Shadows

di Fanni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 5:38 ***
Capitolo 2: *** Guardami ***



Capitolo 1
*** 5:38 ***


Sei solo? Hai paura? Hai i brividi? 
Cosa senti? Senti quei respiri? Senti la gola stringersi sempre di più? 
Svegliati, apri gli occhi, caccia via quell'oscurità.
Respira.
Apri gli occhi.
Respira.
Svegliati.
Respira. 
Sei sveglio? Cosa vedi? 
Caccia via l'oscurità.


Il cuore non rallentava, mi sentivo immobile in quel letto, come se qualcuno mi avesse legato in modo tale che non potessi fuggire o urlare. 
Il mio corpo era immobilizzato, gli occhi erano pesanti, i pensieri erano confusi, e quella stanza non smetteva più di girare, lo stomaco era in subbuglio, le labbra erano secche e quasi incollate tra di loro.
Cosa stava succedendo? Ero sveglia? Stavo dormendo? 


Svegliati

Quella voce si era insinuata nella mia testa, mi faceva male, era pungente e martellante, non faceva altro che ripetere 'Svegliati, apri gli occhi, caccia via quell'oscurità.'
Quella sensazione mi stava tormentando, sentivo il cuore in gola, le mani erano gelide e senza tatto, mi sembrava di fluttuare, di essere un'ombra, di essere svanita. 
Ancora una volta quella voce seguita da un urlo agghiacciante. 

Sobbalzai, ero seduta sul pavimento, le lenzuola mi avevano seguito ed erano avvolte intorno al mio corpo umido, ogni parte del mio corpo era sudata. 
Portai le mani ai capelli che non sembravano più avere forma, li portai all'indietro e cercai velocemente un elastico per legarli. 
Quella sensazione di vuoto non mi lasciava, era legata a me, e quella voce continuava a risuonarmi in testa, forse un bagno caldo mi avrebbe aiutato.
L'orologio segnava le 5:38 del mattino, almeno questa volta ero riuscita a "dormire" qualche ora in più.
Mi guardai allo specchio, le occhiaie erano marcate più del solito, avevano assunto un colore violaceo come se qualcuno mi avesse preso a pugni. 
Mi immersi in acqua, rabbrividii subito dopo, provai a chiudere gli occhi e rilassarmi qualche minuto cercando di non pensare a niente, proprio a niente. 
Per qualche minuto forse ci riuscii, e credo di essermi addormentata, controllai ancora una volta l'orologio 6:17 
Forse ci ero riuscita per più di qualche minuto, questo pensiero mi fece sorridere, non avevo riposato moltissimo ma era sicuramente un passo in avanti. 
Mi preparai piuttosto velocemente, i miei capelli profumavano di vaniglia e le occhiaie erano state coperte da un'abbondante quantità di correttore, avevo un viso quasi normale e sereno, mi ero truccata, non molto, ma il giusto. 
6:58 
Ci avevo messo un po' di tempo, ma almeno adesso ero presentabile. 
Avevo messo un maglioncino piuttosto largo con un paio di jeans a vita alta e le solite vecchie converse nere. 
7:05
-"Nonna, sei già sveglia?" Le rivolsi un leggero sorriso mentre lei si dava da fare per preparare la colazione, la vedevo scattare di fornello in fornello mentre cercava di capire perché il microonde non voleva accendersi non notando che la spina fosse staccata. 
-"Sono sveglia già da un po' tesoro, sai che dormo poco.." sospirò rivolgendomi un sorriso, uno di quei sorrisi che ti fanno stare subito meglio, cosi confortanti –"Ed anche tu a quanto pare, dovresti dormire un po' di più Lane." Mi puntò un cucchiaio contro, per poi tornare subito a preparare la colazione. 
Aveva cucinato dei toast un po' bruciacchiati, ma comunque buoni se riempiti di cioccolata o marmellata. 
-"Continuo a fare quei strani sogni, non riesco a svegliarmi subito ma dormo malissimo." Di parola in parola abbassavo il tono di voce, questi discorsi la turbavano ma era l'unica persona con cui potevo parlare. 
-"Lane, tesoro, sono solo dei sogni va bene? Forse un po' reali, ma sono sogni e svaniranno presto." Parlava senza guardarmi, stringeva forte uno strofinaccio tra le dita e riuscivo comunque a percepire la sua preoccupazione, ma non capivo il perché. 
-"Hai ragione, forse è che sto studiando molto, prima delle vacanze di natale abbiamo sempre tantissimi compiti da fare." Annuii addentando un toast, e cercai di rivolgerle un sorriso sincero. 
Vidi il suo sguardo sciogliersi, superò il bancone della cucina e si avvicinò a me, mi abbracciò.
Era una donna ancora giovane, mia madre aveva 16 anni quando mi ha avuta, lei ne aveva 42 ed ha dovuto crescere non più una sola bambina, ma due. 
Ha affrontato molte difficoltà, soprattutto dopo la morte della mamma, si è ritrovata catapultata in un nuovo mondo con regole diverse. 
Le sono grata per tutto quello che ha fatto. 
7:42
La campanella sarebbe suonata tra dieci minuti, ma il cortile della scuola era quasi vuoto, molti arrivano sempre qualche secondo prima. 
Entrai velocemente nella scuola, fuori iniziava a fare fin troppo freddo. 
I giocatori di football erano già in campo, non avevano le loro uniformi, ma questo non impediva a nessuno di loro di allenarsi, esisteva solo il football. 


'Svegliati, apri gli occhi, caccia via quell'oscurità.' 
'Apri gli occhi' 
'Svegliati.' 

 

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Capitolo 2
*** Guardami ***


Questa volta erano più voci che si univano all'unisono, la testa iniziava a farmi male e la stanza sembrava non fermarsi, cercai di correre in una classe ma non riuscivo a vedere in maniera chiara, tutto era diventato sfocato... 
L'aria mi mancava e il mio corpo si faceva sempre più leggero. 
Non stavo dormendo, ma continuavo a sognare, cosa stava per accadere? 

 

'Il tempo è arrivato.'
 

Normalmente l'avrei definito un semplice attacco di panico, quando l'ansia e le paure prendono il sopravvento sul tuo corpo e tu perdi letteralmente il controllo. 
Stava accadendo questo? Stavo perdendo il controllo? 
Stavo forse impazzendo? 
La sensazione di soffocamento andò man mano a svanire, quelle voci si affievolivano sempre di più... le voci.
Le persone normali sentono delle voci? Voci che dicono quelle cose? 
Sto forse sognando? 
Mi pizzicai il braccio il più forte possibile, sussultai subito dal dolore maledicendomi per averlo fatto. 
-"Stai bene?" Aveva uno sguardo piuttosto incuriosito e forse anche un po' spaventato, d'altronde si era ritrovata davanti ad una scena.. strana. 
-"Stavo per avvicinarmi a te e tu sei corsa via, come se qualcosa stesse per mangiarti viva." Aveva un modo buffo di spiegare le cose e cercava di rendere le situazioni meno pesanti possibili, ti metteva a tuo agio a modo suo. 
-"Non ho dormito molto bene, credo di aver avuto un attacco di panico o qualcosa di simile." Le sorrisi nella maniera più sincera possibile, ma nonostante questo non mi sembrava del tutto convinta. 
-"Sofia, ti giuro che sto bene, ho solo bisogno di dormire e rilassarmi." Portai una mano al petto sperando che mi credesse, non potevo certo spiegarle quello che stava accadendo nella mia testa. 
-"Lane lo sai che ti voglio bene? Voglio dire, puoi parlare con me di qualsiasi cosa." Eccola con i suoi occhioni da cucciolo, era impossibile non notare o evitare una persona come lei; ormai erano anni che ci conoscevamo, mi è sempre stata accanto, in ogni momento, anche in quelli più brutti.
Dopo la morte di mia madre è rimasta a dormire da me per non so quanto tempo, me la ritrovavo sempre tra i piedi e per questo devo ringraziarla, è stata per un bel po' il mio punto felice insieme alla nonna. 
-"Andiamo a lezione, si?" L'abbracciai cercando di farla calmare almeno un po', si limitò ad annuirmi e a sorridere in un modo davvero inquietante –"Indovina chi è tornato?" Si morse le labbra e guardò dall'altro lato del corridoio, seguii il suo sguardo e scoppiai semplicemente a ridere, era completamente andata e non era l'unica, le ragazze guardavano tutte nella stessa direzione.
-"Steven? Non era partito per la Svizzera? O era la Germania?" Sbuffò, mi girai un solo secondo e il mio braccio fu colpito da un suo quaderno. 
-"Che ho fatto adesso?" La guardai con sguardo confuso passandomi una mano tra i capelli, risi nel vedere la sua faccia –"Davvero? Non ti interessa minimamente? Siete usciti per quasi tutta l'estate prima che lui partisse." Incrociò le braccia. 
Steven era bellissimo, una di quelle bellezze che ti fanno trattenere il fiato per qualche secondo; aveva i capelli più scuri rispetto all'ultima volta, forse erano castano chiaro adesso, i suoi occhi non erano cambiati per niente. 
-"Wilson, che piacere rivederti." Ed eccolo qui, un perfetto Ade tra gli umani. 
Perché Ade? 
Considero Ade una bellezza particolare e singolare, qualcuno che di certo si fa notare, tralasciando la storia del Dio degli inferi.
-"Davvero? Un piacere?" Sollevai un sopracciglio cercando di trattenermi dal ridere, mentre lui cercava di assumere una qualche posa da 'Dio' 
-"Sai, ho aspettato per molto tempo una tua chiamata." 
No, non è il tipico ragazzo cattivo che si innamora della ragazza invisibile, è una persona normale con dubbi ed insicurezze. 
-"Non pensavo ti fossero cadute le dita, Foster." Lo vidi ridere e fare un inchino con la testa, mi scompigliò velocemente i capelli prima di sparire in una delle classi. 
Sofia, credo abbia trattenuto il fiato per tutto questo tempo, mi ero quasi dimenticata di lei. 


15:08 
Il tempo si era come bloccato, tutto era più lento e pesante. 
Non volevo tornare a casa, non ancora, cambiai strada; il viale era pieno di ragazzi che tornavano da scuola, dovunque mi girassi vedevo bambini che si rincorrevano tra di loro e si lanciavano palline di carta almeno fin quando non vennero incoraggiati a rialzarle subito. 
Non amavo stare tra la gente, ma mi piaceva osservarle le persone, riuscivo a capirle solo in quel modo. 
'Il tempo sta arrivando' 
Mi spostai dal lato opposto di quella voce finendo contro un albero, sentivo il braccio bruciare, prima faceva male poi si trasformò in un leggero fastidio. 
-"Lane, stai bene?" 
Smettetela di chiedermelo. 
-"Sto bene, Steve." Sbuffai avvolgendo le dita intorno al mio braccio, il fastidio era completamente sparito, forse l'avevo solo immaginato. 
-"Ho visto che hai perso l'equilibrio e sei finita contro quell'albero, pensavo fosse successo qualcosa." La sua voce si abbassava sempre di più, prima allungava un braccio verso di me poi lo ritirava indietro; voleva abbracciarmi, e solo darmi una pacca sulla spalla, ma non era sicuro che la cosa potesse starmi bene. 
Gli sorrisi, ormai lo conoscevo e lui conosceva un pochino me. 
-"Ho avuto un giramento di testa, molto lieve, ma sto bene." Allungai una mano verso il suo viso, non ero proprio sicura di farlo, voglio dire, non ci sentivamo da un mesetto o qualcosa in più, ma comunque lo feci. 
Le sue labbra erano screpolate e fredde, non uno dei migliori scenari. 
Corsi via, lo lasciai li, confuso. 

 

Una volta tornata ad accogliermi c'era un piacevole profumo, la nonna aveva preparato la torta al cioccolato, quell'odore si era impregnato già in tutta la casa; era confortante, e di solito quando la faceva era di buon umore. 
L'abbracciai da dietro lasciandole un sonoro bacio sulla guancia rubandole un pezzetto di torta, guadagnandomi un leggero schiaffo sulla mano. –"Te amo, nonna." 
Era molto severa, questo devo ammetterlo, ma era una persona decisa, determinata e molto forte, senza di lei non so cosa avrei fatto. 
Tornai al piano di sopra sfilando il giubbotto, alzai le maniche del maglioncino per evitare che si bagnassero mentre lavavo il viso per rimuovere tutto il trucco.
Poi lo notai. 
Avevo dei segni sulle braccia, precisamente tre, erano come delle scottature, erano presenti lungo il mio braccio. 
Poggiai le dita su queste, cercai di capire ma era piuttosto evidente, le forme combaciavano, più o meno. 
Erano delle dita, ma più lunghe del normale ed erano diverse, deformate. 
Il colore si era schiarito, assomigliavano ad una voglia, ma tutto questo non aveva senso. 

'Guardami'

 

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