Eat me, drink me

di Cara93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riflessi ***
Capitolo 2: *** Ambizione ***
Capitolo 3: *** Identità ***
Capitolo 4: *** L'obolo e il traghettatore ***



Capitolo 1
*** Riflessi ***


 
N. PAROLE: 467
FANDOM: Hannibal
PROTAGONISTA: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Non sono una sostenitrice della Hannigram, anche se il rapporto tra Will e Hannibal è uno di quelli più controversi e meglio esplorati (ovviamente, quanto sei scema Chiara) nella serie, perciò, oltre al fatto che sono i protagonisti, mi è sembrato doveroso iniziare questa raccolta con loro due.


Will Graham riusciva a trovare una sorta di pace riparando motori di barche. Un lavoro monotono, noioso, meccanico. Trovi la falla, ne imposti la risoluzione e lo frazioni in piccole parti, finchè non l'hai risolto. Facile, razionale.

Ma Will Graham è anche sentimento ed empatia, non solo quando entrava nella testa di un criminale. Lo dimostra la sua sindrome da crocerossina, quel bisogno viscerale e potente verso la salvezza degli ultimi. Non importa che siano umani o animali.

Will Graham ha anche appreso la pazienza, lenta e inesorabile del pescatore. Conosce la freddezza necessaria che serve per evitare che un pesce scappi dall'amo. Sa che per ogni pesce occorre una diversa esca. L'approccio del pescatore è diverso da quello del cacciatore, meno istintivo e più cerebrale.

Will Graham ama la pace e la tranquillità, e il massimo lo riesce a raggiungere a contatto con l'acqua. Apprezza la solitudine e una vita in sordina. Non vuole mettersi in mostra, non desidera la notorietà a dispetto della sua privacy.


Hannibal Lecter trovava i motori noiosi. La sistematicità di quei processi non rientravano nella sua forma mentis. La meccanica è priva di quella bellezza e di quella poesia che riesce a trovare in ogni angolo del mondo, persino nella morte.

Hannibal Lecter comprende i meccanismi della mente, anche se non li condivide. Più che emozioni e sentimenti, quello che lo accomuna con il resto del genere umano è l'intelligenza e la visione d'insieme. Quello che lo rende speciale, è la capacità di sfruttare fino in fondo quell'intelligenza che distingue l'uomo dall'animale.

Hannibal Lecter ama le sensazioni viscerali e puramente ferine che la caccia comporta. Ma ciò che più apprezza della caccia, è il senso di onnipotenza che si prova. Nella caccia è presente quella bellezza primitiva che è presente nel macello, unita alla prosaicità dell'istinto, che porta il predatore a cibarsi delle prede.

Hannibal Lecter non tollerava la semplicità. C'era qualcosa di mediocre e di standardizzato nella vita semplice e senza drammi, nel desiderio di solitudine e pace.


Per questo è così difficile capire quell'attrazione sottile, quel legame a tratti malato che li ha portati sull'orlo della distruzione.

Hannibal, per Will, è come un fiume: scorre, la sua esistenza ha impatto sulla vita di molte persone e, se capito, può dare molto. Ma un fiume, anche se tranquillo, può essere tossico e soffocante. Will, per Hanniabal, è una sinfonia complessa. Dolce e appagante, creativa e colma di sentimento. Ma, come la musica, è insidioso: può toccare corde che devono rimanere sopite.

Will è entrato talmente nella testa di Hannibal, da non capire più quale sia il confine tra lui e lo psichiatra. Per contro, Hannibal si è avvicinato talmente
al suo oggetto di studio, da aver provato, per la prima volta, sentimenti che credeva sopiti nei meandri del suo cervello.

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Capitolo 2
*** Ambizione ***




N. PAROLE: 365
PROTAGONISTA: Freddie Lounds
Note: Una sorta di pre-Hannibal, in cui ipotizzo una parte della giovinezza di Freddie.


Per arrivare in alto, la simpatia non conta nulla. Anzi, spesso è un ostacolo. Se sei una persona espansiva, accondiscendente e gentile, è più probabile che ti freghi, con la stessa facilità con cui un gatto selvatico graffia un ingenuo bambino, che, molle e fiducioso, tenta di accarezzarlo.
Aveva sempre sognato di raggiungere una posizione di prestigio. Si era impegnata moltissimo.

La giovinezza di Freddie Lounds poteva essere riassunta in due parole: sotto pressione. Viveva per le aspettative dei suoi famigliari e per non disattenderle. Per questo, si era sempre prefissata vette altissime, per questo aveva plasmato il proprio carattere, la propria tempra, per poterle raggiungere.

-Ricorda, Fredericka: se non mangi, vieni mangiata. Devi essere spietata, perché nessuno a questo mondo ti regala niente. Prendi tuo padre: perché credi che è un tale fallito? Perché non ha fegato. Perché è troppo buono. Perché se lo fa mettere dove non batte il sole da tutti. Devi fare meglio, Fredericka. Essere meglio*- la voce di sua madre risuanava e tornava a tormentarla, la incitava. Avrebbe vinto un Pulitzer, per sua madre. Per dimostrarle che non si sbagliava, che lei non  è una fallita.

Il mondo della scrittura è entrato tardi, nella vita di Freddie Lounds. Da bambina credeva che il modo più semplice e veloce per diventare ricca e famosa, fosse diventare un'attrice. Ma non aveva la presenza scenica necessaria, per calcare il palcoscenico. Non che non fosse abbastanza narcisista per farlo. Solo che, non riusciva a rapire il pubblico. Anzi.

Scoprire che attraverso le parole poteva possedere il mondo, ha cambiato il suo modo di vedere le cose. Lottare perché i suoi articoli ricevessero la considerazione che meritavano, era diventato la sua ragione di vivere.

Aveva scoperto che, per essere apprezzati dal grande pubblico, bastava poco. Donare alle notizie quel clamore, quella patina d'esclusiva, insinuare, sobillare. E aveva scelto di farlo attraverso la sua altra grande passione: la cronaca nera.

Per questo, quando vide Will Graham per la prima volta, il suo istinto allenato gli aveva annunciato che, seguendolo, dedicare interi articoli ai suoi casi rappresentavano la strada maestra per coronare il suo sogno. Will Graham e il Pulitzer, per Freddie, erano diventati la stessa cosa. 


*Ho immaginato la madre di Freddie come una donna frustrata e poco colta, quindi ho provato ad adattare il modo di parlare, ma non troppo (sì, ho l'animo di una grammar nazi e non solo odio fare errori anche se so che capita, ma proprio non riesco a farli deliberatamente)
 

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Capitolo 3
*** Identità ***


N. Parole: 365
Fandom: Hannibal
Protagonista: Hannibal Lecter
Note: Hannibal scopre che Abel Gideon si è preso i meriti dei suoi omicidi e deve decidere se e come intervenire



Lo "Squartatore di Chesapeake", lo chiamavano. Che nome dozzinale. Ma non poteva certo intervenire sui nomignoli che la stampa decideva di affibbiare ai serial killer in circolazione. O meglio, avrebbe potuto. Conosceva ogni singola abitudine di Freddie Lountz, sarebbe bastato aspettarla fuori casa e dimostrare a tutti che lo "Squartatore di Chesapeake" poteva uccidere in mille modi diversi. Ma non l'avrebbe fatto, lo sapeva. Era più prudente, più subdolo di così. E uccidere Freddie Lounds in quel momento non giovava a nessuno, forse solo all'FBI; la giornalista sarebbe potuta tornargli utile in futuro.

Per quanto odiasse il suo soprannome da assassino, era certamente fiero delle proprie opere. Tanto da metterle in mostra in mille modi diversi: quelli più teatrali, che la polizia tendeva a trovare e quelli più "sobri", che i suoi ospiti non potevano neppure immaginare. Quindi un moto d'insofferenza, che presto si trasformò in ira funesta lo colse, quando, per nessuna ragione apparente, un ospite dell'ospedale psichiatrico criminale aveva apertamente confessato i suoi omicidi. Le sue opere.

Doveva calmarsi. Assolutamente. Sapeva che un solo passo falso poteva risultargli fatale. Ovviamente, sarebbe intervenuto. Doveva solo trovare il modo più giusto. E a un tratto, l'illuminazione: Miriam Lass.

Per indirizzare Will, per depistare Will, per giocare con Will si era finto chi non era, aveva rubato l'identià di killer che non gli appartenevano. Era convinto di riuscire a farlo, di essere abbastanza furbo per farlo. Lo aveva sempre sottovalutato, almeno finché LA rivelazione non lo aveva colto. Solo Will poteva capirlo, poteva diventare un tutt'uno con lui, pretendeva il suo rispetto, perché era in grado di vederlo. Vederlo attraverso le sue messe in scena, attraverso i suoi trabocchetti. Will Graham era l'unico essere al mondo degno di lui.

Attraverso quello stupido pazzo, quel ciarlatano che osava chiamarlo collega, aveva percepito per un fugace attimo, come ci si sentisse ad essere privati della propria opera. Di sé stessi. Della propria vita.

Per Will aveva interpretato mille ruoli: "L'averla del Minnesota", la ragazza senza faccia, aveva persino mascherato se stesso sotto il ruolo del trafficante di organi. Ma Will l'aveva sempre riconosciuto. Ed è grazie a Will, se è riuscito, finalmente, ad accettare lo "Squartatore di Chesapeake".

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Capitolo 4
*** L'obolo e il traghettatore ***



Partecipa al contest "Missing moments in flashfic" indetto da Ghostmaker sul forum di EFP
N. parole: 470
Fandom: Hannibal
Protagonista: Phillis "Bella" Crawford
Rating: giallo
Introduzione: Bella vuole morire e l'unica persona a che crede possa aiutarla è Hannibal Lecter. 
Note: La mia prima intenzione era quella di approfondire la questione del do ut des, più o meno, ma poi l'aspetto più "introspettivo" ha preso il sopravvento. Soprattutto perché avevo paura di rovinare la contraddizione che il salvataggio di Bella da parte del dottor Lecter ha fatto emergere sullo stesso dottore. Spero sia godibile lo stesso (e che rientri nei parametri del contest).



Lui capiva. Lui riusciva a comprendere quello che a Jack era precluso. Se n'è accorta quando ha nominato Socrate e il suo tributo alla morte. Capisce quanto le costi sottoporsi a quell'ordalia senza alcuna speranza di redenzione.

Si è vergognata, quando una ciocca di capelli le è rimasta tra le mani. Ma, per la prima volta, lo sguardo che le è stato rivolto non è stato di pietà. Certo, c'era anche quella. Ma negli occhi del dottor Lecter ha visto anche rispetto. Rispetto verso una donna che è talmente vicina alla morte, da essere in grado di carezzarla senza alcun pudore.

Nel corso della vita, aveva spesso scherzato sulla morte. Battute come: "Mi fai morire", "Sto morendo dalle risate", "Ti ucciderei" sono state all'ordine del giorno.
Ma mai come adesso quelle parole le risultano vuote, prive di significato. Solo ora che la intravede, laggiù in lontananza e con la coda dell'occhio, sa.
"La morte è la cura". Parole che rieccheggiano e risuonano in lei, riempiendola, rassicurandola. Cinque semplici parole, colme di veleno dolce e allettante.
Sa già come fare. Jack non la vedrà svilirsi, ridursi alla pallida ombra di se stessa. Non gli dirà addio, fa troppo male. Ma non vuole morire da sola. Riuscire ad accettare la morte è un conto, affrontarla in solitudine è un altro paio di maniche. Ecco perché, quando tutto sarà pronto, andrà da lui.

Prima, però, sa che deve essere pagato. Come gli antichi mettevano sugli occhi e sulla bocca del caro estinto delle monete d'oro, per fare in modo che potessero pagare il pedaggio verso l'aldilà, anche lui riceverà il suo obolo.

Finalmente, dopo un'estenuante ricerca, eccolo: una lucidissima e dorata moneta antica. Non è un'esperta di numismatica, ma è certa che al suo Caronte basti un pedaggio simbolico.

Reperire la morfina non è stato difficile. Un po' sottobanco, un po' raschiando il fondo dei flaconcini usati, un po' facendoli sparire nella borsa, quando è in ospedale per la chemioterapia. Ha scoperto che ci sono tantissimi medici e infermieri, soprattutto nel reparto oncologico, dalla dubbia moralità e ontologia. Anche per loro è difficile sopportare la morte, specie quando giunge come una maledizione spietata. Prosciugatrice.

Arriva all'appuntamento un po' in anticipo, rispetto al solito. Nell'attesa, invece di leggere una rivista o un capitolo di un libro o rispondere a una mail, si inietta il liquido mortale. Quante volte ha maledetto quel bruciore, nel corso di quelle settimane. Quel bruciore che avvertiva le cellule del suo corpo che una sostanza subdola e letale potrebbe spegnerlo e consumarlo. Ora, lo accoglie di buon grado, anzi, benedice il fuoco che le infiamma le vene.

Buio. Poi di nuovo luce. Poi, piano piano tutto diventa più chiaro. Il suo traghettatore l'ha tradita. Non ha attraversato il fiume, è ancora qui, su questa Terra, destinata a uno stillicidio mortale.

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