Lei ed io

di lemoncandy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lei, l'altra, lui

La osservava. La bocca serrata, come incapace di aprirla e quelle poche, semplici parole, impossibili da pronunciare. Il suo corpo come immobile, le braccia lungo i fianchi, la mano che stringeva nervosamente l'orlo della sua gonna. Davanti a sé, il suo sguardo fisso, pieno di risentimento: "Non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto."

Spalancò gli occhi, risvegliandosi di colpo. Quella scena, ancora una volta.

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Sai cosa stavo pensando?" Seduti l'uno davanti all'altra, Sungmin attendeva una risposta, sporgendosi verso il viso concentrato di Hyejin. "Non ho tempo per domandarmi a cosa stavi pensando. Domani abbiamo un test, ricordi?" Con la punta del dito indice, la ragazza riportò sul naso gli occhiali dalle sottili lenti rotonde, senza spostare lo sguardo dal libro sulle sue gambe incrociate. Seduti fuori alla piccola veranda della share house, Sungmin si protese verso di lei, accarezzandole la coscia: "Conosco un metodo che ti aiuterebbe a rilassarti...sei chiaramente troppo stressata." Hyejin sollevò finalmente lo sguardo, visibilmente infastidita: "Ti ho detto che non è il momento." Un accennato, ulteriore tentativo da parte del ragazzo ed il campanello della porta che suonò improvvisamente. "Aspettavate qualcuno oggi?" Si sollevò di scatto dalla poltrona, Hyejin, sorpresa: "Non che io sappia."

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Fissava la figura davanti a sé, incredula. Sulla soglia di casa, Ahreum attendeva che le fosse fatta strada per entrare. Le sue valigie intorno a lei. "Immagino tu sia qui per la stanza libera. Hyonsu mi aveva accennato di aver ricevuto molto richieste ma..." Intervenne Sungmin, spezzando il silenzio, Hyejin ancora immobile, lo sguardo assente. "Anche tu vivi qui?" Gli sorrise, Ahreum, facendo finalmente il suo ingresso nell'appartamento condiviso e guardandosi intorno, le scarpe con il tacco basso lasciate all'ingresso. Sungmin scosse la testa, sorridendo inebetito: "Ah, no...ma direi che finirai per vedermi qui molto spesso."

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Una mano davanti alle labbra, gli occhi fissi in un punto a caso, seduta sul letto nella sua stanza, Hyejin era certa si trattasse di un brutto scherzo. Non è possibile, non può essere lei... Le dita tremanti smanettavano con il cellulare e la voce di Hyonsu dall'altro capo del telefono: "Deve essermi passato di mente. Scusami se non ti ho avvisata che avevo trovato una nuova coinquilina." "Era tuo dovere coinvolgere me e Yunhee nella decisione, non puoi fare di testa tua! Non sei l'unico a vivere qui!" "Rilassati Hyejin, sono sicuro che Ahreum ti piacerà. Yunhee era d'accordo con me. La prossima volta, dedica un po' meno tempo a chiuderti in camera con Sungmin e sono certo che le decisioni di casa saranno nuovamente prese tutti insieme." Al diavolo....

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La mano sulla maniglia della porta, il cuore che batteva forte. Non posso uscire, non posso trovarmi di nuovo faccia a faccia con lei... Un respiro profondo, ed un passo indietro. Non posso affrontarla, non sono pronta.

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Un sorriso ironico, le dita tra i lunghi capelli neri, lo sguardo su di lei. "Da quanto tempo, Hyejin." Doveva proprio trattarsi di uno scherzo. "Quando sei tornata...quando sei tornata a Seoul?" Balbettò, con un filo di voce, la mente come annebbiata e i suoi occhi lentamente sul suo viso. Ne è passato di tempo, dall'ultima volta, eppure... "Ciò che conta è che sono tornata, e che non andrò più via. Sono qui per una ragione ben precisa." Ahreum sorrise beffardamente, una chiara minaccia nelle sue parole. Ed avvicinandosi pericolosamente a lei, le sussurrò all'orecchio: "Sono qui per rendere la tua vita un inferno."

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Hyejin rimase ferma, paralizzata, lo sguardo perso e quell'ultima frase che riecheggiava nella sua mente. Ahreum raggiunse con disinvoltura Sungmin che, inconsapevole, le faceva strada verso la sua nuova stanza.

Non è possibile.

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Avrei mille cose da dire, mille parole da dedicare a tutte voi che mi avete seguita con grande entusiasmo in questi anni, supportando le mie storie e non abbandonandomi neppure quando sono stata, apparentemente, io ad abbandonare voi. So che le mie principali storie sono inconcluse, che negli anni ho promesso che le avrei riprese, ma non l'ho fatto. Sono cambiate molte cose, sono mutate alcune idee nella mia testa, sono stata tanto impegnata, tra università e lavoro. Forse sono semplicemente cresciuta. Ad un capitolo dalla fine di Lui ed Io, sono imperdonabile a non averla conclusa prima. Lo so bene.
Rileggere le vostre recensioni, i vostri messaggi, ogni singolo commento mi ha spinto a provare a ricominciare a scrivere, tentare di uscire da un blocco che dura ormai da 4 anni. Non sono sicura di esserci riuscita, ciò di cui sopra è un tentativo, nato di getto, seppur con non poche difficoltà. Il primo, brevissimo capitolo di una storia originale -dunque non una fanfiction- il cui titolo è chiaramente un riferimento alla mia amata Lui ed Io: personaggi di pura fantasia, ma con una tematica che mi è tanto a cuore, tipica di ogni mia storia, collante tra tutte. Ci ho pensato tanto, prima di pubblicarlo, perché insicura di quanto scritto, di come è scritto. Tuttavia, "ora o mai più" mi sono detta, ed eccomi qui.
Spero di essere riuscita a sollecitare anche solo un pochino la vostra curiosità, se così non fosse, mi impegnerò per riuscirvi, d'ora in avanti. 

Rinnovo la promessa che, con lo spirito adatto, e quando sarò certa di aver finalmente buttato questo lungo periodo di hiatus forzato alle spalle, riprenderò a scrivere l'ultimo capitolo di Lui ed Io. E' il minimo che posso fare per ricambiare tanto affetto.
Chiedo scusa a tutte voi che dopo così tanti anni ancora mi scrivete, chiedendomi di non abbandonare le mie storie. Chiedo scusa a tutte voi, per essere sparita. 
Tante cose sono cambiate, eppure, la mia totale devozione a Lee Sungjong è rimasta immutata e tale rimarrà, per sempre 
A presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
"Per quanto ne hai ancora?" Yunhee sollevò lo sguardo dal libro nascosto in un angolo, sospirando, seccata: "Quando mi vieni a trovare a lavoro, c'è sempre qualcosa che non va. Ogni volta. Dunque, cos'è successo stavolta?" Osservava Hyejin, in piedi davanti al bancone dietro il quale era seduta, durante il suo turno al 7-Eleven. "Ho davvero bisogno di parlarti. E di bere. Dimmi che manca poco." Aggrottò la fronte, Yunhee, dinanzi al comportamento dell'amica: "Ne avrò ancora per un bel po', e domani abbiamo un test. Non dovremmo bere, dovremmo impiegare le poche ore che ci restano per studiare." Una smorfia di risposta sul suo viso, e le mani chiuse a mo di preghiera: "Ok, niente alcol. Posso almeno rifugiarmi da te fino alla fine del tuo turno?"

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"Wow, incredibile! È davvero lei?" Hyejin annuì, seduta al tavolo contro la grande vetrata che dava sulla strada, Yunhee accanto a lei, i colori sgargianti della sua divisa che saltavano all'occhio: "L'ultima volta che l'hai vista è stato quel giorno, al liceo? Quanto, quattro o cinque anni fa? Prima che partisse per Busan?" "Sì, quella è stata l'ultima volta. Non ci siamo neppure salutate. Era tutto molto...complicato. I genitori si sono trasferiti e lei con loro." "Si può sapere cos'è successo davvero? Ogni volta che mi parli di lei, lo fai sempre in modo così vago... È chiaro che le hai fatto qualcosa, se continua a tornarti in mente persino nei sogni! Ora lei è qui e minaccia di vendicarsi, deve esserci qualcosa sotto." Hyejin osservava in silenzio il suo riflesso sul vetro, le luci ad intermittenza dei semafori, le macchine che sfrecciavano dall'altro lato della strada. "Era la mia migliore amica. Ci siamo perse di vista, non ci siamo mai sentite da quando è andata via. Questo, più o meno, è quello che è successo."

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Hyonsu era seduto sul divano nel soggiorno dell'appartamento condiviso con Hyejin, Yunhee e la nuova arrivata Ahreum. Accanto a lui, quest'ultima. Una rivista di moda tra le mani, una macchina fotografica sul tavolo basso ai loro piedi. Un perentorio "Dobbiamo parlare." da parte di Hyejin alla volta dell'amico, e i due faccia a faccia.

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"Non la voglio qui. Avremmo dovuto decidere insieme, bisogna trovare un modo per mandarla via, al più presto." Hyonsu alzò gli occhi con fare esasperato: "Ne abbiamo già parlato. Non mi sembra ti fossi mai interessata a cercare qualcuno che dividesse con noi le spese, fino ad oggi. Lei ormai è qui, ha firmato il contratto e non c'è niente che tu possa fare. Metti l'anima in pace, cos'avrà mai questa ragazza che non va?" "Ciò che per me non va in lei, non ti riguarda. Avresti dovuto consultarmi." Uscì dalla stanza, Hyonsu, alzando le spalle, in segno di totale disinteresse.

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"Ti sei trasferita al tuo ultimo anno di università?" "Ho alcuni progetti lavorativi in ballo e Busan mi era stretta." L'attenzione, quella sera a cena, era tutta sulla nuova arrivata. Yunhee che, sospettosa ed incuriosita dai suoi modi ammalianti, Hyonsu già in chiara confidenza con lei, Hyejin in disparte, silenziosa. "Mi sarei aspettata di sentire l'accento di Busan ed invece..." Ahreum sorrise appena, per poi affermare: "Sono tornata spesso qui, in questi anni. La persona con cui sto uscendo è di Seoul. Sarà per questo." Hyejin sollevò lo sguardo dalla sua scodella, sorpresa, osservandola con la coda dell'occhio. Ad un tratto la porta di casa si aprì e fece il suo ingresso, inaspettatamente, Sungmin. "Abbi almeno la decenza di fingere di non conoscere il codice di accesso e bussa alla porta come farebbero tutti, almeno una volta." Borbottò Hyejin e Sungmin rise divertito, sedendosi accanto a lei: "Sono qui per prendermi cura di te, sei chiaramente troppo stressata oggi."

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Chiusa la porta della sua stanza, Hyejin poggiò lo sguardo su Sungmin, chiaramente in attesa che si stendesse sul letto, accanto a lui.

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"Quei due...stanno insieme?" Domandò Ahreum, un'espressione improvvisamente cupa sul volto. Hyonsu guardò verso la ragazza, dubbioso: "Sì, direi di sì."

"In qualche modo."


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