Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
DOMANDE? NO
Una goccia. Una
seconda. Al suono della terza aprii gli occhi e fissai
l’acqua colare dalla stalattite
di Lyrium. Né blu e né rosso, divisa a
metà. Ma solo per poco, la corruzione
avanzava. Riabbassai lo sguardo assorta sul falò di fronte a
me, ormai morente
che avevamo usato per cucinare una discreta cena. Udii il respiro dei
miei
compagni ancora addormentati nei sacchi a pelo. Io non riuscivo a
dormire, me
lo sentivo, era vicino, troppo vicino. Da quando ci eravamo avventurati
nelle
Vie Profonde seguendo la spia che era riuscita ad avvicinarsi a Solas,
tanto da
venire a conoscenza del suo obiettivo, mi era impossibile chiudere
occhio. La
presenza del Lyrium rosso mi inquietava, più andavamo
avanti, più aumentava in
maniera spropositata. La temperatura in quel thaig abbandonato era
alta,
sembrava estate e cantava. Una cantilena assordante, di solito udibile
solo dai
nani, ma invece ora costantemente presente. Dovevamo fare in fretta,
restare
troppo esposti a quel materiale avrebbe potuto farci impazzire.
Notai muoversi
l’elfo che si era infiltrato, prima schiavo, poi reclutato
nelle schiere del
Dio della ribellione a me tanto caro, in seguito contattato da Leliana
durante
una sua missione. Una trappola creata da noi, uno degli ultimi
disperati
tentativi di trovarlo. Mi ero rivelata a quel giovane ed ero stata
riconosciuta, non mi sarei più tolta quella carica per il
resto della mia vita.
Inquisitore. Riconosciuta perché un elfa Dalish era
diventata la guida di una
delle fazioni più potenti nel Thedas, che aveva tenuto testa
ai Maghi e ai
Templari, che aveva sconfitto un Magister corrotto dal flagello.
L’Inquisizione
ora sciolta e invisibile al resto del mondo, era però ancora
all’opera per ritrovare
quello stupido orgoglioso del mio fidanzato. Già, ci eravamo
innamorati. Poi mi
aveva lasciato pensando di proteggermi. Difendermi da lui, da quello
che stava
cercando in questo luogo e che non presagiva nulla di buono.
All’improvviso
una scossa potente e assordante fece cadere pezzi di terra e roccia.
Scattai in
piedi spaventata. Cassandra recuperò la spada e lo scudo da
parte a lei, Dorian
il suo bastone da mago e l’elfo il suo arco. Ci scambiammo
un’occhiata
apprensiva per capire se stavamo tutti bene. Il tremolio si
quietò come era
venuto.
-Che sta
facendo?- domandò in ansia la Cercatrice
-Sarà
meglio
muoversi… non penso sia nulla di positivo- disse Dorian
preoccupato
-Concordo,
potrebbe aver anticipato i suoi piani- rispose il ragazzo
-Speriamo
che non sia troppo tardi…- mormorai nervosa
Ci avviammo
per i corridori e cunicoli di quelle costruzione abbandonate e buie,
l’unica
fonte di luce era il Lyrium.
-Sei sicuro
che sia venuto da solo?- domandai al ragazzo
-Sicuro, non
ha voluto neanche che Abelas, il secondo in comando, lo accompagnasse e
gli ha
affidato il resto…- lasciò in sospeso la frase
-Altro?- lo
incitò Cassandra
Lui la fissò
confuso -Non lo so… è che…-
sospirò -Abelas mi sembrava teso, e si sono
salutati come se non si dovessero rivedere…- concluse non
riuscendo a dare un
senso a quello che aveva visto.
Un macigno
mi si posò sul cuore. Aumentai l’andatura, mi
sarei messa a correre se non
avessi rischiato di inciampare. Un’altra scossa
più forte della precedente,
altri sassi, polvere e un rumore di pietra staccarsi
dall’alto. Alzai il viso d’istinto
e saltai lontano dall’enorme stalattite di Lyrium rosso che
con un forte schianto
aveva chiuso la strada del ritorno conficcandosi nel terreno. Mi
rialzai
barcollate e madida di sudore per essere quasi stata trafitta e notando
di
essere stata divisa dagli altri. Spaventata e terrorizzata che fossero
morti
iniziai ad urlare -Cassandra! Dorian!- No! No! NO!!! La vista mi si
appannò,
avevo le lacrime agli occhi. Udii tossire dall’altra parte
-Yen!!- rimbombò la
voce di Cassandra. Non ero mai stata tanto felice di sentirla.
-Cassandra!
State bene?- chiesi in ansia. -Sì, tu? Solo un po’
ammaccati. Alzati ragazzo o
vuoi stare lì tutto il giorno?- ero al settimo cielo -Sto
bene! Il passaggio è
bloccato!- forse era meglio così -Tornate indietro!-
Silenzio che sembrò durare
ore.
-Yen, vedi
di tornare se no come faccio a sopportare quegli idioti dei miei
colleghi?-
esclamò Dorian, stava cercando di nascondere con
l’ironia la mia condanna a
morte. Le Vie Profonde erano dei labirinti nel sottosuolo, se ci si
perdeva non
si faceva più ritorno. Un’altra scossa. Con
difficoltà mi tenni in piedi, le
lacrime iniziarono a scorrere sulle guance e mi imposi di avere la voce
ferma.
-Dorian,
farò il possibile! Cassandra, rifonda i Cercatori! So che ce
la farai! Ragazzo,
vedi di non farti ammazzare, se no Abelas noterà la tua
assenza!- urlai in
risposta cercando di tirargli sul morale. -Yen, stai attenta!- rispose
Cassandra. -Sì, Inquisitore! State attenta!- disse
l’elfo.
Sospirai
profondamente
e mi asciugai le lacrime. Cosa stai facendo Solas!? Mi voltai e
continuai a
camminare nell’oscurità, cercai più di
una volta di non rimanerci secca sotto
qualche altro masso, almeno volevo rivederlo dopo tutti questi anni.
Arrivai al
limitare di un’arcata di evidente costruzione elfica, ci
passai attraverso e mi
ritrovai su un ponte che si ricongiungeva ad una piazza circolare,
altri tre ponti
si collegavano al centro, da nord, est e ovest. A due
estremità dei grandi
specchi rotti, in una l'Eluvian era integro, ma chiuso, non rifletteva
nulla e nero come il vuoto che si estendeva sotto ai miei piedi.
Mi avvicinai
alla piazza notando dei solchi sempre circolari, il primo, il
più grande
esterno. All’interno un secondo identico al primo. Il terzo
solco presentava
sette buchi circolari. Due erano occupati da delle sfere, dei Focus
identici a
quello che avevo rotto e che era appartenuto a Solas. Brillavano di
un’energia
dorata dando in parte vita a quei solchi presenti nella pietra. Al
centro una
statua raffigurante uno scheletro di una donna che sembrava urlare, con
un’altra
figura umana aggrappata ad essa disperata. Qualcosa stava
stritolando quelle
due figure… una coda? Notai il Lyrium rosso crescere e
spaccare la pietra della
scultura. Ad un certo punto i cerchi dorati sul lastricato di pietra
presero
vita brillando ancora più intensamente, un’altra
scossa e le venature di Lyrium
retrocessero, bloccandosi nella loro avanzata.
-Quindi…
mi
hai trovato alla fine. Sospetto tu abbia delle domande-
Rialzai lo
sguardo da parte a me fissandolo scioccata. Vestito di nero, con
decorazioni
argentate che risaltavano, la pelliccia di lupo sulla spalla destra.
Abbozzava un
sorriso sul viso stanco e sofferente come la voce. Gli occhi non erano
illuminati dalla solita luce argentata, ma di un rosso rubino. Stava
venendo
corrotto. Continuai a fissarlo non sapendo cosa dire. Domande?
Negai con la
testa -No, vhenan. Non voglio risposte… non avrei comunque
qualcuno a cui
riferirle…- mormorai arrabbiata e angosciata
-Non volevo
che venissi qui… ma forse una parte di me, invece
sì… il ragazzo ha fatto il
suo dovere- disse con voce roca
Mi
scappò un
leggero sorriso -Sapevo che era stato troppo semplice…-
delle gocce di sudore
gli colarono sul viso e lo sguardo si illuminò, diventando
ancora più intenso
con la luce dorata che si rifletteva dal pavimento con altre scosse al
seguito.
-Lo stai
contrastando?-
Ridacchiò
-Allora
hai delle domande, cuore mio- mi si scaldò il cuore a
sentirmi chiamare
ancora una volta in quel modo affettivo. Quanto mi era mancato. I piedi
iniziarono a muoversi da soli e cercai nelle tasche un fazzoletto che
gli posai
sul viso asciugandolo. Mi fissò ipnotizzato -Forse non avrei
dovuto condurti
qui… mi distrai-
-Non
abbastanza dal fare le tue pazzie- replicai. Avrei dovuto essere ancora
arrabbiata,
ma quel sentimento era scomparso, volevo solo stargli vicino, anche se
per poco.
Non poteva finire bene, lo sapevamo entrambi.
Mi alzai
sulle punte e posai le mie labbra sulle sue calde e morbide. Le sue
mani mi passarono
sulla vita tirandomi verso di lui
e
posai le mie sul suo petto. Mi dischiuse le labbra approfondendo il
bacio,
continuai a seguire il movimento delle sua bocca e della sua lingua. Mi
era
mancato tutto di lui, il suo sapore, il suo calore, il suo profumo, la
sua
passione e questi piacevolissimi brividi di piacere che scesero lungo
la
schiena. Dovemmo riprendere fiato e lo abbracciai facendo scorrere le
mie mani
sulla sua schiena e posando la testa nell’incavo della sua
spalla, aderendo
completamente al suo corpo. Fremette stringendomi più forte
-Dopo tutto questo…-
gli posai due dita sulle labbra fermandolo -Sempre. Ar lath, ma vhenan.
Ora concentrati-
Sospirò
-Ir
abelas, non…- lo bloccai di nuovo coprendo la bocca con
tutta la mia mano
-Non ti
lascerò morire da solo. Ora stai zitto e concentrati, anche
se adoro la tua
voce, ma vorrei restare così il più a lungo
possibile- in risposta ricevetti un
bacio sul palmo, lo accarezzai sulla guancia per poi toglierla. Tante
cose da
dirsi, ma non c’era tempo. Almeno era tra le mie braccia
finalmente. Non lo
avrei più lasciato andare.
Io non so come
farò ad aspettare almeno altri 3 anni. Sentire la voce di
Solas con quell'intonazione mi ha spezzato un'altra volta il cuore.
Continuo a vedere quel minuto di video che mi fa morire dentro e di
conseguenza sono partiti vari film mentali, uno di questi è
quello che avete appena letto. Leggo e ho mille teorie che mi stanno
fondendo il cervello, ma come giocatrice. La mia Lavellan arrivati ad
un punto simile, non gliene fregherebbe più nulla, ma
sicuramente non lo lascerà morire da solo. Mi viene il
magone a pensare ad una prospettiva simile... Voi come state? Ci hanno
buttato una bomba...
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