Memoria

di LorasWeasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Parte1 ***
Capitolo 3: *** Parte2 ***
Capitolo 4: *** Parte3 ***
Capitolo 5: *** Parte4 ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ehilà! Rieccomi in questo fandom.
Sono tornata con una long, non sarà lunghissima, 6 capitoli escludendo questo.
Pubblicherò settimanalmente, ogni sabato mi trovate qui, non tarderò perché i capitoli sono già tutti pronti!
Come ho già scritto è una Katsudeku, ma ci saranno anche lievi accenni alla Todomomo, per questo sta l'avvertimento "het".
Per qualsiasi cosa basta chiedere, a sabato prossimo!
Deh
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Memoria



Prologo

 


Bakugou era seduto in modo scomposto nel divano di casa loro.
I piedi sul tavolo, una birra in mano, faceva zapping al televisore.
Si stava annoiando e aveva anche una certa fame, ma ormai avrebbe aspettato che Midoriya tornasse dal suo turno da Hero per preparare la cena.
Sbuffò per l’ennesima volta saltando un programma musicale solo per finire su uno di cucina.
Imprecò debolmente, possibile che a quell’ora non ci fosse nulla di decente?
Venne distratto dal telefono che aveva iniziato a vibrare sopra il tavolino, segno che gli stava arrivando una chiamata.
Aggrottò la fronte confuso quando lesse sul display il nome di Todoroki.
Già da li doveva capire che c’era qualcosa che non andava, Shoto non chiamava mai lui, ma Midoriya.
-Che vuoi?- rispose infine al terzo squillo con voce quasi scazzata, se l’aveva disturbato per qualche cazzata avrebbe fatto esplodere quel tizio a metà che non aveva mai sopportato.
-Bakugou- lo salutò l’altro con la sua solita voce piatta –Deku ha avuto un incidente con un villain.
 
Katsuki non si era mai sentito così in ansia come in quel momento.
Aveva quasi fatto esplodere il telefono quando Todoroki aveva detto quella frase, ma si era limitato a bruciacchiare il divano con l’altra mano, aveva bisogno che l’altro ragazzo gli dicesse di più.
E infatti Todoroki continuò subito –Non è in pericolo di vita, ma…
-COSA!?- L’urlo di Bakugou era furioso mentre già girava per casa nel cercare le fottute chiavi della loro macchina, ma dove cazzo erano finite?
-È meglio se vieni a vederlo con i tuoi occhi, siamo nella sua agenzia.
Bakugou urlò un paio di imprecazioni, anche se non era certo di quando Shoto avesse chiuso la chiamata e quindi se l’avesse sentito o meno, ma non gli importava.
Durante tutto il tragitto Katsuki si sentiva strano, come non si era mai sentito in vita sua.
Era arrabbiato e quella non era una novità, anzi era proprio furente.
Perché quel deficiente di Deku finiva sempre in situazioni più grandi di lui?
Ma insieme alla rabbia era invaso dalla preoccupazione, cosa che non avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. Ma l’ansia lo stava mangiando vivo.
Avrebbe ucciso chiunque avesse anche solo pensato di sfiorare il suo Deku, c’erano voluti anni per capirlo, ma alla fine ce l’aveva fatta e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare o di farselo portare via.
Parcheggiò nel primo posto disponibile e corse fuori senza neanche preoccuparsi di chiudere la macchina.
Corse dentro la struttura e su per le scale.
Trovò Deku all’interno di una delle grandi sale ai piani superiori, quelle dove si gestiva un po' di tutto e che avevano intere pareti in vetro per far entrare più luce possibile.
Si fermò un attimo a fissarlo senza fiato.
Izuku stava bene, era in piedi, non sembrava avere nessun problema fisico, nulla di rotto e nulla di fasciato, anche il suo costume era intatto. Lo sentì parlare, la sua voce era tranquilla, non ansimante o debole.
Stava parlando con Todoroki e Momo.
Aveva il capo inclinato e, molto probabilmente, il volto corrucciato, ma gli dava le spalle e Bakugou  poteva solo fare ipotesi.
-Non avrei mai immaginato che voi due vi sareste messi insieme- commentò il suo ragazzo.
Momo quasi sorrise –è la stessa cosa che ci hai detto otto anni fa, quando abbiamo reso ufficiale…
La ragazza non riuscì a continuare la sua frase, Bakugou era arrivato al limite.
L’avevano fatto preoccupare per nulla.
Fece delle piccole esplosioni involontarie con i palmi delle sue mani mentre urlava il soprannome del suo fidanzato.
Midoriya sussultò e si girò con uno sguardo davvero spaventato, uno sguardo che non gli rivolgeva da quando erano piccoli.
Quel piccolo particolare doveva essere come un campanellino d’allarme per Bakugou, ma il ragazzo era troppo preso dalla sua furia per accorgersi che qualcosa non andava.
Si avvicinò a loro a grandi falcate e Izuku reagì d’istinto, fece qualche passo indietro velocemente, inciampò sui suoi piedi, cadde a terra e mentre respirava velocemente mise la mani avanti per proteggersi il volto –Ma che ti ho fatto questa volta?- piagnucolò davvero spaventato.
Bakugou si bloccò sul posto mentre tutto il suo mondo crollava.
Deku era spaventato da lui.
Credeva davvero che lo voleva picchiare, come se fossero tornati bambini.
Katsuki sentì la testa girare, non riusciva a respirare correttamente.
Come se non fosse più nel suo corpo sentì che Shoto lo afferrava per un braccio e lo distanziava, per potergli parlare senza essere sentiti dagli altri.
Momo era rimasta con Izuku, si era inginocchiata al suo fianco, gli stava dicendo qualcosa che Bakugou non riusciva a sentire.
-…gou!- Si accorse che Todoroki stava cercando di attirare la sua attenzione, non appena tornò in se si stacco di scatto dalla presa dell’altro, come se avesse preso la scossa.
Aveva gli occhi furenti, avrebbe voluto far esplodere qualcosa, radere al suolo anche quell’intera struttura.
Shoto capì le sue intenzioni subito, parlò prima che l’altro potesse reagire –Se fai qualcosa lo spaventerai ancora di più.
Sapeva che quella era l’unica frase che avrebbe potuto farlo calmare.
-Ha combattuto contro questo villain che ha un quirk della memoria. Non sappiamo bene come funzioni, se sia qualcosa di permanente o meno. Sembra che gli abbia cancellato buona parte della sua memoria dalla fine del liceo in poi. Si rende conto di essere cresciuto, sa che lavoro fa e ricorda dei particolari stupidi ma… Si è completamente dimenticato tutto quello che è successo tra di voi dopo il liceo.
-No…- mormorò Katsuki con un groppo in gola.
Tutta la loro vita si basava sui ricordi dopo il liceo, prima… Prima era l’unica cosa che Bakugou voleva dimenticare.
-Stanotte viene a casa mia e di Momo, vediamo se domani ci saranno nuovi risvolti.
Katsuki, completamente in preda all’ira gli diede un forte spintone, non lo gettò a terra ma lo fece indietreggiare di qualche passo.
-Quello è il mio ragazzo!- Gli urlò contro –Se pensi che lo lascerò andare con voi, o con qualsiasi altro vi sbagliate di grosso! Me ne occuperò io!
Shoto lo fissava impassibile, la mascella contratta.
-Ma lui non vuole venire con te.

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Capitolo 2
*** Parte1 ***


Parte1


Quella mattina fu Momo ad aprirgli le porte di quell’enorme villa.
Katsuki non la salutò, aveva gli occhi bassi e un involucro in mano.
La ragazza gli sorrise tristemente, non avevano mai avuto un rapporto di qualsiasi genere, quasi non si conoscevano e parlavano pochissimo, al liceo ognuno aveva i suoi gruppi e dopo, semplicemente, si vedevano quando Midoriya e Shoto organizzavano delle uscite perché, essendo i rispettivi partner dei due, andavano con loro. Ma il loro rapporto non si era mai consolidato più di tanto.
In quel momento però la ragazza capiva quello che stava passando, comprendeva tutto il suo dolore, non riusciva a immaginare cosa avrebbe fatto lei se ci fosse stato Todoroki al posto di Izuku, era qualcosa di inconcepibile.
Lo fece entrare e lo condusse nel loro enorme salone.
Midoriya e Shoto erano seduti nel divano, il ragazzo dal quirk doppio aveva un computer portatile in grembo e stava mostrando qualcosa all’altro, quest’ultimo aveva uno sguardo confuso, le sopracciglia aggrottate.
Momo annunciò la loro presenza ed entrambi i ragazzi alzarono lo sguardo.
Questa volta Deku non sussultò alla sua vista, ma continuava ad avere uno sguardo timoroso e non fece nulla per alzarsi dal divano e andargli incontro.
Per poco Bakugou non fece esplodere il pacchetto che continuava a stringere con entrambe le mani, così decise di disfarsene, fece due grandi falcate e li raggiunse davanti al divano poi porse il pacchetto a Midoriya con un gesto secco e sgarbato.
Il ragazzo aggrotto la fronte, confuso.
-Cos’è?- chiese con timore mentre accettava lentamente.
-Katsudon- risposta breve e concisa.
-Oh- gli occhi verdi di Midoriya si fecero grandi dallo stupore –è il mio piatto preferito.
Bakugou distolse lo sguardo e chiuse a pugno le mani infilandole dentro le tasche dei jeans –Ovvio che lo so.
-Shoto- chiamò a quel punto Momo –vieni ad aiutarmi un attimo di la?
Todoroki non rispose, stava continuando a lanciare sguardi tra Bakugou e Izuku, per capire se dovesse intervenire in un qualsiasi modo.
-Shoto.
Questa volta il tono della ragazza era più serio e profondo, Todoroki si girò a fissarla, sapeva che aveva ragione e che dovevano lasciarli soli, chiuse il computer e se lo portò dietro mentre la seguiva fuori dalla stanza lasciandoli soli.
A Katsuki si era stretto lo stomaco vedendo quei due, perché non appena Shoto si era girato a fissare Momo il suo sguardo era cambiato. Il suo sguardo sempre impassibile si era addolcito e l’aveva guardata come se fosse l’unica cosa che contava nel suo mondo.
Ed era lo stesso sguardo che Deku, il suo Deku, gli rivolgeva ogni volta che poteva.
Non appena rimasero soli Izuku si alzò, forse perché Kacchan era troppo vicino e aveva paura a rimanere bloccato su quel divano senza la possibilità di indietreggiare.
Si allontanò da lui dandogli le spalle, posò con cura il pacco che aveva ricevuto sul tavolo da pranzo li vicino e poi si girò a fissarlo.
Katsuki incassava in silenzio, mordendosi a sangue la lingua pur di non urlargli contro rimproveri per via del suo comportamento.
-Non ti avevo mai visto con quelle occhiaie- fu la prima cosa che gli disse Deku.
Bakugou alzò un sopracciglio –Pensi davvero che io abbia dormito stanotte? Dopo quello che sta succedendo?
Pensi che avrei potuto dormire senza di te? Ma questo non lo disse, non l’avrebbe mai ammesso, non ad alta voce.
Izuku alzò le spalle, le guancie rosse.
-Come stai?- era semplice quella domanda, nonostante il biondo non la pronunciasse quasi mai.
Era di appena due parole, ma dietro vi erano mille significati non detti, delle suppliche che gli chiedevano di ricordare.
Deku si morse un labbro, restava a distanza di sicurezza e Bakugou non faceva nulla per avvicinarsi, non voleva farlo scappare, voleva arrivarci con calma, anche se non era mai stato bravo in queste cose, non aveva completamente pazienza.
Ma per lui avrebbe fatto di tutto.
-Shoto mi ha fatto vedere delle foto- rispose poi, dopo qualche secondo di silenzio.
Katsuki non chiese altro, aspettando che il suo ragazzo, se ancora poteva definirlo tale, riprendesse a parlare da solo.
-Ho visto quelle del festival natalizio. E della gita in montagna. E anche quelle del viaggio con i ragazzi della classe.
Bakugou trattenne il respiro, in quel viaggio Midoriya l’aveva baciato per la prima volta, mentre balbettava e il suo volto diventava completamente rosso.
-Non ricordo nulla- concluse –Vedere quelle foto non ha smosso nulla, era come se quello non fossi io, perché ogni cosa è scomparsa dalla mia mente.
-Deku…- il torno di Kacchan era una supplica.
Si sporse in avanti allungando una mano verso di lui.
Crollò totalmente quando Midoriya fece dei passi indietro per allontanarsi.
Distrutto da quelle parole, da tutti i piccoli gesti che l’altro aveva compiuto da quando l’aveva visto, dalla notte insonne e dalla speranza infranta che il tempo avrebbe sistemato tutto, strinse i pugni e fece dietrofront uscendo velocemente da quella stanza e poi dalla casa, iniziando a correre sempre più veloce.
Aveva bisogno di dormire, riposarsi e pensare a una soluzione a mente lucida.
Non lo avrebbe abbandonato, avrebbe fatto di tutto per averlo, perché era l’unica cosa buona che gli fosse mai capitata nella sua vita, oltre ad essere diventato quello che aveva sempre voluto: un hero.
Ma anche quest’ultima cosa era stata possibile grazie a Deku, grazie al suo supporto, perché era l’unico che aveva creduto in lui fin dall’inizio, l’unico che non l’aveva mai abbandonato, qualsiasi cosa fosse successa.
Ed era tempo per Bakugou di ricambiare, non l’avrebbe abbandonato.
Appena tornò a casa si mise al computer e iniziò a fare una serie di ricerche su quel villain e la sua unicità. Chiamò tutte le agenzie che conosceva, i più grandi eroi e cercò tutte le informazioni possibili, anche un minimo riferimento era indispensabile.
Erano le nove di sera quando crollò esausto sulla scrivania, il computer ancora acceso su un’intervista e diversi fogli sparsi per il ripiano in legno.
Sognò Midoriya e tutti i ricordi che ormai era l’unico a custodire.
Al suo risveglio, per la prima volta da quando era iniziata quella storia, si ritrovò in singhiozzi rabbiosi.
 
-Ci sono novità?
Rispose alla chiamata di Shoto al primo squillo, la sua voce era distrutta, ma ormai non gli importava più di tanto.
-Continua a non ricordare nulla- Todoroki fu veloce e conciso, non aveva intenzione di dargli false speranze, poi continuò –Momo ha pensato che forse vedere gli altri gli avrebbe fatto bene, stiamo cercando di invitare più persone possibili, vieni?
-Ha chiesto lui la mia presenza?- Il suo tono era basso e roco, neanche sperava in una risposta affermativa, sapeva che non era così.
Ci fu solo silenzio dall’altro lato della cornetta.
-Verrò- sospiro infine Bokugou, chiudendo la chiamata in fretta.
 
Aveva una faccia da funerale quando si presentò di nuovo a casa di Shoto quel pomeriggio.
Oltre i proprietari c’erano Uraraka, Iida, Kirishima, Atsui, Denki e Jiro.
L’aria non era propriamente festosa, ma neanche troppo cupa, alla fine non era morto nessuno, semplicemente un loro amico era confuso, ma non colpiva nessuno di loro, non direttamente.
Katsuki incassò le mani in tasca e si avvicinò a Deku, il ragazzo stava parlando con Denki, Jiro e Kirishima.
Sentì cosa stesse dicendo quest’ultimo mentre si avvicinava –Davvero non hai idea di come sia cambiato, di come tu l’abbia fatto cambiare.
Izuku aveva le sopracciglia corrugate, come se stesse cercando di rincorrere un ricordo lontano senza alcun successo.
-Ehy Bakugou!- Lo salutò Kaminari felice, aveva il braccio intorno alle spalle di Jiro, Katsuki non aveva mai capito cosa ci fosse davvero tra i due e sinceramente non era uno dei suoi pensieri, ma non poté fare a meno di guardare malissimo quel braccio intorno alla ragazza.
-Era buono il Katsudon- disse a quel punto Midoriya facendo riportare lo sguardo del ragazzo su di sé.
Bakugou scrollò le spalle –Ho dovuto imparare a farlo bene, per te.
Izuku non disse più nulla, Katsuki si rese conto delle sue parole e arrossì abbassando il volto.
Fu Kirishima, con il suo tono sempre allegro e spensierato, a far finire quel silenzio imbarazzante –Vedi Midoriya, era proprio questo quello che ti dicevo!
Il ragazzo annuì, sempre più pensieroso.
-È che…- disse infine, poi sembrò ripensarci, si guardò intorno, si scusò e andò via.
Bakugou ebbe solo la forza di sospirare passandosi una mano sul volto.
Kirishima gli stava dicendo qualcosa, dandogli parecchie pacche sulla spalla, ma il biondo non sentiva neanche una parola, il cervello completamente sconnesso.
Girandosi e seguendo Deku con lo sguardo vide che si stava avvicinando a Uraraka, le disse qualcosa vicino all’orecchio, lei sembrò sorpresa, poi annuì e lo seguì, insieme uscirono fuori da quella stanza.
Katsuki lo seguì senza pensarci due volte.
I due ragazzi si erano diretti verso una stanza da letto, forse quella che Shoto e Momo avevano prestato a Deku per dormire in quei giorni.
Lasciarono la porta socchiusa e a Bakugou bastò appoggiarsi con la schiena al muro li accanto per sentire tranquillamente tutte le frasi che i due ragazzi si scambiarono.
-Sei la mia migliore amica, no?
-Certo che si- rispose la ragazza, dalla voce Katsuki intuì che era sorpresa da quella frase.
-Sono felice di vedere che questo non è cambiato.
Katsuki strinse i pugni ma si costrinse di restare calmo.
-Vuoi chiedermi qualcosa in particolare?- domandò Uraraka con quella sua voce insopportabilmente dolce.
Immaginò Deku annuire, perché dopo un po' domandò –Mi… Parli di Kacchan?
Il cuore di Bakugou saltò un battito.
-Cosa vuoi sapere in particolare? Penso che un po' tutti ti abbiano già spiegato il rapporto che c’è tra voi due, no?
-Si ma… Uraraka non capisco.
-Cosa Deku?
Le voci di entrambi si erano fatte più basse, Katsuki faceva sempre più fatica a continuare ad ascoltare la conversazione.
-Non capisco…- la voce di Deku sembrava disperata -Ricordo tutto quello che è successo al liceo, ogni cosa. I vuoti li ho dopo questo periodo e … Tutti dicono che ci siamo messi insieme subito dopo aver finito la scuola, no?
-Mh, mh.
-Ma io… Come ho fatto a mettermi con lui?
Il respiro di Bakugou si spezzò, gli veniva da vomitare.
-Se…- continuò Deku, indeciso sulle parole giuste da usare –Se ho scelto di mettermi con lui è perché mi piaceva, no? Ma io non ricordo nessuna sensazione, non provavo niente al liceo per lui. Non ricordo di aver mai provato nulla per lui.
Sentì Uraraka fare un verso strozzato.
Bakugou voleva staccarsi da quel muro e correre via, non voleva più ascoltare, lo stava uccidendo lentamente, non avrebbe più sopportato altro.
Ma il suo corpo non gli rispondeva, aveva la testa annebbiata, come se l’ossigeno non gli stesse arrivando al cervello.
In realtà non era neanche sicuro di star respirando.
-Deku non pensi davvero queste cose…- la voce della ragazza era tristissima.
-Non so più a cosa pensare- mormorò lui in risposta –non so più cosa sia giusto o meno. È tutto così sbagliato… Se lo amo così tanto, come dice Shoto, è possibile che ora non provi neanche un briciolo di affetto nei suoi confronti? Mi sento così lontano da lui… Tanto che quando avevamo 4 anni e lui mi picchiava ogni singolo giorno provavo comunque più affetto di quello che provo adesso.
Uraraka continuava a non dire nulla, perché non c’era davvero nulla da poter dire in quei casi.
Infine Izuku concluse con una domanda che fece più male di una lancia dritta al cuore.
-Uraraka sei sicura che io abbia scelto di mettermi con lui? Che non mi abbia costretto?

 


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Eccomi qui, sabato come vi avevo promesso ;)
Si, so che questo capitolo è stato terribilmente angst, ma Bakugou non è uno che si arrende facilmente nelle cose, no?
Stavo pensando che ho già tutti i capitoli pronti, come vi avevo già accennato, e che comunque ho un sacco di storie scritte che aspettano di essere pubblicate, quindi potrei anche pubblicare due capitoli a settimana di questa storia: magari sabato e mercoledì. Voi che ne pensate?
Fatemi sapere! Un bacio, Deh

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Capitolo 3
*** Parte2 ***


Parte2


Bakugou si stava togliendo il costume da eroe sporco di terra e strappato in più punti, nulla di troppo grave che non avrebbero aggiustato in meno di mezza giornata.
Da quando aveva sentito quella conversazione aveva cercato di annullarsi completamente nel suo lavoro, facendo gli straordinari e portando il suo corpo al limite.
Se occupava la sua mente non avrebbe avuto modo di spezzarsi del tutto.
Si stava togliendo le scarpe con foga quando lo schermo del suo cellulare si illuminò, la notifica di un messaggio da parte di Todoroki ben visibile.
Avevano scambiato più messaggi e chiamate in quella settimana che nel resto della loro vita.
Aprì subito la chat, il messaggio era diretto e conciso, esattamente com’era il ragazzo che lo aveva inviato.
“Mio padre ha preso il Villain, lo stanno interrogando in questo momento.”
Era allegata anche la posizione.
Si precipitò di corsa fuori per raggiungere il posto da l’altro indicato, saltellò durante il tragitto mentre doveva ancora infilarsi le scarpe.
Era da una settimana, una fottutissima settimana che viveva quell’inferno, quel Villain non avrebbe avuto scampo.
 
Quando arrivò all’ingresso dell’agenzia di Endeavor trovò Deku, Shoto, Momo e Uraraka.
Le mani di Bakugou stavano sudando così tanto che dai suoi palmi uscirono delle piccole esplosioni che non riuscì a controllare.
-Dov’è!?- urlò con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere –Gli farò pentire di essere nato.
Shoto gli si avvicinò con sguardo serio, i palmi aperti pronti al combattimento –Calmati Bakugou, non lo vedrai. La polizia non te lo farà uccidere.
-Non me ne fotte nulla di quello ce vuole la polizia!- urlò livido in volto –Ha distrutto la mia vita! Non gli permetterò di sopravvivere come se nulla fosse.
-Kacchan- quel richiamo lo fece girare di scatto dall’altra parte, era una settimana che Deku non lo chiamava con quell’appellativo.
Ma quando lo fissò in volto vide dai suoi occhi che non era cambiato nulla, che continuava a non ricordare nulla.
Il sangue gli andò al cervello, era così incazzato che se la presa anche con lui.
-Cosa vuoi Deku!?- gli urlò contro –Vuoi dirmi di non farlo? Che sono migliore di così? Come hai sempre fatto? Tanto non lo pensi sul serio. Visto che sei convinto che io ti abbia costretto e minacciato per metterti con me!
Midoriya spalancò gli occhi, preso completamente contropiede, non pensava che qualcun altro avesse ascoltato quella conversazione, soprattutto non lui.
Uraraka fece uno squittio sorpreso e si portò entrambe le mani a coprirsi la bocca.
Momo sussultò e Shoto alzò la mano mentre qualche fiamma gli girava intorno.
-Bakugou, ascolta. Sappiamo come funziona il suo quirk.
Katsuki chiuse gli occhi e decise di fare un grande respiro profondo, doveva calmarsi, doveva assolutamente calmarsi.
Era cambiato da quando andava ancora al liceo, era maturato, tutta quella situazione non poteva farlo regredire.
-Sentiamo- sputò fuori tra i denti.
Stranamente fu Midoriya a rispondergli, gli occhi bassi.
-Non ricordo di aver mai provato nulla per te perché ha eliminato tutto, memoria e sensazioni. Altrimenti i ricordi potevano tornare più facilmente. Non è un quirk fortissimo, infatti ogni giorno ricordo sempre qualcosa di nuovo, tutto tornerà…
Lasciò la frase in sospeso, stava mettendo a dura prova la pazienza di Bakugou –Ma?- chiese infatti questo.
-Tranne tutto quello che riguarda la…- si morse un labbro imbarazzato –persona più importante della mia vita.
Cadde il silenzio, quella sembrava una sentenza definitiva.
Perché da quando era iniziato tutto, da quando Shoto gli aveva fatto la prima telefonata, c’era sempre stato quel piccolo barlume di speranza che diceva che magari il quirk aveva un tempo di effetto, che dopo poco Midoirya avrebbe iniziato a ricordarlo ma questo… Questo era definitivo.
-Non c’è… Non…- Bakugou stava facendo dei passi indietro –Ho perso tutto.
Fu Shoto, inaspettatamente, a dargli un piccolissimo barlume di speranza –Con un forte trauma potrebbero tornargli i ricordi ma ne soffrirebbe tantissimo.
Bakugou si passò una mano sul viso, completamente a pezzi.
Tutta la rabbia era svanita, ormai nulla aveva più un senso.
-Voglio venire a casa con te.
Katsuki scostò lentamente le mani dal viso per fissare a occhi sgranati Midoriya, si era solo immaginato quella frase?
Il ragazzo aveva le guancie rosse, si stava contorcendo le mani e fissava tutto meno che lui –Voglio…- continuò –Voglio provare a capire, voglio stare un po' da te.
E l’unica cosa che riuscì a rispondere Bakugou fu un mormorio quasi scorbutico –è casa nostra.
Midoriya arrossì ancora di più.
-Sei sicuro?- gli chiese a quel punto Shoto.
Izuku guardò l’amico e annuì –Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me, ma devo riprendere in mano la mia vita e devo capire cosa farne. Devo affrontare di petto tutto questo.
E Todoroki semplicemente gli sorrise, Momo al suo fianco fece lo stesso, mentre poggiava il volto sulla spalla del suo ragazzo e si stringeva di più al suo braccio.
Midoriya rispose a sua volta con un sorriso, poi tutta la sua attenzione era di nuovo per Bakugou, prese un bel respiro e con questo del coraggio, infine gli si avvicinò.
Li separavano solo pochi centimetri.
-Quindi posso venire?
Il petto di Katsuki sarebbe potuto esplodere, il ragazzo ne era certo.
Si chiuse più in se stesso, incassando la testa nelle spalle e le mani in tasca, gli diede le spalle e iniziò ad avviarsi fuori, una semplice frase che lasciava le sue labbra, per una volta non era stata detta da un tono incazzato –Non devi chiedermi il permesso di venire a casa tua.
Izuku abbozzò un sorriso, poi gli trotterellò dietro.
 
-Cucinavi spesso tu?
La voce di Midoriya era curiosa, mentre si guardava intorno seduto al tavolo della cucina.
Bakugou gli dava le spalle, mentre mescolava i vari ingredienti dentro la pentola.
Rispose con un’alzata di spalle –Ci alternavamo, dipende i turni che avevamo.
Scese di nuovo il silenzio che venne interrotto questa volta dal biondo, parlò sempre senza girarsi –Se vuoi farti una doccia mentre aspetti il bagno è…
-Si lo so- rispose Izuku alzandosi, poi spiegò meglio –ricordo questa casa, nei miei ricordi io ci vivo qui… da solo.
Quell’ultima parte fu un semplice sussurro ma che venne udito benissimo.
La tensione era palpabile, il silenzio teso.
-Allora… Mi lavo velocemente.
E dal rumore della sedia che strisciava a terra e dai suoi passi veloci Katsuki capì che Izuku era appena scappato dalla stanza.
Sospirò distrutto e il mestolo di legno che teneva stretto in pugno si carbonizzò.
Spense il fuoco lasciando un altro po' il contenuto dentro la pentola, in modo che continuasse a cucinarsi e non si raffreddasse.
Si prospettava una cena imbarazzante e quasi fu grato quando il cercapersone iniziò a squillare.
Scrisse un semplice bigliettino a Deku di poche parole dove spiegava che l’avevano appena richiesto con estrema urgenza, poi indossò velocemente il costume e uscì di casa.
 
Quando tornò erano le due di notte, ed era distrutto per quella che era stata l’intera giornata e, più in generale, tutta la settimana.
Non appena entrò cercò di fare il più piano possibile, restò in salotto e sedendosi sul divano iniziò a slacciarsi le scarpe.
Quando sentì dei passi leggeri che si avvicinarono guardò confuso verso il corridoio, dal quale spuntò quasi subito Midoriya, era scalzo con addosso uno di quei pigiami che gli stavano larghi, Bakugou trattenne il fiato quando si rese conto che stava indossando una sua maglietta. Aveva i capelli scompigliati ma il volto non era quello di uno che si era appena alzato dal letto, Izuku non stava dormendo.
-Perché non dormi?- domandò a quel punto Katsuki rimettendosi dritto e scalciando via le scarpe.
-Io… non lo so- aveva le guancie leggermente rosse e la fronte corrugata, non capiva neanche lui il perché del suo comportamento –era come se… non potessi andare a dormire… se prima non mi fossi accertato che tu stessi bene.
Ci furono diversi attimi di silenzio, si sentivano solo i loro respiri un po' spezzati, poi Bakugou si afferrò il viso con le mani e strinse ciocche di capelli tra le dita cercando di controllare il suo quirk.
-Mi farai uscire pazzo, Deku.
E quel sospiro ringhiato diede fine a qualsiasi altra parola per quel giorno, Izuku tornò in camera e Bakugou finì di cambiarsi in bagno.
Quando andò in camera anche lui e si sdraiò dal suo lato del letto, dandogli le spalle esattamente come stava facendo l’altro, capì subito che Midoriya non si era ancora addormentato semplicemente dal suo respiro, aveva imparato a conoscere troppo bene ogni suo piccolo particolare.
Nessuno dei due disse nulla.
 
La mattina dopo Bakugou si svegliò con l’odore di caffè e pancake appena cucinati.
Si alzò confuso e raggiunse la cucina, nella quale trovò un Midoriya sorridente che stava cucinando canticchiando qualcosa a bocca chiusa.
Lo fissò in silenzio fino a quando non fu proprio lui ad accorgersi della sua presenza, gli regalò un sorriso e disse tranquillo –Buongiorno Kacchan.
Per un attimo Katsuki rimase così spiazzato che fu davvero convinto che tutto fosse tornato alla normalità, ma poi Izuku gli chiese come volesse il caffè e lui tornò a sprofondare nella depressione.
Il suo Midoriya sapeva come Bakugou prendeva il caffè ogni mattina.
Si sedette a tavola e aspettò che l’altro portasse tutto quello che aveva preparato, quando questo gli fu seduto di fronte iniziarono a mangiare.
-Scalci un sacco quando dormi- commentò a quel punto Izuku.
Bakugou si incupì ancora di più.
-Avevamo trovato una soluzione a questo.
Midoriya lo fissò curioso e Katsuki dovette abbassare lo sguardo –Non importa, lascia stare.
Izuku era ancora più curioso, ma dato il tono duro che l’altro aveva usato lasciò correre per quel momento e cambiò argomento –Oggi lavori?
-Si- fissò l’orologio attaccato alla parete –devo andare tra mezz’ora.
Deku annuì dando un nuovo morso alla sua colazione, poi fu il turno di Bakugou di fare domande –Ma tu? La tua agenzia che dice?
L’altro scrollo le spalle –Mi stanno dando un periodo di pausa per riprendermi. Dicono che posso tranquillamente tornare quando mi sentirò pronto. Comunque in caso oggi ti pulisco un po' casa, e posso andare a fare la spesa mentre tu sei fuori, ho visto che non sta molto in dispensa.
Bakugou strinse le labbra, ma non cercò di nuovo di correggerlo sul fatto che quella non era casa sua ma casa loro.
 
Quella sera arrivò al suo limite.
Quando Bakugou tornò a casa Midoirya lo accolse di nuovo con un sorriso, poi lo scrutò per controllare se stesse bene, infine si comportò praticamente come facevano sempre.
Lui seduto nel divano a giocare alla console e Midoriya accanto a lui a leggere un fumetto, commentando di tanto in tanto la partita del biondo.
Per Bokugou divenne tutto troppo, non riusciva più ad averlo così vicino e non poterlo neanche toccare, vederlo girare per casa come se nulla fosse ma non potergli dire nulla.
Amarlo così tanto ma sapere che non condividevano più nulla lo stava uccidendo.
Sentiva il suo calore nonostante fosse seduto a pochi centimetri da lui, non riusciva neanche a concentrarsi sul gioco.
-Deku- sospirò infine poggiando il joystick sul tavolino basso di fronte al divano.
-Kacchan?- rispose confuso questo alzando gli occhi dal fumetto.
Katsuki si girò verso di lui e, semplicemente, lo cinse in un abbraccio.
Un braccio sulle spalle e uno dietro la schiena, se lo strinse al petto affondando la sua testa in quel collo lentigginoso, respirando il suo odore come non faceva da troppo.
Per il sollievo che gli diede quel gesto quasi si mise a piangere.
Midoriya non rispose all’abbraccio, si irrigidì e provò a spingerlo via mettendogli una mano sul petto.
La voce gli tremava quando chiese ancora più incerto –Kacchan? Io non…
-Lo so.
Bakugou non voleva sentire di nuovo quelle parole, non poteva sopportarlo.
-Fammi stare così qualche altro secondo, ti prego Deku…
Izuku continuò a non rispondere all’abbraccio, ma non cercò più di scrollarselo di dosso e chiuse gli occhi, cercando di capire cosa diavolo stesse provando in quel momento.

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Capitolo 4
*** Parte3 ***


Parte3


Erano passati già diversi giorni.
Avevano trovato quasi una loro routine, era come quando stavano insieme ma senza alcun contatto fisico.
Dopo quella manifestazione di debolezza da parte di Bakugou il ragazzo non l’aveva più pregato per avere anche solo un abbraccio.
Midoriya stava imparando a conoscerlo e a conoscere le sue abitudini, ogni giorno gli chiedeva qualcosa di nuovo, si faceva raccontare qualche storia, anche stupida, del suo passato per cercare di ricordare, nonostante tutti i lori tentativi furono vani.
Il cervello di Izuku si rifiutava di ricordare tutto ciò che riguardasse Bakugou.
Anche quel giorno Katsuki aveva avuto il turno notturno, erano quasi le tre di notte quando finalmente si stese a letto, distrutto dalla giornata.
Deku non dormiva, come al solito lo stava aspettando, ma questa volta non lo accolse all’ingresso e non si mosse fino a quando l’altro non si fu steso al suo fianco, a diversi centimetri di distanza.
Nessuno dei due disse nulla e Bakugou si stava anche addormentando fino a quando  Izuku non si girò, mettendosi supino mormorò una semplice domanda che spiazzò Katsuki.
-Come ti sei innamorato di me?
Anche Katsuki si girò supino, gli occhi fissi al soffitto scuro date tutte le luci spente, quella domanda gli vorticava nel cervello.
Non aveva nessuno voglia di rispondere, di mettersi così a nudo.
Ma a conti fatti, che altro aveva da perdere? Aveva già perso tutto.
-Mi hai preso per esasperazione.
Midoriya trattenne il respiro a quella risposta, si mosse inquieto ma non disse nulla.
Bakugou non ci mise molto per continuare.
-Ti ammiravo tantissimo per il tuo coraggio, per il tuo volerti mettere sempre alla prova… E per questo ti odiavo, perché sei sempre stato un passo avanti a me. Ti odiavo anche perché non te ne vantavi ed eri sempre così… così tu.
-Io?- un mormorio impercettibile.
-Tu. Che non ti sei mai arreso con me, che hai sempre creduto nella mia idea di diventare un hero, nonostante tutti continuino a pensare che abbia il carattere di un villain. Mi sei stato accanto nonostante ti trattassi da schifo… Ti bullizzavo ma tu eri sempre li, con quel tuo stupido sorriso.
Fece una piccola pausa seguita da un sospiro, odiava ricordare quei momenti.
-Non capivo perché ma ero sempre più incazzato. Mi davi fastidio tu e qualsiasi cosa facessi. Solo quando mi hai baciato per la prima volta ho avuto tutto più chiaro, come se finalmente tutto avesse trovato un posto all’interno della mia mente. Ce l’avevo sempre di più con te perché ero dannatamente geloso. Geloso di te. Degli abbracci che davi a Uraraka, dei sorrisi che regalavi a Shoto.
Si girò nella sua direzione, era abbastanza buio, ma riuscì comunque a notare la sua figura stesa a letto, il petto che si alzava e abbassava velocemente e gli occhi grandi e lucidi.
-Solo quando mi hai baciato ho capito di volerti. Di volerti solo per me. Dovevi essere mio, mio e di nessun altro. Non ho idea del giorno esatto in cui è successo, ma mi sono totalmente innamorato di te.
Il silenzio nuovamente li avvolse, i minuti che passavano, la notte che pian piano diventava giorno.
Nessuno dei due neanche ci provava a dormire, sapevano che sarebbe stato totalmente inutile.
-Ci penso da un po' Kacchan- un sussurro molto più lieve del rumore del suo corpo che si girava tra le coperte ed essere totalmente rivolto verso il biondo.
-Dovresti smetterla di far lavorare quello stupido cervello che ti ritrovi e metterti a dormire- quello di Bakugou era quasi un ringhio, ma Midoriya non si fece intimidire.
-Penso che potrei provare a innamorarmi di te… di nuovo.
Il cuore di Katsuki saltò un battito, poi la rabbia lo invase –Non voglio la tua cazzo di pietà, Deku!
-Lo faccio per me, voglio sapere, voglio capire, voglio… Voglio sentire qualcosa. Mi manca qualcosa, lo percepisco.
Bakugou sentì di nuovo il rumore delle lenzuola che venivano spostate, ma non si girò a controllare, i suoi occhi restavano fissi al soffitto, come se fosse l’unica cosa che lo tenesse ancora, come se, se si fosse distratto, non sarebbe più stato capace di controllare il suo corpo e le sue azioni.
-Hai detto che non mi sono mai arreso con te- continuò Midoriya in un sussurro sempre più vicino –non arrenderti con me.
Solo a quel punto gli occhi cremisi di Bakugou si girarono verso Izuku, quand’è che si era fatto così vicino?
-Combatterò sempre per te.
Midoriya sorrise dolcemente, poi gli si avvicinò del tutto e poggiò la testa sul suo petto, circondandogli i fianchi con una mano leggermente tremante, come se fosse indeciso se farlo o meno.
Il cuore di Katsuki batteva veloce ed era anche consapevole che Deku lo sentiva benissimo, ma non fece nulla, con la paura che un solo movimento di troppo avrebbe fatto scappare il ragazzo.
-Non scalci se ti abbraccio. Era questa la soluzione, vero?
Katsuki non rispose verbalmente, ma se lo strinse al petto.
Midoriya rise, una risata sommessa e attutita dalla sua maglia.
Si sistemarono entrambi meglio e chiusero gli occhi, caddero quasi subito in un sonno profondo dato dalla stanchezza e dal fatto che, finalmente, erano l’uno tra le braccia dell’altro.
 
Quella notte Midoriya sognò una gita in bus al mare, i ragazzi di quella che era stata la 1 A, i giochi in spiaggia, un litigio, la sabbia fredda sotto i piedi nella notte, una figura di spalle, le stelle e la sensazione di un paio di labbra sulle sue.
Provò tantissime sensazione, come se fossero dei ricordi ma al contempo qualcosa di completamente nuovo.
Il cuore che gli esplodeva nel petto mentre provava dei sentimenti che non ricordava di aver mai provato.
La voglia di bloccare quell’istante e rimanere li per sempre.
Al suo risveglio il cervello era di nuovo completamente resettato.
_____________________________________________
Ciao!
ATTENZIONE: il prossimo aggiornamento sarà una storia EXTRA.
Quindi non aggiornerò qui, ma nel mio profilo, mercoledì, troverete una OS che si intitolerà "La gita" e sarà il racconto del momento di come si sono messi insieme, quello che Midoriya ha appena sognato insomma.
Da sabato poi continuo qui!
Come al solito spero che mi facciate sapere qualcosa!
Un bacio, Deh

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Capitolo 5
*** Parte4 ***


Parte4


-Allora? Come ti stai trovando?
La domanda di Shoto era tranquilla mentre i due ragazzi giravano per la città, sia Momo che Bakugou avevano il loro turno da hero e i due ragazzi erano soli.
-Non so come spiegartelo- iniziò Midoriya corrugando la fronte e cercando le parole giuste.
Era passato un mese da quando tutta quella storia era iniziata, Izuku aveva imparato a conoscere Katsuki, a crearsi dei nuovi ricordi che lo riguardavano. A capire perché tutti dicevano che era cambiato, a conoscere l’altra sua parte, quella un po' meno incazzata, quella altruista e premurosa.
-È come se tutto fosse completamente nuovo ma allo stesso tempo non fosse così… non so davvero come dirtelo, è come quando sai che sta per accadere una cosa nonostante tu non abbia nessun esempio precedente per attestare questa tua tesi, ma sai che è così. Nonostante questo non riesco comunque a ricordare nulla di lui, niente.
Shoto ci pensò su –Credo di aver capito.
Midoriya annuì sovrappensiero –Penso che potrei provare a innamorarmi di nuovo di lui, insomma l’ho già fatto una volta, no? Quindi non vedo perché non potrei riuscirci, solo che…
Todoroki non gli mise fretta nel continuare, gli diede il suo spazio, Izuku sembrava star pensando a milioni di cose contemporaneamente, unendo ricordi e idee.
-L’altra sera stavamo per baciarci ma Kacchan si è tirato indietro, ha detto che non ce la faceva, non in quel modo… ed è andato a dormire. Non ne abbiamo più parlato.
Inaspettatamente fu Shoto a trovargli la soluzione, era così chiara a lui che non dovette pensarci neanche troppo.
-Bé è ovvio. Bakugou non si è mai accontentato, lotta per avere quello che desidera e non vuole nulla regalato. Ancora ce l’ha con me per il nostro primo festival dello sport e per essere arrivato primo, no?
Midoriya lo fissava rapito, forse aveva capito dove l’amico stava andando a parare.
-Non puoi dirgli che vuoi provare a innamorarti di nuovo di lui e farlo come… esperimento.
Non gli venne nessun’altra parola, ma quella spiegava benissimo la situazione.
-Bakugou non vuole che tu stia con lui perché devi, perché prima stavate insieme e di conseguenza devi rimetterti con lui. Non puoi dirgli che ci stai provando per vedere come va. Non puoi decidere di innamorarti di lui nuovamente da un giorno all’altro. Succede e basta e non penso che lui voglia che tu lo faccia così.
Fece una pausa, poi mormorò quasi a se stesso –Neanche io vorrei che Momo lo facesse solo perché si sente costretta e non vorrei essere… la seconda scelta dopo me stesso, non so se mi spiego.
Midoriya strabuzzò gli occhi e si rese davvero conto di quello che Todoroki voleva fargli capire.
Aveva ragione, era ovvio che fosse così, ovvio che Bakugou non volesse essere una prova, ovvio che non avesse voluto baciarlo quando per lui significava tutto mentre per Midoriya… lui non ne aveva ancora idea.
Però ormai Izuku si era reso conto che non gli era del tutto indifferente, che non lo odiava come si era aspettato, che era una brava persona e che aveva solo bisogno di essere compresa da qualcuno.
Stava ancora realizzando a tutte queste cose, riflettendo su tutte le possibilità che aveva, sulle mosse che poteva fare per capire quello che provava facendo soffrire il meno possibile l’altro.
Se avesse avuto un quaderno a portata di mano si sarebbe scritto tutto, il suo cervello andava troppo veloce per riuscire a stargli davvero dietro.
Shoto ricevette una chiamata, rispose tranquillo con il suo solito tono, poi si bloccò sul posto.
Midoriya si girò a fissarlo confuso.
-Arrivo.
Todoroki disse questa semplice parola prima di chiudere la chiamata, girarsi e iniziare a correre.
Izuku rimase spiazzato, poi lo inseguì attivando addirittura il suo quirk per riuscire a stargli dietro.
-Che è successo!?- urlò mentre continuava a correre al suo fianco.
Shoto aveva il volto scuro, lo sguardo serissimo, la sua voce sembrava provenire dall’oltretomba.
-Momo sta avendo problemi sul campo, hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile.
E non ci fu bisogno di dire altro, entrambi corsero ad aiutare nonostante non avessero i loro costumi.
 
Arrivarono dopo tre minuti abbondanti, erano nel bel mezzo di una via principale e sembrava che fosse scoppiato l’inferno.
Non era contro un solo Villain contro cui stavano combattendo, ma con un’intera banda che aveva avuto tempo per prepararsi, perché stavano dando un sacco di filo da torcere a tutti gli hero che erano li.
Shoto e Midoriya sorpassarono velocemente gli hero che stavano cercando di far evacuare i civili ed entrarono nel pieno della battaglia.
Todoroki usò il ghiaccio cercando di congelarne cinque in una volta, ma uno di questi era già preparato e usò una specie di scudo che creò con l’aria grazie al suo di quirk.
Shoto strinse i pugni, poi si guardò intorno cercando una persona in particolare.
Trovò Momo a terra, supina, sopra di lei stava un villain con gli artigli che stava cercando di trasfigurarle il volto.
La ragazza si dibatteva scalciando e tenendo le lame lontano dal suo viso con una sbarra che le stava facendo da scudo e che aveva creato con il suo corpo, ma si vedeva che era al limite, continuava inoltre a perdere una quantità troppo elevata di sangue dal fianco che era stato trafitto in precedenza.
Shoto urlò e andò nella loro direzione, una furia cieca negli occhi.
Midoriya rimase li, sapeva che l’amico poteva cavarsela benissimo da solo, mentre il suo quirk era più utile in quel posto.
Attivo l’one for all e iniziò a combattere contro quella gente.
Si trovava in una leggera posizione di svantaggio solo perché loro lo conoscevano, mentre lui non aveva nessuna idea di quali fossero i loro quirk e, di conseguenza, i loro punti deboli.
Combatté con i calci, quelli che ormai erano la sua specialità e più usava il quirk più si sentiva come rinato, dopo tutto quel tempo di pausa si rese conto che tornare a fare l’hero era l’unica cosa di cui avesse davvero bisogno.
-MUORI!
Quell’urlo era inconfondibile, Izuku si girò di scatto verso la direzione di quella voce, vide Kacchan che era appena arrivato volando con le sue esplosioni.
Aveva il viso sporco, il vestito strappato in più punti e una ferita al braccio.
Era reduce di un combattimento svolto in qualche altro punto della città, sicuramente avevano chiamato tutti i rinforzi possibili e non aveva avuto neanche il tempo di riposarsi prima di correre li.
Con quell’urlo Katsuki non solo aveva dichiarato la sua presenza, ma aveva anche lanciato un’esplosione potentissima che aveva fatto arretrare la schiera di nemici.
Il biondo atterrò a pochi passi da Midoriya, di fronte a lui.
In posizione da combattimento, con i pugni chiusi, gli parlò senza neanche girarsi per guardarlo.
-Sta indietro Deku, non ho tempo da perdere per proteggere anche te.
Poi schizzò di nuovo in aria pronto per un nuovo combattimento corpo a corpo.
Izuku strinse i pugni, non era di certo un peso, non voleva esserlo e glielo avrebbe dimostrato. Inoltre Bakugou era già provato, non se ne parlava proprio che l’avrebbe lasciato solo a combattere contro tutti quei nemici.
Ignorò quindi la sua richiesta e lo seguì nel combattimento.
Lottarono insieme, spalle contro spalle, come se fosse una cosa che ormai facevano da tempo, Midoriya pensò che molto probabilmente era così.
Il suo corpo sapeva come muoversi, quando abbassarsi per permettere un’esplosione all’altro e quando farsi avanti.
Abbatterono la maggior parte dei nemici e sembravano ormai alla fine di quella missione, gli hero erano in vantaggio e l’unica cosa sensata che i superstiti potevano fare era dichiarare la sconfitta e arrendersi.
Quando uno di loro si trasformò in una massa informe di gelatina e immerse completamente Bakugou.
-Kacchan!- Izuku incespicò e cadde in ginocchio, la scena che si stava svolgendo a pochi metri da lui gli ricordò prepotentemente altro.
Bakugou combatteva e lanciava esplosioni cercando di liberarsi per non soffocare, ma il fuoco era del tutto inutile contro quel quirk.
Quell’immagine si sovrappose nella mente di Izuku a un’altra immagine, Bakugou molto più piccolo che era stato preso in ostaggio da un villain dal quirk molto simile e lui, con le lacrime agli occhi e il suo nome urlato, aveva provato a salvarlo nonostante non avesse alcun potere.
Quel ricordo che era tornato prepotentemente fu come se avesse girato la serratura di un lucchetto.
Ogni singolo ricordo che aveva perso tornò.
Midoriya cadde a terra contorcendosi, gli occhi spalancati che però non vedevano nulla, la sua bocca aperta in un urlo continuo.
Stava soffrendo tantissimo, la testa gli stava esplodendo, se la teneva con le mani e la sentiva pulsare, i ricordi erano troppi e si sovrapponevano, non gli davano un attimo di pace.
Non riusciva a pensare a niente di razionale, non riusciva a vedere nulla.
Chiunque gli si poteva avvicinare e ucciderlo senza alcun problema.
Per la situazione in cui si trovava neanche si accorse che Shoto aveva portato in salvo Momo, l’aveva affidata a dei medici ed era tornato indietro per aiutare.
Non si rese conto che fu proprio lui a salvare Bakugou, usando il suo potere del ghiaccio su una parte del tipo gelatina, facendo spezzare poi le parti congelate e costringendolo a lasciare andare Katsuki prima che gli congelasse tutto il resto distruggendolo definitivamente.
Non vide Bakugou cadere a terra finalmente libero, tossire e rialzarsi di scatto per correre da lui mentre Shoto si occupava degli ultimi Villain rimasti.
Non sentì le sue braccia che gli circondavano il corpo e non sentì le sue urla che gli chiedevano cosa avesse, cosa gli stesse succedendo.
Izuku non seppe dire quanto tempo fosse passato, gli sembrava di trovarsi dentro quella tortura da tutta una vita, quando tutto finì esattamente com’era iniziato.
Di colpo e senza alcun tipo di avvertimento si inarcò e la sua mente fu di nuovo libera, i ricordi che aveva perso erano tornati al loro posto.
Midoriya non riusciva quasi a muoversi, come se avesse usato tutte le sue energie.
La testa continuava a pulsare, ma in confronto a quello che aveva appena passato era qualcosa di leggerissimo e sopportabile.
La vista tornò a poco a poco come tutte le altre sensazioni del suo corpo e la prima cosa che vide fu il volto di Katsuki, aveva la sua tipica espressione mezza incazzata e mezza preoccupata, quella che gli lanciava sempre quando Midoriya faceva qualche cazzata, tipo non ascoltarlo e lanciarsi in qualche missione suicida.
Il sollievo di poter finalmente riconoscere quello che era il suo ragazzo lo travolse e lo stordì così tanto che neanche stava ascoltando quello che il biondo gli stava dicendo, semplicemente Izuku si mise a sedere di scatto ignorando il dolore e gli saltò al collo.
Lo strinse a sé quasi con convulsione, iniziando a ripetere il suo soprannome come un mantra e sospirando di sollievo quando sentì anche le braccia dell’altro avvolgerlo.
-Kacchan, ti amo, ti amo tantissimo, mi dispiace…
Erano questi i sussurri che continuava a ripetere direttamente nel suo orecchio, mentre le lacrime avevano iniziato a solcare le sue guancie.
Non aveva nessuna intenzione di staccarsi e non l’avrebbe fatto se non fosse stato proprio l’altro ragazzo a costringerlo ad allontanarsi leggermente e fissarlo negli occhi.
Bakugou aveva gli occhi sbarrati, il respiro corto, le guancie rosse.
-Ti è tornata la memoria?- era un semplice sussurro, non aveva nessuna intenzione di illudersi di nuovo, non ce l’avrebbe fatta.
-Ogni singola cosa, amore mio.
Non l’aveva mai chiamato in quel modo, ma neanche ci fecero molto caso, perché un attimo dopo le loro labbra si erano di nuovo ritrovate.
E per entrambi fu come tornare a respirare, come tornare a vivere dopo tantissimo tempo, come uscire di casa dopo giorni di malattia a letto, come il primo raggio di sole che ti riscalda il volto dopo una nevicata.
Ogni cosa scomparve, si baciarono con foga ma allo stesso tempo con amore, come se dovessero recuperare tutto il tempo perduto ma allo stesso tempo dovessero far davvero capire quello che entrambi avevano passato e cosa stessero provando in quel momento.
Era un momento così intimo e vero che Shoto, che aveva appena finito di catturare anche l’ulitmo villain rimasto, non solo arrossì e distolse lo sguardo, ma creò anche un muro di ghiaccio per dividere loro dal resto del mondo che li stava guardando.
Quando i minuti passarono Shoto dovette schiarirsi la gola più volte per farli staccare, anche se “staccare” non era proprio la parola giusta, Midoriya infatti aveva riallacciato le braccia intorno al collo dell’altro e aveva appoggiato la fronte contro il suo petto, si era solo girato leggermente per ascoltare l’amico.
Bakugou invece l’aveva fissato con astio, poi aveva dato un’occhiata intorno per capire cosa diavolo fosse successo negli ultimi minuti, sembrò anche confuso e stranito alla vista del muro di ghiaccio.
-Portalo a casa, ci penso io qui- parlò Todoroki nella sua calma piatta di sempre.
Katsuki lo fissò intensamente e gli fece un semplice cenno di rispetto con il capo, avrebbe potuto dirgli mille altre cose, ma Shoto aveva capito.
Il biondo prese in braccio il compagno e si avviò dalla strada opposta a quella del muro, senza farsi vedere dalle telecamere, dai passanti e dalla polizia.
-Bentornato Midoriya- gli disse Shoto con un sorriso mentre i due ragazzi gli passavano al fianco.
Izuku rispose con uno dei suoi soliti sorrisi dolci, quasi ringraziandolo con lo sguardo per tutto, poi tornò a poggiare la testa sulla spalla di Bakugou avvicinando lentamente le labbra al suo collo lasciando una serie di piccoli baci.
Shoto distolse lo sguardo ma sorrise davvero felice per quei due, poi attivò il fuoco per sciogliere il muro che aveva realizzato e svolgere il suo lavoro.
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Vi avevo avvertito che sarebbe stata una long breve, no?
Mercoledì pubblico l'epilogo e poi sarà davvero finita.
Per il resto invece questo capitolo vi è piaciuto?
So che alcuni potranno pensare: è stato tutto troppo felice ma a me piace benissimo così.
Anche perchè dopo quei due capitoli dove già vivono insieme ma non fanno nulla era inutile allungare il brodo con scene sempre uguali, bisognava arrivare al momento di svolta e quindi eccoci qui.
Avrei anche potuto dividere il capitolo in due parti, la discussione con Shoto sopra e il ritorno della memoria sotto, ma sarebbero venuti capitoli troppo brevi e non mi andava, quindi spero che non abbiate troppo di cui lamentarvi ahahah
A presto, Deh

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


Epilogo


-Kacchan- mormorò piano Midoriya accoccolandosi di più sul petto ampio e nudo dell’altro.
Aveva il timbro di voce stanco, di chi aveva davvero bisogno di dormire ma che non voleva ancora farlo per paura che tutto quello che lo circondava sarebbe svanito al suo risveglio.
Avevano fatto l’amore due volte.
La prima di fretta, con foga, stringendosi, baciandosi e graffiandosi. Perché entrambi avevano solo bisogno di sentire in tutto e per tutto la presenza dell’altro.
La seconda volta più lentamente, con dolcezza, come non erano abituati a fare, ma in un modo che piaceva ad entrambi.
Non avevano avuto bisogno di parlare, si conoscevano talmente bene e conoscevano a memoria le reazioni e il corpo dell’altro che semplicemente facendo l’amore tutto era tornato al proprio posto.
Avevano capito che nulla era davvero cambiato, forse la paura di perdersi invece li aveva legati ancora di più.
-Mh?- domandò in risposta Katsuki percorrendo la colonna vertebrale dell’altro con due dita.
Izuku alzò il viso e si puntellò sui gomiti, per essere faccia a faccia.
Bakugou non poté fare a meno di notare come i suoi occhi fossero lucidi e brillanti nonostante fosse indubbiamente stanco, gli era tornato quello sguardo innamorato che regalava solo a lui.
Si trattenne dal sospirare di sollievo, pensava che non l’avrebbe mai più rivisto, non rivolto a lui almeno.
-Sposiamoci!
Katsuki non connesse il cervello quando Midoriya affermò quella frase, non sul serio, la consapevolezza arrivò dopo, solo quando capì davvero che cosa stava dicendo vedendo il suo volto speranzoso che aspettava una risposta.
-Stai delirando Deku!- sbottò distogliendo lo sguardo e sentendo le sue guancie farsi calde.
-Oh- sentì il tono triste dell’altro –Non sto delirando ma se non vuoi…
-Certo che voglio!- sbuffò Bakugou dicendo quella frase con un tono di voce forse troppo alto, si mise a sedere scrollandosi l’altro di dosso, poi riprese a parlare senza avere nessuna intenzione di incrociare i suoi occhi –Ma non voglio fare quelle stupide cerimonie dove si devono scegliere mille cose e poi Kirishima e Kaminari mi prenderebbero in giro per sempre.
Izuku sghignazzò mettendosi seduto sulle ginocchia di fronte a lui, Bakugou provò a lanciargli uno sguardo e notò che l’espressione delusa era completamente scomparsa, tornando a quella felice e spensierata di prima.
-Sposiamoci senza farlo sapere a nessuno!
Katsuki alzò entrambe le sopracciglia bionde e lo fissò confuso e incredulo.
-Insomma- si spiegò meglio l’altro pensandoci su, una dito sulla guancia e lo sguardo alto come a rincorrere un’idea –Ci sposiamo e dopo lo diciamo a tutti, nessuna cerimonia né ansie varie.
Scese il silenzio che Bakugou interruppe solo quando si rese conto che Midoriya era davvero serio.
Sospirò e rispose –Sei proprio un’idiota.
Deku si imbronciò e incrociò le braccia al petto –Sono il tuo ragazzo.
Bakugou abbozzò un sorrisetto –L’uno non esclude l’altro- poi lo afferrò per il braccio e lo trascinò di nuovo giù a stendersi al suo fianco.
Izuku rise apertamente, poi cantilenò –Quindi è un si?
-Come se riuscissi a dirti di no dopo una proposta del genere.
La risata felice che si liberò dalle labbra dell’altro venne soffocata dal bacio che si scambiarono dolcemente.
-Ma perché ti è venuta questa idea ora?- chiese curioso Bakugou quando furono entrambi di nuovo liberi di parlare.
Midoriya alzò le spalle ma abbassò lo sguardo un po' imbarazzato.
-È che ora, oltre a ricordare ovviamente ogni cosa che avevo perso, ricordo anche come ti ho trattato in queste settimane… le cose che ti ho detto… tu sei sempre rimasto al mio fianco e non te ne sei andato. Non che abbia mai avuto dubbi su questo. Ma voglio dire, voglio qualcosa di materiale che mi ricordi del nostro legame, o che lo ricordi a te se un qualcosa di simile possa di nuovo accadere.
Katsuki non disse nulla, semplicemente lo fissava in silenzio.
Izuku si imbarazzò ancora di più e iniziò a balbettare –Lo… Lo so che non dovremmo attaccarci alle cose materiali, che… che bastiamo solo noi come sempre ma… voglio farlo e…
-Deku smettila di vomitare parole.
L’altro si zittì all’istante, ma si rilassò subito quando sentì le dita dell’altro infilarsi dentro i suoi capelli e tirarlo verso di se.
-Sarei felice di sposarti- mormorò prima di lasciargli un leggero bacio.
Soddisfatto Midoriya si risistemò contro il suo petto, a quel punto poteva davvero addormentarsi quando sentì il suo ragazzo continuare la conversazione.
-Dobbiamo farlo il più presto possibile.
Izuku corrugò la fronte, ma non ebbe bisogno di chiedere spiegazioni, perché l’altro lo illuminò subito, aveva una voce molto soddisfatta.
-Dobbiamo farlo prima che quello stupido a metà di Todoroki lo chieda a Yaoyorozu, non arriverà prima di noi, io arrivo sempre prima.
-Kacchan- lo ammonì Midoriya cercando di mantenere un tono di voce serio ma con scarsi risultati, se solo l’altro lo avesse guardato in volto avrebbe notato i suoi tentativi falliti nel voler trattenere le risate –Non è che ogni cosa che fate sia una gara.
-Sei troppo innocente tu.
E solo a quel punto Deku non riuscì proprio a non scoppiare a ridere.
Fine

 
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Ed eccoci alla fine!
Non so, nonostante sia così breve sono soddisfatta di questa storia, spero che sia piaciuta anche a voi.
Tutto quello che avevo da dire l'ho già fatto negli altri capitoli, quindi semplicemente vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, per aver lasciato un commento o per aver semplicemente letto in silenzio.
E vi informo che prossima settimana, visto che è la settimana di San Valentino, ho deciso di pubblicare una storia al giorno di vari fandom ;)
Quindi, spero che ci risentiremo presto!
Un bacio, Deh

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