Adventure in the underground

di Asriel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** The Ruins ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Adventure in the Underground

Note iniziali
In questa mia prima fanfiction, scriverò su uno dei miei giochi preferiti Undertale.
Cercherò di scrivere qualcosa di decente su una mia avventura in questo mondo sotterraneo e pieno di personaggi fantasici con storie bellissime, inizierò con la versione pacifica, poiché la genocide non ho mai fatta o perlomeno mai completata perché non riesco a battere Undine the Undyng…
Questa storia o come la volete chiamare non credo che sarà molto lunga, in parte perché non ho molta voglia di scrivere e in parte perché il gioco (inclusa la true pacifist) ha durato poco più di quattro ore.
Ho intenzione di scrivere un capitolo per ogni “fase” del gioco, intendo che inizio con le Ruins, poi passo a Snowdin, ecc…
Non credo che comunque riuscirò a continuare a scrivere ogni molto perché fra qualche giorno me ne torno a scuola e quindi sarò più impegnato nello studiare e svolgere i compiti piuttosto che scrivere, ma comunque cercherò qualche momento libero nella mia giornata a scrivere qualcosa che sia leggibile e spero che qualcuno che sta leggendo questo lo trovi almeno bello.
Questo è uno dei giochi che conosco da non molto ma è andato più velocemente nel mio cuore di molti altri che magari ci gioco da anni, non so perché ma mi è piaciuto così tanto che ci dedico la mia prima storia su un sito dove altre persone, animali, cose o alieni possano vederlo.
Mi stavo dimenticando di dire una cosa molto importante per la trama, questo gioco parla di un mondo dove umani e mostri vivevano in armonia, un giorno ci fu una guerra e i mostri vennero sigillati sottoterra con un potente incantesimo che solo con sette anime umane si sarebbe aperta, un ragazzo (io) che passeggiava vicino al Monte Ebot, trovò un’entrata e si avviò, inciampando su una radice era caduto dove erano stati sigillati i “mostri”, non nel vero significato della parola ma intendo che non erano umani.

Prologo
Mi risvegliai in un posto abbastanza buio, pieno di fiori gialli e un piccolo sentiero viola che conduceva a una porta decorata in modo molto raffinato, con un simbolo con tre triangoli (due rivolti verso il basso e uno verso l’alto), due ali laterali e un cerchio tra e sopra i triangoli.
Che bel posto pensai, in quel momento mi sembrava bellissimo, forse perché avevo perso i miei occhiali, ma ci vedevo abbastanza bene da vicino e non molto lontano.Iniziai a percorre la stradina vagamente illuminata da qualche fonte di luce che non vedevo in quel momento, dopo l’arco vidi un fiorellino molto carino che ondeggiava, era un po’ sospetto ma aveva una faccina sorridente.
Che carino che sei pensai mentre mi avvicinavo a lui -Howdy sono Flowey, Flowey il fiore- disse quel piccolo esserino ondeggiando e ammiccandomi, facendomi spaventare quando iniziò a parlare. A volte sembra che la mia mente e il mio cervello nonostante fossero la stessa cosa non sono collegati. Dopo mi dissi come se mi volussi insultare da solo, è un fiore con una faccia, in una faccia è normale che ci sia una bocca e di solito tutto ciò che ha una bocca emette dei versi o parole.
Dopo essermi calmato stetti ad ascoltare Flowey mentre parlava. -Benvenuto nel sottosuolo, io sarò il tuo nuovo migliore amico, sai sei fortunato so tutto di questo posto, vediamo da dove possiamo cominciare. in questo luogo c’è un parametro fondamentale, cioè LOVE, che aumenta con i proiettili della felicità e dell’amicizia; acchiappane più che puoi ;)- subito fece apparire fuori dal nulla dei piccoli petali bianchi e li lanciò delicatamente verso di me.
Il mio istinto, per quanto potesse essere inutile, mi diceva che magari non era il caso di fidarsi di un fiorellino parlante, che si metteva l’occhiolino al primo passante che si ritrovava davanti, quindi decisi di schivarli, ma ogni volta che li schivavo la sua faccia diventava sempre più raccapriciante e spaventosa. Flowey, con tutta la non gentilezza che poteva avere, mi riempì di insulti e mi disse freddamente muori. -Level of Violence, questo è cosa intendo con LOVE, che sale più distruggo e uccido. nessuno ti potra salvare, NESSUNO!-
Subito venni circondato dai proiettili di prima, ma questa volta tutti in cerchio rivolti minacciosamente contro di me, che si avvicinavano piano mentre quel coso rideva spudoratamente della mia morte imminente. All’improvviso qualcosa o qualcuno fece svanire quei piccoli proiettili dell’amicizia o proiettili mortali.

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Capitolo 2
*** The Ruins ***


The ruins
Capitolo 1
All’improvviso qualcosa o qualcuno fece svanire quei piccoli proiettili dell’amicizia o proiettili mortali.
 
Vidi che quel coso con i petali gialli venne allontanato con una specie di fiamma e poi sentii una voce –Che creatura miserabile, prendersela con un ragazzo povero e indifeso come te.- affermò, poi mi chiese -Ciao io mi chiamo Toriel, tu come ti chiami?- dopo essermi ripreso dalla mia quasi morte per mano di un fiore le dissi -Mi chiamo Felix, piacere di conoscerti.-
Toriel mi accompagnò in un’altra stanza dove c’era un arco chiuso, percose una strada precisa su delle mattonelle e schiacciò una leva… la porta iniziò ad aprirsi. Che posto stupendo pensai guardando gli immensi corridoi viola, con delle mattonelle perfette e lucide; i pavimenti erano brillanti e viola su cui spiccava un sentiero rosa.
Lei mi accompagnò nell’unica strada che c’era, ma venni attaccato da una rana molto triste, che mi tirò addosso delle specie di lucciole, che cercai di schivare, ma me ne presi un paio in faccia. A quel punto Toriel guardò malissimo la rana, che corse via.
Mi fece vedere un sentiero con delle punte affilate, con dell’acqua ai lati.
Le dissi –Scusa, Toriel mi sembra un po’ pericoloso attraversarlo.- lei mi prese per mano e mi fece fare la strada con lei. Quando fummo arrivati mi disse –Hai ragione, per questo ora ti farò esercitare con un piccolo puzzle facilitato- saranno 5 pezzi da mettere insieme, qualcosa di più difficile no? Pensai, ma in quel posto “puzzle”  significava tira giù le leve giuste o non potrai passare.
Era più facile di quello che pensassi dato che le leve giuste erano segnate con una scritta gialla piuttosto grossa, cosa che non c’era in quelle sbagliate. Tirai quelle giuste e gli spuntoni che bloccavano il passaggio, nonostante fossero di dieci/quindici centimetri, si abbassarono.  Ci passammo e vidi un pupazzo, -Vai e parla con quel pupazzo.- mi incitò. Io mi avvicinai e dissi –Ciao!- Toriel saltava dalla gioia.
Passammo sotto l’arco e mi disse -Devo sbrigare una cosa urgente.- e poi corse via lungo il corridoio, io cercai di correrle dietro ma era troppo veloce.
Oltrepassai una colonna molto sospetta e dietro ci trovai Toriel, evidentemente era un “prova” mi dissi. Lei mi fece un sorriso come per dire “sei stato bravo” e poi si chiese a voce alta   -Come farò a chiederti se va tutto bene mentre siamo a distanza?-  poi si mise una mano in tasca e tirò fuori un telefono di marca W. D., me lo consegnò e scomparve.
Poco dopo aver attraversato un altro arco mi chiamò e chiese –Cosa preferisci cannella o butterschotch?-
Le dissi insicuro –Butterschotch- perché la cannella non mi piaceva molto. Feci qualche altro passo, ma lei mi richiamò e mi chiese di nuovo -Non è che ti fa schifo la cannella vero?-
 –La cannella non è una delizia ma non mi fa schifo.-
Questa volta stetti fermo per un secondo e mi chiamò di nuovo chiedendo –Non è che hai qualche allergia vero?-
Mi stavo stancando ma risposi ugualmente –Non ho nessuna allergia, non che io sappia, ma non devi dire qualcos’altro prima di chiudere la chiamata?- che lei chiuse subito dopo.
Non più distratto dalle chiamate, vidi una piccola rana come quella che mi aveva attaccato, mi disse –craCiao, craQuando craVedi craChe craUn craMostro craNon craVuole craCombattere craRisparmialo craTi craPrego.-
Gli risposi cercando di imitarlo -craCerto.-
Mi diressi verso la porta in alto vicino alla rana ed entrando vidi una ciotola su una colonna con delle caramelle colorate; ne presi un paio, ma le presi troppo velocemente e quindi caddero tutte, riversandosi sul pavimento e poi uscì velocemente da lì.
Andai in basso e vidi una stella zoppa e gialla roteare sopra le foglie marroni sul pavimento del corridoio, mi avvicinai e la mia anima si riempi di asssolutamente niente, però le mie ferite si rimarginarono quasi subito. Ovviamente per mia fortuna venni attaccato da una carota, che mi disse –Vuoi cenare?-
Gentile pensai, risposi –Si grazie, ho un po’ di fame-
Poi mi disse –Prendi quelli verdi-
Mi lanciò addosso delle carote e tra cui alcune verdi; non ne presi quasi nessuna, ma il vegetale scomparì in un secondo.
Uscì da quel corridoio che non volevo più rivedere e mi ritrovai un fantasma davanti, che stranamente era appoggiato a terra sopra le foglie. Mi avvicinai impaurito e vidi che dormiva beatamente, così gli diedi  un calcio e lui si svegliò. Da qualche parte iniziò una musichetta molto carina e spettrale.
Iniziò a “combattere” a modo suo cioè piangiendomi addosso le sue lacrime acide che rimbalzavano ovunque; dopo avergli sorriso si calmò e disse –Guarda questo-
Iniziò a far salire le sue lacrime verso l’alto formando un cappello e in seguito mi chiese –Ti piace?-
Per farlo sentire meglio gli dissi –Sì, è stupendo-
Sentendo quelle parole iniziò a scomparire dicendo con un filo di voce –Mi chiamo Napstablook, addio.-
Io andai in alto, perché da destra proveniva un odore nauseante. C’era un corridoio senza niente e lo percorsi velocemente pensando di essere inseguito da qualcuno. Nella stanza di fianco c’erano tre colonne e tre leve (giallo, rosso, blu) che a ogni stanza si trovavano in luoghi diversi. Mi imbattei in una scarafaggio molto grande che ballava e una melma/budino/essere satanico che faceva schifo; non mi attacarono e continuarono rispettivamente a ballare e a fare schifo.
Finalmente dopo un altro paio di corridoi arrivai davanti a un albero inquietante e sentii la voce di Toriel –Oh, dove sarà finito? Adesso lo chiamo.- prese il telefono che, iniziò a squillare, ma si accorse che ero lì e mi fece accomodare in quella bellissima casa davanti a me, ma prima di entrare toccai di nuovo la stellina zoppa.
Entrando vidi che era colorata in modo del tutto diversa da come erano le Ruins: c’era un pavimento di legno abbastanza chiaro, due corridoi laterali che portavano uno alla cucina/sala da pranzo, una che portava alle stanze da letto e una chiusa per lavori di ristutturazione. Toriel mi accompagnò alla mia stanza accarezandomi i capelli, io entrai e mi feci una bella dormita sul quel letto che sembrava comodissimo.
In mezzo alla notte lei mise per terra una fetta di torta alla butterschotch-cannella, anche se c’era un tavolo, ma dopotutto a cosa serve se non a metterci i tappeti?
Il giorno dopo andai a chiedere –Ma Toriel, quando posso andare a casa?-
Lei, cercando di non rispondere alla mia domanda, mi chiese –Vuoi sentire 72 usi per le lumache?-
Ma non funzionò, quindi replicai –Quando posso tornare a casa?-
Evidentemente irritata chiuse il libro e corse via giù per le scale io la inseguii ogni volta che mi avvicinavo lei mi diceva –Fai il bravo bambino e sali per le scale, io vado a distruggere l’uscita, perché ogni volta che qualcuno arrivava finivanosempre così: cadevano, si avventuravano e morivano per mano di Asgore. Quindi vai di sopra ti prego…-
Quando arrivammo all’uscita improvisamente si voltò quasi piangendo e disse –Se vuoi tornare a casa dimostrami che sei abbastanza forte…-
Cominciò ad attacarmi, chiaramente triste; dopo diverso tempo mi resi conto che i suoi attacchi non erano diretti verso di me: Non mi stava cercando di colpire.
–Patetico, no? Non riesco a salvare neanche un ragazzo… ascolta, so che vuoi tornare a casa, ma torna di sopra. No…, capisco che vuoi tornare a casa, addio.- si voltò e poi se ne andò molto triste.
Ma perché non può venire con me? Mi chiesi e provai a rincorerla, ma non c’era più da nessuna parte.
A quel punto tornai all’uscita delle Ruins, in un posto pieno di alberi e molto freddo. Avevo la sensazione di essere inseguito da qualcuno, mi addentrai nella strada tra la neve e arrivai a un cancello abbastanza largo per poterlo attraversare, ma sentii dei passi sulla neve e vidi una figura oscura avvicinarsi…

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