Jon Snow, flagello delle arpie

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un amore incrinato ***
Capitolo 2: *** Le arpie della Valle dei Laghi ***
Capitolo 3: *** Oscurità pericolosa ***
Capitolo 4: *** Una vittoria, un sogno ***



Capitolo 1
*** Un amore incrinato ***


Jon Snow passava le sue giornate in compagnia della servitù per aiutarli nelle stalle e in altre faccende che non lo riguardavano malgrado la sua posizione di nobile.
Dopo che si era trasferito in un castello posto al nord d’Italia, Jon era profondamente cambiato.
Non aveva più quell’istinto di comandante e condottiero che l’aveva sempre contraddistinto.
Voleva riuscire a vivere in pace con la sua amata Daenerys.
Ma sotto sotto sapeva bene anche lui che quella pace non sarebbe durata in eterno.
< Sapevo di trovarti qua > fece la donna con tono soave ma allo stesso tempo rude.
< Buongiorno, Daenerys > replicò il giovane fissandola dritto negli occhi.
< Perché non lasci questi compiti alla servitù? >
< Perché da soli non ce la fanno a causa di questo inverno. Hanno bisogno d’aiuto. >
< Questo inverno è molto più leggero di quanto noi siamo abituati a vivere. >
< Ma non per loro. >
Jon Snow non voleva sentire ragioni.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare i poveri contadini e la gente del suo luogo in difficoltà.
< Preferisci rimanere qui fuori al gelo che stare un po’ con me, non è vero? >
< Questo è fuori discussione, Daenerys. Lo sai che vieni prima di qualsiasi altra cosa o persona. >
< Allora dimostramelo immediatamente > replicò la donna con tono duro.
< Cos’è? Una sfida? >
< Non costringermi ad abbandonarti, Jon Snow. >
Il giovane guerriero di Castel Toblino non credeva alle sue parole.
< Daenerys, ti prego di calmarti. Tornerò al castello quando avrò finito nelle stalle. >
< Cioè tornerai a notte fonda, non è vero? >
< Signore, se vuole posso continuare con i miei uomini > fece lo stalliere intromettendosi nella conversazione tra di lui e la sua signora.
< Ne sei sicuro, Franz? >
< Sicurissimo. Andate pure. >
< D’accordo… Ma se c’è qualcosa che posso fare per voi, non esitate a chiamarmi. >
< Senz’altro. >
Una volta che i due padroni del castello si ritrovarono dentro l’ingresso, Daenerys corse via lontano da Jon Snow.
< Adesso che cosa ti prende? > domandò l’uomo correndogli dietro.
< E’ così che cerchi di conquistarmi? Dai più ascolto alla parola di un pover’uomo che alla mia? >
< Daenerys, ti prego di non ricominciare. Ti stai comportando in maniera ridicola. >
< Sai cosa ti dico? Visto che questo castello è tuo quanto mio, inviterò tutte le persone che voglio. >
< Infatti non ti dice niente nessuno. >
< Ah davvero? Nemmeno se invito Joffrey Baratheon? Oppure Drogo? >
Nel sentire quei due nomi, il cuore di Jon Snow ribollì di rabbia.
< Non oseresti mai. >
< Allora vuol dire che non mi conosci affatto. >
Detto questo, Daenerys corse verso il punto più alto del castello per rimanere da sola.
< Daenerys! Torna subito qui! >
Ma ormai era troppo tardi.
Una volta che Daenerys si metteva in testa una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
< Signore, scusate se mi permetto, ma la vostra Signora si è già messa in contatto con almeno uno dei due uomini. >
< Che cos’è tutta questa storia, Davos? >
< Mio Signore, questa minaccia è priva di fondamento… A giorni, Drogo e Joffrey Baratheon, saranno qui al Castello al cospetto della Signora Vostra. >
< Non finchè rimarrò vivo… Nessun nemico oserà mai entrare qua dentro! Fosse l’ultima cosa che faccio. >
 
 
Da quel giorno, Jon Snow non si era più avvicinato alla sua amata.
Il guerriero di Grande Inverno alloggiava nella parte est del castello mentre Daenerys non faceva che passare le sue giornate in cima alla torre.
< Davos, avete per caso visto mia moglie gironzolare nel castello? > domandò l’uomo al suo fedele guerriero.
< No, mio Signore. Non si è fatta viva. >
< Per caso c’è qualcuno che gli porta qualche razione di cibo? >
< Di questo non ne so niente. >
< Allora vedi di scoprirlo… Se hai qualche informazione di darmi, riferiscimela immediatamente. Nessuno si deve avvicinare a quella donna. >
< Maestà, vorreste far morire di fame quella povera donna? >
< Così impara a mettersi contro il mio volere! >
< Signore, dovete capire che la vostra Signora si sente molto oscurata da voi… >
< Ah, davvero? Allora perché non ti fai raccontare quello che è accaduto un mese fa quando stavamo per incominciare a fare l’amore… Non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo… Se quella donna mi nasconde qualcosa, è meglio che parli all’istante, altrimenti la mia furia sarà implacabile. >
Davos Seaworth non aveva parole per quello che stava succedendo ai due amati.
Ma sapeva benissimo che se la loro alleanza si fosse sciolta, i nemici che abitavano in tutta la regione del Trentino, ne avrebbero approfittato e avrebbero deposto per sempre il guerriero dei lupi.
< Vedrò di tenere d’occhio la vostra Signora. >
< Molto bene. E’ quello che volevo sentirti dire. >
 
 
Ygritte, la domestica personale di Daenerys, non faceva altro che accudirla come una vera e propria madre.
Anche se avevano quasi la stessa età, Ygritte avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Anche andare contro ai voleri del suo Signore.
< Daenerys, sono io. Ti prego di aprire. >
Riconoscendo la sua voce, Daenerys acconsentì alla richiesta della ragazza.
< Vieni, ti ho portato qualcosa da mangiare. >
< Ti ringrazio, ma non ho fame. >
< Avanti, Daenerys. Devi mangiare qualcosa. Non lo vedi che sei deperita? >
< Non m’interessa più niente, Ygritte. >
< Non puoi buttarti giù per una cosa di poco conto. >
< Purtroppo questa situazione va avanti da un pezzo, Ygritte… Io non lo amo più. >
< Ma cosa stai dicendo?! >
< Sì. Non vedo l’ora di lasciare questo castello con i miei draghi e tornare nelle mie terre per ritrovare quella pace insperata che ho bisogno da tempo. >
< Ma tu… non puoi lasciarci… >
< Mi dispiace Ygritte, ma devo farlo. Per il mio bene e per quello di Jon Snow. >
Mentre le due donne si parlavano, Ygritte sentì un rumore che proveniva da dietro la porta della stanza della sua Signora.
< Aspetta un momento… >
Con uno scatto repentino, Ygritte aprì la porta sbattendola contro il povero Davos Seaworth.
< Che cosa stavate facendo, Davos? >
< Niente che vi possa interessare… Piuttosto, voi che cosa ci fate nella stanza della Signora? >
< Questi non sono affari vostri > intervenne Daenerys.
< Mia Signora, con tutto il dovuto rispetto… >
< Ti ha mandato Jon per spiarci, non è vero? Allora di a quel dannato uomo che non ho bisogno di essere controllata a vista… Molto presto lascerò questo posto e sarà tutta colpa sua. >
< Mia Signora, se voi ragionaste… >
< Ho finito di ragionare da un bel po’, Davos. Adesso devo solo seguire il mio cuore. >
< Avete sentito quello che vi è stato detto? Andatevene immediatamente da questa stanza. >
< Non prima di essere venuto a conoscenza di quello che sta succedendo in questo castello. >
< Accidenti! Quale insolente si permetterebbe di mancare di rispetto alla sua Signora? >
< Daenerys, vi prego… >
< Addirittura vi rivolgete alla vostra Signora in questa maniera? Davos, credo che il potere che vi ha dato Jon Snow vi abbia dato alla testa. >
Daenerys, studiò accuratamente lo sguardo di Davos.
< Va bene, vi dirò tutto… >
< Ma Daenerys… >
< Davos deve sapere… Tutti devono sapere cosa sta succedendo a Jon Snow. Per il bene della Valle dei Laghi e di tutti gli abitanti di questo posto. >

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Capitolo 2
*** Le arpie della Valle dei Laghi ***


Ygritte e Davon non avevano mai visto Daenerys così seria e triste.
Le sue parole cariche d’odio sembravano un colpo al cuore.
< No, non ci credo… > fece Davos incredulo < Perché Jon Snow ti avrebbe dovuta tradire? >
< Questo dovreste dirglielo voi di persona > fece Daenerys.
< Mi dispiace Mia Signora, ma mi risulta molto difficile credere alle vostre parole… A parte voi e i membri della servitù, non c’è nessuna donna con cui Jon Snow potrebbe tradirvi. >
< E se invece il tradimento non fosse causato da parte di una donna? >
< Che intendete dire? >
< Che Jon Snow potrebbe aver tradito la nostra Signora anche con una creatura che si cela nei dintorni della Valle dei Laghi… Come le arpie, per esempio. >
< Ahahah questa mi è nuova > replicò Davos stramazzandosi dalle risate < Mia Signora, ci sta forse dicendo…  >
< Mi credete una pazza, Davos? >
< No. Certo che no… >
< Allora vedi di non ridere come uno sciocco… Le mie parole non sono prive di fondamento come potrebbe essere. >
< Lo so, ma io… >
< Purtroppo la verità è ancora molto lontana… Ma sono sicura che questa notte Jon Snow proverà ad entrare in contatto con alcune di quelle creature dal corpo alato e dal viso femminile. >
< Quindi mi state facendo capire che dovrei tenerlo d’occhio? >
< Ben detto, Davos. È l’unico modo che conosco per arrivare in fondo a questa verità. >
< Non credo che potrei farlo… >
< Perché? Avete forse paura? >
< E’ solo che… Accidenti! Mi sembra tutto surreale! >
< A me sembra surreale solo il fatto che un uomo preferisce lavorare nelle stalle che rimanere accanto alla sua amata… E a voi? >
Alla fine, Davos fu convinto dalle parole della sua sovrana.
< Sapete che se verrò scoperto che lo sto spiando… >
< Voi cercate di essere molto cauto, Davos Seaworth. >
< Va bene… mia Signora > disse infine l’uomo prima di lasciare la stanza di Daenerys.
 
 
Da quando aveva discusso con la sua amata, Jon Snow si comportava in maniera molto strana e singolare.
Ogni servo che si avvicinava a lui, finiva sempre sgridato e maltrattato.
< Davos! > gridò il giovane principe attirando l’attenzione del suo servo consigliere.
< Sì, mio Signore? >
< Allora? Cosa avete scoperto su Daenerys? >
< Niente d’importante… Passa le sue giornate a leggere nel punto più alto del castello in compagnia di Ygritte. >
Nello scrutare gli occhi del suo servo, Jon aveva intuito che stava mentendo.
< Non ci credo. Quelle due donne stanno elaborando qualcosa di grosso. >
< Ve lo giuro sul mio onore, mio Signore. Non stanno combinando niente di male. >
< Va bene. puoi andare. >
< Con permesso. >
una volta che Davos si fu allontanato, lasciò il castello per montare a cavallo e lasciare la proprietà di Jon Snow.
Non riuscendo a capire cosa gli stava succedendo intorno, il flagello dei lupi si rinchiuse in camera sua.
< Siete molto agitato, Jon Snow… Che cos’è che vi preoccupata? >
Nel girare lo sguardo, Jon notò che una figura femminile lo stava fissando con occhi pieni di piacere.
< Sono convinto che questo castello albergano molti traditori… ma non riesco a coglierli inflagrante… >
< Volete che vi dia una mano? >
< No. È meglio che voi rimaniate rinchiusa qui al sicuro. >
< Jon Snow, anche se sono la vostra amata, non sono di vostra proprietà. >
< Ah no? Eppure quando vi ho pagata profumatamente non la pensavate in questo modo > replicò l’uomo a denti stretti.
< Ascoltatemi, non sopporto di rimanere rinchiusa in camera vostra in attesa del vostro ritorno… Io sono una donna libera. >
< No. Voi non siete una donna… >
< Jon Snow, non costringetemi a dare il peggio di me. >
< Altrimenti cosa fate? Vi trasformate in quello che siete veramente e vi scagliate contro di me? Non vorrei che rompeste l’alleanza che ci lega… >
< Questo è un ricatto bello e buono. >
< Pensatela come volete… Se non fosse per il mio aiuto, voi e tutte le altre creature che albergate nella Valle dei Laghi, sareste state tutte uccise e massacrati dai lupi e dagli abitanti che popolano questa zona. >
Nel sentire quella parola, la sua amante distolse lo sguardo per concentrarsi sulla pioggia che aveva cominciato a cadere sul castello.
< E’ solo questione di pazienza… Quando avrò cacciato Daenerys e i suoi draghi, voi e tutte le altre arpie, potrete diventare le padrone assolute del territorio. >
< Jon Snow, non fate promesse che non potete mantenere. >
< Avete la mia parola. Fosse l’ultima cosa che faccio nella mia vita > disse infine il guerriero gettandosi tra le braccia della sua amata per consumare il suo amore e la sua rabbia che albergavano dentro il suo corpo.
 
 
Una volta che Davos si ritrovò al confine della Valle dei Laghi, il suo cavallo iniziò ad imbizzarrirsi improvvisamente.
< Buono, buono > cercò l’uomo di calmarlo.
Ma era tutto inutile.
C’era qualcosa che lo faceva innervosire.
Ad un certo punto, dopo che il suo padrone non riusciva più a controllarlo, fuggì al trotto per tornare al castello.
“Stupido cavallo. Che cosa potrebbe avergli preso?” si domandò l’uomo.
La pioggia continuava a cadere insistentemente sulla zona, mentre il cielo era più cupo del previsto.
Alzando lo sguardo, Davos riuscì a notare una figura nascosta dietro gli alberi che lo stavano spiando.
< Chi c’è?! > gridò l’uomo.
Ma la figura misteriosa non si mosse, limitandosi a guardarlo con occhi rossi e pieni di terrore.
Visibilmente spaventato, Davos corse più veloce che poté per cercare un rifugio dalla pioggia.
Ma appena s’immerse nell’oscurità della foresta, egli fu attaccato da orde di creature volanti che non aveva mai visto prima d’ora.
< Chi diavolo siete? >
< Il tuo peggiore incubo > rispose la creatura con tono grave.
Davos cercò una via d’uscita disperatamente, ma le creature che l’avevano circondato erano troppo veloci.
Non gli avrebbero mai permesso di fuggire.
< Lasciatemi andare! >
< Mi dispiace Davos Seaworth… Ormai sei l’unico essere umano che ci ha visti… non possiamo lasciarti andare. >
La creatura misteriosa stava per colpire a morte il povero Davos con la sua lancia, ma grazie all’intervento di un uomo incappucciato, Davos poté aver salva la vita.
< Tu! Osi sfidarci? >
Le creature alate piombarono addosso al malcapitato salvatore con tutta la forza e la velocità di cui erano capace.
Ma essendo molto più furbo e intelligente di loro, l’individuo misterioso riuscì a salvare Davos e a ritornare nel perimetro sicuro del castello.
< Vi ringrazio > fece Davos con tono affannato < Vi devo la vita. >
Ma l’individuo misterioso non rispose, limitandosi a lasciarlo sul suolo freddo che conduceva all’imponente dimora di Jon Snow.
< Dove state andando? >
< Via da questo posto maledetto. >
< Posso sapere chi è il mio salvatore? >
< Direi salvatrice… >
Una volta tiratosi giù il cappuccio, Davos rimase alquanto scioccato nel vedere chi fosse.
< Sansa Stark… voi… >
< Silenzio, Davos. >
< Ma come… >
< Ti avverto di una cosa: non dire a mio fratello bastardo che io e Arya siamo qui nella Valle dei Laghi. Ci caccerebbe in malo modo. >
< Ma cosa… voi siete le sue due sorelle ancora in vita… >
< Questo non significa nulla… Jon Snow è cambiato. E anche tu lo sai… Quindi, occhi bene aperti. >
< Sono molto confuso. Chi erano quelle creature che stavano per attaccarmi? >
Per sviare la domanda di Davos, Sansa aiutò il vecchio servo di Jon ad alzarsi per ricondurlo al castello.
< No. Ce la faccio benissimo da solo… Dimmi chi o cosa erano quelle creature. >
< Il nostro nuovo peggior nemico. >
< Che cosa? >
< Più crudeli di tutti i guerrieri e di tutte le famiglie che io e tutta la mia famiglia abbiamo combattuto in tutti questi anni… >
< Più forti degli estranei? >
< Esatto. Quelle creature erano solo le più deboli del gruppo… Presto ne verranno molti altri. >
< Si può sapere a chi vi state riferendo? >
< Alle arpie, Davos… Le più crudeli creature che questo mondo ha conosciuto e che continuerà a conoscere. >
< E come possiamo fare per sconfiggerle? >
< C’è solo un modo… ma dipende tutto da Jon. >
< E cosa dovrebbe fare? >
< Liberarsi completamente di loro. >
< Volete forse dirmi… >
< Non voglio insinuare nulla… Ma ti dico una cosa: la guerra tra le arpie e noi esseri umani è appena cominciato. >

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Capitolo 3
*** Oscurità pericolosa ***


Davos Seaworth rientrò al castello con la paura che gli si leggeva in viso.
«Devo parlare con la Signora del castello. È urgente» fece l’uomo ad una domestica.
«Mi dispiace, ma la Signora non vuole vedere nessuno.»
«Questo divieto non riguarda me. Fatemi subito parlare con lei!» replicò Davos a denti stretti.
«Che sta succedendo?»
Jon Snow, dopo aver letto la situazione, andò incontro al suo servo per ascoltare la sua situazione.
«Mio Signore, ho bisogno di vedere Daenerys subito.»
«Per quale motivo?»
«Con tutto il rispetto, non sono tenuto a dirvelo.»
«Da quando in qua prendi questo tipo di decisioni?»
«Mio Signore, vi prego…»
«Allora? Non hai risposto alla mia domanda.»
La situazione per Davos stava prendendo una brutta piega.
Non riusciva a sopportare il confronto con il suo Signore.
«Molto bene. Vedo che non vuoi rispondermi… Allora perché non mi dici il motivo della tua cavalcata notturna fuori dal perimetro del mio castello? Chi stavi cercando?»
«Avevo solo bisogno di prendere una boccata d’aria.»
«Adesso basta! Ne ho abbastanza delle tue bugie!»
Non vedendoci più dalla rabbia, Jon Snow si apprestava a colpire a morte il suo servo.
Ma l’intervento tempestivo di Daenerys, riuscì ad evitare il peggio.
«Sei completamente pazzo?!»
«Tu stanne fuori, Daenerys.»
«Che cosa credi di fare uccidendo il tuo uomo più fedele?»
«Ucciderei un traditore.»
«È qui che ti sbagli… Se vuoi uccidere qualcuno, uccidi me. È a causa mia se Davos ha lasciato il castello. Doveva fare una cosa per me.»
«E cioè?»
Lo sguardo di Daenerys, si andò a posare verso lo sguardo terrorizzato di Davos.
«Davos, dimmi che cos’hai visto…»
«Mia Signora, non so se è una buona idea…»
«Dimmelo. È un ordine.»
«Non credo di esserne sicuro, ma ho visto alcune creature maligne che hanno cercato di uccidermi.»
«Credi o ne sei sicuro?»
«Non lo so!» gridò Davos «Sono ancora molto scosso. Prima di oggi, non sono masi stato vicino alla morte.»
«Che tipo di creature erano?»
«Creature volanti… con il viso di belle donne e il corpo di uccello… Non ho mai visto niente di simile.»
«Ho capito… Ygritte!»
«Sì, mia Signora.»
«Accompagna immediatamente Davos in un luogo sicuro.»
«Subito, mia Signora.»
Una volta che Daenerys e Jon Snow si ritrovarono da soli, quest’ultimo stava facendo uno sforzo immane per mantenere la calma.
«Agitarti non servirà a niente, Jon.»
«Come a te non servirà a niente nascondere il mio uomo.»
«Lo sto solo proteggendo da te.»
«Già… Lo stai proteggendo da una morte certa…»
«Da qualche tempo a questa parte non ti riconosco più… Che cos’è successo al Jon Snow di cui mi sono innamorata?»
«Sono sempre lo stesso, Daenerys… e sto facendo di tutto per proteggere questa nostra proprietà… Peccato che tu mi stia remando contro… Che cosa speri di ottenere?»
«Dimmelo tu… Credo fermamente che tu abbia venduto la tua anima a quelle creature che Davos ha incontrato…»
«Quell’uomo ha solo sognato. Non ha incontrato nessuno.»
«E perché dovrebbe mentire?»
«È quello che intendo scoprire… Peccato che tu l’abbia nascosto chissà dove… Ma non ti preoccupare. Riuscirò a scovarlo. E quando succederà, non ci sarai a proteggerlo.»
«Se non ci sarà lei, ci saremo noi.»
Una voce acuta e perentoria alle spalle di Jon Snow attirò l’attenzione dei due Signori del castello.
«Sansa… Arya… che cosa ci fate voi due qua?»
«Siamo venuti a liberare questo castello dalla maledizione che lo circonda.»
«Di quale maledizione state parlando?»
«Diccelo tu… Sappiamo bene che hai venduto la tua anima alle arpie della Valle dei Laghi. Non negarlo» ribadì Arya.
«Sono tutte sciocchezze!»
«Non cercare di mentirci, fratello. Davos li ha visti» replicò Sansa.
«Lasciate immediatamente questo castello se non volete fare una brutta fine!»
«Non ci fai paura, Jon Snow, vecchio flagello dei lupi… Ormai non sei più il guerriero di un tempo.»
«Questo lo vedremo!»
Dopo aver sguainato la sua spada, Jon Snow si precipitò verso le sue sorelle per colpirlo a morte.
Ma sia Sansa che Arya erano molto preparate nel fronteggiarlo, riuscendo a disarmarlo in una sola mossa.
«Hai visto? La tua collera offusca la tua mente e la tua forza.»
«Lasciami immediatamente andare!»
Dopo che Arya acconsentì alla richiesta di suo fratello, vide che la sua rabbia diventava sempre più irrefrenabile.
«La tua collera sarà la tua distruzione… Morirai sotto il potere delle arpie. E non ci sarà niente che tu possa fare.»
«Andatevene subito dal mio castello! Non ve lo dirò una seconda volta!»
«D’accordo, ce ne andremo… Ma ti guarderemo morire miseramente…»
«… Perché è questo quello che ti meriti» dissero infine le due sorelle prima di scomparire nel buio del castello.
Durante la discussione animata che Daenerys aveva assistito, la giovane donna non si era azzardata a dire una parola.
«Sei felice nel vedermi così, Daenerys? Sono un debole.»
«La tua debolezza oscura la tua volontà… Se non vuoi dare retta a me, dai ascolto alle tue sorelle. Prima che la situazione diventi insostenibile.»
«Miei Signori!»
Un servitore, preso dalla foga e dalla paura, si avvicinò a Jon Snow e a Daenerys con il fiato che gli mozzava il fiato.
«Che cos’è successo?»
«Joffreu Baratheon e Drogo… sono morti appena stavano cercando di varcare il confine del castello… I suoi corpi sono stati rinvenuti poco fa’.»
Nel sentire la notizia, lo sguardo rabbioso di Jon Snow si andò ad incrociare verso quello di Daenerys.
«Preparati, Jon Snow. Presto combatteremo una battaglia molto più grande di noi.»
 
 
Dopo alcuni giorni dalla notizia della morte di Joffrey Baratheon e di Drogo, Jon Snow non faceva altro che impiegare il suo tempo negli allenamenti nella foresta contro i lupi famelici che scorrazzavano nella zona.
Ma egli non riusciva a concentrarsi come voleva, venendo messo ripetutamente a terra contro quegli animali.
< Non hai la testa sgombera, fratello > fece Arya mentre si stava allenando con il tiro con l’arco < E di conseguenza, non sei dovutamente concentrato. >
< Che cosa vuoi da me? >
< Aiutarti. Anche se non te lo meriteresti affatto. >
< Lasciami in pace, Arya. Non è il momento per disturbarmi. >
< Però quando si tratta della tua amata, non vedi l’ora di infilarti sotto le sue lenzuola. >
< E tu che diavolo ne vuoi sapere?! >
< So molte più cose di quanto tu possa mai immaginare. >
< Non te lo dirò una terza volta, Arya: lasciami in pace. >
< Facciamo così. Ti lascerò allenarti con i tuoi lupi se riuscirai a disarmarmi… Ma se sarò io a metterti al tappeto, dovrai darmi ascolto. Ci stai? >
Con sguardo inorridito, Jon Snow acconsentì alla richiesta di sua sorella.
< Molto bene. In guardia fratello. >
Senza perdere ulteriormente tempo, Jon Snow si scagliò contro sua sorella cercando di fargli del male fisico.
Ma sua sorella, anche se era molto più piccola di lui, non era un avversario da prendere alla leggera.
Ella continuamente riusciva a schivare i suoi attacchi come un vero guerriero.
< Adesso voglio sapere dove hai imparato a combattere così magistralmente. >
< Grazie a Sansa. E alla sopravvivenza dei luoghi ostili in cui siamo vissuti. >
Nel mentre Jon cercava in tutti i modi di colpirla, il flagello dei lupi cadde a terra malamente, venendo sottomesso di conseguenza da Arya.
< Hai visto? Ho vinto > replicò fiera di se la ragazza.
< E’ stata solo fortuna. >
< Non è vero… Te l’ho detto prima, ricordi? >
< Tu non sei la mia insegnante. Non puoi essere più forte di me. >
< Se solo tu avessi combattuto con un invasore o con una creatura molto più forte e preparata di me, non avresti avuto nessuna possibilità di sopravvivere. Lo riesci a capire? >
< D’accordo, hai ragione… Adesso vattene e lasciami solo. Non ho ancora finito con i miei lupi. >
< No, caro mio. Adesso dovrai fare quello che ti dico io. >
< Nessuno mi hai mai detto cosa devo o non devo fare nella mia vita. >
< Jon Snow, smettila di fare il testardo e ascoltami: perché non riesci più ad amare Daenerys? Che cosa ti ha fatto? >
< E’ una faccenda privata che non ti posso spiegare. >
< Jon! Non ti lascerò tornare al castello con quell’arpia che hai come amante se non mi darai una spiegazione. >
< Smettila Arya! Adesso mi stai facendo davvero arrabbiare! >
In quel momento, Arya riuscì ad intravedere che lo sguardo di Jon era cambiato improvvisamente.
Sembrava quasi posseduto e ipnotizzato da qualcosa.
< Tu e chi ti sta intorno verrete spazzati via senza che tu riesca a difenderti… >
< Questo non puoi saperlo… >
< Fidati, è la verità… Vattene pure da questo bosco e torna dalla tua arpia. >
Arya aveva capito che non c’era nessun modo per fargli cambiare idea.
Doveva combattere il problema alla radice.
E l’unica soluzione era sconfiggere le arpie che abitavano nella Valle dei Laghi.
< Arya! >
< Che cosa vuoi da me? >
< Tu e tua sorella lascerete queste Terre e non vi farete mai più vedere. Mi sono spiegato? >
< Perfettamente, fratello mio. Non voglio guardarti perire sotto i colpi e gli incantesimi delle creature che popolano questo posto… Addio > disse infine Arya scomparendo verso il buio della foresta tra i rovi e i pericoli che vi abitavano.
 
 
Una volta che Jon Snow rientrò in camera sua, ad attenderlo non c’era nessuno.
< Imay! Imay! >
Ma la creatura non rispondeva.
Mentre la sua rabbia stava crescendo, il flagello dei lupi controllò ogni singolo corridoio e stanza del castello.
< Daenerys! >
< Sì, Jon. Che cosa vuoi? >
< Dove si trova lei? >
< Lei chi? >
< Sai benissimo a chi mi sto riferendo… Se solo hai provato a cacciarla… >
< Una volta che quelle creature si sono insediate in un posto, è molto difficile cacciarli… Ed io non ti farei mai una cosa del genere. >
< Dove si trova? >
< Io non l’ho vista… Magari sta scopando un altro essere umano ipnotizzandolo a sua volta… >
< Appena la troverò, gli farò vedere io… >
< Non c’è bisogno che voi mi cerchiate, mio Signore. Sono qui > replicò l’arpia uscendo alla scoperto dalla camera di Daenerys.
< Allora la stavi tenendo nascosta. >
< No, Jon. È colpa sua se si trovava qua dentro. >
< Bugiarda! Stai mentendo! >
Nel girare lo sguardo verso l’arpia, Daenerys capì che quella creatura stava facendo di tutto per mettergli contro il suo amato.
< Maledetta… Sei stata tu! >
Sguainando la sua spada, Daenerys si precipitò verso la creatura puntandogli l’arma alla gola.
«Daenerys, non lo farai sul serio…»
«O me, o contro di me… Decidi.»
«Non la ucciderai. Non lo permetterò.»
Jon Snow si fiondò contro Daenerys disarmandola magistralmente.
«Cacciala immediatamente dalla tua proprietà, Jon. Lei per te sarà solo un problema.»
«Taci, vile arpia!»
«Imay ha ragione, Daenerys. Te ne devi andare.»
«Non dirai sul serio…»
«Non rendermi le cose ancora più difficili… Vattene immediatamente da qui e porta tutti i traditori con te.»
Daenerys non riusciva a credere alle sue parole.
Stava per venire cacciata in malo modo come non glie era mai capitato.
«D’accordo, come vuoi tu… Rimarrai solo con le arpie che ti distruggeranno.»
«Nessuno vuole distruggermi! Solo tu e i servi che si stanno ribellando a me.»
«Ma non lo capisci che ti stiamo solo aiutando?!»
«Allora non voglio essere aiutato… Addio.»
Senza dire altro, Daenerys e tutti i servitori del castello lasciarono la dimora di Jon Snow tra lo sdegno generale e la preoccupazione di un’invasione sempre più vicina.

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Capitolo 4
*** Una vittoria, un sogno ***


Passarono i giorni e Jon Snow si sentiva sempre più solo e abbandonato.
Nemmeno la compagnia di Imay riusciva a risollevarlo.
«La devi smettere di pensare a lei» fece la donna sussurrandoglielo all’orecchio «Ora ci sono io qui con te.»
«Questo non significa nulla…»
«Che cosa stai dicendo?»
Jon Snow si stava ricredendo sull’abbandono di Daenerys.
«Tu l’ami sempre, non è vero?»
«E anche se fosse?»
«Anche se fosse? Ma ti senti quando parli?»
«Lasciami in pace. Ho bisogno di stare da solo.»
Jon Snow, visibilmente imbambolato e ubriaco, uscì dalla sua camera per raggiungere il soggiorno.
Nel mentre il flagello di lupi si stava distendendo per pensare ai suoi ricordi passati, delle strane urla attirarono la sua attenzione.
«Chi c’è?!»
Ma nessuno rispose.
Era consapevole che in quel castello, oltre alla sua amante, non c’era nessuno.
Ma presto si sarebbe ricreduto…
«Allora? Chi ha violato la mia proprietà?»
«Hai la coscienza sporca?» gli domandò Imay facendolo sobbalzare dallo spavento.
«Ma che diavolo…»
«Ti è piaciuto l’urlo della paura?»
«L’urlo della paura? Stai forse vaneggiando?»
«No… però non preoccuparti… La tua ora è vicina.»
Improvvisamente, le porte e le finestre del castello si spalancarono.
Lo sguardo di Imay si dipinse di rosso, diventando più oscuro e tetro.
«Non dirmi che…»
«Le arpie ti getteranno nell’oblio, Jon Snow.»
Un’orda di arpie, armate di scudi e spade, si fiondarono contro il flagello dei lupi circondandolo.
«Noi arpie avevamo un altro piano per eliminarti… ma adesso non possiamo più aspettare. Dobbiamo prendere il controllo di questo castello… Quindi arrenditi.»
Ma Jon Snow non ne voleva sapere.
Essendo completamente solo, Jon Snow uccise e decapitò gran parte delle arpie assalitrici.
Ma erano troppe per contrastarle tutte, finendo così catturato e imprigionato nel suo stesso castello.
«Non ti preoccupare, Jon Snow. Domani all’alba cesserai di vivere.»
Dopo essere stato rinchiuso nella cella più fredda del castello, Jon credette che fosse finita.
Che la speranza fosse cessata per sempre.
Ma non poteva darsi per vinto.
Non dopo che la sua compagna aveva lasciato il castello in mano ai suoi draghi.
 
 
Le urla di dolore risuonarono nelle orecchie di Jon Snow.
I draghi di Daenerys stavano uccidendo tutte le arpie che avevano occupato il castello.
Ma Imay non era come le altre arpie.
Sembrava che l’odio e l’amore per Jon Snow la rendesse invincibile.
«Jon» fece Daenerys dopo essere entrata nelle celle della prigione «Adesso tocca a te.»
«Daenerys, io…»
«L’unico modo per eliminarle tutte è grazie alla tua forza di volontà… Ritorna ad essere il coraggioso Jon Snow di cui io mi sono innamorata…»
Negli occhi della sua amata, Jon Snow aveva intravisto tutto l’amore che aveva dimenticato.
«Daenerys, mi hai davvero perdonato?»
«Libera il castello. Prima che sia troppo tardi…»
Dopo aver preso la sua spada, Jon Snow risalì le prigioni del castello ritrovandosi nel cortile.
«Che cosa credi di fare con quella spada e quello scudo?»
«Infliggerti una condanna che ti rigetterà all’inferno, maledetta arpia.»
«Però prima dovrai prendermi…»
Essendo molto più veloce di lui, Imay colpì a ripetizione Jon ferendolo ai bracci e alle gambe.
Jon Snow si reggeva a malapena in piedi.
«Non riuscirai mai ad uccidermi.»
«Davvero? Questo è tutto da vedere… Non sei messo molto bene, sai?»
«Però sono ancora vivo…»
«Ancora per poco…»
Imay si stava per gettare contro di lui per infliggergli il colpo di grazia.
Ma grazie alla forza dirompente e all’aiuto insperato di Daenerys, riuscirono a trafiggerla alla gola.
L’ultima arpia regnante nella Valle dei Laghi era stata sconfitta, liberando per sempre quel posto dall’oscurità e della tenebre che vi si celavano per secoli.
«Daenerys… tu mi hai salvato…»
«Sì, perché il nostro destino è questo Jon Snow… Essere legati per sempre.»
 
 
Jon Snow si svegliò di soprassalto.
Si era completamente addormentato nel suo letto dopo una lunga giornata spesa a combattere.
«Finalmente hai aperto gli occhi» gli fece Daenerys.
«Ma allora… era tutto un sogno?»
«Quale sogno?»
«Io che combattevo le arpie… tu che mi hai salvato… il mio castello…»
«Dev’essere stata un’avventura molto interessante» fece Daenersy baciandogli la fronte.
«Sì… e tu non mi hai abbandonato nemmeno quando mi hai tradito.»
«I sogni ci possono giocare brutti scherzi… Ma ricordati che nella nostra vita non sempre è così.»
«Lo so bene» replicò Jon Snow sorridendo.
«Allora? Mi vuoi parlare del tuo sogno?»
«Magari dopo aver passato un po’ di tempo tra le tue braccia…»
«D’accordo… come vuoi tu…» disse infine Daenerys prima di gettarsi tra le braccia di Jon Snow e assaporare ogni suo singolo tocco e carezza che la facevano desiderare sempre di più.

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