L'umanizzazione del diavolo

di Lilla204
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** riflessioni sull'attico ***
Capitolo 2: *** Lontano da tutti, lontano da lei. ***



Capitolo 1
*** riflessioni sull'attico ***


Erano passate esattamente 24h dall’ultima volta che Lucifer aveva visto la detective, o meglio che lei aveva visto il suo volto demoniaco, volto che spesso utilizzava per incutere timore era nuovamente apparso e l’espressione di Chloe lo confermava. Era nudo davanti a lei e quest’ultima appariva spaventata se non addirittura terrorizzata, o almeno così gli sembrava, e l’unica cosa che aveva fatto era stato quello di fuggire, o meglio di volare via da quella strana sensazione di impotenza sfruttando le ali che amaramente odiava. Sì, si era sentito impotente, avvilito dall’assenza delle sue normali  capacità, tutto questo causato da un singolo evento che l’aveva reso così fragile davanti la sua partner. Lucifer si sentiva come pietrificato dalla paura letta negli occhi della donna che dopo diversi casi risolti si era reso conto di amare. Beh, da emerito fifone qual era, era fuggito, rinchiuso al sicuro del suo mega attico  fissando il panorama di una LA ancora dormiente.
Attendere il sorgere del sole mentre si ha in testa un vortice di pensieri  ed emozioni del genere può essere uno dei migliori rimedi, oltre ovviamente ad un buon whisky invecchiato di qualche decennio. Seduto su quel divano in pelle fissava l’alba, man mano il sole iniziava a levarsi da Oriente, con lentezza e pace,  e lui non era in grado neanche di alzarsi da quel divano per correre da Chloe  e raccontarle tutto dal principio, del destino a cui Dio l’aveva costretta, del fato beffardo che li aveva avvicinati e resi quasi necessari l’uno all’altra, ma la paura che quel suo corpo da umano percepiva era tale da non riuscire a muovere un muscolo. Bel modo di trascorrere una normale mattina feriale che si sarebbe potuta svolgere accanto alla detective, a risolvere un ennesimo caso  e invece aveva deciso di starsene lontano dal mondo esterno per il tempo che riteneva  giusto. Ma ovviamente il genere umano non era in grado di star lontano dalle peripezie emozionali di un giovanotto, a maggior ragione se si trattava di Lucifer, e quindi eccola lì, sull’uscio di quell’ascensore che aveva dimenticato di disattivare appena arrivato a casa, eccola la cara Dott.ssa Linda, Lucifer aveva avuto giusto il tempo di ruotare il capo all’arrivo dell’amica che gli si era avvicinata nell’immediato, abbracciandolo e non dicendo assolutamente nulla, ma comprendendo il suo stato d’animo, esperta qual era. Con  voce roca Lucifer le disse: “ Rimarrai in silenzio e accoccolata a me fino a quando? Sto bene io, è Chloe che dovresti aiutare, ha visto il vero volto del male, del mostro infernale per eccellenza, sarà ovviamente più scioccata di me.”  L’espressione presentatasi sul volto di Linda lo sorprese, come se avesse detto un qualcosa di ridicolo “Lucifer pensi davvero che non sia già stata da lei? Ma ovviamente dovevo assicurarmi che anche tu fossi tranquillo e cosciente del fatto che questo prima o poi sarebbe dovuto accadere, visto come eravamo rimasti alla nostra ultima seduta, eri intenzionato a dichiararti a lei senza raccontarle la verità?” com’era proprio della dott.ssa quel turbinio di informazioni l’avevano steso in un sol secondo, “Sei venuta a controllare se anche io fossi tranquillo?! Mi stai dicendo che Chloe dopo tutto quello che ha visto è tranquilla?? Ma è folle!”.  Linda effettivamente si rese conto di averlo preso in contropiede, forse Lucifer si aspettava che la detective si fosse barricata in casa tremante come una foglia per il terrore di incontrarlo nuovamente. Sembrava quasi che i ruoli si fossero invertiti.
 La sera precedente era stata effettivamente a casa della detective, poco dopo  lo scontro a fuoco che si era svolto nel luogo di incontro con il tenente Pierce, rivelatosi alla fine un impostore e un assassino, miracolosamente Chloe era rimasta illesa fisicamente ma sconvolta psicologicamente, fatto un breve check up in ospedale aveva chiesto di esser ricondotta a casa dalla figlia, e così le era stato concesso ma solo con la presenza di Linda. Messa a letto Trixie, le due amiche si erano sedute sul divano con una tazza di the caldo, Linda aspettava solo che lei parlasse, non voleva porla in una stretta ma darle la possibilità di aprirsi spontaneamente e conoscendola l’avrebbe fatto a momenti.
“Tu lo sapevi vero? Gli sei stato così vicino e si è aperto con te come non ha fatto con altri, lo saprai anche da parecchio. Mi sbaglio Linda?”  da buona detective  aveva azzeccato tutto. Il mio sguardo le fu solo da conferma che da lì in poi partì come un fiume “ Linda! Perché tenermelo nascosto per tutto questo tempo ? se lo sapevi dovevi dirmelo, sono la sua partner a lavoro ed effettivamente me ne sarei dovuta rendere conto prima io, con quelle mille metafore pensavo che volesse semplicemente interpretare un ruolo e non che mi..” pausa di vergogna “.. che mi dicesse la verità, lui me lo ha sempre detto ed io sono stata sempre distaccata dall’argomento, ma come potevo non farlo?! Poteva essere una cosa veritiera?! Ovvio che no. Ma in realtà lo è. Non so cosa pensare o cosa fare, cosa dirò a Trixie?” vedendola in quel vortice di pensieri Linda le si avvicinò posando le due tazze di thè bollente sul tavolino e stringendo le mani di Chloe tra le sue “ Ti stai arrabbiando perché non lo hai saputo subito? Il tuo comportamento nei suoi riguardi sarebbe stato differente? Trixie è una bambina non è necessario per ora farle scoprire un mondo che a suo modo è tutt’altro che reale.  Cosa senti? Paura?” ma capì che non era di paura che si trattava bensì di incapacità al credere che una cosa del genere potesse essere possibile, Chloe aveva un certo rispetto di Lucifer per il rapporto che avevano costruito negli ultimi mesi passati assieme ma adesso era veramente incazzata, sì diciamolo, era incazzata per essere stata tenuta all’oscuro di una serie di informazioni che le avrebbero reso chiari diversi misteri presentatosi nei numerosi casi risolti e nella presenza/assenza di ferite di arma da fuoco delle quali era stato vittima quel Diavolo. “Chloe se me lo permetti ti racconterei giusto qualcosina, dopodiché sarà lui se vuoi e se vorrà a risolvere qualsiasi altro dubbio tu abbia.” Come se avesse pronunciato una bestemmia la detective si alzo nell’immediato come per voler uscire, ma bloccata in tempo appena prima di varcare la soglia di casa “Linda io devo andare da lui! Deve dirmi tutto, dopo lo scontro, beh in realtà dopo che l’ho visto con il suo volto io l’ho perso di vista per così dire. Ho bisogno di parlare con lui subito.” Linda saggia quanto previdente riuscì a farla accomodare nuovamente sul divano e a tranquillizzarla, Lucifer era introvabile, subito dopo aver saputo dell’accaduto lei e Mazikeen erano state al Lux ma non avevano trovato nessuno, si erano decise a dividersi il compito, Linda sarebbe stata da Chloe e Maze si sarebbe occupata di Lucifer, avvisando immediatamente Linda appena fosse arrivato. La notte fu lunga, Chloe volle sapere ogni dettaglio della famiglia angelica, della Madre e del Padre di Lucifer e di come si fossero fatti vivi sulla terra, di Amenadiel e del gesto altruista fatto per l’anima dell’avvocatessa. Alle 5:30 la dott.ssa lasciò Chloe dormiente sul divano e sgattaiolò fuori dall’appartamento, Maze infatti l’aveva avvisata nella notte che Lucifer era tornato nel suo appartamento completamento coperto di piume insanguinate e con il viso sconvolto. Ed eccoci nuovamente in quel mega attico, dove un diavolo era sconvolto per la totale assenza di paura di un’umana. Era ormai passata l’alba e Linda gli aveva raccontato della reazione della detective, ora doveva esser brava a contenere quella di Lucifer, quest’ultimo si aspettava una reazione di terrore e ribrezzo nei suoi riguardi e invece vi era solo rabbia per non essersi mostrato prima. “Linda ma tutto questo è reale? Perché non ha paura di me? Dovrebbe disperarsi solo per aver trascorso così tanto tempo insieme al Diavolo.” Esasperato Lucifer non sapeva veramente come comportarsi “ Il genere umano è veramente uno delle creazioni del Padre Eterno più complesse!” Linda lo lasciò pensare per un po’ e alla fine andò a riposare anche lei, a quanto pare la notte insonne si stava iniziando a far sentire. Rimasto solo Lucifer cedette anche lui alla stanchezza dei giorni scorsi, si addormentò di sasso sul divano.

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Capitolo 2
*** Lontano da tutti, lontano da lei. ***


Passarono i giorni e la presenza di Lucifer iniziò a diminuire sempre più in centrale al fianco della detective per i nuovi casi, ecco perché Dan iniziò ad affiancarla per non farle pesare la solitudine. Il Lux sempre locale attivo e spumeggiante era stato chiuso per ferie necessarie o almeno così diceva il cartello megalomane appeso al di fuori della porta d’ingresso. Chloe si era recata dopo alcuni giorni proprio davanti al locale ed rimasta spiazzata, non una sola chiamata o messaggio per avvisarla di questo suo allontanamento, erano PARTNER dopotutto! I giorni divennero settimane e la rabbia di Chloe iniziò ad affievolirsi, ormai aveva perso ogni speranza con quell’idiota, ad ogni sentimento umano che Lucifer percepiva o provava scappava come un agnellino, non era in grado di affrontarlo da persona adulta , e di anni ne aveva anche parecchi, ma l’effetto che quella donna aveva su di lui non era stato affatto programmato.  La quotidianità che Chloe era riuscita a creare dopo quell’evento l’aiutò a instaurare un rapporto ancora più forte con Maze e Linda, molte erano le serate in cui si vedevano anche solo per una chiacchierata o bere qualche potente shottino da far dimenticare ogni pensiero negativo o demoniaco. Chloe davanti alle amiche era capace di mostrarsi attiva e lontana anni luce dai pensieri e gli eventi che riguardavano Lucifer ma una volta tornata a casa non sempre era facile tener fuori i pensieri.
Una notte nel suo letto si girava e rigirava, ma non riusciva davvero a prender sonno, così decise di alzarsi per prendere un po’ di latte fresco dal frigo, berne una tazza e rilassarsi sul divano, era il suo toccasana quando la voce della coscienza le martellava insistentemente,  ed effettivamente si appisolò dopo qualche minuto. Chloe iniziò a risvegliarsi dopo un paio d’ore, l’orologio sopra il camino indicava le 5:45, era riuscita ad accumulare qualche ora di sonno in più rispetto al solito, qualche altro minuto sotto le coperte e si sarebbe dovuta alzare per recare a lavoro, la giornata sarebbe ricominciata da capo, sempre senza quel demente ipocrita e  vigliacco. Ma nel mentre si dirigeva in bagno per farsi una doccia si accorse di una strana ombra proveniente dalla sua camera, Trixie dormiva nella stanza accanto dove l’aveva vista di sott’occhio pochi minuti prima e Maze era rimasta a dormire nell’appartamento di Linda, le aveva detto infatti che dovevano aggiornarsi su tante cose, essendo state lontane per diverse settimane. Tornò quindi all’ombra perché si muoveva avanti e indietro? Sembrava che qualcuno stesse camminando davanti il suo letto, ma chi?
Entrata nella stanza della propria camera da letto fu come se le due figure presenti si trovassero entrambi su un altro pianeta, come se il resto del mondo al di fuori di quei pochi metri quadrati fosse lontano milioni di chilometri. Chloe temeva che Lucifer potesse accorgersi che il petto le stava per scoppiare tanto era emozionata – arrabbiata – incazzata ma soprattutto felice di vederlo. Dall’altro lato il diavolo in persona era rimasto pietrificato, preparatosi più volte il discorsetto di scuse e convincimento per la detective era rimasto senza parole, incapace di emettere anche una sola vocale. Preso però da un coraggio imminente che doveva sfruttare al massimo iniziò “Buongiorno Detective” Lucifer fece ovviamente anche  il gentiluomo anticipando una reazione poco carina che ovviamente si aspettava di ricevere da Chloe, ma la solita espressione che ebbe fece pensare alla detective che era sempre il solito Lucifer capace di ripresentarsi senza problemi dopo settimane di assenza. Qualcosa però la fece sussultare perché pian piano l’uomo, non sapeva neanche più come o chi considerarlo, iniziò ad avvicinarsi, con lentezza quasi estrema che sembrava una scena rallentata dai migliori registi di film struggenti. Ecco ora erano veramente una di fronte all’altro, ad una spanna di distanza, Chloe era fissa sui suoi occhi che le sembravano quasi di colore differenti dal solito nero, come se vi vibrassero fiamme. “Chloe.. mutismo selettivo?”  ella si rese conto di non esser riuscita effettivamente a dire ancora una parola. “ No.. cos? Ma ch? Nono! Ci sono, stra-connessa!.” quello strano imbarazzo non se lo aspettava, la balbuzie ovviamente aveva peggiorato il suo stato di donna forte e sicura di sé, era fragilissima davanti al Diavolo, e come poteva essere il contrario!? Assurdo. “Ti faccio così tanta paura?” Chloe alzò lo sguardo e lo mantenne fisso davanti a sé, si parla di paura allora, non di altro ovviamente, era insensato pensare ovviamente ad altro, stupida mente umana, fantastica sempre più del dovuto. “Pensi che sia dovuto a questo tutto ciò? Perché pensi che io abbia paura di te? Ti sei allontanato per questo? È da settimane che non ti vedo, eri convinto che io tremassi per il troppo  terrore davanti a te??! Stai scherzando spero.” Parlare inspiegabilmente più veloce della luce senza neanche riuscire a prendere fiato, ecco  cosa le determinava averlo così vicino. “Il mio lavoro e i vari mesi passati accanto a te Lucifer mi hanno reso più forte di quanto io stessa credessi.”. Lucifer la guardò leggermente stupito, la vera reazione l’aveva avuta con Linda quando gli aveva rivelato il vero motivo della rabbia della detective, incazzata perché si era sentita esclusa dalla reale identità del suo partner, Lucifer non aveva ritenuto necessario dirle davvero tutta la verità,  ma in realtà a nessuno era stata negata, lui aveva detto a quasi tutta LA di essere il diavolo, non era certo colpa sua se gli umani pensavano solo in figure retoriche quando parlava. Evitò di dire questo alla detective, conoscendola si sarebbe infuriata e viste le sue intenzioni di quella mattina avrebbe ovviamente destabilizzato l’equilibrio che voleva ricreare.
“Perché sei qui?” Chloe stava insistendo volutamente, doveva smuoverlo perché le sembrava che fosse caduto in uno stato di catalessi, così vicini ma in realtà così lontani. Lucifer allora iniziò, ma preferì farlo  sedendosi sul bordo del letto e avvolgendosi il capo tra le mani, era diventato un folle, se suo Padre l’avesse visto in quello stato (cosa che in realtà stava già facendo) gli avrebbe fatto il suo solito sguardo da tuttologo -Hai visto? Tutti sono capaci di amare, anche il diavolo in persona. Non capiva perché quella donna le avesse fatto quell’effetto, quasi disarmante, si sentiva talmente fragile da sciogliersi davanti ad una detective incazzata ma che gli piaceva, tanto, in alcuni momenti troppo. “Ho bisogno che ti sieda, la storia è alquanto lunga e non riuscirei a reggere quello sguardo assassino per troppo tempo” le fece segno di accomodarsi accanto a lui e lei lo fece senza opporsi, forse una delle poche volte in cui era riuscito a domarla. La storia iniziò e man mano che Lucifer raccontava lei lo tempestava di domande alle quali spesso si era posta un interrogativo e che solo ora prendevano un’identità,  le vicende di Amenadiel  e di come fosse intenzionato inizialmente a riportarlo all’inferno ma alla fine di come anche lui si era convinto che la Terra, l’esperimento meglio riuscito del Padre, fosse in realtà un bel luogo dove trascorrere qualche annetto e via dicendo con i casi risolti e il metodo Lucifer sullo scoprire i desideri più reconditi degli accusati. Le parlò anche di Pierce, del suo vero essere, di come si era fatto da parte per la parola datagli da Marcus, ovvero che si sarebbe preso cura di lei, ma in particolar modo si fece da parte per la felicità di Chloe, tutto ovviamente era stato vano perchè Pierce si era dimostrato un bastardo egoista. E dopo circa 2h Lucifer aveva la bocca talmente asciutta che si avviò in cucina per bere un bicchiere d’acqua e nel mentre si avvicinava alla bocca il succo d’arancia trovato tra le mille cose del frigo di una madre single, Trixie gli si avvinghiò alla sua gamba come fa un uccello predatore con il suo succulento bottino, “Ehi Lucy cosa ci fai qui a quest’ora? Hai dormito con la mia mamma? L’ho vista molto giù infatti in questo periodo” quasi si stava per macchiare il prezioso completo messo per l’occasione vista la domanda a brucia pelo di quell’animaletto, ancora stretta come un’anguilla lo sgridò per non essersi fatto vivo in queste settimane, gli era mancato, a Lucifer bastò svincolarla con una mano “ No cara scimmiona, o scimmietta come ti chiamano i tuoi genitori?  io e la mamma stiamo semplicemente parlando, sono arrivato pochi minuti fa, sono stato in vacanza, anche le menti geniali come me ne hanno bisogno. Ma tu non dovresti essere sul bus per scuola?” Trixie infatti aveva già lo zaino in spalla e salutando nuovamente Lucifer con il solito affetto da koala uscì di casa, solo dopo avergli stampato un bacio sulla guancia. “Bimbetta dispettosa” senza rendersene conto iniziò a ridacchiare, ripensando al discorso appena fatto, gli parve di aver parlato quasi come fosse il compagno della madre “ oh Dio, sto diventando pazzo seriamente”. Alzando lo sguardo in direzione della camera da letto dove aveva lasciato Chloe notò che era poggiata sullo stipite della porta, dove forse si era goduta anche la scena, aveva un’espressione quasi innocente e gli parve di vedere una minuscola o microscopica lacrima scivolare sulla guancia, gli ci vollero pochi passi per avvicinarla, nuovamente vicini come prima Lucifer la baciò con quella sua delicatezza che aveva contraddistinto i baci per Chloe, mai violenti o peccaminosi, ma dolci e leggeri quasi come una piuma. Le sue mani le avvolsero i fianchi rotondi e sentì il corpo di lei adeso al suo come mai prima di allora, le barriere poste in diverse occasioni erano ormai state abbattute, Chloe cinse il suo collo con le braccia arrivando ad arruffare i capelli del Diavolo e contribuendo a rendere il bacio più insistente e desideroso, ne aveva bisogno, avevo atteso e ripensato a ciò che voleva realmente e in quel preciso istante la sua mente era inondata solo da quelle labbra da baciare e fare sue. Lucifer di rimando partecipò ben volentieri e quasi sorpreso di come un corpicino minuto come quello della donna che aveva di  fronte potesse avere tanta forza vogliosa, la prese in braccio poggiando i palmi delle mani sui glutei sodi di lei e la stese sul letto della stanza che sarebbe stato il loro rifugio sicuro per qualche oretta almeno, i due dovevano conoscersi in maniera approfondita. La lingua di lei inizio a ricamare le sue labbra demoniache rendendola la cosa più eccitante che Lucifer si fosse fatto fare da una donna, partì dalla rima superiore sino a quella finale del lato opposto “Io così soffro però.” Lucifer si sentiva quasi in astinenza da quelle labbra che aveva lasciato solo da pochi secondi, quindi si insinuò pretenziosamente il quella bocca che anelava come non mai, le loro lingue sembravano come in un vortice di passione e di mille altre cose che Lucifer però non comprese subito. Non era facile starle dietro perché Chloe anticipava ogni suo movimento, lo desiderava ardentemente e questo non fece altro che eccitarlo ancora di più, mentre lui la mangiava di baci sul collo così da stordirla un po’intanto con la maestria che lo contraddistingueva la svestì in men che non si dica, poi ovviamente toccò a lui, Chloe pose quasi attenzione e cura nel rimuovere il suo completo ma fu lui stesso a stracciarlo e gettarlo a terra, si dedicarono a loro per un tempo sufficientemente lungo da perdere quasi i sensi e appisolarsi insieme, sudati e avvinghiati.

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