Io e Alex

di ratherbeyou
(/viewuser.php?uid=299116)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 19 luglio 2017 ***
Capitolo 3: *** Agosto 2017 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Trovo una scusa per uscire da qui. Ho voglia di piangere per l'ennesima volta e davanti a tutti non posso farlo. Dico a Francesco che ho bisogno di andare al bagno, lui non esita ad alzarsi dal suo posto per agevolarmi il passaggio. In realtà al bagno non devo andarci, so bene che se esco da questa sala asfissiante e salgo al piano di sopra, lo troverò lì. E infatti non mi sbaglio. Quando arrivo lo vedo seduto sul gradino fuori alla porta che fuma una sigaretta da solo: è girato di spalle e non mi vede, nella mia mente mi dico che ho ancora qualche secondo per decidere di lasciar perdere ed andare realmente al bagno, magari per sciacquarmi il viso e schiarirmi le idee. Ma come una stupida do retta a quella piccola parte di me alimentata dalla speranza di poter salvare il salvabile. Quindi faccio un respiro profondo e mi dirigo verso di lui, che ancora non si è girato nel frattempo. Lo fa quando io apro la porta per uscire fuori e non so perché ma non sembra stupito di vedermi.

“Sei stato davvero molto bravo, Alex.” Mi complimento con lui subito, per fargli intendere che non è un caso che sia uscita fuori proprio quando lo aveva fatto anche lui. “Poi il pezzo mi piace molto, è stato davvero commovente.” Continuo. E quello che dico lo penso davvero, però ammetto a me stessa che è un po’ una scusa solo per rivolgergli la parola.

“Grazie. Io e Aurora lo abbiamo riscritto completamente. In origine era un monologo, però ci è sembrata carina l'idea di poterlo rendere un dialogo tra due fratelli.” Mi spiega lui, nel frattempo io mi sono seduta al suo fianco e il gradino è così stretto che le nostre spalle, le nostre braccia e le nostre ginocchia riescono a toccarsi.

Lui continua a spiegarmi come è nata l'idea del pezzo, mi chiede anche un consiglio su come fare un determinato movimento e io non smetto di guardarlo perché sento di essere nata per guardare qualcosa di bello come lui.

Poi d'improvviso smettiamo di parlare e tra di noi cala un silenzio imbarazzante. Uno di quei silenzi che pesano tantissimo. E allora senza quasi accorgermene inizio a piangere, perché tutta questa situazione mi va stretta, perché tutto sembra essersi rotto e perché forse sarebbe stato molto meglio andare in bagno per davvero anziché sedersi di fianco a lui e farsi vedere debole.

Lui chiaramente si accorge del mio pianto e mi chiede cosa mi sia preso, lo fa con quel tono tanto gentile che in lui mi è sempre piaciuto.

“Non lo so se è perché si provano determinate cose dentro o per una qualche altra strana ragione… Ma vedere cose del genere… É bello e basta.” Gli rispondo. E sono cose senza senso quelle che dico, però le dico riferendomi al pezzo ed a quanto sia stato commovente, però le dico mentendo ed utilizzando il pezzo come scusa. Perché io sto piangendo per lui e per quello che mi fa provare, non di certo per il pezzo!

Non so se lui capisce o meno le mie reali intenzioni, ma si limita a mettermi un braccio intorno alla spalla e a darmi un forte bacio - forse me ne dà due - sulla mia gota bagnata dalle lacrime.

“È questo l'effetto che fa il teatro.” Mi dice.

“Ed è bellissimo, io non potrei mai fare a meno del teatro.” Gli rispondo io e a questo punto mi pare anche abbastanza ovvio che non si stia parlando realmente del teatro.

Non diciamo niente più ma lui non lascia la presa e io continuo a piangere tra le sue braccia.

L'unica cosa che penso è che Alex per me è diventato la ferita che brucia e il sale che la cicatrizza.

E forse questo dovrebbe essere il mio momento più bello, ma cosa c'è di bello in un qualcosa che si è rotto e che non potrà mai aggiustarsi?






*Autrice*

Eccomi di ritorno con il prologo di una nuova storia che ho pensato di inziare a scrivere. Perché? Perché ho bisogno di raccontare ciò che mi sta tormentando in questo periodo. Ebbene sì, questa storia è tratta da fatti realmente accaduti e l'intero prologo ne è una dimostrazione. Certo, ci saranno anche cose, persone ed avvenimenti puramente frutto della mia fantasia (prima fra tutti i nomi dei personaggi, ma quella è più una questione di privacy) ma mi sembra giusto avvisarvi del fatto che non tutto quello che leggerete è finzione. 

Come spiegare questo prologo che non sembra avere un senso? Semplicemente è un momento del presente per farvi fare un'idea di come si svolgeranno i fatti e magari incuriosirvi anche sul come si è arrivati a questo punto. (Chiaramente tra Venere e Alex c'è qualcosa che non va, starà a voi scoprire cosa è continuando a leggere e seguire questa storia). Il prossimo capitolo sarà letteralmente un passo nel passato per mettere tutti i puntini sulle "ì" e farvi capire da dove tutto ha avuto inizio.

Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapre cosa ne pensate e ditemi se vi farebbe piacere leggere una storia del genere. Anche perché vi assicuro che ne leggerete delle belle!

Vi mando un bacio, al prossimo capitolo!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 19 luglio 2017 ***


Casting.
Tutto inizia con questa parola: casting. Per uno stupido saggio di fine anno accademico. E dico stupido solo perché ho avuto il ruolo peggiore, lo ammetto e non me ne vergogno. 
Tra sessanta personaggi a disposizione e una multipla scelta tra popolane, nobili, lavandaie e maschere della Commedia dell'arte... Io ho avuto il ruolo della suora. La suora che era l'unico ruolo che speravo di non ottenere. L'unico personaggio che in tre ore e mezza di spettacolo ha solo sette battute da recitare. Ma d'altra parte dovevo aspettarmelo, non me ne va mai bene una.
O forse una cosa mi è andata bene: il ruolo da protagonista è stato assegnato a lui e io adesso ho una scusa per rivolgergli la parola. 

Facciamo però un passo indietro: chi è lui?
Il suo nome è Alex e ha gli occhi più belli che io abbia mai visto.
Oddio forse non proprio i più belli, ma facciamo finta che sia così solo per rendere il tutto un po' più romanzato.
Alex mi piace? Fisicamente sicuramente sì, é praticamente il mio prototipo di ragazzo ideale; voglio dire; ha gli occhi chiari, i capelli biondi e il fisico asciutto!
L'unica cosa che gli manca sono le fossette ai lati della bocca quando sorride, ma posso farne a meno, questo non è un problema.

Ebbene Alex ha avuto il ruolo da protagonista. C'era da aspettarsi anche questo, sapevo che lo avrebbero assegnato a lui sin dal primo momento che l'ho visto ai casting. Avevo confidato questo mio pensiero anche a Ludovica e quando effettivamente la mia previsione si è avverata - forse gli ho portato pure bene! - la mia amica dai capelli rossi si è subito voltata nella mia direzione con sguardo stupito. Io so, in fin dei conti che anche lei pensava fosse uno dei possibili candidati ma io non ho mai avuto dubbi su di lui. E questa sicurezza è stata sconvolgente per lei nel momento in cui poi si è resa conto che avevo visto giusto.

Quando usciamo fuori dalla sala e poi dal teatro, sono una delle tante persone con l'umore a terra per il ruolo ricevuto. Ludovica ha avuto una bella parte seppure piccola: lei fa la nobile e forse le si addice alla perfezione questo ruolo. Non sembra esserne molto soddisfatta ma a differenza mia sicuramente è molto più felice.
-Meritavi un ruolo più importante. Forse non quello della protagonista, ma sicuramente quello di una popolana che avesse un po' più di spessore.- Mi dice cercando di tirarmi su di morale.

Non ci riesce: credo che vivrò nella depressione per i prossimi mesi, fin quando questo spettacolo non sarà concluso. E non è nemmeno ancora iniziato, direi di essere partita proprio alla perfezione!

Mentre penso a tutto questo proprio di fianco a me passa Stella, la tizia che ha avuto il ruolo femminile da protagonista. Passa frettolosamente e quasi sbatte per aria un'altra ragazza senza nemmeno chiederle scusa. Va di fretta perché c'è una macchina ferma che l'aspetta. Probabilmente suo padre è passato a prenderla. Stella è una di quelle persone che non mi va giù. Non la conosco, non ci ho mai scambiato nemmeno una parola eppure a pelle mi da un'orribile sensazione. Sapere che dovrà recitare la parte della fidanzata del personaggio interpretato da Alex, me la fa odiare ancora di più.
-Era ovvio che dessero la parte della protagonista a lei, fisicamente era l'unica che poteva affiancare Alex.- Mi dice Ludovica, ma io non le do ascolto e mi dirigo al bar di fronte al teatro.

La mia amica mi segue, ha già capito le mie intenzioni e non c'è bisogno che gliele spieghi. Al bar troviamo Lorenzo, Luigi e Ryan che parlano dei ruoli ricevuti - nello specifico si parla di Ryan e del fatto che abbia avuto il ruolo dell'antagonista, uno dei ruoli più importanti - e poco più avanti c'è Alex che alla cassa sta acquistando una bottiglia d'acqua.
Lo guardo, è girato di spalle e non mi ha vista. Sembra tranquillo, forse finge di non essere al settimo cielo per aver ricevuto il ruolo del protagonista principale. 

Luigi attira la sua attenzione per chiedergli: - È la prima volta che ti viene assegnato il ruolo principale?

-Si, infatti non me lo aspettavo!- Risponde lui.

Invece secondo me se lo aspettava eccome, solo che una parte di lui vuole credere il contrario ed è quella parte che prende il sopravvento; la parte della modestia.
In ogni caso approfitto di quel momento e prendo tutto il coraggio che è a mia disposizione per andargli vicino e poggiargli una mano sulla spalla con lo scopo di attirare la sua attenzione.
Lui si gira un po' stranito nel vedere che sono io, dopotutto non gli ho mai rivolto la parola prima d'ora.
-Scusa, posso farti I complimenti?- gli chiedo con un tono un po' troppo da adulatrice -Lo sapevo che sarebbe stato tuo, il ruolo di Michele.
Mi mordo la lingua subito dopo aver aggiunto quella considerazione, penso di aver azzardato un po' troppo. Però lui semplicemente mi sorride molto dolcemente e mi ringrazia sinceramente grato.

Luigi riprende con lui il discorso che io ho interrotto e gli chiede: -Dai veramente non te l'aspettavi?
-Un po' si, a essere sincero.- Confessa lui e poi si volta di nuovo verso di me, come se volesse includermi nella discussione -Però temevo molto lui, perché è davvero bravo.- Dice indicando Ryan.

Io mi giro e vedo il diretto interessato. Parla con Lorenzo e fuma una sigaretta, sembra non essersi nemmeno accorto del fatto che stiamo parlando di lui. Ryan è un'altra di quelle persone che a pelle non mi piacciono. Non ai livelli di Stella, certo... Però è una di quelle persone che sembrano avere sempre la puzza sotto al naso. Ed è un figo, uno di quei ragazzi con la fila di ragazze dietro. Anche lui non conosco, ma si vede lontano un miglio che è così. Credo che piaccia a Ludovica, perché si è fermata proprio vicino ai due ragazzi e mi ha lasciata senza saper più cosa dire e cosa fare con Alex.

L'idea di rivolgere la parola ad Alex sembrava stupenda prima di questo momento, ma adesso mi sento tremendamente a disagio perché non so proprio cosa dire. 

A salvarmi è Fabio che entra nel bar per prendere qualcosa da mangiare e subito dopo si avvicina a me.

-Venere ho saputo che hai avuto la parte della suora, che spreco.- Mi dice.

Io non voglio dire niente a riguardo, preferisco non pensarci. Tutti quelli che mi conoscono dal primo anno mi stanno dicendo la stessa cosa, ma non è questo che mi farà stare meglio.
Così scuoto la testa cercando di sorridere e chiedo a lui che parte ha ottenuto.
-Quella di Don Giulio, uno dei nobili. Non mi ci vedo proprio!- Mi confida.

-Io ti ci vedo eccome, invece.- Replico io. -Poi le scene dei nobili sono molto divertenti, secondo me non ti è andata male.
Lui non sembra esserne convinto, così continuo dicendo: -Vedila come una sfida che devi a tutti costi vincere.

-Lo stesso vale per te.- Risponde lui menzionando di nuovo il mio ruolo pessimo.

-Infatti io non ho intenzione di perdere.

***

Più tardi salutiamo tutti i nostri colleghi - sia quelli felici, ma soprattutto quelli delusi - e con i miei soliti compagni mi avvio a casa. Di solito faccio la strada con Fabio, Lorenzo e Giovanni che vanno a prendere la metro. Casa mia invece è praticamente a due passi dal teatro, quindi li lascio ad un semaforo poco distante e mi è facilissimo tornare. Oggi però, a noi si è unita anche Ludovica, che ha deciso di non lasciarmi fino all'arrivo di sua madre - probabilmente per commentare meglio e in santa pace la giornata trascorsa. Con lei anche alcuni dell'altro corso che si sono uniti a noi per questo saggio e che probabilmente prendono la metro come i ragazzi sopracitati, e poi nientepopodimeno che Alex!

Ci metto un attimo a scoprire che ha deciso di fare la nostra stessa strada perché anche lui deve prendere la metro per tornare a casa.
Mi piacerebbe sapere dove abita di preciso, ma per oggi ho fatto fin troppo. Non ho intenzione di rivolgergli di nuovo la parola, non è nel mio stile... Sono troppo timida e codarda per farlo.
Lui sembra aver legato già molto con Lorenzo e Giovanni e mi chiedo come sia possibile, visto che anche loro lo conoscono da poche settimane come me. In un certo senso li invidio, ma mi dico che è anche un po' colpa mia; avrei potuto decidere di rivolgergli la parola molto prima di oggi.

Quando arriviamo al semaforo sopracitato - ovvero il punto nel quale di solito saluto i ragazzi - Lorenzo si gira immediatamente per salutarmi ed abbracciarmi.
Mi saluta in questo modo perché è diventato un po' uno scherzo tra di noi. All'inizio non ricordava mai di doversi fermare in quel punto per salutarmi, ora che lo ricorda ogni volta scherzosamente me lo fa notare.

-Ciao Venere, ci vediamo a settembre!- esclama tirandomi tra le sue braccia.

-Ciao Lorenzo, già mi manchi!- esclamo invece io prendendolo in giro scherzosamente.

Io e Lorenzo non siamo amici, ma ci piace prenderci in giro come se lo fossimo. È un tipo di rapporto che ho solo con lui, non potrei mai averlo con nessun altro. E poi Lorenzo mi fa ridere; sembra una cosa stupida ma il solo parlargli mi mette il buonumore.
Eppure la prima impressione che si ha di lui, non è assolutamente quella del ragazzo giocherellone che ti prende in giro amorevolmente. Io ci ho messo un po' per capire che in fin dei conti è una bella persona.

Quando ci stacchiamo, comunque il mio sguardo cade su Alex, proprio di fianco a Lorenzo che ci guarda sorridendo. Anche se è più un sorriso di circostanza nel non capire il nostro strano modo di salutarci. I nostri occhi si incrociano ma io non so che fare. Dopotutto ci siamo parlati mezza volta poco prima e solo perché io gli ho fatto i complimenti. Non so se sia il caso di salutarsi come se ci conoscessimo da più tempo.
Quindi stupidamente deciso di ignorarlo e di salutare Fabio e Giovanni che nel frattempo avevano già salutato Ludovica.

Mentre Giovanni mi abbraccia e mi dice che gli mancheró per tutto agosto, io penso a quanto sia stata stupida nel non salutare Alex. Penso che mi sono bruciata una mossa che poteva lasciargli un segno per quando ci saremmo rivisti a settembre. Penso che non faccio altro che casini, che non so giocare bene le mie carte e che probabilmente lui ora pensa che io sia un'asociale del cazzo. E mentre penso a tutto questo, é lui che lascia un segno a me. È lui che mi dà la possibilità di giocare un'altra manche: perché è lui che si avvicina e mi saluta baciandomi sulle gote.
-Ciao.- Mi dice.
-Ciao.- Gli rispondo.
E provo un attimo di sollievo, perché Alex - lo stesso ragazzo che penso sia bello e bravo - sembra essere molto più imbranato di me nelle relazioni sociali!

Dopo aver salutato me, saluta allo stesso modo Ludovica e poi insieme agli altri va via, verso la metro.

-Ti do io il via per gioire.- Mi dice la mia amica, che è ben consapevole che io voglia fare i salti di gioia ma allo stesso tempo vuole evitare che io faccia altre figuracce.
Quando i ragazzi sono abbastanza lontani infatti, si gira verso di me e mi sorride.
Io capisco che quel sorriso è il via e l'abbraccio così forte quasi a soffocarla.

-Mi ha baciata!- esclamo euforica come non mai.

-Si, sulla guancia!- esulta con me lei, sottolineando la parte cortese della vicenda per riportarmi con i piedi per terra.

-Si sulla guancia, ma mi ha baciata!- urlo di nuovo io per farlo sapere all'intero isolato nel caso in cui qualcuno non lo avesse capito.

-Tu davvero non hai notato la cosa più importante?- mi chiede lei come se mi fosse sfuggita la cosa essenziale.

-Cosa c'è di più importante?- chiedo ingenuamente. Faccio fatica a capire, perché Alex mi ha baciata e ora sono con la testa tra le nuvole... Sono giustificata!

-La cosa più importante è che lui è stato l'unico dell'altro corso che pur non conoscendoci si è fermato a salutarci.- Mi spiega.

E io solo in quel momento mi ricordo degli altri ragazzi dell'altro corso e del fatto che nemmeno si sono accorti del fatto che ci fossimo fermati. Hanno continuato a camminare ma Alex è rimasto.
-Forse perché stava parlando con Lorenzo, quindi si è dovuto fermare per forza. Poi per educazione ci ha salutate.- Le rispondo io, che da eterna pessimista quale sono vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto.

-Già, lui è stato educato. Non come qualcun altro.

So che Ludovica allude a me, ma mi limito ad alzare le spalle dopo la sua insinuazione perché sono giustificata anche questa volta, per il fatto che a me Alex un po' piace.
-Tu che mi dici di Ryan?- le chiedo cambiando discorso.

-Credo di aver perso un ormone quando mi ha afferrato per un braccio.- Mi dice lei con gli occhi che le brillano.
Non le dico che secondo me di ormone ne ha perso un altro anche solo ripensando a quel momento, non mi sembra il caso.

-Non mi hai ancora spiegato come è successo, a proposito.

-Beh sai, come mio solito ero in mezzo alla strada e non prestavo attenzione alle macchine che passavano.- Inizia a dire. Io annuisco alzando gli occhi al cielo e poi lei continua -È passata una macchina all'improvviso e non me ne sono resa conto, lui se ne è accorto e mi ha affettato il braccio dicendo "Attenta!"- Si ferma un attimo, assapora il pensiero e poi cambiando totalmente tono di voce esclama: -Venere, quella stretta e quel tono di voce... Mio Dio!- Si passa una mano sul viso e io rido perché capisco di non essere l'unica ad essersi presa una bella cotta.

-Guarda che se fai in fretta riesci ad affermare l'ormone che ti è appena caduto.- Le dico ironicamente.

-Fai poco la spiritosa miss "Alex mi ha baciato sulla guancia!"

Entrambe scoppiamo a ridere, poi lei riprendendosi dalla crisi ormonale mi confida: -Ho paura che sia più piccolo di me.

Per entrambe è una tragedia il fatto che un ragazzo sia più piccolo di noi. Anche io all'inizio credevo che Alex lo fosse, poi per puro caso ho scoperto che è nato il mio stesso anno e mi sono tranquillizzata. Quindi mi metto nei panni di Ludovica. Poi Ryan sembra l'uomo del mistero; non chiedendoglielo sarà anche difficile scoprirlo.
-Sai che guida, quindi deve per forza avere diciotto anni. - Le dico cercando di rassicurarla. Ma Ludovica di anni ne ha venti, quindi questo non la fa stare meglio.

-Sembra più grande, però.- Mi dice cercando di convincere se stessa.

-Si, lo sembra.- Le rispondo sinceramente io.
Io a Ryan darei minimo ventitré anni.

C'è un attimo di silenzio, poi lei mi guarda e mordendosi il labbro mi chiede: -E noi dobbiamo aspettare un mese e mezzo senza rivederli?

-Purtroppo sì.- Le rispondo.

-A settembre però ci rimbocchiamo le maniche e li conquistiamo!- cerca di spronarmi lei.
Io non le rispondo a parole ma rido gioiosamente e per lei questo basta.

Però in cuor mio le rispondo eccome, perché Alex in questo momento sembra essere il mio unico pensiero felice. E io non voglio lasciar andare un pensiero felice.   



 

*Autrice*

Il guaio dello scrivere cose che mi sono realmente successe è che la nostalgia mi fa un male cane.

In ogni caso, continuo a scrivere comunque sperando che qualcuno mi faccia sapere cosa ne pensa di quella che in fin dei conti è la mia vita! lol

Il prossimo capitolo è già quasi pronto, quindi a breve sarà pubblicato. 

Ma ho una domanda da fare: qualcuno c'è? :c

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Agosto 2017 ***


Se c'è un mese che odio con tutta me stessa, questo è agosto. Fosse per me, passerei da luglio a settembre in un batter d'occhio evitando quella che per me è una vera e propria tortura.  Ma purtroppo agosto esiste e non posso evitare di viverlo.
Il perché lo odi, è molto più semplice di quanto si creda: insomma, a parte per il caldo che trovo insopportabile. Ma quello c'è anche a giugno e luglio, quindi non è il vero motivo del mio odio. Piuttosto, lo detesto perché ad agosto per me il tempo si ferma.

Non è un mese di riposo, dello staccare la spina e delle vacanze. Anche perché odio il mare in generale ed odio mettermi in costume da bagno davanti a tanta gente, più nel particolare. Diciamo che non ho propriamente il fisico adatto ad un determinato tipo di vestiario. Non che sulle spiagge del sud Italia ci siano sempre e solo fotomodelle con fisici statuari, ma a me non importa delle figure che fanno gli altri. Non voglio sfigurare io!
Le persone che mi sono vicine cercano e provano a spronarmi ma sono irremovibile sulla questione del mostrare il mio didietro - per niente gradevole, ci tengo a sottolinearlo - al mondo intero.

Così passo un altro anno per niente entusiasmante a casa, a morire dal caldo e restando bianca come una mozzarella convincendo me stessa che in realtà è molto più bella e raffinata la pelle color porcellana, piuttosto che una pelle abbronzata che sfocia nel volgare. Mentire a me stessa è il mio sport preferito, d'altronde.

E come c'era da aspettarsi, ad agosto - il mio agosto - non succede niente di particolare.

Il mio migliore amico di sempre, Marco lavora praticamente ogni notte e chiaramente di giorno preferisce dormire. Questo influisce sul passare del tempo insieme e come da copione, riusciamo a vederci solo un paio di volte. Il fatto che lui lavori comunque non ci vieta di restar ein contatto tramite messaggi continuamente. Difatti, un'amicizia come la nostra non ha bisogno della vicinanza fisica. Riusciamo a gestire la lontananza perfettamente e non ne risentiamo a livello emotivo. Forse è anche dovuto al fatto che ci conosciamo da anni ormai - ci siamo conosciuti in prima elementare ed ora abbiamo vent'anni!
La nostra amicizia ha avuto alti e bassi nel corso degli anni - molti bassi, a dire la verità; ci siamo distaccati quando abbiamo iniziato il liceo perché ci siamo iscritti in due scuole diverse - io ho preferito il liceo linguistico, lui quello scientifico - abbiamo ripreso i rapporti grazie alla mia ex migliore perché si era presa una grande cotta per lui scoprendo di essere ricambiata. Insieme sono stati tre anni, ma si sono lasciati così tante volte che alla fine della fiera, complessivamente non sono stati insieme nemmeno tre mesi interi!

Questo in un primo momento non ha influito con il mio rapporto con loro. Ma quando si sono lasciati definitivamente - alla fine del liceo - e la mia amica mi ha messo di fronte ad una muta scelta del tipo "o me, o lui", io ho preferito entrambi e questo a lei non è andato giù. Così abbiamo smesso d'essere amiche. Con lui invece, ancora oggi lo sono. Dalla fine del liceo ad ora, abbiamo litigato e non poche volte; lui è il tipo che se la prende per cose stupide e si vendica senza un motivo reale. Forse è ancora un po' immaturo, ma gli basta farsi un esame di coscienza ogni volta per rendersi conto di aver fatto una cazzata e tutto torna come prima.
Abbiamo un rapporto speciale, forse è proprio per questo che agosto non ha nessun potere sulla nostra amicizia.

Eleonora invece, l'altra mia secolare amica  è partita per le vacanze con la sua famiglia come ogni anno. Ho conosciuto anche lei in prima elementare. Diciamo che io, lei e Marco siamo un po' come il trio perfetto che si vede anche nei film. Con l'unica differenza che noi non siamo poi così perfetti!
Abbiamo le nostre imperfezioni e cechiamo di accettarle a vicenda. Io sono quella più intollerante e faccio più fatica a passare oltre l'immaturità di Marco e il menefreghismo di Eleonora, ma in fin dei conti loro mi accettano così come sono fatta - e io sono fatta veramente male - quindi devo essere in grado di accettare loro allo stesso modo.

A differenza di Marco, Eleonora la sento meno. Quando parte per le vacanze estive poi, ci sentiamo veramente il minimo indispensabile. Il nostro rapporto riprenderà ad avere vita ai primi di settembre, quando ritornerà e come sempre avrà tante cose da raccontarmi.

Per quanto riguarda Ludovica invece, quest'anno è partita per andare a lavorare come animatrice in un villaggio in Puglia.

Quindi, sono praticamente sola a sopportare il caldo ed a combattere il mio acerrimo nemico: agosto. Per vincere passo le mie giornate a vedere film, serie tv o a leggere sentendo le lamentele di mia madre che ci tiene a ricordarmi che è un altro giorno passato in casa. Inutile spiegarle di non avere nessuno con cui fare qualcosa, non le importerebbe comunque. Ogni giorno quindi, prego Dio che Marco si liberi dai propri impegni e mi chieda di vederci.

Sporadicamente comunque, Ludovica mi aggiorna su quello che sta facendo. Dico sporadicamente perché chiaramente non sempre le è possibile usare il cellulare per parlare con me.

Comunque, mi ha raccontato che ha conosciuto un ragazzo che non le dispiace per niente. Pare somigli a Jhonny Depp e sia un gran figo. Non me lo ha ancora fatto vedere, ma quello che posso dire con certezza è che ha una bella voce. Lo so perché qualche volta ha preso il cellulare di Ludovica e mi ha inviato qualche nota audio. Evidentemente si diverte ad infastidire persone che non conosce neppure. Una volta mi ha mandato una nota di cinque minuti senza dire praticamente nulla di concreto!
Che Ludovica se li vada a cercare, questo è stato assodato. Ma il punto è che questo ragazzo - che ha il nome di un gatto a mio parere - per quanto possa piacerle, non credo che la prenda abbastanza.

A volte - all'alba, da sola sulla spiaggia - me lo ha confidato in qualche nota vocale che si è ritrovata a pensare a Ryan. E me lo ha raccontato con la voce calda di chi ci mette il cuore in quello che dice.

La differenza tra me e lei, è che lei parla di Ryan come se fosse già persa. Io invece di Alex, non parlo proprio.

In questo mese ho scoperto un po' di cose su di lui: tipo che abita molto lontano da casa mia e quindi dal teatro. Che deve trovare un modo per tornar a casa dopo le prove, altrimenti sarà difficile per lui frequentare il corso (non che abbia intenzione di lasciare, quella sarebbe una tragedia per la riuscita dello spettacolo, visto che è lui il nostro protagonista!)
Un esempio divertente che riguarda proprio questo - che poi è l'episodio grazie al quale ho scoperto dove abiti - è stato quando Giada, sul gruppo Whatsapp di tutti noi ha commentato la sua situazione dicendo che era un bel guaio e lui le ha risposto dicendo: - Infatti Giada, io andrò a vivere sotto a un ponte! Ho già preparato la brandina, un barbone mi tiene il posto... Grande!

Quella nota è finita tra i miei messaggi importanti come in quelli di Ludovica.

Un'altra cosa che ho scoperto è che ha una ragazza e che stanno insieme da un po' - questo però l'ho scoperto grazie alle mie abilità d'indagine perché lui sembra essere un tipo troppo riservato per parlare di queste cose. Perfino dalle foto che sono state pubblicate sul suo profilo Instagram, la cosa sembra essere troppo poco sospetta. C'è questa ragazza che appare in molteplici foto, ma all'inizio io e Ludovica addirittura abbiamo pensato potesse trattarsi di una cugina. Solo quando la mia amica lo ha aggiunto tra i suoi amici di Facebook abbiamo capito che - effettivamente - quella ragazza è la sua fidanzata ma solo perché lui ha tra le informazioni personali "fidanzato ufficialmente".
E la fidanzata è una bella ragazza e ha un fisico pazzesco. E io non posso competere, perché io non posso mai competere.

Il fatto che sia fidanzato, mi ha un po' fatto rinsavire e mi sono detta di lasciar perdere ancor prima di iniziare ad affezionarmi.
Ludovica ogni tanto mi chiede se ci pensi a lui ma la mia risposta è sempre negativa. La mia amica è convinta che sia semplicemente per il fatto che non lo stia vedendo e forse non ha tutti i torti. Io non le dico che mi sono impuntata sul non perdere la testa per lui, perché so già che non sarebbe d'accordo con me.
-Se ti piace, non puoi farci niente. E'una cosa che non si controlla. - mi direbbe, quindi evito.

Mi limito a dirle che - molto naturalmente - non mi sfiora nemmeno lontanamente il pensiero di Alex e nel frattempo spero di riuscire a non pensarci davvero.
E a fine mese, forse mi sento sicura di esserci riuscita.

Dopotutto, mi dico che questo agosto - il mio agosto, quello che odio da morire - quest'anno mi è stato utile per frenare una cosa che causerebbe solo vere e proprie catastrofi.




*Autrice*

Nessuno si fila questa storia ma non mi importa, perché ho bisogno di scriverle queste cose.  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3764305