I like me better when I'm with you (anche se sei un idiota)

di fefi97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


 

I like me better, when I'm with you (anche se sei un idiota)

 

 

Capitolo Uno

 

 

Si presupponeva che Harry si fosse ormai abituato a essere al centro dell'attenzione.

Clamorosamente, evidentemente e innegabilmente falso.

Sul volto aveva lo stesso identico sorriso impacciato e un po' schivo di quando a dodici anni Gilderoy Allock lo aveva placcato al Ghirigoro.

Solo che adesso ne aveva ventiquattro e stava disperatamente cercando di evitare Dean Thomas che sembrava volerlo annaffiare con lo champagne.

-Auguri Harry! - ululò, accompagnato dalle grida di praticamente tutto l'ufficio auror al completo.

Harry sorrise, anche se sospettava fosse più una smorfia di dolore.

-Grazie! - esclamò, poi abbassò la voce parlando direttamente all'orecchio di Hermione, che era appena tornata al suo fianco dopo aver sfidato la folla inferocita, una smorfia dispiaciuta che non prometteva niente di buono sul volto.

-Lo hai trovato? - bisbigliò Harry, anche se sospettava già la risposta.

Hermione arricciò il naso.

-No. Ma ho chiesto al buttafuori di avvisarmi nel caso si presentasse. Sarebbe da lui arrivare in ritardo di due ore, effettivamente. -

-Maledetto furetto – mormorò Harry tra i denti, stringendo i pugni – Aveva promesso che ci sarebbe stato a questa tortura, che non mi avrebbe lasciato solo. -

Hermione inarcò le sopracciglia, vagamente divertita e forse leggermente offesa.

-E' una festa di compleanno, Harry. La maggior parte della popolazione mondiale la troverebbe addirittura piacevole. E mi fa piacere constatare che Ron ed io non siamo più sufficienti come un tempo ad alleggerire la pressione della fama. -

Harry mise su un'espressione mortificata, ma Hermione si limitò a grugnire con esasperazione alzando gli occhi al cielo.

-Sto scherzando. Anche se devo ammettere che pensare a Draco Malfoy come uno dei tuoi amici più stretti, mi fa ancora un po' strano. -

-In questo momento più che un amico stretto, lo considero una serpe al cui collo stringerei volentieri le mie mani. - ringhiò Harry, perlustrando ancora una volta con gli occhi la sala, alla vana e patetica ricerca di un paio di occhi grigi.

Hermione lo osservò per un istante, poi sollevò esasperata le mani in aria.

-Per l'amor del cielo, Harry! Se non riesci nemmeno a far finta di divertirti senza di lui, va a casa sua e portalo qui! Non riesco più a reggere la tua aria da condannato a morte! -

Harry si morse un labbro, guardandola e cercando di reprimere un sorriso.

-Ti ho già ringraziata per la festa meravigliosa che mi hai organizzato, vero? E ti ho già detto quanto sono fortunato ad avere te e Ron? -

Hermione sbuffò, ma aveva una luce calda negli occhi castani che riportò piacevolmente Harry ai tempi di Hogwarts, quando bastava stare con Ron e Hermione davanti al fuoco della sala comune perché tutto andasse meglio.

-Sei un pessimo bugiardo. E per la cronaca, non organizzerò mai più nulla per te. E ora sparisci. -

Harry le sorrise un'ultima volta, prima di smaterializzarsi con uno scocco sordo.

 

 

 

Dopo che ebbe bussato alla porta dell'appartamento di Draco fino a sbucciarsi le nocche, gli aprì l'ultima persona che Harry desiderava vedere in quel momento.

Pansy Parkinson lo squadrò dall'alto in basso, la faccia da carlino più incarognita del solito.

-Draco è depresso. Non riceve nessuno. - sentenziò poi in tono di sufficienza, ispezionandosi le impeccabili e squadrate unghie laccate di rosso fuoco.

-Draco è un uomo morto se non alza il culo e non mi dice che sta succedendo. - replicò Harry, pacato.

Pansy lo guardò stringendo gli occhi per qualche istante, poi buttò con uno scatto la testa all'indietro.

-Draco, Harry Potter fa il prepotente con me! - urlò con un tono ferito degno di un'attrice consumata, facendo roteare gli occhi a Harry.

Poi la voce di Draco, strascicata e lievemente soffocata, si fece strada fino a loro e Harry non poté impedire al proprio stomaco di fare una giravolta.

Odiava come il suo corpo somatizzasse i sentimenti. Come quando ogni volta che vedeva Cho Chang provava l'assolutamente virile istinto di vomitare.

-Fallo entrare, ma digli che sono molto depresso e emotivamente fragile e che deve essere gentile con me! -

Harry pensava che i serpeverde avrebbero potuto avere una fiorente carriera nel cinema drammatico.

Pansy si voltò a guardarlo, inarcando di nuovo il sopracciglio.

-Dice che puoi entrare, ma che... -

-Sì – la interruppe Harry scostandola il più gentilmente possibile per poter entrare – Credo che lo abbia sentito tutta la via quello che ha detto. -

Con la sicurezza di chi è stato in un posto più volte e lo conosce bene, Harry entrò in salotto, dove la pittoresca immagine di un Draco Malfoy sofferente e riverso sul divano con un braccio drammaticamente appoggiato sugli occhi e di un Blaise assolutamente annoiato che leggeva un libro sulla poltrona, gli balzò immediatamente davanti agli occhi.

Blaise alzò appena lo sguardo dal mattone che stava leggendo, squadrando Harry con sufficienza.

-C'è il tuo amico dai vestiti improbabili, Draco. -

Harry lo ignorò, fissando Draco con la fronte contratta per la preoccupazione. Il ragazzo non aveva fatto alcun cenno di averlo notato, teneva ancora il braccio a nascondergli gran parte del volto e l'altro era mollemente abbandonato sullo stomaco, le dita che stringevano, con una forza che Harry giudicò omicida, una lettera spiegazzata.

Sapeva che Draco poteva raggiungere livelli di drammaticità imbarazzanti, una volta lo aveva visto disperarsi perché la strega della mensa aveva messo l'olio di semi e non quello di oliva nella sua insalata, ma cominciava a preoccuparsi.

Si avvicinò cautamente al divano, inginocchiandosi in maniera impacciata davanti al viso coperto di Draco.

Poteva avvertire gli sguardi di Blaise e Pansy puntati sulla nuca a giudicarlo per quel gesto plebeo, ma cercò di ignorarli.

-Draco? - lo chiamò piano, pungolandolo leggermente con le dita su una spalla coperta dal tessuto candido e profumato di una camicia che probabilmente costava quanto l'intero outfit di Harry.

-Che ci fai qui? E' il tuo compleanno. Dovresti essere alla festa a sorpresa della Granger. - mormorò Draco, senza accennare a voler togliere il braccio dal volto, cosa che Harry trovava alquanto frustrante.

-Beh, so della festa da tre settimane grazie a te e alla tua incapacità di essere discreto. E mi avevi promesso che ci saresti stato. - replicò Harry, lasciando trapelare una punta di risentimento dal tono della sua voce.

Finalmente Draco spostò il braccio dal volto riemergendo e Harry non poté trattenere un sorriso di fronte a quegli occhi imbronciati e ai capelli fini e biondi insolitamente scompigliati.

-Ehi. - mormorò, stringendo la mano a pugno sulla coscia per non cedere alla tentazione di portargli una ciocca bionda che gli ricadeva sugli occhi dietro l'orecchio.

-Sii buono, Potter. La mia vita è finita. - strascicò Draco e Harry ebbe un potente flashback sull'insalata all'olio di semi che aveva dovuto mangiare lui nonostante gli facesse schifo l'insalata per evitare che Draco si facesse venire un infarto o, peggio, schiantasse la strega della mensa.

Non poteva essere tanto peggio dell'insalata, no? Era abituato a risolvere i problemi di Draco, anche perché spesso erano talmente insignificanti da risultare un piacevole diversivo rispetto ai drammi che aveva dovuto affrontare quando era adolescente. Avrebbe risolto anche quello e poi lo avrebbe trascinato con lui a quella tortura che era la sua festa di compleanno.

Prima che potesse indagare su quale nuova tragedia avesse sconvolto la sua vita, la voce odiosamente querula di Pansy Parkinson lo interruppe.

-Non essere così tragico, Draco. Risolveremo tutto. Ho già fissato dei colloqui per domani. Andrà tutto a meraviglia, fidati di me. -

Draco emise un vago suono di sconforto e Harry aggrottò la fronte.

-Colloqui? - guardò Draco che, sospirando e muovendosi come se stesse facendo uno sforzo immenso, si stava mettendo seduto.

-Che colloqui, Draco? -

Draco, per tutta risposta, gli spiaccicò in faccia la lettera spiegazzata.

Harry vide a lettere nere e sgranate la scritta “AVVISO DI RIMPATRIO” danzargli davanti agli occhi.

Riportò lo sguardo su Draco, che lo stava guardando a sua volta, funereo.

Non può essere peggio dell'insalata. Qualunque cosa sia, la risolverò.

-Quelli per trovarmi marito, Potter. -

 

 

 

-Fammi capire bene. -

Harry era furioso, mentre faceva avanti e indietro davanti al divano su cui Draco era ancora seduto con aria derelitta. Pansy e Blaise avevano avuto il buon senso di ritirarsi in cucina.

-C'è un'antica legge, di cui io non sapevo assolutamente niente fino a mezz'ora fa, che regola la residenza di maghi stranieri sul suolo inglese attraverso un regolare permesso di soggiorno. E la famiglia Malfoy, da quando è venuta qui dalla Francia, non ne ha mai fatto richiesta. -

Draco si strinse nelle spalle.

-Papà diceva sempre che era un insulto pagare per un pezzo di carta, quando era l'Inghilterra che avrebbe dovuto essere onorata della nostra presenza. -

Harry evitò di commentare, era già abbastanza furioso e seccato senza insultare la buon anima di Lucius Malfoy.

-Come ha potuto il ministero non intervenire per tutto questo tempo se davvero stavate infrangendo la legge? -

Draco si strinse di nuovo nelle spalle.

-La legge prevede che ogni mago straniero acquisti automaticamente la residenza inglese se si sposa con un mago o una strega inglese. E questo è il motivo per cui nessun Malfoy è stato a lungo celibe. O perché devo fare dei maledetti colloqui per trovarmi marito. -

-Ma non ha senso! - esclamò Harry, guardandolo tra l'arrabbiato e il supplicante – La legge si dovrebbe applicare solo per i Malfoy nati in Francia e venuti in Inghilterra da celibi! Tuo padre è nato in Inghilterra e ha sposato tua madre, una Black. Sei inglese a tutti gli effetti! -

Draco fece un vago suono di gola e Harry si immobilizzò, fissandolo con un brutto presentimento.

-Draco – mormorò, cercando di mantenere un tono di voce calmo – Sei inglese a tutti gli effetti. Vero? -

-Ecco... - Draco giocherellò con l'orlo del costoso tappeto persiano punzecchiandolo con il piede, senza guardarlo – Potrei essere nato in Francia, effettivamente. A causa di una vacanza romantica dei miei e della deplorevole incompetenza del medimago che non aveva previsto che avrei smaniato per mostrare al mondo il meraviglioso me venendo alla luce con tre settimane d'anticipo. -

Harry rimase a fissarlo, completamente attonito. Infine sventolò la lettera, che stringeva con violenza tra le dita della mano destra, davanti a Draco, che lo guardò di sottecchi mordendosi un labbro.

-E a tuo padre non è mai venuto in mente che, magari, fosse il caso di mettersi in regola per evitare che un giorno ricevessi questa merda?-

Draco adesso aveva riacquistato il suo cipiglio arrogante, sollevando altezzosamente il mento, e Harry chiuse brevemente gli occhi, dicendosi di non picchiarlo, non ancora.

-Mio padre pensava che nessuno si sarebbe preoccupato di una legge vecchia secoli e secoli che a malapena ricordano i maghi più anziani. E data la sua influenza sul ministero, di certo non pensava che avrebbero dato problemi a suo figlio – fece una smorfia – E' chiaro che qualcuno all'ufficio amministrazione magica sta attuando una piccola vendetta contro l'ex mangiamorte. Non sarebbe la prima volta dopo la guerra, non credi, Potter?-

Harry lo fissò, sentendosi impotente e inutile per il semplice fatto di non poter negare. Ed era assurdo, perché Draco aveva espiato ogni colpa, se essere giovani e cercare di proteggere la propria famiglia poteva essere considerata una colpa.

Era un auror, era il suo partner di lavoro.

Era persino una brava persona, quando si applicava.

Ed era suo amico.

Non era giusto che qualcuno gli stesse facendo pagare il fatto di essere un piccolo francese snob.

-Troverò una soluzione, Draco. - disse infine Harry, con il tono risoluto di chi è abituato a caricarsi i problemi di tutti sulle spalle.

Ma sapeva che quel gioco non funzionava con Draco.

Lo fulminò.

-Potter, la soluzione è trovarmi un marito entro una settimana. Questa volta non puoi fare l'eroe, mi dispiace.

Harry lo guardò, con rabbia crescente.

-Lo sai che lasciar fare a Pansy dei colloqui per trovarti marito è un'idea del cazzo, vero? -

Draco sollevò gli occhi al cielo, lasciando andare la testa contro lo schienale del divano.

-Non ho molta scelta, Potter. Se fossi stato coinvolto in una relazione sarebbe tutto più semplice, ma dal momento che Theo mi ha scaricato più di due mesi fa mandandomi al diavolo, non sposerei mai Goyle, e non potrei mai chiedere una cosa del genere a Pansy o Blaise, dei colloqui tra quelli che sono i più passabili tra i miei conoscenti è l'unica soluzione. -

Harry rimase a guardarlo, sentendosi incredibilmente ferito e umiliato.

Sapeva che era infantile e assurdo prendersela per una cosa del genere.

Ma il fatto di non essere stato neanche lontanamente considerato come finto marito lo stava divorando dall'interno.

Erano colleghi da tre anni e mezzo, condividevano un minuscolo ufficio tutti i giorni, praticamente ventiquattro ore su ventiquattro.

Harry sapeva descrivere anche ad occhi chiusi il modo esatto in cui si arricciava il naso di Draco mentre rideva, conosceva il suo numero di scarpe, il suo secondo nome e poteva prevedere con largo anticipo ogni mossa che avrebbe fatto in missione.

Aveva mangiato una fottuta insalata all'olio di semi per lui.

E Draco aveva semplicemente eliminato dalla sua lista di possibili mariti il suo ex ragazzo, i suoi amici serpeverde e aveva lasciato che Pansy organizzasse dei colloqui convocando vecchie conoscenze.

E non lo aveva preso minimamente in considerazione.

Era talmente deluso e tramortito da una valanga di sentimenti confusi che si agitavano in lui, che ci mise un po' a capire che Draco stesse parlando.

-Ovviamente trovarmi marito può essere solo una soluzione temporanea. La legge, per evitare matrimoni di convenienza, prevede che in caso di matrimoni etero il consorte o la consorte acquisti la cittadinanza dopo la nascita di un figlio oppure, in assenza di figli, dopo due anni di matrimonio. Mentre in caso di matrimonio tra persone dello stesso sesso basta rimanere sposati per un anno intero. E questo mi fa decisamente ringraziare il fatto di essere gay.-

Draco aveva parlato con un tono nuovamente allegro, chiaramente con l'intento di alleggerire l'atmosfera, ma Harry lo stava fissando con occhi vacui.

Draco arricciò la bocca, infastidito.

-Smettila di guardarmi così, Potter – un lampo di vulnerabilità passò negli occhi grigi di Draco – E dimmi che ci sarai. -

-Ci sarò, dove? - domandò Harry con voce vuota.

Vide Draco fare un chiaro sforzo per non abbassare gli occhi e, dato che lo conosceva, sapeva che fosse in imbarazzo.

-Domani, ai colloqui. Io... - si schiarì la gola, facendo vagare gli occhi tutto intorno ed evitando Harry – Io non credo di potercela fare da solo – gli gettò un'occhiata rapidissima – Ho bisogno di un amico. -

E Harry avrebbe voluto insultarlo. Dirgli che suo padre era stato un emerito idiota e lui anche di più, se davvero pensava di trovare marito in quel modo triste e patetico solo per non essere rispedito in Francia entro una settimana. E, soprattutto, avrebbe voluto dirgli quanto fosse stato stupido a non considerarlo nemmeno come finto marito.

Ma Draco adesso sembrava chiaramente abbattuto e nessuna finta aria spavalda avrebbe potuto nasconderlo.

Così Harry fu costretto a sospirare, mentre andava a sedersi rassegnato sul divano accanto a Malfoy, tanto vicino che le loro spalle si sfioravano.

Lo guardò dritto negli occhi e non riuscì a impedirsi di sorridergli, anche se era arrabbiato, anche se Malfoy era uno stupido e incosciente clandestino francese troppo cieco per accorgersi anche delle cose più ovvie.

Gli sorrise e di rimando gli occhi grigi si fecero immediatamente più rilassati.

-Ci sarò, grandissima testa di cazzo. -

Draco gli sorrise, lentamente e con trasporto, un sorriso a labbra chiuse, micidiale come un pugno nello stomaco – e Harry ne aveva presi tanti di pugni nello stomaco, ma nessuno che equivalesse a un sorriso di Draco.

Lo stomaco gli si contrasse spiacevolmente.

Pensò mestamente che era davvero uno schifo il fatto che dovesse somatizzare ogni più piccolo sentimento.

 

 

ANGOLINO

 

Ciao a tutti <3

Questo piccolo esperimento è frutto dell'amore che provo per la drarry, per Ricatto D'amore e per la bellissima DDG (la regina delle drarry, in cui Draco e Harry sono auror e amici come in questa storia). Spero che possa risultare una storia piacevole e non una schifezza. Ho il prossimo capitolo già pronto e penso lo pubblicherò la prossima settimana, mentre gli altri li scriverò man mano, sperando di sopravvivere alla sessione invernale e di non finire ad aggiornare nel duemila e mai. Comunque non vorrei scrivere una storia troppo lunga, quindi penso ci saranno al massimo cinque o sei capitoli, ma mai dire mai.

Grazie di cuore a chiunque leggerà!

Un bacione,

Fede <3

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


 

Capitolo Due

 

 

Harry sapeva che se ne sarebbe pentito nell'esatto momento in cui varcò la soglia di casa di Draco.

Pansy si avventò immediatamente su di lui, scostando Blaise che gli aveva aperto.

-Sei in ritardo, Potter! -

Harry le rivolse uno sguardo risentito.

-Ma se sono le quattro meno dieci! Draco mi aveva detto di venire alle quattro e un quarto. -

Pansy sollevò gli occhi al cielo, come per invocare pazienza.

-Tipico di Draco far arrivare in ritardo gli altri quando non può arrivarci lui. Abbiamo iniziato da dieci minuti. -

-Per ora a me piace il corvonero con la erre moscia e il tassorosso che Draco ha fatto piangere, ma Pansy e Draco non sono d'accordo. - ci tenne a informarlo Blaise, con l'aria di chi si sta divertendo un mondo.

Sia Pansy che Harry lo fulminarono.

-Blaise, puoi non fare lo stronzo per cinque secondi? - sibilò lei e Harry ruggì interiormente il proprio consenso – E' il tuo migliore amico ed è in una situazione di merda – sospirò con aria afflitta – E devo ammettere che finora i candidati sono semplicemente atroci – prese un'aria drammatica - Dovevo aspettarmelo quando ho inviato loro dei gufi promettendo centomila galeoni di ricompensa. Solo i pezzenti rispondono ai soldi. -

Blaise alzò gli occhi al cielo, con aria annoiata.

-Cercavo solo di sdrammatizzare, Draco lo sa che ci sono – fece una smorfia – Mi sono addirittura offerto di sposarlo, che altro si aspetta da me? -

-Cosa? - esclamò Harry, sconvolto, ma gli altri due lo ignorarono, continuando a parlare tra loro come se non esistesse.

-Lo so. Io glielo ho chiesto stamattina e mi ha respinta. Con classe e galanteria, ma mi ha rifiutata. - fece Pansy, arricciando il naso rincagnato.

-Cosa? - ripeté Harry, alzando di un'ottava la voce.

I due serpeverde lo guardarono infastiditi.

-Perché non raggiungi Draco, Potter? - lo incalzò Pansy, inarcando un sopracciglio – Vatti a spiegare il perché, ti aspettava con ansia. -

Harry sentì il proprio cuore scaldarsi, ma rimase piantato lì, a fissare prima Pansy e poi Blaise.

-Perché non ha accettato di sposare uno di voi? Sarebbe solo per un anno. Non gli converrebbe passarlo con una persona che conosce da sempre, piuttosto che con un conoscente che è qui solo per i soldi? -

Blaise lo soppesò con gli occhi scurissimi.

-Non è così semplice, Potter. Il ministero ovviamente deve assicurarsi di non essere stato preso in giro con un falso matrimonio. Controllerà periodicamente che Draco viva con suo marito. -

-Per non parlare della stampa – intervenne Pansy, cupa – Non sappiamo come sia possibile, ma la Gazzetta del Profeta è già a conoscenza della situazione di Draco e gli starà sicuramente addosso. Draco non può permettersi di stare con qualcuno che vada in giro a fare l'idiota con altri. Deve sembrare un vero matrimonio, deve sembrare che ci sia fedeltà da entrambe le parti. Niente relazioni clandestine. -

-Draco non vuole che voi mettiate in pausa la vostra vita per lui. - realizzò Harry, pensando velocemente.

Era decisamente da Draco essere sfacciatamente egoista con tutti e incredibilmente altruista con le persone che amava.

Harry si ricordò di essersi infuriato quando si era reso conto di non essere sulla lista di possibili mariti di Draco. Ora non riusciva più a vedere quel gesto come una cattiveria.

-Vai da Draco, Potter. - ripeté Pansy, e questa volta Harry obbedì, ancora un po' frastornato.

Trovò Draco seduto con aria derelitta sul divano, nella stessa identica posa del giorno prima, e si precipitò da lui, ignorando il salotto decisamente affollato.

C'erano decine di ragazzi che parlavano animatamente tra loro, aspettando con agitazione il loro turno di avvicinarsi al divano.

Sembravano attori disperati disposti a tutti per il ruolo del protagonista e Harry arricciò il naso disgustato.

Si sedette accanto a Draco, che lo guardò sollevato.

-Sei in anticipo. Grazie a Dio. -

Harry gli rivolse un sorrisetto.

-Pansy sosteneva fossi in atroce ritardo, sono confuso. -

Draco sollevò gli occhi al cielo.

-E' lei che ha voluto cominciare prima. -

Harry notò improvvisamente la cartellina rigida che Draco teneva tra le mani. Era una lista di nomi, e accanto a ogni nome c'erano piccole foto che a Harry avrebbero ricordato tristemente quelle segnaletiche, se non fossero state magiche.

Alcune foto erano barrate da “x” rosse e il loro abitante si dibatteva furioso, sbracciandosi oltre quelle linee tracciate con violenza.

-Draco, questa è la cosa più triste e priva di rispetto che abbia mai visto. - commentò Harry, pacato.

Draco si limitò a schiaffeggiargli cordialmente il braccio con la cartellina.

-Sono un uomo con degli standard, Potter. Non tutti sono adatti per ricoprire il ruolo di marito di Draco Malfoy. -

Prima che Harry potesse rispondere, Pansy e Blaise rientrarono nel salotto. Blaise si appropriò immediatamente della sua solita poltrona, ma questa volta teneva il libro chiuso sulle ginocchia e guardava con aria annoiata e vagamente disgustata i vari candidati.

Pansy invece batté allegra le mani e si sedette sul divano, dall'altro lato di Draco.

Gli strappò con prepotenza la cartellina dalle mani e Draco la lasciò fare, avvicinandosi un poco a Harry e appoggiando parte della propria schiena alla sua spalla.

Harry odiò la capriola che fece il suo stomaco.

-Scusate per l'interruzione, signori! - cinguettò Pansy, sbattendo frivola le lunghe ciglia.

Si schiarì la gola, poi con voce limpida chiamò: “Nick Brighton”.

Un ragazzo carino e dagli occhi dolci si fece avanti e Harry non capì perché si sentisse così infastidito dall'idea che sembrasse proprio perfetto.

-Oh no no no -cantilenò però Pansy, facendo bloccare il povero Nick in mezzo al salotto – No, tesoro, non ci siamo. Dove pensi di andare con quei vestiti? -

Nick abbassò gli occhi sulla camicia a quadri che indossava e sui jeans sdruciti, poi lanciò un'occhiata incerta a Draco, che lo squadrava con aria vagamente interessata.

Harry pensò che fosse tremendamente stupido da parte sua alzarsi, appropriarsi della cartellina di Pansy e tracciare una voluminosa “x” sulla foto di Nick Brighton.

-Di che casa eri a Hogwarts? - domandò Draco, continuando a studiarlo con avidità.

-Tassorosso. - mormorò Nick, e Harry dovette mordersi il labbro per non emulare il grugnito derisorio di Blaise.

-Bene – sorrise fintamente zuccherosa Pansy, brandendo il suo pennarello rosso come un'arma – Direi che non abbiamo bisogno di altri motivi per depennarlo. -

Harry era decisamente d'accordo, ma Draco le bloccò con delicatezza il polso, continuando a osservare Nick.

-Lo teniamo invece. Per ora. - decise, strappando un sorriso sollevato e fastidiosamente dolce a Nick.

Harry sapeva di avere la stessa faccia incredula di Pansy, mentre Nick raggiungeva altri due ragazzi, che evidentemente avevano superato una prima selezione, nell'altro lato della stanza.

-Draco, ma hai visto come si veste? - sussurrò Pansy, inferocita – Quello poi te lo devi portare in giro quando esci con me e Blaise. Come puoi essere così egoista? -

-Tassorosso? - chiese invece Harry, inarcando le sopracciglia – Credevo che i serpeverde odiassero i tassorosso. -

Draco sbuffò con sufficienza.

-Non mi stupisce, visto che voi grifondoro ragionate per luoghi comuni. Invece ci piacciono. Sono leali, lavorano sodo, non si lamentano e compensano con la loro dolcezza la nostra acidità. -

Harry rimase in silenzio, perché urlare “anche io posso essere leale e dolce! Lavoro sodo e non mi lamento!” gli sembrava un colpo troppo pesante per la sua dignità.

-Non sembrava che ci piacessero così tanto quando ne hai fatto piangere uno prima. - commentò Blaise, serafico.

Draco si sporse oltre Harry per lanciargli un'occhiata annoiata, e nel farlo gli solleticò una guancia con i capelli biondi. Harry strinse a pugno le mani sulle proprie cosce, cercando di concentrarsi sulla nuova vittima che Pansy aveva chiamato a gran voce e non sul profumo dolce dei capelli di Draco.

E comunque era ridicolo che i suoi capelli profumassero come quelli di una ragazza. Assolutamente ridicolo.

-Quel tassorosso mi ha pestato un piede. Se in dieci minuti è stato in grado di rendermi quasi storpio, cosa dovrei aspettarmi che faccia in un anno di convivenza? - argomentò Draco, querulo.

-Dolcezza, spero non ti dispiaccia, ma ho fatto fuori Barney Bubble mentre tu chiacchieravi con Blaise e lo Sfregiato. - intervenne Pansy con noncuranza, tracciando una violenta “x” sulla foto di Barney, mentre il vero Barney la fissava con aria depressa.

Draco gli lanciò un breve sguardo ed emise una specie di rantolo.

-Non posso avere un marito con quel naso. -

-Lo so. Certa gente proprio non capisce che la trasfigurazione anatomica non è una possibilità, ma un favore verso chi li guarda. - commentò Pansy con sussiego, mentre faceva cenno a un sempre più avvilito Barney di farsi da parte.

Harry fece passare gli occhi dall'uno all'altra, sconvolto.

-Voi due siete assolutamente crudeli. Era solo un naso! Che importanza può avere un naso in una persona? Vuoi farmi credere che d'ora in poi scarterai tutti quelli che non hanno un naso all'altezza delle tue aspettative?-

Draco si voltò di scatto a guardarlo con interesse e Harry si ritrasse un poco, guardingo.

-Che c'è? Adesso perché mi fissi con quello sguardo da maniaco? -

Draco non gli rispose, ma con un gesto fulmineo si impadronì dei suoi occhiali.

-Ehi! - protestò Harry, osservando con astio un'indistinta macchia gialla che doveva essere quel cretino di Malfoy.

-Fate tutti attenzione! - esclamò Draco, sollevando un braccio per impedire a un furioso Harry di riprendersi i suoi occhiali.

-Questo è il naso che dovrebbe avere mio marito. Un naso discreto, dritto, senza pustule o voglie. Un naso come quello di Potter, ma senza sfregi in fronte. Se siete coscienti di non avere un naso così, vi prego di farvi da parte. Questo è un colloquio serio e non siamo qui per perdere tempo. -

Ci fu un brusio immediato e Harry, nella sua cecità momentanea, riuscì a distinguere alcune grosse macchie uscire dal salotto in tutta fretta.

-Grazie per il suggerimento, Harry. - disse soddisfatto Draco, rimettendogli delicatamente gli occhiali sul naso.

Harry guardò con odio il grosso sorriso di Draco. Sentì lo stomaco contrarsi dolorosamente e pensò che forse era meglio quando era soltanto una grossa macchia bionda e indistinta.

Il sorriso di Draco ora era troppo nitido, un bagliore di denti bianchi e perfetti che faceva venire voglia a Harry di strapparsi direttamente gli occhi a mani nude.

-Non puoi usarmi come archetipo per il tuo marito ideale. - borbottò, incrociando le braccia al petto e osservando imbronciato il nuovo ragazzo che si fece avanti, con un naso rigorosamente perfetto.

-Ma che parolone difficili che usiamo oggi. - ridacchiò Draco, per poi appoggiarsi con noncuranza alla sua spalla.

I suoi capelli profumati gli solleticavano la guancia e poteva sentirlo sorridere anche senza guardarlo. Harry lo odiava.

Anche se gli doleva ammetterlo, l'eliminazione di chiunque avesse un brutto naso gli aveva fatto guadagnare minuti preziosi e nel giro di mezz'ora avevano esaurito tutti i candidati.

Draco ne aveva salvati solo cinque, un corvonero con gli occhiali spessi e un sorriso impacciato, un serpeverde con i capelli scuri e l'aria spaccona, un grifondoro con gli occhi verdi e i capelli castani, un altro serpeverde che sembrava uscito direttamente da una rivista d'alta moda e Nick Brighton.

Pansy li aveva fatti disporre ordinatamente in fila davanti al divano, come se fossero davanti a un plotone di esecuzione.

Blaise si era persino alzato e messo in piedi dietro Draco per osservarli meglio e Harry cominciava a trovare tutta la situazione decisamente inquietante.

Poteva giurare di aver visto Nick Brighton tremare davanti allo sguardo giudicante di Blaise.

-Okay Draco, tesoro. E' giunto il tuo momento – Pansy si passò la lingua sulle labbra tinte di rosso carminio, il pennarello che batteva ritmicamente sulla cartellina – Quale preferisci? -

Draco non rispose, inclinando la testa e osservando i cinque ragazzi davanti a lui.

-Io prenderei uno dei due serpeverde, ovviamente. - ci tenne a far sapere la sua opinione Blaise Zabini, che Harry aveva notato stesse osservando con un po' troppo interesse un certo Louis, il serpeverde dall'aria spaccona.

-Tesoro, fammi eliminare il grifondoro, ti prego. Ne va della mia salute mentale. - disse invece Pansy, con il pennarello che già incombeva sulla foto di Chris Dalton.

Draco lo guardò per un istante, poi fece un secco cenno con il capo e Pansy barrò felicemente la foto di Chris, che lasciò il salotto con aria mogia.

-Sono rimasti quattro tributi. - commentò Harry, ironico.

-Cosa? - fece curioso Draco, mentre Pansy e Blaise gli mandavano il tipico sguardo altezzoso da “sei solamente un plebeo”.

-Niente, una cosa babbana. Dopo te la spiego. - sorrise Harry.

Draco osservò ancora un attimo i quattro ragazzi, poi Harry vide il suo sguardo fermarsi su Nick. Harry cercò di controllare il fastidio.

-Ho scelto Nick Brighton. - sentenziò con voce sicura, sorridendo appena al tassorosso.

Nick arrossì a dismisura e spalancò gli occhioni dolci, chiaramente incredulo, mentre Pansy quasi si strozzava con la sua saliva e Blaise, che era chiaramente in possesso di un autocontrollo e di un menefreghismo maggiori, placcava il serpeverde spaccone prima che potesse abbandonare la casa. Harry li vide sparire insieme oltre la porta.

-Draco, non puoi farmi questo! - strillò Pansy, fissandolo come se l'avesse tradita, ma Draco aveva occhi solo per Nick, che adesso era rimasto solo al centro del salotto.

Harry stringeva tanto forte i pugni sulle cosce da avere le nocche bianche.

-Sembri sorpreso. - considerò Draco con un mezzo sorriso, piegando il capo in quel modo che sapeva essere seducente.

Stupido serpeverde narcisista ed esibizionista.

-Un po', sì. - mormorò Nick, impacciato, stringendosi da solo con le braccia.

-Sì, dolcezza, lo siamo tutti. - intervenne Pansy, acida.

Draco la ignorò, continuando a fissare Nick come se cercasse di capire qualcosa.

Harry si chiedeva che diamine cercasse.

Era chiaro che fosse perfetto, con quegli occhioni verdi e dolci, quella stupida aria da cerbiatto indifeso, il naso piccolino e il sorriso pulito e sincero. Era chiaramente un ragazzo timido e gentile, di quelli che non creano problemi e non fanno rumore se non per respirare. Sarebbe stato perfetto per sopportare Draco per un anno intero.

Harry cercò di pensare “peggio per lui, non vorrei essere al suo posto”, ma il modo in cui Draco continuava a fissarlo lo distraeva.

-Mi scusi signor Malfoy – fece poi Nick, timidamente, con l'aria di chi ha racimolato tutto il coraggio presente nel suo corpo prima di parlare – Mi chiedevo... verrò pagato immediatamente o dopo l'anno? -

Draco inarcò un sopracciglio, senza smettere di sorridere, mentre Pansy tossiva un “pezzente”.

-Hai fretta? - domandò Draco con tono cantilenante ma gentile e Nick arrossì furiosamente.

-No. No signore, mi dispiace, io... -

-Preferiresti avere i soldi adesso o dopo? - domandò Draco, senza scomporsi.

Nick si morse un labbro, ma i suoi occhi erano inaspettatamente decisi.

-Io preferirei adesso, signore.-

Draco si limitò ad annuire, ma Nick sembrava ancora sulle spine.

-C'è altro o possiamo passare a discutere degli aspetti pratici del nostro matrimonio? - domandò gentilmente e Harry cercò di ignorare la fitta alle parole “nostro matrimonio”.

-Non dovremo avere rapporti fisici, non è vero? - chiese Nick tutto d'un fiato, rosso come una fragola.

Pansy scoppiò a ridere, mentre Harry sopprimeva un piccolo ringhio.

Draco in tutto questo non si era minimamente scomposto, continuando a guardare Nick con il capo piegato e un lieve sorriso sulle labbra.

-Non dirmi che sei vergine.- commentò senza cattiveria, con un sorriso divertito.

-No! - esclamò immediatamente Nick, che ormai sembrava emettere luce propria da quanto era rosso.

-Non dovrete avere rapporti fisici, Nick – intervenne Harry deciso, lanciando un'occhiata di traverso a Draco, che sembrava divertirsi un mondo – Sarebbe prostituzione e persino Draco sa che è illegale. Cioè, più illegale di un finto matrimonio. -

-Al massimo potrebbe capitare che dobbiate scambiarvi qualche effusione davanti ai giornalisti. Carezze, baci e cose così. Niente di che. - intervenne Pansy con totale noncuranza.

Harry si voltò a guardarla con tanta veemenza da farsi male al collo, mentre Nick, da rosso che era, era drasticamente impallidito.

-Oh. - commentò, mordendosi nuovamente il labbro.

Draco lo osservò con calma, pensieroso.

-E' un problema? -

-No... io... - Nick sospirò, guardando di sottecchi Draco, con aria colpevole – Ho un ragazzo, in realtà. - bisbigliò.

-Non ci posso credere! - esclamò Pansy, furibonda – Ero stata chiara via gufo! Si richiedeva che il candidato fosse single! Non dovevo fidarmi del fatto che sei un lontano cugino di Millicent, sei totalmente inaffidabile! -

-Mi dispiace – mormorò Nick, continuando a torturarsi il labbro – E' stata una cosa stupida e vi ho fatto solo perdere tempo. E' chiaro che non posso farlo. Non so cosa avessi in testa. Io... tolgo il disturbo immediatamente e...-

-Perché ti servivano i soldi? - lo interruppe Draco, guardandolo dritto negli occhi.

-Il mio ragazzo... ha dei debiti, credo sia nei guai. E ho pensato... ho pensato che questa fosse l'opportunità migliore per fare tanti soldi in poco tempo. -

-Commovente – commentò Pansy, inacidita – Davvero molto commovente. Ora, se non ti dispiace, dovresti levarti di torno visto che ci hai già fatto perdere un'intera giornata e candidati sicuramente migliori di te. -

Nick annuì, con lo sguardo basso, ma la voce di Draco lo fermò prima che potesse lasciare il salotto.

-Prima di andare raggiungi Blaise e fatti intestare un assegno di centomila galeoni a mio nome. Potrai riscuoterlo alla gringott quando vorrai. -

Pansy prese a guardarlo come se gli fosse spuntata una testa in più, cosa che stava facendo anche Nick.

Ma Draco non guardava nessuno di loro, stava giocherellando distrattamente con la manica del maglione di Harry e pareva del tutto indifferente allo stupore generale.

Harry non era poi così sorpreso in realtà. Sospettava che Draco fosse meno stronzo di quello che dava a vedere da un bel po' di tempo.

-Signor Malfoy, io... - cominciò Nick, con voce piena di gratitudine, ma Draco lo interruppe con un verso scocciato.

-Mi hai già fatto perdere fin troppo tempo, tu e i tuoi ripensamenti d'amore. Fatti fare quell'assegno e sparisci da qui. - strascicò e Harry dovette reprimere un sorrisetto a quel subitaneo abbandono della gentilezza.

Nick non se lo fece ripetere due volte e balbettando dei confusi ringraziamenti uscì di tutta fretta.

Pansy continuava a fissare Draco con insistenza, anche se lui sembrava totalmente assorto dal tirare il filo del maglione di Harry fino a farlo scucire. Harry lo lasciava fare senza lamentarsi, era pieno di brutti maglioni, con suo orgoglio e con costernazione di Draco.

-Meraviglioso Draco. Davvero meraviglioso. Non solo abbiamo perso un'intera giornata, ma buttiamo pure via galeoni come se piovessero! -

Prima che Draco potesse dire qualcosa, Pansy si alzò di scatto, rovesciando la cartellina e la penna per terra e uscendo dal salotto come un furia.

Poco dopo sentirono la porta di casa sbattere con forza e la voce di Blaise che chiamava invano Pansy.

Draco rimase silenzioso per un po', la fronte contratta, poi sospirò.

-Le passerà. E' solo preoccupata che io debba tornare in Francia. -

Harry lo guardò. Draco aveva parlato con noncuranza, ma la sua fronte era ancora corrugata e le sue dita erano nervose e tiravano il filo del maglione improponibile di Harry quasi con cattiveria.

-Tu non tornerai in Francia. - decretò con calma, osservando pacatamente il modo in cui Draco sorrise beffardo.

-Il grande Harry Potter non lo permetterebbe mai, giusto? -

Harry aprì la bocca e poi la richiuse, osservando attentamente le dita di Draco e ponderando bene le parole.

-Il grande Harry Potter potrebbe sposarti. - mormorò poi, delicatamente.

Draco sollevò di scatto il volto, osservandolo con un sorriso totalmente incredulo sul volto, come se fosse la cosa più ridicola che avesse mai sentito.

Harry cercò di non risentirsi.

-Non dici sul serio. -

-Sono abbastanza sicuro di sì, invece. - ribatté Harry, cercando di non perdere la pazienza.

-Non lo vuoi davvero. - insistette Draco, perdendo il sorriso e facendosi serio, quasi seccato.

-Smettila di dire quello che voglio o non voglio sul serio! - sbottò Harry, arrabbiato – So quel che dico. -

-Evidentemente no, o non proporresti cose così stupide.- sibilò Draco, cattivo.

Harry lo fissò, poi gli rivolse un piccolo sorriso sconfitto.

-Valgo davvero meno di un tassorosso che ti voleva usare per pagare i debiti del fidanzato? -

Draco emise un verso indefinito, Harry avrebbe detto esasperato, mentre voltava il viso dall'altra parte.

-Non si tratta di questo, Potter.-

-E allora di cosa si tratta? - insistette Harry, cercando di usare un tono gentile – Ci conosciamo da anni. Siamo colleghi. Siamo amici. Lo sanno tutti. Capirei i tuoi dubbi se dovessi tenere il matrimonio segreto, ma la stampa sa che rischi l'espatrio e se tanto devi fare sapere a tutti del tuo matrimonio, non è forse più credibile che tu venga allo scoperto con me che con un tizio che nessuno ha mai visto con te prima d'ora? -

-Non avresti un attimo di tregua – spiegò Draco con tono stanco, senza guardarlo – Avresti tutti i giornalisti con il fiato sul collo. -

Harry rise, sinceramente divertito.

-Draco, ho i giornalisti con il fiato sul collo da quando avevo undici anni. Almeno questa volta sarà per qualcosa di apparentemente piacevole. -

Draco si voltò a guardarlo, esasperato e incredulo.

-Si può sapere perché vorresti farlo? Sei così masochista? O cerchi soltanto un modo per sentirti un fottuto eroe? -

Harry si irrigidì di fronte all'espressione ostile di Draco.

-Sei proprio un coglione – ribatté aspro – Non me ne è mai fregato un cazzo di essere l'eroe della situazione. -

-E allora perché vuoi farlo! - sbottò Draco, guardandolo con tanto d'occhi.

-Perché non voglio che tu te ne vada! - urlò di rimando Harry.

Erano entrambi tesi e protesi lievemente l'uno verso l'altro e c'era tanta elettricità nel modo in cui si stavano guardando che Harry per un attimo pensò che si sarebbero saltati addosso come ai vecchi tempi.

Era già pronto a parare un pugno quando alla fine Draco emise una risatina lugubre, lasciandosi andare contro lo schienale del divano.

-Guardaci. Stiamo già litigando. Quanto potremo essere credibili come coppia sposata? -

Harry accennò un sorriso, osservando attentamente il volto imbronciato di Draco, che stava fissando il soffitto.

-Le coppie sposate litigano spesso. Credimi. -

Draco rise di nuovo, senza guardarlo.

-Non posso permettertelo, Harry. - sussurrò poi, contraendo appena la fronte.

-Senti – fece Harry, cercando di essere paziente – Pansy e Blaise mi hanno detto che non hai voluto sposare uno di loro per non compromettere la loro libertà, ma a me non importa. Draco, non ho una vera vita sentimentale da quando Ginny ed io abbiamo rotto, anni fa! E, francamente, sono stanco delle avventure di una notte con ragazzi conosciuti a caso. -

-Questo perché non sai divertirti. Ti ho presentato una marea di ottimi partiti, ma tu li spaventi tutti con la storia del cassetto. – lo rimproverò Draco, senza reale acrimonia, ma con un ghigno che era tutto un programma.

Harry arrossì appena, guardandolo male.

-Oh mio Dio, Malfoy. Per quanto ancora me lo rinfaccerai? Tengo un cassetto libero nel mio armadio, non importa a nessuno! Tranne ai deficienti che mi presenti tu. -

Draco scoppiò a ridere e Harry sentì quell'irritante contrarsi dello stomaco.

-Un cassetto libero è come dire “sì, sono un uomo single ma credo nell'amore duraturo, nei pranzi domenicali con le torte alla melassa e nelle case piene di bambini”.-

-Beh, è così. - sospirò Harry, sorridendo appena quando Draco rise di nuovo.

-Harry Potter. Colui che spaventava le scopate occasionali con un semplice cassetto vuoto. -

-Mettila così. Sposando te, non spaventerei nessuno per un po'. - provò e Draco divenne immediatamente serio, squadrandolo attentamente.

-Non posso farti questo. - disse poi, spaventosamente serio.

Harry gemette esasperato, lasciandosi andare anche lui contro lo schienale del divano.

-Te l'ho detto. Non mi importa di non poter avere avventure sentimentali. -

-Non è solo quello. - dichiarò Draco, sibillino, continuando a soppesarlo.

-E allora che altro c'è? - mormorò Harry, guardandolo quasi disperato.

Draco si limitò a scuotere la testa, senza smettere di fissarlo.

-E' una pessima idea. Ti accorgerai che sono insopportabile nel giro di due settimane, vorrai il divorzio e saremo al punto di partenza. - sbottò improvvisamente, in tono seccato.

Harry sorrise, indulgente.

-Credimi, Draco. Io so già che sei insopportabile. E' una cosa che riesco a sopportare abbastanza bene.-

Draco strinse le labbra, poi sollevò altezzosamente il mento, e il sorriso di Harry divenne più ampio, perché sapeva di aver vinto.

-Non prenderò mai il tuo cognome. E quando divorzieremo, diremo a tutti che è stata colpa tua e della tua allarmante quantità di difetti imbarazzanti. -

Gli occhi di Harry brillavano pacati e accondiscendenti in quelli ancora un po' scettici di Draco.

-Tieni una lista dei miei difetti da quando eravamo ragazzini, non dovrebbe esserti difficile. -

 

 

 

ANGOLINO

 

Ecco il secondo capitolo <3

Purtroppo non so proprio dirvi quando arriverà il terzo, ma ringrazio tutti quelli che hanno speso il loro tempo a leggere il primo capitolo, davvero <3

Grazie a tutti!

Un bacione,

Fede <3

 

 

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