
beh,
si è capitolata ma adesso la nanetta ha in mente
qualcosa
di cui io, se fossi nei panni di Jasper, mi preoccuperei parecchio...
staremo a vedere. Bene, spero che il cap sia stato di tuo gradimento...
fammi sapere... un bacione
Lisa76:
Salve cara... cornacchia? ahahahah... giusto appellativo... mi sembra
proprio adeguato... beh, in disparte nn poteva di certo stare, figurati
poi se la conosceva per "sentito dire" da qualcun altro... è
stato meglio che a farlo sia stata Rose... diciamo che è
risultato leggermente più indolore... anche se, il colpo
l'ha
subito cmq... purtroppo per il momento nn torna, e nn credo lo
farà... a meno che nn avvenga una catastrofe a Forks (cosa
che
nn ci auguriamo) e nn sia costretta a fuggire.. quindi, cara,
mettiamoci l'anima in pace e sopportiamola... x Jasper... mmm... se i
due mettono la testa a posto si prospetta loro una convivenza molto ma
molto tenera... aspettiamo e speriamo... spero che il cap ti sia
piaciuto... fammi sapere... un bacione ^^
robbycullen:
Ciao cara... eheh ti vedo violenta e combattiva nei confronti di
Kristen, povera lei, non vorrei proprio essere nei suoi panni allora...
cmq, per il momento deve andare così, poi vedremo. Sono
contenta
che parteggi per Alice, in effetti la nanetta ha tutte le carte in
regola per abbattere Jazz ma... con moderazione, è ovvio.
Cmq,
spero che apprezzerai il capitolo, attendo tue notizie. Un kisss a
presto ^^
Uchiha_chan:
Salve... sono contenta che lo scorso capitolo abbia avuto quell'effetto
su di te (a proposito hai un catino-raccogli-bava???? Uh che figata, lo
voglio anche ioooo)... Bella è sicuramente uno dei
personaggi
che ho reinventato di meno perché quella originale era
perfetta
per la storia, anche se, in alcuni atteggiamenti lei
risulterà
meno riflessiva o incerta, e qst la porterà a sbagliare
parecchio. Ed in effetti il rapporto con Rose è interessante
perché si descrive sempre (cm racconta la nostra "Bibbia"
^^)
che le due non abbiano mai instaurato qst grande rapporto... io
però, per una volta ho voluto metterle assieme e creare
qualcosa
di diverso e spero, convincente! Vorrei precisare una cosa riguardante
Kristen, però... certo, magari associata a Edward
potrà
ricordare Tanya, però ti assicuro che io non ho
assolutamente
pensato a lei qnd l'ho descritta. Anzi, è tutt'altra
persona,
dato che io Tanya la sopporto poco (nn so perchè)... certo,
il
fatto che stia in mezzo e che ostacoli l'amore tra i due, un
pò
ricorda qualcuno, però... c'è cmq una leggera
differenze
(Kristen poi in fondo non è così male e sa da che
lato
"prendere" Edward ^^)... Un hrrà a tua madre che, come la
mia,
capisce qnd usciamo di senno leggendo le fic... ahahah... beh,
però, mi fa piacere averti fatta ridere in qst modo, sapere
che
da qualche parte qualcuno sta leggendo per quello che ho scritto io, mi
fa gongolare di felicità ^^ beh, volevi un capitolo su Emm e
Rose e anche uno sui Cullen... beh, credo con qst di aver accontentato
un pò tutte le tue richieste, dimmi poi tu se è
stata una
cosa gradita... asp tue notizie... un bacione, cara... ^^
pinkgirl:
Salve... sei tornata, che bello... uh... noto con estremo piacere che
il capitolo ti ha davvero lasciata a corto di parole anche se le poche
che hai scritto sono state per me un toccasana perchè mi
hanno
resa felicissima... sapere di averti lasciata davvero di stucco mi ha
fatto sorridere cm una scema per due minuti sani... grazie davvero^^
spero solo che i successivi colpi di scena - già quelli che
troverai in qst capitolo - non facciano partire il tuo povero cuoricino
altrimenti mi sentirei tremendamente in colpa.. Devo iniziare a
chiamare il dottor Cullen, cara??? beh, intanto fammi sapere cm hai
trovato il cap, io penso al dottore.. ciaoooo ^^
vavi:
Salve... sono contenta che il cap ti sia piaciuto così
tanto...
addirittura il batticuore??? Uh che bello... beh mi fa piacere aver
scatenato un pò di sane emozioni e spero che qst ci siano
state
anche cn qst capitolo a 4 POV che di emozioni dovrebbe darne parecchie.
Fammi sapere cosa ne pensi, aspetto tue notizie, cara... un bacione ^^
valeego:
Ehi cara... ma no nn devi scusarti... se solo quella scimmiotta
dell'autrice si ricordasse di aggiornare più spesso qst nn
succederebbe... quindi nn hai niente da farti perdonare, semmai sono io
che devo farmi perdonare da te e dalle altre lettrici. Sono d'accordo
con te, in qst momento Edward si sta dimostrando un pò
troppo
poco uomo, soprattutto nei confronti di Kristen, che anche se ne
parliamo male, è cmq una ragazza innamorata di qualcuno che
nn
la vuole e se lo scopre è bruttissimo... dovrebbe rendersene
conto e parlarle prima di peggiorare il tutto. Vuoi sapere cm
andrà a finire tra i due? Beh credo che dopo qst capitolo se
fossi in te inizierei a preoccuparmi un pò per le idee
malsane
di Alice... tienila d'occhio... beh, spero che il cap sia stato
gradito, fammi sapere... un bacione
irly18:
Salve... tutto bn, a parte un pò di mal di gola post
influenza,
e tu? Spero bene... ahahah mi hai fatta morire cn la storia
dell'articolo d giornale sulla tua "improvvisa" morte... dai, non ti
farei mai una cosa del genere... ma ti pare? Ci tengo troppo alla
vostra salute... però mi fa cmq piacere che sei rimasta
così colpita dall'arrivo di Kristen.. scombinerà
un
pò di piani la ragassa... eh sn contenta di essere stata una
ricompensa x la connessione monella... eh eh eh qst connessioni
biricchine... ogni tanto lo fa anche la mia (shhh... che se mi sente fa
i capricci anche oggi!) cmq hai ragione anche se Kris nn ha ancora
(evviva l'ancora ^^) fatto nulla... ha sbagliato a mettersi contro
Bella.. nn c'è proprio storia tra le due... vince la Swan a
tavolino ^^ bene, cara, fammi sapere cm hai trovato il capitolo...
attendo tue notizie... un bacione
ClaudiaSwan:
O Santo Cielo... la tua è la recensione più lunga
della
storia... uh che bello... allora ( e mo da dove inizio... beh dai,
proviamoci ^^)... prima di tutto grazie x TUTTE le bellissime
parole che hai scritto... sono state tutte apprezzatissime e
soprattutto mi hanno fatta sorridere per un quarto d'ora buono...
(ovviamente dopo esseermi ripresa dallo schock della lunghezza!). La
gente fa bene a chiedere consigli e ovviamente fai bene tu a dire che
si ha sempre molto da imparare. Tutti hanno da imparare dagli altri, io
ad esempio ho imparato da te qnd avevo bisogno, e poi fa sempre piacere
trovare qualcuno che ti aiuta... mi fa immensamente piacere sapere che
la coppia Alice/Jazz ti sia entrata così nel cuore... sono
particolari nella loro diversità soprattutto
perchè credo
che dall'altro entrambi possano cogliere beneficio... soprattutto
perché lei trova in lui la protezione che nn ha mai trovato
nel
padre invece lui trova in lei la stabilità che nn ha mai
avuto... insomma si compensavo bene direi... ohhhh... che bello
finalmente qualcuno che mi comprende appieno... finalmente qualcuno che
capisce che oltre al sito ho una vitaaaa... grazie tesoraaa grazie
davvero... alcune volte mi sento davvero in colpa per non riuscire
magari a postare in tempo però, qualcuno arriva a dirmi
eh...
quasi mi dimenticavo della tua fic... cioè, un pò
ci
rimango male, non lo faccio mica di proposito... se fosse per me
aggiornerei tutti i giorni, davvero. E poi hai ragione anche qnd dici
che per fare le cose x bene ci vuole tempo, e io non sono solita
aggiornare tanto per farlo, rileggo tipo otto volte per rendermi conto
di errori, frasi che nn vanno, battute sbagliate e via dicendo..
diciamo che sono un pò maniaca in qst, ma credo sia un
pò
per tutti così, no? E credo anche che tu mi possa capire ^^
grazie x tutti i complimenti, magnifici, meravigliosi e soprattutto
apprezzatissimi che mi hanno riempito il cuore.. grazie grazi GRAZIE
(così si capisce meglio!). Bella è una ragazza
mlt
emotiva che sente il prob di casa diversamente rispetto ai fratelli e
per qst riflette in Edward l'affetto che ha
necessità di
provare. Ha bisogno di sapere che c'è qualcuno lì
fuori
che può renderla felice e che può farle
dimenticare di
suo padre e Edward sembrava quello perfetto. Non dico che si
arrenderà perché forse qualcuno
arriverà a
distrarla, però... per lui ci soffrirà cmq. X
alice
invece ti do ragione anche qui, lei ha un carattere leggermente + forte
anche se a suo modo sa essere molto più debole di lei,
perché tiene tutto dentro o lo maschera cn il finto
buonumore,
dovremmo sperare che un giorno Jasper possa scioglierla un
pò.
Jasper ha davvero sostituito Edward nella tua posizione preferita? Waw,
Jasper ne è onorato (e anche io, a dire la
verità...) mi
fa davvero molto piacere, significa che cm lo reso ti piace
così
tanto da entrarti nel cuore + di Eddino... ^^ (me gingilla!)... cmq
sì, Jasper nn si rende ancora conto di qnt male
può farsi
a giocare così tanto cn Alice... soprattutto
perché
è di sentimenti che parliamo e per lui è un mondo
nuovo
che nn ha ancora mai scoperto, pertanto è normale che ci
vada
così leggero... speriamo solo non si faccia troppo male ^^
bene,
spero di aver risposto a tutto e devo dire che è divertente
scrivere così tanto (è quasi + lunga del capitolo
qst
risp XD)... spero inoltre che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere mi
raccomando... grazie ancora di tutto, attendo il tuo commento con ansia
(nn deformarmi la pagina, però... ahahah scherzo ovviamente,
le
recensioni lunghe mi fanno impazzire!) ti invio un bacione a prestoooo
ciaooooooo
Norine:
Salve... io sarò sempre fedele al giuramento fatto,
ricordatelo,
e cm vedi anche qst volta: capitolone lungo un km... ahahah, spero
apprezzerai la cosa cm di dovere ^^... hai ragione, per colpa della
codardia (o della troppa galanteria) di Edward tutti (inclusa Kristen)
si faranno male, senza rendersene conto... Bella e Edward in primis. Se
stanno male già da ora, figuriamoci dopo... deve parlarle
adesso, ma nn lo vuole capire... è cocciuto cm un mulo...
per
qnt rigurda Ali e Jasper ho detto che si faranno del male
perché
adesso stanno giocando troppo uno cn l'altro e in futuro potrebbero
risentirne.. Metti caso che un domani uno dei due si rendesse conto di
essere innamorato dell'altro che però continua a trattarlo
cm
sempre... nn credi che poi starà malissimo qst "qualcuno"
(aahahah io so chi è!)... cmq, spero che il cap ti sia
piaciuto,
cara, fammi sapere... un bacione immenso... ciaooooo
mine:
Salve... immaginavo sarebbe venuto uno scompenso cardiaco a qualcuno
con l'arrivo inatteso e indesiderato di Kristen uno, perché
non
era praticamente messo in conto da nessuno, si pensava rimanesse a NY e
tanti saluti, e due perché la prima a vederla (eccetto Rose)
è stata proprio Bella... una grande botta di fortuna in
pratica.
Hai ragione, Eddino si deve dare una regolata e lasciare Kris, ma... ha
le idee confuse e di certo le dichiarazioni di lei nn lo aiutano nel
suo intento, ma... staremo a vedere cm si evolverà la
faccenda..
bene, fammi sapere cm hai trovato il cap attendo tue notizie... a
presto, ciaoooo ^^
maya
tabitha: Salve cara... eh lasciamo perdere la scuola,
tasto
dolente e noioso quindi, mettiamola da parte che è meglio...
beh, sono contenta che il cap ti sia piaciuto così tanto...
lo
so Eddino è un povero disperato che oramai deve solo sperare
in
un miracolo... nn ci voleva proprio qst sorpresa che gli
scombinerà tutti i piani... pensa a quella povera Bella
poi... e
cn Jasper, credo che Edward faccia una bella coppia di
stupidi/idioti/casi umani da ricovero immediato... il problema loro
è che ragionano poco con il cervello e molto con i capelli
evidentemente... ma... staremo a vedere... bene cara spero che il cap
sia stato di tuo gradimento... un bacione a prestooooo ^^
MalyCullen:
Sociaaaaaaaa ma nn ho fatto nessuna fine, sono sempre qui in qst
insulso paese (vabbé in teria è una
città sono io che lo chiamo paese)... cmq se ogni tanto
sparisco sappi che è x colpa esclusiva della scuola e che io
nn c'entro nulla. Ahhh tanto lo so che anche tu hai visto New Moon
quindi posso parlare liberamente... due parole in merito: semplicemente
fantastico... cioè è stato un sogno dall'inizio
alla fine.. già qnd è iniziato stentavo a credere
che fosse davvero New Moon perché dopo averlo atteso
così tanto, riuscire finalmente vederlo
è cm un sogno che si avvera... ed è stato davvero
magico... tutto, niente da ridire, benché qualche mala
lingua abbia già trovato difetti inesistenti o qualcosa a
cui appigliarsi... ma adesso l'abbiamo detto, sono male lingue e
continuassero a parlare a vanvera visto che gli riesce così
bene... e tu, che ne pensi del film? Bello, bellissimo, meraviglioso,
più che meraviglioso oppure nn ci sn parole x descriverlo
tanto che è bello? aspetto tue notizie a riguardo ^^
dunque... due cose prima di iniziare a parlare dello scorso cap... uno,
hai ragione devo aggiornare "Cm ti vorrei" ma ti spiego: sono a corto
di idee... ho scritto tre pag cn Mirko POV ma ti assicuro che sono
arrivata ad un punto morto e nn riesco ad andare né avanti
né indietro... vorrei tanto, socia, cn tutto il cuore ma
è un'impresa titanica riuscirci, ma ti prometto ke mi
impegnerò e proverò ad andare avanti. Per il
riassunto dovremmo incontrarci su msn così posso dartelo...
mmm... n so dimmi tu qnd puoi, io in genere mi collego un pò
tutte le sere salvo imprevisti di varia natura. Così ci
facciamo pure 2 sane chiacchiere^^. Due, nn devi scusarti, ti capisco
perchè la connessione fa la monella anche cn me, quindi sta
tranquilla ^^ Beh cara, carotino si è fatto vedere in qst
cap e devo dire che secondo me lascerà un pò
tutti così O__________O per quello che ha fatto... e forse
inizierai anche ad odiarlo per questo, nn si sa mai. Il prob nn
è tanto il fatto che lui nn capisce cosa prova x Bella,
socia... no, quello che credo che l'abbia capito... ha intuito
qualcosa... il prob è che nn sa cm fare x dirlo a Kris e poi
cm hai visto lei conosce i suoi punti deboli x farlo stare zitto... tu
dici che la storia Ed/Bella è un triangolo? eh eh eh eh ti
sorprenderà sapere, socia, che invece si tratta di
quadrato... ahahah... (oddio... sociaaaa abbassa quell'ascia... no...
nn farlo socia, ricorda che mi vuoi bene e che nn puoi categoricamente
farmi del male... sociaaaaaaaa!)...... ok mi sono ripresa (la demenza
ha colpito anche me^^) spero che il capitolone lungo lungo lungo sia
stato di tuo gradimento socia, fammi sapere che sai che al
insindacabile giudizio ci tengo, ergo... asp tue notizie... anche io ti
voglio un casino di bene e d'altronde cm si fa a dimenticarsene? ^^
ciaoooooo sociaaaaa a prestooooooo Kiss ;*
N.B. Sfida
di questo capitolo: voglio proprio vedere se c'è qualcuno
che riesce a capire cosa ha in mente Alice... forza, sprementevi le
meningi... ovviamente Ste... tu sei esonerata altrimenti sarebbe troppo
facile, cara ;)
Abbigliamento
Emmet & Rosalie
Abbigliamento
Edward & Kristen
Abbigliamento
Jasper & Alice
Abbigliamento
Jacob
|
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Capitolo 28 *** Sorprese in fiera ***
Capitolo 29 (Rosalie & Alice POV)
Ohi...
salve a tutti,
carissimi... la neve e le imminenti vacanze natalizie mi portano
ispirazione, so... il capitolo è pronto! ^^ Allora, cm
sempre le mie solite frasi logorroiche da inizio capitolo... prima di
tutto, ho notato un generale disappunto (se nn addirittura un istinto
omicida!) da parte vostra nei confronti di Eddino che, a detta vostra,
si sta tramutando in uno stronzo di dimensioni galattiche... ebbene
sì, miei cari, il ragazzo è molto confuso,
più che altro, cm già gli ha prontamente detto
Jasper, gli manca il coraggio, poveretto.. Per qnt riguarda il piano di
Alice... mi sono fatta le migliori risate leggendo i vostri commenti,
non perchè fossero ridicoli o roba del genre, il
contrario... la maggior parte di voi ha indovianto alla grande anche
solo basandosi su quel piccolo POV di Jacob, ergo, vi faccio i miei
complimenti. Per tutti gli altri che nn l'hanno del tutto capito invito
a leggere qst capitolo e a prestare particolare attenzione all'ultima
parte, poi fatemi sapere ^^... ultima cosa, Rose e Emmet... se lo
scorso capitolo vi hanno fatto tenerezza, in qst è d'obbligo
la lacrima perchè, lo ammetto, io mi sono commossa
rileggendolo... praticamente è il sintomo di svolta nella
vita di 2 personaggi, poi sta a voi dire se ho esagerato, se ho
sbagliato a renderla in qst modo o se invece condividete la mia
commozione o cmq vi è semplicemente piaciuto. (voi siete
sempre i giudici supremi!). Adesso, dopo aver ringraziato cm sempre
tutti voi, i miei angeli^^, vi lascio al capitolo, augurandovi buona
lettura e, se nn dovessi aggiornare prima di Natale, tantissimi
auguri... ^^ ciao angeli XD
P.s. Per coloro che
mi hanno chiesto la foto di Kristen questa attrice la rappresenta al
meglio Kristen
p.s.2: Domandina:
Sareste contrari a futuri POV esterni tipo Jacob? Fatemi sapere...
É sabato notte, anzi domenica mattina a giudicare
dall'orario.
Sono da sola. A casa. Intenta a guardare una telenovella americana e a
chiedermi il perché non mi fossi fatta convincere da mio
fratello ad andare alla festa di un suo amico. Perfino Jasper ci era
andato, cosa alquanto strana visto che non frequenta molto i ragazzi di
quella comitiva.
Sbuffo infastidita, lanciando uno sguardo all'orologio del decoder: le
02 e 23.
Chissà perché, sento che questo orario, in un
futuro prossimo mi dirà qualcosa.
Pertanto lo guardo meglio, lo osservo con attenzione e lo memorizzo,
finché non scatta il 24.
Non so se sentirmi meglio o peggio.
Fantastico, mi dico, adesso anche dall'orario mi faccio condizionare.
Forse è meglio spegnere e andare a letto.
E così faccio, mettendo fine, con un gesto secco, ai lamenti
amorosi di una donna appena lasciata dal marito.
Decisi, però, di fare tappa in bagno per una doccia calda,
che di certo mi avrebbe aiutata a rilassarmi.
Girai l'angolo, vagando con la mente verso il bagnoschiuma che avrei
potuto usare, magari Jasper non si sarebbe reso conto se gli avessi
rubato un pò del suo sapone preferito...
Ad un tratto sentii qualcosa di freddo afferrarmi un braccio con forza
e stringerlo fino a far male. Gridai sia per lo spavento che per il
dolore.
Non sapevo chi fosse, né cosa volesse da me.
Poteva trattarsi di un ladro, magari aveva perfino un complice nascosto
da qualche parte e stava cercando di trattenermi o peggio ancora,
voleva la combinazione di un cassaforte che, in casa Cullen, non
avrebbe mai trovato.
Vengo trascinata fino al muro opposto e sbattuta con forza, tanto che,
al dolore precedente si somma anche quest'altro che è quasi
peggiore.
Tento di parlare, di chiedergli cosa vuole da me e perché mi
sta facendo questo, ma le parole stentano ad uscire.
Escono solo grida sconnesse, richieste d'aiuto indecifrabili.
Ho paura, paura come non ne ho mai avuta in tutta la mia vita.
Le mani gelide di quest'uomo iniziando a percorrermi tutto il corpo. E
allora fremo di più, mi dibatto.
Mai nessuno si è permesso di toccarmi in quel modo ed
è
come se il mio subconscio avesse già capito le intenzioni
viscide di quest'essere.
Vuole il mio corpo e lo vuole a prescindere se sia io, che voglia o
meno darglielo.
Lo prenderà comunque, con la forza.
Provo inutilmente a liberarmi, ma le sue braccia, le sue enormi
braccia, me lo impediscono.
Il mio corpo fragile non può niente contro il suo, pieno di
muscoli.
Ed è come se mi stessi arrendendo dopo essermi resa conto di
non farcela a fermarlo.
Per questo chiudo gli occhi, li chiudo stretti e piango.
Piango di dolore, piango di sofferenza e di paura.
Piango perché questa casa, la stessa che è
quotidianamente piena di tutti i miei cari, oggi è vuota e
sta
per diventare il luogo del mio martirio.
Piango perché non riesco a lottare e perché so di
non meritarmi quello che quest'uomo viscido sta per farmi.
Piango, piango, piango...
Riesco a fare solo questo.
Non sento niente, niente di niente. Solo i suoi movimenti e la stoffa
del divano sotto di me.
I suoi gesti diventano sempre più irruenti, intimi e
soprattutto dolorosi.
Quando sento la maglia venire via un singhiozzo mi mozza il respiro.
Qualcuno mi aiuti, qualcuno venga a liberarmi da questa tortura.
All'improvviso, come se le mie disperate preghiere fossero state
ascoltare, sento qualcosa cambiare.
Il peso di quel corpo freddo cambia, diventa più
sopportabile
quasi inesistente, benché ne senta comunque la presenza.
Anche la sua temperatura é cambiata. Non è
più gelido come il ghiaccio, non è fastidioso
come prima.
Adesso è caldo e perfino piacevole.
Sento ancora le mani su di me, ma non sono più viscide, non
sono più prepotenti e dolorose.
Il loro tocco è morbido, lento e calcolato.
Non è dolore quello che provocano. Anzi, è una
strana sensazione, mai provata prima ma estremamente piacevole.
Sento un respiro, leggermente irregolare, ma pure sempre tranquillo e
caldo, posarsi sul collo e risalire fino alla guancia per poi scendere
di nuovo giù.
Sento qualcosa sfiorarmi una spalla poi il mento e poi accanto alla
bocca.
Dalla morbidezza e dalla fragilità sembrano labbra. Dal
calore che lasciano addosso, sembrano fuoco.
Emetto un sospiro rilassato, mentre sento qualcuno sorridere.
E
questo qualcuno è proprio l'uomo che ho sopra di me, quello
che
mi sta regalando tutte queste meravigliose sensazioni, anche se io non
lo conosco affatto.
Solo allora mi rendo conto, però, di avere ancora gli occhi
chiusi e di non averli aperti dal momento in cui mi sono arresa.
Solo che adesso sento che qualcosa è cambiato e per questo
voglio vedere cosa è successo e perché d'un
tratto il
gelo e il dolore hanno lasciato il posto a questo calore confortante e
ad uno strano piacere del tutto positivo.
Quindi con lentezza li apro, abituandomi gradualmente
all'oscurità della stanza.
Vedo il led luminoso. Segna le 02 e 23. Com'è possibile?
Vago ancora un pò, soffermandomi sulla porta d'ingresso e
sulla luce fioca che arriva dai lampioni sulla strada.
E infine mi giro verso l'uomo che è sopra di me.
Mi serve un pò di tempo per capirne di lineamenti, per
cercare di capire se possa o no conoscerlo.
Quello che vedo mi lascia senza fiato.
Emmet...
Provo a parlare ma lui, con un sorriso mite mi blocca e poggia le sue
labbra sulle mie in un bacio casto e morbido.
Provo a respirare. Ci riesco, senza nessun dolore.
Il bacio si approfondisce, tanto che le mie mani arrivano ai suoi
capelli, affondando all'interno e accarezzandoli piano.
É indescrivibile ciò che sto provando. Ed
è tutto troppo perfetto.
Come ho fatto a pensare di voler dimenticare questo momento? Per quale
motivo avrei dovuto farlo?
Stare qui, su questo divano, circondata dal calore e dal profumo di
Emmet è fantastico e non ha bisogno di altre parole per
essere
spiegato.
Lo sento sistemarsi meglio tra le mie gambe, sento le sue carezze sui
polpacci che porta dietro la sua schiena.
Non mi lascia un secondo, ed io sento che neanche io avrei voglia di
farlo. Deve stare con me, esattamente come sta adesso.
Mi guarda, come se aspettasse che dicessi o facessi qualcosa.
Ed io, senza nessun pensiero, annuisco e lo attiro a me stringendolo
per i capelli e tornando a perdermi su quelle labbra calde.
Sento qualcosa in mezzo alle gambe, sento altro calore, ma neanche una
minima traccia di male.
Va tutto bene.
"Rosalie..." il mio nome.
É questa l'ultima cosa che sento prima di svegliarmi.
Aprii
gli occhi lentamente. La camera era inondata di luce. Era mattina.
Presto, a giudicare dalla tranquillità che regnava un
pò
ovunque. Mi rigirai tra le lenzuola, sospirando e richiusi gli occhi.
Come un fulmine le immagini del mio sogno si susseguirono una dopo
l'altra, come diapositive su un proiettore. Rivedo l'uomo dei miei
incubi, lo stesso che nove mesi prima mi aveva violentata. Rivivo il
terrore come tutte le volte. Ma c'è qualcosa di diverso in
quest'ultimo sogno. Qualcosa che normalmente non dovrebbe esserci. E
alla fine capii.
Mi tirai a sedere di scatto, spalancando gli occhi. Dio mio, avevo
appena sognato di fare l'amore con Emmet. Non ci potevo credere. Mi
concessi qualche secondo per rielaborare il tutto. Per ragionare e
cercare di capire.
Ma cosa voglio rielaborare... ragionare... capire... è tutto
vero, l'ho fatto davvero il sogno... me lo ricordo come se fosse
accaduto seriamente...
Avvampai, portandomi una mano tra i capelli. Non mi era mai successa
una cosa del genere. Non mi era mai capitato di ritrovarmi a sognare di
fare l'amore con qualcuno, soprattutto non con persone che conoscevo. E
invece era successo, l'avevo fatto... con Emmet per giunta. Scoppiai a
ridere, portandomi una mano sulla bocca per attutire il rumore. Ridevo
e arrossivo. Inspiegabilmente.
Dopo le risate e l'imbarazzo iniziale arrivò la ragione:
perché il mio costante incubo personale si era trasformato
in
quel modo? Perché la figura dell'uomo che aveva abusato di
me,
senza ragione, era diventata Emmet, il quale, invece di farmi del male
come l'altro uomo, mi accarezzava, mi baciava, mi faceva provare
emozioni incredibili, faceva l'amore con me... perché?
Era forse il mio subconscio che la trasformava in questo modo? Era
forse la mia mente, stanca del fastidioso e frequente dolore, che mi
faceva quegli scherzi? La risposta in quel momento tardava ad arrivare,
però... era la prima volta che mi risvegliavo sorridendo e
con
il cuore in fibrillazione dopo aver sognato. E sperai, in un momento di
lucidità, che non fosse l'ultimo. Perché, sogno e
debolezze a parte, quello che avevo provato era come se lo sentissi
ancora addosso, sulla pelle. Ed era... magnifico. Emmet era magnifico.
Stare con lui lo era, ma di questo ne ero fermamente convinta anche
prima di verificarlo nei miei sogni.
Certo, i sogni sono sogni... la realtà è un'altra
cosa...
però... io sono convinta che questa non si distacca molto da
come io l'ho dipinta questa notte...
Ancora sorridente e con il cuore a mille, mi alzai, mi lavai in bagno e
iniziai a frugare tra i vestiti. Era sabato mattina, le otto e trenta
per la precisione. E finalmente si sarebbe inaugurata la fiera
all'ospedale. Quella per cui tutto il paese si era impegnato,
finalmente poteva avere inizio. Ed ero stranamente su di giri per
questo. Indossai un jeans scuro, attillato, un top bianco e un paio di
scarpe con il tacco alle quali ero particolarmente affezionata.
Sistemati i capelli, che lasciai come sempre morbidi sulle spalle,
recuperai dall'armadio la borsa e la giacca e scesi al piano terra.
"Buongiorno a tutti!" esclamai raggiante. Mia madre, intenta a servire
il caffè a papà, mi sorrise di conseguenza
"Buongiorno anche a te, cara... sei di buonumore stamattina... sono
contenta!" osservò lei. Annuii sedendomi accanto a mio padre
che
mi sorrise dolce e posò una mano sulla mia, senza
dire
niente. Lo sapevo, non era facile che un'espressione del genere si
vedesse sul mio viso, però, quella mattina avevo tutti i
motivi
per stare così.
Mi versai del caffè nella tazza, due cucchiai di zucchero e
una
bella girata. Erano tutte azioni semplici, abitudinarie che compivo
ogni giorno ormai, eppure quella mattina, perfino sorseggiare il
caffè dalla tazza era diverso. Era nuovo e per me fu una
sorpresa completamente gradita. E tutto questo, perché mi
sentivo bene con me stessa, come mai prima di allora.
"Neppure prima che succedesse la disgrazia, mi sentivo
così!" riflettei sorridendo.
E pensare che dipende tutto da un sogno, chi l'avrebbe mai detto...
"Buongiorno!" esordì Edward entrando in cucina. Sia nostro
padre
che nostra madre risposero con un bel sorriso. Si sedette accanto a me,
come sempre, non prima di avermi stampato un bacio sulla testa, a mo di
saluto. Gli sorrisi in maniera tale che riuscii perfino a sorprenderlo.
Non chiedermelo, Edward, oggi è così e basta...
Mi lanciò uno sguardo interrogativo, al quale non diedi peso
e continuai a bere dalla mia tazza.
"Jasper?" domandò papà curioso
"Ancora in camera!" rispose Edward addentando un cornetto
"Se non si sbriga, rischiamo di fare tardi!" affermò mamma
preoccupata
"É sempre il solito..." bisbigliò Edward,
ripulendo la
manica della felpa da una manciata di zucchero a velo caduta dal
cornetto. Continuammo a mangiare tranquillamente, finché
anche
l'ultimo membro della famiglia non ci raggiunse
"Alla buon'ora, Jazz!" esclamò nostra madre contrariata
"Non è suonata la sveglia!" rispose lui atono.
All'improvviso,
provai una strana sensazione. Alzai gli occhi, per poterlo guardare in
faccia. Era strano, quasi assente. Aveva lo sguardo spento, senza la
solita aria vivace e divertita di sempre. Cosa che mi fece preoccupare
non poco. Che diamine era successo a mio fratello?
"Non pensarci nemmeno!" lo ammonì mamma togliendogli dalle
mani
un cornetto "Se volevi fare colazione ti saresti dovuto svegliare
prima. Ormai è tardi!" ripose tutto nella credenza e si
affrettò a raggiungere papà in salone. Jasper
sbuffò, anzi, a dire il vero fece qualcosa simile ad un
sospiro
frustrato e si avviò anche lui, seguendo Edward. Io, prima
di
raggiungerli, mi premurai di recuperare una cosa, dopodiché
mi
unii a loro.
"Ok, possiamo andare!" affermò nostro padre su di giri,
circondando le spalle della moglie con un braccio e scortandola fuori
casa. In pochi passi affiancai Jasper e gli passai discretamente un
sacchetto
"Tieni... non mi va che rimani a stomaco vuoto!" affermai. Lui mi
guardò, quasi allibito, ma accettò la mia
offerta,
sorridendomi. Perfino quel semplice gesto, la cosa che più
di
tutte gli era sempre venuta naturale, sembrava forzata e finta
"Jazz..." lo chiamai, mentre aspettavamo che nostro padre recuperasse
l'auto dal garage
"Mmh..." mugugnò lui giocando con un pezzo di cornetto
"Se io ti chiedessi cosa c'è che non va... tu... mi
risponderesti con franchezza?" gli feci allora sorridendo appena. Mi
osservò con cura, dopodiché sorrise, leggermente
sollevato
"Forse..." mormorò generico
"E allora lo faccio... te lo chiedo, Jasper... cosa ti prende oggi?"
domandai diretta. Scacciò con il piede un ciottolo che aveva
davanti per poi sorridere amaramente
"E... se io ti dicessi che non ne ho la più pallida idea
tu... mi crederesti?" tentò allora
"Assolutamente!" esclamai "Hai qualcosa che non va... te lo si legge in
faccia... ed è inutile che lo nascondi!" affermai decisa
"Oh, ma io non nascondo nulla... è solo che..." fece una
pausa
per concentrarsi a guardare la Mercedes avanzare verso di noi "Devo
ancora capire cosa... cosa mi sta succedendo.. e forse, dopo,
potrò darti una risposta! Ma non ora!" e mi sorrise, di
nuovo
nello stesso modo.
"É per quello che è successo ieri pomeriggio...
vero?"
tentai timorosa. Non ero dalla sua parte, aveva sbagliato su tutta la
linea a provocare Emmet in quel modo, tuttavia, vederlo così
mi
faceva sentire vuota e soprattutto inutile. In risposta
ridacchiò divertito
"Sinceramente se ci ripenso è più la rabbia che
mi monta dentro che non la frustrazione!" fece allora
"Quindi sei frustrato?" domandai. Bene, si stava aprendo, ed io avevo
ragione: c'era qualcosa che non andava per il verso giusto. Mi
lanciò un'occhiata scrutatrice dopodiché
sollevò
un lato delle labbra, in un sorriso mite e disse:
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!" e
avanzò
verso l'auto, entrandoci. Scossi la testa. Fantastico, cosa avevo
ottenuto? Nulla se non ancora più confusione di quanta non
ne
avessi già. Per di più mi sentivo in colpa: in me
aleggiava ancora indisturbato quello strano senso di leggerezza che
avevo ottenuto dal sogno fatto, e sapere di provare quelle cose, mentre
mio fratello, si trovava in quello stato, mi dava una strana
sensazione. Durante il viaggio in macchina, arrivai perfino a darmi
dell'egoista. Come potevo, io, pensare a me stessa, mentre lui stava
male? Lo sentivo e anche tanto. Forse l'essere gemelli accentuava il
tutto in maniera esponenziale. Pertanto quello che sentiva lui sentivo
anche io e viceversa.
E allora, se è così, perché non sente
anche lui
ciò che sto sentendo io da questa mattina? Perché
non
sorride senza motivo, perché non sente il cuore a mille ed
il
respiro accelerato?...
"Perché, forse..." mi dissi "Forse lui non ha sognato
ciò
che ho sognato io... non ha immaginato di... farlo... con Emmet!" e
sorrisi da sola, più del dovuto, tanto che Edward al mio
fianco
in macchina, esclamò
"Tutti questi sorrisi hanno un non so ché di inquietante!"
ridacchiai arrossendo e concentrandomi sulla fila di auto che ci
precedeva, diretta all'ospedale. Eravamo quasi arrivati, per fortuna e
tutto in perfetto orario. La tasca dei pantaloni prese a vibrare. Un
messaggio ricevuto.
*Io sono appena arrivato... ti aspetto sotto il tavolo delle
apparecchiature elettroniche, di fronte il palco! Emm*
Sentii come un crampo prendermi immediatamente allo stomaco, ma non ci
feci caso. Ero troppo impegnata a sorridere e a mordermi il labbro per
l'agitazione crescente. Mi venne spontaneo pensare a ciò che
mi
aveva detto il pomeriggio precedente.
"Non c'è bisogno di torturarle così...
É un vero peccato rovinarle... sono.. così
belle!"...
E così le lasciai stare, piegandole in un
sorriso mite e
impaziente. Iniziai ad agitarmi sul sedile. Sembravo una bambina
incapace di contenere la propria agitazione. Maledetto traffico.
"Io scendo qui!" esclamai aprendo lo sportello
"Ma come... aspetta, siamo quasi arrivati!" mi disse papà
sorpreso
"No, davvero... preferisco farmela a piedi.. sono solo pochi metri!" e
richiusi la portiera incamminandomi. Fiancheggiai per un pò
le
auto ferme in fila per accedere al parcheggio. Aumentai il passo,
stringendo la borsa con più forza ed evitando buche
dell'asfalto
leggermente irregolare. Entrata nel parcheggio rimasi colpita dalla
grande massa di gente che vi trovai. Erano tutti concentrati attorno al
palco, allestito dalla pro loco per l'occasione. Centinaia di persone,
una confusione assurda. Mi sollevai sulle punte per cercare il tavolo
delle apparecchiature elettroniche che intravidi poco dopo. Presi a
camminare più veloce, facendo lo slalom tra la gente,
chiedendo
permesso, scusandomi se per caso urtavo involontariamente qualcuno per
la troppa fretta di arrivare. Avevo perfino il fiatone, che cosa
assurda. Tanto non sarebbe comunque andando via, dunque la mia strana
agitazione era ingiustificata.
Sì, ma io ho voglia di vederlo... adesso più che
mai...
Dopo qualche minuto di lotta con una ragazzina che non voleva saperne
di farmi passare, arrivai alla mia meta, trionfante. E lui era
lì, poggiato con la schiena al tavolo lungo, con i suoi
jeans scuri e la felpa nera, intento a scrutare
il vuoto. Mi fece una tenerezza inspiegabile. Bello come sempre, forse
perfino di più, era pensieroso e non si era minimamente
accorto
che lo stessi guardando, anzi... radiografando. Mi sentii arrossire ma
l'istinto di avvicinarmi a lui, prevalse ogni sentimento di imbarazzo o
incertezza. Lo affiancai e, senza neppure pensarci, gli sfiorai il
braccio con la mano. Si girò verso di me e mi
regalò un
sorriso da far tremare le gambe
"Ehi... ciao!" mi salutò raggiante
"Ciao anche a te!" risposi
"Sono contento che sei riuscita a trovarmi... stavo iniziando a
chiedermi se non avessi fatto meglio ad aspettarti all'entrata!"
esclamò
"No, tranquillo.. è stato facile arrivare fin qui!" anche se
ho dovuto
trattenere il cuore più volte per non farlo scappare via
"Anzi... scusa se ti ho fatto aspettare!"
"Non dirlo neanche per scherzo... puoi farmi attendere quanto tempo
vuoi...
sono un tipo paziente!" e mi fece l'occhiolino. Sorrisi spontaneamente.
Leggera allusione a qualcosa, giusto?... calma, Rose, per
carità di Dio...
"Alice e Bella?" domandai per superare quel leggero momento di
imbarazzo. Si guardò intorno, indeciso
"Non ne ho idea... qui intorno credo... so solo che da quando siamo
arrivati Alice non ha lasciato un attimo Jacob!" rispose accigliato
"Ah... c'è anche lui?"
"Già... cosa molto strana, tra l'altro... lui non ama queste
manifestazioni!" constatò
"Che ci sia qualcosa tra i due?" chiesi divertita e senza neanche
pensarci. Me ne pentii due secondi dopo. Per come era geloso Emmet di
sua sorella, quella battuta non gli avrebbe fatto piacere. Ne avevo
avuto la prova il pomeriggio precedente.
Mai che riuscissi a tenere a freno la lingua...
Con mia somma sorpresa scoppiò a ridere
"Io più che della piccola, mi preoccuperei della grande!"
esclamò tra le risate
"In che senso?" domandai confusa. Affondò le mani nella
felpa per poi lanciarmi uno strano sguardo che mi fece arrossire.
Tranquilla, Rose, e per favore... non pensare al sogno... non pensare
al sogno...
"Diciamo che Jake prova una... mmm... certa simpatia nei confronti di
Bella!" spiegò leggermente divertito
"Sul serio?" feci io meravigliata. Rise di nuovo, annuendo
"Sul serio!"
"Incredibile... quindi c'è una sorta di... quadrato
amoroso.." bisbigliai, forse troppo forte
"Quadrato amoroso?" domandò lui accigliandosi. Arrossii di
nuovo. Ennesima dimostrazione di come non riuscissi, in sua presenza, a
controllare le parole.
"Ehm, no.. intendevo dire che... cioè, sì,
insomma...
Bella e... Jake è un bravo ragazzo, no?" affermai agitata
"Certo che lo è.. però..." abbandonò i
miei occhi
per pochi secondi per concentrarsi su qualcosa di fronte a lui "Ho come
l'impressione che ci sia qualcosa che sia Bella che Alice mi stiano
nascondendo!" e tornò a guardarmi. Mi concessi qualche
istante
di assenza totale, completamente soggiogata da quello sguardo magnetico
e profondo. Quegli occhi... quegli occhi calmi ed espressivi erano gli
stessi del sogno.
Il sogno... maledizione, mi ero ripromessa di non pensarci...
Ok, ormai il guaio era fatto, e come se avessi premuto il tasto Start,
le immagini presero a girare nella mia testa libere ed incontrollate.
Ricordai il calore, lo stesso che riuscivo a sentire anche a quella
distanza. Ricordai il suo corpo, che avevo a qualche centimetro e che
non riuscivo ad ignorare. Ricordai i suoi baci, le sue carezze,
domandandomi se nella realtà avessero la stessa
intensità. Mi ritrovai ad arrossire ancora di
più,
avvertendo nuovamente la morsa allo stomaco, cogliermi alla sprovvista.
"Qualcosa non va, Rose?" mi chiese apprensivo
"Eh?"
"Ti senti bene?" riprovò. Ci pensai su qualche istante.
Fisicamente, a parte i crampi allo stomaco, stavo bene. Il problema
erano i pensieri incontrollabili che continuavano a passarmi davanti
agli occhi. E non potevo di certo continuare a pensare di fare l'amore
con Emmet, quando lui si ritrovava proprio al mio fianco. Trattenni a
stento una risata
"Certo, sto bene, perché?" chiesi innocentemente
"Non saprei... ti vedo strana... sei rossa! Non avrai mica la febbre?"
e fece per potarmi la mano sulla fronte, ma a metà si
bloccò. Mi guardò indeciso e riabbassò
il braccio,
deglutendo.
Hai visto cosa combini, Rosalie? Tu spaventi le persone e le fai
allontanare da te!...
"La febbre?" feci io per stemperare la tensione "No, non credo..." mi
tastai la fronte. In effetti ero un pò calda, ma di certo il
problema non era dipeso dall'influenza, ma dai miei stessi pensieri.
Imbarazzanti pensieri, per giunta. Non ebbe modo di dire altro,
perché un fischio proveniente dalle casse dietro di noi ci
fece
sobbalzare entrambi. Ci guardammo per poi scoppiare a ridere. Un uomo
corpulento e dai baffi bianchi, era salito sul palco, si era
impossessato del microfono e ci aveva battuto più volte il
dito
sopra per verificare che fosse acceso.
"Bene... ehm... signore e signori... potrei avere la vostra attenzione,
prego?" esordì. Nel frattempo tutto il chiacchiericcio della
piazza cessò, e fu quasi impressionante
"Quello è il sindaco di Forks... sarà lui a dare
il via
alla manifestazione!" mi informò Emmet abbassandosi di
qualche
centimetro per sussurrare al mio orecchio. Saperlo lì,
così vicino a me, mi fece uno strano effetto. Ma, mi ero
ripromessa la calma e questa avrei mantenuto.
O almeno ci provo...
"Bene... prima di tutto grazie di essere venuti in numero
così
elevato e pertanto vi do il benvenuto alla sesta edizione di
"Volontariato a Forks"!" esclamò raggiante l'uomo.
Partì
un applauso fragoroso al quale, il sindaco, rispose con un gesto della
mano, come per sminuire la faccenda. Si vedeva lontano un miglio che
era emozionato anche lui.
"Quest'anno, più degli anni precedenti, abbiamo avuto la
dimostrazione di come i cittadini della nostra piccola
comunità possano prendere a cuore una causa
così
nobile e farla loro,
mettendo a disposizione tempo, energie e soprattutto quello che
sarà, oggi, oggetto di vendita!" altro applauso spontaneo
"Non
mi dilungherò molto nei convenevoli quest'anno, anche
perché so quanto ad alcuni questa mia vena logorroica dia
fastidio!" ridacchiò, suscitando qualche sporadico applauso
e
parecchie risate "Tuttavia, permettetemi di ringraziare il corpo della
sicurezza che si è messo a disposizione, senza indugio,
garantendoci oggi la possibilità di avere agenti qualificati
e
pronti a qualsiasi evenienza..." applauso "Ovviamente,
speriamo
con tutto il cuore che non si presenti l'occasione di farli lavorare
troppo, questa mattina!" e ottenne altre risate ed altri applausi. Era
un uomo alla mano, dopotutto, nonostante fosse il primo cittadino non
aveva perso la sua semplicità, la sua naturalezza nello
scherzare perfino su se stesso. E la cosa mi piaceva molto.
"Bene... a questo punto chiamerei sul palco il nostro mentore, colui il
quale ha predisposto la sorveglianza e i posti di blocco nella zona...
accogliamo con un grande applauso il nostro amatissimo capo Swan!" la
folla esplose in un applauso ancora più forte, accompagnato
da
urli e fischi di acclamazione
"Swan..." sussurrai, girandomi di conseguenza verso Emmet. Continuava a
starsene nella stessa posizione di prima, con le mani in tasca e lo
sguardo puntato verso il palco. Quando un uomo slanciato, vestito di
un'uniforme nera ed un distintivo argentato sul petto, salì
sul
palco, lo vidi irrigidirsi e indurire la mascella.
"Emmet..." lo chiamai, ottenendo per fortuna immediatamente la sua
attenzione "Ma è tuo padre quello?" lui sospirò
per poi
annuire e tornare a guardare il palco, inespressivo. Beh, la cosa era
molto strana. Se il proprio padre sale su un palco per parlare ad un
folla di persone in visibilio, si presuppone che un minimo di emozione
la si possa leggere negli occhi. Ma nei suoi... si leggeva poco e
niente. Sembrava davvero indifferente davanti alla scena che aveva
davanti. Non si era neppure scomodato di applaudire. Freddezza allo
stato puro.
"Buongiorno a tutti!" nel frattempo capo Swan si era avvicinato al
microfono e aveva iniziato a parlare "Sindaco, la ringrazio per aver
parlato così bene dei miei uomini... tuttavia ci tengo a
precisare che non è necessario scomodarsi tanto per
elogiarci...
noi ci limitiamo a fare il nostro dovere sperando sempre di eseguirlo
al meglio!" ed ottenne un altro applauso fragoroso, al quale mi unii
anch'io, lanciando di proposito un'occhiata verso Emmet, ancora
impassibile. Mi ripromisi di parlargli, alla prima occasione. Quella
assoluta freddezza mi piaceva molto poco.
Ci furono alcuni minuti di ringraziamenti vari dopodiché,
con eccitazione, il sindaco esclamò a gran voce
"Diamo il via alla prima giornata di "Volontariato a Forks".. vi auguro
una buona continuazione!" l'ultimo applauso fu il più forte
di
tutti i precedenti ed accompagnò il sindaco
finché non
sparì dietro il palco.
"Andiamo?" mi fece Emmet sovrastando il rumore che ci circondava.
Annuii
andandogli dietro. La folla procedeva con lentezza estrema. C'era chi
spingeva, chi sorpassava, chi gridava talmente tanto forte da causare
fastidio. Tutta quella massa che mi circondava mi causò non
pochi problemi. Prima di tutto, mi infastidiva, come normale, essere
sfiorata, anche solo per sbaglio da tutta quella gente. Chi si
appoggiava con una spalla, chi mi passava da dietro, chi davanti, senza
neppure fermarsi a chiedere scusa o permesso. Per di più, ad
un
certo punto persi di vista perfino Emmet. Sospirai frustrata. Come
diamine avrei fatto a ritrovarlo in quella confusione? Stavo iniziando
a farmi prendere dall'agitazione, quando una voce davanti a me mi fece
bloccare
"Ah sei qui... per fortuna..." mi sorrise sollevato, mentre io avanzavo
di qualche metro per raggiungerlo. Fu un sollievo inspiegabile averlo
ritrovato e contemporaneamente ci fu la paura ancora più
inspiegabile di perderlo nuovamente.
Perderlo?... Ma dove vuoi che vada, Rosalie?...
Senza pensarci, ed infischiandomene dei battiti accelerati del cuore,
allungai una mano per afferrare la sua. Mi guardò confuso,
ma
non disse niente, evitando perfino di fare commenti sul mio ennesimo
rossore improvviso. Si limitò a tenere stretta la mia mano e
a
riprendere a camminare, guidandomi e controllandomi a distanza
ravvicinata. Sospirai. Adesso sì, che mi sentivo meglio e
perfino gli spintoni e i contatti involontari con gli altri, davano
meno
fastidio.
Non c'erano dubbi, ormai. Era lui... lui era il mio
salvatore. La mia ancora di salvezza, il faro che avrebbe potuto
condurmi fuori dalla tempesta che avevo dentro. E ogni giorno me ne
accorgevo sempre di più. Ero fortunata, sfacciatamente
fortunata, e di questo me ne rendevo conto. Pertanto iniziai a
ringraziare il cielo per avermi dato la possibilità di
conoscere
una persona del genere, per avermi fatto affezionare a lui e
soprattutto per avermi fatto guadagnare un posto privilegiato nei suoi
pensieri. Sentirsi così importante per qualcuno, faceva un
effetto strano. Era lo stesso effetto che mi aveva provocato il sogno,
che mi aveva provocato l'immaginare me e lui assieme su quel divano. Lo
stesso effetto che mi aveva impedito di aspettare una stupida fila di
macchine, facendomi schizzare via, impaziente. Lo stesso effetto che,
ora, mi faceva stringere la presa della sua mano, infischiandosene del
fatto che avrei anche potuto fargli male. Sentirlo così
vicino e
presente era... un sollievo.
"Eccoci... questo è lo stand che ci hanno assegnato oggi!"
affermò, bloccandosi di fronte il bancone dei prodotti
locali di
Forks. Numerosi barattoli, contenitori di plastica, scatole
trasparenti, erano state sistemate sul tavolo, in maniera particolare
grazie a dei piccoli espositori. C'erano i prezzi, c'erano i volantini
che indicavano modalità di creazione e cosa contenevano i
recipienti e c'erano perfino alcuni bigliettini da visita di chi, di
quell'arte ne faceva un mestiere.
"Tutta questa roba da mangiare fa venire l'acquolina in bocca!"
affermai, girando il tavolo assieme al mio accompagnatore. Quest'ultimo
ridacchiò
"Non dirlo a me... questa mattina non ho fatto neppure colazione!" e si
accarezzò lo stomaco divertito. Mi unii a lui in un'altra
risata, dopodiché, abbandonando a malincuore il contatto con
la
sua mano - come sempre calda - recuperai una maglietta colorata della
fiera, liberandomi del cappotto, e la indossai. Era molto carina,
interamente gialla, con un paio di occhi ed una bocca, dalla quale
uscivano due denti affilati. Sorrisi divertita, lisciandomela addosso.
Alzai lo sguardo verso Emmet e di conseguenza scoppiai a ridere. Era
ridicolo con quella maglietta, soprattutto perché gli andava
leggermente stretta.
"Maledetti... anche questa volta hanno sbagliato la taglia...
è
diventata una tradizione ormai!" si lamentò cercando,
invano, di
allungare le maniche, che si fermavano all'altezza dei muscoli delle
spalle. Ridevo come una matta, mentre lui, leggermente rosso in viso,
tratteneva a sua volta un sorriso
"Diventerò un fenomeno da baraccone così..."
affermò sbuffando. Mi ripresi dalle risate esclamando
"No che non lo diventi, Emm... e al massimo, se qualcuno
oserà
anche solo pensare di fare una battuta sulla tua maglia, beh... ho un
minacciosissimo tacco dieci a mia disposizione!" scoppiò a
ridere di gusto recuperando la felpa e indossandola. Almeno,
così si sarebbe notato di meno il leggero difetto.
Qualche
minuto dopo, anche Bella e Alice ci raggiunsero, guadagnando la
conduzione dello stand accanto al nostro, adibito agli abiti usati.
Jasper, invece, che individuai in lontananza, era dal lato opposto, in
un altro stand di prodotti locali, assieme a Mike Newton e Angela
Webber. Edward, infine, stava aiutando un poliziotto in divisa a
sistemare le transenne per non fare transitare le auto.
Lavorammo tranquillamente per tutta la mattina, consigliando, facendo
da cavia per assaggiare, scherzando con le persone più
allegre e
attive. Più volte, in risposta agli sguardi troppo eloquenti
di
alcuni ragazzi nei miei confronti, Emmet si era fatto avanti, magari
perfino abbandonando clienti che era in procinto di servire. E questo
suo atteggiamento protettivo e premuroso mi faceva impazzire. Ne andavo
quasi fiera.
Verso
l'ora di pranzo, si allontanò per qualche minuto per poi
tornare
con un paio di buste.
"Arrivano le provviste!" gridò avvicinandosi. Di gente ormai
ce
n'era veramente poca. La seconda ondata di confusione era prevista
verso le quattro e pertanto potevamo anche mettere qualcosa sotto i
denti. Emmet consegnò una delle due buste alle sorelle che
lo
ringraziarono entrambe con un sorriso e Alice perfino con un bacio
sulla guancia, dopodiché si avvicinò a me per
consegnare
l'altra busta
"Spero di non aver preso nulla a cui sei allergica o che non ti
piaccia!" esclamò frugando il contenuto
"Soltanto per il semplice fatto che sei stato tu a portarmela... me la
farò piacere, qualunque cosa sia!" affermai sorridendo.
Alzò lo sguardo, imbarazzato e mi sorrise. Mi
passò un
contenitore sigillato ed un sacchetto con delle posate di plastica e
recuperò dalla busta le stesse cose anche per lui. Ci
sedemmo a
degli sgabelli e, poggiati stesso al tavolo dello stand, iniziammo a
mangiare. Aveva portato dell'insalata di riso buonissima e uno sformato
di patate dall'aspetto invitante
"Ottima scelta, Emm... complimenti!" affermai soddisfatta
"Mm... sono contento di aver indovinato i tuoi gusti!" fece lui
sollevato. Lo guardai intenerita, mentre spostava con la forchetta un
chicco di riso dal resto del mucchio centrale. Era in
difficoltà. E con me doveva smettere di esserlo. Doveva
sapere
di essere libero di fare e dire ciò che voleva. Avrei dovuto
trovare il modo per farglielo capire, assolutamente. Volevo che le
prime barriere venissero meno tra di noi, ma ovviamente, per quello che
mi portavo dentro, dovevo essere io a dargliene modo. Mi domandai come
fare per qualche secondo, dopodiché, come un fulmine, mi
venne
in mente il modo... quello migliore e soprattutto quello più
indolore.
Ed in fondo, sarebbe come soddisfare l'ennesima necessità
che sento...
Così, con accurata lentezza e con le mani che tremavano, mi
avvicinai a lui. Allungai una mano per poi sfiorargli una guancia. Mi
guardava attento, rimanendo, per fortuna, immobile al suo posto. Se
avesse fatto qualche movimento, probabilmente avrei perso coraggio in
ciò che stavo per fare. Era caldo, come immaginavo e quel
semplice contatto mi provocò una valanga di inspiegabili
sensazioni. Il cuore batteva incontrollato, ma mi ero ripromessa di
ignorarlo e di tentare quel piccolo sforzo verso di lui. Dovevo farlo,
ormai ne sentivo quasi un bisogno istintivo che non potevo
più,
di certo, ignorare.
Mi avvicinai al suo viso, senza perdere neanche per
un istante il contatto con i suoi occhi o con la sua guancia. Sentirlo
così, mi aiutava a non pensare e farlo, in quel momento,
sarebbe
stato tragico. Arrivai talmente tanto vicino che il suo respiro era
diventato mio. Sentivo il familiare profumo muschiato che mi inebriava
e che, mischiato al calore, mi mandava in estasi il cervello. Poggiai
la fronte alla sua, chiudendo per un attimo gli occhi. Dovevo
abituarmici gradualmente, senza mettermi fretta, altrimenti avrei
rovinato tutto come sempre. Lo sentii trattenere il respiro un paio di
volte per poi rilasciare l'aria in maniera lenta e controllata. Quasi
mi faceva il solletico sul collo. Indugiai ancora un pò,
sfiorando le labbra con la punta del naso. Alla fine, dopo vari secondi
di titubanza, mi avvicinai definitivamente e lo baciai. Prima poggiando
soltanto le labbra alle sue delicatamente, con un tocco leggero e
morbido. Volevo saggiarne la consistenza e verificare che fossero o
meno come io immaginavo. In quel momento un solo pensiero mi
colpì: erano perfette... perfette per me. Lo baciai di
nuovo,
trattenendomi più a lungo e avvicinandomi con il corpo al
suo.
Avevo totalmente perso l'orientamento. Non sapevo né dove mi
trovassi né tanto meno perché fossi
lì. Sapevo
solo che stavo baciando Emmet e che quello era uno dei momenti migliori
della mia vita.
Dopo avergli nuovamente sfiorato le labbra, mi scostai leggermente,
poggiando la fronte alla sua, come avevo fatto in precedenza, e
sorrisi, imbarazzata
"Sei grande e grosso, assali chi ti infastidisce, però...
quando
una ragazza approfitta di te.. tu rimani impassibile e non reagisci!"
scherzai. Lui ridacchiò
"Il rispetto della donna prima di tutto..." mormorò
sfiorandomi una guancia con la punta del naso
"Ah... da questo deduco che qualsiasi donna ti avesse baciato tu.. ci
saresti stato, dico bene?" lo provocai
"Non fraintendiamo... d'accordo il rispetto... ma non sono mica
stupido. Mi prendo solo i baci che mi interessano di più!"
rispose divertito, ma pur sempre dolcissimo
"E il mio... ti interessa?" domandai a voce bassissima guardandolo
negli occhi
"Da morire..." mormorò sorridendomi teneramente per poi
sfiorarmi appena le labbra, senza la presunzione di andare oltre, cosa
che apprezzai immensamente. Dopo un altro sorriso, recuperai la mia
precedente posizione e riprendemmo a mangiare, in completo silenzio,
ognuno legato ai propri pensieri, ognuno impegnato a scrutare l'altro e
a sorridergli in maniera sincera. Ed io mi sentivo bene, serena, come
quella nave che, dopo mesi e mesi di tempesta, torna a casa, accolta
nel suo porto sicuro.
Ore 18 e 50. Ormai il sole era tramontato da un pezzo e un leggero
venticello quasi invernale, si era alzato nella piazza. Ma nonostante
questo la gente non accennava a diminuire. Erano tutti troppo
interessati, troppo coinvolti dall'iniziativa, per farsela scappare
senza aver comprato nulla. Perfino io, dal mio stand, avevo
già
preso un paio di maglie ed una gonna. Erano cose davvero carine pur
essendo usate, e un contributo alla raccolta fondi non avrebbe di certo
guastato.
"Ecco a lei, signora... e complimenti per l'acquisto. Sono sicura che
quel colore le starà d'incanto!" affermai, consegnando una
busta
ad una signora bionda. Lei mi sorrise, colpita dalla mia esuberanza
"Ti ringrazio, tesoro. Grazie mille per i consigli, sei stata
preziosissima!"
"Si figuri... sono qui apposta per questo!" e con un ultimo sorriso si
allontanò, raggiungendo un uomo che l'aspettava poco
più
in là. Sospirai. Ero stanchissima. Quella mattina mi ero
dovuta
alzare molto presto per arrivare per tempo alla fiera e da allora, non
mi ero fermata un attimo, se non all'orario di pranzo. Un pò
tutti i ragazzi dell'organizzazione avevano la mia stessa espressione
stanca. Bella, che, al mio fianco, cercava di convincere una ragazza a
prendere un pantalone nero coordinato ad una camicia; Emmet, alle prese
con un vecchietto leggermente sordo, intento a spiegargli - anzi, ad
urlargli nelle orecchie - cosa mai ci fosse nella confezione che aveva
in mano; Rosalie, che contava il resto da dare ad una signora
corpulenta, e nel frattempo se la rideva discretamente per le
espressioni messe su da Emmet; Edward, che aiutava Jessica e Ben a
raccogliere striscioni, sedie e cartoni vuoti; ed infine Jasper, che
per tutto il giorno era rimasto dall'altra parte del parcheggio ad
occuparsi del suo stand alimentare, senza avvicinarsi. Solo ogni tanto
lo avevo sorpreso a guardare nella mia direzione. Ma si era trattato
sempre di pochi secondi, dopodiché il suo sguardo era
tornato
prontamente ai clienti. Quel ragazzo aveva l'assurda
capacità di
mandarmi il cervello nel pallone, costantemente. Con ogni sguardo, con
ogni sorriso, con ogni parola o espressione. Gli bastava veramente
poco, ormai, per annullarmi completamente.
Ormai i sintomi sono chiari, non posso più negarlo...
Ed era per quel motivo che mi ero rivolta a Jacob. Dovevo capire, in un
modo o nell'altro, se il suo interesse nei miei confronti fosse o meno
proporizionato all'interesse che provavo io nei suoi. Non potendo
andare di persona dal diretto interessato e coglierlo alla sprovvista
con una domanda esplicita, avevo pensato di ricorrere al caro e vecchio
metodo della "gelosia". Esattamente, gelosia... quella cosa
attanagliante e fastidiosa che si prova soltanto quando la persona a
cui vogliamo bene - e anche qualcosa in più - passa troppo
tempo
in compagnia di altre persone di sesso opposto al suo. In quel caso,
non c'è scampo, si sta male, incondizionatamente, combattuti
sul
da farsi ma soprattutto combattuti dal fatto che non si possa fare
ciò che si vorrebbe veramente. Sì, può
sembrare
cacofonico, ma è così. E per me, in quell'ultimo
periodo
era stato proprio così. Tutte le volte che a scuola lo
intercettavo in compagnia di qualche altra ragazza, al di fuori della
sorella, mi prendeva una strana angoscia che lentamente mi logorava e
che mi faceva stare male. All'inizio la interpretai come semplice
fastidio dovuto alla sua sfacciataggine o al suo eccessivo
esibizionismo. Poi, ragionandoci e perdendoci quasi il sonno per
questo, ero arrivata alla giusta conclusione: ero gelosa marcia di lui.
Gelosa fino allo stremo.
E se si è gelosi, di conseguenza vuol dire che si
è...
Ingaggiare un finto fidanzato era stata una genialata di cui continuavo
a complimentarmi. Ci avevo pensato soltanto due giorni prima. Avevo
bisogno di un ragazzo, che comunque conoscessi, che avrebbe dovuto far
finta, almeno per un pò, di essere il mio fidanzato. Certo,
fino
a che non avessi capito se ci fosse o meno interesse da parte di Jasper
nei miei confronti. Altrimenti avrei lasciato perdere e mi sarei
crogiolata un pò nel mio sano dolore.
Ma ovviamente, mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta...
Jacob era stato un grande. Aveva capito alla perfezione cosa stessi
cercando e Dave... beh, lui sì che faceva al caso mio.
Ripensai
al discorso che avevamo avuto soltanto la sera prima e scoppiai a
ridere.
..."Essere il tuo
fidanzato... per
qualche tempo?" mi aveva chiesto Dave, sconcertato. Io gli avevo
sorriso annuendo, mentre Jacob aveva iniziato a ridacchiare
silenziosamente
"Sono disposta anche a
pagarti, se
questo può servire a convincerti..." lo informai "Ho bisogno
di
un ragazzo, e tu sembri proprio fare al caso mio!" e mi ero girata
verso Jacob per sorridergli maliziosa. Lui aveva scosso la testa
divertito ma non aveva detto nulla
"No, non è
una questione di
soldi, e poi... non mi permetterei mai di chiedertene sapendoti in
difficoltà!" si affrettò a rispondere l'altro
"Sei amica
di Jacob e per me questo è essenziale!" e anche lui si era
girato verso Jake per sorridere. Trattenni rovinosamente una risata,
godendomi dell'espressione spaventata del mio povero amico.
Quello
che chiedevo a lui era davvero tanto, soprattutto dopo aver visto
l'atteggiamento che Dave aveva nei suoi confronti
"L'unica cosa che non
capisco
è... perché lo fai?" mi chiese dopo pochi minuti
il
ragazzo. Sospirai, mordendomi l'interno della guancia
"É
semplice... mi sono accorta
di essermi... innamorata di una persona e... voglio fare di tutto per
far sì che anche lui inizi a provare la stessa cosa per me!"
spiegai concisa. Lui annuì, colpito
"E pensi che la mia
presenza possa in qualche modo aiutarti?"
"Se ci tiene a me, non
rimarrà
indifferente vedendoti. Scatenare la sua gelosia... è questo
che
voglio fare!" risposi sincera
"D'accordo... se mi
assicuri che il
ragazzo in questione non è un tipo violento... sono felice
di
aiutarti!" esclamò sorridendo. Io ricambiai, elettrizzata
"Io se fossi in te, mi
preoccuperei
di più di suo fratello Emmet... lui sì che
potrebbe
diventare violento se viene a sapere che state assieme!"
affermò
Jacob divertito. Vidi Dave sbiancare di colpo, così mi
affrettai
a precisare
"Parlerò con
lui... gli
spiegherò che lo sto facendo per..." spiegare ad Emmet che
volevo far ingelosire Jasper? Giammai! "Per... aiutare lui a
conquistare una ragazza!". Jacob scoppiò in una fragorosa
risata
"Alice, piccola, tuo
fratello non
è uno stupido... si accorgerà immediatamente che
gli hai
raccontato una stronzata non appena vi vedrà assieme!"
commentò
"Perché,
scusa?" domandai
confusa. Incrociò le braccia al petto, inarcando un
sopracciglio
e lanciandomi uno strano sguardo. Afferrai qualche secondo dopo il
significato della frase
"Ah... intendi per
quello..."
ridacchiai anche io, mentre il povero Dave ci seguiva a stento "Beh, mi
inventerò qualcosa!"
"Bene... allora, siamo
d'accordo?" mi
domandò l'altro. Annuii con vigore, sorridendo sincera.
Allungai
una mano e gliela strinsi, dopodiché mi avvicinai a lui e ci
abbracciammo per suggellare il nostro patto segreto, sotto lo sguardo
divertito di Jake...
"Alice... ma mi stai ascoltando?" mi richiamò
Bella seccata. La guardai confusa
"Ehm... sì scusa... dicevi?"
"Credi ci sia un altro jeans di questo colore negli altri scatoloni?"
mi domandò mostrandomi il capo in questione. Scrutai
l'intero
tavolo alla ricerca di qualcosa di simile, dopodiché esclamai
"Qui no... forse ce l'avranno Sarah e Morgan all'altro stand..."
"Ti dispiacerebbe andare a controllare?" mi domandò in un
sussurro esasperato. Lanciai un'occhiata al cliente. Era una signora
molto anziana, con l'aria seccata e un orribile cappellino verde sulla
testa. Capii al volo che si trattava di una cliente difficile,
pertanto, annuii comprensiva e mi diressi a passo svelto dall'altro
lato del parcheggio. Dopo vari slalom tra la gente, e vari "Permesso...
mi scusi", arrivai a destinazione. Anche da quel lato gli stand
pullulavano di gente e le due ragazze erano letteralmente sommerse
"Sarah... mi servirebbe urgentemente un jeans scuro... all'incirca
color canna di fucile!" spiegai, intrufolandomi tra due signori
"Canna di fucile?" mi domandò accigliata la ragazza
"Esattamente!" confermai
"Senta signorina, la ragazza stava servendo me... faccia la fila e
aspetti il suo turno!" mi ammonì bruscamente un signore al
mio
fianco
"Mi ascolti lei, piuttosto... io qui ci lavoro e con la ragazza, ci
parlo quanto mi pare, ha capito?" sbottai innervosita
"Ma che modi!" mi lamentò lui inviperito
"Questo potrebbe andare?" mi chiese Morgan, passandomi un jeans
ripiegato. Osservai il colore per bene, alla luce del lampione a annuii
"É perfetto... grazie ragazze..." mi girai verso il signore
impaziente "E lei stia più calmo in futuro, altrimenti non
arriva neppure al giorno del ringraziamento in questo modo!" e sgusciai
via, evitando di proposito si sentire la sua risposta stizzita e
minacciosa. A metà strada, per la fretta di tornare da Bella
e
liberarla della sua piaga, urtai pesantemente contro qualcuno, e caddi
a terra, di sedere
"Maledizione!" sbottai dolorante
"E sta più attenta!" si lamentò qualcuno. Alzai
lo sguardo e sbiancai in mezzo secondo.
Con tutta la gente che
c'è stasera, contro chi potevo andare a sbattere?...
"Scusa... non l'ho fatto di proposito..." mormorai incapace di
distogliere lo sguardo dal suo, leggermente accigliato.
Annuì
impercettibilmente per poi allungarmi una mano, silenziosamente. Avrei
preferito evitare di stringergliela, così da risparmiarmi
l'ennesima figura di merda, dato che non sarei di certo riuscita a
reprimere il solito rossore, ma, non ebbi altra scelta.
Allungai a
mia volta la mano e afferrai la sua. Come l'ultima volta che l'avevo
sfiorata, era forte e grande e non potei evitare più di
sussultare e arrossire come una ragazzina. Senza il minimo sforzo mi
tirò su, senza strattonarmi o, come sempre, approfittare del
momento per avvicinarsi troppo.
Maledizione...
"Ti ringrazio!" esclamai liberandomi della sua stretta
"Figurati..." mormorò atono. Ma cosa gli prendeva? Non era
solito essere così poco loquace. Normalmente avrebbe
approfittato per fare le sue battute, le sue allusioni, i suoi sorrisi
mozzafiato, ma niente. Freddo come il ghiaccio. Anzi, a dirla tutta,
aveva messo su un'espressione scrutatrice che mi faceva ancora
più paura di quella maliziosa con la quale mi aveva sempre
provocato.
Ecco, lo sapevo,
è inutile...
se mi guarda così è perché si
è stancato di
corrermi dietro, quindi il mio piano è superfluo. Ho
già
ottenuto la mia risposta...
Abbassai la testa afflitta, mentre quella morsa dolorosa allo stomaco
si faceva nuovamente risentire.
"Posso farti una domanda, Alice?" mi fece ad un certo punto
Alice... non
più scricciolo...
eccolo, il sintomo di indifferenza di cui parlavo. E se prima, quando
mi chiamava per nome, mi faceva piacere, adesso... adesso, se lo fa, mi
fa male da impazzire...
"Dimmi.."
"Ecco... ieri sera io..." ma non ebbe modo di continuare
perché fu interrotto da una voce maschile alle sue spalle
"Ehi... sei qui... ti cercavo allo stand di Bella ma non ti ho
trovata!" esclamò il ragazzo avanzando.
Maledizione, Dave... e
adesso? Che
devo fare?... Rinuncio al piano o, mi assumo le mie
responsabilità e vado fino in fondo?...
Sorrisi a mezza bocca, a disagio, mentre Jasper squadrava il nuovo
arrivato con un sopracciglio alzato e con un'espressione seccata
Ma che dici, Alice,
è semplicemente la tua impressione...
"Sì, scusa, sono dovuta andare a recuperare questo!" e gli
mostrai il jeans "Tu... come mai sei qui?" domandai curiosa. Lui
lanciò un'occhiata verso Jasper, sostenendo il suo sguardo
per
qualche secondo, dopodiché mi sorrise e rispose
"Avevo voglia di vederti!" sorrisi di conseguenza. E bravo, Dave..
aveva capito alla perfezione cosa fare e soprattutto in presenza di chi
farlo, nonostante non gli avessi mai mostrato Jasper prima di allora.
"Che carino che sei!" esclamai avvicinandomi. Mi sollevai sulle punte
per lasciargli un bacio sulla guancia. Osare di più sarebbe
stato troppo, uno perché non ero più molto
convinta della
reazione di Jasper e due, mio fratello era nei paraggi, meglio non
rischiare.
"Figurati, per me è un piacere!" mi rispose convinto. Se non
avessi saputo la verità su di lui, avrei quasi potuto
credere
che ci stesse provando con me. Davanti a Jasper per giunta.
"Bene, visto che i due piccioncini si sono ritrovati, io toglierei il
disturbo..." esclamò quest'ultimo brusco, assottigliando lo
sguardo verso Dave. Mi meravigliai non poco del tono usato. Sembrava
molto più acido di quanto non volesse far credere.
Che sia semplicemente
una mia impressione, o la presenza di Dave, inizia a fare il suo
effetto?...
"D'accordo... ci vediamo!" esclamai allora
"Come sempre!" fece lui in risposta per poi lanciare l'ultimo sguardo
indagatore verso l'altro ragazzo e avviarsi in direzione dell'ingresso
dell'ospedale, perdendosi tra la folla. Sospirai. Sentivo che il mio
povero cervello non sarebbe riuscito a sopportare un altro momento del
genere. Era sul punto di cedere definitivamente ormai. E
l'ambiguità di Jasper di certo non aiutava. Il suo era puro
disinteresse, oppure era un tentativo leggermente mal riuscito di
oscurare l'attrazione che provava nei miei confronti? E se
così
fosse stato, per quale ragione avrebbe dovuto farlo? Per paura? Per
rabbia? O semplicemente per colpa di quella cosa che caratterizza la
stra grande maggioranza degli uomini, ovvero l'orgoglio?
"Però... devo farti i miei complimenti, Alice..."
esclamò
d'un tratto Dave al mio fianco, distogliendomi dalle mie congetture
"Hai dei gusti notevoli in fatto di ragazzi..."
E no... passi Jacob, ma
Jasper non si tocca..
"Mmm... ti ringrazio, ma preferirei che evitassi di fare commenti su di
lui, se non ti spiace!" feci io, con più tatto possibile.
Ridacchiò, affondando le mani nelle tasche della giacca scura
"Tranquilla.. il posto nel mio cuore è già
impegnato!" affermò sorridendo. Sorrisi a mia volta,
divertita.
Povero Jake... adesso
sì, che è definitivamente rovinato...
Risposte alle recensioni:
robbycullen: Salve cara, me felice che sweet Emmet ti sia
piaciuto e
beh... allora qst capitolo deve fare proprio al caso tuo visto quello
che contiene... eh eh eh... cmq, per qnt riguarda "Edward-caso-umano"
con la cavolata di non lasciare Kristen si è auto condannato
a
non avere più la parola da parte di Bella e se mi
permetti... se
lo è ampiamente meritato... cmq, se fossi in te aspetterei
prossimi sviluppi tra quei due, ti assicuro che adesso è
davvero
nulla in confronto a quello ke succederà ^^ in ultimo (ma nn
per
importanza) Alice... sì, il piano è bello,
però...
hai ragione potrebbe seriamente farsi male, ma... speriamo bene! ^^
grazie per il commento sugli abiti, mi ha fatto molto piacere. Aspetto
tue notizie su qst ultimo cap... un kissone ^^
yle_cullen: Cara, spero che gli scongiuri siano valsi a
qualcosa e che
l'influenza nn ti abbia raggiunto anche perchè è
davvero
pessima cosa ç___ç cmq grazie per esserti
interessatam
adesso va molto meglio per fortuna ^^ allooooraaa... prima di tutto ma
certo che puoi chiamarmi Faby... cm puoi chiamarmi sweety (che adoro)
star, tesoro, cara, caccola (no, qst no ^^) a tuo piacere cara...
scegli tu ^^. Spero che il nuovo capitolone ti sia piaciuto (tesoro,
sono ben 15 pagine... qui si concorre per il record!). Jasper geloso,
eh? Perché in qst com'è... decidi tu gelosissimo,
super
gelosissimo, ipermetricamente gelosissimo, o galatticamente
gelosissimo? ahahah... per, Alice in qnt a piani nn ci scherza e
così lo farà morire prima o poi. Emm e Rose
invece qui
hanno fatto un salto più che un passo, capisci a me ;)...
tesoro, ti capisco, l'ira verso Kristen è quasi la stessa
dell'odio che prova Rosalie verso Jacob (nella versione della zia
Steph, si capisce ^^) però, ricordati che in fondo lei prova
sentimenti veri verso Eddino e nn è di certo un reato amare
qualcuno. Però, effettivamente quella del poster
è stata
una mossa un tantinello megalomane, ma ahimé... all'amore nn
si
comanda. Ecco, io nn mi definisco del team Jacob, però...
ecco,
in fondo come personaggio mi piace, mi incuriosisce (tranquilla il
posto del mio cuore è già occupato da Edward)
però... qui giocherebbe un'altra funzione, quindi
è quasi
una vittima (oddio, ti sto dicendo troppo... muuutaaa devo stare ^^)...
tesoro mio, mi chiedi se mi è piaciuto il film? io ho
ADORATO il
film, in tutte le sue forme (permettimi di dire che, nonostante il tuo
odio verso Jacob, però il ragazzo è stato un bel
vedere x
tutta la durata della proiezione... eh eh eh complimenti a mamma
Lautner!^^) i Volturi erano troppo forti e in effetti qnd Aro prende
per il culo Jane che nn riesce ad attaccare Bella è troppo
spassoso... si si, dvd sei mio appena uscirai muahahah (fabiana...
please, torna in te -_-') e li trovo perfetti per la nostra missione
"Spaventiamo quegli idioti Zanichellisti" (oddio... ho cacciato un
altro termine figo ^^)... bn, qst è tutto... spero che il
cap
sia stato di tuo gradimento... fammi sapere... un bacione carissima
ciaooo ^^
valeego: Ehi... grazie mille per gli auguri,
davvero, e poi...
sei più grande di me, devo portarLE rispetto, no? ahahah, no
dai
scherzo... sono contenta che diversi punti di vista ti garbino, in
effetti avere una panoramica generale della storia è molto
più chiara, anche se a volte diventa difficile gestire sei
(o
sette cn Jacob) personalità diverse, ma mi ci metto
d'impegno
volentieri ^^... allora, Emmet paladino ce lo vedo proprio,
però, il cavaliere errante ha ottenuto qualcosa di
importante in
qst cap, nn credi? Edward invece, cm hai detto tu, sta perdendo la sua
credibilità... ed in effetti quella poveretta di Kristen,
per
quanto odiosa possa essere, viene presa in giro mentre lei prova veri
sentimenti e qst nn è assolutamente giusto. Cmq, contenta
anche
del fatto che l'ingresso di Jacob ti abbia colpito positivamente ma,
non sarà d'aiuto solo per Alice ^^ aspetta e vedrai. Bene,
spero
che il cap sia stato gradito... fammi sapere... un bacione ^^
_cory_: Allora... prima di tutto salve ^^... leggere la
tua recensione
è stata un'impresa perchè è cm se ci
avessi messo
nelle parole tutti i tuoi pensieri e me li avessi trasmessi... eri
quasi agitata, o sbaglio? e credo di capire che la colpa sia di
Eddino... beh, hai ragionissimo, il ragazzo è proprio un
idiota
(ed il bello è che se lo dice anche da solo). Per qnt
riguarda
Kristen vedila cm una ragazza stra innamorata di un ragazzo ke nn ha la
minima intenzione di lasciarsi sfuggire, ecco perchè prende
la
sua ironia così alla leggera perchè è
cm se nn
volesse leggere il messaggio ke lui cela in sè... ma prima o
poi
la verità verrà a galla, tranquilla ^^ per Jacob,
invece,
sono contenta di trovare una sostenitrice del povero ragazzo indiano...
e sn anche contenta che vedresti bene lui e Bella assieme... nn posso
dirti se in qst storia accadrà o no, però... fai
bene a
tenerlo in buona considerazione, perchè apparirà
presto
d'ora in poi ^^ cmq, chiudo, ringraziandoti della recensione e
dicendoti, nn preoccuparti, nn hai scritto assolutamente cavolate,
anzi... uno sfogo del genere fa sempre bene ^^ aspetto tue notizie,
cara... una bacio ^^
flazzy cullen: Salve... prima di tutto grazie per aver
recensito... me
felice di vedere che la coppia Emm/Rose ti piaccia, quindi suppongo che
qst capitolo sia stato per te mooolto gradito (spero di nn sbagliare
però ^^). In effetti vedere Eddino che tituba nel lasciare
la
fidanzata nn è il massimo per uno cn la sua reputazione,
però, ha qst momento di assoluta confusione e di certo le
smancerie di Kristen e il poster in versione gigante nn aiuta ^^ volevi
la foto di lei, ed io ti ho accontentata. Doveva essere qualcuna di
molto dolce di viso, ma che in fondo fosse un peperino. E poi, a Edward
piacciono le brune cn gli occhi castani XD... la tua idea sul far
ingelosire Edward potrebbe essere quella giusta ma, cm imparerai se
continuerai a seguirmi, l'autrice (cioè me medesima)
è un
pò ambigua e nn farà mai capire se, quando e come
avverranno le cose, quindi ti dico solo... complimenti per la pensata
^^ punto! bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere
perchè mi farebbe molto piacere se continuassi a seguirmi.
Un
bacione e grazie ancora
vavi: Ola, grazie mille per gli auguri cara... bene bene
noto cn
piacere che il cap ti è piaciuto, me felice ^^.... eh
già, Eddino è caduto in tentazione e nn
è riuscito
a portare a termine il suo discorso ma ci saranno altre occasioni e si
spera che concluda la faccenda al + presto. Ahahah, cara, sono felice
di annunciarti che hai indovinato... l'amico di jacob è
proprio
gay, ecco spiegato il perché della preoccupazione di Jacob e
delle battute di qst capitolo sul ragazzo... complimenti per
l'intuizione ^^ bene, spero che il capitolo ti sia piaciuto,
lacrimuccia assicurata ^^ un bacione cara, a presto
Uchiha_chan: Salve... mamma mia che belle parole che mi
hai scritto...
addirittura sublimi? eh eh ma siamo sicuri che stavi parlando del
capitolo? *______* me piange commossa... davvero grazie mille... troppo
buona ^^ allora, rispolveriamo un pò i personaggi: sono
contenta
che Emmet e Rosalie ti piacciano così tanto... emmet
è
diventato più orsetto protettivo, abbandonando un
pò
della sua eccessiva esuberanza, mentre Rosalie è
più
umana e di conseguenza il trauma che si porta dietro la fa diventare
fragile e in cerca di aiuto (e sembra averlo trovato ^^). Edward, hai
ragione, si sta dimostrando leggermente egoista, nn solo nei confronti
di Bella, che intanto soffre cm una disperata, ma anche in quelli di
Kris, che cm hai evidenziato ed io mi ostino a dire a tutti gli altri,
lo ama davvero e l'amore nn è di certo qualcosa per cui
essere
condannati, ti pare? Jasper leggero interesse? Eh eh eh io credo sia
proprio logorato dalla gelosia... ed il problema è che
quello
che sta passando adesso avrebbe potuto risparmiarselo se qualche
settimana prima avesse abbassato la sua arma seduttrice e se avesse
ceduto al sentimento verso Alice.. ma ahimé in casa Cullen
l'idiozia è contagiosa (ma si salvano Esme, Carl e Rose ^^)
passando a Jacob e di conseguenza alla new entry... eh eh hai centrato
il punto... Dave (alias nuovo ragazzo di Alice) nn è
assolutamente attratto dalle donne, in altre parole, povero Jacob!
ahahah bene, ecco il cap al femminile che avevi chiesto, spero sia
stato gradito... un bacio cara, e grazie ancora di tutto ^^
cinzia818:
Ma salveeeee... prima di tutto tantissime grazie per gli auguri cara...
allora, prima di tutto, tranquilla... nessuno ucciderà
nessuno,
anche perchè adesso essendo maggiorenne sei passibile
penalmente, ergo... calma, niente violenza ^^ allora, ti tranquillizzo
subito... Edward NON è andato a letto con Kristen, ma questo
lo
avrebbe spiegato anche lui nel suo prossimo capitolo, ma ci tenevo a
tranquillizzarti ^^ ahahah la tua lezione di comportamente per
Jasperè stata esemplare... sono d'accordo con te, nn
bisognerebbe mai fare una cosa del genere soprattutto in presenza di un
fratello ke, fisicamente è il doppio di te, a meno che nn
vuoi
morire giovane, in tal caso... accomodati pure ^^ x qnt riguarda
Jacob-Alice-Dave... il piano di Alice è veramente diabolico
e
Jasper inizierà a mordersi i gomiti per la rabbia e...
indovinato! Dave è proprio gay... ahahh complimenti per
l'intuizione e soprattutto mi fa piacere che il POV di Jacob ti abbia
divertito così tanto... (confesso che sono morta dalle
risate
anche io ^^) eh no, Charlie nn era in casa altrimenti Alice era un
folletto morto! Per Emm e Rose credo che dopo questo le intenzioni di
lei si siano ampiamente capite, certo, manca l'ufficializzazione, ma
arriverà a breve, promesso ^^ (almeno loro due danno
soddisfazione)... bn, detto qst ti annuncio che aggiornato il capitolo,
corro a leggere "Life according to me" che mi lampeggia
l'aggiornamento, e nn devi ringraziarmi... lo faccio perchè
mi
fa piacere e... anche perchè la curiosità si fa
sentire
^^ ahahah... bene, cara, grazie mille per tutto, come sempre... sei una
grande.. un bacione ^^
ChiaraBella:
Ehi salve... ti ringrazio per aver recensito, mi ha fatto molto
piacere... cmq... hai indovinato Innocuo = gay, quindi complimenti per
l'intuizione... in effetti i pensieri di jacob che ci rimette sono
stati essenziali ^^ ed ovviamente, come spiega anche la stessa Alice
nel capitolo, è per far ingelosire Jasper... ci
riuscirà?
^^ bn, spero che il cap ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi
perchè mi farebbe estremamente piacere.. un bacio e grazie
ancora
elys:
Salve...
oddio, addirittura di stucco... eh eh eh ne sono lusingata, grazie
mille ^^ sono molto contenta che il piano ideato da Alice per far
ingelosire Jasper ti abbia presto così tanto... eh eh in
effetti
lui pagherà per tutte le volte che ha approfittato un
pò
troppo del suo fascino su di lei... poveretto... nn lo invidio per
niente ^^ bene, grazie ancora per le bellissime parole e spero di nn
averti deluso cn qst capitolo che a parer mio è molto molto
dolce... fammi sapere... un bacione cara ^^
pinkgirl:
Salve... eh eh noto cn piacere che ti sei fatta venire una bella idea
in testa x qnt riguarda la questione "piano di Alice"... e ti faccio i
miei complimenti hai indovinato la particolarità di Dave...
è proprio gay, ed ecco spiegata la preoccupazione di Jacob
nei
suoi confronti (poveretto... hai ragione, nn vorrei proprio essere nei
suoi panni ^^) (eh sì, è moooooolto grazioso in
quella
foto... cm lo è in tutte le foto sul web, sui giornali e
perfino
in video, ma... sorvoliamo ^^) Ma certo che chiamo Carl, tesoro, nn
vorrei mai che il tuo cuoricino si fermasse... deve battere e
continuare a vivere (o mio Dio, sembro la versione patetica di Edward
che cerca di convincere Bella a nn trasformarsi ^^) hai ragione il
comportamento di Edward è proprio da definire vigliacco e la
povera Kristen (sì, sono banale in fatto di nomi, ma
d'altronde... all'evenzienza ci calzava a pennello XD) ne paga le
conseguenze ovviamente assieme alla nostra Bella... chi la
spunterà? Staremo a vedere... spero che il cap sia stato
gradito... fammi sapere, cara, un bacione ^^
hale1843:
Zauuuu... eh... idolo, addirittura? XD grazie per l'appellativo ma nn
sn sicura di meritarmelo del tutto, cmq davvero grazie di cuore... sei
un tesoro... dunque.. sono felice di annunciarti che hai indovinato,
Dave è porpio gay fino al midollo, e far ingelosire jasper
cn
lui è una grandissima genialata a parer mio, così
lui
pensa che fanno chissà che cosa insieme, mentre magari il
povero
ragazzo gay, pensa a "qualcun altro..." (ahahah chissà
chi!^^)
ahahah sono morta dalle risate qnd mi hai detto che le azioni di Jazz
sn le stesse che fai anche tu... cara, se fossi in te mi farei pagare i
diritti d'autore su qst cose.. Jasper nn può mica andarsene
in
giro a copiare le reazioni della gente, nn si fa proprio XD cmq anche
io qnd mi arrabbio scatto d'ira, quindi niente CIA, tranquilla...
è semplice conformazione personale del protagonista ^^
ahahah,
quelli del sito ti hanno censurata, eh? però dai, posso
immaginare vagamente cosa intendessi dire anche perchè credo
sia
lo stesso ke avrei fatto io... cmq grazie per gli auguri, sei un
tesoro, cara, e a maggior ragione perchè apprezzi anche gli
abiti (cosa che nn tutti, anzi quasi nessuno fa) quindi ti adoro ancora
di +... bn, spero che il cap dolce dolce sia stato d tuo gradimento...
fammi sapere, cara, un bacione e grazie ancora di tutto ^^
mine:
Salve... allora le tue intuizione sono giustissime.. il ragazzo innocuo
nn deve né causare prob né tanto meno cedere ale
provocazioni di Jazz, ma... manca un particolare importantissimo che
hai dimenticato e che spero qt capitolo ti abbia fatto capire ^^ cmq,
la situazione di Edward è proprio diperata... lei (Kristen)
è innamorata persa, Bella soffre e lui è
leggermente (per
nn dire di peggio) vigliacco per lasciare la ragazza che tra l'altro
è effettivamente un pò esagerata nei modi ^^ nn
posso
darti i capitoli precisi che mancano alla fatidica separazione
però, posso dirti che succederà, anche
perchè quei
due nn possono stare troppo lontani ^^ spero che il cap ti
sia
piaciuto... fammi sapere... ciaoooo ^^
piccola_pokemon:
eccomi qui, qst volta nn t ho fatta asp poi molto, no?^^ cmq me felice
che lo scorso cap ti sia piaciuto così tanto, davvero. Beh,
Emmet è leggermente impulsivo, però la sua
impulsività qst volta ha dato esiti positivi e si
è
avvicinato di + a Rose. Edward si comporta sempre peggio, sa che deve
lasciare Kristen ma nn trova il coraggio e nel frattempo la illude per
bene, facendo soffrire di conseguenza anche Bella. Jasper invece al
momento credo sia quello messo peggio proprio perchè, cm hai
detto tu, deve fare i conti cn Alice e cn il fatto di essersi reso
conto della crescente attrazione che prova per lei. No, la riga ancora
nn l'ha vista, ma... ahaha, nn voglio immaginare qnd
accadrà, si
salvi chi può ^^ cmq, spero di nn averti deluso cn qst cap
visto
che ne asp uno bello, ma qst credo proprio che lo sia... fammi sapere,
un bacione ^^
irly18:
salve.... bene, le tue teorie mi incuriosiscono molto, e soprattutto mi
fa piacere che ti sei prodigata così tanto in merito.. ti
risp
subito... hai indovinato, l'idea di Alice è proprio quella
di
far ingelosire Jasper anche se, attenzione, Jasper nn sa che Dave
un ragazzo "particolare" e adesso sta a te capire il
perchè... eh eh l'atteggiamento di Jacob dovrebbe esserti
d'aiuto in qst... cmq, staremo a vedere cosa, Jasper gelosone
combinerà... bene, cara, spero che il cap ti sia piaciuto e
nn
preoccuparti, ti capisco.. la scuola logora anche me.. maledetta ^^
ciaoooo
mata
tabitha:
Salve cara... eh eh sotto la scia dello scorso ho fatto uscire qst
altro di ben 15 pagine! Spero tu sia contenta ^^ allora, grazie mille
di vero cuore per gli auguri e.. New Moon *____* eh eh ti capisco,
anche io, essendo pro Cullen, ho apprezzato mooooolto la figura di
Jacob (per intero!) e devo fargli i miei complimenti. (e pensare ke il
regista voleva farlo fuori grrrrr) cmq... hai perfettamente ragione il
patimento di Bella sarà d'obbligo nei prossimi capitoli ed
è tutto per colpa di quella chioma bronzea di Edward...
ehhh...
qst ragassi... e ovviamente Jasper nn starà meglio, qst
volta
per colpa di Alice, ma credo che lui (a differenza di Bells) se lo sia
meritato, nn credi? cmq sì, il piano è proprio
quello di
cui hai parlato tu, anche se hai tralasciato un particolare
importantissimo che riguarda Dave, e che potresti capire leggendo
attentamente la parte di Jacob e il dialogo di cui parla Alice in qst
cap, poi fammi sapere... bn, cara, spero che il cap ti sia piaciuto,
aspetto tue notizie... un kissone ^^
martya_c:
Ciao, prima di tutto sono contenta che il cap ti sia piaciuto, sono
lusingata di qst... partiamo dall'inizio.. Kristen in effetti nn si
accorge che Edward nn la ama, ma lei, al contrario di lui, lo ama alla
follia e pertanto è cm se si rifiutasse di capirlo. Vuole
lui
sopra ogni cosa ed è per qst che diventa ventosa (si si, lo
guardavo anch'io... ahahah qnt bei ricordi ^^) certo, lui deve davvero
trovare la forza per lasciarla ma anche lei nn gliene da modo... lui
era sul punto di farlo se lei nn lo avesse bloccato sul più
bello. qst ovviamente nn è una giustificazione
perchè lui
deve parlarle e anche al + presto direi...ahah cmq ti faccio i miei
complimenti, hai indovinato alla grande la particolarità di
Dave
eh eh d'altronde era l'unico modo per garantire a lei di nn essere
"attaccata" da un ragazzo e contemporaneamente di ottenere la gelosia
si Jazz, ke hai ragione, è figo in versione "gelosia on" ^^
cmq,
la tua critica è sensatissima ma... pensa che tutta la
famiglia
di Kristen è un pò particolare... sono
all'antica,
pensano che il fidanzato del liceo sarà di consequenza il
futuro
marito della figlia, pertanto nn hanno mosso lamentele nel
trasferirsi...cmq sn davvero contenta che la storia ti abbia
così colpito da spingerti a scrivere così tanto,
me
lusingata e felicissima, e per qst ti ringrazio di vero cuore. Beh,
spero che il cap ti sia piaciuto, fammi sapere, un bacione ^^
lisa76:
Salve cara, che bello sapere che hai adorato tutto dello scorso
capitolo.. me felicissima... cmq, ti do ragione, la famiglia di Kristen
nn è tanto normale (la figlia doveva pur prendere da
qualcuno)
però, è un pò all'antica pertanto
è
convinta che Edward possa essere l'amore della sua vita, ergo
matrimonio futuro... ma ovviamente nn sn a conoscenza dei piani funesti
di lui ^^ cmq, spero proprio per lui che ascolti il tuo consiglio ed
inizi a comportarsi da uomo, quale è, ma per il momento la
vedo
seriamente amara... aspettiamo e vediamo cosa succede... bene, cara,
sfogati quanto vuoi, la cosa mi fa piacere ^^ spero che il cap ti sia
piaciuto, fammi sapere... un kisss
Norine:
Salve cara... prima di tutto ti ringrazio di vero cuore per gli auguri,
cosa si prova? Emozione perchè voglio la patenteeee...
ahahah
no, a parte qst è sempre lo stesso XD forse qualke capello
bianco in + ^^ cmq, se emm ti è piaciuto nello scorso cap
credo
che adesso lo adorerai, ma ovviamente a te l'ultima parola. Per Edward
hai ragione, non ha bisogno di commenti e Kristen ne
soffrirà
qnd ne sta soffrendo già adesso Bella perchè
entrambe ne
sn innamorate (in + Kris crede che lui ricambi!) Jasper... ehhh... che
dire... qui gatta ci cova e i sentimenti iniziano a circolare a partire
dalla acuta gelosia... muahahah... cmq, devo farti i miei complimenti
cn quella frase... mi sa ke Dave è innamorato di Jake hai
espresso in maniera perfetta il concetto: Dave è gay.
ahahah...
cmq ci hai preso in pieno, complimentoni cara e adesso spero che il cap
ti sia piaciuto attendo impaziente il tuo giudizio... a presto ^^
GinevraMalfoy90:
Salve,
prima di tutto grazie per aver recensito, mia ha fatto molto piacere.
Per quanto riguarda il piano di Jasper, sì, lei
vuole farlo
ingelosire, anche se c'è una cosa di Dave che devi
necessariamente cogliere x comprendere la vera "natura innocua" di
lui... leggi attentamente la scorsa parte di jacob e qst di Alice e
fammi sapere se l'hai capito... aspetto impaziente tue notizie anche
perchè mi farebbe davvero piacere se continuassi a seguirmi.
Un
bacio e grazie ancora ^^
stezietta
w:
ahahah, su, Ste, cara, nn ti arrabbiare, altrimenti mi sentirei in
colpa... Eddino ha qualche problema al momento a comportarsi da uomo,
poveretto, mi fa quasi pena, ma tu per favore, stai tranquilla, che
altrimenti mi spaventi^^.... cmq... salveeeee... cm va? Spero bene,
Ste, è da un pò che nn ci sentiamo... allora..
dai, nn
minacciare anche Emmet... in fondo Jasper ci è andato
giù
pesante cn quei commenti era anche normale che il fratello iper
protettivo reagisse in quel modo, anzi... si è oure
trattenuto x
i miei gusti XD... grazie per la descrizione tesora, anche
perchè nn vorrei che venissero a sbirciare le tue risposte e
poi
capissero il mistero anche se, qualcosa si inizia ad intuire... muahaha
me perfida (e tu cn me ^^) eh eh eh tu volevi il bacio tra Emm e
Rose... ehhhh... e bacio sia, cara mia... spero tu nn sia rimasta
delusa però, in fondo lo volevano entrambi e qst era il modo
migliore e + giusto x darselo... nn credi? Alice ti ringrazia x il tuo
costante appoggio e soprattutto ci tiene a sottolineare che nn hai
specificato il fatto ke Jasper fosse sexy... eh eh Ste, mi cadi su una
cosa così... elementare.. che poi la nanetta malefica mi si
arrabbia... su... specifichiamo... Jasper è sexy! (Alice
inizia
a saltellare x la camera cm posseduta -_-') cmq, nn preoccuparti,
capisco il tuo prob cn il pc e spero che quello nuovo arrivi presto,
così, potremmo tornare alle nostre meravigliose
chiacchierate
pazze serali che tanto ci piacciono, vero Ste?^^ cmq nn ho capito una
cosa... ma il tuo numero è vodafone? perchè se
è
così possiamo messaggiare tranquillamente, io ho la zero
limits
cn 100 sms gratis al gg ma sl verso vodafone.. cmq, fammi sapere se il
cap è stato di tuo gradimento cara, aspetto cn ansia... un
bacione, Ste ti saluta anche l'allieva e Jasper XD ciaoooo ^^
Elfa
Sognatrice:
Salve... allora... concordo su Edward cazzone e concordo anche sul
fatto ke kristen soffrirà cm un cane qnd scoprirà
la
verità perchè lei in qst storia ci crede davvero
tanto da
essersi trasferita dall'altro lato del paese x lui e scoprire una cosa
del genere, nn sarà di certo bello per lei... Emmet e Rose
che
sono gli unici seri della storia e x jasper... no, nessuno lo ha
beccato quella sera ma adesso inizia a pagare lo scotto delle sue
cretinate del passato. La gelosia è una brutta cosa, cara
mia ^^
ti ringrazio per i bellissimi complimenti e spero che il cap ti sia
piaciuto, fammi sapere, che sn curiosa... un bacione ^^
MalyCullen:
Hi hi hi mi fa un pò strano scriverti qui mentre
c'è
l'icona di msn sotto che porta il tuo nome... ma tanto, normale nn lo
sn mai stata, pertato... ahahah ... cmq, Emmet è dolcissimo
e cn
Rose fanno la coppia perfetta... tra l'altro credo che ormai avrai
capito cosa si celava dietro il mistero del sogno e delle mani calde e
spero vivamente, socia di nn averti deluso (si, lo so me l'hai detto
che nn potrei mai deluderti, ma la paura c'è sempre
perchè ci tengo tantissimo al tuo giudizio^^) cmq...
Jasperuccio
(adesso lo chiamo anche io così, anche se mi sta guardando
in
cagnesco... ahahah) è proprio geloso marcio e la piccola
Alice
gli farà vedere le stelle d'ora in poi... anna
soffrì,
come diceva la mia prof di italiano (ode a lei XD) perchè un
pò se lo merita dai ^^ nn trovi, socia? ahahah la tua
versione
di Edward Cullen fidanzato mi piace da morire.. cioè,
è
giusto, se io avessi un ragazzo cm lui sarei disposta anche
a cambiare
continente pur di
nn farmelo scappare solo ke, qst socia, mette in pericolo l'amore cn
Bella perchè cmq la presenza di Kris ostacola tutto, nn
credi?
eh... nn mi nascondo sotto il letto... se mai...dietro il
comò
sull'angolo della terza stanza del corridoio centrale (per citare le
tue parole XD) qst dimostra il fatto ke io stia risp alle recensioni
mentre chiattiamo ahahah... sta tranquilla cmq quei due insieme in un
mdo o nell'altro ci finiscono, fidati della tua socia... e poi... ti ho
mai detto bugie? (se dici si, sn rovinata ahahah) quindi, aspetta e
vedrai che ti combino ^^ bn bn, sono proprio curiosa di scoprire cosa
ne pensi di Dave (ma l'hai capita la sua particolarità
socia? XD
Jacob in qst può aiutarti) ma soprattutto cosa pensi di
quella
questione di rosalie... sn impazientissima, giuro... bene, socia,
adesso vado, che altrimenti nn aggiorno +, tu nn puoi leggere e di
conseguenza Rob e Kris nn arrivano alla soluzione del quesito che ti
assilla da gg... vedi, è un circolo vizioso ^^ un bacione
socia,
ti voglio un casino di bene, ricordatelo, forever... e grazie di TUTTO
:*
Abbigliamento
Rosalie
Abbigliamento
Emmet
Abbigliamento
Alice
|
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Capitolo 29 *** Fuori programma ***
Capitolo 29 (Edward & Bella POV)
Ehm... ehm.. prima di
far partire razzi e bombe nucleari provate almeno ad ascoltare le mie
"buone" ragioni che mi hanno spinto a non aggiornare da così
tanto tempo... allora... prima di tutto: la scuola. É stato,
e lo è ancora, un periodo terribile, pieno di compiti ed
interrogazioni e infatti non so quale grazia divina mi ha permesso di
aggiorare oggi, però, sono qui e l'ho fatto esclusivamente
per voi. ^^ spero apprezzerete. Poi, al già pressante
problema scolastico si è aggiunto quello peggiore: la
mancanza di ispirazione... ho tutto completo nella mia mente il "dopo"
ma... il "prima" fatica a venir fuori... il capitolo prodotto mi piace,
alla fine trasmette quello che deve trasmettere e soprattutto...
diamine se non è essenziale questo... eh eh eh... le cose si
muovono ed io, se fossi in voi inizierei a pensare a ben altri problemi
e scommesse.. del tipo, chi sarà il primo a...?(si
vabbè immaginatelo da soli che siete più bravi di
me ^^)... Bene, io vado e vi lascio al cap... scusate ancora per il
mostruoso ritardo spero che il cap possa farmi perdonare. Ringrazio
tutti quelli che hanno recensito (a cui purtroppo nn riesco a
rispondere qst volta perchè sn di fretta), quelli che hanno
inserito la storia tra preferite/seguite e anche chi la legge soltanto.
E inoltre ringrazio anche coloro che mi hanno contattato tramite email,
mostrandomi il loro affetto e chiedendomi di contiunare... davvero,
grazie infinite, ne sono lusingatissima ^^ un bacione a tutti, vi
adoro! Commentate in tanti, mi raccomando!
P.s. Importante:
sotto ci sono i link con l'abbigliamento che potrete vedere dopo la
lettura del cap (così nn avete la tentazione di sbirciare
nulla che sta scritto all'interno della storia ;D)
N.B. Vi invito ad una sfida... entrate in una profumeria e chiedete di
sentire 212 di Carolina Herrera per Lui... è praticamente il
profumo di Edward, poi mi dite cosa ne pensate... nei prossimi capitoli
vi farò scoprire anche gli altri profumi degli altri
personaggi ;)
Stavo impazzendo. Decisamente.
In quella maledetta stanza alla fine del corridoio, dalle pareti rosa
confetto, le tende viola, i comodini fucsia acceso stavo decisamente
iniziando a dare i numeri. Mi mancava l'aria e più cercavo
il
modo per evadere da lì, e più, girandomi attorno,
mi
sentivo mancare alla vista di quella maledetta gigantografia sulla
parete accanto alla porta. Deglutii disgustato.
Santo Cielo... un pò di buon senso Edward...
"Ehm Kristen..." la chiamai mentre era intenta a svolgere un esercizio
di matematica
"Sì?" alzò la testa verso di me sorridendo. Era
stranamente felice quel pomeriggio e... felice significava,
sfortunatamente anche affettuosa.
"Mi stavo chiedendo... quella.. ehm..." per quanto ancora
quell'obbrobrio a grandezza umana deve minacciare la mia
integrità mentale? "Quanto ti è costato far fare
una
stampa così... grande?" deviai sospirando. Lei
girò la sedia
a rotelle verso la foto in questione e sorrise, quasi commossa
"Beh un pò... sono tre metri per due... però..."
si
avvicinò a me, posando le mani sulle mie gambe "Ne
è
valsa assolutamente la pena!" e mi sfiorò le labbra con un
bacio. Ad ogni contatto, ad ogni singola parola, carezza, sguardo, si
moltiplicava in me il senso di vergogna e inadeguatezza nei suoi
confronti. Sembravo uno di quei mostri dei film: illudevo la giovane
verginella del paese, la usavo e poi la buttavo via alla prima
occasione. Certo, io lo stavo facendo per una giusta causa,
perché non volevo farla soffrire lasciandola, ma questo
ormai
contava ben poco.
Ormai Rosalie non mi guardava quasi più, perfino a casa. A
tavola aveva cambiato lato, affermando che stare seduta accanto a
Jasper l'avrebbe aiutata a sentirsi meno inutile. Quest'ultimo, quasi
in uno stato catodico da una settimana, non aveva neppure colto
l'allusione e aveva continuato a giocherellare con un pezzo di pane con
aria assente.
Evidentemente non solo Edward Cullen soffre di piaghe amorose...
"Allora... che ne dici?" mi chiese Kristen, cogliendomi impreparato. La
guardai incerto sul da farsi. Dovevo confessarle che non la stavo
calcolando neppure per sbaglio, oppure tentavo la fortuna, con una
risposta secca?
Seguiamo la via della vigliaccheria che fino a questo momento
è stata l'unica ad essermi fedele...
"Che è una bella idea!" affermai agitato. Sul suo volto si
aprì un sorriso radioso e mi buttò le braccia al
collo
entusiasta
"Che bello... speravo dicessi di sì!" e mi lasciò
una marea di baci sul collo.
Ahia... punto debole quello.. campanello di allarme...
Si staccò da me, balzando in piedi e chiudendo con un rumore
sordo i libri
"Ma... che fai?" chiesi confuso
"Come che faccio... vado a vestirmi!" e ancora sorridente,
scappò verso l'armadio, recuperò qualcosa e, dopo
avermi
lanciato un bacio da lontano, sparì in bagno. Iniziai
seriamente
ad agitarmi. A cosa diamine avevo acconsentito? Mi aveva chiesto di
portarla da qualche parte? Mi aveva appena proposto il matrimonio? Mi
stava lasciando? L'ultima la scartai a prescindere. Una che sta per
lasciare il proprio ragazzo - che ama tra l'altro - non sorride in quel
modo. A meno che il soggetto in questione non si chiama Diddy Cullen.
In tal caso era tutta un'altra storia.
Mi alzai dalla sedia, smanioso, e raggiunsi la parete incriminata.
Sembravo un critico d'arte che era stato appena messo davanti ad un
cumulo di spazzatura ed era stato chiamato a giudicarlo. Avvertii quasi
un istinto irrefrenabile di prendere un'estremità del poster
e
staccarla via con forza. Se ne sarebbe accorta? Probabile. Ne avrebbe
fatto una tragedia? Sicuramente. Mi sarei sentito in colpa?
Assolutamente no!
"Sono tornata!" esordì Kriten facendo il suo ingresso. Si
era
cambiata i vestiti, indossando un top celeste e bianco che scendeva
morbido sulla pancia, una gonna di
jeans e un paio di scarpe basse dello stesso colore della parte
superiore. Nel complesso era davvero una bella ragazza. I capelli
castani,
con qualche sfumatura più chiara sulle punte, le arrivavano
all'altezza delle spalle, ed erano sempre lisci ed ordinati. Gli occhi,
marrone chiaro, al sole perfino con sfumature verdi, erano sempre vivi
e gioiosi, soprattutto quando era in mia compagnia. Aveva un bel
fisico, proporzionata, se pure non altissima, mi arrivava con
difficoltà alla spalla. Se non fossi stato così
meschino
ed idiota, magari con il tempo e la pazienza necessari, me ne sarei
perfino potuto innamorare. E allora il peso opprimente della vergogna
si sarebbe dissolto, per lasciare il posto alla soddisfazione.
Soddisfazione di cosa? Di amare una ragazza e contemporaneamente
pensare ad un'altra?...
"Bene, possiamo andare!" esclamò raggiante, spegnendo la
lampada sulla scrivania e recuperando la borsa dal letto. La seguii in
silenzio nel corridoio, attraverso le scale, fino alla cucina luminosa
che stava a pianterreno.
"Mamma... noi usciamo!" esordì entrando. La donna in
questione,
come sempre truccatissima e raffinatamente vestita, si girò
verso di noi e mi sorrise. Sì, sì, sorrise solo a
me.
Come se a parlare fossi stato solo io.
Bontà divina, fammi morire prima di compiere qualche altro
peccato...
"D'accordo... e dove andate di bello?" ci domandò curiosa
Saperlo, sarebbe comodo anche per me...
"A Port Angeles. Ho sentito dire che c'è un bel lungo
mare...
certo, non sarà mai come quello di Greenway, ma... vedremo
di
accontentarci!" rispose la figlia. Port
Angeles? Perfetto! Gente,
movimento, gente, caos, gente, negozi, gente... proprio il posto ideale
per farsi vedere in giro con la propria ragazza...
"Bene, noi andiamo.. a dopo mamma!" e con un cenno della mano si
avviò all'ingresso. Io, dopo un saluto, ed un sorriso
imbarazzato, la seguii ancora più angosciato di quanto non
fossi
fino a qualche minuto prima. Forse, e dico forse, sarebbe stato meglio
rimanere in camera sua, ad osservare schifato quel poster, sperando che
prendesse fuoco da solo o che, in un momento di pazzia, lo facesse
fuori stesso lei.
Entrammo nella Volvo, in silenzio. O meglio, io me ne
stavo muto, ancorato al mio tacito modo di essere e lei chiacchierava
tranquilla a proposito di quanto le mancassero i negozi di intimo che
c'erano sul lungo mare newyorchese. Fui tentato di ricordarle che
nessuno, e ripeto nessuno, le aveva imposto quel trasferimento e
ricordarle anche, che se fosse stato per il sottoscritto, lei in quei
negozi così belli e costosi ci sarebbe ancora potuta andare.
Così, accontentarsi dei piccoli shop locali, non sarebbe
stato
per lei un problema esistenziale. Ma, ancora una volta, vigliaccheria e
buon senso cozzarono alla grande, impedendomi di proferire parola. Mi
limitai ad accendere motore e riscaldamenti e a partire, verso
l'autostrada per Port Angeles.
Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che parlarmi della
comodità di avere una macchina. Le sarebbe piaciuto girare
liberamente, senza dover necessariamente aspettare che io, o i suoi
genitori, la portassero in giro per fare acquisti o servizi urgenti. E
magari, aveva aggiunto, sarebbe stata comoda anche per venire
più spesso a trovarmi. Rabbrividii al solo pensiero di
ritrovarmela davanti la porta di casa, con il suo sorriso snervante,
pronta a saltarmi al collo per la gioia di vedermi. Ringraziai tutti
gli angeli del Paradiso che fosse sprovvista di un'auto e pregai, in
tutte le lingue a me note, che nessuno si facesse venire la felice idea
di regalargliene una. A quel punto avrebbero dovuto fare i conti con
me, e certamente non ne sarebbero usciti vivi.
"Ecco, parcheggia qui!" mi indicò un posto vuoto accanto ad
una libreria ed io eseguii meccanicamente il parcheggio.
"Credi ci sia qualche bello store internazionale da queste parti?" mi
domandò non appena la raggiunsi sul marciapiede. Alzai gli
occhi al cielo
"Kristen, siamo nello stato di Washington, abbandonati dal mondo, a
circa 300 km dalla prima città che possa essere considerata
tale
e tu... mi chiedi se qui, a Port Angeles, c'è uno store
internazionale?" domandai esasperato. Lei mise su una smorfia
"Ricordati che non siamo più nella grande mela!"
"Già... spesso tendo a dimenticarlo, purtroppo!" e mi
sorrise,
innocentemente e si mise sotto braccio, stringendosi al mio giubbino,
anche troppo per i miei gusti. Iniziammo a camminare sul lungo viale
che costeggiava il porto. C'era molta gente, ragazzi per lo
più,
gruppi di giovani, intenti a rincorrersi, parlare, ridere, ascoltarsi a
vicenda. E tutto questo accompagnati dall'odore incantevole delle
crepes e delle noccioline caramellate.
"Diddy... fanno lo zucchero filato lì in fondo... lo
prendiamo, vero?"
mi chiese strattonandomi il braccio e saltellando come una bambina
emozionata. Mi guardai in giro imbarazzato, sperando che:
A. Nessuno avesse sentito quel fastidioso nomignolo
B. Nessuno si fosse accorto di noi
C. Jasper non fosse nelle immediate vicinanze.
Mi avviai senza rispondere verso il chiosco, e ci mettemmo in fila
dietro altri due ragazzi che si stavano facendo servire dal
proprietario, un uomo secco e con il naso storto.
"Ecco a lei bella signorina... sono 2 dollari e cinquanta centesimi!"
affermò l'uomo passando la stecca di zucchero alla ragazza
che
mi stava davanti
"Aspetta... faccio io..." intervenne il ragazzo che era con lei,
anticipandola nel pagare l'uomo
"Ma dai, Jake... avevamo stabilito che questa sera avrei pagato io!" si
lamentò lei divertita. Il ragazzo rise, passando
una
banconota da cinque dollari al proprietario del chiosco
"Sì, lo so... ma è più forte di me.
Far pagare una
ragazza mi sembra una mancanza di rispetto!" affermò allora,
aspettando il resto
"Perché invece... rimangiarsi la parola data... non
significa
mancare lo stesso di rispetto a qualcuno?" fece lei in risposta. Il
ragazzo si limitò a scrollare le spalle e ad afferrare gli
spiccioli che l'uomo gli porgeva. Dopodiché si girarono
entrambi, per far passare noi. E fu allora che ebbi una botta al cuore.
"E...Edward!"
"Ciao... Bella!" la salutai sorpreso. Lei aprì la bocca come
a
voler dire qualcosa, ma la richiuse subito. Si girò verso
Kristen, che al mio fianco sorrideva cordiale e poi verso Jacob che,
dopo avermi riconosciuto, si aprì in un bel sorriso. Nel
giro di
pochi secondi le guance di Bella si tinsero di un rosso acceso.
"Ehi... Edward... chi non muore si rivede!" mi fece Jacob allungandomi
una mano. Gliela strinsi sorridendo
"Eh già... purtroppo per te la macchina sta benissimo e non
ho
trovato una scusa plausibile per venirti a trovare!" se la rise di gusto
"Mai dire mai, amico... e poi, per ogni evenienza... sai dove
trovarmi!" mi informò allegro. Mi girai a fissare Bella, che
ascoltava il nostro scambio di battute silenziosa ed imbarazzata.
Per cosa, poi? Perché ti ho incontrata qui, di sera, su un
lungo
mare illuminato in maniera suggestiva dai lampioni alti, in compagnia
di Jacob Black, che, tra l'altro, da quanto ho capito, ti ha appena
comprato lo zucchero filato, proprio come.. come fanno i fidanzati. E
di questo che ti vergogni? É per questo motivo che
all'improvviso sei diventata silenziosa e il tuo incantevole viso ha
cambiato gradazione di colore?...
Alzò gli occhi verso di me e si illuminò appena,
come folgorata.
Dì un pò, Edward... ti infastidisce averla
trovata qui, di sera, su un lungo mare
illuminato in maniera suggestiva dai lampioni alti, in compagnia di
Jacob Black, che, tra l'altro, da quanto hai capito, le ha appena
comprato lo zucchero filato, proprio come.. come fanno i fidanzati?
Risposta sincera...
Deglutii, spostando lo sguardo su Jacob che ancora sorrideva e tornai a
guardarla, mentre si sistemava una sciocca di capelli dietro l'orecchio
Sì, maledizione... mi infastidisce terribilmente, cazzo...
"Ehm, Edward?" come se mi svegliasse da uno stato di trance, Kristen mi
scosse appena per attirare la mia attenzione. La guardai confuso,
dopodiché realizzai. Che sbadato, neanche a fare le
presentazioni.
"Ah sì... Jacob lei è Kristen... Kris lui
è Jacob,
il mio ufficiale meccanico di fiducia nonché mio amico..."
Certo, se si tiene a debita distanza da Bella...
"Piacere di conoscerti Jaco..." iniziò Kris, ma l'altro la
interruppe con un sorriso
"Jake... Jacob è troppo formale!" Kristen
ridacchiò e
accettò la richiesta allegramente. Dopodiché il
ragazzo
si girò verso Bella e le sorrise in maniera così
sincera
da farmi quasi ribollire di rabbia.
Perché io non posso farlo? Perché io non posso
sorriderle
allo stesso modo, senza dovermi preoccupare di urtare i sentimenti
della ragazza che mi sta affianco ma che io non amo?...
"Come mai da queste parti?" ci chiese Bella ricomponendosi
"Ero curiosa di vedere Port Angeles... e Edward si è
gentilmente
offerto per farmi da guida!" rispose Kristen stringendosi di
più
a me. Mi irrigidii, non tanto per la sua mossa affettuosa, quanto per
l'espressione che mise su Bella. Era un misto tra la rabbia, il
disprezzo e la tristezza. Feci davvero fatica a decifrarla.
"Beh, è un bel posto tutto sommato... anche se le spiagge di
LA
Push non le batte nessun posto al mondo!" affermò orgoglioso
Jacob
"LA Push?... Dove si trova?" chiese lei ingenuamente. Jake la
guardò quasi scioccato, dopodiché mi
lanciò
un'occhiata strana, per poi tornare a rispondere
"Davvero non sai dov'è LA Push?... cioè... la
spiaggia
della riserva... Palm Beach..." tentò lui invano. Lei
infatti
scosse la testa confusa. Jacob sembrava quasi sconvolto. Decisi di
intervenire, per la prima volta, in favore di Kristen
"In realtà... lei non conosce la riserva perché
non è di Forks..." spiegai
"Ah no?"
"No, infatti!" si aggiunse lei "Sono di New York... mi sono trasferita
da poco giù a Forks per stare con lui..." e mi sorrise
entusiasta, aumentando la presa sul braccio. Di lì a poco
sarebbe andato in cancrena.
"Ah..." esclamò colpito Jacob, lanciandomi un'occhiata
sorpresa
"Quindi voi due..." e ci indicò senza terminare la frase
"Sì..." biascicai
Purtroppo...
Calò il silenzio, accompagnato da una sorta di imbarazzo
generale che sembrò condividere perfino il povero Jake.
Che tanto povero non è, se non si allontana immediatamente
da Bella... all'istante!...
"Sentite che bell'idea che mi è venuta!" esclamò
dopo
poco Kristen "Visto che è quasi l'ora di cena e che
sicuramente
voi due conoscete meglio questo posto di me e Edward...
perché
non ci fermiamo in qualche locale per mettere qualcosa nello stomaco?"
Domanda retorica, Kris... assolutamente no!...
"Sì, sarebbe una bella idea!" affermò Jake
sorridente
Doh...
"Bene, allora fate strada... vi seguiremo con molto piacere!" rispose
lei entusiasta. Forse non si rendeva conto della situazione assurda
nella quale era riuscita a mettermi in pochi secondi: io, in compagnia
della mia rovina personale, nota al mondo con il nome di Kristen, ero
stato costretto dalla suddetta, a passare un'intera serata in compagnia
di Bella, la ragazza che se anche mi limitavo a guardare riusciva a
mandarmi in estasi incontrollata, e di Jacob, il suo
"accompagnatore" - almeno così sperai che fosse. Era una
situazione surreale. Jake e Kristen continuavano a chiacchierare come
se nulla fosse a proposito di LA Push e di tutto lo stato di Washington
in generale, mentre io e Bella, dai due estremi della piccola riga che
avevamo formato, eravamo impegnati in maniera totale, nella
contemplazione del lungo marciapiede grigio sul quale ci stavamo
muovendo. Ogni tanto osavo alzare gli occhi per osservare le sue mosse,
anche quelle più banali e ne rimanevo immancabilmente
incantato,
con il rischio ogni volta, di farmi beccare da lei, o peggio ancora
dalla mia "ragazza". Se ci fosse stato Jasper in quel momento,
probabilmente avrei firmato la mia condanna a morte. Ma per fortuna la
mia condizione non era ancora così tragica, o almeno... era
quello che speravo.
"Ecco... questo è uno dei posti più
caratteristici del
luogo... e si mangia molto bene!" ci informò Jacob,
fermandosi
davanti ad un piccolo locale che portava un'insegna accesa: "Thai
Elephant".
Mi girai quasi istintivamente verso Bella, per vedere se anche lei la
pensasse come il suo amico. Incrociai immediatamente i suoi occhi
scuri, che mi scrutavano, forse per l'identico motivo per cui i miei
si stavano perdendo nei suoi. Rimanemmo così, fermi a
contemplarci per qualche interminabile secondo, dopodiché,
distratti dagli inviti incalzanti ad entrare di Jacob e Kristen, li
seguimmo.
Il locale all'interno era nettamente più invitante che
all'esterno: piccolino, luci basse, con dei faretti laterali che
rimandavano sfumature rosse e viola un pò ovunque, e una
decina
di tavolini sparsi per la sala con una particolare caratteristica:
erano senza sedie. Al loro posto, come in quei film orientali, vi erano
dei grandi cuscini color porpora, all'apparenza molto comodi. Nell'aria
si sentiva un intenso odore di spezie, qualcosa di orientale, ma
invitante, mescolato ad un forte odore di incenso. Non era
eccessivamente pieno e un paio di tavoli erano ancora del tutto liberi.
Jacob e Bella si avvicinarono alla cassa e, dopo aver parlato con una
ragazza di colore, ci fecero segno di raggiungerli. Prendemmo posto
quasi all'estremità del locale, e la mia fortuna volle che
mi
sedessi proprio di fronte a Bella e che, al mio fianco, ci fosse
immancabilmente Kristen: praticamente ero circondato e placcato da
tutti i fronti.
"Se non vi piace, possiamo anche andare in pizzeria... il corso ne
è pieno!" ci informò Jacob sedendosi al fianco di
Bella.
Altro moto di rabbia improvviso
"Ma stai scherzando? É un posto estremamente affascinante, e
poi... adoro l'oriente!" esclamò Kristen sorridendo. L'altro
ridacchiò, recuperando il menù rilegato in
tessuto e
aprendolo. Lo imitai, sperando che così facendo, evitassi il
più possibile di far cadere gli occhi su chi mi stava di
fronte.
La tentazione era tanta, purtroppo.
Si accettano scommesse... riuscirà Edward Anthony Cullen ad
arrivare integro questa sera a casa?...
Alzai un attimo gli occhi dai vari piatti esotici che venivano offerti
e, per la seconda volta in breve tempo, incontrai gli occhi di Bella.
Intensi e profondi anche a quella distanza. Imperscrutabili e
magnetici. Maledettamente magnifici. La vidi arrossire appena e
abbassare, in un lampo, la testa sul suo menù. Sul mio viso
si
aprì un sorriso leggero, intenerito. Evidentemente l'effetto
che
avevo su di lei era abbondantemente rilevante.
"Allora, amore, hai scelto?" mi chiese Kriten, evidentemente avendo
colto il mio sorriso
Amore... amore cosa?... amore di che?...
"Sì... credo che prenderò del Padtai... l'ho
già
assaggiato a New York e l'ho trovato particolarmente buono!" e chiusi
soddisfatto il menù, lanciando l'ennesima occhiata in
direzione
di Bella. Ne rimasi estremamente e piacevolmente colpito,
più
del solito. Era ancora intenta a scegliere cosa prendere e si stava
torturando il labbro inferiore con i denti. Poi, non contenta, ci
passò su la lingua, lentamente e per intero. Cosa stava
cercando
di fare? Ammazzarmi? Voleva farmi venire un infarto in così
tenera età? Evidentemente, se per la seconda volta,
inconsapevolmente, ripeteva quel gesto, voleva davvero la mia morte.
"Ed io credo che ti seguirò... non l'ho mai provato e sono
curioso!" affermò Jacob sorridendomi. Mi dovevo essere perso
un
pezzo della conversazione, o forse quella che per me era sembrata una
scena durata circa mezz'ora, era in realtà durata pochi
secondi.
"Io invece prendo il Krapao ai frutti di mare...
è un pò piccante ma per una sera voglio
esagerare!"
esclamò Kristen soddisfatta. Mancava solo lei all'appello. E
Jake se ne accorse
"Ehi.. Bells... manchi solo tu..." e le diedi una leggera gomitata sul
braccio per farla riscuotere. Lei ridacchiò leggera e,
chiudendo
con un rumore sordo il menù affermò:
"Io invece ho voglia di qualcosa di diverso... voglio del tomkahkai!"
"Ma Bells... lo sai che il latte di cocco ti fa stare male!" la riprese
Jacob
"Non mi interessa... per una sera voglio... esagerare... come ha detto
lei!" e indicò Kristen con un gesto del capo. Quest'ultima
sorrise
"Poi se stai male questa notte tuo fratello se la prenderà
con me..." le fece notare l'amico
"Jake, dannazione, non puoi sempre vivere in relazione a quello che
pensa-dice-fa Emmet! Si arrabbierà? Peggio per lui..." e
liquidò la cosa con un gesto della mano dopodiché
scoppiò a ridere, vedendo l'espressione scoraggiata
dell'altro,
che dopo poco la seguì a ruota. Erano affiatati, non serviva
un
genio per capirlo ed io ero... invidioso, e neanche per capire questo
serviva
una mente tanto brillante.
Invidioso... io userei un altro termine...
"Bene, possiamo ordinare, allora..." e fermammo un cameriere che prese
le nostre ordinazioni e sparì dietro un separé
scuro,
probabilmente diretto in cucina.
"Sai, Bella... Rosalie mi parla spesso di te..." esclamò ad
un
tratto Kristen, incrociando le braccia sul tavolo. Le guance della
diretta interessata si tinsero appena di rosso
"Ah sì?" fece curiosa
"Giuro... non la smette mai di ribadire quanto tu sia simpatica e
quanto lei si trovi bene in tua compagnia!" spiegò. Bella
sorrise, aggiustandosi il cerchietto viola sulla testa.
"Beh che dire... ne sono lusingata... e forse la cara Rosalie tesse un
pò troppo spesse le mie lodi!" e rise, contagiando anche me
e
Jacob "Però... devo dire che la cosa è
reciproca...
è difficile trovare persone così spontanee e
sincere.
Anzi, vorrei tanto avere l'occasione di conoscerne di più!"
e si
girò automaticamente verso di me.
Frecciatina involontaria? Mmm... suppongo di sì...
Mi schiarii la voce e, per guadagnare tempo e qualcosa da
fare, mi versai dell'acqua nel bicchiere e iniziai a bere.
Eh sì, credo proprio che ce l'avesse con me...
"Beh a questo punto, la sottoscritta è
curiosa.."
affermò Kristen aprendosi in un sorriso enorme "Mi
piacerebbe
conoscerti più approfonditamente, visto che mi fido molto
del
giudizio di Rosalie. E magari, chissà... tra di noi potrebbe
nascere la stessa amicizia che è nata tra te e lei!" per
poco
non mi affogai. Tuttavia non riuscii a mascherare un paio di colpi di
tosse per via dell'acqua andata storta. Tutto il tavolo si
girò
preoccupato a guardarmi. Sorrisi imbarazzato.
"Avevo sete... devo aver bevuto troppo velocemente!" mi giustificai.
Kristen scosse la testa, apprensiva, mentre Bella si portò
la
mano davanti alla bocca per coprire un sorriso divertito. Ricambiai,
stando attento a non farmi beccare dalla mia consorte e per qualche
millesimo di secondo mi parve di sognare. C'ero solo io, in quello
stesso ristorante thailandese, e di fronte a me c'era lei, la mia
Bella. Mi guardava sorridendo, in maniera quasi innocente. Ma poteva
mai esserci dietro quell'innocenza altro ancora? Ovviamente
sì,
dato che la mia mente malata e pervertita immaginò ben
altro.
Per fortuna, ebbi la decenza di ricompormi e di tornare ad occuparmi
della questione appena trattata: Kristen voleva diventare amica di
Bella. Peggio di così non poteva andare.
"Magari scopriamo di avere gli stessi interessi in fatto di musica,
film, sport... ragazzi..." e sorrise su quest'ultima cosa, senza
neanche darci troppo peso. Ma per Bella non fu lo stesso. Si
girò per un istante verso di me, assottigliò lo
sguardo e
abbassò di nuovo la testa, per poi sorridere appena
"Sai, Kristen..." fece poco dopo "Credo proprio che tu abbia ragione!"
Eh?...
"Sono anche io molto curiosa di conoscerti... sapere cosa pensi,
iniziare a frequentarti... e magari perfino diventare la tua
più
intima consigliera!" e si fece quasi sadica nell'ultima parte. O forse
fu solo la mia impressione, dato che il mio povero cervello si era
bloccato nell'esatto istante in cui Bella aveva pronunciato le parole
dell'oblio
La tua più
intima consigliera... Ma cazzo... cazzo... cazzo...
Kristen, come una bambina emozionata, sbatté più
volte le
mani e sorrise raggiante. Avevo voglia di legarla alla sedia. Perfino
Jacob si era messo a ridacchiare. Gli lanciai un'occhiata omicida che
per fortuna non colse affatto. Poi mi girai verso Bella. Mi osservava,
curiosa, con una strana luce negli occhi. Sembrava soddisfatta di
qualcosa che aveva appena conquistato ed io, sul mio cuscino porpora,
di fianco alla mia ragazza urlante e in quel locale thailandese,
sorrisi, quasi soddisfatto quanto lei di qualcosa che in quel momento
ancora ignoravo completamente.
Ormai era assodato... Ero una povera pazza. Cosa diamine credevo di
fare? Credevo realmente che, diventando - o perlomeno cercando di
diventare - amica di Kristen avrei risolto la situazione scomoda nella
quale mi ero messa?
Di quale situazione stai parlando, Bella, non c'é nessuna
situazione. Sei tu che ti stai creando questi castelli immaginari che,
come sai, sono destinati a venir meno al primo soffio di vento... E qui
di vento ce n'è in abbondanza...
Ero totalmente concentrata sul mio tomkahkai,
che stavo mescolando incessantemente da dieci minuti buoni con il
cucchiaio, e prestavo pochissima attenzione alla conversazione che i
restanti membri del tavolo stavano intrattenendo. Alzare gli occhi ed
incontrare i suoi, così verdi e così
maledettamente
luminosi, mi faceva sempre un effetto strano. Era indescrivibile
ciò che provavo e più cercavo di dare una
spiegazione a
quella tempesta di sentimenti e più mi convincevo del fatto
che
non ce ne fosse neanche una.
E meno male che mi ero ripromessa di non pensarci più, di
non illudermi...
Era partita come una tranquilla serata tra amici. Jacob si era
presentato a casa mia, proponendomi una passeggiata a Port Angeles e,
con l'aiuto strategico di quella maledetta nana dai capelli corvini,
era riuscito a convincermi, a patto che, per una volta, avesse
accettato che pagassi io. Avendo dalla sua la fortuna che Emmet non
fosse in casa, si era mostrato fin troppo entusiasta del mio assenso e,
da vero gentiluomo - cosa alquanto strana da uno come lui
- aveva
aspettato pazientemente che mi cambiassi, intrattenendosi con Alice. Al
mio ritorno li avevo trovati a confabulare sottovoce, cosa che
cessò immediatamente, non appena entrai in salone.
L'occhiata
che Jake mi lanciò fu fin troppo elusiva. Mi percorse per
intera, dalla punta degli stivali viola di camoscio, per poi salire
alle gambe lasciate scoperte dalla gonna e al top grigio fino ai
capelli sciolti e tenuti in ordine da un cerchietto. Avvampai per
l'imbarazzo e fulminai all'istante Alice che, intuito il mio disagio,
era scoppiata a ridere.
Una volta a Port Angeles Jacob rinnegò subito la sua
promessa
offrendomi lo zucchero filato, e le mie lamentele valsero a poco. Ed
è stato lì che li avevamo incontrati: Edward e
Kristen,
lei sottobraccio a lui, una positivamente sorpresa, l'altro come
paralizzato. Vederli lì, insieme, in un'uscita ufficiale, al
di
fuori del contesto scolastico, fu una vera e propria doccia gelata. Era
come se mi avesse dato un'ulteriore conferma del fatto che stessero
assieme e che tutto quello che c'era stato non era altro che
un'illusione. Erano una coppia, lo sapevano tutti ormai, e per questo
io non avevo più possibilità ormai.
Spinta dall'euforia del momento, Kristen aveva proposto di
fermarci tutti insieme a mangiare qualcosa e Jacob, che ovviamente
ignorava tutta la situazione, aveva accettato cordialmente e con
entusiasmo. Edward non sembrava dello stesso avviso. Era preoccupato da
qualcosa, qualcosa che gli faceva tenere lo sguardo saldamente ancorato
a terra e la bocca chiusa. Perfino a tavola aveva detto sì e
no
due parole, escluse le sue ordinazioni. Si limitava ad ascoltare, se
pur con un'espressione assente e ad alzare lo sguardo su di me, fin
troppo spesso ormai.
Avevo contato ben trentacinque sguardi furtivi ed eravamo soltanto
all'inizio.
Ripensai alla conversazione avuta qualche istante prima con Kristen e
ai motivi che mi avevano spinto ad affermare quelle cose. Avevo
accettato la sua amicizia, assicurandole la mia intenzione e la
volontà di conoscerla meglio. Le avevo addirittura
detto
che volevo diventare la sua più intima consigliera,
probabilmente in un momento di mancata lucidità. Certo, non
potevo negare di essere lusingata dalle sue parole ma, se si fosse
trattato di un'altra persona, probabilmente mi sarei sentita meno
frenata nei confronti di Kristen. Era pur sempre il limite che mi
impediva di farmi avanti con Edward.
Alzai lo sguardo verso di lui e, ovviamente, incontrai i suoi occhi.
E siamo a trentasei...
Sorrisi inconsciamente e lui ricambiò. Mi sentii arrossire
ma
non ci feci caso, concentrandomi, per la prima volta dopo tanto tempo,
sulla conversazione che stavano portando avanti Kristen e Jake
"Davvero per arrivare a scuola dovevi prendere tre autobus e cambiare
due tram?" chiese sbalordito il ragazzo. Lei si concesse una risata
"Giuro.. il traffico a New York è perenne... per essere in
un
posto ad un'ora devi come minimo partire da casa due ore prima...
altrimenti stai sicuro che farai tardi!" affermò
"E pensare che in tutta la mia vita, io, per andare a scuola ho
soltanto usato le mie gambe!" osservò Jacob strabiliato
"Jake, tu non fai testo..." lo ripresi divertita, scuotendo la testa
"La scuola della riserva dista sì e no cinquanta metri da
casa
tua!" l'intero tavolo scoppiò a ridere, mentre Jake
si grattava la nuca imbarazzato. Tipico atteggiamento alla
Black.
Ricominciammo a parlare di New York, delle differenze di clima, stile
di vita e mondanità, riuscendo a coinvolgere perfino Edward.
Trentasette...
Tutte le volte che mi guardava, senza essere visto né da
Jake
né dalla sua ragazza, mi veniva da ridere. E lo stesso
effetto
sembrava avere su di lui questa cosa. Si vedeva chiaramente che tentava
di trattenersi a fatica, ma, nonostante questo, continuava a lanciarmi
quegli sguardi.. quegli stranissimi e piacevoli segnali privati.
Trentotto...
Per un momento solo immaginai che in quel locale sul lungomare di Port
Angeles ci fossimo solo io e lui a scambiarci quegli sguardi senza
essere interrotti, senza la paura di essere visti o capiti dagli altri.
Magari la gente vedendoci avrebbe potuto pensare che stessimo insieme.
E la cosa mi esaltava parecchio.
Trentanove...
"Non per fare il guastafeste ma... si è fatto tardi e devo
proprio andare. Mio padre ha bisogno di una mano per andare a dormire
perché da solo non ce la fa più, purtroppo!"
affermò Jacob osservando l'orologio. In effetti era
più
tardi di quanto pensassi e pertanto, ci dirigemmo verso la cassa.
Ovviamente, neanche a dirlo, Jacob pagò anche per me,
dividendo
il tutto con Edward. Stupidamente immaginai che la situazione si fosse
capovolta e che Jake si fosse prodigato a pagare il conto di Kristen
mentre Edward avesse pensato al mio. E quel pensiero sciocco e
infantile mi fece nuovamente sorridere.
Quaranta...
Usciti all'aria aperta, Edward, molto tranquillamente
esclamò:
"Jake se devi andare, vai... è inutile che scendi fino a
Forks
per accompagnare Bella a casa... ci posso pensare io!" colpo al cuore
"Ma no... sono solo pochi chilometri... non è un problema!"
spiegò l'altro
Zitto... cosa ne vuoi sapere dei chilometri che ci sono dalla riserva a
casa mia?...
"Sì ma io devo per forza passare davanti casa sua... sono di
passaggio!"
Ah sì?...
"Ma..." tentò di dire Jake
"Ovviamente se per Bella non è un problema..."
affermò
Edward galante offrendomi un sorriso. Io, incapace ormai di ragionare,
mi limitai ad annuire
"Allora siamo d'accordo... ti accompagno io!" e mi regalò un
sorriso incredibile, con tanto di occhiolino.
Dio mio... pagherei tutto l'oro colato del mondo per rivederlo ancora...
"Ok... grazie mille Edward... e Bells... mica ti offendi, vero?"
"Stai tranquillo Jake... salutami Billy piuttosto e digli che gli
voglio bene!" e gli sorrisi, forse con un pò troppo
trasporto.
Lui ricambiò e mi abbracciò, lasciandomi un bacio
sui
capelli, dopodiché si allontanò, diretto alla sua
Golf
rossa. Mi voltai verso il resto del gruppo e sospirai. Solo allora
avevo realizzato: Io + Edward + Kristen nella stessa macchina. La
giusta fine per una serata assurdamente imbarazzante.
Accompagnati
dalla voce troppo alta di Kristen, arrivammo alla Volvo argentata di
Edward. Mi sistemai nei sedili di dietro e rimasi in silenzio per tutto
il viaggio verso Forks. Edward, che guidava sicuro e concentrato, ogni
tanto distaccava lo sguardo dalla strada per incrociare i miei occhi
nello specchietto retrovisore.
Quarantuno...
quarantadue... quarantatré... quarantaquattro...
quarantacinque...
"Eccoci arrivati!" esclamò dopo una decina di minuti.
Sobbalzai
per lo spavento, tanto ero concentrata a fissare quel piccolo specchio
in attesa del suo prossimo sguardo. Mi girai, convinta che al nostro
fianco si fosse materializzata la mia casa bianca, a due piani, con la
Jeep di Emmet parcheggiata nel vialetto, ma non fu così. Era
una
villetta di color avorio, a due piani, grande il doppio rispetto alla
mia e con un vialetto curato e siepi alte e rigogliose. A completare
l'opera, una Bmw classe 5, nera e lucida, era parcheggiata davanti il
garage. Doveva appartenere a qualcuno di facoltoso, altrimenti non
sapevo spiegarmi tutto quel lusso.
"Ci sentiamo domani? É domenica e mi piacerebbe andare da
qualche parte... con te!" disse Kristen, incurante del fatto che io
fossi presente con loro in quella macchina
"No, domani non posso... mio padre vuole sistemare il garage e io e
Jasper vogliamo dargli una mano... temo ci vorrà
tutta la
giornata!" rispose Edward risoluto. Mi sentii quasi sollevata, non so
per quale preciso motivo.
"Oh..." la ragazza fu visibilmente delusa e non si fece problemi a
darlo a vedere "D'accordo... allora... ci vediamo lunedì.. a
scuola?" tentò
"Certo.. ci vediamo a scuola!" confermò Edward, accennando
un
sorriso. Lei, leggermente sollevata si sporse per baciarlo ed io
automaticamente girai la testa verso il finestrino, incapace di
sopportare una visione di quel tipo. Preferivo di gran lunga
concentrarmi su quella casa così lussuosa da sembrare
irreale.
"Ciao, Bella... ci vediamo lunedì!" mi salutò,
ritornata
magicamente allegra. Le sorrisi, cercando di essere spontanea il
più possibile
"A lunedì, Kristen!" e chiuse lo sportello. Edward attese
che fosse entrata a casa per ripartire.
"Dove la devo portare?" mi chiese sorridendomi dallo specchietto. Era
un sorriso bellissimo, lo stesso che mi aveva rivolto al ristorante.
Avvampai
"A casa... suppongo!" scherzai. Lui ridacchiò aumentando la
marcia
"Hai il coprifuoco, per caso?... Limiti di orario?..." mi chiese
tornando a guardarmi. Spalancai appena gli occhi. Dove voleva arrivare
con quella domanda?
"Io..." guardai l'orologio. Erano le undici e mezza da poco passate e
probabilmente mio padre era già a casa a sbraitare come un
posseduto per il fatto che non fossi ancora tornata. Probabilmente
Alice e Emmet stavano cercando di calmarlo e soprattutto di... "pararmi
il fondo schiena". Non potevo di certo approfittare troppo della sua
pazienza e della loro disponibilità.
Rifletti, Bella...
quando ti ricapiterà di passare un pò di tempo
con lui?...
"No!" affermai convinta "Non ho nessun coprifuoco!"
"Bene... allora non ti dispiacerà se prima di accompagnarti
a
casa, facciamo una piccola deviazione!" fece lui ancora sorridente
"Assolutamente..." confermai con il cuore a tremila. Avevo capito bene,
allora. Voleva portarmi in un posto. Da soli. Io e lui. Era per questo
che aveva lasciato prima Kristen a casa, altrimenti sarebbe stato
difficile. La Volvo prese gradualmente velocità e si
allontanò di nuovo dalla città illuminata per
imboccare
un tratto di strada a scorrimento veloce privo di illuminazione e
segnaletica. Probabilmente in altre condizioni non ci avrei messo molto
a riconoscerlo. Ma in quel momento, emozionata come una bambina al suo
primo giorno di scuola, non riuscivo a pensare razionalmente. Mi
agitavo sul sedile, mi mordevo la guancia, giocherellavo con le mani.
Tutto, pur di ingannare l'attesa frustrante. Dopo pochi minuti la
strada si fece dissestata e sentivo il rumore della boscaglia che
sbatteva sulla carrozzeria. Aguzzai lo sguardo, per capire dove
fossimo, ma era troppo buio e neanche alla luce dei fari distinguevo
niente.
"Ma dove..." tentai stranita
"Ci tenevo che tu vedessi un posto... la strada per arrivarci
è
un pò brutta, e ovviamente non
è illuminato...
però è molto tranquillo! Ti fidi?" mi chiese,
guardandomi
dallo specchietto. Lo osservai curiosa. Ma non ci fu neanche bisogno di
pensare.
"Sì... mi fido!" esclamai tranquilla, ottenendo un altro dei
suoi sorrisi. Mi fidai ciecamente di lui e rimasi in trepidante attesa.
Finché non ci fermammo. Lasciò acceso il motore e
accese
i fari abbaglianti per poter illuminare meglio il luogo.
"Aspetta..." mi disse per poi scendere dall'auto e sparire
nell'oscurità. Il cuore iniziò a battere come
impazzito.
Iniziavo ad avere una strana paura, lì, in quel posto che
non
riconoscevo, al buio. Ma fu solo per pochi secondi, fino a che lo
sportello di dietro non si aprì e il bellissimo viso di
Edward
non apparve nell'oscurità
"Vieni..." mi tese la mano e con un sorriso mi convinse ad uscire.
Gliela strinsi forte, ricordandomi solo allora quanta paura avessi del
buio. Sperai che non percepisse nulla anche perché, mi
rendevo
conto che, alla mia età, avere paura del buio era davvero
infantile.
"D-dove... siamo?" squittii terrorizzata, stringendo la sua mano forse
troppo forte
"Adesso vedrai..." mi disse "Bella?" mi chiamò
"Mmh.."
"Tutto bene?" si avvicinò di un passo e, nonostante
l'oscurità, riuscii a vederlo così vicino
"Non tanto..." ammisi
"Stai male?... Vuoi... vuoi che... ti riaccompagni a casa?" mi chiese
preoccupato. Troppo preoccupato. Quasi spaventato. Feci due respiri
profondi per calmarmi
"No, no... non è quello... io..." chiusi gli occhi
stringendoli
forte e li riaprii sperando di trovare una bella lampada luminosa ad
attendermi.
Non è niente,
Bella... niente!.. Fa solo finta di avere gli occhi ancora chiusi...
"Il buio... il buio mi fa..."
"Paura!" completò lui la frase per me, come illuminato "Hai
paura del buio?" chiese conferma. Io annuii, sperando che si accorgesse
del movimento. Sospirò frustrato
"Mi dispiace... non pensavo che..." tentò imbarazzato
"No, non fa niente. Non è così grave!" cercai di
tranquillizzarlo. Che buffo. Io avevo paura e nel frattempo
tranquillizzavo lui.
"Io sono qui, Bella. Sono qui accanto a te. Non me ne vado. Puoi
fidarti!" mi sussurrò avvicinandosi ancora. Era impossibile,
in
quella circostanza pensare ancora alla paura. Pensare razionalmente a
quello che dovevo dire o fare, con lui a pochi millimetri di distanza.
Sentivo il profumo, così maschile e forte e allo stesso
tempo
vellutato. Era la prima volta che lo sentivo e già lo
adoravo.
Mi concentrai sul suo viso, sui suoi occhi verdi e sulle sue labbra
perfette. Era troppo bello per essere reale
"Mi fido... di te!" sussurrai in risposta. Accennò un
sorriso,
in un'espressione profonda e si incamminò, senza mai
distanziarsi molto da me, camminando quasi al mio fianco e stringendomi
forte la mano. Ci fermammo davanti l'auto, nella scia illuminata dai
fari lunghi, uno di fronte l'altro. Era irreale come situazione. Mi
sentivo come in una bolla, come in un mondo ovattato. Niente e nessuno
in quel momento avrebbe potuto interferire con la nostra
realtà,
neanche mio padre che sbraitava chissà dove o i miei
fratelli in
pena per me. C'eravamo solo io e lui. In un mondo in cui, lui non aveva
la ragazza, ed io non avevo fatto promesse sulla questione "abbandonare
l'obbiettivo Edward Cullen".
Ci sedemmo sull'erba, con le gambe, incrociate, che si sfioravano,
ancora uniti da quel contatto. Lui abbassò lo sguardo,
afferrando anche l'altra mano con la sua e le strinse forte.
"Sai... molti dicono che il posto giusto crei le condizioni adatte
perché una cosa abbia buon fine! Ed io ci credo!" mi disse
tornando a guardarmi e a sorridermi "Un paio di giorni fa, tornando da
Port Angeles, ho trovato casualmente questo posto, e subito ho pensato
a te!"
"A me?" chiesi in un sussurro. Alzando la voce mi sembrava di profanare
il momento
"Sì... tutto quanto, in questo paesaggio mi ricordava te,
Bella.
I fiori, gli alberi, l'erba morbida, i profumi intensi e armoniosi che
si mescolano tra loro. Questo posto è lo specchio di te
stessa... e mi è piaciuto all'istante!" lanciò
uno
sguardo in giro. Io provai a fare altrettanto, ma con scarso risultato.
"Non vedo nulla..." dissi imbarazzata. Sorrise tenero
"Non è un problema... lì dove gli occhi non
arrivano, ci
pensa l'immaginazione!" mi rassicurò con tono caldo
"E pensi che io ne sia capace?" chiesi incerta
"Di cosa?"
"Di immaginare un posto cosi bello... Non so... Ecco, non so se ne sono
in grado!"
"Stai tranquilla non é cosi difficile." mi
incoraggiò
tenero "Chiudi gli occhi!" io obbedii all'istante rimanendo in attesa.
Sentivo la brezza serale pungermi il viso ma non mi importava. Tutto il
calore che mi serviva era concentrato nelle mie mani, strette e
accarezzate dalle sue.
"Adesso immagina, Bella. Attorno a noi ci sono tanti alberi... Dei
bellissimi e altissimi sempreverdi che formano un cerchio perfetto,
completamente naturale. Sotto di noi é pieno di fiori
colorati... Con la luce del sole formano quasi un arcobaleno e i giochi
che i raggi creano sono spettacolari. E... Li senti i profumi, Bella?
Come li trovi?"
"Sono delicati... Si sente l'odore della resina e dei tronchi! E sembra
quasi di poter distinguere ogni fiore dal suo profumo...
É...
É bellissimo!" e lo pensavo davvero. Avevo quasi la
sensazione
che quel luogo, quella piccola radura nascosta chissà dove
nella
foresta, la conoscessi da sempre. Come se facesse parte del mio passato
oppure fosse apparsa in qualche mio sogno ricorrente. Tutto quanto
apparteneva ad un ricordo, forse solo allora portato alla luce. Aprii
gli occhi, senza che Edward mi dicesse nulla e subito trovai i suoi. Mi
scrutavano attenti e anche leggermente preoccupati.
"Come ti senti, Bella? Hai ancora paura?" mi chiese senza mai perdere
il contatto con me
"No.. La paura é passata..." ammisi sincera. In effetti per
tutto quel tempo in cui avevo tenuto gli occhi chiusi mi ero perfino
dimenticata della mia fobia. Per me c'era solo la radura incantevole e
il ragazzo dagli occhi verdi che mi stringeva le mani. Poi sentii un
bisogno improvviso. Dovevo sapere con urgenza una cosa e soltanto lui
poteva dirmela
"Edward... Posso... Posso chiederti una cosa?"
"Certo!"
"Hai... Portato qualcun altro qui... In questo posto, prima d'ora?" e
rimasi in trepidante attesa. Mai come in quel momento avvertivo che il
tempo si fosse fermato. Non esistevano più né
secondi,
né minuti, né ore. Niente. Eravamo ancora in
quella bolla
sigillata.
"No.. Tu sei la prima!" rispose senza indugio "E l'unica!" e con quella
parola fu come se mi si fosse aperto il cuore. Mi sentivo leggera e
allo stesso tempo piena come mai prima di allora. Aveva appena
confermato ciò che speravo ardentemente. Quel posto
magnifico
era solo nostro. Mio e suo e nessun altro poteva conoscerlo. Sorrisi
emozionata. Avrei voluto abbracciarlo per sentirlo ancora
più
vicino, ma avevo paura che così facendo, un gesto
così
intimo avrebbe ottenuto l'effetto contrario, allontanandolo.
In
fondo nella sua vita c'era pur sempre Kristen. Era lei, che il mondo
considerava la sua ragazza. E questo non avrei mai smesso di
ripetermelo.
"Bella..." mi chiamò per poi fermarsi incerto. Volevo che
continuasse. Lo volevo con tutto il cuore perché sapevo che
stava per dirmi qualcosa di importante. Lo sentivo.
"Edward ti prego... va avanti!" lo incitai allora. Prese un respiro
profondo e continuò
"Ecco io... ho fatto tanti sbagli in questo periodo, me ne rendo
conto... ma, quello più grande l'ho fatto con te!" fu come
se il
cuore si autodistruggesse nel petto. Avvertii una morsa terribile e mi
mancò il respiro per parecchi secondi. Stava per dirmi
definitivamente che stare con me sarebbe stato un errore e me lo stava
dicendo nel peggiore dei modi: dopo l'ennesima illusione. Stanca e
frustrata, allora, decisi di anticiparlo
"So già quello che vuoi dirmi... quindi, per quanto mi
riguarda puoi anche risparmiare le parole!" sbottai acidamente.
"C-come?" fece lui sorpreso. Ce l'aveva fatta, di nuovo. Mi aveva
giocato l'ennesimo tiro sporco ed io ci ero cascata con tutte le scarpe.
Complimenti Bella, davvero complimenti...
"E pensare che questa volta ci avevo perfino creduto. Mi ero illusa
che... che... fosse diverso. Che tu, fossi diverso, Edward!" esclamai
irritata e delusa
"Ma... di cosa stai...?"
"Ma logicamente, come poteva andare a finire una storia
così?
Cosa mi aspettavo?" e con un gesto secco ritirai le mani dalle sue e mi
alzai in piedi. Mi diressi veloce verso la macchina, ignorando la sua
presenza accanto a me
"Bella?... Bella, ma dove stai andando?"
"Non lo vedi? Me ne vado via.. vado dove sarei dovuta andare circa
mezz'ora fa... a casa!" e tentai di aprire lo sportello, ma lui me lo
impedì bloccandolo con la mano
"Ma perché?" mi chiese confuso al massimo
"Perché sì, Edward!" gridai infastidita girandomi
a
guardarlo. Pessima mossa. Incontrare i suoi occhi era la peggiore
punizione mai inflitta "Dovevo immaginarlo... dovevo capirlo subito che
tanto sarebbe andata a finire così!"
"Così, come, Bella?" domandò alzando appena la
voce.
Evidentemente il mio atteggiamento oltre che scioccarlo lo stava
innervosendo "Mi vuoi spiegare cosa stai dicendo!?"
"No, tu devi farlo Edward..." sbottai "Sei tu quello che si sta
comportando in maniera ambigua! Cosa credevi di fare con questa storia
della radura, eh?" ed indicai la zona con un gesto ampio "Prendermi
nuovamente per il culo? Bene, sarai contento di sapere che ci sei
riuscito! Per l'ennesima volta!" e alzai ancora la voce, soprattutto
nell'ultima parte
"Bella.. credo che tu abbia frainteso qualcosa!" disse stranito
"Ovvio che l'ho fatto! Ho frainteso tutto... come una cretina!"
esclamai quasi in lacrime. Ammetterlo ad alta voce era ancora
più frustrante che pensarlo soltanto.
"D'accordo, adesso però ascoltami, ti prego!" mi fece calmo,
afferrandomi per le spalle
"Lasciami!" gridai, aprendo definitivamente il rubinetto delle lacrime.
E pensare che non se le meritava neppure.
"Bella, Santo Cielo... vuoi darmi retta per due minuti! Soltanto
due..." mi implorò sconsolato "Ascolta cosa ho da dirti
almeno... dopo potrai mandarmi al diavolo, prendermi a schiaffi o
quello che vorrai... ma per favore adesso ascoltami!" e mi
guardò con occhi supplichevoli. Era difficile essere
coerente in
sua presenza. Molto difficile mantenere la parola data. Scrutai i suoi
occhi, quasi in cerca di una risposta. Dopodiché annuii
incapace
di aprire bocca. Sospirò sollevato e iniziò a
parlare
"Se mi avessi lasciato finire la frase prima, forse a quest'ora non
sarei costretto a tenerti bloccata alla macchina!" e mi
fissò
intenso "Se mi avessi lasciato finire a quest'ora sapresti la
verità e il perché ti ho detto di aver fatto un
errore
con te..." alleggerì appena la stretta sulle mie braccia per
poi
continuare "Lo sbaglio che ho fatto non è stato quello di
incontrarti, o peggio di avvicinarmi a te... piuttosto mi rendo conto
di aver sbagliato nel cercare di fare il contrario, Bella... nel
cercare di allontanarti!" mi bloccai incredula. Sgranai appena gli
occhi, e rielaborai, per qualche secondo, le parole che mi aveva appena
detto.
"Allontanando te, ho praticamente sotterrato la mia
volontà.. i
miei... sentimenti!" sussurrò l'ultima parte della frase, ma
la
udii perfettamente. E nonostante questo non riuscivo a crederci.
"Ti ricordi quando, alla fiera, ti ho detto quelle cose che dopo poco
mi sono rimangiato senza una ragione precisa?" mi domandò.
Eccome se lo ricordavo. Era partito tutto da lì in fondo.
Era
stata quella mattina a segnare il mio successivo malumore dei giorni a
seguire. Annuii
"Il motivo te lo do ora, Bella... avevo paura!"
"Paura?" feci io allibita
"Sì! Paura, Bella... paura di qualcosa che non mi era mai
successo prima e dei sentimenti che mi ero reso conto di provare per
te!" lasciò definitivamente la presa sulle mie spalle e
continuò a parlare, a testa bassa "Sono stato un vigliacco
nel
cercare di allontanarti e solo ora mi rendo conto di due cose: uno, ho
fatto del male ad entrambi e due... ora come ora, starti lontano, non
riesco più a sopportarlo!"
Sto sognando, non
c'è altra spiegazione...
Rialzò gli occhi su di me e sorrise appena, divertito
probabilmente dalla mia espressione sorpresa e imbarazzata
"Beh... adesso direi che è il tuo turno!" mi disse
"Il mio... turno...?" avvampai all'istante, convinta del fatto che
aspettasse una mia dichiarazione
"Sì, te l'ho detto prima, no? Dopo aver finito di parlare tu
avresti scelto se mandarmi al diavolo o picchiarmi.. e bene, io ho
terminato!" e sorrise di nuovo.
"Edward...
tu... davvero pensi tutte le cose che mi hai appena detto?" domandai in
un soffio, dato che di voce me ne era rimasta ben poca
"Tutto,
Bella.. ogni singola parola!" confermò tornando serio. Lo
guardai, per
capire fino a che punto potessi fidarmi di ciò che mi aveva
confessato.
E mi accorsi fin da subito che era serio. Diceva la verità e
lo potevo
percepire dai suoi occhi che, di certo non avrebbero mai potuto mentire
in quel modo. Le lacrime uscirono nuovamente, quella volta
però in
maniera diversa, quasi per dimostrare quanto fossi sollevata
"Io pensavo che..." iniziai
"Non
fa niente. É passato... adesso quello che conta è
il tuo pensiero. Ti
prego, Bella, dimmi a cosa stai pensando..." mi esortò
avvicinandosi.
Ero ancora incollata allo sportello della Volvo e lui, con quell'ultimo
gesto si era quasi appoggiato a me. E la cosa non mi dispiaceva affatto
"Io
non ci credo quasi, Edward... è tutto così...
irreale e inaspettato!"
confessai "Però... ho sperato tanto... tantissimo... forse
troppo...
che tu mi dicessi queste cose!" e sorrisi imbarazzata. Lui
ricambiò,
entusiasta e sollevato. Mi accarezzò la guancia con la mano
e, con
delicatezza, mi portò una ciocca di capelli dietro
l'orecchio. Senza
aspettare altro, stremata da tutte quelle emozioni e impaziente di
ottenere la prova concreta e definitiva, lo attirai a me con entrambe
le mani e lo baciai. Aveva le labbra caldissime, nonostante il gelo
pungente dell'aria esterna o forse, ero io a vederle in quel modo.
Avevano un buonissimo sapore che, assieme al suo profumo che mi
circondava ormai, aveva creato la dose perfetta per me. Ero
praticamente drogata di lui. Quando ci separammo, entrambi a fatica, mi
resi conto della cavolata fatta
"Scusa, Edward, io... non so cosa mi sia preso!" cercai di
giustificarmi imbarazzata
"Scusa?
Scusa per cosa, Bella?" mi chiese tenero, accarezzandomi il profilo del
mento "Scusa per questo?" mi chiese per poi avvicinarsi di nuovo e
baciarmi, questa volta solo sfiorando le mie labbra con le sue, pur
sempre in un contatto da far tremare le gambe
"Sì... cioè...no" ero
nel panico totale "Kristen... lei... non..." non so con quale
lucidità
riuscii a formulare un pensiero su di lei, che però
svanì all'istante
grazie all'intervento tempestivo di Edward e delle sue labbra
"Shhh...
stasera non c'è nessuna Kristen... ci siamo solo io e te..."
e tornò a
baciarmi, intensificando di gran lunga la sua tesi.
Abbigliamento
Jacob
Abbigliamento
Edward
Abbigliamento
Kristen
Abbigliamento
Bella
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Capitolo 30 *** "Quasi..." ***
Buon
pomeriggio a
tutti... siete sorpresi, eh? Ormai non ci speravate più? Lo
so, non aggiorno da secoli ormai ma... ve l'ho detto, non dipende da me
e soprattutto in questi giorni sono totalmente circondata da tutti i
fronti. Sono arrivata perfino a servirmi del cellulare per continuare
il capitolo e poi inviarlo sul pc... che poi non si dica che io mi
dimentichi o che non ci tenga a voi... Allora, prima di lasciarvi al
cap ci terrei a specificare un pò di cose:
1.
Come avete visto, e come ho ripetuto spesso per colpa del scuola non
aggiornerò quando vorrò, purtroppo quando
potrò... ergo non so dirvi con certezza quando
apparirà il 31esimo capitolo... potrebbe trattarsi di
domandi o dopodomani o addirittura potrebbe parlarsene a Maggio. Quello
che è sicuro è che ce la metterò tutta
e pertanto cercate di venirmi incontro... e capite che è
tutta colpa degli esami
2.
Ho notate che alcuni di voi si sono, come dire, chiesti come mai non
aggiornassi più, alcuni hanno addirittura pensato che non
volessi terminare la storia o che peggio ancora vi avessi lasciati
senza avvertire, bene, a tutti quelli che l'hanno pensato, anche solo
per un istante, dico... LEVATEVELO DALLA TESTA!!!! io sono qui e ci
resto, dovessero volerci 20 anni per terminare tutto (ahahaha,
sarò la vostra persecuzione!)... inoltre a coloro che mi
hanno detto di aver pensato di togliere la mia storia dai
preferiti/seguiti perché non aggiornavo più dico
tranquillamente di farlo, se ne hanno voglia... io non desidero
pregarli nè tanto meno posso farmi in 4 più di
quanto faccia già per aggiornare ad un ritmo regolare. X
farlo, capitemi bene, dovrei trascurare la scuola e nn credo mi
convenga. Io sarei immensamente felice se rimaneste tutti con me, come
sempre a sostenermi e riempirmi il cuore ma la scelta dipende da voi e
da quanto la storia vi piaccia sul serio. Se ne vale la pena, cosa
sarà mai aspettare un pò di più per
avere la soddisfazione di leggere un capitolo? ^^ Inoltre, vi dico, per
esperienza personale, che ho trovato tanti di quegli autori che
aggiornavano davvero una tantum, ma posso dirvi che ogni volta che lo
facevano, mi ricompensavano dell'attesa ^^...
Bene,
passiamo alle cose che ci interessano di più... come
si intravede dalla prima immagine qui sotto (e se non la vedete,
scendete un pò con il cursore ^^) c'è Jasper
(Yuppie!) e ovviamente la testolina bionda porta con sè
immancabilmente anche la sua alter ego (hi hi hi) ergo, non
c'è bisogno che io vi dica chi sia l'altro personaggio del
capitolo. Ho optato per una diversa tecnica di narrazione,
più frammentata ma ugualmente ben organizzata (almeno credo)
specificando, della stessa giornata, i particolari momenti. Spero
apprezzerete...
Ho
notato le vostre facce estasiate alla lettura del bacio tra Ed/Bella
e le altrettante asce insanguinate aizzate contro Edward... ehehehm
care mie, il ragazzo è degno fratello di Jasper... non credo
sia così facile come dite, ovvero lasciare Kristen e via...
altrimenti che storia ingarbugliata sarebbe? (per favore se sento
ancora che Kristen deve fidanzarsi con Jacob credo mi verrà
un colpo al cuore... -me vomita i crostini da poco mangiati!-)... ok,
detto questo... mmm... suppongo di non dimenticare nulla... mi scuso se
non riesco neanche oggi a risp alle recensioni ma c'è
filosofia che mi aspetta (e che palle!) vi amo con tutto il cuore e...
fatemi trovare tante recensioni che quelle motivano alla grande... ciao
amori miei XD
P.s.
A fine capitolo i soliti link con l'abbigliamento
N.b.
Sono alla ricerca disperata di una foto decente di Jasper (alias
Jackson) ma... nessuna mi convince e quella vecchia mi ha stancato...
c'è qualche anima pia che vuole aiutarmi???? ;)
N.b2... Oggi scoprite il profumo di un altro protagonista... buona
ricerca in profumeria ;)
10 Dicembre. Ore 8.20 A.M.
Mancavano circa 12
giorni alle ferie natalizie e già si respirava nell'aria la
tipica atmosfera pre-festività. Negozi decorati, cumuli di
persone che invadevano le strade per lo shopping, canzoni in tema
natalizio che si diffondevano nelle vie trafficate e soprattutto,
dulcis in
fundo... la neve. Ma che bella! Quanta ne avevo vista in tutta la mia
vita passata a New York? Zero! Mmm... ecco spiegato perché
la
odiassi così tanto. Era fredda, fastidiosa, fredda,
insistente,
fredda e soprattutto abbondante. Neanche al polo Nord si sarebbero
aspettati nevicate così. E nemmeno io.
Ero di pessimo umore in quell'ultimo periodo. Scattavo ad ogni minima
esclamazione ormai, sia se mia madre mi chiedeva semplicemente di
passarle il pane a tavola, sia che, a scuola, i professori indugiavano
troppo su di me con il loro sguardo. Mi infervoravo davvero con niente
e Rosalie aveva perfino smesso di chiedermi cosa non andasse dato che,
ad ogni sua domanda, partiva immediata la mia risposta seccata e
particolarmente acida. Il motivo di questo stato d'animo? Eccolo... ce
l'avevo davanti agli occhi in quel momento. Era lei, anzi... era lei
insieme a lui... lui... insomma, loro due! Mi faceva tremare
letteralmente di
rabbia vederli insieme, come se niente fosse a ridere complici e
divertiti, probabilmente perfino divertiti dal sottoscritto, seduti su
quel muretto. Li fissavo poggiato alla mia macchina, in attesa della
prima campanella. Fissavo lei, nei suoi pantaloni neri, stretti,
infilati negli stivali bianchi di pelliccia. Con quel cappotto
imbottito bianco candido... come la neve... come il suo volto... come
lei. Era così piccina che non toccava neppure con i piedi a
terra e ogni tanto li muoveva, proprio come fanno i bambini quando
vogliono divertirsi. Sorrisi divertito da quel pensiero. Ma fu solo un
attimo. L'istante successivo ero già di nuovo nel mio brodo
a
friggere, per colpa di quell'indiano maledetto che da più di
tre
settimane le girava intorno. La accompagnava a scuola, si faceva
trovare all'uscita e li avevo perfino beccati un paio di volte in
paese, a camminare assieme. E tutte le volte mi ero sentito nello
stesso modo: letteralmente logorato. Come in quel momento. Avrei dato
di tutto, perfino la cosa che avevo di più cara al mondo per
essere al posto di quello lì. Per essere seduto su quel
muretto
a parlare con lei, a farla sorridere in quel modo e osservarla muoversi
in maniera quasi armonica. L'avrei perfino potuta prendere in giro per
via dei suoi piedi penzoloni. Lei mi avrebbe senza dubbio messo il
muso, ma io avrei saputo come farglielo passare. E poi da
lì,
giù a ridere e a scherzare come sempre.
Tutto questo fa parte
dei sogni, Jasper... gli stessi che ti stai
costruendo tu da qualche settimana a questa parte...
"E poi dici che il vigliacco sarei io!" una voce alla mia destra mi
fece sobbalzare. Mi girai di scatto per trovarmi il sorriso divertito
di mio fratello
"Come, prego?" chiesi seccato
"No... mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ancora avresti fatto
passare prima di farti avanti con lei!" mi spiegò
avvicinandosi.
Assottigliai lo sguardo. Quanto sapeva già quella mezza
carota?
"Ma di chi diamine stai parlando?"
"Della sorella più piccola dell'attuale ragazzo di Rosalie!"
esclamò sempre più divertito. Ci spesi un mezzo
secondo
più del dovuto per comprendere il senso della frase. Poi
esclamai inviperito
"Rosalie ed Emmet non stanno insieme!" Edward scoppiò a
ridere di gusto
"Questo è quello che pensi tu, Jazz!" mi disse. Sospirai
profondamente. Cercai di mandare giù il boccone amaro ed
evitare
di rispondergli male per l'ennesima volta nel corso della giornata e
continuai
"Comunque sia... io non devo farmi avanti con nessuno...
benché meno con quella lì!"
"Ne sei sicuro, Jazz? Perché da come la guardavi sembrava
che
fossi lì lì per avvicinarti... Era quasi
questione di
secondi!"
Infatti se tu non mi
avessi disturbato probabilmente l'avrei fatto...
"Ma cosa ti inventi? Devi essere fuori di testa, fratello!" sbottai
cercando di assumere il tono più distaccato che potevo "E
poi io non
sono affatto il tipo che perde il suo tempo con una come lei... Alice
Swan non é alla mia altezza e con questo possiamo anche
troncare
la discussione!" esclamai voltandomi verso il parcheggio. In
quell'istante sentii distintamente il cuore fermarsi per poi ripartire
come impazzito: Alice era lì, proprio di fianco a noi, ed
aveva
sentito tutto. Aprii la bocca per dire qualcosa, giustificarmi o
perlomeno negare completamente ciò che avevo appena detto,
ma
non ne ebbi modo. Mi lanciò uno sguardo vuoto. Non ferito,
infastidito o sollevato... Semplicemente vuoto, e si
allontanò,
entrando a scuola. Mi ci vollero parecchi secondi per rendermi conto di
cosa fosse successo ed altrettanti per riprendere a respirare
autonomamente. Avevo appena buttato nella merda l'unica
possibilità che avevo con lei. L'unica occasione per provare
ad
avvicinarmi era andata persa e tutto per colpa...
"Sei contento?" sibilai furioso. Edward mi guardò incuriosito
"Di cosa, scusa?"
"Sei un cretino, Edward... Ed io lo sono ancora di più per
averti dato retta!" e detto questo mi unii alla massa informe di
ragazzi che si dirigeva all'interno dell'istituto.
10 Dicembre. Ore 8.55 A.M.
Io non sono affatto il
tipo che perde tempo con una come lei...
Si può essere delusi e allo stesso tempo soddisfatti?
Può
una persona ottenere la soddisfazione di poter dire "Io l'avevo detto!"
e allo stesso tempo sentirsi a pezzi, distrutta, come se un camion
avesse sostato per sbaglio sulla schiena. Si può?
Alice Swan non
è alla mia altezza...
Evidentemente sì.
Mi accasciai sul banco, nascondendomi interamente dietro la chioma
ondulata di Marisa Clark. Quelle due semplici frasi erano riuscite a
svuotarmi completamente. Una piccola conversazione, sentita per
sbaglio, era riuscita ad annientarmi e a mandare a rotoli una mattinata
iniziata da sole due ore. E pensare che ci sarebbe stata l'intera
mattinata ancora da affrontare, e se stavo così
già dalla
prima lezione, non osavo immaginare in che condizioni sarei arrivata a
fine giornata.
Lui non mi vuole... per
lui non sono abbastanza.. non perderebbe mai
del tempo con me... non sono alla sua altezza...
Per un momento, ingenuamente, pensai quasi che quel "non essere alla
sua altezza" fosse riferito all'effettiva altezza fisica. In quel caso,
non mi sarei opposta e avrei dato per scontato che avesse pienamente
ragione. Però, la mia coscienza, proprio perché
mi voleva
un mondo di bene, mi aveva fatto notare che era da stupidi immaturi
credere una cosa del genere e, pertanto, quelle parole mi si erano
rivoltate doppiamente contro. La prima volta quando le avevo sentite.
La seconda quando, dopo essermi fatta passare l'illusione, mi ero resa
conto di quanto fossero vere. Lui, Jasper Cullen, il bellissimo Jasper
Cullen, l'angelo biondo dagli occhi quasi trasparenti ed il sorriso che
incantava, non poteva di certo andare dietro a... me. Una semplicissima
ragazza dello stato di Washington, la cui unica
particolarità
era la sfrenata mania per lo shopping. Non poteva. E difatti, lo aveva
confermato.
Nel modo peggiore che si
potesse immaginare...
Dovevo avvertire Dave. Il nostro piano non aveva più motivo
di
esistere. Dovevo ringraziarlo di vero cuore, sia per la pazienza che
aveva dimostrato, ascoltando tutte le cose che avevo da raccontargli su
Jasper, sia soprattutto per la disponibilità che aveva avuto
con
me, venendo a prendermi a scuola, passando le serate in mia compagnia.
Tutto per
dimostrare al mondo, anche al di fuori del contesto scolastico, che io
e lui formavamo una coppia. Ed io lo avevo fatto per lui, solo e
soltanto per quell'angelo biondo che non mi credeva... all'altezza. E
come dargli torto.
Mi resi conto solo allora che avevo iniziato a piangere,
silenziosamente, accasciata al mio banco e con la testa poggiata alle
braccia conserte. Sentivo il vuoto che aleggiava in me e fuori di me,
benché in quella classe ci fossero una ventina di ragazzi.
Mi
sentivo sola perché non era loro che avrei voluto al mio
fianco.
Non erano loro che dovevano esserci per farmi sentire speciale e...
all'altezza. No. L'unico che avrebbe potuto farlo, si trovava a lezione
di inglese in quel momento, con Bella e Rosalie, a poche classi di
distanza. Ma c'era un piccolissimo problema. Lui non voleva. Lui non
voleva me.
10
Dicembre. Ore 13.07 P.M.
Al suono della campanella che decretava l'inizio della pausa pranzo,
schizzai via dalla classe come una furia, ignorando i richiami di mia
sorella. Feci un paio di slalom tra i ragazzi che inondavano i
corridoi, quasi correndo. Urtai contro qualcosa di duro, che mi
procurò un dolore indescrivibile, ma non me ne curai.
Strinsi i
denti e proseguii. Un pò di dolore fisico non ha mai ucciso
nessuno. Dopo una piccola interruzione a causa di un lungo carrello di
apparecchi tecnici che mi bloccò il passaggio, arrivai alla
mia
meta: la mensa. Nonostante la campana fosse suonata da poco
più
di cinque minuti, la sala era ghermita di studenti, già in
fila
per ordinare. Mi fermai all'ingresso, da una parte, per non ostacolare
il passaggio, e, cercando di riprendere fiato, scrutai la sala in lungo
e in largo. Guardai verso i tavoli più esterni, quelli
centrali
e laterali. Quelli vicino alla vetrata, quelli circolari sul davanti.
Niente. Poi scrutai la fila. Uno per uno i ragazzi che avanzavano con i
loro vassoi. Chiacchieravano, sceglievano, chiedevano alla signora
della mensa cosa mai ci fosse di buono quel giorno. Niente neanche
lì. Sospirai afflitto e mi diressi verso il solito tavolo
sul
fondo, ignorando la fila e le cibarie. Mi sedetti, sfinito per la corsa
e ancora dolorante alla spalla per la botta presa. Mi massaggiai la
parte e continuai a scrutare la zona, prestando particolarmente
attenzione all'ingresso. Se non era già in sala, doveva
ancora
arrivare e, per farlo, doveva passare da lì.
Necessariamente.
Rosalie fece il suo ingresso in mensa, seguita a breve distanza da
Emmet. Afferrai il bordo del tavolo per il nervosismo che cresceva, ma
allentai immediatamente la presa non appena vidi Bella varcare la
soglia. Trattenni il respiro, raddrizzandomi sulla sedia e stringendo
appena gli occhi per guardare meglio. Edward raggiunse il gruppetto
formato, in fila, ed iniziò tranquillamente a chiacchierare
con
Bella, mentre Emmet e Rosalie - fin troppo vicini per i miei gusti e la
mia pazienza - confabulavano indicando divertiti il banco dei
surgelati. Possibile che tardasse tanto? Possibile che non fosse in
compagnia di sua sorella? Se non ricordavo male, aveva lezione di
matematica con Edward quel giorno... e allora perché, mio
fratello era già lì, tranquillamente in fila e
lei non
c'era? Che fosse stata trattenuta dal professore? Che avesse trovato
qualche amica in corridoio e si fosse fermata a parlare con lei? Beh,
se così fosse stato, da un momento all'altro sarebbe
arrivata,
no?
Sempre più nervoso e frustrato, mi agitai sulla sedia,
incapace
di stare fermo. All'improvviso l'ennesima paranoia mi balenò
nella mente: e se non fosse ancora arrivata per... colpa mia? Per colpa
di quelle maledette parole che ero stato capace di pronunciare? Mi
sentii mancare, benché fossi ancora seduto e prontamente
arpionato al tavolo. Emisi un verso a metà fra il frustrato
e il
dolorante, quella volta non per colpa della botta alla spalla.
Sono uno stronzo... Un
emerito stronzo che non sa chiudere la bocca...
"Jasper ma... sei qua?" la voce di mia sorella mi fece sobbalzare.
Guardai stranito il gruppetto che si era fermato davanti a me. C'era
Rosalie, affiancata da Emmet - che Dio lo fulmini... anzi no, che prima
fulmini me e poi lui - c'erano anche Edward e Bella e, immancabilmente
Kristen. Se fossi stato in un altro stato, a quella vista sarei
scoppiato a ridere. Edward circondato su tutti i fronti era un
belvedere davvero, ma... non avevo né la voglia,
né tanto
meno lo spirito adatto per prendermi gioco di lui. Così mi
limitai ad annuire distrattamente e tornai a guardare l'ingresso.
Ancora niente all'orizzonte.
"Mi hai fatta preoccupare... sei schizzato via così, senza
dire
niente... e poi ti ritrovo qui, seduto comodamente al tavolo e per di
più senza il pranzo... Santo Cielo, Jazz... vuoi morire di
fame
per caso?" la voce di Rosalie era apprensiva. Mi dispiaceva vederla
così preoccupata per me. Ma non potevo di certo spiegarle il
motivo del mio comportamento.
"Non preoccuparti, Rose... sto benissimo così!" e lanciai
un'occhiata di sbieco verso Emmet che sedeva tranquillamente accanto a
lei.
Ringrazia il cielo che
ho altro a cui pensare, altrimenti potresti
anche dire addio ad una delle due mani...
"Come vuoi..." biascicò lei, poco convinta. Seguii
distrattamente la conversazione che stavano tenendo Kristen e Bella
sulla squadra di nuoto della scuola, ero troppo impegnato a tenere
d'occhio la porta per preoccuparmi veramente di loro. Ad un tratto
però, un nome mi fece interessare immediatamente ai loro
discorsi.
"Alice ti ha fatto sapere se è già arrivata a
casa?" era
stato Edward a parlare, rivolto a Emmet. Lui lasciò in pace
la
sua insalata verde e rispose
"Ancora no... forse è stata trattenuta più del
dovuto in infermeria..."
Infermeria?...
Il cuore iniziò a martellarmi frenetico nel petto. Non so
cosa
mi trattenne dal chiedere spiegazioni. Probabilmente l'intervento
tempestivo di Kristen
"Perché, cosa le è successo?" domandò
confusa.
Evidentemente a quel tavolo tutti sapevano, a giudicare da come si
guardarono. Certo, tutti tranne me.
"Eravamo a lezione di matematica prima..." iniziò Edward a
spiegare "E ad un tratto si è sentita male. Era pallida come
un
lenzuolo e il prof l'ha fatta scortare in infermeria!"
Devo aver sentito
male... sì, non c'è altra
spiegazione...
"Oddio... e adesso come sta?" domandò Kristen spaventata
"Meglio, per fortuna!" era stata Bella a rispondere questa volta. Si
vedeva lontano un miglio che era preoccupata e che avrebbe preferito
essere con sua sorella, piuttosto che lì, in quella mensa
con
noi cinque. "Il professore di educazione fisica l'avrebbe accompagnata
a casa non appena si fosse sentita in grado di camminare!"
L'udito mi deve aver
completamente abbandonato... sento delle voci
strane...
"Ma... da cosa è dipeso?" continuò Kristen. La
ringraziai
mentalmente per aver indagato al posto mio. La mia bocca si rifiutava
di pronunciare la miriade di domande che la mia mente le offriva
"Probabilmente un calo di pressione!" rispose Emmet. Perfino nella sua
voce, normalmente calma e pacata, si poteva notare una nota di
preoccupazione non indifferente "Sono un paio di settimane che
è
strana. É abbattuta, scontrosa... ed è strano per
lei...
è sempre così vivace!"
Rosalie si girò dalla mia parte per scrutarmi attentamente.
Ci
notai subito una nota di rimprovero nel suo sguardo insistente. Spostai
gli occhi dai suoi, preoccupato che potessi tradirmi, e continuai ad
ascoltare le parole di Emmet.
"Sarà la preoccupazione per la fine imminente del
trimestre... o
forse c'è qualcos'altro che la fa soffrire!"
esclamò
serio e pensieroso
Sì che
c'è, ed è proprio qui, al tuo
stesso tavolo...
Un bip di cellulare gelò tutto il gruppo. Bella
recuperò
il suo telefono dalla sacca e controllò il display.
Tirò
un sospiro di sollievo ed accennò un piccolo sorriso
"Alice è tornata a casa... ha detto di non preoccuparsi
perché si sente molto meglio!" sentii anche Emmet e Rosalie
sospirare al mio fianco, mentre Kristen batteva le mani allegra, come
al suo solito. Edward si limitò a sorridere più
del
dovuto a Bella, ignorando totalmente la sua fidanzata.
Si sente molto meglio...
Ci credo... è lontana da me. É normale che stia
meglio.
Ha detto di non
preoccuparsi...
Facile da dire. Come si fa a non preoccuparsi per qualcuno a cui tieni?
Come fai a non pensare costantemente a lei, dopo averla ferita nel modo
in cui l'ho fatto io? Non si può... affatto.
La campana che decretava l'inizio delle lezioni pomeridiane mi
distrasse da quel flusso di pensieri. Al contrario di come ero
arrivato, aspettai che tutta la massa di ragazzi si alzasse e lasciasse
la mensa. Non avevo la minima fretta quella volta. Sospirai tante e
tante volte, solo per guadagnare tempo ed evitare di pensare. Alla
fine, costretto dall'orario e dal gruppetto che era con me, mi alzai e
mi diressi verso l'uscita della sala. All'ultimo, prima di girare verso
l'aula di francese, sentii distintamente la voce di mia sorella
"Fa qualcosa, Jazz... prima di fare ancora del male a te e a lei!"
10
Dicembre. Ore 17.30 P.M.
Ne ero convinta. Quella era in assoluto la giornata più
brutta
della mia vita. Subito dopo ovviamente quel sedici Dicembre di due anni
prima, quando quel maledetto incidente stradale mi aveva portato via la
persona più importante della mia vita: mia madre. Me lo
ricordavo ancora benissimo quel giorno, tanto era indelebile nella mia
memoria. Eravamo a scuola, come sempre. Era stato il preside in persona
a venirmi a chiamare in classe, durante l'ora di storia. Avevo notato
fin da subito il suo imbarazzo mentre camminavamo fianco a fianco nel
corridoio verso la presidenza.
"Mi spiega perché mi ha fatto mandare a chiamare, signore?"
gli
domandai. Lui si allentò la cravatta, terribilmente a
disagio e
rispose
"Se pazienta due minuti, signorina Swan, le spiegherò
tutto...
Adesso prego, si accomodi!" e si fece da parte per farmi entrare nel
suo ufficio fatto di radica e pelle. E fu in quel preciso istante che,
quello che fino a poco prima era stato solo un leggero presentimento,
si era fatto pesante. In quello studio ad aspettare c'erano anche Emmet
e Bella. Quelli che si erano susseguiti dopo erano stati i momenti
più strani e più brutti della mia vita.
L'imbarazzo
iniziale del preside si era trasformato in compassione e la nostra
confusione in sgomento e poi infine in incredulità e
lacrime. Il
resto era stato troppo doloroso e confuso per descriverlo o
semplicemente per ricordarlo. Solo il tempo e l'appoggio dei nostri
amici ci aveva aiutato a superare quel momento. Altrimenti non sarebbe
stato affatto facile.
Guardai il calendario. Quel giorno era dieci Dicembre. Mancavano
esattamente sei giorni al suo secondo anniversario ed io già
sentivo di stare male. Tutta quella angoscia e tristezza, sommate al
mio stato d'animo di quella mattina erano troppo, perfino per me.
Dovevo fare qualcosa se non volevo affondare irrimediabilmente.
Uscii dalla mia camera e scesi al pianterreno. Bella ed Emmet erano da
poco tornati da scuola e subito erano venuti a chiedermi come stavo.
Non ero riuscita a fingere come al mio solito mascherando il tutto con
il mio classico sorriso e per questo si erano seriamente preoccupati
entrambi.
"Ehi bimba, come stai?" mi chiese Emmet, una volta entrata in cucina.
Feci spallucce e lui mi raggiunse sulla soglia della porta per
abbracciarmi
"Vederti così fa stare male anche me, lo sai?" mi disse
stringendomi. Sorrisi perdendomi, nel vero senso della parola, tra le
sue braccia.
"Non ne vale la pena, Emm..." sussurrai io
"Ah sì? E perché dici così?" mi
domandò
allontanandomi appena. Sospirai distaccandomi definitivamente
"Niente Emmet..." esclamai "Senti vado a fare quattro passi... Torno
subito!"
"Ma Alice..." tentò di dire
"Tranquillo tanto papà non torna prima delle undici e per
quell'ora sarò abbondantemente a casa!" lo rassicurai
recuperando il cappotto bianco
"Chi se ne fotte di papà, Ali... Stamattina sei quasi
svenuta in classe... Sei sicura di voler uscire?"
"Un pò di aria fresca non può che farmi bene!"
affermai atona
"Alice..." mi chiamò prima che uscissi dalla porta "Stai
attenta
per favore!" esclamò apprensivo. Non risposi neanche. Mi
chiusi
la porta alle spalle e iniziai a camminare verso l'incrocio che portava
alla strada principale del paese. Era da poco tramontato il sole e i
lampioni erano tutti accesi e illuminavano tutta la strada alberata. Il
transito delle macchine era regolare alla mia sinistra, e nessuno
badava troppo a quella ragazza piccina, che camminava a testa bassa e
con le lacrime agli occhi. Invece di prendere il corso principale, come
avevo pensato di fare all'inizio, continuai a seguire le vie interne
che, ormai conoscevo a memoria. Ad ogni via era legato un ricordo
particolare. Qualcuno era bello, qualcun altro mi faceva perfino
sorridere. E poi, c'erano quelli più dolorosi, legati a lei.
É incredibile
come la tristezza porti con sé soltanto
malinconia...
Attraversai la strada ad un incrocio senza neanche guardare. Mi
ritrovai immediatamente dei fari puntati in faccia ed il rumore
scrosciante e fastidioso dei freni nelle orecchie.
10
Dicembre. Ore 17.30 P.M.
"Jazz... Ma che stai combinando? É mezz'ora che ti chiamo!"
la
voce di mia madre mi raggiunse nella mia camera. Sembrava furiosa, e
non era certo da lei esserlo. I casi erano due, o aveva avuto una
discussione con papà, cosa che la rendeva incredibilmente
acida
e scontrosa, oppure, caso peggiore, era davvero mezz'ora che mi
chiamava ed io, ignorandola, avevo alterato la sua pazienza.
"Sono in camera... Cosa c'é?" domandai seccato, appoggiato
alla ringhiera del balcone.
"Scusa tanto se ti disturbo, eh..." si lamentò lei,
scaricando
sul mio letto una pila di jeans lavati e stirati. Ops... Era fin troppo
arrabbiata.
"Scusa non ti avevo sentita! Ho un pò la testa fra le nuvole
oggi!" mi giustificai
"Solo oggi? Saranno due settimane che sei così... Si
può sapere che ti prende?" mi chiese
"Problemi... Con... La scuola!" tagliai corto allora. A guardarla non
mi sembrò particolarmente convinta e per questo deviai la
sua
attenzione
"Perché mi chiamavi? É successo qualcosa?"
"Si, in effetti si... Mi servirebbe con una certa urgenza un documento
dal catasto... Sono già due giorni che lo chiedo, ma, come
hai
fatto tu prima, mi ignorano!"
"Hai provato a chiamarli?" domandai leggermente disinteressato. Il
lavoro di mia madre non era mai stato affar mio
"Si, ma si fanno negare... Pertanto mi chiedevo se mi potessi fare il
favore di andarlo a prendere per me!"
Eccola la fregatura...
Ne sentivo la puzza da chilometri...
"Non può andarci Edward?" domandai seccato.
Ecco, che infastidisse
lui, che passa la sua vita a... Fare niente. Io ho ben altro a cui
pensare in questo momento...
"É andato da Kristen una decina di minuti fa e Rosalie sta
studiando!" mi spiegò
"Mi rincuora sapere che tu abbia pensato a me alla fine... Mi fa
piacere essere l'ultima ruota del carro di questa famiglia!" esclamai
sarcastico
"Jasper, tesoro, stai peggio di quanto pensassi!" disse avvicinandosi
per scrutarmi meglio. Mi sorrise, tornando ad essere materna come sempre
"Sicuro di stare veramente bene?" mi chiese di nuovo tastandomi la
fronte
Non è la
febbre ad essere il mio problema, mamma... ho ben altro...
"Sì, tranquilla... piuttosto... dov'è questo...
coso... com'è che si chiama?"
"Catasto! É alla fine del paese, sulla strada che porta a
Port
Angeles. Al km 13 trovi una deviazione sulla destra... ci sono le
indicazioni comunque!" mi spiegò
"Afferrato e memorizzato! Ci vado subito!"
E poi, un pò
di aria fresca non può che farmi bene...
"Stai attento, mi raccomando!" mi gridò dietro, mentre
scendevo le scale per arrivare nell'ingresso
"Tranquilla... vado piano come una lumaca, promesso!" risposi atono e
presi le chiavi della Volvo di Edward, visto che la mia l'aveva lui -
dannata monetina del cazzo!
Mi ritrovai qualche minuto dopo sulla strada per Forks. Prima di
uscirci per raggiungere il catasto, ci sarei comunque dovuto arrivare,
dato che mi trovavo esattamente dall'altro lato. Nonostante avessi
promesso a mia madre di andare piano, schiacciai un pò
più del dovuto il piede sull'acceleratore, tanto da far
salire
il contachilometri a 90, nel giro di pochi secondi. Non era mica colpa
mia. Quel pedale era fin troppo sensibile, glielo avevo detto spesso ad
Edward.
Evitai le strade principali, onde evitare pattuglie di polizia che poi
avrebbero fatto storie per la mia andatura, diciamo allegra, e
costeggiai il corso principale, servendomi di viuzze a senso unico e
poco trafficate. Ad un tratto, impegnato com'ero nell'ennesimo sospiro
frustrato, mi accorsi, forse troppo tardi di un movimento improvviso
alla mia destra. Sterzai bruscamente per evitarlo, qualsiasi cosa fosse
e frenai di scatto, girando leggermente la macchina e sollevando una
nube di terriccio. Il cuore era a tremila. Cercavo di respirare
regolarmente, ma mi era impossibile. Speravo di aver visto male e che
quella che stava attraversando non era affatto una persona, ma
semplicemente... che so... un cane troppo cresciuto.
Merda, nello stato di
Washington è reato perfino investire gli animali...
Scesi dalla macchina per controllare, spaventato e preoccupato.
Ti prego, fa che sia un
criceto... un orso... un gorilla ammaestrato... mio fratello... tutto
tranne un essere umano...
Feci il giro della Volvo e incredibilmente non trovai nessuno. Sospirai
sollevato, dopodiché, con una mano nei capelli, mi diedi del
pazzo visionario. Stavo per distruggere la Volvo di Edward per... una
cazzo di visione. Mio fratello non me l'avrebbe mai perdonato. Per
essere credibile mi sarei dovuto spaccare la faccia da solo, addosso a
qualche muro per simulare un incidente.
Certo, Jasper.... su una
strada a senso unico, desolata...
Scoppiai a ridere, pronto a tornarmene al posto di guida, quando sentii
un verso alle mie spalle. Sbiancai di nuovo. Era un lamento... umano.
Mi girai, terrorizzato, in cerca di chi avesse parlato. Ma niente, come
prima. Possibile che sentissi perfino le voci, oltre che vedere le
presenze umane? Con il mio stato d'animo tutto poteva essere. Come un
idiota, mi abbassai per controllare se, sotto la macchina non ci fosse
qualcuno ma, per fortuna, constatai che, oltre all'asfalto non vi era
nulla. Ma allora dove...
Un altro lamento mi fece voltare, questa volta dalla parte giusta. Era
rannicchiata a terra, in mezzo a due macchine, parcheggiate
sul
margine destro della carreggiata. Mi avvicinai spaventato, dato che
aveva il viso completamente coperto da entrambe le mani.
"S-stai... b-bene?" mormorai agitato. Non avevo mai balbettato in vita
mia. Era segno di quanto fossi terrorizzato in quel momento. Al suono
della mia voce la figura alzò di scatto la testa. Per poco
non
mi affogai con la mia stessa lingua.
"A...A... Ali...ce.." biascicai, mentre il cuore prendeva a battere
ancora più forte di quanto non avesse fatto prima, quando
ero
ancora convinto di aver ammazzato qualcuno
"Tu!" gridò sconvolta "Dannazione... no! No... non ci posso
credere! Tutti ma non tu!... Non è possibile... no!"
"Alice... stai... stai... b-bene?" tentai di nuovo avvicinandomi
"Non ti permettere di fare un altro passo nella mia direzione, chiaro?"
gridò. Non seppi dire con certezza chi dei due, in quel
momento
era il più spaventato e sorpreso.
"Alice... ti... ti... sei... fatta..." provai di nuovo, bloccandomi
"Ci mancava solo questa, maledizione... che mi uccidessi! E poi avremmo
completato l'opera!" continuava a starsene seduta sull'asfalto e ad
inveirmi contro
"Non ti avrei mai uccisa!" tentai allora, ma mi fulminò con
un solo sguardo
"Stavi per farlo, Cullen!" gridò furiosa. Aveva le lacrime
agli
occhi, probabilmente a causa del fatto che avesse appena realizzato di
essere viva per miracolo. Se avessi potuto avrei volentieri pianto
anch'io, e non mi vergogno a dirlo.
"Mi dispiace, Alice, davvero... io... io non... non ti ho vista... tu
stavi attraversando ed io... non... scusa..." dicevo parole sconnesse e
senza senso. Mi preoccupava non poco vederla ancora seduta tra quelle
due auto. Da lì, sembrava ancora più piccola e
più
indifesa. Ma non meno spaventata ed incattivita
"Fanculo, Cullen!" e tentò di alzarsi, aiutandosi con
entrambe
le mani. Ma non ci riuscì. La mano destra cedette sotto il
suo
peso e fece per ricadere su se stessa. Con una prontezza di riflessi
non indifferente, riuscii ad arrestare la sua caduta, evitando
così che si facesse ancora più male. Ci trovammo
a pochi
millimetri di distanza. Occhi negli occhi. Spaventati e sorpresi
entrambi. Mi sentii come un bambino in quel momento. Emozionato di
averla così vicina e fin troppo immaturo per meritarmela.
"Lasciami!" sbraitò liberandosi prontamente della mia presa.
Si
massaggiò il polso della mano destra e, forse non volendo,
mise
su un'espressione dolorante
"Ti fa male?" chiesi subito
"Non è niente..." tentò lei
"Fammi vedere!" mi feci avanti per controllare
"Non toccarmi ti ho detto... dovevi pensarci prima, Cullen... prima di
investirmi!" strinse forte la mano attorno al polso e tirò
su
con il naso
"Ma non l'ho fatto di proposito!" gridai allora. Non ero arrabbiato, no
di certo. Mi infastidiva solo il fatto che non volesse credermi e che
soprattutto mantenesse le distanze in maniera così marcata
"Mi dispiace, ma non ti credo..." affermò senza neanche
guardarmi "E poi ormai il guaio è fatto!"
"Andiamo in ospedale... così ti visitano e vediamo cos'hai
al
polso!" finalmente riuscii a formulare un discorso sensato. Bene.
"Fuori discussione... non se ne parla!" sbottò
"Ma devi farti controllare!" insistetti
"Ti ho detto di no... e non intendo ripetertelo!" ribadì
sfidandomi con lo sguardo
"Alice... smettila di fare la bambina... sali in macchina e andiamo in
ospedale!" esclamai frustrato
"In macchina con te? Non ci penso proprio... l'ho già
provato
una volta e non intendo ripetere l'esperienza... no Signore!"
affermò testarda
"Non costringermi!" mormorai
"Benissimo... anche le minacce adesso! Ti avverto Cullen... se mi metti
le mani addosso mi metto a gridare e da qui stasera non esci con le tue
gambe!" mi minacciò puntandomi il dito della mano sano
contro.
Sospirai, passandomi una mano nei capelli. Non sapevo cosa diamine
fare. Non potevo di certo costringerla, però... dovevo
portarla
in ospedale e accertarmi che lei stesse bene, altrimenti sarei impazzito
"Facciamo così..." proposi allora "Io ti porto
all'ospedale...
controlliamo cosa ti è successo alla mano...
dopodiché ti
accompagno a casa e tu avverti Emmet... gli dici che ti ho investito
volontariamente e così siamo pari!" la paura e la
frustrazione
dovevano avermi giocato un brutto scherzo se ero arrivato al punto di
esclamare una cosa del genere. Avvertire Emmet equivaleva alla morte
prematura del sottoscritto. E peraltro sarei deceduto senza aver
recuperato quel documento per mia madre. Doppia consolazione.
Ci pensò su per qualche istante, recuperando nel frattempo
tutto il fiato perso durante quella sfuriata
"Tu... tu vuoi dirlo... ad Emmet?" mi chiese sorpresa
"Sì... così almeno avrò quello che mi
merito, no?
Una giusta punizione per quello che ti ho fatto!" ero fin troppo
determinato per i miei gusti. Ero convinto, però, che tutta
quella determinazione l'avrei persa una volta intravisti i muscoli di
Emmet. Abbassò la testa stringendosi al petto la mano. Avrei
voluto controllare io stessa cosa le era successo. Avrei voluto
abbracciarla, sia per istinto naturale che per volontà
immediata. Mi sentivo troppo protettivo nei suoi confronti e la cosa
non faceva che farmi stare male, ancora di più.
"D'accordo..." mormorò
"Co-cosa?" domandai confuso
"Verrò con te in ospedale..." specificò. Sospirai
sollevato "Ma solo perché la mano mi fa male... non farti
strane
idee!"
"No... è chiaro..." risposi. Andai ad aprirle lo sportello
del
passeggero e la feci accomodare, dopodiché tornai al mio
posto.
Prima di mettere in moto le lanciai uno sguardo. Aveva la mano poggiata
sullo stomaco, chiusa in pugno, e con quella sana si asciugava le poche
lacrime rimaste. Sospirai di nuovo e partii, quella volta moderando la
velocità.
10 Dicembre. Ore 18.50 P.M.
"Il
dottor Burwell è atteso al reparto due... ripeto, il dottor
Burwell al reparto due!" esclamava la voce stridula dell'altoparlante
in tutto il pronto soccorso. Camminavamo fianco a fianco nel corridoio,
diretti al bancone di ricevimento. Mi ero fatta portare lì
semplicemente perché la mano mi faceva un male terribile,
quasi
non riuscivo a muoverla. Probabilmente nella caduta dovevo averla
sbattuta contro la macchina parcheggiata.
"Mi scusi..." fece Jasper, chiamando l'attenzione dell'infermiera
vestita di verde, al di là del grande bancone bianco
"Sì, dimmi..."
"Cercavo il dottor Cullen..." spiegò. Certo, non ci avevo
pensato. Suo padre era medico, me l'aveva detto Bella. Ecco
perché aveva così insistito per portarmici
personalmente
lì.
"Mi dispiace... il dottore sta facendo il giro di visite in questo
momento, però se vuole c'è il dottor Mar..."
"No, forse non ha capito... ho urgenza di parlare con il dottor
Cullen..." specificò infastidito Jasper "Sono suo figlio!" a
quelle parole la ragazza sospirò, dopodiché
annuendo
prese il microfono e premette sul pulsante rosso
"Il dottor Cullen é atteso al pronto soccorso, ripeto... Il
dottor Cullen al pronto soccorso!" e spense l'apparecchio
"Grazie!" esclamò Jasper atona, dopodiché rivolto
a me
disse "Vieni, ci conviene sederci... Conoscendolo potrebbe volerci un
pò!" e mi condusse verso le sedie rosse della sala d'attesa.
Continuavo a tenere la mano stretta al petto e con l'altra la tenevo
ferma, per evitare altro inutile dolore. Sospirai ed alzai lo sguardo
verso Jasper, seduto al mio fianco. Era in ansia, glielo si leggeva in
faccia. Quello che però non riuscivo a capire era se il suo
stato d'animo dipendesse da quello che era successo poco prima o
forse... Dal pensiero di una probabile sfuriata di Emmet. Non
l'avevo mai visto così scosso e preoccupato. Anche prima,
mentre
cercava in tutti i modi di portarmi in ospedale mi aveva dato la stessa
impressione. Non sembrava quasi lui. Era... Disorientato, ecco...
Totalmente ed incondizionatamente disorientato. Forse aver sfiorato per
poco un incidente lo aveva profondamente turbato, oppure non avermi
presa in pieno lo tormentava. Lo guardai di nuovo mentre si poggiava
con i gomiti sulle ginocchia e copriva gli occhi con le mani.
Sospirò profondamente.
Ora come ora non so se
sia un ottimo attore o più semplicemente un pessimo
giocatore...
"Jasper!" una voce maschile ci richiamò all'attenzione.
Quasi
caddi a terra per la sorpresa. Un uomo in camice bianco, alto, biondo e
con due meravigliosi occhi tra il grigio e il celeste ci guardava
sorpreso. Era... Semplicemente bellissimo.
"Ciao papà..." Jasper si alzò in piedi
Papà? O
porca...
"Che ci fai tu qui?" domandò leggermente preoccupato. Poi si
girò a guardarmi ed aggiunse "É successo
qualcosa? Ti
vedo scosso..." bene, almeno non ero la sola a pensarlo né
tanto
meno me l'ero immaginato.
"Poi ti spiego tutto... Avrei bisogno che tu facessi una cosa con una
certa urgenza!" gli disse. Io mi alzai, raggiungendoli. Visto da vicino
era ancora più affascinante di quanto non avessi visto a
primo
impatto. La somiglianza con i suoi figli era quasi impressionante.
Aveva gli stessi occhi di Edward, sebbene il colore fosse quello di
Jasper e Rosalie e ostentava sicurezza e professionalità.
Avrei
pagato miliardi per avere un padre del genere. Erano molto fortunati i
Cullen in questo.
"Dimmi, se posso... volentieri!" esclamò l'uomo affondando
le mani nelle tasche del camice
"Ecco lei è una..." mi lanciò uno sguardo
indeciso, per
poi continuare "Lei è Alice Swan... una mia... compagna di
scuola!"
"Oh... è un piacere conoscerti Alice..." e mi sorrise,
facendomi arrossire
Eh no... questo
è un vizio marchiato Cullen...
"Il piacere è tutto mio dottor Cullen!" risposi ricambiando
il suo gesto cortese
"Allora... qual'è il problema?" domandò il
dottore, questa volta in tono meno professionale
"Ecco... Alice ha... subito un incidente stradale!" spiegò
Jasper a disagio
"Un incidente?... cos'è successo?"
"Una macchina... l'ha investita!" specificò
"Mmm... ho capito... venite di là... controlliamo subito se
hai
riportato qualche danno!" e ci scortò verso una delle tante
stanze con le porte bianche del corridoio. La richiuse alle nostre
spalle e mi fece accomodare su un lettino, mentre Jasper rimase in
piedi di fronte a me. Il dottor Cullen iniziò a farmi delle
domande
"Allora, Alice... come ti senti?"
"Bene... suppongo!" risposi mentre con una piccola luce mi analizzava
gli occhi, uno dopo l'altro
"Hai sbattuto la testa? Senti dolore da qualche parte?"
"No, la testa no... però..." alzai il braccio per
mostrarglielo
"Mi fa male la mano... il polso più che altro e poi mi tira
tutto... all'interno!" lui la prese tra le sue mani ed
iniziò a
premere in alcuni punti particolari chiedendomi dove sentissi
più dolore.
"Non preoccuparti... non è nulla di grave... una piccola
distorsione... adesso te la fascio così il dolore si attenua
e
soprattutto la mano non si gonfia!" e mi sorrise di nuovo. Muovendosi
sulla sua sedia a rotelle raggiunse una piccola cassettiera e
recuperò una lunga garza e del cerotto, quello che si una
per le
fasciature
"Sei sicuro non sia nulla di grave?" domandò Jasper
avvicinandosi. Se non lo conoscessi avrei potuto quasi dire che fosse
preoccupato per me
"Certo! Alice è stata molto fortunata... essere investiti e
non
farsi praticamente nulla è quasi un miracolo!"
esclamò
sorridente. Jasper sospirò sollevato
"Piuttosto... non mi avete detto chi ti ha investita e soprattutto...
cosa c'entri tu in tutta questa storia, Jasper!" fece il padre qualche
istante dopo. Io e il figlio ci guardammo per qualche istante, come due
complici di qualcosa. Sicuramente se il dottor Cullen avesse saputo
cosa il figlio aveva "quasi" fatto, non sarebbe rimasto così
calmo e professionale. E sicuramente il papà Cullen sarebbe
uscito allo scoperto. Mi morsi un labbro iniziando a parlare, proprio
nel momento in cui stava per farlo anche Jasper
"In realtà lui è... scappato!" affermai
"Scappato?" mi chiese il dottore confuso, ma mai quanto Jasper che mi
guardava senza capire
"Sì... la persona che mi ha investito... ha accelerato ed
è scappato via.. senza fermarsi!" spiegai osservando la
garza
con cui il dottore mi stava fasciando la mano
"Non ci posso credere... che farabutto... dovresti esporre denuncia
alla polizia!" mi fece notare
"Preferirei di no... mio padre è... poliziotto e... diciamo
che si preoccuperebbe troppo!" mentii io
Certo, capo Swan che si
preoccupa per me... questa tesi regge ancora meno del pazzo della
strada che mi investe e scappa via...
"A maggior ragione che tuo padre è nell'arma dovresti
denunciare
l'accaduto. Una persona così non può di certo
farla
franca... è disumano anche solo pensare di aver investito
qualcuno... poi scappare è la cosa più meschina!"
spiegò conciso. Vidi Jasper seguire le parole del padre
leggermente a disagio
"E se... non l'avesse fatto di proposito? Ad investirla... intendo!"
tentò di dire allora
"Non esiste, Jasper... queste non sono cose che si fanno per caso... o
accidentalmente. Ogniqualvolta si guida bisogna sapere di avere su di
sè la responsabilità della vita degli altri. Non
è
un giocattolo l'automobile, e molte persone, tipo questo pazzo, tendono
a dimenticarlo!" disse il padre tagliando il cerotto. Jasper
deglutì, passandosi di nuovo la mano nei capelli. Trattenni
una
risata involontaria. Era quasi comica quella situazione. Lui che
cercava in tutti i modi di discolparsi ed il padre che, all'oscuro
della verità, gettava tutto il fango possibile sull'artefice
di
quel gesto tanto deplorevole
"In fin dei conti, però... non sono stata propriamente
investita! Cioè... sono riuscita a tirarmi indietro e ad
evitare
la macchina!" spiegai, senza volerlo, in favore di Jasper. In fondo
vederlo così straziato era la vendetta più dolce.
E
così poteva bastare
"Non cambia poi molto... non si è fermato a soccorrerti...
potrebbe incedere in accusa penale per omissione di soccorso oltre che
per tentato omicidio!" ribatté
"Tentato omicidio!" sbottò Jasper spalancando gli occhi "Ma
stiamo scherzando?"
"No... dico sul serio... ti rendi conto che Alice ha sfiorato la
morte?" fece il padre girandosi sula sedia per poterlo guardare negli
occhi. A quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, alla
vista dell'espressione completamente distrutta di Jasper
"Sì, ma per fortuna non è successo, dottor
Cullen...
evitiamo di dare alla cosa più importanza di quanta non ne
abbia!" esclamai. Lui sospirò e tornò al suo
lavoro
"Però, non mi avete ancora risposto... cosa ci facevi tu
lì?" era ovviamente risvolto al figlio, troppo scosso per
rispondere così, per la seconda volta risposi io al posto suo
"É stato lui a soccorrermi... mi ha vista a terra e si
è
avvicinato. Ha insistito tanto per portarmi in ospedale da lei... e...
eccoci qui!"
"Mmm... sono questi gli unici momenti in cui sono veramente sorpreso
dai miei figli!" esclamò il dottore divertito, riponendo
fascia
e cerotto sul mobiletto e alzandosi in piedi "Complimenti, figliolo!"
"Gra..zie..." mormorò lui a disagio. Scesi dal lettino e
recuperai dal dottore una ricetta per un antidolorifico che mi avrebbe
aiutato nel caso la distorsione mi avesse fatto male durante la notte
"La ringrazio dottor Cullen... è stato molto gentile a
dedicarmi tutto questo tempo!" feci sulla soglia della porta
"Non dirlo neanche per scherzo... è il mio lavoro e l'ho
fatto
con estremo piacere!" e mi sorrise di nuovo in quella maniera magnifica
e contagiosa "Jasper, dì a tua madre che non torno per
cena...
mi trattengo per un paio d'ore in più per controllare una
paziente sotto sedativi... e ricordale di non aspettarmi alzata come al
suo solito!"
"Lo sai che tanto non ascolta... è testarda!"
esclamò il figlio pensieroso
"Tu dovresti saperne qualcosa, no? Sei identico a lei!"
esclamò
il dottore concedendosi una risata alla quale mi unì anche
io.
Jasper sembrava ancora scosso e per questo ci ignorò
completamente. Lo salutammo e lo ringraziai nuovamente
dopodiché
uscimmo dal pronto soccorso e raggiungemmo la Volvo nel parcheggio.
Durante il viaggio verso casa mia nessuno dei due osò
parlare.
Io continuavo a guardarmi la fasciatura, mentre Jasper guidava con gli
occhi incollati alla strada, forse troppo scosso dall'incidente per
distogliere lo sguardo. Data l'atmosfera insostenibile decisi di parlare
"Un lato positivo in tutta questa storia c'è, dopotutto!"
affermai. Lui non disse nulla, non mi esortò neppure a
continuare, così ci pensai da sola "Almeno non è
successo
nulla alla macchina di Edward... altrimenti credo proprio che ti
avrebbe ucciso!" e ridacchiai. Lo vidi sollevare impercettibilmente un
sopracciglio per poi esclamare in tono amaro
"Capirai cosa cambia... se stasera non mi uccide mio fratello ci
penserà Emmet!" mi morsi la lingua ed abbassai lo sguardo.
Possibile che si fosse di nuovo raggelato in così poco
tempo?
Possibile che tra noi due dovesse essere sempre così? Uno
dei
due doveva necessariamente scappare e l'altro doveva corrergli dietro.
Alice, non dimenticarti
quello che è successo questa mattina... le parole che ha
detto... come ti ha fatta sentire...
Me ne ero quasi dimenticata, e realizzare tutto dopo quel tempo che
avevamo passato assieme, faceva uno strano effetto. Si
accostò
al vialetto di casa e spense il motore
"Io aspetto qui... vai a chiamare tuo fratello e facciamola finita!"
esclamò con lo sguardo puntato ancora alla strada,
benché
non stesse più guidando. Devo ammettere che la tentazione
era
tanta soprattutto dopo che il pensiero era tornato alla mattina
passata, alle sue parole e a come ero stata fino a poco prima di uscire
da casa. Dopotutto era un ottimo modo per fargliela pagare. La vera
domanda, però, era... volevo davvero farlo? Volevo davvero
raccontare tutto ad Emmet, con la certezza matematica che avrebbe
reagito veramente male, sfogandosi su Jasper? Lo volevo davvero?
"Lascia perdere, Jasper... non fa niente. Va bene così!"
esclamai allora con lo sguardo basso
"Cosa?" mi chiese stupito. Sentii il peso del suo sguardo su di me, ma
badai bene di ignorarlo
"Non è necessario che Emmet sappia di questa storia..."
alzai lo
sguardo e, come avevo immaginato, trovai immediatamente il suo "E poi
l'ha detto anche tuo padre, no? Non è successo niente,
quindi
non vedo il motivo per il quale dobbiamo avvisarlo!" mi guardava
incredulo
"Ma... io ti ho quasi investita!" esclamò subito
"Hai detto bene... quasi... ma guardami..." e mi indicai per quello che
potevo "Sono ancora viva e vegeta!" lui scosse la testa, sospirando.
Poggiò la testa sullo schienale. Sembrava distrutto.
Completamente.
"Io non so che dire..." mormorò
"Un semplice... buonanotte Alice... potrebbe bastare!" esclamai. Mi
guardò di nuovo incredulo e frustrato allo stesso tempo
"Ne sei davvero sicura?" mi chiese scrutandomi per vedere quanto fossi
sincera. Tentai un sorriso ed annuii. Sospirò di nuovo,
abbassando lo sguardo sui suoi jeans
"Guarda che non avrai un'altra occasione per farmela pagare!"
esclamò in tono più leggero e con un accenno di
sorriso,
seppure malinconico
"Non tentarmi più del dovuto, Cullen!" feci io divertita,
strappandogli una leggera risata. Beh, perlomeno l'atmosfera si era
allentata, ed era un buon segno dopotutto. Mi morsi di nuovo il labbro
dopodiché parlai
"Beh... io andrei... grazie per avermi... accompagnato in ospedale!"
lui fece un gesto con le mani per sottolineare il fatto che fosse in
dovere di farlo
"Sono io che devo ringraziarti, Alice!" sospirò qualche
istante dopo.
"Diciamo allora che siamo pari!" esclamai sollevando le spalle
"Si,
diciamo di sì..." mormorò distogliendo nuovamente
lo sguardo. Aprii lo
sportello per uscire dalla macchina ma mi bloccai sul colpo.
"Merda..."
mormorai richiudendolo con forza e abbassandomi sul sedile. Lanciai
un'occhiata verso Jasper. Mi guardava confuso, logicamente, senza
capire cosa mai avessi fatto.
"C'é mio padre!" spiegai agitata
"E... Quindi?"
"Storia
lunga... Adesso non ho tempo! Ti prego, metti in moto e portami via da
qui!" l'ultima parte della frase l'avevo completamente supplicata e
sussurrata, ma ero sicura che mi avesse tranquillamente sentito senza
problemi. Si soffermò a guardare verso casa mia,
assottigliando lo
sguardo, probabilmente verso mio padre che scendeva dalla volante,
dopodiché senza dire altro, accese il motore della Volvo e
partì verso
la strada principale.
Abbigliamento
Alice
Abbigliamento
Jasper (Occhio al
profumo XD)
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Capitolo 31 *** Senza barriere ***
Capitolo 32
Salveeeee...
No, non state sognando... non sn un'astrazione della vostra mente o
un'allucinazione dovuta al troppo sole... sono proprio io, tornata dopo
mesi di letargo (imposto) x aggiornare... allora, le scuse da parte mia
sn d'obbligo a qst punto... mi dispiace tanto aver abbandonato per
così tanto tempo la storia, ma purtroppo tra esami di
maturità da sostenere, pc guasto, internet fuori uso e
cucine allagate, non avevo praticamente la minima
possibilità di sedermi alla scrivania e scrivere. tra
l'altro qst capitolo mi ha creato non pochi problemi e spero solo che
nn risulti pesante... certo, ci sn cose direi fondamentali
xò... aspetto il vostro sacro giudizio ^^... inoltre vorrei
ringraziare tutte le anime buone ke mi hanno contattata x sapere che
brutta fine avessi mai fatto... chiedo scusa a coloro a cui non ho
risposto ma, come ho già detto sopra, ne ho avuta una
dietro l'altra... ergo... mi è stato praticamente
impossibile! spero cn tt il cuore che avrete la voglia di tornare a
seguirmi e che nonostante il tempo trascorso nn abbiare deciso di
abbandonarmi... so di meritarmelo, ma.. nn l'ho fatto di proposito
ç__ç... tra l'altro ho notato che il numero delle
recensioni è sceso vertiginosamente... nn vi piace
più la storia, vero? vi prego, fatemi sapere, sperando ke il
capitolo sia stato gradito... vi mando un grande abbraccio e ancora le
mie scuse con la promessa ke il prossimo capitolo nn tarderà
ad arrivare e che farà alzare molte asce insanguinate tra di
voi ahahahah... ciaooooo ^^
p.s. Ringrazio la mia Ste per la fotina inviata... è molto
bella... al
prossimo pov di Jazz la vedrai senz'altro ^^ sei una grande teso! :D e
ringrazio anche Uchiha_chan per avermi fatto notare quell'errore
madornale... colpa del correttore automatico e della mia poca
attenzione ^^ grazie davvero cara ^^
p.s.2. Per tutti quelli ke si sono chiesti che brutta fine abbia fatto
"Dimmi ti amo"... sì, l'ho cancellata dal sito ma
c'è un motivo ben preciso... spiegherò tutto non
appena avrò finito l'extra a cui sto lavorando... in tal
caso pubblicherò di nuovo il primo ed il secondo e
spiegherò tutto... promesso... niente di preoccupante
comunque, state tranquilli ;) e grazie mille x l'affetto dimostrato...
vi amoooo !!!! ^^
Erano
quasi le otto di sera e di mia sorella Alice nessuna traccia. A quel
punto iniziavo a preoccuparmi sul serio, non solo perché la
mattina
si era sentita male ed era stata addirittura costretta a tornare a
casa, ma anche perché avevo il timore - anzi, più
precisamente, il
terrore - che nostro padre potesse tornare prima di lei. E la cosa
non sarebbe andata per niente bene.
"Ancora niente?" mi
chiese Bella entrando in cucina, dove io, appoggiato ad un mobile
controllavo costantemente la situazione davanti casa. Scossi la testa
e, sospirando, mi poggiai con la schiena al mobile, dando le spalle
alla finestra.
"Vorrei sapere cosa diamine le prende in
quest'ultimo periodo..." affermai pensieroso. Bella alzò le
spalle
"Non saprei, forse è semplicemente stressata dalla
scuola!" rispose semplicemente. Inspirai profondamente per poi
sbottare
"Sai una cosa?.. mi sono stancato di questa scusa
del cazzo... non sono uno stupido, e nonostante delle volte faccia
bellamente finta di non capire nulla di quello che vi accade, so
benissimo che l'atteggiamento di Alice non è dettato
né dalla
scuola, né tanto meno dallo stress accumulato!" Bella
abbassò
la testa e si appoggiò al mobile di fronte a me. Sospirai
per
calmarmi
"Dimmi solo una cosa..." alzò cautamente la
testa in attesa della mia richiesta "C'entra qualcosa Jasper,
non è vero?" non sembrò affatto sorpresa della
mia domanda.
Era così palese che quel Dorian Gray in versione terzo
millennio
avesse a che fare con la mia Alice?
"Non posso dirtelo!"
ammise lei mordendosi il labbro. Tipico atteggiamento alla "Bella
in difficoltà"
"E per quale motivo?" chiesi
alzando un sopracciglio infastidito. Ci mancava solo che si fossero
messe d'accordo alle mie spalle quelle due
"Perché... tu ti
arrabbieresti molto e, dato che già una volta siete stati
molto
vicini dal farvi male tu e Jasper... preferirei sventare una
probabile tragedia!" spiegò divertita. Peccato che io non
trovavo nessun motivo per esserlo in quella situazione.
"Non
so se te ne sei accorta, Bella, ma io sono già molto
arrabbiato..
dunque non credo che la cosa possa..." ma mi bloccai,
improvvisamente attirato dal rumore di un'auto alle mie spalle. Mi
girai di scatto sperando con tutto il cuore che fosse lei e allo
stesso tempo pregando in tutte le lingue da me conosciute che non
fosse in macchina con...
"Dovevo immaginarlo!" sbottai
velenoso
"Cosa?" mi domandò Bella avvicinandosi. Le
indicai la Volvo grigia che, nonostante non fosse sua, era guidata
dal fastidioso insetto biondo. Bella sospirò
"Beh, perlomeno
è tornata a casa prima di papà!"
osservò
"É tutto
quello che sai dire?" domandai stizzito
"Emmett
finiscila... non puoi impedirle di crescere!" mi ammonì lei,
assumendo un tono più duro
"Questo non è crescere, Bella...
questo è prendere strade completamente sbagliate!" constatai
alzando la voce di qualche tono
"Ma sbagliate per chi, Emm?
Per te forse? Solo perché Jasper Cullen non ti piace, non
significa
che non possa essere perfetto per lei!" rispose
infervorata
"Questo è ancora tutto da vedere!" sbottai
girandomi di nuovo verso la finestra, intento ad analizzare ogni
singola mossa di quei due. Stavano parlando. Mi sembrava addirittura
che Alice sorridesse. Strano, non l'aveva fatto per tutto il giorno e
lui, era riuscito a farglielo fare?
Il rumore di un'altra macchina
mi fece sobbalzare. Mi impietrii all'istante
"Merda... è
papà!" esclamai stringendo i pugni sul marmo
"Che
cosa?" fece Bella terrorizzata. Mi raggiunse di nuovo alla
finestra per constatare con i suoi occhi la verità: Alice
era nei
guai fino al collo. Se fosse uscita da quella Volvo in quel preciso
istante, sarebbero stati veri problemi. E quella volta non se la
sarebbe cavata con uno schiaffo o un rimprovero. Quella volta la
vedevo schifosamente grigia
"E adesso... che facciamo?"
mi domandò mia sorella in preda al panico. Indurii la
mascella,
livido di rabbia. Dovevo rimanere calmo. In una situazione come
quella l'autocontrollo era tutto. Peccato che in quel momento ne
avessi ben poco. Capo Swan scese dalla volante per recuperare la
giacca dal sedile posteriore senza, per fortuna far caso alla
macchina grigia parcheggiata a qualche metro da lui. Volevo fare
qualcosa. Qualsiasi cosa per impedire la sfuriata, ma sapevo che se
qualcosa fosse andata storta avrei messo Alice ancora di più
nei
guai. In quell'istante lo sportello della Volvo si aprì e
sentii
distintamente il respiro di Bella mozzarsi al mio fianco ed il mio
cuore perdere un battito. Alice si accorse quasi subito di
papà,
ancora di spalle e richiuse con forza la portiera, sparendo
completamente dietro di essa. Rimasi in silenzio, sperando con tutto
il cuore che nostro padre non si fosse accorto di nulla. Sembrava
troppo concentrato sulla sua giaccia sgualcita per accorgersi di
quella Volvo che a tutta velocità ripartiva per la strada
principale
"Fantastico... che cazzo vuole fare adesso quella
pazza?" sbraitai abbandonando il mio punto di
osservazione
"Emmett dobbiamo avvisarla... se solo papà
dovesse accorgersi che..."
"Lo so, dannazione!"
gridai frustrato. Non volevo di certo usare Bella come capro
espiatorio però era una situazione ben più grossa
di me quella e
per poco Alice non aveva rischiato grosso. Poi un'illuminazione.
Recuperai il cellulare dai jeans e composi frettolosamente un numero.
Passarono diversi secondi e svariati squilli prima che
rispondesse:
"Ehi orso... come mai a quest'ora?"
"Jake...
mi devi aiutare... urgentemente!" spiegai velocemente, sperando
che l'entrata di papà in casa non mi distruggesse il piano
"Che
cosa...?"
"Non fare domande... e tra esattamente
quindici secondi richiamami a casa, intesi?"
"Emmett...
mi spieghi cosa..."
"Fallo e basta!" e chiusi la
comunicazione lanciando uno sguardo strano a Bella che mi guardava in
ansia. Speravo che il mio piano funzionasse e che Jacob mi prendesse
in parola.
Quindici...
Lo
sportello della volante emise un rumore sordo ugualmente udibile a
quella distanza
Quattordici...
Ritornai
in cucina trascinando per un gomito Bella, ormai
impietrita
Tredici...
"Qualsiasi
cosa dica, ti prego fingi di essermi complice... altrimenti manderemo
tutto al diavolo!" le dissi
Dodici...
"Ne
sei sicuro?" mi chiese intimorita
Undici...
"No!"
Dieci...
Il
rumore della chiave nella toppa fu quasi doloroso
Nove...
Bella
si avviò verso il corridoio per recuperare tempo
Otto...
"Ah...
sei tornato!" esclamò, fingendosi sorpresa. Dovevo dire che
quando si impegnava sapeva fingere molto bene
Sette...
"Era
una serata particolarmente tranquilla e ho preferito delegare
all'ispettore Doney!" spiegò probabilmente poggiando giacca
e
pistola sul tavolino all'ingresso
Sei...
Entrò
in cucina accompagnato dal suo solito broncio
"Papà..."
lo salutai. Annuì appena senza sforzarsi di dire
altro
Cinque...
"Jake,
Santo Cielo, sei la mia unica speranza... per piacere... per
piacere..." continuavo a pensare
Quattro...
"Alice
dov'è?" domandò burbero. Probabilmente lo
infastidiva il fatto
che non fosse scesa a salutarlo come tutte le sere
Tre...
"Ecco
lei è..." iniziò Bella lanciandomi uno sguardo
preoccupato.
Nostro padre mi guardò malissimo, come se avesse
già inteso
tutto
Due...
Strinsi
il cellulare tra le mani, quasi a stritolarlo. Ero vicino al
collasso, ormai ne ero certo. Solo lo squillo del telefono
sembrò
tranquillizzarmi di botto. Come un anestetico potente. Sospirai e
recuperai il cordless dal mobile accanto a me. Prima di rispondere
lanciai uno sguardo eloquente verso Bella e poi aprii la
conversazione
"Pronto?"
"Ok... pretendo
quantomeno una spiegazione plausibile!" esordì Jacob.
Sorrisi
sollevato dopo parecchi minuti di angoscia.
"Jake... da
quanto tempo non ci sentiamo... a cosa devo questa chiamata?"
recitai
"Dico ma sei impazzito, Emm? Fino a prova contraria
sei tu che mi hai chiamato!" si lamentò lui. Era una
situazione
quasi esilarante se non fosse che lì rischiavamo tutti
grosso,
perfino Jake.
"Davvero? Alla spiaggia! E perché non l'hai
detto prima, scusa?" esclamai sorridendo
"Seriamente,
Swan... ti fai di qualche sostanza proibita? Sto iniziando a
spaventarmi!" era confuso, logicamente
"Ma certo che ci
veniamo... aspetta... chiedo anche a Charlie..." premetti la
mano sulla cornetta e mi rivolsi a mio padre
"É Jacob...
dice che giù alla riserva hanno organizzato una festa e ci
ha
invitati... chiede se per caso vuoi venire anche tu!" inventai.
Lui guardò l'orologio appeso alla parete
"No, grazie lo
stesso... immagino ci sia anche Billy!"
"Certo!"
affermai
"Magari un'altra volta!" e liquidò la cosa con
un'alzata di spalle
"D'accordo..." recuperai la
cornetta, sperando che Jake non avesse attaccato
"Ha detto di
no, ma ringrazia... se ti accontenti però, veniamo solo
noi!" e
terminai con una risata
"Fa come vuoi, orso... ho deciso di
assecondarti perché evidentemente lo stadio della tua
malattia è
davvero avanzato... non si contraddice mai una persona
psicologicamente labile!"... ok per questa me l'avrebbe
seriamente pagata. Ma, tempo al tempo. Scoppiai a ridere, quasi
istericamente
"Immaginavo che c'entrasse qualcosa... è
riuscita a nascondere tutto, eh? Che furba!" inventai ancora
"Dì
un pò, i tuoi a casa lo sanno? Perché se temi che
si tratti di un
argomento spinoso... posso parlarci io... volentieri Emm... per un
amico questo ed altro!" altro che vendetta. Qui ci voleva una
vera e propria azione punitiva a casa Black. Lurido...
"D'accordo
allora vi raggiungiamo, il tempo di arrivare!" e misi giù,
evitando di sentire la calorosa risata divertita del mio ormai ex
migliore amico.
"Che cosa ti ha detto?" mi domandò
Bella, stando al gioco
"É stata quella pazza di Alice ad
organizzare tutto e prima quando Seth è passato da qui a
prenderla
era per portarla alla festa e finire i preparativi!" spiegai
lanciandole sguardi eloquenti. Sorrise raggiante. Aveva capito tutto,
adesso bastava reggermi il gioco
"Non si smentisce mai!"
esclamò ridacchiando.
"Dovete andare alla riserva?" ci
chiese nostro padre sedendosi al tavolo della cucina
"Se per
te non è un problema raggiungiamo gli altri...
così Alice tornerà
a casa con noi dopo!" tentai, incrociando le dita. Sospirò,
anzi più che altro sbuffò, un paio di volte,
dopodiché borbottò
qualche parola
"Vi voglio qui per le undici e mezza. Non un
minuto di più!" mi trattenni dall'esultare e, complice uno
sguardo vittorioso con Bella, sorrisi più del dovuto a mio
padre che
mi guardò in cagnesco. Recuperai le chiavi della Jeep con la
felpa
ed il cellulare, ancora integro, ed uscimmo di casa
"Sei
stato grande, Emmett! Ma come ti è venuta un'idea simile?"
mi
fece Bella una volta in macchina, al sicuro dalle orecchie di capo
Swan
"Evidentemente le migliori trovate mi vengono sotto
pressione!" constatai divertito. Recuperai il cellulare e misi
in moto. Attivai il viva-voce, sperando che, reduce dell'ultima
chiamata, non decidesse di ignorarmi
"Adesso inizi anche a
perseguitarmi, Swan? Cosa devo fare, chiedere la protezione 24 ore su
24?" di nuovo la voce divertita di Jake uscì
dall'apparecchio
telefonico. Scoppiai a ridere, seguito da Bella, quella volta senza
freni
"Jacob ti devo un favore enorme... non sai da che guaio
mi hai tirato fuori!"
"Ne sono felice, orso... l'unico
problema è capire quanto questo guaio incida sulla tua
salute
mentale!" affermò
"Non ti allargare, però... vanno
bene le battutine di spirito rifilate prima ma adesso nulla mi vieta
di mandarti a cagare con tanto di saluti!" spiegai
"Noto
con piacere che il caro vecchio e sarcastico Emmett Swan è
tornato
fra noi! Il tuo è davvero un caso interessante... soffri di
disturbi
di personalità multipla?" mi domandò
"Finiscila!"
sbottai, pur sempre divertito
"D'accordo... scusa!" si
concesse una risata, mentre io scrutavo con attenzione le vie poco
trafficate di Forks "Seriamente Emm... mi spieghi cosa sta
succedendo?"
"Si tratta di Alice.." intervenne
Bella recuperando il mio cellulare, instabile sulla mia gamba
"Ah...
Bella.. ciao!" la voce di Jacob fu sorpresa, molto. E la cosa mi
infastidì non poco, seppure ignorassi il motivo
"Cos'è
successo?" riprese poco dopo, tornato serio
"Non
riusciamo a trovarla, e siccome non volevamo far preoccupare
papà ci
siamo inventati questa scusa della festa alla riserva, dove Alice ci
stava aspettando... ecco a cosa serviva la tua chiamata... per
invitare me ed Emmett e permetterci di uscire per cercarla!"
spiegò lei. Ci furono diversi secondi di silenzio durante i
quali
pensai che Jacob avesse riattaccato
"Ehi, indiano... ci sei
ancora?" domandai
"Sì, sì... sono qui.." rispose
stranito "Stavo pensando dove potesse essere Alice!"
"Non
ne abbiamo idea... sappiamo solo che non è sola...
è in compagnia
di quel gamberetto biondo...." esclamai stizzito, torturando il
volante, povero malcapitato che aveva avuto la sfortuna di trovarsi
tra le mie mani in quel momento
"Gamberetto biondo? Di chi
stai parlando, scusa?" domandò confuso
"Di Jasper
Cullen..." spiegò Bella tirandomi un pugno sulla gamba
"Quando
sentirai Emmett usare strani nomignoli stupidi ed infantili ricordati
che si riferirà sempre e solo a Jasper Cullen...
è diventato
un'ossessione ormai per lui!" era quasi divertito il tono della
sua voce o era semplicemente la mia impressione? Beh, dalle risate
che mi arrivarono direttamente dal telefono, direi proprio di
no
"Capisco... e state andando da lui?" ci
chiese
"Logico... deve quantomeno spiegarci per quale oscuro
motivo si trovava con lei prima di sparire nel nulla!" esclamai
uscendo dal paese in direzione casa Cullen. Ci ero stato solo una
volta, quando accompagnai Rosalie a casa, ma non ero entrato. Avevo
rifiutato prontamente il suo invito per paura di trovarmi quel
fastidioso lombrico davanti gli occhi.
Forse
Bella non ha tutti i torti riguardo quella storia dei
nomignoli...
"Però...
devo dire che diventi sempre più simile a tuo padre, Emm...
hai
proprio la vena del poliziotto!" e rise di nuovo. Io,
terrorizzato dalle sue insinuazioni lanciai uno sguardo disperato
verso Bella che, silenziosamente ridacchiava. Innervosito le strappai
il telefono dalle mani e liquidai un Jake ancora ridacchiante con una
semplice parola sgarbata.
"Perché te la prendi con lui,
scusa?" mi fece Bella, una volta chiusa la conversazione
"Non
sono in vena di scherzare stasera!" sbottai semplicemente
"Ma
se fino a qualche minuto fa eri ben lieto di farlo!" si
lamentò
lei. Io evitai di rispondere, troppo concentrato sulla strada da
prendere per evitare di sbagliare, dato che vi ero stato solo una
volta. Recuperai un pò di fiato per poi domandare, con un
filo di
voce
"Credi che Jacob abbia ragione?"
"Su cosa,
scusa?"
"Sul fatto che... sto iniziando ad
assomigliargli!" spiegai frustato. Non era di certo un bel
complimento quello. La mano di Bella mi sfiorò la guancia e
mi girai
verso di lei
"Tu non potrai mai, neanche volendo, diventare
come lui, Emm... sta tranquillo... e l'unica cosa che avete in comune
tu e lui è il cognome!" e mi sorrise tenera. Sospirai,
dedicandomi nuovamente alla strada che risaliva attraverso un viale
alberato verso villa Cullen.
"14 Luglio 1789... la
presa della Bastiglia da parte di un'armata parigina..." scrissi
chiaramente la data ripresa dal testo di storia sul mio quaderno e la
cerchiai come al mio solito per ricordarla meglio. Durante quelle due
ore dedicate interamente allo studio ero riuscita a recuperare un
pò
di arretrati che mi ero trascinata dietro involontariamente. Non ero
di certo felice di trascorrere il mio tempo libero in quel modo, ma
prima o poi avrei comunque dovuto farlo, e quindi, dato che ne avevo
la possibilità, perché non approfittarne?
Stavo per iniziare a
sottolineare il paragrafo successivo quando il campanello
iniziò a
suonare. In casa con me c'era solo mia madre dato che mio padre aveva
il turno fino alle dieci, Edward era a studiare da Kristen - che Dio
lo liberi da questa tortura - e Jasper, anche se contro voglia, era
andato a fare un servizio per nostra madre. In effetti, dato l'orario
non poteva che essere lui, visto che era uscito da più di
due ore e
non era ancora tornato. Iniziavo a preoccuparmi in verità.
Solo
che.. di solito Jasper non suonava, aveva le sue chiavi. E allora chi
era a quell'ora? Decisi di uscire dalla camera, lasciare mia madre
alla porta da sola non era proprio il massimo e di malintenzionati,
lo avevo imparato a mie spese, ce ne erano fin troppi in giro. Scesi
le scale cercando di assottigliare l'udito. Era sicuramente un uomo e
per questo iniziai a sudare freddo. Ritornavano alla mente troppi
ricordi scomodi che speravo ingenuamente di aver eliminato per
sempre.
Appunto,
ingenuamente...
“Ci
scusi per l'orario, signora, ma avremmo bisogno di parlare con suo
figlio Jasper!” esclamò la voce maschile. Quella
voce, melodiosa e
forte e allo stesso tempo sicura e profonda. C'era solo una persona,
che conoscevo e che possedeva quel tono. Incerta, scesi le rimanenti
scale per avere conferma del mio sospetto, che divenne
realtà nel
momento in cui incrociai i suoi occhi scuri e preoccupati.
“Emmett...
che ci fai qui?” domandai sorpresa e sollevata che si
trattasse
veramente di lui, sentendo tutto il peso dell'angoscia scivolarmi
addosso in un attimo
“Rosalie...
Ciao!” mi sorrise appena, stranamente incerto per poi
rispondermi
“Stiamo
cercando Jasper... é in casa, vero?”
domandò speranzoso. Mi colpì
non poco quella sua richiesta. Perché voleva sapere dove si
trovava
mio fratello? Voleva picchiarlo di nuovo? O semplicemente era
successo qualcosa?
“Perché
lo cercate?” chiesi ignorando lo sguardo stranito di mia
madre,
rivolgendomi a Bella
“Si
tratta di Alice... è sparita e l'abbiamo vista allontanarsi
poco fa
in compagnia di Jasper... pensavamo fossero venuti qui!” ci
spiegò
lei. Alice scomparsa e per di più in compagnia di Jasper?
Quella
situazione non mi piaceva affatto! Ecco perché Emmett era
livido di
rabbia. Ne aveva tutto il diritto se mio fratello c'entrava qualcosa
con quella storia.
“No,
qui non sono venuti, mi dispiace!” fece mia madre,
visibilmente
tesa. Era chiaro a tutte e due che quell'incosciente avesse combinato
qualche guaio, altrimenti sarebbe tornato di filato a casa, senza
eccessive complicazioni. Ma evidentemente non era affatto
così.
“Adesso
ci toccherà passare al setaccio tutta la zona!”
osservò Emmett
visibilmente frustrato. Vederlo così mi faceva stare
malissimo. Mi
ero legata troppo a lui, ormai, per sopportare che soffrisse. Ero in
quella maledetta fase, caratterizzata solo da crampi alla bocca
dello stomaco e rossore improvviso al primo sguardo. Non mi definivo
di certo innamorata, ma se ci fosse stato uno stadio precedente a
quello... beh... io mi sarei di certo trovata lì.
“Avete
provato a chiamare Alice?” tentai allora, per alleggerire la
tensione
“Sì,
almeno quattro volte... ma, non è raggiungibile.
É come se si
trovasse fuori dalla copertura telefonica!” mi rispose Bella.
Presi
immediatamente il telefono di casa e composi il numero di Jasper. Se
era vero che stavano insieme e il telefono di lei non aveva
copertura, voleva dire che...
“Siamo
spiacenti, ma il numero da lei selezionato è momentaneamente
non
raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi,
grazie!” e misi
giù, sempre più convinta che quel cretino si
fosse appena cacciato
in guai enormi. E meno male che lo avevo pregato di stare lontano da
Alice il più possibile. Evidentemente non gli era bastata la
sfuriata che gli aveva fatto Emmett alla fiera. Era temerario e
voleva tentare di sfidare il destino fino all'ultimo. Quello che
però, purtroppo ignorava era che a giocare troppo con il
fato, a
volte si corrono dei rischi.
“Sarà
meglio togliere il disturbo... e soprattutto iniziare seriamente a
cercarli... anche se, non so da dove...” esclamò
Emmett, rivolto
più che altro a sua sorella. Guardai l'orologio appeso
nell'ingresso. Erano passate da poco le nove. L'attività di
Forks a
quell'ora era abbondantemente finita. Dove sarebbero dovuti andare a
cercarli?
“Vengo
con voi!” affermai, senza neanche pensarci troppo,
recuperando la
giacca dall'ingresso
“Rose...
forse è meglio se rimani qui... lascia che ci pensino
loro!” mi
fece mia madre, preoccupata più per me, che per il suo unico
figlio
idiota
“Tua
madre ha ragione... non è il caso che tu...”
tentò Emmett invano
“Sei
occhi sono meglio di quattro...” commentai scrollando le
spalle.
Emmett sospirò probabilmente dopo aver realizzato che in
fondo avevo
ragione. Bella mi sorrise riconoscente, mentre mia madre, ancora
preoccupata, guardo a sua volta l'orario
“Se
entro un'ora non li trovate avviso tuo padre!”
affermò. Annuii
distrattamente per seguire Bella ed Emmett verso la Jeep di
quest'ultimo.
“Rose!”
qualcuno nell'oscurità del vialetto mi chiamò.
Misi a fuoco non
solo la voce ma anche la figura maschile che pian piano mi si
avvicinava
“Edward...”
mormorai, leggermente delusa. Speravo in cuor mio che quell'idiota si
fosse fatto vivo
“Che
sta succedendo?” mi chiese, lanciando un'occhiata preoccupata
verso
Bella ed Emmett che si erano bloccati con me
“L'ultima
trovata di tuo fratello... sembra sia scomparso... con
Alice..”
spiegai concisa. Mi guardò sorpreso per poi girarsi verso i
due Swan
e sospirare
“Con
la mia macchina, suppongo!” biascicò. Emmett
annuì sorridendo
appena.
Certo,
mi sembra proprio il momento più opportuno per pensare alla
macchina...
“Noi
stiamo andando a cercarli... vuoi venire anche tu?” domandai
sperando che, messo da parte l'orgoglio, decidesse di fare qualcosa
di buono per suo fratello.
Almeno
lui...
Edward
sbuffò leggermente, passandosi una mano tra i capelli,
già in
disordine, per poi decidere
“D'accordo...
andiamo!” e raggiungemmo definitivamente la Jeep dove salimmo
tutti
e quattro. Durante il viaggio verso la città cercammo di
capire dove
mai potessero essere andati mentre Bella e Edward continuavano a
chiamare i rispettivi fratelli.
“Dev'essere
una zona coperta... lontana dai ripetitori... magari un locale o
qualcosa del genere!” tentai pensierosa.
“Locali?
A quest'ora? Non credo... o almeno non qui a Forks!” rispose
Emmett
sollevando un'altra tremenda considerazione, che Bella parve cogliere
al volo
“E
se non fossero qui? Se si fossero allontanati di più... che
so...
tipo...” provò a riflettere
“A
Port Angeles?” domandò Edward chiudendo l'ennesima
telefonata
inutile. Percepii Emmett fremere appena sul sedile e lo vidi
stringere il cambio maggiormente.
Dannato
Jasper...
“Ma
no... al livello del mare c'è una buona
ricezione...” affermai con
ovvietà, per cercare di sollevare un po' l'umore dell'autista
“Non
è detto!” esclamò Bella “Per
esempio.. alla spiaggia della
riserva il cellulare non prende proprio... un tuono qualche mese fa
ha completamente distrutto l'unico ripetitore della zona!”
spiegò.
Il pensiero che quella esclamazione suscitò, parve cogliere
tutti e
quattro nel medesimo istante. Emmett invertì bruscamente la
marcia,
senza causare nessun tipo di intralcio o problema alla circolazione e
si diresse verso Palm Beach.
La
macchina rallentò, fino a fermarsi del tutto davanti a
quella che,
intuii dal rumore, fosse la spiaggia. A quel punto riemersi dal
sedile per prendere una posizione comoda, stando attenta a non alzare
troppo gli occhi, neanche per sbaglio. Mi aspettavo, come era giusto
che fosse, che da un momento all'altro parlasse per chiedere
quantomeno spiegazioni per quel mio assurdo comportamento. Che
scoppiasse a ridere, prendendosi gioco di me, come amava tanto fare,
e che mi facesse di conseguenza notare quanto amassi stare in sua
compagnia, tanto da pregarlo, addirittura. Sì,
perché d'altronde
era proprio questo quello che avevo fatto: pregarlo. Che c'entrasse o
meno mio padre, a quel punto importava poco. Per lui, per il suo
orgoglio da maschio playboy e per la sua soddisfazione, tutta quella
storia poteva non interessare. Il suo giocattolino preferito
–
alias Alice Swan – lo avevo scongiurato di portarla via dalla
sua
stessa casa, in qualunque altro posto... con lui. Bene, mi ero
fregata con le mie stesse mani.
Complimenti
scricciolo...
Tuttavia
fece una cosa che mi sorprese: rimase in silenzio al suo posto, a
pochi centimetri da me. La tentazione di girarmi e guardarlo era
tanta, quasi opprimente, però avevo paura. Una paura matta
di
scoprire sul suo viso un'espressione che poi, di certo, non mi
sarebbe piaciuta.
Maledetta
me, e le mie seghe mentali...
Ad
un tratto aprì lo sportello ed uscì. Solo allora
ebbi la forza di
alzare la testa per seguirlo con lo sguardo dirigersi fino al
bagnasciuga, senza mai girarsi indietro. Avevo una voglia matta di
seguirlo, perlomeno per... ringraziarlo. Senza saperlo mi aveva
liberato da una certa sfuriata di capo Swan. Ma, di nuovo, non seppi
cosa fare. Avevo di nuovo paura che ad essere troppo azzardati ci si
facesse male.
Solo
che... rimanere qui, in questa macchina, ormai satura del suo profumo
non è poi tanto positivo per il mio povero neurone stanco...
Scesi
finalmente dalla macchina e lo raggiunsi fino alla riva, lì
dove si
era fermato. Osservava il mare, come rapito, con le mani nelle tasche
dei jeans. Aveva un'espressione strana, quasi assente, eppure
incredibilmente profonda ed intensa. Gliela avevo vista soltanto
un'altra volta. Quel giorno nel parco dietro la scuola. Il giorno in
cui entrambi avevamo saltato le lezioni mattutine per cercare un po'
di conforto nella solitudine del luogo, cosa che ci era stata negata
dalla sorprendente presenza dell'altro.
E
in quel momento avevo avuto la stessa strana impressione. Che fosse
alla ricerca di qualcosa e che, stranamente quel qualcosa, tardasse
ad arrivare o che si divertisse a giocare a nascondino con lui da
troppo tempo ormai.
Faceva
freddo e di certo stare sulla spiaggia a quell'ora, il 10 Dicembre,
non era proprio il massimo per la nostra salute.
“A
New York non c'è niente del genere!”
esclamò finalmente qualche
istante dopo. Lo guardai confusa, cercando di capire se si trattasse
di un suo pensiero, espresso ad alta voce, o se si stesse
semplicemente rivolgendo a me. Sospirai e decisi finalmente di
parlare.
“Jasper...
io ti volevo... ringraziare!” dissi, maledettamente a
disagio. Il
sentirlo così vicino e il sapere che probabilmente mi stava
guardando, mi mandava in confusione. Aveva uno strano potere su di
me, ormai era inutile continuare a negarlo.
“Ah
sì?... e per cosa?” mi chiese confuso. Mi decisi
ad alzare lo
sguardo per incrociare i suoi occhi. Sbaglio madornale. Sentii una
stretta al cuore per quel contatto ritrovato ma provai, almeno per
una volta, ad ignorarlo
“Per
avermi portata qui... lontana da... casa!” spiegai,
ipnotizzata
dall'azzurro delle sue iridi, visibilissimi anche alla luce chiara
della luna
“Giusto...”
mormorò spostando di nuovo lo sguardo, e quella volta la
stretta fu
molto più dolorosa “Non devi ringraziarmi... l'ho
fatto... con...
piacere!” sembrava sincero, o almeno fui io a sperare che lo
fosse,
almeno per una volta
“Immagino
che tu adesso voglia delle spiegazioni... per il mio comportamento
intendo!” specificai ancora a disagio
“Non
credo sia necessario!” affermò, sedendosi sulla
sabbia con un
movimento fluido. Lo guardai sorpresa
“Non
sei neanche lontanamente curioso di sapere perché sono
voluta
scappare dopo aver visto mio padre?” feci allora, incredula.
Mi
stava certamente prendendo in giro. Jasper Cullen si era dimostrato
la curiosità fatta a persona ed un'opportunità
così, servita su un
piatto d'argento, non era una cosa a cui poteva rinunciare facilmente
“Suppongo
siano fatti che non mi riguardano!” esclamò, con
una semplice
alzata di spalle
La
faccenda inizia a diventare particolarmente assurda...
“Ti
sei reso responsabile di un sequestro di persona... dovresti almeno
sapere il perché stai rischiando dieci anni di
carcere!”
insistetti, buttandola sull'ironico. Alzò la testa verso di
me,
pensieroso
“Mmm...
tentato omicidio e sequestro di persona... se non mi sbattono in
cella questa sera stessa potrei anche ritenermi fortunato!”
esclamò
per poi sorridere. Non potei fare a meno di ricambiare sia per la sua
battuta che per quel bel sorriso spontaneo che mi aveva concesso.
Dato che erano molto rari da vedere, meglio approfittarne, no?
Mi
sedetti sulla sabbia anch'io a circa dieci centimetri da lui. Anche a
quella distanza, nonostante il vento e il freddo gelido, riuscivo a
sentire il suo profumo. Era sempre lo stesso ma soprattutto... era
sempre più buono.
“Tuttavia...”
riprese qualche secondo dopo “Immagino mi sia concesso fare
delle... supposizioni, o sbaglio?” mi domandò. Lo
guardai senza
capire, ma volli comunque andare a fondo
Qui
gatta ci cova...
“Prego...
fai pure...” sorrise di nuovo, sporgendosi all'indietro fino
a che
la schiena non fosse completamente sorretta dagli avambracci
“Sai...
non ho mai visto nessuno spaventato dal proprio padre in quel modo...
il tuo più che timore per una probabile ramanzina,
sembrava...
terrore!” si concesse una pausa per guardarmi, per cercare
magari
la conferma di quello che lui stesso aveva detto
“Terrore
allo stato puro!” ripeté, intensificando lo
sguardo. Rimasi
completamente pietrificata. Ma non per il freddo tagliente che ormai
mi faceva quasi tremare. Possibile che con una sola
“supposizione”
avesse... centrato il mio problema più grande?
“Esagerato!”
esclamai ridacchiando nervosamente. Non sono mai stata brava a
nascondere le cose, soprattutto quando, come in quel caso, venivo
punta sul vivo. La mia risata finta – e anche leggermente
fastidiosa – mi morì in gola alla vista della sua
espressione. Non
ammetteva repliche, non ammetteva bugie, non ammetteva di certo prese
in giro. Ma io non potevo parlare. Non potevo dirgli cosa si
nascondeva dietro la facciata superficiale di capo Swan. Lui non
doveva sapere, come non dovevano farlo gli altri. Lo avevo promesso a
Bella e ad Emmett. Se non volevo tacere e mentire per salvare la
reputazione di mio padre, potevo farlo – anzi dovevo farlo
–
quantomeno per i miei fratelli.
“Davvero,
Jasper, ti sbagli...” tentai, scrutando la linea, quasi
invisibile,
dell'orizzonte “Evidentemente lavori troppo di
fantasia!” e
sorrisi di nuovo, quella volta amaramente
Poco
convincente, lo so...
“Alice...”
mi chiamò. Dovetti impiegare tutta la mia forza d'animo per
girarmi
e rimanere lucida “So che probabilmente non hai un'altissima
considerazione di me, e non ti biasimo per questo, però...
speravo
che almeno evitassi di insultare la mia intelligenza!” non
aveva
nessuna nota di rimprovero nella voce. Più che altro
sembrava un
ammonimento divertito.
“Che
intendi dire?” domandai confusa. Si tirò a sedere,
avvicinandosi
impercettibilmente
“Dimmi
la verità, scricciolo... almeno per una volta!” mi
fece allora.
Se
anche avesse avuto una minima probabilità di farmi
parlare... beh,
adesso se l'è completamente giocata con quel fastidioso
nomignolo...
“Io
la verità te l'ho detta... Cullen!” e feci
volontariamente
pressione su quell'ultima parola. Quei teatrini infantili che
mettevamo su da quando ci conoscevamo mi avevano seriamente stancato,
solo che... se lui continuava ad istigarmi io non potevo fare altro
che difendermi, e l'unico modo che conoscevo era quello di attaccare
a mia volta.
“Sì
ma non l'hai fatto guardandomi negli occhi!”
ribatté
tranquillamente. Distolsi di nuovo lo sguardo. La situazione si stava
facendo più spinosa del previsto. Con ogni
probabilità se avessi
prestato più attenzione a quello che mi succedeva accanto e
meno a
come il mare si increspava a riva, mi sarei accorta di quel
millimetrico movimento e avrei reagito in tempo, prima di
ritrovarmelo di fronte a pochi centimetri dal viso.
“Che
diamine...” mormorai arrossendo. Si sedette più
comodo, stendendo
le gambe sulla sabbia, facendomi ritrovare praticamente circondata da
esse. Evidentemente per lui non c'era nulla di strano. Evidentemente
per Jasper Cullen era assolutamente nella norma. Evidentemente non
aveva fatto i conti con il mio cuore impazzito che solo allora si era
rimesso in funzione, pompando ancora più sangue al cervello.
Avrei
rischiato il collasso in quel modo e Jasper Cullen sarebbe
tranquillamente rimasto seduto di fronte a me con le sue gambe a
circondarmi.
Bella
fregatura...
“Bene,
proviamo così...” esclamò tranquillo.
E
certo, perché ad agitarmi su questa lingua di sabbia sono
solo io...
“Ti
dispiacerebbe tornartene al tuo posto?” sbottai con la voce
leggermente tremante
Maledetto
autocontrollo... dove sei quando è ora di venirmi a tirare
fuori dai
casini?...
“Oh...
ma questo è il mio posto... sempre più vicino a
te!” e sorrise
malizioso.
Bene,
Alice, ti eri chiesta cosa gli fosse successo, perché era
così
diverso dal solito, malinconico e assente? Ti do una bella notizia...
Jasper Stronzo Cullen è tornato... o, molto più
probabilmente, non
se ne è mai andato...
“Ti
do dieci secondi per alzarti e mettere almeno venti metri di distanza
tra me e te...” iniziai a minacciarlo, con molta poca
convinzione
“Altrimenti...
che fai?” mi sfidò apertamente
Altrimenti
non rispondo più delle mie azioni... ti prendo e ti stringo
forte a
me...
“Altrimenti
non rispondo più delle mie azioni...” ma mi
bloccai lì. Meglio
tralasciare scomodi particolari
“Uh...
la cosa si fa parecchio interessante...” continuò
a scherzare
imperterrito. Le mie minacce non facevano né caldo
né freddo a
quanto pare.
“Sul
serio, Jasper... allontanati...”
No,
non farlo...
“Dammi
un buon motivo per farlo!” mi sfidò ancora
Oh,
potrei dartene cento per fare il contrario...
“Mi
infastidisci!” esclamai secca
Ok,
e questo è vero. Un punto in mio favore...
“Touché...
ma non è abbastanza!” mi fece notare. Come temevo.
“Cosa
vuoi che ti dica?” chiesi esasperata. Eh no, non andava bene.
La
mia difesa stava cedendo e di questo passo mi avrebbe avuta
completamente tra le sue mani.
Non
che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro...
“La
verità, Alice... proprio quella che fatichi tanto ad
ammettere!”
mi rispose ritornando serio. Rimasi a guardarlo, rapita in maniera
indicibile dai suoi occhi.
Maledizione,
merda, maledizione, merda...
“Io...”
Alice,
per la tua salute mentale, distogli lo sguardo... adesso!!...
“..non
posso...” mormorai abbassando gli occhi sui miei jeans
“Non
puoi o non vuoi?” tentò lui perforandomi con il
suo sguardo.
Nonostante non lo stessi guardando me ne resi conto quasi subito
“É
complicato... da spiegare!” mormorai, sperando di non essere
stata
sentita. Mi chiedeva troppe cose alle quali io non potevo rispondere.
E tutte nella stessa sera tra l'altro.
“D'accordo...
facciamo così...” si avvicinò ancora,
sfiorando quasi
completamente le mie gambe incrociate con le sue. Alzai gli occhi,
agitata, in tempo per vederlo assumere un'espressione pensierosa
talmente tanto bella, da farmi quasi scappare una risata.
“Io
ti faccio delle domande e tu risponderai solo con sì o con
no! Ogni
tipo di commento è abolito!” propose
“E
cosa ti fa credere che io possa accettare questa
stupidaggine?” lo
sfidai incredula. Mi sorrise nuovamente in maniera maliziosa. Un
sorriso che faceva intendere troppe cose non dette. Deglutii a
fatica. Ad un tratto sentii qualcosa accarezzarmi i fianchi sotto il
cappotto e risalire lentamente sulla schiena, facendomi rabbrividire
piacevolmente. Se anche l'ultimo briciolo di neurone mi avesse
abbandonato probabilmente avrei fatto una fatica immane nel collegare
quelle carezze a quella faccia sorridente di fronte a me. E
altrettanta fatica avrei fatto nel resistere all'assurda tentazione
di chiudere gli occhi e lasciarmi andare a quel contatto. Raccolsi
tutta la mia buona volontà, acciuffai le sue mani che
continuavano a
salire e le riportai davanti a lui, che sorridente esclamò
“Lo
prendo come un sì!” ignorando totalmente la mia
faccia viola e il
mio cuore impazzito.
No,
era un no quello...
“Prima
domanda...” si concentrò di nuovo, diventando
ancora più serio
“Ci sono problemi a casa tua, per caso?”
Eh?...
“Problemi?...”
biascicai sorpresa “Che cosa...” ma mi interruppe
“Devi
rispondere solo sì o no!” mi ammonì
serio. Di nuovo quello
sguardo, quello che non ammetteva repliche e che mi faceva intendere
che lui avrebbe capito, nel caso avessi deciso di continuare a
fingere spudoratamente
“Sì...”
mormorai “.. e no...”
Si
sorprese non poco nel vedere che per la prima volta gli avevo dato
una risposta perlomeno vera. Diciamo una mezza verità. Mise
da parte
l'esultanza per proseguire
“C'entrano
Bella ed Emmett?” provò. Come poteva anche solo
pensare che loro
due potessero avere a che fare con i miei problemi?
“No!”
risposi secca e convinta. Annuì appena per poi domandare
esitante
“C'entra
tuo padre?”
Menti,
Alice... menti spudoratamente come hai sempre fatto... nascondi la
verità, inventa, ricama, cambia, costruisci...
“Sì...”
fu quasi un sibilo. Uno di quei suoni che solo i cani avrebbe potuto
sentire. Eppure lui lo sentì lo stesso. Dovevo ammettere che
si
ritrovava un udito particolarmente fino. Deglutì
impercettibilmente,
come se avesse appena scoperto una verità scomoda e non
sapesse bene
come gestirla.
“D'accordo...”
fece una pausa lunga un'eternità per poi domandare in un
sussurro
“Ha mai alzato le mani?” spalancai appena gli
occhi. Il respiro
si era fatto freddo, come se me ne avessero privato in quel preciso
istante. Strinsi un pugno nella sabbia, probabilmente facendo
infilare decine di granelli tra le unghia. Non riuscivo più
a
mentire. Era come se, esponendomi un po', avessi completamente
annientato le mie barriere difensive. Era saltata la copertura, era
saltata l'intenzione e, perfino la volontà di tacere, era
scomparsa.
C'era solo la voglia di parlare, lì su quella spiaggia a
quel
ragazzo bellissimo che continuava ad avvicinarsi impercettibilmente
ad ogni risposta che davo.
“Ecco...”
Alice,
non farlo...
“...Io...”
Fermati...
sei ancora in tempo...
No,
non sono più in tempo per niente. Sento di non riuscire
più a
combattere. Tanto vale arrendersi...
“Sì...”
ammisi sentendo gli occhi inumidirsi. Lo sentii distintamente
trattenere il respiro. Come se avesse perfino paura a compiere quel
gesto tanto spontaneo quanto pericoloso.
“E...”
sentire la sua voce di nuovo mi fece uno strano effetto. Era un
sussurro impercettibile e talmente delicato da suonare rassicurante
“...Emmett... lo sa?”
“...S...s-ì...”
un singhiozzo spezzò quella conferma a metà e le
lacrime che ero
riuscita a trattenere per tutto quel tempo scivolarono via dagli
occhi come spinte da qualcosa. Iniziai a tremare appena, non di certo
per il freddo. Jasper allungò le mani per afferrare le mie,
piantate
nella sabbia. Le strinse forte, seppure con un'immensa delicatezza e
prese ad accarezzarle, ripulendole di tutti i granelli.
Continuò con
quel gesto per qualche minuto, durante il quale si sentivano solo i
miei singhiozzi e il rumore delle onde sul bagnasciuga.
“Se
prima ti avesse vista... in macchina con me... a quell'ora... pensi
sarebbe successo di nuovo?” domandò con una strana
sfumatura nella
voce. Era quello che avevo temuto fin dal primo istante in cui avevo
visto la volante parcheggiata nel vialetto e il capo della polizia
infilato per metà all'interno, alla ricerca di
chissà che cosa.
Chissà
che cosa che però mi ha salvata...
Quella
volta, colpita dal pensiero di cosa sarebbe potuto succedere, non
ebbi neppure la forza di parlare e mi limitai ad annuire in un gesto
lento del capo. Altri singhiozzi e altre lacrime calde sulle guance
che sembravano congelarsi a causa delle forti sferzate di vento.
Ormai ero completamente esposta al mondo. Nessuna copertura, nessuna
barriera, per quanto debole, riusciva a proteggermi. Mi sentivo sola
e vulnerabile.
Ecco
cosa hanno fatto quelle bugie per tutto questo tempo... Mi hanno
salvaguardata dal mondo, mi hanno tenuta al di fuori di tutto. Solo
che adesso è finita. Devo fare i conti con la
realtà che, per
quanto brutta possa essere, mi appartiene, e non posso più
ignorarla...
Troppo
presa nei miei ragionamenti, mi accorsi tardi di quel calore
improvviso che avvertii su tutto il corpo e di quel profumo forte ed
avvolgente, così stranamente familiare. Sentii le sue
braccia
avvolgermi le spalle, quella volta sopra il cappotto, senza alcuna
presunzione o giochetto fastidioso. Mi ritrovai appoggiata al suo
petto, a pochi centimetri dal suo cuore che sentivo distintamente
battere, appena accelerato. Sentivo il suo respiro caldo tra i
capelli e uno strano strato di pace scendere ad avvolgermi. Non mi
era mai successo. Neanche quando da piccola scappavo dalle mani di
papà fino a quelle protettive di Emmett. Era come se una
strana
consapevolezza dentro di me mi suggerisse che lì, in quel
momento,
niente e nessuno mi avrebbe fatto del male e che, se per caso ci
fosse stato capo Swan pronto ad alzare le mani su di me, io
probabilmente non me ne sarei neppure accorta. Era lui, era il suo
calore umano che mi faceva sentire così. Era l'angelo
dispettoso,
quello che si divertiva a stuzzicarmi, infastidirmi, prendermi in
giro con stupidi nomignoli infantili, quello che mi sorrideva
malizioso per poi allontanarsi soddisfatto. Era... Jasper... era lui
che riusciva ad infondermi tanta beatitudine e sollievo dopo quello
sfogo. Era riuscito, in quel contatto, a costruire un altro muro,
perfino più solido e resistente. Un muro che, sentivo,
niente nel
mondo sarebbe riuscito a buttar giù. Le lacrime continuavano
a
scendere appena, ma con meno frequenza. Era come se mi fossi liberata
di qualcosa, di un peso opprimente e quelle lacrime servissero ad
alleviare il dolore. O forse era tutto merito di quell'abbraccio.
“Vorrei
tanto poter fare qualcosa...” lo sentii sussurrare.
Mi
basta che continui a fare quello che stai facendo adesso, per il
resto della vita...
“Riuscire
ad alleviarti in parte questo dolore... trovare... una
soluzione!”
continuò, stringendo sempre di più la presa,
senza farmi male.
Rimasi in silenzio, conscia del fatto che se avessi parlato in quel
momento avrei davvero detto troppo.
“Alice...”
mi chiamò allentando un po' la stretta e facendomi
trattenere il
respiro. Se si fosse allontanato da me in quel momento, probabilmente
non avrei retto e sarei crollata di nuovo.
“Voi....
dovete... dirlo a qualcuno!” affermò allora. Colta
dal panico
improvviso mi staccai a forza da lui e dal suo calore per guardarlo
negli occhi, agitata oltre l'immaginabile.
“No!”
quasi gridai. Non poteva! Non poteva assolutamente farmi questo
“No,
nessuno lo deve sapere... per nessun motivo al mondo... davvero, no..
neanche tu dovresti... saperlo!” ammisi afflitta abbassando
lo
sguardo.
“Alice,
guardami...” mi costrinse a rialzare la testa, sollevandomela
con
una mano. Era stranamente agitato anche lui, glielo si leggeva a
caratteri cubitali sul viso.
“Non
potete continuare a vivere con un mostro del genere a
casa...” mi
fece notare infervorato. Possibile che si fosse così
surriscaldato?
Evidentemente ero riuscita perfino a trasmettergli un po' della mia
tensione, altrimenti non si spiegava il perché di
quell'atteggiamento. Come chiamate da lontano, le lacrime tornarono a
farci compagnia, quella volta erano lacrime di supplica quasi.
“Jasper,
ti prego... tu non puoi farlo!” lo pregai stringendo il pugno
sulla
stoffa della sua manica.
“Alice...
ti rendi conto cosa mi stai chiedendo? Far finta di niente, mentre
tuo padre continua bellamente a metterti le mani addosso?”
alzò
appena la voce sulle ultima parole, quasi in un moto di rabbia.
Strinsi gli occhi, liberandomi di due grosse lacrime che scesero fin
chissà dove.
“Ti
prego, Jasper... fallo per me...” mormorai ristabilendo il
contatto
visivo. Lo avevo pregato ancora. Per l'ennesima volta nella stessa
serata. Evidentemente le mie richieste non gli facevano più
effetto.
“Alice...”
scosse la testa, in un'espressione tra il frustato e il combattuto,
per poi sospirare “É
proprio per te che lo faccio... lo vuoi capire?” sorpresa lo
guardai, senza davvero rendermi conto del peso di quelle parole. Ma
non ebbi modo di indagare oltre perché, poco più
lontano, una voce
maschile, mi fece quasi sobbalzare dallo spavento.
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Capitolo 32 *** Istinto ***
cap33
Buonaseraaaaa...
sì lo so, devo smetterla con queste sorprese, eh eh...
questa
volta non vi ho fatto quasi aspettare... non dico che sono tornata ai
vecchi aggiornamenti tempestivi però... per questa volta
voglio
viziarvi... Allora... tutti sorpresi dal mio rientro, sono contenta e
forse, qualcuno non ci sperava nemmeno più... beh, che dire,
sono davvero contenta. Forse voi lo sarete un pò di meno
leggendo questo capitolo. Sono sicura al cento per cento che odierete
parecchie persone dopo (me inclusa) e non riuscirete a capire il
perché di determinate decisioni, però... non me
ne
vogliate, bisogna creare parecchie situazioni paradossali per poi
poterle risolvere in corso d'opera. Perdonatemi, se potete...
Ho notato che lo scorso capitolo è piaciuto a parecchi e il
fatto
ke Alice avesse vuotato finalmente il sacco lo avete apprezzato. Adesso
bisogna solo capire cosa deciderà di fare Jasper. Se dare
retta
a lei e tacere o se agire d'istinto e raccontare a qualcuno quella
storia. A voi l'ardua sentenza (e a me la fatica di scrivere^^). Vi
adoro, oltre ogni misura... e grazie come sempre per il vostro
immancabile sostegno. Se non ci foste voi io non saprei come fare.
Buona lettura... ogni reclamo alla fine, grazie ^^
p.s.
io intanto inizio a scappare... :D
n.b.
Risposte alle recensioni alla fine del capitolo (finalmente ^^)
Se un giorno mi dessero la possibilità di tornare
indietro
per
cancellare una delle tante cazzate della mia vita io, personalmente,
afferrerei l'opportunità con due mani e tornerei di filato a
quel maledetto dieci Dicembre, il giorno in cui avevo buttato alle
ortiche tutta la mia dignità per abbassarmi a ciò
che di
più vile esiste al mondo.
Era iniziato come
l'ennesimo pomeriggio sprecato a casa della mia
innamoratissima ragazza Kristen. Dopo la sostanziosa merenda, offertaci
gentilmente dalla madre - della serie, non sia mai alla vostra
età abbiate ancora bisogno di questi spuntini giornalieri -
ci
eravamo sistemati in camera sua per studiare biologia, uno dei pochi
corsi che seguivamo insieme. Lei era proprio negata per le materie
scientifiche e faceva non poca fatica ad applicarsi seriamente. A tutto
questo si aggiungeva il fatto che avesse ben poca concentrazione. Non
riusciva a tenere gli occhi fissi sul libro neanche per cinque minuti
di fila. C'erano state le pause per il bagno, per la sete, per le
curiosità, per le coccole. Soprattutto queste ultime io le
avevo
cercate di evitare come la peste. Inventavo scuse assurde, o perlomeno
le prime che riuscivo a trovare in caso di pericolo, come "Dobbiamo
studiare, non vedi quanti esercizi abbiamo per domani?" oppure "Dai,
Kris, al piano di sotto c'è tua madre... e se dovesse salire
e
trovarci così?" - lo so, proprio questa era stata la meno
convincente. Ma lei non demordeva. Diceva che un pò di sana
tranquillità avrebbe fatto bene a tutti e due, soprattutto
al
sottoscritto che, a detta della sua stessa madre, era incredibilmente
sciupato in quest'ultimo periodo.
"Edward, caro, ma
Esme ti mette da mangiare nel piatto?" mi domandava
ormai ogni volta che mi vedeva varcare la soglia di casa loro. Povera
Esme... a sentirsi fischiare le orecchie così tanto spesso,
avrebbe corso il rischio di uscire di testa. Senza considerare il fatto
che, a dirlo, era proprio una donna del genere. Una settimana passata a
casa sua e il vecchio Edward sciupato sarebbe diventato Moby Diddy.
Quello che mi sorprendeva era che Kristen riuscisse a rimanere
così perfettamente in forma, nonostante la cucina suicidio
della
madre. Forse... per lei era riservato un altro trattamento, oppure
aveva trovato un pratico rimedio.
No,
mi rifiuto di credere che lei possa davvero pensare di...
"Edward, basta,
abbi pietà... sono due ore che ripetiamo lo
stesso paragrafo. Non ce la faccio, non riesco a farmelo entrare in
testa... è inutile continuare a tentare!" si
lamentò lei
ad un certo punto, scostando appena la sedia dalla scrivania. Io
sbuffai, infastidito dall'ennesima interruzione gratuita. Di certo da
solo, a quell'ora, avrei già imparato a memoria tutto l'inno
irlandese, e mi sarebbe perfino avanzato del tempo per dedicarmi al
bricolage.
"Non farla
più grossa di quanto non sia... non sono affatto
due
ore che studi quella pagina, ma semplicemente trentasette minuti e se
ci mettessi un pò più di impegno e di attenzione,
forse,
e dico forse, a quest'ora saresti perfino arrivata al paragrafo
successivo." la ammonii avvicinandola nuovamente al tavolo, mentre un
suo sbuffo irrompeva nell'aria. Riportò la sua attenzione
sul
libro di biologia ed io mi concessi un sospiro vittorioso. Avevo ancora
un minimo di controllo sulla coppia e la cosa mi faceva gongolare come
un drogato davanti alla sua dose giornaliera. Ma ovviamente...
Mai
cantare vittoria troppo presto...
"Sai a cosa stavo
pensando?" mi fece raggiante, distogliendo
l'attenzione dal libro. Sbuffai impercettibilmente e mi stampai una
fintissima area curiosa sul volto
"No, Kristen...
illuminami!" mormorai seccato. Mi lanciò
un'occhiata strana, inquietante quasi, e si avvicinò a me
prendendomi alla sprovvista. Mi lasciò un bacio sulle labbra
per
poi sorridere
"Sono quasi nove
mesi che stiamo assieme... sai cosa significa questo?"
mi soffiò nell'orecchio, provocandomi la pelle d'oca, ma non
perché ero eccitato, più che altro ero
terrorizzato da
quello che poteva attendermi
"Che presto
diventeremo genitori?" sdrammatizzai con una risatella
nervosa. Lei ridacchiò passando all'altro orecchio,
iniziando a
baciarne la parte superiore
"Beh, diciamo che
ci sei vicino..." mormorò con un bacio sul
lobo "... io, però..." strofinò il naso sulla mia
guancia
"... avevo..." scese sulla mascella "... qualcos'altro..." per poi
risalire sulle labbra "... in mente..."
Più che
al suo giochetto perverso, stavo prestando
attenzione al
filo conduttore che legava le sue parole. Di certo, il fatto
che
continuasse a giocare con i miei capelli e a lasciarmi baci caldi sul
collo, non deponeva in mio favore,
"Kristen... non
capisco dove..." deglutii sentendo la sua mano
scendermi sul petto ".. tu voglia arrivare!" completai la frase per poi
darmi dell'emerito coglione. Oh, io lo avevo capito fin troppo bene
cosa intendeva. Avevo avuto il primo sentore con quello sguardo. Non
era certo la prima volta che ci provava. Ed io, povero verginello
indifeso, avevo sempre deviato la sua attenzione. Ma in quel momento,
quella strega malefica, stava prendendo tempo per cucinarmi per bene.
Sapeva quali erano i miei punti deboli, sapeva che ero sensibile in
certe zone e soprattutto sapeva, o forse più che altro
sperava,
che la mia vena cavalleresca venisse fuori anche in quell'occasione,
permettendole di guadagnarsi cosa tanto agognava.
La
mia dote...
"Edward..."
soffiò toccandomi l'orecchio con qualcosa di
umido.
No...
per carità divina... quello no!...
"Kris... ti
ricordo che tua madre è al piano di sotto e se
ho
fatto bene i calcoli dovrebbe salire tra qualche minuto per portarci
la... merenda..." deglutii di nuovo, rendendomi atrocemente conto di
non avere neanche la forza di togliermela di dosso, quando pesavo
visibilmente più di lei.
"E che problema
c'è?... ho chiuso la porta a chiave!..." non
si scompose neppure mentre mi rispondeva
Eh?...
"Quando?" chiesi
sconcertato. Ridacchiò di nuovo,
attirandomi verso di lei
"Che importanza
ha?" mi fece, ormai del tutto presa dalla situazione.
Maledizione, maledizione, maledizione... possibile che non fossi capace
di impormi, di prendere le distanze da lei, in maniera netta e
definitiva? Dovevo per forza essere costretto a ritrovarmi in queste
situazione assurde, per poi rimpiangere i momenti in cui avrei potuto
impedire tutto quello? Avevo una forza di volontà pari a
zero,
che diminuiva nettamente quando faceva il suo malaugurato ingresso la
mia opprimente coscienza. Come si faceva a dire di no, quando quella
che al mondo etichettavi come la tua ragazza, si spingeva
più in
là del solito, pronta ad accogliere una prossima mossa da
parte
mia? Ero sicuro che, ad essere rifiutati ci si stava male, anche se non
mi era mai capitato e, poi... chi ero io per impedire a Kristen di
ottenere ciò che voleva?
Lo sapevo, i miei
pensieri in quel momento erano del tutto sconnessi.
Non riuscivo a comportarmi più razionalmente - non che
l'avessi
mai fatto - e il mio preziosissimo autocontrollo si era appena
imbarcato per Cuba. Lei, convinta della sua illuminante decisione e
spinta da una volontà di ferro che, raramente in quei
fantomatici nove mesi insieme, aveva fatto intravedere, continuava la
sua opera di convincimento.
Non
che, arrivati a questo punto, ci sia più tanto da
convincere...
Chiusi gli occhi,
in balia di sensazioni nuove anche per me. Era fin
troppo esperta e calcolatrice per essere, come me, alla sua prima
esperienza. Lì, c'era qualcosa di strano. Ma volli
sorvolare.
Probabilmente era l'adrenalina del momento a muoversi per lei, e questo
le impediva gesti impacciati. Insomma, i tipici movimenti involontari
da "prima volta".
In men che non si
dica mi ritrovai a sollevarla dalla sedia e a tirarla
su, finché le sue gambe non furono attorno ai miei fianchi.
Ci
stavo iniziando a fare l'abitudine e - ahimé - sentivo
già di non riuscire, neanche volendo, a fermarmi ormai. Ce
l'aveva fatta. Mi aveva giocato uno sporco tranello facendo leva sul
fatto che la carne fosse debole e che, istigato in quel losco modo,
perfino il più casto e caparbio degli uomini avrebbe ceduto.
Perfida
manipolatrice di anime pure...
Certo,
probabilmente mi sarebbe bastata un pizzico di tenacia nel
momento giusto e a quell'ora, invece di essere prossimo al letto, sarei
all'interno della Bmw di mio fratello, indignato fino allo stremo per
quello che Kristen aveva anche solo pensato di chiedermi.
Diamine,
Edward... fai tanto la morale a tuo fratello e poi tu, proprio
tu, ti comporti in questo modo... sei addirittura peggio di lui...
Neanche la
coscienza a quel punto era capace di fermarmi. Il vecchio
istinto di sopravvivenza Cullen si era dileguato, lasciando il posto ad
una voracità che non sapevo neppure di possedere. Ero sempre
stato convinto che in famiglia un individuo con più
intenzioni
nei pantaloni che in testa potesse bastare ma, evidentemente sbagliavo.
Evidentemente bastava istigarla un pò, e anche la bestia
Edward
sarebbe uscita allo scoperto.
Cazzo, Cullen, basta con queste
filippiche mentali... sconnetti il tuo
neurone sfigato e concentrati su quello che stai facendo...
Sorrisi da solo
come uno stupido, gesto che, però, Kristen
interpretò in maniera sbagliata
"A quanto pare,
non ero l'unica a pensarla in quel modo..." e
tornò all'attacco, ancora saldamente ancorata ai miei
fianchi.
Quella situazione di stallo iniziava a starmi stretta - e non solo
quella - così decisi di passare al contrattacco. E in certi
casi la tattica migliore è sempre quella della
improvvisazione.
La feci scivolare a terra e la spinsi sulla trapunta, rigorosamente
rosa, per poi posizionarmi su di lei, con ancora addosso strati e
strati di vestiti ingombranti. Lei parve leggermi nel pensiero
perché esclamò
"Forse
è il caso di togliere qualcosa..." e con un mezzo
sorriso
fece scorrere le mani sulla mia maglia fino all'estremità
per
poi riuscire, con il mio aiuto, a sfilarla via. Iniziò
allora a
sbottonare i bottoni della camicia, mentre io mi affaccendavo a
baciarle il collo. Non era poi così difficile, le azioni mi
venivano quasi suggerite da qualcosa nella mia testa di apparentemente
sconosciuto. Forse è proprio vero che, in queste cose, tutti
siamo bravi, ma che, per migliorare, serve ovviamente un pò
di
pratica. E per quella ci sarebbe voluto del tempo.
La camicia venne
subito via, senza particolari difficoltà o
impedimenti, e subito lei parve curiosa di esplorare quel nuovo pezzo
di pelle scoperto, che non conosceva ancora. Iniziò con
l'accarezzarmi la schiena, per tutta la lunghezza della colonna
vertebrale. Poi passò al petto, troppo lentamente e in
maniera
talmente tanto studiata da essere ancora più frustrante. Non
mi
ero mai sentito così e, per quanto una parte del mio
cervello
cercasse di farmi capire che quella che stavo facendo era una cosa
sbagliata, non riuscivo a fermarmi e, più andavo avanti,
più la cosa mi intrigava e mi piaceva. La liberai della
maglietta, troppo ingombrante per i miei gusti, e la sentii trattenere
il respiro mentre scendevo a baciarle la pancia.
Oddio,
pancia... se ci fosse un misero filo di ciccia che mi facesse
ritenere possibile darle questo nome...
La sentii
armeggiare con i bottoni del mio jeans, soffermandosi
in punti che erano troppo... diciamo sensibili in quel momento. Per
evitare di fare la fine di un dodicenne in calore, le spostai
delicatamente le mani e finii per lei ciò che aveva
maldestramente iniziato, aiutandola perfino a farli scivolare via.
Lezione
numero uno... come spogliare un uomo...
Ritornai ad
occuparmi della sua pancia inesistente che si alzava e si
abbassava ad un ritmo pazzesco ormai. Sembrava quasi in fibrillazione.
E la cosa non migliorò di certo, quando, con una certa
titubanza, feci scivolare via i suoi jeans. Certo, magari ero stato
più veloce di lei, però... dai suoi sospiri,
immaginavo
avessi ottenuto la stessa reazione.
Lezione
numero due... come ripagare il tuo avversario del torto
subito...
Sorrisi di nuovo,
stendendomi più comodamente su di lei,
sempre
più agitata e sempre meno lucida. Forse si stava iniziando a
chiedere che fine avesse fatto il suo timido e candido Diddy e chi
fosse mai quel ragazzo tanto intraprendente che, in quel momento stava
armeggiando con i suoi slip. Ma, dato che non fece nulla per fermarmi,
immaginai che, lì per lì non le importasse poi
tanto
saperlo.
E
sinceramente, neanche a me...
Ci ritrovammo
nudi, in men che non si dica, senza neppure fermarci a
riflettere o a prendere aria per respirare. Mi sembrava di non averne
neppure bisogno. Era tutto meccanico, automatico, immotivato, e...
senza alcun tipo di... sentimento o di trasporto, se non quello fisico.
Sentivo in lei in timore di qualcosa di sconosciuto e in me quello del
risveglio. Sentivo la sua estrema volontà di portare avanti
quel
sogno tanto atteso e in me la convinzione di averne infranto un altro
che, su due piedi, non mi sembrava neppure così importante.
Che male stavo
facendo d'altronde? Era la mia ragazza quella, noi
stavamo insieme e, nonostante io avessi ammesso più volte al
mondo di non amarla, mi sembrava la cosa più normale del
mondo
trovarmi lì, nel suo letto, tra quelle lenzuola rosa a fare
l'amore con lei.
L'amore?...
ne sei proprio sicuro?...
Non ci diedi peso,
non ci badai e andai oltre. Nonostante la smania del
momento riuscii ad essere il più delicato possibile, dopo un
primo momento di panico, sembrò filare tutto liscio. Anche
troppo... era fatta! Quello che tanto temevo era successo e... nessuna
catastrofe sembrava minacciare la mia incolumità. Ero salvo!
Tante
seghe mentali, per niente...
Bene, mai cazzata
fu più grande. Avevo sbagliato spesso,
anche
senza volerlo, ma spesso consapevolmente. E in quel momento lo stavo
facendo ancora, solo con un'unica differenza: lì si parlava
di
qualcosa di estremamente più profondo che si sarebbe
infranto
come un bicchiere di fragilissimo cristallo alla prima mossa sbagliata.
Già, ero nei guai, fino al collo.
Peccato essersene accorti troppo tardi...
Non ci potevo ancora credere. Era surreale e
meraviglioso
allo
stesso tempo Una di quelle cose che succedono solo nei film o in quei
romanzetti da quattro soldi che mia madre si ostinava a comprare da
quando, di romanticismo con mio padre, ce n'era ben poco. Eppure era
successo davvero, a me...
Ed io continuo a
pizzicarmi il braccio per vedere se sto o meno
sognando...
"Kristen, tesoro, ma non hai proprio mangiato?" mi fece notare mia
madre a cena, indicando il mio piatto di insalata e pomodori,
praticamente integro.
"Sì, è che... non ho molta fame..." ammisi
abbassando la
testa per evitare che si accorgesse di quel leggero rossore che avevo
avvertito sulle guance. Avevo poca fame, era vero. D'altronde con lo
stomaco sotto sopra per l'emozione come avrei potuto sperare di
metterci dentro qualcosa? Altrimenti le farfalle come avrebbero fatto a
volarci?
"Sei sicura di stare bene?" mi domandò, come al suo solito
apprensiva. Sospirai assumendo l'espressione più innocente
che
riuscissi a fare e risposi
"Sì, tranquilla... sono solo un pò stanca...
posso?" ed
indicai con un gesto vago il piano superiore. Mio padre mi
lanciò un'occhiata di rimprovero. Della serie "Ci siamo
appena
seduti a tavola, abbi almeno la decenza di aspettare la frutta!" ma non
disse niente e mi diede il suo taciturno permesso con un gesto del
capo. Mi liberai del tovagliolo posato sulle gambe e raggiunsi la mia
camera. Chiusi la porta alle mie spalle, a chiave e, automaticamente,
chiusi gli occhi. Come per magia tutte le immagini di poche ore prima
mi sfilarono davanti agli occhi.
Il suo corpo, le sue mani su di me, le sue labbra e il respiro caldo a
sfiorarmi la pelle... e sentirlo, sentirlo completamente mio, in un
unico armonico movimento. Mi sembrava di sognare. Dal primo momento in
cui mi ero fatta avanti, titubante e certa che mi avrebbe come sempre
rifiutata dopo essersi accorto delle mie intenzioni, fino a che non lo
avevo sentito diventare lentamente parte di me, avevo creduto di essere
sotto l'effetto di qualche droga. Magari era la conseguente reazione
dello studio della biologia.
Che da oggi in poi
diventerà la mia materia preferita...
E invece non avevo sognato un bel niente, era tutto successo
esattamente nel modo in cui la mia mente continuava a mostrarmi. Lo
testimoniava il fatto che i miei ricordi fossero così
dettagliati e che il mio cuore facesse ancora un'immane fatica a
calmarsi. E perfino rimanere nella stessa stanza con i miei genitori,
sapendo cosa era successo, sapendo cosa ero diventata ormai, da poche
ore a quella parte, mi faceva uno strano effetto. Bello,
sì...
ma incredibilmente strano!
Sorrisi, sentendo la faccia andare in fiamme nuovamente e mi avvicinai
al letto, complice di quell'indimenticabile pomeriggio. Lo avevo
sistemato frettolosamente quando ci eravamo rivestiti,
perché se
mia madre fosse entrata e lo avesse visto sfatto, non ci avrebbe messo
poi molto nel fare due più due.
Ebbene sì, la
porta non era affatto chiusa a chiave...
piccola bugia, detta a fin di bene...
Mi sedetti con cautela, quasi avessi il timore di rovinarlo e afferrai
il cuscino leggermente stropicciato. Lo strinsi forte a me, in un gesto
di estremo possesso ed affondai la faccia tra le pieghe. Era profumato.
Un profumo buono e forte. Maschile. Denso.
Il suo...
Ne era impregnato fino all'ultimo lembo di stoffa ed io avrei dovuto
dormirci.
Ma più che
volentieri, direi...
Sospirai serena e sentendomi finalmente completa.
Se dovevo essere sincera avevo davvero avuto paura di perderlo. Perdere
la mia unica ragione di vita, la mia unica speranza, in quella
esistenza che sapeva di poco e che aspettava dalla sottoscritta
chissà che cosa in cambio. Mi stava stretta la mia casa -
perfino troppo grande per un'intera generazione - mi stavano stretti i
miei genitori: mia madre troppo apprensiva per essere vera e mio padre
troppo occupato a far fruttare guadagno al suo studio per accorgersi
della sua unica figlia. Erano uno l'opposto dell'altro, ma nonostante
questo non riuscivano per niente a bilanciarsi. Ed io respiravo a
fatica ormai in quella vita, che non sentivo mia. L'unica via di fuga,
la sola uscita di sicurezza era lui. Edward. Lui e la sua timidezza
quasi sfacciata. Quella che era riuscita a conquistarmi completamente
nel giro di pochi mesi e che mi aveva spinto a implorare i miei
genitori a trascolare dall'altro capo degli Stati Uniti pur di rimanere
al suo fianco. Mio padre aveva immediatamente detto di no. Non era
umanamente possibile che lui abbandonasse la popolatissima e super
problematica New York, l'ombellico del mondo, come la definiva lui, per
trasferire baracca e burattini nel culo dello stesso mondo che lui
faticava tanto a servire. Logicamente era arrivata mia madre per
sostenermi e per elencare - e inventare - tutte le belle
qualità
dello stato di Washington. Probabilmente neanche lei ne era del tutto
convinta, come non lo ero io, eppure mi appoggiava e, senza il suo
aiuto, io non avrei ottenuto ciò che mio padre mi aveva
negato a
prescindere.
Adesso a qualche mese dal nostro trasferimento non rimpiangevo il gesto
fatto. In nessun modo. Certo, la grande Mela, lo shopping sfrenato, e
il traffico pomeridiano mi mancavano terribilmente, però...
niente avrebbe potuto competere con tutto quello che avevo ottenuto
lì a Forks. Il mio Edward ed il suo amore sincero, tutto per
me,
per sempre.
E quel pomeriggio me lo aveva confermato. Lui voleva me nello stesso
identico modo in cui io volevo lui. Ormai erano parecchie sere che ci
pensavo, era diventato il mio chiodo fisso. Non riuscivo più
a
resistere. Vederlo tutti i giorni, sedergli accanto e respirare a pochi
centimetri dal suo volto era diventato problematico, dato che ogni
cellula del mio corpo urlava di disperazione per averlo. E baciarlo di
certo non aiutava. Anzi, mi faceva sentire ancora più
pervertita.
Che male c'è
a voler stare con il proprio ragazzo?...
Spinta da tutti questi insostenibili motivi, mi ero fatta coraggio e
quel giorno ci avevo provato, con molta più grinta e
determinazione del solito. Mostrarmi debole e impacciata sarebbe stato
solo d'intralcio e avrebbe giocato nettamente in mio sfavore. Quello
che all'inizio era partito come un impavido tentativo si era
trasformato nel ricordo più bello della mia vita.
Io e lui, insieme, in
questo stesso letto...
Adesso ero sicura che niente e nessuno ci avrebbe più
divisi.
Due persone che condividono per la prima volta qualcosa di
così
importante non possono che ritenersi legati dal sottile filo del
destino che, per una volta, aveva dato partita vinta alla sottoscritta.
Eh sì, gongolavo come non avevo mai fatto prima
perché
sapevo che quello era solo l'inizio. Da lì la nostra storia
sarebbe stata soltanto in discesa, nessun intralcio o scomodo intoppo a
rallentare la corsa. In due si combatte ed in due si vincono le sfide.
Io il mio destino lo avevo trovato e difficilmente - lo avrei potuto
giurare sulla mia stessa vita - vi avrei rinunciato, avessi dovuto
lottare con le unghia e con i denti. Edward Cullen era mio, fine del
discorso!
"Stronzo, stupido, idiota, imbeccile, cretino, coglione..."
continuavo
a ripetermi da più di cinque minuti a voce alta, come una
cantilena. L'avrei utilizzata come suoneria personalizzata per il
cellulare se questo fosse bastato per castigarmi a dovere. E per
mantenere il ritmo della filastrocca che mi ero inventato, sbattevo
ripetutamente il pugno sul volante, con il rischio di smontarlo dalla
guida.
E poi col cazzo che
torni a casa stasera...
Accelerai, evitando per poco una macchina che usciva da un parcheggio e
due ragazzi che stavano attraversando la strada, con la stessa manovra.
Scusate, siete capitati
sotto la macchina sbagliata...
Ero un cazzone galattico, non c'erano altri modi per definirmi. Ok, in
effetti di modi ce n'erano eccome, solo che non era il momento per
stare a sindacare sui dettagli, tanto il concetto non cambiava: avevo
fatto una stronzata alla quale non c'era rimedio, se non il castigo a
vita per mezzo della mutilazione di qualche organo vitale.
Me ne farei togliere
volentieri uno in questo momento, così
la
prossima volta avrei una scusa più valida dell'emicrania...
Possibile che fossi tanto lurido da cedere alla tentazione
più
vecchia del mondo, per colpa di due miseri bacetti e due carezze
leggere? Ero proprio un povero fesso. Un idiota in piena regola che non
era più capace di tenere a bada gli istinti carnali e il
proprio
compare nei pantaloni.
"Ah... a proposito..." mi ricordai, come se seduto accanto a me ci
fosse qualcuno "Io e te facciamo i conti dopo!" minacciai. Inutile
precisare a chi fosse rivolto quell'avvertimento. Ormai non
sapevo
neanche più con chi prendermela. Stavo seriamente pensando
di
tornare a casa e sfogare la mia frustrazione sulla faccia angelica e
pulita di mio fratello.
Mmm... l'idea non
è da buttare...
E pensare che stavo mettendo appunto la strategia meno dolorosa per
troncare la relazione con Kristen.
Beh, le intenzioni
c'erano...
Adesso cosa mi inventavo? Andavo da lei, il giorno dopo, come se niente
fosse successo, a dirle "Senti Kris, mi sono accorto di non amarti...
anzi sai cosa? Io forse non ti ho amata affatto in tutti questi mesi!"
Bum! Come una doccia fredda.
Proprio quella che ci
vorrebbe a me in questo momento per
tranquillizzare gli animi inquieti...
Non potevo essere tanto coglione da essermi incasinato fino a quel
punto. Dire alla propria ragazza che la loro storia è
finita, il
giorno dopo aver fatto sesso, per la prima volta insieme era
quasi
tragi-comico. Il fatto, poi, che fosse la prima volta per entrambi, non
era altro che l'ennesimo incentivo per far sentire il sottoscritto
ancora più stronzo.
Almeno Jasper lo fa alla
luce del sole... io sono così vile
da
nascondermi come meglio posso... la sua è arte, la mia
è
coglionaggine allo stato puro...
Ma c'era qualcosa, qualcosa di ancora più
grande che mi
faceva sentire stranamente agitato. Qualcosa che non riuscivo a
definire. Come se... fosse senso di colpa, verso qualcuno che,
però, evidentemente, non era Kristen. Forse lo provavo verso
me
stesso. Il senso di colpa per non aver fatto niente di drastico alla
nascita per evitare infelici sviluppi in età avanzata. La
violenza su se stessi non avrebbe risolto nulla. Non che ci fossero poi
tante soluzioni al problema, però... mi serviva uno spazio
tranquillo dove riflettere e, perfino la mia camera, in quel momento,
mi sembrava la scelta migliore.
In un batter d'occhio arrivai a casa,
quasi sgommando sul vialetto. Mi accorsi, con la coda dell'occhio di
una macchina parcheggiata proprio davanti la porta d'ingresso. Visite?
Bene, ci mancava solo questa!
Parcheggiai la Bmw fuori dal garage - aprirlo e parcheggiarcela dentro
diventava troppo faticoso - e mi avvicinai all'entrata. C'erano delle
figure che avanzavano verso di me, figure che faticai a mettere a fuoco
in tutto quel buio.
Due lampioni davanti
questa porta non farebbero di certo male...
Dovetti trovarmi a pochi metri di sitanza per riconoscerli. Erano mia
sorella in compagnia di Emmett e Bella. Preoccupato più che
altro per la faccia che Rosalie aveva messo su, avevo chiesto cosa
diamine fosse successo e lei, con una punta di ironia mi aveva
informato dell'ultima genialata di Jasper.
Lui e il suo tempismo
perfetto... ci mancava soltanto lui per completare la giornata...
Mi era sembrato un tantinello indelicato lasciarli da soli a cercare i
due dispersi e così, mettendo da parte - momentaneamente -
il
problema Kristen, mi ero unito a loro. Dopo un paio di idee malsane su
dove potessero essersi nascosti, come un fulmine in ciel sereno ci
venne la giusta intuizione: la spiaggia della riserva.
Non avevo mai
visto Emmett così arrabbiato. Neanche il giorno della fiera
in
cui avevo dovuto allontanarlo con la forza da Jasper. Sospettavo che
quella sera neanche due rotvailer avrebbero potuto placare la sua ira.
Ben ti sta, fratellino...
Arrivammo alla riserva, che al buio non mi sembrava neanche
più
la stessa. C'era soltanto la luna ad illuminare il tratto di spiaggia e
qualche lampione in lontananza per segnalare la presenza di case
abitate. Forse lì, tra quelle strutture caratteristiche, si
nascondeva anche Jacob.
Mmm... per la mia salute
mentale, è meglio che se ne rimanga a casa...
"Bene... adesso bisogna soltanto setacciarla da cima a fondo!"
esclamò Bella una volta scesi. Sia da destra che da sinistra
si
estendeva una lunga lingua si sabbia scura e di fronte a noi, l'oceano
si faceva sentire. Non era proprio la sera adatta per un pik nik sulla
spiaggia. Mi strinsi nel cappotto sperando di non prendermi un
accidente per colpa del cervello miniaturizzato di mio fratello.
"E il primo che lo trova se lo tiene!" esclamò Emmett
sorridendo. Era malefico, suonava tanto come una minaccia, era chiaro,
ma non potei fare a meno di sorridere a mia volta. Quel ragazzo aveva
senso dell'umorismo, gliene dovevo dare atto.
"Emmett!" lo riprese la sorella infervorata "Non fare lo stupido. Non
mi sembra il caso di inscenare una lotta anche qui..."
Beh, dalla faccia del
fratello e dalla sua espressione tesa, immagino fosse proprio questa la
sua intenzione...
"E allora ti conviene sbrigarti... se lo trovi prima tu hai il tempo di
nasconderlo da qualche parte per non farmelo trovare!" e si
avviò verso il lato sinistro senza dire altro. Bella
sospirò, anzi, ringhiò per la precisione,
scuotendo la
testa
"Ci conviene sbrigarci sul serio. Temo che abbia detto la
verità!" ci informò. Sorrisi di nuovo. Non volevo
proprio
trovarmi nei panni di Jasper in quel momento. Non so se era peggio
morire assiderati su quella spiaggia o morire tra le mani di un
fratello incazzato.
Dal canto mio, il freddo
l'ho sempre sopportato alla grande...
"Io vado con lui... chissà che non riesca a farlo
ragionare... è
pur sempre mio fratello, che diamine...!" fece Rosalie, pur non essendo
del tutto convinta. Sembrava più preoccupata per Emmett che
per
Jasper. Ci avevo fatto caso già durante il tragitto verso la
spiaggia. Continuava a guardarlo sofferente, come se a stare male, in
quella Jeep, fossero entrambi. Stavo iniziando seriamente a pensare che
Emmett avesse pesantemente fatto breccia nel suo cuore,
perché
non l'avevo mai vista così presa da qualcuno. E il fatto che
quel qualcuno fosse proprio Emmett non poteva che farmi piacere.
Riguardo a Jasper... beh, lui prima o poi se ne sarebbe fatta una
ragione. Vedere la propria sorella finalmente serena con qualcuno
dell'altro sesso, lo avrebbe fatto ragionare e forse mettere da parte
l'orgoglio.
Sempre che riesca a
sopravvivere questa sera...
"Allora, vogliamo andare?" mi girai per vedere chi fosse a parlare e a
chi sopratutto fosse indirizzata la domanda. Era Bella, ancora ferma al
mio fianco, in attesa di qualcosa.
Forse sta aspettando che
tu ti muova e che inizi insieme a lei a cercare Jasper e Alice...
coglione!...
"Sì, certo... andiamo!" e rimanendo a qualche passo di
distanza
da lei, ci incamminammo verso destra. Nessuno dei due parve avere
voglia di intrattenere l'altro. E sicuramente tutto quel silenzio
intorno a noi non aiutava a stare rilassati.
"Allora... come... come va con... lei?" mi domandò
stringendosi
di più nel cappotto scuro. Rimasi qualche istante in
silenzio,
per cercare di capire a chi si riferisse. Poi, con una strana
sensazione addosso risposi, domandando a mia volta
"Per lei... ti riferisci a Kristen?" solo nominarla mi faceva sentire
sempre più verme. Lei fece uno strano verso di assenso senza
aggiungere altro. Ne dedussi che voleva che fossi io a parlare e non
lei a chiedere informazioni.
Bene, da che parte
inizio?...
"Al solito... niente di più, niente di meno...!" mentii
spudoratamente stringendo i pugni nelle tasche per la frustrazione.
Mentire in maniera così plateale mi avrebbe fatto venire
voglia
di picchiarmi da solo. Chissà se, una volta finito con
Jasper,
Emmett avrebbe voluto far del male anche a me... Magari con la scusa
che
avevano gli stessi geni, si sarebbe convinto, trovandolo divertente.
"Ah..." esclamò lei. Mi sembrava leggermente delusa,
così
avanzai di qualche passo così da trovarmi perfettamente al
suo
fianco. Alzò la testa verso di me. In effetti aveva una
strana
aria abbatuta. Ma forse la mia risposta non c'entrava niente. Forse era
solo in ansia per sua sorella nelle mani del lupo cattivo e biondo.
"Delusa?" meglio indagare in certi casi. La vidi alzare un
sopracciglio, quasi fosse sopresa
"Beh... immaginavo che, dopo l'altra sera, volessi... che so...
perlomeno informarla!" ammise tranquillamente. Dopo l'altra sera? Cosa
diamine era successo "l'altra sera" di così importante che
valesse la pena rendere Kristen parteci... oh.porco.cazzo...
oh.porco.cazzo... oh.porco.cazzo!
"Merda..." mi lascia scappare involontariamente, passandomi una mano
sulla faccia, come se volessi nascondermi
Tanto ormai il mio
istinto primoridiale rimane quello...
"Prego?" mi fece lei guardandomi strano. Sorrisi nella maniera
più idiota che conoscevo e risposi
"Ah... ti riferisci a quello che è successo l'altra sera tra
noi!" scontato e banale... e idiota ai massimi livelli. Lei
alzò
di nuovo un sopracciglio, quella volta in maniera ancora più
marcata
"É quello che ho detto!" mi fece notare secca. Ridacchiai a
disagio. Mi sarei sotterrato nella sabbia se questo mi avesse
risparmiato quella colossale figura di merda
"Sì... hai perfettamente ragione... è che..."
l'intenzione c'era... mi è mancato il coraggio e soprattutto
la
volontà di fermare la sua azione terroristica su di me "Non
si
è ancora presentata l'occasione adatta!" mi giustificai
"Beh, certo... in effetti per dire alla propria ragazza che, tra
parentesi non si ama, che hai baciato un'altra ragazza di tua spontanea
volontà... ci vuole... proprio l'occasione adatta, come dici
tu..." cos'era la sua? Una sottilissima ironia?
Ma cosa ti aspettavi
Edward? É normale che sia così
arrabbiata con te. Sei stato tu a portarla in quella raduna e a fare
promesse assurde. Adesso te ne assumi tutte le conseguenze...
"Kristen è... molto sensibile..." bugia colossale. Potevo
senza dubbio inventarmene un'altra più credibile
"Ah... non l'avrei mai detto..." biascicò atona. Eh
sì,
si era proprio arrabbiata.
Sospirai sempre più frustrato. Poi,
all'improvviso, come colto da un'illuminazione, ricordai quella strana
sensazione provata in macchina. Quando sentivo che c'era qualcosa di
più grande, che lì su due piedi sembrava
sfuggirmi. Ed
eccola, servita su un piatto d'argento a pochi passi da me: era lei.
Era Bella che mi aveva provocato quella strana sensazione. Il sapere di
aver fatto quello che avevo fatto con Kristen, nonostante ci fosse lei
ad aspettarmi... mi aveva buttato ancora di più
nell'angoscia,
nella rabbia e nella frustrazione. Avevo rovinato tutto, ancor prima
che quel tutto fosse costruito e se un semplice bacio aveva creato
tanti problemi, non osavo neppure immaginare cosa sarebbe successe se
avesse saputo il modo in cui avevo trascorso il pomeriggio a casa della
mia presunta fidanzata. Ero sempre più convinto che una
bella
mutilazione era quello che ci voleva. In casi disperati ci vogliono
rimedi disperati. L'avevo delusa, nonostante lei non lo sapesse. Avevo
buttato all'aria un'occasione, soltanto per dar retta al mio stupido
istinto maschile.
Hai fatto cilecca,
vecchio mio, e adesso sta a te risolvere il problema...
"Ti prometto che le parlerò, Bella... prima di Natale
Kristen
sarà... un capitolo chiuso!" esclamai con la voce
leggermente
tremante. Chissà se lei avrebbe capito che stavo mentendo
spudoratamente dal tono della voce? Beh, era figlia di un poliziotto.
Non mi sarei di certo meravigliato.
"Non sei... obbligato a farlo, Edward..." mi assicurò,
evitando
di guardarmi. Sentivo che era amareggiata. Perfetto... di male in
peggio. Andavo per aggiustare una cosa e ne distruggevo un'altra. Ero
peggio del re Salomone, solo che, invece di trasformare in oro ogni
oggetto che toccavo, ero capace di distruggerlo irreparabilmente.
"É che... è un periodo complicato per me..."
altra bugia colossale. Non sapevo se di lì a poco mi si
sarebbe allungato il naso o accorciate le gambe.
"Sì, certo... immagino come la tua vita possa essere
complicata, in effetti!" altra sottile ironia. Altro motivo per
sentirmi un idiota. Più andavo avanti e più stavo
peggio. Ma forse quella che stavo subendo era la punizione peggiore di
tutte. Era proprio quello che mi meritavo.
Ben ti sta, Edward... la
prossima volta ci pensi due volte prima di agire senza pensare...
Rimase in silenzio per altri lunghissimi minuti mentre continuavamo ad
avanzare tra la sabbia fredda. Non sapevo più cosa
inventarmi ormai. Perfino a mentire sentivo di non essere
più capace. E allora... tanto valeva essere sinceri, almeno
per una volta... almeno con lei.
Se non vuoi farlo per
te, fallo per Bella... glielo hai promesso!...
"Senti, Bella... c'è... una cosa che devo dirti..." raccolsi
tutte le parole che erano necessarie e tutto il coraggio di cui
disponevo e mi preparai a dirle la verità su quel maledetto
pomeriggio. Mi avrebbe odiato, certo, però... sarebbe senza
dubbio stato il primo passo onesto nei suoi confronti. Ma venni
bloccato dalla vista di due figure a qualche metro da noi, sedute sulla
sabbia, intente a dirsi chissà che cosa. Erano loro, senza
ombra di dubbio.
"Jasper!" lo chiamai, aumentando il passo. Si sollevarono, ripulendosi
dalla sabbia che aveva sporcato i vestiti e ci guardarono confusi
"Che ci fate voi due qui?" ci chiese Jasper
Tipico... non sarebbe
capace di rendersi conto di aver fatto un guaio neanche avendolo sotto
gli occhi...
"Siamo venuti per cercare voi due!" esclamò secca Bella,
fulminando Alice. Lei sembrava parecchio scossa. Ma non tanto dalla
nostra comparsa. Sembrava avesse appena smesso di piangere.
"Mi dispiace... non avrei dovuto allontanarmi senza avvertire!"
mormorò lei con un filo di voce. Sì, aveva
pianto, non c'erano dubbi. Bella parve ammorbidirsi appena, le
circondò le spalle con un braccio lasciandole un bacio sulla
testa ed esclamò
"Non importa... adesso andiamo, che inizia a fare freddo!" e si
incamminò, ripercorrendo la strada appena fatta
"C'è..." iniziò Jasper bloccando la nostra
marcia. Aveva una strana espressione sofferente. Anche lui.
Ma che abbiamo tutti
quanti stasera?...
"C'è la tua macchina... parcheggiata lì!" ed
indicò la strada a qualche metro dall'ingresso della
spiaggia.
"Prendila tu... io accompagno loro alla Jeep... ci vediamo davanti
l'ingresso della riserva!" esclamai. Non potevo di certo lasciare due
ragazze sole, a quell'ora, su una spiaggia semi deserta. E poi, la mia
povera Volvo doveva ritornare a casa in un modo o nell'altro.
"Tornatene a casa, Jasper... segui il mio consiglio!" lo
avvetì Bella
"Perché..." fece lui senza capire. Poi collegò,
deglutendo a fatica "... Emmett..."
Già, non ci
avevo pensato... giusta osservazione...
Era incredibile... voleva salvare la vita a Jasper? Forse lo vedeva
anche lei così disperato e le faceva pena. Intuizione
probabile.
"Sarebbe meglio per te... e la tua integrità fisica!"
aggiunse cauta. Jasper deglutì di nuovo dopodiché
annuì e si avviò verso la Volvo, non prima di
avermi lanciato una strana occhiata. Era preoccupato. Ma sospettavo che
non dipendesse solo da Emmett. C'era qualcos'altro sotto.
Ci avviammo di nuovo. Alice e Bella davanti ed io dietro di loro, per
supervisionare la situazione. Le sentivo parlottare senza riuscire a
capire cosa stessero veramente dicendo. Volevano la loro privacy e io
di certo non l'avrei invasa. Sentii la tasca dei pantaloni vibrare.
Bene, perlomeno eravamo entrati nella zona con la copertura telefonica
*Insieme a te ho trascorso le ore più belle della mia vita.
Sei la persona più importante e me ne rendo sempre
più conto. Ti amo tanto, Diddy. Tua per sempre, Kris!*
Bene,
c'è un
dottore in sala? Credo di sentirmi male...
Risposte
alle recensioni:
martya_c:
Salve, cara... scrollati la muffa di dosso perché sono
tornata... eh eh non te lo aspettavi così tempestivo
l'aggiornamento, eh? beh, in effetti ho sorpreso anche me stessa...
comunque... sono veramente contenta che il capitolo ti sia piaciuto...
Sì, in effetti a Jasper è bastato fare due
più due
dopo aver ascolatato i vari commenti di Alice, e poi la sua faccia
terrorizzata in macchina ha fatto il resto. Adesso, non so se tu hai
già letto o meno il capitolo però, posso dirti
con
certezza che capo Swan non sospetta niente e che la scusa che hanno
messo su regge alla grande. Per il resto... Emmett è
incazzato
come una scimmia e Jasper farebbe meglio a scappare se ci tiene al suo
visino d'angelo... eh eh... beh, spero che anche qst capitolo ti sia
piaciuto anche se sospetto che adesso tu voglia amazzare qualcuno, come
è giusto che sia... l'unica cosa... abbi pietà di
me ^^ a
presto ;)
lisa76:
Ma ciaooo... sono contenta che lo sfogo di Alice ti sia
piaciuto. Sì, in effetti Jasper si è comportato
bene e
qui si viene a quel famoso capitolo a cui io vi dissi di fare
attenzione: Jasper sa dare anche l'anima quando si tratta di qualcosa a
cui tiene e questo ne è stato la prova. Basta solo sapere da
che
parte prenderlo e sa diventare più tenero di Emmett in
versione
orso Pooh. ^^ Per Kristen... ehm.. io non mi esprimo, anche se temo,
dalle tue minacce nella scorsa recensione che ti arrabbierai non
poco... sopratutto perchè ci saranno pareeeeecchiiii altri
problemi tra la coppia Bella/Ed non solo per via di capo Swan. Per come
si sistemeranno le cose non posso dirti nulla però, quello
che
è certo è che il fatto che adesso Jasper sappia
non fa
altro che aumentare il legame già strano che si è
venuto
a creare con alice e x Rose.. tranquilla, Emmett è come
creta
tra le sue mani, non passerà molto prima che lui le
dirà
tutto ^^ beh, grazie mille per i complimenti, sei davvero molto cara...
aspetto le tue minacce per il capitolo ^^ ciaoooo
piccola_pokemon:
Oh salve, finalmente qualcuno che capisce cosa ho
passato... grazie... ^^ sembra che più ne hai bisogno
più
il tempo tenda a sparire. Che pizza... cmq se si tratta solo di
ricopiarli, dai... ce la puoi fare! ^^ cmq sono contenta che il cap ti
sia piaciuto e spero che tu non mi vorrai uccidere dopo aver letto
quest'ultimo. Un bacione e a presto
Amantide:
Salve ragazza che prima si chiamava cinzia818 e che adesso ha cambiato
nick... ahahah, tranquilla lo avevo capito, anche perché ho
ricevuto le tue mail (grazie...) e quindi mi ricordavo... ah, a
proposito, smettila di dire che mia hai disturbato inviandomele... non
lo pensare nemmeno... mi ha fatto molto piacere e quando vuoi io sarei
lieta di riceverne altre ,anche solo per sapere quando
aggiornerò o cavolate di questo genere ^^ cmq.. per
l'alleanza Jasper - Emmett... mmm la vedo difficile, bisogna prima
vedere se lui sopravvive alla sfuriata dell'orso e poi... non saprei,
non è che lo vedo tanto propenso alla collaborazione...
certo è che per amore di Alice potrebbero entrambi chiudere
un occhio ma prima bisogna vedere come Jasper deciderà di
comportarsi... per il resto... sì, Jasper è stato
molto maturo e dolce con Alice, quasi non sembava lui... ehhhh... il
potere dell'amore (amore? Ma amore di che? ndJasper ^^) bene cara,
spero che il capitolo sia stato gradito e se vorrai uccidermi, non ti
biasimerò... ^^ p.s. gli esami sono andati benone... 94
centesimi... grazie mille per l'interessamento ;)
Norine: Salve cara... mamma
quante supposizioni ti sei fatta.. la cosa mi fa molto piacere...
allora... la sottoscritta non può dirti poi molto sui futuri
sviluppi però... quello che è certo è
che adesso Jasper vede tutta la famiglia Swan sotto una luce diversa.
Riesce a capire molti atteggiamenti di Emmett e forse potrebbe anche
seppellire momentaneamente l'ascia di guerra (anche se ci credo poco
^^) però... bisogna vedere se adesso lui decide di dire
tutto a qualcuno oppure no... a lui il gioco in mano! ^^ sono contenta
che il capitolo ti sia piaciuto e ora spero che qst non ti abbia fatta
arrabbiare troppo ^^ io aspetto pazientemente in un angolo tue notizie
ciaoooo
Uchiha_chan:
Oh mio Dio! Che bella recensione lunga lunga... pagherei per averle
tutte così ^^ allora... prima di tutto salve cara... grazie
per le belle parole (che mi hanno fatta rimanere così
*_____*) e grazie anche per l'interessamento all'esame (che
è andato più che bene dato il punteggio... 94/100
^^) e soprattutto grazie per la pazienza dimostrata nonostante, tu
stessa abbia ammesso di aver avuto la tentazione di spronarmi a
continuare. é stato soprattutto per voi lettori che mi sono
data da fare nonostante i numerosi impegni e che ho trovato la forza e
l'ispirazione per aggiornare. Altrimenti il capitolo sarebbe ancora nei
documenti sotto la voce "da buttare". Per quanto riguarda Word ci ho
litigato spesso... prende vita propria e non ubbidisce mai...
proverò ad istruirlo, non si sa mai che ci riesca... ^^
passando al capitolo... sì un fratello come Emmett (se
proprio non posso averlo come fidanzato, eh ^^) lo vorrei anche io...
magari la sua vena gelosa e protettiva delle volte è troppo
marcata però è il suo unico modo per sentirsi
importante e utile a qualcuno. Tra poco perfino Rosalie se ne
renderà conto, lascia solo che le cose facciano il loro
giusto corso. Per Jacob, non poteva essere altrimenti. Il suo rapporto
con Emm molte volte non lo porta neppure a fare domande su determinati
suoi comportamenti, se non fossero stati così legati
probabilmente alla fine di quei quindici secondi non ci sarebbe stato
nessuno squillo di telefono. Per quanto riguarda l'espediente... ehm...
diciamo che ci sono state delle occasioni particolari in cui chiamte di
questo genere mi hanno parecchio aiutata... pur non avendo genitori
severi (ti capisco quindi) sono ottimi diversivi a volte ^^ e ad avere
un complice come Jake conviene sempre. Per quanto riguarda Emm e
Rose... sì, non vedo l'ora che si sistemino anche
perché la loro è probabilmente la coppia che mi
offrirebbe più possibilità di immaginazione. Con
un passato come quello di Rose e un carattere come quello di Emmett,
sarebbero perfette un sacco di situazioni particolari. Basta solo
coronare il sogno (come hai detto anche tu ^^) Lascena tra Alice e
Jasper all'inizio non doveva essere così: lui avrebbe dovuto
estorcerle con la forza la confessione ma... ho pensato che sarebbe
stato meglio far conoscere alla poveretta (e a voi) l'altra faccia del
carattere di Jasper anche perché... esiste anche quella ed
è bene farla vedere ogni tanto.. per quanto riguarda la
voce... mmm... non so se tu abbia già letto questo capitolo
oppure no quindi non posso parlare, però... quando dicevo di
preparare le asce parlavo di un altro personaggio e leggendo il
capitolo capirai e deciderai di tagliuzzare entrambi (me e il soggetto
in questione ^^) per la voce invece... eh eh... non saprei... vedi un
pò tu ^^ tra l'altro le tue parole sono state magnifiche...
sapere di aver suscitato tanto interesse e tanti emozioni in te da
spingerti a definire la storia una delle migliori Au (senza averti
pagata per dirlo ^^) mi riempie il cuore di gioia. é merito
tuo e di altre persone come te, lo ripeto, se mi trovo ancora a
scrivere e se non perdo mai la voglia di farlo... mi date la carica e
l'energia giusta per farlo nonostante ogni giorno mi chieda seriamente
"ma che diamine sto facendo? Forse dovrei darci un taglio!" ma ti posso
assicurare che mai lascerei voi e questa storia... non sono solita
arrendermi e preferisco prendermi delle critiche per un capitolo fatto
male (o di fretta) piuttosto che gettare la spugna. Comunque grazie per
il tuo prezioso apoggio mi sei stata di grnde incoraggiamento ^^ (altro
che nota... dovrei pensare di dedicarti una storia intera ^^) grazie
ancora per tutto cara (posso sapere come ti chiami?così mi
rivolgo direttamente a te ^^ io sono Fabiana comunque ^^) e spero
che... non vorrai uccidermi dopo aver letto il capitolo... io rimango
qui, buona buona in attesa ^^ ciaooooo
JessikinaCullen:
Salve... sono contenta che il momento dolce e tenero tra quei due
scapestrati ti sia piaciuto... c'è voluta la mano Santa per
farli sedere buoni buoni e mettere a nudo parte del loro essere. Alice
ha confessato un segreto enorme della sua vita ed è stato
certamente difficile ma anche Jasper si è visto come
smascherato. é come se davanti a lei la sua maschera da duro
fosse crollata... sono contenta che tt le coppie ti interessino e per
Kristen... beh... no comment ^^ ne riparliamo dopo aver letto questo
capitolo (infatti immagino vorrai ammazzarmi come minimo ^^) sono
contenta che il cap ti sia piaciuto (un pò meno di averti
reso ansiosa ^^) e spero che apprezzereai (dopo la rabbia) anche
questo... fammi sapere e... grazie per il bentornata ^^
LadySile:
Salve... Edward più bastardo di Jasper??? sì,
sono d'accordo.. e credo proprio che dopo questo capitolo tu lo pensi
ancora di più... vorrai picchiarlo e non faresti male...
però... in fondo sono fratelli e sotto sotto si somigliano
molto. se Bella lascerà perdere Ed o meno non saprei dirti
perchè per il momento non è un'idea
contemplata... tuttavia visto che molte volte i personaggi mi sfuggono
dalle mani e assumono vita propria è possibile che
succeda... staremo a vedere ^^per le tue supposizioni aspetterei e
pregherei per l'incolumità di jasper che Emmett non gli
faccia nulla altrimenti Alice è rovinata... vedova prima del
tempo ^^ a presto cara e fammi sapere come hai trovato il capitolo
stezietta
w: Tu recensisci ed io aggiorno... adesso mi tocca
mandarti un messaggio per avvisarti che lo stesso giorno in cui mi
lasci il tuo commento io ti lascio un nuovo capitolo...che tempismo,
eh? ^^ cmq, salve... sono contenta che il capitolo e il comportamento
di Jasper ti siano piaciuti... ogni tanto mostra un pò di
maturità anche lui per fortuna... quel tantino che basta x
non diventare un personaggio dei fumetti.. che dici, lo promuoviamo???
^^ cmq spero che dopo aver letto il capitolo non ti venga un attacco e
che non cestini il mio numero di telefono.. quella strega maledetta di
Fabiana e le sue idee malsane... ^^ beh, cara... grazie per i
complimenti e... ti prometto che mi farò sentire... hai
ragione ma, ne esce una ogni giorno... è un vero casino...
se puoi perdonami... ciaoooo ^^
|
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Capitolo 33 *** Quando tutto... viene a galla! ***
34
Salveeeee...
scusate se
ho tardato un pò ma qst capitolo mi ha dato non poche
difficoltà... colpa del caldo... e della fretta che mi
stanno
mettendo tutti per fare l'immatricolazione all'uni ^^ cmq... parliamo
di cose serie... ho notato che lo scorso capitolo ha lasciato parecchie
persone senza parole ma, d'altronde, me lo aspettavo... se lancio
un'azione simile è il minimo ottenere quelle reazioni da
parte
vostra... solo ke sento la necessità di mettere in chiaro
alcune
cose e, se me lo permettete vorrei rubarvi due minuti prima di leggere
il capitolo... vi prego, è davvero importante... ho letto
alcune
recensioni che, nn vi nascondo, mi hanno un pò ferita... nn
xkè
fossero cattive oppure xkè criticassero la storia... solo
ke,
leggere ke qualcuno nn ha potuto finire il capitolo
xkè colta dal vomito dello schifo oppure ke nn riesce a
concepire una cosa tanto brutta (mi riferisco alla scena di Edward e
Kristen ovviamente) mi sembra un tantino esagerato... ragazzi, mettiamo
in chiaro una cosa... se sono arrivata a concepire qst storia
è perché, come tutti voi, adoro oltre ogni misura
il CAPOLAVORO della Meyer e credo (anzi ne sono certa) che qst
storiella che mi sto divertendo a scribacchiare nn valga neanche la
copertina di Twilight, ed è proprio per qst che vi dico...
godetevi la storia cm viene, senza per forza concepirla come un attacco
o un'offesa rivolta all'originale. Il fatto ke differisca dalla storia
reale nn significa ke io non rispetti quello che la Meyer abbia
scritto, al contrario... mi piace cercare di fare mio (nei limiti del
possibile) i suoi personaggi che credo (anzi sento) facciano un
pò parte di ognuno, che apprezza anche solo un pò
il suo lavoro. Non pensate che il fatto ke Edward abbia "tradito" lo
svolgersi della versione originale (Bella e Edward che vanno a letto
insieme x la prima volta) sia un affronto a quello ke in
realtà è successo in BD... la mia è
stata solo "esigenza di copione", il seguire uno svolgersi di eventi
già prestabiliti... nella mia mente malata ho già
un quadro di cosa deve succedere ad ogni personaggio e se
già solo un capitolo del genere (anche se, ammetto,
è un pò forte) vi destabilizza così
tanto, non so fino a ke punto consigliarvi la lettura del seguito. La
storia prenderà comunque forme inaspettate e il finale (vi
avverto già da ora, anche se nn dovrei) lascerà
parecchi di voi con la faccia così °O°....
nonostante qst io spero che vogliate mettere da parte la perfezione
della saga originale e dedicarvi così, senza troppi
problemi, a qst storiella banale... è il mio modo per
passare il tempo e per onorare un qualcosa che occupa da più
di due anni il mio cuore... prendetela così come viene, con
leggerezza (anche se, il fatto ke molti di voi se la siano presa x il
comportamento di Ed mi fa piacere xkè vuol dire ke vi siete
immedesimati e ci tenete ^^) però... vediamo di rimanere nel
limite del possibile... criticare il comportamento "sbagliato" di uno
di loro va bn (anke perchè sn la prima a farlo!) ma dire che
non si riesce ad accettarlo e per qst a finire il capitolo, no!
Rendetevi conto che qui c'è comunque una persona che scrive
anche (e soprattutto) per voi, e leggere determinate cose nn
è proprio bello. Se proprio non ce la fate a perdonarmi per
lo scorso capitolo io nn posso di certo obbligarvi a continuare, a voi
l'ardua sentenza ^^ e per chi mi ha sostenuta (i pochi in
realtà) che hanno accettato il comportamento di Ed
addirittura andandogli incontro e comprendendone (o almeno cercando) le
ragioni... dico un immenso grazie... non sapete che bello leggere le
vostre parole... Stezietta w lo sa... per un momento ho quasi pensato
di cancellare il cap... per fortuna nn l'ho fatto... beh.. che altro
dire... scusate per lo sfogo, spero di nn aver offeso nessuno e se l'ho
fatto, chiedo venia e comprensione... ^^ godetevi il capitolo che segna
l'inizio per una coppia... spero vi piaccia, fatemi sapere... un bacio
a tutti e... Zia
Stephy... ti adoro oltre ogni misura ^^
p.s. Ste scusa ma l'immagine di Jasper è troppo
piccola e nn me la carica :(
Non mi ero mai sentito tanto frustrato in vita mia. Se fossi stato un
cartone animato, probabilmente a quell'ora mi sarebbe uscito del fumo
dalle orecchie. Sì, ero esagerato. Paranoico. Possessivo
convulsivo. Geloso oltre i massimi livelli. Ma. Cosa. Dovevo. Fare?
Ignorare il fatto che quella capra bionda - ok, basta con questi
soprannomi - avesse letteralmente sequestrato mia sorella e rimanere a
casa, davanti i vetri della cucina, aspettando che si decidesse a
riportarla a casa? Non sia mai detto! Questo non era assolutamente
un comportamento alla Emmett Swan. Lo avrei ucciso con le mie stesse
mani e poi avrei disperso i suoi inutili resti in giro per la baia.
Logicamente mi sarei dovuto dare latitante per il resto della vita,
però... la soddisfazione di vedere Jasper Cullen morto era
troppo grande per farsi prendere dai sensi di colpa.
Prepara il conto alla rovescia Cullen. Ti rimane poco da vivere...
"Ahia!" sentii un lamento alle mie spalle. Sperai con tutto il cuore di
aver calpestato un ginocchio di Jasper, che non avevo "volutamente"
visto in tutto quel buio. Il fatto che si trattasse di una voce
femminile mi fece perdere un pò della mia convinzione. Mi
girai
per vedere cosa fosse successo e ritrovai Rosalie seduta per terra,
mentre si teneva stretta una caviglia
"Che cos'è successo?" le domandai avvicinandomi
"Una buca di merda.. ecco cos'è successo!" sbottò
stringendo i denti per il dolore. Mi sorpresi non poco. Che fine aveva
fatto la Rosalie calma ed educata?
Cerca Emmett, cerca... magari è in fondo alla buca...
Alzò la testa verso di me, sorpresa quanto il sottoscritto
da
quella esclamazione. Arrossì completamente cercando di
nascondere il viso
"Cioè... volevo dire..." si schiarì la voce e
continuò "Credo di essermi fatta male cadendo..."
"Oh... certo...
certo..." il
fatto che fossi arrossito anche io sarebbe
stato da considerarsi normale? "Aspetta ti aiuto!" e le circondai la
vita con un braccio, per sorreggerla. Quella volta non fece nulla per
impedire di avvicinarmi. Sembrava fosse naturale come gesto.
Probabilmente il dolore era talmente tanto forte da non farla neppure
ragionare. Logicamente dovetti mettere da parte l'euforia e i miei
poveri neuroni impazziti che esultavano per la vicinanza che si era
stabilita tra di noi. Il fatto poi che il suo profumo mi arrivasse
prepotente alle narici fu un'altra bella gatta da pelare. Anzi,
più che profumo, sembrava...shampoo.
Sia
benedetta la papaia...
Riuscii a
rimetterla in piedi e
mi affrettai a staccarmi da lei. Più tempo passavo al suo
fianco
e più il mio cervello si rimpiccioliva. E poi... dopo tutte
le
volte in cui, lei stessa, aveva rifiutato il contatto fisico con me,
avevo iniziato ad imparare quali fossero i limiti consentiti e fin dove
mi sarei potuto spingere. Nonostante questo, potei chiaramente notare
un
velo di delusione passarle sul viso, che abbassò prontamente.
"Ti... ehm... fa male?" le chiesi distogliendo lo sguardo
Ma. che. cazzo. fai? Sei grande e grosso. Sei alto centonovanta
centimetri, ripeto centonovanta centimetri e.... ti imbarazza guardare
negli occhi una ragazza? Sei pazzo?...
Sì, se la ragazza in questione è bella da
togliere il fiato...
"No, tranquillo... non è niente..." mormorò.
Annuii e
ripresi a camminare, con molta meno voglia e molta meno rabbia.
Cos'è che dovevo fare esattamente? Picchiare qualcuno? E
perché? Mi sentivo svuotato di qualsiasi iniziativa. Era
come
se... con lei mi trovassi costantemente ad un punto morto. Punto da cui
non riuscivo ad andare né avanti, né indietro.
Più
andavo avanti e più mi chiedevo dove saremmo arrivati.
Sembrava
che, per quanti sforzi facessi, non riuscissi mai a raggiungerla
completamente. Oppure lei riusciva con un'abile mossa a scappare via.
Mi ero
leggermente stancato di quella situazione. Diventava ingestibile e...
frustrante.
Ma di che cosa ti lamenti, orso? Fino a qualche mese fa uno come te non
avrebbe mai sognato una come Rosalie Cullen... cerca di non montarti
troppo la testa...
"Senti, Rose... posso... ehm... posso farti una domanda?" tentai
allora, ignorando completamente la mia stupida coscienza e il freddo
attanagliante.
"Certo..." rispose lei. Ecco, bene... da dove iniziare?
"Ecco, mi chiedevo... ti ricordi.. il primo giorno di fiera...
quando... mmh... quando tu ed io... sì, insomma...."
Al diavolo i centonovanta centimetri... non me ne basterebbero neanche
duecento per riuscire a parlare stasera...
"Quando ci siamo baciati intendi?" domandò esitante. Doh!
Era
davvero così palese il punto in cui sarei voluto arrivare?
"Sì..." ammisi stringendomi ancora nella giacca
"Certo che me lo ricordo... perfettamente!" confermò.
Bene, e allora se te lo ricordi, perché tra di noi non
sembra essere cambiato un benemerito caz...
"Anche io..." mormorai senza volerlo. Dannazione, ero andato per
attaccare e mi ero ferito con le mie stesse armi. Poteva un essere
umano essere così stupido? Ero capace di mandare all'aria
tutti
i buoni propositi ed espormi completamente. Merito della mia spina
dorsale molle e della sua perfetta presenza.
"Emmett... Sei... mai stato innamorato?" mi domandò dopo
qualche
passo. Rimasi alquanto interdetto. Mi stava davvero chiedendo quello
che le mie orecchie, ormai congelate, avevano ascoltato? No,
probabilmente mi sbagliavo. Il freddo e la rabbia giocano brutti
scherzi a volte. Meglio richiedere.
"Che cosa hai detto, scusa?" chiesi sentendomi profondamente stupido.
Se mai mi fossi chiesto se Rosalie Cullen avrebbe mai potuto ritenermi
un idiota... ecco la risposta... assolutamente sì!
"Ti ho chiesto se sei mai stato innamorato!" ribadì
tranquillamente. Non c'era alcun accenno di imbarazzo in lei, ergo, non
vedevo il motivo per il quale il sottoscritto si sarebbe dovuto sentire
così a disagio. Eppure continuavo a torturare l'interno
delle
tasche del mio piumino, con la speranza di riuscire a farci un bel buco
all'interno e poterci nascondere la faccia come gli struzzi. O come gli
stronzi, a seconda dei casi.
Mi schiarii la voce. D'accordo... domandare è lecito e
rispondere è cortesia!
"E come mai lo vuoi sapere?" e ad una domanda non si risponde con
un'altra domanda. Che orso maleducato.
"E tu come mai non vuoi rispondere?" mi provocò divertita e
piccata. Sorrisi.
Touché...
"D'accordo, hai vinto tu..." le concessi con un sorriso allegro.
Lasciai il caldo delle mie tasche imbottite del cappotto per
sprofondare le mani nei jeans. Comprimendole magari avrei ottenuto un
pò di benessere.
"Beh... la risposta è sì!" esclamai finalmente.
Lei mi
lanciò uno sguardo curioso che mi fece sorridere e mi
obbligò a continuare "Sono stato innamorato.. una volta
sola!"
"La tua ex?" tentò indecisa.
"Già..." mormorai. Chissà perché il
ricordo era
ancora leggermente doloroso. Non perché ci tenessi ancora a
lei.
Più che altro ero ancora profondamente mortificato della
situazione che si era creata tra di noi prima di arrivare alla
definitiva decisione di lasciarci. Decisione che aveva pietrificato
qualsiasi tipo di possibile rapporto futuro.
"É stata lei a lasciarti?" mi chiese. Non era indiscreta.
Era
come se stesse cercando di entrare nella mia vita in punta di piedi.
Magari aveva paura di trovare un'altra buca assassina. Quella volta non
riuscii a parlare e mi limitai a fare un verso affermativo.
"E... hai sofferto molto?" domandò ancora. Sollevai un
sopracciglio stranito. Cos'era quello? Un interrogatorio? Oppure la
prima puntata di "Entriamo tutti nell'affascinante vita di Emmett Orso
Swan?".
"Abbastanza... come era normale che fosse!" esclamai con fin troppa
ovvietà. Mi morsi la lingua. Dovevo smetterla di fare la
ragazzina acida. Non mi avrebbe portato a niente quell'atteggiamento e
il fatto che lei si stesse interessando a me e al mio passato avrebbe
dovuto semplicemente farmi piacere e non insospettirmi e farmi mettere
sulla difensiva. Sembravo mia sorella Alice. Quando veniva scoperta
troppo, diventava velenosa.
"Diciamo che per un paio di mesi buoni sono stato praticamente un
vegetale che si aggirava per casa in cerca di una superficie abbastanza
comoda dove poter dormire!" ricordai divertito. Lo avevo fatto sul
serio. Ed era stato a dir poco umiliante. Vedere se stessi ridursi a
poco a poco in uno stato semi-comatico era stato quasi patetico. E
nonostante le quotidiane strigliate delle mie sorelle, mi ci erano
voluti la bellezza di 75 giorni di coma profondo prima di risvegliarmi.
L'unica nota positiva era che mio padre era felice. Passavo molto
più tempo a casa e di conseguenza anche Alice e Bella
facevano
lo stesso. Era come aver vinto un milione di dollari senza mai aver
giocato alla lotteria.
"Davvero l'amore riesce a ridurre così le persone?"
domandò lei, in un tono tra il divertito e il preoccupato.
Risi
quasi spontaneamente.
"Gran bella domanda..." constatai scrutando l'orizzonte invisibile "E
la stai facendo alla persona sbagliata... io dall'amore non ho mai
ricevuto nulla di buono... e il fatto che la mia ex mi avesse lasciato
è soltanto stata l'ennesima conferma!" sospirai
profondamente.
L'aria era pungente e il freddo quasi insopportabile. Mi girai verso
Rosalie e mi chiesi come facesse a resistere con quella felpa leggera
che aveva addosso.
"Quindi mi stai dicendo che... ad innamorarsi non si guadagna niente?"
fece lei confusa. Ci riflettei qualche istante. Era vero che io,
effettivamente a conti fatti, stavo parecchio sul cazzo a Cupido,
però... da qui ad arrivare a dire che l'amore era una bella
fregatura ce ne passava. Va bene essere pessimisti, ma... ogni cosa ha
un limite.
"Non fraintendermi... ho comunque avuto delle bellissime esperienze e
dei ricordi piacevoli grazie all'amore... certo, non sono molti...
però... io sono della generazione dei "meglio pochi, ma
buoni"!"
e ridacchiai contagiando anche lei.
"Ad esempio?" mi chiese sempre più curiosa. Ed io, sempre
meno
imbarazzato e sempre più preso e divertito dalla situazione,
continuai
"Beh... la mattina... quando arrivavo a scuola c'era sempre lei ad
aspettarmi... il pomeriggio sapevo che aveva piacere che
l'accompagnassi a casa... di sera ci riempivamo di messaggi e di
chiamate anche solo per dirci che ci mancavamo... cose
così..."
generalizzai, aiutandomi con un vago gesto della mano. In effetti a
mente lucida potevo affermare con certezza che ero stato più
un
ameba quando stavo assieme a lei che non dopo. Le classiche cazzate
adolescenziali.
"Molto romantico..." constatò lei. Feci un verso strano per
poi parlare
"Certo... se escludi il fatto che la mattina litigavamo
perché
io arrivavo in ritardo e lei non lo sopportava... il pomeriggio
litigavamo perché dovevo prima accompagnare Bella e Alice a
casa
per via del coprifuoco e lei non voleva perdere così tanto
tempo... e la sera litigavamo, sia per messaggio che per telefono,
perché lei voleva uscire ed io non avevo mai un centesimo
nel
portafoglio per accontentarla!" e sorrisi, ormai divertito da tutte
quelle storie infinite che metteva sempre su. Non ho mai negato di aver
iniziato a lavorare da Jake anche per colpa/merito suo.
Rosalie scoppiò a ridere di gusto. Sentire la sua risata mi
provocò un brivido su tutta la colonna vertebrale. Sorrisi
anch'io
"In effetti... ho scelto proprio il peggiore esempio di amore..."
confermò divertita. Ridemmo ancora insieme, pur continuando
a
camminare. Mancavano poche miglia e saremmo arrivati alla fine del
golfo. Dopodiché i costoni frastagliati ci avrebbero
impedito di
continuare.
"E comunque... deduco dalle tue domande che... non sei mai stata
innamorata..." la mia non era affatto una domanda e lei parve capirlo.
Scosse la testa con decisione muovendo le ciocche bionde sulle spalle.
Dio, che voglia di accarezzare quei capelli...
"E, se mi è concesso saperlo... come mai?" tentai, anche io
in
punta di piedi. Entrare nella vita di una persona poteva essere
meraviglioso quanto traumatico. Bisognava andarci cauti, e dato che lei
aveva dimostrato particolare tatto con me, dovevo riservarle come
minimo lo stesso trattamento.
"Ci crederesti alla cazzata del "Non ho mai trovato quello giusto"?" mi
fece lei divertita. Sorrisi, colpito dalla sua reazione
"Credo tu ti sia già risposta da sola!" le feci notare.
Ridacchiò serenamente per poi rispondere
"La verità è che... davvero io non ho mai trovato
quello
giusto.. solo che... io, al contrario delle mie sventurate colleghe,
non l'ho mai neppure cercato!" ammise. Nonostante il sorriso, non potei
non notare quel velo di tristezza che le colorì il tono
della
voce. Non riuscivo bene a vedere la sua espressione per colpa del buio,
però, potevo immaginare che non fosse delle migliori.
"Non credi nel principe azzurro?" cercai di sdrammatizzare allora. Rise
di nuovo
"Perché tu sì?" e mi unii alla sua risata senza
neppure
rispondere. Tuttavia volevo continuare ad indagare fino a che lei me lo
avesse concesso.
"E non ti capita mai di... sentirne il bisogno?" chiesi ingenuamente
"Di avere voglia di avere qualcuno accanto, a cui dover donare
attenzione, da cui aspettare altrettanta cura e per cui potresti
anche..." deglutii a disagio. Stavo per dire "anche morire", ma ero
riuscito a fermarmi in tempo. Era chiaro che stavo semplicemente
tramutando in domande per lei ciò che realmente desideravo
io.
Volevo qualcuno al mio fianco, a cui poter dare tutto il mio amore e la
mia protezione, da cui ricevere in cambio il rispetto e la gratitudine
e per cui avrei volentieri dato la vita. La stavo cercando
disperatamente. Da tutta la vita, forse. E una volta avevo perfino
pensato di averla trovata, prima che l'ennesima litigata mandasse tutto
a puttane.
"Sì... mi capita..." mi rispose leggermente agitata. Si
portò dietro l'orecchio una ciocca bionda ribelle e
continuò "Soprattutto in quest'ultimo periodo!" aggrottai la
fronte confuso. Perché la sua esclamazione mi sembrava
così importante?
"C-come mai?"
E diamine questo balbettare...
"É perché ho conosciuto una persona..." trattenni
istintivamente il respiro per cinque secondi buoni. Ripresi a
respirare solo perché dovevo parlare
"Qui a Forks?" chiesi con un tono strano. Era come se mi avessero dato
un calcio nelle parti basse e stessi cercando di evitare il mio
falsetto. Con scarso risultato.
"Sì..." confermò lei.
É la mia impressione o qui fa caldo?...
"Lo conosco?"
Fatti i cazzi tuoi, Emmett...
"Certo... la città è piccola... tutti conoscono
tutti...
me lo hai detto tu, ricordi?" mi fece notare divertita. Ridacchiai
nervoso. E sudavo freddo. Che mi stesse prendendo un raffreddore? Una
polmonite? Un ictus?
"Già è vero..." cantilenai. Quanto ero fastidioso
da uno a dieci? "E... Che tipo è?"
Voglio conoscere questo pezzo di merda per poterlo rovinare con le mie
stesse mani...
"Oh... è un ragazzo a dir poco fantastico..."
esclamò allegramente
Gli spezzo l'osso del collo con una sola mossa di judo...
"...É dolce... premuroso... attento... rispettoso..."
Ruffiano, pezzente, coglione, morto vivente...
"Mi tratta come se fossi di cristallo..." e ridacchiò
"Sarà talmente maldestro che ha paura di farti male
starnutendo!" bofonchiai infastidito.
"Che cosa hai detto?" mi chiese curiosa
"Niente... convenivo sul fatto che fosse... così...
meraviglioso..."
Che rasenta quasi l'orrido...
"Non dico che sia perfetto..." continuò convinta
E ci mancherebbe...
"Però... è perfetto per me.."
E vissero felici e contenti... finché Emmett Swan non
spaccò il bel faccino del principe pirla...
"Un idillio praticamente!" sputai seccato. Ecco la conferma di quanto
sapevo essere stupido. E ingenuo. E infantile. E fesso. E...
"Non ti nascondo che... alcune volte è un pò...
paranoico... praticamente vive nel pessimismo e con la convinzione che
ci sia qualcosa in lui che non funzioni per il verso giusto!"
affermò parecchio divertita
Oh... io e il pezzo di merda conveniamo su un punto comune...
"E nonostante io gli abbia ribadito più volte che non
c'è
niente... niente... in lui che non va... lui, beh... non riesce
proprio a farsene una ragione..."
Sarà menomato mentalmente... poveretto... dovrei provare
pena per lui?...
"Eppure mi fa una tenerezza infinita!" e sorrise di nuovo
Ma anche no...
"E non sai cosa darei per farlo diventare parte di quel mondo quasi
perfetto che mi hai descritto prima..." e sospirò sul finale
"Parte del mio mondo..."
Quello che mi fa più rabbia è che questo coglione
ha la
fortuna di poter avere un angelo come lei... invece a me rimane la
magra consolazione di picchiare suo fratello. Mi basta? Certo che no...
"Vorrei riuscire a farglielo capire.. perché a quanto pare
è leggermente cieco a certi segnali!" e ridacchiò
di nuovo
Ecco un altro pregio del buffone... è rincoglionito...
"Porta gli occhiali?" borbottai
"No!"
"Ebbene... consigliaglieli!" sputai di nuovo velenoso come una vipera
Attento a te burattino.. oggi mordo...
Rise leggera, sciogliendo appena il nodo di rabbia che mi si era creato
nello stomaco. Mi veniva voglia di gridare e spaccare qualche albero.
Con conseguenti problemi di ossa della mano rotte e denunce da parte
della protezione ambientale della zona. Arrivammo alla fine della
lingua di sabbia senza aver trovato né Alice, né
Jasper.
E la rabbia che provavo era, se possibile, triplicata. Peggio per
Cullen. Una volta trovato mi sarei sfogato volentieri su di lui. Molto
meglio dei tronchi degli alberi. Feci dietrofront, senza dire niente.
Parlare mi sarebbe costato uno sforzo non indifferente. Meglio evitare
finché si può.
Sentii qualcosa stringermi un braccio e mi bloccai girandomi di nuovo.
Era lei a fermarmi e a stringere forte sulla stoffa del piumino. Mi
sembrava di sentire anche sotto quello strato il calore del suo tocco.
Ci guardammo negli occhi per secondi che parvero infiniti,
dopodiché parlò
"Cosa ti prende?"
"Niente!" esclamai con fin troppa veemenza. Beccato!
"Ah sì? E allora perché ti comporti
così?" continuò
"Così come?"
Come un idiota...
"Come stai facendo... sei freddo... e mi rispondi male!" era offesa.
Come se le avessi appena confessato di essermi invaghito di una bella
ragazza di Forks.
Ma siamo diventati matti?...
"Sono nervoso perché non siamo riusciti a trovare quei
due..." maledetto bugiardo
"Solo per questo?" tentò indagatrice
"Certo... per cos'altro, se no?" la sfidai a denti stretti. Mantenere
la calma in quella situazione era a dir poco estenuante. Fare dieci
chilometri di corsa mi avrebbe stancato di meno.
"Sei geloso?" mi domandò di getto
"Geloso?!? E di chi dovrei esserlo?" ero arrabbiato e si iniziava a
sentire
"Di me... per quello che ti ho detto prima.. di quel ragazzo!" mi
spiegò. Strinsi la mascella e mi imposi la calma. Respiri
profondi,
come diceva la mamma un tempo.
"Assolutamente no!" esclamai quasi aggredendola. Calma un cazzo. Quando
bisognava attaccare, il leone Emmett entrava volentieri in arena per
combattere fiero ed orgoglioso.
Guai a te pirla bastardo...
Mi preoccupai di essere stato troppo duro con la mia ultima
esclamazione ma lei scoppiò a ridere ancora più
forte di
prima. La guardai confuso. Che stesse iniziando ad ammalarsi anche lei?
"Ma allora avevo ragione... sei paranoico!" e rise ancora.
"Prego?" feci io. Ok, stavo iniziando a non capirci davvero
più
nulla. Quando mi aveva detto che ero paranoico? Mentre io inneggiavo la
morte dello stronzo?
"Riesci ad essere geloso perfino di te stesso!" esclamò
sorridente.
Di me stesso? Ma che cosa...
"Rosalie... mi stai facendo venire il mal di testa!" mormorai
frustrato. Parlare chiaramente le sarebbe costato uno sforzo tanto
grande?
"Ma davvero non hai capito niente, Emmett?" mi fece avvicinandosi
appena e incatenando gli occhi ai miei. Quanto erano belli alla luce
della luna. Quanto era bella lei.
Scossi la testa, incapace di pronunciare anche una sillaba di senso
compiuto. Lei sorrise, quella volta intenerita ed afferrò le
mie
mani con le sue, riuscendo a sfilarle dai jeans. Quel contatto fu come
la scossa elettrica per me
"Il ragazzo di cui ti stavo parlando... quello dolce, premuroso, il
ragazzo fantastico che sento essere perfetto per me... sei tu, Emmett!"
mi confessò. Sentii un fischio all'orecchio. Dovetti
deglutire
più volte per mandarlo via. Eppure... come facevo a calmare
il
cuore? Sembrava un cavallo imbizzarrito.
"I-Io?" balbettai allibito. Annuì, stringendomi di
più
le mani con le sue. Le sentivo fredde, ma le percepivo di fuoco.
Cioè... ricapitoliamo.. io, sarei il ragazzo, il pirla
bastardo
di cui stava parlando? Quello che dovrebbe diventare il suo mondo,
quello perfetto per stare con lei e che è talmente tanto
paranoico da essere perfino geloso della propria ombra?
Oh. Cazzo... mi servirebbe un polmone... il mio credo sia appena
scoppiato...
"Nh.." bofonchiai incapace di parlare. Avevo scollegato cervello e
bocca. Ero praticamente inutilizzabile. Diamine!
In pratica, stando alle mie minacce di poco fa... adesso dovrei auto -
picchiarmi? Funziona così, vero?...
"Emmett io..." continuò avvicinandosi ancora. Il suo corpo
sfiorava il mio e le sue mani si erano strette quasi in una morsa
d'acciaio. Sembrava non volesse più lasciarmi
"Io... credo di essermi innamorata di te..." mormorò.
Dovetti
prestare particolare attenzione per percepire tutta la frase nella sua
interezza. Dannazione ero un coglione cosmico. Non c'erano altre
spiegazioni.
"Lo credi o ne sei certa?" domandai stupidamente
Ma. Quanto. Sei. Cazzone. Emmett. Swan???...
Ridacchiò avvicinando pericolosamente il suo viso -
meraviglioso e angelico - al mio
"Rettifico... ne sono certa!" e mi sfiorò le labbra con le
sue.
Morbide e ghiacciate. Timide e dolci. Praticamente perfette.
Sto sognando... il freddo mi sta dando alla testa... anche se... questa
situazione mi piace da impazzire...
"Quindi il ragazzo di prima..."
"Eri tu!" concluse lei divertita
"E non c'è..."
"Nessun altro! Giuro!" affermò convinta
"Ed io sarei...paranoico?"
"Molto!" confermò con una risata. Sorrisi anche io
distendendo tutti i muscoli in tensione.
"E tu sei lo stesso convinta di voler stare con me?" la provocai
"Assolutamente!" confermò subito. Portai le nostre mani
ancora
unite, dietro la sua schiena e l'avvicinai ancora di più a me
"Sai a cosa vai incontro in questo modo, vero?" le soffiai sulle labbra
abbassandomi di qualche centimetro
"Perfettamente... e... " si sollevò sulle punte per baciarmi
ancora, quella volta con le labbra più calde ed invitanti.
Fu
quasi doloroso quando si distaccò "Non vedo l'ora!"
sorridemmo
insieme senza metterci d'accordo.
Lasciai le sue mani per abbracciarla meglio e stringerla maggiormente a
me. Lei mi circondò la vita con le sue braccia, senza
perdere il
contatto con i miei occhi. Mi chinai per baciarla di nuovo sentendo
tutto il mio corpo cedere per quel contatto ritrovato. Era profondo,
anche senza esserlo realmente, era caldo, era dolce, era spontaneo, era
possessivo e di bisogno, era magico, era lento, era sperato, era
meritato. Era tante cose messe insieme ma soprattutto era..
semplicemente perfetto.
Mi sentivo un ragazzino tanto ero felice ed emozionato. Lo davo a
vedere? Certamente.
Ci staccammo per pochi secondi, giusto il tempo di respirare. Sorrisi,
sfiorandole la fronte con il naso
"Mi sono innamorato anch'io, Rose... parecchio tempo fa..." ammisi in
un sussurro. Da quella distanza avrebbe potuto sentire qualsiasi suono
avessi emesso. Sorrise anche lei
"Scusa per il ritardo allora..." mormorò. Le stampai un
bacio sui capelli
"Te lo avevo promesso... ti avrei aspettato... e come vedi non mi sono
praticamente mosso!" esclamai divertito. Si strinse di più a
me
alzando lo sguardo
"Grazie... Emmett..."
"Grazie a te, piccola..."
Dovevo essere praticamente impazzito. Sì, non c'erano altre
spiegazioni. Rimanere lì, accanto a quella macchina in
attesa, mi
sembrava la cosa più stupida ed incosciente che avessi mai
fatto. Bella me lo aveva detto. Dovevo allontanarmi e tornarmene a
casa. Emmett era incazzato e non ci avrebbe pensato due volte quella
sera a mettermi le mani addosso. Gli avevo praticamente servito su un
piatto d'argento la possibilità di cambiarmi i connotati e
ormai
avevo capito com'era fatto. Non si sarebbe mai fatto scappare
quell'occasione così allettante. Soprattutto se significava
difendere uno dei suoi preziosi tesori dall'attacco nemico.
Mi strinsi nel piumino, cercando di dimenticare il gelo che mi
circondava. Quello che proprio non riuscivo a dimenticare erano le
parole di Alice. Quelle parole che mi parevano le fossero costate fin
troppo. Riconoscevo che ero partito con l'intento di estorcergliele con
l'astuzia: riuscivo ad avere un certo effetto su di lei e quella cosa
non poteva che giocare a mio vantaggio. Avrei avuto le informazioni che
mi servivano in pochissimo tempo. Certo, almeno così avevo
pensato. Mi era bastato avvicinarmi a lei, sedermi di fronte e sfiorare
appena il suo corpo per perdere totalmente la ragione. Avrei voluto
mandare all'aria tutto, curiosità ed indagine compresa, e
fiondarmi su quelle labbra, che tremavano per il freddo e per quello
che stavano per pronunciare. Dire la verità le era costato
parecchio. Scoprirsi così tanto, perdipiù con
me... non
doveva essere stato affatto facile. Proprio lei, con il suo guscio
praticamente impenetrabile e sicuro che chissà da quante
batoste
l'aveva protetta. Quel guscio era venuto via con niente e mi aveva
mostrato, anche se per poco, una Alice diversa. Un piccolo pulcino
indifeso e spaventato da qualcosa troppo grande da combattere. Mi
chiedevo fin dove si sarebbe spinto il suo coraggio. Fino a quando
sarebbe riuscita a resistere con un padre del genere. Se solo ci
ripensavo mi saliva la rabbia dentro e mi sentivo uno schifo. Un
genitore. Un padre. Che aveva il coraggio di alzare le mani sui propri
figli. Magari solo per dare più importanza alla sua voce o
forse
per sfogare qualcosa che aveva nascosto dentro ma che, in ogni caso,
non gli avrebbe offerto nessun alibi. Era da condannare. Aveva
sbagliato e continuava a farlo. A mio parere una persona del genere non
sarebbe dovuta neppure esistere. Ci avrei pensato io stesso a porre
rimedio a quella storia.
"No, Jasper... ti prego... fallo per me..."
Era stata lei a chiedermelo. Dovevo rimanere in silenzio. Non dovevo
dire nulla, e continuare ad andare avanti come se niente fosse. Ma come
facevo? Dove diamine trovavo il coraggio di ignorare così
palesemente quello che Alice mi aveva confessato e rimanere tranquillo
mentre lei, probabilmente circolava per casa con il terrore di
incontrare il proprio padre appostato dietro qualche angolo?
Diedi un pugno alla fiancata della macchina addosso alla quale ero
poggiato. Non sapevo cosa fare. Dovevo combattere tra cosa era giusto e
cosa lei mi chiedeva. Già, perché era lei a
chiedermelo. Lei, non un altro. Lei. E questo significava che non
potevo fare di testa mia, come al solito.
"Il vecchio Jasper non si sarebbe fatto problemi ad andare dalla
polizia a denunciare la cosa.. adesso qualcosa è cambiato...
sento che il nuovo Jazz preferirebbe dare retta a... lei... per
renderla felice... e magari tentare di alleggerire in qualsiasi modo il
suo peso!"
O forse il nuovo Jasper lo fa per un altro motivo... un motivo
più semplice... perché sa che in fondo, lui, di
quel
piccolo scricciolo arruffato si è...
"Sei ancora qui?" sentii una voce femminile provenire
dall'oscurità della spiaggia. Pochi istanti dopo emerse il
piccolo gruppo che avevo lasciato dieci minuti prima sul bagnasciuga e
che mi aveva raggiunto dove era parcheggiata la Jeep di Emmett.
Scrutai Bella, indeciso su come risponderle. E come al solito non lo
feci. Parlare con Alice che mi guardava in quel modo, mi costava fin
troppo. Mi limitai ad alzare le spalle in un gesto vago ed attendere la
sua reazione
"Evidentemente alla tua vita ci tieni davvero poco, Cullen!"
sentenziò Bella acida. Alzai un sopracciglio infastidito
"Ancora con questo Cullen?? Il vostro è proprio un vizio di
famiglia, allora!" esclamai sbuffando sul finale. La vidi scuotere il
capo e stringere maggiormente la sorella che, senza dubbio, stava
morendo di freddo. Eravamo stati due incoscienti. Rimanere
lì,
per tutto quel tempo, nel gelo della sera, non era stata per niente una
buona idea.
Guardai di nuovo Alice che a sua volta faceva di tutto per guardare
altrove. Se non ci fossero stati Bella e Edward sarei andato da lei ad
abbracciarla di persona. L'avrei... protetta... io stesso dal freddo. E
da... tutto quello che minacciava il suo bel sorriso. Sì, me
ne
sarei occupato personalmente.
Guardami Alice... sono io a pregarti questa volta... guardami e dimmi
che va tutto bene...
"Stanno tornando!" esclamò Edward rivolto verso la spiaggia.
Mi
agitai leggermente. Già me lo immaginavo. Emmett Swan nella
sua
gigantesca stazza che camminava sulla sabbia lasciando solchi profondi,
dentro ai quali avrebbe sepolto i miei poveri resti. Deglutii. Mi
sembrò addirittura di avvertire in sottofondo la canzone di
Profondo Rosso, magari messa su da qualche idiota che si divertiva
sulle disgrazie altrui. Ma... era solo la mia impressione dettata dalla
paura.
"Ah siete qui..." era la voce di mia sorella. Avrei dovuto salutarla
prima di morire? Mmm... magari sì. Avanzarono verso di noi,
lei
avanti, lui qualche passo indietro. Non avevo neppure il coraggio di
guardarlo negli occhi. Ci avrei senza dubbio trovato le scintille. A
scherzare con il fuoco è proprio questo quello che si
ottiene.
Spostai lo sguardo su mia sorella. Mi guardava in modo strano. Era
compassione quella che leggevo nei suoi occhi? Oppure, come tutti, era
incazzata nera?
"Spero che tu ti renda conto di quello che hai fatto!" mi
ammonì
seria. Deglutii. Non sapevo se fosse più difficile parlare
con
lei per cercare invano di giustificarmi, oppure alzare gli occhi con il
rischio di incontrare quelli di Emmett. No, rettifico... meglio la
prima.
"Lui non c'entra niente!" intervenne Alice prima che io aprissi bocca.
Lo sguardo di tutti saettò su di lei. Fu l'occasione buona
per
lanciare un'occhiata verso suo fratello. Aveva le mani affondate nel
giubbotto scuro, e guardava la sorella in maniera fin troppo
tranquilla. Che si stesse caricando a dovere prima della sfuriata?
"Sono stata io... è colpa mia..." continuò Alice,
liberandosi dalla presa della sorella "É stata una mia idea
venire qui... non..." si morse appena il labbro lanciandomi un'occhiata
eloquente "Non... avevo voglia di... tornare a casa!" si
giustificò. Bella sospirò. La studiai con
attenzione, non
volevo perdermi nessuna espressione del suo viso. Magari avrebbe
tradito ansia, preoccupazione e chissà, magari qualche altro
sentimento che mi avrebbe fatto capire qualcosa di più. Capo
Swan aveva il controllo sulla casa? Bene, ci avrei pensato io.
"L'importante è che tu stia bene..." spalancai gli occhi
incredulo, mentre il mio sguardo tornava ansioso verso Emmett. Me le
ero sognate quelle parole, giusto? La montagna di muscoli e pugni non
aveva di certo omesso che me l'avrebbe fatta pagare a breve, o sbaglio?
"C-cosa...?" perfino Alice sembrava incredula. Evidentemente anche
lei si aspettava una reazione diversa. Tutta quella calma nel viso del
fratello mi preoccupava non poco. Non sapevo se mi faceva
più
paura quando mi urlava contro o quando... sì, insomma, se ne
stava beatamente fermo, con lo sguardo pensieroso e le mani infilate
nelle tasche del giubbotto.
"Credo sia ora di andare... inizia a farsi davvero insopportabile
questo freddo..." sentenziò poco dopo, avviandosi verso la
Jeep.
Mi passò accanto senza battere ciglio. Che avesse adottato
la
tecnica della totale indifferenza? Potevo iniziare a cantare vittoria?
Bella ed Alice seguirono, entrambe visibilmente incredule, il fratello.
Cosa diamine era successo? Che stessi sognando? Che mi fossi
irrimediabilmente ammalato e iniziassi a sentire i primi segni di
squilibrio mentale?
"Abbiamo appena assistito ad un miracolo!" esclamò Edward,
praticamente esterrefatto, avvicinandosi. Lo guardai, senza sapere
esattamente cosa dire "Dì un pò, Jazz... come ci
si sente
ad essere arrivati a tanto così dalla morte?" mi chiese
divertito.
"Finiscila... io non ci trovo niente da ridere!" lo riprese Rosalie,
mentre la Jeep degli Swan ripartiva tranquilla verso la strada
principale. Guardai mia sorella
"Che cosa gli hai detto?" mi fece uno strano effetto sentire la mia
voce dopo tutto quel tempo. Sembrava fiacca e senza vita
"Io?... Un bel niente... non avrei di certo sprecato fiato per uno come
te!" era arrabbiata, come era giusto che fosse. Però...
faceva
male, dannazione!
"Io non so cosa..." tentai allora, ma lei mi interruppe
"Non mi interessa, Jasper... non lo voglio neanche sapere...
però, sappi una cosa... mi hai delusa... profondamente!" e
senza
dire altro, con una luce scura negli occhi, si avviò verso
la
Volvo e si chiuse lo sportello alle spalle, violentemente. Sentii la
ghiaia muoversi e mio fratello sparì dalla mia visuale.
Dopodiché un altro sportello si chiuse, anche se con meno
forza.
Proprio quella che mancava a me in quel momento. La forza per reagire.
La forza necessaria perfino per muovermi. Non avevo neppure un motivo
valido per farlo. Le parole di Rosalie avevano scavato più a
fondo di quanto pensassi. Erano come lame affilate ed io in quel
momento mi sentivo così fragile ed indifeso, da non riuscire
più neanche ad alzarmi dopo la caduta. Più ci
provavo e
più sprofondavo. In fondo.
Sentendo la testa pesante e gli occhi che pizzicavano, lasciai
definitivamente la fiancata della Volvo e vi entrai, in un posto
così estraneo da non sentirlo neppure lontanamente vicino ad
una
casa.
Nessuno, da quando la Jeep aveva lasciato la spiaggia a Palm Beach,
aveva aperto bocca. Emmett continuava a guidare, stranamente taciturno
e più concentrato del solito, senza neanche girarsi un
attimo a
chiedermi il perché continuassi a fissarlo insistentemente.
Ed
io, che quel gesto lo facevo di proposito, per scatenare una sua
reazione, mi chiedevo come mai questa non accennasse ad arrivare. Che
si stesse caricando per poi esplodere a casa? Magari davanti a
papà? No, non potevo pensare che volesse fare una cosa del
genere. Non Emmett. Non ad Alice.
"Non credi che sia il caso di parlarne?" gli domandai, a pochi isolati
da casa. Lui, senza neppure degnarsi di guardarmi rispose
"E di cosa, scusa?"
"Di quello che è successo stasera... di Jasper ed Alice..."
mi
girai verso mia sorella che se ne stava sul sedile posteriore,
accucciata nel suo giubbotto bianco "E magari perfino del fatto che non
hai mostrato il minimo interesse verso di lei o verso Jasper dopo
essere tornati da quella spiaggia!" lo sapevo che aggredendolo non
avrei ottenuto niente. Ma... tutta quella calma era surreale e
fastidiosa e non poteva di certo pensare di darmela a bere continuando
a rimanere così. Nascondeva qualcosa. Quello che mi
preoccupava
era altro. Avevo paura che, non essendo abituato a tenere nulla per
sé, sarebbe esploso da un momento all'altro, proprio davanti
a
papà. Meglio in quella Jeep che a casa nostra.
"Senti Bells..." sospirò stanco, parcheggiando la macchina
proprio
dietro la volante di nostro padre "Non ho voglia di parlare adesso...
quello che è stato, è stato... è tardi
e ho un mal
di testa che neppure immagini... quello che voglio adesso è
semplicemente andarmene a dormire, credi sia possibile?" e finalmente
di girò a guardarmi. Non aveva espressione. Era... strano.
Quello non era il mio Emmett. E tutta quella sceneggiata che stava
mettendo su ne era la prova. Deglutii provata ed abbassai la testa. Era
come se mi avesse appena attaccata dove ero più fragile. Lui
non
voleva parlarne? Ebbene... lo avrei costretto prima o poi, in un modo o
nell'altro. Tutto, pur di evitare le conseguenze.
Sentii lo sportello
aprirsi e mio fratello scendere dalla macchina. In silenzio assoluto lo
seguimmo anche io ed Alice, lei sempre più stretta nel suo
piumino, magari diventato troppo poco per lei in quella gelida sera di
Dicembre. Entrammo in casa nello stesso pesante silenzio. Neanche un
rumore. Niente televisore, nessuna luce accesa. Il niente
più
assoluto. Sentii una stranissima sensazione farsi largo in me. Quella
cosa non mi piaceva affatto. Nostro padre non andava mai a dormire
presto, e a maggior ragione che l'orologio segnava soltanto le undici,
mi sorprese non poco trovare la casa così silenziosa. Non
aveva
ricevuto nessuna chiamata dalla centrale, altrimenti la volante non
sarebbe stata parcheggiata proprio davanti casa. Ma allora... dove si
era cacciato? E perché una dolorosa morsa mi appesantiva
così tanto lo stomaco? Entrai in cucina ed accesi la luce.
Per
poco non saltai per la paura. I suoi occhi. Le braccia conserte,
strette al petto, e quell'espressione. No, non era possibile!
"Papà!" squittii, incapace di muovermi. Sentii Alice al mio
fianco paralizzarsi ed Emmett trattenere il fiato. Pregai con tutto il
cuore che quella brutta sensazione provata poco prima non fosse il
preambolo di qualche presentimento. Anche se... quegli occhi... quella
espressione... quello sguardo... non facevano presagire nulla di buono.
"Ho chiamato Billy poco fa..." esordì, indurendo i muscoli
delle braccia. Sentii un brivido di paura percorrermi la schiena.
Lo sapevo.. lo sapevo... lo sapevo...
"Ah sì?" boccheggiai. Cosa stava succedendo?
Perché tutto si ribellava al mio controllo?
"Sì... lo volevo ringraziare personalmente dell'invito...
e...
scusarmi con lui per non essermi presentato alla festa..." deglutii di
nuovo, quella volta a vuoto
"Non era... necessario!" esclamai con la voce sottile. Avevo paura.
Paura per quello che poteva succedere. Paura per la piega che stava
prendendo quella discussione. Lui lo sapeva e quella era la sua tecnica
per punirci a dovere. Farci stare sulla corda fino all'ultimo per poi
attaccare
"Io invece credo di sì!" fece lui alzando ed indurendo la
voce.
Abbassai lo sguardo. Mi sentivo tremare fin dentro le viscere. E il
peggio era che Emmett non si era ancora deciso ad intervenire. Era il
suo modo per punire Alice? Lasciarla alla mercé di nostro
padre,
senza doversi per forza sforzare di essere severo con lei?
No, mi rifiuto di crederci...
"E sapete cosa mi ha detto?..." domandò avvicinandosi a me,
che
ero ancora pietrificata sulla porta della cucina. Non ebbi neanche la
forza di muovere la testa per rispondergli. Mugugnai qualcosa, senza
ottenere di fatto nessun suono.
"Che non ne sapeva proprio niente di questa festa e che Jacob era a
casa di Seth, perché sua sorella si è sentita
poco bene
oggi..." si fermò a pochi centimetri da me. Mi veniva da
piangere e forse lo stavo già facendo dato che ormai non
riuscivo più a controllare niente. Neanche le mie emozioni
"Da questo ho potuto dedurre due cose..." assottigliò lo
sguardo, concentrandosi su di me "Uno... che Alice non era affatto con
Seth Clearwater stasera per organizzare questa... fantomatica festa
e... due... " con uno scatto fulmineo mi afferrò il braccio
e lo
strinse forte "Voi due mi avete preso per il culo!" abbaiò a
pochi centimetri dalla mia faccia. Nonostante avessi chiuso forte gli
occhi la paura non era diminuita. Sentivo la sua presenza, la sua
stretta sul braccio e la sua accusa minacciosa ancora risuonarmi nella
testa. E ormai le lacrime vagavano libere sulle guance
"Quante volte devo dirvelo che non dovete per nessun motivo al mondo
prendermi per il culo?..." urlò strattonandomi. Non volevo
aprire gli occhi. Non volevo farlo. Quella barriera poteva ancora
proteggermi
"Toglile le mani di dosso!" sentii un sibilo alle mie spalle arrivare
minaccioso e sottile. Non c'era bisogno di aprire gli occhi per vedere
a chi appartenesse quella voce. Il fratello protettivo si era
risvegliato e stava iniziando ad alzare i paletti attorno alla sua
proprietà.
"Non sei tu che devi dirmi cosa devo o non devo fare..."
sbraitò
nostro padre stringendo ancora di più attorno al mio
braccio. Il
dolore era indescrivibile. Mi uscivano le lacrime anche per quello
ormai. Paura e dolore, mescolati insieme in un mix da far venire la
pelle d'oca. Sentii Emmett tirarmi per le spalle e lottare qualche
secondo con la presa ferrea di mio padre per liberarmi da lui. Dopo
qualche tentativo ci riuscì e mi portò dietro le
sua
spalle dove mi aggrappai al suo giubbotto scoppiando in singhiozzi.
"Non ti devi azzardare..." sibilò di nuovo Emmett. Non
vedevo
Alice. Probabilmente era scappata al piano superiore. Bene, almeno lei
era salva.
"Chi cazzo ti credi di essere, eh?" lo aggredì
papà
urlando "Siete in casa mia... e finché campo esigo che
facciate
quello che vi dico..." quante volte avevo sentito quelle parole. Solo
che... quella sera suonavano ancora più dure e minacciose
"Non siamo i tuoi schiavi... io e Bella per la legge siamo maggiorenni
ormai e quindi possiamo fare quello che ci pare... e ad Alice ci penso
io!" la calma che Emmett stava usando era quasi disarmante. Aprii gli
occhi piano, ormai al sicuro da papà, dietro la schiena di
mio
fratello. Alice non c'era come avevo già immaginato ed il
resto
della casa, fatta eccezione per un tratto di corridoio, era invasa dal
buio. Lo stesso che sentivo farsi strada in me.
"Questo è tutto da vedere..." sbottò lui
scostandolo
brutalmente ed uscendo di casa, sbattendo violentemente la porta.
Piombò di nuovo il silenzio in casa. Un silenzio ancora
più opprimente di quello che ci aveva accolti appena
entrati.
Soltanto un mio singhiozzo parve romperlo.
"Andiamo... dai...!" Emmett mi circondò le spalle con un
braccio e mi
guidò verso la mia camera al secondo piano. Non disse
niente. Mi
fece sedere sul mio letto, mentre le lacrime ancora scendevano
liberamente e prima di andarsene, mi lasciò un bacio sui
capelli. Silenzioso e presente, come sempre. Il mio Emmett c'era ancora
e ci sarebbe sempre stato. Quel gesto ne era stata la prova.
Mi
spogliai meccanicamente, lasciando tutto a terra ed indossai il
pigiama. Sentivo freddo. Un freddo opprimente nell'anima. Neppure il
calore del piumino sembrò alleviare quella sensazione.
Nascosi
la testa sotto le coperte aspettando che Morfeo si decidesse a venirmi
a prendere. Ma quella sera sembrava voler ritardare. Forse erano le
lacrime. Forse era quel peso che sentivo al petto. Forse era la paura,
che mi faceva stare vigile tra le lenzuola.
Ad un tratto sentii la porta della mia camera aprirsi e chiudersi
delicatamente. Mi irrigidii nel letto. No, non poteva arrivare a tanto.
Mi rifiutavo di crederci. Strinsi gli occhi, quasi a farmi male e
rimasi in attesa. Dopo quella che parve un'eternità, sentii
un
lembo della coperta alzarsi ed il materasso cedere appena sotto il peso
di qualcuno.
Ti prego no.. tutto ma non questo... ti prego...
"Bella.." spalancai gli occhi. E ripresi lentamente a respirare. Era
Alice. Che piangeva. Come me. "Bella... mi dispiace... non volevo
farlo, credimi..." cercai di trattenere un singhiozzo, con scarso
risultato. Lei si avvicinò e mi abbracciò da
dietro con
tutta la forza che aveva. Il calore che emanava mi rilassò
all'istante. Sentii le lacrime diminuire ed il respiro regolarizzarsi.
La presa ferrea sulla coperta diminuì e tutto il mio corpo
sembrò tranquillizzarsi e distendersi, iniziando ad
avvertire
uno strano calore diffondersi. Sospirai. Senza provare dolore. Afferrai
la mano di Alice appoggiata sul mio stomaco e la strinsi forte nella mia
"Ti prego, Bella... perdonami.." sussurrò lei. Chiusi gli
occhi.
Distrutta. Sia fisicamente che emotivamente, salutando sollevata il
buon Morfeo che finalmente venne a prendermi per portarmi via da quella
casa.
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Capitolo 34 *** Le ali dell'Angelo! ***
35
Salve a tutti... lo so sono
in ritardo come al solito ma... che fatica creare capitoli in questo
periodo. Però diciamo che sono molto soddisfatta. Ci tengo
particolarmente a questa capitolo uno, perché contiene tante
di quelle cose importanti che se fossi in voi le appunterei su un
post-it... serviranno in futuro ^^ e due... behcredo che mettere a nudo
uno dei personaggi più complicati della storia sia stato di
aiuto anche per me, diciamo che sono riuscita anche a comprenderlo
meglio. Ci tengo a sottolineare che ci sarà una parte nel
primo pov di Jasper che sarà di essenziale importanza in
seguito... ovviamente leggendo capirete... diciamo che la febbre fa
delirare parecchio certe persone ma ad altre le aiuta a capire meglio
le cose :D. Ne approfitto per ringraziare tutte le meravigliose persone
che mi hanno sostenuta nello scorso capitolo dopo il mio piccolo
"sfogo".. siete davvero fantastiche e sono contenta che siate riuscite
a capirmi e che in parte mi appoggiate. Spero che il capitolo regali a
tutti una piccola emozione, magari la stessa che ha regalato a me nello
scriverlo. Bene, adesso vado, un bacione a tutti e grazie x le
meravigliose recensioni... Vi adoro ^^
p.s. Andate a vedere anche i link
dell'abbigliamento dopo... così potete seguire il filo
logico di un discorso che si fa nel capitolo e magari vi fate anche due
risate XD
Malissimo.
Ecco come mi sentivo. Avevo la testa pesante e le orecchie mi
fischiavano, come se qualcuno si stesse divertendo a nominarmi di
continuo. Avevo le vertigini perfino a stare disteso nel letto e non
avevo la benché minima intenzione di muovermi. La sveglia
era già
suonata da una decina di minuti ma io l'avevo completamente ignorata.
Senza neppure avere la forza di spegnerla, avevo chiuso forte gli
occhi, sperando che il rumore cessasse al più presto
perché la mia
testa stava seriamente rischiando di esplodere.
Poche volte mi
ero sentito così male. E l'ultima volta era stato quando
avevo
appena sei anni. Sì, non ero assolutamente cagionevole di
salute,
per la gioia di mio padre. Solo che... a quanto pare non si rimane
immuni per sempre.
Sentii un rumore sul legno della porta ma ero
talmente tanto stordito che non riuscii neppure a rendermi conto di
cosa fosse
"Jazz?.... Ma stai ancora dormendo?"
qualcuno si avvicinò al mio letto. Dalla voce doveva essere
per
forza un uomo, ma il fatto che tenessi la testa sotto il cuscino e
che fossi ricoperto completamente dal piumino, non aiutava. Riemersi
dal mio rifugio per accertarmi di chi avesse mai interrotto la mia
agonia.
"Ah... sei tu..." mugugnai contro mio fratello,
interamente vestito e pettinato.
Oddio, pettinato è una parola
grossa...
"Che ci fai ancora a letto? Sono quasi le otto,
dobbiamo andare..." mi avvertì. Emisi uno strano verso, un
lamento credo, e ricacciai la testa sotto il cuscino. Ecco, era
lì
che dovevo stare. A contatto con la stoffa del guanciale, lontano dal
mondo e dai suoi continui attacchi. Pace assoluta. Almeno... era
quello che speravo ma... quando in casa hai un criceto dai capelli
rossi, ovviamente... sappi che prima o poi la pace finisce.
Sentii
il cuscino venire via e la voce di Edward farsi più alta
"Mi
vuoi rispondere sì o no?"
"Che cazzo hai da urlare..."
borbottai infastidito, cercando di riprendere possesso del cuscino
che era finito in mano nemica. Fantastico. Pace assoluta? Bye
bye!
"Hai intenzione di alzarti e prepararti nei prossimi..."
controllò l'orologio che aveva al polso "Tre minuti e
mezzo?"
"Non rompere..." sentenziai coprendomi gli
occhi con il dorso della mano. Non ce la facevo neppure a tenerli
aperti. Era una fitta continua che partiva dal centro della testa e
si diramava in ogni singola parte del mio corpo. La debolezza era
soltanto uno dei sintomi più evidenti.
Avvertii la mano di
Edward posarsi sulla mia fronte e mi preparai a scacciarlo via se non
fosse che la sua voce mi anticipò
"Sei bollente..."
mormorò stranito
"Bella scoperta..." borbottai
recuperando finalmente il cuscino in un'unica e fulminea mossa.
Peccato che le vertigini che sentivo prima si moltiplicarono fino a
scuotermi completamente. Merda. Mi sentivo uno schifo assoluto. Mi
lamentai senza neanche accorgermene e non ebbi neppure la forza di
cacciare Edward dalla mia camera, dato che avvertivo ancora la sua
presenza al mio fianco.
"In questo caso credo ci sia un'unica
cosa da fare..." decretò con finta solennità.
Sì,
infatti... tu esci da quella porta, mi lasci solo, e te ne vai
diligentemente a fanc...
"No.."
mormorai realizzando le sue intenzioni. Scattai a sedere fregandomene
della testa che mi urlava maledizioni e insulti "Non puoi
farlo... te lo proibisco!" lo minacciai. Certo, le minacce di
uno ridotto in quello stato valevano a poco. E infatti parve
accorgersene anche lui perché scoppiò a ridere di
gusto
"E
chi?... tu?... non farmi ridere!" e si avviò verso la porta,
ma
non per fare ciò che io volevo
"Ti prego, Edward... tutto
ma non questo!" lo implorai. Sperai che gli facessi perlomeno
pena. E invece...
Mi sorrise sghembo - maledetta Rosalie e quando
ha inventato questo termine - e mi disse
"Sappi, Jazz, che lo
faccio solo per te..." dopodiché gridò, con la
testa nel
corridoio "Papà... puoi venire un attimo in camera di
Jasper?
Credo abbia la febbre!"
Mi lasciai ricadere all'indietro,
emettendo un verso molto simile al lamento di un cervo che veniva
massacrato. Io avrei ucciso la carota malefica. Era una promessa che
mi facevo e fosse cascato il mondo, ci sarei riuscito. Non passarono
molti secondi prima che un altro passo raggiunse la mia stanza, che a
mio avviso stava diventando troppo affollata.
"Dov'è la
salma?" esordì mio padre divertito. Li sentii ridacchiare a
pochi metri da me, senza che io potessi zittirli in alcun modo. Che
palle!
Il cuscino venne via per l'ennesima volta, rivelandomi il
sorriso divertito di mio padre, in versione
"Papà-medico-rompiballe-alla-riscossa".
"Non c'è
bisogno che tu perda tempo con me.. sto benissimo... è
quell'idiota
di tuo figlio che si è messo in testa di farmi da balia!"
esclamai accaldato. Era una mia impressione o qualcuno aveva alzato
la temperatura della stanza? Mi sembrava di andare a fuoco.
"Non
ha tutti i torti..." affermò mio padre tornando serio e
controllandomi la fronte "Qui di febbre ce n'è... e anche
tanta..." si alzò dal mio letto, dove si era precedentemente
seduto per controllarmi la temperatura "Vado a prendere il
termometro... non ti muovere!" mi ammonì
"E dove vuoi
che vada? Non lo vedi... è praticamente un vegetale..."
scherzò
Edward
"Un vegetale che ti sotterrerà vivo nel giardino sul
retro..." minacciai guardandolo malissimo. Mi sorrise di nuovo
senza aggiungere altro.
"Che succede qui?" ecco ci
mancava solo lei. Lanciai un'occhiata minacciosa verso la mia
fantomatica gemella traditrice che ricambiò il mio gesto
sollevando
un sopracciglio
"Papà è andato a cercare il numero del
prete per dare l'estrema unzione a Jasper..." esclamò Edward
divertito.
Ok, quando è troppo è troppo... anche se
ho la
febbre, posseggo ancora una dignità e che cazzo...
"Adesso
mi hai stancato!" esclamai alzandomi di scatto a sedere,
nonostante la mia testa me ne dicesse nuovamente di tutti i colori.
Non ebbi modo di fare altro perché mio padre
rientrò in camera con
la sua schifosa valigetta marrone. Mugugnai terrorizzato.
"Cosa
ti avevo detto a proposito del fatto che non ti saresti dovuto
muovere?" mi riprese lui aiutandomi a distendermi di nuovo.
Guardai in cagnesco Edward che se la rideva strafottente. La sua
punizione sarebbe stata lenta e dolorosa.
Mi costrinsi a tenere
il termometro in bocca per qualche minuto per poi restituirlo a mio
padre che lo analizzò preoccupato.
"Sarei proprio curioso di
sapere cosa hai fatto per far salire la febbre così tanto...
39 e
mezzo!" mi scrutò cercando di capire, forse, fin dove
avrebbe
potuto fare affidamento sui suoi strumenti da allegro chirurgo.
"Cose che capitano..." mormorai. Certo, se invece di
scorrazzare a pochi metri dall'oceano, in piano inverno, alle undici
di sera, fossi stato un pò più coscienzioso,
probabilmente, in quel
momento sarei a bordo della macchina scelta dalla monetina fortunata
con direzione Forks High School.
"Allora... ha la febbre?"
domandò mia madre entrando nella stanza agitata.
Ecco, mi
stavo giusto chiedendo dove fosse finita mamma chioccia. Adesso ci
sono veramente tutti...
"Scusate... mi avete preso per un
fenomeno da baraccone? Ho la febbre e allora? Non sono diventato
calvo e non ho contratto nessuna malattia letale... quindi se non vi
dispiace gradirei che usciste da questa stanza... grazie!"
sbraitai senza forze
"Andiamo va.. il malato terminale ha
ragione... facciamo tardi a scuola..." fece Edward spingendo
leggermente Rosalie in corridoio e salutandomi con l'ennesimo
sorrisetto divertito
"Adesso che la carota se n'è andata..
siate sinceri... dove l'avete adottato?" domandai mentre mio
padre mi misurava la pressione. Mia madre ridacchiò
accarezzandomi
la fronte
"Nello stesso orfanotrofio in cui abbiamo adottato
anche te!" scherzò lei sistemando il fantomatico cuscino
dietro
la mia testa e suscitando le risate di mio padre
"Spiritosa..."
mormorai, stremato. Avevo sonno o forse ero solo incredibilmente
spossato. A fatica sentii cosa si stavano dicendo i miei genitori,
troppo impegnato a non dare retta al mal di testa martellante. Chiusi
gli occhi e dopo pochissimi secondi sprofondai in un sonno
ristoratore sia mentale che fisico.
É
estate ed io sono su una spiaggia bellissima, probabilmente da
solo.
Il paesaggio è indescrivibile. Un insieme perfetto di
vegetazione viva e natura incontaminata.
Avverto in lontananza gli
uccelli che si muovono tra le folte chiome degli alberi.
Osservo
le onde infrangersi tranquille e pacate sulla riva pulita.
Mi
sento leggero, in pace con il mondo e indescrivibilmente
felice.
Anche senza saperne il motivo.
Mi avvicino alla riva,
respirando a pieni polmoni l'aria salmastra e annusando curioso i
profumi del luogo.
Ogni singola fragranza mi porta alla mente un
ricordo.
E mentre mi distendo sulla sabbia bianca e fina - quasi
trasparente - mi sembra di sentire odore di dopobarba.
Lo stesso
che usa mio padre, quello che sà di pino selvatico.
E mentre
chiudo gli occhi mi sembra di sentire odore di detersivo alla
lavanda.
Lo stesso che usa mia madre per lavare il nostro
bucato.
E mentre appoggio una mano sugli occhi mi sembra di
sentire odore di papaia.
La stessa che usa mia sorella, nel suo
shampoo preferito.
E mentre piego le gambe per affondare i piedi
nella sabbia calda mi sembra di sentire odore odore di lucidante.
Lo
stesso che usa mio fratello per tenere perfetto il suo pianoforte.
E
mentre sorrido, a questi ricordi strani, mi sembra di sentire un
altro odore. Stranamente ancora più familiare degli altri
quattro.
Mi sembra odore di fiori freschi. Di primavera. Di brezza
estiva.
Aggrotto le sopracciglia, stranito. Mi sembra così
strano, eppure... sento di conoscerlo.
Apro gli occhi lentamente,
convinto di ritrovare la luce prepotente del sole ad accecarmi e
invece...
... trovo lei!
Lei, che ancora più bella di
qualsiasi corpo celeste mi potessi mai aspettare, mi sorride.
Serena.
É in ginocchio accanto a me e continua a guardarmi, quasi
divertita. E senza motivo fa sorridere anche me.
"Cosa c'è?"
le domando, perdendomi nei suoi occhi scuri e limpidi "Ridi di
me?"
Lei scuote la testa, accentuando il suo bel
sorriso
"No... al contrario... é di me che sto ridendo..."
ammette. Ha una voce bellissima, leggera che quasi mi accarezza
"E
perché?" le chiedo ancora. Voglio che mi parli, voglio che
continui a farlo per l'eternità.
Scuote di nuovo la testa e mi
fissa, pensierosa, lasciando che la testa le si abbandoni
placidamente su una spalla
"Sai... c'è una vecchia leggenda
molto, ma molto bella... vuoi che te la racconti?" mi chiede
delicata.
Io, che non voglio rovinare l'atmosfera con la mia voce,
annuisco rapito interamente da lei. E da tutto ciò che
rappresenta.
"Questa leggenda racconta che in principio un
grande signore, il creatore del cielo e della terra, decise di
dividere gli uomini in due grandi razze:
gli uomini comuni,
ordinari e a volte perfino un pò monotoni, pieni dei loro
lavori,
delle loro fatiche e dei loro sogni irrealizzabili abitavano una
parte del mondo.
Dall'altro lato, in perfetto equilibrio con
l'universo c'erano loro... gli angeli... con ali perfette, pelle
delicatissima e occhi di cristallo.
Gli angeli erano creature
speciali, divine in fondo e capaci di rendere speciale ogni cosa
toccassero.
Spinti dalla curiosità di scoperta e dalla loro
profonda generosità, un giorno decisero di varcare il
confine del
loro mondo e di mescolarsi agli uomini comuni,
per studiarli,
capirli, imitarli e rendere loro la vita più facile.
Perché
erano angeli e potevano farlo.
Iniziarono a vivere a contatto con
gli uomini comuni, integrandosi perfettamente, sentendosi parte del
loro mondo,
quasi dimenticandosi del loro essere diversi, divini,
perfetti.
Alcuni di loro, instaurarono un rapporto così stretto
con gli uomini comuni che il loro amore verso di loro era
paragonabile solo con la grandiosità dell'universo.
Amore,
sincero e profondo era ciò che nutrivano.
Insegnarono a
perdonare, a ricordare ciò che era bello, a seppellire i
brutti
ricordi e coltivare le cose più sane.
Solo che ben presto gli
angeli si resero conto che, più tempo passava e
più le loro ali
diventavano piccole, le loro pelli scure e i loro occhi
spenti.
Stavano perdendo la loro eterna bellezza e questo solo per
poter vivere assieme agli uomini comuni, con molti dei quali avevano
stretto un rapporto profondo.
Ogni uomo o donna comune che
riusciva a conquistare l'amore di un angelo era ritenuto un'anima
fortunata perché era riuscito a separare l'angelo dalle sue
belle
ali.
E l'angelo stesso si sentiva fortunato a sua volta perché
era ben disposto a rinunciare alla sua perfezione per qualcosa di
più
grande... la sua felicità!"
Sono come ipnotizzato dalle sue
parole, la sua bellissima voce e il suo racconto.
Gli angeli, le
ali, gli uomini comuni, l'amore... mi chiedo se la leggenda sia vera
o se sia riuscita a inventarsela lì, su due piedi.
Allunga una
mano verso di me, accarezzandomi la fronte. Il suo tocco è
così
leggero. Riesce a rilassarmi.
"Tu sei uno di quegli angeli...
con le tue bellissime ali, la palle liscia e delicata... e gli occhi
cristallini e sinceri..." e mi sorride, avvicinandosi al mio
viso e respirando a pochissimi centimetri dalle mie labbra
"Ed
io... io cosa sono secondo te?" mi domanda sorridendo delicata.
Non riesco a parlare. Vorrei dirle che io non sono affatto un angelo.
Non ho mai avuto ali, né pelle liscia e né tanto
meno gli occhi
cristallini.
Ma non riesco a dire niente, la sua presenza, il suo
sorriso e il suo respiro me lo impediscono.
"Io sono soltanto
una donna comune... come tante altre... con un'unica differenza..."
mormora quasi sfiorando le sue labbra con le mie
"Sono
riuscita a conquistare le tue ali!"
Un
rumore alla mia destra mi fece spalancare gli occhi. Mi girai e
trovai mia madre con una ciotola in mano e lo sguardo
mortificato
"Oh, tesoro, scusami... non volevo svegliarti..."
mormorò dispiaciuta. Scossi la testa. Certo, continuare a
dormire mi
avrebbe fatto comodo ma non potevo di certo fargliene una colpa se
possedevo il sonno leggero. Mi sorrise materna e si sedette sul bordo
del letto controllandomi la fronte
"La febbre sembra essere
diminuita per fortuna... e guarda cosa ti ho portato..." prese
la ciotola che aveva poggiato sul comodino e la scoprì
"Brodo
di pollo... il tuo preferito!" cercai di sorridere ma ero troppo
intontito per concederle altro.
"Dai, ti lascio dormire un
altro pò... ne hai bisogno... tanto qui dentro il brodo non
si
raffredda..." mi lasciò un bacio sulla testa e un sorriso
tenero e andò via chiudendo la porta. Sospirai girandomi e
tornando
nella posizione precedente, dove le lenzuola riscaldate mi accolsero
con sommo piacere di tutto il mio corpo.
Richiusi gli occhi,
concentrandomi su qualcosa che ricordavo perfettamente, nonostante il
mio stato di spossatezza.
Le mie ali, i suoi occhi, il nostro
bacio...
"Ehi,
Ali... siamo tornati..." la voce di Bella catturò la mia
attenzione, completamente catalizzata sul libro che stavo leggendo.
Si trattava di Birkegaard, uno scrittore danese e del suo bestseller
"I delitti di uno scritto imperfetto". Era un bel libro,
nonostante fossi ancora al settimo capitolo. Non amavo molto il
genere giallo, tuttavia... la febbre mi aveva costretta a letto quel
giorno ed io non avevo trovato altro modo per distrarmi che nella
lettura.
Chi ben comincia,
è già a metà dell'opera...
Dopo
pochi secondi entrò nella mia stanza, sorridente, e si
avvicinò a
me
"Allora... come ti senti?" mi toccò la fronte per
accertarsi che non fossi più calda come la mattina, quando
mi ero
svegliata nel suo letto, dove mi ero rintanata la sera prima
"Un
pò meglio... se mi alzo però, mi gira ancora la
testa!"
mormorai ricordando il mio ridicolo tentativo di arrivare in bagno.
Mi sorrise, intenerita e prese il termometro dal comodino
porgendomelo
"É normale tesoro... sei debole e la febbre
alta di questa mattina ti ha stordito. Devi riposare, prendere le
medicine e soprattutto... mangiare!" feci un verso affermativo e
le restituii il termometro
"Trentasette... hai visto? I
medicinali iniziano a fare effetto!" esclamò allegra. Lo
sapevo
che adorava prendersi cura di me, soprattutto dopo che nostra madre
era morta. Lei era in tutto e per tutto una sorta di riproduzione
della sua presenza in piccolo. Ogni minimo sintomo di malessere e lei
interveniva tempestiva. Mi faceva tenerezza e apprezzavo tutta la
cura che mi riservava.
"Ehi bimba... ti senti meglio?"
domandò Emmett entrando in camera. Anche lui era fin troppo
sorridente per i miei gusti. Che mi stessero nascondendo
qualcosa?
"Sì, un pò meglio per fortuna... ma mi sono
annoiata a morte a starmene qui da sola in questo letto!" mi
lamentai facendolo sorridere. Lo squadrai per bene. O ero io ad avere
le allucinazioni, oppure c'era qualcosa che non tornava
"Sentite
un pò voi due... ma... dovete dirmi qualcosa?" li provocai
stringendo le braccia al petto. Entrambi si guardarono, come indecisi
e divertiti allo stesso tempo
"No..." mormorò Emmett
non del tutto convinto
"E invece sì..." lo riprese
Bella tirandogli un pugno sul braccio
"Ma quando mai..."
riprese lui ridacchiando
"Bugiardo!" esclamò lei
tirando un altro pugno un pò più forte
"Pettegola!"
fece lui scansandosi dall'ennesimo colpo. Io li seguii con aria
confusa. Ok, già il mal di testa mi creava non pochi
problemi, poi
ci si mettevano quei due a complicarmi la giornata?
"Ok di
voglia di indagare fino in fondo ne ho poca oggi, quindi... o mi dite
cosa mi nascondete oppure non accetterò niente che mi darete
da qui
alla prossima settimana... medicine comprese!" li minacciai. Mi
osservarono leggermente preoccupati. Sapevano che quando mi mettevo
in testa una cosa era difficile che desistessi.
"Alice...
tuo fratello ha una bella notizia da darti..." mi annunciò
Bella
"Ah sì? Dimmi, dimmi... sono curiosa!" lo ero
davvero, per natura. Lui sbuffò, grattandosi la nuca,
stranamente a
disagio.
"Ma niente... non è così importante!"
mormorò
"Non è così importante? Stai scherzando spero...
è
una notizia bomba..." esultò Bella.
Ok adesso la mia
curiosità fa concorrenza a quella delle scimmie...
"E dai
Emm... voglio sapere..." mi lamentai tirandomi a sedere e
assumendo la tipica espressione alla quale nessuno riusciva a dire di
no. Emmett, infatti, sbuffò sonoramente e venne a sedersi
sul mio
letto per poi parlare:
“Beh
ecco... io sto.. con una!” mormorò arrossendo
“Per
una intendi... una ragazza?” chiesi sorpresa
“Sì,
pressappoco sì...” fece lui. Era imbarazzato si
vedeva, e a me
faceva una tenerezza indescrivibile. Ovviamente non avevo bisogno di
indagare oltre per sapere di chi si trattasse tuttavia, volli lo
stesso fargli sputare tutto il rospo.
“Eh,
così, tanto per sapere... questo
“pressappoco” avrebbe anche un
nome?” domandai divertita
“Sì...”
borbottò, ma dato che il mio sguardo si era fatto minaccioso
continuò “Rosalie...” sorrisi
trionfante. L'imperatore aveva
capitolato.
“Ed
è solo un caso che si chiami come la Rosalie Cullen che
conosciamo,
non è vero?” scherzai
“Logicamente...
sai quante Rosalie ci sono sulla faccia della terra!” fece lui
“Soprattutto
qui a Forks!” esclamò Bella facendomi
l'occhiolino. Scoppiammo a
ridere tutti e tre insieme dopodiché, tornata seria, dissi
“Sono
molto contenta per te, Emmett... sul serio! E poi... io l'ho sempre
saputo che voi due eravate fatti l'uno per l'altra!” ammisi
sincera. Certe cose le capivo a pelle e tutte le volte che li avevo
visti insieme mi avevano dato quell'impressione. Poi, il fatto che
passassero tanto tempo assieme non faceva che avvalorare la mia tesi.
“Chissà
perché immaginavo che una come te certe cose le sentisse...
tu
l'amore lo capti ovunque!” fece lui, rilassandosi appena
“In
effetti sì... O molto più semplicemente sei tu
l'unico a non averlo
mai capito!” esclamai, suscitando le risate di tutti nella
stanza
“Sai
a cosa stavo pensando...” intervenne Bella qualche istante
dopo
“Adesso che siete diventati cognati, magari tu e Jasper
inizierete
ad andare d'accordo!”.
Soltanto
sentirlo nominare mi fece uno strano effetto. E come un fulmine mi
vennero in mente i momenti della sera prima. I suoi occhi attenti, la
sua espressione sofferente ed il suo abbraccio rassicurante. Anche a
mente lucida – o quasi – mi chiedevo come avessi
fatto a cedere
in quel modo.
“Giammai...
piuttosto mi faccio prete!” esclamò Emmett. Non
feci caso allo
scambio di battute che ne scaturì, però, le
parole che mio fratello
mi rivolse pochi istanti dopo le intesi perfettamente:
“A
proposito di Jasper, Alice... forse è il caso che io e te
facciamo
un discorsetto su quello che è successo ieri sera!”
Sì
certo, quando glielo ha detto Bella non andava bene... Adesso ne
dobbiamo parlare...
“Emmett...
per favore... non ora! Ho mal di testa e non mi va di dirti che hai
ragione e che ho sbagliato o che sono stata un'incosciente. Ne
parleremo, ma adesso non mi va!” lo pregai. Non avevo di
certo
voglia di sentirmi dire cose che in fondo già sapevo. La mia
testa
non avrebbe retto, non in quel momento.
“Va
bene, come vuoi... non voglio obbligarti! Adesso riposati. Io fra
poco esco, mi aspetta Jake all'officina, però se hai
bisogno,
chiama!” mi lasciò un bacio sulla testa ed
uscì dalla stanza.
Bella, dopo aver lasciato sul comodino una piccola pillola bianca ed
un bicchiere pieno d'acqua, mi accarezzò la fronte e mi
sorrise
“La
vuoi sapere una cosa?... oggi a scuola mancava anche lui... Rosalie
mi ha detto che stamattina aveva la febbre alta.. ed è stato
molto
strano perché non si ammala quasi mai!” mi
informò
“Cosa
stai cercando di fare? Aumentare il mio senso di colpa? Adesso ho
anche la salute di Jasper sulla coscienza?” domandai
avvilita.
Ridacchiò silenziosamente
“Certo
che no... volevo solo farti notare che come te, anche lui ha pagato
per la bravata di ieri sera...”
“Quello
che ho detto a Emmett lo ripeto anche a te... non mi va di parlarne
adesso... davvero!” la pregai ormai stanca di ripeterlo.
Annuì
comprensiva e mi lasciò, solo dopo avermi raccomandato
più volte di
prendere l'antibiotico. Una volta rimasta sola potei rimuginare su
quello che mi aveva detto. Anche Jasper era a letto con la febbre
come me, tutto per colpa mia. Nonostante non fosse uno stinco di
Santo non si meritava di certo di prendersi un accidente a causa mia.
Bene,
anche se non era sua intenzione, Bella, i sensi di colpa, me li ha
fatti venire lo stesso...
Mi
sistemai bene nel letto e chiusi gli occhi. Quando avevo la febbre e
stavo così male avevo sempre sonno e con molta
facilità mi
addormentavo da un momento all'altro senza neanche accorgermene. E
stavo per fare la stessa cosa se non fosse stato per un pensiero
improvviso. Un'idea che mi balenò all'istante in testa e mi
fece
riaprire gli occhi di scatto. Recuperai in fretta e furia il
cellulare da sopra il comodino e digitai un messaggio. Ero indecisa
se mandarlo sul serio o meno ma... volevo fare qualcosa di buono una
volta ogni tanto. Rigirandomi il telefono tra le mani, attesi
impaziente la risposta che arrivò dopo qualche minuto
*Non
è di certo il modo migliore che avevi per ottenerlo,
però... te lo
do ugualmente e fanne buon uso! :) 0553...*
Sorrisi
raggiante e senza neanche preoccuparmi di rispondergli o di pensare
lucidamente, digitai un nuovo messaggio.
Erano
le sei e mezza passate e iniziavo ad annoiarmi. In televisione non
c'era nulla, di libri non ne leggevo e nessuno si preoccupava
più di
controllare come stessi, dato che entrambi i miei genitori erano al
lavoro e i miei fratelli erano troppo impegnati a studiare.
Che
vita ingrata...
Mi
liberai delle coperte e mi sedetti sul bordo del letto. La testa mi
girava come impazzita e mi sentivo ancora debole. La febbre era
rimasta alta fino a poche ore prima e nonostante si fosse
stabilizzata i sintomi non si erano affatto attenuati. E d'altronde
non avevo mangiato poi tanto, per colpa dello stomaco chiuso.
Leggermente barcollante, mi diressi verso l'ultima stanza del
corridoio e senza neanche bussare entrai. Edward riemerse dai suoi
libri per guardarmi confuso
“Hai
bisogno di qualcosa?” mi chiese. Io scuotendo la testa mi
sedetti
sul suo letto dato che non ce la facevo più a tenermi in
piedi
“Mi
stavo annoiando di là, tutto solo!” spiegai
poggiando la testa fra
le mani
“E
sei venuto da me ad elemosinare compagnia?” mi
domandò scettico
“Forse...”
mormorai “Ti da fastidio, per caso?”
“No
figurati... per me puoi anche rimanere, non c'è nessun
problema!”
e se ne tornò ai suoi libri, dandomi le spalle. Mi
massaggiai le
tempie distrutto e dopo un profondo respiro chiesi
“Hai
per caso visto Alice oggi?”
Chissà
perché, nonostante abbia cercato di rendere la domanda
più naturale
che potessi, mi risulta lo stesso fin troppo interessata...
“In
realtà no...” rispose girandosi di nuovo verso di
me “Emmett mi
ha detto che stamattina aveva un po' di febbre e ha preferito
rimanere a casa!”
No,
non è possibile...
Sorrisi
appena, attento a non farmi vedere da mio fratello. Eravamo due
incoscienti pronti a pagare le assurde conseguenze dei nostri gesti,
scontando la stessa pena. A volte il destino era proprio strano.
“Senti
un pò ma me lo vuoi dire cosa ci facevate a quell'ora su
quella
spiaggia e per di più abbracciati? State insieme per
caso?” mi
chiese. Al solo pensiero mi venne un colpo. Io ed Alice... insieme?
“Ma
no... ma che ti salta in mente... siamo solo... amici, tutto
qui!”
risposi.
Amici,
eh? Questa è davvero bella...
“Sei
sicuro? Da come vi comportate non si direbbe...”
Perché
come ci comportiamo?...
“E
poi...” continuò “Non mi meraviglierebbe
se dopo Emmett e Rose
voi due foste i prossimi!”
“Ancora
con questa storia?” mormorai infastidito “Quante
volte te lo devo
dire che quei due non stanno affatto insieme?” non riuscivo
neppure
ad alzare la voce per imporre il mio pensiero ma sperai che la mia
occhiata di fuoco valesse lo stesso. A giudicare dal suo sorrisetto
divertito supposi di no.
“Probabilmente
fino a ieri mattina avresti anche avuto ragione, Jazz... ma le cose
sono cambiate...” esclamò
“Prego?”
feci io stupito
“Se
fossi venuto a scuola stamattina, a quest'ora lo sapresti!”
osservò
saccente e divertito.
“Dio
solo sa quanta voglia ho in questo momento di sotterrarti nel
pavimento, idiota che non sei altro... credi sia dipeso da me il
fatto che stamattina avevo la febbre a quaranta?” lo
aggredii.
Sorrise
“Non
mi sembra di averti costretto a passare la serata in compagnia di
Alice a pochi metri dall'oceano!”
Mantieni
la calma, Jazz... non sei nelle condizioni fisiche adatte per
picchiarlo...
“Prima
che ti tiri addosso qualcosa di pericoloso, mi faresti il favore di
spiegarmi cosa diamine sarebbe successo oggi di tanto importante da
cambiare la situazione?” feci spazientito
“Mmm...
diciamo che appena siamo arrivati davanti scuola il primo pensiero di
tua sorella è stato quello di andare a salutare il
primogenito
Swan... e non nel modo che dovrebbero fare due.. 'amici'!”
mimò le
virgolette. Era una mia impressione o la carota ci trovava gusto?
“E
ti dico anche che se non fosse stato per Rose ieri sera Emmett non
sarebbe stato tanto indulgente nei tuoi confronti!” aggiunse
“Ah,
quindi lo dovrei anche ringraziare?” domandai sarcastico.
Fece
spallucce
“Non
saprei... siete parenti ormai... sotterrare l'ascia di guerra non vi
farebbe poi così male!” esclamò
tornando di nuovo a prestare
attenzione a libri e quaderni
“Piuttosto
mi auto-infliggo la mutilazione di tutte e dieci le dita delle
mani!”
mormorai schifato. Prima che potessi dire altro il cellulare di
Edward vibrò e lui lo prese, lesse per qualche istante il
messaggio
appena arrivato e sollevò lo sguardo verso di me, sorridendo
in modo
strano
“Cos'è...
Kristen ti ha appena mandato uno dei suoi soliti messaggi
melensi?”
chiesi seccato. Scoppiò a ridere
“Mmm...
una specie..” digitò qualcosa e poggiò
il telefono al suo fianco
sulla scrivania
“Tornatene
al letto, Jazz... altrimenti mi contamini la stanza! Un malato da far
torturare a papà basta ed avanza!” mi
liquidò senza neanche
guardarmi. Grugnii alzandomi, con la testa pesante
“Vai
a farti fottere Signorina Calzelunghe!” e nell'uscire dalla
sua
stanza sbattei forte la porta rischiando di ritrovarmi con la
maniglia in mano. Sbuffando mi sedetti sul mio letto, circondato
dalla mia preziosissima aria contaminata e felice di starmene
nuovamente da solo. D'altronde di cosa avevo bisogno ancora? Di una
sorella traditrice che si fidanzava con il primo contadinello della
contea? Di un fratello idiota che mi trattava come un untore? Di un
padre che mi usava come un topo da laboratorio per testare i suoi
nuovi medicinali? No di certo. Non avevo bisogno di nessuno, se non
di me stesso.
Mi
distesi di nuovo osservando con precisione ogni screpolatura del
soffitto. Beh, forse di qualcosa avevo bisogno, solo che... ero
davvero troppo orgoglioso per ammetterlo e non sarei mai riuscito ad
ottenerlo nel modo in cui ero sempre abituato a fare. Combattere
contro qualcosa che non si conosce è sempre più
difficile. Me ne
ero ampiamente reso conto. Vagavo alla cieca ogni volta e la mia
esperienza valeva a poco.
Sospirai
tastandomi la fronte, leggermente tiepida e mi sollevai appena alla
ricerca del termometro, abbandonato da qualche parte sul comodino. In
quell'istante il mio cellulare vibrò, segnalandomi un nuovo
messaggio. Lo presi e controllai subito. Era un numero che non
conoscevo né che avevo registrato in rubrica. Cosa assai
strana.
Aprii il messaggio sempre più curioso.
*Non
volevo che per colpa di un mio capriccio, tu rischiassi così
tanto.
Sono stata un'incosciente, lo so... e tu lo sei stato ancora di
più
nel darmi retta. Ti chiedo scusa, davvero e spero che tu non ce
l'abbia troppo con me! Fatti passare presto la febbre. A.*
Rilessi
tre volte di seguito il messaggio. Forse iniziavo ad avere le
allucinazioni. Capita quando si ha la febbre alta. Eppure... il
messaggio c'era, era davanti a me, sul display del mio cellulare e,
cosa più importante, era firmato A.
Che
fosse lei? Che si trattasse davvero della persona che io credevo?
Provai a richiamare il mittente ma la voce registrata mi informava
che il telefono era spento. Beh, però io dovevo sapere per
forza,
non c'era altro modo.
Sono
un incosciente, eh? Adesso staremo a vedere...
La
casa era completamente immersa nel silenzio. Emmett, come mi aveva
spiegato, era sceso alla riserva per dare una mano a Jacob, mentre
Bella era andata a piedi fino al supermercato per fare la spesa. Se
non fosse stato per l'ispettore Swan che guardava la partita di
hockey al piano di sotto, sarei stata completamente sola. Non che la
presenza di mio padre fosse indicativa. Non si era neppure
preoccupato di vedere come stessi o se avessi bisogno di qualcosa.
L'importante era che mi trovassi in camera mia, rilegata nel mio
letto così sarebbe stato tranquillo e non si sarebbe dovuto
arrabbiare una seconda volta. Preferii non ricordare cosa era
successo la sera prima. Le urla, la lite con Emmett, io che mi
rifugiavo nella stanza di Bella a chiedere scusa. Erano ricordi che
facevano male, come sempre e in quanto tali, andavano rimossi.
Coraggio
Alice... sei forte, dimostralo...
Recuperai
il libro che avevo abbandonato qualche ora prima e ricominciai la
lettura dal punto in cui avevo interrotto.
Completamente
immersa nelle parole e nelle frasi avvincenti del thriller,
all'inizio non mi accorsi nemmeno di quel rumore insistente che
proveniva dalla finestra. Ad un tratto però, quando ormai
era
diventato leggermente fastidioso, spazientita, decisi di alzarmi per
controllare di persona da cosa fosse causato. Ero diventata stupida
oppure qualcuno si stava divertendo a lanciare sassolini conto il
vetro della mia finestra?
Mi
affacciai e lo vidi quasi subito, di fianco al grande albero che
dominava quasi interamente il giardino sul retro della casa e mi
impediva in parte la vista sul paesaggio cittadino. Per i primi
secondi faticai a riconoscerlo: aveva il cappuccio tirato sulla testa
e la sciarpa fin sopra il mento, però... quel sorriso
strafottente
lo avrei riconosciuto tra mille.
“Jasper?!?”
mormorai spiazzata. Era davvero sotto la mia finestra in quel momento
e... erano seriamente sassolini quelli che aveva tra le mani?
“Cosa
ci fai tu qua?” chiesi cercando di non alzare troppo la voce.
C'era
pur sempre mio padre al piano di sotto e, nonostante gli importasse
ben poco cosa mai facessi, sicuramente ad ogni minimo rumore
sospetto, sarebbe salito a controllare
“Ci
ho pensato, sai... e alla lista dei miei reati mancano la violazione
di domicilio e gli atti vandalici!” e mi mostrò un
sassolino
sorridendo. Scoppiai a ridere. Incredibile come riuscisse ad avere
sempre la battuta migliore al momento opportuno.
“Beh...
non mi inviti a salire? O ti aspetti che mi arrampichi su questo
albero? Io ti avverto... in altre occasioni ci sarei anche riuscito,
ma per come mi sento oggi, credo sia meglio evitare!”
esclamò
divertito. Bella aveva ragione, si era beccato la febbre anche lui.
Ecco il perché di quell'abbigliamento. E invece di starsene
a casa,
al caldo, nel suo letto, lui era sotto la mia finestra che mi
chiedeva di salire?
Oh...
Mio... Dio...
“Ma...
c'è mio padre!” finalmente riuscii a formulare un
pensiero
concreto
“Non
ce l'avete un'entrata secondaria?” mi domandò
“Sì...
in cucina!” risposi
“Perfetto,
ti aspetto lì...” e sparì dalla mia
visuale. Dannazione, ma cosa
diamine voleva fare quel ragazzo? Era scampato all'influenza e
all'ira funesta di Emmett per poi scatenare la rabbia repressa di mio
padre? Era pazzo, non c'erano altre spiegazioni.
Stranamente
emozionata e con un sorrisetto divertito sulla faccia mi precipitai
in corridoio e per le scale rallentando negli ultimi scalini. Mi
affacciai nel salone e lo vidi comodamente disteso sul divano con la
sua birra in mano e gli occhi puntati allo schermo. Sembrava
totalmente rapito ed io pregai il buon Dio che rimanesse in catalessi
per molto tempo ancora. In punta di piedi andai in cucina e
altrettanto in silenzio aprii la porta che dava sul retro. Era buio e
quasi mi venne un colpo quando me lo vidi materializzarsi di fronte a
me, tutto incappucciato.
“Tu
rischi la vita così... te ne rendi conto?”
sussurrai intimorita.
Mi sorrise
“Un
po' di sale nella vita ci vuole.. altrimenti sarebbe troppo sciapita
per i miei gusti. Dai, fammi entrare!” e mi spostai per farlo
passare e richiusi la porta delicatamente. Mi avventurai di nuovo
verso il salone e gli feci segno di seguirmi in assoluto silenzio.
Dopo essermi accertata che mio padre fosse ancora alle prese con la
sua partita, iniziai a salire le scale convinta che Jasper mi
seguisse. Feci bene a guardarmi dietro perché si era
bloccato
all'ingresso. Guardava verso il salone, verso capo Swan, in
un'espressione indecifrabile. Sembrava concentrato nello studiare
qualcosa, nell'analizzare un soggetto particolare, ma non era di
certo quella l'occasione migliore per farlo. Lo tirai per una manica
sollecitandolo a salire, ma niente. Maledetto lui. Voleva farci
beccare? D'accordo se a morire era lui, ma io cosa c'entravo? Ero
ancora troppo giovane per rimetterci la pelle.
Lo
afferrai per mano e lo trascinai di sopra stando attenta a non fare
rumore. Una volta al sicuro nella mia stanza, chiusi la porta a
chiave e mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo. Ero arrabbiata.
Molto.
“Sei
da prendere a calci nella faccia, te ne rendi conto?” lo
aggredii
voltandomi. Lui sorrise, abbandonando quell'aria contrita che aveva
fino a qualche secondo prima e si abbassò il cappuccio
“Sì,
scusa, hai ragione... volevo soltanto... rendermi conto di una
cosa...” mormorò
“E
credi di essere soddisfatto adesso?” feci io sarcastica. Mi
analizzò un secondo, facendomi arrossire per poi alzare le
spalle
“Dipende
da cosa intendi tu per “soddisfatto”...”
rispose guardandosi
attorno. Analizzò con calma ogni angolo della stanza
soffermandosi
un istante di più sulle fotografie appese alla parete e
sulla mia
collezione smodata di tartarughe. Ne avevo a decine, tutte sparse per
la scrivania, di ogni misura e colore. Ne andavo matta, portavano
fortuna ed erano un delizioso decoro per la stanza.
“Hai
finito l'analisi?” domandai spazientita
“Sai..
mi sono sempre chiesto perché si usasse dire che ogni stanza
rispecchia la personalità di una donna!”
mormorò concentrato. Si
avvicinò alla scrivania, prese una piccola tartaruga rosa
tra le
mani e se la rigirò più volte
“Magari
è vero...” feci io confusa
“Dici?”
rispose rimettendola al suo posto, e raddrizzandone una che stava per
metà fuori dallo scaffale “Quindi adesso dovrei
dedurre da tutto
questo...” e fece un gesto ampio per indicare la mia camera
“...Come sei fatta tu?”
“Non
credo tu sia venuto qui per una seduta di psicoanalisi...”
tagliai
corto, incrociando le braccia al petto e guardandolo male
“Cosa
vuoi?”
Si
frugò nella tasca centrale della felpa grigia che portava e
cacciò
un cellulare. Si avvicinò a me, tanto che fui tentata ad
arretrare,
ma non lo feci.
Purtroppo...
“É
tuo questo messaggio?” mi mostrò sul display le
parole che avevo
inviato all'incirca un'ora prima al numero che Edward mi aveva dato.
Deglutii abbassando lo sguardo. Ok, volevo fare una cosa gentile e di
certo non rinnegavo il mio gesto. Però... chi mai avrebbe
pensato
che quel pazzo sconsiderato, lasciasse casa per venire a chiedermi di
persona se fossi io il mittente di quel messaggio
“E
tu sei venuto fin qui, rischiando di far incazzare mio padre
soltanto... per chiedermi questo?” come al solito attaccavo
invece
di difendermi. Ricacciò il cellulare nella tasca e mi
guardò
perplesso
“Lo
sapevo...” mormorò e si sedette sul mio letto,
tranquillamente.
Solo allora realizzai. Avevo un ragazzo – e che ragazzo! -
nella
mia stanza, chiusa a chiave. Ero praticamente sola con lui, in meno
di cinque metri quadri, dove c'era perfino un letto. Deglutii di
nuovo, anche se a fatica.
Alice,
smettila... non mi sembra il caso...
“E...
per sapere... chi ti ha dato il mio numero?”
domandò stringendo
gli occhi. Rimasi spiazzata. Di certo non mi aspettavo una domanda
del genere
“Non
posso dirtelo!” esclamai
“Vuoi
proteggerlo? Credi che possa vendicarmi?” mi chiese
sorridendo.
Annuii senza pensarci.
“Tranquilla...
non sono di certo il tipo... era così, tanto per
sapere!” e fece
di nuovo spallucce.
Devo
fidarmi del diavolo in persona?...
“Mmm...
è stato... Edward...” mormorai. Sollevò
un sopracciglio, sorpreso
per poi sorridere in maniera preoccupante
“Che
c'è?” domandai leggermente spaventata
“Oh,
niente... mi hai appena dato uno spunto in più da aggiungere
alla
lista dei mille buoni motivi per uccidere mio fratello!”
esclamò.
Alzai gli occhi al cielo. Non sapevo se crederci o meno,
però, la
forza di ribattere non ce l'avevo proprio.
“Adesso
che hai scoperto il grande mistero... non credi che sia meglio che te
ne torni a casa e che ti rimetta al letto... hai avuto la febbre
stamattina, o te ne sei già dimenticato?” lo
ammonii fin troppo
accalorata.
Alla
faccia dell'indifferenza...
Mi
studiò ancora per qualche minuto per poi parlare
“Ti
confesso che il fatto che tu ti preoccupi tanto per me, mi lusinga,
scricciolo... davvero...”
“Ancora
con questo scricciolo...” borbottai silenziosamente
“Tuttavia...
sono venuto fin qui anche per un altro motivo...”
“E
sarebbe?” fu il mio turno di alzare un sopracciglio confusa.
Sospirò, tornando serio. Quell'espressione l'avevo
già vista... la
sera prima. Quindi, non presagiva nulla di buono
“Io
e te dobbiamo parlare, Alice... e dobbiamo farlo ora!”
scandì bene
le sue parole sorprendendomi “Quindi siediti qui,
perché credo sia
un discorso particolarmente lungo!”
Digli
di no. Come hai fatto con Emmett e Bella... di la stessa cosa anche a
lui. Non tirarti indietro di nuovo. Non farti soggiogare dalla sua
presenza un'altra volta. Reagisci, Alice, almeno questa volta...
Senza
più le forze di dire altro mi sedetti sul mio letto, a
debita
distanza dal nemico e rimasi in attesa. Prima di iniziare il suo
sermone però scoppiò a ridere, innervosendomi di
nuovo
“Cosa
c'è, adesso?” domandai inviperita.
Santo
cielo, questo ragazzo mi manderà al manicomio...
“Niente...
davvero...” abbassò la testa per nascondere
un'altra risata e
cercare di trattenersi, invano purtroppo
“Visto
che lo hai apprezzato così tanto... se continui
così, l'albero
laggiù te lo faccio vedere da più vicino... ti ci
sbatto con la
testa contro!” lo minacciai. Si trattenne a stento dal ridere
ancora per poi alzare le mani in segno di resa
“D'accordo
hai vinto tu...” esclamò. Io soddisfatta incrociai
le braccia al
petto, ma lui non contento continuò
“Permettimi
un consiglio, però... la prossima volta che inviti un
ragazzo in
camera tua... vedi di scegliere un altro tipo di... abbigliamento,
ecco...” ed indicò il mio pigiama in un altro
attacco di risate.
Spalancai gli occhi e lanciai un'occhiata a come ero vestita.
Oh
Santissima Misericordia...
Recuperai
il piumone per coprirmi completamente fin sopra le spalle ed evitai
di pensare alla mia faccia viola. Jasper cercò di darsi un
contegno
“Lo
dico per te, scricciolo... ci potrebbe essere magari qualcuno che non
apprezza gli orsacchiotti e rischieresti di mandare all'aria una serata
promettente!” arrossii, se è possibile, ancora di
più. Mai in
vita avevo fatto una figura di merda più grande. Sentivo la
testa
pulsare, come se avessi di nuovo la febbre. Cacciai indietro una
parolaccia particolarmente volgare che mi era venuta in mente per poi
optare per la tecnica dell'essere superiore
“Lo
vedi che sei un ignorante, Cullen...” esclamai arricciando il
naso,
cosa che faceva quando ero particolarmente nervosa, e il fatto che
lui continuasse a ridacchiare, non era di certo un buon motivo per
calmarmi “Non sono affatto orsacchiotti... ma
gatti!”
Abbigliamento
Jasper e Alice
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Capitolo 35 *** Confessioni ***
36
Salveeee... ormai
è inutile che cerco scuse più o meno credibili
per scusarmi del ritardo tanto finirei con il ripetermi o stancarmi...
^^ sono incorregibile!!! Allora, l'importante è che torno
sempre da voi. Mi rendo conto che quando piace una storia che viene
aggiornata una volta al mese (quasi...) è angosciante
aspettare però, l'ispirazione manca a volte e spesso mi
dico... ma forse sarebbe meglio lasciar perdere tutto questo...
però, vado avanti, nonostante tutto e lo faccio solo per
voi, voi che avete sempre il coraggio di leggere queste pazzie che
scrivo, quindi colgo l'occasione per ringraziarvi ancora ^^. Due cose
prima di lasciarvi al capitolo... uno, questo è un capitolo
un pò particolare... ci saranno parecchie confessioni di
ogni genere ma soprattutto saranno cose che di certo molti di voi non
capiranno o condivideranno (già posso immaginare le vostre
perplessità!) ma vi assicuro che ci saranno dei motivi
dietro determinati atteggiamenti o scelte. Per quelli che invece hanno
apprezzato lo scorso capitolo di Alice e Jasper... vi ringrazio... ci
tenevo veramente tanto soprattutto perchè come avevo
già immaginato loro due stanno costruendo un rapporto
particolare... della serie ti odio e non ti sopporto ma non riesco
inspiegabilmente a fare a meno di te. E più si va avanti e
meno riusciranno a resistersi perciò.. armatevi di estintori
perchè il prossimo capitolo si prospetta accaldato ^^... (mi
riprometto di stare zitta e poi parto sempre in quarta :D) un'altra
cosetta piccola prima di andare via... ma che fine avete fatto tutti?
Prima le recensioni arrivavano anche a venti per capitolo e adesso solo
sei??? ç_____ç vi prego, io non sono la tipa che
va alla ricerca smodata di recensitori solo per il gusto di vedere un
numero più alto nella tabella dei commenti, solo che mi
faccio venire i complessi perchè credo che la storia non
piaccia o inizi a stancarvi... vi prego, ditemi qualcosa, qualsiasi
cosa... sn pronta ad ascoltare consigli e anche critiche (basta che
siano costruttive!). Adesso vado sul serio un bacio grande e un
ringraziamento speciale alle anime pie che hanno commentato lo scorso
capitolo facendomi sorridere di gioia... ragazze... vi amo ^^
Se
c'era una cosa che odiavo fare ad una macchina era cambiare l'olio ai
freni. Finivo sempre con il farmi la doccia ed era una vera impresa
cercare di levarlo dai vestiti poi.
Con
molta attenzione, disteso su un carrellino da lavoro rosso, svitai il
tubo che mi interessava e, con una mossa fulminea indirizzai il getto
dell'olio che fuoriusciva nel contenitore per l'olio esausto.
Sospirai vittorioso. Forse, per una volta avevo scampato la tintoria.
“Emmett...
sei qui?” una voce femminile mi fece sobbalzare e perdere la
presa
del contenitore. E l'olio rimanente del tubo mi finì diritto
sulla
maglia
“Fanculo!”
sbottai
“Emm...
ma sei qui sotto?” con la coda dell'occhio vidi qualcuno
abbassarsi
fino a guardare sotto la macchina e sorridermi teneramente
“Ciao!”
mi salutò allegra
Ecco,
ti pareva che in sua presenza non facevo qualche cosa di molto
stupido...
Mi
lasciai scivolare con l'aiuto del carrellino e riemersi da sotto
l'auto
“Ciao...”
mormorai imbarazzato. Eh no, la fase di tensione iniziale non l'avevo
superata per niente. Ma d'altronde, non era neanche un giorno che
stavamo assieme, era più che normale.
Scoppiò
a ridere portandosi una mano davanti la bocca
“Non
è possibile... tutte le volte che ci vediamo te ne rovino
una... se
andiamo avanti così, tra un po' mi toccherà
rifarti tutto il
guardaroba!” diedi un'occhiata alla maglia. Sì,
era da buttare
anche quella. Sorrisi. Quanto mi piaceva il suono della sua risata
“Il
problema sono io, in realtà... non posso farci niente ma,
tutte le
volte che sento la tua voce, mi emoziono e finisce che mi verso
addosso qualcosa!” cercai di sdrammatizzare per farla ridere
ancora. E ci riuscii alla perfezione
“Ma
quanto sei dolce da uno a dieci?” mi chiese sorridendo.
Sorrisi
anche io avvicinandomi alla sua bocca per scoprire per l'ennesima
volta il meraviglioso sapore di quelle labbra. Le avevo assaggiate
parecchie volte ormai, ma non ne avevo ancora abbastanza. E dubitavo
mi sarei mai stancato.
“Ehm..
ehm...” qualcuno alle nostre spalle si schiarii la voce. Era
Jacob
con in mano le chiavi della Golf rossa che stava costruendo pezzo per
pezzo.
“Ehi...
già di ritorno?” mi risollevai dal carrellino
recuperando tutti i
miei centimetri mentre lui depositava il mazzo di chiavi nella
cassetta degli attrezzi
“Purtroppo
sì... la marmitta non va.. mi sa che mi toccherà
scendere fino a
Tacoma per comprarne una migliore!” mi spiegò. Poi
si girò verso
Rosalie e le sorrise
“Immaginavo
che ci saremo rivisti molto presto noi due!”
esclamò, lei sorrise
di rimando
“Già...
proprio non riesco a stare lontana da certi posti e... certe
persone!”
Ogni
riferimento a fatti o persone sarà puramente casuale...
Mi
schiarii la voce a disagio mentre vidi Jake chiaramente divertito
“Tu
piuttosto... hai lottato con un bocchettone dell'olio per
caso?” ed
indicò la mia povera maglia
“Ehm
sì... più o meno... diciamo che quello che dovevo
fare l'ho
fatto... svuotare il serbatoio... adesso si tratta solo di
riempirlo!”
“Per
questo ci sarà tempo domani... adesso vai... che
è meglio!” e
facendoci strada fuori, richiuse la serranda dell'officina
“Beh
buona serata, ragazzi e... orso per carità... vatti a
cambiare!”
mi pregò Jake facendo ridere Rosalie. Sbuffai. Certo che se
volevo
portare Rose da qualche parte, tornare a casa a cambiarmi sarebbe
stato un po' difficile. Però, non potevo di certo rimanere
con la
maglia in quelle condizioni. Serviva un piano, urgentemente.
“Jake,
senti un po'...” mi allontanai di qualche passo
trascinandomelo
dietro “Non avresti una maglietta da prestarmi... ti prometto
che
te la riporto domani lavata e stirata!” ridacchiò
scuotendo la
testa
“Aspettami
qui...” e si avviò verso casa. Sospirai. Perlomeno
mi ero salvato
in calcio d'angolo. Mi girai verso Rose che ammirava il paesaggio
boschivo, come rapita. Aveva una bella espressione serena sul volto,
il che la rendeva ancora più bella. Non ero io ad essere
accecato
dall'amore. Era lei ad essere sublime.
Poi
il fatto che fosse sempre perfettamente vestita non faceva altro che
accentuare la mia tesi. Indossava un lungo cappottino grigio che le
arrivava poco sopra il ginocchio, un jeans scuro stretto e delle
scarpe da ginnastica argentate ai piedi. Una bella sciarpa al collo e
tra i capelli sciolti e mossi, un cerchietto bianco. Semplicemente
una dea.
“Tieni
questa dovrebbe andare bene!” Jacob mi porse una maglietta
completamente bianca, salvandomi in extremis
“Lo
sai che sei un grande e che io ti adoro?” gli feci
controllando la
misura
“Vai
dalla tua ragazza che è meglio... non vorrei che pensasse
che tra me
e te ci sia del tenero... mi dispiacerebbe se ti lasciasse dopo
neanche un giorno!” e con una pacca sulla spalla ed un saluto
ad
entrambi ci lasciò, diretto verso casa. Feci accomodare Rose
nella
Jeep e ne approfittai per cambiarmi la maglia, dietro la macchina.
Era da stupidi non farsi vedere dalla propria ragazza, ma non volevo
urtare la sua sensibilità. Magari un gesto così
avventato poteva
infastidirla pertanto... meglio essere cauti.
“Idee
per la serata?” mi chiese una volta che fui seduto al suo
fianco
“Forse
una mezza idea ce l'ho... sperando che non sia troppo...
casereccia!”
esclamai sorridendo. Lei rise, piegando appena la testa su un lato.
Si avvicinò a me, per sfiorarmi le labbra con le sue
Finalmente...
“A
me va bene tutto... l'importante è che ci sei anche
tu!” e mi
baciò di nuovo
“Mmm...
mi sembra ragionevole come condizione!” mormorai sorridendo.
Lei
ricambiò e dopo un ultimo bacio morbido, ingranai la marcia
ed
uscimmo dalla riserva.
Quanto
odiavo fare la spesa. Caricarmi di buste pesanti e vagare per la
città nella disperata ricerca di qualcuno di familiare per
le
strade a cui chiedere uno strappo fino a casa. Era anche vero,
però, che non potevo di certo incaricare sempre Emmett. Quel
poveretto non sapeva dire di no e capitava spesso che si occupasse
della spesa anche quando toccava a me o a Alice. Diciamo che ogni tanto
il sacrificio potevo farlo anche io.
Mi misi in fila alla cassa in attesa che una famiglia piuttosto
numerosa e chiassosa finisse di pagare e nel frattempo vagai con lo
sguardo verso le altre file. Una figura in particolare colpì
la
mia attenzione. Era una ragazza minuta, che mi dava le spalle. Parlava
al telefono e intanto reggeva con un braccio alcune confezioni di
cereali e delle scatole di carne essiccata. Non era di certo una che
passava inosservata, non tanto per la sua presenza fisica, quanto per
il fatto che con la sua voce acuta stava monopolizzando l'attenzione
generale del supermercato. Ridacchiai silenziosa. Chissà
perché mi ricordava un pò Alice. Non
perché lei si
divertisse a gridare in quel modo nei luoghi pubblici, piuttosto
perché spesso faceva delle cose particolari senza neanche
accorgersene, ad esempio dare spettacolo. Una signora dietro di lei,
scuotendo la testa, quasi inorridita, cambiò posto,
spostandosi
dietro di me.
Ancora divertita dalla situazione e dal fatto che la povera ragazza
ignava, non si era resa conto di nulla, posai la mia spesa sul rullo
nero della cassa e mi preparai ad imbustare la merce pagata. Una volta
sistemato tutto e dopo aver dato una banconota da cinquanta dollari
alla cassiera, rimasi in attesa del resto. Quasi non mi accorsi di una
presenza alle mie spalle. Me ne resi conto, ahimé, troppo
tardi,
quando, girandomi, me la ritrovai davanti a sorridermi e bloccarmi la
strada. Non riuscii a trattenere un grido che, probabilmente, sentirono
fino al reparto macelleria dal lato opposto dell'edificio.
"Ehilà Bella!" misi bene a fuoco la faccia dell'idiota che
mi
aveva quasi fatto morire di crepacuore, e rimasi spiazzata nel trovare
quella di lei
"Kristen..." mormorai. Nell'intero supermercato si era creata una
strana atmosfera di attesa. Tutti, cassiere incluse, ci guardavano
confuse. Magari alcuni cercavano di capire se io, ragazza calma e
pacata, conoscessi quell'uragano che continuava a sorridermi in modo
quasi raccapricciante. Cosa fare allora? Ignorarla e scappare via?
Sorridere nello stesso modo da psicopatici in cui stava sorridendo lei
e scappare ugualmente? Oppure - ancora meglio - darle una botta in
testa con il fustino del detersivo e tentare di guadagnare l'uscita?
Che difficile
decisione...
"Mi... hai... spaventata!" soffiai cercando di riprendermi dallo shock
e dalla figura di merda che stavamo facendo, entrambe ormai.
"Oh, scusa... non volevo.." sembrava davvero dispiaciuta, o forse era
soltanto brava a recitare. Mi sorrise di nuovo. Inquietante.
"Ehm... il suo resto signorina!" mi avvertì la ragazza
dietro la
cassa, quasi spaventata. Le sorrisi imbarazzata e recuperai di fretta e
furia i centesimi che mi porgeva, senza neanche controllare che fossero
giusti. Avevo fretta di andarmene per liberarmi di quella situazione
imbarazzante e per farlo dovevo prima liberarmi di Kristen. Le sorrisi
di nuovo e insieme, senza neanche metterci d'accordo, uscimmo dal
supermercato che ormai non aveva occhi che per noi.
All'esterno l'aria
gelida invernale ci colpì in pieno. Non riuscii a reprimere
un
brivido, nonostante avessi un bel cappotto pesante e la sciarpa al
collo. L'unica cosa che volevo in quel momento era tornare a casa.
Ritrovarmi tra le mura calde della cucina, a preparare un bel
thé alla vaniglia e magari portarlo anche alla povera Alice.
Le
avrei risollevato un pò l'umore dato che sia io che Emmett
l'avevamo lasciata a casa da sola con ancora qualche linea di febbre.
Ma, c'era un problema. Un grosso problema. Kristen.
"Ehm... mi ha fatto piacere incontrarti, Kristen, davvero... solo
che... adesso devo andare!" tagliai corto, sperando che quel sorrisetto
furbo non si rivleasse ancora più pericoloso di quanto
temessi
"Ma come?... finalmente ci incontriamo da sole e abbiamo la
possibilità di parlare un pò e tu che fai??
Scappi
via..." portò in fuori il labbro inferiore, in un gesto
tipicamente infantile e si finse offesa
"Mi dispiace... c'è mia sorella che..."
"Alice è grande abbastanza per vedersela da sola... e poi se
stesse così male non vedo perché tu saresti
venuta qui a
fare tranquillamente la spesa!" e sorrise sul finale, soddisfatta della
sua intuizione. Ero senza parole. Ma chi era lei? La sorella natuarale
dell'Esorcista? Stava tentando di abbordarmi per ricattarmi o peggio
ancora estorcermi qualche informazione?
"Mio padre non vuole che sto in giro dopo il tramonto!" ammisi,
più che altro con tono di una che cerca una scusante per
scappare
"Bugiarda... quando ci siamo incontrare a Port Angeles ed eri con quel
ragazzo indiano sei rimasta con noi ben oltre il tramonto..." merda! "E
dai, Bella... ho voglia di fare quattro chiacchiere con un'amica..." io
e lei potevamo già considerarci amiche? "E poi..."
abbassò la testa amareggiata
"Cosa...?"
"Mi sento sola... Edward oggi è impegnatissimo a
causa di una ricerca di biologia e mi sta trascurando!" e
sospirò afflitta. Bene, lei e Edward avevano problemi di
coppia
e, giustamente, lei, non aveva altro da fare che pesarmi sulla
coscienza. Ottimo.
"Kristen io non credo che..."
"Solo una cioccolata calda al bar e poi ti prometto che ti lascio
andare!" e sorrise di nuovo. Sbuffai silenziosamente. Per quanto mi
infastidisse la sua insistenza, mi sembrava un atteggiamento troppo
sgarbato dirle ancora di no. E poi... aveva detto che con Edward non si
era sentita quel giorno e la cosa magari avrebbe potuto rivelarsi
parecchio interessante. Non che volessi immischiarmi nella loro
relazione. Io non ero nessuno per farlo. Tuttavia.. volente o no, mi ci
aveva messo lui in mezzo a quella storia e, in un modo o nell'altro,
avevo tutto il diritto di capirci qualcosa. Che male c'era se anche io
usavo qualcuno per scoprirlo? Lo avevano sempre fatto gli altri con me.
Mi sarei presa una sorta di rivincita con il mondo e con lo stesso
Edward Cullen. L'idiota che, mio malgrado, continuava a farmi lo stesso
effetto tutte le mattina. Così mi trovai costretta ad
accettare.
Fu talmente tanto entusiasta che non riuscì neppure a
contenersi
dall'urlare e fece girare di nuovo un gruppo di ragazze, appena uscite
dal supermercato. Cercando di passare inosservata, acciuffai un braccio
dell'energica Kristen e la trascinai verso il corso, intimandole di
fare silenzio altrimenti ci avrebbero arrestate per schiamazzi e
disturbo della quiete pubblica. Ci dirigemmo verso il bar della piazza,
trascinandoci dietro le buste della spesa ed il freddo attanagliante.
"Se permetti offro io..." mi avvertì mentre cercavamo un
tavolo libero
"No, dai.. non mi sembra il caso!"
"Insisto... sono stata io a trascinarti qui e quindi è
giusto
che sia io a pagare!" e senza dire altro si diresse verso il bancone
lasciandomi da sola davanti la porta.
Che tipa...
Scossi la testa e mi sedetti ad un tavolino libero, posando le tre
buste piene accanto a me. In quel bar si stava sicuramente meglio anche
se le mie guance ormai avevano assunto vita propria e mi stavano
maledicendo in ogni lingua esistente.
Qualche minuto dopo Kristen mi raggiunse al tavolo avvertendomi che due
belle cioccolate calde erano in arrivo. La ringraziai per essersi
offerta di pagarle e lei sminuì la questione con un gesto
della
mano
"Non puoi neanche immaginare quanto io sia contenta di essere qui con
te!" esclamò con un sorriso ampio. Era strano, ma a volte
quella
sincerità aveva un non so che di disarmante. Era come se,
messa
davanti al fatto compiuto, non ti desse alcuna possibilità
di
ribattere. Era una dote senza dubbio vantaggiosa.
"Non esageriamo..." feci io a disagio. Non mi piaceva tanto quando la
gente mi elogiava così apertamente. Ero riservata e ai
complimenti difficilmente mi aprivo. Con lei non avrei di certo fatto
eccezione.
"No, Bella, davvero..." si allungò per afferrarmi una mano e
mi
meravigliai di trovare la sua calda e liscia "Sei una persona speciale,
io l'ho capito subito... tu non sei come gli altri!"
Perché
più va avanti con il discorso e
più mi
sembra che ci sia qualcosa che non quadri in questa faccenda?...
"Che intendi dire che... non sono come gli altri?" chiesi a disagio
"Vedi... io non ho mai avuto una vera amica... le poche persone che mi
sono state vicine nel corso della mia vita si sono rivelate per quello
che erano... false ed opportuniste... peccato averlo scoperto troppo
tardi!" abbassò la testa intristita e mi lasciò
la mano.
Aveva un tono strano. Cioè... era abbattuta,
però...
quell'espressione stonava così tanto con il suo modo di
fare.
Non pareva per niente la Kristen vivace che fino a poco prima gridava
come un'ossessa nel parcheggio del supermercato. E i suoi occhi tristi
lo confermavano.
"Capita di conoscere persone così... fa parte del... nostro
percorso formativo, suppongo!" esclamai con ovvietà. Mi
sembravo
una di quelle psicologhe pagate per dire quattro frasi di circostanza
nel momento giusto e per annuire senza sapere di cosa di stesse
effettivamente parlando.
"No, tu non capisci..." fece lei scuotendo la testa "Quando abitavo a
New York avevo due amiche... non le conoscevo da molto ma, sono una
persona che si affeziona facilmente e velocemente e anche con loro
successe la stessa cosa. Venivano molto spesso a casa mia, conoscevano
tutti i miei segreti, le mie paure, i miei sogni... erano diventate in
breve tempo le uniche persone di cui io mi potessi fidare." si
fermò un istante, giusto il tempo per permettere ad una
ragazza
bionda di posare le nostre cioccolate sul tavolino ed andarsene. Io non
distolsi lo sguardo neanche per un istante. Avevo notato il suo cambio
di umore e la cosa mi aveva colpito parecchio. Se all'inizio avevo
pensato che la sua era stata solo pura adulazione nel vano tentativo di
conquistare la mia amicizia, quell'espressione abbattuta e afflitta mi
aveva fatto ricredere, il tutto accompagnato da quella voce provata.
Allontanò la tazza fumante di qualche centimetro per
sospirare e
riprendere il suo discorso
"Non ti è mai capitato di poter considerare due persone...
estranee, come due sorelle, o comunque parte della tua famiglia?" mi
domandò alzando lo sguardo su di me. Rimasi qualche istante
in
silenzio cercando di valutare in che modo potessi risponderle. Optai
per essere sincera. Alla fine mentire per farmi bella ai suoi occhi
sarebbe valso a poco.
"In realtà no... ho delle... amiche... ma non mi
è mai
capitato di considerarle alla pari di mia sorella Alice!" ammisi
"Certo... questo perché tu hai lei... e hai anche
Emmett... insomma... non sei... sola!" l'ultima parola fu quasi un
grido di disperazione. Evitai di indagare troppo sul fatto che avesse
così marcato quell'aspetto, per spostare l'attenzione su
altro
"E queste due... amiche, le senti ancora?" domandai ingenuamente.
Sospirò di nuovo, circondando la tazza fumante con entrambe
le
mani. Come se avesse bisogno del calore che emanava per trovare le
parole giuste
"Sono quasi due anni che non ho loro notizie..." mi spiegò
concentrata su qualche ricordo passato "Da un giorno all'altro si sono
allontanate confessandomi apertamente che si erano semplicemente
approfittate di me e dei benefici che la carta di credito di mio padre
poteva offrire loro..."
"Che cosa intendi dire?" domandai confusa
"Non ti nascondo che il lavoro di mio padre frutta bene... o almeno era
così a New York... anche qui continua a lavorare ma non
certamente allo stesso ritmo... e loro due lo avevano capito. Avevano
capito che frequentandomi avrebbero sicuramente potuto ottenere
qualcosa da me. Qualche bel vestito, qualche regalo costoso, qualche
pomeriggio al centro estetico. Furono proprio queste le loro parole...
noi ti abbiamo usata perché l'unica cosa che saresti capace
di
dare agli altri sono i soldi di tuo padre." si fermò un
attimo
per sospirare, dopodiché rialzò lo sguardo e mi
sorrise
amaramente
"Sono sempre stata una ragazza generosa... molto generosa e quando
questa caratteristica viene associata all'ingenuità
è la
fine. Avevo creduto, stupidamente, di aver finalmente trovato due
persone sincere che mi volevano bene per quello che ero ed era per
questo che le riempivo di attenzioni con quei regali e quei pomeriggi
di benessere a sorpresa. A fingere erano bravissime ed io ancora
più di loro nel credere che potessi davvero fidarmi."
"Mi... dispiace..." fu l'unica cosa che riuscii a dirle
"Anche a me!" e mi sorrise imbarazzata per afferrare la tazza bollente
e berne un sorso. La guardai cercando di capire se il suo racconto era
finito o meno. Dalla sua espressione sembrava aver aperto una ferita
dolorosa. Quello che non capivo però era...
perché lo
aveva fatto con me?
"Senti Kristen... a me dispiace tanto per quello che ti è
successo e per quello che queste due... amiche ti hanno fatto
però... non capisco perché adesso tu lo stia
raccontando
proprio a me!" dissi sincera. Ero aperta ad ogni tipo di spiegazione se
mai ce ne fosse stata una.
"É proprio qui che volevo arrivare..." affermò
posando la
tazza "Vedi Bella, non dico che quell'esperienza mi ha fatta
cambiare, perché purtroppo dell'ingenuità e della
eccessiva generosità non ci si libera tanto facilmente
però... è come se avessi imparato con il tempo a
riconoscere le persone... a capire chi di loro potesse davvero avere
intenzioni buone e sincere nei miei confronti e chi invece no... e tu
sei una di quelle...." e mi sorrise, di nuovo allegra
"Non capisco..."
"Tu sei una persona buona, Bella... sei sincera e generosa, proprio
come me. Non mi prenderesti mai in giro e non mi frequenteresti mai
soltanto per ottenere qualcosa di mio..." ammise serenamente. Mi si
bloccò il cuore
"C-come fai a... esserne sicura?" domandai. Avevo il sospetto che
quella conversazione fosse un'arma a doppio taglio. Che dietro quelle
parole gentili ce ne fossero altre, celate, molto cattive e quasi di
minaccia per quello che temevo avesse scoperto su me e Edward. Che lui
avesse parlato? Che dopo la sera prima, dopo il nostro discorso sulla
spiaggia, avesse ceduto e spiattellato tutto quanto a lei? Era
probabile. Ecco perché adesso Kristen mi adulava in quel
modo.
Quando il diavolo non
può averti con i suoi mezzi, cerca in
tutti i modi di corromperti...
"Lo leggo nei tuoi occhi!" esclamò "Tutto quello che pensi
si
manifesta come se i tuoi occhi fossero uno specchio... ed io riesco a
leggerli perfettamente!"
"E... cosa... ehm... c'è scritto esattamente?" iniziavo a
preoccuparmi seriamente. Era la stessa tecnica astuta che usava mio
padre. Ci faceva credere che tutto andava bene, che magari era
all'oscuro di qualche nostra mancanza, per poi attaccare spietato.
Conoscevo l'atteggiamento e avevo paura che Kristen stesse facendo lo
stesso con me.
"Te l'ho detto... che sei una persona buona, sincera e soprattutto che
difficilmente tradiresti chi ti sta accanto e ti vuole bene e... io,
Bella, te ne voglio tanto!" e sorrise ancora, quasi commossa.
Ok, break... qui mi sa
che ho toppato alla grande...
"Dici sul serio?" domandai incredula. Lei, senza mostrare alcun segno
di cedimento annuì
"Ma certo! Perché dovrei dirti una bugia? Te l'ho detto...
sono
una persona che si affeziona facilmente e velocemente e con te
è
successa la stessa cosa!"
"Sì ma... tu non puoi credere davvero che io non possa mai
tradirti.. cioè.. io non ti conosco neppure, non... non
c'è nessun legame che ci unisce e nessun... buon motivo che
mi
impedirebbe di voltarti le spalle!" spiegai, boccheggiando. Ero in
difficoltà. Non sapevo se crederle, se stupirmi della sua
assurda ingenua convinzione, se alzarmi e andare via indignata, se
difendermi da un attacco ben mascherato, se... troppi se e pochi
pensieri coerenti. E lei continuava a guardarmi come se avesse appena
scoperto che nella sua cioccolata ci fosse stato un anello di diamanti
"E invece un motivo c'è..." mi fece tranquillamente
afferrando
di nuovo la mia mano e facendomi sussultare "Io mi fido di te!" e detto
questo mi sorrise, nello stesso modo in cui, la sera della cena al
ristorante thailandese, sorrideva a Edward. Era come se mettesse sia me
che lui sullo stesso piano. Come se fosse convinta della nostra buona
fede e si affidasse completamente a noi. Noi che l'avevamo presa in
giro e che continuavamo a farlo anche in quel momento. Noi che
fingevamo. Noi che, in fondo, l'avevamo già tradita.
Abbassai la testa, sentendo un peso gravarmi sulle spalle. Era il peso
della coscienza? Era la consapevolezza di essere già nel
torto
che mi faceva stare così male? Ma perché? Io non
avevo
fatto niente. Io non avevo nulla da spartire con lei. Il colpevole era
solo Edward. Era lui che aveva combinato tutto quel casino ed era lui
che doveva risolverlo. E anche in fretta. E allora perché...
perché mentre guardavo quella ragazza bruna, con il suo viso
rallegrato e gli occhi scuri e vispi, non potevo che provare uno strano
senso di malessere e sentirmi così sporca dentro? Io l'avevo
tradita. Avevo tradito la sua fiducia ancor prima che lei mi
confessasse di averne. Avevo dato per scontato che la colpevole del mio
amore impossibile con Edward fosse lei e aveva ignorato tutto il resto.
Lei quel ragazzo lo amava davvero, e riponeva in lui tutta la fiducia
di cui era capace. La stessa fiducia che adesso avevo anche io. Proprio
io che... avevo baciato il suo ragazzo... proprio io che... tramavo
ogni modo per conquistarlo... proprio io che... volevo approfittare di
lei e di quella cioccolata per carpire informazioni... proprio io...
"Non la finisci?" mi chiese ad un certo punto indicando la mia tazza
praticamente integra. Mi fermai a riflettere. Ne valeva davvero la
pena? Valeva davvero la pena sporcarsi così tanto la
coscienza
per... qualcosa di inesistente?
D'altronde non mi
è sembrato che lui fosse così
tanto
intenzionato a parlare con lei... dunque... no che non le vale la
pena!...
"Sì... hai ragione..." e sforzandomi di sorridere afferrai
la
tazza e sorseggiai il liquido denso e marrone, dopodiché
decisi
di parlare "Sono contenta che tu mi... abbia detto queste cose... mi
serviva proprio qualcuno che mi riscuotesse... quindi grazie!"
Lei, dopo un istante di smarrimento, mi sorrise serena e fece
spallucce.
Sì, ne sono
sempre più convinta... non ne vale
affatto la pena!...
"Ecco qui... appena uscita dal forno!" esclamò Emmett
avvicinandosi. Aveva tra le mani un cartone della pizza e mi
aveva
raggiunta in macchina, dove lo aspettavo e lo controllavo a vista. Eh
sì, perché dovevo rendermi conto di dove andava
altrimenti mi sarei agitata subito. Non amavo stare da sola,
soprattutto di sera e in zone che non conoscevo. Finché
c'era
lui il problema non si presentava affatto. Non appena si allontanava,
anche per poco, era una tragedia. Lo accolsi con un sorriso quasi
emozionato che lo fece stranamente arrossire.
"Mi sei mancato!" affermai scendendo dalla macchina per abbracciarlo.
Lui che con una mano teneva il cartone della pizza e con l'altra una
busta con delle lattine, rimase leggermente spiazzato, visto che il suo
cuore iniziò a battere più forte. Sorrisi ancora.
Era
bello sapere di avere un certo ascendente su di lui. Anche se mi
dispiaceva imbarazzarlo così tanto. Non che a lui creasse
problemi. Era così bello e benefico, soprattutto, sapere di
poterlo abbracciare liberamente ogni volta che volevo. Anche quel
semplice gesto mi riempiva il cuore. E lui non si tirava di certo
indietro
"Non mi sono allontanato poi molto!" mormorò
"E io infatti ti ho tenuto d'occhio..." risposi tranquilla
distaccandomi e sorridendogli. Ridacchiò appena per poi
posare
il cartone della pizza sul tetto della Jeep e recuperare le chiavi dal
cruscotto
"Vieni..." mi fece segno di seguirlo dopo aver ripreso la pizza dalla
macchina e si avviò verso il lato opposto della strada. Io
gli
tolsi la busta con le bibite dalla mano per stringergliela e lo seguii
curiosa fino al piccolo parco semi-illuminato. C'erano numerosi
tavolini di legno con delle panche. Sembravano un pò le
attrezzature per il bosco. C'erano addirittura delle fontanelle e degli
strani oggetti circolari che immaginai fossero dei piccoli grill.
Posò il cartone su un tavolo e mi fece sedere sulla panca,
con
le spalle alla pizza, per poi sedersi accanto a me a cavallo della panca
"Spero che il posto sia di suo gradimento, signorinella!"
esclamò sorridendomi. Diedi un'occhiata attorno per poi
sorridere a mia volta.
"Molto romantico, non c'è che dire!" risposi. Di romantico
in
effetti non aveva proprio nulla. Forse quel lampione solitario che ci
osservava alla nostra destra poteva anche sembrare giusto per
l'atmosfera ma per il resto... eravamo un pò troppo isolati
forse e faceva sempre più freddo. Scoppiò a
ridere
aprendo il cartone della pizza
"Te l'hanno mai detto che le bugie non le sai proprio raccontare?" mi
domandò porgendomi il cartone e un tovagliolino bianco.
Ridacchiai anche io, afferrai un pezzo di pizza e iniziai a mangiarla
in silenzio. Ancora non mi sembrava vero. Io ed Emmett stavamo assieme
ormai e in qualsiasi modo avesse deciso di trascorrere quella serata,
io l'avrei trovato ugualmente fantastico. Il semplice fatto di sapere
che aveva pensato a me e a come passare del tempo insieme, mi riempiva
il cuore di gioia. Sapere che ci fosse qualcuno che riservava un
pensiero fisso per la sottoscritta era quasi irreale. Credevo che
soltanto nei sogni o nei romanzi ci si potesse davvero sentire come mi
stavo sentendo io. Le farfalle allo stomaco, il cuore sottosopra e la
mente monopolizzata da un solo pensiero fisso: lui.
Sì... sono
proprio innamorata pazza... perdutamente...
"Sai... questo un tempo... era il posto preferito di mia madre..." mi
confessò qualche minuto dopo. Rimasi senza parole, con la
pizza
ancora a metà strada. Il suo sguardo si era fatto triste e
la
voce con cui aveva pronunciato quelle parole, mi risuonava malinconica.
Come un flash mi tornò alla mente un pomeriggio passato
insieme,
uno dei tanti, il primo. Eravamo al supermercato. In fila alla cassa. E
lui mi aveva fatto quella confessione. E anche in quell'occasione,
nonostante non ci fossero state poi così tante parole a
parlare
di noi, aveva assunto quell'espressione. Il vuoto assoluto ad
attraversargli gli occhi e una serie di immagini del passato a ferirgli
l'anima. Lo vedevo anche standomene semplicemente seduta accanto a lui.
Non era affatto un ricordo piacevole. Forse troppo fresco, forse troppo
difficile da dimenticare.
"Emmett... posso... ehm..." mi morsi il labbro, maledicendo la mia
assurda curiosità "Posso... sapere come..."
"Come è morta?" completò lui la frase per me,
alzando lo
sguardo ed inchiodandolo al mio. Non ebbi neppure la forza di
rispondere. Quegli occhi. Quelli che si distinguevano per l'allegria e
la tenacia, erano completamente spenti. Mi misero addosso una tristezza
inspiegabile. Annuii inerme
Lui sospirò profondamente, tanto a lungo, da farmi quasi
convincere del fatto che non me ne avrebbe mai parlato.
Non puoi davvero aver creduto che adesso si sarebbe messo a raccontarti
tutti i fatti suoi... state insieme da 24 ore.. non è poi
molto...
"Un incidente... due anni fa..." mormorò. Dovetti
avvicinarmi di
più per non perdere nulla di quello che stava faticosamente
confessando "Stava tornando da Seattle... era andata per fare visita ad
una sua vecchia zia... era sola, più o meno verso le due di
notte..." si concentrò su un punto impreciso, come se
volesse
scegliere le parole giuste. Le più accurate per me e quelle
meno
dolorose per lui. Con un gesto involontario gli afferrai la mano e
gliela strinsi. E lui di riflesso strinse la mia
"Un ragazzo, giovane e... completamente ubriaco, è andato a
sbattere violentemente
contro l'auto in cui c'era lei e l'ha fatta finire fuori strada... la
macchina si è rigirata su sè stessa una decina di
volte per poi..."
si bloccò un secondo stringendo di più la mia
mano. Il
mio cuore procedeva sfrenato nel petto. Dire che ero senza parole era
poco. Perfino il fiato per sperare di parlare era andato via. Ma un
minimo di lucidità per pregare in tutte le lingue che non
fosse
affatto come io stavo temendo, ancora mi era rimasta. Peccato che valse
a poco
"Prendere fuoco... e esplodere qualche minuto dopo!" terminò
in
un sussurro. Mi sentii improvvisamente debole. Debole e inutile allo
stesso tempo. E lui era così fragile in quel momento. Sentii
gli
occhi umidi e le prime lacrime lasciarli indisturbate e silenziose
"Quando ci siamo svegliati, quella mattina lei ancora non era tornata,
però... mio padre era convinto che fosse rimasta a dormire
un'altra notte dalla zia, come faceva sempre... per questo non ci siamo
preoccupati poi tanto... e siamo andati a scuola come ogni mattina! Poi
il preside ci diede la notizia... nostro padre non era stato neanche
capace di venirci a chiamare. Aveva preferito mandarlo a dire da
qualcun altro...." e fece un verso quasi di rabbia. Mi sembrava quasi
assurdo che nel bel mezzo di un racconto così traumatico
avesse
la forza di arrabbiarsi per una mancanza del padre. Magari non aveva
avuto il coraggio di avvertire i figli. In fondo era di una tragedia
che si stava parlando e lui... aveva appena perso la donna della sua
vita... sua moglie. Eppure quello sguardo, quella rabbia che gli si
leggeva negli occhi, mi suggeriva che c'era dell'altro. Qualcosa di
molto più grande.
"Non dire così... lui ha... voluto... proteggervi!" cercai
di dire
"Proteggerci?" sbottò lui incredulo per poi schioccare la
lingua
nervosamente "L'unica cosa che dovrebbe fare per proteggerci davvero,
sarebbe andarsene di casa una volta per tutte!" non seppi se fui
più colpita dalle sue parole o dal tono amaro e velenoso con
cui
le pronunciò. Quello non era il mio Emmett. Il gigante buono
che
si imbarazzava davanti ad un abbraccio o a un sorriso. E più
lo
osservavo, più ascoltavo le sue parole e più mi
convincevo che dietro quel suo modo di essere ci fosse dell'altro. Un
passato nascosto, un presente scomodo.
Proprio come il mio...
Per tutte quelle ragioni cercai di capirlo, di non farmi venire strane
idee e rimasi in attesa della sua spiegazione
"Che cosa intendi dire?" domandai, avvicinandomi di più a
lui.
Si girò a guardarmi e mi studiò per un lungo
istante.
Dopodiché sospirò e disse, quasi in un sussurro
"Niente... lascia perdere..."
Eh no... arrivati a
questo punto non lascio perdere proprio niente...
Gli afferrai la testa, costringendolo a girarsi verso di me e gli
parlai diretta e sicura
"Emmett... non dirmi di lasciar perdere quando si vede benissimo che si
tratta di una questione importante... e anche se è della tua
vita e del tuo privato che stiamo parlando, prima potevo anche dire che
la
cosa non mi riguardava, che dovevo farmi gli affari miei ma adesso..
adesso non posso più... stiamo insieme e ogni cosa che ti
appartiene, che fa parte della tua vita, voglio che diventi mia..."
durante tutto il mio discorso non avevo abbandonato mai i suoi occhi.
Mi osservava colpito e leggermente scosso. Non seppi se lo fosse di
più per colpa delle mie parole o di quello che sapeva
dovermi
dire ancora. Sospirò di nuovo mentre la mia presa sulle sue
guance si affievoliva fino a diventare una lieve carezza.
"Tu non ti rendi conto in che grande pasticcio entreresti..."
sussurrò concentrato e frustrato. E quelle sue parole non
facevano che convincermi sempre di più
"Se ci sei anche tu in questo... pasticcio... bene, ci devo entrare per
forza!" esclamai e sorrisi, dolcemente, senza alcun tipo di
divertimento. Sorrise appena anche lui. Beh, almeno stava iniziando a
calmarsi. Mi afferrò le mani e se le portò al
petto,
all'altezza del cuore. Erano così calde le sue. Era benefico
in
ogni parte del corpo. Sguardo compreso.
"Ti chiedo solo una cosa, Rose... qualsiasi... qualsiasi cosa tu
ascolterai stasera... tu... mi devi promettere di non dirla a
nessuno..."
"Ma..." cercai di dire, confusa
"A nessuno, Rose!" ribadì chiaramente "Neanche ai tuoi
fratelli
o peggio ancora... a Bella e Alice..." si rabbuiò di nuovo
per
poi mormorare "Se loro sapessero che sono qui a raccontarti tutto..."
ma si fermò. Non seppi cosa sarebbe successo se le sue
sorelle
avessero scoperto che io sapevo... ma poi... sapere cosa?
"D'accordo... te lo prometto... qualsiasi cosa mi dirai... la
terrò per me!" risposi
"É davvero importante che tu lo faccia... non lo dico tanto
per
dire... per farti custodire un segreto qualunque... è di
tutta
la mia vita che stiamo parlando!"
I suoi occhi...
così intensi e lucidi...
"Qualsiasi cosa, Emmett..." ribadii rapita "Hai la mia parola!"
Mi guardò attentamente, forse stava cercando di capire
quanto
affidabile fossi. Non volevo deluderlo e per quanto la situazione che
mi aveva presentato mi spaventasse e preoccupasse assieme, volevo
ascoltarlo e fare di tutto per mantenere la parola data.
Prese aria per un lunghissimo secondo per poi parlare
"C'è... una situazione un pò particolare a casa
mia...
soprattutto da quando mia madre... non c'è più!
Quando
era viva, perlomeno, potevamo contare sulla sua presenza, e sulla sua
totale protezione. Era come se, quando c'era lei, quello che gravava
sulle nostre teste, si affievolisse fino a diventare nullo. Era
più facile restare in quella casa, cenare la sera, parlare a
tavola, guardare la televisione... tutto più facile quando
in
casa c'era lei!" raccontò, rendendomi partecipe di un suo
ricordo lontano
"E da allora... che cosa è cambiato?" domandai
"Tutto quanto..." mormorò "Soprattutto perché
ormai ha la
possibilità di dettare regole su ogni cosa possa
riguardarci..."
lo guardai confusa
"Emm... di chi stai..."
"Mio padre... è lui il nostro problema... la ragione che mi
porta a stare così male..." confessò allora "Lui
e la sua
arroganza. Lui e quel suo modo di fare da dittatore supremo. Lui e le
sue regole. Lui e... quella sua espressione cattiva e spregevole che
ogni volta ci riserva..." si prese una pausa per poi guardarmi di nuovo
e sussurrare "Delle volte soffro di più, non tanto per la
morte
di mia madre... quanto per il fatto che l'unica figura di riferimento
che ci è rimasta al mondo ormai sia proprio lui!" aveva
ricominciato a sprigionare odio e rabbia sia dalle parole che dagli
occhi. Ed io non potevo credere che stesse dicendo sul serio. Che
davvero suo padre fosse così come lui lo stava dipingendo.
Eppure... che motivo avrebbe mai avuto per mentire? Che bisogno c'era
di farlo? Per farsi bello ai miei occhi? Per cercare la mia
compassione? No, non credevo affatto.
La sua rabbia c'era, era perfettamente tangibile
"Emmett, io però... non capisco... cosa intendi tu per...
arroganza... regole... o cattiveria..." ero confusa, non sapevo dove
mettere le mani "Può capitare che magari si abbia un
genitore un
pò più... severo rispetto al normale, ma
addirittura
paragonalo ad un dittatore, mi sembra un pò..."
"Esagerato?" intervenne accalorato, rubandomi le parole di bocca
"Credimi, Rose, non sto affatto esagerando, anzi... ci sono andato fin
troppo cauto con le parole, perchè un uomo così
non
merita tanta diplomazia!" non mi piaceva vederlo così,
nervoso e
frustrato. Mi sembrava una persona diversa, eppure una persona che
apparteneva comunque al mio Emmett. Nonostante quello mi faceva rabbia.
Provavo rabbia nel non riuscire a capire di cosa stesse parlando, da
cosa dipendesse tutto quel rancore nei confronti del padre, di suo
padre. Un genitore. E mi rifiutavo di credere che si trattasse di
semplice ripudio per una ribellione adolescenziale. Vi era fin troppa
convinzione nella sue parole e per di più Emmett non mi
sembrava
proprio il tipo.
"Ma cosa, Emmett... cosa ti ha mai fatto di male tuo padre... il sangue
del tuo sangue, per farti parlare così?" chiesi allora
esasperata
"Non ha mai fatto il padre, ecco cosa ha fatto!" sbottò
allora
"Non si è mai comportato da genitore, neanche
lontanamente...
non si è mai preoccupato di noi, di quello che pensassimo,
di
quello avessimo bisogno e adesso che non ha più una moglie
che
lo rimprovera, che gli da addosso per la sua inesistente presenza al
nostro fianco, può prendersi tutte le libertà che
vuole
con noi, inclusa quella di schiavizzarci a suo piacimento!"
Spalancai gli occhi, colpita. Schiavizzare? Come poteva essere serio?
Come poteva parlare di suo padre e utilizzare quel verbo
così...
vergognoso? Come poteva un padre... schiavizzare un figlio.
"Tu sei... sicuro di quello che dici?" domandai incredula
"Più che sicuro... sono diciannove anni che lo conosco e da
allora non è mai cambiato, e dubito potrà farlo
in
futuro!" mormorò amareggiato. Quella sua espressione non
poteva
che demoralizzare anche me ma... dovevo capire. Quella storia aveva
parecchi punti oscuri e io avevo bisogno di capirli tutti per poter
provare a capire lui.
"Emmett... posso sapere cosa intendi tu per... schiavizzare?"
alzò lo sguardo verso di me e mi fissò
intensamente fino
a farmi arrossire. Poteva uno sguardo essere più
coinvolgente ed
emotivamente attraente?
Fece un verso strano, una specie di sbuffo amaro, quasi un sorriso
"Per spiegartelo dovrei farti vedere tutti i lividi che Bella ed Alice
si portano addosso!" sgranai ancora di più gli occhi, fino
quasi
a sentire dolore. Un brivido in quell'istante mi fece raggelare e
ritirai inconsapevolmente la mano stretta tra le sue. La sua reazione
fu immediata: il suo sguardo saettò nel mio spaventato per
quel
mio gesto improvviso e mi scrutò apprensivo
"Rose..." cercò di dire in un tono strano
"Che cosa stai dicendo?" domandai in uno strano impeto di ribrezzo. Mi
stava prendendo in giro, certo. Adesso ne ero sicura
"Rosalie, calmati, per favore..."
"No, io non mi calmo... tu non ti rendi conto di quello che dici...
è impossibile che.. che un genitore possa... anche solo...
pensare di..." non ragionavo più. Le cose che mi aveva detto
mi avevano provocato una reazione esagerata e inspiegabile ma... non
sapevo cosa fare. Era più forte di me. Pensare che un padre,
che mio padre ad esempio potesse mettermi le mani addosso...
No, non è
vero... un genitore porta fiducia, porta amore...
protezione... non potrebbe mai far del male al proprio figlio...
Mi ritrovai inspiegabilmente a piangere e singhiozzare, stranamente
disgustata da qualcosa. E senza neanche accorgermene o provare a
fermarle, le braccia forti di Emmett mi avvolsero, stringendomi contro
il suo corpo caldo. Nascosi la faccia nel suo cappotto, cercando invano
di reprimere i singhiozzi. L'avevo detto che c'era qualcosa di
sbagliato in me e ne stavo dando una nuova dimostrazione, comportandomi
in quel modo assurdo e quasi infantile. Da semplice ascoltatrice mi ero
come al solito dimostrata protagonista e la cosa, se possibile, mi
sconvolgeva di più delle parole di Emmett. Potevo essere
più egoista? Potevo dimostrare, per una volta, un minimo di
rispetto in più verso una persona a cui volevo bene? Era
necessario diventare per forza il centro di gravità della
discussione?
La stretta di Emmett si fece più forte e mi ritrovai quasi
in braccio a lui, che mi attirava a sé impercettibilmente.
Ma la cosa non mi infastidiva per niente.
Anzi...
"Lo sapevo... non avrei dovuto dirti queste cose... dovevo tenerle per
me..." esclamò frustrato e arrabbiato con se stesso "Mi
dispiace!" mormorò in un sospiro per poi lasciarmi un bacio
sulla testa. Strinsi la stoffa del cappotto tra le mani e mi diedi per
l'ennesima volta della stupida.
Tu hai la
capacità di rovinarle le persone, Rosalie...
dovresti vergognarti!...
Ed io mi vergognavo, infatti. Mi vergognavo profondamente.
|
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Capitolo 36 *** Dieci minuti ***
cap 36
Buongiorno a tutti... come
promesso questa volta, senza troppe scuse, ho anticipato la
pubblicazione, uno perché mi ero stancata di farvi aspettare
troppo e due perchè il capitolo è venuto fuori
praticamente da solo ed è stato fin troppo facile scriverlo.
Come vi accennavo sarà particolare per una delle coppie
della storia poi a voi starà giudicare che rilevanza possa
avere davvero... ^^ quello che posso dirvi (un consiglio più
che altro!) tenete sempre a mente il sogno di Jasper del capitolo 34...
è importantissimo!!! Bene detto questo, vi saluto sperando
che il capitoletto qui sotto sia di vostro gradimento. Le risposte alle
recensioni sono già sotto i vostri scorsi commenti (che
bella qst funzione che hanno messo sul sito... è proprio
comoda ^^) un besos ;)
Sette
e mezza di sera e io ero
ancora in quella camera, di una casa a me sconosciuta fino a quel
momento, con un gran mal di testa ed una stranissima sensazione nel
petto, all'altezza del cuore.
Feci un lungo sospiro guardandomi attorno in cerca di qualcosa che
fosse fuori posto o che mi facesse di nuovo ridere a crepapelle come
era successo poco prima, ma non trovai nulla: tutto era in perfetto
ordine - un perfettissimo e rigorosissimo ordine - e ogni oggetto si
amalgamava perfettamente con il resto della stanza. Perfino tutte
quelle tartarughe colorate: piccole, grandi, rosse, gialle, buffe,
intagliate nel legno... Ognuna diversa dall'altra eppure
così
carine nel loro essere stranamente uguali.
Ad un tratto,
mentre ero
impegnato nella contemplazione di una bella fotografia appesa al muro
in cui la piccola Alice sorrideva dal bordo di una piscina, mi accorsi
di un quaderno bianco, bello doppio e stranamente fuori posto rispetto
al resto dei libri, perfettamente ordinati negli scaffali. Quello che,
però, attirò più di ogni altra cosa,
la mia
attenzione e curiosità, fu la scritta che, una mano leggera
e
delicata, aveva apportato sulla copertina: "Alice in Wonderland".
Sorrisi, divertito
dal
fatto che, perfino lei facesse dell'ironia su se stessa e, spinto da
un'inspiegabile e morbosa curiosità, lo afferrai. Era
pesante,
conteneva parecchi fogli e a giudicare da come era consumata la
copertina, doveva avere anche parecchi anni. Dopo un'ultima analisi
all'esterno, lo aprii, sempre più curioso e scoprii che non
si
trattava affatto di un quaderno qualsiasi: era una sorta di blocco
bianco, senza righe né quadrati se non la filigrana
interamente
bianca. Ma la cosa che mi colpì di più, fu senza
dubbio
quello che trovai all'interno; era un disegno, un bellissimo disegno
realizzato interamente con la matita, di un folletto con un buffo
cappello con tanto di pallina all'estremità. Era un
chiaroscuro
eccezionale, degno di competere con quelli dei grandi artisti.
Estasiato da tanta meraviglia andai avanti con le pagine, trovando su
ognuna di esse un soggetto diverso, ma ugualmente preciso, nitido e
meravigliosamente realizzato. Ce ne erano tantissimi, forse centinaia
di ogni tipo, tutti immancabilmente datati... Personaggi buffi e
inventati, paesaggi, città, animali, composizioni floreali,
ritratti. E fu proprio tra questi che riconobbi un paio di visi di
Bella ed Emmett fare capolino tra le pagine. Ad ogni nuovo disegno
rimanevo sempre più incantato, quasi fosse una magia. La
mano
che li aveva realizzati era ferma e decisa ma incredibilmente delicata
sui particolari importanti che poi avrebbero dato profondità
e
sentimento al disegno.
Arrivai alle ultime pagine quasi senza rendermene conto. Ero troppo
preso dall'intensità di quelle opere per accorgermi di
ciò che avevo davanti e che mi scrutava candidamente dalla
pagina: era l'ultimo disegno del blocco, senza dubbio il più
bello, le linee nere risultavano sul foglio bianco come piccoli
diamanti nella sabbia e i tratti erano così netti e marcati
da
creare quasi uno spazio tangibile tra ogni parte del disegno. Ad
osservare meglio il foglio mi si bloccò il cuore. Quello che
avevo davanti agli occhi in quel momento, quel bellissimo disegno
datato solo tre giorni prima, raffigurava un magnifico angelo, con le
sue ali immense, l'espressione pacata e due incantevoli occhi quasi
luminosi. Ma la cosa che mi colpì di più fu senza
dubbio
la somiglianza con il sottoscritto. Se me lo avessero raccontato avrei
faticato a crederci. Eppure era così, l'avevo davanti agli
occhi
e non potevo negare l'evidenza. Quell'angelo perfettamente disegnato
aveva proprio la mia faccia, o forse era la mia faccia ad avere un
corpo da angelo.
Rimasi a fissarlo incantato, completamente rapito. Davvero io davo di
me stesso quell'impressione? Davvero gli altri riuscivano a scorgere in
me quella sfaccettatura, così particolare? Io ero un angelo?
Potevo essere paragonato a una creatura così perfetta?
Proprio
io, che ero in assoluto la persona più imperfetta del mondo?
Sentii il cuore partirmi nel petto senza alcun motivo valido, procedere
accelerato, senza controllo.
Già prima mi sentivo accaldato, senza aver visto questo
disegno... adesso sono davvero da ricovero...
"Si può sapere dove hai parcheggiato? Non sono riuscita a
vedere
la macchina dalla cucina!" esordì Alice rientrando in
camera,
dove mi aveva lasciato solo dieci minuti prima, per andare a chiamare
Bella che era fuori per commissioni. Vedendomi in piedi, accanto alla
scrivania, con in mano quel blocco, si pietrificò sulla
soglia
della porta, spalancando occhi e bocca. Ecco, avevo fatto l'ennesima
cazzata.
Ma quando imparerò a farmi i cazzi miei?...
La vidi arrossire e chiudere la porta, senza mai abbandonare il
contatto con i miei occhi. Ci guardammo per attimi che parvero
interminabili. Senza aprire bocca. Probabilmente senza neppure
respirare. Alla fine, soltanto la mia voce, quasi in lontananza parve
svegliare entrambi
"Non sapevo fossi così brava a disegnare..." ammisi con una
sincerità tale che quasi me ne vergognai. Lei
spostò lo
sguardo sul blocco, torturandosi un labbro, dopodiché venne
verso di me, mi sfilò il quaderno dalle mani e lo chiuse con
un
tonfo secco
"Non mi sembrava di averti dato il permesso di mettere le mani nella
mia roba!" sbottò fulminandomi
"E infatti non ho messo le mani nella tua roba... era sulla scrivania!"
mi giustificai stupidamente
"E questo giustamente ti autorizza a curiosare?" mi sfidò
seccata
Mmm... direi di no...
"Se fosse stata una cosa privata, ti saresti guardata bene dal
conservarla, prima di lasciarmi solo qui dentro!" attaccare e negare
spudoratamente. Questo è il segreto!
"Forse ho ingenuamente creduto che tu fossi una persona educata... ma
come ho già avuto modo di capire, tua madre si è
dimenticata di insegnarti i fondamenti della disciplina!" quando si
arrabbiava, arricciava il naso in una buffa espressione talmente tanto
tenera da farmi uno strano effetto. Mi sarebbe venuta voglia di
sorridere ma di certo, per la piega che stava assumendo la discussione,
lei lo avrebbe preso per una presa in giro. Quindi, meglio evitare.
"Io non capisco, scricciolo... perché io e te non riusciamo
mai
ad avere un discorso normale... uno dei due deve necessariamente
attaccare l'altro prima o poi!" esclamai tornando a sedermi sul letto,
dato che la testa mi girava all'impazzata
"Di certo non è colpa mia..." si difese lei, appoggiandosi
con
la schiena alla scrivania "Mi fai saltare i nervi delle volte... anzi..
rettifico... sempre!". Portai le mani ai lati della testa, per
massaggiarmi le tempie. Mi sentivo malissimo. Alternavo momenti di
perfetta lucidità ad altri di malessere completo. Avevo
voglia
di stendermi al caldo, chiudere gli occhi e magari sperare che la
spiaggia del mio ultimo sogno tornasse a farmi compagnia e con essa
anche lei... quella ragazza.
Alzai lo sguardo verso Alice che arrossì nuovamente. Era lei
la ragazza del sogno?
"Credo proprio che io e te abbiamo iniziato il nostro rapporto con il
piede sbagliato..." esclamai in un attimo di lucidità
"Adesso che mi ci fai pensare in effetti qualcosa di sbagliato
c'è stato... mmm.." finse di pensarci per poi sorridere,
sarcastica "Ah sì... la prima volta che ci siamo visti,
qualcuno
si è divertito a prendersi gioco della mia altezza... ti
ricorda
qualcosa, Cullen?"
Ok... ammetto di non essere tanto normale a volte... anzi..
rettifico... sempre!...
Sospirai. Com'era difficile cercare di ragionare seriamente mentre un
mal di testa da record minacciava la mia sanità mentale. Il
fatto che stesse iniziando a venirmi la nausea poi, completò
l'opera.
"E se ti chiedessi scusa?" domandai a bruciapelo, alzando di nuovo gli
occhi verso di lei. Spiazzata dalla mia richiesta, arrossì
ancora, più visibilmente "Se ti chiedessi scusa per tutto...
per
quello che ti ho detto quella mattina... per tutte le provocazioni, le
frecciatine, le prese in giro... anche per quel nomignolo... se ti
chiedessi scusa una volta per tutte..." deglutii a fatica per poi
chiedere in un sussurro "Credi che il nostro rapporto potrebbe prendere
una piega diversa?"
Dio mio che fatica che mi costava parlare. Non tanto per quello che le
stavo dicendo. Forse la poca lucidità mi stava facendo
spiattellare cose di cui, sicuramente mi sarei pentito in seguito ma di
cui comunque ero convinto. Più che altro trovavo
difficoltà a parlare per via del dolore fisico che mi
costava.
Il mal di gola. Il pulsare delle tempie. E in ultimo anche la nausea.
Peggio di così... c'è solo la morte...
"Perché..." mormorò lei, catturando la mia
attenzione
"Cosa cambierebbe? A che scopo? Quale piega vorresti che prendesse?" mi
domandò, in un misto tra lo stupore e la rabbia. Poggiai di
nuovo la testa tra le mani. Non ce la facevo più. Stavo
chiedendo troppo
al
mio fisico e alla mia mente e perfino io, che di solito non mi facevo
mettere i piedi in testa da niente, mi stavo piegando alla debolezza e
al dolore.
"Ehi... cos'hai?... ti senti male?" sentii la sua voce provenire da
lontano. Era normale che mi fischiassero anche le orecchie? Forse era
solo un'illusione. Stavo iniziando ad uscire di senno, i segni della
febbre alta.
"Jasper... mi senti?" lo voce si fece sempre più vicina
tanto
che, perfino un malato terminale si sarebbe reso conto che Alice si era
spostata e seduta al mio fianco. Sentii qualcosa di fresco posarsi
sulla fronte e fu quasi un sollievo per i sensi. Non avrei voluto che
il contatto cessasse ma non riuscii ad aprire bocca. Subii in assoluto
silenzio
"Jasper sei bollente... hai ancora la febbre alta, dannazione..." era
agitata o era la mia impressione? "Devi stare al caldo, sotto le
coperte... fuori ci saranno cinque gradi... tu rischi di farti venire
un collasso così!" sì, era decisamente
preoccupata. La
forza per sorridere ce l'avevo ancora ma durò per un attimo.
Un'altra fitta alla tempia bloccò ogni mia intenzione.
Eppure...
sentivo uno strano calore, non dovuto alla malattia, all'altezza dello
stomaco. Non era fame, né nausea. Era... piacevole.
Con una naturalezza che non avrei mai pensato di possedere in una
situazione del genere, abbandonai l'appoggio delle mani, per poggiarmi
delicatamente sulla sua spalla. Sussultò visibilmente tanto
che
pensai che mi avrebbe scacciato in malo modo, febbre o no. Ma non fece
nulla. Rimasi ferma, immobile, paralizzata. Smise per qualche secondo
di respirare per poi riprendere lentamente, con cautela. Chiusi gli
occhi sospirando. Stavo comodo nonostante l'altezza fosse un problema
anche da seduti. Eppure... era come se quella spalla fosse il posto
perfetto per la mia testa dolorante.
Anche se, sono convinto che, stando bene avrei gradito allo stesso
modo...
"Jasper... cosa stai facendo?" mi domandò
nervosa.
Non lo so proprio cosa
sto facendo... so solo che così sto meglio...
"Posso chiederti un favore Alice?" bisbigliai con la gola in fiamme.
Trattenne ancora il respiro, per pochi secondi
"Dimmi!"
"Mi concedi dieci minuti?" chiesi allora, crogiolandomi del suo profumo
che mi arrivava ad ondate regolari
"Dieci... minuti?... Per fare cosa?" era spaesata, di certo una
situazione del genere non l'aveva mai vissuta. Perfino il suo carattere
pronto a tutto aveva avuto qualche cedimento.
"Dieci minuti... soltanto dieci minuti..." mormorai ancora. Era come
se, facendo affidamento sulla sua spalla, mi liberassi di un peso che
mi portavo addosso fino al momento prima. E a giudicare da come mi
sentivo, doveva essere un peso bello grosso. Lei non disse niente. Si
limitò a sospirare e rilassarsi sotto il mio peso. Di certo
non
faceva bene neanche a lei starsene fuori dalle coperte, con il freddo
che c'era, ancora convalescente, con un microbo formato gigante
arpionato alla spalla. Ma non sembrò curarsene. Rimase
ferma,
senza aprire bocca.
Allora era vero. Due come noi potevano
andare d'accordo. Potevano capirsi senza neanche parlare. Bastava solo
che entrambi mettessero l'orgoglio da parte per permettere all'altro di
capire e reagire di conseguenza. Forse in un altro momento, in perfette
condizioni fisiche - e mentali - nessuno dei due si sarebbe sognato di
mettersi in una situazione del genere. Io non mi sarei fatto prendere
in contropiede dalla febbre alta, abbandonandomi alla stanchezza e lei
- cosa più probabile - non mi avrebbe mai permesso di
azzerare
in questo modo il limite che ci separava ogni volta. Anzi, a dirla
tutta, non avrebbe permesso neanche che io salissi in camera sua. Mi
avrebbe lasciato accanto a quell'albero, sigillando la finestra con la
paura che mi ci arrampicassi sopra.
Lo vedi che anche quando
sembri un vegetale, un discorso serio lo riesci a fare, Jazz?...
Trascorsero parecchi minuti, sicuramente più di
dieci. E
nessuno dei due parve avere la minima intenzione di spostarsi. Ad un
tratto, però, qualcosa cambiò. Mi sentii
afferrare per le
spalle e scendere di qualche centimetro, fino a fermarmi su qualcosa di
più morbido della spalla, ma ugualmente comodo. Aprii appena
gli
occhi, per ritrovarmi davanti la stessa camera di poco prima, ma vista
in una visuale differente. Mi ci vollero parecchi minuti per capire
cosa fosse mai successo: non so come, Alice era riuscita a farmi
scendere lentamente fino a poggiare la testa sulle sue gambe. Non ci
potevo credere. Forse ero così stanco da iniziare a sognare.
Forse la febbre continuava a lanciarmi strani segnali immaginari. O
forse ero semplicemente svenuto.
Allungai una mano verso l'alto, per accertarmi che la situazione che
avevo descritto fosse reale e non dettata da strani sintomi febbrili, e
quasi subito trovai la sua guancia calda. Sì, avevo ragione.
E
mai, come in quell'occasione, avere ragione mi costava tanto. Era una
situazione che mi metteva stranamente a disagio. Forse, e dico forse,
perché non ero io che l'avevo richiesta. Forse non era una
cosa
partita da me. Mi aveva colto alla sprovvista e la cosa, mi faceva
quello strano effetto. Nonostante questo, mi sentii leggero. Stavo
bene, rilassato. Sentivo che volevo stare lì, in quella
posizione, a contatto con le sue gambe.
Due come noi possono
andare d'accordo...
Come prima, non disse niente, nemmeno quando le sfiorai la
guancia con la mano. Rimase ferma, quasi subendo quel gesto, e forse in
attesa che il solito Jasper idiota sparasse qualche battuta inutile,
mettendola come sempre in imbarazzo e sulla difensiva. Ma si sbagliava.
In quel momento non avrei mai fatto una cosa del genere. Dopo aver
accantonato l'orgoglio, la seconda mossa era abbandonarsi all'istinto
che, in quel momento, mi suggeriva di rimanere fermo lì,
coccolato ancora da quel profumo e dal calore che un corpo come il suo
riusciva a regalarmi. E in quel momento sentii di avere bisogno di
entrambi.
Ritirai la mano più che altro perché mi sentivo
davvero a
pezzi e avrei rischiato di farmi venire uno strappo muscolare in quella
posizione innaturale. Mi sistemai meglio, fino a trovare il punto
più comodo, chiusi gli occhi e sospirai. Sì, di
meglio
non potevo chiedere.
Ti sbagli, Jazz... il
meglio esiste sempre...
Il colpo di grazia mi arrivò quando avvertii
qualcosa
sfiorarmi i capelli. In un primo momento pensai ad una mosca, tanto che
mi preparai a scacciarla via, dato che infastidiva il mio momento di
pace. Poi, dato che il tocco si fece sempre più costante,
capii
di cosa si trattasse: erano le mani di Alice che, immerse nei miei
capelli, mi stavano accarezzando. Ok, se prima faticavo a ragionare, in
quel momento avrei firmato un assegno in bianco al primo barbone di
passaggio se si fosse presentata l'occasione. Dio, che goduria.
Tralasciando il piccolissimo particolare che io amassi in maniera
spudorata chiunque, umano e non, mi accarezzasse i capelli, visto che
avrebbe avuto il potere di rilassarmi, se a farlo era lei, con
quelle mani piccole e delicate, ero fritto. Dovetti ringraziare la
febbre che sembrava placarmi perfino gli ormoni, altrimenti ci avrei
messo meno di dieci secondi ad abbandonare quel giaciglio comodo e
avventarmi su di lei. Non che non avessi una voglia matta di farlo -
soprattutto grazie alle sue meravigliose mani - ma, non avevo la forza
per parlare, figuriamoci per altro.
Ero così facile da capire? Davvero qualsiasi persona avrebbe
capito così in fretta cosa mi avrebbe fatto piacere e cosa
no? O
forse era lei a riuscirci? Forse era semplicemente lei, il mio
scricciolo, ad avere la facoltà di conoscermi pur senza
essersi
mai posta il problema di farlo sul serio. Certe cose si sentono a pelle
e seguire l'istinto, poi, mette la ciliegina sulla torta.
Sorrisi beatamente, sentendomi stranamente in pace con il mondo,
ignorando bellamente mal di testa e compagnia. Quale mal di testa?
Quale mal di gola? Quale nausea? Io dovevo preoccuparmi solo di Alice,
del suo calore, del suo profumo e soprattutto delle sue mani che
avevano uno strano effetto su di me. Erano un mix esplosivo che
difficilmente avrei trovato altrove, neanche in tutte quelle ragazze
con cui ero solito "divertirmi". Non sarebbe bastato un intero
vocabolario tecnico per spiegare come mi sentivo in quel momento.
Possibile che io mi senta... al sicuro con lei?...
Al sicuro? Io? Io non ero mai stato al sicuro da niente,
né tanto meno, avevo mai cercato un rifugio in qualcuno,
neanche
da piccolo. Non ne avevo mai avuto bisogno, soprattutto
perché
erano gli altri a vedermi come un rifugio, quindi, forte di questa
convinzione, non avevo mai ritenuto necessario cercarne uno per me.
Eppure, in quel momento, mi parve di aver fatto la cazzata
più
grande di tutte nell'essere così convinto di una cosa tanto
stupida. Io ne avevo bisogno eccome. O forse, non era di un rifugio
qualsiasi che avevo bisogno...
É lei... lei... il mio rifugio dal mondo...
E, coccolato da questa nuova scoperta, mi abbandonai
definitivamente alla stanchezza, sperando di ritrovare, anche nei
sogni, la stessa accoglienza.
Si era addormentato. Lo avevo intuito dal respiro che si
era
regolarizzato e dal fatto che si fosse completamente rilassato sulle
mie gambe. Ma si poteva essere più idioti di lui? Con la
febbre
alta e l'inverno inoltrato, aveva lasciato casa per venire a fare lo
splendido da me e quello era il risultato. Scottava, tanto, e potevo
soltanto immaginare quanto male potesse stare. Per un momento, quando
aveva smesso di parlare, mi ero fatta prendere dal panico
più
nero. Mi ero spaventata, soprattutto perché per la prima
volta
da quando lo conoscevo, sapevo che non stava affatto scherzando. Se
sembrava che stesse così male era vero. Non si
può
fingere fino a questo punto. Poi gli occhi rossi e la fronte bollente
avevano confermato il mio sospetto.
La cosa che mi aveva colpita
più di tutto, però, era la tenerezza che mi aveva
fatto,
vedendolo in quelle condizioni: così indifeso,
così
esposto al mondo. E soprattutto in quel momento. In lui non c'era la
minima traccia del solito Jasper sbruffone che ero abituata a conoscere
e neppure quel suo aspetto indagatore che mi aveva mostrato la sera
prima era presente. Era proprio un altro aspetto, un aspetto quasi
"infantile". Si era accoccolato sulla mia spalla come se la cosa fosse
in assoluto la più normale del mondo e si era lasciato
andare ad
un lungo sospiro che mi aveva provocato non pochi brividi lungo la
schiena. Il primo istinto era stato quello di gridargli contro gli
insulti più fantasiosi ed elaborati che riuscissi a trovare,
insomma, calare la solita maschera da bimba acida. Poi,
però,
una vocina mi aveva bloccata. Mi aveva fatto notare che, nelle
condizioni in cui si trovava, il suo gesto non sarebbe mai potuto
diventare a doppio fine. Non c'era malizia dietro quell'avvicinamento,
solo la necessità di un appoggio, una spalla su cui trovare
riposo. E così era stato. Ero rimasta immobile, senza quasi
respirare, finché, passati anche i dieci minuti che lui
stesso
mi aveva chiesto, qualcosa cambiò. Sentii una strana stretta
allo stomaco, soltanto perché avevo finalmente realizzato
cosa
stava succedendo: Jasper, il bellissimo Jasper, l'angelo diabolico di
ogni mio singolo pensiero - puro e non - era nella mia camera, sul mio
letto, a pochissimi centimetri da me e profumava di buono. Respirai a
pieni polmoni quell'aria nuova e stranamente mi venne voglia di
sorridere. Possibile che in sua presenza non riuscissi mai ad essere
coerente con me stessa? Non dico di esserlo mai stata, ma arrivare a
contraddirsi più di una volta, nella stessa serata era un
record
perfino per me.
L'effetto del profumo di
questo ragazzo...
Lo avevo afferrato per le spalle e, senza un particolare sforzo, lo
avevo poggiato sulle mie gambe. Non sapevo spiegarmi cosa stessi
facendo né tanto meno il perché, ma per una volta
volevo
mandare al diavolo tutto, perfino la coscienza che continuava ad
urlarmi che prima o poi quel bel ragazzo accucciato sulle mie gambe mi
avrebbe fatto scontare quell'attimo di debolezza e allora, non solo mi
sarei dovuta sotterrare, ma avrei ricevuto l'ennesima botta tra capo e
collo, con il rischio di non rialzarmi più.
Ero cosciente che, più passavo del tempo con lui,
più ero
portata ad avvicinarmi, e più, di conseguenza mi innamoravo.
Solo che, più mi innamoravo e più alto sarebbe
stato,
proporzionalmente, il dolore che avrei dovuto subire a causa sua.
Perché uno come lui non si sarebbe mai innamorato in
generale,
figuriamoci di me.
E poi, è stato lui stesso ad ammetterlo... lui stesso...
ieri mattina...
Come era strano. Sembrava passato un secolo da quando avevo ascoltato
per caso quelle parole dette con rabbia al fratello. Sembrava passato
un secolo dal "quasi incidente" e dalla nostra chiacchierata sulla
spiaggia. Eppure, a conti fatti, erano passate poco meno di
ventiquattro ore. E in ventiquattro ore tutto era cambiato.
Ventiquattro ore... dammi ventiquattro ore, dopodiché non
potrai più fare a meno di me...
Sorrisi al ricordo delle sue stesse parole, pronunciate con ironia, per
il piacere di una
sfida, in quella palestra, un paio di settimane prima. Ci era riuscito.
Perfettamente. Mi aveva fatta cadere nella trappola, rosolandomi per
bene e stando bene attento a non spegnere la fiamma. Ero cotta di lui,
non potevo e non volevo più negarlo. Quello che dovevo
chiedermi, piuttosto, sarebbe stato... volevo che anche lui lo sapesse?
Mentre gli accarezzavo i capelli, così morbidi e perfetti,
mi
soffermai ad immaginare come sarebbe stato bello se io e lui fossimo
stati assieme, come coppia. Certo che eravamo proprio diversi. Lui,
così bello, alto e slanciato, così sfrontato ed
estroverso. Ed io... così piccola e fisicamente -
ammettiamolo -
niente di speciale.
Sospirai. In quel momento avrei tanto avere tra le mani l'idiota che
aveva detto che "gli opposti si attraggono!". Non era vero per niente.
Gli opposti rimangono opposti e in quanto tali sono lontani l'uno
dall'altra. Come me e Jasper. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a
vederci insieme, in una relazione perlomeno normale. Lui era un'aquila
in volo, una bellissima aquila con delle grandi ali bianche, che mai
avrebbe deciso di atterrare sulla terra per una come me. D'altronde io
non potevo competere neanche minimamente con l'immensità del
cielo ed il profumo di libertà assoluta.
Ma non potevo innamorarmi di un altro? Che ne so... di Edward ad
esempio? Lui era un bellissimo ragazzo, aveva due occhi verde smeraldo
così intensi e poi era sensibile e gentile. Proprio quello
che
mi ci voleva.
Sì, ma lui non è Jasper...
Sorrisi amaramente, mentre lasciavo una carezza leggera sulla sua
fronte. Com'era bello quando dormiva. Mi sarebbe piaciuto stenderlo
accanto a me e passare l'intera nottata ad osservarlo. I suoi
lineamenti
delicati, la bocca perfetta, il corpo appena muscoloso. Lì,
in
quell'occasione un bel sospiro di adorazione ci sarebbe stato proprio
bene.
Ad un tratto sentii uno strano rumore. Sembrava la vibrazione di un
cellulare. Lanciai un'occhiata al mio, sul comodino che però
era
spento. E allora... da dove veniva quel rumore?
Non riuscii a fare delle ipotesi perché un movimento di
Jasper
mi bloccò. Si frugò in tasca, quella centrale
della felpa
e scrutò il display. Anche a quella distanza potevo vedere
che
era Edward a cercarlo. Lo sentii sbuffare e chiudere la chiamata senza
neppure accettarla. Non voleva parlare con suo fratello,
chissà
per quale motivo. che avessero litigato ancora? Probabile.
A mio malincuore si mosse dalle mie gambe per alzarsi e
ritornò
seduto al mio fianco. Aveva l'aria stanca e gli occhi lucidi, ma non di
pianto ovviamente. Si girò a guardarmi ed io solo in
quell'istante mi accorsi di essere rimasta a fissarlo come una cretina
e per questo arrossii e girai lo sguardo altrove. Nonostante sentissi
il suo addosso come una piovra, non dovevo in alcun modo girarmi. Sarei
annegata di nuovo nell'azzurro dei suoi occhi che, anche se erano
liquidi per la febbre, mi facevano sempre lo stesso effetto devastante.
Il telefono prese a suonare di nuovo e senza guardare, quella volta, lo
chiuse.
"Dovresti rispondere... magari si preoccupa..." mormorai allora con lo
sguardo basso
"Mio fratello che si preoccupa per me è una visione un
pò
improbabile!" rispose lui con la voce roca. Mi venne inspiegabilmente
da ridere. Era così buffo con quel tono. Sembrava aver
ingerito
del peperoncino piccante.
"Cosa c'è?" mi chiese curioso. Continuai a ridere a
crepapelle
ormai, suscitando un suo sorriso "Sono così buffo?" e si
toccò i capelli, immaginando forse di averli in disordine a
causa mia e delle mie carezze.
"No... è che.." risi ancora, incapace di fermarmi "La tua
voce..." e mi accasciai sul letto, ricadendo all'indietro sul letto.
Lui, avendo capito il motivo, se la schiarì subito con
diversi
tentavi che però gli procurarono solo altro dolore
"Merda... ci mancava solo questo..." le ultime due parole erano state
quasi un fischio e la cosa aveva in me un potere esilarante. Mi rendevo
conto di essere cattiva a prenderlo in giro in quel modo ma, sentivo di
dovermi prendere quella soddisfazione una volta tanto.
"D'accordo... quando hai smesso di ridere fammi uno squillo.. il mio
numero ormai ce l'hai!" e quasi rassegnato si lasciò cadere
disteso, accanto a me. Quel gesto, che all'apparenza sembrò
così naturale, ebbe il potere di bloccare le mie risate.
Jasper
era steso, accanto a me, sul mio letto a pochi centimetri di distanza.
E Dio solo sapeva quanto potesse essere bello. Deglutii a fatica e
spostai immediatamente lo sguardo verso il soffitto bianco della
stanza. Sentivo ancora il suo sguardo perforarmi, più di
prima,
più vicino di prima. E a quella distanza sentivo chiaramente
perfino il suo profumo. Solo che, se prima ero io ad aver avuto il
controllo della situazione e potevo accettare di ritrovarmelo a
circondarmi, in quel momento non andava più bene: erano i
suoi
occhi che complicavano il tutto. Il suo sguardo insistente ed
incuriosito. Troppo, troppo vicino.
Mi alzai a sedere, schiarendomi la voce, forse presa da un attacco di
raucedine come quella di Jasper. Dovevo fare conversazione altrimenti
quei lunghi silenzi mi avrebbero portata ad impazzire.
"Perché non hai voluto rispondere a tuo fratello prima?"
domandai senza prendermi la premura di girarmi a guardarlo. La distanza
che avevo ripristinato tra noi iniziava a farmi bene
"Non avevo nulla da dirgli!" nonostante la sua voce fosse ancora
così buffa, non mi venne da ridere
"Beh, magari avvisarlo che sei qui e che stai bene, sarebbe stato di
certo più corretto, non credi?" lo sfidai.
Sì, certo... perché lui sta proprio bene, come
no...
"Non sono tenuto a raccontare a lui cosa faccio della mia vita... non
è la mia badante!" esclamò sprezzante. Sapeva
essere
fastidioso anche con la febbre, incredibile. Quel ragazzo se le cercava
le botte.
"Forse trascuri un piccolissimo particolare, caro il mio Cullen!"
iniziai ironica, per poi girarmi appena per dare maggiore enfasi a
quello che stavo per dire. Errore. Grave, gravissimo errore. Me lo
ritrovai a fissarmi ancora, attento e vigile. Sembrava che il momento
di debolezza fosse passato e nonostante non fosse nel pieno delle forze
fisiche aveva perlomeno riacquistato quelle mentali.
"Sarebbe a dire?" mi domandò curioso. Arrossii di nuovo,
sentendomi succube di quegli occhi azzurri
"Beh... la febbre, no!... eri a letto malato e chiunque sano di mente
si preoccuperebbe per te!" confessai a disagio.
A questo punto, malato o no, mi aspetto la sua risposta...
"Tu... ad esempio?"
E ti pareva...
"Cosa c'entro io? Se non fossi venuto qui di tua spontanea
volontà io non mi sarei neanche posta il problema!" eccola
la
versione di Alice bimba acida alla riscossa. Quanto mi facevo rabbia in
quelle occasioni.
"Questo vuol dire che adesso il problema te lo sei posto..."
esclamò di rimando "Visto che sono qui, intendo..."
Ma che rabbia... riesce sempre a trovare un appiglio al quale
aggrapparsi e al quale potrei volentieri attaccare la corda per il
cappio...
"Ti dai fin troppa importanza Cullen... se mi sono permessa di farti
presente il fatto che sarebbe stato meglio avvisare tuo fratello,
è perché mi dispiacerebbe se lui si desse troppo
da fare
nel cercarti!" bugiarda come Giuda. Lui non rispose, si
limitò a
fare un gesto strano con le spalle, per poi tornare a fissare il
soffitto. Una persona sana di mente si sarebbe iniziata a chiedere
quando un idiota del genere avrebbe deciso di lasciare quella camera.
Ma io, che ovviamente grazie alla febbre avevo perso il minimo di
lucidità rimastami, sentivo di stare bene così.
Non
volevo che lui andasse via perché mi ero abituata alla sua
presenza. Averlo lì, con me, sul mio letto, nella mia
stanza,
era così surreale da provocarmi strani brividi ogni volta
che ci
facevo caso. E la cosa più assurda di tutte era il suo
comportamento. Come avevo già notato non era il solito
Jasper,
quello delle battute fuori posto maliziose e fastidiose. Era un altro
ragazzo quello che avevo davanti che mi spingeva inspiegabilmente a
sorridere. Mi morsi un labbro, indecisa se seguire l'istinto o meno per
l'ennesima volta. Ma, dato che l'ultima volta che lo avevo fatto avevo
ottenuto un ottimo risultato, decisi di fidarmi ancora.
A mio rischio e pericolo a questo punto...
"Posso.... posso chiederti un favore, Jasper?" chiesi, ricordando
esattamente le sue parole. Lui aprì gli occhi, che aveva
momentaneamente chiuso per poi guardarmi
"Certo!"
"Mi..." perché balbettavo? Perché mi era
così
difficile parlare? Perché lui, a conti fatti, ci era
riuscito
subito? Deglutii a fatica, ripescando in chissà quali
meandri il
mio coraggio nascosto "Mi... concederesti dieci minuti?" avevo usato il
condizionale, mentre lui, deciso come sempre aveva scelto l'indicativo.
Il che significava molto. Lui sapeva ciò che voleva e
chiedeva.
Io ero perennemente combattuta. Da ogni fronte.
Lui mi guardò sorpreso, poi il suo sguardo cambiò
gradualmente in curiosità e divertimento. Si concesse un
sorriso
così bello e dolce che ne rubò uno dai miei. Ma
cosa mi
stava succedendo?
"Così pochi?" mi fece lui in risposta, alzandosi appena e
sorreggendosi con i gomiti. Arrossii per quell'espressione che aveva
assunto. Era indifeso, ancora disarmato e totalmente in
balìa
degli eventi. Come me d'altronde. Solo che, al contrario mio, lui non
era assoggettato al cuore e ai sentimenti.
"A me bastano..." mormorai, pentendomi del fatto che potesse pensare
che la mia fosse un'accusa al suo approfittarsi di me di poco prima.
Sorrise di nuovo, senza malizia alcuna
"D'accordo... te li concedo..." esclamò pacato "Ma sappi
che...
se dipendesse da me ti concederei anche tutta la vita!". Tutto il
sangue che avevo in corpo si concentrò magicamente sulle mie
guance e il cuore, ahimè, svuotato di ossigeno, si
bloccò
per qualche istante. Metabolizzare una frase del genere era impresa
assai ardua. E i casi erano due: o stavo sognando che il mio principe
azzurro alato si fosse deciso a confessarmi i suoi sentimenti... oppure
le mie povere orecchie avevano sentito male. Sì, senza
dubbio la
seconda era la più plausibile.
"Che... c-cosa?" boccheggiai scioccata. Lui non fece una grinza,
continuando a guardarmi candidamente, con quel suo velo di stanchezza
dipinto sul volto e la strana voglia di essere un altro Jasper. Almeno
per una sera.
"Ho detto che ti concedo i tuoi dieci minuti!" esclamò calmo
e senza alcuna esitazione.
"No... mi riferivo... cosa hai detto dopo!..." lo ripresi stranamente
accaldata. Avevo la netta impressione che la febbre stesse tornando a
fare capolino.
Merda...
"Dopo quando?" mi chiese con una strana aria di innocenza. Oserei dire
innocenza pura. A quel punto dubitai fortemente che la mia testa fosse
nel pieno della forma, e lasciai stare. Se sentivo perfino le voci, era
meglio non farlo sapere a nessuno. Se fossero continuate in futuro, mi
sarei fatta vedere. Ma da uno bravo.
Sospirai lentamente. Che situazione. Ed ero io che me l'ero cercata.
Perché se fossi stata un minimo più razionale a
quell'ora
avrei preferito un vetro della finestra in frantumi, piuttosto che un
ragazzo del genere nella mia camera.
Lasciai perdere ogni sproloquio mentale per dedicarmi a ciò
che
seriamente bramavo fare. Mi stesi lentamente sul letto, mentre lui,
capite le mie intenzioni, si lasciò di nuovo andare contro
il
piumino. Eravamo di nuovo stesi, uno di fianco all'altra.
Così
vicini. Eppure non mi bastava. Sentivo di volere molto di
più.
Mi girai su un fianco, senza perdere il contatto con i suoi occhi che
mi scrutavano curiosi, mentre il resto del corpo rimaneva fermo
immobile. Limitai il respiro al minimo indispensabile. Quel giusto che
mi bastava per incanalare il suo profumo e permettere così
che
un nuovo buon motivo giustificasse quella mia nuova pazzia. Mi
ritrovai, dopo l'ennesimo avvicinamento millimetrico, a sfiorare il suo
braccio con il mio corpo, e questo mi provocò una scarica
elettrica piacevole e avvolgente. Immaginai solo vagamente cosa sarebbe
stato toccare il resto del suo corpo. Gli presi il braccio e lo alzai,
avvolgendomelo intorno alle spalle ed avvicinandomi ancora fino a
spalmarmi completamente addosso a lui. Un immediato senso di sollievo
mi pervase, facendomi sospirare e chiudere gli occhi. Era proprio come
immaginavo. La sensazione era fin troppo indescrivibile. Il mio corpo
si adattava perfettamente al suo e me ne accorsi soprattutto quando mi
ci accucciai contro, come una bambina. La sua mano, poggiata sulla mia
spalla, mi strinse maggiormente contro il suo petto. Sospirai in uno
stato di completa beatitudine. Mai, nella mia vita, ero stata
più serena e tranquilla e il fatto di esserlo con
lui, grazie a lui, era paradossale.
Rimanemmo diversi minuti fermi in quella posizione, in silenzio,
godendoci quella strana sensazione che derivava dal contatto reciproco
dei nostri corpi. Era strano che nessuno dei due si facesse problemi a
rimanere in quella posizione dopo che per mesi interi ci eravamo tirati
le corna a vicenda. Era come se si fosse creato uno strano patto
sottile tra me e lui il cui tacito accordo era sancito da quel contatto
fisico. Non servivano parole, né espressioni particolari.
Bastava sentire il respiro regolare dell'altro accompagnare come un
suono in sottofondo, il battito del cuore. E poi, quel suo profumo
avvolgente era diventata un'ossessione per me. Sentivo di respirare
bene solo quando nel farlo, mi impossessavo di quell'odore
così
intenso. E a lui non sembrava dispiacere. Poggiai il naso sul suo petto
e senza curarmi di essere perlomeno discreta, lo annusai
spudoratamente. Dio, quanto era buono. Sapeva di calore, di possesso,
di pienezza, di... passione.
Ma che diamine dici, Alice? A te questa situazione ti sta dando alla
testa...
E poi era così caldo. Ancora di più di ogni
piumone che
potessi mettere sul mio letto. Forse era per la febbre, forse solo
perché la vicinanza aveva acceso entrambi,
però... era un
caldo avvolgente e piacevole e per niente asfissiante. Ci sarei rimasta
in eterno.
Se dipendesse da me, ti concederei anche tutta la vita...
"Alice... posso confessarti una cosa?" mi domandò ad un
tratto,
con la voce tornata appena normale. Che il mio contatto gli fosse
benefico?
Ti prego, fa che non sia una cosa stupida...
"Se può in qualche modo farmi incavolare, ti prego... non
è il momento!" borbottai, stringendo il tessuto della sua
felpa
con la mano
"Forse dipende da quanto riuscirò ad essere convincente!"
mormorò come se fosse sovrappensiero. Evitai di aggiungere
altro, immaginando che stesse cercando come sempre di farmi
innervosire. No, quella volta niente e nessuno avrebbe potuto
distruggere la mia bolla di beatitudine.
"É la prima volta che mi succede una cosa del genere... di
solito mi comporto in maniera diversa..."
Ma di che diamine sta parlando?...
"Sono combattuto tra due fronti: sono due cose che sento di voler fare
con tutto me stesso ma ognuna esclude l'altra... quindi devo
scegliere..." si concesse una pausa per accarezzarmi la spalla e farmi
sospirare di nuovo. Evidentemente ci provava gusto. Ma mai quanto me.
"C'è una parte di me che ti desidera più di ogni
altra
cosa al mondo, che manderebbe al diavolo tutto, febbre compresa, e che
farebbe l'amore con te per tutta la notte..."
Eh no, questo non me lo sono affatto immaginato...
Alzai di scatto la testa verso la sua, con il volto in fiamme. Era
pazzo a dirmi una cosa del genere con quel tono? Come se fosse la cosa
più naturale del mondo? Evidentemente era abituato
così.
Ma io no. Mai nessuno prima di allora mi aveva confessato una cosa del
genere. Mai nessuno aveva detto di voler... fare l'amore con me. A
prescindere se a dirlo fosse stato o meno convincente. Non era quello
il punto. Anche se... il tono della sua voce non era di certo da
trascurare.
"Ti ho appena detto di non dire nulla che potesse farmi innervosire...
e tu come al solito non mi dai retta!" abbaiai fregandomene che con
quel tono avrei attirato l'attenzione di mio padre al piano inferiore.
Quel Cullen andava addestrato.
"Che cosa ho detto?" si difese lui sorpreso. Abbandonai quella
posizione tanto benefica, per risollevarmi e mettermi seduta. Continuai
a guardarlo in cagnesco sperando che si rendesse conto di quello che
aveva detto anche solo dal mio sguardo.
"Sei un idiota, Jasper!" sbottai di nuovo, sentendo uno strano vuoto
pervadermi completamente, a causa della mancanza improvvisa del calore
del suo corpo. Se non ci fosse stato lui a guardarmi probabilmente
sarei scoppiata a piangere. Per la rabbia. Per la delusione. Per la mia
stupidità.
"Se questo è il prezzo da pagare per essere sinceri...
allora
sì... sono un idiota!" si alzò anche lui, vicino
come
eravamo poco prima. "Sono un idiota perché invece di
provarci
con te, invece di saltarti addosso e toglierti quel pigiama e farti
mia, preferisco starmene qui seduto a darti spiegazioni alle quali so
che non darai peso!" diretto e conciso. A quel punto perfino la persona
più scettica al mondo sarebbe rimasta colpita da quelle
parole e
da quella fermezza. Avrei voluto dirgli tante cose. Prima di tutto...
chi gli dava la certezza che io ci sarei stata nel momento in cui lui
si sarebbe fatto avanti? Mi aveva presa per una donnicciola da quattro
soldi? E poi... da quanto in qua il mio pensiero era così
essenziale per lui?
"Sono un idiota perché mai nella vita ho permesso ad una
ragazza
di farmi capitolare in questo modo, non mi sono mai esposto troppo, ho
sempre dato e ricevuto, senza addentrarmi in altro. Mi è
sempre
andato bene così e mai, per nessuna Alice.. nessuna... mi
sono
sprecato più di tanto. Ho sempre ottenuto quello che volevo,
che
fossero ragazze o altro, l'importante era ottenerlo!" uno strano senso
di ribrezzo mi pervase
"Con questo mi stai mettendo in guardia? Mi vuoi far credere che tanto
prima o poi riuscirai a portarmi a letto?" lo attaccai arrabbiata. Lui
mi guardò, stranamente frustrato
"No, Alice... non sto dicendo questo. É proprio l'esatto
contrario che voglio farti capire!" il suo tono pacato mi
calmò
e catturò ancora di più la mia attenzione
"Nonostante io
senta di volerti in questo momento, rimango qui... fermo immobile. E
sai perché lo faccio?" mi domandò scrutandomi.
No, non lo
sapevo, ma bramavo dalla curiosità di saperlo. Scossi la
testa
in attesa della sua risposta che arrivò poco dopo
"Perché per una volta, una soltanto, voglio andare oltre e
voglio farlo con l'unica persona che è stata capace di
guardarmi
dentro. Lo voglio fare perché mi sento stranamente in pace
con
il mondo e voglio approfittare di tutto questo per conoscerti davvero,
e non dal lato fisico... intendo scoprirti scricciolo... scoprire la
tua anima!"
Che qualcuno mi faccia la respirazione artificiale. Mi sento mancare...
Ignorando il fatto che come sempre il mio cuore facesse ciò
che
meglio credeva, tentai di controllare quello che le sue parole avevano
suscitato in me. Istintivamente gli credetti. Non sapevo per quale
oscura ragione, ma quella confessione mi era sembrata immediatamente
reale. Non ci avevo visto forzature. Non ci avevo trovato imbrogli, ma
soprattutto a conti fatti, apprezzavo davvero il fatto che lui fosse
rimasto al suo posto senza approfittare della situazione.
Perché, diciamoci la verità, nonostante mi fossi
auto-convinta del fatto che mai e poi mai lui sarebbe riuscito a
portarmi a letto in quell'occasione, ogni sano di mente avrebbe
perlomeno tentato di baciarmi. Ero indifesa, fin troppo piccola per
reagire al suo fisico. Una qualsiasi altra persona non si sarebbe di
certo fatto sfuggire l'occasione. In parole povere - e anche
leggermente volgari - ero una scopata facile facile per uno come lui.
"Ti ho già detto di non chiamarmi scricciolo!" esclamai,
appellandomi all'unica cosa che trovavo fuori posto, in uno strano tono
puntiglioso.
"Di tutto quello che ti ho detto... tu sei stata capace di comprendere
soltanto quello?" mi domandò divertito. Trattenni un sorriso
spontaneo, per mantenere la mia aria sostenuta. Dovevo resistere almeno
un pò.
"Sì che ho sentito e se permetti ora tocca a me dire
qualcosa..." feci una pausa ad effetto, giusto per creare un
pò
di suspance "Sei un idiota!"
Scoppiò a ridere di gusto, risultando ai miei occhi ancora
più bello. Qualsiasi cosa facesse acquistava punti.
"E sono due... se arrivo a quota dieci, posso andare a ritirare la
pirofila!" scherzò, e quella volta non potei trattenermi
dall'unirmi a lui
"Punti troppo in basso, Cullen... con cento punti puoi prendere il
navigatore satellitare e... di questo passo, mi sembra che sia
già tuo!" ribattei ridacchiando. Rimanemmo a ridere per
qualche
altro secondo dopodiché afferrò il cellulare,
controllò l'orario sul display e sospirò
"Forse è il caso che io vada. Tra meno di un'ora torna mio
padre
a casa e se non mi trova altro che medicine... mi ci vorrà
direttamente l'esorcista!" risi di nuovo. Incredibile come riuscissimo
a scherzare con tanta leggerezza a volte. Quando non litigavamo e lui
non ci provava con me sembravamo quasi normali.
Si alzò dal letto, tastandosi la fronte e
recuperò la
sciarpa che aveva lasciato sulla sedia. Se la avvolse in sue giri al
collo e si fermò a guardarmi. Mi alzai anch'io per
raggiungerlo
e mi fermai a pochi centimetri di distanza
"Sicuro di non sentire freddo così?" gli chiesi preoccupata.
Prima stava davvero male e nonostante in quel momento riuscisse a stare
in piedi non mi fidavo molto a lasciarlo guidare fino a casa sua da
solo. Mi sorrise in modo strano
"Tranquilla... sto bene... ho fatto rifornimento di calore questa
sera!" esclamò allusivo facendomi arrossire. Mi avvicinai
ancora
sollevandomi sulle punte. Probabilmente colto da chissà
quale
pensiero, Jasper si pietrificò concentrato sui miei
movimenti.
Mi venne da sorridere. Prima mi rassicurava del fatto che non ci
avrebbe provato con me e poi io stessa mi avvicinavo per baciarlo?
Recuperai il cappuccio che aveva sulle spalle e lo alzai, per coprirgli
la testa e offrirgli maggiore protezione. Si rilassò
sorridendomi e ringraziandomi con il solo sguardo. Mi avvicinai alla
porta e la aprii per controllare dove fosse mio padre. Il rumore
costante dell'acqua della doccia mi avvertiva che si trovava in bagno
per nostra fortuna. Gli feci segno di seguirmi fino alla cucina dove
gli aprii la porta dell'uscita posteriore, dalla quale era entrato.
"Fai attenzione... ti prego... e appena arrivi a casa fila a metterti a
letto!" lo ammonii in tono materno. Me ne pentii un secondo dopo,
guardando la sua espressione divertita
"Sarà fatto, scricciolo!" mi rispose. Gli lanciai
un'occhiataccia che lo fece ridacchiare
"Scusa... non lo faccio apposta... mi piace avere un modo per chiamarti
che sia esclusivamente mio... mi fa sentire importante!" e
scrollò le spalle. Scossi la testa, un pochetto divertita e
lusingata. Voleva sentirsi importante? Beh, quello era sicuramente il
modo peggiore che poteva trovare. Ma nonostante tutto non ce la facevo
ad arrabbiarmi seriamente con lui. Non dopo quello che mi aveva detto
quella sera, poco prima.
Il rumore della doccia cessò all'improvviso e mi allarmai
"Dai, vai a casa... se ti vede qui sono guai!"
"Buonanotte Alice... fai bei sogni... magari qualche bel angelo ti sta
già aspettando!" e mi sorrise. Capii al volo l'allusione al
disegno che aveva visto nella mia camera, sul mio blocco e arrossii.
Era il suo disegno quello e nonostante questo, senza offendersi
né vantarsene, me lo aveva fatto notare
"Grazie, anche a te!" mormorai. Fece due passi verso il giardino,
uscendo definitivamente da casa, ma una strana forza mi fece alzare la
voce per richiamarlo ancora
"Jasper aspetta!" lui si girò e tornò indietro
preoccupato
"Cosa c'è?"
"No è che..." arrossii ancora per il contatto ristabilito
con i
suoi occhi "Ti sei dimenticato una cosa..." mi guardò
confuso,
forse cercando di fare mente locale
"Cioè?" non risposi. Mi avvicinai, sentendolo di nuovo
irrigidirsi e avvertendo un calore indescrivibile invadermi ancora.
Quella volta le mie intenzioni erano chiare per entrambi e nonostante
questo lui non fece niente. Mi sollevai sulle punte, data l'abissale
differenza e gli posai entrambe le mani sulle guance per fargli
abbassare un pò il viso. Maledetta altezza. Gli sfiorai le
labbra con le mie, in un tocco quasi impercettibile che mi diede una
scarica di 1000 volt. Quanto erano morbide e lisce. E calde
soprattutto. Mi staccai appena e lui si riavvicinò per
baciarmi
di nuovo, appoggiando ancora soltanto le labbra, senza spingersi
più in fondo. Era di una delicatezza quasi surreale e lo
aveva
fatto per me. Per quello che mi aveva detto. Per quello che si era
preposto di fare in seguito. Tuttavia era un bacio fin troppo
eloquente: non era soltanto lui a desiderare me. Anche io lo volevo. Lo
volevo immensamente e se fossi stata un pò meno coscienziosa
in
quel momento non saremmo stati lì a salutarci, ma nel mio
letto
a fare l'amore.
Il rumore della porta del bagno che si apriva mi riscosse da quei
pensieri e mi staccai da lui, nonostante il mio corpo non volesse
affatto
"Buonanotte Jasper... e grazie... di tutto!" sussurrai. Lui mi fece
l'occhiolino e mi sorrise.
"Grazie a te... scricciolo!" e con un'ultima risata leggera si
allontanò, diretto alla macchina, lasciandomi con il viso
arrossato, il cuore a duemila ed uno stupido sorrisetto stampato sulle
labbra, che avevano ancora il suo magnifico sapore.
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Capitolo 37 *** Sedici Dicembre ***
Capitolo Pubb
Salve salvino a tutti...
Sì, lo so... non ci vediamo praticamente dall'anno scorso il
che significa che sono passati sette mesi dall'ultima pubblicazione...
mi faccio schifo da sola... e imploro umilmente la vostra
pietà... purtroppo ho dovuto preparare quattro esami e
credetemi non è affatto una cosa piacevole. Nonostante
questo, benché non trovassi il tempo di pubblicarli, ho
scritto qualche capitolo mentre tra un esame e l'altro mi facevo
prendere dall'ansia e questo è il primo che ne è
uscito fuori. Si tratta di una sorta di capitolo a sei voci... sono
presenti tutti i personaggi, in una giornata molto particolare per
alcuni di loro che riuscirà a cambiare quasi completamente
il corso delle loro vite... Bene, non aggiungo altro se non rinnovare
le mie sincere scuse e sperare che possiate apprezzare il capitolo...
Spero di postare l'altro tra due giorni e mantenere questo ritmo almeno
fino a che il primo esame di Settembre non mi interrompa... -___- uff!
Bene, vi auguro buona lettura e... fatemi sapere ^^! Bye! :*
Sedici Dicembre. Ancora. Un altro sedici. Un altro Dicembre. Un altro
anno.
Sapevo che prima o
poi quel
momento sarebbe arrivato. D'altronde in un anno ci sono solo 365
giorni. E passati i primi 364, il 365esimo è destinato a
tornare. Ma forse, ero io a non esserne del tutto abituata.
Faticavo a crederci, eppure ero lì, nella mia stanza, seduta
sul
mio letto in quel maledetto martedì mattina, a giocherellare
alternativamente con il bracciale che avevo al polso e il cerchietto,
perfettamente posizionato tra i capelli. Avevo bisogno di sfogare la
mia ansia con qualcosa. Qualsiasi cosa che mi desse un minimo di
spiraglio e che mi facesse pensare ad un giorno come un altro. Uno dei tanti. O
uno dei pochi.
Mi lisciai il vestito, iniziando a camminare nervosamente avanti e
dietro cercando di respirare regolarmente. Contare fino a dieci. Ecco
cosa dicevano gli esperti. Rilassare i battiti del cuore e contare fino
a dieci. Si regolarizzava il respiro e ci si allungava la vita.
Sì vabbé... in teoria.
Avvertii uno squillo di cellulare e mi precipitai ad afferrarlo.
*Noi siamo appena usciti
di casa. Dieci minuti e siamo davanti la chiesa! J.*
Sospirai.
Calma Bella. Stai
calma...
Volevo
piangere. Ecco
cosa. Morivo dalla voglia di farlo. Sentivo di averne un disperato
bisogno. E nonostante questo mi convincevo che mantenere una certa
rigidità mi avrebbe aiutata di più. Sbagliavo?
Sì,
probabile. Peccato che in quel momento non me ne rendessi poi tanto
conto.
Quante dannate ore
mancano al diciassette Dicembre?...
Avrei dato tutto ciò che possedevo per evitare quel momento.
Quella traversata. La consapevolezza di trovare quegli sguardi a
destinazione. I mezzi sorrisi di circostanza. Gli abbracci di rito. Le
parole del caso. Ogni cosa, qualsiasi, in quel momento, per me sarebbe
sembrata sbagliata. Non perché non andasse fatta in quel
modo,
perché di certo non sarei stata io a cambiare le regole del
mondo. Si trattava più che altro di non volerne prendere
parte.
Che senso aveva? Ormai era finito tutto. Se ci fosse stata anche la
minima possibilità di combattere per qualcosa, se tutta
quella
trafila avesse dato dei risultati tangibili, io sarei stata la prima ad
affrontarla. Ma non era così. E questo la rendeva ancora
più inutile. Era da sciocchi voler per forza aggrapparsi a
qualcosa. Soprattutto quando quel qualcosa non esisteva più,
da
tempo.
Da esattamente due
anni...
E allora perché ci ostinavamo a farlo? Perché ero
lì, in quella camera, nel mio vestito nero, in attesa?
Aspettavo
forse di rassegnarmi all'idea? Aspettavo che qualcuno ponesse fine a
quella pagliacciata per me?
É inutile che
aspetti Bella... qui non succederà proprio niente...
Era da ipocriti. Sì, ecco cos'era. Era da schifosi ipocriti
andare a ricordare la scomparsa di qualcuno una volta all'anno, sempre
lo stesso giorno, sempre lo stesso maledetto sedici,
solo perché qualcuno ce lo aveva imposto. Era un
pò come
festeggiare l'amore soltanto il 14 Febbraio, o la famiglia, a Natale. I
valori, gli affetti, i ricordi, i sentimenti...
erano ben altro. Ci si poteva pensare in qualsiasi altro momento.
Qualsiasi altro. E sarebbe stato meglio. Ma non ora. Non quel giorno,
non in quella circostanza e soprattutto non il sedici.
Mi accorsi di stare tremando proprio nel momento in cui la porta della
mia camera si aprì leggermente e la testa di mio fratello
sbucò dal piccolo spazio
"Sei pronta?" mi chiese.
Respira Bella... respira
Santo Cielo...
Feci un segno affermativo con il capo, dopodiché mi alzai,
sistemai le pieghe inesistenti del vestito, sempre quello nero, e lo
raggiunsi.
"Sì Finn ho capito... certo non lo metto in dubbio...
logicamente... sì, ti credo..."
Continuavo a guardare mio padre muoversi da una parte all'altra della
cucina mentre discuteva al telefono con un collega, alle sette e trenta
del mattino. Dio, che noia fare il medico. Avrebbe mai trovato un
attimo di pace nella sua esistenza? Si sarebbe mai fermato?
Domanda retorica,
Edward...
Mi ero scioccamente illuso che, andando a vivere in uno sperduto
paesino dello stato di Washington, sarebbe andata meglio per lui. Che
avrebbe avuto meno da fare e più tempo da passare a casa.
Ma...
mi sbagliavo. Anzi, sembrava andare sempre peggio. Forse era proprio
perché, trattandosi di un paese così piccolo, di
medici
ce n'erano veramente pochi, soprattutto... così qualificati.
Ecco perché sgobbava più di quando eravamo a New
York.
Quindi, se mi fossi trovato a fare una sommatoria della sua situazione
in quel momento, avrei certamente affermato che, per il suo bene,
sarebbe stato meglio fare le valigie e tornare a New York.
Ma come cazzo parli
stamattina???...
"Buongiorno a tutti!" esordì Rosalie entrando in cucina, ma
alla
vista di nostro padre al telefono si tappò la bocca con la
mano
e gli chiese scusa. Lui per tutta risposta le sorrise e uscì
dalla cucina.
"Con chi sta parlando?" chiese lei prendendo posto accanto a me
"Se ho capito bene, credo si tratti di un suo collega che è
rimasto accidentalmente bloccato alle Hawaii mentre era in crociera con
la moglie... oggi sarebbe dovuto tornare per iniziare il suo turno e
ora sta chiedendo a vostro padre se può sostituirlo!" ci
spiegò nostra madre. Jasper, fermo davanti la macchinetta
del
caffè in attesa che questo uscisse, scoppiò a
ridere
"Accidentalmente?" ripeté
"Così sembra..." rispose lei sorridendo
"Piacerebbe anche a me rimanere bloccato accidentalmente
alle Hawaii per un paio di giorni in più!"
esclamò divertito
"Pensa se fosse rimasto in Alaska..." affermai io giocherellando con il
mio cornetto
"Fidati... se la sarebbe fatta a nuoto pur di tornare!" rispose Jasper
tornando a sedersi. In quel momento il mio cellulare prese a suonare.
Diedi un'occhiata distratta al display per controllare chi fosse e
sbuffai rifiutando con un gesto la chiamata. Lo sguardo di tutti i
presenti al tavolo saettò su di me.
"Chi era?" mi domandò Jasper con una strana espressione
divertita
"Fatti i cazzi tuoi!" sbottai
"Edward con queste parole..." mi riprese mamma sgranando gli occhi
"Non è colpa mia... è lui che si impiccia
sempre!" mi
giustificai alzandomi per riporre la tazza sporca nella lavastoviglie
"Ma io lo faccio per il tuo bene... non mi racconti mai niente della
tua vita privata!" rispose lui recitando la commedia
"E ti sei mai chiesto il perché?!" feci io guardandolo male.
Il mio telefono, rimasto accidentalmente
sul tavolo riprese a suonare. Fu come in uno di quei film di Jackie
Chan. Ci fu un'occhiata di fuoco tra me e Jasper dopodiché
fu
una vera e propria impresa a chi arrivò prima ad afferrare
il
mio Nokia. Ovviamente la sfortuna volle che la lavastoviglie era molto
più lontana di quanto avessi voluto.
"Jasper dammi quel telefono!" ordinai nervoso.
"Toh... è Kristen... scusa, carotino, perché non
rispondi... è la tua ragazza, no?" mi fece lui divertito
"Ti stacco la testa dal collo se non mi dai immediatamente quel
telefono!" sbottai allora cercando inutilmente di riprenderlo. Si
allontanò dal tavolo e fece la cosa che più di
tutte
avrebbe dovuto evitare.
"Sì... pronto?"
"Sei un morto che cammina!" sentenziai facendolo ridere.
"Oh ciao Kristen... no, no, sono Jasper... sì ciao!...
cerchi
Edward? Certo te lo passo..." mi porse il telefono e sorrise
"É
per te, Diddy!" afferrai il telefono incazzato nero, pronto a scaricare
con una scusa lei ed ammazzare in maniera macabra lui. Portai il Nokia
all'orecchio ma non sentii nulla. Intanto il sorriso di Jasper si era
trasformato in un ghigno sempre più grande.
Qui qualcosa non
quadra...
Diedi un'occhiata al display e trovai la chiave di violino che avevo
messo come salvaschermo.
Non ci posso credere...
questo brutto stronzo mi ha appena preso pesantemente per il culo?...
"Tu non hai risposto!" sbottai avvelenato. La sua risata mi
bastò come risposta.
"Sei uno spasso..." affermò tendendosi lo stomaco dal troppo
ridere
"Dai Jasper finiscila... non sei divertente!" lo riprese nostra madre
iniziando a sparecchiare
"Che succede qui?" domandò papà entrando in
cucina, finalmente libero dalle suppliche del suo collega vacanziere
"Ti do una notizia dell'ultima ora.. il tuo primogenito ha appena
acquistato il lasciapassare per il Campo Santo!" feci io, togliendo la
suoneria al telefono. Almeno avrei evitato un'altra lotta tribale.
"Ti è tornata la febbre?" chiese lui controllandogli la
fronte
"No... lo ammazzo io... con le mie mani!" spiegai
"Così violenti di prima mattina?" mi chiese allora
divertito,
tornando a sedersi a tavola dove era rimasto solo il suo
caffè,
ormai freddo.
"Coraggio ragazzi... andate altrimenti rischiate di fare tardi!" ci
riprese nostra madre preoccupata. Sospirai afflitto. Scuola...
uguale... Kristen... uguale... due rifiuti di chiamata nel giro di
cinque minuti... uguale... un milione di spiegazioni da dare.
"Ehm... io non vengo oggi a scuola!" esclamò Rosalie, che
per tutto quel tempo era rimasta in silenzio
"Perché?" domandò Jasper preoccupato
"Venerdì ho un compito di matematica è preferisco
rimanere a casa oggi per ripetere un pò..."
spiegò lei
tranquillamente
"Sicura?"
"Sì, sì... tranquilli andate pure!" fece lei
sorridendo.
Preferii non indagare oltre anche se mi era sembrato strano che
preferisse perdere una giornata di scuola, proprio lei che tra tutti e
tre era quella più diligente. Recuperato il cappotto e la
borsa
con i libri scendemmo in garage per recuperare la Volvo.
"Non ti è sembrato strano quello che ha detto Rosalie?" mi
domandò Jasper, seduto al mio fianco, mentre guidavo verso
la
scuola
"In effetti sì..." risposi accelerando appena per non
arrivare
davvero tardi "Se non voleva venire a scuola poteva inventarsene una
migliore...". Rimanemmo qualche istante in silenzio mentre le prime
case del paese apparivano in lontananza
"Accosta qui!" mi ordinò ad un certo punto
"Prego?"
"Fermati qui solo un attimo..." ripeté
"Jasper siamo già in ritardo, cosa vuoi fare?" domandai
confuso
"Solo un minuto Edward... soltanto un minuto... devo accertarmi di una
cosa!" spiegò risoluto. Sospirai frustrato e feci come mi
aveva
detto.
"E adesso che si fa?" domandai seccato. Mi sembrava di avere a che fare
con un bambino dell'asilo
"Rimani in silenzio e aguzza la vista!" rispose sporgendosi per
controllare la strada dietro di noi
"E cosa dovrei vedere, sentiamo..." stavo iniziando a stancarmi
"Che domande... una Bmw rossa!"
La chiesa era quasi del tutto piena. Parecchie persone conoscevano mia
madre e avevano voluto salutarla ancora una volta, presentandosi alla
messa quel giorno. Ed io lo apprezzavo molto. C'era ancora gente con un
pò di umanità al mondo.
Mi ritrovavo seduta nella prima fila di panche, tra Emmett e Jacob,
venuto lì con il padre, Billy, e sua sorella Rachel, accanto
alla quale era seduta Bella. Dall'altro lato c'era mio padre, con
alcuni suoi colleghi in divisa e un paio di suoi amici di pesca. Le
file dietro di noi erano piene di conoscenti, amici della mamma o di
semplici persone che si trovavano lì per caso, per onorare
il
ricordo di qualcuno.
E alla fine quel giorno era arrivato. E come avevo temuto aveva portato
con sè tanta di quella angoscia da togliermi il fiato. Mi
sentivo oppressa. Oppressa dall'interno e schiacciata da qualcosa di
enormemente più grande di me. Conoscevo quella sensazione.
Era
la stessa, da due anni a quella parte, che provavo ogni volta che
pensavo a lei. Ogni volta che mi rendevo conto di non averle mai detto
addio, ogni volta che mi rendevo conto di avere il disperato bisogno di
tornare indietro nel tempo e concedermi perlomeno un ultimo abbraccio,
le ultime lacrime e l'ultimo ti voglio bene alla donna più
importante, che mi aveva messa al mondo. Forse era per quello che
soffrivo così tanto. Ero cosciente del fatto di non essere
riuscita a dirle davvero addio come avrei voluto. Mi era stata portata
via con la forza e le cose strappate con violenza sono sempre quelle
che lasciano dentro il vuoto più grande.
Come un lampo mi tornò in mente quel giorno.
... Il giorno del suo
funerale.
Eravamo nella stessa chiesa e la maggior parte delle persone erano le
stesse che anche due anni dopo ci avevano raggiunte per ricordarla
ancora una volta. Non avevo mai pianto tanto come allora. Mi sentivo
vuota, priva di vita, priva di desiderio
di vita. Era come continuare a respirare per inerzia, la stessa che mi
aveva fatta alzare a metà messa, mi aveva fatta avvicinare
alla
bara marrone, sfiorarla appena e arrivare vicino al leggìo
per
dire qualcosa. Avevo guardato tutti i presenti. Mio fratello, rimasto
seduto mentre il resto della Chiesa era in piedi in silenzio. Bella,
appoggiata ad Angela Webber che cercava di farla calmare. Jacob che
stringeva la mano di Rebecca, tornata dalle Hawaii in occasione del
funerale. I nostri compagni di scuola, presenti in massa e schierati
nelle file di panche. Tutto il corpo di polizia ai lati della navata. E
mio padre. Fermo, impassibile, con gli occhi fissi davanti a
sè,
stando attento a non guardare neanche per sbaglio ciò che in
quel momento rimaneva tangibile della moglie. E provai odio. Odio puro.
Odio verso il mondo perché mi aveva portato via mia madre.
Odio
verso tutta quella gente che si fingeva triste ma non avrebbe mai
potuto capire cosa provassi davvero. Odio verso i miei fratelli che
erano troppo impegnati a soffrire per rendersi conto di come stessi io.
Odio verso mio padre che era ancora vivo, mentre mia madre, la mia
unica ragione di vita, non c'era più. E forse fu proprio
quell'odio a darmi la forza di parlare. Fu quell'odio a suggerirmi le
parole. Quell'odio che forse covavo da tanto. E che senza rendermene
conto aveva fomentato la mia repulsione per l'esterno. Mi era stato
portato via tutto. E più parlavo, più mi rendevo
conto di
non volerlo fare. Più parlavo più capivo di dover
immediatamente uscire da lì e fare la prima cavolata che mi
veniva in mente, anche la più stupida. Dovevo farla per
darmi un
briciolo di speranza. Un briciolo di vita ...
Ma quel giorno non feci nulla. Mi limitai a finire il mio discorso,
asciugarmi l'ultima lacrima, e tornarmene a posto con lo sguardo vacuo
e il cuore praticamente immobile nel petto. Non urlai, non dissi altro,
non piansi più neanche una piccola lacrima. Mi vergognai
perfino
di tutto quell'odio provato. Soprattutto verso i miei amici e verso
Emmett e Bella, forse gli unici a soffrire davvero quanto me. Certo,
per mio padre la situazione non era cambiata poi tanto,
però,
perlomeno smisi di volerlo morto. Almeno per poco. Certo, due anni
dopo, non nascondevo che il dolore era appena attenuato ma... due anni
erano ancora troppo pochi per poter dire di aver dimenticato tutto. Non
che io avessi la minima intenzione di farlo. Anzi, ringraziavo il
cielo ogni giorno per darmi la possibilità di riuscire
ancora a
ricordare perfettamente il suo viso. Però... avrei dato
qualunque cosa per non soffrire più, per trovare il modo per
mostrarmi al mondo senza la minima paura di farlo troppo o nel mondo
sbagliato. E sentivo, stando seduta in quella chiesa, un desiderio
quasi opprimente di stringere la mano di qualcuno e chiudere gli occhi.
Illudendomi per un istante di poter davvero desiderare di vivere
ancora.
Una
strana voce dentro di me mi stava continuando a dire di rimanere
lì ed aspettare perché da un momento all'altro
avrei
ottenuto una risposta. Me lo sentivo che c'era qualcosa che non andava
e ne avrei avuto la conferma, bastava un pò di pazienza.
"Ti informo che mi
hai appena fatto perdere un'importante lezione di
letteratura americana... per colpa tua sarò costretto a
chiedere
gli appunti a qualcuno!" esclamò seccato Edward,
tamburellando
nervosamente le dita sul volante
"Sì,
effettivamente è una vera tragedia!" lo
canzonai
"La cosa che mi fa
imbestialire di più di tutta questa
storia
è che se avessi avuto voglia di fare festa oggi, potevi
uscire
con la tua macchina o rimanertene direttamente a casa con tua
sorella..." disse sempre più infastidito. Stavo giusto per
rispondergli di rimanersene zitto perché iniziavo a non
sopportarlo più, ma qualcosa che si avvicinava a noi mi fece
fermare
"Sei proprio
sicuro che Rosalie sia rimasta a casa?" gli domandai. Mi
guardò confuso e fece per rispondermi ma una macchia rossa
che
procedeva spedita verso il paese lo interruppe
"Ma... quella..."
Sorrisi
soddisfatto della mia intuizione esatta e gli indicai la strada
davanti a noi
"Coraggio seguila,
altrimenti la perdiamo!" esclamai, rimettendomi la
cinta. Mii guardò stralunato ma non disse nulla,
limitandosi,
stranamente, a fare ciò che gli avevo detto. Fu difficile
stare
dietro quella macchina rossa che sfrecciava verso l'interno del paese.
Girava, accelerava, frenava all'improvviso. Anche senza vedere in
faccia il conducente avrei capito di chi si trattasse. Mia sorella non
aveva mai brillato per la sua guida. Era spericolata e parecchie volte
perfino un pò incosciente e in quel momento me ne stava
dando
ulteriore conferma. Temevo che un giorno di questi si sarebbe
schiantata da qualche parte.
"Ma dove diavolo
sta andando così di corsa?" chiese Edward
continuando ad accelerare. Non ne avevo idea. Non era da lei
comportarsi in quel modo. Cosa principale era ovvio, ormai, che ci
avesse mentito. Probabilmente aveva aspettato che sia mamma che
papà fossero usciti per scendere in paese per andare
chissà dove. Che stesse architettando qualcosa? La cosa mi
preoccupava parecchio.
Rimanemmo in
attesa e alle sue spalle per dieci minuti buoni
finché non si fermò davanti ad una chiesa.
Parcheggiò l'auto in uno spazio vuoto e si
precipitò
all'interno, senza accorgersi minimamente della nostra presenza.
"Che cosa ci
è venuta a fare qui?" domandò
Edward parcheggiando poco più distante. Una chiesa? Cosa ci
faceva mia sorella in una chiesa? Proprio lei che, più di
tutti
in casa non aveva la minima fiducia in quel genere di istituzioni.
Proprio lei che non si era neppure mai cresimata. Doveva davvero essere
successo qualcosa se si era decisa ad entrarci. Mentre ero immerso nei
miei pensieri la voce di mio fratello mi riportò
all'attenzione.
"Ma quella non
è la Jeep di Emmett?" chiese sorpreso. La
individuai quasi subito. Era parcheggiata quasi accanto alla scalinata
di ingresso della chiesa e poco più distante intravidi una
fila
di macchine della polizia. La macchina di Emmett qui? Le volanti della
polizia? Rosalie in chiesa?
Poi come un
fulmine mi arrivò l'illuminazione
"Ma certo... come
ho fatto a non pensarci!" mormorai dandomi del
coglione galattico
"A cosa?" mi
domandò Edward confuso. Ma io non risposi
neppure.
Scesi dall'auto e, dopo circa sei anni che non lo facevo, entrai anche
io in quella chiesa.
La messa era
appena finita e tutti quelli che, in religioso silenzio
avevano partecipato, stavano lentamente fluendo verso l'uscita. Rimasi
seduto nella mia panca marrone ancora qualche minuto prima di decidermi
ad alzarmi. Mi sforzai di sorridere a Jacob che mi diede una pacca
sulla spalla passando, e lanciai uno sguardo verso la gente che stava
uscendo. Bella stava parlando con il nostro vicino di casa, qualche
panca più dietro, mentre Alice era sparita dalla mia
visuale.
Probabilmente si era dileguata prima di farsi vedere da qualcuno in
lacrime.
Ora
che ci penso... ne avrei bisogno anche io in questo momento...
Ad un certo punto
incrociai uno sguardo. Uno sguardo diverso. Che mi
scrutava a sua volta e che conobbi all'istante. Con una strana
agitazione al cuore la raggiunsi, quasi correndo, evitando di far
cadere un paio di persone nel mio ridicolo slalom. Mi ritrovai poco
dopo di fronte a lei, che continuava a guardarmi.
"Ciao..."
mormorò a disagio, accennando un sorriso
"Che.. che ci fai
qui?" domandai confuso. Era di sicuro l'ultima
persona che pensavo di trovare lì, quel giorno. Per cui ero
visibilmente turbato. Non sapevo se contento, però, di certo
turbato.
"Sono qui per
te..." rispose come se fosse la cosa più ovvia
del
mondo. Mi lasciai andare ad un lungo sospiro, che ebbe la forza di
rilassarmi all'istante
"Non ce n'era...
bisogno..." feci io seguendo con lo sguardo due
poliziotti, colleghi di mio padre, uscire dalla chiesa
"Sì,
invece... sei tu ad aver bisogno di me..."
affermò
avvicinandosi e afferrandomi una mano. La guardai stranito. Dopo il
nostro ultimo incontro non avrei di certo immaginato che fosse lei
stessa a tornare da me. Mi ero sentito un cretino a rivelarle tutte
quelle cose e avevo avuto paura di perderla. O forse l'avevo persa
davvero e non me ne rendevo ancora conto. Eppure... lei era
lì,
per me, in carne ed ossa. Potevo sentirla, sentivo il calore che
irradiava la sua mano, il semplice contatto che aveva instaurato lei
stessa. E allora perché non mi sentivo per niente
tranquillo?
Perché non riuscivo a sorriderle e a dirle che le ero grato
per
essere lì, con me?
Forse
perché
non lo sono... affatto...
"Te lo ripeto...
non ce n'era bisogno..." mormorai con una strana voce,
liberandomi della sua stretta. Mi guardò confusa e
amareggiata.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito dopo.
Non
sapevo perché stavo reagendo in quel modo. Avrei dovuto
ringraziare il cielo per averla di nuovo accanto a me dopo quello che
era successo. Avrei dovuto abbracciarla forte e magari rilassarmi con
il suo calore. Avrei dovuto prenderla per mano e portarla via da
lì. E forse, cosa più importante, avrei dovuto
evitare di
incrociare quegli occhi azzurri, così simili ai suoi, in
quella
chiesa, quel giorno.
"Che ci fa lui
qui?" dicevo sempre le stesse cose, nonostante avessi
cambiato soggetto. Ma quella volta mi era montata su una rabbia
indescrivibile. Tutto potevo sopportare, ma non che Jasper Cullen fosse
lì, nella stessa struttura che aveva ospitato per l'ultima
volta
mia madre.
Rosalie, confusa e
agitata, si voltò per controllare chi ci
fosse dietro di noi, a scrutarci attento, e strabuzzò gli
occhi
scioccata
"Jasper..."
mormorò. Lo vidi sospirare, anche se da lontano.
Volevo ucciderlo. Ecco cosa volevo fare. Avevo sempre voluto farlo, dal
primo momento in cui lo avevo visto mettere piede alla riserva e in
quel momento mi resi conto di essere sempre più vicino al
momento più nero di me. Mi avrebbero internato. E avrebbero
senza dubbio gettato via la chiave. Eppure c'era qualcosa... una forza
molto più profonda che mi fece muovere le gambe, in assoluto
silenzio e camminare fino all'uscita. Passai accanto a Jasper, quasi lo
sfiorai, ma nessuno dei due fece niente. Io mi limitai ad uscire dalla
chiesa e lui rimase fermo, con lo sguardo verso la navata. Sentivo
quella bruttissima sensazione che si avverte poco prima delle lacrime.
Sentivo il nodo risalirmi in gola e la testa pesante. Gridare e
sfogarsi fisicamente su qualcuno non avrebbe avuto senso né
effetto quella volta. Avevo solo bisogno di piangere. Semplicemente.
Avanzai verso la
Jeep e misi in moto, ignorando il fatto che forse
avrei dovuto aspettare le mie sorelle. Al diavolo, se c'era Jasper, ci
sarebbe stato anche Edward. Che le accompagnassero loro se ci tenevano
tanto. Volevo smettere di essere il fratello rompicoglioni e ritornare
ad essere per una volta solo Emmett. Emmett un pò egoista,
sì, ma pur sempre me stesso. Se gli altri avessero avuto
bisogno
di me si sarebbero dovuti arrangiare.
E
a fanculo tutto...
Mi resi conto
troppo tardi di correre un pò troppo, quando
vidi
una macchina attraversare l'incrocio davanti a me. Inchiodai e per
effettivo miracolo evitai l'impatto. Per fortuna la Jeep era pesante e
stabile, altrimenti mi sarei catapultato fuori dal finestrino con quel
rinculo. Mi ritrovai a tremare sul sedile, mentre l'eco del clacson
della macchina che avevo evitato, mi risuonava ancora nelle orecchie.
Era un'esperienza extra-corporea quella che stavo vivendo, una di
quelle in cui, probabilmente io non avevo appena rischiato di morire
sul colpo in un incidente. Sì, era senza dubbio
così.
Me ne stavo ancora
in macchina, immobile nel mio sedile cercando di
scacciare la paura della morte sfiorata, quando sentii un rumore
insistente al vetro del mio finestrino.
Mi sentivo uno
schifo. Come mai mi ero sentita prima. Ero partita da
casa con le migliori intenzioni, credendo di fare qualcosa di buono per
qualcuno che amavo - sì, perché era di quello che
si
trattava - eppure mi sentivo uno schifo. Niente era andato come avevo
immaginato. Emmett non era rimasto per niente contento della mia
improvvisata e per giunta, a complicare la situazione, si erano messi
Edward e Jasper che, non fidandosi di me, avevano deciso di seguirmi.
Mi sentivo così cretina in quel momento. Possibile che non
avessi la facoltà di fare qualcosa da sola, senza ritrovarmi
loro due attaccati alle spalle come delle ombre?
Non seppi se a
torto o a ragione, ma me la presi con il primo
malcapitato che avevo sotto tiro.
"Cosa ti
è saltato in mente, eh?... Me lo spieghi?" ero
infuriata, profondamente infuriata. Ancora una volta avevano - aveva -
rovinato tutto. Mio fratello mi guardò stranito per poi
deglutire e osservare due signore che si erano girate verso di noi,
attirate dal mio tono alto di voce
"Volevo soltanto
sapere perché avessi inventato quella scusa
stamattina per non venire a scuola..." si giustificò lui a
disagio
"Ma cosa ti ha
detto il cervello? Come facevi a sapere che si trattava
di una scusa?" stavo alzando troppo la voce, forse, ma non mi
interessava minimamente.
"Non lo so...
però... non mi sono sbagliato a quanto pare!"
fece lui in un'alzata di spalle
"E non ti
è passato per la mente per un attimo che si
trattasse
di qualcosa di importante e che, se non vi avevo detto nulla era
semplicemente perché non volevo vedervi qui oggi?" urlai,
facendo girare un gruppo di poliziotti in divisa che si stavano
avvicinando alle volanti parcheggiate. Uno di loro ci guardò
attentamente, ma ero troppo impegnata a sfogarmi con Jasper per dargli
importanza
"Abbassa la voce,
dannazione..." mormorò lui.
"Non sei nella
condizione di dirmi cosa fare e cosa no!" lo ripresi, in
un sibilo minaccioso. Ero stanca, nervosa, avevo voglia di scappare, di
prendere a schiaffi mio fratello, urlare - anche se lo stavo
già
facendo - piangere, sbattere i piedi per terra. Ma mi sentivo
impotente. E prima di scoppiare davvero a piangere per la frustrazione
davanti a tutti, girai i tacchi e mi diressi verso la mia Bmw. Mi
sentii afferrare per un braccio e non ci fu bisogno di girarmi per
capire chi fosse
"Rose, aspetta...
dammi solo un momento..." mi implorò. Con
uno
strattone mi liberai della sua presa e inchiodai i miei occhi nei suoi.
"Te ne ho dato fin
troppo di tempo, Jasper... quindi lasciami stare..."
e feci di nuovo per andarmene, ma prima volli aggiungere un'ultima cosa
che mi premeva disperata in gola per uscire, così mormorai
"E prega che non
succeda ciò che io temo, prega
perché io
non lo perda... altrimenti, sappilo, che non te lo perdonerò
mai!" e lo lasciai lì, senza dargli la
possibilità di
replicare.
Mi ero resa conto
di aver dato fin troppo spettacolo in quella
piazzetta antistante la chiesa, ma in quel momento avevo solo un
pensiero fisso che mi angosciava: Emmett. Dovevo trovarlo. Dovevo
vederlo e parlare con lui. Altrimenti sarei impazzita.
Mi addentrai per
le strade cittadine, scrutando ogni millimetro di
asfalto alla ricerca della sua macchina. Non mi ero resa neppure conto
di aver iniziato a piangere. Così, da sola. E non feci
neppure
niente per evitare che accadesse. Le lacrime scendevano e io continuavo
a guidare e a pregare di trovarlo.
Ad un certo punto
un rumore di frenata mi fece sobbalzare e mi accorsi
con la coda dell'occhio di quello che stava succedendo alla mia destra,
ad un incrocio poco distante. Una macchina nera, abbastanza voluminosa
aveva inchiodato, per evitare l'impatto con una monovolume bianca che
aveva suonato il clacson come impazzita, procedendo dritta per la sua
strada. Sgranai gli occhi, come folgorata e sterzai di colpo, senza far
alcun danno per fortuna. Raggiunsi l'auto che si era bloccata al centro
dell'incrocio e accostai ad un lato della strada.
Scesi, quasi di
corsa, sperando con tutto il cuore che ciò
che
più temevo in quel momento fosse solo un incubo. Sentii
tutto il
sollievo invadermi nel momento in cui guardai all'interno della Jeep e
lo trovai fermo, con gli occhi serrati, fortunatamente indenne. Bussai
come una forsennata al finestrino e attirai quasi subito la sua
attenzione. In un primo momento mi guardò stranito, forse
indeciso se ingranare la marcia e ripartire, ma passò
subito,
perché si slacciò la cinta, aprì lo
sportello e
scese dall'auto, tutto senza mai abbandonare i miei occhi. Mi ritrovai
a trattenere il respiro e realizzai solo in quel momento che era vivo,
fortunatamente vivo e che era in piedi di fronte a me. Dimenticai in un
istante tutto quanto: come mi aveva accolta in chiesa, cosa era
successo con Jasper, la nostra discussione, il suo quasi incidente...
tutto! E mi buttai tra le sue braccia, ancora con le lacrime agli occhi
e tremando come una sciocca. Era vivo, grazie a Dio. Ed era
lì.
E cosa più importante, invece di scacciarmi come aveva fatto
prima, mi strinse forte a sé, affondando il viso nei miei
capelli.
É
vivo...
é vivo... é vivo...
Avvertii
un singhiozzo e un goffo tentativo di trattenerlo
da
parte sua e, meravigliata, mi accorsi che stava piangendo. Come me.
"Emmett..." lo
chiamai, sempre con il viso nascosto nel suo petto
"Stai... piangendo?" ero sorpresa e agitata allo stesso tempo. La
stretta si fece più forte
"Lo stai facendo
anche tu..." mi fece notare in un sussurro. Il suo
controllo sulla voce era notevolmente superiore al mio. Sorrisi,
stupidamente.
"Siamo due
sciocchi..." bisbigliai. Lo sentii ridacchiare e lasciarmi
un bacio sulla testa. Solo allora osai alzare lo sguardo. Aveva gli
occhi lucidi, ma era pur sempre bello da morire. Portò le
mani
sulle mie guance e le accarezzò dolcemente, continuando a
guardarmi. Dopodiché si abbassò appena per
poggiare le
labbra sulla mia fronte e lasciarvi un morbido bacio.
"Perdonami..."
sussurrò ad un millimetro dalla mia pelle.
Scossi
la testa, avvertendo un brivido attraversarmi tutta la schiena
"Non hai niente di
cui farti perdonare" risposi alzando gli occhi verso
i suoi. Ne lessi tutta la stanchezza e la frustrazione che mi
immaginavo di trovarvi. Stava soffrendo come un cane ma non lo avrebbe
mai ammesso. Eppure sentivo che aveva un disperato bisogno di sfogarsi
ed io ne avevo altrettanto che lo facesse con me. Mi sollevai sulle
punte, nonostante i tacchi, e gli sfiorai le labbra con le mie.
"Andiamo via di
qui, ti va?" e senza rispondermi, mi strinse la mano e
mi guidò verso la Jeep, uscita incolume insieme al
proprietario
da un bruttissimo incidente.
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Capitolo 38 *** Un modo per reagire al dolore ***
Capitolo 39
Salve
a tutti. Come promesso rieccomi ad aggiornare, nonostante, come temevo,
non ho trovato quasi nessuno ad accogliermi :(... da una parte me lo
aspettavo... cosa credevo di ottenere dopo aver lasciato trascorrere
tutto qst tempo? Era normale che voi vi stancaste e la cosa la capisco
perfettamente nonostante mi dispiaccia molto... io però
continuo ad aggiornare per quei tantissimi lettori silenziosi e per
quelli che, come Alice cullenhales nlgdr e Sayuri_88 hanno lasciato
traccia del loro passaggio. Vi ringrazio profondamente e spero
continuiate a seguirmi... Bene, prima di tutto specifico che i capitoli
a seguire saranno la continuazione di quel famoso 16 Dicembre,
ovviamente incentrati più nello specifico per i vari
personaggi. Purtroppo al dolore ognuno reagisce diversamente.
C'è chi come Bella si autoconvince di non averne bisogno (e
magari fa anche qualche sciocchezza... come vedrete ^^) e altri che
invece... mmmm... devo stare zitta!!! XD beh, cari, buona lettura e se
vorrete... fatemi sapere le vostre idee tramite un commentino...
ciaooooo
p.s.
Vi lascio i link dei vestiti che poi sono gli stessi dello scorso
capitolo ma che mi sono dimenticata di aggiungere iniziando con Bella
ed Edward! ^^
Abbigliamento
Bella
Abbigliamento
Edward
"Ti rinnovo le mie più
sincere condoglianze, cara... per qualsiasi cosa, sappi che sono
disponibile..." mi ripeté la mia vicina di casa,
profondamente
addolorata. Con un sorriso di circostanza, finto come Giuda, la
ringraziai, e con una scusa banale, mi allontanai guadagnando l'uscita
e finalmente respirando aria nuova. Ancora due minuti e sarei morta.
Avevo fatto uno sforzo sovrumano a rimanere lì per tutto
quel
tempo e ora che era tutto finito era come se uno strato di angoscia mi
stesse lentamente ricoprendo. E mi sentivo soffocare.
E mi resi conto ben presto che neppure il vento di Dicembre era in
grado di farmi stare meglio. Forse era perché si trattava
ancora
di Dicembre, ancora quel maledetto Dicembre con il suo ancora
più maledetto sedici. O forse
ero io che avevo bisogno di evadere, mente e corpo da tutto quello
schifo.
Lanciai uno sguardo veloce alla ricerca di Emmett o di Alice ma non
trovai nessuno dei due. Anzi... neppure la Jeep era più nel
parcheggio. Che mio fratello avesse deciso di mollarmi lì,
infliggendomi quella tortura? No, non ci potevo credere. Lo sapeva,
dannazione, quanto io odiassi quel posto. Sapeva che non resistevo.
Sapeva che dovevo allontanarmi prima di impazzire. Sapeva... eppure non
c'era.
"Bella..." una voce e un tocco sulla spalla mi arrivarono in
contemporanea da dietro. Mi girai di scatto, presa in contropiede e
rimasi quasi scioccata da ciò che trovai. Ecco che la mancanza
di ossigeno inizia a crearmi problemi...
"Bella... tutto bene?" mi domandò, ma io lo ignorai.
Continuavo
a guardarlo stranita, cercando di realizzare il momento in cui ero
svenuta e avevo sbattuto la testa iniziando a sognare. Realizzai che si
trattava della realtà solo quando la sua presa, spostatasi
al
braccio, si fece più intensa e mi scosse appena
"Cos'hai?... Ti senti male?"
"Edward... cosa..." deglutii, rendendomi conto di parlare con una voce
non del tutto mia "Cosa ci fai... qui?" mi guardò
imbarazzato,
passandosi una mano tra i capelli
"Ehm... è una storia un pò lunga... diciamo che
la colpa
o il merito è diviso al cinquanta percento tra Jasper e
Rosalie..." e sorrise. Era strano vederlo lì,
così a
disagio davanti a me. Ero alla ricerca di mio fratello e tutto mi sarei
aspettata, tranne che trovarmi Edward Cullen alle spalle. Eppure... non
ero minimamente infastidita o a disagio. E senza accorgermi avevo
perfino iniziato a respirare meglio. Guardai Edward sorpresa e confusa
allo stesso tempo e una strana sensazione mi pervase all'istante. Ecco
cosa volevo... sentirmi diversa, quel giorno, almeno quel giorno, e per
farlo dovevo sorprendere me stessa e gli altri. E forse mi sarei
sentita meno uno schifo.
Colta da questa consapevolezza, agii d'istinto cogliendolo in
contropiede
"Hai la macchina?"
"C-come?" si prese qualche istante per metabolizzare,
dopodiché,
quasi per accertarsi di ciò che stava dicendo,
lanciò uno
sguardo alle mie spalle, dove forse trovò ciò che
cercava
perché mi rispose "Certo... perché me lo chiedi?"
possibile che fosse spaventato? Ma da cosa?
Forse da me e dal fatto
che non sa bene come prendere questo mio
improvviso cambiamento nei suoi confronti... Sulla spiaggia l'ho
aggredito. Adesso gli do perfino a parlare... La cosa peggiore
è
ciò che sto per chiedergli...
"Portami con te... da qualche parte!" risposi risoluta
"Eh?..." lui sempre più confuso, forse stava decidendo se
fosse il caso o meno di mandarmi al diavolo "D-dove...?"
"Non importa dove... va bene qualsiasi posto..." avevo pensato solo al
viaggio e non alla destinazione sinceramente. Mi guardò,
ancora
confuso, ma senza dire nulla si avviò verso la sua Volvo ed
io
lo seguii a ruota domandandomi per l'ultima volta se non stessi facendo
l'ennesima cazzata e rispondendomi allo stesso momento e con lo stesso
tono risoluto che avevo usato con Edward, che, dopo una giornata di
recita come quella, giocare ancora in un ruolo che non era il mio, male
non mi
avrebbe mai fatto.
Non sapevo quale strana forza mi stesse telecomandando in quel momento.
Cosa mi stava dicendo la mia testa e cosa invece mi stava urlando il
cuore. Sapevo soltanto che la mia Volvo, ovviamente guidata dal
sottoscritto, procedeva spedita, senza una meta, per le strade di
Forks. Vista la scarsa grandezza del luogo, mi toccò passare
dallo stesso incrocio per ben tre volte e sorpassare per due un
furgoncino bianco che si ostinava a circolare a dodici Km/h. Stavo
semplicemente sprecando benzina, ma non mi sembrava il caso di
puntualizzare in quel momento.
Bella se ne stava seduta, nel sedile accanto al mio, in silenzio ad
osservare, senza espressione, il paesaggio monotono e ripetitivo che
scorreva fuori. Forse non si accorse neppure che per la quarta volta
stavo attraversando il famoso incrocio. Nel farlo mi scappò
una
risata
"Perché ridi?" la sua voce mi arrivò quasi subito
e mi
fece uno strano effetto. Abbandonai la strada per pochi secondi per
guardarla negli occhi e le sorrisi, come un idiota
"No, niente... non farci caso..." sminuii la cosa con un'alzata di
spalle. Come avevo già detto, non mi sembrava il caso di
puntualizzare. Lei tornò al suo paesaggio ed io alla mia
guida.
Non era la solita Bella, quella che si trovava in macchina con me, lo
avevo capito. E sinceramente non mi servivano poi tante spiegazioni.
Era chiaro che l'aver celebrato l'anniversario per la morte di una
madre - come mi aveva informato Jasper in chiesa - non era una bella
cosa. E lei stava male per quello. Si vedeva. Le si leggeva in viso. Se
fosse capitato a me, sarei impazzito.
Voleva dimostrarsi forte e probabilmente non era la tipa da lacrime o
sfoghi improvvisi. Nonostante quella volta, a casa sua mi avesse
dimostrato il contrario. Ma mi ero dato una spiegazione logica per
quella situazione. Io mi ero semplicemente trovato nel luogo sbagliato
al momento sbagliato e lei, colta nel suo momento di debolezza l'unica
cosa che aveva potuto fare, era stata lasciarsi andare con qualcuno che
non conosceva piuttosto che farlo con sua sorella o suo fratello. Ero
stato fortunato, diciamo così. E non mi ritenevo
così
presuntuoso da affermare che mi sarebbe capitato l'onore una seconda
volta. Non ero la persona più adatta, soprattutto dopo
quello
che era successo e quello che ci eravamo detti. La nostra situazione
poteva ritenersi in stand-by e la colpa era solo mia. Continuavo a
rimuginare su una questione assurda che a conti fatti avevo
già
risolto da tempo nella mia mente ma che, la mia volontà,
rifiutava di accettare. Non volevo fare del male a Kristen, ma
contemporaneamente ne facevo molto di più a Bella.
Per mettere a tacere un pò la mia coscienza - che ormai
aveva
preso vita propria e soggiornava temporaneamente nel primo cassetto del
mio comodino - avevo evitato altre situazioni "scomode" con Kristen.
Là dove per situazioni scomode intendevo qualsiasi contatto
intimo con lei, ovvero niente sesso! Avevo ceduto alla tentazione una
volta, la prima, poi basta. E nonostante lei mi avesse lanciato chiari
segnali di aver apprezzato la nostra performance e di volerla ripetere,
io molto elegantemente avevo rifiutato. Della serie... anche i ragazzi
possono avere le loro "cose.... da fare".
"Edward..." ad un tratto mi sentii chiamare e rallentai appena per
poterle offrire la mia attenzione
"Dimmi!"
"Puoi... portarmi a casa?" mi domandò, con lo sguardo basso,
torturandosi le pieghe del vestito. Rimasi alquanto deluso dalla sua
richiesta e non mi vergogno a dirlo. Speravo che mi chiedesse di
portarla ovunque, tranne che a casa. Sì, insomma... pensavo
che
la sua idea di viaggio fosse diversa. Magari ci sarebbe stata bene una
gita a Port Angeles, o perfino una scappata a Seattle, dopo aver fatto
benzina ovviamente. L'avrei portata in capo al mondo, pur di soddisfare
la sua richiesta. E per questo rimasi male. Per questo strinsi forte il
volante tra le mani. Per questo non le risposi, limitandomi ad
accelerare per portarla a casa. E per farlo ripassai ancora per
quell'incrocio e, ironia della sorte, quella volta non mi venne neppure
da ridere.
Fermai la macchina proprio di fronte al vialetto. La casa da
fuori sembrava vuota. Probabilmente i suoi parenti erano ancora in
chiesa o avevano deciso di scendere fino al cimitero per un saluto alla
donna. A Bella la cosa, parve non sorprenderla più di tanto.
Rimanemmo in silenzio per un sacco di tempo. Spensi il motore per non
consumare altro carburante. Ne avevo sprecato fin troppo quel giorno.
Sì, sono
nervoso, cazzo... e ne ho tutti i motivi...
Se non si fosse decisa a parlare entro dieci secondi l'avrei cacciata a
calci dalla MIA macchina, avrei ingranato la marcia e avrei percorso la
strada verso casa, finendo di consumare gli ultimi litri rimasti nel
serbatoio.
Ma diavolo... vuoi
mettere la soddisfazione...
"Edward... posso... chiederti un favore?" mi domandò allora.
Abbandonai i miei pensieri allucinati per concentrarmi su quello che mi
aveva detto
Dille di no... prenditi
la tua rivincita...
"Certo!"
Sei un coniglio...
"Potresti... venire con me?" e alzò lo sguardo "In casa,
intendo... ti piacerebbe... entrare?" e per la seconda volta in dieci
minuti rimasi senza parole. Che cavolo mi stava succedendo? Io, il mago
delle parole e dei bei discorsi, non riuscivo neppure ad aprire bocca?
"A... ad-desso?" domandai stupidamente
"Sì... sempre se ti va..."
Mi va?... beh io direi
di sì...
"D'accordo... allora parcheggio!" lei annuì e scese dalla
macchina per avvicinarsi alla porta d'ingresso. Lasciai la Volvo poco
più avanti, in mezzo ad una specie di giardino, senza
neppure
chiedermi se si trattasse di propriertà privata o di suolo
demaniale. Ero troppo preso dalla fretta di raggiungerla. Mi aveva
invitato ad entrare. Ed io avevo detto di sì, anche se a
fatica.
Mi importava solo questo.
La porta d'ingresso era aperta, come lei l'aveva lasciata e me la
richiusi alle spalle una volta varcata la soglia. La casa era identica
a come l'avevo lasciata il giorno in cui mi ero fermato a dormire. Solo
più... vuota. C'era un silenzio surreale. E perfino io che
non
c'entravo nulla con quella morte, ne avvertivo, in quel momento, il
peso addosso. Non me ne ero accorto la prima volta ma, le pareti di
quella casa urlavano il nome di quella donna che non c'era
più e
che aveva lasciato, ormai soli, tre splendidi figli.
"Ti posso offrire qualcosa da bere?" domandai, più che altro
per
educazione, mentre mi versavo in un bicchiere vuoto un pò
d'acqua fresca. La sua voce mi giunse alle spalle
"No ti ringrazio... sto bene così!" mi rispose educatamente.
Mandai giù un lungo sorso d'acqua e posai il bicchiere nel
lavandino. Lo avrei lavato più tardi. Avevo altro a cui
pensare
in quel momento e riguardava tutto la persona che era con me. Mi girai
a guardarlo e lo sorpresi rivolto verso il soggiorno, intendo a
contemplare chissà cosa. Mi avvicinai senza essere vista e
mi
fermai a mezzo passo da lui. Mi arrivò alle narici il suo
profumo, lo stesso che aveva ogni volta, quello del bosco. Era un
abitudinario. Io ne avevo almeno tre che alternavo. A seconda di come
mi sentivo la mattina.
"Sai... mi ha fatto uno strano effetto trovarti fuori la chiesa
oggi..." esclamai in un sussurro, facendolo quasi saltare sul posto. Di
certo non si aspettava di trovarmi così vicina. Mi
guardò
in maniera strana e si prese qualche secondo di troppo per rispondermi.
Però notai distintamente il suo leggero movimento verso la
porta, per allontanarsi appena.
"Ah... sì?" tutto questo tempo per rispondere, e sai dirmi
solo questo?
"Sì... però sto ancora decidendo se la cosa mi
abbia fatto piacere
oppure no..." mormorai, avvicinandomi ancora. Avevo nella mia mente un
piano - in modo astratto ovviamente - e stavo provando a mantenere la
realtà più fedele possibile all'immaginazione.
Tanta
teoria e poca pratica. Il fatto che volessi provarci proprio in
quell'occasione era pienamente discutibile. Il fatto che volessi
provarci con lui... beh, quello era pienamente comprensibile.
"Posso azzardare una risposta?" mi fece lui, assottigliando lo sguardo.
Sbaglio o la sua voce si
è abbassata di qualche tono?...
"Prego... fai pure..." ormai eravamo praticamente attaccati. Fermi
nella cucina, a sfiorarci involontariamente con tutto il
corpo. Piacevole sensazione, a dir poco.
"Io credo..." fece una pausa ad effetto "Credo che tu mi abbia appena
rifilato una cazzata... credo che la prima cosa che hai pensato
vedendomi sia stata di mandarmi al diavolo e... credo, inoltre, e non
ritengo di sbagliare, che tu mi abbia fatto venire qui per mettere in
chiaro definitivamente le cose tra noi..."
Quando fa il filosofo
è ancora più bello...
"Però... hai un'idea chiara su tutto..." affermai piegando
la
testa di lato "Tuttavia temo di doverti contraddire su un paio di
punti!" mi guardò sorpreso ma non disse nulla, evidentemente
attendeva che io ratificassi.
"Prima di tutto... io non dico mai cazzate... ormai dovresti saperlo!"
frecciatina volontaria.
Se vuole capirla,
è bene... altrimenti... è lo stesso...
"Osservazione passabile... vai avanti!"
"Seconda cosa... non è propriamente vero quello che hai
detto...
non volevo mandarti al diavolo quando ti ho trovato davanti la
chiesa... ero sorpresa... positivamente intendo!"
"Ah... vedo che ormai hai deciso!" mi fece notare divertito
"Sì... ho deciso!" ci stavamo provocando a vicenda. E anche
lui,
dopo un iniziale momento di confusione aveva preso il ritmo.
Bene...
"E...." iniziai lasciando volutamente la frase in sospeso. Poggiai le
mani sulle sue braccia e le trovai tese. Era agitato, ne avevo appena
avuto la prova.
"Cosa?" mi domandò cauto. C'era tensione, perfetto. Era
l'atmosfera ideale per ciò che avevo in mente. Speravo solo
che
anche lui viaggiasse sulla mia stessa lunghezza d'onda.
"L'ultima cosa che hai sbagliato è il motivo per cui ti ho
fatto
venire qui... non per sminuirti, ma ho deciso che non me ne frega
niente
di risolvere questa situazione, né oggi, né
domani,
né tra due anni... non ha senso..." lo vidi agitarsi appena,
così mi avvicinai ancora, aderendo quasi completamente con
il
corpo al suo. Ne ricevetti una scarica elettrica impressionante.
"L'unica cosa di cui sono sicura è che... nonostante tutto,
nonostante Kristen... tu mi piaci... e anche tanto!" era la prima volta
che dicevo una cosa del genere ad un ragazzo. Anzi... era la prima
volta e basta. E a giudicare da come mi stava guardando, anche lui si
trovava nella stessa situazione. Era come se il verde dei suoi occhi mi
stesse parlando, eppure, ancora faticavo a decifrarlo.
"Bella..." biascicò a disagio.
"Ed io... ti piaccio, Edward?" domandai avvicinandomi al suo viso tanto
da riceverne una carezza delicata dal suo respiro.
"Ecco, io... io..." stava cincischiando un pò troppo per i
miei
gusti. Che faceva? Un passo avanti
e dieci indietro? Proprio ora che iniziava ad andare nella mia stessa
direzione? Si stava spaventando per caso? Ed ero io a farlo? Bisognava
correre ai ripari, urgentemente. Doveva capire che io avevo bisogno di
lui in quel momento, e in un modo o nell'altro lo avrei convinto.
Anzi... a dirla tutta la mia idea era un'altra. Non c'era spazio per le
chiacchiere. Non c'era spazio per i pensieri ossessivi, i dubbi e le
paure. Avevo deciso cosa fare e ora volevo portarlo fino alla fine.
Avrei ottenuto cosa volevo. Lui. Il resto non contava. Lo avrei avuto.
Mio. Punto.
Ma perché, da
qualche
settimana a questa parte, tutte le ragazze che conosco tentano di
saltarmi addosso? Perché non riesco a star tranquillo
più
di due giorni di fila, senza il pericolo di trovarmi un'assatanata che
vuole attentare al mio corpo? Dev'essere la stagione, non ho altre
spiegazioni... Maledetto buco dell'ozono e maledette mezze stagioni che
non esistono più. Per colpa vostra adesso sono costretto a
tener
testa ad un'altra belva feroce...
Eppure... sento che questa volta è diverso. Mi sento
strano...
non so spiegarlo, è più che altro una sensazione
a
pelle... Quella volta con Kristen mi sono sentito estraneo al mio
corpo, come se agisse da solo, incontrollato e la mente tentasse invano
di fargli tornare la ragione di sempre. Questa volta... beh... diciamo
che corpo e mente hanno appena stretto un patto di tipo difensivo. In
pratica intervengono a sostegno dell'altra nel caso in cui... ok,
puttanata colossale... qui, o si trova una soluzione - della serie
"Bella, perdonami, ma devo proprio tornare a casa, la gatta sta per
partorire!" - oppure... eh, oppure mi sacrifico. Per onore di patria,
si intende!
E, detta tra noi, non sarebbe neanche un sacrificio di quelli pesanti,
anzi... più che sacrificio per me sarà un vero
piacere.
Ma, sono pur sempre un galantuomo. Ergo... da contratto devo recitare
per due minuti e trenta secondi di fila la scena del ragazzo difficile.
Altrimenti non funziona. Ma poi... da dove l'ha cacciata Bella tutta
questa audacia? É sempre stata così ed io, fesso
come al
solito, non me ne sono mai accorto, oppure tutto ad un tratto la
crisalide, chiusa nel suo guscio sporco e opaco, ha deciso di uscire
allo scoperto e mostrarsi al mondo? A me in particolare.
Sono combattuto. Lei è qui, che mi guarda, in attesa di una
risposta ed io sono talmente tanto spiazzato da non riuscire neppure a
trovarla. O forse, la so già, ma come sempre non ho il
coraggio
di dirla ad alta voce. E se chiamassi Jasper e gli chiedessi -
gentilmente - di spiegare a Bella esattamente la situazione? Lui
avrebbe senza dubbio più coraggio di me.
Santo Cielo, Edward, non ti distrarre... hai altri problemi da
affrontare... uno dei quali si è appena ancorato a te, con
tutti
i suoi meravigliosi artigli. Eccola, si solleva sulle punte, continua a
guardarmi, senza ombra di malizia negli occhi, sembra tranquilla. Ed
io... come sono? Agitato? Spaventato? Allucinato? Preoccupato? Diciamo
un pò tutto, con una leggera spolverata di eccitazione che
non
guasta in questi casi. Dovrei sentirmi l'uomo più fortunato
del
mondo in questo momento. Ho una ragazza semplicemente fantastica che
sta per baciarmi - e che sembra manifestarmi la voglia di non fermarsi
di certo a quello - qui davanti a me, in carne ed ossa. E, come se non
bastasse, ne ho un'altra che continua a tartassarmi di chiamate e
messaggi. Ne è la prova il fatto che in questo momento la
tasca
destra dei jeans sta vibrando.
Bontà divina. Se è in questo modo che devo
morire, ti ringrazio!
Bella intanto si fa sempre più vicina, socchiude gli occhi e
mi
poggia le mani sul petto. Ogni suo tocco è una continua
scarica
elettrica. Solo che non posso proprio farne a meno. Mi piace. Mi gasa.
Mi eccita oltre ogni misura. E non ci siamo ancora baciati, pensa il
seguito come sarà...
Edward... finiscila! Per la tua già precaria salute mentale
ti
proibisco di andare oltre! Un minimo di decenza, per Dio! Certo... la
decenza bisognerebbe spiegarla anche a qualcun altro qui. Diciamo che
parliamo dello stesso traditore dell'altra volta. Quello che, agendo di
sua spontanea volontà, si era magicamente svegliato e si era
fatto subito notare. Ecco, il mio carissimo amico anche adesso fa
capolino tra di noi. Ed io vorrei morire, in questo preciso istante.
Sì, perché mi sento come un dodicenne in piena
crisi
ormonale. Anzi, peggio... almeno il dodicenne un pò si
sforza...
a me, invece, il meccanismo parte in quarta da solo. Per alcuni la cosa
potrebbe sembrare positiva. Ma dipende... se questa cosa può
pregiudicarti l'andamento di una serata, beh... sfido chiunque
a
trovarci del positivo dopo.
Ecco, le ultime parole famose. Sta sorridendo. Se ne sarà
accorta? Speriamo di no. Dovrei fare almeno un passo indietro,
così cerco di salvare il salvabile. Anche se... mi rendo
conto
di non fregarmene più di tanto. La situazione che ha creato
mi
piace parecchio e finché dura voglio provarci. Mal che va,
posso
sempre dire di soffrire di una rara patologia genitale. Sono soggetto
alla ritenzione idrica. Mi gonfio tutto, nei posti sbagliati. La
butterò sul tragico. Lei, disperata e commossa - sperando
che
non scoppi a ridere - mi consolerà ed io avrò
comunque
ottenuto la sua attenzione evitando di testare un altro letto di
un'altra casa.
Mi sto giusto iniziando a chiedere perché devo per forza
rovinarmi la vita con queste filippiche mentali e soprattutto come mai
quando sono nervoso divento insolitamente volgare, quando sento
qualcosa. Sono le labbra di Bella che ormai hanno raggiunto le mie e
iniziano a muoversi, prima lentamente e timidamente. Ed è
qui
che riscopro la sua vera natura e la vecchia Bella. Poi iniziano a
farsi più audaci e coraggiose. Ed io inizio a prenderci
seriamente gusto.
Dovrei preoccuparmi? Da povero verginello tampinato da donne
assatanate, mi sto trasformando in assetato di sesso occasionale?
Dovrei vergognarmi? Dovrei cercare una cura? La malattia che ha colpito
Jasper, è forse contagiosa? Rischia di prendersela anche
Rosalie? Ma soprattutto... Posso davvero parlare di sesso, quando
c'è di mezzo Bella?
Sto giusto per darmi una risposta, quando le sue mani, calde come il
fuoco, si posano sul mio viso, sulle guance, in un gesto
così
dolce da farmi morire. E allora capisco. Il sesso lo faccio con Kristen
che nel frattempo continua a chiamare. Inutilmente, aggiungerei. Con
Bella, no... con lei... faccio l'amore. E questa volta... quello vero.
Mi sono sempre chiesta cosa si provasse. Cosa significasse
trovarsi con un ragazzo con il quale si aveva appena scavalcato la
soglia del lecito consentito, una volta capito cosa aspettasse
dall'altro lato. Ormai ne ero certa. La consapevolezza mi aveva appena
invasa e iniziai a provare una certa paura. Mi stavo domandando cosa
diamine stessi facendo e perché mi comportassi in quel modo
tanto estraneo a me. Bella non si sarebbe mai sognata di saltare
addosso a qualcuno, soprattutto ad un ragazzo fidanzato. Bella non
avrebbe mai espresso quello che provava veramente, soprattutto ad un
ragazzo che conosceva come semplice amico. Bella non si sarebbe mai
sognata di prendere per mano qualcuno e portarlo lentamente verso la
sua stanza, soprattutto... non lui!
Eppure lo stavo facendo. Stavo aprendo la porta della mia camera e
stavo entrando, seguita da Edward.
Mi
premurai perfino di chiudere la porta a chiave. Quello stupido di mio
fratello prima o poi sarebbe tornato e l'ultima cosa che volevo era
dargli spiegazioni su cosa stessi facendo lì con Edward. Il
fratello di Jasper.
Lì, in piedi in quella stanza, continuai a concentrarmi
sulle
sue labbra. Erano troppo belle e perfette per essere lasciate da parte.
Quella sera al bosco non avevo proprio capito come erano fatte. Ero
stata avventata nel giudicarle. Adesso, dopo un'attenta analisi, potevo
affermare con sicurezza che... erano semplicemente uniche. Non che
avessi baciato, nella mia vita, tanti ragazzi. Erano soltanto due, uno
dei quali era stato Mike, prima che si fidanzasse con Jessica, e non
avevo bei ricordi di quei momenti. Probabilmente anche il bacio di una
mucca, in confronto, mi sarebbe sembrato migliore. Ma le sue labbra...
erano qualcosa di inspiegabile. Mi accarezzavano, mi chiamavano, mi
volevano tutte per loro. Erano insaziabili eppure educate e gentili.
Erano tocchi incandescenti. Ma io ormai non mi accontentavo
più.
Volevo dell'altro. Volevo scoprire cosa significasse essere un tutt'uno
con qualcuno.
Lo so... sono
leggermente contraddittoria in questo momento... ma come
ho detto, ci penserò dopo, adesso voglio solo sentirmi
bene...
Portai le mani sulla sua felpa, e una volta trovata la cerniera iniziai
a farla scendere giù, lentamente. Quel rumore fu quasi un
fastidioso rimbombo nella stanza. Quella stanza che era così
silenziosa, nonostante i nostri respiri accelerati. Una volta
sbottonata la lasciai scivolare dalle sue spalle, aiutata da lui
stesso. Non aveva ancora provato a spogliarmi ed io iniziavo ad essere
impaziente. Se glielo avessi fatto notare mi avrebbe sicuramente presa
per un'assatanata. Non che altrimenti, data la situazione, avrebbe
potuto pensare ad altro. Però... apprezzavo comunque il
fatto
che fosse così discreto con me. Riusciva a mantenere un
perfetto
autocontrollo anche in quell'occasione. Era da ammirare.
Stavo giusto iniziando ad occuparmi della sua maglia, quando le sue
mani mi bloccarono. Aprii gli occhi e trovai i suoi a fissarmi, attenti
e cauti.
"Bella... forse è il caso di... fermarsi..."
mormorò.
Aveva una voce così profonda e sensuale da farmi venire i
brividi solo a sentirla. Si era trasformato completamente da timido ragazzo
dai capelli accuratamente spettinati, a sexy e provocante. Anche se i
capelli rimanevano uguali.
"No... non dobbiamo..." tentai di dire, cercando di riprendere la mia
missione principale: spogliarlo.
"E invece sì!" esclamò con, forse, troppo vigore,
bloccando le mie mani e stringendone i polsi. Dall'espressione che
aveva assunto sembrava... combattuto. Era come se non fosse del tutto
sicuro di quello che stava facendo, eppure... sì, insomma...
lo
stava facendo!
"Edward... cosa..." lo guardai attentamente, per cercare di capire cosa
stesse mai cercando di dirmi e l'unica cosa che riuscii a capire fu il
fatto che mi avesse stranamente fermato. Mi ci vollero pochi istanti
per metabolizzare e tradurre il tutto in un pensiero sensato
"Tu non... mi... vuoi...?" nonostante la nota finale, tendente
all'interrogazione, la mia era un'affermazione, semplice e atrocemente
reale. Mi venne immediatamente voglia di sparire in una voragine nel
pavimento.
"Cosa?... Ma no, no, Bella... che diavolo ti inventi??? No, nella
maniera più assoluta no!" in quel momento mi parve cambiare
di
nuovo tono. Sembrava ferito da qualcosa, ma ero troppo impegnata a
vergognarmi come un cane per capirne il motivo.
"E invece sì, maledizione... Dio... Dio, quanto sono
stupida!"
quasi gridai, tentando di liberarmi dalla sua presa. Ma era
irremovibile. Continuava a fissarmi, concentrato.
"Te l'hanno mai detto che hai il bruttissimo vizio di saltare subito a
conclusioni affrettate?" mi chiese, a mo di rimprovero, esasperato. Lo
guardai, ancora ferita, serrando i denti per non avere l'assurda
tentazione di parlare e mandarlo al diavolo.
"Oh... ecco... adesso va meglio..." sospirò,
dopodiché si
diresse verso il mio letto - quello che doveva essere lo scenario
perfetto della mia brillante idea - e mi trascinò con lui,
sempre stringendomi per i polsi e mi fece sedere accanto. Mi resi conto
mi aver iniziato inspiegabilmente a ringhiare.
"Prima di tutto, concedimi una domanda..." fece una pausa ad effetto,
forse aspettando un incitamento da parte mia che non arrivò
"Quanto mi stai odiando in questo momento?" e sospirò
sconsolato. Alzai un sopracciglio stupita. Domanda troppo facile.
"É inquantificabile!" sputai velenosa. Sospirò di
nuovo, mugugnando qualcosa che non riuscii a capire.
"Credimi, Bella.. se ti avessi lasciata continuare, dopo mi avresti
odiato ancora di più!" esclamò sorridendomi. Per
la
seconda volta mi sorprese ma sulle prime non seppi cosa rispondere e
per questo mi fermai a riflettere. Se lo avessi lasciato continuare...
se non lo avessi fermato... cosa sarebbe successo? Beh, facile anche
questo... saremmo finiti nel mio letto a... deglutii, improvvisamente
lucida. Improvvisamente troppo
lucida.
"Oh!" esclamai, troppo colpita per dire altro. Ma cosa diavolo avevo
creduto di fare? Cosa pensavo di ottenere? Andare a letto con Edward
avrebbe risolto i miei problemi? No, certo che no... me ne avrebbe
soltanto portato degli altri. E poi... nonostante mi fossi autoconvinta
che quello fosse davvero ciò che volevo, non potei
evitare
di pensare a cosa avrei buttato via se solo lui non mi avesse fermata.
Se solo lui fosse stato un pò meno coscienzioso e un
pò
più perverso. Aveva ragione. Ero una grandissima cretina e,
solo
in quel momento, guardando il suo sorriso mite - non divertito o
malizioso, solo mite - me ne resi conto.
"Scusa..." borbottai, abbassando la testa. Dov'era quella famosa
voragine? Ancora non si era decisa a fare capolino nella mia stanza?
Aspettava che mi rendessi ancora più ridicola davanti a lui?
Beh, se era questo il suo intento, aveva quasi vinto.
Sentii gli occhi inumidirsi proprio nell'istante in cui Edward riprese
a parlare
"Non devi chiedermi scusa, Bella... non farlo, per piacere!" e
sospirò, liberandomi un polso e, probabilmente, passandosi
una
mano tra i capelli. "Sto cercando solo di... capire..."
continuò
incerto "Cosa... ti ha spinta a comportarti così con me...
vendetta? Oppure..." ma non lo lasciai finire
"No... Edward... vendetta per cosa, poi?" domandai amareggiata
"Beh... per come mi sto comportando con te... per quello che non ho
ancora avuto il coraggio di fare e dire... per Kristen..." e solo
quando lo sentii nominare la sua - ancora - ragazza mi sentii, se
è possibile, ancora peggio. A questo non avevo pensato. Nel
mio
diabolico e astruso piano non c'era stato spazio per lei. Per il
disgusto di fare qualcosa di così mostruoso a qualcuno.
Forse
Edward aveva ragione. Non era a lui che dovevo chiedere scusa.
"Sono un mostro..." biascicai lasciandomi sfuggire due grosse lacrime,
una delle quali cadde sulla sua mano, ancora stretta al mio polso.
Avvertii il contatto della sua pelle sul mio viso e la leggera
pressione che impiegò per sollevarlo
"Tu non sei un mostro, Bella... non più di me, almeno!" e
sorrise sereno "Stai semplicemente soffrendo... te lo si legge negli
occhi... e quello che vorrei adesso è che tu te ne rendessi
conto e che la smettessi di colpevolizzarti per qualcosa che non
è accaduto. Siamo qui, a parlare, ancora vestiti..." e
ridacchiò contagiando anche me "E non voglio che tu aggiunga
altro dolore a quello che hai già. Basta complicarti la
vita,
Bella... respira per piacere!" e mi accarezzò una guancia
assorto in chissà quale pensiero. Possibile che avesse
centrato
pienamente il mio problema più grande di quel giorno?
"Io... non... ci riesco.." annaspai in cerca di aria e parole. Le
lacrime ormai mi appannavano la vista. Cercai con la mano libera di
asciugarle, ma lui mi precedette, raccogliendone due grandi che stavano
già rotolando sulle guance. Sorrise di nuovo
"Non c'è fretta... abbiamo tutto il tempo che vuoi..."
sussurrò. Lo guardai, in attesa che la vista si facesse
più nitida. Il suo viso, la sua espressione così
mite e
rassicurante, mi diedero il colpo di grazia. E tutto ciò
contro
il quale avevo tentato di combattere quel giorno mi crollò
addosso, come se a chiamarlo dall'oscurità più
remota
della mia memoria, fosse stato qualcun altro, a mia insaputa. Iniziai a
singhiozzare e prima che le lacrime ricominciassero ad opacizzare la
mia stanza, sentii due braccia calde attirarmi contro qualcosa di
solido - e altrettanto caldo - e stringermi forte. Mi sentii
immediatamente libera di poter essere me stessa. Non qualcun'altra. Non
la Bella forte e prepotentemente convinta di potersi prendere tutto
ciò che voleva in un attimo. Non la Bella egoista. Non la
Bella
che cercava di dimenticare. Ero semplicemente io. Percossa ancora una
volta dal dolore concreto della perdita, vulnerabile e pronta a
qualsiasi cosa il destino potesse mai offrirmi.
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Capitolo 39 *** Attacco di Panico ***
cap 39
Ehilà bella
gente... salve... scusate il leggero ritardo ma tra mare e chiavetta
scaduta ho davvero fatti i salti mortali per aggoirnare, ma finalmente
complice il nuovo contratto x internet, sono tornata ^^... bene... vi
ringrazio per l'accoglienza calorosa dello scorso capitolo, siete stati
davvero fantastici e soprattutto sono davveri contenta che il capitolo
vi sia piaciuto... Edward ogni tanto qualche cosa positiva la riesce
ancora a fare... adesso vi lascio al nuovo capitolo... un capitolo che
mi sta molto a cuore perché FINALMENTE svela uno dei
personaggi più enigmatici e complicati di tutta la storia...
buona lettura e... fatemi sapere ;)
p.s. Vi metto i link con i
vestiti di questo capitolo ^^
Abbigliamento
Alice
Abbigliamento
Jasper
Aspettavo. Come una cretina, da
sola, seduta sui gradini della chiesa e... aspettavo. Ero convinta che
prima o poi qualcuno sarebbe venuto a riprendermi. Dovevano per forza
accorgersi della mia assenza. Dovevano.
Sospirai afflitta, mentre alcune nuvole grigie iniziavano a riempire il
cielo sopra di me. Le contemplai assorta. Ma che diavolo di fine
avevano fatto tutti quanti? Mi ero allontanata dalla chiesa per un solo
istante, per accompagnare Rachel, la sorella di Jacob alla macchina e
scambiare così quattro chiacchiere, e quando ero tornata non
c'era più nessuno. La Jeep di Emmett era completamente
sparita e
di Bella, nessuna traccia. Sospirai di nuovo. Iniziavo a credere che la
mia presenza non facesse poi tutta questa differenza ai loro occhi se
non si erano neanche presi la briga di aspettarmi.
"Tanto vale tornare a casa a piedi!" borbottai alzandomi. Iniziava a
fare freddo, troppo freddo per la semplice giacca che avevo addosso. Il
mio cappotto era rimasto, ovviamente, nella Jeep.
Ragazza trovata morta assiderata nello stato di Washington. Misteriose
le cause che l'avrebbero spinta ad aggirarsi per la città in
Dicembre con una semplice giacca addosso. I parenti la compiansero...
Ridacchiai scuotendo la testa. Nonostante la situazione riuscivo ancora
a fare dell'ironia. Superlativo.
Ritirandomi il più possibile sul margine destro della
carreggiata, iniziai a camminare, con le braccia strette ai fianchi,
nell'inutile tentativo di riscaldarmi. Fatica sprecata. Il vento aveva
iniziato perfino ad ululare ed io, dandomi della sciocca colossale, a
tremare incontrollata. Non sapevo cosa avrei dato per una bella
coperta. O, perlomeno, di un cappotto. Sperai solo di non prendermi una
ricaduta. Tutto volevo tranne che trascorrere altro tempo a casa con la
febbre, soprattutto alle porte del ballo scolastico di Natale. In
teoria, all'idea dell'imminente evento mi sentivo al settimo
cielo.
Shopping pre-festivo, eccitazione tra i corridoi per la scelta dei
partner e soprattutto un pò di sano divertimento. In
pratica,
però, ne ero terrorizzata. Neanche l'ombra di un centesimo
nel
portafoglio, la paura di non sapere chi diavolo invitare ma soprattutto
la consapevolezza che, tanto, con quello stato d'animo ci sarebbe stato
poco da divertirsi. Erano già due anni che non trovavo
più gusto ad andarci. Quell'anno le cose non sarebbero
andate
diversamente.
Neanche se...
Ad un tratto una macchia rossa, sul lato opposto della carreggiata,
rispetto a quello in cui camminavo io, attirò la mia
attenzione.
Misi a fuoco, nonostante le sferzate di vento mi rendessero la cosa
impossibile visto che a tratti mi facevano lacrimare gli occhi. Dovetti
essere a meno di due metri per capire che si trattasse di un'auto. E
dovetti fermarmi e asciugarmi gli occhi per capire di chi fosse quella
spalendente Bmw. C'era solo una persona in tutta Forks a possederla.
Rosalie Cullen.
Solo allora, ormai immobile sul limitare della strada, mi accorsi di
una figura poggiata al cofano dell'auto. Era immobile, con le mani
infilate nelle tasche e il cappuccio bordato di pelliccia calato sulla
testa. Che fosse Rosalie era escluso, ma allora... se davvero quella
macchina fosse sua, chi diamine era quel losco figuro che stava
placidamente seduto sulla sua carrozzeria?
Attraversai la strada senza neanche curarmi di controllare se ci
fossero auto, e mi avvicinai al tipo incappucciato. E se fosse stato un
malintenzionato? Magari un ubriaco, o un barbone...
Sveglia, Alice... i barboni, secondo te, andrebbero in giro con un
giubbotto della Blauer?... Ovviamente no...
"Ehi tu!" esclamai, mantenendomi a distanza. Se si fosse rivelato
pericoloso, avrei sempre potuto gridare. Qualcuno mi avrebbe senza
dubbio sentito. Non erano neanche le undici di mattina. Doveva esserci
per forza qualcuno in quel buco di città. O no?
La testa dello sconosciuto saettò verso di me. Lo avevo
spaventato. Bene. Ero sul punto di sorridere soddisfatta quando il suo
cappuccio peloso venne giù. Dire che rimasi senza parole
sarebbe
un eufemismo.
"Jasper!" esclamai. Ma certo. Quella era la macchina di Rosalie.
Perché non avevo immediatamente pensato che uno dei suoi
fratelli potesse averla presa? Perché quel corpo incantevole
-
che si era appena sollevato in piedi, in tutta la sua magnificenza -
non mi aveva subito suggerito di chi si trattasse?
Stupido vento...
"Ehi... ciao..." fece lui. Eh sì, era sorpreso. E anche
parecchio. Non mi aveva ancora tramortita con il suo sorriso sexy, e
questo era tutto un dire.
"Che sciocca... pensavo che qualcuno stesse tentando di rubare la
macchina di Rose..." e ridacchiai, colta finalmente la mia
ingenuità di poco prima. Lo sguardo che mi lanciò
fu
davvero strano. Era al tempo stesso cauto e preoccupato, confuso e
amareggiato. Mi ero persa qualche passaggio? Avevamo per caso litigato
l'ultima volta che ci eravamo visti? Mmm probabile. Però...
ricordai immediatamente cosa era successo a casa mia e arrossii
completamente, ringraziando il vento torrido che riuscii perlomeno a
raffreddare i bollenti spiriti che cercarono di risvegliarsi al solo
ricordo. Venni colta da un brivido - quella volta di freddo - ancora
più acuto degli altri ed iniziai a tremare. Jasper
sgranò
gli occhi, osservandomi dalla testa ai piedi, poi, quasi senza neanche
staccare gli occhi dai miei, si sbottonò il cappotto, se lo
tolse e mi si avvicinò. Non riuscii a fare niente, neanche
ad
allontanarmi per non prendere fuoco, che lui mi aveva già
poggiato il cappotto sulle spalle. Il sollievo fu immediato e subito mi
ci strinsi maggiormente dentro per trovare più calore.
"Ti ringrazio... ho lasciato la mia giacca nella macchina di Emmett
stamattina e adesso, visto che quell'orso maledetto se n'è
andato senza aspettarmi, sono costretta a farmela a piedi con questo
tempaccio..." scossi la testa desolata. Emmett me l'avrebbe pagata
appena fossi tornata a casa. Parola di Alice.
"In realtà..." affermai poco dopo, sfiorandomi il mento con
un
dito "Anche Bella se n'è andata senza di me... quindi dovrei
prendermela anche con lei..." e questa era la cosa che mi faceva
più riflettere. Possibile che anche mia sorella mi avesse...
dimenticata? Lo escludevo.
"Ci penserò a tempo debito!" affermai in risposta alle mie
parole e ai miei pensieri. Solo che, alzando gli occhi verso il mio
interlocutore, mi accorsi di una cosa alquanto strana. Mi osservava,
ancora con la stessa espressione indecifrabile di poco prima, senza
aver aperto bocca. Anche solo per dirmi che stavo iniziando a
straparlare.
"Ehm... Cullen... stai... stai bene?" feci confusa. Si ricompose
appena, affondando le mani nelle tasche dei jeans. Immaginavo che
nonostante la felpa, non dovesse stare bene in mezzo a tutto quel
vento. E mi sentii automaticamente in colpa.
"Tu chiedi a me... se sto bene?" fece lui in risposta alzando un
sopracciglio. Il mio sguardo si fece ancora più confuso del
suo
"Certo... e a chi se no? Vedi altri esseri umani a cui potrei
rivolgermi, a parte noi due, su questa strada?" domandai. Doveva
essergli successo qualcosa. Altrimenti non si spiegava il
perché
fosse lì, con quella faccia, da solo e per giunta con l'auto
della sorella. E non dimenticando il fatto che a quell'ora avrebbe
dovuto trovarsi a lezione.
"No... è che..." tentò di dire, ma poi scosse la
testa,
colto da un brivido di freddo. Altra ondata di rimorso per me
"Diamine... è la seconda volta che, per colpa mia prendi
freddo... così non va!" mormorai cupa. Per la prima volta
dopo
tanto tempo fece la cosa che somigliava di più ad uno dei
suoi
sorrisi divertiti. Ed io sorrisi di conseguenza. Qualsiasi cosa gli
fosse successa, ero contenta di essere riuscita a migliorargli l'umore.
Lanciai un'occhiata verso la macchina rossa al nostro fianco e domandai
"Come mai non aspetti all'interno? Così morirai davvero
assiderato!"
Ragazzo trovato morto
assiderato nello stato di Washington. Misteriose le cause che
l'avrebbero spinto ad aggirarsi per la città in Dicembre con
una
semplice felpa addosso. I parenti - e la sottoscritta - lo compiansero...
"In realtà non sto aspettando proprio nessuno... e poi..."
sorrise imbarazzato "Non ho le chiavi!"
"Ah!" esclami secca
"E sinceramente non ho la minima idea di che fine abbia fatto
Rosalie... è scappata via dalla chiesa, dopo essersela presa
come sempre con il sottoscritto e.. a quanto pare ha continuato a
piedi!" esclamò frustrato, come se fosse colpevole di
qualcosa.
Mi ci vollero pochi secondi per collegare
"No, Jasper... non è a piedi..." mormorai "É con
Emmett... sulla Jeep!". Ecco cosa aveva spinto mio fratello a lasciarmi
lì. Era con Rosalie. Beh se così fosse stato,
forse,
avrei anche potuto perdonarlo dopotutto. Forse.
"Quello che non mi è chiaro è...
perché Bella non
gli ha detto di aspettarmi..." osservai poco dopo, stringendomi ancora
nel suo cappotto
"Forse perché Bella non era con lui..." borbottò
con
un'alzata di spalle. Tentai di decifrare le sue parole e la soluzione
arrivò quasi subito. Edward. Il caso aveva strategicamente
voluto che ognuno si ricongiungesse all'altro in un astuto quanto
sadico gioco. Era stato come porre insieme le due metà
opposte
di una mela. Quello che mi spaventava, in quel momento, era la
consapevolezza di aver appena capito quale metà fosse
capitata a
me.
Abbassai la testa, sentendo il rossore invadermi le guance. Ma cosa
diamine mi mettevo a pensare? Proprio davanti a lui poi.
"Chissà... magari se è già abbastanza
infuriata
non ci farà molto caso se..." mormorò
allontanandosi e
facendo il giro della macchina. Si piazzò al lato
dell'autista e
iniziò a tastarsi i jeans per poi rivolgersi a me
"Potresti controllare se nelle tasche del giubbino c'è una
chiave?" io sorpresa provai, in entrambe, imbarazzata ai massimi
livelli di entrare così tanto nella sua privacy da poter
mettere
le mani nel suo cappotto personale. Al tatto trovai quello che mi
sembrò - dalle dimensioni e la consistenza - un I-Phone e
un piccolo telecomando con due pulsanti in rilievo. Lo tirai fuori
stando attenta a non far cadere il telefono e glielo mostrai
"Questo?" domandai. Lui annuì sollevato e gliela tirai. La
afferrò senza problemi ed iniziò a trafficare con
la
serratura. Se non avessi saputo chi fosse avrei creduto stesse rubando
quell'auto. O almeno tentava. Sembrava fare parecchia fatica. Il rumore
di una serratura che scattava mi fece sobbalzare. In quell'istante ci
guardammo negli occhi, confusi e sopresi allo stesso tempo.
"Ma... si è aperta?" domandai stranita
"Già!"
"Come... come hai fatto?"
"Con la chiave che mi hai dato... è quella della mia
macchina e
ho dovuto forzarla un pò, nonostante abbiano la stessa
forma...
infatti temo di aver bloccato la serratura!" e ridacchiò,
per
niente preoccupato di una possibile reazione della sorella. Aveva detto
che era già abbastanza infuriata, e che se l'era presa con
lui.
In chiesa.
"Coraggio, entriamo... almeno avrò sacrificato la serratura
per
un valido motivo!" affermò divertito aprendo la portiera.
Non me
lo feci ripetere due volte, entrai all'interno dell'accogliente
abitacolo, sbattendo lo sportello. Lui mi seguii a ruota con una
risata. Beh, senza dubbio dentro si stava meglio anche se... il gelo me
lo sentivo ancora cucito addosso e neppure essere al riparo dal vento
parve aiutarmi.
"Vediamo un pò... io direi di completare l'opera in grande
stile!" esclamò appena divertito trafficando con qualcosa
sotto
il volante. Non appena intuii cosa voleva fare mi precipitai a dirgli
che non era necessario e che non era il caso di fare arrabbiare sua
sorella ancora di più. Non sapevo cosa mai avesse fatto e
non
credevo che la cosa mi riguardasse, però, volevo perlomeno
tentare di allegerirgli il carico di colpe. Non feci in tempo a parlare
che i cavetti fecero scintilla e il motore si risvegliò con
un
rassicurante ruggito. Sembrava miagolasse soddisfatta ed io,
altrettanto soddisfatta, sospirai. Jasper accese subito i riscaldamenti
mettendoli al massimo
"Ecco fatto... così nessuno rischierà di morire
assiderato oggi!" affermò divertito, girandosi a guardarmi.
Aveva ancora una strana aria addosso. Sembrava oppresso da un peso
invisibile che lo stava distruggendo lentamente dall'interno. E a me
non era concesso entrare.
"Cosa ci facevate voi tre in chiesa stamattina?... non siete... andati
a scuola... come mai?" domandai, trovando finalmente il coraggio di
chiedere quello che mi premeva da parecchio. Alzai appena gli occhi,
che avevo abbassato per formulare la domanda e lo vidi palesemente in
difficoltà. La conferma mi arrivò dalla sua voce
malferma
"In realtà... " iniziò, come se stesse
confessando un
crimine "Io ed Edward ci stavamo andando, solo che abbiamo scoperto che
Rosalie ci aveva rifilato una scusa per non venire con noi e allora,
incuriositi ci siamo messi a seguirla... è stata lei a
portarci
alla chiesa!" ammise colpevole. Si portò una mano sulla nuca
grattandola, nervoso.
"Appena ho visto che scendeva dalla macchina e entrava lì...
mi
sono ricordato... sì, insomma... mi sono ricordato che
giorno
particolare fosse oggi per... la tua famiglia e..." fece una pausa per
sospirare. Non lo avevo mai visto così a disagio. Proprio
lui,
che era sempre così pronto ad ogni tipo di situazione.
Sempre
con la battuta pronta. In quel momento era in grossa
difficoltà.
Ed io non sapevo cosa dire.
"Mi dispiace..." mormorò, azzardando un'occhiata fugace. Io,
che
non avevo smesso di guardarlo, mi sorpresi nel vedere quello sguardo
così profondo e penetrante. Mi arrivò dritto al
cuore e
senza una ragione precisa mi sentii mancare improvvisamente la terra
sotto i piedi, per la prima volta quel giorno.
"N-non devi.." sussurrai, mengiandomi le lettere di entrambe le parole.
Mi ero appena affacciata sul baratro e avevo appena costatato quanto
fosse profondo.
"Sì invece... non me ne sarei mai dovuto dimenticare... si
trattava di una cosa importante per te e tutto dovevo fare tranne
che... dimenticarmene!" e sospirò amareggiato. Il fondo del
precipizio era così oscuro. Si dice che quando di una buca
non
si vede la fine, questa sia perfino troppo lontana per essere
minimamente reale. O perlomeno immginabile.
"Prima dico di volerti conoscere... di voler andare oltre con te e
poi... mi frego con le mie stesse mani... come un cretino!"
esclamò. Il fatto che la vista mi si stesse appannando era
un
buon motivo per tentare il salto. Meno si ha la consapevolezza di cosa
ci sia - o non ci sia - alla fine del precipizio, e più
aumenta
la forza di spiccare il volo. Era matematico.
Un mio singhiozzo troppo forte ruppe il silenzio e lo fece sobbalzare.
Solo allora ci accorgemmo entrambi delle mie lacrime. Mi
guardò
preoccupato, sgranando gli occhi. Tentò di aprire la bocca
per
dire qualcosa ma non ci riuscì. Io provai a fare lo stesso,
almeno per respirare meglio, ma fu inutile. Mi arrivò tanta
di
quella aria nei polmoni, nonostante il tentativo mal riuscito, da
provocarmi uno spasmo doloroso al petto. Oh no... maledizione, no... la
conosco questa sensazione... ti prego, tutto ma non questo...
Iniziai a tremare violentemente nonostante la macchina si fosse
riscaldata perfettamente e fossi stretta al giubbino di Jasper.
Prendevo aria dalla bocca e contemporaneamente dal naso, senza
cacciarla mai fuori, e i miei polmoni protestavano con violenti scosse
lancinanti. Mi accasciai sulle ginocchia con la testa tra le mani e
chiusi gli occhi. I pochi attacchi di panico che avevo avuto nella mia
vita funzionavano così. Arrivavano all'improvviso, senza che
io
ne avvertissi i sintomi e si scatenavano intensamente su tutto il
corpo, riducendomi in briciole. Il risveglio sarebbe stato traumatico,
ma cosa peggiore, non sarebbe arrivato troppo presto. Ero solo
all'inizio dell'attacco e dovevo subirlo in silenzio, dato che aprire
la bocca per parlare avrebbe comportato inspirare altra aria di cui, in
quel momento, non avevo bisogno. Avrei voluto che Emmett fosse
lì. Che mi aiutasse, che mi parlasse dicendomi di respirare
regolarmente.
Perché nessuno mi diceva di farlo? Perché nessuno
mi
ricordava come si faceva? Perché in me continuava ad entrare
aria, nonostante io non facessi nulla per respirare, senza
però
tentare di uscire? Perché diavolo la fine di quel burrone
non si
avvicinava ancora? Quanta discesa libera mi sarebbe toccata ancora
prima di sgretolarmi al suolo?
La prima crisi che avevo avuto nella mia vita era stata
all'età
di cinque anni. Era stata la prima volta che mio padre aveva alzato le
mani su di me. Erano stati i primi lividi e i primi schiaffi. Era stato
il mio primo assaggio in quel mondo. Quella volta mia madre,
terrorizzata, mi aveva portata in ospedale. Le avevano detto che un
terribile shock aveva bloccato per un ostante il mio sistema recettivo
mandandomi in iperventilazione e che poi il tutto era sfociato nel
violento attacco di panico che l'aveva tanto spaventata. Le dissero che
un pò di risposo sarebbe bastato. Lei - me lo ricordo come
se
fosse ieri - aveva annuito, torturandosi un labbro e mi aveva
accarezzato la fronte, mentre io mi divertivo a lasciare gli aloni con
il fiato nella mascherina per l'ossigeno che l'infermiera mi teneva
schiacciata sul viso.
Dopo quello ne erano successi altri, anche più violenti,
senza
un rigore o un motivo preciso. Per la maggior parte erano stati causati
da stress, o forte agitazione. Solo che, fino a quel momento avevo
sempre avuto la fortuna che si verificassero in presenza di mia madre
che, prontamente sapeva come comportarsi, o con Emmett. Ma in quel
momento... ero sola. Sola con il mio doloroso attacco di panico. Sola
con il mio lungo ed infinito burrone che mi stava trascinando
attraverso un'oscurità che non credevo neanche possibile.
L'unica cosa che mi credevo capace di fare era sperare di morire. Il
prima possibile.
Mia madre non c'è... non c'è più...
lei non può aiutarmi... nessuno può
più farlo...
Ad un tratto qualcosa cambiò. Mi resi vagamente conto di non
essere più rannicchiata su me stessa e di non avere
più
la testa tra le mani, bensì poggiata su qualcosa di molto
più comodo e caldo. L'unica cosa che riuscii a percepire fu
una
stretta, proveniente dall'esterno che, invece di costringermi ancora di
più, ebbe il potere di sciogliere qualcosa. Sentii uno
strano
calore invadermi, scivolare lentamente attraverso ogni canale del mio
sistema nervoso e spingere l'aria finalmente fuori dai miei poveri
polmoni stanchi. Mi sentii atterrare con dolcezza a terra. Avevo
toccato il fondo del burrone, in piedi, ed ero ancora miracolosamente
viva, senza il minimo graffio. Tuttavia ero distrutta e nonostante
stessi ricominciando a respirare normalmente, avevo l'affanno, quasi
avessi corso per miglia intere. Non riuscivo neanche ad aprire gli
occhi tanto li sentivo pesanti. Almeno avrei potuto ringraziare
l'angelo buono che mi aveva appena salvato e che adesso mi stava
cullando al petto come una bambina, mentre la sua voce e il suo profumo
mi facevano gradualmente risalire il burrone e tornare a vedere la luce
del giorno.
Odiavo sentirmi impotente.
Odiavo quella sensazione di
inutilità
che mi invadeva ogni volta che mi rendevo conto di non poter fare nulla
per salvare gli eventi. Quando vedevo la situazione scivolarmi di mano
era troppo tardi per reagire. Lo avevo provato già una
volta. Quella
volta. A New York. Quando mia sorella era rannichhiata a terra. Anche
in quel caso non ero riuscito a fare niente. Aspettare che siano gli
eventi a decidere per te è senza dubbio la cosa
più
frustrante di tutte. Non si è neppure padroni di se stessi.
Ci
si sente in balìa del tempo che puntualmente ti porta
proprio
dove non vorresti andare.
E in quel momento mi sentivo così. Fermo, immobile, ad
osservare
Alice dormire, rannicchiata sul mio letto. Ed io me ne stavo dalla
parte opposta, a gambe incrociate e la schiena poggiata alla struttura
di legno. ll letto era abbastanza lungo per darle la
possibilità
di muoversi se avesse voluto, senza che il mio peso le creasse
difficoltà.
Non me la sentivo di allontanarmi. Almeno, non prima di essermi
accertato che stesse di nuovo bene e che la crisi di panico che l'aveva
colta alla sprovvista prima, fosse passata. E mi ero ripromesso che se
non si fosse svegliata nel giro di dieci minuti avrei chiamato mio
padre.
Avevo riconosciuto i sintomi perché una mia compagna di
classe
di New York ne soffriva. Certo, non in maniera così
violenta,
però, la sintomatologia corrispondeva. Solo che, un conto
era
vedere una compagna di classe, praticamente un'estranea, preda di una
crisi del genere. Un altro era... vedere lei. Vederla soffrire in modo
così devastante e non sapere praticamente cosa fare, mi
distruggeva.
Credevo che a breve sarebbe venuto anche a me un attacco. Ero soltanto
riuscito a muovermi senza controllo. L'avevo sollevata dal suo sedile e
lei si era lasciata prendere senza alcuno sforzo. Sembrava una
bambolina rotta. Me l'ero portata in braccio e avevo iniziato a
cullarla, supplicandola di calmarsi e di respirare. Sembrava non fosse
più capace di farlo. Inspira ed espira le dicevo.
Lentamente. Ma
lei niente. Continuava ad affogarsi con la sua stessa aria e a
singhiozzare. Ed io ogni volta che uno spasmo la colpiva, sussultavo
terrorizzato. Quanto diavolo poteva durare un attacco? Secondo quella
ragazza non più di dieci minuti. Ma, ovviamente, lei non era
mai
stata cosciente durante le sue crisi e quindi cercai di non fare troppo
affidamento sulle sue parole. Avevo ingranato la marcia della Bmw di
mia sorella, con Alice ancora stretta al petto, e avevo guidato come un
pazzo verso casa mia. Non sapevo cosa fare. Se riportarla a casa o
addirittura al pronto soccorso. Pensai, in pochi istanti di
lucidità di chiamare Emmett, ma fu solo un attimo.
Egoisticamente sperai che da solo potessi farcela a fronteggiare la
situazione. Solo che, in quel momento, dopo quasi mezz'ora da quando
eravamo entrati nella mia stanza e lei non si era ancora ripresa,
iniziai a capire quanto stupido ed incosciente fossi stato. Avrei
dovuto portarla subito in ospedale. Avvisare Bella ed Emmett e pregarli
di raggiungere la piccola Alice che, senza di loro, si era perfino
dimenticata come si respirava. Cosa credevo di fare? Chi mi credevo di
essere?
I dieci minuti erano passati anche prima di quanto pensassi,
così afferrai il telefono che avevo poggiato al mio fianco
in
caso di emergenza - come se non mi ci trovassi già! - e
aprii la
rubrica. Prima di chiamare un'ambulanza, avrei dovuto avvertire suo
fratello, ma non avevo il suo numero. Avrei potuto chiamare Rosalie
ma... meglio arrivare direttamente a lui. Avrei fatto prima.
Senza pensarci, presi la borsa di Alice e frugai all'interno in cerca
del cellulare. Una volta trovato lo aprii e scorsi avidamente l'elenco
di nomi registrati fino alla lettera E, dove trovai quello che cercavo.
Stavo giusto facendo il numero con il mio telefono ed inviare la
chiamata, quando un movimento, fuori dal mio campo visivo, mi
gelò. Mugulò appena, portandosi una mano sulla
fronte per
poi aprire lentamente gli occhi. Li sbatté un paio di volte,
incerta su cosa avesse trovato al suo risveglio, per poi tirarsi a
sedere con un movimento fluido. In quell'istante fu praticamente
impossibile non vedermi. Mi scrutò confusa, per poi lanciare
un
altro sguardo alla stanza. Le ci volle poco, probabilmente, a collegare
quell'ambiente per niente familiare, al sottoscritto. Io intanto
continuavo a starmene immobile, accovacciato nella mia parte di letto,
con in mano due telefoni che mostravano lo stesso numero ancora muto.
Si rilassò appena. Forse la mia presenza non la spaventava
più così tanto. Almeno finché mi
mantenevo a
debita distanza.
"D-dove..." iniziò ed io, come un idiota, non le diedi
neanche il tempo di finire
"Nella mia stanza!" risposi con una voce strana. Era più
tranquilla perfino lei, appena reduce da una crisi di panico, che non
io. "A casa mia!" specificai stupidamente.
Lei diede un'altra occhiata in giro ed annuì,
sovrappensiero. Si
aggiustò la gonna che le era salita troppo. Stordito e
agitato
non me ne ero neanche reso conto. Non era da me. Lei sembrava
distrutta. Per fortuna respirava meglio, eppure mi sembrava reduce di
una gara di velocità. Avrei dovuto dirle qualcosa. Qualsiasi
cosa. Perlomeno chiederle come si sentiva. Se aveva bisogno di
qualcosa, o... di qualcuno. Che ovviamente non fossi io,
così
inutile e idiota. Mi iniziai a chiedere perché non parlasse.
Perché continuasse a scrutare la trapunta beige del mio
letto e
a giocare con i richiami che vi erano sopra. Che lo shock fosse stato
così forte da...
Non dire sciocchezze... non pensarle neppure! Sbrigati a dirle qualcosa
tu, almeno ti risponderà... dovrà farlo...
"Come ti senti?" riuscii a domandare dopo aver fatto il pieno di aria e
coraggio. Lei alzò le spalle. Iniziai a temere che qualcosa
non
andasse se non riusciva a trovare la forza neppure di dire bene o male.
Qualsiasi cosa mi sarebbe bastata.
"Stanca!" mormorò sospirando. Trattenni il fiato per non
esultare. Aveva parlato. E mi aveva risposto. Ma allora...
"Meno male...!" feci io fin troppo sollevato lasciando andare entrambi
i telefoni e poggiandoli sul letto. Lei alzò lo sguardo e lo
incollò al mio. Era incuriosita. Forse c'era qualcosa nella
mia
risposta che non riusciva ad interpretare così mi affrettai
a
rispondere
"No... cioè... è logico che io... non sono
contento che
tu... insomma... che tu sia stanca... però... perlomeno
tu...
sei..." ma possibile che non riuscissi a mettere due parole di senso
compiuto nell'ordine giusto? Maledetta grammatica!
"Viva!" esclamò risoluta. La sua voce ebbe il potere di
congelarmi di nuovo. La freddezza con cui me lo fece notare mi
colpì diretta allo stomaco. Mi sarebbe venuta voglia di
prendermi a schiaffi da solo. La mia frase senza senso non aveva
lasciato molte vie di fuga ed era stato normale che lei intendesse
quello. Però... non volevo che mi credesse davvero
così
superficiale. Non mi interessava soltanto che fosse viva. Certo, quella
era la prima cosa, però... mi premeva di più
sapere il
suo stato d'animo. Il suo reale stato d'animo. Non quello che si era
costruita quel giorno e che poi con niente era crollato, sfociando
nell'attacco di panico.
"Non... intendevo... questo!" mormorai scuotendo il capo. Abbandonare i
suoi occhi incuriositi era fin troppo frustrante. Non riuscire
più a guardare come le sue espressioni cambiassero mi
rendeva
ancora più impotente, però... almeno avrei
provato ad
esprimere frasi di senso compiuto.
"Ti dispiacerebbe prendermi un bicchiere d'acqua, per favore?" mi
domandò, facendomi sobbalzare. Rimanere troppo concentrati
sui
propri pensieri faceva perdere totalmente il contatto con la
realtà. Probabilmente se fossi stato un pò
più
reattivo mi sarei reso conto del suo tono di voce cambiato.
Più... tranquillo.
"Certo... aspetta qui... faccio in un attimo!" e scivolai
giù
dal letto, sorpreso dal fatto che riuscissi a muovere le gambe senza
alcuno sforzo. Sembravo totalmente paralizzato. Meccanicamente, come un
automa, scesi le scale e girai in cucina. Recuperai un bicchiere dalla
credenza e lo riempii di acqua corrente, ma invece di precipitarmi al
piano superiore per portarglielo, mi poggiai con la schiena ad un
mobile e chiusi gli occhi. Avevo la testa in fiamme per i troppi
pensieri.
Ero logorato, nel vero senso della parola, dalla mia stessa ansia dal
sapere le sue vere condizioni di salute. Dubitavo che quell'essere
"stanca" corrispondesse alla realtà. C'era per forza
dell'altro
e la mancanza di fiducia nei miei confronti non glielo faceva
confessare. Ma d'altronde, come darle torto. Neanche io mi fiderei di
me stesso se dovessi trovare qualcuno a cui confidare qualcosa.
Quello era il momento perfetto per chiamare Emmett. Solo che, a mente
lucida, mi rendevo conto di essermi fregato da solo portandola a casa
mia invece che in ospedale. Avrei scatenato l'ira funesta del bestione,
non a torto, e oltre al dolore provocato dal fatto di non sapere cosa
passasse per la testa dello scricciolo, avrei dovuto sopportare anche
il dolore fisico. Non mi sembrava proprio il caso. Tuttavia, in quella
baraonda di idee che mi frullavano per la testa c'era la più
importante: lei. Lei che mi credeva così idiota da
preoccuparmi
soltanto del fatto di avere portato un cadavere nella mia stanza. Lei
che non immaginava neppure quanto stessi male, e fossi stato male fino
a pochi minuti prima, sbranato dalla sensazione di impotenza nel
vederla stare male. Lei che continuava a tenermi a distanza. Lei che
aveva un elenco di cose che di me odiava e che io con ogni gesto finivo
con l'aumentare. Lei che quel giorno aveva bisogno di
tranquillità e l'unica cosa che era riuscito ad ottenere da
me
era stata una crisi di panico. Lei che...
"Adesso basta... devo parlarle... ora!" esclamai, abbandonando i miei
pensieri e correndo su per le scale, saltando i gradini due a due fino
alla mia stanza. Rientrai con il fiatone e la trovai ancora seduta sul
mio letto intenta a fissarmi confusa
"In questi quattro mesi ti sei fatta di me un'idea completamente
sbagliata... è vero... sono uno stronzo, ma di quelli
consapevoli che se possibile sono anche i peggiori... delle persone non
me ne frega niente e per la maggior parte vado ad interesse personale.
Per le ragazze lo stesso, anzi peggio... quelle che mi interessano me
le prendo senza alcuno sforzo né complimento e se non ci
stanno
poco male... passo al successivo bersaglio... perfino con mio fratello
non riesco a mettere su un rapporto reale. Sono troppo preso dal mio
ego smisurato per accorgermi della reale essenza delle persone.. sono
troppo impegnato a compiacere me stesso per provare a stabilirci un
rapporto... ho un carattere di merda e mi rendo perfettamente conto che
dietro questo bell'aspetto non c'è altro. Non c'è
niente
di interessante dato il carattere che mi ritrovo, e non c'è
niente di cui... innamorarsi.." l'ultima parola l'attirò
particolarmente ma non disse nulla. Io sospirai e mi avvicinai al
letto, con le braccia abbandonate ai fianchi
"Non ho mai capito cosa le persone ci trovino di tanto speciale in me.
I miei genitori mi amano, mia sorella mi adora e perfino Edward... per
quanto gli costi ammetterlo ci tiene a me... e io non capisco... non
capisco perché si sprechino tanto a voler bene ad uno come
me..
così vuoto e... superficiale!" erano parole che covavo
dentro da
anni e non seppi precisamente perché le stessi dicendo
propio a
lei e proprio in quel momento. Stavo seguendo la scia di penseri. Il
senso e la ragione lì, contavano poco
"Tuttavia... una cosa oggi l'ho capita... ed è probabilmente
l'unica cosa di cui riesco ad essere sicuro adesso. E riguarda te!" mi
sedetti sul bordo del letto e la vidi spalancare nuovamente gli occhi.
Era completamente rapita dalle mie parole ma chissà cosa, mi
diceva che nonostante l'intenzione che ci avessi messo lei non mi
avrebbe creduto.
"Mentre ti stringevo prima, mentre stavi male e mentre ti guardavo
priva di sensi sul mio letto, per la prima volta nella mia vita mi sono
sentito... dipendente... sì, dipendente da qualcuno, dalla
salute di qualcuno... dalla sua felicità. Sentivo che se ti
fosse successo qualcosa mi sarei sentito morire... che non me lo sarei
perdonato perché in qualche modo sarebbe stata anche colpa
mia... soprattutto colpa mia! E guardarti soffrire e non poter fare
nulla per impedirlo è stato..." mi mancavano le parole, di
nuovo. Abbassai la testa amareggiato "Beh ecco è stato...
qualcosa che non voglio mai più riprovare!" rialzai lo
sguardo e
trovai il suo leggermente umido ma attento
"Mi sono preoccupato, scricciolo... non puoi neanche immaginare
quanto!" confessai in un sussurro. Aver praticamente spiattellato tutto
quello che sentivo in meno di cinque minuti, con tante parole
sconnesse, era stato leggermente destabilizzante soprattutto per uno
come me, che non era abituato ad aprirsi così tanto con
qualcuno. Il mio carattere lo avevo sempre odiato. E la cosa che odiavo
di più era che ne fossi consapevole ma che non facessi nulla
per
modificarlo. Erano diciotto anni che ci convivevo e dubitavo sarei
cambiato prima o poi.
Alice si morse un labbro pensierosa, dopodiché
gattonò
verso di me, fino a fermarsi, praticamente attaccata al mio fianco,
accovacciata sulle ginocchia. Mi prese una mano e la strinse forte
nelle sue. Mi arrivò una scarica di adrenalina dritta al
cuore e
fu una cosa totalmente nuova. Forse l'essermi messo così a
nudo
mi aveva acceso finalmente i sensi. Volevo parlare, dirle qualsiasi
cosa, ma mi dissi che ormai avevo parlato abbastanza e che se non
volevo rischiare di farla scappare via urlando dovevo imparare a
starmene in silenzio ad aspettare. Non lo avevo mai fatto, avrei
iniziato in quel momento.
Una delle due mani che ancora stringevano la mia, si alzò
fino
ad accarezzarmi una guancia. Fu talmente tanto leggero da farmi venire
i brividi su tutta la schiena. Il suo tocco era micidiale per me, e in
quel momento l'unica cosa che volevo fare, ma che mi trattenevo dal
compiere, era baciarla. Dio solo sapeva quanta voglia avessi di farlo.
Era bella, bella da impazzire e soprattutto era così fragile
ed
indifesa che il primo istinto che nasceva in me era quello di salvarla,
da qualsiasi cosa. Ma ovviamente il quasiasi cosa, comprendeva anche il
sottoscritto. Per questo rimasi fermo, logorato dal mio desiderio
opprimente.
Combattuto da entrambi i fronti...
Come in una scena a rallentatore, di cui riesci a goderti ogni singolo
fotogramma, osservai il suo viso perfetto che si avvicinava al mio.
Sentii il suo respiro caldo solleticarmi la faccia e avvertii perfino
il battito del suo cuore. O forse era il mio? Poco importava. Due anime
che si appartengono non fanno molto caso a dove finisce una e dove
inizia l'altra.
Sentire finalmente le sue labbra, di nuovo, fu come buttarsi in mare in
una giornata in piena estate. Quando anche sotto l'ombrellone ci sono
quaranta gradi. Ti senti impazzire tutto, qualcosa ti si accende dentro
e il sollievo, quello puro, ti arriva fin dritto al cuore. Ma la mia
non era semplice soddisfazione per aver ottenuto quello che tanto
desideravo. Era più che altro la consapevolezza di aver
finalmente capito quanto bisogno potesse avere uno come me, con il suo
carattere di merda e tutta la sfilza infinita di difetti, di una come
lei. Perfetta e dolce Alice.
Baciare Jasper era come imparare a volare. Liberatorio, appagante,
eccitante, da togliere il fiato. Ma soprattutto da sogno. Da quando
avevo iniziato avvicinandomi incerta a lui, non riuscivo più
a
smettere. Erano come calamita per me. E a giudicare dal fatto che lui
non tentasse minimamente resistenza, doveva valere anche per lui lo
stesso discorso. Finalmente volavo anche io, senza paura di appesantire
le sue ali, e senza il rischio di precipitare rovinosamente al suolo.
Dopodiché sarebbe stato come andare in bicicletta. Una volta
imparato, non si dimentica più. E io di uno così
difficilmente me ne sarei dimenticato.
Le sue labbra erano morbide ed invitanti al punto giusto e ormai il mio
cuore batteva all'unisono con il suo. Avrebbe anche potuto smettere di
battere, tanto ci avrebbe pensato lui a sopravvivere per entrambi. Lo
aveva detto lui. Si sentiva dipendente da me, dalla mia salute, dalla
mia felicità. Ed il fatto che anche io lo fossi, da tempo
ormai,
era chiaro anche ai muri. Speravo che in quel momento, dopo quel gesto,
fosse chiaro anche a lui.
Nella mia vita, prima di Jasper, avevo baciato soltanto un ragazzo e
neanche completamente. Diciamo che mi ero limitata a dei piccoli baci a
stampo, niente di ché. Con lui, invece, nonostante fossi
consapevole di non saperlo fare e di non aver abbastanza esperienza, il
limitarsi al bacio a stampo sarebbe stato un reato punibile con la pena
capitale. Come ci si può tirare indietro quando si ha a
disposizione uno come lui, un Jasper Cullen con delle labbra
così perfette, che ti tenta in ogni modo? Preoccuparsi del
non
essere una perfetta baciatrice, quando ci si trova con uno
così
abile e illegalmente attraente, sarebbe stato davvero penoso. Per cui
rimasi zitta, concentrandomi su di lui, sul suo magnifico sapore e
sulla sua lingua che giocava ininterrottamente con la mia. Mi sarei
goduta il momento senza troppi pensieri. Altrimenti avrei rovinato
tutto, come sempre.
Forse passarono dieci minuti. Forse dieci ore. O meglio dieci
giorni. Il tempo intorno a noi pareva essersi fermato e se non ci fosse
stato davvero bisogno di respirare, probabilmente - parlo per me -
avrei continuato per il resto della mia vita. Aprire gli occhi e
trovarmi i suoi, lucidi e sereni fu incredibilmente appagante. Forse
perché erano lo specchio perfetto dei miei. E l'unica cosa
che
riuscii a fare fu scoppiare a ridere, senza un preciso motivo. E lui
dietro di me. Sembravamo due cretini.
"Bene... cos'è che stavo dicendo?" mi domandò
divertito fingendo di pensarci.
"Ah non saprei... quando parli, io non ti ascolto... ho notato che non
dici mai niente di interessante!" esclamai cacciandogli la lingua. Mi
era perfino tornata la voglia si scherzare. Come se non ci fosse stata
nessuna crisi di panico e quel giorno non fosse più il 16 di
Dicembre. Mi sorrise scuotendo la testa, dopodiché
recuperò la mia mano, ancora poggiata sulla sua guancia e la
srinse forte. Fu un gesto strano e mi venne quasi spontaneo
interpretarlo come un gesto di possesso. E mi sentii talmente tanto
infantile a pensarlo. Mi resi conto che avevo un disperato bisogno di
qualche minuto per me. Per stare sola a metabolizzare un pò
senza che i suoi meravigliosi occhi chiari mi fissassero.
"Senti un pò... ma quel famoso bicchiere d'acqua...
è
ancora possibile averlo?" domandai accennando un sorriso. Lui,
all'improvviso di ricordò, e mi sorrise desolato
"Hai ragione... provvedo subito..." e si alzò, anche se a
mio
malincuore. Ma prima di uscire dalla stanza si voltò di
nuovo.
Pregai in tutte le lingue che lo avesse fatto per tornare a baciarmi.
"Ti porto anche qualcosa da mangiare?" mi domandò. Stavo per
rispondere di no, quando il mio stomaco pensò bene di
anticiparmi. Arrossii violentemente scatenando le sue risate
"Messaggio ricevuto... torno subito!" e uscì dalla stanza.
Rimasi in ascolto dei suoi passi sulle scale, dopodiché lo
persi. Quella casa doveva essere davvero grande e soprattutto
meravigliosa. Già solo la sua camera era fantastica. Di una
leggera tonalità di celeste le pareti, un grande tappeto
bianco
a terra, una scrivania, perfettamente organizzata, una paio di paesaggi
appesi alle pareti, due porte chiuse, oltre quella d'ingresso alla
stanza e un letto molto grande e comodo che prendeva la maggior parte
della stanza. Il tutto in un pefetto ordine. E dire che credevo di
essere io quella fissata per l'organizzazione. Non credevo che un
ragazzo - avevo l'esempio di Emmett a casa - potesse essere
così
metodico e ordinato. Eppure, Jasper Cullen lo era. E tutta quella
pulizia mi metteva stranamente a mio agio. Era come trovarsi in una
situazione assurdamente familiare, in una stanza ancora sconosciuta.
Mi alzai dal letto e sistemai la trapunta che avevo sgualcito. Buffo
come la situazione si fosse capovolta. Qualche giorno prima era stato
lui a venire a casa mia, nella mia stanza, e a curiosare in giro mentre
io ero via. Aveva trovato il mio blocco dei disegni e probabilmente si
era perfino soffermato ad analizzare compiaciuto l'ultimo per data. Era
stato alquanto imbarazzante trovarlo lì, con in mano il mio
quaderno personale, tuttavia il fatto di non avermelo fatto pesare poi
tanto, gli rendeva onore. Sapeva essere un genitluomo quando voleva.
Il fatto che lui si fosse impicciato dei fatti miei mi autorizzava
automaticamente a poter fare altrettanto nella sua stanza?
Ma sì... mal che vada, ci faremo insieme quattro risate...
Mi avvicinai alle due porte sulla parete opposta al letto e aprii la
prima. Era il bagno, anche questo perfettamente ordinato. Mi ritrovai a
pensare che avere una madre progettista faceva sempre comodo. Poi aprii
la seconda che si rivelò una cabina armadio. Spalancai gli
occhi
incredula. Una cabina armadio. Quasi più grande della mia
stessa
stanza. Ma era un sogno, non c'erano altre spiegazioni.
Io.Adoravo.La.Signora.Cullen... per aver partorito un angelo tentatore
e per aver progettato una stanza così. Ci mancava solo la
Jacuzzi, ma sospettavo ci fosse in qualche altro bagno sparso per la
casa.
Perlustrai la scrivania, leggendo i titoli dei libri del quarto anno
che erano posizionati in ordine alfabetico in una pila ben definita.
Diedi un'occhiata ad un suo quaderno. Ordinato pure nello scrivere.
Davvero complimenti. E aveva perfino una bella scrittura, molto strano
per un ragazzo. Spostai un altro quaderno e involontariamente feci
cadere a terra una piccola agendina blu che, cadendo, si
aprì,
facendo scivolare una foto. La presi e l'analizzai. Erano tre ragazzi,
poco più piccoli di me, appena abbronzati e stretti vicini
su un
dondolo, sorridenti verso l'obbiettivo. Era impossibile non
riconoscerli, nonostante mancasse qualche anno. E lui, a destra di
Rosalie, con i capelli più corti ma sempre lo stesso sorriso
mozzafiato, era divino. Mi sembrava impossibile che un ragazzo
così, fino a pochi minuti prima, fosse stato incollato alle
labbra della sottoscritta. Rimisi la foto al centro dell'agenda e senza
un preciso motivo la sfogliai, convinta di trovarci tutti i numeri di
telefono delle sue conquiste. Mi sbagliai alla grande. Era piena della
sua scrittura, ogni pagina, ogni minucolo rigo. Dall'inizio
dell'agenda, fino a qualche giorno prima. Era come se tenesse
aggiornato un diario ma che, invece di riempirlo di stupidaggini da
ragazzina quindicenne in piena crisi ormonale, riempiva di pensieri,
stati d'animo. Preferiva confessare le due gioie e le sue paure alla
carta e alla penna piuttosto che ad una persona in carne ed ossa.
Non aveva mai avuto bisgno di nessuno, d'altronde... almeno, fino ad
ora...
Presi a caso una pagina, all'inizio di Marzo
"Continua
a piangere. Ed io non so che fare. Passare davanti la sua camera,
sentire i sighiozzi, avvertire il suo dolore e non riuscire a trovare
neanche la forza di bussare... è qualcosa che non riesco a
sopportare. Mi verrebbe voglia di spaccare la faccia di quel figlio di
puttana. Le ha rovinato la vita. La sua pura ed innocente vita!"
Rimasi senza fiato. Forse perché non sapevo a cosa o a chi
si
riferissero quelle parole. O forse perché non credevo che
Jasper, il superficiale Jasper, potesse esprimere certe cose. Aveva
ragione, mi ero fatta un'idea sbagliata su di lui e se volevo davvero
conoscerlo, allora... mi sarei dovuta attrezzare da sola
perché
dubitavo sarebbe stato facile avere chiarimenti da lui.
Senza riflettere, chiusi l'agendina, e corsi a nasconderla nella borsa.
Avevo il cuore in gola, proprio come quando si ruba la marmellata dalla
credenza e si ha paura che la mamma prima o poi possa accorgersene. Io
di marmellata ne avevo rubata poca nella mia vita, ma quella volta,
immaginai che quella piccola agendina, nella mia borsa, sarebbe pesata
molto di più di qualsiasi altro barattolo di confettura.
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Capitolo 40 *** Salvarsi dall'Incendio ***
cap 41
Salve a
tutti... questa volta l'attesa è stata fatta di proposito
per lasciarvi un pò di suspance tra un cap e l'altro. Lo
scorso cap ha fatto breccia un pò in tutti voi e la cosa mi
fa piacere... ma attenti, come avete notato, Alice ha fatto un guaio nn
indifferente e non è detto che non possa pagarne le
conseguenze per questo prima o poi. Proprio ora che era arrivata
così vicino al suo obiettivo. Per quanto riguarda
qst capitolo vorrei specificare una cosa: probabilmente molto di voi nn
capiranno l'ennesimo strano atteggiamento di Rosalie, ma vi prego di
capirla... chi ha vissuto una violenza come la sua non riesce
ad ammettere il contatto TROPPO intimo e quindi rischia di
comportarsi come non dovrebbe. Dall'altro lato, Emmett, non sapendo la
sua situazione rischia di farsi idee sbagliate e può credere
che lei nn sia
semplicemente pronta ad un passo del genere, senza
sapere ke la paura di lei è dettata solo dal ricordo! Ma
anche x quello ci sarà una soluzione, state tranquilli... nn
me la sentivo di farla troppo facile quando si tratta di una cosa molto
delicata e come tale va affrontata. Bene vi lascio al
capitolo e scusate x il pessimo html... questa volta mi ha fatto
impazzire e non sono riuscita a dargli un senso... uff... fatemi
sapere... un bacione a tutti ;)
p.s. Come sempre
i link dell'abbigliamento lì trovate qui sotto ^^
Abbigliamento
Rosalie
Abbigliamento
Emmett
Me
ne stavo appoggiata al
cofano della Jeep, in attesa, con le mani
affondate nel cappotto nero, cercando calore, dato che il mio porto
sicuro si era momentaneamente allontanato. Da quando ero salita in
macchina non avevamo scambiato neanche una parola. Continuava a tenermi
per mano e a guidare tranquillo, forse ancora scosso per il mancato
incidente. Al solo pensiero mi venne un brivido.
Non
posso permettermi di perderlo... e devo fare di tutto perché
non accada più... di tutto!...
"Eccomi...
scusa se ti ho fatto aspettare..." esclamò
avvicinandosi e stringendo due bicchieri sigillati di cioccolata calda.
Sorrisi ed afferrai il mio. Fuori faceva davvero freddo e qualcosa di
caldo nello stomaco avrebbe fatto solo bene. Già soltanto
tenerlo tra le mani alleviava un pò il gelo che avevo
addosso.
Forse Emmett lo intuì, perché si
poggiò accanto a
me sul cofano, praticamente incollato al mio fianco. Sorrisi senza
neanche avere il coraggio di alzare lo sguardo. Il calore che era
capace di emanare era meglio di qualsiasi bevanda bollente. Era un
calore che scioglieva perfino le ossa.
"Sei
ancora arrabbiato con me?" azzardai pochi istanti dopo, alzando
appena lo sguardo. La paura di trovare di nuovo la sua espressione
ferita che mi aveva rivolto in chiesa era destabilizzante. Ed io ero
codarda. Molto.
"Arrabbiato?
Con te?... ma no, ma che dici?... Io non potrei mai essere
arrabbiato con te!" affermò convinto. Il suo tono sicuro e
sincero mi diede la forza per alzare completamente gli occhi ed
incollarli ai suoi. Erano tranquilli anche se ancora leggermente rossi
per le lacrime.
"Da
come ti sei comportato prima... non si direbbe..." mormorai. Lui mi
guardò, con un'espressione colpevole ed arrossì
appena
"Prima
mi sono comportato da perfetto idiota... e di questo devo
chiederti scusa!" esclamò amareggiato. Era sincero.
Maledettamente sincero. E io mi sentivo maledettamente cattiva ad
averglielo fatto notare. Scossi la testa.
"Te
l'ho già detto... non devi farlo!" risposi convinta "L'unica
cosa che vorrei sapere è... se per caso... ho rovinato
qualcosa... con il mio comportamento... prima.." lui mi
osservò
confuso. Parve non comprendere a cosa mi riferissi. Poi, forse
scrutandomi bene, si illuminò e si affrettò a
rispondere
"Rosalie
ma che stai dicendo? Tu non hai rovinato proprio niente...
io... ecco... io..." ma si bloccò, mordendosi un labbro.
Sembrava stesse fremendo dal dirmi qualcosa, ma rimase in silenzio.
Anzi, serrò la bocca per evitare che qualsiasi cosa uscisse
fuori dal suo controllo.
Tornai
a fissare il mio bicchiere, ormai tiepido.
"Emmett...
mi faresti un favore?" domandai, circa venti secondi dopo
"Certo..
tutto quello che vuoi..." rispose senza pensarci
"Smettila
di trattenerti... smettila di provare ad arginare quello che
senti... mi fa male vederti soffrire e non poter fare niente per...
aiutarti!" alzai lo sguardo e trovai il suo sorpreso ed attento
"Lasciami capire cosa ti passa per la testa... e lasciami capire se
posso fare qualcosa per farti stare meglio!" lo pregai. Sapevo che
l'unico momento di debolezza che si fosse mai concesso con me, erano
stati quei pochi minuti prima. Ed io morivo dalla voglia di capire il
perché non riuscisse a concedersene altri.
Distolse
lo sguardo dal mio per puntarlo lontano, verso gli alberi dei
sempreverdi
"Ti
dispiace se entriamo in macchina?... Inizia a fare un pò
freddo!" mi chiese monocorde ed io annuii seguendolo poi all'interno
della Jeep, sul sedile posteriore. Una volta chiuso lo sportello,
sprofondò completamente con tutto il peso sullo schienale e
chiuse gli occhi, sospirando. Quello era il segnale che decretava che
la barriera di cemento armato era stata rimossa? Il suo
sorriso
appena accennato mi fece ben sperare
"Sei
la prima persona che se ne accorge... lo sai?" mi domandò,
girando la testa verso di me
"Di
cosa?"
"Che
dietro questa corazza da orso imperturbabile c'è...
qualcosa..." e sorrise di nuovo, amareggiato. Avanzai appena sul
sedile. Volevo abbracciarlo ma forse il contatto gli avrebbe impedito
di continuare. Avevamo imboccato la giusta strada e non mi andava di
distrarlo.
"Perché
la tiri su?... perché non ti mostri al mondo per
come sei veramente?" chiesi in un sussurro. Mi osservò
pensieroso. Forse stava decidendo se dirmi la verità, almeno
quella volta, o tentare un diversivo, come sempre. Dal tono della sua
voce, dedussi si trattasse della prima
"Quando
cresci in casa del lupo cattivo, con un gregge di pecorelle
indifese da proteggere... non c'è molto altro da fare..."
rispose con un lungo sospiro. Nei suoi occhi si era spento qualcosa. Di
nuovo. La stessa espressione vuota che gli avevo visto in
più di
un'occasione. Il lupo cattivo. Il gregge indifeso. Suo padre. Le sue
sorelle. E lui, l'unico punto di riferimento per loro, doveva essere...
forte. Per loro.
"Sì
ma... il lupo cattivo non deve in nessun modo distruggere la
tua anima... non permetterglielo!" lo supplicai, con la voce tremante.
Era un argomento spinoso, soprattutto per me. Parlare di violenze,
proprio io che ne avevo subita da poco una, anche se provavo a velarla
con una metafora, faceva pure sempre malissimo. Mi tornava in mente la
stessa immagine. Io da sola, in quella maledetta casa. E quell'uomo.
Repressi a fatica un brivido.
"Sembra
facile..." mormorò con uno sbuffo. Iniziò a
torturarsi le mani, nervoso. Allungai le mie per accarezzargliele e le
strinsi forte.
"Almeno
provaci... con me..." feci eco io. Sentivo un nodo alla gola,
così opprimente da non riuscire quasi a respirare. Certo, il
contatto con le sue mani era di aiuto.
"E
chi mi dice che non scapperai via anche questa volta?" mi
domandò atono. Il ricordo della nostra ultima discussione fu
immediato. E altrettanto immediata fu la vergogna che lo
accompagnò. Mi ero comportata da bambina immatura e il fatto
che
lui non avesse fiducia in me era più che comprensibile. Mi
sentivo un mostro.
"L'ultima
volta mi hai... colta impreparata... ma questa volta penso di
farcela..." affermai, più che altro convincendo me stessa "E
tu,
Emmett... pensi di riuscire ad essere completamente sincero?" domandai
avvicinandomi ancora. Si morse di nuovo il labbro. Ci pensò
su
per qualche istante per poi annuire. Sospirai soddisfatta. Almeno un
altro passo in avanti lo avevamo fatto. Adesso avremmo avuto tutto il
tempo per parlare. E quella si preannunciava un pomeriggio molto lungo.
Infinito.
Parlare
di me mi era sempre risultato difficile. Un pò
perché il mio carattere me lo impediva e un pò -
molto a
dire il vero - perché nessuno me lo aveva mai chiesto.
Nessuno
prima di allora si era mai preoccupato di conoscere il vero Emmett.
Nessuno aveva provato a vedere cosa quella patina da ragazzone allegro
e bonario, riuscisse a nascondere. Forse perché a nessuno
interessava. O forse perché si intuiva fosse qualcosa di
grosso
e altrettanto scomodo e quindi gli altri pensavano bene di tenersene
alla larga. Certo, era senza dubbio così.
Tutti
tranne lei. La mia Rose. La mia incantevole ragazza. Era l'unica
ad aver individuato la mia maschera e ad aver avuto il coraggio di
guardarci sotto. Ed io, sarei riuscito a decifrargli ogni singolo
messaggio fosse custodito nella mia assurda anima? Ci voleva una
ragazza di New York per farmelo finalmente fare?
Evidentemente
sì...
"Ti
risparmio la parte sul pessimo padre che mi ritrovo... di quello ho
già parlato fin troppo e, visto l'effetto che ti ha fatto
l'ultima volta, direi che è meglio evitare..." esclamai con
la
mia solita voce neutra. La tiravo fuori quando volevo rimanere
impassibile - o almeno ci provavo - a quello che avevo intorno. Ad
esempio quando parlavo con mio padre. Lui non era degno di conoscere il
vero Emmett. A lui riservavo la parte peggiore. L'unica che poteva
tenergli testa.
"Vedi... quando
ero piccolo, ero il classico ragazzino scalmanato,
vivace e insaziabile di giochi, aria aperta e pallone di cuoio. Passavo
gran parte delle mie giornate al parco con i miei amici ed era
veramente raro che tornassi a casa all'ora stabilita dai miei. Ma tanto
a loro non importava poi tanto. Certo, si arrabbiavano, quel tanto che
bastava per permettermi di ripetere il tutto il giorno seguente, con
l'assurda convinzione che tanto l'avrei passata liscia comunque.
É andata avanti così fino ai tredici anni. Il
giorno del
mio compleanno mia madre venne da me e mi fece un discorso strano...
lungo e complicato. Io non volevo starla a sentire. Avevo fretta di
raggiungere i miei amici per festeggiare. Ma lei sembrava nervosa.
Voleva a tutti i costi parlarmi. E proprio in quel momento. Sembrava
davvero importante, e per questo decisi che i festeggiamenti potevano
aspettare. In fondo tredici anni non erano poi così
speciali...." sospirai al ricordo. Quanta ingenuità portata
via
con un solo semplice discorso. Tutto in un momento. In un soffio. Quel
giorno lo ricordavo perfettamente. Iniziato come tanti altri. Finito a
cambiarmi la vita. Per sempre.
"E
cosa ti disse?" mi domandò Rosalie curiosa.
"Beh
ecco... lei voleva.. che io sapessi la verità... che fossi
al corrente di ciò che avveniva in quella casa.
Iniziò il
suo strano discorso chiedendomi a chi volessi più bene al
mondo.
Io credevo si trattasse semplicemente delle classiche domande che i
genitori fanno ai figli per essere rassicurati. Del tipo 'Vuoi
più bene alla mamma o al papà?' e per questo
d'istinto
risposi che era lei quella persona. Mia madre non
parve soddisfatta della mia risposta. Mi disse che dovevo pensarci
meglio perché era convinta del fatto che ci fosse qualcun
altro
a cui io volessi più bene. Il discorso iniziava ad
incuriosirmi.
Mia madre credeva ci fosse al mondo qualcuno più importante
di
lei per me, ed io ero davvero curioso di scoprire a chi si riferisse.
Per quello che ne sapevo, io avevo detto la verità. Ed
è
stato allora che mi fece quell'assurda domanda..." sentii un nodo
grande quanto un mio pungo formarsi in gola. Provai a deglutire ma fu
inutile.
"Quale
domanda?" la sua voce fu un sussurro, ma nonostante questo,
perfettamente udibile. Mi sforzai di non chiudermi a guscio di nuovo.
Ormai ero partito e dovevo andare fino in fondo.
"Mi
propose una situazione... diciamo ipotetica in cui la nostra casa
era avvolta dalle fiamme ed io ero fuori a guardarla bruciare. Mi disse
che dentro la casa erano rimaste bloccate lei e le mie sorelle e che in
pochissimi secondi sarebbero morte tutte. Dovevo fare qualcosa, mi
disse, ma purtroppo il tempo era poco e non sarei riuscito a salvarle
tutte e tre. E fu allora che mi chiese chi avessi preferito salvare
dalle fiamme. Se lei o le mie sorelle. Mi chiese di riflettere per bene
quella volta. Di prendermi tutto il tempo che mi serviva e di non
essere avventato. In quell'istante mi passarono nella testa milioni di
pensieri. Prima di tutto il perché di quelle parole.
Probabilmente mia madre era impazzita e stava semplicemente cercando di
farmi uno scherzo. Di sicuro in quel momento i miei amici mi stavano
preparando una sorpresa e per questo non volevano che io fossi in giro.
La seconda cosa che mi colpì era la sua serietà.
Era
ansiosa di conoscere davvero la mia risposta e sembrava fare sul serio.
E poi, perché potevo salvare soltanto o lei o le mie
sorelle?
Non potevo salvarle tutte e tre visto che si trattava di una situazione
ipotetica e la nostra casa era perfettamente al sicuro? Non potevo
semplicemente chiamare il 911 e attendere i soccorsi dei grandi? E
soprattutto, cosa che mi colpì più di ogni altra
cosa... dov'era
finito mio padre in quella storia? Era al lavoro, come sempre, oppure
per lui non c'era stato nulla da fare? Avevo la mente a tremila in quel
momento e riuscii a pensare a tutto questo nel giro di pochissimi
secondi!" ricordai con un sorriso. Ero davvero un bambino dalle mille
risorse.
Rosalie
accennò un sorriso e mi lasciò una carezza sulla
mano. Quella mi diede la forza di continuare
"Alla
fine provai a immaginarmi la scena. La nostra casa in fiamme e le
urla della mia famiglia che chiedevano aiuto. Dovevo fare qualcosa.
Bella ed Alice... oppure mia madre? A chi volevo... più
bene? Te
lo assicuro, in quel momento fu davvero difficile dare una risposta. Io
adoravo le mie sorelle e mai avrei permesso che qualcosa potesse fare
loro del male. Però era anche vero che mia madre era la
donna
più importante della mia vita e non sarei riuscito a vivere
senza. Ma alla fine decisi e le diedi la mia risposta"
"E
fammi indovinare... hai scelto Bella ed Alice, non è vero?"
mi chiese
teneramente, con un sorriso. Abbassai la testa ed arrossii. Lo avevo
fatto anche sei anni prima. Quel maledetto giorno.
"Non
puoi neanche immaginare come mi sono sentito male. Quanto mi sono
vergognato della mia risposta. Certo, era soltanto uno stupido gioco,
ma mi sembrava lo stesso di aver tradito la persona che mi aveva messo
al mondo, lasciandola a bruciare in quella maledetta casa. Mi sarei
aspettato uno schiaffo o una bella tirata di orecchie. E invece... fece
la cosa più strana di tutte... mi abbracciò,
forte, e mi
disse che era profondamente orgogliosa di me. Mi accorsi dopo, quando
mi lasciò tornare dai miei amici, con l'umore notevolmente
risollevato, che aveva pianto!" chiusi gli occhi. Quella sua
espressione soddisfatta e rassicurata era qualcosa di a dir poco
fantastico da ricordare. Peccato che avessi imparato ad apprezzarla
solo in seguito. Forse troppo tardi.
"Ti
ha fatto davvero un bel discorso... e tu sei stato molto coraggioso
nel risponderle..." mi consolò accarezzandomi una guancia.
Sospirai di nuovo e le sorrisi. Se la questione si fosse limitata
semplicemente a quello probabilmente avrebbe avuto anche ragione. Ma io
sapevo ci fosse dell'altro.
"Già...
il problema è che... la mia vita da allora non è
più stata la stessa..." esclamai amaramente
"Che
intendi dire? Cosa è cambiato?"
"Beh...
piccole cose in realtà... mi sono lentamente reso conto
che... non era tutto tranquillo e monotono come io credessi. La mia
vita non era fatta soltanto di palloni e pomeriggi al parco. C'era ben
altro. E ne ebbi la conferma qualche settimana più
tardi...."
quella era la parte più difficile da raccontare. Senza ombra
di
dubbio. La stretta della sua mano si fece più forte.
L'ancora di salvezza alla quale attaccarmi nel caso fossi
affondato nel ricordo.
"Ero
tornato a casa prima da scuola e credevo che i miei fossero al
lavoro. Ne avrei approfittato per riposarmi un pò dato che
erano
quasi tre notti di fila che non riuscivo a dormire bene. Solo che mi
accorsi ben presto di non essere solo... i miei erano in cucina a...
parlare. Non capii subito di cosa stessero discutendo e ne tanto meno
mi interessava. Erano cose da grandi e potevano risolversela da soli.
Ma mi resi conto pochi istanti dopo che non era affatto così
e
che le cose di cui parlavano... riguardavano anche me."
Sei anni prima...
Litigavano. Ecco cosa stavano
facendo. E sembrava si trattasse di
qualcosa di serio. Mia madre piangeva. E mio padre gridava. Solita
routine. Ma c'era qualcosa. Qualcosa di diverso. Forse ero io ad
esserlo. Io e quello stupido discorso che ancora mi frullava nella
testa dal giorno del mio compleanno. Quell'incendio. Quella maledetta
sensazione di disagio nei confronti di mia madre per averla lasciata a
bruciare nelle fiamme. Per non aver tentato neanche per un istante di
salvarla. E per non essermi neanche preoccupato di chiederle almeno
scusa. Ero uno stupido ragazzino di tredici anni. Immaturo ed egoista.
Proprio quando mi ero deciso ad
andarmene davvero, con la coda
dell'occhio vidi il braccio di mio padre saettare veloce e la sua mano
posarsi con violenza sul viso di mia madre. Fu un attimo. Fu violento e
preciso. Ed io rimasi completamente senza fiato. Mio padre aveva
davvero messo le mani addosso a sua moglie, a mia madre? E per cosa
poi? Per qualsiasi cosa stessero litigando... valeva davvero la pena
picchiarla?
Mia madre piangeva e lui
continuava a gridare. Sembrava non gli facesse
neppure pena. Che non avesse il minimo rimorso. Un altro schiaffo
partì qualche secondo dopo, se possibile, ancora
più
violento e preciso, tanto da far perdere a mia madre l'equilibrio e
farla cadere a terra. Dovevo fare qualcosa. Chiamare qualcuno. Non
potevo rimanere fermo, immobile, mentre mia madre piangeva e mio padre
la picchiava. Stavo tremando. Letteralmente.
In un istante mi vennero in
mente le parole di mia madre. Quelle del
mio compleanno. Avevo lasciato che mia madre morisse, anche se tra le
fiamme di uno stupido incendio immaginario, ma lo avevo fatto. Avevo
abbandonato la donna più importante della mia vita al suo
crudele destino. Sì, lo avevo fatto già una
volta. Non
sarebbe capitato di nuovo. Quella volta dovevo reagire. Le mie sorelle
erano al sicuro, a scuola. E l'incendio era mio padre. E se non potevo
chiamare il 911 cosa avrei potuto fare? Agii d'istinto. Presi un
posacenere dal tavolo dell'ingresso e lo strinsi tra le mani, come se
fosse la mia unica ancora di salvezza. Avanzai lentamente, superando
finalmente la porta della cucina. Vedevo tutto appannato. I muri della
stanza non avevano più colore. Il soffitto era sfumato. I
mobili
trasparenti. Ma i miei genitori li vedevo ancora bene. Mia madre era
ancora accucciata a terra e mi guardava con gli occhi sgranati. Era
come se avesse paura per me, quando quella in difficoltà in
quel
momento era lei. Avrei voluto dirle di stare tranquilla e che suo
figlio quella volta non l'avrebbe abbandonata. Ma rimasi in silenzio. E
lo stesso fece lei. Istinto di sopravvivenza pensai. Mio padre mi dava
le spalle e continuava a gridare come un pazzo. Non sapevo esattamente
cosa stessi facendo. Le braccia si mossero da sole così come
il
suo corpo. Vidi il posacenere di cristallo andare in mille pezzi sulla
sua nuca. Vidi mio padre accasciarsi sulle ginocchia e poi cadere a
terra. Vidi mia madre in silenzio. La vidi alzarsi e venirmi ad
abbracciare forte.
L'ultima cosa che vidi prima di
cadere nel buio dell'incoscienza, fu
l'ambulanza che caricava mio padre, il magnifico ispettore capo, per
portarlo al pronto soccorso, dove purtroppo, il leggero trauma cranico
che gli avevo provocato con quel posacenere, sarebbe stato curato in
meno di dieci giorni.
"Ed
ecco tutta la storia..." annunciò alla fine,
abbandonando la schiena contro il sedile. Per tutto il racconto era
stato all'erta e rigido. Come se stesse rivivendo tutto ciò
che
mi aveva raccontato. E, una volta finito, avesse scaricato l'ansia.
Io
mi sentivo strana. Adesso che conoscevo la reale natura di suo
padre, faticavo ad immaginarmelo in divisa, mentre pattugliava la zona
o sbrigava qualche faccenda burocratica in ufficio. Non credevo potesse
rivelarsi un uomo del genere. Ed era normale che sia Emmett che le sue
sorelle, non avessero una bella considerazione di lui. Non ce l'avevo
neanche io, pur non conoscendolo affatto. Lo avevo visto soltanto una
volta, alla manifestazione, su quel palco, e tutto mi era sembrato,
fuorché un uomo violento. Era arrivato a mettere le mani
addosso
alla moglie e alle sue stesse figlie.
Per spiegartelo dovrei farti
vedere tutti i lividi che Bella ed Alice
si portano addosso!...
Repressi un brivido per
provare a dire qualcosa
"Io non... ci posso
credere... cioè... visto da fuori tuo padre non... non
sembra così..."
"Già... ed
è proprio per questo che prima di quel giorno
io non me ne ero mai accorto e se non lo avessi visto con i miei stessi
occhi, avrei faticato a crederci anche io. Certo, sapevo che non fosse
un padre modello, ma addirittura sapere che... picchiava mia madre... e
poi, quando lei non c'era si sfogava su Bella o Alice che erano le
più deboli. Tra l'altro... quel mio gesto, quel posacenere
che
ho avuto il coraggio di lanciargli, è come se gli avesse
imposto
un freno. Come se si fosse reso conto che quando ci sono io... non deve
permettersi di... alzare un dito su di loro... non dico che abbia paura
di me, però..." sorrise amaro
"Credo di aver capito,
allora, cosa intendessi prima, quando dicevi di
essere diventato così protettivo e di aver alzato questo
scudo
per colpa... della situazione che hai a casa..." mormorai "Era...
l'unico modo per proteggerle!" lui annuì
"Per
non parlare del fatto che, morta mia madre, io sono rimasto
l'unico punto di riferimento per loro... dato che su nostro padre non
hanno mai potuto contare!" aggiunse sospirando. Certo che doveva
portarsi dietro davvero un bel fardello.
"Però...
non è giusto... no... non lo trovo affatto giusto!" sbottai
"Cosa?"
"Che
tu debba sopportare tutto questo... che da allora tu non abbia
più potuto vivere la tua vita... che tu debba pensare sempre
prima agli altri e poi, soltanto dopo a te stesso..." ripresi fiato
dopo quel piccolo sfogo per poi sussurrare "Non lo trovo giusto!". Una
risata leggera alla mia sinistra mi fece alzare lo sguardo sul suo viso
"E
cosa avrei dovuto fare allora... fregarmene di tutto e continuare ad
essere quell'egoista tredicenne che non vedeva l'ora di mollare le
prediche della madre per andare a giocare con gli amici del quartiere?"
mi domandò
"No,
non sto dicendo questo... però.. Emmett... non è
necessario che tu ti faccia carico di tutte queste cose..
quand'è stata l'ultima volta che ti sei preso una pausa da
tutto
questo?" gli chiesi allora curiosa. Ci pensò su per alcuni
istanti. Mi parve di intravedere nei suoi occhi la sua vita passare in
fotogrammi ben definiti. Era come se stesse sfogliando l'album della
memoria per poter rispondere alla mia domanda.
"Sinceramente...
non me lo ricordo..." mormorò allora, scrollando le spalle
"E
allora cosa stai aspettando? Prenditelo questo momento, Emmett...
è lì che ti aspetta e tu non puoi e non devi
continuare
ad ignorarlo ancora a lungo!" esclamai convinta rivolgendogli un
sorriso incoraggiante. Sospirò ancora. Sembrava starci
pensando
davvero. E dovevo dargli solo qualche altra buona motivazione per non
far passare un'altra occasione.
"Alice
e Bella non corrono alcun pericolo se per una volta, anche solo
per poche ore, tu decidi di riprendere in mano la tua vita.. non sono
più delle bambine e poi.. non sono più...
sole...". Mi
chiesi immediatamente se avessi fatto bene ad aggiungere quella ultima
considerazione. Non ci voleva poi molto a decifrare il doppio senso e
sapevo perfettamente di aver toccato un tasto dolente. I casi erano
due. O quella volta si alzava e se ne andava davvero.. oppure..
liquidava la discussione decidendo di non darmi più retta,
neanche per chiedermi indicazioni su che film vedere al cinema.
Con
mia grande sorpresa, scoppiò a ridere
"Mmm..
non per fare sempre quello polemico ma... non mi sento
particolarmente tranquillo a lasciare Alice nelle mani di Jasper..."
esclamò, mentre nei suoi occhi, con quella risata genuina,
si
era riaccesa appena una luce. Scoppiai a ridere anch'io.
"Sì,
probabilmente hai ragione, però.. Jasper è
cambiato... te ne sarai accorto anche tu..." spiegai. Nonostante la
nostra ultima discussione bruciasse ancora, non potevo di certo
ignorare il suo cambiamento radicale degli ultimi giorni. Da quando era
rimasto a casa con la febbre, qualcosa in lui sembrava essersi
svegliato dal torpore in cui si era rintanato da quando eravamo
arrivati a Forks. Sembrava... motivato. E vederlo così,
faceva
stare bene anche me.
"E
pensi che questo suo cambiamento sia merito di Alice?" mi
domandò curioso
"Io
penso proprio di sì!" affermai convinta. Scosse le spalle.
Ecco, forse non lo avevo proprio convinto
"Sì,
ma... se vuole stare con lei, deve prima riconquistare la
mia fiducia... non ha mai avuto un bel atteggiamento nei miei
confronti..."
"Emmett..."
lo ammonii bonaria. Mi guardò interrogativo "Lo stai
facendo di nuovo.. ti stai ancora preoccupando per loro... lo vuoi
capire che non ce n'è bisogno!" gli pungolai con un dito un
braccio, divertita dalla sua solita apprensione.
"Deve
piacere a lei, non a te!" esclamai decisa, scendendo a
stringergli una mano. La accarezzò per qualche secondo, come
se
l'avesse appena vista per la prima volta.
"Non
ne sono del tutto convinto... io credo che, invece, lei debba..."
"No!"
lo interruppi ancora, questa volta tappandogli la bocca con la
mano rimasta libera. Alzò gli occhi al cielo, facendomi
ridere
ancora. Le lacrime e la paura sembravano un ricordo così
lontano. Più che un'ora, sembrava passata
un'eternità.
"Lasciale
fare ciò che sente di fare. Sbaglierà? Si
farà del male? Potrà soffrire? D'accordo, e
quello
sarà il momento per esserle d'aiuto. Si sentirà
bene?
Sarà felice? Ecco... quello, invece, sarà il
momento per
starle accanto e sorriderle, dicendo... mmm... forse quella
rompiscatole della mia ragazza aveva ragione!" e scoppiammo a ridere
ancora. Sembrava quasi commosso. Gli brillavano gli occhi. Ancora
più del solito. Ed era davvero, davvero, bello.
"Staremo
a vedere!" mormorò, mentre con la mano gli lasciavo una
morbida carezza sulla guancia. Senza neanche rendermene conto, mentre
parlavamo, ci eravamo avvicinati tantissimo e in quel momento eravamo
praticamente incollati. Io girata con il corpo verso di lui. Lui con la
testa poggiata sullo schienale, proprio accanto al mio braccio piegato
sotto la mia testa. E quel momento di silenzio dopo le risate fu quasi
surreale. Mi fissava, sorridendo appena, con gli occhi ancora lucidi.
Ed io lo fissavo a mia volta, come rapita. Sentivo ogni suo singolo
respiro, perfino quelli che sollevavano appena alcune ciocche dei miei
capelli. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, con una forza tale
da rischiare di uscire dal petto e cadere. Sentivo il calore che il suo
corpo emanava, riuscendo a riscaldarmi perfino l'anima, nonostante
fuori ci fossero appena 5° gradi. Sentivo una strana sensazione
montarmi dentro.
Cosa
diamine mi prendeva? Era davvero... disagio quello che iniziavo ad
avverire? Disagio con Emmett? Con il mio ragazzo? E perché?
Forse perché eravamo così vicini? Forse
perché ci
eravamo resi così vulnerabili con la nostra ultima
discussione?
Forse perché ero io
ad essere vulnerabile?
Mi
accorsi che mi stava baciando soltanto perché avvertii uno
strano calore allo stomaco, e quella volta la cioccolata bollente non
c'entrava niente. Era un calore diverso. Che quasi mi faceva girare la
testa. Avvertii fin da subito che quel bacio non aveva niente a che
fare con tutti gli altri che ci eravamo dati fino ad allora. Era
sicuramente più profondo e iniziava a farsi anche troppo
intimo.
Il sangue iniziò ad affluire violentemente in testa. Pulsava
in
maniera quasi dolorosa. Dovevo pur trovare il modo di farlo smettere.
"Senti
un pò... a proposito di quel momento di pausa di cui
parlavi prima... credi sia possibile prenderlo... tipo... adesso?" quel
sussurro provocante a pochi centimetri dal mio collo e il suo respiro
caldo a solleticarmi la pelle, furono il colpo di grazia
"C-cosa..
c-cosa vuoi..." non era la mia quella voce. Quella non ero
più io. Intanto le sue labbra erano risalite in un percorso
logorante fino al mento, per poi tornare sulla mia bocca. Possibile
fossero ancora più calde di prima? Era questo l'effetto
della
passione e dell'eccitazione? Questo succedeva in... quel tipo di
momenti?
"Lo
hai detto tu... Alice e Bella sono in buone mani, voglio fidarmi...
devo concedermi una pausa.. e voglio... concedermela.. con te!"
iniziavo ad impiegare troppo tempo per respirare. Mi mancava l'aria. E
cosa peggiore, quella situazione, quei baci così espliciti e
in
ultimo quelle parole, avevano risvegliato in me l'istinto di
sopravvivenza. Scappare, ecco cosa mi diceva. Andare immediatamente via
di lì. Altrimenti il dolore sarebbe tornato. Nessuno doveva
toccarmi in quel modo. Nessuno doveva più farlo. Ero io a
non
volerlo. Ero io ad essere sbagliata. Emmett non c'entrava niente.
"N-n-no..
per favore... bas-ta.." mormorai, iniziando inspiegabilmente
a tremare. Strinsi forte le mani a pugno avvertendo la pelle delle
nocche tirare. Serrai gli occhi, sperando che quella volta le mie
preghiere venissero ascoltate e che nessuno mi facesse più
del
male. Come era già successo. E i segni li portavo ancora
evidenti.
La
pressione del corpo di Emmett sparì gradualmente e la sua
voce preoccupata si fece subito sentire
"Rose...
Rose, cos'hai? Ti senti male?" mi scosse leggermente per le
spalle. Forse perché avevo ancora gli occhi serrati. Forse
perché avevo smesso di respirare. Tornai a fare entrambe le
cose
pochi istanti dopo. Lo guardai e trovai sul suo viso un'espressione
indecifrabile. Era un misto di colpa, imbarazzo e preoccupazione. Ed io
iniziavo già a sentire le lacrime spuntarmi ai lati degli
occhi
"Non
posso..." bisbigliai, avvertendo un nodo in gola stringermi al punto da
togliermi il respiro
"Cosa
non puoi?" mi domandò subito, agitato. Abbassai lo
sguardo. Non ce la facevo a vederlo così tormentato. Ero
ancora
troppo scossa e quelle maledette immagini mi vorticavano in testa
così veloci da farmi venire la nausea.
"Non
posso... non ce la faccio.. mi.. mi dispiace!" scossi la testa,
mentre la prima lacrima rotolava libera sulla guancia. Quella mia
affermazione spezzettata parve aggiungere altro silenzio ad altro
silenzio. Altro imbarazzo ad altro imbarazzo. Altre immagini alle mie immagini.
"Oh!"
esclamò Emmett, colto il significato delle mie parole. Mi
sentivo male. Non fisicamente. Stavo male per quello che stava
succedendo e per quello che era già successo dieci mesi
prima.
Stavo male perché dovevo immaginarlo che prima o poi una
cosa
del genere sarebbe successa. Era normale che un ragazzo - Emmett
incluso - provasse ad approfondire il rapporto con la sua ragazza,
passando al piano fisico. Peccato che ogni singolo contatto mi
provocasse una voragine talmente tanto profonda nel petto da impazzire.
No, Emmett non c'entrava proprio. Lo sbaglio ero io.
"Rose..."
mi chiamò, ma io ero troppo impegnata a tremare e a
ricordare per dargli retta
"Rose..."
ci riprovò, abbassando la testa alla mia altezza e
cercando i miei occhi "Per piacere... non piangere! Altrimenti mi fai
sentire ancora peggio di quanto già non stia!". Quelle
parole
ebbero l'effetto sperato e mi fecero alzare la testa. Trovai
un'espressione colpevole e mortificata. Nonostante le lacrime mi
appannassero la vista. Mormorò qualcosa che non riuscii a
capire, per poi alzare una mano verso la mia guancia, probabilmente per
accarezzarla. Mi serrai nuovamente nel mio guscio, richiudendo gli
occhi e pregando l'arrivo della fine di quella tortura. Ma non avvertii
nessun tocco. Nessuna carezza, neanche il minimo contatto da parte sua.
Con molta prudenza riaprii gli occhi e lo trovai con le mani abbassate
e lo sguardo completamente tormentato. Si stava logorando senza sapere
per quale motivo. Lui continuava a non c'entrare nulla.
"É
colpa mia... è soltanto colpa mia..." mormorai torturandomi
un labbro
"Non
dire sciocchezze... tu non c'entri... non avrei dovuto essere
così precipitoso!" affermò convinto. Scossi la
testa
quasi con violenza
"No...
tu non capisci... sono sbagliata... tremendamente sbagliata!" mi
accasciai in avanti, coprendomi il viso con le mani e dando ancora una
volta libero sfogo alle lacrime. Quell'uomo. Quel maledetto uomo mi
aveva rovinato la vita e niente sarebbe stato più come
prima.
Non potevo neanche sperare di godermi quel genere di esperienza con il
mio ragazzo, con il ragazzo che amavo, senza che le sue mani gelide e
le sue dolorose spinte non mi facessero nuovamente stare male. Doveva
pur finire quell'inferno. Non poteva continuare a tormentarmi
all'infinito. Quanto ancora sarebbe dovuto passare per considerarmi...
guarita? Quanta sofferenza avrei dovuto patire ancora, prima di avere
una relazione normale con Emmett? Era possibile che una cosa
così bella come desiderare qualcuno e voler fare l'amore con
lui, fosse completamente rovinata dal ricordo di quel maledetto fottuto
bastardo? Perché dovevo pagarne io le spese? E
perché
dovevo farle pagare anche ad Emmett?
"Rosalie...
posso... abbracciarti?" mi domandò qualche istante
dopo, con la voce leggermente tremante. Quella era l'unica cosa che
volevo. Rientrare nel mio porto sicuro e guardare serenamente verso la
luce splendente del mio faro personale. Così senza neanche
rispondere, mi risollevai e mi schiacciai contro il suo petto. Le sue
braccia mi circondarono quasi all'istante, mentre il cuore tornava a
battere tranquillo. Soltanto lui avrebbe messo fine a quel dolore
lancinante che sentivo fin dentro le viscere. Soltanto lui poteva
salvarmi. Lui ce l'avrebbe fatta. Io ce l'avrei fatta. Prima o poi.
Questa era la mia speranza.
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Capitolo 41 *** Confidenze... per SMS ***
Cap
Buonasera
a tutti, miei cari amici... questa volta non voglio dilungarmi
troppo... ci tengo soltanto a dire che questo capitolo è
ricco di sottointesi, per tutte e tre le coppie (anzi per quattro
coppie, diciamo ^^) nonostante siano inseriti soltanto due narratori...
e vi avverto che i prossimi capitoli (nn sono ancora sicura se siano
due o tre) saranno dedicati solo ad una delle tre coppie
perché è necessario che siano spiegate un
pò di cose in successione, e spezzare con la distanza di
parecchi capitoli diventerebbe confusionario... magari aggiungo uno
stralcio sotto ognuno per dare una panoramica degli altri personaggi
nel frattempo... mmm... qualcosa mi inventerò.. nel
frattempo godetevi questo capitolo e spero riusciate a farvi 4 risate
come è successo a me scrivendolo.. :D... un bacione a tutti,
anche ai lettori silenziosi ma soprattutto a coloro che lasciano un
segno tangibile del loro passaggio... vi adorooooo ;)
P.s.
I link con l'abbigliamento
Abbigliamento
Bella
Abbigliamento
Edward
- Cosa
c'è di
più sensazionale, di più meraviglioso e di
più
fico oltre ogni misura del Ballo Scolastico di Capodanno? Niente,
appunto! E quest'anno lo abbiamo voluto festeggiare in grande stile
(nonostante il misero budget della scuola non sia poi questa gran
cosa!) e soprattutto in maniera molto FASHON! Udite Udite Signore e
Signori quest'anno il comitato studentesco ha deciso di organizzare un
ballo bi - colore. Sì, avete capito bene... ho scritto
proprio
bi - colore. Intendo dire che saranno accettati soltanto due tinte per
i vestiti, vale a dire il VIOLA e il BIANCO. Ma non è
tutto.. a
complicare ancora di più la cosa abbiamo pensato di lasciare
il
primo colore alle donzelle e il secondo ai maschietti. Idea geniale non
trovate? Le spille dell'invito sono da oggi disponibili in segreteria e
anche quest'anno sono le ragazze a dover invitare. Perciò,
mie
care colleghe, armiamoci di coraggio e invitiamo il nostro cavaliere
per la festa più meravigliosa della storia della Forks High
School! Buona cacca a tutti! Jessica Stanley-
Quello
che avevo appena
finito di leggere era il volantino del Ballo che avevo trovato
appiccicato al mio armadietto. Ogni anno la scuola organizzava due
eventi del genere. Uno più o meno nel periodo di Natale e
l'altro in primavera, con la fine delle lezioni. Ed io ero solita non
andare né ad uno né all'altro. Non era per
qualcosa di
personale, ma era proprio il genere di eventi che tentavo di tenere
alla larga il più possibile. Erano inutili e senza alcun
senso.
Prima di tutto... cos'era quella storia che dovevano essere le ragazze
a fare l'invito? Da che mondo è mondo non sono gli uomini
che
devono fare la prima mossa? Saremmo anche nell'era dell'emancipazione
femminile e delle lotte contro il sessismo ma... certe cose non
andavano cambiate e quella dell'invito al ballo era una di queste. La
trovavo disgustosamente umiliante. I ragazzi per certe cose sanno
essere molto più sfrontati e incassano bene i rifiuti. Io
ero
terrorizzata dal no. Terrorizzata di avvicinarmi a qualsiasi ragazzo
della scuola per chiedergli di accompagnarmi al ballo. Figurarsi poi se
il ragazzo in questione mi avesse risposto in maniera negativa. Dove
avrei nascosto poi la faccia? Mi sarei dovuta trasferire? Avrei dovuto
cambiare identità? Avrei dovuto assoldare un killer per
uccidere
tutti gli eventuali testimoni? E per finire... avrei dovuto dire a
Jessica che al posto di caccia, sul volantino, aveva fatto stampare
cacca?
"Cosa stai leggendo in maniera così scrupolosa?" una voce
alle
mie spalle mi distolse dal mio vomito di pensieri. Mi girai ancora
stringendo in mano il volantino
"Ehi... Edward... ciao!" lo salutai, sentendo le guance arrossarsi. Eh
no, due giorni non bastavano per far passare la vergogna per quello che
era successo - e per fortuna non successo - a casa mia. E nonostante
lui non me lo avesse fatto pesare, il ricordo continuava a
causarmi una strana morsa allo stomaco. Come in quel momento. Il
sorriso che gli si aprì sul volto mi fece immediatamente
ricordare di avere ancora una domanda alla quale rispondere
"Ah... questo! Non è niente... è il volantino del
Ballo
di Capodanno... ogni maledetto anno la scuola organizza una
stupidaggine tipo questa e devo dire che questa volta si sono davvero
sbizzarriti!" gli passai il foglietto incriminato - Dio, non mi ero
resa conto di quanto fosse fucsia - e aprii l'armadietto per cercare il
libro di Letteratura Inglese.
"Viola e bianco?" domandò incredulo lui alle mie spalle.
Sorrisi di conseguenza
"Già.. un incubo!"
"L'invito spetta alle ragazze?" ribatté ancora notevolmente
colpito. Recuperato il libro, chiusi l'armadietto e mi avviai verso la
mia aula, sentendo i passi di Edward che mi venivano dietro
"Sì... altra genialata del comitato organizzativo..."
borbottai
scontrosa. Ero acida. Molto acida. Estremamente acida. Ma con
cognizione di causa.
"Aspetta un attimo... cosa sono le spille dell'invito?" mi
domandò allungando il passo e fiancheggiandomi. Feci una
smorfia
disgustata
"In pratica sono delle spille che la scuola mette a disposizione che si
possono reperire in segreteria al simbolico prezzo di 50 centesimi...
si devono regalare alla persone che si ha intenzione di invitare... e
se questa accetta deve portarla appesa alla maglia fino al giorno del
Ballo, così le povere fanciulle malcapitate sapranno almeno
quali ragazzi sono stati già invitati e si risparmiano
l'umiliazione!" spiegai. Già, peccato che dopo neanche due
ore
dall'apertura della segreteria, le spille fossero ancora centinaia e i
ragazzi accettabili finiti. Rimanevano i peggiori e i pervertiti.
Categorie che nessuno si sarebbe mai sognato di invitare.
"Mmm... però... niente male come idea!" esclamò
colpito.
Mi bloccai di colpò per lanciargli un'occhiata di fuoco
"Sei impazzito spero!" mormorai incredula
"Perché, scusa? Io la trovo davvero geniale... si evitano
davvero tante scomode situazioni.. non immagini quanto possa essere
seccante dover rifiutare un invito... soprattutto se a fartelo
è
una ragazza!" esclamò. Sollevai un sopracciglio sorpresa.
Senti senti il playboy
americano...
"No, aspetta, mi sono espresso male..." esclamò subito,
sbiancando di colpo "Questo non significa che io sia il tipo che
rifiuta gli inviti delle ragazze né tanto meno uno che in
vita
sua ne ha ricevuti tanti... parlavo per sentito dire... mio fratello,
per esempio... lui sì che è uno che rifiuta gli
inviti
delle ragazze!" era la mia impressione o Mr Cullen si stava
arrampicando sugli specchi? Stavo per rispondergli quando una testa
bionda sbucò in mezzo a noi spaventando entrambi
"Non mettere in giro voci infamanti sul sottoscritto... rischi di
rovinarmi la piazza e poi non mi rimarrà più
nessuna da
invitare!" borbottò Jasper, poggiando un braccio sulle
spalle di
Edward
"Mi dispiace deluderti, stallone, ma per questa volta dovrai
rimanertene buono a cuccia!" gli feci notare recuperando un altro
volantino, attaccato con un pezzo di adesivo ad un armadietto. Questo
aveva una strana e raccapricciante tonalità di arancio
carico che mi ricordava le
zucche di Halloween. Certo che Jessica quando ci si metteva dava
proprio il meglio si sè. Passai il volantino a Jasper che lo
esaminò curioso
"Sono le ragazze che invitano i ragazzi... quindi per una volta sarai
costretto ad attendere che qualcuna faccia il passo verso di te!" gli
anticipai mentre scorreva curioso l'avviso. Sollevò un
sopracciglio, non seppi se per delusione o per curiosità. La
sua
esclamazione di dopo chiarì il mio dubbio
"Ma che stronzata è mai questa?" sbottò
incredulo. Ecco, forse un alleato nella mia battaglia potevo trovarlo.
"Ma dai, è assurdo..." aggiunse, scorrendo ancora il
volantino
"Sì, è esattamente quello che ho pensato anche
io!"
confermai lanciando un'occhiata di sbieco al fratello che ci fissava
senza capire
"A chi diavolo è saltato in mente di mettere il bianco come
colore per i ragazzi?" domandò stizzito. Per poco la
mascella
non mi cadde per terra
"Avresti preferito il viola?" lo provocò Edward divertito
"Certo che no.. ma.. il bianco? É un colore anonimo... anzi,
per
la precisione non è neanche un colore! Che diavolo bisogna
chiedere al negozio... mi scusi mi servirebbe uno smoking... ah certo,
me lo dia bianco! Ci rideranno in faccia!" era fuori di sè
ed io
lo ero ancora di più per aver realizzato per l'ennesima
volta di
essere sola nella mia battaglia
"Non esagerare, Jazz... se lo hanno scritto, significa che esistono!"
gli fece notare Edward, accartocciando il suo volantino fucsia e
facendo un canestro perfetto in un cestino nel corridoio.
"Ecco allora facciamo che a comprare il mio ci vai tu, ok?" gli fece
Jasper imitandolo nel lancio del volantino, centrando a sua volta un
altro cestino, notevolmente più lontano.
"Non ci penso proprio! Non sono la tua schiava... se qualcuno si
degnerà di invitarti, allora alzerai le chiappe e andrai a
scegliertelo tu!" rispose il fratello infastidito. Però.
Quei
due quando litigavano facevano sul serio. Alice aveva ragione. Anche
se.. dovevo ammettere che erano interessanti da osservare. E perfino un
pò divertenti.
"Che significa... se qualcuno si degnerà di invitarti? Certo
che
qualcuno mi inviterà... anzi sai cosa ti dico.. lo faranno
in
molte e sarò io a scegliere la migliore, al contrario tuo
che
hai la scelta limitata alla tua allegra ragazza rompipalle!"
sentenziò Jasper appena divertito. Ecco, quello era proprio
quello che volevo sentire. Avere la conferma del fatto che l'unico
ragazzo che probabilmente, forse sotto tortura e con una buona dose di
alcool nelle vene, mi sarei decisa ad invitare a quel maledetto ballo
aveva praticamente già una spilla attaccata al petto.
Maledizione. Adesso sì che stavo bene!
"Idiota!" biascicò Edward
"Che cosa hai detto, scusa?" gli chiese Jasper bloccandolo per un
braccio e guardandolo in cagnesco. Era normale che si stessero sfidando
in mezzo al corridoio? Ed era altrettanto normale che io fossi troppo
impegnata a deprimermi per provare a separarli?
"Non ho detto niente..." rispose Edward a tono, liberandosi della sua
stretta
"Ah sì? Mi era sembrato di sentire qualcosa tipo... idiota!"
ribatté l'altro.
"Mi dispiace... ma devi aver sentito male!"
"Tu dici?" Dovevo fare qualcosa? Dovevo dividerli? Dovevo mettermi in
mezzo a loro? Dovevo gridare e attirare così l'attenzione di
qualcuno? Dovevo girare i tacchi e raggiungere la mia lezione di
Letteratura? Dovevo dire a Jessica che al posto di caccia, sul
volantino, aveva fatto stampare cacca?
"La volete smettere voi due? Vi sembra il caso di mettersi a litigare
qui a scuola?" li riprese allora Rosalie, appena arrivata a salvare in
extremis la situazione. Dietro di lei mio fratello la seguiva a breve
distanza e al suo fianco Alice osservava la situazione leggermente
spaventata. Aspetta un attimo. Quella tra le mani del folletto era
davvero una spilla a forma di viola?
"Tranquilla, non stavamo litigando... stavamo semplicemente discutendo
su dove andare a prendere lo smoking bianco per il ballo, non
è
vero ortaggio?" domandò Jasper sorridendo. Scappò
un
sorriso anche a me. Ortaggio? Questa Edward doveva proprio spiegarmela.
"Certo... come no!" rispose lui allontanandosi appena
"Se volete io conosco un posto..." li informò Emmett
"É
un pò fuori mano ma ha davvero di tutto... e non
è
necessario comprarli i vestiti. Lì si possono anche
noleggiare!"
"Fantastico... e dove sarebbe questo posto?" chiese Jasper interessato.
Emmett prima di rispondere lo squadrò per bene, per poi
girarsi
verso Alice che arrossì all'istante. Scosse la testa e
tornò a guardare, anzi, a fulminare, il suo interlocutore
"É lungo da spiegare e se non sei del posto potresti
perderti
facilmente... se volete dopo la scuola ci possiamo andare insieme!"
rispose, stranamente cortese perfino con colui al quale aveva
affibbiato tanti di quei soprannomi assurdi da far invidia a Wikipedia.
"E tu... accompagneresti me... in questo posto.. oggi.. dopo la
scuola?" ripeté Jasper incredulo. In effetti la proposta
dell'orso aveva spiazzato un pò tutti. Soprattutto Alice che
lo
guardava sconvolta
"Mi pare di avertelo appena detto!" borbottò lui,
assottigliando lo sguardo.
Jasper, accetta un
consiglio disinteressato. Digli di sì, così eviti
di rimetterci un braccio...
"D'accordo, allora... dopo la scuola possiamo farci un salto!"
acconsentì allora il biondo, anche se non pienamente convinto
"Ovviamente l'invito è esteso anche a te, Edward!"
esclamò Emmett rivolgendogli un sorriso. Mmm... verso Jasper
ringhiava... verso Edward sorrideva gentile. Eh sì...
iniziavo a
credere che la povera Alice non avesse nessuna possibilità
di
successo in quella assurda situazione. Soprattutto se nostro fratello
continuava ad essere così ostile nei confronti di Jasper.
"Grazie, Emmett... davvero!" rispose Edward sorridendo a sua volta.
Oh mio Dio... possibile
che quel sorriso abbia il potere di sconvolgermi fino a questo punto?...
"Bene, credo sia il caso di andare... le lezioni stanno per iniziare...
ci vediamo a mensa!" e dopo un casto e dolce bacio sulla testa di
Rosalie, Emmett fece dietrofront per dirigersi verso l'aula di
informatica.
"É il caso che vada anch'io... ho una verifica di spagnolo e
non
ricordo praticamente nulla!" esclamò Alice, mettendo la
spilla
in borsa e incamminandosi verso l'aula
"Buena suerte, scricciolo!" le
augurò Jasper con un occhiolino che la fece arrossire e
sorridere
"E noi dobbiamo raggiungere la lezione di Letteratura Inglese,
altrimenti la signorina Stone ci farà a pezzi!" ci
ricordò Rosalie spingendo il gemello verso di me e salutando
Edward con la mano. Gli rivolsi un timido sorriso prima di girare i
tacchi e andarmene. Lui fece altrettanto ma il suo fu molto
più
luminoso.
Altro che caccia... quella sarebbe stata un'autentica carneficina.
"Ehm... Edward?"
"Dimmi!"
"Posso chiederti un favore?"
"Certo!"
"Terresti d'occhio quei due da parte mia?" l'apprensione di mia sorella
era più che giustificata. Affrontare un pomeriggio
con Emmett e Jasper insieme, mi preoccupava parecchio
in effetti. Era come stare in mezzo
all'arena della Corrida, in attesa che i due tori venissero a
schiacciarmi nel centro.
"Ci posso provare... ma non ti assicuro nulla!" risposi sorridendole.
Da lontano vidi i due tori in questione avanzare dalla palestra uno di
fianco all'altro. E sembrava stessero parlando. Civilmente. Erano per
forza un miraggio, non c'erano altre
spiegazioni.
"Ti spiacerebbe accompagnare Bella ed Alice a casa?" domandò
Emmett a Rosalie, una volta che si furono avvicinati
"Certo... non è un problema!" rispose lei sorridendogli. Mi
frugai nelle tasche del cappotto per poi passarle le chiavi della Volvo
"Trattala come se da essa dipendesse la tua vita!" esclamai fingendomi
preoccupato. Afferrò le chiavi cacciandomi la lingua. Nel
frattempo Alice e Bella si erano avvicinate a noi che aspettavamo
accanto alla Jeep.
"Direi che possiamo andare!" esclamò Emmett aprendo uno
sportello dell'auto. Lanciai un'occhiata terrorizzata verso mia
sorella. Sperai che afferrasse e che mi liberasse con una scusa da
quella tortura.
"Siete sicuri voi due?" domandò Bella stranamente a disagio
"Cioè... non è che questa è soltanto
una scusa per
organizzare un regolamento di conti in qualche periferia dispersa del
Paese?"
Jasper sembrò rifletterci davvero. Probabilmente la cosa lo
preoccupava più di quanto lo desse a vedere
"Coraggio Bells... ti sembro il tipo?" domandò Emmett con un
accenno di divertimento nella voce. La sorella lo squadrò
per
bene. A quanto pare sapeva qualcosa che noi non sapevamo. Oppure, molto
più semplicemente, quella situazione puzzava anche per lei.
"Se ci fossero state cattive intenzioni... perché invitare
anche
lui?" domandò Jasper indicandomi, con un accenno di terrore
nella voce. Ma senti senti... e dov'era finito il mio caro fratellone
spavaldo e coraggioso che minacciava a ferro e fuoco il mondo?
Possibile si stesse ritirando per paura che Grande Fratello Emmett gli
facesse del male?
"Chi ti dice che alla fine non elimini anche me?" scherzai allora,
divertito fino all'inverosimile dalla sua espressione. Quasi quasi
andare a comprare quei benedetti vestiti in compagnia di Tom e Jerry ne
valeva quasi la pena. Se le premesse erano così divertenti.
"Per non avere testimoni scomodi... certo..." convenne mio fratello
pensieroso. Alzò lo sguardo verso Emmett e lo vidi
distintamente
deglutire, indugiando sui muscoli delle braccia
"Sai cosa, Swan... ti risparmio la fatica... elimina soltanto lui...
faresti grande favore alla società... e al sottoscritto!"
esclamò allora poggiandomi un braccio sulle spalle.
Ecco a voi, Signori e Signore, il leone che, spaventato dall'orso, si
rifugia repentinamente nella sua tana...
"Piuttosto che fare un favore a te, biondino, preferirei cavarmi gli
occhi a crudo!" mormorò Emmett, assottigliando lo sguardo.
Se
non ci fossero state anche tre ragazze con noi, avrei giurato che fosse
sincero e che avrebbe provveduto seduta stante. Jasper
sbiancò
di colpo
"Avete sentito? Quello lì ha cattive intenzioni... ed io...
dovrei salire in macchina con lui e aspettare pazientemente che mi
sotterri vivo in qualche buca scavata nel terreno? No grazie..."
"Jasper... non dire cretinate!" lo riprese Rosalie piazzandogli uno
schiaffo sulla nuca "Dovresti ringraziarlo per la gentilezza che ti ha
dimostrato... anche se non te la meriti!"
"Ti rendi conto che se dovesse succedermi qualcosa tu sarai sua
complice?!" sbottò lui sconcertato
"Meglio essere sua complice che essere la sorella di un idiota del
genere!" rispose scuotendo la testa. Scoppiai a ridere abbandonando la
presa di Jasper, ancora attorno alle mie spalle e mi avvicinai allo
sportello posteriore della Jeep
"Se l'invito è ancora valido, io ci verrei volentieri con te
in
questo posto.. con o senza fratello idiota!" esclamai rivolgendo ad
Emmett un sorriso. Lui ricambiò
"Ma certo... non sono solito rimangiarmi la parola data!"
"Non ci posso credere!" mormorò Jasper scandalizzato
"Tradito
per due volte di seguito dal mio stesso sangue... questa è
una
congiura!"
"Te lo dico un'ultima volta... vuoi venire sì o no?" gli
domandò ancora Emmett incrociando le braccia al petto.
Effettivamente non avrei mai e poi mai voluto trovarmi al posto di mio
fratello in quel momento. Era costantemente sul filo del rasoio. E
quello era proprio uno di quei momenti.
Con la coda dell'occhio vidi lo sguardo di mio fratello spostarsi su
Alice. E allora capii. Se avesse detto di sì, lo avrebbe
fatto
unicamente per fare piacere a lei.
"D'accordo..." borbottò lui sospirando
Appunto...
"Ma ad una condizione... io sto seduto dietro... non vorrei che ti
venisse la malsana idea di finire fuori strada di proposito... dietro
almeno avrei più probabilità di salvarmi!"
esclamò
con un sorrisetto divertito. Io e Rosalie alzammo gli occhi al cielo
nello stesso momento. Mai una volta che riuscisse a smentirsi.
"Come vuoi..." rispose Emmett visibilmente seccato per poi entrare in
auto e sbattere lo sportello. Ecco, se voleva tentare di non farlo
innervosire... aveva iniziato veramente con il piede sbagliato. Dopo
aver salutato le ragazze salimmo anche io e Jasper in macchina,
ovviamente io avanti e lui dietro. Mentre Emmett faceva manovra per
uscire dal parcheggio, presi il mio Nokia dalla tracolla che avevo
poggiato a terra in mezzo alle gambe e scrissi velocemente un messaggio
*Se permetti un
consiglio, fratellone
adorato... ti conviene tenertelo buono, altrimenti Alice non la rivedi
più neanche in fotografia!* ed inviai.
Intanto avevamo imboccato la strada principale e superato
già un paio di incroci
"Dove si trova esattamente questo posto?" domandai, allacciandomi la
cinta
"É a mezz'ora da qui... sulla strada per Seattle... ci sono
andato un paio di volte e di norma per chi cerca abiti eleganti quello
è il posto adatto... è una sorta di... centro
commerciale, diciamo..." mi rispose accelerando un pò, una
volta
passato il cartello che indicava la fine della cittadina di Forks. Con
la coda dell'occhio lessi il numero di abitanti della zona riportato
sul cartello bianco
"Ho letto bene? Qui a Forks ci sono davvero 3.657 abitanti?" ero
sconcertato, a dir poco. New York ne contava quasi 10 milioni. La
risata di Emmett riempì l'abitacolo
"Esattamente... anzi per la precisione dallo scorso Agosto sono 3.662!"
e mi fece l'occhiolino. Sorrisi di conseguenza mentre il telefono mi
segnalava con una breve vibrazione un nuovo messaggio
*Dì la verità, ortaggio... ci trovi gusto a
vedermi sottomesso a questa specie di gorilla parlante?*
Provai a trattenere una risata, mascherandola con un colpo di tosse. E
risposi subito
*Non ti si può nascondere proprio niente, eh... quando
potrà mai ricapitarmi un'occasione simile in futuro?*
"Hai detto che gli abiti si possono anche noleggiare?"
domandai
lanciando un'occhiata al panorama boschivo che invadeva entrambi i lati
della carreggiata autostradale
"Sì... non vale la pena spendere 600 dollari per un vestito
orribile che tanto metterai solo quel giorno..." esclamò
sollevando le spalle. Forse era meglio evitare di dirgli che ogni anno
io, Jasper e Rosalie in occasione del ballo, compravamo un vestito
nuovo. Non era il caso di discutere su una cosa del genere. Il tenore
di vita di New York era differente da quello dei 3.657 abitanti di
Forks. Se alla John Kennedy High School di New York ti presentavi con
un abito noleggiato ti prendevano per un povero scarto della
società. Se alla Forks High School facevi il tuo ingresso in
sala con un abito noleggiato... probabilmente ti saresti guadagnato
senza sforzi il titolo di re del ballo.
Il telefono vibrò di nuovo
*Muori!*
Sorrisi, quella volta senza freni. Ma quanto era dolce il
mio fratellino da uno a dieci?
"Hai già ricevuto l'invito per il Ballo?" domandai ad
Emmett,
consapevole di quanto fossi bastardo a farlo davanti a mio fratello.
Iniziavo a provarci seriamente gusto nel farlo arrabbiare. Emmett
strinse appena gli occhi, forse per capire dove volessi arrivare
"Mmm.. in realtà no... il primo giorno è
così...
la segreteria viene presa d'assalto dalle galline inferocite e quindi
è meglio non avvicinarsi... domani andrà meglio
e...
sì insomma..." fece uno strano verso, forse imbarazzato
"Forse... domani... chissà..."
Galline inferocite a parte, mi sembrava parecchio strano che Rosalie
non si fosse ancora decisa a chiederglielo. Lei adorava il Ballo e
andarci finalmente con il suo ragazzo ufficiale sarebbe stato senza
dubbio la sua rivincita più grande. All'ultimo ballo di fine
anno
nella
nostra vecchia scuola io e Jasper avevamo deciso di accompagnarla. Non
ce l'eravamo sentita di andarci con qualcun'altra e lei, per lo meno,
sarebbe
stata al sicuro e tranquilla con noi. Quella sarebbe stata l'occasione
giusta per riscattarsi.
"E tu, invece... tu hai ricevuto il tuo invito?" mi domandò
a sua volta.
Merda...
Una testa bionda apparve in mezzo ai due sedili e il sorriso poco
raccomandabile di mio fratello mi gelò. Sicuramente avrebbe
sparato l'ennesima cazzata
"Sì, carotino... la tua dolce Kristen ti ha già
invitato al Ballo?" mi domandò sornione.
Maledetto il giorno che mia madre ti ha partorito...
Lo fulminai con lo sguardo, ma il sussurro acido di Emmett mi precedette
"Ti consiglio di metterti la cinta, Cullen... la strada è un
pò accidentata, e non vorrei mai che alla prossima frenata
finissi con la tua preziosissima testolina bionda nel parabrezza della
mia macchina!" esclamò. Incredibile come riuscisse a
cambiare
tono della voce da me a Jasper. Era bravo, bisognava riconoscerglielo.
Jasper, senza dire niente, se ne tornò al suo posto per poi
far
scattare la cinta. Strano che non avesse fatto una delle sue solite
battute. Era fin troppo tranquillo.
"Dicevi?" mi richiese allora Emmett, tornando al tono leggero della
nostra conversazione
"Ehm... ecco... in realtà.. oggi Kristen non l'ho proprio
vista
quindi non abbiamo avuto modo di parlare del ballo o dell'invito!"
risposi vago. La verità era un'altra: avevo tentato per
tutta la
giornata di evitarla. Nei corridoi camminavo velocemente e a testa
bassa. All'armadietto avevo sostato il minimo indispensabile. E perfino
a mensa non mi ero presentato, rifugiandomi piuttosto in biblioteca con
la scusa di dover preparare un saggio di Letteratura. Tutto pur di non
doverla sentire pronunciare quelle maledette parole. Sapevo che stavo
semplicemente rimandando al giorno dopo, o a quello dopo ancora, un
momento inevitabile. Kristen sarebbe stata capace di spedirmela a casa
quella spilla. Tuttavia... ingenuamente, da quando avevo letto quel
volantino quella mattina, avevo iniziato a sperare di ricevere l'invito
da qualcun'altra... probabilmente non sarebbe mai successo.
Probabilmente non lo meritavo neppure. Ma lo speravo. Eccome se lo
speravo.
Altra vibrazione. Altro messaggio di mio fratello
*Ti sei reso conto che
quando parla con me, mi chiama Cullen... invece con te usa il tuo nome?
Ti sembra normale?*
Sorrisi. Sì, lo avevo notato. Ma d'altronde, come
biasimarlo.
*Credo dipenda dal fatto
che io non sto cercando di portarmi a letto sua sorella!*
Pensa un
pò... ho davvero
avuto il coraggio di scrivere a mio fratello una cosa del genere?
Davvero non ho provato a... portarmi a letto una sorella di Emmett?...
Il ricordo della mattinata passata a casa di Bella, anzi nella sua
camera, si presentò all'istante. Era vivido. Era quasi
tangibile
e gli effetti che provocava su di me e sul mio corpo erano ancora molto
ma molto forti. Subito dopo averla fermata, avevo iniziato a chiedermi
se non avessi fatto l'ennesima stupidaggine. A Kristen, che non amavo e
che ero consapevole di prendere in giro, permettevo di ottenere da me
ciò che voleva. A Bella, che io probabilmente...
Un nuovo messaggio sul display mi distrasse, fortunatamente, da quel
momento di debolezza
*Se la mia intenzione
fosse stata
quella, a quest'ora non sarei di certo in questa macchina, a tentare
ogni mezzo per farmi amico il gorilla assassino.*
Il suo ragionamento in effetti non faceva una piega. Se davvero il suo
interesse nei confronti di Alice fosse stato solo fisico, a quell'ora
credo proprio avrebbe ottenuto già ciò che
voleva. Sapeva
il fatto suo e in certe questioni era bravo. Quando si trattava di
abbindolare le ragazze per del sesso senza troppi compromessi, Jasper
era davvero il numero uno. E allora perché stava cercando di
indorare la pillola con Emmett? Che cercasse la sua... approvazione?
Per cosa poi? Quando mai Jasper aveva cercato l'approvazione per
qualcosa? Faceva sempre di testa sua. Era questo che lo rendeva
così indipendente e menefreghista. Però... era
anche vero
che da qualche tempo lo vedevo diverso... più tranquillo in
un
certo senso e sicuramente più pensieroso. Che la piccola
Alice
fosse riuscita a far cadere il predatore in trappola?
*Dimmi solo una cosa,
Jazz... hai intenzioni serie con lei?*
La mia a quel punto era curiosità giustificata. Il messaggio
arrivò poco dopo, accompagnato da un sospiro di mio fratello
che
avvertii chiaro dietro di me
*Credi che mi prenderei
la briga di parlartene se così non fosse?*
Sorrisi di nuovo, quella volta stranamente intenerito. Non avevo mai
provato tenerezza nei confronti di mio fratello, ma quel messaggio era
stato capace di rivelarmi una cosa che non avrei mai immaginato ma che
in effetti speravo da una vita
*Non ci credo... Jasper
lo"Scopamico di tutte le ragazze del mondo" si è...
innamorato?*
Fissai lo schermo, forse un pò emozionato. Volevo sapere.
Quella
sarebbe stata una notizia da prima pagina. La vibrazione del messaggio
quasi mi fece saltare sul sedile
*No, mi dispiace,
carota... non te la
do questa soddisfazione! Da me non saprai più niente... e
ora
smettila di rompermi i coglioni e vedi di fare conversazione con King
Kong... mi sto annoiando a stare zitto!*
Ecco... ti pareva. Si era già sbottonato troppo per i suoi
standard. Mi era sembrato parecchio strano e infatti... ma, tutto
sommato, avevo scoperto più di quanto potessi immaginare.
Non
avevo ancora avuto la conferma che si fosse innamorato,
però...
almeno mi aveva confermato che con Alice si trattava di qualcosa di
serio. E se non si tratta soltanto di sesso ed è qualcosa di
serio... e se due più due fa sempre quattro... allora
è...
amore?...
"Maledizione... ma dove l'ho messo?" era più di mezz'ora che
cercavo il mio smalto rosa perlato ma non ero ancora riuscita a
trovarlo. Dalla mia smodata collezione ne erano usciti i colori
più impensati: verde acido, rosso magenta, blu cobalto,
arancione - sì, come il volantino per il Ballo - e perfino
giallo luminoso. Ma del rosa perla niente.
A meno che...
Lasciai a terra il beauty con i miei 377 smalti, per marciare spedita
verso la camera di mia sorella. La trovai seduta alla scrivania, con il
suo blocco di disegni aperto e la matita in mano.
"Hai per caso notizie del mio smalto rosa?" domandai scrutando la
stanza alla ricerca della boccettina incriminata. Alice si
girò
appena sollevando un sopracciglio
"Mi spieghi perché quando non trovi qualcosa, corri da me a
chiedere se per caso l'ho presa io?" mi domandò infastidita
"Beh... semplice... perché non credo che Emmett sia uscito
con
le unghia colorate quest'oggi!" risposi incrociando le braccia al
petto. Ce l'aveva lei, ci avrei scommesso. Quando era colpevole metteva
su quell'espressione ferita. La conoscevo fin troppo bene
"Potresti averlo perso oppure... prestato a qualcuno!" ci
provò
ancora, tornando a prestare attenzione al suo disegno.
Chissà
cosa diamine la stava impegnando così tanto.
"Non ci provare... sai che le mie cose non le presto mai a nessuno,
benché meno i miei smalti... ci tengo e ne sono molto
gelosa!"
marcando l'ultima parte della frase, avrebbe capito che doveva
restituirmi la mia roba all'istante?
"Mmm... e allora mi dispiace, ma non posso aiutarti!" e con una
scrollata di spalle congelò il minuto di attenzione che mi
aveva
concesso. Stop. Fine delle trattative. Bene, se era così che
stavano le cose... avremmo risolto ad armi pari. Mi diressi a passo
spedito verso la sua tracolla, che aveva ordinatamente riposto sulla
panca a piedi del letto e strappai la chiusura a feltro con forza. Il
rumore la fece scattare.
"Ehi... quella è la mia borsa... il tuo smalto non
è
lì..." esclamò precipitandosi verso di me per
recuperare
la tracolla. Ma, purtroppo per lei, avevo un pò di
centimetri e
di riflessi in più. Riuscii a sfilargliela dalle mani e a
correre più veloce che potevo verso il bagno, dove mi chiusi
a
chiave. Con anima cospiratrice, ridacchiai soddisfatta. Se davvero
aveva preso il mio smalto, lo avrei scoperto subito.
Iniziai a frugare nella borsa, scansando il libro di spagnolo, quello
di biologia e tre o quattro quaderni colorati. Era ordinata perfino
nella borsa della scuola. Che noia. Io non riuscivo ad esserlo neanche
volendo, figurarsi se mi sognavo di sistemare la roba che mi portavo
dietro per le lezioni. Bastava avere i libri giusti e un astuccio
carico di penne, buttati all'occorrenza come meglio credevo nella
sacca. E amen. Due pugni sul legno della porta mi fecero sobbalzare
"Bella, apri immediatamente questa porta e ridammi la mia borsa...
è proprietà privata quella!" sembrava fin troppo
agitata.
Cavolo, si trattava della borsa dei libri. Oltre al mio smalto
rosa cosa mai avrebbe potuto nascondere di così...
"Ahia!" borbottai pungendomi con qualcosa. Mia sorella portava a scuola
delle armi affilate? Frugai sul fondo, poggiando a terra un paio di
quaderni per fare spazio e trovai l'arma in questione. Piccola, di
colore lilla, e soprattutto a forma di viola. Era la spilla del ballo.
Ma certo... gliel'avevo vista in mano già dalla prima ora.
Ma...
cosa ci faceva ancora nella sua borsa? Se l'aveva comprata...
perché non era stata consegnata al suo cavaliere?
"Bella... conto fino a tre, dopodiché mi metto a
saccheggiare il
tuo prezioso beauty, e sai che lo faccio... uno... due... tre..." aprii
la porta proprio mentre pronunciava il terzo numero, lasciandola di
stucco. Era agitata. Molto. Paonazza, stranamente più
scompigliata del solito ma soprattutto... preoccupata per qualcosa. Le
ridiedi la borsa che subito passò al controllo. Ero sicura
di
cosa stesse cercando. E infatti, dopo un'attenta ricerca,
sbiancò di colpo per poi lanciarmi un'occhiata torva
"Non ti sei presa niente, vero?" mi domandò con una strana
voce
stridula. Se non avessi avuto intenzione di fare la sostenuta, l'avrei
trovata estremamente tenera. Misi su un sorriso falso come quello di
Giuda
"Mi
spieghi perché quando non trovi qualcosa, corri da me a
chiedere
se per caso l'ho presa io?" le chiesi ripetendo esattamente le sue
parole. Arricciò il naso, come al suo solito e con un verso
frustrato si diresse in camera sua, sbattendo i piedi e
tornò
pochi secondi dopo, senza tracolla stringendo una piccola boccettina di
vetro.
"Eccoti il tuo dannato smalto rosa... adesso spero mi ridarai
indietro.. quello che mi hai rubato!" borbottò. Le sorrisi
mostrandole la spilla
"Tecnicamente non te l'ho rubata... l'ho semplicemente presa in
prestito per ottenere da te un lecito quanto paritario scambio!" le
risposi, ma lei parve non apprezzare molto l'ironia. Si riprese la
spilla, lasciandomi lo smalto e ritornò in camera senza
aggiungere altro. Sospirai. Ok, forse ero stata un tantino indelicata.
Tornai in camera sua, trovandola nuovamente alla scrivania con la
matita in mano. Era buffa. Ancora scompigliata e con le gambe raccolte
sotto il sedere. Era il suo modo per chiudersi di se stessa. L'avevo
combinata proprio grossa.
"Alice.."
"Che vuoi ancora? Ti sei persa qualcos'altro? Fruga nell'armadio,
magari la trovi!" sbottò irritata. Mi avvicinai di
più,
affiancandola alla scrivania
"Alice, mi dispiace... non avrei dovuto guardare nella tua borsa...
è maleducazione e non si fa. Sono tua sorella... chi meglio
di
me dovrebbe sapere che ti da fastidio?" e sollevai le spalle tentando
un sorriso. Sbuffò senza però rispondermi.
Sì, era
arrabbiata. E parecchio anche. Lanciai un'occhiata al disegno al quale
si stava dedicando con tanto ardore. Era ancora a metà. Sul
bordo più lungo del foglio era disegnato il profilo di una
ragazza. Naso piccolino, lineamenti aggraziati, capelli scuri e
spettinati, occhi rigorosamente chiusi. L'avrei riconosciuta anche da
lontano. Era lei. Si stava facendo una specie di autoritratto ma aveva
tutta l'aria di essere ancora incompleto. Era come se mancasse la parte
più importante. Quella essenziale per comprendere il
significato
di tutto il disegno. La stessa Alice, lì disegnata sembrava
stesse aspettando qualcosa. Sembrava una principessa addormentata da
chissà quanto tempo, in attesa del dolce bacio del principe
azzurro che l'avrebbe risvegliata dal lungo sonno magico. Davvero
lì mancava il tocco del principe?
"La spilla... è per Jasper, non è vero?"
domandai, mentre
nella mia mente si delineava chiaramente il profilo del principe
azzurro che la dolce Alice addormentata avrebbe poi disegnato su quel
foglio. Non era difficile da immaginare. Lo avevo avuto davanti per
quasi due ore quella mattina a lezione di Letteratura Inglese. Si
girò appena per guardarmi ma invece di rispondermi, si
sigillò le labbra. Io quel gesto lo presi come una conferma
silenziosa.
"E.. come mai non gliel'hai data stamattina?" chiesi ancora, mentre con
mano leggera definiva meglio il contorno delle sue labbra
"L'ho presa poco prima di uscire da scuola... c'era Emmett..." rispose
semplicemente. Aggrottai la fronte stupita.
"Alice, non è vero... tu la spilla ce l'avevi già
prima
delle lezioni.. ti ho visto nel corridoio stamattina!" le feci
presente. Il suo viso - quello della realtà - si
colorò
di viola all'istante e subito si corresse
"Sì, intendevo che l'ho presa stamattina, insomma... Emmett
mi
avrebbe vista se..." abbassò la testa. A quanto pareva ,
quello
era un problema che la preoccupava davvero. La reazione del fratellone
iper-protettivo. Altro attacco di tenerezza improvvisa
"Alice... se tu gliela dessi e lui la accettasse, Emmett la vedrebbe
ugualmente... ti ricordo che la deve portare attaccata al petto fino al
giorno del ballo e tuo fratello non è di certo stupido.
Anche se
non lo vedrà con i suoi occhi non farà molta
fatica a
capire chi gliel'abbia data!" e le sorrisi incoraggiante. Lei mi
guardò attentamente per poi mormorare
"Tu credi ci sia la possibilità che Jasper dica di no?" era
visibilmente terrorizzata da quella eventualità.
Merda.. ma
perché non sto mai zitta?...
"Ma certo che ti dirà di sì, Alice.. lo hai visto
oggi in
corridoio come ti ha guardata... e con quanta intensità ti
ha
augurato buona fortuna per il compito?" tutto quello non mi era affatto
sfuggito. Era stato stranamente gentile. Un altro Jasper quasi. Alice
fece il suo primo micorscopico sorriso
"Sì... in effetti ha un accento molto sexy!"
mormorò divertita, facendomi ridacchiare.
So io chi avrebbe un
accento veramente sexy... Bella... per piacere.. basta!...
"E poi non dimenticare che ha accettato di andare fino al negozio di
abiti con Emmett oggi... e credo proprio che il suo sia stato un vero
gesto d'amore..." avevo notato anche quello. Il coraggio che aveva
avuto era da ammirare. Io se fossi stata in Jasper sarei andata al
ballo nuda piuttosto che passare un intero pomeriggio con colui che
fino a qualche giorno prima, minacciava di uccidermi a viso aperto.
La mia osservazione la fece ridacchiare
"Credi sia ancora vivo?" mi domandò mangiucchiandosi
un'unghia. Feci una smorfia. Bella domanda davvero.
"Io se fossi in te, un messaggio glielo manderei... almeno per essere
sicura che non l'abbia già imbavagliato e spedito in
Uzbekistan!" risposi con un sorriso. Ci pensò su, lanciando
un'occhiata pensierosa al suo Motorola sulla scrivania.
Su coraggio, Alice...
almeno tu che puoi... fatti forza e vatti a prendere ciò che
ti meriti...
Afferrò il telefono e digitò veloce un messaggio
"Fatto!" esclamò soddisfatta sorridendomi. Le sorrisi anche
io.
Bene, la mia missione era terminata. Potevo anche tornarmene nella mia
stanza e mettermi finalmente lo smalto rosa. Mi stavo giusto dirigendo
verso la porta quando il bip di un messaggio mi fece bloccare. Lo
sapevo di essere nuovamente impicciona, ma dovevo perlomeno sapere se
avevo un fratello assassino e se fosse stato il caso di chiamare il
nostro avvocato. Un sorriso a trentadue denti le si aprì sul
volto
"Leggi..." mi passò il telefono e rimase a guardarmi
emozionata. Il messaggio, con mittente Jasper, diceva
*Per il momento sono
ancora nel pieno
delle mie facoltà fisiche e mentali ma non posso dire con
certezza che io e tuo fratello siamo diventati grandi amici... diciamo
che un passo avanti lo abbiamo fatto.. ora perlomeno non tenta di
uccidermi! :)*
Sorrisi sollevata. Un passo avanti notevole conoscendo i soggetti
incriminati. Emmett aveva messo davvero da parte l'orgoglio di fratello
maggiore. E Jasper stava davvero dimostrando nel modo migliore quanto
tenesse ad Alice. Forse, e dico forse, una piccola speranza di
successo, l'avrebbero avuta anche loro. Magari un giorno lontano.
Molto, molto lontano.
Ore 18.50
*Diddy... ma si
può sapere che
fine hai fatto? É tutto il pomeriggio che provo a chiamarti
ma
mi dice che hai il telefono irragiungibile. Mi sto seriamente
preoccupando. Richiamami per favore... Ti amo. Kris.*
Ore 19.07
*Edward... ti prego...
perché
il tuo telefono non prende? Si è rotto? Magari chiamami con
il
telefono di casa... sto in ansia per te... Kris*
Ore 19.19
*Maledizione, Edward...
ci vuole
così tanto a dirmi dove sei? Non te ne frega niente di me?
Il
nervosismo mi sta uccidendo... se sei senza soldi mandami un messaggio
dal telefono di qualcuno a casa tua... almeno per dirmi che stai
bene... Kristen*
Ore 19.21
*Quale parte della frase sono preoccupata non hai capito? Kristen*
Ore 19.23
*Sento di essere sul
punto di fare qualche pazzia....K.*
Ore 19.27
*Se entro dieci minuti
non ti fai
sentire, giuro che mi metto a chiamare ogni membro della tua famiglia,
inclusi i pochi parenti rimasti a New York. E se non dovesse essere
sufficiente mi metto a girare a piedi l'intero stato di Washington. K*
Ore 19.29
*Kristen... mi hai rotto
i coglioni!
Se non ti rispondo è perché non voglio farlo.
Basta
adesso... smettila... fatti una vita sociale e finiscila di
tormentarmi. Mi togli l'aria ed io ho bisogno di respirare, cazzo...
Sto cercando in tutti i modi di farti capire che mi devi stare lontano
ma tu non lo capisci. Se non ti rispondo ai messaggi, se in corridoio
ti evito, se a mensa mi siedo lontano da te o non mi presento
proprio... beh... fatti due calcoli... forse è
perché mi
sono stancato di te e non voglio vederti. E finiscila di fare la
vittima, non saresti capace di fare una pazzia neanche se ti si
presentasse davanti al naso. Sei banale, noiosa, prevedibile e
rompicoglioni. Non so chi diavolo mi ha cecato il giorno in cui ho
deciso di mettermi insieme a te. Dovevo essere stato proprio in preda
alla
disperazione. Lasciami in pace. Non voglio più vederti. E
guai a
te se inizi a tampinarmi sotto casa o a scuola. Sono capace di
denunciarti per stalking, e stai sicura che lo faccio. Tutto pur di
liberarmi di te, definitivamente. Ah un'ultima cosa... io non ti ho mai
amato, anzi... ho scoperto di essermi innamorato di un'altra e grazie
al cielo è l'esatto opposto di te. Tanti saluti. Edward*
(Messaggio Salvato in
Bozze)
Ore 19.30
*Sono in giro con mio
fratello ed
Emmett. Non posso risponderti. Ci vediamo domani a scuola. Dobbiamo
parlare, Kristen... sul serio! Edward*
|
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Capitolo 42 *** Autocontrollo ***
Cap Campione 1
Salve
a tutti amorini miei... eccoci come promesso ad uno dei capitoli di cui
vi parlavo... Come forse molti di voi avranno capito si tratta della
coppia Alice/Jasper. Vi premetto... questo capitolo, come vedrete, ad
un certo punto sarà interrotto perché da un lato
non potevo inserire troppe inforamazioni in un unico capitolo, correndo
il rischio di diventare noiosa... dall'altra, come vi ho già
detto, è una cosa piuttosto lunga e vorrei per alcuni
capitoli, probabilmente questo ed un altro, incentrarmi esclusivamente
su di loro per chiarire giusto due o tre cose. Ovviamente nn mi sono
dimenticata delle altre coppie e c'è sempre una discussione
tra Edward e Kristen che molti di voi aspettano... vi assicuro che ci
sarà, abbiate solo un pò di pazienza, e nel
frattempo godetevi questi due ciccini dolci *__* anche
perché questo intesa che c'è... ahimé
nn è destinata a durare molto... (uhuhuhu ^_^) Adesso vi
lascio e buona lettura.
Un
grazie immenso a tutti coloro che mi seguono assiduamente, recensitori
e anime silenziose ;)
p.s.
Oltre ai link dei vestiti vi pregherei di una cosa se vi è
possibile... nel testo sono inserite delle canzoni... se ce le avete
sul pc ascoltatele mentre leggete... creano la giusta atmosfera ;)
Abbigliamento
Jasper
Abbigliamento
Alice
Venerdì pomeriggio. Dopo aver
terminato il mio ultimo disegno, ed esserne rimasta particolarmente
soddisfatta, lo piegai accuratamente per poi riporlo nel primo cassetto
della scrivania. Lo avrei tirato fuori a tempo debito. Non mancava poi
tanto.
Dallo stesso cassetto, presi l'mp3 e mi buttai sul letto a peso morto
con un sospiro, facendo scorrere
l'elenco di canzoni salvate. Non mi ci volle molto a scegliere. Presi
una delle
mie preferite. "Shine On" di James Blunt, dopodiché azionai
il
random. Con le cuffie inserite e le prime note della canzone che si
diffondevano leggere nella mia testa, recuperai da sotto il cuscino
l'agendina blu che avevo trovato nella camera di Jasper appena qualche
giorno prima. Da quel
pomeriggio passato a casa sua, dopo la messa per mia madre, la crisi di
panico e il nostro bacio passionale, l'avevo nascosta con cura
lì sotto, ripromettendomi che alla prima occasione ci avrei
dato
un'occhiata, anche perché la nota letta frettolosamente
nella
sua stanza mi aveva parecchio incuriosita. Erano passati tre giorni da
quel 16 Dicembre e da allora non l'avevo ancora aperta. Era decisamente
arrivato il momento di farlo.
Con un profondo respiro l'aprii. Mi
sentii subito stranamente a disagio. Stavo invadendo la privacy di
qualcuno,
volutamente aggiungerei, ed oltre ad esserne consapevole, ero curiosa
oltre ogni misura. Ero infantile e sapevo che non avrei ottenuto nulla
di buono. Avevo questo strano sospetto. Era come se sopra la mia testa
pendesse a lettere cubitali la condanna per quello che stavo per fare.
Ed io nonostante questo, non provai neppure a fermarmi.
Come avevo già avuto modo di verificare, su tutte le pagine
c'era la sua scrittura, perfettamente ordinata e leggibile.
Coraggio, Alice, ormai
il guaio lo hai fatto... abbi almeno il coraggio di andare fino in
fondo...
Deglutii a fatica ed iniziai a leggere. Dal 1° Gennaio.
_ Capodanno galattico. Festa super!!! Alcolici scadenti e ragazze da
capogiro. Una certa Cassidy (o Celeste, o come cavolo si chiama!) mi ha
inaugurato alla grande il nuovo
anno e... come si dice???... Chi ben comincia
è già a metà dell'opera... _
Tre
smiles super sorridenti completavano la nota colorita ed allegra. Un
moto di disgusto mi riempì lo stomaco. Avevo immaginato che
Jasper fosse il tipo da una botta e via, però... saperlo tra
le
braccia di un'altra la notte del 31... mi faceva un male
indescrivibile. E non ne avevo il diritto. Io e lui in quel periodo
ancora non ci conoscevamo. Non potevo pretendere che prima di me, lui,
non avesse avuto nessuna.
Scricciolo sciocco ed
infantile...
I giorni seguenti, fino alla ripresa delle attività
scolastiche
non dicevano poi molto, se non che avesse litigato con suo padre - a
quanto pareva per l'ennesima volta! - e che avesse organizzato una
partita di
calcetto con un tizio di nome Spencer. Lessi attentamente tutto il mese
di Gennaio, fatto di notizie sulle ultime verifiche scolastiche e sulle
sue solite conquiste. Alle prime sospiravo e sorridevo per la sua
pungente ironia. Riconoscevo l'angelo dispettoso che c'era in lui
perfino quando scriveva. Ormai potevo quasi dire di conoscere alla
perfezione il suo "adorato" professore di spagnolo, tale Mr Trops, che
si divertiva a prendere in giro per il curioso accento sexy. Riuscendo
a farsi spedire tutte le volte in presidenza con una nota. Al 29
Gennaio ne contava ben 27.
Ecco perché ora in spagnolo è così
bravo...
Per quanto riguardava l'infinito elenco di
nomi delle ragazze con cui usciva o... sì, insomma, faceva
quello che faceva... e per i relativi commenti, mi sentii logorare
lentamente
dall'interno. Ma cercai di ignorare. Più ci pensavo e peggio
era. Jasper aveva avuto una vita molto attiva. Io ero uscita
sì
e no con due ragazzi in tutta la mia vita uno dei quali era il mio
vicino di casa. Fine della storia.
Il mese di Febbraio sembrava preso di stampo dal precedente se non per
il fatto che gli esami fossero finiti e che, nonostante l'insufficienza
in
spagnolo - chissà poi perché - era andato alla
grande.
Tutto merito dei geni di suo padre, aveva commentato. Ed io con una
sonora risata ero andata avanti.
Ad un tratto il flusso di pensieri si bloccò, esattamente
all'11
Febbraio. La pagina era completamente bianca. Immacolata oserei dire.
Né uno smile, né un commento. Neppure il nome di
qualche
altra ragazza newyorchese con la quale si era divertito. Solo... il
vuoto. Senza un preciso motivo rabbrividii. Non ce n'era ragione,
ne ero perfettamente consapevole, però... quel vuoto mi
spiazzava e mi spaventava allo stesso tempo. Mi diedi della stupida,
convincendomi del fatto che fosse normale che si fosse fermato un
pò, dopo aver commentato per intero più di un
mese. Forse
se ne era dimenticato. Forse non era successo nulla. Forse il signor
Trops si era stancato di ammonirlo. O forse, le ragazze a New York
erano semplicemente finite.
Scricciolo sciocco ed
infantile...
Girai la pagina, proprio mentre la sequenza casuale mi regalava
un'altra splendida canzone, che adoravo. "Here without you" dei 3 Doors
Down.
Il nodo alla gola che si era formato alla vista dell'11 Febbraio
bianco, aumentò quando constatai che l'intera settimana
successiva era vuota. Niente di niente per sette lunghi giorni.
Possibile non fosse successo davvero nulla? Proprio a lui che annotava
davvero tutto, perfino le scappatelle occasionali? Possibile che la
festa di un suo amico, alla quale sarebbe dovuto andare con Edward,
proprio quell'11 Febbraio e di cui aveva parlato parecchie volte i
giorni precedenti, non fosse stata niente di speciale? Niente per cui
valesse la pena sprecare un misero commento su quell'agendina blu?
Esattamente sette giorni dopo, il 18 Febbraio, ovvero il sabato
successivo, ritrovai la sua calligrafia. Provai un malsano senso di
sollievo.
Non era successo niente, bene. Se ne era semplicemente dimenticato e
ora avrebbe iniziato il resoconto di quei sette lunghissimi giorni di
silenzio stampa. Non vedevo perfino l'ora di leggere il nome di qualche
altra sgallettata con cui si era divertito. L'ultima risaliva al 2
Febbraio. Ma dovetti ricredermi all'istante, leggendo quelle poche frasi
_
Dicono che l'inferno sia terribile. Dicono che le anime preghino di
morire di nuovo piuttosto che rimanerci. Dicono che sia la peggior
punizione immaginabile. Dicono ci siano le persone
della peggior specie. Qui, però, è molto peggio.
Qui ci
sono i veri mostri che spezzano le ali delle aquile in volo e
scappano
via, impuniti. E questo, purtroppo, non lo dice mai nessuno! _
Rilessi
quel pezzo
almeno cinque volte. Fu inspiegabile la sensazione che provai. Il vuoto
dell'11 Febbraio divenne puro deserto. La profondità di
quelle
frasi era disarmante. Erano velate di una tristezza e di un'amarezza
quasi tangibile che riuscii ad avvertire all'istante. Cosa era
successo? Cosa era cambiato in lui in una sola settimana, da renderlo
così... diverso? Che fine aveva fatto l'allegria, l'ironia e
l'arroganza fastidiosa che aveva colorato Gennaio e tutta la sua vita
fino ad allora? Possibile si fossero spenti, così, da un
giorno
all'altro, senza un apparente motivo? Forse ero io ad essermi persa
qualcosa, a non aver afferrato i segnali che aveva disseminato fino a
quel momento. Segnali che probabilmente mi avrebbero preparata a quello
strano cambio di tono. Per questo decisi di tornare indietro di qualche
pagina, saltando ovviamente la settimana bianca, ma niente, a parte
quello che avevo già letto, sembrò essermi
sfuggito.
Allora andai avanti, con il cuore in gola, e lessi
trepidante la nota della domenica.
_ É possibile aver voglia di ammazzare un uomo e
contemporaneamente aver un disperato bisogno di piangere? Si possono
provare due sentimenti così contrastanti nello
stesso momento e con la stessa
intensità? Me lo sono chiesto per tutto il giorno, mentre
vagavo
per Manatthan, ma la risposta tarda ad
arrivare e con essa... un
pò di pace... _
Da
un giorno all'altro non era cambiato proprio niente. Anzi, era perfino
peggiorato. Non si era trattato di un singolo episodio, di un solitario
momento di tristezza... era davvero successo qualcosa,
benché
lui non lo avesse ancora espresso chiaramente. Aveva scritto di
voler... uccidere un uomo... - e repressi un brivido - ma
perché? Stava scherzando, vero? Erano cose che si dicevano
nei
momenti neri? L'avrebbe presa sul ridere tra qualche nota... giusto?
Doveva essere così... e con questa sottile speranza, andai
avanti.
Lunedì, 20 Febbraio.
_
É passata più di una settimana ormai, ed io non
sono
ancora riuscito a vederla. Continua a starsene chiusa nella sua stanza.
Mangia pochissimo e non esce mai. Ed io non riesco a trovare
la forza per correre da lei,
abbracciarla e farle sentire il mio sostegno. Farle sentire che per
lei... ci sono. E quel che
è peggio è che non sono
neanche sicuro lo voglia! _
Rosalie!
Fu un pensiero immediato. Era successo qualcosa a sua sorella e lui, a
quanto pareva, non riusciva a darsi pace. Sì, ma cosa?
Martedì, 21 Febbraio.
_
Mi faccio schifo. Sono un vigliacco. Lei piange ed io rimango immobile.
E sfogarsi con i vetri delle finestre non serve a niente! _
I vetri delle finestre? Mercoledì 22, Febbraio.
_
Edward ci è riuscito... è lì dentro da
quasi
un'ora e Dio solo sa che voglia ho di entrare a sentire cosa si stanno
dicendo. Cosa LEI sta dicendo. E se non dice nulla? Se si è
chiusa nel suo dolore e non
permette a nessuno di entrarci? E allora, che speranza avrei, proprio
io, di riuscirci? _
In fondo alla stessa pagina era stata aggiunta una nota frettolosa, ma
ugualmente leggibile.
_
Edward è stato nella mia stanza fino a poco fa. Si
è
seduto accanto a me sul letto ed è rimasto in silenzio. Ed
io
non ho avuto neanche il coraggio di guardarlo negli occhi o... chiedere
di LEI!! Sono
l'essere peggiore di questa terra! _
Perché, perché si stava facendo questo?
Giovedì, 23 Febbraio.
_Mio padre ha parlato con un suo collega. Gli ha detto che in questo
caso sarebbe consigliabile rivolgersi ad uno specialista. E se per...
"specialista" intende uno strizzacervelli,
può anche
andarsene a fare in culo! Non mando mia sorella da uno che cura i
pazzi! No Signore! _
Rosalie dallo psicologo? E perché lui non voleva?
Venerdì, 24 Febbraio.
_ Ce l'ha portato. Qui, a casa NOSTRA! Non ci posso credere. Mi sono
incazzato con mio padre per questo, come probabilmente non ho mai fatto
in tutta
la mia vita e sinceramente me ne fotto se il
suo "collega" mi ha sentito. Lui non doveva... non doveva permettersi!
Non so se Edward sia o meno dalla mia
parte, ma questa volta non posso dire che
la cosa non mi interessi. Anzi... mi interessa eccome. Ho stranamente
bisogno del suo appoggio in questo periodo, perché da
solo mi
sento senza forze. _
La nota di Sabato, 25 Febbraio, fu qualcosa di indescrivibile.
_
É stata qui... nella mia stanza...mentre io non c'ero! Lo so
perché sul letto ho trovato il suo ciondolo. Mi si
è
bloccato il cuore, in quel preciso istante, e l'unica cosa che sono
riuscito a fare è stata abbandonare la borsa con i libri a
terra, afferrare il ciondolo e correre nella sua stanza. Ho esitato
parecchio prima di entrare, ma alla fine mi sono deciso. Due settimane
erano veramente troppe e mi mancava da morire. E poi... quel gesto
è stato fin troppo eloquente. Voleva
vedermi. Aveva bisogno di
me. E questo mi è bastato per trovare il coraggio. Quando
sono
entrato ho trovato una strana atmosfera.
La serranda del balconcino era
tirata fin giù e nella stanza non filtrava luce. Sarebbe
stato
tutto buio se non ci fosse stata una lampada
accesa sulla scrivania. Ho
deglutito a fatica, richiudendomi la porta alle spalle. Rosalie era
seduta a terra, sul grande tappeto rosso, dietro il
letto, con la
schiena poggiato ad esso. Mi ci sono avvicinato, esitante e mi sono
seduto accanto a lei, a terra. Aveva lo sguardo basso e il respiro
silenzioso. Non pensavo che, una volta ritrovatamela davanti, il primo
istinto che avrei provato sarebbe stato quello di abbracciarla forte.
Avevo immaginato che avrei desiderato
parlarle, chiederle come stesse,
e invece... volevo soltanto stringerla forte a me e saperla finalmente
al sicuro. Ma non osavo muovermi. Avevo letto da
qualche parte che
chiunque avesse subito una violenza fisica, facesse fatica ad accettare
il contatto... soprattutto con un uomo! _
Violenza... fisica... Rosalie... Senza accorgermene avevo trattenuto il
fiato e gli occhi di erano all'improvviso inumiditi. Rosalie. Rosalie.
Rosalie. Violentata???... Rosalie... la bellissima e dolce Rosalie...
no, non era possibile. Forse avevo
capito male. A fatica continuai a leggere quella maledetta nota del 25
Febbraio
_ Solo che, senza accorgermene, me la sono ritrovata allacciata al
petto, singhiozzante e tremante. É stata la botta definitiva
per
me e solo crollato completamente. Mi sono ritrovato a stringerla forte,
quasi disperato e
ho
iniziato a piangere anche io. E non mi vergogno ad ammetterlo, questa
è stata la prima volta in tutta la mia vita. _
Stavo piangendo anche io, silenziosamente. Rosalie era stata
violentata. Riuscivo a comprendere solo questo. Come aveva potuto
sopportare tutto quello? Come poteva essere così...
tranquilla e
sorridente nonostante ciò che aveva dovuto subire? Chi
diamine aveva avuto il coraggio di farle una cosa tanto mostruosa?
Ecco il perché di quella settimana di tormento da parte di
Jasper. Ecco perché non riusciva a darsi pace. Come ci si
può rassegnare al fatto che la propria sorella è
stata...
non riuscivo neanche a dirlo. Ero completamente senza parole.
Mi asciugai gli occhi dalle lacrime e andai avanti girando pagina. I
tre giorni successivi erano di nuovo completamente vuoti. Con il panico
addosso iniziai a temere che fosse successo qualcos'altro, visto che
l'ultima pausa non si era rivelata né uno sbaglio,
né un
caso. Il Giovedi, 1° Marzo il flusso dei pensieri riprese
_Oggi
io ed Edward di comune accordo non siamo andati a scuola per rimanere
con Rose. Abbiamo preparato una scodella di pop corn, preso
qualche DVD
dalla nostra collezione e ci siamo rifugiati nella sua stanza.
All'inizio ci ha
guardati come se fossimo due alieni, ma poi ha accettato la nostra
proposta con un sorriso timido e commosso. Dopo una
breve discussione con Edward, abbiamo optato per "Fast and Furious".
Sapevamo quanto Rosalie adorasse Vin Diesel e
speravamo così di
sollevarle un pò l'umore che minacciava ancora di
essere pessimo. E infatti non è riuscita a
trattenere una
risatina alla vista dei titoli iniziali. Io e mio fratello in quel
momento ci siamo scambiati un'occhiata appena speranzosa e l'abbiamo
raggiunta
sul letto. Sì, un film d'azione era proprio quello che
ci voleva! Ci siamo messi più comodi, perché di
spazio sul letto ce n'era per tutti e
tre: io mi sono poggiato con la schiena
alla spalliera, piena di
cuscini, e Rosalie si è schiacciata addosso a me, poggiando
la
testa sulla mia spalla, mentre
Edward si è steso poco più sotto, con la testa
sulle
gambe di Rose, che gli accarezzava i capelli. Sembrava tutto
tranquillo, forse troppo! Mi sono reso conto, troppo tardi forse, che
aveva iniziato a singhiozzare e si
era stretta a me maggiormente, abbandonando i capelli di Edward.
Quest'ultimo, senza dire niente, si
è tirato a sedere e ci ha raggiunti, addossandosi alla
spalliera del letto e abbracciando Rosalie da dietro, che
continuava a
piangere disperata. _
Piangevo
anche io, come
una sciocca. Commossa e colpita da quel resoconto così
profondo
e intenso e personale. A stento riuscivo a credere che Rosalie potesse
aver subito una cosa del genere. E se io, da amica, potevo stare male
al solo pensiero, non osavo immaginare cosa avesse significato per
Edward e Jasper. Per i suoi genitori. Per lei stessa. La violenza sulla
donne era la cosa peggiore che potesse esserci, dopo quella sui
bambini. Io in minima parte l'avevo provata. Ovvio, vi era un'abissale
differenza tra qualche schiaffo di mio padre, e una violenza... fisica
da parte di un uomo. Uno sconosciuto. Uno schifo.
In quel momento il mio cellulare prese a suonare. Spaventata da quella
interruzione improvvisa nella mia bolla riservata, osservai il display
e sgranai gli occhi: Jasper!
"Merda... e adesso?" mi chiesi lanciando uno sguardo agitato all'agenda
che avevo ancora in grembo. Mi asciugai gli occhi e decisi di
rispondere lo stesso
"Pr...pronto?" maledizione, la voce rotta no...
"Ehi, scricciolo, tutto bene?" mi domandò allegro. La sua
voce
così serena contrastava di molto con il tono delle note che
avevo letto fino a quel momento e ovviamente con il tono della mia di
voce. Tentai inutilmente di schiarirmela.
"B..bene... tu?" e stupidamente tirai su con il naso
"Alice..." come era prevedibile, il suo sussurro fu subito preoccupato
"Cosa è successo?"
"No, niente!" mi affrettai a rispondere ma un singhiozzo mi
tradì
"É stato lui non è vero?" mi domandò
in un
sussurro. In un primo momento non riuscii ad afferrare. Ero ancora
troppo scossa per capire a cosa si riferisse
"Due minuti e sono da te!" annunciò deciso. Cosa?
Perché... cosa credeva di fare? Cosa mi ero persa? E in quel
momento capii... é stato lui... le lacrime... i
singhiozzi... la
voce rotta... credeva c'entrasse mio padre
"No, Jasper, hai frainteso... non è come pensi..." tentai
allora
"Sono già in macchina... faccio prima che posso!" e
riattaccò. Merda! Ma quanto potevo essere stupida? Lo avevo
fatto preoccupare per nulla e ora credeva che mio padre mi avesse fatto
del male. Cercai di richiamarlo, ma ovviamente non mi rispose
perché stava guidando. Con uno strano verso frustrato corsi
in
corridoio, disarcionando l'mp3 e scaraventandolo a terra e controllai
chi ci fosse in casa. Emmett era all'officina di Jacob, come tutti i
sabato pomeriggio, mentre Bella era in camera, china sui libri, intenta
a
tradurre un saggio su un poeta spagnolo da consegnare per il
lunedì successivo. Capo Swan, invece, era fuori per il
week-end
di pesca con il padre di Jacob e Harry Clearwater. In teoria ero in una
botte di ferro. In pratica ero in un mare di merda! Con la fortuna che
avevo Jasper si sarebbe ritrovato Emmett sul vialetto o, peggio, mio
padre a casa.
Corsi al piano di sotto e rimasi dietro la finestra del salotto in
attesa. In tutta quella agitazione, non avevo considerato una cosa:
Jasper sarebbe entrato di nuovo in casa mia... nella mia vita...
probabilmente nella mia stanza. Ed io non stavo più nella
pelle.
Il bacio che ci eravamo scambiati in camera sua era ancora vivido nella
mia memoria. E vivide erano tutte le sensazioni che mi aveva sucitato.
Era stato semplicemente sensazionale e non perché io fossi
completamente cotta di lui o perché lui fosse bravo a farlo.
Era
qualcosa che volevo con tutto il cuore, che desideravo da mesi interi e
che finalmente avevo ottenuto. Era soddisfazione mista a piacere puro e
desiderio. Era bello, anzi bellissimo, e avevo avuto l'ennesima prova
di quanto tenesse a me, nonostante la sua natura da sciupafemmine,
probabilmente gli suggeriva di saltare tutti quei preamboli e prendere
da me ciò che desiderava. Se lo avesse fatto in quel
momento,
non avrei posto resistenza. Lo desideravo. Davvero. Aspettavo solo il
momento più opportuno. E lui stava venendo a casa mia. Di
nuovo.
Poteva considerarsi quello un momento... opportuno?
Alice... stai davvero
progettando di fare sesso con Jasper... qui... a casa tua... con Bella
che studia nella stanza accanto?...
Ad un tratto un rumore proveniente dalla cucina mi fece sobbalzare.
Abbandonai il soggiorno per correre dove lo avevo avvertito e intravidi
la sua sagoma dietro la finestrella opaca della porta posteriore. Ma
dove diavolo aveva parcheggiato? Gli aprii la porta e lui si
precipitò dentro
"Come stai... cosa ti è successo?" mi bombardò
agitato.
Dio com'era bello! Sembrava terrorizzato per qualcosa. E quel qualcosa
ero io!
"Jasper, calmati per piacere e ascoltami!" gli ordinai
immobilizzandogli le braccia che continuava a muovere agitato "Sto
benissimo... guardami... neanche un graffio! Sono come mi hai lasciata
oggi a scuola. Non è successo niente con mio padre... sta
tranquillo!" il mio tono pacato parve rassicurarlo, ma volle comunque
darmi un'occhiata, per controllare che non avessi segni di violenza
Violenza... Rosalie...
Deglutii, cercando di concentrarmi su altro. Qualsiasi cosa che non mi
facesse tradire. Ad esempio sulla sua
espressione dubbiosa che, per fortuna, si era calmata un pò
"Ma allora... prima... al telefono tu... stavi piangendo! Ti ho
sentita!" si lamentò
"Ecco io... se tu mi avessi lasciato spiegare ti avrei detto tutto!"
esclamai
Brava Alice... tutto cosa?...
Il suo sguardo parve chiedermi la stessa cosa. Merda, e ora? Inventai
una scusa su due piedi
"Stavo ascoltando della musica prima, quando mi hai chiamato... e mi
sono... commossa con una canzone... mi ricorda una persona, ecco!"
abbassai la testa, maledettamente disgustata da me stessa per l'enorme
cazzata che gli avevo rifilato. Lui parve interpretare diversamente
quel gesto perché mi ritrovai stretta al suo petto con le
sue
braccia attorno alle spalle. Non appena fui circondata da quel profumo
mi sentii a casa, benché fisicamente ci fossi già
da
parecchio.
"Stai parlando di tua madre, non è vero?" mi
domandò in
un sussurro al mio orecchio. Gelai all'istante. No, quello no! Tutto
potevo fare tranne che usare mia madre come capro espiatorio.
"Ecco, non proprio... è... una storia lunga!" borbottai a
disagio. Sperai ardentemente che non indagasse oltre, altrimenti non
avrei saputo davvero cosa inventarmi
"Tranquilla... se non vuoi parlarne non importa ... non sei affatto
costretta!" mi rassicurò ed io tirai un impercettibile
sospiro
di sollievo. Rimanemmo abbracciati per diversi minuti prima che una sua
risata interruppe quel momento
"Secondo te è il caso che qualcuno della tua famiglia sappia
che
io sono qui?" mi domandò. Ridacchiai anche io e a malincuore
abbandonai il calore del suo abbraccio
"Direi di no... vieni, saliamo in camera mia!" gli afferrai la mano e
lo guidai per la seconda volta nella mia stanza. Era un perfetto
déjà - vu, solo che quella volta eravamo entrambi
fisicamente sani ed io ero perfettamente
consapevole di quanto il nostro rapporto fosse cambiato. Di quanto si
fosse fatto più intenso e... intimo diciamo. E di quanto io
desiderassi disperatamente che andasse oltre. Mi ero chiesta
più volte se potessimo considerarci una coppia, ma avevo una
paura matta di rispondere o, peggio, di chiedere direttamente a lui.
Entrai nella stanza e chiusi la porta a chiave per precauzione. Per
quanto Bella sapesse quanto tenessi alla mia privacy, la sua azione
punitiva del giorno prima me la ricordavo ancora fin troppo bene.
Meglio prevenire che curare.
Non appena mi girai mi ritrovai le sue labbra perfette sulle mie. Dire
che fui colto di sorpresa è davvero superfluo. Tuttavia ci
misi
molto poco ad adattarmi e a rispondere come si doveva a quel bacio. Fu
ancora più incredibile di quello che ci eravamo dati qualche
giorno prima a casa sua. Forse perché ormai ci conoscevamo
bene.
Forse perché eravamo entrambi consapevoli di quanto fosse
bello
e di quanto ne avessimo bisogno. Soprattutto io. Soprattutto in quel
momento. Le labbra di Jasper sembravano essere le mie e poco importava
dove fossimo o cosa volesse mio fratello. A me lui piaceva, e tanto, e
avrei fatto di tutto pur di non perderlo. Davvero di tutto.
Ad un tratto, iniziò ad indietreggiare lentamente,
trascinandomi
con lui. Senza mai abbandonare la mia bocca o smettere di stringermi i
fianchi. L'adrenalina schizzò a mille. Avevo immediatamente
realizzato che quella situazione così nuova e diversa
avrebbe
portato a quello che fino a poco prima avevo sperato. Io e lui, soli
nella mia stanza, vicini e complici, trasportati da quel filo di
passione che già ci aveva trascinati via qualche giorno
prima.
Forse ora avremmo saltato insieme un altro ostacolo. Stava tentando di
farmi capire le sue intenzioni e forse adesso toccava a me far capire
le mie. Doveva sapere che quello che stava facendo mi andava bene. Che
non lo avrei di certo fermato, anzi. Avrei dovuto fargli capire che,
nonostante quella fosse la mia prima volta, non mi sentivo affatto
agitata, come invece avevo sempre immaginato nelle mie fantasie. Ero
rilassata, consapevole, ma soprattutto convinta di quello che stavo per
fare. E poi... come potevo provare paura mentre il mio angelo biondo mi
stringeva a sé in maniera così protettiva e
continuava a
baciarmi con quella passione e quel trasporto?
Ad un tratto un rumore ci distrasse e per un istante le sue labbra
abbandonarono le mie, lasciandomi con il fiato sospeso.
"E questo?" mi domandò, scrutando curioso qualcosa a terra,
dopodiché si piegò a raccoglierlo e mi
mostrò un
piccolo aggeggio rosa schoking. Il mio mp3!
"Oh... questo... è mio... deve essermi caduto prima!"
affermai
distratta dalle sue labbra. Erano fin troppo invitanti per pensare ad
altro
"Che modo poco delicato che hai di trattare le cose, scricciolo! Quando
ti sarai stancata butterai via anche me?" mi domandò
divertito.
Buttarlo via? Certo, come no. Non avrei mai potuto, non al punto in cui
ero arrivata, era troppo tardi ormai. E poi... con quel sorriso che
aveva messo su, mentre continuava ad analizzare i danni che il povero
disgraziato lettore aveva subito, come potevo anche solo pensare di
stancarmi di lui?
Del Paradiso e dei suoi angeli non ci si stanca mai...
"Oh... per fortuna si accende ancora!" esclamò sollevato
"Vediamo un pò cosa stavi ascoltando di bello..." poi, come
se
si fosse ricordato di qualcosa, mi lanciò uno sguardo
apprensivo
"Posso, vero?" capii a fatica che si stava riferendo al lettore e alla
musica. Se quel dannato aggeggio fucsia non ci avesse interrotti, noi...
"C...certo!" risposi, deglutendo a fatica. Come poteva essere rimasto
così calmo dopo quel bacio? Non si sentiva lo stomaco in
subbuglio e tutto un fuoco che gli scuoteva le viscere? Forse no. Forse
ero soltanto io, o forse... molto più semplicemente lui era
più allenato di me - purtroppo! - e sapeva gestire la cosa
diversamente. O non lo dava a vedere. Io non ero altro che una sciocca
17enne con gli ormoni in subbuglio. Dovevo imparare a trattenermi
anch'io.
Nel frattempo Jasper si era infilato una cuffia e aveva schiacciato
Play. La sua espressione cambiò all'istante. Sembrava
letteralmente incredulo, tanto da farmi quasi preoccupare
"Non ci posso credere..." mormorò, lanciandomi una strana
occhiata. Curiosa al massimo, afferrai l'altra cuffia che ancora
penzolava solitaria e la infilai in un orecchio. Cosa mai aveva sentito
da lasciarlo così di sasso? Le note di "Here Without You"
dei 3
Doors Down le riconobbi immediatamente. Era normale che fosse quella
l'ultima canzone salvata, d'altronde era quella che stavo ascoltando
quando Jasper mi aveva chiamata e in quel momento era ricominciata da
capo.
"Conosci questa canzone?" gli domandai allora. Lui sorrise appena
"Direi proprio di sì... è la mia canzone
preferita.
Quando sono giù di morale, la ascolto a ripetizione!"
confessò
"Anche io!" esclamai esultante. Non potevo credere di avere addirittura
una canzone in comune con lui. Quello sì, che era stato
scritto
dal destino!
"Incredibile... ogni giorno che passa mi sorprendi sempre di
più, scricciolo... di questo passo finirò con il
chiederti di sposarmi entro la fine dell'anno!" e ridacchiò.
Mmm... molto interessante direi...
"E cosa ti fa credere che io accetterei?" lo sfidai allora, mentre la
canzone continuava a fare da stupendo sottofondo
"Perché... vuoi farmi credere che saresti capace di dirmi di
no?" mi provocò lui, appena malizioso. Non era,
però, la
solita malizia fastidiosa alla quale mi aveva abituato in quei mesi.
Era più che altro un gioco divertito tra due persone che
sapevano di piacersi e che continuavano imperterrite a giocare con il
fuoco. Lo stesso che ancora mi scorreva nelle vene e che minacciava di
bruciarmi se non lo avessi spento. E sapevo perfettamente che esisteva
un unico modo.
"Hai fin troppa fiducia in te, Cullen... Sono fermamente convinta che
per te sarà piuttosto difficile convincermi!" ribattei.
Avevo
sentito dire che in quel tipo di situazioni, le provocazioni fossero la
cosiddetta "goccia per far traboccare il vaso" ed io sapevo
perfettamente che il mio vaso era stracolmo. Bastava una minuscola,
piccolissima, insignificante goccia che tutta l'acqua del vaso sarebbe
trabordata.
Lui rise sottovoce, palesemente colpito da tutta la situazione che
avevamo messo su o forse dalla mia intraprendenza. Ero solita tirarmi
indietro o respingerlo malamente. Quella volta, invece, non solo gli
reggevo il gioco... ero perfino capace di lanciargli le mie personali
provocazioni. E lui sapeva coglierle al volo e da maestro.
"Fidati, scricciolo... ho parecchie armi segrete da giocarmi!"
mormorò sorridendo
"Mmm... mostramele allora... sono davvero molto curiosa di scoprirle!"
sussurrai io, avvicinandomi di nuovo al suo viso perfetto. Non fece in
tempo a finire la sua stupenda risata, che mi impossessai nuovamente
delle sue labbra. Sembrò tornare tutto al momento in cui
l'mp3
per terra ci aveva interrotti. E fu ancora più bello e
appagante
di quanto potessi immaginare. La sua lingua giocava con la mia, le sue
labbra aderivano perfettamente alle mie labbra, il suo sapore era
capace di mandarmi completamente in estasi. E pensare che quello era
soltanto l'inizio!
Era incredibile come, senza
il minimo sforzo, riuscissi a cacciarmi nei
guai. Ormai era quasi una dote naturale. Se si fosse trattato di un
altro momento, di un'altra situazione e. soprattutto, di un'altra
ragazza, non mi sarei fatto troppi problemi. Mi
sarei preso, senza troppi complimenti, quello che mi veniva offerto e
tanti saluti. C'era l'atmosfera perfetta per quello che tanto volevo,
ma soprattutto... quando mai Alice sarebbe stata più
disinibita
di così con il sottoscritto? Sembrava fin troppo...
consapevole
e questo mi diede un motivo in più per fermarmi all'istante.
"Oggi sei un pò
troppo pericolosa per i miei gusti,
scricciolo!"
affermai sorridendo e allontanandomi, a fatica, da lei. Ogni singola
cellula del mio corpo la reclamava. Ed io dovevo ignorare e sopportare
in silenzio. Lei in compenso, non riuscì a nascondere un
verso
di disapprovazione
"La colpa è
tua!" rispose guardandomi male, non seppi se per
l'essermi fermato sul più bello o per quel sorriso che
continuavo a mostrarle.
"Mi dichiaro colpevole!"
esclamai alzando entrambe le mani e fingendo
una resa. Perlomeno riuscii a scroccarle un sorriso. Nel frattempo la
canzone era cambiata e la sequenza musicale aveva fatto partire E.T. di
Katy Perry
"Mmm, però...
hai bei gusti in fatto di musica, piccoletta!"
esclamai colpito
"E non soltanto in fatto
di musica..." mormorò, ma provai ad
ignorarla. Quanto era difficile provare a restarle indifferente, mentre
lei continuava a tentarmi in maniera così esplicita. Ma
dovevo
resistere, maledizione. Dovevo almeno provarci!
Dì un pò, Jasper... da quanto tempo tu non...
Deglutii, particolarmente
frustrato, fingendomi immerso nella
contemplazione del suo lettore. Avvertivo chiaramente il suo sguardo
trapassarmi di parte e parte
Decisamente troppo, cazzo...
Dovevo allontanarmi da
lei. Immediatamente. All'istante. Mi diressi
allora verso il suo letto e mi ci sedetti con un lunghissimo sospiro.
Senza accorgermene mi ero tirato dietro anche la sua cuffietta che ora
penzolava tranquilla. Ecco, magari a quella distanza potevamo provare a
ragionare. Almeno i lunghissimi mesi di astinenza non mi comprimevano
così tanto.
Uno... due... quattro... dieci... quanti sono?...
Con la coda dell'occhio la
vidi avvicinarsi e sedersi accanto a me,
fortunatamente ad una distanza tale da non correre il rischio di essere
attaccata dall'uomo nero
"Posso chiederti una
cosa?" fece lei poco dopo. Bloccai la sequenza di
canzoni che ne aveva appena fatta partire una dei Muse, per ascoltarla
meglio
"Ma certo!"
"Trovi ci sia qualcosa che
non va in me?" domandò a
bruciapelo. Rimasi alquanto sorpreso
"Cosa...?"
"Sì, insomma..
se fai di tutto per... starmi lontano... un
motivo ci sarà!" mormorò. Sembrava a disagio e al
tempo
stesso moriva di curiosità. Ecco... come volevasi dimostrare
se
ne era accorta. Non riuscivo ad essere neppure discreto. Che figura di
merda!
"Ma no... Alice... in te
non c'è nulla che non va, anzi...
è che... come spiegartelo?!..." torturavo la cuffietta senza
riuscire a fermarmi. Era l'unico modo che avevo per scaricare la
tensione.
"Forse posso spiegarlo
io..." si intromise decisa. Alzai la testa per
guardarla. Aveva lo sguardo fisso alla porta davanti a noi e
così parlò
"Io non sono adatta per
uno come te. Non sono... abbastanza!"
esclamò risoluta. Quasi mi cadde la mascella sotto i piedi
"Alice.. ma cosa stai
dicendo?" le chiesi confuso. Come poteva anche
solo pensare di non essere abbastanza per me? Non aveva la minima idea
di cosa era riuscita a suscitarmi con un solo bacio e non poteva
neanche immaginare che sforzo sovrumano stessi facendo per mantenere
quella distanza. Un mio vecchio conoscente si stava facendo sentire
anche troppo per i miei gusti in quel momento, e lei.. credeva di non
essere... abbastanza! Dico, ma eravamo pazzi?
"lo hai detto tu stesso...
qualche settimana fa, davanti scuola...
ricordi?" non riuscii neppure a rispondere che aggiunse in tono amaro
"E pensandoci non avevi tutti i torti!"
"Se ti riferisci a quello
che ho detto a Edward, sappi che era una
grande cazzata... una stratosferica, gigantesca cazzata che mi sono
inventato per farlo stare zitto. Mio fratello ha l'assurda
capacità di mandarmi fuori di testa e farmi dire cose che
non
penso assolutamente, credimi!" la pregai, ma lei continuava a guardare
altrove. Cosa potevo fare per convincerla? Come dovevo comportarmi?
Dovevo riuscire a farle capire quanto fossi attratto da lei e,
contemporaneamente, tenere a freno gli istinti. Missione impossibile,
anzi.. missione suicida!
Sospirai, sperando di non
cacciarmi nei guai da solo e senza dire altro
l'afferrai di peso e me la portai in grembo, dopodiché la
sistemai in modo che mi circondasse la vita con le gambe. Non fece
nulla per impedirmelo. Era di un'affascinante tinta di viola acceso e
aveva gli occhi appena sgranati. Io tentai di mantenere tutta la
concentrazione possibile. Il limite che mi avrebbe portato direttamente
nel girone dei lussuriosi era talmente tanto vicino che quasi potevo
toccarlo. Mi costava non poco impegno trattenermi.
"Speravo ci fosse un altro
modo, ma... a quanto pare non mi dai altra
scelta!" mormorai concentrato. Deglutii a fatica e con molta attenzione
me la portai più su, più vicino, fin dove avevo
in mente.
Se si fosse mossa sarebbe stato un vero guaio. Quindi sperai con tutto
il cuore che l'imbarazzo e la sorpresa fossero tali da non permetterle
il minimo movimento. A quel contatto così intimo il colorito
del
suo viso si fece più acceso e gli occhi le si spalancarono
maggiormente. Eh sì, dalla sua espressione intuii che avesse
capito perfettamente quanto fossi stato sincero con lei. L'allontanai
appena, giusto quel tanto che bastava per non rischiare troppo, pur
mantenendola seduta sulle mie gambe. Provò a dire qualcosa,
aprendo la bocca, ma non le uscì neppure un suono. Era
completamente impreparata e tutta quella sua sicurezza da gattina sexy
che aveva tirato fuori poco prima per provocarmi, era svanita
completamente. Era tornata la timida ed ingenua Alice, messa davanti al
fatto compiuto. Aveva appena scoperto che il leone affamato la
desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Adesso il
problema
sarebbe stato farle capire perché non potevo averla.
Perché sono
un coglione... uno stupido, masochista coglione...
"Ti ricordi cosa ti ho
detto il giorno in cui sono venuto a casa tua,
per la prima volta? Eravamo su quel letto, abbracciati, avevamo
entrambi la febbre, eppure... in quel momento eravamo perfettamente
lucidi e recettivi. Ricordi cosa ti ho confessato mentre ti stringevo
al petto?" le domandai guardandola dritta negli occhi. Quello era
l'unico modo per non perdere la concentrazione e non pensare troppo al
fatto che lei fosse lì, seduta sulle mie gambe,
così
vicina a dove bramavo con tutto me stesso che fosse, ma così
lontana per esserlo davvero. Deglutì a fatica per poi
parlare.
"Hai detto che ti stava
succedendo qualcosa di strano... qualcosa che
non ti era mai capitata prima... perché di solito... ti
comportavi in maniera diversa!" rispose
E uno...
"Che altro?" le domandai
ancora. Il modo in cui mi guardava. Le sue
mani ancorate sui miei avambracci. La tensione che mi sentivo addosso.
Il suo profumo. Il suo calore. La sua voce. Tutto quello sarebbe stata
la mia rovina.
"Che eri combattuto...
volevi fare due cose completamente diverse ma
non potevi... e che quindi avresti dovuto... scegliere!"
E due...
"E poi?" la incalzai.
Volevo che fosse lei stessa ad arrivarci. Per me
sarebbe stato molto più facile. Deglutì un'altra
volta,
arrossendo all'altezza degli zigomi. Il sussurro che tirò
fuori
fu quasi una bastonata tra capo e collo per me. Ero davvero il bilico,
a centinaia di metri di altezza, senza neanche una misera sbarra a
darmi l'equilibrio. Il baratro sembrava pronto per inghiottirmi.
"Hai detto di... voler
fare l'amore... con me... per tutta la notte!"
Bingo... perlomeno se lo
è ricordato...
Tirai un impercettibile
sospiro di sollievo. Eravamo sulla strada
giusta. Ancora un piccolo tassello e poi il puzzle sarebbe stato
completo.
"Ho aggiunto ancora
un'ultima cosa..." le feci notare, stringendo
appena la presa sui suoi fianchi. Lo avevo già detto che era
tanto calda da farmi girare la testa?
"Hai ammesso di essere un
idiota!" esclamò divertita.
Scoppiai a ridere
"Immaginavo che questa
parte te la saresti ricordata così
bene!"
mormorai, facendola ridacchiare ancora. Almeno avevamo alleggerito un
pò la tensione
"Ti ho detto che...
nonostante ti volessi... nonostante ti desiderassi,
e ti desideri ancora tutt'ora più di ogni altra cosa al
mondo..." specificai "Volevo provare ad andare oltre... a mettere da
parte il desiderio fisico e conoscerti per quella che sei!" ormai
aprirmi con lei era diventata una passeggiata. Mi veniva quasi
naturale. Lo avevo fatto quel giorno a casa sua. Lo avevo fatto quando
eravamo soltanto io e lei nella mia stanza quel 16 Dicembre. Lo avevo
fatto di nuovo in quel momento. Ed ero riuscito nonostante sentissi
l'urgenza di fare tutt'altro.
Alice continuava a
fissarmi completamente rapita, forse troppo sorpresa
per aggiungere qualsiasi altra cosa. Allora decisi di continuare
"Non voglio che il nostro
rapporto si limiti a quello. Ho detto di
volerti conoscere e intendo farlo sul serio... e questo ovviamente
significa mettere da parte l'istinto fisico. Ma... per quanto mi costi
farlo... mi sono ripromesso di riuscirci, o almeno.. di provarci!"
ammisi sorridendo imbarazzato.
Certo che, continuare a
stringerla in quel modo era davvero la
dimostrazione evidente di quanto poco ci stessi provando. Ma non potevo
farci nulla. Se non potevo averla completamente, perlomeno avrei
continuato a... sentirla. Lo sapevo, era sciocco e masochistico;
così non facevo altro che peggiorare la mia già
precaria
situazione, però... ragionavo in maniera strana.
Sconsiderata e
poco coerente. Per stare bene dovevo allo stesso tempo tenerla
lontana da me, e avvicinarla il più possibile. Avrei donato
l'anima al diavolo pur di fondermi con lei in quel preciso istante.
Sciogliermi completamente nel suo corpo e diventare finalmente un tutt
uno con il mio adorato scricciolo. Però, quel poco di
ragione
rimastami, diceva tutt'altro. Mi implorava di respirare a pieni polmoni
e pensare a qualsiasi altra cosa, perché tanto quel giorno
il
mio desiderio fisico - ormai lancinante - non sarebbe stato soddisfatto.
Amico, mi dispiace...
non è il tuo momento... torna pure al tuo lungo letargo...
Maledetto me... non potevo
venire qui a Forks e continuare a divertirmi
con ogni ragazza capace di respirare, invece di innamorarmi di Alice
Swan?
Aspetta, aspetta...
cos'è che ho detto? Innamorarmi?...
Non sarebbe stato molto
più semplice?
Assolutamente no... non
avrei mai
provato il calore al cuore e allo stomaco che provo tutte le volte che
sono con lei... incluso adesso...
Certo, però,
non avrei provato neanche il dolore al basso
ventre che mi stava distruggendo!
Non fare l'esagerato,
Jazz... rischi di cadere nel volgare...
"Questa situazione ha un
non so ché di assurdo! All'inizio
eri
tu che ci provavi con me ed io ti respingevo. Adesso io tento di
saltarti addosso e tu riesci a trovare la forza di fermare...
entrambi!" esclamò abbassando la testa e sorridendo appena
"In effetti da quando ti
conosco, ho fatto molte cose senza senso.
Questa è soltanto l'ultima di una lunga serie!" mormorai
sollevando le spalle divertito
"E allora... non ti faccio
proprio un bell'effetto!"
ribatté, sollevando lo sguardo
"Al contrario... te l'ho
fatto vedere l'effetto che mi fai... o te ne
sei già dimenticata?" mormorai. Ma maledizione,
perché
quando dovevo essere convincente tiravo fuori quella voce roca da
maniaco? Lo avevo sempre fatto o succedeva solo con lei?
Arrossì di
nuovo e scosse la testa
"No, non preoccuparti...
me lo ricordo perfettamente!"
Rimanemmo diversi secondi
immobili, a guardarci negli occhi. Quanto era
bella. E quanto ero idiota io ad averla fermata proprio quando ero ad
un passo dall'averla completamente. Si sarebbe fatta un'idea sbagliata
di me, se per caso le avessi chiesto di dimenticare tutte quelle belle
parole dette e ricominciare da dove ci eravamo interrotti?
Mmm... direi di
sì...
Ad un tratto, come colta
da un pensiero improvviso, si riprese da quel
momento di trance, distolse lo sguardo dal mio e si schiarì
la
voce
"A questo punto, direi che
è il caso di smetterla di
continuare
a mettere alla prova il tuo autocontrollo!" esclamò
sorridendo
"Mmm... mi trovi
completamente d'accordo!" acconsentii con un sorriso e
l'aiutai a scendere dalle mie gambe e a sedersi di nuovo sul letto.
Fu il mio turno di
schiarire la voce. Quella situazione era
particolarmente frustrante. Non mi era mai capitato di trovarmi
così in imbarazzo, soprattutto con lei. E meno male che ero
il
maestro del self control. E di tutto questo, in quel preciso istante,
non era rimasto un bel niente.
Per uscire da quel momento
di imbarazzo dovevo assolutamente riuscire a
trovare un appiglio di conversazione. Una distrazione qualsiasi per non
farle pesare troppo quella situazione e soprattutto per permettere al
mio corpo - una parte nello specifico - di raffreddare i bollenti
spiriti.
L'ispirazione mi
arrivò lanciando un'occhiata al suo mp3.
Sorrisi ricordando un gioco che facevamo sempre io e Rosalie a New York
quando eravamo più piccoli e decisi di provare. Afferrai il
lettore e le porsi un cuffia. Lei la guardò stranita
"Prendila... coraggio e
infilala nell'orecchio!" le ordinai e lei lo
fece, anche se piuttosto dubbiosa. Riaccesi il lettore e, mentre le
canzoni caricavano, le spiegai cosa avevo in mente
"Ecco... io credo che la
musica sia una grande compagna di vita e
soprattutto un ottimo modo per parlare di sè. Io, per
esempio,
ho molte canzoni che mi raccontano e una è proprio quella
dei 3
Doors Down. Ora, come ho detto, voglio conoscere te e il tuo mondo, per
questo, facciamo così..." le passai il lettore con
un
sorriso e mi infilai nell'orecchio la seconda cuffietta
"Scegli a piacere tre
canzoni che riassumino il tuo passato, il tuo
presente e ciò che vorresti dal tuo futuro. Io rimango qui
ad
ascoltare..." le sorrisi incoraggiante per poi aggiungere "Coraggio,
scricciolo... parlami di te... "
Mi
studiò attentamente, mordendosi un labbro,
dopodiché
con un sorriso commosso, annuì, afferrò il
lettore che le
porgevo e si mise a cercare.
A quanto pare ho fatto
centro... bene...
Le ci vollero
circa una decina di secondi per trovare la prima, ma
invece di farla partire, mi lanciò uno strano sguardo ed
esclamò
"Stenditi!"
"Eh?..." e meno
male che la situazione di disagio doveva essere
passata. Parlavamo la stessa lingua io e lei, vero? Ero stato chiaro
nel farle presente quanta fatica stessi facendo per resisterle... e
lei? Mi chiedeva di stendermi sul suo letto?
Merda...
"Fidati... non
ti salterò addosso questa volta, lo giuro!
Voglio
solo che tu stia... più comodo, ecco!" fece spallucce ed
arrossì appena sulle guance. Mi venne spontaneo sorridere
intenerito. Era passata dalla versione gattina sexy a quella di gattina
bisognosa di coccole. E d'altronde chi ero io per dirle di no?
Così feci ciò che mi aveva ordinato e mi stesi
sul letto.
Lei, gattonando sulla coperta, mi raggiunse dall'altro lato. Ci
ritrovammo distesi, su un fianco, uno di fronte all'altra, a fissarci.
Fortunatamente vi erano una ventina di centimetri a separarci,
altrimenti sarei caduto di nuovo in tentazione.
Questo letto poteva
essere l'ottimo scenario per... Maledizione, Jasper.. smettila!...
"D'accordo...
questa che stai per ascoltare è la canzone che
credo parli meglio del mio passato..." iniziò e fece partire
il
pezzo.
L'attacco di
chitarra fu riconoscibile. Santana era il migliore in
certe cose. Le sorrisi colpito e attesi curioso che dicesse qualcosa.
Fine Prima Parte
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Capitolo 43 *** L'unica eccezione ***
Cap
Salve
a tutti... prima di tutto, mi scuso per l'ennesimo ritardo ma i corsi
all'università non mi danno tregua e inoltre devo dire che
il capitolo mi ha fatto parecchio penare... lo ritenevo uno dei
più importanti della storia e in quanto tale, lo volevo
rendere davvero perfetto... e diciamo che sono particolarmente
soddisfatta ^^... un paio di cose prima di lasciarvi al capitolo... la
prima... lo so che dico sempre le stesse cose però...
c'è una cosa che mi preme dentro per uscire e vorrei che voi
lo sapeste... ve lo dico con il cuore in mano... per quanto io non sia
l'autrice più puntuale di questo mondo e neanche la
più talentuosa (questo mai!) non mi fa di certo piacere
ritrovarmi con solo due recensioni per lo scorso capitolo, non credo di
meritarmelo dopotutto... faccio i salti mortali in ogni capitolo per
renderlo speciale e pubblicarlo nonostante la montagna di cose che
incombe sulla mia testa, ma questo non sembra bastare. Vorrei capire il
perché... se c'è qualcosa in particolare che vi
impedisce di lasciare anche un piccolo segno del vostro passaggio,
anche solo per dire che la storia fa schifo. Chi mi conosce sa che non
sono di certo la tipa che elemosina le recensioni, anzi...
però, come potete immaginare non è gratificante
per me non trovare molta accoglienza (almeno non come un tempo... un
capitolo ha segnato addirittura 21 recensione!!!)... spero possiate
capirmi almeno un pò anche perché immagino che
molti di voi saranno a loro volta autori e quindi sanno cosa voglio
dire. L'altra cosa che volevo dirvi riguarda il capitolo...
è parecchio lungo questa volta... avrei potuto dividerlo ma
ho preferito lasciarlo così anche perché era
giusto che fosse letto tutto insieme. Spero apprezzerete l'atmosfera
che si è creata e soprattutto come si svolgeranno gli
eventi... che altro dire.. fatemi sapere... un bacione ;)
p.s.
L'abbigliamento è lo stesso dello scorso capitolo ovviamente
ma questa volta nel testo ho inserito altri link... vi consiglio
vivamente di controllarli, soprattutto il terzo ^^...
"D'accordo...
questa che stai per ascoltare è la canzone che
credo parli meglio del mio passato..." iniziò e fece partire
il
pezzo.
L'attacco
di chitarra fu riconoscibile. Santana era il migliore in
certe cose. Le sorrisi colpito e attesi curioso che dicesse qualcosa.
Just
Feel Better
"Non so perché proprio questa canzone... però...
le
parole... la voce di Steven Tyler e... il meraviglioso suono della
chitarra di Santana mi ricordano ogni tanto cosa ho sempre cercato
dalla vita. Cosa... fin da quando ero piccola cercavo disperatamente...
vale a dire... sentirmi meglio!" esclamò con lo sguardo
perso in
qualche ricordo. Avrei dato tutto pur di poter leggere dietro quegli
occhi. Erano lontani anni luce. Occhi nei quali erano passate tante
immagini e situazioni. Avevano visto tante lacrime. Tanta sofferenza.
And
I know, I know, I know
E so,
so, so
Part of
me says let it go
che
parte di me dice di lasciar perdere
That
life happens for a reason
che la vita accade per una
ragione
I
don't, I don't, I don't
Io no,
io no, io no,
It goes
I never went before
va
come mai è andata prima
But
this time, this time
ma
questa volta, questa volta
I'm gonna try anything that just feel better
proverò
tutto ciò che mi fa sentire meglio
Tell me
what to do
dimmi cosa fare
You
know I can't see through
the haze around me
sai che non riesco a vedere
attraverso la foschia che mi circonda
And I
do anything that just
feel better
e
proverò qualsiasi cosa mi fa sentire meglio
And I
can't find my way
e non
riesco a trovare la mia strada
Girl, I
need a change
ragazza,
ho bisogno di un cambiamento
And I
do anything that just
feel better
e
proverò qualsiasi cosa mi fa sentire meglio
Any
little thing that just feel
better
qualsiasi piccola cosa che mi fa
sentire meglio
"Il
senso che io le ho voluto dare è questo... io nella mia vita
non
ho mai avuto niente di cui andare veramente fiera... ho avuto un padre
che non auguro neanche al mio peggior nemico e ho perso mia madre
troppo presto... ho provato, con tutte le mie forze, a cercare la
giusta strada per me. Quella che mi facesse sentire speciale... ma ben
presto ho capito che di speciale al mondo non c'è proprio
niente
e nessuno. Neanche le persone ricche o quelle che hanno le famiglie
perfette possono essere considerate tali. Sono tutti prototipi che
siamo portati a costruirci. La vera felicità... mi sono
sempre
detta, è quella che... ci porta a stare meglio. Quella che
ci
fa... sollevare la testa da terra e ci permette di vedere davvero il
mondo." annuì, come per dare meggiore peso alle sue stesse
parole per poi sorridere
"E fare tutto
quello che può farci sentire meglio... senza freni...
è la chiave!"
And I'm afraid of sinking
e ho
paura di affondare
You're the only one knows me
sei
l'unica che mi conosce
And who doesn't ignore
e che non ignora che
That my soul is weeping
la mia anima sta piangendo
"Le
persone che mi hanno vista affondare sono state Bella ed Emmett ed
è grazie a loro se molte volte mi sono sentita meglio.
Perché loro erano gli unici, tolta mia madre, che avevano
interesse per me... e che si accorgevano di me e che soprattutto non
ignoravano la mia anima che piangeva e si logorava dentro!" si morse il
labbro, accennando un piccolo timido sorriso. Sembrava si stesse
trattenendo dal piangere. Avrei voluto dirle di non farlo. Di non
trattenersi. Perché le lacrime, lo avevo imparato sulla mia
stessa pelle, ci aiutano ad esprimere molto di più di quello
che
crediamo di dover dire. Ma rimasi in silenzio, beandomi delle note di
quella fantastica canzone e della sua voce, che aveva iniziato ad
infondermi uno strano senso di tranquillità e pace mai
provati
prima
I think I need a little help this time!
penso
di aver bisogno di un pò d'aiuto, questa
volta!
"Forse ogni tanto sono stata un
pò superficiale... cioè... non ho avuto il
coraggio di
chiedere l'aiuto di quelli che mi volevano bene. Pensavo di farcela da
sola ma... nessuno può davvero pensare di riuscirci. Come ho
detto, nessuno è così... spaciale... tutti
abbiamo
bisogno di qualcuno a questo mondo!"
"Qualcuno
che ci faccia sentire
meglio!" le feci eco con un sorriso. Lei ricambiò e
annuì. Sembrava parecchio colpita che le stessi prestando
tutta
quella attenzione. Ma se la meritava tutta. Era il mio modo per
scoprire cosa celava dietro quella maschera di solarità e
ingenuità che portava dietro. Era il mio modo per
conoscerla.
Il suo passato mi era stato raccontato grazie alle parole di Steven
Tyler e la chitarra elettrica di Santana. E mi era piaciuto. Tutto. La
sua espressione. La sua voce. I pezzi che aveva scelto di commentare.
Le parole che aveva usato. Avevo notato come la sua voce si intonava
perfettamente a quella del cantante degli Aerosmith. Eppure lei non
stava cantando. Forse... per le mie povere orecchie innamorate, anche
quella era una melodia.
La vuoi smettere di dire
quella parola che inizia per I e finisce con te che muori di infarto
precoce?...
L'ultimo assolo di chitarra di Santana chiuse "Just Feel Better" e la
prima parte della sua vita. Ero curioso di sapere con cosa avrebbe
deciso di continuare. Adesso, a rigor di logica, sarebbe stato il turno
del presente. Quello che viveva e provava in quel momento. E
chissà perché mi ritrovai stranamente a fremere
come un
ragazzino.
"Il mio presente..." bisbigliò scorrendo l'elenco di
canzoni. Ci
stava pensando davvero tanto e vederla così concentrata era
molto gratificante per il sottoscritto. Significava che avevo fatto
breccia nel suo mondo e che avevo trovato la chiave d'accesso per
entravici.
Jasper, seriamente... da come si stavano mettendo le cose fino a dieci
minuti fa... tu nel suo mondo ci saresti entrato lo stesso... da un
altro accesso, certo... ma il senso non cambia... e per di
più
le chiavi te le aveva consegnate lei stessa. Sei stato tu che hai
preferito buttarti sulla musica...
Mi schiarii la voce, muovendomi agitato e sistemandomi meglio. Dovevo
bloccare quel maledetto flusso di pensieri. Altrimenti avrei finito con
il prendere a testate il primo spigolo disponibile. E non sarebbe stato
affatto piacevole.
Il mio movimento lo colse anche lei e, forse, lo prese come un atto di
impazienza perché mi sorrise ed affermò
"Tranquillo... l'ho trovata!" e premette PLAY. Anche in questo caso le
semplici note iniziali mi diedero il titolo della canzone. Conoscevo
anche quella. Era "Fly High" di Shaggy
Fly
High
La sua risata esplose quasi subito e incuriosito la vidi arrossire
appena
"Beh... questa canzone è... cioè... non devi
prenderla
alla lettera... devi soltanto coglierne il senso... generale diciamo!"
era ovvio che, ascoltata tutta, la canzone fosse leggermente equivoca.
Soprattutto per me che - ricordiamolo - stavo fremendo nel mio
pezzettino di letto, a meno di venti centimentri da Alice. Con il cuore
a mille e il... ehm... beh sì insomma e parte del mio corpo
sovra-eccitato. Ma aveva detto che dovevo coglierne il senso generale.
Perciò lasciai perdere le ali, tutti quei vezzaggiativi e
soprattutto il fatto che mi venisse spudoratamente chiesto di rapirla e
portarla via e rimasi silenziosamente in attesa.
Maledetto Shaggy... ci mancavi solo tu...
"Ecco questo è il pezzo che mi interessa!"
esclamò
indicando il lettore come se proprio in quel momento stesse scorrendo
il testo della canzone
I wanna fly, with you baby
Voglio
volare con te tesoro
(Let'em
know that one time)
fa in
modo che lo sappiano tutti per una buona volta
And
leave the world behind
e
lasciamo il mondo alle spalle
I wanna fly [fly high,
with you baby]
voglio
volare, volare alto con te tesoro
(Let's
take it high)
toccare
il cielo con un dito
I wanna
fly with you baby
voglio volare con te
and
just leave the world all behind
e lasciarmi
il mondo alle spalle
I wanna
fly [fly high, with you baby]
voglio
volare, volare alto con te tesoro
(Spread
your wings, girl)
spalanca
le tua ali, ragazza
and just leave the world
all behind
e
lasciarmi il mondo alle spalle
I wanna
fly
voglio volare...
"Il
mio presente
è abbastanza semplice. Voglio trovare la forza di spiccare
il
volo e allontanarmi da tutto e da tutti, perché il mondo che
mi
lascio alle spalle non mi piace. Non mi soddisfa. Voglio lasciar
perdere tutto e volare via. Per sempre." spiegò. Mi venne
spontaneo mormorare
"E vuoi farlo... con qualcuno in particolare?"
"Sì... cioè.. no... per questo ti dicevo che non
devi
prenderla alla lettera. Ci sono molte frasi su cui devi sorvolare e...
quella dove dice che ho voglia di volare con qualcuno è una
di
quelle!" e arrossì abbassando lo sguardo.
"Quindi le ali... sono le tue?" chiesi in un sussurro
Dov'era finito l'angelo
con le grandi ali bianche e la ragazza della spiaggia che lo aspettava
con trepidazione?...
"Ecco.. quello è... ehm... metaforico... cioè...
non sono
ali vere sono... sì insomma..." balbettò a
disagio.
"E l'angelo non... c'entra niente?" ma perché facevo domande
tanto stupide? Volevo proprio sentirmi dire di no? Ci provavo gusto nel
torturarmi?
Beh... considerando cosa
non sei arrivato a fare poco fa... direi di sì...
Spalancò appena gli occhi per poi spostarli sul lettore che
intanto aveva finito di regalarci le ultime note di Fly High
"N-n-o!"
Appunto...
Senza volerlo mi ero appena conficcato un grosso pugnale affilato in un
fianco e in quel momento la lama stava scendendo inesorabile in
profondità. E faceva male, dannazione. Eccome se faceva
male. Ma
d'altronde... cosa pensavo di ottenere dopo aver fatto di tutto per
allontanarla e farmi odiare? Per quanto avesse dimostrato una certa
attrazione nei miei confornti, questo non significava che perdonava
tutto ciò che c'era stato prima, esclusivamente per colpa
mia.
Ergo... io nel suo presente non ero stato preso neanche in
considerazione.
Con quella maledetta domanda e la sua risposta, avevamo creato un
momento di imbarazzo paralizzante, di cui nessuno dei due aveva
bisogno. Era necessario correre ai ripari, immediatamente
"Bene... mi hai parlato del tuo passato... del tuo presente.. adesso
manca il futuro!" e le sorrisi incoraggiante, mentre una parte di me mi
suggeriva di affondare la testa nel terreno e aspettare l'arrivo di un
meteorite
"Giusto... il futuro!" mormorò, dando di nuovo tutta la sua
attenzione al lettore fucsia. Quella volta parve pensarci di
più. In effetti sembrava una domanda abbastanza impegnativa.
Una
di quelle che a scuola ti piazzano come tema da consegnare per la
settimana successiva. Come vedi il tuo futuro? O cosa ti aspetti per il
tuo avvenire? Il tuo domani sarà roseo oppure lo vedi pieno
di
difficoltà ed ostacoli? Commenta in sole venti righe. Certo,
come se fosse possibile.
Ecco perché nelle lingue straniere vado meglio che nella
mia. Io
l'inglese - o americano come dir si voglia - lo detesto con tutto me
stesso. E il fatto che prenda sempre insuffciente a questo tipo di
compiti, ne è la prova...
"D'accordo... penso di averla trovata!" affermò convinta. Mi
lanciò uno strano sguardo per poi sospirare
"Questa è la canzone che rispecchia al meglio ciò
che
vorrei dal mio futuro. In qualche modo, riassume un pò tutta
la
mia vita... però... non voglio che tu ti concentri solo su
quello. Ascolta bene le parole, questa volta tutte... perché
ognuna di esse è essenziale per... comprendermi!" e con un
timido sorriso azionò il lettore. L'attacco della canzone
quella
volta non mi disse niente. Non la conoscevo, non sapevo neanche di chi
si trattasse. Era abbastanza lenta, al contrario di Fly High, e meno
incisiva di Steven Tyler. Sarebbe stata una cantante donna o un uomo?
Sarebbe stata inglese? Beh, certo.. mi aveva detto di fare attenzione
al testo. L'avrei capita subito? L'avrei trovata azzeccata per il
momento? L'avrei... adorata come le prime due?
The
Only Exception
When I was younger
Quando ero più
piccola
I saw
my daddy cry
vidi mio padre piangere
And
cursed at the wind
e imprecare contro il
vento
He
broke his own heart
gli si spezzò
il cuore
And I
watched
ed io lo guardai mentre
As he
tried to re-assemble it
cercava di riaggiustarlo
And my
momma swore
e mia madre
giurò
that
she would never let herself forget
che non avrebbe mai
dimenticato
And
that was the day that I promised
e quello fu il giorno in
cui io promisi
I'd
never sing of love
che non avrei mai cantato
dell'amore
If it
does not exist
se esso non esiste
But darlin',
ma caro,
You,
are, the only exception
tu sei, l'unica eccezione
But,
you, are, the only exception
ma, tu, sei, l'unica
eccezione
But,
you, are, the only exception
ma, tu, sei, l'unica
eccezione
You,
are, the only exception
tu, sei, l'unica eccezione
Avvertii
distintamente il momento in cui il mio cuore si bloccò di
colpo
e quello, immediatamente successivo, in cui riprese a battere furioso
nel petto. Tutto mi sarei aspettato, tranne quello. Lei riteneva che io
fossi la... sua eccezione? Io! E me lo aveva appena confessato con una
canzone. Una canzone in cui diceva, tra le righe, di aver giurato di
non innamorarsi di nessuno perché dalle sue esperienze
familiari
aveva imparato che l'amore non esisteva. Perché sua madre
non ci
aveva creduto. Perché suo padre aveva fatto di tutto per
farglielo credere. Perché probabilmente lei stessa non aveva
voluto farlo. E allora cosa era cambiato? Ero stato io? Io le avevo
fatto cambiare idea?
In che altro modo
interpreti la parola eccezione?...
Maybe I
know, somewhere
Forse
so, da qualche parte
Deep in my soul
nel profondo della mia anima,
That love never lasts
che
l'amore non dura mai
And we've got to find other ways
e che dovremo trovare altre
strade
To make it alone
per
farcela da soli
Or keep a straight face
o rimanere seri
And I've always lived like
this
e ho
sempre vissuto in questo modo
Keeping it comfortable,
cercando di vivere in maniera
agiata
distance, and up until now
allontanandomi,
e fino ad ora
I'd sworn to myself that
ho
giurato a me stessa che
I'm
content
with loneliness
sarei stata contenta con la
solitudine
Because none of it
perchè non vale mai
la pena
was ever worth the risk, but...
rischiare per tutto questo, ma...
You, are, the only exception
Tu sei l'unica accezione
Era
stata portata allo stremo. Era arrivata davvero a credere che l'amore
non esistesse o che comunque fosse qualcosa di estraneo. Aveva cercato
di rimanere sola, legata alla sua vita e alla sua solitudine per tanto
tempo e ora, a quanto pare sembrava disposta a cambiare. A dedicarsi a
qualcuno. Perché io ero... la sua eccezione!
Se
lo ripeti ancora una volta diventi pazzo...
Non ci potevo
credere. Era una
dichiarazione d'amore quella? Era così che avrei dovuto
leggerla? Dovevo ritenermi fortunato? Dovevo sentire il cuore battermi
nelle orecchie e lo stomaco sottosopra? Perché era proprio
così che mi sentivo. Ed era la prima volta. La prima volta
che
non riuscivo a parlare. La prima volta che non riuscivo neppure a
muovermi. La prima volta che qualcuno esternava in maniera
così evidente sentimenti così puri nei miei
confronti.
Verso di me, che come avevo sempre pensato, ero l'essere più
imperfetto del mondo. Perché? Perché abbandonare
tutto,
abbandonare la sua idea... per me? Cosa avevo io di così...
speciale?
Sveglia,
Jazz... te lo ha cercato di dire prima con ben due canzoni... tu la fai
sentire meglio... tu la fai volare in alto, le fai toccare il cielo con
un dito... tu sei la sua eccezione...
I've got a tight grip on reality
Sono strettamente a contatto con
la realtà
But I can't let go of
ma non posso lasciare andare
what's
in front of me here
quel
che ho davanti a me qui
I know you're leaving in the morning, when you wake up
so che
andrai via al mattino, quando ti sveglierai
Leave me with some kind of proof
e mi lascerai con una sorta di
prova
it's
not a dream
che non si trattava di un sogno
Il sogno! Il sogno! Il
sogno!
La ragazza della spiaggia. La sua storia. Gli uomini comuni e gli
angeli dalle grandi ali bianche e gli occhi cristallini. L'amore che
essi provavano verso gli umani. Le loro ali dimenticate in cambio di
una vita fatta di condivisione e affetto. Quel sogno che avevo fatto
circa una decina di giorni prima e che ricordavo ancora così
perfettamente. Si trattava di quello, vero? Era di quel sogno che
stavamo parlando? Quindi quella ragazza... quelle parole... erano..
vere?
And I'm on my way to believing.
E sono sulla buona strada per
crederci
Oh, And I'm on my way to believing.
oh, sono sulla buona strada per
crederci
Anche io ero sulla buona strada per crederci davvero. Se il mio sogno
non fosse stato semplicemente un sogno... Se quello che mi aveva
raccontato su quella spiaggia fosse stato vero... Se io fossi stato
davvero quell'angelo dalle grandi ali bianche, la pelle liscia e gli
occhi cristallini... beh, allora in quel caso, avrei fatto volentieri a
meno delle mie stupide penne e della mia immortalità,
perché sapevo che ad attendermi dall'altro lato
dell'universo
c'era... lei. La mia perfetta metà.
Quanto ti ci
è voluto per capirlo, eh?...
Le ultime note della canzone si persero in mezzo a noi che eravamo
rimasti totalmente in silenzio. Non aveva parlato, segno che fosse
troppo in imbarazzo per farlo ed io mi ero completamente immedesimato
nel testo, estraniandomi. Ma, durante tutta la riproduzione, non avevo
smesso un solo istante di guardarla. Aveva abbassato la testa e si era
messa a torturare il filo delle cuffie che penzolava tra di noi.
Sembrava volesse evitare in tutti i modi il mio sguardo,
perché
magari temeva di trovarci qualcosa che poi non le sarebbe piaciuto o
che non le avrebbe più dato la forza di continuare. Aveva
avuto
un coraggio non indifferente a fare quello che aveva fatto, glielo
dovevo riconoscere. Adesso il coraggio lo avrei dovuto trovare io per
rispondere.
Mi basterebbe ritrovare
la capacità di esprimere frasi di senso compiuto... non
chiedo poi molto...
Una sua risata imbarazzata, ruppe quel momento di stasi
"Suppongo non ci sia bisogno di... commentare questa canzone!"
affermò sistemandosi il cerchietto giallo tra i capelli.
Provai
a sorridere ma mi resi conto di avere i muscoli della faccia - e di
tutto il resto del corpo - immobilizzati. Merda. Dovevo pur fare
qualcosa.
"Sì... lo credo anch'io!" mormorai atono
Bravo il cazzone... con
quella voce
di merda che ti sei fatto uscire, adesso crederà che tu non
abbia apprezzato per niente la sua dichiarazione...
"Sei stata... particolarmente eloquente!" aggiunsi allora, mangiandomi
due o tre lettere
Pefetto, guarda...
adesso ha senz'altro capito...
"Cioè... io... non intendevo dire che..."
Jasper ammettilo... sei
un cazzone...
"Tu sei... ehm..."
C-a-z-z-o-n-e....
ripetilo che ti fa bene...
"Cazz..."
Non ad alta voce...
cazzone!...
Deglutii frustrato. Non sapevo più che fare. Se dare retta
alla
mia testa che ormai sembrava spedita in orbita, dare retta al mio
corpo, che ormai sveglio e vigile mi implorava di prendermi quello che
mi spettava o dare retta al mio cuore che mi gridava come un ossesso di
smetterla di fare il cazzone - appunto! - e reagire. Quella sarebbe
stata l'occasione perfetta per confessare tutto. Uscire finalmente allo
scoperto. Smetterla di mentire, perfino a me stesso. L'amo lo aveva
tirato lei. Adesso spettava a me abboccare.
"D'accordo... con calma..." borbottai, sfilandomi la cuffia e tirandomi
a sedere. Poggiai la schiena al muro e sospirai.
"Jasper, ascolta... io non mi aspetto niente. Non pretendo che tu
adesso te ne esca fuori, confessandomi sentimenti di amore eterno e
profondo... volevo solo... ecco... che tu sapessi... mmm... la
verità, ecco tutto!" la guardai, concentrandomi su cosa
dirle di
preciso
"Credi davvero che io potessi confessarti sentimenti di amore profondo
solo per... una canzone?" domandai confuso
Di bene in meglio... più parlo, più la mia
situazione peggiora...
"Certo che no!" mormorò arrossendo
"Io non so che dire!" confessai allora
"Ma infatti non devi dire niente!" mi rassicurò sollevandosi
a sedere, mantenendo una certa distanza tra di noi
"Ti confesso di essere... leggermente... spaventato!" mormorai,
incapace di trattenere le parole. Non mi era mai capitato di non
riuscire a capire cosa stessi dicendo. Ero come un treno in corsa che
non accennava neppure a rallentare per la prossima stazione
"Da me?" sembrava parecchio confusa
"Non proprio... è da me che sono spaventato! Te l'ho detto
prima... da qualche tempo a questa parte faccio cose che neanche io so
spiegarmi!" mi girai con la testa verso di lei e la sorpresi a
guardarmi insistentemente "Secondo te da cosa è dipeso?"
scosse
la testa. Neanche lei sapeva darmi una risposta. Sarebbe stata una cosa
che avrei dovuto risolvere da solo.
Senza pensarci, le afferrai una mano e la strinsi nella mia. Era
piccola. Era calda. Era liscia e morbida. La perfetta immagine di
Alice. E stretta nella mia stava benissimo. Ero troppo presuntuoso
dicendo che la sua mano era nata per stare nella mia?
"Dimmi cosa fare, scricciolo... io non ne ho la minima idea, davvero!"
mormorai, mentre scrutavo curioso le nostre mani intrecciate in mezzo a
noi
"Non posso essere io a dirti cosa fare, Jasper.. devi pensarci tu!"
rispose accarezzandomi il dorso della mano con il pollice e lasciandomi
la pelle d'oca al suo passaggio. Ero proprio in uno stato pietoso. Se
mi fossi guardato allo specchio in quel momento, ero sicuro di aver
stentato a riconoscermi.
"Fai come hai sempre fatto... segui l'istinto. Con quello non si
sbaglia mai!" e mi sorrise.
Istinto?...
Mi fu impossibile trattenere un sorriso divertito
"E se il mio istinto mi stesse suggerendo di baciarti ancora?" domandai
Sembrerebbe troppo viscido da fare dopo una dichiarazione del genere?...
Ridacchiò, stringendo appena di più la mia mano
"E allora fallo!" mormorò
"Davvero... posso?" esitavo. Come era brutto esitare in certi momenti.
Era come mostrare al mondo la propria debolezza. Ed io la mia ce
l'avevo scritta a lettere cubitali in faccia. La sua risata quella
volta fu più chiara e cristallina
"Da quando Jasper Cullen chiede il permesso per fare qualcosa?" mi
beffeggiò divertita, facendomi sorridere
"In effetti quasi non mi riconosco neanche io!" borbottai,
avvicinandomi al suo viso e riappropriandomi delle sue labbra. Dio,
come mi erano mancate. Era più di mezz'ora che combattevo
contro
il desiderio di toccarle di nuovo. Di assaggiarle. Assaporarle. Di
farle mie. Ora basta combattere. Era stata lei stessa a dirmi di
abbandonarmi all'istinto. Di seguirlo. Perché in questo modo
non
avrei sbagliato. E in effetti, aveva ragione. Cazzo, se aveva ragione.
Era come se avessi riacceso la scintilla e stessi al tempo stesso
cercando di placare la fiamma. Che buon sapore che aveva. E il suo
respiro... appena accelerato, mi solleticava la guancia, mentre la mia
lingua continuava a danzare con la sua, come se avessero trovato il
giusto ritmo, insieme, per qualche ballo proibito.
Non so come, mi ritrovai su di lei, poggiato sui gomiti per non pesarle
addosso, le labbra ancora incollate. Non avvertivo neanche la
necessità di respirare. L'ossigeno lo avrei preso da lei. Il
resto poteva anche aspettare. Il suo corpo, schiacciato sotto il mio
era così... caldo ed invitante. Delizia dei sensi. Lo avrei
volentieri assaggiato tutto, in ogni singola parte. Non avrei
trascurato nulla, neanche il più piccolo lembo di pelle.
L'avrei
riempito di baci, carezze e sospiri e mi sarei premurato di dare a lei
il più grande piacere che potesse mai desiderare.
Sì,
avevo deciso. Mi sarei occupato di lei, completamente. Al diavolo il
mio desiderio opprimente e la voglia lancinante che sentivo di unirmi a
lei. Avrei aspettato molto volentieri. Prima avrei assecondato il suo
volere. Mi sarei perfino fatto schiavo per lei.
Una mano scivolò lentamente sotto la sua maglia e ci
mancò poco che non mi facessi scappare un sospiro al
contatto
della pelle del fianco. Non era calda, era praticamente bollente. E
mentre le mie labbra, che si stendevano in un sorriso compiaciuto, si
abbandonavano alla morbidezza della sua guancia e del suo collo, feci
scendere la mano più giù, fino al bordo dei
pantaloncini
di jeans.
Siano ringraziati gli shorts...
La strada dai pantaloncini alla pelle della gamba fu relativamente
breve. Bramavo il contatto. Volevo sentirla completamente sotto di me e
continuare a bearmi dei suoi sospiri eccitati ed eccitanti nel mio
orecchio. Involontariamente feci pressione con il bacino sul suo e fu
un contatto praticamente indescrivibile. Avevo detto di essere in
condizioni pietose... Mi ero sbagliato. Stavo peggio!
Maledizione...
Ad un tratto la sua voce mi raggiunse all'orecchio, e fu come una
ulteriore scarica di adrenalina nelle vene. Non so cosa mi diede la
forza per comprendere cosa mai stesse dicendo
"Non eri tu quello che diceva di evitare ogni... contatto fisico?" mi
chiese, con un leggero accenno di ironia. La sua voce ridotta ad un
soffio. Nel mio orecchio. Ed io ero praticamente sopra di lei
Maledizione...
"Ho davvero detto una cosa del genere?" non ricordavo neppure di aver
affermato una simile sciocchezza. Quando mai lo avevo fatto? E poi
perché? Ero masochista, e ormai quello era assodato, ma
arrivare
addirittura a dire di voler evitare ogni contatto fisico... ero davvero
così idiota?
"Sì, l'hai detto... neanche mezz'ora fa!" e
chissà come
le sue labbra sorridenti tornarono sulle mie. E come per magia
dimenticai ogni singola parola. Perché
parlare quando si poteva tranquillamente fare tutt'altro?
La leggera
vibrazione del suo petto schiacciato sotto il mio, mi fece intuire
che stesse ridendo. Ero diventato un fenomeno da baraccone. Il suo
fenomeno
da baraccone. Ma d'altronde, come darle torto? Mi ero contraddetto nel
giro di appena trenta minuti. E continuavo a farlo. Volevo davvero fare
tutto ciò che di bello avevo parlato fino a poco prima, ma
desideravo di più... lei. Cosa potevo farci se il mio modo
di
esprimere quello che sentivo era il piano fisico? Non riuscivo a
trovare altri modi. Lei ci era riuscita con una canzone. Io avrei
provato a farlo con altri mezzi. Speravo vivamente che il risultato
sarebbe stato lo stesso.
Devo riuscire a farle
provare tutto ciò che lei è riuscita a far
provare a me!...
Avvertii qualcosa intrufolarsi nei miei capelli e quella stessa cosa mi
fece sollevare il viso fino al suo e fece scontrare nuovamente le
nostre labbra. Dopodiché la sua mano scese lentamente sulla
mia
guancia, dove lasciò una carezza bollente. Quella carezza fu
capace di darmi una scarica elettrica ancora più forte di
quanto
non me ne avesse dato il contatto più intimo dei nostri
bacini.
E fu una sorpresa. Non avrei mai immaginato che un contatto
così
banale come una carezza potesse destabilizzarmi in quel modo.
"Jasper..." mormorò ad un millimetro dalle mie labbra,
mentre la
mano ritornava prontamente nei miei capelli "Dovrei dirti una cosa..."
Intuii quasi subito a cosa si riferisse. Lo avevo notato dai suoi
movimenti impacciati e inesperti. Ma non avevo né la voglia,
né l'intenzione di farne un problema. In quel momento
c'eravamo
solo io e lei, quindi qualsiasi cosa successa o non successa prima, non
mi interessava
"Non credo sia necessario... davvero!" liquidai così la
questione
"Sì ma..."
"Dimmi solo una cosa..." l'anticipai, riducendo la voce ad un sussurro
roco appena udibile "Tu ne sei davvero convinta?" mi guardò,
spalancando appena gli occhi e mordendosi l'interno di una guancia. Era
così dolce ed innocente. Ed io ero un cacciatore troppo
spietato
per meritare una così. Ma mi sarebbe bastato un suo cenno
negativo per fermarmi. Non avrei mai, e ripeto mai, fatto nulla che lei
non avesse desiderato con tutta sé stessa. Il mio desiderio
poteva attendere anche in eterno. L'importante era sapere cosa
desiderava lei.
Un leggero cenno affermativo arrivò qualche secondo dopo. E
le
sue labbra si stesero in un sorriso, appena emozionato. Probabilmente
se mi fossi visto con i suoi occhi, avrei trovato la stessa espressione
anche sul mio viso. Eravamo lo specchio l'uno dell'altra. Ma ormai
questo era assodato da tempo.
Prima di andare oltre, le lasciai un altro bacio a fior di labbra e
poggiai la fronte alla sua
"Ti prometto che farò di tutto... di tutto, scricciolo...
affinché tu non possa mai pentirtene. Hai la mia parola!" in
una
vita precedente, tanto lontana e remota, non avrei mai detto una cosa
del genere. Uno, perché non l'avrei neppure mai pensata. E
due,
perché non avrei mai avuto il coraggio per dirla. Ero troppo
egoista per permettermi una tale premura. Ero sempre stato troppo
fisico e
poco cuore. Speravo di riuscire ad imparare prima o poi.
"Io mi fido di te!" rispose, accarezzandomi di nuovo la guancia, in un
tocco ormai incandescente. Era strana quella situazione di stasi. Era
come se fossimo già nudi, non in senso puramente fisico, e
ci
stessimo mostrando così, totalmente vurnerabili l'uno
all'altra.
Ed io probabilmente ero ancora più spaventato di quanto non
potesse esserlo lei. Stavo
camminando in un territorio ancora inesplorato e probabilmente sarei
risultato, a conti fatti, ancora più inesperto ed impacciato
di
lei. Lei che si fidava di me.
Bene, la mia ansia da prestazione è arrivata ai massimi
storici. Qui si rischia il crollo...
Ritornai a dedicarmi al suo collo, mentre con la mano scesi nuovamente
ad accarezzare la pancia. Avvertii la pelle d'oca formarsi al passaggio
delle mie dita e la presa nei miei capelli si fece appena
più
forte. Probabilmente mi avrebbe staccato qualche ciocca ma poco mi
importava. Avrei preferito rimanere calvo a diciotto anni piuttosto che
fermarmi. Ma dovetti farlo proprio sul più bello, pochi
istanti
dopo. Un rumore all'esterno della stanza ci fece sobbalzare. Era
qualcuno che bussava e a giudicare dalla forza che ci stava mettendo
per farlo, era parecchio insistente.
"Alice! Alice!" una voce femminile, attutita dal legno della porta si
fece sentire
"Merda... è Bella!" esclamò lei, irrigidendosi
"E tu non risponderle!" feci io, cercando di riconquistare la sua
attenzione
"E come faccio? Sa che sono qui... non posso nascondermi!" si
lamentò, con una nota di agitazione nella voce. Sbuffai, nel
modo più silenzioso che potessi concepire, abbandonandomi
con la
fronte sulla sua spalla
"Alice... mi spieghi perché diavolo ti sei chiusa a chiave?
Apri, forza... non farmi preoccupare!" gridò ancora Bella.
Quella ragazza l'avevo sempre trovata particolarmente simpatica. La
seconda ed ultima conponente della famiglia Swan che avrebbe ottenuto
la mia stima, ma in quel momento l'avrei volentieri uccisa e fatta a
pezzi.
Miss Bella Momento Opportuno...
"S-sì... arrivo!" gridò Alice in risposta,
cercando di
togliersi me di dosso. Le lanciai un'occhiataccia alla quale rispose
con un sorriso imbarazzato.
"Scusa... prometto che faccio subito... non ti accorgerai neanche della
mia assenza!" e mi lasciò un bacio sulla guancia "Tu,
però, non iniziare senza di me, mi raccomando!" e
con una
risatina divertita, sgusciò via e corse ad aprire la porta.
Non
diede neanche il tempo materiale alla sorella per rendersi conto di
qualcosa, che la richiuse alle sue spalle. Se prima Bella
avesse
avuto qualche sospetto su cosa stesse combinando Alice nella
stanza, quel gesto glielo avrebbe praticamente confermato.
Mi tirai a
sedere, passandomi una mano tra i capelli e sospirai. Dovevo darmi un
contegno, e dovevo approfittare di quei minuti di interruzione per
farlo, altrimenti appena tornata, le sarei saltato addosso senza
riguardi. Addio buoni propositi. Addio belle parole.
Addio cervello di Jasper...
Per guadagnare tempo, afferrai l'mp3, arrotolai con cura le cuffie e lo
riposi sul comodino, accanto al cellulare e la sveglia. Dovevo tenere
le mani e la mente impegnate, altrimenti mi sarei messo a pensare o
peggio sarei corso da lei per riprendere da dove ci eravamo interrotti.
E chissà, magari nel frattempo a casa è tornato
anche il caro fratello Emmett...
Iniziai a marciare per la stanza, avanti e dietro, in lungo e in largo.
Ma niente. Smanioso e incontentabile come un bambino piccolo. Volevo
indietro il mio giocattolo e non mi sarei tranquillizzato in nessun
altro modo. Ero viziato, molto. Ero abituato alle belle cose. E avevo
appena scoperto di averne trovato una a dir poco meravigliosa.
Ad un tratto, mentre ero impegnato a distruggermi il collo con il
ciondolo che portavo sempre, qualcosa colpì la mia
attenzione.
Qualcosa che in tutto quell'ordine e quella precisione era un pugno in
un occhio. Mi chinai a raccoglierla. Sembrava un quaderno, finito
chissà come sotto il letto. Mi sarei aspettato di trovarlo
ricoperto di uno strato di polvere. Chissà da quanto tempo
Alice
lo avevo abbandonato lì, magari credendo di averlo perso. E
invece lo trovai pulito, come se si trovasse lì sotto da
poco. A
guardarlo meglio, non era affatto un quaderno, piuttosto una agendina,
di colore blu, con l'anno corrente stampato in rilievo sul davanti.
Senza un preciso motivo mi accigliai. Era come se la mia mente avesse
appena acceso una lampadina per avvertirmi di qualcosa. Qualcosa che
ancora faticavo a capire ma che aveva senza dubbio a che fare con
quell'agenda. Come un automa, con la stessa espressione dubbiosa sul
volto, l'aprii, ad una pagina a caso e non appena riconobbi la
calligrafia, mi congelai. Avvertii chiaramente il cuore fermarsi e la
testa prendere a vorticare senza sosta.
No, non era possibile. Quella
non poteva essere la mia
agenda. La stessa che avevo perso da circa
quattro giorni. La stessa che dall'inizio dell'anno avevo riempito con
praticamente tutta la mia vita. La stessa che custodivo con tanta
gelosia, della quale non avevo parlato mai a nessuno, neppure a mia
sorella. Eppure era lì, tra le mie mani, nell'unico posto in
cui
non sarebbe dovuta essere.
Iniziai a sentire un dolore lancinante allo stomaco e il sangue
schizzare fino al cervello. Per un istante fu come vedere un'ombra nera
passarmi davanti agli occhi e annebbiarmi la vista. Era un incubo.
Sì, non c'era altra spiegazione. Io nella vita reale ero
nella
stanza di Alice, dopo aver ricevuto la più bella
dichiarazione
del mondo e stavo aspettando lei per riprendere da dove ci eravamo
interrotti e fare finalmente l'amore. Sì, era questo che
stava
succedendo. Io non avevo di certo trovato la mia agenda personale nella
sua stanza, per di più, sotto il suo letto. Quello faceva
parte
dell'incubo. Da un momento all'altro il mio scricciolo mi sarebbe
venuto a svegliare dicendomi che sarebbe stata pronta per noi due. Ed
io a quel punto l'avrei rimproverata dicendole che mi aveva fatto
aspettare talmente tanto da farmi addormentare.
L'avremmo presa
sul ridere ma poi la passione ci avrebbe portati al di là di
tutto e tutti.
Ma più cercavo di convincermi che non era affatto come
credevo e
che per quella strana comparsa c'era sicuramente una spiegazione e
più sentivo la rabbia salirmi dentro e percuotermi le
viscere.
Era una sensazione che non avevo mai provato. Mi sentivo maledettamente
svuotato di ogni certezza e il cuore mi era diventato come pietra nel
petto.
Me ne sarei dovuto andare via. Lasciare quella stanza, probabilmente
per sempre, senza neanche degnarmi di avvisare lei. Perché
mai
avrei dovuto farlo d'altronde? Lei si era per caso preoccupata di
avvisare me del fatto che si fosse appropriata della mia roba?
Il rumore della maniglia della porta mi fece sollevare finalmente la
testa e la vidi fare il suo ingresso nella stanza raggiante ed
emozionata. Altra ondata di rabbia ed ennesima ombra nera ad oscurarmi
la vista. Del desiderio opprimente che avevo provato fino a poco prima
non era rimasto praticamente nulla. C'era solo il velo nero che mi
ricopriva gli occhi.
"Scusa, Bella si era preoccupata... non sai cosa mi ci è
voluto per
farla calmare... però, adesso sono tutta tua!"
esclamò,
arrossendo appena. In un altro momento avrei colto il doppio senso e
avrei perfino attaccato con una delle mie solite battute. Ma non ero
nè in vena, nè in grado di farlo. Strinsi
più
forte l'agenda mentre il nero si faceva sempre più intenso
"Ehi... tutto bene?" mi domandò perplessa, avvicinandosi.
Non la
volevo vicino. Avvertivo una sorta di repulsione che mi nasceva da
dentro. Doveva starmi lontato. Per il suo, ma soprattutto per il mio
bene. Le mostrai l'agenda che stringevo, sollevandola appena. La sua
espressione cambiò drasticamente. Da confusione, a sorpresa,
per
poi passare ad imbarazzo e vergogna. Glielo leggevo negli occhi e nel
colore delle guance. E quella sua reazione, se possibile, mi fece
ancora più male
"Saresti così gentile da spiegarmi come mai questa si
trovava
sotto il tuo letto?" la voce che cacciai fu indescrivibile. Mi
ricordava un pò quella che avevo usato l'ultima volta che
avevo
litigato con Edward. Quando ci era mancato poco che lo picchiassi.
Quando ci eravamo offesi a vicenda con parole più grandi di
quanto volessimo. Quando mi ero sentito tradito e abbandonato. E per la
seconda volta stavo rivivendo la stessa sensazione
"Jasper io... posso spiegarti..." mormorò ad occhi sgranati
e con una mano a coprirle quasi interamente la bocca
"E allora fallo... sono davvero curioso di sentirla questa storia!"
sbottai con tono di sfida. Si morse un labbro ed abbassò la
testa. Non riuscivo neppure a provare tenerezza per lei. Tutti i
sentimenti che avevano fatto da padrone durante i nostri momenti di
debolezza, avevano preso il volo, lasciandomi solo amarezza, delusione
e un vuoto praticamente incolmabile. E per finire c'era anche quel
maledetto velo nero che pendeva sulla mia testa
"Io non... volevo... prenderla senza dirti niente... te lo giuro!"
mormorò con voce tremante. Stava piangendo? Peggio per lei.
Neppure le lacrime avrebbero avuto il potere di impietosirmi.
"Però mi sembra che tu lo abbia fatto comunque!" le feci
notare,
mostrandole ancora l'agenda in questione. Ebbe una specie di singhiozzo
che però mascherò scuotendo la testa
freneticamente
"É la verità!" aggiunse più decisa
"L'hai letta?" domandai a bruciapelo. Era sicuramente la cosa che mi
premeva sapere più di ogni altra cosa. Non era soltanto il
gesto
in sè a ferirmi. Era anche la consapevolezza di
ciò che
aveva violato. La mia intimità e in un certo senso la mia
stessa
vita. Lei sollevò di scatto la testa e allora mi resi conto
che stava piangendo sul serio. E fu in quel preciso istante che il mio
velo nero arrivò a coprirmi interamente, oscurandomi
completamente ragione e sentimento
"Io..."
"Alice, rispondimi, cazzo... l'hai letta, sì o no?" alzare
la
voce non aiutava di certo a stare meglio. Si lasciò scappare
un
singhiozzo per poi annuire. Altro colpo nello stomaco. Altra ondata di
disprezzo e delusione.
"Tutta?" domandai ancora. Quella volta la sua risposta
arrivò subito. Scosse la testa, tirando su con il naso
"Fino a dove?" sembravo un telegrafo per quanto ero veloce e sintetico.
Ma soprattutto per quanto la mia voce fosse diventata impersonale.
Prima di rispondermi quella volta mi guardò, mordendosi un
labbro. Era compassione quella che leggevo nei suoi occhi?
Merda...
"I primi giorni di Marzo!" mormorò così piano,
che feci
fatica a capirla. Ma il senso delle sue parole non tardò ad
arrivarmi dritto al cervello. Primi giorni di Marzo... ciò
significava che... lei sapeva! Bastò quello. Non volevo
sentire
altro. Non avrei retto. Ero
furioso a dir poco. Ero furioso con lei che era stata capace di
giocarmi in quel modo. Ero furioso con me per averglierlo permesso. Ero
riuscito per ben 18 anni a non farmi mettere i piedi in testa da
nessuno. Perché adesso una ragazzetta qualunque di uno
sperduto
paesino di provincia doveva ridurmi in quello stato? Perché
diavolo glielo avevo permesso? Quella era la mia vita e lei non aveva
nessun diritto a violarla in quel modo. Lei non aveva diritto di...
sapere.
"Te l'avrei detto..." mormorò.
"Troppo facile adesso dire che tanto prima o poi me lo avresti detto!"
bofonchiai infastidito. Dovevo andare via, immediatamente, prima di
esplodere. Mi conoscevo fin troppo bene. Quando il mio limite di
sopportazione raggiungeva i massimi livelli consentiti, diventavo
cattivo. Erano quelli i momenti che destavo maggiormente di me.
Diventavo irriconoscibile perfino per me stesso. E per quanto lei si
fosse comportata male con me, non avevo voglia di vomitarle addosso
tutta la cattiveria che minacciava di venire fuori.
Recuperai la felpa azzurra che avevo appoggiato alla spalliera della
sedia e me la infilai in fretta e furia. Non mi sarei di certo degnato
di farle presente che me ne stavo andando. Lo avrebbe capito da sola.
Non avrebbe mai potuto interpretare il mio gesto in altro modo,
d'altronde.
"N-no... aspetta... non andartene!" mi pregò avvicinandosi
"Ferma... stammi lontano...!" feci scattare la zip,
dopodiché
infilai l'agendina nella tasca dei jeans e recuperai le chiavi della
Bmw che avevo mollato sulla scrivania, in un precedente quanto
annebbiato momento di debolezza. Ormai di quella debolezza non era
rimasto nulla. Neanche una misera sensazione. Era rimasto solo il
retrogusto amaro della delusione e della consapevolezza di aver
sbagliato, per l'ennesima volta.
"Non andartene... ti supplico!" ormai la sua voce era un tutt'uno con
le lacrime. Era un sussurro appena udibile, che ebbe la forza di
scuotermi le membra
No.. no.. no.. no.. no.. no.. no.. no.. no....
"Credimi è meglio così!" sbottai avviandomi verso
la
porta, senza neanche guardarla. Stavo per girare la chiave nella toppa,
quando sentii qualcosa arpionarsi alla mia schiena e le sue braccia
avvolgermi. Rimasi fermo, immobile, scosso appena dai suoi singhiozzi.
Chiusi gli occhi. Dovevo stare calmo. Stare calmo significava non
reagire. Non reagire significava non scacciarla via in malo modo. Non
scacciarla via significava darmi ancora un briciolo di speranza. Della
speranza, però, in quel momento non me ne facevo proprio
nulla.
"Non voglio che tu te ne vada... non ora... non dopo che..." ma non
terminò la frase e in un certo senso gliene fui grato. Se
avesse
osato sporcare anche quel momento, sarei letteralmente esploso.
"Alice... per favore..." non tentai neppure di liberarmi dalla sua
presa ferrea. Doveva capirlo da sola. Doveva lasciarmi andare
perché era giusto che lo facessi. Doveva essere lei a
rendersene
conto perché allo stesso modo doveva rendersi conto di
quello
che aveva fatto.
"Jasper... ti prego... non lasciarmi. Hai ragione, ho sbagliato, sono
un mostro... hai tutto il diritto ad avercela con me, ad essere
arrabbiato... però ti prego, non andartene. Prendimi a
schiaffi,
distruggimi la stanza... urla, se vuoi... ma non andartene!" mi strinse
ancora più forte, quasi volesse incollare il suo corpo al
mio.
Serrai la mascella infuriato. Più faceva così e
più peggiorava la situazione. Mantenere la calma stava
diventando impossibile. I
suoi singhiozzi e il suo abbraccio attanagliante di certo non
aiutavano. Mi sentivo stranamente sul punto di soffocare. Era da tanto
che non avvertivo quella sensazione. Quale era stata l'ultima volta che
l'avevo provata? Quando avevo trovato mia sorella in soggiorno tremante
e in lacrime? Possibile? Ed anche allora avevo preferito fuggire
piuttosto che affrontare la realtà.
No, questa volta è diverso.. questa volta sono stato
tradito...
lei non doveva farmi questo. Non lei... non questo... non posso e non
voglio perdonarla...
"Adesso basta!" mormorai, liberandomi con un pò di
difficoltà della sua presa e finalmente riuscii ad aprire la
porta, con la vana speranza di poter ricominciare a respirare.
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