Sotto il segno di un amore infinito

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lontano da lei ***
Capitolo 2: *** Momenti bui ***
Capitolo 3: *** Sfumature tenebrose ***
Capitolo 4: *** Al di là di ogni limite ***
Capitolo 5: *** Una relazione sbagliata ***
Capitolo 6: *** Tra le mie braccia non ti succederà niente di male ***



Capitolo 1
*** Lontano da lei ***


Dopo che Christian aveva dormito per la prima volta dopo il divorzio senza Anastasia, aveva avvertito la sua azienda che non sarebbe andato al lavoro.
Avendo saltato anche la colazione, Christian se ne stava tutto solo in soggiorno a suonare melodie tristi con il suo pianoforte.
«Signor Grey, ne è sicuro? Non vuole fare colazione?»
«Sì, Gail. Non ho fame.»
«Questo però non è da lei.»
Riflettendo più a fondo sulle parole della sua domestica, capì che aveva ragione.
Ricordava le volte in cui si arrabbiava con Anastasia quando lei non voleva mangiare per nessun motivo.
«Preparami un toast abbrustolito e un succo d’arancia.»
«Sarà fatto, Signore» replicò la donna ritrovando il sorriso.
Con rapidità fulminante, Gail preparò al giovane uomo una colazione con i baffi.
«Ci hai spalmato il burro sopra?»
«Sì, come piace a lei.»
«Ti ringrazio, Gail» replicò L’uomo con la bocca piena e con gratitudine «Sei l’unica persona che non mi ha voltato le spalle.»
«Questo non deve dirlo, Signore.»
«Invece è così. Dopo che Ana mi ha lasciato, ho litigato con la mia famiglia allontanandomi anche da loro… Mentre tu hai deciso di rimanermi accanto nonostante le avversità.»
«Signore, da quanto tempo ci conosciamo?»
«Da molti anni, perché?»
«Allora sa che nonostante il suo carattere, io le voglio molto bene.»
In altre occasioni, Christian non avrebbe mai permesso alla sua domestica di toccarlo o peggio ancora abbracciarlo.
Ma non in quel momento.
Preso da un emozione molto più forte di lui, Christian abbracciò Gail sentendo quel calore umano che gli mancava da tempo.
«Sa che in qualsiasi occasione, lei può contare su di me.»
«Sì, Gail. E ti ringrazio molto.»
«Adesso, se non è troppo depresso per rimanere qui, le consiglio di tornare al lavoro.»
Ma Christian non rispose, distogliendo lo sguardo dalla donna.
«Christian, mi ha sentito?»
«Quella mia azienda… mi ricorda troppo lei…»
«Sono quelle ragazze che hai come dipendenti, vero?»
«Sì, esatto.»
«Facciamo una cosa: per oggi se è d’accordo non mi prenderò cura della casa, aiutandola a risolvere i suoi numerosi impegni di giornata.»
«D’accordo. Per oggi faremo così.»
«Allora si prepari. Io sono pronta.»
 
 
Gail non era mai stata nell’ufficio di Christian Grey.
«Non ho mai visto un ufficio così tecnologico prima d’ora.»
«Più che tecnologico, direi senza anima.»
«Perché non è appeso nessun quadro e le pareti sono bianche…»
«Vorrebbe cambiare arredamento?»
«Non sarebbe una cattiva idea.»
«Signor Grey, c’è qui José Gonzalez che vi ha portato alcune foto da lei richiesto»
Vedendo la sua segretaria entrando senza permesso, capì a cosa si stava riferendo.
«Lo faccia entrare» replicò l’uomo rabbuiandosi.
Gail non poté non notare come Christian fosse diventato così stranamente serio.
Una volta che l’uomo nonché migliore amico di Anastasia entrò nell’ufficio di Grey, Christian non poté trattenere il suo nervosismo.
«Buongiorno, Mr Grey» fece José con tono cordiale.
«Buongiorno. La mia segretaria mi ha detto che lei ha delle foto di Anastasia e di me.»
«Sì. Eccole qua.»
Appena Christian le prese in mano, sentì un groppo in gola insopportabile.
«Davvero un bel posto l’Italia, non trova?»
«Sì. Una delle mie migliori vacanze.»
«Credevo che ci sarebbe stata anche Ana a vedere le foto insieme a lei.»
Sentendo che l’aveva nominata, Christian non poté che fissarlo con sguardo truce.
«Magari Si troverà ancora al lavoro.»
«Gli farò una sorpresa questa sera stessa.»
«Vedrà che ne sarà contenta.»
Mentre José era nel pieno della conversazione con Christian, il suo cellulare cominciò a squillare insistentemente.
«Pronto?»
«José, sono Anastasia.»
«Ana! Sono contento di sentirti!» fece l’uomo al settimo cielo.
«Ho bisogno assolutamente di parlarti. Possiamo prendere un drink questa sera appena esco dal lavoro?»
Sentendo quella domanda, José fissò Christian con sguardo confuso.
«Certo. Come no» disse con tono confuso.
«Splendido. Ti manderò un messaggio sul cellulare per farti sapere dove ci possiamo trovare.»
«D’accordo.»
«A più tardi, José» replicò la donna riagganciando la chiamata.
A quel punto José non poté non farsi domande su di lei e su Christian.
«Era Anastasia al telefono?» domandò Christian ben sapendo la risposta.
«Sì…»
«Capisco… Bene, grazie ancora per le foto José. La mia segretaria gli darà l’assegno per il suo servizio.»
«Grazie mille, Mr Grey» replicò l’uomo sentendo un brivido percorrergli dietro la schiena.
In tutto questo tempo, Gail era rimasta a contemplare l’intera scena senza dire una parola.
«Sono molto fiero di lei, Mr Grey.»
«Perché dici questo, Gail?»
«Molti anni prima avrebbe aggredito quell’uomo che se non ricordo male, ci aveva sempre provato con Anastasia… Ma questa volta ha avuto una tempra di ferro mantenendo tutta la calma possibile.»
«Già. Non è stato per niente facile… Ma sapere che lei vedrà quel damerino da strapazzo… Mi rende alquanto furioso.»
«Christian, lei e Anastasia non state più insieme. Deve darle i suoi spazi necessari, altrimenti non farà altro che peggiorare la situazione.»
«E come se non bastasse ha avuto il coraggio di sottrarmi i miei figli. Non me lo sarei mai aspettato da lei.»
«Li potrete vedere nel week – end.»
«Solo un giorno a settimana non è sufficiente!» tuonò l’uomo battendo i pugni sul tavolo «Ho vissuto con i miei figli fin dalla loro nascita. Non posso sopportarli che li vedrò solo la domenica.»
«Vedrà che con il passare del tempo si sistemerà tutto.»
«Mi dispiace Gail, ma non sarà così. Io sono destinato a rimanere da solo e a soffrire.»
«Christian, io…»
«Di alla mia segretaria di annullare tutti gli impegni di oggi. Ce ne torniamo a casa.»
Sapendo che era impossibile fargli cambiare idea, Gail acconsentì alla sua richiesta.
«D’accordo. Ci penso io.»
 
 
Anastasia e José si ritrovarono in uno dei bar di Seattle più intimi e carini.
Sembrava quasi un vero e proprio appuntamento.
«Buonasera, Ana» fece José abbracciandola.
«Ciao, José. Sono contento che tu abbia accettato il mio invito così di punto in bianco.»
«Non ti preoccupare. Stasera non avevo da fare nulla.»
«Capisco… Adesso entriamo.»
Dopo essersi accomodati, Ana e José ordinarono i drink.
«Un analcolico?» domandò sorpreso José.
«Sì. Ultimamente non vado molto d’accordo con l’alcool» replicò Ana senza dare troppe spiegazioni.
«Quest’oggi sono stato da tuo marito… Stranamente l’ho trovato meno burbero del solito, sai?»
Sentendo che si stava riferendo a Christian, Ana si rabbuiò improvvisamente.
«José, se questa sera ti ho invitato qui è perché voglio che tu sia uno dei primi a sapere che io e Christian non stiamo più insieme.»
Quella notizia fu come un fulmine a ciel sereno.
«Che cosa? Voi due avete divorziato?»
«Sì. Non facevamo altro che litigare per delle stupide cose, facendo soffrire i nostri figli... Dopo che la nostra situazione era diventata troppo insostenibile, ho deciso di chiedere il divorzio e allontanarmi subito da lui.»
«Credevo che foste una coppia perfetta… Ana, mi dispiace così tanto.»
«Non ti devi dispiacere… E poi le coppie perfette non esistono.»
«E adesso? Dove alloggi?»
«Nel vecchio appartamento dove vivevamo io e Katherine. Con la differenza che adesso sono completamente sola.»
Sentendo che la sua amica era profondamente triste e depressa, José si allungò verso di lei per fargli capire che poteva contare sempre su di lui.
«Grazie, José. Sei un vero amico.»
Se inizialmente la serata era cominciata in maniera tranquilla, Anastasia e José non avevano fatto i conti che a spiarli c’era proprio Christian.
«Vedo che ti stai già sistemando, vero Anastasia?»
«Christian, che cosa ci fai qui?»
«Sono venuto a riprenderti e a riportarti a casa!»
Ana notò immediatamente che il suo ormai ex marito era completamente ubriaco.
«Lasciami andare!»
< Non se ne parla! Non ti permetto di sprecare la tua vita con questo sciocco. Tu hai una famiglia a cui badare… e hai me.»
Sentendo il tocco di Christian, Ana provò un brivido di ribrezzo.
«Lasciami! Io e te non stiamo più insieme!»
«Non l’hai sentita?!» tuonò José mollandogli un pugno buttandolo a terra.
Vedendo che erano sotto gli occhi di tutti, Christian fu aiutato ad alzarsi da Taylor che intanto era entrato nel locale più imbarazzato che mai.
«Ci scusi per i suoi modi bruschi, Signora Steele. Non sa quello che fa’.»
«Non ti preoccupare, Taylor. Riportalo a casa, d’accordo?»
«Senz’altro, Anastasia» disse infine l’uomo trasportando il malconcio Christian che non riusciva a rimanere in piedi.

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Capitolo 2
*** Momenti bui ***


Quando Christian si risvegliò dalla sbronza della notte precedente, non riusciva a capire dove si trovava.
Aveva un forte mal di testa e un bisogno di bere acqua.
«Gail…»
Sentendo la voce di Christian, Gail accorse in suo aiuto.
«Acqua… ho bisogno d’acqua.»
«Eccola» fece la donna porgendogliela.
«Grazie.»
Gail fissava l’uomo con sguardo serio e truce.
«Sai che odio essere guardato.»
«Che cosa mi dice di ieri sera?»
< Non ricordo niente… Solo un fortissimo mal di testa.»
«Anastasia ti ha fatto perdere la testa nel vero senso della parola, vero?»
«Ti prego di non nominarla. Sto cercando di non pensare a lei.»
«MI duole dirle che è molto difficile per lei visto la scenata che ha fatto dinanzi ad una decina di persone.»
«A cosa ti riferisci?»
«José le ha dato una bella botta non c’è che dire.»
«Mi ha preso a pugni?»
«Taylor mi ha detto che lei è stato steso al primo colpo e che non si reggeva nemmeno in piedi… Christian, quando la smetterà di fare lo stupido?»
«Gail, non posso stare senza di lei.»
«Deve farsene una ragione… Lei è stato mollato per la sua possessività! Oppure c’è qualcos’altro?»
Christian ripensava a tutte le volte che Anastasia gli urlava contro.
«Che cos’è successo nel suo ufficio quella notte del compleanno di Ana?»
«Non è successo niente, Gail. Ho solo rincasato troppo tardi per finire un progetto che avrebbe fruttato all’azienda mezzo miliardo di dollari.»
«Da quando in qua pensa prima all’azienda che a sua moglie?»
«Io non ho detto questo… Dovevo solo finire un mio lavoro.»
«Christian, la smetta di mentirmi e mi dica che cosa è successo quella sera.»
«Gail, perché stai insistendo così tanto?»
«Taylor l’ha vista mentre lei e quella bionda…»
«Quella segretaria non significava niente per me!»
«Ah no? Però dopo un buon Ornellaia rosso e qualche complimento di troppo, è riuscito a cedere. Il vino le da molto alla testa, Mr Grey.»
Grey, inorridito dalla sua domestica, decise di troncare l’argomento prima che potesse innervosirsi sempre di più.
«Adesso basta parlare di lei. ho da fare» replicò Christian prima di rinchiudersi nel suo studio per cercare di distrarsi.
«Chiami il Dottor Flynn. Lui saprà aiutarti.»
Ma Mr Grey non rispose, facendo finta di nulla.
 
 
Dopo la lunga serata passata insieme al suo amico José, Anastasia si risvegliò con un forte mal di testa.
Non riusciva a ricordarsi quasi nulla di quell’appuntamento, tranne per il fatto che Christian era piombato nel locale mettendosi in imbarazzo dinanzi a tutti.
«Buongiorno, bella addormentata» fece José portandogli la colazione a letto.
«José» replicò sorpresa la ragazza «Ma che diavolo…»
«Ti ho preparato una colazione sostanziosa» rispose José «Spero che tu abbia molto appetito.»
«È solo che… non ti ci facevo qui in casa mia…»
«Dopo che hai bevuto un po’ di drink di troppo, eri completamente sbronza e non ti riuscivi a reggere in piedi…»
«E poi? Che cosa è successo?»
«Niente di particolare. Appena ti ho riaccompagnato a casa, sei crollata dal sonno.»
«E non abbiamo fatto niente?»
«Anastasia, anche se il mio amore per te non si è assopito minimamente, non ti farei mai una cosa del genere contro la tua volontà.»
Fissando lo sguardo impercettibile di José, Anastasia capì che non stava mentendo.
< D’accordo. Mi fiderò delle tue parole. >
< Non riesci a fidarti di me, vero? >
< Mi risulta molto difficile… Scusa. >
< Non ti preoccupare. Non te ne faccio una colpa… Adesso fai colazione, ok? >
< Non ho fame. >
< Ana, devi mangiare qualcosa. Non puoi passare la giornata rimanendo a stomaco vuoto. >
< Mi sembra di parlare con Christian. >
Nel pronunciare il suo nome, Ana divenne più seria che mai.
< Me ne vuoi parlare? >
< No. Non voglio rovinarmi la giornata. >
Mentre Anastasia si stava sforzando di fare colazione, qualcuno bussò al suo appartamento, ricevendo una visita inaspettata.
< Mia! Che cosa ci fai qui? > domandò sorpresa la ragazza.
< Ciao, Ana! È da molto tempo che non ci vediamo! > replicò la sorella di Christian piombandogli addosso.
< Purtroppo ho avuto molto da fare > ripose Ana senza dirgli che cosa la preoccupava.
< Ti ho forse disturbata? >
< Certo che no. Vieni, entra pure. >
Appena Mia si accomodò nel salotto dell’appartamento, intravide un giovane uomo che si stava rivestendo per uscire.
< Buongiorno > fece José salutando cordialmente la ragazza
< Mia Grey. Sono la sorella di Christian > fece la giovane ragazza stringendo la mano a José.
< Sì. Ci siamo visti al matrimonio di Anastasia. Devo dire che non è cambiata affatto dopo tutti questi anni >
< La ringrazio molto > rispose Mia arrossendo improvvisamente.
< Adesso vi lascio sole. Ho alcune faccende da sbrigare... Ciao Ana. Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi. >
< Senz’altro, José. Grazie ancora di tutto > replicò Ana dandogli un rapido bacio sulla guancia.
< Figurati. Sai che puoi benissimo contare su di me. >
< Lo so. A presto  >
< Felice di riaverla rivista, Mia Grey. >
< IL piacere è tutto mio. >
Appena le due donne si ritrovarono da sole, Mia non poté evitare di tempestare di domande la sua amica nonché moglie di suo fratello.
< Spero di non aver interrotto niente… >
< Certo che no. José è solo un mio amico. >
< Già. Non vorrei vedere la faccia di Christian se sapesse di questo vostro incontro. >
< Christian non deve più intromettersi tra me e la mia vita. Ci siamo separati, Mia. >
Sentendo quelle parole uscire dalla bocca di Anastasia, a Mia gli prese un groppo al cuore.
< Che cosa?! Ma com’è potuto accadere? >
< Diciamo che l’ho colto in un momento di debolezza con una bella bionda insopportabile… >
< Vuoi dirmi che ti ha tradito? >
< Purtroppo sì. >
Raccontando quella storia, Anastasia non poté evitare di far scendere qualche lacrima dal suo viso grazioso e rovinato dalle occhiaie.
< Mi dispiace molto, tesoro  > fece Mia abbracciandola < Quello stronzo di mio fratello mi deve un sacco di spiegazioni. >
< Mi ha ferito moltissimo… Ed io, in preda ad una lite furibonda, ho deciso di chiedere immediatamente il divorzio. Non volevo più sentire parlare di lui. Mi ha spezzato il cuore. >
< E i vostri figli? Adesso dove sono? >
< Da mia madre e dal mio padrino. Loro non sanno niente del nostro divorzio. Lo sai solo tu e José. >
< Nemmeno la tua amica Katherine sa niente? >
< No. Non ho trovato la forza nel raccontarglielo. E poi è in viaggio a Barcellona con Elliot. Non mi sembra il caso di dirgli una simile notizia. >
Mia intravedeva negli occhi della povera Anastasia tutto il suo dispiacere e la sua sofferenza.
< E adesso che cosa farai? >
< Ho bisogno di riflettere e di stare un po’ per conto mio. Ma ho anche bisogno della vicinanza dei miei amici come José. >
< Lo sai che ci sarò sempre anch’io per te, Ana. >
< Grazie, Mia. >
Guardando l’orologio, Mia si era dimenticata che aveva un appuntamento con i suoi genitori.
< Purtroppo adesso devo andare, Ana… Se hai bisogno di parlarmi, chiamami in ogni momento. Io sono sempre disponibile. >
< Grazie… Ma prima che tu possa andartene, ho bisogno che tu mi prometta che non dirai nulla ai tuoi genitori e a nessun altro. Il divorzio deve rimanere ancora segreto per il bene di tutti i nostri amici e familiari. Sono stata chiara? >
< Chiarissima, Ana. Non dirò niente. >
< Grazie ancora per tutto, Mia. >
disse infine la giovane Grey lasciando la povera Anastasia da sola e in completa solitudine.
 
 
Christian teneva in mano il suo cellulare spulciando la sua rubrica.
Era pronto a chiamare il suo psicologo per farsi aiutare e venire fuori da quei momenti bui che lo stavano attanagliando.
Ma qualcosa dentro di lui gli stava suggerendo che non doveva farlo.
Chi poteva aiutarlo oltre al Dottor Flynn?
< Pronto? >
< Elena, sono Christian. >
Sentendo la voce del suo vecchio sottomesso, Elena rimase completamente folgorata e muta.
< Christian, sei davvero tu? >
< Mi dispiace se in tutti questi anni non ci siamo parlati, ma ho bisogno di vederti al più presto. >
< Che cosa ti è accaduto? >
< Non posso dirtelo al telefono. Dove ci possiamo vedere? >
< Potrei venire a casa tua a Seattle. Mi trovo nelle vicinanze. >
< D’accordo. Potresti trovarti da me tra circa un’ora? >
< Anche meno se vuoi. >
< Ok. Chiamami quando arrivi > disse infin Christian riagganciando la chiamata con il cuore in gola per l’agitazione dentro di sé.
“Elena. Una mia vecchia cura che può aiutarmi a superare il mio male.”

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Capitolo 3
*** Sfumature tenebrose ***


«Gail, ho bisogno che tu mi lasci da solo. Ho una riunione privata molto importante.»
Gail fu molto sorpresa nel sentire quelle parole.
< Mr Grey, sono appena le sei del pomeriggio. Devo ancora preparare la cena. >
< Non ce ne sarà bisogno. Mangerò qualcosa fuori. >
< Deve parlare con il Dottor Flynn? >
A Christian non gli andava giù che la sua domestica, s’eppur aiutandolo, si stava intromettendo fin troppo nella sua vita.
< No, ho degli investitori che saranno qui a momenti. >
< Ok, come vuole lei… Allora ci vediamo domattina? >
< Sì, alla solita ora. Buona serata , Gail. >
< Altrettanto, Mr Grey > replicò la domestica prendendo la sua borsa sotto lo sguardo attento e serio di Christian che non vedeva l’ora che si togliesse di mezzo.
Una volta che Christian fu completamente da solo, ricevette un messaggio da Elena.
“Sono nel tuo parcheggio privato al coperto.”
Guardandosi intorno per paura di venire scoperto, Christian gli andò incontro.
Anche se erano passati molti anni, Elena era sempre la solita, tranne che con qualche ruga in più che non poteva combattere.
< Buonasera, Christian. >
< Ciao, Elena. >
< Posso abbracciarti o mi respingerai come tuo solito? >
< No… certo che no. >
Dopo aver accolto tra le braccia quella donna che l’aveva cambiato per sempre, Christian la prese per mano trascinandola verso il suo appartamento.
< Ti posso offrire qualcosa? Un caffè? Un bicchiere di vino? >
< No, grazie. Sono apposto così. >
A quel punto Christian stava cercando di trovare le parole giuste per iniziare la loro conversazione.
< Non avrei mai pensato di ricevere una tua chiamata dopo tutto questo tempo. Pensavo che tu mi avessi dimenticato per sempre. >
< Invece no. Io non scordo mai il mio passato… >
< Christian, vuoi dirmi il vero motivo per cui mi hai cercato? O hai deciso di camminare avanti e indietro come un pazzo squilibrato? >
< Riguarda io e Anastasia… Ci siamo lasciati. >
< Mi dispiace moltissimo. >
< Davvero? Credevo che ti avrebbe fatto piacere. >
< Perché mi dovrebbe far piacere che ti sia successa una cosa del genere? >
< Perché non hai mai sopportato Anastasia. >
< Lei non era la persona adatta a te. E con il passare del tempo, questo mio pensiero mi ha dato ragione. >
< Se ci siamo lasciati è solo per causa mia. >
< Che cos’hai combinato? >
< Io… >
Ma Christian non riusciva a trovare le parole adatte.
Si sentiva troppo male nel confessare che gli aveva fatto una cosa imperdonabile.
< L’ho tradita… Con Gia Matteo. >
Nel sentire quelle parole, Elena tacque facendo un respiro profondo.
< Tu non riesci a legarti con una solo donna per tutto il resto della tua vita… Hai un bisogno di trovarne diverse per poter assopire la tua dominazione. >
< Era solo ubriaco e quella donna se n’è approfittata! >
< Davvero? È solo questo? O lo volevi anche tu? Christian, pensi che io non ti conosca abbastanza? So come puoi reggere bene il vino. Anche se quello che hai bevuto è molto pesante, sono convinta che non eri del tutto ubriaco. >
Ma Christian non rispose, capendo che era stato colpito nel segno.
< So di aver sbagliato… e me ne pento amaramente. >
A quel punto Elena si accomodò accanto a lui massaggiandogli la gamba come segno di conforto e vicinanza.
< Ami ancora tantissimo tua moglie? >
< Non lo so. Non so più cosa pensare… >
< Vorresti non poter pensare a lei e tornare indietro nel tempo anche per un solo momento? >
< Credi che sia la cosa meglio da fare, Elena? >
< Lo devi decidere solo tu. Sei tu il padrone del tuo destino. Io non voglio sforzarti nel fare niente. >
Alla fine, Christian prese Elena tra sé mettendosela sopra le sue ginocchia e baciandola senza una attimo di tregua.
Ma appena la donna era pronta per spogliarsi, Christian si bloccò all’istante come preso dalla paura.
< Dobbiamo fermarci, Elena. >
< Perché? Stavamo andando così bene. >
< Io… non posso farlo. Mi dispiace. Ti prego di rivestirti. >
Non riuscendo a capire momentaneamente che cosa volesse davvero Christian, Elena ci rimase un po’ male.
< Mi dispiace averti fatto perdere del tempo, Elena… Credevo che per questa sera tu fossi uno sfogo per me. Che potevo risolvere la mia situazione facendo del sesso con te… Ma poi ho subito capito che avrei peggiorato ulteriormente la situazione… Ho capito che amo ancora Anastasia e voglio passare la mia vita solo con lei e con i nostri figli. Solo così potrò tornare ad essere l’uomo migliore che ero quando mi sono sposato. >
Elena fu molto colpita dalle parole di Christian.
La Signora Lincoln, sotto sotto, era molto contenta nel sentire come il suo sottomesso era maturato.
< Sono molto fiera di te, Christian. >
< Lo pensi davvero? >
< Sì. Adesso posso dire che quella donna è giusta per te… Non ci potevo credere quando in passato mi avevi detto che ti aveva cambiato per sempre. Pensavo che era solo un male per te, ma mi sbagliavo… Adesso devi fare di tutto per riconquistarla. >
< E come potrei fare? >
< Devi lasciarla vivere nei suoi spazi e cercare di entrare nella sua vita con moderazione. Solo così lei capirà che sei cambiato e vorrà di nuovo tornare da te. >
< Credi davvero che succederà? >
< Se non ha deciso di non volerne sapere più di te, allora c’è una speranza. Ma sarà il tempo a dirtelo. >
Christian fu molto contento che la conversazione avuta con Elena non era sfociata in qualcosa che l’avrebbe profondamente rovinato.
Parlare con lei aveva impresso nella sua mente una nuova speranza.
< Ti ringrazio per tutto, Elena. Per il tuo conforto e per le tue parole. >
< Spero soltanto che potremmo rivederci e risentirci presto. >
< In questi giorni ho molti impegni di lavoro, ma appena sarò un po’ libero te lo farò sapere. >
< D’accordo. Ci conto… A presto, Christian > replicò Elena dandogli un rapido bacio affettuoso sulla guancia.
Ma nel mentre Elena stava per tornare alla sua macchina, la madre di Christian rimase visibilmente sconvolta nel rivederli insieme.
< Christian… >
< Ciao mamma. Che cosa ci fai qui? >
< Sono venuta a trovarti… Per vedere come stai tu e la tua famiglia visto che non ti fai mai sentire. >
< Sto molto bene. Vieni, entra pure. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, la Signora Grey salutò suo figlio abbracciandolo calorosamente.
< Posso offrirti qualcosa? >
< No. Dimmi piuttosto che cosa ci faceva Elena in casa tua. >
< L’ho invitata qui per parlare un po’ con lei visto che sono molti anni che non ci sentivamo. >
< E da cos’è data questa tua idea malsana di rivederla? >
< Mamma, io e Elena un tempo ci frequentavamo e ci capivamo… >
< Vi capivate a letto? Christian, per l’amore del cielo! Ti rendi conto che ha abusato di te?! Tu eri ancora minorenne quando sei andato a letto con lei! >
< Lo so bene mamma, ma ormai quella storia è acqua passata. >
< Sì certo, come no > replicò la donna smorzando un sorriso isterico < Pensi che io possa credere alle tue parole? Che cosa ne penserebbe Ana se sapesse che lei è stata in questa casa? >
< Lei non lo saprà mai! > tuonò rabbioso l’uomo < Anastasia non abita più qui. >
< Che cosa? >
< Mi ha lasciato, mamma. >
< Che cos’hai combinato? >
< Una cazzata che è costata la felicità e il mio matrimonio. >
< L’hai tradita? Le hai fatto del male? >
< Sai che non alzerei mai un dito su Ana. >
< Questo è tutto da vedere, Christian… Dopo aver rivisto Elena, mi aspetto cose impensabili da te. >
< Sei venuta qui per darmi contro o sei venuta qui per me e per passare un momento senza che noi potessimo litigare? >
< Vedere quella donna mi ha fatto andare il sangue alla testa! E poi tu mi dici che adesso Anastasia ha chiesto il divorzio.  Come mi dovrei sentire, secondo te? >
< Cerca almeno di mantenere la calma! >
< Io sono calma, Christian! > gridò la donna.
< No, non lo sei! >
Alla fine la madre di Christian capì che stava esagerando nell’alzare la voce.
< Vuoi per favore raccontarmi che cos’è successo tra te e Anastasia? O forse hai preferito dirlo solo alla tua Elena? >
< Mamma, io e lei siamo solo amici. >
< Mi dispiace figliolo, ma non ti credo. >
Dopo aver fatto un respiro profondo, Christian raccontò a sua madre di come l’aveva tradita e di come Anastasia l’aveva scoperto.
< Ti dovresti vergognare, Christian. Tu sei un uomo sposato… E che fai? Te la vai a spassare con una bella bionda frivola e senza cervello? >
< Mamma, Gia Matteo è un ottimo architetto. >
< Sarà pure un ottimo architetto ma non ha il diritto di infilarsi nelle tue mutande… E tu non avevi nessun diritto di crollare dinanzi alle sue avances. >
< Purtroppo ero un po’ allegro per colpa del vino che abbiamo bevuto. Ed è per questo se poi alla fine sono caduto nelle sue braccia. >
< Non ci sono scuse che tengano, Christian. Adesso capisco perché Anastasia non vuole più sapere di te. >
Presa da un moto irrefrenabile di lasciare la casa di suo figlio, la Signora Grey prese la sua borsa per dirigersi verso l’ascensore.
< Adesso che cosa farai? Dirai tutto a papà e alla nostra famiglia? >
< Assolutamente no. Sono cose tue, Christian. Tocca a te parlarne. Io non farò niente… Ma sappi che più tempo farai passare, più sarà peggio. Se vuoi l’aiuto della famiglia e non quello di Elena, ti consiglio di parlarne anche a tuo fratello e a tuo padre. >
< Così magari Katherine Kavanagh sfogherà tutta la rabbia su di me e io dovrò fare di tutto per difenderti. >
< E di cosa ti lamenti? Hai paura di una donna? > lo prese in giro sua madre.
< Certo che no! >
< Allora comportati da uomo e cerca il perdono di tua moglie prima che sia troppo tardi > disse infine la Signora Grey prima di salire sull’ascensore senza salutare suo figlio.
 
 
Anastasia si sentiva molto sola in quell’appartamento piccolo e ingombrante.
Senza la presenza dei suo figli che le occupavano tutto il tempo e senza suo marito che non faceva altro che assillarla, la vita di Anastasia aveva preso una piega fin troppo tranquilla.
“Potrei parlare con mia madre e con i miei figli… Ma a quest’ora staranno sicuramente dormendo. Lo farò domani.”
Stufa di leggere i soliti libri, Ana si sdraiò sul divano ascoltando le notizie della sera.
Nel leggere la notizia della serata, la giovane donna rimase visibilmente scioccata.
“Jack Hyde libero.”
Quella frase, scritta a caratteri cubitali, l’aveva profondamente segnata.
Sapere che il suo peggior nemico era a piede libero, la faceva sentire più sola che mai.
Presa da un moto di paura e tristezza, Ana stava per comporre il numero di Christian.
“Ma cosa sto facendo? Perché desiderò ardentemente parlare con lui? Voglio davvero che mi consoli dopo tutto quello che mi ha fatto?”
Nel ripensare al momento del suo tradimento con Gia Matteo, Anastasia compose il numero di José.
< Pronto? >
< Ciao, José. Spero di non disturbarti a quest’ora. >
< No, tranquilla. Mi stavo solo preparando la cena. Avevi bisogno di qualcosa? >
< Sì, di un po’ di compagnia… Che ne dici se per stasera vieni da me e ordiniamo un po’ di cibo cinese e lo mangiamo assieme? Sempre che tu voglia. >
< Certo che voglio! Lo sai che mi fa molto piacere la tua compagnia. Poi soprattutto dopo quello che ti è successo… Tu ordina cibo cinese, mentre io mi preparo per venire da te. >
< D’accordo. Sei un vero amico. >
 
 
Nel mentre Anastasia e José stavano divorando la loro cena, la donna non poté evitare di raccontare a José cosa la stava realmente occupando.
< Che cosa? quel pazzo che ti ha rapito e che per poco non uccide te e la sorella di Christian adesso si trova a piede libero? >
< Purtroppo è così. È per questo se stasera ti ho fatto venire da me. Non volevo starmene da sola. >
< Hai fatto bene. >
< Adesso devo trovare un modo per non rimanere sempre da sola… Potrei dire a Katherine se rimane a dormire qui per alcuni giorni, ma è troppo presa dal lavoro e da Eliot… Forse potrei andare da mia madre… Già! Almeno potrò rivedere i miei figli. >
< E come farai con il tuo lavoro? >
< Ho molte ferie arretrate. Me le prenderò senza problemi. >
< Se per te non è un problema, potrei essere io a farti compagnia. >
< Tu sei troppo gentile José, ma non vorrei darti troppo disturbo. >
< Ma scherzi? Qui si tratta di un criminale senza scrupoli! >
< Lo so, ma il tuo lavoro? Come farai con le tue fotografie? E il tuo viaggio in Messico? >
< Posso sempre rimandarlo… per te. >
Anastasia fu molto colpita dalle parole del suo amico.
Ma non poteva approfittarsene troppo.
Se non fosse…
< José, devo chiederti una cosa? >
< Dimmi, Ana. >
< Ma io ti piaccio ancora molto? Insomma, sei ancora innamorato di me? >
José fu molto colpito nel sentire una simile domanda da lei.
< Perché mi fai questa domanda? >
< Perché ho bisogno di sapere i tuoi reali sentimenti che hai nei miei confronti… >
< Cambierebbe qualcosa tra noi due? >
< Tu dimmelo, e io ti darò la risposta. >
< Sì, Ana… Sono ancora innamorato di te. Contenta adesso? Io non te l’avrei mai confessato visto che sei una donna già sposata anche se divorziata… Insomma, io non voglio problemi tra te e Christian. Specie se lui tornerà un giorno da te. Perché lui tornerà da te, giusto? >
Ma Anastasia non rispose, avvicinandosi a lui con fare circospetto e sensuale.
< Vorresti davvero sentire le mie labbra su di te? >
< Più di qualsiasi altra cosa > replicò l’uomo con il cuore in gola.
Dopo essersi avvinghiato a lui, Anastasia stampò le sue labbra sulle sue baciandolo appassionatamente per un momento che non accennava a non finire mai.
< Ana, io… >
< E’ vero che io sono ancora innamorato di Christian. Però se ho fatto questo è perché tengo molto anche a te, José. >
< Ma io… >
< Scusami se ti ho preso in giro. >
Non sapendo che cos’altro dire, José prese le sue cose per lasciare l’abitazione di Ana.
< Devo andare, Ana. Ci vediamo in giro. A presto > disse infine José uscendo dalla sua abitazione senza pensare che Jack Hyde era a piede libero.

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Capitolo 4
*** Al di là di ogni limite ***


La mattina dopo, Christian si svegliò preso da un forte incubo.
L’uomo aveva sognato che Anastasia gli impediva per sempre di rivedere i suoi figli.
“Perché mi fai questo?”
“Perché non ti meriti niente, Christian. Mi hai fatto solo soffrire… Adesso che ho trovato la mia vera anima gemella, non voglio più saperne di te.”
“E i nostri figli? Che ne sarà di loro?”
“Staranno con me… E con Jack Hyde!”
< NO! > gridò l’uomo alzandosi dal suo letto con la fronte che sudava copiosamente.
Sentendo le urla provenire dalla sua stanza, Gail si precipitò verso Christian.
< Signore, va tutto bene? >
< Adesso sì… >
Era da molto tempo che Gail non lo vedeva in quello stato.
La mancanza di Anastasia o di una donna che potesse capirlo e stargli vicino, si faceva sempre più sentire.
< Ha bisogno di qualcosa, Mr Grey? >
< No. Sto bene, grazie. >
< D’accordo. La colazione è quasi pronta > disse infine Gail richiudendo la porta della sua camera.
Alzandosi dal suo letto di malavoglia, Christian si preparava a trascorrere una nuova giornata ricca di impegni lavorativi.
“Quando potrò avere del tempo per me e per riconquistare lei?”
Ma se lei non voleva davvero più sapere di lui?
Come avrebbe potuto reagire?
< Ecco a lei, Mr Grey. Uova strapazzate e bacon. Per un botto di energia che questa mattina le sarà molto utile. >
< Ti ringrazio, Gail. >
Alzando lo sguardo, Christian notò che Gail voleva assolutamente sapere com’era andato il colloquio tra di lui e il Dottor Flynn.
< Qualche problema, Gail? >
< No, Mr Grey. Lei tutto bene? >
< A parte l’incubo di stanotte, va tutto come al solito. >
< E il Dottor Flynn? >
< Ieri sera purtroppo non è potuto venire. Aveva un altro impegno con un suo paziente. >
< Ah davvero? >
Il ghigno serio di Gail faceva innervosire sempre di più l’uomo.
< Gail, che cosa stai cercando di dirmi. >
< Caso strano vuole che ieri sera mentre mi trovavo al supermercato, mi sono imbattuta proprio con il Dottor Flynn. >
Sentendo quella rivelazione, a Christian gli andò di traverso la colazione.
< Che cosa? >
< Ha capito bene… E’ da molto che desidererebbe parlare con lei, ma non le da l’occasione… In quel momento potevo fare la stronza mettendola in cattiva luce, ma ho preferito lasciar perdere. Perché non l’ha chiamato? >
< Questi non sono affari tuoi, Gail. >
< Mr Grey, lei sta molto male. Non riesco a capire perché non vuole essere aiutato. >
< Quando avrò bisogno del suo aiuto, te lo riferirò immediatamente! > sbraitò Christian prendendo la sua giacca pronto per uscire.
< Non ha finito la colazione. >
< Mi è completamente passato l’appetito. E poi sono in ritardo. Ci vediamo questa sera. >
 
 
Al contrario di Christian, Anastasia si alzò di buon mattino.
Era appena spuntata l’alba in quel cielo di Seattle in cui avrebbe il sole avrebbe fatto da capolino.
Non riuscendo a dormire, decise di fare un’oretta di corsa per scaricare la tensione che si era accumulata da molte settimane.
Mettendo la sua playlist di canzoni preferita, Anastasia percorse un paio di chilometri per la città vuota di Seattle.
Una volta rientrata a casa, fece una doccia veloce senza però fare colazione.
“Christian non me l’avrebbe mai permesso” pensò appena si trovò sull’uscio della porta.
Ma pensare a lui non era più rilevante.
Adesso era libera e poteva fare ciò che vuole.
Montando in macchina per andare al lavoro, fu molto fortunata a non trovare del traffico che gli avrebbe fatto perdere ulteriormente tempo, arrivando dinanzi al suo ufficio molto prima di tutti gli altri.
Parcheggiata la sua auto dinanzi all’edificio, con la coda dell’occhio vide un SUV nero che si trovava nelle vicinanze.
Appena vide chi c’era al posto del guidatore, rimase folgorata all’istante.
< Non credevo di vederti arrivare al lavoro così presto > fece un uomo dietro di lei facendola sobbalzare dallo spavento < Di solito preferisci rimanere a poltrire a letto. >
< Che cosa ci fai qui, Christian? >
< Passavo di qui e avevo un assoluto bisogno di vederti. >
< Dopo la scenata di due sere fa’? Con quale coraggio ti mostri dinanzi a me? >
< Ana, ti prego… >
< Non chiamarmi Ana. Io per te sono la Signora Steele. >
< D’accordo, Signora Steele… Se stamattina sono dinanzi a te, è perché volevo scusarmi per la scenata che ti ho causato insieme a José. >
< Scuse accettate. Adesso puoi toglierti di torno. Devo andare al lavoro e ho molte cose da fare. >
< Aspetta un attimo > fece Christian afferrandola per il braccio.
< Lasciami immediatamente andare o chiamo la polizia. >
< Perché non vuoi darmi una seconda possibilità? >
< Perché non te la meriti. Fine del discorso. >
< Hai sentito la notizia al telegiornale di ieri sera? Hanno rilasciato quel bastardo di Jack Hyde. >
< E allora? >
< Sarebbe meglio che tu tornassi a casa. A meno fino a quando non capiremo le sue reali intenzioni. >
< Io ho già una casa Christian e non ho bisogno della tua protezione. >
< Ti prego di non dire così, Ana. Sai meglio di me che sarebbe l’ideale che tu… >
< C’è José che mi protegge ora. Adesso posso fare affidamento su di lui. >
Sentendo il nome del suo amico messicano, Christian ebbe un fremito di rabbia.
< Che cos’hai? Sei geloso? >
< Tu sei ancora mia moglie, Anastasia. >
< Sbagliato, Mr Grey. Io sono la tua ex moglie e posso spassarmela con chi voglio. >
< Nessuno verrà mai con te ben sapendo chi è il tuo ex marito. >
< Perché? Che cosa gli farai? Hai intenzione di toglierli di mezzo uno ad uno? >
< Perché no? Potrebbe essere un’idea allettante. >
< Te lo dico un’ultima volta: fammi vivere la mia vita, altrimenti ti rispedisco in tribunale e farò in modo che ti tolgano tutto. >
< Che lo facciano pure… A me non interessano i soldi e il potere. Mi interessi solo tu. >
< Dovevi pensarci prima di tradirmi, non trovi? >
< E’ stato uno sbaglio, cazzo! >
< Uno sbaglio che ti è costato molto caro e ha distrutto la mia famiglia!> replicò Ana con le lacrime agli occhi.
Mentre Christian stava contemplando tutto il dolore di Anastasia, il suo cellulare iniziò a squillare.
< Pronto? >
< Quand’è che potremmo rivederci, Christian? > fece una voce sensuale dall’altro capo del telefono.
< Con chi parlo? >
< Ma come? Hai cancellato il mio numero e non riesci a riconoscermi? Sono Gia. >
< Adesso non posso parlare > fece Christian a denti stretti.
< Quando potrai essere libero? >
< Ancora non so. Ci devo pensare. >
< Fai pure… Ma io so tutti i tuoi impegni di oggi, caro Christian. E so che hai un buco dopo le due… E sarà in quel momento in cui io e te ci rivedremo. A più tardi > disse infine Gia riagganciando la chiamata.
< No, aspetta! >
Ma ormai era troppo tardi.
Gia si era messa in testa di non mollare Christian, facendo in modo di rendergli la vita impossibile.
< Era lei al telefono, giusto? >
< Mi sta rendendo la vita difficile. >
< E cosa vuoi che sia? A te piace quando ti ronzano intorno questo tipo di ragazze, vero? Buona giornata con Gia Matteo, Christian. Vedrai che sarà uno spasso. >
< Anastasia, aspetta! >
Ma fu tutto inutile visto che Anastasia era arrivata nel suo ufficio chiudendosi dentro e intimandolo una seconda volta che se non se ne sarebbe andato, avrebbe chiamato la polizia.
 
 
Furioso come non mai, Christian impose alla sua segretaria di cancellargli tutti gli impegni di oggi.
< Ma Mr Grey, ha un incontro importante con una multinazionale sull’agricoltura. >
< Non m’interessa! Faccia quello che le ho detto! >
Spaventata per la reazione del suo capo, la segretaria ubbidì senza fiatare.
Una volta arrivato dentro il suo ufficio e aver gettato la giacca sulla sua poltrona, vide che qualcuno aveva già occupato la sua postazione.
< E tu che diavolo ci fai qui? > tuonò l’uomo.
 < Sorpreso di vedermi già a quest’ora, vero? Non so perché, ma ho immaginato che saresti venuto meno ai tuoi impegni, così ho deciso di venirti a fare visita subito… Non riuscivo a stare senza di te. >
<  Vattene immediatamente o sarò costretto a chiamare la sorveglianza. >
< Hai intenzione di cacciarmi mentre mi sono messa il mio intimo preferito? Sei proprio cattivo. >
Presa da un moto d’eccitazione irrefrenabile, Gia si levò le sue vesti rimanendo solo in reggiseno e in mutandine nere di pizzo.
< Gia, io e te non abbiamo niente in comune. >
< Ne sei davvero sicuro? > domandò la donna ancora con quella voce sensuale.
< Io amo Anastasia. La nostra relazione non significa niente. >
< Allora ti prego di ripensare a quella sera in cui hai fatto l’amore con me… >

< Uno sbaglio che ha fatto felici tutti e due… Avanti Christian, smettila di mentirmi. So che lo vuoi anche tu. >
Purtroppo per lui, Gia aveva ragione.
Mentre continuava a passare il suo ginocchio sul suo cazzo, Christian non poté più trattenere la sua eccitazione.
< Vuoi davvero essere scopata? Molto bene. L’hai voluto tu. >
La sua rabbia e il suo ardore di fargliela pagare fecero in modo di strappargli il reggiseno, le mutandine e infilare il suo sesso nel suo culo, facendogli provare un dolore piacevole.
< Sì! È così che ti voglio! >
Dopo essere entrato dentro di lei, cominciò a spingerla così forte che la povera donna dovette chiedere pietà perché si fermasse.
< Adesso girati, troia. >
< Sìssignore. >
Dopo essere entrata dentro di lei, toccò immergersi anche nella sua vagina, spingendola senza pietà ed esplodere in un rapido orgasmo che nemmeno Gia si sarebbe immaginata.
< E’ stato davvero rapido e sensazionale. >
< Ti è piaciuto essere stata la mia sottomessa per così poco? >
< Sì, moltissimo. >
< Adesso posso avere il diritto di tornare al mio lavoro? >
< Lei può fare qualsiasi cosa, Mr Grey. >
< Molto bene. Adesso vattene. >
< Quando potremmo rivederci? >
< Non lo so. Deciderò più avanti. >
< Lei sa bene che se cercherà di evitarmi, sarò costretta ad entrare nella sua vita e continuare  a rendergliela impossibile. >
< Cos’è? Una minaccia? >
< Può ben dirlo > disse infine la donna facendogli l’occhiolino prima di lasciare definitivamente il suo ufficio.
 
 
Era una giornata molto noiosa nell’ufficio di Anastasia.
La giovane donna non faceva altro che correggere manoscritti senza senso e senza la minima possibilità che le potessero piacere.
Ma non si sarebbe mai immaginata di ricevere una gradita sorpresa da lì a poco.
< Ti disturbo, forse? >
< José! Che cosa ci fai qui? >
< Sono venuto a portarti il pranzo visto che le tue colleghe mi hanno detto che ultimamente lo salti spesso. >
< Purtroppo non ho molto tempo per me stessa. >
< Il tempo si trova sempre, Ana. Posso entrare? >
< Certo. Accomodati pure. >
< Grazie > rispose l’uomo fissando il suo grazioso ufficio.
< Sai Josè, dopo la sera precedente… >
< Dimentica. Ormai è acqua passata. >
< MI dispiace essermi comportata da donna stupida e frivola. Non ho scusanti per quello che ho fatto. >
< Tranquilla. Dopo tutti questi anni che ci provo con te, me lo sono meritato. >
Nel mentre continuava a parlare con José, Anastasia non faceva altro che alzare gli occhi al cielo e mordersi il labbro.
< Che stai facendo? >
< Io? Niente. >
< Ti stai mordendo quelle stupende labbra colorate di rossetto rosso. Il mio preferito. >
< Da quando in qua ti piace il mio rossetto? >
< Da sempre. >
< Questa mi è nuova > rispose Ana sorridente.
< Lo sai che sei la ragazza più stupenda che io abbia mai incontrato. Mi piace tutto di te. >
< E quale sarebbe il tuo più grande desiderio? > gli domandò la donna con tono sensuale.
< Vederti nuda all’istante. >
< José! >
< Ti prego, Ana… Fallo per noi due. >
Sentendo che la stava pregando e che non riusciva più a resistere, Ana controllò accuratamente i dintorni del suo ufficio guardando se c’era qualcuno nelle vicinanze.
< Non c’è nessuno. L’edificio è tutto per noi. >
< Sei arrivato a quest’ora ben sapendo che mi trovavi sola, non è vero? >

< Sei davvero una volpe, José Gonzalez… Per questa volta hai vinto tu. >
Dopo essersi spogliata per lui, Ana cominciò a svestirlo e a baciarlo delicatamente il suo collo.
< Oh Ana… >
< Ti piace? >
< Moltissimo… Ti prego, non smettere > replicò l’uomo ansimante.
< Non lo farò. >
Dopo avergli preso il suo sesso e averglielo fatto diventare definitivamente duro, cominciò a prenderglielo in bocca e a massaggiarlo con cura, facendogli provare un’eccitazione fuori dal normale.
< Ana… sei fantastica… Ma adesso voglio sentirti dentro di te. >
Appena se la mise a cavalcioni, José entrò delicatamente dentro di lei per spingerla piano piano e aumentare di velocità ogni secondo che passava.
< José… Oh Cristo! >
< Vieni per me, Ana. So che sei vicina. >
< Anche tu lo sei. Lo sento. >
Non riuscendo più a resistere, i due amanti esplosero in un orgasmo fragoroso crollando sul divanetto dell’ufficio di lei e guardandosi con occhi stanchi e soddisfatti.
< Non avrei mai creduto… Oh Cristo… >
< Sei magnifica, Ana. Hai esaudito il mio più grande desiderio. >
< Adesso però è meglio rivestirci prima che qualcuno bussi alla mia porta e ci trovi completamente nudi. >
< Che fretta hai? Sono sempre tutti a pranzo. >
< Lo so. Ma io ho molte cose da fare. >
< Del tipo? Sbadigliare sopra un manoscritto che non ti piace minimamente? >
< Adesso che cosa fai? Mi spii? >
< Ahahah certo che no. È solo che quando pensi lo fai ad alta voce. >
< Sei solo un curiosone > replicò la donna divertita lanciandogli un cuscino mentre si stava rivestendo.
< Ti giuro che sono stati i dieci minuti più belli della mia vita. >
< Anch’io non provavo simili sensazioni da quando stavo… >
Ma Anastasia non riusciva a pronunciare il suo nome.
Il nome di quell’uomo gli ricordavano troppi fatti che la facevano soffrire.
< Scusa, ma non ne voglio parlare. >
< Ti capisco. Stasera vuoi venire a cena da me? >
< Molto volentieri. >
< Ti aspetterò con ansia, Anastasia Steele. >
< Cerca di trattenere la tua voglia di fare sesso con me. Questa sera ti voglio carico come ora. >
< Senz’altro > replicò l’uomo con tono sensuale facendogli l’occhiolino < A stasera. >

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Capitolo 5
*** Una relazione sbagliata ***


La giornata di Christian Grey era stata più faticosa e impegnativa del previsto.
Dopo aver ripreso in mano i suoi impegni, non avrebbe mai immaginato che mettersi d’accordo sulle multinazionali dell’agricoltura potesse essere così difficile e rischioso.
< Ci sono in ballo miliardi di dollari, Andrea > fece l’uomo parlando al telefono < Non possiamo fallire. La nostra azienda ne risentirebbe troppo. >
< E noi non falliremo, MR Grey. Stia tranquillo. >
< Voglio fidarmi del tuo operato. >
< Avremo degli sviluppi solo tra qualche settimana. Non prima. >
< Preghiamo che vada tutto bene… A risentirci, Andrea. >
< Buona serata, Mr Grey. >
L’ultimo a lasciare l’azienda fu lui e la sua segretaria, che era impegnata a riorganizzare gli appuntamenti della prossima settimana del suo capo.
< Vuole che l’aspetti? >
< No, Mr Grey. Non è necessario. Ma grazie comunque. >
< Io volevo scusarmi per come mi sono comportato oggi. >
Prima di sposarsi e di incontrare Anastasia, non ne voleva sapere di chiedere scusa alla sua segretaria per il semplice fatto che l’aveva sgridata.
Questa cosa poteva far supporre che il matrimonio e il conseguente allontanamento di sua moglie a causa sua, l’avevano cambiato profondamente.
< Non si preoccupi. Ormai è acqua passata. >
< Se posso fare qualcosa per lei, non esiti a riferirmelo. >
In altre occasione, Christian ci avrebbe provato volentieri con la sua segretaria personale alta, bella e bionda.
Ma non in quel frangente.
In quel momento voleva solo fare l’uomo educato.
< Non ce né bisogno… Ecco, ho finito. >
< Se per lei non è un problema, possiamo uscire assieme. >
< Sì, d’accordo. >
Appena i due si ritrovarono dinanzi alla porta d’ingresso alla sua azienda, Christian fu molto lieto di aver scambiato alcune parole con lei.
< Mi scusi la mia stupidaggine, ma non mi ricordo come si chiama. >
< Jennifer Steele. >
Nel sentire quel cognome, per poco l’uomo non ebbe un mancamento.
< Steele? Per caso è imparentato con una certa Anastasia Steele? >
< No. Io e sua moglie non abbiamo nessun grado di parentela. >
“Allora si ricorda che sono sposato… Che sciocco. Sono conosciuto a livello internazionale. È normale che mi conoscano quasi tutti.”
< Capisco… Gliel’ho domandato solo per curiosità. Nient’altro. >
< Ci mancherebbe… Eccoci arrivati alla mia auto. >
< Molto bene. è stato un piacere parlare con lei, Jennifer > fece l’uomo stringendogli la mano.
< Il piacere è stato tutto mio > replicò la donna con sorriso smagliante < Ci vediamo domani mattina. >
< Sì. A domani > disse infine Christian guardando la donna uscire dal suo parcheggio.
“Non è da me scambiare qualche parola con una sconosciuta sebbene fosse una mia stretta dipendente.”
Mentre Christian si stava guardando attorno, Non riusciva a trovare da nessuna parte la macchina di Taylor.
“Ma dove diavolo è finito? A quest’ora doveva essere qui.”
Improvvisamente, una macchina sportiva rossa fiammante si avvicinò a lui accendendo i fari.
Preso da un attimo di timore, Christian si scansò per paura di venire investito.
Ma appena vide chi si trovava alla guida, rimase sorpreso per l’ennesima volta.
< Che cosa facevi con quella donna? Ci stavi provando con lei? >
< Gia! Ma che cavolo… >
< Non cercare di mentirmi. Ormai ti conosco bene. Tu sei solo mio. >
< Io non sono di nessuno, Gia. E poi sono un uomo sposato. >
< Divorziato, per la precisione. E questo non ti lega a nessuna donna. >
< Brava, hai detto bene… E di conseguenza, non mi lega nemmeno a te. >
< Dove stai andando? >
< Me ne ritorno a casa. Sono stanco morto e ho bisogno di stendermi su un divano morbido. >
< Tu stanco? Allora è vero che stai invecchiando malamente. >
“Arrivato quasi a quarant’anni, è normale che inizi a sentire un po’ gli acciacchi. Non sono più un ragazzino.”
< Non mi sento per niente vecchio. Anzi… >
< Allora perché non vuoi dimostrarmelo? >
Presa dalla sua solita eccitazione, Gia iniziò a levarsi la sua gonna e le sue mutandone mostrando la sua vagina ad un incredulo Christian.
< Non cercare di sfidarmi, Gia. Non ti conviene. >
< Allora cosa aspetti? Monta in macchina. >
A Christian Grey piacevano molto le sfide, soprattutto quando si trattava di sesso o di qualcos’altro che poteva assomigliare alla sua eccitazione.
< Non vedi l’ora di tornare a casa, giusto? Allora sarà meglio affrettare i tempi. >
Una volta immersa nell’autostrada, Gia iniziò ad accelerare e aumentare copiosamente la velocità.
< Che fretta hai, Gia? >
< Ma come? Hai detto che sei stanco e non vedi l’ora di riposarti. >
< Ma adesso che sono in tua compagnia… >
Avendo la sua vagina completamente scoperta e le gambe aperte, Christian si abbassò verso di lei per potergliela leccare e farla mugolare di piacere.
< Oh Christian… Oh Cazzo… >
< Ti piace, vero? Così la prossima volta la smetti di sfidarmi e di farmi arrapare prima del previsto. >
< Adoro farti i dispetti > replicò la donna con tono sensuale.
< Ed io odio quando me li fai. >
Non potendo più resistere ai suoi baci e alle sue leccate, Gia accostò la sua auto.
< Adesso non ce la faccio più. Ho bisogno di sentirti dentro di me. >
Dopo avergli tolto i pantaloni, Gia si posò sopra Christian per sentire la sua erezione e il suo eccitamento aumentare sempre di più.
Essi non poterono resistere per molto, finendo con un orgasmo e un urlo di piacere che soddisfò pienamente tutti e due.
< Wow, Christian… Scopare con te è la cosa migliore che mi sia capitata in tutta la mia vita. >
Sentendo quelle parole, Christian rimase alquanto scettico.
“Perché ha detto questo? Mi usa solo per scopare… Ormai ho capito. E io sto sbagliando tutto.”
Una volta arrivati dinanzi casa sua, Gia mise la sua auto nel parcheggio sotterraneo.
< Gia, non mi sento molto bene > fece improvvisamente Christian toccandosi lo stomaco.
< Che cos’hai? >
< Non lo so. Devo andare la bagno urgentemente. >
Correndo verso casa sua, Christian si rinchiuse in bagno per rimanere completamente solo e pensare a tutti gli errori che stava continuando a commettere.
< Christian, sei sicuro che vada tutto bene? >
< Purtroppo no. Ho un forte dolore alla pancia e non so quando uscirò dal bagno. >
< Vuoi qualche medicinale? >
< Assolutamente no… Molto probabilmente non è niente di grave, ma forse è meglio se ci vediamo domani. >
< Nemmeno per idea. Ho prenotato al ristorante per rimanere da soli e passare una serata romantica come non avevamo mai fatto. >
Capendo che non sarebbe riuscito a convincerla, Christian uscì dal bagno con sguardo spento e inorridito.
< Per stasera rimaniamo a casa. >
< Ma Christian… >
< Ho detto che rimaniamo qui. Non andiamo da nessuna parte. Punto e basta. >
< Ma cosa ti prende? Da quando siamo tornati da te, non hai fatto altro che comportarti in maniera strana e ambigua. >
< Sono solo molto stanco e stressato dalla vita che sto passando. Tutto qui. >
< I tuoi problemi riguardano solo Ana. >
Sentendo nominare il nome della sua ex amata da Gia, Christian divenne sempre più accigliato.
< Che cosa ne vuoi sapere tu?! Tu non sai niente di me e di lei! >
< Invece so molto cose, Christian… So che non eravate fatti per stare insieme. Altrimenti perché l’avresti tradita? >
< Perché ero fuori di me! Ecco perché l’ho tradita… E ho commesso il più grande errore della mia vita. >
< Che cosa stai dicendo con questo? >
< Che la nostra relazione è tutto uno sbaglio, Gia. Io e te non possiamo assolutamente stare insieme. >
Ascoltando quelle parole dure e glaciali, Gia rimase visibilmente scioccata e folgorata.
< Sei un vile bastardo! Me lo dici solo ora dopo aver scopato e dopo che hai goduto come un porco! >
< La nostra scopata non significa niente! Lo riesci a capire oppure no?! >
< Adesso basta! Non voglio più starti a sentire! Me ne vado. Ci vediamo domani al lavoro. >
< No, Gia. Io e te non ci vediamo più. Prendi le tue cose e lascia per sempre la mia vita e la mia azienda. Non posso continuare a vivere ben sapendo che mi porteresti un sacco di problemi sentimentali. >
< L’unico problema che hai è la tua mente contorta, Christian Grey > replicò Gia a denti stretti < Ma se è questo che vuoi, non ti preoccupare. Troverò un’altra sistemazione altrove e tu rimarrai solo per tutta la vita. Solo come un cane! >
< Meglio soli che con una puttana come te! >
Non vedendoci più dalla rabbia, Gia gli mollò un sonoro schiaffo che gli arrossì completamente la guancia.
< Sei uno stronzo senza cuore… Adesso capisco perché Anastasia ti ha lasciato. Nessuno può rimanere accanto a te… Sei solo una persona oscura e senza cuore. Addio > disse infine Gia prima di prendere l’ascensore e andarsene per sempre dalla vita di Christian.
 
 
Non avendo minimamente appetito per tutto quello che era successo con la sua amante, Christian si mise al suo pianoforte per suonare musica triste.
< Ha fatto bene a sbarazzarsi di lei > fece Gail da dietro le spalle.
< Come, Gail? >
< Le ha completamente rovinato il suo matrimonio… Anche se molto è stata colpa sua. >
< Stai forse rigirando il coltello nella piaga, Gail? >
< Mi scusi. Stavo solo facendo una constatazione. >
< Allora ti prego di lasciarmi in pace… Ha ragione Gia. Io rimarrò per sempre da solo. >
< Non dica così. Lei non sarà mai solo… Ci sono io che sono la sua domestica da molti anni. >
< Ed io ti ringrazio per tutti i servigi e gli aiuti che finora mi hai fatto > fece l’uomo ritrovando il sorriso.
< Vuole un consiglio, Christian? Vada da lei e chiarisca la faccenda una volta per tutte. >
< Gail, lei non mi vuole vedere… >
< Io non ne sarei così sicura… Faccia un ultimo tentativo. Se accetterà di vederla, allora vuol dire che c’è ancora una speranza che voi due vi rimettiate insieme… Se fosse il contrario, allora vorrò dire che è davvero finita. >
< Gail, è per questo che non voglio andarla a trovare. Ho paura di un suo rifiuto. >
< Deve farsi coraggio, Christian… Se vuole posso accompagnarla io. >
< Io e la mia domestica insieme? Sembra quasi una commedia. >
< Già… peccato che non ci sia nulla da ridere… Allora, che cosa fa? Accetta la mia proposta? O preferisce andarci da solo. >
Dopo essere rimasto in silenzio per qualche secondo, alla fine Christian accettò.
< Va bene. Prendo la giacca e usciamo. >
< Perfetto. E così che la voglio, Mr Grey. >
 
 
Intanto, Anastasia era andata a casa di José per passare un’altra serata insieme.
< Stasera potremmo ordinare pizza. A te andrebbe bene? >
< Benissimo. C’è una pizzeria molto buona qui vicino che consegna a domicilio. >
< Ottimo. Tu come la preferisci? >
< Come la vuoi tu… Chiami adesso? Sono le sette passate ma io ho molta fame. >
< Povero bambino > replicò Ana prendendolo in giro.
< Dai! >
< Ahahah ok. >
Nel mentre Ana si apprestava a comporre il numero della pizzeria, qualcuno bussò alla porta.
< Chi potrebbe mai essere? > si domandò Ana < Aspetti forse qualcuno, José? >
Ma l’uomo non rispose, scomparendo dalla vista della donna.
Presa dalla curiosità, Ana andò ad aprire, e quello che vide la lasciò terrorizzata.
< Anastasia… Buonasera. >

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Capitolo 6
*** Tra le mie braccia non ti succederà niente di male ***


< Jack… Che diavolo ci fai qui? >
< Non vedevo l’ora di rivederti. >
Il ghigno malefico di Jack fece rabbrividire come non mai la povera Anastasia.
< Vattene immediatamente da qui. >
< Tu non mi dai ordini, Anastasia. Se sono qui è solo per vendicarmi. >
Muovendo lentamente il braccio, Anastasia vide che l’uomo stava impugnando una pistola.
< Fammi entrare o ti ucciderò all’istante. >
Con le gambe che gli tremavano, Anastasia ubbidì alla richiesta dell’uomo.
Pensando che fossero già le pizze, José andò in cucina dove Jack teneva in pugno Anastasia.
< Allora? Che pizze hai preso? >
Vedendo l’uomo armato, José sbianco di colpo.
< Mi dispiace aver interrotto la vostra serata romantica, ma ho deciso di farvi una visitina. >
< Ana, chi è quest’uomo? >
< Una vecchia conoscenza… Ma non ti preoccupare. Se farete come vi ho detto, non vi succederà niente. >
< Ancora non riesco a capire come hai fatto ad uscire di prigione. >
< In tutti questi anni non ho fatto altro che comportarmi bene e alla fine sono stato ripagato… E’ stata molto dura assopire la collera contro di te, ma alla fine ce l’ho fatta. >
< Come ti vorresti vendicare? >
< Facendoti soffrire come ho sofferto io… Adesso spogliati. >
Tenendo stretta la sua pistola e alta la guardia, Jack tirò fuori dalla sua tasca un coltellino affilato.
< Jack, ti prego… >
< Non hai speranze, Anastasia. Non riuscirai a farmi pietà. >
< Perché mi stai facendo questo? > domandò la donna con le lacrime agli occhi.
< Perché te lo meriti! Hai scelto quel dannato uomo d’affari per uno che ti avrebbe amato sempre di più… E poi hai visto cos’è successo? Che lui ti ha tradito con una puttana e tu hai sofferto ancora una volta. Se avevi scelto me, non sarebbe mai successo. >
< Adesso basta rivangare il passato! >
< Tu ami sempre quell’uomo, non è vero? >
< Non sono affari tuoi. E adesso liberami, altrimenti… >
< Altrimenti che mi fai? Mi prendi a schiaffi? >
Incollerita contro il suo nemico, Anastasia gli mollò uno sputo che lo colpì in piena fronte.
< Adesso la pagherai molto cara. >
Mentre Jack si preparava a sfigurare la povera donna, José si alzò di colpo per riuscire a fermarlo.
Ma peggiorò ulteriormente la situazione venendo ferito alla stomaco.
< Sei un vero sciocco > replicò Jack con disprezzo < Che cosa credevi di fare? Di salvare la tua amichetta? Nessuno ci riuscirà mai. E tu morirai come un miserabile. >
Stramazzando dal dolore, José venne preso a calci dall’aggressore peggiorando la sua ferita.
< Adesso tocca a te. >
Il coltello di Jack stava toccando la pelle delicata e candida di Anastasia, ferendola lievemente ai ginocchi.
< Adesso togliti le mutandine. Voglio entrarti dentro. >
< Mai! Preferisco morire che trombare con te! >
< Non peggiorare la situazione, Anastasia! Fai quello che ti ho detto! >
Ma Anastasia non ne voleva sapere niente, riuscendo a mollare una ginocchiata nelle parti basse al suo aggressore.
Avendo una possibilità di fuga, Anastasia corse verso l’uscita, ma non si era ricordata che Jack aveva una pistola.
Prendendo bene la mira, Jack riuscì a colpirla alla sua gamba sinistra.
< No! Jack! >
< Adesso mi hai veramente stancato, Anastasia… Ti scoperò senza pietà e ti ucciderò come una volgare puttana. >
Ma prima che Jack potesse abusare di lei, Christian si riversò contro di lui prendendolo alle spalle.
< Christian… Vuoi unirti anche tu alla festa? >
< Come ti sei permesso di abusare di mia moglie? >
< Lei non è più tua moglie… E’ solo una volgare puttana che voleva spassarsela con il suo amico. >
< Non ti permetto di parlargli così! >
Imbufalito come non mai, Christian si riversò contro Jack prendendolo a pugni.
Ma l’uomo non era così sprovveduto come poteva pensare.
Recuperando il suo coltello, riuscì a ferire Christian ad un braccio.
< Christian! No! >
< Lo vedi che cosa succede a mettersi contro di me? Riesci sempre a farti male. >
< Non ti permetterò di uccidere l’unica donna che finora mi ha fatto capire che la mia vita potesse avere un senso… >
< Ma tu l’hai tradita! Non hai nessun rimorso? >
< Certo che ce l’ho… E mi dispiace molto per come mi sono comportato. Spero che Anastasia mi possa perdonare. >
Fissando la sua donna con occhi imploranti, Christian aveva capito dal suo sguardo che per lui c’era ancora una speranza.
Ma prima dovevano far fuori il loro nemico una volta per tutte.
< Mi dispiace per voi, ma nessuno riuscirà mai a salvarvi! Nessuno! >
Mentre Jack stava per puntare il suo coltello dritto verso Christian, un colpo di pistola squarciò il cielo.
Impaurita che il colpo era stato per Christian, Anastasia emise un urlo acuto.
Ma il colpo non era per lui, ma per l’aggressore.
Con le sue residue energie, José riuscì a colpire Jack in piena schiena e a perforargli il polmone.
Non riuscendo a rimanere in piedi, l’aggressore stramazzò a terra senza vita sotto gli occhi increduli di Christian.
Non essendo più un pericolo per nessuno, Christian si diresse verso Anastasia per consolarla e attirarla tra sé.
< Come stai? Va tutto bene? >
La povera donna era spaventata come non mai.
< Io sto bene > ribatté Ana con tono flebile < E tu? >
< Mi ha solo ferito di striscio. Non preoccuparti. >
< E José? Che fine ha fatto? >
Girando lo sguardo per capire dove si potesse trovare il suo amico, Christian lo notò sull’uscio della porta stramazzato a terra.
< Christian… è morto… >
< Spero di no… Tra poco la polizia e l’ambulanza sarà qui per portarci tutti in ospedale… Stai tranquilla. Tra le mie braccia non ti accadrà niente. >
 
 
Quando Anastasia si risvegliò, vide che la sua ferita alle ginocchia era stata fasciata.
Non riusciva a capire dove si trovava, ma girando lo sguardo vide che Christian gli era rimasta accanto.
< Christian… >
< Oh, Ana. Finalmente ti sei svegliata. >
< Ma dove mi trovo? >
< Sei in ospedale. Eri completamente sotto shock e quindi i medici hanno deciso che dovevi passare la nottata qui in ospedale. >
< E José? Sta bene? >
< Fortunatamente sì. La ferita non è stata mortale e quindi se la caverà. >
< Meno male… >
< Sì, Ana. Siamo stati molto fortunati. >
< E Jack? >
< Lui è morto… Da adesso in avanti non sarà mai più un problema. >
Con le lacrime che non smettevano di rigargli il viso, Anastasia si gettò tra le braccia di Christian per cercare quel conforto che gli mancava da molte settimane.
< Fermati. Così ti farai del male. >
< Che cosa mi hai detto prima? Che tra le tue braccia non potrà accadermi niente di male. >
Dopo aver ritrovato definitivamente il sorriso, Christian cominciò a baciare con passione la sua ritrovata dolce metà.
< Ti amo Anastasia Grey… Non ho mai smesso di farlo. >
< Promettimi che rimarrai per sempre vicino a me. >
< Te lo prometto. Fosse l’ultima cosa che faccio > disse infine Christian prima di vedere la sua amata addormentarsi placidamente sopra il suo corpo.

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