La mia vita a Konoha.

di AlekHiwatari14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1



?:Rita?Hai preso tutto?

Urlò mia madre mentre prendevo lo zaino e le ultime cose nella mia stanza. Questa che vedete qui davanti a voi sono io. Beh....lo so...non sono un granchè. Sono una semplice ragazza ordinaria. Aspetto semplice dai capelli castani lunghi e occhi azzurri, fisico nella norma. Non sono nulla di speciale. Si, lo so. State pensando:"Cosa ci fa vestita in quel modo?" Sono una mezza punk, dopotutto l'avreste dovuto intuire dalla treccina colorata che ho tra i capelli e gli stivali borchiati al piede.
Che ci faccio ancora qui? Beh... prendo le ultime cose e do il mio addio alla mia stanza. Quel posto mi sarebbe mancato, ma probabilmente non molto visto le mille prese in giro perchè non ho un padre e per le cose strane che cucina mia madre, che tra l'altro non è per nulla strano visto che è cibo giapponese data la nostra nazionalità in un luogo sudicio e poco colto come l'Italia, o meglio....Napoli. Ebbene si, sono giapponese, come mia madre, l'unica cosa che non so dove sono nata. Lei dice in un villaggio, ma non me ne ha mai voluto parlare. Aveva sempre da fare. Nella mia mente ho sempre pensato a mille cose e ho sempre viaggiato con la fantasia e ancora ci rido se ci penso. Come, per esempio, di essere figlia di un ninja. Lo so. E' assurdo, ma era la spiegazione che davo quando avevo 7 anni. Dopotutto non era illogico visto che riuscivo, e ancora ci riesco, a difendermi senza problemi anche non avendo avuto lezioni di karatè o di autodifesa. Non per questo mi chiamano la vipera assassina. Lo so, strano come nomignolo e lo odio a morte. Sinceramente....ripensandoci...non mi mancherà affatto questo posto. Dopotutto perchè dovrebbe mancarmi? Non ho neanche amici, tranne il cane del vicino di casa che ne sono perdutamente innamorata. Quel cane è un amore. E' un bellissimo Husky di 2 anni. Sicuramente lui mi mancherà e anche molto.

Rita:Mi mancherai, Rafael! Fa il bravo con i nuovi vicini, hai capito?

Dissi al cane mentre lo accarezzavo e lo abbracciavo con le lacrime agli occhi. Il cucciolo si alzò, mentre mi alzavo per avviarmi verso la macchina, e a momenti era più alto di me, tanto che mi abbracciò come si abbraccia un amico.

Rita:Lo so, ti mancherò. Fa il bravo.
?:Avanti, Rita. Sbrigati! Faremo tardi!

Esclamò mia madre facendomi staccare da quel cucciolone. Salii in macchina e misi la cintura e le cuffie del cellulare alle orecchie pensando:"Di nuovo, sono anni che ci trasferiamo. Che palle. Spero che questa sia l'ultima volta".
Mia madre era stranamente silenziosa, non aveva aperto bocca sul luogo in cui saremo andate e la curiosità cresceva dentro me.

Rita:Questa è la quinta volta che ci trasferiamo. 

Mormorai stanca mentre lei prendeva l'autostrada per andare chissà dove.

?:Sarà l'ultima volta. Te lo prometto.
Rita:Lo spero... piuttosto...dove andiamo adesso?

Continuai aspettandomi una risposta. Mia madre mi tolse gli auricolari e spense la radio che aveva acceso diventando molto seria.

Rita:Mamma? Cos'hai?

Chiesi non capendo cosa stesse succedendo.

?:Spegni il cellulare. Dobbiamo parlare.
Rita:Ti sento. Tranquilla. Ho tolto gli auricolari e poi...chi vuoi che mi chiami visto che non ho amici.
?:Il problema non è questo. Fa come ti dico.

Mi disse dolcemente ed io spensi il cellulare anche non capendo cosa stesse succedendo.

Rita:Di cosa mi vuoi parlare?
?:Il posto in cui andremo è molto diverso da dove siamo stati.
Rita:Mamma, lo dici ogni volta che andiamo da qualche parte.
?:Ci sono molte cose che non ti ho detto su di me, su di te......e sopratutto su tuo padre.
Rita:Mio padre?
?:Si, è ora che tu lo conosca, dopotutto hai 16 anni. Sei adulta ed è tempo di tornare a casa.

Sentendo quelle parole mi innervosii e parecchio anche.

Rita:Cosa? Come sarebbe a dire? Pensavo che mio padre fosse morto in un incidente quando avevo un anno.
?:Lo so, ti ho mentito e mi spiace, ma... l'ho fatto per il tuo bene. Se avessi saputo chi è probabilmente sarebbe successo l'irreparabile.
Rita:Quindi adesso torniamo a casa?
?:Si, definitivamente. Lì è molto diverso da come immagini, ma è anche molto diverso da qui. Tieniti pronta. Dobbiamo accellerare per arrivare.

Avvertì mentre incominciava a correre.

Rita:Mamma!! Vai piano!!

Urlai incominciando a vedere che faceva sorpassi su sorpassi ad una velocità di 200 km/h, neanche fossi entrata nel film di need for speed. Dal terrore chiusi gli occhi incominciando ad urlare vedendo la mia morte che si avvicinava, ma..non so come..accedde il contrario.

?:Siamo arrivate.

Informò tranquillamente. Aprii gli occhi e vidi dinanzi a me qualcosa di strano e incredibile. Un insegna con scritto Konoha, ma l'entrata era completamente diversa. Mi voltai verso mia madre ed essendo un otaku convinta, una nerd e una fan incallita dell'anime di Naruto, la riconobbi subito chiamandola per nome, quel nome che non ha mai rivelato a nessuno.

Rita:Hanare?!
Hanare:A quando vedo sei davvero sveglia, piccola mia. Mi hai subito riconosciuta.
Rita:Un momento....se tu sei....mia madre....allora......mio padre è.....

Balbettai scioccata pensando il peggio, ed era effettivamente così. Mio padre era Kakashi, l'uomo mascherato dal volto impenetrabile, l'uomo che nessuno ha mai visto il volto....tranne me, che a breve sarò graziata e potrò vedere finalmente sotto quella dannata maschera il volto che nessuno ha mai visto e tutti vorrebbero scoprire. Mia madre annui confermando la mia ipotesi mentre fermava la macchina per prendere i soldi e pagare la dogana. 

Rita:Ditemi che è uno scherzo!
Hanare:No, tesoro. Ah...comunque Konoha è diversa dai manga che leggi.
Rita:Lo si era capito.

Ironizzai guardando la dogana per l'accesso al villaggio tutta metropolizzata. Poi, sospirando, chiesi la cosa che verrebbe in mente ad ogni otaku che si rispetti.

Rita:Vorrei tanto sapere da dove sono usciti i ninja.
Hanare:I ninja ci sono. C'è proprio un organizzazione, infatti molti eventi successi nel manga sono veri, l'unica cosa che non è vera sono le morti avvenute, visto che si è sempre riusciti a contrastare in un modo o nell'altro e poi gli scrittori di manga che ho avuto a che fare capivano sempre una cosa per un'altra. 
Rita:Forte! Allora da dov'è uscita la storia della povertà?
Hanare:Purtroppo non ne ho idea. Sai, le persone se gli racconti qualcosa gli fanno tutta una cerchia attorno, che poi può essere vera oppure no. 
Rita:Ora capisco. Dimmi una cosa...sei stata tu a fornire la storia ai giapponesi, non è così.
Hanare:Beh...dovevo pur mantenerti in qualche modo. Ah...guardati allo specchio, anche tu sei come me e come tuo padre adesso sai?

Informò facendomi guardare allo specchio. Era vero, ero diversa. I miei occhioni azzurri erano diventati più grandi e i capelli castani più lunghi. Il mio faccino mi piaceva di più, avevo delle guancie e delle labbra rosse stupende. Il fisico....beh....rimase invariato e neanche un centimentro più alta per mia sfortuna. Avrei voluto un pò di sedere e seno in più, ma....accontentiamoci. Dopotutto non è da tutti diventare un personaggio anime da un giorno all'altro.Cosa strana, anche il mio abbigliamento era cambiato. Era simile a quello ninja di Sakura nella versione Shippuden, cambiava solo la maglia che l'avevo bianca a giro con delle rifiniture azzurre.

Hanare:Comunque, domani inizi la scuola.
Rita:Cosa?
Hanare:Ti ho iscritto al liceo di Konoha. Ho saputo che avresti voluto diventare ninja dalle tue maestre, non è così?
Rita:Si, ma...
Hanare:Tranquilla. Già ti ho iscritta. Stai nella classe di Iruka. Quindi, sapendo le cose come stanno, starai in classe con molte persone che già conosci dai manga.

Continuò ad informarmi mentre pagava il casello e metteva in moto la macchina per andare verso la nostra nuova casa. I miei occhi, in quel momento, davanti a quelle parole, incominciarono a brillare. Finalmente mamma aveva fatto qualcosa di sensato e strabiliante per un otaku accanita come me. 

Rita:Mamma?
Hanare:Si?
Rita:Oggi è il giorno più bello della mia vita!! Finalmente diventerò un ninja!! 

Urlai con la felicità nel cuore, senza sapere che la strada sarebbe stata più dura del previsto e i guai non sarebbero di certo mancati, anzi....quello era solo l'inizio. Perchè? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto....

Naruto:Sono a casa.

Urlò entrando dalla porta posando la cartella a terra. I genitori si avvicinarono al ragazzo che andava di tutta fretta.

Minato:Bentornato.
Kushina:Com'è andata a scuola?

Domandò vedendolo entrare e togliersi le scarpe come il suo solito.

Naruto:Tutto bene. 
Minato:Dove vai così di corsa?

Chiese vedendo che incominciò a correre a destra e a sinistra una volta tolto le scarpe. 

Naruto:Tra poco scendo con Sakura e Sasuke. Andiamo al lunapark.
Kushina:Naruto? Perchè non porti anche tuo fratello?
Naruto:Mio fratello? Ma neanche per sogno!! 
Kushina:Su via!! Non fare l'egoista!
Naruto:Ma mamma!! Lui è un depresso di ultima generazione. Per quanto gli abbia detto più volte di rilassarsi ed essere più aperto come me, non è cambiato di una virgola. Neanche Sasuke e Shino sono come lui. E' sempre in camera sua chiuso a pensare chissà che.
Kushina:AHHH!!! Non fare storie. Piuttosto...

Incominciò a pensare e guardò il marito mentre Naruto andava in camera sua.

Kushina:Minato? Sai chi ha preso la casa accanto?
Minato:So che è una vecchia cittadina di Konoha ed ha un figlio o una figlia dell'età dei nostri, ma non so altro.
Kushina:Capisco. Più tardi andrò a vedere chi è. Sono curiosa.
Naruto:Io vado!!

Informò uscendo di tutta fretta prima che la madre urlasse di portarsi il fratello, ma quest'ultima, nella confusione, si dimenticò e rispose solamente:

Kushina:Non fare tardi per la cena, tesoro.
Naruto:Ok.

Urlò sbattendo la porta.

Minato:Non avevi detto che doveva....

Balbettò senza finire la frase e la moglie divenne una pazza. Si affacciò dalla finestra incominciando a sbraitare che dovesse portarsi il fratello, ma ormai Naruto era già lontano.

Kushina:Ah...quel ragazzo non lo capirò mai.

Sospirò esausta sedendosi alla sedia. Il cellulare squillò e Minato vide che era un messaggio. Doveva recarsi subito da Tsunade per una riunione.

Kushina:Che succede?
Minato:Solite cose di lavoro. Avranno imbrattato di nuovo le statue.
Kushina:I bambini lo fanno sempre.
Minato:Lo so. Vado e torno. 

Rispose baciandola sulla fronte e uscendo, mentre Naruto era già con i suoi compagni.

Sakura:Naruto!!!

Urlò agitando la mano. Con lei non c'era solo Sasuke, ma anche Ino, Sai e Hinata.

Naruto:Eccomi! Allora? Ci siamo tutti?

Domandò guardandosi intorno.

Sakura:Penso di si.
Hinata:No, manca ancora Kiba e Choji.

Informò ricordandosi dei due aggiunti all'ultimo momento. Da lontano, si sentì il ronzio di una moto correre a massima velocità. Su quella moto c'erano i due con l'immancabile Akamaru. 

Kiba:Siamo arrivati!!

Esclamò con sorriso smagliante, mentre Choji si sentiva vomitare mentre scendeva.

Choji:Per l'amor di Dio. Mai più prenderò passaggi da te.
Kiba:Guarda che sono io che non ti do più passaggi. La mia povera moto ha subito un danno irreparabile col tuo culo enorme.
Ino:Avanti, ragazzi! Smettetela!
Sakura:Idiota! Andiamo al lunapark, mica a spasso? Che te lo sei portato a fare il cane?
Kiba:Voleva venire anche lui, vero Akamaru?

Il cane abbagliò due volte e incominciò a scodinzolare.

Kiba:Visto?
Naruto:Ehm... era proprio il caso di mettergli quell'affare in testa?

Chiese notando che Akamaru portasse il casco come l'aveva portato Choji, mentre Kiba no.

Kiba:Ovvio. Sono le regole. Non voglio che il mio Akamaru si faccia di nuovo male. Ricordate il vecchio incidente, no?

Informò togliendo il casco al cane.

Sasuke:Scusa se te lo chiedo, ma non è da idioti mettere un casco al cane invece di mettertelo tu?
Kiba:Questo ed altro per il mio Akamaru!

Esclamò sorridendo. Choji diede indietro il casco, con ancora la sensazione di vomito.

Choji:Spero che poi li lavi quando li metti al cane.
Kiba:Veramente questo che hai preso tu era di Akamaru. Ho dovuto rinunciare al mio per farlo venire.

Rispose mettendo il guinzaglio al cane e scioccando il ragazzo che incominciò a guardarlo storto.

Choji:Cosa? Ho messo il casco di Akamaru?? Ah!!! Non ci voleva!! Mi verranno le pulci ora! Già sento il prurito.
Kiba:Tranquillo. Io metto spesso il casco di Akamaru e non è successo mai nulla.
Sai:Ragazzi? Non per fare il guastafeste, ma... non credete sia ora di andare?
Ino:Già, Sai ha ragione! Andiamo, caro!

Disse mettendosi sotto al braccio del ragazzo e incominciando ad entrare con lui seguita da Choji e dietro al trio Sakura, Sasuke, Naruto, c'erano Kiba e Hinata.

Kiba:Allora, Hinata! Ancora nulla con Naruto?

Domandò mettendole la mano sulla spalla. La ragazza era intimidita e incominciò a giocare con gli indici come il suo solito. Il ragazzo intuì.

Kiba:Ah... ma quando ti farai avanti? Insomma!
Hinata:Lo sai che non ci riesco. Vorrei tanto essere come Sakura o Ino. Un pò più sfacciata, ma... quando vedo la sua faccia....
Kiba:...ti irrigidisci e ti imbamboli come al solito. Beh....guardiamo il lato positivo. Almeno sembra non essere interessato più a Sakura.
Hinata:Pensi che le piaccia qualcun'altra?
Kiba:Non ne ho idea.

Il ragazzo ci pensò su e dopo un attimo di silenzio lasciò la ragazza avvicinandosi a Naruto che intanto faceva discussione con Sakura.

Sakura:Dai, com'è possibile che tu non sappia chi sia? 
Naruto:Alle cose amministrative ci pensa mio padre, non io. Sinceramente non sapevo neanche che ci fosse un nuovo studente.
Sakura:Si, ci sarà domani. Hanno detto che starà con il sensei Iruka.
Naruta:Quindi è nella nostra classe.
Sakura:Esatto. Non puoi scoprire chi è?
Sasuke:Sinceramente sono curioso di sapere com'è.
Kiba:Di che parlate??

Domandò introducendosi nel discorso abbracciando Sakura e Naruto.

Sakura:Del nuovo studente.
Kiba:Ci sarà un nuovo studente?
Sasuke:Andiamo bene.
Kiba:Quando l'hanno detto?
Naruto:Mentre dormivamo sonni tranquilli.
Kiba:Ah...nell'ora di matematica con la Kurenai? Per questo non ne sapevo nulla. Sapete già chi è?
Sakura:E quello che vorremo sapere da Naruto, visto che suo padre è Hokage e amministra la parte sia scolastica che lavorativa, dovrebbe saperlo.
Naruto:Lo so, ma non ho avuto tempo di saperlo. Poi lo sapete meglio di me, tra mia madre e mio padre che sono quasi sempre in missione, mio fratello sempre chiuso in camera e quando loro ci sono non ci sono io, sembra di essere orfano e senza fratelli a tutti gli effetti.
Sasuke:Beh...tua madre è nella protezione civile e tuo padre nella politica è normale sentirsi così. 
Kiba:Si, ma io adesso sono curioso!! Quando verrà questo studente?
Sakura:Hanno detto che verrà domani.
Kiba:Forte! Chissà com'è!
Naruto:Magari è un semplice ragazzo come noi.
Kiba:Si, ma non si sa neanche il sesso. Quindi potrebbe essere una bella ragazza, formosa e con un carattere esuberante che la da a tutti.

Disse incominciando ad immaginare chissà che con Naruto, ma le loro fantasie furono stroncate sul nascere dal pugno di Sakura in testa ai due.

Sakura:Siete dei malati!!

Urlò mettendosi sotto al braccio di Sasuke e trascinandolo dentro allontanandolo dai due.

Kiba:Cos'ho detto di strano?
Naruto:Bah...le donne!! Chi le capisce? Piuttosto....perchè Hinata sta dietro da sola?
Kiba:Ops....me ne ero dimenticato. 

Rispose toccandosi dietro la testa e poi mettendo la mano sulla spalla al ragazzo incominciò a chiedere ciò che voleva sapere:

Kiba:Volevo chiederti una cosa, ma....

Ma non riuscì a dire un tubo visto che Akamaru se lo tirò dietro trascinandolo via da Naruto appena vide un altro cane da lontano.

Kiba:Akamaru!! No!! Buono!!!

Purtroppo Akamaru era come il padrone. Appena vedeva un bel cagnolino, sopratutto di sesso femminile, doveva fare la sua conoscenza. Così...Hinata e Naruto si ritrovarono soli.

Naruto:Hinata?
Hinata:Si..?

Balbettò timidamente vedendo il ragazzo fermarsi e sorriderle.

Naruto:Ti va di andare sulle montagne russe?

Domandò tendendogli la mano. La ragazza annui timidamente afferrandola e così incominciarono i divertimenti, mentre io ignara di tutto questo aggiustavo le mie cose nella mia nuova stanza aspettando l'indomani che veniva.





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Ciao ragazzi. Qui è l'autrice che vi parla.
Che ne pensate come storia?
Vorrei un vostro parere sia sulla storia, sia dell'introduzione. 
Ve ne sarei eternamente grata.
Grazie per aver letto & per aver speso un pò del vostro tempo per consigliarmi o solamente per leggere.
Baci.
AlekHiwatari14

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2



Suona la sveglia e mi alzo di tutta fretta. Primo giorno a Konoha e primo giorno di scuola. Tutto è così diverso. Auto, moto, strade, negozi e smog anche qui. Ha ragione mia madre. Tutto è completamente diverso da come l'avevano descritta. Sembra essere entrata in una realtà parallela. Fuori scuola ci sono già molti studenti che non conosco e anche quest'ultima mi sembra diversa da quella che conoscevo nei manga.

Rita:Liceo di Konoha. Potevano scegliere un nome migliore. 

Mormorai tra me e me guardando la grande insegna e le vetrate del liceo. Il mio sguardo poi si posò al cancello, vicino a dei muretti. Lì vidi qualche faccia familiare e i miei occhi incominciarono a brillare davanti a quella scena. Ino seduta sul muretto, Sai, davanti a lei, dipinse una rosa e quel disegno diventò realtà, come una magia, che gliela porse inginocchiato baciandole la mano. Una scena da urlo per un otaku come me, ma dovetti mantenere l'entusiasmo.

Rita:Ino e Sai? Oh....

Sospirai pensierosa mettendomi le mani sulle guancie mentre i miei occhi non potevano fare almeno di formare cuoricini. Incominciai a guardarmi intorno e vidi quasi tutti coloro che conoscevo nei manga. Intravidi anche Sasuke in un angolo ad ascoltare il suo ipod. C'erano praticamente tutti..o...almeno era quello che pensavo.

Voce:PISTA!!!!

Un urlo mi fece voltare e qualcuno andò a sbattermi contro facendomi cadere a terra. Aprii gli occhi e vidi chi fosse. Chi diamine poteva mai essere che portava un cane a scuola facendosi guidare dal guinzaglio mentre era sullo skate? Esatto. Proprio lui. Kiba Inuzuka. E me lo ritrovai addosso senza preavviso. Non che non mi piaccia, anzi. Da vicino è ancor meglio del manga, ma... sono più la tipa che tifa per le coppie che per dei personaggi. 

Kiba:Scusa, ti sei fatta male?

Domandò tendendomi la mano. Quel gesto mi sembrò pieno di dolcezza. Era strano. Di solito l'avevo visto sempre come l'esatta copia di Naruto con la differenza dell'amore morboso per i cani.

Rita:No, tranquillo. Sto bene.

Risposi alzandomi da sola e, non appena alzai lo sguardo verso di lui, la mia convinzione riuscì a battere la mia impressione rivelandosi esatta.

Kiba:Akamaru!!!

Urlò correndo verso Akamaru che era stato preso da Shikamaru. Si allontanò da me così, come se nulla fosse, senza degnarmi di uno sguardo, come se non esistessi e, secondo me, non sentì neanche ciò che dissi. Si buttò tra le braccia di Akamaru come non lo vedesse da una vita, eppure l'aveva portato lui a scuola. 

Rita:Che tipo strano. Poteva anche evitare di chiedermi se mi ero fatta male se poi pensava al cane.

Mi lamentai tra me e me guardandolo storto. Ebbene si!  Già mi stava dando sui nervi prima ancora di conoscerlo. La campanella suonò ed entrai andando in presidenza dove mi attendeva il sensei Iruka, coordinatore della mia classe.

Iruka:Ah...bene. Vieni. Ti dò l'orario con i nomi dei sensei.

Disse appena seppe chi fossi.

Iruka:Allora....Rita Hatake, giusto?
Rita:Si.
Iruka:Bene. Ecco gli orari dei corsi. Adesso c'è lezione con me. 

Informò dandomi quell'orario. Che brutto orario. L'unica cosa che mi rassicurava era il fatto che venerdì era l'ultimo giorno e uscivo alle 13, invece nelle altre scuole frequentate uscivo anche alle 18 di sera. Il sensei si alzò dal suo banco di lavoro.

Iruka:Sei pronta?

Domandò dolcemente sorridendomi e contraccambiai annuendo. Mi condusse alla classe dove tutti facevano casino. Mi fece aspettare fuori alla porta, mentre lui entrava per portare ordine.

Iruka:Avanti, ragazzi. Sedetevi! Inizia la lezione.
Kiba:Come la lezione?? 
Naruto:Già!! Ha detto la sensei Kurenai che c'era un nuovo studente.
Ino:Già. Siamo tutti curiosi di conoscerlo. 
Sakura:Chissà se assomiglia a Sasuke.

Sussurrò all'amica che era davanti. Iruka rise sentendo le proteste dei ragazzi.

Iruka:Ah...allora non è vero che vi addormentate durante la lezione della Kurenai. Sentite ciò che volete sentire. E bravi ragazzi. Comunque no, non assomiglia a Sasuke, mia cara Haruno.

Rispose facendo imbarazzare la ragazza e metterla composta mentre Sasuke stesso la guardava storto dalle risate e dagli occhi puntati contro da tutti.

Iruka:Studente? Può entrare.

Disse facendomi entrare. Tutti quegli occhi puntati, sinceramente...non li sopportavo. Mentre il sensei Iruka mi presentava alla classe facendomi imbarazzare, visto che odio gli occhi puntati addosso, i ragazzi incominciarono a parlare tra loro, ma quello che colpì la mia attenzione fu lo sguardo scioccato di Kiba.

Naruto:Hai visto? E' una ragazza.

Bisbigliò a Kiba che era seduto dietro di lui. Questo continuò a guardarmi in quello strano modo, poi dopo deluso disse a voce alta il suo parere che mi innervosì e non poco.

Kiba:Ma è senza tette e culo!! Che razza di ragazza è?

Urlò guardandomi storto e facendo ridere tutti, ma la mia reazione fu inizialmente tranquilla, poi...con tutte quelle risate... non riuscii a trattenere l'istinto omicida.

Rita:Brutto maiale!!!!

Sbraitai facendomi sentire in tutto il liceo e oltre. La prima cosa che mi trovai tra le mani, cioè la gomma da cancellare di Rock Lee che era al primo banco, gliela buttai contro colpendolo in pieno la fronte facendolo cadere all'indietro. Davanti a quel gesto il sensei non seppe che dire.

Kiba:Sensei!! Ma lei non dice niente?? E' una maleducata!! Dite sempre di non lanciare oggetti e lei mi ha colpito diritto in fronte!!
Iruka:Beh...come primo giorno si è sentita offesa e tu sei stato scortese.
Kiba:Che cosa?
Iruka:Rita? Prendi posto. Siediti vicino a Sai, mentre tu Kiba, prendi posto qui, accanto a me.
Kiba:Cosa?
Iruka:Oggi ti interrogo.

Informò portando panico nel ragazzo.

Kiba:Ma aveva detto che le interrogazioni si facevano il giovedì.
Iruka:Ho cambiato idea. Visto che oggi sei così desideroso di parlare, parleremo. Forza.

Disse facendo alzare il ragazzo e andare verso la cattedra, mentre mi sedevo vicino a Sai.

Sai:Ciao.
Rita:Ciao.
Sai:Sei nuova di qui, vero? Non ti ho mai vista in giro.
Rita:Beh...si. Io e mia madre siamo sempre in viaggio.
Sai:Capisco.

Rispose guardandomi dolcemente. Sorrisi, mentre lui metteva il libro di tecniche ninja, la materia del sensei Iruka, verso di me per farmi vedere l'argomento chiesto da Iruka. Dopo mezz'ora dall'inizio della lezione e le mille occhiataccie di Kiba, la porta si spalancò e la persona che vidi entrare mi sconvolse. Era qualcuno che assomigliava molto a Naruto. Aveva i capelli e un aurea nera che l'avvolgeva. Non c'erano dubbi. Era Menma, ma...che diamine ci faceva qui?

Iruka:Era ora. Come mai così tardi?
Menma:I miei mi hanno obbligato a venire.

Mormorò mettendosi accanto a Sai con i piedi sul banco.

Iruka:La prossima volta vedi di venire in orario. Dopo l'espulsione da scuola, non vuoi mica un'altra nota?
Menma:No, signore.
Iruka:Bene, a che stavamo? Ah..già. La tecnica di sostituzione. Riprendiamo.

Disse continuando a chiedere a Kiba, mentre mi sentivo osservata dal nuovo arrivato che si mise a guardarmi mettendosi composto con il braccio sul banco che faceva da appoggio per la sua testa.

Menma:Chi è?
Sai:Lei è la nuova arrivata. 
Rita:Io...sono....R.....Rita...

Balbettai impaurita. Dopotutto che volete da me? Sapevo fosse l'alterego cattivo di Naruto in un mondo parallelo. Fortunatamente non mi diede molto peso e si voltò dall'altra parte sbuffando.

Sai:Non farci caso. E' sempre così. E' il contrario del fratello.
Rita:Fratello?
Sai:Si, non dirmi che non te ne sei accorta. Naruto è suo fratello.

In quel momento incominciai a pensare:"Naruto non era figlio unico ed orfano?" Così incominciai ad ipotizzare finchè non mi venne la cosa più razionale che c'era.

Rita:Ma certo. Devo aver capito che era figlio unico perchè Menma significa germogli di bambù in giapponese e questo spiegherebbe le piante intorno a loro, ma... la morte dei genitori quando invece sono vivi....non riesco a capirlo.

Sussurrai tra me e me.

Sai:A che pensi?
Rita:Nulla. Solo che queste lezioni sembrano strane. Tutto qua.
Sai:Beh...se vieni da lontano e non da dei villaggi è normale che ti sembrino strane.
Rita:Eh..già.
Sai:Se hai bisogno d'aiuto chiedi anche a me, ok?

Davanti a quelle parole non potè fare almeno di sorridere e annuire. Sai era un bravo ragazzo e, anche se era l'ultimo che mi aspettassi di prendere amicizia, ne ero contenta. Presto le lezioni finirono ed io mi stavo diriggendo fuori scuola quando qualcuno mi prese da dietro facendomi cadere a terra.

Rita:Ma che diamine fai?
Kiba:Dove credi di andare?
Rita:Che razza di domande? Me ne torno a casa.
Kiba:Invece no. Visto che Naruto ti vuole a casa sua.
Rita:Naruto?

Domandai non capendoci nulla di quello che stesse succedendo. Poco dopo venne verso di noi.

Naruto:Ehi, scusalo, ma non sapendo come fare ho chiesto a lui di fermarti.
Rita:Praticamente la persona meno indicata.

Borbottai alzandomi da terra.

Kiba:Che hai detto?
Rita:Fatti miei.
Naruto:Comunque, vorrei che tu venissi a casa mia. Ci ritroviamo a vedere un film.... qualcosa giusto per conoscerti.
Rita:Chi viene?
Naruto:Sasuke, Sakura, Hinata, Ino, Sai, Shikamaru e Kiba. Vuoi unirti?
Rita:Certamente.
Naruto:Ok, allora andiamo insieme. 

Sorrisi mentre il ragazzo correva verso i compagni. "Finalmente notata dai miei personaggi preferiti e sai quante scene romantiche vedrò..."incominciai a pensare, ma i miei pensieri furono stroncati sul nascere dall'insulto euforico di Kiba.

Kiba:Che bellezza!! Anche la tavoletta ci tocca portare.
Rita:Come mi hai chiamata?
Kiba:Perchè? Vorresti dire che non è vero?
Rita:Lo so meglio di te che sono piatta!! Non c'è bisogno che me lo ricordi!!

Gli urlai contro per poi allontanarmi da lui incrociando le braccia.

Kiba:Che caratterino.

Commentò e Akamaru fece due abbagli incominciando a scodinzolare.

Kiba:Ah..no! Akamaru!! Non pensarci nemmeno!!
Rita:Tsk..Che idiota!! L'unica cosa bella che ha è il cane.

Notai guardandolo invidiosa. Perchè? Adoravo i cani e gli animali in generale, ma... mia madre non voleva mai prenderli. Quindi vedere un cagnolone di 1 metro e qualcosa con un imbecille del genere mi portava rabbia.

Hinata:C-ciao.

Salutò timidamente Hinata avvicinandosi a me.

Rita:Ciao.
Hinata:Vieni anche tu?

Annuii e così ci incamminammo verso casa di Naruto a vedere questo film. 50 sfumature di grigio. Film che probabilmente era meglio risparmiarmi visto che ero terribilmente maliziosa e il film terribilmente noioso.

Kiba:Ti piace?

Disse dopo neanche le prime scene del film, che tra l'altro sapevo. Eccome se sapevo.

Rita:Sei stato tu a sceglierlo?
Kiba:Si, perchè?
Rita:Povera Hinata. Non è abituata a vedere certe scene in un film. Dovresti saperlo.

Bisbigliai incominciando a farlo pensare. Dopotutto era vero. Hinata non conosceva il film. L'aveva detto mentre venivamo. La porta si aprì e Kushina portò i biscotti con le bevande.

Kushina:Ragazzi? Ecco la merenda.
Naruto:Mamma, lascialo sulla scrivania.
Kushina:Ok, che guardate?

Chiese mentre Shikamaru bloccò il film.

Naruto:L'ultimo samurai.
Kushina:Davvero? Non ricordo che ci fosse un film del genere.
Kiba:E' nuovo per questo non lo conosce, signora.
Kushina:Capisco. Menma?? Perchè non vai a guardarlo anche tu?

Domandò vedendo l'altro figlio che passava di li.

Menma:Non mi va.
Sasuke:Avanti, vieni a vederlo!
Sai:Ce lo stiamo subbendo anche noi.

Dissero guardando il ragazzo che probabilmente si convinse per l'amicizia dei due. Infatti si sdragliò sul letto vicino a Sasuke, mentre Sakura e Ino erano seduti a terra vicino al letto, Sai sulla sedia della scrivania ed io, Kiba, Naruto, Hinata e Shikamaru a terra nell'ordine come ho detto. Appena Kushina uscì Naruto prese il telecomando dalle mani di Shikamaru e riavviò l'immagine.

Menma:Cos'è? Di nuovo quello schifo?
Naruto:A te non piace, a me si.
Menma:Questo film non ha nulla di bello.
Kiba:Concordo, ma voglio vedere i commenti della nuova arrivata.

Ecco!! Aveva sputato il rospo. Lo sapevo che c'era qualcosa nella sua testolina.

Rita:E Hinata?

Ricordai nuovamente. Kiba si bloccò per un minuto.

Kiba:Su questo non hai torto.
Rita:Vuoi che ci penso io?
Kiba:Che hai in mente?
Rita:Vedrai.

Risposi alzandomi e chiamando Naruto.

Naruto:Che c'è?
Rita:Puoi venire un attimo qui?

Chiesi facendolo venire vicino alla porta allontanandolo dai ragazzi.

Naruto:Che succede?
Rita:Non credi che Hinata si scandalizzerebbe? Dopotutto è timida.
Naruto:Vuoi che tolgo il film?
Rita:No, perchè Kiba vuole vederlo, ma.... puoi andare a prendere delle patatine e a farti un giro con lei mentre ce lo vediamo. Che ne dici?

Dissi cercando il modo migliore per creare una relazione da NaruHina, in quanto amante di quella coppia.

Naruto:Beh...ok.

Mormorò dubbioso, mentre io tornai a sedermi accanto all'uomo cane.

Kiba:Che gli hai detto?
Rita:Sta a guardare.

Sussurrai. Poco dopo Naruto si avvicinò a Hinata.

Naruto:Abbiamo finito le patatine, Hinata? Vuoi venire a prenderle con me?

Davanti a quella domanda la ragazza non potè fare almeno di arrossire e voltarsi lentamente.

Hinata:I-io?
Naruto:Si, ma se non ti va....
Hinata:Si, mi va.

Rispose arrossendo ancora di pù.

Naruto:Ok. Andiamo.
Hinata:Cosa? E....il film?
Naruto:Lo vediamo dopo.

La ragazza si alzò e i due si allontanarono dalla stanza, mentre io davanti a quella scena sbavavo.

Rita:Che carini!!!!
Kiba:Ok...come diamine hai fatto?
Rita:Cosa? 
Sakura:Già. Naruto ed Hinata non si sono mai allontanati da soli.
Ino:Finalmente Hinata ha la sua opportunità.
Kiba:Probabilmente mi devo correggere con te. 

Mi disse fiero, mentre io non ci capivo nulla di ciò che era appena successo.

Rita:Che?
Sasuke:Hinata non è mai riuscita  a rivelare i suoi sentimenti a Naruto.
Shikamaru:Già. Mezza volta che l'ha fatto e l'ha detto anche alla persona sbagliata.

Rivelò guardando il fratello che si stava addormentando. Sentendosi chiamare in causa aprì gli occhi e guardò storto Shikamaru.

Menma:Non guardate me. Io ho cercato di dirglielo a Naruto, ma è cocciuto. 
Sai:Come hai fatto a farlo uscire con Hinata?
Rita:Semplice. Gli ho detto di prendere delle patatine. 
Kiba:Ma tu sei un genio!! Shikamaru?? Perchè tu non ci hai mai pensato?
Shikamaru:Beh...non mi è mai passato di mente.
Kiba:Ho capito!! Tu non sei una ragazza normale.

Disse guardandomi con uno strano sguardo ed io mi sentii crollare il mondo addosso. 

Tutti:Che?
Kiba:Sei un'aliena. Questo spiegherebbe anche come diamine ti è passato di colpirmi con una gomma. Incredibile.

Tutti incominciarono a ridere ed io pensavo che quelle prese in giro non sarebbero mai terminate. Il film finì tra i miei doppisensi e le punzecchiate con Kiba, ma non sapevamo nulla di ciò che sarebbe successo. Cosa? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...

Hinata:Naruto?
Naruto:Si?
Hinata:Perchè....hai chiesto proprio me di accompagnarti?

Domandò mentre tornavano con la spesa tra le mani.

Naruto:Che domande? Mi andava..tutto qua!

Rispose continuando a camminare lasciando un sorriso alla ragazza che si era fermata.

Naruto:Andiamo? I ragazzi ci staranno aspettando.

La ragazza annui e i due si rimisero in marcia verso casa di Naruto, che intanto, accadeva l'inferno.




Ciao ragazzi. Qui è l'autrice che vi parla.
Che ne pensate come storia?
Vorrei un vostro parere sia sulla storia, sia dell'introduzione. 
Ve ne sarei eternamente grata.
Grazie per aver letto & per aver speso un pò del vostro tempo per consigliarmi o solamente per leggere.
Baci.
AlekHiwatari14

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3




Kiba:Ma come fa a non piacerti?

Urlò sentendo che il film faceva schifo.

Rita:Se fossi stata un uomo mi sarebbe più che piaciuto, ma.... non fa vedere nulla di buono.

Riferii buttandomi sul letto vicino a Menma ormai crollato dal sonno e dalla noia con Sasuke. Sentendo quelle parole incominciarono ad urlare.

Kiba:Ma che stronza!!
Rita:Sono sincera. Mi fa schifo.
Ino:Concordo. Questo film fa pena.
Sakura:Togliamolo che Sasuke e Menma si sono completamente addormentati.

Disse notando i due che dormivano profondamente.

Kiba:Che si fa?
Sai:Bella domanda.
Shikamaru:Io me ne vado. Ho ancora i compiti da fare.

Si lamentò stanco alzandosi da terra e ricordandomi dei compiti da fare. Così decisi di tornare a casa. Fortuna volle che casa mia era a due passi da Naruto, cioè la casa accanto alla sua. Incominciai a studiare. Presto venne sera e mia madre insistì per portare fuori la spazzatura, ma nel cassonetto sotto casa trovai qualcosa che mi portò a pensare. C'era un piccolo portachiavi a forma di Kyuubi, ovvero la volpe a nove code.

Rita:Ma questa....che ci fa qui?? 

Mi domandai raccogliendolo. Poco dopo sentii dei rumori, come se qualcuno avesse calciato contro un muro. Infatti... poco lontano c'era Menma che tirava pugni e calci al muro.

Menma:Vi odio tutti!! Vi odio, vi odio, vi odio!!!

Continuava a ripetere dando pugni a raffica, per poi scoppiare in lacrime e buttarsi a terra. Quella scena già l'avevo vista. Sembrava fossi tornata indietro a quando ero presa in giro da tutti. Avevo anch'io quel sentimento di voler demolire tutto. Si vedeva che soffriva, ma... avevo troppa paura di confortarlo. Così, con quel portachiavi tra le mani, me ne andai lasciandolo lì. Non so se ho fatto la cosa giusta, ma non mi andava di vederlo soffrire. Già soffrivo di per me che ancora dovevo incontrare mio padre e mia madre aveva detto di non dire nulla al mio incontro con lui. Ancora peggio, avrei dovuto aspettare fino a Giovedi per vederlo a scuola, cioè dopodomani. Sospirando entrai dentro e l'indomani venne presto. Andai a scuola e tutto sembrava lo stesso, tranne Menma, che era abbastanza triste.

Sai:Ehi, cos'hai? 
Menma:Nulla. Ho litigato con i miei e con Naruto. Tutto qua.
Kiba:Ciao, aliena!!

Urlò comparendo dietro di me e stonandomi i timpani.

Rita:Ma sei impazzito?
Kiba:Diciamo. Ti va stasera di venire con me e Naruto in disco?
Rita:Perchè me lo chiedi proprio a me?
Kiba:Perchè voglio vederti fare casino! Viene anche Hinata.  Avanti!!
Rita:D'accordo.

Mormorai stanca. Quel tipo mi stava troppo addosso per i miei gusti. Ino si avvicinò a noi.

Ino:Che fate?
Kiba:Vieni anche tu? Andiamo in disco.
Ino:No, oggi devo uscire con il mio amore, vero?

Disse abbracciando Sai da dietro che a momenti lo strozzava.

Sai:Logico, bellezza.

E così, il sogno di ogni patita di coppie si consolida. Mi misi le mani sulle guancie incredula.

Rita:Ma voi....? State insieme?

Domandai incredula. La bionda sorrise e annui baciando davanti a me il suo ragazzo. La mia reazione? Incominciai ad urlare di gioia guardandoli con occhi brillanti.

Kiba:Ma che ti prende?
Rita:Che carini!! Prendi esempio vedi!
Kiba:Ma che devo prendere esempio?
Rita:Trovati qualcuno anche tu.
Kiba:Ma io ho il mio Akamaru. Sto bene così. E' fedele, docile ed anche tanto tanto morbido e affettuoso.

Rispose abbracciandosi il cane con amore, amore che io gli feci crollare addosso.

Rita:Ah....povero Akamaru. Che ha fatto di male per subire questo? Che tragedia!! Che tortura!! Altro che 50 sfumature. Un idiota per la vita, una condanna enorme per un cucciolo che non ha fatto nulla.
Kiba:Che vorresti insinuare?
Rita:Nulla. Solo ciò che ho detto.
Kiba:Non l'ascoltare Akamaru!! E' cattiva.

Mormorò abbracciandosi l'animale. Dopo le lezioni, mentre Menma prendeva le sue cose e continuava a fissare il cellulare, decisi di dargli la volpe che avevo trovato.

Rita:Menma?

Dissi avvicinandomi a lui. Stranamente tutti mi guardarono storto. Sembrava fossero tutti meravigliati che qualcuno lo chiamasse. Probabilmente si era fatto una cattiva reputazione rispetto a Naruto.

Menma:Che diamine vuoi? Sparisci!

Esclamò prendendo lo zaino e uscendo di classe. Lo seguii.

Rita:Aspetta! Ho una cosa da dirti.

Il ragazzo si fermò e si voltò verso di me.

Menma:Che vuoi?

Continuò a chiedere, mentre i ragazzi incominciavano ad uscire dalla classe.

Rita:Ecco, vedi...

Balbettai prendendo la volpe che avevo nella tasca porgendoglielo. Menma la guardò incredulo.

Rita:E' tuo, non è così?
Menma:Dove l'hai trovato?

Domandò prendendo l'oggetto dalle mie mani.

Rita:L'ho trovato tra i rifiuti di casa. Ho pensato fosse tuo così...

Neanche il tempo di finire di parlare che si buttò tra le mie braccia con le lacrime agli occhi, proprio mentre Kiba e gli altri uscivano assistendo alla scena.

Kiba:Mi sa che non ci vedo bene.
Sasuke:Naruto? Ma quello è tuo fratello?

Chiesero vedendo la scena.

Menma:Grazie, mi hai appena salvato la vita. 

Poi dopo essersi staccato da me se ne andò salutandomi con un ciao e un sorriso lasciandomi stranamente incredula. E non solo... anche piena di rotture di scatole.

Kiba:Auguri!!

Disse avvicinandosi a me e dandomi una pacca sulla spalla facendomi quasi cadere.

Rita:Ehi!! Ma che auguri?? Oggi non è il mio compleanno!
Kiba:Ma non è per il tuo compleanno.
Naruto:Da quando in qua tu e mio fratello siete così intimi?
Rita:Intimi? Un abbraccio mi ha dato, tutto qua.
Naruto:Si, ma per uno come lui a dare un abbraccio...è praticamente molto.
Sakura:Ora che ci penso non ha mai sorriso a nessuno.
Ino:Se è per questo non saluta neanche.
Sai:Ma cosa gli hai dato?

Domandò notando che avessi dato un oggetto al ragazzo.

Rita:Beh...era qualcosa che ha perso. L'ho trovato e gliel'ho dato.
Kiba:Credi davvero che uno come Menma si metta ad essere così euforico per qualcosa che ha perso?
Naruto:Era una volpe per caso?

Chiese intuendo stranamente tutto. Annuii e lui fece un sorriso spaventoso. Aveva un aria gioiale che faceva paura. Mi abbracciò sollevandomi da terra.

Rita:Naruto!! Che fai??
Naruto:Grazie, grazie, grazie!! Non ci credo!! Dove l'hai trovata??

Continuò a chiedere mettendomi giù.

Rita:Tra i rifiuti, perchè?
Naruto:Ti ringrazio, davvero. Hai salvato la nostra vita.
Sakura:La vostra vita?
Sasuke:Perchè? Dopotutto cos'era?

Il ragazzo tirò fuori il portachiavi della volpe a nove code che aveva vicino al cellulare.

Naruto:Mia madre ci tiene molto a questi portachiavi. Dice che sono parte di noi e dobbiamo tenerli sempre con noi. Dopotutto li hanno uccisi per comprarli.

Quelle parole mi sembravano centrare al pennello con la storia dei manga. Così chiesi il motivo.

Naruto:Come perchè? Mia madre per comprarli ha speso una fortuna. Stanno più di 10.000 yen l'uno. Sono costosissimi. Li aveva presi mio padre, ma mia madre volle pagare lei e appena sentirono il prezzo....
Rita:Fammi indovinare...ebbero una botta allo stomaco.
Naruto:Esatto.

"Ecco! Risolto anche il mistero della morte dei genitori di Naruto" pensai tra me e me. Sakura mi prese il braccio e mi tirò fuori trascinandomi a casa. Mancavano poche ore alla disco ed io non ero più nella pelle. Cosa sarebbe successo in discoteca con quei due buoniannulla? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kiba:L'aliena se n'è andata. Che si fa?

Disse appena vide che me ne ero andata via a studiare.

Shikamaru:Io, me ne vado. Ho i compiti da fare.
Ino:Già, anche io e Sai ce ne andiamo.
Kiba:Cosa? Mi lasciate qui con Sasuke e Sakura?
Menma:Io vado in camera mia. Sapevo che sarebbe stato uno strazio.

Rispose uscendo dalla camera di Naruto e diriggendosi nella sua, mentre gli altri lasciavano soli i tre.

Kiba:Eh..no! Il terzo incomodo non lo faccio io!!

Urlò contrariato uscendo fuori la porta chiudendoli a chiave nella stanza di Naruto. Dopodichè andò da Menma per vedere cosa facesse, mentre Sakura incominciava a farsi prendere dal panico vedendo che era stata chiusa in camera con Sasuke. E mentre si faceva prendere dal panico, Sasuke si alzò il busto stofinandosi gli occhi poichè il rumore della porta e il panico di Sakura l'avevano svegliato.

Sasuke:Che succede?
Sakura:Kiba ci ha chiusi dentro.
Sasuke:E allora? Quanto sei noiosa! Naruto verrà da un momento all'altro e ci aprirà. Piuttosto, perchè non ne approfittiamo?

Suggerì il ragazzo trovandosi dietro di Sakura ancora attaccata alla porta. La ragazza si voltò lentamente e lo guardò sorpresa.

Sakura:In che senso?
Sasuke:Stupida. Devo sempre spiegarti tutto?

Domandò alzandole il mento e avvicinando il suo viso a quello della ragazza baciandola sulle labbra. Fu un bacio intenso e pieno di emozioni. Dopotutto Sasuke aveva ragione. Parlare non serve poi così tanto. E mentre in quella stanza incominciava una fantastica storia d'amore, nell'altra iniziava una fantastica rottura di scatole.

Menma:Esci!!
Kiba:Ma perchè? 
Menma:Non ti sopporto e non ti ho mai sopportato, hai capito? Via da casa mia!!

Urlò tirandogli dietro le cose. Il cane incominciò ad abbagliare e i due genitori intervennero sentendo il casino.

Kushina:Menma? Che fai?
Menma:Se ne deve andare! Non lo voglio qui! 
Kushina:Che cosa?
Menma:E' entrato in camera mia senza permesso e odio quando toccano le mie cose.
Kushina:Calmati, tesoro.
Kiba:Tranquilla. Tanto stavo per andarmene. Vieni, Akamaru.

Chiamò facendo venire il cane a se rassicurandolo e mettendogli il guinzaglio uscì. Mentre usciva, vide rientrare Hinata e Naruto.

Naruto:Che succede?
Kiba:Che dovrebbe succedere? Quello che succede sempre. Tutti se ne sono andati, tranne Sasuke e Sakura ed io, siccome mi annoiavo sono andato da Menma, ma come al solito mi ha cacciato di casa.
Naruto:Di nuovo?
Kiba:Quel ragazzo non cambierà mai. 

Disse urtato andandosene. I due aprirono la porta dove videro Kushina fare una ramanzina al ragazzo.

Kushina:Ma come ti sei permesso? E' un tuo compagno di classe.
Menma:Si, ma non è mio amico.
Kushina:Si, ma è di tuo fratello e tu devi rispettarlo.
Menma:Me ne infischio! Se una persona non mi rispetta perchè diamine dovrei rispettarla io?

Kushina, davanti a quelle parole, diede un ceffone al figlio davanti agli occhi del fratello e di Hinata.

Naruto:Mamma...smettila!

Difese vedendo Menma che non sapeva che fare. Aveva gli occhi lucidi e pieni di odio. Vedere suo fratello con Hinata non l'aiutava affatto, così corse via, mentre Hinata e Naruto raggiungevano Sakura e Sasuke per liberarli dalla stanza. Menma non sapeva che fare. Una volta giù non sapeva dove andare. Vedere Hinata con Naruto lo feriva. Il motivo? Era pazzamente innamorato di lei da quando la vide la prima volta alle elementari, ma...già allora capì. Capì che Hinata era innamorata di Naruto, il pagliaccio della classe, ma poco importava. A lui piaceva lo stesso e per lei avrebbe fatto di tutto finchè non notò una cosa che lo ferì, e molto anche. Lui si prendeva a botte per lei e Naruto prendeva i meriti. Era andata sempre così e la cosa non gli piaceva. Incominciava a pesargli. Giù al vicolo del palazzo, pensando a tutte queste cose, incominciò a sfogare la rabbia contro quel muro più e più volte. Tirava pugni e calci contro quel muro sperando che la rabbia si placasse.

Menma:Vi odio tutti!! Vi odio, vi odio, vi odio!!!

Continuava a ripetere dando pugni a raffica, per poi scoppiare in lacrime e buttarsi a terra. Era solo con il suo dolore. Non voleva che Naruto sapesse che amasse Hinata, ma odiava il fatto che lui potesse ricambiare quei sentimenti per lei, lei che l'ha sempre ammirato e non ha mai degnato di uno sguardo a lui, l'unico che la guardasse da lontano. Incominciò a calmarsi e improvvisamente squillò il cellulare. Era la madre che lo chiamava per salire sopra. Il ragazzo si alzò e mentre posava il telefono nella tasca notò che non c'era più. La volpe a nove code regalata da sua madre quando aveva qualche anno non c'era più.

Menma:Oh..no. Dov'è finita?

Si chiese incominciando a cercare, ma senza trovarlo.

Menma:Mia madre mi uccide se non lo vede.
Naruto:Di che parli?

Domandò scendendo giù vedendo che non saliva. 

Naruto:E' successo qualcosa?
Menma:Ti prego, dimmi che c'è l'hai tu.
Naruto:Ho io cosa?
Menma:Kyuubi. 
Naruto:Kyuubi?

Il ragazzo annui.

Menma:Non lo trovo.

Rivelò preoccupato andando in panico. Naruto divenne più preoccupato del fratello conoscendo la madre e incominciò a cercare con lui, ma senza risultato.

Menma:Maledizione!
Naruto:Calmati, vedrai che domani la troveremo.
Menma:Lo spero. 

Disse guardando il cellulare con aria triste.

Naruto:Non capisco perchè tu sia così giù. 
Menma:Perchè?

Domandò al fratello mentre quest'ultimo fece i primi gradini dell'abitazione. Il fratello si voltò e lui alzò la testa chiedendogli:

Menma:Perchè....tu e Hinata....siete andati via? A te piaceva quel film, no?
Naruto:Si, ma...c'è chi ha voluto che Hinata non lo vedesse, così sono andato via con lei.
Menma:E...che avete fatto?
Naruto:Nulla. Abbiamo preso un pò di cose. Poi, mamma appena ha saputo che dovevo prendere le patatine, ci ha mandato a svaligiare il supermarket.

Il ragazzo sorrise.

Menma:La mamma è sempre la mamma.
Naruto:Avanti, andiamo.

Rassicurò prendendolo per mano e portandolo sopra. Odiava farsi portare così. Non voleva essere un debole, ma... in quel momento, gli serviva. Il giorno dopo continuarono a cercare, ma nulla. Sapeva che la madre ogni volta che tornavano da scuola controllava i loro Kyuubi portafortuna, così incominciò a prepararsi al peggio, ma con grande sorpresa venni io a porgerglielo. In quel momento, vedendo la volpe non sentì una parola di quello che dissi e mi abbracciò. Sapeva che quel gesto, quell'aver trovato per lui la volpe e dandogliela, l'avrebbe salvato dalle grida, le punizioni pesanti e orribili cose che avrebbe potuto fare  sua madre se avesse saputo che non aveva più la sua Kyuubi. L'aveva persa più di una volta e non voleva prenderne ancora. 

Menma:Grazie, mi hai appena salvato la vita. 

Disse, poi dopo essersi staccato da me, se ne andò salutandomi con un sorriso e un ciao lasciandomi incredula e con Kiba che rompeva le scatole, mentre lui felice tornava a casa.




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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4



Mancavano poche ore alla disco ed io non ero più nella pelle. Incominciai a prepararmi, ma non riuscivo a decidere cosa mettere, finchè non trovai un vestito nero aderente con la gonna corta. Mi guardai allo specchio e con i capelli ondulati, la treccina tra i capelli, quel vestito e gli stivali borchiati mi sentivo una regina. Mi truccai un pò più pesante del solito e mi vedevo letteralmente stupenda. Forse....era perchè finalmente avevo trovato un posto nella società e degli amici che mi accettavano. Scesi giù appena mia madre mi chiamò per la cena e la sua reazione fu strana.

Hanare:Come siamo eleganti. Dove dobbiamo andare?
Rita:Scendo con i ragazzi.Andiamo in discoteca.
Hanare:In discoteca? Eh...no. Li non ci vai.

Protestò.

Rita:Ma perchè?
Hanare:Con chi dovresti andare?
Rita:Con Naruto e Kiba.
Hanare:E neanche una ragazza? Eh..no. Non ci siamo. 
Rita:Ma viene anche Hinata.
Hanare:Non mi interessa. Tu non ci vai. Metti il pigiama e avverti i tuoi amici che non scendi.
Rita:Ma, mamma!
Hanare:Niente ma.

Quel tono con me non l'aveva mai usato. Sapevo che era sbagliato andare in discoteca, ma odiavo il fatto che se non ci fossi andata probabilmente avrei perso le mie amicizie. Non volevo perderle, dopotutto ero stata sempre sola e poi chi avrebbe mai voluto lasciare amici come loro? Insomma!! Sono dei personaggi anime e per di più dell'anime che amo, ma non volevo neanche disubidire a mia madre così mandai dei messaggi ai due su whatsapp dicendo che era difficile che ci andavo, perchè mia madre mi aveva proibito di farlo. Naruto mi rispose con un messaggio:"Ok, sarà per la prossima volta", mentre Kiba mi mandò un messaggio vocale.

Kiba:Ma come non vieni? Ah....lo sapevo. Non sai dire di no alla tua mammina. Che perdente che sei. Va beh...ci vediamo a scuola tavoletta.
Rita:Dinuovo con questo nomignolo? Ma piantala!! 

Risposi con un messaggio vocale che non tardò ad essere ribattuto.

Kiba:Se non lo sei, dimostralo! 

E fu con quella provocazione che incominciò la mia ribellione verso mia madre e decisi di andare comunque in disco senza dire nulla. Mia madre dormiva ed io fingevo di stare al letto finchè non arrivò il messaggio di Kiba che diceva:"sto giù". Beh...lo so che è strano, ma... siccome ad accompagnare Naruto fosse Kushina, sapendo che fosse una dalla lingua larga ed anche nostra vicina di casa, decisi di farmi accompagnare dall'uomo cane. Almeno lui era fedele e se dicevo di non dire qualcosa non lo diceva... o almeno questa era l'idea che mi ero fatta. Comunque, tornando a noi, mi tolsi le lenzuola di dosso iniziando la mia mission impossible. Tanto che ero penetrata nella parte che potevo anche sentirmi la canzoncina nelle orecchie, ma probabilmente era la mia impressione o la televisione accesa di mia madre. Presi le lenzuola e la buttai dalla finestra dopo averlo legato al letto. Guardai giù dalla finestra. Era alto almeno 2 piani ed io ho una fottuta paura di cadere nel vuoto. In quel momento cercai di rassicurarmi inspirando ed espirando profondamente.

Rita:Ok, Rita.Non è difficile. L'hai visto spesso nei cartoni. Se lo possono fare loro puoi farcela anche tu.

Mi dissi prendendo le lenzuola tra le mani e salendo sulla finestra cercando di scendere, ma la paura era troppa.

Rita:Maledizione!! Non ci riesco!!

Esclamai con le lacrime agli occhi, ma poi quello si rivelò un grandioso epic fail. Perchè? La mia finestra comunicava con quella della casa di Naruto e c'era la scala antincendio. Sinceramente non l'avevo notata, probabilmente era la finestra di Menma o della camera da letto di Kushina e Minato. Tra l'altro il cornicione della finestra era ampia quindi potevo arrivarci tranquillamente anche senza penzolare nel vuoto. Arrivai finalmente davanti casa dov'era Kiba con la sua moto. Era diverso. Non avevo mai visto l'uomo cane in camicia. 

Rita:Che figurino.
Kiba:Ma che ti sei messa?

Domandò facendomi accorgere di aver dimenticato di togliere il pigiama nella fretta. Fortunatamente era una maglia e un pantalone nero e avevo il vestito sotto.

Rita:Tranquillo. Andiamo prima che mia madre se ne accorga.

Risposi salendo sulla moto e mettendo il casco.

Kiba:Mantieniti forte.
Rita:Aspetta!! Dove mi mantengo? Non ci sono le cinture??
Kiba:E' una moto non un'auto.

Informò guadandomi storto per poi aggiungere.

Kiba:Non sei mai salita su una moto, vero?
Rita:No.
Kiba:Bene, allora ti farò provare il brivido della paura.

Sussurrò con un sorrisetto malefico mostrando i suoi canini agguzzi.

Rita:Cosa??
Kiba:Aggrappati a me. Si parte!!

Esclamò mettendo in moto e accellerando come un pazzo. Non mi diede neanche il tempo di pensare. Infatti, mi ritrovai abbracciata a lui con i brividi addosso dalla paura e non sapevo neanche il perchè lo stessi abbracciando.

Kiba:Visto? Siamo arrivati.
Rita:E ci credo! Corri come un pazzo.
Kiba:Sei tu che non sei abituata, mia cara.

Disse posando la moto e i caschi al parcheggio per poi entrare. Lì vedemmo che anche Sakura si era aggregata alla compagnia. Aveva anche lei un vestitino rosso simile a quello che avevo io. La ragazza si avvicinò appena ci vide entrare.

Sakura:Ehi. Finalmente sei venuta.
Naruto:Ma che ti sei messa?
Rita:L'uomo cane non mi ha dato il tempo di togliermi il pigiama. Ho il vestito sotto.
Sakura:Come mai? I tuoi non volevano farti venire?
Rita:Mia madre è contro, ma ho voluto trasgredire le regole. Come mai sei anche tu qui?
Sakura:Hinata mi ha invitata perchè non voleva stare da sola.

Informò mentre la ragazza guardava Naruto e giocava con gli indici come il suo solito.

Rita:Mi accompagnate in bagno? Devo aggiustarmi un attimo.

Le due annuirono e andammo in bagno dove finalmente riuscii a sfoggiare il mio vestito.

Sakura:Diamine. Non pensavo avessi tutte queste forme! Pensavo fossi più piatta di me.

Rivelò la ragazza delusa vedendo il mio fisico formoso, peccato che non era per niente così.

Rita:Ma che dici? Io ho meno forme di te.
Sakura:Ma ti sei vista?
Rita:Si, e mi adoro!! I push-up fanno miracoli.
Sakura:Ah...ecco perchè hai tutte quelle forme allora.
Rita:Di solito porto i semplici push-up, mia madre è riuscita a trovare da yamamay il super push push-up. Mi fa il seno quasi quanto quello di Hinata.
Sakura:Che invidia. Lei non ha problemi con le forme.
Hinata:Che?

Balbettò intimidita. Mi voltai verso di lei dopo essermi sistemata e incominciai ad odiare profondamente quella ragazza. Aveva un fisico che faceva paura. Anche se indossava solo una maglia e dei jeans, pettinata con i capelli mossi e un pò di trucco era la più bella delle tre.

Rita:Fai schifo.
Hinata:Che?
Rita:In senso buono. Fai schifosamente invidia. Credimi.
Sakura:Concordo.

La ragazza sorrise, probabilmente aveva capito che era un complimento. Uscimmo fuori dal bagno e li mi accorsi di un'altro elemento che non avevo fatto caso. C'era anche Menma, il fratello di Naruto. Che diamine ci faceva lì se non era un tipo che amava le feste? Così presa dalla curiosità e tutti che ballavano, mi avvicinai a lui che era seduto su dei divani.

Rita:Che ci fai qui? Pensavo non ti piacesse il casino.

Il ragazzo mi guardò stranito mentre mi avvicinavo. Sorrise e abbassò la testa mettendosi nella posizione che di solito si mette Sasuke quando pensa.

Menma:Ok, tutto avrei pensato tranne a questo.
Rita:Questo cosa?
Menma:Non sapevo fossi....per metà punk.

Notò lasciandomi stranamente sorpresa. 

Rita:Che ne sai che io....?
Menma:Le scarpe, la treccia e i mille bracciali borchiati ti bastano?
Rita:Direi di si. Piuttosto...che ci fai qui? A te non piace questo casino, o sbaglio?
Menma:Mia madre mi ha detto di tenere d'occhio Naruto e... di divertirmi, ma come hai detto...non sopporto le persone rumorose e di conseguenza neanche questo posto. Tu.... perchè sei qui?
Rita:Kiba.Mi ha invitata e.... quando ho detto che non potevo venire che mia madre non voleva... ha voluto che facessi cose che non ho mai fatto.
Menma:Sei uscita di nascosto?
Rita:Esatto. E' la prima volta che lo faccio. Finalmente, dopo tanto tempo da sola, riesco a vivere.

Dissi tra me e me, mentre il ragazzo mi guardava. Probabilmente aveva intuito tutto. Non so come, ma mi ritrovai con Sakura che mi trascinò in pista e incominciammo a ballare. Mi sentivo felice mentre ballavo con le mie amiche, senza sapere che in quel preciso istante stava succedendo qualcosa dentro qualcuno di loro. Finii di ballare e dal caos decisi di uscire fuori, ma un ragazzo decise di invitarmi a ballare così feci finta di nulla e incominciai a ballare. Presto capii che il tipo non voleva ballare, ma provarci con me e la cosa mi infastidiva. Odiavo essere presa per quella che non ero. Incominciò a leccarmi il collo, mentre io cercavo di staccarmi senza risultato, finchè non intervenne qualcuno che mi prese per dietro urlando e cantando a sguarciagola la canzone che c'era, ovvero Adrenalina di Ricky Martin. Probabilmente quel tipo pensò che fosse pazzo. Incominciai a ridere vedendolo scappare a gambe levate e mi voltai verso il ragazzo che mi aveva salvata incominciando a ballare con lui. Il ragazzo non era altro che Kiba. Presto si fece ora e decidemmo di tornare a casa. Eravamo stremati e ad accompagnarmi ci pensò Kiba.

Kiba:Divertita?

Chiese mentre scendevo dalla moto togliendomi il casco annuii. Il ragazzo sorrise. Mi guardava in modo strano.

Rita:Avanti, parla. Cosa ti sta frullando nella testolina?
Kiba:Nulla. Solo.... che non sei come le altre ragazze. Sei diversa.
Rita:Che vuoi dire?
Kiba:Nulla. Solo....che sei forte. 
Rita:Oh.... se è per questo... neanche tu sei tanto patetico, uomo cane.

Risposi dandogli il casco e allontanandomi aggiunsi:

Rita:Ci vediamo a scuola.
Kiba:Ok.... a domani.

Disse vedendomi entrare dentro casa, ma non sapevo che i guai erano lì in agguato. Cosa successe? Scopritelo nel prossimo capitolo.

*** 
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succedeva qualcosa...

Menma:Che? Ma non ci penso nemmeno!

Esclamò davanti alla richiesta del fratello.

Naruto:Avanti! Ci divertiremo!
Kushina:Su, via! Non essere così scontroso tesoro. Vi accompagno io.
Menma:Lo sai che non sopporto le cose rumorose.
Naruto:Dai!!
Menma:Non ci penso neanche.

Disse scontrosamente mentre si avviava nella sua stanza, ma l'urlo di Naruto mise fine ai suoi giorni di pace.

Naruto:Mamma!!! Menma non vuole venire!!!
Kushina:Eh...no! Lui viene!

E con quelle parole lo prese per il braccio e lo trascinò in macchina trovandosi a raggiungere la discoteca con Naruto, Hinata e Sakura. Mentre erano lì, sapendo che Kiba sarebbe venuto da solo, Naruto pensò di chiamarlo chiedendo dov'era.

Kiba:Sto giù da Rita. Il tempo che la prendo e vengo.
Naruto:Cosa?Ma aveva detto che non poteva.
Kiba:Tranquillo. Ha cambiato idea. Due minuti e siamo da te.

Informò chiudendo il telefono e mettendoselo in tasca mentre mi vedeva arrivare da lontano.

Rita:Che figurino.
Kiba:Ma che ti sei messa?

Domandò vedendo che ero vestita semplice e non come magari mi aveva immaginato lui. 

Rita:Tranquillo. Andiamo prima che mia madre se ne accorga.

Risposi salendo sulla moto e mettendo il casco, mentre gli altri erano arrivati in discoteca.

Naruto:Grazie, mamma!! Ci vediamo dopo.
Kushina:Ok, fatemi uno squillo quando devo venirvi a prendere.

E così se ne andò.

Hinata:S-Sakura? Che fai?

Chiese avvicinandosi alla ragazza vedendo che messaggiava con qualcuno.

Sakura:Nulla. Mi ha mandato un messaggio Sas'ke. 
Naruto:Ma, toglimi una curiosità, tra te e Sas'ke.....
Sakura:Beh...ancora no.

Disse abbassando gli occhi. Segno che mentiva, ma Naruto non era di certo sveglio come il fratello. Hinata, anche se timida, capì la situazione e sorrise stando in disparte con lei dagli altri mentre entravano.

Hinata:State insieme, non è vero?
Sakura:Sinceramente non lo so. E' strano. Ieri mi ha baciato e oggi non si è fatto sentire, a parte un misero messaggio ora. Quindi....non so che pensare.
Hinata:Dargli tempo. Anch'io sto cercando di far capire a Naruto che mi piace, ma... c'è bisogno di tempo.
Sakura:Potresti ammazzare il tempo dicendoglielo no?
Hinata:Lo sai meglio di me che...quando mi trovo davanti a lui...non so che fare. Un pò come te e Sasuke. Anche tu non sai come comportarti.
Sakura:Hai ragione.

Rispose demoralizzata. Menma già si era messo in disparte dal gruppo sedendosi su un divano.

Naruto:Ah...chi ti capisce!!
Menma:Te l'avevo detto che non volevo venire.
Sakura:Dai, Naruto! Lascialo stare.
Hinata:Mettiamoci vicino alla porta, così li vediamo arrivare.
Sakura:Ottima idea!

Esclamò venendo verso la porta dove da lontano ci videro arrivare. Siccome ancora dovevo aggiustarmi per bene, decisi di raccontare la situazione e farmi accompagnare in bagno, mentre i ragazzi rimasero lì a chiacchierare.

Naruto:Come mai è venuta? Aveva detto che sua madre non la mandava.
Kiba:L'ho costretta io.
Naruto:Cosa? Ma sei impazzito?! Litigherà con i suoi.
Kiba:Capirai. Un pò di svago non ha mai fatto male a nessuno.

Disse allontanadosi da Naruto e incominciando a ballare con delle ragazze.

Naruto:Prima dice una cosa e poi ne fa un'altra. Se proprio non la sopporta perchè l'ha costretta a venire? Ah...ma chi lo capisce! 

Sospirò mentre si aggregò a Kiba iniziando a ballare. Uscii dai bagni con le ragazze e mentre parlavo con Menma, le due si unirono a Naruto e Kiba.

Kiba:Forza, Hinata!!
Sakura:Avanti, muoviti!!

Incoraggiò incominciando a ballare, ma la ragazza era troppo imbarazzata per farlo.

Naruto:Avanti, Hina-chan. Lo so che sei brava.

Davanti a quelle parole e il sorriso di Naruto, Hinata non riuscì a fare almeno di arrossire.

Kiba:Ehi, ma a tavoletta dove l'avete lasciata?

Chiese facendo tornare alle due che c'ero anch'io. Decisero di venirmi a cercare. Sakura mi trovò e mi trascinò in pista dove incominciai a ballare.

Naruto:Ci prendiamo una coca?

L'uomo cane annui e andarono a prendersi una bella coca fresca. Con quella lattina tra le mani continuavano a ballare, finchè..

Naruto:Io mi allontano un'attimo. Vado a vedere Menma dov'è.
Kiba:Ok.

Rispose voltandosi verso di me che ballavo con le mie amiche Sakura e Hinata, senza sapere che in quel preciso istante Kiba mi fissava. Gli cadde la lattina dalle mani e Naruto vide la scena dell'amico imbambolato sentendosi il pantalone bagnare dagli schizzi di coca cola per la caduta di quella lattina.

Naruto:Va tutto bene?
Kiba:Credo di aver bevuto troppa coca.
Naruto:Che?
Kiba:Vado a prendere un pò d'aria.

Informò uscendo e lasciando lì il ragazzo che non capì nulla di ciò che stava succedendo. Al suo rientro sentì i commenti di Sakura.

Sakura:Hai visto che tipo?
Hinata:Che invidia. Ha invitato lei a ballare.
Sakura:Secondo te lei risponde ai suoi corteggiamenti?
Kiba:Di che parlate?

Domandò mettendo le braccia intorno ai colli delle ragazze.

Sakura:Guarda tu stesso.

Il ragazzo guardò e il vedermi ballare con qualcun altro sembrò infastidirgli e non solo a lui. Qualcun altro stava venendo a tirarmi da quella situazione, ma Kiba fece prima e, con una scusa, mi trascinò via da quel tipo avvicinandosi a noi e abbracciandomi.

Kiba:Su con l'adrenalina, Yeah!!!

Urlava cantando a sguarciagola facendo andare via il tipo da me. Mi voltai e continuava a cantare come un pazzo mentre ballavamo. 

Sakura:Ma che gli è preso?
Menma:Questa storia non mi piace.

Disse attraendo l'attenzione del fratello e della rosa.

Naruto:Che ci fai qui? Pensavo fossi sui divani.
Menma:Si, lo ero.
Sakura:Cos'hai?
Menma:Niente. Sono stanco. Torniamocene a casa.

Ordinò uscendo fuori. Così la serata passò e Kiba mi riaccompagnò a casa.

Kiba:Divertita?

Chiese mentre scendevo dalla moto togliendomi il casco. Annuii. Il ragazzo sorrise. Mi fissava dalla testa ai piedi. Sentiva che qualcosa stava cambiando ed io non sapevo cosa stesse pensando, ma per guardarmi così qualcosa doveva esserci.

Rita:Avanti, parla. Cosa ti sta frullando nella testolina?
Kiba:Nulla. Solo.... che non sei come le altre ragazze. Sei diversa.

Confessò confondendomi.

Rita:Che vuoi dire?
Kiba:Nulla. Solo....che sei forte. 
Rita:Oh.... se è per questo... neanche tu sei tanto patetico, uomo cane.

Risposi dandogli il casco e allontanandomi aggiunsi:

Rita:Ci vediamo a scuola.
Kiba:Ok.... a domani.

Disse vedendomi entrare dentro casa. Rimase lì fuori per un pò a pensare.

Kiba:Stupido cane! Non può essere che lui ci abbia visto giusto. O.... sono io che non ci sto capendo più nulla?

Si domandò confuso ritornando a casa con i suoi pensieri.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5



Entrai a casa in punta di piedi per non farmi sentire da mia madre, ma siccome non ero mai stata fuori senza il suo permesso, per quanto mi sforzassi di non fare rumore comunque lo facevo. Mamma si alzò e mi vide entrare.

Hanare:Oh..Dio! Tesoro. Dove sei andata? Ti avevo proibito di andare in discoteca.

In quel momento non sapevo che dire, ma non volevo ramanzine e nemmeno mentire.

Rita:Mamma....io....

Balbettai abbassando la testa.

Rita:Mi spiace. Volevo dirtelo, ma....
Hanare:Ma cosa? Cos'è successo?

Continuava a chiedere ed io non sapevo cosa dire.

Hanare:Rita? Dimmi che non sei andata in discoteca.
Rita:Volevo andarci.
Hanare:Rita!
Rita:Ma poi...

Mi fermai. 

Hanare:Ma poi cosa?

"Che diamine mi devo inventare?"continuavo a pensare. Non volevo mentire, ma neanche dire che ci ero andata veramente in disco, finchè non mi venne un lampo di genio vedendo il ritratto della volpe sulla parete. 

Rita:Ho....aiutato Menma.
Hanare:Menma??
Rita:Si, il fratello di Naruto. 
Hanare:Il fratello di Naruto?
Rita:Si....aveva perso una cosa importante e l'ho trovata tra i rifiuti.
Hanare:Una cosa importante? 
Rita:Aveva perso il Kyuubi che aveva avuto da Kushina.
Hanare:Cosa?

Abbassai lo sguardo sperando che non si accorgesse che fosse una cosa successa ieri e non ora. Mia madre si avvicinò e mi abbracciò.

Hanare:Va bene, ma la prossima volta che esci, avvertimi.
Rita:Ok.
Hanare:Ora vai a letto. Domani hai la scuola.

Annuii e corsi via. Mi ero salvata per un soffio. L'indomani quando arrivai a scuola girava un'aria fin troppo strana. Mi sedetti al mio posto e Sai e Menma, i miei due compagni di banco ancora non si erano visti, come del resto neanche Kiba e Naruto. In quel momento entrò Hinata con Sakura.

Hinata:Buongiorno Rita-chan.
Rita:Buongiorno ragazze.
Sakura:Com'è andata ieri con il ritorno?
Rita:Mia madre non si è accorta di nulla.
Hinata:Meno male.
Sakura:Già. Stavamo in pensiero per te.
Rita:Dove sono gli altri?

Domandai vedendo che le due posavano le loro cose.

Sakura:Sono fuori. Non ho capito bene cosa sia successo, ma quella testa quadra di Naruto si è rimesso nei guai.

Informò incrociando le mani e uscendo dalla classe insieme ad Hinata. Uscii anch'io per vedere cosa fosse successo, ma stranamente invece di stare Naruto nei guai c'era Kiba.

Kiba:Ma che diamine ti prende?
Menma:Ti ho detto che devi stare lontano. Hai capito?

Urlò buttandolo a terra mentre il cane abbagliava. Il ragazzo si allontanò entrando in classe senza dare peso a nessuno.

Naruto:Ti sei fatto male?
Kiba:No, tranquillo.

Rispose mentre lo aiutavano ad alzare.

Kiba:Ma che gli è preso?
Naruto:Ma che ne so. Ha la luna storta da ieri.
Kiba:Da ieri? Quello con me c'è l'ha sempre!!

Esclamò e Akamaru fece due abbagli come conferma, ma Sai era al quanto pensieroso.

Ino:Va tutto bene?
Sai:E' strano. Di solito non si comporta mai così.
Sakura:Ragazzi? Ma cos'è successo?

Chiese non capendoci nulla. Mi avvicinai a loro con Hinata per saperne di più e la cosa mi preoccupò e non poco.

Naruto:Ma che ne so. Stamattina se l'ha presa con me, poi ha visto Kiba e voleva fare a pugni con lui.
Sai:Mi sa che voleva sfogarsi un pò.
Kiba:E proprio su di me doveva sfogarsi? Che vada da qualche altra parte!
Hinata:Naruto-kun...tutto bene?

Domandò avvicinandosi al ragazzo vedendo che aveva la manica della maglia stracciata.

Naruto:Tranquilla. Fortunatamente si è rotta solo la maglia, ma Kiba mi sa che deve andare in infermeria.
Sakura:Lo accompagno io. Hinata, tu va nell'aula di recitazione e vedi se trovi qualcosa per cucirgli la maglia.

La ragazza annui e Naruto la fermò.

Naruto:Tranquilla. Tanto non si vede. Quando vado a casa me la faccio cucire da mia madre.
Hinata:Ma...io...
Naruto:Tranquilla.

Rispose sorridendola e facendola imbarazzare. Sakura accompagnò l'uomo cane in infermeria e mentre non c'erano chiamai Sai per farlo uscire fuori.

Rita:Sai, cos'è successo?
Sai:Non ne ho idea. Ho solo visto Menma menare prima Naruto e poi Kiba.
Rita:Ma perchè? Te l'ha detto?
Sai:No, ma da quel che ne capisco... è abbastanza nervoso. Può darsi che il nervosismo e la risata dei due l'abbia fatto agire male.
Rita:Tu sei suo amico, perchè non glielo chiedi?
Sai:Lui non parla con me. Ha un carattere burbero. Dice solo ciò che vuole.
Rita:Capisco.

Sospirai e poco dopo entrò il sensei. La lezione iniziò e dopo pochi minuti ritornò Sakura dicendo al sensei che Kiba era in infermeria. Durante l'intervallo decisi di andare da lui per capirne di più e ciò che vidi mi lasciò senza fiato.

Kiba:Va tutto bene. Tranquillo. Non piangere.

Rassicurava ad Akamaru che faceva grugniti di pianto. Lo accarezzava e lo abbracciava.

Kiba:Va tutto bene.  Non mi sono fatto nulla. E poi...è come ha detto Sai. Doveva sfogarsi.

D'un tratto vide la coda del cane scodinzolare.

Rita:Che hai fatto per farlo arrabbiare in quel modo?

Chiesi vedendolo staccare dal cane. Il ragazzo si voltò verso di me mettendo a sedere Akamaru.

Kiba:Che ci fai qui?
Rita:Che domande? Sono venuta a vedere come stavi.
Kiba:Non ce n'era bisogno. Va in classe.

Disse voltandosi dall'altra parte. Quel comportamento mi insospettì. Mi dava sempre sui nervi ed ora faceva finta di non volermi rompere le scatole? Beh...dovevo capirci di più così mi sedetti sul letto vicino a lui.

Kiba:Ti ho detto di andartene.
Rita:Ed io ti ho chiesto cos'è successo.
Kiba:Te l'ho detto. Non ne ho idea. Mi è venuto addosso senza motivo.
Rita:Ok, visto che non me lo vuoi dire tu, me lo dirà Akamaru.
Kiba:Cosa?

Domandò sorpreso vedendomi alzare e andare vicino al cane.

Rita:Akamaru? Voglio che tu mi risponda sinceramente.  

Il cane abbagliò due volte.

Kiba:Tanto sono sicuro che bleffi. Non puoi capire il mio Akamaru. Nessuno lo capisce apparte me.
Rita:Solo perchè le persone che conosci non lo capiscono, non vuol dire che nessuno lo capisce.
Kiba:Cosa?
Rita:So capire il linguaggio animale. Quindi taci!

Ordinai tornando a guardare Akamaru.

Rita:Ok, piccolino. Guardami. Cos'è successo? Si sono azzuffati Kiba e Menma?

Akamaru abbagliò due volte.

Rita:Bene. C'è un motivo sotto, non è così?

E abbagliò altre due volte.

Rita:Molto bene. Sapresti dirmi il motivo?

Dopo altri due abbagli e una scodinzolata guardò Kiba e poi me facendo dei versi di lamenti.

Kiba:Akamaru? Non sforzarti. Tanto non capisce.
Rita:Puoi ripetere?

E il cane fece di nuovo quella sequenza per poi sedersi.

Kiba:E' inutile che ti sforzi. Tanto è un cane. Che ne puoi capire di ciò che dice?

Peccato che avevo capito tutto quello che era successo. Mi avvicinai a lui con le mani sui fianchi.

Rita:Cos'è questa storia?
Kiba:Quale storia?
Rita:E' logico, no? Akamaru ha detto che avete litigato. Perchè?
Kiba:Sai che novità. Tutta la scuola sa che io e Menma abbiamo litigato.

Rispose prendendo la bottiglietta d'acqua che c'era sul comodino iniziandola a bere.

Rita:Ma nessuno sa che è per causa mia.

Rivelai mentre il ragazzo stava bevendo. Appena sentì cosa dissi sputò subito l'acqua e per poco non si affogava.

Kiba:Che??
Rita:Allora Akamaru ha ragione.
Kiba:Tu....capisci...Akamaru?
Rita:Ti ho fatto una domanda. Perchè?

In quel momento il ragazzo mi guardò stranito.

Rita:Ho capito. Vado a chiederlo a lui.

Aggiunsi vedendo che non apriva bocca. Mi avvicinai alla porta dove lui mi bloccò l'apertura.

Kiba:Aspetta. Ok, ti dirò tutto.

Mi voltai verso di lui.

Rita:Ok, sentiamo. Cos'è?
Kiba:Pensa che ieri, quando ballammo nella discoteca che quel tipo ti venne dietro, io fossi venuto da te per prenderti in giro.
Rita:Cosa?
Kiba:Conoscendo che sono un tipo esuberante e che ama prendere in giro le persone, ha pensato che, invece di essere amici, quella era una copertura per prenderti in giro.

Confessò lasciandomi senza fiato. A quel punto solo una domanda avevo.

Rita:Ed è vero?

Davanti a quella domanda lui abbassò gli occhi e sospirò.

Kiba:No, so che non è da molto che ci conosciamo, ma... non sono uno che piace prendersi gioco delle persone. Più che altro mi piace stuzzicarle, ma... di certo in modo scherzoso e non inappropriato che me ne approfitto. Come di solito faccio sempre anche con te.
Rita:Capisco.

Sussurai capendoci poco della facenda.Aprii la porta per andare in classe, ma Kiba mi bloccò nuovamente.

Rita:Che c'è ancora?
Kiba:Ho...qualcosa da chiederti.

Disse guardandomi con aria strana. Cosa vorrà mai dirmi? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...
Sakura:Sas'ke.

Chiamò vedendo il ragazzo che si allontanava dalla classe. Sasuke si fermò e si voltò verso di lei.

Sasuke:Ah..Sakura, sei tu. Che c'è?
Sakura:Vorrei sapere che ti passa per la testa.
Sasuke:Che vuoi dire?
Sakura:Prima mi baci e poi ieri non mi hai degnata neanche di una parola. Mi dici cos'hai? Non sono la tipa che gli piacciono le prese in giro.
Sasuke:Dovresti conoscermi. Non sono il tipo che prende in giro le persone. Sopratutto te.
Sakura:Che?

Il ragazzo si avvicinò a lei dicendo:

Sasuke:Sei così noiosa e impertinente.

Con questo la baciò la fronte lasciando la ragazza ancora più confusa che incominciò ad arrossire.

Sakura:C-che? 
Sasuke:Non riesci neanche a capire ciò che intendo, non è vero?

Invece la ragazza aveva capito bene. Era arrossita perchè sapeva che il suo modo di preoccuparsi così persistente per Sasuke, al ragazzo non dispiaceva affatto, anzi. Ne era colpito e grato che qualsiasi cosa facesse ci fosse sempre lei lì pronta ad aiutarlo.

Sakura:Ma io....ti ho chiamato mille volte e siccome non rispondevi pensavo che tu...
Sasuke:...volessi prenderti in giro? Lo sai che non sono il tipo.
Sakura:Allora...come mai non rispondevi?
Sasuke:Avevo il telefono scarico.

Sintetizzò, ma logicamente Sakura non capì il problema.

Sakura:Potevi metterlo sotto carica.
Sasuke:E come? Non ero a casa.
Sakura:E dov'eri?

Domandò nuovamente meravigliando il ragazzo.

Sasuke:Ma come? Non te l'hanno detto? 
Sakura:Detto cosa?
Sasuke:Dopo scuola, un paio di volte a settimana, lavoro con mio padre per estinguere i debiti che causò all'epoca Itachi. Siccome ce li ha anche con il padre di Ino ultimamente, mi hanno messo a vedere le rose. Neanche fossi un indiano.
Sakura:Oh... adesso capisco perchè ti vidi con le rose e sommerso di ragazze l'altro giorno. Ed io che pensavo fossi diventato un playboy.
Sasuke:Tsk...stupida.

Il ragazzo sorrise mettendosi le mani nelle tasche.

Sasuke:Piuttosto...ieri ti ho mandato vari messaggi. Perchè non hai risposto?
Sakura:Beh...ero andata a ballare con Hinata e Naruto.
Sasuke:Quei due ancora non hanno combinato niente, non è così?

La ragazza annui e mentre i due parlavano pacificamente, in classe Naruto se la prendeva con il fratello.

Naruto:Mi dici cosa ti è preso? 
Menma:Lasciami stare. 
Naruto:No, non mi muovo di qui finchè non avrai parlato.

Informò testardo prendendo la sedia e mettendosi vicino al fratello. Hinata passò di lì e Menma la seguì con lo sguardo, mentre quest'ultima usciva. In quel momento Naruto intuì tutto.

Naruto:Per caso.. Hinata...

Balbettò incredulo. Il fratello alzò la testa dal banco guardandolo storto.

Menma:Secondo te? E' dalle elementari che mi piace.
Naruto:Beh...allora...perchè non ti fai avanti? Dopotutto è una bella ragazza.
Menma:Proprio non capisci, vero? Lei non è attratta da me.
Naruto:Mi spiace, ma...allora perchè te la sei presa con noi prima?
Menma:Sei una testa vuota allora. Lei è innamorata di te intelligentone!! Non di me! Secondo te perchè gira sempre con quella busta? E' da più di un mese che tenta di dartela senza riuscirci.
Naruto:Ma che dici? Lei è sempre con Kiba.
Menma:Kiba è come un cane, cioè il suo amico fidato.
Naruto:Perchè hai menato anche lui prima?
Menma:Non mi va che prendono in giro le persone che voglio bene.

Rivelò con sguardo basso. 

Naruto:Menma? Ti rendi conto di ciò che dici? Hinata non può essere innamorata di me. Quando mi vede diventa strana.

Disse notando i comportamenti strani della ragazza e alterando il fratello.

Menma:E' timida e chiunque trovandosi alla persona che è innamorato si comporterebbe da perfetto idiota. 
Naruto:Ma non puoi esserti sbagliato?
Menma:Alle elementari ero seduto dietro di lei se ben ti ricordi. Lei già mi piaceva e cercavo di parlargli, ma essendo impacciato non ci sono mai riuscito, mentre tu riuscivi a parlarci un amore. 
Naruto:E questo che centra?
Menma:Centra, perchè ricordi quando Iruka ci disse di scrivere su di un foglio cosa avremo voluto di più. Lei ti guardò e scrisse il tuo nome.

Il ragazzo riabbassò la testa sul banco e davanti a quelle parole Naruto non seppe far altro che urlargli contro.

Naruto:Cosa? Ti rendi conto di quello che dici? E' una pazzia.
Menma:Allora invece di parlare, pensaci. So che probabilmente non ti metterai perchè mi piace, ma preferisco stia con te e sia felice piuttosto che con qualcun'altro dove la vedrei soffrire.

Rivelò alzandosi dal banco.

Naruto:E...adesso dove vai?
Menma:Vado in bagno. Non ce la faccio più a sopportare le tue lamentere.

Mormorò uscendo dalla porta lasciando lì Naruto a pensare.

Naruto:E' impossibile. Hinata....innamorata di me?

E mentre pensava e ripensava, nei corridoi Ino parlava con Hinata.

Ino:Hinata, va tutto bene?
Hinata:Si è solo che...non vedo Rita-chan.
Ino:L'ho vista andare verso l'infermeria. Probabilmente è andata a vedere Kiba.
Hinata:Chissà.
Sai:Bellezza, di che parlate?

Domandò abbracciando da dietro la sua Ino.

Ino:Di nulla. Approposito, Menma come sta?
Sai:Sta andando in bagno. Sembra al quanto scosso.
Ino:Ma tu sai cos'è successo?
Sai:Sinceramente ci ho capito ben poco, ma sembra che abbia preso a pugni Naruto e Kiba per lo stesso motivo.
Hinata:Lo stesso motivo? 
Ino:E quale sarebbe?
Sai:Pare che abbiano fatto qualcosa che l'ha infastidito, ma non so cosa.
Ino:Non puoi vedere di scoprirlo?
Sai:Con me non parla molto, dobbiamo chiedere a Sas'ke.

Rispose guardando il ragazzo che parlava tranquillamente con Sakura.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



CAPITOLO 6




Aprii la porta dell'infermeria per andare in classe, ma Kiba mi bloccò nuovamente l'apertura.

Rita:Che c'è ancora?
Kiba:Ho...qualcosa da chiederti.

Disse guardandomi con aria strana. E ciò che mi chiese non fece altro che farmi urlare dargli un ceffone che lo scaraventò a terra. Lo lasciai lì mentre si toccava la guancia colpita e Akamaru che gli andava vicino.

Rita:Ma che razza di modi!!! Ah...! Non lo sopporto!!

Continuai a lamentarmi con il rossore in volto dalla domanda fatta. Cosa mi aveva chiesto? Quell'idiota mi aveva chiesto come avessi fatto a farmi crescere il seno. Ma vi sembrano domande da fare?

Rita:Che idiota!! 

Mormorai ancora siccome non riuscivo a togliere il pensiero della domanda che mi avesse fatto. Da lontano, vicino ai bagni, vidi Menma appoggiato al muro a pensare chissà cosa. Appena mi vide domandò:

Menma:Chi è un idiota?
Rita:E me lo chiedi anche? 

Il ragazzo sorrise.

Menma:E ti meravigli anche? Lui è come mio fratello, non capiscono nulla di ciò che li circonda.
Rita:E' ovvio. Hanno sempre la testa altrove. 

In quel momento mi sentii avvolgere un braccio intorno al collo. Sentendo abbagliare dietro capii subito di chi si trattava.

Kiba:Ehi, ancora non mi hai risposto. E' vero oppure no?

E fu così che incominciai a sbraitare e a correre dietro di lui, ma poi, mentre lui correva ed io stavo per corrergli dietro, una mano mi prese il braccio bloccandomi. 

Rita:Ehi! Che fai? Lasciami!! Devo ucciderlo!!!

Urlai imbestialita, ma con tono calmo, Menma rispose.

Menma:Lascialo stare. E' un'idiota.
Rita:Lo so. E' inutile ricordarmelo.

Dissi e il ragazzo lasciò la presa.

Rita:Piuttosto..tu non parli con nessuno, perchè parli con me?
Menma:Io non parlo con te. Sei tu che parli con me.

Rispose andandosene con le mani nelle tasche.

Rita:Ok, più lo vedo e meno ci capisco.
Hinata:Rita-chan! Il sensei è già dentro.

Avvertì da lontano ed io entrai in classe. Le lezioni finirono ed io tornai a casa a studiare. 

Rita:Diamine!! Non ci capisco nulla!!

Esclamai vedendo il libro che avevo appena preso di tecniche ninja. In quel momento mia madre entrava con la merenda.

Hanare:Ehi, cos'hai? Sembri giù di corda.
Rita:Non ci capisco nulla.
Hanare:Tecniche ninja, ma non avevi detto che ti piaceva?
Rita:Si, ma i movimenti sono troppo veloci da fare e non riesco a mettere bene le mani.
Hanare:Ci vuole pazienza, molta pazienza ed allenamento. E poi ti ricordo che non l'hai mai fatta come materia, quindi è ovvio che trovi difficoltà.
Rita:Lo so, non c'è bisogno di ricordarmelo.

In quel momento bussò la porta e mia madre uscì fuori. Dopo due minuti mi chiamò e andai a vedere cosa volesse quando mi ritrovai davanti a lui rimanendone stupita. 

Hanare:Kakashi, ti presento Rita, tua figlia.
Kakashi:Allora è lei la famosa Rita. Perchè non vieni qui ad abbracciarmi?

Disse togliendosi la maschera e aprendo le sue braccia. Già ero incredula che lui fosse lì, che fosse realmente mio padre e che non era una menzogna, poi togliendosi la maschera e mostrando il suo volto mi lasciò senza fiato. "Diamine! Potevo prendere la bellezza da lui!!" pensai vedendolo così affascinante, simile ai vampiri, con quell'aria carismatica e il sorriso da paura. Rimasi lì per un pò incredula mentre lui teneva aperte le sue braccia.

Kakashi:Qualcosa non va? Non vieni ad abbracciarmi?

Domandò vedendomi impalata lì. Senza farmelo dire un'altra volta, con le lacrime agli occhi, corsi verso di lui abbracciandolo. Non mi sembrava vero. Quello che vedevo era realmente mio padre, cioè Kakashi Hatake era mio padre, vi rendete conto? Non ero mai stata più felice di così e, ovviamente, non potevo esserlo per molto, infatti diedero una spiacevole notizia.

Rita:Cosa? Perchè?
Kakashi:Purtroppo sono un sensei, tra poco mi hanno informato che conseguirò un probabile titolo di hokage e non posso stare qui, sarebbe troppo pericoloso.
Rita:Ma perchè?
Kakashi:Perchè se sapessero che ho una figlia finirebbe male anche per te e non voglio che accadda questo.
Hanare:Rita, capisco il tuo dispiacere. Io e tuo padre non viviamo sotto lo stesso tetto perchè ha troppi nemici intorno.
Rita:Già. Mi ero dimenticata che era la reincarnazione di 'Dolce Remi' e di 'Candy candy'. 

Mormorai contrariata ricordandomi le tragedie che raccontavano i manga. I due si guardarono in faccia e incominciarono a ridere.

Kakashi:Beh..in effetti, non ha tutti i torti.

Disse affermando facendomi pensare che la morte descritta nei manga fosse vera, ma stranamente non era affatto come la raccontavano.

Kakashi:Non a tutti accade di vedere i propri compagni subire tragedie davanti ai loro occhi.
Rita:Come tragedie? Non sono morti?
Kakashi:Obito per colpa di una frana è rimasto sfigurato. Stavamo giocando nel bosco. Eravamo stufi di studiare tecnica ninja e così incominciammo a correre. Da lì c'era un albero pericolante, non lo vedemmo e passando di lì provammo una frana che mi stava cadendo addosso. Obito mi salvò, ma perse conoscenza. Quando arrivammo in ospedale, c'era poco da fare e lui mi disse che voleva darmi lo sharingan. Qualche anno fa sono venuto a sapere che è stato portato lontano da Konoha per cure migliori e sta bene.
Rita:E...Rin?
Kakashi:Rin per colpa mia per poco non ci rimise la pelle. Voleva morire perchè la stava perseguitando il pensiero di Obito. Pensava che era morto visto che nessuno ci aveva detto che l'avevano portato altrove. La salvai più volte, ma... un giorno andai a casa sua. Voleva tentare il suicidio, io non volevo. La feci sedere e presi un bicchere di latte dal frigo senza sapere che non era latte, ma candeggina, altro tentativo di suicidio mal riuscito visto che la presero in tempo.
Rita:Sinceramente è più entusiasmante la storia dal manga.

Mormorai tra me e me. Mia madre sorrise e Kakashi non ci capì nulla.

Kakashi:Manga?
Hanare:E' una storia che ti spiegheremo poi. 
Kakashi:Ok, adesso è ora che vada.
Rita:Di già?
Kakashi:Tanto domani ci vediamo. Ho lezione in classe tua.

Rispose scompigliandomi i capelli e baciandomi la fronte. Si rimise la maschera uscendo di casa. Odiavo quella situazione. Non potevo dire a nessuno che Kakashi fosse mio padre e non potevo neanche vederlo spesso. Rimasi lì a fissare la porta che si chiudeva. Mi sentivo malinconica davanti al pensiero che non avrei potuto avere altri rapporti con lui, al di fuori di quello che si ha tra un sensei e il suo allievo. Mi alzai da tavola e tornai in camera mia quando una melodia mi prese dai miei pensieri. Cos'era quella melodia? Chi la stava suonando? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...

Naruto:Hinata?
Hinata:N-Naruto-kun.

Rispose sorpresa al telefono.

Naruto:Ti va di uscire stasera?

La ragazza davanti alla proposta non seppe che dire.

Hinata:C-che?
Naruto:Dai, ci saranno anche Sakura, Shikamaru e Sai.
Hinata:Ehm....ok.
Naruto:Grandioso, allora ci incontriamo davanti alla villa. Mi raccomando, non tardare.

Con questo chiuse la chiamata. Presto si fece ora e arrivò alla villa, ma lì c'erano solo lei e Naruto.

Naruto:Hina-chan!! 

Urlò agitando la mano. La ragazza divenne rossa come un peperone appena lo vide.

Hinata:N-Naruto-kun.
Naruto:Bene, andiamo!
Hinata:E....gli altri??
Naruto:Ho dimenticato di dirtelo, hanno detto che sarebbero venuti più tardi.
Hinata:Che?

Domandò non aspettandoselo.

Naruto:Avanti, andiamo!

Esclamò prendendole la mano e trascinandola dentro. Incominciarono a camminare tra la natura della villa e a parlare del più e del meno. Hinata amava quel momento. Se fosse stato un'appuntamento sarebbe stato semplicemente stupendo per lei, peccato che non sapesse che Naruto aveva inventato tutto per farla uscire con lui. Trascorrendo la giornata insieme, tra le risate e i gesti che mostravano un Hinata innamorata, qualcosa in Naruto cambiò.

Naruto:Assaggia. E' buona quest'acqua.

Disse prendendola dalla fontana che c'era nel parco tendendola alla ragazza che bevve e poi gli sorrise. Ripresero a camminare e mentre parlavano Naruto andò a sbattere contro un'albero.

Hinata:N-Naruto-kun.
Naruto:Sto bene. Cavolacci! Ma dovevano mettere proprio qui questo albero?
Hinata:Aspetta, ho della crema nella borsa. 

Dolcemente aprì la borsa prendendo la crema che aveva dentro. Naruto si accorse di una sciarpa rossa. Era la stessa che si ruppe molto tempo fa, quando sua madre era in missione e lui giocava ai ninja con Hinata e gli altri. Quella sciarpa che si ruppe e che sua madre, quando lo seppe, non fece altro che urlare e urlare tutta la fatica fatta per fargliela e lui, per paura di avere richiami, disse di averla persa invece di dire che l'aveva lasciata al parco dove giocava di solito. Notandola, essendo anche una giornata temperata, allora gli venne una domanda spontanea mentre Hinata gli dava la crema.

Naruto:Come mai hai quella sciarpa? Senti freddo?
Hinata:No....e...che....la porto sempre con me.

Balbettò arrossendo, ma lui sapeva la verità. Gliel'aveva detta il fratello dopotutto e il suo arrossire diceva tutto. La ragazza gli porse il barattolino di crema e il ragazzo lo prese. Aveva intenzione di confessare che la vedeva sotto un altro aspetto. Che gli piaceva e... non poco.

Naruto:Senti...io...
Hinata:Si, Naruto-kun?

Chiese alzando lo sguardo e incrociando il suo. In quel momento Naruto si comportò da idiota totale non avendo il coraggio di dirglielo.

Naruto:Ehm...potresti mettermela tu? Non riesco a vedere il punto.

Inventò facendo sorridere la ragazza che lo aiutò a mettere la crema sulla fronte e mentre loro stavano lì a fare i piccioncini, Sakura urlava contro il computer mentre era su Skype con Sai e Shikamaru dopo aver sentito ciò che avevano detto.

Sakura:Non ci credo!!!
Sai:Allora Naruto ha chiamato anche voi?
Sakura:Che diamine avrà in mente stavolta quella testa quadra?
Shikamaru:Ha detto che dovevamo fingere di andare in villa.
Sai:Secondo voi perchè?
Sakura:Ah..ma chi lo capisce!
Sai:Di certo io non vengo. Devo andare da Ino tra un pò.
Shikamaru:Guarda che non sei il solo. La mia ragazza viene qui una volta ogni due settimane e non posso lasciarla così per andare da quello stupido.
Sakura:Se è per questo anch'io ho degli impegni.
Sai:Beh... allora la cosa migliore è dargli buca.

I due, davanti alle parole di Sai, lo guardarono e sospirarono.

Shikamaru:Sinceramente era ovvio.
Sakura:Già. Non ha neanche chiamato i soliti.
Sai:Lo sa bene che non vado da nessuna parte senza Ino.
Shikamaru:Se è per questo sapeva anche che io non sarei potuto andare, che veniva Temari a casa mia.
Sakura:Allora perchè ci ha chiamati?
Shikamaru:Forse voleva farsi dare buca. Chissà.
Sakura:Chi lo capisce.

In quel momento bussò la porta.

Sakura:Ragazzi, adesso devo lasciarvi.
Sai:Se è per questo anch'io.
Shikamaru:Ci si vede.

Dissero chiudendo la chiamata. Sakura spense il computer e andò ad aprire ritrovandosi Sasuke davanti a lei.

Sakura:Sei in anticipo.
Sasuke:Che vuoi? La puntualità è la prima cosa. Comunque...

Sospirò bloccandosi dopo essere entrato dentro, si voltò verso Sakura e con il rossore in volto gli diede una rosa.

Sakura:Oh...Sas'ke. Non dovevi.
Sasuke:Non pensare cose che non sono vere. Te l'ho data solo perchè mi andava.

La ragazza rise. Sapeva che Sasuke odiava mostrarsi innamorato, visto che pensava che l'essere innamorato fosse sintomo di debolezza. Così, mentre i due stavano uscendo, qualcun'altro si ritrovava a poltrire in camera sua.

Kiba:No, Akamaru. Adesso no.

Richiamò vedendo che il cane aveva in bocca il libro e lo invogliava a studiare.

Kiba:Akamaru!! Ho detto di no. Non insistere.

Allora Akamaru posò il libro a terra e andò nell'altra stanza. Dopo un pò ritornò con una pallina da tennis e gliela mise accanto.

Kiba:Non mi va di giocare, ne di studiare.

Rivelò prendendo la pallina mentre il cane si mise seduto e scodinzolava.

Kiba:Vorrei solo capire perchè gliel'hai detto. Potevi risparmiartelo, no?

Il cane si sdragliò e fece la solita faccia da cucciolo bastonato.

Kiba:Lo sai che con me non attacca. 

Poi si rimise a pensare.

Kiba:Non capisco. Cos'ha quella ragazza che riesce sempre a farmi pensare a lei?

In quel momento entrò la madre che gli buttò la merenda in faccia.

Kiba:Ma che fai?
Tsume:Sono ore che ti sto chiamando per la merenda. Sono stufa!! Stai sempre a poltrire, ma quando imparerai a crescere!!!

Kiba sospirò e si rimise sdraiato girandosi dall'altra parte.

Kiba:Comunque non ho fame.
Tsume:Come 'non hai fame'? 
Hana:Mamma, lascialo stare. Non vedi? 
Tsume:Vedere cosa?
Hana:Ma come? Il nostro Kiba ha appena avuto la sua prima cotta.

Con quella affermazione, il ragazzo si alterò voltandosi verso di loro.

Kiba:Prima cotta io? Ma figurati!!
Hana:Tanto lo so che ti piace.
Kiba:Come può piacermi una come lei? Insomma... non ha forme,  è acida, permalosa, riservata... ma anche simpatica, dolce, che ama gli animali e...

Dopo un pò si fermò vedendo la faccia entusiasta della madre e della sorella.

Kiba:Ma che state capendo? Non c'è nessuno che mi piace!

Esclamò arrossendo e girandosi dall'altro lato nascondendo il suo volto.

Hana:Se non ci fosse qualcuno avresti dovuto rispondere chi, come facevi sempre e poi... si vede lontano un miglio che ti piace qualcuno. Sei diventato tutto rosso.
Tsume:Finalmente stai mettendo la testa apposto. Dovrò fare una statua d'oro a chi prende.
Kiba:Ma mamma.
Tsume:Voglio conoscerla.
Kiba:Che????

Urlò alzandosi dal letto come un pazzo.

Hana:Già, anch'io. Perchè non la porti qui?
Kiba:Ma neanche per sogno.

Rispose uscendo da camera sua.

Tsume:E adesso dove vai?
Kiba:Altrove. Non voglio sentirvi nelle orecchie. Andiamo Akamaru!

Il cane abbagliò e corse verso di lui sorpassando la sorella e la madre. Uscirono di casa e incominciarono a camminare finchè non si fermò vedendo qualcosa che lo insospettì.


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



CAPITOLO 7




Sentendo una dolce melodia provenire da fuori, mi affacciai vedendo Menma seduto che ascoltava la musica fuori, sulla scala antincendio.

Rita:Che ascolti?
Menma:Che ti interessa?
Rita:Mi interessa perchè mi piace. 
Menma:Sono gli 'one ok rock'. Si chiama Heartache.
Rita:Puoi alzare un pò il volume?

Chiesi vedendo che sembrava immerso ed io non la sentivo molto bene. Il ragazzo alzò la voce.

Rita:E' stupenda.
Menma:Già.

In quel momento decisi di andare da lui uscendo come l'altra volta quando andai in discoteca, ma stavolta senza lenzuolo visto che era facile arrivarci. Mi accovacciai a terra difronte a lui.

Menma:Questa è zona privata. Va via.
Rita:Si, certo. Hai fatto tecnica ninja? Io non ci capisco nulla.

Il ragazzo mi guardò storto.

Menma:Problemi tuoi.

E così si alzò entrando dentro e chiudendo la finestra.

Rita:Che modi!

Mi misi la mano al fianco e bussai vicino alla finestra. Si voltò ed io gli feci una linguaccia tornando dentro casa, ma una volta entrata, che ero seduta sulla finestra, sentii qualcosa che mi sorprese.

Menma:Lo sai che Naruto ha chiesto a Hinata di uscire?
Rita:Che???

Urlai affacciandomi di corsa che a momenti cadevo anche giù. Il ragazzo se la rise.

Rita:Che fai? Te la ridi?? Io stavo cadendo!!
Menma:Lo so, ma pensavo non ti interessasse di Naruto.
Rita:E' mio amico. E' ovvio che mi interessi, sopratutto se si tratta anche di Hinata. 
Menma:Beh..ti saluto.
Rita:Ma come?? Non mi dici dove sono andati? Che fanno??
Menma:Ed io che ne so? Fattelo raccontare da lui!

Esclamò chiudendo violentemente la finestra.

Rita:Che tipo.

Mormorai tra me e me ancora seduta su quella finestra. Guardai giù vedendo qualcosa di strano. Dopo un pò, notai una faccia conosciuta nascosta tra i bidoni della spazzatura che mi fece alterare e non poco.

Rita:Ehi, uomo cane? Che ci fai lì in mezzo?

Il ragazzo si alzò di scatto sentendosi scoperto.

Kiba:Nulla, cosa dovrei mai fare?
Rita:Hai ragione. Dopotutto sei mezzo cane, per questo sentivi il richiamo di rotolarti tra l'immondizia.

Risposi ridendomela.

Kiba:Ma che dici? Akamaru mi ha trascinato lì.
Rita:Se lo dici tu.

Il ragazzo si allontanò dai rifiuti e alzò la testa mettendosi in una visuale migliore.

Kiba:Che fai stasera? Io mi annoio di starmene a casa a studiare.
Rita:Se è per questo anch'io. Non ci capisco nulla di tecnica ninja.
Kiba:Perchè non organizziamo qualcosa?
Rita:Si, certo. Perchè no? Chi verrà?
Kiba:Ma i soliti. Io, tu, Hinata, Naruto...
Rita:Ok, allora non vengo.

Dissi annoiata capendo che fosse un pretesto per uscire con me. Dopotutto mi aveva appena detto Menma che non c'era nessuno, sopratutto Naruto e Hinata, ma probabilmente l'uomo cane non ne sapeva nulla.

Kiba:Perchè?
Rita:Raccontala a qualcun'altra la storia dell'uscire in gruppo. Già so che finiremo con l'uscire solo io e te. 
Kiba:E che problema c'è? Mica ti mangio?
Rita:Lo so, ma non esco con gli sconosciuti.
Kiba:Stiamo in classe insieme.
Rita:E con ciò?

Risposi dispettosa facendolo alterare.

Kiba:Ah....tu mi farai diventare matto. Allora!! Vuoi uscire o no?
Rita:Dove ce ne andiamo di bello?
Kiba:Non so... scegli tu.
Rita:Io?
Kiba:Si, scegli tu.
Rita:Ma io non conosco neanche bene il posto, come faccio a decidere?
Kiba:Ok, allora inventerò io qualcosa.
Rita:Cosa?

Domandai pensando chissà cosa avesse in mente.

Kiba:Avanti. Non ti fidi di me?
Rita:No.
Kiba:Dai, male che va ti faccio passare solo una pessima giornata. Che altro potrei farti?
Rita:Dipende. Ai cani può passare di tutto in mente.
Kiba:Ok, fa come vuoi. Vengo a prenderti alle 8. Fatti trovare pronta. Andiamo, Akamaru!

Richiamò il cane allontanandosi da lì, facendomi andare in tilt.

Rita:Cosa?  Ma se ti ho detto proprio ora di no!
Kiba:Io vengo a prenderti, poi per me puoi farti trovare anche in pigiama.

Rispose andandosene.

Rita:Ah...che tipo. Più passa il tempo e più non lo digerisco.
Menma:Auguri. 

Disse spuntando dalla finestra.

Rita:Scusa, ma tu non stavi dentro a sentire la tua adorata musica?
Menma:Le vostre urla hanno disturbato la mia quiete.
Rita:Gli ho detto che non ci andavo.
Menma:Lui fa di testa sua. Ti conviene prepararti. Sono già le sei e mezza. So che voi donne ci mettete un eternità per vestirvi.
Rita:Si, ma comunque non è  detto che scendo.
Menma:Ok, fa come vuoi. Comunque ottima scelta. L'uomo cane ti è fedele.

Provocò chiudendo la finestra.

Rita:Ma oggi si sono messi d'accordo a farmi impazzire? Ah...che tipi!!

Mormorai entrando dentro. Rimasi lì seduta per un pò, poi mi decisi. Dopotutto aveva ragione. Cosa poteva succedermi a parte una brutta serata? Così incominciai a prepararmi facendomi una doccia, uscii dal bagno e andai in camera mia dove incominciai a vedere che mettere. In quel momento entrava mamma con un succo.

Hanare:Tesoro, che fai?
Rita:Devo uscire. L'uomo cane non mi ha neanche detto dove andiamo.
Hanare:L'uomo cane? 
Rita:Si, Kiba. Ah....Che diamine mi metto?

Incominciai a chiedermi andando in tilt.

Hanare:Ah...Kiba. Dici il figlio di Tsume, non è così? Oh....ma...non avrai un appuntamento?
Rita:Ma figurati! Tutti tranne che lui. Usciamo come semplici amici. Tsk... è troppo antipatico, presuntuoso e rompiscatole per me.
Hanare:Beh...se non è un appuntamento, perchè ti preoccupi dell'abbigliamento?

Notò facendomi riflettere, mentre quest'ultima posava il succo sulla scrivania.

Rita:Ah...che testa vuota! A stare a contatto con lui neanche queste cose riesco a pensare più. Grazie del consiglio, mamma.
Hanare:Ma io non ho detto nulla.
Rita:Ho deciso, metto il solito. Tanto non è un appuntamento.

Dissi prendendo un leggins nero e una maglia a mezze maniche lilla larga dove usciva la spalla fuori. Misi i soliti bracciali e mi truccai come al solito. L'unico dilemma rimasto era sempre lo stesso ogni volta che dovevo uscire e cioè:

Rita:Come diamine me li pettino questi capelli?

Mi chiesi guardandomi allo specchio. Avevo una pettinatura che un leone mi faceva un baffo. Incominciai a pettinarli lasciando la treccina fuori. Purtroppo il risultato era sempre lo stesso e dovetti usare la solita piastra per capelli, un soffio di phone e via, capelli al vento. Improvvisamente, mentre mi ammiravo della grande opera compiuta con i capelli, sentii il telefono squillare. Era Kiba.

Rita:Che c'è?
Kiba:Come 'che c'è'? Sto giù. Che vogliamo fare? Scendi tu o salgo io?
Rita:Tranquillo, sono pronta. Sto scendendo.

Risposi attaccandogli il telefono in faccia. Dopo averlo attaccato, mi accorsi dei 10 messaggi su whatsapp, ma non ci diedi peso. Mi misi gli stivali borchiati e scesi. Mentre scendevo e mi diriggevo verso Kiba, mi accorsi che quei messaggi erano di un Hinata urlante che raccontava l'uscita con il suo Naruto. La mia reazione? Mi fermai a due passi da Kiba e incominciai ad urlare nel cellulare.

Rita:AH!!!CHE CARINO!! 
Kiba:Cos'è successo?

Domandò diventando paunazzo. Chissà? Forse aveva pensato che urlassi per lui. Appena vidi la sua faccia scandalizzata mi ricomposi e mandai un'altro messaggio vocale.

Rita:Ok, me lo racconti domani in classe. Voglio sapere i dettagli.

La ragazza rispose con:"ok" ed io posai il cellulare nella borsa.

Kiba:Chi....? Chi era?
Rita:Hinata. 
Kiba:E tu...per Hinata...urli così? 
Rita:Certo. Qualche problema?
Kiba:No, è solo che....non pensavo...fossi...

Balbettò facendosi guardare storto.

Rita:Fossi cosa?

Chiesi capendo cosa intendeva. 

Kiba:Che a te....Hinata... 

Continuò a balbettare incredulo. In quel momento mi presero i cinque minuti e lasciai uscire la belva in me.

Rita:EHH!!! IDIOTA!! Cosa stai insinuando? Che sono per caso lesbica? Ma come ti vengono certe idee per la testa?!
Kiba:E tu urli per Hinata!
Rita:Urlo perchè è finalmente uscita con Naruto, ecco perchè!!!

Esclamai lasciandolo senza fiato.

Kiba:Hinata..uscita...con Naruto? Allora ha trovato il coraggio per dichiararsi.

Disse mettendosi sulla sua moto e dandomi il casco. Lo misi e rivelai com'erano andate veramente le cose.

Rita:Naruto ha chiesto ad Hinata di uscire, non il contrario.
Kiba:Cosa? Da quando in qua Naruto ha cervello?
Rita:Potrei chiedere lo stesso di te.

Risposi salendo sulla moto ricevendo un'occhiataccia.

Rita:Che c'è?
Kiba:Questa me la segno.
Rita:E segnatela! Tanto stiamo 1 ad 1.
Kiba:Ah...bene. Già tieni il conto?
Rita:Ovvio. Parlando di cose serie, dove andiamo?
Kiba:Mantieniti forte. Ti porto in un bel posto.

Così mi aggrappai a lui, come l'altra volta, non sapendo dove mettere quelle dannate mani. Incominciammo ad andare chissà dove ed io sentivo uno strano profumo. Sinceramente, pensavo fosse nell'aria, ma una volta fermi, lontano da casa, dal motorino e da altri odori sospetti, continuavo a sentirlo.

Rita:Cos'è questo odore?
Kiba:Quale odore?

Domandò strofinandosi il naso. Gli annusai il collo e l'odore proveniva da lui.

Kiba:Ma che fai? Mi annusi?
Rita:Ma bravo! Per l'occasione ti sei anche lavato.
Kiba:Ma che dici? Io mi lavo sempre.
Rita:Si, ma non metti mai profumi.
Kiba:E tu che ne sai? Li metto sempre.

Rispose strofinandosi nuovamente il naso. Sospirai.

Rita:Allora perchè continui a strofinarti il naso? Si vede che non sei abituato e ti danno fastidio. Dopotutto è anche un profumo abbastanza forte per uno col naso sensibile come il tuo, non ti pare?
Kiba:E tu che ne sai del mio naso?
Rita:Sei un'uomo cane. E' ovvio che lo sappia.
Kiba:Etchù!!

Starnutì. Segno che avevo ragione non al 100, ma al 200%

Rita:Vedi? Dillo che ti da fastidio.
Kiba:E' un nuovo profumo. Tutto qui. Non sapevo fosse così forte.
Rita:Se lo dici tu.  Dove andiamo?
Kiba:Siamo arrivati. Vieni!

Disse prendendomi per mano trascinandomi dentro al parco davanti a noi. 

Kiba:Questo posto è stupendo di notte.

Mi feci prima una strana idea. Beh...il parco di notte...solo io e lui. Chiunque avrebbe pensato a male e invece era davvero stupendo. Il viale del parco era illuminato dalle luci dei lampioni che erano poco distanti l'uno dall'altro. All'interno, verso il centro del parco, c'erano delle panchine con una fontana al centro. Era strano vedere le persone lì a parlare tranquillamente a quell'ora. Arrivammo alla fine del parco. Lì era molto meno illuminato e la cosa mi faceva presagire male, tant'è che ero preparata a scappare se avesse voluto fare qualcosa.

Rita:Ok, non credi che stiamo andando troppo oltre?
Kiba:Avanti! Non farti tirare! Te l'ho detto. Non ti mangio mica?

Così mi preparai al peggio, ma invece ci fu tutt'altro. Alla fine del parco c'era una sottospecie di laghetto. Era stupendo. C'erano molte lucciole e farfalle che volavano lì intorno. L'uomo cane mi lasciò la mano con il rossore in volto e si sedette vicino ad un albero.

Kiba:Allora? Che ne pensi?
Rita:E' stupendo.

Sussurrai guardando incantata quel posto, mentre lui si strofinava ancora il naso.

Kiba:Sono contento che ti piaccia. 

Mi voltai verso di lui e mi accorsi che mi stava fissando in modo strano. Dopo un pò starnutì ed io incominciai a ridere. Devo ammetterlo. Mi faceva tenerezza. Aveva preparato tutto questo, anche al costo di sentirsi male. 

Kiba:Cos'hai da ridere? 

Domandò ed io scossi la testa a dire niente e mi avvicinai a lui.

Kiba:A cosa pensi?

Continuò a chiedere vedendo che mi avvicinavo a lui. Mi sedetti al suo fianco e sospirai.

Rita:Sei un idiota! Ecco a cosa penso.
Kiba:Potevi anche dirlo che non ti piaceva.
Rita:Non mi riferisco a questo.

Dissi prendendo il fazzoletto che avevo nella tasca e bagnandolo nell'acqua aggiunsi:

Rita:Potevi evitarti di metterti tutto questo profumo. 
KibaChe vuoi fare?
Rita:Che domande? Cerco di togliertelo.

Risposi avvicinandomi a lui e incominciando a passargli il fazzoletto al collo tentando di toglierglielo. Quel gesto lo lasciò sorpreso, tanto che chiese:

Kiba:Perchè lo fai?
Rita:Non mi va di vederti come un cane bastonato.
Kiba:Potresti anche evitare di farlo. E' colpa mia. Dopotutto ne ho messo troppo davvero.
Rita:Non so se te l'ho riuscito a togliere, ma sicuramente è più leggero rispetto a prima.

Con quelle parole tolsi il fazzoletto dal suo collo e lo rimisi in borsa. Lui continuava a fissarmi ed io non ne capivo il motivo.

Rita:Cos'hai da guardare?

Il ragazzo staccò lo sguardo e divenne pensieroso. Probabilmente pensava che non mi fossi divertita o forse a qualche altra cosa, chissà. Presto arrivò ora di tornare a casa e una volta lì, lui mi fermò prendendomi per mano.

Rita:Che c'è?
Kiba:Ti sei divertita?
Rita:Si.
Kiba:Sicura? Non è che adesso non esci più per il mio profumo?
Rita:Tanto a me non da fastidio. Quello da fastidio a te.

Il ragazzo rise.

Kiba:Hai ragione. Mai cambiare un profumo vecchio per uno nuovo. Piuttosto...se posso chiedere... che rapporto c'è tra te e il sensei Kakashi?

Quella domanda mi lasciò frastornata. Che ne sapeva lui del sensei?

Rita:In che senso?
Kiba:Quando mi hai visto tra i rifiuti.... avevo visto Kakashi uscire da lì. Siccome so che è il sensei preferito di Naruto pensavo fosse da lui, poi... quando mi hai detto che era con Hinata... ho pensato fosse venuto da te.
Rita:Beh... 

Sussurrai senza sapere che dire. Poi, con un velo di tristezza, mi venne la cosa più dolorosa che c'è da dire per una figlia.

Rita:Non so chi sia.
Kiba:Ah...allora lo conoscerai domani per la prima volta.
Rita:Già.

Il ragazzo mi fissò e sospirò.

Kiba:Cos'hai? Sei diventata stranamente silenziosa. 
Rita:No, non è nulla. 

Risposi abbassando lo sguardo, poi ripensando alle sue gaffe sul profumo, risi.

Kiba:Cosa c'è?
Rita:Grazie.

Dissi avvicinandomi a lui baciandolo sulla guancia. Dopotutto se lo meritava. Per un momento mi aveva fatto dimenticare di quella strana situazione in famiglia e mi aveva fatto divertire anche. Mi staccai da lui che sembrava scioccato.

Rita:Ci vediamo domani.

Aggiunsi andando dentro. Mi fermai alla porta e mi appoggiai ad essa. "Domani..."pensai. Sinceramente avrei voluto non vedere Kakashi. Sapere che fosse mio padre e non potevo dirlo mi faceva male. Come mi sarei dovuta comportare? Presa da questi pensieri andai in camera mia e mi addormentai senza sapere che l'indomani un'altra sorpresa mi aspettava. Quale? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...

Kiba:Mi ha baciato...?

Domandò ancora incredulo.

Kiba:Ok....ciò che sto sentendo è strano, ma non vuol dire che mi piaccia.

Cercava di autoconvincersi mentre metteva in moto. Una volta tornato a casa, si buttò sul letto a guardare il soffitto, mentre Akamaru gli andò vicino.

Kiba:Aka? Penso di stare male. Continua a battere e non smette.

Rivelò mentre si toccava il cuore. Il cane incominciò ad abbagliare scodinzolando e salterellando svegliando sua madre e sua sorella.

Kiba:Akamaru!! Piantala!!

Sentendo i passi svelti della madre buttò Akamaru per aria e si mise sotto le coperte fingendo di dormire.

Tsume:Brutto disgraziato! Ancora un'altra volta tardi!
Hana:Akamaru? Sta buono!

Ordinò accarezzando il cane e mettendolo seduto per poi uscire dalla stanza assieme alla madre. Akamaru si avvicinò al padrone che ancora si sentiva strano. Lo abbracciò chiudendo gli occhi cercando di dormire e non pensare a ciò che sentiva in quel momento.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



CAPITOLO 8




Rita:Racconta tutto!!

Esclamai appena vidi Hinata.

Hinata:Te l'ho detto. Non c'è nient'altro da raccontare.
Rita:Vi siete baciati?
Hinata:NO! Ma che dici?

Disse diventando tutta rossa. Vedendo la reazione, Sakura si allontanò da Ino, con la quale stava chiacchierando, e si avvicinò a noi.

Sakura:L'hai saputo anche tu dell'uscita?
Rita:Si. Ho incominciato ad urlare come una pazza appena l'ho saputo.
Sakura:E non sai ancora nulla. Le persone che ha invitato Naruto erano tutte impegnate e di conseguenza dovevano stare per forza da soli.
Hinata:C-cosa?

Domandò incredula arrossendo di colpo.

Sakura:Ha combinato un appuntamento e neanche te l'ha detto.
Rita:Probabilmente pensava che non fosse venuta.
Hinata:Un...appuntamento? Io pensavo fosse una semplice uscita fra amici.
Sakura:Fatto strano ha invitato me, Shikamaru e Sai. Io non potevo che dovevo vedermi con Sas'ke, Sai non si allontana mai da Ino se non è per qualcosa di serio e Shikamaru ieri non poteva e infatti oggi è assente perchè sta con la sua ragazza, Temari.
Rita/Hinata:COSA?!?

Entrambe urlarammo, ma non per lo stesso motivo. Io non riuscivo a crederci. Shikamaru con Temari. Vi rendete conto?? Un'altra coppia che amo e che non sapevo che ci fosse. Si stava anche formando la coppia SasuSaku. Cosa chiedevo di meglio? E mentre nella mia mente stavo letteralmente godendo di otakosità pucciosa dovuta alle coppie, Hinata stava andando in escandescenza.

Hinata:Non sapevo fosse un appuntamento. Mi sarei vestita meglio. Oddio. Cos'avrà pensato di me??
Sakura:Tranquilla. E' una testa quadra. Lui non pensa mai.

Rispose facendomi ridere insieme a lei e Hinata sembrò rassicurata.

Hinata:Speriamo...
Ino:Ragazze? Sapete Kiba cos'ha?

Chiese preoccupata avvicinandosi a noi insieme a Sai.

Sai:Già, è da quand'è venuto che sta tranquillo nel suo banco. 
Ino:Di solito fa sempre casino.
Sakura:Starà inventando un'altra delle sue.
Rita:Concordo.

E mentre parlavamo sentimmo Hinata allontanarsi. Ci voltammo e la vedemmo che era vicino a Kiba.

Hinata:Kiba-kun? Tutto bene?
Kiba:Si, sto bene. Perchè?

Domandò alzando la testa dal tavolo meravigliando la ragazza.

Hinata:Kiba-kun. Sei strano.
Kiba:Perchè? Cos'ho di strano?

Sentendo quei discorsi ci avvicinammo rimanendo sorprese. Kiba aveva un'aria strana. Aveva qualcosa di diverso negli occhi, ma non sapevo cosa fosse. Probabilmente, come aveva detto Sakura, stava inventando un'altra delle sue, ma alle altre non sembrò nulla del genere.

Sakura:Non so. Sembri diverso....
Ino:Già, hai qualcosa di diverso.
Sai:Probabilmente si è innamorato.

Informò facendo alterare il ragazzo.

Kiba:Innamorato?? Io?? Ma figurati!
Sai:Eppure sul libro che comprai sull'amore ed i primi segni di cotta, c'era proprio scritto "cambiamento facciale" e tu... sembri averla avuta. 
Ino:Kiba innamorato?? 
Sakura:Oddio, non pensavo di vederlo!
Ino:Avanti, chi è?
Sakura:Già, non facci stare sulle spine.

Davanti alle due assillanti ragazze incominciò ad alterarsi ancora di più.

Kiba:Ah..si? E cosa ve lo fa pensare che ci sia qualcuno?? Cosa avrei di diverso? Sentiamo!!
Sakura:Non so. Tu cosa vedi?
Ino:Lo vedo più luminoso, ma non sembra essere cambiato.
Sakura:Beh...le persone diventano più luminose quando si innamorano, perchè pensano sempre a quella persona.
Kiba:Ma io non penso a nessuno!!!

Urlò innervosendosi e facendole ridere. Presa dalla curiosità, decisi di tentare io di scoprire chi fosse la donna cane che l'aveva fatto innamorare. Dopotutto avevamo un bel rapporto d'amicizia anche se litigavamo spesso. Andai dietro di lui e gli diedi un ceffone, dietro al collo scoperto che aveva, urlando:

Rita:Ehi, uomo cane!! Buon giorno!!

Il ragazzo si paralizzò, poi si voltò lentamente verso di me.

Kiba:C-che c'è?
Rita:Chi è la ragazza? Voglio sapere!!

Esclamai avvicinandomi a lui. Dopotutto non potevo perdermi un'altra coppia del mio manga preferito, non vi pare? L'uomo cane, però, fece una strana reazione.

Kiba:C-cosa?

Balbettò arrossendo di colpo. Tutte incominciarono ad urlare. Era il segno evidente che c'era una ragazza e non lo voleva dire.

Sakura:Allora c'è davvero una!!
Ino:Chissà chi è!
Sakura:Forse è Karin, la cugina di Naruto, che sta della classe accanto?
Ino:E se invece fosse TenTen?
Sakura:Impossibile, lei ha solo occhi per Neji.
Kiba:Ragazze!! Piantatela! A me non piace nessuna!
Rita:Allora cos'è questo rossore in volto?

Domandai avvicinando la mia faccia alla sua per poi aggiungere mettendogli la mano in fronte.

Rita:Forse.. hai la febbre.

L'uomo cane mi tolse la mano dalla fronte squotendo la testa e guardandomi storto con ancora quel rossore in volto.

Kiba:Non c'è l'ho.
Rita:Allora ti piace qualcuno, non è così?

Continuai a punzecchiare tentando di farlo parlare, ma invece lo innervosii ancora di più e ciò che disse rivelò il cane e il gatto dentro di noi.

Kiba:Anche se fosse di certo non lo direi a te, stupida tavoletta!!
Rita:Che hai detto??
Kiba:Hai sentito bene!! 
Rita:Tsk...stupido idiota!!! Dopo che mi preoccupo di te, mi vieni a dire anche questo? Sei un'idiota!
Kiba:Ma chi te l'ha mai chiesto di preoccuparmi per me? 
Rita:Nessuno e tu sei un'idiota!!

Urlai prendendo il libro che aveva dentro la borsa e glielo buttai in faccia.

Rita:Chiamami di nuovo con quel nome e ti ammazzo.

Alterata mi andai a sedere al mio posto, mentre quest'ultimo appoggiava la testa sul banco. La lezione finì presto ed io tornai a casa. Quella giornata fu al quanto noiosa. Nessuno mi chiamò per uscire e così dovetti starmene a casa, ma qualcosa di inaspettato era dietro l'angolo. Sentii bussare alla finestra. Mi voltai e con stupore vidi che era Menma.

Rita:Menma?

Incuriosita aprii la finestra e il ragazzo si sedette su di essa.

Menma:Che ci fai qui? Perchè non sei in città insieme agli altri?

Chiese lasciandomi perplessa.

Rita:Gli altri?
Menma:Si, erano in città con Naruto e gli altri. Non te l'hanno detto.
Rita:Veramente no.

Il ragazzo aveva tra le mani una rosa e dopo averci giocato un pò con i petali me la tese.

Rita:Cos'è?
Menma:Che domande? E' una rosa.
Rita:Lo so, ma...a che scopo?
Menma:E' per ringraziarti per l'altro giorno. Per Kyuubi.

Presi la rosa e chinai il capo per ringraziare.

Rita:Che bella. 
Menma:Ti piace?
Rita:Si. E' il mio fiore preferito.
Menma:Allora Sasuke ha scelto bene. 
Rita:Sasuke?

Domandai non capendo in cosa centrasse.

Menma:Non lo sai? Aiuta suo padre nei lavori. Da quel che so ha dei debiti a causa di Itachi ed ora Sasuke lavora per il negozio di Ino.
Rita:Questo spiegherebbe molte cose.

Dissi tra me e me pensando alla morte dei genitori di Sasuke e del Sasuke che da rose a tutte visti nei manga e nei vari film.

Menma:Spiegherebbe cosa?
Rita:La strana tragedia raccontata dalle fantasie di scrittori, ma ovviamente non puoi capire.

Risposi sospirando, poi aggiunsi:

Rita:Perchè non sei andato con loro?
Menma:Perchè io non sono come Naruto. 
Rita:Che vuoi dire?
Menma:Per quanto mi sforzi ad essere come lui, non ci riesco. Penso sempre al passato atroce e alle risate avute. Lui non ha avuto questo. Lui è stato sempre al centro dell'attenzione. Io ero quello che rimaneva da solo seduto a dondolare su un altalena, mentre lui giocava ai ninja con gli altri.
Rita:Mi spiace. 
Menma:Per quanto mi sforzi ad essere come lui, non ci riesco. Non riesco a fidarmi di nessuno.
Rita:Allora perchè sei qui? Non dovresti fidarti di me.

Quella domanda lo fece sorride. Alzò la testa e confessò:

Menma:Come dice Kiba, sei un'aliena, cioè sei diversa dagli altri. Infondi uno strano senso di fiducia. Probabilmente perchè mi hai riportato la volpe, visto che nessuno mi avrebbe chiamato per ridammelo. Almeno è ciò che penso.
Rita:Come mai ieri eri triste? Era per l'uscita di Naruto, non è così?

Domandai ricordandomi della sua reazione ieri, quando sentii la canzone. Il ragazzo abbassò gli occhi e andò verso la sua finestra. Mi affacciai vedendolo sulla scala antincendio.

Rita:A te piace Hinata, non è così?

Il ragazzo non aprì bocca e andò dentro chiudendo la finestra. Non riuscivo a capirci più nulla. Presi quella rosa bianca e la misi in un vaso sulla scrivania. Poi, presa dai dubbi, uscii di casa andando in città per vedere cosa stesse succedendo. Arrivai in città dove incominciai a girare tra le vie e mentre camminavo, mi accorsi che ciò che aveva detto Menma era vero.C'erano Kiba, Naruto, Hinata, Ino, Sakura e Sai che si erano fermati a mangiare ramen. 

Rita:Che stupida! Ed io che credevo fossero realmente miei amici.

Delusa mi allontanai da lì a volto basso. Girai l'angolo e andai a sbattere contro qualcuno. Chi era? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kiba:Tsk...che tipa.

Rispose vedendomi sedere al mio banco. Alterato, appoggiò la testa sul suo. Le ragazze, che ancora erano lì, intuirono qualcosa che io non pensavo neanche lontanamente.

Sakura:Secondo te, a lui piace....?
Ino:Penso proprio di si. Secondo me si punzecchiano per questo.
Sakura:Ma lei non sembra minimamente interessata a lui.
Ino:Se è per questo, neanche lui sembrava interessato, eppure ha arrossito e si è imbarazzato davanti a lei.
Sakura:Non ci sto capendo più nulla.
Sai:Probabilmente non mostrano i loro veri sentimenti, perchè non li hanno mai provati.

Rivelò Sai mostrando il libro di cui aveva parlato. Entrò il sensei e si misero a sedere. Ino prese il libro di Sai incominciandolo a leggere, mentre Hinata prendeva posto al suo banco insieme a Shino.

Shino:Cos'hai? Sembri distrutto.
Kiba:Nulla. E' solo che mi sento come mi sia appena venuto in faccia un treno ad alta velocità.
Shino:Come mai?
Kiba:Ma che ne so? Probabilmente perchè non ho chiuso neanche occhio stanotte.
Sakura:Ma cos'è quest'odore? Sas'ke? La senti anche tu?

Domandò al ragazzo accanto a lei che annuì senza capire da dove provenisse.

Shino:Ma che diamine hai fatto? Ti sei messo il profumo?
Hinata:Kiba-kun, ma tu odi i profumi. Perchè te lo sei messo?
Kiba:Mi è caduto ieri addosso e non si è ancora tolto.
Hinata:Povero Kiba-kun.
Shino:Forse non hai dormito a causa del profumo.
Kiba:Non lo so. E' che....mi sento strano. Forse è come dici tu....sarà per il profumo, chissà.

Rispose guardandomi da lontano. La ragazza lo guardò ponendogli una domanda che lo fece voltare di scatto verso la ragazza e diventare più rosso di un peperone.

Hinata:Kiba-kun...per caso....ti piace Rita-chan?
Kiba:Ma che dici? A me piacermi lei?? Ma è peggio di un cane da presa!
Shino:Come se a te i cani non piacessero.
Kiba:Vi odio quando avete dannatamente ragione.

Disse appoggiando di nuovo la testa sul banco. Alla fine delle lezioni, i ragazzi seppero della famosa cotta di Kiba non per Hinata, ma dal libro letto da Sai. Così decisero di lasciandomi in disparte per quella giornata e di saperne di più trascinandolo con loro in città.

Ino:Ok, spara! Com'è successo?
Kiba:Successo cosa?
Sakura:Come ti sei innamorato di lei?
Kiba:Lei chi?

Domandò diventando bordò.

Ino:Di Rita. 

Il ragazzo lanciò un'occhiataccia ad Hinata dietro di lui che parlava con Naruto. Sentendosi osservata e vedendo le occhiataccie di Kiba gesticolò di non guardare lei.

Kiba:E chi ve lo dice che mi piace?
Sakura:Che domande?
Ino:L'abbiamo letto qui.

Rivelò mostrando il libro al ragazzo.

Kiba:Cosa? Ma è uno stupido libro!!
Ino:Però a te lei piace.
Kiba:Ma anche no.Insomma!! Tra tutte le ragazze proprio lei dovevate scegliere?
Sakura:Non siamo cieche. Ti abbiamo visto come la fissavi durante la lezione.

Il ragazzo sospirò.

Kiba:La guardavo per un'altro motivo, sicuramente non per quello.

Rispose acidamente allontanandosi da loro, quando si fermò di scatto urlando dallo stupore. I ragazzi si avvicinarono e videro Sasuke che vendeva le rose.

Kiba:Eh?? Ragazzi?? Ho per caso le visioni o...?
Naruto:Sas'ke...?

Chiamò sorpreso vedendo che il ragazzo si voltava verso di loro.

Sasuke:Cos'avete da guardare?
Naruto:Che diamine ci fai con quelle rose??
Sasuke:Tsk...ci lavoro idiota!
Naruto:Cosa?? Ti sei messo a fare l'indiano??
Kiba:Dai moneta a povero Sasuke.

Disse incominciando a prenderlo in giro insieme a Naruto che scoppiò a ridere, ma i due furono presi a pugni da Sakura che si innervosì.

Sakura:Piantatela!!
Ino:Già, il povero Sasuke sta lavorando molto in quest'ultimo periodo.
Sasuke:Non c'è bisogno di spiegare i fatti miei a degli imbecilli.

Rispose alterato andandosene via con il cesto di rose per continuare la vendita, mentre i ragazzi cercavano di far parlare Kiba della sua fiamma, il nostro venditore si trovò davanti a qualcosa di insolito.

Sasuke:Menma?
Menma:Da quando in qua vendi rose?
Sasuke:Da quando c'è da lavorare. Se cerchi tuo fratello è appena passato. Andavano verso la pizzeria.
Menma:Veramente volevo chiederti di darmene una.

Rivelò indicando le rose.

Sasuke:Cosa? Vuoi una rosa? E che vuoi farci?
Menma:Fatti miei. Tu devi vendere rose e a me ne serve una. Questo non ti basta?
Sasuke:Ok, ma non metterti nei guai.

Disse porgendogli una rosa bianca. Il ragazzo la prese, dopo averlo pagato, e se ne andò. 

Temari:Che belle rose. 

Complimentò staccandosi dal braccio del suo ragazzo e avvicinandosi al cesto.

Sasuke:Shikamaru....? Temari...? Non sapevo foste in città.
Shikamaru:Beh..dovevo andare inizialmente da lei, a Suna, ma poi lei ha deciso di venire da me.
Sasuke:Capisco.
Temari:Shikamaru?

Chiamò attirando l'attenzione del ragazzo.

Temari:Mi allontano un attimo. 
Shikamaru:Dove vai?
Temari:Sto vicino al negozio di articoli ninja.
Shikamaru:Ok. Ti raggiungo dopo.

Rispose vedendola allontanarsi.

Shikamaru:Piuttosto...non sapevo ti fossi messo a venderle tu. Pensavo fosse Ino ad occuparsene.
Sasuke:Lunga storia. Non mi va di parlarne.
Shikamaru:Capisco. Problemi con i genitori, vero?

Il ragazzo sospirò e Shikamaru prese il portafogli.

Sasuke:Che fai?
Shikamaru:Dammene un paio. Dopotutto devo fare bella figura con la mia ragazza.
Sasuke:Ok.

Disse prendendo le rose. E mentre Temari era vicino al negozio ninja, notò delle faccie conosciute.

Temari:Chi non muore si rivede.
Ino:Temari.
Sai:Ehi, racchia. Che ci fai qui?
Temari:Chiama racchia a qualcun'altro, tesoro.
Sakura:Ma che ci fai qui? Non dovevi stare con Shikamaru?

Domandò non vedendolo.

Temari:Si, è rimasto con Sasuke a parlare. 
Hinata:Temari-chan.
Ino:E' bello vederti da queste parti.
Temari:Beh..è bello anche vedere voi, ragazzi.
Shikamaru:Per te!

Esclamò spuntando dietro di lei e mettendogli delle rose davanti facendola arrossire.

Temari:Rose?
Shikamaru:Le volevi e te l'ho prese. Semplice no?
Temari:Sempre il solito.

Rispose prendendo le rose e sorridendo. I due andarono a farsi un giro, mentre il resto dei ragazzi cercava di far parlare Kiba invano.

Naruto:Ho fame!! Perchè non ci fermiamo a prendere del ramen?
Kiba:Ottima idea!

Esclamò correndo dentro insieme agli altri.


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9




Rita:Che stupida! Ed io che credevo fossero realmente miei amici.

Delusa mi allontanai da quel ristorante a volto basso. Girai l'angolo per tornare a casa e andai a sbattere contro qualcuno. Quel qualcuno era mio padre Kakashi.

Kakashi:Ehi, che ci fai in giro a quest'ora da sola? 
Rita:Volevo fare quattro passi, ma non avevo nessuno con cui andare.

Risposi abbassando il volto.

Kakashi:Beh.. camminare in giro da sola di notte per una signora è pericoloso.
Rita:Lo so, ma mi scocciavo di stare a casa.

Sospirai stanca. Dopotutto era vero, anche perchè mi sentivo giù e tradita da tutto e da tutti in quel momento. Kakashi capì che ero giù e mi mise la mano sulla spalla.

Kakashi:Avanti, andiamo a fare quattro passi. Dopotutto non ho trascorso molto tempo con mia figlia.
Rita:E...il discorso che hai fatto a casa? Quello che nessuno doveva saperlo?
Kakashi:Non c'è nulla di strano se un sensei accompagna la sua allieva a casa o la invita a divertirsi.

Sorrisi. Non c'era cosa migliore che poteva tirarmi su. Incominciammo a camminare e mi portò a mangiare una pizza e poi al lunapark. Mi divertii molto e sinceramente dimenticai anche la faccenda successa con i ragazzi. Mi riaccompagnò a casa dove mia madre mi attendeva in pensiero.

Hanare:Rita!!

Urlò correndo verso di me per poi fermarsi notando il peluche enorme che avevo tra le mani.

Hanare:Dove sei stata?
Kakashi:Scusami, so che avrei dovuto avvertirti.

Rispose entrando dopo di me.

Hanare:Tranquillo. Era solo che non l'ho vista tornare e quindi....
Rita:Hai visto che mi ha regalato papà? 

Chiesi mostrando felice l'orsacchiotto gigante bianco tra le mani.

Rita:L'abbiamo vinto al centra il bersaglio.
Hanare:Cosa? Siete andati al lunapark?
Kakashi:Si, l'ho trovata in giro da sola e l'ho trattenuta con me.

Rivelò mentre mi toglievo le scarpe e andavo di sopra a posare il peluche. Appena scesi, però, lui non c'era più.

Hanare:Cosa c'è, tesoro?
Rita:Già se n'è andato?
Hanare:Lo sai come stanno le cose.
Rita:Capisco.

Delusa salii al piano di sopra. Presto venne l'indomani ed io non avevo alcuna voglia di parlare per ciò che era successo il giorno prima. Così mi sedetti al mio posto e appoggiai la testa sul banco pensando a cercare un pò di pace, cosa che ovviamente non ebbi.

TenTen:Cos'hai? Non ti senti bene?

Domandò avvicinandosi a me mettendomi la mano sulla spalla. Era la prima volta che mi parlava da quando ero arrivata. Sinceramente non avevo alcuna voglia di parlare così girai la testa dall'altro lato dicendo:

Rita:Tranquilla. Sto bene...è solo che voglio stare un pò da sola.

La ragazza si allontanò da me e poco dopo vennero Ino e Sakura.

Sakura:Ehi, va tutto bene?
Ino:E' successo qualcosa? 
Sakura:Non ci hai neanche degnate di un saluto.
Rita:Non mi va di parlare.

Poco dopo entrarono in classe Hinata, Shino e Kiba. Hinata, vedendomi giù, si avvicinò a me.

Hinata:Rita-chan? Cos'hai?
Ino:Ha detto che non le va di parlare.
Sakura:Credo sia giù per qualcosa.
Kiba:Ehi, tavoletta!!

Chiamò cercando di punzecchiarmi, ma mi sentivo talmente giù che alzai solamente la testa, gli diedi un'occhiataccia e la rimisi sul banco senza aprir bocca.

Ino:Si, sta sicuramente giù.
Sakura:Sapete cos'è successo?

Domandò avvicinandosi al gruppo di Neji, Rock Lee e Ten Ten.

TenTen:Non ne ho idea. Appena è entrata si è messa lì e non ha mosso un dito.
RockLee:Sembra piuttosto giù di corda.
Ino:Già, non avete notato nulla di strano? Non so, se ha parlato con qualcuno o ha litigato..
Neji:No, a parte il comportamento non abbiamo visto nulla.

E mentre loro parlavano, mi sentii una mano accarezzarmi i capelli. Era Kiba che continuava a punzecchiare e per farlo meglio si era anche seduto al posto di Sai, cioè accanto a me.

Rita:Togli quella mano. Non sono in vena.
Kiba:Non ti piace essere accarezzata i capelli?
Rita:Sono un essere umano, non un cane!

In quel momento entrò Kakashi per iniziare la lezione ed io alzai la testa.

Sai:Kiba? Mi fai sedere?
Kiba:Certo, c'è la sedia vuota al mio posto, siediti pure.
Sai:Cosa? Ma perchè devo sedermi lì se il posto assegnato è questo qui?
Kiba:Perchè voglio stare qui oggi.
Sai:Va beh...se proprio insisti.

Disse prendendo lo zaino, ma fu bloccato da Menma.

Menma:Dove vai?
Sai:Kiba ha detto che vuole stare qui e così...
Menma:Ehi, idiota! Alzati immediatamente! Qui non ti vogliamo!

Urlò senza neanche far finire l'amico di parlare. Kiba si voltò verso di lui rispondendo:

Kiba:Voi no, ma io voglio stare qui.
Menma:Cerca di non farti menare e torna al posto tuo!
Kiba:Perchè? Se no cosa mi fai? 

Provocò incominciando una rivalità tra i due.

Kakashi:Silenzio!!

Urlò Kakashi vedendo che tutti facevano casino. A quel punto, il fatto che mio padre fosse in classe, vedendo che Kiba non si voleva spostare e che tutta quella strana situazione era talmente complessa e confusa che mi stava venendo un gran dolore di testa, incominciai ad alterarmi sbattendo le mani sul banco alzandomi e me ne andomene fuori.

Kakashi:Ehi, dove vai?
Rita:In infermeria. Mi hanno fatto venire l'emicrania.

Risposi acidamente andando lì. L'ora dopo tornai in classe e c'era Kurenai a insegnare matematica. "A saperlo sarei rimasta ancora in infermeria" pensai. Dopottutto odiavo quella matematica e non avevo alcuna intenzione di sforzarmi, ma mi toccò subirmela, così mi sedetti al posto mio insieme a Sai e Menma.

Sai:Va tutto bene?
Rita:Diciamo.

Finirono le lezioni e mi alzai per prendere la cartella, ma stranamente non era dove l'avevo lasciata.

Rita:Dov'è la cartella?

Mi chiesi guardando ovunque, ma poi mi accorsi che l'aveva l'uomo cane.

Rita:Ehi! Quella è la mia cartella!!
Kiba:Lo so.
Rita:Ridammela!! Non sono in vena di scherzi.

Informai, ma il ragazzo voleva fare tutt'altro.

Kiba:Ma quale scherzo? Visto che non ti senti bene, ho deciso di portartela io.
Rita:E' molto gentile da parte tua, ma non mi va.

Cercai di prenderla, ma fu tutto inutile. Dovetti subirmi le sue chiacchiere lungo tutto il tragitto fino ad arrivare fuori casa mia.

Rita:Adesso me la dai?
Kiba:Quanti piani devi fare?
Rita:Ma che ti importa?! Ce la faccio a portarla!! Ridammela!!

Esclamai cercando di riprenderla, ma sembrava un cane in vena di feste.

Menma:La pianti di fare il cretino? 

Disse prendendo le mie difese.

Naruto:Menma? Non fare scemenze. Stanno solo scherzando.
Menma:Lo so, ma lo scherzo si fa a due e non ad uno. 

Notò vedendo che non mi stavo per niente divertendo.

Kiba:Ah...quanto siamo acidi. Volevo solo non farle portare il peso fino a sopra.
Naruto:E qual'è il problema? Ci siamo noi!

Euforico prese la cartella dalle sue mani e incominciò a camminare verso le scale.

Kiba:Ehi!
Rita:Grazie dell'attenzione, ma potevi anche farne almeno.
Kiba:Aspetta!

Ordinò prendendomi la mano.

Kiba:Stasera organizziamo una riunione. Stiamo tutti insieme a bere e mangiare schifezze a casa di Hinata. Ti va di venire se ti senti meglio?
Rita:Ci penserò.

Risposi tirandomi la mano e andando sopra dove Naruto mi diede la cartella davanti casa.

Naruto:La prossima volta possiamo tornare anche insieme se ti va.
Rita:Si, per me va bene.
Naruto:Spero che stasera tu ci sia.

Disse mentre si allontanava. 

Rita:Naruto? 

Il ragazzo si fermò voltandosi ed io chiesi:

Rita:Posso chiederti una cosa?
Naruto:Certo. Tutto quello che vuoi.
Rita:Ieri siete usciti, perchè non mi avete chiamato?

Davanti a quella domanda Naruto si toccò la nuca ridendo.

Naruto:Non ti abbiamo chiamata perchè dovevamo capire Kiba cos'avesse. 
Rita:Cosa?
Naruto:Non ci ho capito un granchè, ma... sembra si sia innamorato di qualcuno nella scuola e, siccome avevamo dei sospetti che potessi piacergli tu, abbiamo deciso di non dirti nulla.
Rita:Io?? Con l'uomo cane?? Ma figurati!! E poi non lo conosco neanche, come faccio a piacergli?

Domandai sconvolta. Naruto continuò a ridere.

Naruto:Se è per questo non lo so neanche io.
Menma:Che ci fai ancora qui? 

Chiese salendo le scale dopo un quarto d'ora dal nostro arrivo.

Naruto:Come mai sali ora?
Menma:Fatti miei.

Rispose avviandosi verso casa.

Naruto:Va beh...se vieni dimmelo, così ci andiamo insieme.
Rita:D'accordo. Allora verrò.

Dissi con un sorriso. Dopotutto era stato solo un malinteso da quel che avevo capito, e poi... Naruto era idiota quasi quanto Sai. Se gli avessi chiesto cosa fosse successo, anche lui me l'avrebbe detto, non trovate? Entrai dentro casa e dopo qualche ora bussarono la porta. Era lui con Kushina.

Kushina:Hanare. Allora sei tu quella accanto!
Hanare:Kushina? Non sapevo abitassi qui. Tutto bene?
Kushina:Si, tutto bene.
Naruto:Rita è dentro?
Hanare:Si, è in cucina.

Informò mentre io uscivo sentendo quei lamenti.

Naruto:Ah..eccoti! Andiamo?
Rita:Si, un secondo. Bevo un'attimo il succo e usciamo.
Naruto:Succo??

Domandò avvicinandosi a me che avevo il succo d'ananas tra le mani. 

Rita:Ne vuoi anche tu uno?
Naruto:Si, se non è un problema.
Rita:Ok, allora prendi questo. Non l'ho ancora toccato.

Dissi mettendoglielo tra le mani e prendendo un'altro bicchiere e il succo dal frigo.

Naruto:Tua madre conosce la mia, lo sapevi?
Rita:Sinceramente no, ma non mi meraviglio. Tua madre è socievole con tutti. Dopotutto ti assomiglia molto. Sarebbe strano se nessuno la conoscesse. Non ti pare?

Risposi bevendo il succo. Lui sorrise e dopo aver bevuto prendemmo le nostre cose ed arrivammo a casa di Hinata dove già erano arrivati Kiba, Shino, Sakura, Ino e Sai. Mancava solo Sasuke all'appello.

Hinata:N-Naruto-kun.

Balbettò appena lo vide fuori la porta diventando tutta rossa in viso.

Naruto:Ehi, Hinata. Hai visto chi ho portato?

Domandò riferendosi a me. 

Hinata:Rita-chan. Come ti senti?
Rita:Meglio.
Hinata:Se ti senti male o hai bisogno di qualcosa chiedi pure.
Rita:Grazie. Sei molto gentile.

Sorrisi ed entrammo, ma appena entrai l'uomo cane si fiondò letteralmente addosso abbracciandomi. Come mai quella reazione? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Ino:Avanti! Perchè non lo dici che ti piace?
Kiba:A me non piace nessuno!!
Sakura:Piantala, Ino. Si vede che è cocciuto. Non parla neanche se lo sparano.
Sai:Che ti aspettavi? Dopotutto è un cane.

E mentre parlavano e lo prendevano in giro per farlo parlare, lui mi notò fuori dal ristorante dove stavano mangiando ramen. Senza pensarci due volte  prese Akamaru e uscì fuori, poi vedendomi con Kakashi che mi portava con la mano sulla spalla si bloccò.

Kiba:Che diamine ci fa Kakashi con Rita?

In quel momento uscirono fuori anche gli altri.

Ino:Ehi, ma che ti prende?
Hinata:Kiba-kun?
Kiba:Ragazze, pagate voi il ramen per me. Io devo andare.

E con queste parole si allontanò dalle ragazze per seguirmi. Vide tutte le mie mosse, fino al mio ritorno a casa dove si nascose tra i bidoni della spazzatura.

Kiba:Ma che bisogno c'era di portarla al lunapark? Un sensei non farebbe mai nulla del genere, almeno che....

Si fermò a pensare a qualche probabile relazione tra me e Kakashi non sapendo la verità, ma quel suo pensiero svanì sul nascere.

Kakashi:Almeno che....cosa?

Domandò vedendolo tra i rifiuti.

Kiba:Sensei...io....

Balbettò alzandosi dall'immondizia.

Kakashi:Avevo avvertito la presenza di qualcuno. Perchè ci hai seguiti?
Kiba:Sinceramente....non ne ho idea. Quando l'ho vista fuori da sola, ho pensato di chiamarla, ma poi ho visto lei e mi sono fatto prendere dalla curiosità.
Kakashi:Capisco.

Rispose allontanandosi dal ragazzo che curioso incominciò a chiedere:

Kiba:Sensei, come mai l'avete portata al lunapark? C'è un qualche tipo di relazione tra di voi?
Kakashi:Relazione non è il termine più adatto. Diciamo che l'ho vista giù e l'ho portata al lunapark per farla svagare un pò.
Kiba:Capisco... e.... adesso come sta?
Kakashi:Penso sia ancora giù, ma è qualcosa che deve accettare e non riesce a farlo. Piuttosto, a quest'ora non dovresti essere in giro. Tsume si arrabbierà molto se ti vede rientrare dopo le undici.
Kiba:Perchè? Già sono le undici di sera?
Kakashi:Undici e un quarto per la precisione.
Kiba:Maledizione!! Akamaru!! Vieni, dobbiamo andare!

Esclamò tirandosi il cane con se lasciando Kakashi lì sotto al palazzo notando che l'uomo cane mentre si allontanava guardava verso il palazzo. Alzò la testa e vide la luce della mia camera accesa. Con un sorriso intuì tutto.

Kakashi:Allora le cose stanno così? Spero che questa cosa influisca in positivo e non in negativo.

Mormorò tra se e se. L'indomani entrarono in classe Hinata, Shino e Kiba. Hinata, vedendomi giù, si avvicinò a me.

Hinata:Rita-chan? Cos'hai?
Ino:Ha detto che non le va di parlare.
Sakura:Credo sia giù per qualcosa.
Kiba:Ehi, tavoletta!!

Chiamò cercando di punzecchiarmi, ma mi sentivo talmente giù che alzai solamente la testa, gli diedi un'occhiataccia e la rimisi sul banco senza aprir bocca.

Ino:Si, sta sicuramente giù.
Sakura:Sapete cos'è successo?

Domandò avvicinandosi al gruppo di Neji, Rock Lee e Ten Ten. Mentre erano lì, ripensando alla sera precedente, capì che ero giù per ciò che aveva detto Kakashi così incominciò ad accarezzarmi i capelli una volta seduto al posto di Sai.

Rita:Togli quella mano. Non sono in vena.
Kiba:Non ti piace essere accarezzata i capelli?
Rita:Sono un essere umano, non un cane!

In quel momento entrò Kakashi per iniziare la lezione ed io alzai la testa. Kiba incominciò a litigare con Menma e Sai ed io decisi di andare in infermeria.

Sai:Ma che l'è preso?
Kiba:E' giù. Si vede lontano un miglio.
Menma:Che hai combinato?
Kiba:Ehi! Non guardare me. Non ho fatto nulla.
Menma:Probabilmente sarà che vi ha visti uscire senza chiederle di venire, non vi pare?
Ino:Potrebbe darsi, ma non credo si abbassi per una scemenza del genere.
Sakura:Già, deve avere dell'altro sotto.
Kakashi:Ciò che ha dentro è qualcosa che non può risolversi da un giorno all'altro.

Rivelò attirando l'attenzione su di se.

TenTen:Che vuol dire con questo?
Naruto:Già, se lei sa qualcosa dovrebbe parlarcene.
Sasuke:Mi spiace ammetterlo, ma Naruto ha ragione.
Kakashi:Prendete prima posto. 

Disse facendo prendere i loro posti ai ragazzi, poi sedendosi sulla cattedra con il libro tra le mani aggiunse:

Kakashi:Bene. Dovete sapere che Rita è molto tormentata. Ha avuto una brutta infanzia ed ha una brutta situazione familiare in questo momento. Sua madre sta facendo di tutto per sostenerla, ma ovviamente chiunque crescendo senza un padre e con una madre che va avanti e indietro sarebbe tormentato dalla paura di essere delusi e di perdere ciò che si ha. Quindi vi chiedo di essere pazienti con lei e di starle il più vicino possibile.

Dopo quelle parole ci fu un minuto di silenzio che poi fu rotto dalla determinazione di Naruto.

Naruto:Bene! Sarà fatto sensei! 
Sakura:Allora è per questo che era triste.
Ino:Ora capisco. 
Hinata:Povera Rita.
TenTen:E ci credo che non abbia voglia di parlare. Con una situazione del genere.
Sakura:Probabilmente l'ha presa male l'uscita senza di lei a causa della sua situazione in famiglia.
Kiba:Beh...crescere senza un padre è brutto. Lo capisco bene.

Incominciarono a discutere nervosi, ma Naruto si alzò sul banco creando una certa determinazione tra i compagni.

Naruto:Oh...!!! Avanti, ragazzi! Non deprimiamoci. Dobbiamo aiutarla!
Menma:Detesto ammetterlo, ma Naruto ha ragione.
Sasuke:Sentiamo, che hai intenzione di fare?
Naruto:Dobbiamo starle vicino.
Sai:Ed essere gentili con lei.
Ino:Sono d'accordo. 

Così si misero d'accordo, motivo per la quale Kiba insistì a portarmi la cartella.Euforicamente, Naruto prese la mia cartella dalle sue mani e incominciò a camminare verso le scale.

Kiba:Ehi!
Rita:Grazie dell'attenzione, ma potevi anche farne almeno.
Kiba:Aspetta!

Ordinò prendendomi la mano dicendomi della riunione a casa di Hinata.Mentre salivo le scale con Naruto, Menma rimase lì.

Menma:Che hai intenzione di fare?
Kiba:Nulla di quel che pensi.

Rispose allontanandosi quando quest'ultimo lo prese e lo bloccò al muro.

Kiba:Che diamine fai?
Menma:Ti avverto. Falla soffrire ed io ti spacco la faccia.
Kiba:Perchè diamine dovrei farla soffrire? Sentiamo?
Menma:Perchè è quello che fai sempre.
Kiba:Ma lei è diversa. E' mia amica e di certo non ho bisogno di uno come te che mi dica cosa fare o non fare.
Menma:Beh..io ti ho avvertito. Poi sai come si dice, uomo avvisato mezzo salvato.

Disse con disprezzo buttandolo a terra.

Kiba:Il fatto di questo sei sempre molto gentile, non è così? Ah...chi lo capisce?

Mormorò alzandosi da terra e tornando a casa aspettando l'ora di andare da Hinata.



 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10






Eravamo arrivati a casa di Hinata e tutti erano già lì ad esclusione di Sasuke.

Hinata:N-Naruto-kun.

Balbettò appena lo vide fuori la porta diventando tutta rossa in viso.

Naruto:Ehi, Hinata. Hai visto chi ho portato?

Domandò riferendosi a me. 

Hinata:Rita-chan. Come ti senti?
Rita:Meglio.
Hinata:Se ti senti male o hai bisogno di qualcosa chiedi pure.
Rita:Grazie. Sei molto gentile.

Sorrisi ed entrammo, ma appena entrai l'uomo cane si fiondò letteralmente addosso abbracciandomi.

Rita:Ehi! Ma che diamine fai?
Kiba:Che domande? Ti abbraccio.
Rita:Come mai queste manifestazioni d'affetto improvviso?
Kiba:Pensavo non saresti venuta.
Ino:Ehi, allora sei venuta.
Sai:Come ti senti?
Rita:Molto meglio, grazie.

Dissi cercando di svincolarmi dall'uomo cane che ancora mi teneva stretto a se.

Rita:Ok...adesso mi lasci?
Kiba:No!
Rita:Come no?
Kiba:Tanto lo so che hai bisogno di coccole e abbracci.
Rita:Ma chi diamine te lo dice? Toglimi queste manaccie di dosso!!

Urlai facendolo tornare a suo posto.

Kiba:Come siamo scorbutiche.
Rita:Idiota!

Affermai incrociando le braccia. 

Sakura:Ciao, ragazzi.
Naruto:Che facevate di bello?
Ino:Ammazzavano il tempo parlando un pò.

Due minuti dopo bussarono alla porta. Era Sasuke.

Sakura:Finalmente. Non ti vedevamo più arrivare.
Sasuke:Ho avuto un pò da fare. Piuttosto, che si fa ora?

Domandò entrando e venendo vicino a noi.

Naruto:Perchè non giochiamo alla play?
Sasuke:Alla play?
Naruto:Certo. L'ultima volta mi hai sconfitto, ma stavolta non andrà così.
Sasuke:Cos'è? Una sfida?
Sai:Mi sa proprio di si.
Sakura:Ehm...ragazzi? 
Shino:Non vorrei sembrarvi un guastafeste, ma... Hinata non ha la play.
Naruto:E che problema c'è? Andiamo da Kiba.
Kiba:Che???

Urlò sentendo l'iniziativa dei ragazzi.

Kiba:No, ragazzi!! Non potete decidere così!
Naruto:Ah...avanti! Vedrai che ci divertiremo!

Esclamò euforico prendendo le cose e uscendo fuori di casa.

Hinata:Kiba-kun? Tutto bene?
Kiba:Si....credo che mia madre mi ammazzerà per questo.
Rita:Oh..avanti! Come siamo pessimisti.
Hinata:Già, Rita-chan ha ragione. Non credo si arrabbierà per un paio di persone.
Kiba:Spero sia come dite.
Shino:Avanti, andiamo.

Disse prendendo Kiba per il braccio e trascinandolo fuori mentre questo era disperato. Così ci avviammo a casa di Kiba con le bevande e le varie schifezze comprate. A casa non c'era nessuno così incominciammo a spassarcela mettendo la playstation 4 e la musica a tutto volume. 

Ino:Ecco le patatine.
Sakura:Qua stanno le bibite. Dove le mettiamo?

Chiese vedendo il disordine sulla scrivania.

Rita:Aspettate. Vi do una mano.

Così presi i libri e le varie cose che c'erano lì su e cercai di metterli sugli scaffali.

Kiba:Che fate?
Rita:Che domande? Mettiamo le cose apposto.
Kiba:Da a me! Li poso io.

Rispose prendendomi le cose da mano vedendo che ero bassina e non ci arrivavo. Li posò sullo scaffale e altre cose nel cassetto della scrivania.

Kiba:Di solito c'è li ho nei cassetti, ma sono tutti pieni.
Rita:Devi fare un pò d'ordine.
Sakura:Dove mettiamo le patatine?
Ino:Ci sono anche i popcorn.
Kiba:Date a me. Li vado a mettere in una ciotola così possiamo prenderli meglio.

Disse prendendo le cose e andando dall'altra parte.

Shino:Non trovate che Kiba sia più gentile?
Hinata:No, lo è sempre stato.
Rita:Scusate...ho sentito bene o ha detto che le mette nelle ciotole?
Sakura:Si, perchè?
Rita:Vado a controllare. Va a finire che li mette nella ciotola di Akamaru e chi se li mangia più.

Tutti scoppiarono a ridere sentendo cio che dissi. Uscii da camera e mi avviai verso la cucina dove sentii litigare.

Tsume:Ti avevo proibito di fare feste e festini!
Kiba:Avanti, mamma. Siamo solo pochi di noi.
Hana:Che stai facendo?

Chiese vedendolo frugare nei pensili.

Kiba:Ma dove diamine hai messo la ciotola?
Tsume:La ciotola?
Kiba:Si, quella dove metti l'insalata.
Hana:Ah...l'insalatiera. 
Tsume:Da quando in qua ti prodighi in casa?

Domandò mentre Hana si abbassava per prendere l'insalatiera dal pensile vicino al frigo.

Kiba:Sono affari miei.

Sentendo quella discussione cercai di tornare indietro, ma Akamaru mi saltò letteralmente addosso incominciando a leccarmi la faccia. L'urlo e il seguirsi delle risate fecero uscire fuori dalla cucina la famiglia Inuzuka che mi guardavano meravigliati, mentre Kiba arrossì davanti a quella scena.

Rita:Ehi, smettila. Akamaru!
Kiba:Su, via! Akamaru!! Che razza di modi sono?

Rimproverò togliendomelo da dosso.

Kiba:Stai bene?
Rita:Tranquillo. Non mi ha fatto nulla.

Risposi accarezzando il cane che incominciò a scodinzolare.

Hana:Chi è lei?
Kiba:Ehm... una compagna di classe.
Tsume:Non l'abbiamo mai vista in giro.
Kiba:Ovvio, è arrivata più o meno una settimana fa. Ma poi, scusa che ci fai qui? Non dovevi stare in camera con gli altri?
Rita:Ero venuta a vedere se avevi bisogno d'aiuto. 

Akamaru si spostò e lui mi aiutò ad alzarmi.

Kiba:Va dentro con gli altri. Vengo subito.

Disse facendomi allontanare. Arrivò dopo un pò con il resto delle cose seguito dalla madre e dalla sorella che ne portarono altre.

Hana:Ecco qui. Kiba, noi dobbiamo scendere.
Tsume:Se avete bisogno, fate come se foste a casa vostra.
Hana:Mi raccomando. Fa il bravo.

Raccomandò facendo imbarazzare il fratello.

Kiba:Ma che razza di raccomandazioni sono?
Tsume:E comunque sembra una brava ragazza. Hai la mia approvazione.
Kiba:Ma mamma!!!

Urlò sentendo quelle parole e la madre che sbatteva la porta della camera lasciando tutti senza parole e Kiba con il rossore al volto dalla vergogna.

Shino:E'...una...brava...ragazza?
Sakura:Hai...la mia...approvazione?
Ino:Oh!!! Non ci credo!! Tua madre conosce la ragazza che ti piace!!
Sakura:Non ci credo!
Ino:Dobbiamo subito scoprirlo! Andiamo!!

Esclamarono euforiche correndo verso la porta, ma Kiba si mise davanti.

Kiba:Dove diamine andate?!
Sakura:Chi è?
Ino:Dicci Chi è!
Hinata:Non cambieranno mai.

Mormorò sospirando mentre eravamo sedute sul letto.

Rita:Concordo. Però....
Hinata:Però cosa?
Rita:Devo dire che sono curiosa anch'io.

In quel momento, una zanzara si posò sulla mia gamba e cercavo di cacciarla, ma non ci fu verso. Così mi scocciai facendo ciò che non avrei mai e poi mai dovuto fare.

Hinata:Qualcosa non va?
Rita:Un minuto.

Dissi prendendo il libro di matematica che era vicino alla borsa di Kiba e scaraventandolo con tutto lo sdegno e la infamità che avevo addosso sulla zanzara prendendola in pieno esclamando:

Rita:Grande stronza! Ti ho beccata!!

Un urlo si propagò per più di un isolato. Era Shino.

Shino:Assassina!!
Rita:Assassina, io? Quella si stava bevendo il mio sangue. 
Shino:Sei un'assassina. Non dovevi farlo. Non con i miei insetti!
Rita:Allora tienili alla larga da me se non vuoi che facciano tutti la stessa fine.
Hinata:Rita, stai esagerando. Era solo un insetto.
Rita:Ah...io starei esagerando?? 
Kiba:Beh...guardiamo il lato positivo. Almeno quel libro è stato usato.

Ironizzò Kiba facendo ridere tutti tranne Shino ancora dolorante per la morte dell'insetto.

Kiba:Su, via. Ne hai tanti altri. Chiunque si sarebbe comportato così.
Shino:Lo so, ma non aveva fatto nulla di male.
Kiba:Lo so, lo so. Anche a me incolpano sempre senza che faccia nulla di male.

Confortò l'amico mettendogli la mano sulla spalla. La giornata passò tra bevande, patatine, play e scemenze varie, finchè non venne sera e incominciammo a giocare a 'verità con obbligo'. Sinceramente non l'avevo mai sentito come gioco, ma era simile a 'dimmi, dammi e comandami' solo che non c'era scelta. Decideva chi girava la bottiglia e se decideva verità con obbligo, invece di separare le due cose, era obbligato a chiudersi in camera con quello che aveva puntato se ciò che aveva chiesto non era possibile poichè poteva dare solo una verità senza un obbligo. 

Sakura:Chi inizia?
Ino:Inizia tu. L'hai presa tu la bottiglia.
Sakura:Ok.

Disse incominciando a girare la bottiglia una volta formato il cerchio. Chi capitò? Sai.

Sai:Ah...proprio io dovevo capitare?
Sakura:Allora, verità. E' vero che da bambino eri un'imbranato totale nel disegno?
Sai:Si, ma siccome avevo passione mi iscrissero a scuola dove imparari le tecniche di disegno.
Sakura:Obbligo fa ciò che senti a Naruto.
Sai:Idiota.
Naruto:Cosa?
Sai:Ho fatto.
Naruto:Non sono un'idiota!
Sai:Tocca a me girare.

Informò girando la bottiglia che finì per puntare Kiba.

Sakura:Oh...che fortuna.
Ino:Tesoro!! Chiedigli quella cosa lì!!
Kiba:Ehi, non si accettano suggerimenti!
Sai:Comunque te l'avrei chiesta lo stesso. Verità. E' vero che c'è qualcuno che ti piace? Se è si dimmi come la vedi.
Kiba:Ma che razza di domande sono??

Domandò arrossendo.

Sasuke:Avanti, parla.
Naruto:Stai nel gioco, non puoi uscire.

Akamaru abbagliò e Kiba sospirò.

Kiba:Ok...è vero che c'è qualcuna, ma... non so di preciso cosa provo. Per quando riguarda al come la vedo, beh... non saprei.
Sakura:Come 'non saprei'?
Ino:Già, la vedi bella, brutta, antipatica... non so.
Kiba:La vedo....una semplice, ma anche diversa dagli altri. Cioè non saprei.
Sai:Potevi dare una spiegazione più dettagliata.
Kiba:Vai con l'obbligo. La domanda già me l'hai fatta.
Sai:Confessa i tuoi sentimenti a qualcuno del gruppo.
Kiba:Ma come sarebbe a dire??

Urlò incredulo arrossendo.

Sakura:Grande Sai!
Ino:Ah...così si fa!!

Esclamò alzandosi da dov'era e abbracciando il suo amore da dietro.

Sai:Avanti, stiamo aspettando.
Kiba:Ok, se proprio insistete.

Stanco si inginocchiò con il rossore in volto guardandomi. "Che volesse confessarsi a me?" pensai, ma il pensiero svanì appena prese Akamaru, che era dietro di lui, trascinandolo davanti a lui.

Kiba:Akamaru, noi stiamo insieme da una vita. Tu sei il mio miglior amico, ti proteggerò finchè morte non mi separi da te.

Il cane ululò ed io urlai.

Rita:Ma povero Akamaru!!
Kiba:Avanti, sentiamo. Cos'hai da dire?
Sai:Avevo detto confessa a qualcuno, non ad un cane.
Kiba:Non c'è l'ho con te. Comunque Akamaru è qualcuno, quindi vale!

Sbraitò guardandomi storto.

Kiba:Che hai detto? Ripeti!

Incominciò ad invogliandomi a parlare.

Rita:Ok, non parlo. Dico solo che le scene yaoi con un ragazzo ed un cane mi mancavano nell'agenda.
Kiba:Molto spiritosa.

Ironizzò guardandomi storto e facendo girare la bottiglia. E destino volle la mia sorte. La bottiglia puntò me e lui incominciò a guardarmi con uno sguardo malizioso.

Rita:Abbi pietà di me.
Kiba:Tu non ne hai avuta per me e neanche io ne avrò per te.
Rita:Andiamo bene!
Kiba:Verità. C'è qualcuno che ti piace o provi qualche certo sentimento?

Domandò lasciandomi perplessa.

Ino:Che c'è?
Kiba:Perchè non parli?

Chiese notando che ero stranamente silenziosa.

Rita:Beh...ecco, non so. Almeno non mi sono mai posta questa domanda.
Sakura:Ok, te la riformulo io meglio. E' vero che ti piace?
Rita:Che??

Urlai venendomi un paio di faccie davanti agli occhi. Ovvero quella di Kiba e di Menma. Sinceramente non ne capivo il motivo.

Ino:Se ti è venuto qualcuno in mente vuol dire che c'è qualcuno.
Rita:E NO!!! MA NON E' POSSIBILE!!! QUESTA E' UNA TORTURA!!!

Sbraitai nervosa lasciando perplessi tutti. Odiavo il solo pensiero che potesse piacermi l'uomo cane puzzolente e la volpe acida e scorbutica che mi ritrovavo come vicino di casa.

Hinata:Quindi c'è qualcuno che ti piace Rita-chan.
Kiba:Wow. Che reazione.
Rita:Che vuoi?

Domandai vedendolo che mi guardava soddisfatto e malizioso.

Kiba:Devi ancora avere l'obbligo.
Rita:E quale sarebbe questo obbligo? Sentiamo!
Kiba:Dimmi chi è la persona che hai pensato.
Rita:Ma che razza di obbligo è?

Alterata mi alzai e le ragazze cercavano di calmarmi.

Ino:Oh...avanti!
Sakura:Di solo se è in questa stanza oppure no.
Rita:Beh....si....

Balbettai e tutte incominciarono a ridere e ad urlare.

Ino:Voglio sapere chi è.
Rita:Ma neanche per sogno.

Affermai girando la bottiglia che andò a finire su Naruto. Era la mia occasione di vedere un NaruHina come di doveva. Incominciai a sorridere orgogliosa e curiosa di ciò che sarebbe successo.

Rita:Ok, verità con obbligo. 
Naruto:Cosa?
Kiba:Ma che fai?
Sakura:E' una mossa azzardata.
Ino:Lo sai che se non può farlo dovreste chiudervi in camera insieme.
Rita:Poco importa. Mi sento fortunata.

Dissi respirando profondamente e preparandomi alla scena. Poi, una volta pronta aggiunsi:

Rita:Di se c'è qualcuno che ti piace e se è in questa stanza confessati.

In quel momento Naruto diventò di tutti i colori.

Naruto:Ma proprio questo dovevi chiedermi?
Rita:Oh...su via! 
Naruto:Sinceramente pensavo di farlo in altro modo, non per causa di uno stupido gioco.
Rita:Obbligo con verità. Forza.
Naruto:C'è ed è in questa stanza.

Confessò con il rossore in volto.

Sakura:Beh..allora che aspetti a confessarti?
Naruto:Lo posso fare in disparte, senza gli occhi degli altri?
Rita:Certo.

Risposi vedendolo alzare e andare da Hinata prendendola per il braccio e trascinandola fuori mentre tutti eravamo stupiti.

Tutti:Oh...

Sospirarono sorpresi, mentre io, vedendo la porta sbattersi, non riuscii a trattenere le lacrime e incominciai ad urlare di gioia.

Kiba:Tu mi fai paura.
Rita:Io?Perchè?
Kiba:E' la seconda volta che ci riesci.
Sakura:Incredibile!
Rita:Voglio sentire!!!

Urlai cercando di uscire per sentire, ma fui bloccata da Sai. Che voleva fare? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kiba:Ah...siete tornate.
Tsume:Cos'è questo casino?
Hana:Ehi, cos'è questa musica?
Kiba:Ho invitato qualcuno a casa.

Rivelò facendo sbraitare la madre.

Tsume:COSA??? Sbaglio o ti avevo proibito di fare feste e festini?
Kiba:Avanti, mamma. Siamo solo pochi di noi.
Hana:Che stai facendo?

Chiese vedendolo frugare nei pensili. Vedendo che cercava l'insalatiera, Hana si abbassò prendendola dal pensile vicino al frigo. Incominciarono a discutere e mentre litigavano sentirono un tonfo seguito da un urlo e una risata.

Tsume:Oh...di nuovo a fare disastri!
Kiba:Non guardate me. Io non ne so nulla.
Tsume:Giuro che se mettono casa sottosopra, ti spello vivo.
Hana:Mamma. Sta tranquilla!

Cercò di calmare mentre questa usciva fuori dalla cucina vedendomi a terra con Akamaru, che continuava a leccarmi, rimanendone meravigliati.

Rita:Ehi, smettila. Akamaru!
Kiba:Su, via! Akamaru!! Che razza di modi sono?

Rimproverò ingelosendosi e togliendomelo da dosso.

Kiba:Stai bene?
Rita:Tranquillo. Non mi ha fatto nulla.

Risposi accarezzando il cane che incominciò a scodinzolare.

Hana:Chi è lei?
Kiba:Ehm... una compagna di classe.
Tsume:Non l'abbiamo mai vista in giro.
Kiba:Ovvio, è arrivata più o meno una settimana fa. Ma poi, scusa che ci fai qui? Non dovevi stare in camera con gli altri?
Rita:Ero venuta a vedere se avevi bisogno d'aiuto. 

Akamaru si spostò e lui mi aiutò ad alzarmi.

Kiba:Va dentro con gli altri. Vengo subito.

Disse facendomi allontanare. 

Kiba:Akamaru! Ti ho detto mille volte di non avvicinarti a lei. Ma che razza di amico sei?

Il cane incominciò a fare dei lamenti come pianto sdraiandosi a terra. Il ragazzo si voltò verso la madre e la sorella aspettandosi dei rimproveri, ma invece arrivò tutt'altro.

Hana:Oh...mio. Mica è la ragazza che ti piace?
Kiba:Che? 

Domandò arrossendo.

Hana:Mamma!! Era lei!!
Tsume:Diamine! Un pò gracilina, ma è anche molto carina come ragazza. Potevi trovartela meglio, più come tua madre che si fa rispettare.
Kiba:Ah...si vede che non la conosci. Quella è peggio di un cane da presa. Si accorge di tutto e non si fa prendere in giro da nessuno.

Rivelò sospirando. La sorella si avvicinò vedendolo mettere le patatine nell'insalatiera.

Hana:Deve piacerti molto.
Kiba:In realtà... non lo so. So solo che si fa spesso pensare e notare. Non ho ancora capito che carattere abbia. A volte sembra timida, ma con me se la prende sempre.
Tsume:E' logico. Sei uno zuccone maleducato.

Rimproverò la madre.

Kiba:Mamma....
Hana:Almeno guarda il lato positivo. Prima Kiba non si allontanava da camera sua ed ora oltre a venire in cucina si è prodicato anche per vedere dove stavano le cose.
Tsume:Beh... è ovvio. Doveva fare bella figura.
Kiba:Ah...vado di la. Se volete parlare fatelo pure.
Tsume:Eh..no!

Esclamò togliendogli una ciotola da mano.

Tsume:Veniamo anche noi.
Hana:Dobbiamo vedere chi c'è.

Disse prendendo i bicchieri di plastica dalla dispensa.

Kiba:Ah...cos'ho fatto di male?

Si chiese avviandosi nella stanza sapendo che la madre l'avrebbe messo in imbarazzo come al solito.



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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11



Kiba:Tu mi fai paura.

Rivelò vedendo che ero riuscita a far confessare Naruto ad Hinata.

Rita:Io?Perchè?
Kiba:E' la seconda volta che ci riesci.
Sakura:Incredibile!
Rita:Voglio sentire!!!

Urlai cercando di uscire per sentire. Non potevo perdermi questa occasione d'oro di vedere la confessione di Naruto verso Hinata dal vivo, ma purtroppo fui bloccata da Sai. 

Rita:Che c'è?
Sai:Non credi sia meglio lasciarli da soli? Dopotutto hanno bisogno di privacy.

In quel momento mi cadde il mondo addosso. Sai aveva ragione. Dovevano avere un pò di privacy, ma io volevo vedere la confessione di Naruto. Volevo vedere quella scena entusiasmante che ogni fans della coppia NaruHina vuole vedere, ma purtroppo non ebbi l'occasione. Prima che potessi progettare qualcosa per distrarre Sai e vedere la scena, Hinata e Naruto rientrarono prima del previsto e io rimasi col dubbio di com'era stata la confessione. Cioè mi ero appena persa qualcosa di importante, il sogno di ogni accanita di coppie, vi rendete conto? Così dovetti sedermi e ricontinuare con quel gioco sperando che uscesse qualcosa o qualcuno che lo facesse parlare, ma non accadde. Ritornai a casa con la curiosità immensa di sapere, ma non osavo chiedere a Naruto. Probabilmente mi avrebbe detto di farmi gli affari miei, visto che anch'io avrei detto così. Presto venne l'indomani. Il sole era alto ed io non avevo alcuna voglia di alzarmi e andare a scuola, ma mia madre mi tirò fuori dal letto costringendomi ad andare. Appena uscii fuori dal palazzo, sentii la voce di Naruto chiamarmi. Mi voltai ed era insieme a Menma.

Naruto:Dove vai?
Rita:Secondo te dove posso mai andare?
Naruto:Scusa, ma ieri non eravamo rimasti che andavamo e tornavamo insieme da scuola?

Era proprio vero ed io me ne ero dimenticata. Il mio solito essere smemorata. Arrivammo a scuola e tutti erano vicino ad Hinata che la riempivano di domande.

Ino:Avanti, che ti ha detto?
Hinata:Beh...ecco...io...
Naruto:Che succede?

Chiese avvicinandosi al gruppo di ragazze e ragazzi che si era formato la vicino e Hinata rossa come un pomodoro dall'imbarazzo.

Shikamaru:Naruto, è vero che ti sei dichiarato ad Hinata?
Naruto:Che??
Sakura:Sarei proprio curiosa di sapere come sono andate le cose.
Ino:A chi lo dici.
RockLee:Avanti, voglio sapere tutto. Cosa vi siete detti?
TenTen:Già, non fateci stare sulle spine.
 
Davanti a quei discorsi Menma non resistì e incominciò ad urlare buttando la cartella con violenza sul suo banco che, per un pò, stava finendo sulla testa di Sai.

Sai:Ehi. Ma sei impazzito?
Menma:Chiudete il becco, tutti!! 
Naruto:Menma...

Chiamò vedendolo nervoso e alterato.

Menma:Lui non ha nulla da dire a nessuno e qualsiasi cosa sia successo debba rimanere tra di loro. Avete capito?
Rita:Ehi...

Dissi mettendolo la mano sulla spalla per vedere che avesse.

Menma:Non mi toccare!!

Esclamò arrabbiato spostandomi la mano dalla sua spalla con violenza e rabbia uscendo fuori di corsa.

Hinata:Ma che gli è preso?
Naruto:Menma....

Dispiaciuto, Naruto andò a vedere dove fosse finito il fratello. In quel momento entrava Kiba con Akamaru.

Kiba:Ragazzi? Dove andavano così di fretta?
TenTen:Ma che gli è preso?
Sakura:Non lo so, ma sembrava molto contrariato.

Sinceramente mi faceva male vederlo triste. Riuscivo a comprendere il suo dolore. Quello di amare una persona e non poter stargli accanto. E' qualcosa di terribile che ti lacera dentro e Menma l'aveva provato troppe volte. Così, uscii dalla classe e incominciai a cercarlo anch'io insieme a Naruto. Lo trovammo in palestra seduto in un angolo buio che abbracciava le sue gambe, ma la campanella suonò e Naruto non ebbe il coraggio di avvicinarsi.

Rita:Naruto. Dove vai?
Naruto:Non riesco....a vederlo così.
Rita:Ma è tuo fratello.
Naruto:Lo so, ma è colpa mia se sta così. 
Rita:Vuoi che ci parli io?

Chiesi vedendo che non avesse la forza di avvicinarsi. Lui annuì e così sospirai per poi avvicinarmi a Menma.

Rita:Menma....
Menma:Va via!

Ordinò con voce tremolante, ma non gli diedi retta. Mi accovacciai di fronte a lui.

Menma:Ti ho detto di andartene.
Rita:Lo so, ma gli amici non si abbandonano. Per questo rimango qui.

Quelle parole lo fecero sussultare.

Menma:Che centra...? Noi non siamo amici.
Rita:Si, ma sei comunque il mio vicino di banco e di casa quindi abituati alle mie rotture di scatole.

Pian piano alzò la testa guardandomi con occhi lucidi.

Menma:Davvaro...Naruto e Hinata...
Rita:Non ne ho idea, ma dovrebbe essersi dichiarato a lei.
Menma:Capisco.
Rita:Posso sapere....perchè sei triste? 

Il ragazzo continuò ad abbracciare le sue gambe e incominciò a spiegarmi la situazione. Era proprio come avevo intuito. Menma era innamorato di Hinata dalla prima volta che la vide. L'aveva sempre difesa dai bulli, era messo in disparte da tutti, guardato da tutti con disprezzo e si sentiva escluso proprio come mi sentivo io prima di venire a Konoha. Lui era innamorato ancora di Hinata, ma sapeva che non era possibile una storia con lei perchè era follemente innamorata di suo fratello, proprio come lo era anche suo fratello di lei e lo negava. Aveva spinto lui Naruto a dichiararsi e ad uscire con lei, ma la cosa lo feriva profondamente.

Menma:Non ho amici, non ne ho mai avuti e la ragazza che amo è innamorata di mio fratello. Che posso farci? Non sarò mai accettato dalla società.

Quello spiegava molte cose che non capivo negli anime e nei manga, come per esempio l'esclusione di Naruto e il suo stare seduto sull'altalena a dondolarsi da solo mentre gli altri giocavano, ma anche i continui flash back dei giochi che Naruto faceva con i suoi compagni di classe che non avevano alcuna connessione con l'esclusione di quest'ultimo. L'escluso era sempre stato Menma e Naruto era sempre stato privilegiato. Davanti a quelle parole non potè fare almeno di sorridergli e dirgli:

Rita:Beh...se può sollevarti. Anch'io ero esclusa da tutti una volta.
Menma:Davvero?
Rita:Si, basta solo che ti apra un pò di più.
Menma:Non ce la faccio. Naruto ha detto mille volte che avrei dovuto essere come lui, ma non ci riesco.
Rita:Ovvio, perchè tu sei Menma e non Naruto.

Quelle parole lo fecero alzare la testa di scatto, come se avessi detto qualcosa che lo avrebbe meravigliato.

Rita:Che c'è? E' la verità infondo.  E lo sai bene.
Menma:Grazie.

Mi disse sforzando un sorriso. A quel punto mi alzai e gli tesi la mano.

Rita:Torniamo in classe.

Lui l'afferrò e così tornammo in classe. Durante le lezioni sembrava molto più sereno ed io mi sentivo sollevata. Ero riuscita a dare un pò di luce a qualcuno che non sapeva neanche che esisteva. Ben presto le lezioni finirono e tornammo a casa, ma fuori la scuola mi sentii tirare la cartella dalle spalle.

Rita:Ehi! Idiota! Che fai?
Kiba:Che domande? Te la porto io.

Disse mettendosela sulle spalle. Quell'uomo cane mi stava incominciando a dare i nervi.

Rita:Come mai tutta questa gentilezza?
Kiba:Perchè così mi va.

Mi rispose incamminandosi verso casa mia.

Menma:Puoi anche evitare visto che facciamo la stessa strada anche io e mio fratello.
Kiba:Perchè? Hai qualche problema?

Ecco, quei due stavano ricominciando. Non riuscivo proprio a capire quello strano modo di fare dei due. 

Rita:Kiba, piantala una buona volta.

Rimproverai togliendogli la cartella dalle mani. Dopotutto Menma non aveva detto nulla di male e si stava alterando per nulla. Quel comportamento infantile non lo reggevo. Neanche Akamaru si altera per così poco.

Rita:Andiamo. Se no facciamo tardi.

In quel momento mi sentii prendere il braccio e qualcuno mi bloccò. Era l'uomo cane che non resistì ed incominciò ad innervosirsi ancora di più vedendo la mia totale indifferenza, anche se era più la stanchezza di quel modo suo di fare che indifferenza. Sono sempre stata molto istintiva e odio profondamente quando qualcuno è così appiccicoso. Dopotutto non sono ancora abituata ad avere tante attenzioni. Di solito chi mi stava appiccicato lo era solo per prendermi in giro e non volevo altre prese in giro. Kiba stava incominciando ad essere troppo fastidioso per i miei gusti sopratutto quello scatto di prendermi incominciò ad innervosire anche me.

Kiba:Ehi! Non puoi comportarti così con me.
Rita:Ah..si? E perchè mai? Tu stai sempre in mezzo e incominci realmente a rompere. Togliti dai piedi una buona volta!
Naruto:Rita.

Mi richiamò. Kiba lasciò la presa e quando mi voltai lo vidi con uno sguardo strano, quasi come un cane bastonato. Probabilmente avevo esagerato. Devo ammetterlo.

Kiba:O..k. Me ne vado.

Disse allontanandosi da noi e andando verso il suo gruppo. Ci rimasi molto male a vederlo così, ma c'è l'aveva voluto lui. Menma mi prese per mano.

Menma:Andiamo. 

Naruto ci seguì, ma lo sguardo di Kiba mi aveva lasciata spiazzata. Al mio ritorno a casa già avevo i sensi di colpa, così incominciai a chiamarlo, ma staccava la chiamata.

Rita:Tsk...assurdo. Mi stacca il telefono in faccia. Che idiota!

Esclamai buttando il telefono per aria, ma non potevo stare senza fare niente, così lo ripresi e tentai a mandargli un messaggio vocale.

Rita:Kiba, mi spiace per oggi. Non so cosa mi è preso. Non intendevo dirti quelle cose.

Mi rispose con un messaggio che diceva:"Se non intendevi dimostramelo." ed io risposi con un altro messaggio vocale.

Rita:Che vuoi che faccia? Che venga a casa tua e mi inginocchi supplicando perdono?

"Tanto non lo faresti mai."Mi rispose tramite messaggio.
"Allora cosa vuoi?"E a quel messaggio non tardò la risposta ovvero... "Esci con me. "

Rita:EH????

Urlai sorpresa. Così risposi al messaggio:"In che senso?"
"Hai capito in che senso, ma se non vuoi, non fa nulla."
"Ok. Dove e a che ora?"Scrissi senza pensare a ciò che facevo. Ci fu qualche minuto di silenzio e  il mio cellulare squillò. Era la risposta di Kiba che diceva:"Ti vengo a prendere alle otto. Fatti trovare pronta." Dopo un pò realizzai la grande cavolata fatta. Avevo appena accettato l'appuntamento con l'uomo cane e così incominciai a dare i numeri.

Rita:Cosa diamine ho fatto?? Perchè ho detto di si?

In quel momento entrava mia madre con il solito succo in camera.

Hanare:Tesoro? Ti ho portato il succo. Come mai non stai studiando?

Domandò posandolo sulla scrivania vedendomi sul letto guardando il cellulare.

Rita:MAMMA!!!!

Sbraitai buttandomi tra le sue braccia piangendo.

Hanare:Rita? Cosa c'è? Qualcosa non va?
Rita:Non voglio andare.
Hanare:Andare dove?
Rita:Devo uscire con Kiba, ma non voglio.
Hanare:Beh...allora non uscirci.
Rita:Ho fatto una cavolata e per farmi perdonare mi ha detto di uscire con lui. Io ho accettato, ma mi sta venendo l'ansia.
Hanare:Oh...tesoro. Non è che per caso ti sei presa una cotta per lui?

Quella domanda fu come una pugnalata allo stomaco. Io presa una cotta per l'uomo cane? Tsk...ma figuriamoci! Non mi prenderei mai una cotta per un pagliaccio del genere visto che il mio tipo ideale è più uno come mio padre Kakashi. Bello, alto, dal tono misterioso ed elegantemente coraggioso, dal carattere  positivo, gentile, allegro e solare, che crede fermamente nei suoi compagni e nell'amicizia e si batte con tutto se stesso anche a costo della vita quando deve proteggere le persone a cui vuole bene e.... 

Rita:Oh... merda! 

Esclamai rendendomi conto del grande dramma. Kiba aveva lo stesso carattere di mio padre con la differenza che non era misterioso, ne bello, ne tanto meno elegante. Era più un cucciolo randagio, maltrattato e puzzolente che scodinzolava a chiunque. 

Hanare:Cosa c'è cara?
Rita:Mamma? Sei l'essere più ripugnante che conosca. 
Hanare:Che??
Rita:Non voglio essere innamorata di Kiba!! NO! E' troppo!
Hanare:Dai, almeno dagli una possibilità. Potrebbe sorprenderti.
Rita:Si, certo. Come se un cane ed un essere umano potressero innamorarsi e accoppiarsi.
Hanare:Beh...tutto è possibile.

Mi rispose cercando di confortarmi, ma quello non mi confortava per niente. Così mi staccai e mi buttai sul letto abbracciando il cuscino lamentandomi.

Rita:Mamma!!! Non voglio che sia possibile.
Hanare:Beh...anch'io all'inizio con tuo padre non volevo mettermi.

Rivelò facendomi voltare di scatto.

Rita:Che? Ora che ci penso...non mi hai mai raccontato la realtà tra te e papà.

Lei si avvicinò e si sedette accanto a me incominciando a raccontarmi la storia di papà e di lei.

Hanare:Sin da bambina sono cresciuta fuori dal villaggio perchè ero una spia e non volevo far avere informazioni su di me e sul villaggio se fossi stata catturata. Quando conobbi tuo padre, lui era già un'uomo rispetto a me. Sinceramente non ho mai voluto uscirci. Credevo che fosse un pò troppo grande e adulto per me, ma ci ritrovavamo sempre a camminare insieme in un modo o nell'altro. E lui, una volta, mi disse delle nuvole, che quando ero triste potevo guardare il loro splendore e il suo continuo cambiamento. Cioè.... in un solo sguardo intuì le mie debolezze e cercò di curarle. Pian piano mi accorsi che non era una semplice amicizia, ma qualcosa in più. 
Rita:Davvero??

Chiesi con gli occhi luccicanti sentendo quegli incontri. Mia madre annui e continuò:

Hanare:Ma ben presto proprio nel momento in cui mi accorsi che mi ero innamorata di lui, dopo che siamo stati insieme, dovetti partire in missione e così mi separai da lui. Quelle parole mi rimbombavano nella testa e quel volto mi era rimasto impresso, anche perchè mi accorsi di essere incinta. Così, qualche anno più tardi, dopo aver partorito e aver trovato un posto dove stare, venni assunta come spia da altri ninja e la mia missione era di ritornare a Konoha e raccogliere informazioni, ma venni presa dalla squadra ANBU della polizia di Konoha. Cercarono informazioni su di me, ma seppero solo di Kakashi così lo chiamarono e cercarono di vedere il motivo del mio arrivo a Konoha. Così ci ritrovammo a guardarci e mi accorsi di provare qualcosa in più verso di lui. Sentivo il cuore tremare nel rivederlo. Così incominciai a parlargli di me e mi accorsi che entrambi eravamo ancora innamorati, ma era troppo timido per dirmelo così mi confessai io. E sai lui cosa fece?
Rita:Cosa?
Hanare:Ricambiò i miei sentimenti. Così io tradii i ninja per cui lavoravo. Avevo terribilmente paura di morire per mano loro. Kakashi non capiva il mio desiderio di morire tra le braccia di chi amo così gli raccontai di te. La situazione era diventata veramente insostenibile. A causa delle difficili condizioni politiche e morali, non potevamo stare insieme. Era una storia impossibile, un'amore contrastato e così mi fa scappare dicendo che mi ero suicidata. 
Rita:Mamma....allora come diamine ci siamo passati con la dogana?

Lei sorrise e mi guardò con uno sguardo estasiato informandomi dell'accaduto.

Hanare:Beh...qualche anno più tardi ritornai per vedere le varie cose visto che la mia storia era piaciuta molto ai mangaka e per mettere tutto in regola per quando poi saremo venute qui a Konoha, ma appena venni, ad accogliermi c'era lui insieme ai poliziotti ANBU della dogana. Mi fermò e incominciammo a chiacchierare, così disse che aveva messo tutto a posto e non c'era niente più da preoccuparsi, ma dovevamo stare lontani per causa della mia difficile situazione del passato come spia. 
Rita:Bene, allora papà non può stare con noi per causa tua.
Hanare:Beh... almeno puoi vederlo ogni qualvolta che vuoi.
Rita:Certo. Come sensei. 

Quella storia non mi aveva fatto per nulla bene. Incominciai a sentirmi stranamente triste. Mia madre mi abbracciò e finalmente disse qualcosa di sensato.

Hanare:Quel che voglio dire è che nulla è impossibile. Potrà sembrarti strano, assurdo, ma se è il tuo destino non puoi tirarti indietro. E poi, un uscita non ti ucciderà mica?

Sorrisi e mi alzai dal letto incominciando a frugare nell'armadio per vedere cosa mettere. Chissà che diamine avrà in mente l'uomo cane. Beh...lo scoprirò presto. Al prossimo capitolo.
 

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...


Naruto aveva preso Hinata per la mano portandola fuori. In quel momento Hinata si sentì toccare il cielo con un dito. Intuii che Naruto provava qualcosa per lei e non era passata inosservata ai suoi occhi. Una volta fuori, Naruto la guardò incominciando a balbettare.

Naruto:Hinata...io...cioè...sinceramente....non so come dire, ma...
Hinata:Naruto-kun.
Naruto:Avrei voluto dirtelo in un'altra occasione, ma...

Vedendolo in difficoltà, la ragazza sorrise prendendolo per mano.

Hinata:Tranquillo. 
Naruto:Che?
Hinata:Neanche io voglio che sia così, quindi....rientriamo.

Il ragazzo vedendola col rossore in volto e il sorriso sulla faccia ricambiò quel sorriso prendendola per mano e annuendo tirandola dentro e fingendo di essersi confessato, ma il giorno seguente le domande assillanti furono un pò troppe.

Shikamaru:Avanti! Parla!
Sakura:Sono proprio curiosa.
TenTen:Vi siete baciati?
Hinata:Che???

Urlò diventando rossa dall'imbarazzo.

Ino:Avanti, che ti ha detto?
Hinata:Beh...ecco...io...
Naruto:Che succede?

Chiese entrando in classe insieme a me e Menma che vedendo il fratello inondato di domande che lo ritraevano con la ragazza amata urlò imbestialendosi.

Menma:Lui non ha nulla da dire a nessuno e qualsiasi cosa sia successo debba rimanere tra di loro. Avete capito?
Rita:Ehi...

Dissi mettendolo la mano sulla spalla per vedere che avesse, ma arrabbiato mi spostò la mano dalla sua spalla con violenza e uscì  fuori.

Hinata:Ma che gli è preso?
Naruto:Menma....

Dispiaciuto, Naruto andò a vedere dove fosse finito il fratello. In quel momento entrava Kiba con Akamaru.

Kiba:Ragazzi? Dove andavano così di fretta?
TenTen:Ma che gli è preso?
Sakura:Non lo so, ma sembrava molto contrariato.

Sentendo quelle cose uscii fuori a cercarlo insieme a Naruto, mentre gli altri si avvicinavano alla porta per vedere cosa stesse succedendo. Ma proprio mentre uscivo, Kiba notò qualcosa che neanche io mi ero resa conto.

Kiba:Cos'è successo a Rita?

Domandò avvicinandosi ad Hinata.

Hinata:Perchè?
Kiba:Aveva il braccio rosso. Non avete visto?
Shino:Deve essere stato per Menma quando gli ha tolto la mano dalla spalla.
Hinata:Già. Rita voleva tirarlo su di morale e lui si è arrabbiato.

In quel momento Akamaru ringhiò.

Kiba:Sono perfettamente d'accordo con te. Quello incomincia ad innervosirmi e parecchio anche. 

Informò sedendosi al suo banco.

Shino:E perchè mai ti innervosisce?
Kiba:E che diamine ne so? So solo che mi da fastidio il suo comportamento. 
Hinata:Kiba-kun, non è che sei geloso di Menma-kun?

Quella domanda alterò terribilmente Kiba che incominciò a diventare più rosso di un peperone.

Kiba:Geloso? Io?Ma figurati!

Hinata sorrise. Sapeva che il suo migliore amico si era innamorato di me, ma non voleva farglielo pesare. Il nostro ritorno in classe, i suoi occhi erano puntati su di me. Le lezioni finirono e mentre uscivo per tornare a casa, Kiba mi prese la cartella dalle spalle. 

Rita:Ehi! Idiota! Che fai?
Kiba:Che domande? Te la porto io.

Disse mettendosela sulle spalle. 

Rita:Come mai tutta questa gentilezza?
Kiba:Perchè così mi va.
Menma:Puoi anche evitare visto che facciamo la stessa strada anche io e mio fratello.
Kiba:Perchè? Hai qualche problema?

Gli urlò nervoso quasi assalendolo proprio come la gelosia di Menma al mio fianco lo assaliva e lo infastidiva.  

Rita:Kiba, piantala una buona volta.

Rimproverai togliendogli la cartella dalle mani aggiungendo:

Rita:Andiamo. Se no facciamo tardi.

In quel momento, sentendosi rifiutato, mi prese il braccio, quello dove mi aveva fatto male Menma, bloccandomi. 

Kiba:Ehi! Non puoi comportarti così con me.
Rita:Ah..si? E perchè mai? Tu stai sempre in mezzo e incominci realmente a rompere. Togliti dai piedi una buona volta!
Naruto:Rita.

Mi richiamò. Kiba lasciò la presa sentendosi il cuore spezzarsi in due. Aveva appena avuto la delusione più grande che potesse avere. Cioè, nella sua mente, incominciava a girare che avessi preferito Menma a lui e che magari c'era una sorta di relazione segreta tra di noi.

Kiba:O..k. Me ne vado.

Disse abbassando la testa, allontanandosi da noi e andando verso il suo gruppo. 

Hinata:Kiba-kun?
Kiba:Andiamo Akamaru.

Chiamò prendendo il guinzaglio dalle mani di Hinata allontanandosi dal gruppo tornandosene a casa.

Hinata:Kiba-kun...
Shino:Lasciamolo stare.
Hinata:Ma perchè Rita-chan ha agito così?
Shino:Non ne ho idea, ma in questo momento Kiba ha bisogno di stare da solo.
Hinata:Spero sia come dici.

Una volta rientrato in casa, Kiba lasciò il guinzaglio di Akamaru e si gettò sul letto. Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a fermarle. 

Kiba:Quella ragazza è una stupida!! Non la sopporto più.

Akamaru si avvicinò a lui e incominciò a stofinare il muso su di lui.

Kiba:Va via! Akamaru! Non ho voglia di giocare.

Si lamentò con le lacrime agli occhi e la testa sul cuscino che asciugava le lacrime che gli scendevano dal volto. Il telefono incominciò a squillare e appena vide che ero io staccò la chiamata.

Kiba:Che faccia tosta. Prima se ne va con l'emo depresso e poi mi chiama. Assurdo.

Qualche minuto più tardi un altro squillo. Prese il cellulare e vide il mio messaggio vocale.

Kiba:Tsk...assurdo. Chi diamine le capisce le donne. Prima mi offende e poi dice che non è affatto così, ma ora mi sente.

Disse sedendosi con le gambe incrociate e gli occhi ancora lucidi scrivendo:"Se non intendevi dimostramelo." ed io risposi con un altro messaggio vocale.

Rita:Che vuoi che faccia? Che venga a casa tua e mi inginocchi supplicando perdono?

Sentendo ciò che diceva il mio messaggio incominciò a ridere.
"Tanto non lo faresti mai."Scrisse. "Allora cosa vuoi?"E a quel messaggio non tardò la risposta ovvero... "Esci con me, ma non come amici... ", ma aveva troppa paura di inviarlo così guardò Akamaru.

Kiba:Probabilmente chiedo troppo.

In quel momento incominciò ad asciugarsi le lacrime e mentre stava cancellando il messaggio, Akamaru si buttò su di lui.

Kiba:Akamaru!!Ma che fai??

Chiese vedendo la crisi isterica del cane che incominciò a leccarlo in faccia facendolo ridere.

Kiba:Avanti, Akamaru! Basta!

Senza accorgersene inviò il messaggio incompleto e la risposta non tardò ad arrivare. 

Kiba:Akamaru, levati. Devo vedere il messaggio.

Il cane si tolse e appena vide che aveva inviato il messaggio incominciò a farsi di mille colori.

Kiba:Che vuol dire"in che senso?" Oh...diamine!! Che gli scrivo?

Akamaru lo guardò scodinzolando e abbagliando.

Kiba:Rifiuterà sicuramente. Lo sai, ma tentar non nuoce. No?

Così scrisse:"Hai capito in che senso, ma se non vuoi, non fa nulla.", ma la risposta arrivò prima del previsto.

Kiba:Sapevo che mi avrebbe mandato a quel.......

In quell'istante, leggendo la risposta, gli cadde il telefono dalle mani.

Kiba:Forse ho letto male.

Riprese il telefono e incominciò a leggere:

Kiba:"Ok. Dove e a che ora?"Cioè....ha accettato....

Akamaru incominciò a scodinzolare salterellando avanti e indietro per la stanza.

Kiba:Ha accettato!!! Allora non sta con l'emo depresso!! 

Esclamò con gli occhi luccicanti prendendo il cane in braccio incominciando a dare i numeri.

Kiba:Aspetta.Devo rispondere. Che le dico? Va beh...solito no?

Il cane abbagliò e lui scrisse:"Ti vengo a prendere alle otto. Fatti trovare pronta." E il caos incominciò in quella stanza, un pò per l'euforia, un pò per l'agitazione e un pò dall'emozione dell'uscita.




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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12


 
Avendo accettato l'invito dell'uomo cane, incominciai a vestirmi e a prepararmi, ma l'ansia dell'uscita si faceva sentire e non poco. Anche se ero praticamente impeccabile con i leggins neri, gli stivali di pelle borchiati neri, la maglia a mezze maniche bianca, i vari bracciali borchiati e collane, il trucco non molto pesante e i capelli miracolosamente piastrati alla perfezione mi sentivo strana, come se non andasse per nulla bene.

Rita:Mamma!! Dove hai messo la giacca di pelle?

Domandai non trovandola nell'armadio.

Hanare:E' nell'armadio sullo scaffale in alto.
Rita:Non la trovo.

Mia madre entrò in camera e vedendomi vestita in quel modo sorrise dicendomi:

Hanare:Tesoro. Sei stupenda.
Rita:Voglio la giacca. Dov'è? Nell'armadio non c'è.
Hanare:Ma è proprio qui.

Senza sapere come diamine facesse, come ogni volta che non trovavo qualcosa, ecco apparire magicamente la giacca di pelle che volevo e che non trovavo anche avendo rovesciato quasi tutto l'armadio sottosopra.

Rita:Vorrei capire come diamine fai.

In quel momento squillò il cellulare. Era Kiba.

Rita:Che vuoi?
Kiba:Sto giù da te. Sbrigati.

Ordinò staccandomi il telefono in faccia.

Rita:Ma che razza di idiota!!! Ah...! Io vado!

Esclamai alterandomi dal suo comportamento e andando verso la porta, ma non appena l'aprii trovai mio padre Kakashi proprio dinanzi a me.

Kakashi:Oh..ciao tesoro.
Rita:Papà...?

Chiamai sorpresa. Sinceramente non mi aspettavo di vederlo proprio ora che dovevo scendere con Kiba. Tra le mani aveva un valsoio di dolci impacchettato che incominciai a fissare curiosa.

Kakashi:Come siamo belle. Dove stiamo andando così conciate?
Hanare:Deve scendere con un amico.
Kakashi:Oh...capisco. Quindi non mangeremo i dorayaki insieme.
Rita:Dorayaki...?

Ok, dovete sapere che due cose adoro di più dalla vita, mio padre Kakashi che viene a trovarmi e i dorayaki. Quella situazione era davvero invitante. Avrei potuto abbandonare tutto in quel momento, ma non potevo abbandonare Kiba, sopratutto dopo che era successa quella discussione. Così gli strappai il valsoio di dorayaki che aveva tra le mani ed uscii. Non potevo rimanere quelle delizie a casa. Qualcosa dovevo pur portarmi dietro.

Kakashi:Ehi!
Rita:Li mangerò per strada. Grazie, papà.

E così scesi giù.

Kiba:Ma che diamine combini?

Chiese vedendomi con il valsoio di dorayaki tra le mani.

Rita:Ne vuoi uno? Li ha appena portati mio padre.

Rivelai incuriosendo Kiba mentre appoggiavo il valsoio sulla sua moto. Incominciò a guardarmi in modo strano mentre aprivo la confezione.

Rita:Che c'è? Perchè mi guardi così?
Kiba:Quindi....c'è l'hai un padre.
Rita:Certo.
Kiba:Pensavo che non lo avessi.
Rita:Chi ti ha detto queste sciocchezze?

Chiesi mentre addentavo un dorayaki addolcendomi il palato.

Kiba:L'ho sentito in giro. Che non hai un padre e che sei cresciuta da sola con tua madre.
Rita:Infatti è così. Sono cresciuta sola con mia madre.
Kiba:Ma se hai appena detto che li ha portati tuo padre.
Rita:Mio padre è di Konoha e non ha potuto abbandonare il suo lavoro, così sono andata in giro per il mondo con mia madre a causa del suo lavoro.

Sintetizzai tralasciando i drammi della mia famiglia.

Kiba:Ah...ora capisco.
Rita:Chi te l'ha detto questa scemenza che non ho un padre?
Kiba:Ce l'ha detto l'altro giorno il sensei, quando ti vennero i cinque minuti e andasti in infermeria.

Rivelò lasciandomi sorpresa.

Rita:E' stato Kakashi, non è così?

Intuii e lui annuii. Senza pensarci due volte, con la rabbia che mio padre aveva detto qualcosa di falso, pensando che fosse l'uomo più spregevole che esistesse, presi quei dorayaki e li scaraventai nella spazzatura.

Kiba:Ma che fai? Erano buoni.
Rita:Andiamo!

Esclamai salendo sul motorino.

Kiba:Ma che ti prende?
Rita:Ti ho detto di andare!!

Urlai. Kiba mi ascoltò e così, con il vento tra i capelli, cercai di non pensare al dolore nel cuore. Improvvisamente l'uomo cane mentre lo abbracciavo per mantenermi sulla moto, si fermò ad un semaforo e mi toccò la mano.

Kiba:Non capisco perchè ti sei arrabbiata così. C'è qualcosa che non va?
Rita:Tranquillo. Non è nulla.
Kiba:Sicura?

Annuii e lo strinsi ancora più forte. Quell'abbracciarlo mi faceva sentire stranamente meglio e mi aiutava a trattenere le lacrime. Arrivammo vicino al parco dove l'uomo cane parcheggiò la moto e si avvicinò a me. Inaspettatamente mi abbracciò.

Rita:K-Kiba?

Chiamai arrossendo davanti a quel gesto.

Kiba:Ho detto qualcosa di sbagliato. Non è così?
Rita:Ma che dici?
Kiba:Forse non avrei dovuto chiederti di uscire.
Rita:Tranquillo. Va tutto bene.

Rassicurai staccandomi da lui per poi sorridere.

Rita:Avanti! Dove andiamo di bello? Ti ricordo che non so molto del posto quindi devi decidere tu.
Kiba:Andiamo al lunapark. Che ne dici?
Rita:Si!! C'è il tirabersaglio!!

Esclamai con gli occhioni luccicanti pensando a qualche altro peluche come premio. Lui sorrise e ci incamminammo verso il lunapark.

Kiba:Vieni, ci sono le montagne russe.
Rita:Aspetta, andiamo prima della casa degli specchi.
Kiba:Ma che dici? E' un labirinto. Se ci entri non riuscirai mai ad uscire.
Rita:Scommettiamo?

Così entrammo nella casa degli specchi.

Kiba:Te l'avevo detto che è difficile.
Rita:Se ti togli davanti ti faccio vedere com'è facile ad uscire.

Dissi sorpassandolo e incamminandomi. Probabilmente barai visto che guardavo a terra, ma comunque trovai subito la strada per uscire. Dopo andammo nelle montagne russe e nella casa degli spettri. Devo dire che fu anche più divertente di quando andai con mio padre. Vedere lo sguardo spaventato di Kiba e le sue continue urla nella casa degli spettri è una cosa più unica che rara. Presto si fece ora di rincasare e la serata si svolse abbastanza bene, anche se l'unico oggetto preso nel tiro a bersaglio fu un misero portachiave a forma di cucciolo.

Kiba:Divertita?

Chiese appena scesi dalla moto. Annuii.

Rita:Certo, come sempre.
Kiba:Eri mai andata al luna park?
Rita:Si, qualche giorno fa.
Kiba:Quindi hai una fiamma. Non è così?
Rita:Ma che dici?
Kiba:Se non sei andata con qualcuno che ti piace, escludo che sei andata con Naruto o qualcuno della compagnia.
Rita:Beh... certo. Perchè ci sono andata con mio padre.

Rivelai facendo svanire il sorriso sulla faccia di Kiba che incominciò a deglutire.

Rita:Cos'è quella faccia?
Kiba:Quindi....è per questo che cambi carattere quando parlo di lui.
Rita:Lui chi?
Kiba:Di Kakashi. Lui è tuo padre, non è così?

Quelle parole mi fecero cadere il casco da mano dalla meraviglia. Lo rialzai e glielo porsi.

Kiba:Quindi è vero.
Rita:N-no..cioè...come ti vengono in mente certe scemenze.
Kiba:Perchè il tuo odore cambia ogni volta che si parla di Kakashi o di tuo padre. E poi ti vidi con lui l'altro giorno. Quindi è inutile mentire.

Cavolo. Certo che aveva un fiuto quell'uomo cane che faceva paura. Aveva capito tutta la situazione annusandomi solamente e notando il mio comportamento. Mi sentivo con le spalle al muro mentre lui mi fissava.

Rita:Non lo dirai a qualcuno spero.
Kiba:No. Non lo dirò a nessuno, anche se non capisco il motivo di questa messa in scena.
Rita:E' un volere di mio padre. Pensa che fino a qualche settimana fa non sapevo neanche che fosse qui. Ho sempre pensato che fosse morto per qualche incidente o cose del genere. Quindi...ritrovarmelo davanti e fingere di non essere sua figlia fa male.
Kiba:Se può consolarti anch'io sono cresciuto senza mio padre. Mia madre, appena ebbe l'occasione, lo cacciò di casa quando avevo 5 o 6 anni. Ricordo ancora la scena. All'epoca piangevo, ma adesso ripensandoci mi viene da ridere, anche se non vorrei mai trovarmi nei panni di mio padre.

Rivelò incominciando a ridere incuriosendomi.

Rita:Perchè?
Kiba:Mia madre diede i numeri a tal punto da buttare televisione, valigie, piatti, di tutto e di più solamente perchè cadde un piatto dalle mani di mio padre mentre lo metteva a posto.
Rita:Immagino la scena.

Dissi incominciando a ridere.

Kiba:Domani vieni, vero?
Rita:Dove?
Kiba:Naruto ha organizzato un uscita al parco.
Rita:Non mi ha detto nulla.
Kiba:Probabilmente perchè voleva dirtelo da vicino. Chissà che gli passa per la mente a quella testa calda.
Rita:Neanche se tu fossi migliore di lui.
Kiba:Cosa stai insinuando?
Rita:Che hai la stessa faccia tosta sua.

Risposi ricevendo un'occhiataccia.

Kiba:Ok, visto che non te l'ha detto Naruto te lo dico io. Domani vengo a prenderti alle 9, quindi svegliati presto.
Rita:Perchè così presto?
Kiba:Facciamo una sottospecie di pic-nic tutti insieme. Quindi prima ci vediamo, prima ci organizziamo e prima mangiamo.
Rita:Mi pare ovvio.
Kiba:Allora a domani.
Rita:A domani.

Così salii sopra allontanandomi da lui. Appena entrai in casa ebbi una grande sorpresa, ovvero mio padre si era fermato a dormire a casa mia. Lo trovai dormendo sul divano mentre mia madre mi intimava di non fare rumore per non svegliarlo.

Hanare:Va a dormire e cerca di non fare rumore.
Rita:Ok, ah... mamma. Domani mattina vado a fare un pic-nic con i ragazzi.
Hanare:Ti hanno chiamato?
Rita:No, me l'ha detto Kiba. Perchè?
Hanare:E' passato di qui Naruto qualche minuto dopo che sei scesa e voleva chiederti di andare con lui.

Accesi la connessione internet ed ecco che mi arrivano i 1000 messaggi su whatsapp. Erano tutti dei ragazzi. Avevano creato un gruppo dove mi chiedevano se volevo uscire con loro quella sera e se il giorno seguente sarei andata a fare il pic-nic così non tardai a rispondere con un messaggio vocale.

Rita:Scusate ragazzi. Purtroppo non sono potuta uscire oggi. Avevo degli impegni e avevo finito i mega della connessione. Adesso sono a casa e ho appena letto. Ebbene, si! Ci sono domani! Quindi buona notte gente, ci si vede.

E non tarda la risposta di Naruto che dice:"Ok, allora domani ti busso alle 9. Notte." Così andai a dormire e presto viene l'indomani.

Rita:Io esco.

Avvertii mia madre mentre mettevo le scarpe per uscire.

Kakashi:Non fare tardi.
Hanare:Divertiti.

Così uscii da casa e andai verso casa di Naruto dove incominciai a bussare.

Minato:Oh, ciao Rita.
Rita:Buon giorno Minato. Naruto è pronto?
Minato:Si, sarà qui tra un pò.
Naruto:Sono pronto! Andiamo!

Esclamò uscendo di tutta fretta sedendosi e mettendosi le scarpe. In quel frangente intravidi Menma sul ciglio della porta che si era appena svegliato.

Rita:Menma...non vieni?

Chiesi appena lo vidi.

Menma:No, rimango qui.
Minato:Avanti. Non essere timido. Vai anche tu.
Naruto:Perchè non vieni? Vedrai che ci divertiamo.
Menma:Non mi va.
Rita:Avanti, vestiti che ti aspettiamo.
Menma:Non insistere.
Naruto:Ok...allora glielo dico a mamma.
Menma:Che?
Naruto:Mamma!! Menma ha detto che vuole rimanere a casa e non vuole uscire.

Sentendo Naruto urlare avvertendola della situazione, uscì dalla stanza da letto con i cuscini tra le mani e l'aria da omicida guardando il figlio Menma ancora in pigiama.

Kushina:Menma!!! Vestiti immediatamente!!

Urlò la madre.

Menma:Ma mamma...
Kushina:Niente ma! Muoviti!!
Menma:Ah...per questo ti odio.

Mormorò guardando Naruto con uno sguardo che se avesse potuto l'avrebbe sbranato in quel momento. Senza fiatare andò a vestirsi mentre incominciai a sentire il telefono squillare.

Rita:E' Kiba.
Naruto:Da a me. Lo rispondo io.

Disse prendendo il mio cellulare in mano e rispondendo al telefono.
Naruto:Che vuoi idiota? Stiamo scendendo. Due minuti e siamo giù.

Per poi attaccare il cellulare. Appena stacca la chiamata esce Menma dalla sua camera pronto per uscire. Che succederà? Come si svolgerà il pic-nic? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Avevo preso i dorayaki da mano a Kakashi ed ero uscita in fretta e furia lasciandolo lì incredulo a fissare la porta.

Kakashi:Ma che l'è preso?
Hanare:Beh...doveva uscire. Te l'ho detto.
Kakashi:Con chi usciva?

Domandò avvicinandosi ad Hanare che andò verso la cucina per preparare la cena.

Hanare:Con il figlio di Tsume.
Kakashi:Non credi stia passando un pò troppo tempo con lui?
Hanare:Tranquillo. Sa sicuramente cosa fa. E' molto sicura di se e non ha mai fatto nulla di sconsiderato, proprio come suo padre.

Rivelò sorridendogli. Kakashi si tolse la maschera mettendosi a proprio agio.

Kakashi:Bene. Pensavo di passare la serata in famiglia e invece siamo rimasti solo io e te.
Hanare:Mica ti spiace?
Kakashi:No, anzi.
 
Disse prendendola da dietro mentre lei era ai fornelli, baciandola sulle labbra dolcemente.

Hanare:Sai...mi ha chiesto di noi e come ci siamo conosciuti.
Kakashi:Non gli avrai detto la verità spero.
Hanare:Tranquillo. Non sa la verità. Pensa solamente che ci siamo conosciuti e che ci siamo rincontrati anni dopo. Anzi... crede a tutta un'altra storia che mi sono inventata.
Kakashi:Quindi non gli hai detto che ci siamo conosciuti per il tuo lavoro da artista.
Hanare:Probabilmente se avesse saputo la verità mi avrebbe odiato a morte.

Ebbene, la verità era che conobbe Kakashi quando questi era in missione nel villaggio della serratura, ovvero il luogo di nascita di Hanare che lei non aveva mai conosciuto. Era diretto lì per portare delle provviste. Era la sua prima missione e doveva tenere le cose sotto controllo insieme al suo sensei Minato. Si incontrarono per puro caso mentre lei faceva l'autostop. Vedendola per strada tutta sola decisero di darle uno strappo così lei accettò e mentre Minato consegnava le provviste, tra Kakashi e Hanare nasceva un qualcosa mentre erano in giro insieme. Quel villaggio era nuovo per entrambi e appena si ritrovarono nel parco accadde qualcosa. I due incrociarono lo sguardo e sentivano che era già nato qualcosa di forte tra di loro.
Infatti, senza saperlo, era nato un amore a prima vista, candido, puro ed eterno. Anche essendo due ragazzini di 9 e 12 anni, i due continuavano ad amarsi e Kakashi, ogni volta che aveva l'occasione, andava a trovarla. I giorni passarono e non erano per niente amici. Erano qualcosa di più, qualcosa di inaspettato. I due stavano insieme. Quei giorni passati diventarono 5 mesi, 5 mesi di loro e del loro amore incontenibile, tanto che si lasciarono andare all'amore e all'ingenuità del momento fatto di carezze, abbracci e coccole fino a diventare baci dolci e ad unirsi ad un'atto d'amore unico ed eterno tra loro stringendo la promessa che il loro amore non sarebbe mai smesso. I giorni passarono e arrivò il momento di partire per Kakashi. Promise di tornare, ma non ci riuscì a causa degli impegni. Lei era troppo piccola per andare da lui. In fondo aveva sono 12 anni quando incominciò ad avvertire delle strane fitte alla pancia. Non riusciva ad alzarsi dal letto. Il nonno di Hanare, vedendola tremendamente addolorata e sofferente, decise di chiamare i migliori esperti che scoprirono la gravidanza. Qualche anno più tardi, dopo la mia nascita, Hanare divenne una spia della CIA solamente per ritrovare Kakashi e dirgli di me, ma non riuscì a passare il confine di Konoha. La polizia di ANBU la bloccò e a farne parte c'era Kakashi che le intimò di andarsene. Vedendo il suo comportamento freddo e non sapendo che fosse dovuta alla tragedia dei compagni e del suo sensei, Hanare decise di abbandonare il pensiero di ritornare con lui, ma quand'è amore è difficile staccare il pensiero da quella persona. Così decise di crescermi in disparte e non raccontarmi nulla della verità perchè faceva male per prima a lei. Ormai adulta e con il suo lavoro di scrittrice per i mangaka, ritornò per avere informazioni del villaggio per dare nuove idee ai suoi superiori. Lì incontrò Kakashi, mentre lei teneva uno dei suoi concerti di strada per raccimolare qualcosa durante la sua permanenza. Da lì i due capirono che non si erano mai dimenticati l'uno dell'altro. Passarono la notte insieme e mentre il sole sorgeva su di loro Hanare gli confidò la verità e tutto ciò che si sentiva in quel momento. Così decisero di mettere le cose al loro  posto, ma per farlo Hanare doveva andarsene da Konoha e ritornare con me qualche anno più tardi per avere la cittadinanza di Konoha e rendere possibile questo amore, ma c'era un problema. Kakashi non potrebbe mai vivere con noi non solo per ciò che aveva detto, ma anche perchè non poteva per causa delle sue continue missioni. Inoltre Hanare aveva giurato fedeltà alla sua patria e sposarsi o mettersi con qualcuno di altre parti era una cosa irragionevole e da traditori. Hanare e Kakashi, anche amandosi alla follia, non potevano stare sotto lo stesso tetto per le queste ragioni. Tutta questa storia faceva male ad entrambi e così decisero di evitare di parlarmene inventando qualcosa di fantastico tralasciando il dolore che vi era in entrambi, anche perchè Hanare era convinta che l'avessi odiata sapendo la realtà di come stavano le cose.

Kakashi:Io credo che non ti avrebbe odiato. E poi ognuno ha i suoi motivi, o sbaglio?
Hanare:Hai ragione, ma preferisco non parlargliene.

Disse sorridendogli per poi accorgersi della mia borsa sul tavolo.

Hanare:Guarda un pò che sbadata. Si è dimenticata la borsa.
Kakashi:Da a me. Vado a controllare se è ancora giù.
Hanare:Ok.

Rispose vedendo che prendeva la borsa e si metteva la maschera per poi scendere giù mentre io stavo parlando con Kiba.

Rita:Chi te l'ha detto questa scemenza che non ho un padre?
Kiba:Ce l'ha detto l'altro giorno il sensei, quando ti vennero i cinque minuti e andasti in infermeria.

Rivelò lasciandomi sorpresa. In quel momento Kakashi si trovava a scendere.

Rita:E' stato Kakashi, non è così?

Sentendo quelle parole si fermò tra le scale mentre Kiba stava annuendo. Senza pensarci due volte presi quei dorayaki e li scaraventai nella spazzatura con tutta la rabbia che avevo dentro.

Kiba:Ma che fai? Erano buoni.
Rita:Andiamo!

Urlai presa dal dolore. Kakashi continuò a scendere lentamente vedendomi andare via con Kiba. Girò la testa verso la spazzatura e intuì l'accaduto.

Kakashi:Oh...Rita...

Sussurrò prendendo il valsoio dalla spazzatura. Dalle scale si udì un rumore di passi. Kakashi si voltò vedendo Hanare preoccupata.

Hanare:Kakashi, Rita è andata già via?
Kakashi:Si e credo che c'è l'abbia con me per qualcosa.

Confidò mostrando i dorayaki che avevo buttato, mentre io cercavo di riprendermi insieme alle pagliacciate di Kiba.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13


 
Naruto:Sono pronto! Andiamo!

Esclamò uscendo di tutta fretta sedendosi e mettendosi le scarpe. In quell'istante intravidi Menma sul ciglio della porta che si era appena svegliato, così gli chiesi se venisse anche lui.

Menma:No, rimango qui.
Minato:Avanti. Non essere timido. Vai anche tu.
Naruto:Perchè non vieni? Vedrai che ci divertiamo.
Menma:Non mi va.
Rita:Avanti, vestiti che ti aspettiamo.
Menma:Non insistere.
Naruto:Ok...allora glielo dico a mamma.
Menma:Che?
Naruto:Mamma!! Menma ha detto che vuole rimanere a casa e non vuole uscire.

Sentendo Naruto urlare avvertendola della situazione, uscì dalla stanza da letto con i cuscini tra le mani e l'aria da omicida guardando il figlio Menma ancora in pigiama.

Kushina:Menma!!! Vestiti immediatamente!!

Urlò la madre.

Menma:Ma mamma...
Kushina:Niente ma! Muoviti!!
Menma:Ah...per questo ti odio.

Mormorò guardando Naruto con uno sguardo che se avesse potuto l'avrebbe sbranato in quel momento. Senza fiatare andò a vestirsi mentre incominciai a sentire il telefono squillare.

Rita:E' Kiba.
Naruto:Da a me. Lo rispondo io.

Disse prendendo il mio cellulare in mano e rispondendo al telefono.

Naruto:Che vuoi idiota? Stiamo scendendo. Due minuti e siamo giù.

Per poi attaccare il cellulare. Appena stacca la chiamata esce Menma dalla sua camera pronto per uscire. Così uscimmo e andammo da Kiba che era già giù sotto casa nostra. Appena ci vide fece una faccia strana, quasi come contrariata per chissà cosa.

Naruto:Ciao Kiba.
Kiba:Ciao, Naruto. Hai portato anche quel coso di tuo fratello a quanto vedo.
Naruto:Certo. C'è anche Menma.
Rita:Gli ho chiesto io di venire.
Kiba:Cosa??

Urlò ricevendo un occhiataccia da Menma stile Sasuke.

Menma:Hai qualche problema?
Kiba:Ma figurati. Per me è come se non ci fossi.
Rita:Avanti, ragazzi. Piantatela!
Naruto:Già. Ci dobbiamo divertire. Piuttosto, chi è che verrà al pic-nic?

Domanda facendo prendere il cellulare a Kiba che incominciò ad elencare la lista di persone che sarebbero venute.

Kiba:Allora...c'è Shino, Shikamaru, Neji, Rock Lee, Sai, Ino, TenTen, Hinata, Sakura e probabilmente verrà anche Sasuke più tardi.
Rita:Wow...praticamente tutta la classe.
Kiba:Esatto.
Menma:E Choji?
Kiba:Secondo te invitavamo uno che si fosse mangiato tutto quello che avremmo portato?
Rita:Sei davvero infame.

In quel momento Naruto incominciò a ridere rivelando la realtà dei fatti.

Naruto:Ma non lo pensare. Choji l'abbiamo invitato, ma era impegnato con la sua ragazza.
Rita:La sua ragazza? Da quando in qua Choji ha una ragazza?

Chiesi perplessa e del tutto ignara della coppia che si era formata a mia insaputa. Per un amante accanito di coppie come me sentire che Choji era fidanzato e per giunta con qualcuno che non capivo  neanche chi fosse, era tremendo. Dovevo scoprire chi fosse la sfortunata che si era preso ad uno come Choji e subito prima di morire di ansia e curiosità che si era creata in me in quel momento.

Kiba:Beh....sarà qualche mese.
Naruto:Si sono conosciuti tramite una gita a Kumogakure, nel villaggio della nuvola.
Rita:Nel villaggio della nuvola?
Kiba:Si, si chiama Karui.

Ok, questa mi mancava. Choji fidanzato con Karui mi mancava davvero come coppia. Non sapevo neanche come fosse fatta questa Karui ed ero estremamente curiosa di conoscerla.

Rita:Voglio conoscerla.
Menma:Credo che dovrai aspettare allora.
Rita:Uffa!!!
Kiba:Avanti! Andiamo!!

Esclamò con euforia prendendomi per mano e trascinandomi via da Naruto e Menma incominciando a camminare.

Kiba:Voi non venite? Dobbiamo ancora vederci con Hinata e gli altri.
Menma:Mi sa che sarà una giornata tremenda.
Naruto:Su con il morale!

Affermò dandogli una pacca sulla spalla e avvolgendogli il braccio attorno al collo trascinandolo con se. E così ci incamminammo verso la villa dove incontrammo Hinata, Shino e Sakura che ci aspettavano.

Sakura:Ehi, buongiorno.
Rita:Ciao, ragazzi.

Dissi avvicinandomi a loro, finchè Hinata non mi fece accorgere di un particolare un pò strano...

Hinata:Kiba-kun? Dov'è Akamaru?

Mi voltai di scatto e notai l'assenza dell'immancabile cane di Kiba.

Naruto:E' vero.
Sakura:Come mai non è con te?
Rita:Non si sarà sentito mica male?
Kiba:Ma no. Tranquilli. L'ho portato alla toiletteria qui vicino. Nel frattempo che prendiamo il cibo, lo lavano e lo vado a prendere.

Rassicurò per poi decidere cosa prendere e dove mangiare. Così ci dividemmo i compiti. Naruto e Hinata andarono a prendere le bevande e gli affettati per fare i panini, Sakura, Shino e Menma andarono al supermarket a comprare qualche cosa di dolce o salato per riempirci di schifezze varie ed a me toccò andare a prendere il pane dal fornaio insieme all'uomo cane e da lì avremo preso Akamaru per poi incontrarci insieme agli altri nel parco.

Rita:Idiota!
Kiba:Cos'ho fatto di sbagliato?
Rita:Perchè sono venuta proprio io con te? Non potevo andare insieme agli altri?
Kiba:Mi andava così.

Rispose dandomi la busta col pane tra le mani.

Kiba:Ci metto un'attimo.
Rita:Come vuoi.

Dissi vedendolo entrare nella toiletteria. Accanto a quel negozio, qualcosa attirò la mia attenzione facendomi allontanare da lì. Era un bellissimo negozio di libri e avevano esposto il terzo numero di Wolf Children, siccome avevo già il primo e il secondo volume e mi mancava solo il terzo per completarlo decisi di prenderlo, ma appena vi entrai anche un'altro manga attirò la mia attenzione così li presi entrambi. Appena uscii vidi Kiba che stava incominciando ad andare in escandescenza.

Kiba:Dove diamine eri finita?
Rita:Ero andata un'attimo a prendere un manga.
Kiba:Come diamine fai a leggere quella roba? A me basta un libro qualsiasi che mi si chiudono gli occhi. Ah...andiamo!

Sospirò prendendomi per mano e trascinandomi al parco dove gli altri già avevano allestito le tovaglie e il resto, ma siccome era ancora presto per mangiare, decisero di giocare un pò a pallone mentre io mi godevo il mio nuovo manga.

Sakura:Avanti! Vieni a giocare!
TenTen:Già, non startene lì da sola.
Rita:Grazie, ma non mi va.

Risposi ricontinuando a leggere quel manga quando me lo vidi strappare dalle mani.

Rita:Ehi!
Kiba:Wolf Children? E' proprio quello che penso?
Rita:Si, perchè? Lo conosci?
Kiba:Ovvio che lo conosco. Hanno fatto anche l'anime.
Rita:Sinceramente non mi piace poi così tanto. Adoravo più quello di Wolf's Rain. C'era più azione.

In quel momento lo sguardo di Kiba si illuminò.

Kiba:Anch'io adoro quell'anime. Dimmi un pò, qual'è il tuo animale preferito? Scommetto che è il lupo.
Rita:Ed io scommetto che il tuo è il cane.
Kiba:Quindi ho indovinato. Per questo sei così aggressiva.

Disse facendomi uno strano sorriso. Sinceramente adoro molto i lupi, ma mai quanto i gatti. Diciamo che ho una passione irrefrenabile per qualsiasi tipo di animale. Infatti il mio sogno, oltre a diventare ninja, è quello di aprire un rifugio per animali, ma di certo non lo dico in giro. Mi prenderebbero per un idiota.

Rita:Ma piantala! Non sono affatto aggressiva. Sei tu che sei troppo pagliaccio per i miei gusti.
Ribattei continuando a leggere, ma non ci riuscivo perchè mi sentivo fissata. Alzai  lo sguardo e vidi l'uomo cane continuare a fissarmi.

Rita:Che diamine vuoi? Perchè continui a fissarmi?
Kiba:Mi piaci.

Confessò guardandomi diritto negli occhi facendomi arrossire, ma sapevo che probabilmente voleva prendersi gioco di me così usai il manga come arma colpendolo con violenza in testa.

Kiba:Ahi! Ma sei impazzita?
Rita:Idiota! Tsk...

Contrariata mi alzai e vidi Menma che stava andando a raccogliere la legna.

Kiba:Ehi!

Senza dargli ascolto minimamente di ciò che diceva,  andai verso Menma.

Menma:Che vuoi?
Rita:Vengo con te. Non mi va di stare senza far niente.

Così incominciammo a camminare. Non era un tipo di molte parole, ma sinceramente era molto piacevole stare in sua compagnia. Ci ritrovammo a raccogliere la legna necessaria e per ritornare dai nostri compagni, ci ritrovammo dinanzi ad un ruscello. Nell'attraversarlo misi il piede storto e scivolai su di un sasso, cadendo dietro.

Menma:Attenta!

Esclamò, prendendomi per il fianco prima che potessi cadere. Nel prendermi scivolò e ci ritrovammo a cadere in quel ruscello tutti e due l'uno sopra l'altra.

Menma:Stai bene?

Domandò spostandosi, mentre io alzavo il busto.

Rita:Eh si, anche se è stata una bella botta.

Lui sorrise e si alzò per poi tendermi la mano. L'afferrai facendomi forza per alzarmi. Una volta in piedi ci guardammo attorno.
Sospirò per poi spostarsi da me e dire:

Menma:Avanti, andiamo. Dobbiamo prendere altra legna. Ormai questa è tutta bagnata.
Rita:E che te ne frega?
Menma:Che?
Rita:Portiamo questa, così non ci fanno andare più avanti e indietro, no?

Dissi, abbassandomi a prendere quei rami trovati.
Lui fece lo stesso.

Menma:Non sei come le altre, sai?
Rita:Cosa?
Menma:Niente, pensavo solo ad alta voce.

Mormorò per poi alzarsi con la legna bagnata tra le mani.  Cominciammo a parlare così del più e del meno e durante il cammino di ritorno mi accorsi di una cosa. Era strano. Nonostante assomigliava fisicamente a suo fratello Naruto era molto diverso da lui. Sembrava esattamente l'opposto. Naruto era estroverso, pieno di amici, per niente riservato e sembrava non sapere nulla di maniere, mentre invece Menma era introverso, con pochi amici, riservato e con dei modi sublimi, molto simile a Sasuke. Probabilmente era per questo che si trovava con lui ed era il suo migliore amico. Ora che ci penso, la storia di Naruto ha sempre avuto una linea d'andamento strana. Fin dai primi capitoli che ho letto sembrava che lui lo detestasse, ma allo stesso tempo lo ammirava e lo cercava. Per anni ho pensato che fosse strano il loro rapporto, fuori da ogni andamento, ma solo in quell'istante mi resi conto del perchè quella linea narrativa era così distolta dalla realtà.
Il Naruto amico di Sasuke non era altro che Menma, mentre quello con cui si scontrava e voleva averla vinta era il Naruto che conosciamo tutti. Presa dai dubbi, cominciai a porre alcune domande a quel ragazzo. Volevo capirne di più su questa storia visto che alcune cose non erano chiare.

Rita:Dimmi un pò, hai sempre avuto i capelli scuri?
Menma:No, il mio colore naturale è il biondo, ma spesso e volentieri mi scambiano per mio fratello.
Rita:Quindi, è come una forma di protesta. Insomma, vuoi mostrare che non sei come tuo fratello, dico bene?

Quelle parole lo lasciarono sorpreso per poi, dopo una manciata di secondi, annuì.

Rita:Beh, se può rassicurarti, tu non sei per niente come tuo fratello. A mio parere sei molto meglio.

Continuai vedendolo irrigidito. Non capii il motivo. Non sapevo che quelle parole erano rimbalzate e penetrate nel suo cuore.
Mi seguì continuando a parlare tranquillamente, quando arrivammo dai ragazzi. Avevano smesso di giocare e stavano mettendo musica a raffica per ballare, idea avuta da Naruto o da Kiba probabilmente. Li conoscevo troppo bene.

Sakura:Avanti, Rita!
TenTen:Vieni a ballare anche tu.
Rita:Ma io....
Ino:Vieni!!

Esclamò trascinandomi e facendo cadere la legna raccolta a terra. Dopo di me trascinarono anche Hinata, Naruto e Rock Lee, mentre Kiba faceva l'idiota come il suo solito. Fu una giornata al quanto bella anche se gli sguardi di quell'uomo cane erano al quanto strani e insistenti proprio come le sue rotture di scatole. Sinceramente non so cosa gli prese, ma poco mi importava. Mi dispiaceva solamente per Menma che rimase in disparte, ma fortunatamente c'era Sasuke vicino a lui. Tornai a casa senza sapere che, ben presto, qualcosa mi avrebbe scombussolato la vita. Cosa? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Sakura:Avanti! Vieni a giocare!
TenTen:Già, non startene lì da sola.
Rita:Grazie, ma non mi va.

Risposi ricontinuando a leggere quel manga.

Naruto:Avanti, giochiamo! Kiba? Vieni?

Chiese vedendolo pensieroso, mentre si avvicinavano a lui Hinata e Shino.

Hinata:Kiba-kun? Perchè non ci parli tu?
Kiba:Che? Lo sai meglio di me che se non vuole fare una cosa non la fa. E' testarda.
Shino:Come se tu non ne fossi da meno.
Kiba:Che?

Urlò prendendolo per la maglia che aveva addosso, ma Hinata cercò di calmarlo.

Hinata:Kiba-kun. Calmati! Quello che vuole dire Shino-kun è che....cioè... lei è da sola. Puoi cercare di parlarle e stare un pò con lei mentre noi giochiamo.

Propose. La cosa piaceva e non poco a Kiba, così si avvicinò e notò il nome del manga che leggevo strappandomelo dalle mani.

Rita:Ehi!
Kiba:Wolf Children? E' proprio quello che penso?
Rita:Si, perchè? Lo conosci?
Kiba:Ovvio che lo conosco. Hanno fatto anche l'anime.
Rita:Sinceramente non mi piace poi così tanto. Adoravo più quello di Wolf's Rain. C'era più azione.

In quel momento lo sguardo di Kiba si illuminò. Vedere che avevo i suoi stessi interessi per i lupi sembrava attrarlo ancora di più a me.

Kiba:Anch'io adoro quell'anime. Dimmi un pò, qual'è il tuo animale preferito? Scommetto che è il lupo.
Rita:Ed io scommetto che il tuo è il cane.
Kiba:Quindi ho indovinato. Per questo sei così aggressiva.

Disse facendomi uno strano sorriso.

Rita:Ma piantala! Non sono affatto aggressiva. Sei tu che sei troppo pagliaccio per i miei gusti.

Ribattei continuando a leggere, ma Kiba incominciò a fissarmi. Probabilmente pensava se dirmi o no i suoi sentimenti, ma quel fissarmi mi irritò.

Rita:Che diamine vuoi? Perchè continui a fissarmi?
Kiba:Mi piaci.

Confessò guardandomi diritto negli occhi con uno strano sorriso. Lo disse senza accorgersene. Gli uscì spontaneo facendomi arrossire, ma conoscendolo pensai fosse uno scherzo così lo colpii in testa con il manga che stavo leggendo.

Kiba:Ahi! Ma sei impazzita?
Rita:Idiota! Tsk...

Contrariata mi alzai e me ne andai con Menma senza neanche degnarmi di pensarlo.

Kiba:Ma cos'ha quel Menma? Perchè Rita sta sempre con lui? Quella ragazza mi farà impazzire.

E mentre incominciava a farsi i mille perchè nella testa, da qualche altra parte succedeva qualche altra cosa.

Naruto:Hinata? Non vieni?
Hinata:No, non mi va. Non sono molto brava a giocare.

Confessò mentre Naruto si accovacciava difronte a lei.

Naruto:Beh...allora vediamo di fare qualche altra cosa.
Hinata:Cosa?

Chiese, ma neanche il tempo di chiedere che Naruto la tirò trascinandola in giro.

Naruto:Facciamo quattro passi. Ti va?

Hinata annui e i due incominciarono a girare per il parco mano nella mano. Era molto intimidita, ma non voleva per nulla staccarsi da lui.  Improvvisamente si fermano poco lontano dal gruppo, vicino al lago del parco.

Naruto:Hinata...io...
Hinata:Si?

I due si ritrovarono a incrociare lo sguardo.

Naruto:Ti piace stare qui?
Hinata:Certo. Perchè?
Naruto:Beh...anche a me. Hai visto quanti alberi?
Hinata:Si, il paesaggio è bello.
Naruto:Mai quanto te.

Sorpresa si voltò verso Naruto diventando rossa, mentre quest'ultimo fingeva di non aver detto nulla.

Naruto:Se ti va dopo mettiamo un pò di musica. Mi scoccio di stare senza far niente. E poi non ti va di vederti seduta da sola.
Hinata:Beh...se a te fa piacere. Per me va bene e comunque....grazie.

Disse pensando a ciò che aveva detto prima.

Naruto:Ma figurati. Questo ed altro per la persona che amo.
Hinata:Che.. hai detto?

Chiese credendo di non aver capito bene. Naruto si voltò verso di lei e si mise la mano dietro la nuca.

Naruto:Hinata... io mi sono reso conto....di amarti.

Confessò mentre la ragazza sbarrava gli occhi dallo stupore.

Hinata:Cosa?
Naruto:Io...ti amo, Hinata.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14



Rita:COOOOOSAAAAAAA?!!!!!!!!

 
Urlai sentendo la notizia da Hinata appena entrata in classe il giorno dopo.

Rita:Non ci credo!!
Sakura:Allora non vi siete confessati quel giorno.
Hinata:No, perchè non ci andava, ma ieri... mi ha detto che mi ama.
Rita:Voglio capire come e quando è successo.
Hinata:Ieri.
Rita:Quando? Dov'eravate?
Hinata:E' successo quando te ne sei andata con Menma.

Rivelò facendomi odiare profondamente quel ragazzo.
"E mi sono persa una scena da NaruHina per stare con Menma a prendere della stupida legna?! Ma come ho potuto? Non ci credo!!" pensai sprofondando negli abissi. Credevo che nulla potesse essere peggio di sapere che la mia coppia preferita si stava avvicinando e mi ero persa questo momento storico. Mi ero persa la confessione dei due, cioè... mi sentivo una vera idiota, ma ovviamente quando si pensa di star male, deve sempre andare peggio.

Kurenai:Ragazzi, sedetevi. Compito in classe a sorpresa.

Avvertì la professoressa entrando con i compiti di matematica.
Già odiavo profondamente quella materia, poi ci si metteva anche lei.
Mi andai a sedere con il morale a terra al mio posto, quando un urlante uomo cane spalancò la porta di classe.

Kiba:Buongiorno!

Tutti cominciammo a fissarlo. Era venuto nel momento sbagliato, anche perchè c'era un silenzio assurdo in quell'aula.

Kurenai:Inuzuka, sei in ritardo. Va a sederti. Compito a sorpresa.
Kiba:Sa professoressa. Ripensandoci passo più tardi. Ho dimenticato una cosa a casa e...

Tentò di dire, facendo marcia in dietro.
"Eh, no! Se mi subisco il compito di matematica io deve subirselo anche lui." pensai, afferrandolo per la giacca.

Rita:Ehi, uomo cane. Dove credi di andare?
Kurenai:Bel colpo. Forza, in classe!

Esclamò la professoressa tirandoselo dentro. Le occhiataccie di Kiba parlavano da se. Era più che ovvio che mi stava profondamente odiando e andava bene così.
Quando mi ritrovai davanti quel test di matematica l'unica cosa che mi frullò per la mente era di copiare, ma Sai non era molto bravo. In realtà sembrava non sapesse nulla di quella materia, così dovetti arrangiarmi.
Il compito si concluse. Ero tremendamente giù perchè non ero riuscita nemmeno a risolvere uno stupido problema, quando l'uomo cane si avvicinò da dietro abbracciandomi e strozzandomi quasi con la sua presa.

Kiba:Questa me la paghi.
Rita:Ma sei impazzito?!

Sbraitai, svincolandomi dalla sua presa e dandogli un pugno in testa.

Rita:Piantala di prendermi così! E' insopportabile!
Kakashi:Ragazzi, tornate ai vostri posti.

Richiamò mio padre, entrando e dando il cambio con la Kurenai.

Kiba:Con te parlo dopo.
Rita:Mpf... parlo dopo... come se ci fosse qualcosa da dire.

La mia lamentela fece accennare una specie di risata trattenuta al mio compagno di banco, Menma.
Volsi lo sguardo verso di lui. Era strano.
Sembrava percepire i miei pensieri. Sorrisi e lui fece altrettanto.
Aprimmo il libro e cominciammo a seguire. Presto le lezioni finirono ed io misi tutte le mie cose nella cartella quando, inaspettatamente, Menma mi venne vicino.

Menma:Torniamo a casa insieme?!
Rita:Certo, perchè no?

Mi alzai dal banco per uscire dalla porta. Naruto se ne stava lì a parlare con Hinata. Quei due sembravano avvicinarsi sempre di più e a quanto pare dopo scuola avevano un altro appuntamento. Io e Menma, intuendolo, decidemmo di tornare a casa insieme e da soli. In fondo non c'era nulla di male a tornare a casa con un amico, no? Soprattutto se è un vicino di casa.
Non so cosa gli prese, ma Kiba cominciò a dare di matto.

Kiba:Ehi, dove vai?!

Sbraitò vedendomi uscire dall'aula con il corvino.
Mi fermai e mi voltai. Ero seccata da quel suo comportamento. Era sempre più strano e infantile.

Rita:Che domande? Me ne torno a casa, no?
Kiba:Con lui?
Rita:Certo, perchè? Qualche problema?

Domandai, incrociando le braccia ed essendo infastidita dal suo modo di fare. Insomma, non era mio fratello, ne mio padre ne tanto meno il mio ragazzo. Perchè pretendeva di darmi ordini?
L'antipatia cominciava a farsi sempre forte tra noi o almeno dentro me. Tutto quel suo modo di porsi e di fare era strano. Il giorno prima era tanto dolce e carino, come un cane che fa feste al proprio padrone e il giorno dopo se ne usciva con quella faccia nervosa e urtata da qualcosa, neanche gli avessi pestato la coda.

Kiba:Nessun problema. Solo che mi da fastidio.
Rita:Fastidio? Tsk... e chi sei tu per dirlo? Non sei mica il mio ragazzo che puoi decidere con chi devo vedermi e cosa fare?
Kiba:Cosa?
Rita:E poi anche se lo fossi, me ne fregherei altamente.
Kiba:Che?

Ero stanca del suo modo di fare. Sembrava che volesse continuare a prendermi in giro come l'altro giorno. Insomma, io non sono una persona facile e non mi piacevano per niente i suoi modi di fare.
Non mi piaceva che giocasse sui sentimenti. Cioè, fingere che potessi piacergli non era il massimo per un ragazzo.
Mi sentivo presa in giro. Non so perchè. Pensai che fosse solo un gioco e che stava un po' esagerando, soprattutto con Menma.
Non era possibile che dovevo stare alla larga anche dai miei amici e frequentare solo ciò che lui voleva. E poi Menma... non so... aveva qualcosa di diverso. Mi piaceva passare il tempo con lui e odiavo quando pretendeva che lo tenessi alla larga.

Rita:Il gioco è bello quando dura poco. Forza, Menma. Andiamo.

Dissi, dandogli le spalle e allontanandomi da lui. L'unica cosa che riuscii a sentire fu la risata di Naruto accompagnata da una strana frase.

Naruto:Menma 1 - Kiba 0.

Oltre al fatto che Kiba cominciò a corrergli dietro per menarlo. Sospirai e pensai che quei due erano fin troppo strani per essere capiti. Mi incamminai e feci tutta la strada di casa insieme a Menma. Era piacevole camminare e parlare con lui. Mi accorgavo che si apriva sempre un po' di più con me ogni giorno che passava.
Ci fermammo anche durante il tragitto per prendere qualche ghiacciolo. Era strano, ma il tempo passava molto veloce per me. Non capivo a pieno cosa stesse succedendo.
Mi trovavo fin troppo bene con Menma e l'ho visto sorridere e ridere più volte in mia presenza, da quella volta al parco intendo.

Rita:Sai, dovresti ridere di più.
Menma:Cosa?
Rita:No, cioè... volevo dire che hai un bel sorriso. Non si vede su tutti.

Affermai, andando verso il contenitore dell'immondizia per buttare la stecchetta di legno del ghiacciolo. Lui fece lo stesso. Ormai eravamo sotto casa e, incuriosito, mi chiese:

Menma:Da quanto in qua ti intendi di sorrisi?
Rita:Per tua informazione, me ne intendo eccome se me ne intendo.
Menma:Beh, se è così, cosa dice il mio? Che sorriso avrei?

Continuò a domandare. Calò un silenzio improvviso che durò al massimo una manciata di secondi prima che potessi romperlo dicendogli:

Rita:Il più bello di tutti. Quello è il sorriso di chi ha sofferto molto, ma le ha superate tutte.

Gli diedi le spalle, mentre andavo verso le scale che portavano nel condominio del palazzo. Lui rimase talmente sorpreso che si fermò. Io nemmeno me ne accorsi e feci qualche passo in più. Una volta trovata sui primi scalini, mi resi conto che lui era rimasto lì. Mi fermai e mi voltai verso di lui. Aveva uno sguardo strano. Era molto sorpreso e incredulo allo stesso tempo. Si vedeva lontano un miglio, ma non capivo il perchè di quella espressione. In fondo avevo detto solo quello che pensavo.

Rita:Perchè ti sei fermato? Non vieni?

Domandai e lui scosse la testa cercando di riprendersi, per poi porre le sue domande:

Menma:Davvero vedi questo? Cioè... davvero pensi questo di me?
Rita:Si, perchè me lo chiedi?

Rimase lì, fermo immobile a fissarmi per un po'. Calò il silenzio tra di noi. Ci fu un attimo di esitazione, ma poi scosse la testa.
Era come se non sapesse nemmeno lui cosa dire. Eppure non mi sembrava aver detto qualcosa di sbagliato o fuori posto.

Menma:No... e che... va beh... tanto siamo arrivati. Ci vediamo domani, no?
Rita:Si, certo. A domani allora.

Salutai, dividendomi da lui e continuando a salire da sola. Era un comportamento strano, ma non ci diedi molto peso. Arrivai al mio piano, per poi andare verso la porta di casa mia, quando lui salì di tutta fretta e si voltò verso me chiamandomi:

Menma:Rita?

Mi fermai e mi voltai verso di lui. Aveva il fiatone e non riuscivo a capire perchè si stesse comportando in quel modo.

Rita:Si? Che c'è?
Menma:Posso venirti a rompere le scatole ogni tanto?
Rita:Le scatole già me le rompe qualcun altro, ma puoi venirmi a trovare quando vuoi. Lo sai.

Rise, abbassando la testa e dandomi le spalle. Continuò a camminare verso casa sua, voltandosi continuamente verso di me, mentre io rientravo nella mia. I giorni passavano e tra me e Menma stava nascendo qualcosa di unico. Bussava ogni sera la finestra di camera mia e parlavamo di tutto, guardavamo le stelle e qualche volta sono andata a vedere anche un film in camera sua.
L'amicizia che stava nascendo era molto forte e piena di sentimento. Mi sentivo fortunata ad averlo come amico, ma le cose non andavano per niente bene a scuola per lui. Kiba voleva sempre separarmi ed io mi trovavo sempre ad urlargli contro.
Qualche giorno dopo vidi Sakura in classe che era completamente spenta e in disparte dal gruppo. Sembrava che un camion le fosse venuto direttamente addosso. Non sapevo che anche io mi sarei trovata nella stessa situazione ben presto, ma per un motivo ben diverso. Cosa successe? Scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Menma:Torniamo a casa insieme?!
Rita:Certo, perchè no?

Mi alzai dal banco per uscire dalla porta. Ero del tutto ignara del fatto che Kiba era infastidito dal modo in cui si comportava Menma con me. Era geloso e temeva che potesse allontanarmi da lui.
Infatti, pur parlando con Shino in quel momento, nel vedermi uscire di classe con lui, corse come un pazzo.

Kiba:Ehi, dove vai?!

Sbraitò vedendomi uscire dall'aula con il corvino.
Mi fermai e mi voltai. Tutti erano a conoscenza della verità. Era inutile negarlo. Io gli piacevo, ma ero convinta che fosse solo un modo per prendermi in giro.
Insomma, non giudicatemi. Ero solo una ragazzina e non capivo cos'era l'amore. Non capivo che Kiba era serio. Nessun ragazzo ci aveva provato con me prima del mio arrivo a Konoha, anzi. Ero sempre stata presa in giro e pensavo che quella fosse l'ennesima trovata del pagliaccio della classe per mettermi in ridicolo.

Rita:Che domande? Me ne torno a casa, no?
Kiba:Con lui?
Rita:Certo, perchè? Qualche problema?

Domandai, incrociando le braccia ed essendo infastidita dal suo modo di fare. Abbassò lo sguardo e mormorò infastidito.

Kiba:Nessun problema. Solo che mi da fastidio.
Rita:Fastidio? Tsk... e chi sei tu per dirlo? Non sei mica il mio ragazzo che puoi decidere con chi devo vedermi e cosa fare?
Kiba:Cosa?
Rita:E poi anche se lo fossi, me ne fregherei altamente.
Kiba:Che?
Rita:Il gioco è bello quando dura poco. Forza, Menma. Andiamo.

Dissi, dandogli le spalle e allontanandomi da lui. Naruto uscì ridendo dalla classe cominciando a prenderlo in giro.

Naruto:Menma 1 - Kiba 0.
Kiba:Tu, brutto figlio di...!

Urlò, correndogli dietro per menarlo. Si sentiva umiliato da Menma. Lo vedeva proprio come una minaccia e Naruto non smetteva di farglielo notare. Kiba era stanco e confuso dall'atteggiamento mio e del fratello di Naruto. Insomma, lui non sapeva decifrarmi ed io non capivo ciò che stava succedendo attorno a me.
Non capivo che l'uomo cane percepiva l'odore di Menma cambiare quando mi parlava e quel cambiamento sapeva molto bene cos'era. Sapeva che quel ragazzo aveva un debole per me, mentre io lo consideravo un semplice amico.
Non riuscivo a vedere i suoi sentimenti. Non mi ero mai trovata di fronte a qualcuno innamorato di me. Non sapevo come funzionava. Era una cosa del tutto nuova e sconosciuta e sinceramente non sapevo nemmeno io cosa provavo per entrambi. Con Menma stavo bene, ma Kiba era insostituibile con quelle sue frecciatine e le litigate perenni. Non mi accorsi che i miei gesti, detti con tanta ingenuità e senza nemmeno riflettere, potevano far bene e male a chiunque di loro.

Rita:Sai, dovresti ridere di più.
Menma:Cosa?
Rita:No, cioè... volevo dire che hai un bel sorriso. Non si vede su tutti.

Affermai, andando verso il contenitore dell'immondizia per buttare la stecchetta di legno del ghiacciolo. Lui fece lo stesso. Eravamo sotto casa, quando fu incuriosito dalle mie parole.

Menma:Da quanto in qua ti intendi di sorrisi?
Rita:Per tua informazione, me ne intendo eccome se me ne intendo.
Menma:Beh, se è così, cosa dice il mio? Che sorriso avrei?

Calò un silenzio breve, ma le parole che susseguirono lo lasciarono sorpreso.

Rita:Il più bello di tutti. Quello è il sorriso di chi ha sofferto molto, ma le ha superate tutte.

Gli diedi le spalle, mentre andavo verso le scale che portavano nel condominio del palazzo. Lui rimase talmente sorpreso che si fermò.
Si sentì in qualche modo corrisposto e capito. Era come se gli avessi letto l'anima senza nemmeno accorgermene. Menma arrossì, sentendosi il cuore battere a mille. Abbassò la testa pensando che forse si era sbagliato, ma più mi guardava e più sentiva quei sentimenti crescere in lui. Quando mi accorsi che era rimasto indietro, lo chiamai.

Rita:Perchè ti sei fermato? Non vieni?

Domandai e lui scosse la testa cercando di riprendersi, per poi porre le sue domande:

Menma:Davvero vedi questo? Cioè... davvero pensi questo di me?
Rita:Si, perchè me lo chiedi?

Rimase lì, fermo immobile a fissarmi per un po'. Calò il silenzio tra di noi. Ci fu un attimo di esitazione, ma poi scosse la testa. Cominciò a balbettare, non sapendo che dire. Aveva mille emozioni che non sapeva spiegare.

Menma:No... e che... va beh... tanto siamo arrivati. Ci vediamo domani, no?
Rita:Si, certo. A domani allora.

Salutai, dividendomi da lui e continuando a salire da sola.
Mi guardò salire. Si mise una mano tra i capelli cercando di schiarirsi le idee.

Menma:E se fosse... no. Non può essere.

Mormorò tra se e se, cercando di capire se quell'amore che provava per me fosse corrisposto. Si fece anima e coraggio e salì di tutta fretta. Aveva un solo modo per scoprirlo ed era chiedermi di passare più tempo con lui.

Menma:Rita?

Chiamò, fermandomi poco prima che arrivassi alla mia porta. Aveva il fiatone a causa della corsa fatta per salire le scale.

Rita:Si? Che c'è?
Menma:Posso venirti a rompere le scatole ogni tanto?
Rita:Le scatole già me le rompe qualcun altro, ma puoi venirmi a trovare quando vuoi. Lo sai.

Quelle parole suonarono alle sue orecchie come qualcosa di positivo. Non sapevo che involontariamente gli avevo fatto capire che apprezzavo più lui che Kiba, anche perchè non era così. Per me erano amici in egual modo.
I giorni passavano e il rapporto con Menma ingelosiva sempre di più Kiba. Arrivò il giorno dei compiti corretti dalla Kurenai e ovviamente dovetti fare l'interrogazione a causa del voto basso avuto al compito, quando Sakura si accorse che Sasuke che era terribilmente nervoso e pensieroso.

Sakura:Sas'ke? Tutto bene?
Sasuke:Si, sto solamente pensando.

Rispose con lo sguardo perso nel vuoto. Presto finì la lezione e tornammo a casa. Sasuke si ritrovò ad entrare in casa, quella casa che lui odiava e che ogni santo giorno tentava di trovare una scusa per uscirne il più presto possibile. Il motivo era che lui non ci stava bene.  La sua famiglia non era una qualsiasi.

Sasuke:Sono a casa.
Itachi:Sei tornato presto.

Disse accogliendolo mentre Sasuke entrava nella cucina vedendo che era in compagnia della sua combricola.  Ebbene, il motivo per cui lui non ci stava bene era che la sua famiglia era piena di debiti a causa di Itachi. Aveva infangato la famiglia e l'onore degli Uchiha nel modo più terribile che potesse esserci. Era entrato a far parte dell'organizzazione alba, un organizzazione criminale molto ricercata non solo a Konoha, ma anche in tutti gli altri villaggi e si estendeva lungo tutta la zona dei villaggi ninja e anche oltre. Era passato così come un traditore e un ricercato di Konoha, ma la cosa peggiore è che era entrato per far felice il padre solamente perchè lo aveva sentito parlare dell'odio che aveva verso i politici e le loro leggi e avrebbe voluto effettuare un colpo di stato. Quel pensiero del padre di Sasuke fu fatto così, come si parla tutti i giorni. Era solamente un opinione e non un volere vero e proprio come aveva capito il figlio. Da quel giorno, i genitori di Itachi e di Sasuke si addossarono tutte le colpe e Itachi va via appena ha una missione con i suoi compagni. Stavolta era toccato ai compagni andare da lui. E lì, seduti al tavolo della cucina, c'erano non solo Itachi, ma anche Deidara e Karin, la cugina di Naruto che era appena entrata nell'organizzazione. Mikoto, la madre di Sasuke, si voltò mettendo sul tavolo un valsoio cercando di accoglierli al meglio dandogli una tazza di thè.
 
Mikoto:Ecco ragazzi.
Deidara:Grazie, signora.
Karin:Non doveva disturbarsi.
Mikoto:Ma figuratevi. Per gli amici di Itachi questo ed altro.

Davanti a quella scena assurda, Sasuke non poteva resistere un minuto di più così uscì andando verso camera sua, ma fu seguito da Karin.

Sasuke:Che diamine vuoi?
Karin:Nulla...
Sasuke:Allora perchè mi segui?
Karin:Vedi, io... come dire... sono sempre stata attratta da te.

Confessò avvicinandosi a lui cercando di sedurlo togliendosi gli occhiali continuò:

Karin:Che ne pensi di stare un pò da soli? Magari usciamo insieme. Solo io...e te.
Sasuke:Scordatelo. Non starei mai con una come te.

Rivelò facendo cadere il mondo addosso alla ragazza.

Karin:Perchè continui a rifiutarmi? Per te sono entrata anche nell'organizzazione alba.
Sasuke:Avresti potuto farne almeno. Io non sto con loro e mai lo sarò. Quindi il fatto che sei entrata in quella cavolo di organizzazione sono affari tuoi e non miei.
Mikoto:Sasuke!

Richiamò sentendo le parole del figlio che era al quanto urtato dal comportamento della ragazza.

Sasuke:Che c'è? E' la verità!
Itachi:Finchè farò parte dell'organizzazione alba, tutta la famiglia Uchiha ne farà parte, quindi è ora che te ne faccia una ragione.
Sasuke:Già faccio da informatore. Non puoi costringermi a farmi andare d'accordo anche con i tuoi compagni.
Fugaku:Inveci li rispetterai!

 
Ordinò il padre sentendo tutta la conversazione.

Sasuke:Ma papà...!
Fugaku:Tu farai quel che ti dico, chiedi subito scusa alla signorina, anzi... sai che c'è di nuovo? Oltre a chiederle scusa, l'accompagnerai a casa e farai tutto ciò che vuole.
Sasuke:Che? Ma io devo andare a lavoro!
Fugaku:Tu farai come ti dico. Avanti! Muoviti!

Con l'odio verso quella situazione, prese la mano della ragazza e la trascinò fuori. Karin, in quel momento, sentì il canto degli uccelli e a lei sembrava tutto così romantico, mentre per Sasuke era una vera e propria tortura. E mentre lui si stava subendo una Karin innamorata che se lo trascinava avanti e indietro, Sakura si trovò Rock Lee fuori alla porta di casa.

Sakura:Rock Lee. Che ci fai qui?
Rock Lee:Avevo pensato che potesse farti piacere fare quattro passi. E poi ho un pò di lezioni di tecniche ninja che non ho ancora capito.

Inventò, ma si vedeva lontano un miglio che era solo una scusa per passare del tempo con lei. La ragazza sospirò e lo fece entrare. Incominciarono a studiare e dopo un pò decisero di uscire per sgranchissi un pò le gambe. La verità è che Sakura voleva solamente uscire per andare in città e vedere il suo bel Sasuke mentre vendeva le rose e parlarci un pò, ma ciò che vide fu tutt'altro. Infatti, lui non c'era e a vendere rose c'era Ino con Sai.

Sai:Ciao, Sakura. Vuoi una rosa?
Sakura:No, grazie. Come mai ci siete voi e non Sasuke?
Ino:Qualche ora fa ha chiamato sua madre e ha detto che doveva sbrigare una commissione per loro che impiegava tutta la giornata.
Sakura:Capisco.

Rispose preoccupata incominciando a pensare a cosa potesse essere successo. Così incominciò a chiamarlo, ma il cellulare sembrava essere spento.

Sakura:Che strano.
Rock Lee:Per te!

Disse dandole una rosa.

Sakura:Oh...quante volte devo dirti che non voglio queste scemenze?
Rock Lee:Volevo solo vederti sorridere. Sei diventata stranamente triste e pensierosa.

Rivelò. Dopotutto era vero. Così cercò di scacciare i pensieri negativi e accettò la rosa di Rock Lee come gesto di amicizia sorridendo e annusandola.

Sakura:Sei molto gentile.
Rock Lee:Avanti, andiamo!

Così continuarono a camminare e mentre passeggiavano tranquillamente qualcosa attirò la sua attenzione. Sakura si fermò e vide tra la folla il suo Sasuke con Karin appiccicata letteralmente addosso. Sembravano una coppia felice. Senza pensare e presa alla sprovvista, le cadde la rosa dalle mani.

Rock Lee:Sakura? Ti senti bene?

Chiese, ma lei era impassibile. Continuava a guardare Karin mentre faceva la smorfiosa con il suo ragazzo e non riuscì a fare almeno di scappare con le lacrime agli occhi.

Rock Lee:Sakura, dove vai?

Vedere il suo Sasuke con un'altra la feriva, ancora peggio se l'altra si trattasse di Karin. Era la ragazza che l'aveva sempre fatta soffrire da bambina e vedere Sasuke con lei era una pugnalata diritta al cuore. Sembravano star insieme e lei non lo sopportava e senza pensare scappò via da tutto e da tutti senza sapere a cosa sarebbe andata incontro e a come stessero veramente le cose.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15
I giorni passarono in armonia ed io imparavo alla perfezione ogni tecnica ninja nel libro grazie anche all'aiuto di Menma e degli studi fatti con lui. Ero riuscita a migliorare parecchio nell'agilità e nel manovrare i kunai. Senza rendermene conto recuperai tutte le materie, tranne matematica. Era incredibile come fosse cambiata la mia vita.
Era tutto perfetto. Avevo amici, gli studi andavano bene e alla fine sarei diventata ciò che avevo sempre sognato, un ninja. Pensavo di essere finalmente arrivata all'obiettivo di conoscere le tecniche e sapere tutto sui ninja, ma ahimè mi sbagliavo. Quel giorno, quando Sakura era giù e tutti cercavamo di capire cos'avesse, venni interrogata dal sensei Iruka e notai qualcosa di al quanto strana.

Iruka:Molto bene, nella teoria. Dimostrazione pratica della tecnica di moltiplicazione.
Rita:Ok.

Mi alzai dalla sedia e incominciai ad effettuarla, ma non accadde nulla. Riprovai e nuovamente zero.

Rita:Che strano. Eppure ero sicura che fosse questa la sequenza.

In quel momento il sensei fece una strana faccia. Sembrava preoccupato e chiuse il libro insieme al registro senza alcun motivo apparente.

Iruka:Va bene così.
Rita:No, voglio riprovarci!

Esclamai riprovando, ma nulla. Iruka abbassò la testa e ribadì.

Iruka:Basta così.
Rita:Ma io...
Iruka:Tranquilla. Probabilmente hai bisogno solamente di studiare un po' di più. Dopotutto in due mesi è difficile imparare qualcosa che non hai mai fatto.

Tranquillizzò alzando la testa e facendo un sorriso rassicurante.
Devo ammettere che il sensei Iruka era molto comprensivo nei miei confronti, ma comunque rimaneva il fatto che non riuscivo neanche a creare una copia di me. Ero sicura di aver fatto tutto giusto. Tornai al mio posto e cercai di capire, ma con il sensei che spiegava ci capivo ben poco quindi rimandai al mio ritorno a casa.
Quando tornai nella mia dimora, il primo pensiero fu proprio quello. Aprii il libro di tecniche ninja e mi accorsi che tutti i movimenti fatti erano giusti.

Rita:Allora come mai non riesco nemmeno a duplicarmi?

Mi chiesi riprovando con la tecnica. Purtroppo non accadeva nulla e la cosa mi lasciò al quanto perplessa. Mentre provavo e riprovavo senza alcun risultato, sentii bussare la porta di casa.
Mamma era giù, ma io mi alzai e corsi fuori da camera mia lo stesso. Ero entusiasta pensando fosse mio padre, ma invece mi ritrovai nel salone di casa il sensei Iruka parlare con mia madre. "Che ci fa Iruka a casa mia?" Incominciai a chiedermi avvicinandomi pian piano.

Iruka:Ah...ciao Rita.
Rita:Sensei...che ci fa qui?
Hanare:Tesoro, va in camera tua. Io e il sensei stavamo parlando.
Rita:Lo vedo.
Iruka:Tranquilla. Può stare anche lei. Dopotutto è una cosa che le riguarda, non trovi?

Quelle parole mi incominciarono a far pensare che mia madre tradisse mio padre Kakashi con il mio sensei di tecniche ninja. Cominciai a farmi mille drammi familiari e film mentali. Fortunatamente i miei pensieri svanirono sul nascere. Mi sedetti accanto a mia madre preoccupata.

Rita:Qualcosa che mi riguarda?
Iruka:Come dicevo a tua madre, hai fatto dei ottimi progressi nella mia materia, ma purtroppo non sei riuscita ad applicare la tecnica della moltiplicazione che ti avevo chiesto di fare.
Rita:Lo so, lo capisco. Eppure ero sicura di aver messo bene le mani.
Iruka:Infatti i movimenti erano giusti.
Rita:Cosa?

Chiesi sorpresa guardando il sensei meravigliata.

Hanare:Allora perchè non è riuscita ad effettuarla?
Iruka:I motivi ne possono essere due, blocco di chakra o mancanza di chakra sufficiente per le arti magiche.
Hanare:Cosa?
Rita:Mancanza di chakra?
Iruka:Certo. La mancanza di chakra provoca un limite e le arti magiche non riescono, prendi esempio Rock Lee. Lui ha questo problema. Di fatto sa molto bene come si funzionano e come si applicano, ma il chakra è talmente basso che è quasi inesistente e quindi non riesce ad applicarle.
Hanare:Quindi...lei sta dicendo che mia figlia ha qualche problema del genere?
Iruka:Credo proprio di si. Sinceramente, spero di sbagliarmi. Dopotutto è una ragazza molto promettente. Nessuno dei miei studenti ha imparato tutto in due mesi. Infatti ho evitato di metterti il voto proprio per questo. Sei andata da 9, ma siccome non sei riuscita ad applicarla che è una cosa molto importante in un'accademia ninja, ti saresti beccata un 4 e mi dispiaceva.
Hanare:E' ovvio.
Rita:Che posso fare per alzare la media?
Iruka:Tranquilla. Come già ho detto in classe, aspetterò qualche altro mese. Nel frattempo direi di fare qualche controllo. In modo che nessuno avrà da ridire se faccio solo la parte orale. E poi non si può essere un buon ninja con una limitazione di chakra. Non vi pare?
Hanare:Capisco.
Iruka:Beh...io tolgo il disturbo, non vorrei ancora trattenervi io....

In quel momento non ci vidi più e mi alzai di scatto correndo in camera mia. Avevo le lacrime agli occhi. Sapere di non poter diventare mai un ninja come i miei compagni, mi faceva male. Sembrava non andarmene una nel verso giusto. Tutto andava male. Odiavo terribilmente quella situazione.

Hanare:Rita...

Sussurrò venendo in camera mia e vedendomi con le lacrime agli occhi.

Hanare:Rita...non fare così.
Rita:E su che base lo dici? Io volevo diventare ninja, volevo che mio padre mi guardasse e stesse con noi, invece tutto questo non è possibile. Ma che razza di famiglia siamo? Io odio tutta questa storia.
Hanare:Rita...
Rita:Lasciami in pace ora!
Hanare:Rita! Dove vai? Rita!

Continuò a chiamarmi, mentre io amareggiata e addolorata, decisi di alzarmi da quel letto e correre fuori di casa. Non volevo sentire altro. Il mondo mi era crollato addosso. Ogni mio sogno sembrava essersi frantumato nel nulla. Con le lacrime agli occhi corsi via, ma purtroppo non conoscevo molto bene la città e così andai nell'unico luogo che avevo conosciuto bene, il parco. Rimasi lì a lungo pensando come fare, ma non mi venne nulla in mente. Nel pensare e ripensare scese la notte ed io continuavo a singhiozzare vicino a quel fiume ancora senza idee finchè una mano non si posò sulla mia spalla.

Kakashi:Finalmente ti ho trovata.
Rita:Papà....

Sussurrai con un filo di voce abbracciandolo, mentre lui mi confortava accarezzandomi i capelli e ripetendo.

Kakashi:Andrà tutto bene. Tranquilla. Andrà tutto bene.

Odiavo quella situazione più di qualsiasi altra cosa al mondo. Mio padre dopo avermi rassicurata ed essermi stato vicino in quel parco, mi portò a casa. Ero terribilmente giù ed essendo preoccupato per me rimase con noi tutta la notte. Inutile dire che non riuscivo a dormire. Stavo male e come me, neanche lui e mia madre. Mi alzai dal letto per andare verso la cucina, ma mi fermai nel sentirli parlare. La conversazione mi incuriosì talmente che mi misi ad origliare.

Kakashi:Tranquilla. Andrà tutto bene.
Hanare:Ma se non avrà chakra? Lo sai che un ninja senza quello non è un vero ninja.
Kakashi:E' figlia mia e tua. Qualcosa da noi avrà preso.

Rispose standosene tranquillo.

Hanare:Come fai ad essere così tranquillo? Non ti preoccupi nemmeno un pò per tua figlia? Ma che razza di padre sei?
Kakashi:E' qui che ti sbagli. Sono molto più preoccupato di te, ma... non possiamo far altro che farle gli accertamenti e vedere cos'abbia. E poi sono fiducioso. Credo che anche senza chakra può essere ciò che vuole.

Quelle parole mi sorpresero, ma mi fecero anche male allo stesso tempo. Sapere di non avere chakra era qualcosa che mi feriva profondamente visto che avevo le mie grandi idee di diventare ninja. Andai in camera mia e aprii la finestra per prendere un po' d'aria.

Menma:Anche tu non riesci a dormire?

Sentii il mio vicino parlarmi. Mi voltai e lo vidi seduto sulla scala antincedio a fissare le stelle.

Rita:Si, è stata una giornata stressante e mi sa che domani andrà peggio.
Menma:Problemi con i tuoi?
Rita:Non proprio.
Menma:Se ti può confortare, non sei l'unica che litiga spesso con i suoi. I genitori sono strani. Quando non li vuoi stanno sempre in mezzo e quando servono se ne vanno sempre in missione. E' tipico da loro.
Rita:Non ho problemi con i miei.

Ribadii facendomi guardare.

Menma:Allora cosa c'è? Qualcosa non va?

Non me la sentivo di dire ciò che era successo. Se l'avessi detto, sarei scoppiata in lacrime e non volevo. Volevo far valere le parole di mio padre, che probabilmente era solo una mancanza che sarei riuscita a gestire e diventare comunque un ninja. Inoltre, le analisi erano l'unico modo per sapere cos'avessi davvero. Non volevo dare i miei problemi agli altri. Non mi è mai piaciuto mostrarmi debole e farli impietosire di me. Così, stanca anche per il sonno che stava cominciando a prendermi, consigliai facendo per rientrare:

Rita:Scusa, devo andare a dormire. Domani ho la giornata piena e credo che sia meglio che vada anche tu.
Menma:Rita?
Rita:Si?

Domandai, affacciandomi nuovamente. Rimase in silenzio per un po', per poi abbassare lo sguardo e dire:

Menma:Niente. Lascia stare. Buona notte.

Con questo se ne rientrò e chiuse la finestra. Era strano, ma avevo altro a cui pensare. Chiusi la finestra e mi misi nel letto cercando di dormire. Presto venne il giorno seguente e andai a scuola con Menma e Naruto come poi si stava svolgendo da un po' di tempo. Era diventata un abitudine. Quella testa quadra continuava a sparare scemenze a raffica e Menma era sempre più contrariato con lui. Sembrava essere infastidito dal comportamento del fratello, ma non ne ero sicura. Entrai in classe cercando di distogliere i brutti pensieri dalla mente quando qualcuno mi tirò lo zaino dalle spalle.

Rita:KIBA!!!

Urlai già sapendo chi fosse e infatti era proprio lui.

Kiba:Buongiorno aliena! Come va?
Rita:Andrebbe meglio se ogni santo giorno non mi rompessi tu e questa cosa della cartella.

Mi lamentai mentre Naruto entrava dopo di me euforico per poi spegnersi.

Naruto:Sakura? Va tutto bene?

Domandò e tutti si voltarono vedendola col volto completamente spento e contrariato che se ne stava in disparte dal gruppo e con la testa appoggiata sul banco. Era il secondo giorno che era contrariata. Chissà cos'aveva. Ino si avvicinò appena la vide in quello stato.

Ino:Sakura? Va tutto bene?
Sakura:Lasciatemi morire in pace!

In poco tempo, tutta la classe si avvicinò a lei per capire cosa fosse successo, mentre io mi sedevo al mio posto.
Qualsiasi cosa avessi, non poteva fregarmene di meno visto che  avevo altri pensieri per la testa.
L'unico che sembrò notarlo fu Menma che si sedette accanto a me, ma non disse una parola.
La giornata passò più lentamente del solito e quelle ore di scuola erano interminabili. Volevo capire cosa mi stesse succedendo e cos'avevo il più presto possibile. L'ultima e dannata campanella suonò ed io mi alzai di scatto, allontanandomi dalla classe il più presto possibile, ma non feci in tempo. Una volta fuori la porta la cartella, ancora una volta, mi venne tirata.

Rita:Ah...ma insomma! La vogliamo smettere?
Kiba:Che fai? Non vieni a mangiare qualcosa con noi?

Chiese vedendomi pensierosa e scappare via da loro.

Rita:No, devo tornare a casa. Ho... un pò di cose da fare.

Sintetizzai.

Naruto:Avanti, vieni con noi! Mangiamo prima qualcosa e poi torniamo.
Rita:Tanto anche se venissi non potrei mangiare lo stesso. Mi spiace, ma devo andare. Finirò per fare tardi.

Mi allontanai da loro, ma mentre camminavo Menma pensò di raggiungermi.

Menma:Aspetta, vengo con te.

Aggiunse, venendomi dietro. Mi fermai e lo aspettai, per poi fare la strada insieme. Questo destò molti sospetti, ma non solo. Li lasciò anche dubbiosi a fantasticare chissà cosa su me e Menma. Durante il tragitto verso casa, il fratello di Naruto notò che qualcosa in me non andava.

Menma:Sei silenziosa. Come mai? E' successo qualcosa?
Rita:No, sono solo un po' stressata. Poi dopo devo andare anche dal medico e queste cose non mi piacciono per nulla.
Menma:E' una visita di controllo?
Rita:Si, una visita generale, ma non è che vada tanto d'accordo con siringhe e medici.
Menma:Andrà sicuramente per il meglio. Vedrai.
Rita:Speriamo.

Risposi, arrivando al bivio dove poi ci saremo separati. Mi voltai verso di lui.

Rita:Allora, ci vediamo stasera?
Menma:Ovvio, a stasera.

Mi allontanai da lui. Era molto tranquillo, cosa che io non lo ero affatto. Dopotutto non potevo dire che sarei andata a fare le analisi e le visite per vedere del mio chakra. Non riuscii a dirlo ai miei amici, ma solo con Menma riuscivo a parlare tranquillamente, anche se non volevo farlo preoccupare. Sentivo che se l'avessi detto a qualcuno della classe, mi avrebbero tutti deriso, mentre lui no. Ero intenzionata a dirgli tutto una volta tornata dal medico, ma... beh... non ci riuscii.
Andai dal dottore insieme a mio padre e a mia madre, dove un gruppo di medici cominciò a visitarmi per bene. Controllarono il battito del cuore, la pressione, i polmoni, la vista, l'udito, i riflessi e anche altre analisi tra cui quelle del sangue.

Dottore:Mi spiace avervi fatto aspettare.

Disse avvicinandosi con i risultati delle analisi.

Kakashi:Non si preoccupi.
Hanare:Piuttosto, sa dirmi cos'ha?
Kakashi:E' carenza di chakra?
Dottore:No, purtroppo si tratta di ben altro.

Rivelò, sedendosi sulla sua sedia davanti alla scrivania, per poi guardare e riguardare quelle analisi. Sembrava che non sapesse come dirlo.
Scosse la testa, prese fiato e cercò di sintetizzare la cosa, lasciando perplessi i miei, mentre io non ci capivo assolutamente niente.

Dottore:La ragazza è affetta da un gravissimo blocco di chakra. La BdCG non è facile da gestire. L'unico punto dove è libero è situato alla gola e alle vie interne. Voi capite bene che significa, non è vero?
Rita:Scusate, ma che significa?

Domandai, vedendo tutti fin troppo silenziosi e non capendo nulla di quello che aveva appena detto il medico. Volevo sapere. Era mio diritto sapere.
Kakashi mi guardò e con tristezza mi rispose con qualcosa che non avrei mai voluto sentire.

Kakashi:Vuol dire che non riesci a mandare fuori il chakra e di conseguenza...
Dottore:Non puoi intraprendere la strada per diventare ninja.
Rita:COSA???

Urlai sorpresa. Ero nel panico totale. Non riuscivo a far altro che mettermi le mani tra i capelli e pensare e ripensare quelle parole.
Insomma, la mia vita da ninja si era conclusa lì ed era una cosa insopportabile.

Hanare:Tesoro, calmati.
Dottore:Ci sono tante altre cose belle che puoi fare nella vita.
Rita:Tipo?
Dottore:Tipo diventare avvocato oppure l'estetista.

Sentendo quelle cose mi alzai di scatto dalla sedia dov'ero seduta, per poi urlare:

Rita:Ma io volevo diventare un ninja. Se volevo fare l'estetista, sarei rimasta altrove!
Hanare:Ti prego, cerca di calmarti.

Tentò di dire mia madre, ma non riuscii a sopportarlo. Uscii dalla stanza dell'ospedale e mi fermai lì fuori. Le lacrime uscivano spontanee. Mio padre mi mise una mano sulla testa per consolarmi, ma non serviva un granchè.

Kakashi:Forza. Torniamo a casa.

Singhiozzante, con il cuore a pezzi e le lacrime agli occhi feci ritorno a casa. Kakashi mi stette vicino tutto il tempo e decise di rimanere con noi finchè non mi sarei ripresa, ma sentivo che non mi sarei mai ripresa da quella batosta.
Non toccai cibo e mi rinchiusi in camera mia. Avevo solo tantissima voglia di piangere. Sapere che un sogno si concludeva prima ancora di iniziare, faceva male, ma non avevo intenzione di arrendermi.
Non potevo farlo. Dovevo essere l'orgoglio di mio padre. Lui aveva fiducia in me, non potevo deluderlo così.
Dovevo trovare un modo per far uscire questo chakra. Doveva esserci un metodo o un qualche altro modo per diventare un ninja forte e diverso dal comune. Così decisi di andare al negozio vicino casa. Volevo studiare e comprendere di più sulle altre arti. Non volevo arrendermi.
Lì trovai un libro e lo comprai. Avrei potuto specializzarmi in disegno, pensai che fosse una buona idea, ma... una volta a casa cercai di provarci ed ero una vera frana.

Rita:Maledizione! Perchè non ci riesco?

Mi chiesi notando che neanche un semplice disegno ero capace di dare vita. Era proprio come mi era stato detto. Il mio chakra era bloccato. Non riusciva ad uscire.
In quell'istante, mentre studiavo nella mia camera e cercavo un modo per ampliare il chakra, sentii bussare al vetro della finestra.
Era Menma.
Sinceramente, non avevo intenzione di parlargli. Mi sentivo estremamente sola e incompresa dal mondo, così decisi di ignorarlo.
Rimase lì fuori per un po' cercando di farsi aprire, ma... non me la sentivo. Sapevo che sarei scoppiata in lacrime se qualcuno mi avesse chiesto il motivo della mia chiusura. Ogni sera avevo sempre la visita di Menma alla finestra, ma non potevo parlargli. Non più. Non volevo dargli i miei problemi. Erano cose mie in fondo, non sue.
Lo evitavo ed evitavo tutti i miei compagni.
Cominciai a pensare che il modo migliore fosse evitare tutto e tutti, allontanandomi dal mondo circostante per cercare di trovare un modo o un qualsiasi metodo per far uscire questo chakra bloccato. Da quel momento cominciai a rintanarmi molto più spesso nella biblioteca di scuola.
Mi sedevo ogni giorno a quel tavolo della biblioteca, circondata da una marea di libri ninja, ma nonostante facessi di tutto per trovare qualche tecnica adatta a me, non riusciva nulla.
Non sapevo che ero osservata da lontano.

Chi mi osservava? Beh...scopritelo nel prossimo capitolo

***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Rita:No, devo tornare a casa. Ho... un pò di cose da fare.

Sintetizzai, lasciando preoccupato Naruto e Kiba. In fondo non avevo mai declinato un invito prima.

Naruto:Avanti, vieni con noi! Mangiamo prima qualcosa e poi torniamo.
Rita:Tanto anche se venissi non potrei mangiare lo stesso. Mi spiace, ma devo andare. Finirò per fare tardi.

Risposi allontanandomi da loro lasciandoli dubbiosi.

Menma:Aspetta, vengo con te.

Chiamò il ragazzo, correndo nella mia direzione. Lo aspettai e ci incamminammo insieme.
Quel comportamento fu considerato strano a tal punto che quando si ritrovarono a mangiare Kiba sfogò i suoi pensieri.

Kiba:Non lo so, ragazzi. Ho un brutto presentimento. Prima si comporta in modo strano, poi Menma le sta vicino. Non lo so, questa storia mi puzza.
Naruto:Guarda che Rita non è l'unica che si è comportata in modo strano, anche Sakura è stata abbastanza strana da qualche giorno. Probabilmente avranno le loro cose. Lo sai come diventano le ragazze quando hanno il ciclo.
Kiba:Spero sia come dici.

Mormorò, guardando fuori dalla finestra del ristorante di ramen dove sedevano.
Nel frattempo, Sakura tornava a casa insieme a Rock Lee.

Sakura:Grazie per avermi accompagnata.
Rock Lee:Ma figurati, questo ed altro.

La ragazza fece per entrare e il ragazzo la bloccò.

Rock Lee:Sakura, senti... io... vorrei parlarti di una cosa.

La rosa si voltò verso di lui che cominciò a confessare:

Rock Lee:Penso che sia ovvio che tra noi c'è una strana intesa. Insomma, tu mi piaci e pensavo che visto il comportamento di Sasuke tu...
Sakura:Ne abbiamo già parlato, Rock Lee. Non sei il tipo di ragazzo che mi piace.

Interruppe e quelle parole fecero molto male nel cuore del ragazzo, tanto che cominciò a piangere.

Rock Lee:Dimmi allora cosa devo fare. Farò qualsiasi cosa pur di stare con te.
Sakura:Mi spiace, Rock Lee. Io amo Sasuke e so molto bene, nel profondo del mio cuore, che ciò che ho visto ha una valida spiegazione. Lui non è un donnaiolo.
Rock Lee:E se ti sbagliassi? E se fosse davvero così?
Sakura:Mi spiace, ma comunque sarebbe un no da parte mia. Lo sai.

Concluse, entrando dentro casa e chiudendosi la porta dietro. Aveva rifiutato molte volte quel ragazzo. Pensava e ripensava alla scena vista di Sasuke e Karin insieme. La sua mente era avvolta da dubbi e non esitò a mandare un messaggio al suo amato Sasuke per vedersi e parlarne da vicino.
Venne sera e Sakura andò nel luogo prestabilito per Sasuke, ovvero al parco.

Sasuke:Eccomi. Di che volevi parlarmi?

Domandò il ragazzo, mentre lei era di spalle. Si voltò e con rabbia e delusione, andò diritto al dunque.

Sakura:A che gioco stai giocando?
Sasuke:Che vuoi dire?

Sasuke non sapeva di essere stato visto con Karin e Sakura glielo disse chiaramente.

Sakura:Ti ho visto l'altro giorno, Sas'ke. Inutile fingere. Eri con Karin, non mentire.
Sasuke:Non sto dicendo di no, ma non posso dire che stavo con lei per volontà mia.
Sakura:Che vuoi dire?
Sasuke:Sai la situazione della mia famiglia. Mio fratello Itachi è nell'organizzazione alba ed io non posso sottrarmi ai loro ordini. Karin è in quella organizzazione e non posso evitarla. Se mio fratello parla, mio padre lo accorda ed io sono costretto a fare come dicono.

Quella spiegazione data dal ragazzo mentre si metteva le mani nelle tasche e le dava le spalle, la lasciò terribilmente amareggiata.

Sakura:Mi spiace, io non pensavo che...
Sasuke:Forse, hai ragione. E' stato uno sbaglio mettermi con te. Quell'organizzazione, se lo sapesse, potrebbe farti del male e quindi è meglio che stiamo lontani.
Sakura:Cosa? No! Non puoi dire una cosa del genere!
Sasuke:Che altro modo c'è, allora? Per tutto questo tempo sono stato lontano da voi proprio per questo, soprattutto da te Sakura. Dimmi, adesso, hai altro modo?

Con quella domanda il ragazzo si voltò verso lei guardandola negli occhi. L'amarezza era da entrambe le parti.
Sakura capì il motivo dei suoi tentennamenti. Lui amava lei, ma non poteva stare a causa della famiglia in cui si trovava.
La ragazza si avvicinò, prendendolo per mano e alzando lo sguardo verso di lui confortandolo con:

Sakura:Troveremo un modo. Te lo prometto, ma non voglio che mi tieni all'oscuro di queste cose. Ok?
Sasuke:D'accordo, ma se mi comporto in un certo modo, cerca di capire. Non è una situazione facile da gestire.

E mentre i due parlavano, Menma se ne stava seduto sulla finestra aspettando che mi affacciassi come ogni sera, ma non potevo farlo.
Ero disperata e lui decise di venire verso la mia finestra. Lo ignorarei, per poi sdraiarmi sul letto a piangere. Ormai avevo deciso di trovare la mia via. Non volevo dare i miei problemi agli altri. Il giorno dopo evitavo tutto e tutti. Non degnavo di uno sguardo a nessuno. La cosa fece venire sospetti a tutta la classe.

Kiba:Hinata, come mai Rita è così fredda?
Hinata:Non lo so. E' da ieri che si comporta in modo strano.

Rivelò lasciandolo perplesso.

Sai:Rita, hai portato il libro di tecniche ninja?

Domandò ed io lo passai a lui e a Menma.

Rita:Non mi va di seguire. Potete prenderlo.
Sai:Cos'hai? Sei strana.
Rita:Sto bene. E' solo che non ho voglia di seguire.

Quella sera Menma, vedendo la mia tristezza e stranezza, venne a bussare alla mia finestra cercando di capire cos'avessi, ma non fu aperto proprio come la sera prima.
Deluso e preoccupato, decise di rientrare in camera per andare dal fratello e saperne di più. Bussò alla porta della sua camera, per poi entrare.

Menma:Naruto?

Chiamò vedendolo seduto vicino alla play a giocare.

Naruto:Che c'è?
Menma:Sai per cosa cos'ha Rita? Le è successo qualcosa?

Sorpreso dalla domanda, il ragazzo mise in pausa il gioco per poi voltarsi verso di lui.

Naruto:No da quello che ne so, perchè me lo chiedi?
Menma:E' strana. Non parla, non segue le lezioni e sembra che qualcosa la tormenta. Ho cercato di parlarle prima, ma nulla. Non è che ha litigato con quell'odioso di Kiba?
Naruto:In realtà non lo so, ma non credo. Anche perchè Kiba ha cercato di fermarla a scuola e ha notato la sua freddezza. E' anche lui preoccupato per lei.
Menma:Capisco...

Disse ritornando in camera sua. Da quel momento, Menma ha incominciato a seguire ogni mio passo per capire cosa stesse succedendo. Possibile che si preoccupi così tanto per me?

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16


 
Rita:Ah... ok. Ricominciamo d'accapo. Prima o poi troverò qualcosa di utile. Non può essere davvero una ricerca all'impossibile.

Tentai di rassicurarmi, mentre mettevo nuovamente i libri di tecniche ninja sul tavolo dell'aula studio situato in biblioteca. Ormai era da un po' che mi recavo lì. Cercavo di studiare, di trovare un modo per far uscire il chakra, ma più leggevo e più mi rendevo conto dell'impossibilità della situazione. Non sapevo che ero osservata da lontano, ogni giorno, ogni attimo, dalla stessa persona.
Non sapevo che Menma fosse così preoccupato per me, da seguirmi ogni volta che mi allontanavo dalla classe, ma mentre lui vegliava su di me a mia insaputa, il cellulare mi squillò.
Erano giorni che non uscivo con i miei amici e sembravano essere tutti preoccupati per me e per il mio comportamento. Continuavano a mandarmi messaggi su whatsapp, sia in privato, sia nel gruppo creato per le uscite, ma non avevo alcuna voglia di rispondere.
Misi giù il telefono, con la parte dello schermo verso il tavolo e tolsi la suoneria. Non volevo sentire e vedere nessuno. Dovevo cercare e continuare a imparare ciò che c'era scritto in quel dannato libro in quella dannata biblioteca della scuola, ma ero a pezzi.
Più leggevo più mi rendevo conto che non sarei mai diventata una ninja. Il morale si abbassava sempre di più nonostante la forza di volontà e la positività che ci mettessi ogni giorno, ma era come cercare un ago in un pagliaio. Una ricerca senza fine verso l'impossibile.
Inaspettatamente, delle braccia mi avvolsero come un abbraccio da dietro. Colui che mi stringeva a se, aveva le braccia attorno alla mia gola e la testa appoggiata sulla mia.
Non avevo neanche voglia di capire chi fosse. Ero demoralizzata. Avrebbero potuto farmi di tutto in quel momento. Mi sentivo vulnerabile a tal punto da non ribattere e non lamentarmi di quella presa improvvisa. Sapevo che alla fine era qualcuno che conoscevo.
Non vedendo lamenti ne proteste quella stessa persona si insospettì. Sapeva che c'era qualcosa che non andava e voleva saperlo.

Kiba:Perchè non rispondi ai messaggi?

Mi domandò facendo scoprire chi fosse. Era l'uomo cane che da giorni cercava di parlarmi ed io evitavo costantemente. Non avevo alcuna voglia di parlare e poi quell'abbraccio mi faceva star più male che bene. Era come se fossi stata sola in una fossa buia e incompresa dal mondo. Mi sentivo isolata dal resto, come una farfalla che le vengono strappate le ali e non può far altro che sognare di volare, ma consapevole che non accadrà mai. Il mio silenzio incominciò a insospettirlo.

Kiba:Qualcosa non va? Avanti, parla! Perchè ti comporti così? Sei strana. Mi eviti da giorni e adesso neanche mi parl...

Si bloccò. Probabilmente aveva notato le mie lacrime che uscivano involontarie. Ero disperata. Non riuscivo a fare niente a parte quello. Piangere e sentirmi una perdente.

Kiba:R-Rita... perchè stai...?
Rita:Non ne sono capace!

Gli urlai con tutta la rabbia che avevo addosso, stringendo tra le mani l'ultimo libro letto.

Kiba:A cosa, scusa?

Mi chiese togliendo le sue braccia e sedersi accanto per iniziare a guardarmi più da vicino.

Rita:Non diventerò mai una ninja. Non sono capace neanche a fare la tecnica più semplice.
Kiba:E' normale. Sei ancora alle prime armi.
Rita:Non è così. Non è questo.
Kiba:E' inutile che ti demoralizzi. Le lezioni di Iruka sono sempre noiose e incomprensibili. Poi sei arrivata qualche mese fa senza aver mai fatto quelle lezioni. E' normale che...

Nonostante cercasse di tirarmi su di morale, non poteva riuscirci. Con quel libro aperto tra le mani, lo buttai nuovamente sul tavolo facendo rumore e inzittirlo. Tutte quelle parole mi facevano più male che bene. Non potevo sentirlo parlare ancora.
La rabbia che avevo dentro era indescrivibile.

Kiba:Ma che ti prende?
Rita:Io... non ho chakra.
Kiba:Che?
Rita:Ho il chakra bloccato! Capisci che significa? Non diventerò mai una ninja professionista!

Confessai con le lacrime agli occhi. Lui incominciò a fissarmi. Probabilmente aveva capito la gravità della situazione.
Inaspettatamente, dopo attimi di silenzio, mi prese tra le sue braccia, stringendomi nuovamente a sé, ma stavolta era diverso.
Riuscivo a sentire il battito del suo cuore.

Kiba:Solo perchè non hai chakra, non è detto che non puoi essere un ninja...
Rita:Lo so, ma... non voglio diventare un ninja come Rock Lee. Io sono diversa da lui. Non posso aggrapparmi alle arti marziali. Che razza di ninja sarei?

Sentii la sua mano appoggiarsi tra i miei capelli. Era strano. Mi sentivo rassicurata.

Kiba:Troverai la tua tecnica.Ne sono sicuro. Anzi, ti aiuterò se lo vorrai.

Quelle parole mi fecero staccare da quell'abbraccio. Iniziai a fissarlo. Era tutto troppo strano. Perchè l'uomo cane mi stava aiutando?
Istintivamente presi uno dei libri che c'era sul tavolo, tirandoglielo dietro la testa e vedere come reagiva. Insomma, mi stavo preoccupando e non poco. Dovevo accertarmi che stesse bene. In fondo quel comportamento non era da lui.

Kiba:Ehi! Ma sei impazzita?

Ecco l'agitazione di Kiba. Finalmente ero certa che non stava male o cose del genere.

Rita:Ah... ecco il Kiba che conosco. Stavi incominciando a diventare un pò troppo dolce. Non è da te.
Kiba:Cosa? Io? Dolce?
Rita:Si, tu sei un buffone che si prende gioco di tutti, no? Era fin troppo strano vederti in quel modo.

Dissi, alzandomi dal tavolo per allontanarmi da lì, quando impulsivamente lui si alzò.

Kiba:Eh no! Adesso ti sbagli!

Urlò sbattendo le mani sul tavolo nell'alzarsi per poi continuare con:

Kiba:Credevo di essere stato chiaro quando abbiamo fatto il pic-nic.

Mi bloccai di colpo. Quelle parole mi sorpresero. Non pensavo potesse realmente provare sentimenti del genere per me. Volsi lo sguardo verso di lui, mentre mi gridava in faccia la realtà dei suoi sentimenti.

Kiba:Tu... mi piaci veramente.
Rita:Che?
Kiba:Vuoi mettertelo in quella testolina che non sto scherzando? Tu mi piaci!

Continuò a confermare i miei sospetti. Io gli piacevo e la cosa mi suonava abbastanza strana. Tutti ci guardavano, mentre io stringevo quel libro imbarazzata e lui cominciò ad arrossire accorgendosi delle parole dette.
Spostai lo sguardo altrove, mentre lui faceva lo stesso mettendosi una mano dietro alla nuca. Chissà che diamine aveva in testa.
Era il momento più imbarazzante della mia vita. Non mi ero mai trovata in situazioni come queste. Non sapevo se fosse serio oppure volesse prendersi gioco di me. Sapevo che era un pagliaccio, che scherzava sempre, ma... era davvero possibile che si fosse innamorato di me?
Spostai lo sguardo su di lui. Ci pensai un po' su. Non poteva essere vero. Doveva per forza essere un'altra delle sue. Forse era un modo per prendermi di mira.
"Ma si, certo. Come ho fatto a non pensarci prima? Anche nelle altre scuole mi prendevano in giro così..." pensai per poi innervosirmi e non poco.
Ero delusa dal suo atteggiamento e da tutti mi sarei aspettata una presa in giro del genere, tranne che da lui. Ero del tutto ignara che quei sentimenti dentro Kiba erano più veri che mai.

Rita:Piantala di dire scemenze! Tsk... ed io che ti credo anche!

Incominciai ad alterarmi stringendo quel libro con il rossore in volto. Feci per allontanarmi da lui quando lui mi fermò. Mi prese per il braccio e disse la sua.

Kiba:Perchè diamine non mi credi?
Rita:E perchè dovrei credere a queste scemenze? E' ovvio che mi stai prendendo in giro.
Kiba:Non sto dicendo scemenze. Che dovrei fare per farmi credere da te? Buttarmi giù dal balcone?
Rita:Potrebbe essere un'idea.

Improvvisamente, l'edificio incominciò a tremare. C'era stata un esplosione all'ultimo piano ed io mi ritrovai a cadere a terra.

Kiba:Tutto bene?
Rita:Credo di si.

Risposi vedendolo vicino a me che tentava di alzarmi, quando Akamaru incominciò ad abbaiare correndo verso il corridoio.

Kiba:Akamaru! Dove vai?

Chiese cominciando a correre per prendere il cane. Non riuscivo a capire. L'allarme antincendio suonò ed io vidi la gente correre a destra e a sinistra. Rimasi completamente immobile, mentre mi spingevano facendo cadere i libri a terra. Non sapevo che fare.
Ero terrorizzata. Non mi ero mai trovata in circostanze del genere. Non sapevo nemmeno come funzionasse il piano di evaquazione. Avevo paura e letteralmente pietrificata. Stava succedendo tutto troppo in fretta. D'un tratto sentii una mano che mi prese il polso. Mi voltai e vidi lui, Menma.

Rita:Menma?
Menma:Non parlare! Dobbiamo uscire di qui e alla svelta. Seguimi!

Confusa, mi voltai nella direzione di Kiba, vedendo che era proprio lì, mentre Menma mi trascinava con sé. Non opposi resistenza, decisi di seguirlo. In fondo anche l'uomo cane farà lo stesso, no? Inutile che lo aspettavo. Inutile che lo seguivo. Già avevo avuto troppe prese in giro da lui e poi Menma mi infondeva molta più protezione rispetto a Kiba.
Kiba era esattamente come Naruto, una testa calda. Allora se è così, perchè mi sentivo presa in giro e delusa al solo pensiero che erano menzogne quelle parole? Possibile che senza volerlo mi fossi davvero innamorata di lui?
Ero fuori di me. Era come se il mio corpo fosse staccato dalla mia mente. Mi sentivo in balia di me stessa e se non fosse per la mano di Menma che mi trascinava via, probabilmente sarei rimasta ferma immobile ad aspettare la mia morte.

Menma:Attenta!

Urlò, vedendo una carta esplosiva attaccarsi al muro e tirandomi un attimo prima che esplodesse.
Eravamo sotto attacco. Evitavamo bombe su bombe e non comprendevo bene il motivo di quella situazione. Insomma, era una semplice scuola. Perchè attaccarla?

Rita:Ma che diamine sta succedendo?
Menma:E' un vero e proprio attacco alla scuola.

Fece notare, spostando lo sguardo verso le finestre situate nel corridoio dove corravamo.
D'un tratto qualcosa prese la mia attenzione. Mi fermai di colpo, guardando fuori da una di quelle finestre.
Nel fermarmi, la mano di Menma scivolò e lui si ritrovò più avanti di me.

Menma:Rita? Che stai facendo? Andiamo!

Disse vedendo che mi staccai dalla sua mano e guardavo fuori.
Non sapeva che stavo vedendo l'artefice di quegli attacchi.
In quell'istante mi si aprì uno spiraglio di luce. Avevo ancora una speranza per diventare un ninja formidabile e con prestazioni uniche che non sarebbero state come quelle di Rock Lee.
Non era tutto perduto come pensavo. C'era ancora una possibilità.

Menma:Rita!

Sbraitò il mio nome, ma ero troppo presa da quei pensieri: "Ma si, la va o la spacca."
Tanto non avevo nulla da perdere. Già avevo perso tutto della mia vita. Non mi restava altro che tentare.
La finestra era ridotta in brandelli ed io presi un respiro mentre Menma correva verso di me.
Senza pensarci due volte, mi gettai nel vuoto. Il motivo? Beh, scopritelo nel prossimo capitolo!
 
***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...
 
Kiba:Ragazzi, siete riusciti a parlare con lei?

Domandò a Hinata e a Shino, vedendoli insieme a Naruto e Sakura.

Hinata:Purtroppo no. Le stiamo mandando messaggi da giorni.
Sakura:E' tutto fin troppo strano. Non è da lei comportarsi così.
Naruto:Se è per questo nemmeno Menma è normale in questi giorni.

Rivela il ragazzo, incrociando le braccia e vedendo Menma prendere la cartella e uscire di classe per seguirmi da lontano.

Shino:Che vuoi dire?
Sakura:Già, lui è sempre lo stesso.
Kiba:Sono d'accordo. E' strano uguale.
Naruto:No, voi non capite. Lui non si è mai comportato così. L'altro giorno è venuto da me cercando di capire come mai Rita non degnava nessuno di uno sguardo e se si fosse comportata così anche con noi.
Kiba:Aspetta! Non dirmi che Menma è...

Farfugliò comprendendo qualcosa che nemmeno io ero a conoscenza.

Naruto:Si, secondo me gli piace Rita, ma non lo vuole ammettere. E' da giorni che quando lei esce di classe lui la segue. Non so nemmeno dove diamine vanno.

Kiba ormai sull'orlo di una crisi nervosa, decise di prendere Akamaru e cercare le nostre tracce. Era stanco e cominciò a balenargli per le mente una qualche possibile relazione segreta tra me e lui.
Non sapeva la realtà dei fatti. Non sapeva che la verità era che stavo allontanando tutti da me perchè stavo male.
Una volta trovato in biblioteca, però, si rese conto che Menma era lì, appoggiato vicino alla porta che mi osservava da lontano.

Menma:E' così da giorni.

Rivelò, sentendo la presenza di Kiba accanto a lui.
Si voltò e l'uomo cane non riuscì a capire subito di cosa si trattava.

Kiba:Che vuoi dire? In che senso è così da giorni?
Menma:Ogni giorno, dopo le lezioni, si fionda qui e non fa altro. Prende dei libri, per poi mettersi seduta su quel banco a studiare e studiare per ore. Le squilla il telefono. Lo vede, toglie la suoneria e continua a studiare. L'altro giorno è rimasta fino all'ora di chiusura.
Kiba:Pensi che c'entri qualcosa con i sensei?
Menma:Non credo. E' come se qualcosa la tormentasse, ma non ne sono sicuro.
Kiba:Lascia fare a me. Vedrai che non c'è niente di male. Magari è solo un piccolo malinteso come quello dell'altro giorno.

Rassicurò avvicinandosi a me, mentre Menma lo afferrò per il braccio, bloccandolo.

Menma:No, non puoi farlo.
Kiba:Perchè?
Menma:Se qualcosa la turba deve essere lei a cercarci.
Kiba:Senti, tu non hai mai fatto l'amicone di nessuno. Sarai anche il fratello di Naruto, ma... non sai nulla su Rita. Anzi, penso che tu debba starci alla larga.
Menma:E perchè mai?
Kiba:Perchè lei è la mia ragazza, chiaro?

Quelle parole lasciarono sorpreso il corvino che lasciò la presa.
Kiba si ricompose e dopo un'occhiataccia decise di venire verso di me, ma facendo ciò aveva solo demoralizzato il ragazzo. In parte era vero. Lui non era amico di nessuno, tranne di Sai e di Sasuke se quelli potevano essere considerati amici.
Aveva il volto basso, quando alzandolo vide tutta la scena.
Vide l'abbraccio, il mio scoppiare in lacrime e l'essere confortata da Kiba. Gli venne un nodo allo stomaco a guardarci.
Abbassò lo sguardo, pensando che ciò che quell'uomo cane gli aveva detto fosse vero. Con il cuore a pezzi si allontanò, ma non fece nemmeno due passi che sentì l'esplosione seguito da Akamaru che correva verso l'uscita.

Kiba:Akamaru! Dove vai?

Sbraitò Kiba correndolo dietro e prendendo il cane per il guinzaglio.
Menma intuì che non era nulla di buono. Le persone correvano a destra e a sinistra ed io ero in balia delle onde. Vedendomi terribilmente smarrita e confusa dalla situazione, non ci pensò due volte a venire verso di me e prendermi per mano.

Rita:Menma?
Menma:Non parlare! Dobbiamo uscire di qui e alla svelta. Seguimi!

Nel frattempo, Kiba ritornava da me per portarmi in salvo, ma vide che Menma mi trascinava con lui rimanendo lì fermo e immobile.
L'immagine di me strappata da lui e la mia mano che prendeva quella di Menma era come un colpo al cuore.
Le mie parole e quella immagine lo faceva star male. Era come se avessi detto tacitamente che preferivo Menma a lui, ma non era così.  Io non preferivo nessuno. Non pensavo a nulla ed ero solo estremamente confusa da tutto ciò che mi circondava.
Kiba non voleva cedere e decise di seguirci. Il fatto che stessi passando troppo tempo con lui, che mi stavo isolando e tutte quelle voci che giravano di una probabile relazione tra me e Menma lo feriva. Voleva vederci chiaro, così non esitò a correre nella nostra direzione.

Kiba:Akamaru, andiamo! Non dobbiamo perderli!

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***



CAPITOLO 17


 
Menma:Rita? Che stai facendo? Andiamo!

Disse vedendo la mia mano staccarsi dalla sua. Ero ferma e immobile a quella scena che stavo vedendo. Insomma,
c'era Deidara su un uccello fatto di argilla modellato o carta forse era... non saprei dire, anche perchè era ben fatto.
Non so perchè, ma vedendolo ebbi come una lampadina che mi illuminò la mente.
Per tutto quel tempo ero rimasta a piangermi addosso quando la soluzione più semplice me la ritrovavo davanti in quell'istante. Avrei dovuto solo controllare i miei compagni e i personaggi che conoscevo di quell'anime e manga che amavo di nome Naruto. Ero stata una sciocca a piangere per tutto quel tempo, ma non avevo certezze. Insomma, non sapevo se era una tecnica adatta a me.
Pensai:"Ma si, la va o la spacca."
In fondo non avevo nient'altro da perdere oltre alla vita, ma a cosa serviva se non potevo realizzare il mio stesso sogno?

Menma:Rita!

Chiamò nuovamente venendo verso di me, ma io non lo sentii nemmeno a causa dei miei pensieri. Senza esitazione, presi un respiro, facendomi anima e coraggio e lanciandomi fuori da quella finestra situata al terzo piano.

Menma:No!

Urlò, vedendo quella scena in stile suicidio e pensando al peggio, ma non lo era per niente.
Menma non sapeva il motivo per cui l'avevo fatto, non sapeva che era per testare se le mie abilità avessero funzionato in quel modo.
Inoltre, qualcuno doveva fermare Deidara ed io volevo essere l'artefice. Avrei avuto una botta di autostima assurda e magari papà non mi avrebbe guardata più con quegli occhi impietositi sulla mia condizione.
Avevo un kunai in tasca. Era tutto quello di cui avevo bisogno. Ce la potevo fare. Dovevo farcela.
Era pur vero che fu un lancio da pazzi, ma riuscii ad aggrapparmi alla coda di quell'uccello esplosivo. Avevo un piano nella mente e sapevo come attuarlo. Non potevo fallire. Non dovevo.
Deidara si rese conto subito della mia presenza, ma notò anche che ero debole. Un ninja esperto sarebbe riuscito a salire e stare in piedi su quella coda d'uccello invece di rimanerci aggrappato come ci stavo io. La mia vita era appesa ad un filo, ma ero in vantaggio. Sapevo perfettamente i caratteri delle persone con cui avevo a che fare.
Sapevo che Deidara non accettava volentieri altre persone sulla sua creazione.
Sapevo come agiva. Il mio sapere mi avrebbe aiutata. Ne ero certa e non tardò a verificarsi ciò che pensavo.

Deidara:Ma tu guarda. Cos'abbiamo qui?!

Disse venendo verso la coda dell'uccello e vedendo che non riuscivo a salirci su. Si mise a ridere, ritenendomi patetica e inutile probabilmente.

Deidara:Davvero credevi di fermarmi? Ma guardati. Sei solo una lurida mocciosa che non sa nemmeno come atterrare su due zampe.

Si chinò verso me, ridendo della mia situazione e ridicolizzarmi, ma non sapeva che faceva parte del piano. Sorrisi.

Rita:In realtà non sono qui solo per questo.

Affermai, per poi sfruttare tutte le mie forze per prendere il sacchetto di argilla che aveva sul fianco.
Senza di quello non avrebbe prodotto altro esplosivo e senza esplosivo non poteva attaccare nuovamente. Lo afferrai, ma caddi nel vuoto. Dovevo sperare che ci avevo visto giusto, altrimenti avrei conosciuto presto la morbidezza dell'asfalto delle strade di Konoha.
Avevo studiato molto più di quello che dovevo e sapevo che ce l'avrei fatta, anche se il problema risedeva nel mio chakra. Presi velocemente una manciata di argilla per mettermela in bocca. Se era vero che il mio chakra era bloccato e avevo solo la gola e le vie interne questo era l'unico modo per farlo uscire fuori.  Faceva decisamente schifo come sapore. Mi veniva da vomitare, ma non potevo permettermi di pensare a queste cose. Dovevo fare in fretta. Presi il kunai e mi tagliai il palmo della mano. Non sapevo come modellarla e non avevo nemmeno tempo per farlo. Feci un semplice pallone, soffiando come una gomma da masticare e ciò che successe ebbe dell'incredibile.
Il pallone diventò una specie di mongolfiera e attaccando la mano mi riportò su. Avevo trovato la mia tecnica. Avevo finalmente ciò che serviva per battere Deidara o almeno potevo dargli un motivo per scappare.

Deidara:Cosa? Ma è impossibile!

Sbraitò guardando l'utilizzo della mia tecnica. Era ovvio che fosse sorpreso. Poche persone conoscevano quella tecnica ed era difficile da seguire. Io avevo un chakra ben sviluppato in quell'area, quindi non fu un problema. Inoltre, se lo sapevo gestire c'era un motivo di base che nessuno potrà mai immaginare. Per tutto questo tempo ho studiato tecniche ninja stando attaccata non solo al libro del sensei Iruka, ma anche ai manga on-line di Naruto e su Narutopedia, sito che parla di personaggi e tecniche del manga.
Conoscevo tutto il procedimento come le mie tasche. Avevo calcolato ogni minimo dettaglio fin troppo velocemente. Avevo atteso per tutta la vita quel momento e non potevo lasciarmi sfuggire un'occasione simile.
Mi staccai dal pallone sapendo che al mio distacco sarebbero passati trenta secondi netti prima di esplodere. Ero abbastanza in alto da poter sfuttare il mezzo di trasporto di Deidara. Staccai la mano e utilizzai la tecnica che avrei sempre voluto fare.

Rita:Tecnica della moltiplicazione del corpo!

Il sangue che fuoriusciva dalle mani era la fonte del mio chakra che permise la perfetta riuscita della tecnica. Peccato che avevo la rigenerazione veloce e il sangue smise di uscire, bloccando completamente le mie moltiplicazioni qualche secondo dopo. Quel blocco non fece altro che far scomparire di colpo le mie moltiplicazioni.
Cominciai a battermi a suon di pugni, schivando i suoi attacchi in stile arti marziali. Purtroppo non durò molto. L'esplosione del mio pallone mi fece perdere l'equilibrio. Non avevo il chakra ai piedi e non riuscivo a starci attaccata per bene. Caddi giù, ma stranamente l'esplosione fece scappare anche Deidara. Lo vidi allontanarsi, mentre cadevo giù.
Fortuna volle che Menma era rimasto lì. Mi prese a volo con un agilità impressionante. Mi ritrovai a pensolare, mentre lui mi teneva per mano.

Rita:Menma?!
Menma:Pensavi ti avessi abbandonata in un momento del genere?

I miei occhi si illuminarono a vederlo lì. Non era scappato come aveva fatto Kiba. Non era scappato via, ma era rimasto lì ad osservarmi per tutto quel tempo.
Mi sentii realmente fortunata ad averlo come amico.
Mi tirò su e una volta al riparo e in salvo non riuscii a credere a ciò che era successo.

Menma:Dimmi, come ti è venuto in mente una cosa del...?

Cercò di dire, ma la felicità che avevo dentro era talmente forte da ritrovarmi ad abbracciarlo senza rendermene conto.

Menma:R-Rita?

Mormorò non capendo a pieno i miei gesti. Cominciai a piangere dalla gioia. Insomma, avevo appena trovato il modo per far uscire il mio chakra. Sapevo finalmente come utilizzarlo e stare a passo con i miei compagni. Mi sentivo realizzata e al tempo stesso rassicurata.
Avevo appena scoperto come fare solo grazie a lui. Se non fosse stato per Menma, probabilmente non l'avrei mai scoperto. Se non fosse stato lì, se non mi avesse preso per mano, non mi avrebbe condotto in quest'aria della scuola e sarei andata sicuramente verso Kiba perdendo l'occasione di scoprire come far uscire il mio chakra fuori. Mi sentivo davvero fortunata ad avere un amico come lui.

Rita:Grazie...

Farfugliai con le lacrime agli occhi.
Peccato che tutta quella fatica fu abbastanza inutile visto che nessuno mi vide. Nessuno a parte qualcuno della scuola. Pensavo di poter avere un premio o chissà che, ma non fu così.
Tornai a casa e la mamma venne da me, abbracciandomi terrorizzata.

Hanare:Tesoro, stai bene? Ho sentito al telegiornale che hanno attaccato la scuola.
Rita:Si, ma è stata una cosa momentanea a quanto pare. Dimmi un po'. C'era scritto chi ha salvato la scuola dall'attacco?
Hanare:Hanno detto che è fuggito dopo l'ennesima esplosione. Non sembrava esserci un eroe. Perchè? Per caso è venuta Tsunade a fermare l'attacco?

Quelle parole mi lasciarono perplessa. Sospirai e abbassai lo sguardo incrociando le braccia per poi dire:

Rita:No, lascia perdere. Vado in camera mia.

Avvertii dirigendomi lì. Mi sdraiai sul letto, quando sentii il cellulare squillare. Era una chiamata dall'uomo cane.
Sospirai.

Rita:Che c'è?
Kiba:Scendi giù, voglio parlarti.
Rita:Che? E perchè mai?
Kiba:Fa come ti dico. Se non scendi tra dieci minuti salgo io.

Staccò la chiamata lasciandomi perplessa. Aveva un tono abbastanza nervoso, ma non riuscivo a comprenderne il motivo. Mi alzai dal letto, prendendo un respiro. Non sapevo cos'avesse in mente.
Mi affacciai alla finestra e lo vidi giù con Akamaru.
Aveva un volto imbronciato.

Rita:Ma che diamine ha?

Mormorai tra me e me non capendo cos'avesse, ma ebbi la strana sensazione che fosse urtato per qualcosa. Presi un respiro e uscii dalla camera per dirigermi all'uscita.

Rita:Mamma, torno subito.
Hanare:Dove vai?
Rita:Kiba mi ha mandato un messaggio. Probabilmente vado in giro con lui.
Hanare:D'accordo. Non fare tardi.

Rispose mia madre. Aprii la porta, per poi uscire di casa. Una volta giù però mi resi conto che era nervoso e non poco. Mentre mi avvicinavo, avvertivo quella sensazione di pesantezza sempre di più. Era come se percepissi che non stava bene. Era impazientito per qualcosa. A confermarlo era anche la sua posizione vicino al motorino. Teneva le braccia incrociate e mi guardava con disprezzo. Non avevo mai ricevuto quegli sguardi da lui prima.

Rita:Cosa c'è? Perchè hai quella faccia?

Domandai ignara dei suoi sentimenti di delusione verso di me.

Kiba:Potevi tranquillamente dirmelo che era quello invece di inventarti la storia del chakra...
Rita:Storia del chakra? Guarda che è vero che il mio chakra è bloccato.
Kiba:Vallo a dire a qualcun altro. Sei la persona più schifosa che abbia mai incontrato.

Quelle parole mi fecero rabbia. Stava per mettersi sulla moto con Akamaru, quando io lo afferrai per il braccio bloccandolo e facendolo voltare verso di me mentre gli urlavo:

Rita:Ehi! Come diamine ti permetti di parlarmi così?
Kiba:Io parlo come mi pare e piace. Tsk... Ed io che mi ero anche preoccupato per te. Dovevo immaginarlo che era per quel...

Farfugliò, abbassando gli occhi e stringendo i pugni. Non era da lui comportarsi così.

Rita:Ehi, ma di che stai parlando? Mi dici che ti prende?
Kiba:Te la sei presa con me. Hai detto che ti prendevo in giro, quando in realtà chi si sta prendendo gioco di qualcuno sei tu.
Rita:Io? Ma come osi dire una cosa del genere?
Kiba:Ammettilo! Ti stai prendendo gioco di me!
Rita:Su che base lo dici?
Kiba:Su ciò che ho visto.

Affermò lasciandomi perplessa e senza parole.

Rita:Eh? Visto cosa?

Davvero non riuscivo a capire ciò che stava dicendo, ma lui si arrabbiò ancora di più.

Kiba:E' inutile che fai la santarellina! Ho visto come l'abbracciavi.
Rita:Eh? Aspetta un attimo. Non sarai mica geloso di Menma? Lui è un amico, lo sai.
Kiba:Si, come no. Dimmi, è la verità proprio come il blocco del chakra, vero?
Rita:Certo che è la verità.

Con volto deluso, si mise su quella moto. Mi guardò nuovamente con quegli occhi pieni di disprezzo per poi scuotere la testa. Aveva gli occhi che a momenti poteva piangere, mentre diceva quelle doloranti parole.

Kiba:Guarda con quanta facilità menti.
Rita:Non ti sto mentendo!
Kiba:Per tua informazione uno che ha il blocco del chakra non può utilizzare le arti magiche che hai utilizzato tu.
Rita:Cosa? Ehi! Aspetta!

Urlai cercando di fermarlo, ma non ci riuscii. Mi misi le mani nei capelli. Cosa stava succedendo? Perchè Kiba era così furioso? Proprio non lo capivo. Ero ignara che quella scena era stata vista anche da mio padre che si trovava a passare di lì.

Kakashi:Cos'è questa storia del chakra?

Mi voltai e decisi di dirgli tutto l'accaduto nella speranza di non aver altre ramanzine o cose del genere. Come reagii Kakashi? Beh, scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kiba, vedendomi andare con Menma decise di seguirci.
Le carte esplosive erano troppe e lui per scansarle rimase indietro.

Kiba:Maledizione. Non ce la farà mai senza chakra. Come può pensare di essere salva con quell'idiota se non sa nemmeno difendersi?

Cominciò a chiedersi ormai colmo di preoccupazioni e paura, ma ciò che vide lo lasciò senza fiato.
Mi vide mentre mi lanciavo su quell'uccello d'argilla. Vide tutta l'azione eroica e non poteva credere ai suoi occhi ciò che vedeva.

Kiba:Cosa? Ma... allora... il suo chakra...

Balbettò perplesso. Non riusciva a capire.

Kiba:Akamaru, perchè ha mentito? Se il suo chakra sta bene, perchè doveva buttarsi così giù?

Il cane abbassò lo sguardo e fece dei lamenti come a dire che non sapeva ciò che gli era stato chiesto.
L'uomo cane gli mise una mano sul capo e lo rassicurò.

Kiba:Tranquillo, Akamaru. Lo scopriremo insieme. Andiamo!

Il cane fece un abbaio e scodinzolando seguì il suo padrone, ma entrambi si ritrovarono davanti a quella scena di me che abbracciavo felice Menma. Non sapevano cos'era successo, ma quella semplice scena aveva ferito Kiba nel profondo del cuore.
Akamaru si voltò verso di lui facendo dei lamenti, mentre i suoi occhi diventavano sempre più sconvolti.

Kiba:No, non può essere vero...

Mormorò incredulo. Non sapevo che la delusione di quel semplice abbraccio dato ad un altro salì in lui tanto da farlo andare nella parte opposta con le lacrime agli occhi, pronunciando:

Kiba:Andiamo Akamaru.

Il cane si sedette continuando a fissarci. Probabilmente aveva capito che era solo un malinteso di Kiba, ma il padrone tornò indietro, tirandoselo con se.

Kiba:Avanti, non farti tirare bello.

Continuò, ma i lamenti del cane e il pensiero di quella scena divenne talmente assillante nella sua mente che decise di chiamarmi e dirmi ciò che sentiva di dire.
Nel frattempo, mentre io e lui stavamo parlando, Deidara faceva ritorno a casa degli Uchiha. L'organizzazione era tutta riunita, mancavano solo pochi membri e Itachi vedendolo tornare, cominciò ad insospettirsi.

Itachi:Deidara, già di ritorno?
Deidara:Purtroppo non ho potuto fare altri attacchi.

Rivelò, avvicinandosi al tavolo e sedendosi.

Sasori:In che senso non hai potuto fare altri attacchi?
Itachi:Pensavo avessi portato molto esplosivo con te.
Deidara:E' così, ma poi una mocciosa mi ha fregato la polvere d'argilla esplosiva.
Tobi:Ti sei fatto fregare la polvere?

Domandò, cominciando a ridersela e facendo alterare il biondo che gli diede un ceffone sulla testa.

Deidara:Zitto, idiota e non mettere il dito nella piaga!
Itachi:E' uno scherzo? Come ha fatto a prendere la polvere?

Chiese preoccupandosi dell'accaduto. La verità era ben altra però. Il biondo scosse la testa e continuò a dire la sua.

Deidara:Non fraintendetemi. Non è una mocciosa qualunque, ma è una tipa abbastanza abile e promettente. Potrebbe farci comodo nell'organizzazione.
Sasori:Cosa?
Deidara:Sappiate che ho abbandonato solo perchè ne volevo parlare prima con voi. Una in quelle condizioni potrebbe farci comodo. Inoltre un nuovo membro che tenga un profilo basso potrebbe farci avere molte informazioni, non trovate?
Nagato:Continua...

Si introdusse, sentendo che quel discorso si faceva sempre più interessante. Attirò l'attenzione di molti e Itachi non riuscì a fare a meno di continuare a fare domande.

Itachi:Com'è questa ragazza?
Deidara:E' abile. Sembra saper leggere nella mente, anche per il modo in cui mi ha fregato l'argilla. Non è stato un colpo di fortuna, ma tutto calcolato. Ha un aspetto semplice, ma ha il fuoco che le arde nelle vene. Penso sia un membro perfetto per l'organizzazione. Che ne pensate?

Nagato si alzò dal tavolo e guardò fuori la finestra di casa. Itachi sembrava preoccupato da quel comportamento del compagno. Più guardava Nagato e più non gli piaceva. La situazione non era per niente buona.

Itachi:Lo sai che è rischioso. Prendiamo solo i migliori.
Tobi:Devi essere stato preso dalla distrazione per farti sottrarre la polvere da una mocciosa.

Continuò Tobi facendo alterare il biondo che lo prese per la gola.

Deidara:Nessuno ti ha interpellato! Chiudi quella bocca!
Nagato:Perchè ci tieni così tanto e la vuoi in squadra?
Deidara:Non è una mocciosa qualsiasi. Ve lo assicuro. Aveva qualcosa nei suoi occhi ed è riuscita a riprodurre la mia tecnica.
Itachi:Cosa?

Quelle parole lasciarono sorpreso Itachi, ma non solo. Nagato si voltò di scatto. Il volto incredulo dei compagni fu un punto a favore di Deidara che non esitò a consigliare.

Deidara:Fatti un giro in quella scuola e vedrai.

In quell'istante, rimanendo estremamente calmo, il ragazzo si voltò verso la porta. Si sentiva osservato e lì vide la rossa.

Itachi:Karin?
Karin:Si?

Domandò, sentendosi tirata in ballo e avvicinandosi a lui.

Itachi:Hai l'ordine di scoprire chi è stato a fermare Deidara. Fai amicizia con questa persona e portala da me.
Karin:Sarà fatto.
Deidara:Qualsiasi informazione avrai di quella tipa, dovrai riferirmela all'istante, intesi? Voglio dirgliene quattro a quella bastarda.
Karin:Tranquillo, tanto stiamo nella stessa scuola. Appena scoprirò qualcosa ti darò la sua posizione esatta, d'accordo?

Deidara sorrise e strinse la mano in forma di patto con la ragazza.
Nel frattempo, mentre loro cercavano un modo per entrare in contatto con me, Kiba ed io litigavamo pesantemente.

Kiba:Dimmi, è la verità proprio come il blocco del chakra, vero?
Rita:Certo che è la verità.

Urlai ignara che in quel momento si trovava a passare mio padre.

Kakashi:Ma quella è Rita.

Comprese, stando a pochi metri da me, ma io nemmeno me ne accorsi di lui a causa della discussione con Kiba.

Kiba:Guarda con quanta facilità menti.
Rita:Non ti sto mentendo!
Kiba:Per tua informazione uno che ha il blocco del chakra non può utilizzare le arti magiche che hai utilizzato tu.

Quelle parole furono come uno schianto per Kakashi. Spalancò gli occhi sorpreso, mentre io tentavo di fermare Kiba inutilmente.

Kakashi:Possibile che...?

Farfugliò tra se e se capendo che avevo trovato una soluzione al mio blocco chakra. Lo stupore e la curiosità fu così grande che non resistì alla tentazione di venirmi vicino e chiedere:

Kakashi:Cos'è questa storia del chakra?
Rita:Papà...

Chiamai, non sapendo come svincolarmi dalla situazione in cui mi trovavo. Decisi di raccontargli tutto nella speranza di non avere altri problemi

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18



Kakashi:Cos'è questa storia del chakra?
Rita:Papà...

 
Farfugliai, abbassando la testa.

Kakashi:Entriamo e raccontami tutto. Sono proprio curioso si sapere cos'è successo.

Così entrai e raccontai tutto l'accaduto. Gli occhi di mio padre brillavano d'orgoglio. Ero riuscita a prendere finalmente la sua attenzione, ma a quanto pare mamma non era del tutto d'accordo con il punto di vista di mio padre.

Hanare:E' stato un gesto avventato e pericoloso, te ne rendi conto? Saresti potuta morire.
Rita:Ma non è successo.
Kakashi:Già e poi te l'avevo detto che la mia ragazza era forte.
Hanare:Tua figlia è una sconsiderata proprio come te.
Kakashi:Fino a prova contraria non ho mai fatto niente di sconsiderato, anzi. Sai che ti dico? Siccome la mia bambina è riuscita a trovare il modo di far uscire il suo chakra, l'allenerò personalmente.
Rita:Cosa? Papà, dici sul serio?
Kakashi:Si, ma dopo le lezioni, ovviamente e quando non abbiamo altro tipo di impegni, d'accordo.

Annuii con il sorriso stampato sul volto. Nonostante le batoste avute in giornata, quello che si stava presentando davanti era il più bel momento della mia vita.
Mio padre mi avrebbe allenato. Avrebbe fatto di me un ninja.
Ero emozionata a tal punto da farmi venire le lacrime agli occhi.
Presto venne il giorno seguente e tutto quell'entusiasmo scomparse già nelle prime ore del mattino.

Rita:Ciao Naruto!

Salutai, ma lui mi evitò, mentre Menma mi venne vicino.

Menma:Ciao.
Rita:Cos'ha tuo fratello?

Domandai vedendo che mi ignorava del tutto, ma neanche Menma sapeva cos'avesse.

Menma:Non lo so. E' da stamattina che è così strano. Non farci caso. Avrà avuto fatto il dormiveglia, chissà.

Ipotizzò il ragazzo e insieme andammo verso scuola, ma il comportamento del biondo non mi convinceva. Sembrava avercela a morte con me. Nonostante ciò decisi di rimanere in silenzio. Forse era davvero la mia impressione, ma una volta in classe mi dovetti ricredere. Il comportamento di tutti era strano e palesemente ovvio. Mi tenevano alla larga.

Rita:Ciao Ino...

Alzai la mano in segno di saluto, vedendola venirmi incontro, ma mi sorpassò andando da Sakura che era a pochi passi da me.

Ino:Sakura, hai visto queste scarpe?
Sakura:Sono nuove?
Ino:Si, le ho comprate l'altro giorno.
Kiba:Ehi, ehi! Ciao ragazzi!
Rita:Ci mancava solamente lu...

Mi bloccai, vedendo che mi sorpassava e andava verso Naruto. Erano tutti così uniti ed io sembravo praticamente invisibile.
Pensai fosse solo un brutto sogno, ma non lo era.
Inaspettatamente entrò in classe Hinata. Lei era rimasta la stessa nei miei confronti, diversamente dagli altri.

Hinata:Ciao Rita-chan.
Rita:Ciao, Hinata.
Kiba:Hinata, con chi parli? Io non vedo nessuno.
Hinata:Su, Kiba, smettila di scherzare.

Incitò la ragazza, ma era più che ovvio che Kiba aveva aperto una vera e propria zona di guerra.
I suoi occhi erano colmi di odio, proprio come gli altri. Non capivo e non sapevo che aveva detto a tutti che ero bugiarda... che mentivo per approfittarmi di loro.
Mi sentivo davvero male, anche perchè non lo ero. Inoltre tutti quegli sguardi mi facevano male. L'indifferenza senza motivo apparente era una cosa che non sopportavo. Sapevo che c'era il suo zampino. Odiavo essere accusata ingiustamente e non pensavo di meritare un trattamento simile.

Iruka:Buongiorno, ragazzi.

Salutò il sensei entrando in classe, mentre tutti tornavano ai propri posti. Menma, vedendomi lì ferma, mi prese il braccio.

Menma:Rita, vieni a sederti.

Il sensei si sistemò ed io ero ancora alzata lì a fissare incredula quell'idiota che era tornato al suo posto.

Iruka:Signorina Hatake, non va a sedersi?

Neanche lo sentii il sensei. Ero delusa e amareggiata da quel comportamento. Non poteva passarla liscia così. No...
Doveva capire che stava sbagliando.

Rita:Ehi! Sentimi bene, cagnaccio da quattro soldi.

Sbraitai andando verso di lui e puntandogli il dito contro.

Rita:Tu puoi anche non credermi, ma questo non ti da il diritto di trascinarti anche gli altri dietro.

Quel gesto lo alterò. Si alzò dal suo posto, tentando di umiliarmi davanti al resto della classe.

Kiba:Perchè? Chi ti credi di essere? La verità è che tu non sei nessuno!

Rimasi calma, nonostante la sua reazione. Sapevo che reagire in maniera aggressiva avrebbe aggravato le cose, così con tono pacato, gli dissi ciò che dovevo dire.

Rita:Ma come ti permetti, lurido schifoso?
Kiba:Lo sai che sei l'ultima ruota del carro, vero?
Rita:Cosa?
Kiba:Già, tu non vali niente. Sei meno di zero. Non hai alcuna importanza qui.
Rita:Ma un carro per andare avanti ha bisogno di tutte le ruote...

Mormorai, mentre lui sembrò calmarsi e dire:

Kiba:Cosa?
Rita:Hai detto che sono l'ultima ruota del carro, no? Un carro, per andare bene, ha bisogno che tutte le ruote siano al proprio posto. Lo sai questo?
Kiba:Non mi incanti. Sei solo una fottuta bugiarda!

Bugiarda...
Quella parola... non l'ho mai sopportata. Tutta quella calma apparente dettata dalla delusione lasciò posto alla rabbia.
Non riuscii a trattenerla. Gli diedi un ceffone davanti al sensei e l'intera classe, lasciandolo senza parole. Avevo l'amaro in bocca. Il mio autocontrollo era forte, ma stava per crollare. Avevo subito molte volte bullismo e me ne fregavo altamente di ciò che mi circondava, ma stavolta era diverso. Non sopportato l'idea che la classe che prima era mia amica stava dalla parte di Kiba senza nemmeno sapere. Su che base si appoggiavano? Perchè si comportavano così male con me? Io... non avevo fatto nulla a parte allontanarmi un po' per riordinare le idee e la mia vita, ma era per loro, per non dare i miei problemi e impietosirmi ai loro occhi.
Trattenni le emozioni. Volevo massacrarlo di botte e non fermarmi a quel ceffone, ma non potevo. Dovevo resistere alla tentazione. Lui mi guardò senza alzare un dito. Non reagiva. Era come se non avesse avuto nulla.

Iruka:Inuzuka, Hatake!

Richiamò il sensei vedendo il mio gesto, ma io ero terribilmente delusa. Non riuscivo a capire il perchè Kiba si stesse comportando così. Non reagiva a causa del mio blocco. Ne ero sicura. L'aveva detto alla classe e non volevano avere niente più a che fare con me.
Pensa:"Ecco. Lo sapevo. Sta utilizzando la mia debolezza. Sapevo che non mi avrebbe più vista come prima se gli avessi detto del blocco di chakra."

Rita:Ecco perchè non ho detto niente. Sapevo che facevi schifo tu e tutta questa fottuta classe. Sapevo che nessuno mi avrebbe creduta.
Iruka:Ehi, ehi! Non voglio liti in classe mia. Hatake? Hatake mi ascolti?

Cercò di farmi ragionare il sensei. Diedi le spalle a Kiba per tornare al mio posto quando quelle parole furono come lame nel mio cuore. Mi fecero letteralmente scoppiare dalla rabbia.

Kiba:Non c'è nessun Hatake in questa classe, sensei.
Rita:Tu, brutto...

Urlai spintonandolo per dargliene di santa ragione. Gli assestai qualche colpo, ma i ragazzi della classe ci divisero, mentre il sensei cercava di riportare l'ordine. Nel dividerci fui scaraventata a terra e andai a sbattere con la testa contro il banco.

Menma:Rita...

Tentò di aiutarmi ad alzare, ma le lacrime uscirono da sole. Io non volevo. Mi sentivo esclusa e presa in giro da tutti. Non volevo farmi vedere così vulnerabile.
Mi alzai e corsi fuori, mentre il sensei riportava l'ordine poi, vedendomi uscire, lasciò la classe per seguirmi. Mi prese la mano per non farmi fuggire.

Iruka:Rita, fermati.
Rita:Sensei...

Farfugliai, mentre lui mi abbracciava e comprendeva la difficile situazione in cui mi trovavo.
Il casino della mia classe si sentì in tutto il corridoio arrivando anche nelle altre vicine. Kakashi si trovava nell'aula affianco e decise di vedere cosa stava succedendo, trovandomi con Iruka.

Iruka:Avanti, parliamone. Dimmi cos'è successo.

Tentennai un po'. Non sapevo come avrebbero reagito gli altri se l'avessi detto. Avevo paura. Avrei perso tutto, anche la libertà di camminare per strada se avessi parlato. Non lo so... mi sentivo che sarebbe andata così.
Poi, mio padre si avvicinò.

Kakashi:Cos'è successo?
Rita:Niente.

Risposi istintivamente. Non volevo che sapesse che i ragazzi mi stavano prendendo in giro, ma Iruka non perse tempo e glielo disse.

Iruka:C'è stata una lite in classe. Non so esattamente cosa sia successo, ma pare che se la siano presa con lei per qualcosa.
Kakashi:Iruka, facciamo cambio. Penso io a lei. Quanto a te...

Si bloccò e mise la mano sulla mia spalla continuando:

Kakashi:Mi dici cos'è successo?

Alzai gli occhi verso di lui. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo.

Rita:Non è successo nulla.
Kakashi:Avanti, parla. Io sono qui per sostenerti. Lo sai.

Quelle parole furono tutto per me. Stavo male e non riuscivo a tenere tutto dentro. Così confessai tutto.
In fondo si trattava di mio padre. Era come dire al proprio genitore ciò che sta accadendo e il motivo di tanta tristezza che mi circondava, no?
Magari poteva essere davvero di supporto e infatti trovai un alleato a quella battaglia contro a quell'assurda situazione che si era creata in classe.

Kakashi:Ragazzi, un momento di silenzio.

Richiamò l'attenzione dei ragazzi che, vedendolo, si sedettero.
Rimasi lì, vicino alla porta a guardare come metteva in riga i miei compagni, poi volse lo sguardo verso di me.

Kakashi:Rimani qui per il momento. Devo parlare con gli altri.
Rita:Ma...

Chiuse la porta lasciandomi lì fuori. Probabilmente non voleva che sentissi il discorso che stava per fare.
Rimasi un po' lì fuori ad aspettare, ma mi scocciavo di rimanere lì, immobile, ad aspettare. Andai a farmi un giro per la scuola. Non avevo ancora visitato gli altri piani, a parte la biblioteca.
Vagai un po' per i corridoi, vedendo che i piani erano distribuiti a seconda delle classi, ma non volevo richiami così decisi di ritornare. Peccato che quel mio vagare aveva attirato l'attenzione di qualcuno.

Voce:Che ci fai qui? Non dovresti essere in classe?

Mi voltai e con grande stupore vidi Karin spuntare da una delle classe che si trovava in fondo al corridoio.
"Com'è possibile? Karin non dovrebbe essere qui. Se non sbaglio è di tutt'altra zona, anche se fa parte del gruppo di Sasuke. Possibile che studia qui a Konoha?" pensai.
Mi resi conto solo allora che avevo poche informazioni su di lei. Non potevo mettermi a cercarle sul cellulare. Sarebbe stato troppo evidente.
Avrei voleto sfogliare il Narutopedia per scoprire più informazioni di quel personaggio, ma non potevo. Inoltre... lei sembrava sapere più cose di me di quanto io ne sapessi su di lei.

Karin:Non ti ho mai vista da queste parti. Devi essere quella nuova, dico bene?
Rita:Scusa, ma devo andare in classe.

Cercai di sdeviare, ma era ovvio che non voleva mollare la presa. C'era qualcosa nella sua mente che non riuscivo a comprendere.

Karin:Beh, se vuoi ti accompagno io.

Quella frase mi suonò male a tal punto da arrabbiarmi e urlarle in faccia:

Rita:Non sono scema, ne paralitica e nemmeno lesbica quindi posso andarci da sola. Grazie tante del pensiero.
Karin:Certo che hai un caratterino niente male. Mi avevano detto che eri tenace, ma ad essere sincera non ci credevo nemmeno un po'.
Rita:Chi te l'ha detto?

Domandai, tentando di capire chi fosse stato, ma la mia solita fortuna si faceva sentire. Fui interrotta da Sasuke che veniva verso di me insieme a Sai.

Sasuke:Karin, lasciala stare.

Interruppe, ma introducendosi non fece altro che far fantasticare la ragazza. Con occhi a forma di cuoricino si mise sotto al braccio di Sasuke mormorando:

Karin:Sas'ke. Amore...

Quella scena era un incubo. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Mi misi le mani tra i capelli, spalancando gli occhi.

Rita:No, ti prego. La SasuKarin è una delle coppie più schifose e assurde mai concepite. Non fatelo davanti ai miei occhi. Preferisco la SuiKarin e la SasuSaku...

Borbottai disperata, ignara che mi avessero sentito.

Sai:SasuKarin? Cos'è?
Rita:Lascia perdere. Tra poco c'è la Kurenai e non voglio avere un altro richiamo.

Dissi, tornandomene in classe. Sinceramente non badai nemmeno che fossero venuti a cercarmi. Ero giù di corda. Pensavo fosse stata una trovata di mio padre, infatti lo trovai fuori la porta con Iruka che discutevano di qualcosa che non compresi a pieno. D'un tratto il sensei si fermò e si voltò verso di me vedendomi ritornare.

Iruka:Oh, eccoti. Kakashi mi ha riferito che volevi essere interrogata di nuovo nella mia materia.
Rita:Beh, ecco... credo di aver trovato il modo di far uscire il chakra nelle tecniche.
Iruka:Bene. Abbiamo ancora un quarto d'ora. Possiamo continuare da dove ci siamo lasciati la scorsa volta se vuoi.

Entrai in classe. I ragazzi mi guardavano in un modo strano, mentre rientravo e prendevo la sedia per l'interrogazione con Iruka.

Iruka:No, lascia stare. Passiamo direttamente alla parte pratica visto che l'ultima volta non ci sei riuscita.

Posai la sedia e applicai la tecnica della moltiplicazione, ma non accadde nulla.

Iruka:Nulla. Eppure le mani le hai messe giuste.
Rita:Che sbadata.

Dissi prendendo un kunai per far uscire qualche goccia di sangue e riprovare.

Rita:Tecnica della moltiplicazione del corpo!

Esclamai ed ecco ben tre cloni di me, ma qualche attimo dopo, quando il sangue finì di scorrere, le copie scomparvero.

Rita:Stupida rigenerazione veloce.
Iruka:Un bel 9 non te lo toglie nessuno, signorina Hatake. Torna al tuo posto.
Rita:9? Davvero?

Domandai rimanendo incredula. Il sensei annui ed io tornai al mio posto piena d'entusiasmo. Finalmente qualcosa stava andando nel verso giusto. La campanella suonò e i ragazzi si riunirono di nuovo durante il cambio sensei. Mi sentivo nuovamente esclusa, ma non ero sola. Una mano mi fu appoggiata sulla mia. Alzai lo sguardo e vidi che era Menma.

Menma:Stai bene?
Rita:Si, perchè me lo chiedi?

Chiesi, tirandomi la mano e spostando lo sguardo verso la porta per non guardare gli altri.

Menma:Intendo per prima. Si sono comportati davvero da idioti.
Sai:Beh, è normale. Kiba ha fatto credere che dicesse tutte frottole, ma alla fine si è vista la verità. Lo dicevo che non poteva essere come dicevano.
Naruto:Ehm, Rita...

Chiamò ed io mi voltai verso di lui. Non era solo. C'era l'intera classe, tranne Kiba.

Sakura:Volevamo scusarci con te.
TenTen:Già, abbiamo esagerato, ma mettiti nei nostri panni. Sapere che ti eri spacciata per una disabile di chakra e avendo uno che lo è davvero in classe ci sentivamo presi in giro.
Neji:Già, poi è uscita fuori una storia assurda su te e Menma. Che praticamente vi eravate alleati per mettere i piedi in testa alla classe.
Ino:Avevano detto che eri bugiarda e che avevi soggiogato Sai.
Naruto:Davvero, devi scusarci, ma non è stata colpa nostra.
Hinata:E' stato tutto un malinteso di Kiba che non si è riuscito a spiegare bene.
Rita:Kiba...

Mormorai guardandolo in mal modo da lontano, mentre lui spostava lo sguardo altrove.

Shino:Beh, tramite whatsapp non è che si era capito granchè. Ha incominciato a dare i numeri e...

La porta si aprì, interrompendo la spiegazione di Shino. Non capii cosa stesse dicendo, anche perchè entrò la sensei e tutti tornarono al proprio posto. La giornata scolastica passò in fretta, ma Kiba continuava a fare il finto tonto. Non parlava con nessuno. Non si avvicinava.
"Forse vuole farmela pagare per qualcosa. Chissà." pensai.
Si fece orario d'uscita e misi le mie cose in cartella, quando mi fermai a pochi passi dalla porta vedendo che non usciva.

Menma:Rita? Andiamo?
Rita:No, andate senza di me.
Naruto:E' inutile che aspetti Kiba. E' in punizione.
Rita:Cosa?
Menma:Kakashi ha detto che doveva rimanere in classe il colpevole così da non far sospendere nessun altro.
Rita:Andate senza di me. Ci vediamo domani.
Naruto:Se proprio insisti, d'accordo.

Dissero allontanandosi. Rimasi lì, vicino all'uscita della classe. Era tutto troppo strano. Perchè Kiba si prendeva la colpa? Di solito i bulli si fingono sempre dei santarelli e cercano di incolpare la loro vittima. Perchè lui era diverso?
Riflettendo compresi che la verità era un'altra. Lui non voleva bullizzarmi, ma si era sentito tradito da me in qualche modo. Si era sentito deluso e voleva farmi sentire nello stesso modo. Eravamo entrambi vittima di un enorme malinteso.

Kakashi:Ehi, e tu che ci fai ancora qui?!

Domandò mio padre vedendomi vicino alla porta della classe.

Rita:Papà...

Chiamai andandogli incontro, per poi dire semplicemente:

Rita:Non andarci pesante con Kiba. Lui non centra. E' solo stato preso dallo stress e dal nervosismo.
Kakashi:Il bullismo deve essere punito. Lo sai.
Rita:Non sto dicendo di non punirlo. Sto solo chiedendo di... non sospenderlo. In fondo, la colpa è anche mia in parte. Probabilmente mi avrà vista durante l'attacco di Deidara e, sapendo del blocco, si è sentito preso in giro.

Spiegai. Lui sospirò e mi mise una mano sulla testa. Senza dire altro entrò in classe.
Mi appoggiai al muro, aspettando che arrivasse il momento giusto per parlare con Kiba. Kakashi non doveva prendersela con lui perchè era anche colpa mia. Lo sapevo. Non so esattamente cosa successe lì dentro, ma poco più tardi uscì.

Rita:Papà...
Kakashi:E' tutto risolto. Tranquilla.

Con queste parole mi diede le spalle e andò nella parte opposta all'uscita. Probabilmente andava nell'aula sensei. Chissà.
Mi appoggiai nuovamente al muro e, dopo qualche manciata di secondi, vidi uscire anche lui, l'uomo cane.

Rita:Kiba!

Lui si fermò. Si voltò verso di me. Come reagì? Beh... scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kakashi:Ragazzi, un momento di silenzio.

Richiamò l'attenzione dei ragazzi. Senza fiatare si sedettero uno ad uno, mentre lui chiudeva la porta tranquillizzandomi. Rimasi fuori, mentre si avvicinò alla cattedra.

Kakashi:Così va meglio. Allora, una vostra compagna è stata bullizzata oggi. Il sensei Iruka mi ha spiegato tutto per filo e per segno. Non mi va di fare giri di parole. Voglio il colpevole. Chi è stato?

Nessuno rispose e lui ribadì:

Kakashi:Sapete bene che il regolamento punisce i bulli. Avanti. Parlate, altrimenti mi toccherà punire tutta la classe.
Kiba:E' stata lei.

Disse Kiba nell'intento di proteggere tutti.

Kakashi:Lei? Lei chi?
Neji:E' stata Rita.
Kakashi:Ma davvero?

Domandò non credendo ad una sola parola detta dai ragazzi. Kiba si alzò in piedi per poi rivelare:

Kiba:I bugiardi non li vogliamo. E' stata lei a mentirci.
Sakura:Già, sono d'accordo con Kiba.
Naruto:Che motivo aveva per stare alla larga da noi?
Ino:Già, tanto che le facevamo schifo?
Shino:E' un assassina! Ha ucciso uno dei miei insetti.

Era come lottare contro una mandria di belve inferocite, ma Hinata remava contro corrente. Voleva tranquillizzarli e trovare una spiegazione a tutto quello che era successo.

Hinata:Vi prego, ragazzi. Forse è solo un malinteso.

Tentò di giustificare, ma l'uomo cane era arrabbiato e non poco con me a tal punto da alzare la voce con lei.

Kiba:Zitta, Hinata. Lo sai anche tu che lei ce l'ha voluto.
TenTen:Come se noi le rubassimo il ragazzo.

Sentendo quelle parole di TenTen, Menma si voltò verso di lei incuriosito. In fondo non sapeva neppure lui il vero motivo per cui erano tutti contrariati con me.

Menma:Ragazzo? Ma di che state parlando?
Kiba:Non fare il finto tonto. Lo sappiamo delle vostre uscite di nascosto.
Menma:Che diamine stai dicendo? Rita ha evitato anche me per molto tempo.
Sai:Confermo, anche perchè lei sembrava essere sempre pensierosa in quest'ultimo periodo.
Ino:Sta zitto, Sai.

Interruppe la bionda avendo un richiamo da Sasuke.

Sasuke:Perchè dovrebbe stare zitto? Che parlasse. Insomma, loro sono i compagni di banco. Se non lo sanno loro chi altri dovrebbe saperlo.
Sakura:Parlate, allora!
Hinata:Menma-kun, Sai-kun, voi ne sapete qualcosa? Perchè Rita-chan si è comportata così?

Cominciò a chiedere la ragazza cercando di capire perchè c'erano così tanti malintesi.

Menma:Io non ne so niente.
Sai:Nemmeno io. L'unica cosa che so è che era pensierosa.
Ino:Certo, perchè pensava al suo ragazzo.
Sakura:E pensare che ha finto di essere malata davanti a Kiba.
Hinata:Forse lo è davvero.
Shino:Piantala di difenderla. E' inutile. Non c'è nessuna giustificazione che può reggere a ciò che ha fatto.
Naruto:Già, non è una cosa su cui scherzare.
Neji:Sono d'accordo, per rispetto di Rock Lee e per la sua disabilità di chakra non possiamo permettere certi scherzi. Insomma, lui ce l'ha davvero e non ci prendiamo gioco di lui, mentre lei ha finto alla perfezione.
TenTen:E' come se si fosse presa gioco di lui ed è inammissibile. E' nostro amico!
RockLee:Ragazzi, vi prego, smettetela di mettere il dito nella piaga.

Rimproverò Rock Lee sentendosi messo al centro dell'attenzione, ma in fondo i ragazzi avevano ragione. Si era creato solo un enorme malinteso tra noi e Kakashi comprese subito il motivo.

Kakashi:Disabilità? Ah... ma certo. Ragazzi, calmatevi. Penso di aver capito il problema.

Disse prendendo l'attenzione di tutti per poi appoggiare una cartellina sulla scrivania e cominciare a spiegare:

Kakashi:So che in pochi la conoscono bene, ma lei non è una persona che tende a dire i suoi problemi. E' molto insicura alle volte ed è testarda, proprio come sua madre, ma non posso dire che sia bugiarda perchè quella è una qualità che non le appartiene.
Kiba:Tsk... guardala come se la difende.
Kakashi:Kiba, per favore. Starei spiegando una cosa importante.
Kiba:Certo. Perchè non ci spiega anche che lei è venuto per farci far pace con sua figlia?

Quelle parole scatenarono il putiferio in classe.

Naruto:Cosa? Rita è la figlia di Kakashi?
Sakura:Voi ne sapevate qualcosa?
Ino:Io no e tu, Choji?
Choji:Io non ne sapevo nulla.
Kakashi:Silenzio.
Naruto:Sensei, ma è vero?

Kakashi prese un respiro per poi aprire quella cartellina e prendere i referti clinici che aveva portato a scuola per farmi avere un occhio di riguardo dai sensei. Ero affetta da blocco di chakra in fondo e sarebbe stato difficile per chiunque portare fuori qualche tecnica ninja adatta nella mia condizione.
Con quei fogli in mano spiegò la realtà della situazione.

Kakashi:Rita è affetta da BdCG. E' l'acronimo di Blocco di Chakra a livello Grave. Significa che tutte le sue vie di chakra sono bloccate e non può far uscire in alcun modo la sua magika. L'unica zona d'uscita è la bocca e le vie interne. Come ben sapete è impossibile che qualcuno possa utilizzare la magika a queste condizione. Lo stesso Rock Lee che avete preso come esempio non ha la stessa condizione e non può utilizzarlo. Lui ha una semplice carenza, mentre Rita no. E' bloccata completamente. Voi la chiamate disabilità, ma non è una disabilità questa. Uno nasce più intuitivo di un altro individio, con caratteristiche diverse e questa rientra tra quelle. Era scossa quando l'ha saputo. Le sono stato vicino il più possibile e vedevo molto bene il modo in cui si isolava da tutto e da tutti. Mangiava poco e niente. Stava andando in depressione perchè uno dei suoi sogni era stato infranto. Volevate sapere se avesse mentito. La verità è che lei è affetta davvero da questa condizione, ma è riuscita a ragirarla facendola diventare un punto di forza. Io l'ammiro. Non perchè è mia figlia come ha detto Kiba. L'ammiro perchè ha avuto il coraggio di fare quello che voi rimandate da anni e avete sotto gli occhi. Ha avuto il coraggio di trovare una via d'uscita e cercare la strada per essere un ninja diverso. Se volete le prove, qui ne avete quante ne volete.
Sakura:Cosa sono?

Domandò la rosa vedendosi tra le mani quei fogli che il sensei cominciò a distribuire.

Kakashi:Passateveli. Sono i referti di quelli che chiamate mia figlia. Riflettete su ciò che avete fatto e tirate le somme. Alla fine delle lezioni voglio che il colpevole rimanga in classe.

Con questo, uscì dalla classe lasciando i ragazzi passarsi i fogli.

Kiba:Fa vedere!

Esclamò strappando dalle mani di Naruto uno dei referti. La data indicata era proprio quella del giorno in cui mi incominciai ad allontanare da loro.

Menma:Ma allora...

Farfugliò Menma leggendo la data. Lo shock fu tale da fargli cadere il resto dei fogli dalle mani.

Kiba:Cos'hai? Perchè fai quella faccia?
Menma:Lei me l'aveva detto.
Sakura:Cosa?
Menma:Come ho fatto a non pensarci? Lei me l'aveva detto della visita medica, ma pensavo fosse una cosa di controllo.
Kiba:Fu il giorno che declinò l'invito a pranzo o sbaglio?
Naruto:Si, a me sembra così.
Choji:Ragazzi, non credete che siamo stati un po' troppo duri con lei?

Calò il silenzio e tutti cominciarono a riflettere su ciò che avevano fatto, ma quello stesso silenzio fu spezzato da una Hinata molto dispiaciuta, nonostante lei fosse dalla mia parte.

Hinata:Povera Rita-chan. Chissà come si sarà sentita.
Sakura:Sas'ke, dove vai?

Domandò la rosa, vedendolo andare verso la porta.
Il ragazzo si mise le mani nelle tasche dei pantaloni per poi affermare:

Sasuke:Che domande? Vado a cercarla. Chi di voi è con me?
Sai:Vengo con te.
Menma:Vengo anch'io.
Kiba:No, tu rimani in classe con me.

Ordinò l'uomo cane prendendo Menma per il braccio, per poi urlargli:

Kiba:Questo guaio me l'hai fatto combinare tu.
Menma:Cosa? Che centro io adesso?
Shino:Kiba, la verità è che la colpa è solamente tua. Dovresti dirglielo a Kakashi così non ci saranno ripercussioni sugli altri.
Kiba:Ma figurati. Guarda che io non ci credo minimamente che lei è affatta da BdCG. Saranno falsi, d'altronde Kakashi è suo padre e un padre difende sempre la propria figlia.
Naruto:Ah, ma la pianti con questa storia? Non mi pare che Kakashi abbia detto che è sua figlia.
Sakura:Sono d'accordo, però se è come dice Kiba, qua c'è qualcosa che non torna.
Menma:E se avesse trovato semplicemente il modo di utilizzare il suo chakra?
Ino:E come?
Menma:Io non lo so, ma... potrebbe...
Kiba:Ti stai arrampicando sugli specchi. Vedrete che alla fine è come vi dico. Altro che disabilità. Ha falsificato tutto. Tsk...

Farfugliò risedendosi al suo posto. Kakashi era rimasto lì fuori. Comprese che Kiba aveva bisogno di una dimostrazione e così chiamò Iruka dicendogli di me, motivo per cui fui interrogata appena ritornai in classe. Avevano bisogno di prove in fondo. Prove visive ed io fui utilizzata proprio per questo. Presi la sedia per l'interrogazione, ma lui mi bloccò. Il suo intento non era interrogarmi realmente, ma andare direttamente la parte pratica così che tutti avrebbero visto con i loro occhi la verità.

Iruka:Nulla. Eppure le mani le hai messe giuste.

Affermò ad alta voce proprio per far capire alla classe che avevo realmente un problema. Non ci feci nemmeno caso che fosse un test per provare che ero affetta da BdCG.

Rita:Che sbadata.

Dissi prendendo un kunai per far uscire qualche goccia di sangue e riprovare.

Rita:Tecnica della moltiplicazione del corpo!

Esclamai ed ecco ben tre cloni di me, ma qualche attimo dopo, quando il sangue finì di scorrere, le copie scomparvero.

Rita:Stupida rigenerazione veloce.
Sakura:Avete visto anche voi?
Naruto:Mi sa che Kakashi aveva ragione.

I ragazzi si voltarono verso Kiba guardandolo minacciosamente, mentre l'uomo cane sembrava pietrificato da ciò che aveva visto.

Hinata:Kiba, dovresti scusarti con lei.
Kiba:Lo so, ma... con quale faccia?
Shino:Prima di tutto penso che dovresti prenderti le tue colpe.
Kiba:E' quello che farò, ma non posso dire che riuscirò a scusarmi con lei. Mi sento un vero idiota...

Confessò volgendo lo sguardo verso di me. I ragazzi decisero di riunirsi e venire a chiedermi scusa tutti insieme, ma Kiba non ebbe il coraggio di farlo. Sapeva di aver sbagliato e non poco.
Rimase dentro l'aula mentre tutti uscivano. Kakashi entrò in classe poco dopo aver parlato con me, chiudendo la porta.

Kakashi:Ci avrei giurato fossi stato tu.
Kiba:Sensei, mi spiace.
Kakashi:E' un buon passo questo. Almeno hai ammesso le tue colpe.
Kiba:Non chiamerà mica mia madre adesso? Sa, non voglio farla preoccupare per me. Già ha tanto lavoro da fare. E' vero che ho sbagliato. Mi sospenda anche. Dirò a mia madre che non c'è scuola, ma non la chiami.
Kakashi:A quanto pare sembra che tu già abbia imparato la lezione, ma non posso sorvolare su ciò che hai fatto.

Affermò il sensei, riprendendo i fogli che erano stati lasciati sotto la cattedra delle mie analisi, per poi continuare:

Kakashi:Per un mese rivernicerai le statue degli hokage. E' la tua punizione.
Kiba:Cosa? E... la sospensione?
Kakashi:Dovresti ringraziare la persona che hai torturato oggi. E' stata lei a dirmi di non sospenderti. Adesso lascio. Ho altre faccende a cui sbrigare.

Rispose lasciando la classe.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19


 
Rita:Kiba!

Chiamai vedendolo uscire dalla classe. Si fermò e si voltò verso di me. Tutto quello che aveva fatto era inaccettabile, ma volevo parlarci.
Non sapevo come avrebbe reagito. Non sapevo se mi avesse ascoltata, ma non sapevo nemmeno che le cose stavano cambiando tra noi. Mi spostai dal muro per andargli vicino. Volevo vederci chiaro. Volevo sapere perchè si stava comportando così.

Kiba:Cosa vuoi?
Rita:Perchè hai detto quelle cose su di me?
Kiba:Perchè era quello che pensavo.
Rita:E... lo pensi ancora?

Calò il silenzio tra noi. Abbassò lo sguardo e dopo un attimo di esitazione rispose:

Kiba:Scusa. Ho le idee confuse. E tuo padre mi ha messo ai lavori forzati, quindi ho da fare adesso.
Rita:Cosa?

Farfugliai alzando il volto verso di lui e vedendolo allontanarsi da me, mentre continuava a lamentarsi:

Kiba:Avresti potuto farne almeno comunque. Non hai fatto altro che peggiorare le cose.
Rita:Peggiorare le cose? Ma di che stai parlando?

Continuò a camminare senza curarsi di me. Gli corsi dietro prendendolo per il braccio e urlargli:

Rita:Kiba, che significa che avrei potuto farne almeno?

In quell'istante mi resi conto che era la prima volta. Era la prima volta che vedevo Kiba con le lacrime agli occhi.
Si tirò il braccio e chiamò Akamaru per poi andarsene.
Sinceramente non sapevo come comportarmi con lui. Non sapevo nemmeno se l'avessi dovuto seguire. Insomma... era la prima volta che mi capitava una cosa del genere.
Tornai a casa da sola e con l'anima devastata. Aprii la porta dell'entrata e notai che mia madre non era in cucina ad aspettarmi.
Sul bancone c'era un biglietto con scritto: "Se mi vuoi, sono a fianco da Kushina. Baci, mamma."
Pensai che era il momento meno adatto per mia madre stare altrove. Avevo bisogno di sapere. Avevo bisogno di risposte. D'un tratto sentii la suoneria dei messaggi di whatsapp. Mi avevano aggiunto in un gruppo. Vidi i membri e notai che erano quelli della mia classe, ma c'era un particolare strano. Nella chat di gruppo c'era Menma e non Kiba.
"Ragazzi, ma vi rendete conto?" Domandò agitata TenTen, probabilmente preoccupata per quanto successo prima in classe, seguito da un messaggio vocale di Neji.

Neji:Si, ma quello che non capisco è perchè dire una cosa del genere? D'accordo. Ha frainteso, ma la storia di Kakashi? Da dove l'ha presa?

"Storia di Kakashi? Di cosa sta parlando?" Scrissi cercando di capire e allora arrivò la risposta da Hinata tramite vocale.

Hinata:Per fartela breve, Kiba-kun pensava che il sensei Kakashi fosse tuo padre e ha dato di matto anche con lui.
Ino:Già, davvero non lo capisco. Quel ragazzo è diventato strano. Tra ieri e oggi non capisco cosa gli è preso. Anche perchè ieri fece una chat dicendo un sacco di cose assurde.
Sakura:Si, pensa che disse che ti fingevi invalida per avere delle agevolazioni. Guarda un po' che disgraziato. Quello che mi chiedo è perchè? Cioè, una cosa del genere non è da lui, vero Hinata? Tu lo conosci più di noi, sei stata più a contatto. Anche Shino lo conosce bene e già ha detto prima che era un comportamento strano.

In effetti non era da lui e mentre Hinata registrava un vocale, ne arrivò un altro, ma non suo. Questo mi sorprese perchè era di Menma.

Menma:Ok, non è mia abitudine fare messaggi vocali e nemmeno stare nei gruppi, ma penso che parlargli alle spalle non sia giusto. E' un coglione? D'accordo. Sono il primo che dice che è un bastardo in tutto e per tutto, ma parlargli dietro non farà che peggiorare le cose. Bisogna affrontarlo e anche se mi dispiace dirlo dovrà farlo Rita. In fondo è lei che ha avuto delle rogne con lui. Noi non centriamo nulla.

Hinata cancellò il vocale e la chat rimase in silenzio per un po' finchè io non decisi di ascoltare quel consiglio e rispondere:

Rita:Menma ha ragione. Sono io che ho problemi con lui. Non mettetevi in mezzo. Anzi... cancelliamo anche la chat, perchè è inutile. Piuttosto, se proprio volete aggiungere Menma nel gruppo, fatelo in quello che già avevamo invece di utilizzare mille chat.

Presi un respiro e inviai il vocale per poi cancellare la chat. Decisi di inviare un messaggio a Kiba per vederci e chiarire. Non potevamo stare così. Rispose che gli andava bene anche se non sapeva cosa dirmi. Ci diedimo appuntamento vicino al parco alle nove. Lui non tardò. Anzi, venne insieme al suo immancabile amico a quattro zampe Akamaru.

Kiba:Che vuoi ancora?
Rita:Questo dovrei dirtelo io.
Kiba:Piantala di fare l'enigmista che non ho alcuna voglia di interpretarti ora.
Rita:Si dice enigmatica e poi sai di cosa sto parlando. Perchè ti sei comportato così? Perchè mi hai messo tutti contro in classe?
Kiba:Pensavo di averti già detto che mi dispiace.
Rita:No, non me l'hai detto.
Kiba:Beh, allora scusa. Mi dispiace. Non era mia intenzione, va bene ora?

Si alterò alzando la voce ed io la alzai più di lui.

Rita:No che non va bene! Mi hai chiamato bugiarda! Dici che non sai cosa pensare e cosa più grave di tutto hai detto anche che mio padre è Kakashi e non si doveva sapere.

Lui sembrò accusare il colpo. Abbassò lo sguardo e mormorò un:

Kiba:Mi spiace.

Scossi la testa e alzando ancor di più la voce gli dissi:

Rita:Ti rendi conto di ciò che mi hai causato? Ti rendi conto che per causa tua adesso tutti sanno il mio problema?
Kiba:E allora?
Rita:E allora?! Cioè, ma davvero stai facendo? Io mi confido con te e quello che fai al primo litigio è sparare tutto agli altri.
Kiba:Lo so. Ho sbagliato ma non ero in me.
Rita:Tu non mi hai lasciato nemmeno spiegare. Non mi hai fatto nemmeno dire le cose come stavano. Nemmeno mi credi quando dico che io e Menma siamo solo amici. Mi dici perchè? Perchè lo odi così tanto? Cos'ha di sbagliato?
Kiba:Ha gli occhi sulla cosa a me più cara e voglio che li tolga subito. Spero che questa spiegazione ti basti.

Mi urlò contro, ma non capivo cosa volesse dire. Così cercai di avere spiegazioni, ma lui mi diede le spalle.

Rita:Cosa?!
Kiba:Andiamo, Akamaru.

Chiamò tirandosi il cane, ma io volevo vederci chiaro. Non capivo perchè stesse agendo in quella maniera.

Rita:Ma di che stai parlando?

Lui continuò a camminare ed io lo corsi dietro prendendolo per la maglia dietro per fermarlo e continuare:

Rita:Kiba! Mi spieghi cosa diamine sta...?

Senza finire nemmeno la frase, l'uomo cane mi afferrò le mani, lasciando il guinzaglio di Akamaru e baciandomi senza preavviso.
Non potevo crederci. Kiba mi stava baciando. Il mio primo bacio era stato dato all'uomo cane. Spalancai gli occhi un po' per stupore e un po' perchè non sapevo che fare. E' pur vero che me l'aveva detto più volte che gli piacevo, ma... sinceramente parlando... non ci credevo. Pensavo fosse uno scherzo e vedermi baciata in quell'istante fu come se un treno mi fosse passato addosso. Il mio mondo era crollato. Avrei dovuto capirlo che non scherzava quando mi diceva che gli piacevo. Peccato che io non riuscivo a comprendere i miei sentimenti a pieno. Mi sentivo il cuore che a momenti sbucava fuori dal petto e il rossore prendermi in faccia.
Poi lo sguardo insistente di Akamaru non aiutava per nulla. Se ne stava lì a guardarci e scodinzolare come se il padrone avesse fatto la cosa giusta.
"Tsk...stupido cane. Sei peggio di chi ti ha cresciuto." pensai.
L'uomo cane staccò le sue labbra dalle mie e l'unica cosa che riuscii a fare in quel momento fu dargli un ceffone e urlargli:

Rita:Ma sei impazzito? Che diamine combini?
Kiba:Beh... visto che non lo capisci, pensavo che questo fosse l'unico modo per farti guardare un po' anche me.
Rita:Un po' anche te? Ma che diamine dici?
Kiba:Te l'ho detto e te lo ripeto. Tu mi piaci, mi sono innamorato di te, ma sono giorni che ti vedo più verso Menma che verso di me e questa cosa mi fa rabbia.
Rita:Menma è mio amico. E' inutile che ti arrabbi se sto con lui. Insomma, perchè dovrei abbandonarlo per te?
Kiba:Io non sto dicendo di abbandonarlo. Perchè capisci sempre una cosa per un'altra? .
Rita:Io non ci sto capendo nulla. Spiegati meglio! Parli come un libro stracciato.
Kiba:E ok, te lo dico chiaramente. Voglio stare con te. Voglio che tu sia la mia ragazza, non un'amica. Te lo vuoi ficcare in quella testolina o no?

Solo allora realizzai la realtà della situazione. Kiba si era comportato male perchè era innamorato di me e si era ingelosito del fatto che passassi molto tempo con Menma.
Rimasi in silenzio. Non sapevo cosa dire.
Lui mi piaceva, ma la situazione mi faceva sentire nervosa. Sentivo che il mio cuore battere come un tamburo e il rossore sulle guance non andava via.
Il silenzio creato diede un po' di quieta ai nostri pensieri e Kiba si rese conto solo in quel momento di ciò che stava succedendo. Arrossì di botto, diventando molto strano.

Kiba:Ehm...io...
Rita:Scusa.

Farfugliai abbassando la testa e chiudendomi a riccio, per poi cercare di far uscire le parole che rimanevano incastrate nella gola a causa dell'imbarazzo della situazione.

Rita:Io... mi spiace. Pensavo che... scherzassi l'altro giorno. Non immaginavo che... insomma...
Kiba:Ti prego, non dire niente. Dimmi solo se è qualcosa di positivo oppure no.
Rita:Positivo?

Pensai ad alta voce. Non sapevo se dire si o no, ma ero affezionata a lui. E poi già avevo dato il mio primo bacio all'uomo cane. "Perchè non dargli una possibilità?" pensai tra me e me.

Kiba:Si, intendo... se vuoi essere o no... cioè... hai capito, no?

Si vedeva lontano un miglio che era imbarazzato forse più di quanto ne ero io. Accennai un sorriso timido e risposi con un:

Rita:Si.

Ma ovviamente Kiba doveva sempre avere il modo di farmi arrabbiare.

Kiba:E allora non rispondi?
Rita:Ti ho detto di si, idiota! Non te lo dirò un altra volta, spero che tu l'abbia sentito ora!

Sbraitai diventando ancora più rossa di quella che già ero. Lui mi guardò per un'istante. Probabilmente doveva ancora realizzare che gli avessi detto di si.

Rita:Tsk.. io me ne vado.

Incrociai le braccia e andai verso la strada di casa. Lui rimase lì fermo a guardarmi andare. Come se tutta quella storia fosse assurda ai suoi occhi.
Ritornai a casa e mi chiusi in camera mia. Ero agitata per quanto successo. La mamma non era ancora entrata per dirle le mie perplessità su questa situazione. Mi avvicinai alla finestra e vidi un biglietto. Era di Menma.
C'era una semplice freccia che indicava la direzione della sua camera. Volsi lo sguardo verso quella direzione e lui era lì a guardare le stelle, seduto sulla scala antincendio.

Rita:Menma?
Menma:Bentornata. Sembrava che non venissi più.

Sorrisi. Tutto era tornato alla normalità. Tutto, tranne Kiba.
Perchè? Scopritelo nel prossimo capitolo!
 
***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Sasuke:Karin, posso parlarti?

Domandò andando dalla ragazza che era diretta verso la stanza di Itachi.

Karin:Certo, dimmi, Sas'ke.
Sasuke:Qual è il vostro gioco?
Karin:Cosa?
Sasuke:A che gioco state giocando? Perchè eri vicino alla mia compagna di classe oggi?
Karin:Perchè dovrei dirtelo? E' solo il mio lavoro.

Rispose la ragazza incrociando le braccia e diventando sospettosa.
Sasuke sapeva che c'era qualcosa sotto e voleva vederci chiaro.

Sasuke:Ok, mettiamola così. Se lavori per me e fai da spia, prometto che usciremo insieme.
Karin:Cosa? Dici sul serio?
Sasuke:Certo. Ho mai mancato ad una parola?

Gli occhi della rossa si illuminarono e cominciò a confessare tutto.

Sasuke:Cosa? Deidara vuole Rita nell'organizzazione? Ma... perchè?
Karin:Non ne ho idea, ma sembra che il fatto che gli abbia fregato il sacchetto d'argilla abbia contribuito all'idea.
Sasuke:Karin, ascoltami bene. Non possiamo metterla in pericolo. E' pur sempre una ragazza della nostra scuola. Inoltre sai come agisce l'organizzazione. L'ultima volta hanno accecato Menma e per un bel po' se n'è parlato in giro, poi hai visto che conseguenze ha avuto su di lui. Già non era accettato. Vederlo che attaccava la città ha contribuito ancora di più a farsi una cattiva reputazione.
Karin:Si, ma questo che centra con lei?
Sasuke:Non lo so, ma ho la sensazione che sia un fattore negativo se venisse presa. E' un'altra della mia classe. Non so se capisci. E poi non voglio avere altre rogne, sai bene che quando Menma fu soggiogato da loro se la presero con me. Non voglio essere espulso di nuovo e rientrare negli affari loschi di famiglia.
Karin:Comprendo perfettamente.

Rispose la ragazza, tenendo la cosa per se e allontanandosi senza dire altro, mentre da qualche altra parte succedeva altro.
Kiba era appena rientrato a casa. Lasciò libero Akamaru per poi dirigersi nella sua camera. Si sdraiò sul letto, mettendosi il polso sulla fronte con il rossore in volto.

Kiba:Mi ha detto di si... non ci credo...

Mormorò tra se e se, spostando lo sguardo verso Akamaru che stava entrando nella stanza. Il cane si sedette sul ciglio della porta scodinzolando, per poi fare un abbaio e far arrossire ancor di più il padrone. Quell'abbaiare del cane gli aveva fatto ricordare il bacio.

Kiba:Piantala, Akamaru.

Il cane continuò ad abbaiare, andando a destra e a sinistra per la stanza. Si fermò e sembrava voler giocare con lui.

Kiba:Hai ragione. Ho una ragazza ora. E' tempo che gli altri lo sappiano.

Affermò con un sorriso, mettendosi davanti al computer, ma mentre si avviava spostò lo sguardo sul cellulare. Sorrise e disse:

Kiba:Ma si...

Prese il cellulare tra le mani, scrivendomi quel messaggio:"Grazie per avermi permesso di essere il tuo ragazzo." poi, con il cuore che batteva a mille, cominciò a fare il suo giro di telefonate.

Kiba:Hinata, non immagini cos'è successo!

Nel frattempo, Itachi era arrivato in un luogo abbandonato nel bosco. Si aggirava nella notte per non farsi vedere. Arrivò fuori ad una casa situata proprio a pochi passi e nascosta dalla foschia della nebbia del luogo. Aprì la porta e si tolse l'orribile mantella dell'organizzazione, per poi togliersi le scarpe e dirigersi verso la cucina dove c'era una ragazza, ma non una qualsiasi.

Izumi:Bentornato, caro.

Salutò, vedendolo entrare. Non era sola. Stava a tavola dando da mangiare quella bambina che aveva 6 mesi circa. Quella scena fece sorridere Itachi che si avvicinò a loro, mettendo una mano sulla testa della piccola.

Itachi:La mia piccolina sta mangiando?
Izumi:Fa un po' di capricci perchè non le piace.
Itachi:Oh, fai la cattiva allora, eh? Lo sai che se non mangi papà non ti porta più nulla?

La piccola iniziò a piangere per poi allungare le braccia verso di lui, segno che probabilmente gli era mancato. L'Uchiha non perse tempo a prenderla tra le sue braccia per coccolarla e farsi sentire vicino.

Itachi:No, non fare così. Il papà è qui adesso.

Itachi era molto amorevole con lei e quell'atmosfera familiare era davvero qualcosa di unico. Itachi riuscì a far addormentare sua figlia. Chiuse la camera da letto dov'era riposta anche la culla, per poi andare verso la cucina e vedere Izumi preoccupata che lo informava sulla situazione.

Izumi:Madara vuole altri soldi.
Itachi:Cosa? Ma gliel'abbiamo appena dati.
Izumi:Lo so, ma sembrano non bastare. Continua a venire a minacciarci. L'altro ieri ci siamo dovute nascondere nella zona d'emergenza. Era venuto con tre di loro.

Quelle parole erano davvero difficili da gestire per il ragazzo. Si sedette sulla sedia accanto a lei per poi rimpiangere il motivo per cui si ritrovava a vivere in quell'assurda maniera.

Itachi:Mi spiace molto. Sto cercando di fare il possibile per tenerli a bada. Lo sai. Se solo non avessi fatto quella sciocchezza quel giorno... se non avessi fatto quel colpo di stato... non ti troveresti incatenata a lui e uccisa dai miei debiti.
Izumi:Non dire così. La tua famiglia ci sta aiutando molto finanziariamente e quant'altro, no?
Itachi:Si, ma io vorrei qualcosa migliore per noi. Vorrei andare altrove e rifare una vita decente, ma... con l'organizzazione alba sulle spalle non posso far nulla. Devo solamente stare agli ordini.

Con queste parole si passò la mano tra i capelli. Izumi lo comprendeva bene. Sapeva le pene che lo affliggevano ogni giorno e non riuscì a fare a meno di appoggiare la mano sulla sua per poi confortarlo.

Izumi:Lo sai che non mi importa. L'importante è che siamo felici e insieme. Troveremo un modo per uscirne. Vedrai.

I due si amavano. Era inutile negarlo, ma la situazione non era di certo facile da gestire. I debiti e i danni creati da Itachi infliggevano dolore e perdite monetarie a tutti gli Uchiha. Far parte dell'organizzazione alba significava rientrare in una vera e propria mafia in cui non c'era via d'uscita. Non sapeva chi era amico e chi fosse nemico. Doveva solo sperare di estinguere i debiti e che avrebbe trovato un modo per togliere la famiglia Uchiha dal dolore di quella condanna chiamata 'organizzazione alba'.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20



Il sole era alto e mi ritrovai ad alzare il busto dal letto.

 
Rita:Che razza di sogno...?

Mormorai tra me e me, sbadigliando e stiracchiandomi per poi alzarmi dal letto. Aprii le tende ancora assonnata e vidi il sereno della giornata. Il sorriso sul mio volto non poteva mancare. Stavolta a scuola non ci sarei andata, anche perchè era Domenica e l'entusiasmo era alle stelle. Papà sarebbe venuto a casa e mi avrebbe portato in un luogo in cui ci saremo allenati. Per la prima volta mi sarei allenata con papà. Non potevo crederci. Andai verso il comodino, accesi il cellulare, inconsapevole di ciò che mi aspettava. Pensavo di aver sognato il bacio e la situazione in cui mi ero trovata con Kiba, ma mi accorsi che non era affatto un sogno quando mi trovai quel messaggio su whatsapp dove c'era scritto:"Grazie per avermi permesso di essere il tuo ragazzo."
Il telefono mi cadde di mano e arrossii di colpo. Avevo completamente dimenticato che era successo il giorno precedente.

Hanare:Tesoro? Sei sveglia?

Domandò mia madre entrando in camera e vedendomi con il rossore in volto.

Hanare:Rita? Cos'hai? Non ti sarai beccata l'influenza, spero.
Rita:Magari, mamma... magari...


Borbottai, riprendendo il cellulare e andando verso la cucina. Mi sedetti a fare colazione, nella speranza che le cose sarebbero andate meglio, ma si metteva di male in peggio. Kiba stava diventando un tantino più appiccicoso e assillante del normale. Arrivò una notifica su Facebook, dove aprii l'App e vidi di cosa si trattava. Stavo bevendo il latte, quando a momenti mi strozzavo.
Cominciai a tossire, sentendo la gola bruciare e spalancando gli occhi. La notifica che avevo non era altro la richiesta di Kiba su Facebook di mettere di essere impegnata con lui.

Hanare:Tesoro? Stamattina sei un po' strana. Sicura di stare bene?
Rita:Non sono sicura più di nulla, mamma...

Rivelai mentre veniva verso di me. Si sedette al tavolo e cercò di capire la situazione, ma non riuscii a dirle niente. Anche perchè era arrivato papà e non volevo dire le mie cose sentimentali davanti a lui. Era fin troppo misterioso e non capivo bene come avrebbe reagito se avesse saputo che la sua unica figlia si fosse messa con qualcuno. E poi non si parlava di uno qualsiasi. Era anche la persona che mi aveva ridicolizzato l'altro giorno e messa contro i miei amici. Che dire? Si, mi ero cacciata davvero in un bel pasticcio.

Kakashi:Sei pronta per l'allenamento?

Sorrisi e annuii per poi alzarmi e andare a vestirmi con i miei soliti vestiti ninja. Andammo al parco dove iniziò l'allenamento fin da subito.

Kakashi:Ascoltami bene. Anche se sei mia figlia, non ci andrò leggero con te.
Rita:Sappi che è quello che voglio.

Kakashi accennò ad un sorriso. Lo compresi dal modo in cui mi guardava, per poi annuire e dire:

Kakashi:Molto bene. Farai la prova proprio come ho già fatto con i tuoi vecchi compagni.

Poi mostrò un campanello. Era proprio come quelli descritti nel manga originale.

Rita:Fammi indovinare. Devo prendere i campanelli senza fartene accorgere, vero?
Kakashi:Sei sveglia.
Rita:Sarà una passeggiata.

Risposi, ma le aspettative che Kakashi aveva per me, erano ben altre.

Kakashi:Ah, un'altra cosa. Niente tagli, intesi?
Rita:Che? Come diamine faccio senza chakra?
Kakashi:Sei mia figlia. Un modo lo troverai di certo.

Ok, la cosa diventava davvero difficile e assurda. Pensai di potercela fare lo stesso. In fondo conoscevo molto bene le sue tecniche e il suo modo d'agire, ma la realtà fu ben diversa da quella che mi aspettavo.
Decisi di utilizzare la tecnica della sostituzione e nascondermi tra dei cespugli. Affrontarlo faccia a faccia non era una buona idea. Dovevo prenderlo di sorpresa. Lo vidi prendere un libro e incominciare a sfogliare le pagine mentre rassicurava:

Kakashi:Attacca quando vuoi. Tanto lo sai che sono qui per questo.

Rimasi in silenzio. Doveva essere un modo per farmi parlare, ma io ero molto più astuta di quanto potesse pensare. 
"Rifletti, Rita. Potrebbe andarci giù pesante se volesse, ma devo trovare un modo per distrarlo e prenderlo alla sprovvista senza tagliarmi o utilizzare il sangue. Cosa posso fare?" Mi chiesi mentalmente, quando vidi un gatto passarmi davanti.
"Un gatto? Possibile che si sia perso?" Pensai, mentre mi voltavo sempre di più verso quel micio che se ne stava davanti ai miei occhi leccandosi le zampe. In quell'istante toccai il sacchetto che avevo alla vita. Mi accorsi che era pieno e guardando dentro feci un sorriso. Avevo la soluzione a portata di tasca.

Rita:Ehi, piccolino? Ti va di darmi una mano?

Domandai al gatto che fece un miagolio. Riuscii a indirizzarlo verso Kakashi e farlo avvicinare ai suoi piedi, mentre prendevo il contenuto del sacchetto e lo mettevo in bocca.

Kakashi:Un gatto? Sbaglio o avevo detto niente tagli?

Ci fu un esplosione poco lontano da lui che lo distrasse quel tanto che bastava per fregargli il campanello dalla tasca, ma afferrò la mia mano sentendo il mio tocco.

Kakashi:Molto astuta. Ti avevo sottovalutata.

Affermò, mettendo da parte il libro e cominciando a fare sul serio.
Aveva preso il punto esatto del mio polso che stringendolo fece scivolare il campanello dalle mani.
Con l'altra mano cercai di riprenderlo, ma cominciò uno scontro in stile arti marziali.

Kakashi:Ottimi riflessi, ma devi migliorare ancora.

Continuò a ribadire. L'addestramento era più tosto di quello che pensavo. Adattai nuovi metodi e passammo tutta la mattina e il primo pomeriggio ad allenarci. Era impossibile fargliela a mio padre. Utilizzava tecniche su tecniche e la vedevo piuttosto dura la strada per il successo. Soprattutto avendo il chakra bloccato.

Hanare:Ancora ad allenarvi? Ci avrei scommesso.

Interruppe mia madre, venendo con il cesto per fare un pic-nic insieme. Facemmo una pausa, ma ero sinceramente amareggiata. Nemmeno quei meravigliosi sandwich di mia madre potevano colmare la delusione che avevo dentro.

Hanare:Tesoro, tutto bene?
Rita:Si, sto solo cercando di capire come battere papà. Tutto qua.
Kakashi:Devi ancora migliorare parecchio, anche se devo dire che hai fatto grandi progressi. Piuttosto, ho notato che eri molto abile nel schivare i miei attacchi. Insomma, era come se sapessi perfettamente la prossima mossa che avrei fatto. Posso sapere come ci sei riuscita?
Rita:Studio.
Hanare:Studio?
Rita:Preferisco avere le informazioni prima di confrontarmi.

I due si guardarono in faccia, come se avessi detto qualcosa di sbagliato.

Hanare:Credi che potrebbe avere...?
Kakashi:Non lo so.
Rita:Avere cosa?

Domandai introducendomi nel discorso. Insomma, odiavo stare in disparte. Kakashi si alzò per poi invogliare:

Kakashi:Continuiamo l'allenamento.
Rita:Cosa? Ma avevi detto che ci saremo fermati e avremo continuato la prossima volta.
Kakashi:Si, ma adesso devo controllare una cosa.

Mi alzai, posando il resto del sandwich che avevo tra le mani e allontanandomi da mamma di qualche metro, seguendo mio padre. Si fermò dopo qualche passo, per poi dire:

Kakashi:Se riesci a prendere il campanello a questo giro, ti insegnerò la tecnica del richiamo.
Rita:Cosa?

Si tolse la benda sull'occhio, facendo uscire il suo Sharingan e utilizzandolo su di me. Peccato che per qualche strana ragione non aveva alcun effetto su di me. Anzi, lo distolse dall'obiettivo principale entrando in modalità illusoria. Era come se si fosse autoproiettato in un'altra dimensione. Io nemmeno mi resi conto della cosa, visto che riprovai nella stessa maniera di prima a prendere quel campanello, riuscendoci. Era strano. Era immobile e solo dopo averglielo strappato, ritornò in sé. Ero seccata dal fatto che l'avessi preso con così tanta faciltà, mentre prima non riuscivo nemmeno a sfiorarlo.

Rita:Papà, non è divertente. L'hai fatto di proposito.
Kakashi:Veramente credo di aver scoperto una cosa bizzarra e interessante allo stesso tempo.

Rivelò, venendo verso di me per poi aggiungere:

Kakashi:Hai la stessa abilità di tua madre, ma non capisco se non sai gestirlo oppure è variato a causa del blocco.
Rita:Abilità di mia madre?
Hanare:Si tratta della capacità di vedere e prendere informazioni sull'avversario, anche quando ci si trova nella stessa illusione.

Intervenne mia madre, avendo osservato tutta la scena da lontano, ma io non riuscivo a comprendere a pieno la situazione.

Rita:Ma che c'entra? Io non ho visto alcuna illusione.
Kakashi:Probabilmente il blocco del chakra non consente agli altri ninja di prendere possesso di te. E' una cosa buona, no?

Quelle parole mi lasciarono sorpresa, per poi mettere il broncio e dire:

Rita:Se lo dici tu...

Anche se sinceramente odiavo quella situazione. Odiavo avere quel dannato blocco di chakra.
Improvvisamente sentii il cellulare squillare. Andai verso mia madre, visto che l'avevo lasciato lì. Quando vidi chi mi chiamava, mi si gelò il sangue.

Hanare:Tesoro, va tutto bene?
Rita:Ehm... scusate un attimo.

Balbettai, allontanandomi dai miei e non sapendo come gestire la situazione per poi rispondere al telefono.

Rita:Cosa vuoi?
Kiba:Come cosa voglio? Ti ho mandato dei messaggi e delle richieste su Facebook, potevi anche degnarti di rispondere.
Rita:Mi sto allenando e non ho la connessione al momento.
Kiba:Dove sei?
Rita:Al parco, perchè?
Kiba:Allora ti raggiungo.
Rita:Ma anche no, idiota! Sto con la mia famiglia e non voglio altre rotture ora.

Staccai il cellulare in faccia all'uomo cane. Stava diventando assillante e non poco.
Dopo appena due minuti ebbi un'altra chiamata, era Sakura.

Rita:Pronto?

Risposi e feci l'errore più grande della mia vita. Cominciò a sbraitare come una pazza:

Sakura:Auguri. Auguri. Non posso crederci che vi siete messi insieme!

Quelle parole furono come una valanga che mi veniva addosso. Non ci potevo credere. Kiba aveva già messo i manifesti e stavamo insieme da nemmeno 24 ore. Rabbrividii e attaccai il telefono in faccia a Sakura. Non sopportavo l'idea che la mia bellissima giornata in famiglia fosse stata appena rovinata da un idiota come Kiba.
Decisi di spegnere il telefono così avrei avuto più tempo da passare con i miei, ma quando feci ritorno non vidi più Kakashi e a mia madre si era aggiunta Kushina e Minato.

Hanare:Oh, eccoti. Hai visto chi c'è qui?
Rita:Buongiorno Kushina. Salve Minato, ma papà?
Hanare:Lo sai come stanno le cose, tesoro.

Sospirai sentendo quelle parole. Papà non poteva stare con noi. Ed io che avevo rifiutato di vedere l'uomo cane per stare insieme a lui.
Kushina, vedendomi e volgendo lo sguardo verso mia madre, cominciò a fare complimenti. Questi mi fecero arrossire e non poco.

Kushina:Certo che più passa il tempo e più diventa bella tua figlia.
Rita:Cosa?
Hanare:Sono d'accordo. E' molto simile a suo padre.
Kushina:Ma che dici? Non conosco tuo marito, ma so per certo che è molto simile a te. Ha i tuoi stessi capelli e forma degli occhi. E poi sei riuscita ad educarla davvero bene.
Hanare:Guarda che anche i tuoi sono molto educati.
Kushina:Come mi piacerebbe se uno dei miei figli si mettesse con lei.
Minato:Avanti, Kushina. Sono cose da ragazzi.
Kushina:Lo so, lo so, anche se mi piacerebbe fare un bel matrimonio combinato come i vecchi tempi. E' vero che sono grandi, ma penso che starebbe proprio bene insieme a mio figlio Menma.
Rita:Eh?!

Urlai, arrossendo di botto anche peggio di com'ero. "Che vergogna!" Pensai. Avrei voluto andare all'inferno e mai più sentire i discorsi di quelle due.

Menma:Mamma, ti prego.

Interruppe Menma, avvicinandosi ai genitori e facendo notare. La cosa fece arrabbiare la madre che alterata cominciò a sbraitare:

Kushina:Come osi interrompere le fantasie di tua madre?

Lui sospirò per poi volgere lo sguardo su di me. Aveva un'espressione stranamente rassegnata, mentre io alzavo la mano per salutarlo incerta.

Rita:Ciao.
Menma:Come mai qui? Pensavo fossi con lui.
Rita:Lui chi?
Menma:E' inutile che fingi. So come stanno le cose.

In quel momento compresi quanto fosse bastardo l'uomo cane. Prese Menma per il braccio e lo trascinai via dai nostri genitori, ma era impossibile farlo con Kushina sempre vigile.

Kushina:Dove state andando?
Rita:Andiamo a farci un giro. Mamma, ti dispiace se vado con Menma?
Hanare:No, certo che no.
Rita:Allora ci vediamo stasera a casa.
Menma:Come 'stasera'? Aspetta!
Rita:Muoviti e non fiatare!

Continuai trascinandolo con me, per poi cercare di capire cosa fosse successo.

Rita:Quindi ha messo davvero i manifesti quel bastardo.

Compresi, mentre camminavamo per la città. Aveva le mani in tasca e con il suo solito fare, domandò:

Menma:Dimmi una cosa, ma è vero poi che state insieme?
Rita:Sinceramente non lo so nemmeno io.
Menma:Ma lui ti piace? Cioè... so che non sono affari miei, ma... a volte sembri infastidita da lui.
Rita:E mica solo a volte. Se è per questo ieri mi sono data appuntamento con lui per chiarire quello che è successo in classe e... e poi bho. E' diventato tutto troppo confuso.

Spiegai, incrociando le braccia. Mi fermai arrossendo di colpo nel ripensare al giorno precedente. Insomma, in fondo era vero. Quel bacio era del tutto inaspettato e non sapevo nemmeno io come mi fossi trovata in quella situazione. Menma si fermò, appoggiandosi ad un muro e cercando di capire la situazione.

Menma:Che vuol dire 'confuso'?
Rita:Vuol dire che mi sono ritrovata fidanzata con lui senza nemmeno capire come.
Menma:Si, ma per stare con lui qualcosa dovresti provarla, no?

Effettivamente era vero. Qualcosa dovevo pur provarla. Il problema era che non sapevo esattamente cos'era.
Improvvisamente sentii un braccio mettersi sulla mia spalla.
"Ti prego, fa che non sia lui." pensai essendo terribilmente terrorizzata da chi poteva essere. Purtroppo era esattamente chi pensavo fosse. Kiba.

Kiba:Ecco cos'avevi da fare.

Affermò, guardando in cagnesco Menma. I due si davano occhiatacce da paura, ma non sapevo che il peggio non era ancora arrivato. Qual è il peggio? Scopritelo nel prossimo capitolo.
 
***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Kiba, dopo aver avuto il mio si, stava dando i numeri letteralmente. Aveva cambiato lo stato di Facebook da single a impegnato inviandomi anche la richiesta d'approvazione che stavamo insieme e in più aveva cambiato anche lo stato su whatsapp scrivendo: "E' il giorno più bello della mia vita!" oltre a mettere i manifesti che eravamo fidanzati.
Informò tutta la classe, tramite messaggio o telefonata, ma io non ne ero a conoscenza.
Avevo altro da fare e anche lui aveva un bel po' di cose da fare.

Kiba:Mamma, io esco.

Avvertì, tirandosi Akamaru con lui e andando a scontare la punizione riverniciando quelle statue con un sorriso impressionante.

Sai:Non ho mai visto nessuno verniciare delle statue con tanta allegria.

Notò, passando di lì insieme a Ino.

Ino:Ah...l'amore. Lo sai che si è fidanzato, vero?
Sai:Si, ho letto il messaggio. Anche se non capisco come abbia fatto a mettersi con lui.
Ino:Sono d'accordo. Lui l'ha bullizzata e le si è messa insieme.
Sai:Masochista. Di sicuro.
Kiba:Invece di sparlare alle mie spalle, perchè non organizziamo qualcosa?

Domandò, sentendo tutti quei discorsi su di noi che cominciavano ad infastidirlo.

Ino:Verso le sei ci vediamo con gli altri al cinema. Vuoi unirti a noi?
Kiba:E lo chiedi pure? Certo che si.
Ino:Ho mandato anche un messaggio a Rita prima per sapere se volesse venire, ma non ha risposto.
Sai:Probabilmente avrà da fare.
Ino:Si, ma... gliel'ho mandato più di tre ore fa. Non ha nemmeno visualizzato.
Kiba:Cosa?

Incuriosito, l'uomo cane prese il cellulare vedendo che non mi collegavo su whatsapp e Facebook dalle nove di mattina. Cominciò ad insospettirsi e a preoccuparsi. Erano le due di pomeriggio e non avevo mai avuto la connessione spenta per così tanto tempo.

Kiba:Che strano. Adesso provo a chiamarla.

Pensò a voce alta, digitando il mio numero, ma c'era la segreteria telefonica.
Mandò un paio di messaggi per capire cosa stavo facendo, ma non ebbe risposta.

Ino:Ti ha risposto?
Kiba:No, ma dopo passo a casa sua per vedere cos'ha. Probabilmente avrà qualche problema con il cellulare. Anche perchè non li legge proprio.
Sai:D'accordo, allora facci sapere appena la contatti.

I due si allontanarono da lui per proseguire il cammino, mentre Kiba finiva di verniciare la statua del terzo hokage.
Sospirò per poi scendere dalla statua e tornare a casa, cercando di contattarmi nuovamente.

Kiba:Akamaru, secondo te che può esserle successo?

Il cane fece dei lamenti, mentre Kiba riprovava nuovamente a chiamarmi. Stava perdendo le speranze, quando risposi:

Rita:Cosa vuoi?

Quelle due semplici parole innervosirono l'uomo cane che cominciò ad urlare:

Kiba:Come cosa voglio? Ti ho mandato dei messaggi e delle richieste su Facebook, potevi anche degnarti di rispondere.
Rita:Mi sto allenando e non ho la connessione al momento.
Kiba:Dove sei?
Rita:Al parco, perchè?
Kiba:Allora ti raggiungo.
Rita:Ma anche no, idiota! Sto con la mia famiglia e non voglio altre rotture ora.

Gli staccai il cellulare in faccia e lui guardò il telefonino arrabbiandosi.

Kiba:Ah, ma chi la capisce? Su, Akamaru. Andiamo a controllare al parco. Questa non me la racconta giusta.

Nel frattempo, il messaggio di Kiba del suo fidanzamento con me, arrivò anche sul cellulare di Menma.
Era dalla mattina che fissava e rileggeva quel messaggio che diceva:"Ehi, non ci crederai, ma io e Rita stiamo insieme. Per qualsiasi cosa, contatta me non lei."
Poi mise la chat con me di whatsapp rileggendo ciò che mi aveva scritto:"E' vero? Ti sei messa con Kiba? Contattami."
Vedendo che non rispondevo al messaggio, cominciò ad avere una sorta di depressione. Mise il telefono sul letto e si abbracciò le ginocchia che aveva davanti a se.
Kushina entrò nella stanza in quel preciso istante, vedendolo terribilmente giù.

Kushina:Menma, ma cos'hai?
Menma:Nulla.
Kushina:Perchè non esci un po'? Naruto!
Menma:Non mi va. Voglio stare da solo ora.

Naruto si avvicinò alla stanza sentendo che la madre faceva discussione con suo fratello. Rimase in silenzio per un po', per poi chiedergli:
Naruto:E' per quello che ha scritto Kiba? Ha mandato anche a te il messaggio?
Menma:Si. Voglio stare solo ora.
Kushina:Quale messaggio?

Domandò cercando di capire cosa fosse successo.
Menma spostò lo sguardo verso Naruto. Era uno sguardo minaccioso e lui non riuscii a fare a meno di dire:

Naruto:Ehm... Menma, perchè non glielo dici tu a mamma?
Kushina:Dirmi cosa?
Naruto:Io vado!
Kushina:Ehi! Dove scappi? Vieni subito qui!

Purtroppo Naruto era già uscito e Kushina per sapere la verità doveva parlare solo con Menma. Peccato che era testardo proprio come lei e non riuscì a fargli uscire nemmeno una parola.
Per farlo distrarre, decise di andare al parco insieme a suo marito e con grande sorpresa videro Hanare.

Kushina:Oh, ma che coincidenza.
Hanare:Kushina, che ci fai qui?

Chiese, facendola avvicinare a lei.

Minato:Menma, non vieni?
Menma:Si, vengo tra un minuto.

Rispose, riguardando quel telefono e cercando di chiamarmi, ma era sempre occupato. Riprovò e riprovò finchè non comprese che l'avevo spento. Sospirò, pensando che fossi uscita con il mio nuovo ragazzo, per poi andare verso i genitori. Si bloccò nel vedermi lì.

Rita:Ma papà?
Hanare:Lo sai come stanno le cose, tesoro.

Sentì e vedendo il mio volto cambiare espressione comprese la situazione. Capii che ero stata tutto il tempo con loro ad allenarmi e per qualche strano motivo se ne fosse andato prima ancora che me ne accorgessi. Ascoltò la conversazione tra me e i suoi genitori, quando sentì qualcosa che lo mise in imbarazzo e non solo a lui.

Kushina:Lo so, lo so, anche se mi piacerebbe fare un bel matrimonio combinato come i vecchi tempi. E' vero che sono grandi, ma penso che starebbe proprio bene insieme a mio figlio Menma.
Rita:Eh?!

Urlai, arrossendo di botto, ma non ero l'unica. Anche lui arrossì e decise di intervenire facendo arrabbiare la madre.

Menma:Mamma, ti prego.
Kushina:Come osi interrompere le fantasie di tua madre?

Lui sospirò per poi volgere lo sguardo su di me. Aveva molte domande da fare e non esitò a farle vedendo la mia attenzione su di lui.

Rita:Ciao.
Menma:Come mai qui? Pensavo fossi con lui.
Rita:Lui chi?
Menma:E' inutile che fingi. So come stanno le cose.

Decisi di trascinarlo con me con una scusa e un'altra. Dovevo capire cosa avesse detto l'uomo cane e lui non oppose molta resistenza. Aveva diverse domande nella mente.

Rita:Quindi ha messo davvero i manifesti quel bastardo.

Compresi, mentre camminavamo per la città. Aveva le mani in tasca e con il suo solito fare, domandò:

Menma:Dimmi una cosa, ma è vero poi che state insieme?
Rita:Sinceramente non lo so nemmeno io.

Quelle parole lo fecero sussultare:

Menma:Ma lui ti piace? Cioè... so che non sono affari miei, ma... a volte sembri infastidita da lui.
Rita:E mica solo a volte. Se è per questo ieri mi sono data appuntamento con lui per chiarire quello che è successo in classe e... e poi bho. E' diventato tutto troppo confuso.

Spiegai, incrociando le braccia e fermandomi. Il rossore sul mio volto era ben evidente e Menma lo scambiò per rabbia.
Si appoggiò al muro, incrociando le braccia e cercando di capire la situazione.

Menma:Che vuol dire 'confuso'?
Rita:Vuol dire che mi sono ritrovata fidanzata con lui senza nemmeno capire come.
Menma:Si, ma per stare con lui qualcosa dovresti provarla, no?

Alzai lo sguardo verso di lui. Calò il silenzio e in quel momento Menma si rese conto che ero davvero confusa sui miei sentimenti. Cercò di dire qualcosa, ma si bloccò vedendo Kiba sbucare dietro di me.

Kiba:Ecco cos'avevi da fare.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

Io e Menma, dopo esserci trovati per puro caso nel parco, decidemmo di girare un po' per la città. Dovevo scoprire chi altri sapeva della relazione mia e di Kiba, purtroppo l'uomo cane aveva già messo i manifesti ovunque. Nonostante questo non bastasse, non capivo ancora i miei sentimenti per lui pur avendo accettato di stare con lui.

Menma:Si, ma per stare con lui qualcosa dovresti provarla, no?

Quelle parole di Menma erano giuste. Qualcosa dovevo pur provarla per aver accettato senza nemmeno pensarci su. Il problema era che non sapevo esattamente cos'era. Rimasi in silenzio a guardarmi le scarpe, mentre lui aveva incrociato le braccia. Alzai lo sguardo verso di lui, riflettendo sulla situazione, quando sentii un braccio mettersi sulla mia spalla.

Kiba:Ecco cos'avevi da fare.

Affermò Kiba, facendomi voltare verso di lui. Aveva uno sguardo nervoso e contrariato, mentre guardava Menma e non era l'unico. I due si davano occhiatacce da paura e volevo risolvere la questione il più presto possibile.

Rita:Piantala di scherzare. Ci siamo trovati al parco, tutto qui.

Risposi alterata, togliendogli il braccio che mi aveva appoggiato sulla spalla. Sorrise per poi proporre:

Kiba:Beh, se non hai nulla da fare, possiamo andarcene in giro da soli.
Rita:Se vogliamo andare in giro, per me va bene, ma deve venire anche Menma.
Kiba:Cosa? Perchè deve venire anche lui?
Rita:Perchè così mi passa per la testa.
Menma:Non preoccupatevi per me. Me ne torno a casa.
Rita:Non ti azzardare nemmeno! Resta fermo lì!

Urlai, vedendo che si stava spostando dal muro per andarsene.
Ero in una situazione insostenibile. Davvero da non crederci. Non volevo stare da sola con Kiba. Mi terrorizzava il solo pensiero e l'unica persona che poteva darmi conforto e distanza da lui era Menma.
In quell'istante, proprio mentre lo afferravo per non farlo andare via, squillò il suo telefono. Rispose.

Menma:Pronto? Si...si..è con me. Certo, adesso glielo dico. Si, si, non preoccuparti, mamma. Si, adesso te la passo.

Disse, per poi voltarsi verso di me.

Menma:E' per te.
Rita:Per me?

Domandai ignara di ciò che avevo fatto. Presi il telefono tra le mani e risposi con quel cagnaccio di Kiba che metteva l'orecchio per ascoltare anche lui, mentre Akamaru ringhiava contro Menma.

Rita:Pronto?
Kushina:Rita, senti, tua madre ti sta chiamando sul cellulare e ha notato che ce l'hai spento.
Rita:Cosa?

Farfugliai, prendendo il cellulare per guardarlo. Era vero. Me ne ero dimenticata che l'avevo spento per non sentire l'idiota di Kiba e adesso me lo ritrovavo davanti. Che strana la vita. Che ingiustizia.
Sospirai per poi dire:

Rita:Grazie per avermelo riferito. Adesso la chiamo subito.

Chiusi la chiamata e diedi il telefono a Menma per poi accendere il mio e trovare le chiamate di mamma. Mi allontanai da loro per richiamarla e sapere cos'era successo, ma alla fine si era solo dimenticata di dirmi che quando sarei rientrata probabilmente non l'avrei trovata visto che aveva delle consegne da fare.
Staccai la chiamata e mi voltai verso quei due che sembrano ancora come cane e gatto. Dovevo inventarmi qualcosa e alla svelta anche. Non volevo stare da sola con Kiba. Mi sentivo terribilmente a disagio, ma allo stesso tempo non volevo nemmeno che Menma si sentisse come il terzo incomodo. Presi fiato e misi una mano alla fronte, per poi volgere lo sguardo al cellulare vedendo le diverse chiamate e messaggi. Misi la connessione dati e nella chat di whatsapp c'erano milioni di messaggi. Li lessi rapidamente e scoprii che gli altri si erano dati appuntamento per il cinema. Avevo la soluzione sotto al naso e non persi tempo a prenderla al volo. Chiusi la connessione e mi avvicinai a loro.

Menma:Non è detto.
Kiba:Che vorresti insinuare, eh?
Rita:La piantate di litigare tutti e due? Piuttosto, ho appena letto i messaggi whatsapp. Ino e Sai andranno insieme a Sakura, Sasuke, Hinata e Naruto al cinema. Ci uniremo a loro.
Kiba:Cosa?
Menma:Non se ne parla nemmeno.
Rita:Qui decido io, avanti! Camminare che già stiamo in ritardo!

Urlai, prendendo i due per mano e trascinandoli con me.
Ero stanca del loro modo di fare che si azzuffavano come cane e gatto ogni volta.
Arrivammo vicino al cinema e lì vidi i ragazzi. L'unico che mancava all'appello era Sasuke.

Ino:Ma allora ci siete anche voi?
Rita:Ovvio.

Risposi con un sorriso, quando Sakura e Hinata cominciarono a fare gli auguri per il fidanzamento che mi spense l'entusiasmo.

Sakura:Rita, ho saputo di te e di Kiba.
Hinata:Auguri.
Kiba:Grazie.
Rita:Mpf...auguri un corno!

Alterata, incrociai le braccia e guardai dall'altro lato sperando che la finissero di parlare sempre della stessa cosa, quando Sai mise il dito nella piaga.

Sai:Perchè? Non state insieme?
Rita:Piantatela di dire sempre la stessa cosa e incominciamo ad entrare.
Sakura:E...Sasuke?
Naruto:Già, ho saputo che doveva venire con due suoi amici.
Menma:Aspettiamolo un altro po'.

Aspettammo una manciata di secondi prima di vederlo arrivare insieme a Karin e Suigetsu. La rossa sembrava essere molto contrariata. Nel vederci, cominciò a dare i numeri.

Karin:Eh, no! Non è giusto, Sas'ke! Avevi detto che saresti uscito con me. Prima porti Suigetsu, ora anche loro?

Probabilmente aveva previsto un appuntamento solo lei e Sasuke, cosa che non si era affatto verificata, ma il ragazzo rimase tranquillo e le rispose con calma:

Sasuke:Beh, è quello che sto facendo.
Karin:Cosa?
Sasuke:Non mi pare di aver detto che saremo usciti da soli.

La ragazza sospirò per poi volgere lo sguardo sugli altri, avvicinandosi ancor di più a noi. Ebbi come l'impressione che Sasuke l'avesse imbrogliata e che lei non voleva affatto stare con noi.

Karin:Naruto... Menma...
Naruto/Menma:Karin...

Pronunciarono con tono molto seccato. Era più che ovvio che non scorreva buon sangue tra di loro. Poi volse lo sguardo su di me.

Karin:Tu sei quella dell'altro giorno o sbaglio?
Suigetsu:Oh... quindi è lei quella nuova. Tsk... eppure avevo sentito che fosse carina...

Disse con tono molto deluso, mentre chiedevo:

Rita:Carina? Io?

Arrossii nel pensare che avessero detto qualcosa del genere su di me, ma i miei sogni furono infranti dalla voce della verità che si mise di mezzo.

Sai:No, è una psicopatica.
Rita:Psicopatica?

Sbraitai sentendo quelle parole da Sai. Tutti cominciarono a ridere, mentre io ero terribilmente agitata. Se Sai dice una cosa, la pensa davvero e mi riteneva davvero una psicopatica. Il morale cadde a terra e ovviamente andava sempre peggio.
L'uomo cane si avvicinò e mi mise la mano sulla spalla, prendendomi in giro.

Kiba:Si, sei la mia psicopatica.
Rita:La tua psicopatica?

Mormorai guardandolo in mal modo, mentre lui si raffreddò di colpo dicendo:

Kiba:Forza, entriamo!

Entrammo e cominciammo a scegliere un film. Decidemmo di vedere 'super ninja' tra l'altro non avevo mai sentito parlare prima un film del genere.
Ci sedemmo tutti quanti vicini, nel seguente ordine: Suigetsu, Karin, Sasuke, Sakura, Ino, Sai, Naruto, Hinata, Kiba e Menma. Io, per mia sfortuna, capitai proprio tra Menma e Kiba. L'uomo cane continuava a tenermi per mano per tutto il film. Sinceramente, era la cosa più noiosa e assurda che abbia mai visto. Non a caso per farmelo piacere, cominciai a chiacchierare e ironizzare ogni scena assurda con Menma, cosa che non piaceva affatto all'uomo cane visto che sentivo i suoi occhi puntati su di noi.
Mi sentivo in mezzo ad un triangolo amoroso e sinceramente non mi piaceva per niente starci. Insomma, Kiba era carino, ma non lo sopportavo. Non saprei nemmeno dire perchè mi ci sono messa, mentre con Menma mi sentivo a mio agio. Non saprei dire il perchè. Forse era per il fatto di aver avuto le stesse esperienze e che quindi riuscivo a capirlo meglio. Fatto sta che mi trovavo più con Menma che con Kiba ed io come una cretina mi ero messa con Kiba, ma allo stesso tempo non sapevo se essere felice o disperata. Anche Menma l'aveva detto. Se stavo con lui, se avevo detto di si a quella situazione, qualcosa dovevo provarla. Il problema era capire cosa provavo.
Finì il primo tempo ed io, esasperata da quegli occhi puntati di Kiba, dal suo tenermi per mano e dalle occhiatacce che mandava a Menma, mi alzai per andare in bagno e avere un po' di relax, mentre le altre rimasero sedute. La sorte volle che ad accompagnarmi fu proprio Karin che si rese disponibile. Probabilmente era per capire con chi aveva di fronte e a me non dispiaceva. Insomma, non è che la conoscessi benissimo. Era un punto d'inizio, no?
Ci incamminammo nei corridoi del cinema, parlando del più e del meno.

Karin:Come ti trovi qui? Cioè, so che vieni dalla città.
Rita:Diciamo che mi sono adattata, anche perchè la vita qui mi piace e il mio sogno è quello di diventare un ninja leggendario.
Karin:Sogni in grande allora.
Rita:E tu? Non hai un ragazzo?
Karin:Beh... non so se hai notato, ma tra me e Sas'ke c'è feeling. Si, lo so che è un po' timido e non si spinge oltre, ma penso che con il tempo diventeremo una cosa sola.
Rita:Sinceramente penso di no.

Risposi a cuor sincero. Infondo non amavo quella ship e anche se mi fosse piaciuta, si vedeva lontano un miglio che Sasuke non aveva alcun occhio di riguardo per lei, a parte una semplice amicizia, ma le fraintese.

Karin:Perchè? Non dirmi che piace a te.
Rita:In realtà so che ha un'altra ragazza, quindi penso che dovresti spostare gli occhi su qualcun altro. E' solo un consiglio, comunque. Forse Suigetsu farà al caso tuo. Lo vedo un tipo molto carino con te.
Karin:Suigetsu? Cioè, ma tra tante persone proprio lui? Ma è assurdo!
Rita:Non ti piace?
Karin:Neanche un po'. E' un deficiente, uno spaccone, un emerito idiota. Come dovrebbe piacermi uno come lui?

Domandò incrociando le braccia. Io risi, anche perchè si vedeva lontano un miglio quanto lo odiasse. Entrai nei bagni, mentre lei rimase vicino ai lavandini per pulirsi gli occhiali e controllare il trucco. Non sembrava una cattiva persona.
Forse, col tempo, saremo potute diventare grandi amiche. Chissà.
Il pensiero di avere una nuova amica mi fece sorridere e più mi confrontavo con lei e più comprendevo la sua vera natura.
Tornammo ai nostri posti e la serata si concluse abbastanza bene, anche se Menma mi sembrò abbastanza strano. Cercai di parlargli, ma con i ragazzi davanti che mi interrompevano ogni volta mi era impossibile. Al nostro ritorno a casa, presi la situazione in mano.

Rita:Menma.
Menma:Si?
Rita:Ti va di parlare un po'?
Menma:Certo.
Naruto:Io incomincio a salire. Avverto la mamma che sei giù.

Avvertì, salendo le scale e andando verso casa sua. Mi appoggiai al muro della casa e lui si mise di fianco, cercando di capire di cosa volessi parlare.

Menma:Di cosa volevi parlarmi?
Rita:Prima ho letto il messaggio, ma essendo che stavamo insieme a Kiba e gli altri non volevo metterti pressione.
Menma:Oh... il messaggio?
Rita:Si, di cosa volevi parlarmi? Hai scritto di contattarti.
Menma:Lascia stare. Non era nulla di importante. Hai risposto già alle mie domande prima che Kiba ci interrompesse.
Rita:Cosa?

Chiesi volgendo lo sguardo su di lui, essendo terribilmente confusa dalle sue parole, quando lui mi mise una mano sulla testa. Sorrise molto dolcemente, per poi dire:

Menma:Ci vediamo domani.

Con questo salì verso casa sua ed io andai nella mia. Era un comportamento al quanto strano. Non avevo mai visto quell'espressione sul viso di Menma. Chissà cosa gli era preso.
L'indomani andai a scuola pensando di aver passato la fase critica con Kiba, ma ahimè era solo l'inizio.

Kiba:Buongiorno!

Mi urlò in un orecchio, stonandomi un timpano e abbracciandomi
da dietro. Mi stringeva a sé. Non era il massimo. Soprattutto in mezzo al cortile di scuola, davanti a tutti e con quel braccio che stringeva il mio collo.

Rita:Kiba! Lasciami!

Lasciò la presa e mi voltai verso di lui che mi cominciò a guardare con quegli occhi da cucciolo. Era strano. Molto strano e la cosa mi terrorizzava.

Kiba:Come sta la mia ragazza oggi?
Rita:La pianti di mettere i manifesti ovunque?!
Kiba:Cosa c'è che non va?
Rita:Esiste una cosa chiamata privacy. Dovresti rispettarla.

Rimproverai andando in classe. La giornata si svolgeva abbastanza bene e non mi aspettavo minimamente di ritrovarmi davanti a quella scena. Durante la ricreazioni andai in bagno e appena uscii per andare verso i lavandini e lavarmi le mani, sentii una voce familiare. Era la voce di Karin.
Incuriosita, mi nascosi e origliai per capire con chi stesse parlando. Era un maschio. La sua voce maschile mi incuriosì e non poco. Insomma eravamo nel bagno delle donne. Non poteva esserci un ragazzo lì. Mi sporsi, pensando fosse qualche relazione segreta di Karin, ma con grande sorpresa vidi Deidara e non erano per niente in rapporto amoroso. 

Deidara:Allora? Non mi dici nulla?
Karin:Te l'ho già detto. Non la conosco.
Deidara:Ne sei sicura? Eppure pensavo che fosse chiaro dalla mia descrizione.
Karin:Non mi hai detto nemmeno il suo nome, come faccio a trovarla?

Domandò la rossa irritata, asciugandosi le mani e guardando il ragazzo che continuava a battere:

Deidara:Possibile che non hai ancora visto una faccia nuova?
Karin:Si, ne vedo tante in giro. E' questo il problema.
Deidara:E allora chi è quella con cui stavi l'altro giorno? Dove l'hai conosciuta e quando?
Karin:Di che stai parlando?
Deidara:La ragazza del cinema. Vi ho viste mentre parlavate e andavate d'amore e d'accordo nei corridoi. Voglio sapere chi è e quando l'hai conosciuta.
Karin:Questi sono affari miei, non tuoi.

Era in cerca di qualcuno, ma non uno qualsiasi. Lui cercava me e le risposte di Karin non facevano altro che indispettirlo. Il biondo afferrò la rossa per i capelli, per poi urlarle:

Deidara:Dimmi dov'è! Devo sapere dov'è quella bastarda!

Che fare? Agire oppure no? Non sapevo che le mie azioni avrebbero avuto una svolta e avrebbero preso una piega assai difficile da gestire. Quale? Beh, scopritelo nel prossimo capitolo.
 
***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...

Hanare si accorse che avevo il telefono spento.

Hanare:Oh, no. E adesso?
Kakashi:Va da Kushina e dille che hai un impegno. Magari è ancora con suo figlio.

Propose Kakashi, standosene a casa seduto sul divano.
Ebbene, quando mi ero allontanata e mio padre aveva visto Kushina avvicinarsi, ha deciso di andarsene per non dare nell'occhio pur non avendo nulla da fare. Vedendo rientrare a casa Hanare, aveva deciso di passare il resto del pomeriggio con lei in giro, ma avendo il cellulare spento, lei non riusciva a contattarmi.
Sentendo il consiglio del marito, bussò alla porta accanto.

Minato:Oh, Hanare. E' successo qualcosa?
Hanare:Non riesco a contattare mia figlia. Volevo sapere se era ancora con vostro figlio.
Minato:Beh, penso di si. Menma non è ancora rientrato.
Kushina:Qualche problema?

Si introdusse nel discorso, uscendo dall'altra stanza.

Hanare:Mia figlia ha il telefono spento. Volevo sapere se era possibile chiamare vostro figlio per avvertirla almeno di questo. Anche perchè sto uscendo e non so se ha le chiavi.
Kushina:Ma certo. Adesso lo chiamo subito.

Nel frattempo, mentre Kushina prendeva il cellulare per chiamare il figlio, Sasuke attendeva che Karin si presentasse all'appuntamento, ma quel che non sapeva la rossa era che Sasuke non era solo.

Karin:Sas'ke. Non posso crederci che usciamo insieme.
Sasuke:Te l'avevo detto che avrei accettato di uscire più spesso con te.
Karin:Ma dove andiamo? Il cinema non è dalla parte opposta?

Il ragazzo non proferì parola e la ragazza lo seguì silenziosamente, finchè non si trovò a svoltare l'angolo e vedere la persona che mai avrebbe voluto ritrovarsi davanti in quell'appuntamento.

Suigetsu:Eccovi, finalmente!
Karin:Cosa?
Sasuke:Hai aspettato molto?
Suigetsu:No, solo qualche minuto.
Karin:Time out! Che significa questo?
Sasuke:Pensavo fosse ovvio. Andiamo al cinema insieme.

Karin, abbattuta dal fatto di non rimanere sola con Sasuke, cercò di accettare la cosa. In fondo Suigetsu avrebbe fatto da candela e prima o poi si sarebbe stancato di stare sempre in mezzo. Ne era certa, ma fece male i conti e mentre la rossa cominciava ad alterarsi per la cosa, da qualche altra parte io ricevevo la chiamata da Kushina che mi spinse a chiamare mia madre.
In quel frangente di tempo, quando io mi allontanai da Menma e Kiba per parlare con mia madre e capire la situazione, i due cominciarono a guardarsi di mal modo. Ero del tutto ignara che quei due avevano aperto una vera e propria guerra.

Kiba:Sentimi bene, adesso lei è la mia ragazza, quindi cerca di stare al tuo posto.
Menma:Io sto al mio posto. Sei tu che sei troppo cocciuto.
Kiba:Che vorresti dire?
Menma:Forse sta con te solo perchè l'hai oppressa troppo e ha voluto accontentarti per avere l'anima in pace.
Kiba:Oppressa troppo? Tsk... io e lei siamo felicemente fidanzati insieme. Ci amiamo e questa che stai dicendo è tutta gelosia.
Menma:Non mi pare che lei ti abbia detto una cosa del genere o che sia così felice della vostra relazione.
Kiba:E' inutile che tenti di persuadermi. Ti ho battuto, accettalo! Ho fatto prima di te, quindi devi farti da parte.
Menma:Sei davvero sicuro? A me non sembra così felice della vostra relazione.
Kiba:Lei mi ama e il fatto che stiamo assieme dimostra che è così.

Menma alzò lo sguardo verso di lui e con tono placato e deciso rispose:

Menma:Non è detto.
Kiba:Che vorresti insinuare, eh?

Si alterò Kiba, avvicinandosi al ragazzo e cercando di capire, ma intervenni prima che la situazione degenerasse.

Rita:La piantate di litigare tutti e due? Piuttosto, ho appena letto i messaggi whatsapp. Ino e Sai andranno insieme a Sakura, Sasuke, Hinata e Naruto al cinema. Ci uniremo a loro.
Kiba:Cosa?
Menma:Non se ne parla nemmeno.
Rita:Qui decido io, avanti! Camminare che già stiamo in ritardo!

Dissi trascinandoli con me. Nello stesso istante, venne trascinato anche qualcun altro al cinema contro il suo volere.

Tobi:Deidara, vieni anche tu?
Deidara:Scordatelo. Ho da fare.

Negò, standosene appoggiato al muro e controllando le strade per cercarmi. La sua ricerca di me continuava da giorno e non voleva arrendersi. Voleva farmela pagare per avergli fregato l'argilla. Tobi non era solo, c'era anche Sasori con lui.

Tobi:Ma esce quel film bellissimo di combattimento. Come si chiamava?
Sasori:Andiamo a vederci Creed. Sicuro che non vuoi venire?
Deidara:Ve l'ho già detto. Devo trovare quella tipa e farla entrare nell'organizzazione. Non posso perdere tempo a fare cose inutili.
Tobi:Tanto non sai nemmeno dove si trova, perchè sforzarti così tanto?

Domandò l'amico, ma Deidara era terribilmente contrariato con me e non perse l'occasione per ribadirlo.

Deidara:Mi ha rubato l'argilla. Nessuno me la fa sotto al naso, quindi voglio affrontarla e dirgliene quattro.
Sasori:Non credi che sia meglio prenderti qualche ora di svago?
Deidara:Neanche per sogno.
Sasori:Quello che voglio dire è che se ti prendessi una pausa, probabilmente la troverai più facilmente.
Deidara:Cosa? Ma che sciocchezze vai blaterando?
Sasori:Molte volte l'ossessione può farti sfuggire le cose. Rilassati e vieni con noi.

Quelle parole fecero riflettere per un attimo Deidara. Ci pensò su, ma comunque non voleva cedere. Il problema però fu che c'era Tobi con loro che, mettendosi sotto al braccio, lo trascinò con sé.

Tobi:Già, ci divertiremo.
Deidara:No, io non...

Cercò di dire, ma fu troppo tardi. In un batter d'occhio si ritrovò a fare la fila ed avviarsi nella sala del film da vedere. Tobi gli aveva dato tra le mani bibite e popcorn a volontà. Inutile dire che lui era contrariato dai suoi compagni, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Mi vide uscire dai bagni con Karin, parlando del più e del meno. La cosa lo sorprese e non poco.

Deidara:Cosa? Karin la conosce?
Sasori:Ehi, muoviti. Che ci fai lì impalato?
Tobi:Avanti, il film sta per incominciare!

Urlò, prendendolo per il colletto della maglia e trascinandolo in sala. Dopo il primo tempo del film cominciò a cercarmi, ma di me non c'era nemmeno l'ombra. Così perse l'occasione di parlarmi a causa di Tobi, ma almeno sapeva dove cercarmi,  motivo per cui il giorno dopo cercò di parlare con Karin.

Deidara:Eccoti qui, cercavo proprio te.

Affermò entrando nei bagni e facendosi notare dalla rossa che era appena uscita dal gabinetto. Con tranquillità, la rossa si avvicinò ai lavandini, domandando:

Karin:E' il bagno delle donne. Cosa ci fai qui?
Deidara:Penso che tu ed io dovremo parlare.
Karin:E di cosa?
Deidara:Della ragazza.

Continuò, ma non ebbe alcuna risposta. Karin rimase in silenzio, ma lo si leggeva in viso che sapeva di cosa stava parlando, ma decise di negare ogni cosa. Glielo aveva promesso a Sasuke e non poteva togliere quel giuramento al suo amato. Non poteva farlo entrare in conflitto con l'organizzazione e la sua famiglia.
Il biondo, non avendo alcuna risposta, aggiunse:

Deidara:Allora? Non mi dici nulla?

Era del tutto ignaro che la persona che cercava lo stava proprio osservando in quell'istante.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


 

CAPITOLO 22



 
Ero nei bagni, quando sorpresi Deidara parlare con Karin. Non capii perchè quel tipo stesse nel bagno delle ragazze, ma si vedeva lontano anni luce che si conoscevano bene. Inoltre il biondo sembrava cercare una ragazza, ma non una qualsiasi. Lui cercava me.

Deidara:Vi ho viste mentre parlavate e andavate d'amore e d'accordo nei corridoi. Voglio sapere chi è e quando l'hai conosciuta.
Karin:Questi sono affari miei, non tuoi.

Disse la rossa, tentando di svincolarsi dalla situazione, ma non fece altro che innervosirlo ancora di più. Afferrò Karin per i capelli per poi urlare:

Deidara:Dimmi dov'è! Devo sapere dov'è quella bastarda!

Non potevo starmene con le mani in mano. In fondo era normale che ce l'avesse con me. Gli avevo preso il sacchetto d'argilla e per com'era orgoglioso sicuramente se l'era presa. Dovevo intervenire, ma prima presi il cellulare e cominciai a sfogliare su Narutopedia per vedere il carattere e comprendere come attaccare, anche se sapevo già cosa fare.

Karin:Te l'ho detto.
Deidara:Parla!
Rita:E' inutile che urli così tanto. Sono qui.

Interruppi, mettendo il cellulare in tasca e avvicinandomi ai lavandini. La mia comparsa lo lasciò sorpreso al punto tale da fargli lasciare la presa.

Karin:Rita?
Rita:Karin, va pure. Non è una cosa che ti riguarda.
Karin:No, io non me ne vado.
Rita:Ho detto vai.

Quelle parole, dette con un tono freddo e deciso, fecero allontanare la ragazza da lì e allo stesso tempo sorridere il biondo.
 
Deidara:Hai fegato, ragazza.
Rita:Cosa vuoi?

Domandai, asciugandomi le mani e cercando di capire le sue intenzioni, cosa che non tardò a dire:

Deidara:Ti ho cercato ovunque. Volevo proporti un affare che non puoi rifiutare.
Rita:Che tipo d'affare?
Deidara:Voglio che tu entri nell'organizzazione alba.
Rita:E perchè mai dovrei?
Deidara:Perchè te lo dico io.
Rita:Non è una motivazione adatta, quindi scordatelo!
Deidara:Perchè? Perchè non vuoi entrare nell'organizzazione? Tutti sanno che è la più potente. Pagherebbero oro per entrare a far parte di quell'organizzazione.

In quell'istante incrociai le braccia e mi appoggiai con la schiena contro il muro per elencare le mie ragioni, rimanendo estremamente calma:

Rita:Punto 1, è un'organizzazione criminale ed io non voglio averci niente a che fare con queste cose. Punto 2, i membri dell'organizzazione sono uno più stronzo dell'altro...
Deidara:Ehi!

Sbraitò, sentendosi tirato in causa, ma il suo interrompermi non fece altro che farmi arrabbiare. Tirai un pugno al muro, facendolo sobalzare dallo stupore. Probabilmente non mi prendeva sul serio o semplicemente non mi vedeva combattiva com'ero, poi alzai la voce più di lui.

Rita:Non mi interrompere! Odio quando vengo interrotta durante uno dei miei discorsi!

Sembrò accusare il colpo mentre la sua espressione sorpresa e allo stesso tempo inquietata continuava a farsi sempre più evidente. Mi riappoggiai al muro, assumendo la stessa posizione di prima, per poi continuare il discorso.

Rita:Dunque, come stavo dicendo, per quanto siano stronzi e bastardi quelli dell'organizzazione, oltre che completamente privi di cervello, non mi va di avere a che fare con robe illegali e criminali. Inoltre odio prendere ordini, quindi non li prenderò né da te né da loro, chiaro?

Incrociò le braccia, guardandomi in mal modo. Non sapevo cosa stesse pensando, ma probabilmente riguardava qualcosa di me.
Era meglio non metterselo contro. E poi avevo intenzione di prendere l'occasione al volo oltre a non aver ancora finito il mio discorso.

Rita:Punto 3, nonostante tutto la tua arte è veramente invidiabile. Mi piace il modo in cui ti batti e ammiro molto la tua tecnica, quindi se vorrai insegnarmela, sarò felice di prendere lezioni da te.
Deidara:Cosa?
Rita:Comunque puoi star tranquillo. Non ho detto ai sensei che eri tu durante l'attacco, ma non credo rimarrò zitta per molto almeno che...

Mi fermai, guardandolo minacciosamente negli occhi, ma lui sembrò non capire o forse faceva solo il duro. Chissà.

Deidara:Almeno che...cosa?
Rita:Voglio che mi insegni la tua tecnica.
Deidara:E perchè mai dovrei?
Rita:Te l'ho già detto perchè. Non dirò nulla ai sensei. Dopotutto fai parte di questa scuola da quello che ho capito e le forze dell'ordine potrebbero arrestarti in un istante se parlassi, ma... se mi insegni... rimarrò con la bocca cucita e nessuno saprà di te. Allora, ci stai?

Chiesi tendendogli la mano. Lui sorrise e annuì per poi fare per prendermela in segno d'accordo, ma un attimo prima che potesse stringermela allontanai la mia mano. Non fraintendetevi, ma solo il pensiero di essere leccata da una di quelle bocche che si trovava sulle sue mani mi faceva ribrezzo.

Deidara:Che?
Rita:Scusa, non per offenderti, ma... non mi va di stringerti la mano. Mi fanno schifo le bocche sulle mani.
Deidara:Bocche sulle mani? Ma di che stai parlando?

Quelle parole mi lasciarono sorpresa. Aveva un'espressione strana, quasi come se avessi detto qualche scemenza. Probabilmente mi prese per pazza, anche per ciò che dissi successivamente.

Rita:Beh, so che hai delle bocche sulle mani per questo riesci a modellare l'argilla come un esperto. Non è così?
Deidara:Bocche sulle mani.... tsk... che idiozie vai dicendo? Nessun essere umano ha delle bocche sulle mani, perchè diamine dovrei averle proprio io?

Sempre più sorpresa, afferrai le sue mani per guardare il palmo e accettarmi di ciò che credevo. Solo in quell'istante mi resi conto che era ben diverso da come l'avevano descritto.
Aveva mani normali, ma caratterizzata da una tagliata profonda al centro che sembrava quasi una bocca chiusa. Inoltre aveva le mani sudate e il sudore sembrava accumularsi in quella cicatrice.
"Scoperto l'arcano." Pensai, alzando lo sguardo verso di lui.
Era più che ovvio che i mangaka avessero distolto e non poco la realtà. Lui era un essere umano. Era normale che non aveva bocche sulle mani. Ed io che come una sciocca avevo creduto a quello che stava scritto nel manga e su Narutopedia.

Deidara:Sei proprio strana.
Rita:Strana? Io?
Deidara:Comunque sia, ci sto. Ti farò sapere in questi giorni il luogo e l'orario dell'allenamento.
Rita:Cosa?
Deidara:Ci si vede in giro.

Con queste parole si tirò la mano, mettendosela nella tasca. Uscì dai bagni, mentre incredula rimasi a fissare la porta per un po', per poi appoggiarmi al lavandino. Mi sciacquai il volto per poi guardarmi allo specchio.

Rita:Possibile che sia così diverso da come l'hanno descritto? Cos'altro mi è sfuggito di lui?

Mi domandai, ma in fondo non sapevo nulla di lui. Uscii dal bagno per dirigermi in classe, quando vidi Karin venirmi incontro.

Karin:Stai bene?
Rita:Si, tranquilla.
Karin:Ti ha fatto qualcosa? Cosa ti ha detto?
Rita:Karin...

Chiamai facendola fermare a parlare per poi guardare quel corridoio dove intravidi Sasori avvicinarsi a Deidara, mentre sparivano dietro l'angolo dove si trovavano le scale.

Rita:Conosci bene Deidara, non è così?
Karin:Si, ma è una storia lunga. Non credo che...
Rita:Dopo scuola ti va di raccontarmela?

Chiesi, essendo estremamente incuriosita da quel ragazzo che si rivelava completamente diverso dalle mie aspettative. Lei annuì ed io tornai in classe. Le lezioni finirono velocemente e mi affrettai per uscire.

Menma:Ehi, aspettami.

Affermò il corvino uscendo dalla classe, seguito dall'uomo cane.

Kiba:Dove andate voi due? Devo venire anch'io con voi!

Mi fermai per poi voltarmi verso di loro e dire:

Rita:Scusate ragazzi, ma non posso tornare con voi.
Menma:Cosa?
Kiba:E perchè mai?
Rita:Beh, devo incontrare un'amica
Kiba:E qual è il problema? Verrò anch'io con voi.
Rita:Credimi, ti annoieresti a morte.
Kiba:Io non mi annoio mai con te.
Karin:Ciao ragazzi.

Salutò venendomi vicino e suscitando curiosità negli altri due.

Kiba:Karin?
Menma:E' lei l'amica che dovevi incontrare?

In quell'istante non sapevo come svincolarmeli. Non ero brava a mentire e cercai una scusa plausibile, sperando che la rossa poteva mantenermi il gioco.

Rita:Si, sai...non volevo dirlo per non metterla in imbarazzo, ma... mi ha chiesto di accompagnarla a vedere un reggiseno. Non vorrete esserci anche voi mentre lo misura, vero?

Quelle parole ebbe lo stesso effetto di una bomba che esplode. I tre arrossirono di colpo e Karin sembrò prendersela con me.

Karin:Ehi, ma che...?
Rita:Tienimi il gioco, altrimenti questi non me li scollo più di dosso...

Le sussurrai sottovoce. Lei comprese e decise di fingere.

Karin:Beh, si... sai com'è. La biancheria intima femminile va cambiata. Ho un reggiseno penoso. Volete vederlo?
Menma:No, non ci tengo.
Kiba:Beh, allora ci sentiamo stasera, Rita. Ciao Karin.

I due se la diedero a gambe dall'imbarazzo ed io mi sentii eternamente grata a quella ragazza. Cominciammo a girare per il villaggio, ma per parlare tranquillamente ci fermammo in un bar per mangiare e prendere qualcosa da bere.
Parlavammo del più e del meno, finchè non venni a conoscenza del modo in cui si erano conosciuti.

Rita:Dunque è per questo. E' per causa di Itachi.
Karin:Già, lui è nell'organizzazione alba. Anch'io lo sono e ci sono entrata a causa di Sas'ke. Praticamente sono una subordinata di Orochimaru, ma non so cosa diamine abbiano in mente quelli dell'organizzazione. Se ci sono entrata è solo perchè volevo che Sas'ke mi guardasse, ma a quanto pare non sono riuscita a fare granché.
Rita:Chi è il capo dell'organizzazione?

Domandai essendo incuriosita dalla situazione. Purtroppo era un mistero anche per chi ne faceva parte di quell'organizzazione.

Karin:In realtà ci ho capito ben poco. So solo che fa parte del clan Uchiha, ma dubito che sia Itachi o Sas'ke. Loro sono lì solo per reclutare e raccogliere denaro necessario per quest'altro tipo. So solo che Nagato è a stretto contatto, proprio come Tobi che sembra dare rogne a tutti, anche a Deidara.
Rita:Davvero?
Karin:Si, ma lui è un tipo forte. Non si fa abbindolare come uno stupido. L'altro giorno voleva i soldi di non so quale lavoro e Deidara non perse occasione per minacciarlo con i suoi esplosivi. Per poco non faceva esplodere casa Uchiha. Da quel momento non gli hanno chiesto più soldi. Anzi, Tobi l'ha preso in simpatia e scherza sempre prendendolo in giro, ma sembra che a lui dia fastidio quel comportamento.
Rita:Lui non fa parte del villaggio della foglia, giusto? Come mai allora era a scuola?
Karin:Non ne ho idea. So solo che era del villaggio della roccia, ma per qualche strana ragione si è trovato qui. E' all'ultimo anno se non sbaglio.

Avevo ancora molte domande nella mia mente, ma avevo già abbastanza risposte da poter affrontare Deidara faccia a faccia e tenergli testa. Passò qualche giorno e con estrema puntualità lo ritrovai fuori scuola, appoggiato al muro che guardava nella mia direzione. Feci finta di niente, ma il suo sguardo insistente mi fece percepire che era arrivato il momento di parlare, anche se non disse nulla. Naruto e Menma lo guardarono in modo strano. Era come se fosse la pecora nera del villaggio. Dopo un paio di passi, appena mi ritrovai all'interno del cortile della scuola mi fermai indecisa.

Menma:Rita? Perchè ti sei fermata?
Rita:Ho dimenticato il libro a casa. Faccio un salto e torno. Aspettatemi in classe.

Finsi, uscendo dalla scuola e andando verso Deidara.

Rita:Come mai qui fuori?
Deidara:Sei pronta per allenarti?
Rita:Cosa? Adesso? Ma c'è scuola.
Deidara:Lo so.

Disse, cominciando a incamminarsi verso chissà dove.

Rita:Ehi, dove vai? Aspetta! Non possiamo andarcene.
Deidara:E perchè no?
Rita:E' sbagliato marinare la scuola.
Deidara:Tsk... ti facevo più coraggiosa. Forse mi sono sbagliato.

In quel momento la mia vita era appesa ad un filo. Che fare? Entrare in classe e seguire la lezione oppure marinare la scuola con
Deidara? Cosa feci? Beh...scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...
Deidara, dopo l'incontro con me, era tornato alla base degli Uchiha. Lì incontrò Itachi. Era nella sua stanza e lo chiamò. Lui si avvicinò e l'Uchiha non perse tempo a chiedere:

Itachi:Allora? Trovato nulla?
Deidara:No.
Nagato:Karin non ha trovato nulla? Nessuno ha scoperto niente nemmeno lei?

Domandò, standosene seduto al tavolo insieme a Itachi.  Il biondo abbassò il volto, mettendosi le mani nelle tasche e mentire:

Deidara:A dire il vero ci ho pensato su. Sono stato troppo impulsivo e ingenuo a farmi fregare da quella tipa.
Itachi:Che intendi dire?
Deidara:Ci ho pensato su. Ecco cosa voglio dire. Non è affatto un'esperta come credevo. Ho preso un abbaglio enorme.

In quell'istante si trovò a passare Sasuke fuori a quella stanza, sentendo quelle parole di Nagato.

Nagato:Dovrai ucciderla. Sa il tuo volto.

Deidara lo guardò per un po', per poi mentire:

Deidara:Naaaa. Non mi ha visto in faccia. Indossavo la maschera shinobi durante l'attacco e poi abbiamo cose più importanti da pensare ora.

Quel discorso era del tutto strano per Sasuke. Non comprendeva il motivo per cui Deidara aveva cambiato così velocemente idea su di me.

Sasuke:Perchè mai ha cambiato tattica? Eppure credevo che fosse ossessionato dal fatto che Rita gli aveva fregato l'argilla. Possibile che abbia altro in mente?

Mormorò tra se e se. Cominciò a girare per cercare informazioni, ma non trovandone decise di parlare con Karin. Il giorno seguente la trovò a scuola e cercò informazioni su di me e Deidara. La rossa non perse tempo e gli disse ciò che era successo.

Sasuke:Cosa? Deidara l'ha incontrata?
Karin:Si, ma non so esattamente cos'è successo. So solo che lei dopo voleva informazioni su di lui.
Sasuke:A che gioco stai giocando, Deidara?

Pensò ad alta voce, ma la campanella suonò e i due dovettero allontanarsi ignari di ciò che aveva il ragazzo nella mente.
Infatti, nessuno sapeva del nostro accordo e quelle mie parole che sembravano ammirazione erano entrate in qualche modo nel cuore di Deidara. Finse di non volermi più nell'organizzazione e che non ero affatto sveglia solo per proteggermi e tener fede alla nostra promessa. Sapeva come agivano quelli dell'organizzazione e non voleva crearmi rogne.
Per lo stesso motivo aspettò fuori scuola qualche giorno dopo. Non poteva permettersi di uscire senza farlo sapere all'organizzazione. Doveva trovare diversivi perchè era continuamente sorvegliato e controllato. Mi guardò insistentemente nella speranza che l'avrei salutato o che comunque avessi capito il suo gioco. Sperava che avessi capito che era disponibile solo in quell'istante per allenarmi. Vedendo che lo ignorai e continuai a camminare pensò a voce alta:

Deidara:Tsk... forse mi sono sbagliato su di lei.

Stava per spostarsi dal muro per entrare, quando mi vide uscire e chiedere:

Rita:Come mai qui fuori?

Il suo sguardo divenne sorpreso, ma non voleva darlo a vedere. Continuò ad avere la testa bassa per poi dire:

Deidara:Sei pronta per allenarti?
Rita:Cosa? Adesso? Ma c'è scuola.
Deidara:Lo so.

Si spostò dal muro, cominciando a incamminarsi verso il luogo in cui aveva in mente per l'addestramento, ma io non volevo andare contro le regole. Non avevo mai marinato la scuola prima d'ora e non sapevo davvero che cosa fare.

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