Le regole dell'amore (in revisione)

di ScarletRouge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La mia pelle brucia. 

Sto perdendo lentamente il controllo del mio corpo. I suoi tocchi fanno bruciare la mia pelle nuda. Li sento vividi, espandersi su tutto il mio corpo. Questa sensazione, dolce e travolgente allo stesso tempo, mi sta facendo impazzire. La mia mente è offuscata dall’estasi per poter capire che cosa mi stia succedendo.

Eppure so cos'è.

Le sue mani, lentamente stanno accarezzando i miei fianchi. In pochi secondi saliranno lungo il mio torace, e si posizioneranno sui miei seni. Afferrandoli con grande impeto. Poi poggerà, umide labbra che bruceranno, più delle sue mani.

A quel punto, gemerò e lui si posizionerà sopra di me, e mi rivelerà un sorriso vittorioso, e avvicinandosi al mio orecchio destro, sussurrerà:

«Ti farò mia, Vedi,non sono così disgustoso, come fai credere» poi il buio.

Il suono fastidioso della sveglia, mi tirò fuori da quell'incubo. Sbuffai infastidita, voltandomi a un lato del mio letto. Ultimamente i miei sogni, erano disturbarti dalla presenza di quel deficiente. Vorrei tanto sapere, a cosa pensava mia madre quando ebbe la brillante idea di venire qui, in questo paesino.

Mi mancava la mia amata Londra. I suoi odori, l'aria, che si respirava a Londra, era quasi magica. Invece qui mi sembrava tutto così buio, mi sentivo scaraventata in una realtà che non mi apparteneva. Una realtà in cui non volevo esserci.

Erano passati tre anni, da quando mia madre si era separata con mio padre. Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, i litigi a casa mia erano all'ordine del giorno. Poi un giorno, la mamma trovò papà, con la sua segretaria. Un cliché il capo e la sua segretaria.

Mia madre, soffrì molto, per questa separazione anche se non voleva ammetterlo per paura di farmi soffrire. Poi un giorno conobbe Massimo, il suo attuale compagno. Quest'uomo era gentile, per quanto né sapessi , sua moglie era scappata con il suo migliore amico.

Buffo no? Credo che se mio padre avesse conosciuto questa donna sarebbero andati molto d'accordo. L'unica pecca di questa unione, era suo figlio, il maggiore, Matteo. Aveva anche un' altro figlio, il piccolo Giorgio. Lui era l'opposto di suo fratello, era un amore di bambino aveva solamente cinque anni ma era così maturo per la sua tenera età. Invece Matteo era semplicemente un deficiente. Credevo di essermi abituata a questa nuova vita.

E invece no, era colpa sua.

Lui, con quella sua aria da bambolotto, vuoto, con quegli occhi taglienti e beffardi, con quel sorrisetto strafottente. Eppure non capivo cosa voleva da me? Perché mi tormentava? E soprattutto perché doveva tormentarmi anche ne miei sogni? Spalancai la persiana, e guardai il cielo azzurro, mi ero resa conto, che non si trattava di lui, ma di me.

Gli avevo dato, fin troppa importanza, dovevo solo ignorarlo, come avevo sempre fatto. Mi affrettai a prendere dal cassetto del comodino, la lingerie e cercai di dimenticare questi pensieri. Come ogni mattina, mi ritrovavo a dover aspettare che Matteo si decidesse ad uscire dal bagno.

«Sbrigati, devo preparami» urlai. Stavo iniziando ad innervosirmi, quindi mi venne la brillante idea di aprire la porta. Pessima idea. In un'attimo, mi ritrovai davanti Matteo. Era mezzo nudo o forse era tutto nudo, non lo so. Il mio cervello era andato in standby in quel momento.

Per quanto odiassi ammetterlo, Matteo era un bel ragazzo. Ma non il solito ragazzo alto, moro e bello. Aveva un qualcosa che lo distingueva, forse erano i suoi occhi verdi, o quel suo sguardo che ti faceva sciogliere.

«Finalmente ti sei decisa? Potevi dirmelo»

«Dirti cosa?»chiesi confusa.

«Fare sesso in un bagno non è molto comodo sai?» Iniziò a ridere. Avevo capito che la situazione si stava facendo alquanto imbarazzante, per me. Quel sorriso, sembrava tanto malizioso quanto beffardo.

Mi voltai, dandogli le spalle, sentendomi il viso avvampare. Si avvicinò pericolosamente al mio orecchio e mi sussurrò:

«Ho finito, piccola Haz. Il bagno è tutto tuo» mi leccò l'orecchio, ed uscì dal bagno. Ero rimasta pietrificata, questo ragazzo aveva la capacità di mandare in subbuglio tutta la mia razionalità.

Lo odiavo.

Dopo essermi lavata, rientrai in camera mia, ricordandomi di prendere i quaderni che avevo lasciato sopra la scrivania. Mi diedi un'ultima specchiata, non andavo male, se non fosse per miei capelli. Li avevo sempre odiati, ogni volta che l'aria era umida i miei capelli passavano da un liscio, ad un ondulato crespo.

Ed oggi era una di quelle giornate, per quanto riguardava il mio corpo avevo più o meno un buon rapporto. Anche se a volte tendevo ad avere una bassa autostima.

«Hazel, la colazione, è pronta» urlò mia madre dall'altra parte. Non avevo fame, quindi salutai e uscì di fretta, passare altri cinque secondi con Matteo non mi allettava molto. Mi diressi verso la porta, ed uscii in giardino.

«Haz, aspetta andiamo insieme a scuola» quella voce.. Mi voltai, e vidi la mia amica Giulia correre verso di me. La guardai in volto, e scorsi due mostruose occhiaie, gli occhi con venature rosse agli angoli, più giù la bocca che si distorceva in smorfie che dovevano somigliare a degli sbadigli.

«Dormito bene?»chiesi, sapevo benissimo il perché di quelle occhiaie. Diciamo che lei e il suo ragazzo si erano divertiti parecchio la scorsa notte.

«Non puoi immaginare quanto»mi rispose sbadigliando. 

«È inutile chiederti dove sei stata, Michele ha dormito bene?»

«Meravigliosamente»mi rispose accennando un sorriso, la invidiavo, anch'io avrei voluto avere un ragazzo come il suo, carino con quel sorriso.. Maledizione, lo stavo facendo ancora! Stavo di nuovo pensando a lui! Senza farmi accorgere da Giulia mi diedi un pizzicotto.

Eh basta! Esclamai nella mia mente.

«Diventerai una rincoglionita se continui a pensare a lui»mi disse lei divertita. «

Che diavolo stai dicendo?»

«Pensi a Matteo no? Haz, le cose fra voi due,come vanno?» Mi chiese in tono serio.

«Male»Sospirai

«Che vuoi dire?»

« Non lo sopporto proprio, mi dà su i nervi»

«Non è che ti piace un po'?»

«Assolutamente NO»Risposi infastidita.

«Va bene, va bene calmati era solamente una supposizione»

«Non è così!» esclamai ancora più infastidita, non mi piaceva Matteo. Eravamo come l'acqua e il fuoco, eppure non riuscivo a non pensarlo, chiariamo non ero innamorata o robe simili, no, non potevo esserlo di lui.

«Stai davvero deludendo le mie aspettative»mi disse ad un tratto

« Come scusa? »

«Hazel, cara ingenua Hazel,quando siete vicini create questa sorta di palpitazione sessuale, come fate a trattenervi dal saltarvi addosso?»

«Giulia!» la interruppi, diventai rossa come un pomodoro.

«Andiamo, sanno tutti che Matteo vorrebbe sbatt..»

«Giulia ora basta»Urlai ancor più imbarazzata, mentre lei scoppiò a ridere.

«Tranquilla Haz, so bene che reputazione ha, non permetterò che ti ferisca» Quella frase era stata molto confortante, più di quanto lei potesse pensare. «

Sul serio, devi stare tranquilla fra me e lui non c'è nulla»risposi non tanto convinta.

«Sono già le otto e quindici, sbrigati, altrimenti arriveremo in ritardo come al solito»Giulia mi afferrò per un braccio.

Ci avviammo verso l'entrata della scuola. In lontananza si vedevano due figure, evidentemente non eravamo le uniche in ritardo. Man mano che mi avvicinavo all'entrata, le figure, si facevano sempre più familiari.. Era Matteo e..non era possibile..perché proprio con lei?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Perché la stava baciando? Perché stava baciando Federica? E allora? Cosa poteva importarmi? Per quanto mi riguardava, Matteo poteva baciare chi voleva, a me non importava niente. E allora perché mi ero allontanata in quella maniera dopo aver visto quell'assurda scena?

Rimasi appoggiata alle sbarre del cancello della scuola, mentre Giulia mi supplicava di entrare in classe. Avevo lo sguardo rivolto verso il vuoto. Irritata tirai un calcio provocando un fastidioso rumore.

« Al diavolo Matteo e quella sciacquetta»sibilai a denti stretti.

«Cosa sta succedendo qui?»perfetto, mancava solo lui.

«Ci scusi professore, oggi Hazel non sta tanto bene»

«Non è un buon motivo per prendere a calci il cancello della scuola»

«Che palle»

«prego?»

«Mi sono rotta, di dover essere sempre buona ed educata. È colpa di quel deficiente» Avevo preso nuovamente, a calci il cancello, sotto gli occhi increduli del professore.

«Signorina venga con me, mentre lei, signorina Milani, lei vada pure in classe»

Mi aveva portata dalla preside, la giornata non poteva andare meglio. La preside si limitò a farmi una ramanzina, dicendo che non avrebbe chiamato mia madre, perché avevo avuto sempre una buona condotta, e mi spedì in classe.

Prima di rientrare in classe, andai in bagno per rinfrescarmi le idee, quando uscì mi ritrovai di fronte Matteo. Esitai, poi tirando un lungo respiro, mi avvicinai e, indifferentemente gli passai accanto ignorandolo totalmente.

<< Hai intenzione di essere così per l'Intera giornata? >> chiese lui secco. Io non risposi facendo finta di non aver sentito. “Che intende dire?” mi chiesi. << Sto parlando con te! >> esclamò tirando una leggera pedata al muro facendomi sobbalzare. Lo ignorai. 

« È soltanto questo che sai fare? Scappare?Che cazzo ti prende?»

"E tu perché hai baciato quella stronza?" Okay, non glielo dissi. Non glielo potevo. Se quelle parole uscivano ben scandite dalla mia bocca, gli avrei fatto capire che ero gelosa. E io, non lo ero! Mi limitai a non rispondere.

<< Vuoi rispondermi? >> continuò lui indurendo la voce

<< odio quando le persone fanno così, mi stai innervosendo con il tuo atteggiamento da viziata! >>

<< Ok, adesso basta!Vieni con me»Mi afferrò per un braccio e mi trascinò nel bagno dei ragazzi.

<< Che ti prende? >> gli chiesi «Perché hai preso a calci il cancello? Non è da te signorina perfettina»

<< È colpa tua! Sei tu, che mi fai innervosire! Tu e i tuoi modi di fare! Per non parlare di quell’altra… mmmh! Chi cavolo si crede di essere?»

«Bene, bene la piccola Hazel è gelosa» Si avvicinò pericolosamente a me, mi aveva intrappolata con il suo corpo. Potevo sentire il freddo delle piastrelle contro la mia schiena. Avevo il corpo irrigidito, iniziai a sentire qualcosa premere contro il mio basso ventre, quello che mi stava capitando era un atto di perversione! Finalmente mollò la presa, iniziai a tremare non per la paura, ma di rabbia.

<< Che diavolo stai facendo? >> non gli diedi neanche il tempo di rispondere che provai a sferrargli uno schiaffo, ma lui fu abile e mi afferrò il polso prima ancora che la mia mano potesse poggiarsi violentemente sul suo faccino.

Mi guardò con quel suo solito sorriso beffardo e senza lasciarmi il braccio, si avvicinò al mio viso e mormorò:

<< Non farlo piccola Haz, non ti conviene >> I battiti del mio cuore iniziarono ad aumentare talmente forte, che il mio cuore sembrava volesse fuoriuscire dal mio corpo.

«Ho una proposta»

«Non ho intenzione di ascoltarti» gli risposi secca.

 

«Voglio fare sesso con te» rimasi sconvolta, disgustata per chi mi aveva presa?

<< Per chi caspita mi hai presa? Come ti permetti? Che cosa sei, un maniaco, un pervertito?>>

<< Perché ti scaldi tanto? >>chiese lui.

Non potevo vedere il mio volto, ma sapevo già che la mia faccia si era arrossata, perché mi sentivo avvampare dalla rabbia.

«Non sono come quelle che ti porti a casa, non sono quel tipo di ragazza che va a letto con chiunque»

Lui divenne serio, poi ancora quel sorriso.. scoppiò in una risata fastidiosa per le mie orecchie. “E adesso che aveva da ridere?” ontinuò a ridere, come se quello che avesse detto era la cosa più buffa del mondo.

<< Non c’è niente da ridere! >> esclamai.

«Ti propongo qualcosa che potrebbe servire ad entrambi, come ho già detto voglio fare sesso con te»

«Tu sei malato!»gli urlai contro ed uscì da quel bagno. Andai in classe, decisamente sconvolta, come aveva potuto chiedermi di fare certe cose... Subito dopo un paio di minuti entrò anche Matteo, mi fissava, come se aspettasse un mio gesto, una mia risposta.

Si era fatto delle idee sbagliate, non sarei andata a letto con lui nemmeno se mi avrebbero pagata. Durante l'intervallo insieme ad i miei amici, ci sedemmo sul muretto della scuola.

« … enti?..Mi senti Haz? Terra chiama Hazel»

«Si, si Dani, che c'è?» «È da quando sei rientrata in classe che sei strana, che succede?»Come potevo non esserlo, Matteo, era serio quando mi ha proposto quella cosa? Oppure..Ma a che diavolo stavo pensando? Io non farò nulla con quel deficiente.

«Anche Matteo sembrava strano, è successo qualcosa in casa?»Chiese Chiara.

Lei era la ex fidanzata di Daniele. Questi due cretini, si amavano ancora ma entrambi erano cocciuti ed orgogliosi. Si erano lasciati per quella stronza di Federica.

Sì, quella che poco prima stava asportando le tonsille a Matteo. Questa ragazza aveva la mania "dei fidanzati", tutta la scuola conosceva per le sue "grandi doti". Anche lei frequentava la nostra classe, un giorno ci aveva provato anche con Michele, il ragazzo di Giulia.

Lo aveva visto quando era venuto a prendere la mia amica, cinque minuti dopo si stava strusciando su di lui, sfortunatamente per lei arrivò Giulia, che quasi finiva a rissa. Lui non andava nella nostra scuola, praticamente non andava da nessuna parte, aveva finito la scuola da un po'. Michele è un bravo ragazzo, diciamo che lui era il fratello maggiore, un po' di tutti. Sospirai.

«Nulla» risposi, cercai di rilassarmi, non potevo continuare a stare in quel modo.

<< Che schifezza! >> quella voce stridula potevo riconoscerla fra mille. «Scusa Federica, ce l'hai con me?»

«Lo sapevo che sotto sotto...»

<< Sotto sotto, cosa? >> le chiesi innervosendomi.

<< E lo chiedi anche? Fai tanto la santarellina e poi? Quando tu e Matteo, siete a casa scopate? Ma complimenti »rimasi pietrificata, non era vero.. «Adesso sanno tutti il motivo per cui sei strana, me lo ha raccontato Matteo»Non riuscivo a credere alle mie orecchie.

Perché? Continuavo a chiedermi nella mente. Che razza di calunnia aveva inventato quel bastardo, e perché l’aveva fatto? Forse per vendicarsi? No, non era possibile non sarebbe arrivato a tanto.

«Non è vero!»ribattei alzando la voce. Quello che uscii dalle labbra della stronza, fu più doloroso di quanto avrei mai potuto immaginare. Rimasi impietrita a guardare lei e le facce sconvolte dei miei amici..

«Vi giuro che non è vero» iniziai a tremare, Giulia si avvicinò per rassicurarmi, non servì a molto.

«Guarda che non fa niente se andate a letto insieme» disse ad un tratto Lorenzo, lui era il ragazzo per cui avevo una cotta, siamo usciti un paio di volte insieme. Poi avevamo capito che potevamo essere solo amici. Federica continuava a sghignazzare, a fare smorfie disgustate e ad offendermi. Ma tutto questo non mi scalfì.

Volevo solo una cosa: PICCHIARE A SANGUE QUEL DEFICIENTE.

Senza aggiungere altro mi allontanai da quella strega e dai miei amici, non ascoltando la voce di Giulia che mi chiamava invano. Iniziai a guardarmi intorno nel tentativo di scorgere quel maledetto.

Alla fine lo trovai a chiaccherare con una delle sue ochette. Lo guardai sottocchio. Mi vide e tutto sorridente abbandonò quella stupida con cui stava parlando.Mi mise una mano sulla spalla, pensava sicuramente che avevo accettato la sua proposta.

<< Togli quella mano >> mormorai fredda.

«Cosa?» << Ho detto togli quella mano! >> ripetei alzando la voce.

«Ti sei offesa?Perchè?»

<< Hai anche il coraggio di chiedermelo? Ti darei un pugno»

« Ma che diavolo stai dicendo? >>

<< Io… io mi chiedo perché… >> continuai dando anche spazio alle lacrime che bruciavano per essere state trattenute da ore

«Perché l’hai fatto?»

<< Cazzo, ti vuoi spiegare?! >> esclamò lui innervosito, afferrandomi le spalle.

<< Non mi toccare! >> urlai, svincolandomi bruscamente. Lui non si arrese, mi afferrò il braccio stringendolo e ordinandomi di spiegargli.

<< Sei un bastardo Matteo Perché hai detto a Federica, che andiamo a letto insieme»

<< Che cosa?!? >> chiese lui allibito mollandomi il braccio

<< Cosa avrei detto io?»

<< Adesso fai anche il finto tonto? Mi fai schifo! >> gli urlai spingendolo, e cercando di colpirlo sul petto, ma lui mi fermò bloccandomi i polsi con una forte stretta. Mi guardò con occhi che non avevo mai visto.

«Sei una cogliona, io non ho detto niente a nessuno. Credi a lei, piuttosto che a me» mi disse mollando bruscamente la presa.

«Allora perché lei..»

«Lascia perdere»Mi guardò deluso e se ne andò, lasciadomi sola come una cretina. Ero io la vittima non lui, cosa voleva significare il suo sguardo? Forse mi era sfuggito qualcosa?

 

 

 

*Angolo Scarlet*

Prima di tutto GRAZIE PER LE VISUALIZZAZIONI!

Poi, poi..spero che anche questo capitolo possa piacervi, come avevo già detto chiunque voglia recensire, accetto anche consigli per migliorarmi nella scrittura!

Grazie ancora e alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Io e Matteo non ci parlammo per tutto il giorno, non mi aveva rotto le scatole nemmeno per tornare a casa insieme.

 A pranzo non si era fatto vivo, dicendo che sarebbe stato da un suo amico. Poi durante la cena, non mi tolse gli occhi di dosso, e sapevo perché. Tagliavo la carne maneggiando il coltello tipo sega elettrica. Dovevo sfogarmi, e l'unica cosa che potevo fare era torturare quella povera carne.

« Hai intenzione di rompermi la porcellana» chiese mia madre, guardandomi sottocchio.

« No,sto mangiando! » risposi gettando le posate sul tavolo.

« No, non stavi mangiando. Stavi esercitando su quella povera fetta un’autopsia, si può sapere cos'hai?»rimasi in silenzio, il mio sguardo passò da mia madre a Matteo.

«È stata una giornata proprio di merda»

«Matteo! Non usare questo linguaggio davanti tuo fratello» urlò Massimo contro suo figlio.

«Mi avete rotto le palle, sono stufo di voi» urlò sbattendo le mani sul tavolo, rimasero tutti in silenzio. Ci fu un'attimo in cui i nostri sguardi si incociarono, ma il suo era rimasto gelido e senza aggiungere altro andò a rinchiudersi nella sua camera.

Passò circa un'oretta. Mi ero rinchiusa anch'io nella mia camera. Cercai di studiare qualcosa ma non ci riuscivo, i miei pensieri erano concentrati su quello che era accaduto a scuola. E se Federica si era inventata tutto? Dovevo parlare seriamente con Matteo, così decisi di alzarmi e andai in camera sua. Entrai senza bussare.

«Matt..» si era addormentato.. Mi avvicinai richiamandolo, ma qualcosa su di lui catturò la mia attenzione. Fu la sua espressione stampata sul volto. Mi sedetti sulla poltroncina di fronte a lui e lo guardai concentrata. Quando dormiva sembrava diverso, quasi spensierato. Scesi con lo sguardo fermandomi sulle sue labbra dischiuse. Le fissai intensamente, non accorgendomi che mi ci stavo avvicinando. Mi accorsi di aver intensificato il respiro, una forte ansia, iniziò ad invadere il mio corpo, e anche un formicolio al basso ventre si fece sentire.

Quando mi accorsi che mi ero avvicinata troppo a lui, indietreggiai, e tirando un lungo respiro, mi alzai, ma subito fui bloccata da un braccio, trasalii guardando verso il basso. Matteo mi teneva il polso, mi guardava con lo stesso sguardo di questa mattina, era sicuramente ancora arrabbiato. Ma quella che doveva esserlo ero io non lui.

«Che vuoi? Non vorrei che domani dicessi a tutti, che ti ho violentata»Lui mi lasciò il polso, si alzò e si mise di spalle

«che cavolo stai dicendo?»ribattei innervosita. Lui si rigirò e mi ignorò. «Matteo vorrei capire il perc..»

«Quella ti odia okay? Stava dicendo delle cattiverie su di te, ed io le ho detto solamente che non sei quel tipo di ragazza e per quanto mi sia sforzato, non sono riuscito nemmeno io a portati a letto» Non sapevo se offendermi o ringraziarlo.

«Mi hai difesa in un certo senso?»

«Sì» Mi sentii un idiota, forse in fondo questo ragazzo non era poi così male, tralasciando la parte in cui voleva portarmi a letto..non era poi così stronzo Mi guardai in torno, ora che ci pensavo questa era la prima volta che entravo in camera sua. Era disordinata, del resto non potevo aspettarmi altro da Matteo. Sul suo comodino aveva delle sue foto da bambino, era piuttosto carino. Aveva anche una foto insieme al piccolo Giorgio e poi.. vidi una foto che mi incuriosì, mi avvicinai per vedere meglio. Era Matteo..con una donna..chi poteva essere?

«È bella vero?»disse

«Si..chi è?»

«È mia madre»Lo guardai scioccata. Che diavolo stava dicendo, non poteva essere sua madre. Massimo una volta per sbaglio ci mostrò la foto della sua ex moglie e di certo non somigliava alla donna della foto.

«Come fa ad essere tua madre se tua ma..»

«Quella donnaccia, è la madre di Giorgio. Abbiamo madri differenti» rimasi senza parole.

«Non guardarmi così, pensavo che tua madre ti avesse raccontato la storia tragica della mia vita»

«N..no non sapevo nulla»

«Adesso lo sai» in quel momento capì perché si comportava in quel modo, ma la mia vera domanda era un'altra, dov'era sua madre?

«Senti.. Matteo..tu..tua madre dov'è adesso?»Mi guardò e tornò a sedersi sul suo letto. «

È morta»Non sapevo che dire o fare, ci rimasi male, per lui non doveva essere facile parlarne.

«Non fare quella faccia, tranquilla okay?» annuì senza aggiungere altro.

«È strano»

«Cosa?» Gli chiesi

«Io e te che parliamo, senza litigare»gli sorrisi, in effetti era vero. L'atmosfera si era fatta piacevole, per la prima volta cominciai a conoscere il vero Matteo.

«È morta quando avevo dieci anni, aveva una malattia»Stranamente si stava aprendo a me, forse pian piano si sarebbe fidato.

«Quando l'abbiamo scoperto era ormai troppo tardi, la sua malattia era in uno stadio avanzato»mentre lo raccontava gli iniziò a tremare la voce. Mi avvicinai a lui e gli poggiai una mano sul suo viso.

«Lui lo sapeva, per questo lo odio»

«Chi lo sapeva?»chiesi

«Mio padre, lui sapeva e non ha fatto nulla per non portarmela via»

«Tradiva mia madre, con quella donna capisci?»Non sapevo cosa fare, era una questione delicata e l'unica cosa che mi venne in mente fu quella di abbracciarlo.

«Allora non sei solo uno stronzo, anche tu hai un lato umano» Ci guardammo negli occhi, poi lui sussurrò:

«Possibile che debba sempre iniziare io? Non mi basta questo abbraccio» Non ebbi neanche il tempo di comprendere quella frase che mi tirò buttandomi sul letto e mettendosi a gattoni su di me. Mi bloccò le braccia con le sue, e con lo sguardo scese sul mio petto.

«C-che ti prende?»balbettai «Non scherzavo oggi..voglio farlo con te»

«Che cavolo dici?» ribattei innervosita.

«Voglio fare sesso con te, andiamo so che ti piaccio. Non sarà una cosa ufficiale, non saremo fidanzati o cose del genere, faremo sesso come e quando vogliamo. Che ne dici?» “Non potevo crederci! Era veramente impossibile!”. Strinsi i pugni dalla rabbia. mi alzai dal letto e mi recai alla porta evitandolo. Era l’unica cosa da fare, se non volevo peggiorare la situazione. Venni bloccata un’altra volta dalla sua presa, mi girai di scatto guardandolo male, lui mi poggiò la sua mano lungo i miei fianchi. Strinsi gli occhi dal piacere che mi provocò il suo tocco.

«Perché ridi?»

«Dì la verità..ti stai eccitando?» «Cosa?! » “Rimangio immediatamente tutto quello che avevo appena detto! Matteo era solo un bastardo pervertito!” «no..no.. no.. va bene scusa, ti va di riprovare?»Mi ero seduta sul suo letto,volevo dargli il beneficio del dubbio.

«Sai perché mi comporto così?» Odiavo queste stupide domande,era ovvio che gli avrei risposto di no.

«Perché sei un coglione?»

«Potresti farmi parlare due minuti senza insultarmi?»Mi chiese, stava cercando di rimanere calmo.

«Va bene, parla» «Ricominciamo,sai perché mi sono arrabbiato con te? - Mi domandò di nuovo.

«No» risposi

« bene, mi comporto così con te perché..tu mi dici sempre la verità, ogni volta che mi comporto da coglione» Sarebbe stato cattivo da parte mia dire "Sì è così, ho ragione io"?

« Tratto male Federica e altre ragazze» stava ammettendo le sue colpe? Si avvicinò e si mise accanto a me.

«Perché?»gli domandai

«Non lo so... è una specie di vendetta personale, capisci? Sono stato tradito in passato, sono stato tradito da mio padre, sono stato tradito sempre. Ora non amo, ho chiuso con queste cose. Non voglio mai più sentirmi così fragile e vulnerabile. Mi vedi no? Ti sembro così?» si posizionò davanti a me e continuò:«non permetterò a nessuno di ridurmi di nuovo uno straccio, io non sono debole» concluse sedendosi di nuovo accanto a me.

«Perché dici tutte queste cose a me?Perché?»

«Non lo so, non lo so proprio, è successo e basta» Ci pensai, forse in fondo tenevo molto a lui e vederlo così indifeso mi si strinse il cuore. Così decisi di fare qualcosa che sicuramente avrebbe danneggiato me..

«Matteo?»

«Si?»

«Voglio che noi due facciamo..quello..» Rimase in silenzio, io non riuscivo ad aprirmi con lui, avevo davvero paura, non di ferirmi, ma di ferirlo. Non ero mai stata brava nel relazionarmi con i ragazzi.

«Non sono bravo con le smancerie, ma vorrei davvero che mi aiutassi a cambiare. Stabiliamo delle regole, accetti le mie condizioni?»

«Va bene» Non sapevo nemmeno io in che guaio mi ero cacciata..

 

 

 

Ciaooo a tutti! Volevo augurarvi buon annoo!

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, come sempre per chi volesse darmi dei consigli o farmi notare degli errori, sono sempre aperta per migliorarmi.

Dal prossimo capitolo la storia si farà più interessante ;)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


«Matteo?Sei tu?»chiesi mettendomi a sedere sul letto.

«Vieni con me, devo dirti una cosa» mi alzai e lo seguì.

«C-cosa devi dirmi?» chiesi, lui non mi rispose e mi fece segno di entrare in camera sua. Mi lasciò la mano, si volse lentamente verso di me e iniziò a guardarmi dalla testa ai piedi.

«Allora?» chiesi ancora.

«Aspetta che accendo la luce»continuai passandogli di fianco per recarmi all’interruttore. Matteo mi afferrò il polso e mi fermò mettendomi di fronte a lui.

«Al buio è più romantico, non trovi?»Lo guardai esterrefatta. “Che… sta facendo?”, poi con un colpo solo si tolse anche la maglietta rivelando i suoi pettorali, gettata la maglia per terra, portò le mani alla cinta dei pantaloni del suo pigiama.

«M-Matteo che stai facendo?»chiesi mettendomi di spalle e coprendomi il volto con le mani. Mi sentii percorrere la schiena da un brivido mai provato prima. Scoprii gli occhi dopo aver sentito dentro di me un colpo secco al cuore. Matteo mi afferrò i fianchi e premette il suo membro contro il mio fondoschiena. Trasalii sentendomi ardere il collo, da baci bollenti.

«Matteo?» «shh, lascia fare a me» sussurrò ansimando e girandomi verso di lui. Con le mani, che fino a quel momento mantenevano i fianchi, salì afferrando i lembi della maglia intrufolandole sotto. Anche il suo tatto ardeva, mi strinse i fianchi, poi continuò lentamente il suo cammino, con le dita sfiorò la schiena raggiungendo il gancio del reggiseno. Un tic! Riecheggiò nell’aria mescolandosi ai nostri ansimi che erano diventati il doppio. Io tremante, avevo poggiato le mani sulle sue braccia scolpite e gliele strinsi.

Non capendo per quale motivo glielo stavo permettendo. Le sue mani si divisero: una rimase sulla schiena e l’altra spostò la coppa e afferrò il mio seno con desiderio. Un gemito non controllato, uscì dalla mia bocca. Alzai il capo incrociando gli occhi penetranti e sensuali di Matteo. Mi baciò bloccando i mei e i suoi ansimi, poi piano piano mi fece stendere sul letto, mettendosi su di me. Mi sollevò la maglia e il reggiseno, mi accarezzò il petto e poi con le dita scese giù fin sotto la pancia, piano piano intrufolò la mano all'interno dei miei pantaloni. In quel momento, potei finalmente dare un nome a quello che stavo intensamente provando: PIACERE.

Gemetti ancora, sentendomi premere nell’intimo. Matteo mise un ginocchio fra le mie gambe dividendomele per unire le sue fra le mie.

«M-Matteo che..?»chiesi quasi con un sibilo soffocato dal piacere.

«Ancora non hai capito?»rispose facendo giocare la sua lingua sui miei seni.

«Abbiamo un accordo no? Ti farò mia, sentirai talmente piacere che ti farò miagolare come una gattina»

«Non sono pronta..Matteo..per favore..»

«Haz, non farmi aspettare ancora» mi interruppe poggiando il suo membro sul mio intimo...poi il buio..ed un rumore fastidioso, era come se stesse suonando una sveglia..

«LA SVEGLIA..CAZZO..» esclamai alzandomi di scatto. Sbattei le palpebre lentamente cercando si capire la situazione. Mi guardai intorno smarrita… Quel rumore continuava ad infastidire le mie orecchie, guardai il comodino e mi accorsi che era la sveglia. La presi spegnendola e abbassai il capo assonnata. Quella piacevole situazione non era stata altro che un sogno. Ma come diavolo mi era saltato in mente di sognare una cosa del genere? Dovevo essere stata infettata di perversione da quel pervertito. Però… però, cosa? Torna in te, pervertita che non sei altro!”. Mi alzai dal letto, e mi guardai allo specchio prima di aprire l’armadio

«Sembrava vero» mormorai quasi dispiaciuta.

Quel sogno significava che io desideravo Matteo? Questi furono gli unici pensieri che avevo avuto durante il tragitto casa-scuola. Avevo ignorato Matteo, ogni volta che incrociavo il suo sguardo, il mio volto prendeva fuoco. Quel sogno stava cambiando qualcosa dentro di me, e io non me ne stavo rendendo conto, in verità non me ne volevo rendere conto. E sempre in tal modo, ripensando a quel sogno, mi ritrovai in classe seduta con le braccia appoggiate sul banco e gli occhi concentrati a guardare il vuoto. Qualcosa però mi fece subito ritornare alla realtà.

Vidi davanti a me una cartella blu, volsi lo sguardo alla mia sinistra e vidi Matteo al mio fianco con le braccia incrociate al petto.

«C-che c’è?»gli chiesi sentendo il cuore accelerare, non appena incrociai il suo sguardo penetrante.

« Sei ubriaca per caso?»

«Ma che stai dicendo?»

«Sei tutta rossa, perché non mi hai aspettato questa mattina?» Istintivamente mi portai le mani alle guance sentendole bollenti.

«Allora, dobbiamo far notte?» chiese lui spazientito.

«Ma che vuoi?» ribattei «Non è che tua madre nel latte ti ha messo un po di whisky?»

«Smettila!» Mi guardai in torno e mi accorsi che in classe c'eravamo ancora solo noi due, a quanto pare arrivammo prima di tutti. Arrossii sentendomi imbarazzata fino al midollo. Come un automa mi alzai e cercai di uscire ma l'unica cosa che feci fu cadere addosso a Matteo. Che figuraccia! Come avevo fatto a finire fra le sue braccia... Idiota! Idiota! Idiota!!! Sei proprio un caso disperato! Nemmeno il migliore psichiatra accetterebbe di prenderti in cura!

«Ehi Haz» Mi spostai dal suo corpo, ma come un salame caddi a terra. Lui mi porse la sua mano allungai la mia esitante per afferrarla. Nel momento in cui sfiorai la sua mano, sentii un battito in gola, mi accorsi che il respiro si era fermato per pochi istanti. Quel lieve tocco stava invadendo il mio corpo, scatenando in me, quella sensazione provata per la prima volta nel sogno passato. Iniziai ad ansimare, inghiottendo faticosamente. Lui mi guardava incuriosito, afferrò ancora di più la mano.

«Che… che… che fai?» chiesi balbettando sentendomi avvampare.

«Sei sicura di non aver bevuto?» Ritrassi la mano imbarazzata

«Non dire idiozie!» esclamai. Iniziai a tremare e il respiro diventare sempre più faticoso. Ebbi il bisogno di aria fresca. Velocemente mi recai in bagno, aprii il rubinetto e mettendovi sotto le mani raccolsi l’acqua e me la gettai sul viso. Le gocce a contatto con la pelle che bruciava. Mi guardai allo specchio. «Cosa mi sta succedendo?»sibilai. “Porca miseria! Era solo un sogno!... ma sembrava così reale… possibile che io mi sia…

Suonò la campanella, sospirai cercando di riprendere il ritmo giusto del mio respiro, poi presi due tovaglioli di carta e mi asciugai il viso. Uscii dal bagno e mi recai verso la mia classe. Nel frattempo trovai Matteo che dava le spalle a Federica, quest’ultima gli parlava quasi supplicandolo. Esitai prima di avvicinarmi, non avevo assolutamente voglia di sentire quella scema, purtroppo dovevo muovermi se non volevo arrivare in ritardo alla lezione. Mi avvicinai ma quella stronza di Federica mi vide e iniziò con le sue frecciatine.

«Che ci fai qui? Stavi ascoltando i nostri discorsi?». Non la risposi e continuai a camminare spedita.

« Federica smettila! »esclamò Matteo innervosito

« sparisci! Non abbiamo niente da dirci!» Federica se ne andò facendo finta di singhiozzare, poi mi accorsi che Matteo mi stava guardando. Cercai di non fissarlo, il mio cuore aveva ricominciato ad impazzire.

«Che c'è la mia proposta ti sta facendo impazzire?»chiese beffardo.

«C-come?» chiesi

«Ieri sera, ricordi?» Stavo perdendo la ragione.

«M-Matteo..» dissi tremante di un’inspiegabile sensazione.

«Ti senti male?»

«V-voglio baciarti..»Mi guardò stupito ed in effetti lo ero anch'io, che diavolo mi era preso?

Matteo dopo aver udito quelle parole, mi alzò il mento , mi indusse a dischiudere il labbro inferiore, e mi guardò con quel sensuale sorriso, poggiò la sua bocca, che bruciava, contagiandomi di piacere. La sua lingua si intrufolò ancora, e ancora incontrando la mia, che non si oppose al suo bruciante tocco. Non lo avrei mai voluto ammettere, forse potevo ingannare gli altri, ma non me stessa. Giocare con il fuoco, non era affatto spaventoso, anzi volevo spingermi oltre. Ci staccammo per riprendere fiato, la seconda campanella suonò, segno che era ora di dover entrare in classe.

«Ma sei sicura di sentirti bene?» chiese chinando il capo a un lato e guardandomi sottocchio.

«A-andiamo da qualche parte..v-voglio di più»

«Hazel, siamo a scuola e non possiamo muoverci.. a meno che..» Mi afferrò il braccio e mi portò in un aula vecchia ed inutilizzata. Appena entrati ricominciò a baciarmi con foga, i nostri gemiti riecheggiavano in quella stanza.

«D-dovremmo discutere sulle regole..»mi disse fra un bacio e l'altro.

«Ne parliamo dopo..» Gli levai la maglietta, non era da me, ma dopo quel sogno, il suo avvicinarsi continuamente avevo ceduto..mi vergognavo di me..ma non potevo più farne a meno.

Le nostre lingue danzavano in una danza piacevole, Matteo iniziò a spogliarmi le sue mani mi toccavano in quei posti che solamente i miei sogni conoscevano..

«Che cosa sta succedendo qui!» quella voce..non poteva essere.. «Professoressa non è come pensa lei» si giustificò Matteo.

«ah no? Aspettate che chiami i vostri genitori, poi vedremo»

«Merda..siamo nei guai»Matteo aveva ragione...che diavolo avevo combinato?

 

 

 

 

 

*Angolino autrice*

 

Che ne pensate? Eh? Eh? All'inizio pensavate che stessero facendo PEM PEM verooo? Eh invece..

Come sempre ringrazio chi segue, chi commenta, GRAZIE DAVVERO.

Spero che questo capitolo non vi abbia deluso, alla prossima :)

 


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


*Angolo Scarlet*

Ciao a tutte! Spero che vi stia piacendo la storia di Hazel e Matteo.

Sarò ripetitiva, ma vorrei ringraziare chi legge, chi commenta, chi segue. 

Grazie mille davvero!

Vorrei anticiparvi che dal prossimo capitolo, le cose si faranno più interessanti, scopriremo qualcosa in più su Hazel, quando abitava a Londra.

 

 

 


In due secondi, mi afrettai a raccogliere la maglietta, che Matteo, poco prima mi aveva tolto. Cosa potevo fare? Andiamo Hazel, pensa, pensa a qualcosa...

««Laura, sono giovani cerca di capire»disse una voce al di fuori, era..la voce..del nostro professore di inglese, che figuraccia..

«Luigi è inammissibile! Questi ragazzi stavano procreando, in quest'aula, a scuola»urlò lei

«Ma che caz..» Diedi un pizzicotto a Matteo, il suo linguaggio con le professoresse lasciava parecchio a desiderare. Cosa che gli aveva recato, parecchi guai, per quanto riguarda la sua condotta.

«Ci penso io a loro due. Laura, hai un compito in classe, da far svolgere, hai tuoi alunni no? Va pure» Quella strega della Russo se ne andò brontolando. «Ragazzi la prossima volta state più attenti, la scuola non è un luogo adatto per..»

«Ci scusi professore» risposi mortificata

«Per questa volta non avviserò i vostri genitori, ma al prossimo passo falso sarò costretto ad informarli» Annuimmo e andammo in classe.

Durante tutte le lezioni ignorai Matteo, ero in imbarazzo, questo ragazzo aveva una brutta influenza su di me. Poi suonò la campanella dell'intervallo, Daniele voleva parlarci di qualcosa, così andammo tutti nel cortile. Io mi ero seduta accanto a Giulia e Chiara, mentre Matteo..lui era troppo impegnato a fare il deficiente con Federica.

Pensavo che fosse cambiato qualcosa fra noi due, ma a quanto pare per lui non significava niente. Non potevo pretendere nulla, non era il mio ragazzo, mi maledissi per quello che stavo per fare con lui. Quella scena a cui stavo assistendo, era disgustosa, le sue mani erano ovunque, le stesse mani che poco prima avevano toccato il mio corpo..adesso stavano toccando il corpo di un'altra ragazza.

«Ragazzi vi prego..siamo in un luogo pubblico..»Li interruppe Daniele.

«Che vuoi? Siamo qua no? parla»ribatte Matteo, Dio quanto lo odiavo..

«C’è qualcosa che non va?» mi chiese Chiara

«No, va tutto bene»Continuavo a guardarlo, io e lui non avremmo mai più avuto un contatto fisico.

«Che ne dite se, stasera andassimo da qualche parte? In un pub in centro magari, io e Lorenzo lo frequentiamo molto spesso durante l’inverno» Questa proposta di Daniele non mi faceva impazzire, però avevo bisogno di far svagare la mia mente.

«Io non potrò esserci» aveva risposto quella gallina.

«Io posso chiedere a Michele se può accompagnarci»

«Per me va bene» Matteo mi guardò, cosa si aspettava? Adesso toccava a me, divertirmi.

«Io sono dei vostri» rispose Chiara

«Posso venire a prenderti? Magari prima mangiamo qualcosa» chiese Lorenzo fissandomi.

«Parli con me?»

«Sì» mi rispose, mi prese alla sprovvista ero già uscita con lui..e non era andata tanto bene fra noi due. Prima di rispondere, fissai Matteo e vedendolo con quella sciaquetta accettai l'invito di Lorenzo.

«Va bene, a che ora passi a prendermi?» Io e Lorenzo eravamo rimasti che sarebbe passato a prendermi alle otto. Mentre con i nostri amici ci saremmo visti al pub alle dieci.

Quando tornai a casa, l'atmosfera fra me e quel deficiente era diventata glaciale. Non ci parlammo, e la colpa era sua. Andai a farmi una lunga doccia, adoravo quel bagno schiuma odorava di pesca, lo stesso odore che aveva Matteo..

Quando uscì dalla doccia, mi guardai allo specchio, "perché..non gli piacevo.." dissi a me stessa. Misi un vestitino azzurro. Una volta, quando lo indossai, Matteo mi disse che mi trovava bellissima.. "Hazel adesso smettila!"

«Hai intenzione di uscire con quel coglione?»

«Cosa?» chiesi incredula

«Come puoi uscire con quel coglione, che cazzo ti dice il cervello?!»quasi urlò, come osava, come si permetteva a parlarmi in quel modo.

«Fanculo Matteo! Può andare a fanculo anche il nostro accordo. Non devi toccarmi, parlarmi, devi dimenticare la mia esistenza!»

«È questo che vuoi? Eh, vuoi che non ti parli?»

«Sì, tanto non fa differenza no? Hai Federica, e tutte quelle sciaquette che ti vanno dietro»

«Perfetto, grazie per avermelo ricordato»

«Hazel, è arrivato Lorenzo scendi» urlò mia madre dal piano di sotto.

«Vai l'idiota ti aspetta» lo guardai male e scesi giù, facendomi sentire dalle scale con un "Scusami tanto Lorenzo"

Il biondo, se ne stava tranquillamente seduto sul divano. Accennai un sorriso forzato, quella piccola discussione mi aveva messo di cattivo umore, uscimmo salutando mia madre.

«Dove andiamo?»Gli chiesi «In un posto che ti piacerà di sicuro» rispose. Durante il tragitto non dissi più niente, allungò la mano per afferrare la mia. Concessi quella presa dopo qualche secondo di esitazione. Ad un tratto iniziai a chiedermi il motivo di questa "uscita".

«Senti Lorenzo..Perché mi hai chiesto di uscire?» Lui si fermò e lo feci anche io, aspettai con impazienza una sua risposta. i suoi occhi brillavano, mi sentii parecchio a disagio.

«Ecco.. io..tu mi piaci, lo so che abbiamo già provato, ma credo che questa volta andrà bene»rimasi scioccata, non credevo di piacergli ancora. Arrossì, non sapendo cosa rispondere.

«Per ora proviamo come amici, quando sarai pronta vorrei essere qualcosa di più per te»

«Se per ora ti va bene restare amici, la mia risposta è sì» lui mi sorrise e continuammo a camminare, nessuno dei due aveva fame. Restammo a parlare e passeggiare, fino a quando non fu ora di andare a incontrare i nostri amici.

Quando arrivammo nel pub, trovammo Chiara e Giulia e Michele scatenati sulla pista da ballo. Pian piano la pista si riempì di ragazzi e ragazze pronti a scatenarsi cosa che volevo fare anch'io.

«balliamo?!»urlò Lorenzo cercando di farsi sentire. Annuì, mi prese per il polso e lo seguì sulla pista. Ci mescolammo in mezzo a quei ragazzi, fregandomene della vergogna, iniziai a ballare. Nei miei movimenti scontrai il sedere della mia amica Giulia.

«Hazel finalmente» urlò eccitata la mia amica contenta nel vedermi. Sapeva che io e le serate fuori non andavamo d'accordo.

«Hai già visto Matteo?» mi sussurrò Chiara in un orecchio.

«Non ancora, io e lui siamo ai ferri corti»

«È lì in quel tavolino.. insieme a Daniele e...» mi indicò il tavolo. Seguì il suo indice e tra la folla riuscii a vedere Matteo e Daniele..guardai meglio..non erano soli.

Dopo un po' riuscì a vedere meglio, Matteo era seduto accanto ad una ragazza vestita in modo molto succinto. Non mi ero accorta di essermi fermata in mezzo alla pista, con lo sguardo rivolto verso quei due. Matteo le aveva passato un braccio fra le spalle della ragazza, fissavo i movimenti della ragazza. La sua mano era scesa, ma il tavolino non permetteva la visuale, non mi volle molto a capire che lo stava toccando nella sua parte intima. A lui stavano piacendo queste attenzioni, di fatti la sua mano si era intrufolata sotto la maglia della ragazza.

«Stai male?» Mi chiese Lorenzo

«N-no ho solo bisogno di andare al bagno» risposi.

«Io e Giulia ti accompagniamo»

«No Chiara, davvero torno subito» quasi la supplicai.

Mi sentì sprofondare, avevo bisogno di riempirmi la gola di acqua fresca, mi diressi al piano bar e ne ordinai un bicchiere. La deglutii in un sol sorso, ma non mi bastò. Ordinai qualcosa di più forte. Il barista mi guardò sottocchio. Avevo capito che voleva sapere la mia età. Dovevo compiere diciotto anni fra pochi mesi, me ne fregavo.

«sono maggiorenne» stranamente il barista mi credette, che idiota pensai. L’uomo mi riempì il bicchiere, due, tre, quattro bicchieri, iniziai ad avere caldo, il respirò si appesantì e i suoni iniziarono a non essere più chiari. Mi girava un po’ la testa, mi voltai un’altra volta incrociando quella scena a dir poco indecente. Chiesi al barista un altro bicchiere, che mi diede immediatamente. Mi alzai, barcollante e mi avvicinai al tavolino.

«Ehi, Hazel dov'eri finita?» Chiese Lorenzo, Matteo in quel momento fermò i suoi palpeggiamenti, per guardarmi.

«Allora? Non vi state divertendo? Io sì tantissimo» biascicai reggendomi a stento in piedi.

«Ehi Haz sei ubriaca?» Chiese preoccupata Giulia, sapeva che non reggevo tanto l'alcool.

«Io? Ubriaca? Solo un pochino» inziai a ridere.

«Matteo tesoro, chi è questa?» chiese quella poco di buono.

«Sì» mi rivolsi verso Matteo «Non mi presenti? No? Lo faccio..io» dissi, sedendomi sulle gambe di lorenzo che rimase quasi pietrificato.

«io sono la ragazza che Matteo vuole portarsi a letto» Lei lo guardò male, distaccandosi da lui.

« Però devi restare tranquilla, non accadrà mai» Iniziai ad alzare la voce, mi stavo rendendo ridicola per colpa sua. Poi guardai Lorenzo e avvolgendogli la nuca con gli avambracci, inziai ad accarezzargli i capelli.

«Lorenzo, ti va di andare a letto con me?»chiesi facendo le mosse di una bambina. Lorenzo mi guardò smarrito fissando i miei amici.

«Adesso basta,smettila!» urlò Matteo, si era arrabbiato tanto che mandò via quella ragazza. «

Che c'è? Vuoi farlo tu con me? Eh, ma non si può» dissi, usando sempre quel tono da bambina.

I miei amici rimasero in silenzio.

« Ragazzi dobbiamo divertirci, propongo una cosa» salì sopra una sedia. «Per chiunque voglia divertirsi un po', può venire da me»

«Oh merda è ubriaca persa, Matteo» disse Daniele rivolgendosi a quello stupido.

«Vorrei fare anche un brindisi a Matteo, il più grande stronzo del pianeta» continuai incrociando gli occhi di lui alquanto incazzato.

«Adesso scendi! Che cazzo ti sta passando per quella mente malata che ti ritrovi?»

« È colpa tua, sei uno stronzo» in un instante mi trovai in braccio a Matteo, cercai di liberarmi ma non volle sentire ragione di farmi scendere. Ci allontanammo dai nostri amici.

«Fammi scendere» Urlai, poi alla fine si decise, e mi intrappolò contro un muro.

«Che cazzo combini?»

« È colpa tua! Mi baci, cerchi di fare sesso con me, poi..Federica..adesso questa donaccia...Si può sapere che vuoi da me? Cosa sono per te?» Rimase in silenzio, evidentemente non contavo nulla per lui.

«Lasciami stare Matteo..credo sia meglio mettere un muro fra di noi..così non va bene»

«No!» Esclamò Lo guardai negli occhi non riuscivo più trattenermi.

Lo tirai verso il basso alzandomi in punta di piedi, e appoggiando le mie labbra alle sue. Chiusi gli occhi cercando di assaporare quel bacio. Poi mi distaccai sentendomi la testa girare, appoggiai la fronte al suo petto e sussurrai chiudendo gli occhi «portami a casa Matteo»

Quando li riaprì, mi ritrovai fra le sue braccia, mi faceva male la testa, avevo esagerato..

«Ti sei svegliata? Manca poco, siamo quasi arrivati a casa»

«Perché non ti piaccio?» Gli chiesi, ancora mezza addormentata

«Cosa?» «Tu mi piaci, sei dannatamente bello, adoro il tuo profumo sai di pesca e muschio» Appoggiai il mio naso nell'incavo del suo collo, quanto mi piaceva quell'odore.

«Cosa sono per te?» Continuai, chiudendo gli occhi e appoggiando il viso sulla sua spalla. Lui mi rispose, ma io non seppi mai cosa disse, perché il sonno mi invase all’istante.

 

Al mattino seguente quando mi svegliai, avrei dovuto aspettarmi che il risveglio non sarebbe stato uno dei migliori. Mi scoppiava la testa, mi voltai per mettermi a sedere sul letto, avevo gli occhi appannati, la luce del sole mi dava fastidio, quando iniziai a capire che quella non era la mia stanza. Mentre cercavo di liberarmi delle coperte mi accorsi..che ero nuda.. Accanto a me, avevo un Matteo altrettanto mezzo nudo, "no, no, no, non potevo aver fatto qualcosa con lui". Cercai di sforzarmi per ricordare ma nulla, il vuoto più totale..Se i nostri genitori, ci vedessero in questo momento..ci ucciderebbero..

«Matteo, cazzo svegliati» Urlai, facendolo svegliare in malo modo.

«Che urli..» biascicó

«Che abbiamo fatto...?» Come avevo potuto..e adesso? Cosa dovevo fare?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


«Non volevo, era la mia prima volta» dissi in preda alla disperazione.

«Allora avevo ragione, non sei una puritana» lo guardai male, stavo per strangolarlo quando la maniglia della porta si stava abbassando lentamente.

«Merda..» sibilò Matteo

«Matteo, papà vuole che scendi a fare colazione» Era il piccolo Giorgio, eravamo fregati. L'avrebbe raccontato ingenuamente ai nostri genitori, eravamo fottuti.

«Perché tu ed Hazel siete nudi? Avete caldo?» Matteo iniziò a ridere mentre io sprofondai sotto le coperte.

«Giorgio, non devi dire nulla a papà»

«Che cosa?» chiese

«Che hai visto me ed Hazel nudi»

«Nemmeno a Rita?»

«Nemmeno a Rita, tu non vuoi che papà si arrabbi con me vero?» spostai la coperta per poter vedere la scena, Giorgio annuì, continuando a chiedere se poteva spogliarsi anche lui. Povero bambino traumatizzato per colpa nostra, spero solo che non racconti nulla. Alla fine Giorgio uscì, promettendo di non dire nulla di quello che aveva visto.

«E..era la mia prima volta..» balbettai abbassando lo sguardo,.stringendomi la coperta in petto.

«Cosa?»chiese Matteo non comprendendo la mia disperazione.

Spero«Ero ubriaca..non dovevi..sei un cinico bastardo»in preda alla disperazione, presi una felpa di Matteo, la indossai e uscì da quella camera. Mi rinchiusi nella mia, ero disperata. Sentii bussare ma non risposi.

«Hazel, apri questa cazzo di porta»

«No!» scivolai sul pavimento piangendo.

«Merda, non piangere apri questa cazzo di porta...per favore..Haz..» Ci fu un minuto di silenzio, poi sentì sospirare Matteo.

«Ehi..non abbiamo fatto niente»

«Come?»aprì la porta di botto.

«Non so quale film porno ti sia fatta, ma io e te non abbiamo fatto sesso» «Allora perché ero nella tua stanza..nuda?!»

«Ti spiego, per quanto coglione tu mi considera ho avuto una grandissima forza di volontà»mi rispose, lo guardai confusa non capendo cosa volesse dire.

«Ti ho portata nella tua camera. Poi sei venuta in camera mia, sei entrata, hai iniziato a spogliarti. Ho cercato di dissuaderti, ma..hai iniziato a baciarmi, sono sempre un ragazzo sensibile..»Più lo ascoltavo, più volevo prendermi a testate sul muro.

«Ti sei tolta tutto dicendo che avevi caldo, hai spogliato anche me..hai iniziato a toccarmi..e poi ti sei addormentata» Rimasi allibita sentendomi in imbarazzo, non berrò mai più se non acqua, o succhi di frutta. Sollevata, chiesi scusa a Matteo, in fondo poverino aveva cercato solamente di aiutarmi.

«Ora che sai che non ti ho stuprato io vado in camera mia»

«Aspetta!»lo presi per un braccio e lo feci entrare.

«Cosa?» Mi sentivo ancora un po' brilla, ma fui del tutto, lucidissima quando iniziai a baciarlo. Lui, dapprima fu teso, poi quel bacio diventò uno di quei baci torridi che facevano girare la testa. Si staccò da me e mi guardò.

«Sei ancora ubriaca?» mi chiese

«Assolutamente» risposi, per quanto odiassi ammetterlo, io lo volevo, lo volevo tutto per me..

«Dobbiamo sistemare quella faccenda delle regole» dissi tutto d'un fiato. Matteo mi guardò confuso, sicuramente pensava che ero ancora ubriaca. «Non guardarmi come se fossi una pazza, scendiamo a fare colazione ne parliamo dopo»

«No»disse

«No? Non vuoi fare colazione o non vuoi più fare quell'accordo?»gli chiesi.

«Sì, cioè no..voglio dire aspettami qua, ti porto la colazione» era diventato tutto rosso, lo spavaldo Matteo era imbarazzato. Annuì sorridente, lui uscì ed andò in cucina. Cercai qualcosa da mettere, ma poi cambiai idea, la felpa che indossavo profumava di lui.. Dopo cinque minuti, Matteo entrò con un misero croissant e una tazza di latte e cioccolato.

«E la colazione, che mi avevi promesso?»

«Era rimasto solo questo..mio padre è andato a lavoro, invece tua madre è uscita con Giorgio..»

«Ti ha detto dove andava?»

«Torna per pranzo, mi ha detto che andava a trovare un sua amica»

«Quindi siamo soli?» Lui annuì, avevo deciso di accettare la sua assurda offerta. Volevo che fosse mio, mi andava bene anche così, mi andava bene anche averlo in questo modo.

«Quindi..?» chiese Matteo.

«Ah sì, sistemiamo questa faccenda, che regole volevi propormi?» «Beh..prima cosa..non voglio effusioni in pubblico, non potrebbero capire dobbiamo comportarci come al solito, dobbiamo stare attenti..sai..non vorrei sorprese..»

«Hai finito? Posso parlare io?»

«Sì, dimmi» «Se vuoi che accetti queste condizioni, tu devi accettare la mia» «Cioè? Dimmi tutto» «Devi smettere di andare a letto con quelle, devi smettere di baciarle. Non vorrei essere contagiata dalla mononucleosi» Iniziò a ridere, cosa che mi fece arrabbiare.

«Dai non fare quella faccia, va bene» «Ah ovviamente questo accordo non sarà più valido se uno dei due è interessato a qualcun'altro»

«Perfetto» Mi rispose, si avvicinò pericolosamente alle mie labbra. Mi diede un piccolo bacio all'angolo della mia bocca ed iniziò a fissarmi.

«Ti prego Matteo..non guardami così»

«Così come?»chiese, ad un tratto, mi sentii afferrare un braccio e tirarmi. Afferrò l'altro mio braccio e mi ritrovai con la schiena poggiata sul muro. «Hazel» sussurò ansimando.

«come faccio..a trattenermi..»mise una gamba fra le mie cercando di divaricarle, poi appoggiò il suo busto al mio.

Quello che iniziai a provare fu indescrivibile. Iniziai ad ansimare anche io, le guance sembravano infuocate alla sola presenza, vicina, del viso di Matteo. La sua mano scese sul fianco, e fece così anche con l’altra, me li strinse dolcemente, le insinuò sotto la mia maglia, accarezzandomi prima il ventre, poi salì lentamente sui seni stringendoseli nelle mani. Gemetti lievemente, stringendo il suo braccio.

Lui lasciò la presa riafferrandomi di nuovo i fianchi e voltandomi verso di sé. Portò le sue mani sul mio collo, e con le dita seguì i lineamenti, andandosi a fermare sulle labbra. Con il pollice tirò verso il basso il labbro inferiore, socchiudendomi la bocca e poggiandovi la sua facendomi venire i brividi sul tutto il corpo. Ad un tratto lui si distaccò, leccandosi le labbra per non lasciar perdere il mio sapore, lo vidi piegarsi su di me prendendomi in braccio. Avvolsi le braccia al suo collo per reggermi.

Mi portò nella sua camera, mi adagiò lentamente sul suo letto, poi si alzò e si tolse in un sol movimento la maglietta, facendola scivolare per terra, non si mosse e mi fissò. Sapevo già cosa voleva, e questa volta ero sicura che non mi sarei fermata, perché anche volendo, lo spiraglio di lucidità che avevo, si era spento. Mi misi a sedere e mi sfilai la felpa, per la fretta che avevo avuto qualche ora prima, non indossavo il reggiseno. Istintivamente portai le braccia in avanti per coprirmi. Ero imbarazzata. Lui sorrise, mi afferrò dolcemente le braccia e me le divise, tentai di resistergli, ma il piacere che stavo provando era più forte di me.

Chinò la testa su di me e iniziò a baciarmi i seni ormai turgidi. Gemetti non riuscendo più a pensare a niente. Le sue mani poi si inoltrarono sotto l’indumento intimo, iniziando movimenti poco casti,Sentii scivolarmi qualcosa dalle gambe, doveva essere il pezzo di sotto della mia roba intima. Mi resi conto che ormai ero nuda, anche lui si liberò dei suoi vestiti. Mise il ginocchio fra le mie gambe per farmele divaricare, lo accontentai subito. Matteo aprì il suo cassetto dove prese un preservativo lo aprì e lo mise sulla sua virilità. E senza perdere altro tempo, appoggiò il suo bacino sulla mia parte intima. Gli poggiai le mani sul petto cercando di farlo indietreggiare. Si fermò e mi guardò.

«M-Matteo per favore si gentile» dissi continuando ad ansimare.

«Tranquilla piccola» Mi baciò, ripoggiando il suo bacino e spingendo lentamente. Un forte dolore si sovrappose al piacere, Matteo continuava a spingere, istintivamente gli strinsi le braccia e mi morsi il labbro inferiore per non urlare dal dolore.

«Ti fa male?»

«No, che dici! Il tuo coso mi sta lentamente uccidendo»

«Il mio amico, ti sta facendo solo del bene»

«Stupido» dissi dolente

«Resisti Haz, solo un altro po'» Continuò a spingere,a poco a poco il dolore, diminuì dandomi un altro tipo di sensazione.

Matteo capì che mi ero abituata alla sua presenza, difatti aumentò i movimenti, fino a quando non venne. Ci fermammo sfiniti e pieni di sudore, lui lentamente si fece più sotto appoggiando la sua testa di lato sul mio petto. Gli accarezzai la testa cosa che gli fece piacere.

«Matteo?»lo chiamai

«Dimmi»

«Tengo molto a te, non è così terribile qui»

«Tengo anch'io a te, non voglio perdere la tua amicizia, non posso fare a meno di te» Amicizia..perché il cuore mi faceva così male..

«Ehi, qualcosa non va?»mi chiese

«Va tutto bene» risposi Mi alzai, cercando di mettere in ordine il casino che avevamo fatto.

«Vieni dai, sono pronto per il secondo round» disse raggiante.

«No, devo sistemare prima che torni mia madre e tuo fratello, povero bambino l'abbiamo già traumatizzato abbastanza»

«Però dai guarda questo povero bambino davanti a te, non ti fa pena?» Gli lanciai una maglietta, iniziò a ridere, quanto mi piaceva la sua risata.

«Non fare lo stup..Cazzo!» urlai

«cosa?»

«Guarda..il tuo lenzuolo..Merda, devo lavarlo prima che arrivi mia madre, alzati»

«Poi lo laviamo pensiamo a come risolvere il mio problema» Indicando la sua erezione.

« Alzati, altrimenti te lo stacco» lui alzò le mani come segno di resa.

Si alzò, così mi precipitai a prendere il lenzuolo incriminante. Lui iniziò a ridere come un deficiente evidentemente trovava questa scena spassosa. Io invece no, la misi in lavatrice dovevo nascondere le prove del delitto altrimenti mia madre mi avrebbe spedito in Tibet. Tornai in camera di Matteo, ero così felice, mi distesi accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto.

«Senti..»

«Dimmi Matteo» gli risposi

«Chi è Aiden?» Mi alzai di scatto, come faceva a conoscerlo..

«Allora? Chi è Aiden?» 

 

 

 

 

 

Angolino

Allora? Chi è Aiden? 

Cosa succederà adesso? Alla fine lo hanno fatto, soprattutto devono rispettare il loro accordo.

Chissà se Matteo lo rispetterà, come sempre ringrazio chi segue, chi dedica del tempo per la mia storia.

Sinceramente non ero molto convinta di continuarla, ma eccomi qua.

Come al solito chi vuole recensire, dandomi anche dei consigli di scrittura, sono sempre qui.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao!

Scusate il ritardo, ma i miei impegni non mi hanno aiutata.

Dunque, che ne pensate di questa confessione di Matteo?

Alla fine Hazel, ha capito che prova qualcosa per lui.

Se avete domande, dubbi, crisi esistenziali riguardante la storia,chiedete pure😂

 

 

Continuava a fissarmi, aspettando una mia risposta.

Aiden era stata la persona più importante della mia vita, gli volevo un gran bene. Quando i miei genitori si separararono fu l'unico a starmi vicino, io ne ero follemente innamorata.

«Quindi?»continuò

«È.. il mio ex ragazzo»risposi

«Ah» disse solamente, che voleva dire con quel "Ah".

«Vi sentite ancora?» Mi chiese

«Sì, beh non tutti i giorni. Quando mia madre si separò con mio padre, lui mi è stato vicino. Siamo stati insieme per un po', poi ci lasciammo. Non credevamo che una relazione a distanza, potesse funzionare. Quindi siamo rimasti buoni amici»

«Sei ancora innamorata di lui?»Non capivo, tutte queste domande, che gli era preso?

«Sono stata follemente innamorata di lui, è stato il mio primo ragazzo, il mio primo bacio, il mio primo amore, ma non lo amo più» gli risposi

«Avete fatto sesso?» Quasi caddi dal letto, ma era impazzito o cosa?

«Ma sei deficiente? Ti vorrei ricordare quella chiazza rossa sul tuo lenzuolo..»dissi imbarazzata.

«Ah..si..giusto»

«Matteo che ti prende? Stai male?»

«Come erano i suoi baci?»

«Matteo ma che.. come potevano essere? Erano baci» questa conversazione era diventata strana, non capivo perché Matteo si stava comportando in questo modo.

«Matteo, davvero, stai mal..»Venni interrotta dalla sua violenta presa. In un lampo le sue labbra si attaccarono sulle mie, e la sua lingua premeva costringendomi a socchiudere la bocca per accoglierla.

Mi sentii smarrita, poi lui cercò di farmi capire il ritmo del bacio, lo accolsi seguendo la sua andatura. Che gli era preso? Ad un tratto lui si distaccò e mi guardò negliocchi e con il fiatone disse tremante di rabbia:

«Era così, quando ti baciava quello?» mi chiese, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che continuò a baciarmi avidamente.

Scese lungo il mio collo, continuò a baciarlo fin quando non sentì i suoi denti mordicchiare la mia pelle.

«Ahia!» urlai dal dolore, mi toccai il punto dolorante, mentre Matteo mi sorrise. Mi alzai e andai a controllarmi nello specchio. Una grossa chiazza violacea, sul mio collo..

«Brutto stronzo guarda che hai fatto» iniziò a ridere sempre più forte. «Come facevi a conoscere l'esistenza di Aiden?..»

«Ti squillava il telefono. Tranquilla non ho risposto, subito dopo ti è arrivato un messaggio» presi il cellulare, in effetti avevo una chiamata ed un messaggio da parte di Aiden, dove mi chiedeva come stavano andando le cose.

Posai il cellulare, mentre Matteo continuava a guardarmi. Era come se..fosse geloso, e stranamente ne fui felice. Durante il resto della giornata mi sentii benissimo, tutta la tensione che avevo era sparita, grazie a quel cretino.

La sera, io e Matteo ci preparerammo per uscire. Avevamo un appuntamento con i nostri amici, visto che era sabato ne approfittammo, per uscire. Anche se avevo un po' di ansia, dopo quella figuraccia che avevo fatto in quel pub.. Andai a farmi una doccia, ne avevo proprio bisogno. Mi spogliai ed entrai nel box doccia. Il getto d'acqua cadde sul mio corpo, quando sentì aprire la porta del bagno. Di solito era mia madre che entrava senza bussare.

«Mamma, mi puoi prendere un asciugamano pulito?»

«Non sono tua madre..» Il box doccia si aprì, mi girai, quasi urlai dallo spavento.

«Matteo! Cristo, che fai qua?»

«Sono venuto a fare una doccia con te» mi rispose, iniziando a spogliarsi. Entrò all'interno della doccia.

«M..Matteo, fermo non possiamo i nostri genitori..» balbettai.

«Ssshh! Lasciami fare..» mi rispose, spingendo il suo bacino sul mio, attaccandomi di più al muro. La sua mano destra, delineava tutto il mio fianco, arrivò sulla coscia, l’afferrò e me la sollevò per accogliere metà del suo corpo. Sentivo fra le gambe la sua presenza, e travolta dall’eccitazione, non riuscivo più a fermarmi. Era una sensazione diversa da quella provata durante la mattina. Sembrava più impetuoso, ma non m'importava lo volevo anch'io. Mi baciò il centro dei seni, e con le mani iniziò a stringerli, torturarli con la lingua, questa sensazione era del tutto piacevole. Si staccò, e senza preavviso iniziò a penetrarmi, lo sentivo gemere insieme a me. Mi sentì frastornata dal piacere.

Non riuscivo più a capire quello che stava succedendo. La mia mente era tutta annebbiata da quel senso di piacere così nuovo. Sentivo la sua parte virile dentro di me, farsi padrone della mia intimità. I nostri gemiti si facevano sempre più rumorosi, fin troppo rumorosi. Mi baciò tappandomi la bocca con un bacio torrido, continuò a spingere, per raggiungere anche lui quel piacere che mi stava rendendo pazza.

«M..Matteo» Gemetti

«Cazzo..Hazel..sei così..»Non riuscì a finire la frase. Dopo quel momento di passione, ed esserci lavati per bene, mi misi un asciugamano..in un secondo ebbi un momento di panico.. Non aveva usato il preservativo, eravamo presi dal momento, non volevo rimanere incinta, non adesso.. Sbiancai, quasi caddi addosso a Matteo.

«Ehi, che ti prende?» mi chiese preoccupato, lo allontanai.

«Lo sapevo! Non dovevo accettare questa assurda cosa»dissi disperata «Che cazzo ti prende?»

«Non...non hai usato la precauzione, non voglio rimanere incinta»

«Non rimarrai incinta, sono uscito prima di venirti den...» gli lanciai il flaconcino dello shampoo.

«Ahia! Ma sei cretina?»urlò

«Non dirmi queste cose così volgari» uscì ed andai in camera mia.

Durante il tragitto non ci parlammo. I nostri amici erano già arrivati, avevano avuto la splendida idea di passare la notte in una casa abbandonata. «Quindi pronti?» disse Daniel, tutti noi annuimmo, anche se io non ero del tutto convinta.

Quando entrammo, all'interno era in condizioni migliori, rispetto all'esterno. Ci sistemammo nella sala principale, avevano portato da bere e da mangiare.

«Per te Hazel abbiamo portato del succo»

«Sei molto divertente Daniele» in effetti era meglio se non bevevo, mi ero già resa ridicola una volta.

A Giulia, venne la brillante idea di fare quei giochi, in cui dovevi dire la verità o fare un obbligo. Ci sedemmo in cerchio, mi ero seduta accanto a Daniele e Chiara.

«Dato che ho proposto il gioco, inizio io a fare domande» disse eccitata Giulia

«Lorenzo, verità o obbligo?»

«Obbligo» rispose divertito

«bene bene..ti obbligo di baciare..la nostra piccola Hazel » Lui si irrigidì, poi si alzò ed si avvicinò a me, Matteo mi guardò in modo cagnesco, non era colpa mia. In un lampo le sue labbra si poggiarono sulle mie, fu un bacio veloce. Tant'è che Lorenzo ritornò al suo posto immediatamente.

«Ora tocca a Daniele»disse Giulia

«Hazel, obbligo o verità» mi chiese

«Verità» risposi, non volevo che mi obbligasse a fare cose stupide.

«Sei ancora vergine?» Ero diventata rossa come un peperone.

«È ovvio che sia vergine quella suora» si intromise Matteo

«Tu, sta zitto! No, non sono più vergine» Tutti mi guardarono scioccati, Giulia e Chiara iniziarono a farmi domande su chi fosse il ragazzo. Mentre io cercai in tutti i modi di evitare l'argomento.

«Ora tocca a me, giusto? Matteo, obbligo o verità» Mi sarei vendicata. «Obbligo» Rispose con quel suo solito sorrisetto.

«Ti obbligo a passare mezz'ora nella stanza più paurosa di questa casa, puoi portare un ragazzo o una ragazza presente in questa sala»Mi sorrise, cosa aveva da sorridere tanto?

«bene, andiamo» disse ad un tratto

«Cosa?» chiesi confusa

«Hai detto che potevo scegliere chi portare con me, quindi alza quel culo e seguimi» Merda, mi ero fregata da sola.

A malincuore mi alzai, e lo seguì. Camminavo dietro di lui, avevo paura, quella casa era spaventosa, lui invece sorrideva.

«Che ridi?»

«Sei una fifona, dai entra» entrai, quella stanza era la più raccapricciante della casa.

«Che c'è? Perché mi guardi così?» gli chiesi

«Niente, sai che dentro questa stanza hanno ucciso una ragazza?»Scuotai la testa terrorizzata al solo pensiero. Mi guardai intorno, era quasi tutto distrutto..

«Sto scherzando stupida» iniziò a ridere

«Ti prenderei a sber..» Il mio telefono iniziò a squillare, era Aiden.

«Non rispondi?»

«ah..ecco no no..è..» balbettai.

«È lui?» mi chiese

«ah sì, è Aiden, lo cerco più tardi»

«Se vuoi puoi rispondere..» «No, no..davvero»

«Secondo me non si è rassegnato»

«Che dici! Senti Matteo..tu..sei mai stato innamorato di qualcuno?»gli chiesi «Sì» mi rispose, ebbi una fitta lancinante al cuore e non capivo il perché. «Ah.. e..lei.. ecco..»balbettai, non sapevo cosa dire.

«Non ti ho raccontato tutto quel giorno»lo guardai confuso.

« Ricordi quando ti parlai della mamma di Giorgio?» Annuì

«Ero..innamorato di lei, l'avevo conosciuta molto prima di mio padre. Non era tanto grande, io a quel tempo avevo 15 anni, inesperto ed ingenuo» «Cosa sarebbe questa? La Mrs Robinson della situazione?»Si mise a ridere, io ero abbastanza seria, non la conoscevo ma già la odiavo a morte.

«Poi un giorno mi spezzò il cuore. Mi disse che si era innamorata di un uomo più grande, quando mio padre me la presentò mi sentì sgretolare, ero morto per la seconda volta» continuò Rimasi in silenzio, dovevo uscire da quella stanza, era come se mi mancasse l'ossigeno.

«Tu..tuo padre..lo ha mai scoperto?»

«Sì, per questo credo che mi odia. Però sai, non potevo spegnere quei sentimenti, avrei dato la vita per lei. Dopo di lei, ho inziato ad usare le ragazze, avevo deciso che non mi avrebbe usato più nessuno»

«Sei ancora innamorato?» lui annuì. Un'altra fitta. In quell'istante mi sentii la persona più piccola del mondo, allora stava usando anche me? Cosa mi potevo aspettare da lui? Senza neanche accorgermene, le lacrime iniziarono a rigare il mio viso.

«Ehi, che ti prende?» mi chiese preoccupato

«Ah..eh..niente, è passata la mezz'ora usciamo da qui» Mi alzai, lui cercò di affermarmi il braccio ma non gli diedi il tempo. Dovevo mettere fine a questa situazione, mi stavo innamorando di lui e non andava bene.

«Hazel anche se sono innamorato di lei, non importa, il nostro accordo è sempre valido»

«N..no, non possiamo» Dissi singhiozzando

«Che cazzo dici?»

«Non puoi giocare con le persone, ami lei no? E anche se lei è una stronza continui ad amarla, non puoi usare le persone a tuo piacimento»

«Però questa mattina, e dentro la doccia non ti sei fatta dei problemi, anzi..ti sei fatta usare volenti..»Lo fissai con le lacrime agli occhi, senza saperlo mi stava uccidendo lentamente.

«No,no piccola.. ehi..scus..» Gli diedi uno schiaffo.

«Ti odio, tu ed io abbiamo chiuso, qualsiasi cosa ci fosse fra noi» lui rimase immobile, senza fiatare. Alla fine raggiungemmo i nostri amici, nell'altra stanza.

«Siete vivi?» disse Daniele prendendoci in giro.

«Ehi Haz, hai pianto? Hai gli occhi gonfi e rossi» mi chiese preoccupato Lorenzo.

«No, no Lorenzo, tranquillo evidentemente è un po' di allergia» gli risposi, non potevo dire che avevo pianto per quello stronzo.

«Matteo!Che hai fatto ad Hazel?» lo rimproverò Giulia.

Non rispose, rimase in silenzio, io avevo deciso di tornarmene a casa, non potevo stare un minuto di più.

«Dai Hazel, non fare la fifona»Disse Michele

«Non mi sento bene ragazzi, mi bruciano gli occhi evidentemente questa allergia sta peggiorando»

«Ti accompagno io» Disse ad un tratto Lorenzo, Mentre Matteo fissava la scena da seduto, senza dire mezza parola.

«D'accordo..» risposi, dovevo dimenticarmi dell'esistenza di Matteo, una volta per tutte, forse dovevo ricambiare Lorenzo, a lui piacevo.

Però lui...non era il mio Matteo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

Stringevo forte il cuscino avvinghiato alle mie gambe e braccia, mentre ripensavo a ciò che era successo due giorni fa. Io e Matteo non parlavamo da quella sera, in realtà ero io a non voler più parlare con lui.  Come avevo potuto accettare quella proposta assurda? Come avevo potuto concedermi a lui? Ma soprattutto come avevo fatto ad innamorarmi di lui? Ripensai a quello che mi aveva raccontato, era ancora innamorato di quella donna.

Non potevo competere con lei, lui non poteva essere mio. Iniziai a sentire i conati di vomito divulgarsi sù per la mia gola. Mi alzai di scatto dal letto, e uscì velocemente, per andare a raggiungere il bagno. Non avevo avuto il tempo di chiudere la porta, mi ritrovai con la testa quasi attaccata al water, avevo rimesso anche l'anima.                                           

«Ehi stai male?» quella voce, era lui..cercò di avvicinarsi.                             

«Non toccarmi!» Matteo indietreggiò immediatamente.                         

«Chiamo tua madre..» continuò                                                                         

 «No, sto bene» Mi ricomposi e mi alzai da quella posizione patetica.       

«Non stai bene, sei pallida quasi cadaverica. Che ti prende?» "Non posso averti", volevo tanto dirgli la verità ma non era il caso di rendermi ancor di più patetica..

Caddi a terra, non avevo la forza di reggermi in piedi, ero sfinita, addolorata. Iniziai a respirare faticosamente, in quel momento il dolore che provavo al petto fece fuoriuscire le mie lacrime. In quell'istante Matteo si precipitò da me, cercai di allontanarlo ma non volle sentire ragioni.

«Per..favore.. lasciami stare..»Singhiozzai, ormai ero al limite. Mi guardò con aria preoccupata e triste allo stesso tempo, mi lasciò da sola, ascoltando la mia richiesta. Cercai di tirarmi sù, avrei fatto tardi a scuola e rimanere altri dieci minuti in quella casa, voleva dire "tormentarmi ancora"

Mi preparai prendendo le prime cose che capitavano, ed uscì di fretta. Durante il tragitto, mi sentì male un paio di volte, avevo la vista annebbiata e continuavo ad avere conati di vomito. Entrai a scuola, il pensiero di Matteo e quella donna mi tormentava. Mi guardai intorno, e di Matteo non c'era nemmeno l'ombra, eppure era uscito prima di me. Alla fine lo vidi appoggiato alla ringhiera, stava parlando con i nostri amici. Mi avvicinai esitante, non volevo, ma non potevo ignorare anche i miei amici. 

«Ehi..ragazzi..ciao» dissi con voce flebile                                                     

«Hazel, hai una brutta cera, stai male?»Mi chiese Giulia preoccupata. «

Sto..bene..»risposi Senza volerlo incrociai lo sguardo di Matteo, era triste, forse era preoccupato per me? No, non penso che lo fosse, perché nel momento in cui si era alzato, andò incontro a Federica. Si baciarono senza ritegno, quella scena a cui stavo assistendo era dolorosa, tanto quanto disgustosa.

«all'uscita da scuola possiamo parlare?»mi chiese Lorenzo.         «D'accordo» risposi, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso quei due.

Le ore passarono lentamente, durante la lezione ci avevano annunciato che avremmo fatto una gita. Saremmo andati a Londra, la mia bellissima Londra. Subito dopo questa notizia mandai un messaggio ad Aiden:

"Prima di Natale, verrò a Londra, con la scuola"

La sua risposta non tardò ad arrivare, mi disse che gli mancavo e non vedeva l'ora di riabbracciarmi. Mi sentivo fissare, quando mi girai mi trovai il viso di Matteo, aveva cambiato posto. Al suono dell'ultima campanella, quella d'uscita, ero stata la prima a volatizzarmi, volevo tornare a casa.       

«Hazel, aspettami dobbiamo parlare» urlò Lorenzo, avevo dimenticato che voleva dirmi qualcosa.                                                                                 

«Lorenzo, scusami ma non mi sento bene vorrei tornarmene a casa..» Risposi, era la verità ero stanca, e non stavo bene.                                           

«Ci vorranno due minuti..davvero» annuì, andammo nel retro della scuola. Non eravamo gli unici, si sentivano gemiti e rumori, io e Lorenzo scoppiammo a ridere. Pensavo fosse qualche professore invece.. Matteo e Federica..mezzi nudi, lei aggrappata a lui, e lui...                                                                     

«Hazel, ehi stai bene?» mi chiese Lorenzo                                                 

 «S..si..» sentii qualcosa di freddo..poi il vuoto.

Aprì gli occhi, cercai di farli adattare alla luce. Mi alzai, mettendomi seduta ero nella mia camera, ma come era possibile se un momento prima ero con Lorenzo?

«Ti sei svegliata finalmente!»disse mia madre                                               

 «Che cos..»                                                                                                             

«Sei svenuta. Hai la febbre alta perché non mi hai detto che stavi male? Potevi avere un incidente» mi rimproverò                                               . 

«Mamma, non essere drammatica, sto bene»                                         

 «Fortuna, che c'era Matteo, quel caro ragazzo ti vuole bene» nel momento in cui mia madre pronunciò quel nome, mi tornò in mente quella scena..

Mia madre mi disse che sarebbe andata a lavoro, e se avevo bisogno potevo chiamarla. Mi rimisi sotto le coperte, mi faceva male dappertutto, mi rialzai quando bussarono alla porta.                                                                         

«Hazel sono Giorgio, sei svelgia?»                                                                         

«Si dice sveglia..» Sentii Matteo sospirare, non potei fare a meno di sorridere, quei due insieme erano due comici.                                                           

 «Stiamo entrando..» la porta si aprì lentamente, vidi entrare Giorgio con un vassoio di biscotti al cioccolato, mentre Matteo rimase davanti alla porta. «

Stai meglio?» mi chiese il piccolo, che si era posizionato sopra il letto.       

«Si, sto molto meglio e..quei biscotti?» Gli chiesi, avevano un aspetto invitante.                                                                                                             

«Sono per te, li ho fatti io..no, veramente li ha fatti Matteo. Mi ha detto che sono i tuoi preriti»                                                                                                   

 «Si dice preferiti..»disse Matteo sospirando, inziai a ridere come una matta. «

Guarda che puoi..entrare se vuoi» esitante entrò in camera mia, si era seduto nella piccola poltroncina.      

 

«Assaggia, dai» Mi invitò Giorgio, ne presi uno e lo addentai, il sapore era buono, erano squisiti.                                                                                   .

«Allora?» mi chiese il piccolo.                                                                           

«Sono buoni, veramente buoni» Dissi ringraziando entrambi, sul volto di Matteo vidi un piccolo sorriso.                                                                             

 «Io adesso vado a giocare» ci lasciò soli, quella piccola peste mi aveva lasciata sola con Matteo.

«Senti..no niente» mormorò lui                           

«Dimmi Matteo..»

«Mi dispiace, è colpa mia se stai male. Ultimamente ti ho stressata con le mie stupidaggini» si scusò.

«Va tutto bene, adesso sto meglio»gli dissi, invitandolo ad avvicinarsi a me. Mi mancava.

Mi mancava il suo calore, mi mancava tutto di lui. Si era sdraiato accanto a me, poggiai la testa sul suo petto, mi sentivo bene.

«Non ti ho usata..»disse all'improvviso,forse si riferiva a quello che mi aveva detto l'altra sera.

«C'è qualcosa fra noi, qualcosa che non si può spiegare» continuò, mi alzai la testa per poter vedere il suo viso.

«Che vuoi dire?» gli chiesi

«Ci vogliamo bene, siamo gelosi, non so bene se definirlo "amore", so solamente che non voglio perderti» Quasi il cuore mi fuoriuscì dal petto, teneva a me.Okay non era innamorato, non mi amava alla follia, però forse avevo ancora una piccola speranza.

«Mi sei mancata» pronunciò quelle parole con dolcezza, era la prima volta che vedevo questo suo lato.

«Matteo..?» «Si?»

« Ti va di rivedere quelle regole?»

«Come?» mi chiese confuso.

«Non prendermi per pazza, so che ti avevo detto..»

«Voglio che aggiungiamo questi momenti così, baciarci, non voglio che fra noi ci sia solo sesso. Ti va bene?» gli chiesi sperando che avrebbe accettato queste nuove condizioni.

« Più che bene..ti va, se uso questa regola adesso..?»

«Qual..?»mi baciò, con una passione e una dolcezza disarmante, infatti dimenticai di tutte le sofferenze che mi avevano quasi distrutta.

Ci baciavamo, giocavamo era tutto così diverso..mi piaceva questo nuovo accordo. Lentamente Matteo scese lungo i miei fianchi fremevo sotto il suo tocco però non potevamo, in casa c'era Giorgio e poi ancora stavo un po' male.

«Ehi..c'è tuo fratello, non possiamo..» continuò a baciarmi, scese lungo il mio collo. Lo spinsi delicatamente, mettendo una mano sulla sua bocca.       

«Non possiamo..sto ancora male..»

«Adesso, mi sento come un bambino a cui sono state rubate le caramelle» Mi disse, facendo il broncio.

«Mi farò perdonare, promesso farò tutto quello che vorrai» gli risposi maliziosamente, gli si illuminarono gli occhi.

«Però solo ad una condizione»

«Qualsiasi cosa» rispose sorridendo «Se ti rivedo con Federica, giuro che te lo stacco» gli dissi gesticolando, cosa che lo fece ridere.

Mi diede un bacio e poggiò la sua testa sul mio petto. Durante la sera mi sentì meglio, e scesi a cenare. Finalmente la sofferenza era scomparsa, e al suo posto avevo ottenuto la cosa che più desideravo: Matteo.

Mi aveva detto che mi voleva bene, ero così felice che mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Mi sentii afferrare per un braccio, era Matteo ma dove mi stava portando?

«Matteo..cos?» mi portò fuori, faceva un freddo cane, però ne era valsa la pena, stavo assistendo ad uno spettacolo meraviglioso. Il cielo era ricoperto di stelle, lui si avvicinò al mio viso mi guardò con occhi luminosi e mi sorrise.

«Matteo?» lo chiamai con voce flebile

«Dimmi»

«Mi piaci» alla fine presi il coraggio, non potevo più tenermelo dentro. «Io..» si avvicinò al mio viso

«Matteo, ma quanto sei cresciuto, ti trovo in splendida forma» ci voltammo, non poteva essere, no. Non adesso.

«Rebecca...che cazzo fai qui?» sbraitò Matteo.

«Tesoro mio, che linguaggio poco carino. Ti ricordo che qui vive il mio piccolo bambino» Mi sentii svuotata, le mie gambe avevano iniziato a cedere, perché questa donna era tornata?

 

ANGOLO AUTRICE:

Good Evening girls! Prima di tutto, ringrazio chi commenta, chi legge in silenzio(Cioè girls, se avete qualcosa da dire, scrivete pure), ringrazio chi segue la storia. Dopo aver finito i discorsi a mò di oscar, passiamo alle cose serie. Sto massacrando Hazel, lo so, mai un momento di pace per questa poverina. Credetemi dopo il prossimo, avrà delle gioie. Eh sì, ho già scritto metà del nuovo capitolo non sono brava?😂 Come al solito, se avete dubbi, crisi esistenziali riguardante la storia, SONO QUA PER VOI.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Entrai in casa, seguita da Matteo e quella donna. Nel momento in cui varcai la soglia, capì che la mia tranquillità era finita.

In un attimo questa donna aveva creato il caos. Mia madre, in un angolo che piangeva, Massimo, seduto con le mani poggiate sulle tempie, mentre quella..che in questi giorni mi stava tormentando, si era comodamente seduta.

«Non voglio, che questa donnaccia resti in casa nostra!» urlò Matteo contro Rebecca.

«Tratti così, la tua mammina?» Rispose lei tutta sorridente.

«Mia madre è morta, tu sei solo una putt..»

«Matteo! Modera il linguaggio» urlò Massimo contro suo figlio, lui sbuffò e diede un calcio al muro.

«Sono venuta per dire al tuo papà, che non siamo ancora divorziati. Quindi, stare in questa casa è un mio diritto» disse ad un tratto.

In quel momento guardai mia madre, era distrutta, glielo si leggeva in viso. L'ultima volta che la vidi così, fu per colpa di mio padre.

«Non ti permetterà di stare in questa casa»Continuò ad urlare Matteo.

«Oh sì che lo farà, ti ricordo che in questa casa vive il mio bambino, ho il diritto di stare con lui» Matteo rimase in silenzio, Massimo stava per avere una crisi di nervi, mentre mia madre rimase in silenzio.

Alla fine Massimo, decise di farla rimanere per un po', mia madre aveva imboccato il rospo, mentre io no. Come aveva potuto accettare tutto questo? Mi avvicinai a lei, per darle conforto, non era una situazione facile. 

«Perchè non fai qualcosa?» le dissi, mentre lei mi guardò con aria tenera. «

Non posso fare questo a Massimo, quella donna è la madre di Giorgio, se mi intrometto, potrebbe portarglielo via» mi rispose, aveva ragione, quella era capace di tutto.

Durante la cena poi sboccai del tutto, ne avevo le tasche piene di questa qua.

«Sei felice che la mamma è qui con te?»

«sì, tantissimo» rispose il piccolo Giorgio, lui non aveva colpe, non sapeva che sua madre era una donna di facili costumi.

«Matteo, tu sei felice che io sia qui? Devo dire che sei diventato un bellissimo ragazzo»Massimo guardò suo figlio, forse provava ancora del rancore per la loro relazione passata.

«Che schifo..» mormorai, forse un po' troppo forte.

«Come prego?»Chiese lei infastidita

«Ah..no..niente»balbettai, dovevo calmarmi. La sua presenza, non mi stava facendo ragionare lucidamente.

«Che sciocca, non ci siamo presentate, io sono Rebecca e tu sei...?» chiese, fingendosi cortese.

«Hazel» risposi secca, le mie mani iniziarono a tremare dalla rabbia.

«Un nome insolito per una ragazza italiana, deduco che non sei di queste parti...»

«È nata a Londra, viveva lì prima. Cos'è adesso sei interessata alla geografia?» disse Matteo, lei si innervosì e mi guardò in malo modo.          Non era colpa mia, se Matteo le aveva risposto male.

Dopo un lungo silenzio, Massimo mandò Giorgio nella sua cameretta, mentre noi rimanemmo in silenzio.

«Non puoi restare Rebecca, io adesso amo un'altra donna, voglio sposare la mia Rita»disse, mentre gli occhi di mia madre iniziarono ad illuminarsi.

«Ma caro, io non sono qui per te. Sono venuta per lui» disse, indicando Matteo, che rimase scioccato.

«Non dire sciocchezze, mio figlio è ancora un ragazzo, non ti permetterò di rovinargli la vita, come hai fatto con la mia» gridò Massimo, battendo una mano sul tavolo. Invece Matteo rimase in silenzio, fissandola.

Da quando era riapparsa non le aveva staccato gli occhi di dosso.

«Oh andiamo! Ho solamente 26 anni, non sono così vecchia, e poi Matteo fra due mesi compirà 18 anni» Gli rispose sorridente.

«Non mi interessano le cose di seconda mano» disse all'improvviso Matteo. Mi sentì sollevata, cosa che aveva notato anche Rebecca, in quel preciso instante mi sorrise in modo maligno.

Avevo un brutto presentimento.. Massimo e mia madre andarono a controllare Giorgio. Mentre io e Matteo eravamo rimasti con quella serpe velenosa. Rebecca si alzò e andò verso Matteo, gli accarezzò le labbra con il suo pollice, lui era come ipnotizzato. In effetti era una bella donna, in confronto a me. Staccò gli occhi da Matteo e li posò su di me.

«Hazel giusto? Sai, io e Matteo abbiamo avuto una relazione in passato, è diventato uomo, grazie a me» mi disse.

«Come scusa?».rimasi allibita, dove voleva arrivare?

«Sì, l'abbiamo fatto tante di quelle volte, in camera sua, nella doccia, un po' dappertutto..» In quel momento capì..ero una sua sostituta?

In quel preciso istante Rebecca baciò Matteo. Rimasi pietrificata. Le mie mani iniziarono a tremare, gli occhi iniziarono a bruciarmi come carboni ardenti. Perché dovevo tacere? Mi chiedevo afflitta. Ero esausta di tutti questi pensieri.

«Che cazzo,pensi di concludere?» sbraitò Matteo, spingendo violentemente Rebecca. Lei sorrise e mi guardò vittoriosa.

«La tua ragazza, non mi sembra tanto contenta..»

«Che cazzo dici, non è la mia ragazza..chi vorrebbe una com..»si fermò non completando la frase. Perché doveva trattarmi in quel modo? Esausta di tutti questi pensieri, mi alzai lasciando cadere la sedia.

"Se non esco di qui, sento che soffocherò" mi dissi. Senza pensarci due volte, mi allontanai da quei due. Presi il cappotto, ed uscì sbattendo la porta d'ingresso.

Le vie del paese erano vuote e silenziose, data l'ora. Camminai per un'ora a vuoto, avevo freddo, non avevo portato con me nemmeno il cellulare.Cercai le chiavi dentro la tasca, per la mia gioia, le avevo dimenticate a casa.

«Dannazione! Che faccio ora?»mormorai a denti stretti. Sbuffai scocciata, pestando un piede per terra, mi guardai intorno in cerca di non so cosa. Di tornare a casa non se ne parlava, non avevo voglia di vedere quei due, sicuramente stavano facendo porcherie.

Camminando, mi ritrovai nel parco della città, vidi un'anziana signora seduta su una panchina, aveva il viso triste. Mi avvicinai per sedermi e lei mi sorrise.

«Anche tu, stai aspettando qualcuno?» mi chiese

«Ehm..no, no..lei aspetta suo marito?» le chiesi a mia volta.

«Aspetto il mio amato Matteo» Mi disse, la guardai e lei mi sorrise. Perché suo marito si doveva chiamare Matteo? Un altro nome? Non si poteva chiamare Gianfilippo? Che strazio!

«Sta aspettando suo marito?» le chiesi

«Oh no cara, non mi sono mai sposata»mi rispose

«M..mi scusi non volevo..» dissi mortificata.

«Sto aspettando il mio grande amore»

«Sai l'ho conosciuto quando avevo 16 anni, fu amore a prima vista. Anche lui si innamorò di me, dovevamo sposarci..Un giorno, mi disse di aspettarlo qui, su questa panchina. Lo aspettai, ma non arrivò mai. Poi scoprì che era stato promesso ad un'altra donna, alla fine si sposarono..dopo cinquant'anni continuo ad aspettarlo, non ho mai smesso di amarlo» mi raccontò, mi zittì non sapendo cosa dire.

«Che fine ha fatto? L'ha più rivisto?» le chiesi

«Con chi stai parlando?» mi voltai di scatto

«Matteo, che fai qui?»

«Nulla, amo fare jogging al chiaro di luna» gli feci una smorfia

«Con chi stavi parlando? Hai di nuovo la febbre?»Mi chiese

«Cosa dici? Stavo parlando con questa sign...» Era sparita..quella vecchietta era sparita nel nulla.

«Che cazzo dici, non c'è nessuno» continuò

«io..era..qui te lo giuro..»mi ero immaginata tutto?

«Si, si adesso torniamo casa»

«No» gli dissi voltando il mio viso dall'altra parte. Al mio rifiuto, Matteo mi trascinò via da quel posto, mi lamentai per tutto il tempo.

«Lasciami stronzo, ho detto di lasciarmi» gridai

«Sta zitta, sveglierai tutti»Costretta, seguii Matteo, che mi camminava avanti, a passo svelto, non riuscivo a capire dove stavamo andando.

«Dove mi stai portando? Non volevi tornare a casa?» gli chiesi, non ottenni risposta. Mi innervosì, non poteva trattarmi così.

«Non puoi trattarmi così, non puoi giocare con i miei sent..» Non mi diede neanche il tempo di finire la frase, che come una furia si voltò verso di me, mi avvolse fra le sue braccia e mi baciò intensamente, fino a farmi perdere fiato. Quando si distaccò, ansimavamo tutti e due, lui mi guardò negli occhi e io feci altrettanto. Mi fermai, lui mi guardò stranito.

«Adesso basta..non puoi..sono stanca di essere trattata in questo modo»mormorai a denti stretti e con il pianto che mi soffocava la gola. «Cosa dici?»

«Si può sapere cosa sono per te? Dici che non ti piaccio, poi sì, poi no. Mi tratti come un idiota, poi ti fai baciare da quella..» esclamai squarciando la voce dal pianto.

Lui si avvicinò lentamente intento a riabbracciarmi, io mi scansai, ma lui non si arrese, mi afferrò nuovamente il braccio e mi tirò a se, abbracciandomi di spalle. Piansi, sfogai tutto il dolore che avevo conservato in corpo in quei giorni.

«Se ami lei..ti prego non farmi questo..non farmi soffrire così..» dissi singhiozzando.

«Non piangere piccola, non farmi sentire più bastardo di quanto non lo sia già»

«Portami a casa Matteo»lo pregai, non ne potevo più

«È andata via» disse ad un tratto.

«Cosa?» 

«Rebecca, è andata via. Aveva bisogno di soldi..»

«E..tu?»

«Ho già chi mi piace, l'ho capito quando ho scoperto che parlava ancora con il suo ex» Lo guardai rimanendo in silenzio.

«In verità, l'avevo già capito prima ma avevo paura di un suo rifiuto»

«Matteo..» mi prese fra le sue braccia e mi baciò, io continuai a piangere, ma questa volta erano lacrime di gioia.



 

Angolo autrice

Ciao a tutti!!! In realtà questo capitolo, doveva avere un altro contenuto, avevo avuto un piccolo blocco. Ma mentre scrivevo non me la sono sentita di far passare alla povera Hazel l’ennesima delusione, mi pare che la sua giornata sia stata fin troppo movimentata. Quindi alla fine questo è quello che ne è uscito. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le ragazze che ogni volta spendono parte del loro tempo per recensire la mia storia, siete veramente fonte di incoraggiamento! Ringrazio anche chiunque abbia aggiunto la storia in una delle tre categorie e anche chi legge.

Alla prossima, Scarlett.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Erano passate due settimane. Io e Matteo avevamo ripreso quell'accordo, fare sesso, ogni qual volta, ne avevamo voglia. In verità, era sempre lui a prendere l'iniziativa, anche se ad essere sincera non mi dispiaceva affatto. 

Rebecca, alla fine era sparita dalle nostre vite, aveva dato il divorzio a Massimo, in cambio di soldi. Aveva abbandonato nuovamente suo figlio. Quella sera stessa, Massimo chiese a mia madre di sposarlo. In un primo momento, non ne fui molto entusiasta, ma alla fine capì che mia madre meritava di essere felice.

Organizzarono il matrimonio in quattro e quattr'otto, infatti quel giorno tanto atteso era arrivato in fretta. Mi preparai, mia madre mi aveva comprato un vestitino blu pastello, non era il mio genere. Era fin troppo aderente lasciando spazio all'immaginazione. Mi guardai allo specchio dando un ultima sistemata ai capelli.

«Ma come siamo carine..»Mi girai di scatto, mi trovai di fronte Matteo che mi sorrideva. Era di una bellezza, da lasciare senza fiato. Era la prima volta, che lo vedevo così. Era elegantissimo, aveva un completo nero, ed i capelli lasciati un po' selvaggi.

«Matteo..che fai..?» Si era avvicinato pericolosamente, sapevo dove voleva arrivare.

«Sssh..solo.. un pochino..»mi disse, iniziando a baciarmi il collo. «

M..Matteo..»dissi con voce tremante.

«È colpa tua, mi fai andare fuori di testa»mi rispose. Iniziò ad accarezzarmi i fianchi, scendendo verso le mie cosce. Cominciò a giocherellare con l'orlo del mio vestito, stavo per perdere quel poco di lucidità che mi era rimasto. 

«Matteo..non possiamo potrebbe entrare qualcuno da un momento all'altro» gli dissi spingendolo dolcemente.

Ad un tratto mi sentì afferrare violentemente un braccio, vidi la stanza girami intorno, e un forte dolore alla schiena, socchiusi gli occhi, accorgendomi di essere stesa sulla mia scrivania e sopra di me Matteo, che mi fissava con i suoi occhi maliziosi.

«C..che fai?» balbettai, mi bloccò i polsi per non farmi muovere.

«Non mi vuoi? Non vuoi che entri dentro di te, e farti gemere con le mie spinte? Non ti piace vedermi nudo?»chiese con voce sensuale, allargandomi le cosce con il suo ginocchio e intrufolandolo al centro, appoggiandolo sulla mia parte intima e spingendo. Quel vestito di certo non aiutava, mentre io iniziai a perdermi nei suoi occhioni verdi.

«Hazel scendi è arrivato il fotografo» urlò mia madre dal piano di sotto. «

Cazzo, proprio ora?» si lamentò Matteo

«Devo..andare..» mi lasciò scendere dalla scrivania, mi ricomposi e lo guardai. Aveva l'aria da cucciolo abbandonato, gli sorrisi e gli dissi:

«Ti prometto, che appena avremo cinque minuti, potrai farmi tutto ciò che vuoi» lui mi sorrise.

Uscì dalla mia camera, e andai a fare queste benedette foto. Ero la damigella, quindi mia madre aveva pensato bene, di fare un book fotografico anche a me. Erano le sei del pomeriggio, era giunto il momento di andare in chiesa. Mia madre aveva deciso di risposarsi lì, era nervosa, e cominciò a giocare con il suo bouquet.

«Sei bellissima mamma, e Massimo ti ama» Le dissi, sorridendo lei mi guardò e iniziò a piangere.

«Che c'è? Perché piangi?»le chiesi confusa.

«Sono felice, e sono ancor più felice perché tu hai accettato Massimo»mi rispose.

Le sorrisi, all'inizio non ero felice di questa convivenza. Ma poi mi sono affezionata a quei tre, erano diventati gli uomini della mia vita. Massimo, era un uomo buono, comprensivo, aveva sempre cercato di farmi sentire a casa. Per Giorgio era stato amore a prima vista, quando io e mia madre, andammo a vivere con loro, ci accolse calorosamente. Poi..c'era lui.. con Matteo fin dall'inizio avevamo avuto alti e bassi non lo sopportavo. Ora invece.. mi aveva rubato il cuore.

Arrivammo in chiesa, mia madre scese e si avviò verso la navata. All'altare l'aspettava Massimo, era raggiante, quasi commosso. Accanto a lui c'era invece Matteo che mi sorrideva, Dio mio quanto amavo il suo sorriso. La cerimonia fu bellissima, mi emozionai a tal punto che mi misi a piangere come una bambina.

Matteo ovviamente mi prese in giro tutto il tempo. Uscimmo dalla Chiesa e tutti gli invitati si prepararono per lanciare il riso agli sposi. Mi inoltrai nella folla per raggiungere Matteo e Giorgio. Mi avvicinai lentamente vidi Giorgio tirare il lembo della giacca di Matteo, lui abbassò lo sguardo verso il suo fratellino.

«Che c'è?»gli chiese, Giorgio sollevò le braccia verso di lui, per essere preso in braccio, cosa che Matteo non si fece ripetere due volte.

«Perché lanciano il riso a papà e Rita?»

«Perché sono cogl..»

«Matteo! Modera il linguaggio» gli urlai, quel bambino stava prendendo un po' troppo le orme del fratello. Matteo mi fece una smorfia contrariata, mentre Giorgio mi fissava.

«ehi piccolo che c'è?» gli chiesi avvicinandomi a lui

«Sei bella, quando divento grande voglio che diventiamo come papà e Rita» 

«Non vedo l'ora» Gli risposi dandogli un piccolo bacio sulla guancia.

«Col cazzo, c'ero prima io» disse Matteo mettendo il broncio.

«Mi stai chiedendo di sposarti?»gli chiesi, lui mi fissò, rendendosi conto di quello che aveva appena detto.

«Ah..no..io.. ecco..non intendevo» era diventato tutto rosso. Gli sorrisi, poi lui divenne serio e incominciò a fissarmi.

«Perché mi guardi così?»

«Il mio fratellino non ha ancora capito a chi appartieni»mi sussurrò avvicinandosi.Mi spostai imbarazzata, cosa voleva dire?

«Sarà meglio..andare..i nostri genitori sono già partiti..» detto questo ci avviammo per il rinfresco.

I festeggiamenti furono fatti all'interno di una sala. Tutti si stavano divertendo tranne me. Mi ero seduta a guardare gli altri che si divertivano. Alcune mie cugine avevo assalito Matteo. La musica passò ad un lento, mia madre e Massimo diedero il via alle danze.

«Mi concedi questo ballo?»

«Matteo,non stavi parlando con quelle?»

«Si, ma le tue cugine mi hanno annoiato» mi rispose

«Non mi sembra il caso..» mormorai imbarazzata.

«Sssh..non accetto un no, come risposta»mi rispose. Mi strinse a lui e incominciammo una danza lenta e sensuale.

«Mi stai facendo diventare pazzo, da quando ti ho vista con questo vestito..» disse avvicinando la sua bocca al mio orecchio.

«Pensavo ti stessi divertendo con quelle..»

«Non mi frega niente di quelle, Hazel..me lo fai diventare di marmo ogni volta che ti guardo»diventai bordeaux, Matteo mi chiese di seguirlo, ci ritrovammo nello stanzino dei cappotti.

Mi spinse lentamente verso il muro. Mi baciò, con passione. Le sue mani iniziarono a vagare sul mio corpo, il mio vestito ormai era arrivato all'altezza del mio addome.

«M..Matteo potrebbero scoprirci, peggio potrebbero scoprirci i nostri genitori» dissi, ma lui si oppose.

«Hazel, ti prego facciamolo non resisto più» mi rispose ansimando facendo aderire meglio i nostri corpi.

«Voglio..Voglio fare l'amore con te» Avevo paura che ci scoprissero, ma avevo bisogno di sentirlo mio. Mi sorrise e si avventò sulle mie labbra. La sua bocca inchiodò la mia, cercando di farla aprire maggiormente per dare libero accesso alla sua lingua.

Mi tolse il vestitino, rimanendo in intimo lo stesso feci io con i suoi abiti. Le sue mani cominciarono ad accarezzarmi la schiena, in un secondo mi tolse anche il reggiseno. Afferrò con una mano un seno, portando la sua bocca sul bottoncino rosa. Scese lentamente, sulla mia intimità la baciava lentamente, in quel momento le mie gambe non riuscivano a stare in piedi. «Fammi tua, ti prego non riesco più a resistere..» Dissi ansimando

«Cosa vuoi? Dillo..» mi sussurrò

«Ti..voglio..dentro..di me..» Non se lo fece ripetere una seconda volta, mi divaricò le gambe e con una lentezza mi penetrò, mi sentì appagata. Le spinte aumentarono prendendo ritmo, non potevo più trattenermi, iniziai a gemere scandalosamente.

Quando finalmente avevamo raggiunto il piacere, mi appoggiai a Matteo ansimante. Ci rivestimmò ed uscimmo da quello stanzino. Ritornammo in sala, Matteo fu nuovamente "aggredito" da mia cugina Elena.

«Dov'eri? Ti cercavo, sei cattivo mi avevi promesso un ballo»disse piagnucolando.

«Perdonami, ma non mi va proprio di ballare» rispose lui.

«Se..vuoi potremmo fare qualcos'altro. Sai sono piuttosto brava..con la b..» 

«Adesso basta! Elena, ti pregherei di andare a fare la troia altrove» le dissi sorridendo, mi guardò senza dire mezza parola e se ne andò. Matteo mi guardava scioccato e poi scoppiò a ridere.

«Che c'è?» gli chiesi arrabbiata

«La piccola Hazel, che dice parolacce. Ho decisamente una brutta influenza su di te»

«Ah..scusami se ti ho salvato da Elena di troia, potresti prendere una malattia venerea con lei. Ma se vuoi la chiamo subito» gli risposi secca

«No, grazie. Preferisco fare del sano sesso con te»Mi sussurrò, gli diedi un colpetto sul braccio e scoppiammo a ridere.Tornammo a sederci al nostro tavolo, il mio telefono cominciò a squillare. Era Aiden, risposi immediatamente.

«Ehi, piccola come va il matrimonio?»mi chiese il mio amico.

«Benissimo, mi sto divertendo»gli risposi,Matteo mi fissava, era come se fosse..arrabbiato?

«Non vedo l'ora di rivederti, è la prossima settimana la gita?»

«Sì, dalla prossima settimana sarò a Londra. Vorrei anche presentarti una persona molto importante»Risposi ad Aiden, rivolgendo poi un sorriso a Matteo.

«Una tua amica?»disse lui ridendo

«No, ti ricordi di Matteo? Il figlio di Massimo? Beh..poi ti racconto..»rimase in silenzio poi mi disse che aveva fretta e mi chiuse la chiamata.

«Ha chiuso..» dissi delusa

« A quello piaci ancora» disse ad un tratto Matteo

«Che dici, siamo solo amici»

«Seh..amici..divertente» disse secco

«Sei arrabbiato con me?»

«Sei mia, col cazzo che ti lascio a lui»lo guardai felice..era geloso di Aiden. Anche se quel viaggio a Londra non mi tranquillizzava affatto..avevo un brutto presentimento.



ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! Spero di non avervi deluso con questo nuovo capitolo. Volevo fare qualcosa di carino. Il prossimo capitolo, sarà ambientato a Londra, ci sarà la gita. E lì ci sarà il caos.

Vorrei dire un ultima cosa, riferita a delle ragazze che mi hanno scritto, dicendo che la mia storia ha troppe recensioni per essere una storia mediocre. Perfetto, mi va benissimo, però venirmi a dire che ci sono storie più belle e non hanno recensioni dandomi la colpa..cioè non è colpa mia. Non so ultimamente avevo pensato di lasciar perdere, ho pensato,magari non piace la mia storia. E niente..ringrazio comunque chiunque legge e segue questa storia. Scusate il piccolo sfogo.

Alla prossima, Scarlett.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


«A che ora partite?»Chiese mia madre

«Alle sette, dobbiamo essere in aeroporto»le risposi. L'indomani avevamo la gita a Londra. Se prima ero felice, adesso non lo ero più. Dal giorno del matrimonio, Aiden non rispondeva più alle mie chiamate e messaggi, mentre Matteo mi ignorava totalmente.

«Matteo, hai già preparato la valigia?»Gli chiese mia madre.

«Non ancora»rispose

«Per favore Matteo, sta attento alla mia piccola Hazel»

«Sta tranquilla Rita» rispose lui.

«Matteo possiamo par..» non mi fece vinire la frase che si alzò e andò in camera sua. Lo guardai stremata, non capivo cosa avesse, che gli avevo fatto?

«Mi devi dire qualcosa?»Mi chiese mia madre

«Cosa dovrei dirti?»

«Nulla»sospirò

«Vai a preparare la valigia anche tu»Andai in camera mia, e preparai il necessario. Vidi che si erano già fatte le dieci e mezza, volevo parlare con Matteo. Mi mancava, non capivo perché si stava comportando in questo modo.

A malincuore cercai di mettermi a letto e riposare, avevo l'impressione che domani sarebbe stata una giornata intensa. Mi ero svegliata tardi, questo era il risultato di una notte passata in bianco. Non ero riuscita a prendere sonno, avevo una sorta di ansia che non riuscivo a scacciare. Durante il tragitto in macchina, Matteo era silenzioso fissava il finestrino, continuando ad ignorarmi. Iniziai a fissare le sue labbra, avevo voglia di baciarlo. Distolsi lo sguardo brontolando, non poteva farmi sempre questo effetto. Quando arrivammo in aereoporto, trovammo già i nostri amici.

«Ecco, i nostri piccioncini» Urlò Daniele, quasi caddi a terra..sospettava qualcosa?

«Che c'è, sei geloso di non avere nessuna che ti va dietro?»Disse Chiara, dandogli un colpetto alla testa.

«Ahia! No, dico solo che ultimamente questi due non la raccontano giusta»continuò

«Sta zitto! E non rompere le palle» rispose ad un tratto Matteo. Daniele rimase in silenzio, mentre Matteo iniziò a lanciarmi strane occhiate che non riuscivo a decifrare.

«Ma non vedo Giulia..»chiesi a Chiara, non la sentivo da parecchi giorni. «Sta per arrivare, ha litigato con Michele per via di Londra»

«Non ne sapevo niente..»

«Sei sparita..» rispose lei, in effetti, era da un po' che non passavo del tempo con le mie amiche.

«Mi farò perdonare» Mi sorrise.

«Cosa hai portato in quelle valigie?Anche se hai portato un vestito sexy rimarresti un sacco di patate comunque»Quella voce odiosa, ovviamente anche Federica sarebbe venuta a Londra.

«Un sacco di patate sexy» Disse Lorenzo, diventai rossa, non mi aspettavo un complimento del genere da parte sua. Matteo diede un colpetto alla testa di Lorenzo, ma che diavolo gli era preso?

«Che cazzo ti prende?» gridò Lorenzo contro Matteo.

«Credevo di aver visto un insetto» rispose con tono innocente.

«Ragazzi, dobbiamo andare sbrigatevi e smettetela di litigare» urlò il professore.

Quando salimmo in aereo, mi accorsi che ero seduta accanto a Matteo. Sembrava teso ed infastidito. Volevo toccarlo, parlargli, questa sua allontananza mi faceva stare male. Poggiai la mano sul suo avambraccio, si irrigidì ma non la allontanò. Iniziai a fare piccoli cerchi con il pollice, lo sentivo fremere cosa che mi fece sorridere.

Ad un tratto bloccò la mia mano, cercai di allontanarla, pensando che forse non voleva essere toccato. Invece, strinse la mia mano con la sua, e in un sussurro roco, mi mormora all'orecchio: «Odio..»

«Cosa?»gli chiesi

«Odio..che ti lasci guardare in quel modo»lo guardai stupita, non capivo, da chi mi facevo guardare?

«Non capisco..»sospirò, e mollò la presa, senza nemmeno pronunciarlo indica Lorenzo.

«Lorenzo?!»urlai un po' troppo forte, tanto da far voltare il diretto interessato. Matteo sospira frustrato, mentre io, continuavo a non capire. «Mi hai chiamato?» mi chiese Lorenzo

«Stà zitto» rispose Matteo.

«Hai qualche problema con me?»gli chiese Lorenzo

«Affatto» Rispose, poi girò il volto verso il finestrino, ignorandomi di nuovo. «Ehi..Matteo..»lo chiami, ma niente, non ne voleva sapere di parlare con me. Provai a rilassarmi e mi addormentai.

«Ehi..Hazel svegliati, siamo arrivati»mi richiamò Chiara.

«Cos..siamo già arrivati?»

«Si, dai che gli altri sono già scesi» mi rispose Giulia.

«Matteo?»chiesi

«È già sceso insieme a quella gallina di Federica»rimasi delusa, mi aveva promesso che non avrebbe più avuto a che fare con quella, e invece mi sbagliavo.

«Ragazzi mettevi in fila, adesso dovremmo spostarci per andare in Albergo» annunciò il professor Ferrara.

«Sono così eccitata, è la prima volta che visito Londra. Per te Hazel non è tutto nuovo vero?»Mi chiese Giulia

«No, in un certo senso questa è ancora casa mia» risposi. In quel preciso istante mi arrivò un messaggio da parte di Aiden:


"SCUSA SE NON TI HO RISPOSTO IN QUESTI GIORNI, SEI ARRIVATA? DIMMI DOVE ALLOGGI, VOGLIO VEDERTI"


Iniziai a sorridere come un ebete, ero così felice. Risposi immediatamente, gli inviai l'indirizzo e che non vedevo l'ora di rivederlo.

«Chi è Aiden?»Mi chiese Giulia

«È il mio ex ragazzo, abita qui a Londra, mi ha chiesto l'indirizzo del nostro alloggio»

«Furbacchiona, hai un ex ragazzo e non dici nulla?»mi prese in giro Chiara. 

«Hai qualche foto?» mostrai la foto di Aiden, fu molto apprezzato, da entrambe.

«Matteo, qualcuno ti sta rubando il posto di belloccio. Guarda quant'è bello l'ex di Hazel» Matteo rimase in silenzio, prese per un braccio quella gallina di Federica e ci sorpassarono. Arrivammo in Hotel, per mia fortuna ero in camera con Chiara.

«Per oggi siete liberi, da domani avremo una guida turista che ci porterà in giro per la città»disse il professore, purtroppo alcuni di noi ancora minorenni, eravamo costretti a stare in Hotel. Durante il dopo cena, io e miei amici rimanemmo a rilassarci nella hall.

«Anche a me sarebbe piaciuto uscire a divertirmi» si lamentò Daniele. 

«Pensa che c'è qualcuno che si sta divertendo anche qui»Disse ridendo Lorenzo, non capivo. Forse Paolo e Serena finalmente si erano decisi a fare quel passo?

«Chi si diverte?»Chiesi

«Federica e Matteo» mi rispose. No, non poteva essere vero..perché?

«Ehi Hazel va tutto bene?» mi chiese Giulia

«Si,devo solo prendere un po' d'aria»mi alzai ed uscì fuori. Ogni cosa in questo posto mi ricordava la mia vecchia vita. Un profilo mi si stagliò di fronte a me, sollevai la testa e un sorriso mi si stampò in viso.

«Ehi Darling»

«Aiden! Dio, quanto mi sei mancato» mi alzai e lo abbracciai. Non lo vedevo da quando avevo lasciato Londra, non era cambiato affatto. Era un bellissimo ragazzo, biondino con gli occhi chiari. Con le mani in tasca, iniziò ad esaminarmi da capo a piedi. In effetti ero cambiata, la mia nuova vita mi aveva trasformata. Ero più determinata, e poi da quando avevo conosciuto Matteo, amavo molto di più il mio corpo.

«Sembri stare bene»mi disse

«Sto bene, molto bene»

«Che fai, qui tutta sola?»questa sua domanda mi ricordò quello che stava facendo Matteo con quella.

«Aiden..portami da qualche parte, andi..»non completai la frase che Aiden mi trascinò con lui. Mandai un messaggio alle mie amiche dicendo di coprirmi in caso il professore chiedeva di me.

Ci sedemmo su una panca, Aiden mi passò un bicchiere con dell'alcool. Era sempre così ogni volta che stavo male, c'eravamo io, lui la panca e una sbronza. Iniziò a fissarmi senza fiatare. Butto giù un bicchiere dopo l'altro. Mi alzai barcollando, cercai di ignorare il mio cuore ferito. Cercai di non pensare al perché Matteo si era comportato da stronzo. Sapevo già che cambiava ragazze ogni notte, ma speravo fosse cambiato, me l'aveva promesso.

Dopo un paio di bicchieri, un paio di braccia mi portano nella mia stanza d'albergo. Non volevo essere toccata da nessuno che non fosse Matteo. Mi addormentai piagnucolando. La mattina i postumi della sbornia cominciavano a sentirsi.

«Ehi bella addormentata»

«Aiden..» Le sue labbra formarono un sorriso, mi afferrò la mano e la strinse tra la sua.

«Devo andare, non vorrei che mi trovasse il tuo professore»

«Ah sì, ma Chiara?»gli chiesi, mi spiegò che andò a dormire insieme a Giulia.

Mi diedi una sistemata, ed uscì da quella stanza seguita da Aiden. Quando ci avviamo per il corridoio mi ghiacciai.

«Matteo..» mormorai, ci osservava non sembrava molto allegro. I suoi occhi verdi, mi seguivano, sostenni il suo sguardo, ero arrabbiata, delusa. Aiden continua a tenere il braccio sul mio fianco, rimasi accanto a lui. Matteo aveva passato la notte con quella stronza. Ci fermammo davanti a lui, nei suoi occhi riuscivo a intravedere "rabbia".

«Vi siete divertiti?»chiese, lo fulminai con lo sguardo.

«Si, tantissimo. Io e Aiden abbiamo trascorso la serata ricordando i vecchi tempi, vero Aiden?»lui annuì solamente.

Di fronte all'aria corrucciata di Matteo aggiungo: «Aiden è bravissimo nel farmi divertire» so che era crudele, ma era colpa sua. Lo sguardo di Matteo si rabbuia.

«Credo che anche tu stanotte ti sei divertito, giusto?» dissi

«Me la sono spassata» «Immagino» risposi sarcastica

«Hazel, io devo andare adesso..»mi disse ad un tratto Aiden, era a disagio.

«Oh sì, scusami. Ti accompagno sotto, tanto non ho più nulla da dire» presi per mano Aiden e sorpassai Matteo.

«Hai detto al tuo amichetto, che accordo abbiamo?» gridò, lo guardai terrorizzata non poteva farmi questo.

«Matteo..ti prego..»lo supplicai «Io e lei abbiamo fatto un accordo. Facciamo sesso tutte le volte che ne ho voglia» Aiden, diventò rosso di rabbia, lasciò la mia mano e si parò di fronte a Matteo. Gli sferrò un pugno, da farlo cadere a terra. Rimasi paralizzata.

«Aiden, posso spiegarti non è..»

«Come sei diventata?» mi disse deluso, mi guardò con disprezzo e se ne andò.

«Ti ha toccata?Rispondimi» Urlò Matteo ancora dolorante.

«Tu sei pazzo!»

«Cerco di aiutare un'amica e tu ti comporti come una puttana» Mi aveva ferita, umiliata come poteva pensare questo di me?

«Tu sei uno stronzo, non mi parli per una intera settimana, mi ignori, mi fai sentire una merda e poi..passi la notte con quella»

«Non sono andato a letto con lei, stava male mi ha chiesto aiuto, non volevo lasciarla sola»

«Anche io ero sola, ma non ti sei degnato di una spiegazione»

«Non capisci un cazzo» mi rispose

«Come scusa?»

«Mi dà fastidio che parli con il tuo ex, mi dà fastidio Lorenzo, mi danno fastidio tutti quelli che ti guardano» Era geloso, era geloso degli altri ragazzi.

«Matteo..» mi avvicinai, ma lui si scansò

«Avevi ragione, non era una buona idea fare quell'accordo, sarà meglio che la finiamo qui»

«no, non puoi farmi questo..ti odio, ti odio» gli urlai contro disperata.

«Piccola, è meglio così. Andando avanti ci faremo solo del male» mi lasciò sola, in preda alla disperazione, come poteva chiedermi di finirla?

Non capiva che mi ero innamorata di lui?


 

Angolo Autrice

Ciao a tutti! Che ne pensate di questo capitolo? Ovviamente nel prossimo capitolo, ci sarà diciamo la seconda parte di Londra. Sì, perché credevate che lasciavo tutto così? Eh, no. Nella seconda parte avremo un piccolo momento sotto il punto di vista di Matteo. Ci sarà uno scontro fra Aiden e Matteo. Detto questo..

Alla prossima, la vostra Scarlett!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Pov Hazel

Trentotto di febbre. Perfetto, mancava solo questo per rovinare la mia gita. 

«Solo tu puoi ammalarti, di punto in bianco»mi disse Giulia, guardando il termometro.

Era colpa della serata che avevo passato con Aiden, avevo preso freddo ed ecco il risultato. Dovevo restare a letto, mentre gli altri potevano visitare Londra. Anche se l'unica cosa che volevo in quel momento, era tornare a casa mia.

«Adesso devo andare, sicura che non vuoi che resto con te?»mi chiese

«No vai, divertiti, non voglio che ti rovini la giornata per me»le risposi

«Davvero,potrei restare con te..»

«No, vai e divertirti»la mia amica uscì, dicendo che appena sarebbero tornati, passava nuovamente da me. Rimasi sola, pensai a Matteo, che sicuramente in questo momento era con Federica.. Mi addormentai con le lacrime agli occhi.



Pov Matteo

«Dov'è Hazel?» Chiesi a Giulia

«Sta male, ha la febbre a trentotto. Ho già avvisato il professore che non verrà» rispose, andai dal vecchio, non volevo andare in giro insieme a questi idioti. Quindi mi venne un lampo di genio.

«Si, professore sto male, sarà stata la colazione» mentì

«È un'altra scusa delle sue?»

«No professore, sto terribilmente male» Dovevano darmi un oscar, ero stato molto convincente.

«D'accordo, resti in camera sua, avviseremo a casa del tuo malessere» Quel vecchiaccio, aveva abboccato.

Quando vidi che i beoti uscirono, andai in camera di Hazel, sapevo che le avevo detto di stare lontani, ma volevo vederla, volevo sapere come stava. Entrai senza bussare, dormiva. Mi avvicinai a lei, aveva pianto? Mi dispiaceva vederla in quello stato, dio quanto era bella.

«Sei una cretina, come fai a volere uno come me?»Mormorai dandogli un bacio sulle labbra.

Il suo telefono cominciò a squillare era quel coglione, uscì portando con me il cellulare e risposi.

«Che cazzo vuoi ancora?»

«Chi..ah sei tu, perché hai il cellulare di Hazel?»mi chiese

«Fatti miei»risposi «Devo parlare con lei.. passami Hazel»mi ordinò

«Pensi davvero che ti farò parlare con lei? Povero idiota» in quel l'istante riattaccò. Un coglione in meno che le girava intorno.

Rientrai in camera, e mi stesi accanto a lei, era così indifesa..dovevo proteggerla.. da me. Qualche ora dopo bussarono alla porta, pigramente mi alzai, ed aprì la porta, pensai fosse qualche donna di servizio invece..

«Che ci fai qui, con lei?» gridò l'idiota,guardando Hazel

«Sta zitto, non urlare, non vedi che dorme?»

«Allora è vero..scopate, dovevo immaginarlo è diventata una puttana»Lo spinsi fuori, e chiusi la porta.

«Dammi una buona ragione, per non prenderti a calci in culo»ringhiai

«Te la scopi solo tu?»lo colpì sul naso, indietreggiò leggermente, mentre dal suo naso cominciò a fuoriuscire del sangue. Si scagliò contro di me dandomi un pugno sullo stomaco. Mi accasciai a terra gemendo dal dolore.

«N..non devi parlare male di lei..»Mi alzai, ferocemente contraccambiai il pugno, Aiden si stese a terra e lo presi a calci.

«Fermo..ti prego..»mi supplicò, mi fermai. L'avevo conciato male. Lo aiutai ad alzarsi, e lo portai nella mia camera. Gli diedi qualcosa per pulirsi, il suo viso era ricoperto di sangue.

«Cosa vuoi da lei?»mi chiese

«Nulla»

«È vero che siete andati a letto?»

«Sì» risposi solamente.

«Lei è innamorata di te?»

«Credo di sì»

«E tu? Sei innamorato di lei?» Aveva centrato in pieno, non volevo ammetterlo, ma ero perdutamente innamorato di lei.

«Lei, non lo sa»risposi

«Capisco» si alzò e prima di andarsene mi disse: «Se la farai piangere di nuovo ti spezzo le ossa»

«Non le farò del male, promettimi che non le dirai nulla»risposi

«Sta tranquillo»mi rispose

Quando uscimmo dalla camera, ci ritrovammo, davanti Hazel.


Pov Hazel

Mi ero svegliata, avevo addosso il profumo di Matteo e non capivo il perché. Volevo andare nella sua camera, volevo sentire ancora il suo odore, e visto che lui era con la classe ne approfittai. Mi bloccai, quando vidi aprirsi la porta della camera, era insieme.. ad Aiden?

«Che..fate voi due, insieme..?»Diventai rossa come un pomodoro, la mia mente malata aveva immaginato altro.

«Perché ci guardi in questo modo?»Mi chiese Matteo

«Aspetta..non penserai che io e lui..»Continuò Matteo, scoppiando a ridere.

«Che hai da ridere?»chiesi sbuffando

«È vero..quello che pensi..»disse ad un tratto Aiden

«Io ed lui abbiamo scopato» continuò Matteo, rimasi allibita, il mio ex ragazzo mi aveva rubato il ragazzo che amavo? Li guardai e loro scoppiarono a ridere.

«Sei una stupida» Disse Matteo

«Come ti permetti brutto stronzo» colpi Matteo allo stomaco, si piegò dal dolore, non capivo, non l'avevo colpito così forte, poi guardai Aiden, aveva il labbro spaccato..

«Che avete fatto?»

«Ci siamo picchiati, Matteo ha difeso il tuo onore»

«Cosa?»Chiesi confusa

«Lascia stare, vorrei chiederti scusa. Mi puoi perdonare?» Fissai il biondino e lo abbracciai.

«Non voglio che mi odi..»gli dissi

«Non posso odiarti darling,sappi che rimarrai per sempre il mio primo amore» gli sorrisi

«Scusate» Tossì Matteo, mi staccai da Aiden.

«Adesso devo andare, mi ha fatto piacere rivederti darling, e mi ha fatto piacere conoscerti Matteo»

«Stessa cosa per me» Rispose lui, ero tremendamente scioccata erano diventati amici? Aiden andò via. Io e Matteo eravamo rimasti soli. Le mie gambe avevano ripreso a tremare, sicuramente avevo ancora la febbre.

«Ah, sei veramente un impiastro»disse Matteo, mi prese in braccio e mi portò in camera. Mi adagiò piano sul letto, e si sdraiò accanto a me, fissandomi.

Non mi guardava così da settimane, aveva passato la maggior parte del tempo a ignorarmi.

«Non puoi fare così» dissi sospirando.

Sembrava preoccupato ed infastidito per me era sempre difficile capire cosa pensasse Matteo. Prese un respiro e poi parlò: «Mi dispiace..»

Queste sue parole mi diedero un senso di frustrazione, non poteva cavarsela sempre così, si sbagliava di grosso se pensava che lo avrei perdonato così facilmente.

«Ti dispiace per..? Oh sì, per avermi presa per una poco di buono? O per avermi ignorata?»risposi acida.

Prima di continuare a parlare, si fermò a guardare la mia espressione, sospirando mi disse:

«Mi spiace, mi sono finto malato per restare con te, con Federica non ho fatto nulla, stava male veramente» Mi si strinse il cuore, non per Federica, ma per lui, voleva starmi accanto.

Ma non potevo cedere, volevo farlo soffrire un po'. Cercò di accarezzarmi la guancia, mi spostai non volevo essere toccata.

«Cosa vuoi che ti dica, Matteo mi hai fatto stare male, non una, ma più di una volta..sono stanca di essere trattata in questo modo»

«Hai ragione ad avercela con me Piccola. Sono arrabbiato con me stesso anch'io»

«Non chiamarmi Piccola!» cercai nuovamente di distanziarmi da lui. Odiavo sentirmi vulnerabile, quando si trattava di Matteo tutte le mie barriere si disintegravano.

«Sono davvero dispiaciuto, perdonami ti prego, pensavo fossi andata a letto con lui, ero geloso»Disse

«Non puoi comportarti così, e non puoi pretendere sempre che assecondi le tue gelosie»

«Lo so piccola, sono arrabbiato con me stesso. Ho esagerato» Chinò la testa sul mio viso, ma deviò per posizionarsi sul mio collo. Dovevo calmarmi, non dovevo provare nulla per lui. Hazel, calmati mi dissi.

«Mi hanno sempre tradito e abbandonato, le persone che credevo importanti mi hanno sempre deluso» Volevo baciarlo o abbracciarlo.

«Ti prego Matteo..spostati..»ero sul punto di piangere.

«Sai come mi sono sentita? Mi hai disprezzata..»

«Lo so piccola, non ho scuse»mi disse

«Non so più che fare, mi sembra di star diventando pazza»

«Perdonami, so che provi qualcosa per me»

«Vuoi usare ciò che provo per te, calpestando la mia dignità?»gli urlai «

«Cazzo no! Non voglio dire questo, sei una testona quando ti ci metti. Fammi spiegare»

«Hai un minuto»

«Voglio dirti che io..ti..»balbettò

«Tu cosa?»

«Io..ti..ti.. ti voglio bene. Adoro baciarti, sentirti fremere fra le mie braccia, non voglio perderti» rimasi delusa, per un attimo avevo pensato..non dovevo illudermi, lui non mi avrebbe mai amata

«Ti voglio bene anch'io Matteo»la febbre mi stava facendo delirare, era l'unica spiegazione per poter giustificare le mie ultime parole.

«Ti prego perdonami un'ultima volta» mi supplicò Ero rimasta in silenzio, non sapevo più che dire.

«Non puoi pretendere che ti perdoni..Matteo mi hai ferita troppe volte» ero ancora arrabbiata con lui. Mi afferrò i polsi e si mise sopra di me, i suoi erano diventati maliziosi.

«Matteo lasciami o giuro che urlo» sul suo viso si formò un sorriso.

«Ti farò urlare quanto vorrai» cercai di liberarmi ma fu tutto inutile. Matteo, si avventò sulle mie labbra, la sua lingua cominciò ad accarezzare le mie labbra. Continuando a tenermi i polsi la sua bocca scese lentamente sul lobo del mio orecchio.

«Mi piace la tua pelle» mi disse, portando la sua lingua sul mio collo. «Mi fai impazzire»continuò, mi lasciò i polsi, ormai sicuro della mia resa, mi tolse la maglietta mostrando i miei seni nudi.

Soffocai un gemito di piacere, quando sentì la sua lingua giocare con il mio seno.

«Non trattenerti..voglio sentirti..» La sua bocca continuò a scendere sulla mia pancia, fino ad arrivare alla mia intimità. Mi tolse i pantaloni, e poi i slip. Lasciandomi nuda sotto di lui.

«Matteo cos..» mi bloccai, quando la sua bocca si poggiò lì, in quel punto tanto sensibile. Stavo impazzendo, la sua lingua era calda, come lo ero diventata io.

«Mat..Matteo..f..fermati..»

«Che c'è?»Mi chiese

«Non mi sento..a mio agio..la tua bocca..lì..»ero imbarazzata Mi guardò e mi sorrise, stringendomi a sé.

«È la prima volta che faccio questo genere di cose»

«Vuoi dire che nemmeno con Rebecca..»

«No, solo con te..» mi disse, tornando a baciarmi.

Dopo qualche ora, mi era risalita la febbre. Matteo mi fece stendere sotto le coperte, con lui accanto a me. Poggiai la testa sul suo petto, mi sentivo al sicuro.

«Matteo?»Lo chiamai

«Dimmi piccola»

«Ti amo, sono innamorata di te»Non potevo più tenermelo dentro, lo amavo, non mi importava cosa mi avrebbe risposto, fin quando mi voleva accanto a lui, mi andava bene tutto.



ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia, diciamo che non ero molto convinta e il mio umore no era dei migliori. Avrei voluto postarlo ieri, ma come ho già detto non ero dell'umore adatto. Ho litigato fino a poco fa con il mio ragazzo. L'unico modo per sfogarmi era scrivere ed è uscito questo capitolo. Mi spiace se il capitolo, non è proprio il massimo.

Alla prossima,Scarlett

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Pov Hazel

Era passata circa una settimana da quel giorno. La visita a Londra era stata un disastro, alla fine avevo attaccato l'influenza a Matteo, quindi i nostri ultimi giorni li abbiamo trascorsi nelle nostre camere d'albergo. Matteo non mi aveva voluto raccontare cosa si fossero detti lui e Aiden, ma dopo quella chiaccherata sembrò essersi rilassato, tranquillizzato. Di quello che gli avevo detto fece finta di niente. In realtà mi sorrise solamente, non capì il senso di quel sorriso. Mi amava anche lui? O quello che gli avevo detto lo trovava divertente?

«Rita e mio padre sono usciti, e hanno portato con loro Giorgio, siamo soli tutto il giorno, cosa vuoi fare?»Mi chiese Matteo.

«Io adesso ho intenzione di farmi una doccia! Tu per adesso, fai quello che ti pare!»Esclamai

«D'accordo, ma non metterci troppo» rispose prima di dirigersi in cucina.

Ci misi trenta minuti a lavarmi. Odiavo dovermi lavare in fretta, ma sapevo che se mi sarei fermata ancora qualche minuto, Matteo avrebbe iniziato a lamentarsi o addirittura si sarebbe intrufolato nella doccia. Dopo essermi avvolta i capelli con un asciugamano e essermi stretta il laccio dell'accappatoio, scesi le scale per dirigermi al piano di sotto. Avevo deciso di conquistarlo e conoscendolo, vedermi in accappatoio avrebbe fatto il suo effetto. Lo trovai in tento a prepararmi la colazione. Si accorse immediatamente del mio arrivo perché, all’istante, si voltò verso di me. Lo osservai per qualche attimo. Non indossava nulla nella parte superiore, era a torso nudo. Potevo ammirare il suo fisico marmoreo. Matteo era di una bellezza mozzafiato.

«Non ti muovere»mi ordinò con tono fermo. Si avvicinò a me come il predatore si avvicinava alla propria preda.

Prima di  farla sua.

 

 

Pov Matteo

Le girai intorno.

Era imbarazzata. Lo capivo dal modo in cui mi guardava. Lo capivo dal modo in cui cercava di nascondere l’imbarazzo sorridendomi e intrecciando le dita delle mani. Era colpa sua, si era presentata davanti a me, così, con un misero accappatoio. Avvicinai il mio viso e le mie labbra, molto delicatamente, poi, le spostai i capelli dal lato opposto del collo, in modo tale da poter respirare meglio la sua pelle così profumata.

«Facciamo un gioco, chiudi gli occhi»sussurrai al suo orecchio provocandole un brivido di piacere.

«Vieni, siediti sul tavolo»la incitai

«Che..vuoi..fare?»Mi domandò

«Andiamo piccola, siediti fidati di me..»continuai a sussurrare mentre, finalmente si metteva seduta.

«Ora devi solo fidarti» annuì lasciandosi completamente andare. La guardai con attenzione, non se ne rendeva proprio conto. Non si rendeva minimamente conto di quanto fosse bella, di quanta voglia avessi di levarle quell'accappatoio e di farla mia.

«ricordati di tenere gli occhi chiusi»le sussurrai accarezzandole il viso con il dorso della mano. Senza opporre resistenza fece quello che le stavo dicendo e io mi preparai per iniziare a giocare.

«Tira fuori la lingua»mormorai tornando ad assumere un tono di voce basso e sensuale.

Fece come le stavo ordinando. Presi un barattolo di marmellata di miele, facendone cadere una quantità sulla sua lingua. «Perfetto, ora te lo metto tutto sulla lingua e ingoia»sussurrai questo evidente doppio senso mentre le inondavo la lingua con l’appiccicoso alimento. Lei sorrideva divertita portando la sua lingua verso di me. Continuai a versarle la marmellata sulla lingua. Ma ne versai un po' troppa tant'è che le cadde sul mento, sul collo e sulle sue gambe nude. In quel momento non riuscì più a controllarmi. Nel momento in cui vidi dell'alimento colarle sulle cosce persi il controllo. Feci scorrere le mie mani sulle sue cosce, sporcandole ancora di più. Lei divaricò leggermente le gambe, ed io continuai a massaggiarla fino ad arrivare all'interno coscia.

«M..Matteo..» mi guardò, e fu in quell'instante che persi il controllo, mi ero perso dentro i suoi occhi.

«Ciao.. piccola..» le mormorai sensualmente.

 

Pov Hazel

Senza che nessuno dei due se ne rendesse conto, ci ritrovammo completamente sporchi. Quasi nello stesso istante in cui le mie labbra e la mia lingua andarono ad unirsi a quelle di Matteo. Senza staccare la bocca dalla sua, gli circondai la vita con le gambe, dimenticando totalmente di avere addosso solo un accappatoio. Sentii le mani di Matteo sostenermi dai glutei mentre si dirigeva verso le scale che portavano alle nostre camere. Continuando a tenere le labbra attaccate alle mie, mi slacciò la cintura dell’accappatoio e con un colpo secco me lo tolse, lasciandomi completamente nuda.

Quando entrammo nella stanza mi depositò delicatamente sul mio letto, si tolse i pantaloni e i boxer, liberando in questo modo la sua erezione davanti ai miei occhi. Sentivo le sue mani e la sua lingua umida ovunque. «Matteo..»sussurrai contro le sue labbra.

«Non posso più fare a meno di te piccola»bisbigliò guardandomi negli occhi.

«Ti voglio Matteo» sussurrai, lui sorrise quando i miei occhi caddero sulla sua zona sud.

«È colpa tua, mi fai questo effetto, sempre» mi rispose posizionandosi, pronto a penetrarmi.

«Aspetta Matteo..aspetta!»tentati di fermarlo appoggiando l’altra mano sul suo petto.

«Che c’è?»mi rispose lui confuso.

«Voglio toccarti..» sul mio invito, le posizioni si capovolsero.

«Che..intenzioni..hai?» domandò Lo guardai non poco imbarazzata, la sua erezione era ben evidente.

«Voglio..toccarti..»continuai a mormorare. Mi prese per un polso e mi ritrovai sotto di lui.

«Haz non devi, e poi mi stai facendo soffrire..»mi disse indicando il suo amico laggiù. Si riposizionò e lo fermai di nuovo.

«Matteo aspetta!»esclamai

«Che c'è adesso?»mi chiese

«il..pre..preservativo..»gli dissi, lui sbuffando si alzo ed uscì dalla mia camera. Ritornò immediatamente con una bustina, la aprì e mise la protezione, io prendevo già la pillola, però non volevo diventare madre. Non adesso.

«Posso?» mi chiese, annuì e si posizionò.

Dapprima iniziò a muoversi lentamente, poi con più decisione. Un mugolio di piacere sfuggì al mio controllo quando, con una dolcezza infinita iniziò a muoversi nel mio corpo totalmente privo di controllo. Infilai le dita nei suoi capelli, e mi abbandonai completamente alle sue spinte. Continuò farmi godere di un piacere, evidenziato dagli indecenti gridolini di godimento che non riuscivo a trattenere. Un attimo dopo fu di nuovo dentro di me a godersi le ultime contrazioni che il mio corpo che stava involontariamente ancora producendo. Quando riaprii gli occhi, trovai i suoi occhi verdi a fissarmi soddisfatto, le sue labbra ripulite dalla sua lingua e le sue mani ad accarezzarmi i capelli sudati. Si sdraiò al mio fianco, per riprendere il respiro e si voltò guardandomi negli occhi.

«Mi sento bene»Mi disse, accarezzandomi la guancia.

«Sì, anch'io» risposi mostrandogli un sorriso sincero. Si, alzò rimettendosi i boxer.

«Dove vai?»Gli chiesi

«A fare una doccia»mi rispose continuando a guardami con quel sorrisetto.

«Sbrigati che devo farla anch'io»

«Ah, vuoi davvero farmi andare da solo?»mi chiese, mentre io lo guardai confusa.

«Non sai lavarti?»Gli chiesi ridendo.

«Si, esatto! Chissà cosa potrebbe succedermi, poi scivolare o addirittura affogare»disse con un tono melodrammatico.

Scoppiai a ridere, a volte si comportava come un bambino di cinque anni. Gli lanciai un cuscino, prese il cambio e andò a farsi una doccia. Io rimasi a letto, fissando il soffitto. Mi sentivo bene. Era stato grandioso. Decisamente grandioso. Come sempre, d’altra parte, dannato sesso. In pochi minuti i miei pensieri viaggiarono. Avevo la sensazione che le cose fra me e Matteo pian piano si erano risolte. I miei pensieri, furono rovinati dal fastidioso campanello.

Presa dal panico mi alzai immediatamente,mi avvicinai allo specchio, volevo vedere in che razza di condizioni Matteo mi aveva ridotta prima di andare ad aprire. Avevo a dir poco un aspetto sconvolto. Il viso arrossato così come le labbra; i capelli mi ricadevano disordinati sulle spalle. Decisi di rimediare al danno iniziando dai capelli, li legai con un elastico.

Presi la prima cosa che trovai, ovvero una felpa di Matteo e la indossai. Scesi di fretta, mentre il campanello continuava a suonare ininterrottamente. Guardai dallo spioncino della porta, era Giulia, cosa ci faceva qui? Aprì, cercando di liberarmi in fretta di lei.

«Ehi..che fai da queste parti?»

«Volevo sapere come stavi»Mi rispose

«Bene, mi sento davvero bene» Le risposi sinceramente. Non potei fare a meno di invitarla ad entrare. Andammo in salotto.

«Sei sola?Tua mamma?»mi chiese

«È uscita,con Massimo e Giorgio»

«E Matteo?»Continuò lei

«Sta facendo la doccia»Risposi, mentre lei iniziò a fissarmi.

«Senti..dimmi la verità, cosa c'è fra voi due?»mi chiese la mia amica. Volevo dirle la verità, era la mia migliore amica, volevo raccontarle di me e Matteo. Però avevo paura, paura di essere giudicata.

«Ecco..io..»avevo fatto il respiro più lungo della mia vita, per poi proseguire:

«Io..e Matteo..l'abbiamo fatto..»

«COSA? Cosa avete fatto?»mi aveva interrotto iniziando a parlare. Era visibilmente adirata. Aveva iniziato a camminare furiosamente per la stanza.

«Giulia, per favore calmati. Io mi sono innamorata di Matteo e..»avevo cercato di tranquillizzarla, non riuscendoci, ovviamente.

«No! Dimmi perché? Come puoi amare Matteo? Ѐ solo uno sporco bastardo,e non riesco a credere che tu voglia stare con lui!Sei una cogliona»aveva continuato ad insultarmi.

«Ti prego cerca di capire, volevo dirtelo..e poi lui mi vuole bene..»

«Non ti vuole bene, lui non vuole bene a nessuno!»Urlò «Invece sì..lui..mi..»non finì di parlare, quello che avevo appena sentito mi pietrificò

«Matteo aveva messo incinta Federica» gridò Giulia.

«Cosa? Non è vero..che stai dicendo?»Chiesi disperata.

«Una settimana prima della gita a Londra, lei pensava di aspettare un bambino»mi rispose.

«Allora..era questo il motivo per cui lui non mi parlava..»mormorai

«Da quando lo sai?»Continuai, lei rimase in silenzio non mi guardava nemmeno negli occhi.

«Ricordi quando Matteo era rimasto in camera di Federica? Lei gli stava dicendo che aveva perso il bam..» la fermai.

«BASTA! Non voglio sentire altro..»come era possibile? Federica stava aspettando un bambino..e il padre..era..Matteo..

«Cazzo! Le avevo chiesto di mantenere il segreto!» Gridò Matteo, entrando in salotto. Mi venne un improvviso senso di nausea.

«Hazel..lascia che ti spieghi» mi richiamò lui

«No!»Gridai contro di lui, spingendolo via. «Devi stare lontano da lei»disse Giulia

«Stanne fuori, non sono affari tuoi»gridò lui.

«Matteo ora basta!»urlai, lui si voltò verso di me.

Ne avevo abbastanza, Piansi.

Piansi disperatamente. Come aveva potuto? Andai in camera mia, lasciando Matteo e la mia amica al piano di sotto. Mi gettai sul mio letto, non riuscivo a respirare era come se mi mancasse l'aria.

«Hazel possiamo parlare?»Mi chiese Matteo Mi voltai, e lui mi guardò teneramente, il mio volto era ricoperto dalle lacrime.

«P..p..Perché non mi hai detto nulla..?»chiesi con un tono disperato.

«Ecco..posso..spiegarti..io..»si avvicinò cercando di abbracciarmi.

«No, stai lontana da me. Stammi lontana Hazel, non ti voglio. Vattene via. Vieni qui, No, vattene via» lo imitai, ero stanca di questo suo comportamento.

«Perché? Perché ti comporti così?»Gli chiesi disperata.

«Non lo so..»

«Pensavo che..»Mi bloccai, non mi avrebbe mai amato.

«Va tutto bene Matteo, tranquillo» ero stanca di discutere.

«No, non va bene»Gridò, battendo un pugno sul muro.

«Invece sì. Matteo, sono stanca, non sei innamorato di me, non ti importa nulla, va bene lo stesso, ho capito..»Dissi rassegnata.

«Ti amo Hazel, ti supplico, non cancellare ciò che è successo tra di noi negli ultimi mesi…»queste sue parole mi spiazzarono.

«Non è vero..lo stai dicendo solo perché..»

«Ti amo. Sono innamorato di te, ti chiedo perdono, non accadrà mai più una cosa del genere..ti prego..»Mi supplicò.

Stava approfittando della mia debolezza. Come poteva dirmi una cosa del genere, in un momento come questo? Mi aveva detto che mi amava. Allora perché non ero felice? Perché l'unica cosa che volevo fare in quel momento era piangere. Piangere disperatamente.

«Mi puoi perdonare?» Continuò, cercando quel contatto che gli avevo negato.

«Va..va bene» Mentì per quanto volessi, non potevo perdonarlo.

 

Pov Matteo

La strinsi forte al mio petto e poi la baciai.

Senza alcun preavviso la baciai. In pochi minuti ci ritrovammo entrambi nudi e bramosi l’uno dell’altra, in un unico groviglio di bocche, lingue, mani e gambe.

«Perché non riesci ad amare solo me?»sussurrò lei contro le mia labbra quando mi posizionai meglio sul suo corpo pronto a penetrarla.

Pronto a farla mia.

Avevo sbagliato con lei, fin dal principio. Non credevo di arrivare ad amarla così tanto. Avevo sbagliato con Federica, lei era stata per molto tempo era stata una sostituita di Hazel. Già lei per me era solo uno sfogo, l'unica che volevo era Hazel.

«Ti amo, ti amo..»bisbigliai guardandola negli occhi:

«Ti prometto che cambierò, io non voglio nessun'altra, che non sia tu»provai a tranquillizzarla specchiandomi nei suoi occhi.

«Matteo..sono stanca davvero..»mormorò.

«Devi credermi, mi sono innamorato di te, per favore..»mormorai al suo orecchio facendo aderire, lentamente e dolcemente, il mio bacino al suo. Facendo aderire i nostri corpi.

Facendo aderire i nostri cuori. Volevo solo che capisse che era lei che volevo. Volevo che capisse che ero perdutamente innamorato di lei, nel momento in cui entrai dentro di lei, mi sentii meglio, lei riusciva a farmi sentire migliore. Dovevo solo dimostrarle che ero sincero. Dopo un'interminabile momento di passione, eravamo rimasti abbracciati, mi piaceva stare accoccolato a lei.

«Matteo..scusami..»sussurrò lei ridestandomi dai miei pensieri. La guardai confuso, perché mi stava chiedendo scusa.

«Per cosa?»

«Per..Perché non vado bene per te..scusa..sarei dovuta rimanere a Londra, insieme a mio padre..»sentendo quelle parole il mio cuore si sciolse inesorabilmente.

La strinsi ancora più forte a me. Come poteva dire una cosa del genere? Era perfetta per me, dio mio, se lo era. Ero io quello sbagliato. Ero io ad avere qualcosa che non andava.

«Non dire sciocchezze, sono felice di averti conosciuta, hai capito?»domandai alzandole leggermente il viso per poterla guardare negli occhi.

«Però..non ti basto..»Mi rispose, riferendosi a Federica.

«Ti prometto, che non accadrà più nulla fra me e lei. Sarò solo tuo»cercai di tranquillizzarla usano il tono più dolce che riuscivo ad assumere.       

Dovevo riacquistare la sua fiducia, non potevo perderla. Non disse nulla. Riappoggiò la testa al mio petto accoccolandosi maggiormente tra le mie braccia.

«Matteo?»

«Ssh riposati un po'..»

«Ti amo..Matteo..»

«Anch'io..» le sussurai dolcemente all'orecchio. Continuai ad accarezzarla fino a quando non si addormentò.

 

Angolo Autrice:

Chiedo perdono per il ritardo, volevo pubblicare prima ma l'ispirazione mi era venuta a mancare. Finalmente Matteo ha amesso di amarla. Cosa succederà tra i due? Ma soprattutto Matteo riuscirà a riacquistare la fiducia di Hazel?

Ringrazio chi mi segue, legge e chi lascia recensioni. Vi adoro! 

Un bacio, Scarlett!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Hazel Pov

Avevo iniziato ad ignorare Matteo, con scarsi risultati. Lui confessò nuovamente di amarmi. Per quanto mi sforzavo non gli credevo, troppe volte mi ero illusa, e troppe volte ero stata calpestata da lui, e dai miei sentimenti. Però alla fine avevo ceduto, sì lo avevo perdonato, per quanto mi riguardava non potevo spegnere l'amore che provavo per lui. Ero ancora arrabbiata, sì. Mi aveva nascosto la presunta gravidanza di Federica, su questo non potevo perdonarlo. Però non ero riuscita a stare lontana da lui. Matteo mi giurò su sua madre che non sarebbe andato a letto più con nessuna. Eccetto me. Ormai quell'accordo fra noi non esisteva più o per lo meno per me non esisteva. Sì, perché alla fine nessuno dei due aveva mai rispettato quelle regole .

Le vacanze di Natale erano arrivate, io e Matteo passavamo i week-end, chiusi in camera. Nessuno si era accorto della nostra "relazione" fino a quel giorno. Erano usciti tutti o almeno  così pensavamo. Ero così concentrata su Matteo, su i suoi baci, e sulle sue mani che toccavano il mio corpo, che non avevo sentito la porta aprirsi. Sollevai la testa, mentre Matteo continuava a baciarmi.

Vidi mia madre con la bocca spalancata, e dietro di lei, c'era Giorgio. Avrei dovuto alzarmi, spiegare, ma il mio corpo si rifiutava di muoversi. Matteo, si accorse che stavo fissando la porta e nel momento in cui si voltò, anche lui rimase paralizzato. Spostò la sua mano dalla mia parte intima e si mise seduto. Mia madre cercò di non far vedere la scena a Giorgio, il che mi fece ricordare che quel povero bambino aveva già visto abbastanza.

«Non guardare piccolo..»disse mia madre coprendo gli occhi del bambino. Lui cercò di levare le mani di mia madre e nel frattempo disse:

 «Hanno caldo.. anche l'altra volta..»non finì di parlare che mia madre iniziò ad urlare.

«COSA?» Rimasi in silenzio, mentre Matteo disse: «Ah, non ti scandalizzare avrai già visto di peggio» diedi una gomitata a Matteo, non era il momento di fare battute.

«Matteo per favore non è il momento..» lo rimproverai. Sapevo che voleva allentare la situazione, ma conoscevo mia madre, sapevo che in quel momento la situazione era diventata critica. Lei rimase in silenzio mentre Giorgio andò a giocare in camera sua. Mi alzai e cercai di rivestirmi, ero imbarazzata e spaventata.

«Avevo capito che c'era qualcosa..ma non pensavo sareste arrivati fino a questo punto»disse mia madre, rompendo quel silenzio insopportabile. «Mamma mi dispiace» dissi mortificata.

«State insieme?»Chiese

«No» rispondemmo io e Matteo in coro.

«Quindi..voi due..» non concluse la frase, capendo che razza di rapporto avevamo creato.

«Mamma non è come pensi» cercai di spiegarle ma fu inutile non volle sentire ragione, uscì dalla mia camera dicendo che ci avrebbe aspettati al piano di sotto. Matteo diventò freddo, quasi taciturno, perché? Non avevamo fatto nulla di male.

«Matteo? Sei arrabbiato con me?»Gli chiesi, non ottenni risposta si limitò a guardami in silenzio.

«Non abbiamo fatto niente di cui vergognarci»Continuai, scendemmo le scale ed andammo in cucina. Entrai per prima, li trovai mia madre e Massimo seduti con espressione  sconvolta.

«Ecco i figli dell'anno» commentò Massimo.

«Siete ancora dei ragazzi,sapete che rischi correte?» pronunciò mia madre.

«Siamo stati attenti. Matteo usa sempre la precauzione ed io prendo la pillola»Dissi, mia madre mi guardò scioccata, forse perché di solito non ero così diretta. Matteo entrò, e andò a sedersi accanto a me, come se non fosse accaduto nulla.

«Preparami qualcosa, ho fame» disse rivolgendosi a me.

«Che c'è? Hai perso la sensibilità alle mani?» dissi infastidita.

«Non mi sembra, visto che poco fa..» si fermò, mentre i nostri genitori ci guardarono con aria di rimprovero.

«Adesso basta!»gridò Massimo, io e Matteo restammo in silenzio.

«Ti ho sempre trattato come un figlio»Disse guardando Matteo

«Mia figlia non è un oggetto, non è come le ragazze a cui sei abituato»continuò, stava esagerando Matteo non aveva fatto niente di male. «Mamma ora basta!»gridai.

 

Matteo Pov

  Ti ho sempre trattato come un figlio»Disse Rita guardandomi.

«Mia figlia non è un oggetto, non è come le ragazze a cui sei abituato»continuò, sapevo di essere uno stronzo, ma Hazel mi aveva accettato così com'ero. Non volevo ferirla, non volevo.

«Mamma ora basta!»Gridò Hazel.

«Non capisci, ti sta solamente usando»

«Non è vero, noi ci amiamo»rispose disperata.

«Non ti ama Hazel, mio figlio non sa cosa significa amare» disse ad un tratto mio padre, non era vero. Cosa ne poteva sapere lui? Amavo Hazel, ero profondamente innamorato di lei.

«Non ti ama, ti sta solamente prendendo in giro»Continuò Rita

«Devi smetterla mamma» gridò Hazel

«Ha ragione tua madre»Dissi mentendo.

«Come?»Mi chiese confusa.

«Mi sono approfittato di te, cerca di capire volevo solamente scopare e tu eri a portata di mano. Però alla fine mi hanno beccato» le dissi, avevo distrutto tutto.

«Stai mentendo»

«Non avrai pensato che fossi davvero innamorato di te?» iniziai a ridere, "Scusami Hazel" dissi fra me e me. Era finita, mi avrebbe odiato e in effetti ne aveva tutto il diritto. Mi fissava, non si accorse nemmeno che iniziò a piangere.

«Vedi Hazel? Mio figlio non sa cosa vuole, ha sempre usato le ragazze. Le ha sempre usate come sostitute della mia ex moglie» disse mio padre rivolgendosi ad Hazel, che in quel momento uscì piangendo da quella stanza. Non era vero, io non amavo più Rebecca, l'unica che mi faceva battere il cuore era Hazel. Lo avevo fatto per il suo bene, doveva starmi lontano. I nostri genitori non ci avrebbero mai permesso di stare insieme. 

«Papà dobbiamo parlare, andiamo fuori»Gli ordinai.

Uscimmo, faceva un freddo cane, lui rimase in silenzio, aspettava che dicessi qualcosa. Non sapevo cosa dire, sapevo solo che le cose fra me ed Hazel sarebbero cambiate.

«Spiegami come cazzo ti è venuto in mente di scoparti Hazel» gridò mio padre. Ecco da chi avevo preso il linguaggio scurrile.

«È capitato» risposi

«Dimmi la verità sei innamorato di lei?»Mi chiese.

«No»risposi

«Perché allora sei andato a letto con lei?»

«Non lo so, forse avevo bisogno di affetto e lei in un certo senso me l'ha dato» Mio padre sospirò continuando a camminare.

Restai in silenzio, continuavo a pensare alla mia piccola Hazel. Sicuramente in questo momento stava pensando a cose sciocche. In effetti ne aveva tutto il diritto, avevo detto delle stronzate.

«Rita, potrebbe lasciarmi per colpa tua. Ti prego non rovinare tutto, non potrei più vivere senza di lei, allontanati da Hazel»mi disse supplichevole

«Non abbiamo mai pensato di metterci insieme» risposi, in un certo senso era vero, durante questi mesi non avevamo mai pensato ad una cosa del genere.

Lui mi diede una pacca sulla spalla dicendomi che era ora di ritornare a casa. Tornando a casa mi resi conto che avevo fatto una cazzata. Non le volevo dire quelle cose. Ma cosa potevo fare? Avevo sbagliato per la trentesima volta, ero stato un coglione. Quando tornai, senza farmi vedere andai in camera di Hazel. Era lì, sdraiata sul suo letto, con le mani poggiate sul suo volto.

«Ehi..»pronunciai, lei si alzò immediatamente mettendosi seduta. Mi guardava con quei suoi occhioni, aveva sicuramente pianto, e questo mi faceva stare male.

«Ho parlato con mio padre, è meglio se per adesso smettiamo di parlarci»le dissi, mi guardò con aria spenta, l'avevo annientata.

«Ti prego..di qualcosa»La implorai di parlare quel suo sguardo non mi piaceva, non era la solita Hazel.

«Ho deciso di tornarmene a Londra, starò per un po' con mio padre»Non poteva andarsene, non poteva lasciarmi solo.

 

Hazel pov

Avevo parlato con mia madre le avevo raccontato tutto. Le avevo raccontato del mio accordo con Matteo, e lei rimase senza parole. Ero stanca, stanca di questa situazione. Era diventato un amore a senso unico, e l'unica che ne era rimasta vittima ero io. Mia madre iniziò a farmi domande.

«Sei innamorata di lui?»

«Sì, ma a quanto pare lui no»sospirai, mentre mia madre si avvicinò.

«Non voglio vederti soffrire, Matteo non fa per te»

«Andrò per un po' da papà, ho bisogno di allontanarmi»Dissi a mia madre.  Lo avevo detto anche a Matteo, era la cosa più giusta.

Era passata una settimana da quando i nostri genitori ci avevano scoperti. Lunedì mattina. Avevo chiesto a Chiara e Giulia di vederci. Con Matteo avevamo chiuso i rapporti, eravamo diventati dei perfetti estranei.

«Ehi»Mi richiamò Chiara

«Quindi parti domani?»Mi chiese Giulia, con lei avevamo chiarito,  anche se ancora non capiva come avevo fatto ad innamorarmi di Matteo.

«Sì, ho bisogno di staccare la spina»Dissi

«Ancora non riesco a crederci che tu e Matteo..abbiate fatto sesso»Disse ridendo Chiara.

«Cosa c'è di così divertente?»le chiesi infastidita.

«Beh, non sei il tipo»rispose Giulia, in effetti da quando avevo conosciuto Matteo ero diventata un'altra persona.

«Però non capisco, perché non l'hai detto a me o a Giulia?»

«Ho avuto paura, che mi avreste considerata una ragazza facile»

«Non sei una ragazza facile, non sei andata a letto con chissà quanti ragazzi e poi è il tuo ragazzo no?»disse dolcemente Chiara.

«Non lo è, non è il mio ragazzo» ci tenni a precisare.

Io e le mie amiche avevamo deciso di fare colazione insieme. Durante il tragitto raccontai nei minimi dettagli, tutto quello che era accaduto in casa. Entrammo in un piccolo bar, e ci sedemmo a un tavolino.

«Quando pensi di tornare?»Mi chiese Giulia.

«Non lo so»risposi «Giuro che ammazzo Matteo»

«Non serve Chiara»le sorrisi, non era colpa di Matteo, non mi amava. Ed io non potevo costringerlo a provare qualcosa per me.

«Non voltarti Hazel» Mi ordinò Giulia, non capivo perché, curiosa mi voltai e vidi Matteo e una ragazza mano nella mano. Non era possibile, quante volte voleva distruggermi questo ragazzo?

 

Matteo pov

«Andiamo Matteo, non hai voglia?»

«Martina ti ho già detto che non voglio» dissi seccato. Lei in tutta risposta mi si avvinghiò e mi prese per mano, non la sopportavo più.

Entrai in un bar, lì vidi Hazel insieme alle sue amiche.

«Matteo?»Mi richiamò la ragazza che mi stava stritolando la  mano.

«Che vuoi?» «Quella ragazza, seduta con la biondina e la mora, la conosci?»mi chiese, Hazel non aveva smesso di guardami.

Mi avvicinai, per andarmi a sedere. Mi bloccai quando vidi Hazel uscire di corsa piangendo. Senza pensarci due volte uscì dal bar per andare a raggiungerla. Uscendo mi sentì richiamare, probabilmente era Martina. Corsi raggiungendo Hazel.

«Hazel fermati» Urlai

«Lasciami in pace»Riuscì a raggiungerla prendendola per un braccio.    Iniziò a dimenarsi, e senza volerlo la baciai. Mi erano mancante le sue labbra, in verità mi era mancata lei.

«Sei un bastardo»Gridò lei, aveva ragione mi ero comportato come uno stupido.

«Ti amo»le dissi

«Non cominciare, non ti credo più»

«Ti amo»continuai a baciarla, aveva tutto il diritto di non credermi.

«Smettila..smettila hai detto di non amarmi, mi hai presa in giro..sono stata una cogliona..»Gridò

«Ho detto quelle cose perché..»Mi fermai.

«Perché? Dimmi perché ti comporti così»

«Non voglio più vedere la persona che amo portata via da me»

«Che vuoi dire?»

«Non hai capito? Perdo il controllo quando si tratta di te. Non ragiono lucidamente, dico e faccio stronzate»Le dissi accarezzandole la guancia.

«Come..faccio..a crederti..»Mormorò con le lacrime agli occhi. Odiavo vederla piangere e odiavo vederla piangere per me.

«Non ti lascerò partire, tu sei mia ed io sono tuo. Ti amo resta con me, ti prego»la supplicai, aspettando una sua risposta.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Chiedo venia, scusate l'enorme ritardo. Cosa ne pensate? Secondo voi Hazel perdonerà Matteo? Nel prossimo capitolo introducerò un nuovo personaggio. Vi anticipo solo che si tratta del padre di Hazel. E Qui accadrà il caos credetemi. Spero che il capitolo vi piaccia e non vi abbia deluso.

Alla prossima la vostra Scarlett!

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Angolo Autrice

Chiedo umilmente perdono. Dovevo pubblicare molto prima, ma il mio pc era morto insieme al capitolo. Mi è toccato riscriverlo. Spero vivamente che vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Alla prossima la vostra Scarlett!

 

Hazel Pov

Ero stremata dal suo comportamento. Per un momento rimasi a fissarlo. 

«Matteo, tu non sai cosa vuoi» gli dissi stremata.

«Voglio te..» Scoppiai a ridere, in una risata nervosa.

«Ti prego, ricordi quando è tornata Rebecca? Eri confuso, e credevi di amarla ancora. Per non parlare di Federica, l'hai quasi ingravidata..»

«È stato uno sbaglio»

«Ti piace giocare con i sentimenti delle persone, io non ne posso più»risposi

«È questo che pensi?Rispondi!»Mi chiese adirato.

«È un dato di fatto. Fin quando non capirai cosa vuoi, preferisco mettere una distanza fra noi due» Mi fissò in modo strano, rividi nei suoi occhi il vecchio Matteo: rabbia, dolore, cattiveria, strafottenza..tornò tutto, in un secondo. Mi pentii per aver detto quelle cose, ma era già troppo tardi.

«Hai ragione, ma almeno io sono sincero»

«Come scusa?»

«Non sai nulla di me..non hai fatto altro che giudicarmi, da quando ci siamo conosciuti»ringhiò Incominciavo ad avere paura. Indietreggiai sbattendo con la schiena contro il muro, incapace di muovermi.

«Pensavo che dopo tutte le mie confessioni, paure avresti capito..»Gridò lui, era fuori di sé.

«Io..»mormorai

«Io cosa?Parla»Gridò facendomi sussultare.

«C..credo di essere stata abbastanza paziente. Sei tu che hai giocato con me»

«Sai che ti dico? Vai a Londra, vai dove ti pare! Sono io che adesso voglio mettere una distanza fra di noi»continuò.

Aveva pienamente ragione, non lo conoscevo affatto. Per quanto non volessi accettarlo, io di Matteo non conoscevo nulla. In verità non avevo fatto il minimo sforzo per cercare di capirlo Non avevo più parole, tant'è che al mio silenzio Matteo si arrabbiò ancora di più.

«Vaffanculo Hazel» Se ne andò mandandomi al quel paese. In quel preciso momento mi squillò il telefono.

Era mia madre.

Mi aveva chiesto di tornare immediatamente a casa. Dopo mezz'ora di strada arrivai a casa. Aprì con malavoglia la porta d'ingresso ed entrai.

«Mamma sono tornata»urlai cercando di farmi sentire.

«Siamo in cucina vieni»gridò lei dall'altra parte.

Posai il cappotto e andai in cucina. Mentre mi dirigevo in cucina, continuavo a ripetermi che ero stata una cogliona. Mi dispiaceva aver parlato in quel modo a Matteo, però ero stanca di questa situazione. Quando entrai in cucina, mi ritrovai difronte mio padre.

«Wren..» "Scricciolo" era il nomignolo che mi aveva dato da bambina.

«C..ciao..»mormorai

«Tuo padre è venuto in Italia, per lavoro. Partirete insieme dopodomani»Disse mia madre

«Capisco..»

«Ho deciso di spostare il mio meeting qui, volevo vederti prima che arrivassi a Londra»

«Mhn» mugugnai

«È molto che non ci vediamo, sei diventata bellissima» continuò. Gli sorrisi, il rapporto con lui non era dei migliori.

Dal giorno in cui mio padre se ne andò, la mia vita cambiò totalmente. Non che prima fosse presente, le uniche conversazioni che avevo con mio padre erano sempre state superficiali. Si limitava ad " Wren come stai?" Dopo neanche due minuti, se ne andava, dicendo che era troppo impegnato. Troppo impegnato per stare con sua figlia. Avevo sofferto per questa sua mancanza.

I primi tempi che scappò con quella donna, mia madre mi raccontò che era andato fuori per lavoro. Poi un giorno la vidi buttare in sacco nero della spazzatura, tutta la sua roba. In quel momento capì che lui non sarebbe più tornato. In lacrime avevo cercato di fermarla, ma fu tutto inutile. Mia madre gridando e piangendo mi diceva che dovevo dimenticarmi dell'esistenza di mio padre. E così avevo fatto. In cuor mio anche se non volevo ammetterlo lui mi era sempre mancato.

«Vorrei portarti a cena questa sera ti va?»Mi chiese sorridente.

«Ecco io..non posso..»mormorai

«Wren..mi piacerebbe passare del tempo con te, so di non essere stato presente..vorrei rimediare»quasi mi supplicò.

«D'accordo papà»risposi

«Mi hai reso così felice»disse abbracciandomi.

«I'll come get you in two hours, ci divertiremo»annuì sorridendo, anche se non ero molto convinta di questa uscita.

 

Matteo Pov

Mi sentivo un coglione.

Era colpa sua, lei mi stava rendendo un pappamolle. Per colpa sua non facevo altro che farmi seghe mentali, mi stava facendo uscire di testa. Come poteva pensare quelle cose su di me? Ero fuori di me, dovevo schiarirmi le idee.

Andai a fare un giro, le strade della città erano affollate segno che il natale stava per arrivare. L'ultimo natale "felice" che trascorsi fu quello con mia madre. Era anche stato l'ultimo natale che trascorreva con me. Dopo la sua morte, mi ero ripromesso di odiare questa festa.

Dopo un'oretta a girovagare, decisi che era giunto il momento di tornare a casa. Quando entrai in casa l'unica cosa che volevo era parlare Hazel. Salì le scale e andai in camera sua.

Bussai un paio di volte, ma non mi diede nessun segno di vita. Entrai e la stanza era vuota. Mi ero seduto sul suo letto, avevo deciso di aspettarla, dovevo assolutamente parlarle. Mi sdraiai e aspettai.

«Che fai nella mia stanza..»

«Devo parlare con te»Mi si parò davanti, il suo corpo era avvolto da un misero asciugamano. Non le tolsi gli occhi di dosso, cosa che la imbarazzò.

«Non guardami così..»Mi disse, cercando di coprirsi meglio. Mi alzai dal letto e mi avvicinai pericolosamente a lei.

«Così come..?»le chiesi intrappolando il suo corpo contro il mio.

«A..avevamo detto..di..m..mettere una d..distanza..»Disse balbettando, la mia vicinanza le faceva ancora effetto.

«Dimentica quello che ti ho detto» lei in tutta risposta mi guardò adirata.

«Vattene»

«Cosa?»

«Vattene o giuro che mi metto a gridare»

«Prego fa pure»le dissi beffardo. Mi spinse via. A quel gesto, mi avventai sulle sue labbra. Era un bacio torrido, quasi selvaggio.

«Matteo! Lasciami stare» La guardai con disprezzo.

«Che ti prende? Sei forse impazzita?»

«Matteo, non giocare con me! Adesso esci, che devo preparami»

«Devi uscire?»Le chiesi

«Non sono affari tuoi»

«Con chi cazzo stai uscendo?»Urlai

«Non sono affari tuoi. Ora esci o chiamo mia ma..» Uscii sbattendo la porta, dovevo scoprire con chi sarebbe uscita.

 

Hazel Pov

Non aveva il diritto d'intromettersi nella mia vita.

Aveva chiesto persino a mia madre, ma fortunatamente lei, non gli disse nulla. Dopo essermi preparata in fretta e furia, uscii silenziosamente. Matteo, non doveva scoprire chi fosse il mio accompagnatore.

Uscendo trovai già mio padre, era stato puntuale. Salì in macchina, era una macchina sportiva bianca. Non ero abituata a questo genere di macchine.. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non sentii cosa stesse dicendo mio padre.

«Eh, cosa?»

«Wren, ti ho chiesto cosa vuoi mangiare»

«E..ecco io..»balbettai, ero troppo nervosa, mio padre capì che ero tesa.

«Devi rilassarti, andrà bene questa serata»Disse sorridendo, lo guardai con aria tenera.

«Ti va di mangiare un panino?»Gli chiesi

«Si, perché no»Mi rispose Dopo aver comprato i panini, lo portai nel parco della città. Mi piaceva quel posto, aveva qualcosa di magico. Avevamo parlato molto. Era la prima volta che mio padre mi ascoltava interessato. Ero più tranquilla, questa serata si stava svolgendo benissimo.

«Parlami un po' di questo ragazzo»mi disse, quasi mi strozzai, sicuramente mia madre aveva vuotato il sacco.

«Q..quale ragazzo..?»

«Se non ricordo male si chiama Matthew»

«Preferisco non parlare di lui»

«Tua madre mi ha raccontato tutto..so che vi hanno sorpresi..» diventai rossa come un peperone.

«Ti piace? Sei innamorata di lui?»

«Sì, solo che lui è..un po' confuso»risposi

«Se ti farà soffrire se la vedrà con me»

«Papà?»lo richiamai

«Dimmi Wren»

«Sono felice di essere uscita con te» dissi all'improvviso.

«Sono sollevato, non ci crederai ma..mi sei mancata wren..»

«Anche tu papà»Gli sorrisi.

Ero felice. Dopo tanto tempo, mi sentivo più vicina a mio padre. Avevo iniziato a parlare senza fermarmi, gli avevo raccontato del comportamento volubile di Matteo, della mia nuova vita in questo paese. Volevo recuperare il tempo perduto.

«Ma bene, adesso ti scopi i vecchi?»quella voce..non poteva essere..

 

Matteo Pov

Avevo seguito Hazel. Era insieme ad un tizio, molto probabilmente sulla trentina.

«Ma bene, adesso ti scopi i vecchi?»

«Che fai qui..?»mi chiese lei

«Che cazzo fai con questo vecchio?»

«Wren, chi è questo ragazzo?»Chiese quell'uomo ad Hazel. Lo fulminai con lo sguardo.

«Lui.. è Matteo»Rispose lei, mentre quell'uomo iniziò a ridere.

«Che cazzo hai da ridere?»Mi stava innervosendo.

«Matteo smettila..»

«Oh che peccato! Ti ho rovinato la serata? Ora non potrai scoparti il tuo amico..»

«È mio padre»mi rispose, facendomi restare come un pesce lesso. Non sapevo se essere felice o sentirmi un coglione.

Avevo fatto una figura di merda, e per di più, davanti al padre di Hazel. Alla fine però, mi sentii sollevato e felice, non era un appuntamento romantico, era uscita con il padre.

«Aveva ragione mia figlia sei una testa calda, mi ricordi tanto me, da giovane»Mi disse ad un tratto l'uomo.

«Ecco..io..sono mortificato..mi scusi signore»Cercai in qualche modo di rimediare al danno.

«Sta tranquillo, everything is alright. Per favore non chiamarmi "signore" chiamami Adam»Mi rispose, porgendomi la mano.

«D'accordo, mi scusi ancora "Adam"» Hazel guardò la scena con aria corrucciata.

«Matteo che vuoi? Mi pare di essere stata chiara oggi»Disse adirata, mi sentii un perfetto idiota.

«Si è fatto tardi. Vi accompagno a casa ragazzi, wren domani faremo colazione insieme ti va?»

«D'accordo papà»disse lei delusa, evidentemente avevo rovinato tutto. 

Hazel era arrabbiata con me, durante il tragitto, mi ignorò totalmente. Appena scesi dalla macchina, il padre di Hazel mi fermò, dicendo che voleva parlare con me. Hazel entrò in casa senza degnarmi di uno sguardo.

«Di cosa voleva parlarmi?»gli chiesi

«Cosa ne pensi di mia figlia? Sua madre, mi ha raccontato tutto, anche che siete andati a letto»

«Ecco, io..» Per la prima volta mi sentii a disagio. Non mi andava di parlare di sesso, con il padre di Hazel.

«Sei innamorato di lei?»mi chiese, prendendomi alla sprovvista.

«In verità..»

«Mi ricordi me da ragazzo. Ero come te, mi piaceva divertirmi, fino a quando non conobbi Rita. Lei mi cambiò, in un certo senso»

«Non capisco dove vuole arrivare, raccontandomi queste cose»gli dissi, non riuscivo a capirlo, cosa stava cercando di dirmi?

«Hazel ha sofferto molto a causa mia. Quando abbandonai mia moglie, mia figlia non volle più sapere nulla di me. Vedi, lei tende a legarsi facilmente e..»

«Non la sto seguendo..»

«Non voglio vederla soffrire. Se tu pensi di provare qualcosa di sincero, dimostralo, non esitare. Non fare il mio errore»

«Ama ancora Rita?»

«Non ho mai smesso di amarla. Ma ormai è tardi, guarda tuo padre, proprio come guardava me. Tu e tuo padre siete fortunati, sono due donne meravigliose»

«Sono magnifiche»Risposi

«Siete giovani e inesperti dell'amore. Ma non esitate a lottare per quello che provate»mi disse.

«Sono innamorato di sua figlia, è così bella, simpatica, a volte un po' permalosa. Ma credo di amarla con tutto me stesso»Mi sentii più leggero, finalmente avevo capito. Avevo bisogno di lei, avevo bisogno del suo amore.

 

Hazel Pov

Aveva rovinato tutto.

La serata con mio padre stava andando abbastanza bene. E Matteo aveva rovinato tutto. Avevo salutato mio padre, lasciando alle mie spalle Matteo.

Entrai in casa.

«Hazel possiamo parlare? Non ti ruberò molto tempo»Mi chiese Massimo.

«Certo» andammo in salotto e ci sedemmo nelle piccole poltroncine.

«Vorrei parlarti di mio figlio» mi disse, in quel momento il mio cuore iniziò a martellarmi.

«Cosa..vuoi dirmi..?»

«Cerca di capirmi. Vorrei sapere che tipo di relazione avete»

«Ecco..io..non lo so» Risposi sincera.

«Potrà sembrarti strano detto da un genitore, ma Matteo ha sempre tenuto "emotivamente" lontano le persone. Questo atteggiamento è dovuto alla morte di sua madre e al tradimento mio e di Rebecca»lo ascoltai silenziosamente.

«Rebecca è stata il suo primo amore, e il suo tradimento, ha portato Matteo ad usare le ragazze»

«Non capisco perché mi stai dicendo tutte queste cose»

«Vedi, il nocciolo della questione è.. la felicità di mio figlio»

«Certo, lo capisco»

«Davvero? Non mi sembra. I vostri sentimenti sono insicuri e fragili proprio come mio figlio»

«Non c'è nulla di insicuro da parte mia, sono innamorata di Matteo»mi stavo innervosendo.

«Vediamo come posso fartelo capire, credo di conoscere abbastanza bene mio figlio. Ho visto soffrire Matteo. Nel momento in cui perdeva delle persone a lui care, si chiudeva in sé stesso. Non voglio che soffra per amore»mi rispose, adesso mi era tutto più chiaro. Ecco perché si comportava in quel modo.

«Capisco, però io non voglio far soffrire Matteo»

«Credo che voi due non siete fatti l'uno per l'altro siete troppo diversi, lui ha bisogno di una ragazza che lo ami veramente» queste sue parole mi avevano fatto male.

Non avevo intenzione di rinunciare a Matteo, non ora che avevo capito, come stavano le cose. Mi alzai e guardai furiosa Massimo.

«Tu non mi conosci, non sai nulla di me. Sul fatto che siamo diversi hai perfettamente ragione. Ma è questa nostra diversità che ci ha fatti avvicinare»

«Non è questione di..»

«Sta zitto!»lo zittii, non aveva nessun diritto di parlare in questo modo. Mi guardò sconvolto, era la prima volta che mi rivolgevo, a lui in questo modo.

«Sono innamorata persa di Matteo. E continuerò ad amarlo fin quando lui non si stancherà di me»dissi lasciandolo lì come un ebete.

Dovevo parlare con Matteo, mi era tutto più chiaro. Avevo finalmente capito perché si comportava in quel modo. Bussai alla porta della camera di Matteo, dovevo assolutamente parlare con lui.

«Sì?»Rispose lui dall'altra parte, entrai aprendo lentamente la porta. Era lì, difronte a me, a torso nudo. Iniziai ad esaminarlo, mi morsi il labbro inferiore, i miei occhi iniziarono a vagare per tutto il suo corpo. «Che fai qui?»Mi chiese, mi ero totalmente imbambolata.

«Volevo..ecco..io...volevo..»il mio cervello era andato in stand-by. Matteo si avvicinò lentamente a me, sorridendomi in modo languido.

Questo ragazzo era tremendamente eccitante. Le mie gambe iniziarono a tremare, mi mancava il suo tocco, mi mancavano i suoi baci. Senza neanche accorgermene mi ritrovai bloccata fra il muro e il corpo di Matteo.

«Cosa fai qui?»disse ad un soffio dalle mie labbra.

Con il dorso della mano iniziò ad accarezzarmi, questo piccolo contatto non fece altro che farmi tremare ancora di più. Senza staccarmi gli occhi di dosso, mise il palmo della sua mano sulla mia nuca. Mi attirò a sé e mi baciò. Questo bacio fu tenero ma allo stesso tempo intenso.

«Ti voglio..»Disse ansimando. Continuò a baciarmi, scendendo verso il mio collo.

«Cosa vuoi? Dimmi sono tutta orecchi»Mi piaceva provocarlo.

«Voglio fare l'amore con te»mi rispose, a quelle parole non riuscì a trattenermi.

Lo baciai, per la prima volta avevo deciso di non pensare a nulla. Matteo nel frattempo mise una mano sotto la mia maglietta e con un movimentato rapido me la sfilò. Iniziò a liberarmi anche dei jeans, in pochi secondi mi ritrovai nuda fra le sue braccia. I suoi occhi verdi, iniziarono a studiare il mio corpo.

Continuando a baciarmi mi adagiò lentamente sul suo letto. Le nostre intimità erano già in contatto, e in quel momento non riuscì a pensare a nient'altro. Matteo scartò un preservativo che aveva preso e se lo infilò dopo essersi tolto i boxer. Fissò nuovamente il mio corpo prima di entrare dentro di me con una spinta. Sospirai di piacere, mi era mancato da tutti i punti di vista. Andai incontro i suoi fianchi, mentre lui mi accarezzò il seno.

«Matteo..»ansimai.

«Fa piano, potrebbero sentirci..»

«Non m'importa»Dissi sorridendo.

Matteo riprese a spingere, continuò per varie volte finché non lo sentì lasciarsi andare, cosa che feci anch'io. Non appena i nostri respiri si regolarizzarono, decisi che era il momento di parlare con lui. Del resto, ero andata da lui per "parlare".

«Matteo?»

«Mhhmm»mugugnò

«Pensi che dovremmo essere solo amici?»Gli chiesi ad un tratto.

«Gli amici non fanno sesso, tu vuoi essere mia amica?»lo guardai per un momento, la risposta era ovvia.

«Io voglio amarti»risposi

«Dovremmo essere più discreti»

«Che vuoi dire?»

«Che voglio provare a stare con te, solo che dovremmo nasconderci per un po'»Senza neanche pensarci due volte lo baciai.

Ero così felice, adesso dovevo solo spiegare a mia madre che non sarei più partita..

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