Brandelli di anime

di cut_wing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti seguirò dovunque ***
Capitolo 2: *** sacrificio ***
Capitolo 3: *** Meet me on the battlefield ***
Capitolo 4: *** Specchio ***
Capitolo 5: *** Colpa ***



Capitolo 1
*** Ti seguirò dovunque ***


Mi chiedo se tu pensi a me, ogni tanto: a quell'elfo senza nome e senza futuro. Mi chiedo se pensi mai di aver sbagliato, con me e con tutti gli altri, perché io non sono stato il primo e nemmeno l'ultimo. Mi chiedo se ogni tanto pensi di non esserti meritato questa vita agiata, quella che hai rubato a tutti noi. L'unica cosa di cui sono sicuro è che ti ricordi di me; sono stato quello che, con la tua spada nel petto, ha avuto l'occasione di sputarti in faccia queste parole: "Ti seguirò dovunque.". Parole semplici dette da una bocca anonima e piena di sangue, ma ti sono rimaste impresse. Come lo so? Ho mantenuto la promessa.
Ti sto osservando anche adesso, dal ramo più basso dell' albero davanti a casa tua. Quella che mi hai rubato. Sono lì, appena sopra l'altalena che scricchiola all'agitarsi del vento. Quella su cui avrebbe dovuto giocare mia figlia. 
Mi sembra quasi di vederla, le guance arrossate e le labbra piegate all'insù, con le braccia aperte come se stesse volando. La percepisci anche tu? Sembra di sì, perché rabbrividisci e rientri in casa. Ti seguo e ci ritroviamo in camera da letto, quella che avrebbe dovuto ospitare me e mia moglie. Ti specchi, mettendoti nello stesso punto in cui avrebbe dovuto stare la mia compagna. Io mi sarei avvicinato a lei da dietro e l'avrei baciata, sussurrandole: "Sei bella come al solito.", e lei avrebbe riso in quel modo che mi faceva impazzire. 
Sembra passata un'eternità. La stessa che ci hai rubato. Me ne accorgo guardando il bastone sostituire la spada al tuo fianco e scorgendo i primi capelli bianchi prendere il posto di quelli gialli sulla tua testa. Ah, no... Biondi. Una volta li avevo anch'io così. Tanto tempo fa.
Ora chi ci penso, non ti ho mai guardato negli occhi. Non per paura, no, perché ormai non ho più niente da perdere, ma per mancanza di aspettativa. Cosa potrebbe succedere? Tornerebbe la rabbia per quella vita che hai vissuto al mio posto o proverei pena per te?
Tentar non nuoce.
Incontro lo sguardo di un uomo distrutto, l'ombra di colui che mi ha portato alla morte. Le ceneri di una vita basata sulle morti degli altri. 
Mors mea, vita tua.
E guardando in quegli occhi così vuoti non sento più nulla. 
Ora posso riposare in pace. 

"Avrai vinto quando guarderai negli occhi di chi ti ha ucciso e non proverai più dolore."

Angolino dell'autrice.
Buongiorno a tutti! Questa è la mia prima fanfiction in "Racconti fantasy originali", ed è venuta fuori in un momento di tristezza assoluta, come avrete potuto notare. Mi farebbe molto piacere se recensiste o mi mandaste un messaggio con le vostre opinioni e consigli su come migliorare, perché ho davvero molto da imparare. Grazie anche a chi leggerà soltanto! <3

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Capitolo 2
*** sacrificio ***


Sacrificarsi per qualcuno è facile.

Sta tutto in quell’istante, quello in cui ti rendi conto che c’è qualcosa che non va.
Vedi quell’uomo avvicinarsi alle bambine, spada sguainata, e nel profondo del tuo animo, una voce ti ordina di non lasciare che accada. È come una molla, che ti fa scattare in avanti e fungere loro da scudo.

Il sacrificio è una cosa per la quale ti sei preparato tutta la vita.

È il tuo dovere di guardiano, il tuo amore per gli innocenti che ti guida. Perché la vita di due creature pure non è paragonabile alla tua.
Sei la loro armatura, lo hai giurato una volta davanti ai loro genitori e una sulle loro tombe, ma anche se così non fosse lo faresti comunque, perché sai che è giusto.

Sacrificarsi per qualcuno è la morte migliore a cui tu possa aspirare.

Senti la lama trafiggerti le carni, come fuoco. Schiacci il dolore contro il muro alle tue spalle, insieme alle bambine, ed estrai il tuo pugnale. Un secondo dopo, l’aggressore si accascia a terra con la gola squarciata.
Tu lo segui subito dopo, tenendoti una mano premuta sul petto nell’inutile tentativo di fermare il sangue che scorre, implacabile, sotto gli occhi delle piccole. Loro piangono, ti chiamano, ma tu non puoi più sentirle.

Sacrificarsi per qualcuno è dannatamente facile.
Così facile che non ne sei stato in grado.

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Capitolo 3
*** Meet me on the battlefield ***


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Buongiorno a tutti!
Purtroppo in questo periodo non ho tempo per scrivere, ma ora che ho trovato due minuti ne ho approfittato per pubblicare un paio di storie scritte durante l'estate.
Sono storie senza pretese, che vogliono essere unicamente scorci di vita di personaggi "senza futuro e senza passato".
Vi ringrazio per aver letto e sarei felicissima se voleste recensire!!!
A presto (spero) e buona giornata!!!
P.S. Consiglio per questa storia l'ascolto dell'omonima canzone di Svrcina
 
MEET ME ON THE BATTLEFIELD

-Domani torneremo nemici.
È una promessa che si fanno tutte le notti, quando lui attraversa l’accampamento nemico e si intrufola nella sua tenda.
-Solo per questa notte.
E per quella successiva, e per quella dopo ancora.
Ogni loro gemito è coperto dai passi dei soldati fuori dalla tenda, che fanno la ronda per assicurarsi che nessuno si avvicini.
-Dovresti rimandarli a casa, quegli incapaci. – sibila lui, contro il suo collo.
-Non si sono accorti di me, come potrebbero proteggerti contro qualche malintenzionato?
-Perché ti dovrebbe interessare? Il fatto che io abbia soldati inefficienti va solo a tuo vantaggio. –
Lui la zittisce con un bacio affamato; manca poco all’alba.
–Non pensiamoci. Non stanotte.
 
Se ne va sempre prima che sorga il sole, sempre senza essere visto e sempre senza lasciare tracce. È così che deve essere.
Loro sono avversari.
Lei, una principessa guerriera del regno dei mille soli, attenta e fredda come il ghiaccio nei suoi occhi.
Lui, un astuto ed affascinante principe dai capelli d’argento e la pelle d’ombra, il colore delle sue terre annerite dalla magia.
Ogni giorno le loro spade si incrociano sul campo di battaglia, ed ogni notte quelle stesse mani che le hanno impugnate esplorano, accarezzano, amano.
Nemici giurati esposti alla luce, amanti appassionati protetti dal buio. Ma a loro va bene così.
È una sorta di gioco infantile, un tira e molla che si protrae oltre ogni umana comprensione, compresa la loro.
-Non c’è nulla da comprendere.
È così che si giustificano, quando il cielo comincia a tingersi di azzurro.
-A domani notte.
E così è come si salutano, e le loro labbra si incontrano in un ultimo bacio che sa di lacrime e sangue.
A lei basta che lui torni. A lui, che lei lo accolga.
 
Non dicono mai “a domani”, o “ci vediamo sul campo di battaglia”.
Il loro saluto è sempre lo stesso: a domani notte.
Perché in battaglia non sono le stesse persone, ma due condottieri pronti a tutto per vincere.
Si combattono, si feriscono, e quando la sera si ritrovano ad osservare le reciproche cicatrici non fanno altro che sfiorarle con la punta delle dita.
-Chi ti ha fatto questo?
-Non lo so. Non mi importa.
Sono rare le parole che si rivolgono, durante le poche ore passate insieme, ma loro non ne hanno bisogno. Si capiscono senza parlarsi, senza guardarsi né toccarsi.
È una cosa istintiva, una sorta di legame che li rende capaci di condividere pensieri e sensazioni. I loro cuori si cercano e si perdono per poi ritrovarsi.
Giorno dopo giorno.
Notte dopo notte.
 
-Non può durare.
Lo dice con la testa appoggiata al petto scolpito del suo amante, il battito del suo cuore che le rimbomba nella mente.
Manca ancora un’ora.
-Dovremmo scegliere?
Luce o buio?
Guerra o amore?
Lui sospira, e le accarezza i lunghi capelli che nell’oscurità della notte hanno perso le loro sfumature dorate e sembrano solo una macchia informe sparsa sulle lenzuola.
-Aspettiamo ancora.
Lei annuisce, ma non riesce a fare a meno di pensare che il battito di quel cuore che sta ascoltando prima o poi si fermerà. E non ci sarà più alcun “domani notte” ad attenderli.
-Aspettiamo.
 

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Capitolo 4
*** Specchio ***


Giusto perchè l'ispirazione quando viene, viene.
E perchè al mondo ci sono persone che valgono più di quanto credano. Questa è per loro.
             
                                                                                 SPECCHIO


HO PAURA.
Lo so, piccolo, lo so.
TU NON NE HAI?
Io? No, ho smesso di avere paura tempo fa.
QUANDO?
Non c’è stato un momento preciso. È semplicemente stato così: ne avevo, e anche molta, e poi mi sono accorto di essere troppo grande per queste cose.
PERCHÈ NON MI ABBRACCI?
Perché non ne hai bisogno.
NON È VERO.
Sì che è vero, sei solo troppo spaventato per capirlo.
E QUANDO, ALLORA?
Non lo so. Ma prima o poi succederà, e ti accorgerai che sei molto più di questo.
 
Mi giro, ma lui mi richiama.
 
QUINDI DEVO ASPETTARE DI CRESCERE?
No, solo di renderti conto di quanto grande tu già sia.
 
Volto le spalle allo specchio e lascio la stanza.
 
 

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Capitolo 5
*** Colpa ***



COLPA

Tu ti sei incolpato, e io te la ho data.
Te l’ho gettata in faccia, quella colpa, quando ero ormai troppo morto per fare qualsiasi altra cosa se non gridare. Gridare senza bocca, senza voce, senza orecchie capaci di ascoltare. Gridare con il vento, convincendomi che la mia stessa voce ne facesse parte.
No, non ero il vento. Ma per i primi tempi ero convinto di esserlo.
Per i primi tempi, sei stato l’unico responsabile di ciò che è successo.
Ti vedevo, senza occhi per farlo, e tu mi sembravi l’unica ombra in un mondo di luce.
Ti ho odiato. Chi altro avrei dovuto odiare?
Un uomo di cui non conosco né nome né volto?
Una guerra che si è fatta avanti strisciando nelle nostre vite, come una vipera il cui veleno ha il colore del sangue?
O te?
Era così facile odiarti, all’inizio.
Poi, il tempo è passato. E qualcosa è cambiato.
La colpa, quella che mi ostino a chiamare colpa, non è soltanto tua.
È di quell’uomo, che ha ucciso me e chissà quanti altri, senza chiedersi perché.
È mia, perché nemmeno io me lo sono chiesto.
E infine tua, perché sapevi che non lo avrei fatto. E non ti sei posto alcun problema.
Alla fine dei conti, sei tu il responsabile.
Eppure…
 
Aspetto che il vento si alzi di nuovo per continuare a parlare. È l’illusione che tu mi stia ascoltando o, quantomeno, pensando. Non ti guardo, ma anche se lo facessi non potrei dire se sia veramente così o no. Sei sempre stato così bravo a nascondere i tuoi sentimenti, soprattutto a me.
Non fare come ho fatto io. Non darti colpe che non hai.
 

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