Cinquanta sfumature di... BFF

di Dauntless_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tiffany ***
Capitolo 2: *** Compiti e .. .Confessioni ***
Capitolo 3: *** Tra alti e bassi ***
Capitolo 4: *** Estate ***
Capitolo 5: *** L'ultimo ballo ***
Capitolo 6: *** AVVISO ***
Capitolo 7: *** Harvard ***
Capitolo 8: *** Ricominciamo ***
Capitolo 9: *** Famiglia ***
Capitolo 10: *** Sorpresa ***
Capitolo 11: *** Lelliot ***
Capitolo 12: *** Leila ***
Capitolo 13: *** Avviso ***
Capitolo 14: *** Miss Kavanagh o Miss Steele? ***
Capitolo 15: *** Perso ***
Capitolo 16: *** Dottor Flynn ***
Capitolo 17: *** Il ballo ***
Capitolo 18: *** Indecisioni ***
Capitolo 19: *** Incontri ***
Capitolo 20: *** Avviso ***
Capitolo 21: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 22: *** Proposte insolite ***
Capitolo 23: *** 18 Giugno ***
Capitolo 24: *** Cambiamenti e preparativi ***
Capitolo 25: *** Avviso ***
Capitolo 26: *** Matrimonio ***
Capitolo 27: *** Affrontare le paure ***
Capitolo 28: *** Ritorno ***
Capitolo 29: *** Insicurezze ***
Capitolo 30: *** Attenta Kate ***
Capitolo 31: *** Aspen ***
Capitolo 32: *** Capitolo 28 ***



Capitolo 1
*** Tiffany ***


Narratore:
Bi bi bi... 
Sono le sette del primo di ottobre e a Seattle il sole sta illuminando la camera di un problematico sedicenne: Christian Grey. Grey è ignaro di ciò che questa giornata gli riserverà poichè dopo oggi niente sarà più come prima.

Christian POV
Mi sveglio pronto ad affrontare un altro giorno, ma non mi ricordo come sono finito nel mio letto. Mi alzo, ma è una pessima idea; la testa mi pulsa da impazzire e vedo la stanza girarmi tutta in torno. Torno a distendermi e aspetto. Aspetto che questo dolore sparisca, ma so già che non sarà così.  Mi dirigo verso il bagno, prendo un analgesico e mi preparo per scendere. Qualsiasi cosa sia successa ieri sera sono fregato.
 
Arrivo in sala da pranzo e vedo mamma e papà che discutono su qualcosa a me ignoto.
Mio fratello maggiore Elliot è al college e mia sorella Mia è a casa di una sua amica.
"Buongiorno tesoro" mi saluta mamma.
"Buongiorno" rispondo.
"Tutto bene? Ti vedo un po' strano?"
"Ummm... non ho dormito bene. Ho avuto di nuovo gli incubi, ma sto bene"- penso che si beve la scusa, ma dallo sguardo di papà capisco che lui non mi crede-. Ora che ci penso credo di aver di nuovo bevuto uno dei suoi liquori che si trovano nel suo studio. Mi annoto mentalmente di andare a controllare.
La colazione è una noia mortale: mamma e papà discutono degli impegni della giornata, mentre io rimpiango che non ci sia la mia adorata sorellina a ravvivare l'atmosfera. Finisco di mangiare, mi dirigo a prendere le cose per la scuola e mi avvio verso l'auto.

Bleah! Odio la scuola pubblica! Sono stato espulso da tutte le scuole private e ora l'unica opzione che mi rimane è frequentare sto schifo.  Mi dirigo verso l'aula di letteratura e mi siedo nel mio solito posto: ultima fila vicino alla finestra. L'aula inizia a riempirsi, ma rimango al mio posto a leggere Moby Dick. La mia lettura viene interrotta da una voce femminile.
"Ciao, scusa è libero questo posto?"
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti una ragazza alta, magra occhi verdi e capelli castani. Una nuova penso. Alzo le spalle e torno alla mia lettura. Lei sospira e si siede. La mia lettura viene interrotta di nuovo dall’arrivo della professoressa Williams. Quella nuova durante la lezione non smette un attimo di sorridere e prendere appunti. Se continua così giuro che vomito. Cosa ha da sorridere? E perché continua a prendere appunti? Come se servissero. Tesoro quando capirai il modo di lavorare della Williams, fidati che quei appunti non ti serviranno più! Ma nessuno tranne me sembra averlo capito. La campanella suona e mi dirigo verso l’aula di Economia dove si terrà la mia prossima lezione.  Noto che la nuova si sta dirigendo verso la classe di scrittura e questo mi fa pensare che forse non è un caso perso come il 99.9% degli studenti qua dentro. Se ha scelto letteratura e scrittura come materie sicuramente è una grande appassionata di libri.

È ora di pranzo e mi dirigo verso la mia solita panchina sotto l’albero fuori dalla mensa lontano da tutto e da tutti. Proprio quando penso di avere un attimo di pace, eccola che sia avvicina di nuovo.
"Posso?" Chiede per la seconda volta della giornata. Io alzo le spalle come al solito e lei si siede di nuovo vicino a me. Delle persone che passano ci guardano, ma corrono dentro appena li fulmino con lo sguardo. Ho una cattiva reputazione e qua; tutti lo sanno tranne la ragazza seduta di fronte a me.
"Mi chiamo Tiffany"
"Christian "
"Sai non serve che fai il duro. Ho capito che qui sei un pesce fuor d'acqua. Proprio come me!"
"Tu non sai niente di me e ti consiglio di starmi lontano."
"Oh, invece so tante cose. Vediamo .... Non hai amici e tutti qui ti stanno alla larga ciò vuol dire che hai una cattiva reputazione. Non sei qui per tuo volere. Indossi abiti costosi quindi deduco che la tua famiglia è benestante e se sei qui vuol dire che sei stato espulso da un paio di scuole. Ti piace letteratura e non hai preso appunti durante la lezione della Williams ciò vuol dire che o sei un genio o forse hai capito cosa vuole la professoressa da noi studenti".
La guardo a bocca aperta. In meno di mezza giornata mi ha analizzato come uno scanner! Ha indovinato la maggior parte delle cose su di me, ma la cosa più sconvolgente è lei qui seduta davanti a me senza un briciolo di paura negli occhi. Ha fegato la ragazza! 
" Non serve che mi guardi così, papà è uno psicologo e mi ha insegnato ad osservare la gente. Ho capito che l'unico con un po' di cervello qui dentro sei tu, ma se ti do fastidio me ne posso andare "
Sono ancora scioccato!
“No resta se ti fa piacere”
Tiffany mi sorride e passiamo il resto della pausa a parlare del più del meno. Scopro cose interessanti su di lei: le piacciono gli sport, in particolare: scii, danza e kick boxing. É amante dei libri e suona pianoforte e chitarra. Ama viaggiare e le piace scrivere. Nel tempo libero lavora come modella. Inoltre abbiamo altre due corsi in comune: Francese e Green Economy.
La scuola finisce talmente presto che nemmeno me ne accorgo. Sono stato bene oggi per la prima volta dopo tanto tempo. La saluto e mi dirigo verso la macchina dove mamma mi aspetta.
" Ciao tesoro. Com' è andata?" Mi chiede.
"Il solito" rispondo.
"E quella bella ragazza chi è?"
Ecco appunto va dritto al sodo.
" È una nuova. Abbiamo tre corsi in comune, ma niente di che. É una apposto."
Mamma mi sorride e so già cosa sta pensando, ma la risposta è: no! Non sarà la mia ragazza: ha già il ragazzo e  non è il mio tipo.

Arrivati a casa, mi chiudo in camera per studiare un po'. Non riesco a concentrami: sto ancora pensando ad oggi e soprattutto a Tiffany. Penso che sia iniziata una nuova amicizia, la prima della mia vita, ma ho tanta paura di rovinarla. Le ombre del mio passato mi perseguitano e non voglio mandare tutto all'aria. Avere qualcuno con cui parlare e condividere delle passioni deve essere bello, o almeno così sembra vedendo Elliot e Mia con i loro amici. Voglio davvero che questa amicizia funzioni e per farlo devo sistemare la mia incasinata vita a partire dal mio problema con l’alcool. Sarà dura! Con questo pensiero mi sdraio sul letto e mi addormento. Passando per la prima volta una notte senza incubi.
 
 
Angolo della scrittrice:
Ciao a tutti,
eccomi con una nuova storia!
Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se accanto a Christian ci fosse stata un amico / amica durante le tappe più importanti della sua vita. In questo primo capitolo ho cercato di descrivere il loro incontro e immedesimandomi nel problematico Christian. Spero di esserci riuscita. Voi come vi siete immaginate Christian da adolescente?
Nei prossimi descriverò le altre tappe importanti della sua vita e vorrei arrivare con la storia fino alla nascita del suo primogenito Theodore. Ovviamente come in tutte le amicizie ci saranno altri e bassi, ma nonostante tutto riuscirà questa amicizia a resistere e a combattere le ombre del passato del nostro amato Grey?
Fatemi cosa ne pensate di questo primo capitolo: sono ben accette anche le critiche costruttive.
Al prossimo capitolo,
Dauntless_99

 

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Capitolo 2
*** Compiti e .. .Confessioni ***




Per la milionesima notte di fila ho avuto gli incubi ed ora mi ritrovo a dormire in piedi davanti al mio armadietto. Una voce mi riporta al mondo reale.
“Buongiorno bel addormentato!”
“Cavoli Tiffany! Mi vuoi vedere morire di infarto prima dei vent’anni?”
“Scusa, non ho saputo resistere! Comunque sai che tra una settimana esatta scade il termine di consegna del lavoro per il corso di Green Economy.”
“ Sì lo so! Quando fai così mi ricordi tanto mia madre!”
“Ahahah divertente! Ma sappi che se prendo meno di una B è colpa tua signorino. Detto ciò sei libero questo pomeriggio? Ho pensato che potresti venire da me per lavorare al progetto.”
“Sì certo, per me va bene.”
“Allora vado. Sono già in ritardo per il corso di scrittura! Un’ultima cosa: vedi di non addormentarti nel mezzo del corridoio.”
Detto questo prende e inizia a correre verso l’aula di scrittura. È la solita ritardataria! Ora che ci penso sono anch’io in ritardo per la lezione. Maledizione!

All’ora di pranzo mi dirigo verso la mensa alla ricerca di quella pazza amica che mi ritrovo. Non vedendola da nessuna parte mi dirigo verso un tavolino vicino alla finestra. Durante il tragitto noto che qualcuno è fuori, seduto sotto l’albero intento a scrivere.
“Non credi che faccia troppo freddo per stare seduti fuori, con la neve e con addosso un giubbino troppo leggero per questa stagione!”
“Hai ragione papà entro subito!”
Ritorno in mensa e l’aspetto al tavolo.
“Cosa stavi scrivendo?”
“Un racconto per il prof Johnson.”
“Chi è?”
“È il prof che tiene il corso di scrittura. Ogni anno organizza una gara di racconti e il migliore verrà premiato ed accederà alle regionali.”
“Capisco e per scrivere dovevi andare fuori, con meno venti gradi, rischiando di prenderti una polmonite. Intelligente la ragazza!”
“Ho bisogno di concentrazione e fuori è l’unico posto dove nessuno ti disturba.”
“Esiste anche la biblioteca scolastica.”
“Troppo scontata.”
“Giusto Miss stranezza non può comportarsi come i comuni mortali.”
“Io non sono un comune mortale!”
Sorrido. Lei è la follia in persona! Ama tutto tranne la !
“Come vuoi tu. Questo pomeriggio a che ora posso venire da te?”
“Quando vuoi. Puoi venire anche subito dopo scuola. Intanto i miei non ci sono quindi non disturbi di certo.”
“Ok allora ti aspetto al solito posto?”
“Al solito posto”

Aspetto Tiffany sulle scale che portano alla palestra e una volta arrivata ci dirigiamo verso la sua macchina.
“Carina e anche poco appariscente devo dire!”
“Spiritoso! Avevo detto a papà di prendermi una macchina normale, ma come puoi ben vedere ha esagerato di nuovo?”
“Di nuovo? In che senso?”
“Papà ha sempre viziato me e mio fratello: Disneyland, partite di football e baseball, vestiti costosi. Cose così. Mi sento a disagio quando fa così.”
“Capisco però vedi il lato positivo.”
“E quale sarebbe?”
“Hai la macchina più figa di quella gallina di Lucy.”
“Ahaha… hai ragione, ma è meglio che non lo sappia altrimenti chi la sopporterebbe per il resto del liceo!?”
“Concordo.”
Passiamo il resto del viaggio a ridere e scherzare, stonando di tanto in tanto.

Tiffany abita in una villa appena fuori Seattle e ad accoglierci c’è il maggiordomo. Cavoli se è enorme questa casa! È bellissima! Ha una biblioteca, uno studio, una sala cinema, una piscina e gli spazi sono il triplo della mia casa.
“Allora che pensi?”
“Devo dire che i tuoi hanno fatto le cose in grande.”
“Lo so”. Alza le spalle un po’ a disagio.
 Ci dirigiamo verso camera sua e due cose mi colpiscono: la confusione regna in questa stanza e una vecchia macchina da scrivere posizionata sopra la scrivania.
“Era di mia nonna. Me la ha regalata quando ha iniziato a leggere “i miei piccoli capolavori” come li chiama lei.”
“E questo?”
Accanto alla macchina da scrivere c’è un quaderno nero con una scritta d’orata in centro: “Il diario di una giovane sognatrice.”
“È il mio diario di viaggio. Ci sono scritte tutte le mie avventure e le sto trascrivendo per comporre un libro.  Se vuoi ti posso dare una copia delle prime pagine e mi dici cosa ne pensi.”
“Mi farebbe molto piacere.”  
“Bene, basta con le chiacchiere e mettiamo al lavoro.”
“Si signora. Allora cosa dobbiamo fare?”  
“La consegna chiede di creare un’azienda che proponga sul mercato innovazioni che sfruttino le energie rinnovabili."                                                                      

Passiamo tutto il resto del pomeriggio a buttare giù idee.
Alla sera siamo arrivati a metà dell’opera.
“Per oggi può bastare. Sono esausta! Ti va di fermarti a cena?”
“Non so, non vorrei disturbare.”
“Tranquillo papà è a una conferenza, mentre mamma si fermerà in ufficio ancora per un paio di ore.”
“Ok se per te va bene.”
“Allora stai sempre a casa da sola?”
“Quasi. Mamma è avvocato e passa molto tempo in ufficio da quando mio fratello se né andato, mentre papà torna a casa verso le sette, però si chiude nel suo studio fin quando mamma non torna. Ci siamo trasferiti dopo che mio fratello se ne andò di casa. Lui e i miei hanno litigato pesantemente e alla fine se né andato. Lui è uno spirito libero, non è il tipo da starsene seduto in ufficio e tornare a casa dalla famiglia per poi ripetere la routine. A diciotto anni ha preso le sue cose ed è andato a vivere dai nonni per un po’ per poi iniziare a girare il mondo. Ogni tanto mi manda delle lettere e torna a trovarmi. L’anno scorso i miei mi hanno perfino lasciato raggiungerlo in Thailandia. Quindi sì sono da sola, ma va bene così ho i miei spazi e posso coltivare le mie passioni. L’unica cosa che mi preoccupa sarà come dire ai miei che non voglio continuare con il college. Non voglio deluderli.”
“Sai non avrei mai pensato di dirlo, ma siamo molto simili io e te." 
“Io non credo. Tu hai una famiglia che si preoccupa per te, che ti ama e te lo dimostra. Ai miei non interessa cosa voglio. Vogliono solo che io abbia una vita economicamente stabile, felice e direi perfetta.”
“Ti svelo un segreto e voglio che rimanga fra me e te. "
“Giuro solennemente di non tradirti fin che morte non ci separi. Scherzi a parte lo giuro.”
“Sono stato adottato quando avevo quattro anni ed ora mi ritrovo in una famiglia perfetta, ma io non sono come loro. Non faccio altro che far preoccupare i miei, ma nonostante tutto cerco di renderli orgogliosi di me, ma è dura. A volte osservo mio fratello e mia sorella e vorrei essere come loro!”
“Secondo me vai bene così come sei. Certo alle volte ti stai per addormentare in piedi e hai una faccia strana, ma non importa cosa pensano e voglio gli altri. Devi concentrarti su te stesso e secondo me farai grandi cose Chris! Ne sono sicura! Quando sono arrivata qui non pensavo di riuscire a trovare qualcuno che mi capisce come fa mio fratello, ma sono felice di averti incontrato e se avrai bisogno di qualsiasi cosa io ci sarò sempre.”
La guardo e non posso far altro che sorriderle. Sono felice di aver trovato una persona come Tiffany, ma non sono sicuro di meritarmelo.
 
“Eccoci arrivati.”
“Grazie del passaggio e dei maccheroni al formaggio.”
“Allora ci si vede domani a scuola.”
“Certo, magari questo sabato puoi venire da me a finire il progetto.”
“Si signore. Chris?”
“Mm…”
“Buonanotte futuro amministratore delegato.”
“Buonanotte giovane scrittrice. Ti farò spere cosa ne penso del tuo piccolo capolavoro.”

Entro in casa e prima di essere intercettato da mia madre e mia sorella mi dirigo in camera. Mi stendo sul letto e inizio a leggere i primi capitoli del suo libro. Devo dire che è molto brava! La lettura è semplice e fluida, da consigli per chi ama viaggiare e propone itinerari molto interessanti. Ha girato quasi tutto il mondo: Europa, Canada e Sud America. Continuo la lettura fino ad arrivare alla fine per poi addormentarmi esausto.
 
Angolo della scrittrice:
Salve a tutti cari lettori,
sono tornata con un nuovo capitolo. Come avrete letto in questo capitolo scopriamo un po’ della vita della nostra giovane co-protagonista. Che ne pensate?
A presto,  
Dauntless_99

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Capitolo 3
*** Tra alti e bassi ***


Tra due settimane iniziano le vacanze invernali, non vedo l’ora! Come ogni anno io e la mia famiglia andiamo ad Aspen insieme ai nonni. Sono felice, finalmente potrò rivedere nonno Theo! Questo anno mi piacerebbe invitare anche Tiffany così finalmente la mia famiglia smetterà di seppellirmi di domande. Prendo coraggio e mi dirigo in cucina, dove mamma e Mia stanno preparando in biscotti con gocce di cioccolato.
“Ciao tesoro ti serve qualcosa?”
“No cioè sí cioè no. Okey. Volevo chiederti se possiamo invitare Tiffany a passare una settimana con noi quest’anno a Aspen.”
Sul volto di mamma compare uno di quei sorrisi che sono in grado di farti cambiare l’umore per tutta la giornata.
“Certo tesoro!”
“Grazie.”
Corro in camera e chiamo subito Tiffany.
“Ehi bel addormentato ti manco già?”
“Ciao anche a te. Sei sempre la solita spiritosa. Comunque la risposta è no. Ti volevo chiedere se ti va di passare le vacanze con me ad Aspen.”
Silenzio…
“Ehi ci sei?”
“Sì ci sono è solo che non so se è una buona idea.”
“Perché?”
“Ecco vedi Max è un po’ geloso …un po’ tanto.”
“Capisco. Non devi rispondermi dubito.”
“Chris ci sentiamo. Ti faccio sapere.”
“Okey, tutto bene?”
Ma non ricevo risposta, ha già chiuso la chiamata senza una delle sue battute divertenti. Che strano! Non è da lei! Una settimana dopo

È passata una settimana e non ho avuto più notizie di Tiffany. In classe non c’era e i suoi genitori mi hanno detto solo che sta bene, ma mi sto iniziando seriamente a preoccupare. Sto cominciando a pensare al peggio. La sera torno a casa e riprovo a chiamarla senza alcun risultato. Esco e dopo tanto tempo mi ritrovo seduto al bar con una mia vecchia conoscenza: la bottiglia alcool. Non mi piacere sapere dove sia Tiffany. So che Max, il suo ragazzo iperprotettivo e geloso, non vado molto a genio, ma impedirle di venire ad Aspen è una follia! Oppure ho detto o fatto qualcosa di male? Sto mentalmente ripassando tutti gli avvenimenti accaduti negli ultimi due mesi e mezzo, ma niente. Non mi viene in mente nulla e come se non bastasse l’alcool non mi aiuta di certo. Esco dal locale barcollando. Cavoli Grey! Proprio ora che ce la stavi facendo o quasi ricadi in questo giro! Tutto gira intorno a me e poi il buio totale.

Mi risveglio in una camera da letto: è di un azzurro, forse turchese e forse mi ricorda qualcosa, ma non riesco a mettere a fuoco. Una voce mi dice di rimanere disteso: è gentile, ma anche arrabbiata. Cavoli! Giuro che non berrò più!
“Guarda come ti sei conciato. Bevi questo e mettiti seduto, ma fai piano.”
Mi giro verso la voce e vedo un volto di una ragazza, con gli occhi verdi, i capelli tinti di rosa e un piercing sul naso.
“Tiffany?” Chiedo incredulo.
“E chi vuoi che sia. I tuoi mi hanno chiamato preoccupati e ho dovuto inventarmi una scusa.”
“Dove sono?”
“In camera mia idiota!”
“Idiota a me. Senti chi parla. Sparisci per piú di una settimana senza avvertire. Mi mandi in paranoia ed io sarei l’idiota!?”
“Be almeno non sono andata a ubriacarmi. Da quanto tempo va avanti questa storia?”
“Cosa ti importa? Pensavo che ti sarebbe piaciuto andare a sciare insieme e invece sparisci dal nulla come se nulla fosse successo e ora ti preoccupi per me. Grazie tante!”
Mi alzo con la testa che mi scoppia.
“Voglio andarmene da qui!”
Cerco il mio cellulare, ma non lo trovo.
“Sei uscito senza cellulare, ti riaccompagno io a casa, ma è meglio che tu stia qui. Se ti vedessero in queste condizioni i tuoi non so cosa direbbero.”
Ha ragione! Cavoli se ha ragione!
“Ok, resto.”

Passo l’intera mattinata chiuso in camera sua, riflettendo su cosa è successo. Sono un idiota! Lei mi ha aiutato ed io la ho ripagata sfogandomi su di lei. Torna verso l’ora di pranzo con un vassoio contenere due piatti di maccheroni al formaggio e due pezzi di torta al cioccolato.
“Grazie e scusami per prima. Non volevo dire quelle cose. Davvero!”
“Lo so, ma hai ragione e tu hai bisogno di aiuto. Non è la prima volta vero?”
“No.” confesso imbarazzato.
“Ok ci lavoreremo su anche se sarà dura. Non ho mai visto nessuno reggere l’alcool come hai fatto tu.” Il resto del pranzo lo trascorriamo in silenzio.

Torno a casa nel tardo pomeriggio e mamma e papà sono arrabbiati. Non mi resta che dire la verità anche se farà male. Sono in punizione per il resto del semestre inoltre dovrò andare all’incontro degli alcolisti anonimi. Che schifo! Me la sono proprio cercata.

Cinque mesi dopo

Il resto del mio anno scolastico non procede bene. Il secondo semestre io e Tiffany non abbiamo nessun corso in comune e inoltre è occupata a organizzare il ballo di fine anno e a concentrarsi sulle gare regionali. Il suo racconto è piaciuto molto al signor Johnson. Sono felice per lei! Manca una settimana all’inizio delle vacanze estive e la cosa mi deprime un po’, ma mi rende felice allo stesso tempo perché la mia punizione finirà una volta per tutte. Durante il secondo semestre ho fatto dei progressi, ma questi non mi impediranno di passare l’estate ad aiutare il signor Lincon con il giardino. Mamma pensa che un po’ di lavoro mi aiuterà a distrarmi.
“Buondì bel addormentato.”
“Ehi come va?”
“Bene quest’estate vado un mese in Australia da mio fratello e poi inizierò ad architettare un piano di sopravvivenza per dopo il liceo.”
“Forte! Io passerò l’estate a fare giardinaggio.”“Wow! Senti lo so che nell’ultimo semestre ci siamo parlati poco, ma dicevo sul serio quanto ti avevo detto che su di me puoi contare.”
“Lo so, però ti ho vista strana e non mi hai detto cosa è veramente successo quella settimana. Lo so che non sono affari miei, ma volevo che sapessi che io ci tengo a te anche se non lo dimostro.”
“Questo pomeriggio sei libero?”
“Sono ancora in punizione.”
“Ok faccio così. Vengo io da te e mi invento una scusa con i tuoi. Ho delle cose da dirti e voglio recuperare il tempo perso!”
“Ok allora a dopo.”

“Buon pomeriggio signora Grey. Christian è in casa? Abbiamo un compito da svolgere per il corso di diritto.”
“Ciao cara, accomodati pure. Christian è in giardino.”
“La ringrazio.”
“Dammi pure del tu.”
"Ciao Chris.”
“Compito per diritto!Questa è la tua scusa?”
“Sì.”
“Ma tu la odi quella materia."
“Lo so, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.”
“Ok allora cosa ha da dirmi di tanto importante da farmi rischiare una seconda punizione. Non che mi interessi.”
“Ti devo delle scuse per come mi sono comportata a dicembre. Il giorno in cui hai chiamato il mio ragazzo mi è venuto a trovare e lui era geloso di te. Volevo davvero venire a Aspen con te, ma lui è un tipo iperprotettivo e abbiamo litigato.”
“Mi dispiace, non pensavo di crearti problemi.”
“Lasciami finire. Sono tornata da mia nonna per una settimana e mi sono messa a pensare a come la mia fosse cambiata nel giro di due anni. Ho ripensato a cosa ti avevo detto il pomeriggio in cui sei venuto a casa mia e ho capito che quella non ero io. Cioè si ero io, ma non al cento per cento. Sono tornata a casa e ti ho cercato. Ho letto tutti i tuoi messaggi e ti ho richiamato, ma non rispondevi. I tuoi mi hanno chiamato dicendomi che eri uscito e che eri venuto da me. Ho dovuto inventarmi una scusa, non mi piace mentire Chris! Mi sono messa a cercarti per la città, non sapevo dove andare. Così ho iniziato a girare a vuoto fin quando non ti ho trovato. Eri ubriaco e sapere che la colpa era mia mi ha fatto star male. Mi sono comportata come da egoista. Mi dispiace tanto.”
Le lacrime le rigavano il volto e io vorrei tanto abbracciarla e rassicurarla, ma non posso.
“Durante le vacanze ho rotto con Max e sono successe cosi tante cose dopo. Mi sono qualificata per le regionali, al signor Johnson è piaciuto il mio racconto e mi ha incentivato a svilupparlo sottoforma di libro. Volevo organizzare il ballo e darti questa bellissima notizia, ma poi mi sono ricordata di doverti dare delle scuse e non sapevo se le avresti accettate ed ho avuto paura. Ogni tanto venivo a cercarti per sapere e vedere se qualcosa era cambiato, ma tu sei un libro chiuso. Non sapevo cosa pensavi di me e non lo so tutt’ora.”
La guardo e sono sul punto di piangere anch’io dopo tanto tempo e prendo una decisione che si rivelerà la migliore che potessi mai prendere. Decido di perdonarla infondo non è colpa solo sua, ma anche mia; forse è solo colpa mia. Le racconto tutto: della mia infanzia, dei miei incubi, della mia dipendenza, dello psicologo. Basta segreti! Le racconto tutto fino alla fine e lei ascolta in silenzio. Finisco e ormai le lacrime hanno iniziato a scendere interrottamente lungo il mio viso.
“Chris mi dispiace così tanto, vorrei cambiare il passato, ma non posso. Non essere cosi duro con te stesso e accetta l’amore che questa famiglia ti sta dando e per qualsiasi cosa in futuro vieni pure a da me. Amici?”
Mi sorride e mi porge la mano.
“Che ne dici di fratelli?”
“Ci sto.” ridiamo come due bambini e iniziamo a lavorare al mio progetto di diritto.

La sera arriva troppo presto ed io vorrei ricominciare questo pomeriggio da capo.
"Bene io vado. Ah prima di dimenticarmi. Ti va di venire con me in Australia a conoscere mio fratello?”
“Mi piacerebbe, ma dovrò convincere i miei. Ti farò sapere.”
“Certo non ho fretta parto ad agosto. Ci vediamo domani.”
“A domani.”

“Compito di diritto eh.”
“Mia ciao.”
“Tu non me la racconti giusta signorino. Sappi che vi tengo d’occhio.”
Detto questo se ne va. Ah la mia sorellina impicciona, ha dieci anni ed è già un vero tormento. Non cambierà mai. Seguo mia sorella in sala da pranzo, con un sorriso stampato sulle labbra, ignaro che il bello di questa avventura deve ancora avenire.

Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
ecco il primo litigio dei nostri adorati protagonisti. Cosa ne pensate?
Nel prossimo capitolo entrerà in scena la nostra cara Miss Robinson, che cosa deciderà il nostro protagonista? Cadrà al suo fascino oppure sceglierà la retta via? Come vi siete immaginati i loro incontro?
Fatemelo sapere nei commenti.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 4
*** Estate ***


Sono passati due mesi dall’inizio delle vacanze estive e se fosse per me vorrei che sia già settembre. Sono successe così tante cose che solo ora ho un attimo per rifletterci sopra. Sono in viaggio da diciotto ore e non ne posso più di bambini urlanti e gente maleducata. Per mia fortuna manca poco all’atterraggio. Ho tante cose da dire a Tiffany, una in particolare.

Finalmente sono arrivato! Prendo la valigia e mi dirigo verso l’uscita. Riconosco Tiffany immediatamente: porta i capelli lunghi di un azzurro acceso, una maglia giallo fluo e un paio di shorts.
Ben arrivato amministratore delegato.”
Amministratore delegato, se come no. Dal giorno che abbiamo svolto il compito di Green Economy mi chiama sempre così. Dice sempre che mi manca solo il vestito giusto e poi posso andare a lavorare ai Llyod’s a Londra.
“Buongiorno anche a te giovane scrittrice.”
“Ma dai smettila, vieni mio fratello ci aspetta in macchina. Intanto devi dirmi com’è stato il viaggio.”

Suo fratello è un tipo stravagante! È alto e di corporatura muscolosa, ha due orecchini sull’orecchio sinistro e un piercing sul sopracciglio. Fin qui tutto nella norma, tranne per due cose: il suo guardaroba interamente costituito da vestiti neri e ha la mania di mettersi la matita nera sugli occhi. Più volte alla mattina mi è capitato di prendere un grosso spavento, specialmente quando si dimentica di struccarsi sembrando così zio Fester. Nonostante ciò è un tipo in gamba. In questo mese abbiamo girato tutta l’Australia passando dalla costa entroterra preferendo dormire all’aria aperta invece che negli. È stato fantastico! Ora capisco perché a Tiffany piace stare con suo fratello. Lei è sé stessa con lui e l’uno completa l’altro. Insieme sono una squadra.

Una delle ultime sere siamo io e lei seduti su una scogliera rocciosa non lontano da dove abbiamo costruito la nostra tenda. È da un po’ che non rimaniamo da soli io e lei ed avrei una cosa da raccontarle, ma non so che parte iniziare così decido di chiederle cosa ha fatto in questi due mesi di solitudine.
“A giugno sono ritornata dai nonni. Io e nonna abbiamo parlato su quale sia la scelta giusta per me e anche le vorrebbe che io andassi al college. Anche mio fratello la pensa così. Non so che fare Chris!”
“Non ti riconosco più! TI lascio due mesi e guardati come ti sei ridotta. Dov’è la ragazza determinata a infrangere le regole ed a combattere per i propri sogni?”
“Forse non è mai esistita. Forse hanno ragione i miei. Non so più cosa voglio!”
“Non dire sciocchezze! Tu sai cosa vuoi!”
“Ah sì? E cosa?"
“Tu vuoi andare al college!”
“Non è vero!”
“E invece sì! Ogni volta che dici di no i tuoi occhi assumono una sfumatura di tristezza! Tu pensi di essere come tuo fratello: uno spirito libero! Ma ciò che più vuoi è avere successo, avere una carriera. Non parlo di diventare scrittrice, fotografa, ballerina o qualsiasi altra cosa, vuoi essere un avvocato! Ho visto come guardavi tua madre quella sera in cui mi hai invitato a cena: la guardavi con ammirazione. Vui combattere per una giusta causa! Che ti piaccia o no ho visto che sei brava in diritto e infondo ti piace, non so perché ti sei messa in testa di non seguire ciò che dice il tuo cuore, ma non puoi negare la verità”
Mi guarda e capisco di aver fatto centro, il muro che ha eretto non so neanch’io quanti anni fa sta cedendo pian piano.
“Quando ero piccola volevo essere come mamma: una supereroina. Una volta stava difendendo un cliente; era accusato di omicidio stradale. Mamma pensava che fosse innocente, ma non lo era. Sono entrata nel suo studio per prendere non mi ricordo cosa e per sbaglio ho fatto cadere il fascicolo contenente informazioni riguardanti quel cliente. Presa dalla curiosità ho letto tutto il fascicolo e quel uomo non era innocente; guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Lo dissi a mamma e lei si arrabbiò. Cercai di spiegarle, ma lei non voleva darmi ascolto e sai cosa mi rispose? Mi disse: “Non importa cosa dice una ragazzina di dodici anni, nessuno ti crederà mai. Io sono il suo avvocato e ho il compito di difendere il mio cliente, che sia nel giusto o nel torto” La pena prevista era alta, ma mamma la fece scendere a cinque anni e due di lavori socialmente utili. Il cliente era un ragazzo di vent’anni. Da quel giorno smise di essere la mia eroina. Ti starai chiedendo perché non voglio essere avvocato. Bene! Ho paura di diventare come lei!” “Tiff non sei come lei. Ti vedo a scuola: aiuti tutti e tieni la testa alta. Non ti fai distrarre da nessuno. È vero tua madre avrà anche sbagliato, ma non essere così sciocca infondo è il suo lavoro. Te lo ha detto anche lei che ognuno ha il diritto di essere difeso. Prometti prenderai in considerazione di entrare a legge.”
“Non so Chris. Mi piace davvero scrivere e viaggiare, ma la verità è che non so se è quello per cui sono nata.”
“Non è quello che volevo sentirti dire.”
“Ok te lo prometto.”
“Però adesso raccontami di quella faccia strana che tieni da quando sei arrivato qui!”
“Che faccia?”
“Lo sai di che parlo, sputa i rospo Grey!”
“Tecnicamente non potrei dirtelo...”
“Ma…”
“Ma mi hanno fatto una proposta strana”
“E…”
“E ho firmato un accordo di riservatezza, ma se non lo dico a qualcuno esplodo!”
“Quindi…”
“La smetti! Mi metti ansia!”
“Inizia allora”
Inizio a raccontarle tutto. Dalle frecciatine che mi dava mentre lavoravo con suo marito al suo interessamento sulla mia vita sentimentale. Dalla firma del contratto di riservatezza all’entrata nella “stanza dei giochi” come l’ha definita Elena. Le descrivo tutto e man mano che proseguo noto che il volto ti Tiffany si tinge di bianco fin quando vengo interrotto da lei che si alza e inizia a corre.
La seguo.
“Tiff, dimmi qualcosa?”
“Qualcosa? Sono sconvolta Chris! Cavoli! Una stanza dei giochi e lei che vuole che tu sia il suo cagnolino. Mi si è rivoltando lo stomaco!”
Torniamo a sederci lì di prima e aspetto che sia lei a dirmi qualcosa, qualsiasi cosa.
“Devi denunciarla! Chris e per di più è la migliore amica di tua madre. Bleah! Dimmi che non hai fatto niente!”
“No, non ho fatto niente. Appena mi ha spiegato cosa ci fa li dentro sono sbiancato e poi sono corso via.”
“Menomale! Lo hai detto a tua madre?”
“Non posso! Anche se volessi ho firmato quel contratto.”
“Ok, ma non possiamo stare con le mani in mano. Devi farmi avere quel contratto.”
“Vuoi che torni là? Nemmeno per idea. Là dentro non ci torno!”
“Ascolta! Devi avere quel contratto. Voglio sapere cosa c’è scritto. Indagherò per conto mio e poi insieme decidiamo la migliore strategia. Fino ad allora non so come aiutarti”
“E cosa dico a mia madre? Le ho già mentito prima di partire.”
“Non lo so! È un bel casino. Andiamo a dormire. Ho bisogno di pensare!”
Annuisco e ci dirigiamo ognuno verso la propria tenda. Appena mi addormento inizio a sognare, ma il sogno si trasforma ben presto in un incubo.

“Chris! Svegliati! Chris!”
Una voce mi sta chiamando e mi sta scuotendo allo stesso tempo.
“Chris!”
Apro gli occhi e vedo Tiffany con le lacrime agli occhi. In quest’ultimo mese non ho avuto incubi e lei non mi ha mai visto così: sono sudato, sento il mio viso umido e sto tremando.
“Chris ehi! Va tutto bene ci sono io qui!”
Mi culla fin quando non mi calmo. Il sogno sembrava così vero! Lui sembrava così vero!
“Ti va di parlarne?”
Scuoto la testa, non sono ancora pronto. Rimaniamo così per un’infinità di tempo, fin quando Morfeo non accoglie entrambi fra le sue braccia.

La mattina successiva mi sveglio tra le braccia di Tiffany. Sembra così rilassata quando dorme. Mi ricorda tanto Mia. Esco cercando di non svegliarla e vado a farmi un bagno. Gli avvenimenti della notte scorse mi hanno lasciato un po’ sconvolto. Devo cercare un modo di risolvere il casino che ho combinato e per farlo devo avere in mano quel maledetto contratto! Devo farlo per me, per Tiff, per mia madre e per la mia famiglia. Voglio mettere la testa apposto e inizierò partendo da qui. Dopo ieri sera non si torna più indietro. Detto questo esco dall’acqua e vado a svegliare la mia futura avvocatessa.

Angolo della scrittrice:
Buona sera a tutti,
eccomi con un altro capitolo pieno di confessioni.
Ho voluto stravolgere l’idea che vi siete fatti della nostra cara Tiffany. Pensavate davvero che la GEH debba tutto il suo successo al nostro caro Christian? Se sì vi sbagliavate di grosso!
Non ho voluto far cedere Christian davanti alle avance della nostra “carissima” Miss Lincoln, un po’ perché non mi sembrava giusto e un po’ per mettere alla prova la nostra cara Tiffany. Infatti riuscirà a tirare fuori dai guai il nostro caro Christian o ci vorrà un aiuto esterno?
Per scoprirlo non vi resta che leggere il prossimo capitolo!
Aggiungo inoltre una piccola parentesi riguardo il prossimo capitolo: questa settimana non so se avrò il tempo per scrivere e rivedere il seguito, ma prometto di aggiornare appena mi sarà possibile.
Scusatemi.
A presto,
Dauntless_99
 
P.S. Spero di non aver deluso le vostre aspettative riguardo all’incontro nella stanza rossa fra Christian e Elena, ma non è mai stata mia intenzione di descriverlo nei particolari.

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Capitolo 5
*** L'ultimo ballo ***


Settembre
L’ultimo anno è il più atteso da tutti i liceali, per me è un anno come gli altri. Sono passato da studente junior a studente senior, ciò significa che avrò più libertà di gestione dei miei corsi, potrò andare al ballo di fine anno (non che mi interessi) e dovrò iniziare a pensare all’università. Tutti sono già diventati matti a svolgere il SAT e a mandare le iscrizioni alle università; io invece non so ancora cosa voglio fare e come se non bastasse c’è ancora il problema da risolvere con Miss Lincoln.

Dicembre
Mancano pochi giorni al Natale, quest’anno ad Aspen verrà anche Tiffany.
“Buongiorno amministratore delegato.”
“Buongiorno anche a lei futuro avvocato.”
“Ma smettila, ho una possibilità su mille di entrare a legge.”
“Ti sottovaluti mia cara. Allora è deciso?”
“Sì dopo tanto tempo io e i miei abbiamo trovato un accordo.”
“E non me lo dici?”
“Ho deciso che andrò al college e ho scelto la facoltà di legge. Ho pensato che quando diventerai amministratore delegato ti servirà un aiuto.”
“Cioè mai. Poi scusa una cosa tu non odiavi diritto?”
“Sì e no.”
“Ma tu sei strana cambi idea in continuazione!”
“Sì lo so. Comunque ho indagato un po’ sul quel contratto e ho scoperto cose interessanti.”
“Shhh…Ma sei matta! Non dirmi ste cose qui!”
“Ok allora a pranzo ti aspetto in palestra sotto gli spalti.”

Aspetto Tiffany nel posto da le indicato. È inquietante oltre che sporco!
“Hola!”
“Ciao allora cosa hai scoperto?”
“Che senza un vero avvocato siamo fregati!”
“E le buone notizie?”
“La buona notizia è che si può fare qualcosa. Si può aggirare il contratto e forse anche farlo annullare, ma non sarà un’impresa facile. Il vantaggio che abbiamo è che tu sei ancora minorenne quindi per la legge la tua firma non vale se non c’è stato il consenso da parte dei genitori. Quindi la mia tattica è che bisogna far intervenire un avvocato.”
“Bene quello che non voglio!”
“È l’unico modo per uscirne pulito! Inoltre voglio sapere come lo hai ottenuto.”
“Un giorno mia madre è andata a trovare Elena e sono andato con lei. Prima di portarmi a vedere la stanza dei giochi Elena ha messo il contratto in una cartellina rosa. So dove tiene le sue cose, non chiedermi come faccio a saperlo fatto sta che quel contratto che ti ho dato non è altro che la riproduzione di quello vero. Chi suggerisci come avvocato?”
“Mia madre non di certo, ma conosco una persona in gamba! Iniziamo dopo le vacanze di Natale! Un’ultima cosa: stalle alla larga d’ora in poi.”

Fantastico quest’anno non poteva andare peggio di così! Per fortuna che durante le vacanze di Natale mi sono distratto un po’. Sono tornato ad Aspen e questa volta è venuta anche Tiffany. Ci siamo divertiti un mondo! Devo dire che non è male come sciatrice e in più lei e mia sorella vado d’ amore d’accordo quando si parla di cucina, ma per il resto sono due poli opposti.
Penso che Lelliot abbia una piccola cotta per lei. Da cosa l’ho capito? Dal modo che la sta tormentando da due ore per chiederle di uscire con lui. Non avrà vita facile! Se pensavo di avere un attimo di pace, mi sbagliavo di grosso. I mesi di gennaio, febbraio e marzo sono stati i più difficili, se dovessi descriverli userei solo due parole: montagne russe. Il super avvocato di Tiffany non è altro che il padre di un suo vecchio compagno di classe. È in gamba e su questo devo dare ragione a Tiffany. Ho dovuto dire tutto ai miei e mamma è ancora sotto shock! Ma siamo riusciti nel nostro intento: Elena è stata accusata di pedofilia e dovrà scontare un bel po’ di anni in carcere. Il signor Lincoln è tra lo sconvolto e l’incavolato e penso che un giorno me la farà pagare per avergli rovinatore la reputazione di coppia perfetta. Come se non bastasse devo andare al ballo di fine anno. A quanto pare non c’è modo di evitare Tiffany su questo argomento e dato che mi sta stressando così tanto ho deciso che se ci dovrò andare andrò con lei. Così impara! E so già come farle la proposta!

Sta sera chiederò alla mia futura avvocatessa di venire al ballo con me e ovviamente sono più che soddisfatto del mio perfido piano. Dato che odia ogni tipo di romanticismo cosa c’è di meglio di una bella proposta romantica? Non che mi piaccia tiff in quel senso! Ovviamente il suo caro fratellone mi ha dato una mano.

Tiffany POV
Sono in camera a finire i compiti di diritto quando noto che dalla finestra entra una luce proveniente dal giardino. Strano penso. Le luci del giardino non sono così intense da arrivare fino in camera mia e come se non bastasse c’è una canzone sdolcinata come sottofondo. Cosa sta succedendo? Mi avvicino alla finestra e mi sposto sul balcone. Non posso credere ai miei occhi! Il giardino è pieno di candele rosa una vicina all’altra formando una proposta: “Mia cara futura avvocatessa mi concederebbe l’onore di venire al ballo con me?” Se lo trovo giuro che lo ammazzo. A quante pare Chris ha voluto farmela pagare per averlo stressato riguardo al ballo scolastico e ora me la fa pagare. Ben mi sta! Noto che Chris si è posizionato sotto il balcone in attesa di risposta. E si è pure inginocchiato. Bleah!
“Chris se ti dico di sì fai sparire tutta sta cosa?”
“Forse”
“Ok accetto di venire al ballo con te, ma per favore non farlo mai più”
Mi sorride ed io rientro in casa maledicendomi da sola. Odio il rosa! Odio ogni forma di romanticismo! E odio il ballo!

La sera del ballo

Christian POV
Sono sotto casa di Tiff e non vedo l’ora di vederla! Chissà se ha messo un vestito oppure ha optato per un taileur? La risposta la ottengo cinque minuti dopo. La vedo scendere dalle scale e WOW! È bellissima! Si è ritinta i capelli del suo colore naturale e gli ha racconti in uno chignon. Indossa un vestito corto di colore nero con le maniche di pizzo e delle scarpe con tacchi vertiginosi: Louboutin le sue preferite!
“Smettila di sbavare e chiudi quella bocca! Non ti hanno insegnato le buone maniere?”
Resto incantato ancora per tre secondi prima di risponderle: “Sei uno schianto!”
“Lo so! E anche tu non sei niente male. Stai fermo un secondo.” Miss Perfettina mi sistema il papion.
“Ecco ora sei perfetto! Andiamo?”
“Certo”
Non facciamo nemmeno il tempo a raggiungere la porta che sua madre ci blocca.
“fermi tutti e due? Prima facciamo delle foto!”
E così passiamo una buona mezzora a fare un intero servizio fotografico per fortuna che tiff ha interrotta! Non ne potevo più!

La palestra non la riconosco più Tiff e gli altri hanno fatto un bel lavoro. Avevo sentito dire che l’anno scorso per il ballo si erano dati da fare, ma non credevo così. Sembra di essere a un ricevimento di un matrimonio. Quest’anno il tema scelto è stato sui colori del mare. La sala era tempestata da palloncini, luci e fiori di tutte le tonalità di azzurro e in altro sul palco sono stati disposti il trono per i futuri re e regina del ballo.
“Come ti sembra?”
“ è meraviglioso! Se non vieni presa a legge hai un futuro come personal designer”
“Grazie, ma non credo che ce ne sarà bisogno. Oggi mi sono arrivate le prime risposte dei college.”
“E?”
“ non le ho ancora aperte. Non volevo rovinarmi l’umore per sta sera”
“Capisco. Madame mi concede un ballo”
“Basta che non mi calpesti le scarpe Chris! Tutto tranne le scarpe!”
“Ho avuto una buona maestra di ballo!”
Le faccio l’occhiolino e la trascino in pista.

Domenica
Sono seduto in giardino fissando una busta davanti a me. Non è una busta qualsiasi. È la busta che deciderà il mio futuro. Non ho il coraggio di aprirla! La continuo a fissare mentre ripenso a ieri sera. Non dimenticherò mai la sera del ballo! Mi sono divertito devo ammetterlo. I miei pensieri vengono interrotti da una Tiffany urlante.
“Tiff smettila di saltare e urlare. Mi sta facendo fuori i timpani!”
“Non ci crederai mai! Ho una super notiziona! Indovina.”
“Hai i biglietti per il concerto delle Spice Girls.”
“No. Dai indovina.”
“I tuoi hanno finalmente deciso di prenderti un cane!”
Continuiamo così per ben cinque minuti fin quando non perdo la pazienza.
“Tiff dai non so! Te le ho dette tutte!”
“Indovina chi è stata ammessa alla facoltà di legge di Harvard?”
“Tiff! È fantastico!”
“Lo so, ma sarà ancora più fantastico se apri quella maledetta busta e mi dici che verrai ad Harvard con me”
“La puoi aprire per me?”
“Tz fifone”
“Parla quella che ha aspettato 24 per aprirla”
“Hai vinto! Pronto?”
Apre la busta e inizia a leggere, mentre io cammino su e giù.
“Allora?”
“Signori e signore…”
“Dai tiff!”
“Non rovinarmi il discorso!”
Sbuffo
“Niente discorso!”
“Uff…Congratulazioni sciupafeste sei stato smesso ad Harvard”
E ricomincia a correre e a saltare.
Non ci credo! Ce ho fatta !

Il giorno del diploma è un altro giorno che non dimenticherò mai! C’erano tutti: mamma, papà, i nonni e Lelliot. Un capitolo della mia vita si è chiuso ed un altro sta per iniziare. Spero solo che il prossimo sia tranquillo.

Angolo della scrittrice:
Buona sera a tutti,
scusate la mia assenza, ma finalmente sono tornata con un nuovo capitolo!
Che dire il ballo, la lettera, il diploma si può dire che si è chiuso un capitolo un po’ burrascoso della vita del nostro Chris e chissà cosa gli riserverà il futuro.
Non vi resta che leggere il prossimo capitolo!
Molto probabilmente anche la prossima settimana non riuscirò ad aggiornare.
Scusatemi
A presto,
Dauntless_99
 

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Capitolo 6
*** AVVISO ***


Buona sera a tutti,
in molti di voi stanno aspettando il sesto capitolo, ma purtroppo oggi non uscirà.
Avevo già anticipato qualcosa la scorsa settimana, quindi vi starete chiedendo il perché di questo avviso.
A causa di problemi personali, mi prendo un breve pausa.
Vorrei rassicurarvi che non ho la minima intenzione di abbandonare la storia (questa non sono io) e spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro massimo due settimane(spero). Approfitto per ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la storia, ma soprattutto vorrei ringraziare:
·       Tatyb
·       lory1952
·       giannax
·       annaassunta
le quali ogni settimana mi lasciano una breve recensione di supporto ed incoraggiamento. Grazie!
Mi scuso ancora.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 7
*** Harvard ***


Prima di lasciarvi al capitolo vorrei aggiungere una breve precisazione riguardo l’aggiornamento dei prossimi capitoli: non sempre riuscirò a pubblicare ogni settimana, ma potrà capitare di aggiornare una settimana sì ed una no. Questo purtroppo non dipende totalmente da me.
Detto ciò buona lettura e ci rivediamo nell’angolo della scrittrice.

Quest’estate appena trascorsa è stata una delle più belle in assoluto. Il libro scritto da Tiffany verrà pubblicato a breve e lei non vede l’ora! Abbiamo anche girato un po’ il mondo, se così si può dire. Con i miei sono stato in Italia quest’estate, mentre con Tiff abbiamo raggiunto suo fratello in Thailandia. Che dire, sono stati dei mesi stupendi che a malincuore sono già finiti. A settembre sono iniziati i preparativi per il college! Scatoloni da tutte le parti e quella più entusiasta è di sicuro Tiff! Abbiamo scelto di prendere un piccolo appartamento in affitto piuttosto che dormire nel campus. Io non ce l’avrei mai fatta a condividere la mia camera con un altro ragazzo, mentre Tiff non vede l’ora di essere indipendente al cento percento. Perché si iniziamo il college, ma lei si è trovata pure un lavoro part time! Come se non bastasse si è portata dietro mezza casa ed ora mi ritrovo nella sua stanza sommersa da scatoloni! Le ho dato una mano a preparare gli scatoloni ed ora la stò aiutando a disfarli, ma ci metteremo un secolo, anche perché la mia cara amica non vede l’ora di fare un giro per la città. Vi starete chiedendo chi cucinerà e indovinate un po’ ci penserà Tiff. Quest’estate si è data da fare e ha imparato qualcosina, anche se mi ha già minacciato di aiutarla.

Novembre
Le lezioni sono iniziate da due mesi ormai e di Tiffany neanche l’ombra. Tra il lavoro e lo studio passiamo poco tempo insieme ed io mi ritrovo molto spesso da solo a studiare in biblioteca. Non so cosa stia facendo, ma non la vedo quasi mai se non a cena, ma è sempre taciturna.

Dicembre
Tra poco iniziano le vacanze di Natale e finalmente potrò rivedere la mia famiglia. Mi manca tanto anche se mia madre mi chiama praticamente tutti i giorni. È un pomeriggio di dicembre e mi sto dirigendo verso lo studio del mio psicologo qui a Cambridge. Come tutti quelli che ho avuto prima non mi sta aiutando un gran che: gli incubi continuano ad assillarmi quasi ogni notte tenendomi sveglio. In questi momenti l’unica cosa che posso fare è aprire i libri e mettermi a studiare perché ormai la notte dormo davvero poco. Questo per me non è un problema, già prima dormivo circa sette ore a notte se tutto andava bene, ma adesso sono passato a dormire quattro/ cinque ore massimo.

Gennaio
È iniziata la sessione invernale degli esami, non che questo mi spaventi. Se prima vedevo Tiffany di rado ora non la vedo proprio! Sto iniziando a preoccuparmi! Ho cercato di parlarle in questi mesi, ma non ha detto molto. Non so cosa fa durante il giorno e non so che compagnie frequenta; questo non mi piace. Da quello che mi ha raccontato mio fratello del college e delle sue feste non sto per niente tranquillo.
Una sera mentre sta per uscire decido di parlarle.
“Tiff possiamo parlare un secondo?” le chiedo gentilmente.
“Sto per uscire Chris e a meno che non sia importante io andrei.”
È importante! La vedo dimagrita e quasi non la riconosco più. Negli ultimi tempi sta uscendo molto spesso la sera, non è un problema per me. Sono felice che abbia trovato nuovi amici, ma la vedo cambiata. Non è più la Tiffany sorridente, che conoscevo ma è triste e stressata.
“È importante!” quasi urlo.
“Ok! Dimmi.”
“Cosa ti sta succedendo? Non rispondermi niente perché non è vero!”
“Chris non sei mio padre! Sto bene! Esco solo con degli amici!”
“Tiff sono serio! A malapena ci parliamo! Ti vedo cambiata anche i tuoi sono preoccupati!”
“Adesso dai pure retta ai miei! Sto bene! Sono solo stressata per gli esami tutto qui!”
“Tiff…”
“Non insistere ok. Sto bene! Ed ora vorrei uscire con gli amici!”
“Tiff non è tutto ok! Sei sempre fuori casa, non mangi abbastanza, esci quasi tutte le sere e come se non bastasse torni a casa a ore assurde. Fai tardi a lezione e non mi dici nulla!”
“Senti Chris sto bene davvero. Mi dispiace averti trascurato, ma davvero non devi preoccuparti!”
Detto questo prende ed esce. Io rimango in salotto senza muovere un muscolo, ascoltando la porta sbattere! Vorrei capire cosa le sta succedendo, ma non so cosa fare. Ho chiesto aiuto allo psicologo, mi ha suggerito di parlarle e questo è stato il risultato. Mi distendo sul divano e come ogni sera aspetto che rientri, ma questa volta non lo fa. La suoneria del cellulare mi porta al mondo reale. Guardo l’ora e sono le quattro di mattina. Un numero sconosciuto mi sta chiamando, rispondo.
“Pronto”
“È lei Christian Grey?”
“Sì sono io. Con chi parlo?”
“Chiamo per conto della sua amica Tiffany.”
Mi alzo subito a sedere ed inizio a pensare al peggio.
“La sua amica si trova al pronto soccorso di Boston. Ho chiamato lei perché è tra i contatti da chiamare in caso di emergenza”
“Cosa le è successo?”
“È meglio che si rechi al pronto soccorso e i medici le daranno maggiori informazioni.”
Chiudo la chiamata, mi metto le scarpe e prendo un taxi.

Arrivo al pronto soccorso e chiedo subito di Tiffany.
Un medico si avvicina:
“È lei il signor Grey?”
“Sono io. Come mai sono qui?”
“La sua amica Tiffany si è sentita male e quel gruppo di ragazzi l’hanno portata in ospedale.”
Vedo un gruppetto in un angolo composta da due ragazzi e due ragazze. Uno mi sembra di avere una faccia familiare. penso che sia in corso con me, mentre gli altri non so chi siano. Le due ragazze stanno piangendo, mentre i ragazzi stanno provando a consolarle. Non capisco.
“Come sta?”
“Sta bene, ma ci è mancato poco. Quando è arrivata aveva un tasso alcolemico al di sopra della norma, ma per noi non era ancora ubriaca, un po’” brilla” come dite voi giovani. Quello che ci ha preoccupato è la dose di sostanze stupefacenti trovate nel sangue.”
E il mondo inizia a girarmi. Mi siedo e inizio a pensare. Droga? Alcool? No! Non stiamo parlando della stessa persona. Lei non lo farebbe mai!
“Signor Grey, la sua amica sta riposando appena si sveglia potrà vederla. Intanto ci sono degli agenti che vorrebbero parlare con lei.”
Ringrazio il dottore e mi dirigo verso la stanza che lui mi ha indicato. Mi muovo nei corridoi come se fossi un fantasma; la gente va e viene, parla, ma io non riesco a pensare a niente.
Entro nella stanza che neanche mi accorgo di averlo fatto un agente mi fa delle domande, ma non parlo. Mi sembra di essere tornato a quando avevo quattro anni.
“Signor Grey, mi sta ascoltando?”
“Mi scusi agente, può ripetere?”
“È la prima volta che la sua amica si droga?”
“Lei non si droga non lo ha mai fatto e non lo farebbe mai!” ribatto in modo deciso.
“Capisco che è turbato, ma a volte pensiamo di conoscere le persone però non è così”
“Tiffany non si drogherebbe; lo so perché quando avevo sedici anni ha visto una parte di me che nessuno ha mai visto e si fidi quando io le dico che non lo farebbe mai.”
“Capisco. Mi può dire cosa è successo ieri sera.”
“Prima che lei uscisse ho cercato di parlarle, ma abbiamo avuto una discussione. Da quando è iniziato il college lei è cambiata e lo hanno notato anche i suoi genitori. Ho cercato di chiederle cosa stesse succedendo, ma lei mi ha risposto con un “sto bene”. Non le ho creduto e lei ha preso ed è uscita”
“Perché pensa che sia cambiata?”
“Lei non ha conosciuto Tiff prima del college. Lei piaceva scrivere, viaggiare, partecipare ai gruppi di lavoro scolastici. Aiutava tutti ed era sempre felice. Da quando siamo qui ha iniziato a dimagrire, a concentrarsi sullo studio ed a tornare a casa tardi. Prima non succedeva. So che usciva, ma non tornava mai alle sei del mattino per poi andare a lezione.
” “La sua amica rischia tanto: secondo il regolamento gli studenti non sono tenuti a portare qualsiasi tipo di alcolico e droga dentro il campus*.”
“Lo so, ma questo che centra?”
“Abbiamo perquisito le stanze di quei giovani e abbiamo trovato alcool e droga. Ora, loro affermano che sia stata lei a portare la droga dentro il campus, ciò significa che se la storia è vera la sua amica verrà espulsa con effetto immediato.”
“Non è sta lei. Le assicuro agente, lei è una brava persona. L’hanno incastrata. Mi creda! Le parlerò e vedrà che lei non centra.”
“Spero che sia così perché abbiamo sentito che lei è una delle migliori studentesse e sarebbe un peccato espellerla dalla facoltà!”

Sono in camera di Tiffany e sono incavolato. Ha combinato un pasticcio e lei dovrà dirmi la verità e che le piaccia o no ho chiamato sua madre.
Si sveglia nel tardo pomeriggio.
“Dove mi trovo?”
“In ospedale” rispondo sgarbatamente.
“Cosa è successo?”
“Vuoi sapere cosa è successo? Bene! I tuoi cari amici ti hanno incastrata! Affermano che tu abbia portato della droga nel campus e come se non bastasse rischi l’espulsione!”
“Cosa? No io non centro!”
“Dillo alla polizia!”
“Chris davvero non centro. Devi aiutarmi! Non ho assunto droghe! Lo sai che non lo farei mai. Ho solo bevuto qualche bicchiere, ma non da essere completamente ubriaca.”
“Aiutarti? Adesso vuoi il mio aiuto. Ieri sera non eri di questo parere.”
“Mi dispiace.” Tiffany sta piangendo ed io sto fumando da tutte le parti. Sono così arrabbiato che prenderei a calci in culo i suoi “amici”.
“Vuoi il mio aiuto e l’avrai. Faremo a modo mio! Tua madre sarà qui a momenti e tu le dirai tutta la verità. Quando questa storia sarà finita io e te parleremo con calma e deciderò se fidarmi a lasciarti da sola oppure no.”
“Perché hai chiamato mia madre?”
“Perché è l’unica che ti può tirare fuori da questo casino!”

I giorni successivi sono stati i più duri. Tiffany ha collaborato ed ha raccontato la sua versione dei fatti. Gli agenti hanno controllato la sua versione e quel gruppo di ragazzi è stato espulso dalla facoltà. Sua madre quando è arrivata era talmente arrabbiata che stava per far cadere il mondo intero. Oggi Tiffany è dal preside che deciderà le sue sorti. Spero che ne esca illesa, ma che abbia imparato la lezione.
Tiffany rientra verso tarda sera.
“Allora?”
“Sospensione per un mese* e test anti droga ogni tre mesi per tutto il tempo che starò qui.”
“Bene, poteva andarti peggio.”
“Mi dispiace.”
“Lo hai già detto, ma questo non cambierà le cose.”
“Lo so.” Si dirige verso la sua camera e si chiude dentro.

Il resto del secondo semestre lo passo fra facoltà, casa, psicologo e controllare Tiffany. Dopo quella sera abbiamo parlato poco. Stiamo andando dallo psicologo! Sembriamo una vecchia coppia sposata che non riesce più a comunicare, a quanto pare il problema sono io. Perché ovviamente è colpa mia se è successo quello che è successo. Un altro psicologo del cavolo! Non è che non mi fido di Tiffany, il punto è che rivivo ogni santa sera la stessa scena, ma modificata: la polizia che mi chiama, io che arrivo di corsa al campus e trovo lei distesa a terra priva di vita. Ogni volta lo stesso sogno e non riesco a perdonarmi. Se solo l’avessi fermata ora tutto sarebbe esattamente come prima. Ma non ci riesco! È più forte di me! La sessione estiva è finita e finalmente torno a casa! Non ce la facevo più a stare in facoltà. Voglio staccare la spina per un po’ e pensare a cosa fare. Non voglio perderla, ma così non posso andare avanti. Ho bisogno di tempo.

*Nota: essendo questa un'opera di fantasia non sono conosco il reale regolamento e se una sospensione a livello universitario sia possibile, per questo motivo supponiamo che dentro quest'opera essi siano possibili.

Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
eccomi tornata con il capitolo sesto finalmente!
Queste due settimane di pausa ci volevano proprio.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato e che hanno aspettato con pazienza ed ansia questo capitolo; Grazie!
Come avrete letto i nostri amati protagonisti hanno finalmente iniziato l’università e fin da subito la nostra cara Tiffany si è messa nei guai. Riuscirà il nostro Christian a fidarsi nuovamente di lei oppure questo avvenimento lascerà ferite profonde da guarire?
Non vi resta che leggere il prossimo capitolo!
Alla prossima settimana,
Dauntless_99

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Capitolo 8
*** Ricominciamo ***


Non vedo Tiffany dalla sessione estiva, l’ho chiamata qualche volta solo per sapere se stesse bene. Ho passato l’estate con la mia famiglia e con i miei nonni. Quest’ultimi sono stati la mia salvezza; ho parlato con entrambi e mi hanno dato la stessa risposta: parlare con Tiffany ed è quello che sto per fare. Sono davanti a casa sua da cinque minuti e non ho ancora suonato il campanello. Non ho un discorso preciso in testa e non so cosa succederà quando uscirò da questo portone, ma qualunque sia il risultato avrò preso la mia decisione e non tornerò più indietro, spero solo che sia quella giusta.

Ad accogliermi c’è sua madre stranamente, ma ne sono felice. Rispetto l’ultima volta che l’ho vista è più rilassata e meno incavolata con il mondo anche se penso che ci troviamo sulla stessa barca. Lo capisco dai suoi occhi è ancora arrabbiata con sua figlia e non posso biasimarla. Mi reco in camera di Tiffany e la trovo sul letto a studiare. La guardo e non mi sembra la stessa donna che ho visto mesi fa sul letto dell’ospedale. Sembra diversa.
“Ehi che ci fai qui?” mi saluta.
“Ciao ho bisogno di parlarti se non ti disturbo.”
“Entra anch’io devo dirti delle cose.”
“Ancora che studi?”
“Sì sto preparando gli esami del terzo anno.”
“Cosa?”
“Voglio finire l’università il prima possibile, buttarmi questa storia alle spalle e ricominciare tutto da capo.”
“Sono felice che vuoi buttarti questa storia alle spalle, sono qui per questo.”
“Chris…”
“Fammi parlare. È importante!” cerco di restare calmo.
Mi fa cenno di proseguire.
“Quella sera quando mi hai letteralmente sbattuto la porta in faccia ho capito che c’era qualcosa che non andava. Lo avevo già capito da tempo, ma pensavo di essere diventato paranoico e quando mi è arrivata quella telefonata e ho sentito cosa stava succedendo mi è caduto il mondo a dosso. Non so quando hai iniziato a non fidarti di me, ma lo hai fatto e io ci sono rimasto male come tu ci sei rimasta quando ti ho detto che avevo chiamato tua madre. In questi mesi ho riflettuto sulla vicenda e non è passato un giorno che io non avessi gli incubi. Vedo te distesa sul prato del campus inerte coperta da un telo. La polizia attorno e persone che parlano, ma io non vedo altro che te. Ne ho parlato con lo psicologo, con i miei nonni con tutti e mi hanno risposto di non buttare via tutto quello che abbiamo costruito negli ultimi due anni di liceo. Perché sai che sono stati i migliori per me! Vorrei darti una seconda chance, ma non so se potrò fidarmi al cento per cento. Se hai un problema, parla con me. Non sono qui per giudicarti, ma per aiutarti. Se non mi dici cosa ti turba come posso farlo. Vorrei tornare indietro e cambiare le cose, ma non è possibile. Avrei dovuto aiutarti, parlarti, ma sono stato uno stupido e mi di spiace.”
Ho gli occhi lucidi, lo sento e vedo Tiffany piangere. Non era mia intenzione farla piangere, ma dovevo parlarle.
“Non volevo trascurati, ma volevo anch’io vivere il college come fanno tutti. Tu non sei il tipo di feste o che esce con gli amici e quindi quando ho incontrato loro, mi sono sembrati simpatici ed ho iniziato ad uscire. Ti giuro che prima di quella sera non era successo niente. Uscivamo come degli studenti normali: cinema, discoteca, feste alle confraternite. Ti ho già detto quello che è successo quella sera e mi dispiace. Te lo ripeterò fino alla morta se sarà necessario. Quando ti ho visto, mi sono sentita in colpa perché sapevo di averti deluso e questo mi ha fatto male dopo tutto quello che mi ha raccontato sul tuo passato. Volevo anche dimostrare a me stessa di potercela fare, di essere in grado di gestirmi da sola, ma non è stato così. Vorrei tornare ad essere come quelli di prima e so che non sarà così semplice, ma ci voglio provare. Mi dispiace averti deluso.”
“Ne sono contento e Tiff se vuoi uscire con altre persone puoi farlo non ti voglio tenere tutta per me. Okey?”
Annuisce.
“Vieni qui.”
Per un attimo sembra non capire, ma poi si avvicina e l’abbraccio. Non l’avevo mai fatto prima, ma ne ho un disperato bisogno. Voglio sentire se lei è davvero qui con me e non su un letto dell’obitorio. Piange ancora e io cerco di tranquillizzarla e le ripeto che andrà tutto bene. Stiamo così per un po’ fin quando non si addormenta tra le mie braccia.

Verso sera torno a casa contento di averle parlato. Mi stendo nel letto e mi addormento. Tra una settimana si torna ad Harvard.

Ottobre
È passata una settimana dall’inizio delle lezioni e già non ne posso più. Mi sembra di sprecare il mio tempo! Ah, vi starete chiedendo di Tiffany. Bene è seduta vicino a me, stiamo pranzando e non le tolgo gli occhi di dosso per un secondo. La controllo appena mi è possibile il che può sembrare strano, ma non voglio che finisca come l’anno scorso. Mi ha definito un maniaco e sono scoppiato a ridere. È vero lo sembro, ma non voglio che si metta nei guai.

Siamo qui da neanche un mese e già un ragazzo del corso di medicina le ha messo gli occhi a dosso. È inquietante! Santa pazienza, se vuole uscire con lei che cosa sta aspettando!? Davvero non riesco a capire il genere maschile!

“Allora com’è andata?” chiedo.
“Avevi ragione è inquietante!”
“Perché?”
“Vediamo…è un maniaco del pulito e dell’ordine. Ha disinfettato tutte le superfici prima che io le toccassi.”
Scoppio a ridere, ma che cavolo!?
“Io ti avevo detto che era inquietate perché ti fissava in continuazione non per altro!”
“Be è stato traumatico. Cosa stai facendo?”
“Niente. È un compito per economia.”
“Lungo questo compito. Ci lavori da mesi ormai!”
“Sì voglio che sia perfetto. Inciderà per tre quarti sul volto finale”
“Capisco. Come procede il tuo studio?”
“Bene entro la fine del prossimo anno se tutto va bene prenderò la laurea.”
“E poi che farai?”
“Cercherò lavoro, forse inizierò aiutando mia madre nel suo studio o forse andrò altrove.”
“Te ne vuoi andare?”
“Ci sto pensando, ma non voglio lasciarti da solo. Dovrò aiutarti quando diventerai amministratore delegato.” Mi fa l’occhiolino.
“Se lo dici tu.” Ribatto tornando al mio lavoro.

Metà marzo
Ho pensato molto prima di prendere questa decisione e sono convinto che sarà quella giusta. La prima persona che verrà a sapere di ciò sarà proprio Tiffany. È seduta sul divano intenta a studiare, mi dispiace interromperla ma ho bisogno del suo parere.
“Tiff posso disturbarti un attimo.”
“Sì certo. Ehi tutto ok? Sei un po’ pallido”
“Mollo Harvard!” lo dico tutto di un fiato.
“Cosa? No aspetta. Dimmi cosa sta succedendo.”
Le racconto che qualche mese prima non stavo lavorando ad un progetto per economia, ma stavo progettando di mettere su la mia azienda.
“Wow, aspetta un secondo! Devo metabolizzare la cosa.”
Aspetto.
“Cavoli ho sempre avuto ragione! Ma io cosa centro?”
Le porgo la cartellina con le mie idee:
“Voglio che dai un occhiata a questo!”
“Quindi vuoi mettere su un’azienda e vuoi che io ti dica se il tuo progetto è fattibile e come muoverti legalmente.”
Annuisco.
“Dammi una giornata e ti saprò dire, ma non osare presentare la lettera di ritiro dalla facoltà prima della mia opinione. Chiaro?”
“Chiarissimo”

Tiffany ci impiega meno di mezza giornata.
“Ho visto il tuo progetto e mi sembra buono. Deposita i brevetti di queste tue idee, presenta la domanda di dimissioni e da domani puoi già iniziare. Problema dove troverai centomila dollari?”
“Non lo so. Pensavo di chiedere un prestito in banca, anche se non otterrò mai quella cifra.”
“Se ti ritiri adesso dall’università otterrai circa venticinque mila dollari da parte dei tuoi, ne puoi chiedere altri venticinque mila in banca e avresti metà della somma.”
“Ma mi servirebbero altri cinquanta mila e non so dove prenderli.”
Si alza e apre il computer; controlla qualcosa e poi prende un blocco degli assegni.
“Tieni. Me li ridarai quando sarà il momento.”
Guardo l’assegno che mi porge. Cavoli è un assegno da settantacinque mila dollari!
“Tiff non posso sono i tuoi soldi e ti servono per l’università” protesto.
“Prendili e non fare storie, me li ridarai quando l’azienda si sarà stabilizzata. Se non fai cavolate, ci riuscirai e intanto io ti starò accanto. Come legale assumerai mia madre anche se mi costa ammetterlo è brava nel campo della finanza e ti può dare una mano fin quando io sono bloccata qui. Accetterà sicuramente appena le farai vedere il progetto. Fidati di me.”
“Non so che dire.”
“Ringraziami e quando uscirò da qui sarò il tuo legale.”
“Ma…?”
“Non mi importa dove lavorerò Chris. Ti ho detto fin da subito che farai grande cose ed io voglio esserci per sostenerti in qualsiasi momento. Inizierò a lavorare per te e darò una mano a mia madre. Il suo studio mi ha fatto un’offerta prima di partire per Harvard: se concluderò l’università mi prendono con loro e mia madre mi farà da mentore. Hanno visto come ti ho aiutato con Elena e penso che abbiamo visto qualcosa in me. All’inizio non sarà facile, ma se mi prendono con loro farò in modo che io sia l’unica a rappresentarti se lo vorrai. Accetti la mia offerta?”
“Accetto.”
“Bene fai le valigie e vai a parlare con i tuoi. Finita la sessione ti raggiungerò a Seattle e mi unirò a te. Se hai dei dubbi chiama pure.”
“Grazie”
“Un’ultima cosa”
“Dimmi”
“Chiamerò mia madre quindi vai prima da lei e rimani calmo qualsiasi cosa lei dica.” Mi sorride e poi prende il cellulare per chiamare sua madre, io intanto mi preparo il discorso da fare ai miei.

Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
eccoci qui con il primo capitolo verso la realizzazione della GEH. Non vedo l’ora!
Nel prossimo capitolo vedremo il nostro Christian discutere con i genitori e fare affari con la madre della nostra Tiff.
Una cosa che la James non ci ha mai detto è: come hanno preso la notizia i nonni di Chris?

Non vi resta che scoprilo nel prossimo capitolo.
A presto,
Dauntless_99
 

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Capitolo 9
*** Famiglia ***


Con la scusa delle vacanze di Pasqua sono appena arrivato a Seattle anche se con una settimana di anticipo. Mamma e papà non sanno ancora nulla dei miei futuri progetti e non ho intenzione di rovinare il pranzo in famiglia il giorno di Pasqua per questo ho deciso di arrivare prima. Domani vedrò la mamma di Tiffany e sono un po’ preoccupato per ciò che mi dirà; ho paura che la mia idea non si possa realizzare e questo mi potrebbe creare un po’ di problemi.

Non sono mai entrato in uno studio legale anche se ho una minima idea di come esso sia fatto, ma quello che vedo mi lascia sbalordito. La madre di Tiffany lavora in uno dei più prestigiosi studi legali di questo paese e si trova esattamente nel cuore di Seattle. Il piano è l’ultimo e appena entro la scena che mi appare mi fa sentire un pesce fuor d’acqua. C’è gente che va e viene, telefoni che squillano in continuazione e segretarie che vanno su e giù per i corridoi. Nessuno fa caso a me tranne una ragazza alta e bionda.
“Il signorino Grey presumo”
“Sì sono io. E lei è…”
“Non importa chi sono, la signora Benson l’aspetta nel suo ufficio mi segua.”
Inizio a seguirla e non posso che notare la bellezza di questo posto. Gli uffici presentano ampie porte e muri di vetro permettendo alla luce di invadere l’intero piano, penso che al tramonto la vista sia perfetta. Questo posto però è troppo rumoroso! Non so come ci si possa lavorare qui dentro!
“Avvocato Benson, il signorino Grey.”
Signorino, sul serio?! Capisco di non essere un arrogante uomo d’affari, ma non ho più sedici anni.
“Christian entra pure ed accomodati. Tiffany mi ha accennato qualcosa al telefono, ma ancora non riesco a spiegarmi la tua visita qui.”
“Signora Benson…”
“Oh ti prego, ti avrò detto mille volte di chiamarmi Meg.”
“Meg. Sono qui perché ho bisogno di un consiglio in ambito finanziario e so che lei è la migliore. Prima di parlarle vorrei farle firmare questo contratto di riservatezze e poi potremmo parlare di affari.”
Con aria un po’ titubante prende in mano il documento e inizia a leggerlo sorridendo di tanto in tanto, forse ha capito che lo ha scritto Tiffany. Lo firma senza porre domande ed io in risposta le passo i documenti. Inizia a leggerli, ma questa volta a differenza di prima non vedo nessuna espressione facciale.
“Quindi dimmi se ho capito bene. Tu vuoi creare un’azienda che sviluppi macchinari all’avanguardia senza però sfruttare il Terzo mondo e vuoi iniziare acquisendo la Seattle tecnology.”
“Esattamente.”
“E come intendi procedere?”
“La Seattle tecnology è stata una delle migliori aziende negli ultimi anni, ma l’amministratore attuale non ne sfrutta le sue potenzialità. L’azienda sta andando in banca rotta, ma se io la acquistassi e licenziassi il personale non necessario nel giro di sei mesi avrei un prodotto che sbaraglierà la concorrenza.”
“E se ci riuscirai protrai quotarla in borsa e otterresti i soldi per sviluppare i prossimi brevetti.”
“Esatto, ma non solo; potrei acquistare altre aziende che stanno fallendo, tenere il personale utile e ingrandire l’azienda entrando anche in altri campi.”
“È un sogno ambizioso!”
È titubante lo vedo, ma credo che ci sia una speranza. “Dammi un po’ di tempo per vedere il progetto e perfezionarlo. A livello economico sembra fattibile e la Seattle tecnology la potresti acquistare anche per poco. Fammi parlare con Louis e ti saprò dire.”
“La ringrazio signora Benson.”
Le stringo la mano e mi dirigo verso la porta.
“Christian” mi volto “Tiffany ha sempre avuto ragione, hai un talento che in pochi hanno. Non sprecarlo!”
Le sorrido ed esco con un peso in meno sulle spalle.

Due giorni dopo ottengo il via libera per l’acquisizione e non perdo neanche un secondo: ho mandato la lettera di dimissioni all’università, sono subentrato come amministratore delegato ma a causa dei termini di contratto lo sarò ufficialmente solo a fine mese e a quel punto potrò avviare il mio progetto. Se tutto andrà per il meglio a fine ottobre potrò presentare il mio progetto e metterlo sul mercato e il prossimo anno inizierò con il botto e poi chissà potrei mettermi in affari con mio fratello. Anche lui da poco ha iniziato a lavorare su dei progetti innovativi per migliorare l’impatto ambientale delle nostre case, ma con il capo che si ritrova non riuscirà a metterli sul mercato prima di chissà quanti anni e per quella volta saranno obsoleti.

Il fine settimana arriva troppo presto ed è anche arrivato il momento di parlare con i miei. So già che non saranno d’accordo con la mia scelta riguardo ad Harvard, ma ormai ho scelto.
“Mamma, papà posso parlarvi di una cosa molto importante?”
“Christian tesoro cosa succede?” mi chiede mia madre con aria preoccupata.
Non ho mai parlato apertamente dei miei progetti con i miei e questa prima volta mi preoccupa così decido di dirlo a tutto d’un fiato.
“Ho lasciato l’università.”
Il tempo si ferma per cinque interminabili minuti, mamma e papà non dicono niente e si lanciano sguardi preoccupati e confusi.
Decido di sganciare la seconda bomba.
“Sono anche diventato l’amministratore delegato della Seattle tecnology.”
“Christian se è uno scherzo non è divertente!” mi rimprovera mio padre.
“Non lo è. Guarda.”
Li porgo il contratto e lo stesso documento che ho mostrato a Meg. Lo legge attenzione
“Questo è…”
“Una follia. Lo so, ma se tutto va bene per fine dell’anno recupero il capitale speso, posso mettere la mia azienda sul mercato, avviare altri tre progetti e quotarli in borsa.”
“Stavo per dire pazzesco. Hai fatto tutto da solo?”
“Le idee sono mie, Tiffany mi ha aiutato con i documenti e sua madre è ufficialmente il mio legale e consulente finanziario.”
“Tesoro puoi spiegarmi anche a me” chiede mia madre a mio padre.
Mamma lo ascolta, ma non al vedo tanto convinta.
“Non lo so mi sembra troppo rischioso e tutti questi soldi dove li hai presi?”
“Non importa dove li ho presi. Non preoccuparti è tutto legale e vi ridarò ogni singolo dollaro speso per la retta universitaria.”
“Christian non è un problema di soldi, ma siamo preoccupati per te.”
“Non vi preoccupate andrà bene. Vorrei solo il vostro sostegno.”
“E lo hai.”
Mi avvicino ai miei e li stringo per la prima volta in un abbraccio per poi uscire dalla stanza non prima di aver visto mia madre piangere.

Mio fratello ha accolto la notizia con un po’ di più entusiasmo rispetto ai nostri genitori. Appena gli ho detto che voglio sviluppare i suoi progetti mi ha preso per un pazzo. Sono riuscito a convincerlo quando ho pronunciato questa frase “Potresti avere la tua azienda e io sarei felice di finanziarla”; a queste parole gli si sono illuminati gli occhi. Ora non mi resta che dare la notizia ai nonni e non so come reagiranno. I miei alla fine hanno accettato la situazione, ma l’opinione di nonno Theo è importantissima per me, per fortuna che ci sarà Tiffany.

Giorno di Pasqua

Oggi è il giorno di Pasqua e siamo tutti riuniti a casa di nonno Theo, c’è anche la famiglia di Tiffany.
A proposito di Tiff la vedo piuttosto raggiante.
“Ti vedo più felice del solito.”
“Cosa? Hai detto qual cosa?”
“E con la testa fra le nuvole.”
Mi prende e mi trascina in un angolo e si guarda intorno.
“Cosa stai facendo?”
“Sto controllando che tua sorella non ci senta. È peggio delle signore pettegole quando sono dal parrucchiere.”
“Mi dici che sta succedendo?”
“ti ricordi di Matthew?”
“No.”
“Il capitano della squadra di baseball della nostra scuola e nostro compagno di corso.”
“Il moro?”
“Esatto! La scorsa estate l’ho incontrato per caso a una partita di baseball e ci siamo visti per un po’, ma poi io sono dovuta ripartire per Harvard. Mi ero divertita in sua compagnia dopo tutto quello che era successo, ma non sapevo se sarebbe continuato. A Natale mi ha scritto dopo tre mesi di silenzio e…”
“E…”
“Mi ha chiesto di stare insieme.”
“E…”
“Vorrei la tua approvazione dopo tutto quello che è successo non riesco a fidarmi delle persone come facevo prima.”
Scoppio a ridere, ma mi guarda con uno sguardo omicida ed io torno subito serio.
“Tiff non ti stai per sposare. Ti ha solo chiesto di fare coppia fissa e a meno che non ti ha detto o fatto qualcosa che ti faccia venire dubbi non vedo il motivo di dirgli di no. Anche se un controllo lo farei più che volentieri.”
“Stai scherzando! Assolutamente no.”
“Ho Welch che mi può procurare la sua fedina penale, numero di conto corrente e…”
“Ok ho capito, ma non farlo. Volevo solo un tuo parere.”
“Se vuoi dei consigli in fatto di ragazzi devi chiedere a Mia.”
“Assolutamente no, ma grazie Chris.”
“Però riferisci questo messaggio da parte mia:” Se osa farti del male se la vedrà con me” “
“Sarà fatto mio eroe.”
Sorrido mentre la vedo prendere il telefono, nel mentre noto mia sorella nascosta dietro il divano.
“Hai ascoltato tutto?”
“Assolutamente!”
Alzo gli occhi al cielo, la solita impicciona.

Dopo pranzo mi separo dal resto del gruppo e mi dirigo verso il frutteto. Mi vengono in mente le giornate passate con il nonno a raccogliere le mele per poi aiutare mamma e nonna a fare la torta di mele. Quando ci siamo trasferiti a Seattle anche nonna e nonno Trevelyan ci hanno raggiunto poco dopo ed hanno presa questa villa con frutteto. Mi è sempre piaciuto passare l’estate con i nonni senza Lelliot o Mia intorno.
Mi giro e trovo nonno Theo.
“Christian cosa ci fai qui da solo?”
“Pensavo.”
“A cosa?”
“A come non deludere te e nonna un’altra volta.”
“Lo sai che non ci hai mai deluso.”
“E invece sì.”
“È acqua passata Christian. Hai avuto una brutta infanzia e questo poi si è ripercosso sulla tua adolescenza, ma ti sei rimesso in piedi dopo una brutta caduta è questo che conta. E io e nonna siamo felici di te.”
“Anche se ho mollato l’università.”
Si blocca un secondo ed apre e chiude la bocca non sapendo cosa dire. Per una volta sono riuscito a lasciare senza parole nonno Theo.
“Perché?”
E inizio a raccontargli tutto senza tralasciare nemmeno un dettaglio.
“Nonno di qualcosa.”
“Nonna ci rimarrà male, ma se questa è la tua scelta sappi che io ci sarò. Il mio ometto è diventato un uomo a tutti gli effetti ed io non me ne sono nemmeno accorto. Prometti che verrai a trovare questi vecchietti ogni tanto.”
“Lo prometto.”
“Andiamo c’è la torta di tua nonna da mangiare e devi dire tutto a nonna.”
“Pere e cioccolato?”
Mi fa l’occhiolino e ci riuniamo con gli altri.

Nonna appena viene a sapere tutto per poco non le viene un colpo.

“Nonna stai bene?” “Sì caro, ma non sono più abituata a certe notizie. Sei sicuro della tua scelta?”
“Sì nonna sono sicuro e so già cosa stai per dire e la risposta è: no non mi pento di nulla.”
“Se sei convinto allora va bene. Sarò con te, ma ti prego niente più soprese, a parte la presentazione della tua fidanzatina.”
“Nonna!”
Mi fa l’occhiolino e va dagli altri, mentre Tiffany si avvicina.
“Allora la fidanzatina?” mi chiede imitando mia nonna.
La guardo di traverso, tra lei, Mia e mia nonna non so chi è peggio. Scoppiamo a ridere nello stesso momento felice di essere di nuovo con lei. Mi guardo attorno e non so cosa ho fatto per meritarmi tutto questo.

Angolo dell’autrice:
Buona sera lettori,
indovinate chi è tornata? …..Io 😉
Quanti colpi di scena! Devo dire che mi sentivo super ispirata.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e…. Indovinate un po’ ho una piccola sorpresa per voi per Pasqua.
Vi faccio un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo introdurrò uno, forse due o forse più narratori che non sarà/anno Christian. Ho già qualche idea e sarà un esperimento, ma non aggiungo altro se no che sorpresa sarebbe. 😊 Spero di non deludervi.
Intanto però vi chiedo:” secondo voi chi sarà/anno questo/i narratore/i misterioso/i?”
Fatemi sapere le vostre supposizioni nei commenti.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 10
*** Sorpresa ***


4-6 anni

Elliot POV
Quando mamma e papà mi hanno annunciato l’arrivo di un fratellino ero il bambino più felice del mondo, ma poi ci ho ripensato. Christian non parla e resta sempre nel suo anche quando ci sono altri bambini attorno, ogni tanto però ci divertiamo a sfidarci con le macchine o giochiamo con l’aereo.
La prima volta che ha parlato è stato due giorni dopo l’arrivo di Mia, dopo che ella ha rigurgitato a dosso a Christian. Mia è stata la sua prima parola seguita da Mamma e Lelliot. Quanto odio questo soprannome!
 
14 anni

 Elliot POV
Mio fratello ha di nuovo fatto a botte con qualcuno oggi a scuola. È la seconda volta nell’arco di due settimane e questo non va a fatto bene. È stato convocato nell’ufficio del preside e penso che questa volta non riuscirò a nasconderlo a mamma e papà. Ha un occhio gonfio, un labbro spaccato, ma gli altri due ragazzi sono messi peggio di lui. Lo porto a casa e cerco di sistemarlo un po’, ma come sempre mi allontana e si rinchiude in camera.

16 anni

Grace POV
Non so più come aiutare mio figlio. È stato espulso di nuovo da scuola per i suoi comportamenti troppo violenti verso gli altri ragazzi e non ci resta altra opzione se non la scuola pubblica. Non gli piacerà, ma non abbiamo scelta. Non è un cattivo studente/ragazzo anzi eccelle in quasi tutte le materie, ma se qualcuno lo prende di mira lui reagisce. Anche lo psicologo non sa più cosa fare e come se non bastasse mio marito pensa che beva a nostra insaputa. Lo fisso mentre sta leggendo un libro sul divano e prego che avvenga un miracolo.

Carrick POV
Entro nel mio studio, finalmente a casa penso, ma mi accorgo che c’è qualcosa che non torna. Tutto è in ordine tranne nella vetrina dove tengo i miei liquori. Mi piace bere un bicchierino mentre lavoro, ma negli ultimi tempi ho notato che qualcosa è sparito dalla vetrina. Strano visto che sono l’unico ad avere la chiave.
Un sabato sera sono ancora che lavoro a un caso importante quando sento la porta di casa aprirsi. Qualcosa cade seguita da un’imprecazione. Mi avvicino alla porta socchiusa e quello che vedo è qualcosa che nessun padre vorrebbe vedere: il proprio figlio che barcolla per casa mezzo ubriaco. Se lo venisse a sapere Grace le si spezzerebbe il cuore. Lo seguo e lo vedo sdraiarsi sul divano, non posso lasciare che qualcun altro lo veda in questo stato. Lo predo e lo porto in camera, prego solo che non si droghi. Ora so chi ha fatto sparire i miei liquori.

18 anni

Grace POV
Alla fine qualcuno ha ascoltato le mie preghiere. Tiffany è stata una boccata d’aria fresca per il mio Christian; lo vedo felice e rilassato per la prima volta dopo tanto tempo. Oggi durante il giorno del suo diploma continuo a pregare per vederlo continuare a sorridere. Sono così orgogliosa di lui, ha fatto tanta strada e penso che tanta ne farà ancora.
 
19 anni

Tiffany POV
Ho rovinato tutto! Mi sono lasciata trasportare dalla tanto sogna libertà che on mi sono nemmeno accorta che mi stavo per mettermi nei guai. L’ho trascurato e lui nonostante tutto si preoccupava per me ed io come una stupida non gli ho dato ascolto. Non ci parliamo da mesi e quest’estate è così vuota senza le nostre escursioni. Mi sono messa sotto con lo studio e sto cercando un modo per rimediare, ma sono così spaventata di perderlo per sempre. Dopo che mio fratello se ne è andato di casa, nulla è stato come prima. Nessuno con cui scherzare e confidarmi, nessuno con cui condividere qualcosa di bello fin quando non ho visto lui isolato ed estraneo da questo mondo, vestito troppo elegante per stare in una topaglia del genere, topaglia scelta da me per stare alla larga dai figlio di papà. E poi l’ho conosciuto per davvero come poche persone hanno avuto il privilegio ed io un’altra volta ho rovinato tutto.
Le cose cambiano quando un pomeriggio d’agosto viene a trovarmi per parlare ed io non posso far altro che pensare a come possa essermi meritata un amico come lui in grado di far emergere i segreti e i pensieri più profondi che per anni ho tenuto dentro. Quando mi abbraccia scoppio in lacrime definitivamente perché so quanto sia difficile per lui dopo tutto quello che ha passato è qui ancora con me: Tiffany e Christian contro il mondo.

21-22 anni

Tiffany POV
Christian viene da me con dei documenti chiedendomi di leggerli. Lo sapevo! Vuole mettere su un’azienda e finalmente tutto torna: il compito misterioso, i discorsi sviati, niente battutine su futuro avvocatessa e futuro amministratore delegato. Leggo attentamente questi fogli così ricchi di idee brillanti che non posso nemmeno immaginare da dove ha avuto l’ispirazione. Dopo la laurea pensavo di andare via da Seattle per un po’, infondo lui ha sempre saputo del mio desiderio di viaggiare e di costruirmi la carriera da sola, ma dopo oggi, dopo tutto ciò che è successo sono e sarò in debito con lui per sempre. Tra un anno finirò gli studi con un anno di anticipo e voglio far parte di questo enorme progetto.

Theo POV
Vedo mio nipote in televisione. Sono seduto in salotto con mia moglie che piange dalla gioia. Nostro nipote ce l’ha fatta! La Grey Entreprising Holdin Inc è finalmente realtà, non ci posso ancora credere! Mi sembra ieri di essere nel frutteto con mio nipote ed ora guarda dov’è arrivato con le sue forze. Siamo così orgogliosi di lui! Questo è tutto merito di quella ragazza Tiffany che è entrata nella sua vita come un tornado e l’ha rivoluzionata, facendo emergere Christian dall’oscurità.

Elliot POV
Quando mio fratello mi ha confessato di aver lasciato l’università per poco non cadevo dalla sedia. Dopo tutto quello che avevano fatto i nostri genitori per lui non ci potevo credere, ma mi sono ben presto ricreduto. Christian vuole mettere sua un’azienda tutta sua e appena mi ha fatto vedere i suoi progetti sono rimasto senza parole. Chi l’avrebbe mai detto che potessimo avere qualcos’altro in comune oltre il baseball!? Quello che mi sorprese di più fu la sua offerta di voler finanziare i miei piccoli progetti. Sto andando a lavoro come sempre aspettando con ansia la sera per poter tornare a casa e lavorarci su. In passato abbiamo avuto delle divergenze, ma ho sempre cercato di essere un buon fratello maggiore anche se non sempre ci sono riuscito. Vederlo al lavoro e parlare di affare mi sembra ancora così surreale, ma credo in lui come non ho mai fatto.

Angolo della scrittrice:
Buona sera lettori,
come promesso eccomi con il nuovo capitolo!
Ho voluto interrompere la narrazione per aggiungere queste piccole riflessioni su Christian da parte degli altri personaggi. Ho cercato di immedesimarmi in loro e questo è il risultato.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Buona Pasqua a tutti voi!
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 11
*** Lelliot ***


Harvard
È passato esattamente un anno da quando ho messo su la mia azienda e tante cose sono cambiate. Mi ci voleva proprio ricominciare da zero, buttarmi nel mondo degli affari e stravolgere un po’ la mia vita. Oggi però non voglio concentrami su me stesso, ma su una persona molto speciale che sta per raggiungere uno dei traguardi più importanti nella vita: la laurea. Tiffany è raggiante nella sua divisa da laureanda e tra un mese dovrà sostenere l’esame di abilitazione, ma sono sicuro che andrà tutto bene.
 
“Congratulazioni avvocatessa”
“Aspetta a dirlo. Ti ricordo che tra un mese ho l’esame di abilitazione.”
“Andrà alla grande. Infondo l’ostacolo più difficile lo ha già superato”
“E quale sarebbe?”
“Be hai preso la laurea e tenuto il discorso di fine corso per la scuola di giurisprudenza.”
“Hai ragione”
La vedo dirigersi verso i suoi genitori, mentre Lelliot si avvicina.
“Non le hai ancora detto niente.”
“No sarà una sorpresa.”
“Non capisco tutto questo mistero”
“È una cosa fra me e lei.”
 
Un mese dopo
Seattle
 
Sono nel mio ufficio, quando sento bussare alla porta.
“Avanti”
Una Tiffany tutta sorridente entra nel mio ufficio.
“Disturbo?”
“Mai. Com’è andata?”
“Bene socio. Ho avuto l’abilitazione quindi ora possiamo parlare di affari.”
“Dritta al sodo.”
“Come sempre.”
“Prima che tu incomincia a parlare di affari voglio che guardi questo.”
Le porgo una cartellina con dentro il suo primo ed ultimo contratto di lavoro. Mentre lo legge attentamente, cerco di rilassarmi un po’, ma la verità è che sono teso come una corda di violino. In questi mesi ci ho pensato molto e ho preso una decisione che non so se a Tiffany piacerà.
“Fammi capire.” Inizia “Tu vuoi che non entri allo studio, ma che lavori in proprio per te.”
“Esattamente. In più come promesso sarai titolare del cinquanta percento delle quote dell’azienda, mentre l’altra metà spetta a me.”
“Non lo so Chris.”
Mi guarda preoccupata. So cosa sta pensando e cosa la turba, ma spero che ci rifletta attentamente.
“Pensaci su, non voglio una risposta adesso. Ho pensato che lavorando solo per me, avresti più tempo libero da dedicare ai tuoi hobby: scrittura, viaggi ma al tempo stesso puoi essere un avvocato.”
“Ok ci penso su, ma non voglio altre sorprese.”
“C’è un’ultima cosa” continuo.
Mi guarda con una faccia esasperata.
“Io e Elliot abbiamo parlato molto in questo periodo ed è pronto a lanciare la sua azienda e mi farebbe piacere se lavorassi anche per lui.”
“Vuoi che tenga d’occhio tuo fratello?”
“No, voglio che tu aiuti mio fratello come hai fatto con me. Vuole cavarsela da solo, ma visto che non sa da dove iniziare ho pensato che ti potrebbe far comodo lavorare anche per lui.”
“Vedrò cosa posso fare, non ti prometto niente.”
“Grazie”
“Aspetta prima di ringraziarmi.”
 
Due giorni dopo Tiffany torna nel mio ufficio con uno strano sguardo che non promette nulla di buono.
“Due giorni fa mi hai fatto un’offerta molto allenate, ma ora sono io a fartene un’altra.”
“Sentiamo”
“Accetto di possedere il cinquanta percento delle quote della tua azienda e di lavorare per te e Elliot, ma ad una condizione: per un anno lavorerò nello studio di mia madre per fare un po’ di esperienza. Alla scadenza darò le dimissioni e verrò a lavorare per te. Mi occuperò dello statuto dell’azienda, dei contratti e ti rappresenterò come legale.”
“Mi sembra ragionevole.”
“Siamo d’accordo allora e un’ultima cosa: tra un anno trasferisci la sede in città e lascia qui la produzione.  Metterò a capo qualcuno, scegli un vice, trovati una segretaria e non disturbarmi nel weekend se si tratta di lavoro a meno che non sia una questione urgente. Chiaro?”
“Ci sto già lavorando a tutte queste cose e non preoccuparti per la tua vita privata.”
“Affare fatto. Ah!  Agli arredamenti ci penso io.”
Alzo gli occhi al cielo.
“Sei la solita maniaca del controllo!”
“Avrò imparato da qualcuno.” Mi fa l’occhiolino ed esce dal mio ufficio senza darmi il tempo di ribattere.
Non sono un maniaco del controllo.
 
Elliot POV
 
In quest’ultimo anno mio fratello ha portato dei progetti molto importanti sul mercato che non credevo nemmeno fossero possibili. Lo vedo come si impegna e come va avanti a testa alta e anche se non abbiamo avuto un rapporto tutto rose e fiori lo ammiro per quello che sta facendo. Di solito sono i fratelli minori che prendono esempio da quelli maggiori, ma nel mio caso è l’opposto; spero un giorno di poter far anch’io qualcosa di grande e utile proprio come sta facendo lui.
 
Sono a casa quando ricevo una mail da Tiffany. Ho sempre avuto una cotta per lei ed è stata, penso, l’unica ragazza a non poter avere. È in gamba e vederla laurearsi con il massimo dei voti in tempo record in una delle migliori università del paese lo conferma. Da qualche mese sto lavorando a dei progetti per realizzare edifici e case con materiali efficienti, ma che non abbiano un impatto significativo sull’ambiente.
Nel corso degli anni ho viaggiato molto grazie alla disponibilità economica dei miei ed ho potuto osservare come la natura ci stupisca ogni volta mostrandoci la sua bellezza ed è da lei che preso spunto.
Mio fratello vorrebbe finanziare i miei progetti e io ne sarei più che onorato, ma vorrei dimostrare a me stesso che ce la posso fare da solo. Non lo penso per cattiveria o invidia, come qualcuno potrebbe pensare, ma per pura soddisfazione personale ed è per questo che l’unica cosa che ho chiesto è avere l’aiuto di Tiffany.
La ditta per cui lavoro è una delle migliori di Seattle, ma non penso che possa darmi ciò che sto cercando. Prima di essere assunto in questa ditta, ho lavorato per una più piccola che ha molto potenziale ed è da qui che siamo partiti. Non ho intenzione di stare seduto dietro una scrivania, mentre gli altri lavorano sul campo per questo ho bisogno di un aiuto per impostare il lavoro, inoltre essendo una ditta di poca importanza posso entrare nell’edilizia di Seattle e sbaragliare la concorrenza. Non sarà una passeggiata, ma tutta la fatica ne varrà la pena.
Devo ammetterlo economia e diritto non sono mai stati il mio forte per questo dopo aver letto la mail, scaricato i documenti chiedo a Tiffany di incontrarci per avere delle delucidazioni riguardo essa.
 
“Secondo me dovresti accettare l’aiuto di tuo fratello.” Mi dice Tiffany.
“Lo sai come la penso.” Le rispondo nel modo più gentile possibile.
“Ascoltami Elliot. Lo so che vorresti chiedere un prestito in banca, ma non è l’opzione migliore e ti ho già spiegato il perché.”
“Non c’è un’altra opzione?”
“Sì, ma sarà come giocare al lotto.”
“E allora giochiamo.”
Passiamo il resto del pomeriggio a parlare di strategie di marketing insieme a un certo Louis, arrivata la sera finalmente posso rilassarmi. Ho la testa che mi scoppia a forza di numeri, dati, strategie; non so come mio fratello faccia a non scoppiare.
 
Due anni dopo
 
“Possiamo far fare…?”
“Possiamo fare tutto quello che vuoi Tiff, ma quello che mi preoccupa di più sono gli esterni. Devi dirmi come vuoi angolo barbecue e dove lo vuoi.”
“E la cabina armadio con la scarpiera di vetro?”
Alzo gli occhi al cielo. Ho sempre pensato che fosse Mia la mia spina nel fianco, ma non avevo ancora fatto i conti con Tiffany. Sono due ore che sta cambiando materiali, vernici per la casa e sto seriamente perdendo la pazienza. Negli ultimi due anni ho avuto qualche cliente difficile, ma lei batte tutti.
“Possiamo fare anche…?”
“Si, ma per favore concentriamoci sulla casa.”
“Elliot Trevelyan Grey, smettila di sospirare! Voglio che casa mia sia perfetta e ti ricordo che se non fosse per me ora saresti ancora a lavorare per quel pallone gonfiato.
Le donne sono impossibili! Ma ha parzialmente ragione. Se non fosse stato per lei a quest’ora starei ancora lavorando per il mio ex capo. Aver deciso di rischiare è stata la migliore decisione che io abbia mai preso!
La guardo mentre osserva attentamente dei progetti per la sua casa e mi viene in mente che mi sono arrivati nuovi materiali che sarebbero perfetti per creare una casa sull’albero.
Christian mi ha detto che nel tempo libero le piace scrivere e allora perché non creare un posto da dedicare alla sua passione? Un posto solo per lei infondo ha acquistato una bella casa fuori città con un ampio giardino sarebbe un peccato non sfruttare tutto quello spazio.
Dovrò parlarne con Gia prima di proporle la mia idea, sono sicuro che sarà estasiata da quello che ne verrà fuori.
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
sono tornata con un capitolo più corto del solito, ma volevo dedicare un piccolo spazio a Elliot.
Spero che vi sia piaciuto e colgo anche l’occasione per ringraziare tutti voi per il supporto.
Non so se la prossima settimana riuscirò a pubblicare, ma spero di farcela.
Vorrei introdurre Leila dedicandole un capitolo per questo vi chiedo: “Come sarà il loro incontro lei e cosa succederà?”
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 12
*** Leila ***


Mancano poche ore all’alba ed io mi ritrovo a suonare il pianoforte cercando invano di trovare un po’ di tranquillità. Senza alzare lo sguardo mi accorgo di una figura che mi osserva dall’entrata del salone, finisco la melodia e alzo lo sguardo. Al chiaro di luna sembra quasi una dea: i capelli raccolti in una treccia e con a dosso solo la vestaglia rosa chiaro di La Perla regalatale un mese fa. Sorrido mentre lei si avvicina e una volta arrivata si siede vicino a me ed è allora che ricomincio a suonare questa volta una melodia più allegra. Sono momenti come questi che riesco a trovare un po’ di serenità; io che suono e lei che ascolta cantando di tanto in tanto.
Agli inizi questa cosa mi turbava, forse più del fatto di interrompere i suoi sogni, ma con il passare dei mesi è diventato familiare. Finito il brano mi chiede di tornare a letto non prima di avermi chiesto cosa c’era che mi turbava. A questa domanda non le ho mai risposto, ma l’ho sempre seguita in silenzio in camera sua aspettando che si addormentasse prima di tornare in camera mia ed è lì aspetto che Morfeo mi accolga di nuovo fra le sue braccia, ma il sonno non ritorna e non mi resta che osservare l’alba arrivare.
Non le parlo mai dei miei incubi, del mio passato perché mi piace vederla spensierata e felice e so che essi potrebbero turbarla. Tiffany e il dottor Flynn pensano che io debba iniziare ad aprirmi un po’ di più con lei e di non darle false speranze.
Sono sei mesi che ci frequentiamo, ma non riesco ancora a definire questo tipo di rapporto, ci tengo a lei perché riesce a trasmettermi energia positiva e a sollevarmi il morale anche nelle giornate più buie. Mi sento bene con lei e ne parlo spesso con Flynn. Lui dice che è “amore”, ma io non so cosa sia. Non usciamo insieme o andiamo al cinema o qualsiasi cosa fanno le coppie per il semplice fatto che non abbiamo tempo o meglio io non ho tempo. Sono molto concentrato sul lavoro e sul prendere la patente nautica e quella per l’aliante anche se mi piace staccare per un po’ e passare il mio tempo osservandola dipinge.

È stata colpa della mia routine se la mia cara Tiffany ha pensato di farmi uscire e conoscere un po’ di gente. Un giorno è piombata nel mio ufficio e ha deciso di rallegrare la mia vita “monotona” come la definisce. Questa cosa mi ha un po’ turbato all’inizio, lo devo ammettere, ma con mia grande sorpresa è stata una delle poche idee divertenti che ha avuto da quando è successo quel fatto il primo anno di college. Proprio in una di quelle serate che l’ho conosciuta:

 Il primo sabato sera di ogni mese Tiffany mi viene a prendere e mi porta da qualche parte oppure io la invito a qualche evento mondano a cui sono stato invitato e che già so che mi annoierò a morte.
Quel sabato sera però fu diverso dalle altre volte; per la prima volta mi portò a vedere una mostra d’arte moderna allestita da sua cugina. L’idea di fare qualcosa di nuovo non mi dispiacque e accettai. Stavo girando per il salone osservando attentamente ogni singolo quadro cercando uno abbastanza grande, bello e significativo da appendere nel mio nuovo soggiorno. Due mesi fa mi trasferì dal mio piccolo appartamento a quella che oggi è la mia nuova casa all’Escala, ma anche se era tutto arredato nel salotto mancava qualcosa per essere completo. Ero fermo a fissare un quadro in particolare quando una ragazza dai capelli castano scuro, occhi azzurri e un terribile abito floreale si avvicinò. Iniziò a parlare senza un preciso motivo riguardo al quadro spiegando cosa secondo lei volesse trasmettere all’osservatore ed è così che iniziamo a parlare e scoprì che è stata proprio lei a dipingerlo come il resto dei quadri presenti alla mostra. Durante la nostra conversazione trovai piacevole il fatto di essere d’accordo con lei su certi aspetti, ma la cosa che mi sorprese di più fu il fatto di averla giudicata troppo presto a causa del suo aspetto. Dopo quella sera la rividi per portare a casa quel “orrore” così Tiffany definì il quadro e decisi di invitarla fuori a cena.

Quando ripenso a quella sera mi viene da sorridere, qualcosa dentro di me è cambiato. Osservo il quadro appeso in soggiorno e forse per la prima volta dopo mesi penso che potrei cercare di aprirmi un po’ di più con lei; mi ha fatto entrare nel suo mondo, ma io non l’ho mai fatta entrare nel mio e fare questo passo mi spaventa. Tiffany dice che l’amore è come il gioco d’azzardo: puoi vincere, ma allo stesso tempo puoi perdere tutto.

Tutto finì due mesi fa: ho giocato ed ho perso o forse abbiamo perso entrambi. Non sono riuscito in quello che mi ero promesso di fare: aprirmi con lei. È iniziato tutto così in fretta che nessuno dei due se ne è reso conto. Il destino ha voluto così ed io non rimpiango il tempo passato con lei. Mi mancherà vederla dipingere ed averla intorno, mi mancherà la sua spensieratezza e la sua positività, ma sono contento di vedere che è ancora la stessa persona che ho incontrato quasi un anno fa: la stessaLeila.

Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
scusate la mia assenza, ma ho avuto un po’ da fare in queste due settimane.
In questo capitolo ho voluto scrivere la prima “relazione” del nostro Christian o meglio i suoi pensieri riguardo ad essa ed ho appunto pensato ad Leila. Come tutti sanno ad un certo punto Leila tenterà il suicidio e di spaventare la nostra Anastasia e dato che non voglio sconvolgere la trama del libro ho pensato di parlare di lei in questo capitolo introducendola come la “prima ragazza” di Christian. Spero che l’idea vi sia piaciuta.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 13
*** Avviso ***


Buona domenica a tutti,
speravo di far uscire il nuovo capitolo, ma purtroppo non succederà.
Mi scuso con tutti voi e vi avverto che non sarò molto presente neanche nel mese di giugno. La mia assenza è dovuta principalmente allo studio e allo scarso tempo a me disponibile per scrivere.
Per me la scrittura è un hobby e non voglio pubblicare un capitolo che non mi soddisfi al 100%.
Ringrazio ancora tutti voi per il supporto e spero di pubblicare molto presto il prossimo capitolo.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 14
*** Miss Kavanagh o Miss Steele? ***


Maggio 2011

Osservo lo skyline di Seattle mentre ascolto Andrea che mi ripete gli impegni della settimana. Oggi incontrerò per la prima volta Miss Katherine Kavanagh figlia di Mr Kavanagh.  Ho avuto occasione di lavorare con lui un paio di volte negli ultimi due anni e ne sono rimasto più che soddisfatto. È un uomo astuto ed intelligente e sono curioso di sapere se sua figlia è più simile a lui o a sua moglie, una cosa però la so per certo: la figlia è testarda come suo padre. Da diversi mesi ormai sta cercando di ottenere un’intervista con me tartassando in continuazione il mio staff con telefonate e mail. All’inizio siamo riusciti a liberarci di lei per qualche giorno, ma alla fine ho dovuto cedere.
 
Sono nel mio ufficio intento preparare il discorso per la prossima riunione quando Andrea mi avverte che una certa signorina Steel è arrivata. Guardo l’ora e non capisco: sono le tre e dovrei avere questa famosa intervista con la signorina Kavanagh e non con una certa Steel. Non ho il tempo di pormi delle domande che una figura dai capelli marroni cade appena varcata la porta. Che sbadata! Non pensavo che Miss Kavanagh fosse così impacciata.
L’aiuto ad alzarsi chiedendole se si sia fatta male, ma quello che osservo mi sorprende ancora di più: due occhi azzurro mare mi fissano imbarazzata mentre mi avverte che oggi la signorina Kate non è potuta venire a causa dell’influenza. Un vero peccato! O forse dovrei ringraziare gli dei per aver ascoltato le mie preghiere. Invito la signorina Steel ad accomodarsi e non posso notare a come sembri spaesata. Molto probabilmente questa è la sua prima intervista, lo capisco da modo in cui è vestita ma anche dalla postura del suo corpo mi chiedo come andrà a finire l’incontro.
 La prima domanda che mi porge è così ridicola! Sembra stata scritta da una studentessa di giornalismo del liceo e non da una futura laureanda in giornalismo.
“A cosa devo il mio successo? Sul serio?” La guardo stupito.
Se questa è la prima domanda che mi porge non oso immaginare le altre o forse sono io che mi sono creato troppe aspettative. La seconda domanda o meglio affermazione non è migliore:
“Signorina Steel il fatto che io sia stato adottato è di dominio pubblico. Ha una vera domanda?”
Mi guarda come se fosse un cucciolo appena stato sgridato dal suo padrone e mi pento di aver usato un tono troppo duro con lei.
“È gay?”
Ma che cavolo! Questa domanda non me l’aspettavo! Non pensavo che la Kavanagh volesse andare sul personale.
Rispondo con un secco no e lei capisce che sto iniziando a perdere la pazienza.
“In che rapporti è con la signorina Benson?”
“Si spieghi meglio” non capisco dove vuole arrivare. Sta forse insinuando che io abbia una relazione clandestina con la mia migliore amica nonché mio avvocato di fiducia!? Non risponde alla mia domanda e capisco che la signorina Steele non sa niente di me, della mia azienda e se da una parte mi irrita la situazione dall’altra posso trarre un sospiro di sollievo.
“Mi parli un po’ di lei signorina Steel.” Le chiedo d’istinto.
“Io?” Mi guarda con uno sguardo sorpreso come se io fossi un suo professore che le ha posto una domanda alla quale non saprebbe rispondere ed io mi perdo ad ammirare quei due occhi azzurro mare dove potrei passare ore ad osservarli. Grey ricomponiti!
“Sì lei. Non sembra molto portata per il giornalismo. Cosa studia?”
“Letteratura inglese.” Un topo da biblioteca proprio come me.
“Che progetti ha per il futuro?”
“Io e Kate ci trasferiremo qui a Seattle.” Mi risponde un po’ titubante come se le metessi paura, ma infondo è solo una semplice domanda alla quale segue una mia proposta di stage nella mia azienda che rifiuta gentilmente.
Andrea ci interrompe qualche secondo dopo e non so per quale motivo decido di annullare la riunione, ma Miss Steel è pronta già ad andarsene.
L’accompagno fino all’ascensore venendo per questo osservato dal mio staff e ne capisco il motivo: il grande Mr Grey che accompagna una giovane ragazza fino alla porta non era mai accaduto.
“Spero che abbia ricevuto le risposte che voleva sapere.”
“Ma lei non ha realmente risposto a nessuna delle mie domande.” Mi guarda come se fossi impazzito.
“Perché lei non me ne ha posta una vera che ne valesse la pena di rispondere. Saluti Miss da Kavanagh parte mia”
E mentre lei si distrae un attimo le prendo il foglio con le domande.
“Signor Grey”
“Miss Steel”
Le porte dell’ascensore si chiudono ed io mi giro per dirigermi in ufficio notando una Tiffany con uno strano sorriso. Quando penso di essere al sicuro circondato dalle mura del mio ufficio ecco che irrompe nella stanza con la faccia che di solito la mia dolce sorellina Mia mi rivolge quando vuole sapere qualche scoop sulla mia vita sentimentale.
Per un paio di minuti rimaniamo in completo silenzio fin quando non decide di parlare:
“Non dici niente?”
“Cosa dovrei dire Tiff?”
Alzo gli occhi al cielo pregando che arrivi dritto al punto e che mi lasci in pace.
“Non lo so. Ah sì! Chi era quella? E perché l’hai accompagnata all’ascensore? Ti rendi conto dello spettacolo che tutto il tuo staff ha assistito?”
“Quella ragazza è Miss Steele ed è venuta per l’intervista che oggi avevo in programma.”
“Non capisco. Non doveva venire quello stress di Miss Kavanagh?”
“Sì, ma è a casa con l’influenza e quindi ha mandato la sua amica.”
“Capito e tu ti sei preso una cotta?”
Alzo gli occhi dal computer guardandola in modo interrogativo. Cotta? Ma cosa sta dicendo?
“È inutile che mi guardi così! Ti conosco troppo bene quindi non mentirmi.”
“Non so cosa hai bevuto con mio fratello a pranzo, ma di certo non ho una cotta per lei.”
“Però è carina?”
“Se ti dico di sì mi lasci lavorare in pace?”
“Forse” Accidenti! Quando fa così sembra proprio mia sorella!
“Chris…”
“Ok, sì è carina, ma com’era vestita non la valorizzava per niente.”
“Be allora immaginala con a dosso delle Louboutin e un vestito color turchese un vedo e non vedo mentre ti accompagna a un evento mondano. Tutti gli uomini presenti nella stanza si girerebbero a guardarla. Oseresti ancora dire che è solo carina?”
Mi lancia uno sguardo malizioso prima di uscire dalla stanza e la osservo a bocca aperta. Questo suo lato da dove viene fuori?
Torno a concentrarmi sullo schermo del computer cercando di rispondere alle domande scritte sul foglio non riuscendo nell’intento. Le parole di Tiffany sono impresse nella mia mente e non riesco a togliermi in mente quell’ immagine ed eccomi come un ragazzino alle prime armi incapace di controllare i suoi ormoni. Miss Steele non è solo bellezza, ma anche intelligenza. In questi pochi minuti avuti a disposizione ha controbattuto alle mie risposte anche se con un po’ di ingenuità attirando la mia curiosità. Un difetto però lo ho notato: ha poca autostima di sé stessa ed è un vero peccato perché in lei ho visto del potenziale.
 
Rientro a casa verso sera e mi concedo un po’ di tranquillità facendomi un bel bagno caldo. Ripenso alla giornata appena trascorsa e mentre chiudo gli occhi mi perdo in a quei bei due occhi color azzurro. Non so cosa mi sta succedendo nessuna ragazza mi ha mai fatto questo effetto, ma in lei sento che qualcosa è diverso.
 
Sono in biblioteca in cerca di un libro da leggere quando mi cade l’occhio sulla mia prima edizione di Tess dei d’Urberville di Hardy e mi torna di nuovo in mente lei. Senza fermarmi a pensare prendo il libro e chiamo Welch per sapere dove Miss Steele e la sua coinquilina abitano. Domani la prima cosa che farò sarà spedirle il libro. Quando lo verranno a sapere Tiffany e il dottor Flynn daranno del matto e mi chiederanno il motivo di questo mio gesto. La riposta: istinto credo o forse è un modo per scusarmi del mio comportamento o forse una scusa per rivederla. Pensando al dottor Flynn decido che la seconda cosa che farò domani sarà andare da lui.
 
Due giorni dopo
 
Sono al Heathman Hotel a Portland insieme al mio caro fratello in piena crisi ormonale. A quanto mi ha raccontato durante una delle sue serate in discoteca ha conosciuto una ragazza, ci è andato a letto, si sono visti un due volte e ora non lo lascia in pace.
Stiamo tranquillamento guardo l’ultima partita di baseball quando il numero di Miss Steele compare sullo schermo del mio cellulare. Come faccia ad avere il mio non lo so, ma sospetto che dietro ci sia una certa Miss Kavanagh.
Decido di risponder curioso di sapere il motivo di questa interruzione notturna.
“Miss Steel”
“Perché mi hai regalato quei libri?” va dritta al punto.
“Perché posso e per chiederti scusa del mio comportamento durante il nostro incontro di lunedì” e perché volevo rivederti, ma questo non glielo dico.
“Be non li voglio anche se apprezzo il gesto” nella sua voce c’è qualcosa di strano.
“Tutto bene?” chiedo per dar risposta alle mille domande che mi stanno venendo in mente, ma capisco che è ubriaca.
“Dove ti trovi?”
“In un bar molto lontano da te Mr Prepotente.”
Mr Prepotente a me? Questo soprannome manca all’infinita lista di nomignoli.
Riattacca e chiamo subito Welch per poi richiamarla.
“Vengo a prenderti. Non muoverti da lì.” Non le do il tempo di rispondere; questa volta riattacco per prima.
Mi fratello mi guarda con uno sguardo interrogativo, ma non gli do il tempo di fare domande.
Sul telefono arriva un messaggio da Welch, devo ricordarmi di dare un aumento a quell’uomo.
 Prendiamo la macchina e ci dirigiamo all’indirizzo da lui indicatomi.
 
Quella che sembrava una tranquilla serata si trasformò in “Salviamo Miss Steele da quello che scoprirò essere il suo migliore amico nonché mio futuro rivale”.
Giro per il locale, ma non riesco a trovarla. Ma perché sono venuto qui? Non vedo l’ora di tornare in hotel e farmi una bella doccia! Se c’è una cosa che odio sono questi locali; non si può dire lo stesso di mio fratello il quale si è già messo a ballare da qualche parte in pista.
La trovo fuori davanti a un tipo che la sta per baciare contro la sua volontà.
“Ha detto di no” dico mentre spingo via quel ragazzo dai lei.
“Christian” dice e tre secondi dopo si gira per vomitare.
L’aiuto tenendola per i capelli e porgendole un fazzoletto. -In che situazione mi sono cacciato? -penso.
Sono sicuro che Tiffany si metterà a ridere appena le racconto com’è andata.
 
Rientriamo in cerca di mio fratello e della sua amica Kate, ma io dico che razza di amica è una che ti fa bere fino a farti sentire male. Ed ecco che riaffiora il ricordo di nove anni fa: Tiffany, droga e ospedale.
Un brivido mi percorre tutto il corpo, mentre cerco di togliermi dalla mente quel nitido ricordo.
Avviso mio fratello che sta ballando proprio con la famosa Kate. Non è per niente come me la immaginavo e ringrazio nuovamente gli dei per avermi fatto incontrare Ana.
Quando ritorno da lei il suo sguardo passa dal sereno al serio:
“Che ti ha detto Kate?”
“Di fare il bravo?”
“Ha detto davvero questo?”
“Non proprio, sembrava più una minaccia.” Ridiamo e per la seconda volta mi rendo conto che Tiffany ha ragione: è più che carina.
“Perchè la stanza sta iniziando a girare?”
“Cosa?”
Non ho il tempo per realizzare la cosa che sviene fra le mie braccia.
Nota bene Grey: Miss Steele non regge l’alcool.
 
La porto al Heathman pregando che non mi sporchi la macchina nuova. Nel frattempo lascio un messaggio a Taylor in segreteria telefonica lanciando ogni tanto delle occhiate sul sedile dietro per assicurarmi che Ana stia bene. Una volta arrivati la metto a letto, mentre io mi stendo sul divano cercando invano di prendere sonno. Rivivo ancora quegli eventi è più forte di me, maledico il tempo. Se solo fosse mattina potrei andare da Flynn a parlare un po’ ed a mettermi le idee in ordine, ma è l’una e decido di chiamare l’unica persona che forse risponderà.
“Chris che succede?” mi chiede Tiffany con la voce impastata dal sonno.
“Non riesco a dormire, possiamo parlare un po’?”
“Ne possiamo parlare domani?”
“Ti prego è urgente?” la supplico.
“Ok allora vado a farmi una tazza di the intanto tu inizia a raccontarmi che cosa succede?”
E inizio cercando di parlare a bassa voce per non svegliare Miss Steele.
Quando finisco non sento provenire nessun suono dall’altra parte del telefono ed inizio a preoccuparmi.
“Tiff sei ancora in linea?”
“Sì Chris e non so che dirti. Mi sembra tutto così assurdo, quasi non ti riconosco più. Ne hai parlato con Flynn?”
“No, ma andrò lunedì promesso.”
“Va bene. Non ti ho mai visto così…. Impulsivo, coinvolto? Non so come descrivere ma… ehi se ti piace perché non le chiedi di uscire con te.”
“E perché dovrebbe?”
“E perché no?”
“Lo sai com’è finita con Leila.”
“Provaci Chris. Andiamo cos’hai da perdere? Sei andato a salvarla senza che te lo chiedesse.”
“Non me la merito.”
“Ancora con questo discorso. Chris quando si parla di ragazze ti comporti proprio come loro!”
“Sempre gentile!”
“Ascoltami, chiedile di uscire e se non va pazienza. Almeno provaci e se ti hai bisogno di un consiglio chiedi pure. Lo sai che puoi contare su di me.”
“Grazie.”
“Non ringraziarmi sono qui per questo. Buonanotte Chris.”
“Buonanotte Tiff. Ti voglio bene”
“Anch’io”
Ora che mi sono assicurato che Tiffany è ancora con me mi sembra di essermi tolto un enorme peso dal cuore. Negli ultimi anni mi è sempre stata vicina e mi ha sostenuto con costanza. Senza di lei non so dovrei sarei in questo momento.
Osservo Miss Steele dormire nel letto e mi domando- Perché no? -Con Leila non ha funzionato, ma ora so dove ho sbagliato e come sempre Tiffany ha ragione: devo sciogliermi un po’ quando si parla di ragazze.
Con questi ultimi pensieri mi addormento curioso di come sarà il futuro.

Fonte Capitolo: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011; Grey di E.L. James,2015  

Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
finalmente sono tornata con un nuovo capitolo.
Mi è mancato scrivere, ma sono contenta di essere tornata anche se per poco.
Con questo capitolo ho fatto entrare in scena la nostra cara Anastasia che ignara di tutto ha scosso la vita monotona del nostro caro Christian.
Un Christian un po’ diverso da quello che siamo abituati a vedere, ma per fortuna che può sempre contare su Tiff. Ho cercato di rimanere fedele ai dialoghi del libro cercando di integrarli all'interno dell'opera, spero che il risultato sia di vostro gradimento.
Ora che è entrata in gioco Ana come pensate che sarà il rapporto tra lei e Tiffany? E tra Tiffany e Christian?
Ma cosa più importante come sarà il primo appuntamento tra Ana e Chris?
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 15
*** Perso ***


Venerdì

“Christian Trevelyan-Grey lei è in un mucchio di guai!”
Perfetto! Ora posso dire che sono un uomo morto!
Osservo Tiffany entrare tutta arrabbiata nel mio ufficio in uno dei suoi completi da “battagliata” quelli che sembrano dirti “Non sai con chi ti sta scontrando”; prevedo che sarà una lunga giornata.
“Tiffany come stai?”
“Al diavolo Grey! Si può sapere dov’eri finito? È da sabato che non rispondi al telefono ed oggi è venerdì! Sai che giorno è vero? Ho passato tutta la settimana con Ross e siamo letteralmente diventate matte.”
“Sì! Lo so che giorno è. E ti assicuro che è tutto pronto come in programma e ti chiedo scusa.”
“Lo spero per te! Se scopro che manca un solo documento sei finito.  Un’ultima cosa vedi di presentarti oggi in riunione.”
Detto ciò prende ed esce. Ah! La mia avvocatessa quando si tratta di lavoro non ci vede più.
 
Nel tardo pomeriggio mi ritrovo immerso in una vasca piena di fango. Mi ricordo la prima volta che sono venuto qui: era un martedì di maggio di due anni fa ed in ufficio c’erano un mucchio di cose da fare e neanche un momento libero. Verso il tardo pomeriggio Tiffany mi propose qualcosa per staccare un paio di ore senza dirmi cosa aveva in mente. Quando entrai in questa stanza rimasi un po’ perplesso all’idea di immergermi in una vasca piena di fango e di farmi una maschera; da quel giorno è diventato un appuntamento fisso. Iniziò quello che Tiffany chiama il “weekend da star” o il “weekend delle torture” come lo definisce Elliot. Tutto inizia il sabato mattina con la spa, poi c’è l’appuntamento dall’estetista, la parrucchiera e poi shopping. Ovviamente tutte queste cose non le facciamo ogni weekend per fortuna, ma alla spa se si è liberi non si rinuncia. Quando ripenso alla prima volta mi viene sempre da sorridere.
“A cosa pensi?” Tiffany interrompe i miei pensieri.
“A quando mi ha portato qui la prima volta.”
“Oh! Mi ricordo! Avresti dovuto vedere la tua faccia.”
“Come se fosse stata colpa mia.”
“Ehi non ho avuto una cattiva idea, questo me lo devi riconoscere.”
“Hai ragione. Hai prenotato anche l’estetista?”
“Ovvio che domande! Ma non mi hai ancora detto che cosa ti è preso.”
L’unico difetto di questo posto è il non potersi alzarsi e andarsene all’istante. Spesso Tiffany lo usa come una specie di trappola per scoprire cosa c’è che mi turba ed io non posso che arrendermi.
“Niente. Ero sovrappensiero per il progetto.”
“Non me la racconti giusta, ma per ora non indagherò. Ritieni fortunato. Hai chiesto di uscire con quella certa Miss Steele?”
“Non ancora.” Mento.
 
Sabato mattina
 
Sto dormendo beatamente nel mio letto quando vengo svegliato da un buon odore di pancakes proveniente dalla cucina. Quando arrivo alla meta mi blocco ad osservare la scena che mi si presenta davanti: una Miss Steel che balla mentre prepara la colazione. Mi appoggio contro lo stipite della porta e la osservo per un paio di minuti fin quando non si gira e si accorge della mia presenza. Si blocca di colpo e assume una faccia fra l’imbarazzato e quella di una bambina colta in flagrante.
“Buongiorno Miss Steele. Ti vedo arzilla stamattina.”
“H-ho dormito bene.” Farfuglia e in cambio le sorrido.
Che buono! Pancakes, bacon e uova se cucina così dovrò sostituire Gail con lei.*
 
Abbiamo appena finito di fare colazione quando sento provenire la voce di mia madre dalle scale. Prego solo che Tiff non le abbia detto qualcosa.
“Christian!”
“Buongiorno mamma” la saluto baciandole la guancia.
“Come mai da queste parti?”
“Stavo facendo shopping ed ho pensato che era da un po’ che non ti vedevo, ma se avessi saputo che eri in compagnia non ti avrei disturbato.”
“Chi ti ha detto che sono in compagnia?” Ora spero vivamente che Tiffany non le abbia detto qualcosa.
“Oh! Conosco quello sguardo” mi fa un sorrisetto malizioso.
Cerco di rimanere impassibile cercando di nascondere l’imbarazzo, ma dentro di me sto sprofondando. “Mamma!” penso.
Anastasia ci raggiunge qualche minuto dopo, devo dire che è uno schianto anche con i miei vestiti a dosso.
“Mamma ti presento Anastasia Steele.”
“Ana lei è mia madre la dottoressa Grace Trevelyan-Grey”
“È piacere conoscerla dottoressa Trevelyan-Grey.”
“Il piacere è mio Anastasia e ti prego chiamami Grace.”
Il telefono di Ana decide proprio di interromperci in quel momento e mia madre approfitta della sua assenza per bombardarmi di domande. Il mio peggior incubo si sta avverando: mamma che mi tartassa di domande che poi andrà a riferire a nonna ed a Mia che a sua volta riferirà a Tiffany che a sua volta non me lo rinfaccerà per il resto della vita. In momenti come questi mi chiedo se anche le altre persone hanno una famiglia così…opprimente.
“Tesoro vi lascio, ma perché non venite tra due settimane a cena da noi. Mia torna a casa dalla Francia e sono sicura che sarà felice di conoscere Anastasia.”
“Vedremo mamma”.
“Anastasia è stato un piacere. A presto tesoro”
Quando se ne va tiro un sospiro di sollievo, non è andata così male come pensavo anche se avrei preferito aspettare prima di presentarla.*
 
Cinque minuti dopo che Grace se ne è andata ecco un’altra voce che mi chiama:
“Chris!”
Ma cosa vogliono tutte le donne da me oggi?
“Sono in cucina!” per fortuna che Ana si è andata a rivestire.
“Tiff che piacere vederti.”
“Si si certo. Ho visto tua madre uscire con uno strano sguardo.”
“Si ecco è venuta a trovarmi sperando di passare un po’ di tempo con lei, ma le ho detto che non posso.”
“E perché? Dai Chris è sabato non dirmi che vuoi lavorare pure oggi.”
“Ha parlato quella che mi chiama pure la domenica quando si tratta di lavoro.”
Mi fa una linguaccia, ma è inutile che si offenda è la verità!
“Comunque ho un impegno con una persona.”
Mi guarda con fare interrogativo, ma non mi da il tempo di rispondere che si dirige verso il mio studio non prima di avermi urlato un “Un vestiti per l’amor del cielo.”
Quando fa così non la capisco anche se sono anni che ci conosciamo, ma poco importa e decido di seguire il suo consiglio.
 
Dieci minuti dopo io ed Ana siamo in soggiorno che parliamo tranquillamente quando la mia cara amica ci interrompe:
“Allora Chris i documenti sono sulla scrivania, il dossier te lo porto lunedì in ufficio e fammi un favore cerca di rintracciare tuo fratello ho urgenza di parlare con lui.” E mentre dice ciò scende le scale come se stesse sfilando con ai piedi quei tacchi vertiginosi che alle volte mi fanno domandare” Come fa a non ammazzarsi?” La testa è rivolta su dei documenti che sospetto abbia preso dalla mia scrivania e quando alza lo sguardo rimane di stucco. Ah già mi ero dimenticato di dirle che ieri sera avevo un appuntamento con Miss Steel.
Il suo sguardo vaga tra me e lei e tra me e lei e so che sta elaborando i dati.
“Ah! Si tu sei quella dell’intervista.”
“Ana ti presento la mia migliore amica Tiffany.”
“è un piacere conoscerti. Chris mi ha parlato molto di te.”
“Ah davvero?” Ti prego non finire la frase… “Strano non mi ha detto che usciva con qualcuno. Se lo avessi saputo non vi avrei disturbato.” Appunto
“Be vi lascio ragazzi. È stato un piacere Ana.”
L’accompagno all’ascensore, ma prima che le porte si chiudono mi dice una cosa che non avevamo programmato:
“Ah Chris ricordati della cena di stasera al club alle 9.00”
Non ho il tempo di replicare ed inizio a preparami psicologicamente alla ramanzina che mi dovrò subire.
Maledizione!
 
Quando torno a casa, dopo aver riaccompagnato Ana a Portland, decido di fare una cosa che non faccio mai da solo ovvero rilassarmi.
Mi addormento nella vasca e non mi accorgo del tempo che passa.
Quando mi sveglio e decido di controllare l’ora per poco non mi viene un infarto!
Sono le otto e mezza di sera ed ho appena mezz’ora per vestirmi, uscire ed arrivare al club.
 
Sono in ritardo il che non mi è mai successo! Un’altra prima volta Grey nell’arco di 24h.
Un cameriere mi accompagna al tavolo dove vi è seduta una Tiffany con uno strano sorriso sulle labbra.
“Sei in ritardo Grey!”
“Scusa se ti racconto cosa mi è successo non ci crederai mai!”
“Allora è meglio ordinare la cena perché voglio sapere che cosa ti sta succedendo. È da una settimana che ti vedo perso in non so quale mondo forse Analand?”
Per poco non mi strozzo con il vino. Oggi non è giornata! Analand, mi piace.
“Si be sono stato un po’ occupato ultimamente, ma da lunedì torno in me tranquilla.”
“Allora com’è andato il tuo appuntamento?”
“Oh bene credo.”
“Credi? Chris …”
“ Be allora sono andato a prenderla in elicottero a Portland e siamo venuti qui a Seattle*.” Mi guarda stupita.
“Sul tuo elicottero? Quello che non fai entrare nessuno? Il tuo gioiellino?”
“Sì quello e poi siamo andati in quel ristorante che mi avevi detto di provare. Avevi ragione è carino ed intimo. Per finire abbiamo fatto una passeggiata sul molo ha iniziato a piovere e siamo tornati a casa e be.. sai com’è andata finire” credo di essere diventato rosso per l’imbarazzo.
“Wow che ne è stato del vecchio Chris?”
“Be è qui”
“Non ne sono sicura. Ciò c’è ma sta emergendo anche il suo lato romantico”
“Io non ho un lato romantico!”
“Oh credo proprio di sì. Sai è da tempo che non ti vedevo così felice.”
“Sono stato bene ieri, ma non so.”
“Chris devi avere più fiducia in te stesso e poi mica devi sposarla subito. Fai un passo alla volta e magari avvertimi quando uscirai di nuovo con lei. Non vorrei entrare nel tuo appartamento e trovarmi in situazioni spiacevoli.”
“La prossima volta puoi avvisarmi.”
“Cosa? Assolutamente no! E poi potevi avvisarmi che il mio migliore amico per la prima volta in vita sua usciva con una ragazza” la solita maniaca del controllo proprio come me.
“Ed Elliot sai che fine ha fatto?”
“Esce con Miss Kavanagh e tra una settimana partirà per le Barbados con lei.* Si lo so non è dai lui, ma credo che abbia perso la testa.”
“Proprio non vi capisco voi Grey, trovare la ragazza in contemporanea. Mah!”
“È tutto ok? Ti vedo un po’ strana ultimamente.”
“Si sono solo un po’ stanca. Non vedo l’ora di staccare un po’ la spina dal lavoro.”
“Non me la racconti giusta. Come sta Thomas?”
La vedo subito irrigidirsi.
“Tiff cosa c’è? Lo sai che mi puoi dire tutto, vero?”
“Ci siamo lasciati” mi dice tutto in un fiato.
“Cosa? Ma perché?”
“L’ho lasciato io in verità.” Mi confessa.
Ora sono un po’ confuso! Cerco di elaborare mentalmente le cose e cercare di fare il punto sulla situazione. Fino ad un mese fa mi dice che ne è innamorata ed adesso mi dice che lo ha mollato, non capisco. Con lo sguardo la invito ad andare avanti.
“Un mese fa abbiamo litigato. Ti ricordi quel giorno che mi sono data malata?”
“Sì e che poi mio fratello mi ha assicurato che stavi bene e che eri da lui.”
“Esatto, non ero realmente malata. La sera prima avevo discusso con lui per delle divergenze: lui vorrebbe che io la smettessi di stare in ufficio fino a tardi e che iniziassimo a mettere su famiglia e lì mi ha messo in crisi. Non dico che non voglio avere figli o famiglia, ma non penso di volerli ora.  Sono uscita per mettere in ordine le idee e non sapevo dove andare, i miei sono fuori città, mio fratello è in giro per il mondo, tua sorella non c’è ho iniziato a guidare e mi sono ritrovata a casa di Elliot.”
“Da Elliot? Quel Elliot? Mio fratello?”
“Sì, non avevo voglia di metterti preoccupazione ed non volevo dare spiegazioni a nessuno.”
Quando lo vedrò le sente eccome se le sentirà. La mia migliore amica ha bisogno di aiuto e mio fratello non mi dice niente.
“E quindi mi sono fermata una giornata per riflettere, per prendere in considerazione l’idea di mettere su famiglia, ma non credo di essere pronta. Ho ventisei anni e ci sono ancora delle cose che voglio fare prima e non ci voglio rinunciare Chris.”
“Ne avete parlato?”
“Sì, ma abbiamo litigato di nuovo e mi ha detto che era stufo di aspettarmi la sera e di vedermi sempre al lavoro e così l’ho mandato fuori di casa ed ora voglio venderla.”
“Non posso dirti che ti capisco, ma appoggio la tua scelta e se vuoi staccare un po’ dal lavoro lo sai che non serve che mi chiedi il permesso.”
“Grazie” mi accenna un debole sorriso “Mi sento meglio”
“E la casa sei sicura di volerla vendere?”
“Sì, ce ne sono due che mi interessano e sono appena fuori Seattle immerse nel verde e non molto lontano da casa dei miei. È da un po’ di tempo che vorrei una casa nuova più grande e all’avanguardia. Vorrei mettere all’opera tuo fratello il prima possibile. Ti andrebbe di venire con me a vederle?”
“Certamente”

Usciamo dal locale e iniziamo a passeggiare ed a perderci per Seattle. La gente ci osserva mentre passiamo, sembriamo due adolescenti che si godono una tranquilla serata insieme ridendo e scherzando.
Riflettendoci su stiamo recuperando gli anni persi, troppo concentrati sul lavoro per staccare la spina e goderci la vita ed è allora che ripenso alle parole di Tiff e mi viene in mente un’idea.

*Fonte: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011
 
 
Angolo della scrittrice:
 
Buona sera cari lettori,
lo so è passato troppo tempo e sono in stramega ritardo.
Vi chiedo scusa, ma lo studio e la voglia di staccare un po’ hanno preso parte del mio tempo, ma adesso voglio rimediare. 😊
Allora eccoci qui con un nuovo capitolo un po’ pieno di sorprese e spero tanto che vi sia piaciuto.
Come avrete sicuramente letto Tiffany è single, Ana esce con il nostro Christian che organizza un appuntamento semplice, ma di impatto. Cosa più importante è: “Cosa ne pensate”?
Nel prossimo capitolo mi staccherò un po’ dal libro (penso) e chissà che idea avrà avuto il nostro Christian: sarà per Tiffany? O per Ana? Oppure per entrambe?
Al prossimo capitolo,
Dauntless_99
 
P.S. Adesso avrò un po’ di più tempo quindi pian piano cercherò di tornare a pubblicare come prima, ma come sempre non prometto niente in quando dipende ogni volta da cosa mi passa per la testa. Vorrei provare a pubblicare anche in settimana, cosa ne pensate?

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Capitolo 16
*** Dottor Flynn ***



Premessa: scrivo qui per avvisarvi che nell'angolo della scrittrice c’è una piccola sorpresa per voi. Buona lettura!

È lunedì pomeriggio ed è quasi tutto pronto. Mi dirigo verso l’ufficio di Tiffany un po’ preoccupato per come possa reagire alla notizia. In questi anni ha lavorato molto duramente e non si è mai concessa un attimo per sé stessa, spero che questo la renda felice.
Busso sperando che non mi lanci uno dei suoi sguardi scocciati che lancia quando qualcuno la interrompe.
“Avanti. Ehi cosa posso fare per te?” mi chiede sorpresa di vedermi.
“Per me niente, ma forse puoi fare qualcosa per te.” Le porgo una busta e mi guarda un po’ confusa.
Quando la apre rimane di stucco.
“Vuoi che me ne vada per un po’?” mi domanda.
“Voglio che tu ti prenda una pausa. Dopo quello che mi hai raccontato ieri sera mi sono messo a rifletterci su ed ho pensato che forse sarebbe bene che tu staccassi per un po’. Ti vedo stanca ultimamente e un po’ anche provata.”
“Chris mi piacerebbe, ma ho lavoro da fare. Non posso lasciare tutto così!”
“Ascoltami! È solo per due settimane. Puoi lasciare tutto a Louis, io non ho bisogno di altro per il momento e vorrei che ti riposassi un po’. Raggiungi tuo fratello in Nuova Zelanda e stacca un po’ la spina dal lavoro. Ti assicuro che quando tornerai sarà tutto come lo vuoi tu.”
“Va bene Chris, grazie. Allora sarà meglio andare fare le valigie e per favore puoi dare quella cartellina blu a tuo fratello. Sono cose di lavoro che dovrebbero ricevere con urgenza.”
“Certamente. Andiamo?”
“Sì. Vado a dare gli ordini e ti raggiungo.”
 
“Hai preso tutto?”
“Sì!” mi guarda con una faccia preoccupata.
“Tiff rilassati okey? Se avrò bisogno di qualcosa ti chiamerò.”
Annuisce.
“Chiamami quando arrivi.”
“E tu non esitare a chiamarmi in qualsiasi ora del giorno.”
Le do un bacio sula nuca e aspetto che abbia superato i controlli prima di tornare a casa e preparare la valigia per Portland.
 
Tre giorni dopo
 
Sto guardando fuori dalla finestra perso nei miei pensieri quando una voce mi chiama di nuovo:
“Christian”
“Umm…” rispondo ancoro assorto nei pensieri.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi” mi chiede di nuovo quella voce.
“No!” Rispondo osservando lo skyline di Seattle.
“E allora perché sei qui?”
“Avevo voglia di parlare.”
“Cosa c’è che ti turba?”
“Lei…”
“Tiffany?”
“No, Ana”
Mi guarda stupito e inizio a raccontare chi è.
“Vedo che ti piace molto questa persona.”
“Sì! Lei è… diversa”
“Diversa in senso buono o cattivo?”
“Buono credo.”
“Come Leila?”
“No!” rispondo seccato da questa domanda. Lei e Leila sono due cose simili, ma diverse allo stesso tempo.
“Raccontami di lei. Perché ti fa star bene?”
“Non lo so. Quando sono con lei è come se staccassi la spina da questo mondo, smetto di riflettere e agisco più d’istinto. Mi fa sentire leggero, libero e mi fa fare cose normali.”
“Ma…”
“Ho paura che se venisse a sapere del mio passato mi guarderebbe come si guarda un cucciolo smarrito ed io non voglio che provi compassione per me.”
“È questa tua paura che ti ha bloccato la prima volta. Perché non provi ad aprirti e rischiare veramente questa volta; non dico dirle tutto ma farti scoprire un passo alla volta.”
“E se non dovesse funzionare?”
“Con i se e con i ma non risolveresti nulla. Ti vedo felice Christian e vedo che questa Ana sembra una specie di medicina per te.”
Ha ragione: ho dormito con lei due volte e in entrambe non ho avuto incubi, ma sogni felici evento molto raro per me.
“Il nostro tempo sta per scadere, ma voglio rivederti presto e sapere come va.”
“Grazie Flynn.”
 
Esco dallo studio e mi metto a camminare sotto la pioggia, per essere il mese di maggio sembra invece che sia marzo. Mi metto a pensare cosa mi ha consigliato di fare lo psicologo; aprirmi un po’ volta per volta. Ce la potrei fare, istintivamente prendo il telefono e compongo il numero di Tiff:
“Chris tutto ok? Ti serve qualcosa? Devo rientrare?”
“Tiff calmati ho solo chiamato per sapere se sei ancora viva.”
“Oh…” mi risponde con un tono deluso. “Com’è andata la cerimonia di laurea?”
“Noiosa!” la sento ridere dall’altra parte del telefono.
“E hai visto Ana?”
“Oh si ed ho cosciuto anche suo padre.”
“Cavoli! Mi sono persa tutto!”
“La vuoi sentire l’ultima?”
“Che domande.”
“Oggi sul giornale c’è un articolo riguardante la cerimonia di laurea e c’è una foto di me ed Ana con tanto di articolo vicino.”
“Ti prego non buttare via il giornale, però aspetta una cosa. Io volevo l’esclusiva!” Lei ed i gossip! Da quando esce con mia sorella ne è diventata una fan, non la capisco penso che sia la donna più complicata da capire nel mondo.
“Ho chiamato per sapere come stai. Dopo il tuo SMS di arrivo non ti ho più sentito.”
“Va tutto bene. Prossima settimana andiamo in corea, sarà fantastico! Chris non sai quanto mi mancava stare un po’ con il mio fratellone! Grazie.”
“Sono felice, ma non prenderci gusto. Ho ancora bisogno di te.”
“Devo andare e tranquillo che torno. In ufficio tutto apposto? Hanno avuto problemi? Serve un aiuto?”
“Ciao Tiff saluta tuo fratello” chiudo la chiamata prima che le venga un esaurimento.
 
Sto tornando a casa quando sento il telefono vibrare, controllo il display e vedo comparire il numero di mio fratello.
“Ehi fratellino, sai dov’è la tua cara amica Tiffany?”
“Elliot” rispondo “è in Nuova Zelanda.”
“Cosa? Hai già chiesto il divorzio?” Sempre il solito.
“No! Era stanca ed ho deciso di mandarla in vacanza per un po’. Cosa ti serviva?”
“Allora non la disturbo. Volevo darle i progetti per le due case che vorrebbe comprare, ma se è via lascio stare.”
“Potresti passare da me domani. Mi è venuta un’idea.”
“Ok a domani. Divertiti con Ana”
Cosa? E lui come lo sa? Kate!

“Mr Grey, Miss Steele sta salendo” mi avverte Taylor.
“Grazie, puoi prenderti la serata libera”
“Mr Grey”
“Miss Steele” la saluto posandole un dolce bacio sulle labbra.
“Cos’è?” mi chiede indicando i due progetti.
“Sono le due bozze dei progetti per la nuova casa di Tiffany. Sto portando delle modifiche qua e là?”
“Non sapevo che ti intendessi di queste cose.”
“Sono un uomo dalle mille risorse.”
“Lo sto notando. Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi”
“Lei lo sa?” Si preoccupa se lo sa. Oh Miss Steele non sai quante cose che sa.
“Sì lo sa.” Mento.
Si morde il labbro e so che c’è qualcosa che mi vorrebbe chiedere.
“c’è qualcos’altro che vorresti sapere?”
“Parlami di lei.”
Cosa?
“Non guardami con quella faccia. È la tua migliore amica e non mi hai detto ancora nulla di lei, tu invece sai molte cose di me, Kate e Josè.”
“A cena?”
“Volentieri. Pizza?”
“Ok andiamo.” Non la vedo muovere un solo passo.
“Vuoi ordinare la pizza?”
“Perché no.”
 Credo di non aver mai ordinato una pizza per asporto. La lista delle prime volte si allunga Grey.
 
 “Cosa vuoi sapere?” lei chiedo.
“Puoi partite da come vi siete conosciuti.”
“La conosco da quando avevo sedici anni, abbiamo fatto lo stesso liceo e abbiamo iniziato Harvard insieme. Lei ha scelto la facoltà di legge mentre io avevo scelto scienze politiche come indirizzo. Ho mollato al secondo anno ed ho iniziato la mia attività, lei mi ha aiutato a metterla su.”
Mi guarda stupita, sono in pochi quelli che sanno come ho fatto ad iniziare. Tutti pensano che il prestito sia arrivato dalla banca e che abbia fatto tutto da solo, ma 80% di tutto lo devo a lei e le sarò per sempre grato.
“Non mi sembrate persone che andrebbero d’amore e d’accordo.” Si riferisce al loro primo incontro.
“Lei è molto schietta, non si dedica molto a relazionarsi con i suoi simili, però le piace aiutare gli altri.”
“Parli come se fosse un alieno.”
“Be è molto intelligente ed in gamba. Ha un suo equilibrio e sinceramente a volte non la capisco nemmeno io, ma una volta che l'hai conosciuta ti ci affezioni subito.”
“Mi piacerebbe conoscerla.”
“Oh questo lo devi chiedere a lei.”
“Ci proverò. Ti brillano gli occhi quando parli di lei.”
“È come se fosse una sorella per me e le devo tutto.”
Mi sorride e capisco che vorrebbe chiedermi qualcos’altro, ma non lo fa.
 
Il giorno dopo
 
Fisso i due progetti che stamattina Elliot mi ha portato, sono molto buoni ma bisognerebbe portare delle modifiche. Nel pomeriggio ho chiamato Tiffany e le ho esposto le idee che mi erano venute ieri vedendo le bozze. Mi ha dato il via libera per fare ciò che è necessario, ovviamente seguendo le sue linee guida.
 
Siamo a metà della seconda settimana, Tiffany dovrebbe rientrare lunedì e sono un po’ nervoso per le bozze e per sabato, soprattutto per sabato.
“Ti vedo più preoccupato rispetto alla scorsa settimana.”
“Sabato Ana conoscerà i miei, non pensa che sia un po’ presto?”
“Devi dirmi cosa intendi per ‘presto’. Non c’è un periodo di tempo preciso per far conoscere la fidanzata ai tuoi.”
Al suono di quella parola faccio una piccola smorfia.
“Non la consideri come tale?”
“Sì! No! Non lo so!”
“Ti vedo molto confuso Christian.”
“Lo sono.” Ammetto.
“Cosa ne pensa Tiffany a tal riguardo?”
“Cosa centra lei?”
“Siete amici da tanto tempo e scommetto che qualcosa tu le abbia detto.”
“Lei pensa che sono dentro una relazione, ma non chiamiamo mai Ana come la mia fidanzata. Forse compagna qualche volta. Dice che sono molto preso da lei e pensa che io me ne sia innamorato.”
“Bene e tu cosa pensi?”
“Penso di provare affetto verso di lei, ma non so se è amore.”
“Su questo devi lavorare. Devi capire se provi nei suoi confronti un affetto di tipo amichevole o più di tipo amore.”
“E come faccio?”
“Questo spetta a te. Posso suggeriti di pensare al rapporto che hai con Tiffany e quello che hai con Ana. Sarà lo stesso? Uno è più forte dell’altro?”
“Non posso paragonarle! Sono due persone completamente diverse!” Che cosa ridicola!
“Non intendo la persona, ma il legame che hai con loro. Facciamo così, prossima settimana verrai di nuovo da me e vediamo se ne usciremo fuori. Intanto rifletti.”
“Ci proverò”
Saluto il dottor Flynn ed una volta a casa mi metto a fare un bel bagno caldo.
Domani è sabato e Tiffany non rientrerà prima di domenica, vorrei tanto fare una bella chiacchierata con lei e sprofondare nei fanghi. 
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Iniziamo: qui c’è un Christian preoccupato per la salute di Tiffany così decide di farla partire per la Nuova Zelanda, ma ho voluto far entrare in scena il dottor Flynn. Christian sta sperimentando dei sentimenti nuovi che non ha mai provato prima e si trova in uno stato di confusione totale e la sua migliore amica è a km di distanza. Si trova quindi per la prima volta ad affrontare tutto da solo.
Dall’altra parte invece c’è un Ana curiosa di scoprire qualcosa in più sul nostro amministratore delegato e Christian decide di assecondarla in modo parziale rispondendo alla sua domanda.
 
Cosa ne pensate di questo capitolo?

 
Durante questa settimana mi sono venuti in mente dei pezzi di alcuni capitoli che pubblicherò in futuro e vorrei anticiparvi qualcosina con il seguente estratto:
 
“Mi vuoi dire cosa ti sta succedendo?” le chiesi molto preoccupato.
“Niente” mi risponde, ma noto che qualcosa la turba. Sta vagando su e giù per il salotto, mordendosi la mano destra; lo fa solo quando qualcosa la preoccupa.
“Parlami ti prego.”
“Non lo sopporto!”
È già qualcosa.
“Cosa non sopporti?” voglio che si apra con me. Sono settimane che è sotto stress, prima il lavoro e ora sospetto che c’è qualcosa che non va nella sua vita privata.
“Loro, il loro rapporto, lei.”
“Da quando sei gelosa?” domando incuriosito di scoprire questo suo lato nascosto.
 
Secondo voi a cosa si riferisce questo breve dialogo? Fatemelo sapere nei commenti.

Ho già scritto un pezzo del penultimo capitolo, l’epilogo e il capitolo su Aspen. Si lo so sono un po’ pazza, sono a metà della storia e penso già alla fine, ma in questi giorni mi sono venute delle idee per quei capitoli. Sinceramente sono i capitoli che aspetto con più ansia, ma non vi svelerò il perché.
In questa fase della storia ho avuto un po’ di difficoltà a scrivere il capitolo, un po’ forse perché voglio restare fedele alla trama e un po’ anche perché ho voglia di metterci del mio.
A presto,
Dauntless_99
 

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Capitolo 17
*** Il ballo ***


Sono passati cinque giorni da quando sono stato dal dottor Flynn ed ho pensato molto alle sue parole non trovando ancora una risposta.
“Chriss…..Chriss….”
“Ehi Bentornata”
“Grazie, ma forse dovrei essere io a dirlo a te.”
“Sì scusa stavo pensando. Com’è andata il volo?”
“Un po’ turbolento. Odio la pioggia!”
Mi volto ed osservo a bocca aperta le sue valigie: quando era partita, due settimane fa, aveva con se solo una valigia e la borsa. Ora davanti a me ci sono tre valigie grandi e due trolley piccoli.
“Ma cosa cavolo hai comprato?”
“Oh niente di che!”
“Niente di che!? Ma scherzi!?”
Prendiamo le valigie ed iniziamo a dirigersi verso la macchina, mentre una Tiffany elettrizzata mi racconta del suo shopping sfrenato.
“E così tuo fratello ha deciso di portarti in città a fare shopping. Tu odi lo shopping!”
“È vero! Solo che siamo andati in città ed ho visto alcune cose carine.”
Alzo gli occhi al cielo. Ogni volta finisce così, lei e la carta di credito dovrebbero essere tenute lontane. Almeno questa volta non ha combinato il casino che era successo a Londra l’anno scorso.
“Ti vedo bene.”
“Si, mi sono rilassato un po’ in queste due settimane. Mia mi ha minacciato di dirti che le devi un aperitivo.”
“Sì lo so.”
La guardo tirare fuori il tablet un po’ confuso, credevo che l’avesse lasciato a casa.
“Tiff cosa stai facendo?”
“Sto finendo le ultime cose di lavoro domani si rientra.”
“Mah sei appena tornata! Puoi tornare martedì e lo sai bene. Scusa una cosa come sarebbe dire ‘devo finire’? Avevi promesso che avresti staccato un po’ dal lavoro.”
Silenzio.
“Tiff….”
“Ok mi sono portata il computer dietro, ma ti giuro che non ho lavorato. Ho solo letto qualche mail e spedito qualche documento.”
“Avevi promesso.”
“Mi ricordo cosa ho promesso, ma lo sai che non ci riesco.”
Il resto del tragitto lo passiamo in silenzio. Sono molto arrabbiato con lei! Aveva promesso che si sarebbe rilassata e che non si sarebbe preoccupata di nulla, invece ha voluto fare di testa sua come sempre.
 
Il giorno seguente
 
Toc..toc..
“Avanti”
“Ciao, sei ancora arrabbiato?”
“No, entra.”
Un po’ titubante osservo Tiffany entrare e sedersi su uno dei divanetti del mio ufficio.
Mi fa cenno di venire vicino a lei e mi domando cosa c’è che non va.
“Allora…”
“Allora. Ho letto i documenti che Louis mi ha mandato e sembrerebbe che tu voglia entrare nel campo dell’editoria.”
“È da un po’ che ci penso e che ne parlo con il tuo team, non tutti sono d’accordo ma forse abbiamo una chance. Ho delle idee che potrebbero dare una spinta in più a questo settore e mi piacerebbe metterle in atto.”
“Capisco”
“Ma...” Le chiedo un po’ titubante. Forse ho intuito dove vuole andare a parare, ma se voglio che il mio piano funzioni devo giocarmi bene le mie carte.
“Sarò sincera con te. Ho letto tutto e come idee non sono male, ma mi chiedo perché adesso? Perché non prima? Centra qualcosa Anastasia?”
“Penso che adesso sia un buon momento per entrare, ci sono quattro case editrici a Seattle e tutte hanno un buon potenziale, ma una di più. Entriamo nel mercato in silenzio, sviluppiamo i nostri brevetti e quando saremo pronti sganciamo la bomba.”
“Ed una di queste è la SIP. Che strana coincidenza!”
“È ad un passo dal fallimento e nessuno sospetterebbe nulla.” Certo di convincerla in tutti i modi, ma lei è furba: sa cosa ho in mente.
“Bene, ma vorrei avere la strada libera. Farò dei controlli sul personale, eliminerò quello che non mi sembra adeguato e tu non muoverai un dito. Dovrai fidarti di me come non hai mai fatto prima.”
Mi porge la mano e sono consapevole che non ho altra scelta; se voglio proteggere Ana devo accettare le sue condizioni.
“Ok, ma voglio aspettare ancora due settimane prima di entrare nelle trattative, devo risolvere alcune cose con i ragazzi.”
“Perfetto io intanto mi metto a fare qualche ricerca.”
Ci stringiamo la mano ed una volta uscita posso tirare un sospiro di sollievo. È andata!*
 
Alla sera torna di nuovo a trovarmi.
“Ti manco già?” le chiedo scherzando.
“Sinceramente no, ma volevo parlare con te.”
“Cosa c’è che non va?”
“Oh niente! In verità sono qui per te!”
“Per me?” chiedo un po’ confuso.
“Sì sai… da quando esci con Miss Steele ti vedo un po’ diverso e mi sono chiesta se volevi parlare con me.”
“A cena?” propongo.
“Andata.”
 
 
“Stai scherzando! Avete davvero ordinato la pizza a casa?”
“Sì! E smettila di guardami così.”
“Scusa ma sei troppo… buffo”
“Buffo.”
“Oh andiamo Christian, dimmi una sola volta che hai ordinato la pizza a casa, che sei stato sovrappensiero per più di un minuto.”
“Be…in effetti.”
“Sono contenta che tua sia felice e che ti sia aperto un pochino.”
“Ci sto provando. Lei mi piace davvero, ma non vorrei sbagliare e poi mi ha chiesto ti te.”
“Di me?” mi domanda sorpresa.
“Sì mi ha chiesto di raccontarle un po’ di te.”
“Spero che tu abbia parlato nel miglior modo possibile signorino.”
“Non oserei mai parlar male di te.”
“E adesso lei dov’è?”
“È in Georgia dalla madre.”*
“Ehi che è quella faccia triste?”
“Niente, solo che mi stavo abituando ad averla intorno.”
“Wow frena. Quante volte vi siete visti? Quattro? Forse cinque? E ti fa questo effetto. Wow!”
“Che effetto?”
“Non lo so. Sei diverso rispetto a tre settimane fa. Quel Christian non sarebbe mai andato in crisi d’astinenza per una ragazza”
“Sai ho pensato di andarla a trovare in Georgia.*”
“Non credo sia una buona idea.”
“Perché?”
“Non pensi che si potrebbe sentire soffocata?”
“Mmm… forse hai ragione.”
“Signori scusate desiderate un dolce?”
Sto per rifiutare quando la golosa Tiffany mi interrompe.
“Sì, una torta al limone ed una mousse al limone.”
“Tiff sai che non mi piace la torta al limone.”
“Non ho detto che è per te.”
“La solita…”
 
“Buongiorno amministratore delegato.”
“Buongiorno a te Tiff. Ti vedo raggiante stamattina.”
“Sì, sai mi chiedevo se ti andava di venire con me a scegliere l’abito per il ballo di beneficienza di venerdì.”
“Oh giusto, certo.”
 
“Cosa te ne pare?”
“Bello come gli altri sette che hai provato.”
“Sai dire solo bello? Forse avrei dovuto chiedere a tua sorella.”
“Come mai tutto questo entusiasmo?”
“Niente. Uh guarda quello là.” “E questo che ti pare?”
“Wow! Questo è il mio preferito.”
“Lo so, mi fa un fondoschiena da urlo.”
“Tiff!” la rimprovero.
“Be’ è la verità. Hai chiesto che venga anche Ana?”
“Sì, non ti dispiace.”
“Oh no. Era quello che volevo.”
Questa è nuova, Tiffany che rifiuta di avere un cavaliere al ballo di beneficienza organizzato dai miei venerdì sera dove ci saranno molte persone importanti*. C’è qualcosa che mi nasconde.
“Verrà anche tuo fratello con quella Kate.”
“Mmmm…”
“La borsa ci vuole una borsa.”
“Tiff ne hai un milione!”
“Ma nessuna si abbina all’abito.” Mi mette il broncio e non posso dirle di no.
“Va bene.”
“Grazie, grazie.” Mi abbraccia o meglio cerca di strangolarmi.
 
Come ogni anno i miei si sono dati da fare ed hanno fatto le cose in grande. Il tema di quest’anno sono le maschere e dentro al tendone, dove si tiene l’evento, è tutto decorato a tema. Mi ricorda molto Venezia, un po’ più moderna.
“Chris sei arrivato finalmente!”
“Ciao Mia.”
“Ana che bello che tu sia venuta, vieni di presento un po’ di gente.”
“Ma…” Mia non mi da il tempo di ribattere che ha già trascinato Ana dalle sue amiche.
Una voce dietro di me mi fa sobbalzare:
“È bella!”
“Hai ragione, ma credo che con questo abito le rubi la scena.”
Tiffany aveva scelto un abito bordeaux, molto scollato sulla schiena e con il collo alto e dei pendenti con dei diamanti.
“Sai dov’è mio fratello?”
“È con quella kate. Avevi ragione è insopportabile.”
“Siete già grandi amiche vedo.”
“Divertente. Scusa ma se permetti vado a salvare Ana dalle grinfie di Mia e delle sue arpie.”
“Volentieri, non tenertela troppo per te. Sai divento geloso.” Le faccio l’occhiolino mentre lei alza gli occhi al cielo e va salvare Ana.
 
Tiffany POV
 
“Mia, voi se non vi dispiace vorrei fare la conoscenza di Miss Steele.” Interrompo la loro noiosissima conversazione su quanto è carino sta sera Chriss. ‘Tesoro non ti ha calcolato per tutta la vita come pensi che ti calcolerà ora’ penso.
“Certo, partecipi anche tu al ballo di beneficienza Tiff?”  mi chiede Mia.
“Sì, perché non iscriviamo anche Ana?”
“Ma io non so ballare.”
“Tranquilla, ho come il sospetto che Chris ti salverà” le faccio occhiolino.
Quando ci siamo allontanate mi ringrazia, la guardo un po’ confusa.
“Per avermi tolto da una conversazione abbastanza imbarazzante.”
“Non preoccuparti, le amiche di Mia sbavano dietro a Christian da un secolo e lui non le ha mai calcolate. “Comunque non so se ti ricordi di me, ma ci siamo incontrate quella domenica mattina.”
“Sì mi ricordo.”
“No è già ora di andare a cena! Be spero di riuscire a scambiare quattro parole con te durante la serata, sempre se Chris me lo permetterà. Sai è un tantino geloso. Oh eccolo!”
“Spero che tu non le abbia raccontato qualcosa di imbarazzante.”
“Ma ovvio che sì se no che razza di amica sarei.”
 
Christian POV
 
So che scherza, ma spero che non le abbia davvero raccontato qualcosa di imbarazzante.
Ci sediamo al nostro tavolo: Tiffany è alla mia destra mentre Ana alla mia sinistra, beato tra le donne.
Per tutto la cena noto che Tiffany sta lanciando degli sguardi omicidi a Kate, non l’avevo mai vista essere così protettiva nei confronti di Elliot.
Quando inizia la scelta delle dame per il ballo di beneficienza Kate, Ana, Tiff e Mia vanno sul palco. Di solito Elliot sceglie Tiffany come dama, ma quest’anno c’è Kate quindi… aspettate un momento. Ora ho capito perché Tiffany ci teneva tanto all’abito. No Christian non può essere.
Mia fa coppia con Leon, non mi piace quel ragazzo ma voglio dargli il beneficio del dubbio.
Io ovviamente ballerò con Ana la quale una volta arrivata vicino a me riceve l’occhiolino da parte di Tiffany.
“Mi aveva detto che mi avresti salvato.” Risponde alla mia domanda inespressa. Le sorrido e saluto Flynn da lontano.
Osservo Elliot e mi sembra indeciso sul da farsi. Si gira verso di me in cerca di aiuto, ma non posso aiutarlo io la mia scelta l’ho fatta e non me ne pento.
“Elliot sembra nervoso.”
“Ci sono due belle dame ancora da scegliere.”
“Non capisco.”
“Mi prometti che non lo dirai a Kate?”
“Ma è la mia migliore amica!”
“Sì, ma non vorrei creare danni per sta sera. Non so se mi capisci.”
“Penso di no.”
“Elliot è sempre stato il cavaliere di Tiffany a questo ballo e adesso che c’è Kate non so cosa potrebbe succedere.”
“Sono stati insieme?” mi domanda incuriosita.
“Elliot ha avuto una piccola cotta per Tiffany quando io e lei eravamo al liceo, ma nulla più.”
“Non capisco perché è così turbato.”
“Lasciamo perdere e godiamoci la serata.”
“E Miss Benson sarà la dama di signor Elliot Grey.”
Io e Ana ci voltiamo verso di lui, Miss Kavanagh osserva Elliot dal palco con uno sguardo arrabbiato e confuso, mentre Tiffany scende dal palco come se avesse appena vinto Miss Universo. Gli unici che non sembrano sconvolto sono i mie, i nonni e Mia.
Prima che inizino le danze vado a chiedere spiegazioni da Elliot non trovandolo.
La serata è andata meglio del previsto: nonna e nonno sono felici per me ed Ana, Tiffany ed Elliot hanno ballato come ogni anno e lei ed Ana hanno scambiato qualche parola dopo la scelta delle dame per il ballo.*
Tornati a casa però Ana parte con le domande:
“Non capisco ancora. Perché Elliot ha scelto Tiffany?”
“Non lo so.”
“Sì che lo sai. Ho parlato con la tua amica prima di andarcene e lei ha fatto la finta tonta. Kate è rimasta malissimo.”
“Ana calmati!”
“Non dirmi di calmarmi! È la mia migliore amica ed Elliot è il suo fidanzato! Non penso che quella piccola cotta sia stata così piccola.”
“Fermati un attimo e guardami. Non so cosa gli sia preso a quei due, ma ti posso assicurare che non c’è niente fra loro. Se vuoi ne parlerò con Tiffany okey? E magari Elliot ne deve parlare con Kate.”
“Okey, ma se scopro che Elliot ha spezzato il cuore a Kate gliela farò pagare.”
“Vieni qui.” L’abbraccio e ci dirigiamo a letto, mi sembra ancora strano vederla nel mio letto e dormire con lei, ma ormai è diventata la mia medicina contro gli incubi.
 
Nel fra tempo…
 
Appartamento di Elliot Grey
 
Elliot POV
 
“Mi vuoi spiegare cosa ti è preso?” mi chiede Kate come se fosse una pazza isterica.
“Calmati per favore.”
“Calmarmi!? Mi hai fatto fare la figura dell’idiota! Perché?”
“Perché cosa?” domando.
“Perché hai scelto lei?”
“Io… non guardarmi così.”
“Sono arrabbiata Elliot! Ho visto come la guardavi per tutta la sera e ho visto come faceva oca con te.”
“Non darle dell’oca! Non la conosci nemmeno!”
“La difendi pure! E per di più non hai fatto niente!”
“Ascolta conosco Tiffany da molto tempo e a questo ballo sono sempre stato il suo cavaliere. Hai insistito tu nel venire e ti avevo detto che non era una buona idea, ma non hai voluto ascoltarmi.”
“Certo perché così se non c’ero io potevi filtrare con lei.”
“Cosa? Senti è vero un tempo ho avuto una cotta per lei, ma è passato tanto tempo. Adesso voglio stare con te e quando mi hai detto che volevi venire mi hai preso alla sprovvista.” Proprio in quel momento il telefono inizia a squillare.
“Rispondi.”
“Non è importante.”
Alla terza volta rispondo.
“Ci possiamo sentire domani?”…. “Grazie, buonanotte”
“Era lei?”
“Sì, ma non è come pensi. Dobbiamo discutere delle cose di lavoro e mi ha chiesto di uscire a pranzo.”
“Tu non ci vai con quella a pranzo dopo sta sera.”
“Kate mi dispiace tantissimo, vorrei farmi perdonare.”
“Puoi iniziare con il non vederla più.”
“Non posso.”
“Perché?”
“È l’avvocato della mia azienda, mi ha chiesto di lavorare sulla sua nuova casa e in più è la migliore amica di Christian.”
“Be’ allora cambia avvocato.”
“NO! La vita privata e il lavoro sono due cose separate. Se vuoi che non la veda più d’accordo, ma non la licenzierò.”
“Promettimi che la vedrai solo per lavoro.”
“Te lo prometto.”
“Okey”
Prende la borsa e il giubbotto.
“Dove vai?” le domando confuso.
“A casa. Per sta sera è meglio così. Buonanotte”
“Buonanotte.”
Mi siedo sul letto prendendomi la testa fra le mani. ‘Cosa ho combinato?’
Prendo il telefono e la chiamo:
“Ciao, tutto bene?”
“No! Dobbiamo parlare. Domani solita ora, giù al caffè”
“Elliot…”
“Notte Tiff.”

*Fonte: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011
 
 
Angolo della scrittrice:

Buongiorno cari lettori,
e buon inizio di settimana.
Speravo di riuscire a pubblicare questo capitolo ieri sera, ma come sempre i miei piani sono sfumati.
Bene iniziamo con delle considerazioni: Come avrete letto Tiffany è tornata ed ha fatto arrabbiare un pochino il nostro Christian, ma lasciamo stare i dettagli e passiamo al cuore del capitolo ovvero il ballo.
Ho pensato di far rientrare prima Kate e Elliot dalle Barbados per far ravvivare un po’ la storia e mettere qualche colpo di scena. Kate non mi è mai stata molto simpatica così ho deciso di farla penare un po’; che cattiva che sono!
Come sempre mi farebbe tanto piacere sapere cose ne pensate di questo capitolo, ma una cosa vorrei sapere: Chi vorreste che scegliesse Elliot? Kate o Tiffany?
Un piccolo avviso prima di lasciarvi, durante i prossimi capitoli salterò delle parti del libro per non farvi annoiare, ma terrò quelle più importanti. Ovviamente dedicherò un piccolo spazio anche a Tiffany ed Elliot.
Non so quando aggiornerò in quanto agosto è un mese un po’ movimentato, spero presto.  
Intanto vi ringrazio per le recensioni che lasciate ed il supporto che mi date.
Al prossimo capitolo,
Dauntless_99

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Capitolo 18
*** Indecisioni ***


Salve cari lettori, anche oggi vi chiedo di leggere attentamente l’angolo della scrittrice perché le vostre opinioni mi saranno molto d’aiuto per i prossimi capitoli. Buona lettura!

“Giorno Tiff” la saluto mentre la vedo camminare a passo svelto verso il suo ufficio, ma non ricevo risposta.
Busso un po’ preoccupato, di solito non è così il lunedì mattina.
“Giorno Tiff”
Niente di nuovo.
“Ehi tutto ok?” alza lo sguardo dai documenti che sta leggendo attentamente.
“Oh ciao. Scusa non ti avevo sentito.”
“Va tutto bene?”
“Sì, solo un po’ stanca.” Non mi convince del tutto, ma decido che è meglio non insistere per il momento.
“Ho i documenti che ti servono per l’acquisizione della SIP”
“Grazie” sto per uscire quando mi ferma
“Siediti, c’è una cosa che ti devo dire.”
“Che succede?”
“Ho esaminato tutti i curriculum dei dipendenti e c’è uno che mi è saltato all’occhio.”
Mi porge una cartellina gialla con scritto il nome di un certo Hyde Jack; la apro ed inizio a dare un’occhiata ai documenti, sembrerebbe tutto apposto.
“Be’ ha un ottimo curriculum.”
“Quello è vero, ma guarda questa pagina. Ha lavorato per case editrici molto più importanti della SIP, ma non si sa il perché ha deciso di trasferirsi in una più piccola.”
“Non vedo cosa c’è di strano. Forse vuole stare vicino alla famiglia.”
“L’ho pensato anch’io, ma ho voluto andare più a fondo ed ho scoperto un’altra cosa. Nessuna segretaria che ha avuto è durata per più di tre mesi. Miss Steele ha iniziato questa settimana il lavoro giusto?”
“Sì.” Rispondo.
“Vorrei darti un consiglio d’amica, se ci tieni davvero a lei avvertila su questo Jack.”
“Pensi che potrebbe farle del male?”
“Non lo so Chris, ma questa storia non mi convince. Ho analizzato tutti i curriculum ed alcuni penso che non servano all’azienda, anzi sembrano dei pesi. So che ci tieni al programma di tirocinio per gli studenti universitari quindi ho pensato che chi non servisse poteva essere mandato via e al loro posto mettere gli studenti.”
“Ma così mandiamo a casa delle persone!”
“Ho pensato anche a questo ed ho visto che ci sono delle posizioni molto promettenti per loro in altre case editrici e per questo chiederemo di fare delle lettere di raccomandazione. Vorrei mandare via anche Jack, ma è più complicato.”
“Capisco, ed Ana cosa centra?”
“È la sua assistente.”
“Quindi mi stai dicendo che in questo momento si potrebbe trovare a lavorare con un possibile ‘criminale’?”
“È possibile, ma non ci sono prove. È bravo nel suo lavoro e non ho in mano niente. Vorrei fare di più.”
“Hai già fatto abbastanza e per questo ti ringrazio.”
“Ho fatto solo il mio lavoro.”
“No! Hai fatto qualcosa in più.”
“Se ho novità ti aggiorno, ma per ora cerca di non far capire a Miss Steele dell’acquisizione…”
“Sì lo so la clausola di riservatezza, farò del mio meglio.” Le do un bacio sulla guancia ed esco dirigendomi verso il mio ufficio. Questa storia su questo Hyde non mi convince così chiamo Welch per indagare più a fondo.
 
“Buona sera Miss Steele.”
“Buona sera Mr Grey. Com’è andata a lavoro?”
“Il solito, ma questa domanda dovrei farla a te.”
“Be’ visto che me lo chiedi è andata bene.”
“Sono contento, andiamo a festeggiare?”
“Stupiscimi.”
Sono le tre di mattina quando il suono della suoneria del cellulare mi sveglia. Prendo il telefono e cerco ti fare il più piano possibile per non svegliare Ana.
“Elliot, ma che cavolo!”
“Ciao fratellone, disturbo?”
“Me lo chiedi anche? Sono le tre del mattino?”
“Sì certo sgridami pure, tanto lo o che stavi lavorando.”
“In verità stavo dormendo.”
“Pazienza ti devo chiedere una cosa”
“Adesso?”
“Sì adesso! Una cosa di donne?”
Elliot che mi chiede cose di donne a me. Questa non me lo sarei mai aspettato nemmeno, nei sogni più strani.
“E cosa vuoi sapere?”
“Allora ho un amico che ha una fidanzata un po’ arrabbiata e vorrebbe farsi perdonare, ma al tempo stesso vorrebbe vedere una sua cara amica per discutere di una faccenda di lavoro durante un bel pranzo. Questo mio amico però ha promesso alla fidanzata che non avrebbe visto questa sua amica perché è la causa della sua arrabbiatura, ma lui deve vederla per questioni di lavoro ma non a pranzo solo in ufficio. Come può questo mio amico uscire a pranzo con la sua amica e discutere di cose di lavoro, quando ha la fidanzata che lo controlla?”
“Questo tuo amico si chiama Elliot Grey?”
“No! Sì! Aiutami fratellino mi sono cacciato in un casino”
“Oh lo so! Ana mi ha raccontato tutto.”
“Per favore!”
“Non puoi dire al tuo amico di vedere questa sua amica in ufficio?”
“No perché a pranzo si diverte di più!”
“Capisco. Elliot non so come aiutarti.”
“Per favore.” Mi supplica.
“Senti perché non andate al mio club, la sera però a pranzo è chiuso.”
“Non posso devo uscire con Kate.
“E la sera dopo?”
“Sono nei guai fratellino, la sera è troppo sgamabile.”
“Non credo a quello che sto per dire.  Perché non vai a New York? Ti lascio casa.”
“Così è troppo sgamabile bro.”
“Non hai capito. Ti lascio il jet dell’azienda, tu e Tiffany andate a New York e parlate di affari. Se non sbaglio tu hai dei clienti la e puoi dire a Kate che vai via per due giorni a causa del lavoro, mentre io manderò Tiffany con qualche scusa.”
“Sei un genio. Grazie fratello.”
“Una cosa questa conversazione non è mai avvenuta e non voglio essere mai più convolto fra voi tre.”
“Coinvolto con chi?” mi chiede Ana cogliendomi di sorpresa.
“Mia ti devo lasciare, vedi di non divertiti troppo con Lenon.” “Ti ho svegliato?”
“No mi sono girata e non ceri, così sono venuta a cercarti.”
“Scusa Mia mi ha telefonato.”
“Tutto bene?”
“Certo. Voleva solo un aiuto dal suo fratello preferito.”
“Fratello preferito?”
“Ovvio.” Le faccio l’occhiolino e me la carico sulle spalle.
“Christian! Mettimi subito giù!”
“Assolutamente no! Dobbiamo finire di festeggiare!”
“Christian!”
 
“Christian mi vuoi spiegare il motivo del mio viaggio a New York?” una Tiffany abbastanza forse molto arrabbiata irrompe nel mio ufficio.
“Questa storia finirà spero.”
“Cosa?”
“Niente stavo riflettendo ad alta voce. Ti fidi di me?”
“Certo, ma…”
“Niente ma. Parti per New York e quando torni non voglio che mi mettiate più in mezzo.”
“Chi?”
“Lo sai chi!”
“Non lo so!”
“Credo proprio di sì. Se vuoi scusarmi avrei del lavoro da finire.”
Esce sbattendo la porta, non ce la faccio più! Guardo l’orologio e mi viene in mente un’idea.
 
È mezzogiorno e sono fuori dalla SIP, se non sbaglio Ana dovrebbe entrare in pausa pranzo tra poco. Eccola!
“Buongiorno Miss Steele. È uno schianto stamattina!” Indossa un vestito marroncino chiaro lungo fino alle ginocchia e grazie al cielo non troppo scollato.
“Christian che ci fai qui?”
“Be ho pensato che potremmo andare a pranzo.”
“Oh! Okey, ma non ho molto tempo.”
“Ci penso io.”
 
La porto in un piccolo ristorante italiano non troppo distante dal suo ufficio.
“Allora a cosa devo la tua visita?” mi domanda.
“Non posso venire a trovare la mia fidanzata in ufficio?”
“Certo che puoi, ma ho come il sospetto che ci sia qualcosa dietro.”
“Perspicace.”
“Sul serio Chris mi fa piacere che mi vieni a trovare durante la pausa pranzo solo che non vorrei che fosse solo perché hai discusso con qualcuno.”
“Chi ti dice che ho discusso?” accidenti! È così evidente?
“Vuoi negarlo?”
“No, ma sono felice di distrarmi un po’.”
“Mmmm… è successo qualcosa a lavoro?” mi chiede mentre un cameriere ci serve la pizza.
“Non proprio. È una cosa che non dovrei dirtela, ma sto impazzendo. Mi prometti che non dirai nulla a Kate?”
“Chris che succede?”
“Penso che Kate ci sia andata giù pesante con Elliot e adesso ho la netta sensazione che si sta mettendo nei guai.”
“E perché me lo dici?”
“Non lo so, di solito parlo con Tiffany di queste cose ma diciamo che abbiamo avuto una piccola discussione e poi non mi piace mentirti. Sai è tutto nuovo per me ed ho paura di perderti.”
“Quando mi avresti mentito?” mi domanda.
“Stanotte non era Mia al telefono, ma Elliot che mi chiedeva una mano. Non voglio dirti altro perché non voglio che tu abbia discussioni con Kate, ma sto impazzando.”
“Mi fa piacere che tu ti apra un po’ con me. Ci frequentiamo da solo tre settimane ed è difficile a volte capirti.”
“Immagino, io e Flynn ci stiamo lavorando.”
“Flynn?”
“Sì è il mio psicologo. L’hai visto al ballo.”
“L’altro pretendete?”
“Già.”
“Be ti prometto che non dirò nulla a Kate, mi fido di te Chris”
“Grazie, però non bombardarmi di domande eh.”
“Questo non te lo posso assicurare, ma intanto vorrei sapere qual è il tuo piatto preferito”
“Questa non è difficile: maccheroni al formaggio.”
“Sul serio?”
“Sì.”
“Sei strano. Si è fatto tardi.”
“Ti riaccompagno.”
“Buon lavoro Miss Steele.”
“Buon lavoro Mr Grey e veda di non creare troppi danni.”
“Non oserei mai, Ana”
“Christian”
“Sì?”
“Prossima settimana Josè tiene una mostra di fotografia qui a Seattle, mi chiedevo se ti andrebbe di accompagnarmi.”
“Volentieri. A dopo”
 
New York
 
Tiffany POV
 
Christian ha mandato me e Ross a New York per ‘questioni di lavoro’ ma non ne capisco il motivo. Ross ha davvero delle faccende da sbrigare mentre io non centro nulla. Mi sto dirigendo verso un indirizzo a me sconosciuto e quando arrivo, mi viene subito da ridere. “Central Park” è il nome del bar all’angolo ed è lo stesso posto dov’è stata ambientata una delle mie serie preferite: Friends.
Quando entro una voce attira la mia attenzione:
“Tiffany” mi volto e vedo Elliot appoggiato ad un tavolo vicino alla finestra.
“Elliot che sorpresa! Che ci fai tu qui?”
“Siediti. Io e te dobbiamo parlare.”
“Va tutto bene?”
“No…” e inizia a raccontarmi del litigio con Kate e della conversazione avuta con Tiffany.
“Be’ non so che dirti.”
“Sul serio? Guarda che sono in un mare di guai Tiff.”
“Be’ non è un mio problema se non sai gestire una ragazza gelosa e se mi hai scelto al ballo.”
“Stai scherzando!?”
“No Elliot! Lei non può dirti con chi e come puoi vedere la gente. Io e te siamo amici da parecchio tempo e per di più sono il tuo avvocato, quindi il suo ragionamento mi sembra insensato.”
“A me piace Kate e mi piace scherzare anche con te anche se a volte ti chiudi a riccio.”
“Se lei vuole che io non ti veda più al di fuori dell’ambito lavorativo d’accordo. Ma Natale? I compleanni? Pensi di evitarmi per sempre? E cosa succederà quando vi mollerete, se vi mollerete? Pensi di venire da me e che tutto torni come prima?”
“Io… non lo so”
“Pensaci bene. Elliot che conosco io non si farebbe comandare da una bambina viziata. Un’ultima cosa: non mettere più in mezzo tuo fratello! È felice con Ana e non voglio che il loro rapporto vanga inclinato.”
Prendo ed esco prima che mi veda piangere, inizio a correre fino ad arrivare nella mia camera d’albergo. Una volta dentro mi chiudo in bagno e scoppio a piangere. In meno di due settimane la mia vita è andata in mille pezzi.
 
Seattle
 
Christian POV
 
Sto salendo in ascensore dopo una fantastica giornata di lavoro. Quando entro l’ambiente mi sembra un po’ diverso: tutto è apposto, ma sento che qualcosa non quadra. Dirigendomi verso il mio studio noto che dalla sala cinema provengono dei suoni da quello che deduco essere il telefilm Friends. Tiff penso.
Quando entro la vedo addormenta sul divano, con tutto il trucco sbavato; decido di non svegliarla per il momento ma voglio delle spiegazioni.
“Fratellino”
“Elliot che cavolo è successo?”
“Nulla. Ho parlato con Tiffany ed abbiamo chiarito.”
“Chiarito? A me non sembra proprio.” Sto praticamente urlando al telefono.
“Cosa succede?”
“Dovresti dirmelo tu. Tiffany era qui quando sono tornato a casa, addormentata nella sala cinema con trucco il trucco sbavato.”
“Io… arrivo.”
“No Elliot! Domani quando si sveglierà le chiederò cos’è successo e ti farò sapere, ma se scopro qualcosa sappi che sei un uomo morto.”
 
Nel frattempo
 
Elliot POV
 
“Tutto bene?” mi chiede Kate.
“Sì senti perché non rimandiamo la sera cinema a sabato, ho delle cose da risolvere.”
“Va bene, ma…”
“Grazie.” Prendo esco facendo la cosa opposta che mi ha detto di fare mio fratello.
 
Ana POV
 
“Ehi sei già a casa?” domando sorpresa di rivederla a quest’ora.
“Sì Elliot aveva delle cose da fare.” Mi metto in allerta sperando che quelle cose da fare non riguardino lui e Tiffany. Se fosse così Kate si arrabbierebbe molto com’era successo all’indomani del ballo.
“Capisco.”
“Sai una cosa non mi torna. Elliot è tornato da New York e sembrava agitato ed ora annulla tutto così all’improvviso.”
“A cosa stai pensando?”
“Secondo me sta andando da quella Tiffany.”
Mi vengono in mente le parole di Christian dell’altro giorno, forse Elliot è andato a New York e ha incontrato Tiffany e lì è successo qualcosa. Decido di tenermi questi pensieri per me.
“Tu cosa ne pensi?”
“Non credi di essere un po’ paranoica.”
“Forse.”
 
S.O.S. Kate sospetta qualcosa
 
“A chi scrivi?”
“A Christian. L’ho invitato ad andare a vedere la mostra di Josè.” Mento.
“Tu cosa ne pensi di Tiffany? Sai domenica non ha aperto bocca, ho parlato solo io e poi quando siamo andate a letto mi è venuto in mente che non ti avevo chiesto nulla della serata.”
“Be’ non la conosco bene, ma sembra una ragazza in gamba.”
“Secondo te ha una cotta per Elliot?”
“Non ne so abbastanza.”
“Mi faresti un favore?”
“Mi fai paura.”
“Potresti indagare per conto mio?”
“No.”
“Ti prego.”
“No Kate, mi dispiace ma non posso. Christian mi ha detto che non ne vuole sapere niente, che si devono arrangiare da soli ed io sono dalla sua parte. Non mi metterò ad indagare sulla vita sentimentale della migliore amica del mio ragazzo.”
“Ti prego.”
“No Kate. Mi dispiace, ma non voglio passare per impicciona. Tiffany non la conosco ed è una persona importante per Christian e se continueremo a frequentarci vorrei avere un buon rapporto con lei.”
“Sì, ma lui non vuole che tu e Josè siate amici.”
“È diverso. E poi è una questione tra te, Elliot e Tiffany. Noi non centriamo. Ora scusami, ma andrei a dormire.”
Torno in camera mia non credendo a quello che mi ha appena chiesto Kate. Domani ne parlerò con Christian e spero vivamente che quei tre non mettano in mezzo.
 
Christian POV
 
“Ciao, cosa c’è di così importante da richiedere una colazione urgente con me, Miss Steele?”
“Voglio che mi prometti una cosa.”
“Sentiamo.”
“Qualsiasi cosa succeda tra quei tre mi prometti che non interferirà con il nostro rapporto.”
“Te lo prometto. E volevo giusto parlarti di questo. Non so cosa ti abbia detto Kate, ma Tiffany è a pezzi. Non la sto difendendo, ma quello che ha detto Kate ad Elliot non è stato molto carino.”
“Cosa ha detto?”
“Non ti ha raccontato nulla?”
“No.” Le faccio una breve sintesi di quello che mi hanno riferito quei due. Stamattina Elliot e Tiffany si sono chiariti, ma dentro di lei so che ha una ferita aperta che sarà difficile da guarire.
“Io non lo sapevo.”
“Capisco che Kate sia arrabbiata, ma non può decidere per Elliot.”
“Lei mi ha detto che tu stai facendo lo stesso con me e Josè.”
“Io… non è la stessa cosa. Non mi fido di lui, ha cercato di sedurti in un momento di debolezza e non mi è piaciuto. Non dico che non lo puoi più vedere, anzi mi fa piacere che tu abbia le tue compagnie solo che ho paura che succeda di nuova. Che si approfitti di te.”
“Sei dolce a preoccuparti per me, ma non ti devi preoccupare.”
“Più facile a dirlo che a farsi, ma ci proverò. E per dimostratelo verrò alla mostra perché voglio che i tuoi amici siano anche i miei anche se non mi andranno a genio.”
“Non vieni per controllarmi vero?” mi chiede scherzando.
“Mi sorprende questa tua domanda Miss Steele.”
“Forse dovrei dirlo io questo.”
“Buon lavoro piccola”
“Buon lavoro Chriss.”
“Ana?”
“Sì. Tiffany mi ha chiesto se ti andrebbe di uscire con lei questo sabato. Ha detto che avete una conversazione in sospeso dal ballo.”
“Dille che accetto molto volentieri.”
 
Angolo della scrittrice:
Buon/ a giorno/ sera cari lettori,
non ho ancora deciso quando pubblicherò questo capitolo, mentre scrivo l’angolo della scrittrice, ma eccoci qui.
In questi giorni mi sono venute molte idee per questo capitolo e anche per il prossimo.
Ma lasciamo stare le chiacchiere e partiamo!
Ho pensato di ritagliare un capitolo dedicato un po’ ad Elliot e al nuovo triangolo amoroso che si è appena formato e spero tanto che l’idea vi sia piaciuta. Ovviamente non ho voluto trascurare il rapporto tra Ana e Christian che sta diventando molto forte. Infatti qui c’è un Christian del tutto diverso, un Christian che si sta aprendo con Ana e che vuole rassicurala ed essere rassicurato che quei tre non li mettano in mezzo.
Nel prossimo capitolo vorrei far avvenire un incontro tra Ana e Tiffany e molto probabilmente il capitolo sarà breve, ma ancora non lo so.
 
Dato che prossima domenica non potrò aggiornare per impegni personali, spero di far uscire il capitolo la settimana dopo, ma per farmi perdonare ho voluto che questo capitolo sia più lungo del solito senza lasciare nulla al caso.
 
Nei prossimi capitoli la storia non sarà tanto diversa da quella del libro per questo scriverò dei riassunti e aggiungerò poi io i dialoghi che mi serviranno per spiegare tutto negli ultimi capitoli e per concludere quindi la storia. Infatti non penso di portare grosse modifiche agli eventi principali. Spero che non vi dispiaccia l’idea. Ma ATTENZIONE le soprese non mancheranno!!!
 
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti di questo capitolo e dell’impostazione che voglio dare ai prossimi capitoli, ma intanto vi lascio con un’altra domanda:
 
Secondo voi come sarà l’incontro tra Ana e Tiffany?
 
A presto,
Dauntless_99
 
P.S. Qualcuno nei commenti ha indovinato tra chi avverrà il dialogo che vi ho lasciato nel capitolo 15, ma non vi dico chi sono.
 

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Capitolo 19
*** Incontri ***


Tiffany POV

Quando Christian decise di trasferire la sede della sua azienda in questo edificio, non sapeva bene cosa fare dell’ultimo piano. Oggi posso essere davvero orgogliosa di ciò che è: un piccolo angolo per rilassarsi con vista su tutta Seattle. Non è solo per me o per Chris o per Ross, ma è aperto a tutti coloro che lavorano in questa azienda e che voglio passare le pause in totale relax. Appena si entra si viene invasi da una quantità enorme di luce che filtra attraverso le tre pareti di vetro, mentre sulla destra vi è un piccolo bar e in centro ci sono tavolini con i divani. D’estate si può anche uscite nel giardino ed io ne approfitto per evadere dal mio ufficio. Nonostante lo abbia arredato a modo mio mi sembra di essere chiusa in una cella.
Sto osservando lo skyline quando una voce mi distrare da questa meraviglia:
“Pensavo che volessi vederci in un posto neutrale.”
“E questo forse non lo è Ana?”
“Non saprei…”
“Tranquilla non siamo in guerra. Ho scelto questo posto così che nessuno ci potesse disturbare e in modo tale che Chris ti possa trarre in salvo da me o così ha detto.”
“Sul serio?” mi chiede incerta.
“Sì” rispondo ripensando alla conversazione avvenuta stamattina tra me e lui.
“Siediti…”
L’atmosfera è diventata un po’ imbarazzante, nessuna delle due parlare per almeno i prossimi cinque minuti; decido ti interrompere il silenzio mettendola a suo agio.
“Ho saputo che siete andati a vedere la mostra del tuo amico Josè. Sono rimasta molto sorpresa dalla sua esposizione peccato che nessun quadro mi attirasse particolarmente.”
“Te lo ha detto Christian?”
“Sì e no. Diciamo che mentre io entravo voi stavate già uscendo.”
“Ci stavi pedinando?” mi guarda sconvolta.
“No, vado spesso in giro per le mostre di fotografia in cerca di qualche quadro interessante da acquistare. Ora che sto rifacendo casa ho un motivo di più, ma non pensavo di vedervi. Ho scoperto solo stamattina che era un tuo amico.” La vedo un po’ perplessa così le indico il quadro appeso sulla parete dove sta il bar.
“Quel quadro è una fotografia stata realizzata da mio fratello qualche anno fa. Ho altri suoi quadri in ufficio, ma anche di altri fotografi. Mi piace vedere come la gente riesca a trasmettere emozioni con un semplice disegno senza bisogno di parole.”
“Scusa non volevo essere scortese. Christian non mi dici molto della sua vita privata, pensavo che almeno di te mi avrebbe detto qualcosa, ma sembra… impenetrabile. Però mi fa piacere che tu abbia apprezzato l’esposizione di Josè.”
“È bravo, ma ha ancora da imparare. Christian invece è fatto così. Ti consiglio ti non forzarlo, ma di lasciare che lui si apra pian piano. Non ha avuto un inizio facile alla vita e si lega molto difficilmente alle persone, ma tu sei speciale Ana. Non ho mai visto il Christian spensierato con altre persone al di fuori della sua famiglia e me, ma tu sei diversa e ho paura che tu possa spezzargli il cuore.”
“Non potrei mai fargli del male. A volte vorrei solo sapere qualcosa in più, ma appena provo a fargli una domanda si irrigidisce e si richiude in se stesso.”
“Come ti ho già detto non ha avuto un inizio facile, forse un giorno te lo dirà se lo vorrà ma fino a quel giorno un passo alla volta.”
“A te ha detto tutto vero?”
“Sì, ma è complicato. Ci sono state delle situazioni che lo hanno portato ad aprirsi con me, ma a volte rimpiango di averle sapute. Nessuno dovrebbe passare quello che ha passato lui.”
“Non capisco, ma forse un giorno capirò. Per ora ascolterò il tuo consiglio. Se non sono troppo indiscreta perché Chris va da uno psicologo? Non mi sembra il tipo di persona che ne abbia bisogno.”
“Non molli eh. Chris mi aveva avvertito che eri una testa dura. Ha a che fare con il suo ingresso in questo mondo: a volte ha degli incubi, ma quando è con te è come se sparissero. Vorrei dirti di più, ma credo che non sarebbe giusto nei suoi confronti. Ho promesso a Chris che avrei riposto a delle tue domande, ma che non sarei scesa nei dettagli.”
“Tra te e lui non ricevo molte risposte, ma questo è già qualcosa.”
“Abbi pazienza.”
“Signorina Tiffany il suo the.”
“Grazie Susy, vuoi un po’ di the Ana?”
“Sì, grazie. Parlami di te.”
“Me chiedo stupita.
“Sì, so che Christian tiene molto a te quindi vorrei cercare di capirti. Quando ti vedo noto che tieni sempre la stessa posizione rigida e la faccia impassibile, ma penso che sotto sotto nascondi qualcosa.”
“Cosa vuoi sapere?”
“Quello che ti va di raccontarmi.”
“Non c’è molto. Mamma è un avvocato mentre papà è uno psicologo. Ci siamo trasferiti a Seattle dopo che mio fratello se ne andato via di casa.” Parlo ma il mio tono è triste.
“Ti manca vero?”
“È mio fratello. Siamo sempre stati insieme, ma poi lui ha deciso di viaggiare e non lo vedo come spesso vorrei.”
“Non sono mai uscita dagli Stati Uniti, ma mi piacerebbe molto. Quella foto lì dove ha scattata?”
Indica la foto appesa e mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui è stata scattata.
“In Amazonia, era l’ultima estate prima della laurea. Penso che sia una delle più belle.”
“È bravo mi ricorda le foto di Josè, ma con qualcosa di diverso.”
“Adora viaggiare e fotografare, ma allo stesso tempo vuole lasciare un messaggio in ogni foto che fa.”
“Se sono tutte così belle mi piacerebbe avere delle sue foto.”
“Parlando di foto mi hai ricordato una cosa.”
Le porgo una scatola rossa con un piccolo fiocco d’orato.
“È un piccolo regalo d’amicizia. Vorrei che lo accettassi come un piccolo segno di pace.”
Apre la scatola e dentro c’è una piccola cornice adatta alla sua scrivania, la foto rappresenta uno scatto rubato di lei e Christian che sorridono durante il ballo.
“Ho pensato che forse vorresti personalizzare la tua scrivania e in segno di pace vorrei che l’accettassi.”
“È bellissima! Grazie.” Si alza e mi coglie alla sprovvista abbracciandomi.
“Il piacere è mio. Spero che un giorno potremmo essere amiche.”
“Anch’io grazie.”
“Bene se non ti dispiace ho del lavoro da finire e scommetto che a Chris farebbe piacere vederti.”
“Oddio. Sono già le sette.”
“Sì, andiamo di porto da lui.”
Lascio Ana davanti all’ufficio di Chris mentre io mi dirigo nel mio. Appena entro nel mio uffico noto Elliot seduto su una delle poltrone:
“Alla buon’ora.”
“Scusa Elliot, ma ero con Ana.”
“Non l’avrai mica torturata spero?”
“No!”
“Conoscendoti. Allora vogliamo finire il progetto della casa?”
“Certo”
 
 
Christian POV
 
Sento qualcuno bussare alla porta. -Strano- penso. A quest’ora sono tutti andati a casa eccetto me e Tiff.
“Avanti” alla porta non c’è Tiff ma Ana.
“Ehi a cosa devo questa tua visita?”
“Ho parlato con Tiffany ed ho pensato di venire qui. Spero di non averti disturbato.” Mi risponde tutta imbarazzata.
“Ho quasi finito, accomodati pure.” Noto che ha una scatola rossa sotto il Braccio: il regalo di Tiff.
“Posso chiederti cosa ti ha regalato?”
“Lo sapevi?”
Annuisco “Mi ha detto che è una specie di segno di pace, però non so cosa sia.”
Apre la scatola e si avvicina a me con una cornice in mano. Riconosco immediatamente la foto. È stata scattata durante il ballo, più precisamente in pista mentre Ana sta facendo una piroetta ed entrambi stiamo sorridendo. Sapevo che quella sera c’erano dei fotografi ad immortale l’evento come ogni anno, ma non avrei mai pensato un gesto così dolce da parte della mia migliore amica.
“È bella vero?” mi chiede con le lacrime agli occhi.
“Ehi non piangere.”
“Scusa”
“Va tutto bene.”
“È solo che Tiff mi ha detto delle cose e vedendo la foto non so…”
“Cosa ti ha detto?” Ora la guardo serio.
“Oh niente contro di me, ma mi ha detto che hai avuto un inizio difficile che hai gli incubi e poi ho visto la foto e…”
Mi rilasso capendo che le ha detto nulla di più.
“È tutto apposto.”
“Si scusa. Hai ragione. Andiamo?”
“Certo, mi preoccupi quando ti metti a piangere all’improvviso.”
“Non volevo d’avvero. È stata una giornata intensa: prima il nostro litigio su New York, poi incontro con Tiffany e ora questi splendido regalo. Penso che siano troppe emozioni in un giorno.”
“A proposito di New York ci ho riflettuto e penso di essere stato un po’ egoista. Se ci vuoi andare vai, ma non mi fido del tuo capo. Ha cambiato troppe volte le sue assistenti.”
“E tu come lo sai?”
Accidenti non avrei dovuto dirlo.
“Chris non avrai mica fatto qualche ricerca spero” “Chris…”
“Ho comprato la SIP” dico tutto in un fiato.
“Tu che cosa? Christian!” mi rimprovera. “Quindi io sto uscendo con il capo del mio capo.”
“Io… mi dispiace. Comunque tecnicamente sono il capo del capo del tuo capo.”
“Perfetto! Ma perché?”
“Io… non è come pensi. Era da un po’ che volevo entrare nel campo dell’editoria ed ho dei progetti in mente e la SIP è il candidato perfetto. Non avevo previsto anche te in tutto questo. Mi dispiace.”
“Io non so che dire e nemmeno che pensare.”
“Non pensare a nulla e vieni qui”
La prendo e la faccio sedere sulle mie gambe e le do un tenere bacio.
“Mi dispiace che tu lo abbia saputo così, ma spero che non ti sia arrabbiata troppo.”
“Un po’ ma penso di chiudere un occhio sta volta, infondo sono affari.”
“Grazie. Ti chiedo di non dirlo a nessuno, per questioni burocratiche.”
“Ok. Quindi Tiffany è anche il nostro avvocato?”
“Sì, preparati a vederla sfilare in ufficio come una regina” Mi viene in mente quella volta che dopo la sua vittoria ha sfilato per mezzo piano manco fosse una modella.
“Io sono seria e tu ridi.”
“Scusa che ne dici di andare?”
“Christian niente più segreti che mi riguardino, me lo prometti?”
“Promesso mademoiselle.”  
Usciamo dal mio ufficio e ci dirigiamo verso Taylor che ci aspetta fuori in auto, ma una Kate arrabbiata ci blocca la strada ad un passo dalla meta.
“Kate che ci fai qui?” le chiede Ana.
“Sto cercando Elliot.”
“Non è qui” risponde Ana. Lei non lo ha visto, ma io sì e poco lontano c’è la sua macchina parcheggiata.
“Penso che sia da Tiffany a parlare del progetto della casa.” Le rispondo in tono pacifico.
“Alle sette di sera Grey? Mi hai preso per stupida?” risponde tutta infuriata.
“Sì, non è insolito. Sai qualcuno per arrivare dov’è lavora sodo.” Sono scocciato dal suo comportamento. Chi si crede di essere?
“Cosa vorresti dire con questo? Che io non lavoro sodo?”
“Mai detto questo, ma ti avverto che se provi ad entrare nella mia azienda in questo preciso momento te ne pentirai.”
“Che paura Grey.” E si dirige verso ingresso.
Taylor che nel frattempo era uscito dalla macchina ad un mio cenno raggiunge Kate, bloccandole ingresso.
“Che fai?”
“Signorina non può entrare?”
“Posso e lo farò”
Ma Taylor è più forte, la prende e la riporta indietro.
“Ana di qualcosa.”
“Mi dispiace Kate, ma Christian ha ragione. Inoltre ti ho già detto che non voglio essere messa in mezzo a questa storia.”
“Ma…”
“Kate ti prego. Se vuoi parlar con Elliot lo possiamo chiamare e farlo scendere.”
Si gira verso di me e prendo il telefono. Cinque minuti dopo Elliot e Tiffany sono giù.
Prendo Ana e Tiffany sotto la mia protezione mentre lascio Elliot discutere con Kate. Un attimo dopo i due salgono sulle rispettive auto e partono verso casa immagino.
“Mi dispiace di avervi rovinato la serata.” Si scusa Tiffany immediatamente.
“Non è colpa tua” le rispondo “e poi non è nemmeno iniziata.”
“Christian ha ragione. Perché non usciamo tutti e tre insieme?” propone la mia dolce Ana.
“Mi piacerebbe, ma devo declinare l’offerta. Devo finire il progetto della casa. Divertitevi ragazzi.” Mi posa un bacio sulla guancia e si dirige verso la sua auto senza darmi tempo di replicare.
Un momento prima di salire si blocca e si rivolge ad Ana:
“Devo chiedere scusa anche a te e voglio metterti in guardia dalle persone come Kate. Le conosco bene e so che è la tua migliore amica, ma per il bene di tutti non darle retta Anastasia. Fai ciò che ti senti di fare e non farti influenzare da lei. Prima dicevo sul serio riguardo alla possibilità di diventare amiche. Buonanotte ragazzi”
Mette in moto e parte.
Tornati a casa vedo Ana un po’ strana.

“Qualcosa ti turba?”
“La faccenda di Kate, Elliot e Tiffany. Lo so che avevamo detto di non farci influenzare, ma come posso non farlo quando Kate è la mia migliore amica?”
“Ascolta Elliot è un tipo un po’ particolare, ma ha la testa sulle spalle e anche Tiffany.”
“Vuoi due siete uguali ma diversi, non so come spigarti.”
“Io e Tiffany?”
“Sì!”
“È vero! A volte lei è impulsiva, mentre io sono più razionale.”
“Ed entrambi maniaci del controllo.” “Ho un brutto prestamento riguardo a questa faccenda.”
“Anch’io, ma mi fido del loro giudizio e fin quando siamo sinceri l’uno con l’altro andrà tutto bene. Intanto possiamo chiuderci nella nostra bolla.”
“Bolla?”
“Oh sì. Abbiamo un weekend lungo davanti e domani vorrei portarti fuori in barca. Che ne dici?”
“Mi piace l’idea. E nessuno ci disturberà?”
“Nessuno. Telefoni spenti e dirò a Taylor di prendersi il weekend libro. Solo io e te nella bolla. Il mondo può aspettare fino a lunedì”
“Ci sto.”
“Bene ora se non ti dispiace vorrei mangiare un tuo capolavoro.”
“Mi metto subito ai fornelli capo.”
“Attenta! Mi ci potrei abituare a questo soprannome” le faccio l’occhiolino e la lascio in cucina, mentre io vado ad organizzare la gita di domani.
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
spero che abbiate passato un bel weekend e un buon ferragosto.
Non ci credo nemmeno io, ma sono riuscita a finire il capitolo come promesso anche se è un po’ tardi.
Ho avuto mille idee per la testa, ho scritto e cancellato, scritto e modificato il capitolo mille volte e non so com’è uscito, quindi ve lo chiedo a voi: Cosa ve ne pare? Ha soddisfatto le vostre aspettative oppure è stato un flop totale? Ma soprattutto vi piace che dedichi un piccolo spazio anche ad Elliot e Tiffany?
Forse in futuro lo modificherò, ma mai dire mai.
Ho tante idee che mi frullano per la testa, ma quando scrivo non rimango soddisfatta al 100% perfino il finale che ho scritto penso che lo cambierò e forse subiranno delle modifiche anche degli avvenimenti della storia originale, ma non lo so.
I vostri consigli mi sono sempre utili e anche se non riesco a rispondere subito ai vostri commenti sappiate che li leggo sempre, mi sono di enorme aiuto.
Io vi ringrazio del sostegno che mi date ad ogni capitolo. 😊
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 20
*** Avviso ***


Buona domenica cari lettori,

molti di voi si staranno chiedendo dove sia finita questo mese.

Ebbene a causa di problemi legati allo studio e scartoffie varie non sono riuscita a pubblicare nulla.

Il prossimo capitolo è già pronto, ma devo rivederlo in alcuni punti.

Tra poco riprenderò anche le lezioni per questo ho pensato, nei limiti delle mie possibilità, di pubblicare una settimana sì e una no.

Mi dispiace moltissimo per questa assenza e spero di pubblicare il capitolo il prima possibile.

A presto,

Dauntless_99

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Capitolo 21
*** Capitolo 18 ***


Mi trovo in un ampio giardino a me sconosciuto e sento una voce infantile chiamare qualcuno:
“Papà vieni! Mamma è tornata a casa”
Seguo questa voce fino a ritrovarmi davanti ad una villa circondata solo da boschi e da questo immenso giardino. Un bambino dai capelli ramati sta correndo verso una donna dal volto oscurato, mentre un uomo con in braccio una bambina lo segue. Non riesco a capire chi siano queste persone, ma il bambino si gira per un istante e mi perdo in quei occhi azzurri uguali a quelli di Ana.
“Teddy fai piano con la mamma.” Quella voce… sembra quasi la mia, ma non ho il tempo di avvicinarmi ed indagare che qualcun’altro mi sta chiamando.
 
“Buongiorno Chris”
Mmm…apro gli occhi un po’ intontito e guardo l’ora: le otto e mezza.
Le otto e mezza! Cavoli devo andare in ufficio! Ma forse potrei rimanere ancora un po’ nel letto.
Faccio per richiudere gli occhi quando la stessa voce che mi ha svegliato me lo impedisce.
“Chris sveglia…”
“Buongiorno…Ana” rispondo con la voce impastata dal sonno. “Ehi ma sei già vestita.”
“Sì, devo andare al lavoro. Ti ho preparato la colazione è sul comodino.”
“Resta qui.”
“Sai che non posso.”
“Ma…”
“Niente ma signorino. Dovresti alzarti anche tu, il mondo ti aspetta.” Mi fa l’occhiolino usando le mie esatte parole di venerdì. Non possiamo tornare a quel giorno? E fare il replay del weekend?
“Va bene mamma, mi alzo.” Mmm… che profumino. “Sai potrei abituarmici.”
“Alla colazione a letto? Solo se fai il bravo.”
“Ma io sono bravo…” protesto.
“In questo momento no. Stai impedendo ad un’onesta cittadina di andare a compiere i suoi doveri. Buon lavoro Chris, ci vediamo sta sera.”
“Buon lavoro. Ana” la chiamo.
“Sì?”
“Fatti accompagnare da Taylor. Almeno non mi potrai accusare di averti fatto arrivare tardi.”
“Grazie.”
Mi volto mal volentieri verso la colazione preparata da Ana, che delizia! Pancakes, sciroppo d’acero, spremuta d’arancia e caffè.
 
Arrivo in ufficio verso le dieci, il che è insolito per me. Nella hall saluto Andrea e Ross, più in avanti vado a salutare anche Tiffany per poi sedermi sulla mia scrivania. Sento che questa sarà una settimana fantastica! Devo chiamare il dottor Flynn tutta questa felicità mi manderà fuori di testa, inoltre voglio parlargli dei miei ultimi sogni. Riguardano sempre una famiglia, la stessa per la precisione. Il primo riguardava un matrimonio, il secondo c’erano loro con un figlio alcune volte capitano scene di vita quotidiane, ma gli incubi sembrano spariti.
“Buongiorno farfallino.”
“Farfallino?” domando.
“Oh avresti dovuto vederti.” Tiffany scoppia a ridere.
“Che ho fatto?”
“Vediamo arrivi alle dieci in ufficio, cammini come John Travolta e saluti tutti con un sorriso smagliante. Per  poco non mi facevi una piroetta e mi spiccavi il volo.”
“Sono felice.”
“Lo vedo e ne sono felice. Ma ti prego evitiamo certe scene in ufficio in futuro.”
“Forse hai ragione. Hai da dirmi qualcosa di importante oltre a questo?”
“Sì. Come ti avevo detto devo partire tre giorni per New York e poi Ross mi raggiungerà a Detroit giovedì come stabilito e poi verrà da te a Portland. Ti serve qualcosa nel frattempo?”
“No, se ci dovessero essere novità ti aggiornerò via mail.”
“Perfetto allora venerdì sera rientro e sabato ti stilerò il rapporto di com’è andata.”
“Allora siamo d’accordo” … “Tiff”
“Sì?”
“Tutto apposto?”
“Ora sì. Buona settimana Christian”
Esce dalla stanza con uno sguardo triste, ma per il momento non voglio indagare. Penso che per il momento New York potrebbe farle bene.
 
Finisco di lavorare un po’ prima del solito così decido di passare dal dottor Flynn.
“Christian accomodati. Ti vedo felice più del solito.”
“Va tutto bene per il momento. Niente più incubi.”
“Sono contento di sentitelo dire. Hai riflettuto riguardo a quello che ti ho detto l’ultima volta?”
“Ci sto ancora lavorando, ma non sono venuto qui per questo.”
“E allora cos’è che ti turba?”
“Nell’ultimo periodo sto facendo dei sogni un po’ insoliti.”
“Raccontami.”
“C’è una famiglia felice, ma non so chi sono di preciso. C’è un bambino di due forse tre anni dai capelli ramati e occhi azzurri sembra la fotocopia mia e di Ana.”
“Quando sono iniziati questi sogni?”
“Circa dopo il nostro ultimo incontro.”
“E non hai idea di cosa possono voler dire.”
“No” ammetto.
Si toglie gli occhiali e si mette comodo sulla sua poltrona, di solito fa così quando sta riflettendo per poi darti una sua opinione.
“Hai mai pensato a un futuro con Ana? Intendo sposati e con una vostra famiglia.”
“Ho a malapena il tempo per vedere la mia famiglia, come potrei metterne su una?”
“Non hai risposto alla mia domanda”
“No”
“Eppure il tuo subconscio lo ha fatto. Io credo che tu abbia già la risposta Christian.”
“Se l’avessi come dice lei non sarei qui.”
“Tu parli di questo bambino che è un incrocio fra te e Ana. Non hai mai pensato che quella famiglia foste voi con i vostri figli?”
“No e per il momento non ho intenzione di mettere su famiglia né ora né mai.”
“E allora perché stai con lei?”
“Perché… mi fa star bene, sembra quasi una medicina per me. Quando la vedo è come se il mondo non esistesse più.”
“Hai mai pensato che lei un giorno voglia metter su una sua famiglia?”
“Ma perché stiamo parlando di queste cose? Stiamo insieme da un mese e lei mi parla già di futuro.”
Quando sono entrato volevo delle risposte, ma ora sono pieno di domande e dubbi. Voglio una famiglia? E lei? E Se non la volessi?
“Mi hai chiesto un parere ed io te lo sto dando. L’ora è finita, ma se vorrai domani sarò ancora qui.”
Quando esco sono le sei, ma non ho voglia di vedere nessuno.
Appena torno a casa il telefono squilla, ma non rispondo.
Mi metto a capofitto nel lavoro, ma perdo l concentrazione quasi subito. Ho tante domande ma poche risposte e non so chi chiedere.
 
Quella che pensavo che sarebbe stata la migliore settimana della mia vita è morta come è nata. Martedì in ufficio c’è un via vai tremendo: Tiffany non c’è, chiamare Elliot o Mia è fuori discussione, Ana è a lavoro così decido che oggi sarebbe stato il mio giorno libero per la prima volta da quando lavoro.
Cosa fa la gente nel suo giorno libero? Bella domanda Grey.
A mezzogiorno mi sto già annoiando: sono andato dal sarto, in palestra da Claide, ho fatto un’ora nella vasca del fango. Sono annoiato! Ma la gente come fa?
Camminando a vuoto per la città mi viene in mente un’idea.
Un’ora dopo sono a casa di nonna e nonno sommerso da una valanga di cibo.
“Nonna non dovevi far tutto questo.” In sala da pranzo nonna ha allestito tutto come fosse un cenone di Natale: c’è l’arrosto con le patate, la pasta, gli stuzzichini.
“E invece sì. Mio nipote che viene a pranzo da me è un evento da festeggiare.”
“Nonna ha ragione e poi ragazzo ci devi aggiornare un po’ sulla tua vita.”
“Sono passate due settimane dal ballo. Cosa vuoi che sia successo?”
“Qualcosa visto che hai preso un giorno libero.”
“Nulla d’importante.”
“Amore di nonna vi conosco voi piccoli Grey. Prima Elliot e poi tu. Avanti cosa c’è che non va.”
“Nulla sul serio, posso rimaner qui.”
“Certo. Ti preparo la torta.”
La torta al cioccolato di nonna, la mia preferita!
Mi siedo sul dondolo in veranda perdendomi a guardare l’orizzonte. Nonna ha ragione! Devo venire più spesso a trovarla.
“A cosa stai pensando?” mi domanda nonno Theo.
“Che nonna dovrà smetterla di preparare il super pranzo altrimenti perdo la linea.”
“E poi…”
“Ma cosa volete tutti da me? Non posso più venire a trovare i nonni.”
“Io e tua nonna siamo preoccupati.”
“Non c’è nulla di preoccuparsi.”
“E Elliot?”
“Che centra?” domando un po’ incuriosito.
“Sai è strano che sia tu che lui siate venuti a trovarci dopo il ballo, soprattutto se riguarda questioni di cuore.”
“Mai detto questo.”
“Siete pessimi bugiardi.”
“Posso farti una domanda?”
“Ma certo”
“Come hai capito che nonna è quella giusta?” Mi guarda sorpreso e non mi stupisce la cosa. In tutti questi anni non ho mai chiesto consigli né ai nonni né hai miei, ma ora ne ho bisogno.
“Come mai questa domanda?”
“Così mi è passata per la testa.”
“Non credo ci sia un modo per capire se quella persona sia quella giusta. Lo senti dentro di te e poi che rimanga fra noi come avrei potuto lasciarmi sfuggire una donna come tua nonna? La miglior cuoca del mondo” mi fa occhiolino.
“Nonno”
“È vero! Scherzi a parte se Anastasia è quella giusta non fartela sfuggire. Io e nonna l’abbiamo promossa.”
“Di cosa state parlando?” ci interrompe nonna.
“Di quanto sei brava in cucina.”
“Non me la date da bere. Christian ti fermi a cena?”
“Certo.”
L’ultima volta che ho passato un intero pomeriggio con i nonni è stato molto tempo fa, non mi ricordavo che fosse così divertente.
 
Mercoledì esco dal lavoro prima e decido di fare una sorpresa ad Ana, ma quando la vedo uscire sembra che abbia appena visto un fantasma. Esco subito dalla macchina e mi basta in nome di Jack per capire. Chiamo Barney ed entro nell’edificio insieme a Taylor. Quando usciamo Jack ha inscatolato tutte le sue cose.
“Christian…”
“Tranquilla Ana, me ne occupo io.”
La serata non procede come avevo previsto.
Porto a casa Ana con me e la lascio nelle buone mani di Gail, mentre mi dirigo nello studio. Esco solo ad ora di cena.
“Ora cosa succederà?” mi domanda Anastasia.
“Domani faremo una riunione con tutto il consiglio della SIP, vorrei che ci fosse anche Tiffany, ma è a New York per affari. Decideremo come agire.”
“Perderò il lavoro?”
“Ne dubito. Tu e Jack lavoravate a stretto contatto da quello che ho capito, quindi è più probabile che ti occuperai dei suoi impegni di questa settimana e poi chi lo sa. Magari se riuscirai a stupire il consiglio possono offrirti la sua posizione.”
“Ne dubito. Insomma sono qui da nemmeno tre settimane e non so niente di come gestire le scartoffie.”
“Ehi guardami. Non dubitare di te stessa, nessuno nasce maestro. Può essere che commetterai degli errori, ma sono sicuro che sarai fantastica. All’inizio è normale avere paura, anch’io l’avevo ma poi pian piano si impara e essa sparisce.”
“Lo pensi davvero?”
“Certo e se provi a chiedere ad Elliot ti dirà la stessa cosa. Forse lui era messo peggio di me”
Abbozza un leggero sorriso “Non riesco a immaginarti te tutto tremolante dalla paura.”
“Oh invece era così. Ma ho avuto delle persone fantastiche attorno che mi hanno aiutato ed un ottimo mentore.”
“Ora ti invidio”
“Non devi. Il consiglio della SIP è buono e molto disponibile, cosa molto rara e poi hai il miglior mentore di tutta Seattle.”
“E sarebbe…”
“Ce lo hai davanti baby.”
Scoppia a ridere e mi unisco a lei. Domani ci sarà molto lavoro da fare, ma sono sicuro che stupirà tutti.
“Ora che ne dici di lasciare i racconti tristi e di gustarci questa prelibata cena?”
Quando Ana mi sta per fare una domanda scomoda le si arrossano le guance e inizia a sentirsi a disagio.
Questo è uno di quei momenti! Non avrei mai pensato che sganciasse una bomba.

Fonte Capitolo: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011  

Angolo della scrittrice:
Buona sera a tutti cari lettori,
inizio subito con lo scusarmi per i due mesi d’assenza. Ho avuto dei problemi, nulla di grave, che mi hanno preso un bel po’ di tempo.
Come avrete sicuramente letto il nostro amato Christian sta facendo dei sogni un po’ insoliti per lui ed uno di questi riguarda un futuro non troppo lontano. Ho voluto far uscire di scena in questo capitolo Tiffany in quanto alcune di voi mi hanno fatto notare che mi sto concentrando troppo su di lei e riflettendoci forse avete ragione.
Così il prossimo capitolo potrò dedicarmi completamente a Christian ed Ana anche se devo ammettere che sono un po’ a corto di idee.
Ho voluto togliere la parte di Leila anche perché non saprei come inserirla in modo organico nel contesto: qui infatti non c’è il Christian dominatore, ma non escludo la possibilità di farla apparire più in avanti.
Come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate del capitolo
 
Mi scuso ancora per il ritardo.
 
Al prossimo capitolo,
Dauntless_99

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Capitolo 22
*** Proposte insolite ***


Siamo a metà settimana e per la seconda volta in meno di 24 ore sono di nuovo annoiato. Il tempo di certo non aiuta.
 
“Signor Grey sua sorella è qui!”
“La faccia entrare, Andrea”
La mia dolce sorellina che mi viene a trovare è una vera sorpresa! Poche volte ha osato disturbarmi e per motivi al quanto sciocchi!
Un turbine di capelli biondi ed un abito a dir poco appariscente entra nella stanza ad illuminare questa giornata grigia.
“Mia a cosa devo l’onore?”
“Ciao fratellone! Non posso venire a trovare un pover uomo troppo indaffarato per passare un pomeriggio con la sua adorata sorellina.”
“L’ultima volta che sei venuta da me mi ha trascinato a comprare regali di Natale. La volta prima ancora stavi complottando con Tiffany una vacanza per me e…
“Sisi okey! Ho capito! Ma visto che ieri ti sei preso un giorno libero ho pensato perché non due?”
“Hai parlato con nonna.” Deduco.
“In verità è lei che ha chiamato mamma, che poi ha raccontato tutto a me. Quindi…. Vieni con me? Ti pregoo”
“Ho del lavoro da fare.” Mento.
“Ti prego. Ti prego. Non abbandonarmi anche tu.”
“Cosa andiamo a fare?” rispondo alzando gli occhi al cielo. Dopo una settimana che vivi 24 ore con lei capisci di non aver scapo.
“Sì… sarà divertente.”
 E così tre ore dopo mi ritrovo a fare compere maledicendo Elliot di non aver accettato di andare con lei.
Noto che però ha studiato un percorso ben preciso; negozi che di solito mantiene una certa distanza.
“Mia non è che tu e mamma state organizzando una festa per sabato?”
“Assolutamente no. Ti abbiamo promesso che quest’anno sarà tutto in famiglia, vedrai.”
Sento puzza di bugia, ma prima che possa indagare più a fondo viene salvata da Ana.
 
“Ciao”
“Christian centri qualcosa?”
“Riguardo a…” chiedo.
“Alla promozione che ho appena avuto.”
“Non so di cosa tu stia parlando.” Ed effettivamente non lo so.
“Mi hanno dato il posto di Jack, temporaneamente.”
“È fantastico!”
“Lo sarebbe se tu non centrassi.”
“Ana ti giuro che non centro.”
“Promesso?”
“Sì. Festeggiamo?”*
“Christian guarda questo…”
“Mia sono al telefono.”
“Lascia stare il lavoro. Ti ordino di metterlo giù.”
“È Ana”
“Oh scusa.”
“Sei a fare shopping con Mia?”
“Come lo sai?”
“Prima mi ha chiamato dicendomi che sabato è il tuo compleanno. Perché non me lo hai detto?”
“Non mi piace festeggiarlo, tutto qua.”
“Niente festicciola?” mi chiede Ana confermando i dubbi di poco fa.
“Questo lo dovrai chiedere a lei. Ora se vuoi scusarmi a qualcuno serve un consiglio di moda.”
“A sta sera Chris.”
 
“Cosa ti ha detto?” mi chiede Mia con sguardo innocente.
“Niente che tu debba sapere. Prossima tappa?”
“A casa.”
 
Il sole sta tramontando e si può vedere a malapena metà di esso. Il riflesso del cielo nell’acqua è stupendo anche con le nuvole, mi chiedo se qualcuno sta immortalando questa meraviglia.
Mi ritrovo ad ammirare questo bel panorama con Ana, abbiamo interrotto la camminata solo per vedere questo spettacolo. Se non ci fosse stato il traffico della città come sottofondo non si direbbe di essere in una metropoli.
“A cosa stai pensando?” chiedo.
“A tante cose.”
“Tipo?”
“Secondo te qualcuno sta immortalando questo paesaggio? Mi piacerebbe vederlo tutti i giorni.”
“Probabilmente il tuo amico Josè o il fratello di Tiffany o qualsiasi pittore della città.”
“A proposito di Tiffany l’hai sentita per questa storia con Jack?”
“Sì, non era molto contenta della mia avvenata decisione. Abbiamo indetto una riunione stamattina e ha sistemato tutto con il consiglio, non ti devi preoccupare o forse un po’.”
“Un po’?” mi guarda inorridita. Scoppio a ridere.
“Ehi cosa c’è da ridere?”
“La tua faccia era buffissima.”
“Sono seria.”
“Scusa, molto probabilmente prossima settimana verrà a dare un’occhiata all’edificio per rimodernarlo.”
“Rimodernarlo? Ma a me piace così”
“Be’ è vecchio come struttura e quindi ci saranno delle cose da cambiare e mettere a norma. Nell’ultimo periodo si sta divertendo ad arredare stanze.”
“Forse doveva fare la interior design”
“Forse dovrebbe prendersi una vacanza.”
“Se per questo anche tu Mister Annoiato.”
“Annoiato?”
“Oh sì! Mia mi ha raccontato tutto.”
“Che ne dici di andare a cena così mi racconti un po’ anche a me.”
“Segreti di donne.”
“E per quello dell’altra sera?”
“Ci sto pensando.”
“Non è un no quindi?”
“Ma nemmeno un sì. Sai non me l’hai chiesto proprio nel modo più romantico.”
“Capisco.”
 
Molti di voi si staranno chiedendo quale sia stata la cosa meno romantica che io abbia mai fatto, non che ne avessi fatte molte nella mia vita. Anzi! L’unica è stata quella volta della proposta a Tiffany di venire al ballo con me, il che la rende meno romantica visto il fatto che lei odia tutto quello che centra con il romanticismo. A quanto pare parlo nel sonno il che è normale dato che molto spesso ho gli incubi e mi è anche capitato di svegliare involontariamente la mia famiglia. Questa volta è stato un po’ diverso, nel senso che sì ho svegliato Ana ma non stavo affatto avendo un incubo. La domanda sorge spontanea: Grey ma cosa hai detto di così tanto forte da farla svegliare se non stavi avendo un incubo?
Come ho già detto al dottor Flynn nell’ultimo periodo sto avendo dei sogni diversi dal solito riguardante una certa famiglia, di cui non so chi sia. Una notte ho avuto un altro di questi sogni, ma questa volta da un bel sogno si è trasformato in un incubo che si è trasformato in realtà.
Mi ricordo che ad un certo punto tutto quello che mi stavo tenendo dentro, i miei demoni, mi stavano consumando ma stavano anche rovinando il mio rapporto con Ana. La paura di perderla e di non avere più il mio raggio di sole, quello forse più importante, mi ha spaventato al punto di chiederle di sposarla. Ovviamente non saprò mai cosa mi avrebbe risposto Ana del sogno perché sinceramente non me lo ricordo.
Questo sogno non me lo sono ricordato fin quando Ana, quella reale, non mi ha parlato della proposta.
 
“Ora che ne dici di lasciare i racconti tristi e di gustarci questa prelibata cena?”
Quando Ana mi sta per fare una domanda scomoda le si arrossano le guance e inizia a sentirsi a disagio.
Questo è uno di quei momenti!
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“Davvero l’altra sera hai sognato di chiedermi di sposarti?”
Panico! Io… cosa? Aspetta…Il sogno…ma lei come lo sa? 1+1=2 Cavoli! Ho parlato nel sonno!
“Sì…”
“Me lo chiederesti davvero?”
“Ana…”
“Lo sapevo.”
“No, certo che te lo chiederei! Anche subito se volessi cioè se lo vuoi.” Okey Grey, calma! Ci manca solo che inizi a balbettare. E…
“Se te lo chiedessi cosa mi risponderesti?”
“Quello che ti ho risposto in sogni.”
“Non è molto rassicurante come cosa, visto che non me lo ricordo.”
“Ti risponderei che ci devo pensare. Cioè ci conosciamo da poco o meglio mi conosci da poco visto che sei peggio di un libro chiuso.”
“Quindi non è un no?”

“No, ma… mi stai chiedendo di sposarti?” Mi guarda allibita.
“Forse…” ci penso su “Perché no?”
“Perché no? Hai perso il lume della ragione?”
“Penso sia quella la causa. Da quando io possa ricordare ho sempre avuto tutto sotto controllo e se invece per una volta prendessi una decisione avventata.”
“Christian, è di matrimonio che stiamo parlando.”
“Lo so, ma ascolta. Io nell’ultimo periodo sto impazzendo, ma non in senso positivo tutt’altro. Sono felice, mi rendi felice come poche persone. Sei entrata nella mia vita come un tornado, l’hai stravolta e … Ti amo.”
L’ho detto? O mamma mia! L’ho detto!
“Ehi non piangere!”
“Scusa ma è stata una giornata oggi! Jack, tu, troppe emozioni.”
“Mi prometti che ci penserai su? Me lo puoi dire quando vuoi domani, fra un mese, fra dieci anni…”
“Dieci anni?”
“Piccola non ti lascerò andare via così facilmente.”
“Ci penserò, ma non mettermi fretta e basta emozioni per un po’.”
“Promesso.”
“Dovresti parlarne con Flynn o forse dovrei parlarci io”
“Quando vuoi. Mangiamo? Ho una fame! Pizza?”

“Pizza e film?” propone.
 
 
*Fonte: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011  
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
buon fine settimana!
Ormai inizio ogni angolo dell’autrice così, ma non ci posso fare niente.
Inizio con lo scusarmi per la settimana di ritardo, ma quando pensavo che si fosse tutto risolto ho avuto un piccolo incidente di percorso. L’anno accademico come saprete è iniziato e lo studio mi sta portando via un po’ di tempo, ma spero di rifarmi presto.
Vi rassicuro dicendovi che non abbandonerò la storia, ma che se non rispetto i 15 giorni promessi e per via dello studio.
 
Ma basta parlare e partiamo subito con il capitolo!
Ho voluto ritagliare una piccola scena Christian/Mia perché ho pensato che
1 ci stava
2 secondo me la James non è entrata molto nel dettaglio con i rapporti che Christian ha con la sua famiglia e quindi ho pensato che sarebbe stato bello vederlo anche in altre situazioni che non fossero Christian ed Ana, Ana e Christian e via dicendo. Spero di aver avuto una bella idea.
 
Poi visto che volevo mantenere in linea di massima l’arco temporale del libro ho voluto mettere anche in questa storia la proposta di matrimonio, ma in modo un po’ particolare. Spero che anche questa idea vi sia piaciuta. Non sono una fanatica del romanticismo e sinceramente non sono tanto brava a scrivere cose mielose, lascio a voi giudicare. Se avete qualche consiglio sono ben accetti.
 
Come sempre fatemi sapere com’è il capitolo nei commenti anche se è un po’ più corto rispetto agli ultimi.
 
Ho un pezzo del prossimo capitolo già pronto, ma devo ancora finirlo. Penso di riuscire a rimanere dentro i tempi promessi.
 
Vi ringrazio per i commenti che avete lasciato nel capitolo precedente. 😊
 
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 23
*** 18 Giugno ***


Fino a quattro ore fa tutti mi davano per disperso, ora che sono a casa e che posso buttarmi alle spalle la giornata di ieri non ce la faccio. Non appena mi addormento eccola che la rivivo, ma con un finale diverso:

Il salone di casa dei miei è tutto decorato con fiori, corone di fiori e tutti i presenti sono vestiti di nero. Passo tra la folla, ma sembra che nessuno faccia a caso a me. Continuo a camminare fino ad arrivare dalla mia famiglia. Provo a parlarci, ma invano: mamma e nonna piangono, Ana è vicina a Kate, Tiffany sta a malapena trattenendo le lacrime e tutti intono a me sono vestiti per un giorno di lutto. Eppure sembra che nella stanza non manchi nessuno. Solo ora mi accorgo di una bara in centro alla stanza, mi avvicino piano e non appena vedo chi vi è dentro lancio un urlo.

È proprio qui che mi sveglio.
“Christian… va tutto bene. Era solo un incubo.”
Un incubo? Ho sognato il mio funerale, mai della vita avrei pensato di morire per un incidente con Charlie Tango!
“Ti vado a prendere dell’acqua.”
Annuisco non trovando le parole.
Decido di farmi la doccia in modo da schiarirmi le idee e da eliminare ogni residuo lasciatomi da questo incubo.
“Va meglio?”
“Diciamo che sono stato meglio.”
“Tieni. Tiffany ha chiamato un bel po’ di volte.”
Guardo l’ora e sono solo le quattro del mattino. Cosa vorrà a quest’ora? Poi mi ricordo che ieri sera non c’era. Cavoli!
Ascolto i messaggi lasciati dalla segreteria, ma decido di mandarle solo un messaggio con scritto:
 
Sono vivo. Non ti preoccupare.
 
Non l’avessi mai fatto! Alle otto di mattina la sento urlare dal salone, con Ana che ride come sottofondo.
“Giuro che se lo trovo lo ammazzo. Ma si può lasciarmi in pena tutta la notte!?”
“Shh… sta ancora dormendo.” Risponde Ana.
“Non mi interessa niente! Sono stata in pena tutta la notte per lui. Maledetta l’ora che ho dato ascolto a mia madre ed ho chiuso il cellulare! E maledetta l’ora che non ho dato ascolto a mio fratello!”
“Buongiorno!” entro in cucina ancora un po’ stordito dagli ultimi eventi, ma a Tiffany non sembra importale.”
“Buongiorno? Io ti cerco tutta preoccupata e mi rispondi con un misero messaggio. Ringrazia Ana che mi ha persuaso a venire alle quattro del mattino.”
“Ehi, sto bene! Un po’ stordito ma sono intero. Pensavo che ti avessero avvertito i miei o Mia.”
“Sì, ma fino alle due non ho voluto saperne niente del mondo esterno. Mio fratello è tornato a trovarmi.”
“Grandioso! Ora posso fare colazione?”
“Tutti qui? Non mi racconti nulla?”
“Cosa vuoi sapere?”
“Se stato in ospedale? È tutto apposto. Ah lunedì non pensare di tornare a lavoro. Ross come sta? Forse la devo chiamare?”
“Calma Tiff respira.”
“Ah! Quasi dimenticavo! Buon compleanno amministratore delegato!”
“Grazie per avermelo ricordato”
“Oh tranquillo ci avrebbe pensato Mia fra circa dodici ore. Vi lascio alle vostre cosucce e Mia mi ha detto che una cosa sarà pronta per le dieci.” Mi fa l’occhiolino e dopo essersi rassicurata che fossi tutto intero, finalmente un po’ di pace.
“Non l’avevo mai vista così” mi confessa Ana.
“Così in panicata? Sì a volte da di matto. È uno spasso dovresti vederla quando è in ufficio.”
“Sai credo che passerò.”
“Comunque ti ringrazio per averla rassicurata.”
“Non avevo molta scelta visto che aveva minacciato di venire qui alle quattro. Cosa si fa oggi?”
“Be’ futura Miss Grey visto che hai deciso di sopportami per il resto della vita che ne dici se andiamo in un bel posto?”
“E dove?”
“Sorpresa.”
“Dovrebbe essere il contrario.”
“Dovrebbe…”
 
Durante il giro in barca svoltosi all’inizio del mese Ana aveva visto una bella casa un po’ retro così decisi qualche giorno dopo di andarla a vederla. E indovinate chi è il nuovo proprietario?
Non è molto grande, ma c’è molto spazio per ampliarla e dedicare una zona interamente a Taylor e Gail.
È da un po’ di tempo che pensavo di prendere una casa fuori città, ma sempre abbastanza vicino a casa dei miei e dal lavoro. Inizialmente pensavo di andarci solo il weekend per staccare un po’ dalla vita di città e dedicarmi al lavoro in un posto tranquillo, ma visto che oggi Ana mi ha reso l’uomo più felice della terra ho deciso che forse potrebbe essere la nostra futura casa.
“Mi spieghi perché ti fai chiamare Amministratore delegato?” mi chiede Ana interrompendo i miei pensieri.
“È un piccolo gioco tra me e Tiffany. È iniziato tutto al liceo.”
“Continua.”
“Conobbi Tiffany durante le lezioni di letteratura e poco dopo scoprì che avevamo un altro corso in comune Green Economy. Era un corso molto stimolante, ti permetteva di creare di usare la parte creativa di te unendola alla parte burocratica. Come avrai intuito svolgemmo il compito assieme e quasi per scherzo mi disse che un giorno sarei diventato un amministratore delegato e da quel giorno decise di chiamarmi così.”
“Aveva già visto del potenziale in te.”
“Sì solo che non lo ammettevo. Se sono dove solo lo devo anche a lei. Siamo arrivati.”
 Sono elettrizzato come un bambino il giorno di Natale! Sarà troppo? Forse ho sbagliato.
“Mi è famigliare.”
“L’abbiamo vista durante il giro in barca.”
“Oh e i proprietari sanno che siamo qui?”
“Assolutamente”
L’interno come il resto della casa è un po’ retrò, sarà da rifare praticamente tutto: tubature, isolamento, impianto elettrico; ma sono sicuro che il risultato finale sarà fantastico!
Per prima cosa pensavo di metterci uno studio, una biblioteca che potrebbe fungere da studio per Ana, piscina/centro termale, palestra, ampia cucina e…
“È bellissimo qui! Guarda il camino!”
“Vieni.”
La conduco in un’enorme stanza che ho già pensato sarà lo studio. Nei giorni dopo l’acquisto ho provato a riprodurre una cartina della casa, cercando di immaginarmi la posizione delle stanze. Adesso quella Bozza è appesa ad una parete e la mostro con orgoglio anche se Elliot avrà da ridire! Credo che gli darò un bel po’ di lavoro da fare e forse lo stresserò un po’, voglio che sia perfetta!
“La cucina non mi piace.”
“Cos’ha che non va?”
“Be’ chiunque abbia disegnato questa piantina è una frana.”
“E cosa suggerisce madame?”
“Cucina open space con la sala da pranzo e in soggiorno ci starebbero bene delle porte finestre che richiamino lo stile della casa. Sofisticato, antico ma con un pizzico di moderno.”
“Prenderò nota.”
“Aspetta hai fatto tu il disegno?”
In risposta annuisco.
“L’hai comprata?”
“Sì?”
“Cosa? Dove? Quando?”
“Circa due settimane fa. E non è finita.”
 
La porto nella stanza che diventerà la nuova biblioteca, ci sono già gli scaffali e per l’occasione un’intera parete di scaffali è stata riempita con dei fiori, con delle candele, alcuni libri presi dalla mia biblioteca personale e sul pavimento i petali delle rose sono stati disposti a formare la frase “Vuoi sposarmi?”.
Quando si gira mi trova in ginocchio con la scatolina contenente l’anello di fidanzamento di nonna Grey, passato a mia madre ed ora di Ana. Un anello in argento con un diamante centrale da 2.5 carati; semplice, ma di classe.
“Anastasia Steele vuoi sposarmi?”
“Sì sì e si! Ti amo!”
“Anch’io piccola.”
 
A pranzo la porto in giardino ringraziando mentalmente Gail per il pranzo .
Trascorriamo il resto del pomeriggio a parlare dei progetti di questa casa, fino a quando per mia sfortuna dobbiamo tornare a casa per preparaci per la festa di sta sera.
 
Come sospettavo la piccola festa promessa da Mia è diventata un’enorme festa. Non come quelle dei film, ma il concetto di “non voglio una festa” o “Voglio una cosa in famiglia” non hanno lo stesso significato per lei. A essere onesti forse è un bene che sia andata così; ora posso dare la bella notizia a tutti.
La reazione iniziale non è quella che ci si aspetterebbe: il silenzio è calato nella stanza. Ma dopo quelli che sembrano secoli, ma in realtà sono pochi secondi Mia rompe il silenzio volendo a essere la prima a farci le congratulazioni.  Anche mio fratello l’ha presa piuttosto bene, ma la persona che mi preoccupa di più è Tiffany. Negli ultimi anni abbiamo fatto tutto assieme e adesso ci sarà un grande cambiamento.
“Grey la prossima volta che mi fai venire un infarto, me la paghi. Ragazzi sono così felice per voi!” prima mi minaccia e poi si congratulata. Mi sono perso:
“Quindi non sei arrabbiata?” domando.
“No, sono felice per te Chris. Te lo meriti e vi auguro tutto il bene e la felicità di questo mondo. E poi ho vinto contro Elliot”
“Che centra?” domando ancora più curioso.
“Oh avevamo scommesso che saresti rimasto scapolo fino a trent’anni, ma si sbagliava.”
“Tu cosa…”
“Una cosuccia da niente. Ora goditi la festa e Ana mi raccomando tienimelo d’occhio e non vizialo troppo. Poi chi lo sopporta più”
“Promesso”
 
Tutto procede per il meglio fin quando papà non tira fuori il discorso sui patti prematrimoniali e lì inizia la discussione.
“Papà ti ho già spiegato che non voglio…”
“Tiffany cerca di convincerlo tu”
Tiffany che se ne stava buona a mangiare la quinta fetta di torta alza lo sguardo quando sente di essere stata interpellata in causa.
“E cosa dovrei fare? Christian è una testa dura quando si impunta su qualcosa quindi non vedo che centro io. E poi il matrimonio e la vita è loro mica mia!”
“Ma…”
“Ora basta! Ho detto di no fine della discussione” sovrasto tutte le voci e cala il silenzio nella stanza. Non è mai successo che io abbia alzato la voce con mio padre, ma questa volta è diverso. Esco a prendere un po’ d’aria quando sento dei passi dietro di me mi fermo.*
“La pensi come lui, non è vero?”
“Non è importante cosa penso io, ma quello che vuoi tu Christian. Devo dire che mi avete colto di sorpresa sta sera, ma credo anche che sia una scelta vostra. È quella giusta? Non lo so. Funzionerà? Penso di sì. Vedo te ed Ana molto felici quando state insieme e a me questo fa piacere.”
“Ma cosa pensi davvero?” insisto.
“Come avvocato penso che dovresti prendere in considerazione l’idea, ma come amica appoggerò la tua scelta. Come ho già detto è la tua vita non la mia.”
“Grazie”
“Vieni qui.” L’abbraccio felice di avere una mica come lei “Qualsiasi cosa succeda io ci sarò Christian e sono molto contenta per voi. Lo dico sul serio.”
“Ana…”
“Sono venuta a sapere se va tutto bene.”
“Sì è tutto apposto.”
“Se vuoi fare i patti prematrimoniali non è un problema.”
“Non serviranno.”
Si volta verso Tiffany come per chiedere conferma.
“Se cambierete idea sapete dove sono e vi faccio le mie sentite congratulazioni. Buonanotte promessi sposi.”
“Christian davvero…” inizia.
“Ana non preoccuparti di questo. Non lo voglio fare e non cambierò idea.”
“Ma…”
“Niente ma… la questione è già risolta.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo”
“Sarà sempre così?”
“Così come…”
“Quando avrai un problema o qualcosa non va come dici tu ci sarà sempre lei in mezzo?”
“Anastasia, Tiffany non è una qualunque. Mi è sempre stata vicina ed io a lei, ne abbiamo passate tante insieme ma ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per stare con te. Se vuoi ne parlerò con lei direttamente così potrai stare più tranquilla.”
“Grazie. So che è importante per te, ma mi piace stare nella nostra bolla. E mi piacerebbe aiutarti se ne ho la possibilità.”
“Piace anche a me. Andiamo a salutare gli altri.”

Fonte Capitolo: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011
* Cinquanta sfumature di rosso di E.L. James, 2012
 

Angolo della scrittrice:
Buonasera cari lettori,
finalmente un capitolo in orario o quasi.
Scusatemi per il macabro inizio, ma che ne dite della proposta e della avventata decisione da parte del nostro Mr Grey a prendere la casa? Come non sottolineare il fatto che finalmente la sua corazza sta pian piano cedendo.
Ovviamente non pensate che mi sia scordata del triangolo amoroso, infatti ho già scritto qualcosa, ma come sempre è in fase di elaborazione. Ho qualche idea, ma è ancora tutto da decidere. Non vi spoilero nulla!
Fatemi sapere come vi è sembrato il capitolo.
A presto,
Dauntless_99
 

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Capitolo 24
*** Cambiamenti e preparativi ***


POV Ana

Nell’aria c’è odore di cambiamenti e siamo solo il lunedì. Tutti sono molto agitati tranne me, infondo è una bellissima mattinata di metà giugno.
Ad accogliermi c’è Hannah
“Hai sento l’ultima notizia?”
“Quale?” chiedo incuriosita
“Stanno tramando qualcosa ai piani altri, inoltre qualcuno ha sentito dire che avverranno dei cambiamenti molto presto.”
“Che genere di cambiamenti?” chiedo incuriosita.
“Cambio di capo e qualcuno verrà licenziato.”
Alla parola licenziamento Elizabeth si volta a mandarmi un’occhiataccia, anche se non sembra non ha digerito il fatto che io abbia preso il posto di Jack.
“O mio Dio! Quella è…”
“Tiffany Benson” conclude la frase Elizabeth.
“Ma non è il braccio destro della GEH?” continua Hanna.
“E che ci fa qui?”
“L’ultima volta ha pubblicato un libro con la nostra casa editrice.”
“Un libro?” chiedo.
“Si ma…”
“Signorina Benson che piacevole sorpresa averla fra noi” la accoglie Miss Broncio.
Leccaculo penso tra me e me.
“Non posso dire la stessa cosa Elizabeth visto che mi ha tagliato la strada verso la mia meta.”
“Lei sa chi sono?”
Ovvio che lo sa le rispondo mentalmente.
“Ana sono felice di trovarti stavo giusto venendo da te.”
“Da lei?” chiede Elizabeth.
“Qualche problema?”
“No…io…”
“Bene vorrei parlare con te e i capi.”
“Certo Hannah puoi avvisare gli altri. Grazie.” “A cosa devo questa tua visita?”
“Be’ come sai già Mr Paranoico ha comprato l’azienda e spero che non ti dispiaccia se la rimetto a nuovo.”
“Oh sì Christian mi aveva avvertito. Mi potresti dire qualcosa in più sui licenziamenti?”
“Potrei ma non voglio.”
“Signori che piacere rivedervi.”
“Signorina Benson l’onore è nostro. Prego parli puri.”
E così inizia un’intensa riunione sul futuro della casa editrice e sui futuri licenziamenti anche se non è stato detto chi se ne andrà.
“So che Ana sta momentaneamente il signor Hyde e mi chiedevo se avete intenzione di sostituirla a breve oppure lasciarla in modo definitivo”
E qui inizio a sudare, non me l’aspettavo! Forse vuole mandarmi via oppure vuole che mi assicuri il posto. Penso tra me e me.
“La Signorina Steele…. Volevo dire Ana sta facendo un ottimo lavoro. Ha assunto da poco questo ruolo, ma ha proposto delle idee eccellenti spero che continui su questa strada.”
“Non vi deluderò.”
“Mi fa piacere sentirlo, quindi posso suppore che non tornerà al lavoro di prima.”
“Ovviamente no, stavamo valutando di promuoverla definitivamente a questo ruolo.”
“Benissimo se questo è tutto, io inizierei. Signori a tra una settimana.”

“Volevi farmi fuori?” le chiedo non appena tutti se ne sono andati.
“Wow calma! Volevo sapere cosa avevano in mente i tuoi capi e sapere come andavi. E a quanto pare ho visto giusto.”
“Scusa cosa vorresti dire?”
“Christian è proprietario dell’azienda e volendo potrebbe riassumerti se tu lo volessi, ma perché dovresti se i tuoi capiti ti licenziassero. Visto che stai andando bene volevo rassicurarmi il tuo posto qui in modo che tu potessi organizzare il tuo ufficio.”
“Quindi non volevi farmi fuori?”
“No, come ben saprai questo posto ha del ottimo potenziale solo che è un po’ vecchiotto.”
“A me piace” protesto.
“Ma ti piacerà ancora di più una volta rimodernato. Vuoi partecipare al restyling?”
“Dimmi la tua idea.”
“La disposizione degli uffici è buona e non mi dispiacciono queste finestre con il muro di mattoni che si vede. Il primo piano ci sarà una piccola haul con una sala di ristoro. Questo piano va cambiato: ho pensato di dipingere tutto di bianco e di creare una enorme open space. Vicino all’ascensore ci sarà una sala una bella sala d’aspetto con enormi scaffali pieni di libri. Le pareti verranno ritinteggiate di bianco e sulle pareti appesi degli enormi quadri raffiguranti le copertine dei libri che usciranno a breve. Vicino alla sala d’aspetto ci saranno delle piccole cabine per i dottorandi, mentre sul resto del piano ci saranno gli uffici con enormi pareti di vetro in modo che la luce proveniente da queste fantastiche finestre invadano tutto il piano. Al piano di sopra ci sarà un’enorme sala conferenze con a fianco una sala ristoro per i grandi capi. All’ultimo piano l’archivio. Che ne pensi?”
“Mi piace sembrerà una GEH in miniatura.”
“Ovviamente avranno uno stesso stile, ma qui ci sarà più carattere. Ora pensiamo al tuo ufficio ti va?”
E così il resto della mattinata lo passo a scegliere tra disposizioni, scelta mobili ecc.
“Bene il mio lavoro è finito. Ti va di venire a pranzo?”
“Certo o non posso ho promesso ad Hanna che avrei pranzato con lei.”
“Sarà per un’altra volta. Buona giornata Ana. Quasi dimenticavo Mia ti bombarderà di domande per il matrimonio, resta sul vago e imponi le tue idee ed andrà tutto bene.”
“Lo farò. Grazie del consiglio.”
“Buona giornata Hannah”
“Buona giornata signorina Benson.”
“Chiamami pure Tiffany, le amiche di Ana sono anche le mie.”
“Conosci la signorina Benson?” mi chiede Elizabeth.
“Sì.” Rispondo per poi rivolgermi ad Hanna “Mi spiegate come fate a conoscerla?”
“Ti racconto tutto io.” Mi risponde la mia amica nonché segretaria.
 
Christian POV

“Buonasera futura Miss Grey.”
“Suona bene.”
“Lo so. Piaciuta la visita?”
“Non finiva più, però devo dire che ha buon gusto.”
“Su quello non ci sono dubbi.”
“Dove stiamo andando?” mi chiede Ana.
“A scegliere il menù per il matrimonio” rispondo.
“Ora?”
“Certo, non abbiamo tanto tempo e non vorrei passare ogni weekend a casa dei miei ed essere sommerso di domande da Mia.” Alzo gli occhi al cielo maledicendo l’ora che le ho dato il permesso di organizzare tutto. Non avevo altra scelta o forse sì? Be’ trasferirsi in un’isola sperduta senza cellulare e senza vie per raggiungerla non sarebbe stato male.
“Quasi dimenticavo verrà a scegliere l’abito da sposa con te.”
“Mi ricorda qualcuno” ammette.
“Ah sì?” chiedo facendo finta di non saperne nulla.
“Oh sì lo conosci molto bene.”
 
 
 
Tiffany POV
 
Mancano tre settimane al gran giorno e già non ne posso più! Mia continua a chiamarmi ogni cinque minuti per sapere cose al quanto superficiali, devo saperle io? Sono loro gli sposi. Stanca di sentire la ventesima chiamata in un’ora prendo le mie cose e cerco un ufficio libero. Sfiga vuole che tutte le sale riunioni sono piene, in sala relax non ci penso nemmeno, sto valutando l’idea di andare a lavorare nella Haul.
All’ultimo decido di andare nell’ufficio di Chris, per fortuna non c’è.
Finalmente un po’ di pace, riesco a lavorare per un’ora quando Mr Paranoico ritorna. Non ci accorge di me fin quando non si siede al suo posto:
“Tiff ma cosa…” lo interrompo mentre sto finendo di scrivere l’ultima mail.
“Dicevi”
“Perché sei seduta sul divano e tutti i fogli sono sparsi sul tavolino?”
“Oh questo! Ho pensato di ritornare ai vecchi tempi quando studiavamo insieme.” Per una frazione di secondo mi guarda storto “Okey lo ammetto, Mia non la smetteva di chiamare e non sapevo dove andare!”
Confesso.
“Spero che non ti dia fastidio.”
“No, ma la prossima volta evitami di farmi prendere un infarto.”
Lavoriamo insieme per tutto il resto della mattinata e anche nel primo pomeriggio, è più facile lavorare quando siamo nella stessa stanza piuttosto che in due diverse separate.
“Chris…”
“Sì?...”
“Dove porterai Ana in luna di miele?”
“Ancora non lo so. Pensavo Londra e poi Parigi”
“Mmmm…”
“Arriva al punto Tiff?”
“Ecco visto che starai via per tre settimane pensavo che sarebbe bello se tu ti godessi la meritata pausa. Quindi…”
“Vuoi che lasci il controllo dell’azienda a te e a Ross.” Finisce la frase per me. Accidenti!
“Be’ non capita tutti i giorni di andare in luna di miele e specialmente per te visto che non hai preso un giorno di vacanza fino alla scorsa settimana.”
“No!” rispondo secco.
“Ma…” cerco di protestare.
“Ho detto no. Apprezzo il gesto, davvero. Ma è meglio che io lavori lo stesso anche in quelle tre settimane.”
“Almeno puoi delegare un pochino di lavoro?” Insisto.
“Ci penserò su.” P-A-R-A-N-O-I-C-O!
“Promesso?”
“Promesso. A proposito non stavo pensando…”
“No.”
“Ma non ti ho chiesto niente.”
“Lo so cosa vuoi chiedermi, ma no. Apprezzo che tu ci abbia pensato, ma credo che sarebbe meglio che lo facesse Elliot. E poi non sono brava ad organizzare feste.”
“Tiff…”
Mi guarda deluso e un po’ ci sono rimasta male anch’io, mi farebbe piacere essere la sua testimone ma penso di essermi già presa troppi meriti. Penso che Elliot sia la persona giusta, anche se non si direbbe.
“Tu mi hai detto che Ana vorrebbe aiutarti e che forse a volte sono un po’ troppo invasiva nel vostro rapporto. Un po’ è vero e non ho chiuso occhio stanotte, ma il fatto che tu voglia farmi fare la tua testimone di nozze, mi fa sentire lusingata.”
“Però…”
“Credo che questo onore spetti ad un’altra persona. Mi hai già dato tanto Chris e il fatto che io possieda metà della tua azienda lo dimostra, ma è giusto che a fare il testimone  sia  quel povero di tuo fratello. Io so che in fondo vorresti lui e per questo ti dico di no. Io non vado da nessuna parte!”
“Cosa ho fatto per meritare una amica come te?”
“Chris vieni qui.”
Lo abbraccio e spero che capisca il gesto. So che Ana è importante per lui e voglio che funzioni tra loro. Se devo tirarmi indietro lo farò e questo è un piccolo passo.
“Non ti libererai facilmente di me lo sai.”
“Lo so”
“Torna al lavoro, devo fare una cosa.”
 
Una volta uscita dal suo ufficio mi dirigo da Andrea e Ross ed insieme lavoriamo per il resto della giornata al fine di far passare a Chris e Ana la migliore luna di miele della storia. Anche se mi ha detto che ci penserà, lo conosco troppo bene e lui il lavoro non lo mollerà tanto facilmente.
 
Christian POV
Le parole di Tiff mi rimbombano per la testa per il resto del pomeriggio. L’ha sempre saputo e questo ne è la conferma. Non ho mai superato del tutto quella notte di quasi nove anni fa, ma come si dice è tempo di crescere. Forse ha ragione! Forse è Elliot la persona giusta, anche se devo ammettere che sono un po’ preoccupato all’idea. Penso proprio che seguirò il suo consiglio.
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
lo so avrei dovuto pubblicare il capitolo prima, ma ci sono stati dei problemi tecnici.
Allora ho scritto questo capitolo quasi di getto e non so sinceramente cosa ne è venuto fuori.
Non saprei neppure commentarlo quindi lascio la parola a voi.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 25
*** Avviso ***


Buon pomeriggio cari lettori,

speravo di riuscire a pubblicare il capitolo entro Natale, ma c’è qualcosa in esso che non mi convince.

Ci tengo a farvi gli Auguri di Buon Natale ed a ringraziarvi per il supporto. 😊

A presto,

Dauntless_99

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Capitolo 26
*** Matrimonio ***


Nota: Come già suggerito da alcune di voi sto già portando delle modifiche al capitolo!


Christian POV
È una calda mattinata di metà luglio, ma quella che per molti sarà una normale giornata per me non lo sarà a fatto: è il gran giorno!
Scendo per far colazione e intanto vedo un via vai di gente assurdo: Mia sta spartendo ordini a destra e a sinistra, nonna e mia madre sono già sotto con il trucco e parrucco, gli unici ad essere calmi siamo io, papà, Elliot e nonno Theo.
“Sapete sto mentalmente ringraziando Dio per avermi fatto nascere maschio.” Se ne esce fuori Lelliot, mentre sorseggia il suo caffè.
“Ma come? Non sei tu quello che spende ore per sistemarsi i capelli alla mattina?” lo punzecchio.
“Divertente.” E mi fa la linguaccia.
“Su bambini finitela di litigare.”
“Buongiorno Tiff. Non ti prepari?” domando.
“A differenza delle altre donne qui presenti ho già fatto tutto ieri.”
“Giusto dimenticavo che sei Miss Perfettina.” Ribecca Elliot.
In risposta Tiffany lo guarda torvo.
 
Manca poco all’inizio della cerimonia, gli ultimi dettagli e sono pronto.
“Allora come sto?” chiedo.
“Oh tesoro stai una favola” risponde mamma.
“Nonna non piangere.”
“Scusa.”
Mia irrompe nella stanza:
“Tutti fuori, manca poco. Avanti su. Dov’è Elliot?”
“Indovina” rispondiamo in coro io e Tiffany.
“Sempre il solito”. Si unisce alla risata anche Mia.
Rimasti soli Tiffany controlla che sia tutto apposto.
“Come ti senti?” mi chiede.
“Bene” rmento. Ovviamente non è vero, sto sudando freddo e molte domande e pensieri mi stanno mandando in tilt il cervello.
“Sei un pessimo bugiardo.” Mi rimprovera con il suo tono autoritario.
“Ansia. Paura. Dubbi. Non lo so, sembra come se qualcuno avesse aperto la scatola delle mie emozioni.”
“È normale. Oggi è un gran giorno e non potrei essere più felice per te. Respira profondamente e ricordati che nulla potrà andare storto.”
“E se le non si presentasse? O cambiasse idea all’ultimo?”
“Nel primo caso l’andrei a cercare, nel secondo non credo.”
“Ma…”
“Ascolta Christian non essere sempre così pessimista. Non ti ho mai visto così felice in vita tua ed Ana sa bene quanto tieni a lei. Non penso che sia il tipo di persona che si tiri indietro all’ultimo e poi ricorda che ti ama. Io sarò lì vicino a te e ti sosterrò come ho sempre fatto. Intesi?”
“Grazie.”
“Ora vai da Mia io intanto vado a tirare per i capelli Elliot. Ci vediamo all’altare. Vedi di non battere in ritirata.” Mi minaccia.
 
Tiffany POV
Ma dove diavolo si è cacciato Elliot? Lo sto cercando dal almeno dieci minuti, ma ancora non l’ho trovato!
“Accidenti a voi!” lo stento urlare dalla sua camera.
La scena che mi appare davanti è ridicola: Elliot che cerca di sistemarsi i capelli invano. Ah il karma!
“Lascia stare! Faccio io!”
A volte è proprio un imbranato, anni di allenamento ma quando ci sono eventi importanti va in panico. Eppure fino a un’ora fa mi prendeva in giro Tz.
“Fermo lì. Il papillon” lo blocco prima che esca dal bagno.
“Ma non lo voglio mettere.” Protesta peggio di un bambino di cinque anni.
“E invece dovrai non vorrai mica uscire in queste condizioni! Abbottonati la camicia su!” ribatto per due semplici motivi: Uno non voglio sentire Mia rimproverarlo ne ho avuto già abbastanza di sentirla durante la settimana, due siamo ad un matrimonio nel quale è il testimone dello sposo, non può avere un aspetto trasandato.
“Sei una pigna.”
“Grazie. Ecco fatto!”
“Contenta? Sembro un cretino!” Si osserva allo specchio controllando per la quarantesima volta i capelli. A volte mi sembra una donna.
“Un cretino con stile. Avanti muoviti testimone.”
“Mi spieghi perché non lo hai voluto fare tu?”
“Perché questo onore spetta a te.”
 
Christian POV
Abbiamo deciso di celebrare il matrimonio a casa dei miei e non potrei essere più felice. Mia ha fatto un lavoro straordinario ed ha esaudito tutte le nostre richieste. Non ho il tempo di ammirare il lavoro da lei svolto perché inizia la marcia nunziale e con essa ricomincio a sudare freddo: Elliot è al mio fianco, Tiffany è di fronte a me che mi sta lanciando sguardi che dicono “Calma”, mamma e nonna sono già sul punto di piangere e poi la vedo: con un semplice abito bianco di pizzo, lungo e aderente su tutto il corpo. È bellissima! E semplicemente Ana! Per poco non svengo dall’emozione.
“Ciao” la saluto una volta arrivata a fianco a me.
“Ciao”
La cerimonia procede tranquillamente e anche lo scambio delle promesse. La voce un po’ insicura rispetto al solito, ma decisa.
“Può baciare la sposa”. E tutta la sala scoppia in un boato di felicità.
 
La sala del ricevimento è uno spettacolo: c’è un tavolo lungo per noi sposi e le rispettive famiglie, il resto dei tavoli sono sparsi per la sala con enormi vasi pieni di rose e cristalli a fare da centro tavola. Una pista da ballo davanti al tavolo principale con a lato il palco per orchestra e sulla sinistra la torta a nove piani preparata dalla mia dolce sorellina con in cima me e Ana in miniatura.
 
“Congratulazioni! Ana sei uno splendore.”
“Grazie Tiffany. Anche tu. Mi sono meravigliata che non fossi tu il testimone.”
“Oh è tutto un piano per far mettere in imbarazzo Elliot.” risponde.
“Bugiarda.” Rispondo.
“Ho imparato dal migliore.”
“Ragazze venite a fare la foto! Ovviamente voglio anche lo sposo” ci chiama Mia dall’altra parte della sala.
“Ma non si stanca mai?” chiedono Tiffany e Ana in coro. Si guardano un’istante per poi scoppiare a ridere.
 
La festa sta procedendo senza troppi intoppi: Mia continua ad essere la solita entusiasta, Tiffany sta rimproverando Elliot per essersi tolto il papillon, Ana sta parlando con Kate, nonna e nonno stanno conducendo le danze seguiti da mamma e papà. Guardo la scena da un angolo della sala e mi chiedo se questa è davvero la realtà oppure un sogno. Vorrei che questo non finisse mai.
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera a tutti,
a causa di studio e anche per mancanza di voglia (lo confesso!) non ho avuto modo di rivedere il capitolo prima di oggi. Per questo vi chiedo scusa.
Il capitolo è stato rivisto un miliardo di volte prima di Natale, ma pensavo e penso tuttora  che manchi qualcosa, ma non so cosa. Per questo chiedo a voi: cosa potrebbe renderlo ancora più bello? Ma soprattutto: cosa ne pensate?
Ho già il prossimo capitolo pronto, sarà corto per questo penso che lo pubblicherò la prossima settimana.
A presto,
Dauntless_99

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Capitolo 27
*** Affrontare le paure ***


Tiffany POV
Quando Christian e Ana se ne sono andati, pian piano hanno iniziato ad andarsene anche gli invitati. Gli unici rimasti siamo io e la famiglia di Christian. Tre settimane senza di lui, sarà una vera gioia in ufficio! Già mi immagino seduta di fronte alla mia scrivania in pieno silenzio con nessuno che mi disturberà per le prossime settimane. Ovviamente il caro amministratore delegato ha deciso di portarsi il lavoro dietro nonostante le mie proteste, quelle di Mia, di sua madre, sua nonna e Ross. Ci abbiamo provato in tutti i modi, ma lui non ne ha voluto sapere e quindi aspetterò con ansia una sua telefonata. Nemmeno quando è in luna di miele vuole riposare! In compenso Ana mi ha promesso di tenerlo il più lontano possibile dal PC e di farlo divertire un po’.
 
Mia è in pista un po’ brilla, un po’ tanto quindi decido che è ora di metterla a letto. Non appena la afferro, mi trascina in pista a ballare e non si sa come ci ritroviamo per terra a ridere come due matte. Nonostante sia un po’ impicciona alle volte è davvero una buona sorella ed amica.
“Forza ti porto a letto.”
“No, balliamo ancora un pochino” protesta, cercando nel mentre di rialzarsi.
“Vi serve una mano ragazze?” ci chiede Elliot.
“No grazie. Anzi forse sì.”
“Ragazzi siete le persone migliori al mondo.” Parla Mia con un tono stanco.
“Quanto ha bevuto?” mi chiede Elliot preoccupato.
“Non saprei, si è data alla pazza gioia quando se ne sono andati tutti.”
Una volta messa a letto, rimaniamo solo io ed Elliot.
“Kate non ti sta aspettando?”
“No! È andata via con i suoi. Le ho detto che rimango a dormire qui con i miei. Resti anche tu?”
“Sì, mi sono offerta di dare una mano a risistemare e poi ci sono le cose di Christian da riportare indietro.”
“Mamma, ti chiamerò così.”
“Buonanotte Elliot.”
“Buonanotte Tiff”
Prima di andare in camera, vado a controllare quella matta di sua sorella e quando vedo che si è addormentata tiro un sospiro di sollievo, forse dopo tutto riuscirò a dormire. Ho detto forse.
 
Sono passate due ore da quando mi sono messa a letto, ma ancora non sono riuscita ad addormentarmi. Ogni volta che cerco di dormire i miei pensieri vanno a quella sera del college e poi ai miei disturbi alimentari avuti nella mia adolescenza.
Scendo ed esco in giardino sperando che l’aria fresca riesca a distarmi un po’, invano.
Sento dei passi provenire dall’interno e avvicinarsi sempre di più fin quando la sagoma non si siede accanto a me.
“Ancora gli incubi?” alzo le spalle dando per scontato la risposta.
“Non devi rimanere qui. Torna a letto e scusa se ti ho svegliato.”
“Non stavo dormendo. Tiff…”
“Elliot non ne voglio parlare.”
“Be’ io si cavoli! Nessuno mi vuole dire che sta succedendo, lo sai che ti ho sentita urlare nel sonno ogni notte quando siamo andati tutti ad Aspen per le vacanze. Mi sto preoccupando.”
“Non è nulla.”
“A me non sembra. Tiffany ti prego sono io, Elliot.” “Ti prego, da anni non sei più la stessa. Non bevi, non ti ho vista ad andare in discoteca a divertirti o a qualunque festa. Ti prego.”
“Forse non te lo ricorderai, ma è successo al college. Quando Christian ha chiamato Grace che ha avvertito la mia.”
“Quella volta che sei tornata a casa prima…”
“Sì… e poi i disturbi alimentari.” Aggrotta la fronte non capendo di cosa stai parlando. Nessuno oltre la mia famiglia lo sa, nemmeno Christian.
“Nel periodo fine medie inizio superiori, ho avuto a che fare con dei disturbi alimentari che mi hanno portata allo sfinimento. Questo è stato anche uno dei molteplici motivi del perché abbiamo cambiato città. Sono in cura dallo psicologo da quel periodo, ma sono peggiorata dopo quel fatto del college. Ho gli incubi quasi ogni sera e non so perché il mio cervello associa i due problemi.”
“Cos’è successo?” mi domanda insistendo e non posso che raccontagli l’accaduto.
“Tiff io…”
“È Tutto okey non è nulla.”
“Ma scherzi? Tu domani sera vieni con me.”
“Elliot non… lascia perdere. Non sai quante volte ho provato a rimettere piede ad una festa invano.”
“Forse il problema è non andare ad una festa, ma con chi. Perché domani sera non ci andiamo insieme? Se  poi non ce la fai ce ne andiamo.”
“D’accordo! Mi prometti che non dirai nulla a nessuno di quello che ti ho detto.”
“Te lo prometto!”
 
La sera dopo
 
Non ci credo nemmeno io quello che sto facendo! L’ultima volta che ci ho riprovato è stato qualche mese fa, lo psicologo dice che sto facendo progressi ed oggi ha confermato quello che Elliot mi disse ieri.
“Pronta?”
“Dobbiamo…”
“Sì!”
“Mmmm… torniamo a casa?” chiedo non molto convinta.
“No! Di solito di arrendi così? Dopo nemmeno cinque minuti?”
“Il massimo che ho retto è stato entrare e riuscire.”
“Allora entriamo!”
“Ti sto odiando sappilo.”
Entriamo in uno dei soliti bar alla Elliot style: musica a tutto volume, alcool, gente in pista e mancanza di ossigeno. Non vedo l’ora di uscire da qui!
“Possiamo uscire?” Sto urlando.
“Cosa?”
“Ho detto Possiamo uscire?”
“No. Tu adesso dimentica tutto e lasciati andare.”
Sto cercando una via di fuga, ma dovunque posi lo sguardo vedo solo gente. Sono tentata di chiamare Chris, ma poi mi ricordo che è in luna di miele. Mio fratello mi risponderebbe così “Divertiti sorellina! Ne hai proprio bisogno!” Sto male, troppa gente, troppo rumore. Ho solo bisogno d’aria.
“Elliot…” non lo trovo. L’ho perso e vado in panico. Aveva promesso che non si sarebbe allontanato e invece mi ritrovo sola. Mi ritorna in mente in mente una scena di quella sera: io che ballo in pista, ubriaca forse e poi… nulla.
“Elliot…” quasi sussurro.
Non ce la faccio, non ce la posso fare… e mentre formulo questi pensieri qualcuno mi prende e mi inizia a far muore a ritmo di musica. Mi giro per dargli un bugno in faccia quando mi fermo appena in tempo.
“Elliot sei un cretino!” esclamo.
“Shhhh! Balla e divertiti.”
A malincuore faccio quello che dice fino a perdermi nella musica tornando la bambina di nove anni che si scatenava con suo fratello in camera a suon di musica.
Perdo la cognizione del tempo e solo a tarda notte mi accorgo che è orario di chiusura.
“Di già?”
“Sono le quattro di mattina.”
“Oh…”
“Allora non è stato così male?”
“Non saprei…”
“Le bugie hanno le gambe corte.”
“Okey lo ammetto è stato divertente.”
“Tiffany Benson che mi dà ragione! Devo segnarmelo sul calendario!”
Gli tiro un pugno, non gliela do vinta.
“Ahia!”
“Non ti ho dato ragione! Ho solo detto che è stato divertente!”
“Va be’ se lo dici tu. Non ti ho mai vista così…”
“…Così fuori controllo”
“Sì.”
“Era da tanto che non lo facevo! Di solito c’era mio fratello che metteva musica e fingevamo di ballare!”
“Fingevi? Ho dovuto lanciare occhiatacce a non so quanti tipi che ti stavano mettendo gli occhi a dosso!”
“Ma smettila!”
“Non sto scherzando!”
“In questo caso grazie.”
“Ti riporto a casa. Promessa mantenuta.”
“Sì, ma non lo voglio rifare per un po’ di tempo.”
“Sei una guastafeste!”
Il tragitto di ritorno è pieno di risate. Elliot è rimasto il solito vecchio Elliot quello che è in grado di strapparti un sorriso anche nelle giornate più buie.
“Eccoci qui!”
“Grazie Elliot.”
“Il piacere è stato mio. Buonanotte Tiff.”
“Buonanotte” gli poso un innocente bacio sulla guancia prima di scendere dalla macchina ed entrare in casa. Forse ho mantenuto il controllo per troppo tempo ed è arrivato il momento di lasciarsi andare e vincere le paure.
Per la prima notte dopo tanto tempo non ho incubi e il giorno dopo al lavoro sono più rilassata, mi ero dimenticata cosa voleva dire uscire la sera con gli amici.
 
Grazie.
Tiff
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
Ben ritrovati!
Allora questo capitolo non centra molto con Ana e Christian, ma ho voluto dedicare un breve capitolo a Tiffany ed Elliot (non so se si era capito, ma io faccio il tifo per loro! 😉). Lei ha sempre contato su Christian, ma ora che è in luna di miele ho pensato che sarebbe stato carino se ad aiutarla ci fosse stata un’altra persona e perché non Elliot amante delle feste e il giocherellone di casa. Inoltre volevo un po’ far cedere la corazza di Tiffany e far vedere che non è sempre sicura come sembra.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anzi fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Dal prossimo capitolo tornerà la coppia Mr e Miss Grey non preoccupatevi, ma intanto qualcuno potrebbe diventare geloso.
A presto,
Dauntless_99
 
P.S. Sto cercando di sistemare il capitolo del matrimonio e spero di farlo riuscire presto. Vi ringrazio per i consigli che mi avete dato 😊

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Capitolo 28
*** Ritorno ***


Tiffany POV
Queste due settimane e mezzo sono volate e tutto è filato per il meglio, fino ad ora.
Sento bussare alla porta:
“Avanti.”
“Tiffany qualcuno è entrato nella stanza dei server.” Mi avverte Andrea preoccupata.
“Come? Quando?” domando allarmata. Nessuno dovrebbe avere accesso a quella sala tranne i tecnici informatici. Questo è molto strano!
“Fammi avere i filmati e avvisa Christian e Ross per favore.”
Maledizione! Non ci voleva.
Un’ora dopo io ed Ross siamo in video conferenza su Skype
“Com’è potuto accadere che uno dei server prendesse fuoco?”
“Non lo so, ma è molto sospetto.”
“Andrea ci ha appena mandato il filmato della video sorveglianza.” Ci avverte Ross.
Una persona incappucciata è entrata nella stanza durante la mattinata, ma questo non è possibile. Nessuno dei tecnici aveva programmato una visita oggi e infatti osservando meglio, sembra che questa persona sia vestita da inserviente.
“Quello è Jack Hyde” esclama Ana.
“Ne sei sicura?” le chiede Chris.
“Sì.” Risponde.
“Se Jack è riuscito ad entrare in quella stanza forse potrebbe aver manomesso Charlie.”
“Ma anche in quel caso come avrebbe fatto?” domanda Christian.
“Non lo so, ma non ti preoccupare. Io e Ross ci mettiamo subito ad indagare.”
“No, avverto Taylor che torniamo a casa”
“Cosa? Grey non ci provare!” lo minaccio. È la sua luna di miele dopo tutto.
“E invece sì! Ci vediamo venerdì” e detto ciò chiude la video chiamata.
“Vado ad avvertire Andrea.”
“Okey, io vado a parlare con Welch e poi ti aggiorno Ross. Organizziamo una riunione straordinaria per lunedì. Voglio che ci siano tutti capo della sicurezza inclusi.”*
 
La giornata non poteva andare peggio di così ed invece…
“Quindi mi stai dicendo che non era una normale avaria del motore?*”
“No e non è tutto. Dobbiamo rifare i codici di accesso della sala server e del deposito dove ci sono Charlie, il jet aziendale ed il suo aliante.”
“Welch hai qualche buona notizia?” chiedo sull’orlo di una crisi di nervi.
“Mi dispiace Tiffany. Per ora non ci sono novità appena saprò qualcosa vi avverto.”
“Grazie.”
Lascio un messaggio nella segreteria telefonica di Chris aggiornandolo sulle ultime scarse novità.
 
Christian POV
Venerdì quando torno al lavoro sembra essere tutto normale: Andrea nella sua postazione, tutti che lavorano eppure qualcosa di strano c’è.
“Ben tornato Chris.” Mi corre incontro Tiffany per salutarmi.
“Lascio te e Ross da sole per due settimane e guardate che combinate.”
“Ehi non è colpa nostra!” protesta.
“Lo so! Stavo scherzando. Qualche novità?” domando.
“Pur troppo no. Welch è immerso a sistemare l’impianto di sicurezza. Gli aerei sono stati spostati provvisoriamente in un campanone e lui ha indetto riunione straordinaria. Ho chiesto di indagare più affondo su Jack, ma per il momento nessuna novità.”
“Capisco.”
“Se posso chiedere chi è quello? È tutto il giorno che mi segue.”
“È la tua guardia del corpo.”
“La mia cosa?” mi guarda inorridita.
“Ho il sospetto che Hyde si voglia vendicare per qualcosa, quindi tu, Ana ed il resto della mia famiglia siete sotto protezione.”
“Non credi di esagerare giusto un pochino?” mi domanda con voce scocciata.
“No! E non provare a escogitare un modo per seminarla” l’avverto.
“Uff!”
“Niente uff! Vado in ufficio, se ti dovesse servire qualcosa sai dove trovarmi!”
“Dovrei essere io a dirti questa frase.”
 
Tiffany POV
Inquietante! Mi sembra di essere tornata alle medie quando tutti mi fissavano per il colore dei capelli e per i vestiti che indossavo. Non sono mai stata il tipo da scuola privata, ma non per questo mamma non mi comprava vestiti firmati. Adesso mi ritrovo nella stessa situazione e la cosa mi mette a disagio. Non riuscendo a concentrami cerco di passare il resto della giornata in qualche altro modo, fallendo miseramente. Alle quattro vado alla ex SIP sperando che Anastasia si possa prendere una pausa.
Entrando trovo la solita Elizabeth ad accogliermi, che strazio! Non mi lascia nemmeno godere del mio operato, ma per fortuna vengo salvata da Hanna.
“È permesso?” domando.
“Tiffany che sorpresa! Ti posso essere d’aiuto?”
“In effetti sì! Mi domandavo se ti andasse di fare una pausa e raccontarmi un po’ della luna di miele”
“Certo! Andiamo su!”
 
“È venuta proprio bene. Hai buon gusto!”
“Grazie!”
“Allora perché sei qui?” mi ridomanda.
“Volevo parlare con qualcuno che si sentisse come me. Non senti un po’ a disagio con le guardie del copro?”
“Anche tu! Pensavo di essere l’unica.”
Si in effetti la situazione è un po’ divertente.
“Sì! Ho detto a Christian che esagerava, ma non mi ha dato ascolto”
“Be’ se non dà retta a te che sei sua moglie, non so come potrebbe dare retta a me. Allora parlami di questa luna di miele, sono curiosa.”
Quella che doveva essere una breve pausa si è trasformata in una lunga conversazione.
 
“Oh mio Dio! Dici sul serio?” chiedo ad Ana non riuscendo a smettere di ridere. Christian che prende i mezzi pubblici è l’evento dell’anno!
“Ma come ci sei riuscita?” le domando.
“Ci è voluto un po’, ma avresti dovuto vedere la sua faccia contrariata.”
 
Christian POV
 
Decido che per oggi ne ho abbastanza con il lavoro e così decido di staccare un po’ prima. Mi dirigo verso l’ufficio di Tiffany, ma stranamente non c’è.
Inizio a preoccuparmi, ma poi penso che è in grado di cavarsela da sola.
 
Hanna mi accoglie tutta sorridente e mi avvisa che Ana è insieme a Tiffany al piano superiore.
Già dall’uscita dell’ascensore le sento ridere e intercetto le parole metropolitana ed il mio nome. Mi fermo sull’uscio della porta ad origliare e sento Ana raccontare della storia della metro.
 
Londra seconda settimana di notte
 
Christian POV
Oggi il tempo non si vuole proprio regolare: stamattina presto si è messo a piovere, poi verso le nove c’era un bellissimo cielo limpido ed ora che sono le due si è rimesso a piovere. Inizio a odiare il tempo inglese! Perso nei miei pensieri maledicendo il tempo per aver mandato in fumi il programma per oggi non mi accorgo della domanda posta da Ana.
“Christian ci sei?”
“Sì scusa stavo pensando a cosa fare oggi pomeriggio.”
“Pensavo che potremmo andare a vedere qualche museo.”
“Mi sembra una buona idea.”
Usciti dal ristorante Ana mi porge un’altra domanda:
“Che ne dici di prendere la metro?”

La metro!? Piena di gente, con aria viziata e chissà chi ci becchiamo.
“No! Assolutamente no!” rispondo categorico. L’ultima volta che l’ho presa era con i miei a Parigi e di certo non voglio ripetere l’esperienza.
“Ti prego! Vorrei immergermi un po’ nel mood londinese. Per favore, sono stufa di andare in giro in macchina.”
“Okey”
Ma chi me lo ha fatto fare! Siamo in orario di punta e come immaginavo la metro è piena, ma il viaggio non è stato come me lo immaginavo.
“Sei contenta?” domando una volta usciti. Aria fresca finalmente!
“Assolutamente! Da oggi solo metro per gli spostamenti!”
La guardo con faccia scandalizzata.
“Sto scherzando!” Tiro un sospiro di sollievo anche se so già che me la farà riprendere molto presto.
 
Tiffany POV
 
“Signorine posso disturbare.” Un Christian al quanto sorpreso interrompe le nostre risate.
“Christian che ci fai qui?” domando un po’ spiazzata nel vederlo lontano dalla sua “torre di controllo”.
“In verità sono le sei ed ho deciso di finire di lavorare un po’ prima. Dovrei farti la stessa domanda.”
“Mi stavo annoiando ed ho pensato di venire a trovare Ana.”
“Capisco.” Mi guarda poco convinto.
“Ragazzi vi lascio. È stato un piacere Ana. Ah Christian ti va di prendere la metropolitana un giorno di questi?” Sbianca appena gli cito la parola metropolitana.
“Ma perché glielo hai detto?” riesco a sentire fuori dal corridoio, mentre sorrido tra me e me.
Non pensavo che sarebbe cambiato in così poco tempo, ma sono felice per lui. Prego solo che Ana non lo porti all’esasperazione o che lo mandi in un ospedale psichiatrico.  Mentre sto uscendo dall’edificio ricevo un messaggio da un numero sconosciuto:
 
 
Dobbiamo parlare.
Kate
 
 
E ora cosa vuole? Ma soprattutto come ha fatto ad avere il mio numero?
 
Christian POV
 
“Ma perché glielo hai detto?” domando ad Ana.
“Mi ha chiesto della luna di miele.”
“Regola numero uno: non dire mai a Tiffany cose compromettenti su di me o te. Potrebbero ritorcersi contro di te.”
“Non penso che userà questa informazione contro di te.”
Drin….Drin…
“È Tiffany”
“Rispondile pure, non ti mangia.”
“Ciao… non saprei…no non so nulla… non fa niente…ciao”
“Tutto apposto?” domando.
“Sì, mi ha chiesto cosa volesse kate da lei, ma non so nulla.”
“Ehi, non ti preoccupare. Se la sanno cavare.” Cerco di rassicurarla, ma vedo che è preoccupata per qualcosa. “Facciamo così, domani andiamo a vedere il progetto per la casa e poi domani pomeriggio andiamo alla Spa”
“Certo”
 
Sabato mattina
 
I lavori sono iniziati da pochi giorni, ma già ti puoi rendere conto di quanto bene verrà la casa. All’inizio mi preoccupava lo spazio, ma togliendo qualche pare qua e là tutto risulta più grande. Sono in quello che sarà il mio prossimo studio e sto pensando come arredarlo. Vorrei che fosse diverso da quello dell’Escala, magari un po’ più accogliente.
“A cosa stai pensando?”
“All’arredamento dello studio.” Rispondo, mentre Ana si posiziona al mio fianco. “E a dove appendere i le tue fotografie”
“Non sarebbe inquietante appenderle tutte qui?” mi domanda.
“Non saprei, tu dove le vorresti mettere?” domando incuriosito.
“In un posto dove non le possa vedere. Mi mettono suggestione” A questa affermazione scoppio a ridere
“Ti sentiresti troppo osservata da te stessa?”
“Un po’. Ho pensato a una cosa però”
“Tutto quello che vuoi.”
“Non potremmo mettere una bella piscina”
“Elliot ti ucciderà. Anche se è un’ottima idea.”
“Per questo glielo dirai tu.”
“Oh no signorina, glielo dirai tu. Non voglio sentire mio fratello imprecare.”
“Per favore.”
“No, l’ultima volta che qualcuno ha cambiato il progetto non è andata finire bene.”
“Ma…”
“Non c’è un ma.”
“Perché ho la sensazione che mi stai nascondendo qualcosa? Non vuoi una bella piscina, dove mi potrai controllare e non ti dovrai preoccupare che qualcuno mi possa vedere?”
Mentre pronuncia queste parole non mi accordo di aver indietreggiato fino alla parete e di ritrovarmi ora imprigionato tra il muro ed Ana.
“Allora Grey?” domanda a un centimetro dalla mia bocca. L’osservo perdendomi nei suoi occhi azzurri e mi domando come faccia a destabilizzarmi in un secondo. Prima è la mia dolce Ana e poi una donna che sa che ciò che vuole e come prenderselo. Le parole non mi escono e l’unica cosa che voglio è perdermi in lei con ella al comando. Ma questo sogno ad occhi aperti viene interrotto da una voce:
“Ragazzi prendetevi una stanza che non sia in questa casa”
Ci giriamo e notiamo Elliot sulla porta, non so se è più imbarazzato lui oppure Ana. L’imbarazzo ha preso il posto alla concentrazione di cinque minuti fa, colorando di rosso le guance, ma lasciando gli occhi accesi dal desiderio.
“Elliot stavamo giusto venendo da te. Ana ti vuole chiedere una cosa?” interrompo il silenzio imbarazzate che si è andato a creare.
“Certo e in fronte ho scritto Stupido. Comunque cosa volevi dirmi Ana?”
“Emmm ….. Volevo chiederti se è possibile installare la piscina in casa.”
“Okay, chiamo l’architetto e vi faccio sapere. Datemi cinque minuti.”
“Be’ non è andar così male.” Afferma Ana, ma io sono ancora sopraffatto da l’accaduto di poco fa. “Christian...ci sei?"
"Andiamo."
"Dove?"
"A casa."
"Ma Elliot ha detto che torna tra poco.”
“O me ne frego di lui. Ora voglio solo tornare a casa e riprendere da dove siamo stati interrotti Miss Grey.” Le sussurro.
 
 
*Fonte: Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James, 2011  
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Buona sera a tutti cari lettori,
Che strano essere di nuovo qui!
Come sempre sono in ritardo, ma gli avvenimenti dell’ultimo mese non mi sono stati di aiuto.
Sapevo che questo semestre sarebbe stato più difficile del primo e che mi avrebbe tolto del tempo, ma tra studio e lezioni online non è facile. Inoltre il computer non vuole fare il bravo quindi come si dice: Mai una gioia!
Ho deciso infatti che d’ora in poi pubblicherò i capitoli appena potrò e quando avrò qualche ispirazione.
Ci tengo a ringraziare tutti quelli che seguono la storia e che nonostante tutto continuano a seguirla.
D’ora in poi mi prenderò i miei tempi, ma cercherò di portarla al termine (anche perché ci tengo!).
Come sempre vi chiedo: cosa ne pensate del capitolo?
A presto,
Dauntless_99
P.S. Spero di correggere presto il capitolo sul matrimonio e inoltre vorrei inserire una scena di confronto tra Tiffany e Kate. Volevo già aggiungerlo in questo capitolo, ma mi mancavano Ana e Chris. Che ne pensate?

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Capitolo 29
*** Insicurezze ***


Tiffany POV
Sono passati due giorni da quando Kate mi ha mandato quel messaggio, che ho ignorato come tutte le alte chiamate. Due giorni e non ho capito cosa volesse o forse sì, ma ho semplicemente deciso di ignoralo. Non ho tempo, non è un buon periodo e non voglio stare dietro ai mille complessi che si fa quella donna. Oggi è una giornata schifosa: fuori piove e sono sommersa di documenti. L’unica cosa che vorrei e poter tornare a casa e dimenticare tutto. Ma qualcuno potrebbe pensare: Cosa ti lamenti Tiffany? Ha la vita che ogni donna vorrebbe.
Ma questo è solo quello che voglio far credere. Vorrei scappare, essere libera e non dover affrontare tutto da sola. Sì, perché sono dannatamente sola! Christian ha trovato l’amore e si è sposato. Meglio tardi che mai! Mia sta realizzando i suoi sogni e non posso essere felice per lei. Mio fratello è dall’altra parte del mondo e anche se ci sentiamo spesso non è la stessa cosa come averlo vicino. Elliot forse e sottolineo forse ha messo la testa apposto e quindi addio pomeriggi a vedere le partite di baseball durante il weekend. E poi ci sono io! Che non so cosa sto cercando, l’amore? Felicità? O la sicurezza?
 
Sono sommersa dalle scartoffie riguardanti all’accordo con il signor Kavanagh quando vengo interrotta dalla mia segretaria:
“Signorina Benson c’è una certa Katherine Kavanagh Che la sta cercando”
“Dille che non ho tempo” Maledizione! Cosa vuole da me adesso che sto lavorando.
“Dice che è molto importante” insiste Jennifer.
“E tu dille che se vuole parlare con me deve prendere un appuntamento. Visto che non penso che sia qui per motivi lavorativi. Jennifer scusa per il tono, ma sono sotto pressione.”
“D’accordo, farò come dici. Ti faccio preparare un thè.”
Ma quando penso di essermela levata dai piedi ecco che piomba in ufficio come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Mi dispiace non sono riuscita a fermala”
“Jennifer non è colpa tua! A quanto pare non le hanno insegnato le buone maniere. Lasciaci sole”, ma quando pronuncio questa frase mi tiro dietro l’orecchio una ciocca di capelli. Jennifer capisce il segnale e annuendo se ne va chiudendo la porta dietro di sé.
“Kate a cosa devo questa visita?” domando mettendo su la mia maschera da angioletto.
“Non rispondevi alle chiamate e quindi non mi hai lasciato altra scelta.”
“Capisco e ti sembra una cosa matura da fare questa? Voglio dire piombi nel mio ufficio senza il mio permesso, credi di essere a casa tua? Che caduta di stile! Da te non me lo sarei mai aspettata!”
“È inutile che fai la finta tonta. So cosa stai facendo con Elliot, quindi protrei dire lo stesso di te.”
Povera illusa!
“Non capisco a cosa ti riferisci.”
“Vediamo… l’altra sera esci con il mio ragazzo poi come se io non esistessi vi continuate a vedere per pranzo. Pensi che sia scema? Che non mi sia accorta di nulla?”
“Di nuovo non capisco a cosa ti riferisci. Io ed Elliot siamo amici e questa informazione è di dominio pubblico. Come lo è anche il fatto che mi dedico hai suoi affari, ma solo in qualità di consigliera. Pranzi insieme? Semplici pranzi fra amici e negli ultimi tempi di lavoro in quanto sta ristrutturando la mia nuova casa. Non ti preoccupare tra due settimane sarà pronta.”
“Sai pensavo che cosa succederebbe se qualcuno raccontasse che una giovane vocatessa avesse una relazione con un suo cliente? Che scandalo!”
“E qui che ti sbagli! Elliot non è rappresentato direttamente da me, ma da Luois un mio socio. Io sostituisco Luois quando non può essere in due posti contemporaneamente il che è successo quattro volte in sei anni. Il fatto che durante la pausa pranzo la passi con Elliot è del tutto irrilevante in quanto ufficialmente sulla carta non appare scritto che io sia il suo legale. Tutti i documenti non sono stati firmati da me.”
“Certo ed io devo crederti!”
“Peccato che tu non possa leggere i documenti per questioni di privacy perché proverebbero quello che ti ho detto. Il fatto che tu non ti fida di Elliot è un tuo problema non mio. Inoltre l’altra sera mi ha chiesto Elliot di uscire in qualità di amici. Quindi Kate se non hai altro da dirmi ti consiglio di uscire dal mio ufficio e di non intrometterti nella mia vita personale. Un’ultima cosa se hai un problema con me parla con me e non con Ana, perché non voglio che lei finisca in mezzo a una faida tra noi che so già che coinvolgerà Christian e che potrebbe mandare a fanculo il suo matrimonio. Se io non ho voglia di parlare con te accettalo e vai avanti, se hai dei problemi con Elliot parlane con lui.”
Beccati questo Kate!
“Non finisce qui! Dimostrerò che ho ragione e quando lo farò…”
“Sembra che mi stai minacciando!”
“Forse perché lo è!”
“Ti invito caldamente a pensare cosa stai dicendo e se hai finito ti rinvito ad uscire da questo ufficio e di non avvicinarti più a me.”
“Arrivederci signorina Benson!”
Prende e sta per uscire dalla stanza quando la interrompo:
“Un’ultima cosa Kate! Visto che tu hai il cuore di ghiaccio e non ti stai accorgendo di cosa stai facendo alle persone intorno a te, ti voglio dire una cosa. Non venire a piangere quando Elliot di lascerà perché tu non lo conosci davvero, ma per ora sembri la ragazza dei suoi sogni poi sarai solo una delle tante.”
Colpita e affondata!
Mi guarda come se non capisse cosa stessi dicendo ed la verità. Elliot è uno spirito libero, cambia donne ogni weekend e sarà così anche con Kate. È solo questione di tempo! Forse un giorno si sposerà come ha fatto suo fratello, ma per ora è felice così. Lo so perché quando lo vedo insieme a lei ha la stessa faccia che aveva quando stava con Gia: vorrebbe una relazione stabile, pensa di averla trovata, ma poi capirà che lei non sarà la donna giusta per lui.
Perché per stare con Elliot non devi mai cadere nella monotonia e non lo devi far sentire in trappola, ma nessuno sembra averlo notato.
Ma Kate non lo sa! Ed è solo questione di tempo.
Esce dal mio ufficio e tre secondi dopo entra Christian:
“Non dirmi che è chi penso che sia?”
“Cosa hai per me?” domando cercando di cambiare discorso.
“Volevo sapere dei documenti. Tutto okey?”
“Saranno pronti per lunedì, non ti preoccupare.”
“Okey. Lo sai che se hai un problema me lo puoi dire a qualunque ora del giorno vero?”
“Lo so, grazie. Jennifer…”
“Il file come d’accordo.”
“Grazie, prenditi il resto del pomeriggio libero. Ora se mi volete scusare ho del lavoro da fare.”
Caccio entrambi dall’ufficio e una volta chiusa la porta fisso la chiavetta datami da Jennifer.
 
Lavora per me da due anni e dal primo momento che l’ho vista ho capito che è una ragazza in gamba. Mi ricordo quando l’ho incontrata al colloquio e più ci penso più capisco che quella ragazza ne ha fatta di strada. Aveva diciotto anni ed era chiaro che fosse in difficoltà economica. Indossa un vestito verde chiaro che si intonava con i suoi occhi e ampi capelli rossi le scendevano lungo tutta la schiena, ma quel giorno erano raccolti in ha coda alta che la faceva sembrare ancora più piccola. Era timida e lo è tutt’ora, ma quel giorno anche in imbarazzo. Stavo cercando una segretaria da un mese, ma nessuna che soddisfacesse i requisiti, quando arrivò lei ho pensato che fosse un miracolo sceso dal cielo. È intelligente ed in gamba e quando iniziò a parlare capì che forse non dovevo tener conto della sua età. Le permisi di fare una prova per una settimana e mi stupì subito. Organizzata, intelligente e concentrata sul suo lavoro. Non capivo perché una ragazza come lei non avesse ricevuto una borsa di studio da qualche college. Lo scoprì l’ultimo giorno: stavamo discutendo del contratto, ma a un certo punto si alzò di scatto e corse in bagno. Preoccupata la segui e la vidi piangere sul pavimento. Non riuscivo a calmarla e quando le chiesi il perché di questo suo stato mi pregò di non mandarla via. Non capivo perché dovessi mandarla via, ma poi mi confesso che era incinta. Il suo ragazzo l’aveva mollata e la sua famiglia abbandonata due settimane prima che la incontrassi. Da allora aveva vissuto con la nonna, ma la pensione che recepiva non era abbastanza. Le dissi che non si doveva preoccupare, ci avrei pensato io a patto che diventasse la mia segretaria. Mi abbracciò ringraziandomi e dicendomi che avrebbe fatto di tutto per non deludermi, ma sapevo che non l’avrebbe fatto. Il lunedì successivo le dissi che non si sarebbe più dovuta preoccupare di nulla; le avevo trovato un appartamentino dove vivere e le dissi che avrei pensato io a coprirle le spese finchè non fosse autonoma. Sette mesi dopo nacque Matthew e me ne innamorai a prima vista. Un bambino dagli occhi verdi come la madre, ma dai capelli e dai lineamenti del padre. A volte lo porta in ufficio dov’è adorato da tutti, me compresa. Ogni tanto mi è capitato di averlo qui nel mio ufficio e di avere interessanti conversazioni sulla legge.
La GEH offre la possibilità di pagare la baby sitter e coprire le spese mediche dei figli di tutti indipendenti, una decisione presa da Christian e che approvo pienamente. Ma a volte mi piace essere io la babysitter, quando Jennifer sembra sfinita.
Ed ora eccola due anni dopo che mi aiuta ancora, ormai la posso considerare una di famiglia. A volte le chiedo perché non se ne andasse a frequentare il college, come una ragazza della sua età e lei ogni volta mi risponde: “ Non sono una ragazza come le altre! Ho un figlio e un lavoro che amo profondamente e un capo eccezionale che con mia grande sorpresa mi ha aiutata tanto nel momento del bisogno e che sono orgogliosa di considerare mia amica.”
 
 Qualche mese fa abbiamo inventato il segnale segreto: quando so che verrà un cliente non troppo gentile, prima che se ne vada mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Jennifer andrà a sedersi sulla sua scrivania e chiamerà Welch per avere una copia del video del mio ufficio. Ogni mio singolo movimento viene registrato nel caso in cui dovesse succedere qualcosa. Sono paranoica lo so! Ma mai in questo momento mi è d’aiuto la copia del video. Kate mi ha espressamente minacciato ed io ho la legge dalla mia parte. A un suo passo falso posso citarla in giudizio, chiedere che venga allontanata da me e lei non ha un briciolo di prova, perché tutto è perfettamente calcolato. Nessuno mi deve sfidare perché quello che voglio lo ottengo sempre.
Non ha ancora capito che lei è solo una ragazzina viziata. Pensa di vincere solo perché suo padre pagherà gli avvocati migliori del mondo nel caso la citassi in giudizio o perché pensa di essere più furba degli altri, ma lei per il mondo è niente. Ho sudato e faticato per dove sono ora a differenza sua che ha ottenuto uno stage presso uno dei migliori studi di giornalismo solo grazie al paparino.
Mi avvicino alla scrivania ed apro il terzo cassetto che tengo sempre chiuso a chiave. In esso una cartellina blu spicca sugli altri documenti e la scritta Kate Kavanagh al centro.
Vi siete ai chiesti perché Kate non sia entrata in uno dei migliori college?
Infondo la possibilità economica l’ha sempre avuta e i voti scolastici pure, ma a quanto pare non è la santa che vuole far credere ed ora che ne ho le prove la tengo in pugno.
Un passo falso Kate e tutti sapranno chi sei!
Ma questo lei non lo sa.
 
È il telefono ad interrompere la mia riflessione.
“Elliot Grey che piacere sentirti! Ti stavo giusto per chiamare.” Rispondo sorpresa di sentirlo a metà settimana.
“Oh avvocatessa, mi cercava quale onore.”
“Che vuoi Elliot?”
“Ma quanto siamo scontrose oggi. Mi stavo chiedendo se ti andava di vedere sabato pomeriggio la partita di baseball.”
“Elliot io…” sono titubante. Anche se non l’ho dato da vedere le parole di Kate mi hanno un po’ scosso.
“Tiff che c’è? Non hai mai detto no”
È vero non ho mai detto no, ma forse dovrei.
“Kate è venuta qui e…”
“Zitta non dire altro. Sabato da me a vedere la partita.”
“Elliot io non…”
“Shhhhh… pizza, birra, divano e felpa XXL”
“Okey ci sarò”
“Fantastico”
Già fantastico.
Mi chiamo Tiffany ed ho una cotta per Elliot da quando avevo diciotto anni!
 
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
eccomi come un nuovo capitolo. Finalmente lo scontro tra Kate e Tiffany e so già cosa state pensando: Ma Kate è rimasta impalata li a non fare niente? Già, perché a quanto pare c’è qualcuno più furbo di lei. Se vuoi battere Kate devi trovare una più testarda di lei.
Il prossimo capitolo lo incentrerò solo su Elliot e Tiffany anche perché mi serve da base per quello di Aspen. Anche se mi è appena venuta un'idea. Forse potrei aggiungere il punto di vista di Kate, ma non sono sicura perché come appena detto mi è venuta adesso l'idea.
Inoltre vorrei scomporre il personaggio di Tiffany e far vedere chi è in realtà, anche se già con questo capitolo ho voluto gettare delle basi. Spero non vi dispiaccia.

Infatti il mio intento in questa storia non è trattare solo della relazione Christian-Ana e Christian-Tiffany, ma in verità vorrei cercare di far partecipare un po’ tutti.
Come sempre vi chiedo cosa ne pensate del capitolo.
Scusate per eventuali errori o incongruenze, ma sto scrivendo con il cellulare e non è il massimo.
A presto,
Dauntless_99
 
P.S. Ho già il prossimo capitolo pronto, lo devo solo rivedere. Dato che però tra lezioni online, progetti non sempre riesco a scrivere vorrei pubblicarlo tra due settimane.
 

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Capitolo 30
*** Attenta Kate ***


Kate POV
Sono giorni che provo a contattare Tiffany per sapere cosa ci faceva insieme ad Elliot in un locale a ballare.
Sono venuta a conoscenza di questo fatto grazie a mio fratello ed alcuni dei sui amici che per pura coincidenza si trovavano nello stesso locale di quei due. All’inizio non ci ho dato penso visto che Elliot stesso mi ha rassicurato che lui e Tiffany sono solo amici, ma quando mi è stato raccontato che l’atteggiamento assunto da Elliot in quel locale non sembrava quello tipico di un amico, ma quello di un ragazzo geloso non ci ho visto più. Ed ora eccomi in un ufficio della GEH ad affrontare il nemico.
 
Entro nell’edificio e mi faccio indicare dove si trova l’ufficio dell’avvocato Benson. Una volta arrivata al piano devo superare lo scoglio più grande: la segretaria. Mi invento una scusa dicendo che devo parlare con l’avvocato al più presto possibile, ma quando ritorna mi invita ad andarmene.
Cara mia, non ho fatto tutta questa strada per nulla!
La sorpasso e faccio finta che le sue minacce non esistono e capisce che l’unica cosa che può fare è condurmi dal suo capo.
 “Mi dispiace non sono riuscita a fermala” afferma appena entra in quello che dovrebbe essere l’ufficio di Tiffany.
“Jennifer non è colpa tua! A quanto pare non le hanno insegnato le buone maniere. Lasciaci sole”
“Kate a cosa devo questa visita?” domanda come se non lo sapesse.
“Non rispondevi alle chiamate e quindi non mi hai lasciato altra scelta.”
“Capisco e ti sembra una cosa matura da fare questa? Voglio dire piombi nel mio ufficio senza il mio permesso, credi di essere a casa tua? Che caduta di stile! Da te non me lo sarei mai aspettata!”
“È inutile che fai la finta tonta. So cosa stai facendo con Elliot, quindi potrei dire lo stesso di te.”
Un punto per lei! Accidenti!
 “Non capisco a cosa ti riferisci.”
“Vediamo… l’altra sera esci con il mio ragazzo poi come se io non esistessi vi continuate a vedere per pranzo. Pensi che sia scema? Che non mi sia accorta di nulla?” sto iniziando a perdere le staffe, me ne rendo conto, ma non mi farò prendere il giro da lei.
“Di nuovo non capisco a cosa ti riferisci. Io ed Elliot siamo amici e questa informazione è di dominio pubblico. Come lo è anche il fatto che mi dedico hai suoi affari, ma solo in qualità di consigliera. Pranzi insieme? Semplici pranzi fra amici e negli ultimi tempi di lavoro in quanto sta ristrutturando la mia nuova casa. Non ti preoccupare tra due settimane sarà pronta.”
“Sai pensavo che cosa succederebbe se qualcuno raccontasse che una giovane vocatessa avesse una relazione con un suo cliente? Che scandalo!” La provoco, ma mi sorprende un’altra volta:
“E qui che ti sbagli! Elliot non è rappresentato direttamente da me, ma da Luois un mio socio. Io sostituisco Luois quando non può essere in due posti contemporaneamente il che è successo quattro volte in sei anni. Il fatto che durante la pausa pranzo la passi con Elliot è del tutto irrilevante in quanto ufficialmente sulla carta non appare scritto che io sia il suo legale. Tutti i documenti non sono stati firmati da me.”
“Certo ed io devo crederti!”
“Peccato che tu non possa leggere i documenti per questioni di privacy perché proverebbero quello che ti ho detto. Il fatto che tu non ti fida di Elliot è un tuo problema non mio. Inoltre l’altra sera mi ha chiesto Elliot di uscire in qualità di amici. Quindi Kate se non hai altro da dirmi ti consiglio di uscire dal mio ufficio e di non intrometterti nella mia vita personale. Un’ultima cosa se hai un problema con me parla con me e non con Ana, perché non voglio che lei finisca in mezzo a una faida tra noi che so già che coinvolgerà Christian e che potrebbe mandare a fanculo il suo matrimonio. Se io non ho voglia di parlare con te accettalo e vai avanti, se hai dei problemi con Elliot parlane con lui.”
È in gamba lo devo riconoscere.
Per oggi decido di non indagare oltre, ho già capito che da lei non otterrò nulla. Aspetterò che faccia un passo falso e vedremo chi la spunterà.
“Non finisce qui! Dimostrerò che ho ragione e quando lo farò…”
“Sembra che mi stai minacciando!”
“Forse perché lo è!” la provoco ancora.
“Ti invito caldamente a pensare cosa stai dicendo e se hai finito ti rinvito ad uscire da questo ufficio e di non avvicinarti più a me.”
“Arrivederci signorina Benson!” saluto, ma mentre sto uscendo mi blocco quando dice queste parole:
 “Un’ultima cosa Kate! Visto che tu hai il cuore di ghiaccio e non ti stai accorgendo di cosa stai facendo alle persone intorno a te, ti voglio dire una cosa. Non venire a piangere quando Elliot di lascerà perché tu non lo conosci davvero, ma per ora sembri la ragazza dei suoi sogni poi sarai solo una delle tante.”
La guardo non capendo cosa voglia dire. Una delle tante…
Esco dall’edificio e per strada incontro Christian che cordialmente mi saluta, ricambio il gesto ed esco sperando che non indaghi troppo a fondo sul motivo della mia visita. Una delle tante…
Questa frase mi continua a rimbombare in testa. Non capisco!
L’incontro non è andato come speravo, non ho ricevuto le risposte ai mille dubbi e in più quella donna ci sa fare con le parole. Non mi stupisco che Christian l’abbia voluta al suo fianco, ma se crede di avermi messo a cuccia si sbaglia di crosso. Le farò vedere chi è Katherine Kavanagh! Perché la guerra è ancora da vincere.
Ho come il presentimento che Elliot mi stia nascondendo qualcosa e che io abbia appena fatto un passo falso presentandomi in ufficio da Tiffany.
 
Sono appena tornata a casa quando ricevo una chiamata da Ana. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’ho vista!
“Kate cosa sei andata a fare alla GEH?” mi domanda un tono abbastanza irritato.
“A cercare delle risposte, ma tu come lo sai?” domando già sapendo la risposta.
“Christian ti ha vista uscire dall’ufficio di Tiffany abbastanza arrabbiata e vorrei sapere che ti è preso?”
“Mi è preso che quella ci sta provando con il mio ragazzo!”
“Kate ascolta, lei ed Elliot sono solo amici okey?”
“Sì certo, e due amici vanno a ballare e si atteggiano come una coppia?”
“Ascolta Kate. Non so cosa stia succedendo tra voi tre e non lo voglio sapere. Non fare niente che poi ti si possa rivoltare contro e cerca di non piombare nell’ufficio di qualcuno solo perché sei gelosa.”
“Da quando prendi le sue difese, Ana?” domando con tono abbastanza irritato. La mia migliore amica sta difendendo quella ruba ragazzi. Assurdo!
“Non sto prendendo le sue difese come non prenderò le tue. Ho promesso a Christian e lui ha promesso a me che quello che riguarda voi tre ve lo dovete risolvere da soli. L’unica cosa che posso fare è darti un consiglio: Non fare più quello che hai fatto oggi e non fare niente di stupido Kate. Per favore riflettici su, ci tengo a te.”
“Va bene, ti va di uscire una di queste sere? È da un po’ che non ci vediamo”
“Mi farebbe molto piacere. A presto Kate”
“Ciao”
Mi ritorna in mente la frase: Non te ne stai accorgendo, ma stai facendo del male alle persone che ti circondano.
Forse è questo che Tiffany voleva dire: non devo mettere in mezzo Ana e Christian. Si meritano tutta la felicità del mondo e non è giusto che io rovini tutto per la mia stupida gelosia!
 
 
Sabato Pomeriggio
 
Tiffany POV
 
Ma perché ho accettato? Non potevo starmene a casa! Ma no gente io devo dare retta al cuore non al cervello.
“Ma quanta roba ho portato?” mi chiede Elliot appena apre la porta e mi vede. Si in effetti ho portato la pizza, due confezioni di gelato e la sua torta preferita. Almeno non ho fatto come l’ultima volta che insieme a tutto questo avevo ordinato anche sushi per la cena.
“Ciao anche a te. Mi fai entrare oppure stiamo qui tutto il pomeriggio?” domando con un tono più scocciato di quanto vorrei.
“Si, giusto tanto sai dov’è la strada.”
“Comunque per la cronaca ho il ciclo!” esclamo mentre appoggio le cose in cucina.
“Avrei dovuto immaginarlo” Alza gli occhi al cielo già sapendo che il gelato molto probabilmente non lo mangerà, ma sperando di assaggiare comunque la torta.
L’appartamento di Elliot si trova a due isolati dal mio è piccolo, ma accogliente. La sala principale è open space: soggiorno e cucina insieme, poi c’è un lungo corridoio con la sua camera da letto, il bagno e la mia stanza preferita: la sala cinema insonorizzata con maxi schermo sulla parete perfetto per vedere le partite o giocare alla play. Mi dirigo verso camera sua a prendere una delle sue felpe che mi piacciono tanto. La mia preferita? Quella di Yale! Ma non la trovo da nessuna parte, sebbene sia un uomo ha un armadio grande quanto quello di una donna. Uffi! Voglio la mia felpa! Datemi almeno una gioia questa settimana!
“Se cerchi quella di Yale è la sopra” indicando l’ultimo scaffale.
Non sono bassa ma di certo nemmeno alta come Elliot che riesce arrivare fino a quel livello con tranquillità.
“Me la prendi?” chiedo cortesemente.
“Ecco qua”
Tre secondi dopo lo raggiungo in sala cinema. È seduto sul divano con le gambe allungate verso il tavolo dove c’è la pizza, in mano una birra e sembra quasi si accorga della mia presenza.
Per la prima volta non so come comportarmi! Mi sembra tutto così sbagliato.
“Certo che oggi fai proprio la difficile!” sto per ribattere quando mi prende in braccio cogliendomi di sorpresa e mi fa sedere sul divano facendomi stendere le gambe sopra le sue per poi prendere la pizza. Una delle sue posizioni preferite preceduta sola da quella dove io mi addormento con la testa appoggiata alle sue gambe quando dopo una partita ci mettiamo a vedere anche un film.
 
Ringrazio mentalmente Elliot per aver insonorizzato la stanza altrimenti chi sentirebbe i vicini. Ogni volta finisce che ci scontriamo su chi vincerà la partita e ovviamente non lo possiamo fare come persone normali. No assolutamente! Sembriamo due tifosi allo stadio!
E quanto mi è mancato! Eccome se mi è mancato. Ricordo la prima volta che tutto è iniziato:
 
Più o meno tre mesi dopo che ero tornata a Seattle Elliot mi chiese di andare a vedere la partita con lui per poi passare il pomeriggio a ridere come matti mentre stavamo mangiando al fast food. Due anni fa, appena si trasferì qui mi chiese di vedere le partite a casa sua e da quel momento non abbiamo più smesso fino a tre mesi fa. Già a quel tempo Elliot mi piaceva, ma ho sempre rifiutato le sua avance. Conosco Elliot da tanto tempo e so che un giorno protei finire con l’essere ferita o peggio non essere abbastanza per lui. So di tutte le ragazze con cui è stato non è un mistero in casa Grey e quando sentivo Mia che me le descriveva morivo dentro perché loro erano belle a differenza mia.
 A undici anni volevo essere come le top model che si vedono in TV alte, magre e bellissime. Non ero grassa, ma ero molto insicura rispetto ad ora. Sono stata rifiutata da un ragazzo dopo essermi dichiarata a quel tempo avevo undici anni e non ero molto popolare a scuola. Non avevo nessun amico e molti mi prendevano in giro dicendo che non ero abbastanza, che nessuno si sarebbe messa con una stravagante come me. Perché si io a undici anni mi tingevo già i capelli per ribellarmi ai miei insieme a mio fratello.  Il fatto che pure lui avesse una cattiva reputazione a scuola non mi aiutò. Eravamo considerati i due fratelli stravaganti!
A tredici anni pensavo meno di quanto dovevo ed è a quell’età che è iniziata la mia rinascita per poi ricadere quando mio fratello se ne andò di casa.  
E poi la ripresa a Seattle, il fatto di essermi messa in gioco facendo ogni tanto qualche servizio fotografico per dimostrami che anch’io sono bella. La scrittura per sfogare tutto, i viaggi con mio fratello per essere libera.
 
Ed ora davanti ad Elliot mi sembra di essere di nuovo quella ragazzina di undici anni che ha paura di essere rifiutata perché nonostante tutto non sono altro che una bottiglia di vetro andata in frantumi e riparata.
 Non mi accorgo di piangere fin quando non mi abbraccia nell’unico modo che solo lui sa fare. Affondo la testa nella felpa ispirando il suo profumo rimasto impregnato nel tessuto. A volte mi do della stupida perché quando ho avuto l’occasione non l’ho accolta, ho lasciato che la barriera che ho costruito intorno a me diventasse impenetrabile, ma mai come ora mi sento così esposta.
Ha ragione Kate a dire che quelle non sono delle semplici pause pranzo.
Dovrei andarne, staccarmi da questo abbraccio e scappare il più lontano possibile, ma per un minuto vorrei essere me.
 
Mi sveglio in un letto che non è il mio, ma in una camera famigliare. L 'ultima cosa che ricordo è di aver passato il pomeriggio a casa di Elliot. Sono distesa su un fianco e sento qualcosa dietro di me. Mi giro e vedo Elliot ancora addormentato con un braccio che mi cinge i fianchi e i suoi adorati capelli tutti in disordine. Che buffo!
Mi alzo cercando di non svegliarlo e mi reco verso il bagno. Allo specchio quasi non mi riconosco: i capelli arruffati, il mascara tutto sbavato e gli occhi gonfi e rossi dal pianto. Mi do una sistemata e mi reco in cucina a preparare la colazione. Apro il frigo e storgo il naso notando che tutto quello che c'è sono verdura e preparati per il fitness. Dimenticavo che qualcuno qui è fissato con la palestra. Almeno c'è un po' di latte, burro, zucchero, uova e sciroppo d'acero. Decido di fare i pancakes anche se il mi stomaco si sta ribellando. Dopo tutto quello che ho mangiato ieri sono piena di nausea.
"Tiff ma quanta roba hai fatto!" Esclama un Elliot mezza addormentato, ma abbastanza sveglio per notare la montagna di pancakes che ho preparato.
"Scusa mi sono fatta prendere la mano!" Lo guardo imbarazzata e penso di essere anche arrossita. È incredibile come alle volte riesce destabilizzarmi.
"Comunque stai bene? Cioè ieri sera sei scoppiata a piangere, mi son preoccupato un po'" mi domanda mentre tira fuori un barattolo di Nutella. A quanto sembra Mister Fitness ha un barattolo di nutella nascosto.
"Io...si scusa stavo pensando...non importa."
"Se non ti va di parlarne va bene, non ti voglio costringere." Ci sediamo ed iniziamo a mangiare una delle poche cose commestibili che so fare!
"Posso chiederti una cosa?" si mettere a ridere, ecco lo sapevo che stupida. Io volevo solo fare un discorso serio per una volta.
"Aspetta sei tutta sporca di nutella" Cerco ti togliermi i residui di nutella, ma invano.
"Ancora ridi?"
"Si...ecco fatto" mi pulisce la faccia con un fazzoletto come farebbe un genitore con suo figlio. Per un attimo mi perdo nei suoi occhi azzurri. Sono stati sempre stati così luminosi? Tiffany che vai a pensare! Ricomponiti. Ma poi i miei occhi si posano su quelle labbra che sembrano dire "Baciami". Tiffany e dai!
"Allora che volevi chiedermi?"
"Mmmm si ecco mi chiedevo... ti è mai capitato...si insomma.." mi guarda incuriosito " Elliot non mi aiuti se mi guardi così"
" Così come? Questa faccia? "E incrocia gli occhi e tira fuori la lingua.
"Smettila"
"Allora dicevo... ti è mai capitato di insomma... che dopo un po' di tempo che non ci pensi improvvisamente ritorni a pensare a quella persona?" Lo dico tutto d'un fiato tanto da dover riprendere fiato.
"Cosa?"
 "Niente niente, lascia perdere." Ora vorrei solo sotterrarmi.
Guardo l'ora e sono le dieci e mezzo di domenica mattina.
"Cavoli si è fatto tardi!" Mi devo inventare una scusa e alla scelta.
"Lo sai che è domenica mattina vero?"
"Emm si certo. E che solo ora mi sono ricordata che oggi vengono i nonni a pranzo e non voglio fare tardi." "Tiffany..."
 "Si..."
"Vuoi davvero uscire con solo la felpa addosso?"
"Oh! Sì  cioè no!" Torno in camera e mi cambio per poi sfrecciare fuori e di corsa.
"Okey quindi ci vediamo martedì per i lavori giusto?"
 " Sì...a Tiff"
 "Sì?"
 "La risposta è sì." Chiudo la porta e sfreccio verso casa con il cuore che batte all'impazzata.
 
 Stupida! Stupida! Ma non faccio nemmeno centro metri che mi scontro contro Kate. Ok allora è ufficiale: peggio di così non può andare!
"Tiffany che sorpresa!" Vai al punto Kate!
"Buongiorno Katherine "
 "Bella giornata non trovi?"
 "Sì  certo, scusami ma devo tornare a casa. Con permesso"
"Strano incontrarsi qui a pochi passi dall'appartamento di Elliot." Mi fa notare.
 "No affatto. Abito anch'io qua vicino e Elliot mi ha invitato a fare colazione." Mi invento una mezza bugia. "Certo, allora buona domenica"
"Buona domenica."
Forse l'ho scampata, ma per essere sicura. Mi incammino verso casa e avviso Elliot.
 
Elliot POV
 Ieri sera Tiffany è crollata, non l'ho mai vista in quello stato e non ho la minima idea di cosa le sia preso. Un attimo era felice e quello dopo stava piangendo. Si addormentò in braccio e decisi di portarla a letto. Le tolsi i pantaloni e le rimboccai le coperte. Decido di andare a dormire sul divano, non prima di aver sistemato la sala cinema. Mi scappa un sorriso quando ripenso alla prima volta che è venuta qui circa due anni fa. Non mi ricordo cosa mi era preso quel pomeriggio, ma mi stavo annoiando e non volendo uscire quella sera e disturbare i miei amici così decisi di chiamarla. Non so perché proprio lei o forse sì. Andavamo spesso a guardare le partite allo stadio oppure a casa con il resto della mia famiglia. La verità è che da sempre ho una cotta per lei sin dal primo giorno che l'ho vista. Bella, simpatica, determinata ecco cosa ho pensato la prima volta che la vidi. Avevo pensato di mettere la testa a posto solo per lei eppure con mia grande sorpresa mi ha rifiutato. Il mio primo e unico rifiuto! All'inizio mi ferì, ma poi pensai di non essere abbastanza per lei. Eppure dopo anni quel giorno fra tutti decisi di chiamare lei per vedere la finale di baseball in tv. Una delle poche cose in comune che abbiamo. Vederla ieri sera in quello stato, mi ha fatto capire che forse sotto quella corazza nasconde qualcosa di cui si vergogna. Il fatto che sono l'unico a sapere del suo disturbo alimentare, mi fa capire che si fida di me. Eppure sono stato l'ultimo a scoprire dell'accaduto al college e questo mi fa pensare che nello stesso momento è come se avesse paura del mio giudizio. Mi addormento sul divano cercando di mettere in ordine le idee, ma non ci riesco. Il fatto è che dopo tanti anni sono ancora innamorato di lei e cerco nelle altre donne quello che solo lei mi fa provare.
 
Vengo svegliato nel mezzo della notte da un grido e scatto subito sull'attenti. Sento qualcuno lamentarsi...Tiff. Vado in camera e la vedo combattere contro le lenzuola, mentre si lamenta. Per un attimo mi ricorda mio fratello.
"Shh...tiff sono io Elliot. Va tutto bene"
 L 'abbraccio da dietro e vedo che si calma come se sentisse a mia voce.
Quanto vorrei aiutarla! Con Christian non ce l'ho fatta ero troppo piccolo per capire, troppo impotente. "Tiff raccontami dei tuoi demoni" sussurro prima di addormentarmi.
 
Ricevo un messaggio da Tiffany che mi avvisa di aver visto Kate e della scusa della colazione. Dimenticavo che devo parlare con lei.
"Buongiorno tesoro” saluta tutta raggiante.
"Buongiorno" ho ancora la voce impastata dal sonno, ho appena sistemato la cucina e non ho fatto in tempo a cambiarmi almeno mi son messo una felpa.
 "Allora che si fa oggi?" mi domanda con una faccia accusatoria. Si so cosa sta pensando, ma se Tiffany è venuta a colazione come mai sono ancora mezzo addormentato?
"In verità vorrei parlarti della scenata che hai fatto alla GEH mercoledì"
"Non ho fatto nessuna scenata, sono sola andata a fare una visita di cortesia. Te lo ha detto Tiffany oggi ha colazione?"
"No, me lo ha detto mio fratello." Anche avrei voluto che me ne parlasse, ma a volte quella donna è un mistero.
 "Ah io..."
" Prima che inizi, voglio dirti che se non ti fidi di me ti capisco. Ci conosciamo solo da tre mesi, ma questo non ti dà l'autorizzazione di fare una scenata a una mia amica. Se c'è qualcosa dillo a me per favore. Non voglio che mio fratello o Ana ci finiscano in mezzo per colpa mia."
"Parli come lei"
"Lei? Oh tiffany. Si dopo un po' che le stai attorno ti influenza un po' con i sui modi."
 "Ti piace?" mi chiede in modo secco e diretto.
"No" rispondo ma mento a me stesso.
 "Ma..."
"Niente ma piccola. Promettimi che in futuro se ci sarà qualcosa che ti darà fastidio me la dirai direttamente."
In verità mi piace eccome e mi piace anche Kate e non so che fare.
"Okey mi dispiace. Io non so che mi è preso, sono così mortificata per l'accaduto."
 "Non pensiamoci più. Shopping le propongo?"
"Oh mi conosci così bene" mi sorride e mi bacia.
No! Non la conosco così bene, conosco le donne è diverso.
 
Ore dopo torno a casa, sfinito per la giornata appena trascorsa. Mi facci una doccia e poi ceno. Prima di andare dormire mi accorgo della felpa di Yale sul mio letto decido di metterla e di coricarmi a letto. Il suo profumo è ancora impresso nella felpa e così mi abbandono alle braccia di Morfeo.
 
 
Angolo della scrittrice:
 Buona sera cari lettori,
Come già anticipato nello scorso capitolo ho voluto dedicare questo capitolo  a Tiffany e a Elliot perché volevo finalmente farvi scoprire la vera Tiffany e ciò che Elliot prova. Ho riscritto la scena allla GEH sotto il punto di vista di Kate come anticipato.
 Nel prossimo capitolo vorrei ambientare la storia a Aspen e ancora una volta non sarà incentrato interamente su Ana e Christian, ma vorrei focalizzarmi sul rapporto tra i tre fratelli. Che secondo me la James ha un po' trascurato ovviamente adattato a questa storia. Per una volta quello che avrà bisogno di aiuto non sarà Christian, ma Elliot. Chi sceglierà fra Tiffany e Kate? Come sempre vi invito a esprimere il vostro parere sul capitolo.
A presto,
Dauntless_99   
 
P.S. Mi scuso per eventuali errori nel capitolo, ma ci tenevo a farlo uscire oggi.

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Capitolo 31
*** Aspen ***


 
 
Buona sera cari lettori,
prima di lasciarvi alla lettura del capitolo ci tenevo a chiedervi scusa per questo enorme ritardo.
Tra esami, didatti online e carenze di idee ho abbandonato la storia per un po’.
Come ho sempre detto è mia intenzione portarla a termine e quindi eccomi di ritorno.
 
 
Christian POV
 
Martedì sera
 
Ho il cervello che mi sta scoppiando! Sono le sei di sera e dovrei essere a casa a quest’ora, ma ho degli affari importanti da sbrigare. Lo scorso venerdì sono andato a New York ed al mio ritorno ho scoperto che Ana era uscita con Kate. Jack è riuscito ad entrare nell’attico e a farmi prendere un colpo. Quella donna non fa mai quello che le dico, ma forse sta volta ha fatto bene ad uscire. Ripenso alle parole che mi ha detto e mi ricordo di Aspen! Forse questo weekend potremmo andare tutti ad Aspen o quasi. Mi piacerebbe fare una sorpresa ad Ana quindi domani mattina la prima cosa che farò sarà chiedere aiuto a mia sorella, il genio delle sorprese. Sono indeciso se invitare anche Tiff, insomma è la mia migliore amica, ma non ha un buon rapporto con Kate e non vorrei che scoppiasse una faida in un weekend che dovrebbe essere di puro divertimento.
 
Mi dirigo verso l’ufficio di Tiffany sicuro di trovarla ancora a lavorare su dei documenti importantissimi. Da quando ha iniziato a lavorare per me si è dedicata anche a casi di maltrattamento minorile e violenza domestica. Sono dei casi a cui tiene molto e sono contento che si dedichi a qualcos’altro oltre a questa azienda. Mi ricordo la prima volta che mi chiese il permesso. Anche se ho i miei legali personali, Tiffany è rimasta molto legata allo studio dove lavora sua madre ed è proprio qui che durante il suo primo anno si è scontrata con un caso di violenza domestica. Si è subito interessata al caso, messo anima e corpo, ma quando perse la causa ne rimase distrutta, ma nonostante tutto non si arrese e inizio a lottare. Chiunque le chiedesse aiuto lei non diceva mai di no ed è proprio così che si è fatta strada da sola. Qualche volta ha collaborato con mio padre, mentre altre volte si sono scontrati, ma ogni volta era una sua sfida personale. Ed è per questo motivo che quando mi chiese il permesso circa un anno fa di tornare su quei casi non glielo negai, perché sapevo quanto era importanti per lei e che non mi avrebbe mai abbandonato in caso di difficoltà.
La guardo ora tutta concentrata su dei fogli e mi dispiace disturbarla. Negli ultimi mesi è cambiata, è più triste e malinconica del solito. Ho provato in tutti i modi a farla sorridere di nuovo e nemmeno Mia sembra esserci riuscita. Solo la presenza di Elliot sembra rasserenala un po’. A volte mi chiedo perché quei due non sono ancora sposati! È chiaro a tutti che si piacciono tranne a loro! Mamma e nonna hanno scommesso su chi dei due cederà prima e si confesserà all’altro, mentre nonno Theo ogni volta che vede Elliot cerca sempre di metterlo a suo agio quando è tra quelle due.
“Christian che ci fai ancora in ufficio?”
“Potrei chiedere la stessa cosa a te” rispondo mentre prendo una sedia e mi siedo davanti a lei.
“Voglio chiederti una cosa importante” continuo “questo weekend vorrei andare ad Aspen con Ana e vorrei invitare Elliot, Mia, Kate perfino quel Josè e mi farebbe piacere se venissi anche tu. So che tra te e Kate non scorre buon sangue, ma magari ti distrai un po’”
“Non posso, mi dispiace Chris. Vorrei tanto venire, ma non posso.”
“Mi vuoi dire cosa ti sta succedendo?” le chiesi molto preoccupato. Vorrei che mi raccontasse quelle che sta passando, non vorrei finire come quella volta al college che si era messa in guai seri.
“Niente” mi risponde, ma noto che qualcosa la turba.
“Parlami ti prego.”
Ti supplico! Dov’è la ragazza che ho conosciuto dieci anni fa piena di vita?
“Non lo sopporto!” È già qualcosa.
“Cosa non sopporti?” voglio che si apra con me. Sono settimane che è sotto stress, prima il lavoro e ora sospetto che c’è qualcosa che non va nella sua vita privata.
“Loro, il loro rapporto, lei.”
Allora ci aveva visto giusto Mia!
Me ne aveva accennato qualcosa prima del matrimonio, ma a quel tempo ero troppo impegnato per accorgermi. Che stupido che sono stato!
“Da quando sei gelosa?” domando incuriosito di scoprire questo suo lato nascosto.
“Da quando sono tornata dalla vacanza e gli ho visti insieme. All’inizio pensavo che fosse tutto nella mia testa, ma poi il fatto di non pranzare più insieme come prima, di vederlo felice con un’altra mi ha spezzato il cuore.”
“Ora sono un po’ confuso” ammetto “da quando ti interessa con chi esce?”
“Da quando lo vedo felice con lei. Non ha mai avuto rapporti duraturi e forse è per questo che dentro di me mi dicevo ‘è tutto ok, domani ti sveglierai e lei sarà solo una delle tante’, ma ora non lo so. Ho tanta confusione dentro me stessa. Vedo il mio mondo crollarmi a dosso e non so più che fare. L’amore è così difficile, complicato allo stesso tempo. Ho paura che forse è quella giusta! Tu ti sei sposato, Mia è andata a Parigi, mio fratello è in giro per il mondo. Mi rimaneva solo Elliot ed ora non so se è più così.”
Mi alzo e mi avvicino a lei; è sul punto di piangere. Non l’ho mai vista in queste condizioni per amore e vorrei tanto aiutarla, ma questo mondo è nuovo anche per me. Posso solo proporle di affrontarlo insieme come abbiamo sempre fatto in tutto e vedere cosa succederà.
“Mi piange il cuore vederti così, ma sai bene che vorrei aiutarti. Solo che non posso. E sai anche che solo perché adesso c’è Ana non vuol dire che ti ho abbandonato.”
“Lo so. È una questione che devo affrontare da sola, ma vorrei chiederti se per te va bene che veda il dottor Flynn. Il mio psicologo non capisce niente!”
Psicologo? Da quanto è che va da uno psicologo?
“Certo che sì. L’unico consiglio che mi sento di darti è di seguire il tuo cuore. Non vorrei mai vederti triste per una cosa che rimpiangerai.”
“Grazie”
“Per cosa?” le chiedo.
“Per tutto, per esserci sempre stato. Ti voglio bene.”
“Ti voglio bene anch’io Tiff. Ora mi vuoi raccontare da quanto è che vai da uno psicologo.”
E si apre come non ha mai fatto prima d’ora. Rimango scioccato e sconvolto da quello che mi racconta sono quasi arrabbiato per non avermi detto prima queste cose, ma capisco che non c’è mai stato il momento giusto per dirmele.
“Mi dispiace non averti detto nulla in questi anni.”
Continua a piangere
“Ehi è tutto okey. Si risolverà tutto.”
L’abbraccio e spero che riesca a trovare la felicità che spera.
 
Mercoledì
 
Elliot POV
 
Ieri ho incontrato Tiffany per vedere le ultime rifiniture prima di consegnarle le chiavi di casa prossima settimana. Ormai mancano solo i mobili per la camera da letto e dello studio, per il resto è completata. Mi ha sgridato perché ho cambiato il colore dei mobili della cucina, ma alla fine sono riuscita a farla ragionare. Ha preso una bella casa fuori città nello stesso quartiere dove vivono i miei e a pochi minuti di macchina dai suoi. La casa ha un salotto, una sala da pranzo e cucina open space, una sala cinema nel seminterrato insieme a una palestra e alla lavanderia. Una piscina coperta, mentre al piano superiore c’è un piccolo studio, tre camere da letto di cui una matrimoniale mentre una è stata trasformata in cabina armadio e bagno in camera con vasca idromassaggio. C’è anche una piccola mansarda con bagno anesso e un giardino enorme. È la tipica casa che puoi trovare in questo quartiere anche se dovrei definirla una villa.
Mi sto dirigendo verso il ristorante scelto da Mia per il pranzo, da quando è tornata da Parigi non fa altro che tartassarmi e alla fine ho dovuto cedere.
“Sei in ritardo fratellone!” Si è vero ci ho impiegato un po’ più del dovuto, ma che ci posso fare se siamo in ora di punta e c’è il mondo per strada!
“Allora devi raccontarmi assolutamente tuttooooooo”
Ci risiamo! Per un po’ sono riuscito ad evitare Mia e le sue insistenti domande su Kate. Un po’ grazie ad Ana e al fatto che mio fratello si è finalmente sposato. Qualche volta mio nonno è riuscito a strapparmi dalle grinfie di mia nonna e mia sorella. Quel l’uomo lo dovranno fare santo! Penso che sia l’unico a riuscire a tenere testa alle donne di questa famiglia, perfino mio padre è passato al lato oscuro.
“Che vuoi sapere?” le domando dopo aver ordinato.
“Be’ tutto. Fino all’altro giorno sbavavi per Tiffany ora per Kate. Mi sembra di rivedere la storia Già e Elliot.”
“Non credo che sia la stessa cosa.” Ribatto.
“Davvero? Quindi sabato non l’hai invitata a vedere la partita di baseball?”
Cosa? E lei come sta dei nostri sabati pomeriggio?
“Oh andiamo, non fare la faccia sorpresa. Ho sgamato Tiffany quando le ho chiesto perché non mi aveva risposto sabato pomeriggio. Ho dovuto fare un piccolo collegamento.”
“Mia tua sei matta.”
“No! Voglio solo avere Tiffany come cognata. In questo periodo è molto giù. Christian ha cercato di sollevarle il morale, ma invano. Ha chiamato me disperato e nemmeno io ho potuto fare qualcosa. Voglio solo sapere se pensi che Kate sia quella giusta.”
Allora non sono solo io ad essermi accorto del suo stato d’animo.
“Fratellone pensi di aver trovato la donna giusta?”
“Io…non lo so Mia. Sono così confuso”
“Allora vedi di schiarirti le idee, perché se fossi in te saprei già chi potrebbe essere la scelta giusta.”
Veniamo interrotti da una chiamata di Christian che ci avverte che questo weekend vorrebbe andare insieme a tutti ad Aspen.
“Si che bello si va ad Aspen, non vedo l’ora! Elliot pensa a cosa ti ho detto.”
“Te lo prometto sorellina, ma tu non immischiarti più nella mia vita sentimentale.”
L’abbraccio ringraziando chiunque ci sia la su per avermi mandato una sorella impicciona, ma saggia come lei.
 
Christian POV
 
Venerdì a mezzogiorno stacco dal lavoro e vado a salutare Tiffany prima di andare a prendere Ana a lavoro.
“Allora ci vediamo lunedì Avvocatessa”
“Certo e divertiti questo weekend o e saluta Ana da parte mia”
“Certo”
 
Fra tutta la famiglia quella più entusiasta a venire qui ogni inverno e senza dubbio mia sorella. Adora la neve anche se detesta sciare, infatti si piazza sempre fuori nella vasca idromassaggio riempita di acqua bollente a godersi il panorama. Visto che comunque oggi è stata una giornata abbastanza impegnativa decidiamo di passare la serata a casa. Elliot ha già programmato la mattinata per domani mattina, ma con la scusa che ho del lavoro da finire non ci sarò, per mia fortuna. So già che se ci fossi andato tornerei a casa con le gambe che non mi reggerebbero più, mi sorprende però che Mia abbia deciso di andare lo stesso rinunciando alla vasca idromassaggio.
“Chris come mai non c’è Tiffany?” mi chiede Ana mentre si infila sotto le coperte accanto a me.
Appoggio il libro che stavo leggendo e le rispondo:
“Le ho chiesto di venire, ma ha rifiutato. Mi ha però detto di salutarti.”
“Peccato avrei voluto che ci fosse anche lei. L’ultima volta che siamo uscite insieme a fare shopping con Mia ci siamo divertite tanto. Avrei voluto che ci fosse anche lei, così magari avrebbe conosciuto Josè” mi fa l’occhiolino e capisco il motivo di questa sua affermazione. Peccato che nel cuore della mia amica c’è un altro uomo!
“Be’ quando torniamo a Seattle potrete divertirvi di nuovo a spendere ventimila dollari in un pomeriggio.” Dico scherzando ricordandomi il momento in cui ricevetti la notifica della banca. Sicuramente opera di Mia visto che conoscendo Ana e Tiffany non avrebbero mai speso una cifra simile in un pomeriggio.
“Prenditela con tua sorella! Sono contenta di essere qui insieme agli altri. Grazie”
“Prego e ora a dormire visto che domani vi aspetta una camminata con i fiocchi.”
“Tu non vieni?” mi domanda prima di addormentarsi.
Non ho il tempo di rispondere che già dorme come un angioletto, spengo la luce e mi metto a dormire anch’io anche se per la prima volta dopo tanto tempo non riesco a prendere sonno.
 
La mattina seguente mi sveglio tutto indolenzito e ad un orario assurdo: sono le dieci del mattino.
 
Buongiorno addormentato.
Ti ho lasciato la colazione giù in cucina al caldo.
La tua preferita 😉
Buon lavoro
Miss Grey
 
Ripiego il bigliettino e mi dirigo in cucina dove trovo pancakes con lo sciroppo d’acero fatti in casa e ancora caldi, il mio amato caffè e il succo all’arancia.
“Buongiorno signor Grey” mi interrompe Taylor entrando in cucina con una cartella in mano.
“I documenti che mi ha chiesto, per ora non sappiamo altro ma la signorina Tiffany mi ha informato che Welch se ne sta ancora occupando.”
“Grazie Taylor.”
“Signore”
Apro la cartellina e le uniche cose che trovo riguardo a Jack sono che anche lui è di Detroit ed è stato in molte case famiglia, ma del perché mi ha preso di mira nessuna traccia. Ho molti nemici là fuori ne sono consapevole, ma mai nessuno ha tentato di mandare in fiamme la mia azienda e di avvicinarsi a me o a uno della mia famiglia. Forse ce l’avrà con me perché l’ho licenziato, ma allora perché non tentare una causa?
Spero di trovare una risposta prima che qualcuno ci lasci le penne.
 
Sento gli altri rientrare e fra tutti spicca la voce di Mia. Ovviamente!
“Allora Mr Grey piaciuta la sorpresa?”
“Sì, grazie Ana”
“Tutto okey? Sembri strano”
“Sì non ho dormito molto bene ed inoltre sono tutto indolenzito.”
“Allora prima di uscire questo pomeriggio le farò un bel massaggio”
Donna dai mille talenti penso! Sono proprio fortunato!
 
Ana, Mia e Kate sono andate a fare shopping mentre io sono rimasto a casa dopo il magnifico massaggiato fattomi da mia moglie. Sono come nuovo! Elliot è uscito prima di tutti dicendo di dover fare delle commissioni in città.
Nel tardo pomeriggio decido di prendermi un attimo di pausa. Dirigendomi verso la cucina noto un Elliot abbastanza pensiero seduto fuori su uno degli sdrai vicino alla piscina.
Deve avermi sentito arrivare perché subito mi chiede:
“Sai hai tanto voluto una casa qui ad Aspen, ma non ho mai capito perché non ci vieni mai”
“Non lo so, forse aspettavo di avere la persona giusta accanto a me.” Rispondo.
Qualche anno fa ho voluto prendere la casa qui ad Aspen, ma ci sono venuto raramente. Di solito lascio che i miei oppure i nonni vengano qui e si rilassino.
“Ti vedo pensieroso fratello”
“Sto riflettendo”
“Devo preoccuparmi?” domando sapendo che Elliot ed i pensieri non vanno molto d’accordo.
“Non lo so, ti posso fare una domanda?”
“Dimmi.”
“Come hai capito che Ana era quella giusta?” questa domanda non me l’aspettavo, specialmente da parte di mio fratello. Quando si tratta di ragazze noi siamo i poli opposti; lui è sempre stato il don Giovanni di famiglia mentre io ero quello che passavo per gay.
“Non lo so. Lo sentivo dentro; con Ana sto bene, ma non posso descriverti come l’ho capito. Perché me lo chiedi?”
“Se ti dicessi cosa stavo per fare oggi nel primo pomeriggio non ci crederai mai.”
Lo invito a continuare con lo sguardo.
“Sai che mi piace Kate e molto. Oggi sono sceso in città e sono passato davanti ad una gioielleria ed ho deciso di entrare. Non so come sono finito a guardare degli anni di fidanzamento e mi sono messo a riflettere. Sai fino ad oggi pensavo che Kate fosse quella giusta, ma poi ho visto un anello bellissimo e la cosa buffa è che non ho pensato a Kate, ma mi sono chiesto ‘chissà se a Tiffany le piacerà’. Capisci ho pensato a Tiffany non alla mia ragazza. Non so perché, ma è da giorni che penso a lei. Sabato scorso è scoppiata a piangere dal nulla e non sapevo che fare.”
Ho sempre saputo che Elliot avesse un debole per lei, ma non immaginavo così.
“E che intenzioni hai adesso?”
“Non lo so fratello, pensavo che tu mi potessi aiutare.”
“Io!? Sinceramente non vi capisco.”
“Vi?”
“Sì tu e Tiffany. Non dovrei dirtelo, ma prima di partire le ho parlato e c’era una cosa che la turbava. All’inizio non ci ha dato peso, ma quando tu sei tornato dalle Barbados è come se fosse impazzita.”
“Mi stai dicendo che lei…”
“Sì penso che abbia una cotta per te e che ce l’abbia sempre avuta. Non so perché non te lo abbia mai detto o perché in passato ti abbia rifiutato, ma qualcosa in lei sta cambiando. Ti prego non dirle che te l’ho detto.”
“Wow! Ora mi metti ancora più in crisi.”
“Io non posso fare niente, ve la dovete vedere fra voi, ma per favore non illuderla.” ‘Lo spero ’ penso dentro di me.
“Non lo farò. Sai questo è buffo. Mia mi ha detto la stessa cosa martedì a pranzo.”
“Perché nostra sorella sa sempre tutto”
 
Quando siamo a letto la curiosità di Ana prende il sopravvento:
“Cos’ha Elliot? È da oggi pomeriggio che è strano.”
“Non lo so” mento.
“Sei un pessimo bugiardo. Almeno mi puoi dirmi se centra qualcosa Kate?”
“Sì e no. È complicato.”
“Va bene, ma se farà del male a Kate se la dovrà vedere con me.”
“Allora è un bene che non sono nei suoi panni.”
“Chris, oggi Kate mi ha chiesto se prenderò le sue difese. Le ho risposto che non so. Ci tengo a lei e so che tu tieni a Tiffany, ma ho paura che questa storia ci metterà in mezzo e so che avevamo promesso di rimanere neutrali, ma…”
“Kate non mi piace e lo sai. Come non mi piace Josè anche se forse domani mattina visto che dovrò passare un’intera mattinata con lui ed Elliot a pesca mi ricrederò.”
“Vorrei che lo facessi anche con Kate.”
“No, ho passato già abbastanza tempo con lei e so che non mi piace. Il suo atteggiamento e il suo modo di fare non mi vanno a genio e non cambierò idea su questo. Se vuoi esserle amica non te lo impedirò, ma se in qualche modo dovesse fare del male a Tiffany non glielo perdonerò. Ho già rischiato di perderla una volta e non voglio riprovare quella sensazione. Quello che succederà se la dovranno vedere loro”
“Chiaro. Posso chiederti un’ultima cosa?”
“Dimmi…”
“Kate mi ha detto che prima di uscire dall’ufficio di Tiffany lei le ha detto che è solo una delle tante. Cosa voleva dire?”
“Elliot è sempre stato il Don Giovanni di casa Grey, tutti lo sanno compresa Tiffany. Forse è per questo che lei non ha mai accettato le sue avance e credo che il suo intento fosse quello di mettere in guardia kate. Se Elliot dovesse scegliere una persona diversa da Kate o Tiffany quella che ci rimarrebbe più male penso che sia Kate. Detto ciò non dirlo a Kate se Tiffany le ha detto così forse in fondo in fondo voleva porgerle una sorta di trattato di pace e se Kate non l’ha ancora capito forse non è la persona che tu credi che sia.”
“Forse…sai ho intenzione di chiedere a Tiffany un consiglio.”
“Su cosa?”
“Una sorpresa per te”
“Non ne vuoi parlare.” Domando sperando di ottenere qualche piccola informazione.
“No. È una sorpresa! Buonanotte Mr Paranoico Grey”
“ Buonanotte Miss Grey.”
 
Sulla strada del rientro A casa ricevo uno strano messaggio da Tiff:
 
Cosa hai detto ad Elliot?
Nulla. Cosa succede?
Mi ha chiesto di incontrami domani a pranzo al solito posto e sai bene che non me lo chiede da quando Kate glielo ha impedito a meno che non fosse per questioni di lavoro.
 
“Andiamo?” mi interrompe Ana, ma la vedo un po’ più pallida del solito.
“Sì andiamo, ma stai bene?” domando preoccupato.
“Sì, sono solo un po’ stanca. Questo weekend è stato molto intenso.”
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
ecco il capitolo riguardo alla piccola gita ad Aspen.
Ho cercato di riassumere ed ho modificato gli eventi riportati nel libro perché mi sto rendendo conto che più vado in avanti e più il mio cervello elabora eventi alternativi.
Come avrete appena letto ho deciso di non far venire anche Tiffany per i non buoni rapporti che ci sono fra lei, Kate.
Un paio di capitoli fa una di voi mi chiese se c’era del tenero tra Tiffany ed Elliot ed io a quel tempo non sapevo ancora come sarebbe andata a finire, o meglio, avevo pensato a un finale diverso. Riflettendoci su ho deciso di cambiare idea e di sviluppare meglio anche il loro rapporto. Questo improvviso cambiamento di rotta è dovuto al fatto che a me Kate non mi è mai piaciuta molto come persona; si impicciava sempre negli affari di Christian ed Ana anche se aveva tutte le sue buone intenzioni. Nonostante ciò però ho voluto in questo capitolo mettere dei dubbi ad Elliot e chissà chi sceglierà.
Scrivetemelo nei commenti e come sempre fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto.
A presto,
Dauntless_99
 
P.S. Prossimo capitolo in scrittura

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Capitolo 32
*** Capitolo 28 ***


Tiffany POV
 
È una calma mattinata di autunno, fuori il mondo si presta a cambiare colore ed io mi ritrovo in ufficio quando l’unica cosa che vorrei è uscire all’area aperta. Forse potrei approfittare di queste ultime giornate miti per lavorare fuori.
Il lunedì per me è uguale alla riunione della settimana che a sua volta è uguale ad una giornata intensa. Quanto odio il lunedì! Non si potrebbe saltare questo giorno e passare direttamente a martedì? Solo al pensiero di dover affrontare questa giornata mi fa venire il mal di testa. Oggi però a rallegrarmi un po’ la giornata c’è Matthew, il figlio di Elizabeth.  Anche lei insieme ad Andrea ed a tutto lo staff impazziscono, di solito c’è un via e vai di gente per le prime ore tutto per questa benedetta riunione del lunedì.
 
Sto lavorando ad un progetto, che vorrei proporre a Christian e al quale Andrea ed Elisabeth insieme a Welch mi stanno aiutando, ma che è quasi impossibile non farsi scoprire da Mister controllo, quando un Ana abbastanza pallida entra nel mio ufficio.
“Pensavo che il weekend ad Aspen servisse a farti rilessare non a diventare un fantasma.”
“Ahahah! Divertente! Penso di aver mangiato qualcosa che non dovevo!”
“O forse Elliot vi ha fatti camminare quaranta kilometri e devi recuperare le energie perse”
“A quello non ci avevo pensato. Chi è questo bellissimo angioletto?” mi domanda prendendolo in braccio.
“Il figlio di Elizabeth”
“E’ un amore, e non ti stacca gli occhi di dosso”
“Sì, diciamo che si appassiona al mio lavoro. Cosa posso fare per te?”
“Oh giusto! Mi serve il tuo aiuto.”
“Dimmi tutto.”
“Vorrei fare una piccola sorpresa a mio marito nella casa nuova, ma per vorrei un tuo consiglio. Ho notato che all’Escala non ci sono foto di famiglia a parte quelle sulla sua scrivania così ho pensato che…”
“…sarebbe bello creare dei quadri e metterli per casa.” Finisco per lei.
“Mi ha tolto le parole di bocca. Pensavo di far fare due grandi e poi dei quadretti più piccoli.”
“Okey ed io che centro?”
“Mi piacerebbe avere un tuo consiglio su cosa potrebbe piacergli. Non vorrei mettere foto a caso.”
“E vuoi il mio aiuto perché sai che Mia e Grace non riuscirebbero a stare zitte o perché non sai come averle?”
“Più o meno entrambe. Che ne pensi?”
“Mi sembra un’ottima idea. Dovrei avere anch’io qualcosa a casa, se mi dici cosa ti serve posso fartele avere per domani.”
“Certo, grazie. Pensavo che mi dessi della pazza.”
“Ehi solo perché tuo marito ha gusti in fatto di arredamento strani, non per questo sei pazza! Sei sicura di star bene?”
“Sì sì, ti ho detto sarà qualcosa che ho mangiato. Cos’è questo?”
Mi chiede osservanda una piccola cartella grigia contenente la descrizione del mio piccolo segreto.
“Quello è un compito assegnato a me ed a Christian dal professore di Green Economy una decina di anni fa.”
“Lo conservi ancora?”
“Sì, è stato il primo progetto di me e tuo marito. Più suo che mio e mi piacerebbe che si realizzasse. Da quello ho capito che è un piccolo genietto.”
“Vedo che non sono l’unica a volerlo sorprendere.”
“Oh tranquilla! Non ho intenzione di rubarti la scena. Ci sto lavorando da un po’ e ci vorrà ancora del tempo prima che glielo possa proporre. Lo devo preparare psicologicamente.”
Ana dà un’occhiata al documento corrugando molto spesso la fronte, non è molto impegnativo, ma se non si capisce la materia lo può diventare. Ho avuto la stessa reazione quando mi è stato spiegato la prima volta.
È un progetto vecchio, oggi forse non al passo con i tempi, ma che ha ancora una certa validità.
“Be’ non ho capito nulla di quello che c’è scritto, ma capisco la A+ su compito. Spero che si realizzi. È un bel progetto.”
“Grazie.”
“Ora meglio che ti lasci lavorare, avrai un mucchio di cose da fare e non voglio prenderti altro tempo.”
“Se ti serve qualcosa, non è mai una perdita di tempo.”
“Grazie, e mi dispiace che tu non sia venuta ad Aspen mi sarebbe piaciuto vedere i fantastici quattro in azione”
“Mia ti ha raccontato qualcosa?”
“Sì! Vorrà dire che a Natale si andrà tutti ad Aspen e non voglio sentire un no come risposta.”
“Promesso. Ana?”
“Pensi di lasciarmi il bambino o di portarlo con te alla G…”
“Oh scusa, hai ragione. Non ho mai visto un bambino così calmo.”
 
Più tardi…
 
Christian POV
 
“E’ permesso?”
“Ma guarda chi si è degnato a farmi visita. Com’è andata il weekend?” mi domanda Tiffany.
“Bene…aspetta quello è un bambino?”
“No Chris è un elfo venuto a rapirmi. Certo che è un bambino!”
“Non voglio sapere come, quando e perché.”
“Tranquillo è innocuo, adora stare con zia Tiff e non hai mai disturbato nessuno in ufficio.”
“Mi stai dicendo che non è la prima volta? Aspetta zia Tiff?”
La guardo allibito. Da quando c’è un bambino nella mia azienda?
“Rilassati. Non ti morde!” Divertente.
“Quale buon vento ti porta qui?”
“Due cose: Ana e tu”
“Sì, l’ho vista un po’ stanca. È così che tratti tua moglie?”
“Punto uno io non centro, punto due pensi che debba chiamare il medico?”
“Ora esageri. Sarà solo stanca, se è come me che dopo un weekend ad Aspen torna a casa distrutta, io aspetterei prima di allarmarmi.”
Non mi convince! E’ stata male tutta la notte e stamattina non aveva una bella cera. Ho insistito perché restasse a casa, ma non sia mai che accada!
“Chris davvero sarà stanca. Se vuoi stare tranquillo chiama tua madre”
“Forse hai ragione.”
“Bene.”
“Cosa ti ha chiesto?”
“Niente.”
“L’ho vista arrivare alle dieci ed è uscita quaranta minuti dopo. So che avete parlato di qualcosa.”
“Affari” risposta secca. Questo vuol dire che mi sta mentendo.
“Mmm…centra la sorpresa?”
“Sorpresa? Mmmm non so nulla.”
Queste due messe insieme sono peggio di mia madre e mia nonna messe nella stessa stanza il giorno di Natale.
“Okey, facciamo che ti credo… a cosa stai lavorando si super importante da coinvolgere Andrea?”
Sbianca di colpo! Lo sapevo! Mi sta nascondendo non una, ma ben due cose. Da quando ha iniziato a dubitare di nuovo di me.
“è una cosa personale.”
“Non me la bevo. Non dirmi che siamo di nuovo al punto di otto anni fa.”
“Non è così!”
“Allora mi dici perché Andrea nasconde una cartellina ogni volta che arrivo, Elisabeth va in panico se entro qui e idem Welch?”
“Non è come pensi okey. Ana è venuta qui a chiedermi un consiglio per la sorpresa che sta pensando per te e non aprirò bocca su quello perché è una grande bella idea e sei un uomo fortunato Grey! Per quello che sto lavorando io è una cosa che non so se posso ancora realizzare e ci tengo tanto a farcela da sola.”
“Ma vuoi l’aiuto di tutti tranne il mio, perché?”
“Oh andiamo! È una cosa che ci tengo a fare personalmente, potrebbe coinvolgere l’azienda ed è una tua idea vecchia idea che mi è tornata in mente. Altro non ti dico.”
“Per ora mi basta, ma ti do tempo un mese poi voglio sapere se si può realizzare.”
“Ma….”
“Un mese Benson non di più…”
Esco e chiamo il mio personal trainer…
Mi ritrovo con due donne da gestire e sto diventando matto.
Ma una mia vecchia idea… ne ho avute tante in questi anni e penso di averle realizzate tutte, tranne una. Una…vecchia…non sarà…no era solo un progetto, ma se…
 
Tiffany POV
 
Un mese! Come cavolo faccio in un mese? È un anno che ci sto lavorando e lui cosa mi da un mese.
Ma perché?
In più sono in ritardo, cosa vorrà mai Elliot da me di così urgente.
Accidenti!
Per fortuna il luogo in cui devo andare non è così lontano e posso andarci a piedi visto che è anche l’ora di punta. C’è solo un piccolo problema: ho i tacchi. L’ultima volta che ho corso non è finita molto bene e non vorrei riprovare l’esperienza. Mi ricordo però di avere un paio di ballerine nell’armadietto giù in palestra.
Mentre scendo ho come l’impressione di essere seguita.
“Pronto. Ciao mamma…. Si tutto bene….no non ti preoccupare….volete andare dove? Ti richiamo più tardi.”
Faccio finta di telefonare, prendo quello che mi serve ed esco dall’edificio.
Strano!
Forse sto iniziando ad essere paranoica…
 
Christian POV
Un bel allenamento era quello che mi serviva. Purtroppo non sono riuscito a liberare la mente dai vari pensieri di stamattina. Esco dagli spogliatoi quando per poco non vado a sbattere contro Taylor un attimo prima di entrare in ascensore:
“Mi scusi signor Grey, ma c’è una cosa che deve sapere.”
“Andiamo nel mio ufficio.”
Prima di lasciarlo parlare chiedo ad Andrea se mi può posticipare una riunione.
“Qualcuno sta inseguendo sua sorella e Tiffany. Nessuna delle loro guardie del corpo mi ha detto nulla.”
“Conoscendo mia sorella e gli ultimi avvenimenti ha cercato varie volte di illudere la sorveglianza. E tiffany?”
“Qualcuno oggi l’ha seguita giù in palestra. Non sappiamo ancora chi, ma abbiamo delle immagini e ci stiamo lavorando. Ho già avvertito le loro guardie del corpo, ma sarebbe prudente che ci parlasse lei personalmente.”
“E per quanto riguarda mia moglie?”
“Alla g è tutto in ordine, nessuno di sospetto ma teniamo in alta la guardia. Pensiamo che forse sua sorella o Tiffany possano essere solo dei diversivi. Per ora vorrei dirle qualcosa di più.”
“Grazie Taylor, se non c’è altro puoi andare.”
Rimasto solo nel mio ufficio la fame mi è passata del tutto.
Mia sorella dovrebbe essere a casa dei miei e per ora non voglio allarmarmi, mentre prendo il telefono e provo a chiamare tiff spero solo di non interrompere il pranzo tra lei e mio fratello.
“Ciao, no non mi manchi di già. No non è per lavoro. Ti volevo solo avvisare che qualcuno ti ha inseguita in palestra oggi…Non te lo eri immaginato, ma stai attenta. Si buon pranzo anche a te e salutami mio fratello.”
Mezzogiorno e mezza e per la prima volta dopo tanto tempo non ho fame.
Chiedo ad Andrea se ci sono delle riunioni importanti per questo pomeriggio, ma alla sua negazione decido di tornare a casa non prima di passare a vedere come sta Ana.
Elliot POV
Sono agitato e ho l’ansia alle stelle. Ieri sera appena tornati da Aspen ho chiuso con Kate e lei, ovviamente, non l’ha presa bene. Ha dato del matto nel vero senso della parola, ma la colpa è solo mia.
Dopo essersi calmata, le ho spiegato la situazione e penso che abbia capito. Ma sono lo stesso preoccupato, l’ultima volta è andata a fare una scenata in ufficio da Tiffany.
 
Tiffany POV
Sono quasi arrivata, quando vengo fermata da Kate. Ci risiamo! È la prima cosa che penso.
“Katherine prima di fare una scenata in mezzo alla strada, vorrei dirti che a mia difesa non so cosa il tuo ragazzo voglia da me.”
“Ex ragazzo”
“Oh! Mi dispiace, io…”
“Risparmiati le scuse. È colpa tua, solamente colpa tua.”
“Mia? Ma sentite questa.”
“Si sentimi bene, perché io non mi faccio soffiare il ragazzo da una come te. Ti credi una santa e tutti parlano bene di te, ma forse non sai che io so che hai quasi rischiato di essere espulsa dal college. Pensa cosa succederebbe se tutti lo venissero a sapere.”
Sbianco di colpo, devo rimettermi in sesto in fretta. Tira fuori l’avvocato che c’è in te e stendila come stenderesti il tuo rivale in un’aula di tribunale.
“Rovineresti la reputazione di molte persone Kate per una cosa che io non ho fatto, ma che sono stata coinvolta. Io ci penserei bene prima di fare questo passo falso.”
“Mi minacci di nuovo?”
“No! Ti do un avvertimento. Puoi essere ricca quanto vuoi, ma manderesti a repentaglio la reputazione di molte persone. E credimi se solo una di queste ti fa causa per diffamazione, senti l’orologio tick tock. Quella che ne uscirebbe più sconfitta saresti tu.”
“Non mi arrendo così facilmente.”
Sta per andarsene, ma ora voglio che recepisca bene il messaggio che sto per darle:
“Potrei dire lo stesso di te Katherine, scommetto che anche nel tuo passato ci sono cose che non vorresti che riaffiorassero. Io mi credo superiore a te? No! Lo sono perché a differenza tua non vado in giro a minacciare le persone per… gelosia? Invidia? Chiamala come vuoi, ma sappi che tutto quello che è successo non è colpa mia.
Ti avevo avvertito con Elliot, tu sei una delle tante Kate. Cosa credi che io sia stupida? Perché pensi che abbia sempre detto di no? Perché lo conosco e non volevo ridurmi come ti sei ridotta tu o altre prima di me, se per un attimo avessi messo da parte l’odio nei miei confronti lo avresti capito anche tu. Hai preferito invece seguire il tuo istinto come è giusto che sia. Ti sei sbagliata e ora ti ritrovi così.”
“Io…”
“Se la migliore amica di Ana, cosa ci trova lei in te non lo so. Una cosa però ti chiedo, se le vuoi bene davvero non metterla contro suo marito.”
“Non potrei mai, loro sono così felici.”
“Involontariamente lo stai già facendo. Non so cosa voglia Elliot da me o forse sì, però sono stanca di questa guerra tra noi due. Voi che salti l’appuntamento? Che gli dica di no? Okey lo farò, lo sto facendo da quasi undici anni”
“No, cioè sì. Non mi sembra giusto.”
“Ma per il momento è la cosa giusta da fare.”
“Capisco perché Christian ti ha preso come suo braccio destro. Sei una tosta!”
“Stammi bene Kate, spero solo che la prossima volta che ci vedremo potremmo avere una conversazione civile per il bene di tutti.”
Mi giro e riprendo la mia strada consapevole di essere in ritardo di mezz’ora, ma felice di aver un peso in meno sulle spalle. Certo avrei preferito avere questa conversazione non in mezzo alla strada, ma sono riuscita ad avere un tono abbastanza tranquillo. Ben fatto Tiff!
 
 
 
Kate POV
Questo affronto non doveva finire così, mi ero immaginata un finale diverso.
La ragazza ci sa fare con le parole e forse in fondo ha ragione.
Ora capisco perché tutti parlano bene di lei, mette le persone al primo posto e lo ha fatto anche con me. Mi ha avvertita ed io non l’ho ascoltata troppo presa da me stessa.
Come faccio a dire che lei non si metterà insieme ad Elliot? Perché lei sa che lui non è ancora pronto e lo ha capito anni fa, mentre io come una sciocca ci ho creduto davvero.
Mi sono comportata da egoista, ci sto male ma ora posso andare avanti.
Spero che dopo tutto questo ci sia un lieto fine per tutti, ma prima devo fare una cosa importante: chiedere scusa ad Ana e a Christian.
Il mio riflesso della vetrina non mi rispecchia, da quando mi riduco così per un uomo?
Ricomponiti Katherine!
Mando un ultimo messaggio a Elliot:
 
Non fartela scappare di nuovo! È quella giusta!
Buona fortuna,
Kate!
 
Angolo della scrittrice:
Buona sera cari lettori,
Che fatica! Questo capitolo doveva uscire una settimana fa, ma non ce l’ho fatta a finirlo prima.
In verità doveva andare in un altro modo ed essere più lungo, ma ho deciso di tagliarlo in due. La seconda parte è a buon punto e penso che sarà più corta di questa.
Ci tenevo a far uscire questo capitolo prima Natele e come sempre vi chiedo cosa ne pensate.
 
Anche se non sembra ho letto tutte le vostre recensioni che mi avete lasciato negli ultimi capitoli e non posso che ringraziarvi per il supporto.
 
Vi auguro Buone Feste😊,
Dauntless_99

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