Love is... bittersweet

di Emira2705
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' il pensiero che conta... ***
Capitolo 2: *** Un regalo particolare ***
Capitolo 3: *** Dichiarazione canora ***



Capitolo 1
*** E' il pensiero che conta... ***


He Tian guardava sconsolato il ripiano della cucina.
Le piastrelle dietro ai fornelli del gas erano piene di schizzi marroni.
Abbandonato sul pavimento vi era un cucchiaio di legno, inzuppato di un liquido non troppo ben identificato e dalla consistenza densa. Il lavandino era pieno di stoviglie sporche: piatti, bicchieri e un contenitore del latte vuoto. Sul tavolo erano appoggiati degli stampi a forma di cuore, che si era fatto arrivare via internet qualche settimana prima, e che attendevano di essere utilizzati.
Da una piccola pentola sul fuoco proveniva un borbottio poco rassicurante.
Tra le mani il ragazzo teneva un libro aperto. Erano tre ore che se ne stava lì ai fornelli eppure avrebbe dovuto essere già tutto pronto da un bel pezzo.
Era sicuro di aver seguito tutti i passaggi, proprio come descritto nella ricetta.

Qualcosa dev’essere andato storto, si ritrovò a pensare, anche se non riusciva a capire dove fosse lo sbaglio.

Aveva deciso di preparare del cioccolato da dare al piccolo Mo per il giorno di San Valentino.
Un lieve odore di bruciato iniziò a spargersi per la stanza, e questo lo convinse che qualunque cosa stesse bollendo era arrivato il momento di toglierla dal fuoco.
Si infilò un guanto da forno trovato rovistando in uno dei cassetti e spense il fornello.
Gettò un’occhiata perplessa al contenuto della pentola: non aveva un bell’aspetto.
Raccolse un po’ di crema con un dito e se la portò alle labbra per assaggiare.
Il gusto non era così male però, forse risultava troppo acido ma era comunque soddisfatto del suo operato.
Avrebbe fatto apprezzare a Mo lo sforzo compiuto, in un modo o in un altro.
Rovesciò la crema al cioccolato negli stampini e poi mise tutto in frigo.
Ora non gli restava che aspettare.

Telefonò alla domestica dicendole che aveva bisogno di qualcuno per pulire la cucina e, senza toccare più nulla, si infilò sotto la doccia.
 
***
 
Quando Mo quella sera sentì suonare il campanello era solo in casa.
Sua madre lavorava e quindi non aspettava nessuno.
Guardò dallo spioncino della porta e vide un ragazzo con il cappellino di una ditta di consegne.
Aprì e si ritrovò con due pacchi tra le mani e un foglio da firmare.
Il tizio, piuttosto annoiato, si dileguò in fretta.
Appoggiò i pacchetti ben confezionati sul tavolo della cucina e spense il fuoco sotto alla pentola degli spaghetti di riso, ormai pronti.
Tornò a prestare attenzione a ciò che il corriere gli aveva appena consegnato.
Si insospettì immediatamente.
Non c’era un biglietto, né alcuna informazione sul mittente.
Erano forse per sua madre? Non aveva mai pensato che potesse ricevere doni da qualcuno.
L’idea che un uomo, magari di quelli viscidi e che vogliono in cambio qualcosa di ben preciso, cercasse di comprarla con dei regali gli dava la nausea.
Non le avrebbe permesso di accettarli.
 Il suono insistente del cellulare lo strappò dai suoi pensieri.
Gettò un’occhiata al nome che lampeggiava sullo schermo e, con poco tatto, rispose:

“Cosa cazzo vuoi a quest’ora?”

“Buonasera a te, piccolo Mo. Se sei così pieno di energie vieni a prepararmi uno stufato!”

Parole che fecero irritare il rosso ancora di più.

“Ti sono già arrivati i miei cioccolatini? Assaggiali!”

A quel punto Guan Shan capì.

“Li ho preparati io, se ti piacciono te ne porto altri”.

Mo iniziò a sudare freddo.
Abbandonò il telefono, senza chiudere la chiamata, e aprì uno dei pacchetti.
Ciò che vide fu una serie di palline senza una forma ben precisa e di un colore che tutto sembrava tranne cioccolato.

“Fanno schifo” fu il laconico commento che il moro ricevette.
 Dall’altra parte ci fu un attimo di silenzio.

“Piccolo Mo, questa non è una cosa carina da dire… Mi sono impegnato molto, sai?”

Non ci poteva fare niente se era la verità e poi chi glielo aveva chiesto il cioccolato.

“Non importa, te ne farò arrivare una scorta dalla pasticceria”

“Ma chi cazzo lo vuole?” tentò di dire il rosso, ma He Tian sembrò non curarsi affatto di ciò che gli stava dicendo e chiuse la chiamata.

Guan Shan lanciò furiosamente il telefono che volò, fortunatamente, sul divano.
Afferrò i due pacchetti pronto a buttarli nell’immondizia ma poi per qualche, a lui insensata, ragione non lo fece.

Quel bastardo…
Mo non riusciva a capire il suo modo di comportarsi.

Prese tra le dita una di quelle palline informi e se la portò alla bocca.
Il gusto non era tanto male.
Arrossì, imbarazzandosi per ciò che stava facendo.
Ne avrebbe mangiato uno solo e gli altri sarebbero comunque finiti nella spazzatura.
E, naturalmente, a He Tian non lo avrebbe detto neanche sotto tortura.
 





 
 
Drawn by Ari 
 

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Capitolo 2
*** Un regalo particolare ***


Un giorno...


Mancava un giorno a San Valentino e He Tian non aveva ancora comprato un regalo per Mo Guan Shan. Dopo la scuola, Tian andò in centro per trovare qualcosa di adatto per il ragazzo dai capelli rossi. Il cielo era grigio, quasi sicuramente stava per piovere, ma a He Tian non importava. Aveva solo una cosa da fare e l'avrebbe fatta, pioggia o meno.


"Buon pomeriggio, posso aiutarti?" Gli chiese una commessa del negozio, arrossendo quando vide quanto fosse bello.
He Tian si rivolse alla ragazza e sorrise appena. "Sono sicuro che puoi. Sto cercando un regalo per San Valentino, questa persona ama gli squali, quindi mi chiedevo se qui ne avete." La sua era sicuramente una richiesta strana, ma sapeva esattamente cosa voleva per il suo Don't close Mountain.
"Peluches a forma di squalo?" Sì, era una strana richiesta per la ragazza, ma non poteva dire di no a un cliente. "S-sicuro, seguimi." Lo portò al reparto giusto: fortunatamente ne avevano più di uno lì, anche se la scelta non era così vasta. "Temo che abbiamo solo queste tre versioni: non sono molto popolari, quindi è un po' difficile trovarne molti." Gli porse i tre peluches e attese lì, guardando gli altri senza dire nulla. Voleva dargli il tempo di decidere.

He Tian prese i tre squali, guardandoli attentamente. Solo uno di loro aveva un cuore, quindi era già sicuro di volerlo. "Grazie per il tuo aiuto, ho scelto questo." Quel particolare squalo era grigio, non era spaventoso ed era ... carino ...? Tra le pinne aveva un cuore rosso, dove c'era la possibilità di mettere un nome. "Mi piacerebbe avere un nome su di esso, per favore."
"Mi dispiace, ma non offriamo qesto tipo di servizi." Rispose prontamente la ragazza. Se avesse potuto, non avrebbe detto no alla richiesta, ma era impossibile.

"Sai che sei molto carina?" Le sussurrò all'orecchio, con un tono malizioso, facendola arrossire. Tian non ci stava provando con lei, ma poteva pagare molto più del prezzo reale e voleva davvero quel nome sul peluche. "Per favore... sono sicuro che puoi trovare un modo per scrivere il nome su di esso."

"Io... io..." La ragazza dai capelli lunghi non sapeva cosa dire: non era sicura di potergli garantire che avrebbe potuto farlo. "Davvero non lo so, e se rovinassi il peluche? Sarebbe un problema e non lo compreresti."

"..." He Tian sospirò per un momento, continuando a guardare il piccolo squalo che stringeva tra le mani. "Posso pagare centinaia di questi, non è un problema, ho solo bisogno di un nome su questo cuore, non sto chiedendo molto, vero?" Stava perdendo la pazienza. Se avesse voluto avrebbe potuto comprare l'intero negozio.
"O-okay... lo farò." Non voleva perdere quel cliente e qualcosa le disse che non stava scherzando. Prese delicatamente il peluche dalle sue mani e lo guardò. "Di quale nome hai bisogno?"
"Il nome è Mo Guan Shan e ... grazie mille."

Alla fine, Tian fu sollevato e andò alla cassa, aspettando con impazienza il ritorno della commessa.
 

*****

 

Quel giorno Tian andò a scuola molto presto: la sua missione era quella di lasciare lo squalo sul banco di Mo, in modo che il rosso potesse vederlo per primo quando entrava dalla porta della classe. Quasi nessuno era lì, quindi nessuno poteva pensare che fosse proprio lui il mittente del dono. Mentre usciva dall'aula per andare nella sua, ridacchiò un po' pensando alla reazione di Mo. Tian aveva lasciato un messaggio, in cui invitava Mo a vedere i fuochi d'artificio con lui quella notte.


- Ti aspetterò, oggi 14 febbraio alle 8 di sera, sotto casa tua, Don't close mountain.

Tuo He Tian ♥ -

 

Ci vollero 30 minuti affinché Mo Guan Shan arrivasse a scuola. Non appena vide il peluche alzò un sopracciglio: chi ... chi gli aveva mandato qualcosa del genere? Mo si guardò intorno: i suoi compagni di classe non erano lì, così si avvicinò al suo banco, guardandolo con aria dubbiosa. Uno squalo, il suo nome su un cuore e un messaggio...?

L'unica persona che poteva mandargli quel dono poteva essere solo quel bastardo... Quel ragazzo, He Tian. Qual era il suo problema? Da quando voleva dargli un regalo così stupido? Si ritrovò ad arrossire: non aveva mai ricevuto un regalo di San Valentino, forse a causa della sua sgarbatezza verso gli altri, ma He Tian apparentemente non voleva arrendersi. Il suo primo pensiero fu di buttare via il peluche, ma la curiosità vinse e aprì il messaggio per primo. Mentre lo leggeva, la sua faccia diventava più rossa dopo ogni parola.

Era forse un appuntamento? Non era interessato a quel bastardo, perché non riusciva a capirlo? No, in realtà recentemente Mo era diventato più consapevole del ragazzo ricco. Si stava lasciando andare con lui, senza tentare troppo di evitarlo.

Mo scosse la testa e gettò il peluche nel cestino, lasciando il messaggio sul banco. La lezione sarebbe iniziata tra dieci minuti, ma qualcuno lo chiamò dalla porta.

 

"Piccolo Mo, hai trovato il mio regalo?" He Tian gli si avvicinò e sussurrò quelle parole in tono malizioso. "Mi aspetto davvero che tu venga all'appuntamento stasera, per favore." La mano destra di He Tian si mosse sul collo di Mo, dandogli la pelle d'oca.

"Io-io non ho bisogno di un peluche, non sono più un bambino piccolo!" In quell'esatto momento, Mo si stava pentendo di essersene liberato, ma per fortuna era ancora nel cestino della classe.

Lui sospirò: come avrebbe potuto conquistare il suo cuore? "Ancora... Questa sera voglio vederlo, quindi faresti meglio a portarlo a casa."

 

Tian finalmente lo lasciò andare, andandosene dall'aula senza aggiungere altro. Mo prese il peluche e lo lanciò attraverso la classe con un "vai al diavolo, bastardo!". Il peluche non lo raggiunse e colpì il suo amico, che stava entrando in classe in quel momento.

Il ragazzo rimase lì in silenzio, prendendo la cosa tra le mani, sbattendo le palpebre un paio di volte. Il suo sguardo passò dal peluche al suo amico e viceversa.

 

"Perché He Tian era qui? Questo è il suo regalo per te?" Ha sempre fatto domande stupide, ma era davvero curioso.

"Non parlare di quel bastardo, mi ha solo rovinato il buonumore, lo odio così tanto ..." Non era la verità, ma non lo avrebbe mai ammesso. "Basta, buttalo via, non mi interessa." Mo non rispose se il regalo fosse di He Tian o no, ​​il suo amico non aveva bisogno di saperlo.

"Ma ..." Il ragazzo calvo non riuscì nemmeno a terminare la frase, che venne interrotta dall'altro.

"Stai zitto!"


Mo sbattè una mano sul tavolo, prese il peluche e aprì la finestra per buttarlo fuori, ma qualcosa gli impedì di farlo. Si sedette e lasciò lo squalo sotto il suo banco, restando arrabbiato per tutto il giorno. Semplicemente non voleva portarlo a casa, ma quel bastardo si sarebbe arrabbiato con lui e - segretamente - gli piaceva davvero.

Alla fine delle lezioni, Mo scappò via; fu fortunato a riuscire a evitare di essere catturato da He Tian, ​​ma un messaggio fece vibrare il suo telefono.


- Piccolo Mo ricordati il nostro appuntamento alle otto di sera, o dovrò parlare con la zia.

Tuo Tian ♥ -


Mo Guan Shan urlò un po'; per fortuna senza gettare via il suo telefono, dato che era per strada. Perché He Tian era così testardo? L'aveva capito e se fosse andato avanti così, non sarebbe mai andato a quel maledetto appuntamento.

- Vai all'inferno! Perché non hai invitato una delle tue numerose fan? Dopotutto è il giorno di San Valentino. -

Appena tornato a casa, salutò sua madre e infine si sdraiò sul letto. He Tian non aveva ancora risposto... lo aveva ferito con quelle dure parole? Sospirò, lasciando riposare il telefono sul comodino. Come mai all'improvviso era così premuroso nei suoi confronti? Forse era geloso che avesse davvero invitato una ragazza. Scosse la testa: se quel bastardo avesse davvero invitato una ragazza... si sarebbe davvero arrabbiato e... si sarebbe sentito ferito, sì.

- Se ti ho chiesto un appuntamento, piccolo Mo, è perché non mi importa dei miei fan. Voglio uscire con te, non con qualcun altro.

Tuo He Tian ♥ -


Quando il telefono squillò, Mo si sentì felice e quel messaggio lo fece sentire bene, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente.

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Capitolo 3
*** Dichiarazione canora ***


Un’altra noiosa giornata scolastica era iniziata.
Per Mo Guan Shan non era altro che una perdita di tempo sprecare tante ore chiuso dentro quelle quattro mura, ad ascoltare informazioni che nel giro di tre mesi avrebbe già rimosso dalla sua mente. Attendeva con sempre più ansia la fine della giornata, il momento in cui libero da vincoli, poteva dedicarsi al lavoro e guadagnare così qualche soldo. Non era sua intenzione continuare gli studi, non vedeva l’ora di poter prendere le decisioni per conto proprio in modo da poter aiutare sua madre.
Spesso lei lo rimproverava dicendogli che la più grande ricompensa per i suoi sacrifici era vederlo studiare, sapere che si era fatto degli amici e che stava diventando un gran bravo ragazzo di cui andare fiera.
 Era grazie a quelle parole che Mo si alzava ogni mattina per andare a scuola. Sua madre apprezzava l’aiuto che lui testardamente si ostinava a volerle dare, ma era convinta che fosse ancora troppo giovane per prendersi così tante responsabilità. Voleva che si vivesse la sua vita come tutti i ragazzini della sua età, con quella spensieratezza tipica di quegli anni.
Quel mattino era di umore ancora più nero. Si era svegliato nel cuore della notte a causa di un incubo e non c’era stato più verso di riuscire a dormire, inoltre la gente intorno a lui sembrava essere presa da un’euforia fuori da ogni controllo che lo innervosiva ulteriormente.
Appoggiò stancamente braccia e testa al banco, chiudendo gli occhi per cercare di scacciare il dolore che gli martellava le tempie.
 
“Hey, Bro…”
 
La voce del suo compagno di classe lo riscosse e sollevò appena lo sguardo per regalargli un’occhiata infastidita.
Il ragazzo sembrava trafelato e anche titubante.
Mo si passò una mano dietro alla testa.
 
“Cosa vuoi?” domandò, cercando di non essere scortese come avrebbe voluto.
In fondo era tra i pochi che tollerava avere attorno.
 
“He... Tian” balbettò il ragazzo.
 
Sapeva che Mo Guan Shan poco sopportava quel tipo, nonostante li si vedesse quasi sempre insieme.
 
“Ha detto che ti aspetta in giardino, deve parlarti!” disse poi tutto d’un fiato, come a volersi liberare di quel compito scomodo che gli era stato affidato.
 
“Può andare a fanculo!” fu l’esclamazione del giovane rosso che non aveva certo tempo da perdere con i deliri folli partoriti dalla mente malata dell’altro.
Per lui era più un fastidio che altro averlo sempre intorno.
 
“Dovresti dirlo direttamente a lui!” esclamarono alcuni suoi compagni divertiti, indicando un punto fuori dalla finestra.
 
Mo si alzò all’improvviso, irritato per le risatine dei ragazzi della sua classe.
Si avvicinò alla finestra e vi si sporse, mentre gli altri al suo passaggio si allontanavano.
He Tian era in piedi con lo sguardo rivolto verso l’alto e lo guardava con un’espressione compiaciuta.
 
“Scendi, piccolo Mo” lo richiamò il moro, con un tono di voce perentorio.

Guan Shan per tutta risposta sollevò il dito medio in un gesto piuttosto comprensibile e significativo.
Quel bastardo si comportava sempre come se tutto gli fosse dovuto, e forse nella sua vita era stato abituato ad ottenere ciò che voleva, ma Mo non aveva intenzione di cedere di un solo passo.
Gli gettò ancora un’occhiata e lo vide piegare le labbra in un ghigno.
Non l’avrebbe avuta vinta, lui non era costretto a correre ogni volta che l’altro chiamava.
Mosse qualche passo, allontanandosi dalla finestra quando qualcosa lo costrinse a riavvicinarsi.
Qualcosa di non previsto e di molto imbarazzante.

 
Il battito del mio cuore
è come la danza dei miracoli,
tu mi guardi e mi dici che sicuramente non ti innamorerai mai di me
perché saresti solo capace di farmi essere triste
sei così indifferente
prima vicino e poi lontano
 
 
He Tian stava cantando.
Mo non riusciva a credere che lo stesse facendo davvero e dei brividi gelidi gli corsero lungo la schiena.
Si sforzò di ignorare ciò che stava accadendo ma l’entusiasmo generale che si stava creando attorno a lui gli impedì di farlo. Alcune sue compagne si erano portate le mani davanti alla bocca e passavano, emozionate, lo sguardo dall’uno all’altro.
Mo arrossì al solo immaginare quali pensieri potevano essersi fatte loro e tutti gli altri in quel momento.
Si sporse con rabbia alla finestra, sempre con le guance in fiamme, e gli urlò di smetterla.
 
“Che cazzo stai facendo? Ti ammazzo, chiudi quella fogna di bocca!!” sbraitò inutilmente.
 
In giardino un gruppo sempre più numeroso di persone si stava raccogliendo attorno al moro. Le ragazze, in particolar modo sembravano apprezzare ciò che stava facendo. Se ne stavano lì a guardare He Tian con gli occhi che brillavano, erano arrossite come se il ragazzo stesse cantando proprio a loro quelle parole d’amore. 
Non erano che vani sogni ad occhi aperti però, perché lui non le degnò di uno sguardo e continuò a rivolgere la sua attenzione alla persona in quel momento affacciata alla finestra.
 
 
Ho pensato, creduto, chiesto e alla fine ho capito
che le lacrime versate per amore hanno un sapore dolce
voglio solo amarti
ho già deciso quando stare assieme a te
non guarderò, non ascolterò, non chiederò e non mollerò
voglio vederti quando ogni giorno apro gli occhi
lo so che ogni tanto sono un po’ capriccioso
non mi importa che decisione prenderai
se alla fine mi amerai o scapperai da me
"Scusami" ancora non rinuncerò ad amarti.

 
Mo Guan Shan avrebbe voluto che si aprisse una voragine sotto ai suoi piedi in modo da lasciarsene risucchiare e sparire dalla faccia della Terra. Quello stronzo aveva la capacità di metterlo costantemente in imbarazzo ma questa volta aveva passato il segno.
All’ennesima risatina da parte di qualche compagno decise che era arrivato il momento di mettere fine a tutto quanto.
 
Questa volta lo uccido davvero, era ciò che si ripeteva mentre usciva dall’aula e scendeva le scale per raggiungere il giardino. Nell’attimo in cui vi mise piede, Tian lo guardò tronfio e pieno di soddisfazione.
Mo, con le guance sempre incandescenti a causa degli sguardi di tutti puntati su di lui, gli si scagliò contro come una furia. Lo calciò, lo prese per la maglia buttandogli addosso le peggiori minacce mai sentite ma venne prontamente bloccato dal moro.
 
“Finalmente sei sceso, piccolo Mo” disse, sorridendo maliziosamente, tenendolo per le braccia per placare la sua ira.
 
“Ti sei fottuto quel poco di cervello di merda che ti è rimasto?” tornò alla carica il rosso.
 
Non sapeva più come gestire quella situazione, tantomeno l’imbarazzo che ormai aveva raggiunto livelli inimmaginabili. 
Dopo l’ennesimo fischio di scherno da parte di qualcuno lì in giardino, Mo iniziò a tremare per la rabbia.
Si districò dalla presa dell’altro e lo afferrò per la manica della felpa correndo via, trascinandoselo dietro. Si fermò soltanto quando fu sicuro di essere abbastanza lontano dalla vista di qualunque persona presente nella scuola.
Erano finiti dietro alla palestra.
 
“Wow, che intraprendenza oggi!” provò a scherzare il moro.

Guan Shan aveva il fiato corto ma tentò comunque di colpire He Tian.
Nel vederlo tanto sconvolto il ragazzo si fece serio.
 
“Hey, calmati, non c’è bisogno che ti scaldi in questo modo!” disse, tentando di tranquillizzarlo.
 
“Ti diverti così tanto a prendermi per il culo, brutto bast…”
 
L’altro non gli fece terminare la frase.
 
“Non stavo scherzando, l’hai almeno ascoltata la canzone?”
 
Il volto del moro si era fatto estremamente cupo.
Mo non rispose, si morse il labbro e abbassò lo sguardo cercando di calmare il respiro.
Lo odiava e allo stesso tempo si rendeva conto che non gli era indifferente, e tutto ciò lo faceva infuriare ancora di più.
Quando si accorse che il rosso aveva smesso di tremare Tian gli passò una mano dietro al collo.
 
“Per farmi perdonare ti offro la cena!” disse.
 
“Muori” fu la risposta che ricevette.
 
He Tian sorrise divertito.
 
Ora si respirava l’atmosfera di sempre.
 
Quel tipo era un narcisista molesto e Mo sapeva che non gli avrebbe dato mai tregua, eppure per un breve istante si sentì appagato di essere tanto importante per qualcuno.
Un istante talmente breve di cui nemmeno lui stesso si rese conto.






Note

* La canzone che He Tian canta si intitola 'Zhi Xiang ai Ni' di Rainy Yang, nel caso vi interessasse ascoltarla.










 

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