Famiglia di vampiri

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non mi presenti ai tuoi fratelli? ***
Capitolo 2: *** Kol chiede aiuto ***
Capitolo 3: *** Togliti di mezzo, Kol. ***
Capitolo 4: *** Elijah, Kol e Rebekah in discoteca ***
Capitolo 5: *** Litigio al Lunapark ***
Capitolo 6: *** Fluff al telefono tra Kol e Elijah! ***
Capitolo 7: *** Rebekah e Kol: il retroscena del lunapark! ***
Capitolo 8: *** Altro giro, altra giostra ***
Capitolo 9: *** Il tanto atteso bacio!! ***
Capitolo 10: *** Kol al telefono con Elijah ***
Capitolo 11: *** Kol dallo psicanalista ***
Capitolo 12: *** La cena a 4 ***
Capitolo 13: *** Di videogiochi, ritratti e fratelli possessivi ***
Capitolo 14: *** Klaus e il tamburo ***
Capitolo 15: *** La notte è magica - prima parte ***
Capitolo 16: *** La notte è magica - seconda parte ***
Capitolo 17: *** La lettera di Freya ***
Capitolo 18: *** La storia dei fratelli di Klaus ***
Capitolo 19: *** Il confronto con i genitori ***
Capitolo 20: *** Il racconto di Finn ***
Capitolo 21: *** Klaus si confronta con la sua falsa madre ***
Capitolo 22: *** Famiglia di vampiri? ***
Capitolo 23: *** Hannah e Pearl ***
Capitolo 24: *** La casa in mezzo al bosco ***
Capitolo 25: *** La sfuriata di Klaus ***
Capitolo 26: *** La grotta ***
Capitolo 27: *** Vincent ***
Capitolo 28: *** Caleb ***
Capitolo 29: *** Il fratello scomparso e ritrovato, Caleb. ***
Capitolo 30: *** Ci penso io ***
Capitolo 31: *** Ansel e Klaus ***
Capitolo 32: *** Un lupo dolcissimo ***
Capitolo 33: *** I ricordi di Caleb, Esther e Dalilah ***
Capitolo 34: *** L'incontro tra Finn e Freya ***
Capitolo 35: *** Freya e Finn seconda parte ***
Capitolo 36: *** Bagno d'amore ***
Capitolo 37: *** Stefan e Damon! ***
Capitolo 38: *** Sesso ad alta quota ***
Capitolo 39: *** I Salvatore e i Mikalson, alleati ma finti nemici ***
Capitolo 40: *** Caleb e Kol, amore fraterno di gemelli ***
Capitolo 41: *** La festa ***
Capitolo 42: *** Neve magica e poteri curativi ***



Capitolo 1
*** Non mi presenti ai tuoi fratelli? ***


Anche quella volta, l’orario di Elijah come psicanalista, era terminato.
Fece appena in tempo a vedere la ragazza uscire dalla porta del suo ufficio.

L’ennesima con una personalità borderline, con disturbi di fame d’amore, prima che Klaus, uscì dalla tenda del suo ufficio, abbracciandolo di spalle.
La tenda faceva da confine a un’altra piccola stanza, Klaus era rimasto li tutto il tempo a guardare la tivù.
“Finalmente soli.” Diceva il minore abbracciandolo da dietro.
“Klaus, non dovresti restare qui quando lavoro. Non è….”
“Consono? Professionale?” lo schernì il minore.

“Esatto. E poi..mi distrai.” Disse imbarazzato, voltandosi verso di lui.
Klaus ridacchiò cingendogli le braccia al collo.

“Ma a me piace vedere come ti impegni a salvare le vite dei tuoi pazienti che hanno fame d’essere amati. Sei così dolce.”
“Non mi piace scherzare su queste cose. Questi disturbi sono una cosa seria e che fanno soffrire moltissima gente.”
“Non credere che non prenda sul serio quello che fai e che non lo ammiri, Elijah. D’altronde, è quello che hai fatto con me. Mi hai salvato.” Disse stropicciandogli il mento.

Un sorriso esitante, ma sincero, colse le labbra del maggiore.
“io..ho dovuto..”

“Perché? Potevi lasciarmi come fanno tutti, ma non l’hai fatto..”
“Io..io non potevo..” disse stringendogli di più i fianchi.
“Dimmi perché.” Lo sfidò Klaus con un sorrisino.

“Perché ho bisogno di te anch’io.” Disse abbracciandolo e baciandolo sul collo, trascinando di nuovo il minore in una scia carica di estasi.
“Oh, sì, Elijah..sì..anch’io ti voglio..”
 


Finirono sul pavimento, con Klaus a cavalcioni sopra di lui, le loro erezioni che cozzavano una sopra l’altra.

“Sono un ipocrita. Aiuto gli altri a cercare di gestire le loro emozioni e a non lasciarsene sopraffare e poi eccomi qui..folle d’amore per mio fratello…sono un ipocrita..” disse accarezzandogli il viso con una dolcezza unica.
Klaus mosse il viso al suo tocco, bramoso delle sue carezze.
“Il bello dell’amore è essere ipocriti quando si tratta di noi.”
“Questa me la segno. Amo le tue citazioni.”

“E i miei baci? E le mie carezze?” lo provocò lui all’orecchio.
“Cazzo, Nik..”
Klaus rise.
 
In quel momento suonò il cellulare di Elijah.
Klaus prese il telefono.
“Nik!!”

“è di nuovo Rebekah.” Disse Klaus storcendo il naso.
“Certo! È mia sorella, te l’ho detto.”
“Sei sicuro che non ti scopi anche lei?”

“Niklaus!!!”
“Dicevo tanto per dire. Voglio assicurarmi di essere l’unico fratello che ti scopi.” Disse Klaus alzandosi e sorridendo.
“Non usare questi termini! Sai che io non…noi non scopiamo..noi facciamo..”
“Sì, Elijah?”

“L’amore. Noi facciamo l’amore.”
Klaus ridacchiò.

“Sentimentale.” Sorrise a mò di sfottò,ma Elijah notò che un lieve porpore si era insinuato nelle sue guance.
“è così. Non devi essere geloso di loro.”
“Geloso io? Figurati. Mi piace essere il solo che hai scelto tra tutti loro., ma non nego che la curiosità mi viene. Perché mi tieni nascosto a loro?”
 

Elijah si irrigidì.
“È meglio così.”
“Temi che scoprano di noi?”

“Anche. Ma soprattutto…non siamo propriamente in buoni rapporti. Non so perché mi stiano cercando adesso, proprio adesso, che la mia vita sta finalmente tornando sui binari giusti, ma non voglio tornare a riassaporare l’infelicità e a sentirmi un pessimo fratello..loro hanno questo..potere di farmi sentire in colpa..non voglio più sentirmi così..”
“E io?” gli chiese Klaus avvicinandosi a lui.
“Tu??”

“Io ti faccio sentire in colpa, Elijah?”
“Tu mi fai sentire..” disse Elijah, afferrando la sua maglia e attirandolo a sé. “Voracemente, irrimediabilmente, dipendente da te. Quando sono con te, io mi sento..FELICE.”
Klaus si leccò le labbra.

“Non so cosa ho fatto per meritare il tuo amore, Elijah, ma ne sono davvero, molto grato.”
 
Si baciarono languidamente dopo quelle parole.

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Capitolo 2
*** Kol chiede aiuto ***


Era qualche settimana che Klaus si era trasferito in pianta stabile da Elijah.
Oh, certo, non aveva fatto le valigie. Ufficialmente viveva ancora con la madre, ma erano più le notti che passava FUORI che dentro.

Elijah aveva cercato di chiedergli di sua madre ma Klaus aveva detto che i rapporti con lei si limitavano a tanti silenzi e sopportazione reciproca, di fatto non avevano alcun rapporto, lei passava quasi tutto il suo tempo con il suo nuovo amante, che si divertiva a chiamare “Lupetto.”

Elijah gli aveva chiesto più volte di andare a vivere da lui, Klaus sorrideva e ridacchiava e poi prendeva a mordicchiargli le labbra.

“Non rovinare un’opera d’arte.” Gli diceva Elijah, prendendogli delicatamente la mano.
“Credevo tra i due fossi io il più vanesio.” Disse Klaus con una smorfia.

“Lo dico per te, che diletto potresti trovarci nel continuare a mordere delle labbra consumate?”
Klaus ci pensò su un attimo, sorrise, poi sembrò oscurarsi in un sorriso triste.

Elijah odiava quando succedeva. Lo odiava nelle persone, ma quando succede in chi ami, è davvero atroce. Elijah avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederlo sempre sorridere.

“Se non ti stanchi prima te, di baciar me.” lo aveva apostrofato, alzandosi dal letto.
“Perché diavolo dovrei stufarmi?” gli chiese, afferrandolo da dietro.

I loro toraci nudi, pelle contro pelle.
Klaus sentì un’elettricità emostatica di gradevolezza e piacere, reclinò la testa contro il suo collo.
Sperò la sentisse anche lui.

“Nelle coppie che stanno insieme da tanto, dopo un po i baci non sono la quotidianità.”
“Progetti già di stare insieme a me per molto tempo? Wow, sono lusingato!”

“Potresti..e lasciami! Potresti non aver più voglia neanche di baciarmi.” Disse le ultime sette parole con un sussurro più lieve.
Elijah rise.
“Questo è impossibile. Io avrò sempre voglia di baciarti. Ti bacerò anche quando avremo entrambi i capelli grigi.”
Klaus gli buttò la sua stessa camicia bianca sul petto.
“Ouch!”
“Quanto sei stupido.”

“No, davvero. Perché dovei smettere di volere baciare una tale bellezza?

“La bellezza sfiorisce, Elijah. Sono certo che un uomo come te, è in grado di sapere come funzionano le rovine del tempo.” Disse rivestendosi anche lui di una graziosa camiciola azzurra.

“E io sono certo che un ragazzo come te, è in grado di sapere già che la bellezza non è solo quello che si vede, ma che la maggior parte di essa, sia invisibile.
Klaus gli diede le spalle.

Elijah lo abbracciò di nuovo.
“Per questo non vuoi venire a stare da me? Perché temi che mi stufi di te?”

“La maggior parte delle coppie si stufa dell’altro dopo la convivenza.”
“Se è per questo, la maggior parte delle coppie, rompe dopo l’arrivo di un figlio. Deve essere una fortuna presumo, che madre natura ci abbia esonerato da almeno questo rischio.”

Klaus si voltò e si mise  a ridere.
“Non riesco a restare arrabbiato con te.”

“Allora accetta di venire a stare da me. Dici che tua madre è sempre così assente..tuo padre se n’è andato..io ci sono, invece. E poi..non si dice che i fratelli devono restare UNITI?” disse con malizia.
Klaus lo guardò con altrettanta malizia. Allacciò le braccia al suo collo, leccandogli le labbra.
“Più uniti di così, cosa vuoi di più?”
“Voglio te.”

Klaus fece per biaciarlo, ma un dubbio colse Elijah, per cui si spostò.
“Aspetta,non è perché sono più grande, vero?”
Klaus rise.
“Cosa? Hai solo cinque anni più di me.”

“Allora..è perché sono un uomo, giusto? Un maschio. Oltre ad aver paura ovviamente che lei scopra che io sono il tuo..che noi siamo..”

“Mamma,ha tanti difetti ma non è omofoba, anche se dice sempre che se dovesse scoprire che a Henricksen piacciono i maschietti, glielo taglia.” Rise. “E poi credi mi importa di quello che penserebbe?”
“La polizia potrebbe averne interesse.”

“Elijah, rilassati. Mia madre non si è mai, mai interessata di quello che faccio, di chi frequento, probabilmente se sapesse che sto con un uomo, sosterrebbe che è soltanto l’ennesima cosa bizzarra fatta dal sottoscritto e poi credo sarebbe contenta di sbarazzarsi di me.”

“Questa donna somiglia tanto alla mia defuinta madre.Credo avrebbero fatto amicizia.”
Klaus rise.

“Senti, se non vuoi..io..hai ragione..non dovrei forzarti..sentiti libero di venire qui quando vuoi..e scusami se ho insistito…”
“Elijah, io..”

“è che..ho così tanta paura di perderti!” disse in uno slancio di passione, dandogli un altro bacio tenendogli il volto tra le mani. “Il fatto che è proibito amarci, mi fa avere ancora più paura di perderti. O che qualcuno ti porti via da me, o che tu, possa scegliere qualcun altro, perché è la strada più facile. E mi sembra cosi TANTO assurdo che tu possa pensare che io un giorno possa non volerti più, possa non volere più tutto questo.”

Klaus era rimasto basito, in silenzio.
“Non..non dici niente?”

Klaus lo squadrò dal basso in alto e Elijah ridacchiando capì.
Quando aveva esternato talune parole così romantiche, aveva cominciato a svestirsi ed era rimasto nudo.

“Ohhh, no, io..è che avevo deciso di farmi la doccia, per smettere di..ossessionarti per un po con questa cosa del venire a stare qui, ma..allo stesso tempo volevo dirti..”
Klaus lo baciò, raggiante di gioia.

“Non voglio illudermi.” Disse all’improvviso.
“Come?”

“Sono così tanto felice con te, tu mi rendi così tanto felice. E io non voglio permettermi di esserlo troppo, perché se..se tra noi andasse male..io non perderei solo l’amore della mia vita, ma anche la mia famiglia. TU sei la mia famiglia, Elijah.”

Elijah restò zitto.
“Io non posso perderti.”
“Klaus, io..”

“Vai..vai a farti la doccia..io intanto preparo la colazione.” Disse Klaus, facendogli una carezza.
“Non vuoi venire anche tu?”
Klaus rise.
“Non tentarmi. Un’altra volta.”

“Lo sapevo. Una volta ti dicono sempre di sì al sesso saponoso, poi bastano tre settimane di frequentazione e già fingono un mal di testa improvviso.”
Klaus rise.
“Quanto sei stupido.”

“E siamo solo a TRE settimane! Aspetta che arriviamo a 5 anni.”
“SMETTILA. VAI.” Rise Klaus, spintonandolo.
 
Elijah corse via nudo e Klaus scosse la testa, forse avrebbe dovuto accettare la sua proposta.
Elijah era davvero bellissimo e..

La suoneria del cellulare di Elijah vibrò nell’aria.
Klaus guardò la porta del bagno. Elijah si era già chiuso e aveva cominciato a far scorrere l’acqua per la doccia.
Cosa doveva fare? Doveva passarglielo?

Poi guardò il numero nel display.
KOL?

Klaus ricordava che Elijah aveva detto che i suoi fratelli lo odiavano.
A suo dire però, non lo odiavano poi così abbastanza da lasciarlo in pace.
Avrebbero anche potuto odiarlo un po di più!
 
“Pronto?” disse al ricevitore, malcelando un tono divertito.
La sorpresa tagliava l’aria. Klaus sorrise.
“Chi..è?”

“Sono Klaus. “ stava per aggiungere il fratello di Elijah ma si trattenne giusto in tempo. Oh sarebbe stata una grandissima soddisfazione sbatterglielo in faccia, ma fu come trattenuto. Se lo diceva poi non poteva più tornare indietro, e se Elijah poi avrebbe fatto pace con i suoi fratelli e voleva presentarglieli? Non avrebbe più potuto baciarlo, non davanti a loro, avrebbe dovuto fingere per tutta la vita.

Non sapeva se era pronto per quello!
“Klaus? Klaus il..fratello di Elijah?

Ecco. Era fatta. Loro chissà come mai, lo sapevano già. Da un lato fu sollevato che non toccò a lui far esplodere la patata bollente, dall’altro lato però, un po gli dispiacque, ma era anche contento. Si sentiva stordito. Troppe emozioni tutte insieme.

“Sì. Perché?” chiese con il tono che gli sembrò la voce di un altro.
“Non ci posso credere. Quindi ti ha trovato, allora. “ disse Kol, a dispetto dall’urto che gli provocava la sua voce, sembrava quasi FELICE. Ma anche frastornato.

“Beh, chi cerca trova, così si dice.” Ghignò Klaus.
“Già..immagino sia così..quindi noi..non so se Elijah te l’ha detto, ma io sono suo fratello, mi chiamo Kol.”

“Sì, Elijah mi ha parlato della sua famiglia. Vieni al punto.”

“Io..la cosa sta diventando imbarazzante, davvero. Puoi passarmi mio fratello? Vorrei davvero parlare con lui.”
“Elijah non può parlare, è sotto la doccia.” Sorrise Klaus.
Silenzio.
“Sei..a casa sua?”

“Ma certo.Siamo diventati così uniti, passiamo un sacco di tempo insieme, ci divertiamo un sacco, non te l’ha detto??” disse Klaus in tono allegro.
Pausa.
“No, io non lo sapevo, veramente.”

“Mi dispiace, beh, gli farò sapere che hai chiamato.” Disse e tutt’altro che dispiaciuto, mise giù la linea.
 
 
 
*

Quando Elijah riemerse dalla doccia, Klaus si divertì a informarlo che aveva chiamato Kol e che lui aveva risposto, godendosi tutto del suo imbarazzo nel venire a conoscenza che il suo amato fratellone preferisse la compagnia di altri fratelli.

“Sei stato un po crudele. Non posso credere di aver dimenticato il mio telefono alla tua mercè in modo che tu potessi violarlo con così poco pudore.” Disse Elijah, sforzandosi per mostrarsi arrabbiato. entrando in cucina per la colazione.
“Sai,potresti anche sforzarti di mostrar un po di più che ti importa.” Ridacchiò Klaus.

“Saranno quello che sono, ma sono pur sempre miei fratelli anche loro! Tu non..non avresti dovuto rispondere.”
Klaus andò prontamente ad abbracciarlo e a sedersi sulle sue gambe.
“Ehi, lui sapeva già chi sono. Altrimenti non mi sarei permesso..non avrei osato..”

“Lo so. Lo so.” Disse Elijah più dolcemente, prendendogli il viso per un altro bacio.
“Elijah, se tu vuoi rivedere gl altri tuoi fratelli..”
“Non voglio!”

“Ma se volessi, sappi che a me, sta bene.” ripetè Klaus. “Non devi rinunciare a loro, per me. Non sarebbe giusto.”
Elijah non rispose, perché non sapeva cosa rispondere.
Rischiavano e tanto, se avessero scoperto dell’amore che lo legava a Klaus.

Non voleva rischiare di mettere tutti e due in pericolo, soprattutto Klaus, per dei rapporti che aveva già avuto modo di provare, erano rovinati.
 
 
 
*

Dopo pranzo, qualcos’altro arrivò a scombussolare la sua giornata.
Un sms.
Di Kol.
Per favore, fratello, rispondimi.
Ho bisogno di te, del tuo sostegno.

Di te che mi dici cosa fare e che hai tutte le risposte
E anche se non le hai, è bello quando sei convinto sia così. Riesci a convincere anche me.
Senza di te, dipendo completamente da nostra sorella Rebekah.

E non voglio dipendere da lei, solo da lei.
Mi sento così solo. E triste.
Ho paura di fare cose..che non voglio fare..
 
Elijah quasi annaspò in ricerca d’aria.

Non poteva essere. Di certo aveva male interpretato il messaggio, aveva capito male.

Quello che era successo a lui e Klaus era così meraviglioso ed estatico, ma anche così terribile, che non avrebbe MAI, mai augurato a suo fratello Kol la stessa cosa, neanche se augurarglielo avrebbe significato essere più compresi ed accettati da lui. No, non avrebbe augurato a lui la stessa sorte o destino che dir si voglia, la stessa angoscia di essere scoperti, lo stesso dolore nel sapere che il mondo non li avrebbe mai accettati, la stessa PAURA per il futuro, la stessa ansia che l’altro smetterà di amarlo e si cercherà qualcuno di più facile da amare.

Quel messaggio era fraintendibile, di certo si riferiva all’ansia di dipendere da UNA SOLA PERSONA, il senso di umiliazione magari scaturita dal fatto di dipendere da una sporella piuttosto che da un amico o una fidanzata, il senso di solitudine, la paura di arrivare magari  a bere, ubriacarsi, di sicuro intendeva qualcosa del genere.

Ma fu comunque con le mani che tremavano, che digitò il numero di telefono di Kol.

Se davvero c’era anche solo un uno per cento di rischio, non poteva abbandonare suo fratello in quella situazione.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Wow capitolo lungo stavolta eh? Eh si, voglio fare le cose meglio d'ora in avanti. Parto già dal presupposto che ora praticamente volerò ad aggiungere la serie alla storia, perciò magari potete non vederla subito, se leggete subito prima che la metto, ma sicuramente appena scritte queste note, volo a farlo!

Poi, chiarisco alcuni punti! So che la questione della convivenza dopo poche settimane, può sembrare sconclusionata, inoltre si potrebbe pensare che Elijah sia un pochino più prudente visto che sono fratellastri e non devono farsi scoprire, no?

Però:

a) nessuno lo sa che sono fratellastri.
b) la paura fa strani scherzi, in questo caso Elijah ha paura che qualcuno glielo porti via e automaticamente vuole sentirlo più vicino.

Klaus, e non avrei mai pensato di dirlo, forse è la parte più ragionevole della coppia ahha xd

Per quanto riguarda Kol, non ho scritto un sequel, perchè mi annoiavo ahha lui  e quello che accadrà in seguito, è il motivo che mi ha spinto a scrivere questo sequel ^^

Ps non pensavo che questo capitolo sarebbe venuto così lungo, avrebbe dovuto riguardare solo il momento in cui Kol telefona e da li in poi. xd

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Capitolo 3
*** Togliti di mezzo, Kol. ***


Rebekah era appena entrata nella casa di famiglia, di mattina presto. Erano le sette di mattina.
Aveva passato la notte fuori.
“Che cosa ci fa lui qui?” chiese lei, basita, vedendo il maggiore. Elijah.

Kol, si mise in mezzo al salone, sbarrandole la strada.
“E tu? Hai passato la notte fuori? Woww che scandalo!” disse Kol, sorridendo.



Rebekah cercò di passare, ma Kol seguì i suoi movimenti.
“Togliti di mezzo, Kol!”



Kol si sedette sulla sedia del salone, mentre lo sguardo di Elijah era calamitato su di loro.
Kol sospirò.
“Nostra sorella è una sgualdrina, ma almeno lei si diverte.” Disse infine.

Rebekah non parve offendersi, continuava a guardare Elijah.
“Quindi? Cosa ci fai tu qui?”
“Nostro fratello a quanto pare, necessita della mia compagnia.” Disse Elijah con quel suo stile sempre impeccabile ed elegante.
Rebekah parve stranirsi, ma si riprese subito.

“Ohh, grazie a Dio! Così almeno me lo toglierai dai piedi per un po!”

Kol ridacchiò, mentre Rebekah andava al piano di sopra.
Elijah riflettè. Si odiavano davvero?






















Note dell'autrice: chi seguiva The vampires Diaries (sì è una scena in cui loro erano ancora in quel telefilm) sa che queste scene sono accadute davvero, mi riferisco alle battute tra Rebekah e Kol, anche se forse ho dimenticato qualche battuta, una o due parole, purtroppo non ricordo che puntata fosse.
Ricordo di aver pensato che erano scene con davvero un'alta carica di tensione sessuale!

ps invece le battute di Elijah, le ho inventate, anche se era davvero presente in quella scena

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Capitolo 4
*** Elijah, Kol e Rebekah in discoteca ***


“Vattene a fanculo, Kol.” Diceva Rebekah, dopo l’ennesima entrata in scena del fratello, durante uno dei suoi approcci al ragazzo di turno con cui stava ballando.
“Sboccata la mia sorellina, sei così divertente!” rideva l’altro.
“Tu invece non lo sei per niente!” diceva lei, rincorrendolo.
“Beh, se volete, io me ne vado!” disse il ragazzo risentito.
Rebekah si voltò verso di lui.

“No! Aspetta, torno subito! Kol, brutto bastardo! Lascia la mia borsa!” e lo rincorse.
 
Elijah stava a guardare i siparietti dei due fratelli che si rincorrevano nel giardinetto fuori la discoteca, dove c’erano i tavolini. Kol aggirò un’enorme pianta e un pensiero assurdo colse Elijah. Rebekah avrebbe potuto prendere subito Kol e riprendersi la sua borsa facilmente, ma le piaceva GIOCARE.

Kol alla fine si sedette su una sedia.
“Ridammi – la mia – borsa!”
“perché non vieni a prendertela?” la provocò Kol.

Rebekah lo fissò sospettosa e guardò Elijah che le sorrise di rimando.
Si avvicinò con lentezza inaudita e come prevedibile, Kol la afferrò di scatto e la fece sedere su di sé.
Elijah scoppiò a ridere.

“Sei un bastardo!” diceva Rebekah scalpitando.
“Un bastardo DIVERTENTE!” diceva Kol, tenendola ferma.
“Concordo!”

“Vaffanculo anche te, Elijah! Quando mai gli hai dato ragione?
“Quando è divertente!” replicò lui mangiando patatine in un sacchetto.

“Avanti.” Diceva Kol, rinsaldando la presa bloccandole le braccia. “Restiamo un po tutti insieme, è raro che lo stizzoso Elijah voglia passare un po di tempo con noi!”
“Ma di là sulla pista da ballo ho lasciato un fico assurdo!!” disse Rebekah fingendo di disperarsi ma Elijah sorrise, riconoscendo nel suo tono di voce la sceneggiata.
 


*

Altro giro, altro spasimante, Rebekah aveva approcciato un altro ragazzo, e Kol stranamente non era più venuto a disturbarla, lei dopo un po trovò la cosa strana e andò a cercarlo.
“Ah, eccoti qui. Dov’eri sparito? “ disse lei mettendosi le mani sui fianchi. Poi notò che Elijah stava tenendogli una mano sulla spalla e una sulla guancia.

Cosa è successo???” quasi gridò la bionda.
“Schhhhh!” fece Elijah.
Ha fatto a botte?”
“è epistassi.” Disse Elijah. “Una cosa normale.”

“Col cazzo!!” disse la sorella e si avvicinò, scansando Elijah e prendendo il viso di Kol tra le mani, sollevandolo in su.
Elijah li guardò. La reazione di Rebekah era davvero molto emotiva e il modo in cui teneva le mani sul viso del loro fratello, era fin troppo intimo.

Come quello di due innamorati..
Kol sembrava a disagio.
“Lasciami stare! Stai peggiorando la situazione!” disse lui scontroso, evitando il suo sguardo.
“Vieni con me, andiamo a sciacquarti il naso.” Disse Rebekah. Stavolta sembrava sempre decisa, ma meno autoritaria, più spaventata.
 
 

L’epistassi si fermò quasi subito, così Elijah propose a Rebekah e Kol, di andare a mangiare patatine e hamburger in un fastfood.

“Niente schifezze per Kol! Visto che stanotte ha avuto la buona idea di sputare sangue dal naso!” cantilenò Rebekah, dispettosa, trotterellando per la strada.
“Fottiti sorellina!” diceva Kol, facendo un gestaccio.
“L’avrebbero fatto, se tu come al solito non interrompessi i miei abbordaggi puntualmente!”

“Andiamo, smetti di fare la scena, Bekah, un po ti piacciono queste attenzioni.” Disse Elijah senza poterselo impedire.
Rebekah lo guardò come se avesse cominciato a spruzzare fuoco dalle narici.
“Di un po hai fumato, Elijah? Non è che ora cominci a sputare sangue anche tu?”

Nel frattempo Kol, l’aveva abbracciata da dietro, ridacchiando.
“Oh, ufff. Quanto sei appiccicoso!” si lamentò, mentre continuava a camminare con le mani di Kol sulla sua vita, ma Elijah potè vedere il sorriso che lei cercava di nascondere e dissimulare.
 
Elijah vedendo loro due così, sentì terribilmente la mancanza di suo fratello Klaus.
Avrebbe voluto averlo lì in quel momento.






















Note dell'autrice: mi scuso per le parolacce ma a mia discolpa dico che, devo dare un po di personalià a questi poveri cristani! Renderli diversi gli uni dagli altri.
Altrimenti le mie storie finiranno per sembrare tutte uguali xd

PS se entrate nella serie, troverete una SORPRESA:)))

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Capitolo 5
*** Litigio al Lunapark ***


Erano a una festa.
C’erano delle bancarelle, c’era un lunapark.
Ma era successa una tragedia.

Rebekah aveva conosciuto un ragazzo, era normale, era ovvio, era una bella ragazza, era normale che i ragazzi gli correvano dietro.
Kol però, era andato su tutte le furie, l’aveva chiamata “sgualdrina.” Davanti al ragazzo, c’era stata una piazzata davvero molto imbarazzante. Kol era ubriaco, probabilmente, lui aveva gridato, lei aveva gridato e nel frattempo piangeva.

Elijah era intervenuto, l’aveva portato via ma non aveva tolto gli occhi di dosso dalla sorella, si chiese come potesse esistere uno sguardo tanto sprezzante odio ma allo stesso tempo ricolmo d’amore, negli occhi di qualcuno.
Forse mi sbaglio…

Kol aveva cercato di inveire anche contro Elijah, ma il maggiore l’aveva tenuto stretto più forte a lui e l’aveva fatto sedere forzatamente in una panchina.
“Perché non ti fai gli affari tuoi?? Perché non te ne vai e ci lasci in pace??”
“Non ho intenzione di andarmene, KOl!”

“Perché?? L’hai sempre fatto! Perché ora dovrebbe essere diverso??”

Era diverso da…Klaus. Era diverso da quando l’aveva conosciuto. Era stato come se nella sua vita gli fosse sempre mancato qualcosa e a causa di questa mancanza, era stato crudele con i suoi fratelli, adesso lo capiva. La presenza di Klaus non aveva tolto niente a loro, casomai aveva DATO. Grazie a Klaus ora si sentiva una persona completa, un uomo più generoso, il fratello maggiore che non era mai stato.

“Perché me l’hai chiesto tu..mi hai chiesto aiuto, ricordi?” gli chiese.
“Non fare lo psicanalista con me!”
“Mi lascerai fare almeno tuo fratello? Mh?”

Kol non rispose, lo guardò diffidente, Elijah in modo un po brusco, lo spinse a poggiare la sua testa contro le sue gambe.
Kol si irrigidì ma non si mosse, anzi si mosse solo per spostarsi meglio su un fianco ma non si alzò.

“Questo affetto per nostra sorella..non è sano..so cosa stai per dirmi..”
“Forse credi di saperlo. E cosa starei per dire, secondo te?” lo spronò il maggiore, sfiorandogli le ciocche di capelli.

“Che devo allontanarmi, lasciarle i suoi spazi..che sono morboso..” disse Kol.
“No..”

Kol si irrigidì, tentò di alzarsi, ma Elijah non glielo permise.

“Sta giù, perché quello che dirò ora, sarà imbarazzante per tutti e due e non ho nessuna intenzione di guardarci in faccia.”

“Più imbarazzante di io che mi sdraio sulle tue gambe in mezzo  a tutta questa gente?” chiese Kol.
“Esatto.”
“Wow..” disse Kol, dopo un secondo di pausa.
Un altro momento di pausa, poi Elijah disse:

“Se provi per lei un affetto..smisurato..devi assecondarlo..”
Silenzio.
“Non sai quello che dici!”
“Tu pensi che sia ricambiato?”
“Io..non..non lo so..”

“Non puoi non saperlo, avanti!! Non fare lo sciocco!!”
Kol si alzò a sedere.
“Tu..io..mi stai confondendo!” si prese la testa tra le mani.

“Prova per te quello che provi tu?? DIMMELO!” disse Elijah prendendolo per le spalle.
Kol ebbe un brivido.
“Non lo so..” disse Kol flebilmente.
Elijah lo studiò.

“A volte penso di sì..a volte mi guarda come se fossi..il suo tesoro più prezioso..altre volte come se fossi un sudicio mostro..non lo sopporto quello sguardo, Elijah!”

“Stasera ho visto lo sguardo di nostra sorella, c’era AMORE nel suo sguardo, nonostante fosse in collera con te, ma non riuscirà mai a..” prese un respiro. “avvicinarti, se tu continui ad avere questo comportamento. La allontanerai sempre di più.”

“Io non riesco, Elijah..quando la vedo con qualcuno..io sono..cazzo, sono geloso! Non dovrei..lei ha diritto a farsi una vita, io non dovrei..” si prese la testa tra le mani e cominciò a piangere.
Elijah lo prese bruscamente a sé e gli fece poggiare la sua testa sul suo petto, Kol si strinse forte a lui.

“Andrà bene, vedrai..”
“Cosa mi stai nascondendo Elijah?” chiedeva Kol.
“Come?”

“Non sei mai stato così con noi..con ME, ora invece sei tutto affettuoso..ti è capitato qualcosa che non vuoi dirci?”
Elijah voleva parlargli di Klaus, ma non avrebbe potuto essere sincero, quindi decise di non farlo.

“Mi sono solo accorto che voglio un mondo di bene ai miei fratelli più piccoli e desidero che loro vadano d’accordo..” sorrise.
“Io non sono sicuro che Rebekah..insomma..credo che..non mi voglia bene come io tengo a lei.”
Si alzò, decise di non guardare Elijah.

Quest’ultimo cercava di trovare le parole per consigliarlo.
“Se ti senti in questo modo, tu glielo devi dire, Kol.”
“Dirle cosa?” Kol arrossì furiosamente.
Elijah scrollò la testa.

“Niente, se non vuoi, ma dimostrale. Con i gesti, non a parole, che le vuoi più bene di qualunque altro bene che un altro ragazzo potrebbe offrirgli.”
Kol lo guardò come se fosse impazzito.

“Ehi, non è quello che pensi? Ma se non lo fai con convinzione, come puoi pensare che lei ci credi?” gli fece l’occhiolino e poi con una scusa, si allontanò, dicendo che andava a prendere da bere.

Quella era stata la notte più imbarazzante della sua vita e non vedeva l’ora di tornare da Klaus.






















Note dell'autrice: ragazzi, MIRACOLOSAMENTE sono riuscita ad aggiornare!!
Mi è tornata l'ispirazione di botto!!
Scusatemi tanto per il ritardo!!

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Capitolo 6
*** Fluff al telefono tra Kol e Elijah! ***


Kol ed Elijah stavano messaggiando a distanza.


Kol: fratello, quando c’è stato il funerale di nostra madre, ho pensato davvero che ci odiassi, quel giorno. Ho pensato che fossimo tutti maledetti, destinati a restare soli.

Elijah: Non ti ho mai odiato, Kol. Ero solo..arrabbiato e pieno di livore. Non vi ho mai odiati. Siete i miei fratelli.

Kol: Ma prima eri così sfuggente..distaccato. Una volta credevo che il nostro fosse il legame fraterno più debole che esisteva nel Creato. Ora invece lo sento così forte. Come può una cosa cambiare così completamente dall’oggi al domani? Come può qualcosa che prima sembrava niente, diventare TUTTO? Come può una cosa che prima sembrava apatica, ora diventare intensa?

Elijah: Non riesci a tirare fuori niente di vivo da qualcosa di morto, Kol. I morti non tornano vivi, così come non puoi tirare fuori niente di passionale da una cosa spenta, se ci riesci è perché c’era del fuoco già prima.
Kol: Tu credi che noi siamo appassionati?
Elijah esitò.
Elijah: Credo che noi bruciamo come fuoco.

Kol: Stiamo ancora parlando di noi adesso?
Elijah: Non lo so. Devi dirmelo tu. Sei tu che mi hai chiesto aiuto, ricordi?
Kol: Dimentica quello che ho detto.
Un altro messaggio:
Ti prego.

Elijah: Mi hai chiesto aiuto, ma non sono aiutarti se non sei sincero con me.
Kol: non credo che tu sia pienamente consapevole dell’aiuto che ti chiedo..se lo sapessi davvero, non mi guarderesti più in faccia, mi rinnegheresti e io non potrei sopportarlo.

Elijah: Io voglio solo che tu sia felice e lo voglio anche per Rebekah.
Kol: Che c’entra Rebekah??
Elijah sbuffò.
Elijah: Noi tre..siamo il futuro. Niente dovrà mai impedirci di stare insieme.

Kol: Wow. Una volta non eri così sentimentale.
Ma ora voglio esserlo. Sempre e per sempre!
Kol rimase molto sorpreso.
Elijah: Mi piace vedervi insieme. Tu e Becka. Starei ore e ore a guardarvi. Sembrate dei bimbi.

Kol: Ma dei bimbi non siamo più.
Elijah ci lesse una nota di malinconia struggente in quella frase.
“Vieni qui. Voglio abbracciarti.”

Kol gli rimandò un messaggio così: “??????”
Elijah rise.

Elijah: Dicono che se desideri tanto abbracciare qualcuno, puoi farlo nella mente e il pensiero gli arriverà comunque. Ti voglio bene Kol, voglio proteggerti, mi dispiace di essere arrivato a pensare questo così tardi, ma io lo penso.

Kol: “Chi è la persona che ti ha fatto innamorare? Vorrei fargli un quadro.
Elijah sobbalzò.
“Cosa? Che dici?” mille brividi lo pervasero, pensando a Klaus.

“Ma dai! Non sei mai stato così dolce con noi..è chiaro che se sei così è perché ami! Sei felice ed ami! Sai cosa? Non mi interessa neanche sapere chi è. Uomo..donna..non mi interessa..”
“Sei molto maturo.” Disse Elijah seriamente.

Poi gli mandò un altro messaggio.
“Grazie.”






















Note dell'autrice: ciaoooo ragazziiiii!! Allora, oggi mi sento carica e mi annoio ahha quindi faccio gli straordinari con gli aggiornamenti! LOL
spero abbiate apprezzato il capitolo! Lo so che è un capitolo un po strano, ma io volevo un momento molto fluff tra Elijah e Kol!
No, nessuna storia d'amore tranquilli ahah
ma volevo proprio un momento molto intenso ecco!
Spero capiate la mia difficoltà, non ho mai fatto una storia in cui due protagonisti fratelli stanno insieme e uno dei due cerca di convincere l'altro suo fratello a mettersi con sua sorella ahhah è una cosa così surreale che faccio fatica e la cosa pazzesca è che voglio renderla credibile ma allo stesso tempo non voglio che parlino chiaramente lol

a presto con il capitolo tutto su Rebekahhhhhhhhh :)) Ps non disperate, Klaus torna presto! ahhah

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Capitolo 7
*** Rebekah e Kol: il retroscena del lunapark! ***


In fondo la nostra vita, non è male. è quello che mi ripeto sempre.
Penso a me, Elijah, Kol, da bambini, stavamo sempre insieme, anche se Elijah era già scontroso e ADULTO da bambino, tendeva a comandare me e Kol fin da bambino, ma a volte era anche dolce, tenero e paziente e giocava con noi.
Era così diverso però da me e Kol.
Io e Kol avevamo più cose in comune, ci piacevano le stesse cose, gli stessi cartoni.

Spesso ci trovavamo a guardarli e commentarli insieme e poi ci rincorrevamo per casa, con i tovaglioli tra le mani, fingendo che fossero spade. Una volta io me ne misi uno in testa, era il mio fiocco magico. Ricordo che Kol mi disse che avrebbe voluto vedermene uno vero in testa.

E io chiesi alla mamma di comprarmene uno. Era solo per farlo vedere a Kol, che stupida.
Avevamo sette anni. era bello il mio fiocco. Era blu, ma un po troppo grande.
“Lo metterai sempre, Becka? Per me?”
“Certo, tu sei il mio fratellino!” e lo abbracciai.
Dormimmo insieme abbracciati quella notte come gemellini siamesi.
 

Alle elementari il nostro rapporto cominciò a disgregarsi, il brutto carattere di Kol cominciava a venire fuori, litigava con i nostri compagni, io cercavo di dirgli di comportarsi bene, cercai di stargli vicino, ma era un’età difficile quella, piena di crisi di identità, i primi amori da lontano, i primi problemi con il tuo corpo..
Perché tutte le bambine sono sempre più belle di me?

Perché quella bambina non mi ha invitato alla mia festa?
 
Al ballo del liceo piansi. Avevo un vestito fucsia come quello di una ballerina, ma il ragazzo che mi aveva accompagnato al ballo stava ballando con un’altra.
Piangevo. Mi si è avvicinato Kol e mi disse:

“Credevo che questo vestito fosse fatto per essere sfoggiato a un ballo..”
“E io credevo non ti piacesse questo vestito..non hai fatto altro che dire che sembro una ridicola principessina ballerina.” Gli risposi acida.
“Beh..” disse lui al mio orecchio. “Ti ho anche detto che il tuo accompagnatore è una stupida palla di pelo e che non lo avresti degnato di uno sguardo, se non fosse che trovi gradevole chiunque ti dimostri un po di affetto, ma non mi hai ascoltato allora..”
“Infatti.” E ripresi a piangere.

“Quindi..decidi te quando vuoi ascoltare,..o posso farlo io?” mi chiese facendomi fare una giravolta.
Mi ritrovai petto sul suo petto.
“Kol..”
“O posso decidere io quando voglio essere ascoltato?”
Per qualche motivo, arrossì.
“Beh..”
“Balla con me. Lascia perdere quel citrullo, Becka.”



“Era da un po che non mi chiamavi più così..”

Ballammo abbracciati, io tenni la testa sulla sua spalla, mentre ballavamo un lento con una canzone dolcissima.
Everything I do. Di Cindy Lauper.
“Lo sai che anche se litighiamo, io farei di tutto per te, vero, sister?” mi disse all’orecchio.

Ebbi uno slancio e gli cinsi il collo con le mie mani, provando una sensazione di amore mai sentita prima.
Tutte le sensazioni del cosmo, tutte le stelle che brillano nell’universo, tutte le costellazioni che mi affascinavano da bambina – che disegnavo insieme a lui – tutto l’Eterno – che è nei tuoi occhi – mi diceva , tutto l’amore che si può provare per il Creato..lo provai in quel momento.
E la tenerezza..ohh la tenerezza…

In quel momento ringraziai profondamente il mio accompagnaore, perché se non era per lui non starei ballando con l’unico vero amore della mia vita.
Mio fratello.
E poi, d’un tratto, tutte le stelle si spensero.
Non nel locale, ma nei miei occhi, mi si fulminarono nella mente.
Oh..oh no..oh no..
Gli tolsi le braccia dal collo, sembrava così impossibile aver avuto quello slancio solo pochi secondi fa.

Non successe niente, ma mi accorsi che tutti ci guardarono, forse quella scena era troppo intima.
Mi sentii una stupida.
Kol è mio fratello, provare, sentire queste cose, non mi aiuterà mai a trovare l’amore.
Mi allontanai da Kol, cercando di non far capire che stavo scappando.
“Becka, che cos’hai? Dove vai?”

“In bagno! Mi è scolato il trucco!”
Vigliacca. Vigliacca.
 
 
 
 
*

Quando scoppiò quel litigio tra me e Rebekah, e dopo che Elijah mi tenne tra le su braccia come un bambino, trovai la forza di andare da mia sorella, ancora provata da quello che era successo, e di scusarmi con lei.
Credevo mi avrebbe schiaffeggiato, invece.. mi abbracciò, piangendo contro di me, chiedendomi perché la odiassi.
“Io non ti odio!! Come puoi dire cose del genere?” mormorai, accarezzandole timidamente i capelli.
“Mi hai chiamato sgualdrina!!”

“Io..io..perdonami, Rebekah, sono un coglione..è che non sopporto..”
“Cosa non sopporti?” mi chiese strofinando la testa sul mio petto.
“Non fare così..” la spostai. “Non sopporto che tu..” sospirai. “Quando sei con il moroso di turno, io scompaio..è come se non esistessi..”
Rebekah mi guardò basita. Il mascara su tutti gli occhi. Era così carina anche così.



“Sei davvero coglione come sembri?”
“E dagli con gli insulti..”

“Kol, tu sei e rimarrai sempre mio fratello..”
“E grazie tante!” dissi un po aspro.
“Si può sapere perché ti comporti così? Perché sei cambiato così tanto? Eravamo inseparabili una volta..e ora guardati, irascibile! Con un brutto carattere..dov’è finito il fratello che mi difendeva dai bulli, che dormiva nel letto con me..”

Avvampai. Lei proprio non doveva dire cose come questa..e infatti ebbe il buon gusto almeno di distogliere lo sguardo.
“Sei cresciuta, sai difenderti bene da sola..” ecco Kol Mikaelson. Quando non so che dire e come difendermi, sparo scemenze che feriscono.
“NO! Io avrò SEMPRE bisogno di te, di mio fratello!”
Quelle parole mi mozzarono il respiro.

“E per quanto riguarda la seconda cosa..” non ebbi il coraggio di ripetere quello che aveva detto. “Si cambia, si cresce e si diventa adulti..è una cosa naturale..Beks..”
“Sì, ma non pensavo che sarebbe successo anche a noi!” pestò i piedi come una bambina piccola ed ebbi l’improvviso impulso di abbracciarla. Senza malizia, ne niente.
Era ancora la mia Beks dopo tutto.

“E..e poi..sei un grandissimo ipocrita..quando dici che TU sei invisibile..TU piuttosto..credevo che non mi guardassi MAI..”
BOM.
Un’esplosione avrebbe fatto meno rumore.
“Beks, che cosa stai dicendo?”
“Ho sempre l’impressione che tu non mi guardi! Posso cambiare colore dei capelli o..acconciatura o un trucco nuovo..ma tu non te ne accorgi..”

“Che grande scemenza dici! Mi accorgo SEMPRE di quando fai qualcosa al tuo aspetto..”
“Però non mi guardi mai! Come se mi odiassi! Quante volte ho sperato che tu mi dicessi oh Becks quanto sei carina con i capelli così..o questo vestito ti sta proprio bene..complimenti Beks! Mi sento..come se non fossi..”
“Bella? Non devi piacere a me, in fin dei conti.”

Forse non avrei dovuto dire quella cosa. Fu come se avessero sparato la faccia di Rebekah di mille frecce. Mi sentii male io per lei.
“Nel senso che..non ho il diritto di dirti come devi andare in giro..per questo io non..” faccio per raggiungerla, ma sembra così lontana, un ragazzino con uno skateboard ci sfreccia davanti, non la vedo quasi più.
 
“AHHH.”

Non seppi mai come feci ad afferrarla e ancora meno come facemmo a cadere a terra come degli sciocchi.
“Kol..ma sei..cretino..” ma lei rideva. Eravamo sdraiati, col rischio serio di venire calpestati dai passanti,  ma lei RIDEVA.
“Beks, dai, alziamoci, ci calpesteranno..”

“NO!” gridò lei, ma rideva, mi trattenne con il braccio. “Ti prego..resta qui..con me..per terra..come quando eravamo piccoli..”
Era inutile. Quando faceva così, era il mio lato debole.
Le sorrisi su un fianco.
“E non ci importava di venire calpestati.”
“Non lo pensavamo proprio.”
“I bambini non pensano mai queste cose.”

“E forse è proprio per questo che non gli accadono.”
Ci sorridemmo come non facevamo da settimane.
Lei mi porse la mano e io feci altrettanto.
Sospese, le nostre mani si unirono.
 
 
Dopo un po tuttavia, ci alzammo, e Rebekah fece un gemito sommesso.
“è quella..è quella canzone che..”

Non risposi. Tutto a un tratto sentii dei brividi su tutte le spalle e sulla schiena.
“Balliamo?” mi chiese, porgendomi la mano, con fare civttuolo.
Cercava di mascherare la timidezza e l’imbarazzo, ma sapevo che aveva riconosciuto quella canzone.
Come l’avevo riconosciuta io.

Accettai. Non ci dicemmo parole. Quel momento non le accettava.






















ancora tante cose devono succedere! Chiedo scusa per il fatto che la ff sta andando così lentamente xd la canzone in realtà è di Bryan Adams, ma io ricordo che l'ha cantata anche Cindy! Ho provato a cercare di nuovo la canzone su youtube cantata da lei ma sembra inghiottita in un buco nero!

all'ora sull'immagine, ci sono delle precisazioni da fare: avrete notato che Rebekah sembra non avere il mascara sbavato e questo è un grande punto interogativo, perchè a me sembra di ricordare che invece CE L'AVEVA xd ahha ora non ricordo più se era in quella foto o in un'altra ma questa è l'unica che ho trovato in cui sembra così affranta xd

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Capitolo 8
*** Altro giro, altra giostra ***


Era passato del tempo da quando era successo quel litigio tra Kol e Rebekah.
Era stato via in quei giorni, aveva bisogno di distrarsi, ma non aveva abbandonato la casa dei suoi fratelli, per qualche motivo però, credeva che avessero bisogno di un po di privacy.
Il lunapark era di nuovo aperto.
Mosso da uno strano istinto, entrò.

Non c’era ragione per cui i suoi fratelli dovessero trovarsi ancora li, non dopo quello che era successo.
Voleva solo fare una passeggiata, si disse.
La sua solitudine stava aumentando in quei giorni.
D’accordo, Kol l’aveva chiamato, ma anche Klaus aveva bisogno di lui e lui sentiva terribilmente la sua mancanza.
Aveva paura di perderlo. Doveva vederlo.
 
Chissà come, si ritrovò davanti alla giostra panoramica.
Fece appena in tempo a registrare il fatto, che sbarrò gli occhi.
Quelli sono Kol e Rebekah.
Pochi secondi dopo, scesero dalla giostra, Rebekah sembrava visibilmente scombussolata e si turbò ancora di più quando vide che davanti a loro c’era Elijah che li fissava.
Kol registrò subito dopo Rebekah l’informazione e guardò Elijah come se lo avesse appena minacciato con un coltello.

Con orrore di Elijah, vide anche Kol sporco di rossetto sulle labbra, e tentò in maniera piuttosto disperata, di fargli cenno con un dito per indicare le labbra.

Per sua sfortuna, Rebekah si accorse anche lei del rossetto sulle labbra di Kol e con un “Scusami Elijah, io..io devo andare!” e scappò come se avesse una tarantola alle calcagna.
“REBEKAH!” la chiamò Kol.
Nonostante lo sconvolgimento, Elijah lo bloccò per il braccio.

“Che cosa è successo su quella ruota panoramica?” gli domandò calmo.
“Niente che lei non volesse.” Disse lui e questo paralizzò Elijah più di ogni cosa.
Non era vero. Se perfino Kol aveva ammesso una cosa così, voleva dire che davvero era reale..

E poi scappò anche lui senza neanche preoccuparsi di fornire una spiegazione al maggiore.
 
Oddio. Che fratello maggiore terribile sono.
Come ho potuto permettere che accadesse?
Sono orribile.
Ii ho lasciati sempre da soli apposta..
No no no no no

Questo non sarebbe mai dovuto accadere
Sono orribile
Sono una MERDA.
Cosa penserebbe nostra madre?
 
Cors Elijah, corse non si sa per quanto.
Fino a quando non sentì i polmoni bruciare.
Rimpianse di averne un paio.

Rimpianse di aver bisogno di respirare, per fermarsi.
Avrebbe voluto essere un vampiro, e espiare fino a quando avrebbe voluto.
Questo si sarebbe meritato.
Non meritava il riposo.
Non meritava..di essere UMANO.
Klaus.
Klaus.
Klaus.

Come aveva potuto lasciarlo solo?
Lasciarlo solo per coinvolgere anche i suoi fratelli più piccoli nella dannazione.
Perché perché?
Perch anche loro?
Aveva sempre creduto che Klaus e lui sarebbero stati gli unici.
Ma ora..

Doveva pensare forse che in tutti loro c’era qualcosa che non va? Forse un gene modificato che li spingeva a accoppiarsi l’uno con l’altro?
Era solo questo per loro? Pr klaus era solo questo? Una mera situazione di impulsi e pulsioni sessuali?
Pianse. Al’idea pianse.
 
 
 
 
 
 
*

“Finalmente!!! Credevo che Babbo Natale ti avesse rapito e trasferito nel suo rifugio al polo nord per lavorare con i folletti.” Lo accolse Klaus incazzato, sulla soglia di casa loro.
Elijah lo spinse dalla soglia e lo spinse al muro, baciandolo, il che assomigliava di più a un assalto.
Klaus gemette per la sorpresa, poi lo spinse via in malo modo.
“Se mi hai tradito, ti sgozzo con il coltello da cucina, e non sto scherzando!”

“Se ti avessi tradito, mi sgozzerei io.” Disse Elijah.
“Davvero?? E allora che cosa sono tutte queste scene?”
“Non posso essere contento di averti finalmente qui con me?” gli cinse le braccia al collo.
Klaus tutto sommato, ricambiò e lo baciò con bramosia e fame.
Elijah gemette nel bacio. Quanto gli era mancato.
Lo prese di peso in braccio e lo portò nel letto.
 
Caddero su di esso, rovinosamente.

“Stavo per considerare l’idea di venire dove stavi e rapirti.”
“Potevi farlo.”
“Ho preferito di no. Se avessi visto i miei fratelli, avrei potuto aggredirli per aver osato portarti via da me.”
Elijah rise.

“Amo quando sei possessivo.”
Klaus gli tirò i capelli forte.
“Non dimenticare..anche se loro c’erano prima di me, sono IO che..” le parole gli morirono sulle labbra, la rabbia lasciò il posto alla vergogna.

“Temi che loro siano più importanti di te, per me?” gli disse Elijah accarezzandogli il mento.
“Non sono sicuro di niente quando sono con te. Tu hai stravolto ogni mio parametro vitale della mia esistenza..è come se non fossi stato mai umano prima di conoscerti..”

Umano.. Elijah trattenne un singhiozzo.
“Ehi..che c’è?” Klaus gli sollevò il mento con le mani.
“Ti amo così tanto..che fa male..penso di non poter sopravvivere senza di te..”

“E non dovrai farlo..” scherzò Klaus. “Ma adesso perché non mi dici cosa ti ha sconvolto?”
Elijah stette zitto.
“Elijah..qual è il vero motivo per cui mi hai lasciato e sei stato via tutto questo tempo?”

Elijah lo baciò profondamente. Un bacio mozzafiato.
“Promettimi..che se te lo dico, non scapperai da me.”
“Elijah, DIMMELO.” Adesso era arrabbiato.
 
Elijah si sedette sul letto, dandogli le spalle, scrollandosi i capelli.
“Credo..ma forse mi sbaglio..che REbekah e Kol..abbiano quello che abbiamo noi..”
“Quando dici *abbiano*….”

“Una relazione..FORSE. Non lo so. È tutto così confuso.”
Klaus era atterrito. Gli occhi sgranati.
“Dimmi che non hai parlato di me e te a loro..”
“Klaus..come puoi pensare che io..”
“GIURALO!”
“TE LO GIURO!”

“Ma allora..come..non è possibile che..”
“Me lo dicevo anch’io..ma i segnali erano chiari..e ancora prima che io lasciassi questa casa..Niklaus tu devi credermi..”

“Questo non ha alcun senso..le probabilità che tutti e quattro..”
“Lo so..lo so..è davvero incredibile..ma Klaus..quello che io provo per te..” gli prese le mani.
“Questo…sminuisce tutto..” disse lui ritraendole.

“NO!” ruggì Elijah. “Guardami. Niklaus, guardami! “ gli prese il mento tra le mani. “Sono più grande di te e quando ti dico una cosa..tu mi devi credere..non so quello che provano LORO..ma quello che provo io per te, quello che entrambi proviamo..è autentico.”
Klaus gli prese la mano e gliela strinse forte.

“Guarda i miei occhi. Brillano. Da quando sto con te. Quando sto con te. Io ti amo.”
“Sei…sdolcinato.” Disse Klaus con una smorfia disgustata ma spinse il volto di Elijah per baciarlo.
Lo baciò con foga e furore, reclamandolo a sé, artigliando la maglietta con un fare possessivo.

Elijah gemette quando Klaus lo graffiò con le unghie sopra la maglietta.
“MIO.” ansimò Klaus.
“TUO. Sempre e per sempre.”
 
Klaus gli sfilò la maglietta con una velocità impressionante e lo attirò a sé con più foga.

Le loro erezioni cozzarono dure tra di loro.
“Lascia che io..” gli disse Elijah con voce carezzevole. “Ti dimostra quanto ti sia devoto..
E dicendo così abbassò i pantaloni di Klaus, di velluto, per posare le labbra sulla sua virilità pronta.

Klaus ansimò, aggrappandosi ai suoi capelli.
Era la cosa che gli piaceva di più, più ancora del piacere che Elijah sapeva sempre regalargli.
Toccarlo.

Toccare i suoi capelli di corvo. Morbidi, setosi, profumati.
Toccarlo.






















Note dell'autrice: stavolta ahimè devo dire tante cose xd

prima di tutto, questo video carinissimo mi ha ispirato questo cap: (ATTENZIONE IL VIDEO CONTIENE SPOILERS SUL FINALE ) guardatelo, per capire meglio la relazione Klaus/Elijah:

https://www.youtube.com/watch?v=olcY7F_eDag


  Ce ne sono altri, anche più belli ovviamente, ma io volevo dare tributo a questo perchè grazie a questo, io oggi ho aggiornato di nuovo ahha, ora arriviamo alle altre spiegazioni!

Lo so, non fucilatemi, lo so di non aver descritto il bacio tra Reb e Kol, ma NON TEMETE, l'ho fatto di proposito, ora vi spiego perchè

Vedete prima di descrivere il bacio kol/beks avrei dovuto scrivere forzatamente prima un'altra scena perché ormai avevo la scaletta pronta e non avevo la forza di farlo oggi perché avrei dovuto descrivere prima due scene e nella seconda arrivava il bacio 😅 però è successo che oggi ho visto questo video e avevo una voglia matta di scrivere di Elijah che correva da Klaus subito dopo la scena del bacio , non potevo farlo perché prima dovevo attenermi alla scaletta e quindi non ce l'ho fatta e ho velocizzato il tutto, ho quindi voluto fare un salto nel futuro ma non temete perché non censuro niente!! nel prossimo capitolo faremo un piccolo passo indietro e torneremo al Pov di rebekah fino a quando non arriva il bacio! Dovrei riuscire a cavarmela con solo un capitolo ✌

Scusate ma ero talmente ispirata che non ce l'ho fatta ad aspettare le passioni esigono il momento , se aspetti troppo è capace che il momento passa e non riesci più ad afferrarlo!

Per quanto riguarda il momento tra Klaus e Elijah, in realtà io volevo fare solo che il moro tornava dal biondo senza dirgli quella cosa ma poi mi è sembrato troppo poco credibile che Klaus non si accorgesse dello stravolgimento di Elijah e io sono fatta così... devo sempre scrivere le cose che sono più credibili per me! Non so se ho fatto bene e quale quale sarebbe stata una reazione realistica da parte di Klaus, se era meglio che la prendesse bene o se questa è stata la reazione giusta, Io ho cercato di scrivere la cosa che mi è sembrata più realistica, sarebbe stato facile che lui la prendesse bene o che entrambi la prendessero a ridere per il fatto che "ok anche loro sono come noi , ci possono capire" però penso che nella realtà forse uno si farebbe delle domande e penserebbe che allora sono tutti sbagliati!! anzi devo dire la verità è venuto sorprendentemente breve questo pezzo, temevo che venisse lunghissimo, un po' come queste note Ora vi lascio a presto!

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Capitolo 9
*** Il tanto atteso bacio!! ***


Chissà se Kol ricorda quella canzone..
Quando ballammo al lunapark è stato così dolce e romantico.
Non ebbi però il coraggio di chiedergli nulla. Sembrava un momento già troppo intimo, se l’avessi rovinato con le parole, temevo che avrebbe potuto allontanarsi ancora da me.
Lui però accettò di ballare ed era così dolce, ballammo con trasporto e tenerezza.

Non lo scorderò mai.
Che lui forse ricorda? Forse anche lui ricorda quel giorno al ballo?
Oh, che peccato di sdolcinato sentimentalismo, come potrebbe?

È passato così tanto tempo, perché dovrebbe ricordarsi che canzone ci fu quel ballo?
Per lui fu un ballo come un altro e per me invece…
Non avrò mai il coraggio di confessarglielo.
E se anche lui provasse quello che sento io?
Rebekah sorrise teneramente, immersa nel prato verde.

Non è possibile, questo non è un film, i fratelli non si innamorano romanticamente, sono solo io una stuoida sentimentale che si è fatta una favola tutta da sola.
Una favola in cui Elijah ci vuole bene, torna indietro, resta così tanto tempo con noi.

Una favola in cui forse ho già incontrato l’uomo dei miei sogni, e ce l’ho sempre avuto accanto tutto questo tempo..
Non sarebbe facile così? Dare una parvenza romantica a tutti i bisticci che ci sono stati, tra me e Kol..

Tutte le volte che sembrava fosse geloso di me.
Ma cosa dico? Non era così , sono io che lo voglio credere..  che vergogna, gli ho detto addirittura che non mi guarda mai, cosa penserà di me ora?
Che stupida!!
 
 
In quel momento arrivò Kol, sorridendole da lontano, quando si avvicinò, il suo imbarazzo era completo.

“Che bel vestitino” disse Kol, ammirando il vestito celeste pastello, leggero, con una grande anguria disegnata.
Rebekah si vergognò da morire.
“Ti piace davvero? Non lo trovi infantile?” aveva tanto sperato che gli piacesse.

“Mi piace.” Kol in questi casi era di poche parole. Non erano mai state il suo forte, un’altra cosa che lei e lui avevano in comune.
“Elijah è tornato indietro.” Disse dopo un po sdraiandosi al suo fianco.
“Sono dei panini quelli?” chiese Rebekah indicando il cestino che si era portato dietro.
“Sì.”
“Sono al formaggio?? Oddio ti adoro Kol!!”

Kol era già imbarazzato fortemente e non aveva proprio bisogno che lei gli desse anche un bacio sulla guancia.
“Sei più affettuosa. Che è successo?” gli disse con un sorrisino, mettendogli una mano sul fianco, Rebekah si spostò un po dal suo tocco, imbarazzata, ok l’affettuosità ma senza esagerare.
Kol forse capì di aver fatto il passo più lungo della gamba.

“Ti ho portato anche dei pranzetti cinesi.” Gli disse facendogli vedere dei dolcetti di riso.
Rebekah gridò.
“Zitta o qualcuno potrebbe farsi delle idee strane.”
“Oh, smettila!!” disse lei dandogli una sberla sulla testa, cogliendo il senso malizioso e prendendo tutto quello che potè. “Grazie!”
“Sei proprio una bimba.”
Lei gli fece la linguaccia.

“Hai sentito quello che ti ho detto su Elijah?”
“Sì.” Disse lei, addentando un grosso pezzo di panino al latte e formaggio con salsa alla menta.

Kol diede un morso a quello stesso panino, dalle mani di lei, che diventava di tutti i colori, guardandolo. Si fissò a guardare i suoi folti capelli neri, li spettinò appena con un dito.

“E non ti importa?” gli chiese, togliendosi le briciole dal viso.
“No.” rispose lei, sorridendo,imbarazzata, ma anche felice.
Kol gli riservò un’occhiata così intensa che avvampò ricordandosi che forse doveva essere più loquace.

“Mi basti te. Ho te no?” cercò disperatamente di trovare altro da dire ma non ce la fece.
A kol sembrò bastare. Annuì.

Si stese al suo fianco e gli mise un braccio attorno alla vita, esitò per un po, ma Rebekah non si spostò, nonostante si irrigidì.
“Credo sia tornato da Klaus, il nostro fratellastro, mi ha confidato essere un tipo molto possssivo.”

Rebekah ridacchiò. “Più di te?” e si morse la lingua. Dannata boccaccia.
Kol si morse le labbra.

“Lo ammetto lo sono un po.” Disse reclinando la testa all’indietro, guardandola.
Rebekah allungò la mano ad accarezzargli le ciocche di capelli, approfittando del fatto che Kol era steso a pancia in su ed era tornato a guardare il sole.

Era illuminato dal sole e Rebekah pensò che era bello suo fratello quando era illuminato dal sole,sorrideva ancora di più quando il sole lo illuminava. Poi pensò che era un pensiero sciocco e sentimentale.
“è rilassante..” disse Kol, a occhi chiusi, riferendosi al suo tocco.

Se questo è il paradiso..non svegliatemi.. pensò Rebekah. Non credeva che potessero tornare a stare così bene.
Come una volta.
Meglio di una volta.
Loro.

Un prato.
E il sole.
 
 
 
 
 
*

“Te l’avevo detto che il lunapark era ancora aperto!! Oh, Kol, andiamoci, ti prego, ti prego!”
“Uhhh..”
“Dai che piace anche a te!”
“E va bene.” ma stava sorridendo.
Camminarono per un po e si ritrovarono davanti alla giostra panoramica.

“Beks, vuoi salire?” chiese Kol, vedendola che la guardava, lui a dire la verità aveva adocchiato la solita giostra acquatica.
“Beh..mi piacerebbe..” disse lei, ma aveva un’aria strana.
Kol si girò a guardare la giostra e sgranò gli occhi.
L’intera giostra era illuminata da lucine dorate. Era una cosa ROMANTICA.
“Se non vuoi fa niente.” Disse subito lei.

“No, no..va bene..” disse lui grattandosi la testa, ma era pieno di dubbi.
“No, non fa niente!” disse lei ma lui la fermò per un braccio.
“Vuoi fare silenzio una buona volta?” ma il tono in cui parlava era affettuoso.
Lei sorrise e quindi salirono.
 
 
Nonostante le rassicurazioni di Kol, la ragazza vide subito che il suo atteggiamento e la sua postura erano molto rigide. Continuava a fissare le luci.
“Ti danno fastidio?” gli chiese lei.
“Non ti si può nascondere niente.” Disse lui.
“Sei trasparente per me, lo sei sempre stato.”

“Davvero?” e una nota di panico attraversò i suoi occhi assieme a qualcosa che lei pensava fosse una specie di dolore, ma non ne era certa.
“Non proprio sempre.” Aggiunse, guardando giù. “Ci sono state delle volte che non riuscivo a raggiungere la tua anima, a capire cosa ti turbava..”

“Qualcuno disse una volta che le anime sono un oceano profondo pieno di segreti. Può essere pericoloso addentrarsi nei segreti di un uomo..”
“Ma tu sei mio fratello..io dovrei proteggerti..quindi dovrei sapere tutto..”
“Un po arrogante da parte tua..non credi? Pensare che tu debba sapere proprio tutto.”

Rebekah si deprimette, ma Kol sorrideva e gli accarezzò la testa.
“So che sono stato un pessimo fratello a volte..”
“No, non è vero!”
“Sì, invece, non devi mentirmi solo perché mi vuoi bene. io so di esserlo stato. È un’età difficile l’adolescenza ma io non ho scusanti per essere stato spesso spiacevole..e sfuggente..”

Rebekah si aggrappò al suo braccio, accarezzandolo.
“Ma non ho mai voluto farti del male.” disse ancora, Rebekah cercò di reprimere un singhiozzo.
“In fondo sono io forse una sorella terribile, ti ho costretta a venire qui, su una giostra panoramica con queste luci che odii..”
“Pensi davvero che non mi piacciono?”
Rebekah lo fissò stupita.

“Io le trovo bellissime ed è questo il problema.”
Lo disse con una solennità che la fece avvampare. Guardandola negli occhi.
Poi allungò la mano per attirarla a sé e la baciò.
 
Rebekah ricambiò subito, non ci pensò su neanche un secondo a rifiutarlo.

Il bacio fu lento e languido, forse troppo per Rebekah.
Le sue labbra, la sua lingua, era una sensazione elettrizzante, ma Kol si concedeva una goccia alla volta, non era distaccato, era coinvolto e il bacio era dato con trasporto, e capiva l’incertezza atraverso la sua bocca, ma lei lo aveva desiderato così tanto..si sentì subito frustrata, voleva di più.

Lo afferrò per le spalle per tirarlo più vicino e approfondire il bacio e nel momento in cui lo fece, Kol sembrò perdere un attimo il controllo. Il bacio si fece più appassionato, focoso, famelico, lo sentì gemere a bocca aperta contro le sue labbra.
Oddio, i suoi gemiti. Non pensava potessero infiammarla così.
Kol si fece più vicino e gli mise una mano sopra il ginocchio. Era fasciato dai jeans, ma Rebekah sentiva la pelle bollire sotto il suo tocco.
 

Chissà come, si ritrovò davanti alla giostra panoramica.
Fece appena in tempo a registrare il fatto, che sbarrò gli occhi.
Quelli sono Kol e Rebekah.
Elijah li aveva visti sulla giostra, non aveva visto il bacio, erano troppo lontani, ma aveva visto uno strano movimento delle loro sagome, e delle loro facce, che si muovevano a ripetizione.

Era di certo abbastanza perspicace e arguto da poter immaginare cosa stava succedendo, nonostante fosse ancora insicuro.
Pochi secondi dopo, scesero dalla giostra, Rebekah sembrava visibilmente scombussolata e si turbò ancora di più quando vide che davanti a loro c’era Elijah che li fissava.

Kol registrò subito dopo Rebekah l’informazione e guardò Elijah come se lo avesse appena minacciato con un coltello.

Con orrore di Elijah, vide anche Kol sporco di rossetto sulle labbra, e tentò in maniera piuttosto disperata, di fargli cenno con un dito per indicare le labbra.

Per sua sfortuna, Rebekah si accorse anche lei del rossetto sulle labbra di Kol e con un “Scusami Elijah, io..io devo andare!” e scappò come se avesse una tarantola alle calcagna.
“REBEKAH!” la chiamò Kol.
Nonostante lo sconvolgimento, Elijah lo bloccò per il braccio.


“Che cosa è successo su quella ruota panoramica?” gli domandò calmo.
“Niente che lei non volesse.” Disse lui e questo paralizzò Elijah più di ogni cosa.

Non era vero. Se perfino Kol aveva ammesso una cosa così, voleva dire che davvero era reale..






















Note dell'autrice:  rieccomi ragazzi! Come vedete sto prendendo sul serio l'impegno a questa storia LOL xd Solo una cosa, la frase di Kol, è un po modificata, infatti la frase è di Titanic "Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti" io l'ho modificata ahaha

Volevo dirvi che sono felice del fatto che da 1000, sto riuscendo in questi giorni a raggiungere una media di 1500 parole al capitolo AHAH xd dai non è male ! ahha facciamo progressi xd so che magari aspettavate da tanto il bacio e spero non sia stato proprio una delusione!! Ho pochissima esperienza nello scrivere ff HET, forse sarà che scrivendo di un personaggio femminile devo PER FORZA mettermi nei panni della donna, e..faccio fatica visto che pure io ho avuto pochissime esperienze con i ragazzi ahha xd spero che Rebekah non risulti troppo sciocchina e infantile! io ho fatto del mio meglio!

Non era previsto che Elijah avesse capito già prima che scendessero, che si erano baciati, è stata una cosa che ho deciso all'ultimo perchè mi sembrava irreale che se sti due si baciavano così focosamaente, Elijah arrivava GUARDA CASO un minuto dopo per non vedere niente..e poi..quanto può durare uno o due giri panoramici? lol

A presto!

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Capitolo 10
*** Kol al telefono con Elijah ***


Kol piangeva al telefono ormai da mille ore.
“Kol, avanti, adesso calmati.” Disse Elijah sospirando.
“M-ma E-Elijah..io..”
“Va tutto bene, non penso che tu sia un mostro.”
“M-ma io..i-io..ho..”

“Lo so, lo so, hai baciato nostra sorella! L’hai baciata non l’hai stuprata, cazzo, Kol è solo un bacio, i principi azzurri risvegliavano le principesse con un bacio nelle favole.”
“Questo non è…non è niente per cui scherzare.” Disse Kol tirando su con il naso.
“Certo che no.” disse Elijah. “è una cosa serissima, tu hai baciato nostra sorella e se per te è un gioco, se rischi di rovinare il rapporto con lei per un gioco e la farai soffrire io ti..”

“Cazzo, Elijah, smettila di scherzare!! Io ho baciato Rebekah, cazzo! L’ho fatto. Io..come puoi semplicemente riuscire a parlare con un mostro come me??”
Elijah rise.
“Da quanto tempo sei innamorato di lei?”

“Lo sapevo, ecco, lo sapevo. Ride. Ormai da i numeri pure lui.”
“Kol, rispondi alla domanda.”
“Vuoi che venga a fare una seduta da te?”
Elijah rimase interdetto davanti all’idea di Kol.

“Potrebbe essere un’idea..Kol, fratellino, sei un vero genietto!”
“Senti, devi GIURARMI che Klaus non saprà mai niente..non posso sopportare, Elijah giuramelo.”
“Cosa?Klaus? Lascia perdere lui. Ho un nuovo cliente adesso.” Disse Elijah allegro.

“Lo sapevo!! Non mi prendi sul serio! Mi sfotti!!”
“Cosa? No, ti assicuro che sono serissimo. L’appuntamento è per merc..”
TU TU TU.
 
Elijah era sconvolto. Guardò a bocca aperta il cellulare.

“Ha riattaccato.” Disse sconvolto guardando Klaus che se la rideva della grossa.
“Ti prego, posso assistere?”
“NO! è UNA COSA SERIA!”
“Ma ti prego! Starò buono buono, starò nascosto e..”
“HO DETTO NO!”

“Ti permetterò di farmi a letto tutto quello che vuoi..” disse suadente Klaus, avvicinandosi alla sedia su cui era seduto.
Elijah lo fissò sconcertato.

“Non tradirò la fiducia di mio fratello per un altro fratello, per quanto lussurioso e prostituta possa essere..” disse strascicando le parole.

“Mmmm..quanto ti piace che io lo sia..” disse avvicinandosi a lui.
“VAI VIA!!”

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Capitolo 11
*** Kol dallo psicanalista ***


“Il secondo bacio è stato..bagnato.”
Elijah lo fissò sconvolto e Kol dal lettino si sbrigò a dire:
“Perché stava piangendo!” disse addentando un altro biscotto con fame vorace.
 
FLASHBACK.


“Elijah ci ha visti. Ha capito tutto. Siamo rovinati. Rovinati, rovinati!”
“Ma cosa dici Rebekah, è sempre nostro fratello!”
“Ma anche noi lo siamo!”

“Elijah non parlerà. Ci vuole bene. e poi potremmo sempre dirgli che ho perso una scommessa e che dovevo riempirmi di rossetto come una prostituta.”

Rebekah lo fissò sconvolta e poi scoppiò a ridere, spingendolo in avanti.
“Non prendi mai NIENTE sul serio. Ti odio. Ti odio!”
“Anche io ti voglio bene, sorellina. Posso invitarti a cena?”

Rebekah sembrò arrossire circondata dalle luci del lunapark.
“Ma cosa…KOL! Quello che è successo prima..non dovrà MAI, MAI, MAI ripetersi, è chiaro??”
“Mai più? Ma mai più per sempre??”
“Kol!!”

“Per sempre è tanto, tanto tempo, sorellina. E il tempo tende sempre a cambiare le cose.”
“Kol. Ti prego. Sei mio fratello e io..”
“D’accordo, d’accordo. Ho capito. Ma una cena, d’accordo? Solo una cena? Posso farmi perdonare con una cena?”
Rebekah lo fissò allibita.
“Ma ti ho appena detto..”

“Ehi, una cena. Non ti ho mica chiesto di sposarmi. Non hai voglia anche tu di pizza?”
“Ma ADESSO?”

“Eh no, cara la mia sorellina golosa. Ti piacerebbe eh! E invece sarà una cena con i fiocchi, mica pizza e fichi.”
 
 
“E lei ha accettato?” Diceva Elijah.

“Lei ha accettato sì, siamo andati in un ristorante molto molto carino.”
“Suppongo che è stato così che hai speso i miei soldi chiesti in prestito..”

“Ehm..era come dire..per una buona causa!!”
 
 
 
 
FLASHBACK

Rebekah si presentò al ristorante con un vestito lungo., viola, molto elgante.
“Woww..” disse Kol a bassa voce.

Rebekah arrivò al tavolo imbarazzatissima.
“Ti piace? Era da tanto che non mettevo questo vestito.” Ridacchiò lei.
Kol non rispose.
“KOl!!”
“Ehm..scusa mi ero..cosa dicevi?”
“Il vestito! Ti piace?”

“Mmm..troppo..VIOLA. Porta sfortuna no?” e dicendo cosi ingoiò un po di vino bianco.
Rebekah lo fissò corrucciata.

“Ti sei un po..”disse togliendogli una goccia di vino sul mento.
Kol gli prese la mano, mirando le unghie laccate di bianco.
“Belle..”

“Sì..ehm..,mi piace lo smalto bianco sulle mani..”
“Io..direi che dovremmo ordinare. “
“Sì, dovremmo. Sì.”
 

“Siete riusciti ad arrivare al dolce?” chiedeva Elijah.
“Ehm…”
 
 
 
FLASHBACK

Porte che sbattevano, che venivano spalancate con un po troppa veemenza.

Kol aveva preso Rebekah in braccio che si era aggrappata alla sua vita con le gambe.
Mentre la baciava, lei aveva le mani delicate sul suo viso.
La posò sul ripiano dei lavandini, non avevano smesso di baciarsi.

“Sei leggiadra come una fata.”
“Adulatore!”
Altri baci, ansiti.

Kol si pressò di più contro le sue gambe.
“Kol..ah..no..non voglio..che ci vedano..”
Kol intanto aveva strusciato le labbra sul suo seno, ancora semi coperto dal vestito, facendola ansimare.

La guardò, indeciso, lei gli rivolse un’occhiata maliziosa.
Gli prese la mano e lo accompagnò a chiudersi in una cabina, una volta li, lui gli chiese:

“Becka, cosa vuoi fare?”
 
 
 
“Kol…” disse Elijah scandalizzato.

“è stata lei a portarmi in quel luogo di perdizione!” diceva Kol. “Ha cominciato a mettermi le mani li..e io..io non capivo più niente..”
“Va bene, va bene, sei stato chiaro..”
 
“Ah..Becka..Becka..”

“Sì…sì..sì…quanto sei duro, Kol..” diceva Rebekah mentre lo masturbava piano con la mano.
“Becka..owww..”

“Duro come la tua testa. Sei così eccitato per me?” si stava entusiasmando e si pressò di più contro di lui.
Poi si bloccarono. Ci furono dei borbottii sommessi e dei rumori nella toilette.
Rebekah ridacchiò.
“Dobbiamo uscire da queesta toilette!”

“Nooo..perchè? Qui dentro è più divertente, con la paura di essere scoperti.”
“Ma in auto possiamo andare più veloci.” Disse Kol serio fissandola con sguardo penetrante.

Nel giro di due secondi entrambi si precipitavano fuori dalla toilette, correndo come ragazzini.
 
 
 
“Oddio, non ditemi che davvero l’avete fatto nell’auto!” disse Elijah.
“Beh..non proprio..non proprio TUTTO..ecco..”
 
 
Rebekah e Kol si intrufolarono nella macchina come due ragazzini, si sdraiarono con Kol che sovrastava Rebekah.
“Dammelo. Avanti, voglio assaggiarlo.”

Ci fu un’esitazione e Rebekah lo guardò.
“Sei arrossito!”
“No..io..”
Lo baciò teneramente.
“Avanti..su..lo voglio..”
“V-va bene!”

Kol si abbassò i jeans e i boxer e dopo che Rebekah lo massaggiò per bene con la mano, cominciò a leccarlo come un gelato, facendo fare a Kol dei versi osceni, poi lo portò a limite fino a soddisfarlo prendendolo in bocca.

“Cazzo, Rebekah..ahhhhh..vacci piano., Ti soffoch..ahhhh..cazzo, cazzo, cazzo..”
 
“Kol. Troppi..dettagli.” disse Elijah fissandolo con sguardo penetrante.

“Perdonami. Mi sono lasciato trasportare.” Disse Kol, passandosi una mano sulla faccia.
“E io non avrò mai più il coraggio di entrare in quella macchina. Avete pulito almeno poi?”
“Ehm..non ce n’è stato bisogno.”

“Cosa?? Lei ha davvero..” e Elijah fece un gesto vago con la mano.
“Beh..” disse Kol, arrossendo come un pomodoro. “lei voleva, ma io..ho pensato che fosse troppo..per la prima volta. Mi sono spostato..ma era tardi..ed è andato su..” fece un gesto sul petto per far capire.
Elijah fece un grosso respiro senza dire nulla.
 
 
Kol si spostò appena in tempo per evitare che il suo seme finisse in bocca a sua sorella, ma l’eccitazione era troppa e finì invece sul suo seno e siccome il vestito era stretto..
Rebekah prese a ridere convulsamente.
“Sei uno sparcaccione.” Disse.

“Cazzo.” Disse Kol invece guardandola atterrito. “Mi dispiace.”
“Non preoccuparti, è meglio del silicone.” Disse lei mettendogli le mani sul viso.

Kol rimase a fissarla rapito a due centimetri da lei, dopodiché la puoggia cominciò a battere piano sui vetri.
“Guarda..il cielo canta-..la nostra canzone!”
 
Pochi secondi dopo erano fuori dalla macchina e si stavano baciando, Rebekah pressata contro la macchina, ma stavolta era un bacio più romantico, più dolce, più celestiale, mentre erano entrambi bagnati fradici.
 
 


“Ok…il romanticismo non me lo aspettavo. Devo ammetterlo. “disse Elijah, pensieroso.

“Il romanticismo sotto la pioggia.” Precisò Kol con aria sognante, poi sembrò rendersi conto che era con un altro fratello che stava parlando dell’amore per la sorella e sembrò avvampare, Elijah nel frattempo faceva un sorrisetto furbo.


“Prova a raccontarmi cosa provi per lei.”
“Elijah ti prego..è già abbastanza..”

“Vuoi scherzare? La pomiciata e il petting li racconti e QUESTO no?”
Kol sospirò. “Già. È sempre più facile raccontare quello che i sentimenti.”
“Ti capisco, Kol e sarei anche d’accordo con te, ma è troppo importante, lo capisci?”

“E va bene” disse Kol. “Cosa vuoi sapere?”
 
Elijah rimase spiazzato dalla domanda.
“Quand’è cominciata?”
“Alle medie..credo..” disse Kol grattandosi la testa.
“Cosa? Sei serio?”

“No. Cioè sì!! Voglio dire che alle medie ho cominciato a rendermi conto che eravamo sempre inseparabili, anche troppo. E che Rebekah era tanto bella e che probabilmente se non fosse stata mia sorella, era il prototipo di ragazza che mi sarebbe piaciuta, ma ancora non..non pensavo a lei così. Ecco.”
“Quando sei venuto qui mi hai accennato a un ballo..” disse Elijah.
Kol si illuminò al ricordo.

“Il ballo della scuola. Eravamo al liceo, te lo ricordi?”
Elijah provò un po di nostalgia e rimorso al ricordo.
“Sì..ma io non c’ero..ricordo però che ci avevi perso il sonno.”
“Sì..non avevo una dama per il ballo.”
“E io ti suggerii di trovarti un damO.”
Kol rise. Entrambi i fratelli risero.

“Ballai con Becka quella sera. Il cavaliere che si fu scelta, ballava con un’altra e io sono intervenuto quando ho visto che lei stava scoppiando a piangere per la delusione.”
“Ma che cavaliere!”

Kol ignorò quel commento e tornò con la mente a quel ballo:



“Credevo che questo vestito fosse fatto per essere sfoggiato a un ballo..”
“E io credevo non ti piacesse questo vestito..non hai fatto altro che dire che sembro una ridicola principessina ballerina.”

“Beh..” disse lui al mio orecchio. “Ti ho anche detto che il tuo accompagnatore è una stupida palla di pelo e che non lo avresti degnato di uno sguardo, se non fosse che trovi gradevole chiunque ti dimostri un po di affetto, ma non mi hai ascoltato allora..”
“Infatti.”

“Quindi..decidi te quando vuoi ascoltare,..o posso farlo io?” gli chiese chiese facendole fare una giravolta.
Kol si ritrovò  Rebekah sul suo petto.
“Kol..”
“O posso decidere io quando voglio essere ascoltato?”
Per qualche motivo,  Rebelah arrossì.
“Beh..”

“Balla con me. Lascia perdere quel citrullo, Becka.”

“Era da un po che non mi chiamavi più così..”
“Lo sai che anche se litighiamo, io farei di tutto per te, vero, sister?” disse Kol al suo orecchio.
 

“Poi?” gli chiese Elijah, lottando per non farsi ammaliare da quell’incantesimo.

“Poi..lei mi cinse le braccia al collo, e fu come..fu come se mille stelle esplodessero nella mia testa in un universo in cui mi trovavo legato in quel momento, come se mille stelle si spegnessero e poi si accendessero.”
Elijah rimase scosso da quella metafora.

“Qualcuno disse che solo un’esplosione interna, può consentire loro di brillare.” (Nd: Il manuale del guerriero della luce)
“Sì..” disse Kol. “Sì..” ripetè asciugandosi un occhio.
“Poi?”

“Lei diventò strana all’improvviso, si guardò attorno all’improvviso spaventata come se tutti stavano guardando noi, e scappò, scappò in bagno dicendo che si era colata il trucco, ma io lo sapevo.”
“Sapevi cosa?”
“Sapevo che stava scappando da me.” disse Kol.
 
Vidi mio fratello così struggente e solenne quel giorno.

Così fiducioso nel donarmi le sue parole, parole di stelle accartocciate che qualcuno di forte avrebbe potuto strappare via, lui le stava donando a me.
Siamo gente di seta, rovinosa, fragile, il nostro universo è fatto di cartapesta con le stelle disegnate, distruggere il nostro Universo, è la cosa più semplice del mondo.
Così come il nostro cuore.

Lasciai perdere i miei inutili strumenti di psicanalista da due soldi, lauree che non servono a niente.
A chi?

Lasciai la mia postazione e mi chinai ad abbracciare mio fratello, ancora sdraiato, probabilmente immerso a contemplare ancora quel cielo stellato, quell’Universo che è dentro di noi, quelle nebulose che sono nei nostri occhi, quelle costellazioni che si intrecciano come corde attorno al nostro cuore.

Ma le stelle si fanno gli affari loro, non si interessano a quello che facciamo noi, su questa terra.
 
Lo abbracciai, consapevole di essere troppo uomo, troppo UMANO, non sono una stella, e come tale non sapevo come raggiungerlo, come consolarlo.
Il Paese delle Lacrime è così misterioso.

Ma Kol si aggrappò a me come se gli stessi porgendo l’acqua, la fonte della Vita.
E abbracciandomi così, salvò un po anche me stesso.
 
 






*

“La vedevo uscire con i ragazzi, sapendo che non l’avrei potuta avere. Era il frutto proibito che non potevo avere. Oggigiorno i ragazzi quando provano attrazione per una ragazza, lo dicono, glielo fanno capire. Io non potevo dirlo, non potevo farlo capire.
Potevo solo guardarla da lontano, assaporare il suo profumo da lontano.

Spesso mi chiedevo se era così che si sentiva Eva, guardando la mela sull’albero, il frutto proibito che non poteva mangiare. La desiderava tanto solo perché era proibita o perché davvero era speciale? L’avrebbe desiderata tanto se non fosse stata proibita?
E mentre dentro di me pensavo questo, pensavo anche ad altre cose.

Pensavo alla follia degli uomini, a come danno per scontato tante cose.
L’amore di una donna per esempio, che non è mai scontato, ma non solo.

Anche il regalo di un semplice bacio, oh, come può essere dolce un regalo come questo, oggi se ne scambiano a decine, a centinaia in una discoteca qualunque, non si da più valore al bacio, e pensiamo che abbiamo perso il valore di esso, ma non è così, è che quando hai qualcosa, non realizzi quanto valore abbia. È tutto lì, i valori non si sono mai persi ma ce li dimentichiamo quando quella cosa la possiamo avere quando vogliamo, non ci rendiamo conto della sua importanza, i valori non sono mai andati persi perché semplicemente niente si perde mai, perché non si possiede mai niente.

Abbiamo sminuito anche il fare l’amore, crediamo che potremo farlo sempre tutti, finchè vogliamo, è quando però vorremmo farlo con l’oggetto del nostro amore che ci rendiamo conto che non è così facile come credevamo, è lì che ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati quando una donna si concede a noi, donandoci la nostra nudità, le sue braccia, i suoi baci, ce ne rendiamo conto quando potrà farlo con tutti, non con noi, perché è sbagliato.
Ma sbagliato da chi, poi, mi chiedevo.

Sbagliato dall’uomo, l’uomo ha definito che è sbagliato, l’uomo, proprio la creatura che la natura stessa ha progettato per far sbagliare di continuo, si eroga il diritto, si erge da giudice per decidere che qualcosa per lui è sbagliato, quando lui in realtà sbaglia di continuo.
Che cosa è giusto? Chi può dire cosa è giusto o sbagliato? Chi può dire che cosa significa giusto?
Non è giusto neanche definire giusto in base alla felicità di una persona, se questa va a discapito della felicità di un altro.
 
Guardavo Rebekah e dentro di me lei era come una Dea.
Come quelle dei greci o degli antichi romani.
Come una fiaccola che sempre si illuminava e io ero come la falena che cercava piuttosto strenuamente di tenersi lontano dalla fiaccola per non bruciarsi.

O forse ero io il drago e lei la falena e stavo lontano da lei per non bruciarla con il mio fuoco.
Spesso non siamo chi crediamo davvero di essere, la nostra vera natura non è come pensiamo che sia.

Spesso io leggevo a Rebekah delle fiabe, le leggevamo insieme in una radura desolata e desideravamo di esplorare insieme mondi fatati e inesplorati.
E dentro di me immaginavo la mia vita, le nostre vite, sia in questo universo sia in un altro.
Ci sarebbe stato permesso di amarci in un’altra vita?

E se fosse stato così, ci saremmo rincontrati? Saremmo stati in grado di riconoscerci?
E lei mi avrebbe amato? Avrebbe scelto di amarmi se avesse potuto scegliere?
 
Una stella.
Una luna.
Una notte stellata senza fine.

Ecco quanto si può diventare poetici e sentimentali,quando non puoi avere qualcosa.
Il grande inganno dell’uomo, da sfoggio della bellezza dei suoi sentimenti solo quando non può avere qualcosa e forse questo non dimostra forse che in realtà siamo vuoti dentro e incapaci di amare davvero qualcosa o qualcuno? Non è la dimostrazione della nostra vuotezza interiore?
 
 
 
Kol sembrò riscuotersi dalle sue fantasticherie, notando il luccichio delle lacrime di Elijah che lo fissava.
“Elijah, stai piangendo??” lo guardò atterrito.

“Cosa?? No! Ti stavo ascoltando.” Disse lui cercando di ricomporsi.
“Stavi piangendo!! Elijah, io non volevo..scusami..mi sono lasciato trasportare.”

“Hai un animo da poeta, suppongo tu mi abbia semplicemente commosso, amo gli animi poetici, ecco il mio lato debole suppongo. Era bellissimo.”
“Cosa??”

“Tutto. Tutto quello che hai detto. E io non penso che tu sia vuoto, Kol, no, non lo penso. Davvero.”
Kol sembrò davvero imbarazzato.
“Mi preoccupa molto il futuro, Elijah..io e lei..come faremo a..”
“Non farlo.”
“Cosa?”

“Quando si affacciano i problemi, le persone smettono di dare amore e cominciano a parlarne, ( nd: L'ultima riga delle favole ) elogia il tuo amore per lei anche a parole, quando serve ma non lasciare che si nutra solo di questo, pensa a viverti questa…bella cosa che è successa tra di voi, non importa che la sappia il resto del mondo. Io vi aiuterò se voi vorrete.”

Kol non seppe per un bel po che cosa dire, poi uscì fuori con un:
“Vorremmo invitare tu e Klaus a cena da noi.”
BOM.
La bomba era scoppiata.
“Cosa? Ma..c-come? Perché?”

“Sarà una buona occasione per conoscere finalmente nostro fratello!” disse Kol.






















Note dell'autrice:  vi devo dire che sono molto soddisfatta della seconda parte, mi è piaciuto molto scriverla ed è stata inaspettata per me!

Vi chiedo di avere pazienza, so che per ceti versi sembra una storia comica e surreale, lo so che scrivendo di un fratello che si confida su un altro fratello al riguardo di una relazione con la sorella, mentre anche l'altro fratello sta con l'altro fratello, sembra più una commedia, ma vi assicuro che ci tengo a questa storia e mi sto davvero sforzando in tutti i modi di renderla SERIA xd anche se la trama di base non lo sembra e poi non vorrei che date per scontato che la storia si limiterà a queste slices qua, altrimenti vi avrei detto che sta per finire. Ci sono ancora tantissime sorprese, arriveranno altri componenti della famiglia e tanti feels <333

“Il secondo bacio è stato..bagnato.”
“Perché stava piangendo!”

Citazione da Harry Potter e il calice di fuoco ahha Harry e Ron parlano di Cho xd

Per sempre è tanto, tanto tempo. E il tempo tende sempre a cambiare le cose.” - citazione da Red e Toby.

Ps ragazzi mi rendo conto dopo la rilettura che Kol non ci fa una gran bella figura raccontando cosa hanno fatto in macchina xd perdonatemi sussubito non ci ho pensato, ma se ci pensate un attimo, oltre ad essere l'unico modo per raccontare cosa fosse successo, è anche realistica la cosa, perchè i ragazzi raccontano spesso agli amici cosa fanno a letto, xd e considerato il carattere di Kol non lo trovo improbabile che faccia così ahha

la frase sul paese delle lacrime è del Piccolo Principe e la frase sulle stelle che si fanno i fatti loro, è dell'Enigma del solitario.

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Capitolo 12
*** La cena a 4 ***


“Ricordami come hai fatto a invischiarmi in questa storia!”
“Intendi la nostra o la cena con i miei fratelli?” chiese Elijah con un sorriso malizioso.
“Tutte e due! Vipera!”

Elijah rise e Klaus lo guardò. Era così bello come rideva. Ringraziò che Elijah non poteva leggergli la mente.
“Non ho bisogno di leggerti la mente per sapere a cosa stai pensando.” Gli disse Elijah malizioso.

“Possibile che non capisci? Sarò profondamente a disagio! Passerò tutta la cena ad avere paura che scoprano di noi e non sarò me stesso e..”
Elijah frenò la macchina bruscamente.
“Vuoi lasciarmi a piedi?” chiese Klaus un po intimorito.
“A dire la verità, volevo fare un’altra cosa.”
 Poi lo baciò di slancio.

“Non sapevo se avremmo avuto occasione di farlo stasera.” Si giustificò.
“Vieni qua, stupido!” disse Klaus, attirandolo per la giacca e baciandolo di nuovo.
 
 
 
 
*

“Elijah!” Rebekah gli andò incontro come una bambina abbracciandolo.
“Ehi, calma, o i pasticcini si rovineranno.” Rise il moro.
“Cosa?? Hai portato i pasticcini? Cazzo, sai come corromperci, fratello!” disse Kol, saltellando.

Elijah gli diede uno scappellotto sulla testa.
“Non essere sempre così volgare, abbiamo ospiti.”disse Elijah.
“Se ha davvero il nostro stesso sangue, non può essere un puritano..cioè..volevo dire..uno di bocca buona..cioè..”
Resosi conto che le sue frasi potevano avere un doppiosenso erotico, Kol cominciò ad agitarsi sotto lo sguardo e il sorriso perplesso di Elijah, invece Rebekah sembrava che stava per avere un attacco di panico , mentre Kol gridava che doveva andare in bagno.
Klaus rideva.

“Mi piace questo ragazzo.” poi si volse verso Rebekah. “Piacere, madama.” Prendendole la mano.

Poco distante Kol aveva sul viso lo stesso sguardo arcigno di disapprovazione che ce l’aveva Elijah.
“Forse sarebbe meglio andare, che ne dite? L’arrosto.” Disse Rebekah.
“Forse a Klaus farebbe piacere conoscere la casa.” Suggerì Elijah con esasperazione.
“A me fa piacere mangiare.” Disse Klaus.
Kol scoppiò a ridere.

“E io INSISTO. Facciamogli vedere la CASA.” Disse Elijah spingendolo.
 
 



La villa dei Mikaelson era davvero bella.
Una bellissima villetta in legno, la parte più bella era la scalinata.
Klaus la toccava ammirato.

“Io e Rebekah da bambini scivolavamo sempre sui cornicioni.” Informava Kol.
“E io dovevo gridarvi dietro per farvi smettere, perché se vi facevate male, chi le avrebbe sentite dalla mamma? Io!”
Klaus si volse a guardare Elijah con un sorriso e il moro dovette sventolarsi con la mano per l’occhiata di fuoco che gli lanciò l’altro. Che sguardo ardente!
 
“Avete DUE BAGNI?” chiese Klaus fischiando.

“A dire la verità ne abbiamo TRE, ma uno non lo usiamo mai, è in soffitta, sì, era l’unico modo per non pestarci, visto che Rebekah ci passa mezza nuda metà della giornata e Elijah quando aveva i suoi appuntamenti passava un’ora a fonarsi il ciuffo.” Disse kol.

Elijah avrebbe voluto ribattere con qualcosa di velenoso, Klaus ne era sicuro, ma si trattenne, e mentre contemplava il bagnetto con le piastrelle viola e la fantastica doccia, sentì Rebekah dire con soddisfazione che Kol era sempre l’ultimo a essere pronto visto che passava da adolescente interi pomeriggi in camera a fare chissà che cosa, dopo essersi rimpinzato di porno.
Klaus non credette a cosa stava sentendo, si voltò giusto in tempo per vedere il moretto rincorrere la sorella giù per le scale.

“Perdonali..io non so che cosa..probabilmente fanno così perché sono agitati e nervosi.,” disse Elijah rosso.
“Deve essere bello avere tanti fratelli, non vi annoiate mai vero?”
“In realtà ci siamo sentiti sempre come se fossimo solo in TRE, Finn ha fatto sempre una vita separata, è un tipo solitario che non esce quasi mai dalla sua stanza e passa molto tempo fuori.”
“Sa di me?”
Elijah esitò.

“Gli abbiamo detto di te.”
“E… Gli sto sulle scatole eh?” rise.
“Veramente è più indifferente e tutt’altro che contento all’idea di avere altri fratelli, già non sopporta noi.”

“Questo Finn deve avere proprio una scopa piantata nel..”
“Sono d’accordo!!” gridò Kol, arrivando in quel momento.
Rebekah gli arrivò da dietro frizionandogli i capelli con energia di una bimba pestifera o forse con la frenesia di un'amante che ti vuole baciare.
“Kol, ti sembra il modo di gridare?”

“Ho intuito che non l’avresti mai sgridato per aver detto una parolaccia, quindi l’ho fermato io, perchè lui può e io no? Ah già, è il fratello preferito.”
“Kol..” disse Elijah sibilando.
Ma Kol rideva.
E sorprendentemente anche Klaus.
Elijah e Rebekah si guardavano straniti.

“Questo ragazzo sembra la classica spina nel fianco, mi sarei divertito a dargli una lezione.”
“Credo tu invece non ne hai bisogno, di lezioni di superbia, intendo.” Disse malizioso.

“No, su quello mi vanto di essere un maestro!” ribattè l’altro.
“Okkk!! Che ne dite di vedere la soffitta ora?” disse Elijah intrometendosi.
 
 




Salirono quindi l’ultima scalinata che dava sulla soffitta e Klaus sorrise a vedere quel posto, era un po impolverato ma accogliente.

I suoi occhi si soffermarono sul letto appoggiato al muro, la piccola tele di fianco, il tappeto persiano davanti, il baule pieno di giochi e pupazzi all’angolo, e altre due mini stanzette ai lati.
“Qui c’è il bagno.” Disse Elijah che aveva preso molto sul serio il suo ruolo da guida. “è un po sporco..ehm..è da tanto che non puliamo qui.” disse spingendo via KLaus che rise.

“Ma credevo volessi farmelo vedere.” Si ribellò Klaus ridendo.
“Ci ho ripensato. Troppa polvere, sporco..brrr..”
“Quante storie, sono abituato alla mia vecchia casa!” disse Klaus entrando lo stesso.

Klaus soffermò il suo sguardo sulla portasaponetta piccola ma carina attaccata al muro,sulla vasca graziosa e i comuli di polvere e sporcizia nella vasca, il lavandino era anch'esso sporco ma sembrava elegante. Due eleganti scorrimano per gli asciugamano erano di ottone, sotto la sporcizia sembrava ORO.

Elijah lo guardò atterrito, ma Klaus disse solo “Mmm..non male, una volta ripulito sarà un bagno spettacolare.” Disse solo uscendo.
Elijah si sentiva ancora molto imbarazzato.
“Ehm..qui invece..l’altra stanzetta è un cucinino..”
Klaus rise e così anche gli altri fratelli.

“Insomma..una cucina piccola..non so come chiamarla. “
Klaus fissò la stanzettina che non aveva neanche un mobile, non fosse per un grande videogioco da bar, situato all'interno, quello con cui i bambini si intrattenevano a giocare. Non credeva ne esistessero ancora, pensava fossero scomparsi tutti in favore dei giochi d'azzardo.

“A me sembra tutto tranne una cucina e non ho mai visto un videogioco da bar, dentro una cucina.” Disse l’altro.
Elijah arrossì e Kol scoppiò a ridere, perfino Rebekah sorrise.
“Beh, è una sistemazione provvisoria ma..”

“Funziona??” disse Klaus esaltato, d’improvviso come fosse un bambino.
“Beh..dovrebbe..non siamo riusciti a legare bene i fili.” Disse Kol, adombrandosi un po.

Klaus si fece pensieroso e Elijah pensò subito a distrarlo.



“Beh, comunque è come fosse un mini appartamento eh?”
“Esatto!!” disse Rebekah battendo le mani come una bambina. “è stato il regalo dei nostri genitori per noi.”

“A me piace pensarla come un modo per non averci tra i piedi.” Disse Kol, Elijah gli lanciò un’occhiataccia.
“Temo di non capire.” Disse Klaus sorridendo.

Elijah ebbe la sensazione che lui capisse ma voleva dare solo a lui il gongoleggio della spiegazione, sorrise sentendosi qualcosa sciogliersi dentro.
 
“Beh, diciamo che questa..sarebbe dovuta essere come una seconda casa per noi, non lo è davvero, ma più come un rifugio, come una casetta sull’albero, hai presente?”
Klaus annuì.

“Da piccoli impazzivamo per questo posto. Le vedi quelle travi lassù?” chiese indicandogli delle travi spioventi sul soffitto. “Kol si arrampicava sempre come una scimmia ed era anche molto agile in quello. Faceva prendere dei colpi a me e Rebekah, lei lo seguiva e io dovevo continuamente gettare giù un materasso per lei che cadeva ogni volta.” Disse beccandosi un pugno sulla spalla da parte della sorella.
“Davvero, eh? Sei ancora in grado di farlo, Kol?”

Kol balbettò un po. “Io..sono un po fuori all..ma sì, credo di si.” Disse guardandolo e sorridendo improvvisamente, una luce maliziosa di sfida, gli percorse gli occhi.
“Non se ne parla!!” disse Elijah appena vide Klaus arrampicarsi sulle travi. “è pericoloso. KLAUS!”
“Andiamo, Elijah, non fare il guastafeste.” Disse Klaus ridendo.
“Guastafeste è il suo secondo nome!” disse Kol, arrivando subito dietro di lui.
 
Entrambi lavoravano di braccia proprio come scimmie sugli alberi.
“Vi prego, scendete giù, è pericoloso.” disse Elijah, un po intimorito, ma qualcosa di inconscio si scatenò dentro di lui. Stima, ammirazione, orgoglio.




Si volse verso Rebekah e vide che sua sorella li stava guardando imbambolata e con un sorriso ebete sulla faccia.
“Reb, dovresti andare a vedere l’arrosto. Non vorrai farlo bruciare.” Le disse e un po si senti in colpa di privarle di quella visione, infatti lei come una bimba capricciosa, cominciò a inveire contro di lui.

“Se farai bruciare l’arrosto la cena sarà rovinata, non vorrai mica rischiare, dopo che ci abbiamo messo tanto impegno vero?”
Rebekah se ne andò, mandandolo a farsi fottere , ma scappò a perdifiato forse temendo che le previsioni di Elijah si avverassero.

A Elijah dispiacque di aver impedito a Reb di continuare a bearsi di quella visione magnifica, ma non mentiva, l’arrosto non doveva bruciarsi, e poi sentiva che quello egoisticamente era un momento così MAGICO da condividere solo loro tra maschi.

Non voleva escludere Rebekah, ma davvero, era cresciuto solo con un fratello, perché Finn a conti fatti non sembrava neanche far parte della famiglia per così tanto tempo che trascorreva fuori casa e lontano da loro, e ora vedere suo fratello Kol andare così d’accordo e giocare con l’amore della sua vita, lo emozionava così tanto da farlo quasi piangere. Voleva bearsi di quella visione fino ad abbeverarsi, sentiva che era uno spettacolo quasi privato.
 
Alla fine dopo due giri, Elijah e Kol si staccarono dalle travi, Elijah notò che erano sudati e accaldati, Kol con la sua maglietta grigia e Klaus con quella rossa, così casual e così perfetti, accidenti, meno male che nessuno di loro si era messo in smoking, se era un’altra occasione avrebbe comandato a suo fratello di darsi una lavata, ma ora vedere quella cosa così famigliare e intima e semplice, era una delizia negli occhi.
No, c’era tempo per rimuovere tracce di una delizia così infantile, poteva aspettare ancora un po.

Klaus diede il cinque a Kol e qualcosa cantò ancora a festa nel suo stomaco.
 
Rebekah intanto aveva fatto ritorno e si tornò alle spiegazioni.
La televisione era scollegata da un po perché nessuno più andava li e anche i giochi di Rebekah raccolti tutti dentro il baule non vedevano la luce da un po.

“Quando eravamo piccoli, Rebbie giocava con le bambole e io e Elijah guardavamo la tivu o le videocassette o la play.”
“Guardavi le principesse disney, Elijah?” domandò Klaus maligno.
“Beh, mi piacciono le principesse con i boccoli.” Rispose a tono l’altro, sorridendo.
I fratelli sembravano straniti da quel loro scambio di sguardi ma non dissero niente.

“Beh, direi che è ora di andare a mangiare!” disse Rebekah allegra, Kol la sorpassò per scivolare sul cornicione della scala come faceva una volta e Rebekah gli andò dietro.
“Ehi, aspettami, cafone!”
“Pensa se mettevi la gonna.” Rideva Kol.
 
Klaus stava li a guardarli arrivare in fondo alle scale con un sorriso.

“Hai fatto un miracolo.” Disse Elijah sorridendo.
Klaus sorrise di rimando.
“Elijah, non..probabilmente vogliono solo fare buona impressione su di me..”

“E pensi che sia poco? Tu hai creato questo. Questo clima. Non li vedevo così felici da..non lo so. Vorrei..vorrei,..”
“Sì?” gli chiese Klaus, gli occhi che brillavano e luccicavano, avvicinandosi.

Un calore troppo forte si insinuò nello stomaco di Elijah, no, era una cosa così stupida, per non dire pateticamente sentimentale e poi era troppo presto.

“Andiamo a mangiare, dai!” e lo sorpassò lottando contro i sentimenti che avrebbero voluto Klaus li per tutta la sua vita e anche oltre.
 







*

La cena si svolse nell’armonia generale, i fratelli erano molto curiosi di come Klaus ed Elijah si erano conosciuti e Elijah raccontò tutto, compresa la pattinata sul ghiaccio, riservando per sé solo i particolari piccanti della loro conoscenza.
“Ma dai, davvero gli sei franato addosso? L’hai fatto apposta, dì la verità, Elijah faceva un po il maestrino, un po troppo e gliel’hai fatta pagare.” Disse Kol.

"è vero!" disse Klaus sorridendo malizioso al fratello che distolse lo sguardo in imbarazzo. In realtà già allora flirtavano e aveva trovato una scusa per finire addosso a lui.
Rebekah li guardava perplessa ma decise di non fare commenti al riguardo.
"In realtà lui ha cercato subito di fare colpo su di me, prima facendo la crocerossina racattandomi da una discoteca e poi dicendomi che era uno psicanalista." disse Klaus raccontando la cosa, quando erano arrivati al fattore psicanalista e Kol chiese come lui aveva preso il fatto che era uno psicanalista, Klaus rispose:
"Gli ho detto che poteva andare a farsi fottere, lui e gli altri suoi colleghi strizzarcelli. Gli sarebbe piaciuto studiare un cervello come il mio!" disse Klaus scoppiando a ridere e coinvolgendo gli altri.

"Tu non hai detto proprio così." disse Elijah mettendosi una mano davanti alla bocca pulendosi da una salsa alla menta.
"Già..avevo detto che per lu ero l'ennesimo caso da risolvere."
"Tipico di Elijah,. non farci caso. " dfisse Kol comprensivo. "Ha la sindrome del messia."
"Kol!" lo rimproverò Elijah.
Klaus rise.
"E tu cos'hai risposto?" chiese Rebekah.
"Beh non potevo mentire, ma ho specificato che non mi ero mai portato il lavoro a casa."
Risero tutti.

I fratelli si guardarono e decisero che le sdolcinerie successive era meglio tenersele per loro.

Con grande sollievo di Elijah, i due fratelli non parlarono della madre morta, nè del padre che avevano in comune, o del rapporto conflittuale con Finn, ci fu un momento in cui KLaus accennò al fatto che da Elijah parlava del padre, in cui Rebekah e Kol si guardavano.
"Credetemi, so che pensate di essere stati sfortunati, ma c'è di peggio che non avere papà nella vostra vita. Ed è averlo nella vostra vita." disse rimpinzandosi di quel panino al latte che tanto gli piaceva.

Elijah aveva tremato per quel momento ma poi Rebekah e Kol avevano sorriso e lui li aveva adorati.

C'era ancora il dolce, la torta di mele che Rebekah e Kol avevano preparato che doveva uscire dal forno e mentre loro lavavano i piatti, Elijah ne approfittò per spingere Klaus con lui in giardino.


"Ti rendi conto di che miracolo hai fatto?" gli disse sorridendo come se avessero vinto alla lotteria.
"Non so di che cosa parli." disse Klaus. Oddio com'era bello suo fratello. Suo fratello MAGGIORE. Elijah. Assaporò il suo nome. Elijah.
"Elijah." disse strascicando la lettera J. Aveva bisogno di dirlo. Ecco. L'aveva detto.

Elijah per tutta risposta gli incorniciò il viso e lo baciò con una dolcezza disumana.



"Questo per cos'era?" gli chiese Klaus mentre Elijah gli allacciava le braccia al collo.
"Per essere come sei, per essere mio fratello, per avermi donato uno scopo, una ragione di vita, prima non sapevo per cosa vivevo, ora so che vivo PER TE, per vederti felice, per vedere come hai saputo trasformare un disastro famigliare in un legame d'affetto fraterno sincero e profondo.Guardali, loro sono felici, prima di conoscerti, non lo erano, non lo ero neppure io, perchè io non riuscivo a essere felice, mi mancava qualcosa..e solo adesso ho capito che era QUALCUNO..tu..tu eri il puzzle che ci mancava, per essere i fratelli che dovevamo essere da tanto tempo..e poi perchè TI AMO."

KLaus non riusciva a parlare, potè solo baciarlo di ricambio.
"E io ringrazio te per avermi donato non solo l'amore, ma anche una famiglia. " disse sussurrando. "Nostro padre ci ha maledetto ma allo stesso tempo ci ha benedetto, facendoci incontrare."
Si baciarono ancora e all'improvviso fiocchi di neve caddero dal cielo sulle loro teste.

Risero.
"Hai fatto nevicare d'estate." disse Elijah sorridendo prendendogli ancora il viso per un altro bacio.
E si rese conto solo adesso che nevicava anche quando Rebekah e Kol si erano baciati, solo che aveva smesso quasi subito, tanto da chiedersi, mentre correva, se non fosse stato uno scherzo della sua mente.

Rebekah e Kol uscirono sul giardino e li videro baciarsi, sussultarono, impietriti.
"K-Kol..."
"Adesso capisco perchè era tanto comprensivo con me." disse Kol sorridendo con gli occhi che brillavano.
"Kol..m-ma...questo..questo è.." lo guardò. Non sapeva cosa dire.
"Meraviglioso. È l'amore, sister." e la baciò di slancio.

Rebekah si staccò solo per sussurrargli sulle labbra: "Nevica, come quel giorno, sulla giostra, ricordi?"
"Come potrei scordare il nostro primo bacio? Perfino la neve voleva congratularsi con noi."
Finalmente anche Klaus ed Elijah si accorsero di loro e se Elijah si coprì la bocca con la mano ma i suoi occhi ridevano imbarazzati, Klaus, sorrise imbarazzato ma più sicuro di sè.
"Ci volevamo noi per farvi uscire allo scoperto!" disse Klaus scherzoso.
La risata imbarazzata di Rebekah , era cristallina e pura come le foglie di Aprile, Kol la prese in braccio e le fece fare il giro del giardino tanto per fare qualcosa.

"Propongo una notte a dormire sotto le stelle, così tanto per festeggiare la rottura del ghiaccio sui nostri reciproci segreti." disse Elijah prendendo dalla cucina velocemente una bottiglia di spumante e facendolo cadere dappertutto.
 






















Note dell'autrice: yeeeeeeeeee non sapete come mi ha messo su di morale questo capitolo!
Specifico che per descrivere la casa ho preso ispirazione alla mia vecchia casa LOL
non volevo che fosse la descrizione di una cena noiosa dove si mettono subito a tavola LOL
temevo sarebbe risultato noioso descrivere la cena ma mi piace come è venuto ^^

ringrazio Team per il continuo sostegno, ma anche Klaushoe, è stato anche grazie alla sua recensione se io ho avuto la spinta per aggiornare e quindi anche merito suo se questo capitolo ha visto la luce *_* non avevo più voglia di aggiornare e forse l'avrei fatto ma chissà fra quanto, poi ho letto la sua recensione e mi sono decisa xd

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Capitolo 13
*** Di videogiochi, ritratti e fratelli possessivi ***





“Ti ho detto che voglio andare a vedere, Elijah, lascia che mi renda utile a qualcosa!” disse Klaus, e alla fine il maggiore annuì, anche se piuttosto scettico.

Alla fine quando tornò alla sua vecchia casa, verso il tardo pomeriggio, trovò Klaus e Kol a giocare insieme al videogioco come due bambini.
“Sei riuscito a farlo funzionare.” Disse sbalordito.

“Te lo dicevo, fratello, che sono un genio!” disse Klaus. “E ho anche stracciato Kol più volte a questo gioco.”
Elijah fissò il lupo rosso saltare a ripetizione.
“Preferisco il drago Spyro.” Commentò.
“Posso batterti anche a quello, vedrai.”
“Ehi, nessuno è più bravo di me in quello.”

Klaus si volse verso Kol.
“Allora stasera faremo una partita a tre, sono certo che Elijah riuscirebbe ad arrivare ultimo.”
“E Rebekah? Non sarà felice di sapere che la releghiamo ai fornelli, si lamenta che perché è donna, sta sempre ai fornelli.”
“Beh, che ci vuole a ordinare delle pizze?”

“Beh, i soldi, tanto per dirne una.” disse Elijah ma sorrideva, l’idea di una pizza tra fratelli non era male.
“Posso pagare io.”
“Non dire sciocchezze, a che serve uno strizzacervelli in famiglia no? Ti sei mai chiesto perché a uno piaccia strizzare così tanto i cervelli altrui?” chiese Kol.

“Perché è un serial killer?” chiese Klaus.
“Perché viene pagato bene!”
“Kol, fratellino mio, una volta tanto ne hai detta una giusta.” Disse Elijah.

Kol si mosse tutto galvanizzato e Elijah guardò con un sorrisino di sfida Klaus, che lo guardava con una punta di gelosia.
 
 
 
*

“Lo sapete che dipingo vero? Ma mio..insomma..nostro padre..diciamo che in famiglia non ho mai potuto far fruttare questo mio talento, non potevo dipingere in pace che i miei disegni erano sempre coniati da mortificazioni e rimproveri. Beh, che ne direste di farmi da modelli?”
Convincere Rebekah e Kol a stare fermi fu problematico e molto lungo.

Elijah dopo un po si annoiò e decise di andare a preparare un soufflé al cioccolato, quando tornò in mansarda, vide che il dipinto era tutt’altro che finito, ma incredibilmente Klaus SORRIDEVA.
Guardò verso i suoi fratelli, Rebekah con quel graziossissimo, vestitino stile anni dieci, rosa, in braccio a Kol vestito come un paggetto con un vestito azzurro.

“Stai dipingendo il principe azzurro e la principessa rosa?” chiese Elijah stringendo gli occhi.
“Non farli ridere, Elijah.” Disse Klaus tracciando i contorni con il pennello.
Infatti loro trattennero una risata.

“Siamo nell’era moderna! Dove hai trovato questi vestiti? E poi avresti potuto risparmiarti tutto questo lavoro di ore e ore, facendo una foto e chiedendo a un professionista di fartela come un ritratto.”
“Che ti devo dire, mi diverto di più così..c’è l’ansia dell’attesa..non puoi sbagliare, stai sempre sul filo del rasoio..”
“Posso baciare Rebekah?” chiese Kol.

“Non sul disegno.” Disse Klaus.
“Uffa!” disse Kol facendo un broncio.
“Lo dico per il vostro bene, se qualcuno vedesse il disegno che direbbe?” chiese Klaus.

“Dubito che qualcuno riuscirebbe  a riconoscerli.” Disse Elijah.
Klaus li fissò.
“Loro veri sono molto più brutti.” Disse Elijah per compiacerlo.
Klaus mollò il disegno per dargli un fugace bacio e Kol fece una smorfia.
“Che schifo.” Disse Kol.

“Ehi siete degli ipocriti.” Disse Elijah.
“Non è perché siete fratelli, ma perché..insomma..hai baciato Elijah, mister perfettino.” Disse Kol.
“Non credi sia un buon baciatore? Posso..”

Kol era terrorizzato, e Klaus gli diede uno scappellotto, Rebekah lo guardò male.
“Ehi ehi ehi, non ho detto niente, cavolo, che fratelli possessivi.” E risero tutti quanti.

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Capitolo 14
*** Klaus e il tamburo ***


Erano nella stanza di Kol e si trovavano sui due lettini di Rebekah e quest’ultimo.
La coppia Klaus/Elijah sul lettino di Kol e quella composta da Rebekah e Kol, sull’altro.
E si baciavano, sull'altro letto i fratelli maschi facevano altrettanto.
Era stupefacente potersi baciare e coccolare sapendo che a pochi metri di fianco a loro c’erano gli altri loro due fratelli e questo era un pensiero di tutti e quattro, era liberatorio.
Avere da parte loro un famigliare, anzi più famigliari che non giudicavano quello che provavano, perché sapevano cosa si provava, anzi lo sapevano in tutti i sensi, era straordinario per loro.
Kol prese una pausa dai baci di Rebekah per guardarla, lei si era assopita, forse volendo seguire l’esempio degli altri due e Kol in un lampo si sentì….SOLO.
Fu una sensazione paralizzante. Si era sentito così forte fin quando li aveva sentiti al suo fianco, coscienti, ma ora già si sentiva solo, e loro erano ancora li, solo..dormivano.
Era assurdo e sciocco, se ne rendeva conto, in quel momento però diventò cosciente di una cosa che avrebbe preferito non scoprire MAI.
Lui aveva bisogno del loro sostegno come dell’aria che respirava, forse il motivo era che era così debole da solo e quella consapevolezza lo faceva soffrire. Perché non era in grado di reggersi da solo?
Guardò uno a uno i suoi fratelli. All’improvviso il legame che univa tutti loro, lo vedeva così fragile e evanescente, effimero, che si chiese se non avessero fatto tutti un errore.
Condividere lo stesso destino era servito a unirli e a farli sentire preda di una felicità delirante, ma cosa sarebbe successo se Klaus o Elijah avessero cambiato idea?
Se la loro coppia si fosse rotta, se si sarebbero accorti che non era questo che volevano, la cosa avrebbe scosso lui e Rebekah a tal punto che loro si sarebbero rotti a vicenda?
 
Kol era consapevole di certe cose, sapeva che quando un gruppo condivide lo stesso destino, a volte questo crea una forza così grande da essere più forte di un palazzo inespugnabile, ma allo stesso modo, quando una pedina crolla, è come se l’intero castello crollasse di rimando, il fallimento di uno, diventava scoraggiamento degli altri e fallimento di tutti, di conseguenza.
Voleva dirsi che questi pensieri erano assurdi, che loro non stavano insieme perché anche Elijah e Klaus stavano insieme e viceversa, che se Klaus ed Elijah si fossero lasciati, almeno loro sarebbero sopravvissuti, perché amava Rebekah..ne era sicuro..ma allo stesso tempo non sapeva se loro due sarebbero stati in grado di reggere un’eventuale rottura dei loro due fratelli maschi, la prospettiva di essere gli unici della loro famiglia a combattere contro un destino infame, quello di essere fratelli e innamorati, lo fece sentire molto solo.
Avrebbero retto alla pressione?
Rebekah magari col tempo avrebbe voluto un figlio, lui non avrebbe potuto darglielo..prima o poi l’avrebbe lasciato e…
Si alzò da quel letto per non farsi scoprire che aveva cominciato a piangere, non voleva farsi vedere o rovinare quel momento di felicità a tutti quanti. Non voleva.
 
 
Andò in cucina e per la prima volta dopo tanto tempo, pensò a Finn.
Era il loro fratello maggiore.
No, bugia, non era la prima volta che pensava a lui ma non l’aveva mai detto, per non farli preoccupare, eppure stavolta lasciò che i pensieri vagassero.
Cos’avrebbe fatto se li avesse scoperti?
Li avrebbe denunciati alla polizia?
Non avrebbe comunque prove..non potrebbe dimostrarlo..
Pensò con il volto tra le mani, piangendo e inginocchiandosi davanti al mobile della cucina.
 



Pochi minuti dopo come immaginava, qualcuno arrivò ed era Rebekah.
Kol cercò di asciugarsi frettolosamente le lacrime, sapeva che qualcuno lo avrebbe scoperto, mai una volta che poteva andargliene bene una.
“Kol!! Che cos’hai?”

Rebekah, bellissima nella sua vestaglia rosa trasparente, lo raggiunse.

Kol non gli aveva intimato di coprirsi, solo perché c’erano i fratelli maschi da loro, gli sembrava ipocrita, dal momento che condividevano un rapporto alternativo sarebbe stato strano dire “copriti che ci sono i nostri fratelli” visto che lui per primo era un suo fratello. Non che non gli avesse dato fastidio inizialmente, ma poi aveva capito che Klaus e Elijah erano immuni alle grazie di Rebekah, forse quindi erano proprio gay? O solo persi l’uno dell’altro? Non lo sapeva ma poi anche quel pensiero ebbe il potere di svanire subito, sostituito dalla felicità delirante di condividere quella gioia tutti insieme.

“Niente.” Disse lui ben sapendo che era una risposta infantile e inutile.
“Non mentirmi.” Disse Rebekah, prendendogli il viso tra le mani e sedendosi anche lei sul pavimento.
“No, è freddo.” Disse lui.

“Ci sei seduto anche tu o sbaglio?” lo canzonò lei.
“Ma io non sono in vestaglia!”
“Kol..sei mio fratello, non nostro padre, quindi smettila.”

Kol ridacchiò e prese a baciarla con trasporto e la ragazza si lasciò trasportare da quel bacio e da quella mano sul suo viso.
“Ora vuoi dirmi cos’hai? Sono preoccupata.”
“Niente..è solo che..ho paura per il futuro.”
“Il..futuro?”
“Rebbie..io..non potremmo mai avere figli lo sai vero?”
Rebekah si scostò come fulminata.
“Perché parli di figli adesso?”

“Prima o poi tu vorrai averne uno, non potrò dartelo senza rischiare che..,e..tu mi lascerai.”
“Pensi che conti così poco per me?”
“Non voglio dire questo ma..”

“O forse pensi che sia una di quelle donne che pensi che la femmina non è completa se non procrea? Ora mi stai offendendo veramente!”
“Quindi..tu non vorresti in futuro averli?” chiese Kol con una dolorosa speranza.
Rebekah alzò le spalle.

“Preferisco essere felice con la persona che amo.”
“Ma tu hai sempre amato i bambini.”
“Sì, quando avevo dieci anni.” disse lei in tono ironico.
“E se Klaus ed Elijah si lasciassero?”

Rebekah lo guardò stranita.
“Ma che stai dicendo?”

“Non cadiamo giù dal pero, Reb, è difficile, se non impossibile mantenere una relazione come la nostra, già una comune è difficile, la nostra è quasi impossibile..”

“Non ti capisco! Perché dici queste cose? Non sei felice adesso?” chiese lei tremando.

“Certo che sono felice! Molto più di quello che avrei pensato. E la cosa mi terroizza, ho paura che finisca, una paura folle, e ho anche paura che il sogno di Klaus ed Elijah stia diventando così..NOSTRO che..”
“Che?”

“Che se loro dovessero lasciarsi, ci sentiremmo così persi, che ci lasceremmo anche noi di riflesso.”
Rebekah sgranò gli occhi, sembrava combattuta tra incavolarsi o abbracciarlo, ma poi vedendo suo fratello con le lacrime agli occhi, decise una via di mezzo e gli accarezzò il viso.

“Sai perché la maggior parte delle persone si lascia al giorno d’oggi? È come nei legami d’amicizia, ad un certo punto la gente smette di dare amore e comincia a parlarne.”
Kol tacque completamente assorto da quelle parole.

“Cominciano a pensare al futuro, non più a godersi al presente e alla persona che hanno, pensano a farsi una casa per stare meglio, in attesa di un futuro migliore, passano anni a pagarla, a ricostruirla, e poi a sperare che arrivi presto il momento che finiscano di pagarla, ti sei mai chiesto perché la maggior pare dei progetti, tra cui i mutui delle case non si concludono mai?”
“Perché sono cifre esose e vergognose?”

“Perché la gente si concentra così tanto sulla FINE di quella cosa, che dopo un po perde l’amore per essa, la maggior parte delle persone che decide di comprare casa, estenuata dalla continua attesa, alla fine decide di non voler più aspettare, perde l’amore per essa, decide spontaneamente di rinunciare, il continuo logorarsi aspettandone la fine, ha esaurito la passione per il progetto. E così se ne vanno, prendendone un’altra, vendendo quella che avevano prima, cercando un altro progetto, quando si comincia la crociata dei progetti, non si finisce mai, alla fine diventi così ossessionato dal progettare che l’oggetto in sé per sé non lo ami più, se non l'idea del progetto finito, ma l’estenuante attesa finisce per spegnere il desiderio, quindi anche se poi alla fine lo concluderai, avrai smesso di amarlo comunque.”
Kol aveva taciuto ammirato dalle sue parole.

“Se pensi continuamente a quello che potrà succedere di qualcosa, finirai per smettere di amare qualunque cosa e in questo modo si realizzerà proprio quello che hai sempre temuto, ti faccio un esempio: se tu ora sulla base di questi timori, cominciassi ad allontanarti da noi, non farai altro che far realizzare proprio quello che tu temi. Sono le tue paure a farlo avverare.”

“Quel maledetto libro sulla legge di attrazione. Adesso lo brucio.” Disse Kol che aveva capito da quali parole la ragazza prendesse ispirazione. Il "segreto del cuore".
Rebekah rise, sentendosi scoperta.

“BASTA CON QUESTE CHIACCHERE SENZA SENSO!”  disse la voce squillante e allegra di Klaus, accompagnando la sua voce ilare, con un gran frastuono. Aveva preso il tamburo e l’aveva fatto suonare con le bacchette.
I fratelli si tapparono le orecchie con le mani.

“Da quanto ci ascolti?” chiese Kol, ma Klaus aveva preso a suonare senza fermarsi in giro per la cucina, mentre cantava canzoni stonate rockn roll. Kol guardò Elijah che ridacchiava.
“Da non molto ma credo abbia sentito abbastanza. Aveva un’espressione come se stesse per dare di stomaco e ha detto che doveva assolutamente coprire le tue idiozie con qualcosa di più rumoroso della tua voce.”

Rebekah fu la prima a scoppiare a ridere e Kol la seguì di riflesso.

























Note dell'autrice: il prossimo sarà l'ultimo capitolo stand alone di questa storia, d'altronde questa storia non è stata progettata per essere una slice e questa cosa è durata anche troppo xd
volevo far vedere tutti i fratelli spensierati prima che la trama prendesse piede ma d'altronde se ho messo un titolo così alla storia, sappiate che non è un caso xd  

Ps il libro "il segreto del cuore" è un libro che mi ha cambiato..non dico la vita perchè sarei ipocrita, ma mi ha cambiato molte prospettive e aperto gli occhi su tante cose, non mi avrà reso felice ma mi ha aiutato a farmi una ragione su certe cose che non mi davano pace e in questo quindi mi ha fatto essere più serena xd
consiglio a tutti di comprarlo! *_* ma se sperate che vi dia una soluzione magica e lo comprate per questo, devo dirvi che non accadrà e che forse ci metterete TANTO per capire davvero quello che vuole dirvi il libro, i consigli del libro sono importantissimi ma non serviranno a niente se non è la vostra testa a cambiare, a pensare diversamente. Se non si cambia prospetiva, il libro non può fare nulla.

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Capitolo 15
*** La notte è magica - prima parte ***


“Presto, Rebbie, svegliati, dai.”
“Kol, mannaggia a te, devo ricordarti che solo pochi giorni fa ha NEVICATO?”
“Ma è comunque ESTATE!” disse lui sconvolto.

“Tu e la tua logica..”sbuffò Rebekah ancora assonnata.
“Con te non la uso..” disse dolcemente.
Rebekah sapeva a cosa si riferiva e lo attirò a sé per dargli un bacio.
“Sai di menta..” disse Rebekah.
“E tu di gelsomino.”
“Adulatore.”
“Dai, sbrigati!”
“Non so come mi devo vestire!”
Kol la guardò. La sua ragazza indossava una vestaglia azzurra trasparente.
“Vieni così.” Disse lui malizioso.

“Col cavolo!” disse lei spogliandosi in fretta e lanciandogli la vestaglia addosso che gli finì in testa.
Kol rimase così, fermo, stringendosi di più la vestaglia addosso, inspirandone il profumo.
“Non voglio mica passare per una sgualdrina.”
 
Kol sbuffò e la guardò, libero della vestaglia.
Rebekah era già vestita.
Un paio di pantaloncini corti di jeans e un top rosso.
“Sei una DEA.” Disse lui, attirandola contro di lui.

“Kol, che ore sono?” gli chiese, allacciandogli le braccia al collo.
“Le DUE.”
“Rebekah gemette.
“Anzi, dobbiamo sbrigarci! Abbiamo a disposizione poco tempo ancora, la notte non è infinita!”
“Sarebbe bello che lo fosse..”

Kol la guardò sorridendo e sorrise a sua volta.
Da quando stavano insieme, erano così in sintonia. Sapeva esattamente cosa voleva dire la sorella.
Loro erano creature della notte.
Lo erano dentro, nell’anima, avrebbero voluto che la notte fosse infinita, perché la notte è romantica, la notte è per l’amore, la notte è per tutto quello che non oseresti fare di giorno, la notte è Las Vegas, è rockn roll, è divertimento, è musica, è follia, finchè dura la notte, dura l’Infinito.
È di giorno che tutto crolla.
Non era così in sintonia con sua sorella, quando non stavano insieme, ma ora sì.
“Hai preso il cestino?”

“Cestino, panini, acqua, bibite, asciugamani..” e rise.
“Che c’è?”
“Niente..è che..non credo prenderemo il sole.”
Kol sbuffò di rimando ma sorrise a sua volta.
“Dai, andiamo!”
 
 
 
Guidare di notte con la musica a palla era quello che si dice un effervescente SHOCK.
Kol non la smetteva di urlare a ritmo con la musica con i finestrini aperti.
Rebekah lasciava che il vento le scuotesse la lunga chioma e di tanto in tanto, guardava il fratello sorridendo.

“Non ti ho mai visto così vivo.” Disse sorridendogli e accarezzandogli il viso con una mano.
“Mi distrai, poi sai cosa succede.” Disse Kol sorridendo malizioso.
 
 
 
 
*

Klaus ed Elijah si stavano ancora baciando sul letto, il maggiore incombeva sul corpo del minore in una dolce tortura di baci che passavano su tutto il suo corpo.
“Dai, siamo in ritardo.” Disse Elijah.
“Facciamoci qui il bagno. Creiamo una piscina, allagando la casa.” Disse Klaus.
Elijah sbuffò, alzandosi e ficcandosi nella doccia prima che il minore potesse fermarlo.

“Me la pagherai!!!” disse Klaus sbattendo le mani contro la cabina doccia.
Elijah rideva, dentro di sé però sperava che i fratelli non ce l’avrebbero avuta tanto con lui.
 
 
 
*

“Non siete ancora pronti???”
“Schhhh.” Disse Klaus divertito, in fondo era ancora notte.
Rebekah sbuffò sonoramente, incrociando le braccia, lanciando un’occhiata spazientita al fratello maggiore Elijah, che si metteva il jel tra i capelli e un accenno di dopobarba. Avevano suonato, ma loro non avevano risposto e quindi erano entrati lo stesso.

“Date la colpa a Klaus, mi ha trattenuto!” disse Elijah.
“Non si può pretendere di svegliarmi alle due del MATTINO senza darmi qualcosa in cambio che mi calmi.” Si difese Klaus.
“Andiamo, forza!!” disse Elijah calmo, ma frenetico ed esaltato, Rebekah non potè fare a meno di sorridere, quando, finalmente tutti e quattro uscirono dalla casa, per tornare alla macchina.

























Note dell'autrice: lo so, non vi aspettavate un altro capitolo così in fretta xd LOL
lo so che avevo detto che sarebbe stato l'ultimo capitolo stand alone ma come al solito non riesco ad attenermi alla scaletta xd
ci sarà una seconda parte, poi FINALMENTE si torna a un principio di trama xd
avete capito dove stanno andando questa banda scalmanata?
Baci!

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Capitolo 16
*** La notte è magica - seconda parte ***


Elijah, Kol, Rebekah e Klaus si sdraiarono sugli asciugamani distesi sulla sabbia a guardare le stelle, Rebekah cercava di contare le costellazioni, Kol ascoltava i racconti di Elijah che a quanto pare aveva cominciato a seguire delle lezioni di piano e voleva coinvolgere anche Klaus, che però era più interessato a dipingere, Kol poi volle riportare l’attenzione su di lui, informando tutti che aveva ripreso a giocare a calcio.
Nessuno lo disse esplicitamente, ma sembrava che a tutti stesse tornando la voglia di seguire le loro ambizioni, l’amore che provavano l’uno per l’altro, non era un impedimento, ma la scintilla, la fiamma che aveva risvegliato la loro voglia di vivere.
Quando ritennero che avevano chiacchierato abbastanza, si buttarono nel mare. Uno dopo l’altro.

All’inizio Klaus infastidì tutti, schizzandoli e facendo a ognuno i dispetti, così i fratelli si vendicarono, sommergendolo d’acqua.
“Tre contro uno, non siete leali. Ve la farò pagare, fratelli traditori.”
Poi forse, complice qualche bicchierino di champagne di troppo, che bevevano nell’acqua, prima che Elijah decise che era abbastanza e posò tutti i bicchieri a riva, a Klaus venne in mente un’altra follia.
 
“Direi che visto che siamo per l’amore libero, dobbiamo dimostrarlo, baciandoci tutti tra di noi, per sancire il nostro legame, che ne dite?”
Lo guardarono tutti sconvolti.
“Dico che sei ubriaco marcio, ma fortunatamente per te, Rebekah e Kol lo sono più di te ed ecco perché non ti hanno ancora strozzato.” Disse Elijah con un sorrisino.

“Andiamo, non fate i puritani, che volete che sia un bacio?? Non stiamo parlando mica di fare sesso. Che siamo venuti a fare qui sennò, se non trasgrediamo un po?” chiese Klaus sorridendo.
Elijah notò a bocca aperta i suoi due fratelli, guardarlo indecisi.
“Non ci posso credere che ci state pensando su!!”
“In fondo è solo un bacio!” disse Rebekah.

“E io sono abbastanza ubriaco per farlo. Sono curioso di sentire personalmente cosa ci trova mio fratello in te abbastanza da baciarti di continuo.”
“Ehi sarei anche TUO fratello.” disse Klaus.
“Solo da parte di padre.”

“E chi ti fa pensare che io voglia? Magari voglio baciare prima Rebekah.” Disse Klaus sorridendo alla biondina che arrossì.
“Io..non sono sicuro che questa cosa finirà bene.” disse Elijah terrorizzato.

“Non fare il guastafeste, Elijah.” Disse Klaus, attirando a sé Rebekah, che squittì sorpresa.
Poi la baciò. Rebekah sapeva di pane, e farina, e di pesche, era imbarazzata ma cercò di rispondere per quanto lo stupore glielo consentiva..
“Non male, ma potevi fare di meglio.” Disse Klaus.
Rebekah lo colpì con il braccio.
“Mi hai preso di sorpresa, stronzo!”

Elijah guardò atterrito, Kol che si avvicinava a Klaus malizioso.
“Lei è stata sempre un palo. Io posso fare di meglio.” Disse malizioso.
“Davvero..non ti starai sopravvalutando?” chiese Klaus malizioso.
 
Kol gli saltò addosso, dandogli un bacio mozzafiato, che durò diversi secondi. Era passionale Kol. Era sangue, benzina, il sapore dei ribelli, il sapore delle anime disperate, delle anime che amano, delle anime che fuggono. Sapeva di buono, Kol. Come Rebekah.
Qualche metro più distante, Elijah e Rebekah li guardarono sbalorditi, fianco a fianco.

“Dovremmo distogliere lo sguardo.” Disse Rebekah.
“Lo so. È che non ci riesco.”
 
“Non male.” disse Klaus, spintonandolo indietro, leccandosi le labbra e guardando Elijah che si sforzava di guardarlo storto.
“Che fai? Non vieni?”

“Non avvicinarti, potrei diventare violento.” Disse lui.
“Oh, io SPERO che tu lo diventi.”

Si avvicinarono in sincrono, Rebekah e Kol non riuscirono a vedere molto dal momento che sembrò da quel momento che i due fratelli sembravano lottare per affogarsi a vicenda, ma all’improvviso sembrava che si stessero baciando, sott’acqua.

Il bacio di Elijah sapeva di FUOCO, così diverso da quello di Rebekah e Kol, sapeva di anima mancante -la sua? - sapeva di ricerca, di zucchero e champagne e vino rosso, e qualcosa di fruttato, sapeva di buono, sapeva di AMORE. Se gli altri due erano buoni, Elijah era qualcosa di DIVINO.

Poi riemersero, per poi ricomparire sott’acqua, sempre lottando, quando riemersero, ancora sembravano non volersi staccare.

Erano vicinissimi e sembravano eccitati e cosa incredibile, SORRIDEVANO.
Poi presero a baciarsi con passione e Klaus allacciò le sue mani al collo di Elijah.
 
“Smettila di guardarli o diventerò geloso.” Disse Kol.
“Cosa? Tu..sei un  maledetto ipocrita. Pensa a quello che hai fatto con..Yyyyykes!!”
Kol l’aveva presa in braccio.

“Ti ho già detto che con questo costume a due pezzi rosa sei uno schianto?”
“Kol, mettimi giù!! Mettimi giù o ti pic…mmmmm…” Kol aveva preso a baciarla.
“Sei la migliore baciatrice.”

“E tu sei solo un ruffiano traditor..mmm..”
“Ma non ho ancora provato Elijah in effetti..”
“Cosa?? Sei un…BASTARDO!!”

“Ehi, ho provato il fratello nuovo, non posso non provare anche quello che sta con noi da più tempo, sai, per fare il confronto!”
“Bastardo!” ma non poteva fare a meno di sorridere.
“Scusa, ma tu non preferiresti che ti scegliessi tra tutti? E per fare questo devo prima fare una prova pratica.”
“Ci sarebbe anche Finn allora..”
Kol la guardò con una faccia schifata.

“Che schifo, Reb! Non dirlo mai più! Baciare Finn non sarebbe una cosa trasgressiva ma una punizione!!”
Rebekah rise.
“Però sarebbe divertente vedere la sua faccia disgustata a proporglielo!” disse Kol.
Risero entrambi.
 
“Se la smettete di parlare di Finn, mi fareste un favore, prima che possa rimettere l’anima e farmi passare l’eccitazione.” Disse Elijah poco più in là.
“Finn chi è? Il fratello che hai detto che ha un palo costantemente infilato su per il culo?” chiese Klaus divertito.
“No, quella sarei io..giusto, Kol?” chiese Rebekah guardandolo con un sorriso.
“Cosa? Quello l’ho detto solo per farti incazzare.” Disse e riprese a baciarla.
 
 
Fu una serata magica per i fratelli, condita da baci.

Una nottata di incantesimi, di acqua specchiata dalla luna, di sogni, di promesse, di desideri, di libertà.
In quel mare potevano essere qualunque cosa.
Era come essere sospesi nel tempo.
Elijah fece l’amore con Klaus, e Rebekah con Kol.

I primi due lo fecero dentro il mare, poi fecero un secondo round, con Klaus appoggiato a uno scoglio e Elijah che lo prese tenendolo per le gambe, invece Rebekah e Kol lo fecero sulla riva. Durante la loro prima performance, anche Klaus e Elijah li videro, nudi, ma non importava.. Niente di tutto quello importava, quando quella era una notte speciale.

Non si mischiarono le coppie, si limitarono solo ai baci, ma fare l’amore..
Quella era solo l’esclusiva della loro metà. Più tardi, si misero seduti su dei tronchi a mangiare dei wurstel abbrustoliti da casa, perchè Rebekah sosteneva che non voleva inquinare l'aria marina, facendo un falò sulla spiaggia. La solita sentimentale. Meno male che i wustel erano favolosi anche freddi!!






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, spero non vi dispiaccia questo risvolto, dai una cosa così ci stava no?? xd
una serata goliardica xd
premetto che a me piace il poliamore, anche se le mie otp preferisco vederle in un amore esclusivo
quindi tranquilli non si trasformerà in un poliamore, non sarebbe giusto e penso sminuirebbe tutto!
Ma dei bacetti ci stavano, giusto?? xd
Ps dal prossimo capitolo si comincerà a delineare una trama xd 

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Capitolo 17
*** La lettera di Freya ***


L’ammontare di tutta l’eredità è già stato versato sui vostri conti, ma il mio più grande regalo per voi, è qualcos’altro, qualcosa che non è il denaro, ma che il denaro può comprare.
Qualcosa che ho pensato per voi, un Luogo, ma non è tempo ancora, no, non è tempo ancora di andarci, io ne sono la Custode ma avrò pazienza, vi immaginerò li, disegnandovi con la mia mente, fino al momento in cui potrete varcare davvero questo luogo anche con la vostra presenza, per adesso con il cuore ci siete già, io so che verrete da me.
Ma non è ancora tempo.

Vi prego, non dite ai vostri genitori che i soldi sono finiti nel vostro conto, fidatevi di me. Loro verranno a cercarvi, ma voi fingete di non saperne nulla.
Ci serviranno per stare insieme.

Non parlate con NESSUNO di questa lettera tranne che tra voi fratelli, vorrei ne parlaste anche con Finn.
Io vi aspetterò-
Fino a quando finalmente questo sogno non diverrà realtà.

Freya.
 
 
Klaus continuava a rileggere quella breve lettera senza decidersi ad alzare gli occhi dal foglio.
“Non capisco..non capisco..”
“Klaus, avanti, dallo a me, o ti consumerai la vista.” Disse Elijah, prendendolo dal lungo tavolo.

“Elijah…io non posso essere..siamo dei poveracci da sempre, io e mia madre.e mio..NOSTRO padre..è scomparso da tempo..deve riferirsi a voi.”
“Ma mia madre è MORTA, e a quello che so,non era ricca e non ci ha lasciato nessuna eredità..e poi qui parla al plurale.” Disse studiando attentamente il foglio.

“Magari si riferisce a nostro padre e a mia madre. Dovrei forse andare a chiedergli..”
“NO!” lo fermò Elijah. “Klaus, hai sentito il biglietto..dice di parlarne solamente tra noi fratelli.”

“E tu ti fidi delle parole di una sconosciuta??” disse Klaus sconvolto. “Una che..non ha neanche il fegato di firmarsi per intero?? Chi diavolo è? Perché non ce l’ha detto? Come diavolo fa a conoscerci? Tu ti fidi di una che chiede di mantenere la riservatezza su un ipotetico denaro estorto illegalmente e arrivato chissà dove, quando lei però non vuole svelarci chi è? Potrebbe essere CHIUNQUE, cazzo, magari non è neanche una donna in realtà!”
“La caligrafia è tipicamente femminile.” Disse Elijah, tracciandone i contorni con le dita.

Klaus lo fissò sconvolto. “Giusto. Il grande psicanalista.
“Non dovresti fare del sarcasmo, sai, le mie capacità analitiche possono dare innumerevoli vantaggi, come in questa occasione, per esempio.”
“Elijah, io non mi fido di questa storia!! Magari è una che vuole ricattarci!”
“Il tono sembrava molto gentile!”

“Il tono. IL TONO!! Riesci a capire il TONO da una lettera??”
“Sì.” Disse Elijah senza esitazione.
Klaus rimase spiazzato dalla sua sicurezza.

“Lo so che sei spaventato.” Disse il maggiore, accarezzandogli le spalle, avvicinandosi a lui. “Ma io ho più autocontrollo e sangue freddo di te in circostanze delicate, lascia che me ne occupi io, a quanto dice il biglietto presto o tardi, LORO si faranno vivi, e dal momento che nostra madre è morta, deve per forza riferirsi a nostro padre e a TUA madre.”
“Quindi cosa vuoi fare? Aspettare che arrivino a chiederci spiegazioni, attenderli come topi in trappola?”

“No, tutt’altro, se saranno loro a venire da noi, dovranno dire delle cose, vedremo cosa avranno da dire e ci regoleremo di conseguenza, non parleremo del biglietto, PER ORA e nel frattempo..parleremo con Kol e Rebekah di questa storia.” Disse , prendendo il cellulare.
 
“Pronto, Rebbie? Devo parlarvi di una questione complessa, sì, molto complessa, dove potete raggiungerci? Non me la sento di parlarne al telefono.”






















Note dell'autrice: ed ecco arrivare finalmente Freya!! Ci credete che non avevo in mente questo capitolo prima di oggi? ahhahha xd
è stato tutto improvvisato ma adesso già mi piace la trama che sta arrivando fuori xd

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Capitolo 18
*** La storia dei fratelli di Klaus ***


Tutti i fratelli erano riuniti fuori al tavolino rotondo di un grazioso bar.

“Credete che la destinataria della lettera sia una regina che viene da molto lontano?” chiese Rebekah.
Klaus guardò la sorella incuriosito.
“Non credo che qualcuno potrebbe dire che io abbia delle origini NOBILI…anche se effettivamente la mia innata classe ed eleganza suggerirebbero..”
“Ehm ehm..” tossì Elijah. “Non credo che questa tizia sia una regina..e di sicuro non viene dalla Luna.”

“Oh, è un gran peccato che non sia così.” Disse Kol.
Lui e Rebekah si guardarono complici e ridacchiarono come – Elijah pensò – due cretini.
“Voglio le sostanze di cui si fanno loro. Sembrano straordinarie!” disse Klaus sorridente con fare complice.
Elijah sospirò, comunque divertito.

“Si riferiscono a Sailor Moon, è un anime di cui loro andavano pazzi da bambini..”
“Oh, capisco. Me lo ricordo! All’epoca pensai che me le sarei fatte tutte e loro ci sarebbero..”
Un calcio da sotto il tavolo lo fece gemere di dolore.
Kol e Rebekah risero di più a questa scena.

“Non è uno stramaledetto GIOCO. Dobbiamo capire cosa dobbiamo fare!” disse Elijah abbassando la voce.
Klaus lo guardò estatico. Adorava quando il suo fratello maggiore così impostato, aveva questi scatti irrazionali incontrollati, prima d’allora era riuscito ad averli solo tra le lenzuola.

“Dobbiamo..chiamare Finn. “ sospirò infine Elijah.
Ma Finn ci odia!” disse Rebekah con voce stridula.

“E poi è davvero un gran palo nel culo!! “ disse Kol.
“Come può odiare i suoi stessi fratelli?” chiese Klaus curioso. Non riusciva a capacitarsi che esistessero tipi così, lui da quando aveva conosciuto i suoi fratelli si era trovato molto bene, non riusciva ad immaginare come potesse essere odiare un fratello o una sorella, un conto era non averli, ma se li avevi e li odiavi..soprattutto se erano come LORO..beh dovevi essere proprio un coglione, secondo il punto di vista di Klaus. Lui non avrebbe potuto odiarli, a meno che non avessero voluto sapere niente di lui, a quel punto..beh, li avrebbe minacciati di pugnalarli tutti, richiamandoli all’ordine se ci avessero riprovato.
“Questa è davvero una domanda da un milione di sterline.” Disse Kol. “Diciamo che Finn si è sempre sentito più come figlio unico che non maggiore..ha sempre desiderato le attenzioni di nostra madre..non in quel senso!” sbottò Kol alzando gli occhi al cielo, davanti all’occhiata derisoria di Klaus, subito dopo il povero Klaus si beccò unaltro calcio sotto al tavolo. “Ahio!! Com’è che oggi ce l’hai così tanto con me??? Te la farò pagare vedrai. Starai sotto per una settimana, anzi un intero mese!”

Elijah avvampò fino a diventare bordeaux poi ai fratelli sembrò di sentire che gli sussurrava “Lo vedremo.”
“Comunque” riprese Kol. “C’è sempre stato un certo distacco tra noi..e lui. Ci ha sempre rimproverati di non volere bene a nostra madre come gliene vuole lui..non abbiamo un bel rapporto..ci considera..dei cattivi figli. Ecco. Un deficiente represso e frustrato!”
“Pure noioso.” Disse Rebekah accarezzandogli la mano, Kol la guardò adorante.

“Ad ogni modo, non possiamo non dirglielo. La lettera parla chiaro.” Disse Elijah sventolandola.

“D’accordo, proverò a mandargli un messaggio, speriamo mi risponda. Almeno a me.,” sbuffò Rebekah.
 
 
 
*

Quella stessa sera, Elijah e Klaus ricevettero due visite inaspettate.
Davanti la loro casa, videro il padre di Klaus ed Elijah e si chiesero se fosse una coincidenza che fosse arrivato lo stesso giorno della lettera, ma quando andarono giù ad aprire, trovarono un’altra figura accanto a lui.
Elijah quasi svenne tra le braccia di suo fratello Klaus.

“Che diavolo succede?? Elijah!!!” disse Klaus sostenendolo, stava per collassare.
“M-mamma..non può essere…”

Klaus guardò la donna con i lunghi capelli rossicci, interrogativo.
“Sì, sono la mamma di Elijah e non sono morta.” Sorrise la donna.
 
 
 
 
 
*

Klaus fece accomodare i due genitori scomodi nella loro casa, a malincuore, offrendo loro del thè e per Elijah una camomilla, cercava in ogni modo di tranquillizzarlo, indugiando su contatti e carezze un po troppo prolungate, che generavano qualche perplessità nei confronti di Mikael, che comunque non diceva nulla.
“Non sembri felice di conoscermi, Klaus.” Disse la donna, madre di Elijah.

“Tutt’alto, sono anzi felicissimo del fatto che non sono nato anch’io dal tuo grembo.” Disse lui con un sorriso mellifluo.
Ci fu un silenzio tombale, Elijah si coprì gli occhi con una mano.
Poi guardò il padre con terrore, già pronto a difendere il fratello in caso di aggressività improvvisa.

“Non mi stupisce..” disse però Mikael con una calma sorprendente calma. “ la tua maleducazione e la tua totale mancanza di classe, Niklaus, è un marchio di fabbrica, ci son abituato da sempre e..”

“Perdonami se non ho stima di una donna che ha gettato nello sconforto TUTTI i suoi figli, facendogli credere di essere morta in quella pagliacciata che di sicuro sarà stato il suo funerale, mi rammarico solo delle lacrime che i miei poveri fratelli avranno versato per quello che a conti fatti NON è un cadavere, ma forse non dovrei preoccuparmi, dalla reazione del mio adorato fratello maggiore, è chiaro che non è per niente felice della felice scoperta.” disse tenendogli una mano sulla spalla.

“Ora stai esagerando! Chiedi immediatamente scusa!” disse Mikael alzandosi in piedi.
“NO.” disse a sua sorpresa Esther. “Tuo figlio ha ragione, Mikael. Sono una cattiva madre.”
“Esther..” disse Mikael sconvolto.

“Ha ragione! È inutile negare pure l’evidenza.” Continuò lei. “Ovviamente loro non possono essere a conoscenza di tutto quello che c’è dietro, delle ragioni che ci hanno spinto a determinate scelte, ciò comunque non mi giustifica, non giustifica nessuno di noi, però siamo qui per una spiegazione ed è quello che gli dobbiamo.”
“Non prima della riunione di TUTTI i nostri figli.” Disse Mikael a denti stretti.

A malincuore Klaus ed Elijah dovettero chiamare anche Rebekah e Kol e Finn.
 
 
Quando Finn arrivò con loro, sembrava una maschera di cera. Imperturbabile. Impossibile capire quanto sapesse di quella storia, ma sembrava quello più incazzato di tutti.
Quando Esther cominciò a parlare, sembrò a tutti di sognare e di precipitare in un incubo.

Esther raccontò di essere una STREGA e di aver avuto una bambina e un bambino , Freya e Finn, ,  ma la bambina gli fu rubata dalla sorella malvagia di Esther che non aveva figli e desiderava la bambina per sé, poi ebbero altri figli,  nacque Elijah, ma poi dopo Elijah, Esther ebbe una relazione con un lupo mannaro, che l’ha incantata e soggiogata al suo potere, quindi lei vi ha ceduto. Voleva rubargli i poteri. Lei rimase incinta di…KLAUS e qui il minore trasecolò alla scoperta che fosse lei la sua vera madre – ma il lupo mannaro non si rassegnò mai , all’inizio Klaus non viveva in casa, ma in una *comunità * per cercare di contrastare il dna del lupo mannaro, a volte faceva qualche visita a casa loro per una prova, ma mai come vero figlio, era però una possibilità, ma quando per colpa sua, il figlio di mezzo “Enrik” fu catturato da un branco di lupi mannari nella foresta, per colpa a quanto pare proprio di KLAUS e da allora l’astio per aver perso un altro figlio fece sì che decisero spontaneamente di abbandonare Klaus per cercare di sfuggire alla maledizione che sembrava perseguitare la loro famiglia.
Ma cosa era successo al piccolo Enrik?

Enriq finì sbranato dai lupi a cinque anni, Klaus ne aveva sette e si capì che probabilmente il suo desiderio di riunirsi al suo vero padre aveva causato la morte del loro Enriq, Esther decise così di sigillare la magia di Klaus impedendogli di scatenare il gene della licantropia, la magia del licantropo,  un incantesimo così potente però prosciugò le energie del bambino che regredì allo stadio di un neonato. Colsero quindi la palla al balzo,  il bimbo fu dato in adozione e anche gli altri fratelli si dimenticarono di lui, grazie a un potente incantesimo della memoria.

Così cercarono di ricostruirsi una loro vita, ma ultimamente quello che aveva fatto Esther per sfuggire alla maledizione, si ritorse loro contro, vedeva tutti i suoi figli morti, uccisi dai lupi mannari o che si uccidevano a vicenda.
Decise così un piano alternativo.

Avrebbe trasformato tutti in vampiri, ma prima avrebbe dovuto cedere lei stessa a una morte fittizia, richiamando gli antenati, ora era tornata da qualche giorno e la sua magia era aumentata, ora era in grado di compiere quel rituale per garantire alla sua famiglia l’immortalità.
Rimasero tutti basiti da quello che avevano appena sentito.
I loro genitori volevano trasformarli in VAMPIRI.






















Note dell'autrice: lo so credo qualcuno sarà arrabbiato per il ritardo..ma credetemi , non è stato per niente facile tessere una trama del genere ç_ç
specifico che cercherò di colmare lacune e incomgruenze, nei capitoli successivi.

Allego qui lo schema dell'età dei fratelli e dico che lo farò anche nel capitolo 1, così tutti non avranno problemi ad orientarsi xd

  Avviso:
Freya
33 andata via a 5 anni.
finn 31 anni

Elijah ha 30 anni 
klaus  25 
enriquik 24
rebekah 23
Kol 22 

enriq a 5 anni è stato preso dai lupi

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Capitolo 19
*** Il confronto con i genitori ***


Klaus era incazzato come una bestia e così gli altri fratelli.
“La mia VERA MADRE è questa baldracca???”
Sta attento a come parli, idiota!” gli intimò Mikael.

Sono stato affidato a una donna che non lo è??? Come l’avete convinta?? Voi siete..siete dei MOSTRI.

“E avete anche evidenti problemi mentali. Vi siete inventati tutta questa storia, che più che una favola è un racconto dell’orrore…ne risponderete alla polizia.” Disse Elijah tentando di portare i fratelli fuori di li ma la donna chiuse la porta con la magia.
“Mi credete adesso?” disse la donna con un sorrisino.
Rimasero tutti strabiliati, troppo stupefatti per tentare di reagire.
“Che cosa diavolo volete da noi?” chiese Rebekah stringendosi al braccio di Kol.

“Chiedervi una cosa. A me e vostra madre sono spariti dei soldi. Una grossa cifra. Vogliamo evitare che finiscano nelle mani dei nostri nemici, voi ne sapete qualcosa?”
Non sappiamo niente del vostro sporco denaro e adesso uscite da qui e andatevene al diavolo!” sbottò Kol.
Esther e Mikael si guardarono.

“Se doveste sapere qualcosa da una certa Dalia..mia sorella..fatemelo sapere. Bisognerà stare attenti anche a Freya, la vostra sorella maggiore. Tutti questi anni da sola con mia sorella..sarà diventata per forza un mostro anche lei.”
“Parli male perfino della tua stessa figlia..qui l’unico mostro che vediamo sei te e quello che ti accompagni.” Disse Elijah.

“Credevamo che avreste accolto a braccia aperte il ritorno dei vostri genutori..beh, Esther, ci sbagliavamo.” Disse Mikael.
Esther fece una smorfia.
“Cambieranno idea quando donerò loro l’immortalità.”
Un vaso si infranse contro il muro mancando le teste dei due genitori.
 
Si volsero vero Rebekah che, con i lunghi capelli biondi scarmigliati, sembrava il diavolo.
“Sono campionessa del tiro al bersaglio. La prossima volta non sbaglierò, USCITE – SUBITO!” gridò.
“Come osi?? Io..” cominciò MIkael.

“No, tesoro, andiamo, è abbastanza per oggi. I nostri figli sono sconvolti, avremmo tempo affinchè possano cambiare idea e posano CAPIRE.” Disse la donna poggiando una mano sul braccio del marito.

L’uomo li guardò con una smorfia, tutti i fratelli che si stringevano contro Rebekah.
Quindi uscirono.
 
Quando finalmente la porta si richiuse alle loro spalle, Kol la chiuse a chiave.
Tutti si accasciarono sul divano, esausti.






















Note dell'autrice: come vedete anche in questa storia la madre vuole trasformarli in vampiri, ma ho cambiato la questione, spero che la storyline di Klaus non sia venuta troppo tirata per le righe..credetemi non avrei voluto fare l'ENNESIMA storia in cui un figlio viene separato dai fratelli ma..mi era indispensabile..perchè KLAUS DEVE essere un figlio di licantropo, ma allo stesso tempo deve essere fratellastro degli altri figli, quindi o era figlio di Mikael, o dovevo mettere che il comune denominatore fosse Esther..e quindi mi è venuto questo obbrobrio di trama CHE se ci pensate bene non è proprio un obbrobrio..poi farò anche dei flashback xd
l'unica cosa che non mi convince tanto è l'amnesia, ormai sto diventando noiosa con sta cosa di usare questa scusa per uscire fuori da situazioni scomode ma era l'UNICA COSA che mi è venuta in mente xd dovevo giustificare il fatto che i fratelli piccoli di Klaus e anche Elijah e Finn non si ricordavano di lui xd

Il fatto degli incubi di Esther è un'altra cosa che approfondiremo!

Ps vi dico di non aspettarvi però chissà quale trama impegnativa perchè questa è stata pensata per essere una storia corta..non so neanche se arriverà a 50 capitoli  (per me fino a 40, per i miei standard, le storie sono corte LOL visto che oltrepasso sempre i 50 ) ma in generale non mi riferisco tanto al numero dei capitoli quanto alla quantità di angst..vabbè..poi vedremo xd

Nel prossimo forse raggiungeranno già Freya :)) ecco questo è quello che intendevo..cercherò di non tirarla troppo per le lunghe :)

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Capitolo 20
*** Il racconto di Finn ***


Quando rialzarono tutti lo sguardo, si resero conto che in quella stanza, in quel salotto, in quella CASA c’era anche loro fratello.
FINN.
Kol si erse in piedi e lo squadrò da capo a piedi.
“Come mai tu non dici niente, Finn? Come mai non sei uscito fuori con mamma e papà?”
“Kol..” lo richiamò Elijah.

Perché non te ne vai a farti fottere insieme a loro?? SPARISCI!”
“Adesso basta!” lo richiamò Elijah.
“NO!! Come puoi difenderlo? LUI ci ha odiato da sempre e ha sempre difeso lei..una donna che..dio..non so neanche se è una donna più…” Kol si mise le mani sugli occhi e Elijah guardò Fin con aria interrogativa.
“Spiegati.” Disse solo.

“Io…non nego che ho voluto molto bene a mia..nostra madre. Non lo nego.” Disse Finn, guardando per terra.
“HAI? Parli al passato?” disse Elijah.
“Ho smesso di idealizzarla quando ho realizzato quello che voleva fare.”
Lo guardarono accigliati.
“Quando l’hai capito?”

Sapevi già che lei era VIVA e non ci hai detto NIENTE?” gridò Kol, ma Elijah gli fece cenno di stare zitto con la mano.

“Io…non è come pensate. Io credevo come voi, che fosse morta, sono venuto a saperlo..quattro mesi dopo!!”
“QUATTRO MESI? FIGLIO DI..” gridò Kol, ma inaspettatamente fu Klaus ad alzarsi in piedi per affrontarlo.
“Nick..” cominciò Elijah.
“KLAUS!!” gridò quando il minore l’aveva alzato di parecchi centimetri.

Klaus lo lasciò andare con uno sbuffo, Finn non fece un fiato.
Noi non siamo dei barbari e NON facciamo a pezzi LA NOSTRA FAMIGLIA come fanno i nostri rispettivi genitori, CHIARO???” gridò Elijah.
Tutti sospirarono rumorosamente.

“Va avanti a parlare! “ disse Elijah. “Come hai fatto a sapere un mese dopo, che lei era viva? Chi te l’ha detto? Lei?”
“Sì…sì…lei mi fece un discorso..mi fece vedere la sua magia..mi raccontò di una strana maledizione che perseguitava noi figli..mi disse di non dire niente a voi per il momento, che lei doveva sbrigare delle cose con nostro padre..per metterci tutti al sicuro..che dovevo aspettare..io mi sono fidato e…”

“A questo dunque arriva la tua devozione per quella donna??? La AMI a tal punto da sacrificare i tuoi stessi fratelli a una vita da MOSTRI?” urlò Eliah stavolta perdendo le staffe.
Finn lo guardò, pallidissimo, il volto una maschera di cera, stravolto.

“No…no..io non pensavo..io non credevo..” si tormentò i capelli quasi strappandoseli dalle mani. “IO NON CREDEVO VOLESSE TRASFORMARVI IN VAMPIRI!” gridò e fu scosso da un conato di vomito che lo obbligò a correre in bagno a vomitare.
“Che essere inutile..” disse Klaus con disgusto. “Io propongo di darlo alla nostra mammina, come richiesta di lasciarci in pace. Lui al posto di noi.”

“NO..NON ANDRò MAI Più CON LEI..” esalò Finn e tutti lo guardarono strabiliati.
“è la persona che più ami al mondo..” disse Elijah.
Prima di sapere quello che ha fatto!!” esalò lui. “Non parlo del vampirismo..anche se pure quello..una cosa orribile…parlo di FREYA.”

Ora l’attenzione di tutti i presenti era catalizzata su Finn.
“La conosci?” chiese Elijah stupito.

“Qualche mese fa..lei mi ha contattato..ci siamo visti..all’inizio non credevo a quello che mi diceva..che fosse DAVVERO nostra sorella..ma poi..lei mi ha ristabilito i ricordi..io e lei che giocavamo in giardino, ad arrampicarci sugli alberi..e ci nascondevamo da mamma e papà quando lei combinava delle marachelle oppure io..le volevo tanto bene..e loro..loro..LEI..lei l’ha venduta.” Disse guardando tutti con gli occhi iniettati di sangue. “Io non potrò MAI perdonarla. Mai e poi mai”

Ci volle un po prima che il silenzio teso provocato dalle sue parole, finisse.
“Finn, sei stato davvero un grande idiota, leccaculo e mammone.” Disse Klaus alzandosi in piedi davanti a lui. “MA se sei in grado di capire i tuoi errori e rimediarvi, stando stavolta dalla parte giusta, benvenuto in famiglia.” Disse Klaus appoggiandogli la mano su una spalla e sorridendogli.

Finn sorrise di rimando.

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Capitolo 21
*** Klaus si confronta con la sua falsa madre ***


Era davvero dura in quei giorni, mantenere la pace tra tutti.
Klaus era furente, i rapporti con la madre erano compromessi già prima, poi ci fu una discussione particolarmente accesa, in cui i fratelli assistettero, quando lui gli rinfacciò di aver sempre finto di essere la sua vera madre.

La donna in lacrime confessò che fosse stato Mikael a costringerla.

Disse che lui gli aveva raccontato che Esther era una donna violenta, che MIkael non la voleva più e che lui temendo che per questo lei potesse decidere di far del male al bambino, l’aveva portato via con sé.
“Come hai potuto accettare di portarti un uomo in casa con un bambino e non fare mai domande!”

“Basta, Klaus, non è il caso di infierire..vedi che è a pezzi.” Gli diceva Elijah tenendogli la mano.

“Sì..e poi ci sono certamente delle cose che questa donna non sa..” disse Kol con sguardo eloquente.

“Raccontatemele! Fino adesso ho sentito solo la versione di Mikael e gli ho creduto..”

“No, non meriti di sapere la verità, per tutto questo tempo mi hai odiato perché non ero tuo figlio e perché pensavi che fossi il frutto dell’amore del tuo uomo con un’alta donna. Non sei meglio di Mikael che non è stato in grado di amare un bambino solo perché non era frutto del suo sangue. Siete la coppia perfetta. Mi dispiace che mio..Mikael non l’abbia capito e sia andato a cercare Esther, sono insieme adesso.”

La donna scoppiò in singhiozzi, mentre loro si apprestarono ad uscire.
 
“Sei stato troppo crudele con lei..è sempre..” cominciò Elijah.
“Mia madre? Non lo è mai stata.” Disse Klaus.

“Klaus, capiamo come ti senti, ma credici, c’è di peggio che avere quella donna come madre, ed è..nostra madre.” Precisò Rebekah.

Si guardarono tutti con consapevolezza.






















Note dell'autrice: ragazzi, lo so che fa schifo e che avrei fatto più bella figura a non postarlo proprio in attesa di alluingarlo e farlo sembrare perlomeno un po decente ma....volevo tranquillizzare tutti e far capire almeno ai pochi a cui piace la storia, che non l'ho abbandonata xd questo pezzo anche se può sembrare inutile, ci voleva..lo so, sembra che mi arrampico sugli specchi ma ormai le coppie anche degli adulti, sono queste xd dovevo dare uan spiegazione e so che sembra assurdo che Mikael abbia voluto tenersi il figlio che non è figlio suo, soprattutto per come lo tratta nella serie tivù ma se ci pensate bene, è una nota di sadismo da parte di Mikael, per vendicarsi gli toglie il figlio facendole credere che lo fa per proteggere gli altri figli xd
di meglio non sono riuscita ad inventarmi mi dispiace..ve l'ho detto che questa storia mi sta creando problemi..
vi dico la verità mi ero inventata una cosa figa per il capitolo della svolta ma..ho atteso troppo e non mi ricordo più cosa volevo fare nel dettaglio xd
posto questo capitolo nella speranza che questo mi dia la spinta per il prossimo xd

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Capitolo 22
*** Famiglia di vampiri? ***


Avviso: la storia si era arenata, non riuscivo ad andare più avanti quindi chiedo scusa per il capitolo confusionario, un po violento e troppo frettoloso, ma o faccio così o non vado più avanti.
scusate per il disagio.
anche per le scene brutte che io detesto con tutte le mie forze ma erano necessarie






Esther aveva portato loro un preparato a base di sangue, per trasformarli in vampiri.
“Guardate, figli miei. La vita ETERNA, ho pensato molto per questo..”
Erano entrati senza bussare e senza avvertire.
Klaus ed Elijah si stavano baciando contro il muro, seminudi, quando i genitori comparvero sulla soglia.
“Oh mio dio..” disse Esther, e fu con un grande autocontrollo che riuscì a non far cadere l’ampolla.

Klaus ed Elijah si staccarono immediatamente ma ormai il danno era fatto.
“Io li ammazzo..” disse Mikael.
“Mikael..ti prego..”
“Vai via Esther.
“No..io..”
“VA VIAAAA.”

Esther gridò mentre Mikael dava un pugno a Klaus e un altro a Elijah e poi li prese a calci.
Esther a quel punto decise di scappare, ma arrivò Kol all’improvviso a cercare di difendere i fratelli, allontanò Mikael da loro, ma si beccò uno schiaffo e andò a finire contro la scarpiera.
Maledetti!” irruppe Rebekah, imbracciando un coltello, ma venne sbattuta in un angolo da Mikael.
Bastardo!” gridò Kol, mentre gli altri fratelli attaccarono.

“Anche lei è la tua puttanella? Hanno contagiato anche a voi, ma non ti preoccupare, ce n’è anche per te.”
“Non lo toccare, bastardo!”
“Il nobile Elijah!! Com’è farsi un licantropo? Hai preso bene dalla tua mammina infedele!!!”
 
In quel momento un grido diverso dagli altri arrivò dal corridoio.
Esther.
Finn la teneva per i capelli, costringendola ad entrare.

“Questo è tutta colpa tua. È SEMPRE stata colpa tua, fin dal principio. Hai venduto Freya e a quanto pare sono venuto a sapere anche una bella storiella. A quanto pare Henrik, nostro fratello, è vivo! Hai lasciato che venisse accusato Klaus, soltanto per cercare il perdono da Mikael! Nostro padre!”
“Nooooo, non è vero.”

“Lui voleva lasciarti, per la tua infedeltà, e tu hai cercato di tenerlo legato a te, con la scusa della finta morte di Henrik, hai preferito accusare Klaus e farlo andare via, perdere tre figli, invece di due. MI FAI SCHIFO.”
La spinse e l’ampolla crollò a terra.
NO, NON è VERO!” disse Mikael.
“Mikael..non credergli,.io..”

Klaus arrivò e la minacciò con un pugnale, cercò di scappare lei, ma Finn la tenne ferma da dietro.
“No..cosa..”
“ADDIO, MADRE!” disse Klaus e la pugnalò al petto.
“AHHHHHH!”
“NOOOOOOO!” fu il grido di Mikael. Prese una pistola che aveva nascosto nella giacca e sparò a tutti.
Crollarono tutti e tre al pavimento.

A quel punto Mikael prese il corpo della moglie e andò via.
Prima che andò via, però Klaus riuscì a lanciargli contro un pugnale che gli si conficcò alla schiena.
“AHHHH. MUORI, MALEDETTO BASTARDO!” gridò Mikael.
“Prima..tu..” ansimò Klaus, poi crollò a terra.
 
Rebekah guardava a terra, semi svenuta, i suoi fratelli erano a terra, dovette trascinarsi a fatica sul pavimento e trascinare anche Kol.
“Ecco..bevi..Kol..tesoro..ti prego..”
Kol mosse appena la testa, sul sangue versato.

Elijah senza una parola, fece cadere delle gocce sulla bocca di Klaus.
 “Sì, il sangue…è l’unica soluzione..” disse Finn bevendo gocce della cosa che più aveva odiato diventare.
Un’ultima trascinata per altre gocce.
 
“Salutatemi l’inferno!”  gridò Mikael dalla finestra.
I fratelli si presero per mano.
Sarebbero ritornati e gliel’avrebbero fatta pagare a tutti e due.






















Note dell'autrice: come ho già detto in altre mie storie, non ho più intenzione di aspettare che l'ispirazione mi arrivi dalla grazia divina o dallo spirito santo ecco
mi rendo conto che questo capitolo non è il massimo ma..avete visto da quanto mancavo? Se aspettavo l'ispirazione dallo spirito santo avrei probbailmente aspettato IN ETERNO, quindi oggi mi sono messa qui e anche se non ero tanto sicura della scena che volevo scrivere, ho voluto scrivere FORZATAMENTE anche se non ero sicura fino all'ultimo , bene, delle scene di lotta e cose varie..la cosa è venuta un po cruenta lo so, non mi importa se non è realistico, è l'unica cosa che mi è venuta in mente ed è sempre meglio che far arenare la storia no? LOL
scusate ma sono un po nervosa..ho dovuto forzarmi molto per riuscire a scrivere questo capitolo e credo proprio dovrò farlo anche con le altre storie ma lo farò :))

spero ora finalmente di aver dato un senso al titolo della storia

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Capitolo 23
*** Hannah e Pearl ***


Il sangue di Esther riuscì a velocizzare il processo di trasformazione in vampiri.
I vicini allertati dalle grida, avevano chiamato un’ambulanza, ma fortunatamente Hannah e sua madre avevano caricato i fratelli nel loro furgone e li avevano portati via.
Erano in una capanna davanti a un fiume adesso, quando si svegliarono, la dolce Hannah, una ragazzina dai tratti cinesi, raccontò cos’era successo.
Loro padre aveva cercato di ucciderli, ma loro avevano bevuto il sangue che aveva portato loro Esther ed erano in transizione.

“Siamo delle streghe anche noi e ci vergogniamo di essere come quella donna ignobile che chiamate MADRE, io non avrei mai fatto una cosa del genere alla mia unica figlia. È proprio vero che permettono a chi non è degno di averne neanche uno, di procreare tanti figli. Scusatemi, non dovrei dire queste cose. Sono felice che siate così tanto uniti. Freya, vostra sorella, era molto preoccupata e ci ha dato incarico di spiarvi, ma per proteggervi e quando abbiamo sentito le grida, siamo accorse.”

“I vicini avevano già chiamato l’ambulanza ma non potevamo permettere che finiste all’ospedale con del sangue di vampiro in circolo. Dio solo sa cosa sarebbe potuto succedere se se ne fossero accorti.” disse Hannah.
Rebekah e Kol scoppiarono in un pianto sfrenato accoccolandosi l’uno con l’altro, Klaus e Elijah non piangevano, ma si abbracciavano l’uno con l’altro, coinvolgendo anche Finn, per la prima volta.
“Se non fossi arrivato anch’io, non so cosa sarebbe potuto succedere.” Disse quest’ultimo.

“Abbiamo anche una lettera per Freya, è furibonda per quello che è successo e ha chiesto di vedervi. In questa lettera vi ha dato delle coordinate per il luogo.” Disse la donna, mostrando loro una lettera.
“Bene, direi che questa riunione di famiglia è stata rimandata anche troppo. Se siamo in fuga, che almeno sappiamo dove stiamo andando.” Disse Klaus con un sorriso.

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Capitolo 24
*** La casa in mezzo al bosco ***


Stavano camminando nel bosco da chissà quanto.
Era come se in quel bosco suggestivo, a tratti effimero, non esistesse più il tempo e lo spazio, lo spazio era tutta luce, tutto uguale, ma allo stesso tempo il bosco appariva sempre diverso, a ogni nuovo passo sempre più grande, largo, profondo, intenso.
Tante diverse tonalità di verde, tante diverse tonalità di luci e poi cominciarono ad arrivare le porte.

I fratelli si chiedevano come fosse possibile che vedessero e attraversassero quelle porte a specchio celesti trasparenti, come se fossero dentro una casa degli specchi.
Non sapevano neanche se fossero reali, la calma  e la pace che li inondava, non faceva loro porre domande.
Non seppero quanto durò quello strano labirinto.
Forse ore.

Poi finì e si ritrovarono davanti a un cottage sempre in mezzo al bosco.
 
Quando entrarono, la casa sembrava la gemella di quello strano gioco di specchi.
Era grande, sembrava quadrimensionale, sembrava…surreale.
E bella. Calda.
Sembrava sospesa in una dimensione sconosciuta.

Poi videro Freya . O almeno supponevano fosse lei, una ragazza alta, magrissima, con i capelli a caschetto, bionda e gli occhi nocciola.
“Benvenuti nella mia alcova felice, fratelli. L’ho creata per voi.”
Non sapevano cosa significasse ma sentivano che fosse sincera.
“Vi ho aspettati per tanto tempo.”
E andò ad abbracciarli a uno a uno.
Prima Klaus, poi Elijah, Rebekah, Kol.

Poi guardò Finn, gli sorrise come se fossero davanti a una conversazione silenziosa.
Si sorrisero.
“Noi due ci conosciamo già.” Disse lei, ma si strinsero forte ugualmente.

“Grazie per averli protetti.” Disse lei abbracciata al minore.
 
 
 
*

Fu penoso raccontare alla sorella Freya cosa fu capitato con i genitori, come loro padre avesse cercato di ucciderli.
Freya appariva molto turbata, soprattutto dal momento che loro gli dissero che Klaus aveva accoltellato la madre.
“Forse voleva solo trasformarvi in vampiri..” disse lei.

“Come puoi difenderlo dopo quello che ha fatto a tutti noi?? Freya, non c’eri tu! Non hai dovuto assistere come me, che ho visto che sparava a tutti i nostri fratelli! Loro non c’entravano! Vuoi prendertela con me?? Prenditela con me!! Cosa c’entrano LORO!! Sono dei MOSTRI!”
“Sono..hai ragione..è che..capisci che devo credere che almeno uno di loro due..” Freya si coprì il viso con le mani.
Klaus sembrava voler replicare ma Finn intervenne.

“Klaus, ti chiedo di avere un po di tatto! Non sai cosa ha passato Freya in tutti questi anni.è stata VENDUTA da nostra madre a nostra zia! Si è liberata di lei, letteralmente.”
“Non mi dici niente che mi può sconvolgere. Ti ricordo che ha dato via ANCHE ME. Sarà un vizio di famiglia.” Scrollò le spalle Klaus prendendo una patatina.

“lei ha sofferto molto di più! Tu sei cresciuto in una famiglia normale. Non hai mai saputo la vrità, lei è cresciuta con una STREGA che ha sfruttato i suoi poteri sempre, che l’ha imprigionata con il mito dell’immortalità, costringendola a lunghi letarghi per poter aumentare la sua magia e diventare una sorta di immortale! Lei ha sempre saputo che nostra madre si è liberata di LEI.”

“Perdonaci se siamo un po di parte in questo, Finn, ma se proprio vuoi che odiamo nostra madre, trova un altro motivo. Dì magari che voleva costringerci a diventare vampiri. Dì che ha portato a casa di nostro fratello, un uomo che ha cercato du ucciderci, che abbiamo il disonore di condividere il patrimonio genetico. NON DIRE che dobbiamo odiarlo perché ha acconsentito a vendere nostra sorella. In pratica ci stai dicendo che dovremmo odiarla per averci permesso di nascere?” lo sfidò Kol.
Questo gelò i presenti per qualche secondo.

“Mi trovo ad acconsentire con Kol, stavolta, ma d’altronde hai semppre dimostrato di odiare tutti noi, non dovremmo essere sorpresi.” Disse Rebekah accarezzando la mano di Kol e trattenendosi-  Elijah l’aveva sgamata bene – dal baciarlo.
“è solo che la vostra..anzi nostra nascita , è stata la causa della sofferenza di nostra sorella! Voi non l’avete mai conosciuta..ma io sì..stavo crescendo con lei..e vedere che mi.. è stata strappata via..io..” Finn chiuse gli occhi.
Freya gli accarezzò la mano.

“Va tutto bene, Finn, tranquillo, io li capisco. Capisco cosa provano e credimi che forse l’unica cosa buona che è nata da tutto questo dolore, sono proprio i NOSTRI fratelli..tutti voi..se mi venisse chiesto di poter far tornare indietro il tempo e non essere mai presa da mia zia, io, fidatevi, non lo farei, se il prezzo da pagare sarebbe che voi non nasceste. Mi sacrificherei io. Quello che contesto alla mamma è che..dopo che aveva avuto quello che ha ottenuto dalla zia, perché non..non ha provato mai a cercarmi? Era tutto a posto per lei, l’importante era avere altri figli. Mi ha dimenticato! E io ho sofferto enormente sentendomi abbandonata. Papà invece ci teneva a me..quindi scusatemi, se io cerco ancora di contenere intatte le mie illusioni..di credere che non siamo proprio soli al mondo.”
Klaus non la bevve.
“Sei solo una stupida ragazza egoista che non sa quello che dice.”
“KLAUS!” la ammonì Elijah.

“NO, Elijah, NO. Questa sciocca ragazza non c’era quando casa mia si è trasformata in un mattatoio, va bene? Non c’era quando abbiamo cercato di proteggerci disperatamente l’un ‘altro tentando disperatamente di difenderci da un pazzo furioso. Non c’era quando tutto il nostro mondo è crollato quando ci è stato comunicato che il nostro fratello perduto, Henrik era ancora vivo, la cui morte è stata finta per gli scopi di una donna malvagia e crudele.. Pur di non perdere i suoi privilegi, non ha esitato a sbarazzarsi di un altro FIGLIO. Quindi scusami, Freya, perdonami, principessina, se non riesco  a vederti come una martire, l’unico agnello sacrificale di tutta la famiglia. Non sei l’unica ad aver sofferto va bene?? Noi tutti abbiamo sofferto! Cazzo, Elijah è scappato in un altro paese per trovare una tranquillità che nella sua città non trovava, si è fermato solo quando ha trovato ME! Un ragazzino estraneo. Mi farei delle domande a sto punto su quanto stesse bene prima!”
“Klaus io..”

“Fanculo.” Disse Klaus lasciando la cucina.
 
 
 
 
 
*

Era passato un giorno ed Elijah era riuscito a consolare e far calmare Elijah, si erano abbracciati stretti nello stesso letto, al riparo dagli sguardi degli altri fratelli e Klaus era sembrato un po più tranquillo.
Ma durante il pomeriggio del giorno dopo, Klaus vide una cosa che lo atterì.
Freya si stava baciando con Finn, sulla casetta sull’albero.
Era inconfondibilmente un bacio.

E quel che era peggio, era che Elijah era appena uscito, vedendo la stessa scena.
Maledizione al suo vizio di seguirlo sempre dappertutto.
“Klaus..” susurrò il maggiore infatti.
“Vieni via.” Sussurrò anche l’altro a denti stretti spingendolo in casa.
 
 
Per fortuna nessuno di loro si era accorto di niente, Klaus lo trascinò in bagno.
“Klaus..che cos’è quella scena che abbiamo appena visto?”
“Un bacio!! Un cazzo di bacio, Elijah!!”
“Sì, lo so, ma cos’era’? Cioè?? Oh, cazzo, che cazzo ci succede?” disse Elijah tirandosi i capelli all’indietro.

“Succede che siamo una cazzo di famiglia incasinata e che siamo sbagliati. Tutti, quanti. Ecco!”
Elijah lo fissò duramente.
“Non farmi prendere un paletto.”
“Non capisci? Tre coppie su sei fratelli!!! Non dirmi che credi ancora alla favoletta della coincidenza,  del vero amore!!”

“Io ti amo veramente, Klaus e sono convinto che anche Rebekah e Kol..”
“Smettila! Smettila, non dire più niente.”
Elijah lo guardò spaventato.
“Non hai intenzione di dire a loro che li abbiamo visti..”
“Io..io non lo so..”
“Klaus, sarebbe la mossa più sbagliata che potresti..”

“STO SOLO CERCANDO DI CAPIRCI QUALCOSA! È UN DIFETTO??” E senza aspettare una risposta, uscì dal bagno, sbattendosi la porta alle spalle.






















Note dell'autrice: speravo di fare un capitolo più lungo ma oramai mi sa che mi devo rassegnare che non sono capace..
mi auguro solo di non essere ancora qua tra tre mesi a scrivere questa storia..
cmq anche se sembra che vado a casaccio, ho una scaletta precisa..credetemi..
e prima o poi il problema che ci sono ben 3 coppie di fratelli andava affrontato xd
Team, sei felice? LOL sei stata te a ispirarmi chiedendomi se anche Freya e Finn si sarebbero messi insieme xd
che, per quanto assurdo..dopo la KLaus x Elijah sarebbero la seconda coppia abbastanza realistica LOL
lo so che tutti state pensnado che non è realistico che si accoppiano tutti tra loro, ma CREDETEMI, ci sarà una psiegazione anche x questo
spero arriverà già nel prossimo

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Capitolo 25
*** La sfuriata di Klaus ***


Elijah aveva sperato che Klaus stette zitto e invece fu una speranza VANA.
Per tutto il tempo della cena aveva invocato chissà quanti dei sperando che Klaus stette buono. Freya aveva passato le ore di quella giornata a mostrare loro come sopravvivere alla sete di sangue tramite delle fialette portatili, molto nutrienti e comode, invece di scomode sacche di sangue ingombranti e sperò che questo contasse qualcosa per il maggiore e invece..

“Dunque, Freya..dobbiamo parlare..di una cosa che ho visto oggi..” cominciò lui.
Elijah lo guardò impallidito e pieno di avvertimenti. Klaus lo ignorò.
“Dimmi, Klaus.” Disse Freya seria senza scomporsi.
“Per me è difficile dire questa cosa..ma devo farlo. Per questa famiglia. Tu e Finn..state nascondendo qualcosa?”
Freya rimase a occhi chiusi per poi sospirare. “Sì.”
“Klaus, lasciala in pace. Affronta me invece di lei..lei non..” cominciò Finn digrignando i denti.
“Dunque voi sapete già di cosa sto parlando? Buono a sapersi! D’altronde non è che stavate facendo il possibile per nascondervi!”
“Di cosa state parlando?” disse Rebekah, sbigottita come Kol a fianco a lei.

Mi stavo baciando con lei! Sì, ebbene lo confessiamo!! Ma tu proprio non puoi parlare, schifoso ipocrita!” gridò Finn.
Successe tutto in rapida successione. I fratelli si alzarono tutti contemporaneamente.
Kol e Rebekah trattennero Klaus, mentre Elijah e Freya trattenevano Finn.
“Come osi rivolgerti così A ME?? Hai fatto il lacchè di una donna terribile fino a ieri!!”

“Almeno non mi fingo il ragazzo trasgressivo per poi improvvisarmi moralista e accusare un mio fratello di una stessa cosa che faccio anche io!!! Ipocrita!!” ripetè Finn.
Adesso basta Finn, stai esagerando! Smettila!” gridò Rebekah.
“Lo difendi?? Non mi stupisce. Per stare vicino a uno così bisogna solo dirgli sempre sì, altrimenti vedi come sbotta??”

“Lasciatemi, lasciatemi, maledizione! “ disse Klaus divincolandosi. “Non ho intenzione di saltargli addosso, anche se pure se lo facessi non potrei fargli alcun danno visto le nostre condizioni.” Poi si rivolse a Finn. “Ti riempi la bocca piena di belle parole, Finn, ma tu non vuoi bene davvero a questa famiglia, proprio se sospettavi già di noi due, avresti dovuto dirlo..come sto facendo io ora con te..”
“Veramente non so solo di voi due..” disse guardando l’altra coppia di fratelli. Rebekah si mise la mano sulla bocca, Kol che lo sospettava, non si smosse.

Klaus guardò stavolta Freya indignato.
“Anche tu sapevi tutto, giusto?”
“Klaus..io..sì..ma..”
“Ma bene!! SEI FRATELLI e tre coppie! Che grandi numeri eh!! Fondiamo la casa dell’incesto già che ci siamo!!”
“Come puoi essere così egoista?? “ gridò Finn. “ Quindi tu hai il diritto di amare tuo fratello ma noi non possiamo farlo?? Perché solo tu hai questo diritto?”

“Mi chiedo a sto punto se sia davvero AMORE o non piuttosto una mera anomalia genetica nel nostro sangue!! Proprio non capisci?? Avremmo dovuto SAPERE una cosa del genere, perché se DUE coppie potevano essere una concidenza curiosa, ora con TRE non lo credo più. Io non so cosa provi tu per..Freya..ma so che non è normale, che su sei fratelli ci siano TRE coppie..io AMO Elijah e finora ho pensato che fosse AMORE VERO..quello che mi ha spinto verso di lui..a desiderarlo, a volerlo..a causa tua mi sono illuso che fosse qualcosa di molto più profondo, ma se TUTTI NOI siamo accoppiati tra di noi vuol dire che..non era così..”
“Se la pensi così vuol dire che il tuo amore e la tua fede non è così forte.” Disse Freya.
Klaus la guardò feroce per poi sibilare:
“Sai che ti dico: Vaffanculo te e Finn, fottetevi  a vicenda, a me che cavolo me ne frega!” e si sbattè la porta alle spalle.
I restanti fratelli erano mortificati, poi Rebekah disse:

“Non ammiro i modi di mio fratello ma ha detto cose che..sotto un certo punto di vista..”
“Rebekah, io ti AMO! “ disse il minore, Kol, accarezzandole un braccio. “Non so perché è successo ma sono certo di amarti da quando ero un bambino..dopo ho cominciato anche a desiderarti ma il fulcro di tutto.se è l’amore..non può essere finto..”
Rebekah lo guardò con gli occhi lucidi.
“Oh, Kol…”
Elijah scosse la testa.

“Io provo la stessa cosa..Klaus è solo incazzato, e quando è così, non ragiona e dice parole di cui poi se ne pente..vado a cercarlo..” e sparì anche lui oltre la soglia.
 
Rimasero le altre coppie, Rebekah e Kol stavano per lasciare anche loro la stanza, quando Finn parlò.
“Freya, adesso basta. Dobbiamo dirglielo.”
Freya si gelò, come gli altri due.
“Finn..”

“No, ora BASTA. Ti ho seguito, ho fatto tutto quello che mi hai detto ma sono STANCO di fare il fantoccio senza pendere decisioni..”
“Io non ti ho mai trattato come..”
“Lo so lo so, ma è così che mi sento e poi sono STUFO MARCIO di passare come l’orco cattivo. Prima passavo per l’insensibile che odia la sua famiglia, poi il lacchè di mia madre, ora per il bugiardo manipolatore, il finto moralista..basta basta. Sono stufo. Dobbiamo dire la verità.”

“Finn” disse Kol. “Giuro su Dio che se non siamo in realtà fratelli, e ce l’hai tenuto nascosto, non mi importa cosa eri per me prima, ma ti squarto pezzo per pezzo.”
Prima che Finn potesse trovare il tempo di replicare con una risposta mordace, Freya parlò:
“Siamo fratelli in QUESTA VITA, in realtà, ma nell’altra..o meglio, nelle ALTRE, no!”
Rebekah e Kol sbatterono gliu occhi stupefatti.

“Non ci credo..è incredibile che cosa vi state inventando per..” disse Rebekah.
È la verità!” disse Freya. Abbiamo tutti noi vissuto altre vite e in queste..eravamo anime gemelle! Per questo in questa vita ci amiamo. Tutti quanti!”

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Capitolo 26
*** La grotta ***


Klaus aveva attraversato la foresta e si era rintanato in una caverna, a soffrire il freddo.
Il fatto è che il freddo non lo sentiva, non più di tanto, perché bruciava di rabbia.
Dovrebbe essere contento, dovrebbe gioire per il fatto che i suoi stessi fratelli provino la felicità che provava lui stesso con Elijah.
Allo stesso tempo però aveva sperato che il loro amore fosse unico, SPECIALE, che non ci fosse niente come loro.
Gridò e pianse. Non capiva cosa provava, non capiva neanche più se la sua rabbia fosse giusta.
Dopo qualche minuto vide Elijah entrare nella grotta.
“Elijah! Che ci fai qui??” gli chiese.
“Dovresti sapere che ti seguo ovunque, Klaus. Ti ho rincorso da anni, senza saperlo. Vuoi che mi arrenda ora?”
“T-tu non…” e scoppiò a piangere, tenendosi la faccia tra le mani.
Elijah gli tolse i polsi delicatamente.

“Se pensi di essere patetico, hai ragione, ma è il motivo per cui mi sono innamorato di te. Per i tuoi capricci da diva, per questo tuo fascino da poeta maledetto. No, ascoltami, Nick. Mi faresti un dipinto?”
“C-come? Ma sei impazzito?”

“Quando torneremo dalla nostra FAMIGLIA, mi faresti un dipinto? Voglio che mi dipingi così, con questa luce negli occhi, perché è quella che mi viene pensando a quanto sono innamorato di te, voglio che tu la dipingi, e quando la mostreremo ad altri, diremo, guarda, guarda l’amore. Questo è l’amore che riflette. Quindi chi dice che non può essere catturato con un pennello?”
Klaus lo baciò disperato dopo quella frase,.

“Il tuo amore è così ..incondizionato, amore mio. Non credo di esserne degno.” Gli carezzò una guancia.
“Nick..”
“Ma ne sono molto grato.” Gli mise una testa sul petto.
“Ti batte forte il cuore.” Disse poi il biondo.
Elijah ridacchiò.
“Saranno le tue parole forse che per me sono musica?”
“Credevo mi odiassi dopo la mia scenata.”

“I litigi fanno parte delle famiglie e noi siamo una famiglia molto speciale, non è vero?”
“Ma quello che ho detto..”
“Lo pensi ancora?”
“I-io…no..non lo so..non più..oh, diavolo non mi interessa.”
Elijah ridacchiò.

“Così fa l’amore. Ti confonde e annulla la razionalità. Con questa tua frase smozzicata hai appena cancellato ogni dubbio esistente e l’hai portato lassù alle stelle.”
Klaus guardò il dito di Eljah nella notte.
“Povere stelle..” disse allora. “A sorbirsi tutte le stronzate dell’umanità..”

“Loro stanno lassù, dove il male non può ferirle, non dispiacerti per loro. Stanno lassù a farsi adorare e ispirare poemi e canzoni e poesie. Loro sono..FELICI..come sono io in questo momento.”
“Anche se siamo in una lurida grotta al freddo?”
“Beh, dicono che l’amore riscalda e cura. Tu vuoi restare qui?”
“Ancora per un po..se non ti è di intralcio..mi vergogno troppo per tornare presto in quella casa.”
Elijah gli accarezzò i capelli.

“D’accordo, Nick..resteremo qui tutto il tempo che vuoi..”
 
 
 
 
*

Dopo un’oretta, vennero svegliati da una sagoma agitata.
“Mmm..che c’è, che succede?” chiese Klaus rigirandosi nell’abbraccio di Elijah.
“Il fratello rompiscatole è venuto a darci la sveglia, Nick.”
Finn diede ad entrambi una manata sulla testa.
“AHIA!!” si lamentarono loro due.
“Sono troppo assonnato per pestarlo. Elihah pensaci tu.” Disse Klaus.
“Non prima di un buon caffè.” Disse l’altro.

“Mentre voi state qui a fare i piccioncini in odore di congelamento, io e gli altri vostri fratelli ci siamo preoccupati molto. Sta scendendo il freddo. Non il clima ideale per giocare agli orsi polari. Sono venuto  a riprendervi.”
Elijah e Klaus continuarono a guardarlo inebetiti.
“Cosa?? Avete subito un danno al cervello per caso? Il freddo vi ha congelato il cervelletto??” chiese irritato.

“Perché..tra tutti quelli che potevano venire qui..è venuto proprio il fratello che dovrebbe odiarmi di più? Non ha senso.” Disse il biondo.
Finn rise.
“Forse è il karma. Sai, quelle stronzate che si dicono sul bisogno di risanare le ferite dell’anima, o quelle famigliari. Tutto accade per una ragione. DOVEVO essere io.”
Klaus era scioccato, Elijah disse:
Tu leggi?”

Finn ignorò il commento, per abbracciarli dolcemente.
“Finn! Questo è troppo per me.” disse Klaus irrigidendosi.
“Concordo con il mio fratello minore.” Disse Elijah.
“Senza contare che.-..volessi fare un menage a trois, dovremmo prima chiedere alla tua barbie se è d’a..”
Una manata questa volta da Elijah.
“AHI, ma tu da che parte stai?”

Finn ridacchiò tra loro.
“Non sei così male come credevo, Elijah.”
“Anche tu sei meno idiota di quanto pensavo. Freya è una buona influenza. Sicuro sia una strega e non una fata?”
“Ehi ehi ehi cos’è sta confidenza? Volete che me ne vada e vi lasci soli?”

Finn si volse verso Klaus e quest’ultimo davanti al suo sorriso sincero si sentì a disagio.
Deglutì.
“Finn, ascolta, a proposito di prima…”
“Non devi..”
“No, io non so cosa..”

“Klaus.” Lo interruppe Finn. “Sono venuto a prendervi, l’onore di chiarire tutto, lo lascio a nostra sorella. Ci sono delle cose che voi dovete sapere, adesso andiamo, forza.”
 

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Capitolo 27
*** Vincent ***


Klaus boccheggiava mentre nella meravigliosa sala da pranzo ascoltava la spiegazione di Freya.
“Non…non ci posso credere..” disse Klaus.

“Nostra sorella dice la verità. Tutti noi eravamo anime gemelle, in un’altra vita, Freya e io ci siamo amati, così come tu ed Elijah, e Rebekah e Kol. Eravamo quelle che vengono definite “anime gemelle.” Disse Finn.

“E nostra madre era gelosa del nostro amore. Di tutti noi. Ha cercato di distruggerlo, sempre, vita dopo vita. “ disse Freya chiudendo gli occhi.

“Come è possibile che non siamo mai riusciti a fermarla?? Anche solo per proteggerci a vicenda.” Disse Rebekah scioccata.

“Non siamo vissuti tutti nella stessa vita.” disse Freya. “è solo in questa che ci siamo ritrovati tutti insieme, a quanto pare, il karma ha uno strano senso dell’umorismo. Pur di tenerci legati, ci ha fatto essere fratelli.”

Si guardarono tutti allibiti da tale informazione.

“E tu come fai a sapere queste cose? Senza offesa ma..come possiamo fidarci di quello che ci dici? Per quanto ne sappiamo tu potresti star mentendo..” disse Kol.
“Sapevo che non mi avreste creduto ma forse crederete a LUI. Vincent, vieni fuori.”

Dalla soglia del salone spuntò fuori un uomo di colore, molto affascinante.

“Piano, biondina, non sono mica un cane. Ci mancava che mi chiamassi Fuffy.”
“Piantala Vince, non abbiamo tempo per queste sciocchezze.” Disse Finn.
“E adesso chi cazzo è questo?” sbottò Klaus, che non apprezzava particolarmente che il gruppo si stesse allargando.
“Un tuo collega, Elijah. Un ipnotista di vite passate.” Disse Freya guardandolo con gli occhi che gli brillavano.

“Se mi permetti, signorina Freya. Un Signor Ipnotista.” Sorrise Vincent ai presenti.






















Note dell'autrice: lo so lo so che ormai vi ho sfraccellato tutto lo sfraccellabile ma abbiate pazienza, la storia sta per finire e forse questo sarà l'unico AU che farò in questo fandom, perchè a differenza di Supernatural, riesce a venirmi in mente soltanto questa storia per loro..quindi..non odiatemi troppo xd
chi segue il telefilm saprà che Vincent è il tramite umano stregone di cui Finn aveva preso possesso quando non era più un vampiro, vi piace l'ironia ? :))
per il resto non aspettatevi chissà che racconti , se deciderò di raccontare qualche stralcio delle loro vite passate sarà solo una cosa soffusa e vaga..non ho proprio la forza di mettermi li a scrivere o inventarmi chisà cosa..non avete idea della fatica immane che sto facendo x portare a finire questa storia xd
anche se devo ammettere che sono abbastanza orgogliosa di questo capitolo, amche perchè prima di scriverlo non avevo idea che sarebbe arrivato Vincent hahha xd

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Capitolo 28
*** Caleb ***


Klaus, Elijah, Freya, Finn, Kol e Rebekah si stavano avventurando nella foresta per cercare il loro fratello Henrik.
Volevano infatti riunire la famiglia e raccontare loro perché erano stati separati tanto tempo.
Lo trovarono abbracciato a un altro ragazzo mentre dormivano su un prato e la testa sopra un tronco.
Era un’immagine molto tenera anche perché erano semi umani.
Umani ma con una folta pelliccia.

“Sono in semi trasformazione. “ disse loro il padre di Henrik che li aveva condotti fin li
“è possibile trasformarsi a metà?” chiese Klaus.
“Se sei in comunione con la natura sì, una strega nostra amica ha trovato il modo di togliere il dolore ai lupi mannari, derivato dalla trasformazione, anche se alcuni di loro preferiscono continuare a trasformarsi in lupi, ma grazie a una pozione, anche quella completa non è indice di dolore.”

“Streghe e lupi mannari che si alleano come amici. Sembra il Paradiso..mi sarebbe piaciuto vivere qui.” disse Klaus, poi vide lo sguardo deluso di Elijah.
“Ma non avrei mai incontrato mio fratello e gli altri miei fratelli, quindi va bene così.”
“Avresti trovato me, figliolo.” Disse l’uomo. “Mi dispiace dell’infanzia che hai subito, se avessi saputo che fosse così, avrei cercato di portare qui anche te, oltre che Henrik.”

“Ma io forse non l’avrei trovato.” Disse Elijah con un sorriso, attirandolo a sé.
Klaus sorrise compiaciuto dandogli un bacio sulla tempia.
“Ti avrei trovato comunque io. Avrei trovato tutti voi.”
Il padre di Klaus ed Henrik li guardò sorridendo.

“Venite, voglio presentarvi. Henrik. “ lo chiamò e quello che a loro sembrò un cucciolo, si alzò, stiracchiandosi e tonando normale.

“Papà!! Chi sono..oh, non mi dire che..” un leggero rossore cosparse il suo bel viso.
Era bello, loro fratello.
“Ragazzi, questo è mio figlio, Caleb, e questi sono i tuoi fratelli.” Disse.






















Note dell'autrice: ragazzi, vi spiego, per quanto mi sforzassi non sono riuscita 

1) a raccontare cosa è sucesso durante l'ipnosi, perdonatemi..non ce la faccio proprio..magari ungiorno farò uno spin off al riguardo
2) non riesco a immaginare il volto di Henrik perhè mi viene sempre in mente Caleb di The Originals (il tramite di Kol ) ovviamente ormai parlavo già di Henrik e non potevo rimangiarmi la cosa, quindi mi sono inventata che cambiasse nome in Caleb, immaginatevi Henrik con il volto di Caleb in the originals.
 

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Capitolo 29
*** Il fratello scomparso e ritrovato, Caleb. ***


Non avrei mai pensato di trovarmi davanti i miei fratelli un giorno.
Forse è come quando pensi a una cosa che deve avvenire in un lontano futuro
Poi non avviene mai e quindi ti rassegni mano a mano che non è destino e che non capiterà mai.
Lo accetti, semplicemente.
Diventa come una favola.
Dentro di te ti dici: succederà un giorno, ma non ci credi davvero.
La lunga attesa, ti logora e ti dilania le speranze.
Non è forse la lunga attesa che uccide l’amore?
La lunga attesa di aspettare sempre un gesto, una parola, una carezza.
Una frase immaginata che ti culli tra le braccia e che non arriva mai dalla bocca di chi ami con tutto il cuore.
E dunque piano piano smetti di desiderarla, quelle parole che tu desideri tanto di sentire non arrivano mai, le aspetti come un assetato davanti a un deserto fino a che all’improvviso smetti di desiderarle.
Così come l’amore, che vorresti da tutta una vita, lo aspetti così a lungo che poi smetti di amare quella persona da cui avresti aspettato tutta la vita pur di averlo.
Ma Per Sempre è tanto, tanto tempo.
Io credo e ne ho parlato anche con mio padre, che è così che funziona con le anime gemelle.
Oppure con le persone che ami.
Noi siamo convinti che l’amore si spegne in un paio d’anni o forse in dieci.
Ma non è così, forse.
Forse amiamo quella persona da decine di vite, e questa ci ha fatto sempre soffrire, non riconoscendo mai il nostro grande amore, non apprezzandolo mai, noi l’abbiamo aspettata e perdonata per un sacco di vite e all’improvviso..semplicemente ci arrendiamo.
Ma non è una resa che arriva da un paio d’anni, ma da decine, forse centinaia di vite.
E se fosse davvero così, quanto grande e immenso è l’amore che prima di spegnersi e arrendersi, è in grado di sopportare la calunnia e il dolore di così tante vite?
Così tanta attesa, così tanta sofferenza.
Ne parlai con mio padre, quando, grazie ai suoi poteri da sciamano, è venuto a conoscenza che ci eravamo già incontrati, era già stato mio padre in un’altra vita e mi aveva perso prematuramente.
Io amavo gli animali, giocavo con gli elefanti e con le scimmie.
Ricordo ancora pochissimo, quasi niente della mia vita.
Mio padre però mi raccontò che sarei stato l’anello di congiunzione di alcune anime gemelle, afflitte dalla persecuzione di una donna crudele, che aveva strappato le loro giovani vite, anzitempo.
Sarei nato tra di loro, in mezzo a loro, perché prima non mi era stato possibile proteggerli.
Ora so.
CONOSCO una delle mie vite passate, una delle più antiche.
Ero uno sciamano, immortale, devoto all’amore e alla cura degli organismi.
Volevo proteggere le anime gemelle, il mio destino e il mio cuore continuava a farmi avvicinare a loro ma non riuscivo mai a proteggerle.
Forse questo era il mio destino, ritrovarle in un’altra vita, essere tutti insieme.
Averli come FRATELLI.
Ma non credevo sarei stato diviso da loro un’altra volta quando ero bambino.
 
Ora, vedere i miei fratelli davanti a me, vedere Klaus piangere davanti ai miei occhi, mi fa sentire un dolore che non credevo di poter provare.
D’un tratto ricordo qualcosa.
Lui era il bambino con cui giocavo, con cui mi sono addentrato nella foresta.
Non mi è mai venuto in mente, ma deve essere stato incolpato per la mia morte quando i nostri genitori hanno pensato che io fossi morto, sbranato dai lupi mannari.
Oh, cavolo, quanto mi dispiace.
Mio fratello è stato dato via, è stato incolpato della MIA morte, per colpa mia.
E anche se sapevo che nostro padre l’ha fatto solo per proteggermi da una famiglia malvagia, i miei fratelli non c’entravano nulla e io non mi sono mai preoccupato più di tanto.
Sono venuto a conoscenza della verità solo troppo tempo dopo.
 
“Ma i miei fratelli SANNO che sono vivo?? Lo SANNO??” aveva afferrato i lembi della maglia di suo padre, scuotendolo. “NO??? Ma come..ho dei fratelli?? Dei fratelli che non sanno neanche che io sono vivo? Come puoi avere la coscienza a posto tutte le mattine quando ti guardi allo specchio??”

“Figliolo..mi dispiace immensamente ma quando i lupi ti hanno attaccato..io..ho pensato a curarti e durante queste cure, ho avuto delle visioni. Delle visioni di tua madre, la donna di cui mi sono infatuato, l’ho vista attraverso altre vesti, altri nomi, ma lo stesso volto. Ho potuto vedere queste visioni, perché per curati sono entrato profondamente in comunione con te, non capivo cosa c'entrassi tu con lei, poi ho visto il tuo TORMENTO per non riuscire a impedire ogni volta degli omicidi che era sempre LEI a procurare. Ho sentito il tuo dolore, nonostante non fossi tu a morire, tutte le volte. Non me la sono sentita di riconsegnarti a loro, non prima di aver conosciuto a fondo cosa significasse tutto questo. Non potevo avvicinare i tuoi fratelli, sarebbe stato come scoprirmi o incoraggiare la guerra tra licantropi e vampiri.”
 
Poi conobbi Freya, un giorno, durante uno dei miei mille peregrinaggi.
Mi disse chi era, mi disse la verità sulle nostre anime e tutto mi fu chiaro.
Temevo non arrivassero mai però, che per loro non avesse importanza riallacciare i rapporti con il più invisibile dei loro fratelli, che non gli importasse di me.
Ma ora vedere quello che credo essere Klaus, piangere di fronte a me come un bambino, mi scioglie qualcosa nel petto.
“Tu devi essere Klaus..” dissi io, avvicinandomi timidamente.
“Tu..sei Henrik?” chiese lui.
Henrik!! Mai nessuno mi chiama così.
“Sì..sono io..ma preferisco Caleb, ora, se non ti dispiace.”
“Ricordo…il giorno che credetti tu fossi morto..sbranato dai..”
La sua voce si ruppe in singhiozzi, mi avvicinai di più a lui e gli poggiai la testa sul mio petto.
 
Vedo gli altri fratelli trattenere il fiato. Forse non era una cosa che permetteva a loro?
Mi sentii d’un tratto speciale.
“Mi dispiace..fratello..mi dispiace..ma sono qui. Sono vivo.”
Klaus pianse sul mio petto, non riusciva ad abbracciarmi, ma non importa, lo abbraccio io per entrambi.
Vedo la commozione negli occhi di tutti i miei fratelli ed è come se non fossero mai andati via.






















Note dell'autrice: vi dico solo che questo pov mi ha fatto venir mal di testa xd
entrare nella mente di Henrik è molto difficile
sono contenta del capitolo ma questa è la ragione per cui faccio sempre capitoli brevissimi
una volta che faccio qualcosa du più emotivo ecco cosa succede
alla prossima xd

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Capitolo 30
*** Ci penso io ***


“Mi dispiace infinitamente per quello che avete dovuto passare..mia madre SAPEVA che ero vivo e ve l’ha tenuto nascosto, è terribile quello che ha fatto. Mio padre mi ha raccontato tutto..è anche tuo padre, Klaus..e mai come oggi, desidererei che anche tu fossi cresciuto con lui. Non so come hai fatto a passare tanti anni con Mikael..io mi sarei ucciso, piuttosto.”

“Non credo sia indicato o delicato, parlare di una tua probabile morte, di nuovo.” Disse Elijah, contrariato.
Caleb scoppiò a ridere e battè una pacca sulla sua spalla.
“Oh, già..hai ragione, Elijah..scusami, sono uno sciocco. D’altronde sto anche parlando male di vostro padre..è sempre vostro padre e mi dispiace.”
“Non – è – nostro padre. Noi non consideriamo quelle BESTIE nostri genitori, solo perché abbiamo lo stesso sangue.” Disse Elijah allontanandosi nel bosco.

Caleb guardò stranito i fratelli.
“Perdonalo. I nostri genitori hanno cercato di ammazzarci tutti a casa di Klaus, è suscettibile su questo punto. E meno male che siamo vampiri, altrimenti ci sarebbe rimasto un considerevole shock post traumatico. Magari avremmo avuto anche gli incubi.” Disse Kol.
“Magari Mikael ha capito che sareste tornati in vita? Esther ha portato il suo sangue da voi e quindi doveva essere una cosa a cui miravano da tempo.” Disse il padre licantropo.

“No!” sbottò a quel punto Klaus, ancora irato al ricordo. “Ha agito con lo scopo di ucciderci tutti..perchè abbiamo osato colpire la sua mogliettina infedele. Sono solo..dei mostri.”
“Figliolo..” disse l’uomo cercando di toccargli una spalla, ma Klaus si ritirò quasi scottato.
“Loro..l’unica cosa che di buono sia nata da loro, sono i miei fratelli.” Disse allontanandosi nel bosco.
I fratelli sospirarono, dispiaciuti.

“Non vi preoccupate.” Disse l’uomo. “So io cosa ci vuole per fargli ritornare il sorriso. Gli ridarò una cosa che Esther gli ha tolto. La sua natura da licantropo.”

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Capitolo 31
*** Ansel e Klaus ***


Ansel inseguì il figlio nel bosco, sentendolo singhiozzare.
“Figlio mio..”
“Non ti avvicinare.” Disse il ragazzo, ma Ansel incurante delle sue proteste, si avvicinò. Klaus lo spinse via.
“Klaus.”
“Ero tuo figlio! Ero tuo figlio e tu hai preferito Henrik a me!”
“è Caleb ora.”
“NON IMPORTA. “ sbraitò lui.

“Klaus..ascoltami, Caleb ha avuto un incidente con i licantropi, in cui ha rischiato seriamente la vita. Ha rischiato seriamente di morire. Non ho ritenuto avvicinare subito vostra madre, ero tutto concentrato su cercare di salvare il bambino. Quando ci riuscii, ebbi quelle visioni, ma non POTEVO SAPERE, che le anime che Caleb vedeva tormentate una dopo l’altra, foste proprio voi. Credimi. Ho ritenuto però opportuno PROTEGGERE Caleb da vostra madre, non volevo che il suo destino si intrecciasse di nuovo a lei, che crescesse con lei.”

“Questo non cambia le cose, hai preferito lui al tuo primogenito.” Disse Klaus tremando dalla rabbia.
Ansel sospirò.
“Non è così. Vedi, Esther è una strega e in quanto tale, ha potuto capire subito di chi foste figli tu e Caleb, me lo confessò, ma disse anche che non voleva confessare niente a suo marito, voleva fargli credere che foste entrambi figli suoi. Mi spezzò il cuore ma io la amavo, accettai.”
“Ohhhh, poverino..”

“Io MAI, MAI avrei creduto che venissi incolpato TU della sua presunta morte, mi devi credere, Klaus. Esther però non è riuscita a nascondere la natura di Klaus, venne fuori e si scoprì che non era figlio suo, Mikael da quel momento ti odiò, ma per amore di Esther, decise di tenerti assieme agli altri fratelli. Io però SPERAVO che Esther ci potesse ripensare, che abbandonasse suo marito e stesse con me. Ci ricascammo, lei rimase incinta di nuovo, ma anche questa volta mi lasciò. Definitivamente.”
“Il seme del licantropo non è scattato in Henrik però.”

“No, perché dopo la prima gravidanza, Esther si fece più furba. Fece un incantesimo di blocco, mentre era ancora durante lo stato di gravidanza, che bloccò il gene del lupo di Caleb, ma in compenso, sbloccò il suo occhio interiore, la possibilità di guardare OLTRE. “
“Oltre?”
“Già. Oltre la nascita, oltre la morte. Le visioni che ebbe avuto. Solo che nessuno poteva prevederlo ai tempi. Esther credeva di aver scansato un fosso e si è trovata davanti una voragine.”

“Stavamo parlando di quando alla fine mio fratello è caduto tra le tue braccia e io sono rimasto con loro.”
“Quando ci fu l’incidente, io riuscii a contattare Esther, lei fu incredibilmente felice di scoprire che Henrik era vivo, tuttavia..ebbe un momento di cedimento. Scoppiò in lacrime pensando che dopotutto il bambino voleva stare con la sua vera famiglia e io me la presi con lei, perché mi aveva strappato ben due figli. Lei mi confessò che temeva che Mikael avrebbe potuto diventare violento con Henrik se avesse scoperto che anche lui era figlio mio e che era meglio per il bambino se tutti avessero continuato a credere che era morto.”
“E io?” chiese Klaus con rancore.

“Lei promise che avrebbe fatto in modo che Klaus crescesse lontano da Mikael, ma non mi ha detto altro. Io all’inizio mi ribellai, dissi che allora tanto valeva che stesse con me e con suo fratello, ma Esther era contaria, disse che Mikael lo sarebbe venuto a sapere, che avrebbe ucciso lui, Klaus e anche Enriq, che la sua soluzione invece era più comoda per entrambi, che in futuro avrebbe fatto in modo di contattarmi per farmi sapere dove ti trovavi.”
“Fammi indovinare, non l’ha mai fatto.”

“Esatto. Ma non feci domande, lo so, ho sbagliato. Ma ero terrorizzato da quelle visioni e dentro di me ero solo felice che anche tu potessi restare lontano da quella famiglia, che andassi via. Se avessi potuto, vi avrei portati tutti qui con me, ma non volevo scatenare una guerra sanguinolenta tra streghe e licantropi..mentre invece se Mikael avesse pensato che HenriK era morto..”
“Non hai pensato agli altri miei fratelli.”

“Klaus..,erano sempre i vostri genitori..io..ho pensato che per quanto oscuri, non avrebbero fatto del male a loro.”
“Già..hai pensato..”
“Klaus..”
“Beh, dopotutto..non sono stato tanto male, sai? In fondo sempre meglio che crescere con Mikael..e poi ho conosciuto Elijah..voglio dire, i miei fratelli..”
Ansel sorrise .

“Non devi nascondermi niente, figliolo. Freya e Vincent ci hanno spiegato tutto, anche Caleb si è sottoposto all’ipnosi, ho saputo che anche voi l’avete fatto e siete venuti a conoscenza della miriade di vite passate che avete passato a rincorrervi e ritrovarvi.”
Klaus avvampò furiosamente per via di quell’affermazione.
“Io,..qualsiasi cosa credi di sapere..”

“Ascolta, figliolo, io non vi giudico. L’anima è aldifuori del corpo carnale, l’anima è cuore, è amore, non è cervello. Non scegliamo chi amiamo, né quale corpo abiteremo nella nostra prossima vita..e tu e i tuoi fratelli..siete..anime gemelle. Ora ne abbiamo la certezza. Per lungo tempo ci siamo chiesti, come mai delle persone che sembravano fatte per stare insieme, finiscono per separarsi, e ora abbiamo finalmente la risposta. A causa delle emanazioni e maledizioni che mandano persone malvagie, streghe e maghi invidiosi, che vogliono togliere la felicità alle coppie che sono fatte per stare insieme. Non tutti riescono a superare questa maledizione e le anime continueranno a ritrovarsi vita dopo vita, per riprovarci.”
“Non so se il destino dell’amore finito male, è sempre da amputare la colpa alla magia.” Disse Klaus.
“Sicuramente non sempre, ma in alcuni casi sì.”
Ansel sorrise al figlio.

“Ora che ne diresti di ristabilire il gene del lupo mannaro? Vogliamo provarci insieme?”
Klaus sbarrò gli occhi a quelle parole.

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Capitolo 32
*** Un lupo dolcissimo ***






Klaus e Ansel erano seduti a gambe incrociate uno di fronte all’altro poggiando le mani uno sopra quella dell’altro.
Erano seduti all’interno di un cerchio fatto di sassolini bianchi, c’era una bacinella d’acqua vicino a loro, Ansel ci intingeva la spugna di tanto in tempo. L’acqua era piena di erbe dalla dubbia provenienza, ma Klaus la sentiva fresca e pura su di sé e le erbe lasciavano uno strano profumo che era fragrante come pane fresco.

Klaus si entiva rinascere, mentre assieme a suo padre si tenevano le mani lasciando che l’energia della natura tornava a lui.
Klaus non avrebbe mai pensato che essere un licantropo potesse essere così meraviglioso.
La natura lo era.
E pensare che la loro madre era contro di loro.
La loro madre aveva voluto trasformarli in vampiri, trasformandoli in qualcosa che era contro natura.

Ma la natura da sempre misericordiosa e generosa, li stava perdonando..
Klaus era consapevole dello sguardo dei suoi fratelli e quello in particolare di Elijah che lo fissava da lontano con gli occhi umidi.
Poteva vederlo anche se teneva gli occhi chiusi.
Era un tutt’uno con la natura.
Poi Klaus si senti CAMBIARE.

Cominciò con dei lenti formicolii, poi sempre più ravvicinati, cominciò a diventare terribile, come se qualcosa da dentro premesse per soffocarlo, per UCCIDERLO.
“A-Ansel!! AIUTAMI!!!”
“Figliolo, sta calmo, cerca di non perder la concentraziione!!”
“AHHHHHHHHH. PAPààààààààààààààààà.” Urlò accasciandosi.

Elijah e Caleb fecero per precipitarsi, ma Ansel, nonostante il fortissimo sconvolgimento per aver sentito quel nome, gridò: NON AVVICINATEVI.
Tutti si immobilizzarono, poi Ansel si inginocchiò davanti al figlio e gli tenne la mano.
“è la paura a farti questo, Klaus, non devi temere la paura. È il sentimento più maligno che abbiamo, il sentimento predominante che tutto distrugge, anche le cose che amiamo. È il mostro che divora l’amore, è la regina di tutti i mostri e se la lasciamo serpeggiare, è la fine.”
La sua voce era carezzevole, ma Klaus non osava credere alle sue parole. La sua pelle si rizzava come la pelle di un orso.
Gettò uno sguardo alla luna.
“La odio. E odio la cosa che ho dentro.”
Ansel scosse la testa.

“Ti prego, distruggi, distruggi la luna.” disse incoerentemente.
Tutti i fratelli di Klaus piansero.
“Ti prego, papà! Sta soffrendo, fallo smettere!” gridò Caleb.
Ansel gli fece cenno di fare silenzio.
“Capisco, perché odi la luna, Klaus, sulla luna, finiscono tutte le cose che si perdono su questa terra. Come l’amore.”

“AHHHH. TI PREGO, FALLO SMETTERE, FALLO SMETTERE, NON VOGLIO ESSERE Più UN LUPO, SE FA COSì MALE..NON VOGLIO Più…”
Ansel sospirò e disse ancora:
“I tuoi occhi sono ciechi, Klaus. Guarda con attenzione.” E gli prese il viso tra le mani.
 
Klaus si trovò non sapeva neanche lui dove. Forse in un limbo.

Vide un’immagine come se si trovasse dentro un igloo e stesse guardando dall’esterno.
Vide un cucciolo di lupo. Bianchissimo.
“Guardalo, Klaus, guardalo. Un cucciolo di lupo. Il cattivo che ci ha accompagnato nelle favole. Ti sembra pericoloso?”
“I-io…”

Il cucciolo si mise accucciato nascondendo la testa sotto le zampe e fece un verso come di un miagolio.
“Anche lui come te, ha bisogno di affetto e amore. Vai a rincuorarlo, Klaus.”

Klaus aprì la porta di quello che scoprì essere un igloo e uscì fuori. All’improvviso stava scoppiando una tempesta di neve, lui corse comunque. Il cucciolo aveva bisogno di lui.
“Uiiiinnnn.”
Klaus lo coprì con le sue braccia. “Sta tranquillo, oh, sta tranquillo, ci sono io qui ora con te. Stiamo per andare via, stiamo per..papà? Papà!!!”

L’igloo era sparito così come Ansel e la foresta.
 
 
I fratelli rimasero a bocca aperta a vedere Klaus che si era trasformato progressivamente in un meraviglioso lupo dal folto pelo bianco, si svegliò e i suoi occhi azzurri illuminarono quasi l’ambiente.
“Klaus, fratello!!!” Caleb si trasformò all’istante.

E così tutti assisterono alla trasformazione di Caleb. Saltò e atterrò a quattro zampe con un pelo morbidissimo, castano chiaro come il miele ma con venature bianche sulla schiena e sul collo.
Si avvicinò a Klaus e lo annusò, per poi indietreggiare per non farlo innervosire.
“Piano figliolo.” Disse Ansel.

Caleb con tutta l’eleganza che poteva predisporre insolitamente un lupacchiotto, fece un elegante inchino e Klaus si avvicinl a lui, annusandolo, per poi guarire di felicità e leccandolo.
Caleb rise e entrambi i lupi cominciarono a saltarsi addosso, giocando in una scherzosa lotta, per poi correre insieme per il bosco, già tempestato di chiazze di neve sugli alberi e il terreno, mentre nuova neve scendeva giù dal cielo.
“è un..miracolo.” disse Elijah piangendo.

“Sono i miei figli.” Disse Ansel orgoglioso con gli occhi lucidi.
 
 
 
 
*

“Caleb…”
“Seth…Mmmm..”
“Sei..ahhh sei focoso oggi.” Disse il moretto dagli occhi di smeraldo, sbattendolo contro il muro.”

“Ti voglio e ti amo..ti amo e ti voglio..cosa non ti è chiaro?” chiese Caleb mettendogli le mani al collo in una sorta di languida carezza.
“Mi è chiaro che i tuoi fratelli dovrebbero venire a trovarci più spesso se ti fanno questo effetto.”

“Quanto sei scemo. Non dirmi che non sono abbastanza passionale. Lo sono sempre.” Lo sdraiò sul pavimento in legno.
“Ma..ma non così..ahhhh..ti amo, Caleb.“






















Note dell'autrice: spero vi sia piaciuto il capitolo!! Lo dedico anche a Team, che si aspettava grandi emozioni e non volevo deluderla! Se non avessi fatto quel commento probabilmente questo capitolo non esisterebbe quindi merito tuo <3

poi voglio dire che la frase sul lupo, anche se modificata da me per la storia, viene da un post che ho trovato su fb, ora però non so più trovarloi, anche se avevo conservato la foto. Ridicio qui la frase originale se la foto dovesse sparire. La frase è: un batuffolo morbido con due occhi dolcissimi. Vi sembra pericoloso? Io credo sia solo da abbraciare, forse dovremmo cambiare il senso delle favole. I pericoli sono altri. e non ho idea davvero se sia di un libro o una frase originaria, ma viene da una pagina , questa: Ivana R lupo Ernesto. Non metto link perchè non so che pagina sia e preferisco non fare cavolate mettendo un link a caso xd spero basti il credit scritto! :))

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Capitolo 33
*** I ricordi di Caleb, Esther e Dalilah ***


Il Caleb mago



Caleb acconsentì a farsi ipnotizzare da Vincent.
In una delle sue vite precedenti è stato un mago.
Lui amava la vita, l’amore, tutte le creature, ma la natura non gli concesse di poter usufruire DELL’AMORE, inveì quindi contro la vita, contro la religione, contro le persone e infine il mondo. Divenne un giovane arrabbiato, vita dopo vita.
Fino a quando…

Non riuscì a perdonare.
Un giorno scoprì di poter perdonare e poter provare amore anche nei confronti di chi lo aveva fatto soffrire, ecco dunque che riscoprì l’amore per la vita nella sua forma più pura.
Continuò ad avere relazioni disastrose, ma qualcosa dentro di lui cambiò.
Quando rinacque nella sua prossima vita, rinacque MAGO.

Ecco dunque che parte del mistero della vita, lo accolse.
Ricordò di esser nato e nato altre mille volte.
Non comprese subito cosa era la sua missione da questa terra, si ritirò in un monastero a meditare, ma quasi subito dei richiami in sogno, lo tempestarono.

Richieste di aiuto da parte di sconosciuti.
Lui era un MAGO, si vedeva in un bosco, con un mantello, mentre delle anime invocavano in lui aiuto.
Lo amo, ma lui non mi ama…
Lei si mette in mezzo tra noi..
Come posso fare per riuscire a dichiararmi?
 
Si risvegliò quindi carico di angoscia. Chi erano tutte queste persone? Che cosa volevano da lui?

Con il tempo, i sogni divennero incubi, sempre più angosciosi, si ritrovò in piena notte a stillare cartografi complicati con scritte che non conosceva.
“La lingua della vita” disse tra sé e sé.
Cartina dopo cartina, le ammassò in una o più collezioni. Katyen non sapeva cosa significava, ma notte dopo notte, sentiva quasi come se riuscisse a decifrare qualcuno di quegli strani simboli.

Nelle sue tipografie parlava alle anime sventurate, consigliava a esse di avventurarsi nel fiume ricoperto di ciottolata, di non aver paura del fango, che esso non è altro che acqua e sabbia sporche, che un giorno erano sabbia nel deserto sotto le stelle. Consigliava loro di essere come i viandanti nei deserti! Loro non sanno dove stanno andando, semplicemente VANNO, non sanno cosa cercano, eppure continuano a cercare, perché il desiderio di andare è più importante del trofeo. È esso stesso IL TROFEO. Disse loro che non si può amare niente, se non hai più l’amore della ricerca. Disse loro che l’amore è CURA, anche compassione del male, anch’esso andava curato, le piante carnivore, o i cactus, sono piante difficili, non le puoi toccare senza ferirti, meriterebbero dunque di essere calpestate o disidratate perché sono nate così? No, meritano anche loro di vivere.
Curare gli amori non corrisposti però, era più difficile, le povere anime non volevano rassegnarsi a perdere la persona amata o a perdere una persona ancora prima di essere stata loro.

Il mago cercò di portare la questione ad un livello più alto.

“Soffri perché permetti all’ego di scavalcare l’amore. L’anima soffre ogni volta che mette sé stessa prima degli altri, prova a riflettere a cosa pensa l’altro. Se non vuole abbandonarsi a te, avrà i suoi motivi. Ti è mai capitato di comprenderlo? Magari vi siete fatti del male in qualche vita passata, magari le vostre energie a contatto con le sue , sono nocive per l’altro, magari quell’anima ha promesso il cuore ad un altro. L’amore è amore, non sofferenza o privazione, se devi lottare per avere l’amore di qualcuno, non è amore, ma una catena. Potrà mai amarti un’anima, se la costringi? Non succederà mai, l’arrendevolezza sotto forma di coercizione, non è amore, essa segue un cammino tracciato, non forzarla a vedere cosa puoi dargli, è chiaro che anche se non con gli occhi, lo vede già e non lo vuole perché il suo cammino è già tracciato per qualcun altro. Se ami veramente lasciala andare, amare è pensare alla felicità degli altri prima del nostro desiderio, se lasci andare, in una prossima vita, verrai ricompensato. L’anima si ricorderà di quello che hai fatto e potrebbe imparare ad amarti in un’altra vita.”

Tutto questo, il mago non lo diceva con gli occhi, ma attraverso scarabocchi, disegni, simboli strani, metafore amcora più strane. Disegnava un cuore segnato da un laccio, mentre un uomo, la teneva a passeggio, il cuore cominciò a piangere, ma all’uomo non sembrò importare.

L’amore è sacrificio solo fin quando i nostri desideri supereranno il nostro amore per gli altri.
Se smetti di desiderare di essere ricambiato per il tuo altruismo, non resterai più ferito, ma sarai solo felice del bene che farai agli altri, e solo cose belle possono accadere a un’anima LIBERA.
 
 
Il mago si accorse però d’un tratto di una trappola in tutto questo. Il potere che ci metteva nel cercare di liberare le anime, si accorse che non era sufficiente, solo poche venivano liberate, molte altre solo consolate, ma restavano prigioniere di un abisso senza fine.
C’era una forza, una forza che cercava di respingere il suo bene con tutte le sue forze.
Il Mago capì che era una forza del MALE.

Per ANNI cercò in ogni modo di respingere questa forza, si rese conto anche che non era l’unica, diversi suoi fratelli e amici combattevano almeno uno alla volta con forze indefinite, che cercavano di respingere il bene che facevano, per tormentare le povere anime e condannarle all’infelicità ETERNA.
 
 
 
*

I discendenti dei guerrieri dei cuori trafitti



Caleb si risvegliò in stato confusionale, sorretto da Seth, il suo fidanzato e accerchiato dai suoi fratelli, preoccupatissimi.
“Che cosa hai visto?” chiese subito Klaus, ma Ansel gli disse di aspettare che si riprendesse, tanto ad ogni modo il registratore aveva registrato TUTTO.
Quando si risvegliò, finalmente, ascoltarono insieme a Caleb, tutto quanto.

“Il mio fratellino era una persona molto importante.” Disse lui accarezzandogli i capelli.
“Ma in tutto questo noi che cosa c’entriamo? “ chiese Elijah.

“Ora ci arriviamo.” Disse Ansel. “A quanto pare, Caleb e gli altri suoi fratelli spirituali, avevano questa misteriosa missione di aiutare le anime a distanza, a ritrovarsi, ma erano bloccati da forze del male non identificabili, non si arresero però, divennero sempre più numerosi e fecero delle ricerche, riuscirono infine a trovare loro UN NOME: i guerrieri dei cuori trafitti. A quanto pare, moltissimi anni fa,  SECOLI FA, vennero generate delle creature OSCURE, che a loro volta erano state generate da genitori OSCURI resi tali perché generati a loro volta con delle pozioni cariche di magia nera, per indurre e costringere gli umani ad abbandonarsi a loro. Questo generò nei secoli, una dinastia OSCURA, che è cresciuta mano a mano nei secoli, i loro discendenti non erano umani veri, ma creature di mezzo, che non avevano amore dentro di loro e per questo tentavano di rubare quello degli altri, ma non potendo farlo, nessuno avrebbe mai potuto AMARLI, toglievano l’amore anche agli altri, i loro bersagli preferiti, erano le anime gemelle, perché avente una cosa che loro non avrebbero mai potuto avere. L’amore VERO. Nei secoli, per contrastare queste forze oscure ogni forza del bene, si mise davanti per cercare di fare da guardiano, ogni tot anni o secoli, ne nasceva qualcuno, aveva il compito di proteggere le anime, ma non sempre ci riuscivano, ormai la maledizione dei guerrieri dei cuori trafitti ha fatto sì che questo mondo diventasse ancora più corrotto, per via di tutto il male e il dolore che queste due fazioni si è fatto l’un l’altro. Una sofferenza continua, l’unico modo per liberare per sempre delle anime, era UCCIDERE lo spirito del male, ma è quasi impossibile localizzarlo, e quando trova delle prede, le perseguita per l’eternità.”

“Nostra madre era uno spirito del male, quindi?” chiese Elijah allibito, mentre tutti scuotevano la testa.
“Non credo che ESTHER ne sia cosciente. I discendenti dei guerrieri dei cuori trafitti, non sono coscienti di discendere da una stirpe malefica, almeno non tutti, alcuni fanno una vita normale, ignorando per tantissime vite, di essere maledetti, vivono una disgrazia dopo l’altra, potranno pure procreare ma non saranno mai felici con la loro metà e prima o poi verranno sempre abbandonati, alcuni però dopo tante vite di reincarnazione, possono risvegliarsi, ma il caso di Esther a quanto pare, è complesso. Lei ha passato VITE e VITE a prendere come bersaglio sempre le stesse persone, voi, per l’appunto, era come attirata da voi e dalle vostre storie, poi ad un certo punto si è SVEGLIATA, arriviamo all’ultima vita. Questa. Credo che una volta preso coscienza di quello che lei è, e di chi siete voi, la consapevolezza l’abbia fatta impazzire. Ha venduto Freya, con motivazioni chiaramente false, ha abbandonato Klaus, adducendo come motivo la paura di vostro padre, ha lasciato a me Caleb e meno male che non era a conoscenza della sua vera identità. Non credo avrebbe preso bene, sapere che era proprio la persona che l’ha tanto contrastata nella sua battaglia nell’impedirvi di amarvi.” Disse l’uomo.
Ai fratelli girava la testa per via di tutte queste informazioni.
“Come facciamo a sapere che è proprio nostra madre, uno spirito del male? Ok, abbiamo la testimonianza di Freya, ma dobbiamo fidarci della sua parola, dunque?” chiese Klaus scettico.
“Dopo tutto quello che vi ho raccontato, non vi fidate ancora di me?? è incredibile!” disse la bionda sconvolta.

“Non dico questo, ma solo che in questo potresti sbagliarti. Nostra madre è PERFIDA e su questo siamo d’accordo tutti, non avrebbe mai dovuto procreare dei figli e ha tentato di ucciderci e trasformarci in vampiri, non so in quale ordine, ha fatto impazzire anche quel bastardo di vostro padre e fortuna a me che non è il mio vero padre, ma non potrebbe averlo fatto solo perché è…beh, PAZZA?”
Tutti scossero la testa.

“Se non credete alle mie parole, allora ve lo farò vedere, ok? Sono una strega e posso farvi vedere il mio passato con mia zia, la realizzazione e quello di cui ho parlato con Finn.”
“Ah già, la cara vecchia zia Dalilah! Quella che ti ha rapito quando avevi dieci anni, giusto?”

“Ho passato una brutta infanzia con la zia, ma mi ha anche aperto gli occhi su MOLTE COSE, credetemi.” Disse la bionda.
 
 
 
 
*

Il passato di Dalilah e Esther



“Se credi che IO SIA MALVAGIA, non sai cos’ha fatto la tua cara mammina nelle sue vite passate. Dopo che lo avrai saputo, non avrai alcun problema a riconoscermi come genitrice ideale, CREDIMI.”
E fu così che Dalilah, mi mostrò Esther, aveva sempre lo stesso volto, ma capii che erano i miei poteri, combinati ai suoi, a farmela vedere così, per riuscire a identificarla, la vedevo come un fantasma, essere vicino alle coppie, come uno spettro, sottraendo energia vitale, o infondendogli energia malvagia, per allontanare le coppie, per distruggerle per sempre, per far finire l’amore.

Lo fece mentre le coppie facevano l’amore, mentre litigavano e a volte addirittura mentre si baciavano o mentre uno stava per partire per un viaggio.
Era lei. Era sempre lei.
A volte la vedevo anche baciare qualcuno, amarlo, relazioni focose, libertine, nate da tradimenti o drammi, che non vivevano mai troppo a lungo.

Altre volte la vedevo in una stanza spoglia e buia, insanguinata, piena di sangue.
Comprendevo che lei non era cosciente di quel sangue sui suoi vestiti nè delle macchie nere che la oscuravano, che le annerivano il cuore. Non erano fluidi reali ma solo rappresentazioni del suo peccato.
Poi vidi Esther finalmente nella sua ultima vita, capii che era l’ultima, perché, c’era anche mia zia Dalilah da bambine, che giocavano insieme. Avranno avuto dieci anni.

Dalilah aveva il potere di sentire l’energia dell’altra e giocavano a trasferirsele a vicenda, prendendosi le mani, sentendo il flusso di energia scorrere l'una all'altra.
Erano bambine, non capivano, non sapevano..
Cosa fosse..
LA MAGIA.
 
“AHHHH. Cosa mi hai fatto!!” gridò Esther cadendo a terra.

“Io..ho visto delle cose..” disse Dalilah mettendosi una mano sulla bocca.
“Mi hai fatto cadere. Guarda, l’erba mi ha sporcato il vestito. Sei cattiva. Cattiva!”
Dalilah però la guardava con sguardo sbalorditivo.
No..sei te ad esserlo…
Negli anni successivi, continuò a fare strani sogni, su Esther, Esther che rubava la felicità delle persone.

Ma capiva che non era cosciente di farlo, era come se avesse un’altra personalità, fantasma, separata da lei, quando aveva fatto del male, si dimenticava di tutto. Come fossero due persone distinte.
Dalilah conservò questo segreto per ANNI, ma poi quando Esther la tradì, preferendo un delinquente a LEI, Dalilah non glielo perdonò mai. Aveva solo lei al mondo, vivevano insieme, ma poi Esther la abbandonò, quando si innamorò di Mikael.
 
 
“AAAAAHHHHHHHH!”
La scaraventò con il potere della mano contro i mobili.
“Sei pazza. Lasciami andare. Finirai in prigione, ti denuncerò..”
Dalilah ripetè il gesto, facendola sbattere contro i mobili, causandole una ferita alla testa.
“Perché mi fai questo??? Come riesci a farlo??” pianse singhiozzando. “Ti prego, risparmiami. Lasciami andare-. Lascia stare la mia bambina, mio marito..”
Dalilah fece una risatina.

“Tu forse hai dimenticato, SORELLA, cosa eravamo in grado di fare, da bambine, non è vero?”
“Cosa stai dicendo..tu..tu sei pazza.-.”
Dalilah su chinò davanti a lei e le prese forzatamente le mani.
Fece fluire energia dalle sue mani a lei.
“AHHHHHH, COSA FAI.”

“Hai dimenticato, SORELLA , cosa facevamo da bambine?”
Il volto di Esther si deformò in realizzazione.
“Io..sì..io..RICORDO..ma..io pensavo..pensavo..non credevo sarei riuscita a farlo DI NUOVO.”
Era così triste che Dalilah ebbe per un attimo pietà di lei.

“Ti capisco, sorella, quando sei piccola,, credi che tutto il mondo sia ai tuoi piedi, ti credi onnipotente, LO SEI, poi diventi grande e sei solo un uomo. È triste crescere, diventare adulto..perdere i sogni..hai dimenticato, sorella..”
Esther pianse, nascondendosi la faccia tra le mani.
“MA IO NO. Questa..cosa..mi è rimasta dentro, sai? Io ho scavato dentro di te, ho visto la tua anima..ed è nera, putrida, andata a male.”

“NOOO! Io ..io non ho mai fatto del male a nessuno!” gridò lei.
“Sì che l'hai fatto invece. Io ho visto le tue altre vite, lo sai? Hai fatto TANTO MALE, a persone innocenti, tu non consoci le tue vere origini vero? Beh non sta a me, dirtele.”
Esther si aggrappò alla veste di Dalilah. “No, ti prego, non puoi lasciarmi cosi, tu DEVI dirmelo, non posso restare con questo dubbio. Chi sono?Cosa ho fatto?”
Dailah la schiaffeggiò.

“Vuoi la verità? Ebbene la avrai. La tua progenie è MALEDETTA, per questo non riesci ad avere figli, il fato stesso te lo impedisce,  ma io ho visto UNA LUCE in mezzo a tanto male. Una rivelazione. Se tu mi cederai il tuo primogenito, puoi sfuggire alla maledizione.”
“Ma che stai dicendo? Tutto questo non ha senso! Hai appena detto tu che non riesco ad avere figli! Sarei una folle se ti cedessi il mio primo figlio.”
Dalilah sorrise crudelmente.

“Io ho parlato solo del PRIMO, ma tu sei una donna giovane e forte, ne potrai avere ancora tanti di bambini.”
“GIAMMAI. NON TI CEDERò MAI IL MIO PRIMOGENITO.”
Dalilah la bloccò al muro, strozzandola.

“Sai, non voglio che tu pensi erroneamente che io sto facendo tutto questo per BENEFICIENZA, non me ne importa NIENTE delle sorti di questo mondo putrido e corrotto, MA, se io ti lascio andare, potesti rinascere ancora e anche io potrei, non ho conosciuto felicità in questa vita, per questo dubito che potresti portarmela via, ma POTRESTI FARLO nell’altra, e io non avrei ricordi per potermi difendere, potresti fare del male ANCHE A ME.”

“No!! Lasc..coff coff..ti prometto..ti giuro che io non..”
Dalilah rise folle. “Sei una folle. Non sai neanche COSA, CHI SEI, COSA HAI FATTO, non fare quindi promesse che non puoi mantenere.”
“Ti prego..sei mia sorella..non farmi del male..”
“Voglio il tuo primogenito, Esther. Promettimi il tuo primogenito e forse ti lascerò andare.”
“Dimmi almeno che cosa ho fatto..”

“NON MERITI di saperlo. Visto che a quanto pare sei così OSCURA, perché non lo scopri da sola?”
“Ma io..”
“Ultima posibilità, Esther. Scegli. Tu o tuo figlio?”
“V-va bene. Ti darò mio figlio. Te lo darò.”

Dalilah a quel punto la lasciò andare soddisfatta.
 























Note dell'autrice: questo sarebbe dovuto essere l'ultimo capitolo, invece mi sa che sono io ad avere una specie di maledizione, questa storia non ne vuole sapere di terminare xd penso di non aver mai odiato nessuna storia come odio questa, parola mia xd
chiedo scusa a tutti, so che non è bello da dire sulle proprie storie ma davvero non vedo l'ora di togliermela di torno e penso anche molti di voi, io cercherò il possibile di terminarla in fretta, chiedo scusa per le tante spiegazioni un'altra volta, ma mi era impossibile evitarle, erano proprio obbligatorie per un minimo di realismo della storia, non potevo non spiegare la storia di Esther, sarebbe stato come rendere NULLO tutto quanto fatto adesso.
Cmq non so quanti capitoli mancano, considerato che io mi sono figurata altri 4 o 5 capitoli per finirlo, ma che ogni volta penso di poter terminare una situazione in un capitolo e ci riesco in 3 o 4 invece, penso che visto mi sono figurata altri 4 o 5 capitoli finali, sta storia ce la porteremo avanti per altri dieci o venti capitoli ççç  

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Capitolo 34
*** L'incontro tra Finn e Freya ***


Mio amato Finn
Mio amato fratello…
Sono Freya, tua sorella maggiore.
Ti ricordi, vero, quando giocavamo sugli alberi, nascondendoci dai nostri genitori?

Ci divertivamo tanto insieme..
Nostra madre magari ti avrà fatto credere che io sono morta, ma io sono viva e desidero tanto rincontrarti.
Ti prego, incontriamoci, ho TANTO di cui parlarti.
Incontriamoci all’hotel “…”
 
 
 
Finn si trovava in un albergo, tormentandosi le mani, quando arrivò la ragazza bionda a bussare alla camera, lui la aggredì:
“Chi diavolo sei tu??? Ti sembra bello giocare con la memoria di mia sorella??”
“Finn..ascoltami..sono io..”
Finn la guardò e si perse nei suoi occhi ambrati.

“è vero..somigli tantissimo a lei..ma non può essere..”
“Finn..fratello..”
“No! Non toccarmi!!! Noi..abbiamo seppellito nostra madre! Anche se sono passati mesi, la nostra famiglia è ancora a pezzi…Elijah…se n’è andato a cercare..”
“Elijah sta cercando la sua metà, non impediteglielo.”

“Veramente sta cercando il nostro fratellastro e dubito sia lui la sua metà. Ma tu..perchè stai facendo tutto questo? Tu..sei davvero lei?” ora lui appariva confuso e indeciso.
Freya gli fece un sorriso e a Finn vennero le lacrime agli occhi.
“Freya..la mia adorata sorella..”
“Finn…"
Si abbracciarono.

“Com’è possibile...tutto questo..dove sei stata? Oh, che peccato che mamma non possa più vederti, non possa saperlo..”
“Oh, Finn, ci sono ancora tante cose che tu non sai. Ma sai, io posso fartele vedere.“
“Farmi vedere cosa?”

“Dobbiamo andare in un posto, ma tu devi fidarti di me.”
 
 
 
*

Quando Freya lo portò nel bosco misterioso, che somigliava a un labirinto di specchi, lui era spiazzato e confuso e spaventato e sbatteva contro gli specchi.
“Resta vicino a me, e andrà tutto bene.” disse lei prendendogli le mani.
“Freya!! Che significa tutto questo?? in che razza di diavoleria mi stai portando?”
“Queste misure sono necessarie per rendere irrintracciabile questo posto.”

“Irrintracciabile? Sono solo degli specchi!”
“Oh sono molto di più di semplici specchi, Finn, così come le persone sono diverse dal loro vero riflesso.”
“Freya, perché parli come se fossi uscita da un romanzo ottocentesco?”
Lei ridacchiò.

“Forse Dalilah ha avuto una brutta influenza su di me.”
“Chi è Dalilah?”
“Pazienza, tra poco saprai tutto.”
 
 
 
*

Quando arrivarono, Finn rimase basito dal lusso della casa.
“Ti tratti bene, sorellina.”
“Sì, lo ammetto, ora, siediti con me, dobbiamo parlare.”
“Mi sono seduto, che devi dirmi?”
Freya si concentrò, guardandosi nelle mani.

“Finn tu CREDI nella magia?”
Finn la guardò perplesso.
“Che razza di domanda è questa?”
“Rispondi per favore.”
“NO ovviamente, la magia non esiste.”
Lei annuì.

“Freya, non vorrai mica dirmi che tu ci credi.”
“Guarda..” ruotò la mano, e creo una bolla d’energia di luce.
Finn gridò e si alzò in piedi.
“Va tutto bene, Finn, va tutto bene.”
“Come sei riuscita a farlo??”
“è magia.”

“NO, è IMPOSSIBILE, LA MAGIA NON ESISTE.”
“Ora perché non ti siedi?”
“Prima dimmi come hai fatto! Non mi bevo la favola della magia!”
“Finn, io sono una strega.”

“TU..COSA??”
“E anche nostra madre lo è.”
“Non ci credo..è un trucco..tu sei pazza..ora io me ne vado, ti suggerisco di non provare a fermarmi..”

Fece solo un passo, ma la porta si sbarrò con un clic assordante.
Finn aveva il respiro mozzo.
“Ti prego, non farmi del male..”
“Non ne ho l’intenzione, io ti voglio bene, sei mio fratello..”
Finn fece una smorfia.

“Dici di volermi bene ma mi hai abbandonato..ti sei finta morta.”
Lei fece un sorriso triste.
“è stata nostra madre a vendermi.”
“NON CI CREDO!!”
“E perché no??”

“Beh, fammi pensare, magari perché…è UNA MADRE??? Le madri non fanno cose del genere.”
“Oh, fanno anche di peggio..lo sai, Finn, e la nostra, ci ha fatto del male in una maniera che..”

“Senti, non sarà stata la migliore delle madri ma..ci ha cresciuti..i miei..i nostri? Fratelli sono diventati persone rispettabili..anche se io dico sempre che li odio..”
Crollò a terra, con la voce rotta, Freya si portò la sua testa la suo petto.
“Mi dispiace, Finn, mi dispiace tanto.”

Finn continuò a piangere mentre Freya lo cullava, fino a che non si addormentò., sfinito dalle lacrime.  























Note dell'autrice: questo incontro si riferisce a quando i fratelli di Klaus pensavano ancora che Esther fosse morta :))
sto cercando di velocizzare ma come sospettavo non sono riuscita a terminare tutto in questo capitolo!

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Capitolo 35
*** Freya e Finn seconda parte ***


“Freya…” disse Finn, mentre la sorella gli accarezzava i capelli.
“Schhh..”
“Freya, nostra madre…davvero ti ha venduta a nostra zia?”
Freya chiuse gli occhi.
“Non ha fatto solo questo, fratello, ci sono tante cose che tu devi sapere..”
 
Qualche minuto dopo…
“Lei…è VIVA?” chiese Finn con gli occhi lucidi, straniati di sofferenza.
“Sì. Ha finto la sua morte, o meglio è morta temporaneamente, accedendo alla dimensione degli Antenati, cioè quella delle Streghe, ho potuto sentirlo perché sono una strega anch’io. Lei l’ha fatto per riavere i suoi poteri sopiti da strega. So che in questo momento si sta spostando in continuazione per cercare delle erbe e delle pozioni per diventare più forte.”
“Io..io non posso crederci! Perché ha fatto una cosa del genere? Ha gettato nella disperazione i suoi figli per cosa?”
“Era necessario che il suo corpo cedesse a uno stato di pre morte per poter accedere alla dimensione degli Antenati, e lei voleva TANTISSIMO recuperare i suoi poteri da strega.”
“Quindi insisti che lei sarebbe una strega.”
“Non solo, sono sicura che ha anche riacquistato i suoi ricordi e temo voglia farla pagare a tutti quanti noi.”
“Perché secondo te, tutti noi fratelli saremmo…”
“Degli amanti del destino avverso, sì.”
Finn le rise in faccia.
“Ok, lo scherzo è finito. Dove è questa candid camera? Fai uscire fuori le telecamere.”
“Finn..” Freya gli prese il volto tra le mani, chiuse gli occhi e Finn venne bombardato da immagini.
 
Lui e una donna bionda con una corona di fiori in una treccia, si stavano baciando.
La donna bionda era..
“NO!!!”
Balzò via e si alzò in piedi.
“Ha funzionato??”
“Cos’era quello?”
“Dimmi, Finn, ha funzionato?”
Io..IO NON SO COS’HO VISTO. MALEDIZIONE, FREYA, ERI TU QUELLA?”
Freya, annuì, dolcemente.
“Allora ha funzionato.”
“Come diavolo hai fatto ad entrarmi nella testa e farmi avere quell’allucinazione?”
“Allucinazione??? IO…COME PUOI ANCORA NON CREDERMI?? Hai idea di come io mi possa sentire?? Sai che c’è, VATTENE AL DIAVOLO. VATTENE VIA!!” disse lei, facendo per alzarsi di botto.
“FREYA!”
“CHE C’è?”
Lui le aveva bloccato il braccio.
“Non te ne andare, ti prego.”
 
 
 
 
*
“Questo albero..sembra come quello su cui salivamo da bambini..” diceva Finn seduto su un ramo dell'albero davanti alla casa nel bosco, Freya era seduta al suo fianco.
“Sai, è strano..”
“Strano cosa?”
“Non credevo…quando tu mi dicesti che non mi credevi..io pensavo che quella sraebbe stata la mostra ultima conversazione, credevo te ne saresti andato via e non ti avrei mai più rivisto..”
“E invece sono rimasto..”
“E invece sei rimasto..sai, sono contenta..sono diversi giorni che ormai vieni qui da me, stiamo insieme..confesso che non credevo che avresti digerito questo così tranquillamente,..”
“Beh, non lo credevo neanch’io, ma amo stare in tua compagnia, Freya..tu..mi fai stare bene..”
Freya si scostò il ciuffo dalle orecchie.
“Io..credo sia ora che rientriamo..comincia a fare freschetto..”
Ci fu qualche secondo di silenzio.
“Sei ancora qui.” disse lui.
“Lo so. Forse..mi piace troppo stare qui..”
“Al tramonto?”
“Al tramonto.”
 
 
 
 
*
“Mi piace stare qui con te, Freya, sai, sei quella che si potrebbe definire..una strega buona, di quelle che si raccontavano ai bambini per farle addormentare. Ti occupi delle piante, parli loro, parli ai fiori..dovunque tu vada, cresce la VITA.” diceva Finn passeggiando accanto a lei in mezzo al bosco.
“Finn, credo che tu stia parlando delle FATE.” Rise lei.
“Sì, beh, ecco..scusa tanto se me le ricordi.”
Lei scosse la testa.
“Non sono una fata.”
“Ma lo sembri. Senti..”
“Cosa?”
“Quando potrò parlare ai nostri fratelli? Dirgli tutto?”
“Credi che loro mi crederanno?”
“Io ti ho creduto, no?”
“Ma tu mi conoscevi..”
“Ero un bambino, potrei non crederti ora, ma scelgo di farlo.”
Freya ci pensò su un po.
“Non so se è giusto far pesare su di loro un peso del genere. Li uccideremmo.”
“Ma tu hai lasciato che io sapessi la verità, e mi hai detto che vuoi che anche loro la conoscano. Freya, io ti voglio bene, ma non ho intenzione di fare questo a loro. Tu mi hai promesso che loro avrebbero saputo.”
Freya inaspettatamente lo abbracciò.
“Hai ragione, è che io ho..paura..”
Lui sorrise.
“Una strega non ha mai paura, perché se avete paura voi, allora noi comuni mortali come dovremmo fare che non abbiamo la magia?”
“Io…”
“Ok, va bene, non importa, io aspetterò, ok? Non voglio metterti fretta.”
 
 
 
*
Però la fretta arrivò 4 mesi dopo, quando Esther si presentò a Finn, mostrandosi come Strega,
“Come è possibile che tu sia una strega?? Hai finto la tua morte! Perché??”
“Non posso spiegarti tutto, mio adorato figlio, ma ti prometto che saprai tutto, a tempo debito, anche e soprattutto della maledizione che grava sulla nostra famiglia, sui tuoi FRATELLI, io ho dovuto fingere la mia morte per un motivo, per la stessa ragione ho dovuto prendere delle decisioni che..ma non è il momento per parlarne. Presto torneremo a essere una famiglia! Ti chiedo solo una cosa, figlio mio, non dire a nessuno che io sono viva, non ancora, è per la sicurezza della nostra famiglia che lo chiedo, per proteggerci TUTTI, mi farò viva io a tutti voi a tempo debito.”
Finn ancora scioccato della cosa, si guardò bene da rivelare a sua madre dell’arrivo di Freya nella sua vita, quattro mesi fa.
 
 
 
La sera stessa però, si presentò a casa sua, alla sua porta, accasciato alla porta, mezzo congelato.
“FINN!!!” gridò lei, trovandolo mezzo assiderato.
 
Qualche mezz’ora dopo, Finn si trovò sul divano avvolto in una coperta e il vapore di una teiera avvolgerlo.
“Dove sono?”
“Sta calmo. Ti ho trovato mezzo svenuto davanti alla mia porta. Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Farti a piedi tutta questa strada con questo gelo?? Perché non mi hai chiamato?”
Lui sbuffò.
“Ero troppo sconvolto per badare a queste quisquilie..io desideravo morire forse..forse lo spero ancora..”
Lei gli prese le mani e le avvolse nelle sue.
Erano calde.
“Smettila e dimmi cosa sta succedendo, mi stai spaventando a morte.”
“Nostra madre..si è rivelata a me.”
“CHE COSA???”
 
 
Finn le raccontò tutto, lo sforzo che fece Freya per non gridare  e rompere ogni mobile e soprammobile che si trovava nella stanza e in quella casa, era enorme.
“Sai anche se ti sforzi di restare calma, posso sentire lo sforzo che fai per trattenerti, avverto la tua energia..danzare..sento tutta la tua furia..”
Lei fece un debole sorriso.
“Allora è proprio vero che un poco della nostra connessione, dura anche in questa vita.” gli accarezzò un ciuffo di capelli. “Lei, oltre a dirti che è una strega e che ha finto la sua morte e che c'è su di noi una strana maledizione, non ti ha proprio svelato nient'altro?”
“Niente. Freya..forse lei si è pentita di quello che ha fatto..forse vuole rimediare davvero..”
Lei scuoteva la testa.
“So che è dura da accettare ma non devi fidarti di lei.”
“Però dovrei fidarmi di TE!” disse lui in tono accusatorio.
Lei lo guardò amareggiata.
“Ti sto curando..ti ho detto la verità..puoi dire che lei ha fatto altrettanto? Non ti ha nemmeno detto della mia esistenza..come puoi fidarti..?”
“Forse lo farà..non puoi biasimami se voglio aggrapparmi..”
“Alle ultime illusioni..”
Finn chiuse gli occhi.
“Dicono che anche l’amore sia una delle più dolci illusioni che esista, dolce sì, ma sempre un’illusione.”
Freya, che era una strega mica per niente, i suoi poteri l’avevano aiutata a volte a superare la ferita dell’orgoglio ferito, fece un sorriso triste senza commentare.
“Ti preparo un bagno caldo. Sai che l’acqua è fonte di vita? Rigenera e rinvigorisce, è considerato il balsamo dell’anima, la cura allevia le sue pene, un uomo provato da emozioni negative non ha gli stessi pensieri di un uomo con uno spirito ritemprato dalle energie dell’acqua e della terra.”
“Se lo dici tu che sei una strega, allora ci credo.”
Lei fece un sorriso e poi scomparve in mezzo al corridoio.
Era pur sempre una strega ma mai sfidare il cuore.

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Capitolo 36
*** Bagno d'amore ***


Freya aveva preparato il bagno caldo per Finn.
Il minore si sentì subito rilassato assaporando il profumo degli olii e delle fragranze.
Un qualcosa di menta e di fiori di ciliegio, di lavanda e vaniglia.
“Posso entrare?” chiese la bionda.
“Certo.” Disse Finn, avvampando un po.
“Hai bisogno di aiuto per lavarti la schiena?”
“Io..” Finn non disse altro, la bionda si inginocchiò e cominciò a massaggiargli le spalle con delicatezza.
“Mmm..”
“Sono brava?”
“Sì, molto..”
“Finn, scusami, sono stata troppo dura prima..”

“No, è colpa mia..tutta questa situazione mi sembra ancora assurda..come se non fosse reale..”
“Lo capisco..sai , io ho avuto ANNI per abituarmi alla magia e alle rivelazioni su nostra madre..tu no, ti capisco..e avrei davvero dovuto darti più tempo..” disse facendo un giro circolare con i pollici sulla sua schiena.

Finn soffocò un gemito.
Freya gli massaggiò le spalle e il collo.
Com’erano capitati così vicini?
“C’è una cosa che vorrei capire..” disse lui.
“Cosa?”

Lui si voltò e piano, delicatamente, gli mise una mano insaponata sulla guancia e la attirò a sé sfiorando le sue labbra piano.
Lei chiuse gli occhi , fremente.
“Volevi sapere cosa provavi?” chiese lei.

“Sì..forse..non lo so..”
“Bene..e cos’hai capito da questo?”
“Che voglio rifarlo..”
Freya si leccò le labbra.

“Vuoi solo per quello che c’è stato tra noi..”
“Sbagli..io ti desidero..”
“Davvero?”
“Sì.”
“Anche se siamo..”

“Non mi importa..” le accarezzò la guancia ancora una volta e stavolta Freya si lasciò baciare più profondamente, le loro lingue si incontrarono e Finn la invitò a entrare nella vasca.
Lei si sedette su di lui a cavalcioni, il suo vestito semi trasparente divenne totalmente trasparente, e la situazione si fece incandescente.
Freya sussultò a sentire Finn già eccitato.

“Sei ancora ignara dell’effetto che mi fai?” ridacchiò lui.
“Tu..mi vuoi?”
“Mi sembra evidente ormai, l’unica domanda ora, è, mi vuoi tu?”
Freya lo baciò appassionatamente come risposta.
I loro corpi divennero incandescenti, vennero cosparsi dalla schiuma e dagli aromi del bagno.

Finn posò le sue labbra sui seni di Freya e li baciò. Fremette di eccitazione nel constatare che non avesse il reggiseno.
“Ahhh..” ansimò lei, inarcandosi all’indietro e ondeggiando su di lui.
Finn la baciò sul collo, facendola fremere, le coccole divennero sempre più bollenti, Freya gli accarezzava la testa mentre lui la baciava sul collo.

Ma Finn nonostante l’eccitazione, era bloccato. Continuava ad accarezzarla senza andare oltre e la bionda lo apprezzava.

Furono dei preliminari sorprendentemente lenti seppur dolci e appassionati, non ebbero fretta di consumare subito l’amplesso, ma successe quando si sentirono pronti, dopo interminabili minuti di baci e carezze, e sospiri, Freya scese sulla virilità di Finn e fecero l’amore, con gemiti strozzati in un confuso bagno di vapore, e schiuma e olii profumati.






















Note dell'autrice: ciaooooo!!!
FINALMENTE dovrei aver terminato i capitoli su ricordi e spiegazioni!!
I prossimi dovrebbero essere IN TEORIA i capitoli finali, di cui alcuni basati su delle puntate e già solo per questo VI ANTICIPO che non so io come saranno ççççç piango già dalla paura çççç
lo so che sembra che censuro sul più bello, mi dispiace ma il capitolo mi sono accorta che lo stavo facendo un po troppo spinto, ad un certo punto mi è sembrato un po squallido e ho deciso che non volevo farlo così, che volevo che restasse un capitolo si erotico ma dove prevaleva l'amore, non sesso fine a se stesso e quindi ho tolto parti in più che non mi convincevano tantissimo xd

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Capitolo 37
*** Stefan e Damon! ***


Una volta presa coscienza tutti insieme di chi erano e accettata la loro vita, anzi, la loro nuova vita insieme, tutti i fratelli cercarono di andare avanti, di costruirsi una nuova vita, anche se ormai erano diventati vampiri, non fu facile all’inizio,ma anche perché non avevano idea di dove era finito loro padre, speravano fosse morto ma non avevano molte speranze in merito.
Nel frattempo erano passati 4 anni, Elijah e Kol stavano facendo una romantica passeggiata a piedi nella notte, quando video due ragazzi baciarsi.
Uno era moro, l’altro aveva dei lunghi capelli corvini, pensarono di passare oltre, per lasciare privacy alla coppietta, ma poi notarono che il moro aveva dei segni dei morsi attorno al collo.
“Dobbiamo aiiutarlo, subito!” disse Elijah riconoscendo l’uomo in un vampiro, volendo aiutare l’altro ragazzo.
Tentarono di attaccare il vampiro, ma l’altro sorprendentemente si mise in mezzo.

“NO, NON FATE DEL MALE A MIO FRATELLO.” gridò il giovane.
“Tuo..fratello??” chiese Elijah, stravolto.
Il giovane guardò prima Elijah. “Non ricorderai niente di questa notte. Vattene. Tu farai lo stesso.” disse rivolto ad Elijah.
Ma i due giovani lo continuarono a guardare sfidandolo con lo sguardo.
“No! Perché non funziona..?”

“Non l’hai ancora capito, fratellino? Questi due sono anch’essi dei vampiri!” disse il giovane corvino mettendogli un braccio intorno alle spalle.
Il giovane li guardò alibito.
“Mi chiamo Elijah.” Disse il più grande strascicando il nome con un accento francese “Lui è mio fratello Klaus.”

“Damon Salvatore, il fratello figo, lui è mio fratello Stefan, quello..uhm..bello e basta.”
“Stavi..mordendo tuo fratello?” chiese Elijah stranito.
Damon rise. “Oh sì, è DIVERTENTE. Mi aiuta a frenarmi e non dissanguare gli umani,.” Gli respirò sul collo e i due poterono vedere quello che sembrava il minore, avvampare, guardò il maggiore imbarazzato.

“Oh state tranquilli, a LUI PIACE, non è vero Stefan?” gli chiese con voce sensuale all’orecchio. Il minore sussultò.
“Basta! Direi che ci siamo chiariti, è meglio se noi ce ne andiamo adesso!” disse Stefan cercando di trascinare via il fratello, ma Klaus gli bloccò il braccio.
“Aspettate, quanta fretta, perché non rimanete un po con noi? Gli mostriamo il nostro lussuoso maniero, che ne dici, Elijah?”

“Dico che è una stupenda idea, Klaus, in fondo siamo un po soli di recente, i nostri fratelli ci lasciano sempre soli per andare a zonzo in giro per il mondo.”
Stefan e Damon li guardarono strabiliati.
“Siete i padroni di quel fantastico maniero che è stato acquistato qualche mese fa?” chiese Stefan.
I due fecero cenno di sì, sorridendo.

“Beh, io direi che una capatina possiamo anche farla, vero,Damon?” chiese il minore.
“Mmmm..sai che ti dico, ti dico che la notte è GIOVANE, fratellino.” Disse Damon annuendo.

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Capitolo 38
*** Sesso ad alta quota ***


Villa Mikarlson era strepitosa, Stefan e Damon gustarono quelle prelibatezze che Elijah e Klaus avevano preparato, poi inaspettatamente i due presero a baciarsi.

I due giovani vampiri rimasero allibiti davanti a quella scena, Elijah riservò loro uno sguardo malizioso prima di approfondire il bacio con il fratello, Klaus non li guardava ma sorrideva, poi fece sedere di irruenza Elijah sul tavolo, ma Elijah, che era in fin dei conti, sempre il maggiore, ribaltò le posizioni, schiacciando Klaus sul tavolo e spalmandosi su di lui.
I due vampiri erano allibiti e non riuscivano a spiccicare parola, quindi Klaus prese parola.
“Su non fate i timidi e seguite il nostro esempio, lo sappiamo che siete come noi.” disse Klaus ridacchiando, mentre Elijah gli baciava il collo.
Vi sbagliate!” disse Stefan tremando.

“No? Siamo anche noi dei vampiri e il modo in cui gli succhiavi il collo…conosciamo molto bene il significato che si cela dietro..” disse Elijah allusivo.
“Voi siete solo dei pervertiti! Adesso ce ne andiamo!” disse Stefan, ma Damon gli trattenne il braccio.
“Non essere così precipitoso fratellino, è una bella cena, un bel castello..una bella SERATA..perchè sprecarla?” gli sussurrò all’orecchio Damon, sfiorandogli una gamba.

Stefan esitò, ma Damon lo trattenne a sé e gli infilò la lingua in bocca, a quel punto non ebbe più niente da ridire.
Elijah si alzò per mettere della musica dolce e sensuale sui giradischi, poi si alzò per servire il pesce e il vino.
 
Nel mentre, Elijah e Klaus vollero sapere la storia di Stefan e Damon, di come furono diventati vampiri. Loro, stupendo gli altri vampiri, raccontarono che erano diventati vampiri nel 1864, per colpa di una donna, Katherine, e per colpa di loro padre, che li aveva uccisi mentre avevano del sangue di vampiro in circolo.
“Gliel’avete fatta pagare, scommetto.” Disse Klaus.
“Beh, a nostro padre ci ha pensato il mio fratellino.” Disse Damon, accarezzandogli la gamba, mentre era seduto in braccio a lui.
“Non ne vado fiero, Damon.” Disse lui.
Elijah e Klaus lo guardarono stupiti.
“Beh, Klaus ha ucciso nostra madre. Era una stronza.” Disse Elijah facendo un brindisi.
“Cos’aveva fatto?” chiese Damon.

“Ha venduto nostra sorella maggiore a sua sorella, e dato Klaus in adozione incolpando lui della morte di nostro fratello Henik, che per inciso, non era morto.”
“Ahi.” Disse Damon.
“E non dimenticare che ha tramato per trasformarci in vampiri!” disse Klaus.
“Giusto. Ho scordato l’unica cosa che di bello ha fatto per noi.” disse Elijah.
“Doppio ahi.” Disse Stefan.

“Ma bando alle ciance, la notte è lungaaaa! Venite, vi mostriamo il resto della casa e poi andiamo a divertirci.” Disse Klaus battendo le mani.
 
I fratelli rimasero particolarmente colpiti dalla palestra e dalla stanza dei giochi, Elijah e Klaus decisero che gliel’avrebbero fatta provare l’indomani, quella notte era per divertirsi.
 
Rincasarono alle cinque di mattina, erano stati tutta la notte a succhiare il sangue alle povere vittime in giro per la strada e a farglielo dimenticare, poi avevano fatto bagordi a Las Vegas, prediligendo la roulette russian.
Stefan e Damon trovarono Klaus ed Elijah a fare l’amore sul divanetto nell’atrio del Casinò, Stefan si coprì gli occhi.
“Come possono farlo davanti a tutti?”
Damon lo spinse al piano superiore.

“Dimentichi che siamo vampiri e possiamo fare tutto quello che vogliamo? L’avranno reso possibile. Andiamo, adesso saliamo su e scopriamo quali altre meraviglie ci sono qui.”
Stefan e Damon non trovarono stanze da letto, ma Damon preda di un moto irrefrenabile di passione, lo spinse nel bagno, era viola.
“Non avevano un colore meno da femminuccia?” disse Stefan storcendo il labbro.

“Ora ti faccio sentire io un po maschio.” Disse Damon facendolo sedere rozzamente sui rubinetti, ma Stefan lo baciò.
“Sempre lo stesso romantico, STefan, anche quando busogna scopare.”
“Non mi risulta che ti dispiace.” Disse lui accarezzandogli il collo.
“Oh no, PER NIENTE.”
 
 

*

L’indomani Elijah e Klaus si svegliarono a mezzogiorno, Elijah vide arrivare Klaus con un accappatoio bianco e i piedi nudi e lo fece sedere in braccio a lui.
“Quanto adoro il caffè appena fatto, quando lo fai tu.”
“Cioè SEMPRE.”
“è diventata la tua frase rito.”
“Già..”
“Dove vai?”

“Cerco solo di svegliare i piccioncini.” Disse accendendo il giradischi.
 
Stefan e Damon erano ingarbugliati insieme, a petto nudo, stretti in un abbraccio avvolgente, con la testa appoggiata sullo stesso cuscino bianco e soffice come una nuvola, la porta sbattè con un calcio, mentre Elijah arrivò con un vassoio ricolmo di pasticcini e una tazzona piena di caffè.
“Oddio Damon. Guarda, sono commosso.” Disse Stefan sull’orlo delle lacrime.
“Sta piangendo davvero?” chiese Klaus curioso.

“Nah, è tutta scena, o diciamo, mezza scena, impazzisce per il caffè.”
Stefan si buttò sulla tazza come se ne andasse della sua vita.
“Oggi vi mostriamo la nostra palestra.” Disse Klaus con un ghigno.
 
 
 
 
*

L'allenamento in palestra



L’allenamento in palestra fu stimolante ed eccitante, soprattutto il corpo a corpo.
Ora che erano super forti, Stefan e Damon scoprirono che gli allenamenti in palestra potevano essere mooolto interessanti.
 
“Avanti , più forte. Più forte.” Gridavano Elijah e Klaus.

Damon rifilò un pugno al minore, l’altro ricambiò con un calcio sullo stomaco, finirono a terra e continuarono a pestarsi, poi a leccarsi il sangue dalle ferite e a mordersi sul collo, bevendo a vicenda il loro sangue.
“Va bene, va bene, è finito il vostro turno. Tocca a noi.” disse Klaus con occhi luccicanti.
 
Fu poi il turno delle pertiche.

Klaus si offrì come insegnante. Si arrampicò su una pertica, poi aspettò che Elijah lo raggiungesse da sotto, infine aspettò che Elijah lo penetrò e fu incredibile. Klaus si sosteneva solo con le mani ma sembrava non vacillare mai.
Damon fece lo stesso con Stefan, cui si mozzava il fiato a ogni respiro
 
Poi toccò alle flessioni, i fratelli assistevano mentre Klaus faceva delle flessioni mentre Elijah lo prendeva da dietro. Naturalmente c'erano poi tanti altri attrezzi da provare e l'energia inesauribile dei vampiri faceva in modo che potevano riprendersi molto in fretta.
 
 
 
*

La stanza dei giochi



La sera, Klaus ed Elijah mostrarono a Stefan e Damon, la stanza dei giochi. Era una stanza erotica.
“Siamo entrati in cinquanta sfumature di Gray?” chiese Stefan un po contrariato.
Stefan ed Elijah ridacchiarono.

“Questa è molto meglio di quella dei libri. Venite.” Disse Klaus, prima li invitò a spogliarsi e restare nudi, dopo averli rassicurati che non intendeva saltare loro addosso, poi mostrò loro delle imbragature di velluto che fasciavano il loro corpo attillandosi alla loro pelle, dando a entrambi scariche di piacere, poi tirarono le imbragature che erano fissate a delle corde e i due fratelli si trovarono subito sospesi nel vuoto.

Stefan e Damon, nel momento cominciarono a salire, urlarono. Le imbragature strette a loro, si stringevano nella loro pelle nuda come fossero stati degli amanti. Più salivano, più le imbragature mandavano scariche elettriche al loro corpo e cervello e quando furono uno di fronte all’altro, avevano ormai l'eccitazione alle stelle, si cercarono con le mani e si avvinghiarono insieme.

Damon si aggrappò all'imbragatura di Stefan, avvicinando il suo corpo a quello del minore, dopodiché lo penetrò e fecero l’amore in aria, sospesi.
Era meraviglioso per entrambi. Le imbragature stringevano la loro pelle ma non erano fastidiose, sembravano essere diventati parti della loro pelle, rendevano il loro corpo sensibile come non mai, senza fermando loro la circolazione, -anche da vampiri, avevano una circolazione - e ogni contatto faceva stringere ancora di più l'imbraagatura rendendo la loro pelle sensibile ed eccitata.
“Damon..ah-ah-ahhhhhh..”
Fu l’amplesso più eccitante che avessero mai avuto, ad un certo punto fecero scattare il pulsante sopra l'imbragatura e vennero riportati giù con una velocità che diede loro i brividi.

Caddero precipitando sul lungo materasso gonfiabile, tenendosi stretti.






















Note dell'autrice: chiedo scusa per il capitolo un po frettoloso e forse un po spinto xd
ma io penso che dopo tutta la pesantezza dell'angst che ho mostrato, ci sta un po di leggerezza vero? xd
spero non sia troppo xd

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Capitolo 39
*** I Salvatore e i Mikalson, alleati ma finti nemici ***


Durante la notte, Stefan e Damon si coccolarono e baciarono, andarono avanti così tutta la notte, quando non ebbero più energia dopo il sesso sfrenato, continuarono a sussurrarsi parole dolci.
“Damon..è stato stupendo.”
“Lo so, io sono sempre stupefacente..” disse il moro, accarezzandolo.
“Oh, smettila. Comunque che pensi di questi due fratelli vampiri? Ti rendi conto che loro..”

“Ci hanno offerto del sesso da urlo e si pastrugnano a vicenda come noi? Sì, l’ho notato.” Disse mordendogli il collo.
“Ahi! Sì, beh, io mi riferivo anche al fatto che…insomma, sono dei vampiri giovani al nostro confronto, anche se danno l’idea di essere più antichi e poi hanno questo castello favoloso che non sapevamo neanche fosse stato acquistato.”
“Io credo che Elijah e Klaus sappiano molto bene come rendersi invisibili quando vogliono.”

Stefan si scostò da sopra il suo corpo e si sdraiò al suo fianco.
“Damon, pensi che loro…si amano?” gli chiese accarezzandogli il braccio.
“Di certo amano scopare alla grande!”
Stefan gli battè uno schiaffo sul braccio, offeso.
“Lo pensi anche di me?”
“Che amo scopare con te? Certo!”

Stefan fece per alzarsi, ma Damon lo trattenne giù con la testa sul suo stomaco.
“Non è forse già amare scopare con qualcuno, esso stesso l’amore?”
“Idiota.”
Damon lo baciò tenendogli le mani sul viso.
“Mmmm..”
“Scemo. Quei due fanno l’amore con gli occhi..” disse Damon.
“Mmm..”

“E se ti amano anche solo la metà di quanto ti amo, io..direi che si amano follemente.”
“Mmm…”
“Potrei scopare con chiunque altro non fosse mio fratello..sai..”
“Però hai tentato di portarmi via Elena..”
“Solo perché volevo te.” rimarcò Damon.
Gli occhi di Stefan si addolcirono, guardò il maggiore e intrecciò la mano alla sua.

“Non ti sembra un po troppo strano che ci amiamo più che come fratelli e incontriamo dei vampiri che facciano lo stesso?”
“Buon per loro. Magari è una cosa da vampiri.”
Ma gli occhi di Stefan si rabbuiatono.
“Io non voglio sia una cosa da..vampiri..insomma..non voglio sia tutto così sminuito..”
Damon gli premette le mani sul viso.

“Io so per certo che ti amavo ancora prima che mi costringessi a trasformarmi. Ti ho ODIATO perché in questo modo mi costringevi a restare bloccato con te per l’eternità.”
“Tu mi dicesti però che..Katherine..”
“KATHERINE? Oh, fratellino, sei così stupido.” Con ancora le mani sul viso, lo baciò.
“Non ho mai amato nessuno oltre te. Neanche Elena. Volevo solo che non stessi con lei.”

“Damon..” lo baciò di nuovo più profondamente.
 
 
 
*

Nell’altra stanza anche Elijah e Klaus si stavano baciando.
“Ti amo, Klaus…ti amo immensamente.”
“E io amo te.”
Elijah si puntellò sui gomiti guardandolo.
“Amo anche che abbiamo scoperto dei nuovi fratelli.”
Klaus lo guardò con stizza.
“Vuoi farti anche loro, ora?”
“Scemo. “ rise. “Però mi piace che sei geloso.”

“Io GELOSO? Mi hai visto? Pensi possa mai essere geloso di qualcuno?” si alzò dal letto ma Elijah lo risospinse sul letto baciandolo vorace.
“Non ho occhi che per te.”
“Bugiardo manipolatore, inf..”
Elijah gli tappò la bocca con un bacio intrecciando le mani alle sue.
“Morirei per te.”
“Non è una gran promessa visto che si già morto.”

“Morirei anche definitivamente per proteggerti.”
“Smettila, non voglio sentire questi discorsi.”
“Io e te siamo l’uno il tallone d’achille dell’altro, potremmo ammazzarci a vicenda per proteggerci. Ed è per questo che abbiamo bisogno di protezione.”
Klaus sgranò gli occhi.
“Siamo VAMPIRI, da chi dovremmo farci proteggere?”

“Ma dai Salvatore, ovvio!”
 
 
 
L’indomani Klaus e Stefan, stavano facendo colazione ad una tavola calda, in compagnia di Stefan e Damon e li guardarono profondamente prima di parlare.
“Ragazzi, ci abbiamo pensato a lungo e vorremmo proporvi un patto.” Disse Klaus.
“Che genere di patto?” chiese Stefan sospettoso

“Vorremmo che fingeste di esserci nemici.” Disse Elijah con un sorriso a trenta denti.
“Cosa?? Perché??” chiese Stefan, tutti e tre lo guardarono e ad Elijah spuntò un sorriso intenerito. “Ti distuba l’idea?”
“Disturba a lui come a me. Insomma, non sono molti i vampiri di cui possiamo vantarci di essere..uh..in rapporti amichevoli.”
“Ma dai, vi sentite soli, lupacchiotti?” chiese Elijah sorridendo.

“Fottiti. Prima passa più di cento anni nella nostra condizione e poi ne riparliamo.” Disse Damon.
“Uhhhh, che lingua lunga. Baci tuo fratello con quella bocca?”
“Non mettetemi in mezzo!”
“Elijah non so se voglio mettere la mia vita tra le mani di gente così scurrile.” Disse Klaus lamentoso.
“Vita? Di cosa sta parlando?” chiese Stefan, mentre il maggiore addentava un morso del suo croissant dalle mani del minore.
Elijah sbuffò.

“Quello che stavo cercando di dirvi prima di essere così maleducatamente interrotto, è che siamo SOLI, appunto, e abbiamo bisogno di protezione, noi vampiri siamo SOLI, e abbiamo dei nemici, i nostri genitori, che ci stanno ancora cercando, e non possiamo badare alla nostra vita quando siamo così preoccupati di proteggerci l’un l’altro, quindi, la soluzione è di lasciar credere di avere dei nemici, che in realtà sono nostri AMICI.”
Stefan e Damon si guardarono.
“Voi siete totalmente fuori di testa.” Disse Stefan.

“E non abbiamo capito una parola di quello che avete detto.” Disse Damon.
“Quello che mio fratello sta cercando di dirvi è che per essere più forti, sarebbe opportuno FINGERCI NEMICI, in modo da gabbare i nostri veri nemici.Se noi dovessimo essere in pericolo, voi potreste salvarci, senza attirar sospetti su di voi, allo stesso modo se qualcuno cercasse di farla pagare a noi non cercherebbe di ricattarci, mettendo in pericolo voi e viceversa.”

“Tutto genialissimo, ma chi vi dice che siamo disposti a tanto per voi? Voglio dire vi abbiamo conosciuti solo l’altroieri.” Disse Damon.
I due fratelli e Stefan lo guardarono male.
“Almeno cedeteci il castello.”disse il maggiore scrollando le spalle.
“Scordatelo.” Dissero i due e poi scoppiarono a ridere tutti e quattro.
“Ci penseremo.” Promise Stefan.






















Note dell'autrice: ragazzi, dopo un capitolo erotico come il precedente, ho sentito il bisogno di qualcosa di più romantico ahha
chi conosce le due serie tivù, sa che le due fazioni sono SEMPRE state nemiche e la sola ragione per cui sono sopravvissute è che non sono riuscite ad uccidersi l'un con l'altro ahhah quindi io ho giocato un po su sta cosa, inventandomi che Klaus propone ai Salvatore di fingersi nemici, ma in realtà di non esserlo.
Vi avviso che a questa storia mancano 1 o 2 capitoli, insomma, è in dirittura d'arrivo xd

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Capitolo 40
*** Caleb e Kol, amore fraterno di gemelli ***


Avviso: io pensavo oggi di finire la storia in modo anche abbastanza rude e sbrigativo e invece mi sono ritrovata a scrivere un capitolo vergognosamente dolce e smielato ahha non so cosa mi è successo xd
ps per quelli che non sanno bene chi sia Caleb e Kol, consiglio vivamente di guardare anche The Originals, praticamente Caleb è sempre Kol, sono la stessa persona, ma per un periodo hanno usato un attore diverso, perchè Kol aveva cambiato corpo e era diventato uno stregone xd LOL
per questo mi è piaciuto giocare con la cosa, immaginandoli gemelli LOL
lo so che non ho raccontato NULLA del loro rapporto, ma oramai sta storia sta andando per conto suo e io mi sto facendo trascinare come una barca in tempesta, non riesco neanche a oppormi xd ma ho AMATO scrivere questo capitolo!!

KOL E FINN: in the Originals, Finn uccide davvero Kol! Succede quando era diventato Caleb! La cosa è stata così struggente e mi ha talmente addolorato che mi sono inventata le battute che poi si scambiano in questo capitolo xd anche se poi Finn torna buono e anche se poi Kol torna in vita, è una cosa che non gli ho mai perdonato xd










Tempo dopo, la loro madre, Esther, resuscitata dal mondo dei morti, assieme a suo marito Mikael, che nel frattempo era diventato un cacciatore di vampiri, fecero un complotto tra di loro, cercando di coinvolgere anche Finn.
Esther voleva riappacificarsi con Klaus ed andò a trovarlo, proponendogli di fare pace, dicendogli che aveva compreso i suoi sbagli.

I fratelli erano rimasti allibiti in un primo momento, ma entrambi quasi desiderosi di riavere indietro la loro madre, lei fece una scena degna del salice piangente, confessando di aver realizzato che era stata tutta colpa sua, aveva ricordato le sue vite passate e per colpa della sua fame d’amore aveva tormentato le loro vite, ma loro erano i suoi figli in questa vita e voleva farsi perdonare, e amarli come non aveva mai fatto, dicendo anche che se era questo il suo destino, amare chi non poteva, ma in un modo diverso, lo avrebbe fatto.

Klaus ed Elijah continuavano a pensare che era inquietante che ci fosse qualcuno tra di loro – non era ancora chiaro chi – che la loro madre avesse desiderato e per la sanità mentale di tutti loro, decisero che non volevano MAI scoprire di chi si trattasse.
Ma Kol e Rebekah, che erano comunque i più piccoli tra il gruppo, erano comunque più deboli e loro bramavano ancora l’amore di una madre, un amore sincero.
Caleb, non si fidava ancora della madre, e visto che sembrava il più lucido tra tutti loro,chiese l’aiuto di una ragazza strega, Davina, per preservare la sua famiglia.
Davina aveva un’adorazione per Caleb e forse si era presa anche una cotta per lui, prima di scoprire che stava con un lupacchiotto mannaro molto sexy, Seth, svanita la delusione per la cosa, cominciò a shipparli, se non poteva averlo lei, almeno che stesse con un bel ragazzo!

Decise subito di aiutarlo ma per farlo doveva fingere, così come la famiglia Salvatore, di odiare i Mikaelson.
Disse quindi a Esther che i suoi figli erano una specie maledetta e che si sarebbe messa in mezzo più che poteva per distruggerli.
Esther piuttosto scioccamente ammise che era quello che intendeva fare anche lei, Davina era sconvolta dalle sue parole, come poteva UNA MADRE parlare così dei suoi figli?

Ma Esther, forse non fidandosi totalmente di lei, non volle rivelare niente del come e del quando, Davina non se la sentì di insistere, sarebbe parso troppo sospetto, ma rivelò i suoi dubbi a Caleb che chiese al maggiore, Finn, di indagare meglio e cercare di portare sua madre dalla sua parte.
“DOVREI FARE LA PARTE UN’ALTRA VOLTA DEL TRADITORE??” si indignò Finn, molto arrabbiato.

Kol, che era l’unico ad aver assistito allo scambio, perchè si trovava nella stessa stanza per caso, abbracciò di istinto il fratello maggiore, lasciandolo attonito.
“Per salvarci la vita, non potresti farlo?” gli chiese.
Il maggiore stava per dire qualcosa ma le parole gli morirono in gola.
Deglutì.
“Io..”

“Ti chiederei di uccidermi adesso, se questo significasse dimostrare lealtà alla nostra famiglia, perché mi fiderei comunque di te e so che faresti il possibile per farmi tornare in vita.” disse Caleb, serio.
“Siete degli idioti.” Disse Finn, singhiozzando copiosamente poi abbracciò anche Caleb, di slancio. “Non dire mai più una cosa del genere.” Lo ammonì guardandolo negli occhi e poi scappò via continuando a singhiozzare.
“Credo che accetterà. Lo prendo per un si.” Disse Caleb prima di vedersi stritolato in un abbraccio da Kol.

“Se osi dire a un altro dei nostri fratelli di ucciderti, ti ammazzo.” Gli disse, attirandolo stretto a sé.
“Kol???” chiese Caleb, stralunato, vedendo quella reazione. “Ma stai tremando. Che ti prende? Era solo un modo di dire.” Gli fece presente, notando che tremava tra le sue braccia.
“Tu non sai come mi sono sentito quando gli hai detto così, è stato come se avesse ucciso ME.”

“Kol..” Caleb era assolutamente interdetto dalle sue parole, negli ultimi tempi il legame con suo fratello Kol si era accentuato, non era come con gli altri fratelli, non si amavano in quel senso, era un altro tipo di amore, perché Caleb amava sinceramente SETH e anzi aveva litigato nell'ultimo periodo con quest’ultimo per quel motivo, visto che lui all’inizio aveva capito male, certo questo è stato prima che Finn li sottoponesse a ipnosi regressiva e realizzassero entrambi che in una vita passata erano stati GEMELLI.

Quella realizzazione li rese ancora più uniti, era come a volte si vedessero come un unico individuo e la cosa era stata spiazzante per tutti e due, abituati com’erano, all’amore romantico tra gli altri due fratelli, non pensavano che si sarebbero trovati a provare un amore fraterno senza malizia o contatti carnali, solo..platonico. Era stato inaspettato ma stupefacente e intenso.
Kol lo abbracciò più stretto senza dire una parola, era difficile anche dire cosa li univa, spesso le parole non erano abbastanza.

“Sta tranquillo, non vado da nessuna parte.-“ gli disse Caleb commosso dall’affetto del fratello, gli baciò la testolina nera e ricciuta e entrambi si bearono di quell’amore, fraterno e smaliziato, che ancora risuonava da un’antica vita passata.
Niente muore mai veramente, ma tutto si trasforma e a volte può ritornare.

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Capitolo 41
*** La festa ***


Avviso: non la finisco più di fare avvisi. Qualcuno mi salvi ç_ç
vabè questa cosa è troppo importante x non dirla, dovete sapere che la scena di Stefan che salva Klaus esiste DAVVERO nella puntata 3 x 9, io l'ho mischiata con la puntata 3 x 14 ma sappiate che esiste davvero! Ho voluto inserirla, modificandola (nella puntata Stefan è COSTRETTO a salvare Klaus, per salvare suo fratello Damon, visto che Klaus ha detto a Stefan che se lui stesso moriva, i suoi lupi aveano l'ordine di ammazzare Damon. è stata comunque una scena epica per tanti motivi, io ho oluto metterla in un altro modo :)) 









Finn, decise di fingere di essere passato da parte della madre, quando lei, durante il party alla villa Mikaelson, parlava con lui in una delle stanze private.
“Figlio mio, questa pozione vi farà diventare UNO. Quello che capiterà a uno di voi, capiterà a tutti. Sei cosciente di questo?”
“Certo ne sono cosciente, mamma e sacrifico volentieri la mia vita, pur di eliminare per sempre questa maledizione. Il vampirismo è una piaga, un morbo che va infettato.”

Fu difficile dire quelle parole, Finn uscì sentendo il bisogno di riprendere una boccata d’aria, poi rivelò ai Salvatore e a MIkaelson quello che scoprì. In pratica era stato tutto progettato fin dall’inizio da Esther. Non aveva mai desiderato farli diventare vampiri per semplice altruismo, ma sperava di condannarli per sempre all’impossibilità di rinascere e di stare insieme in un’altra vita, ovviamente aveva fatto mlae i suoi calcoli. Davina aveva contattato le streghe morte e dall’aldilà queste avevano detto che erano molto arrabbiate con Esther per quello che aveva fatto e che non sarebbe successo quello che lei desiderava, quello che aveva cercato di fare, pretendere di avere il controllo delle vite passate e future, era troppo grave, se anche loro fossero morti, non avrebbe ottenuto quello che lei sperava, cioè che quelle anime non sarebbero rinate solo perché trasformate in mostri, mentre LEI invece quando sarebbe morta, l’avrebbe pagata per aver creduto di poter giocare con la vita e con la morte, inoltre, le anime che aveva cercato di separare, ora erano coscienti di quello che erano state e felici insieme.

Esther pazza di rabbia e gelosia, decise che tanto valeva ammazzarli tutti in una volta, si pentì di averli trasformati in vampiri e cercò il modo di distruggerli, fingendo che era pentita per il fatto che erano diventati dei mostri sanguinari che avevano cercato di uccidere la sua stessa genitrice.
Mikael era ovviamente d’accordo con lei, nella sua mente malata, quei depravati che si era trovati come figli, gli avevano impedito una vita felice con la donna che amava.
 
I Mikaeson finsero di bere il vino che Esther aveva corretto con la pozione e tornarono dagli altri invitati. All’improvviso, arrivò Mikael, il loro padre, che cercò di aggredire Klaus,ma fallì, tutti i fratelli fecero cerchio attorno a lui per difenderlo.

Klaus li guardò tutti con orgoglio e le lacrime agli occhi, ci fu una lotta e Mikael stava quasi per riuscire a colpirlo alle spalle ma STEFAN spinse via Klaus appena in tempo, facendolo cadere a terra e finendo su di lui. Klaus lo guardò basito. Negli ultimi tempi l'amicizia con i Salvatore si era intensificata e lo considerava come un amico, ma non aveva mai osato sperare che Stefan ricambiasse quel senso di fedeltà che egli stesso sentiva, al punto di rischiare addirittura la sua vita per proteggerlo.
"Stefan. Che fai?"
Ti proteggo no? Non era nei nostri patti?" si schernì lui.
"Hai sempre detto che non rischieresti la tua vita per me."
Non lo faccio infatti."
Klaus si sciolse in un sorriso stupefacente. "Va bene, ma è meglio che ti levi adesso dal mio corpo o tuo fratello finisce l'opera dei miei genitori." Stefan si alzò subito da li in imbarazzo.

Esther andò da Rebekah e la pugnalò con un paletto. Lei grido, ma il paletto aveva mancato il cuore, Esther rimase basita nel realizzare che gli altri figli non avevano subito la stessa reazione, lì capì che qualcosa non aveva funzionato o che non avevano bevuto la pozione, Kol andò subito da lei e la schiaffeggiò, facendola barcollare, subito dopo aiutò Rebekah a togliere via il fastidioso e pericoloso paletto, mentre Stefan gridava al pubblico spaventato. “Andate via tutti e dimenticatevi tutto quello che avete visto.”
 
Caleb prese la mano di Kol e grazie a Vincent che lesse un incantesimo in un libro, riuscì a imprigionare i due vampiri in un cerchio di sale e fuoco.

“Sai, forse dovrei RINGRAZIARTI, MADRE! Grazie a te, lo stregone che una volta ero, ora le anime gemelle che ho protetto nei secoli passati, da lontano, sono diventate la mia FAMIGLIA. Non avrei potuto sperare in niente di MEGLIO. Buon viaggio all’inferno.” Disse Caleb.
Fu così, che si avvicinarono tutti i fratelli, avevano tutti un paletto ciascuno, Katherine ne aveva fabbricato ognuno per ciascuno, in questo modo si era riabilitata agli occhi dei Salvatore.
 
Li colpirono entrambi in punti non vitali, strappandogli grida di dolore.  
 “Avresti dovuto capire che non si può obbligare L’AMORE, avresti dovuto rinunciare, separare delle persone fatte per stare insieme, è il crimine più grande che avresti potuto mai fare.”  Disse Rebekah.

Katherine andò poi da Esther e poi da Mikael e li colpì entrambi con un paletto ciascuno, al cuore, dopo pochi secondi, diventarono cenere al sole.






















Note dell'autrice: vi chiedo scusa per il capitolo molto striminzito, ma io avevo già detto che ne ho abbastanza e desidero solo FINIRLA. Cercate di capirmi, ho 15 storie in corso e sto impazzendo. Questa storia l'ho cominciata un anno fa, ha fatto un anno da pochi giorni, se continuo ad annacarmi (dialetto ) non finirà MAI e mi sta perseguitando!! O.O gli avvenimenti che ho narrato in questo capitolo, se li avessi allungati, con i dialoghi, ne avrei avuto ancora per una decina di capitoli e considerato che di solito quando scrivo, tendono sempre ad allungarsi, sarebbero stati il doppio o il triplo, non ce la faccio più!
Il prossimo, se ce la faccio dovrebbe essere davvero L'ULTIMO e scusatemi ancora.
A prescindere da com'è finita, davvero sono sincera sul fatto che secondo me ho scritto tutto quello che potevo e volevo scrivere, non ha senso portarla avanti ancora.
La cena di cui faccio riferimento si riferisce 


Ritorno a casa 3 x 9, uccisione mikael
3 x 14 la festa in cui Esther compie il rituale per farli diventare uno (nella puntata ci riesce, ma non riesce ad ucciderli)

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Capitolo 42
*** Neve magica e poteri curativi ***


Avviso: Il palazzo in cui Kol porta Rebekah non è la casa dove andranno a vivere, ma una delle tante case che i Mikaelson avranno xd LOL in realtà si spostano continuamente e Rebekan non sopporterebbe di fermarsi troppo a lungo in un posto, soprattutto non riuscirebbe a vivere tanto lontano dagli altri fratelli, e neanche Kol xd la serra è uno dei progetti che vorrebbero creare con gli altri fratelli per poterci lavorare insieme e usarla per vendere le piante e altre cose :)) se andrà bene vogliono aprirla al pubblico e clienti.






“Sei arrivata.” Disse Kol, aiutandola a scendere da cavallo.
Rebekah sorrise, mentre cercava di darsi un contegno, tenendosi il suo vaporoso vestito blu.
“La lascio a te.” Disse Elijah, scendendo un attimo dal cavallo bianco per aiutarla a scendere e abbracciando Kol, per poi risalire sul cavallo.
Kol sorrise, il maggiore non ricordava di avergli mai visto un sorriso tanto luminoso.

Rebekah era raggiante, sembrava una principessa con quel vestito. Tutti i fratelli si erano adoperati per scegliere quale sarebbe stato il mezzo migliore per farla arrivare, una limousine o una carrozza? Lei da sola su un cavallo bianco? Alla fine hanno propeso per una idea di mezzo, Elijah avrebbe cavalcato con Rebekah sullo stesso cavallo, lui l’avrebbe accompagnata, perché anche se era Kol il suo amore per la vita, in maniera molto sdolcinata Rebekah aveva detto che il suo fratellone era il suo principe azzurro delle favole da bambina.

“Vado da Klaus, adesso.” Disse Elijah e in quel sorriso c’era un mare di promesse, tempestato di tanti cristalli in una valle di sabbia. Lo avrebbe raggiunto inn autogrill e poi avrebbero mangiato una di quelle schifezze che lui e gli adolescenti come loro, amavano tanto mangiare.
 
Kol accompagnò Rebekah nel palazzo e lei rimase senza fiato che quasi cadde per l’emozione.

In quel palazzo dalla luce sfavillante, in quella sala creata appositamente per i balli e i ricevimenti, meravigliose ed enormi coltri di neve finta, erano sparpagliate negli angoli dell'enorme salone, era finta, ma tanto bella da sembrare vera.
“Sto..sognando? Neve in primavera?”
“Un gentile dono di Davina.” Sorrise lui. “Sai che è una strega.”

Rebekah prese una manciata di neve tra le dita, era morbida e non gelata, scivolava come cristalli morbidi tra le sue dita. Era magica.
“Io..credevo mi odiasse..perchè dopo la cotta per Caleb, si era presa una cotta per te e poi ha scoperto che eri occupato anche tu, con me.”

“Da quando è diventata una strega, lei vede più in là di chiunque altro, noi siamo andati oltre la morte ma lei ha la Vista e quando hai la vista sei più immortale di chiunque altro, sai, io credo che quando realizzi che non puoi perdere una persona che non è mai stata veramente tua, sia quello il dono più grande che chiunque possa farti, credo sia una magia anche di gran lunga superiore all’amore.” Gli sussurrò dolcemente e gli occhi di Rebekah si velarono di lacrime.
“Schhhh non voglio farti piangere.” Entrambi sapevano che lei stava pensando ai suoi genitori.

“Loro capiranno, vedrai, prima o poi, nell’aldilà o qui, e dovunque saranno, noi li perdoneremo, ci perdoneremo a vicenda.”
“Ti amo così tanto, Kol.”
Un dolcissimo bacio suggellò quella dichiarazione.
“Ora, vuoi ballare con me, come se fossimo ancora a scuola?”
“Sì.” Disse lei piena di emozione e le emozioni salirono, quando lui accese lo stereo e lei realizzò che era la stessa canzone di quel loro primo ballo insieme.

Appoggiò la testa sulla sua spalla, ballando teneramente abbracciata a lui, con le mani premute sulla sua schiena.
Finito il ballo, Kol fece vedere a Rebekah la libreria gigantesca e la serra enorme nell’altra stanza e poi tutte le altre stanze del castello.

“Potremmo far venire qui anche i nostri fratelli, ce lo vedo Elijah a curare le piante e i fiori, in compagnia di nostra sorella Freya, ti ci vedo qui a perderti in mille e mille storie diverse oppure a scrivere le nostre e con nostre storie intendo le nostre vite passate." disse Kol accarezzando i libri rilegati.

“Sarebbe meraviglioso.” Disse Rebekah.
 
 
 
 
*

Nell’autogrill, Klaus si stava rimpinzando di hamburger e patatine fritte, Elijah lo osservò con divertimento, poi Klaus gli fece mangiare una patatina ricca di senape tra le sue mani.
Elijah lo assecondò.
“Sono fiero di te, amore mio.”

Non era da Klaus lasciarsi andare a commenti del genere, Elijah rimase stordito per un po.
“Uhm..per cosa?”

“Lo sai, hai ripreso il tuo lavoro di psicanalista e hai deciso di sfruttare il tuo..il NOSTRO potere di persuasione che abbiamo ereditato da quando siamo diventati vampiri, per fare..DEL BENE. In questo modo hai fatto del bene a parecchie persone.”
Elijah sorrise, un sorriso triste arrivò alle sue labbra.

“Non sono tanto sicuro di aver fatto una cosa bella, Klaus..sto praticamente costringendo le persone a fare quello che voglio io.”

“NO. Non è vero. Non voglio più sentirtelo dire, tu non dai loro degli ordini, tu dici loro di ascoltare il loro cuore, quello che veramente desiderano, è vero che li COSTRINGI in questo, ma alla fine fai solo quello che è meglio per loro e quello che davvero loro desiderano, li liberi dai blocchi mentali, li inviti a lasciar andare vecchie ossessioni che fanno loro soffrire, a rincorrere amori malati che non li renderanno mai felici, apri loro la mente, li liberi dai dolori, li spingi a perdonare e a perdonarsi, spesso le persone hanno un pessimo talento nello scegliere proprio quello che è di gran lunga peggio per loro, tu scoraggi e cerchi di distruggere il loro essere autolesionisti. E sai una cosa, funziona! Li senti i telegiornali, le televisioni? Si sta registrando un calo delle depressioni e dei suicidi, la gente sembra più felice, parlano di noi, DI TE, Elijah, senza neanche sapere che sei tu, che è merito tuo.”

“Alcuni stanno cominciando ad avere dei sospetti.” Lo interruppe Eijah. “Il fatto che molti miei clienti sono stati davvero meglio dopo esser passati da me, li ha indotti almeno a pensare che c’è qualcosa di diverso nelle mie sedute. Klaus, non pensare che io sia egoista, ma..non voglio che scoprano che sono.. che siamo dei vampiri, non capiranno mai, e chissà cosa potrebbe farci il governo, credi che avrebbero compassione di noi solo perché abbiamo aiutato? IO non ho paura per me stesso ma per voi.”
Klaus gli accarezzò una guancia.

“Se dovessero scoprirci useremo il controllo mentali per indurli a dimenticare.”
“Potrebbe non essere facile corrompere tutti, se l’informazione dilagasse..”

“Elijah, rilassati, abbiamo fatto una scelta, se proprio dobbiamo vivere con la maledizione di succhiare sangue alla gente per sopravvivere, vogliamo almeno fare qualcosa per riscattarci, non siamo dei mostri come nostra madre pensava, abbiamo deciso insieme di fare qualcosa che rendesse quello che ci ha fatto, come una cosa buona. Siamo stati tutti d’accordo, insomma..il sangue di vampiro ha potere curativo! Ti rendi conto che potremmo fare del bene in giro per il mondo? Quante persone potremmo curare! È un delitto solo che nessuno abbia mai voluto farlo.”

“Forse lo fanno ma hanno paura delle persone e lo fanno di nascosto.” Disse Elijah mangiando un morso di panino da quello di Klaus.
“Lo so, ed è per questo che è una cosa buona e giusta che Caleb e Seth che sono lupi, vanno in giro con Ansel a cercare gli altri nostri compagni. Più facciamo squadra meglio è.”
Elijah sorrise.

“Tu parli di me, ma anche io sono fiero di te. Ti mescoli negli ospedali, curando i malati con il sangue di vampiro. Le radio non parlano d’altro, di questi strani casi di guarigioni miracolose in tutto il mondo.”
Klaus sospirò.
“Mi dispiace solo che non posso salvare tutti, vorrei essere in cinquanta posti contemporaneamente, ma.”

“Ehi l’hai detto tu, non possiamo salvare tutti, accontentiamoci di quello che riusciamo a fare, e ricorda, non deve essere una cosa ossessiva, anche le crociate possono diventare un’ossessione.” (ND: frase del libro Il patto di mezzanotte)
“Cercherò di ricordarmelo, ma sarà facile se resterai sempre al mio fianco.”
“Sempre e per sempre.,” disse Elijah mettendogli una mano sulla sua e baciandolo incurante degli sguardi altrui.

Loro avrebbero fatto la differenza, anche grazie ai Salvatore, e agli altri vampiri, avrebbero cambiato il mondo e chissà magari un giorno si sarebbero anche rivelati ad esso.






















Note dell'autrice:  allora prima voglio fare un appunto su quanto scritto nel capitolo, il fatto del potere curativo dei vampiri usato per salvare vite umane, è una cosa che ho sempre desiderato vedere e una cosa che io se fossi una vampira, al loro posto, con la sindrome da croecerossina che ho, farei! mi è sempre sembrato incredibile e ingiusto che nessuno abbia mai pensato di far fare ai vampuri una cosa del genere! Non parlo delle ff, ma dei vari telefilm, che trattano di vampiri! Insomma, hai un potere del genere e non lo usi per fare del bene? Ma poi ci pensate che con un potere del genere, i vampiri potrebbero dominare il mondo? Hanno una cura miracolosa e già solo con questa potrebbero regnare xd insomma ho sempre trovato poco credibile che non se ne parlasse, anche se poi in un noto telefilm, hanno detto che i vampiri non potevano curare ke malattie ec ecc ma secondo me è stata una scusa per giustificare il fatto che non lo facessero LOL

ragazzi, la storia è terminata ed è terminata solo perchè io ho deciso che volevo finirla qui xd 
non nego che c'erano altri scenari che mi erano venuti in mente, che rigurdano il ritorno dei genitori e una loro eventuale redenzione MA sarebbero troppo complicati e lunghi da scrivere perchè dovrei rivedere le puntate e non ne ho PER NIENTE VOGLIA XD
inoltre non so se collocarli prima o dopo questo capitolo, a prescindere da tutto la storia finisce con un lieto fine e quindi quei capitoli non hanno una chissà che risuonanza nella trama. Non nego che mi dispiace dover rinunciare, ma ne ho talmente abbastanza che tra un po mi viene un esaurimento nervoso e assecondare quest'altra cosa, per me è troppo, credo di aver bisogno di una pausa e chissà forse un giorno potrò anche riprendere questa storia, non so se con un sequel o continuandola qui, ad ogni modo questa storia parlava di come i fratelli di Klaus lo avrebbero conosciuto e dell'amore che sarebbe sbocciato tra tutti, quindi in un certo senso tutto il di più che viene dopo, è appunto un dipiù, sarebbe come scrivere un'altra storia, se anche la continiassi qui.
Bene, credo di essermi spiegata a sufficienza, spero che a qualcuno questa storia sia piaciuta e ringrazio chi l'ha messa tra le ricordate e le seguite (forse tra le preferite era sperare troppo xd ) e chi l'ha commentata! Mi dispiace molto per l'incasinamento degli ultimi capitoli, io ce l'ho messa tutta, credetemi, ma non ce la facevo proprio più, la sto portando avanti da un anno! Anche quando avrei preferito concentrarmi su altre storie.

Nonostante tuto ho amato scrivere di questa famiglia, e anche dei Salvatore, forse non ho amato forzarmi a scrivere anche quando non ne avevo palesemente più voglia ma dovevo farlo per rispetto nei vostri confront. Bacioni e grazie!

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