Shadow's Series: Cronache di una cacciatrice

di kitsune akuma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


15\12\2006

< Mamma sono tornato!> disse Cayle appena varcata la porta di casa.
< Ciao, cucciolo come é andata a scuola?> chiese Electra dalla porta della cucina.
< Mamma, non mi chiamare cucciolo! Non sono più un bambino! A scuola solita storia! Una noia mortale! Figurati che ci hanno lasciato come compito di fare l'albero genealogico come quando eravamo piccoli! Che hai preparato di buono per pranzo?> chiese Cayle entrando in cucina e sedendosi dietro al bancone così da essere di fronte alla madre.
< Lasagne! Contento piccolo ingordo?>
< Mamma ancora con questo piccolo? Comunque grazie per le lasagne! Mamma ma sia tu che papà siete figli unici, giusto?>
< Tuo padre si, io no. Le lasagne non sono ancora cotte del tutto va a lavarti le mani!>
< Ma io non conosco nessuno zio o zia!>
< Ti é rimasta una zia da parte mia, e non la conosci perché sono anni che non ci parliamo perché lei mi odia>
< Ma per quale motivo ti odia? Siete sorelle perché non risolvete?>
< Perché non sempre tutto si può risolvere >
< Ma perché ti odia? >
Electra posò il piatto sul piano e guardando fuori dalla finestra che dava sul giardino, non vedeva gli alberi o i fiori ma stava rivivendo ricordi a lungo assopiti

< Nel 1991 avevo la tua età ed ero già una cacciatrice. Una sera mio fratello Nicolas ed io andammo a caccia dei vampiri che in quei giorni avevano mietuto molte vittime. Li trovammo, ma noi eravamo due mentre loro in dieci, all'epoca ambedue eravamo degli incoscienti e al posto di chiamare rinforzi, ci buttammo a capofitto nella lotta. Alla fine della serata riuscimmo a tornare a casa feriti, ma vivi almeno credevo. Mio fratello era stato morso, ma non aveva detto nulla a nessuno. La notte dopo sentii mia sorella Clemence urlare, la raggiunsi e vidi che nostro fratello stava provando a morderla, lì per lì lo allontanai da lei e lo fronteggiai per capire il suo atteggiamento. Ma quando mi posi davanti a lui capii tutto. Sul suo collo c'erano segni di un morso che la sera prima non avevo notato, i suoi occhi erano rossi e i denti si stavano allungando. Ciò che voleva da nostra sorella era il sangue per finire il processo di transizione. Non riconosceva più nemmeno la sua famiglia. Si avventò nuovamente su me e mia sorella, ma per fortuna o sfortuna ero armata, lo colpii in un unico e secco colpo al cuore con un paletto che prima era agganciato alla mia cintura. Mia sorella da allora mi odia perché ho ucciso nostro fratello a sangue freddo, quando invece secondo lei potevamo cercare di aiutarlo e nonostante era diventato un vampiro accettarlo, lui col nostro aiuto non sarebbe diventato un mostro sanguinario, questo era il suo pensiero. La capisco lei era molto legata a Nicolas, ma lei non ha mai vissuto una caccia, non ha mai visto di cosa sono capaci, perché lei non è mai diventata una cacciatrice e nonostante le abbia fatto presente che lui nemmeno ci riconosceva più, per lei non c'erano ragioni, ero e sono io il mostro sanguinario che ha ucciso a sangue freddo e forse ha ragione! >

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


27\04\2007

< Mamma come hai conosciuto papà?> chiese una sera Cayle mentre sua madre lavava i piatti della cena.

< Mesi dopo la morte di mio fratello Nicolas, non riuscivo più a restare a casa, mia madre e mia sorella mi odiavano e non mi rivolgevano la parola, mentre mio padre mi pressava in continuazione perché dovevo diventare la migliore cacciatrice visto che ero l'ultima rimasta in famiglia. Così decisi di andarmene presi poche provviste e tutte le armi che riuscivo a trasportare, tra fondine con coltelli e pistole, spade e paletti, acqua santa, spazio per altro ne rimase poco. Mi ero allontanata molto ormai dalla mia città e il poco cibo che mi ero portata lo avevo già terminato, nonostante lo avessi centellinato. La città successiva era molto distante e se camminavo lungo la strada ci avrei messo molto più tempo, ma per abbreviare avrei dovuto attraversare un bosco, che era il territorio di un branco di lupi mannari selvatici. Controllai le mie pistole e riempii i caricatori di pallottole d'argento sperando che bastassero. Dopo un profondo respiro mi incamminai nel bosco, sperando in vano di non incontrarne nemmeno uno. Ma le mie speranze si sgretolarono ben presto, ero arrivata al centro del bosco quando sentii un ululato, scattai a correre sperando di riuscire ad uscire dal loro territorio prima che mi raggiungessero, ma anche questa come la precedente speranza ben presto sfumò in un nulla. Era solo da mezz'ora che correvo quando mi trovai circondata da loro. Estrassi la pistola e sparai subito al primo lupo che si stava scagliando su di me, per evitare di rimanere schiacciata sotto al peso del suo corpo inerme, scivolai di lato andando a sbattere contro un albero, ma riuscii a non perdere la presa sulla pistola, mi rialzai e iniziai nuovamente a correre, ma loro mi inseguivano. Ben presto le pallottole finirono e più io ne abbattevano più loro diventavano numerosi. Passai ai coltelli da lancio, ma siccome non erano in argento solo quando riuscivo a prenderli al cuore o in testa erano efficaci, ma tra la corsa, il terreno sterrato e il buio, colpi di quel genere erano pochi. Quando stavo per raggiungere il limitare del bosco sentii che la corsa dei lupi stava diminuendo e ciò mi fece allarmare ulteriormente, ciò significava che ero dove loro volevano che io fossi. Ero caduta in trappola. Infatti una volta uscita dal bosco davanti a me si stagliò un burrone profondo chilometri. Non avevo più via di uscita, alle mie spalle un bosco pieno di lupi che ben presto mi avrebbero circondata e davanti a me un burrone così profondo che anch'esso segnava la mia fine. Le armi che mi erano rimaste erano praticamente inutili, cosa avrei dovuto fare con una spada di ferro e dei paletti? E un combattimento corpo a corpo, uno contro uno,  già quando ero in forma sarebbe stato a loro vantaggio, figuriamoci dopo giorni senza dormire e mangiare. Per me era la fine, ma è sempre stato più forte di me, non riuscivo mai ad arrendermi. Sarei morta combattendo. I lupi avevano fatto un semicerchio attorno a me e uno di loro si era avvicinato a me ci stavamo squadrando e studiando, quando lui mi attaccò cercai di schivare il colpo, ma lui era ovviamente più veloce di me, parai col braccio il suo morso, ma non fui l'unica a gridare. Oltre al mio urlo di dolore tutti gli altri lupi guairono e iniziarono a strofinarsi a terra col corpo. Lì per lì non capii, poi vidi una figura alle loro spalle, era tuo padre. Lui aveva avvertito dei turbamenti nel mondo delle tenebre ed era intervenuto. Aveva abbattuto un intero branco semplicemente gettando su di loro della polvere d'argento. Le sue uniche parole furono  " Cacciatrice  se vuoi vivere seguimi, prima che riescano a pulirsi dalla polvere". Non sapevo chi fosse, ma emanava forza, protezione e sicurezza, mi fidai istintivamente e quindi decisi non solo di seguire il mio istinto, ma anche lui. >

< Ma papà era un cacciatore come te? >   chiese Cayle dopo aver ascoltato attentamente la storia.

Sapeva che la madre non amava molto parlare di quegli argomenti e quindi quando aveva queste occasioni ascoltava attentamente ogni singolo dettaglio. Lui voleva sapere di più del passato della madre, non per immalinconirla, ma per sapere qualcosa su suo padre che era morto ormai anni addietro quando lui era molto piccolo e non sapeva come spiegarselo, ma lui era convinto che la causa della morte di suo padre risiedesse nel loro passato. 

< No, tuo padre non era un cacciatore, ma un guardiano delle tenebre. È colui che controlla e mantiene l'equilibrio tra i due mondi, è il protettore di entrambi i mondi >

< Mamma, ma perché quando ero piccolo non rispondevi alle mie domande e invece ora si? > chiese Cayle dubbioso.

Electra si voltò e dopo aver afferrato delicatamente il volto del figlio tra le mani e aver deposto un dolcissimo bacio sulla sua fronte affermò < Perché ormai il tempo sta finendo, siamo agli sgoccioli >
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


25/01/2008
 

chiese Cayle a sua madre mentre la aiutava a portare in casa la spesa.

< La mia prima missione fu quando avevo 16 anni, era da un anno che ero diventata cacciatrice e che mi allenavo.> disse Electra prendendo tre pacchi colmi e pesanti contemporaneamente e dirigendosi verso la porta di casa. Cayle fece altrettanto e la seguii

< Cosa successe? Contro chi hai combattuto? > Cayle era sempre stato incuriosito dalle avventure della madre e gli piaceva ascoltarla, restava lì incantato ad ascoltarla e un po' gli pesava il fatto che solo da poco lei si era decisa a farlo partecipe di tali avventure.

< Quella notte molti Cacciatori erano coinvolti in molte missioni, non riuscivano a capire per quale motivo tutte le creature delle tenebre erano in fermento, ma il fatto era che avevano uno strano atteggiamento erano nervose agitate, riunite a branchi o a clan, ma non stavano attaccando gli umani era come se stessero organizzando qualcosa o aspettando qualcuno, si capiva che erano turbati da qualcosa, ma cosa?>

< Ma era una notte particolare forse?> chiese trepidante Cayle, quella storia lo stava rapendo già dall'inizio, da quel poco che la madre gli aveva detto.

< Quella notte vi era luna piena, ma la luna non era bianca, ma rossa, le streghe e i licantropi la chiamano luna di sangue. Comunque eravamo rimasti alla sede solo io e mio fratello Nicolas, quando arrivò una comunicazione che chiedeva di mandare qualcuno nella periferia est della città perché era scoppiato un conflitto, ma poco dopo cade la linea. Il capo non sapeva che fare non voleva mandare dei giovani alle prime armi, ma non aveva chi mandare in aiuto e a causa della comunicazione interrotta non sapeva nemmeno contro cosa eventualmente dovevamo combattere. Ma Nicolas ed io non ci interessammo affatto del pensiero del capo e dopo essere passati dall'armeria dove ci imbottimmo di acqua santa, polvere d'argento, spade angeliche, coltelli di ferro, coltelli d'argento, pistole con pallottole di ferro, argento e legno e paletti in legno stavamo per uscire quando proprio sulla porta vidi delle strane armi. Afferrai una balestra con delle frecce dalla punta in oro, non sapevo per quale creatura servisse, ma la presi comunque e la passai a mio fratello, lì vicino c'era una frusta interamente in oro la presi e la arrotolai attorno al mio braccio in stile bracciale. A quel punto uscimmo e ci  dirigemmo verso la periferia est.>

<   Armi in oro?> Cayle era la prima volta che sentiva delle armi fatte in quel materiale e nemmeno lui riusciva ad immaginare per quale creatura potessero servire.

Electra ignorò la domanda e continuò il suo racconto < Quando arrivammo tutti gli uomini erano a terra sfiniti alcuni addirittura morti. Ciò che ci trovammo davanti era un bagno di sangue. Una creatura gigantesca si stagliava di fronte a noi. Io non avevo la più pallida idea di che cosa fosse. Ma ben presto lo capii, quella creatura afferrò un nostro compagno e ne fece un solo morso. Nicolas si avvicinò a me e mi disse "quello è un Oni">

 Nicolas si avvicinò a me e mi disse " src="https://em.wattpad.com/4147e30303be55420377021cebc8bf701ef22f4e/68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f7279496d6167652f4e654379706d716c524c4b5171673d3d2d3433303630303538322e313463633463626238613864363766363935353437353130353639382e6a7067?s=fit&w=1280&h=1280" style="border:0px; box-sizing:border-box; max-width:100%; vertical-align:middle" />       

< Un Oni? Cos'è? > chiese allibito Cayle

< Fino a quel giorno credevo che fossero delle creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali. Gli Oni variano notevolmente tra loro, ma normalmente vengono descritti come creature giganti e mostruose, con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna che crescono dalla loro testa. Sono fondamentalmente umanoidi, la loro pelle può essere di colori diversi, ma quelli più comuni sono rosso, blu, nero, rosa e verde. Il loro aspetto è feroce. Ma l'unica cosa falsa di quell'informazione era il fatto che non esistessero più, semplicemente sono rari, ma esistono ancora.>

< Cosa è successo a quel punto che avete fatto tu e lo zio?> chiese Cayle una volta che avevano finito di scaricare l'auto.

Electra iniziò a riporre gli acquisti e allora Cayle iniziò a darle una mano nella speranza di sapere il seguito della storia.

< L'Oni si accorse della nostra presenza e scattò verso di noi, in attacco con le fauci spalancate, nonostante la sua stazza era velocissimo, mi afferrò per il braccio, ma mi lasciò subito. A quel punto capii l'oro gli era letale, a salvarmi era stata la frusta. > Electra mentre lo raccontava, non si stupì di vedere ogni singola scena riproporsi davanti ai suoi occhi dopo tutti quegli anni.

Dopo un profondo respiro continuò < Lo gridai a Nicolas lui aveva la balestra sarebbe riuscito ad abbatterlo, io con una frusta che avrei potuto fare era questo il mio pensiero, ma le frecce non erano infinite e anche se Nicolas aveva una buonissima mira, l'Oni non è che se ne stava lì buono e fermo a farsi uccidere, aveva una potenza e una velocità pazzesca.  Dovevamo trovare una maniera non solo per sopravvivere, ma anche per ucciderlo. >

Cayle le posò una mano sulla spalla, la madre mentre raccontava aveva iniziato a cambiare tono di voce e ora aveva l'affanno come se stesse correndo da più di un'ora a massima velocità < Mamma va tutto bene?>

Electra si girò verso di lui e annui, quando riuscì a riportare la respirazione normale continuò col suo racconto < A un certo punto mentre continuavamo a schivare i colpi, Nicolas non fu abbastanza veloce e lo scaraventò contro un muro facendogli cadere dalle mani la balestra. Mi venne in mente che gli Oni alla fin dei conti sono Demoni, particolari Demoni, ma pur sempre dei Demoni. Scattai verso la balestra prima che l'Oni la potesse schiacciare e distruggere, riuscii a salvarla solo per un soffio, ma l'Oni già solo con lo spostamento d'aria che creò col movimento del braccio mi scaraventò lontano da lui, ma vicino a mio fratello. >

< Dev'essere stata terribile come esperienza > intervenne Cayle

< In quel momento non sentivo la paura o altro che non fosse determinazione, era troppa l'adrenalina in corpo e tali sensazioni mi avrebbero paralizzato e quindi portato alla morte sia me che mio fratello, ma quando l'adrenalina sparì, tutto quello che avevamo vissuto ci investì>

< Ma alla fine com'è finita con l'Oni?> domandò curioso Cayle

< Come ti dicevo gli Oni sono Demoni, allora mi venne in mente un piano pericoloso e avventato, ma che secondo me poteva funzionare, dissi a mio fratello di far concentrare l'Oni su di se con qualsiasi arma che aveva per abbattere demoni così da farmi arrivare il più vicino a lui e poi di usare la balestra con le frecce d'oro per abbatterlo. Facemmo così. Mio fratello iniziò a lanciare coltelli angelici contro l'Oni permettendomi di arrivare di fronte a lui, io nel frattempo che gli correvo incontro avevo afferrato la mia spada angelica e sulla lama avevo avvolto la frusta d'oro, mio fratello scoccò una freccia d'oro sulla gamba dell'Oni che si inginocchiò permettendomi così con un salto di salire sul suo braccio, poi grazie alle frecce di Nicolas riuscii a salire fin sulla spalla e fu in quel momento che siamo riusciti ad abbatterlo.> Electra riprese fiato 

Cayle notava nell'espressione della madre non soltanto forza, ma anche qualcos'altro, forse era nostalgia? Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce della madre.

< Mio fratello scoccò una freccia dritta al cuore e io in contemporanea affondai l'intera lama della spada nel suo cranio. Con quei colpi il demone si dissolse e io sono caduta rovinosamente a terra rompendomi un braccio e una gamba, ma per il resto avevamo solo lividi ed escoriazioni, ad altri andò molto peggio > 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


08/10/2008

 domandò Cayle mentre stava sistemando il giardino dietro casa, tagliando l'erba e raccogliendo le foglie ormai cadute perché secche.

< La mia ultima missione fu molto tempo prima di restare incinta di te, e la feci insieme a tuo padre > disse Electra mentre si apprestava a pulire il porticato di casa. 

< Aspetta un attimo, ma tu e papà andavate in missione assieme?> la bloccò Cayle, la madre non gli aveva mai detto nulla del genere. In ogni racconto era sempre stata sola o al massimo col fratello.

< In alcuni casi lavoravamo assieme, quando magari pensavamo o ne avevamo la certezza che da soli non saremmo riusciti a compierla. > Electra si avvicinò al figlio e dopo avergli poggiato una mano sulla spalla continuò.

< Devi capire una cosa, può sembrare che io e tuo padre facevamo lo stesso lavoro, ma non è così, ambedue abbiamo....avevamo a che fare con le creature soprannaturali > si fermò un attimo. Nonostante che il marito era ormai morto da anni, per lei era ancora duro da accettare.

Cayle cercò di alleviarle il dolore.

< Si, mio tesoro, sto bene. Allora ti dicevo io e tuo padre può sembrare che facevamo le stesse cose e invece sono completamente diverse. Io in quanto Cacciatrice rappresento la giustizia, elimino chi è pericoloso, chi minaccia gli umani, in fin dei conti si potrebbe dire che ero la protettrice degli umani. Mentre tuo padre era un  guardiano, lui è la bilancia deve mantenere l'equilibrio, quindi deve fare in modo che i due mondi siano sempre di pari forza e cercare di mantenere i contatti tra i due mondi al minimo possibile. >

< Non riesco a capire bene il ruolo di papà!> Ammise sinceramente Cayle, mentre si grattava la nuca.

< Capirai presto....forse > disse Electra sorridendogli amorevolmente.

< Perché non mi spieghi, così da poter capire ora?> disse Cayle un po' esasperato da quel dire e non dire, caratteristica tipica della madre di quando racconta del suo passato.

< Perché figlio mio, il tempo è agli sgoccioli, ma non è ancora giunto il momento per questo!> 

Cayle capì che anche se insisteva, non avrebbe cavato nulla dalla bocca della madre.

< La mia ultima missione fu con tuo padre, perché  tuo padre aveva avvertito degli squilibri e indagando si era accorto che da un po' di tempo stavano scomparendo varie creature delle tenebre. Ma la cosa molto curiosa era che non si trattava di una singola creatura, erano spariti vari Lupi, Vampiri, Fate, Mutaforma, Sirene, Elfi, Streghe e Troll>

< Ma sono così tanti? > Chiese sorpreso Cayle

La madre dopo una dolce e divertita risata < Sono solo quelli più conosciuti, ce ne sono tantissimi altri!> Electra diede tempo al figlio per registrare l'informazione, e si godette tutte le emozioni passare su quel volto dolce, ma ormai da uomo del figlio. Fu fiera quando notò che tra tutte le emozioni che lo attraversarono, non ci fu la paura.

< In quella missione  dovevo dare una mano in caso si giungesse a un combattimento. L'indagine effettuata da tuo padre ci portò in uno stabilimento abbandonato, quando entrammo ciò che si mostrò alla nostra vista era fuori da qualsiasi cosa che ci saremmo aspettati. > un brivido corse lungo la schiena di Electra solo al ricordare quelle scene.

< Ciò che trovammo al nostro ingresso fu un laboratorio, dove si facevano innumerevoli esperimenti. La struttura era su più piani e ogni piano aveva un lungo corridoio,dove davano numerose celle in cui erano rinchiuse le creature o ciò che ne restava. >

Cayle spalancò gli occhi e dal profondo del suo essere crebbe una rabbia sorda, istintivamente voleva far qualcosa, voleva distruggere quel posto, annientare chi era stato l'artefice di tali fatti, nonostante ancora non sapesse tutto ciò che la madre  aveva visto in quello stabile.

< Cayle ascolta, lascia perdere il giardino e vieni a sederti qua vicino a me > disse Electra sedendosi sui gradini, che portavano dal portico al giardino, aveva notato la furia del figlio e ancora il racconto era solo all'inizio.

Come il figlio fece ciò che le disse, riprese a parlare. < Al piano terra trovammo dei vampiri, nelle prime celle vi erano numerosi corpi carbonizzati, gli scienziati li avevano esposti un po' alla volta sempre più al sole, per vedere fino a che punto resistevano al sole e la loro velocità di rigenerazione della pelle e tessuti. In quelle celle si respirava ancora un odore di bruciato e sembrava di sentire ancora le urla dei malcapitati > si fermò per voltarsi e vedere la reazione del figlio.

Cayle aveva le braccia poggiate sulle gambe e stringeva a pugno le mani, le nocche stavano sbiancando sempre più, la testa reclinata verso il basso che guardava i suoi piedi. < Mamma continua, voglio sapere!>

 < In altre celle c'erano dei vampiri a cui avevano strappato via a carne viva  i canini per vedere se anch'essi si sarebbero riformati. In quella cella non solo vi erano numerosi corpi impalati, ma sembrava di camminare su un tappeto di ossa, visto la quantità di denti che ricopriva il pavimento, il rumore che facevano sotto ai nostri piedi era sordo e in quel silenzio era non soltanto raccapricciante, ma ogni scricchiolio mi faceva pensare a tutte quelle vite spezzate, a tutta quella barbarie, e mi chiedevo perché tutta questa crudeltà. In una di quelle celle ne trovammo uno ancora vivo, ma non potendo più far nulla per lui, tuo padre mi chiese di ucciderlo, di farlo come atto di pietà e gentilezza verso quella creatura. Ma io non riuscivo, non mi era mai risultato così difficile uccidere uno della sua specie. Lo feci solo quando quel povero ragazzo me lo chiese lui stesso e mi implorò con i suoi occhi, quel vampiro Cayle aveva la tua attuale età, era solo un ragazzino di 17 anni > 

Questa volta Electra si fermò per riprendere aria, stava rivivendo il ricordo di quegli occhi spenti che non chiedevano altro di non soffrire più e di ottenere solamente un po' di pace.

< Nelle ultime celle di quel piano avevano lasciato dei vampiri ammassati gli uni sugli altri, erano stati messi in quelle celle a morir di fame, senza una goccia di sangue, alcuni erano impazziti e si erano loro stessi uccisi, altri più giovani erano morti per essiccazione, ma in queste celle riuscimmo a trovarne qualcuno agonizzante, ma ancora vivo. Tuo padre aveva portato con se un po' di sacche di sangue in previsione e  così riuscimmo a salvarne cinque, ma ne avevamo persi a decine. >

< Perché......perché tutto questo? Quale ragione può esserci?> Cayle non riuscì più a stare fermo lì ad ascoltare, esplose in un grido di dolore e diede un pugno a uno dei pilastri di legno del porticato, ma tanta era la rabbia che non sentì dolore, dopo essersi sfogato un po' appoggiò la schiena al pilastro precedentemente colpito e guardando la madre aspettò di ascoltare il seguito. 

< Mentre tuo padre li aiutava ad uscire, salii al primo piano. Pure lì trovai numerose celle piene di creature, ma aspettai l'arrivo di tuo padre, non avevo il coraggio di avanzare e vedere quella strage. Al primo piano erano state rinchiuse numerose Fate di vario tipo e quando arrivammo alle prime celle, non riuscii a reggere la scena e diedi di stomaco. Nelle prime celle vi erano moltissimi corpi di Fate mutilati, non c'era un corpo integro, alcune erano state vivisezionate per studiare il loro corpo e scoprire se erano fisicamente come gli umani, nonostante le piccole dimensioni. In quelle celle entrò solo tuo padre per assicurarsi che non ci fosse nessuno ancora vivo. Nelle successive celle trovammo altri corpi mutilati, ma sta volta l'ingrato compito toccò a noi. Le Fate di quelle celle erano impazzite a causa dell'amputazione delle ali, tale barbarie le aveva condotte alla follia. Io ero pietrificata delle creature così letali, ma tanto belle ridotte a un ombra di ciò che erano. Non riuscimmo a salvarne nemmeno una. >

< Gli scienziati dovrebbero condurre degli esperimenti, tutto questo mi sembra più che altro un macello, una strage, un massacro, una crudeltà che forse nemmeno dei demoni potrebbero riuscire a fare!> Le parole di Cayle non solo erano cariche di rabbia e dolore, ma anche tristezza e senso di impotenza.

< Continuammo a salire, al secondo piano trovammo altrettante celle con rinchiusi Mutaforma in alcune di esse e Licantropi in altre. Ambedue le specie erano state torturate con infiltrazioni di argento liquido nei muscoli o nelle vene a seconda dei casi, per vedere quale fosse la dose letale. Altri invece feriti con armi sempre in argento per vedere se riuscivano a trasformarsi nonostante le ferite e per constatare di quanto si indebolivano a ogni ferita inferta. Solo nelle ultime celle riuscimmo a trovarne alcuni ancora vivi, a causa delle ripetute scosse elettriche erano stati obbligati a rimanere trasformati, alcuni erano morti a causa dell'eccessivo voltaggio che aveva bruciato loro il cervello, ma chi aveva ricevuto un voltaggio inferiore era riuscito a sopravvivere. Chi ne uscì meglio da quell'esperimento furono i licantropi, notammo infatti che una volta liberati dalle scosse e riportati nella condizione umana erano abbastanza stabili, anche se alcune caratteristiche animali non li abbandonarono mai più, erano comunque in grado di gestire la trasformazione a loro piacimento. Cosa che non riuscivano più a fare i Mutaforma, alcuni di essi cambiavano senza volerlo, non riuscivano a controllare la trasformazione, altri invece non riuscivano più a trasformarsi >

< Ma non vi hanno attaccato?> chiese Cayle un po' pensieroso.

Cayle non riusciva a capire per quale ragione tutto quello era successo, non capiva chi potevano essere quei scienziati così crudeli da non provare pietà, nemmeno un briciolo.

< Vuoi che smetta?> Electra vedeva la frustrazione e la rabbia che provava il figlio, ma ciò di cui si stava preoccupando maggiormente era il dolore che leggeva nei suoi occhi.

< Ti prego, ho bisogno di sapere tutto fino in fondo!> ciò che uscì dalla bocca di Cayle suonava più a una supplica, che a una speranza in un lieto fine.

< Il terzo piano era  diverso rispetto agli altri piani,  da una parte del corridoio vi erano delle celle, ma dall'altro c'erano delle vasche. Capii che quello era il piano dove tenevano le Sirene. Ciò che già subito mi fece perdere speranza di trovarne ancora qualcuna viva fu vedere le vasche piene di acqua completamente vuote, quelle vasche non contenevano alcuna creatura e in quel piano si sentiva un fortissimo odore di morte. Quando spalancai la prima porta se con le mutilazioni alle fate avevo dato di stomaco, con ciò che vidi in quella stanza non riuscii a reggermi più sulle mie gambe e crollai a terra nonostante tuo padre prontamente mi avesse sorretto e tenuta stretta a sé. In quella stanza erano appese moltissime code di Sirene, da alcune di esse colava ancora sangue. Mi sentii mancare, ma non svenni grazie al sostegno di tuo padre. >

Nella mente di Electra riaffiorò l'immagine di quella stanza, le code delle Sirene erano appese a dei ganci da macellaio dalla parte delle pinne, disposte una di fianco all'altra lungo le pareti della stanza e altre invece erano accatastate su un enorme tavolone. Dalle code colava sangue che gocciolava in terra formando pozze sempre più grandi e larghe. Sotto al tavolo si vedeva una macchia nera che destava curiosità perché pareva che si muovesse impercettibilmente, quando Electra si era avvicinata a tale macchia si era accorta che erano le mosche che si stavano nutrendo del sangue e quando alzò lo sguardo nauseata,  gli cadde su alcune code posizionate poco lontano da lei, e per poco non rischiava di svenire, quelle code erano in stato di decomposizione ed erano piene di vermi.

< Tutto questo è mostruoso > disse Cayle mentre si accasciava anche lui a terra portando le mani dietro la nuca e congiungendo i gomiti davanti a lui. Le parole di Cayle riportarono alla realtà Electra.

< Si lo è. Dopo che ripresi il controllo, proseguimmo con la nostra ispezione. Nelle altre celle trovammo molte ex-sirene, avevano amputato loro le code per impiantare delle gambe umane, suppongo prese a dei cadaveri, nelle cartelle abbandonate leggemmo che volevano vedere se siccome erano fisicamente per metà simili a noi, se impiantando loro delle gambe  sarebbero riusciti a trasformarle in umane e vedere se riuscivano le cavie - così c'era scritto- a vivere come tali. Ma da quello che vedemmo in quella cella e nelle altre l'esperimento aveva portato esclusivamente alla loro morte. Ma poco prima di giungere alla scala che ci avrebbe portato all'ennesimo piano degli orrori, tuo padre mi fermò per un braccio chiedendomi se avessi sentito qualcuno parlare, alla mia affermazione negativa, stavamo per voltarci e salire quando notai che in una vasca dell'acqua stava lievitando. Glielo feci notare e lui concentrandosi ulteriormente sentì da dove proveniva tale voce.>

< Ne avete trovata una ancora viva?> Chiese speranzoso Cayle tornando a fissare la madre negli occhi

< Si, si salvò un unica creatura, molto giovane, l'impianto era riuscito, ma non l'esperimento. Essendo molto giovane il corpo era riuscito ad abituarsi alla nuova situazione, ma lei non era umana aveva mantenuto il potere del controllo dell'acqua. >

< Sono felice per lei, spero che la sua vita da quel momento in poi le abbia regalato solo bei momenti > disse sinceramente Cayle

< Tuo padre si offrì di portarla al sicuro, ma lei aveva perso l'intera sua famiglia con quegli esperimenti e non voleva più restare sola e ci disse che sarebbe restata con noi fino alla conclusione di quella missione > Electra scosse la testa ricordando la testardaggine della ragazzina.

< Salimmo al piano superiore qui trovammo gli Elfi, erano stati completamente isolati dalla natura e lasciati a se stessi per vedere che sarebbe successo. Il risultato li avevano lasciati a morire essiccati e il sacrificio degli Elfi adulti non era bastato a salvare quelli più giovani >  

< Sacrificio? Cosa avevano fatto?> Chiese Cayle alla madre 

< Gli Elfi sono gli spiriti protettori della natura, la loro esistenza è essa stessa legata all'esistenza della natura e della sua salute. Si occupano della sua prosperità. Quindi un Elfo che non può stare a contatto con la natura non ha maniera di assorbire la sua linfa vitale. Gli Elfi adulti rinunciarono alla loro esistenza, trasformandosi in piante per permettere agli altri di sopravvivere, ma fu un sacrificio inutile perché come si accorsero dell'accaduto gli scienziati li separarono e fecero degli esperimenti per vedere se si erano trasformati in vere e proprie piante e se tale trasformazione era permanente o reversibile. >

< Che è successo agli Elfi giovani?> Cayle lo chiese con ansia. 

< Lentamente tutti si trasformarono in piante per salvare gli altri, ma fu tutto inutile, le piante che trovammo ancora vive erano solamente tre le portammo via con noi e le piantammo nel bosco, nel regno elfico quando uscimmo da quello stabile > Electra socchiuse gli occhi < Gli altri o erano morti perché  essiccati per la lontananza dalla natura  o per i tentativi di riportarli nella loro forma originaria dagli scienziati. Le piante che salvammo ora sono diventati alberi di immensa bellezza che riforniscono gli Elfi di linfa vitale > sperò di alleviare la sofferenza del figlio con quella piccola buona notizia.

< Arrivammo all'ultimo piano e lì vi erano state rinchiuse le Streghe.> Electra si bloccò dal raccontare quando vide il figlio scattare al in piedi con un solo scatto

< Fin adesso mi hai parlato di tante creature e mi è sembrato di capire che le cavie non fossero due o tre ma molti esemplari, come è possibile che abbiano catturato così tante creature prima che voi ve ne accorgeste, come avete potuto permettere una cosa del genere? Come!> gli gridò contro con tutta la furia che aveva in corpo. Cayle non riusciva più a sopportare tale racconto.

Come era possibile che un guardiano che dovrebbe mantenere l'equilibrio tra i mondi non si fosse accorto di tutte quelle sparizioni e avesse permesso una tale atrocità.

<  Io sono una Cacciatrice Cayle il mio compito era quello di proteggere gli umani!> Electra non riuscì a continuare che il figlio gridò nuovamente

< Ma mio padre era un guardiano, perché ha permesso una tale crudeltà?> Stringeva talmente forte i pugni che alcune gocce di sangue colarono a terra.

< Tuo padre non ha permesso nulla, come se ne è accorto si è mosso in salvataggio. Le creature delle tenebre non sono coese tra stessa specie figurati tra specie diverse, tentarono di risolverlo da soli. E tuo padre avvertiva delle morti, ma non è che ogni giorno morissero tante creature di una stessa specie, ogni giorno anche quando si è in pace qualcuno ci lascia, si spegne!> Cayle a quelle parole si sedette a terra e mise il mento sulle ginocchia abbracciando con le braccia le gambe

< Tuo padre nonostante tutto sembrasse nella normalità notava una strana tensione, certe mancanze, silenzi nel mondo delle tenebre e iniziò a indagare per puro scrupolo! E come scoprì delle scomparse  subito si allarmò e agì. E' tutto chiaro?> Electra aveva perso la pazienza, capiva il dolore che provava il figlio, ma non voleva che direzionasse la rabbia verso il padre che aveva agito solo per il meglio sempre e comunque.

< Scusami, ma tutto quello che mi stai raccontando non è affatto giusto!> disse Cayle rendendosi conto dell'errore che aveva fatto.

Electra riottenuta la calma proseguì

< Le Streghe erano rinchiuse all'ultimo piano, e quello che avevano subito non era più pietoso rispetto a quello che era capitato alle altre creature. Erano state private delle loro rune, asportando via i pezzi di pelle dove erano state incise, tutto ciò solo per vedere se riuscissero comunque a usare la loro magia senza l'ausilio delle rune. Le Streghe più giovani perdendo le rune persero anche il controllo della loro magia e queste le portò alla morte. Nelle prime celle ciò che trovammo era esclusivamente sangue ovunque sui muri, sul pavimento era come se qualcuno si fosse divertito a buttare secchi di sangue ovunque, e ossa frantumate. Capimmo che era accaduto quando avanzammo per le altre celle dove avevano rinchiuso le Streghe via via sempre più adulte. Nella seconda sezione di celle le Streghe erano tutte morte e lì ci rendemmo conto che erano state private delle loro rune, ma queste essendo più brave a controllare la loro magia erano riuscite a non esplodere come le più giovani, ma anch'esse soccombettero alla loro magia. Dalla loro bocca, occhi e orecchie colava ancora sangue. Non ne trovammo nemmeno una viva.> Electra sentiva ancora l'odore pungente di morte di cui era impregnato quello stabile.

< Mi pare che manchino ancora i Troll da raccontare. Come fecero a imprigionare tali creature, sono gigantesche > Domandò Cayle non tanto per interesse, ma perchè non voleva più soffermarsi su ciò che avevano subito le Streghe, il solo sentire quello che era toccato alle più giovani lo aveva destabilizzato. Tutta quella storia era pesante da gestire per lui.

< Si sono enormi, ma tanto quanto sono enormi e grossi tanto sono stupidi. Furono imprigionati nei sotterranei, ciò ci fu comunicato dalla Sirena superstite, li avevano attirati lì con del cibo. L'esperimento condotto su di loro era di tipo militare. Volevano controllarli e trasformarli in armi di distruzioni sotto il loro controllo. Avevano colpito i Troll con scariche ad altissimo voltaggio e una volta storditi avevano tagliato la cassa cranica per aver accesso al cervello dove misero una specie di casco che schiacciava determinate terminazioni nervose per inibire la loro volontà e poi avevano impiantato un microchip che con impulsi elettrici li obbligava a fare ciò che loro gli ordinavano.> 

< Mamma, ma chi fu a fare tutto ciò?> Cayle era incredulo, chi era in grado di fare tutte quelle cose con un tale sangue freddo.

< Lo scoprimmo una volta giunti nei sotterranei. Tuo padre ed io fummo obbligati ad abbattere tutti quei Troll, ma notammo che con rispetto ai soliti attacchi erano più coesi, sembrava che avessero uno schema di attacco e ci rendemmo conto che erano manovrati da qualcuno che dopo poco comparve davanti ai nostri occhi. Un manipolo di uomini con dei camici che più scienziati sembravano macellai. Ci chiesero perché stavamo ostacolando la scienza e il suo avanzamento. Non riuscivo a crederci quelle creature  indifese che io avevo il compito di difendere e proteggere erano diventati i mostri peggiori.> 

< Mamma che è successo?> Cayle notò un cambio repentino nella madre, era come se stesse emanando onde di pura voglia omicida.

< Quello stabilimento fu abbattuto dalla forza delle fiamme. Gli abbiamo dato fuoco, era la migliore sepoltura che potevamo dare a quelle povere creature ed era anche il modo più veloce per far sparire qualsiasi traccia di tutta quella crudeltà > Electra era irriconoscibile il suo tono era freddo e calcolatore.

< Mamma cosa è successo a quegli umani?> Cayle non sapeva se avvicinarsi alla madre o mantenere le distanze.

< Una furia cieca si impossessò di me, scattai contro coloro che avevo protetto fino a quel momento, ma io non vedevo loro, ma tutte quelle creature che loro avevano ucciso in nome di un progresso che non sarebbe mai esistito. Feci subire a molti di loro ciò che loro stessi avevano inferto agli altri, ma fui ancora più spietata. Li lasciai in vita, non ne uccisi nemmeno uno, però mi premurai di fare in modo che non potessero scappare in nessuna maniera  e poi appiccai il fuoco. >

< Sono morti arsi vivi, dopo aver avuto lo scontro con te > Cayle non riusciva a credere che la madre fosse stata capace di fare una cosa del genere

< Tuo padre provò a fermarmi, ma non ci fu maniera per impedirmi tali atti. Fu la mia ultima missione non solo a causa di ciò che ho visto in quello stabile, ma anche perché uccidendo quegli umani avevo mancato al mio giuramento di Cacciatrice, ma il fatto era che non ne ero e non ne sono affatto pentita. Fu la mia ultima missione perché non volli più difendere gli umani.>

Solo a quel punto Electra si alzò dal gradino dove fino a quel momento era stata seduta, si diresse verso la porta di casa, ma prima di attraversarla tornò a voltarsi verso il figlio e disse

< Ricorda però che non tutti gli umani sono come quei scienziati, là fuori c'è anche chi è buono e meritevole di protezione. > dopo quelle parole entrò in casa lasciando Cayle solo in giardino.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


27/04/2009

< Mamma ma io cosa sono? > chiede Cayle appena varca la porta della cucina, lo chiede col fiatone perché ha corso fin li dal bagno della sua stanza situata al piano superiore.

< Cayle siediti e fa colazione e calmati > risponde Electra indicandogli una sedia.

< No, mamma! Ora basta! Sono anni che mi racconti storie, voglio la verità e senza giri di parole!> Cayle ha tutti i muscoli tesi e Electra si accorge che ha gli occhi spaventati.

< Cayle, siediti e calmati, ora ti spiego tutto. > Electra come vide il figlio sedersi e sospirare, si sistemò al suo fianco. Cayle notò che negli occhi della madre c'era rassegnazione e preoccupazione.

< Mamma che sta succedendo? > Cayle la fissava e vedeva per la prima volta una donna con tutte le sue fragilità. 

Sua madre era sempre stata tutta di un pezzo, anche se amorevole e affettuosa nei suoi confronti, non si era mai piegata o spezzata, sembrava che niente e nessuno la potesse toccare o far paura, ma in quel momento di quella donna di acciaio non vi era nemmeno l'ombra.

< Cayle innanzitutto auguri per il tuo compleanno! > Electra nonostante che ormai era da anni che gli raccontava storie sul loro mondo, si rese conto che aveva solo preparato il figlio a quel momento lei non era ancora pronta, e capì solo in quel momento che non lo sarebbe mai stata.

< Mamma guardami, che cosa centra ora il fatto che oggi compio 18 anni? > Cayle non riusciva a capire se la madre gli stesse rispondendo o se stesse divagando nella speranza di riuscire a non rispondergli.

< In tutti questi anni ho sempre sperato che tu non fossi come me o come tuo padre, speravo che ti capitasse il fato di mia sorella, quello di essere un comune essere umano, ma ero anche cosciente che tale probabilità era pari a zero. Tu sei sempre stato molto attratto dal mondo delle tenebre e io ho sempre provato a tenertici lontano > per la prima volta Electra stava guardando negli occhi il figlio, mentre raccontava del passato, fino a quel momento aveva sempre guardato fuori dalla finestra, si rese conto che lo faceva solo per proteggersi.

< Ecco perchè quando ero piccolo non mi hai mai risposto alle domande che ti ponevo! Eri sempre evasiva! Ma cos'è cambiato? Ad un certo punto, quando avevo 15 anni hai iniziato a raccontare > Cayle era sempre più confuso, ma sapeva che finalmente sarebbe riuscito a completare tutti i buchi del puzzle.

< A 15 anni i primi sintomi si sono manifestati, ma tu ovviamente non te ne sei accorto. A quel punto ho sperato fino ad oggi che tu fossi stato come me, un Cacciatore. > 

Cayle la interruppe < Aspetta! Cosa? Quali sintomi? Sono un cacciatore? E perchè non volevi che io diventassi come te o papà? > era sempre più confuso, ma voleva risposte, dopo quello che era accaduto nel suo bagno quella mattina, non era più disposto a restare all'oscuro dei misteri di famiglia.

< Cayle non sei un Cacciatore! E mi auguravo che non fossi come noi perchè ti avrei saputo al sicuro. Per quanto riguarda i sintomi, che è accaduto sta mattina per correre a perdifiato tutto spaventato? > Cayle si accorse che la madre era tornata in se, era di nuovo la mamma indistruttibile di prima.

< Nello specchio del bagno ho visto una cosa strana! Sul mio pettorale destro è comparso un simbolo! E poi...>  Cayle iniziò a sudare freddo, la madre era diventata troppo seria e per esperienza quando assumeva tale espressione, la situazione era seria e non c'era nulla su cui scherzare. 

< Fammi vedere il simbolo! > gli ordinò Electra

< Questo è il simbolo di ciò che sei! Tu sei un guardiano delle tenebre come tuo padre

< Questo è il simbolo di ciò che sei! Tu sei un guardiano delle tenebre come tuo padre. I Cacciatori hanno tutt'altro simbolo e lo diventano verso i 15 o 16 anni. Tu a tale età iniziasti ad avere dei sintomi. Un pomeriggio stavi giocando in giardino e una fata ti si avvicinò, tu non l'hai vista ma l'hai percepita. La fata stava provando a rubarti l'anima, corsi in giardino con la spada angelica per ucciderla, ma non feci in tempo, tu già te ne eri occupato l'avevi disintegrata col tuo mana. >

< Cos'è il mana? > Cayle non sapeva se essere spaventato o felice.

< Il Mana è l'emanazione della forza interiore di una persona. Il mana si alimenta con la forza vitale. Se un essere umano usa il suo mana può morire solo i guardiani ne hanno illimitato e lo possono utilizzare come vogliono, tu quel giorno lo hai trasformato in una spada d'aria con essenza angelica, fu la stessa cosa che fece tuo padre la prima volta che ci incontrammo, la polvere d'argento > Cayle scattò sulla sedia, i muscoli gli dolevano per la tensione.

Non ci poteva credere era un guardiano proprio come suo padre, ma se il mana per loro era infinito, com'era possibile che suo padre era morto quando lui era piccolo?

< Ma papà è morto! Come? > Cayle le dava le spalle non riusciva a chiederglielo guardandola in volto, sapeva che tale domanda le avrebbe arrecato un dolore immenso, per quello in tutti gli anni della sua vita non glielo aveva mai domandato.

< I guardiani devono mantenere l'equilibrio tra il bene e il male, devono tenere in equilibrio il mondo delle tenebre e il mondo degli umani, nessuno dei due mondi dev'essere soffocato dall'altro. Tuo padre è morto per salvare noi. Ti ho raccontato della mia ultima missione, ma tuo padre non si poteva ritirare, un guardiano non smette mai di essere un guardiano. Fino a che i tuoi giorni termineranno, figlio mio, tu da oggi sarai per sempre un guardiano.> Electra si avvicinò a suo figlio alle spalle e dopo avergli dato un bacio sulla testa continuò. 

< Dopo la distruzione di quel laboratorio per molti anni l'equilibrio restò stabile, ma il male non dorme mai. La vendetta si dice che va servita fredda. I seguaci di quei pazzi del laboratorio vennero a cercar vendetta ed entrarono in casa, volevano ucciderci, io combattei affianco a tuo padre nonostante fossi incinta, ma non potevo dare il massimo dovevo curarmi anche del fatto che tu non subissi colpi. La lotta non fu chissà che, ma uno riuscì a lanciare un coltello colpendomi alla gamba, lì per lì non me ne curai una ferita del genere in pochi giorni sarebbe guarita, ma l'indomani mattina la mia gamba era completamente  nera e il nero stava salendo verso la pancia, verso di te. Io ero agonizzante quel nero mi stava risucchiando la vita. Il coltello scoprimmo dopo che era imbevuto di una mistura di veleni, sangue di fata e saliva di vampiri.>

< Ma sei viva e pure io, come ci ha salvati? > Cayle aveva gli occhi lucidi, aveva più o meno capito come il padre aveva fatto, ma voleva la conferma o magari desiderava sbagliarsi. 

< Il mana è illimitato per voi guardiani se lo usate per mantenere l'equilibrio, ma se lo usate egoisticamente, usate la vostra stessa forza vitale. Tuo padre debellò dal mio e tuo corpo la macchia nera infondendoci il suo mana.> a quel punto Cayle crollò a terra tra le lacrime 

< Si è sacrificato! > iniziò a tirar pugni al pavimento, il dolore era insopportabile il suo cuore grondava sangue.

< Ti ha salvato la vita, io stessa lo pregai di fermarsi di non sacrificarsi, ma lui mi disse che la sua vita eravamo noi due e la sua vera morte sarebbe stata se noi due fossimo morti > ora anche Electra stava piangendo, si abbracciarono.

Quando la calma fu un po' recuperata e le lacrime cessarono la loro discesa si alzarono da terra, a quel punto a Cayle restava solo una domanda da porre alla madre.

< Mamma, dimmi la verità, i guardiani sono bene o male?>

< Anch'io molto tempo fa feci la stessa domanda a tuo padre > si voltò a guardare suo figlio, era molto simile fisicamente al padre e anche in molti tratti del carattere, ma le debolezze che il figlio aveva erano le sue, le aveva ereditate da lei.

< Gli chiesi se io ero il bene o il male! La sua risposta fu "In ognuno di noi c'è sia il bene che il male! Siamo noi a scegliere a quale dei due appartenere. E ciò si capisce non solo dai gesti e atti che si fanno, ma anche dall'animo della persona". > Electra fece una carezza al suo ragazzo prima di recarsi verso la sala dove vi era una piccola libreria.

< Mamma, ho deciso! Io voglio adempiere al mio dovere scegliendo il bene, ma ti prego quando vedrai la mia strada perdersi, aiutami a riportarla alla luce > disse solennemente Cayle

Electra sorrise, si suo figlio ormai era un uomo e un uomo forse, no sicuramente, migliore di lei e magari addirittura migliore del padre.

< Con immenso onore accetto.  E ora tieni questo è il regalo per i tuoi 18 anni da parte di tuo padre, mi chiese di dartelo nell'eventualità che tu fossi diventato un guardiano. E' un libro dove vi è scritto di tutte le creature delle tenebre e relative cose attinenti, ad esempio i loro attacchi, le armi per sconfiggerle. Ma tuo padre ci ha scritto molto anche sui poteri dei guardiani e tutto ciò che li riguarda. > Electra consegnò il libro al figlio che lo prese con mani ferme, fino a poco prima si aspettava che lo avrebbe preso con mani tremanti e invece....

Si rese conto che una nuova generazione stava sbocciando e che tale generazione non solo sarebbe stata migliore della precedente, ma che sarebbe stata destinata a grandi cose. 

 

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