La salvezza arriva a chi apre il proprio cuore

di lelouch 25
(/viewuser.php?uid=1069612)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***



Capitolo 1
*** I ***


I

 
La vita dei fratelli Vargas era sempre stata un inferno, l’unico momento felice che avevano avuto era stato quando avevano vissuto con il loro amato nonno, solo che poi era morto e i due fratellini dovettero tornare a casa dei loro genitori, anche se questi non erano degni di questo appellativo.
I loro genitori erano la peggiore feccia esistente, erano entrambi giocatori incalliti; il padre scommetteva alle corse mentre la madre alle slot machine, non erano mai a casa e non si occupavano dei loro figli; molto spesso quando perdevano si sfogavano su di loro riempendoli di botte, avevano gli usurai praticamente alle costole.
Il più grande dei due fratellini aveva 10 anni, mentre il più piccolo 8, i loro nomi erano Lovino e Feliciano. Lovino si prendeva cura del fratellino come poteva, anche se non era molto bravo nelle faccende domestiche, ci provava con tutto il cuore, inoltre quando i loro genitori li picchiavano lui faceva da scudo a Feliciano prendendosi il doppio delle botte. I due bambini non andavano a scuola a stento avevano fatto la prima elementare, era stato il nonno ad avergli fatto da maestro, insegnando ai suoi nipotini tutto quello che poteva.
Passarono gli anni. Lovino aveva 16 anni, Feliciano 15.
Una mattina alzandosi dal letto videro la casa spoglia e capirono di essere stati abbandonati, sapevano che prima o poi sarebbe successo, quei vigliacchi erano scappati dai creditori abbandonandoli come spazzatura; all’ improvviso la porta fu abbattuta ed entrarono gli strozzini che li legarono e portarono dal loro capo.
Una volta di fronte a quell’uomo Lovino disse:
“ cosa volete da noi?”,
l’uomo li squadrò con uno sguardo che a Lovino non piacque per niente poi parlò:
“ vi ho portato qui per affari, i vostri genitori per ripagare una parte del loro debito vi hanno venduto a noi, quindi ora siete miei e lavorerete per ripagarmi di tutta la somma che mi dovevano”,
i due fratellini sgranarono gli occhi, poi si guardarono cercando di tenere a freno la paura. Lovino riprese a parlare:
“  c-cosa d-dovremmo fare?”,
l’uomo sorrise in maniera viscida:
“ semplice diventerete delle prostitute, fortunatamente siete carini, faranno la fila per voi!”,
mentre diceva questo accarezzò in maniera viscida le loro gambe, Lovino e Feliciano rabbrividirono dal disgusto.  Lovino provò a mercanteggiare:
“ t-ti prego farò quello che vuoi ma lascia mio fratello fuori da questa storia!”,
l’uomo sorrise crudele:
“ non ci penso proprio! Farò dei bei guadagni con voi!, inoltre farai lo stesso quello che ti chiedo perché siete miei, almeno finchè non avrete saldato tutto il debito, ah e non provate a scappare sarebbe peggio per voi!”.
Quando ebbe finito li fece portare via dai suoi uomini.
Gli sgherri di quell’uomo li portarono in uno squallido palazzo condiviso da altri nella loro stessa situazione, poi incaricarono una delle ragazze di occuparsi di loro. I due fratellini erano terrorizzati all’idea di quello che sarebbe loro successo.
Li avevano sistemati in un appartamento al terzo piano, in quel piano loro erano gli unici maschi, le ragazze li accolsero con dolcezza, li trovavano teneri, poi una di loro cominciò a spiegare il loro lavoro e cosa avrebbero dovuto fare, inoltre spiegò loro i prezzi da mettere per ogni prestazione; a fine spiegazione li guardò con occhi tristi e li abbracciò come una sorella maggiore, i due ragazzini piansero tutte le loro lacrime.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II ***


II
 
Passarono due anni, Lovino aveva 18 anni, mentre Feliciano 17.
Erano passati due anni da quel giorno e dalla loro prima volta avvenuta ad opera di sconosciuti. Con le ragazze del loro piano erano diventati una specie di famiglia, la sera si avviavano insieme alla casa di appuntamenti di proprietà dell’usuraio, erano diventati abbastanza famosi, Lovino per il suo carattere selvaggio mentre Feliciano per la sua dolcezza, i loro pseudonimi erano Romano e Veneziano. 
Quei due anni erano stati difficili per i due fratelli, ci era voluto un po’ prima che si arrendessero alla situazione, ma era solo una questione di tempo, prima o poi lo facevano tutti, bastava solo smettere di sperare che qualcuno li salvasse e chiudere il proprio cuore per evitare di soffrire, l’unica persona su cui si poteva contare era se stessi e il proprio fratello.
Per i 18 anni di Lovino, Feliciano e le ragazze gli organizzarono una piccola festa di compleanno, non si diventava tutti i giorni maggiorenni, Lovino quasi si commosse per quel gesto, nessuno a parte suo nonno gli aveva mai fatto una festa di compleanno, le ragazze gli regalarono rispettivamente una maglietta nera con dei finti strappi, un paio di jeans grigio fumo e una cintura nera, mentre suo fratello gli regalò un set da cucina, Lovino amava molto cucinare, quando lo vide gli brillarono gli occhi e lo abbracciò dicendogli:
“ Feli, oh mio Dio! Ti sarà costato una fortuna!”,
Feliciano sorrise:
“ per il mio fratellone solo il meglio!”,
Lovino a quelle parole si commosse e lo abbracciò di nuovo:
“ oh Feli! Come farei senza di te!”,
sotto lo sguardo intenerito della loro famiglia.
Quando arrivò la sera si diressero a lavoro, una volta lì si cambiarono, indossando dei pantaloncini molto, molto corti, quelli di Lovino erano neri con una catenella, quelli di Feliciano erano bianchi, entrambi indossavano una canottiera, quella del maggiore era retata, e aderente, quella del minore era bianca e sbrindellata alla fine in modo che lasciasse intravvedere i fianchi, per concludere entrambi portavano stivali al ginocchio con tacco.
Tornarono a casa verso l’alba distrutti, avevano avuto molti clienti, quasi non si sentivano più il sedere, una volta a casa si spogliarono, si fecero una doccia e misero a lavare i loro vestiti da “lavoro”, il fine settimana era sempre un’ inferno per loro.  Poi finalmente si misero a letto e si godettero il loro meritato riposo.
Intanto nella stessa città le tre famiglia a capo della malavita si incontravano per gestire la solita riunione mensile. Mentre coloro che in futuro ne sarebbero stati i capi si erano magicamente eclissati. I tre ragazzi figli dei tre pezzi grossi si chiamavano Gilbert, Francis e Antonio.
I tre ragazzi si erano nascosti in una stanza dell’edificio scambiandosi la promessa che quando sarebbero stati al potere avrebbero cambiato le cose. I cognomi delle tre famiglie era conosciuto da tutti, dal malavitoso più importante al semplice ladruncolo.
I loro cognomi erano Beilshmidt, trafficanti d’armi, Fernandèz-Carriedo, trafficanti di droga e infine Bonnefoy, che gestivano qualsiasi tipo di intrattenimento.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III ***


III
 
Una sera Francis organizzò una delle sue famose uscite.
Gilbert costrinse suo fratello minore ad uscire con loro:
“ Lud, non puoi startene sempre a casa a fare il topo di biblioteca!, su vieni con me che ci divertiamo!, non accetterò un NO come risposta”,
Ludwig era il fratello minore di Gilbert, al contrario del fratello era serio e diligente, aveva 19 anni, mentre suo fratello, Francis e Antonio ne avevano 21.
Ludwig si vestì rassegnato, quando Gilbert si impuntava era impossibile distoglierlo dal suo obiettivo.
Intanto i due fratelli incontrarono Antonio e Francis in un locale alla moda, come solo il francese avrebbe potuto scegliere, cenarono lì, poi uscirono per prendere da bere. Uscirono dal locale verso l’una di notte, e infine si diressero verso la loro meta finale, una casa di appuntamenti chiamata “ Firefly house”, entrarono, e furono accolti personalmente dal responsabile, che li portò nella sala vip di quel posto e diede loro l’elenco delle prostitute da scegliere. 
Ludwig era arrossito, ogni volta che succedeva si sentiva a disagio, ma non c’era di  che preoccuparsi, Francis aveva scelto quel posto apposta perché nella sala vip c’erano delle magnifiche stanze singole. 
Aprirono l’elenco, ognuno di loro scelse la lucciola con cui avrebbe passato la notte, poi ognuno di loro si diresse verso una stanza; queste erano arredate in vari stili. 
Francis scelse quella a tema marino e letto a conchiglia, Gilbert scelse una stanza trasgressiva con il letto tutto foderato di finte pelli di animali, Antonio invece stanza con letto a cuore con lenzuola rosse e coperta di velluto rosso e pareti rosse, infine Ludwig optò per quella più normale, una stanza con letto a baldacchino bordeaux e pareti bianche.
Aspettarono qualche minuto, poi da Francis arrivò un biondo con folte sopracciglia di nome Arthur, che sull’elenco era segnato come “Pirate”, da Gilbert arrivò una ragazza con lunghi capelli castani e occhi verdi di nome Elizabeta, che come pseudonimo si era scelta “ Guardian”, da Ludwig entrò Feliciano conosciuto come “Veneziano” e infine da Antonio andò Lovino conosciuto come  “ Romano”.
Francis prese il suo bel pirata per un servizio completo, il ragazzo indossava pantaloni stretti di pelle nera con stivali e una giacca da pirata sul delicato torso nudo; Gilbert optò anche per un servizio completo, la ragazza indossava un vestitino da maid molto sexy, mentre Antonio e Ludwig rimasero folgorati dalla sensualità dei due fratelli, con il loro completino di pantaloncini corti fino alle natiche e stivali col tacco con maglietta retata, restarono impalati a contemplarli come due stoccafissi.
Lovino vedendo che il suo cliente non parlava decise di chiarire le cose:
“ allora per il mezzo servizio nella sala vip sono 100 euro, per il servizio completo sono invece 300, chiaro?”,
Antonio annuì meccanicamente.
Nel frattempo anche Feliciano aveva messo le cose in chiaro, spiegandole con un dolce sorriso da cui Ludwig non riusciva a staccare gli occhi.
Dopo una lunga riflessione Ludwig e Antonio decisero che avrebbero provato il mezzo servizio, quei due fratelli avevano delle labbra molto invitanti. Una volta deciso pagarono in anticipo, poi iniziò lo spettacolo.
Lovino e Feliciano abbassarono le luci della stanza, accendendo i neon rossi nella stanza di Antonio, Blu in quelli di Ludwig, poi si avvicinarono ancheggiando sensualmente, mentre i due se li mangiavano con gli occhi.
Una volta vicini si inginocchiarono verso il cavallo dei pantaloni dei loro clienti, iniziarono da prima a massaggiare la loro virilità da sopra i pantaloni, Feliciano sorridendo dolcemente, mentre Ludwig diventava sempre più rosso, mentre Lovino sorrideva  in maniera molto sexy, una volta che riuscirono a risvegliare le virilità dei loro clienti, cosa non molto difficile abbassarono la cerniera dei pantaloni e li tirarono giù insieme con le mutande.  Poi lentamente e con maestria cominciarono a masturbarli con le loro delicate manine, Ludwig e Antonio si sentivano in Paradiso, quando poi Romano e Veneziano cominciarono ad usare le loro bocche in un sali e scendi continuo che andava man mano aumentando di ritmo non capirono più nulla, la loro mente fu sopraffatta dal piacere e alla fine vennero urlando praticamente gli pseudonimi dei due ragazzi, i quali inghiottirono in maniera molto provocante ciò che avevano ricevuto.
Una volta che si furono ripresi si rivestirono e uscirono aspettando i loro amici. Quando finalmente si ricongiunsero, Antonio notò che Gilbert era un pochino malridotto con qualche livido qua e là, mentre Francis aveva sicuramente la schiena artigliata visto che faceva di tutto per non poggiarla, poi disse:
“ Gil che ti è successo?,
sembra tu sia uscito da una rissa!”,
Gilbert sorrise in modo furbo:
“ oh Antonio, quella ragazza è una tigre!, ho adorato farmi punire da lei!”.
Una volta a casa Gilbert si rivolse a Ludwig:
“ allora Lud come è andata?”,
Ludwig arrossì come un peperone ripensando a quel ragazzetto e balbettò:
“ b-bene”,
anche Antonio ripensò a Romano, quel ragazzo lo aveva stregato al primo sguardo, c’era qualcosa in lui che lo attirava, anche se non sapeva cosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV ***


IV
 
Quando Lovino e Feliciano tornarono a casa erano pensierosi, era da tanto che qualcuno non li guardava come se fossero esseri umani.
Quando arrivò il momento di dormire si misero nel lettone che condividevano e si addormentarono accucciati l’uno all’altro, sognando quello che era accaduto e lo sguardo penetrante di quel bel moro e di quel biondo con gli occhi color del ghiaccio.
Antonio e Ludwig due giorni dopo di nascosto da Gilbert e Francis decisero di tornare alla “ Firefly house”; quando si videro lì esclamarono:
“ che ci fai qui?”,
dopo che entrambi chiarirono, decisero di farsi ognuno i fatti propri. Antonio e Ludwig scelsero le camere della volta precedente e attesero l’arrivo dei due fratelli.
Intanto Feliciano e Lovino erano impegnati con un altro cliente che li aveva presi insieme, quando finirono si sentivano stanchi, ma non ebbero il tempo di riposare perché dovettero subito andare nella sala vip, non si facevano aspettare i clienti di quella sala, quindi si risistemarono e uscirono dalla stanza dove si trovavano. Feliciano si lamentò col fratello:
“ uffa, io mi sento esausto!, non abbiamo avuto neanche il tempo di riprenderci!”, Lovino annuì:
“ lo so Feli! Ma non possiamo farci niente, dopotutto siamo oggetti per quelli che vengono qui…”.
Poi i due fratelli varcarono la soglia delle due stanze, provando una strana sensazione di felicità vedendo chi li stava aspettando.
Feliciano sorrise dolcemente al biondo, purtroppo non conosceva il suo nome, e non poteva nemmeno chiederlo perché nella sala vip vigeva la legge dell’anonimato, visto che era frequentata da gente ricca.
Ludwig lo guardò con uno sguardo penetrante e lui si sentì piccolo e inerme, poi il biondo parlò con un tono che sembrava preoccupato:
“ non mi sembri in forma, tutto bene?”,
Feliciano arrossì, poi si affrettò a rispondere:
“ si, non si preoccupi, è solo un po’ di stanchezza visto che prima di venire qui stavo servendo un altro cliente”,
lo sguardo di Ludwig si rabbuiò per un secondo.
Nel frattempo Antonio non riusciva a staccare gli occhi dalle movenze feline di quel ragazzo, dal suo corpo così flessuoso, notò anche che era stanco, sicuramente prima di venire da lui era stato occupato con un altro cliente, non gli piaceva l’dea che qualcuno all’infuori di lui mettesse le mani su quel ragazzo, è dire che non lo conosceva che da un giorno. 
Dopo qualche minuto di silenzio Lovino spazientito disse:
“ allora, che vuoi fare?”,
Antonio lo guardò poi rispose:
“ niente, vorrei parlare con te per conoscerti meglio”,
Lovino sgranò gli occhi dalla sorpresa poi rispose:
“ senti non farmi perdere tempo con inutili scherzi!, non sono il ragazzo da presentare alla propria madre…”,
Antonio lo guardò sorridendo, rispondendo:
“ non sto scherzando, ti pagherò quest’ ora di compagnia”,
Lovino non poteva credere alle proprie orecchie, esisteva davvero qualcuno di così stupido da pagarlo solo per parlare?, a quanto pare si. Lovino annuì prese una sedia e si mise di fronte all’altro, dicendo:
“ sia chiaro tu mi farai delle domande ma non è detto che avrai delle risposte!”, Antonio rise di gusto a quell’affermazione, quel ragazzo aveva carattere. Antonio iniziò con la prima domanda:
“ qual è il tuo vero nome?”,
Lovino sorrise in maniera sexy:
“ non te lo dirò”,
Antonio non si arrese:
“ va bene, quanti anni hai?”,
Lovino rispose divertito:
“ mm, questo penso di potertelo dire, ho 18 anni”,
Antonio sorrise, poi Lovino parlò di nuovo:
“ però non è giusto che risponda solo io alle domande!”,
Antonio sorrise di nuovo, poi rispose
"hai ragione, facciamo che per ogni domanda a cui mi rispondi io risponderò a mia volta, quindi intanto ti dirò il mio nome, io sono Antonio piacere di conoscerti, ora tocca a me, come mai lavori qui?”,
Lovino smise di sorridere e rispose irritato:
“ non sono cazzi tuoi!”,
Antonio capì che era il caso di non insistere, doveva iniziare con cose più superficiali, quindi disse:
“ hai ragione, allora il tuo colore preferito?”,
Lovino si tranquillizzò e rispose:
“ il nero”,
Antonio rispose:
“ ti dirò la mia età, ho 21 anni, e il mio colore preferito è il rosso”,
Lovino alzò un sopracciglio perplesso:
“ ma così mi hai dato due risposte”, 
Antonio sorrise ancora cosa che infastidiva Lovino, portandolo a pensare che quel bastardo avesse un bellissimo sorriso, poi Antonio disse:
“ facciamo che così mi faccio perdonare per la domanda di prima!”,
e gli fece l’occhiolino facendolo arrossire.
Contemporaneamente Ludwig e Feliciano fecero le stesse domande; le risposte che ottenne Ludwig furono che Veneziano aveva 17 anni, che il suo colore preferito era il bianco e che amava disegnare; mentre le risposte che ottenne Feliciano furono che il nome di quel ragazzo era Ludwig e che aveva 19 anni.
Purtroppo l’ora terminò, avvertendoli con un piccolo scampanellio. Antonio lasciò a malincuore la stanza, poi sorrise e disse:
“ a presto Romanito, spero che la prossima volta mi dirai di più!”,
Ludwig uscì dalla stanza salutando in modo un po’ rigido Feliciano:
“ allora, verrò a trovarti di nuovo, Veneziano, sempre se ti fa piacere…”,
Feliciano sorrise dolcemente e disse in maniera ambigua: “ certo che mi fa piacere… se vieni”, facendo arrossire il biondo.
Una volta a casa i due fratellini si raccontarono quello che era successo nelle rispettive stanze, poi Feliciano disse:
“ certo che sono proprio strani, vero fratellone?!”,
Lovino annuì pensieroso poi disse:
“ secondo me quelli non riescono a rendersi conto che siamo prostitute, non gli amichetti del cuore… bah meglio per noi!, hanno pagato per non fare niente, bravo chi li capisce!”,
Feliciano sorrise poi disse:
“ però ad essere sincero a me non è dispiaciuto parlare con Ludwig, mi sembra un bravo ragazzo”,
Lovino si mise subito all’erta:
“ Feliciano evita di fare strani pensieri, tanto anche se andasse come speri non potremmo mai accettare i loro sentimenti finchè saremo schiavi, quindi dobbiamo muoverci a saldare quel maledetto debito e dire addio a questa vita di merda!”, Feliciano annuì ma in modo triste, suo fratello odiava vederlo così, quindi si alzò e lo abbracciò stretto accarezzandogli la testolina, il più piccolo si lasciò confortare da quel tepore.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** V ***


V
 
Passarono due mesi, durante le quali le visite di Antonio e Ludwig ai due fratelli si erano fatte più assidue, i due si limitavano a chiacchierare di cose superflue, non volevano forzare la mano chiedendo cose che avrebbero potuto indispettire i due fratelli. Durante la loro ultima visita Ludwig aveva dato il suo numero di telefono a Feliciano, anche Antonio ci aveva provato ma Lovino si era rifiutato con tutte le sue forze, perché non voleva né illudersi né illuderlo. 
Una mattina Feliciano riuscì a svegliarsi relativamente presto, visto che la sera prima avevano finito presto di lavorare, così volle approfittare dell’occasione; come prima cosa svegliò suo fratello dicendogli:
“ ehi Lovi, ti andrebbe di andare in centro con me?, è da tanto che non usciamo!”, Lovino si stiracchiò, poi annuì e andò in bagno a prepararsi, nel frattempo Feliciano inviò un messaggio.
Alle 11.30 arrivarono in centro, poi girarono un po’ di negozi anche se non comprarono nulla, ai due fratelli piaceva guardare i capi griffati, pur sapendo che mai avrebbero potuto comprarli, poi verso l’ora di pranzo si diressero verso un piccolo ristorantino dai prezzi economici e lì incontrarono Ludwig e Antonio.
Lovino quando li vide fece per prendere Feliciano e uscire, ma Antonio lo prese per una mano e gli disse:
“ ti prego non andare via… state con noi oggi…”,
Lovino quando guardò quegli occhi verdi quasi supplicanti fu costretto a cedere, quindi disse:
“ come vuoi bastardo!, ma offri tu!”,
Antonio sorrise e rispose:
“ tutto per te”,
facendo arrossire Lovino fino alle orecchie, mentre Feliciano salutava allegramente Ludwig, poi si diressero verso un tavolo dove presero posto. Antonio e Ludwig non riuscivano a staccare gli occhi dai loro rispettivi obiettivi, era la prima volta che li vedevano vestiti con abiti normali, Antonio disse:
“ Romano stai benissimo!”,
quel giorno Lovino indossava dei jeans scuri una camicia grigia e una cravatta messa allentata intorno al collo, mentre Feliciano indossava dei jeans azzurri e una camicia bianca  che faceva risaltare il suo fisico.
Dopo qualche minuto arrivò il cameriere chiedendo se erano pronti per ordinare, il quartetto annuì,  Ludwig prese un piatto di salsicce con contorno di patate e una birra, Antonio scelse un piatto di pollo al curry e ordinò una bottiglia di vino, mentre i due fratellini scelsero un piatto di pasta, Lovino la prese con la salsa, mentre Feliciano col pesto.  Per essere un ristorante economico i piatti non erano affatto male, per Ludwig e Antonio era la prima volta, di solito andavano sempre in locali alla moda e soprattutto cari, quando si era amici con Francis non si poteva fare altrimenti.  Quando ebbero finito di mangiare Ludwig si rivolse a Feliciano:
“ V-Veneziano ehm… ecco visto che non siete a lavoro, mi piacerebbe tanto sapere il tuo nome…”,
anche Antonio si mise sull’attenti, i due fratelli si scambiarono uno sguardo, in fondo potevano anche accontentarli, Feliciano si rivolse a Ludwig mentre Lovino ad Antonio: “ il mio vero nome è Feliciano; il mio nome è Lovino, ma dovete prometterci che quando verrete al locale userete i nostri pseudonimi, nessuno deve sapere che conoscete i nostri nomi”, i due annuirono.
Dopo pranzo ripresero il loro giro di negozi, poi verso le 18 salutarono Antonio e Ludwig, prima di andare via Antonio disse:
“ sai preferirei che ci vedessimo fuori anziché al locale, non mi sembrerebbe giusto vederci là, visto che verremmo trattati come clienti, quindi Lovi prendi questo”,
gli mise in mano il suo numero di telefono, poi si salutarono e rientrarono a casa.
Quando i due fratelli rientrarono Lovino tentò di buttare il foglio di carta con il numero di Antonio ma per qualche strana ragione non ci riuscì, alla fine lo salvò con il nome di “ bastardo”, mentre Feliciano cercava di non ridere, poi Lovino si fece serio:
“ Feli perché non vuoi seguire il mio consiglio di non farci coinvolgere da quei due?”,
Feliciano si fece serio a sua volta:
“ fratellone io non ci vedo nulla di male, in fondo ci meritiamo un po’ di felicità, l’importante è restituire quella somma no?, quello che facciamo fuori dal lavoro non credo interessi a qualcuno”,
Lovino rispose:
“ se ipoteticamente diventassimo i ragazzi di quei due, loro dovrebbero sopportare il fatto di venire continuamente traditi visto il lavoro che facciamo, tu te la sentiresti di fargli questo?, e poi non li conosciamo ancora abbastanza bene, potrebbero essere i peggiori criminali al mondo!”,
Feliciano rispose:
“ ovvio che non mi piacerebbe tradire Ludwig, ma su questo si può raggiungere un accordo, inoltre non mi interessa sapere chi sia purchè mi ami e mi rispetti”, Lovino guardò stupito il suo stupido fratellino, era cresciuto.
Antonio e Ludwig erano felici di aver potuto conoscere il vero nome di quei due, finalmente avrebbero potuto chiamarli con i loro nomi, una cosa che desideravano fare da un pezzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** VI ***


VI
 
Una notte dopo essere rientrati a casa Feliciano chiese al fratello:
“ secondo te quanto manca per saldare tutto il debito?”,
Lovino rispose:
“ direi poco, al massimo ancora un’ anno e poi saremo liberi”,
Feliciano sorrise poi disse con tono curioso:
“ fratellone una volta libero cosa ti piacerebbe fare come lavoro?”,
Lovino arrossì:
“ mi piacerebbe aprire un ristorante, sai bene quanto mi piaccia cucinare, tu invece?”,
Feliciano sorrise timidamente:
“ io vorrei iscrivermi all’accademia di Belle arti, infatti quando ho tempo e qualche soldo mi compro qualche libro per studiare visto che io e te  siamo fermi alle elementari”,
Lovino gli sorrise:
“ sono sicuro che riuscirai ad entrare all’accademia, sei sempre stato bravo a disegnare”,
Feliciano contento abbracciò il fratello, che ricambiò in maniera un po’ burbera quell’abbraccio.
L’usuraio che teneva al guinzaglio i due fratellini sapeva che presto sarebbe stato costretto a liberarli, e stava già cercando un modo per continuare a farli lavorare per lui; quei due erano riusciti a farlo arricchire notevolmente, quindi decise di agire.
Un pomeriggio Lovino e Feliciano erano usciti con Antonio e Ludwig. Stavolta erano stati i due ragazzi a proporre l’uscita ai fratellini. 
Erano in giro per negozi in una zona periferica, dove i vestiti costavano meno, i due fratelli erano in vena di shopping, Lovino si rivolse ad Antonio con un ghigno: “ sai fossi in voi in questa zona non ostenterei la vostra ricchezza, potreste ritrovarvi con un coltello alla gola e il portafoglio rubato…”,
Antonio sorrise misterioso poi disse:
“ tranquillo non succederà”;
ad un tratto passarono davanti ad un piccolo centro scommessa provvisto anche di slot, quando guardarono l’interno attraverso il vetro trasparente Feliciano e Lovino sbiancarono, non riuscivano a credere a quello che stavano vedendo, loro non potevano essere lì, doveva trattarsi di un incubo. Lovino entrò seguito da Feliciano che disse ai loro accompagnatori di aspettarli fuori, i due annuirono perplessi.
Una volta dentro Lovino urlò infuriato alle due figure sedute a giocare, mentre Feliciano si accucciava dietro di lui:
“ che cazzo ci fate voi qui?, non eravate scappati chissà dove abbandonandoci?”, le sue urla furono percepite anche da chi stava fuori, quindi Antonio e Ludwig drizzarono le orecchie attenti; i due erano i loro genitori, si voltarono quasi di malavoglia verso i loro figli, poi con voce quasi indifferente dissero:
“ siamo tornati perché abbiamo saputo che avete quasi saldato il nostro debito, quindi ora non corriamo più rischi”,
Lovino fece per colpirli ma Feliciano lo fermò, poi parlando seriamente disse:
“ da quanto siete tornati?, avete preferito le macchinette ai vostri figli… avete almeno idea di cosa abbiamo dovuto passare io e Lovi per colpa vostra?”,
quelli lo guardarono indifferenti poi risposero:
“ siamo qui da almeno tre settimane, e non ci interessate, potete fare quello che volete”,
a quel punto un addetto della sicurezza obbligò i due fratelli ad uscire perché stavano disturbando.
Una volta fuori Lovino era livido di rabbia, cominciò a camminare veloce lasciando indietro tutti, aveva un dubbio che voleva togliersi.
Antonio, Ludwig e Feliciano furono lasciati indietro, Feliciano era ancora pallido, sembrava lì lì per piangere, Ludwig a quel punto lo abbracciò stretto, il ragazzo si accucciò nel suo ampio petto e pianse come erano anni che non succedeva, stava versando tutto il dolore che aveva patito in quegli anni per colpa di quelle persone.
Quando si fu calmato Antonio  scambiò un’occhiata con Ludwig poi gentilmente si rivolse a Feliciano:
“ Feli, non vorresti raccontarci cosa vi è successo?, magari possiamo aiutarvi!”, Feliciano lo guardò con occhioni da cucciolo smarrito poi lentamente disse:
“ vi dirò cosa è successo, ma voi non dovrete immischiarvi, Lovino non lo vorrebbe, sono problemi nostri”,
a quel punto raccontò tutta la loro storia fino a quel momento.
Quando Feliciano finì il racconto Ludwig e Antonio si sentivano uno schifo, visto che erano le loro famiglie a coordinare tutte quelle attività che avevano portato quei ragazzi a soffrire, ma anche se dentro si sentivano così all’esterno non fecero trapelare nessuna di queste emozioni, solo la compassione.
Intanto Lovino si era recato dall’usuraio.
Una volta nel suo studio disse:
“ che ci fanno quegli stronzi qui?, lo che è colpa tua!”,
l’usuraio lo guardò ridendo in modo perfido poi disse:
“ mm, diciamo che potrei averli convinti a chiedere un nuovo prestito a vostro nome alle mie tasche per sanare le perdite delle loro scommesse”,
Lovino sbiancò, poi urlò con rabbia:
“ perché? Ormai mancava poco e saremmo stati liberi!”,
l’uomo sorrise dicendo:
“ ma proprio per questo, non posso far andare via la mia oca dalle uova d’oro!, sarei uno stupido!, il debito che hanno contratto stavolta vi costringerà a lavorare per me per almeno 10 anni, quindi rassegnatevi siete miei!”.
Quando Lovino uscì dallo studio di quello stronzo si sentiva distrutto, lui e suo fratello erano così vicini a poter riavere una vita, gli veniva da piangere, e neanche a farlo apposta il cielo pianse con lui. 
Lovino camminò in mezzo alla pioggia, si sentiva messo al muro, lui e suo fratello non sarebbero mai stati liberi, per un momento pensò di farla finita, che senso aveva continuare a soffrire, poi gli venne in mente l’unica persona che lo aveva trattato come qualcosa di prezioso, prese il cellulare e per la prima volta fu lui a chiamare Antonio.
Quando Antonio rispose e sentì la voce di Lovino in lacrime si mise subito sull’attenti, poi gli disse:
“ Lovi dove sei? ti sto venendo a prendere!”,
Lovino gli disse la sua posizione, poi dopo circa un’oretta arrivò Antonio che lo fece salire e senza pensarci due volte lo portò nel suo appartamento, preferiva avere una casa sua piuttosto che stare nella villa di famiglia.
Per tutto il tempo del viaggio il ragazzo non aveva aperto bocca, lacrime silenziose continuavano a cadere dai suoi bellissimi occhi, quando arrivarono Antonio gli disse:
“ vai farti una doccia per riscaldarti ti presto qualcosa di mio ok?”,
il ragazzo annuì dirigendosi verso il bagno.
Quando ebbe finito indossava una maglietta nera che lo copriva fino alle cosce, Antonio lo guardò perplesso:
“ Lovi dove sono i pantaloni che ti ho dato?”,
Lovino gli rispose con tono piatto:
“ non li metto, a casa giro sempre così”,
Antonio impose a se stesso di stare calmo, poi gli porse della cioccolata e gli disse:
“ Feli ci ha raccontato la vostra situazione, ora vuoi dirmi che ti è successo?”,  Lovino portò le gambe al petto e si accucciò poi riprese a piangere, Antonio lo abbracciò subito dandogli dei colpetti sulla schiena per tranquillizzarlo, Lovino prese un bel respiro e gli raccontò cosa era successo dall’usuraio, poi gli disse con voce disperata:
“ non so più che fare!, ci ha in pugno! Tutta colpa di quegli stronzi! eravamo ad un passo dall’essere finalmente liberi… non vedevamo l’ora!, non né posso più di farmi scopare come fossi un oggetto!”,
Antonio stringeva i pugni per la rabbia, avrebbe voluto ucciderli tutti quelli che stavano facendo soffrire il suo amore, ma non poteva o si sarebbe scatenata una guerra, quindi non potè fare altro che consolare il ragazzo come meglio poteva, lo sentiva così fragile tra le sue braccia.
Intanto Feliciano che era ancora all’oscuro di tutto aveva coperto Lovino a lavoro dicendo che stava male.
Ad un tratto Lovino alzò i suoi occhi dorati su Antonio e gli disse:
“ consolami… almeno così avrò la forza di andare a casa mia domani… e ricominciare a vendere il mio corpo…”,
ad Antonio faceva male vederlo così,  gli disse:
“ sei sicuro piccolo?, sappi che per me sei importantissimo, non farei nulla che possa farti soffrire…”,
Lovino sorrise in modo spietato ma i suoi occhi erano tristi:
“ ormai cosa vuoi che possa ferirmi, potrebbero solo uccidermi e forse ne sarei perfino contento… almeno una volta voglio farlo per amore…”, Antonio a quel punto lo baciò dolcemente sulle labbra mentre il ragazzo chiuse gli occhi per godersi quel momento così dolce; poi Antonio lo prese in braccio e lo portò nella sua camera.
Una volta lì lo adagiò sul letto come se fosse la cosa più fragile di questo mondo, riprese a baciarlo stavolta con più passione, usando la lingua e venendo ricambiato, Antonio piano piano e con dolcezza cominciò a spogliarlo, lo stesso fece il ragazzo con i suoi abiti, poi Lovino invertì le posizioni e iniziò a leccare il collo, il petto, la pancia finchè non arrivò al basso ventre dove cominciò a dare attenzioni all’erezione di Antonio che cercava di trattenere i gemiti di piacere, bisognava ammetterlo era dannatamente bravo, poi Antonio lo riportò sotto di sé, voleva regalargli tutto il piacere che gli aveva dato se non di più. Antonio lo baciò dolcemente sugli occhi, poi passò al collo, leccandolo, man mano scendeva sul petto dove stuzzicò i punti sensibili del ragazzo che mugolava di piacere, le mani di Antonio erano così gentili su di lui, gli facevano capire quanto lui fosse importante per quel ragazzo dal sorriso perenne. Successivamente Antonio cominciò a dare attenzioni al membro di Lovino, prima iniziò baciandogli la punta, poi iniziò a leccarlo e infine lo mise in bocca, mentre con le dita lo preparava, voleva fare tutto per bene.  Una volta che Lovino fu pronto, entrò dolcemente in lui, poi lentamente iniziò a spingere, sentendo il ragazzo gemere di piacere, quando poi aumentò il ritmo delle spinte Lovino si aggrappò al suo collo come fosse la sua ancora di salvezza, alla fine entrambi vennero, Antonio uscì dal ragazzo lentamente per non fargli male, lo abbracciò e lo baciò dolcemente, facendolo poi addormentare sul suo petto. Lovino chiuse gli occhi, sentendosi felice e amato, era molto diverso dalla sensazione che provava facendo sesso a pagamento, per la prima volta si sentiva davvero felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** VII ***


VII
 
Lovino si svegliò prima di Antonio, lo guardò per un momento con sguardo triste, deciso a non rivederlo mai più, il suo cuore non avrebbe retto se avesse sperato in un futuro con lui, si alzò, lo baciò sulla fronte e sussurrò:
“ addio…”, 
si vestì e lasciò l’appartamento.
Quando tornò a casa spiegò la situazione a Feliciano, e man mano che andava avanti nel suo racconto vedeva la speranza spegnersi negli occhi del fratello, il quale non disse nulla semplicemente si accasciò sulle ginocchia tremando come una foglia per non piangere; tutte le loro speranze si erano sbriciolate come sabbia al vento, non sarebbe mai potuto diventare un pittore. 
Lovino tentò di consolarlo abbracciandolo, poi gli disse:
“ adesso capisci perché non volevo che ci legassimo a quei due?, il nostro sogno finisce qui, da stasera ricomincerà il nostro incubo”.
Quando Antonio si svegliò era ora di pranzo e subito si accorse che Lovino non c’era, si chiese subito perché il ragazzo non lo avesse per lo meno salutato, sentiva una strana ansia che non sapeva spiegarsi.
Passarono diverse settimane, durante le quali né Antonio né Ludwig avevano ricevuto una sola notizia dai due fratellini, i due li chiamavano ogni giorno ma come risposta ricevevano solo silenzio.
Ormai il corpo di Lovino e Feliciano era pieno di lividi in punti strani, il loro capo li obbligava a lavorare il doppio, non avevano la forza di ribellarsi, si comportavano come delle bambole, mangiavano, dormivano e lavoravano; solo quando tornavano a casa trovavano la forza di piangere.
Antonio e Ludwig decisero di andare a trovarli a lavoro anche se non gli piaceva come idea.
Una volta al locale entrarono in una sola stanza e attesero. Quando videro i due fratelli con quello sguardo spento e i lividi subito si alzarono per abbracciarli, ma i due li tennero lontani, si poteva quasi sentire il rumore del loro cuore che si frantumava, dopo qualche minuto di silenzio Lovino disse:
“ cha cavolo ci fate qua?”,
Antonio rispose:
“ eravamo preoccupati, non vi siete più fatti sentire…”,
Lovino digrignò i denti poi urlò:
“ mi sembrava che il messaggio fosse chiaro!, non vogliamo più avere a che fare con voi!, per favore andatevene…, i nostri cuori non reggerebbero…”,
stavolta Ludwig e Antonio li abbracciarono anche se i due si divincolavano poi dissero:
“ non vi lasceremo, siete troppo importanti per noi!”,
Ludwig disse:
“ non preoccupatevi si risolverà tutto…”,
poi i due fratellini scoppiarono a piangere sui petti delle persone che amavano.
Quando Ludwig e Antonio uscirono da lì stavano letteralmente fumando di rabbia, Antonio diede un pugno su un muro, mentre gli occhi di Ludwig erano freddi come il ghiaccio, al pensiero dei loro amati tutti pieni di lividi e con lo sguardo spento di chi si è arreso al proprio destino, era arrivato il momento di agire.
Quando tornarono a casa chiamarono Francis e Gilbert e spiegarono loro tutta la situazione, una volta fatto Gilbert e Francis dissero:
“ finalmente vi siete decisi a dirci tutto, comunque diciamo che sapevamo che vi eravate innamorati di quei due, abbiamo le nostre ehm fonti”,
Antonio e Ludwig li guardarono alzando un sopracciglio poi dissero: 
" allora si può fare qualcosa per liberare quei due?,Francis lo chiediamo a te perché è la tua famiglia che si occupa di questo tipo di affari”.
Francis ci pensò poi disse:
“ l’unica cosa che mi viene in mente è saldare il loro debito, oppure se mi dite chi è il loro capo magari riesco a fare qualcosa”,
Ludwig rispose:
“ il loro capo è un usuraio che possiede il locale dove lavorano e dei centri scommessa, se non sbaglio il suo nome è Dalin Costel”,
gli occhi di Francis a sentire quel nome si illuminarono di una luce furba.
Francis disse:
“ amici miei siamo a cavallo, quello agisce senza il nostro permesso, sta provando a destabilizzare i nostri affari, finora lo avevamo ignorato perché era un pesce piccolo, ma ultimamente è andato troppo oltre fregandoci alcuni importanti clienti, quindi pensavamo di punirlo, potremmo approfittarne per liberare i vostri tesorini”,
Gilbert disse:
“ farò di tutto per aiutare il mio fratellino e il mio amico, Francis se ti servono armi non hai che da chiedere",
il francese annuì, poi disse:
“ per il momento no, proverò prima a dialogare con questo tizio, come si dice.. ah si! Farò una missione diplomatica, se non accetta lo distruggerò!”.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** VIII ***


VIII
 
L’indomani Francis si recò da Dalin nel suo studio.  Francis si sedette e serio iniziò a parlare:
“ Dalin, sai che non puoi continuare a remarci contro vero?, finora ti abbiamo ignorato ma adesso basta!, ti do un ultimatum o ti unisci a noi oppure sarai distrutto!, ah inoltre vorrei che liberassi i fratelli Vargas, sono diventate persone importanti per i miei amici!”,
Dalin lo guardò poi scoppiò a ridere in modo sguaiato, a Francis venne la pelle d’oca per il disgusto, poi l’uomo parlò:
“ non ho intenzione di unirmi a voi, pensi veramente che non sia in grado di tenervi testa?, in questi anni ho raccolto molto potere… inoltre non ho intenzione di liberare le mie galline dalle uova d’oro!, ora vattene se non vuoi un proiettile in testa!”,
Francis si alzò elegantemente dalla sedia, poi con un sorriso freddo disse:
“ lo hai voluto tu…”,
detto questo lasciò la stanza.
Tornato a casa Francis contattò i suoi amici per aggiornarli:
“ ragazzi non ha voluto ascoltarmi”,
Antonio e Ludwig dissero:
“ Fran non è che lo lasceresti a noi quel maiale?”,
Francis annuì:
“ è tutto vostro ragazzi, a me basta che la sua organizzazione si sciolga, sarà un vero massacro”,
Gilbert a quelle parole ghignò poi disse:
“ alle armi ci pensiamo io e Lud, ci uniremo ai tuoi uomini Fran, penso che anche Antonio sia dei nostri”,
Antonio annuì.
Il giorno dopo Lovino e Feliciano furono prelevati a casa loro dagli uomini di Dalin e portati in uno squallido sotterraneo dove furono legati per impedirgli di scappare, chiesero spiegazioni ma l’unica cosa che ottennero fu il silenzio.
Quella sera Francis organizzò l’attacco:
“ allora io e i miei uomini distruggeremo la sua organizzazione insieme con Gilbert, voi vi occuperete di quel tizio e di salvare i vostri tesorini, tutto chiaro?”, tutti annuirono, poi si diede inizio alle danze.
Gilbert con alcuni uomini di Francis si diresse verso il locale dove i due fratellini avevano rivisto i loro genitori, una volta lì iniziò una sparatoria in grande stile, finchè Gilbert non volle concludere il tutto in bellezza buttando una bomba e facendo saltare in aria tutto il locale.
Francis si occupò della “Firefly house”, quando entrò con i suoi uomini liberò tutte le ragazze e i ragazzi che vi lavoravano facendoli uscire dal retro mentre venivano circondati dagli uomini di Dalin, lui e i suoi uomini cominciarono a sparare a raffica, mentre si riparavano dietro i muri per evitare il fuoco nemico, finchè non ricevette una telefonata di Gilbert che gli intimava di uscire, Francis richiamò a sé gli uomini che erano sopravvissuti e ordinò loro di lasciare il locale, una volta fatto Gilbert lanciò un paio di bombe  distruggendo tutto il locale, Francis una volta riunitosi con l’amico disse in tono divertito:
“ non pensi di aver esagerato Gil?”,
l’amico gli rispose con un ghigno:
“ nah, Fran, e poi sai che le cose vanno concluse in magnificenza come il sottoscritto, kesesese”.
Intanto Antonio e Ludwig erano nello studio di Dalin, e facevano fuori uno dopo l’altro tutti gli uomini che incontravano, Ludwig sparava con due pistole mentre Antonio utilizzava dei coltelli da lancio, non era mai stato bravo con le armi da fuoco. Dalin era nel panico la sua organizzazione era distrutta, ad un tratto sentì la sua porta cedere, subito prese la pistola pronto a sparare, ma Antonio fu più veloce e con uno dei suoi pugnali colpì la mano che teneva la pistola disarmandolo, l’uomo cominciò a balbettare qualcosa sul fatto di perdonarlo, ma le sue erano parole al vento.
Ludwig e Antonio avevano uno sguardo carico di odio per quell’uomo, entrarono mentre Ludwig lo teneva sotto tiro, Antonio disse con un sorriso inquietante:
“ allora pezzo di mierda dove hai nascosto Lovino e Feliciano? Se lo farai forse avrai una morte indolore”,
Dalin fece il duro dicendo:
“ non ve lo dirò!, loro appartengono a me!”,
Antonio rise in modo  inquietante poi con tono ironico si rivolse a Ludwig:
“ ehi Lud hai sentito? Non ci vuole dire dove sono…oh come possiamo convincerlo?!”,
Ludwig alzò un sopracciglio, mentre intanto il poveretto sentiva un brivido di paura lungo la schiena quando vide gli occhi assetati di sangue di quei due.
A quel punto Antonio gli si avvicinò e gli piantò un pugnale sul dorso della mano dicendogli dolcemente:
“ allora dove sono?”,
l’uomo emise un urlo di dolore e imprecò ma non disse nulla, Ludwig disse freddamente:
“ oh, abbiamo un duro, ma noi sappiamo come farli parlare”,
detto questo gli sparò ad una spalla, l’uomo urlò ancora, ma non disse nulla, Antonio gli pugnalò anche l’altra mano bloccandole quindi sul tavolo, a quel punto Dalin cedette e disse loro dove aveva rinchiuso i due fratelli, alla fine Ludwig gli sparò un colpo al cuore e quello si accasciò come una bambola di pezza, mentre il suo sangue macchiava tutto il tavolo e finiva sul pavimento.
Antonio e Ludwig si diressero immediatamente nel sottoscala, quando aprirono la porta sprangata e videro i loro tesori stare bene, corsero a liberarli, i due fratelli si buttarono tra le loro braccia impauriti, avevano sentito tutto il caos delle pistole, Antonio e Ludwig li strinsero ai loro petti e sussurrarono:
“ siete liberi… non dovrete più preoccuparvi di Dalin, è morto!”,
Lovino aprì gli occhi sorpreso, stava quasi per chiedere chi lo avesse ucciso, anche se ormai lo aveva capito, ma alla fine decise che non voleva saperlo.
Il giorno dopo, la tempesta era passata, l’organizzazione distrutta e loro finalmente liberi.
Quando i due fratellini si svegliarono si ritrovarono in un grosso letto a casa di Antonio, mentre i loro salvatori dormivano su un divano, Lovino e Feliciano sorrisero, poi si alzarono e gentilmente baciarono le labbra di Ludwig e Antonio che ebbero un buon risveglio.
Una volta svegli Antonio e Ludwig li presero in disparte e dissero:
“ so che ora siete liberi di fare quello che volete della vostra vita…”,
ma non ebbero il tempo di finire il discorso che i due fratellini sorrisero e li baciarono con trasporto per poi dire:
“ voglio passare la mia vita con te!”,
a quelle parole Antonio sorrise dolcemente e prese in braccio Lovino andando nella sua camera da letto, Ludwig arrossì e chiese a Feliciano di seguirlo a casa sua.
Una volta nella gigantesca camera di Ludwig, il ragazzo lo baciò dolcemente e lo adagiò sul letto per poi dirgli:
“ se non vuoi basta che me lo dici e io mi fermerò”,
Feliciano arrossì da tanta premura, poi rispose:
“ lo voglio”,
Ludwig sorrise timidamente e riprese a baciarlo, Feliciano si beava di quelle dolci attenzioni, mentre Ludwig lo baciava sempre più avidamente, Feliciano iniziava a spogliare il suo ragazzo e ad ammirarne il corpo statuario, poi entrambi si staccarono per prendere aria. Ludwig prese a baciargli il collo e a spogliarlo di quei pochi vestiti che aveva addosso, beandosi alla vista di quel corpo flessuoso che finalmente era tutto per lui, poi prese a toccargli e pizzicargli i piccoli capezzoli rosei, sentendo i piccoli mugolii del suo ragazzo.
Ad un certo punto Feliciano ribaltò le posizioni e cominciò a baciare l’ampio petto muscoloso di Ludwig, man mano scendeva giù, finchè non cominciò a dare attenzioni al sesso del suo amore usando la sua bocca, Ludwig trattenne un gemito di piacere, poi mentre Feliciano continuava la sua opera lui cominciò a massaggiargli il sedere, finchè le sue dita non trovarono la sua piccola apertura, iniziò a stuzzicarla con le dita, mentre sentiva i gemiti ovattati del ragazzo, una volta che lo sentì pronto lo riportò sotto di sé ed entrò in lui, cercando di essere il più gentile possibile, Feliciano era in estasi, poi cominciò a muoversi e quando aumentò il ritmo Feliciano si aggrappò a lui, alla fine vennero, Feliciano con un gemito acuto, lui con un ringhio, poi si accasciarono sul letto esausti, mentre Ludwig faceva accoccolare sul suo petto quel gattino bisognoso di attenzioni che era Feliciano, alla fine entrambi si addormentarono soddisfatti.
Anni dopo, Antonio, Ludwig, Gilbert e Francis riuscirono finalmente a far abbandonare il mondo del crimine alle loro famiglie, trovando attività legali in cui investire i loro soldi. Antonio si dedicò all’importazione ed esportazione di verdura soprattutto pomodori, e aiutava Lovino col suo ristorante super famoso, finalmente il ragazzo aveva realizzato il suo sogno, aveva lavorato duro come aiuto cuoco e infine era riuscito a diventare un cuoco famoso; i fratelli Ludwig e Gilbert, avevano spostato il loro business agli eserciti, e Feliciano era riuscito a diventare un pittore abbastanza noto, vivendo felicemente con Ludwig che non gli faceva mancare nulla, infine Francis si dedicò ad intrattenimenti legali. Tutti erano riusciti a cambiare in meglio e a diventare felici.    
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3819290