STRANGERS ||L.H.||

di Their_voices
(/viewuser.php?uid=631932)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nuovo messaggio
Will: Come stai?

Forte il fatto che la stessa persona che mi aveva fatto del male, ora si preoccupava per me. Ignorai il messaggio per l'ennesima volta e mi girai dall'altra parte coprendomi fin sopra con le coperte. 
Avevo sempre amato l'inverno, ma quella notte era terribilmente fredda e la pioggia batteva alla finestra talmente forte che avrebbe potuto rompere il vetro. 
Mi sentivo così sola in quel momento.
Una nuova notifica mi fece sobbalzare dal letto. Erano giorni, se non settimane, che continuavo a ripetermi che di lui non importava più niente, ma in realtà lo dicevo più agli altri che a me stessa. 
Mi lasciai trascinare dalla tentazione e riafferrai il telefono.

Will: so che non vuoi vedermi, ma ho bisogno di parlarti. Ti aspetto domattina alle 9 al Nacy's bar. Capirò se non vorrai venire.

Il giorno seguente

"Hai bisogno di dirgli quanto faccia schifo per andare avanti" disse mia madre quella mattina.
Ed è risaputo che le mamme hanno sempre ragione. Entrai nel bar dieci minuti prima dell'appuntamento e lo vidi lì, al nostro solito posto - vicino ai bagni - con una tazza di tè calda. Mi vide subito e notai dal suo sguardo che era felice di vedermi. Io non lo ero, per niente. Continuai a fissarlo mentre avanzavo verso il suo tavolo. Mi rendeva vulnerabile, ma non vedevo l'ora di dirgli tutto quello che avevo ripetuto davanti allo specchio migliaia di volte, ogni tanto facendomi sfuggire qualche insulto poco carino. Ma ero una ragazza troppo sofisticata per dire le parolacce. 
"Merda!" esclamai. Ero appena andata a sbattere contro una cameriera che, evidentemente grazie alla sua esperienza, era riuscita a non far cadere il vassoio per terra. Peccato però, che non fosse riuscita ad evitare che tutto le si rovesciasse addosso. Mi sentii terribilmente in colpa.
"Oh mamma, mi scusi, ero distratta e ... non volevo!" dissi immediatamente.
"Non si preoccupi - disse con un sorrisetto, reprimendo, di sicuro, la voglia di uccidermi - vada pure al suo tavolo. Vengo subito a prendere il suo ordine." 
"Già, forse è meglio che io vada a sedermi." 
Avrei voluto sbattere la testa contro al muro almeno un centinaio di volte, ma sarebbe stato un altro spettacolo per tutta questa gente che ormai mi fissava divertita. 
Avanzai verso il tavolo e timidamente mi sedetti sotto il suo sguardo scrutatore. 
Per fortuna Will non disse nulla riguardo a quello che era appena successo, ma dalla sua espressione ero sicura che si stava trattenendo per non ridere. Sapeva quanto fossi imbranata. Dopo qualche secondo, che sembravano una eternità, decise finalmente di parlare.    
"Sono contento che tu sia qui - disse guardando la sua tazza - scusami se ho già preso da bere, ma ero certo che non saresti venuta e invece...-"
"Piantala" lo misi a tacere "non sono qui per ascoltare le merdate che hai da dirmi. Sono qui per dirti che non voglio che tu mi scriva ancora e se mi vedi per strada, in qualsiasi luogo, ti prego non rivolgermi lo sguardo. Ieri mi hai chiesto come stessi. Sai come mi sento? Come se avessi perso tre anni della mia vita con un coglione come te. Grazie per tutte le pese per il culo, ma io ora sto benissimo senza te."
Stavo per andarmene, ma lui ebbe anche il coraggio di afferrarmi delicatamente e farmi risedere. 
Il suo tocco mi rendeva paralizzata e mi sentivo così fragile.
"Ti chiedo solo due minuti." 

________

N/A: 
salve mondo, spero che questo prologo vi sia piaciuto. 
Nella storia inserirò molti aspetti della mia vita che voglio raccontarvi attraverso le esperienze positive/negative di Joe e dei suoi amici. Vorrei lavorare tanto su questa storia, sperando che non se esca una merdina💩.
Fatemi sapere cosa ne pensate, aggiornerò 3-4 volte a settimana per ora! 
Alla prossima, lots of love🖤
Vi ricordo che potete trovare questa storia anche su Wattpad al seguente link:

https://www.wattpad.com/666524795-strangers-l-h-prologo

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


19/12/2018

"Joe!" gridò per l'ennesima volta mia madre. La sua voce rimbombava per tutta la casa quando doveva svegliarmi. Non sapevo come facesse a gridare così tanto di prima mattina. 
"Se non scendi subito a fare colazione mando il tuo caro fratellino a svegliarti!" gridò. 
No. Derek no. 
"Arrivo!"
Quel bambino era una peste e mia madre sapeva quanto mi desse fastidio la sua vivacità, soprattutto se mi ero appena svegliata. Molte volte lo "usava" contro di me, consapevole delle sue capacità atletiche di saltare sui letti e fare casini nella mia stanza. Gridava anche un sacco, questo sicuramente l'aveva ereditato da mia madre.
Mi alzai di scatto e ancora molto assonnata, mi affrettai ad entrare in bagno prima che ci entrasse mio fratello maggiore Steve. Mi chiusi a chiave e quasi mi spaventai per il mio aspetto, ma rivedere Will ieri, dopo due mesi, mi aveva distrutta. 
Avevo passato una nottata in bianco ma mi era servita a riflettere e a capire che non ne valeva la pena aspettare che Will crescesse. Dovevo andare avanti e lasciarmi tutto alle spalle. 
"Joe! Sono in ritardo, vuoi uscire da quel cavolo di bagno?!" 
Mai un po' di pace. 

__

"Alza il volume! - gridava Derek come di suo solito - adoro questa canzone!" 
Io e Steve, che era alla guida, ci guardammo scocciati e alzammo il volume. Per fortuna mancava un isolato prima che Derek scendesse dalla macchina per entrare nella sua scuola. 
"Al ritorno viene Jonh a prendermi, addio." 
"A volte mi domando come faccia ad essere nostro fratello" sbuffai quando la peste scese dalla macchina. "Lui e mamma si somigliano caratterialmente, mi sa che quelli adottati siamo noi" disse ridendo e contagiando anche me. 
Finalmente potemmo cambiare CD e inserimmo quello dei Coldplay, l'unica band che avevamo in comune. Del resto, lui ascoltava metal ed io un po' di tutto. 
"Yellow ... quanti ricordi questa canzone" sospirai. 
"Mi manca" disse Steve quasi come un soffio. Lo guardai e pensai a quanto Steve somigliasse a nostro padre. Erano passati otto anni ormai da quel giorno che non avremmo mai dimenticato. 
Gli diedi una pacca alla spalla destra e gli sorrisi: "Avete una cosa in comune: l'emotività" gli dissi. Sapevo che questo aspetto vulnerabile lo mostrava solo alle persone di cui si fidava. 
"Tu invece l'essere imbranata" rise fermandosi al semaforo che segnava rosso. 
"Hai ragione. Ieri sono andata a sbattere contro la cameriera del Nancy's bar e i cappuccini che aveva sul vassoio si sono rovesciati sulla sua divisa da lavoro. Voleva ammazzarmi."
"Che ci facevi in quel bar?" chiese insospettito. Sapeva che andavo lì solo con Will.
Gli raccontai tutto, sapevo di potermi fidare.
"Quindi quel bastardo ha anche avuto il coraggio di chiederti scusa?" chiese chiudendo delicatamente la porta della macchina. Annuii, ma non ne volevo più parlare. 

__

"Allora? Cosa voleva ieri Will?" 
E ci risiamo. La mia migliore amica era semplicemente la mia migliore amica, ma odiavo quando faceva domande inopportune. 
"Joe, so che non ne vuoi parlare. Ma ne è passato di tempo da quando vi siete lasciati. E' ora di voltare pagina. Che so, iscriviti in palestra, fai un corso di yoga, iscriviti a un sito d'incontri oppure vai su Omegle!" 
La guardai schifata, non ero tipa. 
"Tesoro, non sono tutti peni lì e poi -" Sgranai gli occhi e la frenai immediatamente non appena vidi il professore fare il suo ingresso in aula.
Mi aveva elencato tutto quello che stava facendo in quel periodo pur di dimenticarsi di Nill, ma non credevo fosse talmente disperata da perdere tempo su Omegle ... 
"Va bene, va bene, calmati!" dissi prima che dicesse qualcos'altro di sconcio. "Ho riflettuto molto sta notte e ho già deciso quello che farò per distrarmi e non è nulla di tutto quello che hai elencato prima" dissi guardando il professore, intendo a sistemare la sua roba sulla scrivania. 
Amavo quel professore, ma la letteratura italiana un po' meno.
"Non sono sicura di volerlo sapere, di solito hai delle idee un po' ... strane" disse prendendo uno dei suoi tanti quaderni con la spirale. Sapevo quanto li amasse perciò avevo deciso di regalargliene uno per questo Natale che ormai era alle porte. Amavo l'atmosfera natalizia: le strade illuminate, i Babbo Natale che giravano per i quartieri litigando con la loro barba finta, le canzoni Natalizie ... peccato che in questa città del cavolo la neve cadesse ogni morte di Papa. 
La guardai abbattuta, le mie idee non le piacevano mai. 
"Va bene, d'accordo! Per farti contenta, da vera migliore amica, qualsiasi cosa ti sia venuta in mente, io ti accompagnerò" disse scocciata. 
Quelle furono le sue ultime parole.
__

"Ricordami che non farò mai nulla di tutto ciò che ti passa per la mente! Dove cavolo siamo? Questa è una casa di riposo, o sbaglio?" disse Bianca mentre la trascinavo all'interno della struttura. Eravamo uscite da scuola più o meno una mezz'oretta fa e mi sembrava un'ottima idea portarla qui, invece che lasciarla tornare a casa sua a smanettare su Omegle. 
"No, Bianca, non ti sbagli" dissi divertita. 
"Ma non hai mica bisogno di deprimerti, hai bisogno di divertirti!"
"Mi divertirò un sacco, non preoccuparti per me" dissi ridendo. 
Mia nonna e le sue amiche della casa riposo si radunavano sempre in una stanza per raccontarsi le avventure di quando erano giovani. A quanto pare ogni giorno avevano qualcosa di nuovo da raccontare. E mentre parlavano, continuavano i loro lavori all'uncinetto. La maggior parte dei maglioni che indossavo, infatti, erano tutti realizzati da mia nonna. 
"Così sarò sempre con te" diceva ogni volta che me ne dava uno nuovo.
Sapevo sarebbe stato divertente vedere Bianca alle armi con l'uncinetto, era abbastanza impedita in queste cose.
"Non capisco perché siamo qui."
"Oh, cara. Lo scoprirai presto" dissi vedendo mia nonna venire verso di noi. 
Ci accolse a braccia aperte e strinse Bianca in un abbraccio caloroso.
Io e Bianca ci conoscevamo sin dai tempi dell'asilo e nessuno credeva al fatto che fossimo amiche da così tanto tempo. 
Mia nonna ci diceva che insieme avremmo condiviso tanto e così è stato. 
Non c'era cosa che non indovinava. 
"Venite, vi presento le mie amiche Jess e Charlotte!" disse entusiasta, portandoci nel corridoio che ci condusse all'ingresso della stanza di Jess. Entrammo imbarazzate, ma del resto non era la prima volta che mettevo piede in quella stanza. Venivo a trovare mia nonna ogni volta che potevo e lei era sempre in loro compagnia. 
"Buonasera care, sedetevi dove volete!" disse Charlotte, intenta a muovere i ferri per creare intrecci con il filo di lana. Alzò lo sguardo mentre noi intimidite ci sedevamo alle sedie attorno al tavolo dove erano sedute anche loro. "Come siete belle!" ci disse sorridendo.
"Anch'io alla loro età ero così magra, bei tempi quelli!" disse Jess, senza staccare gli occhi dalla sua lana.
"Siamo ad un corso di cucito per caso?" sussurrò Bianca. 
"Una cosa del genere. Prendi questi" dissi porgendole lana e ferri che nel frattempo mia nonna aveva preso da una sacca. La sua espressione diceva molto ed ero tentata dal scoppiarle a ridere in faccia. 
"Avanti Bianca, mostraci quello che sai fare!" 
__
N/A:
salve mondo! Ecco qui un nuovo capitolo, spero vi piaccia! Non siamo ancora nel vivo della storia, però anche in questo capitolo possiamo cogliere alcuni aspetti della vita di Joe. Ne succederanno di belle e di brutte!
Intanto, cercherò di pubblicare ogni giorno almeno i primi capitoli!
Lots of love, alla prossima 🖤

Vi ricordo che potete trovare la storia anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/666524795-strangers-l-h-prologo

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3817917