Il mistero dei cristalli arcobaleno

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Misteriosi meteoriti ***
Capitolo 2: *** Aquila cobalto ***
Capitolo 3: *** Pioggia di smeraldi ***
Capitolo 4: *** La rivelazione del custode dello smeralndo ***
Capitolo 5: *** Identità malvagia ***
Capitolo 6: *** Il venditore e l'ambra ***
Capitolo 7: *** La meschinità di Makoto ***
Capitolo 8: *** La riunione ***
Capitolo 9: *** Ametista e topazio ***
Capitolo 10: *** La guerra incomincia ***
Capitolo 11: *** Un nemico troppo forte ***
Capitolo 12: *** Drago Arcobaleno ***



Capitolo 1
*** Misteriosi meteoriti ***


Lucia, Hanon e Rina stavano sistemando la loro abitazione.
«Accidenti. Ma com’è possibile che la polvere si annidi nei posti più impensabili?» si lamentò Hanon.
«Per farti faticare di più, mia cara Hanon» replicò Rina.
«Ah ah ah simpatica. Invece di fare la spiritosa, perché non vieni a darmi una mano.»
«Non vedi che sto sistemando la mia camera? Fatti aiutare da Lucia.»
«Se solo sapessi dove si fosse cacciata…»
Lucia era impegnata a mettere apposto i suoi libri scolastici.
La scuola era appena finita.
Dinanzi a lei si presentava tutta una stagione per rilassarsi e stare con le sue migliori amiche.
«Eccoti qui, finalmente» fece Hanon con il fiatone.
«Che succede?»
«Non è che per caso vorresti aiutarmi a spostare alcuni mobili per pulire il muro? Da sola non ce la faccio, come puoi ben vedere.»
«Arrivo subito.»
Hanon notò che Lucia stava tenendo una foto in mano.
«Che cos’hai in mano?»
«È una foto di Kaito…»
«Ti manca tanto, non è vero?»
«Da quando è partito per l’Europa, non riesco a non pensare a lui.»
Lucia non era mai stata così triste.
Pensare a colui che aveva sempre amato e non potergli stare vicino, la faceva soffrire molto.
«Vedrai che tra qualche settimana sarà di ritorno» la rassicurò Hanon.
«Ma se ciò non dovesse essere? Se mi dimentica e rimane in Europa? Non voglio nemmeno pensarci.»
«Infatti non ci devi pensare, Lucia» replicò Rina entrando nella sua stanza «Sai meglio di noi cosa lega te e Kaito… Un amore indistruttibile.»
«Hai ragione, Rina. Che sciocca che sono» rispose Lucia asciugandosi le lacrime.
«Adesso vieni con noi di là. Rimanere qui sola non può farti bene.»
«Sì, almeno noi potremmo distrarti» fece Hanon.
«Grazie, ragazze. Sono molto contenta di avere delle amiche come voi» disse Lucia prima di abbracciarle.
 
 
Un altro giorno senza Kaito era appena passato.
Lucia si stava per mettere sotto le coperte e dormire sommessamente.
“Kaito… chissà cosa stai facendo… perché non mi chiami? Spero che tu possa pensare a me.”
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un rumore proveniente dal cielo.
Una piccola meteora si stava per schiantare nelle vicinanze.
«Ma cosa…»
Incuriosita, Lucia uscì subito di casa con addosso le prime cose che aveva trovato nel suo armadio.
«Lucia, ma dove stai andando?» gli domandò Hanon.
Ma la ragazza non rispose.
Era troppo presa da quel meteorite.
Esso atterrò non molto lontano da casa sua, evitando così di fare ingenti danni.
Il territorio fu inizialmente ricoperto da una spessa nuvola nera.
Ma appena si dissolse, qualcosa attirò l’attenzione di Lucia.
Dentro la meteora, ella vide qualcosa illuminarsi.
Era completamente rosso.
Sembrava quasi una pietra preziosa.
Senza aver paura di scottarsi le mani, Lucia prese la misteriosa pietra.
“Ma questo è un rubino…”
Una volta presa in mano, egli notò che nel rubino c’era raffigurato una piccola creatura che Lucia non riuscì ad identificare.
«Lucia! Stai bene?» gli urlò Rina per attirare la sua attenzione.
«Sto bene, ragazze. Non vi preoccupate» li rassicurò subito Lucia.
«Ma che cos’hai in mano?» gli domandò Hanon.
«Questa? Sembra quasi che sia un rubino… Ma non è un rubino come tutti gli altri…»
«Che intendi dire?»
«Voi due non vedete niente di anomalo? Tipo una creatura misteriosa?»
Rina e Hanon osservarono attentamente la pietra che aveva trovato Lucia, ma non c’era niente di misterioso.
«Non so cosa hai visto Lucia, ma questa sembra un rubino come tutti gli altri» gli fece Hanon.
«Tranne per il fatto che era contenuto in questa meteora… Secondo me Lucia ha ragione… Questo rubino ha qualcosa di strano» disse invece Rina.
«Propongo di farlo vedere a Madame Taki. Sono sicura che lei può dirci di più.»
«Mi sembra una buona idea… Ma adesso allontaniamoci da qui. Non vorrei che questo luogo dove è atterrato il meteorite diventasse pericoloso…»
«Ma Rina, cosa ci può essere di pericoloso?» domandò Hanon senza capire.
«Non lo so, ma il mio istinto dice che è meglio allontanarsi.»
«Come vuoi tu.»
Appena le ragazze si furono allontanate, il meteorite si sbriciolò improvvisamente senza che se ne accorgessero.
Che cosa poteva nascondere di così misterioso?
Perché conteneva una pietra preziosa?
Domande che non avevano nessuna risposta.
 
 
Madame Taki analizzò la pietra trovata da Lucia.
«Non vedo niente di strano, ragazze.»
«Ne sei sicura? Guarda attentamente» insistette Lucia.
«Lucia cara, tu cosa avresti visto?»
«Non ne sono molto sicura, ma mi pare di avere visto una specie di gattino che mi fissava con occhi rossi come questa pietra…»
«Davvero interessante…»
«Madame Taki, essendo Lucia l’unica che può vedere questa cosa, non è che forse sta diventando pazza?»
«Hanon! Ma cosa dici?!»
«MI preoccupo solo per te, Lucia. Da quando hai trovato quella pietra, sembri non essere tu.»
«È qui che ti sbagli, Hanon. Io sono sempre la stessa» protestò Lucia.
«Speriamo…»
«Mi dispiace ragazze, ma non riesco a vedere nessun animale raffigurato.»
«Vedi? Te lo dicevo che stavi impazzendo. Qui sei l’unica ad aver visto qualcosa.»
Lucia guardava Hanon con sguardo serio e truce.
«Hanon, chi ti dice che questo animaletto di cui parla Lucia può vederlo solo lei?»
«Cosa?»
«Non so, ma secondo me questa pietra voleva essere trovata da te, Lucia.»
«Ma perché? Cosa potrebbe significare?»
«Sei una principessa sirena, non ricordi? E cosa può significare non lo sappiamo ancora… Ma lo scopriremo presto.»
«Anche noi siamo principesse sirene, Rina» protestò Hanon.
«Quella pietra è un segno che appartiene solo a lei. E solo lei può vedere cosa è contenuto.»
«Non capisco…»
«Vedrai che con il tempo capirai» rispose Rina.
«Comunque, se per te non è un problema, che ne dici di lasciarmela ancora ad analizzare, Lucia?»
«Certo, Madame Taki. Nessun problema» replicò la bionda porgendogli la pietra.
 
 
Dopo tutto il giorno passato a farsi mille domande su quella pietra, le ragazze riposavano nei loro letti.
Ma nel bel mezzo della notte, il rubino misterioso cominciò ad illuminarsi improvvisamente.
L’animale che solo Lucia aveva visto, cominciò a prendere forma.
Una volta entrato nella stanza di Lucia, egli la svegliò.
«Ciao, Lucia.»
Nel vedere quella figura, Lucia urlò dallo spavento.
«Ma tu chi sei?! Cosa vuoi da me?»
«Abbassa la voce» gli fece l’animale «vuoi farti sentire da tutti?»
«Ma tu… assomiglia a quell’animale raffigurato nel rubino. Non dirmi che hai preso forma…»
«Esatto. Mi presento: sono Carbuncle rubino. E solo il tuo custode.»
«Il mio… custode?»
«Non devi aver paura, Lucia. Non ti farò del male» lo rassicurò l’animale.
«Ma… cosa vuoi da me?»
«Una terribile minaccia si sta per abbattere su di te e su questo pianeta… Dobbiamo contrastarla al più presto prima che sia troppo tardi. Ma prima, dobbiamo recuperare tutte le altre pietre preziose.»
Lucia era molto confusa.
Non sapeva cosa dire.
«Una minaccia sul pianeta? Altre pietre preziose? Ma cosa stai blaterando?»
«Guarda lassù in cielo.»
Girandosi per vedere fuori dalla finestra, con sguardo sbigottito, Lucia scrutò una nuova meteora che stava per precipitare sulla Terra.
«Vai a chiamare le tue amiche.»
«Perché? Cosa centrano le mie amiche?»
«Adesso tocca ad una di loro trovare la pietra preziosa custodita in quella meteora… Vai. Non c’è tempo da perdere.»
Lucia avrebbe volentieri non ascoltato quella misteriosa creatura.
Ma qualcosa gli diceva che non stava mentendo.
Qualcosa gli diceva che doveva tornare in azione contro le forze oscure.
Lucia, Hanon e Rina stavano sistemando la loro abitazione.
«Accidenti. Ma com’è possibile che la polvere si annidi nei posti più impensabili?» si lamentò Hanon.
«Per farti faticare di più, mia cara Hanon» replicò Rina.
«Ah ah ah simpatica. Invece di fare la spiritosa, perché non vieni a darmi una mano.»
«Non vedi che sto sistemando la mia camera? Fatti aiutare da Lucia.»
«Se solo sapessi dove si fosse cacciata…»
Lucia era impegnata a mettere apposto i suoi libri scolastici.
La scuola era appena finita.
Dinanzi a lei si presentava tutta una stagione per rilassarsi e stare con le sue migliori amiche.
«Eccoti qui, finalmente» fece Hanon con il fiatone.
«Che succede?»
«Non è che per caso vorresti aiutarmi a spostare alcuni mobili per pulire il muro? Da sola non ce la faccio, come puoi ben vedere.»
«Arrivo subito.»
Hanon notò che Lucia stava tenendo una foto in mano.
«Che cos’hai in mano?»
«È una foto di Kaito…»
«Ti manca tanto, non è vero?»
«Da quando è partito per l’Europa, non riesco a non pensare a lui.»
Lucia non era mai stata così triste.
Pensare a colui che aveva sempre amato e non potergli stare vicino, la faceva soffrire molto.
«Vedrai che tra qualche settimana sarà di ritorno» la rassicurò Hanon.
«Ma se ciò non dovesse essere? Se mi dimentica e rimane in Europa? Non voglio nemmeno pensarci.»
«Infatti non ci devi pensare, Lucia» replicò Rina entrando nella sua stanza «Sai meglio di noi cosa lega te e Kaito… Un amore indistruttibile.»
«Hai ragione, Rina. Che sciocca che sono» rispose Lucia asciugandosi le lacrime.
«Adesso vieni con noi di là. Rimanere qui sola non può farti bene.»
«Sì, almeno noi potremmo distrarti» fece Hanon.
«Grazie, ragazze. Sono molto contenta di avere delle amiche come voi» disse Lucia prima di abbracciarle.
 
 
Un altro giorno senza Kaito era appena passato.
Lucia si stava per mettere sotto le coperte e dormire sommessamente.
“Kaito… chissà cosa stai facendo… perché non mi chiami? Spero che tu possa pensare a me.”
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un rumore proveniente dal cielo.
Una piccola meteora si stava per schiantare nelle vicinanze.
«Ma cosa…»
Incuriosita, Lucia uscì subito di casa con addosso le prime cose che aveva trovato nel suo armadio.
«Lucia, ma dove stai andando?» gli domandò Hanon.
Ma la ragazza non rispose.
Era troppo presa da quel meteorite.
Esso atterrò non molto lontano da casa sua, evitando così di fare ingenti danni.
Il territorio fu inizialmente ricoperto da una spessa nuvola nera.
Ma appena si dissolse, qualcosa attirò l’attenzione di Lucia.
Dentro la meteora, ella vide qualcosa illuminarsi.
Era completamente rosso.
Sembrava quasi una pietra preziosa.
Senza aver paura di scottarsi le mani, Lucia prese la misteriosa pietra.
“Ma questo è un rubino…”
Una volta presa in mano, egli notò che nel rubino c’era raffigurato una piccola creatura che Lucia non riuscì ad identificare.
«Lucia! Stai bene?» gli urlò Rina per attirare la sua attenzione.
«Sto bene, ragazze. Non vi preoccupate» li rassicurò subito Lucia.
«Ma che cos’hai in mano?» gli domandò Hanon.
«Questa? Sembra quasi che sia un rubino… Ma non è un rubino come tutti gli altri…»
«Che intendi dire?»
«Voi due non vedete niente di anomalo? Tipo una creatura misteriosa?»
Rina e Hanon osservarono attentamente la pietra che aveva trovato Lucia, ma non c’era niente di misterioso.
«Non so cosa hai visto Lucia, ma questa sembra un rubino come tutti gli altri» gli fece Hanon.
«Tranne per il fatto che era contenuto in questa meteora… Secondo me Lucia ha ragione… Questo rubino ha qualcosa di strano» disse invece Rina.
«Propongo di farlo vedere a Madame Taki. Sono sicura che lei può dirci di più.»
«Mi sembra una buona idea… Ma adesso allontaniamoci da qui. Non vorrei che questo luogo dove è atterrato il meteorite diventasse pericoloso…»
«Ma Rina, cosa ci può essere di pericoloso?» domandò Hanon senza capire.
«Non lo so, ma il mio istinto dice che è meglio allontanarsi.»
«Come vuoi tu.»
Appena le ragazze si furono allontanate, il meteorite si sbriciolò improvvisamente senza che se ne accorgessero.
Che cosa poteva nascondere di così misterioso?
Perché conteneva una pietra preziosa?
Domande che non avevano nessuna risposta.
 
 
Madame Taki analizzò la pietra trovata da Lucia.
«Non vedo niente di strano, ragazze.»
«Ne sei sicura? Guarda attentamente» insistette Lucia.
«Lucia cara, tu cosa avresti visto?»
«Non ne sono molto sicura, ma mi pare di avere visto una specie di gattino che mi fissava con occhi rossi come questa pietra…»
«Davvero interessante…»
«Madame Taki, essendo Lucia l’unica che può vedere questa cosa, non è che forse sta diventando pazza?»
«Hanon! Ma cosa dici?!»
«MI preoccupo solo per te, Lucia. Da quando hai trovato quella pietra, sembri non essere tu.»
«È qui che ti sbagli, Hanon. Io sono sempre la stessa» protestò Lucia.
«Speriamo…»
«Mi dispiace ragazze, ma non riesco a vedere nessun animale raffigurato.»
«Vedi? Te lo dicevo che stavi impazzendo. Qui sei l’unica ad aver visto qualcosa.»
Lucia guardava Hanon con sguardo serio e truce.
«Hanon, chi ti dice che questo animaletto di cui parla Lucia può vederlo solo lei?»
«Cosa?»
«Non so, ma secondo me questa pietra voleva essere trovata da te, Lucia.»
«Ma perché? Cosa potrebbe significare?»
«Sei una principessa sirena, non ricordi? E cosa può significare non lo sappiamo ancora… Ma lo scopriremo presto.»
«Anche noi siamo principesse sirene, Rina» protestò Hanon.
«Quella pietra è un segno che appartiene solo a lei. E solo lei può vedere cosa è contenuto.»
«Non capisco…»
«Vedrai che con il tempo capirai» rispose Rina.
«Comunque, se per te non è un problema, che ne dici di lasciarmela ancora ad analizzare, Lucia?»
«Certo, Madame Taki. Nessun problema» replicò la bionda porgendogli la pietra.
 
 
Dopo tutto il giorno passato a farsi mille domande su quella pietra, le ragazze riposavano nei loro letti.
Ma nel bel mezzo della notte, il rubino misterioso cominciò ad illuminarsi improvvisamente.
L’animale che solo Lucia aveva visto, cominciò a prendere forma.
Una volta entrato nella stanza di Lucia, egli la svegliò.
«Ciao, Lucia.»
Nel vedere quella figura, Lucia urlò dallo spavento.
«Ma tu chi sei?! Cosa vuoi da me?»
«Abbassa la voce» gli fece l’animale «vuoi farti sentire da tutti?»
«Ma tu… assomiglia a quell’animale raffigurato nel rubino. Non dirmi che hai preso forma…»
«Esatto. Mi presento: sono Carbuncle rubino. E solo il tuo custode.»
«Il mio… custode?»
«Non devi aver paura, Lucia. Non ti farò del male» lo rassicurò l’animale.
«Ma… cosa vuoi da me?»
«Una terribile minaccia si sta per abbattere su di te e su questo pianeta… Dobbiamo contrastarla al più presto prima che sia troppo tardi. Ma prima, dobbiamo recuperare tutte le altre pietre preziose.»
Lucia era molto confusa.
Non sapeva cosa dire.
«Una minaccia sul pianeta? Altre pietre preziose? Ma cosa stai blaterando?»
«Guarda lassù in cielo.»
Girandosi per vedere fuori dalla finestra, con sguardo sbigottito, Lucia scrutò una nuova meteora che stava per precipitare sulla Terra.
«Vai a chiamare le tue amiche.»
«Perché? Cosa centrano le mie amiche?»
«Adesso tocca ad una di loro trovare la pietra preziosa custodita in quella meteora… Vai. Non c’è tempo da perdere.»
Lucia avrebbe volentieri non ascoltato quella misteriosa creatura.
Ma qualcosa gli diceva che non stava mentendo.
Qualcosa gli diceva che doveva tornare in azione contro le forze oscure.

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Capitolo 2
*** Aquila cobalto ***


«Hanon! svegliati immediatamente!» gridò Lucia scaraventando per terra il lenzuolo del suo letto.
«Lucia... ma cosa...»
«Una nuova meteora si sta abbattendo qui nelle vicinanze. E questa volta dovrai essere tu la prima che ti ci recherai.»
Hanon, avendo lo sguardo assonnato, non riusciva a capire cosa stesse dicendo Lucia.
«Lucia, perchè non te ne torni a letto? È ancora notte fonda.»
«Hanon, lo vuoi capire che questa meteora...»
Nel mentre Lucia stava cercando di svegliare Hanon in tutti i modi, la meteora era atterrata nel solito punto dove ieri sera Lucia aveva trovato il rubino.
«E va bene! Non vuoi svegliarti? Allora passerò alle maniere forti.»
Lucia prese tra le mani tutti gli oggetti che potevano fare tanto rumore.
Dai coperchi delle pentole al suo sassofono.
«Ma sei impazzita?!»
«Hanon, ascolta quello che ho da dirti. È molto importante.»
La ragazza dai capelli blu, esasperata, acconsentì alla richiesta di Lucia.
«Non c'è tempo di vestirti. Devi subito recarti dove ero io ieri sera.»
«Ma perchè? Perchè devo patire questo supplizio?»
«Tra poco lo scoprirai...»
Hanon dovette essere trascinata da Lucia per recarsi nel posto dove il meteorite era atterrato.
Non ce la faceva né a camminare né a tenere aperti gli occhi dalla stanchezza.
«Eccoci arrivati.»
«Molto bene... E che cosa dovrei fare in questo momento?»
Improvvisamente, il meteorite si sbriciolò completamente, dando alla luce una pietra preziosa di colore blu.
«È un... cobalto.»
«Il colore sembrerebbe quello» rispose Lucia alla sua amica.
«Non ho mai visto una pietra così bella prima d'ora.»
Senza pensarci due volte, Hanon prese con sé la pietra.
«Allora? Che cosa vedi?»
«È un cobalto come tutti gli altri. Tranne per il fatto che da quale parte dell'universo proviene, noi non lo potremo mai sapere.»
«Non vedi niente di strano? come per esempio la raffigurazione di un animale?»
«Niente di tutto ciò.»
Lucia non riusciva a capire.
Eppure lei gli era apparso quasi subito.
«Comunque svegliarmi di soprassalto è stata una bella idea, Lucia. Così potrò tenermi per ricordo questa pietra stupenda» replicò Hanon sorridente.
«Certo...»
«Ma adesso però torniamocene a dormire. Altrimenti domattina non riusciremo ad alzarci.»
«Va bene» rispose Lucia sconsolata.
 
 
«Buongiorno dormiglione» fece Rina salutando le sue amiche.
«Buongiorno. Che ore sono?»
«Le undici e mezzo.»
«Cosa?!»
«Grazie per l'aiuto che mi avete dato in giardino... Non ricordavate i vostri compiti?»
«Veramente...»
«Scusaci per essere rimaste a letto, Rina» fece Hanon pentita.
«Nessun problema... Ma visto che stamattina ho sfacchinato solo io, toccherà a voi preparare il pranzo e subito dopo lavare i piatti.»
Essendo ancora pentite per la loro lunga dormita, Hanon e Lucia non dissero niente, ubbidendo alla richiesta di Rina.
«Ieri sera ho sentito alcuni rumori provenire nelle vicinanze di casa nostra. Vi ne sapete qualcosa?»
«È caduta un altro meteorite» rispose Lucia.
«Cosa?»
«Sì. E guarda che bella pietra ho trovato al suo interno!» fece Hanon porgendola alla sua amica.
«Davvero strabiliante.»
«È per questo che stamattina siamo rimaste a letto... Ieri sera, nel pieno della notte, ho portato Hanon con me.»
«E perchè non mi avete svegliato?»
«Perchè Lucia pensava che questa pietra dovesse andare nelle mie mani» spiegò Hanon «Davvero una bella trovata, Lucia» disse infine la ragazza sincera.
«Capisco.»
Quando Rina aveva riconsegnato la pietra a Hanon, l'oggetto cominciò ad illuminarsi di luce propria.
«Che sta succedendo?»
Improvvisamente, dinanzi agli occhi di Hanon si manifestò una gigantesca aquila.
«Aiuto! Un volatile in casa!» gridò la ragazza.
«Dove? Io non vedo niente» rispose Rina guardandosi intorno.
«Ma come! Mi sta fissando con occhi indagatori» fece Hanon spaventata.
«Hanon, sei l'unica che può vederlo. Ricordi quando solo io riuscivo a vedere quel gattino comparso dal mio rubino?»
«Ma cosa potrebbe volere da me un'aquila? Forse riprendersi questa pietra?»
«Questa pietra servirà a te, Hanon» gli fece l'aquila.
«Cosa?! Ma tu parli?!»
«Sorpresa?»
«Credo che sto per svenire...» fece Hanon chiudendo gli occhi e cadendo a terra senza forze.
 
 
Quando le riaprì, Hanon si ritrovò in camera sua.
«Ma... cosa è successo?»
«Sei svenuta» gli spiegò Lucia «Dopo che hai visto l'aquila comparire dal tuo cobalto.»
«Allora non era un sogno... era tutto vero.»
«Lucia, vorresti illuminarsi su questa situazione?» gli domandò Rina.
«Che cosa vorresti sapere?»
«Perchè le pietre che avete trovato dentro queste meteore manifestano degli animali che può vedere solo il possessore della pietra preziosa?»
«Questo non lo so, Rina.»
«È tutto tremendamente strano e misterioso» fece Rina grattandosi la testa come segno di disperazione «Credi che ora toccherà a me? A trovare una nuova pietra?»
«È molto probabile.»
«Perchè adesso sto sentendo voci nella mia testa?» domandò Hanon esasperata.
«Chi ti sta chiamando, Hanon?»
«Quella pietra... quella pietra vuole parlare con me...»
Se tutto ciò non fosse accaduto in precedenza a Lucia, Rina avrebbe pensato che la sua amica Hanon fosse impazzita del tutto.
Ma troppe cose strane stavano accadendo da un giorno a questa parte.
«Hanon, forse hai bisogno di riposarti... Lasciamola sola, Lucia» disse Rina facendo l'occhiolino a Lucia.
«Sì, hai ragione.»
«Dove state andando? Perchè mi volete lasciare sola?»
Ma le due ragazze non risposero, richiudendo la porta della stanza di Hanon.
«Accidenti. Ho paura di rimanere da sola con la pietra...»
Improvvisamente, il cobalto cominciò ad illuminarsi ancora.
«No! Lasciami in pace!»
«Voglio solo parlarti, Hanon» disse l'aquila dopo essersi manifestata una seconda volta.
«Che... che cosa vuoi?»
«Ti faccio davvero così paura? Sei peggio della tartaruga smeraldo, sai?»
«Tartaruga smeraldo? A cosa ti riferisci?»
«Niente, lascia perdere.»
«Si può sapere cosa vuoi da me?»
«Preparati Hanon... Quando tutte le pietre saranno riunite, tu e le tue amiche dovrete fronteggiare il nuovo nemico.»
«Ma... di quale nemico stai parlando?»
Ma l'aquila non rispose, scomparendo improvvisamente come era riapparsa.
"Benissimo. Anche quell'aquila è sparita" pensò Hanon non riuscendo ancora a capire cosa stava succedendo.

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Capitolo 3
*** Pioggia di smeraldi ***


Da alcuni giorni a questa parte, Rina si comportava in modo strano.
Sembrava che gli mancasse qualcosa.
Ma non riusciva a capire cosa.
«Rina, è da tre giorni che continui a fissare fuori senza una valida spiegazione» gli fece Hanon «Si può sapere cosa ti sta succedendo?»
Rina ci mise qualche secondo prima di rispondere.
«Sento che qualcuno mi sta chiamando… ma non riesco a capire chi…»
«Sono sicura che rimanendo qui a fissare l’orizzonte senza fare nulla, non aiuterà a trovarlo» fece Lucia con tono calmo.
«E tu cosa ne vuoi sapere?»
«Ma, Rina…»
«Voi non riuscite a capire come mi sento! Lasciatemi in pace» rispose furente la ragazza dai capelli verdi.
«Rina, Lucia non voleva infierire su come stai perdendo il tuo tempo…»
«Stai tranquilla, Hanon… adesso non accadrà più.»
Rina si preparava ad uscire, evitando di guardare le sue due amiche.
«Adesso dove stai andando?»
«A fare un giro fuori. Camminare mi farà bene.»
«Ma tra poco arriveranno Seira, Coco, Caren e Noel. Non potresti andarci più tardi?»
Ma Rina non rispose, uscendo dalla casa come se nulla fosse.
 
 
Rina camminava sulla spiaggia intenta a fissare l’oceano.
“La mia pietra… dove potrebbe essere?”
Da alcuni giorni a questa parte, sulla Terra non erano caduti nessun meteoriti.
Questo faceva sì che a Rina gli mancasse qualcosa: la sua pietra preziosa.
Improvvisamente, Rina sentì dei passi dietro di sé.
Girandosi di scatto, ella non vide nessuno.
Forse qualcuno la stava inseguendo?
Camminò ancora per un po’ come se niente fosse, sentendo ancora i rumori dei passi.
Un po’ spaventata, Rina iniziò a correre, andando a sbattere contro Masahiro.
«Ciao, Rina» fece il ragazzo sorridente.
«Masahiro…»
«Anche tu facevi una passeggiata, non è vero?»
«Come?»
Rina era molto distratta.
Anche Masahiro l’aveva capito.
«Tutto bene, Rina?»
«Sì… certo. Scusami se ti sono venuta addosso.»
«Non ti preoccupare. Sono contento di averti incontrato.»
L’umore di Rina migliorò incredibilmente grazie a Masahiro.
Quel ragazzo aveva il dono di renderla felice.
Ma Rina non gli avrebbe mai confessato i suoi reali pensieri.
«Vedere l’oceano durante il tramonto, mi riempie il cuore di gioia» fece Rina «Fa in modo di non farmi pensare a niente. Mi rende spensierata.»
«La stessa cosa vale per me» replicò il ragazzo.
Masahiro fissava Rina con sguardo voglioso.
La voleva tutta per se.
La voleva baciare.
Ma Rina avrebbe ricambiato?
Ma i desideri di Masahiro non si sarebbero esauditi in quel momento.
«Masahiro! Il cielo!»
Incredibilmente, il cielo si era completamente oscurato.
«Ma… cosa succede? Dov’è sparito il tramonto?»
Subito dopo, Rina notò che in cielo stava per cadere una pioggia di un colore molto particolare.
«Ma cosa sono questi?» domandò Masahiro tenendo con sé una pietra brillante.
«È uno smeraldo… Questa è una pioggia di smeraldi!»
Allibita, Rina corse via da Masahiro alla ricerca della sua pietra.
«Rina, ma dove stai correndo?»
Ma la ragazza non rispose.
Era troppo presa nel contemplare la pioggia misteriosa.
Dopo qualche minuto, la pioggia s’interruppe bruscamente.
L’attenzione di Rina si concentrò su una pietra molto più grande del normale.
“È questa… è questa la pietra.”
Una volta presa in mano, la pietra cominciò a brillare di luce propria.
«Sei qui, Rina» fece Masahiro spaventando non poco la ragazza.
«Scusami. Non volevo farti paura.»
«Non preoccuparti.»
«Che cosa stai tenendo in mano?»
«È uno smeraldo.»
«Davvero bellissimo. E poi guarda come brilla.»
Rina sembrava non gli importasse nulla della presenza di Masahiro.
Era troppo concentrata sulla pietra.
«Ma… come fa a illuminarsi da sola?»
Ma Rina non rispose, scappando dal ragazzo come se nulla fosse.
«Scusami Masahiro, ma ora devo andare.»
La ragazza non diede nessuna spiegazione, lasciando Masahiro interdetto.
Correndo a tutta velocità, Rina tornò verso casa sua.
«Ciao, Rina!» esclamò Lucia andandogli incontro.
«Finalmente sei tornata» disse invece Hanon.
«L’ho trovata, ragazze. Ho trovato la mia pietra» fece Rina felicissima.
«È davvero bellissima» disse Hanon dopo averla vista.
«Mai visto niente di simile.»
«Eppure non abbiamo sentito di un meteorite che stava cadendo sulla Terra… Dove l’hai trovato?»
«Sulla spiaggia dopo una pioggia di smeraldi.»
«Cosa? Una pioggia di smeraldi?»
Lucia e Hanon non riuscivano a capire.
«Abbiamo sempre tenuto la tv sul canale del notiziario locale, ma non hanno mai parlato di questa pioggia di smeraldi» replicò Hanon sorpresa.
«È tutto molto strano.»
«Ehi, voi tre! Che cosa state confabulando?» domandò Caren.
«Sì. Perché non ce lo dite anche a noi?» fece invece Coco.
«Più tardi vi spiegheremo tutto… Intanto vi lasciamo un attimo soli, va bene?»
«Cosa?»
Hanon, Lucia e Rina si rifugiarono in bagno per parlare da sole tra di loro.
Rina gli spiegò il modo in cui l’aveva trovato insieme a Masahiro.
«Cosa? adesso Masahiro sa di questo piccolo segreto?» domandò Lucia.
«Non credo. Anche perché sono scappata da lui come se niente fosse… Domani dovrò spiegargli tutto.»
«Però stai molto attenta a cosa dici, va bene?»
«Certo. Non preoccupatevi…»
Hanon notò che qualcos’altro stava preoccupando Rina.
«E poi ho visto qualcuno che mi stava seguendo…»
«Qualcuno?»
«Purtroppo non sono riuscita a capire chi era… Mentre stavo correndo sulla spiaggia, m’imbattei in Masahiko, e la persona in questione non l’ho più vista.»
«Ma chi potrebbe mai pedinarti?»
«Non lo so, Lucia… Ma questa storia non mi piace per niente.»
«Che sia un nuovo nemico che dovremo combattere?» domando Hanon.
«Tutto è possibile…»
«Tornando a noi, hai visto la creatura raffigurata?»
«Ora che mi ci fate pensare, no.»
Rina prese con sé la pietra.
Ma stranamente Rina non riuscì a vedere niente.
«Forse si manifesterà più tardi» gli disse Lucia «Anche a me e ad Hanon non si è fatto vedere subito.»
«Capisco…»
«Avete finito di parlare tra di voi?» fece Seira entrando nel bagno senza bussare.
«Sì. Adesso veniamo tra di voi.»
«Bene. Ma fate in fretta. Stiamo morendo di fame.»
«Arriviamo.»
Rina sembrava molto preoccupata.
«Adesso non pensare alla tua pietra, va bene Rina?»
«Sì! Pensa alla festa entusiasmante che abbiamo organizzato!»
«Ma io non ho organizzato niente… Mi sento così in colpa…»
«Non ti devi preoccupare, Rina» la rassicurò Lucia «L’importante è che tu ti diverti.»
«Sì. Hai ragione» replicò Rina ritrovando il sorriso.
 
 
«Maestà, anche la terza ragazza è riuscita a trovare il suo terzo cristallo» fece la creatura misteriosa.
«Molto bene... Quando tutti i cristalli saranno riuniti, potrò evocare la creatura che distruggerà l'intero pianeta.»
«Buio profondo, non credete che sarebbe meglio entrare in azione?»
«Sì, Mollow... Puoi iniziare con intrufolarti alla festa delle ragazze. Ma cerca di non ucciderle, va bene? Altrimenti il nostro piano andrà in fumo.»
«Sì, maestà.»

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Capitolo 4
*** La rivelazione del custode dello smeralndo ***


La festa procedeva senza nessun intoppo.
Le ragazze non si erano mai divertite così tanto prima d’ora.
«Era già da un po’ di tempo che non organizzavamo questa tipo di festa tra ragazze» fece Noel «E per di più senza nessun ragazzo tra i piedi. Una bellissima trovata!»
«Ti ringrazio, Noel» replicò Lucia pensando a Kaito che si trovava in Europa.
«Secondo me dice così perché non ha un ragazzo» disse Rina appena Noel si fu allontanata «Non può capire come si può stare con una persona che ti vuole bene e capisce i tuoi reali sentimenti.»
«Hai ragione» tirò un sospiro di sollievo Hanon.
«A proposito di ragazzi, cosa ci dici del tuo Nagisa, Hanon?»
«Nagisa? Cosa centra lui in questa storia?» domandò la ragazza dai capelli celesti arrossendo di colpo.
«Avanti, non fare la finta tonta. Lo sappiamo benissimo che ti piace.»
«Questo non è vero, Lucia! E poi tu dovresti pensare al tuo Kaito!»
«Ci penso, Hanon… Conto i giorni che la sua vacanza ci separa da noi…»
Ricordandogli il suo ragazzo, Hanon aveva intristito la sua amica Lucia.
«Scusami, Lucia. Non volevo.»
«Adesso è meglio seguire il consiglio di Noel di non pensare a nessun ragazzo. Almeno fino a domani» mormorò Lucia ritrovando momentaneamente il sorriso.
«Sì, è vero… Avanti, allora! Andiamoci a scatenare in mezzo alla pista!» propose Hanon.
Ma prima che le ragazze si lasciassero andare, qualcuno suonò alla porta della loro casa.
«Chi può essere a quest’ora?»
«Vado io ad aprire. Voi andate pure a ballare. Io non ne ho voglia» fece Rina.
«Cosa?! Non se ne parla nemmeno!» protestò Hanon.
«Sì, Hanon ha ragione. Tu vieni a ballare con noi e basta!»
«Ma io…»
Mentre le ragazze continuavano a discutere, la persona dall’altra parte del campanello continuava a suonare con insistenza.
«Ne parliamo dopo, ok?»
Una volta che Rina avesse aperto, si ritrovò dinanzi un ragazzo alto, snello, dai capelli mori e dagli occhi celesti.
«Buonasera.»
«Buonasera… Posso fare qualcosa per lei?»
«Mi dia pure del tu. Il mio nome è Makoto. Sono appena arrivato in città e volevo sapere se ci sono degli alloggi nelle vicinanze.»
«Purtroppo non ci sono… Il primo albergo si trova a 10 km da qui» gli spiegò Hanon andando a vedere con chi stava parlando Rina.
«È davvero un peccato.»
«Ti vorremmo aiutare in qualche maniera, ma purtroppo stiamo dando una festa con le nostre amiche» disse invece Rina.
«Io avrei un’idea brillante! Perché non vieni anche tu?»
«Io? Non vorrei dare troppo disturbo» rispose il ragazzo con tono gentile.
«Nessun disturbo. Una persona in più alla festa non può far altro che aumentare il divertimento. Vieni, non farti pregare.»
«Se insistete…»
Hanon condusse il ragazzo in mezzo alla pista in mezzo a tutti gli occhi delle ragazze che fissavano la scena di lui e della ragazza dai capelli celesti che si stava scatenando in mezzo alla pista.
«Rina, che sta succedendo? E chi è quel ragazzo che balla insieme ad Hanon?» domandò Lucia con una bevuta in mano.
«So solo che si chiama Makoto e che cercava un alloggio nelle vicinanze. Ma Hanon ha insistito che lui venisse alla festa, e così la gettato dentro la mischia di noi ragazze.»
«Hanon ha fatto questo?»
«Non so davvero cosa gli sia preso, ma se Hanon è impazzita a causa della gemma, io me ne tiro subito fuori» replicò Rina uscendo dalla casa per prendere una boccata d’aria.
 
 
Appena si ritrovò sulla spiaggia, Rina si tastò le tasche.
“E questa?”
Non si era ricordata che aveva portato con sé lo smeraldo.
“Eppure ero sicuro di averlo lasciato in camera mia…”
Dopo averla riposta nella tasca dei suoi pantaloni, la ragazza sentì alcuni voci provenire dalla vicinanze.
Ma non riusciva a vedere nessuno.
«Ma chi sta parlando?»
«Perché non guardi di fronte a te?»
Una tartaruga di enormi proporzioni e completamente ricoperta di smeraldi, fissava con attenzione Rina, facendola spaventare.
«E tu chi diavolo sei?»
«Non mi vedi? Sono una tartaruga.»
«Questo lo so» rispose la ragazza con tono ovvio «Ma con tutti quei cristalli, sembrerebbe che tu…»
«Sono il custode del tuo smeraldo, Rina.»
«E… cosa vuoi da me?»
«Conoscerti meglio.»
«Veramente non ho molte cose da dire» fece Rina troncando al più presto la conversazione.
«Allora posso darti un consiglio…»
«E sarebbe?»
«Mentre stavo infilando la pietra dentro i tuoi pantaloni, ho notato un ragazzo ballare insieme alla guardiana dell’aquila cobalto.»
Inizialmente, Rina non riuscì a capire cosa stesse dicendo l’animale.
«Cosa?»
«Mi riferisco alla ragazza dai capelli celesti.»
«Chi? Hanon?»
«Sì, lei… Devi sapere che quel ragazzo non mi piace per niente… Emana un’aura negativa che ho sentito subito.»
«Un’aura negativa?»
«Non te l’ho detto Rina, ma presto tu e le altre guardiane dovrete affrontare un nemico che vuole impossessarsi di tutti i cristalli che vi verranno offerti.»
«Cosa? vuoi forse dirmi che ci sono altri cristalli?»
«In tutto siamo sette. E se non sbaglio, per ora ne sono stati trovati tre. Compreso il sottoscritto… Una volta riuniti, il nemico non esiterà a rubarci e a usare i nostri poteri contro di voi e contro il vostro pianeta, causando sciagure che voi non potete nemmeno immaginare.»
«Tutto ciò è irreale… Quindi dovremmo continuare a combattere?»
«Esatto, guardiana dello smeraldo… Con la differenza che questa volta il nemico non verrà dal mare, ma dal cielo…»
«E come si chiama questo nemico?»
«Non l’ho mai visto di persona, ma il nostro sovrano, ovvero il drago arcobaleno, lo chiama Buio profondo.»
«Drago arcobaleno? Buio profondo? Accidenti, non ci capisco niente!»
«Con il passare del tempo ti verrà tutto chiaro, non preoccuparti… Adesso è meglio tornare alla festa e mettere in guardia le tue amiche prima che sia troppo tardi.»
«E che cosa dovrei fare? Dire a tutte che quel giovane ragazzo affascinante è la nuova minaccia sulla Terra?»
«Inventati qualcosa. Sono sicuro che sei molto brava con le parole» disse infine la tartaruga prima di scomparire.
«Tu la fai facile… Ma dove stai andando?»
Ma era troppo tardi.
La tartaruga era sparita.
E Rina era rimasta troppo tempo lontano dalla festa.
 
 
«Finalmente! Ma dov’eri?» gli domandò Lucia appena Rina rientrò in casa.
«Alla spiaggia… Avevo bisogno di un momento per pensare…»
«E proprio stasera dovevi fare l’associale? C’è una festa se non te ne sei accorta.»
«Lo so.»
Rina fissava Makoto che stava conversando con Caren, Coco e Noel.
«Rina, mi stai ascoltando?»
«Devo parlarti di quel ragazzo, Lucia. È importante.»
«Di Makoto? È un ragazzo davvero divertente e interessante. Praticamente ha legato con tutte.»
«Sì, ma non con me.»
«Tu sei più fredda, Rina. Ricordo Masahiro quanto tempo ha trascorso per conquistare il tuo cuore.»
«Adesso Masahiro non centra» protestò Rina «Dobbiamo allontanare quel ragazzo immediatamente da noi. Per il nostro bene.»
«Rina, mi spieghi che cosa ti sta succedendo?»
A quel punto Rina spiegò alla sua amica Lucia tutte le parole che il suo animale custode gli aveva rivelato.
«Mi sembra tutto inverosimile… Sei sicuro che non si sia sbagliato?»
«Anche se l’ho appena conosciuto, sento che devo fidarmi del mio custode… IL tuo cosa ti dice?»
«È da quando ho trovato il rubino che non si è più manifestato… Questi custodi si comportano in un modo che noi non riusciamo a capire.»
«Sì, è vero.»
«Ehi, chiacchierone! Non volete sentire la storia di Makoto quando ha scalato il Monte Fuji? È davvero incredibile!» esclamò entusiasta Caren.
«Lo immagino…» rispose  Rina indifferente.
«Magari un’altra volta. La festa è finita» disse invece Lucia.
«Cosa?!»
Senza pensarci due volte, Lucia  spense la musica, attirando l’attenzione di tutte le sue amiche.
«Purtroppo si è fatto molto tardi, ragazze. Meglio spegnere la musica prima che qualche vicino noioso si possa venire a lamentare da noi.»
«Ma sono solo le undici!» protestò Hanon.
«Non m’interessa, Hanon. Avanti, ognuna a casa sua.»
Inorridite, le invitate alla festa di Lucia, uscirono di casa alquanto arrabbiate.
«Non capisco cosa ti sia preso, Lucia… Ci stavamo divertendo!»
«Makoto, per stasera ti toccherà dormire sulla spiaggia. Fortunatamente il cielo è limpido e sereno» fece Lucia fingendo dispiacere.
«Fortunatamente Seira mi ospiterà a casa sua. Ma solo questa notte, s’intende. Devo trovare una sistemazione al più presto. Ma la mia ricerca riprenderà domani mattina.»
«Bene… Sono contenta per te.»
«Grazie. Buonanotte e grazie per la bella serata» li salutò il ragazzo prima di raggiungere Seira.

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Capitolo 5
*** Identità malvagia ***


«Allora? Non hai ancora risposto alla mia domanda, Lucia» fece Hanon irritata.
«Ti spiegherò tutto io» fece Rina.
«Cosa? È a causa tua se Lucia ha interrotto la festa?»
«È stata colpa di tutte e due, se così si può dire.»
«Per favore, mi volete…»
«Siamo in pericolo, Hanon. Dobbiamo tenerci alla larga dai guai ed evitare di attirare l’attenzione.»
«E dai chi dovremmo stare attenti, Rina?»
«Da Makoto.»
«Cheee?»
«So che può essere strano, ma Makoto non è quello che dice di essere…»
«… Quel ragazzo è al servizio di una potente creatura oscura di nome Buio Profondo.»
«E chi vi avrebbe detto questa storia?»
«Sono stato io» fece la tartaruga materializzandosi davanti alle tre ragazze.
«Credevo che solo io, guardiana dello smeraldo, potessi vederti.»
«Esiste un eccezione alla regola» mentì la tartaruga.
«Non sei convincente» rispose Lucia.
«E va bene! Carbuncle ti ha mentito, Lucia. Voi guardiane potete vederci… Ma siamo noi bestie cristallo che lo decidiamo» spiegò la tartaruga.
«Bene. Mi fa piacere.»
«Perché Carbuncle mi avrebbe mentito? Non capisco» fece Lucia sconsolata.
«Adesso non è questo il vostro problema» fece l’aquila materializzandosi «Adesso le vostre quattro amiche dovranno trovare gli altri cristalli.»
«La prossima volta che ti materializzerai, non farmi prendere un colpo, va bene?»
«Ci starò più attento, Hanon» rispose l’aquila scusandosi.


 


 

Seira, Coco, Caren e Noel stavano giocando a beach volley sulla spiaggia.
Era una bellissima giornata.
Nessuna nuvola in cielo e un vento piacevole che accarezzava i loro corpi.
«Ciao, ragazze. Vi state divertendo?» domandò Lucia attirando la loro attenzione.
«Moltissimo» rispose Noel «Giocate anche voi?»
«Vorremmo tanto, ma purtroppo se giochiamo tutti assieme saremo in sette, ovvero un numero dispari.»
«Di questo non dovete preoccuparvi, visto che giocherà anche Makoto» rispose Seira.
Il ragazzo misterioso si avvicinò a Lucia con sguardo sorridente e tranquillo.
«Ciao… Makoto.»
«Ciao, ragazze. Come ve la passate?»
«Molto bene» replicò Hanon con sguardo innamorato «E tu?»
«Benissimo. Visto che siete qui, avreste voglia di una partita?»
«Visto che me lo chiedi tu, accetterò volentieri.»
«Benissimo. Allora prepariamo le squadre.»
«Io voglio giocare con te, Makoto» disse Hanon.
«No, ci voglio giocare io!»
«E perché? Chi l’ha deciso?»
«Non certo tu, Caren.»
Hanon, Caren, Noel e Coco si stavano litigando per un ragazzo, tirando fuori tutto il loro imbarazzo.
«Accidenti. Per fortuna siamo sole in questa spiaggia» disse Lucia.
«Le squadre si svolgeranno in questo modo: da una parte Noel, Coco, Caren e Makoto, mentre dall’altra, io, Lucia, Seira e Hanon.»
«Sì! Bellissima idea, Rina.»
«Cooosa?! Non ci penso nemmeno!» protestò Hanon «Perché quelle tre dovrebbero far squadra con Makoto?»
«Alla fine di questa partita, potremmo scambiarci i giocatori… Così va bene, Hanon?»
«Se dico di no cambierà qualcosa?»
«Smettila di fare la difficile e prendi posizione. Abbiamo una gara da vincere» la spronò Lucia.


 


 

Alla fine della partita, la squadra composta da Lucia, Rina, Hanon e Seira perse con un netto 7 a 21.
Le ragazze non avevano mai visto giocare come Makoto.
Era bravissimo.
La metà dei punti fatti dalla squadra vincente era merito suo.
«Benissimo, ora che abbiamo perso, propongo di scambiarci le squadre come da comune accordo.»
«Aspetta un attimo, Hanon. Non così in fretta… Chi vuole qualcosa da bere?»
«Io!» risposero in coro tutte le ragazze.
«Molto bene… Makoto, saresti così gentile da venirmi ad aiutare?»
«Con molto piacere» rispose il ragazzo.
«Che diavolo in mente di fare, Lucia? Tu e Makoto da soli non me la raccontate giusta…»
Lucia fissò la sua amica Hanon con sguardo rancoroso e rabbioso.
«Niente di quello che tu stai immaginando, Hanon… Prepara i bicchieri, d’accordo?»
«Va bene.»
Una volta rimasti da soli, Lucia prese in disparte Makoto, portandolo al di fuori della spiaggia.
«Lucia, ma cosa stai facendo? Non dovevamo prendere le bibite?»
Ma Lucia non rispose subito.
Teneva gli occhi nascosti dai suoi capelli per evitare di guardarlo.
«Makoto… chi sei tu?»
«Come? Chi sono io?»
«Lo so benissimo che stai fingendo… Quindi ti prego di dirmi la verità, se non vuoi che le mie amiche non ti vedano mai più…»
«Che razza di minaccia è mai questa?» domandò il ragazzo smorzando un sorriso.
«Allora?»
«Sono solo un ragazzo che è venuto in vacanza da queste parti… Non riesco a capire cosa credi che io sia…»
«Non vorrei avere spiacevoli sorprese da te, quindi parla chiaro.»
Makoto fissava Lucia con sguardo da sfida.
Il ragazzo si avvicinò, emanando in Lucia irrequietudine e paura.
«Brava… hai dei sospetti su di me… Ma le altre ragazze non sono del tuo stesso avviso.»
Lucia rimase allibita.
Aveva confessato.
Non era il ragazzo che diceva di essere.
«Vattene immediatamente dalla nostra vita se non vuoi passare dei guai.»
«Le tue minacce non mi fanno paura… Quando le forze oscure si saranno impossessati dei cristalli, tu e tutta la razza umana scomparirete per sempre.»
«Maledetto!»
Lucia stava per mollare uno schiaffo al ragazzo, ma costui riuscì a trattenerla per il polso.
«Lasciami! Mi fai male!»
«Se solo proverai a dire queste parole ad una delle ragazze, la tua vita non avrà più un senso… E poi non ti conviene farlo visto che nessuno ti crederebbe… Continuiamo a vivere come ottimi amici. È questa la scelta migliore.»
«Tu sei malvagio, Makoto.»
«Hai ragione… Ma ancora non hai visto niente…»
«Che cosa sta succedendo qui?» domandò Rina sorprendendo Lucia e Makoto.
«Stavamo solo mettendoci d’accordo sulla cifra da spendere» disse frettolosamente Makoto «So che voi ragazze state aspettando le bevande… Ma tranquille. Arrivano subito. Vieni con me, Lucia?»
«Scusate… ma non mi sento bene…»
Lucia passò ad essere determinata a scoprire la verità, ad essere completamente triste.
La sua vita e quella delle sue amiche era più in pericolo che mai.
Come avrebbe potuto sconfiggere Makoto e le forze del male?
«Vuoi che ti accompagni a casa?»
«Sì… se per te non ti dispiace…»
«Certo che no. Vieni con me.»
Lucia non aveva salutato nemmeno le ragazze.
Si era limitata a fissare un’ultima volta Makoto, vedendo in lui tutta la crudeltà che poteva manifestare.


 


 

«Allora? Adesso va un po’ meglio?» domandò Rina dopo aver dato un bicchiere d’acqua alla sua amica.
«Sì, grazie.»
«Dimmi Lucia, che cosa è successo tra te e Makoto? Perché stavate parlando di nascosto? Hai scoperto qualcosa sul suo conto oscuro?»
Ma Lucia non rispose subito, comportandosi in maniera molto sospetta.
«Allora?»
«Rina, il tuo custode dello smeraldo si è sbagliato… Makoto non è malvagio come lui credeva.»
«Ne sei sicura?»
«Mai stata più sicura prima d’ora.»
«Credi che la tartaruga ci abbia mentito come carbuncle?»
«A differenza di quell’animaletto, io non mento mai» rispose la tartaruga indignata mostrandosi alle due ragazze.
«Tartaruga, vorremmo parlare in privato, se non ti dispiace.»
«Fate pure. Ma non prima di aver riconquistato la mia lealtà… Non è vero che Makoto non è una cattiva persona… E tu lo sai bene, Lucia.»
«No. Non è così.»
«Avanti Lucia, che cosa credi? Che siamo stupidi? Non sfidare la nostra intelligenza e i nostri poteri.»
«Ti dico che Makoto è una persona normale come dice di essere! Fine della storia!»
La pressione a cui era sottoposta Lucia era troppo grande.
Stava cominciando a piangere dalla disperazione.
«Adesso basta, tartaruga!» tuonò Rina «Se Lucia ha detto che Makoto non è quello che supponi tu, allora io le credo.»
«Come puoi credere ad una bugiarda come lei?»
«Adesso basta! Mi avete stancato!» gridò Lucia lasciando la stanza.
«Lucia, dove stai andando?»
Ma la bionda era scappata chissà dove.
«Lasciala riflettere in pace… Deve capire che difendere un nemico, non è la miglior cosa.»
«Stai esagerando, tartaruga.»
«Io esagerare? Non è vero… Vi ho messo in guardia, Rina. Le forze nemiche si stanno avvicinando… E Makoto è solo l’inizio.»

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Capitolo 6
*** Il venditore e l'ambra ***


Lucia se ne stava sulla spiaggia in riva al mare.
Voleva essere lasciata in pace.
Non voleva vedere nessuno.
«Lucia!»
Una delle sue amiche attirò l’attenzione della ragazza.
«Seira…»
«Bello l’oceano, vero?»
«Sì… è fantastico…»
Seira non comprendeva le preoccupazioni della sua amica.
Credeva che fosse tutto apposto.
«Allora? Quando la facciamo la prossima festa?»
«Non lo so. Quando volete voi.»
«Io direi che una festa sulla spiaggia sia una bella idea, non trovi?»
«Sì… bellissima.»
«Lucia, sei sicuro che vada tutto bene?»
«Certo. Perché?»
«Sei così distratta…»
«Ehilà!» esclamò il ragazzo attirando l’attenzione delle due amiche «Che ci fanno due stupende ragazze in riva all’oceano?»
Makoto era venuto a disturbare Seira e Lucia.
«Scusatemi, ma devo andare…»
Lucia se n’andò senza dire una parola.
«Lucia, dove stai andando?»
«Lasciala andare, Seira» fece il ragazzo.
«Perché?»
«Ultimamente Lucia ha delle preoccupazioni…»
«Molto probabilmente è a causa del suo ragazzo, Kaito.»
«Lucia ha un ragazzo?»
«Sì. Ma in questo momento è in Europa in vacanza. A quanto ne so, dovrebbe tornare tra un mese.»
«Mi dispiace per Lucia. So come si può sentire.»
«È molto innamorata di quel ragazzo.»
«Ci credo…»
Makoto pensava a come poteva far soffrire la povera Lucia.
«Visto che siamo qui, perché non andiamo a fare un giro?»
«Buona idea. Così potresti farmi fare un giro per la città.»
«Molto volentieri.»
 
 
Dopo aver cenato in un ristorantino in città, Seira e Makoto tornarono verso la spiaggia.
«È stata davvero una bella serata» fece Seira.
«Lo è stato anche per me.»
«Che cosa vorresti fare?»
«Io un’idea ce l’avrei…»
Makoto si stava preparando a baciare la ragazza.
Ma all’ultimo momento, Seira si ritirò di colpo.
«Che succede?»
«Mi dispiace, ma non posso.»
«Perché?»
«È troppo complicato per spiegartelo… E poi ci siamo appena conosciuti.»
«Ci conosceremo con il tempo, Seira.»
«Scusami, ma adesso devo andare.»
Seira lasciò imbambolato Makoto sulla spiaggia.
La ragazza si stava dirigendo verso casa.
Fino a quando non incontrò un venditore abusivo di oggetti antichi.
«Ciao, bella signorina.»
«Buonasera.»
«Dove vai così di fretta, se posso chiederti?»
«A casa. È stata una giornata molto… stressante.»
Non sapeva perché Seira si era intrattenuta con quel venditore.
Sapeva soltanto che era un tipo amichevole.
«Visto che sei una ragazzina molto gentile, ho deciso di regalarti questo.»
Il mendicante gli porse un’ambra molto antica.
«È davvero bellissima. Ma non posso accettarla.»
«Perché? Te la regalo.»
«È molto antica e deve valere una fortuna… Di sicuro servirà molto più a lei che a me.»
«Ne sei davvero sicura? Appena ti ritroverai da sola, l’ambra compierà una magia che tu non puoi immaginare… Ma questo è un segreto. Un segreto che devi scoprire solo tu.»
«La ringrazio infinitamente» rispose gentilmente Seira.
«In un futuro non molto lontano, sarò io che ti dovrò ringraziare… Buonanotte» disse infine il venditore prima di sparire nel buio della notte.
 
 
Nel mentre stava tornando a casa, Seira s’imbatté nella sua amica Noel che stava uscendo dal supermercato.
< Ehi, Seira! >
< Ciao, Noel. >
< Stai tornando a casa? >
< Sì esatto. >
Seira non aveva nessuna intenzione di parlare con Noel e con le altre sue amiche di Makoto perché avrebbe scatenato delle gelosie inopportune.
< Vuoi che ti aiuti a portare la spesa? > fece Seira inchinandosi per prendere il sacchetto della spesa.
< Ti ringrazio, ma ce la faccio da sola > rispose Noel gentile.
Ma senza accorgersene, Seira aveva fatto cadere la pietra preziosa che gli aveva dato in regalo quel misterioso mercante.
< Seira, ti è caduta questa. >
< Oh, ti ringrazio… >
< E’ davvero una bella pietra > fece Noel curiosa < Se non sono troppo indiscreta, chi te l’ha regalata? >
< Un mercante che ho incontrato qui vicino… Voleva ringraziarmi per la mia bontà. >
< Capisco. È una pietra molto rara. >
< Sembrerebbe di sì. >
Seira si sentiva molto a disagio.
Non voleva rivelare troppo alla sua amica.
< Va tutto bene, Seira? >
< Sì. Perché? >
< Ti vedo assente. >
< Forse sono solo un po’ stanca… Prendere il sole sulla spiaggia prosciuga le energia > rispose Seira mettendosi a ridere.
< Sì, hai ragione… Beh, allora ci vediamo in giro. >
< A presto, Noel > rispose frettolosamente Seira andandosene a passo svelto.
 
 
Appena Seira arrivò a casa, si chiuse a chiave dentro la sua camera.
Fortunatamente, la pietra non aveva subito danni dopo la sua caduta.
Attese che succedesse qualcosa di strano e misterioso.
Ma non accadde niente.
“Eppure quel mercante mi aveva detto che…”
< Seira, sei lì dentro? >
< Sì, mamma. >
< Che cosa stai facendo? E con chi stai parlando? >
< Con nessuno, perché? >
< Sentivo delle voci… Perché hai chiuso la porta a chiave? > domandò sua madre intenta ad aprire la sua porta.
< Stavo leggendo un libro. >
< Con la porta chiusa? >
< Non volevo essere disturbata. >
< Va bene… Allora buonanotte. >
< Buonanotte, madre. >
Appena La madre di Seira andò in camera usa, l’ambra cominciò a brillare improvvisamente.
“La magia si sta compiendo!”
Dopo pochi secondi, una figura di un mammut prese forma.
< E tu… chi sei? >
< Sono l’animale custode di questa pietra, Seira. >
< L’animale custode? >
< So che può essere strano, ma presto ti diverrà tutto chiaro. >
< Tutto chiaro? Ma che sta succedendo? >
Seira era molto confusa.
Non sapeva cosa pensare.
Quali erano le proprietà dell’ambra?
Perché aveva la facoltà di evocare un mammut?
< Come faccio ad avere delle rispose su questa faccenda? E perché il venditore ha voluto dare a me questa pietra? >
< Perché tu, insieme alle altre tue amiche, siete le prescelte per combattere Buio Profondo. >
< E chi sarebbe questo buio profondo? Un nuovo nemico? >
< Esattamente. >
< Tutto ciò mi sembra irreale… >
< Irreale o no, tu e le tue amiche avete una nuova missione da compiere: sconfiggere Buio profondo e le forze del male. >
< Molto bene… Torniamo quindi in azione? >
< Appena le altre tue amiche avranno trovato gli altri cristalli, la guerra inizierà e dovete essere pronte per contrastare il nemico. >
< E se ciò non accadesse? >
< Allora l’intero pianeta Terra e tutto l’universo cadrà in mani nemiche. >
< Ecco, lo immaginavo… Quando comincerà questa guerra? >
< Molto prima di quanto immagini > disse infine il mammut prima di scomparire improvvisamente.
< Aspetta! Ma come… >
Seira era più confusa di prima.
“E se provassi a parlarne con qualcuno?”
A parte le sue amiche, c’era solo una persona che poteva aiutarla.
“Madame Taki… Lei mi dirà tutto quello che c’è da sapere.”
 
 
< Sei stato molto frettoloso e imprudente nei confronti di Seira, Mellow. >
< Perdonatemi, maestà. Non accadrà mai più. >
< Lo spero bene… E poi, come ti sei permesso di dire che delle forze oscure attaccheranno la terra e l’universo? >
< Ma non ho fatto il vostro nome… Le ragazze non sospettano di nulla. >
< Sei un irresponsabile! Non dovevi parlare in quel modo! Adesso Lucia si farà molte domande! > ringhiò Buio Profondo.
< State tranquillo. Ho tutto sotto controllo, maestà. >
< Lo spero bene… Perché se il mio piano non va a buon fine, il primo che la pagherà sarai tu, Mellow. >
< Sì, maestà. >
< Adesso tieni gli occhi aperti sulle ragazze che non hanno ancora la pietra. Non possiamo permettere che i sette cristalli si riuniscano. Hai capito bene? >
< Perfettamente. >
< Molto bene. Adesso torna sulla Terra e non fare altri passi falsi. >
< Certo, maestà > disse infine Mellow prima di ritrovarsi di fronte casa di Noel.
“La ragazza ha dei sospetti su Seira… Questa occasione la userò a mio vantaggio.”

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Capitolo 7
*** La meschinità di Makoto ***


Rina era molto preoccupata.
Lucia non era tornata a casa.
< Buongiorno, Rina > fece Hanon sbadigliando.
< Ciao, Hanon. >
Rina aveva i nervi a fior di pelle.
< Che succede, Rina? Perché sei così nervosa? >
< Ieri sera Lucia se n’è andata di casa e non ha fatto ancora ritorno. >
< Perché avrebbe fatto questo? >
< Ha litigato con il mio custode dello smeraldo. >
< Accidenti! Che cosa mai gli avrebbe detto? >
< E’ una storia molto lunga, Hanon. >
< Ti va di raccontarmela? >
< Magari dopo che avremo trovato Lucia… L’ho aspettata in piedi tutta la notte in attesa del suo ritorno, ma purtroppo non è andata così. Adesso mi sto preoccupando seriamente. >
< Dove pensi che sia andata? >
< Non lo so… Tu controlla in città, mentre io vado dalle nostre amiche. >
< Non ce ne sarà bisogno. >
Mentre Rina e Hanon erano pronte per mettersi alla ricerca della sua amica, Lucia fece la sua apparizione.
< Lucia! Allora sei tornata! > esclamò Hanon.
< Mi hai fatto preoccupare > disse invece Rina tirando un sospiro di sollievo.
< Mi dispiace per non essere rientrata stanotte, ma avevo bisogno di rimanere da sola. >
Rina e Hanon fissarono la tristezza negli occhi di Lucia.
< Da quando abbiamo trovato quei cristalli, la nostra vita non sembra più la stessa… E quella che è maggiormente cambiata è la tua, Lucia. >
< Lo so, Rina. Stiamo affrontando una nuova responsabilità… Forse addirittura più grande del nostro compito precedente… >
< Ed è per questo che sei così preoccupata? >
< Sì. >
< Devi stare tranquilla, Lucia. Vedrai che tutto si sistemerà > la rassicurò Hanon.
< Spero che tu abbia ragione. >
< Ricordati che non sarai sola. >
< Rina ha ragione. Ci siamo noi qui con te. >
< Avete ragione. Mi sono comportata come una sciocca. >
< Adesso vai a riposarti, va bene? Per stasera ti voglio in gran forma. >
< Perché? Cosa succederà stasera? > domandò Lucia.
< Ho intenzione di organizzare un party sulla spiaggia. Che ne dici? >
< Hanon, sarebbe meglio farlo un’altra volta, non credi? >
< E perché? >
< Rina ha ragione. Stiamo dando fin troppe feste. >
< Non credevo che festeggiare fosse un peccato… >
< Infatti non lo è… >
< … Ma attira l’attenzione, cosa che non dobbiamo fare > spiegò la bionda.
< Non dopo aver trovato i cristalli… >
< Cosa centrano i cristalli con le nostre feste? Non capisco. >
< Abbiamo una missione da compiere, ricordi? Quindi per ora, niente feste. >
Hanon, s’eppur contrariata, accettò la richiesta delle sue amiche.
< Però cerchiamo di concludere il tutto il più presto possibile. Non voglio giocarmi l’estate a causa di queste creature che prendono forma. >
< Mi hai chiamato, guardiana? > domandò l’aquila.
< Non proprio… >
< Aquila cobalto, dove possiamo trovare il prossimo cristallo? >
< Questo non lo so… Ma quando sarà vicino a voi, il vostro istinto lo sentirà > spiegò l’aquila.
< Quindi dobbiamo aspettare? >
< Tranquille. Appena meno ve lo aspetterete, il nuovo cristallo si manifesterà qui nei dintorni. >
 
 
Noel stava facendo jogging in solitaria sulla spiaggia prima di venire interrotta dal sorriso affascinante di Makoto.
< Ciao, Noel. Vedo che ti stai allenando. >
< Ciao, Makoto. Si esatto. Devo tenermi in forma in questi mesi, altrimenti non entrerò più nel costume. >
< Ma smettila! Stai benissimo anche se non fai ginnastica. >
< Grazie. Ma correre fa sempre bene. Aiuta a non pensare a niente. >
Makoto avrebbe volentieri saputo cosa pensava Noel.
Ma non voleva essere troppo invadente, Soprattutto precipitoso come aveva fatto con Seira.
< Hai ragione. Posso farti compagnia? >
< Molto volentieri. Riesci a stare al mio passo? >
< Ci provo. >
Noel e Makoto corsero per circa cinque chilometri, arrivando fino in città.
< Accidenti! Non avrei mai creduto che mi saresti stato dietro, sai? >
< Sorpresa? Non te l’ho detto, ma anch’io mi alleno molto spesso. >
< Davvero? >
< Sì. E se vuoi ogni tanto, potremmo correre insieme se ti va. >
< Mi farebbe molto piacere. >
Noel sembrava essere molto presa da quel ragazzo.
Si stava comportando in maniera gentile.
< Makoto, posso farti una domanda un po’ personale? >
< Certo. >
< Non vorrei essere troppo sfrontata, ma a te piace qualcuna di noi? In senso amichevole, ovviamente. >
Noel era arrossita di colpo.
Avrebbe voluto non fargli una domanda così esplicita, Ma era troppo curiosa.
Makoto si avvicinava a Noel con sguardo sensuale, sentendo il suo profumo di vaniglia.
< Ho sempre creduto che la migliore tra tutte saresti stata tu, Noel. >
< L-lo credi veramente? >
< Io non dico mai bugie… >
Noel non poteva più resistere.
Quel ragazzo gli aveva completamente annebbiato la mente.
Makoto ne approfittò, strappandogli un bacio.
Ma non era un bacio pieno d’amore.
Era il bacio della meschinità.
< Makoto, non credi che stiamo correndo troppo? >
< E perché? Non stiamo facendo niente di male. >
< Non vorrei che le mie amiche la prendessero… >
< Tu non devi preoccuparti di loro… Anzi, ti consiglio di non averci rapporti troppo stretti… >
< Perché mi dici questo? >
< Non lo so, ma secondo me nascondono qualcosa… >
< Ovvero? >
< Sono solo supposizioni… Ma devo indagare ancora a fondo… Per esempio, Lucia mi ha rivelato che ha dato una festa sulla spiaggia un po’ di tempo fa’… >
< Cosa? >
< E se non sbaglio, lei non ti aveva invitato… >
< Non credevo che avesse dato una festa senza di me… >
Le false parole di Makoto fecero molto male a Noel.
< Lo vedi? Che ti dicevo? Lucia e le altre non vogliono che tu faccia più parte della loro vita… >
< No. Non è vero… Non farebbero mai una cosa del genere. >
< Con il tempo lo vedrai con i tuoi stessi occhi… Segui il mio consiglio: più stai alla larga da loro, meglio è. >
Senza nessuna difficoltà, Makoto aveva fatto breccia nel cuore della povera Noel.
Adesso pensava alle sue amiche come persone da eliminare dalla sua vita.
< Mi sento così sola e messa da parte… >
< Ma tu non sei sola, Noel. Ci sono qua io con te. >
Gli occhi pieni d’amore di Makoto la portarono dritta dalla sua parte.
< Oh, Makoto… Fortunatamente ci sei tu > replicò la ragazza dandogli un altro bacio.

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Capitolo 8
*** La riunione ***


Lucia si rigirava nel letto imperterrita.
I suoi pensieri erano offuscati dai suoi incubi.
< No!!! >
Dopo aver riaperto gli occhi, la ragazza notò che si trovava nella sua camera.
“Fortunatamente era solo un incubo.”
Da quel momento, ella non riuscì più a riprendere sonno.
Si diresse in cucina per cercare qualcosa da mangiare.
Aveva un mal di testa terribile.
< Lucia! Già in piedi? >
< Ciao, Rina. Non avevo più sonno. >
< A giudicare dalle tue occhiaie, deduco che non hai dormito minimamente. >
< E’ tutta colpa di un incubo che ho fatto. >
< Me ne vuoi parlare? >
< Nel mio incubo ho visto Noel che stava facendo jogging in solitaria… Fino a quando non ho visto Makoto e… improvvisamente, Noel era diversa… >
< In che senso diversa? >
< Era schiva e rancorosa. Come se noi gli avessi fatto qualcosa. >
< E poi cos’è successo? >
< Makoto gli stava sussurrando qualcosa nel suo orecchio come se gli stava dando degli ordini… Noel non mi aveva mai guardato con quegli occhi pieni di odio… Mi ha fatto veramente paura… E poi è arrivata Hanon… >
< Ti ha fatto del male? >
< Voleva farlo. Ma subito prima che mi svegliassi, ho visto una creatura manifestarsi in quel momento… Era un pegaso… >
< Che sia il suo animale custode? >
< Non lo so… Grazie al cielo era solo un incubo. >
< Già… >
Come Lucia, anche Rina era visibilmente preoccupata.
< Secondo me è meglio parlare anche a Noel di questa storia. >
< Ti ricordo che lei non sa niente dei custodi e dei cristalli… Dovremo inizialmente andarci con i piedi di piombo, altrimenti ci scambierà per delle pazze. >
< Lo so. >
Appena Lucia e Rina uscirono di casa, videro Noel e Makoto che stavano passeggiando mano nella mano.
< Hai visto Rina? >
< Cosa ci fa Noel con quel tipo? >
< Oh no… >
Vedendo quella scena la preoccupazione si dipinse sugli occhi di Lucia.
< Rina, non vorrei che fosse come il mio incubo… >
< Stai tranquilla. Non permetterò che ti succeda niente di male > la rassicurò Rina < Noel! >
La voce della ragazza dai capelli verdi attirò l’attenzione di Noel e di Makoto.
< Rina… >
< Ciao, ragazzi. Che cosa fate da queste parti? >
< Non credo che siano affari tuoi, Rina > rispose Noel con tono scortese.
< Ma io veramente… >
< Che cos’è questa storia?! > gridò Hanon vedendo mano nella mano Noel e Makoto.
< Io e Makoto stiamo insieme, Hanon. >
< Cosa?! >
< Datti pace, ragazzina. Orami lui fa parte di me. >
< Ragazzina?! Ma come osi?! >
La situazione stava degenerando.
< Adesso calmatevi. State esagerando > fece Rina dividendo le due ragazze.
< Questa storia non può finire così. >
< Hanon, mi dispiace per te, ma il mio cuore appartiene a Noel > disse Makoto.
< Makoto… >
< Hanon, lasciali perdere. >
< Perché? Cos’ha lei che io non ho? >
< Comprendo i suoi veri sentimenti, Hanon. >
Hanon non sapeva cosa dire.
Stava quasi scoppiando a piangere.
< Fattene una ragione. Ormai non hai nessuna possibilità con Makoto > fece Noel con tono pieno di disprezzo.
< Non permetterò che tu la passi liscia. >
< Che cosa vuoi farmi? Picchiarmi? >
< Tranquilla, non cadrò così in basso… La nostra amicizia è finita > fece Hanon singhiozzando.
< Non mi interessa la tua amicizia. Né la tua né quella delle altre. >
< Ma Noel… >
< Lasciatemi vivere la mia vita in pace, chiaro? >
Rina vide negli occhi di Noel la cattiveria pura.
Che cosa l’aveva spinta a cambiare in questo modo?
Hanon scappò in casa sua con le lacrime che gli rigavano il viso.
< Noel, non credi di darmi delle spiegazioni? > domandò Rina seria.
< Non devo dire proprio niente a voi… Addio, Rina. È stato bello finché è durata > disse Noel stringendo a sé Makoto senza degnare di uno sguardo la sua ex amica.
 
 
< E’ incredibile quello che ho appena visto… > fece Rina a Lucia.
< Perché Noel si comporta in questo modo? Che cosa gli è successo? >
< Non lo so Lucia… Ma mi piacerebbe scoprirlo… >
< Hanon era veramente sconvolta. >
< Tutta colpa di Makoto e di Noel. La stanno facendo soffrire tantissimo. >
< Quel ragazzo… lo odio con tutto il cuore… > fece Lucia piena di rabbia.
< Secondo me è colpa di Makoto se Noel è cambiata. >
< Tu dici? >
< Questo suo cambiamento repentino è troppo misterioso… Che cosa starà tramando? >
< Rina, dobbiamo allontanare Noel da quel ragazzo prima che sia troppo tardi. >
< Mi dispiace Lucia, ma credo già che sia troppo tardi. >
Mentre le due ragazze stavano parlando tra di loro, Seira irruppe nella loro abitazione.
< Scusate se piombo qui senza bussare ragazze, ma ho una cosa urgente da dirvi. >
< Che cosa succede, Seira? >
Appena la ragazza dai capelli arancioni chiuse la porta dietro di sé, tirò fuori dalla sua borsa il cristallo.
< Cosa? Quindi anche tu… >
< Ragazze, che cos’è questa storia? >
< Sinceramente, non l’abbiamo capito neanche noi… Non sappiamo che nemico dobbiamo combattere… > fece Rina.
< In questo momento, il nostro nemico è Makoto > disse Lucia.
< Perché Makoto? Che cosa ha fatto? >
< E’ un ragazzo spregevole… è entrato nelle nostre vite per metterci una contro l’altra. >
< Ha iniziato con Noel, e presto continuerà anche con tutte noi. >
< Ma… non capisco… >
< Tartaruga, vieni a me > fece Rina chiamando il custode del suo cristallo.
< Mi hai chiamato? >
< Quanti cristalli dobbiamo ancora trovare? >
< Adesso che la vostra amica Seira è entrata in possesso del mammut ambra, tocca alle vostre amiche Caren, Coco e Noel. >
Sentendo il nome della nuova compagna di Makoto, Lucia e Rina rabbuiarono all’istante.
< Anche Noel deve essere una guardiana? >
< E’ nel suo destino, Lucia… Perché? Gli è successo qualcosa? >
< Io e Rina crediamo che Makoto l’abbia annebbiato dal suo fascino… >
< Rina, non è così bello come possa sembrare > ribatté Lucia.
< Allora come te la spieghi questa situazione? >
< Potrebbe averla annebbiata dalle sue parole > disse la tartaruga < Se è così, dovete riportarla dalla vostra parte prima che sia troppo tardi. >
< E come possiamo fare? È completamente succube di quel ragazzo! >
< Cercate di elaborare un piano efficace, altrimenti non potremo radunare i sette cristalli… E cosa ancora peggio, potrebbe cedere il suo cristallo al suo nemico. >
< Qualcuno di noi deve farle cambiare idea > propose Seira < Deve farla tornare la ragazza di un tempo. >
< Voi la fate fin troppo facile > disse Rina < Era più affiatata che mai con quel ragazzo… >
< Questo problema non ci voleva > mormorò la tartaruga seria.
< Ragazze, meno male siete tutte qui! > esclamò Caren entrando di colpo nell’abitazione dove le sue amiche si erano riunite.
< Che succede, Caren? >
< Noel… non sembra più la stessa… > fece Coco.
< Lo sappiamo benissimo. >
Anche Hanon si era unita a loro.
< Hanon, come stai? >
< Come se il mio cuore fosse andato in mille pezzi. Non mi ero mai sentita in questo modo. >
< E’ amore, Hanon. Un amore non corrisposto… So come ti puoi sentire > la consolò Seira.
< Quella Noel… me la pagherà molto cara… >
< Accidenti! Non credevo che tu avessi preso una cotta per lui, Hanon. >
< Già… il più grande errore della mia vita, Coco. >
< Non dire così. Hai “Nashiro” con te… >
< Purtroppo non è la stessa cosa… Non riesco a provare quei sentimenti che anche lui vorrebbe… >
< Odio questi problemi adolescenziali! > sbottò Seira.
< I vostri problemi adolescenziali sono gli ultimi vostri problemi > mormorò il custode dello smeraldo.
< Ma chi sta parlando? >
Coco e Caren non riuscivano a vederlo.
Era frapposto tra Rina e Lucia.
< Ragazze, chi c’è dietro di voi? >
< Ecco… >
< Ma è una tartaruga gigante! > urlò spaventata Caren.
< Non gridare! Vuoi farci scoprire? >
< Non è una cosa normale vedere una tartaruga con pietre incastonate nel suo corpo parlare come se niente fosse > disse Coco rabbrividendo.
< Già… Ma da cosa è composta? >
< Sono smeraldi > rispose l’animale.
< Vedo che ormai avete fatto la conoscenza del mio custode > fece Rina.
< Invece lui è Carbuncle rubino > disse Lucia.
< Ed io vi presento la mia Aquila cobalto > mormorò Hanon asciugandosi le lacrime che gli erano rimasti in viso.
< E tu, Seira? Anche tu fai parte di questa storia? >
< Credo di esserci entrata senza accorgermene… >
< Sei una guardiana come tutte le altre > fece il mammut prendendo forma dall’ambra.
< Accidenti! È gigantesco! >
< Presto anche voi conoscerete i vostri custodi. >
< Cosa? >
< I nostri custodi? >
< Non vi preoccupate… tra poco sentirete chiamare i vostri cristalli… e anche la vostra vita cambierà… >
< Non è che ci teniamo proprio… > ribatté Caren smorzando un sorrisetto.
< Vedrete… Essere le guardiane dei cristalli sarà un’esperienza entusiasmante > ribatté il mammut.
< Peccato che la settima guardiana non è più dalla nostra parte… >
< Anche Noel ha in serbo il nostro solito destino? >
< Sì… E dobbiamo far sì che torni dalla nostra parte, altrimenti le conseguenze saranno nefaste. >
< Cercheremo di aiutarvi > mormorò Caren convinta.
< Nessun ragazzo può portarcela via. È nostra amica! > fece invece Coco.
< Già… anch’io lo pensavo… >
< Adesso non pensarci più, Hanon. >
< E’ più forte di me… >
< Unite, nessuno potrà mai sconfiggerci. Nemmeno il nostro nuovo nemico. >

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Capitolo 9
*** Ametista e topazio ***


Dopo la riunione delle sue amiche su come salvare il mondo e riportare dalla loro parte la loro amica Noel, Caren e Coco trascorsero gli altri giorni come se niente fosse successo.
Ma la mancanza di Noel si faceva sentire più forte.
< Credi che dobbiamo credere alle parole delle altre? > domandò Caren.
< Non lo so… Non so più cosa credere… >
< E’ tutto così confuso… Perché Makoto dovrebbe fare una cosa del genere? >
< Smettila di farmi domande Caren, altrimenti diverrò sempre più curiosa > rispose Coco irritata.
< Scusa. >
< No, scusami tu… Sono molto nervosa e arrabbiata… Perché non possiamo vivere come tutti gli altri esseri umani? Perché dobbiamo compiere questa missione? >
< L’hai sentita la tartaruga… Siamo le nuove prescelte. Ed è questo il nostro destino. >
< Sì, però… >
< Adesso il nostro compito è trovare i nostri cristalli. >
< E dove possiamo trovarli? >
< Questo non lo so, Coco… >
Ma le due ragazze non dovettero attendere ancora per molto.
Sul bancone che si affacciava sul mare della casa di Coco, Caren notò un gattino grattare con le unghie il vetro della porta.
< Hai visto? Che micetto carino > fece Caren mentre lo fece entrare nella sua casa.
L’animale continuava a miagolare amorevolmente, cercando le carezze della sua nuova padrona.
< Hai fame? Ti porto qualcosa da mangiare. >
Appena Caren girò lo sguardo, Coco notò che l’animale era cresciuto notevolmente.
< Ehm, Caren? >
< Cosa c’è, Coco? >
< Guarda un attimo… >
In quel momento, era diventato un felino magnifico.
< Accidenti! Ma cosa… >
< Salve ragazze > disse l’animale.
< Ma tu parli? >
< Certo che parlo. >
All’altezza del suo collo, il felino aveva una specie di pietra preziosa di colore viola.
< Caren, non dirmi che sei uguale a quella tartaruga che abbiamo visto qualche giorno fa’ a casa di Lucia… >
< Vedo che avete fatto la conoscenza del custode del cristallo. >
< Ecco… perfetto… Quindi tu sei un altro dei custodi… >
< Esatto. E per la precisione, il tuo custode Caren. >
< Ecco la pietra > fece il felino porgendo il cristallo a Caren < Ti dono questa ametista, guardiana. >
< Non ci posso credere… >
Caren era allibita.
E per di più, stava parlando con un animale come se fosse un essere umano.
< Qualcosa non va’, guardiana dell’arcobaleno? >
< Come mi hai chiamata? >
< Tu e le tue amiche siete le prescelte per evocare il Drago Arcobaleno… Tartaruga smeraldo non vi ha detto niente? >
< Ci ha spiegato alcune cose > rispose Coco < Ma non che dovevamo evocare un drago. >
< Il drago servirà per sconfiggere le nuove forze del male che stanno minacciando la Terra… Ma per evocarlo, dovete essere tutte riunite… Se non sbaglio, manchi tu e Noel all’appello > disse il felino rivolgendosi a Coco.
< Sì… esatto. >
< Allora cosa aspetti? Il tuo cristallo ti sta già aspettando. >
< E dove? >
< Sei un’amante del mare, giusto? Perché non provi a controllare in quel punto? >
< Ma il mare è immenso! > esclamò Coco < Come farò a trovare la mia pietra? >
< Vedrai che sarà più facile di quanto pensi… Ma non devi perdere ulteriormente tempo. >
In compagnia di Caren, Coco iniziò a setacciare la spiaggia vicino a casa della sua amica.
< Fermati, Caren. >
< Perché? Che succede? >
< La tua amica deve trovare il cristallo in completa solitudine, se capisci cosa intendo. >
< Ma… >
< Ecco la pietra! L’ho trovata! > esclamò Coco alzandola al cielo.
< Mettila subito giù! > s’arrabbiò il felino < Nessuno deve vederti con quella pietra in mano. >
< Che tipo di cristallo è? >
< E’ un topazio. >
< E quale animale sarà custode di questo cristallo? >
< Sono io. >
Una volta girata per vedere chi avesse parlato, Coco sobbalzò dallo spavento.
< Aiuto! Una tigre! >
< Calmati. Non voglio mangiarti > la rassicurò la tigre.
< Davvero? >
< Perché dovrei mangiare la mia guardiana? Sarebbe un guaio non da poco, non trovi? >
Caren e Coco si guardavano a vicenda.
< So che sarà un compito arduo per voi… >
< … Ma finché ci saremo noi a proteggervi, non vi succederà niente di male > concluse la tigre.
< Perché devo avere una tigre come custode? Io c’ho il terrore dei felini con i denti aguzzi > mormorò Coco alla sua amica.
< Mi dispiace cara ragazza, ma dovrai tenermi lo stesso. >
< E’ solo una questione d’abitudine, ragazze > spiegò il custode di Caren < Almeno fino al termine della vostra missione. >
< Credo che dovremmo andare subito dalle altre per dirgli che siamo diventate ufficialmente guardiane > propose Coco.
< Guardiane arcobaleno, per la precisione. >
< Ottima idea, Caren. Andiamo.>
 
 
Noel stava nuotando nell’oceano in compagnia del suo ragazzo.
< Ti deve piacere proprio il mare. >
< Perché? A tu no? >
< Diciamo che posso farne a meno. >
< Cosa?! Come ho fatto ad innamorarmi di un ragazzo che non ama il mare come me? > si domandò Noel sconcertata.
< Forse ti sei innamorata del mio fascino > si vantò Makoto.
< Può darsi…>
Noel non si era mai sentita così felice.
Makoto la faceva sembrare diversa.
Più libera e spensierata.
< Ti mancano le tue amiche? >
Sentendo parlare di loro, Noel s’intristì immediatamente.
< Se non vuoi che ne parli più, basta dirmelo. >
< Ormai è una situazione passata… Devo andare avanti con la mia vita… >
< Non ti mancano minimamente? >
< Perché? Dovrebbero mancarmi? Ho te al mio fianco. E questo basta e mi avanza. >
Makoto fissava la sua ragazza con sguardo pieno d’amore.
< Sono stato davvero fortunato a trovarti, Noel. >
< Ed io sono stata fortunata ad innamorarmi di te, Makoto. >
Noel e Makoto si baciarono con passione dopo essersi immersi nell’oceano.
< Noel, ti devo portare in un posto molto importante… Così importante che ne va della mia vita e del mio destino… >
< Quale posto? >
< Vieni con me… Ma prima devi chiudere gli occhi. >
Noel fissava il suo ragazzo con sguardo confuso.
< Fidati, Noel… Hai paura che ti farò del male? >
< Certo che no. È solo che… >
< Vedrai, Noel. Non te ne pentirai. >
Dopo che Noel chiuse gli occhi, Makoto la portò nella dimensione di Buio Profondo.
< Makoto… Dove siamo? > domandò la ragazza una volta riaperti gli occhi.
< Ti presento il mio sovrano… Maestà, ho portato la ragazza. >
< Piacere di conoscerti, Noel. >
< Piacere mio. >
Noel non riusciva a vederlo da nessuna parte.
Sentiva solo la sua voce.
< Makoto, non riesco a vederlo… >
< E’ proprio di fronte a te… >
Un’ombra oscura si formò dinanzi a Noel.
La ragazza tremava come una foglia.
Non aveva mai visto così tante tenebre in una volta sola.
< So di spaventarti… Faccio questo effetto a tutti coloro che mi guardano… Makoto, hai spiegato alla tua amica il nostro piano? >
< Purtroppo non ancora, maestà. >
< Sciocco! Che cosa aspetti? >
< Mi dispiace tantissimo > fece Makoto inchinandosi al sovrano evitando di guardarlo.
< Maestà, cosa doveva dirmi Makoto? >
Buio Profondo tacque alcuni secondi.
< Noel, ora che le tue amiche non fanno più parte di te, che ne dici di ucciderle una volta per tutte? >
< Cosa? perché dovrei uccidere le mie amiche? >
< Perché questo è il mio più grande desiderio > fece Makoto stringendo la mano della sua fidanzata < Quelle ragazze oseranno distruggere questo mondo… Noi dobbiamo fermarle assolutamente. >
< Ma perché? Insomma, non ne avrebbero motivo… >
< E’ colpa dei cristalli che hanno trovato e dei custodi che gli annebbiamo la mente… Se distruggeremo quegli oggetti, le tue amiche potranno tornare alla normalità. >
< Cristalli? Custodi? Non ci sto capendo più niente > fece Noel confusa.
< Makoto, non gli hai raccontato proprio niente? >
< Perdonatemi, maestà. >
< Ti dovrei frustare, sai? >
< Sì. Ne avrete pieno diritto. >
< Makoto… >
< Segui il nostro consiglio, Noel. Se tu mi ami, non esiterai ad acconsentire a questa richiesta. >
< Io… non sono un’assassina… >
< Te lo stiamo chiedendo per un bene superiore > gli spiegò il ragazzo.
< Ma io… non voglio… Anche se ci ho chiuso i rapporti, non posso fare una cosa così abominevole. Mi dispiace, Makoto… Chiedimi tutto ma non questo. >
< Ed io che credevo che tu fossi diversa… >
< No! Sono io che non credevo mai che tu… Accidenti. Non ci voglio nemmeno pensare. Portami subito a casa, ti prego. Io… devo dimenticare tutto questo. >
Makoto fissava Buio Profondo.
Non sapeva cosa fare.
Ma una volta che Buio Profondo entrò nella mente della ragazza, il suo comportamento cambiò drasticamente.
< Sono pronta per servirvi, maestà. >
< Molto bene, Noel. Benvenuta tra di noi. >

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Capitolo 10
*** La guerra incomincia ***


La mente di Noel fu offuscata dalla volontà oscura di Buio Profondo.
Egli la teneva sotto il suo più totale controllo.
< Adesso vai con Makoto e distruggi le tue ex amiche, capito? >
< Come volete voi, maestà > rispose la ragazza.
Makoto fissava la scena con sguardo cupo e triste.
< Vieni, Makoto. Il sovrano dell’oscurità non vuole nemici per la riuscita del suo più grande desiderio. >
Il ragazzo seguì quella che una volta era la cara e dolce Noel.
Ma quella giovane ragazza non esisteva più.
E tutto per colpa sua.
< Maestà, non crede che entrare nella mente della ragazza sia una scelta azzardata? >
< Come osi discutere il mio volere?! >
< Io non sto discutendo i vostri progetti. Ma… >
< Se tu fossi riuscito a spiegargli in tempo il nostro volere, a quest’ora non sarei mai entrato nella mente della ragazza. >
< Avete ragione, maestà. >
Makoto rimase in profondo silenzio alcuni secondi.
< Makoto, non dirmi che te ne sei innamorato. >
< Cosa? >
< Me lo immaginavo… Adesso pensa alla tua missione e non distrarti, altrimenti te la farò pagare cara. >
< Certo, maestà. Io sono sempre concentrato sul nostro piano. >
< Allora dimostramelo e non fallire mai più. >
< Makoto, non c’è più tempo da perdere. >
< Segui la ragazza e non fare di testa tua, mi hai capito? >
< Ma maestà… >
< Ho detto mi hai capito?! >
< Certo… maestà. >
< Allora vai. Non posso più aspettare… Ora che le ragazze non hanno riunito le bestie cristallo, sono ancora deboli. Non perdere ulteriormente tempo. >
< Vado immediatamente > disse infine Makoto raggiungendo la sua nuova compagna di battaglia.
< Sei pronto, Makoto? >
< Mai stato pronto prima d’ora. >


 


 

Tra tutte le ragazze, la prima che cercò perdono da Noel, era Lucia.
Non poteva vivere con il rimorso di averla perduta.
E soprattutto, senza di lei, non potevano combattere una guerra che avrebbe deciso le sorti del loro pianeta e di tutto l’universo.
< Noel, sei in casa? > fece Lucia bussando numerose volte alla porta d’ingresso della sua casa.
Ma nessuno rispondeva.
“Forse non vuole parlarmi…”
Rattristita per non essere riuscita a parlarci, decise di andarsene via.
Ma non avrebbe mai immaginato che si sarebbe dovuta difendere da lì a poco proprio contro di lei.
< Noel… Sei tu? >
In compagnia di Makoto, la ragazza dai capelli blu fissava con odio e malvagità la sua ex amica.
< Che ti è successo? >
< Sono diventata una persona migliore, Lucia… E tutto grazie al sovrano supremo dell’oscurità. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Adesso te ne darò un assaggio… Prendi questo! >
Noel cominciò ad attaccarla furiosamente con la sua magia.
Ma grazie al suo Carbuncle rubino, Lucia evitò di essere ferita gravemente.
< Dobbiamo raggiungere le altre al più presto! > fece il custode del suo cristallo.
< Ma cosa gli è preso a Noel? >
< E’ diventata una di loro… >
< Questa non ci voleva proprio > fece Lucia seria.
< Raggiungiamo le altre senza farci vedere da lei. >
< Va bene. >


 


 

Per evitare di venire raggiunta, Lucia si nascoste dietro il cortile della casa di Caren.
< Accidenti! Perché non si trovano in casa? >
< Dobbiamo tornare subito a casa tua. Lì almeno troveremo una tra Hanon e Rina. >
< Così rischieremo di farci scoprire, Carbuncle. >
< E’ vero, ma non abbiamo altra alternativa. >
Mentre Lucia stava per prendere la via per raggiungere la sua casa il più velocemente possibile, ella s’imbatté in Makoto.
< Lucia… >
< Tu? >
La ragazza fissava con odio colui che aveva distrutto l’amicizia tra lei e Noel.
< Spero che tu non centri niente in questa storia… >
< Mi dispiace… Non avrei mai creduto che sarebbe finita così > rispose Makoto con tono affranto.
< Ah no? Se solo non fossi così buona e tranquilla, ti avrei ucciso con le mie stesse mani. >
< Ne hai tutto il diritto… Sono pentito di quello che ho fatto. >
Lucia capì che Makoto era seriamente dispiaciuto.
< Se vuoi aiutarci, cerca di trovare un modo per far sì che Noel torni ad essere quella di un tempo. >
< Purtroppo non è così facile… Buio Profondo controlla la sua mente. >
< Buio Profondo? >
< Il sovrano del mondo oscuro. >
< Allora è lui che dobbiamo combattere. >
< Ben sapendo che senza la vostra amica i sette cristalli non avrebbero sortito alcun effetto, ha fatto in modo di trasformarla in una ragazza assetata di distruzione. >
< E tutto grazie anche al tuo contributo… >
< Saprò rimediare in qualche modo, te lo prometto. >
< Non fare promesse che non puoi mantenere… Raggiungiamo le mie amiche. Forse solo così potremmo avere qualche possibilità. >
< Ok. >


 


 

Noel aveva smesso di attaccare.
Si era ritrovata nel mondo oscuro per studiare le prossime mosse con Buio Profondo.
< Maestà, ho visto Makoto che parlava con una delle ragazze… >
< Immaginavo che prima o poi Makoto mi avrebbe tradito a causa dei suoi sensi di colpa. >
< E’ solo uno sciocco senza cervello… Noi invece, siamo invincibili anche rimanendo solo in due. >
< Hai ragione. Preparati ad uccidere le tue amiche e a distruggere i cristalli… La nostra ora sta per giungere. >
< Sì. Maestà. >


 


 

Con il cuore in gola, Lucia raggiunse Rina e Hanon.

fece Lucia con il fiatone dopo una lunga corsa.
< Lucia, che cosa sta succedendo? Perché hai corso come una forsennata? >
< E soprattutto, cosa ci fa’ Makoto con te? > domandò Hanon facendosi seria di colpo.
Non riuscendo ancora a spiegare l’accaduto, fu Makoto che raccontò tutto quello che aveva fatto e tutto quello che era successo.
< Sei solo un miserabile… Come hai potuto fare questo a Noel?! >
Hanon stava per agguantarlo per strozzarlo con le sue mani.
Ma Rina riuscì a fermarla in tempo.
< Non c’è tempo per picchiarlo, Hanon. A questo penseremo più tardi… >
< Ancora non capisco come ho potuto fidarmi di uno come te > disse Hanon rimproverandosi.
< Basta pensare a Makoto… In questo momento ci darà una mano a combattere quello che è diventato il suo nemico. >
< Credi che potremmo fidarci, Lucia? >
< Potessi morire in questo momento, vi giuro che sono profondamente cambiato e dispiaciuto. >
< Lo spero per te > mormorò Hanon fissandolo intensamente.
< Ora che senza Noel non possiamo evocare il Drago Arcobaleno, mi spiegate come possiamo fare? >
< L’unico modo è far sì che il male dentro la mente di Noel, scompaia> fece Madame Taki.
< Qualche idea, Madame Taki? >
< Dobbiamo affrontarla… a viso aperto. >
< Non credo che sia una buona idea visto che ha provato ad uccidermi > disse Lucia scuotendo la testa.
< Purtroppo questo è l’unico modo… Chiamate tutte le altre. Avremmo bisogno di ogni singolo aiuto per salvare Noel. >
< L’ho già avvertite io. Tra poco saranno qui. >
< Se non rischiano di venire attaccate come me… >
< In questo momento Noel si trova nel mondo oscuro insieme a Buio Profondo… Fortunatamente, riesco a vedere quello che succede nell’altra dimensione. >
< Buio Profondo? Chi è costui? >
< Semmai è meglio dire che cos’è… Comunque è colui che dovremmo combattere. >

< Eccoci qua. Abbiamo fatto il più velocemente possibile> fece Caren seguita da Coco e Seira.
< Caren, Coco… Vedo che anche voi siete riusciti a trovare il vostro cristallo… >
< Esatto, Madame Taki. >
< Ora che siamo tutti qui, muoviamoci con il nostro piano, prima che Noel e Buio Profondo prendano il controllo dell’intero Universo. >

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Capitolo 11
*** Un nemico troppo forte ***


«Siamo completamente impotenti, tartaruga. E tu lo sai meglio di chiunque altro» fece gatto ametista al custode dello smeraldo.
«Accidenti! Abbiamo le mani legate.»
«Non c’è nessun modo per evocare l’ultimo custode?» domandò Rina.
«Senza l’aiuto di Noel, pegaso zaffiro non può essere evocato in nessun modo.»
«Nemmeno sei proviamo ad evocarlo assieme?»
«Mi dispiace Seira, ma questo non accadrà» spiegò la tartaruga.
«L’hai detto anche l’ultima volta che abbiamo combattuto le forze del male… Ricordi cosa è successo?»
«Illuminami tigre topazio, perché non ricordo…»
«Eravamo sul punto di morire tutti, ma Carbuncle rubino ci ha salvati da una fine ingloriosa, evocando da solo Drago Arcobaleno.»
«Ti ricordo che gli abbiamo trasferito le nostre ultime energie» rispose la tartaruga «Come potremmo attingere al potere del Drago Arcobaleno senza l’aiuto di Pegaso Zaffiro?»
I dilemmi erano molti ma non c’era soluzione di trovare risposta.
Senza l’unione dei custodi dei cristalli, le guardiane non avrebbero mai potuto attingere i loro poteri.
«Senza Noel, non abbiamo nessuna possibilità di trovare lo zaffiro?» domandò Makoto fissando Madame Taki.
«Purtroppo né io e le ragazze possiamo fare niente… Questa sfera di cristallo non mi permette di vedere dove si trova l’ultimo cristallo.»
«Accidenti.»
«Non devi disperarti Makoto, visto che è tutto colpa tua se ci troviamo in questa situazione.»
«Hanon, smettila…»
«Per quale motivo dovrei smetterla?»
«Caren ha ragione. Litigare tra di noi non servirà a nulla» spiegò Coco.
«Tu dici? Dovrò pur sfogarmi con qualcuno, non trovi?»
«Adesso finitela. Tutte quante!» alzò la voce Lucia «Dobbiamo far sì che Buio Profondo non manipoli la mente della povera Noel… Solo così potremmo avere una possibilità.»
«E come pensi di fare?»
Ma Purtroppo Lucia non sapeva in nessun modo come contrastarlo
«C’è solo un modo… e avrete bisogno del mio aiuto…»
«Che cosa vuoi fare?»
«Presto lo vedrai, Hanon… Per ora ho solo bisogno di una di voi.»
«E perché?»
«Vi prego di non fare domande. Saprete tutto al momento.»
«Io non mi fido di te, Makoto. E credo neanche le altre.»
«Vengo con te» fece Lucia determinata.
«Molto bene.»
«Lucia, ma sei impazzita?! Andare con lui senza sapere le sue intenzioni… È una follia bella e buona!»
«Fidati. Il mio piano riuscirà a salvare Noel.
E se tu dovessi fallire?
< Hai per caso un’idea migliore, Hanon?»
Ma la ragazza non rispose.
«Lucia, stai molto attenta… Questo ragazzo ha distrutto l’amicizia che legava noi a Noel… Non voglio che anche tu possa correre qualche pericolo…»
«Tranquilla Hanon, non succederà» gli sorrise Lucia «Non so perché, ma qualcosa mi dice che devo fidarmi di lui.»
«Occhi bene aperti, chiaro?»
«Sì, Rina.»
Dopo aver salutato tutte le sue amiche, Lucia seguì Makoto.
«Allora, vuoi dirmi dove stiamo andando?»
«Credevo che dopo aver abbandonato le forze del male non l’avrei più fatto… Lucia, dobbiamo andare nella dimensione di Buio Profondo.»
«Che cosa vuoi fare? Affrontarlo a viso aperto?»
«Credo che sia impossibile visto che è una figura inanimata… Dovrò distruggere il suo spirito. E per farlo, ho bisogno del tuo aiuto.»
«E come pensi di fare?»
«Credi in me.»
«Cosa?»
«Devi convincerti che sono cambiato e che sono una persona diversa da quella che ero… Una persona migliore ai tuoi occhi, capisci?»
«Ma io…»
«Lucia, sei ancora in tempo a tornare indietro. Ma sappi che se lo farai, io morirò invano. Come avrai capito, io non posso sconfiggere Buio Profondo e far sì che Noel torni ad essere quella brava ragazza di un tempo… Ho bisogno di te.»
Anche quella volta, Makoto l’aveva convinta.
«Molto bene. Allora andiamo nella dimensione di Buio Profondo.»
«Grazie, Lucia. Grazie per non avermi abbandonato.»
«Di niente» rispose la ragazza smorzando un sorriso.
 
 
Appena Makoto e Lucia varcarono la dimensione di Buio Profondo, ad attenderli c’era Noel.
La ragazza dai capelli blu li stava fissando con sguardo carico d’odio.
«Vi stavo aspettando» fece con voce crudele «Sappiate che una volta varcata questa dimensione, non tornerete più indietro.»
«Scommettiamo?»
Makoto si trasformò in una creatura celestiale, capace di fronteggiare senza problemi il suo nemico.
«Makoto…»
«Prima di sposare le forze del male, il mio vero volto e il mio vero corpo era così: occhi celesti e un fisico da spadaccino… Snello e veloce.»
«Ma adesso io…»
«Devi riuscire ad entrare nella mia mente… È troppo difficile spiegartelo, ma devi provarci.»
«Va bene.»
< Ti prometto che a Noel non accadrà niente di male. >
Alla fine, Lucia si convinse delle parole di Makoto.
Non era più il ragazzo al servizio di Buio Profondo.
Adesso era una persona diversa.
< Noel, sei pronta a essere sconfitta? >
< Qui l’unico ad essere sconfitto sarai proprio tu… Ah! >
Noel lo attaccò senza pietà.
Ma Makoto non era uno sprovveduto.
Riusciva a tenere testa senza problemi al suo nemico.
< Noel, smettila! Non siamo noi i nemici! > gridò Lucia con le lacrime agli occhi.
Avendo attirato la sua attenzione, Noel si diresse verso un incolume Lucia.
< Che cosa vuoi tu? >
< Aiutarti.  >
< L’unico modo che puoi aiutarmi è entrare a far parte delle forze del male… Se sei con Makoto, allora vuol dire che sei contro di me. >
< Noel, tu non capisci… Tu non sei questa. Buio Profondo ti sta solo sfruttando. >
< Non parlare del mio sovrano in questo modo, sciocca! > tuonò la ragazza facendogli del male con la sua magia.
< Smettila! Così mi uccidi! >
Fortunatamente, Makoto riuscì a salvarla dalle grinfie di Noel prima che fosse troppo tardi.
Ma la battaglia non era ancora finita.
Come potevano i due ragazzi sconfiggere l’anima di Buio Profondo che attanagliava la mente di Noel?
< Voi due non avete nessuna possibilità contro di me… >
< Forse loro due da soli no… >
Madame Taki attaccò alle spalle la ragazza, ferendola lievemente.
< Madame Taki! >
< Sorpresi di vedermi? Ho sbagliato a lasciarvi andare da soli… Era scontato che non ce l’avreste fatta… >
< Ma noi… >
< State a vedere. >
Con un rituale magico, Madame Taki riuscì a liberare la mente della povera Noel.
< Ma cosa… >
< Noel! Sei salva! >
Lucia esplose di gioia.
Non era mai stata così contenta di rivedere una sua amica.
Ma il pericolo non era passato.
Una volta che Buio Profondo non controllava più Noel, esso prese la forma di un alieno completamente rivestito da pece nera.
< Siete riusciti a salvarla… Ma non riuscirete mai ad evocare il Drago Arcobaleno. >
< Ne sei sicuro? >
< Guarda tu stesso, Makoto. >
Buio Profondo teneva con sé l’ultimo cristallo: lo zaffiro.
< Non è possibile… >
< Mentre Noel era sotto il mio totale controllo, sono riuscito a scovarlo… Adesso non potrete mai più fermarmi. >
< Mai! >
Makoto si fiondò contro il suo ex sovrano.
Ma i poteri di Buio Profondo era troppo superiori a quelli di Makoto.
Con un colpo di spada, Buio Profondo trafisse a morte il povero ragazzo.
< NO!!! >
Lucia e Noel cominciarono a piangere dalla disperazione.
Makoto era morto in un solo colpo.
Come potevano sconfiggere il nemico senza il suo prezioso aiuto?

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Capitolo 12
*** Drago Arcobaleno ***


< Stupido… Sapeva benissimo che non aveva nessuna possibilità contro di me… Ma invece ha voluto provarci lo stesso… >
< Makoto! Svegliati! > gridò Lucia abbracciandolo tra di sé.
< Ormai è inutile… Il tuo amichetto non si sveglierà mai più. >
< Maledetto… La pagherai. >
Presa da un profondo senso di rabbia, Lucia si precipitò contro di lui.
Ma Carbuncle rubino fece in modo di evitare il peggio.
< Che cosa credi di fare? >
< Lasciami andare Carbuncle… è una faccenda che non ti riguarda. >
< Mi riguarda eccome! Vuoi farti uccidere come Makoto? >
< Orami non ha più importanza… Senza lo zaffiro, non potremmo mai evocare Drago Arcobaleno. >
Ma Carbuncle non rispose.
Sembrava che stesse riflettendo su una cosa.
Dopo aver sbattuto i suoi occhi rossi, Lucia, Madame Taki e Buio Profondo si ritrovarono in spiaggia insieme a tutte le altre guardiane.
< Ma come… >
< Il teletrasporto servirà pure a qualcosa, no? >
< Ragazze! >
< Noel, sei davvero tu? >
< La parte malvagia ha annebbiato la mia mente. Mi dispiace tanto… >
< Non dispiacerti. Non è stata colpa tua > la rassicurò Coco.
Ma non era il momento della riappacificazione.
Le ragazze avevano bel altri compiti.
< Carbuncle, che cosa credi di fare? >
< Custodi, ho bisogno del vostro aiuto… >
Una volta riunitisi tutti, i cristalli delle guardiane e lo zaffiro che teneva in pugno Buio Profondo, cominciò a brillare di luce propria.
< Che sta succedendo? >
< Ora che Noel non è più sotto il tuo controllo, questo cristallo non ti appartiene più. >
Magicamente, lo zaffiro si materializzò nelle mani di Noel.
< Pegaso zaffiro, vieni a me! >
I custodi si erano riuniti, fissando minacciosi il loro nemico.
< Anche con il Drago Arcobaleno non riuscirete a sconfiggermi. >
< Non fare promesse che non puoi mantenere > gli rispose Pegaso.
< Stai a vedere… >
Buio Profondo riuscì ad entrare nelle anime dei custodi.
< Che sta succedendo?! >
< Ora che avete riunito i cristalli, anch’io potrò evocare il mostro perfetto… Un mostro che distruggerà per sempre il vostro universo. >
Una volta assorbito il potere dei cristalli, Buio Profondo si trasformò in Drago Arcobaleno oscuro.
< Ma cosa… >
< Adesso come pensate di sconfiggermi? >
La forza di Drago Arcobaleno Oscuro era aumentata visibilmente.
< Ora tocca a noi! >
Dopo l’unione delle bestie cristallo, venne evocato Drago Arcobaleno.
La potenza dei due mostri si frapponevano tra di loro.
Chi avrebbe avuto la meglio?
Drago Arcobaleno Oscuro attaccava il suo nemico senza pietà con una moltitudine di attacchi.
Ma Drago Arcobaleno riusciva a resistere.
< Ragazze, le bestie cristallo non ce la faranno mai da soli > fece Madame Taki.
< Che cosa dobbiamo fare? >
< Unite le vostre forze di guardiane del cristallo… Solo così Drago Arcobaleno potrà raggiungere la sua massima forza. >
< Va bene. >
Una volta che le guardiane si fossero unite, le bestie cristallo poterono usufruire di quella forza per aumentare l’energia di Drago Arcobaleno.
Dopo aver resistito agli attacchi del suo nemico, Drago Arcobaleno sferrò il suo attacco finale emanando un bagliore che travolse completamente Drago Arcobaleno Oscuro.
Il mostro era stato definitivamente sconfitto, distruggendo ogni singola di forza oscuro presente sul pianeta Terra,
< Ce l’abbiamo fatta… >
Lucia e tutte le ragazze non riuscivano a crederci.
Non pensavano di riuscire in una simile impresa.
< Lucia! Siamo state grandi! > esclamò Caren abbracciando la sua amica.
< E’ vero, Caren… hai ragione… >
Ma stranamente, Lucia non era così contenta come le altre.
Il suo sguardo triste lasciava trapelare molti dubbi.
< Lucia, che ti succede? >
< Madame Taki… non posso ancora credere che Makoto non è più qui tra di noi… >
< Ha salvato la vita a Noel sacrificando la sua… E’ stato un eroe e un grand’uomo. >
< Già… >
< Lucia, sono convinta che non ti dimenticherai mai di lui… Ma non puoi sempre ripensare alla sua morte. La vita va avanti. >
< Madame Taki… ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto > fece Lucia con le lacrime agli occhi.
< Ci sono io qui con te, Lucia. >
Alzando lo sguardo, Lucia vide il suo amato Kaito avvicinarsi verso di lei.
< Kaito… sei davvero tu? >
< Sentivo la tua anima in pericolo, Lucia… Mi dispiace essere venuto così tardi. Se ti fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato. >
Lucia si scaraventò contro Kaito abbracciandolo stretto stretto.
< Promettimi che non mi abbandonerai più. >
< Te lo prometto, Lucia > fece Kaito prima di baciarla.
 
 
Avendo sconfitto l’ennesima minaccia terrestre, le ragazze organizzarono una festa sulla spiaggia.
Ma prima di festeggiare, le bestie cristallo dovevano parlare con loro.
< Vista la missione conclusa con successo, voi non avete più nessun motivo di rimanere guardiane > spiegò Tartaruga smeraldo.
< Cosa? Quindi siamo costretti a lasciarvi? > domandò Noel.
< Sì. >
< Almeno fino alla prossima minaccia terrestre > fece Pegaso zaffiro < Anche se per poco, siete state delle guardiane eccezionali. Avete protetto il cristallo a costo della vostra vita… >
< … E questo non potremmo mai dimenticarlo > concluse Mammut ambra.
< E tutto anche grazie a voi. Ci avete fatto scoprire nuovi poteri, immergendoci in una nuova avventura. >
< Vi prometto che questo non è un addio… Ci rivedremo… Forse In un’altra vita. >
Dopo essersi salutati, le bestie cristallo scomparirono improvvisamente.
< Anche i nostri cristalli sono scomparsi > fece Rina.
< No! Io sono un grande amante degli zaffiri! > fece Noel triste.
< Vuoi che te ne compri uno? > domandò Coco.
< No, grazie. Non serve. >
< Ci mancheranno tantissimo > fece Hanon seria.
< Soprattutto a me mancherà il mio custode… >
< Già. Tartaruga smeraldo era proprio un vero leader. Puntiglioso e irremovibile. >
< E’ vero… Ma adesso basta pensare alle cose tristi. Andiamoci a divertire! > fece Seira.
 
 
Hanon se ne stava da sola sulla balconata di casa.
Fissava la notte con sguardo malinconico.
< Hanon, cosa ci fai qui fuori da sola? >
< Nisagi… >
< Ho per caso interrotto qualcosa? >
< Certo che no. >
Nisagi scrutava lo sguardo triste della sua amata.
< Da alcuni giorni a questa parte ti vedo molto seria, Hanon… Che cos’hai che ti turba? >
< Nisagi… Non so come dirtelo… >
< Hai per caso un altro? >
< No… Anche se mentre stavamo insieme mi sono innamorato di un ragazzo che non c’è più… >
< Lucia mi ha raccontato di cosa ha fatto Makoto… E’ stato veramente un grand’uomo. >
< Cosa? Lucia te l’ha raccontato? >
< Volevo che fossi tu a raccontarmelo… Ma fa lo stesso. >
< Nisagi… mi dispiace. >
< Dimmi una cosa, Hanon. >
< Cosa? >
< Tu mi ami ancora? Si sincera. >
Hanon fissava il suo ragazzo con sguardo ammirevole.
< Sai una cosa? non ho mai smesso si amarti per un attimo. Anche se ho pensato a Makoto. >
< Devo crederti? > domandò Nisagi divertito.
< Non ti direi mai bugie > fece la ragazza avvicinandosi a lui.
< Lo so > replicò Nisagi baciando la sua dolce metà.
< Meno male che Hanon e Nisagi si sono riappacificati > fece Rina.
< Già… E tu cosa mi dici del tuo fidanzato Masahiro? >
< Che cosa ti devo dire, Lucia? La nostra relazione va a gonfie vele. >
< Sono contenta per te > replicò Lucia sorridendogli.
< Ragazze, cosa ci fate qui in disparte? Andiamo a ballare! > esclamò una scatenata Noel.
< Aspetta un attimo… >
< Perché indugiate? >
< Secondo voi quale potrebbe essere la nostra prossima avventura? >
Rina e Noel si guardarono a vicenda.
< Vorresti tornare subito a rischiare la tua vita? Lucia! >
< Ho solo domandato… >
< Io spero in delle vacanze estive tranquille > rispose Noel < E voi? >
< Io spero di passare tanti momenti con Kaito… Ora tocca a te, Rina. >
< Ecco, non lo so neancora… >
< Non vuoi passare un po’ di tempo con Masahiro? >
Ma Rina si vergognava a parlare del suo ragazzo.
Era diventata rossa come un peperone.
< Ahahah va bene, tasto dolente. >
< Andiamo a divertirci. È meglio > fece Rina andando in mezzo alla pista da ballo tra gli sguardi sorpresi delle sue amiche.

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