Iniettatemi dentro il cuore toradol

di Splendente come il sole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si va avanti parte 1 ***
Capitolo 2: *** Si va avanti parte 2 ***
Capitolo 3: *** Si va avanti parte 3 ***



Capitolo 1
*** Si va avanti parte 1 ***


8 settembre 2018, Siracusa. Dopo aver passato quasi un'estate intera a lavorare in un ristorante e appresso ad uno dei soliti stronzi avevo senza dubbio bisogno di una serata techno all'Afrobar con la mia migliore amica, eppure non volevo più andarci. Volevo chiudermi a casa a piangere e a pensare alle solite cose, a pensare che mi andava sempre tutto male, che forse era meglio morire. E poi io le serate a Catania le avevo passate sempre da sballata e ubriaca, ora non potevo più fumare le canne per gli attacchi di panico, non potevo bere perché non avevo abbastanza soldi. Ma non potevo sparare il pacco all'ultimo a Federica, quindi le dissi che alla fine ci andavo anch'io e che ci vedevamo alla stazione per prendere l'autobus per Catania. Mia madre prima di salire in macchina mi diede 50 euro e partimmo dirette verso la stazione. Ma io le dissi di fermarsi al supermercato perché dovevo comprare qualche Red bull prima. "Sei sicura Maria che devi comprare solo le Red bull o ti devi prendere alcolici?" Mi disse col tono incazzato. "Solo quelle" ma scesi dalla macchina con altre intenzioni. Lacrime calde che cercavo di non far vedere intanto mi bagnavano sempre il viso, le cuffiette sempre nelle orecchie perché la musica riusciva sempre ad aiutarmi giusto un po'. Sapevo di avere pochi soldi visto che dovevo pagare l'autobus sia all'andata che al ritorno, il biglietto per entrare, che mi servivano per mangiare e per l'acqua... ma spesi lo stesso 5 euro per l'Amaretto e 3 euro per le Red bull. Mia madre aveva posteggiato proprio di fronte al supermercato per vedere cosa stavo comprando e si mise a gridare prima ancora che io salissi in macchina.

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Capitolo 2
*** Si va avanti parte 2 ***


"Fai schifo, veramente, io non me la meritavo una figlia come te... Ubriacona, drogata... i soldi così se li spende, vergogna." Non era affatto una novità sentire parole del genere ma non avevo neanche la forza di litigare in quel momento, facevo finta di niente. Arrivate alla stazione vidi subito Federica che pagava il biglietto e scesi. Mia madre scese appresso a me. Voleva "parlarmi" ma io non le davo proprio conto, e appena pagai il biglietto mi allontanai. Da lontano vedevo mia madre che parlava con Federica ma non le sentivo. Guardavo lei, tutta sistemata, e io completamente senza trucco, con i peli delle gambe che un po' si vedevano perché anche se avevo messo i pantaloncini dell'Adidas alla fine non avevo passato la lametta come avrei dovuto perché mi siddiava, perché non mi importava più di niente, perché stavo solo male. Le tette che si vedevano attraverso la maglietta nera perché non avevo messo neanche il reggiseno. Federica alla fine si avvicinò a me e io levai le cuffiette. "Menomale che 'sto sabato sera non lo stiamo passando a Ortigia altrimenti li avrei incontrati di nuovo, sicuramente." Le dissi fissando il vuoto. "Eh infatti... dai che ci passiamo una bella serata." Ma io non pensavo sarebbe stata una bella serata. Il giorno prima avevo passato una serata di merda. Appena arrivata a Ortigia, già nervosa dopo che un ragazzo in chat mi aveva detto che mi voleva vedere da solo, senza i miei amici, almeno si poteva fare "qualcosina", incontrai il mio ex collega di lavoro, Andrea, con accanto la sua ex. Non ci avevo mai sperato troppo che si mettesse con me, sapevo infondo di essere solo un passatempo per lui, come mi aveva detto lei un mese prima... che sia per lui come per gli altri ragazzi potevo essere solo questo, solo uno sfizio. Lui appena mi vide abbassò lo sguardo a terra e io dissi "scanzatini" quasi senza rendermene conto. I miei amici, Agostino e Ciccio, che camminavano dietro di me, non si accorsero di nulla. Mi girai verso Ciccio :"Ma hai visto chi c'era?". "No, chi c'era?". "Andrea e Melania". "Minchia" esclamò Ciccio. "Quello che lavorava con te al ristorante?" Si intromise Agostino. "Si... Quello con cui mi sono frequentata per 2 mesi" dissi con tono assente. L'autobus arrivò e io salii appresso a Federica senza neanche salutare mia madre.

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Capitolo 3
*** Si va avanti parte 3 ***


Non volevo sedermi accanto a Federica però, non volevo sedermi accanto a nessuno. Infondo speravo fosse lei ad avvicinarsi ma non lo fece proprio. Stesi tutto il tempo con le cuffiette, per i fatti miei, mezza sdraiata suii sedili dell'autobus, a guardare fuori, a pensare. Andrea sarebbe tornato con lei o no? Mi avrebbe scritto di nuovo prima o poi? Dovevo aspettarlo o dimenticarlo? Dovevo provare a divertirmi o fare la depressa? Ripensai anche a quello che mi ero sentita dire da certe persone... "La zita è sempre la zita, i passatempi sono sempre passatempi." Ripensai anche a come si era comportato lui con me... Non era venuto neanche la sera del mio diciannovesimo compleanno, 2 settimane prima... Mi aveva solo fatto gli auguri in chat e quando io gli chiesi di venire mi avevo risposto: "Se sei sola sì." Lo schifo. Mi aveva fatto prendere per buttana da tutti quelli del ristorante per aver raccontato i fatti nostri in particolare ad una che non aveva fatto altro che tormentarmi la vita giorno dopo giorno. Avevo anche perso il lavoro a causa di questa sua amichetta. Alla fine Federica si avvicinò dopo mezz'ora circa: "Vita ma come ce l'ho messo il fard?" Effettivamente ce l'aveva messo di merda e glielo feci capire. "Appena arriviamo dobbiamo mangiare... Se dal paninaro c'è troppa confusione andiamo al bar dell'altra volta?". "Boh, io preferisco dal paninaro." E mentre gli altri ragazzi dell'autobus parlavano di kebab. "Minchia questi mi stanno facendo venire troppa voglia di kebab" le dissi. "Io ormai ho la nausea" mi risposte con un sorriso finto. Un suo ex egiziano che ci aveva dato problemi di recente faceva il kebabbaro in Ortigia. Dopo un'ora e mezza finalmente arrivammo. Misi il broncio anche perché Federica voleva per forza andare al bar ma io no. Rimasi fuori a fumare. Ma quando lei andò in bagno presi un arancino. Effettivamente c'era troppa confusione in paninoteca e avevo fame. Quando Federica uscì dal bagno mi disse:"Direzione paninaro". "No va beh, ho già preso un arancino." Però mi aveva fatto piacere sentirglielo dire. Mentre aspettavamo i suoi amici catanesi con la macchina che ci stavano venendo a prendere per andare all'Afrobar mi feci 4 risate con lei perché sfotteva Melania. "Sembra sempre una mummia, anche quando balla alle serate." Intanto questa "mummia troppo smorfiosa" era stata amica mia per un anno, per questo se l'era presa quando aveva scoperto che io mi vedevo col suo ex. Ma ne era passato di tempo e lei mi aveva abbandonata. Non aveva voluto essere più amica mia, aveva preferito mettersi accanto altre persone. E a me piaceva davvero Andrea. Intanto sparlare con lei di chiunque e soprattutto di Melania mi aveva tirato un po' su il morale. Arrivarono i suoi amici con la macchina e subito direzione Afrobar. Subito techno a palla già in macchina.

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