pokémon: un altro mondo

di Albertyon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: la rottura del sigillo ***
Capitolo 2: *** ritorno alle origini ***
Capitolo 3: *** Missione Segreta ***



Capitolo 1
*** Prologo: la rottura del sigillo ***


Prologo: la rottura del sigillo

Al di fuori dei confini di ciò che noi comunemente percepiamo come realtà, a un livello di esistenza che ben supera la mera materialità, Esso, il Creatore, conosciuto in alcuni dei mondi da Esso creati come Arceus, percepì una frattura nelle profondità della sua creazione, e seppe che l’Altro aveva infranto un altro sigillo.

In un luogo fuori da ogni luogo, in un tempo fuori dal tempo, i concetti stessi di Tempo, Spazio e Vuoto, cui Esso stesso aveva dato esistenza e forma (forme note in alcuni mondi come Dialga, Palkia e Giratina) lo raggiunsero allarmati.

-Padre -, disse Dialga, - l’Altro ha posto fine a un altro mondo interno. Pochi passi, pochi mondi lo separano da noi! Ti prego, dimmi che hai quasi ultimato la tua nuova opera, il nuovo mondo in cui potremo trovare rifugio per altro tempo.

Arceus ascoltò le parole del suo figlio col cuore oppresso, e i suoi figli percepirono la sua angoscia.

-Purtroppo ancora no, figlio. Per via della tua stessa esistenza, occorre ancora molto tempo prima che una creazione tanto complessa sia ultimata. Dovremo confidare negli ultimi due strati, nella loro complessità, e sperare che Lo tengano impegnato abbastanza a lungo perché io finisca la mia opera.

Dialga e Palkia erano nervosi: certo, in termini umani ci sarebbero voluti secoli, forse un millennio o due prima l’Altro abbattesse un altro muro della prigione che lo conteneva, ponesse fine all’ennesimo mondo, e ancora più tempo sarebbe occorso perché infrangesse anche l’ultima barriera. Ma cos’erano i millenni per entità eterne come loro? Per il Tempo e lo Spazio, millenni non erano poi così diversi da istanti, e due interi universi di distanza erano come pochi passi.

-C’è dell’altro. – Aggiunse Giratina, con tono greve.

Gli altri si volsero verso di lui allarmati. Il Guardiano del Vuoto era, tra di loro, colui che più da vicino osservava e sorvegliava l’operato dell’Altro e le sue conseguenze sul multiverso; se aveva qualcosa da aggiungere, potevano solo aspettarsi tetre notizie.

-Temo che Ōtelos abbia trovato un modo di estendere la sua influenza ad altri universi prima ancora di esservi penetrato. - continuò il drago spettrale.

-Impossibile!

-Non dovrebbe esserci un modo… vero, Padre? - chiese Palkia, quasi implorante.

Arceus rimase in silenzio per un lungo istante, poi disse: - Continua, figlio mio.

E Giratina continuò:

-Avevo già sospetti al tempo della distruzione del mondo precedente, ma non avevo prove e non dissi niente. Ma rimasi all’erta per qualsiasi segno, qualunque cosa fuori dall’ordinario…
La distruzione di quest’ultimo universo è la prova: è avvenuta con secoli di anticipo rispetto al previsto perché quando ancora si trovava nell’universo precedente era riuscito a infiltrarvi parte del suo potere e iniziare l’opera anzitempo!
Questa volta però ero preparato e sono riuscito a individuare immediatamente le tracce della sua energia che penetravano nell’ultimo dei mondi che ci separano da lui…

-Questo vuol dire che siamo condannati! – interruppe Dialga. –Se la dissoluzione degli ultimi universi dovesse avvenire con tanto anticipo, nostro Padre non avrà modo di completare il prossimo mondo! –

-Calmati, figlio mio. – lo redarguì Arceus. – Giratina, mostrami ciò che hai visto sugli ultimi due mondi chiave.

Il Signore del Mondo Inverso obbedì all’istante: evocando dal nulla due colossali specchi, mostrò al Creatore ciò che avveniva in quell’istante negli ultimi universi che si frapponevano tra loro e il Dissolutore.

Arceus osservò e valutò, poi tirò un sospiro di sollievo.

-Non tutto è perduto, figli miei -, li incoraggiò. – Solo una minima frazione del potere di Ōtelos ha raggiunto l’ultimo mondo, e la sua influenza non si è ancora estesa troppo nemmeno su quello precedente. Abbiamo fatto bene ad aggiungervi delle misure di prevenzione, ed ecco che ci tornano utili! Ma adesso sentitemi bene!

Il trio di draghi leggendari si inchinò dinnanzi al Creatore.

-Dicci, Padre.

-Come prima cosa ci recheremo sull’ultimo mondo ed estirperemo fino all’ultima traccia della presenza dell’Altro. Poi dovremo trovare un modo per contrastarlo sul penultimo mondo. Voi non potete avvicinarlo, quindi dovrò essere io a ritornare laggiù per fronteggiarlo e ritardare la sua ascesa.

-Ma Padre, per raggiungere quel mondo servirà un’evocazione! –, obbiettò Giratina. – Nessuno dei suoi abitanti può…

-Troveremo un modo! -, tagliò corto il Creatore. -Non temete, figli miei. Non lascerò che ponga fine alla vostra esistenza.

E nemmeno a quella di questi mondi e dei loro abitanti, continuò tra sé e sé.

-Scendiamo!





Note: eccoci di nuovo qui su EFP dopo una lunga assenza. Spero di essere maturato un minimo come autore in questi anni. Questo è il prologo di una storia di pokémon diversa dal solito. State tranquilli che il tenore cambierà assai fin dal primo capitolo: non intendo rimanere sul biblico tutto il tempo!

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Capitolo 2
*** ritorno alle origini ***


pokemon isekai 1.1 La foresta di Smeraldopoli.

Un paradiso selvaggio, luogo d’origine di leggende; casa di innumerevoli pokémon, chi la conosce racconta di individui prescelti, capaci di comunicare col cuore dei suoi abitanti e di tutti i pokémon.

Per Ash Ketchum di Pallet era anche un luogo di ricordi: nei suoi viaggi per diventare il migliore degli allenatori aveva già percorso questi sentieri con Pikachu, il suo fido compagno.
Era con un misto di quiete e nostalgia che, mentre addentava uno dei panini preparati da sua madre, osservava il topo elettrico giocare a rincorrersi tra gli alberi con Bulbasaur nella luce del tardo pomeriggio.

Ash era abituato a passare molto tempo lontano da Pallet, ma era sempre una grande emozione ritrovare sua madre, il Professore e tutti i suoi pokémon ad aspettarlo e accoglierlo con gioia ogni volta che tornava.

Quest’ultimo rientro non era stato differente.

Dopo l’ultima visita che Brock e Misty gli avevano fatto ad Alola, aveva deciso in un momento particolarmente privo di eventi di ricambiare il piacere e passare qualche giorno nel Kanto.

Purtroppo nessuno dei suoi amici della Scuola di Pokémon aveva potuto seguirlo questa volta, e anche Rotom era rimasto sulle isole.

Per conto suo, invece, il Professor Kukui aveva approfittato dell’occasione per assegnargli un compito: studiare le abitudini dei Pikachu Kantoniani, nella speranza di scoprire qualche indizio sul perché le evoluzioni delle due varianti regionali fossero tanto diverse.

“I dati relativi al tuo Pikachu non sono sufficienti”, aveva spiegato il professore. “È troppo addomesticato ed ha viaggiato troppo per essere una fonte affidabile. Dovrai osservare e documentare per quanto possibile degli esemplari selvatici, e dovrai farlo senza Rotom, visto che avrò bisogno di lui in questi giorni.”

Ash aveva accettato il compito col suo solito entusiasmo: in fondo studiare i Pikachu selvatici lo avrebbe aiutato a comprendere meglio il suo compagno!

Il viaggio di rientro era stato tranquillo.
Il ragazzo aveva portato con sé la sua squadra di pokémon di Alola e aveva approfittato appieno delle strutture della nave per allenarli e combattere qualche incontro con altri passeggeri, ma una volta giunto a casa una buona parte dei progetti di allenamento era stata messa rapidamente da parte: sia Brock che Misty sarebbero stati troppo impegnati con i loro doveri di capipalestra per poter passare del tempo con lui prima che fosse passato qualche giorno, quindi non c’era urgenza di prepararsi all’inevitabile, anticipata sfida; d’altra parte, Lycanroc non aveva perso tempo e si era da subito messo in competizione con Mr.Mime per aiutare sua madre con le faccende di casa.

Il mattino dopo, alla tenuta del Professor Oak, era stata la volta di Torracat e Rowlet: dopo l’assalto e le feste dei pokèmon che aveva catturato nelle altre regioni, Ash aveva osservato con soddisfazione il suo gufetto dormiglione scegliersi un ramo per un sonnellino mentre Torracat si allontanava con gli altri pokémon di tipo Fuoco; fiammate e versi di incitamento segnalarono l’inizio di quella che pareva una competizione amichevole.

Per quanto volesse assistere, Ash aveva altri progetti per la giornata: dato che aveva un po’ di tempo a disposizione prima di rivedere i suoi amici, intendeva portare a termine il compito che gli aveva assegnato il Professor Kukui. Ora che aveva salutato anche il Professor Oak, Tracy e i suoi Pokèmon, era pronto a partire alla ricerca di Pikachu selvatici!

Stava per uscire dal laboratorio, subito dopo un ultimo controllo dei contenuti del suo zaino (panini e frutta per lui e Pikachu, materiale per prendere appunti, attrezzatura da campo e qualche Sfera Poké perché non si sa mai) quando sentì una gentile pressione dietro le caviglie.
Voltandosi, trovò a fissarlo con un’espressione determinata il suo Bulbasaur.

“Bulbasaur! Cosa c’è?”.

“Bulba! Bulba Bul!”, gli rispose il pokémon con entusiasmo, spostando lo sguardo tra il suo allenatore, lo zaino e la porta.

“Vuoi venire con noi?”.

 Ash sorrise: era molto tempo che non viaggiava col suo primo pokémon di tipo Erba ed era curioso di vedere come fosse cresciuto in tutti quei mesi.

“Bulba!”
“Pi Pikachu!”

Anche il topo elettrico sembrava contento della richiesta del suo vecchio amico: in verità non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo con lui per scambiarsi storie e sapere come se la passassero gli altri alla tenuta.

“Ok! Saremo noi tre allora! Professore! Mi serve la sfera di Bulbasaur!”
“Pika!”
“Saur!”

Così, Ash e i suoi due pokèmon diedero inizio alle loro ricerche. Percorrevano i sentieri boschivi a cuor leggero, senza grande impegno, ma piuttosto godendosi il tepore estivo e i profumi della foresta. Ogni tanto si distraevano a osservare un pokémon selvatico, a saltare un ruscello, a riposare in un campo fiorito; nonostante tutto, riuscirono a raggiungere i dintorni di Smeraldopoli prima del tramonto.

Il sole era tiepido e piacevole, i profumi della vegetazione fragranti, il panino saporito e i pokémon giocavano allegri tra di loro.

Nulla faceva presagire il grande sconvolgimento che avrebbe travolto le loro vite.




note:
Questo e i prossimi capitoli saranno dedicati all'introduzione dei personaggi; l'azione vera e propria inizierà subito dopo ;)

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Capitolo 3
*** Missione Segreta ***


chap 2

Matoi osservò le persone sedute di fronte a lei. Una decina scarsa di reclute ed agenti dai più disparati background. Per l’occasione erano stati richiamati alla base di Smeraldopoli anche operativi che mancavano dal Kanto da anni.

Tra questi vi erano anche tre agenti che le avevano provocato diversi grattacapi: Jessie, con la sua espressione di ostilità a stento trattenuta, sedeva accanto a James, che pareva veramente attento e interessato a quanto aveva da dire. Il Meowth della squadra poi era impegnato a scambiare occhiatacce con l’esemplare di Alola che era divenuto il suo assistente.

Matoi era troppo professionale per lasciare trasparire i suoi dubbi in merito alla mobilitazione di quella squadra per una missione tanto importante, ma il loro profilo corrispondeva ai parametri richiesti e il Capo stesso aveva approvato.

Riuscendo a trattenere un sospiro di rassegnazione, Matoi esordì:

“So che avete domande. Vi abbiamo richiamato dalle vostre missioni in altre regioni senza preavviso e senza spiegazioni.”

“Prima di iniziare, mettetevi in testa che se siete qui è perché il Capo vuole espressamente voi per una missione speciale e segreta.”

Il suo piccolo pubblico reagì in una varietà di moti di incredulità, sorpresa e, in alcuni casi, di orgoglio.

La segretaria lasciò che l’attenzione tornasse completamente a sé prima di continuare.

“Le qualità principali che cercavamo sono le seguenti: estensiva esperienza in territori al di fuori del Kanto o della regione di origine, estensiva esperienza in missioni di lunga durata sotto copertura; estensiva esperienza con pokémon di diverse regioni; raggiungimento di importanti obbiettivi e ottenimento di riconoscimenti durante missioni a lungo termine in altre regioni. I soggetti devono inoltre aver dimostrato grandi capacità di adattamento e di sopravvivenza in situazioni avverse e ostili.

Voi tutti corrispondete a questo profilo.”

Matoi osservò gli agenti davanti a lei scambiarsi sguardi furtivi: per la natura stessa delle loro missioni, queste squadre non si erano mai incontrate se non per sbaglio ed erano praticamente sconosciute le une alle altre.

Per quanto avesse dubbi su alcuni di loro, non poteva mettere in discussione i risultati. La stessa squadra formata da Jessie, James e Meowth corrispondeva alla perfezione, avendo portato a termine con successo infiltrazioni ad alto livello che li avevano portati a essere coinvolti in una moltitudine di eventi su ampia scala, in primis quelli avvenuti a Kalos solo pochi mesi prima!

Né gli altre erano da meno.

Mike, un ometto dai capelli neri e gli occhi da roditore, era un agente specializzato in infiltrazioni e raccolta di informazioni che, col supporto dei sui compagni di squadra Donald e Geoffrey, aveva fornito dati estremamente importanti al Team Rocket.

Candace, una bellezza di colore originaria di Alola e raro agente solitario, aveva stabilito inestimabili reti di contatti e luoghi sicuri ovunque fosse stata mandata in missione.

Tutte le persone (e i pokémon) davanti a lei avevano contribuito in maniera significativa all’avanzamento della loro organizzazione nelle altre regioni, e questo era innegabile!

“Da queste informazioni, potete dedurre quale sarà la natura della missione.”

Matoi continuò dopo qualche istante di silenzio.

“Entrerò a breve nei dettagli, ma prima vi farò una sintesi del contenuto dei fascicoli informativi. Ovviamente, siete invitati a leggerli con attenzione al termine di questa riunione.”

Pigiando un’icona sul suo portatile la segretaria diede il via alla proiezione di una carrellata di immagini, la prima delle quali mostrava quelli che parevano degli scavi intorno a una struttura semi sepolta in mezzo a una foresta.

“Circa tre anni fa abbiamo individuato questo sito nella foresta di Smeraldopoli in seguito alla rilevazione di misteriose fluttuazioni energetiche in quell’area. Gli scavi hanno rivelato una struttura simile a un piccolo tempio o santuario. I nostri ricercatori non hanno riscontrato parallelismi o similitudini con siti archeologici sparsi per il mondo. L’origine stessa di questo sito è tutt’ora un mistero.”

Le diapositive si alternavano mostrando varie fasi degli scavi e dettagli delle rovine, accompagnate dalla voce quasi meccanica di Matoi. Qualcosa nella geometria della struttura sembrava strano, quasi sbagliato e in qualche modo disturbante. Nonostante non si trattasse che immagini di una rovina solo in parte escavata, diverse delle persone nella stanza non poterono trattenersi dal deglutire o dall’essere percorsi da un brivido; il perché, nessuno avrebbe saputo spiegarlo.

“In merito alle radiazioni che ci hanno originariamente portati alla scoperta, sono emanate da un non identificato minerale nero infisso nella parete opposta all’entrata.  Molti che ci si sono avvicinati hanno dichiarato di essersi sentiti strani e indeboliti. Simili effetti sembrano interessare anche alcuni pokémon, che tendono ad allontanarsi. Al contrario, pokémon di alcuni tipi, primariamente Spettro, Veleno e Buio, tendono ad essere attratti dal minerale e in sua vicinanza dimostrano incrementi temporanei delle loro abilità.”

Un vociare sommesso fece eco all’ultima informazione: ecco il perché di tanto interesse!

Matoi non perse tempo e riportò il silenzio.

“Questa è certamente una grande scoperta per il Team Rocket, ma non è finita qui.”

Una nuova serie di immagini mostrò grafici e strani macchinari puntati verso il misterioso minerale.

“Grazie a strumenti più avanzati abbiamo potuto analizzare meglio le caratteristiche della radiazione e del minerale. Per quanto possa suonare strano, esso di per sé non contiene né genera alcun tipo di energia, ma anzi pare risucchiare energia da un luogo sconosciuto per poi emanarla. Inoltre, l’esame delle lunghezze d’onda rivela radiazioni che non esistono, o quantomeno non sono mai state registrate, nel nostro mondo.”

Il silenzio del suo pubblico disse a Matoi che o li aveva persi per strada o stavano impiegando più tempo di quanto ne avesse a disposizione per arrivare a una conclusione. Solo Mike la guardava con un’espressione incredula stampata in volto. Bene, si disse, almeno uno di loro potrebbe avere del vero potenziale.

“La conclusione a cui siamo giunti è che il minerale trasmetta energia proveniente da un altro mondo. La nostra teoria, supportata da nuove tecnologie e da diversi esperimenti, è che sia possibile invertire il flusso e mandare degli umani dall’altra parte. E questo ci porta alla vostra missione.”

Matoi lasciò passare qualche istante per lasciare che l’informazione si impiantasse saldamene nei loro cervelli prima di proseguire:

“Le sonde che abbiamo già inviato dall’altra parte ci hanno fornito dati tali da confermare che è possibile per umani e pokémon sopravvivervi, ma c’è un limite alle informazioni che possiamo ottenere con simili strumentazioni. È necessario avere degli agenti sul posto per indagare e entrare in contatto con gli abitanti dell’altro mondo.”

“In pratica”, continuò, “il Capo ha scelto voi per ampliare la portata del Team Rocket oltre ogni orizzonte conosciuto. Voi siete gli agenti che scriveranno una nuova pagina della storia di questo e dell’altro mondo. Il nostro grande leader, Giovanni in persona, sarà presente per essere testimone diretto dell’evento”

Dopo queste parole, la segretaria li fissò uno a uno in volto; le reazioni variavano dalla confusione e paura alla gioia e orgoglio.

“Sì, il Capo ha scelto proprio voi. Voi andrete dall’altra parte, entrerete in contatto sotto copertura con gli abitanti del luogo e ci fornirete le informazioni richieste tramite i comunicatori preparati appositamente. Quando avremo raccolto dati a sufficienza, vi sarà possibile scegliere se rimanere come agenti di riferimento o rientrare da questa parte.”

“La partenza per il sito è fissata tra 3 ore. ora vi darò alcune istruzioni sui preparativi…”

Matoi continuò ancora per qualche minuto prima di congedare il suo pubblico. Non lasciò spazio per domande o lamentele. C’era solo la missione.

 

 

“Quella maledetta arpia con gli occhiali!!!  Come si permette di richiamarci nel mezzo della missione e tirare fuori dal nulla una roba del genere??? Che rabbia!!!”

Jessie, James e Meowth stavano ultimando i loro preparativi prima dell’inizio della missione. Per la precisione, James aveva già finito di preparare il suo zaino e stava leggendo con attenzione il fascicolo che avevano ricevuto da Matoi, mentre il pokémon felino faceva un’ultima volta l’inventario dell’equipaggiamento che era stato consegnato a tutti i partecipanti: una scorta di sfere, pozioni e medicinali unita ad attrezzatura da campo e per comunicazioni. Solo Jessie era ancora intenta a buttare roba a casaccio nella sua borsa, tutta presa dalle sue invettive contro la segretaria del Capo.

“Lascia perdere, Jessie. Ormai non c’è altro da fare se non prepararsi.”

James tentò distrattamente di placare l’ira della compagna mentre voltava pagina.

“Sembra proprio che non rivedremo il moccioso e il suo Pikachu per un bel po’…”

Non poca rassegnazione malinconia risuonavano nella sua voce: dopotutto, avevano tentato di catturare quel topo elettrico per anni… ma era finalmente giunto il momento di andare avanti.

“Miah! Anche senza Pikachu, questa è un’occasione d’oro!”

Meowh si intromise con inaspettato entusiasmo.

“Pensateci! Il Capo in persona ci ha scelti per questa missione! E sarà lì quando inizieremo! Saremo eroi! Dovremo solo completare la missione con successo e le ricompense saranno infinite! E finalmente potrò prendere il posto di quel dannato Persian! Miahahah!”

Alla menzione delle ricompense, Jessie interruppe la sua sfuriata e assunse un’espressione pensosa in sincrono con James.

“Mmh, in effetti questa potrebbe essere veramente la volta buona per fare vedere a quella megera chi è la migliore!”

“Vero! Niente più Pikachu e niente più fallimenti! Questo è un nuovo inizio!

“Miah!! Gliela faremo vedere noi! Hip Hip…”

“Hurrah!!”

“Hurrah!”

“Woooobbuffet!!!”

“Tutto è in ordine, Signore. Siamo pronti a partire.”

Le parole di Matoi richiamarono Giovanni dalle sue riflessioni.

Il capo del Team Rocket girò la poltrona per poter guardare la segretaria, in piedi davanti alla scrivania, con una semplice cartellina in mano.

Da come parlava, non sembrava che stessero per assistere a un momento storico, ma piuttosto a un’ispezione di routine.

Giovanni si alzò, provocando dei versi di protesta dal Persian che gli stava seduto in grembo.

Lanciò un ultimo sguardo al di fuori della finestra che dava sulla foresta lussureggiante.

Malgrado il sole tiepido e i colori vibranti, un brivido percorse la sua schiena. Era dal giorno prima che si portava una strana irrequietezza addosso, una vaga sensazione di pericolo imminente che non sapeva giustificarsi. Si chiese, non per la prima volta, se non fosse il caso di lasciar perdere quel santuario e tutto quello che conteneva.

La fredda logica che lo aveva portato fino al vertice della sua organizzazione criminale mise a tacere ogni dubbio. Un mondo nuovo, infinite potenzialità di profitto, la possibilità di catturare nuove e rare specie di pokémon senza interferenze… Qualsiasi cosa fosse quel presentimento, non aveva importanza: la rotta era stata tracciata e l’avrebbe seguita a qualunque costo.

Tuttavia… meglio andare sul sicuro.

Un pannello nascosto scivolò via rivelando uno scompartimento segreto nella scrivania. Lo scompartimento conteneva alcune sfere poké. Giovanni le guardò quasi con nostalgia, accarezzandole perfino. Ne scelse un paio e se le allacciò alla cintura. Richiuse il pannello. Si incamminò fuori dall’ufficio, seguito da Matoi e dal suo Persian.

“Andiamo.”

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Note:

Un capitolo parecchio più lungo e un parto parecchio più difficile rispetto a quelli precedenti. Se ci ho messo tanto a pubblicarlo è perché ci sono state almeno due riscritture quasi complete prima di arrivare al risultato finale.

Spero vi piaccia. 

Anche questo è ancora un capitolo introduttivo, la vera azione inizierà tra uno o due capitoli.

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