I'm getting married... Help!

di _aivy_demi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -3: What? Do I have to do everything?! ***
Capitolo 2: *** -2: Do you need to escape? ***
Capitolo 3: *** -1: What do you really think? ***
Capitolo 4: *** Done! A surprising ending ***



Capitolo 1
*** -3: What? Do I have to do everything?! ***


Salve a tutti! Eccomi qui pronta a partecipare alla nuova challenge del gruppo Boys Love – Fanfic & Fanart's World:

"I'm dreaming of a white Christams"
La specifica con cui ho voluto partecipare prevede un filone da scegliere tra quello natalizio e quello invernale, accostato a 3 parole celate che dovranno essere utilizzate con la giusta attenzione nel testo.


GATTO – CALMO – CORO GOSPEL

(Mahlerlucia ancora adesso mi chiedo dove l'hai tirata fuori ahahah!)

Mi auguro possiate divertirvi nella lettura, come mi sono divertita io nello scriverla.

:3




Fandom: Naruto
Genere:
commedia, romantico, sentimentale

Rating: giallo
Personaggi:
Hashirama, Madara, Sasuke, Naruto, un po' tutti
Coppie:
HashiMada, shonen-ai
Note:
AU, OOC





I'm getting married... Help!




-3: What? Do I have to do everythig?!



«Buongiorno, zio.» Fortunatamente il tono di Sasuke non aveva lasciato trasparire la tensione accumulata.

Madara lo stava guardando affranto, pizzicandosi la pelle del viso con insistenza: «Buongiorno? Buongiorno?! Ti sembra una buona giornata questa?!»

Un'altra tranquilla mattinata in casa Uchiha: a fronte dell'organizzazione del matrimonio, il nipote s'era trasferito provvisoriamente a casa del parente. Decisione avventata la sua, si disse più volte, che avrebbe portato a delle conseguenze che non si sarebbero potute immaginare.

«Non fare la sposa isterica, ti prego...»

«Sei una serpe. Possibile che non capisci? Come potrei presentarmi con una pelle simile? E i capelli? Così spenti e sfibrati, li odio.»

Lo scosse per le spalle riportandolo improvvisamente alla realtà: «mancano ancora tre mesi e ti preoccupi di queste cose adesso?» Calcò con enfasi. L'uomo sembrava essersi calmato, riprendendo un certo equilibrio: l'organizzazione della cerimonia lo stava facendo letteralmente impazzire. Il nipote lo abbracciò stringendolo forte, rassicurandolo con un paio di pacche sulla schiena ed un tono di voce basso ed accomodante. «Andrà tutto bene, vedrai: ti ho promesso che ti avrei dato una mano, e sono qui apposta.»

«Grazie caro, sei proprio un gioiello. Beato chi avrà l'onore di poterti avere vicino, e mi auguro il prima possibile.»

"Cos'è questa novità?" Un'affermazione decisamente mirata la sua. Un brivido scese giù per la schiena, ed un brutto presentimento di impossessò di ogni altro pensiero.

«Non avrai mica intenzione di venire non accompagnato? Tre mesi: questo il tempo che ti manca. Un uomo, una donna, una capra, anche una sdraio da spiaggia, non mi importa; basta tu non venga solo. Non posso permettere che il mio testimone preferito se ne stia in disparte.»

Gelo nelle vene: "lo sapevo."

L'unico modo per poter stare dietro alle richieste assurdo dello zio era sempre stato quello di appuntarsi nel cervello ogni singola idea, spunto, assurdità che gli fosse uscita dalla bocca. Missione difficile, decisamente, visto che parlava praticamente sempre. Inoltre non bisognava considerare solamente il matrimonio: l'addio al celibato era un altro di quei riti che sicuramente avrebbe apprezzato. A chi sarebbe toccato tutto quanto? Naturalmente a lui.

Dopo essersi congedato con una scusa, prese il telefono componendo un numero con rapidità. Al nono squillo una voce rispose con un "pronto" scocciato.

«Ciao Hashirama, sono Sasuke: potremmo vederci per un caffè?»

Un attimo di silenzio, accompagnato da uno sbuffo sonoro.

«Non ti sta dando vita facile, vero?»

Il ragazzo rise imbarazzato: gliela stava rendendo impossibile!

«Facciamo così: adesso sono in ufficio, ma a breve dovrei riuscire a liberarmi. Ci vediamo al bar aziendale, d'accordo?»

Senju riagganciò senza lasciargli il tempo di replicare in alcun modo. Si accese una sigaretta, si mosse rapido recuperando la bicicletta e filò destreggiandosi nel traffico cittadino; stava pensando a quando zio Madara potesse essere eccentrico, testardo, assurdo a volte. Pieno di energia, instabile emotivamente e con una coerenza dubbia: insomma, qualcuno con cui era davvero facile avere a che fare. Certo.

Eppure era davvero un uomo gentile ed altruista, un po' stronzo ma di buon cuore. Aveva sempre fatto di tutto per lui, senza pretendere nulla in cambio... Fino alla notizia del matrimonio.


«Sasuke, tesoro, sono lo zio!»

Le 3.24 del mattino.

Il ragazzo si stropicciò gli occhi, biascicando qualche parola al telefono in maniera disordinata e con la voce impastata.

«Mi sposo, finalmente mi sposo! Hashirama mi ha regalato l'anello, devo assolutam...»

Silenzio. Chiuse la chiamata ronfando della grossa.

Un nuovo trillo.

«Mhnpronto...?»

«Dicevo, mi ha regalato l'anello, e abbiamo anche deciso la data. Devo assolutamente mostrartelo!»

«Bellissimo, fantastico, ma domani devo andare a lavoro zio. Potrei tornare a dormire?»

L'uomo si scusò prontamente, ripromettendosi di non disturbarlo in altro modo. Lo salutò, chiedendogli di essere felice per lui, perché finalmente stava coronando il suo sogno: legarsi a vita con chi amava fin dal profondo.

Sasuke riprese a russare poco dopo aver prodotto un unico pensiero: "ne ha avuto di coraggio quel Senju. Riuscirà ancora a sopportarlo dopo esserselo portato in casa?"






Sasuke arrivò di corsa, scrollandosi di dosso la sensazione di umidità data dalla pioggia che aveva appena cominciato a scendere; riuscì ad individuare l'uomo con cui aveva preso appuntamento, seduto su una delle eleganti poltrone blu oltremare incassate in un angolo illuminato da luce soffusa. Quest'ultimo si alzò facendogli cenno di avvicinarsi, per poi risedersi al suo arrivo.

«Hai una faccia orribile.»

«Sì, sto bene, grazie di esserti interessato ed avermelo chiesto,» rispose piccato il ragazzo.

«Lo so, scusami. È che ho così tante cose per la testa, non puoi averne neanche idea.»

La teatralità falsa di quell'uomo lo colpì in pieno viso: sorrise di tutta quella apparenza, rispondendo con tono ironico. «Se devi solo aprire il portafogli e niente di più. Sono io che devo occuparmi di tutto!»

Hashirama addolcì i lineamenti del volto, sorridendogli.

«Facciamo così: tu continua a organizzare la cerimonia, e tutto quello che la riguarda. Se hai bisogno di una mano, non esitare. Ti affiancherò un mio sottoposto, così da poterti aiutare. Per tutto ciò che riguarda le spese non preoccuparti: indirizza ogni fattura a mio carico. Riguardo all'addio al celibato, lascia fare a me. Questo sarà il mio regalo personale.» Poco dopo estrasse il cellulare, effettuando una chiamata.

Il giovane si perse ad osservare il futuro parente: alto, slanciato, sinceramente un bell'uomo dal fare autoritario e lo sguardo attento. Affascinante ma troppo costretto in quel suo completo gessato, a suo parere; in ogni caso, lo aveva sempre trattato con rispetto e la dovuta attenzione, senza mai sopraffarlo. Era sempre stato corretto nei confronti di suo zio: l'importante era quello, giusto? Ricordando le parole di Madara, era stato lui a farsi avanti e chiedergli di sposarlo, porgendogli una scatolina nastrata contenente un delicato anello di fidanzamento. Insomma, si augurava davvero sarebbero stati felici assieme.

«Sta arrivando.»

«Chi?»

«Il tuo futuro assistente. Chiamalo wedding planner improvvisato, se preferisci. Naruto, vieni, siamo qui.»

Un ragazzo biondo, più o meno della sua età, constatò Sasuke. Notò all'istante quei due occhi azzurrissimi: doveva essere sicuramente straniero. Si avvicinò sorridendo, salutando Hashirama con una stretta di mano e notando solo dopo la presenza del coetaneo.

«Piacere, sono Naruto Uzumaki.» Sfoderò un'espressione così spontanea da metterlo quasi a disagio.

«Piacere, Sasuke Uchiha.»

Il ragazzo si unì alla conversazione, consapevole d'essere stato convocato per qualcosa di una certa rilevanza: Hashirama non avrebbe mai chiamato per futili motivi.

«Bene, mi dica: cosa posso fare per lei?»

«Come ti ho già accennato, tra tre mesi mi sposo. Costui è il nipote di Madara, nonché testimone e, ahimè, colui sulle cui spalle ricade il peso di tutta l'organizzazione.»

«Che cosa?! Solamente lui? No no no, non si può. Ci sono così tante cose a cui pensare, e così poco tempo! Mi offro volentieri per aiutarlo, non posso permettere che qualcosa vada storto.»

"Lo fa per me o perché non vuole deludere il suo superiore? Preferisco non avere risposta." Si strinsero la mano, e nuovamente quell'espressione lo spiazzò. Si scambiarono i contatti, concordando un incontro per il giorno seguente al centro commerciale, ore 11.30.

Quella sera, dopo aver prontamente mantenuto il segreto con Madara sulla destinazione della sua uscita e le persone che aveva incontrato, Sasuke scrisse un messaggio di conferma a Naruto per il giorno dopo.



«Ciao, scusami per il disturbo:

domani allora confermi per le 11.30?»




«Certo, poi ci fermiamo a mangiare un

boccone mentre buttiamo giù una lista

delle cose da fare. Sono davvero tante,

sappilo. Per fortuna ci sono io!»



«Già: non è stata proprio una grande idea

quella di proporsi come aiutante. Non

avrei mai creduto di dover fare tutto

da solo.»


«Tu non preoccuparti. Poi mi serviva

una scusa per invitarti fuori a pranzo,

e questa direi che è perfetta!

Buonanotte :) »



Non sapeva cosa poter rispondere all'ultimo messaggio: si ritrovò improvvisamente imbarazzato, senza riuscire a coglierne il vero motivo. Si trattava di una semplice uscita per lavoro, oltretutto con un ragazzo che non conosceva nemmeno. Certo, era espansivo, e pure carino, ma si trattava comunque di semplice collaborazione. Un pranzo fuori avrebbe potuto coinvolgere chiunque; il lato sospettoso di Sasuke balzò fuori imperante. "Non sarà mica uno di quelli che ci provano con chiunque?" Che poi chiunque, cosa? Non aveva la certezza di avere a che fare con un ragazzo a cui sarebbe potuto piacere. "Non è che siano tutti omosessuali al mondo, no? Magari vuole davvero pranzare con tranquillità e basta, soltanto per poter approfittare di un appuntamento di lavoro."
Ricadde sfinito sul letto. Gli occhi di Naruto si stagliarono nella sua mente, riempiendola di quell'azzurro cielo così limpido: si coprì il volto arrossendo, riprendendo poco dopo il cellulare in mano e componendo un rapido messaggio di risposta.


«D'accordo, allora a domani. Buonanotte.»





Salve a tutti ^^ Eccomi con il primo breve capitolo, un'introduzione diciamo, di questa nuova challenge ricca ricca di spunti e di tante cose, con un'idea interessante che mi è balzata conversando con NekoRika e GilBird.

Lo so lo so, è quasi demenziale, ma non per niente povera di elementi interessanti. Non si tratta di parodie di personaggi, semplicemente ho preferito manipolare un po' i loro caratteri così da ricreare delle caratterizzazioni adatte alla mia trama.

Sì, amo Madara e Hashirama e no, non mi dispiace averli distorti in questa maniera: stanno bene così, per stavolta. ^^


Ringrazio Mahlerlucia per i prompt, che stavolta mi hanno dato una gran gatta da pelare, lo ammetto: si è impegnata sul serio, ve lo dico io! XD

Grazie al gruppo e a tutti i membri che ne fanno parte, e grazie a chi ha deciso di partecipare a questa nuova challenge di dicembre.

Un saluto a tutti coloro che hanno deciso di fermarsi per leggere e anche recensire, mi date davvero tante soddisfazioni!
Al prossimo capitolo. :3


-Stefy-

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Capitolo 2
*** -2: Do you need to escape? ***


-2: Do you need to escape?




«Sei proprio un bel vedere, lasciatelo dire. Certo che voi Uchiha avete davvero un codice genetico straordinario.»

Sasuke non esitò a rispondere a tono ad un'affermazione simile; abituato com'era all'atteggiamento espansivo e decisamente vivace di zio Madara, non si faceva certo mettere in imbarazzo da una o due battute da parte di un ragazzo.

«Grazie per il complimento, sarà merito della natura. Torniamo a noi, mi sembra d'aver dimenticato qualcosa, ma mi sfugge cosa.»

Naruto sbuffò avvicinandosi eccessivamente: «Un tipetto così carino che fa il permaloso? La tua espressione contrariata è ancora più bella.»

«Sia chiaro, non ho problemi o fastidi di sorta, sono sempre stato aperto ai gusti sessuali delle persone, non mi tange proprio con chi fotti. Sei un tipo interessante ed un bel ragazzo ma mi spiace deluderti: a me non piace il cazzo. Allora, direi che l'ideale sarebbe questo negozio, perché tutto ciò che vendono è in linea con lo stile che piace a mio zio.»

«Uffa, sei noioso.»

«Mi spiace aver deluso le tue aspettative. Concentrati, non abbiamo molto tempo e il lavoro è decisamente oltre le mie possibilità.»

Il biondo frugò in tasca, estraendone lo smartphone e scorrendo i messaggi ricevuti la sera precedente; spostò l'apparecchio sopra l'agenda dell'altro, indicando con l'indice lo schermo. «Guarda, leggi qui. Come sei tenero quando scrivi, rispetto ad adesso che sei un antipatico. Dove hai lasciato il Sasuke impacciato che non sa come rispondere ad un semplice tentativo di flirt via WA?»

L'Uchiha sospirò stiracchiando la schiena. "Insistente stronzetto, lasciami lavorare."
Le parole spese per la risposta differivano leggermente con il pensiero appena formulato. «È rimasto a casa assieme alla serenità e alla pazienza.»

L'ordinazione arrivò interrompendo il battibecco. Con gran sollievo da parte del moro, Naruto non aveva sollevato lo sguardo dal piatto se non dopo averlo svuotato completamente.

«Ti piace così tanto mangiare qui? Perché saremmo potuti andare tranquillamente in un fast food.»

"Perché non riesce a starsene zitto a bocca vuota?"

«Non mi sembra tu abbia disprezzato, vista la velocità con cui hai mangiato. No guarda, mi fa sentire superiore l'idea di mangiare cose sane e rinnegare il junk food.» Cercava di fare il serio, ma la situazione stava davvero toccando vertici assurdi. Rise senza nemmeno accorgersene. «Qui è semplicemente più tranquillo, e abbiamo più tempo per organizzare il tutto.»

Il biondo colse la palla al balzo. «Lo vedi? Vuoi passare più tempo con me, lo sapevo!»

"Giuro che Hashirama pagherà per tutto questo..."

Sgomberato il tavolo del ristorante, i due ripresero il lavoro a capo chino, discutendo dei fiori, l'accompagnamento musicale, persino dei colori per i tessuti decorativi. Naruto si dimostrò serio e competente, contrariamente alle aspettative iniziali: accantonato il lato burlesco ed eccessivo, era completamente un'altra persona. Alla citazione di abiti e acconciature intervenne in maniera spontanea, dedicando un pensiero al fatto che sarebbe stato meglio scegliere tra i luoghi più quotati. Sasuke immaginò Madara all'interno di una boutique dalle grandi firme: al quindicesimo completo scartato, avrebbe cominciato a pretendere di bere un bicchiere, un secondo e poi un terzo. Al ventiduesimo, probabilmente ubriaco, avrebbe scelto il taglio ma non il colore, e al ventinovesimo avrebbe abbinato degli improbabili accessori, barcollando in camerino. Avrebbe decisamente dovuto accompagnarlo.

«Ha qualche preferenza per l'arrivo?»

«Cosa scusa?»

Naruto si sporse di nuovo con il telefono a disposizione, schermo sbloccato, internet indirizzato su un autonoleggio; «sai se gli piace qualche cosa in particolare? Qui hanno tutto: dalle macchine retrò alle limousine, dalle utilitarie italiane anni '50 alle muscle americane dei due decenni dopo.»

«Ora che ci penso, ha sempre parlato di grandezza: qualcosa di sfarzoso e fuori dagli schemi scommetto. Cercherò di sondare il terreno, qualcosa riuscirò a trovare.»

«Perfetto, perché direi che per oggi può bastare. Ho una voglia incredibile di fumare una sigaretta, e qui c'è il divieto. Vieni anche tu?»

Il ragazzo non disdegnò l'invito.

Fuori dal locale si strinsero nei cappotti. Due ragazzi così diversi accostati non passavano di certo inosservati: il primo, alto, moro e dagli occhi striati di un rosso intenso accostato al nero pece, elegante e fin troppo posato, quasi calcolato. Il secondo, biondo e dallo sguardo del cielo, pantaloni strappati aderenti, giacca in pelle e piercing su entrambe le orecchie ed il viso.

Due concetti visivi completamente opposti.

«Come fai a fumare quelle schifezze?»

Naruto osservò la sigaretta nera che stringeva tra l'indice e il medio. «Queste? Hanno un aroma diverso dal solito.»

«Nauseante lo definiresti diverso dal solito?»

«Parla il perfettino con il cappotto firmato e sigaretta costosa d'ordinanza.» Gli mostrò la lingua con una smorfia teatrale, scoprendo una sferetta giallo e rosso fluo al centro di essa. «Non riesco proprio ad andarti a genio?»

Sasuke soppesò la domanda.

«Non è una questione di non andarmi a genio...» gonfiò il torace, trattenendo il fumo un paio di secondi più del solito, prima di farlo uscire lentamente dalle labbra, «più un "mi devo fidare o mi incula come tutti quelli che mi stanno attorno?"»

Rise. Rise di gusto, portandosi la mano al petto.

«Sul fatto di inculare non mi spiacerebbe.»

Fulminato letteralmente con lo sguardo.

«Ok, ok aspetta, stavo scherzando.» Naruto alzò le mani all'altezza del volto; «Io so che non ti sto sul cazzo perché altrimenti adesso non saresti ancora qui a parlare con me. Volevo solo sapere quando è che riuscirai ad essere te stesso, senza quest'aria di superiorità che proprio non ti si addice.» Si avvicinò, abbassando il tono di voce e sussurrandogli al collo «Vorrei scoprire come sei fatto veramente.»

Sasuke avvampò.

"Stai calmo."

Si ritrasse con la scusa di gettare il mozzicone, in realtà una mezza sigaretta.

"Stai calmo, è un ragazzo, per giunta appena conosciuto."

«Senti, io adesso avrei un impegno al lavoro. Appena ho un attimo, ti spedisco i contatti telefonici dei negozi che abbiamo trovato, così potrai cominciare a programmare gli appuntamenti per tuo zio. Ci sentiamo presto allora.»

Il moro fece cenno con una mano, in segno di saluto. Non era stato capace di dire altro, e si rese conto di non averlo neppure ringraziato per avergli offerto il pranzo. Digitò un paio di parole nella chat di messaggistica, ma la sua attenzione venne catturata da una due ruote sportiva che stava dando gas lì davanti.

Un casco nero, visiera a specchio: Naruto la sollevò, facendogli l'occhiolino per poi sfrecciare tra le macchine nel traffico cittadino.

«Idiota.» Disse il ragazzo sorridendo.





«Sì, esatto. Ce... Beh sì, certo, ma asp... Ah, d'accordo.»

La chiamata si concluse in maniera insoddisfacente. Erano già tre quarti d'ora che Sasuke stava tentando di impostare la fitta agenda di appuntamenti per l'organizzazione dell' "assurdissimo teatrino per una pazza isterica", concezione personale del matrimonio imminente.

«Tesoro, ci sei?» Madara entrò titubante, un campionario di cartacei di venti sfumature differenti, per cinque materiali diversi. Il totale? Decisamente troppo tra cui scegliere. «Mi daresti una mano? Che dici per le partecipazioni? Meglio questo color marmo antico? Oppure optare per un colore pastello delicato? Guarda, non è adorabile questa stampa?»

Il nipote sbuffò lanciando letteralmente il proprio telefono sul divano. «Un sms? In questa epoca di tecnologia avanzata, comunicazioni digitali, che dici di un messaggio su WA?»

I campionari caddero di mano.

«Vuoi davvero male a tuo zio, vero? Dimmelo, vuoi farmi venire il crepacuore...»

Lo stritolò letteralmente. Allontanandosi, rivelò uno sguardo truce e delle occhiaie profonde.

«No, sai che ti voglio bene, stavo solamente scherzando. Perché non rimandi la scelta di un paio di ore, così da riposarti? Guarda, ti ho comprato questo strada facendo.»

Un sacchettino di sali profumati da bagno, dal profumo intenso ed esotico. Madara sospirò soddisfatto.

«Sei un angelo, non un ragazzo. Come farei senza di te? Ti ringrazio per tutto ciò che stai facendo. So che è uno sforzo enorme, posso immaginarlo. Io stesso ho paura di affrontare tutto quanto; non so se sarà perfetto, non so se io lo sarò per lui. Voglio che sia il giorno più bello della mia vita. Non sono semplici parole al vento, per me è davvero importante. E tu stai contribuendo a rendere il tutto unico e meraviglioso. Me lo ricorderò, è una promessa.» L'Uchiha rimase un attimo perplesso davanti all'improvvisa serietà di un uomo vitale e particolare: ci teneva davvero, e ogni singola parola detta ne era la riprova. Due braccia grandi e calde lo avvolsero una seconda volta, ed il silenzio li circondò in quel momento di pace.

La quiete si diradò come nebbia al sole.

«A proposito, vorrei invitare a cena quel, come si chiama? Ah già, Naruto, se non è un problema per te. Ponendo che lo sia, è già troppo tardi. Lui e Hashirama ci raggiungeranno una delle sere della prossima settimana. Ricorda, ti voglio vestito di tutto punto. E va a dormire presto anche tu, domani ci sarà la prima prova dell'abito e non puoi assolutamente mancare, chiaro?»

Un ordine.

Come avrebbe potuto mancare? Lo avrebbe trascinato di peso fino a lì, piuttosto che rinunciare alla sua compagnia.

Il mattino dopo arrivò troppo in fretta; alle 7.46 già la suoneria del telefonino trillava a gran voce per tutta la casa. Il fioraio dava assenso per l'ordine richiesto. Una prima cosa era stata fatta, confermata con largo anticipo. Sasuke aprì l'agenda stropicciandosi l'occhio ancora assonnato, depennando "fiori" dalla lista ed annotando accanto un appunto. Sfilò una sigaretta dal pacchetto distrattamente, e si diresse in sala ancora in boxer, convinto di non trovarci nessuno.

Ad attenderlo, Madara con aria contrariata in compagnia di un uomo che non era stato in grado di riconoscere.

«Tesoro, senti. Mezzo nudo anche mi va bene, ma sai che non voglio tu fumi in casa.»

Lo sconosciuto dai capelli argentati nonostante l'età, si presentò con una stretta di mano.

«Piacere, tu devi essere Sasuke. Io sono Kakashi Hatake, un amico di tuo zio e di Hashirama.»

La cenere si divise sul pavimento; si voltò automaticamente, dirigendosi verso la propria camera. Sembrò riprendere a respirare solo nel momento in cui si richiuse la porta alle spalle.


«Avevi ragione, hai davvero un bel nipote, lasciatelo dire.»

«Vero, eh?»

I due in sala conversavano amabilmente, ricordando i vecchi tempi e quanto mancassero gli anni delle scuole, in cui tutti e tre frequentavano la stessa università. Persi tra i ricordi, ed il bisogno di trovare la location adatta per la cerimonia che ormai non sembrava più così lontana, presero in considerazione un paio di possibilità. Kakashi aveva molte conoscenze, e le mani in pasta un po' dappertutto; assicurò all'amico di riuscire a combinare i suoi gusti con il luogo più adatto. Quello sarebbe stato il suo regalo.

«Madara, sei davvero sicuro di voler fare così?»

«Cioè? Lasciare che pure il posto dove mi sposerò sia una sorpresa?» Lo guardò stupito, come se non avesse capito la domanda, «Mi conosci, dovresti già saperlo.»

Risero entrambi.

L'Uchiha urlò il nome del ragazzo che ancora si stava rivestendo.

«Dobbiamo andare, l'appuntamento è tra meno di un'ora e se tutto va bene, ci staremo pure tutto il giorno. Coraggio, andiamo. Kakashi ci darà uno strappo!»


"Perfetto, non solo la figura di merda, adesso dovrò pure salire in macchina con loro!" Sasuke s'era infilato una camicia nera, un paio di jeans aderenti e delle All Star ai piedi: mai completamente elegante, mai in tuta da ginnastica. Un retaggio di sangue, si disse, mentre constatava di non aver mai visto Madara vestito scialbo, spettinato o con dei colori spaiati. Sistemò a dovere i capelli davanti allo specchio di camera sua, recuperò le sigarette, il portafogli ed il cellulare e si fiondò fuori dalla porta di casa; ad attenderlo una Maserati Quattroporte bianco perla.

«Certo che gli amici te li scegli proprio bene, vero?»

Madara gli sorrise facendogli cenno di raggiungerli, così partirono. Sentiva di dover dire qualcosa, anche se ancora non aveva bene in mente che cosa; decise semplicemente di scusarsi.

«Fa nulla, può capitare tranquillo. Se vuoi fumare, fai pure.»

Il viaggio confortevole fu più lungo del previsto; l'atelier si trovava dall'altra parte della città, e per tutto il tratto nel traffico il ragazzo non poté fare a meno di vergognarsi nuovamente. In un momento di noia, scrisse un messaggio a Naruto, senza neppure pensarci.


«Buongiorno, com'è di te? Grazie

ancora per ieri.»


Il bip di risposta non tardò ad arrivare: "vive con il telefono il mano?"


«Già ti manco? Ahahah! Buongiorno, bene.

Indaffarato, ma posso liberarmi per oggi

pomeriggio. Per te soltanto.»


«Idiota. Sto andando alla prima prova

del vestito, e ho già i brividi all'idea.»


«Paura possa piacerti? Sono disponibile

per un matrimonio di prova, se vuoi. XD »


«Conosco il diretto interessato, e so

che sarà un miracolo se non ci

fermeremo pure a cena lì. La sola

idea mi fa venir voglia di scappare.»


Rileggendo la conversazione, si rese conto della differenza di tono e linguaggio tra i messaggi ed i reali scambi di battute tra loro. Davvero parecchia.


«Mandami la posizione.»


«Come mai?»


«Fatti i cazzi tuoi e basta, fidati di me.

A più tardi, ora devo scappare. Ciao!»


L'emoji di un bacio concluse la conversazione.
Dal sedile passeggeri, Madara rise richiamando l'attenzione del nipote: «sembra tu non verrai da solo alla cerimonia, bene bene. Cominciavo a pensare di doverti appioppare qualche amica a caso.»

«Eh? Non ho capito...»

«Sento suonare continuamente il telefono. Chi è la nuova fiamma?»

Sasuke mise l'apparecchio in tasca, colto da un improvviso imbarazzo.

«È soltanto Naruto, il ragazzo che il tuo futuro marito mi ha affiancato nel tentativo di organizzare questa cosa assurda in soli tre mesi.»

Kakashi, che fino a quel momento aveva mantenuto il silenzio, sussurrò un paio di parole all'uomo, ridacchiando.

"È da cafoni (stronzi) bisbigliare in presenza di altri" pensò, senza avere davvero la voglia di esprimersi a parole. Sarebbe stata una lunga giornata, e non ci sarebbe stato scampo.





«No, il taglio non è in linea con la mia figura.»

Nono abito provato scartato, senza contare tutti i modelli che non sono stati nemmeno presi in considerazione.

Inserviente esasperata che tentava invano di nascondere la pazienza ormai esaurita.

Un nipote sull'orlo di una crisi di nervi.

Madara. Problema attuale, indecisione profonda. Soluzione? Comprare tutto il negozio e scegliere l'abbigliamento giusto al mattino del fatidico giorno. Questo si disse Sasuke mentre l'imperante desiderio di scappare e non voltarsi più si stava impossessando di ogni fibra del suo corpo.

«Può anche averlo indossato Michael Jackson in persona cara, ma questo non lo metto comunque.»

Un altro indumento sarebbe tornato in magazzino.

«Almeno ha scelto la tonalità?»

«Devo ancora scegliere la trama del tessuto, per il colore direi che siamo ancora lontani. Tesoro, portaci un altro paio di calici, ne avremo ancora per molto.»

Il sorriso forzato della donna si spense; Sasuke le mimò un "mi dispiace, ma è fatto così", e lei sospirò voltata di schiena. La politica aziendale prevedeva un sorriso perenne stampato in volto: con un cliente come Madara?

«Hai una gran pazienza, ma credimi: non voglio arrivare all'altare ricordando un astronauta misto ad un cantante degli anni '70.»

«Se non ti piace il colore, basta dirlo. Stiamo letteralmente sfiancando la povera commessa.»

La donna si permise di esprimere il proprio pensiero: «riuscire ad accontentarla sarà una sfida signore, ma è il mio lavoro. Rispettare il desiderio della clientela è fondamentale, e sapere di contribuire nella buona riuscita di un giorno così speciale è una gran soddisfazione. Cancelliamo tutto ciò che abbiamo visto finora e proviamo un nuovo approccio.»

La conversazione si infittì.

"Non ce la faccio più, basta ti prego." Oramai l'autonomia di Sasuke era giunta al termine. Fece per alzarsi ed uscire per una sigaretta, quando Madara lo fermò.

«Dove credi di andare? L'abito del testimone è lì, pronto per essere provato.»

«Stai scherzando spero. Non sai nemmeno di che colore vuoi il tuo di vestito, ed hai già scelto il mio? Ho voce in capitolo o no?»

«No.»

Si rivolse all'inserviente con sguardo ironico. «Sul serio?»

Non ricevendo risposta, si avvicinò al camerino, dove una gruccia reggeva un completo: il color blu elettrico spiccava vibrante, esaltato dal tessuto prezioso.

«Nero non c'era, immagino.»

A qualche metro di distanza, Madara rispose entusiasta: «l'ho scelto apposta per te. Sono sicuro ti doni un sacco. Provalo e senza repliche.»

Notò con effettivo stupore che il completo non gli dispiaceva affatto; certo, con le dovute modifiche la silhouette sarebbe cambiata, ma credeva molto peggio.

«Mi sarei aspettato un viola o un rosso, mi è andata bene.»

L'uomo si avvicinò, indossando un meraviglioso abito dalle tinte chiare pastello. Tentava di farselo piacere, invano. «So bene che non ti trovi a tuo agio tra gli stravaganti, non avrei potuto scegliere qualcosa di così particolare per te. Sapere che ti saresti sentito un emerito imbecille tutto il giorno, mi avrebbe fatto star male; fare in modo che tutto sia perfetto vuol dire anche dedicare la giusta attenzione agli altri, non solo a me stesso. No, decisamente neanche questo.» Sbuffò sconsolato. «Non ho mai fatto così fatica a scegliere qualcosa da indossare, incredibile.»

L'improvviso rombo di un motore destò l'attenzione del ragazzo.

Si spostò verso l'ingresso scalzo, con ancora indosso il completo, consapevole d'aver già sentito da qualche parte quel rumore.

Una moto parcheggiata davanti all'atelier, il casco nero con visiera a specchio tolto e e poggiato sulla sella, un sorriso sornione stampato sul viso.

Naruto si accese una delle sigarette nere dal profumo penetrante. Sasuke scostò piano la porta, stupito di vederlo lì.

«Allora? Bisogno di evadere?»





Eccomi di nuovo qui ^^ Un altro capitolo, un intreccio più complesso di quello che avevo preventivato (ovviamente), e una sola parola su tre utilizzata al momento. Per il GATTO aspetterete il terzo, e per il CORO GOSPEL il quarto capitolo.
Riuscirà ad uscirne vivo Sasuke da tutto questo? O non potrà fare a meno di lasciarsi trascinare dagli eventi?
Alla prossima dolcezze, e grazie di tutto per l'attenzione, la pazienza ed il tempo dedicati a ciò che pubblico.



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Capitolo 3
*** -1: What do you really think? ***


-1: What do you really think?




«Sasuke, caro, noto che ultimamente sei un po' distratto.»

Il ragazzo fulminò Madara con lo sguardo, mentre stava sistemando il servizio buono sul tavolo, in attesa dell'arrivo di due ospiti per la cena.

«È per via di quel biondino, vero? Non nasconderlo.»

Negli ultimi giorni i due s'erano visti spesso, dopo la fuga dall'atelier di una settimana prima. Avevano viaggiato zigzagando tra le macchine, raggiungendo un'area panoramica tranquilla fuori dalla città, ridendo e chiacchierando nonostante il gelo di quei giorni fino a perdere il conteggio delle ore. Superata l'avversione iniziale, scavalcata la barriera di indifferenza che aveva eretto nei suoi confronti, Sasuke aveva cominciato ad aprirsi con lui, a sentirsi finalmente a suo agio; si scrivevano spesso, ed ogni scusa era buona per uscire, bere qualcosa assieme e conversare di lavoro.

«Ci vediamo spesso perché mi sta aiutando a organizzare tu sai cosa, e te lo avrò detto ormai non so più quante volte.»

«Certo certo. Sei un filino teso o sbaglio?»

Teso? Si chiese il motivo di quella domanda, senza sapere come rispondere. Certo che no, perché avrebbe dovuto? Stava solamente controllando tutto fosse pronto per la cena, che nulla mancasse e che ogni cosa fosse al proprio posto.

Come ad un appuntamento galante.

"Che cazzata, non è un appuntamento!" Rispondeva da solo ai suoi stessi pensieri.

«Dai, si vede che sei rigido come una tavola di legno. Sciogliti un po' e lasciati dare un consiglio: cambiati quella maglia, sta malissimo coi pantaloni.»

Come al solito: non aveva uno zio normale, ma un guru della moda in casa. Corse in camera osservandosi allo specchio: pantaloni di tuta scuri con maglia sformata a righe, probabilmente un pigiama in origine. S'era completamente dimenticato di cambiarsi. «Che cazzo?!»

Orrendo.

Scaraventò i vestiti sulla sedia accanto alla specchiera rovistando nell'armadio.

Jeans e camicia?

Scartato.

Sportivo e felpa?

Scartato.

Trovò un paio di pantaloni aderenti ed una maglietta attillata: corta. Perfetta, ma senza maniche. Raccolse una camicia dal taglio casual e se la infilò, lasciandola sbottonata; stava controllando come stesse conciato in quella maniera ed un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto. "Sembri una ragazza che non sa cosa scegliere per incontrare il proprio spasimante. Sei un emerito idiota, è una cena di famiglia a cui partecipa un tuo amico."

Suonò il campanello. Inforcò delle scarpe in tela, sistemò i capelli un'ultima volta e uscì.

Raggiunse la porta con la disapprovazione stilistica di Madara, esternata con un sonoro "devo darti proprio una dritta la prossima volta."

Hashirama, impettito come sempre, curato in ogni dettaglio e con un sorriso controllato ed impercettibile entrò per primo, una bottiglia di buon vino infiocchettata e una stretta di mano ferma nonostante la pelle resa fredda dalla bassa temperatura. Salutò il futuro nipote dirigendosi subito dopo dal fidanzato, prendendolo per i fianchi e baciandolo a fior di labbra. Il suo passaggio lasciò lo spazio al secondo invitato.

«Buonasera, è permesso?» Un ingresso timido in contrasto con il carattere espansivo: Naruto, elegantemente fasciato da un completo dal taglio moderno che contrastava con l'immancabile chiodo aperto sul petto, si fiondò su Sasuke. «Non giudicarmi per come sono vestito, è stata una scelta del signor Senju.»

Che avrebbe potuto dire? I piccoli orecchini rilucevano sotto alla luce del corridoio, donando assieme ai piercing un tocco inusuale che non poteva non saltare all'occhio.

«Sto tanto male?»

«Non fare domande sceme e entra. Non mangiamo all'ingresso.» Ecco: tornava ad essere il solito ragazzo distaccato.

«Tanto so che parli così perché sei imbarazzato. Credi non lo abbia notato? Beh, vorrà dire che non sono poi così male, no?» Gli fece l'occhiolino sorridendo.

«Ragazzi? Ci siete? Desiderate pure un tea e dei pasticcini, o vi decidete a raggiungerci in sala? Qui è pronto!»



La cena si svolse con aria tranquilla e una certa leggerezza: l'argomento matrimonio era tabù, non venne sfiorato neppure con il pensiero. Naruto si presentò con garbo spiegando che lavorava per Hashirama da parecchio e partecipava attivamente ai vari eventi organizzati dalla sua agenzia.

«Avevo capito ti occupassi di pubbliche relazioni e simili, e che avessi clienti sparsi un po' ovunque.» La curiosità del giovane Uchiha s'era accesa nel momento in cui si rese conto di sapere ben poco dello zio acquisito.

«Non solo. Catering, feste, mostre, sfilate. Concerti, pub, circoli privati. Sono un po' ovunque.»

Restò a bocca aperta. Si voltò verso il biondo chiedendogli che cosa facesse esattamente.

«Intrattenimento, in un certo senso. So servire ai tavoli, miscelare cocktail, posare davanti a un obiettivo in un set fotografico; tante cose, ma nulla di importante.»

Madara sorrise massaggiandosi il mento con soddisfazione. Aveva capito con chi aveva a che fare, anche solo guardandolo. Aveva fiuto, e anche stavolta ci aveva azzeccato.

«Sei uno dei suoi modelli, vero?»

Naruto rispose affermativamente senza mostrare il minimo imbarazzo.

«Modello?» Sasuke soppesò quella notizia e si accorse di aver parlato solo dopo un sorriso di risposta.

«Cerco di non farmi notare durante il tempo libero, ma sì: faccio parte dell'agenzia Senju per questo motivo, e per la mia capacità di imparare in fretta quello che devo fare senza lamentarmi.»

Un cenno di soddisfazione si dipinse sul volto di Hashirama, che poggiò una mano sulla spalla del ragazzo. «È uno dei più bravi nel suo lavoro, e sono felice abbia fatto amicizia con te.»

Amicizia: una parola importante per lui, che aveva un significato profondo. Pensò nuovamente ai contenuti dei messaggi, alla sua sincerità spigliata, il suo modo di comportarsi così spontaneo. Erano davvero amici? Gli si scaldò il petto all'idea, ed un piacevole tepore si irradiò fino alle guance, facendolo arrossire.

Madara intervenne ridendo e carezzando i capelli del nipote, scompigliandoli e riaggiustandoglieli con tocco certosino poco dopo. «Riesci davvero ad andare d'accordo con questo piccolo antipatico bipolare? Mi complimento per l'impresa!»

Le risate si sollevarono riempiendo la stanza, e la serata proseguì con tranquillità.

S'era fatta una certa ora, ed era arrivato il momento per gli ospiti di andarsene. I due uomini si salutarono con calore, mentre i ragazzi uscirono in veranda per una sigaretta in compagnia. Tremarono un attimo, imbacuccandosi nelle sciarpe e infagottandosi nei cappotti.

«Allora, come ti sembra sia andata la serata?»

Il moro sollevò lo sguardo sorridendo. «Meglio di come pensassi, credimi.»

«Anche quando tuo zio ti ha preso per il culo?»

«Beh, avrei preferito non fosse stato così, ma la sua personalità è molto vivace, come la tua d'altronde.»

Il biondo si avvicinò senza dire nulla, e lo baciò.

Sapeva di acido, contornato dall'odore dolciastro di quelle sigarette nere che fumava ad ogni occasione. Le labbra erano lisce, come la pelle priva di barba, e fredde per via di quell'incursione notturna.

Tutti particolari che Sasuke non notò davvero in quel momento, perso con lo sguardo nel vuoto. Non si rese nemmeno conto di quanto fosse durato quel gesto così inaspettato da immobilizzarlo sul posto, fino a far cadere sul pavimento il filtro ancora acceso e consumato in minima parte.

Senju uscì un attimo dopo.

Giusto il tempo di sentire la maniglia abbassarsi per potersi staccare.

«Naruto, andiamo, si è fatto tardi.»

Quest'ultimo si sporse all'interno dell'abitazione, salutando con calore Madara che stava sparecchiando con lena. Sorrise anche al coetaneo, come nulla fosse; agitò la mano dal sedile anteriore della macchina, prima di partire.

L'Uchiha rientrò in casa ed aiutò lo zio nella sistemazione della sala. Non disse una parola.

«Simpatico davvero quel tuo amico, e pure un gran bel ragazzo. Oh, ma fa tanto freddo fuori? Sei così rosso in viso.»



«L'hai puntato, vero? Non ti smentisci proprio mai.»

«Signor Senju, non posso farci niente. Il suo essere così scostante, apparentemente distaccato e pure burbero e ironico, mi piace un sacco. Il fatto che mi scriva nonostante sappia che ci provi spudoratamente con lui, dimostra che non gli do fastidio. Certo, non voglio esagerare ma prima o poi riuscirò a...»

«A?»

«A vederlo sorridere grazie a me.»





In quei giorni Sasuke aveva evitato le chiamate di Naruto, e aveva continuato il programma di organizzazione da solo. Altri impegni furono presi, altri appuntamenti andati a buon fine e più elementi vennero depennati dalla lista scritta assieme al ragazzo un po' di tempo prima.

Il telefono trillò. «Pronto tesoro? Mi ha appena chiamato quello del catering, ha detto che farà in modo di preparare anche le varianti vegetariane. Ho deciso per un buffet, così nessuno dovrà sottostare a un menù che piacerà a meno della metà degli invitati.»

«Ottima idea, penso verrà apprezzata parecchio. Anche se andare alla cieca per la location...»

«Sai che adoro le sorprese. Kakashi ci teneva, quindi mi fido di lui. Le modifiche al vestito sono quasi ultimate, quindi due settimane prima della cerimonia ci sarà la seconda prova. Per il resto?»

«Il fioraio ha dato disponibilità completa, l'estetista si presenterà a casa la sera prima e il parrucchiere alle 6 del giorno dopo. Quindi sarai impegnato a farti bello le ultime ore.»

Madara rise. «Sarò? Saremo! Credi di sfuggire al tocco della bellezza? Soffriremo in due, e saremo perfetti.»

Il nipote sospirò profondamente, chiedendogli se stesse davvero scherzando. No, naturalmente no. L'uomo disse che era riuscito pure a contattare un vecchio amico di lunga data (un altro dei suoi) che avrebbe suonato il piano accompagnato da un paio di archi. Una scelta azzeccata, anche se non esattamente in linea con l'idea che Sasuke s'era fatto di quel giorno. D'altronde, era ancora capace di stupirsi per i cambi di posizione continui sulle scelte dell'altro.

«Allora? Hai già chiesto a Naruto se ti accompagnerà?»

«Cosa scusa?» Non aveva neppure pensato a una possibilità simile, tanto meno in quel momento. Aveva smesso di rispondere ai continui tentativi di contatto.

«Credevo sarebbe venuto volentieri con te.»

«Verrò da solo.»

«No no no non ci penso nemm...»

Tap.

Sfiorò la cornetta rossa sullo smartphone. Non aveva voglia di affrontare la cosa. Nessuno poteva costringerlo a presentarsi con qualcuno, no? Dove risiedeva la sua libertà di pensiero e d'agire? Sarebbe venuto, si sarebbe divertito e avrebbe passato la giornata a vedere suo zio realizzare uno dei suoi sogni.

Andava bene così, giusto?

Poco dopo arrivò una seconda chiamata: convinto del mittente, Sasuke rispose di getto che voleva essere lasciato in pace. La voce dall'altra parte del telefono lo spiazzò: era Naruto.

«Ehi ciao, spero di non disturbarti.»

Tentato di chiudere senza dire nulla, si bloccò nel momento in cui l'amico gli disse di ascoltarlo solo per un attimo, e poi sarebbe stato libero di riagganciare.

«Senti, mi dispiace per quello che è successo l'altra sera. Mi sono lasciato trascinare un po' dal momento, un po' dall'atmosfera; ho reagito d'impulso, ma era ciò che volevo davvero. Non prenderla come uno scherzo, una cosa superficiale. Lo desideravo, perché so che sei una persona speciale e mi hai colpito un sacco.»

Soppesò quelle parole con cautela, ma decise che non era ancora arrivato il momento di interrompere.

«Sei testardo, altezzoso e spesso non dai a vedere quello che pensi davvero. Tenti di indossare una maschera da perfettino davanti a tutti, ma io sono convinto che non sia così. So che dentro di te c'è qualcosa di più, ed è per questo che...» si bloccò non sapendo se continuare o meno. Visto che ormai era in ballo, e probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui poteva parlare con lui, decise di dirlo apertamente. «Insomma, mi piaci.»

Sasuke restò impassibile con il cellulare in mano: stavolta non sapeva davvero cosa dire. Non era certo la prima volta che riceveva una dichiarazione, però effettivamente era la prima in cui si sentiva scosso davvero.

«Per favore, non farlo più così d'improvviso.»

«Cosa?»
«Non baciarmi davanti a casa con i miei parenti a un metro di distanza, è stato imbarazzante. Ora scusami, sono impegnato. Ci sentiamo dopo.»

Il biondo blaterò un ciao affrettato, quasi imbarazzato.

Esattamente cosa voleva dire con quell'affermazione? Suonava come se non fosse stato il gesto in sé a dar fastidio, ma il momento ed il luogo in cui era avvenuto. Si accese una sigaretta nel tentativo di rilassarsi ma si rese conto di non esserne capace. Forse sarebbe stato meglio fare finta di niente: al momento gli sembrava la soluzione più plausibile.

La giornata volò via, e non fu in grado di concentrarsi in nient'altro se non le parole di Naruto: "mi piaci." Non gli dispiaceva affatto la sua compagnia, neppure il suo ciarlare fin troppo sincero e le sue frasi ad effetto al momento sbagliato; ci stava bene davvero con lui, ma non credeva fosse per qualcosa di più d'una semplice amicizia. Che avrebbe dovuto fare la prossima volta in cui l'avrebbe visto?
Con questo pensiero si addormentò senza neppure accorgersene.

Il mattino dopo suo zio si fiondò in camera ancora in accappatoio, sprizzando entusiasmo da tutti i pori. Il ragazzo sobbalzò nel letto imprecando, bisbigliando qualcosa sulla privacy e il rispettare gli spazi altrui.

«Oh caro, lascia perdere. Hashirama ha detto che il mio addio al celibato è pronto, capisci?»

«Il che?» Sasuke si grattava la testa tentando di riportare la mente nel mondo reale, scuotendola dal tepore del sonno.

«L'addio al celibato» Madara scandì ogni singola lettera di quella parola, con gli occhi colmi di aspettative. «Tienti libero stasera, senza se e senza ma. E stavolta, santo cielo, vestiti bene.» Uscì senza aggiungere altro.

Non ebbe neppure il tempo di chiedere una minima spiegazione. Controllò rapidamente i messaggi, e notò che Naruto gli aveva scritto giusto un attimo prima: poche parole accompagnate da uno smile con occhiolino e lingua di fuori.


«Ci vediamo stasera all'addio al celibato.»


"Sarà stato invitato pure lui."
Non ci diede peso, anche se probabilmente avrebbe dovuto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma il fatto che Hashirama aveva pensato a preparare quell'evento senza doverlo coinvolgere, lo aveva tolto da un grande impiccio. Cosa avrebbe potuto aspettarsi? Sicuramente non delle donne nude; rise all'idea di Madara che si schifava alla vista di un seno prosperoso sbattuto sul suo volto. E rise di nuovo pensandoci una seconda volta.

Si mosse verso il centro per ammazzare il tempo: quel giorno non aveva programmi, e ciò che serviva per la cerimonia a livello organizzativo ormai era fatto. Un baretto carino all'angolo era perfetto, e un paio di birre non gli sarebbero affatto dispiaciute pensando di potersi scaldare un po'. Fece per entrare quando una voce familiare lo bloccò.

«Ehi, ciao Sasuke.»

«Salve signor Hatake, come sta?»

Kakashi si premurò di accompagnarlo ed ordinare per entrambi, guardandolo spesso con aria complice; di questo il ragazzo se n'era reso conto, ma non aveva trovato il coraggio di chiederne il motivo.

«Per caso stasera andrai alla festa organizzata per Madara?» Di nuovo quello sguardo.

«Certo, anche se naturalmente mi ha proibito di vestirmi come voglio.»

«E ti stupisci? Fosse per lui, dovresti essere vestito bene pure per andare in bagno la mattina.»

Un pomeriggio decisamente rilassante.

Una buona compagnia, finché non ricordò dell'incidente della nudità. Arrossì violentemente, non potendone fare a meno.

L'uomo rise divertito.

«Stai per caso ripensando a quello che è successo quella volta? Lascia stare, tranquillo. È tutto ok, può capitare una cosa simile. Ora devo andare, grazie per la chiacchiera, e divertiti.»

Un occhiolino?
Lo aveva notato, ne era sicuro. Cosa stava a significare?




«Non sto più nella pelle, non vedo l'ora che cominci!»

Un locale decisamente appariscente, non c'era che dire: insegna luminosa, buttafuori, arredamento sopraffino.

«Questo è uno dei...?»

«Sì esatto, caro Sasuke: uno dei club di Hashirama. A quanto pare ha organizzato le cose in grande. Sono in estasi, chissà cosa avrà preparato!»

Vennero accompagnati al piano superiore, in una delle camere private. Un paio di divanetti ed un letto matrimoniale, oltre ad un gusto raffinato e decisamente eccentrico, proprio come Madara.

«Sembra che questa stanza sia stata fatta apposta per te.»

«Vero, eh?»

Le luci si spensero, lasciando un alone soffuso di rosso e violaceo, proveniente da dei faretti posizionati sui lati.

Lo spettacolo era cominciato.

Le note erotiche di melodie composte da sax e piano si diffusero nell'aria, mentre i due vennero sfiorati da dietro da mani delicate e sinuose.

Vennero bendati.

Un gridolino eccitato uscì dalla bocca di Madara, che era visibilmente teso. Sasuke invece si sentiva a disagio: non sapeva cosa stava accadendo, non capiva chi ci fosse lì con loro, ma sapeva solamente che era in balia degli eventi, e non sapeva proprio come uscirne.

Un soffio delicato lo raggiunse all'orecchio. Sentì un lieve brivido percorrergli la schiena quando si rese conto di conoscere la voce che gli stava sussurrando.

«Ti avevo detto che ci saremmo visti stasera, giusto?»

«Nar...!»

«Shhh, goditi lo spettacolo.»

Sentì la propria pelle andare a fuoco mentre, privato della vista, percepiva ogni singola sensazione, ogni carezza con maggior sensibilità.

Madara dalla sua continuava a ridere, mentre lo sentiva agitarsi sulla poltrona.

Il ragazzo sentì un peso improvviso sulle cosce, e l'oscurità che gli bloccava le iridi finalmente si diradò, riportandolo alla realtà. Restò letteralmente a bocca aperta: seduto sulle sue ginocchia stava Naruto. Morbide orecchie nere da gatto, un collare di pelle scura legato al collo, guanti di velluto nero e solo un lieve accenno di tessuto a coprirgli il corpo dal collo fin sopra ai capezzoli. Avvampò di nuovo quando gli sorrise in modo luminoso come solo lui sapeva fare. Per un attimo gli si bloccò il respiro.

«Sono contento tu sia venuto.»

Sasuke seguì i movimenti con lo sguardo, mentre notava che il lembo di stoffa che ricopriva il suo inguine era poco più che sufficiente a nascondere la forma maschile. Scostò gli occhi, cercando di distrarsi, e facendo questo notò una... coda?

Una sorta di spettacolo cosplay furry erotico?
Si girò verso suo zio, che gli sorrise di rimando: il giovane dai capelli rossi e dal tatuaggio scarlatto sul viso, al di sopra dell'occhio, indossava la stessa mise e gli stava massaggiando il corpo da sopra la camicia. Cosa che cominciò a fare anche Naruto subito dopo.

«A... aspetta!»

«Tranquillo, è solo uno spettacolo. Vige la regola "guardare e non toccare", non preoccuparti.»

Madara ammise che mai sorpresa più bella era stata pensata per lui, e Sasuke non poté dire nulla in contrario; parte dell'imbarazzo svanì mentre le mani dell'amico lo stavano spogliando piano piano.

«Ehi...!»

Si avvicinò con un sorriso, sussurrando nuovamente: «Non sei tu quello che si sposa, quindi non ci sono veti.»

Dita delicate si muovevano sul petto, seguendo la linea dei muscoli e scendendo fino all'ombelico: la pelle diafana del giovane Uchiha risaltava a contrasto con la pelle perennemente abbronzata del biondino. Il contatto caldo, lento e studiato in ogni mossa gli provocò un netto aumento della temperatura e del respiro. In uno spasmo improvviso si aggrappò a quella che era la coda del costume, provocando nel possessore un sonoro gemito.

Persino l'uomo seduto lì accanto si voltò stupito di quel suono decisamente interessante.

«La... coda...»

Sasuke la mollò confuso. Notò una stranezza soltanto in quel momento: non c'era alcun filo, cordino, nulla legato alla vita per sostenere quell'appendice. Quando si rese conto di come effettivamente fossero le cose, avvampò di nuovo.
Il naso di Naruto gli sfiorò la guancia mentre gli sussurrava al collo: «non preoccuparti, non era per il dolore.»

Gli spogliarellisti si alzarono dai rispettivi ospiti, prendendo le distanze a sufficienza: si strusciarono l'uno sull'altro, guardando languidamente i due inermi che stavano godendo di quello spettacolo. Madara lanciò un'occhiata al nipote, unendo pollice e indice in un "ok" assolutamente deliziato, mentre quest'ultimo stringeva i braccioli della poltrona convulsamente; si tratteneva a stento, mentre i corpi si spogliavano a vicenda, fino a lasciarsi una lieve copertura anteriore semplicemente voltandosi di schiena.

Da lì, Sasuke ebbe la conferma di ciò che sospettava: le loro code da gatto non si reggevano certo da sole!



«Mi spiace, non posso accettare. Mi aspetta un altro lavoro.»

«Che peccato, piccolo caro Gaara: ti ringrazio per lo spettacolo meraviglioso, e mi spiace tu non possa fermarti con noi per un drink. Sei uno dei migliori, lasciatelo dire.»

«È stato un piacere signor Uchiha, allora io vado. Arrivederci. Naruto, ci vediamo domani.»

Il ragazzo dai capelli rossi abbandonò il gruppo che si era ritrovato nella hall del club, dirigendosi poi verso il lounge bar al piano terra. Madara si divise dai ragazzi con la scusa di raggiungere Hashirama per degli aggiornamenti assolutamente fondamentali, teoria sfumata nel momento in cui alzò il pollice mimando un "vai così" con le labbra in direzione del nipote.

Sasuke e Naruto rimasero soli: si accomodarono in uno dei tavoli, ordinando un paio di cocktail e cercando di affrontare la situazione per quella che era. Il moro cominciò per primo.

«Mi spiace per averti evitato per tutto quel tempo.»

«Non scusarti per le tue reazioni. Sono io ad aver esagerato e mi scuso ancora per questo.» Il silenzio cadde nuovamente: stavano temporeggiando.

«Ti sei divertito? A mia difesa, è stata un'idea di tuo zio, e Hashirama ha acconsentito senza problemi.»

Sasuke valutò la risposta, soppesandone ogni singolo elemento. S'era divertito? Effettivamente era stato un bello spettacolo, elegante e fantasioso, anche se non si aspettava certo di ritrovarselo vestito così. Ciò che lo stupì fu la sensazione di benessere provata nel ritrovarselo seduto a strusciarsi su di lui: non s'era sentito disgustato, anzi. Le piacevoli carezze, lo sguardo languido e quel gemito... Gli avevano creato una tremenda reazione che distava nettamente dal suo pensiero. Avrebbe potuto dirglielo con serenità?

«Devo ammettere che non mi è dispiaciuto, sei bravo.»

«Solo bravo? Non carino, chessò, o eccitante...»

«Bravo, al momento non mi sbilancio più di così. Lo sei stato davvero, anche se» si fermò, ma si rese conto che sarebbe stato inutile non continuare a parlare, «non mi aspettavo certo costumi simili. Non volevo darti fastidio.»

«Per quello?» Naruto rise succhiando ancora dell'alcool dalle due cannucce all'interno del tumbler, «è stata una mia idea, con tutti i rischi annessi. Non mi aspettavo certo che tu potessi afferrarla e muoverla.»

Al quarto bicchiere, la questione del sedere del biondo era diventata l'argomento principale della conversazione. La lingua di Sasuke s'era indubbiamente sciolta, e ciò avrebbe reso tutto più facile. «Sentirti gemere in quel momento mi ha letteralmente riempito la testa.»

«Ed è una cosa buona? Sai che ti faccio il filo da quando ci siamo incontrati la prima volta, dio ma quanto è buono! Mi scusi, me ne fa un altro? Dicevo, tu mi piaci Sasuke, e un sacco, ma il dubbio adesso è uno solo, cosa pensi tu davvero?»






Ma nooo che stronza! Interrompere tutto a metà! Sì, lo so, ed è assolutamente nel mio stile: non posso farci niente, questa è l'ultima questione da affrontare per il nostro caro Uchiha prima della cerimonia che gli ha stressato l'anima negli ultimi mesi. Cosa risponderà alla domanda fin troppo diretta di Naruto?

Volevate il GATTO? Ecco, questo è l'inserimento che ho scelto per questo prompt della challenge, ahahah! Decisamente diverso dal solito, no? E poi è dall'inizio della storia che volevo accadesse qualche cosa a sti due, un poco di pepe in più.

Mahlerlucia tesoro, questa parola è stata proprio un'ispirazione per me ^^ Volevo dedicarti questa parte perché ci sta tutta, e un pensiero speciale va a Ladyhawke83 e a Alessia D. R. per il sostegno morale di cui hanno bisogno, alle meravigliose ragazze che fanno parte del nostro gruppo, e che condividono con me questa passione meravigliosa che è la scrittura.

Ogni giorno con voi è stimolo e ispirazione, grazie a tutte!

Grazie a voi che dedicate il tempo della vostra giornata a leggere le mie storie, siete meravigliosi!

Al prossimo e ultimo capitolo, con la parola CORO GOSPEL che ancora manca. Ci sono stati gli scleri, i preparativi, le organizzazioni, prove d'abito, addio al celibato.

Ora manca solo una cosa: la cerimonia.


-Stefy-


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Capitolo 4
*** Done! A surprising ending ***


Done! A surprising ending


 

«Ahi!» E pure un "cazzo" avrebbe voluto aggiungerci vicino, ma non poteva. L'estetista lo stava letteralmente martoriando, mentre Madara sembrava così a suo agio per i trattamenti ricevuti.

«Sasuke tesoro, c'è un detto che dice che se bello vuoi apparire, un po' devi soffrire.

Stringi i denti e non lamentarti, non è da te.»

«Sì ma è il tuo matrimonio, non il mio, perché devo sopportare pure io quest... ahia cazzo! Questo massacro?»

La donna sorrise lievemente tentando di nascondere il divertimento che stava suscitando in lei la conversazione: sapeva fare il suo lavoro in maniera egregia, ma per chi non era ancora abituato al significato di depilazione con ceretta, la faccenda era diversa.

«Non devo andare a una sfilata di intimo minimale, non ritengo sia... auch! Necessario, zio.»

«Mi ringrazierai.»

Una tortura. Ringraziare il proprio perfido, egocentrico esaltato parente per una sequenza di estirpazioni di massa per liberare i bulbi piliferi. "Ringraziare un corno. Giuro che porto i colombi in una cassa, li libero al momento del sì e li faccio cagare tutti sulle teste degli invitati."

«E non pensare nemmeno di vendicarti domani, che se sento che stai per combinare qualcosa ti faccio sbattere fuori. Hai presente Killer Bee e suo fratello maggiore?» Il ragazzo portò alla mente i due: armadi a muro a quattro ante con le braccia conserte, a otto con l'apertura alare completa. Peso specifico del nucleo di Urano, fissati per l'abbronzatura e maniacali nel seguire gli ordini.

«Ecco, so già che hai capito con chi avresti a che fare se tentassi di fare cazzate, tesoro.»

«Pure le bodyguard adesso?»

«Certo, deve essere tutto assolutamente e doverosamente perfetto.»

Quanto sarebbe stato bello addormentarsi e risvegliarsi a marzo, come gli orsi in letargo, pensò: levarsi dall'impiccio, dalla cera calda, dal corpo pulsante e arrossato in cui si era trasformato per i capricci di un megalomane. Non era così purtroppo; si sarebbe preso una vacanza da lui, dal mondo, da chiunque dalla sera stessa del matrimonio. Si voltò osservando Madara con gli occhi lucidi per le stillate di dolore che avvertiva continuamente, notando con una punta di invidia l'essere completamente impassibile dell'uomo davanti allo stesso destino. «Dovresti abituartici, poi è una passeggiata fidati. Senti...»

"Eccolo che parte alla riscossa, so già dove vuole andare a parare." Lo conosceva così dannatamente bene, non aveva neppure il bisogno di sentire la conclusione della frase per capire cosa avrebbe chiesto.

«Se riguarda me e Naruto, lascia perdere.»

«È per questo che sto chiedendo. Sai bene che sono un impiccione inguaribile. Cara per cortesia, lavoro preciso lì sotto perché domani sera mi aspetta la prima notte.» Un cenno d'assenso da parte della donna, con annessa occhiata complice e batti cinque dietro le quinte.

«Da quanto vi conoscete?»

Lei sorrise: «praticamente dalla prima volta in cui ha deciso di eliminare questi benedetti peli superflui. Quanti anni saranno Madara?»

«Più di quelli che devo dimostrare domattina cara, su su non perdiamoci in chiacchiere inutili. Allora Sasuke: tu e quel bel biondino? Che mi dici? Non posso credere che sia rimasto tutto fermo, dopo quella serata splendida. Vi ho lasciati soli apposta, e so bene che la tua lingua si srotola un po' quando bevi.»

«Glielo hai consigliato tu?!» Il tono alterato del ragazzo tentava di mascherare l'imbarazzo crescente.

«Glielo ha detto un uccellino.» Rise sonoramente, solleticato all'idea di un aggiornamento.

«Sei proprio una vecchia pettegola.»

«Pettegola sì, vecchia per niente. Potrei sembrare tuo fratello, lascia solo che questo tesoro di donna domani faccia lavorare le sue dita magiche. Fidati, non avrai altra parrucchiera al di fuori di lei.»

L'umore era insolitamente alto, l'atmosfera serena e sembrava che ogni fatica vissuta negli ultimi tempi se ne fosse rimasta per un po' chiusa fuori casa.

«Puoi parlare tranquillo, lei è una tomba, nonché custode di ogni mio piccolo segreto.» Sasuke sospirò rassegnato. Avrebbe anche potuto glissare sui particolari, ma in un ipotetico futuro incontro tra Madara e Naruto, era convinto che avrebbero parlato di ogni singola cosa, senza filtri o moderazione. Non sarebbe valsa la pena nascondere oltre.

«Allora?»

«Allora non verrò da solo alla cerimonia.»

«Lo sapevo!» Un battito di mani deciso assecondò la reazione entusiasta dell'uomo; «ne ero convinto, voi due siete destinati a stare assieme!»

Il giovane inspirò tentando di lasciarsi scivolare addosso quelle scemenze romantiche su cui lo zio sperava tanto. Com'era finita la serata? Avrebbe dovuto davvero dirglielo?
 

«Cosa pensi tu davvero?»

Anche se avesse voluto mentire ancora, non ci sarebbe riuscito per niente. Cullato nell'ovattata sensazione di euforia che quei cocktail gli stavano donando, si avvicinò al centro del tavolino attirando a sé Naruto con un cenno del dito. Prese il bavero della camicetta che stava indossando e gli sussurrò all'orecchio biascicando leggermente: «penso tu sia una persona speciale.»

Si riadagiò sulla sedia, e notò che l'amico era diventato rosso completamente fino alla punta delle orecchie.

«Speciale?»
 

«Tutto qui? Speciale? Gli hai detto solo questo?»

«Zio, senti: chiunque potrebbe dirgli che è un ragazzo sensuale, bellissimo, spigliato.

Chiunque potrebbe fargli i complimenti per il suo corpo, i suoi occhi e le sue movenze. Dio santo, chiunque potrebbe dire che con qualsiasi cosa si metta addosso sarà sempre e comunque una spanna sopra a tutti.»

«E quindi?»

«È la cosa più bella che qualcuno mi abbia detto, e so che viene dal

cuore, grazie.» Il viso del biondo si illuminò di una luce particolare. Colpa dell'alcool, dell'eccitazione repressa dello spettacolo concluso da poco, o forse dell'ora tarda e delle briglie sciolte nella mente, ma Sasuke gli fece cenno di seguirlo, pagò il conto senza esitare e lo trascinò verso la hall. Si diresse verso il primo piano e la camera in cui il tutto era avvenuto, richiudendosi la porta alle spalle. Si accorse solo in quel momento di stare stringendo ancora il braccio di Naruto.

Si guardarono per attimi che sembravano eterni, senza battere ciglio e senza dire nulla. Non ce n'era affatto bisogno, anche se il cuore dell'Uchiha rimbombava nel petto, facendolo desistere dal fare qualsiasi cosa.

«Senti, non so perché ti ho portato qui, scusami. Sono stanco, ti spiace se...»

La frase non venne conclusa. Il contatto caldo delle labbra del ragazzo lo stordirono più dell'essere mezzo ubriaco, più del ricordo del suo corpo mezzo nudo. Gli afferrò il viso tra le mani, muovendo la propria lingua sulla sua bocca in maniera frenetica. Si staccarono poco dopo, ansimando.

«Aspetta per favore. Non voglio tu pensi che faccia tutto questo solo perché, oh cazzo non so come dirtelo credimi. Vorrei riuscire a spiegarmi, ma non ci riesco Naruto.»

Quest'ultimo gli sorrise portandolo con sé sul letto, adagiandolo e stendendosi accanto a lui; lo abbracciò facendo aderire il petto contro quella schiena chiara ancora coperta dalla giacca del completo, inspirando lentamente.

«Speciale. Sasuke, sei, no nulla.»

«E?»

«Ci siamo addormentati così.»

Madara rise portandosi la mano alla fronte. Lo stava prendendo in giro senza alcun ritegno, e pure davanti a una terza persona.

«Ok, e poi come è andata? Cioè, vi siete accoccolati e tutte quelle cosine dolciotte lì, come si dice, ma avete combinato qualcos'altro?»

«No. Ci siamo svegliati prima dell'alba, ci siamo salutati e siamo andati via, ognuno per la propria strada.»

«Tutto qui?»

Che avrebbe dovuto dire? Inventarsi un finale degno delle storie dei romanzi? No. «Ci siamo scambiati un bacio veloce. Senti, ma non puoi farti i cazzi tuoi? Non dovresti pensare ad altro tu?»

 



 

«Tesoro! Alzati!»

Serranda alzata, cielo ancora scuro. Madara aveva in mano due tazzine di caffè bollente, e una la porse a Sasuke che a malapena era riuscito a tirarsi su a sedere ancora dal mondo dei sogni.

«Sta per arrivare Kurenai, veloce veloce. Non vorrai farti trovare in quegli stati per farti

sistemare a dovere? Alzati, vestiti e per dio fai più in fretta che puoi.» Il ragazzo controllò l'ora sul display del cellulare: le 5.37.

«Che cazzo?»

«Devi ancora farti la doccia, muovi quelle chiappette d'oro e portale in bagno. Dopo che lei avrà finito ci vestiremo e poi partiremo.»

«Partiremo?»

Madara rise isterico. «Dobbiamo andare alla cerimonia, no?»

«Zio, non sono nemmeno le sei del mattino e parli di prepararci e di partire?»

«Ovvio. Kakashi ha spedito le coordinate per Maps.»

Si gettò esasperato nuovamente sul letto con un tonfo, considerando che la giornata non era neppure cominciata. Doccia rapida, caffè doppio, carica di pensieri positivi e buongiorno da parte di Naruto con tre cuoricini a fine messaggio: "sembra d'avere a che fare con un ragazzino delle medie." Nulla lo fermò comunque dal rispondergli con una registrazione vocale dal tono decisamente sarcastico.

«Buongiorno un cazzo: quell'isterica prima donna si è fiondata in camera mia a parlare di tutto, blaterando su una destinazione da raggiungere.»

«Certo, dovremo fare un bel viaggetto.»

«Non ho ancora capito dove però.»

«Nessuno lo sa, tranne Hashirama.»

«Spoiler?»

«Segreto!»

«Vaffanculo Naruto.»

«Se è il tuo, volentieri ♥»

«Imbecille!»
 

Obbligato a muoversi al doppio della velocità nella metà del tempo, si svegliò completamente solo mentre Kurenai massaggiava, rimodellava e fissava i suoi capelli in perfetto stile Uchiha. Terza dose di caffè e notò la tensione dipinta negli occhi di suo zio: non lo dava a vedere, ma lo conosceva fin troppo bene. La sfumatura strana delle sue iridi scure velate di scarlatto non poteva mentirgli.

«Per gli ultimi ritocchi ho bisogno tu indossi il completo, altrimenti rischierai di rovinare tutto. Non discutere, è fondamentale.»

La donna e Madara si scambiarono un'occhiata complice, qualcosa che non era assolutamente sfuggito a Sasuke; sotto direttive dello stesso parente, si diresse verso la camera di quest'ultimo.

Aprì il copriabito con la firma dell'atelier.

Si mise a ridere toccando il tessuto rosso.

«No, ok. È uno scherzo di pessimo gusto. Vero? Zio Madara,» alzò la voce per farsi sentire fino alla sala, «vero?!»

Le risate si diffusero allegre tra quelle mura.

Poco dopo si presentò con indosso ciò che era stato davvero scelto per lui, a sua insaputa.

«Per una volta sei perfetto, esattamente come dovresti essere.»

«Mi stai prendendo per il culo. Dov'è l'altro?»

Il volto falsamente innocente di Madara risultò falso più del dovuto. «Altro cosa? Il tuo completo blu? Ah sì, quello mi serviva per poter prendere le dovute misure, anche se ammetto che non è stato facile organizzare un altro appuntamento con la sarta. Qualcuno quel giorno ha avuto la bella idea di scappare in moto con il bel cavaliere.» «Quindi hai cercato di rabbonirmi e poi hai scelto lo stesso quel cazzo che ti pareva?» Si sentiva preso in giro in un giorno così importante. Non che il completo fosse male, semplicemente non era il suo classico stile; mai avrebbe scelto un taglio simile, e soprattutto un colore così.

Scoprì il perché al momento della partenza: l'abito bordeaux da cerimonia abbinato a particolari scuri sapientemente miscelati in linea con uno stile ricercato e d'una raffinatezza sopraffina. I due completi si bilanciavano e s'intonavano con grazia. Il tocco barocco, tessuti preziosi lavorati egregiamente, particolari brillanti e un'eleganza maestosa d'altri tempi.

«Magnifico, assolutamente magnifico. Bene, siamo pronti per partire. Copriti bene, e non dimenticare sciarpa e guanti. Andiamo.»

Kakashi li attendeva all'esterno con un'auto che decisamente saltava all'occhio, proprio per un uomo come Madara; una lussuosa sportiva verniciata di rosso camaleontico riluceva alle basse luci del mattino. Sasuke restò letteralmente a bocca aperta. «Bella, vero? Alla fine invece di optare per una qualsiasi agenzia di autonoleggio, ho preferito affidarmi a...»

«Alle conoscenze del signor Hatake, giusto? Buongiorno, come sta? Le è toccato il ruolo da chauffeur?»

L'uomo dai capelli argentati sorrise splendido nel suo completo scuro; «eh sì, ma con bestiole come queste mi diverto, non preoccuparti. Partiamo, altrimenti non arriveremo mai.» «Dove siamo diretti?»

«Solo il navigatore lo sa. Non provare a sbirciare ragazzo, l'ho silenziato.» Il viaggio fu più lungo del previsto: Sasuke controllò più volte il telefono, ma dei messaggi soliti di Naruto, ricchi di entusiasmo e di parole assurde, non c'era traccia. Quasi si assopì, quando un bip lo destò dal dormiveglia.
 

«Oddio Sasuke, è una figata! Non so voi a che punto siete ma io mi sto divertendo un casino!»

«Ehi Naruto, guarda la strada mentre guidi.» «Ce... certo signor Senju. Scusami per il video, ma sto guidando e non posso scriverti. Ringrazia per la dritta il signor Hatake, 'sta macchina è qualcosa di fantastico sulla neve!»

«Naruto sta' zitto, chiudi e concentrati!»

«D'accordo d'accordo, ora stacco. A dopo bellezza!»
 

Un video confusionario, sopra le righe, proprio come ci si sarebbe aspettati da uno del genere. Neve? Il giovane era certo d'averlo sentito bene.

«Signor Hatake, scusi se mi permetto.»

«Se la tua domanda riguarda il trasporto, sì: ho scelto le macchine in coppia e pure abbinate agli abiti degli sposi.»

«Siete dei mostri, rispetto permettendo.»

Il paesaggio cambiò mano a mano: usciti dall'autostrada cominciarono a salire tra i tornanti e le strade strette. Il mondo si aprì in un ambiente montano da cartolina. La neve adagiata ai lati, il sole che faceva capolino dalle nuvole grige che promettevano una nuova nevicata; i profili dei monti delineati dalle cime dei sempreverde. I tetti scoscesi delle case in legno, le baite che si affiancavano una all'altra illuminate dalle decorazioni natalizie accese perennemente.

«È davvero fantastico...» Sasuke non aveva trovato altre parole per definire quella che scoprì essere la loro destinazione. Abituato al tran tran cittadino e alla pianura, difficilmente aveva avuto modo di entrare a contatto con simili realtà: ogni tornante rivelava nuovi particolari, diverse sfumature, altre costruzioni dal sapore antico. «Mi sono completamente dimenticato che tra meno di un mese sarà Natale, grazie a qualcuno e ai suoi ritmi forsennati.»

«Oh tesoro, non fare la lagna. Farai festa due volte a dicembre, mettila così. È assolutamente straordinario Kakashi, ti ringrazio. Questo posto è stupendo, così diverso. Non ci sono mai stato, sta per venirmi da piangere!»

«Rilassati Madara, tra poco scenderemo. Non vorrai mica rovinare tutto il lavoro di stucco di stamattina?»

«Stucco? Stucco?! Mi sta dando del vec... Oh dio santo... è... è meraviglioso...»

Sasuke non seppe cosa dire, e rimase senza parole proprio come suo zio. A quanto pare erano arrivati.

Lo chalet lussuoso che avrebbe ospitato la cerimonia si mostrò in tutta la propria bellezza, dalle chiare finiture lignee alle vetrate che lasciavano trasparire scorci di interni raffinati e di classe. La trazione integrale dell'auto diede spettacolo dopo l'ultima curva, slittando con il posteriore e derapando fino a raggiungere lo spiazzo del comodo e spazioso parcheggio.

Madara inspirò ed espirò un paio di volte, notando la moltitudine di invitati presenti ad attenderli. Il ragazzo dal canto suo cominciò a percepire la tensione sempre maggiore: sentiva l'incredibile bisogno di accendersi una sigaretta, ma non poteva permetterselo proprio in quel momento.

Uscirono entrambi, il giovane accanto al parente, mentre il freddo pungeva sulla pelle del viso e delle mani. Al loro passaggio la miriade di persone batteva le mani sorridendo; Sasuke cercava con lo sguardo Naruto ovunque, ma ancora non lo aveva trovato.

Impettiti e con il respiro accelerato raggiunsero la gradinata ed entrarono.

Hashirama attendeva il futuro sposo con le mani strette una all'altra tremanti. Gli occhi lucidi tradivano la solita compostezza tipica, ma sorrideva. Il nipote era sicuro di non averlo mai visto così felice nonostante tutti quegli anni di conoscenza. Si voltò e notò due lacrime scivolare dagli occhi scarlatti di suo zio, fino a fermarsi sul mento; prontamente gliele asciugò, sussurrandogli che non avrebbe dovuto rovinare il trucco proprio in quel momento.

Si bloccò un istante, notando la presenza di chi stava cercando a fianco dell'uomo.

«Cosa ci fai lì!» sussurrò mantenendo il tono più basso possibile.

«Sono il testimone del signor Senju, credevo fosse ovvio!»

«Fosse ovvio cosa?!»

Madara si voltò fulminando entrambi con lo sguardo, mimando con le labbra un "silenzio altrimenti vi ammazzo".

«Vuoi tu, Madara Uchiha, prendere il qui presente Hashirama Senju come tuo legittimo sposo?»

«Sì.»

La lacrima non poté fare a meno di cadere fino al colletto, inumidendolo.

«E tu, Hashirama Senju, vuoi prendere Madara Uchiha come tuo sposo, in ricchezza e povertà, in salute e malattia, nel bene e nel male, finché morte non vi separi?»

«Sì.»

L'officiante fece cenno con un sorriso, indicando ai coniugi di potersi baciare. L'uomo prese il marito scostandogli i lunghi capelli corvini dagli occhi, si chinò su di lui sorreggendogli la schiena e gli sfiorò le labbra, riversando le ultime due lacrime di commozione sulle sue.

Urla e fischi di incoraggiamento si mischiarono alle risate e alle battute di chi, come gli amici di Madara, non era certo capace di starsene zitto in un angolo. Mentre i vari ospiti porgevano i migliori auguri e si congratulavano per il grande passo, Naruto raggiunse Sasuke con due flûte di champagne in mano.

«Allora? Sei uno schianto! Scommetto che non avresti mai e poi mai scelto un vestito del genere, non fosse stato per tuo zio!»

«Razza di imbecille, perché non mi hai detto nulla?»

«Beh, sapevo tutto, ero stato incaricato di aiutare il testimone a organizzare la cerimonia, ero sempre presente ovunque e aggiornato su ogni passo avanti. Non era ovvio?»

Maledettamente ovvio.

«Cazzo. Non ci avevo fatto caso.»

«Eri troppo preso da tutto questo stress, e ora finalmente potrai rilassarti, no?» Il moro gli si avvicinò, poggiando la fronte sulla sua. «Ho un calo di tensione allucinante, non ne hai idea.»

il biondino gli prese tra le mani il viso e lo baciò con delicatezza, sentendo il corpo dell'altro sciogliersi in quell'abbraccio caldo e confortante.

Madara si avvicinò definendoli piccioncini, tenendo per mano il marito e abbracciando di rimando i due ragazzi.

«Siete stati meravigliosi. L'ambiente, le decorazioni, il cibo. È tutto delizioso, magnifico e profumato. Non so come abbiate fatto, sul serio, ma avete reso questo giorno perfetto con la vostra sola presenza.»

Pianse. Per la prima volta, il nipote lo vide riversare lacrime, accantonando l'orgoglio di cui era tanto fiero.

Hashirama, fasciato da un completo nero e avorio, finemente lavorato e ricco di fitte trame decorative, strinse la mano a entrambi elogiando l'enorme (e sottolineò la parola) sforzo che s'erano accollati, dando un contributo fondamentale. Vennero separati poco dopo dagli invitati che continuavano a spostare l'attenzione degli sposi verso altre direzioni.

«Usciamo?» Naruto prese per mano il ragazzo, portandolo all'esterno. Faceva freddo, decisamente. Estrasse dalla tasca dei pantaloni quel benedetto pacchetto di sigarette che il moro aveva imparato a riconoscere più che bene, accendendosene una. «Vuoi?» «Ma neanche se non avessi più una sola cosa da fumare in tutto il mondo. Comunque, sei stupendo. Cioè, lo sei sempre stato, per carità non capirmi male. Oggi però, sei raggiante. Il tuo sorriso mi fa venire voglia di starti accanto e sorridere a mia volta.»

«Aahh! Sei così carino quando sei imbarazzato!»

«Smettila di prendermi per il culo, ero serio.»

«D'accordo d'accordo scherzavo! Ho apprezzato ogni singola parola che mi hai detto, e solo questo vale l'essermi vestito con questo completo così rigido e aderente, mi sento soffocare. Mi mancano i jeans e gli anfibi...»

«A chi lo dici. Io invece me le sono portate dietro!» Sasuke raggiunse di corsa l'auto con cui era arrivato alla cerimonia, sfilando di corsa le scarpe eleganti ed infilandosi le Converse rosse a cui era tanto affezionato.

«Hai avuto la mia stessa idea eh?» L'altro salì nella macchina accanto, stesso modello ma verniciato nero a specchio. Ne uscì con il chiodo aperto sul completo baroccato, infilandosi di nuovo i piercing che era stato costretto a togliere proprio da Hashirama. L'ultimo fu quello alla lingua, che prontamente infilò all'interno della bocca dell'amato.

«Non hai idea di quanto possa essere eccitante sentire un piercing che ti lecca il...»

«Naruto! Sasuke! Lo spettacolo sta per cominciare, muovetevi!» uno degli amici di Madara stava richiamando a gran voce i ragazzi, consapevole che quello che sarebbe successo di lì a poco sarebbe valso davvero la pena di essere visto. Il biondo non terminò la frase, ma l'Uchiha sapeva esattamente dove avesse voluto parare: scacciò con forza l'immagine erotica che poco prima si era stagliata prepotente nella sua mente.

Un cinquantenne dalla folta capigliatura bianca come la neve che aveva cominciato a cadere, una donna dai lunghi capelli biondi e dal seno più che prorompente gli si avvicinò con un abito decisamente provocante, nonostante l'età; il terzo componente del trio, dal trucco esotico e dai lunghi capelli corvini e lisci come seta s'avvicinò scostante. I tre che avevano intrattenuto musicalmente la cerimonia al pianoforte e agli archi, cambiarono completamente volto dopo qualche bicchiere e lasciandosi trascinare dall'atmosfera leggera e divertita.

Lo speaker dal microfono presentò lo spettacolo di Jiraiya, Tsunade e Orochimaru per gli amici sposi: la stanza diventò buia all'improvviso

Partì la base, e con essa dei riflettori puntati su di loro: i tre indossavano delle tuniche da suore, con velo e mani giunte.

 

I will follow Him

follow Him where ever he may go  and near Him I always will be

for nothing can keep me away He is my destiny.

I will follow Him

ever since he touched my heart, I knew there isn't an ocean too deep

a mountain so high it can keep

keep me away, away from his love.
 

I tre cominciarono a muoversi in coreografia, battendo velocemente i piedi e sollevando le braccia al cielo, caricandosi il petto di fiato e riprendendo più forte di prima:
 

I love Him, I love Him, I love Him

and where he goes I'll follow, I'll follow, I'll follow

I will follow Him, follow Him where ever he may go there isn't an ocean too deep a mountain so high it can keep, keep me away.

We will follow Him follow Him where ever he may go there isn't

an ocean too deep

a mountain so high it can keep

keep us away, away from his love!
 

Alla vista dei musicisti trasformatisi in simpatiche parodie delle protagoniste di Sister Act, Madara batteva le mani e seguiva con il labiale il testo della canzone. Il gruppo entrato fin troppo nella parte aveva preparato pure la posa finale a concludere l'esibizione, e Jiraiya era entrato in scivolata fino a ritrovarsi davanti al neo sposo, baciandolo poi in fronte ed augurandogli ogni bene.

Accolti da enormi applausi, tornarono tra i tavoli: Orochimaru avrebbe recuperato più alcool possibile per poter affogare nel bicchiere il ricordo della situazione in cui s'era cacciato, acconsentendo di partecipare insieme ai colleghi. Soddisfatto nonostante tutto, pregò che nessuno avesse filmato l'evento.

Cosa impossibile.

Sasuke e Naruto, entusiasti della performance, non si accorsero della mancanza di Hashirama accanto a Madara.

La stanza di oscurò di nuovo.

Le note di una notissima canzone di un musical di fine anni '70 si diffuse coinvolgendo gran parte del pubblico. D'improvviso i riflettori furono tutti per Senju: petto nudo, giacca in pelle e jeans arrotolati alla caviglia.

All'urlo estatico di "Oh mio dio John Travolta, mio marito è John Travolta!" il secondo spettacolo ebbe inizio.
 

You're the one that I want

you are the one I want Uh uh uh Honey!

The one that I want you are the one I want Uh uh uh Honey!

The one that I want you are the one I want

Oh oh oh, the one I need oh yes indeed!
 

Le pareti sembravano tremare, persino Sasuke venne trascinato da Naruto in pista, ballando come forsennati. L'eleganza maniacale con cui ogni fiore, ogni decorazione, ogni ninnolo e brillante nastro era stato posato in quella stanza oramai non aveva importanza: il ritmo s'era impossessato di ognuno dei presenti, trascinandoli in canzoni rimaste nei cuori di tutti, ed ognuno cantava a squarciagola, dimentico delle inibizioni e della tranquillità.

La sera era calata, la neve scendeva lenta e silenziosa e gli animi s'erano finalmente quietati. I due giovani se ne stavano tranquilli in giardino a parlare del più e del meno, osservando il paesaggio meraviglioso che si trovavano davanti. Le calde luci a forma di stelle, alberi e renne illuminavano le case scure, contrastando con il candore latteo e soffice del terreno coperto. Faceva freddo certo, ma stare abbracciati seduti uno accanto all'altro scacciava i brividi. Avevano avuto modo di parlare molto, di tutto e di nulla, di ridere e scherzare; erano soddisfatti di come la giornata fosse andata avanti in modo perfetto, anche quando il cameriere era scivolato sul vino rovesciato da un commensale e fortunatamente era riuscito a recuperare la bottiglia con il vassoio, riuscendo in un bottle flip da paura. Anche quando Jiraiya e Orochimaru s'erano messi a litigare come al solito. Perfetta quando i loro visi s'erano avvicinati tanto da permettergli di baciarsi con trasporto, lontani dal rumore, dalla quotidianità, dal mondo.

«Sai, mi sono reso conto di aver dato così tanta importanza a questo benedetto matrimonio, che non ho neppure pensato a Natale. Hai qualche impegno?» Sasuke stesso si stupì della propria intraprendenza, che non era certo parte integrante del proprio carattere. Naruto rise bevendo d'un fiato ciò che era rimasto del bicchiere che s'era portato appresso, abbracciandolo ancora più forte.

«Che dici se ci organizziamo e andiamo da qualche parte tu ed io?» «Ehm ehm.»

Una voce familiare si era schiarita la gola per attirare la loro attenzione.

«Oh ciao zii, ancora congratulazioni per il vostro matrimonio.»

«Giusto giusto, festa fantastica grazie!»

Madara e Hashirama si guardarono sorridendo prima di porgere un pacchettino ai propri testimoni di nozze. «Grazie ma... cosa sarebbe?»

«Il nostro modo per ringraziare i testimoni del lavoro egregio svolto in questi mesi, e di averci sopportati fino alla fine. Grazie a voi di cuore ragazzi.»

Aprirono insieme il regalo, trovando un pacchetto soggiorno per due allo stesso chalet in cui s'era svolta la cerimonia.

«Noi non possiamo accettare...» il nipote si sentiva in estremo imbarazzo, mentre il biondo non mostrava affatto la minima esitazione.

«Proprio non riesci ad accettare le cose per come sono, vero? Ringrazia e taci, ahahah!

Grazie, è un pensiero bellissimo.»

In quel momento lo spettacolo pirotecnico ebbe inizio. Le innumerevoli luci colorate che illuminavano il cielo a giorno, riempiendo di mille colori la volta ricoperta di nuvole, attirarono l'attenzione di tutti i presenti. Una conclusione col botto, in tutti i sensi. I ragazzi si presero per mano stringendosi uno accanto all'altro con le teste alzate: ne avevano passate molte, e mai avrebbero immaginato di finire in quella maniera. Sasuke era riuscito ad aprirsi un po' verso il mondo e verso gli altri, mentre Naruto aveva colpito per il suo essere semplicemente se stesso, andando al di là delle apparenze. Sfiorando le labbra del moro con un ultimo bacio, gli sussurrò con un soffio:

«sembra abbiamo risolto il problema del programma per le feste, che dici?»




 

 

Vorrei ringraziare di vero cuore Tenue, autrice di questa fanart che ho commissionato per la long in questione. Ha colto esattamente il confronto, il carattere, l'atteggiamento

che ho forgiato per i miei personaggi; grazie tesoro! Ringrazio pure Miryel per l'aiuto nel gestirmi nell'impaginazione dell'immagine perché io con ste cose si sa, sono una frana... Thanx Girl!

 

Yeeeeah! Ce l'ho fatta! Questo capitolo è stato qualcosa di allucinante, ve lo dico. Mi sono stressata per scriverlo, perché mi sentivo tesa come chiunque lo sarebbe stato durante i

preparativi; mi sono emozionata durante la cerimonia, perché una cosa simile ti smuove il sentimento. Mi sono accoccolata nell'idea di veder nascere e crescere qualcosa tra Naruto e Sasuke, cosa che non era preventivata all'inizio.

Soprattutto mi sono divertita moltissimo a sviluppare l'ultimo prompt, quello del CORO GOSPEL.

Grazie a Mahlerlucia per le parole chiave assegnate, sono state difficili da rendere in maniera originale. È stata una sfida!

Grazie al gruppo e a chiunque ne fa parte, e grazie a tutti quelli che sono arrivati fino alla fine di uno dei lavori più divertenti che abbia scritto. Alla prossima.

Stefy-

 

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