Dragon Trainer

di blackwhite_swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo II - The Laird ***
Capitolo 3: *** Benvenuti nelle Ebridi - selezione OC ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - I Neri delle Ebridi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Passatempi sotto la pioggia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 - Scratching Backs in the Fog ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo VI - Gita di classe ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Dragon Trainer

 

 

27 agosto 2016, St Kilda, Isole Ebridi, Scozia

 

Greer si sistemò dietro all’orecchio destro una ciocca castana sfuggita dalla treccia, continuando a scrutare l’area sotto di lei «Quando il nonno si renderà conto che dovrà ospitare degli inglesi nella sua isola per quasi un anno avrà un bel colpo» sentenziò ad alta voce per farsi sentire sovrastando il rumore del vento dal fratello che volava a pochi metri di distanza da lei.

«Non credo, sai» urlò Callum di rimando «Non permetterebbe mai a degli inglesi di abbatterlo» Greer scoppiò a ridere e con una spinta seguì il fratello che si era abbassato di quota per osservare meglio la piccola folla che stava scendendo da una vecchia barca appena attraccata.

Per la prima volta dopo quasi tre secoli, la scuola di addestramento e allevamento draghi di proprietà della famiglia MacFusty aveva aperto le porte agli studenti dell’intera Gran Bretagna e a qualche ragazzo straniero, rompendo l’isolamento in cui la popolazione magica delle Ebridi si era chiusa dopo la conquista della Scozia da parte dell’esercito inglese.

Come però Alexander MacFusty, il nonno dei due ragazzi e capoclan, aveva sottolineato con fermezza, gli “stranieri” sarebbero sempre e comunque rimasti degli ospiti, St Kilda apparteneva ai Neri delle Ebridi e ai membri della famiglia MacFusty, il loro guardiani e protettori da tempi immemori, e a nessun altro.

Nonostante i due giovani fratelli fossero piuttosto eccitati all’idea di avere molti ragazzi della loro età che non fossero loro parenti o vicini di casa che conoscevano da sempre girare per St Kilda, la maggior parte dei maghi adulti non aveva accolto entusiasticamente la novità e avevano assicurato che non avrebbero riservato agli stranieri un trattamento di riguardo, sebbene quasi tutti alla fine avessero dato una mano a sistemare gli alloggi dei ragazzi e le aule. Anche quando si trattava di aver a che fare con forestieri poco graditi gli highlander non riuscivano a dimostrarsi del tutto rudi e distaccati.

A cavallo delle loro Firebolt i due MacFusty raggiusero gli speroni di roccia che chiudevano la piccola baia dell’isola, dai quali avevano una perfetta visuale pur rimanendo a distanza sul minuscolo porticciolo

«Credi che saranno all’altezza?» chiese poco dopo Callum assumendo un’espressione scettica e di leggera superiorità «Noi siamo cresciuti tra i draghi mentre la maggior parte di loro ne ha visto solo delle illustrazioni…»

Greer rivolse un sorriso furbo al fratello «Paura che qualcuno possa fare male alla tua amata Morwen?» chiese ironica riferendosi al drago preferito dal fratello che la ragazza soleva definire la sua fidanzata.

Callum le fece l’occhiolino stando al gioco «Non permetterò a nessuno di avvicinarsi a lei» mentre la sorella ridacchiava aggiunse «In ogni caso peggio per loro, la mia ragazza sa come difendersi»

«Tu hai bisogno di trovarti una vera ragazza, lasciatelo dire» commentò Greer scoppiando a ridere e scappando velocemente verso l’alto seguita a ruota dal fratello fintamente offeso.

Un tuono squarciò improvvisamente il cielo grigiastro e in men che non si dica la pioggia cominciò a scendere fittamente, spingendo i ragazzi appena scesi dalla barca a correre sotto una tettoia per ripararsi.

I due fratelli si fermarono osservando la scena dall’alto, per nulla turbati dall’acqua che li stava bagnando «Il primo approccio con il clima delle Ebridi non è stato granché» commentò Greer scuotendo la testa: proprio non capiva come si potessero fare tante scene per un po’ d’acqua, come se non avessero mai fatto una doccia in vita loro.

«Speriamo che quello con i draghi vada meglio o qualcuno di loro finirà alla brace prima che tu possa dire aye» aggiunse Callum senza nascondere un sorrisetto, battendo una pacca sulla spalla della sorella «Dai torniamo a terra a vedere se tra le reclute c’è qualche faccia nota»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Callum MacFusty || 25 anni, ex tassorosso

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Greer MacFusty || 20 anni, ex grifondoro

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Angolo Autrice

Buondì a tutti!

Ho una specie di ossessione per la Scozia quindi quando mi sono ritrovata tra le mani un articolo riguardo un clan potteriano che si occupa dell’allevamento di draghi nelle Ebridi ho deciso che era un dettaglio troppo bello per non essere sfruttato in un’interattiva! Il titolo è ovviamente tratto dall’omonimo cartone della Dreamworks (che adoro) e i protagonisti della storia saranno proprio dei giovani studiosi di draghi.

Il clan MacFusty alleva draghi e si occupa di preservare i Neri delle Ebridi da secoli; sono molto gelosi delle loro tradizioni e difficilmente permettono a esterni di entrare nella loro riserva. Quest’anno i membri del clan hanno deciso di dare ad alcuni giovani allevatori di draghi una possibilità più unica che rara: hanno indetto un concorso europeo e i ragazzi che hanno ottenuto le valutazioni migliori sono stati selezionati per partecipare ad uno speciale corso della durata di nove mesi.

Passiamo ora alla burocrazia:

·         potete propormi massimo 2 oc a testa, purché di sesso diverso.

·         accetterò ragazzi e ragazze tra i 20 e i 27 anni.

·         il concorso a cui i ragazzi hanno partecipato è europeo, motivo per cui accetterò solo ragazzi che abbiano studiato nelle scuole di magia europee.

·         non accettò veela, licantropi, vampiri, lupi mannari, metamorphogus, animagus o altri ibridi e creature varie.

·         niente Mary Sue e Gary Stu per favore.

·         se doveste essere interessati ai miei personaggi per un’eventuale relazione sappiate che Callum e Greer sono entrambi single ed eterosessuali.

·         le schede dovranno essere inviate solo ed esclusivamente via mp entro il 5 ottobre dopo che vi avrò dato il via libera rispondendo alla recensione.

·         quando invierete le schede mettete come oggetto del messaggio OC-Dragon Trainer- (nome del vostro personaggio)

·         se sparite per tre capitoli di fila il vostro oc farà le valigie. Se doveste sapere in anticipo che avrete dei problemi per una/due settimane a recensire avvisatemi e non ci saranno problemi, il vostro personaggio rimarrà sano e salvo ad attendere il vostro ritorno.

 

 

Scheda OC

 

Nome completo:

Eventuale soprannome:

Data di nascita e luogo di provenienza:

Scuola ed eventuale casa di provenienza:

Prestavolto (accetto solo persone reali, niente disegni o manga e niente attori che abbiano recitato nei film della saga o in Animali Fantastici):

Aspetto fisico:

Carattere:

Famiglia e rapporto con essa:

Descrivere in breve il percorso scolastico:

Materie per cui era portato e per cui era negato:

Perché ha scelto di lavorare con i draghi dopo la scuola?:

In che riserva lavorava prima di vincere il concorso?:

Perché ha deciso di partecipare al concorso?:

Passioni/hobbies/talenti:

Fobie/debolezze:

Cosa ama e cosa odia:

Patronus:

Bacchetta:

Molliccio:

Amicizie/inimicizie (tipologie di persone con cui potrebbe andare o meno d’accordo):

Amore (situazione sentimentale e carattere delle persone con cui potrebbe avere una relazione):

Altro (campo facoltativo, scrivete tutto ciò che vi passa per la testa riguardo il vostro OC):

 

 

 

Bene, per oggi ho concluso.

Spero parteciperete numerosi!

Em

 

 

 

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Capitolo 2
*** Prologo II - The Laird ***


The Laird

 

 

Alexander osservò con occhio critico la folla di studenti che si accalcava per entrare il prima possibile nella piccola casa in pietra ed emise un sospiro scoraggiato: se un temporalino da nulla sembrava già averli messi in crisi, cominciava a chiedersi cosa avrebbero combinato di fronte al clima invernale delle Ebridi.

Perché, perché mai era riuscito a farsi convincere dalle balzane idee di sua moglie e di sua nipote ad ospitare un’orda di sassenachs sulla sua isola?! Stava proprio invecchiando e perdendo lucidità, si disse, non poteva esserci altra spiegazione.

«Nonnino!» una voce allegra lo fece voltare e sul volto severo e corrucciato dell’uomo si aprì un vero e proprio sorriso di adorazione quando la sua amata nipotina gli si fiondò tra le braccia. Essendo l’unica femmina tra i cugini MacFusty, Greer era sempre stata la cocca di casa e, soprattutto la principessina che Alexander portava in palmo di mano «Sono arrivati già tutti?» chiese poi la ragazza senza staccarsi dalla camicia dell’uomo che profumava di un delizioso mix di arrosto, muschio e whiskey «Aye, me lo auguro» borbottò il capoclan «Altrimenti qui finiremmo ad essere in minoranza noi scozzesi» Callum scoppiò a ridere avvicinandosi ai due e recuperando la scopa che Greer aveva buttato con ben poca cura prima di fiondarsi tra le braccia del nonno.

«Io non so come siate riusciti a convincermi, lads» continuò l’uomo mentre Greer si staccava leggermente da lui sorridendo «So già che mi pentirò almeno tre volte al giorno di aver acconsentito a questa follia»

«Vedrai che sarà divertente, magari avrai delle sorprese» disse Greer incoraggiante mentre il fratello annuiva «Chissà, potresti anche diventare amico di alcuni inglesi»

Alexander grugnì, apparentemente schifato alla sola idea «Se dovesse succedere siete autorizzati a darmi una botta in testa, och? Coraggio, andiamo a dare loro il benvenuto nelle Ebridi» un lampo di luce maligna gli attraversò gli occhi facendo ridacchiare Greer mentre Callum sollevava gli occhi al cielo.

«Non dirmelo, per cena hai detto di preparare solo l’haggis e nient’altro, vero? E probabilmente gli dirai che mangeranno solo quello per il resto del loro soggiorno» disse il ragazzo scuotendo il capo mentre suo nonno faceva spallucce «Sarà bene che si abituino ai costumi tradizionali del luogo»

«Ma se noi non mangiamo praticamente mai l’haggis

«Sì, ma questo i sassenachs non lo sanno, my bonnie wee lass»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alexander MacFusty, laird di St Kilda

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Buonasera! Per non farvi attendere fino alla selezione oc ho deciso di pubblicare questo minuscolo capitolo dedicato a nonno MacFusty, creato ad immagine e somiglianza del mio amato nonnino, il vero grande amore della mia vita ahahah

Dato che sono come sempre super di corsa e super indietro con tutto ho deciso di fare un favore a me e a voi e allungare il tempo limite per le iscrizioni e la consegna delle schede fino alle nove di sera di questa domenica, il sette ottobre, così io nel weekend avrò tempo di leggere con calma quelle che mi arriveranno e soprattutto di aggiornare le altre mie storie.

Detto ciò ci sentiamo la settimana prossima!

A presto!

Em

 

 

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Capitolo 3
*** Benvenuti nelle Ebridi - selezione OC ***


 

Benvenuti nelle Ebridi

 

 

«Ja jebie!» Hanna ringhiò rialzandosi da terra dolorante mentre si spolverava con stizza i vestiti ormai fradici: era inciampata dopo aver messo il piede in fallo tra due grosse piastrelle di pietra che si trovavano all’ingresso. Decisamente trionfale, quest’entrata in scena, pensò amaramente.

«Hey, ma tu sei polacca!» la giovane alzò gli occhi chiari e si ritrovò davanti un ragazzo biondo sorridente «Anche io sono polacco! Mi chiamo Leon Witwoski, tanto piacere» la giovane accettò allegramente la stretta di mano «Io sono Hanna Kowalska»

«Non credo di averti mai vista a Durmstrang…» «No, infatti io sono andata a Koldovstoretz…che sollievo aver parlato con qualcuno, ho fatto tutto il viaggio a fissare il vuoto davanti a me ed è stato decisamente deprimente»

«Idem, anch’io non conosco nessuno…beh dai, se non altro potremmo creare un gruppo di supporto per polacchi dispersi in Scozia»

«Non so perché ma ho come l’idea che potrebbe essere utile» bofonchiò la ragazza lanciando un’occhiata eloquente ai suoi vestiti bagnati e infangati.

 

 

Aidan si guardò intorno incuriosito: i ragazzi erano stati accompagnati all’interno di una casa poco lontano dal porto e fatti accomodare in quella che, supponeva, fosse la mensa.

I vincitori del concorso si erano guardati intorno un po’ a disagio prima di sedersi a piccoli gruppetti sparsi, probabilmente cercando di stare insieme a qualcuno che già conoscevano, come del resto lui stesso aveva fatto.

«Credi che ci daranno da mangiare? Non peraltro, ma sto letteralmente morendo di fame» Aidan si voltò sorridendo verso Achille «Credo che prima ci sarà una specie di discorso di benvenuto…o almeno di solito si fa così, ma non so se gli usi comuni valgano anche qui per i duri uomini delle Highlands»

«Non ci faranno morire di inedia, tranquillo» il ragazzo con i capelli rossicci seduto alla destra di Aidan fece una mezza risata «Conosco bene Callum, il nipote del laird ed è un tipo a posto, eravamo insieme nella squadra di quidditch a Hogwarts»

«Ho già capito che qui come minimo avrete fatto tutti la stessa scuola e io sarò l’unico povero e sfortunato italiano che rimarrà solo tutto il tempo» borbottò Achille mesto mentre Aidan, dopo aver roteato gli occhi gli batteva una pacca sulla spalla «Non farla tragica, suvvia, in fondo lavoriamo nella stessa riserva da due anni. Ti prometto che ti presenterò a tutti i britannici che conosco, d’accordo?»

 

 

«…Genevieve ti presento Matthew, lavoriamo insieme nella riserva in Ucraina» Elettra indicò con un gran sorriso un ragazzo alto biondo al quale Genevieve rivolse immediatamente un grande sorriso e gli strinse educatamente la mano «Matthew lei è Genevieve, ha studiato a Beauxbatons come me, ma era un anno avanti rispetto a me, e soprattutto siamo spesso state avversarie sul campo da quidditch»

«Sono sempre state delle belle lotte all’ultimo punto, come dimenticarle» Genevieve rise con grande eleganza, portandosi una mano alla bocca e Matthew guardando le due ritrovò a pensare che probabilmente doveva sembrare un barbone in mezzo a loro.

«Io sono curiosissima di sapere cosa ci diranno questa sera: hanno mantenuto un riserbo assurdo riguardo le nostre attività qui alla riserva, manco si trattasse di segreti di stato»

«Beh in un certo senso si tratta di segreti…forse non di stato, ma sono decisamente dei segreti custoditi per generazioni, non li vorranno certo sbandierare ai quattro venti» Matthew scrollò le spalle prima che Genevieve cominciasse a fremere agitata e mettesse a tacere i due con un lieve gesto della mano «Guardate, arriva qualcuno!»

 

 

Un uomo molto alto con i capelli bianchi e un bellissimo kilt sui toni del blu e del verde entrò nella sala in silenzio, fermandosi in piedi con le gambe divaricate di fronte ai tavoli «Sono Alexander Murtagh Lachlan MacFusty, laird di St Kilda, capoclan dei MacFusty e custode della riserva» pronunciò con voce profonda l’uomo marcando probabilmente apposta il suo già forte accento e creando non poca perplessità nei giovani non troppo pratici con la lingua inglese «Come avrete potuto notare ho detto custode e non padrone, perché la riserva appartiene ai draghi e a nessun altro: saranno loro a stabilire se sarete o meno degli di dimorare su quest’isola e, in caso in cui non doveste esserlo evitate di venire a lamentarvi da me» guardò severamente i ragazzi di fianco a lui che lo guardavano decisamente preoccupati «Quando vi siete iscritti al concorso avete firmato un foglio con il quale vi impegnavate a prendervi la responsabilità di qualunque incidenti -eventualmente anche mortale- che vi capiti. Né io né i membri del mio clan siamo babysitter, spero che questo vi sia chiaro…»

«Lassies, io vi giuro che ho provato a dirgli di comportarsi bene» Greer e Callum, che erano entrati senza fare alcun rumore, si lasciarono scivolare sulla panca più in fondo salutando con grandi sorrisi Jamie e Isobel «Ma ovviamente il nonno fa di testa sua» Greer completò le parole del fratello prima di sciogliere l’abbraccio con cui Isobel l’aveva stretta.

Jamie rise e scosse la testa «Alexander MacFusty è una leggenda nazionale in tutta la Scozia, non solo per voi abitanti di St Kilda, vedrai che i sassenachs impareranno ad amarlo» «O moriranno tendando» aggiunse Greer.

Isobel si coprì la bocca con le mani per non scoppiare a ridere «Dai, siete tremende!» «Quello che mi preoccupa di più è la barriera linguistica: nonno non sta facendo proprio nulla per mitigare il suo accento, ancora un po’ e incomincia a parlare in gaelico» Callum guardò il nonno dall’altra parte della sala con un sorrisetto.

«Puoi ben dirlo, quasi fatico io stessa a capirlo» borbottò Jamie mentre Isobel annuiva convinta «Non basta essere scozzesi per piacere al capo, bisogna essere proprio delle Ebridi» disse furba Greer «Ma almeno voi non avrete grossi problemi a mangiare la cena di stasera» Isobel guardò la ex grifondoro perplessa prima di spalancare gli occhi basita «Non vorrà davvero servire l’haggis?!» chiese scioccata. I due fratelli annuirono e Jamie lanciò un vero e proprio sguardo di adorazione verso il laird «Seriamente ragazzi, come faccio a farmi adottare da quest’uomo?»

 

 

Violet guardò sospettosa il contenuto del piatto prima di armarsi di forchetta e coltello e cominciare ad attaccare l’inquietante insaccato con ferocia: non era andata lì per morire di fame, tanto valeva adattarsi «E poi la gente se la prende con noi francesi perché mangiamo le lumache» l’ex grifondoro si voltò verso il ragazzo castano al suo fianco che stava ispezionando il suo pasto con perplessità. Violet ingoiò un primo boccone prima di rispondere «Se cerchi di convincerti che non sia composto da interiora ti posso garantire che non è affatto male…comunque io sono Violet» «Eloi…sei scozzese? Perché parli in modo decisamente diverso rispetto al laird o come diamine si dice» «E in modo decisamente più comprensibile» aggiunse una ragazza seduta poco distante che si presentò come Maite «Sì in effetti io sono inglese. Voi da dove venite, vi conoscevate già?» i due negarono con il capo «Io vengo dalle Azzorre e ho sempre vissuto e studiato in Portogallo» disse la ragazza mora «Mentre io sono bretone fino al midollo…quindi suppongo che noi tre formiamo il gruppo di quelli che non conoscevano ancora nessuno, dato che tutti gli altri stanno chiacchierando amabilmente da quando siamo arrivati»

Violet si lasciò scappare una risata e anche la ragazza portoghese rise anche se più timidamente: sì, erano decisamente un gruppo assortito in modo strano, ma, rifletté la ragazza inglese, quei due sembravano essere dei tipi a posto. In fondo anche con tutta la buona volontà da sola in quel posto non sarebbe riuscita a cavarsela da sola come suo solito, tanto valeva farsi qualche amico.

 

 

Mentre un’anziana signora minuta scortava i ragazzi verso le case in cui avrebbero dormito, Erika rallentò il passo per avvicinarsi a Mikkel, che chiudeva la fila «Ti sei incantato a guardare il paesaggio?» chiese al collega con cui aveva lavorato per anni in Svezia che annuì «Il Laird è decisamente terrificante, il cibo è pessimo, ma bisogna ammettere che il posto è semplicemente meraviglioso» «Se non altro ce ne andremo da questo posto con delle bellissime fotografie» commentò allegramente Erika «Io non vedo l’ora che sia domani, sono così impaziente di vedere i neri!»

Mikkel inarcò un sopracciglio «Non credo che ci porteranno subito dai draghi, suppongo che prima ci faranno dei test» la ragazza sbuffò «Spero almeno che coloro che daranno le consegne e le indicazioni parlino un inglese migliore di quello del capoclan: io ero convinta di saper parlare bene la lingua…» «E poi hai sentito l’highlander parlare» completò per lei il danese annuendo «Considerando che ho sentito parlare in almeno cinque lingue da quando siamo arrivati, suppongo che vivrò con un incantesimo di traduzione davanti agli occhi per questi nove mesi»

«Ti farò compagnia…anche se forse dovremmo smettere noi in primis di parlare svedese» «Cominciamo domani, ora sono decisamente troppo stanco per cambiare lingua»

 

 

 

 

Achille Felix Navel 21 anni, eterosessuale Boscobolla Riserva dei Dorsorugoso, Norvegia

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Aidan Theodore O’Shay 24 anni, eterosessuale ex corvonero Riserva dei Dorsorugoso, Norvegia

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Arthur Benedict Owen 27 anni, eterosessuale ex tassorosso Riserva DDraig Werdd, Galles

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Aurora Violet Blackthorne 22 anni, bisessuale ex grifondoro

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Elettra Caputo 23 anni, eterosessuale Beauxbatons Riserva degli Ironbelly, Ucraina

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Eloi Roux 25 anni, eterosessuale Beauxbatons Parc Naturel Régional du Brière, Francia

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Erika Birgitta Bjurman 23 anni, eterosessuale Durmstrang Riserva dei Grugnocorto, Svezia

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Genevieve Glaux 24 anni, eterosessuale Beauxbatons Riserva degli Ungari Spinati, Ungheria

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Hanna Odette Malika Kowalska 23 anni, bisessuale Koldovstoretz Riserva del Wawel, Moravia

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Isobel Barclay 21 anni, eterosessuale ex serpeverde Riserva dei Draghi Rumena

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Jamie Woods 24 anni, omosessuale ex corvonero Riserva dei Draghi Rumena

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Leon Lukasz Witwoski 22 anni, bisessuale Durmstrang Riserva del Pollino, Italia

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Maria Teresa Maitê Vaz Salguiero 21 anni, eterosessuale Escola Màgica de Coimbra Riserva Nazionale Magica di Açores

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Matthew Lewis 20 anni, omosessuale ex serpeverde Riserva degli Ironbelly, Ucraina

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Mikkel Overgaard 25 anni, eterosessuale Durmstrang Riserva dei Grugnocorto, Svezia

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Buonasera cari, finalmente sono riuscita ad aggiornare!

Mi sono arrivate un mucchio di schede, davvero non me l’aspettavo e soprattutto un sacco di ragazze! Alla fine ho dovuto fare delle scelte, ho preso più personaggi di quanti ne avessi preventivati (ero partita con l’idea di prenderne una decina e sono arrivata con quindici), ma alla fine qualcuno è rimasto fuori comunque. Chiedo agli autori dei personaggi che non sono stati selezionati di non prendersela, ma non me la sono sentita di gestire più di trenta persone. Sono certa che ci saranno altre occasioni in futuro.

Dopo questa premessa parto già con le domande per gli autori degli oc selezionati. Vorrei chiedervi se poteste mandarmi via mp un messaggio con l’orientamento sessuale del vostro personaggio: stupidamente mi sono dimenticata di mettere la voce apposita nella scheda e alcuni di voi non l’hanno esplicitato. Provvederò poi a scriverlo in questo capitolo insieme alle altre informazioni sui personaggi cosicchè quando sarà il momento di pensare alle coppie potrete darmi il vostro parere riguardo le coppie. Coloro che invece l’hanno scritto non devono preoccuparsi 😊

A presto!

Em

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 - I Neri delle Ebridi ***


 

 

 

I Neri delle Ebridi

 

 

Alexander cercando di fare meno rumore possibile uscì di casa, avanzando verso gli alloggi degli ospiti con la cornamusa sotto braccio e un sorriso diabolico sul volto fio a che una voce ben famigliare non lo fece bloccare «Sawnie!» l’uomo sospirò mentre una figura minuta avanzava con passo deciso e sguardo feroce verso di lui «Cosa vuoi fare con quell’aggeggio, per tutti i Kelpies?!» sua moglie lo guardò con il suo sguardo di ghiaccio facendogli roteare gli occhi «Catriona dai, volevo solo farli svegliare in pieno stile delle Ebridi»

La donna assottigliò gli occhi «Se osi anche solo provarci ti faccio finire in mare» sibilò «Fila a fare qualcosa di veramente utile, oggi mi occuperò io dei ragazzi» quando l’uomo fece per obiettare si beccò l’ennesimo sguardo di fuoco che lo fece immediatamente desistere «No, shh, silenzio. Li hai già maltrattati abbastanza» ribadì decisa Catriona e dopo aver fatto segno al marito di andarsene si diresse lei stessa verso gli alloggi.

 

*

 

Le imposte magicamente incantate si aprirono lentamente illuminando la stanza con uno spiraglio di luce via via sempre più grande che colpì in pieno il volto di Jamie, facendo mugugnare indispettita la ragazza che si girò tra le coperte mentre Erika si stiracchiava cercando di convincersi ad uscire dal letto.

«Ma che ore sono» bofonchiò Jamie con la faccia sepolta nel cuscino.

Erika si sporse verso la sveglia di legno appoggiata sul cuscino strizzando gli occhi per leggere l’ora «Non sono nemmeno le sei e mezza» mentre la scozzese emetteva un verso indistinto di disperazione, Genevieve schizzò in piedi con la faccia imbronciata, borbottando qualcosa in francese riguardo il suo odio per le sveglie all’alba e sulla sua impellente necessità di bere del thè.

«Buongiorno, care!» una voce allegra fece sobbalzare le tre che si ritrovarono davanti una graziosa signora minuta con un gran sorriso sul volto e, soprattutto un vassoio stracarico di cibo «Sono Catriona, la moglie di Alexander, il simpaticone che vi ha tartassato ieri sera…oh tu devi essere Jamie!» la ragazza con i tatuaggi guardò stupita la donna «Conoscevo bene tua nonna, siamo state compagne di casa…comunque vi lascio qui la colazione…non conoscendo il vostri gusti ho preparato un po’ di tutto, comprese delle specialità locali…tranquille, non ho messo solo salsicce al sangue» aggiunse divertita quando vide lo sguardo di terrore di Erika e Genevieve per poi uscire dalla stanza dopo aver dato appuntamento alle tre quaranta minuti dopo all’uscita dagli alloggi.

Genevieve annusò critica il thè per poi sorridere e prenderne un sorso «Ora va molto meglio» disse soddisfatta «Dato che dovremo condividere la stanza per un bel po’ di tempo vi avviso, se non prendo il thè la mattina divento intrattabile» Erika e Jamie risero, avventandosi a loro volta sull’appetitosa colazione.

 

*

 

Achille, con il suo gatto acciambellato sulle gambe osservò con aria critica il caffè scozzese che in quanto ad aspetto e odore non aveva nulla del caffè «Siamo sicuri che questo sia vero caffè?» chiese al suo compagno di stanza che con lo sguardo perso e due occhiaie da far invidia a un panda fissava il vuoto trangugiando quella bevanda nerastra «Boh mi sembra di sì» biascicò Eloi «Però forse no…non so…ho sonno…cioccolato» il francese con uno sforzo titanico si sporse per prendere alcuni shortbreads coperti di caramello e cioccolato che avevano l’aria di essere semplicemente deliziosi e con ritrovata vitalità vi ci si avventò sopra.

Achille lanciò un’occhiata decisamente perplessa al francese, che da quando si era svegliato sembrava non essere esattamente in grado di intendere e di volere, prima di guardare il suo gatto in cerca di un parere più affidabile «Cosa ne dici Monsieur Poirot, dovremmo fidarci di questa cosa?» il gatto dopo aver alzato lo sguardo e annusato per qualche secondo il cosiddetto caffè, emise un lungo miagolio indispettito e Achille, annuendo ormai convinto, allontanò da sé la tazza e il suo contenuto probabilmente nocivo appellando poi la sua fidata moka che ovviamente aveva portato con se, ben conscio che difficilmente in terra britannica avrebbe trovato del caffè decente. Va bene tutto, ma il caffè al mattino era una vera e propria necessità primaria.

 

*

 

Maitê, ormai vestita e pronta per uscire spalancò le finestre inspirando a pieni polmoni l’aria umida e fresca dell’isola: una delle cose più belle di essere nelle Ebridi era sicuramente avere la possibilità di stare in un luogo così selvaggio e tranquillo.

La portoghese si girò verso la sua compagna di stanza «Ti dà fastidio l’aria?» chiese improvvisamente preoccupata ma per sua fortuna Hanna, che si stava allacciando gli scarponcini fece segno di no con il capo «Assolutamente no, fosse per me vivrei direttamente all’aperto, detesto gli spazi troppo chiusi e poco arieggiati» Maitê le rivolse un gran sorriso, contenta che lei e la polacca fossero sulla stessa lunghezza d’onda: se non altro la loro convivenza in quei mesi aveva tutte le carte in regola per essere piuttosto piacevole.

Quando ebbe finito di allacciarsi le scarpe Hanna balzò in piedi e prese un grosso cactus che aveva tenuto sul comodino, spostandolo sul davanzale della finestra.

«Non hai paura che una folata di vento lo faccia cadere?» chiese Maitê osservando dubbiosa la piantina mentre la sua compagna di stanza ridacchiava «E’ un cactus magico, sa come rimanere in equilibrio» commentò allegra «Sono anche abbastanza certa che, nel caso in cui un gabbiano cerchi di entrare nella nostra camera, il mio piccolo cactus sarebbe in grado di prenderlo a pugni»

«Povero gabbiano! Non potrebbe limitarsi a invitarlo gentilmente ad andarsene?»

«Se il gabbiano si dovesse dimostrare ragionevole sono certa che non subirebbe alcun danno» Maitê ridacchiò «Menomale, cominciavo a preoccuparmi»

 

*

 

Mentre il resto del gruppo si era allontanato con due istruttori verso la riserva a Violet era stato chiesto di aspettare la signora Catriona che sembrava avesse qualcosa da dirle.

La ragazza, che si trovava in un grazioso studiolo molto luminoso con le pareti bianche si stava torturando le mani preoccupata. C’era forse stato un errore? Volevano mandarla via? lei non aveva alcuna voglia di tornare a casa.

«Ciao Violet, mi spiace averti fatta aspettare» la minuta padrona si casa si sedette di fronte a lei guardandola con un caldo sorriso «Non essere agitata cara, non ho alcuna brutta notizia da darti» le spalle della ex grifondoro si rilassarono immediatamente «Hai totalizzato un punteggio pressochè eccellente al corso, ma ci sono alcune cose riguardo alle quali vorrei discutere…tu non hai mai lavorato in una riserva giusto?» la ragazza sospirò e negò con il capo «Lavoravo per un piccolo esercizio commerciale a Nocturn Alley» borbottò leggermente imbarazzata.

«Come hai imparato così tante cose sulle creature magiche?»

«Ho studiato per conto mio e…»

«E…» la donna la invitò a proseguire guardandola con sguardo perforante «Il tuo posto qui alla riserva non è a rischio, dimmi pure la verità, non giudico nessuno»

«Davo spesso una mano ad Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts quando si ritrovava tra le mani qualche creatura non troppo collaborativa o quando trovava accidentalmente un drago» bofonchiò la ragazza provocando, con sua somma sorpresa una risata da parte della donna «Ah Hagrid! Abbiamo avuto a che fare con lui più di una volta, benedetto uomo» la donna scosse il capo «Hai avuto un ottimo insegnante lasciatelo dire…se posso darti un consiglio presta la massima attenzione a tutte le istruzioni che ti verranno date e soprattutto cerca di osservare con attenzione cosa facciamo noi. Forse all’inizio farai più fatica degli altri, ma sono certa che saprai farti onore»

Reprimendo a stento l’impulso di abbracciare stretta quella donna Violet le rivolse un grande sorriso «Grazie signora MacFusty…grazie davvero»

 

*

 

Matthew cercando di fare il minimo rumore possibile scattò una fotografia ad un gruppo di Neri che volava in cielo a poco di distanza da loro, per poi far evanescare in fretta e furia la macchina fotografica dopo che uno degli istruttori gli ebbe lanciato un’occhiata velenosa. Se non altro una foto da inviare come souvenir ad Hagrid era riuscito a farla.

«Quanta severità» Leon al suo fianco sbuffò spostandosi un ciuffo biondo dalla faccia «Capisco la segretezza e l’attaccamento alle origini ma questi scozzesi sono veramente strani»

Leon annuì serio «Sì sono piuttosto famosi per essere decisamente originali…ma guardando questo posto forse non hanno tutti i torti a volerlo conservare…andiamo, qui intorno è semplicemente magnifico»

«Sembra di essere fuori dal mondo, ma in realtà se si guarda bene nelle loro piccole case in pietra hanno costruito laboratori sofisticatissimi e possono lavorare indisturbati» Mikkel distolse per un attimo lo sguardo dal suo blocco prendi-appunti per puntarlo verso i suoi due compagni di stanza «Hanno creato una vera e propria oasi nel rispetto dei draghi»

«Da come parlano i due insegnanti sembra che loro siano solo le guardie severe e imbronciate dei draghi» fece notare il polacco accennando con il mento ai due uomini in kilt che stavano spiegando al manipolo di ragazzi tutto quanto ci fosse da sapere sui Neri «Non so come fosse nelle vostre riserve, ma da noi era come stare in un normale ufficio, ognuno faceva il suo lavoro e basta»

«Stessa cosa in Ucraina, qui invece sembra una vera e propria religione»

«Il nerianesimo» Mikkel e Matthew risero della battuta del polacco guadagnandosi l’ennesima occhiataccia dagli addestratori «Ho come l’impressione che ci siamo appena fatti la nomea di casinisti della brigata, non so voi»

Mikkel sospirò «Sopravvivremo…o al massimo finiremo in pasto ai Neri e i MacFusty lo faranno sembrare un incidente»

«Il che non è affatto rassicurante» borbottò l’inglese cercando poi di prestare a sua volta attenzione alla lezione: non era il caso di farsi arrostire già il primo giorno.

 

*

 

Greer, che si era infiltrata nel gruppo saltellava allegra nella fanghiglia guardando con affetto gli esemplari a cui passavo vicino «Oh, guardate Rorie» Isobel e Elettra seguirono la direzione indicata dalla ragazza «Quando è nato era una specie di larvetta con un’ala monca, invece ora è uno dei nostri esemplari più grossi…è molto affezionato alla nonna, sapete? Lei lo riempie di biscotti»

Elettra inclinò il capo confusa «I draghi possono essere nutriti con i biscotti» eppure le pareva di ricordare che le avessero sempre ripetuto fino alla nausea che i draghi, poiché necessitavano di una dieta rigida e controllata, dovessero limitare al minimo l’apporto di zuccheri «Male non gli fanno, checchè ne dicano i libri…c’è anche da dire che i Neri sono più grandi degli altri draghi e il loro stomaco sarebbe in grado di digerire più o meno qualunque cosa…il loro vomito è quasi corrosivo, sapete?» Isobel appuntò in fretta e furia tutto quello che diceva la giovane MacFusty: quando aveva visto la ragazza delle Ebridi raggiungerli, Isobel aveva preso per un braccio Elettra, la sua compagna di stanza e si era affrettata a raggiungerla, ben conscia delle grandi conoscenze della ragazza.

Le tre furono in breve affiancate da Aidan e Arthur che incuriositi dal loro parlottare si erano avvicinati «Là in fondo invece potete vedere Forbes, è un vero mattacchione non ha nemmeno un anno…credo sia il mio preferito, ma non ditelo al nonno, lui non vuole che si abbiano preferenze con i draghi» Elettra pensò di non avere proprio alcuna intenzione di parlare con quell’uomo a meno che non fosse obbligatorio: a malapena riusciva a capirlo!

«Callum dov’è?» chiese poi curioso Arthur «Si è preso la mattinata libera?» chiese con un gran sorriso ripensando al compagno di squadra più piccolo che spesso era dovuto andare a tirare giù di peso dal letto per poi trascinarlo all’allenamento di quidditch.

Greer ridacchiò «No, è con la sua ragazza»

«Ah è fidanzato?» nonostante il suo tono volesse sembrare piuttosto neutro Isobel si beccò un’occhiata maliziosa da parte di Elettra che aveva sentito una nota di delusione nelle parole della compagna di stanza.

«No, nulla del genere» si affrettò a rispondere Greer «Mi riferivo a Morven, la sua dragonessa»

Aidan inarcò un sopracciglio incuriosito «Ma non avevi detto che tuo nonno non vuole si facciano preferenze?»

«Sì è così, ma Morven è un caso particolare…unico per certi versi»

Il corvonero osservò la ragazza che aveva la sua completa attenzione «Particolare? Ci porterete a vederla?»

«Dubito fortemente che Callum vi lascerà avvicinare…quando dico che la tratta come se fosse la sua fidanzata non scherzo»

Elettra scosse il capo ridendo «Certo che siete proprio pazzi» commentò leggera mentre Greer annuiva «Sì, e ne andiamo molto fieri»

 

 

 

 

 

 

Catriona MacFusty aka La Boss

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Ebbene sì, sono finalmente arrivata, in ritardo rispetto a quanto sperassi ma almeno sono qui. Siamo ancora solo agli inizi, vi prometto che nei prossimi capitoli avrete modo di conoscere tutti meglio anche perché ora come ora devo abituarmi anche io a questa numerosa brigata!

Per quanto riguarda gli aggiornamenti nelle mie prospettive più rosee spero di pubblicare il prossimo capitolo il weekend prossimo, ma se dovessi tardare sappiate che comunque non ci metterò più di due settimane.

A presto,

Em

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Passatempi sotto la pioggia ***


 

 

Passatempi sotto la pioggia

 

 

Maitê controllò per la ventesima volta la temperatura delle incubatrici, preoccupata che un suo errore potesse nuocere alle uova non ancora schiuse e sobbalzò per lo spavento quando la porta del laboratorio si spalancò improvvisamente a causa di una folata di vento. Aidan, che stava controllando delle uova poco lontano, le lanciò una lunga occhiata, preoccupato che la ragazza potesse sentirsi male.

Elettra e Matthew, con uno sforzo non indifferente, chiusero la porta, applicandole per sicurezza un paio di incantesimi «Vi prego ditemi che il tempo non è sempre così» brontolò l’ex allieva di Beauxbatons, appoggiandosi affaticata e fradicia alla porta «Non credo che tu voglia davvero sapere la risposta a questa domanda» Matthew scosse con forza la testa, scrollando via l’acqua dai capelli prima di asciugare se stesso ed Elettra «Piuttosto, non avresti potuto portare un po’ del sole italiano qui?»

Erika scrollò le spalle, non troppo infastidita dalle condizioni climatiche «L’umidità fa bene alle uova» ricordò ai compagni «Quando il clima è troppo secco, può accadere che le uova si schiudano molto prima del tempo»

«Per quanto io preferisca stare all’aperto con i draghi adulti, devo ammettere che lavorare con le uova è affascinante» Aidan sorrise guardando quasi con tenerezza le uova viola scuro «E’ strano pensare che delle cose così piccole e fragili possano diventare…»

«…dei bestioni neri sputafiamme» completò per lui Matthew, riprendendo in mano il blocco degli appunti «La prima volta che ho visto il maschio alfa del branco ho avuto un infarto: gli Ironbelly sono decisamente più piccoli!» Elettra annuì con decisione, avvicinandosi ad Erika, che stava controllando al tatto alcune delle uova più piccole «Hai ragione…anche se, strano a dirsi, le uova degli Ironbelly sono decisamente più grandi, sembrano dei palloni da calcio grigi già dal terzo giorno»

«Cos’è il calcio?» chiese perplesso Aidan.

Maitê fece una smorfia «L’equivalente del quidditch per i babbani o almeno, per i babbani portoghesi è così…nulla di così entusiasmante in verità» la ragazza si mordicchiò un labbro «Aidan, scusa, potresti controllare quest’uovo? Credo si stia per schiudere, ma mancano ancora un paio di giorni al termine»

L’irlandese si avvicinò, accarezzando con tocco lieve la superficie, che sembrava sul punto di creparsi «Due giorni dici? Il guscio è sottilissimo…»

Erika alzò lo sguardo dal suo lavoro, decisamente preoccupata «Dovremmo chiamare qualcuno?» chiese arricciando il labbro.

«Io non ci esco in quella tempesta» borbottò Elettra, alzando le mani per sottolineare il concetto. Andava bene tutto, ma lavarsi due volte nel giro di dieci minuti era davvero troppo!

«Nemmeno io ho voglia di uscire in quella sottospecie di enorme lavatrice naturale, ma temo che il vecchio lord o quel che è potrebbe squartarci se dovesse succedere qualcosa ai suoi piccoli» Matthew osservò la tempesta fuori dalla finestra timoroso. Non sapeva se avere più paura dei lampi che ogni tanto squarciavano il cielo grigio o dell’anziano capoclan.

«Io ho fatto schiudere le uova molte volte, dovrei riuscire a cavarmela» Maitê sollevò la sua bacchetta di mirto, indicando con un dito le svariate tacche che vi erano incise sopra «Aggiungo una tacca ogni volta che vedo una nuova nascita» spiegò con un sorriso.

«Sembrerei tanto un pivellino se vi dicessi che non ho mai assistito alla nascita di un drago?» Matthew si grattò la testa «Tranquillo, nemmeno io sono abituata a questi compiti così delicati» Erika sospirò «Motivo per cui, andrò io a chiamare il grande capo: il tempo non mi spaventa più di tanto…ma, nel caso in cui dovessi morire, vi pregherei di ricordarmi sempre con un sorriso» la svedese fece l’occhiolino e uscì in fretta dalla stanza mentre Elettra e Matthew la salutavano con energia «Non ti dimenticheremo mai» le urlò dietro l’inglese, guadagnandosi un’occhiataccia da Maitê «Shhh! Siamo circondati da uova delicate!» sibilò la ragazza mentre Matthew abbassava lo sguardo contrito e leggermente imbarazzato per la ramanzina.

Nella stanza si udì uno scricchiolio e i quattro trattennero il fiato «Uh sono così eccitata!» sussurrò Elettra avvicinandosi all’incubatrice «Secondo voi come sono i piccoli dei Neri?»

«Ho come la sensazione che lo scopriremo presto» mormorò Aidan con un sorriso.

La parte più alta del guscio si ruppe con un colpo sordo e una minuscola zampetta nero-violacea si appigliò al margine frastagliato dell’uovo: quando il piccolo drago tirò fuori la testa umidiccia, emise un pigolio rauco «Per Flamel, è meraviglioso» sussurrò Elettra, avvicinandosi per vedere meglio il minuscolo rettile, che lentamente stava distruggendo la sua precedente casa «E’ così piccolo…sembra una larvetta di liquirizia» commentò con tenerezza Matthew guadagnandosi tre occhiate decisamente perplesse «Larvetta in senso affettuoso» si affrettò a specificare.

La porta si spalancò e Alexander entrò con passo deciso mentre Erika, bagnata come un pulcino e con i capelli biondi completamente appiccicati sul volto, gli trotterellava dietro «E’ già nato?» chiese l’uomo, mantenendo un tono di voce basso e pacato, anche se era palese che fosse decisamente in fibrillazione «Ha appena rotto il guscio» si affrettò a rispondere Maitê «Con due giorni d’anticipo…»

«Prima che diate di matto, capita spesso che i piccoli nascano qualche giorno prima, tenetelo a mente» borbottò lo scozzese asciugandosi e avvicinandosi all’incubatrice «Non è nulla di preoccupante, i draghi hanno uno sviluppo molto veloce…e mi sembra che questo signorino stia decisamente bene» con una delicatezza che nessuno si sarebbe immaginato da un uomo di quella stazza, il laird prese gentilmente in mano il piccolo drago, che emise alcuni versetti striduli, avviluppandosi poi sul suo pollice.

«Signor MacFusty, come fa a sapere che è un maschio?» chiese Erika con un sopracciglio inarcato «Non è un po’ presto per dirlo con certezza?»

L’uomo, senza staccare lo sguardo dalla creaturina, borbottò «E’ presto se non maneggi draghi da quando avevi otto anni. Vedi quella specie di sottile cresta che ha sul dorso della zampa? E’ tipica dei maschi di Neri. Le femmine ne hanno una simile tra il collo e l’ala»

I ragazzi si limitarono ad annuire, prendendo appunti velocemente, senza avere il coraggio di confessare che non erano riusciti a vedere alcunché sulle zampette del piccolo drago.

 

 

 

«Una parte di me è dispiaciuta che gli altri dieci stiano facendo lavori di precisione mentre noi siamo qui a far giocare i draghetti…ma la mia parte più sincera non prenderebbe mai il loro posto» Violet rise, allungando una striscia di cuoio ad un Nero di pochi mesi, che iniziò a mordicchiarla tutto contento «Guarda un po’ quanto sei mordace! Un piccolo predatore!»

Genevieve rise accarezzando delicatamente il dorso di un altro giovane esemplare placidamente addormentato sulle sue ginocchia «E’ strano pensare che nel giro di poco diventeranno dei bestioni sputafuoco»

Greer, che stava grattando la pancia di una femminuccia, facendo smorfie assurde, annuì «Heather diventerà una dragonessa ferocissima, non è forse vero…devi dimagrire però» aggiunse grattando con più forza la pancia nera «Ti sta venendo una pancia enorme, signorina!»

Leon inarcò un sopracciglio «Non è che è precocemente incinta?» chiese prima di rivolgersi al drago di due mesi che trotterellava intorno al lui «Hey tu, di la verità, l’hai messa incinta, vero? Lo dicevo io che avevi un muso poco raccomandabi…ahia! Mi ha morso!» il ragazzo guardò offeso il drago, stringendo il dito che il piccolo Benny aveva azzannato poco prima «Prima di muovere false accuse ricorda chi ha i denti più affilati dei due» Jamie ridacchiò, lanciando poi una pallina di cuoio qualche metro alla sua destra, che fu immediatamente inseguita da tre esemplari di nemmeno un mese, che, invece di volare, caracollavano sulle zampe sottili «Sono troppo buffi!» commentò la ragazza «Guarda come trotterellano! Sembrano delle papere!»

Come se l’avesse sentita, uno degli esemplari più grandicelli cominciò a mulinare le ali alzandosi in volo di un metro, prima che Mikkel lo riacciuffasse ridendo «Dove credi di andare, piccolo fuggitivo? Avremo la possibilità di passare molti pomeriggi così?» chiese poi speranzoso, facendo ridere in modo malefico Greer «Vi piacerebbe sassenachs» commentò con un sorrisino «Godetevi questo pomeriggio, la tempesta si placherà a breve e dovrete tornare a sgobbare sotto le direttive del mio temibile nonnino»

«Non vi serve una babysitter a tempo pieno per i draghi?» chiese speranzosa Violet, spupazzando un cucciolotto, che sembrava decisamente compiaciuto delle attenzioni che stava ricevendo «Io sono disposta a farmi assumere…sono poco costosa, mi basta una paga minima, vitto e alloggio e io sono a posto. Vero che tu mi vuoi come tata?» chiese poi rivolta alla creaturina tra le sue mani che emise un versetto stridulo come a confermare le sue parole.

Uno degli altri draghi, dopo aver sentito il verso del suo simile, voltò il piccolo capo squamoso e, dopo aver preso fiato, esibì in un urlo stridulo facendo uscire una piccola fiammella che finì dritta dritta sui jeans di Leon, il quale si alzò in piedi strillando istericamente, mentre Mikkel cercava di sedare le fiamme, lanciando aguamenti a casaccio contro il bersaglio in movimento, facendo divertire i draghetti, che zampettavano allegramente sul pavimento bagnato.

«Ah, gli uomini sono così bambini(1)» Genevieve sorrise leggermente guardando la scena prima di rivolgersi alla cucciola sulle sue gambe, che si era svegliata a causa del baccano «Ricordatelo piccolina, se non ci fossero le donne, i maschi combinerebbero ben poco»

Greer, Jamie e Violet ridacchiarono «Sapete che le femmine sono le prime a lasciare il nido separandosi dalle madri? Gli esemplari maschi invece mantengono un rapporto molto stretto con la madre e le presentano sempre le loro partner» spiegò Greer sollevando un maschietto che le girava attorno «Siete dei bei mammoni, vero patatoni?»

Mikkel scoppiò a ridere, sedendosi poi di fianco a Leon, che si stava asciugando i jeans bagnati, borbottando contrariato «Avevi detto che erano troppi piccoli per sputare fuoco» il polacco lanciò un’occhiataccia alla ragazza mora alla sua sinistra.

Aurora fece un sorrisino colpevole «Ops, Hagrid deve essersi confuso quando me l’ha detto»

«E nessuno ha pensato di correggerla?!»

«Di solito non sputano fuoco da piccoli…probabilmente voleva solo farci vedere quanto è bravo, vero tesoro?» Jamie aprì le braccia incitando il piccolo Nero a raggiungerla «Guarda però il lato positivo: ci siamo fatti delle belle risate!»

«Io un po’ meno» borbottò Leon, non riuscendo però a nascondere un sorrisetto quando un altro drago iniziò a strusciarsi contro i suoi pantaloni «Ruffiano» gli disse, grattandogli poi il capo.

La porta si aprì e una figura minuta scivolò nella stanza «La tempesta si calmerà nel giro di un paio d’ore…a quanto vedo però vi state divertendo qui» Catriona sorrise dolcemente all’indirizzo dei sei ragazzi «Siete stati i più fortunati…anche se tu signorina dovresti essere ad aiutare i tuoi genitori! Con questo tempaccio ci sono un sacco di faccende da sistemare» la donna guardò severamente la nipote, che prese in braccio uno dei draghi «Mamma e papà se la sanno cavare da soli, mentre questi tesorini sono terribilmente bisognosi di affetto!»

Violet e Jamie annuirono solennemente «Greer ci ha raccontato numerose curiosità suoi neri, ci è stata di grande aiuto» precisò l’inglese in difesa della più giovane di casa MacFusty.

Catriona sorrise, contenta di vedere che i ragazzi cominciavano a legare, e fece per andarsene, quando le cadde l’occhio sui pantaloni bruciacchiati di Leon «Caro cosa è successo ai tuoi calzoni?» chiese decisamente confusa, mentre il ragazzo si grattava la testa, imbarazzato «Ehm…uno dei draghi si è…surriscaldato…diciamo»

Catriona fece del suo meglio per non ridere «Cercate di non incendiare questa casa per favore» commentò ridacchiando prima di salutare tutti e uscire.

 

 

 

Hanna incrociò gli occhi, concentrandosi il più possibile per assicurarsi che non cadesse una goccia di troppo nella provetta: era da tanto che non faceva qualcosa del genere, dalle lezioni di pozioni a scuola per la precisione, e doveva ammettere che distillare pozioni per i draghi mentre fuori dal laboratorio era in atto una tempesta, era molto rilassante. Faticoso e complesso, ma decisamente rilassante.

Arthur soppesò alcune radici di valeriana che aveva tra le mani prima di allungare a Eloi quella che gli sembrava migliore «Questa dovrebbe andare bene…erboristicamente parlando è la migliore, ma non so se possa andare bene per la pozione» per quanto il tassorosso fosse sempre stato molto bravo in Erbologia, quando si trattava di far bollire e rimestare le piante aveva sempre avuto dei grossi problemi. Fortunatamente il bretone, dopo aver osservato con attenzione il vegetale che gli era stato porto, decretò «Tranquillo è perfetta» Arthur emise un sospiro di sollievo mentre Eloi aggiungeva «Non mi sarei mai aspettato di giocare a fare il piccolo pozionista qui nelle Ebridi» era sempre stato molo bravo in pozioni, ma, da quando aveva iniziato a lavorare nella riserva, non aveva mai avuto molte occasioni di far fruttare il proprio talento.

«Suppongo che con questo tempo, non avendo nulla di meglio da farci fare, ci abbiano assegnato i compiti più noiosi per farci passare il tempo» Isobel scrollò le spalle mentre Achille sbuffava passandole un becher «Io mi sarei fatto una bella dormita nel mio letto al calduccio» bofonchiò «Ma continueremo ad alzarci tutti i santi giorni alle sei e un quarto?» chiese poi abbattuto al ragazzo moro di fronte a lui.

Callum si strinse le spalle «Non penso, nelle prossime settimane, quando lavorerete con i draghi adulti, vi assegneranno degli orari ad hoc…credo che per ora vogliano solo testare il vostro livello di sopportazione»

Hanna alzò lo sguardo dalle fialette, soffiandosi via dagli occhi la frangetta scura «I fatto che io sia arrivata fino a qui trascinandomi attaccata ai muri delle case, rischiando di volare via a causa del vento, mi fa guadagnare punti?» chiese sorridendo allegra e speranzosa, facendo ridere gli altri «Secondo me guadagnerai solo tanti biscotti da parte della signora MacFusty» fece notare Achille con un gran sorriso.

«…a me vanno benissimo come ricompensa!»

Isobel rise dell’entusiasmo della polacca e, sporgendosi per prendere un vaso di polvere di pietra di luna appoggiato sul tavolo, scivolò su una pozza d’acqua che si era formata tra le pietre del pavimento, rischiando di finire a terra e di rovesciare tutte le cose sul tavolo. Per fortuna Arthur e Callum, per merito dei riflessi sviluppati dopo anni di quidditch, scattarono prontamente in avanti: il primo, con un incantesimo di levitazione molto potente riuscì ad evitare che gli oggetti si infrangessero sul pavimento, accompagnandoli poi con qualche gentile colpo di bacchetta nella posizione originaria, mentre il secondo afferrò la ragazza con i capelli ramati, che avvampò imbarazzata, maledicendosi mentalmente per la sbadataggine.

«Capisco che il motto dei Barclay sia Agire o Morire, ma non sei obbligata a dare una dimostrazione pratica dell’ultima parte» Callum sorrise, aiutando la ragazza a rimettersi in piedi «I clan hanno dei motti?» chiese incuriosito Achille «E’ una cosa estremamente formale, non me lo sarei mai aspettato da parte di allevatori di draghi!»

Arthur sorrise «In Gran Bretagna ci teniamo alle tradizione» Callum offeso gli puntò addosso un dito «Hey qui non siamo banalmente in Gran Bretagna…siamo in Scozia, c’è un bella differenza! Owen, da te non mi sarei mai immaginato una simile leggerezza!»

«Qual è il motto dei MacFusty?» chiese incuriosita Hanna «Je suis prest»(2) rispose con orgoglio il giovane MacFusty.

Eloi si illuminò «In francese…mi piace! Anche se bisognerebbe lavorare un pochino sulla pronuncia…» aggiunse poi con un mezzo sorrisetto.

Achille invece storse il naso «Non per sembrare critico, ma il motto in francese mi ha stupito…mi aspettavo qualcosa di più…cazzuto?» Eloi gli rifilò un’occhiataccia risentito: cosa voleva dire con quella frase? I bretoni erano un popolo di tutto rispetto! Maledetti parigini che abbassavano la media nazionale, creando stereotipi imbarazzanti.(3)

Callum scoppiò a ridere «Vedila così, trecento anni fa, quando era urlato da un’orda di allevatori di draghi in kilt, pronti a combattere gli inglesi con qualunque arma disponibile, doveva suonare molto più temibile di così» il gruppetto rise mentre Arthur scuoteva la testa «Siamo solo noi gallesi a non creare problemi agli inglesi»

«A quanto pare…se volete unirvi alla squadra dei celti ribelli le iscrizioni sono ancora aperte»

«Non preoccuparti, stiamo bene tranquilli noi» Arthur sorrise prima di rimettersi all’opera mentre Hanna ridacchiava «A proposito di faide tra stati, il premio contraddizioni in casa lo vinco io» decretò allegra, sollevando una piantina con le foglie azzurre «Pensate un po’, il popolo di uno dei miei papà è stato invaso innumerevoli volte dal popolo dell’altro mio papà…forse è per questo che non parliamo mai di storia in casa…»

«Altrimenti volerebbero i bicchieri» completò per lei Isobel «O forse no…scusate sono tarata sul carattere scozzese, credo che le altre persone siano più civili»

«Il resto del mondo è molto più pacato» confermò Eloi, prima di bloccarsi un secondo a riflettere «Okay, forse non dovrei parlare proprio io che vengo da una delle regioni tendenzialmente più indipendentiste della Francia»

Arthur si passò una mano tra i capelli fulvi, vagamente disperato «Com’è che proprio io sono finito nel club dei rivoluzionari?» chiese con rassegnazione, ottenendo in risposta una serie di sguardi malefici mentre Achille gli batteva dei colpetti sulla spalla «Tranquillo, possiamo fondare una società di mutuo soccorso noi due» gli propose allegramente, prima di schiarirsi la voce e marcare apposta l’accento italiano «Inoltre noi due saremmo quelli con il caffè migliore»

«Grazie, ora sono molto più tranquillo»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 citazione colta dal film Anastasia.

2 bugia, Je suis prest (sono pronto) è il motto del clan Fraser di Lovat, ma Outlander è finalmente iniziato e, dato che sono felicissima, devo piazzarci cose che lo riguardano dovunque. Consideratela una licenza poetica

3 se doveste parlare con un bretone lui non vi dirà mai “sono francese” perché, come ho detto prima, lui è innanzitutto e soprattutto breton e non fate mai l’errore di parlare bene dei parigini in sua presenza. Altrimenti spero abbiate pronto un testamento.

Capitolo tremendo, lo so, dopo due settime mi presento con sta ciofeca. Ostracizzatemi pure ma, avendo alle spalle quattro ore scarse di sonno e avendo io finito da troppe poche ore gli esami, non sono riuscita a fare di meglio.

Vi ringrazio inoltre per le recensioni: le ho lette tutte, lo giuro, anche se non ho avuto molto tempo per rispondere, ma prometto che per quelle di questo capitolo mi impegnerò di più, anche perché, con gli esami ormai alle spalle, dovrei avere un pochino di tempo libero in più, Trenord e università permettendo ahahah

Stay tuned e non disperate, non sparisco per sempre!

Em

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 - Scratching Backs in the Fog ***


 

 

Scratching Backs in the Fog

 

 

Eloi mulinò le braccia e scosse una alla volta le gambe, guardando piuttosto perplesso l’orrenda e scomodissima tuta rossa che indossava. O meglio, che era abbastanza certo di indossare, anche se, con quella nebbia così fitta, era impegnativo vedere anche solo la punta del proprio naso «Mi spiegate perché siamo stati costretti ad infilarci in queste tute?» borbottò «Sembriamo la versione vermiglia dei minions»

«Che cos’è un minion?» chiese piuttosto perplessa Erika mentre Achille la guardava con gli occhi spalancati «Come sarebbe a dire “cosa sono i minions”?» chiese realmente basito «Andiamo quei cosini gialli che parlano in modo stridulo e urlano bananaaaa» Genevieve fece una smorfia tra lo scioccato e il disgustato «Dai gli schiavetti di gru in Cattivissimo Me!»

Leon sorrise «Tra i maghi non sono poi così popolari…ma per rispondere ad Eloi, non so nemmeno io perché siamo conciati così»

«Perché è la cosa giusta da fare a meno che non vogliate finire pestati dai neri» una voce severa fece sobbalzare i quattordici ragazzi mentre, verosimilmente, anche se con tutta quella nebbia era difficile dirlo con certezza, Alexander li raggiungeva «La raschiatura di metà autunno vi dice nulla?» chiese poi accendendo una fascia luminosa che aveva sul braccio, illuminando la zona attorno a lui. Scrutò con cipiglio arcigno le facce perplesse dei ragazzi «Immagino di no dalle vostre espressioni» borbottò «Proviamo così: coloro che hanno in precedenza con gli Ungari Spinati» Genevieve raddrizzò la schiena, improvvisamente attratta da quel dettaglio: finalmente le sue conoscenze pregresse le sarebbero tornate utili «Verso settembre gli Ungari perdono gli aculei che però rimangono intrappolati tra le squame. Sapete dirmi perché è indispensabile toglierli immediatamente?»

«Perché altrimenti rischiano di infettarsi e soprattutto di far crescere storti quelli nuovi. Di solito i draghi vengono addormentati per qualche ora, in modo da finire il lavoro in tutta calma» rispose infatti sicura la francese, ottenendo un grugnito d’assenso dal laird «Esatto…vedete i Neri non hanno aculei o cose simili, ma la loro pelle è estremamente spessa e all’inizio di novembre tendono a formarsi dei calli soprattutto in corrispondenza della colonna vertebrale che appesantiscono i draghi e soprattutto che rischiano di infettarsi facilmente»

Maitê ascoltava rapita le parole dell’uomo, quando all’improvviso pensò ad una cosa: l’uomo aveva parlato di raschiatura e probabilmente con ciò intendeva il processo per togliere i calli dalla schiena dei neri, ma non era certo il tipo di lavoro da fare con quel tempo, rischiando che i draghi, risvegliandosi circondati dalla nebbia piuttosto confusi, avessero reazioni violente non riuscendo a capire dove si trovassero esattamente. Ma soprattutto perché mai avevano dato a tutti loro quelle tute rosse catarifrangenti.

«…per questo motivo i calli vanno tolti» concluse nel frattempo il capoclan, mentre Arthur inarcava un sopracciglio «Dobbiamo dunque addormentarli, dico bene?» chiese aspettandosi una risposta affermativa, mentre alcuni ragazzi annuivano, arrotolandosi le mani pronti al lavoro di precisione, ma Alexander sorrise maligno. Maitê aveva un brutto presentimento «Ma anche no» disse infatti l’anziano scozzese, lasciando i ragazzi di sale «Se addormentassimo un nero solo per grattargli dei calli perderemmo la sua fiducia: sono creature orgogliose, non vogliono essere manipolate eccessivamente per cose così piccole»

Matthew guardò con orrore l’uomo: andava bene tutto, ma come diavolo si potevano togliere dei calli a dei bestioni sputafuoco senza sedarli prima?! «Non per mettere in dubbio le sue parole» esordì infatti «Ma non è un filino rischioso?»

Alexander gli rivolse uno sguardo furbo «Assolutamente no, è il modo più sicuro e meno rischioso per la salute…» gli occhi dell’uomo brillarono «dei draghi, intendo»

Ecco, appunto.

«Le tute che indossate hanno delle fasce luminose sulle braccia, così potrete vedervi tra di voi, mentre i draghi non dovrebbero esserne essere troppo distratti» continuò tranquillamente l’uomo, tirando fuori dalla sua sporran magicamente allargata, una serie di zainetti e delle scope, mentre altri maghi delle Ebridi li raggiungevano «Negli zainetti è contenuto un infuso di erica, malto e altre erbe che ammorbidisce la pelle dei draghi senza infiammarla; ci divideremo in gruppi da cinque persone, tre dovranno spruzzare la pozione sulla schiena, e poi un adulto della riserva che sarà a capo di ogni gruppo vi farà vedere come si raschiano via i calli usando questi guanti» detto ciò sollevò una coppia di guanti spessi guanti che, stando alla misura, sarebbero tranquillamente stati abbondanti allo yeti.

«Degli inquietantemente enormi guanti per lo scrub, in pratica» borbottò non senza un filo d’ansia Hanna, scatenando la risatina isterica di Violet. Decisamente non si era aspettata quello come incarico per quella mattina nebbiosa! «Non rischiamo di farci sputare fiamme addosso?» chiese dubbioso Aidan, mandando a quel paese i suoi buoni propositi di non contraddire mai il capo MacFusty.

L’uomo si strinse le spalle «Appena sentono la sostanza cadergli sulla schiena provano una piacevole sensazione di sollievo, quindi sono tendenzialmente collaborativi» quel tendenzialmente a Violet non piaceva per nulla «Dovete stare solo attenti prima mentre volate a non infastidirli»

Maitê si sentì sprofondare quando sentì nominare il volo: se già di norma stare in sella ad una scopa non le piaceva, farlo sapendo di rischiare di essere arrostita era veramente un incubo «Ehm va tutto bene?» le chiese preoccupato Aidan, che si trovava in piedi al suo fianco, essendosi accorto della spiacevole sfumatura verdastra che aveva assunto il bel viso della portoghese «Non amo molto volare diciamo» borbottò la ragazza, cercando di non suonare troppo lagnosa: era un’allevatrice di draghi per la miseria! Non una ragazzina tutta fiocchetti e bonbon!

Arthur e Achille, che si trovavano lì vicino le sorrisero incoraggianti «Non preoccuparti, possiamo metterci in squadra noi quattro» le propose gentilmente il gallese mentre Aidan e Achille annuivano convinti, facendo comparire un sorrisino sul volto di Maitê «Sto facendo la figura dell’imbranata vero?» disse facendo una smorfia, facendo scuotere vigorosamente il capo ad Achille «Per nulla, non si può essere bravi in tutto, no?» commentò allegro prima di indicare se stesso «Io per esempio non sono in grado di nuotare, infatti sto pregando affinché non ci affidino mai un incarico nei pressi del mare del nord o di un lago, altrimenti mi vedrò costretto a fare testamento» Arthur ridacchiò scuotendo la testa, mentre Aidan assestava una pacca amichevole sulla spalla del suo giovane collega «In quel caso sarà Maitê ad aiutarti: gli Azzurri delle Azzorre con cui lavora sono praticamente degli anfibi, se non erro: sono certo che sia un’ottima nuotatrice»

Maitê sorrise, sentendo un po’ della tensione scivolarle di dosso «Me la cavo abbastanza da poterti salvare da un annegamento, tranquillo»

 

*

 

«Non pensate che potrebbe cadere» borbottò leggermente preoccupata Violet, accennando con lo sguardo a Catriona, che svolazzava come una libellula vicino al gruppetto di ragazze «Insomma quanto peserà? Trentacinque chili? Un colpo di vento troppo forte potrebbe farla finire in Canada»

Hanna ridacchiò piano, scuotendo il capo «Quella donna ha abilità che noi comuni mortali non possiamo nemmeno immaginare» Elettra annuì con decisione «Ho come l’impressione che neanche un tornado riuscirebbe a smuoverla» rincarò l’italiana «Anzi, probabilmente un tornado, se dovesse vederla, si scuserebbe per averla importunata e cambierebbe strada»

Mikkel fece del suo meglio per non scoppiare a ridere, lasciandosi però scappare un ilare colpetto di tosse, catturando l’attenzione della scozzese «Vedo che siete belli allegri» commentò con un sorriso «Bene così, non è il caso di agitarsi quando si scorrazza in mezzo a dei bestioni squamati»

Violet abbassò lo sguardo e vide un mare grigio di nebbia sotto il manico della scopa, illuminato di tanto in tanto dai bagliori rossastri delle luci e dalle imponenti sagome nere dei draghi: menomale che non soffriva di vertigini! «Come ci organizziamo?» chiese, distogliendo lo sguardo per posarlo sugli occhi azzurrissimi di Catriona «Chi lascia cadere la pozione e chi gratta? Oppure potremmo fare a turno…»

«Io, Hanna ed Elettra lasceremo cadere la pozione: siamo le più piccole e agili, avremo certamente la possibilità di fare un lavoro più preciso» disse con decisione l’adulta «Tu e Mikkel invece mi sembrate i più forti e stabili sulla scopa, per cui sarebbe meglio che foste voi a raschiare» Mikkel e Violet si scambiarono uno sguardo serio «Non preoccupatevi, vi guiderò io, vedrete che andrà tutto benissimo» e prima che i ragazzi potessero dire qualcosa, Catriona si lanciò verso quella che sembrava essere una grossa dragonessa con agilità e velocità notevoli.

«Forza ragazzi, cerchiamo di sbrigarci o la signora MacFusty ci farà mangiare la polvere» Hanna incitò i suoi compagni, sfrecciando a sua volta sulla scia della scozzese, mentre Elettra, con espressione ammirata borbottava «Ho appena realizzato che da grande voglio fare la Catriona»

Mikkel e Violet, dopo aver indossato i grossi e pesanti guanti, risero a loro volta, seguendo a distanza le tre donne, pronti a mettersi all’opera qualora Catriona li avesse chiamati.

 

*

 

«Non so voi, ma io mi sento offeso che abbiano messo noi in una squadra da tre con due highlander a farci da balie» borbottò Matthew, ben attento a non farsi sentire dai due MacFusty che volavano con il suo gruppo «Non abbiamo delle facce così inaffidabili, per Salazar!»

Erika rise mentre Genevieve scuoteva la testa «Credo sia stato solo un problema numerico» cercò di essere ragionevole la studentessa di Beauxbatons.

«Se invece la teoria del complotto fosse quella corretta, a maggior ragione ci conviene muovere le chiappe e fare bene il lavoro» disse decisa Erika, controllano che i guantoni fossero allacciati bene al polso «Forza, all’opera, non so voi ma non vedo l’ora di grattare un po’ di schiene squamate» Ne aveva avuto a sufficienza di lavori delicati di precisione, preferiva di gran lunga quel genere di compiti, più fisici e faticosi.

«Spero solo di non buttare la pozione da tutte le parti» mormorò Genevieve, preoccupata di fare una figuraccia, essendo imprecisa «Stai tranquilla, sei stata l’unica a rispondere alla domanda sugli Ungari» Michael provò a tirarla su di morale «Ti sei guadagnata l’immunità del vecchio Alexander per oggi»

Erika annuì mentre i tre si spostavano più vicini ai due allevatori «Spero solo che, per qualche strano slancio di bontà, il laird estenda l’immunità anche a noi due che siamo in squadra con te» disse la svedese, indicando sé e Michael «Se così non fosse possiamo sempre cercarlo di corromperlo con le facce da cuccioli abbandonati» propose il ragazzo «Dimmi un po’, Erika: come te la cavi con gli occhioni dolci?»

La ragazza grugnì, scuotendo la testa «Mi spiace deluderti, ma per quello dovrai contare solo sulle tue capacità»

Michael si strinse le spalle «Nel caso mi arrangerò in qualche modo»

«Io dico» li interruppe Genevieve «Che se adesso ci mettiamo d’impegno, non avremo problemi di alcun tipo: MacFusty è indubbiamente bravissimo con i draghi, ma nemmeno noi siamo degli sprovveduti e sappiamo un paio di cosette sui draghi»

C’era una ragione se avevano vinto quel concorso e si trovavano ora nelle Ebridi: non erano gli ultimi arrivati, erano stati i migliori quattordici candidati europei. Le capacità indubbiamente le avevano, dovevano solo dimostrare a se stessi di riuscire a cavarsela in un contesto fuori dall’ordinario.

 

*

 

Il drago emise un verso di apprezzamento, che spinse Isobel a grattargli con maggiore energia la schiena, sorridendo soddisfatta «Bravo laddie, vedo che io e te andiamo d’accordo» gli disse allegra, mentre una figura le si avvicinava «Attenta: se dovesse affezionarsi troppo a te, Greer sarebbe gelosa» le disse con un gran sorriso Callum, che supervisionava il lavoro dei ragazzi, che in quel momento si stavano occupando di Forbes.

«Cercherò di tenerlo a mente» rispose la ragazza, rimettendosi immediatamente all’opera per non sembrare incline a distrarsi e a non lavorare sodo. Il tutto sotto lo sguardo furbo di Eloi e Leon «Oh là , si respira amore nell’aria, non trovi?» disse Eloi con un sorrisetto, senza smettere di massaggiare la schiena appena raschiata del drago, poco lontano da dove i due scozzesi stavano parlando.

Leon annuì con un sorrisetto furbo «Senza saperlo siamo finiti in una puntata della versione scozzese di Love Island» disse facendo ridere il francese «Ho come l’impressione che ne vedremo delle belle nei prossimi tempi. Siamo tanti ragazzi circa della stessa età, costantemente insieme, se non scoccano scintille qui è un segno del destino, che ci comunica che moriremo soli»

«Solo che invece che ricadere nello stereotipo dei gattari o di coloro che collezionano cani abbandonati, noi ci circonderemo di graziosi serpentoni sputafuoco» Eloi scoppiò a ridere, seguito a ruota dal polacco «Perché essere banali…cambiando argomento, secondo te devo grattare ancora un po’ qui o rischio di irritare troppo la pelle?»

Leon si sporse per guardare il punto indicatogli dal bretone «Mi sembra bella liscia, penso che vada benissimo così»

Eloi annuì convinto «Allora mi fido e lascio stare questa parte: non vorrei che il drago si infastidisse e ci riducesse ad un mucchietto di cenere» commentò lanciando un’occhiata eloquente al biondo che non potè che dargli ragione «Io non sono mai stato così ansioso con i draghi della Riserva del Pollino»

«Anche io sono molto più rilassato quando sono alla riserva in Bretagna» ammise Eloi «Suppongo che dipenda dal fatto che conosco i Gallesi Verdi che scorrazzano per la Bretagna fin da quando sono piccolo, mentre i cari Neri sono veramente una nuova storia»

«Ci abitueremo, ne sono certa» li interruppe Isobel, raggiungendoli «Sono certa che quando riprenderemo le nostre vecchie routine a settembre ci troveremo spaesati»

Leon fece un sorrisetto «In effetti un sacco di cose possono cambiare da qui a settembre» commentò sibillino, facendo ridacchiare Eloi, che piuttosto palesemente gli battè il cinque, lasciando Isobel perplessa a chiedersi e quei due fossero del tutto normali.

 

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo probabilmente sarà pieno di errori di battitura e forse anche di sintassi, ma la sessione invernale mi penzola sulla testa come una spada di Damocle e non ho la forza di rileggerlo un’altra volta prima di ributtarmi tra i miei calcoli mal approssimati, per cui vi chiedo in anticipo scusa e vi prometto che prima o poi, risistemerò tutto.

Jamie non è apparsa in questo capitolo perché purtroppo la sua autrice è sparita (non la sento più da quando mi ha consegnato la scheda) e mi sono vista costretta, mio malgrado a eliminarla

Non aggiorno alla velocità della luce, lo avrete capito ormai, e se mi avvisate dicendomi che per un periodo di durata x potreste mancare non mi arrabbio (giuro!), perché davvero eliminare i personaggi è abbastanza triste e scombussola i piani.

Passando ora a cosucce più allegre vi chiederei di cominciare a pensare qualcosa sull’argomento ammmmmore: piano piano state conoscendo sempre di più i vari ragazzi e mi piacerebbe che mi deste qualche preferenza per il possibile love interest del vostro OC. Non dovete mandarmele subito, potete anche aspettare il prossimo capitolo, ma ovviamente prima le avrò prima vedrò di sistemare tutti quanti nel modo migliore. Non è detto che riesca proprio ad accontentare tutti quanti, ma vi prometto che l’agenzia matrimoniale Em&Co farà del suo meglio. Nel capitolo con la selezione OC (il terzo) troverete le età e gli orientamenti sessuali dei vari personaggi.

 

Em

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


 

 

Capitolo V

 

I quattordici ragazzi si guardavano trepidanti in attesa: stavano aspettando che qualcuno arrivasse per dargli le consegne dei compiti di quel giorno, cercando di stare il più vicino possibile per combattere il vento gelido che batteva l’isola.

Dei passetti affrettati li fecero voltare mentre Catriona correva verso di loro con un’andatura decisamente sportiva per una donna della sua età «Scusatemi tanto, sono imperdonabilmente in ritardo» tirò fuori dalla tasca un foglio, guardando i ragazzi con un sorrisino apologetico «Guardate il lato positivo, l’arietta fresca vi avrà tonificati a sufficienza per affrontare la giornata»

Matthew la guardò con tanto d’occhi: arietta? Quella sottospecie di bufera asciutta arietta? Quella donna doveva essere veramente fatta di qualche materiale estremamente resistente. Forse avrebbe fatto bene a chiederle consigli sulla dieta, perché quell’anziana signora era messa meglio di tutti loro messi assieme.

«Allora ci sono davvero un sacco di cose da fare oggi e dobbiamo sbrigarci perché in questo preciso momento Kenna, la dragonessa più permalosa che abbiamo ha una brutta infezione ad un dente e abbiamo bisogno di aiuto per tenerla buona…Aidan, Maitê e Genevieve, ho pensato a voi, ma se non vi dovesse andare bene possiamo cambiare»

Genevieve cercò con lo sguardo i due compagni in piedi vicini poco lontano che, dopo essersi scambiati un paio di parole, la guardarono annuendo «Per noi va bene» disse alla fine, guadagnandosi un sorriso dalla donna «Molto bene, voi tre iniziate ad andare verso il campo ovest, quando sentirete dei versi intimidatori e un sacco di persone agitate saprete di essere arrivati…io vi raggiungerò al più presto» la donna buttò un’occhiata al foglio «Isobel, cara, ti dispiacerebbe andare a vedere alla scogliera nella parte nord come se la sta cavando Callum con Morven? Con questo vento i draghi si agitano e non lo vedo da tre ore, perciò vorrei assicurarmi che vada tutto bene, ma se andassi io mi manderebbe a stendere, dicendo che non è un bambino e che se la sa cavare da solo, cosa che sono più che certa non farebbe mai con te. Per te va bene?» Isobel rimase un attimo bloccata, sentendo le guance andarle a fuoco.

Elettra, con un sorrisino malizioso, la spinse in avanti «Certo che le va» disse allegra al suo posto, guadagnandosi un’occhiata di fuoco dalla scozzese.

«Molto molto bene…Matthew, Mikkel, Violet, Erika e Leon vorrei che anche voi raggiungeste il campo ovest e deste una mano agli addestratori che si occupano degli esemplari giovani: mi sembrate tutti begli attivi e sportivi e vi assicuro che i giovani draghi hanno molte energie…Arthur, Hanna, Achille, Eloi ed Elettra, stesso compito del gruppo precedente, ma vi pregherei di andare nel campo sud…il vento è più forte purtroppo in quell’area, ma avrete la possibilità di conoscere dei draghi che non avete ancora incontrato»

Achille guardò con un sorrisetto Arthur «Confessa, tu, Aidan e Maite avete corrotto Catriona per fare in modo che io finissi sempre con uno di voi tre, i miei autoprofessati babysitter?» il gallese ridacchiò scuotendo il capo «Non mi permetterei mai di cercare di corrompere Catriona» Achille annuì, mentre il gruppetto si incamminava rimuginando sulle parole di Arthur. No, nessuno avrebbe mai tentato di corrompere Catriona, l’aura di rispetto che la circondava era troppo potente, ma allora…

L’italiano sbuffò «Devo fare una bella chiacchierata con Greer» e, a giudicare dalla risata di Arthur ci aveva preso.

 

*

 

Kenna ruggì con ferocia sputando un potente getto di fuoco, costringendo il veterinario magico, che in equilibrio precario su una scopa cercava di controllarle la bocca, e il resto degli allevatori a buttarsi fuori dalla traiettoria per evitare di rimanere seriamente ustionati.

«Sta andando anche peggio di quanto pensassi» borbottò Genevieve, accettando l’aiuto di Maitê per rimettersi in piedi «Spero solo che il sedativo faccia effetto in fretta, prima che qualcuno di noi rimanga arrostito»

La portoghese si morse il labbro, guardando con un misto di paura e pena la dragonessa che si dimenava «Per quanto non ci abbia quasi uccisi tutti, devo ammettere che mi fa davvero pena» mormorò, affrettandosi a tornare a posizionarsi a fianco del drago «Per comportarsi in questo modo il dolore deve essere davvero forte»

«Il padre di Greer e Callum ha detto che, per quello che è riuscito a vedere mentre era in volo, sembrava avere un ascesso di dimensioni non indifferenti» Aidan raggiunse le due ragazze, i capelli chiari completamente pieni di fuliggine «Tra l’altro avete visto che roba il signor MacFusty? Io non credo sarei andato ad osservare la bocca di un drago imbestialito e non ancora sedato stando a cavallo di una scopa»

Maitê sorrise, aprendo le braccia «Indovina un po’? Nemmeno io, neanche per tutto l’oro del mondo» il ragazzo rise, ricordando bene quello che era successo un paio di settimane prima, quando lui, Arthur e Achille avevano dovuto tranquillizzare la ragazza, che non aveva un buon rapporto con le scope.

«Io mi sto chiedendo perché mai abbia accettato di fare questa cosa» borbottò Genevieve, alzando la bacchetta ed evocando uno potente scudo, dopo che Catriona ebbe dato il segnale al gruppo «Non so cosa darei per essere ad occuparmi dei draghi più giovani»

«Non ne sono così convinta, sai» le rispose Maitê, senza perdere il contatto visivo con la punta della bacchetta, dalla quale fuoriusciva lo scudo «Nel giro di pochi minuti Kenna sarà calma, mentre i draghi giovani sono estremamente…energici»

Aidan rise «Sono come dei bambini troppo cresciuti, peccato che non riescano a capire la sostanziale differenza di taglie che c’è tra noi e loro»

Genevieve gli lanciò uno sguardo furbo «Parli per esperienza personale?»

«Un simpatico drago di neanche un anno e mezzo potrebbe effettivamente avermi lanciato in aria come se fossi una pallina una volta» Maitê e Genevieve non ce la fecero proprio a trattenere le risate «Grazie mille per la comprensione ragazze, eh. Fa davvero piacere sapere che uno dei peggiori traumi che ho subito nella mia carriera da addestratori vi faccia tanto ridere!»

 

*

 

Elettra guardò trattenendo a stento le risate Eloi, che a pochi metri di distanza stava letteralmente lottando a mani con un drago grande circa il triplo di lui «Non riesco a capire se si stia divertendo o se quei versi che sento siano dei rantoli di aiuto?»

Hanna si sporse oltre il dorso di Ninian, anche stava coccolando in attesa che finisse di mangiare «Non mi sembra in imminente pericolo di vita» commentò tranquilla, tornando ad accarezza il giovane Nero «Poi sembrava molto convinto quando ha affermato ci ha detto che voleva andare a giocare con quel drago piuttosto vivace» Elettra si strinse le spalle, decidendo di ascoltare Hanna e di non preoccuparsi troppo: in fondo quando Eloi aveva affermato di voler fare un po’ di moto giocando con il drago sembrava molto convinto di quello che stava per fare.

«Arthur…Arthur…AHIA MANNAGGIA AL DEMONIO» Achille lanciò uno strillo alla destra delle ragazze: quando le due si voltarono videro l’italiano sdraiato per terra con il giovane Ambros seduto su di lui che si guardava intorno spaesato, come a chiedersi dove fosse finito quel simpatico addestratore che stava strapazzando fino a poco prima «Arthur ti prego levami questo gigantesco culo dalla cassa toracica» rantolò l’italiano.

«Ci sto provando, lo giuro…hey Ambros, guarda bello, guarda cos’ho qui, vuoi giocare?» il gallese cercò di sbracciarsi, facendo roteare a mo’ di lazo una corda con attaccato un furetto imbalsamato all’estremità, ma il drago sembrava più interessato a ritrovare l’addestratore che mancava all’appello, guardandosi intorno con evidente preoccupazione sul suo volto scuro e squamoso.

Hanna sospirò scuotendo la testa «Ho come l’impressione che ci convenga intervenire» disse lanciando un’occhiata ad Elettra, che annuì «Io vado a vedere se con un pezzo di carne riesco a distrarre Ambros e a salvare le costole di Achille, mentre tu potresti controllare che il match tra Eloi Balboa e Forbes Drago non finisca in un bagno di sangue»

Elettra sospirò «Siamo finite con i matti…» la bolognese si avvicinò al francese e all’ipercinetico Forbes e, quando riuscì a mettere a fuoco con chiarezza la situazione, scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi: Forbes, che fino a pochi secondi prima stava rotolando nell’erba come un kebab, si fermò, tirandosi su per capire da dove provenisse il rumore, con Eloi, che aveva le gambe incrociate attorno al suo collo, che gli penzolava sulla pancia come un buffo ciondolo umano.

Il ragazzo mosse un braccio in segno di saluto «Hey Elettra…sei Elettra vero? O siete in due? Mi gira un po’ la testa e non riesco a capire bene»

«Come cavolo sei finito in quella posizione» chiese la ragazza quando fu in grado di articolare una frase.

Eloi si tirò leggermente su, facendo uno sforzo non indifferente di addominali ed incrociò lo sguardo allegro di Forbes «Questa è una bella domanda…ricordo che stavo cercando di mostrare a Forbes una mossa di arti marziali, ma poi lui ha iniziato a rotolare senza darmi il tempo di finire» rispose poi tornando di nuovo a penzolare a testa in giù «Ma al momento ciò che mi preoccupa di più è come scendere da qui senza rompermi l’osso del collo»

«Chissà come mai non fatico a crederlo» Elettra alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi ai due svitati, drago e umano «Menomale che non ti hanno dato come compito quello che aveva a che fare con la bocca del drago, altrimenti saresti rimasto impalato in un dente»

«Cosa non si fa per la scienza»

«Sono finita nella più assurda gabbia di matti che abbia mai visto…e considerando da che famiglia provengo fidati, non è dire poco!»

 

*

 

Isobel si arrampicò con agilità sulla roccia e, seguendo il suono di una voce piuttosto famigliare, si sporse all’interno di una caverna piuttosto grande, che si sviluppava dentro la scogliera.

Anche nella penombra riconobbe la sagoma di Callum e quella di un drago abbastanza piccolo, considerando le dimensioni standard dei Neri delle Ebridi.

Entrò nella caverna cercando di fare il meno rumore possibile, ma evidentemente il suo passo non fu abbastanza leggero da sfuggire al ragazzo «Greer quante volte ti ho detto di non ficcare il naso?» disse senza nemmeno voltarsi «Dì alla mamma, alla nonna o a chiunque ti abbia mandata che non sono in imminente pericolo di vita e che sarò a casa in tempo per la sacra cena di famiglia»

Isobel sentì le guance andarle a fuoco e fu seriamente tentata di andarsene senza dire una parola «Ehm…non sono Greer…» disse poi con un filo di voce, che però risuonò chiaramente tra le mura rocciose della caverna, facendo voltare il ragazzo piuttosto sorpreso «Mi spiace di averti disturbato, io vado via subito…»

«No aspetta» Isobel battè un paio di volte le palpebre stupita mentre il ragazzo le si avvicinava con un mezzo sorrisetto «Mi spiace che ti abbiano mandato fin qui a controllare, so che camminare su quelle rocce a strapiombo sul mare non è il massimo, soprattutto con questo vento…fermati almeno un attimo a questo punto…ti faccio conoscere Morven

Sebbene fosse consapevole di starsi creando una serie non indifferente di castelli mentali, Isobel non riuscì a non sentirsi onorata per quella proposta «Certo…è il tuo drago?» chiese seguendolo verso la sagoma sul fondo della caverna

«Non credo si possa definire mio…sai, i draghi sono piuttosto indipendenti, appartengono solo a se stessi» spiegò il ragazzo citando le parole che aveva sentito ripetere almeno mille volte da suo nonno «Si può però dire che sono uno dei pochi umani di cui si fidi…Morven…hai visite oggi»

Isobel trattenne il fiato quando la dragonessa, spalancando le palpebre, rivelò dei bellissimi occhi eterocromatici, uno rosso sangue, con un’ampia pupilla e uno azzurro con una pupilla strettissima «Wow» sussurrò estasiata «Non avevo mai visto un drago con degli occhi simili!» Callum sorrise, accarezzando la testa del drago «L’eterocromia è rarissima nei draghi…sia io che gli altri pensiamo che sia questa la ragione per il quale sia stata abbandonata»

Isobel lo guardò stupita «Abbandonata dai draghi della riserva?»

Il moro scosse la testa «No, non era uno dei nostri cuccioli: l’ho trovata quando aveva poco più di un mese in condizioni pietose sulla spiaggia qui sotto. Non abbiamo mai capito se qualche imbecille estraneo sia riuscito ad abbandonarla sulle nostre coste oppure se si sia allontanata da un piccolo branco che si trova su un’altra isola…ci sono alcune famiglie di Neri nelle altre isole scozzesi, ma sono selvatici, è difficile censirli e controllarli»

Isobel osservò con attenzione il drago, che sembrò restituirle uno sguardo indagatore «Poverina…è davvero molto bella, piuttosto minuta, ma davvero bella» disse infine con un grande sorriso, che fu subito ricambiato dal ragazzo «Lo penso anche io…vorrei portarla alla riserva insieme agli altri draghi, ma è ancora abbastanza debole e soprattutto non ama gli estranei. Vorrei essere certo che si fidi al cento percento di me prima di introdurla al resto del branco»

«Io credo che tu sia a buon punto» rispose Isobel con sincerità «Si fa accarezzare da te più di quanto non si faccia accarezzare da me il mio gatto»

Callum rise «Creature infide i gatti…molto meglio i draghi» commentò allegro «Vuoi provare ad accarezzarla?»

Incoraggiata dal ragazzo, Isobel allungò titubante la mano verso la fronte del drago, per poi ritrarla subito quando Morven sbuffò «Non preoccuparti, non è sulla difensiva, lo sento, fidati. Puoi riprovare se vuoi» la ragazza, dopo aver preso un profondo respiro, provò a riavvicinare la mano al muso del drago che, questa volta, non sbuffò, ma seguì con attenzione i movimenti di Isobel. Dopo qualche secondo che la mano della scozzese era appoggiata sul suo muso, il drago chiuse gli occhi e Isobel si rasserenò, avendo intuito che il drago si fosse rilassato.

 

*

 

Dopo aver emesso un verso gutturale, Matthew si lasciò cadere di faccia sul letto «Merlino, Morgana e i quattro Fondatori» bofonchiò con la faccia sepolta nel cuscino «Non c’è un singolo muscolo del mio corpo che non mi faccia un male cane»

Mikkel, seduto sul suo letto intento a fissare il vuoto con i capelli tutti spettinati annuì «Non ho mai fatto così fatica in vita mia a stare dietro a qualcosa…quando parlavano di stare dietro a giovani draghi vivaci non pensavo intendessero correre dietro per sette ore a degli hooligans fomentati dal vento»

«Secondo me ci stanno affidando apposta i compiti più massacranti» Matthew si girò sulla schiena, sfregandosi il volto con le mani «Credo che avessero voglia di farsi nove mesi un po’ più leggero così hanno indetto un concorso per cercare degli schiavetti»

«A giudicare dalle ore in cui rincasano la maggior parte dei MacFusty penso che quello che abbiamo fatto oggi non sia nulla…»

«Cosa mangiano per avere così tanta energia?»

Mikkel si strinse le spalle «Probabilmente è l’haggis» commentò «Quella sbobba rivoltante deve contenere un po’ di tutto, probabilmente anche degli eccitanti illegali»

Matthew balzò in piedi con ritrovata energia «Allora in piedi!»

Mikkel guardò stranito il compagno di stanza «Senti se c’è anche una sola possibilità che l’haggis sia la ragione della vitalità di questi isolani, voglio mangiarne un po’» disse con decisione Mike, facendo scoppiare a ridere il danese «E poi tutto quel movimento mi ha fatto venire una fame assurda che mi fa addirittura passare oltre il disgusto per le interiora di pecora»

 

*

 

Violet si servì una generosa dose di patate al forno sotto lo sguardo imbronciato di Leon «Perché le hai finite tutte? Anche io volevo le patate al forno» borbottò risentito il ragazzo mentre la ragazza cominciava a mangiarle con calma studiata, mugugnando in segno di apprezzamento «Mmmm, sono deliziose»

«Sei perfida! Non posso credere che dopo che questo pomeriggio abbiamo condiviso una sfiancante sessione di allenamento con dei draghi ipercinetici come personal trainer, tu ora mi stia negando una piccola razione di patate»

Le sopracciglia scure di Violet scattarono in aria «Sai, queste tattiche non attaccano come me» commentò puntando verso il ragazzo la forchetta «Ho un fratello gemello, so perfettamente come fare per evitare di farmi rubare il cibo che mi piace»

Erika alzò gli occhi al cielo nel sentire il battibecco e fece levitare alcune delle sue patate al forno nel piatto di Leon «Mangia le patate e fai il bravo…dopo questa giornata massacrante non ho veramente idea di come riusciate a trovare la forza di litigare»

«Il cibo viene prima di tutto» bofonchiò Leon tra un boccone e l’altro, mentre Violet annuiva con convinzione «In più ho creduto più di una volta che sarei morta per mancanza di forze: quando Lilybet è scappata giù per la collina e le sono dovuta correre dietro mi sembrava di avere un principio di infarto»

Erika sospirò «Uno dei tanti motivi per cui preferisco lavorare con i draghi adulti» la svedese si fermò un attimo, prima di stringersi le spalle «C’è da dire però che sto facendo un bel po’ di attività fisica, il che non è affatto male»

Violet si massaggiò la pancia «Per me è un grande cambiamento, rispetto al rimanere ore e ore dietro un bancone…ma di certo non mi lamento»

Erika guardò con un sorriso l’inglese «Tornare al negozio dopo questi mesi sarà impossibile per te» commentò allegra.

«Io spero di non doverci tornare»

«Vedrai che finirai in una bella riserva» la rassicurò la svedese «Magari verrai in quella svedese dove lavoro io!»

Leon sbuffò «Lascia perdere la Scandinavia, fai come me, spostati a sud: il tempo è migliore e ci sono comunque un sacco di allegri draghi a cui badare»

 

 

 

 

 

 

Oggi la storia è ancora più delirante del solito, sarà l’effetto sessione invernale. Potrei avere fatto un pasticcio, più avanti la ricontrollerò con calma giuro e sistemerò gli errori, ma adesso me ne torno a studiare.

Mi scuso ancora per l’attesa e vi ringrazio per le recensioni sempre tempestive da parte di tutti voi! Non potrei davvero essere più felice, mi date un sacco di soddisfazione e spero di avere presto il tempo per ripagarvi con la tempestività che meritate.

A presto,

Em

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VI - Gita di classe ***


 

 

Capitolo VI – Gita di classe

 

 

Achille era rannicchiato in posizione fetale all’interno della barca, ben stretto nel giubbotto salvagente e avvolto in una coperta che gli copriva gli occhi, a suo dire un ottimo modo per non vedere cosa stesse accadendo intorno a lui.

Maitê lo guardò intenerita e preoccupata allo stesso tempo «Achille so di sembrarti retorica, ma davvero, sarebbe meglio se tu ti togliessi quella coperta» disse con apprensione «Respirare correttamente non può che giovare al tuo mal di mare»

Da sotto la coperta di lana si sentì un verso gutturale «Meno vedo meglio sto» borbottò Achille e, nonostante non potesse vederlo, Aidan era abbastanza certo di poter affermare, dal suono della voce dell’italiano, che dovesse avere un colorito verdognolo decisamente poco sano.

La porta della cabina si spalancò ed entrò una figura avvolta in un impermeabile corto catarifrangente «Consiglio spassionato, portate le vostre chiappette fuori, all’aria aperta si respira decisamente meglio» Greer avanzò saltellando verso il terzetto, con le lunghe trecce scure che le rimbalzavano sull’impermeabile e per poco non scoppiò a ridere quando intuì che fosse rintanato sotto la coperta «Hey Achille! Fatto il testamento?»

Aidan rise di cuore mentre al suo fianco Maitê si stava sforzando di non fare altrettanto per non offendere Achille e l’italiano tirò fuori la mano destra dell’involucro in cui si era nascosto per fare il dito medio a Greer «Oh, bene, un braccio è uscito, vuol dire che il bozzolo si sta schiudendo!» disse con allegria Greer «Maitê, Aidan uscite fuori, qui dentro c’è una puzza di chiuso disgusto, al nostro fifone ci penso io» a giudicare dalla luce malefica negli occhi della scozzese, Maitê fu seriamente tentata di rimanere a controllare, ma non ne poteva più di starsene al chiuso, soprattutto non quando fuori la giornata era così limpida e battuta dal vento fresco «Cercate solo di non finire fuori bordo» Aidan sospirò scuotendo il capo, facendo poi cenno a Maitê di precederlo fuori dalla cabina.

«Credi che sia saggio lasciare quei due in uno spazio così piccolo?» chiese Maitê non appena furono fuori, inspirando poi a pieni polmoni l’aria salmastra «Sappiamo tutti che sono i più…come dire…vivaci del gruppo»

Aidan si strinse le spalle «Appunto per questo credo che se ci sia qualcuno in grado di trascinare fuori da quella minuscola cabina Achille, quella persona sicuramente è Greer…certo potrebbero finire entrambi fuori bordo, ma presumo sia un rischio che valga la pena di correre»

Maitê alzò gli occhi al cielo «Sarà meglio che mi cerchi anche io un giubbotto salvagente, nel caso in cui si renda necessario salvare qualcuno»

Aidan la guardò con tanto d’occhi «Seriamente ti butteresti lì sotto?» chiese indicando il mare grigio scuro oltre la ringhiera «Deve essere gelido, soprattutto in questa stagione!»

«E’ da quando sono arrivata che bramo di farmi un bagno in mare aperto nell’Oceano Atlantico settentrionale» disse con semplicità Maitê «Spero davvero che ne avrò la possibilità»

Un tonfo fece voltare entrambi «…no…molla la mia coperta!»

«Non fare il coniglio!»

«Io là fuori non esco!»

«L’hai voluto tu…levicorpus»

Maite e Aidan strizzarono gli occhi, nell’udire uno schiocco deciso «AHIA! Che craniata…sei pazza Greer? Il soffitto sarà alto neanche due metri!»

«Colpa tua, fuori non avresti di certo sbattuto la testa!»

«Violenta!»

«Fifone!»

Aidan sospirò «Se ci spostassimo più avanti a poppa?» chiese alla fine alla portoghese, dato che il battibecco tra i due occupanti della cabina non sembrava essere destinato a finire in breve «Direi che è un’ottima idea!»

 

*

 

La barca si avvicinò alle coste rocciose di Boreray, ondeggiando con forza sospinta dalla corrente, al punto che Hanna, così minuta, temette seriamente che sarebbe volata fuoribordo se non fosse stato per il tempestivo intervento di Elettra e Violet che la agguantarono per un braccio.

Maisie, la madre di Greer e Callum, nonché il timoniere della vecchia nave, lanciò un incantesimo, assicurando la barca ad uno sperone di roccia «Callum cerca di renderti utile e vai a riva, ho bisogno che lanci un paio di incantesimi nella mia direzione» per quanto gli spiacesse lasciare Isobel, con la quale aveva chiacchierato per tutto viaggio, il ragazzo obbedì in fretta agli ordini della madre, ben conscio del fatto che, se avesse anche solo impiegato troppo tempo ad eseguire il compito che gli era stato affidato, la donna sarebbe stata capace di spedirlo in acqua senza tante cerimonie.

Quando fu certa che la barca fosse ben salda, Maisie si rivolse ai giovani allevatori «Quando sarete sbarcati tutti me ne ritornerò al villaggio, ma tornerò a prendervi verso le quattro e mezza questo pomeriggio. Mi raccomando, a meno che non si tratti di una vera emergenza non cercate di smaterializzarvi né di improvvisare passaporte, perché se qualcosa dovesse andare storto finiremmo per cercarvi con la rete da pesca nell’Oceano. Nel caso in cui dovesse esserci una vera emergenza rivolgetevi ai fratelli MacLeod che vi faranno da guide oggi: loro sapranno di certo cosa fare» la donna fece una pausa mentre sul suo volto si apriva un caldo sorriso «Vi auguro una buona giornata, cercate di divertirvi senza fare nulla di avventato»

Greer stampò un bacio sulla guancia della madre, prima di saltellare giù dalla barca trascinandosi dietro Achille con ancora indosso il giubbotto salvagente «Tu sei fin troppo eccitata per questa gita» borbottò l’italiano, cercando di fare attenzione a dove metteva i piedi «Non mi lasciano quasi mai venire qui» rispose Greer allegra mentre Callum sbuffava «Forse perché quando avevi dieci anni e volevi vedere se il vento fosse abbastanza forte da sorreggerti ti sei letteralmente buttata dalla scogliera» commentò ironico, facendo spalancare gli occhi con orrore ad Achille «Curiosità scientifica» Greer si strinse le spalle «E poi sono finita in acqua e non mi sono fatta nulla, è la mamma che ha dato di matto che ha esagerato a bandirmi»

«Ho appena deciso che non ti voglio più come mia guida» borbottò Achille, per poi in verità seguirla in fretta.

Mentre Callum aiutava Isobel, indicandole su quale delle appuntite rocce dovesse mettere i piedi, Arthur, che era sbarcato con un salto, allungò la mano sinistra per aiutare Erika, che stava superando la ringhiera proprio in quel momento, la quale accettò con un sorriso l’aiuto «Scavalcare ringhiere e palizzate è più semplice quando il terreno sotto di te non dondola» commentò la ragazza ridendo «E soprattutto quando non rischi di finire come uno spiedino su quella roccia sotto di te» fece notare Arthur, ridendo poi dell’espressione della ragazza, quando guardò il panorama sotto i suoi piedi «Una vista affascinante non c’è che dire» borbottò Erika, scuotendo la testa e spingendosi con la gamba sinistra per avere maggiore slancio.

Quando la svedese ebbe i piedi saldi a terra i due sciolsero la presa delle mani e Arthur si irrigidì. Erika lo guardò perplessa, prima di posare gli occhi sulla mano del ragazzo, notando che gli mancava buona parte dell’indici; e dire che non ci aveva mai fatto caso, nemmeno quando gli aveva stretto la mano. Arthur si affrettò a ritirare la mano imbarazzato, evitando con cura lo sguardo della ragazza «Grazie dell’aiuto» gli disse con sincerità Erika e, dopo avergli fatto l’occhiolino, lo superò, cominciando a risalire le rocce con la velocità e la sicurezza di uno stambecco.

Il gallese non riuscì ad evitare di sorridere e si prese qualche secondo per osservare la ragazza arrampicarsi, prima di infilare svelto la mano sinistra in tasca e tornare ad aiutare gli altri.

 

*

 

Elettra si strinse meglio nel piumino, calandosi con forza la cuffia sui capelli scuri «Quest’isola sarà larga sette metri» borbottò incrociando le braccia e cercando di camminare i più in fretta possibile dietro ai fratelli MacLeod, che stavano impartendo spiegazioni agli allevatori «Basterebbe un filo di vento per farci volare tutti in acqua…e poi si gela qui, questo stupido sole non serve a nulla, inganna e basta»

Eloi, in piedi di fianco a lei iniziò a srotolarsi la sciarpa dal collo, per poi porgerla alla ragazza «Rimettitela subito, pazzo!» Elettra guardò il bretone e la sua giacca leggera con orrore «Ti prenderai un accidenti!»

Eloi guardò la ragazza stupito e leggermente offeso «Io non freddo, mentre tu dicevi di stare gelando!»

«Ma non volevo che rischiassi di ammalarti!» vedendo però che il ragazzo continuava a mantenere la sua espressione offesa, Elettra sospirò, finendo per arrotolatasi la sciarpa intorno al collo «Sappi che se ti dovessi ammalare mi sentirò in dovere di curarti e ti assicuro che so essere una vera tiranna quando voglio»

Il bretone rise, osservando la ragazza seppellire la faccia nella sciarpa scura «Davvero?» chiese senza nascondere un filo d’ironia nella voce, che gli costò un’occhiata assassina «Ho due sorelle e tre fratelli, so come fare a farmi ascoltare» rispose secca Elettra lasciandolo stupefatto «Siete in sei?»

«Nove se conti anche i miei genitori e mia nonna…ma alle riunioni di famiglia finiamo sempre per essere molti di più» Elettra meditò per un secondo prima di scuotere il capo «Non so quanti esattamente, ogni volta spuntano nuovi cugini o zii di cui ignoravo l’esistenza. Tu invece non hai una famiglia molto numerosa?»

Eloi si rabbuiò, facendo immediatamente pentire Elettra di aver parlato «No, direi di no…»

Poco lontano Hanna saltellava dietro alle guide, appuntando con precisione ogni parola uscisse dalle loro bocche, bloccandosi poi improvvisamente quando non riuscì a capire cosa avesse detto il maggiore dei due fratelli; si voltò con espressione smarrita verso Violet che le restituì il medesimo sguardo perplesso «Anche tu non hai capito quella specie di rantolo, vero?» chiese l’inglese, sospirando quando Hanna annuì «Vabbè, io sugli appunti scrivo rantolo, suppongo che prima o poi capirò cosa intendessero»

«Se non ho capito male adesso ci portano dal rantolo» disse Hanna, rileggendo velocemente la pagina di quaderno «Secondo te cosa potrebbe esserci in questo posto? È disabitata e per ora non ho nemmeno visto dei draghi»

«Non credo che un nero avrebbe lo spazio necessario di muoversi, figuriamoci un gruppo…e i Neri sono animali da branco» Violet fece per aggiungere qualcosa, ma fu interrotta da fratelli MacLeod, che comunicarono ad alta voce ai ragazzi che sarebbero dovuti scendere sulla scogliera per un pezzo, procedendo con cautela in fila indiana, tenendosi al corrimano che avrebbero trovato attaccato alla parete.

Violet mosse un passo incerto sulla roccia scura a strapiombo sul mare, guardando con aria critica il corrimano che sembrava essere fatto di stoffa «Ma questo affare reggerà?» borbottò preoccupata, guadagnandosi un’occhiataccia dai due uomini che la precedevano «E’ lana delle pecore Vello d’Oro delle Shetland»(1) le rispose uno dei due secco, come se quella fosse una garanzia sufficiente della qualità del materiale.

Hanna dietro di lei fece del suo meglio per non ridere «Non ci resta che sperare che quelle pecore siano belle toste, mi sa»

 

*

 

Genevieve si coprì gli occhi chiari con una mano, leggermente abbagliata dal riverbero argenteo che illuminava l’intera grotta; che poi, definire quel posto grotta era estremamente riduttivo, considerate le sue dimensioni considerevoli, finendo quasi addosso a Mikkel, che a sua volta si guardava intorno interessato «Per la prima volta da quando sono qui, temo seriamente che potrei scottarmi in questo posto» commentò il ragazzo con un sorriso, prima di rivolgersi alla francese, che si stava massaggiando gli occhi chiari, cercando di farli abituare a quello strano posto «Che cos’è quel materiale che ricopre le pareti? Ero troppo indietro e non ho sentito la spiegazione…potrebbe essere acciaio?» le chiese lo svedese.

«Non credo, hanno detto che è resistente al fuoco dei draghi e l’acciaio da quello che ne so non lo è» la ragazza, si mordicchiò il labbro riflettendo «Potrebbe essere, a giudicare dal colore dello zinco…ho sentito che è in grado di contrastare il fuoco di alcune specie di draghi»

Mikkel la guardò stupito «Non ne avevo idea…non credo che funzioni con i Grugnocorto…»

«Nemmeno con gli Spinati se è per questo, ma ogni razza è quasi un mondo a parte» Genevieve rise ripensando alla riserva nella quale lavorava «A volte è strano non dovermi preoccupare di accarezzare un drago senza correre il rischio che uno degli aculei mi mozzi la mano, anche se la stazza dei draghi delle Ebridi è veramente impressionante»

«Io ero abituato esclusivamente ai cuccioli di Grugnocorto, pensa un po’» disse Mikkel con leggerezza «Ogni specie è veramente un mondo a parte»

Genevieve annuì «Decisamente…da un lato è terrificante, perché arrivi con la convinzione di essere esperto in un determinato campo e alla fine rimani fregato» la ragazza fece una pausa, riflettendo «Anche se suppongo che imparare qualcosa di completamente nuovo potrebbe rendermi capace di fare un salto di qualità anche quando tornerò in Ungheria, o almeno è quello che spera»

«Una cosa è certa» disse Mikkel allegro «In Svezia non dovranno nemmeno provarci a confinarmi dalla mattina alla sera nella nursery!»

 

*

 

Matthew guardava con interesse lo spazio intorno a lui, camminando con il naso per aria e le braccia incrociate dietro alla schiena «Sostanzialmente questa era una specie di scuola per i Neri delle Ebridi» mormorò, osservando le bruciature brune sulle pareti «Sembra assurdo che quei bestioni riuscissero a vivere in un posto così piccolo»

Leon si spostò un ciuffo di capelli da davanti agli occhi «Magari all’epoca erano più piccoli, ogni tanto capita che nei secoli gli animali si modifichino» ipotizzò stringendosi le spalle «L’highlander scorbutico laggiù ha detto che quest’isolotto è stato abbandonato quando i Neri hanno capito che l’isola dei MacFusty era un posto più confortevole in cui vivere»

«Da quanti secoli i MacFusty si prendono cura di loro?»

«Milletrecento anni?» Leon fece un sorrisino «Secolo più secolo meno»

Matthew gli rispose con un ghigno «E da quanto secondo te il caro laird è il capo della brigata?»

Leon ci pensò su «Millequattrocento, è stato lui stesso a portare di peso tutto il suo popolo attraverso l’oceano in quel buco di culo di isola e dopo un secolo di trattative ha convinto i Neri a venire da loro»

«No, ti sbagli, secondo me in principio è stata la signora MacFusty» declamò Matthew solenne «Deve essere stata lei a creare tutto, i Neri, l’isola, probabilmente il mondo intero»

«E la ricetta originale di quei biscotti burrosissimi…non dimenticarti di quei biscotti» Leon sospirò, pensando a quelle piccole delizie che la donna sfornava in quantità industriali non era dato ben sapere quando, dato che passava il novanta percento della giornata con i draghi

«Lasciando perdere per un attimo la signora e padrona del mondo, credi che sia sicuro rimanere qui dentro?» chiese Matthew improvvisamente dubbioso «Se uno dei draghi dovesse decidere di fare una scampagnata ed entrasse qui dentro sputando fuoco, la caverna diventerebbe un forno e noi finiremmo abbrustoliti»

«Che morte gloriosa, stracotti come delle pagnotte nel forno…di certo verremmo menzionati nei libri di magizoologia» dall’espressione di Leon sembrava quasi che la cosa non gli dispiacesse troppo «E potremmo far diventare quest’isola il luogo più infestato del mondo»

«Perché questa cosa inquietante ha un retrogusto decisamente epico?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1)   Le pecore dal Vello d’Oro sono un’invenzione di AdhoMu. Per maggior info consiglio vivamente la lettura di Appuntamento al Buio…Pesto Peruviano!

Ebbene sì, sono tornata non ancora in grande stile, ma prometto che da fine febbraio sarò più sveglia e performante e riguarderò tutti i capitoli scritti in questo periodo buio di studio intenso, sistemandoli e correggendoli come si deve.

Dunque, dato che, come me, la maggior parte di voi aveva idee estremante confuse sulle possibili coppie e vi giuro che praticamente nessuno di voi mi ha indicato gli stessi appaiamenti, ho giocato un po’ di creatività in questo capitolo, facendo interagire alcune coppiette parzialmente a caso per sperimentare un po’. Non c’è assolutamente nulla di definitivo, ma mi piacerebbe avere un vostro feedback su cosa ne pensate e non fatevi problemi a bocciarmi delle idee perché ripeto, sto brancolando anche io nel buio. Se poi vi andasse di mandarmi un mp perché non avete voglia di scrivere sulla pubblica piazza Tizio o Caio mi stanno antipatici non li voglio insieme al mio personaggio siete invitati a farlo senza alcuna remora, davvero, non mi offendo. In generale, se voleste mandarmi o anche rimandarmi un mp con le preferenze per il vostro oc le leggerò volentieri.

A presto!

Em

 

 

 

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