Cunto dei Cunti

di NanaLuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rhaegar ***
Capitolo 2: *** Jon (modern!Au) ***
Capitolo 3: *** Shiera ***
Capitolo 4: *** Rhaenys (modern!au) ***
Capitolo 5: *** Daenerys (modern!au) ***
Capitolo 6: *** Arya (modern!Au, Gendrya) ***
Capitolo 7: *** Theon ***



Capitolo 1
*** Rhaegar ***


#1 In cui il nome di donna pronunciato da Rhaegar prima di morire è quello di sua figlia
 
 
L'elmo dell'avversario nascondeva qualsiasi espressione avesse il suo viso mentre osservava il petto spaccato di Rhaegar tentare invano di alzarsi per una manciata di respiri spezzati. 
L'ultimo alito di vita scivolò dalla bocca di Rhaegar assieme a un fiotto di sangue che gli colò lungo il mento, tingendogli una ciocca di capelli di rosso, raccogliendosi lì dove il martello di Robert Baratheon aveva affossato l'armatura. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime mentre tentava invano di alzare la testa, di rimettersi in piedi e rispondere all'attacco dell'Usurpatore. Elia... Lyanna... devo tornare a casa. L'immagine dei giardini della Fortezza Rossa si sostituì a quella della bestia che incombeva su di lui, il Tridente che scorreva attorno al suo corpo esangue sfumava nella voce gentile di sua madre; la battaglia attorno a lui nella spada di Lyanna, in risate di bambino. La Torre della Gioia... se solo fossi riuscito a farvi scappare, a portarvi tutti là con Lyanna... cosa ne sarà di voi, Elia? Di te, di mia madre, di Viserys? Dei nostri figli? Devo tornare a casa. Aegon, la profezia...  Casa. Devo tornare a casa. 
Tre teste ha il drago. Balerion. Rhaenys. Casa. Devo tornare. Vuoi che suoni per te, amore mio?
Quando finalmente chiuse gli occhi, le urla attorno a lui lo avevano completamente abbandonato, e si era dimenticato di reggere ancora la spada. Invece, le sue dita sfioravano appena seni di donna e poi le corde della sua arpa e poi morbidi boccoli neri. Il riso di una bambina gli riempì le orecchie dove prima c'erano i flutti del fiume ad assordarlo. Piccola, canti con me? 
Il cielo era terso, libero da ogni nuvola. I rubini della sua armatura, sbalzati dal martello dell'Usurpatore, lo avevano solcato come comete prima di cadere e perdersi per sempre. Le scintille rosse - fuoco di drago - delle gemme immerse accanto alla sua testa furono l'ultima cosa che vide prima che le sue palpebre si abbassassero. 
"Rhaenys..."
 

Note dell'autrice:
Avevo bisogno di uno spazietto in cui pubblicare tutti i miei stralci inconsistenti di scritto su Game of Thrones, e questo headcanon dovrete passare sul mio cadavere prima di togliermelo, assieme all'immagine mentale di Rhaegar che suona e canta con la piccola Rhaenys. E il mio headcanon/sospetto che "Rhaegar ha nascosto Lyanna a Dorne perchè pianificava di portarci tutta la sua famiglia, ma per vari motivi il piano è fallito". E un certo triangolo.
Insomma, tanti headcanon più o meno coerenti. You can pry them from my cold dead hands.
 
 

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Capitolo 2
*** Jon (modern!Au) ***


#2 In cui Ygritte è una reporter di guerra per "Il Popolo Libero"
 
L'aria nella stanza s'era fatta pesante, così densa e calda da impedirgli ogni movimento. Per giorni, l'unica fonte di luce ad illuminarla erano stati una lampada da lettura gialla e lo schermo del telefono che s'illuminava a ogni messaggio ricevuto. 
A Jon era sembrato che, al posto dell'apparecchio, a vibrare senza sosta fosse tutto il mondo: la camera da letto, la casa, la città, Westeros e il pianeta intero collassati con lui di fronte a Tormund su quello zerbino sporco all'ingresso. Aveva perso il conto dei giorni trascorsi e dei messaggi ricevuti. Qualche volta ci aveva provato, a liberarsi dalla presa delle lenzuola annodate, prendere il mano il cellulare e leggere il numerino delle notifiche per rispondere ai suoi fratelli, agli amici, a suo padre. Invece, ogni volta era stato più facile ignorarli, scorrere per quelle che sembravano miglia fino a quella conversazione, l'ultima di un'altra vita chissà quanto tempo prima. Era stato più facile, piuttosto che leggere i loro messaggi, riascoltare per l'ennesima volta il messaggio vocale sulla sinistra.
Nell'ultima registrazione della sua voce prima di sparire, Ygritte rideva gracchiante oltre il mare, fra le armi e le bombe di un paese straniero. Non diceva molto, a parte prenderlo in giro concludendo sempre con quella dannata frase. Tu non sai niente, Jon Snow. 
Tu non sai niente. Tu non sai niente.
Non sai niente.
Niente. Niente.
Jon serrò le palpebre con un respiro strascicato, senza che nessuna lacrima riuscisse ad uscire per solcargli il viso e annebbiargli la vista. Doveva averle finite, ormai.
Non sai niente.
 
Note dell'autrice:
In principio, questo sarebbe dovuto essere l'inizio di una shot bella lunga/una minilong che alla fine, per vari motivi, non scrissi più :// Ma perchè lasciarla ad ammuffire? Perchè risparmarvi l'angst di Jonny catatonico? E quindi l'ho accorpata a questa raccolta.
Ci si vede la settimana prossima, con la drabble (spero, non voglio eccedere) su Shiera che non ho ancora finito di scrivere - me tapina, ma a mia discolpa ho anche postato molti disegni durante queste vacanze :V -, e ancora la settimana dopo ancora se riuscirò a trovare qualche bel prompt~~
Stay alive, kiddos!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Shiera ***


#3 In cui Shiera sente il peso di un'età non sua
 
Shiera ha appena quattordici anni quando la guerra finisce, ma ne dimostra di più. Sul suo giovane viso cominciano a delinearsi i tratti che fino ad allora erano appartenuti a Daeron, la somiglianza al re ogni giorno più evidente nella linea compressa delle labbra, nei cerchi scuri sotto gli occhi, le sopracciglia basse e corrucciate, il petto pesante che nasconde continuando a camminare a testa alta, forte e orgogliosa come la principessa (no, bastarda!) che ha sempre saputo di essere - il re suo fratello non avrebbe voluto altrimenti. 
Appena un anno fa, Shiera accettava, le gote accese di rosso fuoco, le lusinghe dei menestrelli che cantavano della sua somiglianza alla lady sua madre, o degli splendidi lineamenti di Daenerys riflessi nei suoi. Adesso, il solo menzionarlo era abbastanza perchè si lasciasse sfuggire una mezza risata, amara, gutturale, stroncata appena prima di nascere - a lei, del resto, della Dolce Serenei non rimane niente se non quelle misteriose pergamene in lingue antiche che custodisce nella sua stanza.
Sono ormai mesi che Shiera non ride più, non come una volta. Fasciata in quegli abiti neri di lutto che le stanno troppo stretti, tutto quello che prova è rabbia. Verso Daemon, per aver tradito il fratellastro a cui doveva feudo e fortezza, moglie e titoli e favori, per un padre che gli aveva dato solo una spada e un nome maledetto. Verso quello stesso uomo senza valore che li aveva generati, che l'aveva piantata nel ventre di sua madre e che mai le aveva rivolto più di uno sguardo. Verso Aegor, per aver fatto scivolare il veleno dalla sua lingua alle orecchie di Daemon; per l'occhio che ha strappato a Brynden, rendendolo ancora più distaccato, amareggiato, allontanandolo dalla biblioteca dove lei e Aerys gli avevano tenuto silenziosa compagnia, dove talvolta aveva portato le sue pergamene perchè potessero studiarle con lei. Verso tutti loro e quella dannata Ribellione per aver mandato in frantumi la sua famiglia, ancora una volta - è egoista, lo sa bene, tanto quanto il desiderio di tornare bambina e rifugiarsi negli abbracci rassicuranti dei nipoti e fratelli più grandi di lei.
Shiera ha appena quattordici anni quando la guerra finisce, ma il suo vecchio viso è solcato da cento anni di lacrime.
 
 
 
Note e sproloquio dell'autrice: 
Come già detto, questa fic e l'headcanon su cui si regge sono enormemente ispirati alla storia "Where a shadow took my place" di SecondStarOnTheLeft su ao3, che consiglio a /tutti/ di leggere. Presenta una Shiera estremamente tridimensionale e diversa da come viene solitamente presentata, decisamente originale e stranamente soft, senza però perdere delle caratteristiche ricavate dalle poche info canon. E' una delle migliori fanfiction sulla saga che abbia mai letto, davvero, e si perde a non leggerla.
(Per sicurezza ho chiesto all'autrice il permesso di pubblicare questa flash, permesso che poi ho ottenuto e di cui posso fornire l'email di prova).
Di mio c'è l'headcanon di una Shiera più giovane, più "fragile" durante la Ribellione, nata nel 182 circa. Siccome Aegon non prese un'altra concubina dopo la morte di parto di Serenei, mi viene spontaneo pensare che la sua ultimogenita sia nata al termine di quell'intervallo di tempo fra il 178 e il 184. Una teoria che, tra l'altro, è condivisa da molti sul web e che, al contempo, raddoppia l'angst e pone una "bella" differenza d'età fra lei e Bloodraven - abbastanza da far sclerare gli statunitensi più puritani su tumblr, questo è sicuro!
 
Questa flash è stata più difficile di quanto pensassi e si è dilungata, come le note, ben più di quanto credessi. Forse è stata la più difficile da scrivere finora. Spero comunque di poter tornare sul personaggio - e sui suoi legami familiari, perchè no? - in futuro. Per il momento, comincia la mia ricerca per il prompt della settimana prossima!
 
Stay Alive, kiddos!

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Capitolo 4
*** Rhaenys (modern!au) ***


Un piccolo warning: questa è estrememente self indulgent, non giudicherò chi deciderà di saltarla o peggio. Peace out!
 
#4 In cui una famiglia poco convenzionale va a fare la spesa
 
 
Era stata la cassiera adolescente del supermercato a chiamarli per prima in quel modo, quando si erano persi fra la corsia dei dolciumi e quella della pasta, e più che l'annuncio svogliato ed estremamente sarcastico degli altoparlanti, Rhaenys ricordava la risata sguaiata di Lyanna seguitare il risolino di Elia quando infine loro padre era riuscito a ritrovarli.
Calzini spaiati. Solo dopo riusciva a rimettere assieme l'espressione sollevata sul viso affannato di Rhaegar nel vederli seduti sul bancone, lei in mezzo ai suoi fratellini in lacrime. 
"I tre bambini che sembrano calzini spaiati aspettano il loro papà al box informazioni".
 
 
Note dell'autrice: 
Sparisco per settimane (un mese?) per tornare con questa? Eh già. Ci sono stati problemi di betaggio e life gets in the way, ma almeno abbiamo scoperto che le drabble mi riescono ancora - a volte.
Ho già pronta anche la flash #5, un'ennesima modern sull'ennesimo Targaryen. Invoco il vostro perdono e giuro che sto gettando il sangue per trovare qualcosa di carino e non valyriano da proporvi ❤️

Stay alive, kiddos!
Nana

 
 
 

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Capitolo 5
*** Daenerys (modern!au) ***


#5 In cui Daenerys sta per sposarsi, a modo suo
 
Sul calendario appeso alla parete erano comparse appena una dozzina di croci rosse dopo il cerchio che evidenzava i suoi diciotto anni, quando Daenerys Targaryen si svegliò nella presto-non-più-sua cameretta, quasi completamente spoglia, una placida mattina di agosto.
Il sole non s'era ancora levato da dietro le montagne, lasciando sia la città che la stanza immerse nella penombra. In pochi secondi Dany calciò via l'unico lenzuolo e scese dal letto, muovendosi nell'aria blu cobalto verso l'armadio, dove da qualche giorno rimaneva solamente un capo di vestiario, nascosto sotto un mucchio di cianfrusaglie che non aveva ritenuto necessario portare via di nascosto con l'aiuto di Irri, Jhiqui e Doreah. Lo tirò fuori, stirando con cura la stoffa, prima di sistemarlo su una gruccia per ammirarlo un'ultima volta prima di farselo scivolare addosso.
Era un vestito bianco tanto semplice da risultare minimalista, con le spalline sottili, una discreta scollatura e la zip che le prudeva che aveva comprato mesi addietro ai saldi post capodanno. Il suo abito da sposa. Solo lei avrebbe potuto considerarlo tale. Non era nemmeno della lunghezza giusta e tagliava mostrando i vecchissimi anfibi che aveva lucidato di nero la sera prima in un tentativo di farli sembrare meno logorati. Un sussurro, poco più di un soffio, le uscì dalle labbra distese in un sorriso. "È perfetto". 
Lasciò il viso spoglio e i capelli argentei sciolti sulle spalle - non aveva molto tempo e, in ogni caso, ci avrebbe pensato lo sposo a intrecciarle i capelli e a truccarle gli occhi di nero.
 
Per ultima, Dany indossò la giacca di pelle abbandonata sulla sedia. Le sarebbe servita per allontanare il vento e la frescura del mattino per appena poche ore, fin quando non avrebbe smesso di avere la pelle d'oca sulle braccia e l'afa non sarebbe diventata intollerabile nel giro di pochi minuti. 
Non si fermò neanche per un po' a dire addio all'appartamento dove aveva vissuto in quegli ultimi anni. Invece, piroettò un'ultima volta di fronte allo specchio rotto, prima di scendere scalza le scale e avanzare in punta di piedi fino alla porta d'ingresso. Lo stomaco le si stringeva al solo pensiero che Viserys, ancora ubriaco dalla sera prima, potesse uscire dalla sua stanza o dal salotto dove più spesso crollava privo di sensi, bestemmiando e urlando insulti che trapassavano le pareti come fossero fogli di carta. Dany attraversò il corridoio col cuore alla gola, la sua mente che continuava a fabbricare scenari dove lui la coglieva con le mani nel sacco, e tutto quello che sarebbe successo dopo. 
L'ingresso puzzava di vodka economica e tabacco. Abbassò la maniglia della porta con una lentezza esasperante, le mani e tutto il corpo scossi da un tremore inarrestabile, ma scendendo per l'ultima volta le scale di quella palazzina di periferia, Daenerys Targaryen non si guardò indietro, nemmeno per un istante.
 
 
Quando finalmente si rese conto di aver ripreso a respirare, le sembrò fosse già passata un'eternità. Le suole consumate degli stivali a malapena sfioravano l'asfalto, e la gonna del vestito continuava a scivolarle dalle mani sudate una falcata sì e l'altra pure. L'aspettava a qualche isolato di distanza, come avevano stabilito da tempo; abbastanza lontano perchè i vicini non li vedessero e nemmeno Viserys potesse sentire il rombo della moto allontanarsi con loro. Con la coda dell'occhio, Dany vedeva le viuzze deserte scorrere sempre più sfocate, mentre i polpacci cominciavano a chiedere pietà, implorandola di fermarsi. Ormai senza fiato, sentì il cuore scoppiarle, questa volta di gioia, alla vista della moto appoggiata al muretto e della sagoma imponente di un uomo darle le spalle - c'erano persino un cartello Oggi Sposi scritto alla bell'e meglio col pennarello nero, e delle lattine attaccate con lo spago: era più di quanto potesse desiderare. 
Non nascose gli occhi lucidi nè la risata cristallina che le stava nascendo in gola , quando si gettò con tutto il suo peso sulla schiena robusta del centauro. Quello si spostò a malapena di qualche centimetro - sono davvero così leggera? -, e nascondendo il viso nella stoffa del gilet di Drogo, Dany sentì anche il suo torace venir scosso da una risata, gemella della sua.
"Mio sole e stelle!"
"Luna della mia vita."

Note dell'autrice:
La mia update schedule non esiste più, MA vi posso promettere una cosa: settimana prossima, nessun Targaryen ❤️ 

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Capitolo 6
*** Arya (modern!Au, Gendrya) ***


#6 In cui Arya riceve un mazzo di fiori
 
Gendry arrivò da lei con il fiatone, la faccia scarlatta e un nuovo strappo sui pantaloni sporchi di terra e fuliggine. Arya fece appena in tempo a scendere dal muretto, avanzando verso il suo ragazzo a passo di marcia, prima che lui iniziasse a scimmiottarla con un falsetto troppo acuto per somigliare all'originale.
"Se proprio ci tieni a portarmi dei fiori, almeno rubali!" Da dietro la schiena produsse un mazzo di margherite spelacchiate, minuscole violette, un rametto di lillá sproporzionatamente grosso rispetto al resto e chissá quali altri fiori che non era riuscita a individuare. "Quella vecchietta mi ha quasi fatto fuori!" Le mise il bouquet sotto il naso con un gesto brusco, fissandola poi con un cipiglio arrabbiato che specchiava perfettamente il suo.
Ad Arya riusciva difficile credere che l'innocua proprietaria del giardino potesse riuscire ad abbattere due metri di fabbro, tanto quanto le riusciva difficile credere che quello stupido toro l'avesse presa sul serio sui fiori. Spostò lo sguardo sul quel mazzo di fiori sconclusionato, notando solo in quel momento le due macchie arancioni vicino alle margherite. Crisantemi.
"Mi hai portato il fiore dei morti?"       
"Per la Stark più letale di tutti." Gendry le rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo - e, di fatti, lo era eccome -, gongolando con quel sorriso idiota che era capace di mandarla su tutte le furie e lasciarla senza fiato nello stesso momento. 
Finalmente Arya prese fra le mani i fiori avvolti in carta da pacchi, mettendosi in punta di piedi - un invito che Gendry accettò più che volentieri, abbassando la testa per far incontrare le loro labbra a metà strada. Le sue mani andarono a poggiarsi attorno alla vita esile della ragazza, che sorrise a quel contatto prima di interromperlo e ripetere un'altra volta "Stupido".
 
 
Note dell'autrice:
Mesi di ritardo prima di pubblicarla, alla fine esce la settimana dopo la 8x02. Quella puntata è un continuo "sto volando" - e ora come non mai temo la 8x03.
A presto, 
NanaLuna.

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Capitolo 7
*** Theon ***


#7 In cui Theon e Sansa si riscoprono vivi
 
 
 
Sansa ha smesso di gonfiarsi i capelli. Theon pensa che le stiano meglio così, lisci, liberi di cadere sulle spalle che gli rivolge mentre armeggia con lo stereo e la musicassetta ancora nuova che fino a poco fa stringeva fra le mani. Sicuramente è perché non pensa ne valga più la pena, ma a lui quella cascata di rosso ricorda quando erano bambini, e in quella casa semivuota non c'era mai un attimo di silenzio, di quiete. Appena una manciata di anni fa, ogni domenica mattina lui e Robb facevano finta di avere il loro show alla radio, seduti per ore assieme a Jon e a tutti gli altri a ingrossare la voce come quella degli speaker, a inventare interviste e a scegliere quali canzoni trasmettere per loro a Grande Inverno. Ned e Cat, dall'altra parte del soggiorno o della cucina, sorridevano lamentandosi di tutta quella confusione, per poi avere da ridire quando finalmente tutti e sette smettevano persino di fiatare, perché alla "radio vera" passava qualcosa che volevano a tutti i costi registrare: a parer loro, non sentirli urlare per anche solo tre minuti era diventato surreale.
Theon si chiede se anche Sansa - e Arya, Bran, il piccolo Rickon e Jon, dovunque fossero, se ci fossero si ricordi ancora di quei giorni passati senza doversi preoccupare di nulla, per poi darsi mentalmente dello stupido perché sono passati solo cinque anni dall'ultima volta, quando ancora lui andava alle superiori ed erano tutti assieme e mai avrebbe immaginato come sarebbe andata a finire, ma a lui sembrano passate vite e vite intere. 
Quante volte sono morto?
Decide di non chiedere più niente, mentre la musica lo invita ad andare a dormire, di dire addio e morire ancora una volta ora che è tutto finito.
Lo ripete anche Sansa, è tutto finito, e Theon fatica a crederci, ma il groviglio di braccia che si aggrappano l'una alle altre e il tappeto morbido su cui sono
tornati a rannicchiarsi dopo tanto tempo lo aiutano ad abituarsi piano piano a quell'idea, come ci si abitua all'acqua fredda dell'oceano.
 
[Ha sonno e non vorrebbe più svegliarsi, Sansa, mai e mai più, ma la musica va avanti e anche lei comincia a cantare, a bassa voce, quanto basta per ricordare a entrambi che, assieme, non sono annegati. Annaspa fra le lacrime, stona qualche nota in un modo che prima l'avrebbe riempita di vergogna, e l'ossigeno che torna a bruciarle la gola la fa sentire viva. ]
 
 
Note dell'autrice:
L'avevo pronta da settimane assieme alle altre ma dopo la 8x03 io porco Rhllo'r-
C'è poco da dire. Quel poveraccio meritava di rimanere in vita.
Alla prossima (sigh!)
NanaLuna
 

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