Keeper (of Love)

di lelouch 25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0 ***
Capitolo 2: *** Beginning ***
Capitolo 3: *** Apparent calm ***
Capitolo 4: *** The pirate and Francis ***
Capitolo 5: *** Meeting and interrogation ***
Capitolo 6: *** Backs ***
Capitolo 7: *** Investigation ***
Capitolo 8: *** First time ***
Capitolo 9: *** Raid night ***
Capitolo 10: *** Past ***
Capitolo 11: *** Awakening and decision ***
Capitolo 12: *** Villain ***
Capitolo 13: *** Confession ***
Capitolo 14: *** Phase one ***
Capitolo 15: *** Phase two ***
Capitolo 16: *** Phase three ***
Capitolo 17: *** Final stage ***



Capitolo 1
*** 0 ***


Salve a tutti, ho voluto scrivere una storia dove le due Italia sembravano fighi :).
Per quanto riguarda l'ambietazione è volutamente vaga. Spero apprezzerete :) .
In questa fan Fiction nessun personaggio è stato maltrattato :).
quindi vi auguro buona lettura!
I capitoli verranno messi il giovedi e la domenica.

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Capitolo 2
*** Beginning ***


1-Beginning

In un’epoca non troppo lontana, in un regno del centro-nord, vi erano tre importanti famiglie che supportavano il potere del re: i Beilschmidt, guidati dai due fratelli Gilbert e Ludwig; i Fernandèz-Carriedo, guidati da Antonio e infine ma non meno importanti i Bonnefoy, guidati da Francis; ognuna di queste famiglie aveva per così dire un proprio campo di specializzazione. I membri dei Beilshmidt facevano quasi tutti parte dell’esercito, infatti sia Ludwig che Gilbert erano comandanti, i Fernandèz-Carriedo, si occupavano dei traffici commerciali, mentre i Bonnefoy, avevano il loro business negli intrattenimenti.
Queste tre famiglie oltre ad essere legate da rapporti politici ed economici erano anche legati da forti legami di amicizia, soprattutto Gilbert, Antonio e Francis; da bambini stavano sempre insieme e avevano provocato non pochi danni durante i loro giochi “ innocenti” a detta loro; Ludwig era stato sempre un bambino calmo e ubbidiente che stravedeva per suo fratello maggiore, ed era anche quello che faceva da buona coscienza per i suoi amici.
Una sera Francis invitò Gilbert e Antonio ad uscire con lui, Ludwig aveva declinato l’invito perché sapeva dove sarebbero finiti.
Mentre passeggiavano Francis disse con voce pungente di sarcasmo:
“ Antonio non hai portato il tuo innamorato?”,
Antonio rispose divertito:
“ se Lovino sapesse dove vado quando esco con voi, molto probabilmente mi ucciderebbe, ahahahah” ,
Gilbert si rivolse ad Antonio con sguardo curioso, poi parlò:
“ non ho ancora capito che tipo sia questo Lovino, poi vorrei sapere come ha fatto a mettere il guinzaglio ad un dongiovanni come te, kesese”;
Antonio rispose con occhi sognanti:
“ oh, il mio Lovino!, mh lui ha un pessimo carattere ma adoro il suo broncio e il suo modo indiretto di dare affetto. Il nostro è stato un incontro voluto dal destino.
Ero ubriaco e sono stato aggredito da dei balordi che volevano rapinarmi, quando ad un tratto è saltato fuori dal nulla Lovino che gli ha stesi, in quel momento ho avuto un colpo di fulmine e adesso viviamo insieme, pensate che cucina in modo superbo, pare che prima di vivere con me facesse il cuoco in un ristorante!”.
Gilbert e Francis si guardarono e non riuscirono a trattenere un ghigno, pensando la stessa cosa:
“ lo abbiamo perso, è proprio uno scemo senza speranza! Ahaha”.
Continuarono la loro passeggiata ed entrarono in un bar che
“ offriva compagnia ai clienti con servizi speciali”;
una volta dentro Gilbert disse:
“ si può sapere dove ci hai portato stavolta Francis?”,
il ragazzo sorrise furbo e rispose:
“ suvvia Gilbert, non fare il bacchettone, sei fuori servizio!”;
Gilbert scosse la testa rassegnato, poi il suo sguardo si posò su uno dei ragazzi.
Il ragazzo in questione aveva dei bellissimi capelli castani e gli occhi erano luminosi di gioia, sembrava molto simpatico, ma c’era qualcosa in lui che non convinceva Gilbert; Francis vide il comportamento dell’amico e disse: 
“ vedo che hai notato subito la stella indiscussa di questo posto!, il suo nome è Feliciano, pensa che lavora qui da neanche un mese!”. 
Ad un tratto Feliciano notò il trio e si avvicinò con un grande e dolce sorriso poi parlò rivolto a Francis:
“ve,  master, sono contento di vederla, queste due persone sono suoi ospiti?”, Francis annuì poi rispose:
“ Feli, voglio presentarti i miei due migliori amici, Antonio e Gilbert”.
Feliciano li salutò con un grande sorriso, ma Gilbert notò che per una frazione di secondo gli occhi del ragazzo erano diventati seri. Dopo averli salutati Feliciano si allontanò ed uscì sul retro, una volta controllato che non ci fosse nessuno disse:
“ Lovino, so che sei qui, fatti vedere”.
Dopo qualche minuto dal nulla apparve Lovino. Appena Feliciano lo vide corse subito ad abbracciare il suo fratellone che lo ricambiò con una stretta un pochino rude, ma Feliciano sapeva che quella era la sua massima espressione di affetto. Dopo che si furono separati dall’ abbraccio Feliciano parlò:
“ era da un po’ che non ti vedevo, come va la tua missione?”;
Lovino rispose:
“ bene, come richiesto dal re sto proteggendo Antonio, comunque questo non mi impedirà di prenderlo a calci quando torna a casa, quel bastardo!, non hai idea di quante persone vogliano fargli la pelle!”;
Feliciano sorrise, perché sapeva che nonostante quello che aveva detto suo fratello, a Lovino, Antonio piaceva davvero, ed era contento per lui, poi parlò:
“ io ho appena preso contatto con il maggiore dei Beilshmidt, ora devo trovare il modo di farmi invitare da loro, comunque Lovino, sai chi è destinato a proteggere Francis?”;
Lovino alzò un sopracciglio, poi disse:
“ fidati, nessuno sano di mente oserebbe mai mettere le mani su di lui se non vuole finire in pasto agli squali, Francis è l’amore di Arthur Kirkland, il corsaro più terribile dei sette mari”;
Feliciano rimase sconvolto dalla rivelazione, poi scoppiò a ridere, salutò il fratello dicendo: “ ora torno a lavoro, ci vediamo presto, Lovino”.
Una volta rientrato nel bar, Feliciano notò che Gilbert lo guardava con un’espressione diffidente, tra sé sorrise pensando che Gilbert era proprio come si diceva in giro ovvero una persona molto intelligente. Per tutta la sera sentì il suo sguardo pungente  puntato su di lui.
Francis ad un certo punto chiese a Gilbert:
“ si può sapere perché stai guardando così male Feli? Per caso ti sei innamorato? Ahahahah”,
Gilbert guardò Francis e rispose dicendo che c’era qualcosa in quel ragazzo che non lo convinceva, Francis, scoppiò a ridere e gli disse:
“ smettila di vedere il male ovunque”.
A fine serata erano rimasti solo loro tre come clienti, Feliciano si avvicinò e con il suo dolce sorriso disse:
“ ve,  Master, per oggi ho finito, le dispiace se mi unisco a voi ?”,
Francis sorrise e disse:
“ certo che no,  mon amour!”.
Il ragazzo sorrise e si unì al gruppo, dopo un po’ Gilbert, Francis e Feliciano si girarono dopo aver sentito un tonfo, e videro che Antonio era crollato ubriaco sul bancone, si guardarono e scoppiarono a ridere. A quel punto Francis disse:
“ forse è il caso di tornare a casa, chi accompagna lo scemo?”,
Gilbert alzò la mano, dicendo:
“ ci penso io, sono curioso di vedere il famoso Lovino, kesese”,
a quelle parole, Feliciano disse:
“ ve,  ti aiuto io!”.
Quella era la sua occasione. Francis applaudì e strizzò l’occhio, Gilbert affilò il suo sguardo.
Gilbert e Feliciano presero un braccio di Antonio  ciascuno e se lo passarono attorno al collo, sollevandolo. Lungo il tragitto parlarono poco, ad un tratto Gilbert disse:
“ allora, vuoi dirmi la verità?”,
Feliciano lo guardò con un dolce sorriso ma il suo sguardo era impassibile, non poteva sapere la verità, il loro lavoro doveva restare segreto questi erano gli ordini del re. Feliciano inscenò un tono di voce ingenuo e disse:
“ ve,  non capisco proprio cosa volete dire, io sono semplicemente Feliciano, il ragazzo che lavora in quel bar”,
Gilbert da quel semplice scambio di parole capì che non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco, lasciò quindi cadere l’argomento, tuttavia il suo intuito aveva capito che quel ragazzo nascondeva qualcosa, ma anche che non aveva intenzioni ostili.
Arrivarono a casa di Antonio suonarono il campanello e dopo qualche minuto Lovino aprì la porta, fingendo di non conoscere Feliciano, Gilbert notò la somiglianza tra i due ma non disse nulla, si limitò a dire:
“ sei tu, il famoso Lovino che ha fatto perdere la testa al nostro Antonio? , comunque te lo abbiamo riportato”,
Lovino aguzzò lo sguardo puntandolo su Antonio, poi senza preavviso diede un pugno sulla testa del suo innamorato urlandogli:
“ maledetto bastardo! Si può sapere dove sei andato e come hai fatto a ridurti ad una pezza sporca sul pavimento?!”.
A quelle imprecazioni Antonio si riprese e con un sorriso un po’ vacuo abbracciò Lovino il quale divenne rosso come un pomodoro, poi Antonio gli sussurrò:
“ Lovi! Sono tornato!”,
e si riaddormentò.
 Gilbert stava letteralmente morendo dalle risate, mentre Lovino aveva lo sguardo di uno che avrebbe potuto fare una strage, Feliciano invece rideva sotto i baffi, dopo qualche minuto Feliciano disse a Lovino:
“ bene, adesso si è fatto tardi, togliamo il disturbo”, Lovino annuì e rispose:
“ grazie per avermi riportato il bastardo”,
detto questo prese Antonio sotto braccio e rientrò in casa.
Una volta soli Feliciano guardò l’ora e rimase stupito o almeno quella era l’impressione, poi disse:
“ ve, sono già le 4 del mattino, direi che è il momento di andare a casa”, Gilbert lo guardò poi disse:
“ per stasera puoi dormire a casa mia, casa tua è troppo lontana per tornare a piedi da solo, ho saputo da Francis dove abiti”, Feliciano lo guardò sorridendo:
“ ve,  sei molto gentile, accetto volentieri la tua proposta”.
Detto questo si incamminarono verso casa Beilshmidt.
Una volta dentro casa, Ludwig andò in contro al fratello, poi notando l’ospite alzò un sopracciglio con fare interrogativo. Gilbert rispose dicendo:
 “ Lud, ti presento Feliciano, sarà nostro ospite per stasera”,
Ludwig annuì e strinse la mano tesa del ragazzo, non appena Feliciano vide il fratello minore una molla scattò dentro di lui, non aveva mai visto degli occhi di un azzurro così bello, erano talmente limpidi che ci si poteva specchiare, anche in Ludwig scattò qualcosa quando vide quello sguardo così caldo, e quel corpo così esile da fargli venire voglia di abbracciarlo e di proteggerlo. Gilbert notò lo sguardo di entrambi e sorrise sotto i baffi.  Dopo qualche minuto Feliciano fu accompagnato nella sua stanza da Gilbert, che gli disse:
“ oltre a lavorare in quel bar sai fare altro?”
Feliciano rispose:
“ si, sono bravo a cucinare e nelle faccende domestiche, ma non credo che a voi servano queste cose con tutte le domestiche che avete”,
Gilbert ridacchiò poi rispose:
“ questo è vero, ma ogni tanto vorrei mangiare delle pietanze diverse da quelle che mangiamo di solito, inoltre sarebbe divertente averti qui”.
Feliciano non capiva in che modo la cosa potesse essere divertente, comunque accettò, finalmente poteva iniziare la sua missione. 

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Capitolo 3
*** Apparent calm ***



2 Apparent calm
Era passata una settimana da quando Feliciano si era trasferito a casa Beilshmidt; il ragazzo grazie al suo buon carattere si era fatto subito ben volere dalle persone che lavoravano in quella casa, e lui le aiutava quando serviva loro una mano con qualsiasi cosa. Gilbirt gli diceva spesso che non c’era bisogno che lavorasse, ma Feliciano rispondeva che non gli andava di fare lo scroccone.
Gilbirt ogni volta che vedeva la reazione di Ludwig al saluto di Feliciano si rotolava dalle risate, infatti non appena il ragazzo salutava Ludwig con quei suoi dolci sorrisi, lui diventava rosso in viso e balbettando diceva:
“ s- salve a- anche a te Feliciano”,
poi scappava trovando una scusa su qualche lavoro da finire.
Per quanto riguardava Feliciano si divertiva un mondo a vedere le reazioni imbarazzate di quel ragazzone che era Ludwig, al contempo però non dimenticava la sua missione e ogni volta che i fratelli uscivano di casa li seguiva per proteggerli nell’ombra, fortunatamente per lui uscivano sempre insieme così poteva controllarli più facilmente. L’unica persona con cui Feliciano si rapportava più attentamente era Gilbert.
Un giorno Gilbert propose a Feliciano di accompagnare il fratello a fare una passeggiata per rilassarsi un po’ dopo tanto lavoro, Feliciano rispose:
“ ve,va bene, ma perché non lo accompagni tu? In fondo io e tuo fratello non interagiamo molto”,
Gilbert sghignazzò, poi rispose:
“ io oggi non posso ho una cosa da fare, potresti prendere questa occasione per conoscerlo meglio”,
Feliciano alzò un sopracciglio, aveva capito cosa aveva in mente Gilbert, però pensò che non era male conoscere meglio Ludwig.
Feliciano uscì dal portone e trovò Ludwig ad aspettarlo, gli fece uno dei suoi sorrisi e vide il ragazzone arrossire come una scolaretta, poi lo prese sottobraccio e lo trascinò con sé; Ludwig cercò senza troppo impegno di divincolare dalla presa del ragazzo ma non ci riuscì, perché in fondo non gli dispiaceva, solo che non era abituato a dolci manifestazioni di affetto. Camminarono per circa venti minuti, poi Feliciano vide una bella panchina all’ombra e trascinò con sé Ludwig; si sedettero alle due estremità e non dissero una parola. Feliciano notò che Ludwig lo guardava di nascosto, e questo lo fece sorridere, così decise di provocarlo un pochino, si alzò e si sedette su di lui abbracciandogli il collo possente, Ludwig era completamente nel panico, allora Feliciano prese le sue braccia e le guidò in modo tale che lo avvolgessero, rimase stupito dal senso di protezione che quelle braccia emanavano, era la prima volta che gli capitava di provare una sensazione simile e volle gustarsela quanto più possibile. Ludwig dal canto suo non sapeva come comportarsi, quindi si lasciò guidare dal ragazzo, gli piaceva la sensazione che dava stare a contatto con lui, ma non riusciva a spiegarsi il perché.
Ad un certo punto Feliciano si fece più attento, capì che qualcosa non andava, allora si liberò velocemente dalle braccia di Ludwig e se lo trascinò dietro alla velocità della luce, Ludwig perplesso disse:
“ c’è qualcosa che non va?”,
Feliciano sorrise e scosse la testa dicendo:
“ avevo solo voglia di riprendere a camminare”,
per il resto della passeggiata rimase coi sensi in allerta, cosa che non sfuggì a Ludwig.
Una volta rientrati, trovarono Gilbert che li attendeva con un sorriso furbo, Feliciano si diresse in camera mentre Ludwig fu afferrato dal fratello e portato in salotto, per farsi raccontare tutto.  Ludwig fu restio a raccontare la sua giornata, ma alla fine dovette cedere sotto le insistenze di Gilbert, quando raccontò il momento  in cui si erano abbracciati tossicchiò tutto imbarazzato, poi disse:
“ io quel ragazzo proprio non lo capisco”,
Gilbert, sghignazzò ma non disse nulla, poi vide il fratello diventare serio, alzò un sopracciglio, Ludwig disse:
“ mm, non so come spiegarlo ad un tratto Feliciano mi è sembrato un’altra persona, è diventato più serio e si vedeva che sorrideva per finta, mi sembrava all’erta per qualcosa, ma forse è stata solo la mia impressione”,
detto questo si alzò e si diresse in camera sua lasciando un pensieroso Gilbert seduto sulla poltrona.
Una volta in camera Feliciano divenne serio, si chiese di chi fosse quella presenza che aveva avvertito, di sicuro si trattava di qualcuno simile a loro, solo con intenzioni pericolose, decise che nei prossimi giorni non avrebbe tolto gli occhi di dosso dai suoi protetti.
Gilbert e Ludwig notarono che Feliciano sembrava stanco, questo perché il ragazzo vegliava su di loro anche di notte, così decisero di farlo distrarre, Gilbert disse: 
“ Feli! Oggi non mi scapperai ho una cosetta divertente da farti fare”,
Feliciano lo guardò con sguardo interrogativo e chiese spiegazioni ma non ottenne risposte da nessuno dei due Beilshmidt, che si limitarono a prenderlo per un braccio ciascuno e a portarlo con loro. Lo trascinarono nella loro sala degli allenamenti poi Gilbert prese due bastoni, e uno lo lanciò al ragazzo, poi disse:
“ oggi l’illustre sottoscritto ti farà da avversario perciò attacca come preferisci”.
Feliciano aveva capito due cose, la prima era che lo facevano per farlo distrarre, la seconda era che Gilbert lo voleva mettere alla prova, per cui decise di interpretare il ragazzo ingenuo e pasticcione, come primo atto mancò apposta la presa del bastone, poi con un sorriso arrossato dall’ imbarazzo lo raccolse da terra tenendolo con entrambe le mani, partì all’ attacco e inciampò sui suoi piedi finendo a terra, in un secondo Ludwig era al suo fianco chiedendogli se andasse tutto bene, Feliciano annuì poi posò il bastone e disse: 
“ sono proprio negato per queste cose”,
Gilbert dopo averlo visto cadere in quel modo buffo pensò di essersi sbagliato sul suo conto, tuttavia non voleva credere che il suo istinto potesse sbagliarsi. Poi vide il ragazzo che si era voltato di spalle e stava per andarsene, vide anche che la sua guardia si era fatta più bassa, decise allora di fare un piccolo esperimento, prese un bastone più piccolo che era modellato con la forma di un pugnale e lo lanciò, istintivamente Feliciano si girò e lo bloccò con le dita, poi fece finta di cadere e questo confuse ancora di più Gilbert che non capiva se il ragazzo avesse preso il bastone per bravura oppure per puro caso. Una volta da solo Feliciano si disse che doveva fare più attenzione da ora in poi.
Una settimana dopo durante una notte senza luna. Feliciano pattugliava furtivo la casa, quando percepì qualcosa di strano, si diresse immediatamente nelle stanze di Ludwig e Gilbert passando per l’esterno, quando vide fuori nella terrazza due loschi individui che cercavano di forzare le serrature delle finestre, si precipitò subito ad intercettarli, ma non aveva tenuto conto che i suoi protetti facevano sempre parte dell’esercito, perché percepirono l’attacco e contrattaccarono, Feliciano abbassò la sua maschera e rimase nell’ombra, Gilbert e Ludwig lottavano con la spada mentre i due sicari usavano una coppia di pugnali, i due fratelli non sembravano affatto in difficoltà, anzi sembrava che potessero farcela benissimo da soli, infatti ben presto ebbero la meglio e uccisero i sicari, poi mentre stavano tornando alle proprie stanze apparve alle loro spalle un terzo sicario che aveva celato la sua presenza fino a quel momento, il sicario stava per lanciare loro dei dardi avvelenati ma Feliciano lo intercettò per primo, uccidendolo con un pugnale da lancio che si conficcò nel petto dell’uomo che cadde al suolo con un tonfo, solo allora i fratelli Beilshmidt si accorsero di lui, e si chiesero chi li avesse salvati. Poi Feliciano tornò velocemente nella sua stanza si spogliò e si addormentò.
L’indomani Gilbert raccontò a tutti le sue gesta della notte prima gonfiandole parecchio, poi si rivolse a Feliciano:
“ peccato che ti sia perso tutto, avresti visto il magnifico sottoscritto all’opera”.
A quelle parole Ludwig alzò gli occhi al cielo, però tutti e tre si chiesero da  chi potevano essere stati assoldati quei killer.

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Capitolo 4
*** The pirate and Francis ***


 3 The pirate and Francis
 
Francis si era appena alzato dopo una notte movimentata; quel giorno si stava vestendo con maggiore cura perché si preparava ad accogliere il suo amore. Una volta pronto si recò al porto.
Ora c’è da sapere una cosa riguardo l’innamorato di Francis, non era un uomo qualunque, al contrario era un famoso corsaro, per fortuna era alle dipendenze del re, perché averlo per nemico nella maggior parte dei casi significava vedersi portare via il bottino e ritrovarsi a galleggiare su una zattera improvvisata, il nome del suo bellissimo vascello era “Queen of sea”, un nome che gli altri corsari avevano imparato a temere; e il nome del suo capitano era Arthur Kirkland. 
Quando Arthur scese dalla nave con la sua ciurma trovò un Francis elegantissimo ad attenderlo, alzò un sopracciglio e disse:
“ si può sapere dove credi di andare vestito come un divo in pieno giorno, razza di rana improfumata?”,
Francis gli fece un sorriso ammiccante poi rispose:
“ naturalmente mon chèri sono venuto per accogliere te, non penserai che dopo mesi che non ci vediamo mi sarei fatto trovare vestito in maniera sciatta”,
Arthur alzò gli occhi al cielo, poi Francis si avvicinò e diede un bacio appassionato al suo amore, Arthur rimase troppo stupito per rispondere, ma appena si riprese, lo allontanò con una spinta e i suoi uomini si sistemarono per gustarsi la scena che stava arrivando, Arthur urlò:
“ si può sapere che diavolo fai stupida piovra maniaca!? Fare una cosa del genere davanti a tutti! Ma ti sei bevuto il cervello? Ah stare con te mi stanca più che dare la caccia a 500 pirati”,
Francis sorrise e gli fece l’occhiolino, perché sapeva che Arthur era un pochino frigido, e adorava vederlo arrabbiato e imbarazzato, poi lo prese per mano e parlò al suo vice:
“ non vi dispiace se il vostro capitano vi lascia prima vero?”,
il suo vice annuì poi rispose:
“ signor Francis prenditi buona cura di lui”,
Francis annuì, poi all’orecchio di Arthur disse:
“ preparati mio frigido capitano a scoprire le gioie dell’amore con il sottoscritto, sono sicuro che ti piacerà!”.
Arthur arrossì e provò a liberarsi, ma Francis lo teneva stretto.
Una volta in camera Francis lo sbattè sul letto e iniziò a baciarlo lentamente mentre lo spogliava con mani abili e veloci, Arthur provò a spingerlo via, ma lo fece con poca convinzione, perché in realtà sentiva un piacere assurdo ogni volta che Francis lo toccava, ad un certo punto prese per la camicia Francis e lo attirò a sé baciandolo con forza, Francis sorrise.  Una volta nudi, Francis, riprese a baciarlo stavolta con più foga, partì dalle labbra, le sfiorò prima delicatamente con la lingua, le mordicchiò e infine fece unire la sua lingua a quella di Arthur, mentre intanto lo toccava nelle sue parti più sensibili, continuò finché non senti i gemiti di Arthur e capì che era pronto per accoglierlo. Scivolò lentamente in lui e andarono avanti per tutto il pomeriggio, alla fine si addormentarono esausti.
Quando si svegliarono era quasi ora di cena, appena Arthur si accorse che lo stava ancora abbracciando si sbrigò ad allontanarlo con un bello spintone, Francis ridacchiò e si accorse di avere nelle spalle i segni delle unghie di Arthur, quando gli chiese se gli fosse piaciuto si sentì rispondere con un:
“ fottiti Francis!, preferirei la morte che rispondere alle tue sciocche domande!”, detto questo iniziò a rivestirsi.
L’indomani Arthur andò dal re per fare rapporto, e incontrò i fratelli Vargas, lui sapeva della loro missione e sapeva anche chi erano, gli piaceva tenersi informato, in modo da essere sempre pronto, li fermò con un cenno della mano poi parlò:
“ Lovino, Feliciano, come vanno le cose?”,
i Vargas lo guardarono, poi Feliciano parlò:
“ Signor Kirkland, c’è qualcosa che dovrebbe sapere, ultimamente qualcuno ha preso di mira le tre famiglie che sostengono il re, abbiamo già respinto gli attacchi destinati ai Fernandez-Carriedo e ai Beilshmidt, il prossimo potrebbe essere diretto al suo fidanzato stia attento”,
Arthur, annuì poi tornò a casa.
Una volta a casa afferrò Francis per il bavero della giacca e gli disse infuriato:
“ non hai niente da dirmi?, tipo riguardo gli assalti che hanno subito quegli idioti dei tuoi amici!, e che il prossimo potresti essere tu?”,
Francis, sorrise, poi rispose:
“ lo avrei fatto, ma non volevo rovinare il tuo ritorno a casa dopo mesi di assenza”, Arthur lo guardò allibito, poi disse:
“ sei proprio una rana idiota, ho deciso resterò finchè questa faccenda non si sarà sistemata, non mi fido a lasciarti solo”.
Una sera uscirono a bere Francis con Arthur, Ludwig con Gilbert e Feliciano e Antonio con Lovino; quando Arthur vide Antonio cominciò a punzecchiarlo, questo perché in passato Antonio era stato un corsaro del re e rivale di Arthur, mentre tutti ridevano e bevevano.
Una volta a casa, successe ciò che i fratelli Vargas avevano predetto, ovvero un attacco diretto a Francis, fortunatamente Arthur reggeva l’alcol in modo impressionante e difficilmente si ubriacava, infatti dei sicari li attaccarono convinti di potercela fare  contro due ubriachi, ma fallirono perché Arthur estrasse la pistola e riuscì ad uccidere i primi due, il terzo riuscì a schivare il colpo, a quel punto Arthur estrasse un coltello e colpì il sicario al petto.
Arthur si avvicinò al terzo sicario, anche se colpito al petto non aveva preso organi vitali, perciò lo legò e gli fasciò il petto, poi mandò un messaggio ai fratelli Vargas, che lo aiutarono a disfarsi dei due sicari morti e presero in consegna il prigioniero, con la promessa che avrebbero fatto partecipare anche lui all’interrogatorio.

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Capitolo 5
*** Meeting and interrogation ***



Meeting and interrogation
 
La sera successiva, Lovino, Feliciano e Arthur  trovarono una scusa per uscire di casa, tuttavia i loro protetti non erano stupidi, intuivano che c’era qualcosa sotto, ma non dissero nulla. 
I tre si erano dati appuntamento nella piazza principale, poi i due fratelli avevano guidato Arthur verso la loro residenza. Arthur aveva sempre cercato di scoprire il covo dei Vargas, ma aveva sempre fallito, quindi era curioso, naturalmente i due fratelli non erano stupidi, perciò gli avevano chiesto se potevano bendarlo, Arthur capì che se non avesse accettato non lo avrebbero portato con loro, quindi si fece bendare.
Una volta arrivati i fratelli tolsero la benda e guidarono l’ospite verso un salone arredato in maniera sobria ma elegante, infatti il salone aveva una grande vetrata da cui si vedeva un giardino curato, il pavimento era in legno chiaro e le pareti bianche, in una parete c’era un bel camino e nella stanza c’erano un divano e due poltrone in pelle bianca, al centro c’era un basso tavolino in legno chiaro e sopra il camino regnava un grande specchio. Arthur notò che tutti i servitori in quella casa assomigliavano ai due Vargas, Feliciano intuendo i pensieri di Arthur disse:
“ nella nostra casa non è ammesso nessun estraneo, tutte le persone che vedi sono Vargas, lo facciamo per impedire la fuga d’informazioni sul nostro conto, come ben sai noi vegliamo dall’ ombra il paese e il sovrano che lo governa, tu sei il primo estraneo che mette piede in questa casa”,
Arthur sorrise beffardo, poi disse:
“ quindi dovrei sentirmi onorato del fatto che mi abbiate permesso di venire qui?, comunque come mai avete accettato la mia richiesta così facilmente, visto che non avete mai fatto venire nessuno qui?”,
a quel punto Lovino fece un verso stizzito poi rispose:
“ non tirartela troppo pirata da strapazzo, l’unico motivo che ci ha spinto a farti venire qui è solo perché siamo sulla stessa barca, siccome sei uno intelligente con una rete informativa pari alla nostra vogliamo la tua collaborazione per scoprire chi sta architettando tutto questo, quindi quest’interrogatorio prendilo come il segno delle nostre buone intenzioni riguardo ad una nostra collaborazione”,
Arthur annuì.
I Vargas lo guidarono nei sotterranei della casa che erano un vero labirinto, poi finalmente imboccarono un ultimo corridoio che li portò alle prigioni. Una volta lì Arthur vide il sicario incatenato senza la minima possibilità di muoversi, aveva anche una specie di morso in bocca, per evitare che potesse uccidersi mordendosi la lingua; l’uomo li guardò con sguardo impassibile. Feliciano aprì la prigione e tolse all’ uomo il morso, poi chiese in maniera gentile ma fredda:
“ vorresti dirmi chi sta organizzando tutto questo e perché?, se lo fai avrai salva la vita”,
l’uomo lo guardò con sommo disgusto poi parlò:
“ non dirò proprio nulla a dei traditori del lato oscuro come voi!”,
detto questo sputò a terra. Arthur inarcò un sopracciglio aspettando una risposta, che però non arrivò.
Il sicario notò quella risposta mancata e sorrise in maniera fredda poi parlò:
“ davvero non sa nulla!?, allora te lo dirò io! I Vargas in origine erano i killer più temuti, non si facevano nessuno scrupolo ad accettare tutti i tipi di incarico che gli venivano presentati, poi con il loro predecessore, fecero un patto con la corona, nessuno sa il perché”.
Feliciano e Lovino persero la loro compostezza e intimarono al prigioniero di fare silenzio, l’uomo continuò a sorridere. Arthur guardò i due fratelli poi parlò:
“ a me non importa niente su chi eravate, quello che conta è chi siete adesso, inoltre se le vostre abilità adesso sono dalla parte della corona e del popolo tanto meglio”,
Feliciano mostrò un sorriso dolcissimo ad Arthur, il quale imbarazzato si grattò la testa.
Dopo qualche minuto Lovino parlò con un tono di voce freddo e duro come la roccia:
“ se non vuoi parlare maledetto bastardo, useremo le maniere forti, alla fine canterai come un canarino”,
il sicario per la prima volta ebbe paura, aveva sentito dire della crudeltà dei Vargas, soprattutto di Lovino; Arthur guardò il maggiore dei Vargas con sguardo interessato. Voleva vedere se i metodi di quel ragazzo erano più crudeli dei suoi.
A quel punto entrambi i fratelli slegarono il prigioniero e lo portarono in una stanza più adatta per quello che avevano in mente; legarono l’uomo per i polsi poi tirarono la corda in modo tale che i suoi piedi non toccassero terra, poi Lovino prese una frusta mentre Feliciano un coltello con una lama molto sottile, prima di iniziare Feliciano si rivolse al sicario dicendogli:
“ è la tua ultima occasione”,
l’uomo ringhiò, a quel punto Arthur notò che lo sguardo dei fratelli si fece freddo e inespressivo come il ghiaccio, stavano per mostrare la loro natura nascosta, ad Arthur venne un brivido lungo la schiena.
A quel punto Lovino cominciò a colpire la schiena dell’uomo con la frusta senza un briciolo di pietà, contemporaneamente suo fratello cominciava a creare tante piccole ferite sul torace, le ferite anche se piccole erano abbastanza profonde, non si fermarono per quanto l’uomo potesse urlare di dolore, Arthur si rese conto che l’uomo stava affrontando una triplice tortura, da un lato Lovino che gli sfregiava la schiena, dall’altro Feliciano e per finire il modo in cui era legato che non gli permetteva di respirare bene, tra sé Arthur pensò che non avrebbe mai voluto avere i Vargas come avversari; l’uomo svenne tantissime volte e ogni volta veniva fatto rinvenire con una secchiata di acqua fredda mischiata col sale che gli bruciava le ferite; alla fine con voce flebile parlò e raccontò tutto quello che sapeva.
Alla fine Feliciano sorrise in modo dolce all’uomo poi disse:
“ vedi non era così difficile, se lo avessi fatto prima ti saresti risparmiato tanta sofferenza”,
a quel punto con il coltello che aveva in mano gli trafisse il cuore, poi come se niente fosse disse a Lovino di chiamare qualcuno per pulire la stanza.
Una volta tornati nel salone, Lovino disse:
“ finalmente abbiamo qualche informazione, Feliciano domani recati da sua maestà e riferiscigli quanto abbiamo scoperto, Arthur possiamo contare su di te e la tua rete informativa?”,
Arthur annuì.
Una volta a casa di Francis, Arthur decise che aveva bisogno di un bel bicchiere di rum per riprendersi da ciò che aveva visto, era abituato alla tortura, ma non aveva mai raggiunto tali livelli, riuscire a torturare una persona per quasi mezza giornata riuscendo a tenerla viva. 

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Capitolo 6
*** Backs ***


Backs
Quando l’indomani Feliciano tornò a casa, fu accolto da un Ludwig ancora in pigiama, che gli augurò il buongiorno, il ragazzo sorrise, poi disse:
“ credo che andrò a dormire, ho un sonno”,
detto questo si ritirò in camera sua.  Dopo qualche minuto apparve Gilbert che augurò il buongiorno al fratello e chiedendogli se Feliciano fosse tornato, vedendo il cenno d’assenso di Ludwig disse:
“ chissà dove sarà stato?”,
poi i due fratelli andarono a fare colazione mentre Feliciano si spogliava e si metteva a letto.
Una volta tornato a casa Lovino andò in camera sua, anche se erano fidanzati si rifiutava di dormire con Antonio, perché il suo amore non gli avrebbe permesso di dormire tranquillamente. Antonio sentì la porta della stanza di Lovino chiudersi e si riaddormentò sereno, si era sentito solo senza il suo Lovino.
Verso ora di cena Ludwig e Gilbert si diressero verso la stanza di Feliciano per dirgli che la cena era pronta, bussarono ma non ottennero risposta, così decisero di entrare, ciò che videro fu un ragazzo tutto nudo che dormiva a pancia in su, Ludwig arrossì e tentò di coprirlo con il lenzuolo, Gilbert invece sghignazzava, vedendo la reazione del fratello, ad un tratto Feliciano si rigirò mettendosi a pancia sotto, i due fratelli quando videro la sua schiena rimasero sconcertati. Sulla schiena del ragazzo videro un marchio fatto a fuoco abbastanza grande situato proprio al centro della schiena che rappresentava quello che doveva essere una specie di blasone che raffigurava un pugnale avvolto tra i tralci di una rosa. Ludwig e Gilbert si guardarono ed entrambi si chiesero cosa potesse significare quel marchio, non lo avevano mai visto, ma di sicuro sapevano che per il ragazzo doveva essere stato una cosa molto dolorosa.  Poi Ludwig decise di svegliare il ragazzo, sfiorandogli una guancia, il ragazzo sentendo quel tocco estraneo si svegliò di colpo e prendendo un coltello da sotto il cuscino lo puntò al collo di Ludwig che restò perfettamente fermo. Quando il ragazzo si rese conto di quello che stava facendo si affrettò a togliere il coltello dalla gola di Ludwig e poi prese a scusarsi con le lacrime agli occhi,  si vestì e seguì i fratelli in sala da pranzo.
Quando Lovino si svegliò trovò Antonio nel suo letto che lo abbracciava, accorgendosi di essere ancora nudo cercò di sgusciare via dall’abbraccio di Antonio, ma non ci riuscì. Nonostante cercasse di liberarsi dalla sua presa Antonio notò che Lovino in quella situazione come in altre non gli aveva mai permesso di vedergli la schiena, incuriosito, girò il ragazzo e vide quel marchio, Lovino rimase di sasso, perché nessuno doveva vedere quel marchio, delle lacrime iniziarono a scendergli, Antonio vedendolo piangere si scusò e lo baciò con dolcezza, abbracciandolo stretto a sé, poi dolcemente gli disse:
“ Amore… mi dispiace non volevo farti piangere, non mi importa nulla di quel marchio, se non vuoi parlarne non ti obbligherò a farlo”;
Lovino con ancora gli occhi rossi per il pianto gli disse:
“ bastardo! Non sto piangendo ! e comunque non è affar tuo!”.
A tavola Feliciano non disse una parola nonostante i tentativi di Gilbert di vivacizzare la conversazione, dopo qualche minuto il ragazzo si alzò dicendo di non sentirsi bene e tornò in camera. Una volta solo si mise le mani in faccia e crollò sul pavimento tristemente, aveva quasi ucciso Ludwig e sicuramente i due fratelli avevano visto il marchio che era impresso a fuoco sulla sua schiena e su quella di Lovino.
I fratelli Beilshmidt si guardarono perplessi poi Gilbert disse al fratello:
“ Lud, tu cosa pensi di Feliciano?”,
Ludwig ci pensò un attimo poi rispose:
“ fino a poco tempo fa pensavo fosse un normale ragazzo, ma poi vedendo alcune sue reazioni mi sono accorto che non è cosi’… l’unica cosa di cui sono certo è che non è ostile nei nostri confronti”,
Gilbert annuì, poi disse:
“ comunque resta un ragazzo misterioso, direi che è il caso d’indagare un po’ su di lui, ultimamente stanno accadendo cose strane, inoltre penso che dovremmo indagare anche su Lovino, non ti sembra sospetto il fatto che sia lui che Feliciano siano comparsi nelle nostre vite nello stesso periodo?, inoltre quando lo vidi notai che somigliava troppo a Feliciano”,
Ludwig annuì, poi entrambi i fratelli andarono a letto.

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Capitolo 7
*** Investigation ***


Investigation
 
Feliciano sapeva che Gilbert voleva conoscere la verità, soprattutto dopo ciò che era successo la sera prima, perciò decise di contattare suo fratello, chiedendogli di vedersi.
Quando Lovino vide un corvo dei Vargas con un messaggio legato alla zampa tese il braccio per far atterrare l’uccello, poi prese il messaggio, lo lesse e in fretta scrisse una risposta.
I due fratelli si incontrarono in una piazzetta deserta poco prima dell’alba per non destare sospetti nei loro protetti, dopo qualche minuto di silenzio Lovino parlò:
“ allora cosa devi dirmi di così urgente Feli?”;
il ragazzo spiegò al fratello quanto era successo, poi disse:
“ che facciamo?”,
Lovino ci pensò poi disse:
“ direi che la cosa più sicura è eliminare tutte le prove scritte custodite nella biblioteca reale e portarle a casa nostra”.
Nei giorni seguenti Feliciano vide Gilbert e Ludwig rovistare nella loro enorme biblioteca alla ricerca della famiglia Vargas oppure del simbolo che avevano visto sulla schiena del ragazzo.
Ludwig e Gilbert cercarono da cima a fondo nella loro biblioteca, ma alla fine dovettero arrendersi all’ evidenza di non trovare nulla, dopo qualche minuto di silenzio Ludwig disse:
“ se provassimo a cercare nella biblioteca di Antonio?, forse essendo lui un mercante potrebbe avere più materiale, oppure potremmo chiedere ad Arthur, quello sa sempre tutto di tutti”,
Gilbert annuì, poi con la sua voce entusiasta disse:
“ sei proprio il fratello del magnifico sottoscritto, domani andremo da Antonio, così ti faccio vedere Lovino”.
L’indomani i due fratelli andarono da Antonio, e Gilbert spiegò ad Antonio tutto ciò che era successo e anche i suoi sospetti sui Vargas, Antonio guardò l’amico poi disse:
“ Gil, anche io ho visto il simbolo che mi hai descritto sulla schiena di Lovino, tuttavia siccome lo amo e mi fido di lui non mi unirò a te nella ricerca, aspetterò che sia lui a volermene parlare, tuttavia se vuoi cercare nella mia biblioteca sei liberissimo di farlo”,
detto questo accompagnò i due fratelli alla sua libreria; nel frattempo Lovino che aveva ascoltato tutto si era commosso a sentire le parole del suo bastardo.
Passò quasi un mese e ancora nessun progresso da parte dei fratelli Beilshmidt, ormai avevano rovistato in tutta la libreria di Antonio; Feliciano cominciava a sentirsi solo, anche se li seguiva sempre di nascosto.
Quando Gilbert e Ludwig tornarono a casa sentirono un odore buonissimo venire dalla cucina, si affacciarono e videro un Feliciano intento a preparare leccornie, era la prima volta che cucinava, ad un tratto il ragazzo si voltò e vide i suoi protetti, quel giorno aveva chiesto al fratello se poteva sorvegliarli sulla strada del ritorno, dopo poco parlò:
“ stasera ceneremo tutti insieme, ve, mi sto sentendo solo!”.
A quelle parole i due fratelli annuirono imbarazzati, infatti per colpa della loro ricerca non avevamo passato molto tempo col ragazzo.
Una volta a tavola mangiarono fino a scoppiare, non avevamo mai assaggiato dei piatti così saporiti.  Dopo cena Gilbert, con una scusa lasciò il fratello e Feliciano da soli.
Una volta soli Feliciano con sguardo malizioso disse:
“ chiudi gli occhi devo darti la mia punizione per avermi lasciato solo…”,
Ludwig vedendo quello sguardo così caldo arrossì, ma da bravo soldato obbedì. Quando gli riaprì vide il ragazzo seduto a cavalcioni su di lui e il suo viso farsi sempre più vicino, stava per chiedergli cosa stesse facendo, ma Feliciano non gli diede il tempo di dire niente che gli diede un piccolo bacio a stampo sulle labbra, sussurrandogli:
“ mi piaci tanto”,
Ludwig rimase imbambolato e rosso come un peperone, poi Feliciano si alzò lasciandolo solo. Ludwig ancora rosso si diresse in camera ma  nel corridoio incontrò il fratello che di nascosto aveva assistito a tutta la scena e ora sogghignava come non mai. Ludwig decise di ignorarlo e andò a dormire, nel letto si posò le dita sulle labbra, poi come riprendendosi decise di dormire.
L’indomani dopo pranzo quando suonò il campanello, Feliciano andò ad aprire e sulla soglia vide Arthur, lo fece accomodare in salotto, quando arrivò Gilbert, lasciò la stanza perché gli aveva detto di  avere degli affari privati da sbrigare col corsaro. Siccome la cosa non lo convinceva decise di spiarli dal soffitto, quando sentì  Gilbert chiedere ad Arthur se sapesse qualcosa sui Vargas o su quel simbolo, mentalmente si fece i complimenti, il corsaro era l’unico oltre il re a sapere quello che erano.
Arthur sapeva che non gli conveniva vuotare il sacco, aveva il presentimento di essere osservato e non aveva dubbi su chi potesse essere, così disse a Gilbert:
“ non so nulla di questi Vargas, e non so niente neanche di quel marchio”,
detto questo salutò il padrone di casa e si diresse verso l’uscita con la scusa di avere affari urgenti da sbrigare. Gilbert capì immediatamente che era una scusa, come intuì che in realtà Arthur sapesse.

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Capitolo 8
*** First time ***


 First time

 
Romano dopo aver ascoltato le parole di Antonio, si commosse, mai nella sua vita aveva trovato qualcuno che lo rendesse così felice.
Una sera Antonio tornando a casa dopo il lavoro, entrò in camera da letto e per poco non gli venne un infarto; vide Lovino sdraiato in maniera sexy sul letto, con indosso solo delle mutande nere, la stanza era rischiarata dalla luce soffusa delle candele che creavano un’atmosfera romantica, Antonio deglutì, finalmente il momento era giunto, con voce esitante disse:
“ sei sicuro, Lovino? Una volta che avrò iniziato, non mi fermerò…”,
il ragazzo gli sorrise in maniera provocante poi disse:
“ sono pronto… bastardo!”.
A quel punto Antonio si spogliò alla velocità della luce , una volta in mutande cominciò a baciare dolcemente il suo amore, lo baciò sulla fronte, sulle labbra, sul collo, si fermò un momento solo quando sentì un piccolo gemito di piacere uscire dalle labbra di Lovino, sorridendo continuò a baciarlo di nuovo sulle labbra, solo che stavolta inserì anche la sua lingua, che danzò con quella del suo amore, poi mentre lo baciava portò le sue mani sul petto sottile del ragazzo e cominciò a giocherellare con i suoi capezzoli, Lovino faticava a trattenere i gemiti, poi Antonio scese nella zona del basso ventre e cominciò a dare amorevoli attenzioni al “piccolo Lovino”, sfiorandolo prima con le mani e poi con la bocca, intanto con le dita lo preparava, ormai Lovino era al limite, perciò disse:
“ muoviti bastardo! Non c’è la faccio più ad aspettare!”,
Antonio sorrise, poi disse:
“ ogni tua parola è un ordine, mi amor!;
detto questo entrò dentro di lui con un’unica spinta, rimase fermo per un poco, il tempo di far abituare il ragazzo all’intrusione poi iniziò a muoversi, prima lentamente poi sempre più veloce, Lovino stava impazzendo di piacere tanto che inconsciamente allacciò le gambe ai fianchi del suo partner, alla fine entrambi giunsero alla frutta, una volta che Antonio uscì dal ragazzo entrambi crollarono sul letto esausti, aspettando di calmare il battito del loro cuore, poi Antonio lo abbracciò  ed entrambi si addormentarono.
Dopo un po’ si svegliarono, Lovino provò a liberarsi con tutte le sue forze, ma non ci riuscì Antonio lo teneva troppo stretto, perciò con tono irritato disse:  
“ bastardo ti decidi a lasciarmi!”,
Antonio per tutta risposta gli fece un sorriso malizioso poi disse:
“ che fine ha fatto il dolce e remissivo Lovinito di poco fa?”,
Lovino gli assestò una gomitata, mentre Antonio rideva, poi divenne serio e gli disse:
“ Lovi, come mai hai deciso proprio adesso di fare l’amore con me?”, Lovino arrossì poi gli disse:
“ perché adesso so che tu mi ami e mi rispetti, inoltre da oggi possiamo dormire insieme, ma non montarti la testa, possiamo farlo solo perché sei già a conoscenza del mio marchio! Capito bastardo!”, Antonio per risposta lo attirò di nuovo a sé e lo baciò sulle labbra, mentre Lovino arrossiva.

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Capitolo 9
*** Raid night ***


Raid night
 
Passarono due mesi.
Un giorno Arthur mandò un messaggio urgente ai Vargas, chiedendogli di incontrarsi il prima possibile. Si videro in un piccolo pub dall’aria malconcia. Senza preamboli Arthur parlò in tono serio:
“ ho delle novità, ho saputo che dei sicari saranno inviati alla riunione mensile dei nostri scemi, purtroppo non so il numero preciso, perché chi mi ha dato l’informazione è sparito misteriosamente, ora sono sicuro che il capo di questi sicari sia una persona potente che ha una rete informativa come la nostra, che si fa?”.
Lovino dopo qualche minuto di silenzio parlò:
“ allora Arthur tu andrai con loro, se possibile convinci Francis a portarsi qualche arma, io e Feli resteremo nascosti e aspetteremo nell’ombra, né Antonio né i fratelli Beilshmidt devono vederci, useremo le nostre tenute e porteremo le armi di tutti, è l’opzione migliore che abbiamo.”,
Arthur annuì.
Arrivò il giorno della riunione che si teneva in una grande stanza all’interno di una proprietà che le tre famiglie avevano comprato insieme; parlarono di affari per quasi tutto il pomeriggio, mentre Arthur aspettava fuori dalla porta cercando di individuare i Vargas, ma senza riuscirci. Quando finirono era pomeriggio inoltrato, così si diressero nelle loro stanze per rilassarsi un po’ e prepararsi per la cena.
Intanto i Vargas si erano vestiti con le loro divise nere che comprendevano un piccolo pettorale e le maschere per proteggere le loro identità, poi avevano un grosso sacco con le armi per Antonio, Ludwig e Gilbert, e controllavano meticolosamente tutte le entrate e le uscite.
Arrivò l’ora di cena, Antonio, Arthur, Francis, Ludwig e Gilbert erano scesi a cenare.
Nel frattempo sul  tetto della villa i Vargas vegliavano, ad un tratto percepirono numerose presenze ostili, Lovino e Feliciano si recarono subito verso il salone per difendere al meglio le vite dei loro protetti, intercettarli fuori col buio era impensabile, avrebbero solo sprecato energie inutili. Appena raggiunsero il salone entrarono sbarrando la porta, la loro improvvisa entrata fece allertare i ragazzi ad eccezione di Arthur che subito disse:
“ state tranquilli sono alleati”,
Feliciano si affrettò a dare loro le armi: Ludwig ricevette la sua pistola e una bella scorta di bossoli, Gilbert ricevette la sua spada, Antonio ricevette la sua ascia a manico lungo, mentre Francis estrasse il suo fioretto e Arthur la sua pistola, poi Lovino da dietro la maschera disse:
“ allora signori state per subire un pesante attacco da un numero imprecisato di sicari, cercate di non morire!”.
Lovino e Feliciano si misero in prima linea, seguiti subito dopo da Antonio e Gilbert mentre Arthur e Ludwig si misero in fondo per sparare meglio. Poi arrivarono i sicari che ruppero la porta, portavano divise tutte diverse questo voleva dire che provenivano da sette diverse erano all’incirca una ventina tutti armati diversamente, poi iniziò l’attacco.
Lovino e Feliciano attaccarono per primi, estrassero i loro pugnali e subito abbatterono quattro sicari che si erano fermati per attaccarli, furono due saette, intanto Arthur e Ludwig sparavano venendo protetti da Gilbert e Antonio, i quali ghignavano feroci, A Lovino venne un brivido freddo vedendo una simile espressione sul suo bastardo, poi i sicari si organizzarono, quelli bravi nelle arti marziali circondarono Lovino e Feliciano, che furono circondati da cinque sicari, gli altri si diressero verso i protetti dei due fratelli, Lovino bestemmiò. Francis nel frattempo era stato spinto in un angolo lontano dagli altri all’inizio del raid e stava combattendo contro due avversari che non gli davano tregua, Feliciano se ne accorse e lanciando uno dei suoi pugnali riuscì ad abbattere uno dei due sicari, Francis lo ringraziò mandandogli un bacio mentre Arthur si schiaffava una mano in faccia, i sicari che avevano circondato Lovino e Feliciano non lasciavano aperture i due ragazzi attaccavano ma non riuscivano a colpirli, potevano solo schivare, ad un tratto Feliciano ebbe un’ idea che comunicò velocemente al fratello, decidendo di metterla in atto. Intanto Francis era riuscito ad uccidere il suo nemico e si era ricongiunto con gli altri aiutando Antonio e Gilbert a proteggere quelli che sparavano, ormai avevano fatto fuori buona parte dei nemici, Ludwig e Arthur avevano una mira infallibile, gli altri tre stavano facendo un ottimo lavoro nell’intercettare gli attacchi e nel neutralizzarli. Lovino estrasse una catena con la quale bloccò i movimenti di uno dei sicari e attirò su di sé gli attacchi degli altri usando il suo prigioniero come uno scudo , nel frattempo Felicino fece un salto altissimo e colpì i sicari alla gola contemporaneamente con i suoi coltelli da lancio, poi si unirono agli altri e fecero fuori gli ultimi nemici rimasti;  la stanza era ormai piena di sangue e cadaveri, anche loro comunque non ne erano usciti indenni; Antonio aveva una ferita alla spalla tanto che faceva fatica a tenere la sua enorme ascia, Francis aveva vari tagli sui vestiti e alcuni sul viso, Gilbert aveva un lungo taglio sul braccio, Arthur aveva una gamba sanguinante, Ludwig era stato colpito in testa e il sangue non gli faceva vedere bene da un occhio, gli unici che non avevano ferite erano Lovino e Feliciano, che subito si misero a curare i feriti mentre questi si sedevano a terra esausti.
Mentre li curavano Gilbert disse:
“ stavolta ci sono andati giù pesanti, meno male che siamo stati avvertiti, perciò grazie ehm… tizi con delle maschere inquietanti sul volto?”,
Feliciano a quelle parole rise, Gilbert non cambiava mai, mentre Lovino sbuffò.
Dopo che tutti furono curati si riposarono prima di tornare nelle proprie case, si sentivano esausti. Lovino e Feliciano intanto controllavano i sicari morti per vedere se lo erano davvero, poi si sedettero lontano dagli altri per fare il punto della situazione, ormai l’atmosfera si era rilassata.
Ad un tratto dal soffitto spuntarono due sicari che spararono con due pistole a testa, siccome gli altri erano fuori guardia non sarebbero riusciti a schivare il colpo, subito i due fratelli si gettarono sui loro protetti facendoli sdraiare e lanciando a loro volta i loro pugnali uccidendoli, quando il pericolò passò Ludwig e Antonio si accorsero che i due si erano presi i proiettili al loro posto. Feliciano fu colpito ad una spalla e allo stomaco, mentre Lovino ad una gamba e alla schiena, entrambi i ragazzi si accasciarono svenuti nel loro sangue; Arthur e Gilbert furono i primi a realizzare che quel raid era una semplice esca per stancarli e fargli abbassare la guardia, intanto Ludwig, Francis e Antonio si erano precipitati sui ragazzi li bendarono, ma avevano bisogno di cure urgenti i proiettili erano rimasti dentro,  fecero per togliere loro le maschere ma Arthur li fermò:
“ fermi non fatelo! Non possono mostrare il loro volto!”,
Antonio disse:
“ ma così non riescono a respirare bene",
Arthur si morse le labbra nervoso non sapeva cosa fare, intanto portiamoli a casa di Gilbert che è quella più vicina, poi devo mandare una lettera al re.
Una volta a casa Beilshmidt, Lovino e Feliciano furono deposti su un letto matrimoniale, Ludwig andò a chiamare un medico, poi sentendo che i ragazzi faticavano a respirare Antonio disse:
“ Arthur mi dispiace ma devo togliere le loro maschere”,
a quel punto Arthur annuì mentre scriveva la lettera per il re, poi la consegnò ad un servitore con l’ ordine di consegnarla il più in fretta possibile.
Quando Antonio e Ludwig tolsero le maschere rimasero di sasso vedendo chi erano, si girarono verso Arthur per avere spiegazioni, anche Gilbert lo guardava sapeva che il suo istinto aveva ragione su Feliciano, Arthur sospirò poi disse:
“ non posso dirvi nulla finchè non avrò il permesso del re, per questo ho mandato quella lettera con priorità assoluta”,
nella stanza calò il silenzio, intanto Antonio aveva preso delicatamente la mano di Lovino tra le sue, mentre Ludwig accarezzava dolcemente la fronte di Feliciano, entrambi si agitavano per via del dolore che provavano.
Dopo una ventina di minuto arrivò il medico che subito prese a rimuovere i proiettili aiutato da Antonio e Ludwig, quando finalmente li estrasse, medicò le ferite e i due fratelli caddero in un sonno pacifico.
Intanto re Fritz aveva ricevuto la lettera e immediatamente aveva risposto, mentre con la mente tornava indietro nel tempo.
Arthur ricevette il permesso, quindi cominciò a spiegare la situazione:
“ dunque… come avrete ormai capito Lovino e Feliciano non sono due semplici ragazzi, tutt’altro… sono i capi della famosa famiglia di assassini dei Vargas, ora non conosco tutti i dettagli, comunque questa famiglia ad un certo punto entrò alle dipendenze del re, proteggendo nell’ombra il nostro paese, ora qualcuno ultimamente aveva preso di mira le tre famiglie che sostengono il potere del re, quindi quest’ultimo ordinò ai Vargas di proteggerli e vedere se c’erano traditori tra i membri di queste famiglie, fino a questo momento questi due hanno  eliminato tutti coloro che attentavano alle vostre vite, cercando allo stesso tempo il capo dei nemici,  hanno perfino creato un alleanza con me per poterlo trovare più in fretta”.
Tutti avevano ascoltato con attenzione la storia, ma c’era una persona che non era molto interessata alla storia ed era Antonio  che ora aveva un dubbio, ma avrebbe aspettato il risveglio di Lovino per avere la risposta.

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Capitolo 10
*** Past ***


Past

 

 Otto anni prima. Il precedente capo dei Vargas nonché padre di Feliciano e Lovino era stato incaricato dal signore delle gilde oscure di eliminare il re, lui non voleva perché trovava che questo sovrano stesse facendo un buon lavoro, inoltre per quanto aveva avuto modo di osservare gli sembrava davvero una brava persona; inoltre da qualche tempo meditava di far lasciare alla sua famiglia l’oscurità, non voleva più vedere i suoi parenti morire, voleva dare ai suoi figli qualcosa di meglio, per questo lo avevano scelto per quel compito ingrato, per metterlo alla prova, inoltre come garanzia avevano preso i suoi figli.
Roma purtroppo non poteva fare altro che eseguire, chiedendosi che aspetto avesse il signore delle sette degli assassini, e augurandogli la peggiore delle morti.
Una sera si infiltrò a palazzo con l’intento di portare a compimento la sua missione, arrivò indisturbato fino alla camera da letto reale ed entrò. Una volta all’interno si avvicinò silenziosamente al letto, Fritz dormiva tranquillo, estrasse il coltello e stava per calarlo, quando all’improvviso il sovrano si svegliò avvertendo una presenza estranea, ma non gridò,  lo fissò coi suoi occhi che sembravano comprendere tutto, questo disorientò Roma e gli fece abbassare il coltello. Dopo qualche minuto Fritz si alzò dal letto e con voce calma disse:
“ cosa ti porta ad attentare alla mia vita? sei forse insoddisfatto del mio operato oppure qualcuno ti ha assoldato?”,
lo guardò come per studiarlo poi disse:
“ se il mio intuito non sbaglia sei stato assoldato giusto?, ma nei tuoi occhi leggo anche altro come il fatto che hai paura, ma non per te…”; 
Roma era senza parole, quel tipo lo leggeva come fosse un libro aperto.  Si osservarono in silenzio poi Roma parlò:
“ perché non hai ancora chiamato le guardie?”,
Fritz lo guardò e sorrise:
“ mm, perché penso che tu sia una persona ragionevole con cui posso arrivare ad un accordo, se mi dirai come aiutarti lo farò”,
Roma rimase stupito, poi spiegò la situazione al re, il quale lo ascoltò seriamente, poi disse:”
quindi sei il capo dei Vargas, ho sentito che siete i migliori nel vostro campo, e io ho bisogno di gente come voi, quindi ti propongo un patto, io ti aiuterò a liberare la tua famiglia, in cambio voi lavorerete per me ed eliminerete i fattori di pericolo che minacceranno la pace del nostro popolo!”,
Roma accettò, solo non sapeva di essere stato seguito, la spia tornò indietro per avvertire il proprio capo.
In contemporanea Roma era tornato a casa e aveva mobilitato tutti i Vargas, avrebbero aperto la strada ai soldati scelti del re. 
Intanto il signore delle gilde avendo saputo del tradimento dei Vargas aveva mobilitato sicari provenienti da varie famiglie, poi aveva deciso di uccidere i figli di Roma, come punizione, ma non prima di marchiarli col marchio di traditori.
I due piccoli Vargas che all’epoca avevano quindici e quattordici anni furono legati e marchiati nella schiena, i fratellini cercarono di resistere al dolore, ma non ci riuscirono, urlando chiesero il perché di tutto questo, il signore rispose:
“ siete dei traditori!”.
Intanto Roma con i membri della sua famiglia si faceva largo, arrivò dai suoi figli e quando li vide legati e marchiati divenne una furia:
“ come hai osato toccare i miei figli! Giuro che patirai l’inferno!, dove sei mostrati vigliacco!”,
ma non giunse mai una risposta perché era già fuggito, avendo previsto anche un intervento da parte della corona, Roma eliminò tutti i sicari presenti nella sala e corse a salvare i due fratellini che erano svenuti. Poi arrivarono i soldati che arrestarono tutti quelli rimasti vivi.  Da quel momento in poi i Vargas furono al servizio del re.

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Capitolo 11
*** Awakening and decision ***


Awakening and decision

 
Lovino e Feliciano dormirono per due giorni, durante i quali furono accuditi diligentemente da Ludwig e Antonio che non permisero a nessun’altro di occuparsi dei feriti.  Ludwig notò che Antonio era pensieroso così gli chiese:
“ se c’è qualcosa che ti preoccupa… ecco … puoi parlarne con me?”,
Antonio lo guardò e sorrise stancamente dicendo:
“ non preoccuparti Lud, la risolverò presto”. 
Sia Ludwig che Antonio trovarono tenerissimi i due fratellini, perché si erano accorti che nel sonno Feliciano si era accucciato al suo fratellone, mentre il maggiore lo avvolgeva tra le sue braccia, entrambi avevano un espressione serena.
La mattina del terzo giorno si svegliarono e trovarono Antonio e Ludwig addormentati al loro capezzale, Feliciano sorrise dolcemente e accarezzò delicatamente la testa del biondo facendolo svegliare, Lovino diede un piccolo scappellotto sulla testa del suo ragazzo che si svegliò di colpo. Appena li videro svegli fecero  un sospiro di sollievo poi chiesero ai due fratelli come si sentissero, Lovino e Feliciano risposero che si sentivano meglio, ma che ancora per qualche giorno non avrebbero potuto fare sforzi, poi si poggiarono sui cuscini. Nel pomeriggio si riunirono tutti nella loro stanza dopo che Ludwig aveva avvertito il fratello del loro risveglio. Gilbert e Francis quando li videro tentarono di abbracciarli ma Lovino lo impedì con tutte le sue forze, mentre Arthur fece loro un cenno di saluto.  Una volta che furono tutti riuniti l’atmosfera si fece fredda, Lovino e Feliciano erano diventati seri e il loro volto era diventato di pietra non traspariva nessuna emozione, tutti i presenti ebbero un brivido, poi Lovino parlò:
“ allora immagino che adesso sappiate tutto… tsk… maledizione!”,
Arthur parlò:
“ mi dispiace ho dovuto spifferare tutto, comunque prima ho chiesto il permesso del re, inoltre mi ha detto di dirvi di continuare la vostra missione”,
entrambi i fratelli annuirono, Antonio per tutto il tempo aveva fissato Lovino senza dire una sola parola. Gilbert parlò, quindi il mio incontro in quel bar e il salvataggio di Antonio era stato tutto pianificato, i due annuirono poi Lovino disse:
“ ci tengo a precisare che questo bastardo è preso di mira da molti, quindi non ho inscenato niente!”.
Dopo qualche minuto Antonio parlò:
“ ragazzi posso chiedervi di lasciare me e Lovi da soli? C’è una cosa di cui mi devo accertare”,
i due fratelli si scambiarono uno sguardo confuso, mentre gli altri annuivano ed uscivano portando Feliciano con loro.
Una volta soli Lovino guardò Antonio con uno sguardo sconcertato, era la prima volta che lo vedeva così serio, gli venne un brivido dietro la schiena.
Intanto gli altri si chiedevano cosa dovesse chiedere Antonio a Lovino, Francis sorrise tra sé, lui aveva capito tutto, era sempre stato bravo in quel genere di affari, inoltre non era colpa sua se era circondato da gente frigida in quel campo, tuttavia non disse nulla. 
Dopo qualche minuto di silenzio, Antonio parlò:
“ Lovi, mi amor, ti devo chiedere una cosa importante…, ieri ascoltando la storia mi è venuto il dubbio che tu stessi con me solo per la tua missione e non per amore…”,
Lovino lo guardò per un attimo poi i suoi occhi lampeggiarono pericolosamente di rabbia, anche se era ferito fece un balzo che lo fece cadere con Antonio sul pavimento, lo prese per il colletto e gli urlò:
“ brutto idiota! Davvero pensi quello che hai detto!, se non ti a…amassi non mi sarei messo con te! Avrei tenuto le distanze!, ma forse ho fatto male a fidarmi di te!”,
a quel punto Antonio se lo accucciò nel petto, ben sapendo che se davvero Lovino non lo voleva avrebbe potuto liberarsi con facilità, infatti dopo qualche protesta Lovino smise di agitarsi, poi Antonio gli prese il viso e lo baciò dolcemente sulle labbra facendolo avvampare, poi gli sussurrò:
“ scusami mi amor… ti prometto che resterò sempre con te!”,
Lovino mugugnò rosso in viso:
“ sarà meglio per te, bastardo!”,
Antonio rise, poi lo riadagiò sul letto e gli disse di dormire, lui sarebbe rimasto a vegliarlo. Dopo un po’ rientrò Ludwig con in braccio Feliciano, che si era addormentato nell’attesa.

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Capitolo 12
*** Villain ***


Villain

 
In una villa signorile situata fuori dalla capitale un giovane uomo tesseva le sue trame. Il suo nome era Alfred F. Jones, il figlio del signore delle sette di assassini, dopo la morte del padre avvenuta per mano di Roma che lo aveva braccato ovunque andasse, fece trasferire il figlio oltremare. Impiegò anni ad organizzare la sua vendetta, voleva il sangue dei Vargas, del re e di tutti coloro che lo appoggiavano, ma prima doveva eliminare i capi delle tre famiglie che supportavano il potere del re; inoltre per sua fortuna la carica di signore delle sette era ereditaria, quindi aveva tutti i sicari che voleva. Solo che quei maledetti si stavano rivelando più ostinati del previsto. Forse era arrivato il momento di cambiare tattica, ormai aveva capito che era inutile attaccarli frontalmente, doveva portarli in un luogo a lui più favorevole. Forse era venuto il momento di farsi aiutare da un suo conoscente oltremare, a capo della malavita, quindi avrebbe potuto prendere da lui le armi più moderne a prezzi ragionevoli. Si diresse verso lo scrittoio e cominciò a scrivere una lettera, poi chiamò uno dei suoi uomini più fidati perché la consegnasse ad Ivan Braginsky.
Quando la lettera giunse nelle mani di Ivan, questi la lesse con molta attenzione, decise che rispondere per lettera poteva essere pericoloso, così decise di prendere il mare per parlare di persona con Alfred. 
Tre giorni dopo arrivò e si diresse verso la villa del suo diciamo amico, o comunque dell’unica persona che fosse pericolosa almeno quanto lo era lui. Nel loro mondo non esisteva l’amicizia.
Una volta dentro fu portato fino allo studio, i due si salutarono con un cenno, poi Ivan cominciò a parlare di affari, finchè entrambi non raggiunsero un accordo.  L’accordo prevedeva che Ivan sarebbe rimasto lì ad occuparsi del ritiro delle armi comprate da Alfred, che egli avrebbe pagato in anticipo.
Nel Frattempo Lovino, Feliciano e gli altri era da qualche giorno che non subivano attacchi, grazie a questo i due fratelli si erano ripresi del tutto e potevano continuare la loro missione. Solo che tutta questa tranquillità gli sembrava la calma prima della tempesta.
Visto che ora i loro protetti conoscevano la loro identità, potevano scortarli alla luce del sole, anche se ogni tanto Gilbert si lamentava dicendo:
“ il magnifico me non morirà per qualche sicario!”,
a quel punto Ludwig alzava gli occhi al cielo e diceva:
“ fratello, non intralciare il lavoro di Feliciano”,
mentre Feliciano arrossiva da tanta premura; da quando era stato ferito aveva notato che Ludwig lo seguiva come un cane da guardia sempre in ansia e questo gli faceva un enorme piacere mentre Gilbert lo trovava divertente. Ad Antonio non importava chi fosse il suo amore finchè poteva viziarlo e coccolarlo come voleva, mentre Lovino lo trattava male come al solito.
Un giorno i Vargas e Arthur indirono una riunione, alcune loro spie avevano scoperto qualcosa. Quando furono tutti, Feliciano parlò in modo serio:
“ allora grazie all’alleanza con Arthur siamo riusciti a raccogliere qualche informazione. Da qualche giorno qualcuno sta importando un grosso quantitativo di armi, pare sia un certo Ivan, un malavitoso proveniente da oltremare, sappiamo che è legato ad una persona molto facoltosa di cui non sappiamo nulla tranne il fatto che è un giovane uomo biondo, quindi possiamo ipotizzare che presto avremo a che fare con sicari armati con le armi più moderne, e che questo misterioso uomo sia il nostro obiettivo, quindi per prenderlo dobbiamo assolutamente catturare questo Ivan”,
tutti annuirono. Poi passarono ad argomenti più leggeri.

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Capitolo 13
*** Confession ***


Confession

 
Passò un’ altro mese senza che niente succedesse, l’unica cosa degna di nota era il fatto che ormai era palese a tutti quanto a Ludwig piacesse Feliciano, anche il diretto interessato aspettava una dichiarazione che non voleva arrivare, vista l’enorme timidezza del biondo.
Ludwig poverino non sapeva proprio come fare, tanto che ormai era diventato ospite fisso a casa di Francis per avere consigli, l’amico aveva preso a cuore la loro situazione di stallo e cercava di aiutarlo, organizzando passeggiate romantiche, cene a lume di candela, ma non c’era niente da fare quando arrivava il momento di dichiararsi, si bloccava e finiva col cambiare argomento.
Feliciano avrebbe voluto dichiararsi lui, ma sapeva quanto Ludwig ci tenesse a fargli quella dichiarazione, perciò decise di aspettare.
Un pomeriggio Ludwig era tornato a casa depresso perché non era riuscito ancora a dichiararsi, perciò aveva deciso di prendersi una piccola sbornia con le bottiglie di birra che avevano in casa. Gilbert osservò la scena in silenzio mentre il suo fratellino si sfogava mentre pensava:
“ povero il mio fratellino, la timidezza è sempre stata il tuo peggior nemico, Lud”, cercò di consolarlo dicendogli:
“ tranquillo, Feliciano ti ama, devi solo trovare il momento giusto per te, del resto vi comportate già come una coppia, so che il piccolo Feli dorme con te”,
a quelle parole Ludwig arrossì.
Cinque bottiglie dopo fece la sua comparsa Feliciano, dicendo ai due fratelli che avevano bevuto troppo e che era arrivato il momento di riposarsi, Gilbert ghignò poi disse:
“ come vuoi tu mammina!, ti affido Lud”,
poi fece l’occhiolino e andò verso la sua stanza, Feliciano prese Ludwig sottobraccio e con non poca fatica lo portò fino in camera dove lo adagiò sul letto, mentre lui si spogliava per dormire. Una volta nel letto Ludwig lo abbracciò stretto, Feliciano ne approfittò per accoccolarsi meglio al petto del suo amore, poi si addormentarono.
L’indomani quando si svegliarono erano ancora abbracciati, Ludwig si affrettò a lasciarlo scusandosi imbarazzato, Feliciano sorrise dolcemente, poi gattonando sul letto tutto nudo gli sussurrò:
“ mi è piaciuto dormire abbracciato con te… vorrei lo facessi più spesso…”, gli diede un piccolo bacino sulla guancia.
Ogni volta che Ludwig tornava a casa Feliciano gli si buttava praticamente al collo e lo abbracciava stretto come se non lo vedesse da secoli, nonostante scortasse lui e Gilbert fino a lavoro ogni giorno dove poi nascondeva la sua presenza. 
Si poteva dire che Lovino e Feliciano avevano una bellezza felina, i loro movimenti erano leggeri e aggraziati, Ludwig rimaneva sempre stregato ogni volta che lo vedeva muoversi con quella grazia, soprattutto quando vedeva Feliciano allenarsi.
Una sera parlò a lungo con suo fratello dicendogli che l’indomani si sarebbe dichiarato, Gilbert annuì entusiasta, poi gli disse:
“ bene fratellino!, allora domani sera andrò magnificamente a divertirmi fuori, tornerò all’alba”,
Ludwig arrossì poi gli disse:
“ non esagerare”.
L’indomani Ludwig girava per casa come un’anima in pena, avrebbe preferito affrontare un esercito piuttosto che quello.
Arrivata l’ora di cena, Ludwig aveva cercato di creare un’atmosfera romantica seguendo i consigli di Francis, accendendo quindi delle candele, poi prese per mano Feliciano e lo portò fino al suo posto spostandogli poi la sedia e facendolo sedere. Mangiarono in un silenzio imbarazzato, Feliciano non toglieva gli occhi di dosso a Ludwig; dopo cena Ludwig si alzò e prendendogli la mano rosso come un peperone gli chiese di fare una passeggiata al chiaro di luna in giardino, Feliciano sorrise e annuì.  Lo portò  verso la panchina e  si inginocchiò, gli prese la mano e rosso in viso disse:
“ F-Feli… c’è una cosa che vorrei dirti…e-ecco vorresti diventare i- il mio f-f-fidanzato?”,
Feliciano appena Ludwig finì di parlare gli gettò le braccia al collo urlando di felicità:
“ oh! Lud certo che lo voglio!, era da un bel pezzo che aspettavo queste parole!”. A quel punto Ludwig contentissimo lo prese in braccio e lo baciò con dolcezza, poi si avviò verso la sua camera da letto, mentre Feliciano emetteva piccoli versetti che sembravano fusa.
Lo adagiò dolcemente sul letto, iniziò a baciarlo, sulla fronte, sulle labbra, nel frattempo gli accarezzava i capelli, mentre Feliciano mugolava contento di quelle dolci attenzioni,  cominciò a spogliarlo, mentre Feliciano faceva la stessa cosa con lui, accarezzandogli dolcemente il grande petto muscoloso; Ludwig si beava di quelle dolci attenzioni, poi Feliciano prese a baciarlo con la lingua non facendolo quasi respirare, infine tornò sul petto leccando e stuzzicando i capezzoli del suo partner, queste attenzioni fecero capire a Ludwig che Feliciano aveva già avuto esperienze di quel tipo e se ne sentì geloso.  Quindi invertì le posizioni mettendolo sotto di sé, poi cominciò a marcargli la pelle del collo, della scapola, stuzzicando i capezzoli dell’altro con dolcezza, Feliciano era deliziato da quelle attenzioni, lo si capiva dai piccoli gemiti che uscivano dalle sue labbra, Ludwig continuò a baciarlo seguendo la linea degli addominali finchè non giunse all’inguine dove usando le mani e la bocca dava amorevoli attenzioni al membro del suo tesoro, che cominciò a gemere più forte mentre gli si attaccava al collo come in cerca di uno scoglio di salvezza e implorandogli di prenderlo, Ludwig non se lo fece ripetere e con delicatezza cominciò a prepararlo, inserendo prima un dito, finchè non arrivò a tre, sentiva il bacino di Feliciano venire incontro alle sue dita e i suoi gemiti diventare sempre più acuti, così estrasse le dita e lo penetrò con il suo membro, una volta dentro fu accolto dalle pareti strette e calde di Feliciano, cominciò a muoversi lentamente, mentre con le labbra lo baciava, poi aumentò il ritmo finchè entrambi non vennero, uscì da lui, lo baciò e poi lo abbracciò, addormentandosi entrambi per la stanchezza.
Si svegliarono prima dell’alba, fuori era ancora buio, Ludwig lo baciò poi gli disse: “ forse è il caso di darsi una ripulita”, Feliciano sorrise poi disse:
“ Lud mi porti tu fino in bagno, non credo di riuscire a stare in piedi!”,
il biondo arrossì chiedendogli scusa, ma Feliciano lo azzittì con dolce bacio dicendogli che era stato meraviglioso. Una volta in bagno fecero la doccia insieme, poi Ludwig lo riportò a letto tenendolo tra le sue braccia, e Feliciano si addormentò tutto contento contro il suo petto.

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Capitolo 14
*** Phase one ***


Phase one

 
Alfred ed Ivan avevano preparato tutto, ora si doveva solo dare inizio al piano.  Alfred rivolse ad Ivan: “ mi raccomando, conto su di te!”,
Ivan si limitò ad annuire.
Era passato quasi un mese, Lovino e Feliciano continuavano a cercare informazioni insieme con Arthur, tutti erano nervosi per quella situazione di calma.
Una notte senza luna diede inizio al suo piano.
Francis e Arthur erano nella villa che condividevano, dedicandosi ad attività decisamente gradite a Francis, ovvero baciare e palpare il suo irritabile compagno, quando ad un tratto si spense la luce, subito Arthur capì che c’era qualcosa che non andava, perciò mise Francis dietro di sé per proteggerlo ed estrasse la pistola e la spada.
Purtroppo non vedeva nulla, finchè Francis non accese una candela lì vicino, era ancora abbastanza buia la stanza ma Arthur riuscì a vedere che erano circondati da una decina di uomini, allora decise di passare la sua spada al compagno, i due si misero schiena contro schiena per respingere meglio gli attacchi, così iniziò il combattimento. Francis bloccava gli avversari e Arthur gli uccideva, ma non era facile, i nemici erano molto agili e soprattutto erano numericamente superiori. 
Era passata già mezz’ora ed erano riusciti ad abbattere solo quattro sicari, questi a quanto pare erano molto più preparati degli altri, il loro nemico doveva aver mandato i migliori, inoltre erano equipaggiati con armi più moderne, come ad esempio un guanto con lame di acciaio allungabili, Arthur e Francis erano pieni di ferite, inoltre Arthur stava per finire i proiettili. All’improvviso Arthur vide con la coda dell’occhio il brillio di una lama, si girò per intercettarla ma quello era solo un diversivo e con un colpo dietro il collo lo fecero svenire. Francis vedendo Arthur a terra si avvicinò a lui e combattè con tutte le sue forze riuscendo ad ucciderne altri tre, tuttavia sentiva le forze venirgli meno, finchè le gambe non gli cedettero per la stanchezza e le ferite, i restanti tre sicari ne approfittarono per circondarlo, poi lo legarono e lo fecero svenire con un pugno nello stomaco.
Contemporaneamente, Lovino e Antonio vennero attaccati in una piazza ormai deserta, vista l’ora tarda. Erano usciti per festeggiare un buon contratto commerciale siglato a nome dei Fernandèz-Carriedo. Quando erano arrivati nella piazza erano stati circondati da dieci ombre scure, subito Lovino si mise in posizione di attacco, lanciò un pugnale anche ad Antonio perché lo aiutasse, questi imprecò:
“ mierda! Prorprio ora che mi pregustavo una bella serata con il mio Lovinito”,
Lovino sbuffò ma non sciolse la sua posizione di guardia.
I sicari attaccarono per primi ben consapevoli che lasciare la prima mossa ad un Vargas poteva essere pericoloso. Lovino stava combattendo contro sei uomini ma non era facile nemmeno per lui, questi erano molto più addestrati ed equipaggiati, Antonio combatteva contro i quattro, puntando soprattutto alla difesa, visto che come arma aveva solo un pugnale.  Lovino era riuscito ad abbattere tre sicari, mentre Antonio due, ad un tratto uno dei sicari prese uno strano tubo con una specie di grilletto, sparò e ne uscì una catena che Lovino schivò, purtroppo non aveva calcolato il ritorno, infatti la catena tornando indietro riuscì ad avvolgerlo e immobilizzarlo, inoltre più si muoveva per liberarsi più gli uncini della catena aderivano alle sue carni. Antonio provò ad avvicinarsi per liberarlo, ma si bloccò quando Lovino gli urlò:
“ scappa cretino! Mettiti in salvo!”,
Antonio fece segno di no con la testa:
“ non ti lascio solo mi amor!”,
Lovino sapeva che era inutile, quando Antonio decideva una cosa lo si poteva solo assecondare, cercò ancora una volta di liberarsi ma niente, intanto il sicario che lo teneva imprigionato stringeva così forte che quasi non lo faceva respirare, alla fine svenne,  mentre il sicario si caricava Lovino sulle spalle gli altri circondarono Antonio e alla fine prevalssero facendolo svenire. 
Nel frattempo in casa Beilschmidt infuriava la battaglia. A far loro visita furono solo due uomini, Ivan e un sicario.
I due fratelli attaccavano quell’enorme armadio senza riuscire a scalfirlo, come arma Ivan usava solo una spranga di ferro su cui vi era un rubinetto, ma accidenti se faceva male, con un solo colpo poteva romperti le ossa, mentre Feliciano si occupava del sicario. 
Feliciano nella lotta non era mai stato un tipo molto leale, visto che non era bravo come il fratello usava qualsiasi trucco, dagli attacchi nei punti cechi a tecniche piuttosto subdole, come calci in zone delicate, oppure sgambetti, al contrario il modo di combattere del Beilshmidt era molto cavalleresco, ma anche prevedibile, Ivan li aveva in pugno. Ivan trovava interessanti quei due fratelli in genere gli altri gli si sottomettevano subito, invece quei due non avevano la minima intenzione di arrendersi, specie quello coi capelli bianchi, il suo sguardo quasi bruciava, Ivan sentiva un brivido lungo la schiena quando incrociava quello sguardo.
Feliciano intanto era riuscito a disarmarlo, tuttavia il suo nemico era molto abile nelle arti marziali. Ivan rispondeva colpo su colpo non importa che fosse un colpo di pistola oppure la lama di una spada, Gilbert e Ludwig non sapevano più che fare, l’unica era resistere fino all’arrivo di Feliciano.
Ivan si stava davvero divertendo, quei due erano proprio degli ossi duri, nel frattempo Feliciano era riuscito ad uccidere il suo avversario, quando Gilbert e Ludwig si girarono per poco non vomitarono l’anima vedendo in che condizioni era il corpo nemico, non sembrava nemmeno un essere umano, quel lato del loro Feli era spaventosamente inquietante, erano contenti di averlo come alleato e non come nemico, Feli a volte aveva un lato che definire crudele era un eufemismo.  Ivan invece fece un fischio di apprezzamento e sorrise in modo inquietantemente dolce.
Una volta che Feliciano si riunì ai suoi protetti ebbe un idea che si affrettò a spiegare.
Gilbert partì all’attacco mettendosi a sinistra, stessa cosa Ludwig a destra, mentre Feliciano si portò alle spalle di Ivan per trafiggergli la noce del collo, ma furono sbaragliati. Ivan fece un salto e si portò alle spalle di Feliciano, Gilbert e Ludwig dovettero fermare l’attacco per non colpire Feliciano, allo stesso tempo mentre era in aria usò la sua arma su Feliciano, che fu colpito allo stomaco con una forza micidiale, tanto da fargli vomitare anche l’anima e facendolo svenire, Ludwig a quel puntò lo caricò per la rabbia ma Ivan lo disarmò e poi gli fece lo sgambetto dandogli infine un colpo in testa che lo fece svenire all’ istante. Ivan avevo scelto la sua preda ovvero Gilbert, i due si guardarono come due belve feroci pronte a sbranarsi, Ivan doveva stare attento, Gilbert era veloce  e preciso nei suoi attacchi, mantenendo un eccezionale sangue freddo, Ivan lo trovava sempre più interessante, quello era un uomo che mai si sarebbe piegato. Ricominciò il duello, attacchi, parate effettuati in maniera serrata, Gilbert stava imparando a leggere i movimento avversari ed era la prima persona che riusciva a ferirlo, questo entusiasmò ancora di più Ivan.
Ad un tratto si sentì un colpo di pistola che ferì Gilbert ad un fianco facendolo svenire,  Ivan si guardò attorno e vide un terzo sicario che era stato mandato da Alfred, poi prese delicatamente Gilbert e lo portò via mentre il terzo sicario lasciava un biglietto.

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Capitolo 15
*** Phase two ***


Phase two

 
Quando Francis, Lovino e Gilbert ripresero i sensi si accorsero di essere in una cella e di essere stati completamente spogliati sia dei vestiti che delle armi, al posto dei loro abiti c’erano delle casacche con dei pantaloni sprovviste di tasche, anche le scarpe erano state portate via, inoltre si accorsero  di avere le mani incatenate con lunghe catene, solo Lovino aveva mani e piedi incatenati al muro il che lo costringeva a stare in piedi senza potersi muovere visto che  le catene al massimo gli permettevano di abbassare le braccia, lo avevano fatto perché ovviamente dei tre prigionieri era quello più pericoloso.  Provarono a liberarsi ma fu inutile.
Quando Feliciano e Ludwig rinvennero si sentivano tremendamente frastornati, si guardarono attorno e videro il salone ridotto praticamente a pezzi, poi ricordavano cos’ era successo, Feliciano ad un tratto notò un biglietto scritto con un’ elegante calligrafia, appena lo lesse divenne serio, poi disse a Ludwig:
“ chiama gli altri presto!”,
Ludwig fece come gli era stato detto, non aveva mai visto Feli così serio e arrabbiato, faceva paura.
Quando furono tutti riuniti fecero un riassunto di quello che era successo, poi Feliciano battè un pugno sul muro con rabbia:
“ maledetti! Ci hanno fregato!, ci hanno presi uno per uno”,
Arthur con voce apparentemente calma disse:
“ che cosa dice il biglietto?”,
Feliciano si ricompose poi disse:
“ praticamente che se vogliamo rivederli dovremo recarci a l’indirizzo che ci ha indicato, senza coinvolgere le autorità altrimenti li ucciderà”.
Antonio in tutto questo non aveva detto una parola, però si vedeva che era livido di rabbia, nei suoi occhi si poteva vedere la luce crudele di quando era un corsaro. Per il resto si curarono presero le armi sia per loro stessi che per gli altri; Feliciano si avvicinò ad Antonio e gli diede una coppia di lunghi pugnali finemente decorati con incisioni rosse:
“ questi sono le vere armi di Lovino, io ne ho una coppia uguale ma con i decori blu, li hanno forgiati quando siamo diventati i capi della nostra famiglia, voglio che sia tu a darglieli”,
Antonio annuì, poi si fece portare da un servo la sua ascia “ Dolores”, Arthur prese la sua pistola e un bel quantitativo di proiettili, poi si legò alla cintura il fioretto di Francis, mentre Ludwig prese la sua pistola e anche lui prese un bel quantitativo di proiettili e poi la spada di Gilbert, poi uscirono.
Mentre erano nella loro cella Francis, Gilbert e Lovino sentirono dei passi che si avvicinavano, finchè davanti a loro non comparvero due persone, una era Ivan l’altra non avevano idea di chi fosse. Dopo qualche minuto di silenzio quella persona parlò:
“ vi piace la vostra nuova sistemazione?, spero di si”,
i tre prigionieri lo guardarono malissimo ma non dissero nulla, poi riprese a parlare:
“ il mio nome è Alfred F. jones”,
a sentire quella “F” nel nome Lovino sgranò gli occhi:
“ non può essere sei tu! Il signore degli assassini!, ma mio padre lo aveva ucciso come può essere?”,
Alfred lo guardò gelidamente con i suoi azzurro cielo, poi rispose:
“ quello che tuo padre ha ucciso era mio padre, fortunatamente nessuno sapeva che aveva un figlio, tutto questo è la mia vendetta, non ti chiedi perché vi ho portato qui senza uccidervi?, beh ve lo spiego, se vi avessi semplicemente ucciso non ci avrei provato gusto, quindi ho pensato di prendervi come ostaggi per far venire il resto della compagnia, mentre verranno qui dovranno subire parecchie prove, e alla fine io vi ucciderò davanti a loro per farvi capire come ci si sente a perdere una persona per voi importante!, la mia vendetta cadrà sui Vargas e sul re, vi ucciderò e poi passerò a lui!”,
Francis lo guardò allibito poi disse:
“ mon cher sei completamente pazzo!”.
Alfred lo guardò scettico poi disse:
“ lo vedremo mio caro!”,
poi se ne andò. Ivan per tutto il tempo non aveva staccato gli occhi da Gilbert, poi gli lanciò delle bende in modo che potessero curarsi, e disse:
“ mi piacerebbe lottare di nuovo con te!”.
Quando furono soli Gilbert disse:
“ vorrei tanto sapere cosa passi per la testa di quello!?”,
Francis sghignazzò poi  disse:
“ non vorrei essere io a dirtelo, ma secondo me hai fatto colpo!, tu che dici  Lovi?”, Lovino rispose stizzito:
“ tsk, che vuoi che me ne freghi!, vorrei solo levarmi queste catene e fare il culo a quei due!”.
Intanto Feliciano, Antonio, Arthur e Ludwig erano arrivati a destinazione, in quella che era una vecchia villa fuori città, entrarono nel più completo silenzio e varcarono la soglia, dove non videro nessuno.  Ad un tratto il pavimento si aprì facendoli cadere in una specie di voragine che si divideva in due biforcazioni, Antonio e Ludwig finirono nella biforcazione di destra mentre Feliciano e Arthur in quella di sinistra, una volta arrivati entrambe le coppie finirono in uno spiazzale sotterraneo.
Ludwig si guardò intorno per vedere se per caso Feliciano era con loro, ma non lo vide, si era talmente tanto abituato alla sua presenza che sentiva come se gli mancasse un pezzo, Antonio gli diede una pacca sulla spalla, capiva come si sentiva l’amico, visto che per lui era lo stesso.
Intanto Arthur e Feliciano stavano controllando ogni angolo per evitare di essere attaccati all’ improvviso.  Quando ad un tratto videro una sala quadrata, Feliciano guardò verso il soffitto e bloccò subito l’avanzata di Arthur.
Antonio e Ludwig avevano cominciato ad avanzare con calma, sapevano che i loro amici erano duri a morire, quando camminando incapparono anche loro in una sala quadrata, però si bloccarono vedendo come erano le pareti.
Arthur chiese a Feliciano:
“ come cazzo facciamo a passare senza essere ridotti ad un colabrodo?”,
infatti hai quattro lati del soffitto c’erano quattro gutling gun pronti a sparare non appena avessero messo piede nella stanza, ognuna di quelle armi poteva sparare circa 200 proiettili un una sola volta. Feliciano le guardò:
“ prima di entrare dobbiamo distruggerne almeno due, Arthur ascoltami, io ora lancerò dei coltelli nella stanza verso il gutling che si trova di fronte a noi, appena inizierà a sparare tu cerca di far entrare uno dei tuoi proiettili in una delle canne così esploderà”,
Arthur annuì, poi si affrettarono a mettere in atto il loro piano, riuscendo così ad eliminare la prima. Le altre gutling erano posizionate in  punti che purtroppo li costringeva ad entrare nella sala, Arthur disse:
“ qui dobbiamo fare un perfetto gioco di squadra, dovresti entrare e fare da diversivo mentre io mi occupo di quegli aggeggi”,
Feliciano annuì, prese una ricorsa ed entrò, subito i tre gutling puntarono su di lui la loro attenzione, Feli allora lanciò all’istante due pugnali per allontanare da sé almeno due di quelle diaboliche armi, mentre Arthur con tre colpi li fece esplodere, poi entrò nella stanza per vedere se Feliciano stesse bene, il ragazzo aveva solo qualche ferita di striscio, tanto che Arthur ammirato disse:
“ solo voi Vargas potreste uscire praticamente incolumi da una stanza piena di gutling”,
Feliciano arrossì poi disse:
“ quelle armi non sparavano proprio in contemporanea, avevano tempi leggermente diversi”,
poi continuarono la loro avanzata.
Contemporaneamente Antonio e Ludwig si scervellarono su come superare indenni quella stanza. Le pareti erano pieni di fori da cui erano pronte ad uscire dei dardi probabilmente avvelenati, entrambi pensavano finchè Antonio non si accorse che il pavimento era piastrellato con due colori differenti, lo fece notare a Ludwig, il quale annuì:
“ si ma quale sarà il colore giusto?”.
Alla fine Ludwig ebbe un’ idea, prese due piccoli pugnali che lanciò rispettivamente sulla mattonella bianca e su quella nera, si accorse che la prima ondata di dardi scattò quando il pugnale colpì la mattonella bianca. Cominciarono ad attraversare la stanza camminando solo sulle mattonelle nere, ma non era facile perché erano state messe lontane l’una dall’altra, tanto che per arrivarci dovevano saltare, per Antonio non era facile calcolando le dimensioni della sua arma. Erano arrivati quasi alla fine della stanza quando il manico dell’ascia di Antonio colpì la mattonella bianca facendo scattare la trappola. Immediatamente Antonio cominciò a roteare la sua arma per bloccare i dardi mentre velocemente si recavano verso l’uscita della stanza, una volta usciti si accasciarono a terra esausti, i dardi avevano danneggiato un po’ i loro abiti, ma pazienza, l’importante era essere ancora vivi.

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Capitolo 16
*** Phase three ***


Phase three

 
Arthur e Feliciano proseguirono per circa mezz’ora finchè non arrivarono in un’altra stanza. A vederla sembrava  una normalissima stanza arredata in maniera semplice, tuttavia una volta dentro la stanza rimasero all’erta. Camminavano misurando ogni passo, controllando ogni angolo, ma niente.
Quando arrivarono a metà stanza sentirono un piccolo rumore e subito le pareti della stanza cominciarono a stringersi intorno a loro, in più fuoriuscirono degli spuntoni, quindi se non avessero trovato una soluzione sarebbero finiti infilzati come in un vergine di ferro.  Cercarono di bloccare le pareti ma niente, alla fine Arthur alzò gli occhi e vide sul soffitto una grata, subito lo fece notare a Feliciano, il quale prontamente prese uno dei suoi pugnali da lancio al quale legò un filo, lo lanciò verso la grata, una volta che il pugnale si incastrò nella griglia tirò facendola cadere, a quel punto disse ad Arthur di arrampicarsi sugli spuntoni.
I due si arrampicarono come scimmie, riuscendo ad entrare in quello stretto passaggio qualche secondo prima che le pareti si chiudessero definitivamente su di loro.   Una volta al sicuro Arthur parlò:
“ giuro che quel bastardo sta mettendo a dura prova la mia pazienza!, non vedo l’ora di ficcargli una bella pallottola nella sua testa!”,
Feliciano si limitò a sorridere accarezzando la sua coppia di pugnali.
Intanto Ludwig e Antonio avevano raggiunto anche loro la prossima stanza che si presentava totalmente ingombra, la attraversarono con calma, controllando con le armi ogni mattonella su cui mettevano i piedi, era un lavoro davvero esasperante. Arrivati anche loro a metà stanza sentirono un sinistro tremolio provenire dal pavimento che cominciò ad aprirsi in due come un gigantesca botola, presi alla sprovvista reagirono di istinto, Ludwig saltò mentre Antonio rimase quanto più possibile attaccato alla parete. Quando il pavimento si aprì del tutto, Antonio era fermo da un lato del baratro con i piedi appoggiati ad un bordo piccolissimo, mentre Ludwig era dall’altro lato con un po’ più di spazio per muoversi. Ludwig a quel punto si affacciò al baratro e vide un bello letto di lance pronti ad attenderli in caso di caduta; comunicò quello che aveva visto ad Antonio in quale imprecò, poi Antonio guardò la sua arma ed ebbe un’idea che riferì a Ludwig.  A quel punto Antonio allungò la sua arma verso Ludwig che l’afferrò  con entrambe le mani, una volta fatto Antonio si aggrappò al resto del manico e alla parte piatta della lama per non ferirsi, poi Ludwig usò tutta la forza in suo possesso per sollevare Dolores e Antonio, cominciò a girare il manico finchè non riuscì a portare l’amico dal lato in cui era lui.  Una volta al sicuro Antonio disse:
“ cavoli ho creduto davvero di lasciarci le penne!”.
Poi continuarono il loro percorso.  
Le due coppie di salvatori continuarono il loro percorso finchè alla fine non si ricongiunsero sbucando in un’ ampia sala.  Subito Ludwig si recò da Feliciano preoccupato:
“ tutto bene… Feli?, sei ferito da qualche parte?”,
Feliciano gli sorrise dolcemente per poi abbracciarlo stretto. Mentre la coppiettina entrava nel loro mondo rosa, Antonio si rivolse ad Arthur:
“ per venire qui abbiamo rischiato la pelle di brutto!, abbiamo attraversato delle stanze terrificanti!”,
Arthur lo guardò, poi rispose:
“ anche noi, mi chiedo quale fucking bastard le abbia progettate!”.
Dopo qualche minuto Feliciano e Ludwig ritornarono all’ erta, dicendo agli altri di prepararsi a combattere, Feliciano disse:
“ Antonio vieni con me in prima fila, dobbiamo proteggere Arthur e Ludwig mentre sparano”,
Antonio annuì e avanzò insieme con il ragazzo.
Furono circondati da quaranta sicari tutti armati sia con pistole che con lame, si prospettava una situazione difficile.
Antonio e Feliciano partirono all’attacco concentrando l’attenzione dei nemici su di loro, mentre Ludwig e Arthur sparavano protetti da una parete, abbatterono subito quattro nemici, poi Feliciano uccise altri due nemici alle spalle con una pugnalata al cuore, Antonio intanto ne aveva decapitati altri due. Mentre il combattimento infuriava il nostro gruppetto riceveva ferite su ferite, era difficile gestire tutti quegli attacchi, specie per chi combatteva in prima linea come Antonio e Feliciano.  Feliciano si era stufato di combattere, si avvicinò ad Antonio:
“ Antonio, potresti tenermeli fuori dalle scatole per cinque minuti?”,
Antonio annuì e si mise davanti il ragazzo proteggendolo dai proiettili e dagli assalti nemici e venendo coperto da Ludwig e Arthur; Feliciano velocemente se senza essere visto lanciò una serie di pugnali che si conficcarono in vari punti della stanza, mentre i sicari lo punzecchiavano con frasi del tipo:
“ ti sei rammollito Vargas?, tutto qui?, guarda che ci hai mancato!, oppure dove stai mirando!”,
ma le prese in giro si fermarono quando all’improvviso molti di loro furono decapitati senza che Feliciano facesse nulla.  I restanti venti sicari si guardarono attorno, in un primo momento non videro nulla, poi presero delle torce e videro dei fili da pesca tutti intorno a loro a creare una specie di gabbia, non potevano fare movimenti bruschi senza rischiare di perdere qualche arto, li aveva fregati, quindi non aveva sbagliato mira.
Feliciano sorrise maligno:
“ nessuno può spazzare la mia gabbia di fili, ed è inutile che proviate a tagliargli, sapete anche voi quanto sono resistenti…, vi do due opzioni, la prima vi arrendete avendo  salva la vita, la seconda darò vita ad un esecuzione di massa, a voi la scelta..”,
i sicari non ci pensarono due volte ad arrendersi, lasciando cadere le armi.
Così i nostri eroi poterono proseguire verso la meta finale.

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Capitolo 17
*** Final stage ***


Final stage

 

Alfred era stato informato che Antonio, Ludwig, Feliciano e Arthur stavano per giungere al suo cospetto decise quindi di raggiungere i suoi ostaggi.
Ivan fu messo anche lui al corrente della situazione, decise quindi di giocare di anticipo, si recò verso la cella dei prigionieri. Quando Gilbert vide davanti a sé il viso di Ivan imprecò poi disse:
“ cosa vuoi?”,
mentre Francis cercava di non ridere per l’assurda situazione. Ivan lo guardò serio poi disse:
“ se vuoi salvarti devo fare in fretta, Alfred sta venendo qui per mantenere la sua parola di farvi fuori davanti i vostri amici”,
detto questo passò a Gilbert le chiavi delle manette; Gilbert lo guardò stupito poi disse:
“ perché?...”,
Ivan sorrise dolcemente poi rispose:
“ perché mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto, per te farei qualunque cosa, adoro tutto di te, sei stato la prima persona a non essere spaventata da me… non sai quanto mi hai reso felice”,
Gilbert sgranò gli occhi ma non disse nulla. Poco dopo Ivan lasciò la cella.
Gilbert si girò verso Francis, il quale cercava ancora di non ridere, poi disse:
“ cioè mi si è dichiarato?!, quel tizio proprio non lo capisco!, anche se posso capire che nessuno può restare indifferente a tanta magnificenza!”,
Lovino alzò gli occhi al cielo poi disse:
“ brutto deficiente!, che cazzo aspetti a liberarci?”,
Gilbert si riscosse, poi prese le chiavi e liberò i suoi amici e infine se stesso, aprirono con circospezione la cella e fuggirono.
Alfred quando arrivò alla cella e la trovò vuota bestemmiò, poi andò alla ricerca di Ivan, sapeva che era opera sua, nessun’altro avrebbe potuto farlo, solo non capiva perché. 
Intanto i nostri fuggiaschi dopo aver girato un paio di corridoi, si trovarono davanti ad Ivan che li aspettava:
“ sono qui per portarvi dai vostri amici, disarmati come siete non potreste farcela”, detto questo li invitò a seguirlo.
Feliciano insieme con gli altri era finalmente giunto nell’ultima stanza del loro percorso, si guardarono intorno per vedere dove fossero i loro cari, ma non videro nessuno. 
Alfred decise che era il momento di passare al piano B, visto che non poteva più ucciderli per farli soffrire li avrebbe uccisi tutti insieme, ovviamente anche Ivan fu incluso nello massacro che aveva in mente, se c’era una cosa che odiava erano i traditori, abbassò una leva che fece chiudere determinate porte.
Ivan e gli altri notarono  che la maggior parte delle porte si erano chiuse, costringendoli ad avanzare su un percorso stabilito, camminarono finchè non raggiunsero la sala in cui c’erano anche gli altri.  Quando si riunirono ci fu un momento di silenzio, poi Feliciano e Antonio andarono ad abbracciare Lovino, il quale stizzito disse:
“ ehi mollatemi! Mi soffocate imbecilli!”,
quando si staccarono Antonio porse al ragazzo la sua coppia di Pugnali, Lovino annuì orgoglioso dicendo ad Antonio e al fratellino:
“ bravi!per la battaglia finale ci vogliono armi adatte”,
Ludwig diede una pacca sulla spalla del fratello porgendogli la sua spada, poi notò il russo e gli puntò la pistola contro, ma fu fermato da Gilbert che gli spiegò la situazione, infine Francis si diresse da Arthur che senza una parola gli porse il suo fioretto, il biondo sorrise, poi gli prese il viso e lo baciò fino a lasciarlo senza fiato, dicendo poi:
“  quanto mi sei mancato mon amì”,
Arthur appena riprese fiato gli urlò:
“ you shitty frog! Che diavolo fai davanti a tutti”,
Francis sorrise e gli fece l’occhiolino.  Dopo qualche minuto Lovino chiese l’attenzione dei presenti:
“  avrei un favore da chiedervi, so che ognuno di noi vorrebbe fare il culo a quello stronzo!, tuttavia vorrei chiedere di lasciarlo nelle mani mie e di Feli, visto che tutto è partito con il tradimento della nostra famiglia”,
ci fu un attimo di silenzio, poi Arthur, Gilbert, Francis annuirono, Antonio e Ludwig invece si opposero dicendo:
“ è troppo pericoloso combatterlo da soli”.
Feliciano si buttò al collo del suo fidanzato per baciarlo, troppo felice della preoccupazione dell’altro nei suoi confronti, Lovino invece guardò male Antonio, il quale ignorò allegramente l’occhiataccia del suo amore e andò ad abbracciarlo stretto, dicendogli:
“ Lovi, so che sei forte, ma vorrei combattere con te”,
Lovino arrossì, poi si staccò dall’abbracciò e afferrò il colletto di Antonio tirandolo a sé per un bacio poi disse:
“ non se ne parla Antonio!, il mio compito è ancora proteggerti, non ti farò correre pericoli inutili! Quindi rassegnati! Sta tranquillo tornerò da te, fosse l’ultima cosa che faccio! capito brutto bastardo!”,
Antonio sospirò sconfitto, poi disse:
“ come vuoi tu mi amor!, ma sta attento!”,
poi sciolse l’abbraccio.  Feliciano intanto sussurrò all’orecchio di Ludwig:
“ Lud sono troppo contento che ti preoccupi per me, ma ti prego lasciami fare, questa è una cosa che dobbiamo risolvere io e mio fratello!”,
Ludwig lo strinse forte a sé, poi annuì e sciolse l’abbraccio.
Quando i due fratelli Vargas si riunirono, i presenti furono scossi da un brivido freddo, I due ragazzi non mostravano la minima emozione, i loro volti erano freddi come il ghiaccio, estrassero la loro coppia di pugnali, emanando un aura di morte incredibile, incutevano terrore nei presenti.
Oggi per la prima volta tutti avrebbero visto di cosa erano capaci i leader dei Vargas quando combattevano insieme e a piena potenza. Ad un tratto si sentirono quattro tonfi, i due fratelli si girarono e videro Ludwig, Antonio, Francis e Ivan cadere a terra e restarci, subito si fiondarono su di loro, li voltarono lentamente e videro un piccolo dardo conficcato nel loro collo, erano stati avvelenati. Gilbert si fiondò da Ivan:
“ idiota si può sapere perché ti sei beccato il dardo al posto mio?”,
lui sorrise bonario:
“ ti ho già detto il perché, tu mi piaci!”,
Gilbert arrossì; Lovino disse:
“ Gilbert, Arthur occupatevi di loro, al resto penseremo noi”.
Non appena Lovino finì di pronunciare quelle parole apparve Alfred con un ghigno diabolico sul volto:
“ allora miei cari Vargas, ho avvelenato le persone a cui tenete di più, solo io possiedo l’antidoto per salvarle, riuscirete ad averlo solo se riuscirete a sconfiggermi, ma questo è impossibile!, pensate a come vi sentirete quando loro moriranno perché voi non siete riusciti a salvarli ahahaha, avete mezz’ora prima che loro muoiano”,
a quelle parole i due fratelli partirono subito all’attacco, non avevano tempo da perdere.
Alfred contrastò l’attacco dei due fratelli sparando ad uno con un’enorme pistola mentre l’altro fu colpito da un calcio. Feliciano bloccò il calcio mettendo le mani in difesa, mentre Lovino schivò il proiettile buttandosi di lato. Lovino prese la ricorsa e saltò mentre Feliciano usava il filo per tenere ferma la pistola, Lovino puntò le lame verso il collo di Alfred, ma questi lasciò cadere la pistola e diede un pugnò nello stomaco del ragazzo che cadde a terra tossendo violentemente. Feliciano aspettò che il fratello si riprendesse, nel frattempo Alfred riprese la sua arma. Lovino si riprese in fretta, scambiò un occhiata col fratello, poi Feliciano si portò alle spalle di Alfred pronto a colpirlo alle spalle, mentre Lovino puntava al suo petto, a quel punto Alfred schivò entrambi i colpi saltando e portandosi alle spalle di Feliciano che fu colpito con un calcio alla schiena che lo fece cadere a terra, mentre Lovino fu costretto a fermare il suo attacco per non inciampare sul fratello. Alfred sorrise spietato:
“ tutto qui quello che sapete fare Vargas?”,
i due fratelli ignorarono la provocazione e provarono un nuovo attacco. Alfred puntò la pistola verso di loro sparando a raffica, i due fratelli schivavano meglio che potevano, ma qualche colpo riusciva a graffiare la loro pelle, Feliciano prese velocemente uno dei proiettili caduti e non appena la pistola di Alfred fece per sparare di nuovo lanciò il proiettile dentro la canna, facendo esplodere la pistola che ustionò la mano del nemico facendolo urlare di dolore. A quel punto Lovino ne approfittò e gli tagliò la mano ferita, Alfred lo allontanò con un calcio sul petto che lo fece boccheggiare, Feliciano approfittò della confusione dell’avversario dovuta al dolore e gli trapassò la nuca con il pugnale facendolo morire all’istante senza emettere un suono.  Quando il cadavere di Alfred toccò il suolo i due fratelli lo perquisirono alla ricerca dell’antidoto che distribuirono tra i loro cari, poi si accasciarono al suolo esausti. Quando gli avvelenati si ripresero, esultarono finalmente era finita, poi Ludwig e Antonio presero in braccio i loro ragazzi ed uscirono da quel luogo infernale.
Un mese dopo.
Tutto era tornato come prima, solo che adesso tutti conoscevano la vera identità dei Vargas, Antonio stava appiccicato al suo Lovino come se ne andasse della sua vita, incurante delle minacce che gli rivolgeva il suo amore, Feliciano non si allontanava mai troppo da Ludwig, tanto che ogni tanto lo seguiva nell’ ombra finchè Ludwig esasperato non lo scopriva, per poi sciogliersi appena il moretto lo abbracciava,  Arthur ora che tutto si era risolto era partito per un altro dei suoi viaggi, ma non prima che Francis gli lasciasse un focoso ricordo di sé, infine Gilbert si decise a frequentare Ivan, il quale si stabilì a casa del suo amore, lasciando l’organizzazione al suo vice, mentre lui entrò nell’esercito.
Da quel momento tutti vissero felici anche se ogni tanto qualche guaio capitava, ma niente che i fratelli Vargas non potessero risolvere.
 
 

 

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