Hogwarts Moments

di Scaramouch_e
(/viewuser.php?uid=2646)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01) ***
Capitolo 2: *** 02) ***
Capitolo 3: *** 03) ***



Capitolo 1
*** 01) ***


Hogwarts Moments.

disclaimer: dichiaro che i Queen non mi appartengo, appartengono solo a loro stessi, e che le cose descritte all'interno della fanfic sono di pura fantasia. Inoltre anche Harry Potter non mi appartiene, ma appartene alla Rowling e a ha chi ne detiene i diritti.
Ringraziamenti: ringrazio la mia beta, evelyn80 grazie mille per l'aiuto cara amica.
Buona lettura.

01)

Roger Taylor sarebbe andato a Hogwarts quell'anno. Il ragazzino dai folti capelli biondi ne era contentissimo.
Aveva salutato i genitori sul binario dell'espresso di Hogwarts ed era andato subito a cercare uno scompartimento all'interno del treno.
Ciao! Mi chiamo Roger Taylor. È libero quel posto?” domandò a un ragazzino del primo anno, con folti capelli ricciuti di un caldo castano scuro, che si voltò con un sorriso.
Brian May. Sì è libero, siediti pure” rispose al ragazzo, che si sedette sorridendo a sua volta.
Come si chiama?” domandò poi Brian, con voce profonda, indicando un piccolo gufetto che faceva un verso timido.
Aerosmith” rispose Roger arrossendo. “Come...”
Come la band musicale!”. Nessuno dei due si era accorto che un ragazzo dagli ammalianti occhi neri e dentoni da roditore stava tenendo aperta la porta dello scompartimento, con un sorriso sul volto. 
“Scusate, ma quando si parla di musica dovete chiamare me! In particolare... com'è che ci chiamano i purosangue... ah sì! In particolare di quella babbana. Mi chiamo Freddie Bulsara, ma potete chiamarmi Freddie Mercury.”

Io sono un purosangue,” protestò Brian, “e non mi piace l'espressione che hai utilizzato per definire il mio modo di essere. Scusa, ma si vede che non hai incontrato molti maghi purosangue per bene.”

Freddie rise e scosse la testa. “Hai ragione, effettivamente è così. Mio padre è un purosangue e mia madre una babbana che pratica lo Zoroastrismo, quindi no, non ne ho incontrati molti, di gentili. Tu sei il primo. Comunque stavate parlando di musica, eh? Qual'è il vostro genere preferito?”. Gli occhi neri di Freddie brillarono mentre si sedeva scompostamente sul divanetto fra Roger e Brian, che iniziarono a discutere con lui di musica, di strumenti musicali e di artisti, babbani e magici, scoprendo che effettivamente Freddie Mercury era veramente preparato sull'argomento.



***



Bulsara Farrokh!.
Il ragazzo magro, ma dal corpo comunque scattante, sbuffò sentendosi chiamare con il nome completo. “È Freddie, comunque, Freddie Mercury” sibilò ai suoi due nuovi amici, Roger e Brian.
Erano stati accolti a Hogwarts da un tempo tremendo, pioveva a dirotto e faceva freddo; trovarsi al calduccio quindi era bello. Freddie aveva osservato con occhi curiosi ogni cosa, dai fantasmi al soffitto magico, fino alla cerimonia dello smistamento nelle quattro case della scuola: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde, e che consisteva nel mettersi un vecchio cappello malridotto sulla testa e attendere, finché quest'ultimo non invocava la casata adatta a chi lo indossava.
Freddie arrivò davanti al tavolo dei professori e si sedette sullo sgabello, la Mcgrannit gli pose il vecchio cappello sul capo e lui attese. Passarono pochi minuti prima che il capello decretasse: “Grifondoro”.
Il tavolo all'estrema sinistra applaudì e Freddie si tolse il cappello, andando a sedersi con sicurezza e osservando il resto dello smistamento.

May Brian!”. Brian tremò e sentì solo distrattamente una pacca sulla spalla, segno che Roger lo stava incoraggiando.
Ovviamente il ragazzo ricciuto sapeva tutto dello smistamento, in famiglia non si parlava d'altro che non di Hogwarts.
Deglutì andando verso lo sgabello, con lo stomaco chiuso e la voglia di vomitare, ma sentendosi  fiero al tempo stesso: non voleva essere smistato in Serpeverde, la casa a cui era stata assegnata tutta la sua famiglia. Lui era diverso da loro, come aveva detto a Freddie.
Il cappello parlante gli venne calato sugli occhi e subito udì una vocina parlare.

Oh, un altro May. Dunque: i tuoi genitori li ho smistati entrambi in Serpeverde, e così pure i tuoi cugini, e mi sembra che si siano trovati benissimo. Ma tu... Tu sei diverso, Serpeverde non fa per te, c'è coraggio dentro di te, e voglia di stare bene e oh... sei intelligentissimo. Sì, so cosa fare con te, signor May: Corvonero!”.
All'ultima parola il tavolo dei Corvonero scoppiò in un applauso e Brian sorrise tranquillizzato, restituendo il cappello parlante alla Mcgranitt.
Sorrise ampiamente passando vicino a Roger, ancora in attesa di essere chiamato, e lanciò un'occhiata alla tavola dei Grifondoro, dove Freddie aveva monopolizzato l'attenzione parlando velocissimamente con il prefetto dei rosso-oro.

Taylor Roger!”. La voce della professoressa chiamò il biondino, che era anche l'ultimo studente a dover essere smistato. Il ragazzo arrivò felice allo sgabello e si mise in testa il cappello magico.  
Lui non aveva mai sentito parlare di Hogwarts: i suoi erano senza poteri magici, o babbani che dir si voglia, quindi quando quel fatidico giorno era arrivata la posta era stato particolarmente sorpreso dal trovarvi una lettera per lui, proprio per lui, che gli diceva che da lì a pochi giorni una strega - una professoressa - sarebbe venuta a parlare di Hogwarts con la sua famiglia. Ne aveva discusso con i suoi genitori, che all'inizio erano rimasti stupiti ed avevano tentennato ma poi per fortuna l'avevano accettato; e che poi si erano dimostrati cordiali con l'insegnante, la professoressa Sprout.
La donna aveva accompagnato lui e i suoi genitori a comprare il necessario per la scuola. Avevano acquistato anche un gufetto piccolo e veloce a volare, perchè così - a detta della mamma - “si sarebbe tenuto in contatto e non sarebbe sparito”, e poi a fine giornata la professoressa aveva esclamato: “Spero di vederla nei Tassorosso, signorino Taylor”, e gli aveva arruffato i lunghi capelli biondi.
Bastò poco al cappello per esclamare: “Tassorosso.”
Roger respirò piano: ce l'aveva fatta. Durante lo smistamento degli altri studenti aveva avuto paura di rimanere imbambolato, senza che il cappello pronunciasse il suo giudizio,  e poi di essere portato via dalla professoressa Mcgrannitt e di essere rispedito a casa. Gli sarebbe dispiaciuto molto ora che sapeva di appartenere a Hogwarts.
Sorrise ai suoi nuovi compagni Tassorosso, andando a prendere posto accanto a una ragazza dai capelli biondi e ricciuti del secondo anno.

Guardò verso i tavoli di Corvonero e Grifondoro e incrociò gli sguardi di Freddie e Brian. 
Tutti e tre stavano pensando se la loro amicizia sarebbe durata, ora che erano stati smistati in case differenti, oppure se si sarebbe sciolta prima ancora di iniziare veramente.


NOTE. 
Se devo essere sincera ai queen mi sono avvicinata tramite il film Bohemiam Rhapsody, ma mi è talmente piaciuto che ho subito iniziato a vedere documentari, e a raccogliore informazioni sui queen. Insomma sono entrata nella queen mania anche io. Questa raccolta di  fanfic è un omaggio a questi due mondi: HP - che amo da una vita. - e, appunto, i queen! 
Spero che questo primo capitolo vi piaccia. Ringrazio chi passerà di qui, e chi lascerà una recensione. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 02) ***


Hogwarts Moments.

Buona lettura, a tutti. <3

02)

“Succhiamelo, Freddie.” 

“Fammi un pompino, Mercury.”
“Fottiti, Noha. Con te non farò nulla!” sibilò il quattordicenne con uno sguardo di fuoco rivolto verso il Serpeverde più grande, del settimo anno, che stava appoggiato ad una colonna circondato da altre persone, tutte appartenenti alla casa di Salazar Serpeverde.
“Oh, oh hai capito, John? Hai avuto solo tu il privilegio di essertelo fatto fare” sogghignò Noha, fissando un Serpeverde più piccolo, che si voltò verso il ragazzo Grifondoro con un'espressione assolutamente neutra.
Anche Freddie guardò verso il ragazzino tentando, e sperando, di leggere qualcosa negli occhi castani di John Deacon. “Io...”
“Non c'è bisogno che rispondi, John. Lo sappiamo tutti che ti sei fatto fare un bel pompino da questo Grifondita qui.” La mascella di John si contrasse, ma sospirò rassegnato alle parole di Noha Harris.
“Ehi, che succede qui?” Brian May arrivò in quel momento, sfoggiando la spilla da prefetto sulla blusa nera.
“Stavamo solo discutendo con Mercury” disse Noha mentre osservava attentamente la spilla, chiedendosi se fosse il caso o meno di avercela anche con May, che era a sua volta un traditore del suo sangue per essere finito a Corvonero e per aver fraternizzato con gente come Taylor.

“Andiamo, John” disse infine il Serpeverde dopo aver riflettuto per un paio di minuti. John sospirò e, dopo aver lanciato un'occhiata a Freddie e a Brian, seguì il gruppo dei suoi compagni.
“Tutto bene, Freddie?” domandò Brian, seguendo lo sguardo triste del compagno fisso sulla schiena di John. “Tutto a meraviglia, Brian.”
Brian si accorse che non era vero. Già da un po' di tempo vedeva che Freddie stava male, non nel senso fisico ma nello spirito: il ragazzo Grifondoro aveva lo sguardo spento, assente, che si illuminava solo quando c'era il serpeverde John Deacon nei paraggi. E questa volta nemmeno per lui.
“Io non giudico il tuo essere, Freddie. Non posso” precisò Brian con voce mesta, e l'altro lo scrutò con gli occhi neri attenti: che gli avesse fatto una confessione?
“Ma giudico con chi vai a letto!” continuò Brian prima che Freddie potesse parlare. “Prima che tu dica qualcosa, Freddie, sappi che John mi è anche simpatico. È dolce, e sembra un bravo ragazzo, solo... Hai visto con chi esce? Noha Harris e compagnia sono i peggiori Serpeverde in circolazione! È vero che anche lui è un Serpeverde, ma insomma... Mi dà l'idea che sia marcio anche lui, in un certo senso. Stai attento, okay Freddie? Non vorrei che ti facessi... Beh ecco... Male!” completò il monologo Brian. Freddie lo guardò, gli occhi scuri sempre attenti e poi, di slancio, lo abbracciò.
Il ragazzo ricciuto non si scostò e permise all'amico di farlo. Quando, infine, si allontanò vide qualcosa brillare negli occhi neri del suo compagno e si chiese se non fossero lacrime.
“Non ci sono parole per esprimere l'affetto che provo per voi. Anzi, sì. Mi sono appena venute in mente!” esclamò Freddie all'improvviso. Brian guardò stranito il suo amico, mentre questi chiedeva una piuma e una pergamena a una ragazza lì vicino che aveva una borsa a tracolla. Aveva imparato ad apprezzare gli 'attacchi d'arte' di Freddie, ma gli faceva sempre impressione il modo in cui lavorava.

“It's not easy love
but you've got friends you can trust
Friends will be friends
When you're in need of love they give you care and attention
Friends will be friends
When you're through with life
and all hope is lost
Hold out your hands cos friends will be friends right till the end
Now it's a beautiful day.”

Brian si sporse verso il pezzo di carta del ragazzo, che canticchiava a bassa voce un ritornello a lui sconosciuto, e sorrise. “Andiamo a provarla, Brian. Mi è venuta voglia di cantare. Vai a chiamare Roger e Paul e dì loro che a Freddie Mercury è venuta voglia di provare una nuova canzone.” Gli occhi scuri di Brian si illuminarono, e corse verso l'aula di Trasfigurazione dove sapeva che Roger e Paul stavano studiando.
Avrebbe aspettato la fine della lezione e poi avrebbe trascinato i due ragazzi nell'aula delle prove.
Sì, loro tre - lui, Roger e Freddie - un anno prima avevano trovato una bellissima aula in disuso e avevano chiesto al preside se potevano utilizzarla come sala per le prove: avevano formato una piccola band, a cui si era aggiunto Paul Asher, un ragazzo coetaneo di Roger e della sua stessa casata, simpatico e dalla parlantina pronta che suonava il basso.
Non c'era stato bisogno di dire altro: quando i quattro ragazzi erano piombati nell'ufficio di Albus Silente, il preside li aveva guardati, gli occhi luccicanti, e aveva esclamato: “Sì, cari ragazzi, certo che potete avere un'aula a vostra disposizione. Adoro la musica: è la magia più antica di sempre e... Poi ci farete un concertino a fine anno.”
“Non gli abbiamo dovuto nemmeno dire che musica suoniamo” aveva sghignazzato Paul scambiando il cinque con Roger.
In effetti, per il vecchio preside era stata una sorpresa quando, a fine anno, i quattro ragazzi avevano fatto un caos pazzesco con la loro musica, e aveva scambiato uno sguardo con la Mcgrannitt che poi aveva alzato gli occhi al cielo, mentre tutti i ragazzi si divertivano e seguivano con espressione stupita il carismatico Freddie intonare pezzi assolutamente nuovi e originali.

“Ragazzi” disse Brian, maledicendosi perché, per colpa dei ricordi, si era quasi perso l'uscita dei Tassorosso dall'aula. “Ragazzi, a Freddie è venuta voglia di provare, e credo che ci abbia dedicato una canzone” disse a bassa voce all'orecchio di Roger, per fargli capire che intendeva solo loro due. Il biondino sorrise intenerito dall'affetto di Freddie e poi si voltò verso Paul. “Andiamo, sono contentissimo di provare. È da un po' che non utilizziamo l'aula, Freddie mi sembra un po'... spento.”
Brian per poco non imprecò contro Paul: quando pronunciava frasi del genere contro Freddie gli era antipatico.
“No, lui sta bene, non ti preoccupare, Paul. Pensiamo a divertirci” lo rassicurò comunque il ricciuto, e Paul annuì seguendo il compagno Tassorosso nell'aula prove.

Note.
Mi sono dimenticata, nello scorso capitolo di chiarire due o tre cose, indi lo faccio qui.
Come avete potuto notare ho fatto in modo che Roger, Freddie e Brian avessero la stessa età (nella mia mente i tre ragazzi sono nati nell'anno della fondazione dei queen, sì, lo so è confusionario, ma è giusto un'informazione per capire in che periodo siamo -anche se alla fine non avrà importanza-); John Deacon è nato invece un anno dopo i tre ragazzi, ed è un serpeverde, sì esattamente, il buon, calmo John è un serpeverde -tranquille che ha una spiegazione tutto ciò; spiegazione che verrà data nel capitolo successivo, probabilmente-; 'gli attacchi d'arte di Freddie', non so quanti altri ce ne saranno all'interno della fanfic, ma spero che questo vi sia piaciuto -Friends Will Be Friends è la mia canzone preferita dei queen si può dire senza che le altre si offendono XD - e quindi non ho potuto non metterla, so che è stata scritta da Freddie e dallo stesso John, ma non l'ho potuto inserire per ovvi motivi.
Bene, prima che le note diventino la metà del capitolo XD,  vi lascio, con la speranza che il capitolo vi sia piaciuto. 
Ringrazio chi passerà di qui, e chi lascerà una recensione.




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 03) ***


Come sempre vi aguro, una buona lettura. (:

03)



Roger Taylor e Brian May avevano passato insieme le vacanze di Natale del loro secondo anno.
I due ragazzi erano diventati piuttosto amici e poiché Brian non poteva tornare a casa quell'anno, ripudiato dai suoi genitori per via dello smistamento in Corvonero, Roger aveva chiesto alla sua famiglia se potevano ospitarlo, per quell'anno almeno.
I signori Taylor avevano acconsentito, si erano fatti più stretti in casa e avevano lasciato una stanza all'aristocratico Brian, che li aveva ringraziati un sacco, promettendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.

Non ci devi ringraziare. Sei un amico di Roger e di conseguenza fai parte di questa famiglia. Per di più, non capisco proprio che senso ha espellere un ragazzo dalla propria famiglia. Anzi, ora scrivo ai tuoi.”
“Lo faccia pure, Mr. Taylor, ma non credo che si degneranno di rispondere, in particolare sapendo con chi è lei. Per me non ha importanza,” aveva precisato Brian, “ma per i miei sì. Sono la peggior famiglia purosangue mai esistita.”
Roger aveva tentanto di portare nuovamente il buon umore con una battuta e, per fortuna, era intervenuto pure il gufetto della famiglia Taylor, che era piombato in cucina con una lettera stretta tra le zampine, facendo spaventare la mamma.
Roger aveva preso la lettera e l'aveva scorsa con gli occhi, poi aveva guardato Brian. “È Freddie. Mi invita a incontrarmi con lui stasera, in riva al fiume. Dice che mi deve parlare.”
Freddie e Roger erano vicini di casa, e quindi ogni tanto si vedevano.
“Vengo anch'io” aveva proposto Brian e Roger aveva sorriso, rispondendo subito a Freddie.

Il dodicenne Freddie Mercury, stava aspettando davanti ad un fiumiciattolo. La strada era male illuminata, quindi i due ragazzini si erano aiutati l'un l'altro per non cadere malamente.
Ciao Rog! Oh, ci sei pure tu, tesoro” aveva detto Freddie indugiando con lo sguardo su Brian, che aveva annuito. “Meglio così, almeno non dovrò riferirti di nuovo le mie intenzioni. Voglio cantare. A Hogwarts, l'anno prossimo” aveva aggiunto parlando in fretta.
Brian e Roger lo avevano guardato come se gli fossero spuntate due corna sulla testa.
E come facciamo?”
Semplice, fondiamo una band. Io canto. Tu, Brian suoni la chitarra, no?”.
Il ragazzo dai capelli ricciuti aveva annuito: suonava la chitarra classica, e ne stava costruendo una più particolare all'insaputa del padre e per di più suonava ancche il pianoforte, prendendo lezioni da un maestro.

E so che tu suoni la batteria, Roger. Nessuno me la può fare, tesori miei” aveva aggiunto Freddie, e Roger aveva annuito.
Però sono strumenti babbani, Freddie. Come faremo a farli entrare a Hogwarts?” aveva domandato il pragmatico Brian.
“C'è questa ragazza, Mary, di due anni più grande di noi. Lei ce li può incantare in modo da poter suonare all'interno di Hogwarts. Per favore, tesori, non dite di no, siate buoni.”
Il labbro inferiore di Freddie aveva tremato e sia Roger che Brian avevano sospirato, sapendo di essere fottuti.

Va bene, Freddie, suoneremo insieme” era stata la risposta di Brian, e il ragazzino moro si era lanciato fra le sue braccia, sorridendo, poi gli aveva baciato le gote.
Sei un grande, Brian May, non ve ne pentirete.”
“Come ci chiameremo?” aveva domandato Roger lasciando che Freddie si staccasse dall'amico, che lo fissava un po' confuso.

Il ragazzo li aveva guardati entrambi con gli occhi neri che brillavano.Queen.”
Ma...”
È un nome da ragazza, lo so, Roger, ma è anche brillante e regale, e noi dobbiamo essere tutte e due le cose. Voglio spaccare l'anno prossimo a Hogwarts, voglio che ci siano fan, voglio fare musica e essere il numero uno!”. Aveva urlato quella parola, e Roger e Brian avevano sorriso vedendo la felicità dell'amico. “Ci vorrà un altro elemento, però. Un basso.” aveva aggiunto Freddie vedendo le facce stranite degli altri due.
“Io conosco un ragazzo del nostro anno che lo suona. Si chiama Paul Asher. È della mia casata, ed è un ragazzo alto e rosso di capelli. Si fa notare perché è simpatico.”

Non hai modo di contattarlo, Roger? Mi farebbe piacere iniziare a suonare non appena possibile.”
Ci posso provare, ma non so dove vive. È solo un conoscente, non è mio amico come te e Brian” aveva precisato il biondino, e Freddie aveva annuito.
Era stupendo in quel momento. Aveva un'aura meravigliosa, rilassata, e forse anche sensuale mentre fissava i due amici con sguardo pacifico.


* * *

I Queen sono alla ricerca di un bassista.
Lo stronzo

Ehi, Freddie non scrivere così, non si cancella più” sbottò Brian, fissando l'amico che stava scrivendo l'annuncio. Scusa tesoro, ma sono troppo arrabbiato! Come si fa a preferire il quidditch alla musica? Io proprio non lo so!”

Paul Asher se ne è andato, preferendo unirsi alla squadra di quidditch piuttosto che rimanere con noi, preferendo i muscoli al cervello, e lo sport alla tradizione millenaria che è...

Okay, la smetto” ridacchiò Freddie all'ennesima occhiataccia dell'amico.

Insomma, se siete interessati a unirvi, seriamente, al leggendario, rockettaro, bellissimo gruppo dei Queen come bassisti siete i benvenuti nell'aula abbandonata nei sotterranei lunedì sera alle 20.00.
Per sempre vostri Freddie, Roger e Brian.

Il quattordicenne John Deacon fissava incantato già da un po' il foglio apparso, in un sabato qualsiasi, nella bacheca di fianco alla sala Grande dove, in genere, c'erano notizie di cose smarrite, e di ricerca di gruppi di studio, ma mai a sua memoria di persone che cercavano componenti per una band.
E che band.
John conosceva bene solo Freddie Mercury in realtà, il Grifondoro che aveva formato i Queen. 
Si era innamorato di quel ragazzo quando aveva cantato per la prima volta, l'anno prima, finendo a letto con lui. Una storia che si era dimostrata tragica perché i Serpeverde, che seguivano John da un po' di tempo, l'avevano fotografato durante il loro incontro e ora lo ricattavano. 
Quindi si doveva mostrare duro con Freddie, per non farlo cadere nel tranello degli altri ragazzi che lo detestavano perché era originale e, a detta di John, stupendo. Ma gli altri non lo capivano, e allora preferivano insultarlo. 
John rimaneva male per il comportamento degli altri ragazzi, ma lui voleva solamente vivere una vita normale; anzi, innamorarsi di un ragazzo non era proprio nelle sue intenzioni.
Sospirò fissando ancora il foglio, e poi, sentendosi stupido, decise che ci avrebbe provato. Avrebbe tentato le audizioni per il basso, strumento che suonava per hobby più che altro.

Il Lunedì, non appena arrivò davanti alla porta, vide un ragazzo uscire dall'aula dove i Queen provavano, e sospirò guardandolo: non aveva l'aria molto contenta.
Il prossimo” disse la voce di Freddie, e John entrò nell'aula sentendosi morire.
Roger Taylor, il batterista, era impegnato a fumare sigarette babbane, Brian sfogliava gli spartiti, e Freddie stava a capo chino, steso sul pianoforte, sbuffando: “Giuro che questo è l'ultimo per stasera, tesori, se non va bene riproviamo lunedì prossimo, ok?”
Brian fu il primo ad alzare gli occhi e a guardarsi intorno, e notò John, con il basso in mano ed il volto impaurito.
Subito un sibilo uscì dalle labbra del quindicenne ricciuto, che puntò un dito contro Deacon. “Che ci fai tu qui?” domandò fissando male il Serpeverde.
Nel sentire il suo tono sia Roger che Freddie guardarono attentamente il ragazzo. Freddie sembrò valutarlo, senza staccargli gli occhi da dosso.

Voglio solamente suonare, voglio dare una possibilità alla mia musica” mentì il ragazzo castano.
Roger, che pure non sapeva cosa fosse preso a Freddie e Brian, capì che c'era qualcosa che non andava con il quattordicenne che indossava la divisa dei Serpeverde e lo fissò malamente.

Freddie si leccò il labbro inferiore, in un gesto che per John fu assai sensuale. Arrossì sentendosi un deficiente.
Se sei venuto qui per avere qualche altra cosa da me, sai che mi troverai fuori, nevvero tesoro?” domandò il ragazzo moro, fissandolo con calmi occhi neri.
John deglutì. 
“Limpido” fu la sua risposta.

Facci vedere ciò che sai fare, allora” aggiunse Freddie sedendosi compostamente sullo sgabello del pianoforte mentre Brian e Roger prendevano posizione.
John prese posto un po' lontano dal gruppo, e iniziarono a suonare tutti insieme, seguendo la splendida voce di Freddie che, un po' tremolante, attaccò una canzone nota a tutti e quattro.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3821142