Il cuore di Motunui

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La figlia del capo ***
Capitolo 2: *** L’arrogante semidio ***
Capitolo 3: *** Salvataggio ***
Capitolo 4: *** La prescelta ***
Capitolo 5: *** Difficili circostanze ***
Capitolo 6: *** Il principio di una nuova avventura ***
Capitolo 7: *** L’imbroglio ***
Capitolo 8: *** L’attacco dei Kakamora ***
Capitolo 9: *** Un’amichevole compromesso ***
Capitolo 10: *** Tamatoa ***
Capitolo 11: *** Schiudere il proprio cuore ***
Capitolo 12: *** Rotta per Te Fiti ***
Capitolo 13: *** Incertezze ***
Capitolo 14: *** La battaglia ***
Capitolo 15: *** Una tenera separazione ***
Capitolo 16: *** Riconciliazione ***
Capitolo 17: *** Una serata sorprendente ***
Capitolo 18: *** Il legame è forgiato ***



Capitolo 1
*** La figlia del capo ***


Era da poco sorta l’alba, il mare scivolava ripetutamente lungo la battigia umida producendo un seducente fragore.
Una lieve brezza aleggiava per la spiaggia accarezzando le vele delle imbarcazioni abbandonate lì in precedenza e nel cielo non vi erano nuvole.
L’orizzonte era tinto d’arancione e il sole iniziava pigramente il suo giro mentre la volta celeste si riappropriava dell’azzurro.
Oltre la distesa di sabbia una ricca vegetazione forniva le materie prime per tutta la popolazione come: cibo, legna per le imbarcazioni, foglie per gli abiti ecc…
In lontananza sul suolo verde erano state edificate varie abitazioni e nella più imponente di esse, costruita più in alto rispetto alle altre, qualcuno si stava già svegliando.
Dietro le spesse tende, all’interno della capanna, Vaiana riposava distesa su un fianco avvolta scompostamente in una coperta color porpora con le braccia poste sotto il capo e i capelli scuri sparsi sul pavimento.
Respirava lentamente sognando di poter navigare per tutto l’oceano e un sorrisetto le incorniciava il volto rilassato.
Un’audace raggio di sole attraversò la tenda mossa lievemente dal vento posandosi sul viso della figlia del capo dormiente mentre la capanna veniva colpita dalla luce dell’astro appena nato illuminando l’interno dell’abitazione di un caldo arancione.
La ragazza aprì pigramente l’occhio sinistro…poi il destro e sfregò il volto contro le proprie braccia, emise un sospiro e si sedette guardandosi intorno.
La tenda che divideva la propria camera dal resto delle stanze era chiusa, il che voleva dire che i suoi genitori stavano ancora dormendo.
Vaiana allontanò rapidamente e senza fare rumore ciò che la copriva rivelando il proprio abbigliamento composto da: un top di tapa rossa, una cintura dello stesso materiale e colore e una gonna di pandanus a frange.
La figlia del capo si mise in piedi osservando di sfuggita Pua che sonnecchiava placidamente sulla schiena in un angolino della stanza.
Un sorriso le nacque istintivamente sulle labbra carnose a quella vista.
Di ottimo umore la ragazza scostò la tenda esterna rimasta aperta e saltò atterrando con un morbido tonfo sul terreno.
Nell’aria si percepiva una leggera fragranza di fiori e Vaiana si allontanò correndo verso ciò che più amava: il mare.
L’erba le solleticava i piedi nudi e il vento le scompigliava i capelli ricci, ancora pochi passi e avrebbe percepito la consistenza granulosa della sabbia fresca fra le dita dei piedi e l’odore salmastro dell’oceano.

Non appena raggiunse la riva la figlia del capo sorpassò le imbarcazioni per la pesca e si fermò ad osservare ammaliata il mare nonostante non fosse la prima volta che lo vedeva.
Gli occhi marroni le scintillarono come i riflessi del sole brillavano sopra la superficie d’acqua cristallina.
La ragazza abbassò le palpebre per un momento per ascoltare il rumore delle onde e godersi quell’assaggio di libertà che non le era concesso.
Durò relativamente poco poiché un inaspettato fruscio che proveniva da alcuni cespugli lontani, cresciuti attorno ad un grande masso, attirò la sua attenzione.
Perplessa Vaiana prese a camminare lungo la spiaggia in quella stessa direzione finché non si trovò di fronte alla roccia.
La figlia del capo poggiò entrambe le mani sulla dura superficie e si sporse restando seminascosta fra le grandi foglie.
Uno sguardo e il suo interesse diminuì notevolmente mentre la propria espressione mutò in risentimento appena si rese conto di chi si trattava.
A qualche metro da lei c’era uno degli esseri viventi più vanitoso che avesse mai incontrato, anzi il semidio più pieno di sé che avesse mai conosciuto.
L’uomo possedeva un fisico massiccio e muscoloso dalla carnagione scura baciata dal sole e ricoperta da tatuaggi, i capelli erano lunghi, neri e ricci e gli occhi marroni.
La sua figura era abbellita da una gonna di foglie e al collo indossava una collana di denti di squalo.
-Maui…–disse la sedicenne aggrottando le folte sopracciglia e schiacciando maggiormente il proprio corpo contro la roccia.
Non andava affatto matta per lui.
Si conoscevano da sempre, suo padre lo aveva trovato sulla riva di Motunui che stringeva un grade amo da pesca e il piccolo era riuscito a sollevarlo inspiegabilmente come se non pesasse niente.
Tui impressionato lo interpretò come un segno degli dei e il piccolo venne accudito un po’ da tutta la sua gente.
Una volta raggiunta la maggiore età il capo del villaggio gli aveva restituito l’amo e il semidio era partito subito per compiere grandi eroiche imprese, cosa che la giovane Vaiana aveva davvero invidiato.
Maui tirò fuori isole dal mare, catturò il sole, imprigionò i venti, creò le palme dalle noci di cocco e fece tante altre cose impossibili e incredibili.
Una volta tornato era stato acclamato e accolto come un Dio, inutile dire che la cosa gli era piaciuta parecchio.
Si definiva metà Dio e metà umano ma tutto fantastico.
La figlia del capo non lo odiava, non ne era capace ma la irritava parecchio l’atteggiamento che ostentava.
Prima che la gente potesse domandargli delle sue gesta e di come si era procurato quei sorprendenti tatuaggi l’eroe di tutti ripartì e in poco tempo tornò senza l’amo.

La ragazza sapeva che era stato sconfitto da un demone chiamato Te Kā dopo aver rubato il cuore di Te Fiti, l’isola madre che donava la vita, e il prezioso artefatto andò perduto.
Da allora era stata proibita la navigazione perché troppo pericolosa per colpa dei mostri marini che distruggevano le navi e uccidevano i navigatori.
Sua nonna le aveva raccontato ogni cosa confidatale da Maui e anche se Tui e tutti gli altri non credevano che l’oscurità li avrebbe distrutti, come le loro leggende affermavano, il capo aveva vietato al semidio di varcare il reef poiché era stato esiliato a Motunui e lì secondo lui doveva restare per tutta l’eternità.
Ma Maui era testardo esattamente come Vaiana e lei sapeva che prima o poi avrebbe disubbidito a Tui e ripreso a navigare.
Non poteva stare lontano dal mare, sentiva lo stesso richiamo che inesorabilmente attirava anche lei.
Il semidio ora era intento a trasportare una canoa standard sul palmo della mano destra indisturbato come se stesse sollevando il nulla.
Canticchiava un motivetto a lei sconosciuto muovendo il capo a ritmo prima di avvicinarsi alla riva e posare con naturalezza l’imbarcazione in acqua emettendo un versetto rilassato.
-Non vorrà sul serio…-si disse la figlia del capo a bassa voce.
L’eroe salì a bordo, afferrò un remo rigirandoselo tra le mani con maestria e si diede la spinta.
Tese la vela, fece dei nodi, si sedette e poi voltò il viso verso la spiaggia con un sorrisetto furbo.
Prese aria gonfiando il petto imponente e soffiò con la potenza contenuta nei suoi polmoni usando la raffica che aveva appena generato per allontanarsi dalla spiaggia.
Vaiana ne rimase colpita e attese che la figura del semidio fosse un puntino all’orizzonte prima di tornare da dov’era venuta.

Piano piano il villaggio aveva preso vita e i marinai si erano tutti destati per recarsi in spiaggia a preparare le barche.
La figlia del capo li salutò con dei cenni e dei buongiorno augurando a ciascuno una pesca proficua.
Dopo qualche ora il sole splendeva già e un bel brusio si poteva udire praticamente ovunque.
Una volta che anche i genitori di Vaiana furono in piedi, e che lei ebbe consumato una sostanziosa colazione, la ragazza indossò la corona di fiori e iniziò ad offrire il proprio aiuto al popolo.

Il primo caso del giorno fu un tetto che perdeva acqua, niente di speciale perché si era solo spostato il palo quindi la famiglia uscì dall’abitazione quasi subito.
-Dov’è Maui? –chiese Tui alla figlia cercando l’eroe fra la gente con espressione sostenuta.
La moglie Sina al suo fianco fece altrettanto e la ragazza rivolse lo sguardo ovunque incerta su cosa dire.
-Ecco Maui! –disse un uomo fra i tanti facendo levare tutti gli sguardi sull’interessato.
Il semidio, ben visibile per la propria corporatura, portava sulla spalla tanti pesci di diverse dimensioni e camminava con aria spavalda.
Come vide Vaiana il suo sorriso non vacillò e anzi le regalò uno sguardo che la figlia del capo non comprese.
Gli abitanti si fecero attorno alla divinità e lui affidò a qualcuno il proprio bottino.
La ragazza continuò ad osservarlo domandandosi se avrebbe dovuto fare la spia sull’uscita dell’uomo in mare o meno.
-Andiamo Vaiana, altri hanno bisogno di te. –le ricordò suo padre destando la figlia da quei pensieri.
Lei annuì e si voltò allontanandosi assieme ai genitori per continuare le loro attività quotidiane.

Dopo la questione del tetto Vaiana dovette assistere in uomo un po’ codardo e decisamente sensibile che necessitava di conforto mentre si faceva fare un tatuaggio sulla schiena.
La faccenda andò per le lunghe e quando finalmente la figlia del capo aveva finito era già il momento di insegnare ad alcuni bambini come danzare correttamente.
I quattro promettenti ballerini impararono bene e Vaiana poteva essere soddisfatta che eseguissero i movimenti come da tradizione.  Le bambine in un modo e i maschietti in un altro.
Il più piccolo del gruppo ad un tratto si espresse in un ballo innovativo e tutto suo, poi le fece l’occhiolino molto sciolto sporgendo le labbra con fare che doveva risultare seducente ma che fu decisamente comico e che mise a disagio l’insegnante.
Chissà da chi lo aveva imparato…
-Mi piace parecchio il tuo stile. –disse improvvisamente qualcuno al fianco della figlia del capo.
Quest’ultima sobbalzò smettendo muovere i fianchi e le mani.
Era solo Maui.

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Capitolo 2
*** L’arrogante semidio ***


-Maui! –lo rimproverò.
-Ti ho spaventata principessa? –chiese ironicamente guardandola con sufficienza.
La ragazza si indispettì osservandolo negli occhi marroni dal basso, lei arrivava appena alle sue spalle.
-Ti ho già detto che non sono una principessa! E sto tenendo una lezione di ballo, quindi se non ti spiace…-
-Oh ma io sono molto più interessante. Non trovate? –affermò i semidio interrompendo la figlia del capo e rivolgendosi poi ai quattro bambini.
Loro lo guardarono con occhi vispi e degli enormi sorrisi agitando il capo su e giù ripetutamente alla prospettiva che il semidio avrebbe potuto raccontargli qualcuna delle sue avventure.
-Visto? –fece notare Maui a Vaiana indicando i pargoli con la grande mano sinistra e voltandosi di poco verso di lei.
-Certo…- ammise Vaiana scettica incrociando le braccia sotto il seno.
Non avrebbe mai ammesso che la presenza del semidio in alcuni casi la intimorisse come ora, forse era dovuto alla sua statura o all’aura di grandezza che l’uomo sprigionava.
-Prenditi una pausa botton d’oro. -affermò l’eroe rivolgendo poi propria attenzione sui bambini.
-Ehi ragazzini, volete vedere come balla un grande e potente semidio? –chiese indicando se stesso con il pollice.
I ragazzini esultarono e si sedettero a terra, la figlia del capo invece espirò scuotendo la testa e a suo malgrado restò in piedi per assistere alla performance dell’idolo delle folle.
Maui fece un rapido gesto all’uomo che stava suonando il tamburo per la lezione e questo ricominciò a battere sulla tela ritmicamente.
Il semidio si esibì in una classica danza allargando le gambe e colpendo con vigore le cosce, il petto e le braccia per poi alzarle e disegnare dei cerchi, racchiudendole immediatamente dopo al corpo ecc…
L’uomo ci aggiunse un po’ di suo e ai gesti serrati si susseguirono movimenti fluidi, scattanti e liberatori. Pieni di energia e agilità.
Quando inoltre l’eroe mosse i pettorali ammiccando nella direzione di Vaiana questa alzò gli occhi al cielo, tuttavia non disdegnando completamente il fatto.
Non c’era nulla da fare, sfortunatamente per lei non esisteva niente al mondo che facesse sembrare Maui meno virile e anche la figlia del capo se ne era resa conto. Sprizzava mascolinità da ogni poro.
Il semidio concluse il ballo gonfiando il petto e mostrando i bicipiti e il tamburo smise di suonare.
-Allora? –chiese sciogliendo la posizione e allargando le braccia verso i bambini inclinandosi leggermente in avanti.
Loro si alzarono in piedi applaudendo e Vaiana provò a riportarli all’ordine ma l’eroe prese il più piccolo in spalla e allora anche gli altri vollero giocare con l’uomo.
La ragazza capì di aver perso completamente la loro attenzione e dalle espressioni dei giovinetti intuì che la lezione per quel giorno era finita.

La figlia del capo lasciò i bambini con l’eroe e si rese disponibile per fare due chiacchiere con un vecchietto che sembrava essere interessato a parlare con qualcuno e a cucinare il suo Heihei.
Non era così strano che mangiasse i sassi, insomma i polli beccavano sassi e sabbia per aiutarli a digerire non avendo i denti ma certo non di così grossi.
Trascorsero poi diverse ore e a mezzogiorno la ragazza poté mettere qualcosa nello stomaco prima di ricominciare da capo a porre rimedio a tutti i problemi del villaggio.

Vaiana stava passeggiando sorridendo ottimista a chiunque quando s’imbatté nuovamente in Maui.
Era accerchiato da diverse ragazze e si stava pavoneggiando come al solito. Non l’aveva ancora vista.
-Così gli ho risposto: “Non sai chi è Maui? Solo il più grande semidio di tutte le isole del Pacifico”. – stava raccontando.
Le donne lo mangiavano con gli occhi ammirate.
-Maui puoi farci vedere i tuoi tatuaggi? Sono magici davvero? –domandarono una alla volta.
-Certo. –confermò il semidio espansivo.
Prese poi un laccio e si legò i capelli in uno chignon per evitare che un qualsiasi tatuaggio non fosse ben visibile.
-Ehi piccoletto. –chiamò parlando al proprio petto.
Magicamente l’inchiostro sul pettorale sinistro si animò, il disegno di un mini Maui smise di reggere il cielo e salutò il proprio pubblico.
Le ragazze ne rimasero stupite e anche la figlia del capo ne fu molto impressionata, così si avvicinò.
Le donne iniziarono a toccare la pelle tatuata dell’eroe che animava a suo piacimento i disegni vantandosi delle proprie gesta.
Vaiana aveva il sospetto che le ammiratrici fossero più entusiaste di toccare la muscolatura dell’uomo, e che quella dei tatuaggi fosse solo una scusante per stargli più vicino.   
La figlia del capo fece viaggiare il suo sguardo sulla possente figura di Maui, lungo i bicipiti e giù per la schiena studiandone le gesta impresse.
La pesca delle isole, la sconfitta contro Te Kā e la celebrazione del suo amo…ma di un disegno in particolare non comprese il significato.
-Oh buongiorno Vaiana. –la salutarono gentili e serene le donne accortesi della sua presenza.
Vaiana ricambiò facendo un cenno col capo e il semidio alzò lo sguardo verso di lei con un sorrisetto.
-Ragazzina. –le disse.
A quella parola il mini Maui gli diede una gomitata.
-Eh? –fece l’uomo osservando il suo piccolo amico mimare rapidamente il proprio disappunto.
-Io irrispettoso? –domandò l’eroe in tono canzonatorio portando la mano destra al petto –Ma l’hai vista? È una ragazzina e io un grande semidio. –concluse con superiorità.
Poco importava che fosse la figlia del capo di quell’isola. Anche se rispettava Tui Maui era al disopra di tutti e tra le poche persone che non dimostravano venerazione nei suoi riguardi spiccavano proprio Vaiana e la nonna Tala.
Quest’ultima in più di un’occasione lo aveva ripreso e tirato per le orecchie come se fosse un bambino capriccioso, ma la donna era comunque la più saggia del villaggio e conosceva e tramandava le sue storie da sempre.
La sedicenne stizzita non si fece alcuno scrupolo nel domandargli allora del misterioso tatuaggio.
-Ehi Maui. –lo chiamò girandogli intorno e portandosi dietro di lui –Come te lo sei fatto questo? –chiese puntando l’indice inquisitoria proprio appena sotto il centro delle scapole.
Quel tocco, in quel preciso punto e in quel contesto furono come una doccia fredda per il semidio, così tanto da assottigliare quel sorriso strafottente che aveva.
L’espressione dell’uomo divenne dura. Non gli piaceva affatto parlare delle sue origini, solo lui e gli Dei inoltre ne erano a conoscenza.
Le donne attorno all’eroe si fecero curiose e si sporsero per vedere ma Maui le ignorò girandosi fulmineo verso la giovane.
-Non sono affari tuoi. –rispose seriamente a Vaiana con occhi determinati.
Le ragazze si zittirono sbigottite e titubanti all’inatteso cambio d’umore della divinità.
La figlia del capo rimase interdetta per qualche secondo poi ricambiò il suo sguardo e fece per andarsene.
Quando ebbe fatto alcuni passi tuttavia si voltò nuovamente mentre il semidio tentava di cambiare discorso con le sue ammiratrici.
-Ti ho visto questa mattina. –ammise sibillina destando nuovamente l’interesse dell’uomo.
Lui capì subito a cosa si riferisse lei ma non gli importava delle conseguenze che avrebbe dovuto subire se Tui l’avesse scoperto, anche se sarebbe stato esiliato da quell’isola per sempre.
La navigazione era proibita.
La ragazza non aveva intenzione di dirlo al proprio padre, voleva solo che l’eroe fosse a conoscenza del fatto che lei sapeva.
Maui la guardò allontanarsi e non disse una parola.

Poco dopo una donna informò Vaiana di un vero e proprio problema che si era verificato quella mattina aprendo le noci di cocco.
La figlia del capo osservò il frutto aprirsi con troppa facilità e della polverina scura predominare al suo interno. Non aveva mai visto niente di simile…
Ipotizzò che le palme fossero malate dando l’ordine di abbatterle e piantarne di nuove.
La ragazza sentì un moto di orgoglio pervaderla quando suo padre e la donna le fecero i complimenti ma in quell’esatto momento un pescatore corse da lei e la chiamò visibilmente preoccupato.
La sedicenne e i suoi genitori seguirono l’uomo alla spiaggia dove venne illustrato loro il problema: non c’era più pesce.
Vaiana propose diverse soluzioni ma tutte erano già state messe in pratica.
Per la spinosa questione era stato chiesto anche il parere di Maui che da navigatore esperto ora osservava la scena in silenzio con le braccia incrociate.
Lui sapeva perfettamente cosa non andasse...
La figlia del capo espresse l’unica possibilità che avevano, ossia di pescare oltre il reef e suo padre le remò contro non volendo sentire ragioni.
Avrebbe preferito di gran lunga avere nove figli maschi con cui ragionare.
Prese la figlia per le spalle facendola scendere dalla barca sulla quale era salita e le tolse rudente il remo dalle mani, il tutto sotto gli occhi di alcuni spettatori.
Inutile dire che la ragazza, a disagio per il rimprovero, si tolse la Lei dal capo posandola sopra l’imbarcazione e si allontanò rapidamente.

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Capitolo 3
*** Salvataggio ***


Vaiana sedeva da alcuni minuti sul tronco di una palma ricurva e osservava il mare lontana dal chiacchiericcio della propria gente.
Era arrabbiata e delusa allo stesso tempo.
-Ecco dov’eri. –parlò una voce ben nota alle sue spalle.
-Ti ha mandato mio padre? –domandò con astio lei.
-No. –negò il semidio avvicinandosi con la solita spavalderia.
La figlia del capo non si voltò.
-Se sei venuto qui per prenderti gioco di me allora lascia stare, non voglio parlarne. Vai via. –disse con tono incolore girando il viso dall’altra parte.
L’uomo sorrise e non l’ascoltò, al contrario mise le mani sul tronco e si sedette accanto a lei. L’albero venne scosso e quasi si inclinò completamente verso il terreno sotto la mole dell’eroe.
La ragazza non reagì e Maui non poté vedere la sua espressione poiché era nascosta dai capelli ricci.
-Secondo me hai ragione. –ammise sincero il semidio guardando a sua volta l’orizzonte.
La sedicenne fu colpita da quelle parole inaspettate e si voltò rapidamente verso di lui.
-Come hai detto? –domandò pensando di aver probabilmente capito male.
L’uomo tornò a guardarla e ripeté.
-Che hai ragione…principessa. –confermò aggiungendo comunque quel nomignolo per darle fastidio.
Inspiegabilmente Vaiana sorrise per un momento.
-Lui non capisce. –affermò lei guardando lontano.
-La senti anche tu vero? –chiese l’eroe comprensivo.
-Che cosa? –rispose perplessa la figlia del capo.
-Quella sensazione di voler scappare da qui e andare incontro all’ignoto. –spiegò lui sollevando il braccio destro e puntando il mare –Esplorare posti nuovi, conoscere altri popoli…e vivere avventure. –descrisse rapito.
La ragazza annuì, era il suo sogno e a quanto pare anche quello di Maui. Non erano affatto diversi sotto questo punto di vista.
La sedicenne vide lo sguardo del semidio illuminarsi e i suoi occhi scuri scintillare al ricordo delle proprie gesta e al pensiero di ciò che ancora lo attendeva.
Vaiana sospirò.
-Sì… tu però hai visto il mondo, io invece sono reclusa qui. –disse sporgendosi leggermente in avanti e battendo il palmo della mano destra sul tronco ricurvo.
Si sentiva anche incolpa ad ammetterlo, ma amava tanto il mare quanto il proprio popolo...
L’uomo al suo fianco tornò a guardarla.
-Anch’io sono bloccato su quest’isola senza il mio amo ricordi? –le fece notare.
-Non sembra dispiacerti poi così tanto…- rispose la figlia del capo con un tono di derisione, riferito alla sua popolarità in quel luogo, e guardandolo con la coda dell’occhio divertita.
L’eroe fece una mezza risata.
-Diciamo solo che per qualche “motivo” potrei anche restare più a lungo. –confermò facendo l’occhiolino e avvicinando il viso al suo con malizia prima di alzarsi in piedi.
La ragazza scosse la testa e distribuì il peso del proprio corpo solo sul braccio sinistro come la palma ondeggiò alleggerita dalla mole ora assente di Maui.
Quest’ultimo la salutò portando due dita alla tempia destra e facendo un mezzo giro su se stesso per poi allontanarsi, ma prima di voltarsi ed andarsene per i fatti suoi volle dirle un’altra cosa.
Il semidio la trovava un’ottima guida, una leader intelligente, capace e intraprendente ma non poteva ammetterlo quindi si prese qualche secondo per scegliere le parole giuste da usare e poi parlò.
-Oh e Vaiana… -la richiamò sorprendendola un po’ per l’uso del nome che sua nonna le aveva dato -Sei un buon capo. –concluse risoluto tornando da dov’era venuto baldanzosamente.
La sedicenne se ne compiacque e rimase nuovamente sola con il mare.
Anche se l’uomo l’aveva messa di buon umore era ancora arrabbiata con suo padre.
Maui credeva che avesse ragione e pensarci le fece ritornare alla mente il proprio stato emotivo precedente all’arrivo dell’eroe.
Lei era nel giusto, suo padre nel torto e senza alcun valido motivo per rimproverarla davanti a tutti e farle fare la figura di una bambina che fa i capricci.
Vaiana prese allora un rametto e iniziò a spezzarlo conficcandone i resti nella sabbia per sfogare la frustrazione residua.

Dopo qualche tempo arrivò sua madre Sina e l’addolcì con le proprie parole rivelandole il perché Tui fosse così severo con lei.
Quando la donna se ne fu andata la figlia del capo intonò allora in una canzone su tutto ciò che sentiva, il voler compiacere la propria gente ma anche il desiderio bruciante di solcare il mare. Insomma la sua identità divisa in due.
La ragazza si diresse alla spiaggia abbandonando la zona rocciosa dov’era, corse verso un’imbarcazione e il suo fidato maialino Pua le porse il remo dalla propria bocca.
Il mare scintillava e il sole picchiava forte.
La sedicenne voleva navigare più di ogni altra cosa ma ancora incerta sul da farsi piantò il Culacula nella sabbia e si allontanò dal mare.
Attraversò il villaggio osservando il popolo felice sorridere al suo passaggio e si incamminò verso la montagna più alta dell’isola con determinazione.
Vaiana raggiunse il luogo sacro dei capi e raccolse una pietra piatta da terra, ma quando stava per posarla sopra le altre sentì ancora il richiamo del mare e dopo un attimo di esitazione gettò la pietra a terra.
Questa volta non si sarebbe fermata, voleva sapere cosa ci fosse oltre il reef ad ogni costo.

La figlia del capo corse il più velocemente possibile verso la spiaggia dove l’attendeva ancora Pua, continuando a cantare mise una barca in acqua e remò allontanandosi con il suino a bordo.
La ragazza alzò l’albero, fissò la corda e slegò la vela venendo sbalzata violentemente in avanti.
Si diede coraggio e rassicurò il suo animale.
Lo stava facendo davvero, stava per superare il reef.
Alcuni flutti intensi del mare sorpresero la sedicenne ma lei rimase comunque ottimista, poi improvvisamente il vento cambiò.
La vela si spostò di scatto e un’onda più alta sommerse quasi completamente l’imbarcazione gettando fuori bordo Pua.
Vaiana tentò di raggiungerlo remando preoccupatissima ma la barca era girata in orizzontale e all’onda successiva anche la figlia del capo finì in acqua.
Riuscì ad afferrare il suo animaletto e a portarlo in superfice però appena lo mise in salvo su un pezzo di legno la barca colpì la giovane e un’onda la trascinò nuovamente sul fondale.
Il mare era molto mosso ora e i flutti potenti.
Altre onde si susseguirono impedendo alla ragazza di risalire in superficie e come se non bastasse il piede destro le scivolò nell’incavo di un corallo particolarmente resistente.
La sedicenne tentò di liberarsi e si guardò intorno per trovare un’oggetto che l’aiutasse.
Ad un tratto però qualcosa di imponente si immerse al suo fianco destro con un tonfo, Vaiana non capì inizialmente di cosa si trattasse ma non appena scorse delle robuste braccia coperte di tatuaggi capì che si trattava di un uomo.
Con una forza disumana il suo soccorritore afferrò il corallo e lo ridusse in briciole liberandola, poi l’acciuffò per la vita tenendola ben stretta e risalirono.
Subito dopo essere riemersi e aver preso fiato un’altra onda si abbatté su di loro e la figlia del capo bevve abbondantemente.

Qualche minuto più tardi sentì di star uscendo dall’acqua e poi di venire sollevata.
L’uomo che era intervenuto stava respirando rapidamente, poteva avvertirne il cuore sotto l’orecchio e la teneva fra le braccia prima di adagiarla sulla sabbia asciutta e calda.
La ragazza provata e con il piede graffiato riprese fiato con avidità sollevando le palpebre.
Vide chiaramente Maui sopra di lei con gli occhi chiusi tentare di baciarla e terrorizzata all’idea la sedicenne gli piantò la mano destra in piena faccia, lo spinse via tossendo e si mise rapidamente a sedere.
-Che diamine ti salta in mente Maui! –esclamò oltraggiata con l’altra mano alla gola guardandolo negli occhi marroni.
-Pensavo ti servisse una respirazione bocca a bocca. –affermò il semidio strizzandosi i capelli.
Fantastico, ora avrebbe dovuto lavarli e massaggiarli di nuovo con oli profumati pensò.
-S-Sei impazzito!? –domandò Vaiana arrossendo un po’.
Probabilmente non aveva neanche un buon alito.
-Dai a me del pazzo? Quella fuori di testa sei tu ragazzina, stavi per affogare. –le fece notare mettendosi in piedi –Se non ci fossi stato io…-
-Me la sarei cavata benissimo da sola, non mi serviva il tuo aiuto. –confermò lei con orgoglio.
Era un’abile nuotatrice e sapeva trattenere il fiato per diversi minuti, non aveva bisogno che un eroe mancato si intromettesse e le prestasse soccorso come con una qualsiasi principessa.
L’uomo alzò gli occhi al cielo e rilassò le ampie spalle.
“Donne.” Si disse.

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Capitolo 4
*** La prescelta ***


Maui stava tornando al villaggio quando aveva visto l’imbarcazione in acqua e una sagoma scura sul fondo della barriera corallina.
Senza pensarci due volte si era tuffato a salvare la figlia del capo e lei non lo apprezzava neanche.
La giovane gli inviò uno sguardo rancoroso ma poi si guardò intorno.
La barca era distrutta e il sole stava tramontando.
-Ehm! Comunque non c’è di che. –disse il semidio schiarendosi la voce e incrociando le braccia al petto.
La ragazza ruotò la testa nella sua direzione.
-Per aver salvato la tua futile vita mortale. –specificò l’eroe con superiorità.
Prima che lei potesse ribattere in malo modo l’uomo parlò di nuovo.
-Non ringraziarmi, Maui se ne va. –confermò andandosene.
Aveva di meglio da fare.

La sedicenne lasciò correre, non le aveva chiesto nemmeno se si fosse fatta male.
Era sicura che Maui avesse visto il suo piede ferito ma non sembrava sapere come comportarsi in questi casi, anzi forse non gli interessava e basta.
Vaiana cercò Pua e lo trovò steso sulla sabbia che piano, piano riprendeva i sensi.
Come il suino ebbe visto il remo davanti a se scappò spaventato e la figlia del capo osservò il proprio piede dolorante con rimorso.
-Qualunque cosa sia successa…dai la colpa al maiale. –affermò la nonna appena giunta sul posto.
Stava leggermente curva in avanti e camminava con un bastone mentre guardava i dintorni.
La giovane fu sorpresa di vederla, si alzò rapidamente nascondendo il piede ferito e fece un finto sorriso.
Tala però non si lasciò incantare e le afferrò la caviglia destra con il pezzo di legno esaminando il danno.
La nipote preoccupata le chiese se aveva intenzione di dirlo a Tui ma la cara nonna era sempre dalla sua parte e avrebbe mantenuto il segreto.
Sollevata ma intristita per l’incidente la ragazza decise di prendere una posizione definitiva e mettere la pietra sulla montagna abbandonando il sogno di varcare il reef.
L’anziana donna non la fermò, si immerse in acqua e si unì a delle mante che nuotavano lì intorno.
Le accarezzò e danzò armoniosamente con il tramonto e il mare che ora sembrava meno spaventoso.
La donna parlò ancora con la nipote confusa e appena calò il buio decise di portarla in un posto, un luogo segreto nascosto da fogliame e dall’entrata bloccata da diversi sassi.
La sedicenne si creò un varco, entrò su consiglio della nonna e guidata dalla luce della fiaccola che teneva in mano scorse un posto meraviglioso.

La caverna ospitava diverse imbarcazioni dei suoi antenati, alcune ideate per un numero limitato di persone e altre per ospitarne quasi una dozzina tanto erano maestose.
Vaiana ne rimase affascinata.
Illuminò le imbarcazioni, ne accarezzò le parti in legno di ottima fattura e salì anche a bordo di una di esse.
Il luogo sembrava inizialmente spettrale ma la pozza d’acqua e la leggera cascata che ne copriva l’uscita davano al posto un’aria magica.
L’acqua scintillava grazie ai raggi di luna che filtravano all’interno della grotta e proiettavano tutt’intorno una luce azzurrina.
La figlia del capo salì dunque sulla barca più grande, alta fino al soffitto della caverna e fornita di un tamburo che batté diverse volte come le aveva detto di fare la nonna.
L’eco della caverna le restituì il motivo corretto e nel momento in cui lei lo replicò perfettamente tutte le fiaccole sulle imbarcazioni si accesero all’improvviso spaventandola.
La ragazza si guardò intorno e poté ammirare bene l’enorme vela su cui era stato impresso il viaggio dei suoi antenati verso Motunui.
La sedicenne capì allora che erano da sempre stati navigatori e che i suoi sentimenti verso il mare non erano poi così sbagliati.
Discendeva da uomini e donne che avevano varcato i mari e non da gente che aveva sempre vissuto su quell’isola senza mai mettere il naso fuori da quell’oasi.
Le fiaccole si spensero per una folata di vento e Vaiana, euforica per la scoperta fatta, corse come una scheggia fuori dalla caverna.
La nonna l’attendeva lì.
Quando la giovane le chiese perché avessero smesso di navigare una parola sola uscì inizialmente dalle labbra dell’anziana donna.
-Maui. –affermò spiegando poi il resto.
La figlia del capo non ne rimase affatto colpita.
Maui involontariamente o meno rubava ugualmente i cuori di alcune giovani donne del villaggio e questa volta era riuscito addirittura ad appropriarsi del cuore di una divinità.
Tala si mosse a fatica verso una zona rocciosa mostrando alla nipote che le storie narrate erano vere e che l’oscurità aveva raggiunto anche la loro isola.
Una leggenda raccontava però che per fortuna Maui era destinato a collaborare con un eroe, “il prescelto”, per riportare il cuore al suo giusto posto.
La donna anziana aprì così la propria collana composta da una conchiglia di abalone, corda e alcune perle. Era stata tramandata da generazioni e modificata di volta in volta.
La nonna porse quindi inaspettatamente alla ragazza il cuore di Te Fiti.
Quest’ultima guardò l’oggetto color smeraldo nel palmo della sua mano stupita. Era liscio, arricchito da incisioni e brillava.
All’istante nella mente della sedicenne i frammenti di un ricordo lontano si riunirono.
-Io ero lì quel giorno. –affermò sua nonna toccando il cuore –L’oceano ha scelto te. –rivelò alla nipote portandole dietro l’orecchio sinistro una ciocca di capelli.
A quella frase l’oggetto luminoso sembrò riconoscerla, sull’oceano comparve lo stesso disegno a spirale del cuore di Te Fiti e l’acqua si animò magicamente innalzandosi verso le due donne.
-Io, credevo fosse stato un sogno. –disse la giovane alzando lentamente lo sguardo rapita e incredula.
Tala si allontanò, l’oceano girò su se stesso e innaffiò giocosamente da capo a piedi Vaiana.
-Eh no. –ammise l’anziana facendo emettere alla nipote un suono divertito mentre scostava i capelli bagnati dal viso.
Ma se Maui sapeva tutto, perché non muoveva un muscolo per salvare il mondo?
Sua nonna le spiegò che l’orgoglioso semidio odiava ammettere il suo fallimento, era stato sconfitto e non aveva alcun interesse nel riprovarci. Inoltre aveva perso il proprio Manaiakalani.
Tala indicò alla nipote la costellazione dell’amo di Maui raccontandole che seguendo quelle stelle sarebbe giunta nell’isola dell’eroe.
La figlia del capo finalmente sapeva cosa fare, doveva partire ma…
-Ma perché avrebbe scelto me? Io non so neanche come superare il reef. –fece notare alla nonna ricordando delusa la performance di poco prima in cui aveva quasi rischiato la vita.
Un’illuminazione la colse.
-Ma so chi sa farlo! –affermò la prescelta correndo via entusiasta.
Un dolce sorriso si dipinse sul volto di Tala, stanca e affaticata la donna si mise a sedere con difficoltà su una roccia espirando a fondo e ammirando il cielo stellato. Forse l’ultimo che avrebbe visto.

Al villaggio nel frattempo si era indetta un’assemblea del consiglio e in una delle grandi capanne erano stati portati all’attenzione di Tui i molteplici problemi riguardanti il raccolto, la pesca e addirittura l’acqua dolce.
Mentre il capo tentava di rassicurare il suo popolo, affiancato dalla moglie, Vaiana irruppe parlando a raffica con il cuore di Te Fiti in mano perché tutti lo vedessero.
-Possiamo fermare l’oscurità, salvare la nostra isola! C’è una caverna piena di barche, enormi canoe! Possiamo prenderle, trovare Maui e costringerlo a restituire il cuore. Noi eravamo navigatori…possiamo navigare ancora! –spiegò esaltata la figlia del capo in mezzo a loro.
La gente del villaggio, seduta su ampi tappetti, si mise a bisbigliare senza comprendere realmente le parole della loro futura leader e la guardarono perplessi prima di rivolgere simultaneamente lo sguardo al loro capo.
Tui al contrario indirizzò alla figlia uno sguardo duro ed entrambi uscirono dalla capanna.

La prescelta tentò di convincere il padre ma lui minacciò di dar fuoco a tutte le barche dei loro antenati impossessandosi di una fiaccola esterna.
La ragazza lo dissuase dal suo proposito e insistette sul trovare Maui e partire per restituire il cuore di Te Fiti.
Il capo tribù stanco di quelle stupidaggini le rubò bruscamente la pietra e la lanciò via deciso a non ascoltare minimamente le parole della figlia.
La sedicenne corse a recuperare la pietra, si inginocchiò tra l’erba e prese il cuore della dea tra le mani. Vaiana si accorse solo in quel momento che poco distante da lei vi era il bastone di sua nonna abbandonato innaturalmente.
La figlia del capo lo prese rimettendosi in piedi e un brutto presentimento la invase.
Tui la raggiunse, vide l’oggetto della madre e il suono di una conchiglia si sentì chiaramente.
-Capo! Tua madre! –lo chiamò allarmato un uomo da lontano muovendo una fiaccola.

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Capitolo 5
*** Difficili circostanze ***


Dimentichi entrambi del loro battibecco padre e figlia preoccupatissimi corsero rapidi all’abitazione della donna.
La prescelta fu la prima ad entrare rimanendo bloccata sulla soglia nel vedere la sua adorata nonnina sofferente e distesa a terra.
L’interno della capanna era illuminato fiocamente da diverse candele poste su gusci di noci di cocco, Sina era seduta accanto all’anziana su diversi tappeti e una coperta copriva Tala.
Sopra il capo della nonna stava una tela raffigurante Maui con l’amo e il cuore di Te Fiti in mano, in alto c’erano diverse sembianze animali del mutaforma e sotto di lui era stata dipinta una manta.
Tui dopo aver spento la fiaccola scostò la tenda e data una rapida occhiata si avvicinò smuovendo anche sua figlia.
Tutta la famiglia del capo di Motunui si riunì accanto alla malata.
La prescelta prese le mani della nonna fra le proprie rivolgendo uno sguardo a suo padre, che perspicace si alzò, e alla madre che con gli occhi lucidi fece altrettanto.
La ragazza osservò i suoi genitori parlare con i medici ma Tala riportò l’attenzione della nipote su di se.
-Vai. –le sussurrò due volte flebilmente.
La sedicenne era riluttante ad ascoltarla in quel caso e glielo disse con infinita tristezza.
-Ma devi! L’oceano ha scelto te. –confermò la donna decisa -E quando troverai Maui…prendilo per un orecchio e digli: Io sono Vaiana di Motunui. Tu salirai sulla mia barca, solcherai il mare e restituirai il cuore di Te Fiti. –concluse quasi agguerrita ma respirando a fatica e lasciando le mani della nipote.
La donna si tolse poi la collana, prese il cuore della divinità da Vaiana e lo rimise nella conchiglia di abalone porgendole il tutto.
-Non…non posso lasciarti…- affermò la figlia del capo disperata e con gli occhi liquidi pronta al pianto.
La nonna le disse che ovunque sarebbe andata sarebbe stata con lei e mise le loro fronti dolcemente a contatto.
Quando i medici si avvicinarono per assistere gli ultimi momenti di vita della donna la prescelta si alzò insicura indietreggiando con la collana in mano.
Il cuore le batteva all’impazzata ma il respiro era corto.
-Vai…-la incoraggiò Tala per l’ultima volta.
La ragazza osservò il disegno quasi mostruoso di Maui ormai all’uscita della capanna.
Con rinnovato spirito e determinazione si legò la collana al collo fiera, prese un rapido respiro per calmarsi, scostò la tenda e corse via alla ricerca del semidio.

L’uomo era seduto a terra davanti ad un falò circondato da uomini e donne raccontando una delle sue molteplici imprese.
Stava ridendo mentre teneva nella mano destra un grosso coscio di pollo d’orato a cui si apprestava a dare volentieri un morso se…
-Maui! –lo chiamò la sedicenne correndo e ansimando.
L’eroe con la grande bocca aperta la richiuse esasperato.
-Ci risiamo. –disse e tutti intorno a lui puntarono lo sguardo sul futuro capo in arrivo.
Prima che lui potesse uscirsene con qualsivoglia nomignolo Vaiana lo raggiunse e lo prese per il braccio sinistro.
-Devo parlarti, vieni con me. –lo informò con voce grave la figlia del capo allontanandosi poi rapidamente.
Maui rimase interdetto e un uomo dietro di lui, più minuto rispetto al possente semidio, gli diede un’amichevole pacca sulla spalla destra.
Quel gesto voleva dire: Bravo sei riuscito a rubare anche il cuore della figlia del capo.
L’eroe si scrollò la mano di dosso infastidito, abbandonò la sua cena e si affrettò a seguire la giovane anche se controvoglia.

Quando furono abbastanza distanti dal villaggio e vicini alla grotta la prescelta si fermò e Maui fece altrettanto.
-Allora? –domandò spavaldo e disinteressato.
La ragazza decisa gli si fece pericolosamente vicino.
-Maui, mutaforma, semidio del vento e del mare io sono Va-
-Eroe degli uomini. –aggiunse il semidio interrompendola –Veramente è Maui, mutaforma, semidio del vento e del mare, eroe degli uomini. Ti ho interrotta riparti. Su. –
La giovane non poteva crederci.
-Scusa, scusa e delle donne. Entrambi, di tutti. Non è per soli uomini sai Maui è l’eroe di tutti. Vai alla grande. –le fece con un gesto della mano e un occhiolino.
Forse la ragazzina voleva dichiararsi ma doveva farlo correttamente anche se l’avrebbe rifiutata.
La sedicenne perse la pazienza, non aveva tempo da sprecare con le sue manie di protagonismo dunque prese l’uomo irrispettosamente e inaspettatamente per l’orecchio sinistro tirandolo.
-Io sono Vaiana di Motunui. Tu salirai sulla mia barca, solcherai il mare e restituirai il cuore di Te Fiti. –recitò aprendo la collana con l’altra mano e mostrandone il contenuto luminescente.
L’eroe rimase basito per la sua audacia e osservò prima l’artefatto divino e successivamente lei.
Aveva lo sguardo fiero, deciso, penetrante e quasi smosse qualcosa dentro il suo stomaco.

Nah era il pollo.
Maui allontanò Vaiana prendendola per il capo e posandola poco più in là come se non stesse sollevando effettivamente un essere umano.
La figlia del capo continuò a guardarlo attendendo una risposta.
Il semidio aprì la bocca e…
-No. –rifiutò semplicemente con menefreghismo.
-Come sarebbe a dire no!? –domandò la giovane sbalordita e alterata.
-Non ritornerò laggiù, scordatelo. –le riferì lui fermamente muovendo il braccio destro in modo secco.
Preferiva di gran lunga l’illusione che si era fatto.
L’uomo tentò di andarsene ma la prescelta non glielo permise e lo strattonò.
-Devi restituire il cuore! –gli impose e lui si voltò bruscamente.
Non sopportava che qualcuno, chiunque esso fosse, gli dicesse cosa fare e tantomeno una bambina.
-Ho detto di no! –rispose rudemente l’eroe con uno sguardo bruciante.
La ragazza ne fu intimorita e mollò subito la presa.
La stazza dell’interlocutore e il suo essere sovraumano non le permettevano di avere molta autoritaria su di lui.
Aspettò qualche secondo scoraggiata, chiuse gli occhi, strinse i pugni lungo i fianchi e poi parlò guardando Maui in faccia.
-Mia nonna sta morendo in questo momento. –affermò con il labbro inferiore tremante e gli occhi lucidi ma determinata.
“E io sono qui a discutere con te.” Avrebbe voluto aggiungere.
Il semidio rilassò la sua espressione colto alla sprovvista e gli occhi divennero meno duri.
-E il suo ultimo desiderio…è che io restituisca il cuore, ma non posso farlo senza di te. –gli rivelò la sedicenne distogliendo poi lo sguardo per via delle lacrime che asciugò con il dorso della mano.
L’uomo non l’aveva mai vista piangere e sarebbe dovuto essere dispiaciuto ma questo non era nella sua natura divina, non si preoccupava per gli altri ma solo per se stesso. O così credeva.
Al contrario il piccolo Maui era triste per lei e diede un colpetto all’eroe in quanto sua coscienza e metà migliore.
Il semidio guardò altrove per un attimo.
Non sopportava di vedere una donna piagnucolare e ora aveva a che fare con una ragazzina con una crisi di identità sommata a quella adolescenziale.
L’uomo rifletté sulle proprie possibilità e come un lampo un piano si attuò in quel suo testone facendolo sorridere furbamente.
-Va bene. –le disse cambiando rapidamente idea.
Incredula Vaiana riportò lo sguardo su di lui che le diede un cenno d’assenso e mise le braccia sui fianchi con fare vanaglorioso.
La figlia del capo ispirò stirando un sorriso.
-Aspettami qui, torno subito. –lo istruì velocemente correndo via.
Non poté sentire il verso di derisione che emise l’eroe.

La prescelta entrò in una capanna dove tenevano le scorte di cibo e si affrettò a preparare un cesto con tutto l’occorrente per non morire di fame e per riparare le vele in caso di incidenti.
All’improvviso sua madre apparve all’entrata gettando un’ombra sul pavimento.
La ragazza gonfiò il petto con orgoglio pronta a dire che non poteva fermarla ma la donna si inginocchiò accanto a lei e raccattò qualche frutto porgendoglielo in un sacco.
Entrambe si dissero arrivederci con occhi lucidi e un abbraccio poi la sedicenne si caricò tutto in spalla e raggiunse Maui all’entrata della caverna.

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Capitolo 6
*** Il principio di una nuova avventura ***


Vaiana tornò dal semidio che l’aspettava a braccia conserte con la schiena appoggiata al tronco di un albero e lo sorpassò entrando nella grotta.
L’uomo la seguì e rimase leggermente colpito dal posto.
Mentre rimirava le imbarcazioni scorse all’istante una canoa dalla vela malridotta che lo raffigurava gloriosamente con il Manaiakalani in mano.
L’eroe sorrise contento e salì sopra la barca.
-Io prendo questa. –espresse la sua preferenza indicando l’imbarcazione dietro si se con il pollice rivolto alla vela.
La figlia del capo si voltò a guardarlo mentre stava già infilando le scorte di cibo in un’altra canoa.
-Pensi mai a qualcun altro oltre che a te stesso? –gli chiese risentita.
Odiava il suo egoismo.
-Prendiamo questa. –decise lei ignorando bellamente Maui e scegliendo la canoa con il cuore di Te Fiti disegnato sulla vela.
La giovane sollevò il retro della barca con difficoltà, il semidio scese allora dalla canoa e le si avvicinò.
-Serve una mano? –domandò ironico.
-No, ce la faccio. –affermò la ragazza con convinzione spingendo con tutte le sue forze.
Il legno scivolò in acqua, la prescelta salì subito a bordo e il suo accompagnatore con un saltello le fu affianco facendo ondeggiare un po’ la canoa.
I due attraversarono la cascata che li bagnò e mentre si allontanavano la sedicenne si guardò indietro verso la capanna della nonna.
L’uomo al suo fianco ne seguì lo sguardo e proprio in quel momento le fiaccole attorno alla casa si spensero.
Vaiana ora sentiva una profonda tristezza ma non poté piangere il lutto poiché subito una specie di energia invisibile lasciò l’isola e si unì al mare prendendo la forma di una manta azzurra e luccicante sotto lo sguardo meravigliato dell’eroe e della figlia del capo.
Stava accadendo la stessa cosa che la nonna le aveva raccontato quando alla morte del nonno il suo spirito le si era mostrato sotto forma di squalo.
L’animale passò sotto la canoa come a volersi assicurarsi che fossero proprio in mare e li incitò a procedere.
La prescelta troppo presa dall’entusiasmo che sua nonna fosse effettivamente con lei come aveva promesso con nuovo spirito remò rapidamente.
La manta saltò un’onda e la ragazza spiegò la vela.
Maui invece si teneva all’albero guardando il mare e la ragazza attento.
La prima onda schizzò i due e fece muovere parecchio la barca ma il secondo fluttuo, che per la sedicenne era uno tsunami, mise la barca parecchio in verticale.
Nonostante questo Vaiana sicura di se continuò a tenere saldamente il remo-timone, percorse tutto il ventre dell’onda e l’imbarcazione saltò pericolosamente oltre.
La figlia del capo felice si guardò di nuovo indietro dove aveva appena lasciato il reef per il mare aperto.
Ce l’aveva fatta!

-Ce l’ho fatta…-si disse ancora incredula e su di giri.
-Vuoi un applauso? –domandò sarcastico il semidio.
La prescelta non colse la sua provocazione, al contrario parlò molto cordialmente.
-E adesso dove andiamo? –chiese all’uomo con più esperienza.
Lui le si fece accanto alla sua sinistra con sorrisetto furbo e le indicò l’amo nel cielo.
-Punta sempre in quella direzione ragazzina, andiamo a prendere il mio amo. –la informò.
La sedicenne annuì.

L’eroe non diede il benché minimo segno di voler collaborare nell’aiutarla a navigare, difatti si addormentò praticamente subito credendo che lei se la potesse cavare anche da sola.  
Vaiana forse era stata un po’ troppo avventata ad intraprendere quel viaggio senza saper navigare ma voleva dimostrare a tutti che lei ce l’avrebbe fatta.

Per tutta la sera tenne lo sguardo fisso nel cielo e anche il mattino seguente finché Maui, che stava russando bellamente, non decise di svegliarsi e prendersi da mangiare.
La figlia del capo era comicamente disastrosa, o così l’avrebbe additata lui godendosi la scena che seguì.
Mentre la prescelta con i capelli raccolti tentava di fissare la corda della vela il duo udì inspiegabilmente dei rumori provenire dallo scomparto dove tenevano le provviste.
Entrambi si guardarono per un momento poi la prescelta indagò.
Si trattava di Heihei, il suo galletto poco intelligente che si era erroneamente trovato a bordo come clandestino.
Quando la ragazza tolse al suo animaletto la mezza noce di cocco che gli impediva di vedere il pollo si guardò intorno confuso e poi terrorizzato si mise a urlare.
Rapidamente la sedicenne coprì nuovamente la visuale dell’uccello e questo smise di urlare.
Fece così per diverse volte facendo ridere di gusto il semidio poi Vaiana più saggiamente decise di tranquillizzare il volatile usando un tono molto calmo come quando si parla ad un bambino piccolo.
Convinse Heihei fin troppo che non vide alcun pericolo nel gettarsi in acqua.
Preoccupata la sua padrona si tuffò in mare senza pensarci due volte quando lo vide riemergere a testa in giù.
Nel raggiungerlo i propri capelli si erano sciolti, la barca stava cambiando direzione e si allontanava per colpa del vento e grazie a lei che non era riuscita ad annodare la corda.
L’uomo che l’accompagnava la guardava divertito seduto lungo il bordo dell’imbarcazione e con i piedi a mollo salutandola con una mano mentre l’altra teneva la propria guancia.
Avrebbe potuto lasciarla lì o pendere il comando ma sarebbe stato meno spassoso.
La figlia del capo nuotò rapidamente verso la canoa e una volta a bordo guardò accigliata l’eroe e il gallo il quale, non appena lei si voltò per prendere la corda dietro di se, decise di fare un altro tuffo.
La prescelta lo prese appena in tempo, lo segregò nella botola nuovamente e la navigazione, se così si poteva chiamare il suo arrancare, riprese.

Il giorno passò tra una chiacchiera e l’altra con Maui che pigramente si godeva il sole.
Quando scese la sera il mare divenne mosso e la ragazza faticava a tenere la barca dritta, il povero Heihei oscillava ripetutamente a destra e a sinistra probabilmente con la nausea.
Dopo alcune ore l’oceano era talmente calmo che riuscì a cullare persino la sedicenne che stanca ignorò il russare del semidio e si concesse di chiudere gli occhi per un momento…

Splat!
Vaiana fu riportata bruscamente alla realtà da un colpo bagnato dell’oceano sulla sua schiena e sobbalzò.
Si accorse subito di essersi addormentata e non vedendo l’amo in cielo capì perfettamente di averlo alle spalle.
In fretta la figlia del capo invertì la direzione della canoa ma fu una manovra così rapida che l’imbarcazione si sollevò e il vento la fece ribaltare.
Maui ebbe appena il tempo di captare di star scivolando che finì in acqua e si svegliò.
-Ma che…che diamine combini!? –fu la prima cosa che chiese alla giovane incavolato dopo essere tornato a galla.
La prescelta espirò frustrata e chiese all’oceano una mano.
L’uomo le lanciò uno sguardo perplesso e in quel momento si formò sotto i loro occhi una vera e propria tempesta.
I due tentarono di rigirare la barca ma le onde gli impedivano di stabilizzare la canoa o anche di salirci sopra e in attimo cominciarono ad essere sbalzati di qua e di là bruscamente.
Il cielo era scuro, pieno di nuvole e lampi e tuoni completavano il tutto.
La ragazza e l’uomo si aggrapparono all’imbarcazione, la sedicenne finì diverse volte sott’acqua e bevve. Infine un’onda davvero altissima si levò per poi abbattersi con ferocia e violenza sul duo.

Il mattino successivo il sole splendeva radioso, il mare era calmo e trascinava pigramente i recipienti con le provviste dei due arenati. Anzi tre considerando il pollo.
Quando la sedicenne riprese conoscenza era letteralmente sepolta da un mucchio di sabbia e velocemente si mise a sedere sputacchiando i fastidiosi granelli dalle labbra secche e salate.
Vaiana si guardò intorno rendendosi conto che in tutto quel trambusto forse aveva perso il cuore di Te Fiti ma dopo un rapido controllo espirò sollevata nel trovarlo ancora al suo posto.
Poco lontano da lei l’eroe si stava scrollando di dosso tutta quella sabbia appiccicata fastidiosamente al suo aitante corpo.
-Fantastico, davvero molto brava. –si prese gioco di lei attirando la sua attenzione –Non sono mai naufragato prima, è umiliante. –confermò sfregandosi il braccio sinistro dai granuli restanti.

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Capitolo 7
*** L’imbroglio ***


La figlia del capo si pulì il viso, scrollò i capelli insabbiati e si alzò con rabbia avvicinandosi alla riva stringendo i pugni.
Maui la vide inveire contro l’acqua salata e alzò un sopracciglio, sembrava una squilibrata.
Indirizzò il proprio sguardo verso il mini Maui proprio mentre l’oceano si ritraeva dal calcio della prescelta e sia il tatuaggio animato che il suo possessore alzarono le grandi mani ignari.
Successivamente la ragazza osservò lo stupido gallo con un contenitore in testa sbattere continuamente contro un masso e si rivolse al semidio.
-Sai dove siamo? –domandò lei.
L’uomo diede un’occhiata e subito riconobbe il posto sorridendo astuto.
“Se solo non fosse così ingenua” pensò.
-Guarda un po’ là. –le consigliò indicando i grandi massi su cui erano riportate molte barre orizzontali e verticali per indicare il tempo trascorso.
Ogni gruppo formava il disegno di un amo noto a tutti.
-Questa è…la tua isola! –scoprì la sedicenne contenta.
Allora l’oceano l’aveva aiutata.
-Proprio così, e adesso andrò a prendere il mio amo. –disse l’eroe fermamente.
Mentre lui si apprestava a disincagliare la barca Vaiana raccolse il remo.
Finora se l’era cavata ma aveva bisogno che Maui facesse la propria parte, così armata di pazienza gli si avvicinò.
-Maui…-cominciò a parlare.
Il semidio si voltò con la barca sul palmo della mano e se la figlia del capo non si fosse abbassata forse l’avrebbe presa in pieno.
-Potresti per favore…- continuò a dire porgendogli il Culacula.
-Oh sì sì ma certo! –rispose lui dandosi un colpetto sulla fronte ampia e posando rapidamente la barca con attenzione sulla sabbia.
-Maui ha sempre tempo per i suoi fan. –affermò l’uomo.
Le prese inaspettatamente l’asta di legno dalle mani e raccogliendo Hei Hei per il collo disse qualcosa sullo scrivere usando gli uccelli.
La prescelta lo guardò con un sopracciglio alzato soprattutto quando l’eroe le porse il remo con un sorrisetto accondiscendente.
La ragazza ispezionò la pala dove ora era inciso il disegno del Manaiakalani di Maui affiancato da un cuore e lei corrucciò la fronte risentita.
Diede dunque al semidio una remata nello stomaco che lo fece piegare leggermente sorpreso.
-Non volevo il tuo autografo e non sei il mio eroe. –si spiegò la giovane con schiettezza.
Il semidio si rimise in posizione eretta incerto.
Non comprendeva davvero perché lei fosse indisposta nei suoi confronti, era fantastico no?
Aveva fatto un sacco di cose per facilitare la vita agli uomini, un sacco di cose gloriose e senza di lui non ci sarebbe stato il mondo che ora conosceva.
Perché non lo apprezzava?
-Sembra quasi che io non ti piaccia, il che è impossibile perché sono stato bloccato su un’isola solo per aver cercato di prendere il cuore per voi mortali affinché poteste creare la vita stessa. –si sentì in dovere di chiarire l’uomo con magnificenza.
La sedicenne pensò che in parte non avesse tutti i torti ma viste le conseguenze non era stato necessario farlo, infondo gli umani erano in grado di creare la vita procreando.
-Quindi penso che tu volessi dire: “Ti ringrazio”. – ipotizzò l’eroe incitandola con la mano.
-Ti ringrazio? –ripeté Vaiana scettica.
-Tranquilla. –rispose lui scuotendosi orgogliosamente e facendo tintinnare i denti di squalo della collana che indossava.
La figlia del capo non vedeva proprio il motivo di doverlo continuamente ringraziare perché ogni sua impresa era finalizzata solo ad accrescere il nome di Maui.
Lui decise dunque di esporle ampiamente la questione secondo il punto di vista che le sfuggiva con una canzone.
Una canzone decisamente orecchiabile dove elencava effettivamente tutti i successi che aveva ottenuto.
La prescelta osservò rapita i tatuaggi animarsi su quel corpo forzuto e divino trovando piacevole il tutto.
Sì, il semidio era arrogante e pomposo ma…poteva permetterselo…un pochino…
In effetti la ragazza stava considerando anche di apprezzarlo. Curioso no?
La voce dell’uomo, il modo in cui narrava e ballava le stavano stranamente infondendo fiducia.
Lui stesso la coinvolgeva prendendola e lasciandola andare tanto da farla inaspettatamente sorridere.
La giovane non pensava potesse essere così divertente.
Ad un tratto guardandosi intorno la sedicenne vide un mondo surreale, l’isola era diversa e c’erano persone che giravano e cantavano.
Perfino il sole aveva un viso e migliaia di uccelli volavano mentre l’eroe le donava frutti e una Lei di fiori.
Il duo salì poi sulla barca dove Maui la prese per mano e le fece fare una lunga giravolta.
La canzone cessò di colpo e Vaiana si rese conto solo allora che si era trattato tutto di un’illusione creata dal semidio e che gli oggetti che le aveva donato erano ciarpame.
-E grazie a te! –la ringraziò Maui chiudendo svelto l’entrata della grotta, dove l’aveva inconsapevolmente trascinata, con un masso enorme.
La figlia del capo gettò i suoi “doni” a terra e furiosa corse all’uscita non riuscendo a spostare la roccia e maledicendo l’uomo.

Questo allegramente e baldanzosamente passeggiava sulla spiaggia.
Finalmente era riuscito a liberarsi di quella mocciosa e ad intrappolarla, ora poteva andare a prendere il suo amo con tutta calma.
Mentre gioiva e si rigirava il remo fra le mani con maestria il mini Maui lo tirò per un disegno del bicipite destro rudemente e lo rilasciò.
-Ahi! –esclamò l’eroe percependo lo schiocco sulla pelle.
La sua rappresentazione in piccolo era in disaccordo con le sue azioni ed aveva in simpatia la prescelta ma Maui non volle ascoltarlo e lo punzecchiò riprendendo la propria andatura.
Ancora una volta il tatuaggio provò a farlo ragionare ma l’uomo testardo lo spedì sulle spalle, prese Heihei che gli sarebbe stato utile come spuntino e recuperò la collana di denti di squalo lanciata da qualche parte.

La ragazza nel frattempo stava provando ad uscire dalla caverna ma senza successo.
Doveva aspettarselo, il semidio era conosciuto come un abile imbroglione e creare illusioni era uno dei suoi poteri.
La sedicenne frettolosamente cercò un’altra uscita trovando solo un enorme masso modellato ad immagine gloriosa dell’eroe e un buco sul soffitto.
Immediatamente Vaiana si arrampicò sulla scultura, premette i piedi contro la parete rocciosa per rovesciare la statua e con una prontezza di riflessi assurda saltò nello spazio incavato.

L’eroe intanto era in barca e non si sentiva per niente in colpa sotto lo sguardo accusatorio del mini Maui nel lasciare la figlia del capo lì probabilmente a morire.
Maui provò a dare da mangiare al pollo mentre la prescelta riusciva ad uscire con uno sforzo non indifferente dalla grotta.
Una volta fuori la ragazza si orientò brevemente, scorse la vela della propria barca e corse verso il promontorio gettandosi giù con audacia.
Il semidio la vide cadere e con calma si voltò.
La sedicenne mancò il suo bersaglio finendo in acqua e l’uomo aspettò che lei riemergesse.
Vaiana respirava con affanno, i capelli erano quasi lisci e le incorniciavano il viso mentre si teneva a galla e guardava l’eroe con antipatia.
-Rimarrei a guardarti per tutto il giorno. –affermò lui sincero e tranquillo poggiando il viso sulla mano destra.
Maui le augurò poi un buon soggiorno e si allontanò velocemente mentre la figlia del capo lo richiamava.
La prescelta si mise dunque a nuotare per tentare di raggiungerlo anche se ormai era parecchio distante e fu allora che qualcosa la afferrò stringendole le braccia.
L’oceano le diede tempo di inspirare e la trasportò rapidamente sott’acqua verso la canoa gettandola poi a bordo.
Il gallo ne rimase sorpreso e il semidio addirittura incredulo tanto da alzarsi in piedi di scatto con gli occhi ben aperti.
-Questa non me l’aspettavo. –commentò.

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Capitolo 8
*** L’attacco dei Kakamora ***


La ragazza, che era stata posata dalla parte sbagliata dell’imbarcazione, si girò furente verso l’uomo che le aveva rubato la barca e nel farlo i capelli le finirono davanti impedendole di sembrare minacciosa.
Li scostò scandendo ciò che le aveva detto sua nonna prendendo aria di tanto in tanto e indicando la canoa.
La sedicenne si mise sulla punta dei piedi protendendosi verso l’eroe aiutata dal dislivello dell’imbarcazione per guardarlo fermamente in faccia.
Vaiana non poté però finire il suo discorso che venne presa per la vita da quelle grandi mani e gettata in mare.
Il mimi Maui agitato e sconcertato rimproverò l’amico ma questo annoiato mosse il pettorale sinistro e fece per rimettersi a navigare quando l’oceano riportò la figlia del capo a bordo.
Maui la rigettò in acqua solo strattonando il remo divertito dalla situazione ma non appena l’ebbe fatto il mare sistemò nuovamente la prescelta coi piedi sul legno e alle spalle del semidio che espirò risentito.
La ragazza era completamente inzuppa e stufa gli mostrò nuovamente il cuore di Te Fiti imponendogli di restituirlo.
L’uomo lo prese e lo lanciò lontanissimo sotto lo sguardo allarmato della giovane però l’artefatto gli ritornò indietro dritto in fronte facendolo cadere a terra con un tonfo sonoro.
L’eroe si arrese tuffandosi in acqua e dopo due bracciate l’oceano insistentemente lo afferrò riportandolo a bordo e innaffiandogli la faccia quando espresse il suo malcontento.
Visto che era a bocca aperta Maui sputò l’acqua salata ripulendosi il viso mentre la sedicenne raccoglieva il cuore, il semidio guardò l’oggetto con circospezione e ciò non sfuggì a Vaiana.
-Hai…paura di questo? –domandò ironica facendosi più vicina.
L’uomo seduto indietreggiò al ricordo di ciò che quel piccolo sasso luminoso aveva scatenato, rise nervoso e negò mentendo palesemente.
Mini Maui si intromise mangiandosi le unghie e scappando di qua e di là agitando le mani in una comica ma eccessiva rappresentazione dell’eroe.
-Stanne fuori o ti sposto sotto l’ascella. –lo minacciò Maui riprendendo dopo anche la figlia del capo.
Le descrisse che cosa gli fosse capitato una volta preso quell’oggetto maledetto e quando lei glielo avvicinò crudelmente prendendosi gioco di lui il semidio emise un verso esasperato e si alzò in piedi.
Le disse di mettere via il cuore perché altrimenti sarebbero venuti a cercarlo dei mostri ma scettica e imprudente la prescelta lo innalzò gridando.
Non credeva ad una parola di ciò che gli stava raccontando l’uomo e voleva solo dargli fastidio.
Semmai fossero arrivati davvero dei mostri l’eroe li avrebbe sconfitti facilmente. Dopotutto era una delle figure più potenti delle tradizioni del Pacifico, temuto da cattivi e mostri in agguato per tutto il mare.
Che avesse paura era ridicolo.
-Tu ci farai uccidere! –affermò Maui mortalmente serio e con sguardo cupo dopo aver passeggiato avanti e indietro per la canoa.
La vivace ragazza gli rispose ricalcando la sua posizione e quando ebbe fatto un inchino per imitarlo una lancia bianca e seghettata le sfiorò la testa conficcandosi nel legno fra le zampe di un ignaro Heihei.
Il semidio la raccolse riconoscendone i segni e spiegò che apparteneva a dei piccoli pirati assassini: i Kakamora, attirati grazie alla sedicenne.

L’uomo si voltò verso uno strato di nebbia e lì su quelle che sembravano rocce comparvero tre omini grandi come la noce di cocco che indossavano.
Comunicavano tra di loro battendo sulle proprie noci e Vaiana li trovò quasi carini almeno finché non si dipinsero spaventose espressioni armandosi “fino ai denti” e la loro nave fu ben visibile a pochi metri da loro.
Era enorme, tanto quanto un’isola.
I pirati agitati per la battaglia imminente battevano i tamburi e facevano rumore mentre il capo dall’alto indicava il magico artefatto.
La figlia del capo nascose subito il cuore finalmente conscia del guaio in cui si era cacciata, invocò l’aiuto dell’oceano ma l’eroe con un versetto di derisione la informò che dovevano fare da soli e prese il comando.
-Piazza l’amantiglio e regola lo strallo! –le ordinò con urgenza.
La prescelta stava per rispondere ma si bloccò non sapendo cosa fare.
Gli occhi marroni saettarono per un momento incerti, le sopracciglia si ravvicinarono e le labbra si scostarono rivelando leggermente i denti in un’espressione preoccupata.
In poche parole: non aveva capito niente.
-Non sai navigare!? –le chiese Maui incredulo.
Aveva notato delle difficoltà ma non immaginava che la ragazza non sapesse neanche di cosa stesse parlando.
-Io…ehm sono un’autodidatta. –lo informò nervosa e con sguardo incerto portando le braccia dietro la schiena.
Il semidio con il volto impassibile diede uno strattone alla corda e la barca partì rapidamente allontanandosi ma non abbastanza.
-Non puoi mutare la tua forma in qualche cosa? –domandò la sedicenne all’uomo tesa.
-Vedi il mio amo?! –le chiese sgarbato sentendosi puntare il dito contro –Niente amo, niente poteri. –le rivelò.
Il mini Maui accompagnò il tutto con una rappresentazione scuotendo la testa e alzando le mani in segno di resa.
Immediatamente il duo venne attaccato da diversi arpioni che li mancarono di poco e tirati brutalmente indietro mentre Heihei rotolò nella stiva.
L’eroe iniziò a sbarazzarsi degli arpioni e Vaiana lo imitò non riuscendoci al primo colpo come lui.
Nel frattempo l’imbarcazione dei Kakamora si divise in tre barche distinte e alcuni di quei piccoli pirati tentarono l’arrembaggio al suono di una grossa conchiglia.
Il semidio si sbrigò a togliere gli arpioni rimasti e stava anche per aiutare la figlia del capo quando lei finalmente riuscì a sbarazzarsi di uno solo.
-Sì, sono stata io. –confermò spavalda scostandosi i capelli e appoggiandosi all’albero con una mano al fianco.
Una noce di cocco colpì la prescelta alla schiena e appena l’uomo accanto a lei guardò su quattro Kakamora lo bersagliarono in testa.
Mentre la ragazza e un pirata lottavano per la collana dov’era costudito il cuore l’abalone si aprì e l’artefatto ruzzolò alle spalle della sedicenne dove Heihei comparso nel momento meno opportuno lo ingoiò.
Il Kakamora si precipitò ad afferrarlo mentre la sua padrona era troppo scioccata per contrastarlo velocemente.
Il pirata usò la stiva per raggiungere indisturbato l’albero, salì usando il pollo come rampino e fece cenno ai suoi compagni di ritirare l’arpione a cui si aggrappò poco prima che la giovane potesse raggiungerlo.
Vaiana saltò giù dall’albero e l’eroe, a cui i pirati si erano attaccati anche sui capelli, fece scontrare le loro teste insieme mettendoli K.O. e lanciandoli in mare con gli altri.
La figlia del capo spiegò a Maui la situazione, lui non reagì concentrato sulla manovra di accerchiamento dei loro rivali e anche il mini Maui sembrava impensierito.
La prescelta supplicò il semidio che subito emise un verso saltando senz’alcun preavviso sulla prua della canoa con tanta potenza che la prescelta quasi cadde dalla barca, fortunatamente si aggrappò all’albero.
L’uomo virò incredibilmente e quando sembrò che l’imbarcazione sarebbe stata sommersa l’eroe corse a posizionarsi sul lato opposto della barca facendo peso e tirando la corda per aggiustare la posizione della canoa.
La ragazza lo guardò rapita da tanta bravura e potenza ma durò un attimo poiché appena furono abbastanza vicini all’imbarcazione nemica l’eroe cambiò direzione per scappare e la sedicenne lo rimproverò.
Lui la dissuase dicendole che non avrebbe mai ripreso il cuore e che comunque ne aveva uno migliore mostrandole senza modestia il remo. La giovane non perse tempo e glielo rubò dalle mani salendo sull’altra barca.
Maui le predisse che l’avrebbero uccisa ma l’intrepida Vaiana non lo ascoltò e impugnando il Culacula per la sua seconda funzione di arma cominciò a colpire tutti i pirati che le capitavano sottomano.
Con sorprendente agilità la figlia del capo si arrampicò evitando dardi paralizzanti, saltò e si riprese il gallo prima che potesse essere consegnato al capo dei Kakamora.
La prescelta con i piedi nuovamente sul legno osservò da lassù il semidio che remava arduamente con la mano, tutti i pirati la raggiunsero e lei si mise il pollo in bocca.
La giovane afferrò una corda e aggirò il pericolo, “prese in prestito” un arpione da un pirata, saltò su un tamburo gigantesco e lanciò l’oggetto acuminato che si conficcò con precisione nell’albero della propria canoa.
L’uomo a bordo fece appena in tempo a girarsi che la ragazza si agganciò alla fune dell’arpione utilizzando il remo e scivolò a bordo della sua imbarcazione finendo sopra l’eroe stupito.
Nel farlo il gallo urtò il palo e sputò il cuore.
La sedicenne lo prese mostrandolo a Maui a cui aveva involontariamente spiaccicato il viso contro il legno della canoa a causa della caduta e che ora, sovrastato da una ragazzina con la mano di lei sulla propria fronte, non sembrava affatto felice. Tuttavia annuì impressionato.
In quel momento le tre imbarcazioni li accerchiarono e il semidio fulmineo si alzò incurante di far ruzzolare Vaiana, prese il remo, lo mise in posizione tirando la corda e fece ripartire l’imbarcazione.
L’uomo prese parecchia velocità e inclinò la canoa sul lato sinistro.
I pirati soffiarono dardi nella loro direzione mancandoli e infine con questa manovra incredibile l’eroe riuscì a passare fra due barche che si scontrarono violentemente l’una contro l’altra.

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Capitolo 9
*** Un’amichevole compromesso ***


Compiaciuto di se Maui rimise la canoa in posizione e si allontanò, Vaiana si guardò indietro ed esultò entusiasta per la vittoria ottenuta.
Il sole stava ormai tramontando e il semidio sorrise.
-Complimenti per non essere morta ragazzina, mi hai sorpreso. –si complimentò iniziando a sbarazzarsi dei dardi –Ma quel coso non lo riporto comunque. – ammise.
L’uomo si alzò dunque in piedi e mostrò alla figlia del capo la creatura tatuata sulla sua schiena in cui si sarebbero dovuti imbattere.
-Hai mai sconfitto un mostro di lava? –domandò retoricamente.
-No. E tuu? –rispose la prescelta canzonatoria mettendo di proposito maggiore enfasi su quel “tu”.
L’eroe distolse lo sguardo imbronciato e il mini Maui segnò su una tabella un punto per la ragazza.
Maui lasciò correre e prese una banana dalla stiva stabilendo che non aveva alcuna intensione di andare in contro a morte certa con lei.
-Riprenderò il mio amo. –affermò passandole di fianco –E fine della discussione. –aggiunse poi fermamente conscio che la sedicenne stava per ribattere ed inginocchiandosi a poppa roteando il remo.
Vaiana espirò esasperata.
Era stanca e la giornata era stata dura e piena di sorprese, non aveva proprio voglia di affrontare un’altra battaglia verbale con il cocciuto semidio.
A casa la figlia del capo si scontrava continuamente con un uomo corpulento e irruento come suo padre e adesso che ne era lontana chilometri doveva invece vedersela con l’eroe.
La prescelta gettò per puro caso un’occhiata ai tatuaggi del suo accompagnatore e osservando gli umani stilizzati seppe come convincerlo.
Si avvicinò cauta a Maui e parlò.
Lui tranquillamente stava per dare un morso alla banana che teneva in mano e che sembrava minuscola nel suo palmo, ma si fermò.
Squadrò la ragazza prima di assaporare effettivamente il frutto e ingoiare ribadendo di essere un vero eroe, ma lei gli sottrasse la banana gentilmente.
Con tono pacato persuase il semidio che ora era visto come il cattivo della situazione e, allontanandosi da lui, la sedicenne mangiò il frutto soddisfatta gettandone poi la buccia in mare.
L’uomo inizialmente non credette alle sue parole ma lei insinuò il dubbio in lui.
E se ora tutti nel mondo lo vedessero solo come un malvagio? Tutti gli sforzi e le fatiche fatte per essere amato sarebbero stati vani.
Vaiana, l’oceano e persino Heihei stesso confermarono i suoi timori e l’eroe mise su uno sguardo avvilito.
La figlia del capo però riuscì subito a cancellarlo dipingendo per lui uno scenario pieno di gloria e redenzione aiutata dal mini Maui.
Maui si beò di quella prospettiva mentre la prescelta gli sussurrava all’orecchio quanto fosse mitico.
Poteva anche abituarcisi…
Ancora un po’ tentennante il semidio si scansò capendo il gioco della ragazza e prendendo le distanze ammise che senza il suo amo non ce l’avrebbero mai fatta.
La sedicenne propose allora una collaborazione ed elogiando l’uomo con occhi sinceri e fiduciosi gli porse la mano.
L’amico d’inchiostro dell’eroe lo incitò a stringerla, lui sospirò ribadendo la priorità di recuperare il suo Manaiakalani e dopo aver accettato inaspettatamente gettò Vaiana in acqua.
L’oceano la riportò a bordo e lei guardò accusatoria Maui.
-Ci ho provato. –si difese lui con un gesto delle mani, dopotutto era sempre lo stesso.

Con rinnovato spirito il semidio dettò la destinazione successiva, rigirò con prestigio il remo da una mano all’altra e usò la destra per orientarsi.
Infilò quest’ultima in acqua per testare la corrente e dopo aver scosso le dita bagnate cambiò con naturalezza l’andatura della canoa con il Culacula.
La figlia del capo si inginocchiò per evitare che la vela le arrivasse in faccia e sempre più impressionata dalla bravura dell’uomo non distolse lo sguardo da quei movimenti.
Anche senza i suoi poteri l’eroe era in grado di navigare perfettamente.
Quando poi realizzò un nodo con una semplicità incredibile la prescelta non riuscì a trattenersi, non poteva perdere un’opportunità come quella.
-Insegnami a navigare. –lo pregò incuriosita e impaziente con occhi luccicanti.
Per tutta risposta Maui le sbuffò in viso e si girò dalla parte opposta non volendo insegnarle i propri trucchi.
Ci fu un dibattito fra i due che si concluse, grazie all’oceano che punse con un dardo il semidio, con la vittoria della giovane.
L’uomo immobilizzato venne spostato con qualche difficoltà dalla ragazza che prese il suo posto e lui rassegnato decise di insegnarle qualcosa…ma a modo suo.
Non la aiutò a navigare davvero, infatti sembrava proprio che non ci si impegnasse neanche.
Alla fine la sedicenne gettò la spugna, si mise a sedere e mentre calava il buio anche le sue palpebre si facevano pesanti.
Si sdraiò e per un attimo chiuse gli occhi…
Sotto il cielo stellato e l’ondeggiare della barca Vaiana si addormentò.

Poco dopo l’eroe di tutti riuscì a muoversi, segno che l’effetto del dardo si era esaurito, e si rimise in piedi.
Aggiustandosi il gonnellino di foglie osservò la sua compagna di viaggio che dormiva placidamente su un fianco con le mani sotto il viso a mo’ di cuscino.
Maui avrebbe potuto benissimo svegliarla per ripicca ma non lo fece, anzi trovò piacevole restare ad osservarla respirare lentamente con un’espressione beata.
Per essere una ragazzina non poteva negare che fosse bella, anche interiormente.
Aveva un corporatura snella, una muscolatura accennata ma non per questo poco invitante e un viso dolce e apparentemente innocente.
Il semidio scosse la testa rinnegando i propri pensieri e riprese a navigare lasciando però di tanto in tanto che il suo sguardo cadesse sulla figlia del capo addormentata.

Quando la mattina la prescelta si svegliò all’improvviso a seguito di un incubo respirando pesantemente l’uomo era ancora vigile e pronto a prenderla in giro e a sminuirla.
L’avvertì di essere giunti a destinazione e guardando di fronte a se la ragazza poté ammirare un’enorme e altissima rupe in mezzo all’acqua.
Dopo aver ormeggiato l’imbarcazione ad una roccia e aver dato dei semi a Heihei l’eroe rivelò alla sedicenne di trovarsi all’ingresso del regno dei mostri e che sarebbe andato lì da solo dandole della gallina.
Inutile dire che la battuta non fu apprezzata da nessuno.
Maui scalò la rupe e dopo qualche metro si mise a sedere per osservare il panorama e Vaiana che tuttavia testarda aveva abbandonato l’imbarcazione.
Il semidio la sentì arrampicarsi accanto a se e scuotendo la testa riprese la salita senza riuscire a non stuzzicarla con fare quasi flirtante.
Quella gonna di pandanus inoltre le lasciava scoperte le morbide cosce durante l’arrampicata…
Raggiunsero la giunsero in cima e la figlia del capo guardandosi intorno ricordò le parole di sua nonna, successivamente l’uomo a qualche metro dietro di lei affermò che avrebbe dato di stomaco se si fosse messa a cantare.
La prescelta espirò rassegnata, probabilmente gli sarebbe anche piaciuto come cantava ma poco importava.
Lei si voltò facendo notare all’eroe che non c’era alcun ingresso e Maui si fece scuro in volto avvicinandosi pericolosamente.
Si fermò al centro della rupe e con aria seria e voce profonda le disse che il passaggio appariva solamente dopo un sacrificio umano allarmando la ragazza. 
Subito però il semidio ammise di star scherzando e dopo aver riso soffiò a pieni polmoni sul terreno sollevando molta polvere.
La prescelta tossì leggermente e quando il fumo si diradò a terra notò il disegno di un volto.
L’uomo divino recitò una formula accompagnata da dei gesti, saltò e batté i pugni sulla roccia scuotendo la terra che si divise in due sotto i loro piedi.
Sprezzante del pericolo l’eroe si gettò dunque nell’apertura incontrando più tardi uno strato d’acqua luminescente e in seguito uscì afferrando abilmente alcune funi ed eseguendo delle acrobazie.
Atterrò senza sforzi grazie alla sua forza sovraumana con perfezione aspettandosi un punto per la sua magnificenza sulla tabella del mini Maui ma lui assegnò un altro punto alla ragazza.
Mentre Maui esprimeva la propria opinione e guardava in alto su indicazione del suo amico la sedicenne in questione gli cadde addosso con forza e continuò a ruzzolare giù da diverse rocce magiche.
Il semidio si affacciò da una di esse e il tatuaggio lo imitò, poi senza preoccuparsi delle sorti della giovane l’uomo si allontanò.
Vaiana si ritrovò appesa alla lingua di un pesce mostruoso che tentava di mangiarla e che venne divorato a sua volta da una creatura simile ad una pianta.
Spaventata e disgustata la giovane si mise a correre e incappò in quelli che sembravano pipistrelli non molto amichevoli e successivamente in un essere viola terrificante.
L’oceano l’aiutò a disfarsi di lui con un getto d’acqua proveniente da un geyser e la figlia del capo poté guardarsi intorno con il cuore che batteva ancora ad un ritmo frenetico.

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Capitolo 10
*** Tamatoa ***


Il Lalotai era un luogo davvero spaventoso e pullulava di creature maligne ma insolitamente era anche un posto ricco di colori luminescenti.
Delle gigantesche conchiglie luccicanti attirarono l’attenzione della prescelta e non appena la giovane vi si avvicinò scorse in una caverna quasi nascosta un mucchio di oggetti gialli e scintillanti dal materiale a lei sconosciuto.
A dominare la scena in cima a tutti quei tesori si ergeva magnifico, ricco di incisioni e con una fune di dubbia natura arrotolata sull’impugnatura …
-L’amo di Maui. –commentò la ragazza.
-See…-rispose qualcuno accanto a lei.
Colta di sorpresa la sedicenne sferrò un pugno all’uomo e subito dopo si scusò avendo pensato che fosse un mostro.
L’eroe non se la prese, anzi rimase controllato e perché lei non facesse altri danni scostò la giovane prendendola per il capo e posandola a terra.
Maui era deciso ad entrare da solo ma Vaiana si oppose, allora il semidio si legò i capelli in uno chignon mentre lei lo guardava risentita e si accorse di una conchiglia di strombo a terra.
L’uomo così ed elaborò un piano: usare la figlia del capo come esca.

La prescelta si sentì ridicola ad indossare delle grandi conchiglie e a far rumore parlando di luccichii per svegliare il loro nemico e quando l’eroe sussurrando le fece notare la sua poca credibilità lei gli rispose aspramente.
Maui però aveva un buon motivo per essere cauto, conosceva Tamatoa da anni ed era pazzo ed estremamente pericoloso. Mangiava ogni creatura che gli capitasse intorno tra cui: pesci, suo simili e addirittura divinità.
Il semidio invitò la ragazza a far parlare di sé il rivale egocentrico tanto quanto lui stesso ma ora arrabbiato con l’uomo per avergli strappato un arto sinistro durante una battaglia.
Sconvolta la sedicenne sentì all’improvviso che la terra sotto i suoi piedi si stava sollevando e scivolò ma non cadde a terra poiché qualcosa l’afferrò.
Quel qualcosa non era altro che un’enorme chela che l’avvicinò alla faccia di un mastodontico crostaceo dagli occhi grandi e dalle pupille di diversa dimensione.
A Vaiana si mozzò il fiato, Tamatoa era il granchio del cocco più grande che avesse mai visto e ovviamente anche l’unico che parlasse.
Il crostaceo la lanciò in aria per svestirla di quei fronzoli e mentre i due dialogavano l’eroe raggiunse una sporgenza alle spalle del mostro, prese una riconcorsa e provò a saltare sul guscio luccicante.
Sfortunatamente Tamatoa si scostò e Maui si aggrappò rapido alla sporgenza non molto silenzioso, ma prima che il granchio potesse voltarsi e scoprirlo la figlia del capo lo distrasse goffamente.
Il granchio iniziò allora a cantare e ballare e nel prevedibile momento in cui stava per divorare la prescelta il semidio, salito sul guscio del rivale, fece la sua eroica comparsa. Baciò il proprio amo e lo sollevò gloriosamente stupendo il crostaceo che rilasciò la giovane.
Dopodiché su suggerimento del mini Maui l’uomo roteò il Manaiakalani per avere le sembianze di un falco gigante e l’amo si illuminò con una scarica di energia azzurra.
Sfortunatamente l’arma divina fece assumere all’eroe diverse forme sbagliate per il troppo tempo trascorso senza allenamento e i tre si accorsero dell’impossibilità di trasformarsi di Maui.
Tamatoa ne approfittò per sballottare a destra e a sinistra il semidio ora notevolmente meno potente e vulnerabile senza il potere dell’amo.
Era questo che l’uomo voleva evitare prima di lasciarsi convincere dagli occhi da cerbiatta della ragazzina.

Il granchio del cocco lo sbatté su diverse superfici sciogliendogli i capelli e facendogli un male cane nonostante l’eroe tollerasse il dolore meglio degli umani.
Maui cercò di contrattaccare ma non ci riuscì e mentre la sedicenne corse ad aiutarlo Tamatoa l’afferrò e gettò in una gabbia fatta di ossa.
Vaiana non poté fare altro che assistere alle torture subite dal suo compagno di viaggio per mano (o chela) dell’ex amico che trovava anche un certo piacere sadico nel giocare brutalmente con lui.
Dopo averlo privato nuovamente del Manaiakalani riposizionandolo sul proprio guscio il crostaceo di quindici metri batté sulla parete e la conchiglia-caverna si chiuse permettendo al granchio di divenire bioluminescente per incutere maggior terrore.
Successivamente si avvicinò al semidio steso a terra sullo stomaco e parlando di abbandono gli scostò i capelli ricci mostrando il tatuaggio che aveva incuriosito la figlia del capo qualche giorno prima.
La prescelta a quelle parole cercò di vedere meglio spingendosi maggiormente contro le ossa e corrucciato la fronte nel tentativo di capire. L’uomo invece quasi spaventato dal suo giudizio la osservò con la coda dell’occhio.
In quel preciso istante il crudele crostaceo, dopo aver tormentato anche mentalmente l’eroe, lo sollevò dolorosamente per i capelli portandolo al cospetto della ragazza per un momento e poi allontanandosi.
Questa, stufa che Tamatoa maltrattasse Maui si arrampicò sulle ossa, uscì dalla gabbia atterrando su delle alghe bioluminescenti e astutamente pensò di creare un diversivo per scappare in fretta da lì.
Il semidio non poteva resistere ancora a lungo.

Il granchio del cocco concluse infine la sua canzone e stava per mangiare l’uomo se la sedicenne non fosse intervenuta mostrandogli un falso cuore di Te Fiti.
Tamatoa sputò l’eroe perdendo completamente interesse per lui e rincorse Vaiana che Maui, con un ultimo sforzo, tentò di proteggere aggrappandosi ad una chela del mostro senza successo.
La figlia del capo inciampò volutamente gettando il falso cuore in un crepaccio, salì sul dorso del granchio distratto per prendere l’amo, recuperò il semidio porgendogli il pesante Manaiakalani e lo aiutò a camminare.
Quando il crostaceo si accorse dell’inganno il duo era già fuori dalla caverna pronto a prendere il prossimo geyser per uscire dal regno dei mostri e non appena il granchio li raggiunse distruggendo una parete il getto d’acqua uscì potente ribaltando Tamatoa sulla schiena che non fu più in grado di muoversi.

L’oceano catapultò l’uomo e la prescelta all’esterno e a qualche metro dalla loro imbarcazione.
La ragazza bagnata ma su di giri per essere ancora viva stava per abbracciare il suo compagno di viaggio quando si accorse con disgusto che aveva la testa di uno squalo.
Contenne le sue emozioni per non farglielo notare ma non era brava a fingere e l’eroe che si stava impegnando nell’aprirsi con lei si accorse subito della figuraccia appena fatta.
La sedicenne rise ma smise di prenderlo in giro non appena “lo squalo” le fu davvero vicino e le fece i suoi ringraziamenti per aver corso un rischio così grande per lui entrando tuttavia subito dopo in depressione.
Maui affermò che la missione era maledetta e Vaiana negò ottimista porgendogli con difficoltà il pesante amo grande quanto lei.
Il semidio cambiò forma diverse volte e quando gli sembrò di aver riacquistato le sue belle fattezze si riscoprì ad avere le pinne e cadde sulla sabbia amareggiato.

Il duo ripartì quasi subito con la figlia del capo al comando poiché l’uomo era troppo giù di corda e il giorno lasciò spazio alla notte.
Con pessimismo l’eroe canticchiava una versione distorta della sua stessa canzone steso sulla schiena a guardare le stelle e occupando quasi metà della canoa che scivolava placida sul mare calmo.
-Puoi almeno provarci? –lo incitò la ragazza.
Non sopportava di vederlo così.
Con arrendevolezza, pigrizia e sfiducia Maui sollevò la mano destra toccando appena con il dito il Manaiakalani dietro di se dicendo: -Falco gigante. –
Provò rapidamente due o tre trasformazioni ma nessuna di queste fu l’animale scelto.
Determinata a non arrendersi la sedicenne si mise in piedi e si avvicinò al semidio punzecchiandolo con il remo per incitarlo ad alzarsi.
Quest’ultimo rispose in modo ironico sminuendo inaspettatamente anche il proprio nome e il mini Maui gli diede una gomitata non apprezzando affatto che si buttasse giù a quel modo.
Per tutta risposta l’uomo si sedette dando la schiena a Vaiana e spedendo il fastidioso disegno sulle spalle con un colpetto dell’indice.
Ora che portava nuovamente i capelli raccolti la figlia del capo poté vedere il tatuaggio incriminante che spesso e volentieri, come adesso, l’eroe non tentava neanche di nascondere.
-Coome ti sei fatto quei tatuaggi? –chiese cautamente incuriosita la prescelta.
Maui espirò, sapeva che quella domanda prima o poi sarebbe uscita fuori.
-Appaiono, quando me li merito. –spiegò evasivo e con tono quasi risentito di ciò.
Ancora una volta la ragazza toccò con l’indice destro il disegno al centro delle scapole chiedendo cosa rappresentasse e il semidio si voltò appena per risponderle con un pessimo gioco di parole.
Non era difficile da immaginare, una donna che gettava in mare un bambino aveva poche interpretazioni.
Poteva trattarsi di una moglie a cui era caduto il loro figlio in acqua o una persona egualmente importante nella vita dell’uomo che probabilmente gettava lui in acqua.

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Capitolo 11
*** Schiudere il proprio cuore ***


La sedicenne desiderava tanto scoprire i segreti del tatuaggio di cui l’eroe non sembrava andar fiero e gli diede un altro colpetto con il Culacula.
-Continuerò a chiedertelo. -lo informò risoluta.
Il mini Maui ancora confinato sulle spalle osservò la reazione del suo amico che di cattivo umore fissava il mare senza alcuna intenzione di parlarne.
Vaiana insoddisfatta continuò ad insistere colpendo Maui leggermente.
Lui scostò l’asta di legno con la mano destra appena irritato ma la figlia del capo non smise e un colpetto sui suoi capelli indispettì ulteriormente il semidio che, avendone abbastanza, si alzò fluidamente e agguantò il remo.
-Smettila! –le impose rabbioso.
-Dimmi solo che cos’è! –ribatté la prescelta cercando di liberare l’arma dalla stretta dell’uomo.
-Ho detto: Smettila. –sibilò spingendola rudemente e lasciando la presa sul remo.
Ostinata la ragazza lo guardò dritta negli occhi nonostante gli arrivasse a malapena alle spalle e si azzardò a sbatté il Culacula sul suo stomaco arrabbiata.
Furioso e frustrato l’uomo afferrò bruscamente il remo e gettò la sedicenne in mare mentre il mini Maui preoccupato si affacciò ad una roccia tatuata.
L’eroe si mise a sedere a poppa voltando le spalle nella direzione in cui aveva spedito la giovane.
Non sarebbe riuscito ad evitarla per sempre ma lei non poteva lasciarlo in pace!?
Quando la sedicenne riemerse l’oceano la posò delicatamente sulla barca e respirando pesantemente Vaiana comprese di aver esagerato.
Urlare contro una testa dura come Maui non avrebbe portato a nulla, doveva cambiare approccio.
Con tono docile e paziente la figlia del capo rispettò la sua decisione di non parlare e perfino quella di buttarla in acqua continuamente o di prenderla in giro perché inesperta, ma gli ricordò anche grave che Motunui stava morendo.
-Siamo solo tu ed io e voglio aiutarti, ma non posso se non me lo permetti. –ammise davvero sincera.
Calò nuovamente il silenzio tra i due e inaspettatamente il semidio lo ruppe confidandosi senza però guardare la prescelta in volto.
Le svelò così che i suoi genitori, e soprattutto sua madre Hina, lo avevano gettato in mare perché deforme come se non fosse niente.
Il tatuaggio in questione appariva agli occhi della ragazza quasi spettrale adesso che era notte mentre lui le raccontava l’accaduto e la prescelta non avrebbe mai voluto vedere quel disegno animarsi.
Successivamente e magicamente l’uomo era diventato un bel bambino e gli dei gli avevano regalato il Manaiakalani facendo di lui “Maui”.
L’eroe era stato poi accolto dagli umani e aveva usato i suoi poteri al massimo per dare loro tutto ciò che volevano, guadagnandosi l’amore che i propri genitori gli avevano negato.
La sedicenne si espresse comprensiva, capiva solo adesso quanto fosse destabilizzante per l’eroe parlarne e per la prima volta lo vedeva senza la solita maschera di superiorità che nascondeva in fondo un animo sensibile e ferito.
Ogni tatuaggio rappresentava la sua corazza.
Ecco perché la gettava in acqua, reagire in quel modo era più forte di lui e visto che l’aveva provato sulla propria pelle senza che potesse evitarlo ora lo faceva con lei.
Gli umani avevano accolto tutti i suoi doni e Maui dovette eseguire imprese ancora più grandi delle precedenti per far sì che continuassero ad amarlo arrivando persino a rubare il cuore della dea madre.
-Non era mai abbastanza. –confermò il semidio abbattuto.
Vaiana dispiaciuta gli si accostò e senza preavviso ma dolcemente gli cinse il collo da dietro con le minute mani appoggiandosi a lui in un abbraccio.
L’uomo rimase spiazzato e il suo cuore saltò un battito, non si mosse.
Percepì per diverso tempo il calore del corpo della figlia del capo sulla propria schiena e un po’ della sua morbidezza.
La prescelta respirava lentamente e il volto riposava sulla forte spalla destra dell’eroe che avvertì una sconosciuta ma piacevole sensazione di calore diffondersi all’altezza del petto e scendere giù per lo stomaco.
La sedicenne lasciò andare Maui, lo aggirò e si sedette accanto a lui. Doveva assolutamente risollevarne l’autostima.
Il semidio immerso nei pensieri ancora non la guardò.
Vaiana meditò per un momento su cosa dire e poi parlò con saggezza facendo notare all’uomo che non erano stati gli dei o l’amo a trasformarlo nell’eroe che era, ma solo il suo coraggio.
Il semidio realizzò in quel momento che aveva ragione…di nuovo, poteva farcela perché lui era lui e non per merito del suo Manaiakalani.
L’eroe si voltò lentamente verso la figlia del capo che con naturalezza si alzò e sul volto di un più sereno uomo si dipinse un sorrisetto.
L’alba ormai stava sorgendo e il suo chiarore illuminò la pelle di entrambi annunciando un nuovo giorno.
Il mini Maui abbracciò forte il pettorale sinistro dell’amico e quest’ultimo diede alcune pacche al disegno con la mano destra intenerito e rallegrato.
-Anch’io ti voglio bene piccoletto. –affermò Maui.
Si girò parzialmente per prendere il proprio amo ed esitò per attimo, fece un bel respiro e quando la prescelta si voltò nella sua direzione il semidio si mise in piedi lanciandole il solito sguardo provocatorio che lo contraddistingueva.
Fiero, forte, virile e provocante stringeva l’arma divina con entrambe le mani.
La ragazza sorrise a sua volta, così lo voleva.
Il mini Maui entusiasta mimò fiduciosamente cosa sarebbe successo in seguito e come avrebbero sconfitto Te Kā.

L’allenamento dell’uomo per riprendere confidenza con il proprio amo iniziò subito sotto la supervisione della sedicenne e l’aiuto del mini Maui.
Finalmente di nuovo sicuro di se l’eroe si trasformò correttamente, prima in un coleottero che Heihei mangiò sotto gli occhi sconcertati di Vaiana e poi in un’iguana gettando il pollo in acqua.
L’oceano rispedì l’animale nelle braccia della giovane e Maui saltò. Ritornò nella sua forma umana tenendo una mano sotto la guancia e l’altra con l’amo sul fianco come se fosse disteso inviando alla figlia del capo uno sguardo malizioso.
Cadde in acqua come un sasso e la prescelta davvero incuriosita dalla successiva forma si sporse oltre la canoa proprio mentre uno squalo saltava fuori con la bocca spalancata.
A mezz’aria il semidio assunse l’aspetto di un falco molto grande, la sua trasformazione preferita, e spassandosela un mondo scese in picchiata sul mare volando accanto alla ragazza che lo osservava ammaliata.
Il volatile fece lo slalom su alcuni altissimi massi emersi e tornò uomo due volte per distruggere con tutto il proprio vigore le rocce poi ritrasformandosi nel falco e stridendo vittorioso.
La sedicenne esultò con il remo nella mano destra e l’eroe soddisfatto da quel comportamento giocosamente prese le sembianze di una balena cadendo in mare e inondando Vaiana di acqua salata.
La figlia del capo rise divertita scostandosi i capelli e quando Maui con un tonfo fu a bordo i due si batterono amichevolmente il cinque anche se i loro palmi erano assurdamente di dimensioni diverse.
Il semidio fece altrettanto con il mini Maui in un modo molto speciale battendo il pugno sul proprio bicipite e successivamente l’oceano spazientito rinchiuse nella stiva Heihei che si era ancora una volta gettato in mare.
L’uomo divino scosse la testa e la prescelta contenta gli porse il Culacula che lui osservò per un momento.
L’eroe sorrise alla ragazza e roteò l’asta di legno porgendogliela, voleva ringraziarla per la premura avuta nei propri confronti e sdebitarsi.
La sedicenne emozionata prese il remo e Maui le insegnò, questa volta seriamente, come orientarsi in mare guidandola passo per passo con l’accuratezza che lei aveva messo nel risolvere i suoi problemi.
Si creò così un bel legame tra il duo accresciuto dal fatto che si erano salvati spesso la vita a vicenda.
Si fidavano l’uno dell’altra ormai tanto che il semidio aveva messo da parte il suo solito modo di fare irritante dimostrandosi socievole, e Vaiana lo gradiva molto.
Le piaceva questo lato di lui.
Aveva conquistato di diritto il posto come “il suo migliore amico”. Non che ci fosse da stupirsi, lei non aveva amiche e dopo la morte di sua nonna Maui avrebbe dovuto competere solo con un gallo, un maiale e il mare.
La giovane comunque apprese rapidamente tutte le nozioni essenziali per navigare nel giro di un solo giorno e quella sera il semidio le imparò a leggere le distanze tramite le stelle.

L’oceano era calmo, il cielo limpido e non soffiava un alito di vento. Era una notte serena e perfetta come tante altre.
La figlia del capo a prua teneva la mano sinistra tesa di fronte a se e con uno sguardo concentrato cercava la giusta angolazione, l’uomo invece era alle sue spalle osservando la prescelta che stava puntando nel verso sbagliato.
Con tranquillità l’eroe le si fece ancora più vicino di quanto non fosse già sfiorandola appena e con la mano sinistra percorse lento l’avambraccio della ragazza che ispirò più a fondo.
Quel contatto la fece rabbrividire piacevolmente, il tocco di Maui era sorprendentemente delicato e combinato all’atmosfera fece palpitare il cuore della sedicenne.
Per la prima volta si rese conto che non c’era nessuno intorno a loro per miglia e miglia, erano da soli e liberi.
Suo padre non avrebbe mai approvato che salpasse e in particolar modo in compagnia di un uomo che per lei era inizialmente quasi uno sconosciuto.
Il semidio nel frattempo si ripeteva di non avere secondi fini ma quando raggiunse il polso di Vaiana e lo scostò gentilmente nella direzione corretta, facendo poi per allontanarsi, fu lei stessa a prendere l’iniziativa intrecciando inaspettatamente le dita con le proprie.
Sbalordito l’eroe non fiatò e la figlia del capo senza paura si voltò appena con le morbide labbra incurvate all’insù e occhi dolci.
Maui fu letteralmente assalito da un tripudio di sensazioni a cui non era abituato.
Impacciato ricambiò teso il sorriso riappropriandosi della propria mano, prese le dovute distanze e andò a controllare alcune funi con le guance appena più accese.
La prescelta non commentò l’accaduto e con semplicità si mise a sedere immergendo i piedi nell’acqua calda mentre rimirava le stelle arrossendo lievemente.

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Capitolo 12
*** Rotta per Te Fiti ***


Le ore trascorsero, il semidio e la giovane ripresero a dialogale normalmente e poi la ragazza stanca gli augurò la buonanotte.
L’oceano li avrebbe mantenuti sulla rotta giusta solo per quella sera così che anche l’uomo potesse riposare per l’imminente battaglia.
La sedicenne con gli occhi chiusi ebbe però fin da subito difficoltà a dormire, un po’ per l’agitazione di essere così vicina a raggiungere il suo scopo e un po’ perché dal mare aperto si era alzata una brezza fredda e fastidiosa.
La giovane tentò di rilassarsi cullata dal dondolio del mare ma gli scricchiolii della barca le diedero più fastidio di quanto immaginasse.
Ad un tratto qualcosa di caldo le premette contro le spalle e Vaiana capì subito che si trattava dell’eroe appena coricato accanto a lei.
La schiena di Maui era piacevolmente rovente contro la propria e la figlia del capo non ci vide niente di sbagliato nel cambiare posizione accostandosi maggiormente al compagno di viaggio e amico.
Il semidio avvertì nettamente che la prescelta si era girata nella sua direzione e percepiva le dita di lei sfiorargli la schiena, ma ciò non gli diede alcun fastidio.
L’uomo indirizzò il proprio sguardo al cielo e divertito scosse appena la testa appoggiata sulle sue grandi mani, poi chiuse gli occhi.

Il mattino successivo i due navigarono ancora per tutto il giorno finché non scese la notte e la nebbia li avvolse.
L’eroe era salito sull’albero tentando di scorgere qualcosa tenendosi solamente con la mano sinistra, ma la sua attenzione passò alla ragazza sotto di lui che sicura di se metteva in pratica i suoi insegnamenti.
Maui la osservò carezzevole, quasi invaghito, illuminato dalla luce della luna con i capelli ricci mossi dalla brezza notturna.
Non appena la sedicenne sollevò lo sguardo i suoi occhi si aprirono un po’ di più per la sorpresa di trovare il semidio a fissarla con quella strana espressione.
Il loro rapporto era decisamente mutato dalla prima volta che si erano visti divenendo unico e adesso che Vaiana conosceva meglio l’eroe poteva considerarlo senza ombra di dubbio un bel po’ speciale, soprattutto dopo la scorsa notte.
-Che c’è? –domandò la figlia del capo ingenuamente vedendo il sorriso dell’uomo crescere impercettibilmente.
-Ho capito tutto. –affermò quest’ultimo saltando giù.
Le voltò le spalle animando i suoi tatuaggi e le spiegò perché secondo lui l’oceano aveva scelto lei stringendo casualmente il nodo della fune, o strallo, di prua.
-E se io fossi l’oceano penso proprio che sceglierei una “non principessa” con i capelli ricci per ricominciare da capo. –ammise Maui voltandosi verso la prescelta.
-Questa è letteralmente la cosa più carina che tu mi abbia mai detto. Forse avresti dovuto dirmela una volta arrivati a Te Fiti. –gli fece notare la ragazza deliziata.
-L’ho fatto. –le svelò il semidio scostando il braccio sinistro dal proprio corpo e indicando con il palmo aperto il banco di nebbia di fronte a loro.
La foschia si diradò e la sagoma dell’isola madre apparve difronte ai loro occhi.
Incredula la sedicenne continuò a fissare l’isola con la bocca leggermente schiusa e gli occhi marroni ben aperti mentre l’uomo annunciava la sua impresa girandole intorno.
-Vaiana di Motunui, credo tu abbia ufficialmente portato con te Maui attraverso il grande mare. –decretò l’eroe.
Successivamente si avvicinò all’orecchio sinistro della giovane e le mostrò il bicipite destro dove il mini Maui e altri personaggi d’inchiostro esultavano.
-Vaiana, Vaiana, Vaiana. Sei miticaaa. -le sussurrò Maui come aveva fatto Vaiana in precedenza alzando il pugno.
La figlia del capo ridacchiò dolcemente accostando il viso a quello del semidio mentre si girava nella sua direzione.
-È il momento. –affermò l’uomo invitandola a dargli il cuore di Te Fiti.
La prescelta aprì l’abalone della collana e senza esitazione porse la pietra all’eroe che la strinse nel pugno.
Il duo fu richiamato da uno strano rumore proveniente dall’isola dove si erano formate nubi più scure e fulmini, si scorgeva bene inoltre il bagliore rossastro della lava.
L’eroe prese l’amo e guardando il pericolo fece scrocchiare il proprio collo sembrando un vero duro.
La ragazza dietro di lui ripiegò la vela strattonando la fune e quando Maui si voltò verso di lei la sedicenne disse solo una frase con certezza.
-Va a salvare il mondo. –
Fiducioso di se e pronto il semidio si sentì invincibile e dopo aver saltato il Manaiakalani lo avvolse di luce azzurra trasformandolo nel falco.

L’uomo si avvicinò all’isola schivando palle di lava infuocata sotto lo sguardo ammirato e allo stesso tempo ansioso di Vaiana.
All’improvviso Te Kā fece la sua terrificante e imprevedibile apparizione innalzandosi dalle nubi di fuliggine e colpì l’eroe con l’enorme e fiammeggiante mano destra.
Si trattava di un mostro gigantesco fatto di rocce, magma e lava identico in tutto e per tutto ad un vulcano. La sua figura era snella, aveva cavità come occhi e bocca sempre aperti che gli conferivano un aspetto agghiacciante.
-Maui! –gridò allarmata la figlia del capo vedendo l’altro precipitare.
Rapidamente spalancò la vela e con il cuore in gola si mise in posizione per muovere la barca.
Maui afferrò al volo l’artefatto magico e l’amo ritrasformandosi in aria ma un altro colpo del demone lo gettò in acqua.
Dopo un attimo di esitazione il semidio prese le sembianze dello squalo, si riappropriò del cuore tenendolo in bocca e nuotò via.
La divinità formò un’altra palla di lava nella mano sinistra e con un verso stridulo la gettò in mare.
L’uomo-squalo la evitò appena e decise di prendere le sembianze di un piccolo pesce, più difficile da individuare e molto più veloce nel fuggire.

Un altro colpo di Te Kā mancò l’imbarcazione della prescelta che avanzava, il mostro la osservò per un attimo posando la mano su una roccia che sotto il suo peso si sgretolò e bagnò la superficie incandescente del demone.
Quest’ultimo emise un verso sofferente e la ragazza ne prese atto.
L’eroe saltellò sotto forma di pesce a bordo e quando si ritrasformò in se stesso la sedicenne gli si affiancò immediatamente posando le mani su di lui per controllare che stesse bene.
Maui per fortuna stava solo riprendendo fiato, la battaglia era spaventosa esattamente come se la ricordava.
La sedicenne colse l’occasione decisa ad infilarsi nel crepaccio della barriera di rocce da dove la divinità non poteva scendere ma il semidio, una volta chiare le sue intenzioni, misurò le distanze e in base alla propria esperienza valutò che non ce l’avrebbero fatta.
L’uomo ordinò con tono grave alla giovane di virare provando ad agguantare il remo ma Vaiana lo scostò troppo sicura.
Ormai mancava così poco, doveva rischiare.
Maui afferrò il Culacula ma mentre litigavano Te Kā ormai su di loro scagliò rabbiosamente il pugno destro e altrettanto rapidamente il semidio sollevò l’amo per contrattaccare e proteggere se stesso e la figlia del capo.
L’onda d’urto fra il mostro e l’oggetto divino fu così violenta che l’imbarcazione fu scagliata lontanissimo e a grande velocità.
I due occupanti si aggrapparono alla canoa e resistettero con tutte le loro forze.

Diverso tempo dopo le acque si calmarono.
La prescelta stordita cominciò a riprendersi, guardò l’orizzonte dove l’isola non si scorgeva più e controllò nella stiva sotto di se Heihei spossato ma ancora vivo.
La ragazza chiuse la botola e alzando lo sguardo vide il compagno di viaggio seduto a darle le spalle.
-Tutto…bene? –gli domandò incerta.
Lui non rispose.
-Maui…- lo richiamò preoccupata che fosse ferito.
L’uomo espirò e mettendosi in piedi si voltò lentamente mostrandole l’amo con il capo chino e il viso cupo.
Il Manaiakalani era irreparabilmente danneggiato, presentava diverse profonde crepe e scariche violacee lo attraversavano.
La sedicenne si sentì subito in colpa e scioccata fece saettare lo sguardo dall’amo all’eroe.
-Ti avevo detto di virare. –affermò con freddezza lui fermando il cuore di Vaiana all’istante.
Era arrabbiato con lei.
Respirava controllato e si stava palesemente trattenendo dal gridarle contro. Neanche il mini Maui osò mostrarsi in quella circostanza.
L’atmosfera era tesa, la situazione grave e una brutta, bruttissima discussone sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro.
-Credevo che noi ce la facessimo. -si scusò la figlia del capo alzandosi cautamente.
-Noi? –chiese il semidio con distacco.
-Credevo di farcela. –si corresse lei dispiaciuta abbassando lo sguardo.
Non aveva rovinato solo l’arma divina ma anche il loro rapporto e forse per sempre.

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Capitolo 13
*** Incertezze ***


-Possiamo ripararlo. –ipotizzò la prescelta facendo un passo avanti verso l’uomo e il suo Manaiakalani.
-È stato fatto dagli dei, non si può “riparare”. – ammise velenoso l’eroe calcando l’ultima parola.
L’amo poteva ferire gravemente le divinità ma altrettanto facilmente poteva essere distrutto da loro.
La ragazza ottimista rispose che sarebbero stati più attenti la volta dopo e spiegò a Maui il suo piano per aggirare il demone di lava che non era in grado di entrare in acqua.
-Non tornerò indietro. –disse lui fermamente.
Vaiana, che si era inginocchiata per legare un paletto, si rialzò ricordandogli la loro missione.
-Il mio amo è incrinato, un altro colpo e sarà distrutto. –affermò grave il semidio.
Non avrebbe affrontato mai più nulla con il Manaiakalani in quelle condizioni, anche a costo di essere un codardo per tutta la vita. Era troppo importante quell’oggetto per lui.
-Maui, devi restituire il cuore. –lo rimproverò la figlia del capo.
-Senza il mio amo non sono niente. –esternò l’uomo calmo e ormai sicuro di questo.
-Non è vero…–tentò di farlo ragionare la giovane avvicinandosi ulteriormente.
-Senza il mio amo non sono niente! -ribadì infuriato l’eroe esplodendo all’improvviso.
Sbatté il piede a terra accostandosi pericolosamente alla prescelta e indicandosi il petto con la mano destra aggressivo mentre la collana che aveva al collo sbatteva contro il suo petto.
Gli occhi scuri erano rabbiosi, le sopracciglia incuneate all’ingiù e i denti digrignati.
Quello scatto d’ira spaventò davvero la ragazza che ebbe paura di lui per la prima volta e indietreggiò con il busto respirando rapidamente.
La sedicenne guardò il compagno di viaggio negli occhi crudeli poi coraggiosamente, anche se ancora intimorita, parlò.
-Non è così per me. –gli svelò con assoluta certezza.
Un lampo di stupore passò sul volto di Maui e la sensazione che aveva provato il giorno prima riaffiorò in lui prepotentemente.
Capì bene di cosa si trattava e perché gli facesse uno spiacevole effetto vedere la giovane sull’orlo delle lacrime.
Vaiana era l’unica che lo aveva a cuore, che lo amava davvero e lui sapeva che era sincera ma non poteva perdonarla per quello che era appena successo. Non poteva.
Che nutrisse lo stesso affetto per lei o meno.
Il semidio fece una smorfia e aprì il grande palmo della mano sinistra mostrando alla figlia del capo il cuore di Te Fiti prima di lasciarlo cadere a terra con indifferenza.
Con quel semplice gesto rinunciava alla missione, respingeva lei e rifiutava i suoi sentimenti.
Successivamente la sorpassò e la prescelta si chinò a raccogliere la pietra delusa e amareggiata, la strinse nel pugno sinistro e accusatoria si voltò verso l’uomo additandolo.
-Noi siamo qui perché TU hai rubato il cuore, solo per questo! –affermò rabbiosa la ragazza.
L’eroe si sentì colpevole di questo e le dava ragione ma negò voltandosi e rigirando la conversazione a suo favore.
Puntò il dito contro la sedicenne rinnegando il bel discorso che le aveva fatto in precedenza definendola non speciale.
Ferita lei ripeté le parole di sua nonna per farsi forza ed imporsi ma nonostante questo Maui le diede le spalle e le disse con rammarico: -Addio Vaiana. –
Disperata e con la voce incrinata Vaiana continuò il suo discorso perché restasse, quasi egoista nel voler a tutti i costi che il semidio si battesse.
-Io non morirò perché tu possa dimostrare di essere ciò che non sei. –ammise quest’ultimo girandosi nuovamente ma venendo interrotto dalla figlia del capo.
-L’oceano ha scelto me! –affermò con convinzione e occhi lucidi.
Teneva il pugno sinistro chiuso al fianco e il cuore di Te Fiti nell’altra mano stesa di fronte a se e verso l’uomo.
-Ha scelto male. –mentì l’eroe mortalmente serio ignorando quegli occhi.
Voltandosi nuovamente Maui tentò di mutare forma ma ricevette un doloroso e improvviso contraccolpo da una scarica viola che lo mise in ginocchio.
La prescelta si mosse inconsapevolmente verso di lui preoccupata per il semidio anche dopo che le aveva spezzato il cuore e l’uomo ostinato riprovò a trasformarsi prendendo con difficoltà le sembianze del falco gigante.
Appena ci riuscì si diede la spinta e un po’ indolenzito volò via mentre la ragazza con supplica lo chiamava a gran voce infelice.
Non tornò indietro.

La sedicenne rimasta sola con l’oceano abbassò il capo sconfitta su tutti i fronti e chiuse gli occhi, forse Maui aveva davvero ragione.
Non era più sicura di niente.
-Perché mi hai portata qui? –domandò abbattuta all’onda che si era sollevata di fronte a lei illuminandola in volto con dei riflessi azzurri.
Dispiaciuta Vaiana provò a riconsegnare il cuore credendo di non essere la persona giusta ma l’oceano non raccolse la pietra pulsante.
La figlia del capo lo supplicò allora di scegliere qualcun altro e l’onda riprese l’artefatto riponendolo sul fondo del mare.
Era finita.

Le lacrime solcarono il viso della non più prescelta che sentì l’enorme peso del fallimento addosso e crollò in ginocchio sul legno dell’imbarcazione singhiozzando.
Alcune di quelle lacrime dedicate anche al semidio che l’aveva abbandonata.
Pensava che tra lei e Maui……che illusa.
Ad un tratto di fronte alla ragazza apparve una luce e una luminosa manta che sembrava fatta di polvere nuotò verso di lei.
Possibile che fosse…pensò la sedicenne osservando rapita e speranzosa l’animale.
-Sei molto lontana dal reef. –disse una dolce voce a prua che lei conosceva benissimo.
Vaiana si voltò in quella direzione e stupita vide sua nonna serena e in ginocchio con le mani sul grembo.
-Nonnina? –le disse incredula ispirando.
-Credo di aver scelto il tatuaggio giusto. –ammise ironica lanciando un’occhiata alla manta sulle sue spalle.
La figlia del capo non necessitò di altre prove e si gettò fra le braccia amorevoli della madre di suo padre con il cuore gonfio di tristezza.
Ammise di aver tentato ma di non essere riuscita a salvare nessuno, Tala comprensiva le accarezzò una guancia cancellando la scia delle lacrime precedenti e scusandosi con lei per averla caricata di un tale fardello.
La donna-spirito le disse che se fosse tornata a casa lei l’avrebbe seguita e la ragazza si aggrappò alle sue mani per un momento poi si alzò in piedi.
Una volta a poppa prese il remo per immergerlo in acqua ma si bloccò.
Se fosse tornata a Motunui adesso che cosa ne sarebbe stato della sua isola? Non sarebbe cambiato niente.
Sua nonna vedendo l’incertezza paralizzante della nipote intonò una canzone com’era solita fare per tirarla su di morale e farle capire le cose.
Le spiegò che le sconfitte ottenute dalla vita l’avrebbero resa più saggia, che le persone che viaggiavano con lei e che avrebbe incontrato potevano cambiarla come era successo con Maui, ma che lei doveva ascoltare solo il proprio cuore e la sua voce interiore.
Doveva rimanere fedele a se stessa, quindi: Chi era lei?
-Ho nel cuore la mia gente, amo Maui e sento che…lui ama me. -cantò armoniosamente la giovane inizialmente incerta e poi più sicura sotto lo sguardo sereno e complice di Tala.
Sapeva che i due non sarebbero stati divisi a lungo, avevano bisogno l’uno dell’atra.
La ragazza osservò il proprio riflesso sull’acqua oscura poi il mare aperto e mentre sfiorava la collana raccontando dei suoi avi navigatori questi apparvero davvero.
A bordo di una delle enormi imbarcazioni che aveva visto nella grotta a Motunui un antenato, Matai Vasa, le sorrise fiero toccando il gioiello che lui stesso aveva portato al collo quand’era in vita.
La sedicenne lo imitò e lui spiegò la vela allontanandosi, altre barche circondarono Vaiana e seguirono la rotta tracciata dal loro capo.
Emozionatissima la giovane salì sull’albero guardandosi attorno affascinata da quel magico spettacolo riacquistando fiducia in se stessa.
Le grandi navi scivolavano sul mare scuro scintillanti come stelle.
La figlia del capo scese dall’albero e rassicurò Tala mettendo le loro fronti a contatto teneramente prima di cantare più forte il proprio nome e tuffarsi in acqua senza più dubbi.
Riemerse poco dopo con il cuore di Te Fiti in mano ma tutti gli spiriti erano scomparsi.
La delusione iniziale venne subito messa da parte e più determinata che mai la vera e unica prescelta si mise a riparare la barca pronta per ripartire.
Non si sarebbe arresa.

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Capitolo 14
*** La battaglia ***


La ragazza navigò per tutta la notte e il giorno dopo era arrivata nei pressi dell’isola.
L’aria era molto calda e odorava di cenere, nubi scure erano all’orizzonte e la fuliggine volteggiava tutt’intorno.
La sedicenne ripassò il piano preparando l’imbarcazione, si legò i capelli e rinchiuse Heihei, ora suo unico compagno di viaggio, nella stiva.
Te Kā fece la sua mostruosa comparsa dalla barriera rocciosa sollevando ulteriore fumo sempre accompagnata da fulmini di energia.
Prima che potesse scagliare la sua rabbia sull’imbarcazione Vaiana rapidamente fissò la fune ed eseguì la stessa tecnica per voltare la canoa che aveva usato Maui durante lo scontro contro i Kakamora.
La figlia del capo evitò il colpo e si fece seguire dal mostro che avanzò trascinandosi sulla barriera.
Grazie alle nubi di vapore la prescelta fu nascosta alla vista del mostro e ne approfittò per cambiare direzione.
Quando il demone di lava se ne accorse la ragazza era già lontana, si guardò indietro con sguardo scaltro e liberò la vela per prendere velocità e raggiungere il suo vero obbiettivo: l’apertura nella barriera.
La divinità colta alla sprovvista riuscì comunque a lanciarle una palla di lava che fece crollare diversi massi attorno alla canoa.
La sedicenne allarmata continuò a navigare ma un brusco movimento di un masso alle sue spalle la fece cadere.
Il cuore uscì dall’abalone e rimbalzò sul legno ma prima che potesse cadere in acqua Heihei prontamente lo afferrò con il becco.
Inaspettatamente il gallo non ingoiò la pietra ma la riportò alla sua padrona che lo elogiò e ripose nuovamente l’artefatto al proprio posto.
Vaiana riuscì a superare la barriera e a scorgere Te Fiti ma proprio in quel momento Te Kā distrusse una parte della barriera generando un’onda che capovolse la barca della figlia del capo.
La prescelta finì in acqua, nuotò ed emerse tossendo aggrappandosi alla canoa.
Il pollo intanto stava tranquillamente e inspiegabilmente a galla all’interno di una cesta.
Senza perdere tempo e con l’adrenalina a mille la ragazza salì sull’imbarcazione tirando con tutte le proprie energie la fune per rigirare la canoa ma l’acqua ostacolava i suoi sforzi appesantendo la vela immersa.
La sedicenne agitatissima e spaventata vide il mostro allungare una mano infuocata verso di lei e Vaiana si piegò attendendo il colpo mortale che non poteva evitare.
Immediatamente si udì uno stridio e la figlia del capo alzò la testa verso il cielo sorpresa.
Un falco gigante la sorvolò andando incontro alla mano di lava per proteggere la giovane, l’uccello si trasformò per un attimo in un uomo con un grande amo e recise con forza il polso del demone.
-Maui! –gridò la prescelta felice.
Non credeva ai suoi occhi, era tornato per lei…
La divinità emise un verso di dolore mentre la lava schizzava in acqua e Maui cambiò forma a mezz’aria atterrando con precisione e vigore sulla barca rovesciata smuovendola un po’.
Il semidio appariva proprio come un vero eroe: dallo sguardo valoroso, il possente corpo illuminato dalle fiamme sprigionate da Te Kā e capelli ricci mossi dal vento.
-Sei tornato! -ammise entusiasta e commossa la ragazza avvicinandoglisi.
Avrebbe tanto desiderato abbracciarlo in quel momento.
L’uomo si espresse in una mezza risata modesta lanciando uno sguardo al mini Maui che soddisfatto incrociò le braccia e annuì verso la sedicenne.
Lui e il semidio avevano parlato a lungo e alla fine il tatuaggio animato era riuscito a convincerlo a tornare da lei.
Maui non poteva lasciare che morisse, non l’avrebbe mai permesso.
-Ma il tuo amo…un altro colpo e…-formulò la giovane preoccupata.
L’eroe osservò l’arma divina con sufficienza, quasi non gli importasse più di tanto e parlò.
-Tsk –fece scettico –Te Kā deve prima prendermi. –affermò poi con un sopracciglio alzato.
La “voce” del mostro che ricreava il proprio braccio li riscosse e Maui si voltò nella sua direzione sorridendo impavido, amava le sfide dopotutto.
Usando il Manaiakalani ripescò la barca girandola con facilità dicendo a Vaiana che le avrebbe guardato le spalle mentre lei salvava il mondo.
Utilizzò tra l’altro la stessa frase che la giovane aveva detto a lui.
-Maui. –lo chiamò la figlia del capo attirando lo sguardo del semidio su di lei –Ti ringrazio. –concluse sincera.
-Tranquilla. –rispose l’uomo sibillino con tono caldo e quasi sensuale.
Subito dopo l’eroe con il solito verso di battaglia si trasformò in un coleottero volando davanti al viso del demone e successivamente prese le sembianze di una balena bagnando la divinità e allo stesso tempo smuovendo l’acqua per spingere via l’imbarcazione della prescelta.

Maui giocò un po’ con il proprio amo distraendo Te Kā, amava fare esibizioni, provocare i suoi nemici e prendersi gioco di loro con dei semplici trucchetti. 
Per questa sua passione però venne colpito e scagliato su uno scoglio e il mostro, accortosi della ragazza fin troppo vicinia al proprio dominio, le lanciò una palla di lava.
-Vaiana! –gridò allarmato il semidio nella sua direzione.
L’oceano attutì il colpo e la sfera riuscì solamente a ribaltare la canoa gettando la sedicenne in acqua che però venne trasportata rapidamente a terra dal mare stesso.
-Metti il cuore nella spirale! –la istruì l’uomo da lontano osservando subito dopo la mossa del suo avversario.
Il demone stava ricreando un’altra palla di lava e Vaiana si arrampicava più in fretta che poteva.
Consapevole di cosa era necessario fare l’eroe prese l’amo avviluppato dalle scariche viola, lo impugnò e cercò un’ultima conferma dal mini Maui che lo incitò a combattere.
Maui fece un respiro profondo, prese la rincorsa passando da uno scoglio all’altro e saltò molto in alto esprimendo vocalmente la propria prodezza colpendo poi la divinità dritto al petto prima che potesse sferrare il proprio attacco.
Appena i due si scontrarono una potente onda d’urto magica si sprigionò e fu così intensa che la figlia del capo venne spinta a terra e il semidio fu sbalzato di nuovo su uno scoglio.
Inevitabilmente l’amo venne distrutto e l’uomo rimase solamente con l’inutile manico in mano.
La prescelta sconvolta da quella vista si affrettò a conquistare la cima della montagna ma quando ci arrivò e tirò fuori il cuore per rimetterlo a posto scoprì con orrore che l’isola madre non c’era più e che ne rimaneva solo la sagoma.
Che fossero arrivati troppo tardi?

Ad un altro verso di Te Kā la ragazza girò su se stessa, il suo sguardo si posò sulla spirale che il mostro aveva sul petto e osservando il cuore pulsante nella propria mano la sedicenne capì.
Il demone era pronto per un ultimo attacco quando l’eroe di tutti lo richiamò gettando l’amo a terra e danzando per sfidarlo e forse insultarlo.
Maui si batté il petto con vigore eseguendo i movimenti con rabbia alzando sempre di più il volume della propria voce gridando e ancora più furiosa la divinità si innalzò con tutta l’intenzione di colpirlo ma prontamente un bagliore color smeraldo fermò tutto.
Vaiana dalla cima della montagna teneva il cuore pulsante e splendente nella mano sinistra sollevata verso il cielo e il demone ne fu completamente attirato.
La figlia del capo scese con calma lungo la parete rocciosa e una volta di fronte al mare gli chiese con gentilezza di lasciar passare Te Kā.
Le acque si divisero all’istante con un piacevole fragore liberando un passaggio sulla sabbia bagnata e cosparsa di rocce sul quale la creatura potesse raggiungere la prescelta.
Sia il demone che il semidio rimasero sorpresi da quella inconsueta decisione e non appena la ragazza iniziò a camminare nella sua direzione il mostro sembrò ritrovare la propria grinta.
Si gettò famelico in avanti trascinandosi spaventosamente con gli arti infuocati, conficcando le unghie nella sabbia e avvicinandosi con rapidità.
Maui non poté fare altro che guardare con il cuore in gola.
La sedicenne avanzò ancora lentamente affiancata dalle barriere d’acqua che continuavano a scorrere luccicanti e si mise a cantare mentre il vento le faceva ondeggiare i capelli in modo ipnotico.
La voce di Vaiana era ferma e dolcissima tanto da infondere piacevoli brividi a chiunque avesse avuto il piacere di udirla in quel momento, proprio come il semidio che l’ascoltava da navigatore qual era ammaliato dal suo canto da sirena.
La figlia del capo lasciava impronte leggere dietro di se, invece il demone solchi profondi, lava e fumo.
La prescelta salì su una roccia posta sul cammino e la divinità si fermò davanti a lei che senza paura continuò a cantare riuscendo a colpire Te Kā nel profondo della sua anima calmandola.
Il fuoco della vendetta che ardeva da anni nel mostro finalmente si affievolì, il demone accostò il viso all’umana che fece due passi e appoggiò una mano e la fronte sulla sua.
-Decidi chi sei davvero. –la pregò.
La divinità chiuse gli occhi e la ragazza mise il cuore nella spirale.

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Capitolo 15
*** Una tenera separazione ***


Ad ogni battito della pietra il corpo roccioso di Te Kā cominciò a sgretolarsi e fiori e piante ne presero il posto rinascendo.
Quando anche la maschera cadde un bellissimo e amorevole viso di muschio fu rivelato.
Occhi gradi e verdi sbatterono le palpebre e le labbra piene si sollevarono in un sorriso rivolto alla sedicenne meravigliata.
Il corpo di Te Fiti venne ricoperto di fiori e arbusti, il sole tornò a splendere anche in quel punto, le nuvole bianche a occupare il cielo e gli uccelli a volare attorno a lei.
La dea si rimise in piedi con magnificenza, si riappropriò di una Lei di fiori e avanzò verso il punto in cui avrebbe sempre dovuto trovarsi.
L’oceano acciuffò Vaiana e la sollevò richiudendo le acque dietro la divinità.
L’isola madre si sedette sull’arido terreno e fece scorrere la mano sinistra nella terra che in un baleno rinvigorì diffondendo nuova linfa ad ogni cosa, persino gli alberi crebbero rapidamente.
La figlia del capo fu posata delicatamente sull’erba dal mare che poco dopo trasportò in modo meno privilegiato Maui accanto alla prescelta bagnandolo completamente e sputando letteralmente anche Heihei sul terreno.
-Il pollo è vivo. –precisò il semidio rivolto alla prescelta e da sempre scettico sulla sopravvivenza dell’animale.
La ragazza emise un versetto divertito poi guardando l’uomo negli occhi strinse le proprie mani e si espresse dispiaciuta per il Manaiakalani, sapeva quant’era importante per lui.
-Beh, con amo o senz’amo…- iniziò a dire l’eroe con un’alzata di spalle -io ti amo. –concluse sicuro alzando il sopracciglio sinistro.
Il cuore della giovane prese a martellare, il suo sorriso si ampliò e persino gli occhi marroni erano più luminosi che mai ma prima che potesse saltargli al collo il manto erboso sotto di loro si innalzò facendo quasi perdere equilibro ad entrambi.
Il duo si ritrovò di fronte a Te Fiti, sul palmo della sua mano.

La sedicenne molto onorevolmente si inginocchiò chinando il capo di fronte a lei e dopo aver scambiato uno sguardo con un Maui stupefatto gli fece cenno si mettersi giù a sua volta.
Il semidio colto alla sprovvista si inchinò rapidamente e profondamente con rispetto.
La dea ne fu compiaciuta ma in seguito il suo sorriso diminuì osservando l’uomo che le aveva rubato il cuore.
Accortosi di ciò l’eroe a disagio si rialzò mascherando il proprio evidente imbarazzo con il solito comportamento estroverso e in quel frangente inappropriato.
Sembrava uno scolaretto nervoso colto sul fatto.
La divinità lo guardò scettica, davvero tutto quello che aveva da dirle dopo anni di sofferenza e la loro precedente lotta era: Ciaaao, insomma…come stai?
Per evitare di umiliarsi ulteriormente Maui moderò il proprio comportamento, si schiarì la voce e gesticolando sincero parlò.
-Senti, quello che ho fatto…è sbagliato. Non ho scusanti. Mi dispiace. -affermò umilmente ed estremamente dispiaciuto.
Era tutto ciò che l’isola madre voleva ascoltare e avendo un animo benevolo e clemente lo perdonò, poi sorrise mostrando al semidio il contenuto nella mano sinistra.
Un nuovo Manaiakalani era lì, pronto ad essere impugnato da un guerriero meritevole.
L’uomo inspirò estasiato allungando inizialmente le grandi mani ma poi le ritirò trattenendosi impaziente e saltellando sul posto chiedendo con gli occhi un consenso più maturo da parte di Vaiana.
-Sai sarebbe scortese rifiutare il dono di una dea. –rispose pacatamente la figlia del capo invogliandolo a prendere il regalo.
L’eroe non se lo fece ripetere due volte.
Afferrò il magico oggetto con entrambe le mani sollevandolo sopra la testa con entusiasmo ed esprimendosi con un verso di vittoria ad alto volume.
La prescelta gli diede un pugnetto sulle costole e lui si fermò, la guardò per un momento e più elegantemente chinò il capo e ringraziò riconoscente Te Fiti.
Non aveva idea di come comportarsi con le divinità, era sempre stato lui a ricevere rispetto dagli altri e mai viceversa.
Maui indietreggiò leggermente ed emise in piccolo il grido di prima in modo quasi tenero trasformandosi subito dopo in un coleottero che volò via.
La dea avvicinò a se la ragazza rimasta e le due si salutarono ponendo le fronti a contatto.
La sedicenne scese in seguito dalla mano della donna e il semidio si affiancò a Vaiana riprendendo la sua forma di uomo.
Te Fiti utilizzò infine propri poteri creando una scia di fiori colorati e profumati e donò alla figlia del capo una nuova barca.
La dea guardò per un’ultima volta il duo e fece un cenno di ringraziamento ad entrambi.
La divinità cominciò a crescere riprendendo le sue vere dimensioni e, sotto lo sguardo contento della prescelta e del semidio, si stese sul fianco divenendo un tutt’uno con la terra e immobilizzandosi definitivamente.

L’uomo divino riempì la stiva della nuova imbarcazione bordata di fiori con frutta fresca e quando Heihei ci si tuffò a testa in giù l’eroe ammise che gli sarebbe mancato giocando con la sua zampa.
La ragazza, che stava preparando la corda a poppa, gli si avvicinò offrendogli di tornare insieme a lei e al gallo a Motunui usufruendo della scusante che al popolo sarebbe servito un grande navigatore.
In realtà alla sedicenne avrebbe fatto davvero piacere che lui rimanesse ma sapeva che ora che tutto si era sistemato Maui desiderava essere libero, proprio come lei.
Il semidio sorrise dolcemente rispondendo che la sua gente aveva già un maestro e sollevò curiosamente la propria collana per il dente di squalo.
L’uomo sentì un conosciuto e piacevole formicolio sotto la pelle e inaspettatamente per la giovane il tatuaggio sul pettorale sinistro cambiò forma.
L’inchiostro sembrò scivolare su se stesso adattandosi al nuovo disegno che venne alla luce ricavandosi uno spazio accanto al mini Maui.
Il tatuaggio rappresentava Vaiana sulla barca che sorrideva e salutava felice con il remo nella mano sinistra e la spirale del cuore di Te Fiti sulla vela.
Piacevolmente stupita la figlia del capo espirò con difficoltà, distolse lo sguardo dal disegno, esitò un momento e poi emozionata saltò con slancio al collo dell’eroe immergendo le mani nei capelli neri e ricci.
Maui ne fu sorpreso in un primo momento e non ricambiò ma subito dopo strinse felice la ragazza a se con maggior forza.
La prescelta era davvero minuta fra le quelle braccia e lui riusciva a coprirle completamente il corpo con i propri possenti arti.
Entrambi sapevano che i tatuaggi del semidio comparivano magicamente durante i momenti più significativi della sua vita ed ora la giovane sarebbe rimasta per sempre tatuata sul suo cuore, impressa su di lui e dentro di lui.
La sedicenne si scostò appena dal corpo massiccio dell’uomo guardandolo bene negli occhi marroni, il sorriso che mostrava era dolce come mai lo aveva visto prima e Vaiana si chiese cosa avrebbe fatto senza Maui.
Inevitabilmente le sarebbe mancato un mondo e non poteva lasciare che se ne andasse così dopo quello che le aveva confessato.
La figlia del capo gli mise una mano sulla guancia e attratta provò ad avvicinarsi lentamente socchiudendo le palpebre.
L’eroe non le impedì di farlo, invece si accostò a lei e chiuse gli occhi unendo le labbra con le sue.
Un piacevole fremito attraversò entrambi e il semidio rafforzò la presa già salda sulla vita della prescelta.
Il cuore della ragazza batteva ritmicamente come nel pieno di una corsa lungo i pendii della sua isola e quello dell’uomo anche.
I piccoli piedi scalzi non toccavano terra e probabilmente se l’eroe non l’avesse tenuta sollevata non avrebbe notato ugualmente la differenza.
Le labbra di entrambi erano morbide ma quelle di Vaiana lo erano di più, proprio come i petali di un fiore.
Le loro bocche inizialmente ferme incominciarono con dolcezza dei piccoli movimenti l’una contro l’altra mentre Maui inclinava la testa e posava l’enorme mano destra sul viso e sul collo della giovane.
Infilò le dita nella sua chioma riccia e Vaiana fece altrettanto circondando nuovamente il collo del bel semidio.
I loro petti premuti insieme permettevano ad entrambi di sentire chiaramente il movimento del respiro dell’altro.
Baciare l’eroe non era affatto come la figlia del capo avrebbe mai potuto pensare che fosse.
Non fu sbrigativo ne brusco o senza controllo alcuno ma era solo la prima volta che lo baciava, chissà in quanti altri modi lui avrebbe potuto farlo.
Il bacio era estremamente piacevole e sarebbe stato un vero affronto interromperlo.
Fu la prescelta a tirarsi via per prima in mancanza d’aria.
Sapeva bene che l’uomo di fiato nel corpo ne aveva in abbondanza e che probabilmente sarebbe potuto andare avanti per un’ora ma purtroppo lei era solo una comune mortale.
La ragazza udì il suono delle onde dietro di loro, sentì il sole scaldarle le braccia e la nuca e percepì chiaramente il calore del fiato, non disgustoso, di Maui sulla pelle quando si scostò.
Vaiana riaprì gli occhi quasi stordita da quelle sensazioni, i suoi occhi incontrarono quelli del semidio e un lieve rossore si impadronì delle sue guance senza che potesse controllarlo.
L’uomo lo vide e sorridendo ci passò sopra il pollice in una lieve carezza.
Non aveva mai provato niente di simile e ringraziava mille volte gli dei per avergli donato una ragazza così speciale da tenere sempre al proprio fianco.
Espirando completamente rilassato l’eroe avvicinò il volto all’incavo del collo della sedicenne annusandone il profumo.
-Come faccio ora a lasciarti andare principessa? –domandò ironico.
Vaiana ridacchiò dolcemente.
-Tornerò presto, te lo prometto. –sussurrò poi Maui all’orecchio della giovane scostandosi da lei che annuì.
Il semidio si beò ancora per un momento della sua figura, posò sulla sabbia la figlia del capo e le diede un breve bacio sulla fronte prima di indietreggiare lentamente con un sorriso malinconico.
Il mini Maui salutò tristemente la prescelta con la mano e lei ricambiò indietreggiando a sua volta.
-Ci vediamo lì Maui. –disse all’uomo con il grande amo.
-Ci vediamo lì…Vaiana. –rispose lui altrettanto solennemente.
L’eroe si trasformò subito in un falco e spiccò un balzo ad effetto arricchito da delle acrobazie in aria e dagli spruzzi dell’oceano che riportarono il sorriso sul volto della ragazza.
Dopo un ultimo sguardo l’uccello prese quota e volò via.

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Capitolo 16
*** Riconciliazione ***


Al termine di quell’avventura Vaiana tornò a casa, riabbracciò i genitori davvero preoccupati per lei e rassicurò il popolo sulle sorti della loro isola.
La figlia del capo raccontò della sua impresa e fece in modo che la propria gente riprendesse finalmente la navigazione.
La ragazza coordinò l’estrazione delle barche degli antenati dalla caverna che le aveva mostrato la nonna e mise una conchiglia di strombo rosa e gialla al posto della pietra sulla montagna.
Istruì il popolo all’arte di navigare ottenendo ufficialmente il ruolo di capo della tribù e andando per mare con la propria gente incrociando di tanto intanto un falco sulla sua rotta.

Passate delle settimane in acqua fu naturale per i viaggiatori tornare a Motunui ma non tutti decisero di restare.
Alcuni abitanti ad esempio ripartirono alla ricerca di altre isole popolate in cui abitare e tramandare così l’avventura della sedicenne e del semidio più valoroso del Pacifico.
Diversi popoli decisero a loro volta di visitare l’isola della prescelta e in breve tempo facce completamente nuove si aggiunsero alla tribù.

La gente di Motunui era ritornata a casa qualche giorno prima da un’esplorazione fruttuosa che aveva permesso loro di conoscere nuove culture e stringere nuove amicizie.
Vaiana camminava tra decine di visi sconosciuti e familiari sorridendo fiera, aveva già in mente la prossima meta da visitare ma avrebbe atteso pazientemente che gli esploratori tornassero.
Il capo era bellissima nei suoi recenti abiti che ne identificavano il rango.
Ora indossava nella parte superiore del corpo un top a forma di cuore con una spallina realizzato interamente con foglie fresche, rosse, morbide e luminose.
Sulla vita portava una cintura di tapa dello stesso colore acceso con foglie variopinte che scendevano come una cascata lungo la gonna di pandanus tagliuzzato fino alle ginocchia.
Ad abbellire ulteriormente quella regale figura non potevano mancare il ciondolo degli antenati e due bracciali di foglie posti rispettivamente sul braccio destro e sulla caviglia sinistra.  Infine una stupenda Lei sfumata da foglie rosse, arancioni e piccoli fiori bianchi le incoronava il capo.
Il tutto rendeva la ragazza più matura agli occhi di chiunque e il fisico veniva risaltato alla perfezione.
In effetti diversi giovani avevano deciso di vivere a Motunui proprio per avere la possibilità di conoscere meglio la prescelta ma non avevano idea che il suo cuore era stato ceduto, e non rubato, già a qualcun’altro molto migliore di loro.
Quel giorno il mare era calmo, il sole come sempre caldo e splendente e all’orizzonte non si scorgevano imbarcazioni.
Dei ragazzi in spiaggia attorniavano Vaiana immersi in un’amichevole conversazione quando ad un tratto uno di loro notò qualcosa di insolito in lontananza nel cielo azzurro.
-Che cos’è quello? –domandò quest’ultimo portando la mano destra sulla fronte per riparare gli occhi dal sole e la mancina ad indicare la forma indistinta.
Altra gente alzò lo sguardo osservando che man mano che l’uccello in questione si avvicinava diventava sempre più grande, troppo per un comune volatile.
Il capo in mezzo a loro non riuscì a scorgere niente per via della ridotta altezza ma udì distintamente uno stridio e velocemente scostò un giovane facendosi strada.
Guardò la figura per un attimo con il sorriso già impresso sul viso e senza bisogno di alcuna conferma, ma solo seguendo il proprio cuore, la prescelta si mise a correre incurante di tutti.
L’oceano si divise subito al suo passaggio e si richiuse dietro di lei per evitare che qualcuno interferisse.
La figura, che si rivelò essere un falco gigante, iniziò a discendere in picchiata stridendo contento sotto gli occhi allibiti e preoccupati di alcuni della tribù.
Vaiana correva veloce con il cuore che batteva rapidamente nel petto.
Il mutaforma fece appena in tempo a toccare la sabbia bagnata, a ritrasformarsi con una scarica azzurra in un uomo e a far cadere l’amo per terra che la ragazza gridando il suo nome gli saltò al collo.
La sedicenne si aggrappò al quel robusto corpo facendolo quasi vacillare e venne stretta in un abbraccio da Maui a cui afferrò il viso coinvolgendolo subito in un bacio appassionato e diverso da quello d’addio che si erano scambiati.
Il semidio rispose a tanta audacia ed entrambi stettero immobili in mezzo al mare per diversi minuti mentre gli abitanti del villaggio che erano giunti lì da pochi giorni rimasero increduli dalla trasformazione improvvisa del falco in uomo avvenuta sotto i propri occhi.
Vaiana a malincuore abbandonò le labbra del compagno lentamente prima di guardalo negli occhi marroni e posare la fronte sulla sua più ampia.
Quel gesto aveva un significato speciale: veniva usato come un saluto e diceva ad una persona che l’altra era totalmente presente per lui condividendo mentalmente una connessione unica che li legava.
Quell’energia l’avvertivano chiaramente entrambi mentre respiravano lentamente.
-Ciao Bottondoro. –la salutò allegramente l’eroe godendosi il momento.
Le scostò i capelli neri dietro l’orecchio con la mano destra che successivamente le posò sul viso e il capo di Motunui sorrise coprendo il dorso della mano di Maui con la propria più piccola.
-Mi sei mancato. –affermò sincera.
-È l’effetto che faccio. –ribadì lui senza modestia.
La prescelta gli inviò uno sguardo scettico ma con le labbra distese in un sorriso.
–Anche tu mi sei mancata. –aggiunse il semidio, come se ce ne fosse bisogno, con un cenno affermativo della testa ed accarezzandole la guancia.
In effetti l’uomo dopo aver salutato la ragazza che amava a Te Fiti aveva girato a lungo per mare ma si era sentito anche un po’ solo e inevitabilmente il suo pensiero era stato rivolto più volte alla principessa.
L’eroe era dunque tornato a farle visita spesso nei mesi che seguirono e a passare del tempo con lei.
Per molti fu sorprendente scoprire quanto fossero vicini i due ma per Tui fu destabilizzante vedere sua figlia, la sua bambina, mano nella mano con un uomo. Anche se si trattava indiscutibilmente di un ottimo partito.
Comunque, Maui ricevette fin da subito lodi e adulazione dagli abitanti e firmò autografi a tutti.
In suo onore si festeggiò per giorni finché il semidio non sentì nuovamente il desiderio ardente e impellente di nuove avventure e ripartì.
Anche questa volta però non ne poteva più di stare lontano da Vaiana, soprattutto dopo che il mini Maui continuava a fargli notare che lui aveva la sua mini Viana e l’uomo invece no.
L’eroe depose il capo di quell’isola a terra allontanandosi di poco, ma senza toglierle le mani dai fianchi, per ammirarla.
Era stupenda.
Il Mini Maui salutò la prescelta tenendo per mano la fidanzatina d’inchiostro che lo imitò.
La ragazza umana fece un piccolo cenno poi mise le braccia sopra quelle di Maui che sollevò lo sguardo rendendosi conto di avere degli spettatori dalla riva.
Alzò un sopracciglio con espressione furbesca e parlò.
-Vedo delle facce nuove laggiù, credi che dovrei mettermi in mostra? –domandò lasciando andare la sedicenne e raccogliendo il proprio mastodontico Manaiakalani posandolo con malizia sulla spalla destra.
Vaiana guardò appena dietro di sé, si rigirò verso il semidio e sorridendo scosse la testa.
-Non credi di averlo già fatto? –domandò ironica portando una mano al fianco.
L’uomo divino alzò le spalle e il capo dell’isola contenta lo prese con entrambe le mani per il braccio sinistro tirandolo verso la riva.
L’eroe non si oppose e si lasciò condurre dalla prescelta che orgogliosamente e con tranquillità lo tenne per mano mentre avanzavano.
La ragazza presentò Maui ai nuovi arrivati che non avevano mai visto il semidio ne avuto il “privilegio” di incontrarlo e alcuni ne furono felici ma altri un po’ meno dopo aver scoperto il carattere dell’uomo.

Quella sera il ritorno dell’eroe rallegrò il villaggio che cenò riunito attorno ad un grande falò.
Le stelle brillavano sopra la testa dei commensali seduti a terra, il fuoco scoppiettava e riscaldava i loro volti e nell’aria aleggiava un profumo niente male.
Gli uomini brindavano parlottando allegramente fra di loro e scherzando concentrando la loro attenzione su Maui seduto in mezzo a loro. Tui era seduto un po’ più in là accanto alla moglie.
Tanto cibo era disposto su delle tavole di legno o foglie di banano e ve n’era una considerevole scelta.
All’improvviso il suo dei tamburi battuti ad un ritmo molto lento fece sì che la tribù si acquetasse.
In uno spazio erboso un paio di uomini accesero delle fiaccole piantate nel terreno e tutti aggiustarono la loro attuale posizione per riuscire a vedere lo spettacolo che stava per cominciare.
Una dozzina di ballerine vestite di bianco uscirono da dietro degli alberi e fra li loro c’era anche Vaiana addobbata di rosso.
Il semidio di buon umore le lanciò uno sguardo compiaciuto e la danza iniziò.

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Capitolo 17
*** Una serata sorprendente ***


Sotto i raggi di luna le leggiadre danzatrici cantarono muovendo i fianchi e le braccia con fare ipnotico, ogni uomo avrebbe voluto esserne stretto.
Le donne sorridendo stendevano le mani al verso l’alto e sembravano voler catturare il cielo con le loro movenze per poi donarlo ai loro spettatori.
Il capo di Motunui era senz’altro la più apparisce delle dame e l’unica con i capelli sciolti a portare la Lei.
I piedi delle ballerine scivolavano sul terreno, le gambe e le cosce venivano scoperte e nascoste giocosamente dalla gonna fatta di strisce ad ogni passo e la sincronia delle donne era perfetta.
La coreografia scelta narrava la storia quotidiana del popolo, dell’incontro di due innamorati e di tutta la natura. I movimenti erano morbidi, lenti, continui e ammaliatori proprio come le onde del mare.
Alcune bambine si misero a loro volta in disparte per imitare le ragazze più grandi ridendo divertite e gli abitanti si unirono ai canti riprendendo i gesti delle mani abili delle danzatrici per rendersi partecipi dell’incanto.
Senza malizia l’eroe di tutti non distolte lo sguardo neanche per un momento dalla sua principessa più sensuale che mai.
Con un ultima giravolta le ballerine si fermarono e il suono dei tamburi cessò. Un applauso generale si levò subito dopo.

Vaiana e le altre donne si rimescolarono tra la loro gente e il capo di Motunui andò a sedersi con naturalezza sulle gambe di Maui che la circondò con le braccia dandole un bacio sulla tempia.
L’intimità e l’affettuosità fra i due era palese e i giovani con un po’ di interesse per la prescelta incrociarono le braccia al petto non molto contenti.
Il semidio e la ragazza si misero a mangiare e l’uomo degustò con piacere in una noce di cocco la Kava, una bevanda che veniva offerta agli dei durante i festeggiamenti e dal colore marroncino non molto invitante.
Derivava da una pianta che una volta schiacciata e mescolata con l’acqua era in grado rilassare i muscoli, allontanare l’ansia, favorire il sonno e la socialità rafforzando i rapporti tra i popoli se bevuta insieme o portata in dono.
Gli umani bevevano l’infuso solo durante i matrimoni o i funerali ma all’uomo divino era sempre concesso e inoltre i suoi effetti erano nettamente ridotti per lui.
Se questa bevanda tuttavia veniva ingerita abitualmente poteva nuocere agli occhi e alla pelle e in eccessive dosi poteva essere tossica, per cui Maui ne usufruiva molto di rado.
Non aveva alcuna intenzione di perdere i capelli.
Mentre il semidio era preso da una discussione la prescelta assaporava il pesce evitando accuratamente di guardare i resti in bella mostra di fronte a se di un granchio del cocco ribaltato sulla schiena e aperto in due.
Per quanto fosse una specialità deliziosa e possedesse delle qualità afrodisiache, che sia chiaro: a lei non interessavano, la conoscenza di Tamatoa l’aveva convinta che non avrebbe più mangiato quel crostaceo.
L’uomo divino non sembrava essere dello stesso parere considerando la facilità con cui lo inghiottì.

La festa si protrasse ancora a lungo e quando la ragazza rise ad una battuta, e l’eroe di tutti si beò di quel suono delicato, il rumore allarmante di una conchiglia riecheggiò nella sua testa.
Guardandosi attorno Maui si rese conto di una cosa: lui sarebbe ripartito quando meno se lo aspettava e sarebbe stato via per delle intere settimane o dei mesi.
Nel frattempo Vaiana, per quanto improbabile, avrebbe potuto mettere gli occhi su qualcun altro più presente di lui e di gradirne la compagnia.
Lo smarrimento attraversò il volto dell’eroe a quel pensiero e incuneò le sopracciglia.  
Non aveva idea che in realtà la maggior parte degli uomini del villaggio avevano abbandonato all’istante i loro propositi nei confronti del capo di Motunui sapendo di non poter valere neanche un arto di Maui.
Ragionevolmente erano intimoriti dal semidio, dalla sua grandezza e potenza, dunque si tenevano ben lontani.
L’uomo divino osservò la prescelta parlare comodamente seduta su di se e appoggiata con la schiena al proprio petto, sembrava che niente avrebbe potuto renderla più felice che stare con lui ma l’eroe era un insicuro nel profondo del suo animo.
Vaiana era una ragazza speciale, bella, comprensiva, intelligente, curiosa, altruista e audace, e Maui non voleva rischiare di perderla.
Determinato a scongiurare quell’orribile eventualità si chinò verso l’orecchio della giovane e parlò a bassa voce tenendo lo sguardo sui commensali di fronte a lui.
-Piccola puoi alzarti un momento? –chiese gentilmente.
Il capo di Motunui si girò appena nella sua direzione e si alzò.
Il semidio si mise in piedi attirando alcuni sguardi su di se e inaspettatamente prese la parola.
-Tui. –si rivolse al padre della prescelta con voce ferma.
L’uomo in questione seduto poco distante inghiottì la carne di maiale che stava mangiando e guardò l’eroe incuriosito.
-Voglio la mano di tua figlia. –decretò Maui.

Il silenzio calò per un momento.
Un uomo si strozzò con l’acqua che stava bevendo e sua moglie gli diede dei colpetti sulla schiena, un brusio si levò rapidamente e Sina si portò una mano alle labbra distese in un sorriso osservando la reazione del marito.
-Che!? –domandò la prescelta incredula e venendo accuratamente ignorata dal semidio.
Suo padre era scioccato e immobilizzato sul posto, non si aspettava una proposta di questa portata così all’improvviso. Si schiarì la voce pensando a cosa rispondere.
Inizialmente avrebbe voluto dire che: l’uomo avrebbe sposato la sua bambina solo quando lei avesse posseduto la giusta età ma per allora l’eroe avrebbe avuto comunque più anni della ragazza, quindi scartò quella scusante.
-Ehm…- si schiarì dunque la voce -Vaiana è grande abbastanza per…prendere le sue decisioni da sola. –fece notare incerto.
Maui aveva fatto bene a chiedere il consenso e Tui non aveva molto in contrario ma si trovava ugualmente in una scomoda posizione.
Conosceva bene la figlia da sapere che, se mai l’avesse promessa, lei ce l’avrebbe avuta a morte con lui probabilmente per sempre.
Nessuno si sarebbe opposto a quell’unione fra una mortale e un dio e se lui avrebbe dovuto sostenere delle prove per dimostrare che era degno della principessa sarebbe stato completamente superfluo poiché le avrebbe comunque vinte tutte.
Il semidio allora si voltò verso la diretta interessata.
Non provava un’emozione tanto intensa e simile alla paura da quando aveva combattuto contro Te Kā.
Vaiana lo guardava scioccata e con gli occhi sgranati, forse provava lo stesso stato d’animo.
L’uomo cercò le sue mani, lei gliele porse e lui le strinse piegandosi umilmente su un ginocchio solo chinando il capo.
L’eroe abbassò le palpebre inspirò e con coraggio pronunciò la fatidica domanda.
-Vaiana Waialiki di Motunui…vuoi sposarmi? –chiese guardando negli occhi la giovane che amava.
Il mini Maui comicamente si affrettò a fare lo stesso alla sua compagna d’inchiostro.
Il capo del villaggio aveva le labbra schiuse, respirava a fatica e non distoglieva lo sguardo da Maui emozionata.
Tutti trattennero il fiato.
Il semidio sembrava calmo ma la sua impazienza e incertezza era visibile, soprattutto quando la prescelta lo guardava attentamente negli occhi.
Se lei avesse potuto udire il suo cuore battere alla velocità folle di ora ne avrebbe avuto sicuramente la conferma.
La ragazza non poteva credere che stesse realmente succedendo a lei, amava quell’uomo e questo era tutto ciò che contava.
Una lacrima le solcò la guancia e sotto lo sguardo spaventato dell’eroe annuì più volte gettandosi poi fra le sue forti braccia.
-Sì! Certo che ti voglio sposare Maui. –confermò la sedicenne nascondendo il volto nel suo petto.
Un applauso scrosciante si levò e l’oceano girò su se stesso esplodendo dalla gioia.
L’eroe si sentì all’improvviso più leggero di quando volava per il cielo e prendendo gentilmente il viso della giovane la baciò contento.
Anche la piccola coppia d’inchiostro li imitò e sulla pelle di Maui apparvero momentaneamente, sopra le teste del mini Maui e della mini Vaiana, dei cuoricini.
Si susseguirono moltissimi auguri per i promessi sposi e mentre Tui e Sina discutevano dell’organizzazione della cerimonia il semidio e la sua futura moglie se la svignarono silenziosamente.

Il duo corse lungo la spiaggia, entrò nella grotta dov’erano state custodite le navi degli avi e l’uomo divino prudentemente si apprestò a chiudere l’ingresso ponendovi contro un’enorme masso.
Il capo di Motunui aveva espresso all’orecchio di Maui il desiderio di andare a nuotare per rendere ancora più indimenticabile quella serata e il semidio non aveva disdegnato l’idea.
Non era la prima volta che facevano il bagno insieme in quella caverna ma questa sarebbe stata ben diversa dalle altre, solo che l’uomo non lo sapeva ancora.

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Capitolo 18
*** Il legame è forgiato ***


La grotta era rischiarata come sempre dalla luce della luna che proiettava i riflessi dello specchio liquido sulle pareti rocciose. 
La prescelta immerse un piede nell’acqua tiepida poi con calma iniziò a spogliarsi per non rischiare di rovinare i suoi abiti da capo tribù.
Posò la Lei e i bracciali sulla sabbia poi si tolse il top di foglie rosse rivelando una fasciatura bianca e stretta sotto di esso che avrebbe impedito all’eroe di vedere i suoi seni.
La ragazza si disfò della cintura e anche della gonna sotto la quale un altro strato di tessuto le ricopriva il bacino.
Vaiana entrò nella pozza lentamente godendosi la sensazione di pace che le trasmetteva quel luogo e successivamente si voltò verso Maui che ancora non si era mosso.
-Che fai, entri o resti lì? –gli domandò ironica muovendo le braccia per restare a galla.
Il semidio sorrise e con un grido di battaglia si tuffò a palla in acqua.
Il capo di Motunui venne schizzata e divertita cercò da subito il compagno osservando l’immagine limpida del fondo sotto di se.
Fu afferrata bruscamente per i fianchi, l’uomo risalì accanto a lei ed entrambi risero.
La prescelta con accortezza scostò i capelli ricci e bagnati dagli occhi del futuro marito, sgusciò dalla sua presa e si mise a nuotare tranquillamente.
L’eroe la imitò ed in un paio di bracciate la raggiunse.
I due amanti si spruzzarono amorevolmente scambiandosi qualche battuta ed effusione, si inseguivano come dei bambini e Maui cercava di non prendere la ragazza troppo rapidamente.

Qualche ora più tardi la sedicenne era ancora immersa nel laghetto fino alla vita e il semidio era seduto su un masso poco distante dalla cascata.
Vaiana si stava acconciando i capelli per legarli in uno chignon e l’attenzione dell’uomo si focalizzò sul suo collo flessuoso da cui pendeva la collana della nonna.
Il proprio sguardo scivolò lungo la linea delle scapole seguendo le gocce che cadevano dai capelli bagnati lungo la schiena. L’eroe si sentì incredibilmente attratto da lei.
Maliziosamente sollevò il sopracciglio sinistro e silenziosamente scivolò in acqua, alle spalle della sua futura moglie.
Prima che lei potesse legare i capelli lui la circondò con le braccia e le baciò il collo con dolcezza.
Il capo di Motunui fu colta alla sprovvista e alcune ciocce le sfuggirono dalla presa, il cuore le si fermò per un momento poi riprese a battere più rapidamente di prima.
Maui poté ritenersi soddisfatto di aver sorpreso la prescelta e sentì contro le labbra il sale che imprimeva la sua pelle liscia.
La ragazza si rigirò nell’abbraccio lasciando andare i capelli che ricaddero morbidi lungo la schiena, posò le mani sulle spalle del semidio di fronte a se e si alzò sulle punte dei piedi per poter ricambiare quel gesto.
Posò appena un bacio a stampo sul suo collo robusto e le proprie dita scesero sul petto dell’uomo sentendo sotto i palmi il respiro e il battito del cuore.
La sedicenne percepì il profumo del suo sposo che odorava di sabbia e mare, un’altra cosa che amava di lui: aveva sempre quell’odore a dosso, sapeva di avventure e libertà.
Vaiana avvertì un’insolita sensazione invaderle tutto il corpo sotto i baci roventi più del sole dell’eroe e si rese conto quasi con timore che ciò non le bastava. Voleva di più.
Impulsivamente la prescelta avvolse i fianchi attorno al busto di Maui che si fermò guardandola negli occhi dolci, intensi e pieni d’amore per lui.
La ragazza gli circondò il collo strusciando nel movimento il petto contro il suo per baciare il semidio sulle labbra e l’uomo arrossì un po’ nervoso.
Tutto ciò era nuovo e sconvolgente per entrambi.
Lui era inesperto ma non stupido. Forse la giovane non sapeva neanche che cosa volesse ma le sue intenzioni sembravano chiare.
I due si scambiarono un bacio ardente e passionale e quando la sedicenne si scostò tracciando i tatuaggi dell’uomo con le dita scendendo verso i bicipiti quest’ultimo si mise a giocare attorcigliando i ricci di Vaiana sul proprio indice.
-Vaiana…sei sicura? –chiese l’eroe come se potesse leggerle il pensiero osservandola attentamente.
Il capo dell’isola sorrise.
-Tranquillo. –rispose tirandolo verso di se per un nuovo bacio.
Maui rise fra le sue labbra accarezzando energicamente il corpo della prescelta.
Le sue mani maneggiavano con maestria diversi oggetti ed ora l’oggetto da toccare e stringere fra le dita era lei.
La ragazza si sentiva protetta, amata e al sicuro tra quelle braccia anche se avrebbero potuto spezzarle facilmente le ossa con la forza divina di cui erano provviste.
L’idea non sfiorò minimamente la mente della sedicenne.
Il semidio si immerse di più nell’acqua finché non gli arrivò alla gola e solo allora, con cautela e accortezza, rimosse la fascia attorno al petto di Vaiana che si sentì fremere percependo i brividi fin sulla nuca.
-Sei meravigliosa. –affermò l’uomo sincero senza neanche il bisogno di guardare.
-E tu sei…- provò a dire il capo di Motunui con voce un po’ tremante ed insicura e le guance che andavano a fuoco.
-Lo so. –la interruppe l’eroe senza modestia facendola ridere e cancellando un po’ il suo disagio.
Il loro indistruttibile legame venne forgiato quella notte mentre si univano in un solo essere dolcemente e lentamente.

Qualche mese dopo…
Il giorno del matrimonio non aveva tardato ad arrivare.
Il sole era apparso più splendente che mai e l’oceano più brillante del solito.
La tradizione non specificava come dovesse avvenire correttamente l’unione fra un semidio e una mortale, poiché si trattava di un evento irripetibile e straordinario, perciò furono apportati alcuni cambiamenti.
Ad esempio l’organizzazione della cerimonia venne affidata ai genitori di Vaiana e non a quelli di Maui per…ovvie ragioni.
Il semidio poi avrebbe dovuto fare un tatuaggio rituale che alla fine si decise di non fare in quanto sarebbe sembrato un insulto ai magici disegni che già abbellivano il corpo dell’uomo e soprattutto perché non vi fosse quasi spazio non inciso dall’inchiostro.
Durante la pronuncia dei voti inoltre alla domanda di rito: “Non abbandonerai mai questa donna?” fu buffo vedere l’eroe incerto prendersi del tempo per rispondere.
Avrebbe lasciato la sua amata per settimane o forse mesi ma poi sarebbe tornato…quindi cosa doveva dire che non sembrasse un bugia?
La cerimonia fu comunque stupenda.
Il duo arrivò su una canoa, la sabbia era cosparsa di fiori e tutto il popolo era presente fra cui Tui che presiedeva la cerimonia.
Sua figlia era bellissima vestita di un abito bianco intessuto di felci, con un copricapo di piume e i capelli sciolti.
Maui indossò a sua volta un gonnellino bianco e dopo che Vaiana venne massaggiata con oli profumati i futuri sposi si scambiarono i voti in riva al mare.
Tutto fu perfetto e armonioso mentre Tui legava un polso del capo del villaggio e del semidio con due lunghe foglie per poi bagnarli con l’acqua contenuta in una grande conchiglia.
Il duo si guardò negli occhi prima di baciarsi e l’amore che c’era nell’aria era così intenso che Sina ad un tratto dovette cancellare le lacrime di felicità che le bagnavano il viso con il dorso della mano e con il cuore colmo d’orgoglio.
Tutti applaudirono, la prescelta e l’uomo divino furono dichiarati ufficialmente marito e moglie e petali profumati vennero gettati sopra il loro capo.
Seguì un ricco banchetto allietato da musica e balli in cui l’eroe non lasciò andare sua moglie per nessuna ragione al mondo se non per permettere al padre un ballo con lei.
Maui non si era mai reso conto di desiderare nient’altro che questo ed ora mentre stringeva per la vita la ragazza con il viso posato sul suo cuore lo sapeva.

Epilogo:
Qualche anno dopo…

Un altro radioso giorno era sorto e nella capanna del capo di Motunui Vaiana tentava di fare il bagnetto al primogenito nato da pochi giorni.
Il piccolo si agitava contento dell’acqua che lo circondava in un catino di legno e il capo del villaggio lo osservava felice passando delicatamente le mani sul corpicino lavandolo accuratamente.
Era stata una gioia per tutto il popolo l’arrivo del principino, Tui era al settimo cielo così come Sina e Maui non poteva esserne più orgoglioso.
Il neonato era sano, aveva gli occhi grandi e marroni come i genitori, dei ciuffetti ribelli, ricci e scuri spuntavano sul capo e possedeva la forza del padre.
In quel momento il pargolo stava facendo delle buffe espressioni a sua madre che gli sorrideva teneramente e cercava di afferrarne viso.
Un tocco lieve come le ali di una farfalla si posò inaspettatamente sulla spalla nuda della prescelta seguito da un respiro.
La donna, troppo concentrata per notare la presenza di quel qualcuno, perse per un’istante la presa del piccolo ma prontamente una mano più grande della sua si posizionò sotto il capo del bambino evitando che la testa venisse completamente immersa nel liquido trasparente.
Il bambino sembrò ancora più contento di prima guardando stupito il volto del padre sbucato secondo lui dal nulla.
Vaiana espirò sollevata voltandosi verso suo marito che rapito ammirava il figlio. Era così felice.
La giovane osservò bene Maui per vedere se fosse cambiato nel poco tempo in cui era stato lontano e si accorse con piacere che non era così.
Ora un altro tatuaggio era presente sul cuore del semidio ed era apparso proprio quando loro figlio venne al mondo andando a completare anche la perfetta famiglia del piccolo mini Maui.
L’uomo divino distolse lo sguardo per scambiare un lungo bacio con la sua amata poi accarezzò premuroso la testa del neonato che vagiva.
Il capo del villaggio poggiò la testa sulla spalla dell’eroe seduto accanto a lei che fece scorrere le dita della mano sinistra sul suo braccio regalandole piacevoli brividi.
La prescelta lo amava nonostante i suoi difetti come il russare e il mangiare pesce vivo per via della natura di mutaforma. Anche se era ancora burbero e arrogante era divenuto più altruista e umile col tempo.
-Sono ricomparso, proprio come ti avevo promesso principessa. –dichiarò donandole un bacio sulla fronte.
-Bentornato a casa. –confermò la donna abbracciandolo stretto.
Si era sempre chiesta quando avrebbe trovato il posto adatto a lei e ora aveva capito. Non era a Motunui o in mare ma qualunque posto dove ci fosse Maui.
E questa è la storia dell’amore fra un semidio e un’umana nato tremila anni fa.
Fine.

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