YoU CoMpLeTe My FaTe

di Alice_g1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DESTINO ***
Capitolo 2: *** RICORDO ***
Capitolo 3: *** GELOSIA ***
Capitolo 4: *** VERITA' ***
Capitolo 5: *** FIDUCIA ***
Capitolo 6: *** TRAPPOLA ***
Capitolo 7: *** MANCANZA ***
Capitolo 8: *** INFELICITA' ***
Capitolo 9: *** DECISIONI ***
Capitolo 10: *** MAI PIU'! ***
Capitolo 11: *** ADDIO ***
Capitolo 12: *** VIA ***
Capitolo 13: *** ANIME ***
Capitolo 14: *** BIVIO ***
Capitolo 15: *** QUESTA NOTTE ***
Capitolo 16: *** CAMBIAMENTO ***
Capitolo 17: *** PREDESTINAZIONE ***
Capitolo 18: *** LUI E LEI ***
Capitolo 19: *** YOU COMPLETE MY FATE ***



Capitolo 1
*** DESTINO ***


 
Ciao ragazze e ciao ragazzi sono tornata con una nuova storia fresca fresca hi hi
Volevo precisare che ho intenzione di cancellare Definitavamente la mia storia precende, “ Love The Way you Lie”  perchè sinceramente non mi sento più in vena di scriverla, non mi convinceva per niente e più la scrivevo più sentivo che niente era come volevo che fosse =( sono immensamente dispiaciuta per chi ha recensito la mia storia e per chi dopo la notizia dell’eliminazione ha cercato di dissuadermi dal farlo, mi dispiace ragazze ma è meglio cosi fidatevi =)
Va bene non mi dilungo in chiacchere senza fine e vi lascio al primo capitolo della mia nuova storia che mi sta dando moooolti spunti interessanti.
Vi ringrazio ancora con tutto il cuore e spero che continuerete a seguirmi in questa nuova storia
Vi mando un grosso bacio e scappo a cena fuori con i suoceri hi hi anche se qui sta per piovere uffaaaaaaaaa =(
Buon Week End a tutti
Baci Baci
L.Q.<3



 
You complete my fate
The world unwinds inside of me
The halo crawls away
You repeat my fate
Rewinding all we can
You refill my place
Come and save me.




 


DESTINO!
Sinonimo di fato, sorte, fatalità...
DESTINO!
Il susseguirsi di eventi ritenuto come necessario e indipendente dalle finalità umane...
DESTINO!
Serie di fenomeni determinati da forze superiori, impossibili da controllare e combattere...
DESTINO!
Io ci stavo giocando...


*******************************************************

I miei occhi
I Suoi occhi
Cioccolato
Miele
Desiderio
Passione
Odio
Amore
Non avrei mai creduto possibile che un solo sguardo potesse racchiudere cosi tanti sentimenti...
Non ci sono parole, solo azioni!
E sono le mani, le labbra, i respiri, i gemiti...
" Perchè non riesco a lasciarti andare? "
" Non lo so " e non lo sapevo davvero...
Niente aveva senso, niente! 
Io avevo Naozumi, lui Fuka.
" Ti desidero cosi tanto che non provo nessuna colpa "
" Nessuna colpa ", mormoro sulle sue labbra

< Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico *>
" Che stronzata "
" Come?" la voce di Nao mi riporta alla realtà
" Questa!" indicando la frase scritta nero su bianco sul libro di letteratura, " le persone che commettono azioni che le porta a vivere con il senso di colpa, non sono esseri degni di qualunque perdono, e per questo non meritevoli di tanto dolore da parte di chi subisce....tu non credi?"
" Cre...credo di si "
" E' cosi...fidati piccola!"e sorride continuando a leggere il suo libro, " ma non sono cose di cui tu ti debba preoccupare, continua a studiare"
" Ok "osservo quella maledetta frase e sento le mani che mi tremano..Senso di colpa, sofferenza, colpevoli!,parole che mi rimbombano nella testa come un martello pneumatico.
" Sana?"
" Eh?"
" Ti sei incantata?...il tuo cellulare...sta suonando!"
" Sarà Aya o Fuka "
< Sei con lui?>  Sgrano gli occhi e cancello subito l'sms...Nao sembra non accorgersi di nulla, è troppo impegnato a leggere il suo libro...respiro a fondo e risposto velocemente < Si > , una delle regole base della nostra " relazione " era niente sms salvati nel telefono, a meno che non si trattasse di scuola, uscite tra amici e auguri per le festività...

< ok...allora ci vediamo domani a scuola > cancella.
< A domani...buona notte Aki > cancella.
< Buonanotte....amore mio > can...

Lancio con un motto di rabbia il telefono che cade sui libri e i quaderni sparsi sul mio letto, perchè?, perchè non potevamo amarci alla luce del sole?
" Piccola che succede?", Nao mi osserva preoccupato
Mantieni la calma Sana, continua a recitare...continua a farlo!, " Niente è Aya, ha incontrato il prof di matematica in gelateria e le ha detto che domani interrogherà a tappeto tutta la classe **"
" Accidenti che sfiga! sarà il caso di ripassare le formule di geometria"
" Già...ora metto via letteratura e prendo subito il libro di matematica"

< Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico >

Chiudo con un colpo secco il libro...Stronzate! non sono le vittime a soffrire, sono i colpevoli...Sempre!




PICCOLE PREMESSE A FINE CAPITOLO :
 

* < Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico > CIT. Amèlie Nothomb una bravissima scrittrice belga che adoro, vi consiglio di leggere i suoi libri, in particolare “ Ne adamo, ne Eva” e “ Sabotaggio d’amore” =) 
 
** I protagonisti nella mia storia hanno tutti intorno ai 17 – 18 anni e frequentano l’ultimo anno di superiori, andando avanti nella storia tutti gli avvenimenti, e i personaggi veranno spiegati adeguatamente non vi preoccupate =)
 
Baci Baci
L.Q.<3






 

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Capitolo 2
*** RICORDO ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi =) sono tornata con un nuovo capitolo, il secondo…( me lo avete chiesto in tantissime e ho deciso di anticipare di due giorni la pubblicazione, spero di rendervi felici, hi hi ).
Che dire?sono felicissima che la mia storia vi sia piaciuta e che come sempre vi siete sprecate in commenti troppo lusinghieri e dolci…Vi adorooooooo siete le migliori e non potrei essere più felice =) Non vi merito!
Come sempre passo a ringraziare le stupende bimbe che hanno recensito, seguito, e ricordato la mia storia <3
 
  • Love_Sana_Akito
  • LaSayuri10
  • Grifondoro_Black
  • MARIAfrancesca
  • Bitch_00
  • Brillante
  • Valyna_
  • Lolimik & Reginadeisogni ( Grazieeeeeeee bimbe siete dolcissime e io vi adoro )
  • Lady11
  • Love Kodocha
  • Akura
  • Angel92
  • Cicatrice92
  • Terry001
Siete la mia forza, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =)
Vi aspetto settimana prossima con il terzo capitolo,, è già pronto non temete,sarò puntuale ( hi hi )….Baci Baci
LallyQueen


 

I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre
 pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa.
 
( B. Yoshimoto )




 
Pasticciona, ritardataria, sbadata!, se le persone chiedessero ai miei amici e alla mia famiglia tre aggettivi per descrivermi, questi sarebbero senza dubbio i miei principali segni distintivi, e allo stesso tempo i miei peggior diffetti.
Non ricordo il giorno in cui mi sia presentata in orario alle lezioni, ne tanto il giorno in cui mi sono ricordata di dire o fare qualcosa senza che nessuno me lo ricordasse almeno una ventina di volte, ma ricordo, senza ombra di dubbio il giorno in cui io, Rossana Kurata sono diventata una tradittrice…
 
 
 ( CINQUE MESI PRIMA )
 
 
Splendeva un bellissimo sole, e Tokio si era svegliata sotto un cielo limpido e tipicamente privamerile nonostante fosse ottobre inoltrato, la scuola era cominciata da poco più di un mese, e il solito tram tram di verifiche e interrogazioni era ripreso.
Il professore di sociologia ci aveva assegnato un compito sulla comunicazione di massa e il fenomeno dei social network nella società moderna.
Amavo tantissimo questa materia, l’amavo talmente tanto, che nel corso degli anni ero sempre stata la prima della classe, non si poteva dire la stessa cosa di Akito, lui odiava sociologia e riusciva a malapena ad arrivare alla sufficienza, d’altro canto, la capacità di socializzare di Akito era pari a zero e questo lo sapevano tutti, compreso il professore, che decise di affidarlo a me per il compito a coppie.
“ Lo aiuterai a migliorare i suoi voti”, cosi si era giustificato, vedendo la mia faccia tutt’altro che felice.
“ Va bene professore Yioto..lo farò”mugugnai rassegnata lanciando uno sguardo al biondino seduto davanti a me.
“ Bene ragazzi, avete una settimana per consegnare il compito e…”, la campana segnò la fine dell’ora “ ci vediamo giovedi, buona giornata a tutti”, mentre riodinavo le mie cose per dirigermi in palestra, Akito si avvicinò a me, e con un sorrisino furbetto mi sussurrò all’orecchio un ci vediamo dopo a casa mia, che mi fece tremare il cuore…
La mattina proseguì tranquilla e più velocemente del solito, le lancette d’orologio sembravano impazzite, non facevo in tempo ad aprire un libro che la lezione era già finita e più si avvicinava l’ora x, più sentivo montare dentro di me un ansia sconosciuta…che mi stava succedendo?infondo era solo Akito, il mio migliore amico dai tempi delle elementari, era solo…Akito.
LEZIONE
LEZIONE
LEZIONE
PAUSA PRANZO
LEZIONE ( ansia )
LEZIONE ( ansiaa )
LEZIONE ( ansiaaa )
CAMPANELLA….GIORNATA FINITA! AIUTOOOOOOOOOOOOOOO
Mi avviai piuttosto furtiva verso l’uscita, sentivo un senso di preoccupazione che mi divorava lo stomaco, e non capivo il perchè.
“ Alla buon ora Kurata hai chiuso tu la scuola oggi?”
“ Ah! Akito mi hai spaventato a morte, sei un idiota”
“ Sono cosa?..va beh Kurata non ho tempo da perdere andiamo!, abbiamo quel maledetto compito da cominciare”
“ Ok”
“ Su infila questo” disse passandomi un enorme casco nero
“ Coooooooooooooooosa?”
“ Che ti strilli! È solo un casco, mettilo!, non ho intenzione di prendere una multa per colpa tua”
“ Non ho nessuna intenzione di salire su quel coso, tu sei matto”
“ Primo!,la mia Harley non è un coso, e secondo non dirmi che hai paura di una semplicissima moto”
“ Semplicissima?è enorme”
“ Dai Kurata non fare la bambina..prometto che andrò piano”
“ E va beeene…ma l’hai promesso?andrai piano”
“ Giuro”
Feci a malapena in tempo a registrare le immagini sfocate di Tsu e Aya che uscivano dal cortile che mi sentii sobbalzare contro la schiena di Akito
“ Tieni forte Sana”
“ Vaffaaaaaaa”
Non riuscii nemmeno a finire di insultarlo che iniziò a sfrecciare come un maledetto folle tra le vie della città, cazzo ero terrorizzata, correva come un matto e sembrava farlo apposta, in meno di dieci minuti fummo davanti al cancello di casa sua.
“ Tu! Lurido bastardo, bugiardo”
“ Aahhahahah dai Kurata ammettilo che ti è piaciuto”
“ Fottiti”
“ Ahhahahah quante storie…sei prorio un attrice”, disse divertito superandomi per entrare dentro casa, nonostante fosse passato più di un anno,niente era cambiato…la solita poltrona, i soliti fiori freschi, il solito profumo di casa…
“ ti posso offrire qualcosa?acqua, thè, caffè, una coca?”
“ Un thè grazie”
“Te lo faccio subito…accomodati pure”
“ I tuoi dove sono?”
“ Mia sorella si è trasferita da due settimane al campus dell’università per seguire le lezioni e mio padre è fuori per lavoro”
Sgranai visibilmente gli occhi, eravamo soli, io e lui, lui e io…soli!l’ansia ricominciò a mille.
“ Che ti succede?”era in piedi davanti a me con una tazza in mano e lo sguardo interrogativo
“ Ahhhahah niente, niente..figurati!”
“ Tu sei tutta matta”
“ Cominciamo questa relazione?, prima iniziamo, prima finiamo”
“ Giusto”
Persi tra appunti e libri passarono tranquille le ore e anche il mio senso di disagio pian piano sparì…
“ Cavolo, hai visto che ore sono?”
“ Come?”
“ Abbiamo studiato tantissimo…sono quasi le undici, ordiniamo qualcosa per cena?”
“ Posso anche andare a casa ”
“ Non dire sciocchezze ormai sei qui, e poi vorrei finire questo capitolo”
“ Ok…avviso mia madre”
Dopo aver inviato un veloce sms a Rei, decidemmo di ordinare del sushi da mangiare davanti al pc.
“ Questo mi è mancato in America”, dissi addentando il mio salmone
“ Il sushi è la cosa più buona di questo mondo…non potrei vivere in un posto dove non lo cucinano”
“ Ahhhahah aki ma che dici? il sushi esiste in America, ma non è cosi buono come qui”
“ Il Giappone è la patria del sushi, in nessun’altro posto sarà mai come qui”
“ Hai ragione, anche se devo ammettere che in America esistono dei cibi deliziosi..il burro d’arrachidi per esempio, io e Nao lo mangiavamo continuamente, lo mettevo sopra ogni cosa! Era diventata una specie di droga, ricordo una volta che…”
Lo sguardo di Hayama mi fece morire le parole in bocca, sembrava…soffrire.
“ Che c’è?”
“……………………”
“ Aki…che succede?”
“ Niente, è solo che”
“ E’ solo che?”
“ E’ solo che avvolte dimentico che hai scelto lui”, bam! una coltellata in mezzo al petto, le sue parole mi fecero sussultare..avevo scelto?,quando mai avevo avuto una scelta!
“ Non mi pare di avere avuto scelte, c’era Nao e lui è rimasto”
“ Già”
L’aria si fece improvvisamente pesante e non riuscivo a non pensare a quelle parole…io avevo scelto nao?che diavolo voleva dire?
“ Si sta faccendo tardi…ti porto a casa?”
“ Si, forse è meglio”, mentre riodinavo i miei appunti akito andò a prendere le chiavi della moto.
“ Pronta…andiamo pure”, presi in mano in mio cellulare e in quel momento realizzai che era mezzanotte passata e che il display segnava una data, 12 ottobre…
“ Aspetta”
“ Cosa?”
“ E’ il tuo compleanno….AUGURI AKIIIIIIIIIII”
“ Che ti strilli?”
“ Strillo perchè è il tuo compleanno”, iniziai a saltellare per la stanza, adoravo i compleanni.
“ Ho capito…possiamo andare?”
“ Aspetta...fatti tirare le orecchie”
“ Ma tu sei tutta matta, non ci penso proprio a farmi tirare le orecchie”
Iniziai a ridere e a rincorrerlo per tutta la stanza.... “Dai Akiiii vieni qui…non scappare”
“ Sana dai smettila”
“ Aahhahahh Aki vieni quiiiiiiiiiiiiiiii”
Nel maldestro tentativo di afferrarlo incampai in qualcosa e capitolai per terra trascinandomelo dietro…
“ aahahhahaha che caduta, ti sei fatto mal”, la risata, come le parole mi morirono in gola, lui era a meno di dieci centrimenti dal mio viso e mi fissava…
Non sapevo cosa fare, ne cosa dire…ero sotto di lui e non accenava minimamente a muoversi.
Occhi negli occhi…
Sentivo il suo respiro sul mio viso…
I muscoli del suo corpo, tesi…
Il mio cuore che batteva all’impazzata…
Lo volevo, dio solo sa quanto lo volevo…
Combattuta tra il desiderio e la colpa…
Divisa a metà tra ciò che volevo e quello che dovevo, sentii una sua mano percorrere la mia pelle e istintivamente chiusi gli occhi per godermi quella bellissima sensazione di calore e desiderio.
“ Sana”, il mio nome sulle sue labbra suonava cosi erotico che agii d’istinto, al diavolo tutto e tutti, io lo volevo..
“ Se vuoi fermarmi ora, perchè tra un secondo sarà tardi”, volevo davvero che si fermasse?sperai con tutto il cuore di no
“ Fanculo, un secondo è passato”
Non aspetto altro e in un attimo mi tuffo sulle sue labbra, la sua lingua trova la mia e basta questo semplice gesto a mandarmi completamente in tilt, afferro la sua camicia e gliela strappo letteralmente di dosso, affondo le mie unghie nella sua schiena e un gemito profondo, grutale, riempie la stanza…lo voglio da morire…capovolgo le posizioni, voglio farlo mio, voglio comandare io il gioco, e dal suo sorriso intuisco che ha capito le mie intenzioni...scendo sul suo petto che bacio, lecco, graffio, annuso…quanto è sexy.
Lentamente, molto lentamente scendo in basso, sempre più basso e gli sfilo i pantaloni che volano in un angolo della stanza insieme ai suoi boxer, ed eccolo li, in tutta la sua bellezza, ansimante, nudo ed eccitato…per me, solo per me…
Afferro la sua erezione e inizio a muovere prima lentamente, poi sempre più veloce guidata dalla mia voglia e dalla sua…
“ Cazzo Sana…non ti fermare”
“ Ti piace?”, gli sussurro maliziosa mordendogli un lobo
“ Da morire”
“ E mi vuoi?”, ormai è vicino all’orgasmo, lo sento
“ Ti voglio da impazzire”
“ Anche io”, e lo volevo davvero, in un modo che non credevo nemmeno possibile, “ vieni per me”
In un attimo, come guidato dalle mie parole, lo sento gemere e gridare forte…sorrido soddisfatta mordendomi il labbro.
Rimango a cavalcioni sopra di lui guardandolo tornare pian piano alla realtà, dio quanto è bello…un angelo, anzi un diavolo, un maledetto diavolo tentatore.
“ Buon compleanno”
“ Il migliore della mia vita”
“ Ne sono felice”
“ E potrebbe diventare ancora meglio, anzi” e afferrandomi per le spalle, in un attimo quella a schiena contro il pavimento sono io, “ lo sarà”
Le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie, i miei gemiti con i suoi…
Sto impazzendo, lo voglio dentro di me, ora…
Guidata da una forza dettata dal desiderio, spingo il suo petto e subito capisce, mentre mi gira per posizionarmi sopra di lui, mi sfila gli slip….
Lo afferro per le spalle per avvicinarlo alle mie labbra e la sua lingua inizia a leccarmi, mordermi, e io sento delle pulsazioni espandersi dal mio ventre, non posso più aspettare…
Guido il suo membro di nuovo eretto dentro di me e una scarica mi attraversa la schiena e mi innarco all’indietro per cercare di sopportare il piacere, sento Akito spingere con prepotenza sotto di me, affonda le sue dita nella carne, I suoi denti stringono con forza il mio capezzolo e gemo, ansimo, urlo…è il paradiso.
“ Guardami…voglio guardarti”sento la voce di Akito che arriva lontana e ovvatta alle mie orecchie.
Con non poca fatica mi piego verso di lui e la sua lingua trova subito la mia bocca.
Afferra i miei capelli con forza, con possesso, e ci guardiamo…combatto contro l’istinto di chiudere gli occhi.
“ Voglio che mi guardi mentre godo per te…come io guardo te che godi per me”, dio sto per svenire dal piacere…
Sta aumentando il ritmo, e io lo aumento con lui, sono vicina all’orgasmo, lui con me…vorrei che questo momento non finisse mai, e continua…vuole sentirmi godere insieme a lui,ma è talmente prepotente il desiderio che sento la mia voce venir meno, e lo guardo…bello, bellissimo…non stacca gli occhi dai miei, si morde sensuale le labbra e mentre lo guardo perdersi in me, raggiungiamo insieme l’orgasmo, e ci accasciamo completamenti sfiniti e sudati….
Non ricordo il giorno in cui mi sia presentata in orario alle lezioni, ne tanto meno il giorno in cui mi sia ricordata di dire o fare qualcosa senza che nessuno me lo ricordasse almeno una ventina di volte, ma ricordo, senza ombra di dubbio il giorno in cui io, Rossana Kurata sono diventata una tradittrice…il 12 ottobre!
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** GELOSIA ***




Ciao ragazze e ciao ragazzi sono tornata con un nuovo capitolo, il terzo =)
Che dire?sono felicissima che la mia storia vi sia piaciuta e che come sempre vi siete sprecate in commenti troppo lusinghieri e dolci…Vi adorooooooo siete le migliori e non potrei essere più felice =) Non vi merito!
Come sempre passo a ringraziare le stupende bimbe che hanno recensito, seguito, e ricordato la mia storia <3
 
•    Love_Sana_Akito
•    LaSayuri10
•    Grifondoro_Black
•    MARIAfrancesca
•    Bitch_00
•    Brillante
•    Valyna_
•    Lolimik & Reginadeisogni ( Grazieeeeeeee bimbe siete dolcissime e io vi adoro )
•    Lady11
•    Love Kodocha
•    Akura
•    Angel92
•    Cicatrice92
•    Terry001
•    g_love_a
Siete la mia forza, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =)
Vi aspetto settimana prossima con il quarto…è già pronto non temete,sarò puntuale ( hi hi )….Baci Baci
LallyQueen ( Alice )




 
V'è una passione profondamente radicata nella sessualità,
e che è esasperata dall'età: la gelosia.

( Simone De Beauvoir )








Stringo il bicchiere tra le mani talmente forte che rischio di frantumarlo in mille pezzi.
Idiota!
Sei un idiota!
Che speravi di ottenere?
Credevi veramente che dopo aver fatto l’amore con Sana lei avrebbe lasciato Kamura?
Ingenuo, ecco che sei!
Lei e Kamura, io e Fuka fine della storia.
Il fatto che io sono innamorato di Sana, e che da circa cinque mesi siamo amanti non significa niente.
Niente!
Io e Fuka stiamo insieme da più anni di quanti mi ricordo,otto, nove?e in tutto questo tempo non sono mai andato oltre certi sguardi, certe parole, certe azioni…sono bloccato!, non posso prometterle amore eterno, ne tanto meno passione sfrenata o frasi sdolcinate, non ne sono in grado…o meglio, non ne sono in grado con lei…
Ma la parola d’ordine è indifferenza.
Per il mondo intero io e Sana siamo solo amici.
Niente contatto fisico, paroline sussurate all’orecchio, niente di niente.
Ed è per questo, che ora mi ritrovo con un bicchiere di birra stretto tra le dita ad osservare la donna che amo ballare attorcigliata a quel maledetto di Kamura senza poter far altro che rosicare e soffire in silenzio.
Era stata un idea di Tsu venire in questa discoteca per festeggiare il compleanno di Aya.
Nonostante ho cercato mille scuse per non venire, Fuka aveva insistito cosi tanto che non ho potuto dirle di no, infondo, il compito di ogni bravo fidanzato è quello di compiacere la propria donna,no?, ma il problema è proprio questo….io non sono un bravo fidanzato, sono un bugiardo e un traditore.
All’inizio della mia “ relazione” con Kurata provavo un senso di colpa quasi insopportabile, ero diviso tra ciò che volevo e ciò che dovevo, volevo e voglio molto bene a Fuka,lei mi ha salvato dalle ombre che mi avevano avvolto di nuovo dopo la sua partenza, mi è stata vicina come nessun’altro sapeva fare, sapeva sempre quando era il momento migliore per parlare, e quello migliore per tacere, ma nonostante tutto appena i miei occhi avevano rincontrato quelli di Sana, nient’altro aveva avuto senso per me.
A niente era servito starle lontano, a niente era servito convicerci che stare con Matsui e Kamura era la cosa giusta, a niente era servito lottare contro il nostro amore, appena ci ritrovammo soli, la passione aveva preso il sopravvento ed eravamo finiti per fare l’amore, e da quel giorno, non avevamo più smesso.
“ Aki?”
“ Che c’è?”
“ Ti senti bene?hai una faccia”, lo sguardo preoccupato di Fuka è come una pugnalata, non guardarmi cosi, non merito la tua preoccupazione.
“ Si sto bene”
“ Ah, meno male…perchè non vieni un pò a ballare con noi?”
“ Sai che non amo ballare”
“ Per favoreeeeeee”
“ Non insistere non mi va”
“ Oh che musone che sei...arrangiati, io vado”
“ M”
“ Bene, mi divertirò anche per te...Sana ti terrà compagnia”
In quel momento Kurata si stava avvicinando al tavolo accaldata e sorridente.
“ Sana ti lascio con questo musone e mi lancio in pista ok?”
“ Certo”
“ A dopo...Ragazzi arrivo”
Vedo Sana sedersi vicino a me sorseggiando la sua limonata.
“ Sei contenta della serata?”
“ Come?”
“ Ti ho chiesto se sei contenta della serata ”
“ Certo”
“ E ti diverti?”
“ Si, mi diverto”
“ E ti diverti di più a ballare o farmi del male?”
La vedo sgranare gli occhi.
“ Akito”, dice sospirando e comprendosi il viso con le mani
“ Che vuoi che faccia?”, lo dice a bassa voce in modo che la senta solo io.
“ Voglio che la smetti di guardarlo come guardi me”
“ Vaffanculo…non lo guardo e non lo guarderò mai come guardo te”
“ Stronzate Kurata”
“ Non capisci?,non capisci quanto è difficile per me dover fingere continuamente di essere felice con lui?, dover recitare senza sosta la parte della fidanzata perfetta davanti alla mia famiglia, davanti ai miei amici, davanti a…lei”
“ Non  mi sembra che tu faccia molta fatica”
“ Non so che fare, non so come comportarmi per non ferirti, che vuoi che faccia?”
“ Stai con me”
“ Aki…no, non possiamo”
“ Perchè?”
“ Perchè ne morirebbero”
“ Anche io muoio, lentamente, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno che non posso stare con te, muoio ogni volta che lui ti guarda, che ti bacia…ma quello che provo io non conta niente vero?”
“ Conta più di ogni cosa…ma”
“ Ma?”
“ Ma è sbaglio!è tutto maledettamente sbagliato!”
“ Avvolte mi chiedo se mi ami come dici”
“ Non dirlo nemmeno per scherzo..io ti amo e tu lo sai”
“ Allora lascialo cazzo!”
“ Non posso, non cosi, non se il motivo sei tu”
“ Ci amiamo e non stiamo più bene con loro non mi sembra una colpa cosi grande Sana”
“ Non è una colpa cosi grande?,cazzo, li stiamo tradendo, da mesi, e credi che accetteranno la cosa cosi facilmente?, io voglio bene a Nao e soprattutto a Fuka”
“ Allora perchè fai l’amore con me?”
“ Perchè sei l’unica cosa vera che ho…l’unico appiglio che mi fa ancora sentire viva, che mi fa sentire me stessa”
“ Allora perchè non…”
“ Hey ragazzi”, la voce di Tsu ci riporta alla realtà, “ Che state faccendo?”
“ Niente di importante, chiaccheravamo sul compito in classe di ieri”, ottima attrice non c’è che dire.
“ Oh che palle! Scuola, scuola, scuola!siamo qui per divertirci”, Gomi si avvicina al nostro tavolo seguito da Aya, Fuka, Hisae e Kamura.
“ Piccola io vado”, il maledetto Kamura si avvicina a Sana per abbracciarla.
“ No nao, vai già via?”
“ Si aya mi dispiace ma alle 10 ho il volo per New York e se non dormo almeno qualche ora lo perderò”
“ Vuoi che ti accompagni?”, ti odio Kurata, perchè devi farmi questo?
“ No piccola tu resta con i tuoi amici e divertiti” dopo aver salutato tutti, Kamura finalmente se ne va,e lei rimane sola con noi.
“ Hey ho un idea..sono quasi le quattro di mattina che ne dite se andiamo tutti a fare colazione?”
“ Okay Tsu ma poi andiamo a casa..sono stanca morta”
“ Ma certo pasticcino mio come preferisci…su ragazzi andiamo ho una fame pazzesca”
Mezz’ora dopo nel parcheggio del bar scambiamo le ultime parole prima di tornare a casa.
“ Bene ragazzi io e Aya andiamo a dormire si è fatto davvero tardi”
“ Si effettivamente sono le 4e30”
“ Chissà come sarà preoccupato Rei, penserà che ti hanno rapito gli alieni ahahah”
“ Non c’è pericolo Aya Rei è da Asako per il week end e mia madre è partita per lavoro”
 “ Allora non c’è problema…uuuuuuh che sonno ragazzi,  Tsu io sto anche congelando”
“ Si pasticcino andiamo”
“ Si anche noi andiamo...Fuka vuoi un passaggio?”, la voce di Gomi mi da un idea.
“ Si perchè no…ti dispiace Aki?Gomi e Hisae sono di strada”
“ No certo!, sono parecchio stanco e poi a quest’ora in minigonna congeleresti sulla moto”
“ Si allora accetto volentieri il passaggio”
“ Bene…andiamo allora”
Mi avvicino alla mia moto per prendere il casco, e passando davanti a Sana le sussurro vicino all’orecchio in modo che nessuno mi senta “ So che puoi fare…passa la notte con me”, la vedo sgranare leggermente gli occhi, mi osserva per un lunghissimo secondo e mima un si con la testa.
Saluto Fuka con un veloce bacio sulla guancia, e aspetto che gli altri se ne vadano per avvicinarmi a lei e porgerle il casco.
In meno di dieci minuti siamo davanti al portone di casa mia,non aspetto nemmeno di essere dentro che l’afferro e inizio a baciarle il collo.
La prendo in braccio e la sbatto letteralmente con il muro, inizio a mordere ogni centrimentro del suo corpo, la bacio, la lecco, l’annuso..è mia, solo mia!
Non riusciamo nemmeno ad arrivare al letto, la faccio mia qui, in piedi,contro il muro dell’entrata.
E mentre mi muovo disperatamente dentro di lei, emmettendo gemiti di piacere e sofferenza, mando al diavolo tutto e penso solo alla nostra felicità…
“ Sana….stai con me”

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Capitolo 4
*** VERITA' ***


 

Ciao ragazze e ciao ragazzi sono tornata con un nuovo capitolo, il quarto =)
Che dire?sono felicissima che la mia storia vi sia piaciuta e che come sempre vi siete sprecate in commenti troppo lusinghieri e dolci…Vi adorooooooo siete le migliori e non potrei essere più felice =) Non vi merito!
Come sempre passo a ringraziare le stupende bimbe che hanno recensito, seguito, e ricordato la mia storia <3
 
•    Love_Sana_Akito
•    LaSayuri10
•    Grifondoro_Black
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Siete la mia forza, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =)
Vi aspetto settimana prossima con il quinto…è già pronto non temete,sarò puntuale ( hi hi )….Baci Baci


LallyQueen ( Alice )

 
 
 
Non è vero che l'uomo insegue la verità.
è la verità che insegue l'uomo.

( Robert Musil )

 
 
 
Verità!
Quando ero piccola mia madre diceva sempre che la verità era la più grande delle vittorie, un essere umano capace di dire sempre la verità poteva conquistare il mondo, ed è per questo, che non ho mai detto bugie, ero convinta che essere sinceri mi avrebbe sempre ripagato nella vita.
Ho sempre creduto ciecamente a mia madre, ogni sua parola per me era indiscutibile, chi si porta dietro un bagaglio di esperienze grande come il suo, non poteva che dire cose giuste.
Ma ora sono cresciuta cara mamma, e la verità per me è diventata troppo difficile da dire, mi dispiace non sarò mai una vincente, sarò sempre una tradittrice nel corpo e nello spirito, ma la cosa che più mi dispiace mammina cara è che non mi importa, non mi importa di essere la persona onesta che tu volevi che fossi, non mi importa di essere una manipolatrice, non mi importa, se il premio da pagare è la felicità…
 
 
                                                                                                                                                    **************************************************************

 
 
 
Sono sdraiata sul pavimento del salotto coperta solo dal corpo di Akito e da una miriande di pensieri...
Osservo l’uomo che dorme al mio fianco e mi domando quale maledizione ci abbia unito cosi profondamente, da renderci schiavi l’uno dell’altra!
Sono una codarda!
Non riesco a vivere senza Akito, ma non riesco nemmeno a vivere sapendo che Nao e Fuka mi odieranno per tutto il resto della mia vita.
Sono una codarda!
Non riesco a decidermi a dire la verità a tutti…non riesco a lasciare Nao, ne tanto meno Akito.
So di amare quest’uomo con tutta la mia anima, lo amo con ogni centimentro del mio corpo, della mia mente, e del mio cuore, l’idea di chiudere con Aki è fuori discussione, non potrei mai essere felice senza di lui!..
Il rumore del mio cellulare mi distrae dai miei pensieri, cerco di muovermi senza svegliarlo e mi metto alla ricerca della mia borsa, che trovo sepolta sotto una montagna di vestiti, testimoni della nostra bruciante passione.
Il display segna 5 messaggi e innumerevoli chiamate perse.
Mamma
Rei
Nao
Aya
Apro uno alla volta gli sms di Rei, Mamma e Nao, e infine quello di Aya...< dimmi che sei sveglia ti prego!ti sei ricordata del nostro pranzo vero?>
Cazzooooo…dovevo pranzare con Aya oggi, okay calma niente panico, sono le undici e mezza e devo essere da lei a mezzogiorno, posso farcela, posso farcela?
Afferro a casaccio tutti i miei vestiti e cerco di infilarli alla velocità della luce mentre con una mano digito la risposta per Aya < Ci sono, leggermente in ritardo ma ci sono…arriverò con massimo dieci minuti di ritardo, perdonamiiiiiiii >, invia.
Mentre passo davanti allo specchio per sistemarmi i capelli, mi rendo conto che sono vestita da sera, e oltretutto sono anche a piedi!, questo è quello che succede ad essere l’amante di qualcuno..niente vestiti nel suo armadio, e nessuno che ti possa aiutare.
Salgo velocemente le scale sperando che Natsumi abbia lasciato qualche vestito a casa…per fortuna è cosi.
Infilo i vestiti della sera prima nella borsa e cerco un foglio per lasciare un messaggio ad Akito, che stranamente dorme ancora,appoggio il post it sul suo braccio, dove fino a pochi minuti fa dormivo io, e gli accarezzo il viso, so di poterlo fare solo in questi momenti,“ perdonami…so di non essere la persona che vuoi.”chiudo la porta alle mie spalle e mentre il sole mi colpisce, sento il sapore delle lacrime sulle mie labbra…
Riesco ad essere sotto casa di Aya con solo cinque minuti di ritardo, per fortuna casa mia dista solo due isolati da quella di akito e in venti minuti sono riuscita a fare una doccia, svuotare la borsa e prendere le chiavi della macchina.
Arrivata davanti al portone di casa, aya è già seduta sugli scalini e mi rivolge uno sguardo divertito come a dirmi, sei sempre la solita.
Dopo un veloce giro per negozi, decidiamo di pranzare in un localino tipicamente italiano che adoriamo, semplice, molto intimo e con dei piatti a dir poco paradisiaci.
Mentre il cameriere appoggia sul tavolo il cibo che abbiamo ordinato osservo Aya giocherellare con la canuccia del suo thè freddo.
“ Aya che succede?”
“ Come?”
“ Ti conosco da quando avevamo ancora il biberon e so che quando ti tocchi i capelli, e giochi con gli oggetti hai qualcosa che ti preoccupa”
Sgrana gli occhi, con lo sguardo di chi è appena stato beccato a fare qualcosa di sbagliato, “ In realtà…ho bisogno di un consiglio”
“ Dimmi”
“ Se tu sapessi che la tua migliore amica tradisce il suo ragazzo che faresti?”
Quasi mi strozzo con l’acqua che sto bevendo, cazzo, è finita, mi ha sgamata…oddio!
“ Co..cosa?”
“ Se tu sapessi che la tua migliore amica, va a letto con un’altro ragazzo e che tradisce il suo fidanzato, che faresti?”
“ Aya…io, io non so…mi dispiace, insomma io..”
“ Sono stata a letto con un’altro”
“ Cosaaaaaaaaa?”
“ Sana abbassa la voce, cazzo”
Non so se sono più sconvolta nel sapere che Aya tradisce Tsu o sentirla imprecare.
“ Come?quando?con chi?....perchè?”
“ Oh Sana…non lo so”, una lacrima scende a tradire tutto il suo dolore, e mai come in questo momento mi sento cosi vicina a lei, il tuo dolore è il mio amica mia, ma non posso dirglielo, non ora, non cosi…akito mi ucciderebbe.
“ Chi è lui”
“ Gomi”
“ Oh cazzo”
“ Si…oh cazzo”
“ Co…come è possibile?come è potuto succedere?”
“ Non lo so Sana, non lo so…io tengo molto a Tsu…ma”
“ Ma?”
“ Ma non riesco a non desiderare Gomi…lo so che non puoi..”
“ Lo capisco invece”
Allungo una mano per afferrare la sua, non posso crederci, Aya,la mia dolce aya…perfetta, pura, delicata aya, era come me…
“ Tu, glielo”
“ No”
“ Oddio Sana grazie, non sapevo con chi parlarne e avevo paura che mi avresti voltato le spalle e che non volessi più essere mia amica”
“ Tesoro, so che quello che stai faccendo non è la cosa più onesta del mondo, ma tu sei la mia migliore amica, e non potrei mai tradirti…voglio molto bene a Tsu, ma tu sei tu, e non potrei mai farti un torto…il tuo segreto è al sicuro con me”
“ Grazie amica mia….sono una persona orribile”
“ No, non lo sei…sei un essere umano, e hai commesso un errore”, cercavo di convincere lei o me stessa?
“ Sana, non è solo un errore…è da un anno”
“ Un anno?”, oh mio dio.
“ Si…un anno”
“ Perchè hai deciso di dirmelo ora?”
“ Perchè per i primi mesi pensavo che fosse solo una cosa da niente, che fossi attratta da lui solo fisicamente, ma poi con il passare del tempo le cose tra noi sono cambiate, ha iniziato ed essere geloso di Tsu, mi bombardava di sms, e quando ha iniziato ad uscire con Hisae…ho capito, io lo amo…e poi”
“ E poi?”
“ E poi ieri sera Tsu mi ha chiesto di andare a vivere insieme dopo la scuola…e ho capito che non posso prenderlo in giro cosi, non posso dirgli di si sapendo che non lo amo più, non posso dirgli di si quando prego solo un modo per poter stare con un altro…e non uno qualsiasi, uno dei suoi migliori amici…sono orribile!, peggior torto di questo sarebbe solo quello di andare a letto con Akito”
Il suo nome mi provoca immediatamente dei brividi, che non sfuggono ad Aya…
“ Tesoro che succede?”
“ Niente…non ti preoccupare”
“ Sul serio?, appena ho nominato Akito hai cambiato faccia”
Il suono del mio cellulare ci fa sobbalzare entrambe…< Ovunque tu sia…torna subito da me, mi manchi da morire! >, cancello subito il messaggio, stringendo con rabbia il telefono tra le dita…Non posso più vivere così, non ci riesco…
“ No Aya…il peggior torto possibile non è tradirlo con il suo migliore amico…è farlo con il suo peggior nemico”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** FIDUCIA ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi sono tornata con un nuovo capitolo, il quinto =)
Scusate per l’ ENORME ritardo, ma tra il lavoro e le ferie non sono riuscita ad avvicinarmi al pc, e poi come se questo non bastasse ho cambiato in corsa ¾ del capitolo e l’ho finito ora!
Che dire?sono felicissima che la mia storia vi sia piaciuta e che come sempre vi siete sprecate in commenti troppo lusinghieri e dolci…Vi adorooooooo siete le migliori e non potrei essere più felice =) Non vi merito!
Come sempre passo a ringraziare le stupende bimbe che hanno recensito, seguito, e ricordato la mia storia <3
 
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LallyQueen ( Alice )





 

Non è tanto dell'aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno
quanto della fiducia che essi ci aiuterebbero nel caso ne avessimo bisogno.
 
( Epicuro )






 
< Perdonami…so di non essere la persona che vuoi >
< Perdonami…so di non essere la persona che vuoi >
< Perdonami…so di non essere la persona che vuoi >
< Perdonami…so di non essere la persona che vuoi >
< Perdonami…so di non essere la persona che vuoi >
 
Sto fissando da più di mezz’ora questo post it, ed ogni singola sillaba mi lacera come un pugnale in pieno petto!
Perchè?, perchè?, io la amo, lei ama me, maledizione!
No Sana, tu non sei la persona che voglio, tu sei l’unica persona che voglio, ma non sei qui per sentirtelo dire, tu non sei mai qui.
Prendo il telefono in mano e senza pensare a dove possa essere, e soprattutto con chi, le scrivo un sms, mi manca come l’aria!, attendo trepidante come un dodicenne alla prima cotta una risposta, che non arriva…
Due, tre, quattro, cinque…passano i minuti e niente!, dove sei?, dove sei amore mio!
Il suono del campanello mi fa scattare!, che sia lei?, che sia torna da me?, mi fiondo alla porta con il cuore che batte a mille, ha letto l’sms ed è corsa da me…
“ Sei”, le parole mi muoiono in gola, non è lei…non è la mia Sana, è solo…Fuka.
“ Amazzata che entusiasmo!hai una faccia”
“ Si scusa, mi sono svegliato da poco”
“ Lo vedo!, che è successo in questa stanza?, vestiti ovunque,sopramobili rovesciati”
E’ solo successo che sono stato a letto con la tua migliore amica, non che l’unica donna che amo, e che amerò per sempre!
“ Ma niente ero stanco e un pò alticcio, mi sono addormentato sul divano…che ci fai qui?”
“ Sono venuta per portarti fuori a pranzo…ti va?”
“ Veramente”
“ Dai Aki…non stiamo mai insieme”
“ Ok”
“ Davvero?”
“ Si”
“ Bene…vai a vestirti ti aspetto qui”
Salgo svogliatamente le scale, non ho voglia di uscire, non ho voglia di stare con lei, non ho voglia di recitare la parte del perfetto fidanzato che porta fuori la ragazza che ama, non mi va…non mi va di farlo con lei, sono cosi stanco di fingere!
“ Akito ci sei?”
“ Si”
Sono ore che giriamo per negozi ed inizio ad essere stanco e affamato, perchè mi sono lasciato convincere ad uscire?, accidenti a me!
“ Akiiiiiiii”
“ Che ti strilli ci sento ancora…che c’è?”
“ Guarda c’è Sana e Aya”
Sana!il cuore inizia a battermi come impazzito, allungo lo sguardo e la vedo!bella, bellissima…è seduta al tavolo di un ristorante, quanto la amo!
“ Andiamo a salutarle e poi fermamoci a pranzo qui che dici?ho una fame”
“ Ok”
Fuka mi afferra la mano e tutta eccitata corre verso il locale, vorrei staccare la mia mano dalla sua, non voglio che Sana ci veda cosi…non voglio che ci veda cosi, insieme.
“ Ragazzeeeeeeeeeeeee”
Vedo Sana sussultare spaventata, sul volto una maschera terrorizzata e colpevole, no…non sentirti in colpa amore mio, non per lei…
“ Ciao ragazzi…che ci fate qui?”
 
 
 
                         
 *********************************
 
 

“ Tesoro che succede?”
“ Niente…non ti preoccupare”
“ Sul serio?, appena ho nominato Akito hai cambiato faccia”
Il suono del mio cellulare ci fa sobbalzare entrambe…< Ovunque tu sia…torna subito da me, mi manchi da morire! >, cancello subito il messaggio, stringendo con rabbia il telefono tra le dita…Non posso più vivere così, non ci riesco…
“ No Aya…il peggior torto possibile non è tradirlo con il suo migliore amico…è farlo con il suo peggior nemico”
“ Che stai dicendo Sana?”, incrocio lo sguardo di Aya e lei….capisce!
“ Akito?”
“ Sana rispondimi!, Akito?vai a letto con lui?”
“ Sana!”
“ Si, si, si maledizione si, vado a letto con Akito”
“ Oh cazzo”
“ Si oh cazzo..siamo sulla stessa fottuta barca”
“ Una fottuta barca che affonda”, dice Aya con un sorriso beffardo di chi ride per non piangere.
“ Come?da quando?”
Ormai il danno è fatto!, ho svelato la verità ad Aya anche se avevo giurato a me stessa e ad Akito che non ne avrei parlato con nessuno, per nessun motivo!, ma so che Aya non mi tradirebbe mai, forse perchè siamo tutte e due sulla stessa fottuta barca che affonda…prendo un bel respiro e decido di raccontarle tutto….
“ Questa storia ha del surreale…ma vuoi sapere la verità?”
“ E quale sarebbe la verità Aya?”
“ Tu e Akito vi amate, da sempre! Nao e Fuka sono solo dei contorni…non li amerete mai come vi amate voi due, mai!”
“ Questo lo so Aya…ma non posso, non possiamo…se fuka sapesse…e se Nao lo venisse a scoprire”
“ La verità avvolte può essere cosi difficile da dire…e questo lo capisco”
“ Lo so”, allungo una mano verso la sua…come vorrei allevviare il suo dolore, e anche il mio….
“ Però Sana per te è diverso”
“ Perchè sarebbe diverso?”
“ Per ”
“ Ragazzeeeeeeeeeeeee”
Oh cazzo Fuka! Che mi abbia sentito?, oddio non oso immaginarlo!me la ritrovo davanti con un sorriso disarmante che mi fa ancora di più sentire uno schifo…e lui è li…mi guarda, e io non riesco a respirare.
“ Ciao ragazzi…che ci fate qui?”, ringrazio mentalmente Aya di essermi venuta in soccorso.
“ Ho trascinato questo vecchio fuori dalla tana per andare fuori a pranzo, e passeggiando vi ho visto qui intente a spettegolare”
“ Aahhhahah ma no che spettegolare, parlavamo della scuola”, amo Aya lo giuro!
“ Mah sarà”
“ Fidati è cosi…beh vi lasciamo al vostro pranzo, noi stavamo andando vero Sana?”
“ Come?ah si si”
“ Ma dai andate già via?”,si Fuka è meglio, fidati.
“ Si volevamo passare ancora in  qualche negozio prima di tornare a casa”
“ Come volete..allora ci vediamo domani a scuola!”
“ Certo…ciao ragazzi”
Mi alzo seguendo come un automa Aya, rivolgendo un sorriso forzato alla coppia di fronte a me, per una frazione di secondo i nostri occhi si scrutano e non vorrei fare altro che morire.
“ Grazie Aya”
“ Prego amica”, sorride prendendomi sottobraccio,” siamo sulla stessa fottuta barca ricordi?” ed era proprio cosi…
 
 
 
                         ********************************************
 
 
“ Hai notato qualcosa di strano in Sana?”
“ Come?”

“ Si, insomma sembrava….triste”
“ Non l’ho notato”
“ Probabilmente ha litigato con Nao”
“ E tu che ne sai?”
“ E’ la mia migliore amica!, mi accorgo di tutto”, si come no…
“ Se lo dici tu”
“ Oh si fidati…quello è lo sguardo di una che soffre per amore”, è colpa tua se soffre…tua e di quell’idiota di Kamura
“ Ok…ordiniamo?” non ho alcuna voglia di continuare a sentire le sue assurde e inutili supposizioni su di lei
Durante il pranzo mi ritrovo a guardarla più volte e mi chiedo se avrei mai potuto amarla se solo Sana non fosse cosi fondamentale per me, avrei potuto mai desiderare di svegliarmi e addormentarmi accanto a lei tutti I giorni della mia vita per sempre?avrei potuto?, forse…
“ Aki…il telefono!squilla”
“ Come?”
“ Il tuo telefono squilla”
Nei pochi attimi prima di guardare lo schermo spero con tutto il mio cuore che sia lei…ma non è cosi, è solo…Tsu.
< Tsu >
< Hey dove sei?>
< A pranzo con Fuka perchè?>
< Ah perfetto! Potete passare da me…ho delle novità>
, “Tsu vuole che passiamo da lui, deve parlarci”
“ Si okay…digli che saremo da lui tra un ora”
< Saremo da te tra un ora Tsu>
< Perfetto!ti saluto devo ancora avvisare Aya, Sana e tutti gli altri>
< Ci saranno anche loro?>, per fortuna dico loro e non Sana.
< Si è una novità che riguarda tutti noi…non vedo l’ora di vedere le vostre facce…a dopo>
< Ok>
Fisso il cellulare per qualche secondo, mi ha letteramente sbattuto il telefono in faccia, novità?che riguardano tutti?, che sarà mai?
“ Che succede?”
“ Non lo so…finiamo di pranzare e andiamo da Tsu”
“ Ok”
Ad un ora esatta dall’appuntamento a casa di Tsu io e Fuka siamo seduti sul divano vicino a Gomi e Hisae, mancano solo Aya e Sana, stranamente in ritardo, anche se mi aspetto questo ritardo solo dalla rossa.
“ Eccoci”, la sua voce
“ Sempre in orario Sana vero?”, la prende in giro Hisae
“ Ahahahha spiritosa, eravamo a fare shopping”
Sana e Aya si siedono vicine su una poltrocina di fianco a noi, e attendiamo tutti la notizia di Tsu.
“ Allora?che succede?che cos’è tutto questo mistero Tsu?”, sono stanco dei giochetti.
“ Sapete che mese è vero?”
“ Aprile!e quindi?”
“ Esatto aprile, e per noi studenti che significa?”
“ Un mese di tempo per gli esami?”
“ Anche cara Sana ma non solo…aprile!significa vacanze di primavera*
“ Si e quindi?”non capivo il punto
“ E quindi…noi andremo in vacanza”
“ Ma che dici Tsu?Sei impazzito?”Aya lo guarda come se fosse matto, e non ha tutti i torti.
“ Non sono matto!è tutto organizzato! Partenza fissata per Sabato e per una settimana cari amici miei saremo ospiti in una lussuosa casa vacanze nell’isola di Sakishima”
“ Ahahahahhahh tesoro ma che ti sei fumato ahahahhahah”
“ Non ho fumato proprio niente Hisae, è tutto prenotato!”
“ E da dove salterebbe fuori questa lussuosa casa?”
“ Grazie per averlo chiesto Aya”
“ Salta fuori dal suo generoso proprietario, nonchè nostro amico….Naozumi Kamura” e come se fosse una valletta della tv allarga le braccia verso la porta da dove si materializza Kamura.
Lui!, che ci fa qui?non doveva rimanere a New York per tutto il dannato mese?,osservo Sana e sembra pensare esattamente la stessa cosa.
“ Ciao ragazzi”, che ti sorridi stupido cazzone?, “ ciao piccola” no no dannato bastardo non la stringere cosi…non baciarla!lei è mia…è solo mia
“ Nao che bello averti qui…come mai sei tornato cosi presto?”
“ Ho dieci giorni di pausa riprese e sono volato subito a casa dalla mia bellissima fidanzata”, non sorriderle cosi, non ne hai il diritto maledizione.
“ Allora che ne dite?, isola di Sakishima?”
“ Certo”, è l’urlo effurico di tutti i miei amici.
“ Aki che dici?andiamo?”, Fuka mi guarda speranzosa ed emozionata, la guardo per un istante e cedo…non tanto per lei, ma perchè non dormirei sapendo Sana a stretto contatto con Kamura senza sapere che succede….morirei dalla gelosia, non posso.
“ Ok…andiamo”
“ Siiiii “, saltella felice insieme a Hisae e Tsu.
Altro che vacanza…sarà un vero incubo!.


 
PREMESSE A FINE CAPITOLO :

 
* Vacanze di primavera, in Giappone la festa di primavera si svolge tra la fine dell'anno scolastico universitario in marzo e l'inizio del nuovo anno in aprile, in genere in questo periodo gli studenti raggiungono mete balneari e turistiche per una vacanza di una settimana di puro relax e divertimento.

** isola di Sakishima,isola situata nella parte più meridionale del Giappone, fa parte del grande arcipelago di Ryukyu, e comprende i gruppi di isole delle Miyako e Yaeyama.

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Capitolo 6
*** TRAPPOLA ***


Ciao ragazzi e ciao ragazze!
Ormai risulto talmente ridicola a scusarmi per l’ennesimo ritardo, ma giuro che c’è la metto tutta per aggiornare con frequenza ma sembra che forse superiori me lo impediscano =(
Infondo lo so che mi amate anche per questo ( eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee )
Per tutti/e quelle che hanno ancora la pazienza di seguire la mia storia, vi ringrazio dal profondo del cuore.
Come sempre passo a ringraziare le mie bimbe super speciali che mi sostengono con tanto affetto :
•    Love_Sana_Akito
•    LaSayuri10
•    Grifondoro_Black
•    MARIAfrancesca
•    Bitch_00
•    Brillante
•    Valyna_
•    Lolimik ( Tesoro aspetto con ansia il nuovo capitolo, e volevo complimentarmi in pubblico per la tua storia!,x chi non lo sapesse la bellissima storia Stefy “ Worderwall” è finita nella classifica delle 40 storie più lette, recensite e commentate del sito,un grande onore che ho avuto anche io per la mia storia precedente, sei bravissima e te lo supermeriti, passate a leggere la sua storia miraccomando)

•    Lady11
•    Love Kodocha

•    Mari1983
•   Chiara _chan
•    Regina dei Sogni ( bimba ho aggiornato, in ritardo ma ci sono…ormai noi ci Whatsappiamo hihi )
•    Arianna 980
•    Akura
•    Angel92
•    Cicatrice92

•   Lady Dark 93
•    Terry001 ( Ho aggiornato come promesso, scusa per il ritardo)
•    g_love_a

 
Grazie a tutti vi adorooooooooooooooooooooooooo e buon Halloween =)
A presto
Vi abbraccio e vi bacio
Lally Queen ( Alice)

 



 

Una trappola è un dispositivo od una tattica atta a recare ferite, catturare, rivelare o disturbare un intruso.
Le trappole possono essere oggetti fisici, come gabbie o tagliole, oppure concetti metaforici ed anche un antico gioco di carte.
Trappola, un meccanismo creato per catturare o ferire umani inconsapevoli.


 




La settimana passò più velocemente di quanto in realtà mi aspettassi.
I giorni volarono in un attimo, cercai di evitare con tutte le mie forze di vederlo, di vedere lui…Akito!
“ Tutto bene amore?”
“ Come?”, la voce di Nao mi riportò alla realtà
“ Ti vedo distratta?che succede?”
“Tutto bene, sono solo preoccupata per gli esami”, la mia capacità di mentire era aumentata a dismisura.
“ Andrà tutto bene…sei migliorata moltissimo a scuola, sarai perfetta”, oh Nao ero l’esatto opposto della perfezione.
“ Forse hai ragione”
“ Ne sono certo….vieni qui”, dovevo davvero avvicinarmi a lui?, infondo era lui il mio ragazzo!, mi siedo sulle sue ginocchia, e lo abbraccio.
“ Mi sei mancata terribilmente piccola”
“ Anche tu….tanto”
“ Io ti amo”e il modo in cui lo disse…cosi vero, cosi giusto, mi convisse che era la cosa migliore da fare, e in attimo le sue mani erano ovunque, i suoi occhi mi scrutavano con amore e possesso, oh Nao…mi dispiace cosi tanto, e mentre scivola fuori da me e si addormenta abbracciandomi io non posso fare altro che malidire il giorno in cui mi ero infilata in quel casino pazzesco!.

 
 
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La settimana volò in un maledetto secondo, da quando Tsu e Kamura avevano deciso per le nostre vacanze, non avevo fatto altro che pensare a come saremmo sopravvisuti a tutto questo.
L'idea di vivere tutti insieme per sette fottutissimi giorni sembrava un maledetto inferno.
Noi quattro costretti a vivere a stretto contanto 24 ore su 24, fingendo costantemente a noi stessi e a tutti gli altri...che schifo!
Da quando tutti gli accordi erano stati presi quel giorno a casa di Tsu non ho più avuto notizie di Sana, a scuola mi ignorava e non rispondeva a nessuna mia chiamata o messaggio.
Stavo male, mi mancava e la volevoe il solo pensiero che un altro potesse averla era come un coltello che lacerava la mia anima oscura

 
 
****************************************************************
 

Era tutto pronto! I bagagli, il passaporto e la mia ansia…
Non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, l’idea di stare a stretto contatto con Fuka e Akito per una settimana mi fa impazzire.
Mando un veloce sms a tutti per ricordare le informazioni del volo, e la risposta di Aya mi colpisce come un pugno in pieno petto, < Non riuscirò mai a fingere…non per cosi tanto tempo!, dovevo dire di no>, amica mia come ti capisco, sono tentata di trovare una via di fuga per entrambe e non partire, ma non posso…non possiamo!< andrà tutto bene, te lo prometto>, potevo prometterglielo davvero?.
< Ok…a dopo>.
Sospiro e metto il telefono in borsa, sveglio Nao e mi butto subito sotta la doccia, il calore dell’acqua mi da per un attimo tregua dai miei pensieri e dalle mie preoccupazioni, dovevo farmi forza!per me, e per Aya…
In quaranta minuti riusciamo a partire per raggiungere l’aereoporto dove ovviamente trovo già lui…
“ Buongiorno Akito”, dice Nao prendendomi per mano.
“ Giorno”, e i suoi occhi saltano dai miei, alle nostre mani intrecciate, e vorrei potergli urlare che non ho altra scelta, che non ho altro modo.
Per fortuna questa tortura shekspiriana dura pochi minuti…Hisae, Gomi e Fuka sono in sala d’attesa, corro da loro come fossi matta, ma non importa…sarei corsa anche in braccio al diavolo pur di andarmene da quel soffocante mènage à trois.
La presenza di Hisae e Gomi rende tutto più facile, e dopo l’arrivo di Aya e Tsu il tempo passa in un lampo, e in men che non si dica siamo già seduti sull’aereo, mi guardo intorno e lo sguardo di Aya è il riflesso del mio!, panico, senso di colpa e voglia di lanciarsi verso il primo portellone con la scritta Exit, le sorrido e cerco di trasmetterle la più finta sicurezza che i miei anni di recitazione possano fare.
Nonostante gli iniziali attimi di ansia, dovuti al sobbalzamento dell’aereo arriviamo in perfetto orario e tutti interi a distazione, la casa di Nao è bellissima, anche se definirla casa è decisamente riduttivo!, una lussuosa villa in pieno stile occidentale, con un enorme salone e dei letti a baldacchino da fiaba.
“ Mio padre l’ha comprata per passarci le vacanze estive, ma non c’è ancora venuto nessuno, apparte la donna delle pulizie per sistemare”
“ Nao è bellissima”
“ Ne sono felice….venite vi faccio vedere le vostre stanze”, e la sua mano afferra automatica la mia, come vorrei potergli dire di lasciarmi in pace.
Dopo aver sistemato i bagagli decidiamo di uscire a pranzo e fare un primo giro dell’isola, tutto in quel luogo trasudava magia e bellezza, ogni centimentro di quell’acqua cristallina, ogni granello di sabbia, ogni foglia di albero…era tutto perfetto, se solo Fuka e Nao non fossero qui…scuoto la testa e rimuovo quel pensiero maligno dalla mia mente.
“ Sana?”
“ Si Tsu?”
“ Che ne dici se allestiamo un barbecue e ceniamo sulla terrazza?, le temperature sono più miti qui e poi…c’è un panorama cosi bello che è un peccato non goderselo”
“ Tsu sei un genio…che idea meravigliosa”
Lo prendo sottobraccio e raggiungiamo gli altri, so che saranno tutti entusiasti dell’idea.
La sera cala con calma all’orizzonte e i preparativi per la cena procedono tranquilli e in armonia.
“ Nao dove sono i piatti?”
“ Mmmm…nello scantinato credo”
“ Credi?”
“ Questa casa è nuova per te come lo è per me”
“ Va bene…vanno a dare un occhiata”
Accidenti a lui e a tutte queste cianfrulaglie, dove diavolo sono quei dannati piatti.
“ Nao non trov”
Due occhi ambra mi si materializzano di fronte e il mio cuore trema.
“ Non serviva che mi mandassero la scorta potevo trovarli anche da sola non sono cosi ton”, le parole mi muoiono in gola, le sue labbra trovano le mie e non c’è che dolore, possesso, rabbia, disperazione.
“ Aki…aki smettila, lasciami”e lo spingo via, non può farlo, non qui, non ora, non con tutti al piano di sopra.
“ Perchè?perchè Sana’ sono stanco!, non voglio, non posso…Sana ti prego io”
“ Hey”odio vederlo soffire cosi
“ Hey…guardami”e nel suo sguardo leggo dei sentimenti che non vorrei mai vedere.
“ Sono cosi stanco Sana”
“ Ti prego, non dire cosi”
“ Sana io…non voglio più”
“ Mi stai lasciando?”, non lo faccio finire la frase sento che  il mio cuore si sta sgretolando
“ Mi stai lasciando?”, niente, dalla sua bocca non esce un fiato.
“ Akito cazzo rispondimi…mi stai lasciando?”
“ Non mi lasci altra scelta”, ed come uno schiaffo in pieno viso, una doccia gelata,il mio cuore accellera di colpo per poi fermarsi definitivamente.
“ Che…che stai dicendo?”
“ Sana non possiamo continuare cosi lo sai”no no no
“ Lo so, ma…ma non puoi lasciarmi”, qualcosa sfiora il mio viso…lacrime.
“ Hey…hey” mi afferra il volto con decisione, ha sempre odiato vedermi piangere, “ io ti amo, ti ho sempre amato e dio solo sa se non ti amerò ogni singolo giorno per sempre”
“ Ma mi stai lasciando!” e questa volta non è una domanda
“ Si” non è possibile
“ Io..”
“ Non serve dire niente Sana, tu non hai il coraggio di dire la verità a Fuka e Nao e io sono stanco, stanco di fingere, stanco di mentire, stanco di dover far finta di non amarti”
“ E per te questa è la soluzione migliore?”
“ Si lo è…se non posso averti alle mie condizioni, beh”
Prendo un profondo respiro e dico l’ultima cosa che nella mia vita avrei mai immaginato di dire, di dire a lui…”Hai ragione …è meglio finirla qui”
“ Mi dispiace”, e il modo in cui i suoi occhi incontrano i miei mi fanno solo venir voglia di morire
“ Lo so…non avrei mai voluto finisse cosi, ma se non sei più felice con me…perchè per me conta solo questo”
“ Hey!, ascoltami bene…io ti amo, come ti ho sempre amato nella mia vita”
“ Anche io ti amo…e ti amerò per sempre”.
“ Lo so…ciao Sana”, e mentre lo vedo andare via da quella stanza e dalla mia vita non posso non sentirmi un fallimento totale, lo avevo perso, forse per sempre…
“ Ciao Akito”

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** MANCANZA ***


 
Ciao ragazze e ciao ragazzi!
Eccomi stranamente puntuale ( Tsunami e Terremoti in arrivoooooooooooooooooooooo )
Che dire?siamo giunti al Settimo Capitolo della storia, e nonostante non abbia praticamente mai tempo di scrivere ogni volta che ho dieci minuti da dedicare alla mia storia, mi rendo conto che tutto quello che ho nella mia testa malata e bacata rispecchia esattamente quello che leggete anche voi e ne sono immensamente felice =)
Non mi dilungo troppo in bla bla inutili ( e vi assicuro che parlo a machinetta senza sosta hihi )
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia….come sempre attendo le vostre opinioni a riguardo.
Come ormai di rito propiziatorio =) passo a ringraziare e a salutare le meravigliose mie Faaaaaaaaaaaaaaaaans =)
 
 
  • LaSayuri10
  • Love Kodocha
  • Regina dei Sogni ( Saretta mia dolcissimaaaaaaa *_* sto ancora aspettando speranzosa di trovare la tua storia di nuovo su questi schermi hihi )
  • Kilari202
  • MARIAfrancesca
  • Terry001
 
 
 
Ringrazio inoltre che segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite
SIETE DOLCISSIME E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi mando un forte abbraccio!
LallyQueen
Alice <3

 
 
 
 

 
 
 
 
Lo sai anche tu che in questo brutto momento della tua vita, la persona più adatta a stare al tuo fianco sono io.
Ti saresti sentita protetta e amata, ti avrei fatto dimenticare le cose brutte, almeno per un po'.
Lo so perché l'ho già fatto in passato e sono sicuro che lo rifarei.
Sono sicuro che non avresti avuto miglior supporto di me, sono sicuro perché ti vorrei stare accanto a tirarti su e fornirti qualunque cosa tu abbia bisogno, nonostante tutto, nonostante sia finita.
( Francisco Junior Bautista*)
 
 
 
 



 
   … Pov. Akito …

 
 
“ Hey!, ascoltami bene…io ti amo, come ti ho sempre amato nella mia vita”
“ Anche io ti amo…e ti amerò per sempre”.
“ Lo so…ciao Sana”

 L’ho fatto?, l’ho fatto davvero?, l’ho lasciata?ho davvero rinunciato a lei!
Mi appoggio al muro, non credo di avere la forza di fare un altro passo, la sento piangere e il mio cuore smette di battere, mi dispiace, mi dispiace cosi tanto amore mio, ma è l’unica soluzione possibile.
 
 
 
*******************************************
 
 
 
   …. Pov. Aya …
 
 
“ Hey ragazzi ma dov’è finita Sana?”
“ Sarà ancora nello scantinato”
“ Si è ancora li…ho visto la luce accesa passando”
“ Ah Aki sei arrivato”, non la sopporto!, da quando Sana mi aveva raccontato tutti di lei e Akito la sola presenza di Fuka mi infastidiva terribilmente
“ Sono qui”, dice Akito baciandola…cosa?perchè? non ho mai visto Hayama lasciarsi andare a questo genere di effusioni in pubblico, che sta succedendo?
“ Akito?”
“ Dimmi Aya”, e capisco…I suoi occhi, sono gli stessi occhi che vedevo in Gomi ogni giorno, sofferti, colpevoli, senza luce…Oh Sana.
“ Niente…vado a vedere che sta combinando Sana”, e il modo in cui mi osserva è inequivocabile….sa che io so, e mi sorride…come a ringraziarmi.
E come immaginavo la trovo raggomitolata in un angolo con le ginocchia a coprirle il viso e il respiro spezzato dal pianto, oh amica mia!
“ Sana”
La vedo sussultare e cercare di nascondere le lacrime, non devi!, io sono qui per te.
“ Perchè ti nascondi?sono io”
“ E’ finita”e il suo sguardo è cosi triste che vorrei trovare il modo di cancellarlo per sempre dal suo viso, e non permettere mai più che niente e nessuno la ferisca di nuovo cosi.
“ L’avevo intuito…Akito ha più o meno lo stesso tuo sguardo”
“ Aya?”
“ Dimmi”
“ Tu lo ami davvero?, sussulto!, perchè mi fa questa domanda?sapeva la risposta…Gomi era tutto il mio mondo.
“ Si”
“ Allora vai a prendertelo”
“ Ma che dici?lo sai che Tsu e Hisae ne morirebbero”, che orrendo dejavù
“ No Aya….Quella che ne morirà sarai solo tu”.
 
 
 
 
***************************************
 
 
 
 
   … Pov. Fuka …
 
Pericolo, agitazione, allarme!
Da quando i miei amici avevano deciso di organizzare questa vacanza, nel mio cuore non potevo non sentire questi sentimenti che mi attanagliavano il petto, non sono stupida!, non la sono mai stata…sapevo e so che Akito e Sana sono innamorati l’uno dell’altra, da sempre e forse per sempre, ho provato a farli avvicinare, ho provato a far svegliare quella tonda per farle capire che infondo, quel biondino scontroso e dai modi bruschi, l’amava più di se stesso.
A niente era servito parlarle, ne tanto meno fingere di stare con lui, lei non l’aveva capito…quando conobbi, o meglio rividi Hayama, l’avevo subito odiato e non capivo che cosa potesse vedere Sana di tanto speciale in lui…erano come il giorno e la notte, il sole e la luna..due cose cosi distanti che era impossibile avvicinare, ma poi capii…capii che anche se niente di tutto quello che vedevo aveva senso, in realtà non faceva una piega, lei lo aveva salvato e lui aveva salvato lei, in tanti, troppi modi, che forse nemmeno ora a distanza di anni se ne era resa conto, e quando anch’io iniziai a vederlo con gli stessi occhi di Sana, non potei che innamorarmi di lui….
E che colpa avevo io?,ero solo una vittima di un gioco più grande di me, ero solo l’ingranaggio sbagliato che rovinava tutto, come Nao…lo siamo sempre stati!, ma nonostante tutto non potevo lasciarlo andare, lui non me l’aveva mai chiesto e io feci finta di accorgermene…avevo avuto modo di conoscere quel lato buono di lui, quel lato che Sana si ostinava a difendere e a far conoscere al mondo interno, ed era proprio di quel lato cosi speciale che decisi di anteppore la mia felicità alla loro, per puro egoismo, per pura finzione.
“ Hey ragazzi ma dov’è finita Sana?, il flusso dei miei pensieri viene interroto da Aya, lei come tutti sapeva, lei come tutti fingeva...
“ Sarà ancora nello scantinato”
“ Si è ancora li…ho visto la luce accesa passando” ed eccolo qui, l’uomo che amo, e che so non mi avrebbe mai amato,“ Ah Aki sei arrivato”
“ Sono qui” e le sue calde labbra sfiorano le mie…sussulto, non ricordo da quanto tempo non mi baciava davanti agli altri, non ricordo da quanto tempo non mi baciava, in realtà.
“ Akito?”
“ Dimmi Aya”
“ Niente…vado a vedere che sta combinando Sana”
Che avesse chiuso con lei?, che avesse scelto me?...e mentre guardo il suo braccio stringermi ancora a se,capisco che avrei finto volentieri di non sapere niente,pur di averlo accanto a me, per sempre.
 

 
 
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Dopo non so quanto tempo trovo la forza di alzarmi da quel pavimento ed uscire da questa stanza che ha segnato la mia fine, la nostra fine…
Aya mi sorride e mi porge la mano per aiutare ad alzarmi, è ancora scossa da quello che gli ho detto, ma voglio che per lei le cose siano migliori.
“ Lo farò Sana, ma non ora, non qui”
“ Lo dico per te, se lo ami davvero non lo lasciare andare”
“ Hai ragione!, dai andiamo dagli altri”
“ The show must go on”
“ Non credo abbiamo molte alternative…Sana?”
“ Dimmi”
“ Andrà tutto bene…te lo prometto”, e le sorrido, un sorriso debole e spento ma devo farmi forza, infondo dovevo essere io la sua ancora di salvezza.
“ Lo so”, davvero lo sapevo?, mi sento solo un cadavere che cammina.
Prima di rientrare in cucina prego Aya di accompagnarmi in bagno, se fossi entrata con questa faccia la mia copertura si sarebbe subito fottuta, il contatto con l’acqua gelida mi da sollievo per un attimo, respiro forte una decina di volte e trovo una parvenza di coraggio per affrontare questa serata.
“ Eccovi…si siete perse?”
“ Ma no Tsu tutto bene, abbiamo avuto un pò di difficoltà per trovare le cose, ma ci siamo”, ottima attrice Aya, sul serio.
“ Bene allora possiamo cenare…Hisae e Fuka hanno già apparecchiato”.
Resto per un attimo un passo indietro agli altri per capire dove si sarebbe seduto lui, e allontarmici il più possibile, per fortuna sembra pensarla come me e si siede subito tra Fuka e Gomi.
La cena prosegue relativamente tranquilla, agli occhi di un estraneo sembriamo un gruppo allegro e affiatato di amici che si gode una cena con del buon vino e del buon cibo, ma se solo qualcuno sapesse la verità…se solo qualcuno guardasse aldilà della facciata vedrebbe una spaccatura, una divisione netta tra traditori e traditi, tra cuori pieni d’amore e cuori fatti selvaggemente a brandelli dalle bugie e dai sensi di colpa.
La serata procede in un lampo, le chiacchere si sprecano tra scuola, progetti per la vacanza, sogni e stupidaggini…lui non mi guarda, io non lo guardo.
Sistemiamo la cucina continuando animatamente a parlare…lui non mi guarda, io non lo guardo…
Decidiamo di guardare un film prima di andare a letto…lui non mi guarda, io non lo guardo…
Spegniamo le luci e saliamo ai piani superiori per andare a dormire…lui non mi guarda, io non lo guardo…
Attraverso a luce spenta il corridorio della camera dove mi attende Nao, davanti alla porta lo vedo di fronte fare la stessa cosa, e intravedo Fuka seduta sul letto….lui non mi guarda, io non lo guardo.
 
 

 
 
**************************************
 

 
 
 
Dormire!, non riesco a dormire!…sono le 4 in punto e non sono riuscito a chiudere occhio per un solo dannato secondo, ho provato a girarmi e rigirarmi nel letto in cerca della posizione ideale, ho contato pecore, mucche e metà fattoria, ma niente!,non riesco a trovare pace...forse perchè non sono destinato a trovarla!
Gli occhi, i suoi occhi…potrei riconoscerli in ogni dove e capire che cosa prova in un solo istante, e quello che ho letto in quegli occhi mi feriscono come una lama nel cuore, ho provato, o meglio sto provando a dimenticarla, a lasciarmi alle spalle questo nostro malato rapporto, ma non ci riesco…non faccio che pensare a lei, ai suoi capelli, al suo profumo,e a quei occhi…cosi profondi,cosi intensi…ci trovi tutte le emozioni del mondo in quegli occhi, e da quando l’ho lasciata ci vedo solo sentimenti amari.
I minuti scorrono lenti, e io vorrei solo uscire da qui, per andare dove poi?, cerco invano di sgombrare la mente e trovare finalmente riposo, mi giro e rigiro tra le lenzuola, e la vedo…Fuka!, dorme serena tra quelle coperte, ignara di essere la mia peggiore condanna, lei e il suo amore sono per me una disgrazia, una pena senza fine e senza soluzione, la guardo, e mi chiedo quale sia il motivo che la spinge a star con me, io stesso non saprei dirlo…provo un misto di odio e rabbia, odio perchè non avrei mai dovuto usarla, non avrei mai dovuto fingere di amarla, ne tantomeno di stare con lei…e provo rabbia, solo un accecante rabbia perchè infondo lei sa…l’ha sempre saputo, e non mi lascia andare…mi tiene legato a lei con prepotenza e forse con ripicca, ripicca nei confronti della sua migliore amica che non ha mai saputo amarmi come le chiedevo.
In un scatto lancio le coperte e mi alzo dal letto, devo andarmene da qui, devo correre!, sento il bisogno soffocante di correre, correre cosi forte da dimenticarmi di tutto e di tutti, solo quando sentirò i muscoli bruciare, il respiro spezzato e il cuore che pompa come impazzito forse troverò un po di sollievo…infilo in silenzio una felpa e delle scarpe da ginnastica e inizio a correre giù per le scale, punto la porta come se la casa prendesse fuoco, ma qualcosa mi blocca, o meglio qualcuno…noto un ombra appoggiata al balcone, e mi basta focalizzare la scena, mi basta lasciare che l’aria arrivi al mio naso, che la riconosco….lei, la mia Sana, l’unico amore della mia vita.
Dovrei andarmene, dovrei fingere di non vederla, dovrei…
Ma come Ulisse con le sirene**il suo profumo è un richiamo irresistibile per me, e so già che appena si accorgerà della mia presenza annegherò senza posibilità di salvezza.
“ Sana?”
La vedo sussultare ma non si volta.
“ Che ci fai sveglia a quest’ora?”, che domanda idiota
Rimaniamo per non so quanti minuti in silenzio, lei che guarda l’orizzonte e io che guardo lei, infondo per me lei era lo spettacolo più bello.
“ Sana?”, perchè non parla?, perchè non mi parla?
“ Akito”finalmente..iniziavo a preoccuparmi.
“ Per quale motivo sei sveglia a quest’ora?”, provo a formularle di nuovo la domanda, infondo si sa che io non sono mai stato abile nell’arte dell’oratoria.
Finalmente si gira verso di me, e posso bearmi dello spendore del suo viso..bella, bellissima e assolutamente mia.
“ Per il tuo stesso motivo”
E l’ultima cosa che riesco a registrare, è una calda lacrima che solca il suo volto…prima di perdermi nel calore delle sue labbra.
 
 
 
 
 
 
 
 
  • PICCOLE PREMESSE A FINO CAPITOLO :
 
* Lo sai anche tu che in questo brutto momento della tua vita, la persona più adatta a stare al tuo fianco sono io.
Ti saresti sentita protetta e amata, ti avrei fatto dimenticare le cose brutte, almeno per un po'.
Lo so perché l'ho già fatto in passato e sono sicuro che lo rifarei.

Sono sicuro che non avresti avuto miglior supporto di me, sono sicuro perché ti vorrei stare accanto a tirarti su e fornirti qualunque cosa tu abbia bisogno, nonostante tutto, nonostante sia finita!, Targata Francisco Junior Bautista, da quanto ho capito è una frase di una sua canzone, ammetto di non sapere minimante niente su di lui e avere trovato questa frase su Google ( Hihi Oooooops)
 
** Ulisse?,Sirene? L’Odissea?Niente? Va beh…In quest’opera di Abnorme bellezza, Ulisse, personaggio della mitologia greca parte in mare insieme ai suoi uomini e durante il viaggio si imbattono nelle sirene, donne dal canto melodioso che spingono qualunque marinaio ad abbandonarsi a se, con lo scopo di ucciderli dopo averli fatti naufragare, nell’opera, Ulisse consapevole dei poteri delle sirene si fa legare all’albero maestro della nave dai suoi uomini in modo da riuscire a resistere alla tentazione, sempre seconda la mitologia le sirene dopo aver cercato invano di sedurre Ulisse e il suo equipaggio si tuffano in mare e si lasciano annegare.
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** INFELICITA' ***


 
Ciao ragazze e ciao ragazzi =)
Sono tornata con un nuovo capitolo, l’ottavo…
Si, stranamente sono puntuale, complice questo terribile weekend di acqua e temporali ho dedicato tempo alla mia storia e mi sono messa in pari anche con tutte le recensioni.
Vi dico già subito che questo capitolo non mi fa impazzire, ma avevo bisogno di un “ponte” per collegare gli avvenimenti futuri che vedrete nei prossimi capitoli.
Come sempre vi lascio al capitolo, e passo a salutare le mie preziose bimbe, che come sempre si sono sprecate in commenti dolcissimi =)
 
  • Anaiv
  • MARIAfrancesca
  • Terry001
  • Regina dei Sogni
  • Love Kodocha
  • Daino
  • Lolimik
  • LaSayuri10
  • AlessiaAle1 ( grazie carissima Ale, sono lusingata dalle tue parole e appena avrò un minuto risponderò a tutte le tue recensioni e volevo inoltre ringraziarti per aver segnalato la mia storia per le preferite del sito…sei stata super dolcissima *_* )
 
Ringrazio inoltre che segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite
SIETE DOLCISSIME E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi mando un forte abbraccio!
LallyQueen 
Alice <3
 

 
 
 
 
Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore,
Mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
                                                                    << Il Cavaliere Inesistente >>

 
                                                                                                                                                   Italo Calvino.
 
 
 
 


 
“ Sana?”
La vedo sussultare ma non si volta.
“ Che ci fai sveglia a quest’ora?”, che domanda idiota
Rimaniamo per non so quanti minuti in silenzio, lei che guarda l’orizzonte e io che guardo lei, infondo per me lei era lo spettacolo più bello.
“ Sana?”, perchè non parla?, perchè non mi parla?
“ Akito”finalmente..iniziavo a preoccuparmi.
“ Per quale motivo sei sveglia a quest’ora?”, provo a formularle di nuovo la domanda, infondo si sa che io non sono mai stato abile nell’arte dell’oratoria.
Finalmente si gira verso di me, e posso bearmi dello spendore del suo viso..bella, bellissima e assolutamente mia.
“ Per il tuo stesso motivo”
E l’ultima cosa che riesco a registrare, è una calda lacrima che solca il suo volto…prima di perdermi nel calore delle sue labbra.
Le sue dolcissime labbra macchiate dal sapore più infame del mondo, il suo pianto…
Vorrei eliminare ogni emozione maligna del tuo cuore, ma non posso, non ne sono in grado…infondo sono io la causa di tutto questo.
“ Sana…che fai?”, e il suo sguardo mi uccide per l’ennesima volta, nel corso della mia vita ho lasciato brandelli di cuore qua e là, e ormai non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita*, sospiro e l’allontano da me di qualche passo per guardarla negli occhi.
“ Perchè?”
“ Perchè non possiamo Sana…non posso”
“ Perchè prima potevi e ora no?”
“ Perchè sono stanco Sana, te l’ho già detto…credevo di gestirlo invece”, perchè non lo capisci?
“ Invece?”
“ Invece è un fottuto schifo cazzo...stare con te senza poterti avere, vivere a stretto contatto e non poterti nemmeno sfiorare hai idea di che cosa significa?”
“ Si”
“ Beh io non credo proprio”
“ Invece lo so cazzo”
“ No non lo sai…perchè se lo sapessi…se tu soffrissi la metà di quello che soffro io non continueresti con questo teatrino, o almeno non sprecheresti fiato per sparare queste stronzate”
“ stronzate?”
“ Si stronzate”
“ Sai che ti dico?vai al diavolo Akito!”e se ne va…lasciandomi li con l’ ultimo frammento di cuore che si frantuma in mille pezzi.
 
 
 
 


 
***********************
 
 
 
 


Non sapevo che significava viverlo senza di lui?davvero aveva avuto il coraggio di dire una cosa simile?, sento le mani che mi prudono e avrei una voglia matta di prenderlo a schiaffi, possibile che non vedesse il dolore che provo?, possibile che non vedesse quanto il mio cuore ne stia uscendo distrutto?, lo amavo e lo amo più di me stessa, ma non potevo dirlo a Nao e Fuka, non ero abbastanza egoista, o forse non abbastanza coraggiosa.
Avevo cosi paura di dire la verità che avevo finito per perdere l’unico rapporto vero che avevo.
Che le mie fossero davvero, solo stronzate?
Chi volevo prendere in giro?credevo davvero che lui avrebbe accettato questa situazione per sempre?
Speravo davvero che essere l’altro, l’amante gli sarebbe bastato?sì, da brava stronza ci speravo…
Caccio indietro le lacrime e mi avvio verso la mia camera, se Nao si fosse svegliato, avrei dovuto inventare l’ennesima balla, e non ero nella condizione emotiva di farcela.
“ Sana?”
“ Gomi?”
“ Che ci fai sveglia a quest’ora?”, no non chiedermelo anche tu
“ Non riuscivo a dormire…tu?”
“ Avevo sete”, ed è clamorosamente una balla colossale, ma faccio finta di credergli.
“ Capito…beh buonanotte”
“ Sana?”
“ Si?”
“ Io so che tu sai”, merda!
“ Si…lo so”
“ Che ne pensi?”, che ne penso?
“ Niente Gomi che vuoi che ne penso”
“ E’ una cazzata vero?”
“ Gomi non posso dirtelo io…lo sai che è sbagliato”, che moralista del cazzo, io, proprio io, facevo moralismi agli altri?, io che ero la regina dell’ipocrisia
“ Lo so”
“ Tu la ami?”
“ Come?”
“ Tu la ami?”
“ Aya?”
“ Si”
“ La amo più di me stesso”
“ Allora vai a prendertela…capisco che la situazione è molto complicata, Hisae e Tsu non lo meritano, ma non meritano nemmeno di essere presi in giro”
“ Hai ragione, ma non è facile”
“ Lo so Gomi, credimi lo so”
“ Buonanotte”
“ Buonanotte Sana”
Quanto potevo essere ipocrita?, consigliavo a Gomi e Aya di tirare fuori le palle, e dire la verità per difendere il loro amore, e io avevo mandato a puttane la mia storia con Akito, perchè è troppo vigliacca per ammettere a me stessa e agli altri che ero innamorata di un uomo che non era il mio.
Ma dovevo reagire, dovevo trovare la forza di chiudere per sempre questa storia per andare avanti, ne andava della mia vita, ne andava della mia felicità, ed io ero stanca di essere infelice….
 
 
 
 

 
*************************
 


 
 
   …Pov. Gomi…

 


Fare la cosa giusta!, fare la cosa più intelligente per il mio futuro, comportarmi bene, avere degli obiettivi, rispettare me stesso e gli altri, erano queste le parole che mi sentivo ripetere da quando ero piccolo.
La mia vita era stata scandita da scelte, la maggior parte non prese da me, sarei dovuto essere la copia sputata di mio padre, seguire le sue orme e non uscire dagli schemi che gli altri avevano disegnato per me, ma io non ero mio padre, non lo sono mai voluto essere…ed è per questo che quando ero alle elementari diventai un ribelle, seguii le direttive che il “ regime Hayama” imponeva, divertimento senza regole, e diventai un bullo!, sapevo che il nostro atteggiamento era profondamente sbagliato ma avrei fatto qualunque cosa per essere diverso, per essere un anticonformista, ma crescendo il mio atteggiamento fu ostacolo da una ragazzina rumorosa e noiosa dai capelli rossi che streghò e cambio il mio leader, non che amico Akito Hayama, e quando perdi la grinta per combattere contro un nemico più forte di te, ti arrendi…semplicemente!
La mia storia cosi cambiò, diventai un semplicemente ragazzo che si era arreso alla convenzioni sociali, e dopo una serie infinita di screzzi con i miei genitori ebbi finalmente la mia vittoria, e si arresero capendo che io ero io, e avrei fatto solo quello che io avrei ritenuto giusto, tuttavia non avrei mai e poi mai creduto di diventare un parassita che tradisce la propria donna, o peggio ancora il suo più caro amico…Tsu!
Quando eravamo ancora piccoli e per noi l’amore non era altro che una semplice parolina sdolcinata da film romantici, non avrei mai creduto che quello stupido sentimento mi colpisse come un fulmine, distruggendomi…
Ora che ci penso fu proprio Tsu a farmi “lezioni” approposito dell’amore, lui si era innamorato di Aya, e parlava di lei come il tesoro più prezioso che possedesse, e ogni volta che vedevo il suo sguardo adorante non capivo che potesse trovarci in lei, era cosi…insignificante, niente di lei era speciale, non era bella come Sana , ne tanto meno intelligente come Hisae, eppure per lui nessuna sarebbe mai stata all’altezza della sua Aya!
Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui io e Aya diventammo amanti….
Era una fredda mattina di dicembre, e Tokio era sepolta da una montagna di neve, non saprei dire quale fù il motivo scatenante, ricordo che stavamo parlando di quanto l’anno nuovo sarebbe stato esaltante, di quanto Tsu era eccitato all’idea di organizzare il capodanno, e di quanto facesse freddo in quella panchina del parco, ma non so cosa mi spinse a cercare quelle labbra esitanti e sorprese, che da allora non si erano più separate!, e da quel giorno tutto quello che Tsu vedeva in Aya diventò anche per me una certezza…era l’emblema della dolcezza, dell’altruismo, e la sua bellezza era cosi femminile e materna che era impossibile non desiderla, sapeva capirti come una madre e amarti con la sensualità di un pantera.
In poco tempo Aya divenne per me indispensabile come l’aria e soffrivo terribilmente a vederla con Tsu, ma capivo perchè non aveva il coraggio di dirglielo, erano gli stessi motivi per cui io stesso tacevo…e quando Hisae si avvicinò a me e mi confidò di provare qualcosa, vidi in lei una possibilità di svolta, potevo dimenticarmi di Aya usando Hisae, ma questo non cambiò assolutamente niente, io continuavo a volerla e ad amarla.
A nulla sembrava servire ignorarla, a nulla sembrava servire stare con un’altra, lei per me era tutto, e niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
Dopo quel bacio cercammo razionalmente tutte le giustificazioni possibili, ma appena la riaccompagnai a casa lei mi baciò e finimmo per fare l’amore, e da quel punto ebbe inizio la mia fine.
“ Tesoro?”, la voce di Hisae mi riportò alla realtà
“ Hey…che ci fai sveglia?”
“ Dovevo andare in bagno e ho visto che non eri a letto…tutto bene?”, no piccola Hisae niente va bene
“ Certo”
“ Torni a letto?”
“ Si…andiamo”
Mi stendo al suo fianco e cerco di trovare riposo, dovevo porre fine a quella sceneggiata, lei non meritava tutto questo, dovevo reagire, dovevo trovare la forza di chiudere per sempre questa storia per andare avanti, ne andava della mia vita, ne andava della mia felicità, ed io ero stanco di essere infelice….
 
 
 
 
 
 
 
 
Piccole Premesse a Fine Capitolo :

 

Nel corso della mia vita ho lasciato brandelli di cuore qua e là, e ormai non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita”, una frase presa da uno dei miei film preferiti in assoluto, Blow!

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Capitolo 9
*** DECISIONI ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi
Si lo so!, sono in ritardo di due settimane ma sabato sono partite le mie migliori amiche per Parigi e siccome staremo separate per mesi =( ho passato ogni momento libero con loro.
Questo capitolo non mi fa impazzire, ma mi serviva per arrivare ad uno dei momenti clou della storia hihi.
Ho fatto una fatica cane a scrivere questo capitolo ( soprattutto in un punto, vediamo chi indovina hihihiihi )
Non mi dilungo in discorsi e ci vediamo prestissimo con il nuovo capitolo.
Come sempre passo a salutare le mie dolcissime bimbe
 
·  MARIAfrancesca
·  LadySofia
·  Love_Sana_Akito
·  Daino
·  Lolimik
·  LaSayuri10
·  AlessiaAle1
Ringrazio inoltre che segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite
SIETE DOLCISSIME E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi mando un forte abbraccio!
LallyQueen 
Alice <3

 

 


 
Le decisioni erano soltanto l’inizio di qualcosa.
Quando si prendeva una decisione, in realtà si cominciava a scivolare in una forte corrente che ti portava verso un luogo mai neppure sognato, al momento di decidere.
                                                                                
 
 

 



 
I giorni passarono con innaturale tranquillità, era come aspettare un tempesta, tutti si aspettavano il peggio, ma nessuno lo diceva.
La metà della “vacanza” era già trascorsa, e nonostante tutte le facciate erano state salvate, non potevo sentirmi più scoperta e vulnerabile di cosi.
Dopo il mio scontro notturno con Akito non avevamo più parlato, e nessuno sembrò accorgersi di niente.
Mi ero pentita terribilmente delle parole che gli avevo detto, infondo, se questa pantomima continuava, era solo per colpa mia.
Il silenzio che era sceso tra noi aveva un suono cosi assordate da trafiggerti le orecchie, lui mi ignorava, e io, venivo ignorata, semplice!, avevo tentato di instaurare un contatto con lui, anche il più banale, uno sguardo, un sorriso, un semplice “passami il sale” mi sarebbe bastato, pur di non sentire più il suo frastornante mutismo.
Ogni volta che i miei occhi cercavano i suoi venivano respinti con odio e rancore, sapevo di meritarlo, ma allo stesso non riuscivo a trovare pace, l’idea che Akito mi odiasse mi faceva morire, ma nonostante ciò non avevo ancora trovato il coraggio di dire la verità, e da come si stava comportando temevo che nemmeno lui avrebbe voluto venisse a galla.
 
 
 
 
*****************************
 
 
 
 
 

Una falsa! Ecco che cos’era stato tutto il mio rapporto con lei!
Dopo le cazzate che aveva sparato quella notte, tra noi si congelò tutto, e tornammo esattamente al punto di partenza, anzi, molto peggio.
Lei diceva di soffrire!
Ma come potevo crederle?
Come potevo provare compassione per quella donna che mi aveva sbranato il cuore, e se era andata mandandomi anche al diavolo?.
Semplice, non potevo!
Con Fuka le cose erano ancora peggiori di prima, la rabbia che provavo verso Sana mi spingeva verso di lei, e lei mi credeva, e questo mi uccideva.
“ Aki sei sveglio?”
“ Si”
“ Bene…vado a fare una doccia poi scendiamo per colazione”
“ Certo…ti aspetto”, l’aspettavo?non l’avevo mai fatto nella mia vita, avevo sempre e solo aspettato un’altra.
Ero cosi combattuto su quello che dovevo fare, una parte di me voleva chiudere questa storia e provare ad amare Fuka, l’altra parte di me, voleva mandare al diavolo tutto e tutti, dire la verità e continuare la mia vita, con o senza Sana.
L’idea di perdere per sempre la donna che amavo mi faceva diventare pazzo, allo stesso tempo l’idea di perdere per sempre la donna che mi aveva sempre supportato senza mai lasciarmi, mi spezzava il cuore.
Prendere una decisione…era questo il mio problema, buttarmi nell’ignoto e sperare di essere felice?, o vivere una tranquilla esistenza ma senza un briciolo d’amore?ero confuso…
Vidi Fuka rientrare nella stanza coperta solo da un misero accapatoio e qualcosa dentro di me, scattò.
Mi alzai dal letto come una molla e mi avvicinai a lei, leggevo nel sguardo un misto di sincera confusione e incosapevole sensualità, afferai il suo volto tra le mani e la costrinsi alla parete, trovare le sue labbra fu cosi facile, cosi semplice…
La mia mente si ribellava all’idea di farla mia, il mio cuore gridava al tradimento, ma il mio corpo…il mio corpo la bramava, e per una volta decisi di non dare retta a nessuno e agii d’istinto, e per mia fortuna e per sua disgrazia era concorde con il mio corpo…
Le sue mani vagavano sul mio corpo, con forza unii la mia bocca alla sua, come se avesse paura che potessi cambiare idea, con impetto la trascino sul letto ed ora sono io sopra di lei, le mordo con forza le labbra che però non profumano di fragola, scaccio immediatamente quel pensiero e mi concentro solo su di lei, sulla mia ragazza.
Entro dentro di lei con forza, spinto solo dal desiderio che mi invade, la sento ansimare e anche quel suono cosi diverso da quello di Sana mi provoca un dolore intenso al petto, nascondo il viso nell’incavo del suo collo, non voglio dar modo al mio cuore e alla mia testa di assistere alla scena.
La sento dimenarsi sotto di me come fosse un leone in trappola, il suo piacere è sempre più intenso,si mescola al mio, sento l’orgasmo che arriva alla testa che finalmente, ha smesso di pensare,
continuo a spingere dentro di lei, il rumore è sempre più forte,copre i suoi gemiti, annebbia i miei sensi...sempre più vicino, più forte, sempre di più...crollo al suo fianco, sfinito nel corpo e nella mente…
“ Wow…devo mettere più smesso questo accapatoio”
Vorrei dirle che non è stato quel misero capo a farmi scattare, che l’unico motivo per cui l’ho fatta mia è la rabbia e la disperazione, ma non lo faccio, sorrido e la stringo a me, e continuo la mia recita…
 
 

 
*****************************
 



   …Pov. Tsu…

 
Fisso il volto di Aya che serena dorme ancora al mio fianco, e sospiro con il cuore colmo di amore per lei.
Quando ero ancora un ragazzino impacciato e insicuro, l’idea di innamorarmi cosi perdutamente di una persona mi sembrava assurda, ricordo ancora quando pensai di essermi innamorato di Sana e di altre prima di lei solo perchè mi avevano dato attenzioni, io che vedevo l’amore solo tramite i gesti e le cose materiali.
Il giorno in cui Aya mi disse che si era innamorata di me, ne fui felice, non perchè provassi la stessa cosa, ma perchè anche io, ero amato da qualcuno.
Crescendo capii che quell’amore che Aya cercava in me, era quello vero, autentico, fatto di emozioni e attimi, io che ero vissuto rispecchiandomi nel rapporto dei miei genitori avevo capito, che esisteva un’altro tipo di amore, pieno di altruismo e si, anche pieno di momenti buii.
Momenti difficili e pieni di incognite, attimi in cui il cuore ti si gonfia di gioia e altri in cui ti si frantuma sotto le dita.
Ma quando realizzi che i  momenti felici sono di gran lunga maggiori a quelli brutti, l’unica scelta che puoi fare è quella di tenere più stretto possibile a te la persona che ti regala quei momenti d’amore.
Ed io l’avevo trovata!
Aya, la mia dolce e piccola Aya, sarei morto senza di lei.
Mi alzo dal letto e le poso un dolce bacio sulla fronte, e sorrido pensando alla scatolina di raso rosso che tengo nascosta nella mia valigia…

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Capitolo 10
*** MAI PIU'! ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi
Eccomi qua! Quanto sono in ritardo?non lo so più :-(
Le festività di natale hanno inserobilmente coinciso con un piccolo blocco che non mi ha permesso di scrivere un H fino ad ora.
Ho pensato e ripensato a come potesse svilluparsi la storia arrivati a questo punto, e spero di averci azzeccato in questo capitolo.
Spero con l’anno nuovo di essere più puntuale e presente, anche se penso che questa storia si concluderà tra due o tre capitoli.
Vi auguro un sereno e felice anno nuovo, che sia pieno di cose belle per tutti!
Ringrazio come sempre le mie bimbe che mi sono rimaste accanto durante tutto il mio percorso, e mando uno speciale augurio di cuore a tutte loro.
 
  • MARIAfrancesca
  • LadySofia
  • Love_Sana_Akito
  • Daino
  • Lolimik
  • LaSayuri10
  • AlessiaAle
  • MultiFlash96
  • Love Kodocha
  • Anaiv
  • ReginadeiSogni
  • Terry001
In particolare ringrazio Lolimik e Kilari202 che mi hanno mandato dei dolcissimi auguri di Natale =)
Ringrazio inoltre che segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite
SIETE DOLCISSIME E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi mando un forte abbraccio!
LallyQueen 
 Alice <3

 
 
 
 
 
 
"Tu mi appartieni, anche se non dovessi vederti mai più"

( a Milena, Franz Kafka )
 
 
 
 
 
 
 
POV. NAO


 
Stavo girovando da almeno un ora nella grande biblioteca allestita nella casa di mio padre,non avrei mai immaginato che fosse un amatore di libri, classici come cime tempestose e il gattopardo padroneggiavano in quell’enorme salone, un libro in particolare mi colpì…la prima edizione del saggio di Kafka era in bella mostra in una teca di vetro, la cura con cui era diposta mi fecero capire subito che esisteva un forte legame che univa mio padre a quell’opera, la osservai con scrupolo ma non riuscivo a capirne il valore, la girai e rigirai tra le mani, la copertina era piuttosto anonima, e anche abbastanza insulsa, un bicchiere di vetro da cui sporgeva un bocciolo di rosa con foglie e spine annesse, spogliai svogliatamente qualche pagina per capire di più, finchè qualcosa non catturò la mia attenzione, un vecchio biglietto del treno ingiallito e sbiadito dal tempo era nascosto tra le pagine, come un promemoria…
 “Tu mi appartieni, anche se non dovessi vederti mai più”
Sussultai, 14 giugno 1983 Londra – Parigi.
Che significava?1983?mio padre avrà avuto presso a poco la mia età, che doveva fare a parigi?, mi aveva raccontato di come aveva vissuto gli anni migliori della sua vita a Londra prima di trasferirsi a New York per lavorare nel cinema.
Sicuramente dal modo in cui conservava quel libro e quelle parole che nascondevano quel biglietto corroso dal tempo dovevano avere un significato profondo, un ricordo che custodiva gelosamente, se dopo trentanni si trovava ancora li…che c’entrasse una donna?, forse la mia madre biologica?,forse Michelle?gli sembrò poco probabile.
Riposi tutto al proprio posto appena senti i passi dei ragazzi al piano di sopra, sorrisi pensando che ora, un piccolo segreto mi univa a mio padre…
In cucina regnava un caos assurdo, gente da ogni parte, Gomi e Hisae che si litigavano l’ultimo toast, e lei, appoggiata al balcone che fissava l’orizzonte, un sorriso spontaneo nacque sul mio viso, non potevo fare a meno di sorridere ogni volta che la vedevo , o che semplicemente pensavo a lei, non potevo ancora credere di averla finalmente conquistata, ricordo ancora quando da bambino mi ero perdutamente innamorato di lei, della sua allegria , della sua innata generosità e altruismo, doti che non avevano colpito solo me…osservai di soppiatto il biondino che sedeva intento a leggere il giornale, non aveva mai capito come due persone cosi diverse come Akito e Sana potessero essere cosi unite, in passato Sana mi aveva confessato di come il loro legame era cresciuto dopo anni e anni di situazioni difficili e problematiche, e di questo, ne ero sempre stato tremendamente geloso, tra lui e Sana le cose erano state cosi diverse…il loro rapporto si era fondato su basi solide di amicizia e rispetto reciproco, anche lavorativo…lui aveva un talento innato per amarla, lei l’aveva imparato, con il tempo, e ancora oggi non capiva come avesse potuto accantonare l’amore che provava per Akito in un angolo, per permettergli di entrare nel suo cuore e conquistarlo.
“ Ciao piccola” di nuovo quel bellissimo sorriso
“ Ciao”
“ che fai qui fuori?”
“ c’è un bellissimo sole e il mare è stupendo”
“ Mai stupendo come te”
“ Nao”, le sue soffici labbra sfiorano le mie, e il mio cuore perse un battito, come sempre.
“ Sei triste che domani dobbiamo tornare a casa?”
“ Mmm…no”
“ Pensavo adorassi stare qui”
“ Si lo adoro…ma voglio tornare nella realtà…con te”
“ Anche io”
“ Su forza torniamo dentro”
“ Certo…Sana?”
“ Si?”
“ Ti amo”
 
 
 
 
********************************
 
 
 
 
 
Era ufficiale, avrei commesso un omicidio!
Ero sceso da appena cinque minuti in cucina per fare colazione e già rimpiangevo la mia decisione, urla da ogni parte, quell’ oca di Hisae inveiva contro Gomi per avere un fottutissimo toast e lei…appoggiata al balcone a fissare l’orizzonte, appena entrai nella stanza i miei occhi la reclamarono, e lei, come attirata dal loro richiamo, incontrò i miei e la smorfia che vidi mi buttò nel panico, che lei sapesse?che Fuka avesse già spettegolato?che avesse letto la lettera scarlatta che pendeva sulla mia testa e sul mio corpo?, non doveva essere un mio problema accidenti, già…non doveva.
Quel dannato Kamura entrò nella stanza e dopo una rapida occhiata a tutti i presenti puntò lo sguardo verso di lei…strinsi tra le mani il giornale che rischiò di frantumarsi, per quanto lo odiassi, non avevo nessun diritto di alzarmi da quella fottuta sedia e riempire il suo bel visino d’attore di pugni, lui era il suo ragazzo e lo sarebbe continuato ad essere, io ero solo il passatempo, il giocattolo di una bambina viziata, che era passato di moda!
Forte di questa nuova consapevolezza tutta l’ansia e la preoccupazione che avevo provato fino a cinque minuti fa' era svanita, accidenti a te Rossana Kurata, io sarei stato di nuovo felice, e lo sarei stato senza di te, e infondo non importava a nessuno se il mio cuore in quel momento sanguinasse nel vederla baciare un altro, al diavolo!, io ero Akito Hayama, un duro, un ribelle, un bullo, un ragazzo dall’anima oscura, e se fosse stato neccessario, lo sarei tornato, pur di non soffrire, pur di non soffrire di nuovo per lei…
“ Akito?”la sua voce…
“ Kurata”
“ posso parlarti….è importante” mi aveva fottuto per bene, non potevo di certo mandarla al diavolo davanti a tutti.
“ come ti pare” e la seguii…
“ che vuoi Kurata?”
“ smettila”
“ come scusa?”
“ ho detto…smettila”
“ di fare cosa?”
“ di essere l’Akito Hayama delle elementari”
Sussultai, che significava?
“ che vuol dire?”
“ Il tuo sguardo…è…è lo stesso che avevi tanto tempo fa”
“ Non so di cosa tu stia parlando, se non hai altro da dirmi tornerei di la, la mia ragazza mi sta aspettando”colpita!, sapevo di non aver mai parlato di Fuka in quei termini , ma tutto era cambiato, e non per colpa mia.
“ Non lo dire”
“ dire cosa Kurata?”, ammetto che mi dava una perversa soddisfazione vederla in difficoltà.
“ Non chiamarla cosi”
“ Perchè dovrei?, Fuka è la mia ragazza”
“ Era la tua ragazza anche quando dicevi di amarmi?”, e no…
“ Non osare”
“ Perchè?”
“ Non ho voluto io questa situazione, ho solo seguito la scia delle tue decisioni e ora raccogli quello che hai seminato”
“ Mi dispiace”
“ Ti dispiace?, ti dispiace per cosa?, per avermi usato per il tuo divertimento?per avermi illuso per mesi?”
“ Sei un idiota Akito”, come?come?
“ Cosa hai detto?”
“ Ho detto che sei un idiota!...sei solo idiota, non capisci niente, non hai mai capito niente!”
“ E di grazia cosa non avrei capito?che cos’è che mi rende ai tuoi occhi un idiota?sono proprio curioso Kurata!”
“ lascia perdere”, lasciar perdere?, mai
“ Lascia perdere?lascia perdere?...lascio perdere quando decido IO di lasciar perdere”, forse stavo urlando, ma non importa, che sentissero pure tutti.
“ Sei solo una stupida ragazzina viziata ed egoista e questo non potrà mai cambiare, quello dispiaciuto sono io…sono dispiaciuto per te, anzi no, mi fai pena”
“ Pena?”
“ Si ”
“ Bene…addio Hayama”ed eccolo il momento, la stavo perdendo per sempre…
“ come ti pare Kurata”
“ Come mi pare?come mi pare?che cazzo significa come mi pare?”
“ significa fai come vuoi, decidi tu, alzo le mani, mi arrendo…lasciami perdere, dimenticati di me, di noi, di tutto”
“ E’ questo che vuoi?”
No…“ Si”
“ Credevo mi amassi”, lo dice talmente piano che la sento a malapena, ma per sua sfortuna le sue parole arrivano dirette al mio cuore…ed esplodo!
“ No!, non giocare con me, non di nuovo!credevi ti amassi?, IO ti ho amato,IO ho fatto di tutto per stare con te,IO ho lottato per noi, IO ero pronto a dire la verità a tutti, IO IO IO SOLO IO! Quindi non osare mai più venirmi a dire stronzate del genere, perchè quello che ci ha distrutto non sono io…sei tu!, tu e il tuo stupido egoismo, tu e il tuo stupido...No, non di nuovo…calde lacrime cadono dal suo volto, non mi avrebbe fregato di nuovo!
“ Smettila di piangere”
“ Non ci riesco…io ti amo”, può un cuore morto riprendere a battere?il mio lo sentivo nella testa, ma no, non ci sarei cascato un’altra volta, questa volta no.
“ Non è un mio problema Kurata” e la lascio li, con il viso rigato di lacrime e lo sguardo perso, non le avrei mai più permesso di distruggermi, e poco importava se sentivo il sangue pompare, le ginocchia tremare, e la testa scoppiarmi…sarei stato più forte di tutto e tutti, sorrisi soddisfatto mordendomi con violenza le labbra, cancellando l’ultimo momento di fragilità, ingoiando le calde lacrime che scendevano sul mio viso…
 
 
 
 
 
********************************
 
 
 
< Non è un mio problema >
< Non è un mio problema >
< Non è un mio problema >
Non faccio altro che pensare alle sue parole, mentre altre lacrime, l’ennesime cadono bagnando il cuscino.
Dopo non so quanti minuti sono riuscita a muovermi da quella maledetta stanza e con una scusa non molto plausibile me ne sono andata in camera mia, mi bastò incrociare lo sguardo preoccupato di Nao, e quello compassionevole di Aya per capire che quell’improvviso mal di pancia aveva un volto, ed un nome, Akito Hayama, lo avevo amato e continuavo ad amarlo con ogni bricciolo della mia anima, e a poco era servito chiedergli scusa, a niente era servito tornare sui miei passi lui era stanco di me, e me l’aveva fatto capire nel modo più cattivo e perfido possibile, < Non è un mio problema >.
“ Sana?”
Sentii il peso del suo corpo piegare il letto, mi nascosi tra le braccia di Aya pregando Dio che il buio mi inghiottisse per sempre.
“ Gli ho detto che lo amo e lui…”
“ Tesoro mi dispiace…ma ora devi farti forza, non puoi farti vedere cosi da Nao, e da lui…non lo meritano!
“ Lo so”
“ Sfogati amica mia…per un pò puoi smetterla di fingere”
“ Solo per un altro pò…e poi non lo farò mai più”, dico singhiozzando sul suo corpo
“ Mai più”
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** ADDIO ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, l’undicesimo e il primo del 2015 =)
Scusate il ritardo ma ho avuto problemi di connessione internet per giorni e giorni e non potevo aggiornare anche se il capitolo era pronto lunedi scorso
Siamo finalmente giunti alla prima vera “svolta” della storia, spero di riuscire a descrivere nel migliore dei modi tutto quello che sta girando nella mia testa in questo momento =)
Vi lascio al capitolo, spero che vi piaccia ( ci spero davvero tanto)
Come sempre ringrazio e saluto le mie super sostenitrici che mi sono rimaste accanto in ogni passo della mia storia, che spero di ritrovare anche nel nuovo anno appena cominciato.
Grazie con tutto il mio cuore a :
  • MARIAfrancesca
  • LadySofia
  • Love_Sana_Akito
  • Daino
  • Lolimik
  • LaSayuri10
  • AlessiaAle
  • MultiFlash96
  • Mary000 ( passate assolutamente a leggere la sua storia perchè è STUPENDA)
  • Love Kodocha
  • Anaiv
  • ReginadeiSogni
  • Terry001
  • Kilary202
  • Valy93fantasy
  • princesss
Ringrazio inoltre chi segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite!
SIETE DOLCISSIMI E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi abbraccio più forte che posso
LallyQueen 

Alice <3
 
 
 

 
 
Sarebbe un Mondo migliore se
“Ti amo” e “Addio”
si potessero dire una sola volta nella vita.

E mai alla stessa persona.
                                                                                                                              ( Anonimo )
 
 

 
 
Dolore!
Era l’unico sentimento che riuscivo a provare in questo momento, a nulla era servito autoconvicermi che chiudere con Akito era la decisione più giusta, a nulla era servito farmi cullare dalle braccia rassicuranti di Aya, soffrivo!, e niente mi avrebbe aiutato a riemergere da questo dolore che mi strazziava il petto, e per assurdo, l’unica persona che mi potesse salvare, era la stessa che mi aveva appena distrutto.
Sapevo di dover reagire, non potevo più permettere che il mio egoismo prevalesse, se l’avessi fatto, tutte le persone che amavo ne avrebbero sofferto, ancora!
Il viso di Nao si materializzò davanti ai miei occhi gonfi di lacrime, non meritava tutto quel dolore, lui che mi aveva sempre amata, lui che mi aveva sempre sostenuta, lui che mi aveva presa per mano quando Akito scelse la mia migliore amica, non meritava le mie bugie!.
Infondo lo avevo amato e molto, era sempre stato il mio porto sicuro, il faro che mi illuminava ogni volta che mi perdevo in un mare color ambra, ma allo stesso tempo sapevo bene di non poter combattere contro un amore cosi radicato nel profondo, io appartenevo ad Akito, era sempre stato cosi, per quanto Nao mi avesse salvato dalla mia stessa vita, Akito era l’unico!
Non potevo imporre a me stessa di non amarlo, era impossibile! Anni di sorrisi, lacrime, sofferenza e amore, non potevano essere eliminati, facevano parte di me, di noi…e poco importava se erano ricordi di una vita passata, dentro il mio cuore ero rimasta la solita ragazzina buffa e pasticciona innamorata perdutamente, del suo miglior amico.
Era giunto il momento di dire la verità, speravo con tutto il mio cuore che Nao e Fuka un giorno mi avrebbero perdonata, ma anche se non sarebbe mai successo non aveva importanza, dovevo confessare tutto e permettere a Nao di andare per la sua strada, lo avrei lasciato andare quella stessa sera, non potevo più aspettare…la mia nuova vita era dietro l’angolo e io, l’avrei rincorsa e afferrata, con o senza Akito, sarei andata avanti!
Con questa nuova consapevolezza sorrisi, lasciandomi andare ad un sonno pieno di sogni….
 
 
 
 
     **********************
 
 
 
POV. AYA


Aprì piano la porta e la trovai raggomilata tra le lenzuola, si era finalmente addormentata, vederla in quel modo mi aveva sconvolta, Sana, la mia Sana, sempre cosi sorridente, piena di gioia e allegria era stata messa Ko dalla vita, e il suo sorriso si era spento.
Vederla soffrire cosi mi aveva come svegliata da un incantesimo, soffriva per le bugie che raccontava da mesi, ma niente era a paragonabile al dolore che provava nel vedere che Akito aveva deciso di lasciarla da sola, e questo provocò in me un moto di paura e disperazione che mi spingeva a confessare tutti i miei peccati e dire la verità, l’idea di perdere Tsu e Hisae mi distruggeva, ma non potevo più vivere in questa menzionia e stare senza Gomi era fuori discussione!
In tutto quel lunghissimo anno avevo cercato in mille modi di dire tutto a Tsu, ma ogni volta che cercavo di iniziare il discorso il suo sguardo cosi innamorato e fiero di me mi bloccava…dentro di me un conflitto di sentimenti mi paralizzava, per quanto io fossi innamorata di Gomi la prospettiva di vedere la delusione negli occhi di Tsuyoshi mi lacerava, ero egoista?sicuramente si, infondo non era colpa di nessuno se avevo smesso di amare il mio ragazzo, ma lasciarlo per uno dei suoi più cari amici?, era senza ombra di dubbio un colpo basso e meschino.
Tsu era sempre stato il centro del mio mondo, mi aveva aiutato e amato come nessuno sapeva fare, nemmeno le mie amiche, nemmeno la mia famiglia, eravamo cresciuti insieme, avevamo affrontato tutto insieme!, il divorzio dei suoi, la malattia di mia madre, le difficoltà a scuola, la partenza di Sana, la scelta dell’università e tutti i piccoli momenti di gioia e tristezza della vita quotidiana…quando realizzai che avevo smesso di amare quel ragazzo che avevo sempre amato fin dal primo giorno delle elementari, provai un dolore immenso, sapevo che perdendo lui avrei perso la colonna portante della mia vita, il mio migliore amico, ma non meritava tutto questo, e in nome di quello che era stata la nostra storia dovevo dire la verità…
Rientrai in cucina dove nessuno, apparte Nao sembrava minimamente turbato o preoccupato della condizioni di Sana, forse perchè apparte io e Akito nessuno sapeva come stavano veramente le cose, già Akito!, la sua maschera era perfettamente intatta, leggeva il suo giornale e con una mano sfiorava il braccio di Fuka disegnando dei cerchi sulla sua pelle, che rabbia!, avrei cosi tanta voglia di prenderlo a schiaffi e urlargli di andarsi a riprendere la donna che amava, che ama, e che amerà per sempre e invece, lo fisso con disprezzo, disprezzo che non sembra cogliere nei miei occhi, visto il sorriso amichevole che mi riserva continuando a sfiorare il braccio di Fuka.
“ Qualche problema Aya?”. Bastardo!
“ No Akito tutto bene…Nao?,Sana sta molto meglio, ora dorme ma sono sicura che vorrà trovati appena si sveglia”, beccati questa.
“ Grazie Aya vado subito da lei”
“ Bene”, rispondo senza mollare il contatto con gli occhi di Akito, che rabbia mi faceva.
“ Che ne dite di uscire?infondo questo è il nostro ultimo giorno qui e non intendo passarlo in casa!”,
“ Hai proprio ragione amore, usciamo”, amore?Fuka e io sussultammo quasi in contemporanea, non l’aveva mai chiamata cosi davanti a me, e dallo sguardo di Fuka capii che non solo, non l’aveva mai fatto davanti a me, non l’aveva mai fatto con lei!
“ Anche io ci sto…andiamo a prepararci, ci vediamo qui tra una mezz’ora”
“ Aya?”
“ Si?”
“ Andiamo a vestirci amore?”
“ Si Tsu ”
Osservo Akito alzarsi e senza smettere di fissarmi, con aria di sfida prende per mano Fuka.
“ Non riuscirai a farmi sentire in colpa, nessuno potrà…avete perso”è il suo sussurro ironico e freddo che mi paralizza sul posto, senza darmi modo di replicare lo seguo con lo sguardo mentre sale le scale…continuando a tenerla  per mano.
Il pomeriggio passò relativamente tranquillo, nonostante sia Tsu che Hisae cercano di convincere Sana e Nao ad uscire, lei non aveva voluto sentir ragioni e io, conoscendone i motivi, l’avevo aiutata ad uscirne, sicuramente era stato meglio cosi, Akito non aveva fatto altro che comportarsi da stronzo per tutto il giorno, seguiva Fuka in ogni suo passo, la toccava, la baciava, la cercava e questo mi urtava i nervi!, per quanto Sana si fosse comportata da egoista in tutti quei mesi tacendo sulla sua relazione, niente e nessuno meritava un trattamento simile!
“ Hey”, Gomi
“ Ciao”
“ Ho bisogno di parlarti…stasera puoi liberarti per un pò?”
“ Si..credo di si”, dico osservando le due persone che stavano tradendo, sorridere e scattare foto al paesaggio.
“ Ok…aya?”
“ Si?”
“ Ti amo”, quanto vorrei in questi momenti essere libera di poterlo toccare e baciare senza aver paura delle conseguenze, io lo amo e lui ama me, era giunta l’ora di dire tutta la verità.
“ Anche io ti amo”, e senza farmene accorgere sfioro per un attimo la sua mano, sorridendogli…
 
 
 
 
 
 
**********************
 
 
 
 
 
POV. TSU


Ormai avevo deciso! Le avrei chiesto di sposarmi!, desideravo con tutte le mie forze che la mia Aya, la mia dolce e piccola Aya diventasse mia moglie.
Avevo passato l’ultimo mese a pianificare ogni più minimo dettaglio, il momento giusto, il luogo giusto, le parole giuste, ma poi capii che non esisteva luogo e momento migliore di questo, Aya sarebbe diventata la mia fidanzata tra le lacrime e gridolini dei nostri migliori amici.
Akito, Gomi, Sana, Fuka e Hisae non solo erano i nostri più vecchi amici,erano la nostra seconda famiglia!
Rientrammo a casa dopo il giro pomeridiano e dopo una breve doccia scesi per la cena, non avevo alcun dubbio o ansia, ero cosi sicuro del mio amore per Aya che niente e nessuno mi avrebbe fatto facillare.
Entrai in cucina e stranamente erano già tutti presenti, anche Sana che non si era sentita bene nel pomeriggio chiaccherava allegramente con Hisae.
Osservai con un sorriso i miei amici, nonostante tutto eravamo rimasti  il solito gruppetto scanzonato di sempre e lo saremmo stati per sempre, anche se nel giro di pochi mesi io sarei diventato un uomo sposato, il mio cuore perse un battito e strinsi la scatolina che tenevo nei jeans.
“ Aya?”
“ si?”
“ tesoro puoi venire un secondo qui?”
“ Che succede?”, ed eccola qui!, la donna più importante della mia vita!, era giunto il momento, afferro le sue mani tra le mie, deciso a non lasciarle mai.
“ Tu sai quanto io ti amo!,quanto ti ho sempre amato…sei sempre stata la mia roccia, la mia metà, la mia migliore amica, la mia famiglia, mi hai donato più felicità di quanto io stesso avrei mai sperato di ricevere, abbiamo vissuto momenti difficili e la nostra storia non è sempre stata esattamente rose e fiori, ma non mi spaventa!sono pronto ad attraversare le tempeste e aspettare di nuovo che splenda il sole, se tu sarai al mio fianco, tutto andrà per il meglio…Aya!, mia amata Aya,  qui!,davanti ai nostri più cari amici, ti giuro che farò della tua felicità lo scopo della mia vita, Aya…vuoi sposarmi?”
Tutto intorno a me si fermò, vidi Fuka e Hisae portarsi una mano sulla bocca visibilmente emozionate, Akito e Nao sorrisero calorosamente felici della mia decisione, ma quello che mi sconvolse fu lo sguardo di Sana e Gomi, trattenevano il fiato con un visibile shock misto a terrore negli occhi, lo stesso terrore che ora vedevo riflesso negli occhi nocciola della donna che avevo di fronte, nessuno parlava e io ero fermo da almeno due minuti in ginocchio con un anello in una mano, e il cuore nell’altra.
“ I…io”
“ No! lei non può sposarti”, tutti ci girammo di scatto verso Gomi
“ Non credi che sia lei a dover parlare, che cazzo fai Gomi?”
“ Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa Hisae”
“ Gomi…no”, vedo a malapena Sana che cerca di intromettersi, un oscura e terribile sensazione si abbatte su di me, ho paura a chiederlo, ma lo devo fare…
“ Perchè?”
Con la coda dell’occhio vedo Sana coprirsi il viso con le mani tremanti, le stesse mani tremanti che sto ancora stringendo a me...Aya, lo guardo sperando in una risposta, in un perchè, in qualunque fottuta soluzione.
“ Perchè io sono innamorato di lei…e lei è innamorata di me”, no…no, no, no, no è un dannatissimo scherzo
“ cosa?”
“ Io la amo Tsu, e lei ama me”
“ Aya?”
“ Aya?”
“ Aya dannazione di qualcosa”
“ Io…io”
“ Dimmi la verità!, è cosi?tu lo ami?, è cosi?dimmi la verità?dimmela, è cosi?”
“ SI”
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** VIA ***


                                       
Ciao ragazze e ciao ragazzi,
Che posso dire? Credo niente, non aggiorno dalla bellezza di un anno e mezzo ( quasi )!, la mancanza assoluta di ispirazione unita a problematiche personali, sentimentali e lavorative non mi hanno più fatto avvicinare a questo pc per scrivere anche solo una H.
Per farmi perdonare ho dedicato un intera settimana a questo capitolo, lavorandoci in più tranche per poterlo rendere più intenso possibile, sono ancora immensamente avvilita per la mia spaventosa assenza, ma sono tornata carica di idee e con la voglia di non lasciarvi più.
Ringrazio  chi, nonostante la mia assenza ha continuato a commentare la mia storia, con la speranza di trovarvi ancora qui nonostante la mia scomparsa vi mando un enorme bacio e abbraccio virtuale =) .
L.Q.

 
 
 




 
 
C’erano cose che volevo dirgli.
Ma sapevo che gli avrebbero fatto male.
Così le seppellii e lasciai che facessero male a me

 
( Jonathan Safran Foer )
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Aya?”
“ Aya dannazione di qualcosa”
“ Io…io”
“ Dimmi la verità!, è cosi?tu lo ami?, è cosi?dimmi la verità?dimmela, è cosi?”
“ SI”

Il silenzio che scende nella stanza è più assordante di un colpo di cannone.
Nessuno ha il coraggio di aprire bocca, ci limitiamo a osservare la scena, ognuno con le proprie domande, ognuno con il cuore frantumato nel pavimento.
Ho visto nascere l’amore tra Aya e Tsu ed ora, mi ritrovavo mio malgrado, a vederlo finire, avrei voluto avvicinarmi a lui, avrei voluto dire una qualsiasi stupida parola per farlo sentire meglio, ma la mia colpa era esattamente la stessa che ora leggevo negli occhi di Aya e Gomi, automaticamente incrociai gli occhi della donna che come me, ero certo provasse le mie stesse emozioni, Sana non riusciva a staccare lo sguardo da Tsu, come se aspettasse un implosione da un momento all’altro, nei suoi occhi un mix di emozioni indecifrabili perfino per me, che l’avevo sempre capita al volo.
“ Tsu…per favore”, la voce di Aya mi riportò alla realtà, vergognandomi di aver dimenticato il mio migliore amico, osservo il suo volto e posso solo immaginare quanto dolore provi in questo momento, e quanto, ne avrei procurato io confessando la mia tresca con Sana.
Non sapevo esattamente cosa pensare, una parte di me invidiava il coraggio di Gomi nel voler lottare per la donna che amava, l’altra, non poteva non calcolare le conseguenze di quel coraggio, che ora, erano tutte impresse sul volto sgomento e atterrito di Tsu.
“ Tsu io…ti prego!, parlami”
“ Cosa vuoi che ti dica? Sei solo una maledetta”, in quel drammatico triangolo mi ero completamente dimenticato che in realtà, le persone ferite e tradite erano due, Hisae esattamente come Tsu era vittima di un amore che non doveva esistere.
“ E’ successo, e mi dispiace! Non so cos’altro dire, ho, anzi, abbiamo provato a smettere, abbiamo provato a stare lontani, non ci siamo riusciti, ci amiamo e il nostro amore è stato ed è più forte di qualunque senso di colpa!”, secche e dirette, le parole di Gomi mi colpiscono come un boomerang in pieno stomaco, per la seconda volta nel giro di pochi minuti cerco lo sguardo di Sana, devo sapere, devo capire che quello che sto provando è la stessa cosa che sta provando lei, e niente!,continua a guardare Tsu che è ancora immobile inginocchiato di fronte a quella donna che nel giro di pochi istanti si è trasformata da dea a demonio.
“ Ti perdono!”, sette paia di occhi scattano ad osservare Tsu.
“ Co…cosa?”, la titubanza di Aya è più che comprensibile, tutto mi sarei aspettato, tranne questo.
“ Ti perdono!, siamo fianzati da così tanto tempo che una scivolata poteva succedere”, cosa?.
“ Una scivolata?”, la sfrontatezza di Gomi è imbarazzante.
“ Si, una scivolata, un capriccio chiamalo come vuoi”, un sorriso compare sul volto di Tsu che finalmente si alza
“ Non è un capriccio, ci amiamo”
“ Vi amate?, ahahaahahahahahhahaha, vi amate…Tu non sai neanche cosa sia l’amore, ti sei approffitato di Aya per circuirla e nel frattempo prendevi in giro anche Hisae, e chi sa chi altro”
“ Non ti permetto!, non volevo far soffrire Hisae, come non volevo far soffrire te, ma è capitato, amo Aya e non riesco a vivere senza di lei”
“ Non riesci a vivere senza di lei?, fammi il piacere Gomi, tu non sai niente di lei, niente!, Chiedi al tuo Gomi qual’è il tuo colore preferito, I fiori che ami ricevere quando hai la febbre, il passaggio di Romeo e Giulietta che ti fa sempre piangere, chiedilo Aya….chiedilo…chiedilo”, l’iniziale sicurezza di Tsu crolla, ad ogni parola pronunciata, ad ogni silenzio di Aya, la consapevolezza di averla persa si fa sempre più forte, una lacrima attraversa il volto di Tsu e cazzo, il mio cuore smette di battere con il suo.
“ Tsu…ti prego”
“ Ti prego?, ti prego? Sono io che ti prego Aya, non puoi buttare via una vita insieme, non cosi…non per lui”
“ Non sai quanto mi dispiace, ma non ci riesco,io…non posso fare a meno di lui”, una serie infinita di lacrime riga il volto di Aya, e questa volta lo sento, lo percepisco, lo sguardo di Sana è su di me, non ho bisogno di alzare la testa, il suo cuore mi sta urlando, mi sta cercando, ma non è mia la colpa, non questa volta, sei tu, mio unico maledetto amore a non aver avuto la forza di difenderci, di difendere il nostro sentimento.
“ Come hai potuto farlo…come?, tu ed io eravamo perfetti insieme, nessuno mi conosce come mi conosci tu, e lo stesso vale per me”, oh Tsu.
“ Lo so, tu sei stato il mio primo amore, sei stato per me un amico, un fidanzato, un complice, sei stato tutto, ed è proprio per questo che non posso più fingere, perdonami se puoi…”
“ Io…io devo andare”
“ Tsu”
“ No Aya, io ti amo, e so che una volta uscito da questa stanza sarà tutto perduto ma per favore, lasciami andare, sei libera, ma non voglio vederti mai più….addio”
Addio Tsu”, Aya cade il lacrime sul pavimento, e nessuno di noi ha ben chiaro che fare, seguire Tsu?,consolare Aya?…
“ Mio dio che ho fatto”, urlo straziante di Aya sveglia Sana da quello strano torpore che sembrava avvolgerla in questa lunghissima e insostenibile mezz’ora, corre al suo fianco cercando di alzarla, con la coda dell’ occhio vedo Hisae uscire dalla stanza che l’ha resa protagonista involontaria della fine dei suoi sogni d’amore e della sua amicizia con Aya, Kamura raggiunge Sana, e nonostante abbia una voglia pazza di urlargli di stare lontano da lei, non posso, non sono io il suo fidanzato e non lo sarei mai stato, lancio un occhiata a Fuka che capisce, devo andare da lui, devo stargli vicino...Tsu! , l’unico vero amico che abbia mai avuto, l’unico che,
ancora prima che Sana salvasse me e la mia famiglia non mi abbia mai considerato un demone.
“ Tsu?”, ed eccolo lì, inerme sul letto con la valigia aperta, tra le mani l’anello di fidanzamento destinato alla donna che aveva sempre amato e che ora, lo aveva lasciato per un altro, e non uno qualsiasi, uno dei suoi più cari amici, per me, era tutt’altra storia, Kamura era sempre stato un rivale, un nemico, e non solo perchè era la causa che mi teneva lontano da lei, erano i suoi modi, la sua aria da trasfottente e arrogante che non sopportavo, non mi sarebbe mai piaciuto, anche se Sana non fosse mai esistita, anche se, non l’avessi mai amata.
“ Posso entrare?”
“ Si”
“ Come stai?”, come stai? Che cazzo di domanda è?, sono proprio un idiota, se Sana fosse qui avrebbe sicuramente tirato fuori quel vecchio piko che si portava sempre dietro dai tempi delle elementari per poi spaccarmelo in testa, avrebbe fatto una scenata degna da oscar urlandomi che era la domanda più stupida che potessi fare, sapendo che aveva ragione, ragione che non gli avrei dato, nemmeno sotto tortura.
“ Scusami, è una domanda cretina”
“ Non ti preoccupare amico, starò bene”, il suo sorriso è cosi finto che non ci crede nemmeno lui
“ Davvero?”
“ No, direi di no….Akito?”
“ Si?”
“ Come si soppravvive quando si perde la donna che si ama?, tu sai dirmelo?”
“ Ognuno lo fa alla sua maniera…credo”
“ Tu come hai fatto?”
Sussulto, sapeva, sapeva di me e Sana…possibile che lei avesse parlato?, possibile che quel segreto che aveva cosi ostinatamente tenuto nascosto lo avesse rivelato a lui?
“ Co…come?”
“ Lo so?, Aki vi conosco e conosco la forza del vostro amore, i vostri occhi non mentono, l’ho visto anche prima il modo in cui vi guardate è…unico”
“ Non è più cosi, lei non mi vuole più e”, ma che stavo facendo?, stavo confessando il mio tradimento ad uno che era stato appena tradito, “ Tsu io…scusa”
“ Ti stai scusando per aver detto la verità?”
“ No, è che non è il caso, non qui, non ora, non…”
“ Con il cornuto?”
“ Non l’ho nemmeno pensato”
“ Lo so scusami, tu non c’entri nulla”
“ Akito, per quanto io abbia amato e ami Aya e per quanto voglia bene a Fuka, il vostro amore è qualcosa di unico, irripetibile, non dovete gettarlo via”
“ Non sono io che l’ho voluto”
“ Lo so bene, tu non riusciresti mai a fingere, so che è Sana che ti vieta di lasciarla per non farla soffrire, ma credimi se ti dico che è inutile, prima o poi la ferirai comunque, se non la ami è giusto darle la felicità che merita”
Non sono mai stata una persona calorosa, ne tanto meno una da baci e ti voglio bene quotidiani, ma la voglia di abbracciarlo è cosi forte che non mi importa di abbassare le mie difese, quelle difese che tenevo alte con tutti, tranne che con lei.
“ Grazie fratello…ti voglio bene”
“ Anch’io ti voglio bene Aki”
“ Passerà è una promessa”, so che se ne sta andando e voglio che lo sappia
“ Ne sono convinto…ora devo fare le valigie, io e Hisae abbiamo il volo tra due ore”
“ Come sta?”
“Delusa, ma starà bene, staremo entrambi bene”
“ Posso rientrare con te se vuoi, potremmo andare al cinema, al biliardo, in uno strip club se ti fa sentire meglio, potremmo anche fare un piccolo viaggetto, abbiamo ancora tempo”
Lo vedo alzarsi dal letto e raccogliere quello che rimane delle sue cose sparpagliate nella stanza, come il suo cuore…“ No Aki, il tempo che ti rimane usalo per riprenderti la tua felicità, stammi bene amico mio, a presto”, e dandomi una pacca sulla spalla, esce dalla stanza e va, via….
 




 
*****************
 
 



 
Finalmente ero riuscita a farla addormentare, Aya…mi ero sempre chiesta come un corpicino cosi esile potesse sopportare tutta quella sofferenza, sebbene invidiassi la sua forza e il suo coraggio, non potevo non considerare le conseguenze che sarebbero sorte da quel momento in poi, il vaso di pandora era stato aperto e aveva mietuto le sue vittime, mi colpì particolarmente l’assoluta tranquillità di Hisae, per quanto la sua storia con Gomi fosse recente, non aveva mostrato un ben che mimino sentimento, ne dolore, ne lacrime, Niente!
Assistendo a quella scena non potei non immaginare cosa sarebbe accaduto se anche io, avessi avuto il coraggio di ammettere la mia colpa, per ogni lacrima di Aya, per ogni parola di Tsu, lo sguardo di colui che era mio complice non mi lasciava mai, sapevo bene cosa stesse pensando, ma io, codarda com’ero, facevo finta di non capire, non ero pronta…non ero pronta a vedere la morte negli occhi di Nao e Fuka, non ero pronta a vederli soffrire per colpa mia, no, non ero pronta!
Pur amando follemente Akito, il nostro amore era cosi incatenato dalle mie paure che stava rischiando di morire, forse, per lui, era già morto, nel profondo del mio sadico egoismo sperai che la storia tra Tsu e Aya gli avesse fatto capire cosa sarebbe accaduto se anche noi avessimo confessato la verità, mi bastò osservare il volto di Fuka, mi bastò guardare gli occchi di Nao per capire, che non avrebbero mai capito, che nessuna bella storia sull’amore non programmato avrebbe funzionato, ci avrebbero odiati, ed io non avevo la forza per farmi odiare…
“ Come sta?”, la voce di Fuka mi riporta alla realtà
“ Si è addormentata…Hisae?”
“ Sta raccogliendo le ultime cose, l’ho lasciata in camera con Tsu”
“ Vado da lei”
“ Aspetta!”, oh cazzo…il mio cuore batte cosi forte che sono convinta che anche lei, possa sentirlo dalla soglia della porta.
“ Secondo te cosa hanno provato?”, per fortuna le sto dando le spalle e non può vedere le condizioni in cui versa sicuramente il mio viso
“ Chi?”
“ Tsu, Hisae…I traditi”, lo sa, lei sa tutto…il suo tono è cosi accusatorio e arrogante che non può non saperlo
“ Dolore suppongo”, calma Sana, stai calma!, il modo migliore per nascondere la paura è fingere di  non provarla.
“ No, il dolore arriva dopo, il dolore è un istinto primordiale solo per il nostro fisico, non per la nostra mente, secondo me….schifo!, sicuramente lo schifo, schifo nell’avere amato dei bugiardi che se spassavano alle loro spalle”
“ Fuka…”
“ Non so se è peggio…il tradimento di chi ami, o di chi ti è amico”
Le lacrime stavano già per uscire dai miei occhi, so che non avevo il diritto di piangere, non davanti a lei, ma era più forte di me….“ Fuka io…”
“ Ah, so che ti sembrerò una stronza ma sono contenta che non mi riguarda”
“ Come?”
“ Lo so sono una stronza, ma non potrei mai sopportare una simile umiliazione e sono contenta che non riguardi me”, allora non sapeva…lei non sapeva nulla.
“ Oh,Tsu e Hisae stanno andando via, ti conviene muoverti se vuoi salutarli”
“ Sssss…si”
“ Tesoro che hai? Sei cosi pallida”
“ No, sto bene è che mi dispiace per loro”
“ Lo so, dispiace anche a me”
“ Ora devo andare a salutarli”
Con un sorriso mi lasciò passare, spostandosi dalla porta
“ Potresti controllare Aya, se si dovesse svegliare e avere bisogno di qualcosa…”
“ Certo”
“ Ah…Sana?”
“ Si?”
“ Spero tanto che Aya soffra”
“…………….”
“ Per i traditori come lei non esiste compassione…salutami Hisae”
Con tutta la forza che ho mi affretto a girare l’angolo, non credo che avrò la forza per scendere anche solo un gradino, lei sapeva, o almeno lo sospettava fortemente, < Per i traditori come lei non esiste compassione>, era la verità? Per quelli come me, Akito, Gomi e Aya non esisteva compassione?, le parole di Fuka bruciavamo sul mio petto come una lettera scarlatta, rossa, viva, a caratteri cubitali, Adultera!
“ Sana?”
“ Tsu…io, stavo venendo da te”
“ Tutto bene?”
Oh Tsu, sei stato appena lasciato dalla donna che amavi più di te stesso, e chiedi a me, complice di questo tradimento come sto?, e per la seconda volta in quella dannata vacanza a pochi metri dal letto dove fino a poche ore fa mi disperavo per Akito, piansi…infinite, e infinite lacrime, piangevo per lui, per me, per Aya, per questo maledetto cuore che ci aveva comandato di amare chi non dovevamo, e far soffrire, chi non dovevamo far soffrire.
“ Mi dispiace”
“ Sana, alzati”, avrei tanto voluto farlo, ma le mie gambe non tenevano eretto il mio corpo bugiardo e meschino, “ ti aiuto, dai…su”, mi appoggiai interamente a lui, e sentii l’irrefrenabile bisogno di abbracciarlo per consolarlo, per aiutarlo, per allegerirmi la coscienza…
“ Sana, non è facile lo so, ci sono appena passato, ma per quanto fa e farà male, per quanto il dolore del tradimento e della menzonia brucerà nelle mie vene, so che alla fine la perdonerò, so che la ringrazierò per non aver continuato a mentirmi, non si può scegliere di chi innamorarsi, è una cosa che non si può fare”
“ Perchè mi stai dicendo questo Tsu?”
“ Stammi bene amica mia….a presto”, e dandomi un bacio sulla guancia percorre il corridoio e va, via….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                       

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Capitolo 13
*** ANIME ***


 
 
Ciao ragazze e ciao ragazzi.
Sono tornata, in tempo questa volta ( Si, non vi ho fatto attendere un anno =( )
Inanzitutto volevo ringraziarvi dal profondo del mio cuore, perchè GRAZIE a voi la mia storia, per la seconda volta è finita nella lista delle storie più popolari del sito, tra le 40 più lette, recensite e ricordate, non so che dire, entrambe le mie storie sono finite in questa classifica per merito del vostro appoggio, dei vostri consigli, e dei vostri meravigliosi commenti e per questo non vi ringraziero’ mai abbastanza, sono commossa! vi adoro con tutto il mio cuore! *-*
Passo a ringraziare i miei dolcissimi angeli custodi che capitolo dopo capitolo mi hanno accompagnato in questa avventura:
  • MARIAfrancesca ( i tuoi commenti sono sempre di una dolcezza infinita)
  • LadySofia
  • Love_Sana_Akito
  • Daino
  • Lolimik ( Tesoro mio ho finito pochi minuti fa di mettermi in pari con Wondy, finito il capitolo corro subito a commentarlo, mi uccidi ogni volta, sai che sono completamente innamorata della tua storia )
  • LaSayuri10
  • AlessiaAle
  • MultiFlash96
  • Mary000
  • Locra
  • StellinA003
  • Love Kodochaù
  • Anaiv
  • ReginadeiSogni ( Saretta mia, sto aspettando con ansia di rivederti prestissimo su questi schermi)
  • Terry001
  • Kilary202
  • Valy93fantasy
  • Princesss
Un caloroso benvenuto ai miei nuovi seguaci =) che si sono sprecati in dolcissimi commenti che mi hanno commosso, Grazie a:
  • Nana11
  • Francy93_
  • Mangiolina
  • FireFairy
  • Lettore_incallito
  • Matto
Ringrazio inoltre chi segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite!
SIETE DOLCISSIMI E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi abbraccio più forte che posso
LallyQueen 

Alice <3

 
 




 


 
Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte,
la mia e la tua sono fatte della stessa cosa.
(Emily Brontë)
 
 
 


 



 
POV. HISAE


< Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa>, chiudo con un scatto il libro che fino a ieri adoravo leggere appoggiata al petto dell’uomo che amavo e che, credevo mi amasse, una menzogna, ecco cos’era stata tutta la nostra storia, un enorme patetica bugia servita solo come passatempo, nel tentativo di coprire una vigliaccheria molto più grande.
Amavo Gomi da tutta la vita, quando Sana compii la magia e trasformò un gruppo di teppisti in ragazzi normali, capii che in realtà ognuno di loro nascondeva una grande rabbia verso quel  mondo che li aveva resi adulti senza volerlo, Gomi era esattamente come me, un ragazzino cresciuto troppo in fretta schiacciato dalle ambizioni di una famiglia che puntava tutto su di loro, come me, a lui non venne chiesto cosa volesse fare da grande, cosa volesse diventare, il destino era già tutto stabilito, la strada era già stata tracciata,innamorarmi di lui fu facile come respirare, per anni avevo tenuto sepolto quel sentimento credendo non fosse corrisposto, poi un giorno finalmente lui sembrò notarmi, finalmente sembrò rendersi conto che esistevo, e per quanto non fossi bella come Sana, intelligente come Fuka, amabile come Aya, lui mi aveva scelta…Gomi, il mio Gomi, si era innamorato di un'altra, e non di una qualsiasi, della mia migliore amica, Aya...
Quante volte mi ero confidata con lei, quante volte avevamo riso e pianto insieme, quante volte mi ero rifugiata tra le sue calde braccia materne, quante volte mi ero fatta accarezzare da quelle mani che ora, mi avevano strappato via brutalmente tutto ciò che era mio!
Mi odio, mi odio profondamente, quale persona a questo mondo davanti ad un tradimento simile non avrebbe reagito come ho fatto io?, credo nessuna, mi limitai ad osservare l’uomo che amavo e che avevo perso per sempre, lottare per un'altra, andare via senza dire una parola mi sembrò la scelta più saggia, che senso aveva urlare?, che senso aveva fargli cambiare idea?, che senso aveva fargli capire che mi avevano strappato il cuore?, niente sarebbe cambiato, lui non sarebbe tornato, e lei, non l’avrei mai perdonata…si amavano, fine della storia.
Non sapevo esattamente cosa pensare, non sapevo esattamente cosa provare, rancore?, certo, rabbia?, sicuramente, ma poi? passati questi sentimenti che durano ahimè troppo poco, che farò?, cosa proverò?, come affronterò la vita di tutti i giorni?, come potrò sopportare l’onta dell’umiliazione tra i corridoi di scuola?, come potrò sopportare gli sguardi di chi si chiederà come è possibile che il mio ragazzo, mi abbia lasciato per la mia migliore amica?, una parte di me aveva sempre temuto una cosa simile, avevo sempre avuto il terrore che Gomi aprisse gli occhi e si rendesse conto che infondo, non ero niente di cosi speciale, e mi avrebbe lasciato per una più bella, più in gamba, più sexy, nelle varie lezioni di vita inferte dalla mia famiglia, quella dell’autostima non era nel pacchetto, nessuno mi aveva insegnato a sentirmi all’altezza, a sentirmi pari agli altri, se l’avessero fatto, forse saprei come reagire, forse saprei come smetterla di soffrire, forse, saprei odiare chi, non riuscivo ad odiare…
“ Sei pronta?”, annuii, Tsu…adoravo quel ragazzo, anche se l’avevo sempre trovato un tipo moscio e insicuro che viveva nella ricerca spasmodica di piacere agli altri ad ogni costo, era un tipo onesto e leale, mi ero sempre chiesta cosa avesse di così speciale da meritare una come Aya, non era bello, ne carismatico e nemmeno particolarmente brillante, non aveva nessuna particolare caratteristica che lo rendesse minimamente interessante ai miei occhi, poi capii, mi bastò crescere qualche anno per avere il quadro chiaro della situazione, non era una caratteristica fisica, ne tanto meno caratteriale, era il suo sguardo innamorato…e per quanto potesse sembrare agli occhi di molti una coppia mal assortita, per quanto lui non rispecchiasse nessun cannone di bellezza, bastava cogliere quel amore, quel suo modo di amarla cosi unico al mondo, dietro alla sua aria da insignificante ragazzo si nascondeva un eroe che avrebbe distrutto il mondo per lei, per lei che lo aveva abbandonato, per lei che lo aveva tradito…
Mi avvicino e lo abbraccio, ho bisogno che sappia che andrà tutto bene, ho bisogno che sappia che troverà chi saprà apprezzare quel suo cuore cosi grande e puro, ne ero certa, l’avrebbe trovata.
“ Troverai chi saprà amarti come meriti”, dovevo dirglielo, dovevo fargli credere che sarebbe successo.
“ Lo stesso vale per te”, era veramente così? Avrei veramente amato di nuovo?avrei veramente permesso a qualcuno di amarmi? Volevo crederci, volevo crederci davvero….
“ Già…”
“ Sarà cosi!, fidati di me Hisae”
“ L’ ho sempre fatto”
 
 


 
 
 
****************



 
 
POV. NAO


Da quando avevo scoperto il segreto che custodiva mio padre, adoravo passare il tempo tra gli scaffali zeppi di libri, come un esploratore cercavo tra i vecchi saggi di grandi autori piccoli indizzi che mi facessero scoprire qualcosa in più su mio padre e quella donna di cui non conoscevo l’identità.
Avevo escluso immediatamente che si potesse trattare di mia madre, quando la conobbi capii subito che era una donna detestabile,fredda e manipolatrice, una di quelle donne che non gli importava di nessuno, se non di se stessa, mio padre mi spiegò come incontrala fu per lui un enorme errore, uno di quegli errori che rimpiangi per tutta la vita, e Michelle…beh, per quanto la reputassi migliore di mia madre niente nei suoi modi di fare, di parlare, di agire, mi faceva credere che era lei, la donna che mio padre aveva amato e che forse, amava ancora.
Girovagando nell’enorme biblioteca non avevo mai notato la presenza di un pianoforte, un imponente e meraviglioso Steinway a corda, sentii l’irrefrenabile voglia di suonarlo, sfogliando lo spartito, artisti come Chopin, Debussy, Bach sfilavano pagina dopo pagina fino a quando la vidi, un sorriso naque sul mio viso, l’avevo trovato, un nuovo indizio...
 
< Ti meriti un amore che ti voglia
spettinata,

con tutto e le ragioni che ti fanno
alzare in fretta,

con tutto e i demoni che non ti
lasciano dormire.

Ti meriti un amore che ti faccia
sentire sicura,

in grado di mangiarsi il mondo
quando cammina accanto a te,

che senta che i tuoi abbracci sono
perfetti per la sua pelle.

Ti meriti un amore che voglia ballare
con te,

che trovi il paradiso ogni volta che
guarda nei tuoi occhi,

che non si annoi mai di leggere le
tue espressioni.

Ti meriti un amore che ti ascolti
quando canti,

che ti appoggi quando fai la ridicola,
che rispetti il tuo essere libera,

che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.

Ti meriti un amore che ti spazzi via le
bugie
che ti porti il sogno,
il caffè
e la poesia >

 
A Nicole, Londra 14 giugno 1983.
 
Corsi verso la teca dove la prima copia di < Lettere a Milena >  faceva da testimone a quel mistero che avevo scoperto per caso, girai in fretta le pagine, ed eccolo, Londra ­­– Parigi, 14 giugno 1983, appoggio il logorato biglietto sui tasti del piano e cerco di capire il nesso tra l’opera di kafka, la poesia di Frida Kahlo e quel nome…Nicole!, le mie supposizioni erano vere, ne la donna che gli aveva dato un figlio, ne quella che aveva sposato erano le protagoniste di quello strano segreto d’amore, non conosceva niente di quella storia, ne tanto meno perchè finii, ma la sola l’idea che mio padre abbia perso la donna che amava mi distruggeva, riponendo ogni cosa al suo posto non potei non pensare a Sana, lei era tutto, ogni momento era scandito dalla sua presenza, non passava giorno in cui non desiderassi averla al mio fianco, vederla ridere era per me una missione, proteggerla dai mali del mondo era per me la mia stessa ragione di vita, mi ero chiesto più di una volta che avrei fatto se per un qualsiasi maledettissimo motivo l’avessi persa, ne sarei morto, senza dubbio, il mio cuore perse un infinita quantità di battiti solo nell’assistere all’addio tra quei quattro scalmanati amici di Sana, non ero particolarmente affezionato a nessuno di loro, come sicuramente loro non erano affezionati a me, io ero solo il ragazzo della loro amica, e per me, loro erano semplicemente gli amici della mia ragazza, ciò nonostante essere testimone di quel dramma mi aveva destabilizzato, non sapevo e non so tutt’ora da che parte schierarmi, benché il tradimento era senza dubbio da condannare, non potevo non considerare l’amore che Gomi e Aya provano l’uno per l’altra, io avevo fatto una cosa simile, nonostante fossi ben consapevole del passato che legava Sana ad Akito, alla prima occasione me la portai via, e poco importa se dentro di me allora, come ora, so che lei non mi amerà mai cosi intensamente...lei ora è mia, ed è l’unica cosa che conta….

 
***********
POV. GOMI


Non so esattamente a cosa diavolo sto pensando, il mio gesto equivale più o meno ad un suicidio!
Corro come un matto su e giù per tutta la casa, sperando non fossero già andati via, io, Gomi Sninichi sono ufficialmente un pazzo.
Mentre muovo un piede davanti all’altro passo in rassegna tutti i possibili insulti, tutte le possibili offese che potrei ricevere, ma non importa, volevo avere una speranza, anche una minima flebile possibilità che loro, non mi avrebbero odiato per sempre….
Non sapevo esattamente cosa avrei potuto dire, volevo solo vederli e sperare che la mia bocca si collegasse magicamente al cervello per far uscire una minima scusa plausibile per tutto il male che gli avevo procurato.
Da quando le carte erano state scoperte non avevo avuto il coraggio di guardare in faccia nessuno, Aya…le avevo giurato che le sarei stata accanto, che l’avremmo affrontato insieme, ma non potevo immaginare, non potevo minimamente sospettare che proprio in questa dannata serata il mio migliore amico avrebbe chiesto alla ragazza che amavo di sposarla, per una frazione di secondo avevo pensato di lasciar perdere, di starmene zitto e buono e far finta che quell’amore nato per sbaglio non fosse mai esistito.
Ma per la seconda volta nella mia vita avevo cacciato fuori le palle e avevo detto la verità, ricordo ancora la scarica di adrenalina che provai quando dissi a mio padre che non avevo nessuna intenzione di essere come lui, non avevo nessuna intenzione di diventare un manichino ingessato con lo sguardo spento e senza voglia di vivere, il mio cuore allora, provò la stessa sensazione di divisione che sentii in quella stanza, sollievo per aver detto la verità, paura per la reazione che avrei ottenuto, dolore per il male che sapevo avrei procurato a chi, aveva sempre voluto solo il mio bene.
Finalmente li ho trovati, ci sono tutti, manca solo Aya, posso solo cogliere lo sguardo preoccupato di Sana, l’arroganza di chi crede di sapere tutto di Fuka, e loro…Tsu e Hisae!
Non sembrano notare la mia presenza mentre salutano tutti e continuano a ripetere di stare bene.
“ Eccovi”, la lentezza con cui si voltano verso di me è esasperante, anche se obiettivamente saranno passati al massimo dieci secondi.
“ Che c’è Gomi?”, Oh Hisae, quanto ci ho provato, dio solo sa quanto l’ho fatto, quante volte ti osservavo dormire serena tra le mie braccia e pregavo il cielo di darmi un motivo, anche il più piccolo e insignificante per innamorarmi di te, ma non ci sono riuscito, la mia supplica non era mai stata ascoltata, il nostro destino non poteva cambiare, tu eri destinata a farti del male, ed io, ero destinato a fartene.
“ So che non ha alcun senso, so che sembrò falso, bugiardo e ipocrita, so che con le mie scuse non risolverò niente, so che mi odi, e che mi odierai per molto, moltissimo tempo ma…mi dispiace!”
“Dimmi solo perchè?”, dimmi solo come è potuto accadere?, dammi solo un buon motivo per non odiarti, per far i modo che nessuno di noi due possa odiarvi per sempre”
Potevo veramente trovarlo?Esisteva una sola unica parola, una sola unica frase che potesse essere cosi forte, cosi significativa da far rassegnare due cuori spezzati?
“ Ti ricordi quando tu mi hai confessato di essere innamorata di me?”
“ Che cosa centra adesso?”
“ Te lo ricordi?”
“ Si”
“ Tu mi dicesti che io sapevo darti la pace, che sapevo vedere chi eri veramente senza maschere e senza bugie, che sapevo farti credere in te stessa, che il mondo era un posto migliore con me al tuo fianco….te lo ricordi?”
“ Si”
“ E’ quello che io provo pensando a lei, posso chiederti, anzi, chiedervi scusa per tutta la vita, posso tentare di farmi perdonare ogni secondo per sempre ma, non posso chiedere scusa per quello che provo, non posso chiedere scusa per ogni emozione, per ogni battito accelerato, io…non posso”
La lacrima che riga il volto di Hisae è per me più forte di un masso in pieno petto, vedo Tsu avvicinarsi a me, e mi preparo a ricevere un pugno dritto in faccia
“ Fallo Tsu, può riempirmi di pugni, puoi anche massacrarmi, ma quello che io provo per Aya non lo posso cancellare quindi…colpisci e finiamola qui”, chiudo gli occhi e attendo….quello che succede mi lascia completamente stordito, una mano sulla spalla, una pacca amichevole e gentile…
“ Per quanto vorrei odiarti, per quanto vorrei odiarla, non ci riesco per cui….buona fortuna”
Lo vedo allontanarsi stringendo per l’ultima volta la mano di Akito.
“ Tsu?”
“ Sappi solo che se le farai soffrire, se il nostro sacrificio non sarà valso a niente, se lasciare andare l’unica donna che io abbia amato non servirà a nulla, ti troverò….e ti ucciderò, Hisae?andiamo?”
“ Si…Gomi?”
“ Dimmi Hisae”
“ Fai in modo che ne valga la pena”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** BIVIO ***


Ciao ragazze e ciao ragazzi!
Scusate come sempre per la mia NON puntualità ma tra il lavoro e vari corsi di formazione, tra cui quello da barman =) non ho tempo! Ho scritto tutto il capitolo in due ore di pausa oggi pomeriggio, spero vi possa piacere!
Nonostante avessi intenzione di finire la storia in massimo dieci capitoli, ma ogni volta mi affeziono cosi tanto ai miei personaggi che non voglio mai vederli finire hihi.
Non mi dilungo in bla bla bla infiniti, che sono una chiacchierona ormai lo avete scoperto anche da soli!
Voglio solo ringraziare i miei AMOREVOLI angeli, senza di voi questa pagina non avrebbe senso =)
Grazie grazie grazie A :
  • MARIAfrancesca
  • LadySofia
  • Love_Sana_Akito
  • Daino
  • Lolimik
  • LaSayuri10
  • AlessiaAle
  • MultiFlash96
  • Mary000
  • Locra
  • StellinA003
  • Love Kodocha
  • Anaiv
  • ReginadeiSogni
  • Terry001
  • Kilary202
  • Valy93fantasy
  • Princesss
  • Nana11
  • Francy93
  • Mangiolina
  • FireFairy
  • Lettore_incallito
  • Matto
  • Viscula ( benvenuta nella mia storia e grazie ancora per le tue parole =) )
Ringrazio inoltre chi segue silenziosamente la mia storia, chi l’ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite!
SIETE DOLCISSIMI E IO VI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO =)
Vi abbraccio più forte che posso
LallyQueen 
Alice <3
 
 
 
 
Dobbiamo abituarci all'idea.

I più importanti bivi della vita,

non hanno segnaletica.

( Anonimo )
 
 
 
 


 
Chi afferma che la notte sia il momento più breve della giornata, non si era mai trovato in una situazione come la mia…
Erano da poco passate le due e il silenzio che regna in questa casa è assordante, io, Fuka, Gomi, Akito e Nao non riusciamo a chiudere occhio pur sapendo benissimo che l’aereo sarebbe decollato presto l’indomani, il peso di un inevitabile nuovo inizio pesava su di noi in modo cosi schiacciante da impedire a chiunque di dormire, guardo per un attimo l’uomo che amo e che avevo sempre amato fissare un punto indefinito del pavimento, fu difficile perfino per me capire esattamente a cosa stesse pensando, le sue irridi chiare, come l’oro fuso, nascondevano i suoi pensieri.
“Vado a controllare come sta Aya!”, la voce di Gomi mi risveglia dalle mie fantasie, da quando le carte erano state scoperte non si era più avvicinato a lei.
Presa da tutta questa surreale situazione non mi rendo nemmeno conto che con l’uscita di scena di Gomi, rimaniamo solo noi, i due traditori e i due traditi, nessuno apparte me sembra notarlo.
“Credo che andrò a riposare un oretta…è stata una serata pesante da digerire”, la smorfia che attraversa il volto di Akito nell’udire le parole di Nao sfugge agli occhi di tutti, tranne che ai miei.
“ Hai ragione Nao, ma infondo che potevamo aspettarci da una come Aya”, la mia testa e quella di Akito si muovono in sincrono perfetto verso Fuka, e il suo sguardo è troppo, perfino per me.
“ Che vorresti dire Fuka?”
“ Voglio dire che non c’è da aspettarsi granchè da una bugiarda traditrice come lei”
“ Stai esagerando!”
“ Esagerando?, voglio ricordarti che la tua cara amica Aya ha mentito a tutti, e sopratutto a quei due poveri disgraziati di Tsu e Hisae”
“ Ha commesso solo uno sbaglio”,due occhi ambrati scattano verso di me
“ Solo uno sbaglio?, dimenticare un compleanno è uno sbaglio, finire a letto con uno sconosciuto dopo una sbronza è uno sbaglio, fartela con il fidanzato della tua migliore amica è una porcata bella e buona”
So che non sono esattamente nella posizione di ribattere in alcun modo, e mi rendo conto che, anche se io fossi un anima candida il gesto di Aya e Gomi non è propriamente da applausi, ma il suo tono è cosi arrogante, cosi pretenzioso, che non riesco proprio a mordermi la lingua, scatto in piedi come una furia…
“ Oh stai zitta tu non sai niente”
“ Cosa hai detto?”
“ Ho detto stai zitta!, tu non sai un bel niente di quello che è successo, non sai con quanta fatica, con quanto dolore hanno cercato di reprimere i loro sentimenti, quanto il senso di colpa li divorasse in ogni istante della giornata, tu sei solo capace di  trarre le tue conclusioni da maestrina saccente,quindi chiudi quella bocca e smettila….tu non sai quello che si prova”
“ Perchè tu lo sai?”, ed eccolo, davanti a me, il bivio…il grande bivio che potrebbe cambiare la mia vita per sempre, due sole sillabe cambierebbero tutto.
Una parte di me vorrebbe urlare, “Si”, si dannazione, lo so cosa si prova, perchè quel ragazzo che ti sta seduto cosi vicino è mio, è sempre stato mio e se resta con te è solo per colpa della mia stupida paura.
L’altra parte, quella meno coraggiosa ed egoista vorrebbe mettersi a sedere, fare finta di non aver detto niente, salire in camera, preparare i fagotti e dimenticare quei maledettisimi occhi ambrati che mi hanno condannato a questa vita miserabile.
“ Kurata…smettila”, quella voce, la sua voce, era bastata una parola, una piccola e insignificante parola per mettere fine a tutte le mie speranze, a tutti i nostri sogni, per lui era finita, mi aveva dimenticato, per lui….non esistevo più.
Osservo il volto del mio più grande amore, e i suoi lineamenti così duri, cosi ostili sono come un pugnale conficcato nel cuore, il suo amore per me non esisteva più, era morto e sepolto, schiacciato brutalmente dalla mia stupidità, non sarei riuscita ad odiarlo, infondo, era solo colpa mia.
Chiudo per un attimo gli occhi e tiro un profondo sospiro, era giunta l’ora di chiudere questa storia…per sempre!
“ Hai ragione...”, sussulta, “ scusami Fuka, non so cosa mi sia preso…vado a fare le valigie”, cerco di mantenere una parvenza di tranquilla indifferenza, lo faccio per Nao, non si merita anche questo, e mentre cado sul letto soffocando le lacrime tra i cuscini, giuro sulla mia vita che non avrei mai più permesso a questo maledetto cuore di soffrire ancora, di soffrire ancora per lui….
 
 
 
 
 
***************
 
 
 
 
Ragione, avevo ragione, Tsk, a cosa mi serviva la ragione?, a soffrire come un cane, ecco a cosa mi serviva, codarda, ecco cos’era, una maledetta codarda.
Eppure per attimo ci avevo creduto, per un attimo ero convinto che avesse parlato, che finalmente avrebbe fatto quel fatidico passo che ci avrebbe reso liberi, liberi e felici…insieme, ma la vita, la mia vita, non era come uno di quei stupidi film romantici dove alla fine vince l’amore, per me, vinceva solo la vigliaccheria, era sempre stato cosi.
Una parte di me si stava maledicendo per non aver aspettato, l’altra, sapeva esattamente che non avrei mai avuto la risposta che speravo, una misera consonante e una stupidissima vocale e sarebbe finito tutto, un fottutissimo Si, e il nostro amore sarebbe risorto come una bellissima fenice, ma quel silenzio, pesante come un macigno, aveva scaturito in me la consapevolezza che quel sospirato assenso, quell’agogniato Si, non sarebbe mai arrivato.
Pregai dio di darmi la forza di chiudere quella storia, chiesi il permesso a dio di uccidermi con le mie stesse mani, avrei sofferto cosi tanto, ne ero già consapevole ancora prima di parlare, ma il mio cuore, il mio cuore, era cosi stanco di farle credere che l’avrei aspettata per sempre.
Quante volte nella mia vita avevo maledetto il giorno in cui, Rossana Kurata era entrata nel mio mondo, per quanto la sua presenza avesse salvato me e la mia famiglia, in ogni suo silenzio, in ogni suo gesto verso Kamura, in ogni suo dubbio, avevo dannato il cielo per averla fatta inciampare nel mio destino, se solo avessi saputo che cosa avrebbe comportato conoscerla, non le avrei mai permesso di avvicinarsi a me, e anche se grazie a lei ora ero un ragazzo normale, con una famiglia unita e una prospettiva di futuro, avrei volentieri barattato tutto per tornare indietro, e impedire a quella stupida ragazzina egoista e codarda di entrare nel mio cuore.
Ma il passato non poteva essere cambiato, infondo era colpa mia, avrei dovuto capirlo dal primo momento, da quel dannato giorno di tanti anni fa sulla torre di Tokyo, avrei dovuto sapere che baciando quella ragazza, sarei per sempre stato sposato a lei, che l’innamorarmi, avrebbe cambiato il mio destino…per sempre!*
In un moto di rabbia lancio la valigia semi pronta sul pavimento, al diavolo tutto, al diavolo tutti, volevo solo tornare a casa e sperare che questo dannato dolore al petto mi passi.
Immerso nel silenzio della stanza posso sentire dei gemiti provenire dalla stanza di Kurata, quanto la odio, si prende gioco di me anche ora, come avevo potuto credere ad una singola parola di quella viziata manipolatrice, non mi amava, non l’aveva mai fatto.
Combatto contro l’istinto di spaccare il muro che ci separa a pugni, ma non gli avrei dato questa soddisfazione, non di nuovo.
Scendo al piano di sotto come una furia, avrei voglia di urlare, di correre, di bere, di possedere il corpo di Fuka solo per ripicca, solo per disperazione, ma la scena che mi presenta davanti mi inchioda all’istante, Fuka e Kamura con in mano una tazza che chiaccherano tranquillamente , allora quei gemiti, non erano…
Prima ancora di rendermene conto corro su per le scale saltando i grandini a tre per volta, spalanco la porta non curandomi minimante di bussare, e la vedo, rannicchiata sul letto con le ginocchia che le coprono metà viso, e gli occhi rossi e stanchi dal pianto e per quanto vorrei odiarla, per quanto vorrei smascherare la sua patetica finta, vedere quei meravigliosi occhi cioccolato macchiati dalle lacrime mi fa perdere il respiro, avevo sempre odiato vederla piangere, in un passato non molto remoto mi sarebbe bastato stringerla tra le mie braccia, prometterle che io non l’avrei mai lasciata sola, per vedere quello splendido sorriso rinascere sul suo volto, ma questa volta era diverso, il mio corpo non riusciva ad avvicinarsi a lei.
“ che ci fai qui?”, che ci facevo li?, non lo sapevo nemmeno io
“ Io…ti ho sentito piangere”
Sussulta, quelle parole, quelle semplici parole, per lei, per noi, significavano tutto.
“ Sto bene, puoi tornare pure da Fuka”
“Ok”,  accidenti a me, accidenti alla mia stupida voglia di proteggerla sempre, lei non voleva essere protetta
“ Perchè ti preoccupi ancora per me?”, perchè ti amo, più me stesso.
“ Semplice educazione Kurata”
“ Come se le buone maniere fossero sempre state una tua prerogativa”
“ Si può sempre cambiare nella vita”
“ Smettila…non sei mai stato bravo a fingere”
“ Anche questo può sempre cambiare”
“ Perchè sei qui?”, per quanto odi ammetterlo lei mi conosceva bene, a differenza mia che non avevo mai capito niente di lei.
“ Uno sbaglio, che non si ripeterà…ci vediamo”
Maledetto me, e il mio ottuso altruismo nei suoi confronti, l’unica cosa che voglio è voltarle le spalle e uscire da questa stanza, ma un calore improvviso e fin troppo famigliare invade il mio corpo e i miei sensi…le sue braccia mi stringono forte a lei, e nuove e calde lacrime scivolano su di me, sollevo le mani e gli afferro i polsi per allontanarla da me, ma questa volta il mio corpo non riesce a rifiutarla, questa volta proprio non può.
“ Perchè ho sempre odiato vederti piangere”
E le mie labbra incontrano le sue….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 15
*** QUESTA NOTTE ***


ciao

Ehilà gente del Web, ci sono parole per la mia assenza?, No non credo ( è un anno e mezzo che non pubblico niente =( ) , potrei perdermi a cercare mille giustificazioni ma, non c’è ne sono, spero solo che apprezziate che appena ho potuto ho ripreso in mano tutto per essere di nuovo qui, se qualcuno di voi ha ancora la forza e la pazienza di leggere questa mia incasinata storia vi lascio al nuovo capitolo, non vi farò ulteriori promesse che finirebbero per essere sicuramente disinluse, posso solo dirvi che ho qualche giorno libero causa ( o fortuna) neve e sto passando queste ore a rispondere ai vostri commenti, e a buttare giù pagine e pagine per mettere fine a tutto il supplizio che è questo racconto.

Ci tenevo inoltre a dirvi che nonostante l’epocale assenza ho continuato a seguire tutti voi silenziosamente, leggendo ogni parola che mi avete scritto o innamorandomi di nuove e vecchie storie di bravissime scrittrici che ho scoperto e che mi ha accompagnato in questi anni.

Vi mando un enorme bacio, siete nel mio cuore sempre!

Ricorda questa notte, perché è l'inizio di tutto.
Una promessa, come una ricompensa per aver persistito nella vita da soli,
come il credere in noi e nella possibilità dell'amore,
una decisione da ignorare che semplicemente riemerge dal dolore del passato,
 un'alleanza che lega due anime, ma le separa dai precedenti legami,
la celebrazione di una facile vittoria, e la sfida che ne precede.
Perché in due si è meglio che da soli come una squadra dopo la tempesta dei mondi.
Per questa notte è una semplice formalità,
solo un annuncio al mondo dei sentimenti che esistono da lungo tempo,
 promesse fatte tanto tempo fa,
nello spazio dei nostri cuori >





 
Non è possibile, sto sicuramente sognando, non può essere nient’altro che un sogno, non posso credere che lui sia qui, ora, e che soprattutto mi stia davvero baciando, ma non appena lo sento afferrarmi con forza i capelli capisco che lui è qui, è davvero qui.
“ Akito”
Per un attimo si stacca da questo bacio e mi osserva, non voglio che questo succeda, non voglio che questo succeda mai più, me ne frego se è sbagliato, me ne frego se questo farà male a qualcuno, io lo voglio, io lo amo ed è l’unica cosa che conta, lui sembra avermi letto nel pensiero perché si rituffa sulle mie labbra con più urgenza di prima, lo voglio dentro di me, adesso.
Non mi importa se a qualche metro di distanza la mia Aya sta soffrendo, non mi importa se il mio ragazzo e la mia migliore amica sono al piano di sotto, devo averlo, afferro con forse troppa veemenza la sua camicia che finisce sul pavimento, dandomi la possibilità di bearmi di nuovo del suo corpo perfetto, accarezzo ogni singolo centimetro del suo petto, e sento il suo cuore rimbombare contro la mia mano, quasi a volermi ricordare che ogni suo battito mi appartiene, lui mi osserva con aria stupita forse non si aspettava una tale intraprendenza da me.
“ Fa l’amore con me, ora”, riesco a dar voce ai miei pensieri, e mentalmente spero con tutta me stessa che accolga la mia richiesta che risulta più disperata di quanto vorrei, lo sento afferrare il mio vestito con un incertezza che mi spaventa a morte, mi aspetto che da un momento all’altro mi allontani e se ne vada da qui, forse per sempre.
“Sana io…non” il panico si impossessa di me, non vuole, non mi vuole più, il cuore mi batte cosi forte che rischia di esplodere, perdonami, perdonami amore mio non faccio altro che farti soffrire.
“Scusa…io non so, io…non ho il diritto di”, sento le sue dita appoggiarsi sulle mie labbra, segno che ora è lui che vuole parlare
“ Non pensare che non voglia, non c’è niente che vorrei di più…ma non posso, non riesco più a gestire questa situazione, e dopo quello che è successo a Tsu io”
“ Ti sei pentito?”
“ Mai….ma ho capito che quello che abbiamo fatto è sbagliato, e voglio provare ad andare avanti…senza di te”, senza di me? Vuole andare avanti senza di me? No! non è possibile.
“ Fuka e Nao non se lo meritano”, sussulto non lo aveva mai chiamato per nome, lui, il mio ragazzo...
“Hai ragione”, so che l’aveva, ma non riesco ad accettarlo, perché deve finire cosi?
“ Dovresti andare” che senso ha lottare ancora, anche l’ultimo briciolo di speranza era miseramente caduto al suolo, come un soldato perito in battaglia.
Lo vedo voltarmi le spalle, sapendo che questa volta non si sarebbe più voltato indietro, era definitivamente finita e l’unica cosa che avrei potuto fare, l’unica scelta che mi restava era dimenticare….




********************


POV. AYA:

Osservo il piccolo led luminoso che scandisce attimo per attimo il tempo che passa, tre, tre e un minuto, tre e due minuti, tre e…nuove e calde lacrime mi appannano nuovamente la vista, so bene che quello che è successo era inevitabile, anche se avessi taciuto, anche se avessi scelto di rinunciare a Gomi niente sarebbe cambiato, non avrei mai potuto sposare Tsu, non avrei proprio potuto farlo, non lo amavo, o meglio, non lo amavo più e per quanto il distacco mi facesse, e mi farà sicuramente soffrire è la cosa giusta da fare, non è giusto condannarlo ad una vita miserabile con una donna che non lo meritava, doveva essere felice, doveva esserlo per forza….
“Aya?”, oh Gomi, che cosa ci sta succedendo? avevamo immaginato un centinaio di volte questo momento, lo avevamo sognato e desiderato cosi tanto, ed ora che sta succedendo non riusciamo nemmeno a guardarci in faccia
“ Dormi?”, come avrei potuto? Il riposo è un lusso troppo grande per una come me
“No”
“Hai bisogno di qualcosa?” di te, stringimi
“ No, grazie”
“Okay, vado nella mia stanza a fare le valigie”
“ Okay”
“ Aya…mi dispiace, non avrei mai voluto che finisse in questo modo, che lo scoprissero cosi, ma non potevo rinunciare a te, non potevo permettere a Tsu di chiederti di…spero mi perdonerai”, perdonarlo? e di cosa? Per aver avuto il coraggio che io non ho, e non ho mai avuto?, io ti amo Gomi, ma stanotte non riesco proprio a dirtelo, stanotte proprio non posso.
“ Gomi io…”, un colpo alla porta fa sussultare entrambi, una piccola massa di capelli rossi fa capolino e chiede il permesso per entrare, come se lei ne avesse mai avuto bisogno.
“Sana entra pure, io stavo andando”
“No Gomi non andartene per colpa mia”, non è per colpa tua amica mia, la colpa è solo mia
“ Devo preparare le valigie, buonanotte” e le dedica un sorriso talmente finto che sento il cuore perdere un battito, perdonami amore.
“Ciao”
“Ciao”
“Come ti senti?”, vuota, colpevole, vigliacca, un mostro...
“ Starò bene”
“ Certo che si”, oh Sana, non ci credi nemmeno tu
“ Ho pensato di portarti una cosa” e mi passa una tavoletta di cioccolato, bianco con nocciole, il mio preferito, le sorrido mentre si siede sul bordo del letto accarezzandomi i capelli.
“ Ti ricordi quella volta in terza liceo quando litigai con Hisae e Fuka per quella stupida festa?*, loro non mi parlarono per settimane, ma tu, tu eri li, stavi al mio fianco nei corridoi e mi difendevi da ogni loro occhiataccia, per non lasciarmi sola hai finito per farti odiare anche tu, sai Aya non te l’ho mai detto ma, quel gesto è stato il più bello che qualcuno abbia mai fatto per me, in quel momento ebbi le conferma di quanto sia importante la nostra amicizia, e voglio dirti che qualunque cosa farai, qualunque errore commetterai, io sarò sempre dalla tua parte”
“Sana”, le sue parole cosi sincere, cosi belle non possono impedire a nuove lacrime di cadere, mi sorride e sposta il mio corpo troppo stanco per sdraiarsi al mio fianco, l’abbraccio immediatamente incapace di dire anche solo una parola.
“ Ti perdoneranno, ne sono convinta”
“ Lo spero, lo spero davvero”
“ Sarà cosi…deve essere cosi”, e anche se mi da le spalle i miei occhi registrano una lacrima che solca la sua guancia, so che quelle parole non sono un incoraggiamento solo per me, e devo farlo, devo aiutarla.
“ Che succede?”, la sento sussultare, ti conosco, meglio di quanto credi
“ Niente”, so che in questa notte non vuoi farmi carico anche dei tuoi problemi
“ Sana”, sospira, sa che non intendo arrendermi
“ Se ne è andato, questa volta per sempre”, cosa?, come è possibile?, e perché lei ora è qui? possibile che non l’avesse trattenuto?
“ L’ho lasciato andare” mi risponde come se avesse letto nella mia testa la domanda, “ ero pronta a dire la verità, io pronta sul serio questa volta, ma a quanto pare è tardi” oh mia piccola Sana.
“Sono sicura che cambierà idea”, ero davvero sicura?, no per niente.
“ No Aya, mi ha detto chiaramente che intende continuare la sua vita senza di me”, questo significava solo una cosa, avrebbe continuato a stare con Fuka
“ Avrà il suo lieto fine con lei, fine della storia”
“ La storia non è finita”, no non poteva essere finita.
“ E’ cosi Aya….lui non mi ama più”
“ Non ci credo, a questo no”, tsk, lui non l’amava più? l’amore tra quei due era più forte della certezza stessa che il sole sorgesse ogni giorno, avrei creduto a tutto nella vita, tranne che a questo
“ Fidati, è la verità…ma lo sai?, forse è meglio cosi, forse siamo semplicemente destinati a rimanere legati senza poterci mai veramente unire, come una di quelle storie che leggi nei libri, di cui ti innamori follemente ma che sai già dalla prima riga, che sarà destinata a finire male”
“come Romeo e Giulietta”
“ Lo sai Aya?”
“ Cosa?”
“ Ho sempre odiato quella storia”



                                 
                                          *******************



POV. FUKA:


Sono passate da poco le tre, Naozumi era salito in camera per riposare un pò so che domani pagherò amaramente questa notte senza sonno, ma non riesco a dormire, ripenso a Tsu, Hisae, Gomi e Aya, Aya…avevo sempre rispettato quella ragazza, la consideravo un amica leale, una fidanzata leale, una persona leale, come era stato possibile che lei, proprio lei, avesse fatto una cosa simile.
Afferro la bottiglia di vino sul tavolo ancora imbandito per la cena di addio a questa casa, ignari del fatto che gli unici addii ci furono solo tra le persone, le persone che avevo sempre chiamato amici, senza mai sapere che in realtà, non li avevo mai veramente conosciuti.
Mi ritrovo ad aver bisogno di sedermi sulla veranda nonostante la temperatura non proprio mite, ma stare in questa stanza testimone della fine di due amicizie e di due amori è troppo per me, mi chiedo se mi sarei mai accorta della verità, se avessi guardato meglio, avrei colto uno sguardo?, avrei catturato un sorriso?, avrei percepito un desiderio proibito? no!, non credo, ero consapevole dal momento esatto in cui entrai a far parte di quel gruppo cosi strano che sarei per sempre rimasta quella nuova, quella arrivata dopo, l’amica di serie B, quella che non aveva visto nascere l’amore tra Tsu e Aya, quella che non aveva visto il cambiamento tra Hisae e Gomi, quella che non aveva assistito alla trasformazione del ragazzo che amava, legandolo ad un'altra per il resto della vita, lei, Rossana, sua croce e delizia, amica e nemica da sempre, talvolta alleata, troppo spesso rivale per colpa di quegli occhi che tormentavano entrambi i nostri cuori, anche se la consapevolezza che fosse una causa persa sin dall’inizio non mi aveva abbandonata nemmeno per un secondo dai tempi delle medie, sapevo allora come lo so ora che Akito non mi ama, e se per un qualsiasi folle motivo un giorno l’avesse fatto, non sarà mai lontanamente simile a quello che lui prova per lei, centinaia e centinaia di volte in questi anni pensai di lasciarlo andare, ma non ci sono mai riuscita, stasera però, avevo avuto la prova di quanto in realtà, fosse semplice, Aya e Gomi lo avevano fatto, e io? Ero forse più stupida? ,o meno coraggiosa di loro?, certamente no!, in questa notte, che è la notte dei nuovi inizi, dovrei scriverne uno nuovo anche per me, sospiro cercando la forza necessaria per desiderarlo davvero…un nuovo inizio.
E’ ormai l’alba quando decido di lasciare ogni mia indecisione alla notte appena trascorsa, ad ogni passo me ne convinco sempre più, si!, lascerò Akito e potrò andare avanti, cercando finalmente un amore che sia soltanto mio, con la coda dell’occhio vedo Aya e Sana dormire abbracciate, le osservo a lungo consapevole che quando il sole sorgerà, niente per nessuno di noi, sarà più lo stesso, raggiungo fiera e sicura la stanza che condivido con l’uomo che avevo amato per tutta la vita, sarebbe stata dura lasciarlo?, certamente si, non era la mancanza d’amore a farmi agire, ne tanto meno la mancata voglia di stare con lui, ma era necessario che qualcuno mettesse la parola fine a questo finto e triste rapporto di facciata, addio mio primo amore non ti dimenticherò, mi sorprendo nello scoprire che non sta dormendo ma ben si mi aspetta sveglio con un bicchiere vuoto in mano, ci guardiamo un secondo che sembra infinito, occhi negli occhi, ad anime scoperte.
“Sei sveglio”
“ Ti aspettavo”
“ Non l’hai mai fatto”, una parte di me si pente immediatamente di averlo detto non volevo un epilogo patetico, lo era già stata tutta la nostra storia.
“Hai ragione”, sussulto, non mi aspettavo questa risposta
“ Akito devo parlarti”
“ Anch’io”
“ So già quello che vuoi dirmi”, vuoi lasciarmi per lei, ma non te lo permetterò
“ No, non credo”, davvero? Mi riteneva così stupida?
“ Penso che sia giunto il momento, Akito credo….anzi sono convinta che noi dovrem”
“ Ricominciare daccapo, un nuovo inizio…insieme”
“Cosa?”
“ So che ultimamente, anzi no, so che sono sempre stato un pessimo fidanzato per te, ti ho sempre dato poco e niente in tutti questi anni”, non è possibile, mi stava veramente dicendo questo?
“ Akito io”
“ Ascoltami Fuka, ti chiedo solo di darmi una possibilità”, lo avevo fatto per anni
“ So che non me lo merito, ma dopo quello che è successo a Tsu e Hisae ho finalmente capito che non si può dare per scontata la fiducia che gli altri hanno per te, e che se hai la fortuna di trovare qualcuno che ti ama per quello che sei veramente, e non ti abbandona anche se lo meriteresti, non puoi farla andare via, per ciò ti chiedo….non lasciarmi andare via”, mi stava veramente chiedendo di non lasciarlo?, vorrei poterli urlare che no, non meritava un'altra possibilità, che meritava ogni sofferenza per averla sempre chiusa fuori per fare posto ad un'altra
“ Io non so cosa dire” e non lo sapevo davvero, dio, possibile che avesse davvero capito che me ne stavo andando e che veramente non volesse perdermi?
“ Non devi dirmi niente, ti chiedo solo di pensarci….lo farai?”, come potevo non farlo, io ti amo
“Si”

“Okay”, e ciò che accade dopo mi lascia completamente senza parole, le sue braccia su di me, mi sta abbracciando, lo aveva mai fatto?, non me lo ricordo, il suo non è un abbraccio qualunque, mi stringe a sé con possesso, con disperazione come se avesse davvero paura di un mio rifiuto, avvicina le sue labbra al mio orecchio provocandomi un infinità di brividi…

“Ricordati di questa notte perché l’inizio di tutto”




********************


POV. NAOZUMI :

 

Il ritorno a casa da quella che doveva essere una semplice vacanza tra amici si era trasformata in una guerra tra fazioni, da una parte c’era Tsu, Hisae, Fuka e Akito, dall’altra Aya, Gomi e Sana, la mia Sana, soffriva molto per tutta la questione, aveva promesso ad Aya di non lasciarla ma essere costretta a schierarsi per lei era molto più dura di quanto volesse dare a vedere, tecnicamente nessuno aveva chiesto di farlo ma era chiaro che esistesse una frattura, lo si notava in sala mensa, dalla disposizione dei banchi in classe, da come si salutavano all’uscita di scuola, io dalla mia cercavo di distrarre Sana ogni volta che potevo, non conoscevo bene nessuno dei suoi amici, e non avevo una confidenza tale da potermi immischiare e sospettavo che lei non avrebbe nemmeno voluto che io lo facessi, l’unico mio ruolo era quello di farla ridere, passarla a prendere a fine lezioni, in sostanza, comportarmi come sempre.

Passarono i giorni, le settimane, i mesi, precisamente due, mancava poco alla fine dell’anno scolastico e vedevo Sana stranamente impegnata negli studi, se non la conoscessi da anni avrei detto guardandola da fuori che era la classica secchiona, passava intere giornate sul suo pc a scrivere tesi, leggere libri, esercitarsi nella matematica, e anche se agli occhi di tutti quelli che la conoscevano poteva sembrare una barzelletta, non lo era, era diventata brava, davvero brava, sospettavo che quell’ improvviso cambiamento dipendesse dal fatto che le cose tra tutti loro peggioravano ogni secondo di più, ricordo ancora quel giorno di metà aprile, aspettavo appoggiato alla mia auto che Sana uscisse da scuola, la vedi ridere e scherzare con Aya camminando a braccetto, sorrisi a mia volta, successe tutto molto velocemente, Hisae camminava al fianco di Fuka e qualche passo indietro potei vedere Hayama e Tsu, non so tutt’ora cosa scatenò quella reazione, Hisae diede una spallata molto poco accidentale ad Aya facendole cadere rovinosamente tutti i libri per terra, per me fu istintivo andare ad aiutarla, le sorrisi notando una lacrima che cercò subito di nascondere, con la coda dell’occhio vedi il volto di Sana e sapevo che sarebbe scoppiata da un momento all’altro la conoscevo troppo bene.

“ Hisae”, lei si girò a guardarla come se fosse un povero verme schiacciato da una suola di scarpe, sentii dentro di me la rabbia montare, nessuno poteva guardare cosi la mia Sana

“Cosa?”

“ Come cosa? l’hai fatto apposta chiedile scusa”, amavo il suo coraggio, la sua incorruttibile anima da paladina della giustizia, la sfidò con uno sguardo da < sto aspettando> che mi fece quasi ridere.

“ Non è colpa mia, era in mezzo ai piedi ”

“ Era in mezzo ai piedi? davvero?”, Aya afferrò la mano di Sana come ad intimarla a finirla li, sapendo che no, non l’avrebbe finita li

Vidi Hisae avvicinarsi pericolosamente a lei, voleva quello scontro, lo stava aspettando, osservai Hayama muovere qualche passo nella loro direzione pronto a scattare per dividerle e per quanto odiassi quel loro simbiotico rapporto dovevo ammettere che la conosceva come le sue tasche, forse anche meglio.

“ Si in mezzo ai piedi, ma è naturale farlo giusto?, si è messa in mezzo tra me e Gomi, si è messa in mezzo tra Gomi e Tsu, e quando ti metti sempre in mezzo prima o poi finisci a faccia a terra, e quando finisci a terra cara Aya puoi solo che strisciare come la lurida traditrice, bugiarda e puttana che sei”

Dritto, preciso, in pieno volto, lo schiaffo che la colpisce rimbomba così forte che metà del corpo studentesco si gira a guardare verso di noi, siamo tutti completamenti sconvolti nessuno si aspettava una cosa del genere da Sana.

“Meglio essere una puttana che una frigida stronza come te, invece di chiederti perché Aya abbia tradito te, chiediti perché l’ha fatto il tuo ragazzo”, sussulto questo era troppo anche per lei, non avevo mai pensato che parole cosi cattive potessero uscire dalla bocca di colei che avevo sempre considerato perfetta, e come se i miei pensieri gli fossero entrati nella testa, indietreggia di qualche passo, colpita dalla violenza delle sue stesse parole.

“ Io….Hisae scusami, non volevo dirlo”

“ Tu per me sei morta”, scandisce ogni sillaba in modo che il messaggio gli arrivi chiaro e forte, la notizia di quello scontro doveva aver fatto velocemente il giro dell’istituto perché vedi arrivare a gran velocità Gomi che subito aiutò Aya ad alzarsi ancora in ginocchio tra i libri, “Tu per me sei morta, lo siete tutti e tre” regalando un ultimo glaciale sguardo anche alla coppia di sfortunati amanti.




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Capitolo 16
*** CAMBIAMENTO ***


ciao ragazze e ciao ragazzi,
sono tornata con un nuovo capitolo, come avevo promesso ( strano direte voi), mi scuso già in anticipo se non sarà estremamente lungo, ma avevo bisogno di troncarlo cosi per introdurre i prossimi due capitoli che saranno gli ultimi =(.
Non mi dilungo in chiacchere anche perchè sto per uscire, ci tenevo solo a mantenere la parola che ho dato alle mie dolcissime lettrici =)
Spero che il capitolo vi piaccia, ho voluto osare un pò con il povero Tsu hihi, spero che lo troverete divertente, per me lo è stato mentre lo scrivevo!
Aspetto come sempre i vostri pareri a riguardo.
Ci aggiorniamo presto
Vi bacio
L.Q. <3







Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai.
Amore non muta in poche ore o settimane ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato..

( William Shakespeare)

















Mi ritrovo a camminare per  le strade di questa città, città che una volta consideravo casa mia ma che ora, non riconoscevo più, involontariamente ripercorsi tutti i luoghi che in passato erano stati testimoni delle tappe più felici della mia vita, la gelateria dove eravamo soliti riunirci dopo le lezioni, il fast food dove parlavamo del futuro una volta diventati grandi, inconsapevoli del fatto che diventare adulti sarebbe stata solo una gran fregatura, sospiro sapendo di essere ancora una volta in ritardo, accelerai il passo per raggiungere l’uomo che sicuramente mi attendeva sbuffando all’entrata del bar.
Oggi è un giorno importante, aveva appena finito di scrivere una sceneggiatura che, secondo lui, mi calzava a pennello, dopo quello che successe tra di noi cercai di impegnarmi al massimo negli studi, volevo che il liceo finisse alla svelta e non potevo rischiare di essere bocciata, contavo letteralmente i giorni che mancavano alla fine della scuola, odiavo quello che ci era successo, ma dopo l’inevitabile catastrofe tra Gomi, Tsu, Aya e Hisae sarebbe stata una follia credere che la nostra amicizia sarebbe durata, a peggiorare il tutto, se fosse stato possibile farlo, la discussione tra me e Hisae aveva definitivamente messo la parola fine al nostro gruppo, il fragile filo che univa le nostre vite fu brutalmente reciso, e allora quale altra soluzione restava, se non quella di dividerci per sempre?, avremmo continuato ognuno per la propria strada, separati, ma mai veramente divisi, perché  il senso di colpa scopri mio malgrado essere un collante resistente al tempo che passava, e di tempo, ne era passato davvero tanto.
“Sana mi stai ascoltando?”
“Cosa? Oh si Ryan certo che ti sto ascoltando”, dissi regalandogli un sorriso innocente, adoravo Ryan, la sua passione per la vita era una calamita per chiunque gli orbitasse intorno, riusciva a trovare sempre il lato positivo in tutto, nonostante il fato lo avesse più volte preso a calci in culo sorrideva continuamente, sorrideva anche se, nel fondo del suo cuore sapeva di vivere un amore che era corrisposto solo a metà, Hiroto era un bellissimo ed egocentrico musicista, per quell’uomo Ryan avrebbe fatto di tutto, gli si concedeva anima e corpo come il migliore degli amanti pur sapendo di essere per lui, solo un diversivo.
“Farò finta di crederti”, mi conosceva bene, Ryan si era rivelato essere una mia anima affine, in un notte piena di nuvole e tequila ci scambiammo i cuori come fossero libri, scoprendo che le storie non erano poi cosi diverse, lui aveva Hiroto, io avevo avuto Akito, entrambi amavamo uomini che ci avevano creato per poi distruggerci, Akito, il mio Akito, erano passati due anni e non sapevo più niente di lui, stava bene?, era felice?, mi aveva dimenticato?, mi pensava ancora?
“ Con la mia sceneggiatura e il tuo talento sbancheremo tutti i cazzi di botteghini baby”
“ Ne sono certa”
Fino a due anni fa non credevo che le cose avrebbero preso questa piega, era da sempre stato un grande amore la recitazione ma lo avrei volentieri barattato per una vita normale insieme ai miei amici ma quando non mi restò più nulla, che senso aveva restare?, dopo il diploma non andai all’università, non avrei potuto, la mia improvvisa bravura a scuola era arrivata troppo tardi e l’unica risposta positiva che ricevetti fu dalla Todai, la esclusi immediatamente, andare li significava passare altri cinque anni con tutti loro, e il mio cuore non poteva farcela, così liquidai la questione università e ricominciai a fare l’attrice a tempo pieno, sceneggiati, soap, pubblicità, film, tutto quello che passava in convento lo accettavo, purché mi portasse lontano da Tokyo, del mio stesso avviso furono Aya e Gomi, non sarebbero riusciti a sopportare altri anni di occhiatacce e sguardi accusatori, cosi fecero domanda per qualunque ateneo fuori dal continente, e finirono per trasferirsi a Boston, andavo spesso in America per lavoro e ogni volta mi concedevo qualche giorno per andare a trovarli, nonostante volessi ancora molto bene a Tsu e Hisae ero contenta per loro, erano dannatamente felici insieme, lo erano davvero.
“ E Nao? Dici che approverà il progetto?”
“ Non vedo perché non dovrebbe, è fantastico”, Naozumi, nei mesi successivi alla catastrofe della nostra vacanza fu la spalla migliore che potessi desiderare, rinunciarci sarebbe stato un peso troppo grande, così, da brava ragazzina egoista continuai a stare con lui, sono ben consapevole di non amarlo ma l’idea di perderlo mi faceva morire, ci provai diverse volte in quegli anni ma non c’ero mai riuscita, era chiaro che nella mia scala delle priorità il coraggio non era contemplato.
“Quando torna da New York ?”
“Fra tre giorni” lo vidi annuire sorseggiando placidamente il suo martini.
E fu un attimo, una stilettata al cuore, un brivido lungo la schiena, la musica, il brusio delle persone, le chiacchere di Ryan, tutto divenne superfluo, un ragazzo biondo entra nel bar seguito da un altro più basso e magrolino, non si ferma ai tavolini punta dritto al bancone, ordina un negroni per sé e una birra per il suo accompagnatore, e io come una quindicenne impacciata sento il mondo girare troppo veloce, e lui, come un uomo, sembra non accorgersi di me.
“ Sana? stai bene? Sei diventata pallida”
“ E’ qui” che senso aveva mentirgli?, Ryan sapeva ogni cosa, e io non me la sentivo proprio di pensare ad una scusa per filarmela.
“ Akito?”, si mi conosceva proprio bene.
“ Qual è?”
“ Il biondo con la giacca di pelle”
“ Wow, ora capisco perché non l’hai dimenticato, un corpo così chi se lo scorda più”
“ La smetti?”
“ Di fare che?”
“Di fissarlo come se fossero dieci anni che non mangi e lui fosse un panino”
“Tesoro, sarei mooolto felice di poter provare quel panino, ma ahimè non gioca nella mia squadra”, iniziai a ridere, inconsapevole che  due occhi ambra mi fissavano da lontano, ignara che il suo cuore non ci aveva messo poi molto a riconoscermi.








******************






Con la punta della scarpa inizio a calciare i piccoli frammenti di asfalto sul marciapiede, ho sempre odiato aspettare, sbuffo per la centesima volta controllando l’orologio, era in ritardo di venti minuti, evento assolutamente raro per lui, Tsu, il mio migliore amico da sempre, la mia spalla, il mio confidente, la mia coscienza, due anni erano passati in un batter d’occhio, l’impacciato Tsu si era trasformato in un uomo fatto e finito, il tradimento di Aya lo aveva cambiato profondamente, non si era più innamorato di nessuna, e a nessuna aveva più aperto il suo cuore ma concedeva il suo corpo senza timore a qualunque ragazza incontrasse, eh si, il timido ragazzino era diventato un donnaiolo, sorrisi del mio stesso pensiero, alle elementari bastava che una femmina gli regalasse un sorriso più smagliante perché lui se ne ossessionasse completamente, ora saltava da un letto all’altro dimenticandosi di loro ancora prima di rivestirsi, non lo giudicavo per questo, ma ammetto che mi mancava il mio amico.
“Lo so, sono in ritardo”
“ Fai aspettare le tue donne Sasaki, non me”
“ E dai Akito non farla lunga, ero impegnato e ho fatto tardi”
“ Impegnato in cosa esattamente?”,  il suo sguardo malizioso valse come risposta, si,
decisamente mi mancava il vecchio Tsu.
“ Dai entriamo Don Giovanni”
Seduto di fronte a me lo guardai intento a giocherellare con il collo della bottiglia, gli occhiali erano stati eliminati, i capelli ora li portava corti con una piccola cresta laterale, i vestiti da cocco di mamma furono sostituiti da giacche di pelle e magliette attillate, un piccolo accenno di barba gli dava un aria da uomo vissuto e a quanto pare questo piaceva alle donne, me lo confermarono gli sguardi poco casti che si scambiava con la barista, scossi la stessa iniziando a guardarmi intorno.
“ Perché non gli chiedi il numero”
“ Che dovrei farmene del numero Akito?” mi disse continuando a guardarla
“ Ah giusto, non chiedi numeri, non chiedi nomi, non chiedi niente”
“ Per spassarsela con una bella ragazza non è necessario sapere”, imprecai mentalmente per l’ennesima volta contro Sugita, lei lo aveva ridotto cosi.
“Dovresti trovarti una donna, una fissa intendo”
“Perché dovrei?”
“Perché no, sono passati due anni”, finalmente staccò gli occhi dalla barbie dietro al banco e inchiodò il mio sguardo al suo, mi maledissi per aver aperto quel argomento,  chi ero io per dire agli altri cosa fare?, io che in passato ero stato il Gomi della situazione, io che nonostante fossero passati due lunghi anni sussultavo ancora alla vista di una chioma rossa, io che ogni notte facevo l’amore con Fuka sognando di avere Lei tra le mie braccia, chi ero io per parlare?, Nessuno!
“ No, non ne ho voglia Akito”
“Okay”
“ So che ti preoccupi per me, ma non devi”, mi sorrise tornando a fissare la barbie, “ è il mio modo di affrontarla Akito, ti prego di rispettarlo”
“ Okay ”
“ Come procedono gli esami?”
“ Bene”
“ E Fuka? Come si trova al campus?”
“ Bene, la conosci, per lei non è un problema socializzare, e con Hisae come compagna di stanza ogni giorno è una festa”
“ Si, lo immagino”
Svogliatamente inizio ad osservarmi intorno, mi piaceva questo locale, aveva aperto da poco più di sei mesi ed era subito diventato un posto In per giovani universitari che volevano bere o flertare con le sexy bariste, l’arredamento minimal in stile occidentale stranamente non cozzava con il grosso bancone in legno antico, grossi televisori al plasma passavano continuamente videoclip di gruppi musicali, regalando un rilassante brusio di sottofondo, continuai a studiare le facce di tutti i presenti finché non la sentii…una risata, quella risata, lentamente la cercai, consapevole che quel gesto mi sarebbe costato molto caro, ed eccola li, più bella di come la ricordavo, più donna di quanto avrei voluto, Sana, la mia Sana, stretta in un vestitino che, in un passato non poi cosi tanto remoto, mi avrebbe fatto salire il sangue alla testa, tutto di lei mi sembrava diverso, era sicuramente più alta lo intuivo anche se era seduta, i capelli erano più lunghi, il viso era reso più maturo da un trucco più pesante di un tempo, niente era come prima, eppure non sembrava fosse passato nemmeno un secondo dall’ultima volta che l’avevo avuta tra le mie braccia, dovevo andarmene subito, se fossi rimasto sapevo che tutto quello per cui avevo lottato negli ultimi due anni si sarebbe sgretolato in un secondo, mi sarebbe bastato un suo sorriso per cancellare ogni sforzo.
“Tsu…io devo”
“ L’ho vista…vai, ti chiamo stasera”
Lo superai dandogli una pacca sulla spalla, conosceva la mia debolezza, sapeva che respirare la sua stessa aria sarebbe stata una condanna per me.
Iniziai a camminare tra la folla indaffarata del sabato pomeriggio, forse era esagerato il mio atteggiamento ma non potevo rischiare che lei mi vedesse.
Sento una mano afferrarmi e non ho bisogno di girarmi per sapere, non ho bisogno di chiedere niente, il mio corpo l’ha riconosciuto subito quel tocco.
“Kurata”
Un dispettoso soffio di vento solleva insieme alle foglie il suo profumo, sempre lo stesso, fragola!
“Ciao Akito”
Restiamo per non so quanto tempo così, lei che stringe ancora il mio braccio, io che le do le spalle.
“ Che ci fai qui?”, dico girandomi verso di lei
“ Tecnicamente vivo ancora qui, Akito” sorride, come sempre
“ Non intendevo qui in città”, e non ricambio il sorriso, come sempre.
“ Ti va di bere qualcosa?”
“ Ancora? siamo appena usciti da un bar”
“ Allora mi avevi visto, pensavo non ti fossi accorto di me”
“ Come se fosse possibile non accorgersi di te”, merda, lo avevo detto sul serio?
“ Solo un caffè Akito”, perché ci teneva tanto?
“Come ti pare”, alzai le spalle sfoggiando il mio vecchio atteggiamento scocciato e sorride, sa che quella recita non ha mai funzionato, e che mi importava più di quanto avrei voluto prendere quel dannato caffè con lei, cosi mi ritrovo seduto a fissare una tazza piena con il cuore ad un passo dal suo.
“ Mi hai chiesto di venire per giocare al gioco del silenzio Kurata?”
“ Non sei cambiato per niente”, tzk cazzate ero cambiato eccome
“ Come ti pare”
“ Come va l’università?”
“ Va”
“ E il karate?”
“ Va”
“ Non lo fare Akito”
“ Cosa?”
“ Trattarmi come facevi con tuo padre e Natsumi ”
Sorrisi sarcastico, avrei voluto dirle che quel trattamento lo riservavo solo a lei, lei che mi aveva creato dal nulla facendomi diventare un uomo, per poi mollarmi come un giocatolo passato di moda.
“ Non ho molto da dire”
“ Non è una novità”
“ Già”, una parte di me scalpitava dalla voglia di sapere tutto, avrei voluto dar voce a tutti i pensieri che in questi maledetti due anni mi avevano tenuto sveglio troppe notti, perché non hai lottato per noi?, perché non mi hai mai cercato?, e perché nonostante il male che mi hai fatto non riesco a non desiderati? Avrei fatto ogni cosa per avere un perché, “io…devo andare”, dovevo solo allontanarmi da li, da lei, non potevo permetterle di spezzarmi ancora.
“ Okay”, pagai il conto nonostante le sue insistenze, non volevo nessun tipo di debito con lei.
“ Ti saluto Kurata, stammi bene”, le dedico un ultimo sguardo prima di andare per la mia strada, felice che non possa vedere il mio viso, so che se lo facesse sarei finito, addio mio unico dannato amore.
“ Credi che per me sia stato facile?”, resto immobile, in attesa, di cosa poi?
“Non ha senso parlarne ancora”, forse non ne avrebbe avuto mai.
“ E’ stato un maledetto incubo, ogni volta che ti allontanavi per tornare da lei, ogni volta che mi allontanavo per tornare da lui, ma non potevo, io…non avrei potuto”
“Non mi sembra che tu ti sia fatta tutti questi scrupoli all’inizio”
“ E perché secondo te?”
“ Non lo so, e non mi importa”, quanto faceva male, “ ci vediamo”.
“ Akito…aspetta”
“Che vuoi ancor?”, le sue braccia mi avvolgono, posso sentire distintamente le lacrime che stanno bagnando la mia giacca, e le sue mani che tremano, chiudo con forza gli occhi implorando che qualcuno mi dia la forza necessaria per lasciarla andare.
“ Dovresti andare”
“ No”
“ Kurata”
“No”
“Per favore…Sana”, sussulta e lentamente molla la presa dal mio corpo, un brivido di freddo mi attraversa, ma lo ignoro con forza.
“ Posso accompagnarti a casa?”
“Sono grande abbastanza per andarci da solo”
“ Lo so ma…posso accompagnarti lo stesso?” vorrei dirgli di andare al diavolo, che i suoi stupidi convenevoli doveva portarli altrove, si, avrei dovuto, e invece mi ritrovo a camminare verso casa con lei al mio fianco.
“ Sono arrivato, grazie per la scorta”
“ Prego”
“ Ora dovresti davvero andare Kurata”
“ Dimmi di restare”, è  una domanda? è una supplica? da quando sei cosi spavalda?
“ Kurata”
“ Ti prego Akito…ti prego” e che senso aveva resistere? Che senso aveva negarci la possibilità di un ultimo bacio, di un ultima carezza, di un ultima volta…
L’afferro con forza e la sbatto letteralmente contro la porta di casa, diviso tra il bisogno di averla, e la voglia di farle male, la bacio, ma niente in questo contatto è romantico, è solo voglia di ferirci, ancora, apro con uno scatto la porta che richiudo con un calcio, indietreggio con lei che non si stacca dalle mie labbra, forse per paura che possa cambiare idea, sento diversi oggetti cadere rovinosamente a terra, e la costringo tra il mio corpo e il muro del soggiorno, la giro di scatto per alzarle quel dannato vestitino che mi aveva fatto salire il sangue alla testa già dentro quel bar, e la sento ansimare, gemere, affamata quanto me all’idea di unirci di nuovo, e la faccio mia cosi, contro il muro, girata di spalle senza nemmeno toglierci i vestiti, le scosto solo quelle minuscole mutandine di pizzo e con uno scatto entro dentro di lei, si morde con violenza le labbra, forse per non urlare, forse per non farsi sentire da me, osservo le nostre figure eccitate e rabbiose dallo specchio che ho di fronte, dovrei fermarmi, se entrasse qualcuno in questo momento sicuramente penserebbe ad uno stupro, lei costretta contro il muro piegata in avanti, e io ancora completamente vestito con solo la patta dei jeans aperta che spingo forte dentro di lei, ma infondo non si discostava molto dalla verità, era una violenza, una violenza emotiva, fisica, emozionale, volevamo farci male, volevamo soffrire, volevamo che fosse cosi irruento da lasciarci i segni addosso, i nostri corpi in lotta, come noi due, come il nostro amore.
La famigliare sensazione di piacere inizia ad invadere la mia testa, e continuo a spingere sempre più forte, sempre di più, di scatto si gira verso di me per baciarmi, e sono di nuovo  le bocche, le lingue, gli sguardi mai dimenticati, le parole mai dette, pianta le sue unghie nella mia carne per marcare il suo passaggio, anche se ti odio, non ho mai smesso di amarti è tutto quello che riesco a pensare mentre esplodo dentro di lei, sudato e senza fiato appoggio la mia fronte contro i suoi capelli inveendo contro il destino che ci aveva fatti incontrare.


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Capitolo 17
*** PREDESTINAZIONE ***


Ciao amiciiiiii
Sono tornata, ( siamo quasi alla fine di questo parto podalico, il prossimo sarà l’epilogo ), ho approfittato dell’influenza che mi ha colpito a Pasqua ( mai una gioia) per rimettere mano a questo capitolo, anche se in realtà era già pronto non mi convinceva al cento per cento, mi sembrava incompleto ed essendo il penultimo volevo che fosse  “perfetto”, ci sono riuscita? ovviamente no, nella mia testa ho un milione di idee che sembrano super, ma appena le metto nero su bianco un esercito di scimmie che ballano la macarena si palesano davanti a me =/
Bando alle ciance, vi lascio al capitolo e spero solo che vi piaccia almeno un pochino!
Come sempre vi invito a commentare e farmi sapere cosa ne pensate, il vostro parere è linfa vitale per me, lo sapete!
Vi mando un grosso bacione
L.Q.
 
 


 
< Sempre e per l’eternità è questa la trappola
Perché ti amo ancora e ti amerò sempre
ma non mi fido di te>
 
 
 
 
 
 
Sento le sue dita sistemarmi il vestito, mi viene quasi da ridere pensando a questo gesto cosi gentile dopo il nostro violento amplesso,  la passione tra noi non era mai stata un problema ma ora, qui appoggiata contro il muro ansimante e sudata capisco che niente di tutto quello che è successo nell’ultima ora ha a che fare con la passione, volevamo ferirci, scaricando sui nostri corpi tutta la frustrazione provata in questi ultimi due anni, ti amo avrei voluto dirgli, ti ho sempre amato avrei voluto urlargli, ma non sarebbe servito, non questa volta.
Ci scambiammo un lungo sguardo, i nostri occhi, come in un campo di battaglia, studiavano l’avversario cercando di capire chi avrebbe sparato per primo, nessuno dei due aveva la forza di parlare, nessuno dei due aveva il coraggio di porre quella domanda che, ero sicura ci stesse dilaniando l’anima, continuavo ad osservarlo, osservavo il suo viso, studiavo i suoi lineamenti diventati più maturi, impressi nella mente il suo profumo per non rischiare di dimenticarlo mai.
Nonostante il tempo trascorso non potei non chiedermi che cosa mi univa a lui da non riuscire a vivere senza, cercai di ricordare il momento in cui il mio cuore aveva deciso di celebrale quel matrimonio indissolubile, perché dopo due anni eravamo ancora qui?, qual era la ragione?, forse il punto era proprio quello, che non c’era ragione alcuna, era così e basta, forse gli anni trascorsi ad essere l’uno per l’altra un ancora di salvezza ci aveva resi calamite indivisibili.
Sentii Akito schiarirsi la voce, ma le sue parole sono così diverse da quelle che avrei voluto sentire…
“ Dovresti andare” annuii incapace di dire niente, raccolsi le scarpe buttate in un angolo, questa volta sarebbe stato un addio, conscia di questo mi avvicinai, vedendolo arretrare il mio cuore perse diversi battiti, sapevo di non meritare un assoluzione, sapevo di non essere degna di quel contatto, ma ci provai lo stesso, lo strinsi a me con uno slancio che aveva il gusto di sogni infranti, beandomi di quel profumo che apparteneva a lui, e a lui soltanto, stretta in un abbraccio che fu inaspettatamente ricambiato sensazioni che riposavano latenti dentro di me esplosero come un tuono durante una tempesta in piena estate, come un flash di bianco accecante la mente tornò indietro a quel giorno di fine settembre quando annoiata dalle lezioni, sfogliai il libro che Aya teneva sul banco, ripensai a quelle parole sottolineate tra le mille pagine nere < disprezzami, bastonami, trascurami, smarriscimi, basta che tu mi permetta, benché indegna, di stare con te>1 , calde lacrime scivolarono dal mio viso macchiando la sua camicia, solo ora la verità di quelle parole mi furono chiare, lo strinsi ancora di più a me chiedendogli un muto perdono per il mio egoismo, il suo amore era come un faro luminoso cosi impossibile da non vedere, eppure io quell’amore cosi puro lo avevo schernito, lo avevo avvilito.
“ Mi dispiace”, sapevo di dovergli molto di più di una semplice parola, dieci misere lettere non sarebbero mai bastate.
“ Non vedo di cosa tu debba scusarti”
“ Lo sai bene”
“ Sono passati due anni Kurata”, era davvero così? Due anni erano stati davvero sufficienti a cancellare ogni cosa?
“ Hai ragione…ti saluto”, mi allontano da quel abbraccio, inermi lungo ai fianchi le sue braccia stringono con forza il bordo della camicia, so che nonostante tutto la consapevolezza del fallimento, del nostro fallimento, faceva male anche a lui.
“ Kurata?”
“ Si?”
“ Dispiace a me”


 
 
***************************
 

POV. TSU :

Rimango a fissare per diversi minuti la porta, facendo roteare il collo della bottiglia ormai vuota, appena i miei occhi avevano incontrato quelli nocciola di lei un mix di nostalgia e astio mi aveva colpito, mi mancava la sua amicizia, in realtà mi mancava tutto di quella vita ormai cosi lontana, lei non sembrava essersi accorta di me, tanto meno di lui, Akito, l’unico amico che mi era rimasto, forse, l’unico che avevo mai davvero avuto, il suo sguardo nascondeva un infinità di sentimenti, agli occhi di molti sarebbe sembrata semplice  indifferenza ma io lo conoscevo, lo conoscevo bene, sapevo che rivederla sarebbe stato come un colpo al cuore, infondo un amore come il loro nemmeno tra un milione di vite te lo scrolli di dosso, trattenerlo non sarebbe servito, convincerlo a parlarle sarebbe stato solo un torto, < L’ho vista..vai> dentro di me però si accese la speranza che quello scatto fulmineo verso l’uscita, Sana lo stesse facendo per raggiunge lui, nonostante il tempo mi avesse unito molto a Fuka non potevo non sperare un finale diverso, chiunque sapeva che quei due si appartenevano, il concetto era chiaro, lei amava da sempre lui, lui era da sempre pazzo di lei, ciò nonostante riuscirono a incasinare tutto, coinvolgendo due vittime ignare colpevoli solo di essersi innamorati di due anime destinate, la nostra intera esistenza infondo si basava proprio su questo, il destino, l’unico valido avversario delle nostre scelte, un tempo credevo che il mio fosse lei, Aya, un brivido mi percorse, negli ultimi due anni avevo sigillato quel nome insieme ad ogni ricordo felice, nonostante ammisi la sconfitta, nonostante lasciai che un altro se la portasse via, non riuscivo a non odiarli, non riuscivo a mantenere quella promessa fatta, io l’amavo e lei mi aveva lasciato, io ero pronto a sposarla e lei mi aveva tradito, il ricordo del suo sguardo cosi colpevole non mi abbandonò per mesi, ogni notte quello sguardo mi veniva a trovare come un visitatore non gradito, e fu proprio in una di quelle notti cosi rumorose che decisi di correre verso il primo pub aperto sperando che bere come una spugna mi aiutasse ad anestetizzare il dolore, ma a quanto pare il destino continuava a farsi beffa di me quando dopo anni, proprio in quella notte in cui il passato volevo solo seppellirlo incontrai Ishida2 ignaro di tutto il mio sofferto trascorso mi raccontò di aver incontrato Aya e Gomi in America e che sembravano molto felici, l’ultima cosa che ricordai di quella notte fu l’odore agre di alcool nella stanza e il profumo di mora della sconosciuta che mi dormiva accanto.
Dopo quella notte passarono i giorni, le settimane, ma niente, riuscii solo a ricordare quanto la testa mi sembrò leggera dopo qualche bicchiere in compagnia di una bella ragazza, e cosi decisi di non smettere, di non smettere di sentire la testa leggera, tagliai i capelli, comprai vestiti nuovi , eliminai gli occhiali da secchione e sotterai il vecchio Tsu.
“ Sei rimasto solo?” sorrisi.
“ Dipende”
“ Da?” sicuramente da vicino era ancora più sexy, un corpo da urlo, lunghi e mossi capelli biondi, e due occhi di un verde mai visto prima, una barbie.
“ Da cosa farai una volta finito il tuo turno”
“ Finito il turno faccio quello che fai tu”, bingo
“ Ti aspetto allora”
La guardo allontanarsi osservando il suo sedere tonico stretto un jeans volutamente attillato.
“ Ah…comunque mi chiamo Yume” 3
“ Sei un sogno allora”
“ Come dici?, ah si…il mio nome…e tu?, tu chi sei?” bella domanda, chi sono?, da due anni a questa parte non lo sapevo più, non mi fidavo più di niente, tanto meno delle donne, dopo Aya per me l’amore era solo un illusione, giurai a me stesso che non avrei permesso ad un'altra di distruggermi, ma di certo non lo avrei detto a lei, non qui, non ora…cosi mi limitai a sorriderle malizioso.

“ Chiunque tu vuoi che io sia”
 

 
 
***********************
 
 
 
 
POV. HISAE :
 
Sbuffo per la centesima volta, l’insistente vocina gracchiante della segreteria telefonica iniziava a darmi sui nervi, dove cavolo si è andato a cacciare?
Guardo la sfilza di chiamate senza risposta e mi indispettisco ancora di più, accidenti a te Tsu dove diavolo sei.
“Niente?”
“ Macché, sparito”
“ Prova a chiamare Akito”
“ Come se non ci avessi già provato, nemmeno lui mi risponde”, la vidi alzare le spalle come se la cosa non la preoccupasse minimamente, forse era proprio cosi, non aveva più nulla di cui preoccuparsi, da quando le cose presero una nuova inevitabile piega, lui era molto cambiato,  era più dolce, più presente, insomma il fidanzato che tutte vorrebbero e che lei dopo una vita passata a masticare veleno era riuscita ad ottenere, le sorrisi, non potevo che essere felice per lei, Fuka, l’unica amica che avessi, l’unica che mi era rimasta, ricordo ancora le interminabili giornate al centro commerciale, le nottate a mangiare schifezze guardando film comici, non eravamo mai più tornate sull’argomento, nessuno ne parlava e io non potevo che esserne sollevata, Fuka e Akito si limitarono a starci accanto come meglio potevano, facendo finta che quell’enorme casino non fosse mai successo.
Ripresi il telefono in mano facendo l’ennesimo tentativo a vuoto, lanciai il telefono sul letto con un moto di rabbia, non avevo intenzione di passare l’ennesimo sabato chiusa nel campus, o peggio ancora a fare da candela a Fuka e Akito solo perché il signorino si dileguava per infilarsi nel letto di chissà chi, la rottura fra me e Gomi non fu come quella tra Tsu e Aya, ammetto che i primi mesi furono tremendi, vederli insieme era devastate, come era devastate vedere una delle mie più care amiche spalleggiarli, sapevo che per lei sarebbe stata più dura, infondo, noi tre eravamo inseparabili dalle elementari, ma a quanto pare solo io la vedevo in quel modo, così giorno dopo giorno il muro di risentimento e indifferenza diventò sempre più alto e spesso che finii per odiare anche lei, Sana, mi sembrava di sentirlo ancora bruciare sul viso il segno del suo tradimento, il segno del suo voltafaccia, quel giorno segnò la fine di ogni cosa, con quello schiaffo mettemmo fine ad ogni tipo di rapporto e da li, il gelo totale, l’unico che manteneva un minimo di educazione nei suoi confronti era Tsu, forse perché era troppo buono, forse perché sapeva, sarebbe finita cosi, fortunatamente il tempo sembrò essere clemente con noi e i pochi mesi rimasti alla fine della scuola volarono in un batter d’occhio, ci diplomammo e le nostre strade finalmente si divisero, scoprii che loro si erano trasferiti a Boston, ne fui sinceramente sollevata, nonostante lo avessi lasciato libero di amare un'altra il suo tradimento non fu facile da digerire, avrei sofferto comunque, ma vederlo lasciarmi per la mia amica beh, era tutta un'altra storia, appurai con lo scorrere del tempo che proprio grazie ad esso, tutto sembrò passare, iniziai a stare bene, nonostante le cicatrici erano più evidenti che mai le portavo con orgoglio, erano la prova che quello che avevo vissuto non solo non mi aveva uccisa ma bensì, mi aveva resa più forte, affrontai quel nuovo capitolo della mia vita con un ritrovato vigore e tornai a sorridere, infondo al mio cuore sapevo, che era stata la scelta migliore.
“ Non ha senso sprecare il sabato chiuse qui dentro, andiamo a berci qualcosa”, mi alzai di scatto dalle lenzuola.
“ Hai ragione Fuka, prendo la borsa”
Camminare tra i lunghi viali dell’università lo avevo sempre adorato, ogni stagione aveva un caratteristico profumo e nell’aria quel giorno, si sentiva chiaro quello di ciliegio.

 
 


 
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POV. GOMI :

 
Odiavo gli aeroporti, e odiavo ancora di più prendere l’aereo, non che soffrissi di vertigini o non avessi un buon rapporto con l’altezza, ma era il mancato controllo che mi faceva impazzire, sapere che la mia sorte era nelle mani di qualcun altro mi rendeva parecchio nevrotico, avevo passato metà della mia vita a prendere ordini da qualcun altro e nonostante fossi diventato un uomo continuavo ad odiare quella sensazione di sottomissione, ma non potevo farne a meno, non questa volta, < tuo fratello ha avuto un incidente> queste furono le lapidarie parole di mia madre, < torna a casa>, casa…tzk, il Giappone non era più la mia casa, Boston era la mia casa, l’America era la mia casa, Aya…era la mia casa, ma a quanto pare a nessuno importava, dovevo tornare punto e basta!
Controllai per l’ennesima volta il tabellone luminoso, l’enorme scritta Departures di un giallo fluorescente mi ricordava la prova che da li a poche ore avrei dovuto sostenere, sarei stato un sciocco a pensare che non li avrei rincontrati, loro…i miei amici.
Per molti, comprese le nostre famiglie la scelta di scappare a migliaia e migliaia di chilometri era stato un errore, < non vedo perché devi andare in America per avere un laurea> era stato il commento dei miei genitori, < come se il vostro comportamento si potesse cancellare andando dall’altra parte del mondo>, le parole sarcastiche di suo padre, l’unica che capii fu Sana, capiva il nostro bisogno di mettere una sostanziosa distanza tra noi e quella situazione, forse perché, anche lei lo aveva fatto, mi sentivo costantemente in colpa per il dolore che avevo causato, avevo perso un amico, una fidanzata, avevo perso molto più questo in realtà, se lei mi avesse lasciato non avrei più avuto nulla, ciò nonostante non mi pentii nemmeno per un secondo di quella scelta, meglio un rimorso che un rimpianto dicono, infondo il rimorso non è altro che uno stato di pena che nasce dalla consapevolezza dei mali commessi, altra storia era il rimpianto, e mai e poi mai avrei permesso che Aya, la mia dolce Aya diventasse un rimpianto.
L’amavo…dio se l’amavo, per un suo sorriso avrei sopportato ogni dannazione, per un suo bacio avrei combattuto fino alla morte,  per il suo amore avrei lottato a mani nude contro il mondo.
Si, non mi importava!, potevo sopportare gli sguardi di Hisae, avrei resistito alle battute sarcastiche di Fuka, avrei perpetuato la mia causa anche contro l’odio degli unici amici che avevo mai avuto, per lei ero pronto a farlo e lo avrei fatto.
“ Tutto bene?”
“ Si Aya”, le sorrisi
“ Sei preoccupato per Satoshi?”4
Un po’” mentii, non volevo sapesse che non era di mio fratello che mi preoccupavo.
“ Andrà bene”, e il modo in cui lo disse sembrò avere un doppio significato, “ Ci sono io con te”
“ Lo so”
“ Gomi?”
“ si?”
“ Ti amo”
“ Ti amo anch’io”.
 
 

 

PREMESSE A FINE CAPITOLO:
 
  1. “disprezzami, bastonami, trascurami, smarriscimi, basta che tu mi permetta, benché indegna, di stare con te” è un passaggio di “ Sogno di una notte di mezza estate”, ho una ship particolare per Shakespeare, e questa frase mi è sembrata perfetta.
  2. Ishida, vi ricordate di lui?, il ragazzo sopracciglia hihi, nell’anime mi pare si chiamasse Isidoro o qualcosa del genere =)
  3. Yume è un tipico nome nipponico che appunto significa sogno.
  4. Nell’anime mi pare di ricordare che Gomi avesse un fratello, non sono sicura che venga mai detto il suo nome, nel dubbio me lo sono inventato =).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 18
*** LUI E LEI ***


Eccomi tornata Carissimi miei, ovviamente con un ritardo spaventoso, ho scritto questo capitolo un milione di volte, ma poi un ispirazione nuova mi colpiva e correvo a cancellare e ricominciare tutto d’accapo e questo ha spaventosamente ritardato ogni cosa, ho deciso di dividere questo Epilogo in due parti ( sto già lavorando alla parte due non dovrei farvi aspettare molto), mi sono ripromessa di lasciare questa storia nel 2018 e voglio farcela!
Vi ringrazio dal profondo del cuore per essermi stata accanto in questa avventura che si è protratta all’infinito!
Non mi perdo in ulteriori chiacchere, vi voglio bene e vi auguro un felice Natale!
WE LOVE YOU
LallyQueen
Alice <3 

 







 
Ti odierò se potrò,
altrimenti ti amerò mio malgrado.

( Ovidio)

 

 

Correvo, correvo come non avevo mai fatto prima di allora, ogni passo, ogni movimento, ogni respiro, mi riportava alla mente tutte le tappe di quel viaggio incasinato e sofferto che era stata la mia vita, la mia infanzia solitaria, l’indifferenza della mia famiglia, la mancanza di una madre, i problemi a scuola, la mia insofferenza verso la vita, la stessa vita che lei mi aveva donato, per poi strapparmela brutalmente, gli anni del liceo con gli amici di sempre, fino a quel giorno, gli equilibri spezzati, i tradimenti, il dolore, la solitudine, la voglia di ricominciare ed andare avanti lo stesso, le notti spese a pensarla, a rimpiazzarla con un'altra che non sarebbe mai stata lei, i lunghi sfoghi con l’unico amico che mi era rimasto, le interminabili corse per cercare di togliermi il suo profumo dalla testa, i successi scolastici, quelli sportivi, ogni mio fallimento, ogni mia vittoria la dedicavo a lei, lei era sempre con me, per quanto mi impegnassi non riuscivo proprio a scrollarmela di dosso, lei, la mia condanna, la mia croce.
Scivolavo nel freddo tramonto di Tokyo pregando che non fosse tardi, che non fosse troppo tardi, era la mia ultima possibilità, l’ultima occasione di riprendere in mano la mia vita ed essere finalmente felice….
I miei piedi protestavano, il mio cuore batteva a ritmi eccessivi, lo sentivo in gola, mi rimbombava nella testa, ma non avrei permesso che il mio corpo mi tradisse proprio ora, proprio ad un passo dalla soluzione di tutti i miei casini, avrei lottato, avrei urlato, supplicato in ginocchio se fosse stato necessario, qualunque cosa pur di riaverla con me.
Sentivo le lamentele dei passanti, le loro imprecazioni contro di me, il pazzo che correva per riacchiappare il suo destino, se mi avessero conosciuto, se avessero ascoltato la mia storia, forse sarebbero stati più clementi?, io al posto loro lo sarei stato?, infondo non c’era mai stato niente di romantico, ne di eroico in tutta questa vicenda.
Pensai a noi, a tutti noi, non eravamo stati altro che pezzi di un puzzle difettato, ci eravamo dannati nel tentativo di far andare le cose come dovevano, ma non ci eravamo riusciti, nessuno di noi ce la aveva fatta. Cerano Tsu e Hisae, la loro unica colpa era stata non capire che amavano senza essere corrisposti, Gomi e Aya avevano scelto l’amore, quell’amore che non si guarda indietro, quell’amore che non ammette repliche, quell’amore che ti costringe a  mietere vittime in nome di una causa più grande, troppo egoisti, o forse, troppo coraggiosi per essere compresi, e poi c’era Fuka…la mia piccola Fuka, quanto male le avevo fatto, mi resi conto solo in quel momento mentre correvo come un pazzo per raggiungere un'altra che lei aveva sempre sofferto per colpa mia, da quando avevo poco più di 5 anni e scommisi con i miei amichetti che avrei baciato una qualunque bambina per qualche caramella, scelsi lei, vittima predestinata del mio immenso egoismo, allora non sapevo che quello stupido episodio avrebbe rovinato il suo amore con Takaishi, mi aveva odiato con tutta se stessa e io non so cosa avrei dato perché avesse continuato a farlo, se il suo cuore non avesse deciso di amare me, l’unico che non sarebbe mai riuscito a ricambiarla.
Ci provai con tutto me stesso, per due anni pensai perfino di esserci riuscito, quante notti mi ero addormentato tra le sue braccia e credevo di poter sopravvivere cosi per sempre, forse il problema era proprio quello, che io non volevo sopravvivere, io volevo vivere, e non avrei mai potuto farlo con lei al mio fianco, non avrei potuto farlo con nessun’altra se non con Sana, infondo era stata l’asse su cui ruotava tutta la mia vita da quando avevo undici anni, era più forte di me, più forte della mia stessa volontà, la volevo, l’avevo sempre voluta, non importava cosa questa corsa disperata avrebbe causato, non mi importava cosa mi lasciavo alle spalle, tutto il mio corpo, dalla punta dei capelli alla punta dei piedi mi spingevano a continuare.
Finalmente lo vidi, era li davanti a me, poche falcate e l’avrei raggiunto, l’ultimo ostacolo che ci separava, una volta superato, niente sarebbe più stato lo stesso.

 
 

TRE GIORNI PRIMA….
 
 
< Sto andando al Grow, Ryan deve parlarmi della nuova sceneggiatura!, chiamami quando hai finito con tuo padre > sorrido ricacciando il telefono in tasca, non potevo fare a meno di farlo ogni volta che la mia mente si soffermava anche solo un secondo a pensare a lei, quella ragazza che aveva completamente cambiato la mia vita, quella ragazza dai capelli rame, la mia ragazza.
Pensare a lei mi aveva fatto ricordare di mio padre e a quel segreto che inconsapevolmente condividevamo, volevo sapere, volevo capire chi era quella donna, Nicole…perché si erano lasciati?, cosa li fece allontanare?, e soprattutto volevo capire perché mio padre, il determinato maniate di Hollywood non era riuscito a tenersi stretta la donna che amava.
Camminavo tra le strade affollate di New York con una nuova spinta emotiva, dovevo sapere!
Dopo aver scoperto il suo segreto non avevo più avuto modo di incontrarlo, le nostre conservazioni di limitavano a qualche sporadica email, fu per questo che la sua chiamata mi stupii non poco, il nostro rapporto non era mai stato granché, in realtà, quando scoprii le origini della mia famiglia biologica non mi tolse ne mi aggiunse niente, ero cresciuto da solo e da solo avrei continuato la mia vita, avevo smesso di soffrire per quella mancata presenza tanto tempo fa, tuttavia una parte di me sperava che una volta aperto il discorso Nicole le cose tra noi migliorassero o che almeno, potessimo conoscerci un po’.

“ Si?”
“ Sono io papà…Naozumi”
“ Entra”
Il suo ufficio mi dava sempre la stessa impressione, tanto curato quanto freddo, lo rispecchiava perfettamente, un enorme spazio pieno di stile ma senza sentimento, non riuscii mai a comprendere a chi diavolo io assomigliassi, prima di conoscere mia madre ero certo di essere come lei, ma con il tempo scoprii che lei era ancora più meschina, due aridi consumati dal tempo e dall’ambizioni, sperai con tutto me stesso che non fosse una tarla genetica.
“ Ciao figliolo”
“ ciao papà”
“ Ti ringrazio per essere venuto con cosi poco preavviso”
“ Che succede?” sorrise beffardo mi conosceva, e conosceva il nostro rapporto, non c’era spazio per convenevoli tra noi, ne un come stai, ne un abbraccio, ne un come te la passi.
“ Ti ho chiesto di venire per farti visionare un copione” ecco appunto.
“ di che si tratta?”, guardami sono tuo figlio maledizione.
“ Un nuovo progetto a cui sto lavorando da un po’ e vorrei che tu, anzi, che voi partecipaste”
“ Voi?”
“ Tu e la tua ragazza”
“ Sana papà…si chiama Sana”
“ Lo so  come si chiama” meschino
“ E quindi?”
“ Quindi cosa?”
“ Che progetto sarebbe?”
“ Un progetto grandioso figliolo, abbiamo già firmato con una produzione milionaria di Hollywood, un contratto per tre film, musical, premier e un tour promozionale in tutto il mondo, e vorrei che tu e Sana foste nel mio team, come attori protagonisti naturalmente”
“ naturalmente”, l’unico erede maschio del grande Gary Hamilton che lavorava con papino, ero consapevole che voleva aiutare la mia carriera solo per ripagarmi degli anni in cui mi aveva lasciato da solo a crescere come un figlio bastardo che nessuno voleva.
“ che ne pensi?”
“ devo pensarci”
“ ovviamente…sottoponi la questione anche alla tua ragazza e al suo manager, è un occasione da non perdere”
“ Immagino ”
“ Fidati, questa cosa vi consacrerà definitivamente come star internazionali”
“ ci penserò…quanto tempo abbiamo per decidere?”
“ Non molto…una settimana, non di più”
“ Okay”
“ Ottimo”
“ Chi è Nicole?”, sussulta
“ Cosa?”
“ Non cosa….chi”
“ Non conosco nessuna Nicole, ora dovresti andare…ho una riunione”
Scuoto la testa rassegnato, era inutile, era sempre stato inutile con lui.
“ Era la mia ragazza”
Mi inchiodo sul posto con l’orecchio teso.
“ La conobbi a Londra nell’autunno del 1982…ero solo un giovane aspirante sceneggiatore pieno di ambizioni e boria, Nicole…era tutto l’opposto di quello in cui credevo, tutto l’opposto di quello che ero.
Nutrivo quotidianamente il mio orgoglio convinto del mio talento, niente mi sembrava mai abbastanza, ricercavo la perfezione ovunque, ricercavo la sfida in ogni situazione, lei invece era cosi…ingenua, peccava continuamente di ingenuità, quell’ingenuità che però ti scalda il cuore, in ogni minima cosa, dal più piccolo filo d’erba, al profumo di un vecchio libro, lei vedeva la bellezza, la felicità…mi innamorai perdutamente, senza possibilità di scampo…suona stupido lo so”

“ No”, non era stupido, lo capivo in pieno, era successa la stessa cosa a me, con Sana.
“ Fu un amore folle, ma poi…”
“ ma poi?”
“ me ne andai”, strinsi con forza i pugni, meschino! Io non avrei mai anteposto me stesso all’amore, se avessi dovuto scegliere tra me e lei avrei sempre scelto lei “ allora non la meritavi”
“ Lo so”, per la prima volta lo guardai negli occhi, nel suo sguardo solo dolore, puro dolore, e il mio cuore perse un battito, era destabilizzante vedere un uomo cosi grande, diventare cosi minuscolo al ricordo di un amore finito, ma mai dimenticato.
“ cosa successe il 14 giugno?”
“ Nicole aveva avuto un offerta di lavoro…era un abile pittrice e il mondo doveva conoscere il suo talento, la spinsi con tutte le mie forze ad accettare, sapendo che questo ci avrebbe diviso”
“ Perché non sei andato con lei?...perché?”
“ Perché avvolte l’amore non basta”
“ cazzate”
“ Forse le sono…io volevo solo che lei fosse felice, e sapevo che se fosse rimasta con me, se avesse scelto me, non avrebbe potuto realizzare i suoi sogni”
“ E tu i tuoi, no?” meschino due volte
“ Si…il nostro amore non ci sarebbe bastato, ci saremmo amati sempre, ogni istante, ma per ogni giorno pieno d’amore, c’è ne sarebbero stati due pieni di odio, lei mi avrebbe bloccato e io, avrei bloccato lei, un istante prima di salire su quel treno, me ne resi conto, e bastò uno sguardo per capire che anche lei aveva compreso…non disse niente, mi sorrise con gli occhi lucidi e mi baciò…quando tornai nell’appartamento che avevamo condiviso trovai quel libro”
“ Lettere a Milena” lo dissi sottovoce più a me stesso che a lui.
Annuii, “ In mezzo trovai il mio biglietto, sapeva già che non sarei andato con lei”
Sentii un fortissimo nodo formarsi alla gola.
“ So a cosa pensi”
“ No, non lo sai”
“ Credimi…lo stesso sguardo che mi stai rivolgendo l’ho visto impresso allo specchio per molti, molti anni…ero giovane, pieno di speranze per il futuro, non compresi, io…non capii”
“Che con il tuo egoismo l’avresti persa?” incalzo sarcastico.
“ Che niente mi avrebbe mai più reso felice, felice come quando ero con lei…sono cose che capisci con il tempo, con l’esperienza, con i successi e i fallimenti, ho perso l’amore della mia vita Naozumi, sei troppo giovane per capire le mie parole, ma una cosa voglio dirtela”
Lo guardo…in attesa
“ L’amore non ha una sola faccia, ne un solo colore, si può amare da impazzire e non essere mai corrisposti, si può essere amati ma non amare mai, ci si può dannare senza via d’uscita, o trovare una via d’uscita solo amando, il primo amore non è detto sia l’ultimo o che non si dimentichi mai, si può stare insieme ed essere l’uno l’appiglio  dell’ altro, può esserci sentimento senza passione, o passione senza sentimento, e poi c’è quell’amore…dio quell’amore, non tutti possono averlo, non tutti sono destinati a trovarlo…sono in pochi loro”
“ Loro?”
“ I predestinati, le anime gemelle, quegli esseri che nonostante faranno o diranno qualunque cosa, saranno per sempre legati, non per forza insieme, ma mai divisi…Ho amato Nicole dal primo istante e l’amerò fino all’ultimo giorno, la terrò sigillata nel mio cuore e so che se dovessi rincontrala non sarei in grado di fare altro che stringerla a me, nonostante il male che mi ha fatto, che ci siamo fatti…Tu credi di averlo mai provato?, credi di poterlo comprendere un amore cosi?”
Certo che si, lo capivo, era esattamente quello che provavo per Sana, lei era senza ombra di dubbio la mia metà “ Si papà…lo comprendo”
“ E credi che Sana provi lo stesso per te?”, sobbalzai, non mi ero mai posto quella domanda, infondo, io ero nato per amarla, lei lo aveva imparato, con il tempo, con l’impegno, io la consideravo la mia anima gemella, ma era mai stata una cosa reciproca?
“ Non lo so”, e non lo sapevo davvero.
Sorrise amaramente e lessi nei suoi occhi, un profondo rammarico
“ Penso che tu lo sappia già…non credi?”
“ Che vorresti insinuare papà?” sorride di nuovo, e lo vedo avvicinarsi a me, mi stringe a se in un maldestro tentativo di abbracciarmi, non so se sono più sorpreso da questo gesto o dalle parole che mi sussurra all’orecchio, “ Non si può forzare il cuore figlio mio, il cuore, se ama, lo fa alle sue condizioni,”
Scoglie la presa dandomi una leggera pacca sulla spalla, “ Buona fortuna figliolo”
“ Ora devo andare”,
“Nao?”
“Cosa?”
“ Si felice”
Mi chiudo la porta dell’ ufficio alle spalle, sento il bisogno incalzante di incamerare nuovo ossigeno, avevo finalmente conosciuto mio padre, ma a che prezzo? mi rigettai tra la folla, di nuovo libero di respirare, il suono di protesta di un taxi mi spinge a muovermi, continuo a camminare per ore non sapendo bene dove andare, la mia mente sta per esplodere dai mille pensieri, penso a mio padre, a Nicole, al loro sentimento sprecato, al mio amore per Sana, al suo mai del tutto ricambiato, Si felice, è questo che vuole che faccia, essere felice…come avrei mai potuto esserlo senza di lei?, e lei? Sarebbe mai potuta essere felice senza di me?, una lacrima salata bagna le mie labbra, consapevole che la risposta a quella muta domanda stava assumendo la forma di due grandi occhi ambra…
 
 
 


 

Cinque giorni che ti ho perso,
Quanto freddo in questa vita ma tu,
non mi hai cercato più.
Troppa gente che mi chiede
scava dentro la ferita
e in me
non cicatrizzi mai…
 


 
< Il cliente da lei chiamato potrebbe avere il terminale spento si prega di riprovare più tardi> sbuffo scorrendo l’infinità di chiamate senza risposta, dove cavolo era finito?
Iniziò a salirmi un po’ d’ansia, erano passate ore da quando ci eravamo salutati in quel bar e avevo visto lei corrergli dietro, che fosse finita bene e stessero risolvendo finalmente i lori problemi?, che fosse finita malissimo e si stesse autodistruggendo?, la sola idea mi fa rabbrividire, la suoneria del cellulare mi fa subito scattare, finalmente è…merda! Fuka.
Ignoro la chiamata inviandogli l’ennesimo messaggio
< AKITO DOVE CAZZO SEI? LA TUA RAGAZZA CONTINUA A CHIAMARMI, VAFFANCULO RISPONDI! >
Elimino la miriade di chiamate perse sapendo che appena quell’idiota si degnerà di rispondere, avremmo dovuto trovare una gran bella scusa da rifilare a Fuka e Hisae…
Non faccio in tempo a riporre il telefono che arriva un nuovo sms, giuro che lo ucciderò!
<< E’ stato bello conoscerti…fatti sentire se ti va, un bacio Yume >>
Yume?, non ricordavo di averle dato il mio numero, farmi sentire se mi va?, mi andava?, ovviamente no! non mi andava di fare niente di diverso da quello che facevo sempre, uscire con i miei amici, bere una birra con Akito, divertirmi con qualche bella donna, niente di più, niente di meno, cancello il messaggio senza pensarci due volte, non avevo la minima intenzione di instaurare un rapporto con nessuna ragazza fuori dalle quattro mura di una camera da letto, non riuscivo a superarla, non riuscivo a dimenticare il mio passato, ogni volta che provavo a farlo, l’immagine di Lei mi si ripresentava davanti, se le cose non fossero andate a puttane a quest’ora sarei sposato, a quest’ora, sarei un marito, e invece mi ritrovo a schivare le attenzioni delle donne come fossero proiettili.
Inizia a fare buio e nonostante sia sabato sera Tokyo sembra intenzionata ad andare presto a dormire, sbuffo maledicendo per l’ennesima volta il mio migliore amico per avermi cacciato in questo casino pazzesco, vorrei tornare a casa ma non vorrei peggiorare la situazione trovandomi davanti quelle due incazzate come iene, senza uno straccio di alibi per spiegare la mia sola presenza, decido di avviarmi verso casa di Akito sperando ti trovarlo li, pregai di avere la copia delle sue chiavi con me, se non l’avessi trovato, almeno mi sarei potuto nascondere, l’ennesimo suono,
<<Sei libero stasera? Ci vediamo? S.>>  sorrido, digitando velocemente un messaggio di scuse, emergenza Akito dobbiamo rimandare, Saori sapeva ogni cosa, era l’unica donna con cui ero stato che non avevo mandato al diavolo, ci eravamo conosciuti una sera in un ristorante, io e Akito stavamo cenando quando si avvicinò a noi, spudorata come nessun’altra prese una sedia e si versò un bicchiere di vino, ci guardò a lungo poi chiamò il cameriere e ordinò una zuppa, interdetti continuavamo a fissarla finché si mise a raccontarci una serie infinita di barzellette sconce, più o meno divertenti, quando il ristorante si svuotò e ci invitarono gentilmente a levarci dai piedi, lei uscii con noi prendendoci sotto braccio, camminammo per un tempo infinito finché arrivammo davanti al portone di casa sua, ci salutò abbracciandoci e se ne andò, parlammo di quella ragazza per giorni, interrogandoci su chi fosse e che cosa diavolo volesse da noi, la rincontrammo poche settimane dopo, sempre nel solito locale, seduta al solito tavolo, con due bottiglie di vino e un raggiante sorriso, fu cosi assurdo, parlavamo di tutto e di niente, era diventato il nostro insolito e tradizionale incontro, sapevamo solo il posto e l’ora, ogni volta con un sorriso sempre più splendente, ogni volta con una bottiglia in più sul tavolo, in quel modo assurdo diventammo amici, Fuka e Hisae non sapevano di lei, non avrebbero capito, una bellissima sconosciuta che si intratteneva con noi per intere serate, tenemmo questa cosa per noi, non c’era niente di male infondo, ma nessuno avrebbe capito, una notte ci ritrovammo a casa sua, aprii un numero imprecisato di bottiglie di alcolici e per la prima volta raccontammo a qualcuno che non fossero i diretti interessati la nostra storia, io gli raccontai di Aya, Akito di Sana, ci ascoltava in silenzio, annuendo ogni tanto o commentando con qualche imprecazione poco femminile, alla fine ci guardò e iniziò a ridere continuando a ripetere come una cantilena, “ Lo sapevo, me lo sentivo!, avete il cuore spezzato e chi meglio di una sconosciuta può darvi conforto?”, scoppiamo a ridere e da quel giorno era diventata la nostra più cara amica, certo non potevo negare che un po’ mi piacesse, era dannatamente sexy, un fisico asciutto ma con le forme al posto giusto, grandi occhi azzurri e lunghissimi capelli neri corvino, già, era quella la mia unica prerogativa, nessuna ragazza che avesse i capelli castani!, mi ricordavano dolorosamente Lei, sapevo che  non avrebbe avuto importanza il colore delle loro chiome, nessuna avrebbe potuto ricordarmi lei, perché nessuna sarebbe mai stata lei, ma era più forte di me, mi piaceva la sua compagnia, potevo essere me stesso senza nascondermi, potevo dare libero sfogo alle mie frustrazioni senza essere commiserato, quando la mancanza o il ricordo si faceva prepotente correvo subito al suo citofono, e finivamo a letto insieme, nessuno dei due era innamorato dell’altro, era solo…la mia migliore amica.
<<
Ancora Sana?>>, scuoto la testa e rispondo << E’ sempre Sana >>.
Giro la chiave nella toppa, apparentemente la casa sembra vuota, lo chiamo diverse volte ma nessuna risposta, dove cavolo era andato a finire? Un ombra all’angolo del salotto mi fa sobbalzare spaventato, afferro un candelabro e accedo di scatto le luci, pronto a colpire lo sventurato intruso.

“ Akito?”
La scena che mi si para davanti mi lascia non poco confuso, un vaso frantumato in mille pezzi, alcuni sopramobili riversi sul pavimento e lui rannicchiato a terra con le spalle al muro, una bottiglia quasi finita di Whisky stretta con forza, la camicia stropicciata, i jeans semi abbottonati, i suoi occhi dicevano solo una cosa, lei lo aveva lasciato…di nuovo!

“ Akito…?”
“ Se ne andata”
Mi siedo al suo fianco, togliendogli la bottiglia dalle mani e bevendo un lungo sorso
“ Forse è giusto cosi”, ero stanco di vederlo soffrire, il suo sguardo si posa su di me, riappropriandosi del Whisky.
“ Io la amo Tsu”,
“ Dovresti smetterla”
“ Non posso”
“ Lo so”, conoscevo i suoi sentimenti, li conoscevo da sempre, erano gli stessi di quando eravamo due ragazzini cotti della stessa ragazza, io l’avevo dimenticata, Lei me l’aveva fatta dimenticare, ma per lui, per loro, era sempre stato diverso, il ragazzo A, la ragazza S, vittime e carnefici di loro stessi, non avrei mai dovuto chiedergli di smetterla, di smettere di amare quella donna che l’aveva salvato e distrutto un infinità di volte, era come chiedere al sole di smettere di brillare, era impossibile! Al cuor non si comanda infondo e lui non era mai stato padrone di farlo.
Il suono del mio cellulare si propaga nella stanza per l’ennesima volta, sapevo già chi fosse, guardai il display e lo girai verso di lui chiedendogli un muto consenso su cosa fare, annuii e risposi senza sapere bene cosa dire.

“ Fuka…ciao”
“ Ciao?, è tutto quello che hai da dire?, mi stai prendendo in giro Tsu?”, avrei voluto risponderle che se qualcuno la stava prendendo in giro, quello non ero di certo io.
“ Scusa…avevo messo il silenzioso”
“ Ci avete fatto preoccupare, dovevate uscire per una birra e sono passate ore…dove sei?...Akito dov’è?”
“ E’ qui con me”
“ Passamelo, quell’idiota ha il telefono spento”
“ Ora è…”
Finalmente sembra riprendersi dal torpore e mi toglie il telefono dalle mani.
“ Fuka”
“ Stai bene?”
“ Sto bene”, disse in una smorfia, certe bugie le puoi dire solo attraverso una cornetta.
“ Va bene ciao”
“ Stanno venendo qui…vado a fare una doccia”
“ Okay”, mi alzo trascinandomelo dietro, vorrei potesse bastare cosi poco per aiutarlo, vorrei potesse bastare solo tendergli una mano, per metterlo in salvo.
 
 


 
Faccio male anche a un amico
che ogni sera è qui,
gli ho giurato di ascoltarlo,
ma tradisco lui e me
perché quando tu sei ferito non sai mai,

oh mai
se conviene più guarire

o affondare giù,
per sempre!

 
 
Dopo un infinità di balle pensate mentre rimettevo in sesto la sua casa, Hisae e Fuka si calmarono e decidemmo di finire quella maledetta serata davanti ad un film, ogni tanto lanciavo degli sguardi al mio amico, giaceva inerme sul divano, spento, svuotato, agli occhi degli altri sembrava solo molto interessato alla pellicola, ma io sapevo che in realtà, non stava minimamente prestando attenzione a quello che gli accadeva intorno, conoscevo quello sguardo, lo avevo visto ogni volta che lei non capiva, ogni volta che sceglieva un altro, ogni volta che il suo ottuso egoismo lo condannava ad affrontare la sua vita da solo, lo stesso sguardo lo avevo avuto anch’io per giorni, settimane, mesi da quando Lei mi aveva lasciato, allungai un braccio senza farmene accorgere e gli strinsi forte la mano, volevo confortarlo, volevo che capisse che gli sarei sempre stato vicino, che avrebbe avuto la mia spalla a sua disposizione in qualsiasi momento ne avesse avuto bisogno, lui lo aveva fatto con me, era ora di rendere il favore, continuò a guardare davanti a se, non una parola, ne uno sguardo, ma sentii chiaramente la sua mano tremante ricambiare la mia presa…
 
 
 
Amore mio come farò, a rassegnarmi a vivere
e proprio io che ti amo ti sto implorando
aiutami a distruggerti.
 
 

Nel momento esatto in cui sentii lo stridente suono delle ruote toccare il suolo, un enorme senso di disagio mi colpii in pieno, non volevo tornare, non volevo essere di nuovo qui, accarezzai piano il viso della donna che stava dormendo al mio fianco, sarebbe stata dura, tremendamente dura, ma avrei fatto di tutto pur di proteggerla dallo schifo che ci circondava, per due lunghissimi anni non avevamo fatto altro che nasconderci come delinquenti, soli, in una terra straniera che pian piano ci aveva accolti come figli, senza mai giudicarci, senza mai ripudiarci.
Per tutta la durata del volo cercai dentro di me la forza per affrontarla, lo slancio per difenderci dagli sguardi di quelli che una volta erano persone a noi care, pregai con tutte le mie forze che quei pochissimi giorni volassero in un secondo e senza troppi problemi.
La luce accecante di Tokyo ci colpii in pieno non appena uscimmo dal gate, immediatamente cercai la mano della donna che amavo, e lei mi sorrise, lo aveva sempre fatto, qualunque fosse il problema lei mi regalava un dolcissimo sorriso e tutto il marcio si ridimensionava fino a sparire, la amavo, dio se l’amavo, per mesi mi consumai nel dubbio, dubbio che per lei non fosse che un gioco, un passatempo per staccare da quella relazione cosi lunga, il tarlo della gelosia mi aveva messo in ginocchio cosi tante volte che ancora ora al solo pensiero, sento le gambe tremare, richiamai l’attenzione di un tassista che si affrettò a prendere le nostre valigie, era fatta, non potevo più tornare indietro.
Il traffico scorreva lento come sempre, e questo mi dava modo di osservare tutto quello che era cambiato da quando ce ne eravamo andati, mi chiedevo se anche loro, i miei amici, erano cambiati insieme alla città.
Tsu, Hisae, Fuka perfino Akito erano rimasti sempre i soliti?, facevano sempre la stessa vita?, andavano sempre nei soliti posti?, erano legati come allora?, e soprattutto, la domanda che mi tormentava da due lunghi anni, ci avevano perdonato?


“ Amore siamo arrivati”,  mi ridestai dai miei pensieri e potei constatare che il vecchio quartiere dove prima vivevo era rimasto sempre quello, curato nei miei particolari, ogni albero, ogni giardino, risultavano cosi dannatamente perfetti.
Bussai un paio di volte, per niente pronto ad affrontare quel momento.

“ Gomi”
“ Mamma”
“ Sei qui”, non un filo di felicità o commozione nella sua voce.
“ Sono qui”
“ Ciao Aya”
“ Salve signora Shinichi”
“ Entrate”
“ Come sta Satoshi?”
“ Meglio…qualche giorno e tornerà a casa”
“ Bene”, se stava bene perché sono qui?
“ Posate le valigie, vi preparo qualcosa da mangiare”
“ Preferirei andare prima da mio fratello” ero venuto per questo no?
“ Come vuoi”
Tornare nella mia vecchia camera fu una sensazione strana, quante volte mi ero addormentato soffocando la rabbia contro i cuscini, quante volte mi ero sdraiato tra quelle lenzuola al fianco della donna che sapevo di non amare, quante notti avevo stretto cosi forte i pugni per reprimere il senso di colpa verso il mio più vecchio amico, dovevo uscire immediatamente da li.
Decisi di andare a piedi, dovevo schiarirmi le idee e soprattutto scaricare tutta quella tensione che avevo provato tornando in quel maledetto posto.

 
 
 
Cinque giorni che ti ho perso,
mille lacrime cadute, ed io,
Inchiodato a te

tutto e ancora più di tutto
per cercare di scappare,
ho provato a disprezzarti

A tradirti a farmi male.
 
 
 
 
Quando lasciai l’ospedale faceva già buio, il silenzio regnava intorno a me, solo qualche rumore di clacson che riecheggiava da lontano mi faceva compagnia, se il rapporto con i miei genitori era difficile, quello con Satoshi era ancora peggio, lui era il figlio perfetto, il primo genito tanto desiderato che aveva sempre compiaciuto mamma e papà, sempre il primo della classe, un asso nello sport, laureato con il massimo dei voti, il pupillo degli insegnanti, lo disprezzavo con tutte le mie forze, qualunque cosa lui volesse fare gli riusciva alla grande, ed io, il piccolo e insignificante fratellino che non aveva mai primeggiato in niente, ero il disonore di tutti, l’unica obbiettivo che avevo desiderato ed ero riuscito ad ottenere era stata lei, ma questo non aveva fatto altro che aggiungere un ulteriore onta alla mia famiglia, sbuffai, mi mancava terribilmente Boston, il nostro piccolo appartamento pieno di fiori e di luce, mi mancava perfino girovagare tra i caotici vicoli di quella città senza sentire l’ombra del fallimento sempre con me, nessuno mi conosceva, ne conosceva il mio passato, ero solo lo scanzonato e estroverso ragazzo Giapponese che era andato via di casa per trovare la sua strada, nessuna pressione per cercare di compiacere qualcuno che non aveva mai voluto vedere il mio valore, nessuno sguardo di commiserazione per il povero fallito che ero sempre stato, li ero solo Gomi, qui ero Gomi il traditore, Gomi il perdente.
Iniziai a prendere a calci pezzetti di asfalto che si erano staccati dal suolo, finché il suono del telefono mi ridestò da quel flusso dannato di pensieri, “ Amore dove sei?”, il mio cuore si scaldò immediatamente e realizzai che infondo non mi importava di essere il ragazzo giusto, giusto per la mia famiglia, giusto per la società, giusto per i miei ex migliori amici, al diavolo ogni cosa, avevo lei, il resto, non contava.

 
 
Perchè quando tu stai annegando non sai mai
oh mai
se conviene farsi forza
o lasciarsi andare giù
nel mare
amore mio come farò a rassegnarmi a vivere
e proprio io che ti amo ti sto implorando
aiutami a distruggerti.

 
 
 
 
 
< Sto tornando da te > strinsi forte il cuscino a me, era stupido lo so, ma ogni volta era cosi, il mio cuore perdeva un battito a sentire quelle parole che potevano sembrare banali, ma per me, per noi, non lo erano per niente, avevamo lottato e sofferto cosi al lungo per poter vivere il nostro amore, per poter essere liberi di dirci queste parole alla luce del sole, tornare a casa era stato difficile, sperai e pregai per giorni di ricevere una chiamata che avrebbe annullato il nostro rientro, mi mancava la mia famiglia, mi mancava la mia città natia, ma ormai Boston era la mia città, Gomi, era la mia famiglia, tutti si erano opposti alla nostra partenza, nessuno ci aveva appoggiati, i miei genitori non mi parlarono per settimane, eravamo solo due ragazzini lasciati in balia del mondo, eravamo stati buttati fuori con prepotenza dal caldo grembo dei nostri affetti come figli non desiderati.
I primi mesi in America furono duri, terribilmente duri, quante notti lo osservavo dormire chiedendomi se il nostro amore era davvero cosi orribile, da meritarci tutto questo, eravamo dei traditori è vero, eravamo dei bugiardi, ma infondo eravamo solo poco più che adolescenti innamorati, Sana fu l’unica che ci aiutò, lei era l’unica che aveva compreso, forse perché sperava infondo al suo cuore che se noi c’è l’avessimo fatta, ci sarebbe stata speranza anche per lei, per loro…
Guardai per l’ennesima volta il grande orologio appeso al muro, ci stava mettendo una vita a tornare, sbuffai, mi sentivo tremendamente a disagio a stare qui, non riuscivo a tollerare gli sguardi di sufficienza di suo padre, non sopportavo le occhiatacce di sua madre, scesi velocemente le scale, acchiappai un maglione e uscii, forse era buona educazione avvisare, ma non mi importava, volevo solo andarmene da li, gli sarei andata incontro, sperai di trovarlo presto, volevo solo farmi stringere tra quelle braccia forti che erano sempre state la mia scialuppa di salvataggio.
Illuminata dalla luce della luna Tokyo mi sembrò più bella che mai, bella e maledetta, come noi due, come il nostro amore, persa a guardare il cielo pieno di stelle mi resi conto troppo tardi di dov’ero andata a finire, erano passati due anni, eppure non appena mi ci ritrovai davanti, non mi sembrò che fossero passati nemmeno due minuti, casa sua, casa Hayama, feci velocemente dietro front, le luci erano ancora accese nonostante fosse quasi mezzanotte, non potevo rischiare che mi vedesse, non potevo rischiare che sapesse del mio ritorno, lo avrebbe sicuramente detto a lui, Tsu…inevitabilmente il suo sguardo distrutto e tradito mi si ripresentò prepotente davanti, lui mi aveva regalato il suo cuore e io, lo avevo distrutto, ero un ipocrita ma la realtà è che mi mancava, mi mancava il mio dolce Tsu, lo avevo tradito, umiliato, e ferito ma volevo sapere come stava, se mi aveva dimenticato, e se soprattutto fosse felice, veramente felice…

 

 
Se un giorno tornerò nei tuoi pensieri
mi dici tu chi ti perdonerà
di esserti dimenticata ieri
quando bastava stringersi di più
parlare un po'…
 

 

< A…Aya?>
Mi paralizzai sul posto, restai immobile dando le spalle al mio interlocutore, alla fine che senso avrebbe avuto voltarsi?, sapevo bene chi fosse, avrei riconosciuto la sua voce tra mille, il suo profumo era sempre lo stesso, una folata di vento lo aveva librato nell’aria.
Nessuno dei due disse una parola per un tempo che mi sembrò infinito, una lacrima testarda e insolente scivolò sulla mia guancia posandosi sulle mie labbra, le stesse labbra che lui catturò prima di chiunque altro, le stesse labbra che si erano incurvate in un infinità di sorrisi rivolti a lui, e a lui soltanto, le stesse labbra che avevano saggiato ogni centimetro del suo corpo la notte in cui feci l’amore per la prima volta, le stesse labbra che sentenziarono la fine, la nostra fine…


“ Tsu”.

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Capitolo 19
*** YOU COMPLETE MY FATE ***


Eccoci qua cari amici, la fine è giunta!
Non voglio annoiarvi con infiniti preamboli ( anche perché sono le tre del mattino e pur di rispettare una volta tanto una promessa sto finendo di scrivere il capitolo adesso),  nonostante questo, prima di chiudere definitivamente questa storia, vorrei dirvi GRAZIE!, mi piacerebbe poter abbracciare ognuno di voi e cercare di  farvi capire quanto la vostra presenza sia stata FONDAMENTALE in questa incasinata avventura….dolci e meravigliose cucciole come Lolimik ( tu sei mia croce e delizia lo sai bene, ma ti adoro proprio per questo), Francy93,  Reginadeisogni ( saretta ti sto ancora aspettando, DEVI tornare presto su questi schermi), Tiziana27, LaSayuri10, Mariafrancesca, Locra, Kodocha, AlessiaAle1, terry001, LoveKodocha,  Love_Sana_Akito,  princesss, RossanaeHeric, Kategirl90 e molte molte altre sono state una manna dal cielo per me, non ci sono parole per tutte voi! <3
Tanti non capiranno cosa ha significato per me scrivere questa storia e quanti e quali stati d’animo mi hanno accompagnato ad ogni capitolo che, inconsapevolmente, si è mischiato con la mia vita, sono cresciuta con voi e insieme a voi voglio continuare a scrivere, creare, sperimentare!
Non sarà un addio, non potrei, infondo qualcuno una volta ha detto < Da qualche parte nel mondo, Kodocha non finirà mai >  e di questo, miei cari…ne sono certa anch’io! =)
Ci rivedremo…è una promessa!
Vi auguro uno splendido nuovo anno, Vi voglio un sacco di bene!
LallyQueen
Alice <3









 
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
È così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

( Venti poesie d’amore e una canzone disperata )








“ Tsu”, il mio nome sulle sue labbra.
Non riesco a muovere nemmeno un muscolo, il mio cuore batte cosi forte che lo sento nelle orecchie, ti odio!, odio quello che mi fai provare, odio quel tuo sorriso rammaricato, odio quegli occhi dolci e preoccupati che non smettono di fissarmi, ti odio, ti odio cosi tanto.
“ Che ci fai qui?”, Perché sei tornata?, perché ti prendi ancora gioco di me tornando a scombinare la mia vita?
“Problemi famigliari”
“ Capisco”
Involontariamente il mio corpo si avvicina di più a lei, occhi negli occhi, la vedo tremare, mi fermo a pochi passi da lei, sento il suo respiro.
“ Co…come stai?”, una smorfia le dipinge il volto mordendosi con forza il labbro, che domanda del cazzo, deve averlo capito pure lei, mi hai lasciato, tradito, ferito e umiliato, per colpa tua non credo più in niente, per colpa tua sono diventato il fantasma di me stesso, come diavolo dovrei stare?
“ Bene”, mento, di nuovo, lo avevo fatto cosi tante volte in quegli ultimi due anni che ero diventato spaventosamente abile a dire bugie e lei, non meritava la verità.
“ Mi fa piacere”
“ Immagino”
“ E’ la verità, ho sempre voluto il tuo bene anche se…non mi crederai”
“ E’ cosi infatti…non ti credo”, come potevo farlo?, come potevo credere che la donna che avevo amato più di me stesso e che mi aveva abbandonato potesse desiderare il mio bene.
“ Eri da Akito?”, sempre abile nel ribaltare le cose vero Aya?
“ Si”
“ Come se la passa?”, uno schifo per colpa della tua amichetta.
“ Se la cava”
“ E’ sempre stato un tipo tosto e”
“ Sul serio Aya?, sei qui per parlare di Akito?”
“ No”
“ Me lo auguro altrimenti puoi andartene” al diavolo, “ anzi…che ci fai qui?”
“ Te l’ho già detto”
“ Non qui a Tokyo”, non poteva essere un caso, casa sua si trovava dalla parte opposta della città a meno che…
“ Oh”, casa di Gomi.
“ Satoshi ha avuto un incidente, sono…siamo qui per questo”, idiota mille volte, lei non era qui per me, non era tornata a causa mia, era stata solo una fottuta coincidenza, passava da qui per andare da lui.
“ Capisco…devo andare, stammi bene Aya”, affretto il passo lasciandomela alle spalle, dovevo farlo, dovevo dimenticarla, lei aveva scelto un altro e continuava a farlo, niente, assolutamente niente era cambiato.
“ Tsu…mi dispiace” nonostante non possa vederla in faccia, la voce tradisce il pianto, vigliacca vorrei urlare, non hai diritto di piangere, non dopo quello che hai fatto, non dopo quello che ci hai fatto,“ dovevi pensarci prima…ora è tardi”.
“ Lo so” sento i suoi passi alle mie spalle, non ti avvicinare, non lo fare “ credi che non lo sappia?…ti ho causato un dolore immenso”, la sua mano sfiora la mia, e per quanto odi ammetterlo, per quanto vorrei che tutto questo non fosse reale il suo tocco mi fa sentire di nuovo a casa, vattene ti prego.
“ Allora siamo apposto…tu lo sai, io lo so”, sussulta, che c’è? Il vecchio e bravo Tsu non ti avrebbe mai risposto cosi vero? ultime notizie sono cambiato, ed è sola colpa tua, tua e del tuo egoismo.
“ Io..”
“ Che vuoi Aya?, vuoi il mio perdono?, vuoi che ti dica che va tutto bene?, che non provo rancore?....cosa diavolo vuoi da me?” la spingo lontano affinché la presa delle nostri mani si sciolga.
“ Hai ragione…non posso pretendere niente, perdonami”
“ Già non puoi”
“ Tra qualche giorno tornerò a Boston”
“ Buon viaggio”
“ Non farlo ti prego…non trattarmi come un estranea, una fastidiosa sconosciuta”
“ Lo sei”
“ Tsu”
“ Sei un estranea, una maledetta sconosciuta, perché la Aya che conoscevo, la mia Aya, non mi avrebbe mai fatto cosi tanto male”
“ NON PUOI ODIARMI PER SEMPRE,NON PUOI”, le sue parole urlate si perdono nel vento insieme a tutte le promesse che ci eravamo fatti.
“ Posso eccome”, lo avrei fatto per tutta la vita se questo fosse servito a dimenticarti.
“ Ti prego…Tsu”, e nuove lacrime invadono il suo viso, non piangere maledizione.
“ Vattene”, e il mio tono si trasforma in supplichevole, non potevo reggere un minuto di più quella ridicola pantomima.
“ Dimmi la verità…avresti preferito che ti mentissi ancora?”, lo avrei preferito?, non lo so nemmeno io.
“ Avrei preferito che non ti fossi scopata uno dei miei migliori amici”
“ Io lo amavo...io…lo amo”, sento il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, dannato!, che io sia dannato per aver aperto quel maledetto discorso, lo amava, è innamorata di lui, e io?, che altro potevo fare davanti a quella verità più grande di me, più grande di noi?, nulla.
“ Tsu?”, il suono della sua voce mi riporta alla realtà, una realtà dove io e la donna che un tempo era stata solo mia, urlavamo rinfacciandoci ogni cosa in piena notte, in un quartiere deserto.
“ Akito”, quando finalmente trovo la forza necessaria per girarmi, la scena risulta quasi divertente, lui, Hisae e Fuka con gli occhi sbarrati, che saettano da me a lei.
“ Tu…che cazzo ci fai qui?, vattene”, oh Hisae…quanto avevi sofferto anche tu per colpa sua.
“ Ero..”
“ Non mi interessa, vattene!, stai lontano da lui, stai lontana da noi”
“ Me ne vado”.
“ Aya!”, tutto gli occhi puntarono subito ad Akito.
“ Perché sei qui?”, stupito lo fisso, il suo tono è cosi…dolce.
“ E’ stato un errore”, un errore?
“ Volevi vedere Tsu?”, che stai facendo?
“ Io…beh…si, lo speravo”
“ allora parla…nessuno ti interromperà…te lo prometto”
La sento sospirare cercando la forza, o forse il coraggio per parlare, quel coraggio che era sempre mancato a tutti noi.
“ Volevo solo che sapeste che mi dispiace, so che quello che abbia fatto è orribile, vi abbiamo mentito, ma io…non potevo più, non potevo più farlo…Tsu?, Hisae?, so che non mi crederete mai ma… farvi soffrire era l’ultima cosa che volevo…che volevamo, spero che un giorno possiate trovare dentro di voi la forza necessaria per perdonarci, o almeno la forza di capire...”
“ Che faccia to”
“ Okay”
“ Tsu?”
“ Non posso dirti che questo succederà molto presto, la ferita è ancora troppo fresca, due anni non sono abbastanza…ma ti prometto che lo farò…un giorno ti perdonerò”, realizzai in quel momento che era il momento di lasciare andare tutto, il disprezzo, la rabbia, non sarebbe cambiato niente, lei non mi amava più, certo, mi aveva lasciato nel più meschino dei modi, ma conoscevo bene le ragioni del cuore, e a quali e quanti danni potevano causare, sorrisi, sentendo dopo due lunghi anni il cuore più leggero, sarei guarito, ora lo sapevo.
“ Ti ho odiato con tutto me stesso, ho creato uno scudo contro il mondo per proteggermi, ho permesso al risentimento di trasformarmi in quello che non sono, ora so che questo non avrebbe cambiato le cose, tu non mi avresti amato lo stesso, tu non saresti comunque rimasta con me, per cui…vai, sei libera!”
“ Tsu ma cosa?”
“ Hisae…basta!...è ora di smetterla di farci del male”
“ Hai ragione…”, un sorriso spontaneo nasce sul mio viso, non ti preoccupare amica mia, troveremo il modo di rialzarci, insieme.
Per ultima volta, e ora ne ero sicuro, osservo il suo volto, i suoi grandi occhi castani pieni di lacrime. “ Starò bene Aya…non ti preoccupare più, una parte di me non ti perdonerà mai per quello che mi hai fatto, come potrei, mi hai tradito!, ma capisco, ora capisco che quello che hai fatto, è stato per amore, forse, a parti inverse avrei commesso anch’io lo stesso errore…”
“ Tsu”
“ No Aya…va bene cosi, ora ti prego di andartene…si felice”
“ Anche tu...ciao Tsu”.
Immediatamente sento il calore dell’abbraccio di Hisae, la stretta calda e decisa di Fuka che stringe la mia mano, la mano forte e comprensiva di Akito sulla mia spalla, vi prometto che da domani ricomincerò, da domani passo dopo passo tornerò a costruire il mio futuro, ma per stanotte, per quest’ultima notte ho ancora bisogno di guardarmi indietro, la seguo con lo sguardo fino a quando il suo corpo non scompare nella notte, c’è la farò…anche senza di te.
“ Addio Aya”.





 
Non ci credevo, ho detto: "è lei o no?"
tra tanti amici non ti aspettavo qui
solita sera e la solita tribù
tu che mi dici: "stai sempre con i tuoi?"
e ti accompagnava, un emozione forte
e ti accompagnava ancora, la solita canzone…




Non sapevo esattamente cosa mi fosse preso, non sapevo perché avevo abbandonato i miei amici inseguendo di nuovo una bugiarda, che io sia maledetto un milione di volte, ma era stato più forte di me, dovevo capire, io dovevo…
Accidenti ma dove cavolo si era andata a cacciare?, possibile che fosse diventata cosi veloce?, non potevo permettere che andasse via cosi…
Girai a vuoto un paio di volte nel quartiere rassegnato al fatto che si fosse volatilizzata o che forse, era semplicemente tornata da lui, ancora…
Presi a calci un bidone imprecando contro il destino che non smetteva nemmeno per un secondo di prendersi gioco di me, l’avevo persa…
“ Akito?”, sorrido, forse non era tardi, se ne stava seduta in una panchina del parco, quel parco, il nostro parco.
“ Ti ho cercato dappertutto…corri veloce”
“ Ero qui…sai?, mi è sempre piaciuto questo posto”
“ E’ un bel posto”, merda!, sorride, infondo lo sapeva bene anche lei.
“ Posso farti una domanda?”
“ Dimmi”
“ Perché sei qui Akito?”
“ Ti volevo parlare…tu come stai?”
“ Non lo so”
“ E perché?”
“ Non lo so Akito”, lo dice ridendo, ridendo di gusto, mah, è tutta matta.
“ Posso fartela io una domanda?”
“ Certo”
“ Ti sei mai pentita?”, con la scarpa inizio a disegnare immaginari cerchi sull’asfalto, non avevo il coraggio di farle quella domanda guardandola in faccia.
“ No Akito”
“ Davvero?”
“ Si…se potessi tornare indietro lo farei in modo diverso, sarei meno egoista, più coraggiosa, ma non sarebbero cambiate le cose, avrei sempre intrapreso quella strada, avrei sempre scelto l’amore, quindi no…non mi sono mai pentita”
“ E tu?...ti sei mai pentito?”
“ Mai”, era l’unica sicurezza che avevo.
I nostri occhi si incontrano, e un sorriso dolcissimo le dipinge il viso.
“ Posso abbracciarti Akito?”
La stringo forte, sentendo il suo profumo invadere le mie narici.
“ Sei forte Akito…più di quanto immagini”
“ Si…forse”
“ Ora devo proprio andare”
Immobile la osservo andare via da quel posto che aveva rappresentato tutte le tappe più felici della mia vita.
“ Se non ti sei mai pentito…perché sei ancora qui?”
“ Come?”
“ Ora ne hai prova Akito”
“ Non capisco”
“ Oh io credo di si invece…le persone prima o poi vanno avanti”
“ Non tutte”, io non lo avevo fatto.
“ E’ diverso…tu non lo fai perché non hai quello che vuoi…o sbaglio?”
“……” no, non sbagliava dannazione.
“ Quindi?”
“ Quindi cosa?”
“ Perché sei ancora qui?...Va da lei”
“ Io”
“ Stammi bene Akito”.
“ Anche tu…Aya”.





 
Tra tanti amici che sono anche i tuoi
guardali bene, non cambieranno mai
saluti e baci, poi, prendi e te ne vai
Si forse è meglio, cosi non mi vedrai
piangere poi ridere, poi, prenderti un po' in giro
fingere davanti a tutti, di aver dimenticato…





Stretta tra le braccia dei miei amici, un senso di malinconia mi avvolse, vederla li era stato strano, un tempo eravamo un gruppo affiatato, certo eravamo strani, ma eravamo belli per quello, credevo che la nostra amicizia sarebbe durata per sempre, resistendo con forza al tempo e alle sfide della vita, ma poi bastò una parola, un semplice non posso sussurrato con paura, e tutte le mie certezze crollarono, non eravamo più quelli di un tempo, e non lo saremmo più stati, Aya e Tsu non furono più l’eterna coppietta tutta zucchero e miele, Hisae e Gomi non erano più la strana coppia allegra e scanzonata, eravamo diventati l’ombra di noi stessi, divisi da un muro insormontabile fatto di bugie e rancori, invidiavo Tsu, la sua forza nel lasciarla andare mi aveva spiazzato, io che in lui avevo sempre visto un ragazzo buono ma senza carattere, non era di certo come lui, Akito…il mio Akito, era sempre stato uno tosto, un duro, un combattente, per quanto tempo lo avevo odiato?, per quanto tempo lo avevo disprezzato per avermi rovinato la vita?, il demone dei baci, poi tutto cambiò, pian piano, giorno dopo giorno capii che era in realtà un uomo leale, un grande amico, e finii per innamorarmene, inevitabilmente, irrimediabilmente, avevo lottato tanto, forse troppo per averlo, e anche se sulla carta ci ero riuscita, nel mio cuore e soprattutto nel suo, sapevo che avevo sempre fallito, non era mio, e mai lo sarebbe stato, stupida!, stupida mille volte, in tutti quegli anni avevo respinto con forza la realtà, la palese e schiacciante verità, non era me che amava, non era me che voleva, lui aveva sempre voluto un'altra…Sana.
Negli ultimi due anni le cose erano cambiate, erano cambiate davvero, l’ultima notte di quella maledetta vacanza, le sue braccia mi avevano stretta forte, le sue labbra mi aveva implorato con forza di ricominciare, e io avevo ceduto, sapevo che non sarebbe servito, che non avrei dovuto permettere al mio cuore di crederci ancora, ma lo avevo fatto!, Quante notti stretta a lui, pregavo che si innamorasse di me, quante volte lo accarezzavo piano sperando che mi guardasse come guardava lei.
Vivevo in una bugia, un enorme bugia fatta di finti sorrisi, di gesti studiati, di parole bellissime ma dette senza convinzione, non lo odiavo per questo, sapevo che era il suo modo di rimanere a galla, di non sprofondare in quel mare scarlatto che lo aveva irrimediabilmente travolto.
Vederlo seguire Aya era solo stata l’ennesima prova, lui voleva sapere di Lei, voleva sapere quanto dura sarebbe stato spezzare un cuore, gli avrei voluto urlare che non c’era bisogno, già lo sapevo, ci convivevo da anni con quella certezza, io lo amavo, lui amava lei, dovevo lasciarlo, chiudere definitivamente quel capitolo malato e contorto della mia vita e andare finalmente avanti, sperando di trovare un po’ di pace, ma non ci riuscivo, la mia testa sapeva bene cosa era giusto, ma il cuore, il mio stupidissimo cuore continuava a crederci , ero forse l’unica donna che amava un uomo ben cosciente di non essere ricambiata?, sperai di no.
“ E’ andata via”, la sua voce.
“ Perdonami Tsu, io dovevo”
“ Non importa Akito”, anche lui sapeva, come tutti, “ Ora è meglio che vada”
Li osservo abbracciarsi rendendomi conto che infondo non erano poi cosi diversi, entrambi feriti, entrambi abbandonati dalle donne che amano.
“ Ciao Fuka”
“ Ciao Tsu”
“ Vado anch’io…ti chiamo domani”, quelle semplici parole mi rasserenano, comunque vada loro sarebbero rimasti.
“ Okay His….Grazie”
“ Per cosa?” per essere mia amica, per essere l’unica che mi consolerà d’ora in poi .
“ Niente”.
Alzo la mano per salutarli, guardandoli andare via, consapevole che da domani tutto sarebbe stato diverso, anche per me.
“ Andiamo a dormire?”, perdonami mio unico amore, devo farlo.
“ Basta Akito…smettiamola di prenderci in giro”, sussulta, fa più male a me, credimi…
“ Che stai dicendo Fuka?”
“ La verità…dobbiamo avere il coraggio Akito”
“ Il coraggio?, il coraggio per cosa?” non guardami cosi, ti prego.
“ Per lasciarci”, non piangere Fuka, non lo fare! “ E’ inutile continuare a mentire a noi stessi, tu….non mi ami”
“ Io…”
“ Non mentirmi…non questa volta”
“…………”
“ Ci ho provato Akito, ci ho provato cosi tanto, ma non funziona, non hai mai funzionato, tu non mi ami, hai sempre amato…lei”
“ Fuka non”
Mi avvicino beandomi del calore della sua pelle, traccio con la mano ogni singolo millimetro di quel viso perfetto sapendo che sarà l’ultima volta, soffoco una lacrima sulle labbra, che stringo forte.
“E’ una chimera Akito,  il nostro rapporto, tutto quello che eravamo, che siamo, non è la realtà…tu ci hai messo tanto impegno lo so, non è colpa di nessuno, Io ti amo…ed è per questo che devo…lasciarti andare” soffoco ogni sua parola con un bacio, costringendomi ad aprire la bocca per strapparmi un bacio fin troppo coinvolgente, dopo un tempo che mi sembra infinito lo allontano da me, alla fine aveva ragione Tsu, era il tempo della pace.
“ Mi dispiace tanto”
“ Lo so”, gli sorrido tra le lacrime che ora non mi importa più di nascondere, “ L’ho sempre saputo Akito”.
“ Tu…promettimi che”
“ Te lo prometto”, starò bene, ti dimenticherò, sarò felice.
“ Akito?”
“ Dimmi”
“ Una volta ti ho detto che per un cuore ferito non c’è prescrizione, te lo ricordi? ”
“ Si…me lo ricordo”
“ Sai io ora penso che…esista una prescrizione…quindi forse anche io c’è la farò, e anche tu…”1
Corsi via, lasciandomi tutto alle spalle, sperando che il mio passo fosse più veloce del dolore, rabbrividii per il freddo che rendeva gelate le mie lacrime, desiderando ardentemente che quella lunghissima notte finisse alla svelta e che tornasse presto il sole.

 



Ma quanto tempo e ancora, ti fai sentire dentro
quanto tempo e ancora, rimbalzi tra i miei sensi
quanto tempo e ancora, ti metti sempre al centro
quanto tempo e ancora, ancora tu l'amore.





Batto nervosamente le dita sul tavolo, se mia madre fosse qui, mi urlerebbe di smetterla immediatamente con quel dannato vizio Nao era sparito, erano passate ore dal mio ultimo messaggio e ancora non si era degnato di rispondere, è tutto il giorno che ho una stranissima sensazione addosso, quel viaggio a New York, la telefonata di suo padre mi avevano messo in allerta, avevo vagato per la città controllando ossessivamente il telefono, ipocrita, una maledetta ipocrita!, mi preoccupavo per Nao quando fino a poche ore fa ero con Akito, sapevo di sbagliare, ne ero ben consapevole, ma quegli occhi, davanti a quei bellissimi occhi non potevo dire no, rincontrarlo dopo due anni era stato come riemergere da una lunghissima apnea, tutto il mio corpo aveva respirato di nuovo, e quando sei a corto di ossigeno, qual è l’unica soluzione?, cercarne ancora, lui per me era cosi, lo era sempre stato, la mia fonte di vita, il motore che muoveva la mia intera esistenza, potevo provarci, potevo combattere, convincermi fino allo sfinito che era uno sbaglio, un dannato errore, ma non ci riuscivo, lo amo, lo avevo sempre amato, da quando eravamo solo due bambini diametralmente opposti, io lo amavo già allora, crescendo al suo fianco capii che sarei sempre stata condannata, firmai quel contratto di sangue nel momento in cui le sue labbra al sapore di limone si posarono sulle mie, negai con forza, per anni, spaventata a morte da quello che lui, e solo lui mi faceva provare, era come una droga, dopo la mia partenza per New York, il giorno in cui Nao mi confessò di nuovo i suoi sentimenti mi lanciai, più per disperazione che per vero sentimento, avevo il cuore spezzato, lui aveva scelto un'altra, me lo aveva urlato in silenzio stringendo la sua mano in aeroporto, e quella fu la spinta per riprovare a rialzarmi, per ricominciare a vivere, e ci avevo provato, ci avevo provato con tutte le mie forze, per molto tempo pensai pure di esserci riuscita, andavo avanti sorridendo come sempre, sorridevo davanti ai miei amici, davanti a Nao, davanti a lui, sorridevo anche se continuava a stringere la sua mano, ma poi tutto cambiò, il filo che ci univa ci strattonò con forza al punto di partenza, ed erano di nuovo le sue mani, le sue labbra dolci e un po’ aspre, il suo corpo caldo stretto al mio, i suoi gemiti che soffocava tra i miei capelli nelle infinite volte che avevamo fatto l’amore, colpevoli, ma felici, di nuovo…insieme.
Osservai per la centesima volta il telefono, niente, lo lanciai lontano da me spinta da un irrefrenabile voglia di chiamarlo, avevo bisogno di sentirmi amata, di essere coccolata e protetta, e Nao era sempre stato bravo in questo, mi odiavo profondamente continuavo a mentirgli, continuavo a nutrire le sue speranze, ricambiando ogni bacio, ogni carezza, ogni sorriso, desiderando ardentemente di essere capace un giorno di essere degna di stare al suo fianco.
Lascialo, vieni via con me, stai con me, inconsapevolmente i due uomini più importanti della mia vita mi chiedevano la stessa cosa, sperando che decidessi di dimenticare uno dei due, ma non ci riuscivo, Akito era senza ombra di dubbio l’uomo che amavo, lo amavo con ogni fibra del mio corpo, lo amavo cosi tanto che mi consumavo al solo pensiero, ciononostante non riuscivo a lasciare Nao, farlo, significava rinunciare ad un pezzo di me, come farmi amputare un braccio o una gamba, i suoi dolcissimi occhi azzurri mi regalavano una pace immensa, con lui era tutto facile, non c’erano drammi, ne gelosie, con lui non dovevo sacrificare la mia carriera, ne le mie amicizie, restando al suo fianco potevo essere ancora la vecchia Sana amata da tutti, se avessi scelto Akito sapevo che sarei stata felice, dannatamente felice, nonostante i suoi innumerevoli silenzi, sarebbe stata la miglior spalla su cui potermi appoggiare sempre, ma stare con lui significava rinunciare a tanto, forse a troppo.
Mi ritrovai per l’ennesima volta divisa in due, Nao era un bellissimo cielo terso d’estate, una di quelle giornate senza nuvole che ti fanno solo venir voglia di vivere e di ridere tanto, prendere un gelato in spiaggia e cantare a squarciagola fino all’alba con il finestrino abbassato, Akito era fuoco, bruciante e devastante fuoco, di quello che ti porta a  strapparti la pelle di dosso, lui mi smuoveva ogni sentimento più brutale, la gelosia, l’ossessione, la passione, le emozioni più perverse, che però ti fanno sentire vivo, dannatamente vivo.
Erano l’uno la nemesi dell’altro, lo vedevo anche nelle più piccole cose, stare con Nao rappresentava la dolcezza, ogni suo bacio, ogni sua carezza, ogni volta che facevamo l’amore mi trasmetteva tutti i sentimenti più teneri, nel suo sguardo potevo leggere solo amore e devozione, era un amante delicato e attento, dall’altra parte stare con Akito era devastante, il suo corpo era calore, elettricità, potente chimica, ogni suo contatto mi scottava come lava incandescente, potevamo amarci in ogni posto, in qualche momento del giorno e della notte, ed era sempre cosi.
Rinunciare a lui sarebbe stato mille volte più facile, se solo ci fossi riuscita…
La stanza inizia a illuminarsi a intermittenza, afferro immediatamente il telefono ed è lui, Nao…
“ Hey”
“ Scusami Amore…ti ho fatto preoccupare?”, eccola qui…la mia bellissima estate.
“ Un po’…dov’eri finito?”
“ Mi sono protratto più del previsto con mio padre”
“ Non importa, la cosa importante è che va tutto bene”
“ Si…”
“ Allora…che voleva tuo padre?”
“ Mi ha…anzi ci ha, proposto un nuovo lavoro”
“ Un lavoro?”, forse era quello il segnale che aspettavo?.
“ Un contratto per un nuovo film, tournée teatrali, premier, insomma un progetto enorme”
“ Wow è…grandioso”
“ Già”
“ Hai accettato?”
“ Non ancora, ma lo farò…tu? Che vuoi fare?”, perché me lo chiedeva? Era chiaro che volessi andarmene subito da Tokyo.
“ Vengo con te no?”, non era ovvio?
“ Ne sei sicura?”
“ Certo…perché non dovrei?”
“ Akito per esempio”, un senso di panico mi colpisce in pieno, che cosa significava?, che lui sapesse?, no è impossibile.
“ Che stai?”
“ Sana…non devo accettare se non vuoi”
“ Ma io voglio”, almeno credo.
“ No che non vuoi…tu vuoi solo scappare, come hai sempre fatto, non ti biasimo per questo, la fuga è sempre un alternativa allettante”
“ Nao che stai”
“ La verità Sana…tu non vuoi partire davvero, vuoi solo nasconderti il più lontano possibile dalla realtà”
“……….” Che avesse ragione?, cazzo se l’aveva.
“ La recitazione, questa vita, non è quello che vuoi veramente, o almeno non è la cosa più importante…ti conosco Sana, hai finito il liceo nonostante potessi studiare a casa, hai fatto domanda per il collage quando sapevi bene che il tuo talento ti avrebbe dato un futuro, hai scelto me…quando potevi scegliere lui”, oh mio dio, lui sapeva, sapeva tutto.
“ Nao io”
“ Non devi giustificarti con me, l’ho sempre saputo, tu hai scelto me perché era più facile cosi…stare insieme è sempre stato semplice, sulla carta siamo perfetti noi due, talentuosi, intraprendenti, anime affini, ma non basta Sana, non è sufficiente per continuare…una volta forse, ora non più”
“ Mi stai lasciando Nao”, lo sento sospirare forte.
“ Si”
“ Per…perché?”
“ Sai perfettamente perché”, Akito…“ dimmi solo una cosa…se lui…se lui ti chiedesse di restare tu che faresti?”
Oh Nao, quanto vorrei poterti dire che non cambierebbe nulla che se lui venisse a supplicarmi di restare io sceglierei te, ma non posso…
“ Lo immaginavo”, stringo con forza gli occhi per impedire alle lacrime di scendere, mi dispiace cosi tanto, quanto vorrei essere degna di te.
“ Resterò a New York, chiamerò Maeda2 e gli dirò di raggiungermi qui, firmerò il contratto con mio padre e realizzerò il mio sogno…tu dovresti fare lo stesso”
“ Naozumi”
“ Non devi dire niente Sana, ci siamo voluti bene, e siamo stati felici, ma è tempo di crescere e affrontare la realtà, e la realtà è che tu ami lui e non me”
Vorrei poter dire qualcosa, qualunque cosa, ma so che le mie parole non servirebbero, infondo aveva ragione, era tempo di crescere e io dovevo smetterla di fare la bambina.
“ Perdonami”
“ Non devo perdonarti di niente, sarai sempre molto importante per me, lasciarti è la cosa più difficile che abbia mai fatto e ti chiedo scusa se lo sto facendo attraverso un telefono”, questo sei tu Nao, cosi maledettamente splendido “ ma non potrei farcela se ti avessi qui…non provo alcun rancore, ho solo bisogno di farmela passare lontano da te, spero tu possa comprendere”
“ Certo…tu sei”
“ Lo so, lo so”, sorride ironico “ ora non ho bisogno di sentirmi elogiare da te…adesso è meglio che vada”
“ Nao aspetta”, non potevo lasciarlo andare cosi.
“ Sana ti prego…un giorno non troppo lontano, ci rivedremo ancora, fino ad allora ti prego di non cercarmi più”, come potevo farlo?, non riuscivo a lasciare andare anche lui.
“ Come farò…io”
“ Non temere piccola mia….ti troverò io quando avrai bisogno di me…contaci”
“ L’ho sempre fatto”.
“ Ciao Sana”, addio mio dolcissimo Naozumi.
“ Ciao Nao”.





AEROPORTO INTERNAZIONALE HANEDA, TOKYO.
TRE GIORNI DOPO….




Spinsi con forza l’enorme portone d’ingresso, l’ultimo ostacolo fisico era stato abbattuto, mi fermai un attimo, dovevo riprendere fiato e soprattutto dovevo capire dove diavolo sarei dovuto andare, respirai affondo appoggiando le mani sulle ginocchia per permettere al sangue di defluire in tutto il corpo e dare al mio cervello la possibilità di rimettersi in moto.
Partenze, dovevo trovare il check- in, iniziai a scorrere con lo sguardo ogni nome, ogni città, tirai fuori di nuovo il cellulare per controllare < Aeroporto Haneda…ore 18e30, Corri…Aya>
Non ci avevo pensato un secondo di più, da quando Fuka mi aveva lasciato avevo passato i successivi tre giorni chiuso nella mia stanza, se non fosse stato per Tsu non mi sarei nemmeno preoccupato di mangiare, due volte al giorno passava a casa, sospirava in silenzio e si metteva a cucinare e pulire, un giorno lo avrei ringraziato come meritava, stavo quasi per convincermi a uscire per una birra quando lo sentii salire di corsa per le scale, lanciarmi addosso una felpa e urlare di darmi una mossa, lo guardai confuso, poteva aspettare altri cinque minuti per uscire, non capendo le sue parole mi passò il mio cellulare.
Aeroporto, diciotto e trenta…significava solo una cosa, Sana se ne stava andando, di nuovo.
“ Vai”
Scattai come una molla fuori di casa, corsi come un pazzo per le strade affollate, dovevo arrivare in tempo, dovevo farcela.
Finalmente trovai il gate, nella folla intercettai Gomi, leggeva distratto una rivista mentre aspettava il suo turno, Aya al suo fianco si guardava intorno ansiosa, superato un gruppo di ragazzini dall’aria smarrita, la vidi…i suoi occhi erano tristi, privi di luce, la stessa luce che mi aveva guidato dal primo giorno in cui l’avevo incontrata, indossava delle grosse cuffie e il suo volto era nascosto da un cappuccio, probabilmente per evitare di essere braccata dai fan, per tutto il tempo che ci impiegai per raggiungerla non gli staccai gli occhi di dosso, guardami amore, sono qui, possibile che non mi senti?.
Il bellissimo sorriso sul volto di Aya mi spingono a muovermi più velocemente, la vidi allungarsi verso Sana per toglierli le cuffie, e indicarle verso la mia direzione, mi beai finalmente della vista del suo meraviglioso viso, mi osservava stupida, sicuramente scioccata, ma i suoi occhi tradivano felicità, un immensa felicità.
Me lo trovai davanti, con lo sguardo ringraziai Aya che mi rispose con un occhiolino trascinandosi dietro, un Gomi confuso.
“ Akito”, chiusi gli occhi per un istante godendomi appieno il suono della sua voce, era il momento di parlare.
“ Ti odio”
“ Cosa?”
“ Ti odio”
“ Akito cosa?”
“ Zitta!, ora parlo io…ti odio, ti ho odiato dal primo momento in cui ti ho visto, con la tua aria da bambinetta saccente tutta codini e allegria, mi hai rovinato la vita”
“ Lo so”
“ No, non lo sai….mi hai rovinato la vita, prima di conoscerti ero un fantasma, un cane randagio senza famiglia, un reietto, un…demone”
“ Non lo di”
“ Zitta!, conoscerti mi ha ridato speranza, mi ha ridato una famiglia, uno scopo nella vita…nonostante questo, ti odio, avvicinarmi a te mi ha solo reso schiavo dei miei sentimenti, mi hai rovinato la vita, ti ho amato in silenzio per anni, e tu eri cosi ottusa da non capire niente, non hai mai capito niente, ti odio, mi hai abbandonato per andare a New York a fare la star, ti odio perché mi hai lasciato in balia delle mie emozioni, ti odio perché in tutti questi anni non hai mai lottato per me, per noi, anche adesso io sono qui, e tu stavi scappando di nuovo, ti odio perché sei la persona più egoista e ottusa che io abbia mai conosciuto, ti odio perché mi hai riempito di cazzate la testa, ti odio perché ogni dannata volta che ti stringevo tra le mie braccia, trovavi sempre il modo di andare via, ti odio perché per colpa tua ho ferito la sola donna che mi ha sempre aiutato, ti odio perché mi sono trasformato in un codardo e un bugiardo, ti odio cosi tanto che vorrei poterti cancellare dalla mia vita e dimenticarmi di averti anche solo conosciuta”
“ Akito...io”
“ Non ho finito…potrei passare ore a dirti quanto io ti disprezzi per tutto quello che ho dovuto subire in questi ultimi dieci anni, ti disprezzo Sana, ti disprezzo e ti odio, ti odio con ogni fibra del mio essere, ti odio per un milione di motivi, ma soprattutto più di ogni altra cosa ti odio cosi profondamente da non poter sopportare di passare un altro giorno senza di te”.
“ Cosa hai detto?”, sorrido sfiorandole una guancia.
“ Che ti odio”
“ Dopo quello”
“ Che ti odio profondamente”, sorride.
“ Riprova”
Le mia mano lentamente si sposta per posarsi sulle sue labbra cosi maledettamente perfette, e che sono solo mie.
“ Non lasciarmi”
“ dimmelo ancora”
“ Non andare”
“ dimmelo ancora”
“ Ti amo”
Una dolcissima lacrima bagna le mie dita.
“ Non dici niente ragazzina egoista…a cosa pensi?”, no, certe cose non sarebbero mai cambiate.
“ Penso che se non mi baci subito potrei non credere al tuo odio ”
Non me lo faccio ripetere due volte, la stringo a me con tutta la forza che possiedo, il suo sapore, avrei potuto uccidere per quel sapore, rimaniamo stretti in quel bacio ignorando gli sguardi perplessi dei passanti, e i sospiri invidiosi di alcune hostess.
“ Ehm…Sana?”
Controvoglia mi stacco dalle sue labbra, ma non lascio la presa, nascondendo il mio viso nell’incavo del suo collo.
“ Aya…io”
“ Penso che ci salutiamo qui”
“ Si”, respiro di nuovo, sarebbe rimasta con me.
“ Abbracciami forte forte e dimmi che verrai presto a Boston”
“ Te lo prometto...ti voglio bene”
“ Ti voglio bene anch’io ”
Per un attimo che mi sembra infinito la sento lasciare il mio corpo per abbracciare teneramente Aya e Gomi, so che nonostante tutto sono stati amici fedeli con lei.
“ Vi voglio tanto bene ragazzi…ci vediamo presto”
Afferrano le valigie consegnando i passaporti per l’imbarco, prima di vederli partire devo fare qualcosa.
“ Aya?, grazie!”
“ Figurati Akito”
“ Ah e…Gomi?”
“ Si?”
“ Mi piacerebbe venire a trovarti a Boston…un giorno”
“ Ti aspetto”.
Rimaniamo in attesa del decollo, Sana continua a salutarli con la mano, vorrei poterle dire che loro non possono vederla , ma il suo sorriso è cosi contagioso che mi ritrovo a salutarli insieme a lei.
“ Se ne sono andati”
“ Già”
“ E adesso?”
“ E…adesso?”, io avevo parlato anche troppo per quel giorno, era il suo turno.
“ E adesso…viviamo Akito”
“ Si…viviamo”
Non sapevo cosa ci avrebbe riservato il destino da quel momento in poi, il futuro era pieno di incognite, Fuka, Hisae, Tsuyoshi, Kamura avrebbero dimenticato il passato?, si sarebbero innamorati di nuovo?, Gomi e Aya sarebbero rimasti insieme?, o il loro amore sarebbe mutato fino a scomparire?, tante domande, poche certezze, ma una di quelle ora era qui al mio fianco, che mi stringeva la mano….









PREMESSINE….=)

 ( 1) Di recente ho riletto il manga e questa frase è la stessa che in tempo non sospetti fu proprio Fuka a dire ad Akito nel volume 38, per rompere il fidanzamento, più azzeccata di cosi, hihi =)
( 2) Non sono sicurissima che il nome originale del manager di Nao sia Maeda, ma non ho trovato notizie a riguarda, quindi l’ho lasciato come compare nell’anime ( anzi se sapete info a riguardo fatemelo sapere)

 
     
















 

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