Fairy End - Guerra

di Jashin99
(/viewuser.php?uid=862981)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Feel My PAIN ***
Capitolo 3: *** Blitzkrieg ***
Capitolo 4: *** Agony ***
Capitolo 5: *** Identity ***
Capitolo 6: *** Epopee ***
Capitolo 7: *** Dance In DiesiS ***
Capitolo 8: *** The Biting of the Bullet ***
Capitolo 9: *** Hail the qEen ***
Capitolo 10: *** The NoSense Tragedy ***
Capitolo 11: *** CliffHanger ***
Capitolo 12: *** Glare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Silenzio.
Ah.
Silenzio.
Così calmo.
Così rilassante.
Così
noioso!!!
-Ehi, Kyouka, lusingami di nuovo.-.
-Sì mio Signore.- Rispose la donna, ancora inchinata ai suoi piedi.
-Mi permetta di rinnovarLe i miei più sentiti ringraziamenti per avermi permessa di continuare a servirLa. La Sua magnanimità supera incommensurabilmente il mio misero intelletto. Sono consapevole di essermi schierata come Sua nemica in passato, e di essere stata miseramente sconfitta dagli insetti umani. Ne sono immensamente afflitta, ho gettato vergogna sul Vostro nome. La prego di accettare le mie umili scuse. Sono onorata di essere ancora una Sua umile seguace, e di poter vedere finalmente il Suo volto, che mi permetta dire essere bellissimo.-.
Giusto, era sempre stato in modalità Etherious quando stava con loro. Uhm, a ben pensarci avrebbe risparmiato tanta fatica se l'avessero riconosciuto quella volta... o forse le cose si sarebbero complicate ancora di più?
Kyouka intanto si stava leccando le labbra.
-Tra l'altro provo una gioia immensa nel sapere che è tornato con noi! Aha, sono tutta *** al solo pensiero! Spero tuttavia che non siamo stati eccessivamente deludenti...-.
E.N.D. arricciò il naso: -No, non direi. Piuttosto, come vanno le tue tecniche di lotta?-.
Sul viso di Kyouka si stampò un sorriso perverso e i suoi occhi brillarono d'oscurità.
-Le mie branche sono sempre affilate per ogni Suo comando. Hanno molta sete.-.
-E i trucchetti di tortura che ti ha insegnato Gajeel?-.
Lei agitò le dita, risposta più che sufficiente.
-Bene, puoi andare. Riposati.-.
-Come Lei desidera.-.
La donna si rialzò e si avviò verso la porta; nel farlo oltrepassò impassibilmente Sayla, che a sua volta non batté ciglio, per poi, dopo che era uscita, inchinarsi frettolosamente e uscire a sua volta.
Natsu aggrottò la fronte.
Sayla e Kyouka... da quando si è svegliata non si sono ancora parlate...”.
In ogni caso non era il momento di pensare a loro.
-Puoi farti vedere, Meldy.-.
La sua voce rimbombò nella stanza vuota, vuota se non per lo spettro appena apparso davanti al suo trono.
Aveva un aspetto terribile, sembrava un fantasma vero e proprio, di quelli folli, colle occhiaie e spettinati da far paura.
-Lucy sta bene adesso.- Le comunicò; aveva interrotto ogni legame mentale e sensitivo con lei, perciò gli toccava parlarle. Ah, beh, probabilmente le dispiaceva sentire la sua voce. Per questo aveva interrotto il legame.
-Ho intenzione di Cambiarla.-.
Attese una risposta che non arrivò. Quindi proseguì.
-Però... ormai la sua mente è a pezzi. Lo ammetto, è un po' colpa mia, dunque ho deciso di svuotarla e riprogrammarla da capo.-.
Ancora nessuna reazione, se non intensificare l'intensità del suo sguardo; ma non su di lui, bensì sull'aria che li divideva, o meglio che lo oltrepassava, perché dava l'impressione di non riuscire più a distinguerlo dall'ambiente.
Eh, anche del suo di cervello era rimasto poco.
Lui però si spazientiva per il suo silenzio: -Sto dicendo che lei diventerà-
-Ho capito.-.
...
-Ho capito, non serve che tu lo ripeta.-.
E.N.D. alzò un sopracciglio, stava parlando con lui o con qualche voce nella sua testa?
-Cosa pretendi che faccia? Fermarti? Supplicarti? Piangere?-.
-No. Grazie, ma no. Tu ormai non esisti più. Non sei che un ricordo, e presto non sarai più nemmeno quello.-.
...strano, gli aveva rubato le parole di bocca.
-Sei un mostro.- Riprese lei, facendolo trasalire. Voce e volto erano due lapidi.
-Eh. L'ho sempre saputo. Da quando hai ucciso Gerard, io ho abbandonato le speranze. Già, non le ho perse, le ho gettate via io. Ma me ne sono resa conto solo adesso, quello che rimaneva in me era solo caos, e dolore, e paura, che io ho confuso con la speranza. Però ora... ora vedo tutto chiaro.-.
Alzò lo sguardo vacuo su di lui, fissandolo come a un'immagine riflessa.
-Tu sei vuoto. Più vuoto di quelle armature lì fuori. Più vuoto di un corpo morto. Più vuoto del nulla.-.
-Ti sbagli, io...-.
-Cosa? Pensi che quelle che provi siano emozioni? Pensi che l'affetto per i tuoi compagni valga qualcosa?-.
-Non dire blasfemie.-.
-Non hai la minima idea di cosa voglia dire “amare” una persona. Tutto questo non è tuo. Lo imiti dagli altri, lo ricordi dal tuo passato, pensi di avercelo ancora in mano; ma tu, tu non riesci a tenerlo, tu lo divori, tu lo risucchi. Prima eri una stella ora sei un buco nero. E io non ti vedo più.-.
Un brivido gli corse lungo la schiena, assieme a una sensazione di disagio, non tanto di colpa, quanto più di imbarazzo per essere stato colto con le mani nel sacco.
Un momento, non aveva mica ragione!
-Heh!- Sogghignò: -Sei brava con le emozioni, magia o non magia. Ma adesso è il momento che tu te ne vada.-.
Avvicinò l'indice infuocato al cerchio rosa sul polso per bruciarlo definitivamente; e non si sarebbe trattata di un'esplosione, una sparizione e nemmeno una semplice morte, ma un rogo consumatore.
Un attimo prima del contatto fatale, però, la sua voce lo fece desistere.
-Potevi farlo sin dall'inizio, lo sai?-.

-Sì, lo so.-.

-Addio, Meldy. In un certo senso, si può dire che mi-
-No.- Lo interruppe lei: -Almeno ora, non provare alcuna compassione per me. Non la voglio.-.
-Io voglio solo la tua morte.-.
A quelle parole una fiammata, come quella di un castigo, si accese attorno a lei, mentre il segno sul polso del ragazzo si sgretolava.
Strano, il dito gli scottava.
-Buona fortuna.- Le augurò. E lei, ormai avvolta da fiamme rosa che si alzavano fino al soffitto, ormai ridotta a magica cenere dello spettro che era stata, incredibilmente... sorrise.
-E vorrei sbagliarmi. Vorrei sbagliarmi, più di ogni altra cosa. Vorrei che tutto quanto finisse per il meglio, e continuerò a volerlo, per sempre.-.
-È questo che significa essere umani.-.
Scomparve.
Ora era il suo turno di osservare il niente davanti a sé.
Allora percepì come un malessere stomachevole, non certo dolore, ma fastidio, che lo costrinse a distogliere lo sguardo da quel punto di pavimento che di bruciato non aveva nulla.
Già, ecco cosa sarebbe rimasto, alla fine, di tutto quanto.
Nulla.
Un silenzio assolto, un eterno memento mori, un totale annichilimento nemmeno degno di memoria.
Per un istante, però, quel nulla fu scosso da un debole palpito, l'ultimo pensiero della ragazza, l'ultimo eco della sua vita.
Era un nome già sentito e un dolore già provato.
Ul
Poi, rapido com'era venuto, sbiadì nel silenzio.
E la sala tornò vuota.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Feel My PAIN ***


FEEL MY PAIN
Game on, game on, hope you people ready
I’m reloaded and I hope my trigger finger steady

This is not a game now, nobody can save you
Spent up all your change and now your turn is done
We won’t be afraid ’cause we’re the ones who made you
Knock you out the frame, we won’t stop until you’re gone
Game on

(Game On-Waka Flocka Flame)

Il paesaggio attorno a Clover Town è molto particolare, bello ma monotono, o forse bello proprio per quello: per chi ama le montagne rocciose, le scalate, le albe e i tramonti tra le sfumature dei macigni, per quelle persone deve essere un paradiso, per tutti gli altri un buco schifoso; forse per questo era stato il luogo della riunione dei Master delle gilde, la noia che attira la noia.
In ogni caso, anche a un occhio poco attento e molto annoiato sarebbe apparso lampante che, da un giorno all'altro, una montagna si era dimezzata: la sua punta era sparita, e del monte rimaneva una collina piatta sulla cima.
A dire la verità, “da un giorno all'altro” era un po' impreciso, dato che le c'erano volute 25 ore, 36 minuti e qualcosa su... Insomma, Kinana ci aveva impiegato tutto quel tempo per divorarla e rimettersi un minimo in sesto. All'inizio era stato difficile mettersi a mangiare, perché le uniche ossa che le erano rimaste integre dopo l'impatto erano i denti, ma alla lunga mordi e mordi e sputa e sputa si era fatta strada. Come sottofondo aveva le simpatiche urla di Dan che erano del genere: -Una mente tenace è la chiave per un corpo incrollabile! Sanare!-.
Insomma, non il giorno migliore della sua vita, e anche ora che stava finendo non è che stesse proprio migliorando. Dentro era ancora a pezzi, e adesso che il suo corpo era guarito non poteva più ignorare quel tipo di ferita.
Il suo stomaco era in subbuglio come non mai: ripensare all'umiliazione provata, ai suoi piani andati in fumo e a quegli occhi che la fissavano annoiati mentre la stringeva trionfante... a come fosse fuggita con la coda tra le gambe... con la paura nel cuore e le lacrime agli occhi... ARGH!!! Quello, quello era il vero veleno!!!
-Kinana-sama, tutto ben...-.
-NO!!!- Si voltò di scatto e gli sparò addosso l'intero caricatore; il cavaliere si acquattò a terra un istante prima che gli cambiasse il taglio.
Schiumante di rabbia, Kinana gettò la pistola e pestò i piedi a terra, facendola tremare.
-Cos'altro... cos'altro devo fare-kina??? Cosa devo sacrificare ancora per diventare più potente???-.
Una fitta sotto la benda mischiò la rabbia al dolore e, tastandosela, cacciò un urlo disumano.
-Mi serve altro tempo-kina!!! Non è ancora il mio momento!!!-.
-Di cosa sta parlando, Adorata Madamigella?- Domandò Dan, tornato normale.
Lei lo guardò stizzita, non era in vena di dare spiegazioni a un tipo stupido come lui.
-Fino a sì e no un anno fa conoscevo solo un paio di incantesimi, come credi che sia diventata così? Ogni cosa ha il suo prezzo, la mia vita per questo potere... il meglio che potessi chiedere-kina!-.
-C-Come? Questo vuol dire che...-.
Magari era il dolore lancinante che le annebbiava la mente, o magari l’adrenalina nel ricordare il momento del suggello, ma voleva ridere a squarciagola.
-Come ti dissi tempo fa, mi sono dedicata completamente alla vendetta e alla solitudine, perché tanto alla fine... sì, io scomparirò-kina. Tutto ciò che volevo... no, che voglio tutt'ora, è portare Natsu con me! AHAHAHAH!!! AHAHAHAHAHAH!!! AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!-.
Smise di ridere quando si accorse che Dan era entrato in risonanza e rideva anche lui, ma evidentemente non aveva idea del perché, infatti sembrava si stesse divertendo sul serio.
Che idiota!
-Ahahaha
-PIANTALA!!!-.
-Ok la smetto.-.
-Dovevo tenermi i cani, quelli almeno facevano un cervello in cinque... ugh, la mia testa!-.
Visto che gli stava tornando l’ossigeno, a Dan riprese a funzionare il neurone, sicché chiese: -Kinana-sama, cosa facciamo adesso?-.
-Che ne so! L'idea era di finirlo l'altra volta, o al massimo lui avrebbe ucciso me. Che rimanessimo in vita tutti e due-kina...- Si mise a riflettere, doveva pianificare le prossime mosse: questa volta avrebbe dovuto usare tutte le sue risorse e fin da subito la sua arma segreta. Usandone uno l'aveva messo in difficoltà per un po' di tempo, forse scatenandoli tutti... meglio ancora, doveva rimediarne altri... soprattutto doveva riuscire a riavvicinarsi a lui...
-No.- Disse rialzando la testa: -Forse non ce ne sarà bisogno.-.
-Uh? Di fare cosa, Mia Signora?-.
-Sta' zitto e lasciami pensare. Che giorno è oggi?-.
-...-.
-Dan-kina? Ti ho chiesto che giorno siamo!-.
-Ma mi hai detto che dovevo stare zitto...-.
BANGBANGBANGBANGBANGBANGBANGBANG
-Quindi?-.
-A-Aye! Considerando il nostro volo e il giorno passato direi che siamo il 1 maggio!-.
-1 maggio... sono passati quanti, 14 mesi da quel giorno? Mmm, non ha importanza-kina. Muoviamoci.-.
-Muoversi? Dove?-.
Kinana guardò l'orizzonte, sopra le rocce il cielo era limpido ma oltre di esse...
-Verso il rosso. Abbiamo 66 giorni di tempo.-.
-Perché? Che succederà il 7 luglio?-.
7 luglio, la data che aveva letto nei documenti del castello, quanto sentimentalismo dietro a quella scelta!
-Kinana-tan? Tutto bene?-.
Kinana passò la lingua sulle punte dei denti, fermandosi sui lunghi canini e incidendoli fino a sentire un pizzico di dolore.
-Kina-kina-kina... cosa succederà mi chiedi? Quello che succede sempre quando due specie arroganti si scontrano.-.
-Una muore.-.



Due mesi dopo
SWINN SWINN SWINN
TOP
Kagura appoggiò la roccia di fianco alle altre, sollevando la spada che luccicò sotto la lampada.
Bene.”.
Si rialzò, sgranchì le ginocchia e rinfoderò la katana. Uno degli svantaggi di averla estratta dal sigillo, quella volta contro Erza, era la cura minuziosa che doveva dedicarle, ma aveva imparato in fretta: levigava il filo con varie pietre di dimensioni e superfici diverse, fino a sentire una risonanza metallica simile a uno squillo.
Fece per uscire dalla porta, ma si bloccò con la mano sulla maniglia. Un'ansia terribile la colse, la prospettiva di quello che stava per succedere, che fino ad allora era rimasta silente, urlò alle sue orecchie con la furia di un uragano.
Ansimava, poi scosse la testa e tornò impassibile come prima.
Calma. È una missione come le altre. Ci saranno solo più demoni da uccidere... da uccidere... più sangue, più violenza, più morte! Sì, finalmente io...!”.
-No! Ora mi sto agitando per il contrario. Andrà tutto bene… deve andare così...-.
Finalmente finirà tutto.”.
Aprì la porta e, inaspettatamente, si trovò davanti Juvia. La ragazza fissava incantata davanti a sé, sembrava che non l'avesse neanche percepita.
-Tutto bene Juvia?-.
Juvia rispose con un piccolo soprassalto.
-Uh! Sì, Kagura-sama. Juvia è solo nervosa.-.
-Ti capisco.- Rispose lei alzando un angolo della bocca; ma non era vero. Nessuno poteva capirla. Dopo che l'aveva ritrovata due mesi prima... era come regredita ad una bambina.
Si ricordò di quando l’aveva vista contorcersi in un angolo della sua camera di ospedale, a urlare e a piangere come una furia. Non l’aveva fatta dormire quella notte. Una frase l’aveva colpita in particolare, anche se ora non se la ricordava... Però nell'ultimo mese sembrava aver recuperato, sembrava fosse tornata normale. Ma era davvero così?
Le mise una mano sulla spalla per farle sentire che le era vicina, lei allora la guardò con la fronte aggrottata da un dubbio che, evidentemente, la preoccupava in modo serio.
-È solo che...-.
Si bloccò, serrò le labbra e pareva volesse piangere.
-Juvia...-.
-Juvia.- Ripeté la maga azzurra: -È davvero questo il mio nome?-.
Kagura si stupì di quella domanda, e ancor di più di sentirla parlare in prima persona.
-Io non sono sicura di essere Juvia.-.
-In che senso?-.
L’azzurra assunse un’aria mortificata, anzi, funerea come quella di un fantasma.
-Juvia è sparita, Juvia è morta e io sono...- Non trovò subito le parole: -nata da un suo braccio finto. Allora... allora io sono davvero Juvia, oppure sono solo la sua magia e sto rubando la sua vita???-.
Scoppiò in lacrime.
Ecco cosa intendeva quella volta.
Juvia esiste ancora?
-Juvia... io non so davvero cosa dire. So solo che non creo la vita quindi... quindi secondo me tu sei tu, Juvia. Hai detto tu che ricordi di essere sparita, no? Come faresti ad avere quei ricordi altrimenti? Sì, ne sono convinta, tu sei Juvia!-.
-Ma anche se così non fosse, se Juvia fosse davvero morta, io credo che ciò che stai facendo sarebbe il più grande modo per renderle onore. Non si tratta di rubare la sua vita, ma di portarla avanti; e vederti adesso la renderebbe sicuramente orgogliosa!-.
Juvia smise di piangere e le rivolse uno sguardo che, per quanto disperato, conteneva un barlume di consolazione.
-Lo pensi davvero, Kagura-sama?-.
Mosse un passo e si trovò tra le sue braccia, a stringerla come se temesse di sentirla sciogliersi in una pozza, così come era rinata.
Sgranò gli occhi, non era da lei un comportamento simile; forse neanche lei era più sé stessa, dopo tutto quello che le era successo? Ah, da perderci la testa... i suoi capelli però sapevano di buono, di acqua di mare, e le pizzicavano un poco il naso: il tutto era molto piacevole.
-Grazie!- Pianse Juvia: -Grazie Kagura-sama!-.
La coccolò per qualche secondo, anche quello era piacevole; poi si lasciarono e si avviarono verso il salone della principessa, non senza che Kagura provasse un’altra emozione a cui non era solita: l’imbarazzo. Oltretutto era tutta bagnata… i suoi vestiti, cioè.
Bussarono ed entrarono, trovando ad aspettarle Hisui, il cavaliere Arcadios, il fantasma di Mavis, la sorellona Erza, Freed, Bickslow e...
-Ghihihihih! Ci siamo tutti adesso?-.
Kagura sfiorò istintivamente l'impugnatura della spada a nervi tesi e sguardo truce, ma il tocco delicato della blu la fece calmare, e andò a sedersi.
-Grazie a tutti per essere venuti.- Iniziò Hisui.
-È giunto il momento. Il portale è pronto, e dopo quello che è successo due mesi fa...-.
Kagura strinse gli occhi, ormai dire che le cose si erano complicate era un eufemismo.
Era chiaro che qualcuno li stava aiutando dall'interno, ed era chiaro anche chi.
-Dobbiamo procedere alla fase finale, questo significa che noi-
-Principessa.-.
Tutti si voltarono verso di lei, in effetti di solito non interrompeva mai qualcuno. Di solito non faceva molte delle cose che aveva fatto negli ultimi cinque minuti.
-Dimmi, Kagura-san.-.
-Non dovremo pensare alle minacce più vicine a noi?-.
La principessa la guardò confusa, sembrava che non capisse; allora lei alluse al demone che ancora sghignazzava seduto in poltrona.
-Ghihihihih!-.
La ragazza fece una smorfia disgustata: -Non possiamo fidarci di lui.-.
-Ma, Kagura-san...-.
-Kagura!-.
-Temo di non seguirti.-.
In breve tutti si schierarono contro di lei.
-Insomma, come potete fare finta di...-.
-Ghih
-E smettila!- Balzò in piedi e brandì la spada, Juvia che le era accanto però la prese per le spalle e la bloccò.
E lui rideva a crepapelle.
-Ma non capite???- Sibilò a denti stretti: -Lui è un Etherious! Solo perché è un vostro amico vi fate accecare dai sentimenti!-.
Juvia la strinse più forte: -Kagura-sama! Questo non è vero! Gajeel-sama è dalla nostra parte!-.
-Usate il cervello! I demoni non saranno entrati mica da soli! E anche quello che è successo subito dopo...-.
-E sarei stato io?- Replicò Gajeel, per la prima volta senza ridere.
-Ma io sono tornato Etherious dopo che loro erano arrivati.-.
-E io dovrei crederci?-.
Gajeel fece spallucce, facendola infuriare ancora di più.
-Voi demoni siete tutti uguali!-.
-Oh sì? Anche la micetta?-.
Kagura trasalì; Juvia, sentendola calmarsi, la lasciò.
-Beh, che è quella faccia?- La incalzò lui: -La gattina era una tua compagna di gilda, no? Ti ho solo chiesto se, secondo te, anche lei è brutta, cattiva e mette l'ananas sulla pizza. Cacchio, il tuo razzismo mi offenderebbe se me ne fregasse qualcosa.-.
Kagura fece un deciso passo in avanti: -Non osare... non osare prenderti gioco di Millianna!-.
-Oh? Adesso chi è che si sta facendo accecare dai suoi sentimenti?-.
-Calmatevi!- Esclamò Erza, frapponendosi tra i due.
-Kagura, mi sorprendo di te. So quello che pensi dei demoni, ma dire che sono tutti uguali è come dire che tutti gli umani sono uguali, non ti pare?-.
-È diverso!-.
-Ah sì?- Riprese Gajeel: -Deve essere facile vederci tutti come pedine senz’anima. Nonché non molto, mmm, di mente aperta...-.
Kagura digrignò i denti, ma Erza la trattenne ancora.
-Datti una calmata! E anche tu Gajeel! Kagura, pensavo che avessi cambiato idea sui Cambiati dopo che hai affrontato Jenny.-.
-Sì.- Ammise lei, ma con tono tutt'altro che arrendevole: -Sui Cambiati sì. Prima pensavo che avessero gettato via il proprio onore, ora ho capito che gliel'hanno strappato via! E sono stati gli Etherias come lui a farlo!-.
-Il Cambiamento è un'evoluzione.- Ribatté Gajeel. A questo punto persino Erza lo guardò allibita.
-È una maledizione! Una delle vostre! E ora anche Millianna è...- Non riuscì a finire la frase, non voleva pensare a quello che potevano averle fatto.
-Millianna sta bene.- Cercò di rassicurarla Erza: -È vero, le hanno fatto una cosa terribile, ma grazie a Minerva è tornata in sé.-.
-Vorrei crederlo.- Rispose lei abbassando gli occhi: -Ma non so se ci riesco. E comunque non mi fiderò mai di uno come lui. Erza-nee, io spero tu possa capirmi.-.
Si allontanò dalla sorella e si congedò con un inchino.
-Vogliate perdonare la mia condotta. Principessa, l'ho disonorata col mio atteggiamento. Ma non posso rimanere qui.- Si voltò per uscire, ma Juvia la trattenne con un ultimo, disperato tentativo.
-Ma, Kagura-sama, devono ancora spiegarci cosa fare!-.
-Io so cosa farò: seguirò gli ordini che mi daranno, qualunque essi siano. Buongiorno a tutti.-.
Aprì la porta e uscì, ma prima di richiuderla alle sue spalle udì Juvia borbottare: -Anche lui ha detto così.-.
Kagura rimase immobile per qualche secondo, probabilmente l'aveva detto senza saperlo ma proprio per questo lo sentì più forte.
Si sentì montare dalla bile per l'essere comparata a un demone, e soprattutto per dover ammettere che, in effetti, aveva ragione.
Non sono lucida. Forse sono io quella troppo simile a loro.” E si allontanò a grandi passi.



Che
palle!
Io odio questo tipo di lavori!”.
-Tempo fa fosti tu a dire che potevi fare tutto il lavoro di Sayla, ma meglio.-.
Ma che cazzo, leggi ancora nel pensiero?”.
-Sei tu che stai parlando ad alta voce.-.
-Cacchio, hai ragione. Ma perché mi chiami solo adesso?-.
Lui si girò e lei rabbrividì, molte volte si lasciava andare e dimenticava che la poteva polverizzare con un dito, e che era abbastanza mentalmente instabile da farlo.
-Perché tu sei più instabile persino di me.-.
Mira si tappò la bocca: “accidenti a me!”.
E.N.D. sorrise, ma con stanchezza, tornando a volgersi verso la capsula.
Un brivido le attraversò la schiena.
-Lucy...-.
-Hm?-.
-Niente. È solo che... questo corpo dà ancora problemi.-.
-Ah, capisco. Immagino che una parte di te mi consideri un mostro per quello che sto facendo. Eh, non fare quella faccia, hai ragione. Io sono un mostro e lei no: quello era il problema fin dall'inizio. Così, se non puoi batterli unisciti a loro, ma vale anche il contrario.-.
Il Cremisi accarezzò con una mano la teca, come per sfiorare la pelle della ragazza sospesa nel liquido azzurro, quella che lui stesso stava sgretolando.
-Non riesco a ucciderla... e allora la farò diventare come me. Uh, sarà un po' come ucciderla, ma senza farlo davvero: mi pare un buon compromesso. E poi non vedo l’ora di essere di nuovo insieme.-.
Mira distolse gli occhi, il sangue le ribolliva nelle vene dal disgusto. Non la sua anima, ma il suo corpo si ribellava.
Poi sentì Natsu trasalire e rialzò lo sguardo, accorgendosi dell'incredibile.
Lucy aveva riaperto gli occhi e appoggiato una mano sul vetro, muovendo le labbra per parlare, ma uscivano solo bollicine.
Mira guardò i dati nel monitor, non doveva essere nemmeno cosciente e, se lo fosse stata, avrebbe dovuto contorcersi dal dolore; in effetti, quegli occhi la supplicavano di smettere. Ma non per sé stessa.
Per Natsu.
Torna indietro.
Sei ancora in tempo.
Torniamo a casa.
Non... non riusciva a sostenerlo.
-Mira...-.
-Master, io...-.
-Aumenta il dosaggio.-.
-Cosa?- Si lasciò scappare stupita. E.N.D non staccava di dosso gli occhi, sbarrati, dalla bionda. Sembrava folle.
-Ma... potrebbe ammazzarla!-.
-Tu fallo.-.
-Ma così facendo non avrà più...-.
-FALLO HO DETTO!!!-.
L'albina sobbalzò e premette alcuni tasti sul monitor. Subito Lucy fu scossa da una fitta e urlò più bollicine, le sue dita si strinsero a pugno e poi la mano ricadde sul fianco.
La demoniessa deglutì a vuoto.
-...una coscienza.-.
-Ora sarà un burattino inanimato.-.
Natsu non diede cenno di aver udito le sue parole, e a dire il vero non era sicura di averle fatte uscire dalla sua mente. Ora anche la sua anima era inorridita e le urlava (in testa) che non avrebbe dovuto eseguire quell'ordine. Però non era stata colpa sua, la sua mano si era mossa da sola e troppo velocemente per... cosa? Di cosa voleva scusarsi?
Alla fine ce l'hai fatta.”.
Lucy Heartphilia è finalmente morta.”.



-Bene, se posso dare un consiglio la terrei lontana dalla prima linea: quella è capace di uscire di testa e di sterminarmi la razza tutta da sola.-.
Gajeel la buttò sul ridere, ma nessuno lo assecondava; e nei loro occhi vide l'ombra del dubbio.
-Dai, andiamo, non crederete sul serio che io faccia il doppiogioco! E allora che mi dite di Levy, eh? O della gattina? E a dirla tutta anche Lisanna non ci sta molto con la testa ultimamente...-.
-Ora piantala, non sei divertente.- Lo interruppe bruscamente Titania.
Gajeel sbuffò.
Cercavo solo di sdrammatizzare! E meno male che non sanno di Wendy...”.
-La tua situazione è diversa, non sei un Cambiato qualunque.-.
-Oh dai, chi può dire qui dentro di essere una persona qualunque!- Obbiettò lui: -Siamo seri, manca a tutti qualche rotella! Senza offesa, Principessa.-.
-No, io non penso che...-.
-Gajeel-sama ha ragione!- Juvia si alzò in piedi.
-Juvia conosce Gajeel da tanto tempo, e si fida di lui! E anche Juvia non è a posto col cervello!-.
Calò il silenzio; così si accorsero tutti che la principessa si era messa a biascicare qualcosa.
-Perché tutte le riunioni che faccio vanno sempre in questo modo... ah-ehm, come dicevo! Io non penso che il traditore, se ce n'è uno, sia tra di noi,- A Gajeel non sfuggì l'occhiata poco felice di Arcadios: -ma per ogni prudenza ho deciso di affiancare Gajeel a Erza.-.
Il ragazzo girò gli occhi: “Uffa, scommetto che mi toglierà tutto il divertimento.”.
-Voi due comanderete l'attacco frontale. Freed e Bickslow, anche voi.-.
-Yuppi!- Gioì il secondo, mentre il primo si limitò ad assentire.
Attacco frontale? Non è male...”.
-Anche Juvia vuole andare!-.
Hisui incespicò con evidente disagio.
-Juvia, apprezzo la tua buona volontà, ma come hai detto... non è il caso di farti correre pericoli inutili.-.
Juvia però si era impuntata, tutt’altra cosa rispetto alla donna timida dei tempi di Phantom Lord.
-Ma Juvia non può tirarsi indietro! Lei pensa che così potrà rivedere Gray-sama! E poi... e poi forse anche Lyon-sama...-.
-Proprio per questo non puoi andare.- Intervenne Erza: -Mi dispiace dirlo, ma non credo tu sia pronta ad affrontarlo. Se dovesse succedere come l'altra volta io...-.
-Non riaccadrà! Juvia è pronta, davvero!-.
Hisui la guardò desolata, lei non si perse d'animo; alla fine, vinse lei.
-Va bene, ma non voglio che tu rimanga sola, e se lo vedi... non affrontarlo. Per nessuna ragione.-.
Un po' smorzata d'entusiasmo, l'azzurra annuì.
-Per quanto riguarda Kagura, in effetti sarebbe meglio tenerla dentro, ma non so dove...-.
-Se posso dire la mia- Prese la parola Freed: -le sue ottime abilità e la sua capacità di leadership, se non sono poste in prima linea, dovrebbero rimanere a presidio del castello. Immagino che avranno qualche piano per arrivare fin qui: se Kagura restasse, credo che potrebbe fermarli.-.
-E poi...- Certo che quando iniziava a parlare non lo fermava nessuno, soprattutto in favore di Kagura: -di lei ho capito che odia sentirsi inutile. Potrebbe davvero mettersi a sconfiggere da sola il nemico pur di non rimanere con le mani in mano, e nelle retrovie c'è questo rischio. Qui, invece, non avrà da lamentarsi.-.
La Principessa ci pensò su, infine convenne che era una buona idea. Oh bella, era la prima volta che una principessa fosse felice che le attaccassero il castello.
E poi bla bla bla a parlare di strategie, fino a tornare a una parte interessante.
-La squadra di Minerva? Ho sentito che si sono riprese.-.
-Ecco, loro...-.
-Ho sciolto la squadra.-.
Gajeel si voltò, solo allora aveva sentito il suo odore: Minerva era entrata.
-Scusate se non ho bussato, ma ho sentito di cosa parlavate.-.
-Ma perché?- Domandò incredula Juvia: -Levy-sama sembrava così contenta!-.
Minerva aveva un odore acre, l'odore delle lacrime. Non l'aspetto, quello era riuscito a mascherarlo, ma l'alone di amarezza che la circondava era inconfondibile.
-Non è stata una decisione facile, ma loro erano sotto la mia responsabilità. Non sono riuscita a proteggerle, neanche una, e per poco non sono...- Deglutì e si premette una mano sugli occhi, e ciao ciao all'aspetto.
-Se non fosse stato per Elfman e Gajeel, non mi sarei mai perdonata quello che sarebbe successo!-.
Eh già, il suo trucchetto dei bastoni aveva salvato le loro chiappe! Si era preso un colpo quando Levy/ehm, cioè, si era molto sorpreso.
-Minerva, ne sei sicura?- Le domandò Erza; non sembrava volerle fare cambiare idea, più che altro voleva farla sfogare. Mmm, sentiva anche lei la puzza di disperazione?
-No. No, ma ho dovuto. Per loro, e anche per me.-.
-Ma Minerva-san ha insegnato così tanto a Levy-sama!- Protestò ancora Juvia.
-Se Levy-sama è meno pazza di prima è solo grazie a Minerva-san!-.
Wow, che tatto.
-È vero, ma so che ora possono continuare da sole. Sono ragazze in gamba, ce la faranno.- Rispose, probabilmente ripetendo le stesse parole che aveva detto loro.
-Minerva-san, io non so giudicare la tua decisione.- Riprese Hisui: -Ma spero che potrai aiutarmi a decidere come disporle.-.
-Certamente.-.
-E Elfman e Lisanna?- Chiese allora Freed.
-Elfman si è ripreso quasi del tutto, ma per la faccenda di Evergreen non so se è nelle condizioni di combattere.-.
Gajeel pensò tra sé e sé che mica si era messo a frignare quando avevano chiuso Levy con la camicia di forza, poi si chiese perché cavolo avesse pensato a lei in quel modo, un'altra volta.
-Di sua sorella ancora non sappiamo nulla, non sappiamo neanche come faccia a mangiare quello che le portiamo. Quando entriamo lei è sempre immobile, ma quando ci distraiamo il cibo sparisce. Non abbiamo idea di quando uscirà... se uscirà.-.
-Dobbiamo avere fede in lei.- Intervenne allora il Primo, che fino ad allora aveva parlato poco o niente.
-Ma sì!- La assecondò Gajeel: -È una ragazzina in gamba! Soprattutto adoro quando perde il controllo e minaccia di uccidere chiunque le capiti a tiro!- all'occhiata che gli rivolsero tutti alzò le mani: -Calmi, scherzavo.-.
-In ogni caso- Riprese la Principessa: -senza di lei temo che non potremo contare neanche su Flare-san.-.
-Oh, anche lei mi piace, mi fa sembrare sano.-.
Stavolta Bickslow sghignazzò di rimando, gli altri invece lo ignorarono del tutto.
A lui questa cosa non piacque, così decise di far tornare l'attenzione su di sé con il suo asso nella manica.
-Ah, a proposito, sono abbastanza sicuro che i Nove Cancelli siano risorti.-.

Ecco, adesso c'eravamo.



Per la prima volta da quando era stata trasformata, Sayla si rese conto di essere cambiata.
Già solo quel pensiero ne era prova: da demone si era sempre considerata fissa, statica, le era inconcepibile immaginare di essere qualcos'altro che già non fosse. Gli uomini cambiavano, non gli Etherias.
E allora cosa di lei era cambiato?
La risposta era tanto ovvia da sembrare, ironicamente, banale: le emozioni.
Non che prima non ne provasse: conosceva la rabbia, la paura, il dolore, la gioia, ma erano sempre state... come dire... gestibili, nel senso di ovvie: tremava se aveva davanti un pericolo reale e rideva se veniva attraversata dal piacere, mentre adesso si mischiavano tutte insieme e ciò di cui aveva paura e ciò che le piaceva non erano più cose concrete ma erano, diciamo, dei presagi, cose senza corpo. Concetti simili non si potevano dire a parole, e i libri che leggeva non bastavano a spiegarli. Era come se ai colori semplici si fossero aggiunte milioni di sfumature: il sospetto, l'invidia, lo sdegno, il solletico, e conosceva tutti i loro nomi senza averli mai provati, come se dentro di sé ne avesse dei cataloghi; ma, più che elenchi, erano appunti vaghi, rimandi tutt'altro che chiari e anzi contrastanti, e se si rendeva conto di essere, ad esempio, stizzita, lo capiva troppo tardi: allora si sorprendeva delle sue stesse azioni e dei suoi stessi pensieri, sui quali poco prima non aveva avuto il minimo dubbio.
La cosa era terrificante, e il fatto stesso che fosse terrificante era terrificante, perché anche questo terrore non era concreto, ma una sensazione nuova che conosceva senza capirla.
Eppure... eppure era davvero così? Un tempo lo stesso istinto di sopravvivenza non aveva alcun significato per lei: allora il suo cambiamento era iniziato prima? E quanto prima? O forse la sua mente era ormai così annebbiata da ingannarla?
In effetti anche adesso era annebbiata dall'ennesima emozione nuova, quella che portava il suo cuore a pesare e i suoi occhi a pungere salati, eppure proprio quella tristezza sollevava le punte delle sue labbra, mentre la sua memoria scavava alla ricerca di vecchi ricordi felici. Era una sensazione così forte rispetto alle altre che non riusciva proprio a ignorarla, e una parte di lei non voleva nemmeno farlo, perché ne era come… felice.
Questa che sento è la nostalgia, presumo.”.
-È bello avere un corpo fisico.- Borbottò Torafuzar.
-Dunque voi dite che sono rimasto morto per un anno. Ma io non ne ho alcun ricordo.-.
-Tu non ricordi mai nulla, Tempestar.-.
-Tempestar? È questo il mio nome?-.
-Quanto ci è costato questo tempo perso? Quanto, quanto?-.
Sayla abbassò gli occhi in un mesto sorriso. Era tutto come allora.
-Ehi, che hai da ridere tu???- Sbraitò Ezel agitando minacciosamente i tentacoli in aria: -Poi non è giusto, perché solo lei è stata tutto questo tempo con il Master???-.
-In effetti ricordo che lei e Kyouka ci passavano molto tempo insieme.-.
Insieme? No, non c'era nulla di cui essere invidiosi: Kyouka la portava da lui per allenarla, ma in realtà era il suo sacco da boxe. Di ogni ordine che eseguisse, lui si divertiva a trovare una sua mancanza per picchiarla, e alle volte neanche quello, gli bastava solo avere la sua borsa di carne. Ne aveva avuto paura, ma Kyouka era rimasta con lei ogni volta. Anche se mai come sua alleata. Comunque, la sentiva sempre vicina in quei momenti, per questo le erano cari.
Uhm, si era appena contraddetta, ma sentiva comunque un piacevole gonfiore al cuore.
Questo dunque è l'orgoglio.”.
-Il Master è cambiato molto da allora.-.
-Ma mai quanto te, eh Sayla?-.
A parlare, con molta strafottenza, era stato Jackal.
-Non lo posso negare.- Ammise lei. Il ragazzo allora la prese per il collo e la sollevò da terra.
-Ah!- Ansimò sorpresa, trovandosi senza fiato.
-Jackal, che stai facendo?- Chiese Torafuzar con calma, nonostante lei stesse a tutti gli effetti soffocando.
-Che domande? Un'umana è un'umana, non dovrebbe trovarsi qui con noi vi pare? Io dico di farla fuori, tanto sono tutte uguali! Ahahah!!!-.
Lei si sentì attraversare da brividi gelidi e gli afferrò al polso cercando di liberarsi, ma lui aumentò la presa e iniziò a vedere dei puntini gialli. Il suo petto, i polmoni, stavano esplodendo, bruciavano!
-Ti... prego... lasciami...-.
-Come-come? Cos'è, sei spaventata?-.
Spaventata?
Sì, era spaventata, era spaventata per la sua vita!!!
Non era la prima volta che le capitava una cosa simile e aveva sempre mantenuto la calma, allora perché era terrorizzata??? Sapeva che non l’avrebbe uccisa, allora perché non faceva altro che pensare al suo corpo steso a terra, abbandonato e privo di vita? Perché, perché, perché piangeva e tremava???
Quella che sentiva era... cos'era???
-Aiu...to... vi... prego...-.
La vista le mancò, rimasero solo le risate di Jackal, e loro la spingevano sempre più in giù, giù, giù...
-Basta Jackal.-.
Riemerse di colpo, barcollando per non cadere.
K-Kyouka...”.
-Perché? Non mi dirai che sei ancora...-.
-Non abbiamo ricevuto ordini al riguardo.- Lo freddò lei.
Jackal alzò il sopracciglio: -Sì, ma neanche del contrario.-.
-Il Master se l'è tenuta fino ad adesso, mi pare più prudente non ucciderla; o forse vuoi andare a chiederglielo?-.
Jackal si stizzì e Kyouka alzò i tacchi, senza guardarla. Si sentiva morire.
Non era più neanche degna di essere uccisa. Era solo una cosa da tenere.
Si era ridotto tutto a una questione di ordini, nessun desiderio o giudizio personale, solo... un ordine.
Lei non valeva più niente.
Tutto quello che avevano passato insieme non valeva... più niente.
Quindi se ora avesse pianto non avrebbe voluto dire niente.
Giusto?
Le sue gambe la portarono fuori. Quello che sentiva era il tradimento.



-Uèè!-.
-Shhh!-.
-Uèè!-.
-Shhh! Dai, stai buono...-.
Sospirò, lasciandosi scappare un lamento.
Cos'è questo coso?”.
Perché cavolo devo tenerlo io?”.
Non è mio figlio! Io non ho un figlio! Sono troppo giovane per averne uno! E poi con lo scimmione di Makarov? Che assurdità!”.
-Uèè!-.
-E sta zitto insomma!-.
Il poppante tornò a succhiarle la mammella e lei sbuffò. Nonostante tutto, vederlo sorridere le scaldava il cuore.
-Cì-cì-cì... Sul serio, cosa dovrei fare con te? Capisci che non posso tenerti!-.
Lo sollevò in aria tenendolo per i fianchi, per guardarlo meglio. Lui fece una faccia buffa e sbracciò, strappandole un sorriso.
-Non puoi nemmeno rimanere in ospedale per sempre, e allora chissà dove ti metteranno. Forse ti butteranno nella spazzatura. Hai voglia di finire nella pattumiera? Lì è buio e pieno di mostri!!!- Lo scosse su e giù un paio di volte, e lui la fissò con due occhioni lucidi.
-No, non preoccuparti, la mamma non lascerà che...-.
Si bloccò e lo appoggiò sul letto di fianco a lei. Con una mano si aggiustò un ciuffo di capelli che le era finito sugli occhiali.
-Senti, non guardarmi così, non può funzionare! A me i bambini neanche piacciono!-.
Il moccioso si ciucciò il pollice.
-Che, hai ancora sete? Ma se hai bevuto fino ad adesso! Anzi, devo farti ruttare...- Lo riprese in mano e gli diede dei colpettini sulla schiena fino a sentire un “burp”.
-Ah!- Disse rimettendolo davanti a sé: -Però! E questo da chi l'hai preso?-.
-Gha-ah!-.
Ever ridacchiò, poi si incupì, poi sorrise di nuovo. Era difficile gestire quell'emozione, quel forte amore che provava verso quella creaturina: un amore che non le apparteneva, su questo era categorica, ma che comunque sentiva pulsare in tutto il corpo.
Questa cosa la stizziva, l'idea che qualcuno le avesse incasinato il cervello le dava il voltastomaco, soprattutto uno come quello là; eppure, poteva forse ribellarsi? E, soprattutto, voleva farlo?
Quello che era certo era che quel bambino non poteva tenerlo. Insomma, non poteva considerarsi sua madre no? Neanche si ricordava di averlo mai avuto in pancia! Lei non era quel tipo di donna, e nessuno poteva chiederle di diventarlo! E poi avrebbero trovato certamente una madre migliore, quindi di che preoccuparsi?
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.- Rispose istintivamente.
Oh, ecco il suo aguzzino, il gorilla bianco.
-Come stai oggi?-.
Ever si sentì la bile in gola, odiava quel tono, quello sguardo, quegli occhi compassionevoli, lei non voleva la sua pietà!
-Cosa vuoi ancora? Vuoi tuo figlio, allora tienilo!- E glielo porse bruscamente.
-Ehi!- Esclamò lui: -Stai attenta, non è un giocattolo!-.
-Certo che no, credi che non lo sappia? Ti credi superiore vero?-.
-No! No, certo che no. Ever, io...- Il marmocchio singhiozzò e Elfman lo prese in mano, il suo avambraccio era abbastanza grosso da farcelo sdraiare sopra. Era una scena ridicola, un gigante tutto muscoli che teneva in mano un pargoletto che era un pezzo di pane.
Eppure... eppure sentiva una morsa al cuore e le palpebre gonfiarsi minacciosamente. Una dolce ma grande gioia la stava pervadendo, e si sforzava di odiarla.
-Che sei venuto a fare qui, allora?- Chiese tirando su col naso.
Senza staccare gli occhi dal figlio, il gigante assunse un'aria desolata.
-Non posso rimanere con le mani in mano mentre mia sorella e i miei amici si comportano da uomini. Tra poco ci sarà la battaglia finale, e io sto partendo.-.
Per un istante il fiato le si mozzò in gola.
-Ah.- Commentò, cercando di ritrovare la calma: -Beh, è per questo che sei tornato nonostante ti avessi esplicitamente detto che non volevo più rivederti?-.
-Sì.- Ammise lui: -Volevo guardarvi solo un'ultima volta.-.
Ever gonfiò le guance, non era divertente se non si ribellava; e adesso la gioia si era trasformata istantaneamente in dolore, e neanche quello era divertente. Tanto meno l'impulso di saltargli addosso e baciare la sua faccia pelosa supplicandola di restare.
Ora si sentiva imbarazzata a parlare con lui, tipo se si sentisse in colpa. Ma di cosa poi?
-Ehi, senti, che nome volevamo dargli?-.
Elfman la guardò stupito, e lei incrociò le braccia.
-Ti ho fatto una domanda, e non mi guardare così!-.
-...tu volevi chiamarlo Laxus.-.
Ever sorrise, non poteva dirsi sorpresa.
-Laxus... Strauss...-.
-Eh?-.
-Cos... no, niente, non ho detto niente, smettila di dire che ho detto qualcosa!-.
Il bimbo si mise a piangere, mettendo Elfman in agitazione.
-Uff! Da' qua! Non mi guardare così e dammelo!-.
Lui obbedì, stando bene attento a non toccarla; come fu tra le sue braccia, il bambino smise di piangere.
-Cì-cì-cì... quel brutto gorillone ti ha fatto la bua? Non preoccuparti, tanto ora se ne va.- E gli lanciò un'occhiata che diceva: “vattene”.
Mestamente, si voltò e fece per uscire; all'ultimo, però, le parole le uscirono di bocca: -E tu?-.
-Io?-.
-Come l'avresti chiamato?-.
-Non... non l'avevo ancora deciso.-.
-Aha. Non vuoi dirmelo, ho capito.-.
-...-.
-Allora facciamo che me lo dirai quando torni, ok?-.
Elfman spalancò la bocca.
È il massimo che otterrai da me!” Pensò la maga stizzita.
-Ok. Allora... ci vediamo, rimettiti presto. E ciao anche a te... Laxus.- Un ultimo stanco sorriso e uscì.
-Laxus... Strauss...-.
-Tsch! Non suona nemmeno male!-.



* * *



C'era una diceria su come misurare l'efficienza di un esercito. Di quelle cose che i soldati si raccontano il secondo giorno della partenza: non il primo, chi mai ha testa per certe cose il primo giorno, ma il secondo, più tiepido e un po' meno teso.
Era molto semplice in realtà, bisognava solo ascoltare: se il rimbombo dei passi, il cigolio delle armature, gli ansimi dei soldati, tutto quel rumore, risuonava nell'aria per solo qualche istante e come un unico suono, a ritmo cadenzato, allora la vittoria avrebbe sorriso.
Una scemata.
Erza lo sapeva, nessun esercito era davvero così; doveva dire però che, per essere stato allenato in un solo anno, il rumore non era niente male. Il vento secco, poi, era il sottofondo perfetto, passava graffiando tra i ferri, ma con pacatezza, quasi in silenzio; invece lo sentiva tutto sulla pelle che si raggrinziva al suo tocco.
Faceva caldo, molto caldo, il caldo di luglio. Il cielo era rosso, di un rosso che lei vedeva solo asciugandosi i capelli allo specchio, il rosso che aveva visto in cielo quel maledetto giorno di diciotto mesi prima; sembrava lui stesso anelare il sangue che si sarebbe versato di lì a poco.
Guardò con la coda dell'occhio i soldati che la seguivano, scorgendo solo le loro facce sporgere dagli elmi: avvilite, spaventate, trepidanti, tutte sapevano che sarebbe stata la fine, in un modo o nell'altro. E forse a quel punto non importava neanche quale.
In lontananza sentì il rombo di un tuono, ma non c'erano nuvole, il cielo ne era sgombro da un anno.
Stanno arrivando.”.
Tirò le redini del cavallo scrutando l'orizzonte. Una nube nera informe si avvicinava come correndo, e da essa uscivano fuori le prime fila dei demoni: scuri, scomposti, chiassosi, in una rotta a rompicollo come se stessero fuggendo da qualcosa, e invece la stavano portando con sé.
L'oscurità.
La massa nera che inghiottiva tutto, la Nebbia, qualunque cosa fosse.
Erza incrociò le braccia sui fianchi, estraendo le due spade e alzandole in aria.
-Erza-sama, che facciamo?- Domandò un mago al suo fianco, sudando come una fontana.
-Siamo appena usciti dalla barriera.- Rispose con calma, la fretta poteva solo esserle nemica.
-Ritirarci comprometterebbe la sua sicurezza. Continuiamo ad avanzare.-.
-Do l'ordine di accelerare?-.
-E perché?- Replicò sorridendo: -Tra due minuti ci scontreremo. Dì piuttosto di preparare scudi e lance all'impatto. Useremo la loro foga contro di loro.-.
Ripresero ad avanzare, lentamente e inesorabilmente, mentre il nero si faceva sempre più vicino e allungava le fauci su di loro.
Dalle retrofila si illuminarono le magie bianche, volte a reprimere la nebbia, mentre davanti tintinnarono le armi.
Si concentrò, liberò la mente da ogni altro pensiero, non c’era nient’altro che rosso, nero e grigio.
Quando ormai poteva scorgere le punte delle lance dei nemici, roteò le spade e il cavallo si impennò.
Per un attimo le sembrò di cadere, poi la bestia schiantò le zampe a terra e le lame calarono sui primi demoni.



Doveseidoveseidoveseidovesei??? Levati idiota!!! Sangue sugli artigli VIA!!! Devono essere puliti per lei, voglio che siano tutti per lei!!!
Ti sento, sento il tuo odore, tu mi senti vero, sai che sono qui??? Dove sei dove sei dove sei dovECCOLA!!!
INCAPACI LEVATEVI!!! SIANO LE VOSTRE TESTE IL MIO TRAMPOLINO!!! STO ARRIVANDO!!!
Stupido cavallo, dov'è il tuo viso??? Ah, i tuoi capelli, li vedo qui davanti!!! Non mi hai ancora vista, cosa guardi??? Alza la testa alza la testa alza la testa alza la testa cazzo ALZALA!!!
L'hai fatto!
MUORI ERZA!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Blitzkrieg ***


BLITZKRIEG
Buddy you're a young man hard man
Shouting in the street gonna take on the world some day
You got blood on yo' face
You big disgrace
Wavin' your banner all over the place

We will we will rock you
Sing it
We will we will rock you

(We Will Rock You-Queen)

La strategia degli uomini era stata pianificata da Mavis e Hisui con particolare attenzione, ma ruotava attorno a un’idea molto semplice: l'esercito in prima linea avrebbe inizialmente avuto il solo compito di avanzare e ingaggiare qualora istigato. In tal modo, portando avanti la barriera, avrebbero avuto alle proprie spalle uno scudo che forse era la loro migliore spada.
Dopo i primi scontri, alcuni singoli plotoni di élite capitanati dalle Guardie Reali avrebbero guidato il contrattacco: si sarebbero allungati come artigli verso nord, penetrando fino al confine con Bosco, cuore del territorio nemico, per prepararsi allo scontro finale. Il tutto avrebbe impiegato un giorno intero o al massimo due: una guerra di logoramento non sarebbe stata sopportabile.
La strategia degli Etherias, dal canto loro, era simile ma decisamente più breve: seminare distruzione, annichilendo ogni forma di resistenza e tergendo con la Nube Nera ogni territorio conquistato.
Il rischio per i primi era il tempismo delle operazioni e per i secondi la loro irrimediabilità.
A vederla da lontano nel tempo, quella guerra si sarebbe risolta nel giro di pochi attimi.
La concentrazione e la tensione erano alle stelle.



-Zzz... Nyah!- Ginger sbadigliò con malavoglia e si rigirò tra le coperte.
Vicino ad Hargeon, sud-est di Fiore
-Mmm, che bella dormita-dechi!-.
-Gin...ger...sa...ma...- Sentì ansimare qualcuno di sotto.
-Elie! Sbaglio o ci siamo fermati?-.
-S...Sì...-.
Ginger sbuffò e si affacciò sotto al letto, cercando quale dei sottoposti a testa ingiù colle lingue infuori fosse quella giusta.
-Ehi, ho sete, portami un bicchiere Elie-dechi.-.
-Non... mi chiamo... Elie...-.
-Ma io mi chiamo “Imperatrice Ginger”, e l'imperatrice ha sete-dechi!-.
-Lei non... non è un...-.
La Cambiata si rimise sopra il letto e con un salto schiacciò il materasso col culo, facendoli urlare tutti e quattro.
-Sono il vostro comandante, che è la stessa cosa! Vedi, ho pure la giacca del capitano!- Infatti se l'era rubpresa in prestito, con tanto di berretto, dal castello.
Kukuku! Non si era mai divertita tanto! Avere degli schiavi (ndr. sottoposti) era la cosa più bella al mondo: se schioccava le dita la servivano, se glielo ordinava la veneravano, e se non lo facevano esplodevano (non sul serio, eh, ma bastava dirlo per spaventarli). Certo, essere chiamata “Signora” la faceva sentire un po' vecchia, ma avrebbe tanto voluto vedere la faccia della Maestra in quel momento!
Non che mi importi di quello che pensa! Figurarsi, se lei non vuole avere a che fare con me, tanto meglio-dechi! Poi neanche mi piaceva, era brutta e racchia, ecco!”.
Batté le mani per avvertire che stava scendendo, così trovò pronti due scalini umani; ma, messo un piede a terra, sentì un CIACK poco pimpante.
Come un fiore che sboccia passando gradualmente da chiuso ad aperto, allo stesso modo il suo viso passò da calmo a incazzato nero.
-Chi mi ha fatto scendere sopra una pozza di fango-dechi???-.
Si pulì la suola sulla gamba dello schiavetto più vicino, poi alzò lo sguardo verso l'orizzonte.
E che posto di merda! Tutto deserto e cielo mestruale! Mi ricorda quando la scema coi capelli lillà mi ha catturata-dechi! Grrrrr, che umiliazione!” E la cosa peggiore era che non poteva neanche vendicarsi, perché era già crepata!
Incrociò le braccia e si mise a riflettere: in effetti, non le erano rimaste tante persone su cui vendicarsi. Il biondino era morto, la gatta era diventata sua cofcofamicacof, e allora rimaneva...
-Oh!-.
-Dechi? Che avete sguatteri?-.
Cosa stavano guardando così spaventati? Che era quello laggiù, un puffo troppo cresciuto?
-No, è... kukuku... ahahahah!!!-.
Pugni al cielo, iniziò a ballare di gioia.
-Sì!!! Mio Kami, sì-dechi!!! Sia lodato Zeref!!!-.
-Signora...- Gemette Elie: -Chi... è... quello?-.
-Dechi-dechi-dechi!- Ginger prese con una mano una sponda del letto, mentre quello laggiù alzò il dito sbrilluccicante.
Oh, che ricordi.
PEW
-VAI A NANNA!!!-.
Il baldacchino esplose a metà strada in mille scintille azzurrine, allora Ginger batté i pugni a terra e diede loro fuoco.
-Io sono la regina del ghiaccio e del fuoco-dechi! E tu sei un insulto al mio titolo, Lyon Bastia!!!-.



Che cosa faccio???”.
Città portuale di Hargeon
Wendy guardò in ansia il libro che teneva in mano, che aveva scoperto essere invisibile a tutti gli altri.
Davanti a lei la battaglia si stava consumando atrocemente, ma sentiva che se avesse aperto quel tomo avrebbe ottenuto il potere sufficiente per porle fine, il potere per salvare tutti i suoi amici, l'unica cosa che aveva sempre voluto...
Ma non l'avrebbe aperto.
Non riusciva nemmeno a guardarlo senza tremare.
Sono orribile. I miei amici stanno combattendo, e io non so nemmeno perché non li aiuto.”.
-Wendy.- Una voce cavernosa la riscosse e si trovò faccia a faccia con un muso mostruoso.
-Ah!!!-.
-Sono io, Freed.- Disse quello, diventando con un lampo di luce il ragazzo che conosceva.
Wendy si mise una mano sul cuore, che non la smetteva di battere.
-Mi-mi hai spaventata. Sembravi un demone!-.
...e io invece sono il contrario.” Pensò subito con amarezza.
-Scusa. Ho bisogno che mi curi.- Le mostrò le braccia ferite.
-Ah! Certo!- Impose le mani e iniziò a guarirlo.
-Grazie.- Freed allora fece una cosa strana: boccheggiò come un pesce e deglutì a fondo, poi cercò di sorridere.
-Senti, vedrai che andrà tutto bene...-.
Cosa?” Voleva chiedergli, invece uscirono solo dei gorgoglii.
Solo allora si rese conto di essere scoppiata a piangere.
-I-Io... scusami! Po-Potrei fare molto di più, ma non ci riesco! Ho troppa-Ho troppa paura!-.
-Ma... perché dici questo? Cosa potresti fare ancora? Hai incantato ogni singolo soldato e li proteggi anche adesso, nessuno riuscirebbe a fare di più.-.
Wendy guardò con rammarico il libro, gesto che al ragazzo sembrava l'aver semplicemente abbassato il viso in vergognoso assenso.
-Combattere!- Singhiozzò: -Potrei-potrei combattere con voi!-.
-Itté!-.
Si aspettava di tutto, ma non uno buffetto sulla fronte. Freed ora la guardava serio.
-Non fare la bambina capricciosa, Wendy.-.
La blu ci rimase di sasso.
Eh? Capricciosa?”.
Freed ritrasse le mani nonostante non fossero ancora guarite, e guardò oltre le colline: vampe infuocate solcavano il cielo, evidentemente Ginger si stava scatenando.
-Dimmi, perché pensi che né lei né le altre siano tornate umane?-.
-Io non...saprei...-.
-Per paura.-.
-Paura?- Ripeté lei: -...di cosa?-.
Freed sorrise con il suo pizzico di superbia nel risponderle: -Della cosa più ovvia: hanno paura di morire.-.
Wendy sgranò gli occhi. La sua mente tornò a quelle voci che aveva sentito nel castello, voci alle quali si era rifiutata di credere, ma che si erano radicate immediatamente.
-È semplice, Ginger era morta quando l'hanno Cambiata... quindi Ritornando potrebbe morire di nuovo. Qualcuno potrebbe dire che è meglio questo che vivere come un mostro, però...-.
Con le mani ancora piagate sguainò lo stocco dal fodero e lo puntò verso la battaglia.
-...per me non c'è nulla di male a voler vivere a ogni costo.-.
-
Ecco perché
-
Se aprissi questo libro, io...
io...
morirei?
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM
Una grande folata, tanto grande che non sarebbe nemmeno riuscita a mangiarla, la fece quasi volare via.
Wendy si coprì gli occhi e cercò di capire da dove provenisse l'esplosione, e quello che vide la lasciò senza fiato.
In mezzo alla lotta, un Cambiato più simile a un orco che a un uomo stava spazzando via amici e nemici come fossero formiche. La terra tremava a ogni suo colpo, e per i suoi compagni era inutile cercare di scappare, perché le sue esplosioni devastavano decametri attorno a lui.
-DEBOLI DEBOLI DEBOLI!!!- Ruggiva a fauci spalancate, coprendo persino le esplosioni.
Il suo solo potere magico è spaventoso! Come faremo a sconfiggerlo?”.
Anche Freed era visibilmente scosso.
Se anche lo incantassi non so se...”.
Forse il libro...”.
Per me non c'è nulla di male a voler vivere a ogni costo
No... no, dobbiamo trovare un'altra soluzione, dobbiamo
-Bickslow!- Freed aveva urlato all'improvviso, perché Bickslow aveva ingaggiato il colosso.
Cosa? Non poteva farcela, doveva assolutamente-
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM
-BICKSLOW!!!-.
Wendy rimase senza fiato.
Il suo amico era... Bickslow era...
...sparito?
Bick...
No
No
NO!!!
Gettò a terra il libro e poi sé stessa, i sassi le fecero male, ma non voleva ascoltarli.
Se io se io se io se io non ave-avessi aspetta-se io non avessi-se io non-Bickslow non lui non-Che co-co-cosa ho fatto???”
-Wendy!- Non avrebbe dato retta a Freed se la sua non fosse stata più un rigurgito che una voce.
-Tu ora stai dietro di me e ordina la ritirata, se necessario! Hai capito?-.
-Cosa? Ma tu che f-
-Wendy, hai capito?-.
Wendy non ebbe il coraggio né la forza di guardarlo, e si limitò a sussurrare di sì.
Quel libro, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, e i suoi pensieri erano troppo spaventati per concentrarsi sul resto.
Dovevo aprirlo, dovevo aprirlo, dovevo aprirlo!!! Avrei potuto salvarlo, salvarli, salvare tutti!!! Dovevo morire io, dovevo esserci io al suo posto, io, io, io!!!”.
Poi quei deliri divennero una marea e la sommersero, stillando giù dagli occhi sotto forma di pianto.
Bick...slow... scusa... scusami... scusa...”.
Ma non ci riesco... non riesco ancora ad aprirlo...”.



Nella città in cui Kinana aveva appena bucato le gomme
BANG BANG BANGBANGBANGBANGBANGBANG
Ricarica.
BANGBANGBANGBANG
Ricarica.
BANGBANGBANGBANG
E questo era l'ultimo-kina.”.
-RHAAAAAAAAAAAAR!!!-.
-Uff! E datti una calmata Dan!-.
Il cavaliere, in berserk per la seconda volta che lo vedeva, stava sbattendo il corpo di un demone da una parte e dall'altra tenendolo per una gamba, la sua punizione per aver osato ferirla poco prima. Ferita, l'aveva sfiorata...
Rischia di farmi più male lui se non sta attento ai pezzi che fa volare in giro-kina!”.
-E piantala di perdere tempo idiota!- Gli si avvicinò di spalle e gli tirò un calcio al sedere. Lui si girò e le ruggì in faccia.
-Non osare farmi “raaaa”, testone! E poi come fai a vederci senza pupille-kina?-.
Invece che risponderle, calmarsi o fare qualsiasi cosa di minimamente intelligente, lui l'afferrò poderosamente per il braccio. Che altro aspettarsi da lui?
Solo che a lei la cosa non piacque, ma proprio niente; nel giro di un millisecondo guardò lui, il braccio, lui, il braccio e lui ancora.
Due minuti dopo Dan le era ai piedi esanime e Kinana si scrocchiava i pugni scottanti.
Ma tu guarda che ritardato.”.
-Fai una cosa, rimani qui fuori e controlla che non arrivino i demoni o le Mosche dell'esercito. Io entro dentro questo edificio a preparare il mio incantesimo-kina. Ora, dove sono le mie sacche?- Si guardò intorno per capire dove le avesse messe, e vide un'ombra dileguarsi dietro un angolo.
-...Oh no-kina, non dovevi nemmeno provarci!- Prese un globo artigliato dalla cintura e lo lanciò verso la sua direzione. Fischiò, virò all'angolo e infine sentì urlare.
Quanta pazienza...” Raggiunse il suo ladro e vide che era a terra, ferito alla schiena ma vivo.
Ehi, e le sue cose? Un attimo, eccole laggiù! Allora non le aveva prese il tipo!
...scusa...
-Dannata umana, la pagherai cara!- Rantolò quello morente.
-Ah-ah, certo-kina.- Fece lei, alzando la scarpa sul suo viso.
-Eheheh... i miei compagni stanno arrivando... il nobile Franmalth-
CRACK
Franmalth?” Pensò Kinana sfregando la suola sporca sul terreno.
Era il nome di uno dei Cancelli... uhm...”.
-Dan! Ehi Dan!-.
Lo raggiunse e si piegò sulle ginocchia, mentre lui alzò a stento la testa.
-Che onta vergognosa. Ho perso il controllo... non sono più degno di servire la nobile Kinana-tan!-.
-Ma cosa dici, oh coraggioso cavaliere? Meno male che sei sveglio, ero così preoccupata per te...-.
Il demente fece gli occhi a forma di cuore: -Ah!!! Davvero, mio sublime angelo???-.
-Kina, potrei mai mentirti? Sob, non hai più fiducia in me!-.
-Non potrei mai! Mi smarrirei all'inferno se fosse per assecondare una tua richiesta!!!-.
-Ah bene, così ti voglio! Sta per arrivare gente-kina.- Detto questo alzò i tacchi ed entrò; salì fino all'ultimo piano e con una spazzata di mano sgomberò la stanza da mobilio e quant'altro, lasciando che rimanesse solo l'arida polvere sul pavimento.
Buffo, come posto le ricordava la Villa Heartphilia.
Si sedette al centro e spalancò le sacche. Si mise a frugare, producendo un rumore simile a uno xilofono. Estrasse per prima una bambola, che aveva preso proprio sulla soffitta della villa, coi capelli biondi e una rosa sull'occhio.
Non sapeva perché l'avesse portata con sé, non poteva farci niente, ma l'aveva trovata sola e dimenticata in un angolo ammuffito: perciò le era piaciuta e l'aveva buttata nell'Arrancar. La appoggiò di fianco a sé e respirò a pieni polmoni per concentrarsi; nel farlo, però, sentì un odore familiare.
Aggrottò la fronte.
Ma non era morto-kina?”.



In una città a sud-est del monte Zonia, nord-est di Fiore
Sembrava di essere in uno di quei episodi anime in cui non succede un cazzo. Toh, uno o due flashback, il protagonista cammina e rimugina, ma in pratica niente.
Così pensando Gajeel se ne andava in giro per le strade della città fantasma nella quale si erano spostati, dato che nel giro di dieci minuti i due eserciti si erano mezzi decimati. In pratica ora si giocava a “difendi la torre”, ma non era chiaro chi doveva attaccare e chi difendere.
Perciò ci si dava la caccia in gruppetti tra quelle viuzzole strette, fra il cigolio delle armature in corsa e i passi felpati degli stealther sui tetti, nonché la Scoreggia Nera che era costretto a spazzare via.
-G-Gajeel-sama...-.
E poi c'erano loro due, i classici soldati con la faccia uguale destinati a morire male presto. Bah, avevano deciso loro di seguirlo.
D'improvviso sentì odore di sangue e un'ombra rapace oscurò il sole.
Si voltò di scatto, in tempo per vedere un'arpia con una maschera in viso atterrare tra i due e ucciderli con due artigliate secche. Poi si voltò verso di lui, leccandosi lussuriosa il rosso dalle dita.
Oh? Ma è quella Kyouka che leccava il culo a Mard Geer, ai tempi. Direi che non mi ha riconosciuto. Deve avere altro per la testa...”.
GRIN
Bene bene, sarà divertente!”.
-Dov'è Erza?- Gli chiese ad occhi sgranati. Giusto, l'aveva intravista combattere con lei prima, per questo si erano dovuti ritirare: invece di comandare i rispettivi soldati se ne erano date così tante che i loro avevano avuto tutto il tempo di scannarsi.
-Kunai del Drago di Ferro!- Ne lanciò due paia, ma lei li bloccò senza fatica tra le dita e, ghignando, glieli restituì con interessi.
Scaglie del Drago di Ferro!” Incrociò le braccia davanti al viso per deviarli, ma abbassatele lei era sparita.
In alto” Gli suggerì l'istinto, e infatti era lì aggrappata alla parete di un edificio; subito però saltò sull'altro di fronte, ancorandosi con i piedi e ridendo istericamente. Erza doveva averla colpita troppe volte in testa, o forse stava avendo un orgasmo dei suoi. Forse tutti e due.
-Clava!- Allungò il braccio in un'asta, ma lei ci atterrò appollaiandosi come sul trespolo.
-Fufufu! Sei proprio un umano divertente, ma io voglio solo lei!-.
Un umano, eh? Buffo, era la prima a chiamarlo così da quando era tornato quello che era.
Comunque questo dovrebbe svegliarla un po'.” Iniziò a sbattere l'asta da un muro all'altro, ma lei, aprendo le braccia come un'equilibrista, riuscì a non cadere. Anzi, si divertiva pure.
-Uff!- Gajeel si fermò un attimo a riprendere fiato, ma la demoniessa ne approfittò per allungare gli artigli verso di lui.
Le scaglie spuntarono rapide e gli protessero il viso, gli artigli rimbalzarono via, ma ancora una volta Kyouka approfittò della sua distrazione e ricominciò a saltare da una parete all'altra, tra piroette, capriole e volteggi.
Ghihihihih! Questo dovrebbe essere divertente!”.
-Lancia del Drago di Ferro: Tronchi del Demone!- Iniziò a spararle addosso a mitraglia seguendola a ogni balzo, ma le punte facevano scoppiettare solo i muri e mai le sue carni, anche perché quando pensava di aver intuito la sua traiettoria lei la cambiava sbattendo con le braccia come fossero delle ali.
Sembrava un aquila sadica che giocava con un topolino prima di calare su di lui.
Io non sono un fottuto topolino! Io sono un drago!!!”.
Quando sembrò volergli saltare addosso per davvero, soffiò un Ruggito e la prese in pieno.
Kyouka cadde a terra stordita, allora lui alzò le braccia e li trasformò in due martelli.
-Questo ti farà male!- Fece un salto di qualche metro e impattò su di lei; o meglio, lei rotolò di lato e la mancò. Ma di pochissimo. Proprio poco poco.
Merda.
Kyouka lo colpì al petto con le zampe, e a giudicare dalle squame che si portarono via dovevano avere degli artigli begli affilati.
Passarono al corpo a corpo, pugni contro graffi, forza bruta contro agilità, impatti contro piroette, in ogni caso colpi che avrebbero ucciso al primo sangue delle persone normali.
Facendosi scudo col braccio, Gajeel bloccò le artigliate (al prezzo di un graffio alquanto doloroso) e con l'altra mano la centrò sul naso.
Kyouka tirò indietro la testa, arretrò, poi cadde riversa tracciando un arco in aria colle zampe.
-Ghihihihih!- Le si avvicinò trasformando il braccio in spada, poi però ebbe un'idea migliore.
Modificò ossa e muscoli con scatti metallici, fece spuntare dei denti attorno al filo, una leva sul gomito, la tirò e...
WROOOOOOOOM
-Questa la chiamerò... Motosega del Drago di Ferro!-.
Ormai era praticamente davanti a lei, e non dava cenno di muoversi: occhi chiusi, gambe appena divaricate, dita a terra e... crepe nel terreno intorno alle punte?
Aspetta u-
Rapidi e saettanti come serpi i dieci artigli spuntarono dal terreno e gli portarono via tutta l'armatura, uno riuscì anche a ferirgli il fianco.
-Urr!-.
In un baleno Kyouka era di nuovo in piedi e lo lanciò addosso ai due cadaveri, che almeno gli fecero da cuscino.
-Grazie ragazzi.- Mugugnò.
Intanto Kyouka aveva conficcato gli artigli nelle pareti degli edifici che lo circondavano, e dal rumore sembravano stare scavando in profondità.
-Ehi, non-
-Addio, umano!-.
E glieli fece crollare addosso.



Gilda di Tartaros, Bosco
-Cosa dovrei fare io?-.
Mirajane squadrò Sayla stupefatta: occhi rossi, colorito verdognolo, acconciatura gorgonica, pareva più un'adolescente alla sua prima sbronza che un Etherious dei Tomi di Zeref.
Sicuro non era da lei girare così, e sicuro non era da lei chiederle aiuto. Cioè, sul serio, la stava pregando di aiutarla.
-Solo tu sai come fare... sei la mia sola... khh... speranza...- Ansimava lei.
-Ehi-ehi-ehi!- Mira arretrò e alzò le mani per schermarsi da lei: -Si può sapere che ti prende? Hai la febbre?-.
-No... ti scongiuro... aiutami...- E si mise in ginocchio.
Cioè.
Adesso la implorava.
Lei.
-Io... io... pff... pff... ahahahahah!-.
L'assurdità della situazione si fece sentire di colpo come il mal di denti e la fece scoppiare.
-Tu... tu che supplichi me? La tua sola speranza? Ahahahahah! Non puoi essere seria!-.
Invece lo era.
Difatti si prostrò totalmente, con la fronte sui suoi piedi.
Mira rideva ancora, ma stavolta con disagio, e decise di chiudere lì il discorso.
-Perché dovrei aiutarti in qualsiasi cosa? L'idea che tu soffra mi fa solo piacere!- E la scavalcò con noncuranza, sicura di vederla rialzarsi e correre via con la coda tra le gambe; invece non sentì proprio niente. No, lei non si era minimamente mossa.
Adesso le era passata tutta la voglia di ridere: era certamente disgustata da come si era ridotta, eppure... era come con Lucy... le veniva da...
Fare cose buone.
Buone? Tsch! Da quando sono in questa situazione femminea non mi riconosco più! È tutta colpa di questa donna!”.
-Poniamo- Disse, facendola sobbalzare: -che accetti. Perché lo spettacolo magari mi divertirebbe. Non sei nelle condizioni di superare il Cambiamento, probabilmente moriresti.- che a pensarci non era una prospettiva tanto negativa.
-Almeno sarei meno morta di ora.- Rispose con voce fievole.
Mirajane si sentì montare in bestia.
-Ma che razza di...- La raggiunse a grandi passi e le diede un calcio in quel culetto che le sbandierava davanti. Sayla gemette e rotolò sul fianco.
-Chi ti credi di essere, eh??? Ti credevi una dea, e poi per un paio di corna in testa getti via la tua dignità, il tuo orgoglio di demone, tutto quello che sei stata! E io cosa dovrei dire? Insomma, guarda cosa sono ora! Guarda me!-.
Ma lei non la guardava, fissava il pavimento con vergogna, e questo era ancora più seccante. Tutta la forza che aveva sempre ostentato, macché ostentato, che le sputava addosso ad ogni occasione, quella sua forza gelida fino agli occhi, tutta quella forza era crollata come un castello di carte! Per delle cose sopra la testa che neanche vedeva!
-Te la tiravi un mondo, e ora sei ridotta a un verme. Mi fai schifo!-.
-Lo so.- Borbottò: -Lo so che sono un verme. Sono patetica, lo sono sempre stata. Non sono come te, non riesco a sopportare questa situazione. Sono quegli occhi...-.
A quelle parole Mira abbassò i suoi.
-Non riesco a sopportarlo.- Disse: -Il modo in cui tutti mi guardano, perché non sono più come loro. Mi rigettano, oppure si dispiacciono, e il Master mi compatisce perché dice di capirmi. Che umiliazione.-.
-Lo so che adesso sembra impossibile... ti ci vorrà un po', ma alla fine ti ci abituerai e imparerai a fregartene. Non è difficile come sembra...- Ehi, aspetta, la stava consolando?
-No... no...- Lo ripeté un paio di volte, poi scoppiò in singhiozzi.
-No! Non c'era disprezzo, non c'era compassione, e non c'era delusione! Non ero più niente che ne valesse la pena!-.
-Non vedere niente nei suoi occhi, niente nei suoi occhi... non potrò mai abituarmi, e temo il pensiero di farlo! Io so di essere debole, odio l'essere debole, ma se ciò che dici vuol diventare forte, io non voglio farlo! Perciò...-.
Con una mano le afferrò la caviglia, con l'altra si copriva il viso lacrimato.
-...almeno... almeno fammi diventare qualcosa... per cui mi guarderà ancora... anche solo per una volta.-.
Mirajane non sapeva cosa dire, la cosa che aveva ai piedi era...
esattamente come lei.
Ecco cosa aveva sempre detestato di Sayla: l'amore.
Da quando era stata confinata in quel corpo, per quanto l'avesse evitato, ne aveva avvertito l'alone asfissiante attorno a sé; l'aveva odiato e ne aveva avuto paura, e proprio perché ne aveva avuto paura l'aveva odiato ancora di più. Trovarsi di fronte a un demone che scegliesse di provarlo... quello non era mai stata in grado di accettarlo. Come poteva? Una cosa così umana!
Ma ora... da quando aveva incontrato sua sorella, la sorella di Mirajane... l'amore stava contagiando anche lei, e quel disprezzo stava venendo meno; e in quel momento, comprendendolo a pieno, sembrava volerla abbandonare del tutto. Aveva odiato quella sensazione, e come non farlo, quell'odio era l'unica sicurezza che le era rimasta, e allora si era aggrappata al suo ricordo: ma ormai anche quello stava svanendo.
E ciò che rimaneva... anzi, ciò in cui poteva evolversi, eccola qui: una larva senz'anima, martoriata dal ricordo di uno sguardo. La disgustava la sua ipocrisia e per la sua umiliazione, ma non poteva biasimarla. No, la capiva perfettamente.
-Capisco. Va bene, ti aiuterò.-.
La presa sulla sua gamba si strinse di colpo, e poi si rilassò. Nella sua povera mente sconvolta, quella risposta doveva averla inondata di gioia e consolazione; ma si erano emozioni fragili, che si sarebbero convertite nella più fosca disillusione.
-Grazie.-.
La demoniessa scosse la testa.
-Non mi ringraziare. Non sarà nulla di piacevole.-.



Castello reale di Crocus
La principessa si è interrotta quando le ho chiesto a chi era arrivata, perché?” Si domandava Kagura, camminando per un corridoio.
Che non si fidi più di...”.
-Kagura!-.
La giovane maga si immobilizzò. Quella voce...
No.” Supplicò.
Non tu.”.
I passi alle sue spalle si erano fermati, e così il suo fiato.
Le labbra le tremarono, perché non era ancora pronta, non era preparata, non era...
Scappata in tempo.” Ammise con rammarico.
Tanto lo sapevo che doveva succedere. Ma mi andrebbe bene ancora qualche istante in più.”.
Però non ne aveva neanche uno, e allora si doveva voltare, prima che la pugnalasse di nuovo al cuore.
-Kagura...-.
Eh, alla fine qualche istante se l'era preso. A suo discapito.
Eppure non riusciva ancora a girarsi.
Strinse il fodero di Archenemy fino a sentire male alle mani, serrando i denti per evitare di scoppiare in singhiozzi.
Mi è mancata tanto la tua voce!!!”.
Ansimò, divorando brevi respiri fino a distenderli e biascicare qualche parola.
-Ehi.-.
-Ehi...- Rispose timidamente la sua schiena.
-Ehi. Io...-.
Successe tutto in un attimo, e il suo istinto la possedette.
Qualcuno corre-
Aura demoniaca-
Pericolo-
Girati-
Imbraccia l'arma-
Colpisci-
Colpisci...
E l'avrebbe colpita, senza alcuna pietà, senza speranza di salvezza. Ma vide il suo viso, e le sue braccia si bloccarono. Quello che in uno scontro le sarebbe stato fatale, fu al contrario la sua salvezza.
Era da troppo tempo che non la abbracciava.
-Millianna...- Dalla sua voce non traspariva nessuna delle emozioni che invece tempestavano confuse e informi nella sua mente, solo un'incredula freddezza.
-Nee-chan!- La Cambiata la strinse attorno alla pancia e affondò il viso sotto il suo seno, mentre lei era ancora paralizzata.
Cosa...”.
Chi è?”.
Cos'è che mi sta abbracciando?”.
-Non lo sapevo che eri qui-nyah! Perché nessuno me l'aveva detto???-.
Ah.”.
È lei...”.
Alzò le braccia, le piegò, appoggiò le mani sulla sua schiena.
La mia... amica...”.
Millianna...”.
È calda...”.
È calda...”.
E anche le mie lacrime... sono calde...”.
-Sigh! Mi-Mi sei man-cata anche tu-tu Mil-lianna!-.
Piansero l’una addosso all’altra, come se anche le loro lacrime non volessero lasciare l’altra.
Per quei lunghi secondi, Kagura si dimenticò di tutti i suoi dubbi, perché quella era la sua amica e nient'altro importava, nient'altro.
Però presto i dubbi riemersero dalla terra.
No! Io non-non li voglio! Non li voglio non li voglio NON LI VOGLIO!!!”.
-Kagura... io... io ho fatto delle cose...-.
Come prima, ogni sua fibra si indurì, e digrignò i denti.
-Lo so.- Le sembrava di sputare sangue, e non semplici parole.
-Io ero... non ero-
-Lo so... lo so. È stata colpa mia, quella volta vi avevo perse di vista e... e tu sei...-.
Morta.
Perché quello era.
Una lancia l'aveva passata da parte a parte, e il suo corpo era stato portato via. Tutto per un attimo di distrazione.
Però adesso era viva... no?
-E le altre, sono davvero...-.
-Sì.-.
-...-.
-Come ho potuto stare dalla loro parte-nya? Come ho potuto provare piacere nel...? Era un incubo, non ero più... me!-.
E adesso?” Si chiedeva una piccola, fastidiosa pulce nell'orecchio: “Adesso cosa pensi di essere? Non sei umana, non sei più Millianna, adesso cosa sei?”.
-Lo so.- Rispose invece: -Ma ti prometto che non ti accadrà più niente! Ti proteggerò a costo della mia vita!-.
Millianna pianse più forte, e lei pure. Chi o cosa stesse abbracciando ancora non lo capiva, e nemmeno le importava: sapeva solo di non volerlo lasciare mai più. Non voleva che finisse, punto.
Poi però si accorse che Millianna non era venuta da sola: c'era un'altra Cambiata con lei, una ragazzina bassa dai lunghi capelli azzurri, che le osservava, probabilmente senza rendersene conto, con un sorriso compiaciuto. Doveva trattarsi di Levy McGarden. Ai suoi piedi... quattro teneri micetti!!! Che carini!!! Uno blu colla faccia stupida, una bianca stizzita, uno marrone rape-face e...
Oh mio dio, quello rosa era adorabile!!!
-Ah!- Millianna si rimise dritta e, asciugandosi gli occhi con aria ben più spensierata, glieli additò: -Loro sono i miei amici-nyah! Sono adorabili vero?-.
-Anche Frosh lo pensa!-.
Lo penso anch’io!”.
Millianna li prese in braccio tutti e quattro strofinandoseli sulle guance, anche se la gatta si scocciò ancora di più.
-Insomma, non sono mica un peluche!-.
Sembra essere tornata quella di una volta...” Pensò Kagura, immersa nella lietezza per quella dolce scena, nonché per la comparsa dei teneri micetti, uno dei suoi punti deboli.
Poi il duro suono di un'armatura preannunciò l'arrivo Panther Lily, e solo il suo volto serioso servì ad abbassare l'umore generale. In mano aveva una missiva.
-Cos'è successo?-.
-Un gruppo di demoni ha fatto breccia e si avvicina a gran velocità da Oshibana. Levy, Millianna, voi verrete con me.-.
Le due assentirono, ma Kagura non era d'accordo.
-Aspetta, fai andare me invece.-.
-Cosa? Perché?-.
-Ho appena fatto una promessa, Millianna non correrà nessun rischio.-.
-Kagura-chan! Posso farcela-nyah!-.
-Io sono più forte di tutti voi messi assieme.-.
-Ma che cavolo di... ci... ah...- La gatta si inginocchiò tenendosi lo stomaco con le mani, girò gli occhi e crollò svenuta.
-Scusami.- Disse lei abbassando il pugno. Poi si rivolse agli altri due, ma Levy alzò le braccia.
-Per me va bene, il capo sei tu.-.
-Anche Frosh lo pensa!-.
Lily si grattò la tempia, indeciso sul da farsi; dopotutto, Kagura non era solita agire in questo modo. Lei stessa stentava a riconoscersi... ma non le dispiaceva affatto questo suo lato di sé. Ma sì, al diavolo tutto quando, voleva sgranchirsi un po’ le gambe.
-Dammi un'ora, sarò di ritorno prima che si svegli.-.
-...e va bene, ma almeno portati qualcuno.-.
Sogghignando, Kagura sguainò la spada.
-Ce l'ho già qualcuno. E ha molta sete.-.



Di nuovo Zonia
-Uhm...-.
Gajeel emerse a fatica dalle macerie, svegliandosi appena in tempo per soffiare via la Scoreggia. Cioè, non gli serviva, ma visto che c'era...
-Quanto è che sono rimasto al tappeto?- Si chiese massaggiandosi la nuca.
-Dannato uccellaccio! È stato davvero scorretto da parte sua!-.
Poi sentì una sorta di fetore maleodorante, tipo di un gran pescione scaduto da giorni e gettato nella pattumiera. Dov'è che l'aveva già sentito?
-Juzumaru!-.
Ah, ecco dove.
Il polipo che l'aveva appena attaccato rimase molto sorpreso e scocciato nel vedere con che facilità aveva scartato il suo fendente d'aria.
-Umpf! Un umano fortunato, e tutt'ossa per di più! Niente carne! Non riuscirò mai a divertirmi!-.
Zeze, Lele, Peter... come si chiamava? Quello debole dei nove, quello che si faceva pestare di continuo da Sting e Rogue... ce l'aveva sulla punta della lingua.
Bah, che palle. Me ne vado.”.
-Ehi! Che cosa fai, umano? Pensi di poter scappare?-.
Gajeel si voltò irritato. “Umano”, tutti orbi a quanto pare.
-Non sto scappando, ma ho di meglio da fare che cazzeggiare con te. Ciao.-.
Però quello non ne voleva sapere.
-Come osi??? Cerchio del Demone!!!-.
E dai!
Si lasciò colpire in pieno, senza cercare di difendersi, perché tanto gli bastò darsi un colpetto sulla spalla per liberarsi dall'unico danno arrecato, ovvero la polvere che gli aveva tirato addosso.
Rere era furioso per l'umiliazione, e iniziò a sbattere i tentacoli a caso lanciando fendenti che distruggevano ogni manufatto nelle vicinanze. Ma lui manco per il cazzo che lo prendeva.
Che bimbo capriccioso!”.
Gli serviva una bella lezione, e l'avrebbe avuta.
Piegò le gambe, scrocchiò il pugno e si lanciò.
-Martello del Drago di Ferro!!!-.



Di nuovo Crocus
-Ohi ohi ohi...-.
-Ah, certo che voi siete un continuo convivio per le mie pene.- Levy prese una stordita Millianna per sotto il braccio, portandosela via.
Kagura è cambiata parecchio.” Pensò Lily tra sé e sé.
Quando l’ho incontrata per la prima volta mi ricordava la Erza di Edolas. Ora invece sembra più quella di qui. Forse è per tutto quel tempo passato con la principessa...”.
-Charle, che cos’hai?- Sentì chiedere Happy. L’exceed bianca aveva la solita espressione imbronciata, ma si vedeva che era preoccupata da qualcosa. Ed era abbastanza sicuro di sapere cosa fosse.
-Non avrei dovuto lasciare andare Wendy da sola.-.
-Anche Frosh lo pensa!-.
-Frosh, non hai capito...- Fece Lector.
-Ma non è sola, è con Freed e Bickslow!- Contestò Happy. Forse sperava di farla felice con il suo, uhm, acume, invece ottenne l’effetto opposto.
-Bella compagnia! Non capisco perché la Principessa e il Primo mi abbiano fatto rimanere qui!-.
In effetti avevano scelto degli abbinamenti strani, ma Lily si fidava del loro giudizio; come anche Charle, ma quando si trattava di Wendy…
-Sono sicuro che starà bene.- Happy corse hai ripari: -Ma se vuoi ci volo di persona!-.
-Anche Frosh!-
-Frosh, meglio di no, credimi...-.
-Voglio dire, tutti gli altri sono andati, persino Romeo e quell’Ichiya, e noi siamo qui a non fare… niente.-.
-Charle...- Il micio blu abbassò le spalle. Charle non era più arrabbiata, ma triste.
-Questo non è vero.- Intervenne Lily: -Se qualcuno arrivasse qui sarebbe la fine. Dobbiamo garantire la riuscita del trasporto dell’Eclipse, e noi exceed con la nostra velocità potremmo spostarci nel campo di battaglia se ce ne fosse bisogno. Siamo molto importanti.-.
-Anche Frosh lo crede!-.
-...-.
Lei arricciò le labbra, e poi si toccò la fronte con espressione sofferente.
-Ti fa male?- Happy era allarmatissimo.
-Sono le mie visioni, non riesco a gestirle bene. Sono sempre così confuse.-.
-Che cosa vedi?-.
-Niente. O meglio, niente di chiaro. Vedo il cielo che si deforma, e poi che si riempe di crepe. Vedo la Principessa con un’espressione cattiva in viso. Vedo dei… dei corpi morti alzarsi, è spaventoso. Vedo una donna bionda con un corpo mostruoso. E poi… poi vedo una gigantesca esplosione. Ma sono solo dei frammenti, è come se qualcosa interferisse.-.
-Deve essere terribile.-.
-Lo è. Vorrei solo essere sicura che Wendy stia bene...-.
Lily sorrise: -Vedrai che è così. È una ragazzina in gamba, sta crescendo. Ne ha passate tante, ma ha la tenacia di un leone. Se la starà cavando benissimo.-.
-Anche Frosh lo pensa!-.



Di nuovo Hargeon
-No! No! No!!! NOOOO!!!-.
In una mano aveva il libro, nell'altra, tremante, un sasso appuntito, e stava per fare l'irreparabile.
Ormai non le importava più niente, voleva solo bruciarlo, spaccarlo, distruggerlo del tutto.
Freed, anche lui, Freed era... no, no, no!!!
Cosa posso fare??? Se solo Charle fosse qui, lei mi direbbe cosa fare!”.
No, non è vero, perché io non le ho detto niente! Non ho detto niente a nessuno! Se solo l'avessi fatto forse-forse sarebbe cambiato qualcosa-forse li avrei salvati!!! Ma...”.
Strinse occhi e denti e gettò tutto all'aria.
...non l'ho fatto. Non è colpa del libro, è solo colpa mia.”.
E adesso anche Freed se n'è andato.”.
Il ragazzo si era gettato eroicamente contro l'energumeno e, consapevole di non poterlo battere, l'aveva fatto sparire con le sue rune. Ma era scomparso anche lui. Del suo odore era rimasta ormai una vaga fragranza nell'aria.
Scosse la testa.
-Devo stare calma. Freed-san mi ha lasciato al comando, lui non vorrebbe vedermi così!-.
-Sono sicura che è ancora vivo, deve esserlo!- Si rimise in piedi asciugandosi il naso, e analizzò rapidamente la situazione.
Senza il colosso e Freed la battaglia si era in parte riequilibrata, ma pareva volgere in favore degli umani: in poco tempo li avrebbero respinti e avrebbero potuto pensare alla prossima mossa. Però cosa avrebbero potuto fare? Non poteva fare altro che ordinare la...
la…
...questo odore...”.
Smise di percepire qualsiasi altra cosa.
I rumori della lotta si ovattarono come sott'acqua, il suo viso solcò gli angoli del cielo ma senza metterli a fuoco, come durante un attacco di chinetosi.
E tale si sentiva: una martellata di pugni sullo stomaco, budini al posto delle ginocchia, la sensazione di una morsa pungente alla gola.
Dov'è-non è possibile-dov'è?”.
-WENDYYYYYYYYYYY!!!-.
Quell'urlo fu un tuffo al cuore.
Lei era lì davanti, doveva solo alzare gli occhi. Ma non ci riusciva: le lacrime salate li rendevano troppo pesanti. Furono una ventata improvvisa e le urla agonizzanti dei suoi soldati a forzare il suo istinto.
E allora quell'improvvisa verità, così palese e così ingiusta, divenne un fulmine in pieno petto.
È lei.”.
Non è possibile.”.
Perché è così?”.
Pensavo che fosse morta.”.
Perché è così?”.
Pensavo che fosse morta.”.
-Giochiamo un po???-.
...Sherria.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Agony ***


AGONY
È adesso il momento di dare il meglio a viso aperto
Questo è coraggio: buttarsi anche se c'è il vuoto
Svegliati orgoglio!
Difendi chi è più nel bisogno
Voglio coraggio!
Chi cambia sé cambia il mondo

(Voglio Coraggio-The Sun)

In un luogo imprecisato
-Ancora a fissare lo schermo?-.
Sussultò.
-Uh? Non ti avevo sentita.-.
-Non mi sorprende.- Gli disse lei avvicinandosi: -Se la stanno cavando così male?-.
Scosse la testa: -È solo un nemico molto forte.-.
-Lo eravamo anche noi, no?-.
Lui abbassò pensieroso la testa, per niente rassicurato. Lei gli mise una mano sulla spalla.
-Ehi, l'esercito è pronto, aspettano solo te.-.
-Mi chiedo se stia sbagliando a mettere in pericolo la vita di tutti.-.
Fu lei a distogliere gli occhi stavolta, cosa molto rara data la sua sprezzante superbia: -No, affatto. Dobbiamo molto a quei ragazzi, e oggi ripagheremo il nostro debito.-.
-Mmm.-.
-E poi... keh! Sono curiosa di rivederla!-.
-Già, anch'io.-.
Si voltarono e uscirono dalla stanza; lui però la sentì sibilare quel nome.
-Erza Scarlet!-.



Oak Town, nord-est di Fiore
-Kuhahaha!!! Avanti ragazzi!!!-.
Il suo plotone lo superò di corsa, mentre lui scrutava intorno a sé alla ricerca di qualche buona preda: probabilmente si erano nascosti negli edifici... e infatti eccone uno!
Niente di meglio per sgranchirsi!”.
Lasciò i due eserciti scontrarsi con fragore in mezzo alla strada mentre con le zampe scalò il muro fino ad arrivare di fianco alla finestra, senza essere visto né sentito: era troppo impegnato a fare da cecchino per rendersene conto.
Allora, tenendosi aggrappato con una mano, con l'altra afferrò la punta della lancia che sporgeva dalla finestra, la tirò ed ecco spuntare il capo del mago: lo afferrò, lo spinse giù dalla finestra e BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!! Portandosi dietro un bel gruppetto a terra.
Eheheh!”.
Purtroppo non aveva tempo per contemplare il proprio operato, ma tutto sommato non aveva di che lamentarsi. Leccandosi le labbra con l’adrenalina a mille individuò un mucchio su cui gettarsi più in là, quindi si mise a correre all'impazzata, arrivando all'angolo dell’edificio e lanciandosi giù dalla parete.
Atterrò addosso a due dei suoi, spiccò un altro salto e si avventò sui soldati nemici. A furia di graffi, scatti, morsi ecc attraversò tutta la mischia e sghignazzò, rimettendosi dritto.
-Presto!- Urlò uno dietro, che doveva averlo puntato: -Prend...- E poi BOOM BOOM BOOM, il tempo di girarsi ed erano esplosi tutti. Anche i suoi uomini a dirla tutta, ma vabbeh.
-Perbacco, che scarsi. Vediamo, con chi potrei sfogarmi...- La riposta arrivò da sola, perché uno gli si lanciò addosso a spada sguainata e urlando che gli aveva ucciso il fratello, o il figlio, non capiva; comunque sia evitò l'affondo, si abbassò, lo prese per il bavero e per il ginocchio e, stringendo i denti per la fatica, lo sollevò in aria sopra di sé.
Uff! Queste cose le fa meglio Tora.”.
I suoi compagni arretrarono intimoriti, e lui allora lo scagliò proprio addosso a loro, preparandosi alle detonazioni; invece ci fu una specie di flash azzurro, e niente.
Che diav...” Jackal mise le mani a terra creando una stradina di marchi esplosioni diritta verso i nemici, ma neanche il tempo di dire: -Katsu!- che un raggio come quello di prima li spense tutti.
-Tsch!- Scocciato si rimise in piedi, e un'ombra oscurò il sole.
-Super Artigli Paralizzanti!-.
Si tuffò all'indietro perché un tizio con l'aspetto di un cane gli era piombato addosso e aveva cercato di graffiarlo con dei lunghi artigli, sfiorandolo appena sul petto.
Sei finito!!!” Decise di sferrargli un pugno per farlo brillare, invece il suo braccio non gli rispose; anzi, tutto il suo corpo non si muoveva!
-Oooon!- L’uomo-cane indietreggiò, mentre alle sue spalle spuntò un nano dalle lunghe sopracciglia e dai capelli blu. Le sue mani erano luminose, dello stesso colore del raggio di prima.
Merda! Non... riesco... accidenti!”.
-Arrenditi.- Gli intimò il nano: -Ormai non puoi più...-.
-State zitti!!!- Sbraitò lui, per quanto fosse difficile schiudere le labbra.
-Io sono Jackal dei Nove Cancelli!!! Nessun essere umano può sconfiggermi, vi pentirete della vostra arroganza!!!-.
Sforzò tutti i muscoli per muoversi, finché non sentì come sbloccarsi qualcosa.
-Spirale Esplosiva!!!- Allungò il braccio lanciando un vortice di esplosioni, ma ancora una volta il nano le intercettò con i suoi raggi facendole sparire.
Jackal si sentì montare dalla rabbia, tre volte, tre! Ma almeno pensava che, se gli artigli lo avevano paralizzato, l'avevano anche toccato.
Difatti
BOOM
-AAAAH!!!- Gridò il ragazzo, contorcendo le dita monche delle unghie.
-Guarda che le puoi fare ricrescere.- Gli fece notare il compagno.
SBAM
Furioso per l'ennesimo affronto, Jackal batté i pugni sul terreno, disseminando tutto la strada e le case di mine.
-PERÒ NON NE AVRAI IL TEMPO!!!-.



In una pianura arida nel centro-est di Fiore
Mmm...”.
Torafuzar socchiuse le palpebre, squadrando il plotone che gli stava di fronte.
-N-Non temete!- Fece il comandante: -Fate fuoco!-.
I suoi uomini eseguirono l'ordine, bersagliandolo di attacchi che però rimbalzano sulla sua pelle corazzata.
-Non ho altro tempo da perdere.- Piegò la testa in avanti preparandosi ad attaccare, ma d'un tratto un lampo tuonò in cielo (sereno, fino ad allora) e lo colpì senza altri preavvisi.
-Urr!!!- Sentì la scarica attraversarlo tutto, immobilizzandolo per qualche secondo.
Era pervaso di magia, magia molto forte.
-Tranquilli, ragazzi, ora ci penso io.- Esclamò quello che presumibilmente era il fulminatore, un mago muscoloso e grosso quasi quanto lui, che si mise davanti agli altri.
-E tu chi sei?- Gli domandò. Lui si indicò con il pollice: -Il mio nome è-
Approfittando della sua distrazione gli si buttò addosso, ferendolo sul torace con le lame sulle braccia.
-Kuh!- Sputando sangue dalla bocca, il nemico volò via, schiantandosi su una parete rocciosa dieci metri indietro.
I soldati si allarmarono ma nessuno osò fare nulla: evidentemente quello era il loro uomo migliore e li aveva destabilizzati tutti.
Stupidi umani.” Pensò tra sé e sé: “Non mi piace combattere così, ma non c'è tempo per essere leali. Il rispetto e l'onore sono per i combattimenti, ma questa è una guerra.”.
-La mia missione è uccidervi tutti, e io eseguo sempre le mie missioni. Uh!- si scansò all'ultimo, una saetta gli era passata vicino al viso.
-Eseguire le missioni è importante.- Qualcuno gli afferrò il braccio, e voltatosi vide che era stato il tizio di prima. Il suo pugno era chiuso ed emanava elettricità.
-Ma proteggere i propri compagni è molto più importante!-.
Torafuzar parò il pugno con la mano, ma come prima lo attraversò una scossa che lo costrinse ad arretrare.
Giusto, certo.” Ragionò il demone: “Il metallo del mio corpo è un buon conduttore. Questo potrebbe essere un avversario ostico.”.
-Mi domando come hai fatto ad avere una velocità simile un attimo fa, con tutto quel peso.- Commentò il nemico, con aria tranquilla nonostante la x rossa sul petto: -Oh! Forse hai usato la forza delle gambe per saltare. Ma il contraccolpo deve essere stato pesante.-.
È anche perspicace.”.
-In ogni caso, lascia che mi presenti: io sono un membro della gilda più forte di Fiore... ex-membro, dato che per colpa vostra si è sciolta. E io sono...- Lo stesso gesto di prima col pollice, stavolta lo lasciò fare: -il God Slayer del Tuono, Orga Nanagear di Sabertooth!-.
A quella rivelazione, Torafuzar si corrucciò: ecco come mai i suoi fulmini erano neri, una magia potente. E poi quella gilda, se ben ricordava era stata la seconda di Fiore dietro Fairy Tail; e sottovalutare Fairy Tail aveva costato loro molto caro l'ultima volta.
-Quindi dovrò essere molto attento.-.
-Ah!- Gioì quello: -Il mio nome ti ha fatto tremare, eh pescione?- il nome era l'unica cosa che non aveva riconosciuto.
-Allora se mi consideri un degno rivale che ne dici di giocare pulito?-.
-Proprio perché sei pericoloso non dovrei avere scrupoli, invece. Ma va bene, sei fortunato che sia io il tuo avversario. Però avrei anch'io una richiesta: che il tuo amico alle mie spalle segua le nostre stesse regole.-.
Orga si stupì, ma poi fece spallucce.
-Te l'ho detto che ti sgamava! Vieni qui, Rufus!-.
Il suo compare obbedì, era un ragazzo biondo vestito di rosso; a vederlo sembrava molto meno pericoloso dell’altro, ma la sua aura magica diceva tutt’altro.
-Non ho ricordi su di lui.- Gli riferì: -Ma è uno dei Cancelli dell'Ade, e combatte meglio in acqua. Quindi ho lanciato alcune rune anti-acqua.-.
Uh?”.
-Sentiti libero di provare.- Lo invitò Rufus.
Torafuzar gli sorrise, attaccandolo con un pugno.
-Non serve, mi basterà uccidere prima te.-



Bosco, sede di Tartaros
Presto… presto sarò di nuovo...”.
TOC TOC
Sayla riaprì gli occhi, era Mira che batteva dall'altra parte del vetro.
-Ehi, ci sei?-.
-Mi ero assopita.- La sua voce uscì ovattata dal respiratore.
-Mmm.- Fece l’altra con scetticismo: -Se vuoi tirarti indietro, è l'ultima occasione.-.
Sayla si concesse un po’ di silenzio prima di risponderle: -Dove ci troviamo adesso?-.
-Dietro la sala del Master, nella sua capsula. L'ultima.-.
-E lui lo sa?-.
-Beh, no.-.
Sayla strinse a pugno la mano, mostrandogliela, quasi a minacciarla: -Allora questa è la prova. Sono successe troppe cose, e non mi riferisco solo all'essere diventata un- lasciò lo spazio al posto di quella parola: -Io non sono più niente, io sono una minaccia per il Master, io l'ho... l’ho colpito, per colpa di quella donna! Quella donna...-.
Quella donna dai capelli rosa che sapeva essere ormai morta, ma non per lei, non dopo quello che le aveva fatto. Avrebbe voluto essere di nuovo nella stessa stanza per infliggerle indicibili torture, ed anche la sua incontrollabile rabbia era prova del suo deterioramento interiore.
-Senti, il tempo stringe, la Balia mi chiama, sto per andare a nanna.-.
-Sì, scusami. Il fatto è che non sono più un Etherious, ma tornerò a esserlo, grazie a t- Sussultarono entrambe e distolsero lo sguardo imbarazzate; poi Sayla riprese: -Procedi.-.
L'albina sospirò, un sospiro del genere non-c'è-speranza, quindi avviò il Cambiamento.
La vasca si inondò di liquido blu, quando gli arrivò agli occhi Sayla vide Mirajane trasalire e le sue iridi incupirsi, segno che era tornata dormiente. Non le rimaneva che eseguire l'ultimo ordine datole, ovvero andare a combattere; così, alzò i tacchi. Sayla si chiedeva se l’avrebbe più rivista.
Bene, così se qualcosa va storto sarò fritta. Uhuh!” Si sorprese nel ridere e nell'aver dato di spirito, ma tanto, ormai...
Sospesa nella capsula, sentì le particelle di anti-ethernano scorrere nei tubi per raggiungerla, e chiuse di nuovo gli occhi, preparandosi ad una nuova evoluzione. Voleva assaporarne ogni secondo.
Sentiva però di aver dimenticato qualcosa. Come in sogno, ripensò a un giorno di tanto tempo indietro...
Un forte rumore la fece sussultare; si girò e vide che nella capsula di fianco a lei il Cambiato numero 298 aveva battuto il pugno sul vetro, e ora contorceva il volto in modo ripugnante.
Ha perso un braccio durante l'ultimo scontro.” Ricordò lei.
Al contrario di noi Demoni di Zeref, per i Cambiati la guarigione accelerata è fonte di grandi supplizi.”.
Ma è la punizione giusta per aver tentato di imitarci.”.
Ah, ecco cosa.”.
Ilvdo-KUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA



In una valle bruciata a centro-est di Fiore
-Anf, anf, anf...-.
Freed lasciò la spada, diventata ormai troppo pesante per le sue braccia.
-Anf, anf, anf...-.
-Tutto qui, moccioso?-.
-Anf, anf, anf...- Il ragazzo si inginocchiò mettendo una mano a terra, anche le ginocchia erano diventate macigni.
-Oh? Mi piace vedere qualcuno prostrato ai miei piedi.- Ridacchiò il demone.
-Anf... sei un mostro... non c'è speranza...-.
Ma era ovvio, d'altra parte quello davanti era Genma, l'ex-master di Sabertooth; era fuori dalla sua portata da ben prima che diventasse un demone.
Tuttavia, nemmeno riuscire a scalfirlo... per il suo amico Bickslow… che onta…
L'ombra di un pugno lo oscurò, poi gli si abbatté addosso sbattendolo a terra.
-Uagh!!!-.
La sua stessa armatura, l'Absolute Shadow, lo ferì nell'ammaccarsi.
-Patetico! Nessuno di voi è degno di stare al mio fianco! Ma, prima che ti uccida, svelami una curiosità: per quale motivo il tuo corpo trasuda di anti-magia, moccioso?-.
Ah, se n’era accorto. Beh, non aveva alcuna ragione di mentirgli.
-La ragione è che... lo respirai tempo fa... ed è ancora qua...-.
-Ah, sì? E allora spiegami. perché il livello continua a salire?-.
Freed ridacchiò, sputando del sangue: -Perché non ero stato l'unico... la mia amica era incinta... le mie rune non possono disperdere le sue particelle, ma potevano creare un legame e spostarle su di me... e già che c'ero, ho preso quelle di Bickslow... e una volta che sarò morto, loro saranno liberi...-.
Loro? Già, sento ancora le particelle di Bickslow! Allora è sopravvissuto!”.
-Uhm!- Fece una smorfia quello da sotto i baffi: -Uno con la corporatura come la tua dovrebbe essere già morto.-.
-Già, me... me la dicono spesso... ah...-.
Genma si inginocchiò, fino a trovarsi faccia a faccia con lui, ed era come per un bambino guardare le fauci di un orco; poi l’orco le aprì, mostrando due file di denti appuntiti. D'un tratto Freed avvertì un groppo in gola, spalancò la bocca e sentì uscire come del vomito, ma insapore.
Sentiva tutti i muscoli contrarsi e le viscere rivoltarsi, come se gli stesse risucchiando l'anima.
Non riesco a respirare... soffoco...” Ma, all'improvviso com'era venuta, quella percezione svanì, e poté respirare a pieni polmoni.
-Sai, moccioso, io mi nutro di anti-ethernano per sopravvivere al buco che mi inflisse Sting in petto. Con il tuo sarò a posto per mesi, mi sei capitato proprio a fagiolo. Comunque...
SLAM
Il calcio lo colpì in viso, facendolo volare via. Scorse i frammenti del suo elmo spargersi in aria prima di atterrare scompostamente con doloroso fragore su un ceppo abbrustolito (tanto era rimasto della Selva Nera) che gli fracassò le scapole.
-Comunque sapere che hai voluto affrontarmi così ridotto mi irrita! Pensavi di potermi battere così marmocchio??? Devono sorgere e cadere cento regni prima che tu possa anche solo sfiorarmi!!!- Tuonò quello, avvicinandosi a grandi passi: -Ora ti impartirò una bella lezione!
Però non poteva scappare, non riusciva nemmeno a muoversi, e il suo sguardo si stava appannando.
Almeno la mia morte sarà servita a qualcosa.”.
Laxus, Lisanna, Wendy... addio...”.
Bicks… Ever...green...”.
Un'ombra, ancora più grossa di quella di prima, lo sovrastò. Presto non avrebbe visto altro che ombre.
Ricordatemi...”.



Nei pressi di Oshibana, nord-est di Fiore
Brain prese una bella boccata d'aria: le grida, l'odore di zolfo, i detriti che cadevano come fiocchi di neve, erano le cose che gli erano mancate di più... da morto.
-Avanti!- Spronò i suoi uomini, che già si stavano scatenando. Vide che un gruppetto si stava dirigendo verso una bambinetta che urlava e piangeva, cosa che gli provocò un attacco di ridarella; ma d'un tratto i demoni volarono via, come per una folata d'aria, e Brain percepì una fonte magica sopra di loro.
Alzò il viso e scorse una cosa veloce come una freccia dirigersi verso di lui sgolandosi.
-Dark Ca...-.
ZAM
La lama gli trapassò il cranio e lo uccise all'istante. Brain avvertì la propria coscienza scivolare via, nell'oblio...
...per cedere il posto a ZERO!!!
-Bene, ho eliminato il capo.- Disse la ragazza rinfoderando la katana, e dando le spalle al “cadavere”.
-Ritiratevi, se ci riuscite.-.
Zero si risollevò e la spazzò via con un calcio.
-Dwa Razy. Due vite per due anime.-.
La bruna roteò in aria e per terra, riuscendo però a rimettersi in equilibrio e fermarsi sulle quattro zampe. Non era poi tanto esile come sembrava. Sfoderò la spada e rialzò il viso, e il suo volto prometteva... distruzione!
Zero voleva testare le sue capacità prima di spezzarla in due.
-Prendetela!- Ordinò ai demoni, e loro si gettarono all'attacco. La ragazza fece altrettanto, facendosi rapidamente strada mulinando fendenti: al primo nemico tranciò il petto, il secondo lo tagliò dalla vita in su, il terzo lo saltò e conficcò la lama sulla sua schiena, per poi abbatterla addosso al quarto, e così via.
Davvero eccellente!” Pensò; poi, trovandosela davanti, scattò il corpo a corpo: lei con l'arma e lui con indice e medio ritti si scambiarono numerosi colpi, senza riuscire però a metterne in segno nessuno.
È veloce, più di Brain! Sfortunatamente per lei, tuttavia, ho due braccia!” E così la travolse con uno Zero Slash. Il Cambiato poté giurare di aver visto un dente volare via dalla sua smorfia di agonizzante sorpresa, giusto un attimo prima che lei schizzasse via dalla sua visuale.
Si abbatté contro una casa che aveva già mezzo distrutto; calata la polvere, notò che sul suo fianco sinistro l'uniforme era bruciata, e per il resto si muoveva a sussulti. Eh sì, non se l’aspettava un attacco del genere.
-Non dirmi che hai già finito? Su, fatti sotto.-.
Una goccia di sangue dalla ferita sulla fronte colò sul suo occhio; Zero fece per pulirsi, ma si accorse che il suo braccio destro era corto... troppo corto!
Gliel'aveva mozzato!!!
-COME HAI OSATO???- In preda alla furia prima ancora del dolore, afferrò un demone che gli stava di fianco, lo circondò di magia esplosiva e glielo lanciò addosso. La ragazza si buttò in avanti, ma lo scoppio la fece cadere.
Zero si voltò per prenderne un altro, e ci riuscì appena in tempo, dato che stavano tutti fuggendo. Dopo averlo lanciato, notò che anche lei stava scegliendo quell'opzione.
-Dark Delete!!!- Voltatosi di scatto polverizzò un'intera fila di Etherious, facendo congelare sul posto tutti gli altri.
-Risparmierò la vita a quello che mi porterà la sua testa!!!- Bugia.
-MUOVETEVI!!!-.
Ebbero tutti un soprassalto e invertirono direzione, sorpassandolo di corsa a dispetto delle armature.
Ritrovata momentaneamente la calma, si pulì la faccia e tentò di assumere la sua solita posizione, ovvero con le mani dietro la schiena; ma, resosi conto che era impossibile, sbraitò ancora e li seguì a sua volta.



Malva, sud-ovest di Fiore
-Signora, abbiamo finito di sgomberare i civili!-.
-Bene. Notizie del nemico?-.
-Sono schierati laggiù.-.
-Oltre quel grattacielo dunque. Uhm, sarebbe un ottimo punto strategico.-.
Yukino si mise a considerare i pro e i contro di una possibile spedizione.
Ci sarà come minimo un Cambiato potente. Non posso mettere a repentaglio le vite di molti uomini. D'altra parte...”.
-Yukino-sama?-.
-Ti lascio il comando, vado in avanscoperta.- Detto ciò si diresse a tutta velocità verso l'edificio, facendosi scortare da Loki e Pisces e usando, come aveva finalmente imparato a fare anche in forma demoniaca, lo Star Dress di quest'ultimo (un lungo velo celeste simile a una coda di sirena intorno alle gambe, piedi nudi e unghie smaltate di verde marino, bikini color alga con la parte sopra colla forma della costellazione, collana di conchiglie e corazza azzurrina sulle spalle, nonché un trucco brillante argento attorno agli occhi). Per sua fortuna non c'era nessuno per strada a vederla così conciata, e arrivò in un battibaleno.
-Dolce Yukino, non vedo nessuno neanche qui. Vado dentro.-Si offrì il più forte dei suoi spiriti.
-Aspetta, Leo-sama, andremo insieme.- Non voleva che il suo amico fosse in pericolo, lì dentro da solo.
-È un'imprudenza inutile!-.
-Non si faranno vedere per uno Spirito Stellare!- Ribatté lei; resasi conto delle sue parole, si affrettò a domandargli scusa.
-No, hai ragione. Però ti prego, stai dietro di me: io sono immortale, ma tu no.-.
-Però senti il dolore. Non lascerò che ti feriscano, Loki-sama.- Lo rassicurò mettendogli anche una mano sulla spalla.
Leo arricciò amaramente le labbra: -Beh, questo dovrei essere io a dirlo.-.
Salirono ciascuno su un pesce, che li trasportarono all'altezza dell'ultimo piano, saltarono e infransero i vetri delle finestre, arrivando sul pavimento con una capriola.
-Stai attenta, mamma.- La mise in guardia il figlio-Pisces, ora in forma umana; ma per quanto i quattro si guardassero attorno, non vedevano nessun nemico, né amico, né niente di niente dato che erano in una grande stanza vuota che occupava tutto il piano. Cosa avrebbe dovuto essere? Avevano sgomberato tutto, oppure non avevano avuto il tempo di mettercelo?
Forse non sono ancora arrivati.” Si disse: “O magari hanno avuto la mia stessa idea e ne sta venendo uno forte.”.
-Controllo dall'altra parte.- Annunciò Loki avvicinandosi all'altra finestra.
TUM-TUM TUM-TUM TUM-TUM
A ogni suo passo il cuore di Yukino batteva più forte, come se giunto lì già sapesse che sarebbe accaduta qualcosa di terribile.
TUM-TUM TUM-TUM
Era vicino, molto vicino, troppo vicino e...
-Niente.- Loki fece spallucce; poi il suo volto si contorse dal terrore e: -Attenta!!!.
Ma era tardi: due mani erano emerse dal pavimento e le avevano stretto le caviglie.
-!-
Si sentì tirare in basso e la terra le mancò sotto i piedi, dopodiché venne sbattuta brutalmente sul pavimento del piano di sotto, impattando in un piccolo cratere.
-Urgh...- Gemette, tentando di rialzarsi nonostante le sue ossa protestassero. E in effetti la ebbero vinta, perché... le sue braccia erano più piccole! Oh kami, anche le gambe, anzi, tutto il suo corpo era rimpicciolito! Ma com'era possibile?
La risposta arrivò sotto forma delle stesse mani di prima, che le bloccarono gli esili arti. Sopra i suoi occhi ora campeggiavano delle fauci ringhianti.
Una paura che aveva un qualcosa di primordiale l'assalì: peggio della semplice impotenza, peggio dello shock della trasformazione, era più sedizioso, più radicato, più traumatico... e lei lo conosceva bene.
Le sembrava di essere tornata bambina e di sentire di nuovo i rimproveri dei suoi genitori, e il latrato di quei cani con cui la tenevano sveglia ogni notte, e addirittura di vedere i loro musi rabbiosi appena oltre il vetro, a un centimetro da lei. Per quanto la sua mente razionalmente si opponesse a un simile pensiero, più provava a cancellarlo e più voleva accucciarsi in un angolo e aspettare l'arrivo di sua sorella, ma...
Ma lei ora non c'è più...” Ricordò con orrore; invece quelle zanne erano ancora lì.
-L-Lo-Lo-k-ki-sa-sama...-.
Il demone zannuto emise un grugnito che doveva essere divertito.
-I tuoi amici sono spariti, forse hanno avuto il buon senso di tagliare la corda.-.
-N-N-No l-lo-loro no-on lo fa-fareb-b-bero mai...-.
-Beh, mi sa che...- Alzò minacciosamente un pugno, che ai suoi occhi era grande come un macigno: -lo hanno appena fatto!!!-.
-REGULUS IMPACT!!!- Colpito al petto, il mostro volò addosso al muro del piano, facendo tremare tutto.
-L-Leo-sama!- Gioì lei, con il cuore a mille che, se lo sentiva, ancora un secondo e sarebbe scoppiato ancor prima di venire colpita.
-Il tuo potere magico è venuto meno, sono qui con il mio... ma tu sei diventata umana e... una bambina?!-.
-G-Già...- Ma per quale ragione era arrossito così tanto? La imbarazzava?
Poi si rese conto che, mentre lei era diventata piccola, i suoi vestiti no.

No… no...”.
Volette piangere.
-Tu!- La raggelò la voce del Cambiato, che si era rialzato e puntava la mano contro il ragazzo: -Regredisci!-.
Non successe nulla.
-Mi spiace per te, ma in quanto Spirito Stellare sono sempre stato così. La tua Maledizione non ha effetto! E ora, Regulus Gatling Impact!-.
Sarebbe dovuto seguire una serie micidiale di attacchi, ma il demone bloccò il primo pugno con la mano.
-Io non faccio tornare bimbi, io riduco il potere magico. Il cambiamento esteriore è solo estetica!- Detto questo prese Leo per il colletto, se lo mise di traverso sulle sue spalle, tenendogli una coscia e la testa e spingendo verso il basso.
-Ah!!!- Gridò il ragazzo.
-Loki-sama!!!- Yukino voleva andare ad aiutarlo, ma le sue gambe erano come incatenate a terra e non ne volevano sapere.
E comunque cosa potrei fare??? Non-non riesco nemmeno a smettere di tremare!”.
Ma lui poteva salvarsi, bastava che chiudesse il suo Portale! Per quale motivo non lo faceva?
Io.”.
Finché è concentrato su di lui non se la prenderà con me.”.
Si sta sacrificando, sta soffrendo per colpa mia!”.
Allora sfilò un braccio dalla divisa dell'esercito e prese la sua chiave.
-Chiuditi, Portale del Leone! Chiuditi, Portale del Leone!-.
-Che stai facendo???- Riuscì a biascicare lui: -Vattene di qui! Anche se mi spezzasse in due, io sopravviverò!-.
-Ti avevo promesso che non ti sarebbe successo niente! Ti prego, Chiuditi Portale del Leone! Chiuditi!!!-.
-Stai calma, dopo di lui verrà anche il tuo turno.- Sentenziò crudele il mostro.
-No! Non lo permetterò!- Yukino vide che dagli occhiali trapelavano le sue lacrime.
-Non ho salvato Lucy, e non ti ho protetta a Crocus! Almeno oggi, almeno ora, salvati!-.
Ma non poteva e non voleva farlo, l'unica cosa che faceva era piangere e ripetere a vuoto l’ordine. E pianse per qualche secondo come la bambina che era diventata, finché non sentì un palmo tra i suoi capelli.
-Che cavolo, evocarmi con la lacrima di una poppante!-.
-Questa voce... Acquarius-sama!-.
Era lei, imbronciata e tutto il resto; e non era sola: uno dopo l'altro, infatti, comparvero tutti i suoi spiriti.
-Libra-sama! Caprico-sama! Horologium-sama! Deneb-sama!-.
-Pun-pun!-.
-Plue-sama!-.
Un attimo, il pavimento poteva reggerli tutti?
-Umpf! Potete essere quanti volete, non cambia niente.-.
-Ha ragione, lui può...-.
-Lo sappiamo.- La interruppe Acquarius: -Ma tutti insieme ce la faremo. Ora vattene, e cerca di trovare qualcosa della tua taglia.-.
-Ci penserò io a te-denasu.- Qualcuno la prese da dietro e la strinse al petto. Un camice?
-Ophiuchus-sama? Pe-Perché sei Eclipse?-.
-Perché mica ci stavo qui dentro sennò-denasu!- Sorrise lei: -Su, andiamo!-.
-Cosa credete, che te lo permetterò?- Ruggì il demone, ma si trovò davanti Taurus e Aries.
Così Ophiuchus se la mise letteralmente sottobraccio e si diresse verso le scale; un momento, quella era la finestr-
CRASH
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.



Fuori Hargeon, sud-est di Fiore
Lei era diversa da come la ricordava. Non tanto ma...
Ali, delle piccole ali da pipistrello che spuntavano dalle scapole (erano quelle a tenerle in volo? No doveva essere la magia). E poi due cornetti, grandi un dito, anch'essi neri, tra i capelli, e una coda che finiva con la punta di una picca. Il vestito anche quello scuro, e molto succinto.
Sembrava una piccola succube, era carina in realtà.
Molto carina.
-Avanti, Wendy, avanti! Giochiamo insieme, giochiamo insieme!-.
Molto... ca...rina...
Sherria...
Sher...ria...
Cosa?
Cosa le era successo?
-Wendy-sama!- Le esclamazioni dei soldati la riportarono alla realtà. Ma anche Sherria.
-Tsch! Voi non mi piacete!-.
Wendy non seppe come, ma capì subito cosa stesse per fare; allora si riscosse e le andò incontro.
-Aspetta!-.
Una folata le scompigliò i capelli, e sentì urlare alle sue spalle; non ebbe il coraggio di voltarsi, e non ce n'era il tempo.
-Aspetta, Sherria, aspetta!- Si fermò quando vide che tornava a darle retta.
-Va bene, verrò a... a gio...- L'amaro in gola e il salato sulle palpebre l'avvertirono che stava per scoppiare.
Se lo facessi, lei cosa farebbe? Non lo so, non so più niente di lei! Devo trattenermi!”.
-Wendy, tutto a posto? Qualcosa non va? Qualcuno ti ha fatto del male?- La sua voce, anzi, tutto il linguaggio del suo corpo trasudavano di sincera apprensione; eppure Wendy ne aveva...
-No, no, asso-solutamente no! Sherria, che ne dici di scendere? Così giochiamo, ecco... a rincorrerci!-.
-A rincorrerci? No.- Il suo tono di voce cambiò drasticamente, era diventato freddo e crudele, e le sue sclere si tinsero di oscurità. Allargò le braccia, e una brezza sinistra si alzò dalla polvere.
-Sherria?-.
-Giochiamo a combattere. A combattere, sì. È molto divertente.-.
Il vento circondò Wendy e la sollevò in aria; la ragazzina vacillò, ma l'aria stessa la bilanciava.
-Che stai dicendo? Ti prego, amica mia, mettimi giù!-.
-Ti piacerà, lo so, ho giocato così tante volte! Non aver paura, fa male solo all'inizio.-.
-Cosa-Cosa dici? Sherria, so che non sei così! Ti scongiuro, mi fai paura!-.
Ecco, non riusciva più a controllarsi: ma forse era un bene, forse sarebbe tornata in sé se l'avesse vista in quello stato.
Invece la sua voce era più spettrale di prima.
-Le regole sono... divertirsi! Lottare più forte che si può! Cosa c'è di più divertente del crollare a terra??? Tutti hanno sempre riso con me!!!-.
Wendy si sentì gelare il sangue.
-Oh, Sherria! Cosa ti hanno fatto?-.
-DIVERTIAMOCI!!!- Un turbine, anzi, un uragano si sprigionò dalla sua amica, era come se fosse appena scoppiata una burrasca davanti ai suoi occhi. Poi, di colpo, sentì come un pugno sullo stomaco che la spinse verso terra, e tuttavia si scontrò con un muro d'aria che la fece rimbalzare in avanti; un’istantanea di denti stretti in sorriso, quindi ancora in volo ma stavolta in alto.
-Avanti, Wendy-chan! Avanti, avanti! Attaccami!-.
No!” Pensò Wendy, incapace di muovere un solo muscolo mentre veniva sballottata da una parte all'altra.
Non potrei mai, mai farti del male!”.
-Uffa!- Ora l'aveva presa per il collo: -Perché non ti stai divertendo?-.
-Perché...- Le botte si stavano facendo sentire, rendendola inerme tra le sue dita.
-Non ci è mai piaciuto... fare questo... fare del male... anf...-.
-Sherria... ti supplico... ti supplico... smettila...-.
Per un istante, Wendy non diceva gli occhi, ma le sue labbra sembrarono ascoltarla, schiudendosi come dallo stupore. O forse fu solo un'illusione, perché dopo la stretta si rafforzò.
-È la cosa migliore del mondo... ti serve solo una spinta. Mi-Mi ringrazierai, amica!-.
Ancora le stesse grida di prima.
-Ucciderò uno a uno i tuoi amici se non inizi a sorridere!-.
-Eh? Eh? Sherria, no, no!-.
-Rilassati.- Le accarezzò la guancia con delicatezza, ridendo, e questo avrebbe dovuto rincorarla, farle ricordare com'era un tempo, almeno farle smettere un minimo il bisogno di darsi sfogo con le lacrime.
Invece la nostalgia stessa sembrava aver perso la speranza.
-Basta solo che tu... ci dia dentro!-.
Dovette averla colpita con una specie di trivella d'aria, perché il dolore allo stomaco suggeriva questo.
-Ah...- Aveva solo il fiato per sospirare, e si lasciò cadere quando l'altra la mollò. Non sapeva volare, e non provava il desiderio di imparare in quel momento. Arrendersi così, dopo aver visto andarsene i suoi amici davanti agli occhi, dopo aver visto Sherria così ridotta, era forse un male? Chi poteva biasimarla? E gli altri soldati, senza più qualcuno con cui “giocare”, lei li avrebbe lasciati andare, probabilmente. Sì, ormai era finita...
Charle e Lisanna!” Ricordò a un tratto.
Ci siamo promesse di rivederci! E non posso lasciare Sherria così!”.
Pensando a ciò, si preparò alla caduta, giusto con un secondo d'anticipo.
-Urr!-.
Le gambe attutirono il danno, se era lecito dirlo, perché ora rantolava a terra e non vedeva più niente.
Le ginocchia! Le mie ginocchia!!!” Provò a guarirle con la magia, invano, non riusciva a concentrarsi perché non era quella ferita a fare davvero male.
Ed ecco che vide qualcosa, attorno alla quale il buio si stava diradando.
Quel libro.
Di fianco a lei.
Come?
“Non importa.”.

Lo prese con una mano e, puntando i gomiti a terra, si mise sopra di lui.
-Non so cosa sei, non so cosa sono io, ma se puoi aiutarmi, allora, allora...-.
E lo aprì.



In una città a sud-est del monte Zonia, nord-est di Fiore
-Dove sei, Erza, dove sei?- Procedeva a passo di marcia sbriciolando i sassi che pestava e spostando lo sguardo a destra e a sinistra, scrutando a ogni vicolo, arrestando a ogni passo la Nube che la seguiva per evitare ogni rischio.
-Oh, ma non morirai mica per questo, Titania! Tu sei molto, molto più forte!-.
-Avanti, so che aspetti quanto me: vieni fuori! Vieni fuori, tra noi due c'è un legame più profondo dell'odio! Più forte dell'amore! Noi siamo come-uh!-.
Si bloccò, avvertendo una fonte di ethernano, come dire, insolita. Davanti a sé c'erano solo edifici in rovina, carrozze rovesciate eccetera, eppure era per certo da quelle parti.
L'ho già percepita da qualche parte, tempo fa. Non voglio altri insetti sulla mia strada, me ne occuperò alla svelta!”.
Allargò le braccia e la Nube la superò, avvolgendo tutto per decine di metri.
Saettò con i suoi acuti occhi viola dappertutto, aspettando che sbucasse in cima a un edificio.
Invece dove avrebbe dovuto guardare era alle proprie spalle: delle folate la investirono, e voltatasi vide che circa un centinaio sfere viola sospese in aria stava risucchiando tutto il gas.
Certo, adesso è tutto chiaro!”.
Quando le palle presero a brillare più intensamente, Kyouka saltò su un tetto e si protesse gli occhi.
Terminata la miriade di detonazioni, ancora silenzio. Strano, non l'aveva né attaccata mentre si difendeva né si era fatta viva; che non l'avesse ancora individuata?
Improbabile. Piuttosto sta prendendo tempo, che è quello che non voglio concederle!”.
-Avanti, esci allo scoperto, Minerva! Non tollererò oltre i tuoi giochetti!-.
Non uscì allo scoperto, e tuttavia diede segno di averla ascoltata: il pavimento cominciò a tremare, e una runa azzurra apparve ai suoi piedi.
-Mi prendi in giro???- Spiccò un salto e planò su un altro tetto, solo che anche questo si illuminò.
-Sei una vera scocciatura!-.
Si spostò ancora, e ancora e ancora, comprendendo cosa avesse fatto mentre lei si copriva gli occhi.
Quand'era in aria, stufa marcia, allungò gli artigli e li spiegò con forza, tagliando a metà ogni costruzione nelle vicinanze: in tal modo poté atterrare in un piano più basso, ma senza il muro che le impedisse di guardarsi intorno.
Come sospettava, questo non era stato marchiato.
-So alla perfezione dove sono accampati i tuoi compagni: la prossima volta trancerò le loro teste.-.

-Ancora convinta di nasconderti?-.
-No.- Le rispose una voce alle sue spalle.
Ah, eccola lì, in piedi su un palo della luce. Doveva essere una posa da figa? Per favore!
-Pagherai per il tempo che mi stai facendo perdere! Dovrò essere rapida, ma stai tranquilla: ti sembrerà durare un’era!-.
Minerva aggrottò la fronte, ma più per concentrarsi che per preoccupazione; quindi aprì le dita e materializzò due sfere sui palmi delle mani.
-Non ti lascerò procedere oltre, Kyouka.-.
Le labbra dell'Etherious si incurvarono di malizia.
-E perciò mi ucciderai?-.
Minerva trasalì, ma non si lasciò scomporre e lanciò gli attacchi. Lei li schivò con facilità con un paio di ruote.
-Voglio dire, è di questo che si tratta. Noi vogliamo uccidere tutti voi, voi volete uccidere Zeref-sama, e questo ci ucciderebbe tutti. Quindi non ci sarà un trattato di pace, un'alleanza o un improvviso slancio d'amore: dovrete sterminarci, nessuno escluso.-.
-Stai zitta!- Lanciò altre due palle, ma erano lente, indecise.
-Non ti basterà sconfiggermi, dovrai farmi fuori.- La incalzò: -Il problema è che la vostra specie tituba sempre quando si tratta di uccidere, soprattutto se il nemico vi assomiglia, perché siete portati ad identificarvi con le vostre vittime. La paura di morire può inibire la paura di uccidere, e quindi evitate farlo. E così, adesso, non siete pronti!-.
Allungò gli artigli verso di lei, letali come dardi: -Mentre noi sì!!!-.
Però Minerva li afferrò con decisione, e la guardò furente.
-Ti sei scordata che ti ho già eliminata una volta. E poi ti sbagli, ad alcuni di noi piace togliere vite: purtroppo per te, io sono una di questi!-.
-Kukuku!- Ridacchiò l'Etherious: -Forse una volta, ma te lo leggo negli occhi, ti sei rammollita. Non fai fuori qualcuno da troppo tempo.-.
Minerva scomparve, Kyouka sapeva bene che si era spostata nella sua dimensione. Un attacco a sorpresa, eh? Che cosa banale.
Riapparve alle sue spalle, ovvio, lei si girò e le diede un calcio alla coscia, ma lei si spostò dietro, quindi lei le sferrò un'artigliata e così via.
-Se cerchi di sfiancarmi rimarrai delusa!- Nel frangente in cui non c'era, la demoniessa sbatté il pugno a terra creando un'onda d'urto che la fece volare via quando tornò. Le fu subito sopra.
-Ti ho presa!- Premette con una zampa sul suo addome, affondando gli artigli nella carne.
-Kah!-.
Convinta di avere il topo già nel becco, si lasciò andare a parole e stuzzicamenti. Sì, in quel momento la vittoria la inebriava tanto da farle perdere il senso del tempo.
-Vediamo, come posso divertirmi con te? Mmm, dunque, per Erza ho in mente di aumentare la sua sensibilità al dolore insieme al piacere, non voglio rovinarmi la sorpresa con te.-.
-Ah, certo, ho trovato! Caldo e freddo, perché no? Sarà come avere la febbre, solo...-.
Minerva sgranò occhi e bocca, il suo volto si stava imperlando di sudore e un gustoso rossore le colorava le guance.
-...cento volte più forte! Vuoi una coperta, Minerva? O vuoi che ti tolga i vestiti?-.
-T...Tu... non...-.
-Sai,- Proseguì senza darle modo di finire: -tutti pensano che “tortura” equivalga a “male”: idiozie. Ogni vostro senso corporeo diventa un arma, se abusato, e non ne avete solo cinque. Se ti rendessi la vista così acuta da distinguere una cellula dall’altra? Se ti facessi sentire i pensieri di chi ami? Se ti invertissi il senso dell’equilibrio? Sarebbe uno spasso!-.
-T...Ti...-.
-Uh?- Poggiando tutto il peso sulla gamba che schiacciava, si appoggiò con un gomito al ginocchio per farlesi più vicina, e per farle più male. Ma l'avrebbe sentita urlare con tutte le risate che stava trattenendo a stento?
-...sbagli... alcuni... umani...-.
Fufu! Sta ripetendo quello che ha detto prima! Oramai delira! Cosa verrà poi? La curiosità mi uccide!”.
Se non stava attenta, però, qualcos'altro l'avrebbe uccisa: e cioè la runa che era appena apparsa ai piedi dell'edificio.
Cazzo.
Questo è...”.
Un fascio azzurro l'accecò, e si trovò improvvisamente sospesa in un'aria viola.
La sua dimensione!” Localizzò la donna che, verosimilmente senza il controllo della sua magia, stava volando nella direzione opposta apparentemente svenuta. Col cavolo, aveva appena riaperto l'occhio!
Allungò un artiglio e le perforò la spalla, dopodiché ci fu un altro fascio e poi si trovò il terreno in faccia.
-Puah!- Mangiò la polvere e la sputò mista al sangue. Con uno scricchiolio rimise a posto il naso.
Doveva averla piazzata con un timer. Ti sei fatta furba, Minerva, lo ammetto.”.
Però ora sei la mia puttana!”.
Infatti la maga era stesa sulla strada, sanguinava dalla ferita, era certamente svenuta e infine... oh, che stranezza, il suo aspetto non era più da Cambiata ma da umana. Era possibile? Eh sì, veste azzurra davanti e blu dietro, trucco in stile geisha e... niente più benda. Né particelle demoniache.
-Ti sei inventata qualche trucchetto vedo.- Poi scoppiò a ridere.
-Ahahah! Pensi davvero di passare per una normale umana in questo modo? Ahahah! Tu sei un mostro, sei come me!- La raggiunse e sollevò una mano, pronta a calare e sventrare il ratto.
-Perciò ti farò un piacere facendo questo!!!-.

Aspetta un attimo.”.
Qualcosa non andava.
Qualcosa era diverso, doveva essere successo mentre era nel Territory.
Qualcosa cosa?
Il cielo.”.
Sopra di me, in cielo.”.
Alzò lo sguardo e il braccio le crollò sul fianco.
Sgranò le palpebre, e nemmeno si accorse che il suo elmo, danneggiato, era scivolato giù scompigliandole i capelli.
-Che diav
Che diavolo è questo?-.



In ogni zona di Fiore
Tutti, amici e nemici, civili e soldati, si fermarono. Non importava cosa stessero facendo fino a quel momento, fosse combattere o stirare le calze, tutti si fermarono e guardarono in alto.
-Che cosa...-.
-Anf... che significa?-.
-Merda.-.
-Potrebbe essere?-.
-Nyah?-.
-Uhm...-.
-Ghihihihih!-.
-Ohibò!-.
-...-.
-Perdinci.-.
-Quanto costerà?-.
-Oh!-.
TAP
-Bianca, perché ti fermi? Ah! Che cos'è?-.
SNIFF SNIFF
Un sorriso enigmatico si stampò sul volto coperto dal cappuccio.
-Dei vecchi amici.-.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Identity ***


sensi
What doesn't kill you
Makes you wish you were dead
Got a hole in my soul growing deeper and deeper
And I can't take
One more moment of this silence
The loneliness is haunting me
And the weight of the world's getting harder to hold up
[...]
Who will fix me now?
Dive in when I'm down?
Save me from myself
Don't let me drown
Who will make me fight?
Drag me out alive?
Save me from myself
Don't let me drown

(Drown-Bring me the Horizon)

Poco distante da Hargeon
-Pfui!- Barcollando e con molta più fatica di quanto non avrebbe mai ammesso, Ginger si rimise in piedi. Cazzo, le ossa, che male!!!
È più duro di quanto pensassi-dechi.”.
Fece un paio di passi nella sua direzione, ma le gambe cedettero. Stavolta si rialzò subito, e fortunatamente lui non l'aveva vista.
-Che rabbia!- Soffiò a denti stretti, tenendosi lo stomaco con una mano: -E io l'ho a malapena ferito!-.
Lyon intanto si era assorto nel guardare il cielo e borbottava chissà cosa, lo capiva a malapena con le sue orecchie da gatta.
-Anf... non siamo stati noi...-.
Se è per quello, nemmeno noi-dechi.” Pensò Ginger. Ma poi che importava scusa? Stavano facendo un combattimento all'ultimo sangue, mica una passeggiata al parco! Che la guardasse, insomma!
Sul serio, che sta facendo??? Magari pensa che sono stata io, eheheh!”.
-Esattamente, è opera mia!- Esclamò trionfante, con le mani sui fianchi: -Perciò è meglio che ti arrendi-dechi!-.
-Chiudi la bocca, sto pensando.- La zittì lui, facendola rimanere di sasso.
-COME DIAVOLO TI-
PEW
Una scheggia di ghiaccio le era passata proprio vicino all'orecchio. Non l'aveva minimamente visto muoversi.
Meglio non distrarsi.
-Qualunque cosa sia, non importa... ah... il mio obbiettivo è eliminarvi... il resto è cenere che brucia...-.
Cenere che brucia-dechi? Ora vedremo chi brucia!”.
PEW PEW PEW
Questa volta sapeva anticiparle, ma preferì non farlo: si lasciò ferire, e poi le assorbì dentro di sé.
Lyon alzò un sopracciglio e lei allargò le braccia: -Sorpresa!-.
Quindi allungò la mano e rispedì tutto al mittente, in un blocco appuntito grande come una palla di cannone che si schiantò sul suo petto.
Lyon non indietreggiò né urlò, rimase immobile a fissare lo spuntone che lo trapassava; era più stizzito che altro, la sua faccia diceva “questa cretina si è scordata che posso assorbirlo?”, cosa che in effetti fece; allora Ginger schioccò le dita e BUM, il colpo esplose disintegrandolo dalla pancia in su.
-Ahahahah!- Si sganasciò tanto da piegarsi in avanti: -Querubín, un'anima ardente in un delicato involucro di cristallo-dechi! Ahahahah! Ci sei cascato come un pollo!-.
-Scommetto che-Scommetto che hai pensato: “la sto massacrando e non ha alcuna speranza, posso prendermela comoda-dechi”, ahahah! Ma lo sanno pure i bimbi che un attacco a sorpresa può uccidere anche il più temibile degli avversari-dechi, figuriamoci un pappamolla come te!-.
-Devo ammettere che hai ragione.-.
Le si rizzarono tutti i peli del corpo e balzò in avanti come se si fosse ritrovata sui carboni ardenti. No, non ardenti: gelidi.
Lyon riestrasse la sua spada dal terreno, o meglio: la risollevò, dato che il terreno attorno era completamente sparito.
Se mi avesse colpito...” Comprese lei con orrore: “A quest'ora sarei...”.
Un brivido le percorse la schiena, lì dov'era stata sfiorata. E poi una vampata tutto il corpo.
Far tremare me, me, che sono la Regina del Ghiaccio e del Fuoco!!! Non avrai perdono, Lyon Bastia-dechi!!!”.
-Vedo che puoi assimilare il mio ghiaccio... ma questa spada è lo zero assoluto... e tu non puoi assimilarlo...-.
-VAI A QUEL PAESE!!!- Senza pensarci due volte gli diede un pugno in faccia, sentendo il duro del cranio; poi però Lyon sparì in un turbine di neve. Ecco com'era sopravvissuto a Querubín!
Presto il turbine la circondò e Ginger si mise sulla difensiva.
-Hai ragione su due cose...- Lo sentì sibilare.
-La prima è che basta un solo colpo per uccidere qualsiasi avversario... la seconda è...-.
Ginger sgranò le palpebre, il ghiaccio iniziava a ricoprirla bloccando i suoi movimenti; una patina bianca fitta come l’edera coprì il lato destro del suo viso.
-...che io ti sto massacrando...-.
-Dechi!- Infranse la neve con un pugno, e se lo diede così forte da cadere fuori dal vortice.
-Uh... ahh!!!- Il piede di Lyon premeva sul suo stomaco, e la punta fumosa della spada la vedeva proprio sopra il naso.
-Anf...-.
-Che cavolo, mi dai sui nervi-dechi!-.
L'avversario alzò la lama per calarla, ma lei esclamò: -Aspetta aspetta!-.
Lyon si fermò a metà strada.
-Devi prima sapere che… che…-.
-Cosa?-.
Ginger arricciò le labbra: -Niente, nessuna frase a effetto-dechi.-.
Lyon trasalì nel vedere il ghiaccio che si stava diramando attorno a Ginger.
-...tu-
La ragazza diede un pugno infuocato al terreno, che si frantumò e la fece cadere per qualche metro.
Lyon arretrò di un passo per riaffacciarsi subito, ma lei lo anticipò sparandogli contro una palla di fuoco che lo mandò gambe all'aria.
-Ah-ha!- Gioì rialzandosi e vedendolo a terra. Prima che si rialzasse, gli balzò addosso con un cazzotto infuocato, gli si sedette sopra e prese a colpirlo a raffica.
-Tatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatata!-.
Era così forte e veloce che Lyon non opponeva alcuna resistenza e si lasciava battere come una bistecca.
Prendi prendi prendi! Non sparisci più, vero-dechi? Vero???”.
Un attimo, perché non sparisce?”.
ZAM
-Uogh!- Ginger si irrigidì, la bocca inondata di sangue e la pancia perforata da una lastra di ghiaccio.
Lyon, come se niente fosse, strisciò indietro liberandosi dalla sua presa, si rimise in piedi e la prese per i capelli. Ginger provò a reagire, ma era rimasta completamente spiazzata. La spinse e lei scivolò indietro, arrivando a toccare con la schiena la base dello spuntone. Soprattutto l’aveva messa in ginocchio, quel verme impudente: quell’umiliazione era la ferita peggiore..
Lyon, di nuovo con la spada in mano, la fece roteare in aria e si preparò a infierire; allora Ginger mise le mani sulla lastra e usò la sua magia per allungarla, trafiggendo a sua volta Lyon.
-Khh!-.
Ecco, questo è quello che si prova-dechi!”.
Il suo braccio cadde inerme sul fianco ma poi, faticando, prese la lastra tra le mani.
Sapeva bene cosa stava per fare, perché l'avrebbe fatto anche lei: iniziarono ad assorbire l'uno il ghiaccio dell'altro, cercando di accaparrarsene il più possibile. Aspetta, ma quella era la sua occasione! Ora era indifeso, poteva colpirlo e poi prendersi lei il bottino... Oppure poteva morire provandoci: beh, mi sa che stava per scoprirlo.
-Gato Diablo: Belcebú!- Allungò due dita e lanciò una spira di fuoco, prendendolo in pieno; si sentì subito sfiancata, ma senza più il contendente risucchiò tutta la stalagmite.
Avrebbe voluto poter dire di stare molto meglio, ma in realtà era semplicemente un po' più in vita di prima; comunque, da come Lyon si premeva la faccia, lui era decisamente molto meno in vita di prima.
Vediamo se resisterai anche a questo-dechi.” Ginger si focalizzò sul suo braccio destro, circondandolo di una spina gelata a mo' di lancia.
-Uriel.-.
Stessa cosa col sinistro, solo con un'area fiammeggiante.
-Lilith.-.
Lyon la spiava con l'occhio sinistro, continuando a premere sul destro, con un misto di rabbia e agonia. Vederlo così la faceva sentire come un gatto col topo.
-Che c'è, il Diavolo di ha mangiato la lingua?-.
Finalmente si scoprì il viso, e quello che vide... diciamo che il Diavolo mangiò anche la sua, di lingua.
La carne dal sopracciglio in su era bruciata e scopriva i muscoli, tutto il resto era contratto in una smorfia che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque; o almeno, a chiunque non fosse lei. Comunque, passandosi la mano sul viso, una patina di ghiaccio ricoprì la ferita facendola sparire.
Lyon allargò le braccia facendo comparire altre due spade, poi sotto le ascelle si formò un altro paio di braccia di ghiaccio, anch'esse armate. Infine il suo corpo si coprì di scaglie azzurre, gli crebbe una coda lunga una gamba e le sue pupille diventarono sottili, rettili.
-Tu cossssa dici?- Sibilò, e la sua lingua era biforcuta.



Bosco, sede di Tartaros
La mano di Natsu accarezzò il pomolo del trono, poi lo strinse con vigore. L’odore di ossa fuse pervase le sue narici; un tempo gli dava piacere, ma ora semplicemente lo infastidiva. Come molte altre cose.
Il crepitio durò qualche secondo, poi cessò e nella sala tornò il silenzio di poco prima.
Adesso però End era molto più comodo. Strano che non ci avesse mai pensato prima.
Socchiuse le palpebre, ma le sue pupille saettarono sulla ragazza che era in piedi di fianco a lui.
-Tu che mi racconti? Hm!- Sogghignò sapendo che non poteva rispondergli. Le sue corde vocali erano state sigillate. Ora faceva solo la bella statuina.
-Natsu… Natsu!-.
Il Cremisi storse la bocca, sentendo una fitta in petto; era successo proprio quello che voleva evitare: ricordare la sua voce.
-Mettiti davanti a me.-.
Obbedì, così la poté guardare a pieno. Il suo aspetto era cambiato, certo, ma chiunque l’avesse già conosciuta non avrebbe avuto dubbi sulla sua identità. Anche se ne sarebbe stato disgustato.
-Spogliati.-.
Rimase nuda dalla vita in su. Natsu tentò di concentrarsi sul modo in cui lei interpretava gli ordini.
-Colpisciti.-.
SLAP
Si era data uno schiaffo in viso. Quindi aveva associato il colpire a uno schiaffo. Conoscendola si sarebbe aspettato uno dei suoi kick…
-In ginocchio. Fallo di nuovo.-.
SLAP
Natsu alzò un angolo della bocca: se l’era dato così forte che la sua testa si era girata, e in assenza di un ordine non l’aveva più mossa. In questo modo, lui era rimasto con gli occhi puntati sulla sua guancia arrossata. La sfiorò con le nocche, sentendo il freddo; tutto era freddo per lui, ma non di quel tipo.
Non di quel tipo.
CLOMPCLOMPCLOMP
Dei passi affrettati gli fecero abbassare lo sguardo. Mirajane stava uscendo dal suo laboratorio privato, doveva aveva “segretamente” messo Sayla, e si stava dirigendo verso l’uscita.
Avrebbe potuto fermarle in qualsiasi momento. Perché non l’aveva fatto?
Perché avrebbe dovuto?
La salutò tristemente con un cenno, e lei sparì dalla sua vita. Vista. Stessa cosa.
Era un re con una corte di cadaveri.
Strinse la mano sulla sua faccia, mettendole un dito in bocca e uno vicino l’occhio. Cominciò a premere e a girare; lei seguì la sua spinta senza opporsi né gemere. Strinse tanto da gonfiare i bicipiti, ma dopo qualche secondo si rilassò.
La trasse verso la patta dei pantaloni, fermando la faccia a un centimetro dal tessuto.
-Posso farti fare ogni cosa, eh? Dolore, piacere, vita e morte: ho il completo dominio su di te. Cosa si prova a non provare nulla? Che cosa senti, Lucy? Mi odi per questo? Vorresti almeno farlo?-.
-Natsu!-.
-Ti ho uccisa!- Le urlò in faccia: -Vuoi smetterla di entrarmi nella testa???-.
Lei restò impassibile, non ricambiava il suo sguardo, ma lui poteva vedere bene i suoi occhi.
Si allontanò, trovandosi con la schiena sullo schienale.
Tsch. Era di nuovo scomodo.



Nella città a sud-est del monte Zonia
-Clava del Drago di Ferro!-.
Questa volta gli spaccò i denti, ed Ezel (finalmente si era ricordato il nome) non ebbe neppure più la forza di infuriarsi. Rimase a terra a contorcersi come un pesce fuor d'acqua, uggiolando e imprecando.
-Uh uhano! Home huò uh hiheo uhano hahhermi?-.
Un misero umano?” Pensò Gajeel tra sé e sé: “Non ha nemmeno capito chi sono. Non ha mai brillato per cervello, già.”.
Ehi, ora che ci penso... ah! Forse ha addirittura ragione, non è mai stato un essere umano a sconfiggerlo!”.
Mise le mani in tasca e guardò il cielo, quel bizzarro fenomeno non era ancora passato. Qualunque cosa fosse, lo faceva diventare nostalgico.
-I Quattro Cavalieri dell'Apocalisse.- Disse, senza spostare lo sguardo: -Ricordi chi sono?-.
-Home ohi?- Oh, gli era tornata la voce: -Home ohi hohahare(profanare?) huel nohe???-.
-Ghihihihih! Lo prendo per un sì! E che mi dici di un certo “Gajeel Senza-Faccia”?-.
-Quello è il vice del Master, il secondo demone più potente mai creato!- Farfugliò, ovviamente con molte più h, a Gajeel toccò parafrasare: -Se arrivasse qui per te sarebbe la fine! È cento, che dico, mille volte più forte di me!-.
Facciamo pure duemila.”.
-Guarda che ti sbagli.-.
-Eh?-.
Sghignazzò per cinque-sei secondi: -Ho detto che non ne hai azzeccata una.-.
Ezel digrignò i denti (che non aveva più) e si rimise dritto, ma le gambe(?) avevano altri programmi e lo ributtarono giù.
Che scena misera.
-Ti racconto una storia...-.



Fuori Hargeon
-Ooh! I fuochi d'artificio! Beeeelli!-.
-Wendy, hai visto, hai visto Wendy che belli che sono?-.
-Wendy?-.
Niente, nessuna risposta? Daaaaiiii, aveva già vinto? Che nooooiaaaaa! Noia noia nooooiaaaaa!
Così poco, aveva voluto giocare così poco, anche con quello che veniva dopo? Poteva giocare di più, poteva impegnarsi di più, impegnarsi come lei, uhh, lei si era sempre impegnata al massimo, eh, ma aveva perso sempre, velocemente, era una noia, Sherria era noiosa come Wendy e non si era mai impegnata perciò aveva perso e quindi quello che veniva dopo, ah... no, no dai, stavolta no, stavolta ce l'aveva messa tutta, non picchiare Sherria, non picchiarla, Wendy non picchiare Sherria non picchiare Wendy, voleva solo giocare e non annoiarsi perché annoiarsi era brutto, e chi si annoia vince e Sherria perde e oh, che belli i fuochi d’artificio, belli vero Wendy?
Wendy?
-Dove sei, amica mia?- Guardò in alto, in basso, a destra e a sinistra e di nuovo in alto, ma non c'era più. Oh, no, si era rotta?!? No, Wendy no! Rompersi era brutto, e poi doveva aggiustarla ed era bruttissimo, più di perdere! Wendy rotta no! Scusa Wendy scusa Sherria se lei ti aveva rotta!
Ma no che non l'aveva rotta, era laggiù! Fiuuu! Meno male, però aveva perso e doveva pagare, era un po’ triste ma le regole erano...
Eh?
Dov'era finita?
Ah, eccola lì, si era spostata dietro, non l'aveva neanche vista. Oh, che brava, adesso volava tutta da sola, quando aveva imparato?
Oh... oh! Vuoi vedere che gioca ancora? Ok, le concederò la rivincita, però solo perché siamo amiche eh!”.
Sherria aggrottò la fronte, che strani i suoi capelli, d'un tratto erano diventati viola. Prima erano blu, se li ricordava bene, le piacevano tanto blu. Beh, non le stavano male nemmeno così, magari poteva farlo anche con lei, uhm... no, rosa erano meglio. Ihihih, a volte diventavano tutti rossi e appiccicosi quando perdeva, quelli no che non erano belli! Kukuku, non faceva ridere.
-Ehi, perché non ti giri di qua?- Voleva chiedere, infatti era girata, invece non ci riusciva. Eh? Non riusciva a parlare? Con la gola spingeva ma non usciva niente, però sentiva tipo caldo in bocca. Oh, come quando perdeva! Ma lei mica aveva perso, che stranezza. Caldo in bocca, caldo in bocca, e anche bagnato, mumble mumble, c'era la spalla che pizzicava anche...
-Keheheh! Il Dio ti ha stremato, piccola succube! E adesso viene la parte divertente...-.
Ah! Che paura, che paura, che brutti ricordi! Non è giusto, non è giusto che ho perso, hai barato Zancrow! Non vale!!!”.
-
Ehi…
Cos'era quella cosa che aveva in mano Wendy?
-Mmm... va bene, hai ragione, hai ragione. Dai, ti aiuto.- Le porse la mano e lei, slumacata a terra, stava per scoppiare di gioia: “Questa volta non ho perso, questa volta non ho persooooo!pensava esultante.
Nonono, non ci cascare, non ci cascare!!!”.
-
Cos'era quella cosa lunga e sporca che aveva in mano Wendy?



-...c'era una volta un mago malvagio, che voleva ardentemente morire.-.
-Ci aveva provato in tutti i modi: decapitandosi, annegando, rompendosi l'osso del collo; ma non ci riusciva.-.
-Non poteva farcela da solo e nessun essere al mondo poteva aiutarlo, così si convinse che doveva crearne uno nuovo.-.



Alzò la mano, allungò tutte le dita tanto tanto fino a farsi male anche se sentiva che il braccio voleva cadere giù, ma lei resistette, resistette, non aveva perso e perciò resistette, poi finalmente: ecco, l'aveva preso!
-
Caldo in bocca, e la spalla pizzica.
La spalla, sotto la spalla, pizzica forte, fortissimo.
SANGUE, PICCOLA SUCCUBE-
Cos'è quella cosa sporca che hai, Wendy???”.



-Racimolò alcuni cadaveri e iniziò a trasformarli: lavorò per anni finché non diede vita al più spaventoso mostro demoniaco mai esistito, l'apoteosi del suo genio, il primo di una stirpe. Ma...-.
-...prima ci furono i prototipi. Gli esperimenti, gli aborti. Un paio se li prese a cuore e li tenne con sé nel suo impero al di là del mare, altri li uccise lui stesso. Però ce ne fu uno... oh, quello non poteva ammazzarlo, quello era troppo forte.-.



Zancrow la strinse con forza, poi mise un piede sulla sua spalla.
-Keh! Ci sei cascata!!-. 
Tirò.
-No non
CRACK
-WHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Mano mano in mano Wendy bocca rosso braccio



-Di Gajeel il Senza-Faccia si diceva che la sua crudeltà verso gli umani fosse pari a quella di End, e allora di questo si disse che lo equivaleva nei confronti dei demoni: non appena ne incontrava uno lo faceva a pezzi in pochi istanti, soltanto gli altri Cavalieri e End potevano tenerle testa. Degli umani non si interessava, era come se non li vedesse, ma bastava la sua aura demoniaca a distruggere un'intera città.-.
-Per neutralizzarla i draghi dovettero farla regredire più di tutti: Sting e Rogue erano piccoli già da morti, ma lei avevano dovuto rimpicciolirla di molti, molti anni, e stravolsero completamente il suo carattere: diventò gentile, timida, pacifica, buona. Un pezzo di pane, davvero adorabile.-.
-Mmm... considerare demone quella cosa è riduttivo, in fondo in fondo hai ragione nel dire che Gajeel era il secondo degli Etherias. Tuttavia, se la consideriamo come tale, allora bisogna rettificare.-.



È IL MIO BRACCIO!!!”.



-Gajeel il Senza-Faccia era il terzo Etherious per potenza; End il Cremisi, il Re dei Demoni e vattelappesca era il secondo, ma colei che stava al primo posto...-.



LEI HA IN MANO IL MIO BRACCIOOOOOOOOOO!!!”.



-Era Wendy Marvell, l'Armageddon!-.



*     *     *



-Sapete, pensavo mi avreste dato più filo da torcere.-.
Nella pianura arida del centro-est
Torafuzar strinse la presa sul cranio di Dobengal; il ninja si agitò, batté i pugni contro quello nemico, ma era inutile.
-Fermo!- Esclamò Orga.
-Perché dovrei? Mentre voi due mi distraevate con i vostri patetici attacchi, costui mi ha attaccato alle spalle. Perché dovrei risparmiare un nemico senza onore?-.
Orga sussultò, ricacciando un ruggito giù per la gola. Rufus, dal canto suo, era rimasto senza parole.
Non ho memorizzato... niente.”.
Non mi ha dato nulla, nulla da copiare, ci ha battuti con le sole abilità fisiche.”.
Curiosamente, in quel momento le labbra squamose di Torafuzar si curvarono in un sorriso divertito.
-La tua faccia è disperata, mago menestrello. Non sono un cultore del sadismo, e tuttavia in parte mi allieta. Quella tua magia, Memory Make, scommetto che è molto forte tra voi umani; ma contro di noi...- Chiuse il pugno tanto che Rufus sentì le carni del compagno comprimersi: non avrebbe resistito ancora molto.
In un ultimo, disperato tentativo, Dobengal incantò i pugni per dare loro più forza, ma senza esito. Però, vedendo ciò, a Rufus venne in mente una cosa.
Con la telepatia disse a Dobengal di fingersi morto, poi lanciò un fulmine addosso al demone; come prima, lui rimase in piedi senza accusare nessun danno, ma imbufalendosi di più.
-Ehi, cosa pensi di- Lo colpì ancora, ancora e ancora, finché Orga non lo scosse urlandogli di smetterla, che così ammazzava anche Dobengal. Aveva tanto voluto dare l'impressione di aver perso la testa che la stava perdendo davvero. Torafuzar emanava saette da tutti i pori, Dobengal non si muoveva.
-Mmm...- Mugugnò il demone, poi guardò il torso penzolante del mago e, stizzito, lo gettò via. Lui cadde scompostamente come un sacco di carne. Un’ottima recitazione…
-La farò finita con voi.-.
Rufus fece un passo all'indietro simulando (o forse no?) stupore, Torafuzar si piegò in avanti per caricare; Rufus si preparò, stava per decidersi il tutto per tutto.
-Ehi, amico,- Gli fece Orga: -spero che la cretinata che hai in mente funzioni.-.
Quando l'Etherious fece il primo passo, vide che la cretinata aveva funzionato.
-GUAH!!!- Lo squalo gigante si era contratto, il suo corpo era attraversato da numerose scosse nere.
-Eh?- Grugnì Orga, e lui gli spiegò: -I tuoi attacchi non si sono mai scaricati sul terreno: immagino che l’esterno del suo corpo sia isolato. Ma tutta quell’elettricità non può essersi dissipata tutta, quindi è rimasta là dentro, ed è bastato farlo muovere per innescare le scariche.-.
-Ah...- Annuì lui, probabilmente non ci avevo capito niente. Torafuzar, intanto, era crollato al suolo privo di vita: non poteva essere altrimenti, i suoi organi interni dovevano essere fritti.
-Aspetta, ma se è coperto di isolante, i miei attacchi non avrebbero dovuto ferirlo; o no?-.
-Già, acuta osservazione. Penso che tu l'abbia sciolto con tutti quei colpi al petto: l'elettricità brucia oltre a fulminare. Ovviamente la mia teoria poteva essere sbagliata, ma a questo punto dovevo rischiare.-.
-Uhh... non potevi farlo prima?-.
-Dobengal!- Il ragazzo si era rialzato e camminava a tentoni, lo raggiunsero immediatamente lasciandolo crollare sulle loro spalle.
-Ho bisogno... di sdraiarmi... e una mela... tante mele...-.
Si voltarono per tornare dal resto del plotone, che avevano debitamente tenuto lontani; ma, mossi pochi passi, sentirono un impatto alle loro spalle e un'ombra due volte più grossa di Orga li sovrastò.
Cosa?”.
Un ruggito, e poi-



Oak Town
Gli artigli di Toby esplosero per l'ennesima volta e, per l'ennesima volta, lui li fece ricrescere; così, sempre per l'ennesima volta, il ragazzo-sciacallo latrò furibondo.
-Farò esplodere voi, le vostre famiglie e ogni vostra futura generazione!!!-.
-Ora basta, arrenditi.- Gli intimò Yuka, stufo marcio di quello scontro che si era prolungato troppo.
-Morirete, morirete tutti, verrete inghiottiti nella più profonda delle spirali oscure! E vi ci spedirò io, maledizione!!!- Jackal batteva i pugni sul terreno per la disperazione, con un ritmo via via decrescente, come i suoi ansimi.
-Toby, vai.-.
-Piantala di darmi ordini!-.
-Mmm...- Girando gli occhi lo circondò con le sue onde, così poté attaccare senza timore delle bombe; il demone si difese come meglio poté, ma finì con le spalle al muro (letteralmente, quello di una casa) e il mago lo trafisse ai fianchi.
-ARGH!-.
Toby tornò da lui con un balzo, mentre Jackal si accasciò senza un lamento, lasciando sulla parete una macchia nera tirata.
-A questo punto dobbiamo semplicemente finirlo.-.
-Oooon!-.
Si fecero più vicini, quand'ecco che lui prese a mugugnare qualcosa. Altre imprecazioni o insulti?
-È la natura... è la legge della natura... noi camminiamo e schiacciamo gli insetti... le erbacce, i cadaveri, i deboli... è così...-.
-Hai ragione.- Disse Yuka: -Peccato che quelli in cima alla catena alimentare siamo noi, non voi mostriciattoli sintetici.-.
Jackal soffiò un ciuffo di capelli che, sporchi di sangue, gli si erano incollati in bocca, e poi...
Sorride?”.
-Eheheh... catena alimentare... cosa credi, che si tratti di cibo... che si tratti di... uhm, della missione?-.
Yuka notò che le sue mani tremavano, cercavano di muoversi e alla fine, lentamente, si alzarono. Guardò perplesso il compagno che fece per allungare di nuovo le unghie, ma non parve riuscirci.
-Di Zeref, di istinto... chi se ne fotte, tutte cazzate... tutte cazzate...- Ora le braccia, i piedi, le gambe, tremavano e tornavano a muoversi, eppure non avrebbe dovuto nemmeno poter respirare in quelle condizioni.
L'Etherious, tremando, si appoggiò sulla parete per rialzarsi.
-Io uccido da quando ho memoria... perché mi piace... perché lo voglio... perché adoro vedere gli uomini esplodere, le donne contorcersi, i bambini svanire nella polvere, i paesi crollare... io calpesto voi inutili scarafaggi non perché devo, ma perché è la cosa più bella al mondo, perché esistete per questo, per il mio personale piacere!-.
Piantò le unghie e si rialzò del tutto, i tremori andavano scemando e così i flutti di sangue.
-Questa è la natura... volontà e piacere... i forti possono permetterselo... e a voialtri non resta che crepare!-.
Yuka e Toby arretrarono di un passo, due passi, ma lui non si distanziava perché diventava... ecco, più grosso. Le membra, il petto, persino il muso diventava più muscoloso e si allungava e sbavava come quello di un animale.
-Vi farò brillare, detonare e poi svanire, e ballerò sulle vostre ceneri!!!-.
-Questo non è possibile!- Si scandalizzò l'ex-Lamia Scale: -Toby, che cosa...-.
-Non riesco a usare la mia magia! Cosa sta succedendo, grr???-.
L'unica scelta era annullare qualunque maledizione stesse usando, ma allungò le braccia a vuoto.
-Come?!-.
STOMP STOMP STOMP
L'Etherious avanzava calpestando e tritando i sassi, l'aria stessa si stava comprimendo intorno a lui: la terra stessa sembrava tremare di paura.
Yuka cercò ancora una volta di colpirlo con le onde, invece notò con orrore che il suo braccio si stava illuminando, e così tutto il corpo; per di più sentiva caldo, un caldo scottante sotto la pelle. La stessa cosa stava succedendo a Toby.
STOMP STOMP STOMP
Più Jackal gli si faceva vicino e più la situazione era chiara, come se nelle sue bestiali sclere bianche leggesse le sue intenzioni.
Tutto ciò che toccava diventava una mina; loro dovevano esplodere; lo avevano colpito con tutta la loro magia.
STOMP STOMP STOMP
Gli incantesimi, l'avevano colpito e quindi l'avevano toccato, la loro magia l'aveva toccato...
STOMP STOMP STOMP
La loro magia era diventata esplosiva, lui la stava facendo brillare adesso, la bomba era tutto il loro corpo!!!
STOMP STOMP
STOMP
GRIN
I denti di Jackal sibilarono in un ghigno che confermò ogni sua,
oramai, terrificante certezza.

-Siate il mio piacere!-.
Poteva vedere le proprie vene, pensò solo a questo, e tutto si tinse di giallo.



Oshibana
Acquattata all'ombra di un armadio, Kagura sbirciò in strada. La truppa di demoni si era sparsa, incerta tra il riunirsi e il continuare a cercarla; aveva fatto dei buchi su tutti gli edifici del vicolo, ergo avrebbe potuto teoricamente schizzare dappertutto, per quello che ne sapevano...
E che hanno visto.” Aggiunse sorridendo.
Vediamo che ordine seguire... prima quello, poi quello là, il ciccione, l'uomo toro... tam, tam, tam, ok, sono pronta.”.
Ohi-ohi, arriva il tizio di prima!” Al solo vederlo, ecco riaprirsi le ferite. Il soldato più vicino gli spiegò la situazione, e non prese bene il fatto che ne avesse già fatti fuori metà: a dirla tutta, diede il suo contributo.
Devo colpirlo, adesso!”.
Fece saettare Archenemy da tutte le parti, apparentemente a caso e troppo velocemente perché potessero identificarla, riuscendo a destabilizzarli tutti: anche Zero. Sapevano bene cosa stava per avvenire, e infatti avvenne: uno a uno ebbero la gola tagliata, un buco in petto, un cervello in meno e infine...
-Ah!-.
Le scappò questo verso di stupore, con l'unica mano rimasta Zero aveva fermato Archenemy. Dietro la schiena.
-Deficienti, è solo la sua spada!- Sbraitò, puntandola inavvertitamente contro di sé.
Bravo, così, così!”.
Zero si accorse con un solo secondo d'anticipo che la lama stava brillando, e con una spazzata la allontanò da sé.
Il raggio laser tracciò un arco in orizzontale; per un secondo non accadde nulla, poi tutti i demoni rimanenti caddero indietro dalla vita in su, mentre le loro gambe in avanti.
Sempre meglio di niente, ma sarebbe stato ancora meglio se avesse eliminato lui.
Le mie ferite sono quasi guarite, ancora pochi istanti e...” Ma non ne ebbe nemmeno uno: venne accecata da un fascio viola e si ritrovò a precipitare nel vuoto.
Nervi saldi, atterrò sulle gambe, stropicciandosi le palpebre fino a vederci di nuovo. Era stato un bel flash…
La città è distrutta?!” Ne rimaneva una macchia nera tipo di fuliggine, ogni manufatto o cadavere era scomparso; in lontananza scorgeva gli abitanti (evacuati, come quelli delle altre città) immobilizzati dall'orrore, e Zero era...
-Eccoti qua.- Lui era rimasto immobile, con la katana in mano e un accenno di sorriso tra le labbra; ma lo capì subito, si trattava di una compostezza fragile quanto un castello di carte.
Prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, Kagura usò la telecinesi sulla sua arma cercando di trafiggerlo; Zero fu sufficientemente accorto da scagliarla via, ma lei la fece riposizionare davanti a lui.
Ora sarò io a ridere!”.
La lanciò in numerosi affondi, che lui evitava quasi li prevedesse; la fece roteare all'altezza del suo collo, ma lui si piegò di lato e gli tagliò solo un ciuffetto di capelli; tentò con ogni stile di spada che conosceva, sempre invano.
E lei intanto aveva il fiatone.
Non mi arrendo!!!”.
Ricominciò la danza, ma Zero era come se si divertisse, quasi il suo fosse un gioco.
Fai pure, lasciati distrarre!” Creò una propria copia alle sue spalle, con tanto di spada. Il Cambiato non si era accorto di nulla, “lei” era troppo veloce, poteva funziona-
-re
-Umpf!-.
Zero rimase fermo un momento, poi estrasse la vera Archenemy dal petto del clone, che svanì in polvere.
Lento quanto prima era stato veloce, Zero si voltò, facendole osservare gradualmente tutta la sua espressione sadica e compiaciuta.
-Non sei malaccio, ragazzina.-.
Non
era
male??
-E non è ancora finita!!!-.
Agitò il braccio come se tenesse la spada in mano, facendola muovere al doppio della velocità rispetto a prima; il demone si difese come aveva già fatto, usando le due dita. Ma, nonostante tutta quell'energia, i suoi capelli non si alzavano al vento, la sua bocca non si contorceva, le sue palpebre non sbattevano per lo sforzo. Quello che per lei era fatica, per lui era un pratico... ma normale... esercizio...
Un esercizio.
UN ESERCIZIO!!!
-PEZZO DI M
CRONCH
Fu il suono della sua mandibola, stretta tra il pollice e l'indice di Zero; e fu il suono di tutte le sue ossa nel sollevarsi bruscamente. Le punte delle sue scarpe cercavano avidamente il suolo, distanti solo qualche soffio, e quell'insulto era rimasto mozzato in gola, ma si faceva strada, piano piano, uscendo come sospiro. A mano a mano il suo ventre si abbassava, e gradualmente le forze le venivano meno.
Teletrasporto. Deve avere usato... il teletrasporto... ah...”.
Provò a divincolarsi, ma era inutile, e la vista si anneriva sempre di più...
Flash
Questa è la mia spada
-Erza!-
-GERAAAAAAAAAARD!!!
Diventerò più forte
-Salva Millianna, ti prego!
Sono stata debole
...Non merito questa spada
-Non è vero, Kagura-nee-chan!
Ti giuro che
-Er...za...
Ti giuro che
PAT PAT
-Erza, non scompigliarmi i capelli!
proteggerò tutti
-Diventerai più forte di me, un giorno
tutti quanti
con questa spada
-Kagura!-.
Ar...che...ne...my...”.
Ed ecco che...
come dire...
era come se la spada le stesse rispondendo...
come se,
come se...
Oh, per la miseria!”
Con le forze che le rimanevano la fece saettare verso di lei, per trafiggerlo; e forse funzionò, perché la presa si allentò e poté finalmente divorare prezioso ossigeno.
-Ah!-.
Quello che vide le fece accapponare la pelle: il viso di Zero si era congelato in un ultimo, fatale sogghigno.
Si riscosse subito, cercando di aprirgli la mano: come poteva essere già così rigido? Era morto da neanche un-
Oh.
-Che peccato, era un bel tentativo.-.
Come? Come ci è riuscito???”.
Poi vide che aveva fatto esattamente la stessa cosa di poco prima: aveva preso la spada dietro la schiena, e ora gliela mostrava... con la mano che non aveva più. Che non avrebbe dovuto avere più.
-Una vita di ricambio e un corpo di ricambio, persino più forte del primo; ma per te non è affatto così!-.
-AAH!!!- Urlò lei, sentendosi trapassare la coscia sinistra dalla sua stessa spada. Quando la riestrasse, non aveva più le energie nemmeno per gridare.
-Credimi, fremo dal desiderio di distruggerti. Distruzione, mmm, che bella parola! Sì, annichilirò ogni forma di vita! E inizierò con quelli che ami...-.
Cosa?!
Il paesaggio cambiò di colpo, ora erano sospesi in aria, a una decina di metri dal suolo a guardare in basso. Dovevano essersi teletrasportati di nuovo... Un attimo, ma si trovavano a-
-Ma che bel castello...-.
-No! Non ti azzardare a fare nulla!-.
-Oh, io credo invece che farò molte cose. Tu aspettami qui!- La spinse indietro, incastrandola nella parete del palazzo e rompendole qualche costola; dopodiché tirò indietro la spada, appoggiò la lama sopra la sua coppa destra e l’affondò fino all'elsa.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!-.
La lasciò lì a penzolare nel vuoto e si allontanò, girandosi verso la città.
-Guarda guarda, sta arrivando gente. Eh, non ce la faranno in tempo! LI DISTRUGGERÒ, LÌ DISTRUGGERÒ TUTTI!!!- Unì le mani creando una piccola sfera verde, che ingrandiva allargandole.
Dannato, dannato, DANNATO BASTARDO!!!”.
Kagura riuscì a prendere il manico e spinse fuori, nonostante ogni millimetro guadagnato fosse una nuova scarica di dolore.
No! Non fa male non fa male non fa male per niente!!!” Riuscì a tirarla fuori del tutto e, cadendo, gli balzò sulla schiena. Sgolandosi più che mai, lo trafisse al cuore.
-Bluagh!- Zero sputò del sangue, e la guardò con occhi che sprizzavano una sola parola: distruzione.
-Ti ho già detto che ne ho due! Mi rendi solo più forte!!!-.
-Allora ti ucciderò due volte!!!- Alzò la spada per colpire di nuovo, ma il Cambiato ne approfittò per scrollarsela di dosso e farla cadere.
-Prendi questo allora!- Le lanciò contro la sfera, lei non poteva evitarla, non riusciva nemmeno a stare dritta: le forze che aveva miracolosamente recuperato si erano g esaurite.
Sono finita!” Si protesse istintivamente il viso con le braccia, sentì un gran freddo, si aspettava scottasse e invece no; pensò di essere morta e ne fu furiosa, si era fatta tirare le cuoia come niente!
"Un momento, se sono arrabbiata, come faccio a essere morta?”.
E infatti, riaperti gli occhi, vide che non era successo niente; solo Zero sembrava un bel po' stupito.

Ehi ma... ma che mani aveva? Fucsia? Metallo? Una-un'armatura? Un'armatura lei? Tutto il corpo ne era ricoperto, toccandosi intorno si accorse di avere pure una cuffia tra i capelli, che assurdità era?
Que-questo è...”.
D'istante si sentì inondare di nuova energia magica (o forse era demoniaca, se lo sarebbe chiesto poi), i lividi smisero di farsi sentire, e infoderata al suo fianco notò la sua fedele Archenemy. Si stava tenendo in volo grazie a due razzi sotto le suole, non sarebbe riuscita a rimanere in equilibrio se non avesse sentito di possedere un'esperienza la quale, chiaramente, non era sua.
Allora era lei, era lei anche prima!”.
Provò un grande bisogno di riprendere la spada e usare una certa magia. Non poteva che essere un'idea di quella lì.
Ho capito...”.
-Spada delle Sette Stelle!- La lama cominciò a caricarsi con una velocità inaudita, solo che invece di essere luminosa diventava progressivamente più scura.
...Malvagie...” Completò controvoglia. Di diverso dall’altra volta non era solo il colore o la qualità, sapeva di poter incanalare l'incantesimo nella katana invece che rilasciarlo di botto.
-Si può sapere dove hai tirato fuori tutta questa energia???- Ruggì Zero, non doveva piacergli la sua nuova espressione risoluta.
-Chissà, un po' qui e un po là.-.
-Basta, ti distruggo!!!- Spalancò le braccia, generando come un'onda di fantasmi scheletrici che si avventarono su di lei; uno spettacolo terrificante, da oltretomba, ma Kagura si sentiva piena di un coraggio che, seppur alieno, non aveva intenzione di rigettare.
-Fatti sotto!!!- Kagura si gettò alla carica, spazzando un fendente e tagliando a metà l'onda, passandovi attraverso e trovandosi davanti il grugno incredulo dell'avversario.
-PUTTANA!!!- Stavolta utilizzò entrambe le mani, entrambe le coppie di dita ritte, ma lei le tranciò via con un unico taglio. Era sorpreso, lei pure, ma non gli lasciò tempo di soffrire.
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
ZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAM
Tagliava e colpiva, colpiva e tagliava, tracciava grandi solchi come un bambino con una matita, e continuò fino a sentire i guanti fondersi dal contraccolpo e i calli alle dita dolere di nuovi calli. Allora, e solo allora, si fece indietro.
-Anf, anf, anf...-.
Zero rimase fermo, congelato nel tempo, gli occhi sgranati e i denti aperti forse dalla sorpresa o forse solo dalla confusione.
Un reticolo di linee di sangue spruzzò lungo tutto il suo corpo, dividendogli la testa a metà. Poi i pezzi così delineati scivolarono gli uni sugli altri.
Infine vennero le esplosioni.
La polvere si diradò e la trance si spezzò.
-Ce l'ho... ce l'ho fatta, ce l'ho fatta sul serio! Ahahah! Oh mio kami, ce l'ho fatta!-.
Depotenziando i razzi incominciò la discesa, sempre ridendo (e rischiando di sbilanciarsi tra l'altro), fino a toccare suolo. In quella, udì una voce in testa.
Mica ti eri scordata di me-ara?”.
-Ahahah! N-No, direi proprio di no... ah...- Si calmò, smise di sorridere e tornò seria. Già, non era da Kagura provarci gusto in tal modo... era da lei!
-Cosa ci fai dentro di me?-.
Rilassati-ara! Sono solo di passaggio, tra l'altro sono già morta!”.
-Uhm... non vorrai di nuovo rubarmi il corpo.-.
No, no, tanto sono solo un frammento: sì, solo un misero frammento di quella splendida, gentile, generosa, bella... sniff! Che commozione!”.
-...eh, sto piangendo... ih! Sto piangendo davvero! Non farmi piangere, stupida!-.
In ogni caso, il mio era solo un piccolo regalo d'addio, però sentiti libera di usarlo quando e come vuoi in futuro.”.
-Non hai idea di quanto lo aspetti...-.
Ara-ara, che macabra ironia! Anche per questo mi piacevi tanto!”.
-E tu per niente. Ma grazie lo stesso, mi secca, ma mi hai salvato la vita. Comunque non pensare che ti per-
BUHUHU!!! KAGURA-CHAN, TI VOGLIO BENE ANCH'IO!!!”.
...che strazio.
È ora che vada, porterò i tuoi saluti alle tue amiche.”.
-Quelle che hai ucciso?- Replicò Kagura con una vena nervosa in fronte.
Io... insomma, mi sento già abbastanza in colpa! Ciao ciao-ara!” E tacque.
-Ah, alla buon'ora!- Sospirò la bruna, sedendosi sul ghiaino mentre l'armatura spariva. Le lacerazioni erano scomparse tutte, ma in compenso aveva un brutto mal di testa che...
Che strano, il suo cranio aveva una forma insolita.
Un'ultimissima cosa: ho fatto in modo che per un tempo dieci volte quello del Soul tu sarai... diciamo più bella, ecco. Non mi ringraziare, bye bye-ara!” Non diede altre spiegazioni e stavolta non parlò più definitivamente.
Aspetta, bella come?
Oh no.
Oh no.
Abbassò, cautamente, lo sguardo e si rese conto istantaneamente che... non erano le sue.
E quel vestito viola non era il suo.
E quei capelli biondi non erano i suoi.
E quelle unghie curate al dettaglio non erano le sue.
-CHE ACCIDENTI È QUESTA ROBA???-.
No, quella voce non era la sua.
LAODIOLAODIOQUANTOLAODIOOOOO!!!”.
-Hhh!!!- Si trovò senza fiato per quello sfogo, nonché col bisogno impellente di prendere una mentina e farsi massaggiare la gola da un bel fusto.
Che... che... umiliazione... per una guerriera...”.
-Basta...- Gemette, sdraiandosi per trovare un po' di riposo. In tal modo, tornò a guardare il cielo, e bisognosa di distrazione vi si concentrò totalmente.
Come descrivere quel fenomeno? Anzitutto erano le prime ore del pomeriggio, eppure era molto più scuro; ma la cosa più evidente era lo squarcio in mezzo all'atmosfera, come in quei dipinti in cui il mare si divideva in due; solo che non era il mare, bensì il cielo, e lo strappo era di colore notturno, ma con una vena gialla in profondità. Prima le era parso di vedere delle esplosioni o delle comete uscire, non era sicura, pensava a tutt'altro, però ora non le vedeva più.
Non erano stati loro, quindi i demoni? Mmm, l'istinto le diceva di no, perciò rimaneva una misteriosa terza forza. Amici o nemici? Si sarebbe visto presto...
Che sto facendo?” Si riscosse allarmata: “Non ho tempo da perdere!".
Rialzatasi di scatto, tuttavia, ebbe un mancamento, la sua vista roteò e perse i sensi.





*     *     *



Vicino a Zonia
-Eh già, Wendy era un vero abominio: la divinità più pazza e crudele non avrebbe saputo creare di peggio. La vedevi vagare senza meta e far fuori ogni ente abbastanza forte da essere considerato un bersaglio. Ma la cosa più tremenda era... mi stai ascoltando?-.
No, non proprio: Ezel faceva il verso del polpo-leone e si stava trasformando in Forma Etherious: da tentacoli-mosci a tentacoli-spiedini, samurai dell'oceano e altre cose strane. Meh.
Tirava fendenti d'aria dai nomi improponibili così, a caso: sai che utilità ne avrebbero tratto i contadini? O quelli che fanno le trincee per la guerra, anche quelli...
-Dicevo, la cosa più spaventosa era la sua apatia.- Continuò, mettendo le mani in tasca: -Era una belva, vedevi arti e interiora volare via in mezzo millisecondo, ma potevi pure ricoprirla di sangue da capo a piedi e non cambiava mai faccia.-.
-Beh, chiamala “faccia”. Negli occhi non leggevi niente, capisci, i bulbi ci stavano solo per bellezza, perché erano come orbite vuote; un'altra cosa era che aveva sempre, e dico sempre, le labbra serrate: mai uno spiraglio, manco uno; ed era seria, mortalmente seria, una maschera funerea.-.
-Non penso ci provasse gusto nello sterminare vite, non era come noialtri: per lei era normale come respirare o camminare, era la prassi... il che può gettare un impianto per un discorso filosofico sulla sua effettiva mostruosità, dato che probabilmente non si rendeva conto di essere un mostro: lei ci era nata, non conosceva altro modo di vivere. Quello che so io è che faceva rabbrividire persino me, quando per sbaglio mi guardava io pensavo sempre: “cazzo, sono il prossimo!”; e invece a Salamander e a noialtri tre non ci ha mai attaccati; anzi, credo che non si accorgesse neanche di noi.-.
-Una volta il fiammifero ci ha provato, a combatterci. Beh, anche noi, ma non con quella serietà. Lei si limitava a prenderle come un sacco da boxe, ma per quanto fossero brucianti i suoi attacchi tornava sempre in piedi, illesa. Poche volte ho visto End così incazzato, alla fine aveva esaurito tutte le energie e lei era più immacolata di un bimbo in fasce. Tu mi dirai che avrebbe dovuto farci meno paura, tanto non ci avrebbe mai fatto niente, ma mi sono sempre stretto le palle nel passarle vicino.-.
Il tempo delle chiacchiere era finito, forse non era proprio mai cominciato. Aveva schivato gli attacchi di Ezel soltanto per istinto, mica perché lo avrebbero danneggiato, e ai suoi occhi doveva sembrare che sparisse e ricomparisse qua e là.
Alla fine Ezel tirò uno strappo di vento più grosso degli altri e, spezziamo una lancia a suo favore, anche più veloce; Gajeel decise di porre fine a quel surrogato di scontro, perciò saltò, alzò la mano e...
Bel taglio, ma io...”.
-Spada del Drago di Ferro!-.
...taglierò il tuo taglio!”.
ZAM
Gajeel rimase immobile che faceva figo, atterrando quindi con la mano abbassata.
Le due parti perfettamente simmetriche del Cancello Demoniaco giacevano più in là, e in viso (nelle due metà) aveva ancora le fauci spalancate e le sclere bianche. Non l'aveva vista arrivare, la sua morte.
Così succedeva a molti in guerra, rifletté Gajeel: soldati troppo stupidi per provare paura, e forse era meglio per loro che andasse così.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epopee ***


Risin' up, back on the street
Did my time, took my chances
Went the distance, now I'm back on my feet
Just a man and his will to survive
So many times, it happens too fast
You trade your passion for glory
Don't lose your grip on the dreams of the past
You must fight just to keep them alive
It's the eye of the tiger, it's the thrill of the fight
Risin' up to the challenge of our rival
And the last known survivor stalks his prey in the night
And he's watchin' us all with the eye of the tiger

(Eye of the Tiger-Survivor)

Zona deserta
-“Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto...”[1].-.
Quella visione in cielo era puro estetismo, magnificenza astratta, un orgasmo per i sensi! Ah, che ispirazione! Che introspettiva divina! Il suo spirito così flebile e vacuo si sarebbe forse perso nell'infinità della contemplazione?
-Non ti fermare, cra cra!- Gracidò una lagna insopportabile dietro di lui: -Quanto ci costerà questo ritardo, quanto, quanto?-.
-Non mi disturbare.- Sbottò lui: -Anzi, non parlarmi proprio, non sopporto voialtri demoni.- o qualunque tipo di esseri anartistici in generale. Certo, poteva liberarsene in un batter di ciglio: figurarsi se era davvero loro prigioniero, si era fatto catturare! Il fatto era che non poteva perdere tempo con tutti i vermetti che strisciavano attorno alla serpe; no, li avrebbe fatti uccidere a vicenda, e lui si sarebbe vendicato su Kinana.
E poi sulla nana, avrebbe trovato e uccisa anche lei.
L'unico punto debole del suo piano erano quelle rivoltanti manette ai polsi; ah, beh, un piccolo prezzo da pagare. Se ne sarebbe liberato in fretta: che pessimo design però.
Intanto la iena gracchiò ancora: -Cra cra, portaci da quella donna e ti lasceremo andare cra!-.
Seh, certo, con una lettera di raccomandazione magari. Lui avrebbe lasciato andare loro se avessero fatto la loro parte.
-Eccola.- Disse indicando la città di pietra e sabbia; Rosemary, già, il destino faceva le bizze.
-Lei è lì dentro.-.
-Cra cra molto bene! Hai fatto un ottimo lavoro, umano!-.
Le armi e le armature dei demoni cigolarono; ok che avevano il vantaggio numerico ma per lo meno il silenzio per un agguato no?
-E ora... è il momento di sparire!-.
SNAP
Con uno schiocco di dita, Rusty li fece teletrasportò tutti in città. O meglio, creò un portale sotto i loro piedi che… dettagli insignificanti.
-Ecco, accontentati. Riprendiamo la marcia.-.



Plutogrim
Ezel era morto.
Non si sarebbe più rigenerato, perché era stato Gajeel a ucciderlo. Una fortuna, perché c’era ancora Sayla nella capsula, e non avrebbe saputo dire cosa sarebbe successo se fosse entrato anche lui. Forse Mard Geer avrebbe potuto, a lui erano sempre piaciute quelle… cose scientifiche.
La considerava una fortuna perché non gli era mai andato a genio Ezel: sempre fissato a distruggere tutto, tagliare tagliare e tagliare, privo di personalità. Gli ricordava sé stesso, quello di una volta, e il sé stesso di una volta odiava che ci fosse un altro come lui.
Mi sa che se fosse stato un fusto come Tempestar o una tettona come Sayla l’avrei trattato in maniera diversa. Zeref l’ha creato apposta per non farlo piacere a nessuno. Vedi, tu sì che sei fortunata, Lucy. Ahah, proprio!”.
L’altra cosa che era successa, più degna di nota, era il risveglio di Wendy. Non capiva come fosse successo di preciso. Ma anche il libro di Gajeel l’aveva trovato per caso in una stanza della gilda: e quindi iniziava a pensare che non fosse stato un caso.
Sospirò, massaggiandosi la fronte.
Ci sta manipolando come sempre. E quello che sta passando adesso Wendy è tremendo, mi fa incazzare. Però adesso mi va proprio di sfidarla, sono tutto un fuoco! Sono sicuro che con la mia forza attuale…”.
Qualcosa nell’angolo della sua visuale era cambiato. Guardò meglio. Lucy lo stava fissando.
Di propria iniziativa.
I suoi occhi erano spenti, non avevano alcuna traccia d’anima; le sue labbra erano serrate, il suo viso liscio e freddo, i suoi bei capelli, no, che c’entravano quelli? Lo stava guardando di sua volontà, a dispetto della sua cancellazione; possibile che, nonostante tutto, qualcosa di lei fosse ancora…
Lucy non si mosse. Continuava a fissarlo intensamente, in attesa.
No, che stupido. Ha percepito le mie intenzioni. Sta aspettando che le dica chi attaccare. Rilassati, non c’è nessun nemico qui.”.
Lucy tornò a guardare davanti a sé. Puntuale, obbediente, come la marionetta che era. Che lui aveva reso tale.
Lui, lui, lui aveva fatto quello alla sua migliore amica.
Sorrise, poi ridacchiò, poi scoppiò a ridere, e l’eco delle sue risa si perse nei corridoi del castello vuoto.



Rosemary
-Waaaaaah! Ohi!- BOING: -Ohi!- BOING: -Ohi!-.
Franmalth finalmente smise di cadere e rimbalzare, e si rimise in piedi.
-Ah! Quell'umano la pagherà! Dov'è il mio bastone?-.
Anche i suoi uomini erano storditi e avevano fatto cadere le armi.
-Oh, quanto ci costerà questo? Quanto, quanto?- Si chiese demoralizzato. Il Master aveva espressamente dato a lui la missione di eliminare la negromante, e si era fatto imbrogliare dal primo umano che aveva incontrato! Che vergogna, che vergogna!
-Signore, quali sono gli ordini?- Fece uno dei suoi. Bella domanda, a conti fatti la donna poteva non essere mai stata lì.
-Heros ex Machina!!!-.
BOOM
Una specie di bolla d'impatto lo mandò gambe all'aria, e giù a rotolare di nuovo. Rialzatosi e tolta la sabbia dall'occhio, vide che era piovuto dal cielo un uomo in armatura, ancora piegato in avanti per l’atterraggio.
Questo qui…!”.
-Io...- Soffiò quello a denti stretti: -Io...-.
-CHE MALE ALLE GAMBE!!!-.
Si buttò a terra divincolandosi e tenendosi le ginocchia, piangendo come un bambino.
-ME LE SONO ROTTE PERDINCI!!!-.
Franmalth si chiese cosa pensasse di fare con un'entrata di genere, senza nemmeno provare in alcun modo ad ammortizzare la botta.
-Signore, chi è costui?-.
-Mmm...-.
Era senza dubbio l'uomo di cui gli aveva parlato End.
-Insieme a quella donna c'è un Cambiato.-.
-Un Cambiato? Uno dei traditori?-.
-Già. Ma non è un Cambiato normale...-.
-Attaccatelo!- Ordinò ai due demoni di fianco a lui; quelli annuirono e, spade sguainate, gli furono addosso.
-Che dddddolore!- L’uomo saltò in piedi e si diede una strizzata, menando due pugni che stesero i suoi aggressori.
Le sue gambe sono già guarite.”.
-In che senso?-.
-Fu un errore di Sayla, lo riempì di anti-ethernano due volte più del previsto.-.
-Due volte? Quanto è costato un fallimento simile? Quanto? Un momento, allora avrebbe dovuto ucciderlo.-.
-Infatti gli trapassò il torace con alcune travi, solo che...-.
-Avanti, demoni felloni!- Esclamò il cavaliere sgranchendosi le braccia: -Sotto il prossimo!-.
Franmalth ringhiò, e poi: -Attaccate!!!-.
-Whaaa!!!- Urlarono i soldati obbedendogli.
-Cosa successe?-.
-Lui si svegliò e le estrasse tutte, poi ruppe il vetro e la mise ko con un pugno.-.
-U-Una dei Nove Cancelli? Con un colpo solo?-.
-Lo colpii al petto io stesso con una palla di fuoco, ma in pochi secondi era di nuovo guarito.-.
Nella massa di demoni che si accalcavano attorno al nemico, Franmalth vide uno volare via e finire su un tetto, altri due quasi lo travolsero, e poi riuscì a vederlo: in mezzo ai soldati, li metteva a terra con mosse tipo wrestrel o pugile, altro che cavaliere.
-Per di più era andato in berserk ed era scappato. Corse per qualche chilometro fino a un burrone, io gli avevo sguinzagliato contro tre plotoni ma… è un po’ imbarazzante da ammettere-.
L'energumeno demone-orso, con una zampata, gli portò via la nuca, e lui cadde a terra.
Franmalth socchiuse l'occhio, in attesa di vedere cosa sarebbe successo. Infatti, un soldato calò la lancia sul suo petto per finirlo, ma lui l'afferrò con una mano e gliela spinse addosso, frantumandogli l'elmo col manico; fu di nuovo in piedi, la ferita già in via di guarigione.
End sospirò e si sedette sul trono, massaggiandosi la fronte.
-Li abbatté tutti e li buttò giù uno ad uno, a quel punto decisi di lasciarlo andare. Speravo che fosse una mina vagante per gli umani, invece deve aver ritrovato il controllo; oppure Kinana lo ha addomesticato.-.
-Mmm... Tuttavia, Mio Signore, tutta quella anti-magia dovrebbe avergli mandato il cervello in pappa, e procurargli scariche di dolore a ogni secondo.-.
Il cavaliere fronteggiò l'orso muovendosi cautamente di lato, gli altri demoni li circondarono con le armi puntate; l'orso provò a morderlo, lui lo schivò, urlò e affondò la lancia sul suo petto, lo oltrepassò e la riestrasse dalla schiena.
L'orso ruggì disperato e si voltò, ma stavolta la lancia gli finì in faccia.
-Infatti, dovrebbe essere già morto da un pezzo. Quello che lo tiene in vita è un'innata forza di volontà.-.
-Forza di volontà?-.
-Sì, e questo lo rende estremamente pericoloso. Non è tipo che si fa piegare da niente, e se lo può permettere grazie al suo fattore rigenerante senza paragoni. Scommetto anche che è in grado di controllare la sua trasformazione.-.
-Oh...- Franmalth sogghignò, già sapendo cosa fare: -Quanto varrà la sua anima, quanto, quanto?-.
-Ritiratevi!- Ordinò ai suoi uomini, e loro, già intimoriti, non se lo fecero dire due volte.
-Ah!- Il cavaliere si sedette sulla carcassa, incrociando le dita davanti al viso.
-Ordunque sarai tu il mio nemico, rospo giallo?-.
Rospo?”.
Si liberò dell’elmo e passò in Forma Etherious.
-Ti sbagli, io sono un Cancello dell'Ade!!! Connessione!!!-.
Allungò le braccia che gli girarono intorno, si attaccarono e iniziarono ad assorbirlo.
-Ugh!-.
Il cavaliere scattò in piedi, divincolandosi ma in realtà sprecando preziose energie.
-Più il mio avversario è forte, maggiore diventerò forte io stesso! Grande End, la sua anima diventerà nostra!-.
End si massaggiò la bocca, molto meno entusiasta di lui.
-Sai, dovresti stare attento...-.
-La tua anima è mia verme!!!- Esultò Franmalth, percependo il suo potere scorrergli nelle vene.
Incredibile, è persino maggiore di quando affrontai il Master umano; non importa, nessuno può...”.
-L'anima è la fede del cavaliere: Sancta Fides!!!-.
-...perché, prima di riuscire ad assorbirlo tutto...-.
Un lampo accecante si abbatté sul ragazzo: per qualche motivo ora i suoi capelli erano più lunghi e biondi e i suoi occhi contornati da un alone nero.
Franmalth sentì una massa di magia attraversargli le braccia e provocargli un tremito in tutto il corpo.
Cosa???”.
-...potresti scoppiare.-.
Il mio corpo sta per
-Pfui! Non succederà!-.
BOOOOOOOOM
L'Etherious crollò indietro, perdendo fumo dalla bocca spalancata.
-Franmalth-sama!!!-.
Rapidamente, prima di perdere i sensi per il dolore, assimilò cinque dei suoi che gli si erano fatti troppo vicini, guarendo da ogni ferita.
-Maledetto!!!-.
-Il mio nome è Dan Straight, rospo giallo.- Si presentò il cavaliere, ora con in mano la lancia e uno scudo: -La sacra spada contro il male ripugnante che incarni.-.
-Quanto ti costerà questo affronto, quanto, quanto??? MILLE DELLE TUE ANIME!!!-.
Si raggomitolò su sé stesso, diventando una micidiale palla spinata, e gli andò addosso.
-Quando un cavaliere incontra il male, lo scalcia via! Balista!!!-.
Una pressione pungente (doveva trattarsi della lancia) lo sollevò in aria e lo sbalzò in cielo.
-M-Mi hai fatto male! Eh???- L’arma del Cambiato gli stava volando contro, gli fu impossibile evitarla e gli finì in bocca, spingendolo ancora più un alto.
-Blublubluagh!!! Questo è troppo!- Usò le braccia allungate a mo' di fruste ed exquipaggiò due spade per affettarlo, ma Dan Straight si appiattì dietro lo scudo.
KLENGKLENGKLENG
Per quanto rapido e potente fosse, non scalfiva nemmeno la sua difesa, e anzi i suoi attacchi rimbalzavano: doveva trattarsi uno scudo incantato come minimo.
-Per tua sfortuna mi sono mangiato un intera squadra di maghi prima di incontrarti!!! Magia Perforante!-.
Finalmente riuscì a infrangere la superficie azzurrina dello scudo, allora il cavaliere si sporse puntandolo con la lancia, che doveva avere recuperato in qualche modo.
-Raggio di Habaraki!-.
Raggio?”.
-Assorbimento!-.
Per un attimo rimase senza vista, tuttavia era certissimo di avercela fatta.
Eppure era altrettanto sicuro che quel palazzo non fosse tanto grande prima.
-Ih! Sono minuscolo!-.
-Non importa, mi basterà usare la magia per...- L'ombra di una suola lo oscurò, facendogli venire un infarto. Tornò della larghezza giusta, ma come sottiletta.
-Umiliare similmente uno come me... come osi, come osi???-.
Così vorrei pensare, ma non riesco a scalfirlo!!! Quanto mi costerà???”.
-Ma dai.- Fece una voce familiare alle sue spalle: -Non avete ancora finito?-.
-Chi-tu???- Era quell'umano di prima, quello col ciuffo e la brillantina. Camminava a passo tranquillo con le mani in tasca, guardandoli con sufficienza e disappunto.
-Lo finirò io, allora, e poi penserò a te, sottospecie di cavaliere.-.
-Eh? Chi è costui? Un cavaliere errante?-.
-Un cavaliere errante?- Ripeté lui: -Direi più un trovatore. A dirla tutta non ho niente contro di te, perciò di consiglio di farti da parte finché puoi.-.
-Ahahah!- Franmalth alzò di scatto le braccia, circondando l'umano: mentre era così impegnato a parlare, lui aveva preparato una contromossa che li avrebbe messi nel sacco, tutti e due!
Però stavolta non iniziò neanche ad inglobare il suo potere, anzi, le ventose che usava si congelarono come ghiaccioli.
-Ehh???-.
-Che essere nauseabondo.-.
-Nevvero?-.
-Grrrrr!- Non sapeva quale dei due guardare, mai era stato così tanto offeso! Poi capì che, se non poteva assorbirli, doveva semplicemente metterli uno contro l'altro, e il gioco sarebbe stato fatto.
-Ohi, signor cavaliere!- Urlò usando le mani come megafono.
-Uh?-.
-Quest'uomo ha detto di voler uccidere la donna che proteggi!-.
-Cooooooomeeeeeee???- Si scandalizzò Dan.
-Tsch!- Sputò invece l'altro: -Davvero patetico.-.
-Stai zitto! Pidocchio impertinente, tu e la tua specie verrete annientati!!! Ah!!!-.
-Ranocchio malefico, non profanare più il terreno su cui cammino!- Dan lo sollevò tenendolo per la testa, poi si girò e alzò un braccio verso il sole per prendere la mira.
La mira??? La mira per cosa???”.
-Un momento, un momento!!!-.
-Le braccia del cavaliere possono raggiungere le stelle! Iaculum!-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.



In un palazzo
Dan non ha ancora finito-kina?”.
Kinana si asciugò il sudore dalla fronte, poi percepì qualcosa in avvicinamento.
Accidenti, devo rallentare il ritmo.” Senza staccare le mani da terra, cambiò il tipo di magia: nel giro di pochi secondi delle montagnole iniziarono ad emergere nel pavimento.
Devo pensare sempre a tutto io-kina!”.



Nella piazza
-Sappi che hai il mio rispetto solo per averlo fatto, cavaliere.-.
-Ah! Ti permetto di cantare delle mie gesta, o menestrello!-.
Il suddetto mostrò di non gradire l’apostrofo.
-Menestrello? Relegare un artista del mio calibro al livello di un qualunque saltimbanco?-.
Dan aggrottò la fronte, il suo voleva essere un complimento: non a tutti i menestrelli era concesso l'onore di redigere un poema epico. Ma allora come poteva chiamarlo?
Quei capelli...
-Sei un giullare dunque?-.
-...-.
Il giullare si tolse gli occhiali, pulendosi le lenti con un panno; poi chiuse le stanghette e li sistemò sulla giacca del giubbetto. Quindi si passò una mano tra i capelli.
Per essere un giullare, non faceva tanto ridere.
-Un... giullare? Un pagliaccio dunque.- Beh no, i giullari avevano l'importante compito di intrattenere divertendoli i baldi guerrieri e ispirarli con loro bonaria allegria in vista della battaglia, dando sfogo alla loro bravura e buffoneria, i pagliacci invece erano solo dei-
-Adesso sì che ho qualcosa contro di te.-.
Allargò le braccia e il suo corpo raddoppiò di spessore, diventò grigio e dieci, cento volte più brutto, come il rigurgito sul muso di una talpa senza pelo.
-Perdio! Altro che menestrello o giullare, sei un orrido goblin!-.
-Vediamo cosa sai fare, palafreniere dei miei stivali.- Lo insultò con voce abissale.
-Palafreniere?- Dan batté la lancia a terra con uno SDENG rimbombante: -Mummia rinsecchita, come osi insultare un santo messaggero di Zentopia???-.
-Mummia rinsecchita a me??? Ruggine ambulante!-.
-Lombrico sacripante!-.
-Cosplayer malriuscito!-.
-Culaccino di cuoio!-.
-Zuccone senza testa!-.
-Mucchietto di... uhm... vabbeh, ho ragione io!- Lo attaccò con il raggio della Habaraki, ma una specie di lente apparve davanti al goblin, dissipando l'offesa.
-Un tentativo davvero patetico; come te, d’altronde.-.
Alzò una mano in cielo e la chiuse a pugno, urlando: -Sorgete!-.
Ohibò, cos'erano quelle protuberanze che d’un tratto spuntavano dal terreno? Gli ricordavano quella volta che aveva dovuto ingigantire delle viti per una masnada di contadini, ma sospettava non si trattasse di dolce uva.
Oh, ma dolce era la sorpresa! Tante, tantissime Kinana (o Kinane?)!!!
-L-O-V-E!!! Mie adorate madamigelle, venite da me!!!- E, meraviglioso, loro vennero! Che gioia, si affollavano per abbracciarlo!
Ahi! Che abbracci taglienti, come faceva male l'amore! Misericordia, e con che foga gli venivano addosso, l'avevano costretto a sdraiarsi, e loro giù a cercare di toccare anche solo un pezzo di lui!
Inutile favellare che non fosse stato per i continui graffi sarebbe stata l'estasi perfetta; che a Lady Kinana piacesse il sadomaso? Ciò avrebbe giustificato i continui attentati alla vita a cui era stato sottoposto.
Ahh!!! Sono così tante, vorrei stringerle a me tutte insieme!!!”.
Trovato!”.
Si fece strada con il braccio (gliel'avevano impalato a terra con una spada per qualche strana perversione) e riprese la sua fida lancia, allora le toccò delicatamente tutte, rimpicciolendole a grandezza topo.
Oh, che carine! I suoi ricordi viaggiarono addietro al loro primo incontro, solo che questa volta aveva ridimensionato anche i vestiti, eh!
Le raccolse e se le portò vicino al viso, ahahah, che solletico con le loro manine e spadine!
Poi la loro pressione svanì di colpo, e si accorse che...
-Orrore! Il mio affetto le ha disintegrate!!! Uhh!- Quest'ultima interiezione per il colpo che lo aveva percosso in viso.
-Stolido idiota. Mi domando come tu faccia ad essere ancora vivo.-.
-Stolido, a un probo cavaliere?- Si infiammò Dan: -Questo è un affronto!-.
-E questo invece è il mio pugno.-.
-Uhh!- Quel suo muoversi subitaneo era alquanto problematico: pareva sparisse e ricomparisse nell'aria!
-Ah, la tua faccia è più espressiva di un manifesto poetico. Ti stai chiedendo: “Come ha fatto a spostarsi da lì a davanti a me in mezzo secondo?”; tuttavia, lascia che ti chieda questo: cosa ti assicura che sia stato davvero mezzo secondo? Chi ti dice che non abbia creato un mio clone? Quale certezza hai che non abbia usato l'ipnosi su di te?-.
Dan iniziò a scocciarsi: -Codesto tuo parlare eristico mi confonde, ma non per questo vacillo!-.
-Beh, mi dispiace dirti che dovresti proprio farlo: le possibilità che ho di ucciderti sono infinite come gli attimi che compongono l'eternità. Mi basta solo pensare a un modo per farti fuori perché tu sparisca dalla mia vista, lo capisci?-.
-Giullare, goblin e ora stregone sproloquiante? Solo il numero dei tuoi titoli supera la tua arroganza!-.
-Cos'hai detto???- La terra si mise a tremare, facendogli quasi perdere l'equilibrio.
-Urca!-.
-Annientalo, Belfast!-.
Da una fenditura emerse una viverna nera e azzurra dai tratti di un automa, che gli ruggì addosso il suo alito pestilenziale, inondandolo di bava.
Dan rimase impalato di fronte a quell'improvvisa apparizione, poi le fauci del mostro si chiusero a tenaglia sopra le sue ginocchia.



-Whaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-
BOING
BOING
BOING
-Ahi-ahi... questo è davvero umiliante...-.
-Signore!- I soldati rimanenti lo raggiunsero e lo aiutarono a risollevarsi.
-Quei due mocciosi, quanto me la pagheranno, quanto???-.
-Franmalth-sama, abbiamo localizzato il nascondiglio dell'obbiettivo.- Lo informò uno.
-Uh? Cosa? Dov'è?-.
Il demone lo accompagnò per qualche vicolo, portandolo dai compagni rimanenti (ne contò nove) che si erano trincerati dietro a un muretto.
-Lì, è in quella casa.- Indicava la più alta, ridotta a uno scheletro bianco e piena di finestre e aperture, tuttavia Franmalth non riusciva a scorgerla da nessuna parte. Si fece indicare dove fosse, era all'ultimo piano.
-Perché state acquattati?- Domandò loro, facendo però lo stesso.
-Eccola!- Esclamò uno, sporgendosi e sparando un raggio con la lancia; in effetti, Kinana era appena infravisibile dietro a una finestra... ma cos'era quel tubo che teneva in mano?
PEW SPLAT
L'Etherious di prima stramazzò all'indietro con un buco sanguinolento in mezzo agli occhi.
-Eek! Cos'è stato?-.
-Una nuova arma degli umani, Signore.-.
-Mmm... oh, ho giusto una nuova anima da usare!- Si sporse appena appena, giusto quel che bastava per allungare una mano e usare la magia che aveva appena assorbito dal cavaliere.
La centrò, e il tubo si restrinse fino a sparire.
-Eheheh! Ora è grande quanto una formichina!-.
Ma gli altri non esultavano, tutt’altro: -Signore, a dirla tutta...-.
Tanti nuovi tubi spuntarono da ogni fenditura.
-...q-quello era solo un clone di terra!-.
-Ihh!!!- Franmalth si tuffò a terra, con i PEW PEW che gli fischiavano sulle orecchie.
Forse aveva sottovalutato un po’ troppo gli esseri umani.



-ROAR!!!- Belfast scagliò via quello che aveva in bocca: lo chiamava “quello” perché non era più considerabile una persona. Sul posto rimasero solo le sue gambe, tranciate di netto sotto le coscie.
Bene, in questo modo posso abbandonare questo aspetto... uh?” L'ammasso di rottami metallici si era mosso, e ne era emerso un braccio.
Che scocciatura!” Avanzò a passi pesanti per finirlo, anche se non si capacitava che fosse ancora vivo; a mano a mano che si faceva vicino, lui riassumeva sembianze umane, alla fine si mise addirittura seduto a guardarsi le ferite guarire.
-Questo non è possibile.-.
-Tu guarda! Le mie ulcere stanno svanendo! Ah, il mio allenamento dà i suoi frutti!-.
-Allenamento? Mi prendi in giro? Non sei mica normale; ma non importa, anche tu non puoi fare molto senza gambe.-.
-Di che farnetichi?- E agitò un paio di gambe nude immacolate.
Come???” Si voltò e vide quelle originali ferme dove le aveva lasciate.
-Oplà!- Rusty lo sentì prendere la lancia dal terreno e d'istinto si piegò; l'arma saettò sopra di lui, trapassando Belfast sotto il mento e sbucando dal muso; la viverna emise un ruggito, che era più un lamento, per poi dissolversi.
Se non altro ora è disarmato!” E girandosi gli tirò un pugno. Malauguratamente, nonostante l'estrema velocità, quello aveva in mano lo scudo, che per lo meno si spaccò in due.
-No, Ricochet!- Esclamò il cavaliere arretrando di un passo; allora Rusty alzò l'altro pugno, ma lui lo parò facilmente con il palmo della mano.
Urgh! Non... riesco... a...” Eppure con una forza del genere avrebbe spaccato un muro.
-Hasta!- Fu il cavaliere ad attaccarlo stavolta, con le dita della mano libera ritte a mo' di sperone. Rose gli bloccò in tempo il polso, ma stentava a tenerlo fermo; lo stesso non si poteva dire del cavaliere, che gli stava piegando il braccio.
È molto più forte di me!” Pensò sbalordito, ma si riscosse subito: “Allora mi serve solo dell'energia in più!”.
Gonfiò i muscoli con la sua magia e gli torse bruscamente l’avambraccio, facendogli uscire l'osso dal gomito attraverso l’armatura; il cavaliere perse la presa, così poté concludere l'attacco e fargli mangiare la povere.
-Argh!-.
-Te l'avevo detto, mi pare.- Lo infierì sovrastandolo: -Che io sono un troviere, e dunque canto le gesta dei cavalieri. E questa è la chanson della tua morte.-.
Rusty sollevò la mano, concentrando in essa il potere necessario a polverizzare l’intero quartiere; il presto-cadavere era rimasto accecato dal dolore, probabilmente non si rendeva neanche conto della sua fine incombente. Meglio per lui, e sennò poco cambiava.
-Addio, soldato senza nome.-.
E poi?
E poi bum.



PEW BLAM PEW CRASH BLAM PEW -Off!- BLAM PEW
-Tutti giù!- Gridò il soldato; mossa saggia, dato che loro morivano sul serio mentre i nemici erano terriccio.
A un certo punto gli spari dall'altra parte cessarono, e i superstiti si affacciarono incuriositi.
-Si sono fatti indietro?-.
Chissà per quale motivo, ma era così. Allora era il momento di attaccare!
Ci fu un frastuono assurdo, qualcosa si era schiantato davanti a loro. Abbassato il polverone, videro che era l'ennesimo clone, solo tutto scolorito e pieno zeppo di palle di ferro come un albero di natale.
-Quelle sono...-.
-Granate!-.
In un battibaleno i demoni se l'erano squagliata, lasciandosi l'esplosione alle spalle. Si acquattarono dietro a una casa, coi sibili dei proiettili (così si chiamavano quei pezzettini di ferro) nuovamente sulle orecchie.
Un momento, so cosa fare!” Pensò Franmalth: “È chiaro che sta puntando a me, quindi devo moltiplicare gli obbiettivi!” e trasformò i suoi soldati in copie di sé. Quelli si sorpresero, ma si ricomposero subito: dopotutto, sapevano di essere delle misere pedine nelle sue mani.
-Al mio tre le andiamo addosso, io partirò per secondo per non farmi scoprire, avete capito bene?-.
-Sìssignore!-.
-Via!-.
Partirono bene, fecero cinque, dieci, quindici metri ed erano a metà strada; quello alle sue spalle fu ucciso, ma ormai erano quasi arrivati.
Senonché, d'un tratto, il soldato che gli stava davanti sparì nel nulla, come inghiottito dalla sabbia; Franmalth abbassò lo sguardo, e vide che in effetti era caduto in una buca che circondava l'intero palazzo.
-Oh, no!- Si fermò appena in tempo, il clone al suo fianco però no: finì sopra all'altro e furono entrambi crivellati. I rimanenti iniziarono a saltellare per gli scoppiettii ai piedi, e si fecero prendere dal panico.
-Porc... ritirata!- Tanto se n'erano già andati.



Questa non è una bella cosa.”.
No, direi che non è proprio una bella cosa.”.
-Hop-hop!- Con un paio di salti si mise sopra una delle colonne attorno alla piazza, che avrebbe dovuto essere stata completamente cancellata; la stessa piazza dove, ricordava, c'erano stati lui e il finto Kain in punto di morte per colpa di quella...
Beh, nostalgia a parte, ora non c'era più un “dove”, solo una conca con quella specie di Lady Oscar transessuale al centro. Fumava tutto ed era rimasto pettorali al vento; e poi, eh già, era senza il minimo graffio o bruciatura. Tra l'altro ora i capelli gli arrivavano quasi fino al culo. Infine aveva la faccia che era una maschera di furore, stavolta aveva davvero perso le rotelle.
SBAM
Il cavaliere piantò la lancia a terra, nel senso che la affondò fino al manico, con un colpo secco. Altro non fece, e tornò immobile, senza mostrare di ricordarsi della sua presenza.
Vediamo un po'...” Spazzò il braccio per farlo esplodere, ma diradato il fumo lui era sempre là.
Si autorigenera in fretta. Magari non esiste cosa al mondo in grado di ferirlo; uhm, bene bene, il genere di sfida che piace a me.”.
-Se un nemico va oltre la mia immaginazione, io immagino qualcosa che vada oltre lui. Questo aspetto è un piccolo prezzo da pagare per un potere ancora superiore all’Arca della Creazione: il potere di un dio. Per esempio, non sarebbe bello se il tuo cuore iniziasse a pompare benzina al posto del sangue?- Detto questo, il cavaliere venne avvolto dalle fiamme, o sarebbe stato meglio dire che lui avvolgeva le fiamme, dato che gli venivano da dentro.
Non si muove, deve essere morto.”.
Umpf, come se fosse così facile. Vediamo che fa ora.”.
Il fuoco si spense e il cavaliere era, ancora una volta, lindo e immacolato, fermo come una statuina degli scacchi.
-Lo sai, quelli come te hanno un punto debole, già.- Guardò il suo pugno trasformarsi in scintilla... una scintilla in cui aveva rinchiuso l'energia di diecimila granate magiche.
-Che se li uccidi, dopo non guariscono più.-.
Ciò detto, gli fu addosso e lo colpì in volto... o meglio, un muro invisibile lo fermò a pochi centimetri da lui. Con un certo ritardo, il suo viso iniziò ad alzarsi verso di lui.
Ma...ledi...zione!” SWISH SWISH, era tornato sulla colonna.
Che cos'è stato? Che sia... no, è assurdo.” Ma lui era la prova vivente che l'assurdo era spesso reale; ed era l'unica ipotesi che gli venisse in mente.
L'apoteosi dell'autoguarigione, una cura prima della malattia stessa: l'aria stessa che lo circonda si rigenera una volta oltrepassata, e in tal modo crea uno scudo perfetto, capace di resistere a ogni tipo di danno.”.
-Kukuku!-.
-Perfezione! Questa parola si piega al mio volere, perché il mio volere è perfetto. La tua pelle e le tue carni sono indistruttibili, e dunque io le distruggerò; vediamo un po', mi basta invertire il tuo fattore rigenerativo e farlo diventare putrefacente.- E così fu, cadde a pezzi; ma, nel giro di qualche secondo, il suo corpo si rimise a posto e fu di nuovo in piedi.
-Oh! Il tuo fattore ha guarito sé stesso, sembra quasi dotato di vita propria. Davvero sorprendente, te ne do atto, non sono in molti quelli che riescono a stupirmi. Mi chiedo però se… visto che questo tuo potere ti riconduce ad una forma base, cosa accadrebbe se cambiassi la forma base a cui ti riconduce?- Con un baleno gli fu davanti, senza che lui se ne scomponesse; a Rose veniva il dubbio che fosse svenuto.
-Non sarebbe strano se il tuo sudore diventasse acido cloridrico?-.
Passò un paio di secondi, poi il cavaliere gemette ed infine urlò, tastandosi ogni parte del corpo per fermare l'incendio che lo struggeva.
Rustyrose si spostò alle sue spalle e proseguì: -Non sarebbe strano se i tuoi muscoli fossero composti da carta afflosciata?- e come tale lui si piegò a terra.
-E infine, non sarebbe strano che, frugando nella tua memoria, ricordassi di essere sempre stato così?- Concluse, alzando una gamba sopra la sua testa.
-Già-già, sarebbe proprio inimmaginabile!-.
KAH-POW
Una zanna volò in aria. Rustyrose si fece indietro, osservandolo rialzarsi. Perché adesso aveva…
era diventato una donna?
-Codesto fardello che il mio cuore subisce supera di gran lunga ciò per cui ho speso gli ultimi mesi ad allenarmi!!! Realmente è come trovarsi trafitto da mille frecce e cinquecento spade infuocate, cosa può esistere di siffatta potenza???- Certo era strano udire la sua voce trasformata in quella di donna, ma fintanto che ruggiva e si dimenava come un cretino, pardon, una cretina, non c'era di che preoccuparsi.
Però Rusty sapeva che doveva trovare un'idea per eliminarlo una volta per tutte, e che ogni altro sforzo sarebbe stato inutile; perciò doveva prendere tempo.
-Qual è il tuo nome, cavaliere dalle grandi tette?-.
-Il mio nome-.- Voleva battersi sul petto ma invece si schiacciò una poppa: -ahiè Dan Straight, Cavaliere di Zentopia e al servizio di Lady Kinana!-.
-Heh, allora sei un religioso. Lo sai, coi miei poteri potrei annientare persino la tua divinità.-.
-Bada alle tue favelle!- Si infuriò Dan... o Dana?
-Rasentano la blasfemia!-.
-È la verità. La mia magia supera l'umana comprensione, mi basta pensare di vincere e io vinco; cos'è questo se non il potere di una divinità?-.
-E allora, narrami, come mai sono ancora vivo? Come mai non hai ancora trionfato, o' orrido menestrello?-.
Queste parole lo turbarono, ma ebbe la risposta pronta: -Semplicemente perché non mi sono ancora impegnato a fondo.-.
-Invece io credo che tu non possegga cotale magia!-.
-Osi dubitare delle mie capacità???- Sbraitò facendosi avanti.
-Per quale motivo non doverei?- Ribatté impunemente lei: -Se il tuo potere “supera l'umana comprensione”, allora supera perfino te stesso, no?-.
-Che cazzo dici??? Io sono il mago, ho il pieno controllo della mia magia, sarebbe assurdo se- Si bloccò mangiandosi le parole in gola, tuttavia scosse violentemente il capo: -Non sono come te, io! Io li comando i miei incantesimi!-.
Attaccò graffiando e scazzottando, creando ogni genere di arma che conoscesse e non e lanciandogliele contro, e ugualmente bestie, mostri e persone, qualunque cosa gli passasse per la testa. Ma lei le superava e annientava con la leggerezza di movimento di un suonatore di violino.
-Hasta! Scutum! Gladius! Galea!-.
Allora Rusty creò tentacoli alle mani per frustare le sue, ma rimbalzavano via; li rese uncinati, ma non arrivò ai suoi occhi.
E poi, d'un tratto, se la trovò faccia a faccia.
-Impetus!-.
SBAM
-Ti ho presa!- Incurante dei denti rotti dalla testata, la abbracciò per stritolarla, e fece uscire arpioni dal proprio corpo per trafiggerla.
-Uagh!-.
-Vedi, ora mi ci sono messo seriamente, e stai morendo! E se pure così non fosse, immaginerò qualcosa di peggio, di peggio e di peggio ancora, finché non ci riuscirò! Se non ne sarò in grado, penserò di esserlo e lo sarò!!!-.
-Sbagli...- Biascicò Dana, guardandolo dritto negli occhi bianchi: -Non sussiste incantamento privo di saldi confini! Per quanto possente possa essere, il suo utilizzatore è un essere umano, e quindi la sua immaginazione presenta dei limiti!!!-.
-Io soverchierò questi limiti! Mi basterà, sì, mi basterà pensare a qualcosa che faccia al caso mio, e qualcosa apparirà anche se non saprò cos'è!!! Il mio limite lo annienterò con la mia magia senza limiti!!!- Ciò detto, spalancò le fauci rendendole due volte più grandi e le morsicò la fronte, frantumandole il cranio.
Creò e spiegò le ali, spiccò il volo, arrivato a una decina di metri d'altezza cadde in picchiata e la schiantò a terra, e lo fece ancora e ancora fino a quando non sentì male ai muscoli per la fatica.
La spinse sulla sabbia con disprezzo, sgranchendosi le ossa.
-Se ancora ti ostinerai a respirare, trascenderò il mio limite di uomo e mi renderò capace di tutto.-.
-E allora... di te... cosa rimarrà, menestrello?-.
Dana si mise a carponi e appoggiò il gomito a terra, alzando seppur faticosamente la testa.
-Se ti abbandonerai alla tua magia, cosa rimarrà di te? Sarai solo una marionetta nelle mani di una cosa che non esiste nemmeno...-.
Rustyrose sgranò gli occhi, attraversato da una furia immensa.
-Come ti permetti, come osi insultarmi in questo modo??? Io, io, io sono in grado di gestirlo, io lo immagino e lo rendo reale, io comando, io! È assurdo anche solo ipotizzare che io non ce la faccia!!!-.
-Mira la tua persona...-.
-Cosa???-.
-Mira in che modo comandi sulla tua magia...-.
Eh? Stava tergiversando o cosa? Creò uno specchio e si specchiò.
-C-Come???-.
Era cambiato molto, molto più di quanto non avesse deciso: la sua pelle da grigia era diventata rossa, se di pelle si poteva parlare, dato che era ricoperta di quelle che sembravano lastre di ferro addossate a lisca di pesce, ma che in realtà erano chitina indurita; tra le varie fessure uscivano come degli spuntoni curvi, dalla schiena spuntavano quattro ali da pipistrello spiegate, e la sua faccia era ridotta ad un'accozzaglia di spine e pelle, tra le quali brillavano due fari gialli che erano i suoi occhi.
-NON È POSSIBILE!!! COM'È POTUTO ACCADERE???- Si mise le mani in faccia, ma non aveva più delle mani, solo dei polpi taglienti.
-Un contendente che si fa corrompere dalla propria magia è un contendente debole!- Sentenziò Dana, rialzatasi.
-Proprio tu lo dici??? No, no, stai mentendo! Io posso-posso controllare tutto, sì, io posso controllare il mondo se lo volessi! Se lo volessi, io-io...-.
-Tu, o la tua fattucchieria? Studia questo mio corpo: le tue spade di pensiero non hanno lasciato segno duraturo su di esso: ecco la portata dei tuoi trucchetti!- E, passatasi una mano sulla fronte sanguinante, gli mostrò che era già guarita.
-Menzogne, menzogne, tutte menzogne!!! Io sono-Io sono-ARGH!!! LA TESTA!!!- Si accovacciò in preda alle convulsioni e ruggì di rabbia e dolore.
-No... no, ora vedrai che ho ragione! Tu credi di avere la difesa perfetta, ma io so di poterla superare: ti finirò col prossimo attacco!- Arricciò i tentacoli e formò una spina appuntita, d'altro canto Dana ribatté: -Bene, ma ti abbatterò a mia volta!- e tirò indietro il braccio.
-Orsù, quando sei preparato!-.
-NON HO BISOGNO DELLA TUA APPROVAZIONE!!!- Attaccarono insieme, e si colpirono nello stesso momento, decretando infine il vincitore dello scontro.



-Fufufu! Mi domando come non ci abbia pensato prima!-.
Ciò detto, Franmalth stritolò con le sue braccia i due soldati rimanenti.
-Lord Franmalth, cosa sta facendo???-.
-Rilassatevi, con questa Maledizione vi assorbirò nel mio corpo per l’eternità e morirete al posto mio! Proteggermi a costo della vita è il vostro compito, no?- Detto questo, li assimilò e si preparò a correre.
-Via!- A dispetto delle gambe tozze che si ritrovava, la Magia della Velocità lo rendeva estremamente rapido; un proiettile gli trapassò il cranio, sentì uno dei due soldati schizzare fuori dalla sua schiena e rovinare a terra; oltrepassò la buca con un salto, entrò in scivolata e si trovò dentro l'edificio. Vuoto, almeno il piano terra.
Uh, immagino l'avrà tappezzato di trappole; e allora io arriverò direttamente in cima!” Allungò le braccia in alto, sfondando i vari piani fino a toccare il tetto. Lì saldò un appiglio sicuro e...
-Andiamo!- Ritrasse le braccia e tre schianti dopo si trovava sospeso per aria all'ultimo piano.
Poté godersi la scena al rallentatore, i cloni di terra che si voltavano e lei, quella vera, seduta al centro della stanza, troppo lenta per alzarsi in tempo. Doveva ucciderla all'istante, senza darle tempo di reagire: la trafisse al petto con un pugno allungato, e lei alzò il viso in uno spasmo finale.
-Fufufu!- Franmalth atterrò, ma il suo sorriso si congelò dallo stupore. “Kinana, quella vera,” esplose in mille cocci, gli altri cloni finirono di girarsi e alzarono i loro aggeggi; alle sue spalle una voce sibilò: -Fuoco!- e i proiettili lo crivellarono.



-Anf...- Il prode Dan si sentiva debole come quando quell'orco l'aveva fatto tornare infante, se non peggio: in quel frangente, almeno, sapeva di avere ancora delle ossa, ora si poneva il quesito che non gliele avessero strappate via.
Mi sono allenato arduamente per controllare la mia metamorfosi, eppure tutt'ora ne subisco gli effetti collaterali!”.
Magari avrebbe dovuto pensare prima a gestire quelli che a trasformarsi in donna, ma nella sua testa era stata una buona idea: voleva omaggiare Lady Kinana!
-AHAHAH! AHAHAH!!!-.
Dan trasalì, il menestrello lo sovrastava reggendo una spada in mano. Era regredito allo stadio umano, quello in cui sembrava un pagliaccio, e metà viso era coperta di sangue.
-Ahahah!!! Io, Rustyrose, ho vinto e ti ho battuto!-.
-Non mi pare proprio: il duello non ha termine fino al dunque in cui ne rimane uno solo!-.
-Infatti non vedo nessun altro qui!-.
KA-POW
Lo colpì come aveva fatto prima, stavolta sul polso, facendogli deviare il fendente.
-In questo istante ossì che sento le mie ossa!- Con lo slancio datosi per il calcio si rimise in piedi e gli diede un altro pugno cavalleresco in volto; mentre il menestrello si contorceva tenendosi il naso tra le mani, lui lo afferrò per la cintura ed il colletto e lo scagliò in cielo.
-Ricordati, poeta dei bordelli, ricorda che nonostante tutto quello che posso fare, l'arma principale di un cavaliere...- Fece dietrofront, tornò dov'era prima e riestrasse Habaraki.
-È la sua fida lancia!- E gliela tirò addosso, ferendolo all'addome e inchiodandolo a terra.
-Kuah!-.
-E ne rimane...- Un salto, dita intrecciate e giù in faccia.
-...solo uno!-.



-Kina-kina-kina...-.
Kimise la pistola nella fondina e si sgranchì le ossa.
Per colpa di questo idiota ho interrotto l’incantesimo. Però è stato soddisfacente!”.
La preoccupava solo quella spaccatura in cielo, ma dopo quelle specie di stelle cadenti non era accaduto nient’altro, perciò non c’era nulla da temere. Forse.
-Presa!- Delle ventose si appiccicarono al suo corpo; in un battito di ciglia si sentì svuotata di tutte le energie, e una fragorosa risata le inondò le orecchie. Voltatasi, vide un demone soldato a terra bucherellato come il formaggio, e Franmalth in piedi.
-Porca vacca!- Riestrasse l'arma e sparò, ma la mira la tradì e lo prese solo in uno di quei cilindri mollicciosi che il demone chiamava piedi; la pistola le cadde di mano, i sensi le venivano meno, i suoi soldati si sgretolavano.
-Quanto me la pagherai, quanto???- Roteò su sé stesso facendole fare un giro in aria, sbattendola poi sul pavimento.
Bene, così posso mangiare...” Ma non ne ebbe il tempo, perché si ritrovò col suo grugno davanti al naso.
-La tua anima presto sarà mia! Umpf!- L’etherious arricciò la bocca in una smorfia: -Certo che di tutti gli umani che ho incontrato tu sei la più brutta, la più scarsa e la più... più...-.
Kinana alzò un sopracciglio e lo schernì sorridendo sotto i baffi: -Più cosa-kina?-.
Franmalth spalancò la bocca in un gemito rauco, e Kinana si liberò con disinvoltura, prendendo un pugno di sabbia e mettendoselo in bocca.
-T-Tu...-.
Kinana rise facendo cadere dalla bocca una cascata di rena.
-Ahahah! Attento a Kinana, la Dragon Slayer della Terra! Attento a Kinana, la negromante, l’assassina, la troia! Ma lo sai chi ero io, prima di essere “Kinana”?- Lo incalzò allargando le braccia: -Cubellios, il serpente di Cobra, il Drago Velenoso-kina!-.
Il demone contrasse i muscoli nello sforzo di parlare, ma lei lo anticipò: -Vorresti dire: “Non mi hai avvelenato, me ne sarei accorto!”, ti risparmio la fatica visto che ti ho avvelenato. Ah la tua faccia è impagabile! Non hai la minima idea di cosa sia successo-kina, vero?-.
Dalla cintura prese una siringa e se la iniettò sull'avambraccio, tirando un sospiro di sollievo. Già cominciava a sentire prurito.
Franmalth sgranò l'occhio: -T-Te stess-sa!-.
La ragazza si mise una mano sul fianco e alzò l’altro indice: -Bravo, risposta corretta-kina! Sapevo di cos’eri capace, e così ho deciso di usare il mio veleno migliore. Il veleno che avevo... che ho nel sangue, che ho creato io stessa, ed in grado di uccidere anche me-kina. Oh, magari a te farà solo vomitare qualche organo; tuttavia, non preoccuparti, tra poco non dovrai più pensarci.-.
Franmalth avanzò di un passo con una fatica tremenda, allora lei gli sparò al piede buono scatenandogli un violento scossone: ahi ahi, quanto doveva far male se si dimenava nonostante la paralisi!
-Eh già-kina.- Continuò lei: -Mentre pensavi di assorbire la mia anima, stavi assorbendo anche il mio veleno; ma tu non puoi assorbire davvero ciò che è privo d’anima...- con un colpo di tacco lo stese, pestandogli l'occhio. Pensava che non sentire le sue urla lo rendesse meno divertente, e invece l'idea che non riuscisse a fare nemmeno quello e il vederlo contorcersi solo per schiudere le labbra, keh, la eccitava, di più, la inebriava! Così, presa dall'ebbrezza, dalla fierezza per la sua opera e, sì dai, dal fatto che in fondo in fondo era una chiacchierona, proseguì la sua spiegazione.
-Lo so, lo so-kina, una volta che sarai morto evaporerai in una nuvola di anti-magia e tornerai a casetta; buhuhuhuh, come ho potuto non pensarci? Aspetta-aspetta, l'ho fatto-kina! Vedi, mica mi sono limitata a fare un veleno che al confronto l'arsenico è un cappuccino, no! Questo è molto, come dire, sentimentale, si affeziona tanto-tanto alle particelle di anti-ethernano e le segue ovunque vadano-kina. Non è un amore?-.
-E... quindi?- Ma va', ancora parlava?
-Abbiamo ancora… la capsula… del Master!-.
Kinana rimase impietrita, forse Franmalth immaginò che fosse una cosa che non aveva calcolato. Invece era sul punto di scoppiare a ridere: del Master, la capsula proprio del Master! Ahahah!!!
-Kina-kina-kina, oggi deve essere il mio compleanno! Tienilo bene a mente, la mia droga si moltiplica con l'antimagia, quindi cosa capiterà nella vostra brodaglia sporca-kina? Oh, è proprio come l'amore, anche immerso nei peggiori sudiciumi trova il modo di alimentarsi!-.
-Ma io non ti ho ancora detto cosa fa il veleno-kina. Vediamo, come te lo spiego...- Finse di pensarci un po', premendo intanto più a fondo. Ritirò tutto quello che aveva pensato sulle urla, il silenzio era godibile, ma quegli uggiolii erano fantastici: -Hai mai mischiato le caramelle alla frutta con una bibita gasata?- gonfiò l'aria in bocca e l'aprì con uno schiocco; lui capì, allora, e il sussulto che lo prese stavolta era di paura. Di paura, sì, perché era più profondo, più istintivo del dolore stesso e soprattutto molto, molto più succulento: la paura era il dolore dell'animo, e lei l'aveva inflitto a un essere senz'anima!
-Il caro Natsu avrà mooooolto da mangiare-kina; ah, divamperà tutto come stanno già divampando le tue vene, è una sensazione fortissima non è vero? Una cosa che non hai mai provato-kina, che non avresti mai pensato di provare, ma che ora è tutta quanta dentro di te, e non senti altro, non consideri nemmeno l'ipotesi di poter provare altro-kina, e alla fine ti consumerà in un inferno di calore. Ah, ecco, vedi, è proprio come l'amore, credo che lo chiamerò così: “amore”.-.
-D'altra parte, l'amore è il veleno più potente del mondo-kina.-.
Ed io ne sto morendo...” Pensò con amarezza; ma si riebbe subito, per non dargli la minima vittoria; alzò la suola, solo per mirarlo bene con la pistola.
-Di tutti i rifiuti che ho calpestato, tu sei il più brutto, il più scarso e... cavolo, quanto sei brutto.-.
-N...No...no!- Biascicò Franmalth, prima che la sua lingua sputasse fuori schifezza nera.
Così finiva un Cancello Demoniaco. Che tristezza.
Diceva per dire.
-Diventa la mia bomba-kina.-.
BANG



[1]Apocalisse, 6.12

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dance In DiesiS ***


But you see, it's not me
It's not my family
In your head, in your head, they are fighting
With their tanks, and their bombs
And their bombs, and their guns
In your head, in your head they are crying

In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What's in your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie ie-ie oh

(Zombie-The Cranberries)

-Pantera Lily!-.
Fino a quel momento era stata una giornata come le altre alla gilda: Natsu e Gajeel si erano messi a litigare e avevano tirato su una gran baraonda mentre le ragazze tentavano di tenersene fuori, a parte Erza, che stava picchiando Elfman e Visitor. Tutto regolare; ma quello squillo eccitato era nuovo, anche se sapeva a chi apparteneva.
-Laki!- Esclamò l'exceed sorpreso; la ragazza dai capelli lillà gli era giunta alle spalle e sorrideva con aria lievemente sinistra.
-Posso fare qualcosa per te?-.
-Uh-uh!- Ridacchiò lei: -Stavo distraendo i miei pensieri col fatto che tu hai avuto in esperienza un addestramento militare.-.
-Sì, perché? Vuoi forse che ti alleni?-.
-Oh, no, niente del genere! Anche se volevo presentarti richiesta di un piccolo favore.-.
-Di che tipo?-.
E, in men che non si dica, si trovò nella sua “stanza dei balocchi”.
Era dai tempi di Edolas che non vedeva così tanti attrezzi di tortura, e tutti in un unico posto per giunta. Strana ragazza lei.
Iniziò a capire: -Laki...-.
-Vorrei che tu provassi qualcuno dei miei giocattoli, per capire se sono efficaci.- Ma il suo sorriso si spense di fronte allo sguardo truce dell'exceed.
-Questa non è una cosa su cui scherzare.-.
-Ma io non sto scherzando.- Rispose lei con la faccia più innocente del mondo.
-Allora non è una cosa da chiedere sul serio.-.
-Daiii, ti preeeeegoooooo!!!-.
Lily scosse la testa, non immaginava che la sua pazzi arrivasse fino a quel punto; anzi, il suo implorare con lacrime di coccodrillo, come se fosse suo padre e non volesse farla uscire la sera, era agghiacciante e abbastanza disgustoso.
-Farò qualsiasi cosa!!!-.
Lui incrociò le braccia, grugnì e si convinse che era suo compito farle passare questo brutto passatempo: perché di quello doveva trattarsi, non di vero sadismo, ma di noia.
“Spero.”.
-Molto bene, ma in cambio ti darò qualche lezione di disciplina. Ci stai?-.
La ragazza non si aspettava una simile proposta, ma alla fine acconsentì.
Bene, tempo un paio di settimane e l'avrebbe sicuramente rimessa in riga; ma intanto...
-Uff! Allora, cosa vuoi che faccia?-.
Ritrovando subito il sorriso, gli mostrò un collare pieno di punte.



*                         *                         *



-Yoy, Lily, ti vedo... uhm, in uno stato non rilassato... preoccupato!-.
Castello di Crocus
Panther Lily difatti scrutava con astio l'orizzonte.
-Hai visto cos'è successo a Kagura, non avrei dovuto lasciarla andare.-.
-Nya!- Miagolò Millianna dietro di lui: -Kagura-nee è una tipa tosta! L'ha fatto proprio a pezzi quel gradasso!-.
-Già, è crollato come un... muro di… mattoni! Mmm, un po’ scontata...-.
-E poi-e poi, ce l'ha fatta tutta da sola! Lei sì che è forte-nyah, si rimetterà in piedi nel tempo che ci impiego a catturare un topo! Che è molto poco! Quindi se la caverà benissimo!-.
-...allora, qualcosa di simile a un puzzle di tre dimensioni... non è facile-.
-Sì! Mica dovevo esserci per aiutarla, non le sarebbe servito-nya-nya! Le sarei stata d’impiccio!-.
-Un castello di carte è troppo ovvio... magari dei mattoncini assemblabili! No fa schifo anche questa.-.
-Sono preoccupatissima!!! Kagura-chan, dovevo essere lì con te!!!-.
L'Exceed ebbe un sobbalzo, poi sguainò la spada ringhiando; le due, incuriosite, si fecero avanti.
-Non era venuto da solo!- Esclamò saltando fuori dalla finestra e spiegando le ali.
-Ehi! Aspettami!- Esclamarono all'unisono, imitandolo; ma si ricordarono a mezz'aria di non avere ali da spiegare, sbracciarono a vuoto e precipitarono.
Atterrarono, ovviamente, senza problemi, Millianna a quattro zampe e Levy grazie alle sue gambe super-resistenti.
Le gambe sì e la testa no. Già-già.”.
-Sta andando laggiù! Seguimi!- Fece l'azzurrina, ma l'altra le sfrecciò davanti.
-Sei tu che mi devi seguire-miao!-.
-Ah, la mettiamo così?- E arrivarono insieme, col fiatone; Lily si era fermato nel cimitero retrostante il campo di addestramento, e lì le due ebbero una fitta al cuore che era tutta umana: là infatti erano stati seppelliti i cadaveri che erano precipitati quel giorno, mentre erano ancora svenute, e c'erano molti loro vecchi amici. Perché erano lì? Cosa stava guardando l'exceed con aria truce?
Alla fine se ne accorsero: al centro delle file di lapidi si stava ergendo un ammasso di corpuscoli neri, che assumeva via via una forma umanoide. Un mantello nero, un bastone alla mano, una specie di corona in testa e... un teschio?
-Ma quello lì me lo ricordo! Juvia l'aveva fatto fuori!-.
-Hm. Gajeel aveva ragione, sono tornati tutti in vita.-.
-Ma che problema c'è-nya? Quello è solo un mucchio d'ossa, potrebbe occuparsene persino un cane pulcioso!-.
-Ohi-ohi, piano con le parole! Juvia ci è quasi... quasi... insomma, quasi!-.
-Se ne sta lì a non fare niente e il suo potere diabolico è inferiore al mio! Lo ricaccio dentro la tomba da cui è uscito in un miagolio!- Millianna si sgranchì i pugni e avanzò con aria strafottente, e la cosa infastidì Levy ancora di più. Non la stava ascoltando, anzi, si riteneva pari a lei, anzi, superiore a lei persino, anzi, anzi, ecco, anzi!!!
-Spero tanto che ti uccida e ti resusciti come schiava, così potrò ammazzarti senza... ripensa...menti...- Al suo diminuendo vocale si accompagnava uno fisico: abbassò le spalle, distese il viso e commentò un fievole: -Ah.-.
I due gatti abbassarono le braccia scoraggiati, indietreggiando fino a raggiungerla.
-Quindi adesso lui...-.
-Già.-.
Dal terreno spuntarono tante cunette e poi delle braccia putrefatte, che si piantarono a terra facendo emergere tanti corpi in decomposizione, che si alzarono e presero a barcollare verso di loro, lanciando lugubri lamenti. Ne erano circondati.
-Miseri ammassi d'ego!- Tuonò una voce spiritica da dentro lo scheletro: -Il piano di Master End di piantare i semi della vostra fine nel vostro grembo andava ben oltre le vostre capacità intellettive!-.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata.
-Scommetto che superava anche le sue-nyah.-.
-Eh sì, per me si era solo svegliato con una scopa tra le natiche.-.
-Vi pare il momento di scherzare?- Le ammonì Panther Lily: -Anche se sembrano deboli, hanno tutti i loro poteri da mago.- ma, voltatosi, vide che sui volti delle due si era dipinta una gioia perversa, che illuminava i loro occhi sbarrati e alzava le loro bocche in sinistri sogghigni. Gli ricordavano Laki.
-CHE FIGATA! SONO ARRIVATI GLI ZOMBI!!!- Si avventarono in direzioni opposte, sparendo nel tumulto di cadaveri; a lui non restava altro che il negromante, distante da lui solo un paio di avversari.
-Chiunque voi foste, questa situazione non piace neanche a me!- E con “situazione” intendeva, nei suoi modi garbati da capitano dell'esercito di Edolas, il fatto di doverli tagliare a metà; come fece.
-Morti e vivi ballano la danza macabra, ma alla fine solo i morti danzeranno.-.
-Chiudi la bocca!- Calò un fendente sulla sua spalla, trapassandolo fino a terra; però non sortì alcun effetto.
“Cosa?”.
-E ora è il mio turno.- Sibilò glaciale.
Intanto Levy e Millianna si stavano scatenando, troppo veloci ed eccitate per guardare chi colpissero: cosicché nessun viso familiare le fece esitare. Si erano messe in testa, senza dirselo, di fare a gara a chi ne uccideva di più, pazzia che stimolava la pazzia. Almeno era funzionale.
-Kitten Blast-nyah!-.
-Solid Script: Storm!-.
E cose così; ad un certo punto, però, davanti a ciascuna apparvero una coppia di zombi che le costrinse a fermarsi.
Ma loro...”.
...io lo so chi sono!”.
Davanti a Levy c'erano due giovani ragazzi, o quello che ne restava: un moretto dai capelli gialli e un tipo tutto squadrato, con gli abiti sgualciti e le carni a brandelli. Invece, davanti a Millianna, gli zombi erano uno grasso e uno mingherlino, entrambi senza una parte dello stomaco.
-Whaaa...- Lo zombie squadrato alzò un braccio che si trasformò in una pistola con mirino laser; Levy si scansò e il proiettile le fischiò sull'orecchio; l'altro le si avventò addosso, e lei lo respinse con un calcio.
È veloce.” Difatti seguiva il mingherlino con non poca fatica, dato che schizzava in giro come un topolino impazzito.
Keh, un topolino-nya!” Distese la mano e: -Nekōsoku Tube!-.
POW
Lo zombie cadde a terra, legato come un salame, ma Millianna non fece in tempo a gioire che dal terreno spuntarono delle liane che la circondarono.
-Tsch! Stone!- La scritta schiacciò lo squadrato, mentre un cerchio magico comparve davanti all'altro, segno che stava per usare la sua magia.
-Solid Script: Bullet!- Lo crivellò di colpi e lui crollò, ma entrambi cominciarono subito a rialzarsi.
Tsch!” Millianna si agitò per liberarsi, ma le piante la tenevano stretta.
No, devo sbrigarmi!” Le distrusse con le unghie e li squadrò bieca.
Lei non deve vederli...”.
Lei non deve vederli!”.
Pel di Carota usò la sua velocità per attaccarla, e Millianna le sferrò un graffio in viso; lo zombie barcollò, la oltrepassò e cadde.
-Ta-ta-ta!!!- Tartassava il biondo di calci fino a farlo sbalzare via; lo squadrato sparò di nuovo, Levy si abbassò, si rialzò e gli saltò addosso.
-MUOVETEVI A MORIRE!!!- Riuscì, non seppe bene come, a travolgere il ciccione mandandolo a gambe all'aria; dietro di lei, l'altro era già in piedi.
-Anf, anf, anf...- Attorno a lei gli altri morti viventi si stavano muovendo, con quei due stava perdendo troppo tempo.
Ma perché era così arrabbiata?
E di cosa aveva paura?
Non... non voglio che quella rompipalle li veda...”.
La detesto, la detesto proprio-nya, però... però poi sarebbe triste...”.
E se lei è triste, poi mi da fastidio lo stomaco...”.
E se mi da fastidio lo stomaco non mangio più!”.
E a me piace mangiare! Io vivo per mangiare!”.
-Quindi vi seppellirò di nuovo-nyah!!!-.
-WHAAA!- Si gettarono all'attacco con le braccia alzate e gli occhi bianchi; lei allora balzò indietro, ma mica per scappare, anzi, li stava per finire.
Levy alzò un piede, mentre le sue sclere diventarono nere e il suo corpo mutava.
-Écriture de Tombe: Macro!-.
Millianna incrociò le braccia, dispiegandole e trasformandosi in un'ibrida donna-tigre.
-Zeroja Tigër!-.
-Snap.- I due zombi torsero bruscamente il collo, poi collassarono per non rialzarsi mai più.
-Kokës!- Li superò agitando gli artigli, e dietro i loro colli esplosero in spruzzi vermigli.
-Eliminati. Uh?- Alzarono gli occhi e si accorsero che la folla di non morti si era aperta: in questo modo ora erano a pochi metri di distanza.
Si guardarono confuse e poi, prima che lo potessero impedire, ognuna allungò lo sguardo alle spalle dell'altra.
Per i secondi successivi, fu come se un legame di tristezza e compassione reciproca le avesse isolate dal resto del mondo, e non trovavano le parole da dirsi; poi il mondo tornò a ruggire e a lanciare loro contro incantesimi, e così tornarono in sé.
La neko-girl fece saettare dal polso una corda che si attorcigliò attorno al braccio della compagna, che flesse per tirarla; poi, con l'altra mano, scrisse: “Taglio”.
Si sorrisero a vicenda, poi si girarono verso gli zombi, si piegarono per scattare e: -Via!-.
ZUMZUMZUMZUMZUM
Gli zombi venivano tranciati a metà e andavano giù che era una meraviglia, anche perché correvano a più non posso, e si sorprendevano entrambe che l'altra non perdesse il passo. Irritante. Insomma, come al solito, si era trasformata in una gara.
Percorsero tutta la lunghezza del cimitero, finendo occasionalmente muso a muso con un non morto e scacciandolo con un graffio/calcio.
-Sciò! Pussa via!-.
-Espressione di stupore, cioè, ah! Walking Brut!-.
Poi, ad un certo punto, la mandria finì, li avevano fatti fuori quasi tutti. Il livello di difficoltà più scarso nella storia delle apocalissi zombi.
Si fermarono, trasalendo all'unisono: erano tornate lì per aiutare Lily, ma lo scontro era già finito.



-Finiamola.-.
Hargeon
-Guah!-.
Schegge di ghiaccio volarono dappertutto, l'ultimo rimasuglio della sua difesa. Di nuovo schiena a terra, Ginger indietreggiò strisciando con i gomiti.
-Eheheh!-.
-Perché... ah, sss... ridi?- Fischiò estroflettendo la lingua biforcuta.
-Perché è un vizio che hai... dici sempre: ora la faccio finita, e poi non fai niente-dechi! E questo vizio...- Piegò le ginocchia e si rimise in piedi.
-Io lo chiamo debolezza-dechi!-.
PEW
Urgh! Quegli stupidi raggi erano troppo veloci per poterli assorbire, la stavano uccidendo... uccidendo, già.
-Bassssta parole. Ti elimino...-.
E ancora!”.
Ginger attese che si avvicinasse per colpirla con le sue quattro spade, che al prezzo della maggior parte dei vestiti aveva imparato a schivare; solo all'ultimo secondo si accorse dell'ombra arcobaleno che la sovrastava.
Gorilla!” Incrociò i polsi davanti al viso, sentendosi schiacciare. Percepì le ossa della schiena rompersi, per non parlare di quelle della faccia, e le gambe alzarsi in aria per il contraccolpo.
Poi sarebbe venuta la lama in petto, e allora non ci sarebbe stato più niente da fare.
E questa cosa la faceva incazzare.
-Non mi farò uccidere da un rettile senza palle-dechi!!!- Una fiammata dai piedi, la più grande che poté, nell'unica speranza che le fosse proprio davanti.
A giudicare dal fatto che non era morta dopo due secondi, doveva aver funzionato.
-Oh...- Gemette rimettendosi in piedi: -kami... questa la sentirò dom-
-ani?-.
Lyon quasi le alitava addosso tanto era vicino. Dalla vita in su la sua pelle e le squame erano bruciate, si salvavano solo i lucenti capelli argento. E gli occhi verde smeraldo, come quelli di un serpente.
Era una bufera di neve.
Ebbe solo il tempo di alzare le mani che lui sparì in una nube di vapore, venendole addosso.
I suoi attacchi provenivano d'ovunque, non era facile descriverli, era come se le stesse tutto intorno e materializzasse le spade dal gas. Non capiva altro, però lo intuiva.
Ginger era entrata nella gattolotta, che era come chiamava quella parte del combattimento in cui il suo corpo stava davanti alla mente, e l’istinto davanti alla coscienza. Muoviti, evita, l'ho fatto; solo quei pensieri, tutto il resto era sbiadito. Doveva essere il sesto senso felino, o una specie di istinto di autoconservazione. Ma gattolotta era più divertente da pronunciare.
Già, se non fosse stata agile e flessibile come una gatta e lui non fosse stato troppo rabbioso per mirare bene, allora l'avrebbe trafitta almeno centro volte.
Se ne rese conto perché la raffica era finita, e lui era arretrato dematerializzando le braccia di ghiaccio. Ahahah, si era arreso!!!
Lei alzò i pugni in posizione di guardia, per farli vedere che c'era ancora. Si sbagliava.
Rapidi come segni di penna, sulla sua pelle si tracciarono numerosi tagli superficiali; ma non se ne accorse perché facevano male, né perché erano freddi: semplicemente, era una rete di punti che non sentiva più.
E si stavano espandendo.
L'avrebbero distrutta, così come era successo a Juvia: questo pensava Lyon.
Ma, invece, vide le sue ferite illuminarsi e del vapore opaco fuoriuscire; e lei invece che disperarsi rimaneva immobile, senza dar cenno di cedimento. Forse era morta in piedi, però allora perché...
Anf... non...”.
-Guarda guarda...- Uscì il risolino dalla bocca dell'avversaria: -sono ancora viva-dechi... eh...-.
Non importa.” Pensò Lyon, alzando la spada: “Le trapasserò il cranio, non potrà sopravvivere.”.
-È un bluff.-.
?
-Quella spada di cui vai tanto fiero, è un bluff. Io l'ho capito sai?- Ogni parola proferita sembrava il suo ultimo respiro, ma al contempo sotto il flebile tono emergeva un qualche tenore. Era la consapevolezza della morte a renderla folle? O forse parlava così perché sapeva qualcosa che ignorava?
-Da come la racconti, sembra che trasmetta lo zero assoluto, ma è un'assurdità-dechi. Lo sanno anche i bambini che è uno stato, non è un virus: perché i virus ti arrivano, agli stati invece devi arrivarci tu.-.
Lyon sospirò pesantemente, senza capire perché la stesse ancora ad ascoltare, perché le stesse lasciando prendere tempo in maniera così stupida: sarebbe stato facile ucciderla proprio adesso. Anche prima avrebbe potuto ucciderla. Più volte.
Debolezza?”.
-Quello che fa è abbassare la temperatura fino a 0 K, tutto qui. Basta pareggiare i conti-dechi.-.
Il braccio gli si stava stancando, lo abbassò.
Pareggiare i conti, come se fosse una cosa facile... Per contrastare l'effetto avrebbe dovuto...
-Oh, capisssssco. Hai alzato la temperatura del tuo corpo di altri 300 gradi, per compensare quelli che perdevi...-.
-Che idea stupida...-.
Le rimase zitta, ma le sue labbra iniziarono a sporcarsi di sangue; e la sua pelle, come essiccandosi, si riempiva di crepe.
-Almeno avresti sssssalvato la faccia, invece ti sei scavata la fossa da sola... Nesssssun umano né demone può sopportare quelle temperature... Tutti i tuoi organi, le tue cellule e il tuo sangue ssssono ssssublimati per colpa tua e ricristallizzati a causa mia, il tutto nel giro di qualche ssssecondo. Non riesco a pensare a una morte più atroce...-.
-Nessun umano o demone, ma io sono ancora viva!- Gridò con gli ultimi fiati in gola: -Non ho la più pallida idea di cosa mi sia successo dentro, ma non mi ha ammazzata! Io sono... io sono la Regina del Ghiaccio e del Fuoco-dechi!!!-.
Poi si accasciò a terra, ansimando pesantemente e tossendo di nuovo.
-Che pallone gonfiato... sei solo un morto che cammina...-.
A quelle parole, lei ammutolì e lo spiò da dietro la frangia che, per il sudore e il sangue, le si era incollata sulla fronte.
-Non dirmi che non l'hai ancora capito... romperci le ossa non ci uccide, rimanere senza stomaco non ci uccide-dechi, quasi niente ci uccide... perché siamo già tutti morti.-.
Lyon, che le stava venendo incontro, si fermò: non perché non lo sapesse, ma perché a volte se ne dimenticava e, quando gli tornava in mente, gli faceva sempre quell'effetto, di congelarlo sul posto; l'eco di una sorpresa.
-Certo che lo so. L'esssssere portati al Cambiamento ancora vivi serve solo per avere più possibilità di riuscita, ma...- Smise di parlare, perché si era già distratto troppe volte: le fece il giro intorno, senza che reagisse, e le si avvicinò alle spalle.
-...ma ci uccide. Il nostro cuore si ferma, il nostro cervello si spegne, e l'anima se ne va dove deve andare-dechi... penso che sia questa la mancanza che sentiamo dentro...-.
Anima... no, quello che mi manca mi fu tolto prima...”.
Cosa... volevo dire?”.
-La mia anima erano i miei amici. Li ho persi tutti, ero rimasta solo io, e poi nemmeno quello. E lo stesso per te-dechi.-.
...
-, è proprio così, eravamo belli che morti già da prima. Tuttavia...-.
Nella mente della ragazza iniziarono ad affollarsi delle immagini, una benda sull'occhio, delle orecchie feline, una rosa nera, una ciocca azzurra, degli occhi giallo elettrico.
Con fatica, premendo le mani sulle ginocchia, si rialzò, ma non riusciva a rimanere dritta e perciò ciondolava. Ciononostante, sollevò di nuovo i pugni.
-...tu sei rimasto morto... mentre io ho ritrovato una ragione per vivere-dechi!-.
Un’onda di calore sciolse le due spade. Lyon rimase attonito e poi arretrò con un piede, si protese in avanti e alzò le mani davanti al viso, una aperta, l’altra chiusa e con indice e medio dritti.
-Ah... Ho usato tutte le mie magie, e sssssei ancora viva... ho usato tutte le mie maledizioni, e sssssei ancora viva... ssssssse come dici non posssssso ucciderti, mi baste annientarti...-.
Era già pronta a rispondergli, ma invece decise di smetterla con le ciance e lo attaccò con un jab sinistro e poi, quando lui si spostò a destra, con un gancio a piena potenza, che però lo sfiorò soltanto e gli alzò i capelli.
Si era fatto indietro: bene! Continuando a girare rizzò la coda, e sentì un amichevole SNAP. Tornata dritta, la guancia del ragazzo era rossa.
-Kuku!- Di nuovo un pugno ma stavolta lo parò con il palmo e, prima che potesse controbattere, le sue dita stavano già dirigendosi fischiando come proiettili verso la sua guancia.
Posso evitarl...” Cercò di muovere la gamba, ma qualcosa le si era avvinghiata attorno.
La sua coda-dechi?!”.
Fu come se avesse cercato di masticare un sasso: si curvò e sputò un paio di denti, un altro le finì in gola, bloccandole il respiro per qualche istante.
Non avevo bisogno di un'altra bocca-dechi!” Cercò di sfruttare l'effetto sorpresa, o quello che le rimaneva, ma l'impatto fece più male alle sue nocche che a lui.
Aveva perso improvvisamente potenza? O forse erano semplicemente i danni collaterali che iniziavano a farsi sentire? Ad avvalorare quest'ipotesi uno spasmo in tutto il corpo le fece mancare la vista.
La successiva cosa che vide fu uno scintillio di artigli di ghiaccio, quelli che ora sussultavano tra le dita dell'avversario.
Cazzo.”.
ZAM ZAM, due tagli, al seno e in viso; fulminata dal dolore, arretrò traballando, mentre Lyon allungava le mani, l'una chiusa a pugno sull'altra.
-Ice Make: Spider!-.
Ma d-
Fece un volo di parecchi metri, sentendosi come doveva sentire un burattino a cui recidevano i fili e spezzavano le giunture. Ma lei era un gatto, e atterrò sulle zampe.
Buffo, riusciva ancora a muoversi: in compenso aveva delle serpi spinate al posto delle membra.
-Grrr!!! Hai detto che avevi finito le magie-dechi!-.
-Ho mentito...-.
Dalle sue mani ora uscì un dragone che, fauci spalancate, le volò addosso. Avrebbe anche potuto schivarlo se non avesse avuto il corpo in poltiglia e se, urlando come aveva fatto, il buco sulla guancia non si fosse allargato causandole un'altra scarica di dolore.
E così la travolse in pieno. Fu peggio del ragno. Peggio delle spade. Peggio del Cambiamento. Peggio di tutto.
Voglio rivederle.”.
Devo rivederle.”.
Io...”.



Crocus
Quel tizio era sfuggente, Lily non riusciva a mettere a segno un solo colpo; eppure bastava guardarlo per capire che sarebbe venuto giù facilmente.
-Povero illuso.- Fece lo scheletro con voce gorgogliante: -Nessuna spada può arrestare la danza macabra.- e in effetti gli aveva appena tagliato a metà il viso, ma con uno sfavillio nero si era subito ricomposto.
La cosa positiva però era che non stava contrattaccando: probabilmente non era nemmeno tanto forte. Sarebbe bastato metterne a segno uno...
-Whaaa...- Un soffio sinistro lo avvertì dello zombie alle sue spalle; si voltò e gli tagliò la testa di netto.
La vista di quello che era stato solo un ragazzo cadere decapitato lo fece prima raggelare e poi infuriare. Era pronto più che mai a fare a pezzi quel demone; ma quello si era messo a ridere.
-Uhuhuh! Voi umani siete deboli, non riuscite a tradire i vostri compagni... anche i morti!- Ed ecco dal terreno schizzare fuori una massa di carne putrefatta che gli si avventò addosso; a nulla gli servì alzare la spada per proteggersi, perché la trapassò senza rallentarla. La zombie lo prese per le spalle e lui ebbe la prontezza di fare altrettanto, ma quello che vide gli fece perdere la presa.
-La-AHH!!!- Cadde a terra e tentò di levarsela di dosso, ma i suoi denti affondavano sempre di più nel suo collo.
Nel giro di pochi secondi si sentì scivolare nell’oblio.



Malva
Un frullo d'ali ed era già in cima.
I suoi progressi nel volo erano stati sorprendenti, per lei per prima. Era come se ne fosse stata sempre capace, come se avesse avuto quell'aspetto fin dalla nascita.
Ma lei odiava quell'aspetto, non poteva avercelo avuto dalla nascita. E quello che sentiva dentro di sé non ce lo aveva mai avuto prima, mai, mai...
Cadi.
Smetti di volare.
Cadi.
È tutto finto.
Non ne vale la pena.
Cadi.
Cadi.
Yukino strinse i denti, sentendosi venir meno a ogni centimetro guadagnato. Ma quella forma che detestava, ora le serviva, le serviva quel potere. Le servivano quelle ali.
Atterrò, senza bisogno di sfondare la finestra o la parete perché erano già andate in pezzi. Era stato in quel momento che tutti i Portali erano stati chiusi, e cioè tutti gli Spiriti erano stati sconfitti, ed in quel momento era intervenuta d'istinto. Dopo avrebbe avuto tutto il tempo per chiedersi: “Perché sono stata così sconsiderata? Perché non ho aspettato gli altri?”, ma in quel momento era come mossa da una smania, dal desiderio disperato di vedere quel mostro morto...
Sconfitto.
Di vederlo sconfitto.
Ma dov'era?
!!!”.
Un'ombra gigantesca si stagliò su di lei, qualcosa di enorme era in volo e stava oscurando il sole... e l'avrebbe travolta!
Si gettò di lato; con la coda dell'occhio vide un enorme uccello viola procedere come un treno e far freno con gli artigli. Lo spostamento d'aria fu così forte da trascinarla in avanti, e non riuscì ad atterrare come aveva intenzione, prendendosi qualche botta che avrebbe lasciato il livido.
Urgh! La testa... ma cos'è quello???”.
Il corpo era quello di un uccello, ma aveva un unico grande occhio ciclopico e delle fauci al posto del becco.
Deve essere un demone!” Si rimise in piedi, indecisa sul da farsi: l'uccello non sembrava considerarla minimamente, stava zampettando verso un angolo facendo tremare continuamente il pavimento.
Che cosa stava puntando? Il mostro! Quell'orco, Doriate, eccolo là! Steso a terra, ridotto parecchio male, lui e gli Spiriti dovevano essersi sconfitti a vicenda, ancora non capiva come ci fosse riuscito. Ma ebbe appena il tempo di vederlo che l'uccello lo ingoiò.
Yukino trasalì, sempre più incerta sul da farsi: attaccare l'uccello finché le dava le spalle? Ma sarebbe stata una vigliaccheria... Però tutti contavano su di lei, non poteva permettersi alcuna esitazione!
CRACK
D'improvviso la pancia dell'uccello esplose, e lui stramazzò a terra, con la lingua fuori, stecchito.
-Non di nuovo!!!- L'orco si piegò sulle ginocchia ad ansimare.
-Cosa... oh, giusto, Sayla-san l'ha modificato per...- Si voltò a guardarlo.
-Ho fatto un casino, doveva servire agli altri. Eh?-.
Yukino si strinse una mano al cuore, si era accorto di lei. Sapeva che avrebbe dovuto nascondersi subito, che la sua unica speranza era coglierlo di sorpresa, che doveva fare tutto meno rimanere immobile... e invece fece proprio quello.
Non lo puoi sconfiggere.
Non lo posso sconfiggere.”.
Ti ucciderà.
Mi ucciderà.”.
Sei debole.
Debole.”.
-Regredisci!-.
Diventò molto, molto più grosso, e marciò a grandi passi su di lei.
Ahh... è la fine.”.
Non importa a nessuno.
Ho sbagliato tutto.”.
I tuoi amici moriranno per colpa tua.
Non mi merito le chiavi degli Spiriti.”.
Ma non importerà più a nessuno.
Non importa a nessuno...”.
-Il mio potere è il più forte tra quello di tutti demoni!- Ruggì il mostro, che era sempre più vicino, di più di più.
VROOOOOOOOOOOOOOOOOMCRASHSCREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Schegge di vetro e muratura esplosero dappertutto, mentre sul pavimento di fianco a lei atterrò un… un… un qualcosa di rosso e con quattro ruote, che faceva un rumore infernale. La cosa derapò in cerchio e colpì con un fianco l'orco che, colto di sorpresa, volò attraverso tutta la lunghezza del piano e infranse la finestra dall'altra parte, cadendo giù dal palazzo.
La cosa finì il giro e si fermò proprio di fianco a lei, lasciandosi dietro un solco nero circolare e un sacco di fumo. Aveva fatto un rumore pazzesco, come il verso di una mandria intera. A Yukino ricordava vagamente una carrozza, ma era troppo strana, moderna, era come se venisse dal futuro.
Il rumore che faceva era assordante, però lei era troppo incantata anche solo per coprirsi le orecchie, e quando la carrozza si mosse in avanti, lei la seguì.
-GRUAAAAAAAAA!!!- Quel ruggito spezzò l'ipnosi, e vide che l'orco era riemerso dalla finestra; ma era grande il doppio, forse il triplo di prima, e completamente viola.
A-Ah...”.
Yukino si accasciò, sentendosi svuotata di ogni energia. Era la Maledizione o la paura?
Dal davanti della carrozza spuntarono fuori due tubi che iniziarono a scoppiettare e questa volta il RATATATA le fece tappare le orecchie.
Il Cambiato ruggì, anzi, urlò di dolore perché anche il suo corpo scoppiettava, e caricò la carrozza; ma, come l'afferrò con le sue gigantesche mani, ecco un altro tubo, solo che invece dei proiettili sparò una potente fiammata che lo investì in pieno.
L'orco, abbrustolito, indietreggiò fino alla breccia, aprendo appena la bocca come per ruggire di nuovo. O forse voleva solo implorare pietà. Invece un cannone vero e proprio con un unico, grande colpo lo centrò in bocca. Al mostro non restò altro che cadere, e stavolta non tornò più su.
Lo ha-lo ha annientato! Che-che razza di magia-che razza di magia può rendere così potente una carrozza???”.
Lo sportello si aprì alzandosi come un braccio.
-Ehi, mocciosa, finito di pisciarti sotto?-.
Yukino spalancò gli occhi, lo stupore era ormai completa confusione.
Cosa… lui???”.



-Uffa! Ma io non sono capace!!!- Si lamentò Laki gonfiando le guance.
-Sicuramente non imparerai nulla se continuerai a lamentarti.- Le rispose sorridendo Lily, spostandosi alle sue spalle e correggendo la sua posizione.
Lei sbuffò più forte: -Daiii!!! Ho dei nuovi giochi con cui solleticare il mio spirito!-.
-Quelli dopo. E poi, vorrei ricordarti, fino ad ora non sei ancora riuscita a strapparmi un miagolamento.-.
Laki gonfiò le guance: -Questo è solo perché non mi sono impegnata abbastanza!-.
L'exceed aggrottò la fronte, e lei si morsicò la lingua per il passo falso.
-Male. Cosa ti dico sempre? Che bisogna...-.
-“Che bisogna sempre impegnarsi al massimo, e se ieri ho dato il 100% oggi devo dare il 110%”, eccetera eccetera.-.
“Veramente io dico il 200...”.
Laki simulò altri due fendenti, poi riprese a lamentarsi.
-È inutile, non mi va e non sono brava!-.
Lui scosse la testa vigorosamente: -Ti sbagli, hai fatto progressi notevoli negli ultimi due mesi.-.
Non la stava convincendo.
-Su, ora te lo dimostrerò.- E prese posizione di fronte a lei.
Laki abbassò le spalle: -Ma Lily, tanto lo sai che...-.
Crocus
Panther Lily smise di agitarsi a caso e prese la testa della ragazza tra le mani.
Ruggì con furore e se la strappò di dosso assieme alle sue stesse carni, si mise seduto con la forza degli addominali e infine la stese a terra. Si dimenava, urlava, ma come una bestia.
“Sì!!! Tu eri diventata molto, molto forte!!!”.
I suoi muscoli erano gonfi, le sue gengive scoperte, gli occhi sbarrati, il sangue spruzzava dalla ferita, e le sue dita... si chiudevano, sempre di più, sul suo viso, come una morsa fatale.
“MA IO SONO SEMPRE STATO PIÙ FORTE DI TE!!!”.
Uno scricchiolio più forte degli altri e lei smise di graffiarlo. Le sue mani caddero a terra e non si mosse più.
-Anf... anf... anf...- Rotolò di lato, tamponandosi il collo, ormai a brandelli. All'ennesima risatina dell'Etherious, rialzò a fatica gli occhi.
Troneggiava su di lui e si accingeva a dargli il colpo di grazia con lo scettro. Non poteva fare altro che ucciderlo con lo sguardo.
-Farò di te uno dei miei esperimenti, ne nascerà un grandioso racconto.-.
-Anf... la pagherai... noi non... non ci arrenderemo mai...-.
Keith rimase turbato da quelle parole, troppo simili alle ultime che aveva sentito dalla bocca di quella donna insolente.
-Farò di tutti voi le mie ca- Strozzò un urlo roco e il bastone gli cadde dalle mani; con grande stupore, Lily vide spuntare dal suo petto la punta di una lama.
-Oh, accidenti. Mi si è incastrata la spada in un mucchio d'ossa.- Disse una voce familiare; ma Lily non ebbe il tempo di riconoscerla, perché un velo nero calò sui suoi sensi.



Hargeon
L'aveva uccisa?
BOOM
Stupido solo pensarlo.
Ma Lyon era ormai d'inverno, si limitò a recepire i nuovi dati con lucidità. Da dove prendesse la forza aveva smesso di chiederselo o di farci caso: assumeva come dato di fatto che fosse una riserva inesauribile di energia.
Ma la forma di quella forza? Totalmente nuova. Era difatti diventata una meteora di fuoco e ghiaccio, che si stava dirigendo verso di lui.
-LUCIFER CAEEEEEE!!!-.
-Ah...-.
Rallentarla con un Eisberg sarebbe stato inefficace. L'Ice Make l'avrebbe polverizzato andandoci contro. Una striscia di Dornen si sarebbe sciolta subito. Sublimare o diventare di neve non lo avrebbe salvato. Non c'era tempo per altri attacchi.
Chiaramente lei non contava di rimanere in vita, le sue possibilità erano sotto lo zero percento. Già da un pezzo, a dire la verità. Ma sarebbe stata in grado di portarlo con lei?
Improbabile, ma non eccessivamente.
Ice Magic. Più freddo di quanto lei non possa raggiungere. Con il Devil Ice... uhm... Eis Holle... Punch.”.
Strinse il pugno destro, canalizzando tutta la magia e l'Anti-Ethernano che gli era rimasto.
Anf... Potrebbe costarmi il braccio. Non importa. Non voglio perdere.”.
Non posso... perdere.”.
Ah...”.
Che cosa fastidiosa.”.
-RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
-...-.
-RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
-...-.
-RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
-...-.
Venne l'impatto, si colpirono entrambi alla guancia.
Non che Lyon potesse vederlo.
Tutto attorno a loro si era colorato di rosso e azzurro; non poté nemmeno sentirne il dolore, perché aveva congelato l'area somestesica del cervello.
Fu senso del tatto ad avvertirlo del pugno: lo percepì rompergli lo zigomo, fratturargli la mascella, incrinargli la mandibola, frantumargli i denti e farglieli partire dall'altra parte della bocca. Tutto questo nel primo secondo; in quello dopo gli ruppe la spina dorsale all'altezza della terza cervicale. Nel terzo le schegge risalirono dalla bocca uscendo tutto attorno all'occhio destro, incredibilmente senza intaccarlo, e scesero uscendo dal mento. Nel quarto il suo viso prese fuoco, si congelò e si sciolse una qualche decina di volte, perse presto il conto.
A parte per il fuoco, lui doveva averle inferto più o meno lo stesso; abbastanza per ucciderla, ma non era quello il punto.
Il punto era che stava perdendo i sensi, e aveva la sensazione che il suo corpo si stesse staccando dalla vita.



Zonia
C'era un momento, quello che aspettava sempre quando iniziava una tortura: la saturazione. Quando l’idiota stava ormai perdendo la voce, quell'istante prima che cominciasse a supplicarla di porre fine a tutto; l'Etherious allora alzava gli occhi al cielo e inspirava a pieni polmoni, godendosi a pieno il momento. Era sempre stato così, sin da quando era stata creata. Si poteva quasi dire che vivesse per questo; e il fatto stesso di poter pensare a una simile bestemmia contro Zeref era prova della grande influenza che aveva su di lei.
Ma poi era cambiato tutto, da quando aveva incontrato lei. Ci aveva provato, una volta tornata in vita, con qualche prigioniero, eppure non sentiva più niente. Quel momento non arrivava più.
Mi ha stregato.” Pensava in quei momenti: “è colpa sua... Ah, voglio solo lei. Devo ritrovarla, devo guarire… devo assaporare quell’istante! Devo assaporarlo! Lo rivoglio indietro! E lo voglio con lei!”.
Tutto il resto non aveva più senso, non le dava più ebbrezza. E allora poteva concentrarsi di più sull'ottenere rapidamente le informazioni che voleva, prima di dare il colpo di grazia. Noioso, ma molto utile, come ad esempio in quel momento.
-Che cosa significa quel buco nel cielo? Che cosa avete fatto?-.
Minerva era in preda ai sussulti e al sudore, il suo corpo stava impazzendo perché non sapeva come reagire... né a cosa reagire. No, no, non ancora, non prima di quelle risposte.
-Non... non ti dirò nulla... u-ugh...-.
Kyouka, già accovacciata su di lei, si avvicinò più al suo viso per studiarla meglio.
-Oh. Certo, perché tu non sai nulla. Questo vuol dire che… o è un piano di cui non sei stata informata, e questo ti renderebbe inverosimilmente ingenua… o è un piano di cui io non sono stata informata, ma è altrettanto improbabile... o è il piano di qualcun altro. In ogni caso.- Si passò l'artiglio tra le labbra, bevendo il succo sanguigno che lo imperlava.
-Tu non mi servi più a nulla.-.
SNAP
Si scansò con una capriola di lato, rimettendosi in piedi guardinga. Una freccia l'aveva sfiorata e si era conficcata per terra poco distante.
“C'è un cecchino da qualche parte. Deve essere nascosto in qualche edificio.”.
“Perché non ha sparato fino ad adesso? E quella freccia non ha nulla di magico…” La prese in mano, sempre scrutandosi attorno.
“È metallo temprato. Ma è molto più raffinato delle capacità degli umani.”.
SNAP
Questa volta le era bastato indietreggiare, la prossima avrebbe potuto anche afferrarla. Aveva contato cinque secondi, era il tempo che ci metteva tra un colpo e l'altro.
Comunque doveva essersi nascosto in uno dei due edifici che stava guardando; così li fece a pezzi con i suoi artigli.
Cosa diav-” Una persona si era lanciata fuori dalle macerie mentre stavano ancora cadendo, vestita di una sorta di tuta da battaglia nera, con un elmo, anch'esso nero, e con una visiera che le copriva la faccia. Aveva come dei razzi che uscivano da dietro la schiena e, in mano, l'arco più intricato che avesse mai visto: non di legno, ma di metallo o plastica, non capiva. E con due frecce pronte.
SNAP SNAP
“Prese.”.
“...ma con due mani.”.
“Merda, mi sono tolta la visuale!”.
Si levò le braccia da davanti al visto appena in tempo per vederla atterrare sopra un altro tetto, mentre già caricava la prossima freccia.
-È inutile, non mi prenderai mai.-.
Ora che era fermo poteva vederlo meglio; innanzitutto era una lei, il seno non lasciava dubbi; e l'elmo non la copriva del tutto, perché lasciava uscire una folta coda di capelli. Capelli rossi.
Kyouka sentì tutto il corpo palpitare.
“Questa sensazione… ahh… non mi posso sbagliare…”.
-Sei tornata… tu sei tornata da me…-.
“No, no, c'è qualcosa di strano, l'altra volta non era così. È sbagliato!”.
-Tornata?- Ripeté quella con voce metallizzata dal casco. Era la sua, non aveva alcun dubbio, ma era diversa.
-Ah, capisco. Se lei ti ha lasciato indietro…- Alzò una mano e premette un pulsante dietro al casco; la visiera si ritrasse, scoprendo il suo volto.
“Ahhh…”.
-Vuol dire che non ti stima un avversario degno di essere eliminato.-.
-Ma indovina un po'? Io li elimino tutti, i miei avversari.-.



Oak Town
-Bwahah!-.
-Avanti, umani senza fegato! Non volete venire a salvare i vostri amici?!-.
Jackal si divertiva un mondo a vedere “l'esercito nemico”, se quei polli si potevano chiamare così, stringersi tutto e fare dieci passi all'indietro ogni secondo. Non che potessero scappare, gli aveva minato il terreno sotto i piedi, e poi si era messo a girare intorno ai corpi dei due mocciosi che lo avevano impunemente attaccato, come uno sciacallo sulle carcasse.
-Bwahah! Forza, fatevi avanti!- Fece detonare le rune che aveva piazzato sulle pareti di uno dei manufatti su cui si erano accalcati, facendogliele crollare addosso. Il gregge belò, si schiacciò sull'edificio opposto, ed esplose anche quello.
-E voi vorreste sconfiggere i demoni di Tartaros??? Ricordatevi dell'uomo che vi ha spediti all'inferno!!!-.
TUTUTUTUTUTUNF
“Mmm?”.
TUTUTUTUTUTUNF
Jackal si guardò intorno, cos'era quello strano rumore? Sembrava che qualcuno stesse facendo roteare come una fionda gigantesca, forse gli umani avevano un gigante dalla loro parte?
Fufufu! Non aveva mai fatto esplodere la faccia di un gigante!
TUTUTUTUTUTUNF
Il rumore si faceva sempre più forte, ma del gigante nessuna traccia. Cos'era, gli stava forse venendo incontro? E perché anche gli umani sembravano non capirci niente?
Scrutò con attenzione ogni strada da cui potesse spuntare, ma già il frastuono era diventato assordante, e di giganti nessuna traccia.
Poi alzò un po' il muso e capì che non c'era nessun gigante, ma quel... coso.
“Che... eh?”.
Era una... una capsula forse? Con una coda? E sopra aveva due lastre lunghe e strette che giravano, erano quelle a fare tutto quel baccano; poteva ricordare una libellula forse, e si teneva sospesa in aria col muso rivolto in avanti, non capiva che razza di magia potesse essere.
Poi notò che c'erano anche due cilindri attaccati ai lati con alcuni fori, e anche quelli stavano girando.
RATATATATATATATATATATA
-GWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Fu come se decine chiodi lo avessero attraversato; si girò tenendosi il volto tra le mani, mentre la forma Etherious veniva meno e tornava in quella umana.
Non ci vedeva più da un occhio.
-CHE C***O!!! CHE C***O DI MALE DI M***A!!! C***OC***OC***O!!!-.
Con quello buono vide che si era creata una scia di fori in terra che andavano verso i suoi uomini, alcuni giacevano morti a terra mentre altri erano feriti come lui; uno dei rimanenti gli stava venendo incontro.
-Nobile Jackal! Siete-ah!- Lui lo prese per il collo ruggendo come una bestia.
-CHE COS'È QUELL'AFFARE???-.
-Non-non-io non-
TUTUTUTUTUTUNF
RATATATATATATATATATATA
D'istinto, parò il demone davanti a sé per proteggersi; inutile, perché i chiodi lo attraversarono e lo colpirono di nuovo.
Jackal latrò e si accasciò a terra, puntando un gomito per rimanere con la testa dritta.
-MMM!!! AH!!! URR!!!-.
TUTUTUTUTUTUNF
-MALEDETTO BASTARDO!!!- Alzò il braccio per polverizzare quella roba, e gli fece esplodere la coda. La capsula girò su sé stessa in fiamme e si fracassò a terra.
-Anf... anf... anf... guuuu!!!- Riuscì a rialzarsi, e tra gli spasimi trovò lo spazio per le risate.
-Cosa-credevi-insulsa-creatura???-.
CRENK
Si aprì una porta dall'ammasso di ferro, e spuntò la sagoma di uno stivale.
-Umpf!- Sbottò una voce femminile: -Dovevo metterci i proiettili per elefanti!-.
-Ehi, cretina, mi hai quasi uccisa sai???- Ne fece un'altra, ma da tutt'altra direzione: alla sua destra, nascosta dietro ad un edificio, vide una ragazza dai capelli azzurri con uno strano abito nero pieno di righe luminose, e ai suoi piedi…
“Cosa??? Ma chi-quando???” Si voltò, le sue due prede non c'erano più. A ben pensarci non le aveva viste nemmeno prima!
-E potevi ammazzarli con la prima raffica, brutta deficiente, dovevi aspettarmi!-.
-Gnè-gnè-gnè!- Allo stivale seguì una gamba, una mano, un braccio, e poi tutto il corpo.
Jackal non poteva credere ai propri occhi, al proprio occhio. Era il dolore o la rabbia che gli davano le traveggole?
-Che ci fai tu qui???-.



Centro-est di Fiore
“Mancano dieci secondi.”.
-Libera Orga!- Gli intimò il mago-ninja. A dire la verità, visto come gli aveva ridotto il braccio, avrebbe fatto meglio a preoccuparsi per sé stesso.
-Avete combattuto bene, umani. E lui era sicuramente il migliore di voi tre; ma non potrà uscire da lì, e tra nove... otto secondi comincerà ad annegare.-.
Orga, l'uomo dei fulmini neri, si era davvero distinto: non avrebbe subito l'ultimo attacco se non avesse difeso il menestrello. Così lo aveva rinchiuso in una sfera d'acqua contaminata dall'anti-ethernano, e non c'era modo per i suoi due compagni di tirarlo fuori.
-Ehi! Orga svegliati dannazione!-.
“Cinque secondi.”.
Torafuzar si protese in avanti aprendo le braccia.
-Lariat!-.
Si lanciò addosso a loro circondando i loro colli (in realtà, date le dimensioni delle sue braccia, prese anche i loro visi) con un braccio ciascuno.
“Tre secondi.”.
Si fermò, loro caddero, lui si raddrizzò. Ancora una volta, il contraccolpo alle gambe si fece sentire.
“Due secondi.”.
Si girò per dare loro il colpo di grazia.
“Un sec-
“!”.
Per un secondo non distinse bene quella massa eterogenea, poi capì che si trattava di una persona, un uomo, che teneva il mago Orga per sotto l'ascella, col braccio attorno al proprio collo. Era vestito di una sorta di tuta aderente nera e di un mantello blu, mentre il viso era coperto da delle bandane; dalla spalla libera spuntavano le punte articolate di cinque bastoni.
“Come ha fatto a liberarlo?”.
-Chi sei? Sei un loro compagno?-.
Quello si fermò e adagiò il corpo di Orga a terra. Dopodiché si spostò di qualche metro di lato.
-Per cortesia, potresti allontanarti da loro due?- La sua voce uscì ovattata dalla sciarpa.
-Scordatelo.- Torafuzar alzò il piede sopra il cranio del ninja.
-Hanno combattuto senza onore, non avrei intenzione di risparmiarli in nessun caso.-.
-Capisco.- Si fermò di nuovo e, di scatto, lanciò qualcosa da una mano. Ma non mirava a lui.
Abbassò il piede il più velocemente possibile, ma sia il ninja che l'altro sparirono con un lampo azzurro, e pestò solo la terra.
I due maghi ricomparvero al fianco del terzo.
“Magia di teletrasporto? Eppure, se non sbaglio, ha lanciato due dischetti metallici. E non ho percepito nessun incantesimo; che razza di mago è?”.
L'uomo estrasse un bastone, ma non fece nient'altro.
-Chi sei tu?-.
Una folata di vento gli alzò il mantello di lato, sventolò per qualche secondo, si adagiò.
Ancora nessuna risposta.



Hargeon
Quando la luce si attenuò, sia i soldati umani che i demoni, che si erano tenuti alla larga dallo scontro dei due leader, rimasero esterrefatti.
Il terreno nell'area di un chilometro era diventato come una banchina di arcobaleno, un oceano dalle increspature cristallizzate sotto le quali trapelava una luminosità rosea, come di lava.
I due eserciti si sporsero con gli occhi sbarrati, cercando di capire chi fosse rimasto in piedi là in mezzo; ma non vedevano altro che un luccicore si arcobaleno e polvere.
...
Mi ero sbagliato...”.
Non mi è costato il braccio...”.
Non mi è costato nemmeno quello...”.
Mattan Ginger era definitivamente a terra, curva quasi in posizione fetale, con gli occhi serrati e in bocca una smorfia sporca. All'esterno non sembrava essere ridotta troppo male, però dentro era una poltiglia.
D'altro canto, a parte le ferite in viso e l’essere tornato in forma umana, lui era ancora saldo in piedi: gli era bastato sostituire le vertebre con delle copie di ghiaccio; senonché, guardandosi il braccio che pensava avrebbe perso, vide che tutta la sua pelle era piena di screpolature che crepitavano se stringeva il pugno o lo muoveva, e lo stesso tutto il resto del suo corpo. Anche la faccia, si accorse toccandosela.
Ah... capisco... mi sbagliavo... stava per costarmi molto più del braccio...”.
Mmm... Capisco... Sento ancora del potere magico provenire da lei... ma è fievole, non servirebbe neppure darle il colpo di grazia...”.
Ma non commetterò lo stesso errore di nuovo... non ti lascerò moribonda perché non hai alcuna speranza...”.
Mosse un passo verso di lei, e il suo corpo scricchiolò come braci nel fuoco.
Devo porre fine alla tua vita con le mie ma
Il suo cuore ebbe un sussulto. L’ultimo. Gli mancarono le forze e si sentì cadere in avanti, addosso a lei, ma rimase in piedi.
Per un attimo pensò che fosse brama di sangue risvegliata a causa del colpo, o qualcosa di simile; poi che fossero gli effetti del colpo stesso; ma alla fine si rese conto che la verità era un'altra.
C'era qualcuno davanti a lui, sul quale si era accasciato evitando di cadere; e il motivo era che lui l'aveva colpito. Trapassato da parte a parte, in centro al petto. Con del ghiaccio.
Un rantolio gli uscì dalla bocca.
Di chi è... questa spalla...”.
Ah... è la tua...”.
Gray...”.








Angolo dell'autore
Ciao a tutti, scrivo queste due righe per gli altrettanti lettori che sono rimasti a seguire la mia storia.
La pazienza è la virtù dei forti, dice il proverbio, ed è evidente che in questo momento dobbiamo tutti essere forti; che per molti di noi vuol dire semplicemente resistere dentro casa (poteva andarci peggio). Dobbiamo però fare tutto quello che possiamo, per quanto piccolo, per aiutarci l'un l'altro; io, oltre ad intrattenervi su questo sito, vi consiglio di scaricare Folding@Home che vi permetterà di destinare parte della potenza del vostro computer o console di gioco a scopi di ricerca medica. Possiamo e dobbiamo tenere duro, cosicché tutto possa andare bene. Anche se non vi conosco, ho fiducia in voi :)
Se conoscete persone in prima linea durante questa emergenza, o se ci siete voi stessi, prima di tutto vi ringrazio di cuore, e poi sappiate che il vostro sforzo non verrà dimenticato. Non può. Nonostante tutto, auguro a tutti voi Buona Pasqua.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** The Biting of the Bullet ***


I never thought I'd die alone
I laughed the loudest who'd have known?
I trace the cord back to the wall
No wonder it was never plugged in at all
I took my time, I hurried up
The choice was mine I didn't think enough
I'm too depressed to go on
You'll be sorry when I'm gone

(Adam's Song-Blink 182)

Tra i cieli di Hargeon
Il cielo si era calmato, era tornato alla normalità: la normalità, per meglio dire, a cui era soggetto da un anno, ovvero un insano misto di rosso e celeste nel quale le nubi scorrevano a volte lente e a volte veloci, come foglie secche nella corrente torbida.
Due puntini anomali però si opponevano al flusso, sospesi nella quasi immobilità della polvere illuminata dal sole.
-Anf... anf... anf...-.
-Ma che diavolo... Wendy... non è divertente!!! Fa male!!! Fa male da morire!!!-.
Wendy, girata di spalle, lasciò andare il suo braccio che cadde nel vuoto. Sherria si tamponava il moncherino che spruzzava sangue nero iperpompato, curandolo con la magia.
-Va bene.- Soffiò a denti stretti: -Eheheh, allora vuoi giocare! Va bene, siamo-siamo amiche dopotutto!-.
Wendy ruotò su sé stessa, Sherria non riusciva a vederle gli occhi perché erano coperti dalla frangia, ma avvertì comunque un brivido lungo la schiena.
-Ok, gioc-
!!!
Una forte corrente d'aria ascensionale la fece schizzare in alto, era così rapida e potente che non solo non riusciva a mangiarla ma se ne ritrovò completamente in balia.
Le sue urla e il suo sangue si persero nel vento, finché non iniziò a mancarle il fiato. Poi finì tutto e si ritrovò stordita a galleggiare a testa in giù.
Si rimise dritta, cercando di capire quanto in alto fosse finita.
La pressione è... un quarto di quella normale... ossigeno e azoto si stanno disgregando... il colore del cielo è...”.
Non è possibile! Diecimila metri di altezza???”.
Wendy si era fermata davanti a lei, immobile e silenziosa come uno spettro; poi si piegò in avanti, i suoi capelli si alzarono come sott'acqua, e sparì.
Se la trovò davanti con la mano allungata a un palmo dal suo naso, gli occhi spalancati e abissali come quelli di un maki.
Davanti aveva un mostro. La sua reazione fu una sola.
Nonmitoccarenonmitoccarenonmitoccare!!!”.
Volò all’indietro a velocità pazzesca per sfuggirle, ma lei invece era sempre più vicina, stava per toccarla, stava per prenderla e…
-VATTENE VIA!!!-.
Wendy si rimpicciolì, allora Sherria si fermò e si rese conto che si era immobilizzata sul posto.
Nonostante si fosse sforzata solo per pochi secondi era esausta e grondava sudore; ma soprattutto era terrorizzata. Dal canto suo, la Dragon Slayer si guardava la mano come se non l’avesse mai vista prima, e non sembrava affatto provata, o sconvolta, o qualsiasi altra cosa.
Ah, uh... ahahah! Si è spaventata, ha ancora paura di me! Lo sapevo, io sono sempre stata la più potente!”.
Forte di questa disperata convinzione, decise di attaccarla con l'Urlo del Dio del Cielo, una magia d'aria che sapeva non avrebbe potuto mangiare.
Non la mangiò, in effetti.
La dissipò.
Senza nemmeno doversi muovere: p il vortice le si avvicinava più si disperdeva, fino a che non ne rimase una brezza; Sherria, incredula, soffiò con maggior vigore, ottenendo come risultato solo il fiatone.
Vuol dire che controlla l'aria? E io sono nel suo territorio??? Questo è-questo è barare!”.
-...- Wendy abbassò la mano, Sherria capì che l’avrebbe guardata di nuovo e la paura di prima la prese, più forte.
Non ho altra scelta! DEVI MORIRE WENDY!!!
-Vid Cub!-.
Un cubo di colore nero traslucido si espanse attorno a Wendy; la ragazzina si guardò intorno, dopo qualche secondo sussultò e si portò una mano alla gola.
-Esatto, quel cubo è vuoto come lo spazio! Niente che tu possa controllare, ahah! Non preoccuparti, i tuoi fluidi interni evaporeranno e il tuo corpo esploderà prima che tu possa soffocare! Ho vinto io, non è stato divertente???-.
-Eh?!?!-.
Wendy aveva aperto la bocca e gonfiava il petto come per aspirare aria, ma non c'era niente da aspirare… senonché gli spigoli del cubo iniziarono a deformarsi verso l'interno e il cubo a rimpicciolirsi.
Non-Non-Non è possibile! Non può mangiare il vuoto cosmico!!!”.
Invece nel giro di pochi attimi era tornato a circondarla l'azzurro; i suoi capelli, però, erano diventati nero scuro.
-Tu sei un mostro! Sei un dannato mo-
Le gambe.
Wendy aveva alzato il braccio, Sherria aveva visto una lama nera e...
Non sentiva più le-
PAT
Toccata
I suoi
Occhi
Le gambe
L'aveva
Presa
In petto
Gli occhi
Un abisso
Capovolta?
-AAAAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!-.
Una forza immane la schiacciava in basso, anche se Wendy la toccava appena. Non era lei a spingerla, era il vento stesso, un turbine che aveva il suo volto.
Sono-sono-sono il suo cibo, non è po-po-possibile, è un-un-un mostro!!!”.
Non-non è più la mia amica!!!”.
SBAM
La mia… amica…”.
Ora era a terra e lei la sovrastava, schiacciandole il petto con il piede; i suoi capelli stavano ancora fluttuando, ma perché continuava a fissarla in quel modo disumano???
-No, no! È tutto sbagliato, questa non sei tu!!!-.
Wendy alzò il braccio, formando un anello nero roteante sul palmo della mano.
-A-Aspetta! Ti prego, mi arrendo, mi arrendo! Hai vinto tu, ti prego!!!-.
FIIIIIIIIII
Sentiva l'anello fischiare come una trivella allora cercò disperatamente di levarsi il piede di dosso ma, come le toccò la caviglia, si trovò la mano triturata.
È la fine!!!”.
-Hai vinto tu! Per favore non voglio morire! Non puoi farlo, non è giusto, non è giusto, volevo solo giocare di nuovo con te!!! Ho sempre pensato a te, ogni cosa valeva la pena per vederti ancora, ogni cosa, ti prego, tu sei la mia migliore amica!!! Ti voglio bene Wendy!!! Ti prego, ti prego Wendy, non farlo, TI SCONGIURO NON FARLO!!!-.
Il volto di Wendy si corrucciò, un'ombra di dubbio le attraversò gli occhi, che per qualche istante tornarono umani.
-Sh...Sherria...-.
-Sì! Sì, sono io! Wendy sono io!- Sherria piangeva per la gioia, il cuore batteva così forte che le veniva da vomitare e non faceva altro che ripetere il nome della Dragon Slayer, sperando, gioendo.
Ma il suo volto tornò vuoto, e l'anello girò più velocemente sulla sua mano.
-No! No! Wendy, guardami, riconoscimi, Wendy, WENDY!!!-.
-Fermati Wendy!!!- Urlò una voce stridula che Sherria riconobbe subito.
-...-.
Ch-Ch-Ch-”.
-Ti prego, non farlo! Lei è Sherria, non la riconosci?-.
-...-.
-Non vuoi davvero farlo, so che è così! Non ricordi come hai sofferto quando hai scoperto che era morta? Ora è tornata, guarda, è tornata con noi!-.
Wendy la guardò, sembrava non riconoscere quella minuta ragazza dai capelli bianchi che era la sua compagna di sempre. Anche a Sherria sembrava più un’apparizione che la sua vecchia compagna.
-Per favore Wendy! Tu non sei questa!-.
-Ch-Charle.-.
Charle, Charle, tutto quello che Sherria riusciva a pensare era quel nome.
Charle! Charle! Grazie al cielo sei qui!”.
-Sì, sono io! E lei è Sherria ricordi?-.
-Charle. Sherria.- I suoi capelli smisero di fluttuare e qualcosa si riaccese nelle sue iridi.
-Sherria!-.
-Weddddy!- Singhiozzava lei.
Wendy si coprì la bocca inorridita: -Che cosa ho fatto???-.
-Mi dispiace Wendy! Mi dispiace!!!-.
-Che co-co-cosa ho-ho fa-fatto???-.
Wendy si tolse da sopra di lei e le sollevò delicatamente la testa.
-Perdonami, perdonami Sherria! Non riuscivo a-non riuscivo a-
-No, sono stata io a sbagliare! È tutta colpa mia! Ti ho ferita, sono io il vero mostro!!! Io ti amo Wendy!!!-.
E rimasero a gareggiare a chi piangeva di più. Wendy cercava in tutti i modi di bloccare le emorragie di Sherria, Charle cercava di aiutarla.
Freed le osservava pensieroso. Nonostante provenissero dallo stesso luogo, lui e Charle si erano incrociati lì per puro caso; normalmente non le avrebbe perdonato una trasgressione simile visto che sarebbe dovuta rimanere al castello, ma non poteva di certo biasimarla; soprattutto considerando quello che lui stesso aveva fatto.
Si guardò il polso destro, il dolore stava già svanendo. Era stata miracolosa, ancora stentava a crederci. Forse poteva fare qualcosa per Sherria. Già, doveva andare a chiamare quella ragazza.



Poco prima, a Crocus
Lo scheletro fremeva tutto, colpito fatalmente; presto iniziò a riempirsi di crepe e a frantumarsi.
Freed riestrasse la spada mentre le due ragazze lo guardavano esterrefatte.
-La tua mano!-.
Freed trasalì: una macchia violacea era risalita per la lama e gli aveva già invaso il palmo. Era lampante: Anti-Ethernano e veleno insieme.
Non ho altra scelta.”.
-Solid Script: Cut!-.
La mano si contorse un po' a terra, poi diventò secca ed evaporò come pulviscolo. Ancora qualche secondo e sarebbe successo anche al resto lui. Usò la magia per anestetizzare il dolore, ma anche così faceva un male pazzesco.
Sono stato imprudente ad abbassare la guardia. La mia arroganza mi ha punito. Certo che poteva scegliere un altro modo!”.
Raccolse lo stocco e lo rinfoderò, poi si voltò verso il portale da cui era uscito. Già, doveva proprio tornare dov’era Wendy, visto che ora aveva bisogno delle sue cure.
-Wow, deve essere... uhm... non molto piacevole... mi serve un sinonimo, non posso scrivere una cosa così...-.
-Panther-nya-Lily!- Millianna accorse dall'exceed e lo aiutò a rialzarsi. Stava messo molto peggio di lui, si tamponava il collo con la mano. Una persona normale sarebbe rimasta a terra a dissanguare.
Wendy gli farebbe comodo, ma sarebbe uno shock troppo grande attraversare il mio portale.”.
-Io devo tornare indietro. Ce la fai ad arrivare da un medico?-.
-Sì… comunque grazie per avermi salvato.-.
Le due Cambiate si guardarono l’un l’altra: -Veniamo anche noi!-.
-Ugh! Non se ne parla! Voi dovete rimanere a presidiare il castello!-.
-Ma tanto non arriverà nessun altro! Che storia dovrei scrivere?-.
Freed rimase in silenzio per un po'; di certo l’Exceed non poteva fermarle, ma lui?
-Dai, Freed-kun, ti dico che non verrà nessun altro!- Protestò Levy, che c’era arrivata anche lei.
-Non sta a voi decidere. Il vostro compito è rimanere qui.-.
Le due sbuffarono.
-Tuttavia il dolore che sento annebbia il mio giudizio e rallenta i miei riflessi. Quindi, se lasciassi aperto il varco per alcuni secondi dopo che sono passato, sarebbe un errore comprensibile.- E lo oltrepassò.
-...-.
-Prima io!-.



Intanto, da qualche altra parte
-...lowsa...-.
...cosa...”.
-Bickslow-san!-.
Bickslow si svegliò di soprassalto.
-Ma porc... Juvia! Che è shusshesso?!-.
-Juvia non lo sa, lei ti ha appena trovato qui.- Rispose candidamente la ragazza.
Il mago si massaggiò la nuca. Ricordava che quel colosso l'aveva spazzato via con un pugno, cavoli, che colpo! Se non si fosse aiutato con la sua psicocinesi si sarebbe spiaccicato quand’era ancora in aria!
Così sono atterrato qui.” Tanto per cambiare era finito al crocevia di una cittadina deserta, ai piedi di una cupola, o un padiglione.
-Ohh, ho tutte le ossha rozze...-.
-Non preoccuparti, Juvia ti rimetterà in sesto, ha imparato la magia curativa.-.
Lui sogghignò tirando più in fuori la lingua: -Ma che carina! Shei molto dolshe Shiuvia!-.
La ragazza arrossì: -Co-Cosa dici??? Possibile che a Bickslow piaccia Juvia???-.
-Ahah!- Rise lui, poi: -Ahi, la schiena...-.
-Juvia, sei un vero uomo!- Alla coppia si aggiunse quell'omone di Elfman.
-Anche Elfman ci prova???-.
-Ehi, comunque, dove sono finito?- Prima di poter ricevere una risposta, però, i tre trasalirono.
Quest'aura magica…!”.
Alzarono lo sguardo con un unico moto. In piedi sulla cupola, ritta sulla punta, Mirajane sorrideva e li salutava con la mano.
-Yo! Vi sono mancata?-.



Nella valle a est dove prima c'era Freed
-Pugno ferroso di roccia!-.
Era tempo di finire lo scontro.
Jura riconosceva che Jiemma era stato un avversario degno, dal potere distruttivo inimmaginabile. Avrebbe finito Freed se non fosse sopraggiunto appena in tempo e non gli avesse permesso di fuggire con le sue rune. Il ragazzo doveva sapere che si sarebbe diretto lì, seguendo la strategia della principessa; strategia che lo lasciava perplesso, ma non era importante, e che almeno una persona l’aveva salvata.
Insomma, Jiemma era forte ma era stato sfortunato: non importava quanto terreno potesse distruggere, perché ne rivelava solo dell'altro; e il potere di Jura era quello di tutta la terra.
Jiemma incassò il colpo senza fiatare, ma era allo stremo: se avesse smesso un secondo di fumare dalla rabbia, se ne sarebbe reso conto anche lui.
-È già la terza volta che ci affrontiamo, vecchio mio. Tuttavia l'esito ormai è certo.-.
-Tu hai-come osi parlarmi in questo modo? Debole, debole! Ti disintegrerò!-.
Jura si lisciò la barba: -Non ho intenzione di ucciderti, ma sei un soggetto pericoloso. Dovrò sigillarti per il resto della guerra.-.
-Sigillarmi??? Tra poco non riuscirai neanche a pensare a questo sintagma!!!- Sul palmo aperto generò una palla di antimagia che era meglio non lasciargli lanciare.
-Valanga di roccia!- Il Cambiato rimase imprigionato in un tumulo di pietre, dal quale spuntava solo la sua testa.
-NO!!! LIBERAMI PIVELLINO!!!-.
Sarà meglio tappargli la bocca.”.
Aprì il braccio per poi dare una spazzata e mettergli un sasso in bocca, ma una forza invisibile gli bloccò la mano.
È pesante!!! Mi sta staccando la spalla!!!”.
-Uhm.-.
Dal cielo atterrò un uomo con uno scossone quasi da terremoto, un uomo dai capelli neri raccolti in una lunga coda e con addosso un giubbotto bianco a mo’ di mantello.
Jura lo riconobbe immediatamente. Bluenote Stinger.
-Arriverà qui. Bene. Tu sei forte, forse mi farai volare.-.
Il braccio smise finalmente di pesare, ma l'ultima cosa che poteva fare era rilassarsi.
-IDIOTA, NON PERDERE ALTRO TEMPO E LIBERAMI!!!- Sbraitò furioso Jiemma.
-Mh?- Bluenote si voltò verso di lui e alzò le braccia: -Va bene, ci penso io.-.
-Bene! Ti sistemerò come si de-
SPLAT
La sua faccia esplose in tanti schizzi come sotto a una pressa.
-Molto bene, e ora…-.
Jura sgranò gli occhi, non aveva speranze con un potere del genere. Persino la terra si sottometteva alla gravità.
L’avversario lo squadrò per un istante, poi disse: -Sei malconcio. Voglio affrontarti al tuo massimo.-.
Il cumulo di rocce esplose alle sue spalle lasciandone in piedi solo qualcuna, dove si sedette sbuffando. Il corpo di Jiemma cadde all'indietro, ma già si stava dissolvendo.
-Hai dieci minuti… e poi voleremo.-.



Tra le nuvole, in direzione di Hargeon
La mente di Yukino era un turbinio di pensieri e sensazioni. Erano successe troppe cose e troppo in fretta, persino in quel momento non riusciva a credere ai propri occhi: già solo quello su cui era seduta non era il normale sedile di una carrozza, era più una poltrona. E tutto quello che c'era intorno, leve e tasti, e il cielo che sfrecciava fuori dai vetri…
E la persona che guidava…
Si sentiva a disagio, stringeva le mani in mezzo alle gambe e teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi.
-Tranquilla dolcezza, tra poco saremo arrivati.-.
-No è solo che… ecco… io sarei dovuta rimanere lì…-.
-Sciogliti fiorellino! Penseranno a tutto i miei amici! E poi tu sei il mio trofeo, ricordi?-.
Yukino arrossì, lui ridacchiò. Non vedeva quel sorriso da anni.
E le voci nella sua testa stavano zitte.
-Perché stiamo andando a Hargeon?-.
-Ah, già, non te l'avevo ancora detto. Praticamente vi tenevamo d'occhio prima di venire qui, e ho visto che la tua amica le stava prendendo male.-.
-Una mia amica? Hargeon… vuoi dire Ginger?-.
-Sì, quella. Ragazzi, quel tipo del ghiaccio gliele stava suonando!-.
-Oh, no! Come stava? Era in pericolo?-.
Il volto del ragazzo si scurì: -Direi proprio di sì.-.
Yukino si sentì pietrificare: -Allora dobbiamo andare da lei!-.
-Già. Se sapessi che Lu è nei guai e io non fossi lì…-.
Lucy… loro due sono ancora insieme là…”.
-Com'è il vostro mondo?-.
Il volto di Natsu tornò solare: -Oh, Edolas è un posto incredibile, ti piacerebbe angioletto! Infatti volevamo riaprire un passaggio per Earthland per condividere i nostri progressi con voi, non immaginavamo che... cacchio, è stato molto imbarazzante.-.
-C-Certo, posso capire.-.
-Quel tizio ha la mia faccia! E mi stava pure simpatico. Quando ho capito cosa aveva fatto a Lucy, ecco, diciamo che non sono più riuscito a guardarla per un bel po'.-.
Yukino abbassò il viso. Nel loro mondo Lucy-sama era ancora viva.
-Credevo che la magia fosse scomparsa su Edolas, come avete fatto a venire fin qui?-.
-Oh, non abbiamo usato la magia. Anzi, è stato proprio perché non c'era più che sto guidando questo gioiellino.- Diede una pacca sul tettuccio della carrozza: -Si chiama “autorazzo”. Cioè io la chiamo così. Voi siete rimasti a quei bestioni degli Espada e a qualche pistoletta, da noi invece la tecnologia è schizzata alle stelle! Letteralmente, ormai viaggiamo pure nello spazio. All'inizio potevamo solo osservarvi, poi finalmente qualche mese fa siamo riusciti ad aprire dei varchi.-.
-E perché non siete arrivati prima? Voglio dire, ecco, sono grata per avermi aiutata, però…-.
-Mmm, politica. Non tutti volevano partecipare a questa guerra, ma il principe non ha voluto sentire ragioni!-.
-Ah, però...-.
-Siamo quasi arrivati. Preparati a scendere.-.
-Natsu-sama, dovresti andare in un’altra postazione giusto?-.
-Eh? Sì, in effetti, scendo e riparto.-.
Yukino mise la mano sullo sportello.
-Non serve. Ti ringrazio per tutto, spero che tu e Lucy-sama possiate essere felici. È stato un piacere rivederti, Natsu-sama!-.
-Cosa? Aspetta, la depressur- Non seppe mai cosa voleva dire, perché Yukino aprì lo sportello e si tuffò, sentendo le ali sorgere dalle sue spalle.
Ginger-sama, sto arrivando!”.



-Quindi non vuoi parlare.-.
Centro-est di Fiore
-Va bene, allora combattiamo.- Torafuzar avanzò a grandi passi verso l'uomo, non c'era fretta e le gambe ancora gli dolevano. Una volta non aveva problemi nel moto, tutt’altro, ma il suo nuovo corpo non era all’altezza del precedente.
Lo fissava da sotto la maschera, probabilmente lo stava studiando a sua volta; ma sarebbe spettata a lui la prima mossa. Difatti agitò il bastone dal ventaglio di tela e una folata d'aria gli venne addosso; ma era poco più di una frescura, cosa doveva significare quell'attacco?
Tocca a me.” Fece un passo più ampio e gli sferrò un pugno, che parò con il bastone. Non si ruppe, doveva essere magico, ma il mago indietreggiò.
Pensava di essere in vantaggio, invece incastrò l'asta tra le sue nocche e, torcendola, gli torse il polso; poi, scartando di lato, fece slittare la punta in alto, picchiando poco sopra l'occhio.
Uh! Furbo, mira ai punti scoperti. Tocca a me però!” Lo attaccò con il pugno libero, ma ancora una volta quello riuscì ad anticiparlo. Rapido come una saetta, estrasse un altro bastone, lì incrociò in aria e li mise sopra al suo polso, piantandoli a terra e annullando il suo attacco. Non solo, ma lo fece sbilanciare in avanti.
Era sorprendentemente forte e spietato nei movimenti: doveva essere un guerriero allenato, preparato a uccidere. Bene, rendeva le cose più interessanti.
Il mago mise un piede sull'incrocio dei bastoni, si diede lo slancio e lo colpì in viso con l’altro calcio, sull'occhio sinistro.
-Umpf!- Come risposta lo colpì in pieno petto, scaraventandolo in aria.
Torafuzar si risollevò, l'altro atterrò toccandosi il petto. Avrebbe dovuto avere la cassa toracica a pezzi, doveva aver usato la magia per attenuare il danno.
Strano però, non percepiva un grande potere magico; anzi, sembravano più potenti i suoi bastoni che lui.
L'uomo alzò il braccio, in mano ora teneva un congegno curvo e non troppo lungo: una pistola. Era l’unico dei Cancelli ad aver studiato a fondo le armi umane, sapeva cosa aspettarsi: un proiettile magico, nulla che non potesse incassare. La pistola si illuminò e sparò.
-URR!!!-.
Era stato forte quanto i fulmini di Orga. Non perse altro tempo, afferrò la canna della pistola e l'accartocciò, quindi lo prese per il collo, lo sollevò e lo sbatté a terra.
Il mago rantolò ma prese un altro dei suoi bastoni, uno con disegnato un occhio, glielo puntò contro e un'enorme stanchezza lo fece vacillare.
Il tempo di riprendersi e lui era di nuovo in piedi.
La sua resistenza è impressionante.” Sorrise: quando si parlava di pelle dura, nessuno poteva batterlo.
Gonfiò i muscoli e ispessì la corazza, trasformandola in un'armatura adamantina.
-Ora che il menestrello è fuori gioco posso usare di nuovo la mia Maledizione: Tenchi Kaimei!-.
L'acqua nera inondò il terreno, sommergendo lui e il suo avversario. Quello si mise in posizione di difesa… per come poteva.
Gli umani perdono tutta la loro forza e agilità sott'acqua, e anche se riuscisse a respirare l'anti-ethernano lo ucciderà in pochi minuti. Ma non ho intenzione di aspettare!” Gli si gettò addosso potente e veloce come un siluro, centrandolo in pieno petto e oltrepassandolo; il mago girò su sé stesso per il contraccolpo, ma si rimise dritto senza alcuna traccia di ferite. In mano vide luccicare un coltello.
Torafuzar sgranò gli occhi e si toccò la guancia: sentiva un taglio nella sua corazza.
Devo ammetterlo, nel corpo a corpo è più bravo di me; ma questo è il mio regno.” Lo caricò di nuovo stando bene attento ai movimenti delle sue mani, e così una decina di volte. Una persona normale a quel punto avrebbe dovuto essere un sacco di poltiglia, lui invece riusciva a rimanere cosciente. Non capiva come potesse essere più coriaceo del ragazzo d'acciaio di Fairy Tail, ed evidentemente riusciva ancora a respirare.
Doveva usare il suo asso nella manica.
-Deep Impact!- Agitando il pugno creò una corrente di onde che lo proiettò parecchi metri indietro; questa volta accusò il colpo, difatti rimase sospeso immobile.
Le particelle stavano funzionando. Era ora di finirla.
Decise che l'avrebbe decapitato, così nuotò ancora verso di lui e spazzò con il braccio.
DING
?

Il mago bloccava il filo del suo braccio con il coltello, ora luminoso e sibilante come un trapano.
I suoi occhi trapelavano tra la bandana e la sciarpa, lo guardavano come lui stesso faceva con i nemici sconfitti: con la determinazione di un freddo predatore. Gli occhi di uno squalo.
Era scaltro.
La lama iniziò ad incidere sulla sua pelle, si sarebbe presa l’arto, o così pensò il demone; invece, il secondo dopo, il suo occhio destro smise di vedere.
-ARGH!-.
Nuotò indietro, sputando sangue e bile. Ringhiò nella sua direzione, lui era impassibile, nonostante il suo sangue nero gli galleggiasse proprio davanti al viso. Poi, alle sue spalle, vide i tre maghi di Sabertooth dentro una bolla d'aria.
Quando… Allora è venuto qui preparato! Lui sapeva chi sono! Ecco perché i miei attacchi sono inefficaci!”.
Il mago estrasse il suo terzo bastone, e un'altra bolla si espanse facendo svanire tutta l'acqua.
Era l'ultimo affronto.
-Chi diavolo sei???- Gli si lanciò addosso, ma lui lo evitò scansandosi e gli ficcò qualcosa in bocca.
Cosa...”.
BOOM
-FUAH!- Si piegò in avanti, vomitando i suoi stessi denti. Si voltò, furente, solo per vedersi infilare l’ennesimo bastone tra le fauci. Era un dolore insopportabile.

-Bashhtardho...-.
Il mago si abbassò la sciarpa e si tolse un tubo ricurvo che teneva tra le labbra. Sospirò.
-Beh, direi che questa tuta funziona, non ho sentito quasi niente. Anche se con un altro pugno me l'avresti strappata.-.
Si guardò la mano, ancora bagnata: -Così questo è l'anti-ethernano. Capisco perché sia così pericoloso per i maghi.-.
-I mahi? Ma thu...- Si concentrò per percepire di nuovo la sua energia magica, e capì che non era semplicemente bassa: era assolutamente nulla, proveniva solo dalle sue armi. Quell'uomo non era un mago.
Lui premette il bastone in basso, con fare disinvolto, costringendolo in ginocchio.
-Eho...las...-.
-Già. Era da un po' che non usavo i miei bastoni.- Senza alcuna esitazione spinse a fondo, giù per la sua gola, facendo il suono di uno stivale su una pozzanghera.
-KHH!!!- Prese il legno per spezzarlo, ma rimase fulminato.
-Scusa, non posso più perdere tempo con te.- Con un gesto di mano, gli altri quattro bastoni si sganciarono dalla sua schiena e si piantarono a terra, tutti attorno a lui.
Sotto i suoi piedi si illuminò un sigillo circolare. Si ritrovò immobile, legato da catene invisibili.
No, io...”.
Ho perso.”.
Torafuzar gorgogliò, l'uomo capì ed estrasse lo scettro.
-Sconfitto da un umano senza poteri... è umiliante, ma lo accetto.- Il segno sotto di lui diventò abbagliante.
Non rimpiangeva niente.
-Almeno dimmi chi è colui che mi ha ucciso.-.
Imperturbabile com'era stato fino ad allora, il ragazzo si tolse la bandana dalla testa, rivelando una chioma azzurra e un tatuaggio sull'occhio destro. Non aveva bisogno di dire il proprio nome, lo aveva riconosciuto.
Gerard si voltò e alzò i tacchi, la luce si trasformò in una colonna d'energia e Torafuzar non vide nient’altro.
-Io sono Mistgun di Fairy Tail.-.



Oak Town
-Anf... anf... anf... ah!- Jackal cadde a terra, i buchi nel suo corpo pungevano come spine, ma si rialzò subito e riprese a correre; “correre” era una parola grossa visto che zoppicava e si teneva una spalla per non fare uscire l'osso.
-Yu-huuuu!- Sentì alle sue spalle.
No!” Si buttò di lato in preda alla disperazione, imboccando una via secondaria: ringraziava Zeref di non averle fatte esplodere prima, tutte quelle case.
RATATATA
La raffica si conficcò per terra, Jackal allora toccò ogni punto della parete ed il terreno.
MuorimuoriMUORI!!!” Pochi secondi dopo, quando si era allontanato abbastanza, sentì il suono delle deflagrazioni.
Si fermò per riprendere fiato, si voltò e lanciò una Spirale Esplosiva verso il polverone.
BOOMBOOMBOOM
Aveva sempre adorato quel suono, ora avrebbe voluto m
orirne di overdose.

-Devi crepare sporca umana!!! Dovevo ucciderti quella volta!!! Non commetterò lo stesso errore!!!-.
La sagoma della ragazza si fece visibile, agitava una mano davanti alla faccia e tossiva.
-Cof! Cof! Mi sa che mi hai scambiata per un'altra.-.
Ma come fa???” Ruggì in testa: “Deve aver usato quei cazzo di dischi per teletrasportarsi!”.
-Perché diavolo non schiatti? Voi rifiuti dovreste capire qual è il vostro posto, le vostre ceneri sotto le mie scarpe!-.
-Wow. Per un attimo quella cattiva sembravo io.- Ora era completamente visibile, in mano aveva ancora quel maledetto congegno sputametallo. Odiava quello viso di merda!
Non ha neanche un po' di magia! Dovrei annichilirla totalmente!”.
-Credi di potermi uccidere? Anche se fosse mi rigenererei in poco tempo, e se morissi farei esplodere l'intera città!!!-.
-Ah sì? Ma dai, allora non dovresti avere problemi se faccio così.- Gli puntò contro il congegno.
-Cosa? Mi stai ascoltando???-.
-Tanto posso andarmene in un secondo dalla città, che mi frega. E poi, tu non hai mica paura, no?-.
Jackal digrignò i denti e tentò un sorriso: -Comunque tutti i tuoi amici moriranno! E anche gli abitanti tra le macerie! Quindi ora facciamo un gioco, tu-
-ECCIÙ!- La bionda starnutì e si asciugò il naso, spezzando la tensione che aveva provato a creare.
-Questi maledetti pollini, rischia di partirmi il dito… Te l'ho detto, non me ne frega niente. Anzi, se ammazzi Levy mi fai un favore.-.
-Stai bluff
RATATATATATATATATATATA
L’etherious volò indietro col petto dilaniato, agonizzando dal dolore.
-No!!! Urgh!!! Non è possibile, no-non puoi averlo fatto!!!-.
La figura trionfante della ragazza troneggiò sopra di lui: -Te lo ripeto, mi hai scambiata per un'altra persona.-.
L'Etherious batté i pugni sul terreno, creando una bomba sotto di lui.
-Ti porterò via con me, stanne sicuro!- Ma lei sparì in uno SWISH azzurro un secondo in anticipo.
Jackal si girò prono e strisciò via a gomitate, ma non riuscì a fare tanta strada: delle mani lo presero alle spalle (con quei guanti che sembravano annullare la sua Maledizione) e lo lanciarono addosso a un muro.
Ansimò coi polmoni in fiamme e si girò verso la ragazza, tenendosi appoggiato con un braccio. Avrebbe dovuto essere lui lo sciacallo e lei la preda, invece davanti a sé aveva trovato una leonessa.
-Hai delle ultime parole?- Gli domandò, puntandogli contro la bocca della sputametallo.
Jackal chiuse gli occhi.
Gli venne in mente il momento della sua creazione. Mmm, un'onda di potere e gloria nera, una sensazione squisita. Poi però ricordò un’altra cosa.
Per qualche motivo a volte ricordava sprazzi della sua vita precedente, quella prima di essere elevato al rango di Etherious, quella in cui era morto da uomo. Non che gli piacesse, gli ricordava la sua impurità. In quel momento ricordò più del solito, e ricordò soprattutto di una cosa: era morto da vigliacco.
Lo era tutt'ora.
GRIN
-Bomb Orb!-.
Jackal si sollevò da terra, circondato da una sfera gialla.
-Che roba è?- Ora esitava, forse non era poi così sfacciata.
-È indistruttibile, non puoi farci niente! Di solito ci faccio esplodere la gente, eheheh... cof!- Si pulì il sangue dalle labbra: -Comunque… tu…-.
Il grugno della ragazza si trasformò in un’espressione feroce, e tutto intorno a lei il mondo prese fuoco.
Cosa?”.
Lo scenario era cambiato, lei era cambiata, ora aveva addosso un costume da bagno e pronunciava parole in lingua arcana. Lui stesso era vestito diversamente, era a petto nudo e tutte le sue ferite erano scomparse.
Questo posto è il Cube! Io sono già stato qui!” E sapeva anche cosa stava per succedere.
Stava per essere ucciso. Ma non poteva difendersi, non riusciva a muoversi. Era in sua balia.
-Urano Metria!- La ragazza splendette, il suo corpo si dissolse e…
-Ah!- Jackal sobbalzò e rischiò di cadere, le ferite tornarono in tutto il loro dolore. Era svenuto? Per quanto?
-Cosa mi hai fatto???-.
La ragazza, di nuovo in nero, incrociò le braccia: -Ti ho sparato, stai per morire dissanguato idiota. Stai solo rimandando l'inevitabile.-.
-No, non è vero, io-URGH!- Si coprì gli occhi e cadde seduto, accecato da un altro lampo emesso dalla ragazza. Una sensazione di gelo gli torse le interiora.
-Bastarda! Quanto odio il tuo viso, lo renderò irriconoscibile! Dovranno raccogliertelo col cucchiaino!-.
-Aha. Certo che tu hai proprio paura di morire.-.
-Cosa???- Jackal scattò in piedi, dimentico del dolore: -Come osi??? Giuro che ti farò sparire quel sorriso dalla faccia!!!-. Per la seconda volta a quel ghigno se ne sovrappose un altro, quello di un ragazzo abbrustolito dai capelli rosa.
Ma è un essere umano almeno??? Urgh, cosa, cosa sto dicendo???”.
-Mi chiedo cosa ti sia successo per trasformarti in un gattino spaventato.-.
Jackal si sentì bagnare i piedi, abbassò gli occhi e vide che la sfera si stava riempiendo d'acqua.
Cosa? No, no, non di nuovo!”.
-Forse non eri mai stato sconfitto? Oh, magari sei persino stato umiliato?-.
-Stai zitta!- Il demone barcollò con l'acqua già alla vita.
-Sei trapassato, sei stato ucciso definitivamente.- Proseguì lei leccandosi le labbra: -Non potevi tornare indietro, caro il mio demonietto…-.
-Stai zitta!-.
-E quello che hai visto di là ti ha terrorizzato!- Fece una pausa, poi il suo volto si fece lugubre: -O forse è stato dopo ancora?-.
-STAI ZITT- Chiuse gli occhi e iniziò ad annegare. E a ricordare. Ma i ricordi erano come le bolle che soffiava, rapidi e sofferti, e senz'ordine alcuno.
-Acquarius!-.
-FWAHAHAH!-.
-Il tuo nome sarà Jackal.-.
-Voi umani siete dei giocattoli!-.
-Noi combattiamo per i nostri compagni!-.
-E tu chi cazzo sei?-.
-ESPLODI!-.
-Sei una delusione...-.
-Questa cazzo di acqua!-.
-RUGGITO DEL...-.
-METRIA!-.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!-.



Ah!
Chi aveva urlato?
Jackal riaprì gli occhi con quella domanda in testa.
Un attimo... quella voce... era la sua!
Impossibile, perché avrebbe dovuto urlare?
Dove mi trovo?” Aprì la bocca per dire, ma si accorse di essere sott'acqua.
Acqua?
NO NON DI NUOVO!!!
Si dimenò tentando di nuotare in alto, ma si accorse di essere dentro una capsula di vetro collegato a dei tubi.
Sono alla gilda. Ho capito, quindi nonostante tutto abbiamo vinto! Bene. Ma dov'è la coniglietta? Ah, giusto, l'ho fatta saltare in aria. Devo uscire da solo.” Così fece.
Si mise una mano sul petto, il cuore gli batteva a mille.
Tsch! Come se potessi avere sul serio paura!”.
Piuttosto, c'è qualcosa di strano qui.”.
Infatti, più si guardava intorno più vedeva compagni nelle teche di rigenerazione. Più che aver vinto sembravano aver perso, e anche di brutto.
Aspetta, Cube era stato distrutto! Nemmeno Mard Geer può averlo ricostruito! Chi può essere stato? Che significa???”.
-Ohhhh!- Una voce rimbombò sinistra in tutta la stanza. Jackal si mise in guardia, cercando di capire da dove provenisse. Ma ovunque guardasse c'erano solo capsule, capsule, capsule... eccolo! Un uomo in penombra stava camminando verso di lui, i suoi passi lenti e marcati risuonavano come nacchere.
-Allora Sayla-chan diceva la verità, sei in piedi prima degli altri. Forse Lucy ci era andata piano con te.-.
Lucy? Quella... quella donna mi ha... lei mi ha...” I ricordi della sua ultima battaglia tornarono a farsi vivi nella sua memoria, ed ebbe la sensazione di averli già sognati più e più volte.
La figura si rese visibile, Jackal trasalì nel riconoscerla.
-Cosa??? Tu... umano!- Non trovò altre parole per insultarlo, né gli sarebbero servite, gli fu subito addosso per ucciderlo. Ma si trovò a terra senza neanche rendersene conto.
-Nessuno di voi mi riconosce. Deve esserci lo zampino di Zeref.-.
Sentì un piede fracassargli le scapole e guaì.
-Brutto stronzo! Ti farò esplodere!-.
-Guardami.-.
-Pagherai per tutto quello che...-.
-Guardami.-.
Jackal sgranò gli occhi.
Quella-quella voce! Impossibile!
Alzò la fronte con fatica, sopra di lui c’era un demone circondato da fiamme e oscurità: era piegato su di lui, un braccio sul ginocchio, le iridi cremisi, lo sguardo solcato da fiumi di lava come se fosse magma solido.
-M-Master?!-.
CRACK
Jackal rimase senza respiro, spezzatosi insieme alla sua cassa toracica. Del suo dolore filtrò un gorgoglio.
-Eh già. E sfortunatamente per te quelle due galline mi hanno messo di pessimo umore.- La sua schiena diventò calda, insopportabilmente bollente, l'odore di carne bruciata pizzicò le sue narici e i suoi occhi smisero di vedere.
Non gli fu possibile ricordare altro, se non un'eco lontana e lo scoppiettio delle fiamme.
E lui.
-Guardami.-.



Per quanto ora stesse annegando, il suo corpo bruciava. O forse era il contrario. Ma così doveva essere nelle profondità del tartaro: un oceano di fiamme e incubi.
No! Non voglio morire! Non voglio morire! Perché, perché questi umani…”.
CHIUNQUE DINNANZI A ME DIVENTA POLVERE!!! COSÌ È ED È SEMPRE STATO!!! Non è reale! Tutto questo non è reale! Io sono un fiero Etherious, nessuno può sconfiggermi! Nessuno, nessuno può uccidermi!!! IO SONO

TUMP
-Yawn!- Lucy Ashley coprì distrattamente lo sbadiglio.
-Potrei anche spiegarti perché non sei esploso, ma non ne ho voglia. Non ho neanche voglia di darti il colpo di grazia.-.
KIDŌ SURA KAE RARENAI
Sei stato proprio una delusione.- Disse rivolta alla carcassa, poi prese il cellulare che squillava e sbottò: -Che vuoi?-.
-Ci metti ancora molto testa di paglia?-.
-Se vuoi saperlo ho appena finito, cervello ossigenato.-.
-Non mi aspetto che una come te apprezzi il mio nuovo taglio. Comunque ben fatto prima, hai distrutto un elicottero!-.
-Stai zitta! E poi eri tu che dovevi guidarmi! O devo pensare che il segnale abbia avuto dei problemi di ricezione proprio in quel momento?-.
BOOMBOOMBOOM
Una raffica di esplosioni poco distanti la zittì. Non era stato lo sciacallo, ma c'era ancora una guerra in corso tutto intorno a lei.
-Ah, lascia perdere, arrivo.-.
-Per quel che mi riguarda puoi restare lì a farti- Lucy mise giù ed imprecò, avrebbe dovuto starsene a casa, avrebbe dovuto.



*         *         *



Era finita.
La disparità era troppo grande, troppo... insormontabile.
-Mmm... peccato, nutrivo delle speranze per te.-.
Jura strinse il pugno, cercando di canalizzare energia dalla terra su cui era riverso. Ma il peso sopra di lui negò il suo sforzo.
Bluenote sfoderò la katana: -È il momento per te di abbandonare questo mondo. Hai delle ultime parole?-.
Non ne aveva, lui, Jura, ultimo dei maghi sacri, ma solo un forte senso di rimorso. Rimorso per non essere riuscito a fermare quella bestia, per non aver potuto vendicare i suoi compagni, e per aver permesso quella guerra. Sì, era stata colpa sua: se due anni prima avesse accettato fin da subito la situazione e non avesse cercato la pace invano… aveva pensato che se non ci avesse almeno provato non se lo sarebbe potuto perdonare; ma così facendo aveva condannato a morte tutti.
Vecchia Baba, sto per raggiungerti.”.
Come Bluenote calò la spada, però, questa esplose in mille pezzi. Il Cambiato guardò stupito l'elsa ora inutile.
Questa magia!”.
-Ehi! Scusate per il ritardo!- Fece una voce alle spalle di Jura. Bluenote sbarrò gli occhi e fece una faccia che sembrava l’avesse punto da un ape.
-Tu sei-
PUNCH
Gli arrivò in viso un pugno di metallo e volò via di qualche metro.
In-Incredibile!”.
Davanti a Jura ora c'era un uomo dai capelli castani e la barba incolta, pieno di fasciature e con due protesi al posto di un braccio e di una gamba.
-Gildarts... Clive...-.
L'uomo lo aiutò a rialzarsi, ora che la gravità non lo schiacciava più.
-Tu sei Jura Neekis, piacere di conoscerti.- Si presentò quello sorridendo. Era come gliel'avevano descritto, pareva reduce da una notte insonne in preda all'alcol ma anche una persona socievole. Dietro quelle apparenze c’era uno dei più forti maghi di Fiore, forse il più forte ormai.
-Credevo che fossi morto.- Ammise il Mago Sacro. Lui ridacchiò come a una sciocchezzuola:
-Sì, ci sono andato vicino! Ho passato gli ultimi… uhm, in realtà non so bene quanto, dentro a una grotta con gli organi a pezzi, e per di più avevo anche perso la memoria dopo lo scontro con Acnologia. Immagino che mi sia ripreso appena in tempo.-.
-Sì, sono d'accordo con te.- Anche il loro nemico si era rimesso in piedi, asciugandosi il sangue dal naso. Rotto, a giudicare dall'angolazione.
-Gildarts-dono, mi permetta di aiutar... uh!- Nel provare a fare un passo avanti una fitta all’addome gli ricordò della ferita. L'altro la guardò con fare distratto, senza preoccuparsi di voltarsi verso l'avversario.
-Non preoccuparti, ce la posso fare con questo qui.-.
!!!
-Attenzione!-.
SWISH
Il mantello di Gildarts si alzò in aria e poi si posò di nuovo a terra; Bluenote, lanciatosi in carica sull’apparentemente incauto mago, riprese l'equilibrio dopo aver bruscamente virato di lato. Aguzzando gli occhi, Jura notò che la roccia che stava dietro a dov'era prima il demone era svanita nel nulla.
Sulle labbra di Gildarts c'era ora un ghigno subdolo, e i suoi occhi lo accompagnavano con un alone nero. Jura ne era quasi intimorito.
Ecco manifestarsi il guerriero, il mago di classe S di Fairy Tail.
-Sono tutto un fuoco.-.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Hail the qEen ***


Take me down to the river bend
Take me down to the fighting end
Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again

Fly me up on a silver wing
Past the black where the sirens sing
Warm me up in a nova's glow
And drop me down to the dream below

'Cause I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything there for you to see
For you to see

(Castle Of Glass-Linkin Park)

Da qualche parte nel continente, molti anni prima
-Kukuku! Con questo artefatto diventerò invincibile! Finalmente sconfiggerò Ul!-.
-Ehilà, che fai Lyon?-.
-Ah!- La pacca sulla spalla fu così forte da fargli cadere l'oggetto dalle mani che, essendo fatto di ghiaccio, andò in pezzi. Lyon diventò rosso dalla furia.
-Che era quello?-.
-Grrrrr! Imbecille! Lo hai rotto!-.
-E stai calmo! Siamo alchimisti del ghiaccio no? Createne un altro (qualunque cosa fosse).-.
-Non si può, era unico! Era la chiave della mia vittoria su Ul! E tu l'hai distrutto!!!- Lo colpì nell'impeto con un pugno in faccia.
-Ahi! Pezzo di...- Gray ricambiò il gesto e presero ad azzuffarsi; se le diedero finché non li fermarono due sonore pacche sulla testa.
-Basta voi due!-.
-Maestra Ul...-.
La donna era visibilmente furibonda: -Smettetela di fare i bambini!-.
-Ma lui mi ha...-.
-Gray doveva fare attenzione, ma non ha avuto colpa. Tu invece non dovresti affidarti a oggetti magici per diventare potente... tra l'altro quello era un falso.-.
-Umpf! Eh, cosa?-.
Gray gli fece la linguaccia, lui lo vide e gli ringhiò contro.
Ul sospirò, la rabbia mutata in rassegnazione: -Accidenti, siete irrecuperabili. E sì che vi somigliate tanto...-.
-Assomigliare a lui? Proprio no!- Dissero insieme. La loro maestra scosse la testa, e i due si guardarono ancor più in cagnesco.
-Tanto per iniziare, entrambi avete un obbiettivo, qualcuno da battere. Tenetelo sempre a mente se volete diventare più forti, ma non lasciate che vi consumi. Sapete, se vi aiutaste a vicenda forse...-.
È più probabile che lo uccida.” Pensò seccamente Lyon.
-Ul-sensei, è questo qui che se le cerca.-.
-Basta, Gray. Comunque sia, non lo batterete stasera il vostro nemico. Su, andate a dormire e riflettete su quanto vi ho detto. Ah, e per stimolarvi, niente lenzuolo.-.
-Ehh???-.
Quando se ne fu andata, i due ragazzini si scambiarono un'ultima occhiata.
-Occhi languidi.-.
-Capelli di latta.-.
Si allontanarono in direzioni opposte, e Lyon uscì di casa. Al solito, c'era una bufera di neve.
Farmi consumare? Giammai. Anzi, sono sicuro che succederà a lui, e toccherà a me risolvere la situazione.”.
Iniziò ad avere freddo e rientrò in fretta. La neve coprì presto le sue tracce.
Brr! Sai che? Non vedo l'ora che arrivi quel giorno!”.



PIC PIC
Hargeon, adesso
Cadde anche l'ultima delle sue scaglie. Usava la sua forma Cambiata come ultima spiaggia perché al momento della reversione il suo petto collassava per qualche secondo. Ma ora non era più un problema.
-...è abbastanza... anf... è abbastanza...-.
La punta smise di premere. Si era già presa il cuore. Non serviva procedere oltre.
Si sentiva debole, tanto che per tenere la testa alta doveva appoggiare il mento sulla spalla del ragazzo. Era più larga di quanto ricordasse. E calda. E il suo viso? Chissà com'era adesso.
-Ah... che vergogna... pensavo che ci saremmo almeno affrontati... e che avrei vinto io... dopo un lungo combattimento... invece...-.
-Stai zitto.- Fece una voce atona.
-Gelido come il ghiaccio... potresti almeno salutare il tuo vecchio compagno...-.
-Non ho nessun compagno qui. Solo un altro demone che ho eliminato. E non mi interessa cosa ha da dire.-.
-Ho capito... quindi è questo che hai fatto in tutto questo tempo...-.
-Sì.-.
Lyon dovette inspirare e sentì i polmoni riempirsi di sangue. Se avesse ancora potuto sentire dolore, ne sarebbe impazzito.
-Perché, Lyon?-.
Lyon aggrottò la fronte per lo sforzo. Rammentarselo era sempre più difficile.
-All'inizio non sapevo cosa fosse reale... non sapevo se i miei compagni fossero morti o no... un momento lo erano... e quello dopo no... pensavo solo... anf... che volevo ucciderlo...-.
-Nella mia testa avevo l'ordine di servirlo... ma resistevo... mi dissi che se gli avessi obbedito come un cane avrei avuto la mia opportunità, prima o poi...-.
Gli sembrava di vederlo, proprio di fronte a lui, seduto nel suo trono in fiamme.
-Seguii i suoi ordini... ogni ordine che mi dava... lo eseguivo... anf... non pensavo sarebbe stato così semplice... e gli ero sempre più vicino...-.
-E alla fine... non mi era rimasto più niente... non mi aspettava nient'altro... e io non ero più... quello di prima...- Gli mancò il fiato e tossì scheggie di ghiaccio rosso. La gola era irrimediabilmente intasata.
-Che idiozia.- Per un attimo gli sembrò di sentire stizza nella sua voce, e non solo, del rimprovero: -Per questo hai venduto l'anima? Sei uno stupido, Lyon, lo sei sempre stato. Hai dimenticato chi eri veramente, per questo hai ucciso i tuoi amici?-.
-I miei amici... Non sono stato io... ah...-.
-Però, sai, io ho ucciso Juvia.-.

Juvia...
i suoi capelli... il suo sangue...
Juvia...
-Ti ringrazio.-.
?
-In effetti pensare ancora a lei mi avrebbe distratto dal mio obbiettivo. Perciò, grazie.-.
-Per questo e perché... così me lo rendi molto più semplice.-.
CRUNCH
Lyon sentì i muscoli e le ossa della schiena lacerarsi sotto la spinta della lama, che gli mozzò nuovamente il respiro. Una punta di dolore gli attraversò le labbra, o erano i ricordi di un tempo umano a ingannarlo.
Non mancava più molto.
-Gray... ho pensato molte volte a questo momento... anf... cosa... cosa avrei pensato... ah... forse... avrei visto il suo volto... e degli altri... avrei avuto paura... anf... sentito... freddo... disperazione...-.
-Ah... ma adesso che sono qui... non sento nulla... ah... le cose che ho fatto... le rifarei ancora... ah... ed io non ho... alcun... rimorso...-.
TONF
-Ul...-.



*         *         *



Castello di Crocus, mesi prima
Davanti a Kinana c'erano due Cavalieri delle Rune.
-Ruggito del Drago di Terra!-.
Niente più cavalieri.
-Kina-Kina-Kina!- Ridacchiò la Dragon Slayer. Da fuori sentiva deflagrazioni e suoni di lotta, meglio muoversi e andarsene in fretta. Ah, e recuperare Dan, se ce n'era il tempo.
-Se con tutto questo casino quei due erano ancora qui, vuol dire che dietro questa porta...-.
L'aprì con un calcio.
-Bingo!-.
Un'enorme sala circolare che si alzava fino al soffitto dell'ultimo piano: alle pareti libri a non finire, dai quali uscivano pagine luminose che volavano da una parte all'altra in modo apparentemente casuale. Al centro un fascio luminoso, attraverso il quale passavano molte di quelle pagine.
La maxi-magia Archivio. Ora doveva solo...
FREEZE
Tutto si coprì di brina, lei compresa. Alle sue spalle, Gray entrò nella sala.
-Ottimo lavoro, Kinana. Vediamo un po'...- Tese la mano e delle pagine uscirono dal flusso.
-Ecco qui i laboratori restanti dei demoni. Vediamo... la prigione la lascio all'esercito... questo qui lo prendo io... e anche questo...- Le due pagine scelte scomparvero, per ricomparire nella sua mente.
Con la coda dell'occhio, guardò la statua di ghiaccio che era Kinana: -Al tuo livello attuale, puoi distruggerne solo uno. Beh, credo di sapere quale sceglierai...- fece sparire la prigione e l'altro, rimaneva solo il Cube.
Soddisfatto, il ragazzo si girò e uscì. Dopo trenta secondi, la brina sublimò tutta.
Kinana sussultò. D'improvviso aveva avuto freddo.
-Oh, solo uno eh? Bene bene, ci sarà da divertirsi-kina!-.
Una volta uscita, Dan stava combattendo con due uomini che avrebbe preferito non incontrare mai più: Freed e Bickslow.



*         *         *



Hargeon, adesso
Lyon era prono, la guancia destra sulla terra e gli occhi socchiusi. I lunghi capelli argentei non riuscivano a coprire il buco sulla schiena, e la sua pelle era diventata azzurra e piena di crepe. Il suo corpo non svaniva, forse perché era troppo freddo per farlo.
Gray strinse il pugno con cui lo aveva ucciso, che da nero tornò rosa carne.
-Sei un pessimo bugiardo, Lyon. Il laboratorio sotto la prigione non è stato il mio ghiaccio a distruggerlo, e nemmeno l'esercito di Fiore.-.
Si rivolse poi al corpo della Cambiata alle sue spalle. L'aveva vista una volta, ai Grandi Giochi della Magia. Sembrava un'altra vita.
Respirava ancora.
-Non la toccare.-.
La Wendy di Edolas lo fissava con occhi di fuoco.
-Non ce n'è bisogno. Tanto nemmeno la vera Wendy potrebbe salvarla.-.
Dando una tiepida occhiata al resto dell'esercito, riconobbe qualcuno di Edolas. Poi si allontanò.
Sotto di lui, il terreno si scongelava e tornava normale.
-Ci vediamo.-.
La sentì mormorare qualcosa, ma lui era già lontano.



Nell'idilliaco regno fatato di Oberon
-Mio nobile cavaliere, mi avete salvata, come potrò mai ringraziarVi?-.
-Mia dolce Kinana, angelo dei miei pensieri, vulnus del mio cuore e luce dei miei occhi, morirò per ogni risposta che possiate darmi, ma debbo chiederlo: vi prego, diventate (frattanto porgimi altro nettare) la mia sposa!-.
-Oh, nobile cavaliere...-.
-Eccelsa Beatrice...-.
-Svegliati Dan.-.
SBENG
-Ahi! Che immensa agonia! Quale fellone osa colpire un cavaliere mentre...-.
Due ciuffi di barba, borse sugli occhi, testa pelata, alito che acciderebbe il Grendel... per tutti i poemi!
-Nobile Byro! Siete voi!-.
-Che hai detto del mio alito?-.
-Ehi, Dan, questo qui è amico tuo?- Mary Huges stava rigirandosi sotto il piede la faccia pesta del menestrello senza cervello.
-Giammai, egli è un feroce inimico del... ma che ci fate in codesto luogo?-.
-Mm-mm? Siamo venuti a per te, no?- Domandò mellifluo Sugarboy.
-Per me? Ah, ma non dovevate disturbarvi!- Dan balzò in piedi e si mise sull'attenti: -Sono in forma più che mai!-.
I suoi compagni si guardarono in maniera peculiare.
-Non hai capito. “Siamo qui per te” nel senso che stiamo dando la caccia ad un disertore.- Disse lapidario Byro, maneggiando la sua staffa.
Dan sgranò gli occhi.
-Cosa? Siete qui perché... Mary, Sugarboy, Samuel, anche tu piccola Coco? Me lo sarei aspettato da Kubrick ma...-.
-Dechu!-.
Coco alzò le spalle: -Scusaci.-.
Dan abbassò le sue, sconsolato.
-Oh, accidenti. Ma non si dica che un cavaliere fugga di fronte a un duello! Mia fida Habara- Sugarboy l'aveva inglobata con le sue melme: -Ah. Poco cange, orsù, fatevi sotto!- esclamò agitando i pugni.
-Va bene. Facciamola breve.- Byro alzò la verga e spazzò un colpo.



Zonia
-Ky-ah!-.
KLENG
Erza digrignò i denti, spingendo a fondo. Dall'altra parte, al di là della lama e degli artigli incrociati dell'arpia, anche questa storceva le labbra per lo sforzo.
Eppure entrambe sorridevano.
-Ah!- L'Etherious liberò una mano per attaccarla con le sue branche, ma lei le scansò prontamente.
Ora toccava all'altra mano. Con gli artigli così allungati, cinque alla sua destra e cinque alla sua sinistra, chiunque avrebbe approfittato della sua apertura per trafiggerla in pieno petto. Chiunque avesse voluto essere fatto a fette, per essere più precisi.
Erza estrasse l'altra katana e, quando Kyouka unì le mani, usò entrambe per difendersi. Attivò i propulsori e volò via, rimanendo sospesa a qualche metro da terra.
Kyouka si leccò le labbra. Erza le lanciò uno sguardo divertito.
-Perché ridi?-.
-Perché, anche se sei un'aquila, qui l'unica che vola sono io.-.
-Uhm. Hai ragione, sì.- Kyouka sbatté la braccia e se la trovò addosso.
KLENGKLENGKLENGKLENG
Si lanciarono addosso fendenti e affondi troppo veloci per un occhio umano, tracciando archi di scintille metalliche.
Acc!!!”.
Otto punture sulle cosce la avvisarono che l'aveva arpionata con le zampe.
Riescono a perforare la mia tuta! Impressionante!”.
-Mi hai presa per un trespolo?- Risucchiò la saliva e, al momento giusto, sputò. Lo sputo attraversò l'aria, venne tagliato in due e le finì sugli occhi.
-Kh!- Kyouka perse il ritmo per un solo istante, quello necessario alla rossa per mettere a segno il primo colpo. Allora la furia si schiodò dalla sua presa e tornò a terra; Erza notò con piacere che le ci vollero tutti gli arti per atterrare.
Rialzatasi, Kyouka si toccò la guancia. Oh, guarda guarda... ora la sua bocca era un po' più larga di prima.
Erza scese anch'essa, rinfoderando le due spade. Toh, si era trovata quella Minerva sotto i piedi. Non era ancora strisciata via?
-Tu... sei davvero... Erza?-.
-Sì, sono Erza. Ma non quella che conosci tu.-.
Minerva alzò appena un angolo della bocca, anche se lo faceva sembrare uno sforzo immane. Patetica. Ma aveva la pellaccia dura, doveva ammetterlo.
-Ah... va bene... allora...- Le sue palpebre si abbassarono e appoggiò la testa per terra. Boh, magari stavolta era morta.
-I miei complimenti.- Disse Kyouka: -Mi fai sentire nostalgica. In tutta onestà, credevo che voi di Edolas foste insetti tra gli insetti.-.
-Ohhh, qualcuno ha fatto i compiti a casa, che brava.- Erza allargò le braccia con scherno: -Come puoi vedere, abbiamo compensato la mancanza di magia.-.
-È proprio vero, allora, che gli scarafaggi sopravvivono a tutto.-.
-Heh.-.
-Qual è il tuo nome?-.
-Mi chiamo Erza. Erza Knightwalker. Se non sbaglio, tu ti chiami Kyouka.-.
-Precisamente. Erza Knightwalker. Erza... sì, posso confermare che meriti questo nome.-.
-Grazie.- Rispose sinceramente: -E devo dire che è da tanto che non affrontavo un avversario al tuo calibro.-.
-È un peccato non poter continuare così in eterno...- Dicendo questo, la demoniessa pareva voler riprendere la lotta; invece proseguì a parlare: -Non vedo il marchio di Fairy Tail sulla tua spalla. Dimmi un po', quella fastidiosissima gilda esiste anche nel tuo mondo?-.
-Fufufu... ahahahah!- Dopo un attimo di sbigottimento, Erza era scoppiata a ridere.
-Certo che esiste, ma se non lo vedi sul mio corpo è perché ero conosciuta come “la cacciatrice di fate”.-.
Un guizzo attraversò gli occhi di Kyouka: -Molto affascinante. Guarda un po' l'ironia della sorte, tutte quante qui abbiamo odiato Fairy Tail... e ci ha sconfitte la stessa persona.-.
-Mmm. Allora si può dire che quella che perderà qui non merita una rivincita contro di lei.-.
-Un motivo in più per vincere. Ti ringrazio di avermi concesso un minuto di riposo, tuttavia ora dovrò proprio fare sul serio.-.
Gareggiando con lei al sorriso più folle, Erza le fece cenno di farsi sotto.
-Fai pure. Però ti avverto: lei mi ha affrontata dieci anni fa, ed io sono molto più forte di allora.-.



Malva
SNIF SNIF SNIF
A destra.”.
SNIF SNIF SNIF
A sinistra.”.
-B-Bianca, loro sono...-.
-Sono vivi. Quasi tutti.- Si avvicinò a uno dei corpi a terra, la strada ne era piena.
È un soldato di Edolas. È ustionato in più punti. Allora il cielo di prima era opera loro.”.
-Sono stati attaccati molto recentemente. Uno solo. Li ha sconfitti subito. Non li ha uccisi, forse perché li considerava pesci piccoli?- Prese la lancia del soldato in mano, facendo per esaminarla.
-In ogni caso, è molto probabile che l'aggressore si trovi ancora- Si girò di scatto: -qui!-.
L'arma si conficcò sulla parete, senza però colpire niente. Lisanna fece una smorfia di disappunto.
-Flare, stammi vicina.-.
-Uh? S-Sì!-.
Ripresero a camminare, ma l'albina aveva la costante impressione di essere osservata.
È invisibile? Però non sento il suo odore e non lo sento muoversi. Percepisco solo la sua aura demoniaca. È forte... Flare è in pericolo.”.
-!!!-.
Flare le finì addosso, perché si era fermata senza preavviso.
-Bianca, che succede?!-.
-Niente, è solo che... una certa persona è appena morta.-.
-Ah... chi era?- Domandò debolmente lei. Eppure doveva averlo avvertito anche lei. Dopo tutto quello che le aveva fatto, doveva essere così.
-Qualcuno che volevo uccidere con le mie stesse mani. Non è importante, anche perché adesso... ora che ci penso...- Si mordicchiò un'unghia, un allarme recondito nella sua testa continuava a suonare.
Gli obbiettivi di Natsu non sono casuali, voleva distruggere Raven Tail e i giganti, ma altri gruppi era disposto a Cambiarli, persino tipi come Zancrow. Cerca persone forti da unire al suo esercito, ed è lecito pensare che stia schierando i migliori in questo momento.”.
Forse li considerava pesci piccoli
Bruciature... di esplosioni?”.
-Niente è casuale.-.
-Bianca?-.
-So con chi abbiamo a che fare.-.



Crocus, castello reale
-Fin’ora sta andando tutto come avevi previsto.-.
Hisui guardava con attenzione l’olo-mappa del continente, spostando lo sguardo da un lato all’altro alla ricerca della minima variazione. Pensare che tutti quei puntini luminosi erano in realtà persone, e vedendoli spegnersi così velocemente, era... era molto strano.
-N-Non direi!- Rispose Mavis con imbarazzo.
-Non avrei mai immaginato che sarebbero arrivati gli abitanti di Edolas!-.
-Principessa, posso entrare?- Si annunciò Arcadios da dietro la porta.
-Sì, entra pure.-.
Il cavaliere entrò, vestito in armatura da battaglia.
-Mi aveva chiesto di riferirle quando Kagura si sarebbe svegliata. Inoltre il Portale Eclipse è pronto.-.
-Bene, delle buone notizie. Ma non è ancora il momento di usarlo. Ci vorranno come minimo...-.
-Ci sono molte variabili da considerare.- Si intromise Mavis: -Ma non prima di ore.-.
-Sì, direi di sì.-.
Arcadios non poteva sentirla. Non si era fatto marchiare, non aveva voluto.
-Comunque sia, voglio vedere come sta. Mavis-sama, puoi restare tu qui per un po?- Le domandò sorridendo.
-Certamente. E, ehm, porgetele i miei saluti.-.
La principessa e il cavaliere uscirono. Come furono fuori, l’espressione della ragazza cambiò.
La faccenda della spia, la talpa che aveva aiutato Zeref, la questione che l’aveva presa per mesi… i nodi stavano per venire al pettine. Sì, la spia era una persona insospettabile, anzi, inimmaginabile per chiunque.
Iniziarono a camminare, lui poco dietro di lei, ma in modo che lo potesse vedere con la coda dell’occhio. Stava forse poggiando la mano sull’elsa della spada?
È sempre pronto a colpire.”.
Oltrepassarono alcuni maggiordomi, cameriere e soldati in divisa. La paranoia avrebbe spinto chiunque nella sua posizione a guardarli con sospetto, a cercare un pugnale celato, una mano svelta, un’occhiata…
Ma lei no. Lei sapeva già chi era il suo nemico.
-Arcadios-san, ti ringrazio per essere sempre al mio fianco da quando mio padre è venuto a mancare.-.
-Principessa...-.
-Qualunque cosa accadrà d'ora in poi, desidero che tu sappia quanto ti ho a cuore.-.
-Lei è troppo… buona.- Incespicava.
Sai anche tu quello che sa per succedere, non è vero?”.
Hisui ripensò a Kagura, la persona che più l’aveva aiutata nella ricerca della spia. A parte per il suo sfogo contro Gajeel, si era rivelata una ragazza molto saggia.
Non era arrivata alla verità, però c’era andata molto vicina, il che la rendeva…
Erano arrivati davanti all'infermeria, ma Arcadios si era fermato poco più indietro. Era decisamente preoccupato.
-Volete che aspetti qui?-.
La sua armatura luccicava nella penombra, e l’elmo davanti agli occhi rendeva sinistro il suo sguardo, come quello di un'aquila che guarda ad una preda in basso.
-Capisco. Hai altri doveri oltre a me. Vai pure.-.
Kagura era sdraiata sul letto, girata sul lato, e non si muoveva. Calcolando la distanza tra l’infermeria e le sue stanze, doveva essersi riaddormentata proprio mentre Arcadios si era spostato. D'altronde si era sforzata molto. Si avvicinò al suo letto, oltrepassando quello di Lily.
Camminando, tastò lo stiletto nascosto sotto la manica. Sapeva bene che era lì, ma giunta a quel punto si poteva concedere alcune fissazioni.
Forse dovevo prendere ancora qualche pillola. Visto l'avversario che sto per affrontare...”.
Raggiunse la ragazza, ancora immobile. Allungò la mano e le scosse la spalla.
-Kagura, svegliati.-.



Oltre il confine con Bosco
-Hah! Hah!- Erza agitò le briglie e il destriero galoppò con più foga.
-Erza-san, la tua missione sarà molto importante.-.
-Cosa devo fare, Principessa?-.
-All'apparenza dovrai recarti a Zonia, ma lì rimarranno Minerva e Gajeel. Tu dovrai spingerti in pieno territorio nemico.-.
Il cielo non era più rosso fuoco, ma di uno sporco cremisi tendente al nero. Il vento bruciava tra i suoi capelli che in quell'atmosfera cupa erano di una tonalità più chiara, fastidiosa alla vista.
Lo posso fare solo io. Non devo avere alcun timore. Devo salvarli e distruggere quel posto.”.
Dietro di lei, un continuo abbaiare.
-Ma non puoi andare da sola.-.
-Chi verrà con me allora?-.
-Ecco... in realtà...-.
-WILD FOUR!!!-.
-Mennnnn!-.
-Fantastico, Maestro Ichiya!-.
La rossa sospirò sconsolata.
-L-Loro???-.
-Kun-Kun. Erza, persino il parfum del tuo cavallo è delizioso.-.
-Aniki, veramente non lo definirei un profumo... guh...-.
-Men!-.
-La signorina Erza è così Wild!- Ruggì Rocker.
-Ci ha permessi di rimediare al nostro tradimento! Non la deluderemo!-.
Io non c'entro proprio niente con questo.” Pensò tra sé e sé la ragazza.
A dispetto delle apparenze, sono i compagni di Bacchus. Loro e Blue Pegasus sono le scelte migliori... immagino. Hm? Cos'è questa sensazione?”.
Qualcuno le stava annusando i capelli.
-Kun-Kun!-.
-Nichiya!-.
-Parfum!-.
All'orizzonte ancora niente, se non una landa desolata. Presto però, davanti a loro, si sarebbe stagliata una torre circondata da nove muraglie magiche.
Il solo pensiero di quello che stava per fare la spaventava. Si fece coraggio.
-Ragazzi, vi ringrazio di essere qui con me. Ma d'ora in poi le cose si fanno più difficili, e non potrò proteggervi se sarete in pericolo.-.
Ren Akatsuki affiancò il proprio cavallo al suo.
-Erza, siamo stati tra le migliori gilde di Fiore per sette anni. Perciò siamo noi a dirti che, se sarai in pericolo, potrai contare su di noi. N-Non che una donna come te ne abbia bisogno...-.
-Il solito Ren!- Commentò Hibiki: -E se succedesse qualcosa a te, chi la sentirebbe Sherry? No grazie, direi che è te che dobbiamo proteggere.-.
-Ci penseremo noi!- Urlò uno dei quattro che non era Rocker. Non era nemmeno uno due più grossi, ehm... e loro come si chiamavano?
-Noi siamo i Quattro Cani da Guardia!-.
-Bauuuuuuuu!!!-.
E avanti così. Erza sorrise, in qualche modo tutto quello le ricordava la baraonda di Fairy Tail.
Col senno di poi, si stava lasciando influenzare dall'ottimismo senza rendersene conto. Che era proprio la fregatura insita nell'ottimismo.



Emanava, quell'uomo, una scia di nebbia, come uno spirito del fumo, ma fredda prima che umida: una sensazione di morte.
Vattene.”.
Vattene.”.
Vattene.”.
Esci dalla mia visuale.”.
Hargeon
Ora!” In un secondo Wendy era piegata sul corpo della ragazza, muovendo sopra di lei il palmo aperto per accertarsi delle sue condizioni.
Polmone sinistro, cuore, stomaco, esofago, intestino, cistifellea; poi, gli omeri, le ulne, i radio, 22 costole, lo sterno, il bacino, 15 vertebre, un femore, una tibia; quasi tutti i muscoli e le ossa delle mani e dei piedi; quasi tutto l'apparato circolatorio. Solo la testa è rimasta pressoché integra. Le probabilità di successo sono del... 1,3‰. Sei decimi di errore stimato.”.
-A...aa...ah...-.
1,2.”.
-Non sforzarti. Forse ti ricordo una ragazzina che conosci, ma non sono lei. È possibile che ti salvi. Tuttavia, è più probabile che ti renda più doloroso il trapasso. Desideri che proceda?-.
La Cambiata strizzò gli occhi, contrasse le dita, probabilmente cercava di urlare ma le mancavano troppi pezzi per farlo.
-Ho capito.- Tese la mano sul suo viso e le chiuse gli occhi; trasse un profondo respiro e rialzò l'altro braccio. Percepì il solito formicolio della mano che si apriva e scomponeva in tanti ganci metallici che si assemblarono svelti nei suoi strumenti.
-Mi dispiace per te. Se sopravviverai, ti prego di perdonarmi. Quando avrò finito sarò la persona che odierai di più.-.



Villaggio Tully
Juvia e Bickslow erano sconcertati, anzi, paralizzati dallo stupore.
Allora...”.
...è vero.”.
Erano stati preparati a questo, certo, e anche da tempo; tuttavia, ora che stava accadendo, si trovavano davanti ad un abisso. Dopo quello che era successo a Lisanna e Yukino, vederla lì, su quel tetto, vestita da punk e con la punta della lingua umida tra le labbra, lei che una volta era loro amica…
-Vi piace il mio look? È un ritorno alle origini, sì?-.
Mirajane spalancò le braccia e si piegò verso di loro: -Cosa sono quelle facce? Sembra che abbiate appena visto un fantasma. Ohh, ma forse non è per quello che siete nervosi. È perché vi rendete conto dell'infinito che ci separa, eh???-.
I due maghi deglutirono a vuoto. L'unico loro vantaggio era il numero. Erano forti, ma non quanto lei, un tornado di sentimenti contrastanti li attanagliava, e non avevano mai combattuto insieme. Inoltre, c'era Elfman...
-Direi che non avete niente da dire. Va bene, tanto non me ne frega niente di voialtri. Iniziamo!- Schioccò le dita e rimase immobile.
Il tempo di domandarsi che cosa sarebbe successo che un enorme potere diabolico li investì in pieno; da rosso il cielo diventò nero e delle urla deformi invasero l'aria. Dietro a Mirajane si alzò una parete fumosa come la schiuma, ma oscura.
Bickslow piazzò le bambole attorno a loro, ma non avrebbero retto se la Nebbia li avesse travolti. Invece si diramò in due lingue laterali, lasciando libero spazio per Mirajane ma anche per loro.
Non capivano, poi guardarono attentamente. Dalla superficie fosca emergevano per pochi secondi teschi e volti sfigurati, nonché mani e braccia.
Juvia biascicò uno “spaventoso” e l'albina le fece il verso: -Davvero, lo è. Noi, beh più che altro io, lo chiamiamo Fetore, perché sono i nostri rifiuti. Cambiati che non sono sopravvisuti al processo, cadaveri di etherious e gli sporchi umani che ci sono finiti dentro. Non importa se vivi o morti, è un eterno inferno oltre la morte... scommetto che ci potreste trovare alcuni vostri amici! Ahahah!-.
-Maledetti!- Le ringhiò contro Bickslow.
Gli rivolse un lugubre sorriso.
-Traaaanquillo, tra poco li rincontrerai!- Agitò la mano, ma appena prima di calarla si fermò e si guardò intorno con aria interessata.
-Uh-uh, succede qualcosa... ah, laggiù!-.
Una parte della superficie si stava increspando, qualcosa ne stava uscendo. Prima una punta metallica, poi una gamba, e infine un corpo: quello di una giovane donna, in armatura, dai capelli neri e corti, con una spada in mano. Il ricordo di un essere umano. Pallida; la frangia incolta sugli occhi; l'armatura corrosa; la veste a strisce sgualciti; il corpo ridotto ad uno scheletro; il volto scavato fino all'osso.
-hhh.... Impugnare... la spada....- Mosse un passo verso di loro, anche se sembrava reggersi a malapena in piedi.
-Juvia sa chi è.-.
-Uh?-.
Senza staccarle gli occhi di dosso, la ragazza rispose: -Riana-san, era il capitano delle Tigri Bianche. Lucy-san l'aveva salvata durante la missione a Stella. Juvia aveva sentito che erano stati sconfitti dai demoni...-.
-Hhh...- Quel verso che faceva con la bocca era fastidiosissimo, come se le gorgogliasse sangue in gola o avesse ingoiato degli insetti.
-Ohh, molto interessante!- Esclamò Mirajane: -Ha avuto la meglio lì dentro ed è uscita con la forza di volontà! Non succede mica spesso! Vediamo che sa fare!-.
-Hhh... sguainare la spada... hhh... non voglio... hhh...-.
-Tsch!- Bickslow e Juvia si misero in guardia, aspettando la sua mossa. Non volevano combattere, non in quel modo.
-Stai indietro!- Le intimò lui: -Noi possiamo aiutarti!-.
-HHH... proteggere... Hhh... DEVO... HHH... i miei compagni...-.
Non ho scelta!”.
Fecero per attaccare, ma qualcuno si mosse alle loro spalle.
-Solo perché sembri mia sorella...-.
SWISH
STOOOOMP
-NON SIGNIFICA CHE NON TI SCONFIGGERÒ!!!-.



Nei territori dei demoni
-Eccola! Si sta dirigendo verso di noi a tutta velocità!-.
La Nebbia Nera strisciava sul terreno, rapida come la lava sulle pendici di un vulcano, e presto li avrebbe sommersi.
-Statemi dietro!- Impartì, e le obbedirono mettendosi in linea, esattamente alle sue spalle.
-Armatura Perforante!-.
Aumentarono il galoppo, Erza fendeva l'aria creando una scia di alta velocità: l'unica cosa che li avrebbe protetti.
L'aria da secca diventò fedita, le si accapponò la pelle, la magia nel suo corpo si ribellava. Già era difficile scappare da quella roba, loro le stavano andando addirittura incontro. Una cosa da pazzi...
Ma quante vite dipendevano dalla loro missione?
-Siete pronti???-.
Un latrato le fece da eco. Sorrise, ancora una volta, uno stupido rischio, un'illusione... eh, da quando aveva iniziato a ragionare in quel modo? Aveva svolto centinaia di missioni, alcune molto più pericolose di quella, ma non aveva mai avuto paura di sorridere o di nutrire speranze: non erano vane visioni, ma forza, la forza che le davano i suoi compagni. Ora ne avrebbe avuto davvero bisogno.
-10 secondi all'impatto!-.
-Noi crediamo in te, Erza!!!- Le rispose Hibiki da dietro.
E io in voi..
-5 secondi!-.
I cavalli nitrirono, ma non si sarebbero fermati. Povere bestie, le stava condannando a morte.
-4!-.
-3!-.
E poi, d'improvviso, un tuffo nell'oceano, niente più vento, niente più ossigeno, né luce, ma buio e freddo. Solo che non c'era il silenzio del mare. C'era l'inferno.
-Restate...iti!!!-.
-...sason...???-.
-At...chiya...ne!!!-.
Questo era tutto quello che riusciva a distinguere delle voci dei suoi amici. Erano assaliti, circondati da ogni lato: tutto intorno a loro si addensavano come zanzare creature mostruose e demoniache, spettri e non-morti che cercavano di penetrare nella scia. Erza se li vedeva schizzare davanti, venire colpiti dalla sua lancia e sbalzati via: allungavano le mani per prenderla e a volte la sfioravano, allora era come essere soffocata dall'abisso. Si sentiva svuotare i polmoni, l'esofago riempirsi di vomito, la pelle seccarsi e creparsi, e i sensi mancare. Uno le passò davanti al viso, un volto putrefatto dagli occhi bianchi.
Que-questo è-è spaventoso! Non ho mai visto... erano tutte persone???”.
Continuava ad avanzare, davanti a lei solo quell'orribile spettacolo. Non doveva cedere. Ma quanto ancora sarebbe durato? Da quanto tempo erano entrati?
Basta, basta, è-è inumano, questo è inumano!!! Come ha potuto fare questo???”.
Alle sue spalle sentì uno dei suoi chiamare aiuto. Dovevano averlo preso.
Non poteva voltarsi.
Non poteva distrarsi.
Era quello il patto, quello il prezzo da pagare per partecipare a quella missione.
Lei avrebbe dato la vita per salvarli, e lo avrebbe fatto in ogni momento della missione. Però non in quello.
Dovevano cavarsela da soli.
Affiderei loro la mia vita, ma non posso, ora non posso... mi dispiace!.
Altri spettri e altri zombi, ne sarebbe uscita invecchiata di cent'anni.
Ed ecco, infine, come in un sogno, la luce.



Malva
Ha capito che sono qui. Allora posso uscire..
Riemerse dal terreno, di fronte a lei. La rossa si mise in guardia, anche se sembrava più uno struzzo che cercava di nascondere la testa nella sabbia, mentre l’altra si limitò a distendere le braccia.
Lo guardava sprezzante, dura, truce. Lui non voleva essere da meno, anche quella tra i loro sguardi era una sfida.
-All'inizio ti avevo scambiata per tua sorella. Non solo per i capelli. La tua aura è cambiata molto dal nostro incontro.-.
Lisanna alzò un angolo della bocca, girandosi un ciuffo tra le dita.
-Avrei dovuto immaginare che ci saresti stato anche tu, Azuma.-.
L’ex di Grimoire Heart fece spallucce: -Non che abbia avuto molta scelta, mi sono svegliato a giochi fatti. Ma, in effetti, non me ne dispiaccio. Anch'io oggi sono molto più forte di un tempo.-.
-Flare, stai indietro per favore. Quest'uomo è in grado di manipolare il terreno e di creare degli esplosivi. Nove anni fa era al livello di Erza-.
-Rossa...-.
-Bene, direi che possiamo iniziare.- Si sgranchì le ossa: -Ma mi piacerebbe sapere cosa fa la tua amica.-.
Il volto della ragazza si fece scuro, come se avesse appena pronunciato una qualche blasfemia. Tasto dolente, eh?
-Ah, già. A te piacciono i combattimenti duri, giusto? Se proverai a fare a lei quello che facesti a me, ti ucciderò e basta, con un singolo attacco.-.
-Ohh.- Azuma era impressionato, ma anche eccitato da quel qualcosa nella sua voce che non sapeva definire: -Va bene, farò come vuoi. In cambio ti prego di non risparmiarti.-.
Non ottenendo risposta, se non un enigmatico sorriso, Azuma decise di aprire le danze.
Partì all'attacco con un pugno, coprendo in un istante la distanza che li separava.
PUNCH
!!!”.
Cosa?”.
Glielo stava bloccando con la mano; una mano grande la metà della sua; quella sinistra, debole; e con il braccio neppure teso, bensì sciolto; nemmeno in viso mostrava traccia di sforzo.
CRONCH
PAM
-Kh!-.
Il Cambiato arretrò, reggendosi la spalla destra che era scesa fino al gomito. Il sangue sprizzava dappertutto e gli sporcava il viso. Il dolore era indicibile. Con la sola pressione delle dita sulle nocche aveva creato un impulso di sangue che era esploso all'altezza della spalla.
Un essere umano, anzi, un altro demone avrebbe perso il braccio. Ma lui no. Una radice legava ancora l'interno del suo arto con la spalla, si ritrasse e la ferita sparì. Anche il dolore cessò.
Ma l'impatto psichico era ancora lì.
L'espressione della maga cambiò ancora, non più fredda, ma decisa a lottare. E anche spavalda, di chi aveva lo scontro tra le mani.
-Non sono più la ragazzina di un tempo. Ho superato il potere di mia sorella.-.
-Con questa mia nuova forza io sconfiggerò Natsu.-.



Viva?
-Hhh!!!-.
Ginger si irrigidì in uno spasmo. Respirava di nuovo. Aveva di nuovo i polmoni. E una mente per capirlo.
Il dolore era cessato. In qualche modo, dopo chissà quanto tempo, era sparito.
Hargeon
Sentì un sospiro, era quella Wendy con le tette grosse e il braccio bionico. Braccio che ora crepitava e mandava scintille.
-Voi Cambiati siete davvero incredibili.-.
-Incredibili... sì... ah! Io sono incredibile! Io sono la Regina del Ghiaccio e del Fuoco! Ahahah!- Balzò in piedi col pugno alzato. Ma la milza rimase per terra.
-Ohi...-.
Anche Wendy si rialzò, scuotendo la testa.
-È un miracolo che possa già muoverti. Dovresti ritirarti e non rialzarti dal letto per i prossimi dieci mesi. Ma tanto sei un caso perso… e io ho altro da fare.- Detto questo se ne andò.
Riposare, se c’era una cosa che Ginger odiava fare era proprio quello. A malapena sapeva pronunciare la parola, troppe sillabe. Riposare un corno! Considerando poi che doveva uccidere quel… un momento, ma era già stecchito!
-CHI DIAV-
SWISH
Una crepa, uno squarcio, tipo, un portale, vabbeh avete capito, si aprì proprio di fianco a lei. Ne uscirono... ah, loro due.
-Nyah! Finalmente fuori!-.
-Keh, avremmo fatto precedenza... ehm, prima, se mi avessi tagliato i capelli più velocemente!-.
Millianna soffiò indispettita.
-I miei artigli non sono fatti per cambiarti acconciatura-miao!-.
-Beh, ma sono venuti bene! Vero che mi stanno meglio corti? È un tributo al mio passato...-.
-Grunf!- Altra cosa che Ginger odiava era l’essere ignorata. E poi odiava loro due. Però odiava essere ignorata anche da loro due.
-Oh, culo in fiamme, che ne pen-
-SENPAI!!!- La gatta le saltò addosso, Ginger la bloccò con un pugno in bocca che la stese. A dire il vero si scorticò la mano nel farlo, e sentì male in tutto il corpo… ma ne era valsa la pena.
-Uh, un pugno che vale più di mille parole. Testa fusa, hai visto i miei-
-Levy-sama! Ginger-sama! Millianna-sama!- Le chiamò una voce dall’alto. Come un angelo, nel senso che era nella sua sexy-forma da angelo-diavolo, Yukino atterrò dal cielo con la grazia di una piuma. Cielo, cagava zucchero con quel suo modo di fare. Uhh, guardatemi, sono un-
SBENG
Ginger finì a terra, colpita alla testa da una tallonata. Ora, anatomicamente parlando il cervello non è in grado di provare dolore, ma quello di Ginger evidentemente non lo sapeva.
-Ti sto parlando cervello surgelato!-.
-DANNATA TAVOLA DA SURF, IO TI POLVERIZZO!!!-.
-Nyah!!! Come hai osato ferire la senpai?!-.
Stavano per venire alle mani, ma Yukino le fermò. A dirla tutta, fu il sentirla ridere a farlo.
Le tre la guardarono stupite.
-Scu-scusate, è solo che… siete le solite! Mi siete proprio mancate ragazze!-.
Sobbalzarono all’unisono, e poi guardarono altrove con un lieve rossore alle guance.
Quanto la detesto quando non riesco a detestarla-dechi...”.
La ragazza si calmò e il suo carattere cambiò radicalmente: si inchinò più volte chiedendo scusa per aver riso di loro, mortificata come se avesse pisciato sulle loro tombe. Anche lei non era cambiata di una virgola.
-Oh, Levy-sama, che bei capelli che hai!-.
Levy si illuminò tutta.
-Sapevo che qualcuno l’avrebbe notato! Qualcuno con un po’ di senso estetico...-.
Ginger ruotò gli occhi. Per colpa di Yukino non aveva più voglia di dargliene (per ora).
-Seh seh seh. Comunque, a quanto pare siamo tutte qui, che bello... che facciamo?-.
-Mmm...- Millianna si massaggiò il mento con aria pensierosa: -Beh, ci sarebbe quel fusto laggiù.-.
-!!!-.
In piedi di fianco al corpo di Lyon, ritto come uno spaventapasseri, con le braccia conserte e il volto truce, le fissava, silenzioso, un uomo (un Cambiato). Neri i capelli, neri i vestiti, pareva offuscare la luce attorno a sé con la sua sola presenza. La sua bocca era coperta dall’alto colletto felpato dell'uniforme, che era praticamente un collare.
Un tizio strano, ma strano forte, di quelli che non scordi di averli già incontrati. Per questo erano sicure di non averlo mai visto prima.
Tutte a parte Levy.
-Io ti conosco! Sei Zest... Missy... Doran... Doraemon... no, aspetta, ci arrivo...-.
-Sei Mest!-.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** The NoSense Tragedy ***


And when I start to talk that that (That that)
Oh, you won't know how to react
I'm a picture-perfect face with that wild in my veins
You can hear it in my growl, growl, growl, growl

So keep your eyes on me now
You’ll like whatever you see
You can't reach my level
I'm sure you wanted me to face you
We got it all in our hands now
So can you handle what we're all about?
We're so tough, not scared to show you up
Can you feel the rush now?

Ain't nobody bringing us
Down, down, down, down, down, down
They could try it, but we're gonna wear the crown
You could go another round
Round, round, round, round, round, round
Wish you luck, but you're not bringing us down

We go hard (Hard), 'til we get it, get it
We go hard (Hard), we so in it, in it
We pop stars (Pop stars), only winning, winning now
Ain't nobody bringing us down, down, down, down

(Popstars-K/DA)

Territorio dei demoni
-Anf, anf, anf!-.
Le vennero tutti addosso, tutti gli anni che aveva perso a Tenrou, tutti e sette… macché, erano molti di più quelli che le erano crollati sulle spalle.
Scesa da cavallo senza sapere come, si mise a carponi, cercando con le mani il fresco della terra. Come se in quell’inferno la terra potesse essere fresca.
-Ce l’avete… anf… ce l’avete fatta? State tutti bene?- Erza si voltò e vide che non era così.
-Ahh! Ahi, accidenti!- Eve aveva il vestito strappato e, sulla spalla destra, una chiazza necrotica.
-Ragazzo mio! Dobbiamo riportarti indietro!- Disse Ichiya.
-No, no!- Eve li allontanò con la mano, barcollando: -Posso continuare.-.
-Mio intrepido discepolo, non ne saresti in grado!-.
-Già, ti riporto indietro io!- Latrò Rocker.
-No, non si può fare. Vero, Erza?-.
La rossa si sentì a disagio, tremendamente a disagio nel dover rispondere, visto che doveva dargli ragione.
-Guardate alle vostre spalle: vedete, quella roba nera è ancora lì… anf, anf… nemmeno io riuscirei ad attraversarla di nuovo.-.
-Allora uno di noi rimane qui con lui.-.
Erza scosse la testa, anche quello era impossibile, e lo sapeva anche il Pegasus.
-Non possiamo dividere così le nostre forze… urgh! Possiamo solo andare avanti.-.
-Amico, è una follia!- Protestò Hibiki, e gli altri erano visibilmente d’accordo con lui. Erza doveva intervenire.
-Basta, Eve ha ragione.-.
Tutti la guardarono allibiti.
-Non può tornare indietro, e non possiamo lasciarlo qui. So che sembra assurdo, ma è più al sicuro se prosegue con noi.-.
-Ma non può camminare in queste condizioni!-.
-Allora volerò. Nichiya-sama?-.
-Hm, sei molto coraggioso ragazzo.-.
-Erza...- Hibiki le si rivolse con aria desolata, ma lei non poteva farci niente.
-Voialtri siete… siete feriti?-.
Si guardarono l’un l’altro, sembravano essere incolumi.
-Allora… dobbiamo andare avanti… anf...-.
Il sole l’abbagliò. Era come stare in un deserto, ma colorato di rosso. L’aria era a malapena respirabile, e seccava la pelle.
-È... è quella?-.
-Sì.- Gli occhi di Erza focalizzarono il pennacchio nero che si stagliava alto nel cielo, alto come l’R-System se non di più, circondato da nove anelli.
La prigione.
-Avanti, da qui in poi proseguiamo a piedi.-.



Hargeon
Ma che bel fusto...”.
-Levy-sama, lo conosci?-.
La puffetta si sforzò di pensare.
-Sì, era… un membro di Fairy Tail, Mest… Gryder… mi pare.-.
-Ti pare? Cioè me lo puoi presentare-dechi?-.
-Ginger-sama!-.
-Che c’è? Tanto sta con noi no-dechi?-.
-Ecco… credo… di sì...-.
-Ma lo conosci o no-nya?-.
-Vi dico che… aaah, ho le idee confuse!-.
Va bene, mi arrangio io.”.
-Ehi, Mest-kun Mest-ino Mest-olino- Ginger gli si avvicinò, mentre lui rimase immobile a fissarla truce: -il mio nome è Ginger. Da dove sei sbucato e-ehi, ho un deja-vuu. Un attimo-dechi.- la Cambiata si guardò intorno momentaneamente disorientata: d’un tratto era tornata al punto di partenza, in mezzo alle altre.
-Senpai, mi sa che è chiaro che quello non ti vuole.- Le disse Millianna grattandosi un orecchio.
-Eh?-.
-Ginger-sama, ti senti bene?-.
-Eh? Che dite?-.
Yukino la fissava apprensiva: -Sono… tre volte che vai da lui.-.
-Dechi??? Ma se ci sono appena… no, un secondo, mi serve un secondo...- Si sentiva girare la testa, tipo una sbronza.
-Mmm, io… uh!-.
-
-
-
-Eh?-.
-Cosa?-.
-È appena successo qualcosa?-.
-Ohi, chi è quello lì?-.
Di fianco al cadavere di Lyon c’era un tizio che prima non c’era: un Cambiato, capelli neri, unif-
No-no-no, c’è qualcosa che non va-dechi.”.
-Miao, chi sei tu?-.
Nessuna risposta.



A Est
ZUM
CRASH
BAM
SWISH SWISH
Quei due erano su un altro livello. Ogni colpo era più potente del precedente, e ognuno superava ogni limite conosciuto di forza.
-Gravity Push!-.
-All Crush!-.
Colpitisi a vicenda, i due uomini furono sbalzati via e finirono a terra.
Devo fare qualcosa.” Jura provò a farsi leva con le braccia per rialzarsi, ma il peso su di lui aumentò bruscamente.
-Ggh! Non riesco... a respirare... i polmoni non...-.
-Stai a terra.- Bluenote era stato il primo a rialzarsi.
Gil...darts...”.
Il mago non si muoveva, le ferite che gli aveva visto addosso dovevano essersi riaperte.
-Allora, tutto qui? Proprio ora che iniziavo a vola-
PEW
Bluenote era sparito in una voragine del terreno.
-Kihihih!- Ridacchiò Gildarts, tenendosi però lo stomaco.
-Voleva volare, eh?-.
-Lo hai sconfitto?- Chiese Jura, sentendosi finalmente libero.
Gildarts guardò la buca.
-No, l'ho rallentato per qualche secondo. Farai meglio ad allontanarti da qui.-.
-Ti posso aiutare…-.
SBAM
Con un gesto brusco, Gildarts batté il pugno d'acciaio sul terreno con aria contrita.
-Si è sigillato da solo con la sua forza di gravità, ma gli basterà invertirla per tornare su. Tu va’, è inutile che stiamo entrambi qui... ed è palesemente interessato a me.- Altro pugno.
Jura normalmente non se ne sarebbe mai andato in quelle circostanze, ma l'espressione di Gildarts era quella di uno che sapeva di essere a un passo dalla vittoria, e gli dava fiducia.
D'altra parte è un membro di Fairy Tail.”.
-Va bene, Gildarts-dono, farò come dici. Ma resterò nei paraggi.-.
La terra si riempì di crepe.
-Farai meglio a muoverti!- Terzo pugno.
-Va bene. Buona fortuna.-.
Gildarts sogghignò.
-Questo auguralo a lui.-.



Hargeon, di nuovo
Mmm
Mmm
MMM!!!
-Un’anguilla, è un’anguilla!-.
-Levy-sama?-.
-Mi scivola via, mmm, un pensiero oliato, me ne sfugge l’entità! Mi snerva accipicchia!-.
-Uffa, insomma, lo conosci o no?-.
-Continuo a pensare che sia un bel fusto… ma quando ho iniziato-dechi?-.
Iniziato… iniziato, iniziato, iniziatoiniziatoiniziatoooooooooo
-Ci sono!-.
-
No cazzo...”.



Zonia
-Uhm... dove sono?-.
Minerva riaprì gli occhi, trovandosi a guardare il cielo color violetto.
Era sdraiata per strada; ancora confusa, si mise seduta.
Cosa diavolo...”.
La città attorno a lei era... era stata letteralmente dimezzata. Ogni casa, ogni edificio, era raso al suolo o tagliato in due.
Per quanto tempo sono... no, più importante, dove sono loro due?”.
La risposta le arrivò incontro... letteralmente.
BOOM
KLENGKLENGKLENG
L'altra Erza le era quasi ruzzolata addosso, con un forte fragore di armatura. Era stata scagliata a grande velocità.
-Off... wow, che colpo… Toh, sei sveglia.- Si rialzò, poi guardò verso la direzione da cui era venuta, agitò la lancia che teneva in mano e, al posto delle quattro punte, sulla cima apparve la boccuccia di un cannone. Fece fuoco tre volte.
-Quanto mi sei mancata, ragazza mia!-.
In mezzo al polverone, Minerva iniziò a scorgere la sagoma di Kyouka che camminava verso di loro con estrema tranquillità.
Quella forma... non dirmi che...” Quando emerse ne ebbe la certezza: un elmetto bianco sulla fronte, delle corna ai lati della testa, pelliccia bianca e nera su braccia e gambe.
-È nella sua forma Etherious!-.
-Ah, è così che si chiama? Preferivo “super gallina della morte”.- La punta cambiò di nuovo, diventando lunga e triangolare, e creò una tromba d'aria con cui attaccò la demoniessa; ma la frenò per non più di qualche attimo.
-Da quanto tempo è così?-.
-Non lo so, perché ti agiti tanto?-.
Minerva digrignò i denti.
-È per…-.
!!!
Kh... acci...denti...”.
La donna abbassò lo sguardo con fatica e dolore; uno degli artigli dell’arpia l’aveva trafitta poco sotto il collo.
-Kyouka.- Disse lei: -È la mia maledizione, divento più forte ogni istante che passa; per questa ragione ti ha posto quella domanda.-.
-Ohh… in effetti i tuoi colpi iniziano a farmi il solletico. Vabbeh, sei lontana anni luce dall’essere una minaccia.-.
-Non fare così.- Riuscì ad arrancare, trasformandosi in demone. Il dolore iniziò a diminuire, ma era solo un’illusione.
-Lei può… controllare...- Ma Erza non voleva starla a sentire: trasformando ancora la sua lancia, si gettò all’attacco.
Ascoltami maledizione!!!”.
Disperata, Minerva usò la sua magia e la trasportò insieme a lei nel suo spazio parallelo.
-Che cosa… che posto è questo?- La donna di Edolas si guardò intorno spaesata da tutto quel viola.
-Ti avrebbe uccisa, qui… gh! Siamo al sicuro qui.-.
-Sei stata tu?- Le chiese Erza, stupita e poi furibonda: -Riportami indietro, ora!-.
Minerva stentava a credere ai propri occhi, non aveva mai visto Erza comportarsi così.
-Perché non capisci? Senza un piano non-
-Sei tu che non capisci.- Erza estrasse dalla cintura un oggetto curvo, che l’altra riconobbe essere una pistola, e gliela puntò contro. Nemmeno quello sguardo omicida l’aveva mai visto su di Erza.
-Non sono venuta qui per aiutarti. Non me ne frega niente di te, però non lascio mai uno scontro a metà. Ti do tre secondi.-.
-Non fare…-.
-Uno.-.
-Perché non vuoi-
-Due.-.
-Va bene!-.
Agitò le mani e le fece tornare indietro. Kyouka era rimasta ferma ad aspettarle.
Erza, che le dava di spalle, si girò e premette il grilletto.
-Ancora troppo lenta.-.
Con stupore di entrambe le donne, la canna della pistola era tagliata in due. Solo allora la rossa comprese l’errore commesso. Ma era troppo tardi.



Hargeon, ancora
-Waaa! È un’idea viscida!-.
Yukino iniziava ad essere preoccupata, quello strano uomo era comparso dal nulla e Levy-sama stava dando di matto.
-Uccidila, se la uccidi si calmerà.- La voce nella sua testa si faceva di nuovo sentire… da quando c’era lui, da… da… da quanto?
Se è così per me, chissà come sarà per le altre…”.
-Nyah!- Prendendo l’iniziativa, Millianna-sama balzò addosso all’uomo, sfoderando gli artigli. Ma lui sparì nel nulla, come se fosse stato un miraggio.
-Eh? Dov’è, dov’è finito?- La ragazza si guardò intorno senza riuscire a trovarlo.
-Millianna-sama! Perché lo hai fatto? Non sappiamo se era pericoloso!-.
-Miao, ma ero tutta intorpidita, come se non mi muovessi da un po’. E poi aveva la faccia brutta.-.
-La faccia brutta?-.
-Sì, la faccia brutta.-.
-Ma aveva la faccia nascosta.-.
È un’idiota. Fulminala. Nessuno sentirà la sua mancanza...”.
Non parlare così delle mie amiche!”.
-Hai detto qualcosa?- Millianna-sama si mosse verso di lei, ma l’aria era tremolante e distorta e la sua voce muta.
È solo un’illusione… non devo prestarle attenzione!”.
-Ho le dita che mi prudono.-.
-Ti ci metti anche tu adesso?-.
-No, dico, è come se stessi preparando un incantesimo, ma non ricordo di… whaaaaa!!!-.
Le tre Cambiate si voltarono verso di lei, che aveva iniziato improvvisamente a scrivere con la sua magia come un’ossessa.
Yukino si sentì la fronte prudere.
-Ma cosa… che è questa roba??- Ginger-sama iniziò a grattarsi sopra gli occhi, Millianna-sama invece alzò prima le pupille e poi la testa per cercare di vedere cosa avesse scritto, inutilmente.
Ha una poltiglia al posto del cervello...”.
La visione tornò normale e la voce si spense.
-Levy-sama… sei stata tu?-.
-Puoi venire fuori adesso!- Ringhiò lei guardandosi intorno in cagnesco. Anche Levy-sama aveva scritto qualcosa in fronte.
Protezione”.
-Eek!-.
L’uomo era riapparso alle spalle della ragazza-gatto.
-Cosa sei, un pervertito? Ti diverti a incasinarci i ricordi?-.
-Un pervertito?- La sua voce era roca, ma dall’eco chiara; tuttavia Yukino non la sentiva bene, a causa del colletto di pelliccia che aveva attorno alla bocca.
-No, volevo solo guadagnare tempo.-.
-Ragazze, stampatevi bene in testa quello che vi sto per dire. Il suo nome è Mest Gryder, era un mago di Fairy Tail, e un ex membro del Concilio. È capace di modificare i ricordi di chi gli è vicino e di teletrasportarsi.-.
Ricordi? Ecco perché mi sento così confusa...”.
-Ghihihih! Pensavi di fregarmi, eh?- Levy-sama si tamburellò la fronte: -Anche se non lo ricordavo, scommetto che avevo già capito cosa stavi facendo.-.
-Aspetta, ha appena detto che voleva guadagnare tempo… per cosa-dechi?-.
-Per... uh... mescolarci meglio la testa. Ma adesso non può più farlo!-.
-È così?- La incalzò come per prenderla in giro: -Pensi che non abbia già fatto quello che dovevo fare?-.
-U-Un momento, Mest-sama, se eri di Fairy Tail perché stai facendo questo?-.
Mest-sama non le rispose; invece allargò le braccia, e la ragazza vide con sgomento che le sue mani erano bruciate fino all’osso.
È stato Natsu-sama a fare questo?”.
Saporito”.
-Sfida accettata!- Millianna-sama passò in forma-tigre e lo aggredì, Mest-sama sparì e riapparve al suo fianco, colpendola con un calcio alla caviglia e con una ginocchiata in viso.
-Urr!-.
-Demonio Rojo! Tsch, andato! Ehi, te stai bene?-.
-Khhevviva! La senpai si preoccupa per me!-.
-Attenzione!-.
SBAM
Yukino percepì uno spostamento d’aria alle proprie spalle. Si voltò, trovandosi davanti Levy-sama, appena atterrata dopo una potente tallonata. Era concentrata come non mai.
-Guardatevi le spalle, non mi piacciono le sue… estremità superiori.-.
Ginger-sama e Millianna-sama si misero schiena contro schiena, alzando i pugni sulla difensiva, come aveva insegnato loro la Dama.
-Io sono sempre stato dalla parte di Fairy Tail.-.
Mest-sama era di nuovo a fianco di Lyon-sama.
-Puoi ripetere?-.
-Ora End è Fairy Tail. Tornate da lui.-.
Yukino trasalì. La vista le stava venendo meno di nuovo.
Non se lo aspetta: girati e strangolala!”.
-No! Che cosa stai facendo??-.
Striscia in profondità, su su in profondità, serpente serpente serpente!”.
Stava-stava sciogliendo, tutto di nuovo, come dopo, aah, la tela del cielo, -Come fai a farlo?-, irrimediabilmente, irrimediabilmente, corrosa dall’acido.
Sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono sono
MORTA
////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Morta?”.
-Ce la fai ad alzarti-dechi?-.
Gin...ger...sama...”.
-Che brave, siete riuscite a colpirmi.-.
-Cazzo hai detto? Levati quello schifo dalla bocca!-.
-Che brave, siete riuscite a colpirmi.-.
-Non fare finta di niente-dechi!-.
Levy-sama e Millianna-sama erano piegate in avanti con il fiatone. Mest-sama invece aveva un braccio livido e deformato sotto la spalla.
-Anf, anf… mentre ti concentri sulla tua magia non puoi concentrarti sul combattimento, galletto ignorante.-.
-Se ferisci una di noi ti metti contro tutte noi-nya!-.
Millianna-sama...”.
-Lodo il vostro spirito di squadra, tuttavia... uhm, vi state entusiasmando per nulla.-.
-Ora lo vedi quanto sono entusiasta! Écriture de Tombe: Onimaru! Cosa?-.
-Ah! Dov'è finito?-.
Mest non c'era più.
-Perché pensi che io fossi lì?-.
-Che diav-urgh!-.
Yukino si voltò di scatto: Mest aveva messo una mano ossuta sulla faccia della ragazza, e lei si era pietrificata.
-Smettila!- Andato di nuovo.
-Yukino...-.
-Ginger-sama!-.
La Cambiata era agonizzante, tremava e aveva la testa tra le mani.
-Non ti avvicinare...-.
-Cos
Ginger si rialzò di scatto, gli occhi accesi e trasformata nella sua forma demoniaca. Il suo volto era una maschera di rabbia.
-Devo ucciderti!-.
La colpì con un pugno che, anche se non era magico, la fece finire faccia a terra, con la guancia distrutta. La bocca si riempì di un sapore metallico, l’impatto era stato così inaspettato che il dolore doveva ancora arrivare. Perché, perché aveva fat-
L'istinto l'avvertì di rotolare di lato, evitando così un pestone infuocato.
-Gin-asp- Non la faceva neanche finire di parlare, a malapena evitava i suoi attacchi, tutti potenzialmente letali. La sua espressione si contorceva tra odio e paura.
-Yukino!!! Devo ucciderti!!!-.
-Devi ribellarti-ah!- Ogni volta che provava a rimettersi in piedi, lei per poco non la colpiva, costringendola a strisciare supina.
-Non... posso...dechi...-.
Delle corde si avvolsero attorno a Ginger-sama, che non riuscì a scrollarsi di dosso.
-Scusa senpai.-.
Finalmente Yukino riuscì a tornare in piedi.
-Millianna-sama!-.
-Tz!-.
Millianna-sama fu rapida a girarsi agitando gli artigli, un secondo in più e le dita dell'uomo avrebbero preso anche lei.
-Ne ho abbastanza di questi giochetti!- Levy-sama alzò un piede e scrisse in aria “Potenziamento”: i suoi capelli si allungarono fino a terra, le sue orecchie si appuntirono, i canini le si allungarono e le sue iridi si tinsero di viola. La sua forma Cambiata. Yukino si ricordò della prima volta che l'aveva vista così: Ginger-sama e Millianna-sama erano scoppiate a ridere, facendola diventare paonazza.
-Odio odio odio questo aspetto! Stupida Minerva, perché me lo hai fatto fare??? Gh-gh-gh!- Levy aveva stretto i denti e sembrava sull'orlo delle lacrime. La Dama si era trovata in difficoltà nello spiegare che era parte dell'addestramento per controllare i propri poteri; quando l'avevano vista in azione, comunque, le risate si erano spente.
-Anf, anf, anf!- Ginger-sama diede un'ultima scrollata e si calmò.
-Sono... sono di nuovo in me-dechi.-.
-Aspetta, ti aiuto io.- Yukino, capendo che non si sarebbe potuta liberare, allungò le mani sulle corde per fare quello che doveva.
-Guh!-.
-Yukino!!! C-Cosa hai fatto???-.
Come “cosa”, ho solamente… ho… solamente… eh?”.
La voce dell'amica la riportò alla realtà. Di fronte a lei, Ginger sputava sangue a fiotti. Allontanò la mano dal suo collo, guardando incredula la chiave di Virgo, insanguinata sulla punta.
-Io... io non...-.
-Ah!-.
-Anche voi non eravate concentrate.-.
Levy-sama e Millianna-sama si misero in ginocchio, poi a carponi. Mest-sama le oltrepassò fluttuando... no, camminando, camminando, come tutte le persone.
Se tuNO!!! Basta!!!”.
-Ahh!- Con un urlo e la sola forza delle braccia, Ginger-sama strappò le corde che la imprigionavano e guardò furibonda l’individuo.
-Ghh! Non ti attaccherò!-.
-Non ti attaccherò.-.
Le due ragazze trasalirono, avevano avuto lo stesso pensiero lampante... e perché quello?
Pazze pazze pazze pazze pazze.”.
-Vi aspettate una spiegazione? Non sono una persona logorroica.- Le sue mani si squagliavano… no, no, no, non doveva perdere la concentrazione!
-E io non sono la tua marionetta!- Ginger-sama voleva usare l'impeto per saltargli addosso, ma i suoi piedi erano-erano radici.
-Hai la gola tagliata. Dovresti stare più calma.-.
-Cosa- termine irripetibile: -hai d-guh!- chinò la testa e tossì sangue nero. Ginger-sama era ancora ferita, forse gravemente. Per colpa sua.
Yukino si rese conto di avere ancora la chiave di Virgo-sama in mano.
-Apriti, Portale della Vergine!-.
Non successe niente.
Perché non funziona? Sono ancora esausti? Forse-forse è il sangue, il sangue di Ginger-sama che, che, che cosa ho fatto???”.
Una voce le sussurrò qualcosa all’orecchio.
-Il vostro nemico è di fianco a voi.-.
Seppe cosa fare.



Gilda di Tartaros
La capsula si aprì con un sibilo.
Era pronta.
Finalmente.
Pronta.
Sayla si sentiva bene come non mai. Si guardò i palmi delle mani; i due bulbi ricambiarono per poi chiudersi. Le erano mancati.
Con la punta dell'indice si toccò i denti. Zanne. E in testa...
Bene.
Bene.
Perfetto.
Il laboratorio era distrutto. Il pavimento picchiettava sotto le unghie dei piedi nudi; ma non sentiva caldo o freddo, e non sentiva l'aria addosso alla pelle. Non aveva bisogno di quelle sensazioni.
Uscì alla luce della sala del trono. Master End le dava le spalle; di fianco a lui, ritta come una colonna e nascosta dalla penombra, c'era una Cambiata bionda. Non capiva la sua presenza lì, ma non le era richiesto di farlo.
Si mise ai suoi piedi e si inginocchiò, piegando rispettosamente il capo. Rimase in attesa. Il Master era visibilmente preoccupato da qualcosa.
-Hai usato la mia vasca.-.
-La ringrazio per avermelo permesso.-.

-Tu la vedi così?-.
Sayla non si mosse, non era sicura di avere avuto il permesso che le serviva.
-Cosa ne pensi, Lucy?-.

-Già.-.

-Dimmi, Sayla, se ora ti chiedessi di ucciderti, cosa faresti?-.
Sayla schiuse la bocca. Fu facile rispondere, come avrebbe dovuto sempre essere.
-Lo farei.-.
-Se ti chiedessi di uccidere Kyouka?-.
-Lo farei.-.
-E di restare?-.
-Lo farei.-.

End si passò una mano sulla bocca.
-Ho capito. Vai dove ritieni di dover andare.-.
-Grazie.- Sayla si rialzò, ma tenendo la fronte bassa.

-Temo che il laboratorio sia esploso.-.
-Ah, già. Ho divorato le fiamme e ho salvato la tua capsula.-.
Si sentì un CRASH in lontananza.
-...Non più.-.
...
-Addio, Sayla.-.
-Addio, Master.-.
Uscì.
Voleva andare da Kyouka, ma sapeva di non potere. Non così, non a mani vuote.
No. Doveva prima rimediare ai propri errori. Purificarsi dalle sue sconfitte. Rinascere. Già si vedeva in piedi, vittoriosa e bagnata del sangue degli umani. Sorrise. Si sentì calda. Si sentì bene.
Quella che sento è la follia?”.
Però, d'altra parte, tutti qualche volta perdiamo un po’ la testa.”.



Miao
Miao miao miao.
Nya nya nya?
Nyah! Shhhhh!
Miao miao parlare? Ah, ecco, ecco così.”.
La testa girava come uno stormo di canarini. Mmm, canarini, buoni...
Aspetta-nya! Non è il momento di pensare ai canarini! E neanche di guardare a terra!”.
Pertanto rialzò la faccia.
Eccolo quel cane pulcioso... Nyah???”.
Lui le dava le spalle, guardava qualcosa davanti a sé che però lei non riusciva a focalizzare. Beh, chi se ne fregava.
Lo farò fuori!!!” Solcò il terreno in mezzo secondo, pronta a saltargli addosso.
Millianna si fermò di scatto e gli afferrò il braccio quand’era ormai a un millimetro dalla sua fronte.
Mest la guardava truce. Lei soffiò e allungò gli artigli, che scavarono nella sua carne.
-Ora non scappi!-.
-Hai le gambe aperte.-.
Millianna vide il suo ginocchio muoversi e poi sentì un male cane lì in mezzo, tanto da farle sfarfallare gli occhi.
-Pensavi che potessi solo subirlo quel colpo?-.
-Sei un... bruto...- Si sentì mancare le forze e si inginocchiò di nuovo.
-Non amo sporcarmi le mani.- Mest le si piazzò dietro e le mise una mano in testa: -Di solito lascio lottare gli altri.-.
Millianna riacquistò la vista, e capì cosa stava guardando prima che lei lo attaccasse.
PUNCH BAM PUNCH
Ginger-senpai e Yukino stavano... stavano… no, non era possibile che... neanche credeva che Yukino potesse fare...
Lui... lui sta... lui sta... miao miao miao...” I pensieri stavano nyanyanyanya, meow... meow…
PUNCH
Il suo obbiettivo fu fulgido, marchiato a fuoco, profondo come il morso di un ratto.
Urlando a squarciagola, iniziò a scorticargli il braccio con cui la teneva. Mest arretrò, più stupito che realmente ferito. Millianna si rialzò e lo puntò con lo sguardo di una tigre. Stava incasinando la testa alle sue amiche, non avrebbe più camminato sulle sue gambe!
-Resisti? Devo aggiornare la mia lista... il vostro nemico è la ragazza.-.
Millianna percepì appena del movimento alle sue spalle, poi un pugno la superò dal lato e spaccò il naso al Cambiato. Mest si fece un bel volo.
Ginger-senpai e Yukino le si affiancarono. Avevano il suo stesso sguardo addosso. Quante sorprese gli stava rivelando Yukino!
-Urgh...-.
-Solid Script: Thunder!-.
KA-BOOM
Quel colpo fu… beh, Millianna giurò di avergli visto gli occhi uscire dalle orbite.
Levy allontanò la carcassa con un calcio, posizionandosi di fianco a loro. Erano tutte esauste e ancora terribilmente confuse. Rimasero immobili a osservarlo riprendere conoscenza.
Avanti, dobbiamo batterlo!”.
-Anf, Anf… Ehi, che ne dici di fare un gioco?-.
-Eh??? Ma hai formaggio avariato al posto del cervello???-.
Mest borbottò qualcosa.
-Che hai detto?-.
-Lei ha ragione.- E certo che aveva ragione, quando mai aveva avuto torto: -State sprecando la vostra migliore occasione.-.
-Sì, ma, sai, potresti incasinarmi ancora la testa mentre arrivo per spaccarti la faccia.-.
Altri mugugni.
-Ripeti deficiente!-.
-Cosa proponi, Levy?-.
-Ohh, ma allora ti ricordi il mio nome. Le regole del gioco sono semplici: io non so come tu abbia fatto a entrarmi in testa e tu non sai come mai ora noi ti resistiamo. Ci facciamo una domanda semplice a turno e il primo che riesce a capirlo vince. Ma niente domande troppo dirette l’una all’altro. E vedi di parlare ad alta voce! Ci stai?-.
Che idea stupida-nya!”.
-Che idea stupida-dechi!-.
-Levy-sama, sicura che sia una buona idea?-.
-E come faccio a sapere che non mi mentirai?-.
Già, ottima obiezione! Facciamolo secco e amen! Io mi prenoto le sue interiora!”.
Levy allargò le braccia, ridacchiando sotto i baffi.
-Non ci si fida più tra vecchi compagni di gilda?-.

-Va bene, accetto. Cominci tu o io?-.
Cosa??? Ma sono tutti e due scemi???”.
-Prego.-.
Mest si spolverò i pantaloni, incurante del sangue che perdeva dall'avambraccio.
-È a causa tua se ora il mio… approccio… non funziona più?-.
Ma che cretinata! Come se avesse avuto bisogno di quella seppia per restare in sé!
-E di chi altri? C'è qualcun altro con te o sei da solo?-.
-Ero con Lyon, quindi ora sono solo.-.
Beh, grazie tante, non ci voleva un granché per capirlo.
-Lo hai fatto quando eri a terra? Intendo dire, hai trovato la soluzione attuale solo quando eri a terra?-.
-Ohh, una domanda molto precisa, rischiosa. Però hai avuto fortuna. Per quanto… quarta dimensione... tempo ci hai cancellato ripetutamente i ricordi, all'inizio?-.
-Mmm... più o meno venticinque minuti.-.
Venticinque?? Come venticinque?? Neanche sapeva contare fino a venticinque! Era prima o dopo il tredici??

-Beh? Non chiedi niente?-.
-Sto pensando. Riesci a proteggere tutte e quattro insieme oppure devi fare a turni?-.
-Ohh... tutte insieme non è un problema. E per te, influenzarci tutte quante?-.
-Sono abbastanza forte. Mmm... stai usando un qualche script?-.
Gli occhi di Levy si illuminarono.
-Sì. E tu... stai solo manipolando la nostra mente?-.
-No. Stai usando qualche incantesimo su di me adesso?-.
-Ah, proprio no. E tu...-.
Millianna iniziava a spazientirsi di tutto quel bla bla bla, e soprattutto di essere ignorata.
-Ora la faccio io una domanda!-.
Levy alzò un sopracciglio.
-Ci stai almeno capendo qualcosa, palla di peli?-.
-Cos... ovvio che sì, per chi mi prendi?-.
-E allora avanti, fai la tua domanda.-.
Millianna aprì la bocca, pronta a ribattere, ma non c'era nulla su cui ribattere. Se non che quel tizio era ancora in piedi!!!
Una domanda? Vediamo, allora, ecco...”.
Poi si ricordò di una frase che aveva detto lo spaventapasseri poco prima.
-Di che lista... sì, di che lista parlavi?-.
-Mh. Ho stillato una lista in base alla vostra resistenza mentale.-.
Levy sembrò interessata.
-E cioè?-.
-Adesso è il mio turno.-.
Lei gonfiò le guance, e anche Millianna, che si sentiva derubata della scena.
-Le tue amiche hanno idea di quello che stai facendo?-.
Levy ridacchiò.
-A dirla tutta non credo. Bene, dimmi di più sulla lista!-.
Mest si concesse qualche istante per rispondere.
-In base alle vostre reazioni, ho individuato quanto siete resistenti ai miei poteri. La gatta è la più forte, poi venite tu e capelli-rosa. L'angelo è nettamente la più debole.-.
Yukino si sentì mortificata, e abbassò lo sguardo; a Millianna la cosa non piacque, beh, a nessuna delle tre a dirla tutta.
-Stai mentendo!-.
Mest incrociò le braccia: -Sarebbe contro le regole.-.
-Yukino non è debole!-.
-È un dato di fatto.-.
Levy aprì bocca per rispondere, ma fu come colta da un pensiero improvviso. E poi toccava di nuovo a lui.
-Mi rivolgo a voi tre adesso. Non ci sono problemi spero, visto che è già intervenuta la tua amica. Mentre lei era a terra, avete sentito o pensato qualcosa di particolare?-.
Ginger fece un passo avanti.
-Ti posso rispondere io coi miei cazzotti-dechi! Ho solo ricordato che eri quello da fare fuori! Anzi, ti farò pentire per quello che ci hai fatto fare!-.
Levy sussultò tutta, in quel modo che di solito precedeva un “che idea! Questo lo devo scrivere nelle mie storie!”.
-Ci hai sempre toccate sulla fronte. Era importante toccarci lì?-.
Mest socchiuse le palpebre. Beccato.
-Sì... non hai usato un incantesimo, ma una maledizione, vero?-.
-E tu la tua... che cancella i ricordi... ma non i nostri, giusto?-.

Le venne in mente una cosa, una cosa che aveva già pensato ma che ora pensava più forte. Un ordine, un obbiettivo, un mantra da seguire.
-Peccato, iniziava a divertirmi.-.
A qualunque costo, sconfiggere il maschio dei cinque.
Meow... con piacere!”.



Tully
-hhh... sconfitta... così... hhh... io... SCUSATE.... hhh.... i miei compagni...-.
-Ohh, guarda come l'hai ridotta: poverina, è là per terra che piange. Non hai nessun cuore, fratellino?-.
-Non... chiamarmi... fratellino...- Spinse forte, più forte, ma il suo pugno non bastava nemmeno a farle piegare il dito con cui lo fermava.
Il mostro nel corpo di sua sorella sorrise con disinvoltura, diede un colpettino col dito ed Elfman sentì il braccio alzarsi in aria e la spalla fare un brutto rumore.
Il sorriso sul volto di Mirajane fece posto a uno sguardo perfido.
-Vai a farti un giro.-.
Elfman si trovò proiettato addosso a un muro con la pancia trapassata, o almeno era così che la sentiva.
Era potente, persino più di sua sorella.
-Elfman!- Juvia e Bickslow accorsero ad aiutarlo. Non videro il mostro muoversi e creare due sfere di energia tra le dita. Ma lui sì.
-Spostatevi!- Li allontanò con le braccia, incassando tutti e due gli attacchi.
-Elfman-san!!!- Juvia vide l'amico sparire nel polverone, le sembrava che fosse stato colpito in pieno volto ma era successo tutto troppo in fretta. Però non lo vedeva più.
-Non dovreste distrarvi così.- Mirajane scese sul terreno, a poca distanza da loro. Oltrepassò senza guardarlo il corpo esanime di Riana, anzi, a dirla tutta salterellava e faceva piroette canticchiando come una ragazzina, in netto contrasto con il suo aspetto punk.
-A dirla tutta- Alzò una gamba in una giravolta degna di un saggio di danza: -♫non cambierebbe di molto la vostra sorte!♫-.
Agitò le braccia e batté rapidamente le dita facendo un suono di nacchere: -♫Orsù dunque fatevi soooottoooo♥♫-.
-Ah, che sciocca!- Si batté la fronte col palmo: -Non potete uccidermi con questo aspetto!-.
Juvia strinse i denti. Aveva ragione. A dirla tutta, non sapeva neanche se poteva combatterla.
-D'altro canto, io non ho questo problema.- Alzò un braccio per formare l'ennesima sfera, ma una punta di metallo uscì dal suo addome, con grande sorpresa di entrambe.
Ma non di Bickslow.
-Non te l'aspettavi, non te l'aspettavi!-.
Mirajane si voltò verso Riana: lei non si era mossa, la sua spada invece sì.
-Bickslow-san!-.
-Forse non possiamo ucciderti, bleehh, ma he diverhimento fhi fharebbe fhe non fhi provasshimo nemmeno un po’?!- I suoi cinque pupazzi si misero l'uno sopra l'altro nella Line Formation, segno che aveva deciso di fare sul serio. Come doveva fare anche Juvia, del resto.
Mirajane evitò un fascio di luce verde e tagliente, che si prese solo qualche ciocca di capelli.
-Allora la metti così??? Engarde!- Estratta la spada, la demoniessa gliela puntò contro; poi, come se fosse un giocattolo rotto, la agitò in aria e infine la buttò via sbuffando.
-Vabbè non mi serve!- Allargò le braccia e tutto il suo corpo si illuminò; la sua sagoma cambiò rapidamente, le spuntarono ali e coda, i suoi capelli si rizzarono in aria e le sue curve già prosperose si accentuarono.
Il Take Over.
-Mmm, ora mi sento a mio agio!-.
-Baryon Formation!- Le marionette iniziarono a girare vorticosamente per poi sparare un raggio accecante.
-Umpf! Dark Deflect.- Con un gesto del braccio, Mirajane dissipò l’attacco, poi dal suo palmo uscì una moltitudine di mani di energia oscura che sollevò l’incauto Bickslow in aria.
-Bickslow-san!- Rimproverandosi per non essere ancora intervenuta, Juvia si preparò ad attaccare: doveva ricordarsi assolutamente che quella non era Mirajane, ma un nemico. Un nemico molto pericoloso.
-Ah, già, tu.- L’albina scagliò via Bickslow, e la guardò con aria… confusa.
-Mi stavo giusto chiedendo, si può sapere chi diamine sei?-.



Hargeon
Non si era mai trattato di scoprire la sua maledizione. A grandi linee entrambi avevano già capito di cosa si trattava, anche se così gli ultimi dubbi si erano dissipati. Quello che entrambi avevano davvero ricavato era tempo, preziosissimo tempo per preparare la prossima mossa. Ma la partita era già finita.
-Levy-sama, hai capito qualcosa del suo potere?-.
Levy lanciò un’occhiata rapida alla compagna, trovandola pronta per l’attacco e ripresa dalla storia della lista. Era ora di renderle partecipi.
-Sì: la sua magia manipola la mente e i ricordi di chi gli sta intorno, mentre la sua maledizione annulla gli incantesimi con cui entra in contatto.-.
-Ah, ora ho capito!- Esclamò Ginger: -Ecco perché ci toccava la fronte-dechi!-.
-In realtà penso che cancelli la memoria dell’incantesimo sia dalle nostre menti che dall’anima stessa dell’incantesimo, e così lo rende inutilizzabile. Per questo il mio script di protezione non funziona più: è come se si fosse dimenticato cosa deve fare e come. Dal canto suo, Mest deve aver capito che sono l’unica a poterci proteggere e che mi serve del tempo per preparare la difesa di ciascuna di voi, per questo ho dovuto lasciare Ginger e Yukino per ultime. In ogni caso, la sua maledizione non sembra poter annullare la magia in sé, e quindi...-.
Agitò le dita e riscrisse delle rune di protezione al posto delle precedenti.
-...basta riscrivere da capo l’incantesimo! Non ho ragione, Mest-kun?-.
L’uomo non si muoveva, ma sembrava star canalizzando parecchia magia oscura e le trucidava con i suoi sguardi cupi. In una parola, rosicava. Molto.
-Però lui non mi ha toccato.- Obbiettò Yukino: -E anche la mia magia degli Spiriti non ha funzionato!-.
Levy abbassò lo sguardo, non era una cosa facile da spiegare. Ma lei capì.
-Oh. È perché sono debole.-.
-Cosa???- Ginger batté i pugni l’uno sull’altro: -Ora sono veramente nera!!!-.
-Piuttosto, Levy-Levy, riesce ad annullare anche le maledizioni-nya?-.
Levy sorrise diabolicamente.
-No. Altrimenti avrebbe vanificato il pugno di Ginger di prima, o le nostre trasformazioni. Inoltre, se non ci fosse la mia maledizione non staremmo qui a parlare.-.
Si fermò un attimo a riflettere: -Beh, a questo punto posso dirvelo, dato che non cambia più niente: ho usato il Macro su tutte noi.-.
Le espressioni delle due micie erano impassibili. “Che cazzo è il Macro?”, si stavano chiedendo. Ahh, quanta pazienza…
-Maledizione degli ordini, che ho replicato grazie all’Écriture de Tombe. Un ordine a cui non possiamo che ubbidire.-.
-“Sconfiggi il maschio dei cinque!” Ecco perché non penso ad altro!-.
-Già. Hai capito, testone?- Si rivolse a Mest: -Non importa quanto ci fai dimenticare chi siamo, sarai comunque il nostro nemico!-.
Le vene di Mest gli pulsavano in fronte, sapeva di non poterci fare nulla, come sapeva che qualunque contromossa avesse pensato durante il gioco non sarebbe servita a nulla! Che spasso vederlo così!
-Voi...- La sua voce trasudava rabbia e umiliazione, il suo cocktail di emozioni preferito. Non gli restava altro che gettare la spugna.
-…Siete nel punto in cui vi volevo.-.
Levy trasalì. Mest ora era calmo come il mare senza vento.
-Un tempo eri molto più prudente, Levy. Non ti sei chiesta cosa abbia fatto mentre Lyon combatteva e mentre eravate senza ricordi? O perché nessuno dei vostri uomini sia ancora venuto ad aiutarvi?-.
Non le piaceva come stavano volgendo le cose. Per niente.
-Di che stai parlando?-.
-Le tue deduzioni sono quasi tutte corrette. Però non è vero che la mia Maledizione cancella la memoria degli incantesimi.-.
Levy storse la testa.
-Cosa significa? Se non potessi farlo la runa sotto i tuoi piedi sarebbe già esplosa!-.
-Non ho detto che non posso annullarli.- L’uomo aprì la mano nera, che inaspettatamente si cosparse di fiamme scure.
-Il fatto è che non ho ancora usato la mia Maledizione.-.
La ragazza sgranò gli occhi.
Non ha mai usato il termine “Maledizione”! Quindi fin’ora ha usato solo la magia???”.
-Huāngdan jùyuàn.-.
Nero. Di nuovo, Levy si sentiva trascinare nell’oscurità, ma ancora più a fondo di prima. Iniziava a dimenticare persino chi fosse.
Ho… sbagliato… ragazze… mi dispia

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** CliffHanger ***


Expressionless and cold, there’s a girl locked away
In the dark all alone, she finally breathes her last
Everywhere we look we see hopelessness
Pain and despair fills this life
Slowly we drown in this world that can never be changed
Open your eyes
Our reality is a shadow of itself
Broken and devoid of hope
What does it mean to have freedom
Every single feeling, every moment
All that I felt, longing and agony
Pleading in desperation it could be love
Throw me away, I don’t get to feel
Schadenfreude for you
Is there no passion left?
All of this drama seems so dead to me
Discord is all that’s left to see

(Asphyxia, english translation-Co shu Nie)

In una prigione
PWEEEEEEEW
PWEPWEPWEE
PWE-Hhhhh! Ok, non ce la faccio.- Cana respirò profondamente per riprendere fiato. Rimpiangeva di aver visto quella volta quel tale suonare una carta come un’armonica a bocca, ma d’altra parte non è che avesse avuto molto da fare negli ultimi… mesi?
-Non te la cavi male.-.
-Stai zitto. È umiliante.-.
-Eh?-.
Cana sventolò la carta da gioco, una normalissima carta da gioco: -Questo, darmi una carta comune solo per prendersi gioco di me.-.
-E allora che dovrei dire io? Un fiasco pieno di... bah, non so neanche cosa sia questa schifezza.- Rispose Bacchus, nella cella di fronte alla sua, rovesciando il liquido con sdegno.
-Fate silenzio umani!- Tuonò una voce: erano arrivate le due guardie, i soliti demoni in armatura con la lancia. Uno aveva le chiavi.
-Però comunque- Riprese Bacchus senza dar segno di averlo sentito: -non dovrebbero lasciarci degli oggetti così... contundenti!- lanciò la bottiglia verso le sbarre, sulle quali invece andrò a infrangersi.
-Azz!-.
-Ehi tu! Che volevi fare???- Uno dei due gli andò contro, lei allora gli lanciò contro la sua carta che picchiettò sulla sua nuca. Quello si voltò di reazione, e fu allora che Bacchus infilò le braccia tra le fessure e lo intrappolò in uno strangolamento; intanto diede un calcio alla sua lancia, che volò verso la sua cella. L'altro demone si voltò seguendone la traiettoria, lei scattò in avanti, prese la lancia al volo e...
-Ugh!- L'etherious traballò e crollò a terra, ferito fatalmente allo stomaco. L'altro smise di agitarsi e Bacchus lo lasciò cadere dopo qualche secondo e prese le chiavi dalla cintura.
I due maghi si scambiarono lo stesso sguardo. Adrenalina, decisione, paura, repulsione, rabbia. Mesi per riprendersi dal congelamento cerebrale e mesi per capire il momento più opportuno per colpire, ed eccoli lì alla fine. Ma nonostante tutto Cana non aveva mai ucciso nessuno prima di allora.
Poi, dal nulla, apparve un ragazzo... no, ne aveva solo l'aspetto: biondo, pelle d’ebano, ben vestito, e dall'immenso potere diabolico.
Come faceva a saperlo??? Lui è...”.
-Impatto.-.
Una forza immensa la scagliò indietro, addosso al muro. Fu come cadere dal quarto piano.
-Off...- Gemette, accasciandosi seduta. Dall'altra parte, Bacchus doveva essere più o meno lo stesso. Il biondo abbassò le braccia.
-Il mio nome è Tempestar l'Immortale. Sono il Cancello dell'Ade assegnato a questa prigione. Non permetterò a nessuno di fuggire. Attrazione.-.
SBENG
-Argh!- La faccia di Bacchus era sbattuta sulle sbarre, e le chiavi gli erano cadute dalle mani. Tempestar si chinò e le raccolse, mentre Bacchus continuava ad urlare.
-Basta! Lascialo, lascialo!!!-.
Bacchus cadde all'indietro. Tempestar la fulminò con due occhi gelidi.
-La prossima volta prenderai il suo posto. Io sono la vostra calamità. Inarrestabile. Non esiste umano che possa sconfiggermi. Voi non uscirete mai da qui.-.



???
-Dove… dove mi trovo?-.
-Urgh, cos’ha la mia voce?-.
Si schiarì la gola, la sua voce era strana. Un momento, com’era la sua voce di solito? E lei… lei chi era, qual era il suo nome?
Sé stessa” si guardò intorno, era come essersi svegliata all’improvviso dal niente. Non da un sogno, ma era come se non fosse esistita fino all’attimo prima.
E tutte quelle parole che pensava, quando le aveva imparate? Come sapeva che erano parole?
Il terreno che vedeva era brullo e desolato, cioè, in qualche modo sapeva che da qualche parte ce n’erano di migliori. Vedeva gente in lontananza, ma qualcosa le diceva di non andare da loro.
E c’erano tre tipe strane, che sembravano confuse quanto lei. Due sembravano dei… dei… piccoli mammiferi carnivori, ma più grossi… e un’altra, molto bella, aveva delle magnifiche ali nere.
-Scusate, uhm, voi sapete perché sono qui?-.
-Miao? Ci conosciamo? Tu per caso sai il mio nome?-.
-Vuoi dire che neanche voi sapete perché siete qui-dechi?-.
-Uh! Signore Sconosciute, piacere di conoscervi!- L'uccella si inchinò: -Sono desolata, ma non ricordo il mio nome per presentarmi.-.
-Ma sono vere queste?- Mammifera uno le tastò un'ala, e Uccella avvampò: -P-Per favore, n-non le toccare!-.
-Oh, scusami-dechi.-.
-Ah! N-No, scusami tu per aver urlato!-.
-Ehm, sentite, sembrate tutte molto simpatiche, ma forse dovremmo capire perché ci troviamo qui.- Disse Sé Stessa. Le altre annuirono.
-Più che altro- Mammifera due alzò il dito, aveva le pupille strette e alte tipo quei cosi striscianti: -questa storia è proprio strana, secondo me qualcuno ci ha fatto qualcosa-nya...-.
-Ma perché qualcuno dovrebbe cancellarci la memoria e metterci nel mezzo del nulla?-.
-Mmm... secondo me ci abbiamo combattuto qui.-.
-Come mai?-.
-Ho tutte le ossa a pezzi, e voialtre siete piene di botte-dechi.-.
-Ah, quindi siamo combattenti! Che figo!-.
-Non credo che mi piaccia combattere...-.
Sé Stessa squadrò meglio le tre, e poi sé stessa. Era, e si sentiva, piuttosto minuta.
-Ecco, voi due magari potete dare dei graffi, ma io cosa posso fare? Usare la magia?-.
...
-La magia, hai detto?-.
-Miao... mi suona familiare.-.
D'improvviso la colse un pensiero. Balzò indietro, agitando i pugni. La stessa cosa, in direzioni diverse, avevano fatto le mammifere. Uccella era rimasta presa in centro.
-E chi mi dice che non ci sia una di voi dietro tutto questo?-.
-Buffo, stavo pensando lo stesso-dechi.-.
-O forse è quello che volete farmi credere!-.
-Aspettate, ferme!- Uccella distese le braccia, girando su di sé per vederle tutte.
-Anch'io ci ho pensato, ma non dovremmo metterci l'una contro l'altra!-.
-Fatti in là, tu mi stai simpatica.-.
-Non fare tanto la gradassa!- La canzonò Mammifera: -Tanto tu cosa puoi fare?-.
-Per favore, possiamo ragionare!-.
-Ma io non voglio ragionare, io...- Sé Stessa aggrottò la fronte, a cos’è che stava pensando?
FLASH
I ricordi la sommersero come una cascata.
Seppe ogni cosa. E divenne furiosa.
-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Si gettò su Mattan Ginger, quello era il suo nome, voleva strapparle via le braccia, quelle stesse con cui lei l'aveva…
-MUORIIIIIIIIII!!!- Ginger si era lanciata contemporaneamente su Millianna, che invece stava puntando a Sé stessa, o meglio, Levy McGarden, che era il suo vero nome.
L'impatto fu tremendo.
Con un calcio Levy aveva rotto il naso a Ginger, che si sbilanciò indietro in una smorfia di dolore; quella era però riuscita ad assestare un pugno in mezzo alle scapole di Millianna, che si era intanto piegata in avanti per graffiare. Levy sentì i suoi artigli affondare nella sua coscia.
-Pagherai per quello che hai fatto!!!- Gridò Millianna con le lacrime agli occhi.
-Stai zitta zitta ZITTA!!!- Fu il turno di Levy di subire un colpo in pieno viso, un pugno o un treno. Ginger allora si rivolse all'altra, colpendola con una ginocchiata sotto il collo.
-Volevate ingannarmi bastarde!!!-.
Nonostante il dolore indicibile alla gamba e in volto la furia e l'adrenalina erano troppe per fermarsi.
Quello che era successo, le cose che le aveva fatto… avevano fatto, sì, c'erano tutte e due, con quelle mani e quegli artigli, su di lei!
-Uargh, gah, ZAAAAA!!!- Aveva cercato di urlarle addosso degli insulti, ma doveva avergli slogato la mandibola ed erano usciti solo grugniti. Le corse incontro, abbracciandola alla vita per buttarla a terra con sé; finì a baciare la sabbia, ma Ginger aveva incassato una brutta frustata alla schiena.
Le fu sopra, si urlavano addosso come animali; prima che potesse fare qualcosa, però, delle unghie già conosciute le perforarono la spalla. Si sentì tirare indietro e ruotare bruscamente; vide Millianna con la mano alzata per colpirla ancora, una tigre in pieno stato d’ira. Poi rosso, cadde sul fianco, accecata all'occhio sinistro; beh, non proprio accecata, vedeva fiori e fuochi d'artificio. Giacque stordita per una decina di secondi, poi arrancò per rialzarsi.
Ginger e Millianna si stavano scannando vive, una pugni e l’altra graffi, colpi casuali, dati per mutilare. Si allontanarono l'una dall'altra, concedendosi una piccola tregua.
-Anf, anf...-.
-Ah, ah...-.
-Hh, hh...-.
Si scambiarono delle occhiate di fuoco. Uno, due, tre, di nuovo all’attacco, voleva ucciderle, nel modo più atroce possibile, farle soffrire fino al loro ultimo respiro.
Una gamba, una mano, un pugno, pronte a colpire.
Ma qualcosa si frappose. Qualcuno.
-FERMATEVIIIIIII!!!-.
Troppo tardi.
“Yuki...no?”.



Crocus, salone reale
Hisui E. Fiore chiuse la porta alle proprie spalle. Mavis era già lì: -Siete già tornata?- le domandò. Lei era calma, Hisui no, ma non lo voleva dare a vedere.
-Sì, Kagura non… non era in vena di parlare.-.
-Capisco. La situazione non è cambiata molto, tuttavia ad Hargeon sembrano essere sorti dei problemi.-.
-Oh… problemi, certo.- Hisui si avvicinò, fingendo di concentrarsi solo sulla lacrima, ma in realtà osservandola di sottecchi.
Spiegò il ventaglio, facendosi aria alla bocca.
-Principessa, vi sentite bene? Mi sembrate strana, forse dovreste riposare un po'.-.
-No, no, ho già tutto quello di cui ho bisogno.- Rispose cripticamente lei, avvicinandosi ad un cassetto. Lo aprì. Dentro c'era l'ultima dose delle sue pillole. Trattenne il fiato e giù.
-Ah... bene, immagino. Cosa state facendo?- Mavis l'aveva vista mettersi qualcosa in bocca, ma lei le dava le spalle.
Hisui abbassò appena lo sguardo, posandolo sul pugnale che teneva dietro al ventaglio. Quando lo vide illuminarsi di ethernano, si girò.
Mavis iniziava ad allarmarsi: -Siete sicura di sentirvi bene?-.
-Assolutamente.- Il cuore invece le batteva a mille: -Mavis-san, volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto fin'ora. Nonostante tutto mi mancherà parlare con Voi.-.
-Di cos-
PEW ZAK
Mavis si era buttata a terra e il pugnale si era conficcato nella parete.
-Pri-Principessa!-.
Hisui storse la bocca, sarebbe stato molto più semplice finirla qui. Iniziò a canalizzare la magia sul ventaglio.
-Basta con questa sceneggiata.-.
-Di cosa state parlando? Perché-perché fate così?-.
-Non insultiamo ulteriormente la nostra intelligenza. Ah, va bene…-.
-Un momento! Voi-voi siete la spia?!-.
Hisui sospirò. La spia, bene dunque, dopotutto aveva bisogno di tempo per il prossimo colpo.
-La spia, partiamo da questo. Per Erza-san e gli altri poteva essere un soldato qualsiasi, ma noi abbiamo dedotto il contrario. Doveva essere qualcuno di potente per poter ingannare la Barriera di rune, almeno del suo calibro. E doveva godere di una buona posizione perché sapeva quando colpire, e con attacchi dall'immenso terrore psicologico: un attacco di massa proprio qui, quando eravamo tutti riuniti, e poi tutti quei cadaveri che sono piovuti dal cielo. Di più, doveva avere una totale visione d'insieme, e doveva essere un brillante stratega. Abbiamo esaminato le guardie e la servitù, e non poteva essere nessuno di loro. Più ragionavamo, più il cerchio si stringeva attorno a noi.-.
Mavis stava impallidendo.
-E l'ultima azione...- Proseguì lei: -...è stata eseguita poco fa, con il demone degli zombi... quindi...-.
-...quindi il colpevole deve essere qui... qui nel castello...- Concluse Mavis con un filo di voce.
-E chi è rimasto qui? Anzi, chi è sempre stato qui, chi era qui ogni volta?-.
-...Voi...-.
Silenzio.
-La spia siete Voi!-.



Hargeon
-Mia sorella, sorellona, Sorano!-.
Piegata su sé stessa, Yukino si reggeva la testa tra le mani. I ricordi vorticavano impetuosa, ricordi di lei, di Sorano, e di loro, loro tre.
Sorella mia, sorella mia, ferme, non toccatela, non toccatela!!!”.
-Yukino, Yukino, scappa, fuggi, fuggi!!!-.
-NO!!! SORANO!!! NO!!!-.
Uccidile, uccidile, loro hanno fatto questo, sono dei mostri, dei mostri...”.
Ucciderle, devo ucciderle??? Ma, ma…”.
-Vendicami! Devi vendicarmi Yukino!!!-.
Loro sono i cattivi, è la loro parte… guardale, guardale…”.
Sorano, Sorano… sì, se lo meritano, io-io le…”.
Le…”.
...ucciderai!”.
Loro…”.
No!”.
Cosa fanno???”.
Fermatevi!!!”.
Uccidile!”.
Cosa state facendo???”.
-FERMATEVIIIIIII!!!-.



Crocus
-...la spia sarei io.- Ripeté la Principessa.
-Un'accusa pesante. Non sei la prima ad avermela lanciata contro.-.
-Chi...-.
-Arcadios è una persona saggia, ci aveva pensato da solo. Non voleva crederci quando me l'ha riferito, ma doveva togliersi quello scrupolo. Uno scrupolo, non che non volesse confermare una propria teoria... ma non è quella di cui stiamo parlando. E tu lo sai bene, no?-.
Mavis deglutì a vuoto.
L'attacco era pronto, Hisui le puntò contro il ventaglio e lo scagliò. Stavolta il fantasma scomparve, ma la principessa sapeva che era ancora nella stanza.
-Perché ti nascondi? Abbiamo previsto entrambe questo scenario, non insultiamo ulteriormente la nostra intelligenza.-.
Mavis riapparve, sopra al tavolino. La frangia le scendeva sull’occhio e aveva in viso un'espressione gelida.
-Quando hai iniziato a sospettare di me?-.
Hisui abbassò gli occhi per qualche secondo.
-Vorrei poter dire fin dall'inizio, ma la verità è che eri riuscita ad ingannarmi. Però non ci eri riuscita con Arcadios, e io mi sono sempre fidata del suo istinto: se secondo lui eri sospetta, allora lo eri.-.
Mavis alzò biecamente un angolo della bocca: -Ohh, avrei dovuto liberarmene prima. I miei complimenti per la recita, pensavo che non gli dessi peso. Non importa. Mmm, vedo che hai bisogno di altro tempo: su, continua, cosa hai fatto?-.
-Più gli eventi si susseguivano, più i miei sospetti crescevano. La rapida malattia di mio padre, il tuo piano di utilizzare Eclipse, il marchio della gilda…-.
-Il marchio?-.
-Già. Conferire il simbolo della gilda a degli estranei; proporre di fare una cosa del genere a Natsu-san, che è pur sempre membro di Fairy Tail; e poi un comportamento pressoché apatico nei confronti della tua famiglia. Hai letteralmente spedito Makarov-san e Gildarts-san in una missione suicida, e non ti ho mai vista interagire per più di qualche istante né Lisanna-san né Erza-san, né nessun altro. Era assurdo sospettare di Mavis Vermillon, il Primo Master di Fairy Tail, e quindi ciò lasciava spazio a una sola deduzione possibile. Che quella che mi trovavo di fronte era la persona a cui lei aveva creato un alibi, per tutta la durata della guerra.-.
Mavis” sorrise compiaciuta.
-Lei dov'è? Cosa ne hai fatto della vera Mavis, Zeref?-.
La figura della giovane donna mutò, diventando un ragazzo alto, moro, vestito di nero con un drappo bianco.
-Mmm, mi stavo abituando al vuoto in mezzo alle gambe. Mavis si trova al sicuro, diciamo. L'ho intrappolata in un certo posto all'inizio della guerra, per quanto farlo mi abbia spezzato il cuore. Sostituirmi a lei è stato semplice.-.
-E il tuo vero corpo dov'è?-.
-Nei sotterranei della gilda di Tartaros. Mi sono autoinflitto la mia maledizione e rinchiuso in un cristallo. C'erano abbastanza informazioni sulla nave di Hades per crearne uno, e così ho creato il mio Spriggan Heart.-.
-Quindi la “nostra” teoria era corretta.-.
Zeref allargò le braccia: -Ammetterai che il mio era un buon piano: sostituirmi allo stratega nemico e manipolare entrambe le parti. Facendo in questo modo, ho bloccato tutte le vostre armi più potenti, anche le chiaroveggenza di quell’exceed, e quando ho pensato che End avrebbe fatto qualcosa l’ho aiutato da qui. Sono riuscito a incastrare tutte le tessere del puzzle. Toglimi una curiosità, perché mi affronti solo adesso? Perché hai seguito sempre i miei consigli?-.
Quel tono compiaciuto era rivoltante. Per lui era tutto un gioco.
-Perché, nonostante tutto, avrei pensato alle stesse strategie. Inoltre mi serviva tempo per accumulare abbastanza potere da uccidere un fantasma.-.
Agitò il ventaglio, preparando il terzo attacco.
-Credi che non lo possa evitare?- Chiese Zeref, svanendo.
-Esattamente.- Hisui si voltò e lanciò l'incantesimo. Zeref riapparve addosso al muro, ferito all'addome.
-Eh sì, vedo anche dove ti trovi.-.
-Come hai fatto?- Arrancò dolorante.
-Come ti ho detto, mi serviva tempo. È da un anno che assumo concentrati di Ethernano, tutto per questo momento…-.
Hisui sentiva l'adrenalina pomparle nelle vene, e la magia traboccare con il sudore. Avrebbe impiegato anni a liberarsi della dipendenza.
-È finita, Zeref. Non puoi uscire da questa stanza, e i miei attacchi ti decimeranno.-.
-Vendicherò mio padre e tutti quelli che hai fatto soffrire!-.



Hargeon
Questa donna...”.
Questa donna...”.
Questa donna...”.
-U-Uh...-.
Era lì...”.
...quella sera...”.
...quando mi è successo quello...”.
-Urgh... gh...-.
La odio.”.
È malvagia.”.
Deve morire.”.
-Vi... prego...-.
Allora perché...”.
...perché...”.
...perché mi sento così???”.
Il corpo di Yukino si scosse, e lei sputò un altro fiotto di sangue. Era rimasta presa in mezzo dai tre attacchi, ed era ancora lì. Anche loro non si erano ancora mosse.
-Smet...tetela... non... dovete...-.
Yukino crollò in avanti, tra le braccia di Ginger. Ogni fibra del suo corpo le diceva di ucciderla.
Invece se la trovò stretta al petto con la faccia affondata nel suo fianco.
Alzò le mani, pausa, pensava di volerla colpire, invece la cinsero con dolcezza.
Non capiva più niente. Le altre due ragazze fissavano ipnotizzate la schiena insanguinata della giovane maga. Poi la loro immagine iniziò a vacillare, per un secondo pensò fosse una magia, ma poi delle strisce calde bruciarle le guance.
-Gin...ger...sa...ma...-.
-Yu...no... cosa ho...-.
Fu come se una scarica elettrica le avesse sovraccaricato il cervello, come un orgasmo, all'inizio, ma poi la sommerse una fiumana di nuovi ricordi. I suoi pensieri venivano scorrevano come sabbia in una clessidra.
Boccheggiò, perse la vista due volte, alla fine si inginocchiò a terra portando l'altra con sé.
Ricordava… Twilight Ogre, i Giochi della Magia, i draghi, tutto…
Tutto…
-
-
-
-Chi… ehi, ehi, cos’è successo?- Scosse il corpo che si era trovata addosso. Era una specie di ragazza, tutta insanguinata e priva di senso. Di sensi. La situazione era priva di senso.
Davanti a lei, altre due tipe strane. Una nana e una micia. Chissà perché a guardarle le fremevano le nocche. Ma dove cazzo era finita?
-Ehi, che cacchio ci faccio io qui-dechi? Perché questa era addosso a me?-.
-Kagura-nee, Kagura-nee, sei qui?- Si mise a strillare la gatta. Il gambero invece azzurro si era messa una mano sulla fronte e strizzava gli occhi.
-Ero alla gilda, non ricordo nulla… Gajeel… argh… che male… Yukino!-.
-Uh? La conosci? Ma chi sei-dechi?-.
La nana aveva preso “Yukino” tra le braccia.
-Non proprio, ma dobbiamo portarla via, sta perdendo molto sangue!-.
-Aspetta, rallenta, mi vuoi spiegare? Perché questa qui sembra un angelo e lei un gatto?-.
-Nya?- Quella smise di gridare sentendosi chiamata in causa: -Guarda che anche tu lo sei!-.
-Di che s… eek! Cos’è questa cosa???-.
-È la tua coda, è proprio carina...-.
Ginger diede uno strattone.
-Dechi???-.
-E poi, qui sopra...-.
Si tastò dove le faceva cenno, tra i capelli, e…
-Cos-ihh!-.
-AHH!!!- Senza alcun preavviso, la nana si era messa a urlare mettendosi anche lei le mani tra i capelli. Però non aveva delle orecchie extra, quindi perché diamine urlava?
-Le voci, non sentite queste voci???-.
Ecco, era impazzita. Forse era meglio allontanarsi…
-Mmm… shh...- La gatta aveva arricciato il naso con fare scocciato e poi si era messa a soffiare.
Per l’appunto.
Scrollò il capo, ora anche lei pareva sofferente.
-Unicorni… orsetti… folletti… che belli… eheheh...-.
-Nya… slurp… fa-fa-fame, dei bei topini per cena, chi ha dormito sul mio letto?-.
-Sentite… forse è meglio che mi occupi io di lei…- Abbassò lo sguardo per prendere Yukino in braccio, ma invece fece un salto all’indietro. La ragazza era... sveglia, più o meno, cioè, le tendeva una mano, ma era come diventata di ghiaccio: la sua pelle era color morte, i suoi occhi bianchi e le sue fauci spalancate in un crepito roco. Il crepitio diventò un gorgoglio, il suo corpo si incendiò e lei si alzò in volo come uno spettro dall'oltretomba. Guardando le altre due, anche loro erano diventate degli zombi infuocati dagli occhi vuoti, e il cielo, persino quello, persino quello stava bruciando!
-Non vi avvicinate! Io sono la regina del Ghiaccio e del Fuoco!!!- Qualunque cosa fossero, non si sarebbe tirata indietro dall'affrontarle. Ma, sbattute le palpebre, tutto era cambiato di nuovo, o meglio, tutto era tornato come prima: Yukino svenuta a terra e le altre due che deliravano.
Un-un'allucinazione-dechi? Aspetta, allora quello che stanno dicendo...”.
-Ohi, voi... tipe strambe, quello che vedete è fasullo-dechi!- Loro allora abbassarono le mani, ma il sollievo tornò paura quando le vide ritrasformate in mostri di ghiaccio. Serrò gli occhi per qualche secondo, e quando li riaprì l'inganno era svanito.
Abbassò il pugno, che non si era accorta di aver alzato. La prossima volta le avrebbe colpite?
-Ho fame...- Stavolta non sognava, la gatta la fissava con occhi… poco promettenti.
-Ne', signora sconosciuta, sembri proprio succulenta-nya! Ti dispiace se ti do un morsettino?-.
-Ascoltate, non ho idea di cosa diavolo stia succedendo, ma c'è qualcosa che non va nella nostra testa-dechi!-.
La gatta si morse le labbra, e annuì nervosamente: -Però... va bene... urr... ti vorrei saltare addosso... scusami ma è come se... miao?-.
La nana l'aveva presa alle spalle, lei se la scrollò di dosso e la guardò come a uno spuntino.
-Che bel peluche... fufufu...- Le stava accarezzando la guancia, e l’altra era troppo stupita per reagire.
-Posso... abbracciarti?-.
-Che?-.
!!!
-ALLONTANATI!-.
Le dita della ragazza si chiusero a vuoto, ma con una forza tale da fare rumore. La gatta doveva aver percepito il pericolo come lei.
-Come tenaglie di granchio... oh!- Si guardò intorno con aria confusa e spaventata.
-Dove sono quei… ma io ho...- La ragazza si coprì la bocca per l’orrore: -Io volevo… ho cercato di… no, no, no!-.
Ginger rabbrividì. No, era meglio dire che la attraversò un impulso. Voleva... voleva ucciderla, sì, ardentemente, e non perché si sentisse minacciata ma perché... senza motivo, voleva farlo e basta. Le si rivoltava lo stomaco al solo guardarla. Ed era una sensazione familiare. Non aveva alcun senso.
-Cosa ci sta succedendo-dechi? Ah, la testa!- Si piegò, altri flash le tranciavano la mente. Più avanti, oltre la gilda, era successo altro, qualcosa di terribile al mondo. Una-una guerra?! E i suoi compagni, il master, una battaglia, l'avevano presa e dei coltelli e…
E lei era…
Non è reale, non può essere reale! Sto impazzendo!”.
-Direi che è sufficiente.-.
Le si rizzarono i capelli in testa e anche la coda, percepiva che qualcuno era apparso alle sue spalle.
-M-Mest?-.
Ginger si girò e c'era un tipo, un bel fusto, con le mani annerite dal fuoco.
-Carino-.
-Perché sono qui? Cos'è accaduto a Yukino? Dove-dove sono tutti gli altri?-.
-Giudicate da sole.-.
Dopo, arrivò tutto il dopo, era in una vasca e poi era fuori e voleva, voleva fare delle cose e le aveva fatte, e poi c'era la troia dai capelli viola, la lupetta l'aveva salvata, l'Espada, la capitale, Minerva, ma quelle cose, quelle cose erano ancora lì, sempre lì, la testa scoppiava, basta basta BASTA!
Si ritrovò di nuovo in ginocchio, con la sinistra immagine dell'uomo che la sovrastava.
-Mest, cosa hai fatto?- Chiese Levy con voce tremante. Quel nome…
-Mi sono divertito a studiare le vostre reazioni. Tuttavia non siete più di alcun uso.-.
-Stai scherzando? Mest... argh!- Dei nuovi ricordi la sconvolsero, lo sapeva perché stava succedendo lo stesso anche a lei. Lampi incomprensibili, ma tutti violenti, e tutti con lei come… carnefice.
No, non posso… io non sono così!”.
-Interessante, il vostro carattere è regredito a quello dell’anteguerra. Forse è quello che inibisce il vostro recupero, oppure è il contrario. Non volete tornare quelle di poco fa?-.
-Stai... stai zitto-dechi!- Stavolta cavalcò l'intento e gli saltò addosso.
-Mmm, il carattere ha la meglio sul volere...- Commentò Mest, evitando con facilità i suoi stanchi attacchi.
Non era facile mantenere il controllo, visioni e ricordi le annebbiavano la vista. Ghiaccio, fuoco nero, sangue, fiamme, cadaveri martoriati, lei.
-Ti ucciderò!!!-.
-Come hai fatto con quei bambini?-.
/
Bam
bini?
/
-Già.- Mest incrociò le braccia: -Quanti anni potevano avere?-.
Le si era mozzato il fiato. Quel giorno, si ricordò di quel giorno, era appena stata Cambiata, era ancora confusa, l'avevano scatenata contro della gente, lei, lei non capiva, non sapeva cosa le stava capitando, non riconosceva nessuno, non era stata colpa sua!
Mio... kami...” Si piegò e vomitò l'anima. Mest troneggiava su di lei, indifferente, indelebile.
-I tuoi ricordi sono piuttosto spiacevoli. Desideri espiare con la morte?-.
-Io, io...-.
Morte?
Forse...
-No!!!-.
Ginger guardò la compagna. Piangeva? Da quando la conosceva, non ricordava nemmeno quando l’aveva conosciuta, ma non di certo l’aveva mai vista così: così disperata, così spaventata, così inorridita. Anche lei doveva aver ricordato le sue stesse cose, anche Levy era come lei.
-Sta cercando di confonderci! Manipola i nostri ricordi come ha fatto prima! Qualunque cosa pensi di aver fatto non è reale!-.
...Non lo è?”.
-Non mi serve inventare nulla. Tutte e tre avete fatto delle cose orribili.-.
-Delle cose orribili...-.
-Sono un mostro...-.
-No! È una bugia! Ragazze, non dovete credergli!-.
Millianna la guardò con tristezza.
-Perché no? Ha senso, è quello che siamo. Guarda le nostre mani, guarda Yukino. Noi siamo questo-nya.-.
-Noi non siamo questo!!!- Levy era in lacrime e paonazza: -Io vi conosco, siete le mie migliori amiche!!! Dannazione, dannazione, voi siete la mia famiglia!!! Qualunque cosa pensiate di aver fatto, so che siete migliori di così!!!-.
-Come lo sai... se non lo so nemmeno io...-.
-Ora ascoltatemi, io, io, merda, vi affiderei la mia vita, anche in questo momento!!! Io mi fido di voi più di chiunque altro, ora voi dovete fidarvi di me!!!-.
-...-.
-Senza alcun senso.- Mest sollevò la mano per darle il colpo di grazia.
-Se lo dici tu, allora...-.
Sollevò lei il pugno, mirando in mezzo alle sue gambe.
-ALLORA MI FIDO-DECHI!!!-.
CRONCH
-Kkkhhhh!-.
Gli si erano girati gli occhi dal dolore, e non poteva vedergli la bocca da sotto il colletto, ma doveva stare schiumando.
-Fufufu! Credevi che un colpo del genere potesse essere solo un calcio???-.
L'uomo arretrò reggendosi i gingilli. Tutta la sua spavalderia era andata in frantumi, come le sue noci.
-Sono ancora un po' confusa, ma...- Millianna le si affiancò, battendo i pugni l'uno sull'altro: -Credo di doverti ringraziare-nya.-.
-Come fate?- Rantolò Mest: -Dovreste essere corrose dalla colpa e dal dubbio!-.
-Ma tu... sei sicuro di essere stato un membro di Fairy Tail?-.
Al suo sguardo confuso, Ginger proseguì: -Perché una cosa così semplice dovrebbe essere la base dalle vostre parti.-.
Mest borbottò qualcosa con chiara irritazione, ma il colletto ovattava tutto.
-Non abbiamo capito.-.
Millianna lo attaccò con un graffio, lui sparì, ma Ginger sapeva che le avrebbe attaccate alle spalle, così si voltò menando un pugno. Mest si spostò in tempo, ma ormai leggeva i suoi attacchi.
Che le cancellasse pure i ricordi, il suo corpo e il suo istinto potevano bastare a sconfiggerlo. Era la sua smania di battaglia, lo avrebbe massacrato coi morsi se necessario.
Ad esempio, era ovvio che si sarebbe materializzato in mezzo a loro, dato che si davano le spalle a vicenda. Così ovvio che non l'avrebbe fatto, per non dare loro un'occasione. Quindi sarebbe andato da Levy.
-Solid Script: Fire!-.
Sogghignò, questa volta era rimasto ferito.
Bene bene, quale sarà la sua prossima mossa? Un altro drain memory? No, prenderà del tempo-dechi.”.
Infatti, lo vide riapparire e scomparire più e più volte, veloce come il click di un interruttore.
-Vuole disorientarci?-.
-“Non possiamo colpirlo perché è dovunque”.-.
Millianna rifletté per un secondo, poi schioccò le dita.
-E allora... colpiremo dovunque!-.
Si tirò indietro, posizionandosi di fianco a Levy e Yukino. Una barriera di rune le circondò, bene, sembrava abbastanza solida.
Ginger chiuse gli occhi e sospirò.
Io sono il demone...”.
Canalizzò il ghiaccio.
...e la regina...”.
Canalizzò il fuoco.
DEL GHIACCIO E DEL FUOCO-DECHI!”.
Tutto brillò come il sole. Le si sciolsero le interiora. La cosa più preoccupante era il senso di dejavu.
Riaprì gli occhi, in aria c'era ancora il riverbero del suo attacco. Eccolo lì Mest, stordito e accecato, e abbastanza vicino. Anche se non per lei.
-MEOW!!!- Una corda si insinuò attorno a lui, bloccandogli i polsi dietro la schiena e forzandolo ad alzare lo sguardo.
-Argh!-.
-Preso!- Raggiuntolo, Millianna lo bloccò dal lato destro; dopo qualche secondo, Levy lo prese da quello sinistro. Lei, invece, corse verso un'altra direzione, dove per terra vedeva scritto “Jump”.
Leggerci la mente, incasinarci i ricordi, teletrasportarsi: sono tutti incantesimi che richiedono concentrazione, anche solo per un attimo-dechi.”.
Mise il piede sopra la runa e si trovò catapultata in aria, con tale slancio quasi da perdere l’equilibrio.
Ma non avrà un attimo di tregua!”.
Intrecciò le dita sopra la testa e iniziò a scendere.
Ghiaccio e fuoco, ghiaccio e fuoco, ghiaccio e fuoco!!!”.
Un altro flash.
-Fermati onee-chan!!!-.
Trasalì, sentendosi le braccia diventare molli. Poi serrò i denti.
Non stavolta.
-KORRAAAAAA!!!-.
BOOM



Crocus
Rumore di passi. Tacchi, scarpe da donna. Cadenzati, non aveva fretta.
Arcadios si rimise in piedi. Dietro di lui, il portale dell'eclissi; davanti, la porta.
Principessa, non siete riuscita a fermarlo?”.
Sguainò la spada e si mise in guardia.
CLOMP CLOMP CLOMP
Avrebbe dovuto fermarla prima, sarebbe dovuto andare con lei. Anzi, fin dall'inizio, non avrebbe dovuto permettere che si sobbarcasse di un peso simile. Però lei era stata irremovibile.
Il portone si aprì cigolando.
Arcadios sbiancò.
P-Principessa?”.
Hisui E. Fiore, la Principessa del Regno, così come l'aveva lasciata: abito elegante, lunghi capelli verdi adornati da una tiara, portamento impeccabile. Ma c’era qualcosa di strano.
-Oh, ecco dov’eri.-.
-Tu...-.
-Puoi spostarti, per cortesia?-.
-Non muoverti!- Le intimò.
Hisui gli rivolse un sorriso asciutto, un connubio tra arroganza e divertimento.
-Cosa hai fatto alla Principessa, Zeref?-.
-Cosa le ho fatto?- Ripeté lui, inclinando un poco la testa: -Niente di permanente. Ma dovevo uscire in qualche modo.-.
-Devo riconoscerle- Prese a camminare, ma in circolo; lui la seguì con la lama cercando di non vedere Hisui, ma Zeref: -che aveva un buon piano. Sono sinceramente colpito. È solo trecento anni troppo giovane... beh, visto che ti ha mandato qui, duecentoottanta. In altre circostanze avrei potuto avere dei progetti per lei.-.
-Non ti lascerò farle del male!-.
-Quindi gliene farai tu?-.
Arcadios deglutì a vuoto. Zeref si fermò.
-Scommetto che ti ha ordinato di fermarmi ad ogni costo, anche a prezzo della sua vita. Ma non credo che lo farai.-.
Incrociò i suoi occhi, non verdi come quelli della Principessa, bensì rossi e con un anello nero attorno alle pupille.
-Ah, ma è per questo che sono qui i nostri cinque amici.-.
Arcadios si maledì: si era accorto di loro, non l’aveva distratto abbastanza.
I cinque membri dei Cavalieri Garou, Kama, Cosmos, Kamika, Uosuke e Neppa, si palesarono attorno a loro.
-Duecentocinquanta. Per rispetto all'intelligenza di Hisui, ve lo chiederò un'ultima volta: spostatevi, e godetevi gli ultimi giorni che vi restano.-.
-...no? Va bene.-.
Agitò il ventaglio che teneva in mano, nascondendo sibillinamente la parte inferiore del viso che aveva rubato.
-Incominciamo?-.



Malva
-!!!-.
Azuma inspirò a pieni polmoni. Riaprì gli occhi, vedendo solo il terreno. Era svenuto per qualche secondo, o almeno pensava fosse qualche secondo.
-Pfui!- Sputò un grumo di sangue nero, che si spiaccicò a terra come un mollusco.
Il suo potere... è pazzesco...”.
-Perché non ti-
Qualcosa di contundente si abbatté sulla sua nuca, schiacciandogli la faccia a terra.
-Off!-.
-arrendi?-.
Azuma risollevò a fatica lo sguardo: Lisanna teneva la gamba alta in spaccata, pronta a farla calare di nuovo. Lo guardava come un leone la sua preda.
-Io non-
Ancora una volta, la terra gli spaccò il naso. Mangiò letteralmente la polvere. Fu ancora più dura stavolta risollevare gli occhi, e solo per vedere la punta della sua scarpa avvicinarsi a gran velocità.
-Arrenditi, arrenditi, arrenditi!- Prese a prenderlo a calci, prima sul viso e poi allo stomaco.
-Non è che, mi diverta, a fare questo, non sono, sadica, ma tu, sei troppo, pericoloso.- Smise, o meglio, gli diede un po' di tregua. Per com’era messo poteva scorgere solo i suoi piedi.
-Non ti posso perdonare per quello che hai fatto a mia sorella, e per due volte le tue esplosioni hanno quasi coinvolto Flare. Quindi devo colpirti fino a farti perdere i sensi.-.
Si piegò sulle ginocchia, ancora non riusciva a guardarla in faccia, solo i suoi shorts divaricati.
-Se mai vorrai la rivincita, torna da me. Ma per ora mi servi morto.-.
Azuma ansimò ancora. Sentì un senso di leggerezza salirgli per la gola: era soddisfatto, e perciò sorrideva. Avrebbe dovuto rodergli l’essere stato sconfitto da una ragazzina che la volta prima era solo riuscita a piangere, invece era il contrario.
-Ammetto la mia sconfitta. Mi hai battuto con lealtà, e io ti ho a malapena scalfito. Mi sei superiore.-.
Lisanna non rispose per qualche secondo. Si rialzò, e parve incespicare sull'andarsene. Probabilmente esitava a dargli il colpo di grazia.
Per quanto volesse mostrare il contrario, non era avvezza a simili cose.
-Non posso lasciarti cosciente.-.
-Appunto. Sei stata troppo lenta, mi dispiace per te.-.
-Uh? URGH!!!-.
I piedi arretrarono bruscamente e delle gocce di sangue lo bagnarono. Non era riuscito a colpirla in profondità, ma non era nemmeno un danno superficiale. La spina sulla sua schiena si ritrasse, e dei viticci per rinsaldarono le ossa rotte e i muscoli strappati. Si rialzò.
Lisanna si teneva lo stomaco, grondante di sangue, così come le sue labbra.
-Già, giusto, non sei nuovo a questi trucchi.-.
-Per me l'unica cosa che conta è vincere, con ogni mezzo. Anche se immagino che il mio Cambiamento abbia ulteriormente corrotto la mia morale.-.
L’albina tossì sangue: -Ora ho proprio voglia di picchiarti...-.
-Mi dispiace, ma devo tagliarla corta.- Azuma alzò un braccio, generando una radice esplosiva. Lisanna si mise in guardia, ma un urlo alle sue spalle l'avvertì che non era stata lei il bersaglio.
-Flare!!!-.
Si voltò d’istinto, e lui ne approfittò per concentrare una massa esplosiva sulla terra sotto i suoi piedi. Il terreno si gonfiò rapidamente e brillò.
BOOM
Si alzò un polverone, Azuma sapeva di non averla uccisa, però era abbastanza sicuro di aver-
CRANCH
Una mano era saettata fuori e lo stava stritolando.
Che forza!”.
CRACK
Il suo capo si inclinò come un ramo spezzato; libero dalla morsa indietreggiò barcollando, la sua testa oscillava come un pendolo.
Mi ha rotto il collo, cazzo. Fa male.” Con non poca difficoltà, si afferrò il cranio e lo raddrizzò, sostituendo i legamenti con rami.
SWISH
Un'ombra lo coprì: Lisanna, in salto, si apprestava a sferrargli l’ennesimo calcio in pieno viso.
-Urr!!!-.
Non ebbe il tempo di cadere, quella già si era messa al suo fianco. Con la coda dell'occhio, notò che il suo aspetto era leggermente cambiato: i suoi capelli erano diventati grigi e le erano spuntate due orecchie canine nere, e le sue iridi erano diventate giallo elettrico.
Avvertì un taglio netto sotto la spalla, che per poco non gli tranciò il braccio; il tempo di ruotare lo sguardo che lei si era già spostata, e stavolta una pedata gli spezzò la tibia; si piegò, e infine qualcosa lo trafisse da dietro all'altezza del cuore.
-Tsch!-.
Abbassato lo sguardo, vide la mano artigliata e insanguinata della ragazza spuntare dal suo petto.
-Se è ferita...- Gli ringhiò all’orecchio: -Non ti perdonerò mai!-.
Dei brividi lo attraversarono. Non era solo la ferita, e nemmeno l'eccitazione. Era paura. Quella ragazza era terrificante.
Ha senza dubbio raggiunto il livello di Erza di 10 anni fa. Tuttavia...”.
Ruotò la testa a 180 gradi, trovandosi faccia a faccia con quella stupita della ragazza.
...sei dove ti volevo!”.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Glare ***


Puoi guardarmi in petto
Ma fai presto perché sanguino da un pezzo e me lo tengo
Tutto mi dipende ed è per questo che non mi difendo
Calma, tutto ciò che c'ho so che lo merito
Medito sul problema ed il problema è che medito
Dedito al vero ma qua la verità si chiama Dedalo
Da ali che non reggono e reggono
Nichilismo


(Nichilismo-Mezzosangue)


Prigioni, Crocus
I cavalieri si schierarono su due file, coprendo la distanza tra lui e la porta. Darton, il più anziano consigliere del regno, non voleva affatto essere lì: non ci sarebbe mai andato se non glielo avesse chiesto la principessa.
-Apriamo tra tre, due, uno...- La guardia digitò alcuni tasti sulla console magica e il portone si aprì scorrendo. Per un istante la stanza fu ancora immersa nell’oscurità, poi si accesero le luci.
La barba incolta, l'aria stanca, ma un fisico scolpito e uno sguardo arcigno: era ancora in forma per essere lì da un bel pezzo.
L’uomo strabuzzò gli occhi, stordito dopo tanto tempo al buio.
-Chi è?- Chiese con voce roca dal lungo silenzio.
-Sono qui su richiesta della Principessa Hisui E. Fiore.-.
-La principessa?- Fece aggrottando la fronte.
Darton chiuse gli occhi e sospirò pesantemente: -Se dipendesse da me, tu non saresti mai più libero. Tuttavia, la situazione nel campo di battaglia richiede il tuo intervento.-.
L'uomo sospirò pesantemente, tristemente. Pare che fosse d’accordo con lui.
-Capisco.-.
Le catene che gli legavano le braccia caddero, e Laxus Dreyar si sgranchì le spalle. Darton lo squadrò sospettoso.
-Tranquillo, non perderò il controllo. Ho messo in chiaro chi comanda. Però, una volta finita, gradirei tornare qui dentro.-.
-Non dubitarne.-.
-Bene. Spiegami la situazione.-.



Hargeon
Fumo, cratere, dolore. Tanto dolore.
Era finita.
-Anf, anf...-.
-Credo… credo che abbiamo vinto...-.
-Già… non ricordo bene chi fosse quel tizio...-.
Levy, invece, lo sapeva bene; o almeno credeva di saperlo.
Mest... cosa ti è successo?”.
Poi si guardò le mani, lorde di sangue. Tutto il suo corpo lo era. Sia del suo, che sgorgava dalle numerose ferite, che di quello delle ragazze che ora erano di fianco a lei.
Chi erano? No, sapeva chi fossero, però non le aveva mai viste prima, ma erano come delle sorelle… urgh!
No, cosa è successo a noi? Questi ricordi… come ho potuto fare delle cose del genere???”.
Le sembrò che Millianna dicesse qualcosa del tipo: -Abbraccio-abbraccio-abbraccicoso!- ma sapeva che era un’altra allucinazione. Cose dolci che poi diventavano orribili… o che lei stessa distruggeva. E ne aveva così… ahh… voglia!
La Maledizione di Mest è ancora attiva? O forse non è opera sua. Forse sono...”.
Rabbrividì. Sapeva che era solo questione di tempo prima che tornasse a essere quello che era stata negli ultimi mesi: qualcosa che la sua memoria ancora rifiutava, ma che si faceva strada da dentro.
-Siamo impazzite del tutto, eh?-.
-Che? Parla per te, gamberetto-dechi.- La apostrofò Ginger. L’altra invece aveva abbassato le orecchie.
-Mi chiedo se Kagura-chan abbia paura di me...-.
Dei mugugni flebili interruppero la loro sconsolata conversazione.
Guardarono al centro della conca, la cui perfetta sagoma semisferica lambiva appena il braccio sinistro del corpo di Lyon.
-Mmm, fa male fa male FA MALE.-.
Il corpo deforme del Cambiato riemerse dalle proprie ceneri, contorcendosi come una marionetta rotta.
-Basta, Mest, ora non...- Levy si bloccò quando vide il suo viso: la sua sciarpa era bruciata, e ora…ora capiva perché lo teneva nascosto.
-N-Non posso essere stata io-dechi!-.
No, quelle bruciature erano molto, molto più vecchie.
-Fa male fa male fa male… il vostro tanfo mi infastidisce il naso.-.
Ma non aveva un naso. Non aveva delle labbra, non aveva proprio più la pelle al di sotto degli occhi. Solo carne bruciata, ossa annerite, e tutti i denti scoperti, come quelli di uno scheletro carbonizzato. All’inizio Levy aveva pensato che solo le sue mani fossero state bruciate, ma… ma il suo intero corpo lo era.
È opera di… di Natsu?!”.
-Abbiamo... abbiamo combattuto contro una persona simile-nya?-.
-Le vostre deboli menti mi disgustano, forse non le ho rivoltate abbastanza.- Mest sgranò gli occhi in un impeto di rabbia, ma vacillò pericolosamente.
-Ora smettila! Così morirai!-.
Mest la guardò con occhi accesi dalla follia.
-E a voi che importa??? Sporche traditrici, vi disprezzo!!! Vi siete, vi siete montate troppo la testa, vi ho lasciato troppe libertà!!!-.
-Di che stai parlando? Che libertà?- Levy si era sentita sbiancare: qualcosa era scattato nel suo cervello, in profondità.
Mest arrestò i suoi deliri e iniziò a… tossire?
No, stava ridendo.
-Khkhkh, non l’avete ancora capito, eh??? Va bene, mettiamola così: le visioni che avete in testa, cosa credete che siano?-.
-Che domanda scema!- Ginger gli puntò contro il dito: -Ci hai incasinato la testa tu!-.
-Non avete proprio capito niente!- Il demone scoppiò in una risata isterica: -Il mio codice è 003, sapete perché sono stato creato? Perché io devo sistemarvela, la testa! Senza di me impazzireste tutte come la vostra amica!-.
Le tre ragazze erano allibite. La loro mente si stava... sbloccando. Tutto quello che stava dicendo aveva senso, aveva perfettamente senso.
-Morire e… e rinascere di una specie diversa, la psiche…- Si picchiettò la tempia con l'osso del dito: -Viene rasa al suolo, ma io faccio in modo di contenere i danni! E li indirizzo verso qualcosa di più proficuo, cioè una missione da seguire! Ma con voi sono stato troppo… clemente!-.
-Di che… cazzo… stai parlando?!- Soffiò Ginger a denti stretti.
-Merda, gǒupì, dovevo darvi di più, ah, non abbastanza morti, non abbastanza colpe, troppo poco, dovevo distruggervi più a fondo...-.
Millianna mosse un passo.
-Ehi… ehi, un momento, aspetta un momento-nya...-.
-Lyon diceva che i suoi amici erano morti, ma non era vero...- Sussurrò con voce atona Ginger.
-Allora quanti, quanti crimini, quanti crimini ho commesso davvero-dechi???-.
Mest le puntò addosso il suo sguardo. Lo sguardo di un folle, di un disperato. Di un suicida.
-Se mi uccidi potrai scoprirlo.-.
Levy distese immediatamente le mani per bloccare le due Cambiate prima che potessero compiere l’irrimediabile. Ma forse era anche lei troppo sconvolta, forse anche lei stava pensando a tutte le cose che non sapeva più se aveva fatto, a quelle bugie, a quelle, quelle mostruosità, e si mosse un secondo troppo tardi.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
-MUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!-.
-Cali il sipario.-.
/
???
Le due ragazze si fermarono, come se la loro foga fosse venuta improvvisamente meno. Le Cambiate si voltarono, Mest sussultò, anche se dalla sua posizione non poteva vedere nulla. Loro, invece, cosa stavano vedendo?
-Lo spettacolo è concluso. Luci in sala. Applausi.-.
Yukino marciava a passo spedito verso di loro: mento sostenuto, sguardo sfuggente, vestita di ferite e brandelli. Non avrebbe dovuto nemmeno respirare con tutto il sangue che aveva perso, e il dolore avrebbe dovuto ridurla ad una larva.
-Ferm- La ignorò, ignorò tutte e tre, le superò senza degnarle di attenzione: anzi, si trovarono le sue ali in faccia. Scese con un balzo nel cratere, senza che Mest reagisse. Non aveva incrociato gli occhi di nessun altro.
Yukino…? No, è la sua Maledizione?”.
Quel pensiero che non capiva a pieno sbloccò una nuova memoria: una volta, una sola volta gliene aveva accennato, quando lei aveva mostrato a sua volta la sua trasformazione in quello schifo di gremlin.
-Lo so che è orrenda.-.
-Ma no, cosa dici, Levy-sama? Credimi, la tua Maledizione è molto più bella della mia.-.
-Mi prendi in giro? Diventi un angelo!-.
-No, quello è solo l’inizio. Il dopo è un’aberrazione...-.
Lì per lì aveva pensato che fosse un modo per tirarle su il morale. Ora non ne era più tanto sicura.



Malva
-Uhm...-.
La prima cosa che Flare vide, dopo qualche secondo di sfocatura, fu la propria mano. Era sdraiata sul fianco e si sentiva una montagna addosso.
Cosa è successo?... Bianca!” Si rialzò in un baleno. Le girò la testa e la schiena le fece molto male. Ma Bianca?
-Bianca, dove sei?- La cercò intorno a sé, preoccupata da morire, insomma sapeva che era molto molto forte ma anche l'uomo-albero era molto molto forte.
Eccola! …Perché non si muove?”.
Era in piedi, ma rigida come una statua. Che le fosse successo qualcosa? Che stesse male?
Si tirò su il vestito per correre da lei, ma qualcosa emerse alle sue spalle; si girò e una polvere gialla le finì in faccia.
-Ih!-.
Chiuse istintivamente le palpebre, sentendo il corpo solleticare. La sua mente si svuotò e si riempì al contrario. Era tutto, come dire, tutto sottosopra.
-Bian… ah!- Qualcuno le aveva disteso le braccia e bloccato i polsi.
Dove sono? Come sono finita qui?” Riaperti gli occhi, si era resa conto di trovarsi al centro di una stanza buia, ed era legata con delle catene alle pareti.
-Perché? Cos'è successo?-.
Iniziò a ricordare, quel posto era familiare, era molto familiare. Anche i lividi alle braccia e le contusioni in tutto il corpo li conosceva bene.
Li… li ricordava…
SNAP
Lo schiocco di una frusta la riscosse. Dall'oscurità emerse la figura di un uomo dalla barba nera e il volto stravolto dalla furia.
-M-M-Master Ivan?-.
-Sei debole e patetica, è dovuto intervenire Obra per sconfiggere quella biondina!!!-.
-N-No! Lucy è-è una mia amica!-.
-Cosa?- Ivan la percosse allo stomaco, mozzandole il fiato.
-Una tua amica??? Tu non hai amici, tu non hai niente! Tu non sei niente!!!- Iniziò a colpirla, più e più volte, e a insultarla, e le parole erano peggio del flagello.
-Sei inutile, vali meno di zero!!! Amica, quale amica, non riusciresti a proteggerla da nulla!!! Debole, debole, debole!!!-.
-No! Ah! Basta! Ah! Mi dispiace, mi dispiace, chiedo scusa!!!-.
Ivan smise di colpirla e lei si afflosciò, rimanendo sospesa per le catene; lacrime, sangue e moccio si riversavano ai suoi piedi.
-B-Biondina… B-Bianca… sono patetica… perché non sei qui… sono patetica…-.
Delle mani la presero per i capelli, sollevandola a forza. Non era Lisanna, non era Lucy.
Era un mostro.
-Non ti è ancora concesso di morire!-.



Hargeon
Istigare la loro rabbia.
Manipolazione.
Aspettare e metterle l'una contro l'altra.
Ucciderle, ucciderle tutte.
Tutto per Fairy Tail.
-Buon piano. Vano. Fallirà.-.
?
Come fa a muoversi?
Rielaborazione. Concederle di attaccarlo? Oppure meglio tergiversare?
-Ti stai sforzando. Inutile. È tutto inutile.-.
Che sta dicendo?”.
-Osserva il mio volto.-.
???
Quando era arrivata davanti-

-Q-Questo è...-.
Lo prese per le guance, intrappolando il suo sguardo.
-Kapitulaco”.-.
-Cosa vedi?-.
Vedere?
-...niente.-.
-Già. È l'unica verità. Non c'è verità.-.
Provò a muoversi, era a portata di attacco, avrebbe potuto farla finita.
Ma non ci riusciva. Non voleva. Come?
-Sei stanco. Sei ferito. Il tuo corpo ti chiede riposo. Tu glielo neghi. Per cosa combatti?-.
-Di cosa stai parlando??-.
-Lealtà; giustizia; amicizia; pace. Ognuno sceglie una carta dal mazzo. Però, col senno di poi, non sono niente. Non siamo niente.-.
Yukino prese a girargli intorno.
-La nostra vita è una farsa. Seguiamo un copione, e ognuno recita il suo ruolo. Siamo personaggi secondari che si credono protagonisti. No, non siamo nemmeno quello. Siamo la scenografia in un moto statico. Temiamo la calata del sipario che sveli la finzione.-.
Mest aggrottò la fronte, cercando di resistere all'ipnosi. Eppure non avvertiva alcun tipo di attacco mentale. Allora perché le sue parole non gli uscivano dalla testa?
-Dubiti? Non ti sto ingannando. Vuoi modificare i miei ricordi ancora? Fallo pure, non importa, cambiano solo le battute. Gli umani possono vincere senza di me e Natsu senza di te. E chiunque lo facesse, cosa cambierebbe? Ogni cosa su questa terra è destinata a sparire. Gli uomini, End, anche Zeref, tutto finirà prima o poi.-.
Mest sudava, pesantemente, Yukino non tentava neanche di proteggere la propria mente. Come se lo volesse, come se non avesse niente da perdere.
-E se End perdesse, sarebbe una vittoria per il genere umano? Proseguire delle vite miserabili, schiavi dei nostri bisogni, senza scopo se non la fine. Illudersi nel bene. Ma non c'è nulla di assoluto.-.
La gilda... io faccio tutto per la gilda...”.
-Perché menti?-.
Fino ad allora Yukino aveva ciondolato camminando in tondo, ora con uno scatto aveva sbattuto la fronte sulla sua. Faccia a faccia con un'automa.
-Guarda come ti ha ridotto la tua gilda, guarda tutti noi. A cosa siamo ridotti? Cerchiamo un motivo che non ha motivo d'esserci, siamo spinti a sopravvivere, e allo stesso tempo non c'è niente che ci spinge. “Il bene della gilda”, però non esiste un bene e non esiste una gilda.-.
Non esiste…”.
Tutto quello che aveva passato non significava niente? No, no, rifiutava di accettarlo! Quando Natsu l'aveva raggiunto si era sacrificato per Makarov, aveva fatto da esca per la gilda! E lui l’aveva bruciato vivo, e lo aveva accettato per la gilda, aveva perso la vita ed era tornato indietro, si era dedicato anima e corpo al suo obbiettivo! La gilda! E lei voleva fargli credere che non era niente?
-Ti sbagli, è solo quello che pensi tu!-.
-No, è quello che pensi tu. Tutti lo pensano ma non vogliono ammetterlo. Chi sono io?-.
-Cosa?-.
-Chi sono io?-.
-Tu...-.
Lo lasciò andare.
-Sono qui per caso. Il caso ha voluto che ne fossi emissaria. I Cambiati che lo realizzano sono troppo ubriachi delle loro manie per accettarlo, ma non io. Tuttavia, nemmeno questo significa qualcosa. Nemmeno questo discorso significa qualcosa.-.
Le gambe gli furono pesanti, si inginocchiò, si sentiva svuotare di ogni volontà. Scosse il capo. Poteva vincere, gli bastava un secondo per chiuderle la bocca per sempre.
-Io... io so di essere nel giusto!-.
-Giusto? Perdi e muori. Vinci e ognuno morirà. Sopravvivi, il tempo passa e tu sarai morto; quelli che conoscevi, gli ideali per cui lottavi, la memoria di noi, sarà tutto scomparso. Dimmi, tu che parli di giustizia: tutto questo ti sembra giusto?-.
Yukino alzò lo sguardo al cielo, lui guardava per terra.
-Forse lassù ci attende una ricompensa, o forse no. Preoccuparsene è inutile. Noi siamo polvere.-.
-...-.
-Ora mi odierai, ma anche questo non ha senso. Sdraiati.-.
...
Sì...”.
-Sei stato bravo. Ora lasciati andare alla stanchezza. Non ci si può sottrarre a essa.-.
-Sì...-.
Era stanco.
Era stato sconfitto.
Poteva dormire.
Per quello che valeva.



Malva
Azuma si pulì la bocca. E così aveva dovuto usare la sua Maledizione per vincere.
Nemmeno costoro sono riuscite a fermarmi.”.
Guardò le due ragazze, indifese, in balia dei loro peggiori incubi. Non provava alcuna soddisfazione nell'ucciderle in quel modo.
Ma una vittoria era sempre una vittoria.
Avvolse i loro corpi con delle radici esplosive, lentamente, per non farle reagire.
-Il vostro tormento sta per avere termine.-.
SWISH
Cosa?

L'albina atterrò sulle quattro zampe, in mezzo ad una pioggia di legno. Il suo aspetto era cambiato ancora: le punte dei capelli erano diventate nere, lo stesso la pelliccia sugli avambracci e sulle gambe; orecchie e coda erano cambiate, da canine a feline.
Un gatto? O meglio, una pantera?”.
No, cosa più importante, come ha fatto a risvegliarsi?”.
Lisanna partì all'attacco, solcando il terreno come una leonessa, evitando le radici che saettavano dal terreno.
-Bleve!- Quando gli fu vicinissima la coinvolse in una potente esplosione, da cui uscì illesa senza nemmeno interrompere la carica.
Azuma si ritirò nel terreno, e così il graffio di Lisanna andò a vuoto. Però, a giudicare dal solco che lasciato, sarebbe stato un bel problema se l'avesse colpito.
E c'era un'altra cosa.
Ha gli occhi chiusi, non è sveglia. È come se agisse per puro istinto.”.
Per ora comunque è meglio non uccidere la rossa. Se ha recuperato una qualche forma di coscienza, un ostaggio può essermi utile.”.
Quando riemerse ancora accucciata sulle zampe, Lisanna si voltò verso di lui. Dal movimento del naso, intuì che l'aveva “annusato”.
Braccia tese e corpo contratto all’indietro, era una belva pronta a saltare. Azuma creò un tronco alle sue spalle e lo usò per creare un pugno gigantesco.
-Tree Fist!-.
Ancora una volta le schegge di legno schizzarono dappertutto, e ancora una volta l’uomo ebbe la tempestività di rifugiarsi nel sottosuolo. Sfortunatamente, stavolta l’espediente non gli bastò.
Lisanna conficcò la mano nel terreno, artigliandolo alla spalla e tirandolo fuori con forza. Azuma non credeva neanche che fosse possibile. Era così impreparato che non riuscì a reagire quando se la ritrovò faccia a faccia. Il suo alito era infernale.
-ARGH!!!-.
Lisanna mise qualche passo tra di loro, sputando a terra la cartilagine. I suoi artigli scintillarono in aria.
-Dannata pulciosa!- Mentre con la destra si tastava la ferita, con la sinistra creò una linea esplosiva sul terreno.
BUMBUMBUMCRANCH
Khh!!!”.
Dopo quel graffio avrebbe sfoderato avrebbe sfoderato un sorriso molto più ampio… e con meno denti.
SNAP
Presa!”.
Le legò il polso con una liana, sbilanciandola e assicurandosi di mettere a segno il colpo successivo.
-Burst Claw!-.
La colpì al petto con delle radici esplosive a X, e lei sbarrò gli occhi sbiancati. Pensò che avesse accusato il colpo, ma sulla sua pancia non c’erano segni di ustione.
La maga strappò la liana e in un istante gli fu addosso.
No, n
Vide i suoi denti avvicinarsi al suo viso, e poi li sentì strapparglielo via.



Hargeon
Ginger era alquanto confusa.
Che cos’era appena successo?
Mest si era sdraiato a terra, senza apparente motivo. E Yukino, beh, dire che si era comportata in maniera strana era dire poco. Poi c'era la testa che era un casino ma vabbeh, sai che novità. Un attimo, le stavano tornando i ricordi!
Evvai!
Che merda.
-Dobbiamo andare laggiù, credo che Yukino non stia bene.- Mormorò Levy.
-Miao… sì, ma chi ci va?-.
-Mmm...mi sa che tocca a me-dechi.-.
Nessuna delle due si aspettava che Ginger si offrisse volontaria. Il punto era che, a differenza loro, aveva più o meno seguito il filo del discorso.
Che c’è di male nell’essere stupidi? A me basta che i miei amici stiano bene.”.
Però non ci fu bisogno di muoversi.
-Ehi, sta salendo da sola-dechi.-.
Aiutandosi con le mani, Yukino risalì la voragine, trovandosi faccia a faccia con loro tre.
La sua espressione neutra si raddolcì, e tra tutte si rivolse proprio a lei. Era abbastanza imbarazzante.
-Grazie.-.
-Di che?-.
Yukino girò gli occhi e le crollò addosso, tornando in forma umana.
Le sue ferite ricominciarono a perdere sangue.
-Dobbiamo portarla via!- Levy si guardò intorno, per capire quanto distanti fossero finite.
-Mest probabilmente ci avrà rimossi dai loro ricordi ma sono sicura che Wendy sia di là!-.
Ginger si rivolse verso Millianna, offrendole la ragazza.
-Puoi tenerla tu, gatta scema?-.
-Senpai?- La raccolse: -Perché?-.
-Perché è da un po’ che non mi sento più le gambe-dechi...- Si accasciò a terra con il respiro pesante. Ahi il petto, ahi le braccia, ahi le ossa. Ahi l’esistenza.
-Mi sa che quella donna aveva ragione, non dovevo muovermi...-.
-Cerca di resistere!- La nanerottola si piegò e se la mise sulla schiena. Questa Levy-infiermerina era nuova. Era umiliante, ma la trovava comoda.
-Uff… ti stai un po’ rammollendo, eh? Ahi.-.
Quello che doveva essere un commento simpatico la mandò in iperventilazione.
-Io non so più chi sono. Quello che so è che la me rammollita ti offre il suo sostegno, non farla arrabbiare o la me stizzita ti lascerà cadere.-.
-Va bene, va bene-dechi.-.
Iniziarono a camminare.

-Puoi fare meno scossoni?.-.
Levy si mise in equilibrio su un piede e alzando l’altro le diede una tallonata sul culo. Ma non su una chiappa, proprio in centro.
-Kkh!!!-
-Eh? Scusa, stavi scivolando.-.
Ginger imprecò sottovoce, e iniziò a contare i secondi che mancavano ad arrivare.
-Ti odio.-.
-Ti tengo io senpai, facciamo a cambio Levy-nya?-.
-Non perdiamo altro tempo, anzi, meglio accelerare il passo.-.
-Fottiti.-.
-...Oh, ho appena ripensato a una cosa: Millianna, chi di noi ha vinto la gara di prima?-.
Gara? Che gara?”.
-Uhm… credo che fossimo pari.-.
-Aspetta, aspetta un momento-dechi...-.
-Rivincita?-.
-Sì!-.

-Non ti azzardare aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!-.



Malva
-!!!-.
D'un tratto Flare aveva di nuovo i polsi liberi, ed era tornata nel posto di prima.
Ma le frustate...” Si guardò, era piena di ustioni che le facevano male, però nessun segno di corda.
Era solo un'allucinazione? C-Certo, deve essere così!”.
Mosse qualche passo, ma si accorse di fare fatica a piegare le gambe.
Sono ancora scossa. Bianca! Dov'è lei?”.
-Bian...Bianca! Stai bene?-.
Bianca era strana. Era di spanne, con le mani appena staccate dalla vita, e respirava pesantemente. Non era come prima, ma ancora non capiva cosa ci fosse di strano.
-Bianca, mi senti?- Flare temette che le fosse capitato qualcosa, tipo che le fossero cascate le orecchie, ma no, per fortuna erano ancora lì! Poi vide, ai suoi piedi, una cosa strana. Piegò il capo. C'era del sangue tutto intorno. E anche sulle dita di Bianca.
Quello era...
-Ah!-.
Bianca era sobbalzata. Mosse un po' la testa da una parte all'altra, ma i capelli la coprivano ancora.
Flare si strinse le mani al cuore. Se lo sentiva pulsare sulle orecchie, si sentiva come se fosse tornata da Ivan. Perché... perché si sentiva così? Non le piaceva, non le piaceva per niente, era come se, era come se non volesse più che si voltasse.
-B-Bianca...- Sussurrò con un fil di voce.
-Flare.- La sua voce era roca, rugginosa.
-Scusami. Non volevo che tu lo vedessi. Credevo di potermi controllare...-.
-Q-Q- Le parole non volevano uscire dalla sua bocca: -Quello è...-.
-Già. Pensavo che ti avesse fatto del male. Poi ho pensato che te ne avessi fatto io. Non doveva farlo.-.
-P-Però adesso...-.
-Mi sono sbagliata. Non dovevo portarti con me.-.
Quelle parole le fecero male. Flare sapeva di essere debole, se solo non lo fosse stata Bianca non...
-Sei in pericolo fintanto che stai con me. Io sono pericolosa.-.
-No! B-Bianca, t-tu non mi f-faresti mai del m-m-
-Eh. Ti faccio paura, vero?-.
-...-.
Bianca si passò una mano tra i capelli, sporcandoli di sangue nero.
-Sono proprio terribile… pensavo di essere pronta a questo, pensavo che ne valesse la pena. Non mi giudicare troppo duramente, ok?-.
-Non potrei mai!- Si affrettò a dire lei.
-Non mi importa del pericolo, non mi importa della paura! Io voglio... io voglio stare al tuo fianco.-.
-Flare...- Si voltò, alla fine. La rossa trasalì.
La sua faccia era tutta...
-Lisanna... dietro di te!!!-.
L'uomo-albero si era rialzato in un baleno, al posto della pelle del legno che cresceva.
-Ah!!!- Degli speroni uscirono dal terreno e colpirono Bianca alla schiena, facendola volare in avanti; ma si riequilibrò in aria e atterrò senza cadere.
-Sei ferita?- Flare corse da lei e le toccò un braccio; Bianca si irrigidì, e lei la lasciò.
-No, non preoccuparti.- La sua voce, grazie al cielo, era tornata normale: -Stai attenta, ha perso il controllo.-.
Difatti sopra e sotto di lui si era creata una massa di rami e radici, che continuava a crescere; anche il suo corpo stava diventando un arbusto, e al centro del petto stava crescendo un globo luminoso. Le radici si innalzarono al cielo come tanti tentacoli, pronti a colpire.
Flare distese i capelli, ma non sarebbero mai bastati.
-Probabilmente se ci toccano esploderanno. Flare, riusciresti a bloccarli solo per qualche secondo?-.
-Ci posso provare, ma tu cosa farai?-.
-Devo finirlo con il prossimo colpo, è l'unico modo per uscirne.-.
Flare si trovò ad annuire, c'era tanta sicurezza e determinazione nei suoi occhi, era davvero tornata quella di prima. Che bello…
I tentacoli calarono, ma lei fu pronta ad avvolgerli con i suoi capelli. Era forte, più di lei, ma avrebbe resistito fino alla fine. Bianca fu di nuovo in aria, delle ali al posto delle braccia, diretta contro l'uomo-albero: lo avrebbe sicuramente colpito, era questione di secondi!
Era come un angelo.
Vai!!!”.
Il legno cigolò.
Stava già per cedere?
No... era un'altra cosa! Dai tentacoli spuntavano altre punte che si dirigevano verso Bianca, troppo veloci perché Flare le fermasse.
-BIANCA!!!-.
-PRENDI QUESTO!-.
Le ali tornarono braccia e le usò per lanciare qualcosa, che colpì l'uomo-albero nel nucleo luminoso.
-Guh!-.
Le schegge si fermarono, il legno si riempì di crepe. Flare ritirò i capelli, ora che non premevano più.
Un coltello di legno con delle rune sul manico, ecco cosa aveva lanciato. Il coltello di Viola.
Dalla bocca dell'uomo-albero usciva un rantolio sommesso, come di legno che crepitava sul fuoco. L'impalcatura si distrusse in una pioggia di trucioli.
Bianca era sana e salva. Flare respirò di nuovo.
-Ahh… ahah… bene...-.
-Stai ridendo?-.
Le due ragazze si misero sulla difensiva, ma lui continuò a ridere.
-Finalmente qualcuno è riuscito a fermarmi! E cado per mano di un degno avversario, non potevo sperare di meglio. Urgh! In vita mia non ho mai provato tanto dolore!-.
-Sei contento di... di morire?- Chiese lei.
-Oh, ma io è già da un po’ che sono morto. Sono semplicemente contento di non dovermi più muovere. Spero di poter affrontare di nuovo tua sorella, nell'aldilà.-.
Bianca diventò scura in volto. Flare sapeva che non le piaceva quando qualcuno parlava di lei.
-Ho incontrato l’essere che ora la impersona. Prego per chiunque se la troverà davanti.-.
-Io prego per essere quella persona.-.
L’uomo-albero chiuse gli occhi. Forse era... morto?
-Mi dispiace, così non potrà essere. Voi morirete qui.-.
Il globo nel suo petto cominciò a brillare più intensamente.
-Che cosa stai facendo???-.
-Credimi, se dipendesse da me lo impedirei. Potete provare a scappare, ma sarebbe inutile. Sono sinceramente… desolato...- La sua faccia sparì nelle radici, e Flare non sentì più la sua voce.
-C-Cosa facciamo?- Si rivolse a Bianca, ma lei era come imbambolata.
-Devi andartene.- Sussurrò atona.
-Andarmene? E tu?-.
-Assorbirò l’esplosione. Se non lo faccio non solo tu, ma tutti quelli qui intorno saranno coinvolti.-.
-Ma… tu non...-.
-Me la caverò, non avere paura.- Provò a sorridere, ma le riuscì male; sia per la paura, sia per com’era ancora ridotto il suo volto. Per lei era comunque bellissimo.
Flare provò a dire qualcosa, qualunque cosa pur di impedirlo, ma non sapeva cosa. Cosa voleva, cosa poteva fare, cosa le rimaneva, cosa???
-No.-.
Bianca la guardò con un’ombra di sorpresa. Non le aveva mai detto di no.
-No.-.
-Cosa stai dicendo?-.
-No.-.
Calò il silenzio, in cui il bagliore aumentò di luminosità.
-Flare, mi hai sentito, devi andare! Dirigiti a...-.
-No.-.
Le parole le uscirono a fatica, anche se premevano per uscire.
Non le aveva mai detto no.
-No, tu… tu te ne devi andare. Tu sei più importante di me, devi fare ancora molte cose. Rimarrò io qui.-.
La luce si stava facendo sempre più forte, non mancava molto: Bianca con la sua velocità poteva fuggire, per lei invece non c’era più speranza. Lo sapevano tutte e due.
-Non se ne parla! Non ti lascerò qui, mai e poi mai!-.
Flare distolse lo sguardo, strabuzzando gli occhi. Stava soffrendo moltissimo, era doloroso parlarle così, ma perché… perché non… non capiva???
-Kuh!!!-.
-Che cosa hai fatto?- Bianca le toccò la gamba, cercando di fermare l’emorragia. Flare ritirò i suoi capelli.
Che male… fa male…”.
-Perché hai fatto una cosa del genere???-.
Ecco, l’aveva fatta arrabbiare. Voleva chiederle scusa, cielo quanto voleva farlo, invece doveva continuare a farla arrabbiare. Ivan aveva ragione su di lei, era una persona cattiva.
-Adesso… non posso proprio scappare… quindi mi tocca rimanere...-.
-Eh? Tu… sei…- La ragazza fece un’espressione che non capì.
-Sei proprio una stupida… sniff… Flare...-.
La sto facendo piangere. Sono cattiva, sono cattiva. Ma va bene così.”.
-Sono felice di sacrificarmi per te. Uh!- Dovette alzare la mano per proteggersi dalla luce, ormai abbagliante.
-Presto, scappa!-.
Bianca aprì la bocca per dirle di sì.
-No.-.
Flare sgranò gli occhi.
Come “no”?
-Eh? Cosa...- Guardò le dita intrecciarsi con le sue, strette strette, e si sentì avvampare.
-Te l’ho detto, scordati che ti lascerò qui.- Rispose lei sorridente. Com’era bella quando sorrideva.
-Se rimarremo insieme, credo che ci sia la possibilità che ce la caveremo entrambe.-.
Flare non riusciva a credere alle proprie orecchie.
-È… è una follia!-.
-Come abbandonare casa propria per aiutare una sconosciuta in mezzo alla foresta?-.
-...-.
Bianca premette dolcemente la fronte sulla sua.
-Quella volta tu mi hai salvato la vita, e io non ho mai ricambiato il favore. Ora permettimi di provarci, va bene?-.
-Però… però...- Flare scoppiò in un pianto dirotto, voleva dire tante cose, che non era vero, che lei l’aveva liberata dalla prigione in cui si era rinchiusa, che le doveva tutto, che era stata una stupida prima ad avere avuto paura di lei, anche solo per un istante, che non voleva morire, che non voleva che neanche lei morisse, che non era giusto che non avesse il tempo per dirne neanche una di quelle cento. Più di tutto, voleva solo qualche altro secondo.
Ancora qualche secondo, per altre parole.
Per una il tempo c’era.
-B-B-Bianca.-.
-Flare.-.
Com’era bella quando la guardava.
-Io ti a



Nella città deserta
-Anf, anf, anf...- Kinana non sopportava più quel dolore, a malapena si reggeva in piedi; ma non perse la concentrazione, nemmeno per un secondo.
Devo mantenere il controllo-kina...”.
BOOM CLANG SPAM
-Cof-cof! Ma che cazzo??-
Di fianco a lei Dan si staccò dal muro e rovinò al suolo.
-Madamigella-Kinana, che piacere rivederla!- Rispose rimessosi prontamente in piedi.
-Vorrei poter dire lo stesso, ma tienili lontani ancora per un po’, ti prego.-.
Il cavaliere, che stava rimettendosi in piedi, si pietrificò. Kinana guardò immediatamente al buco sul muro, aspettandosi di vedere qualcuno arrivare; ma niente.
-Kinana-sama...-.
-Che c’è, perché non torni di sotto-kina?-.
-Voi mi avete appena supplicato?-.
Kinana trasalì.
-...Pare di sì.-.
-ORSÙ ALLA PUGNA!!!- Era bastato quello per dargli alla testa, e si rituffò nella mischia. Ma anche per uno come lui non doveva essere facile lottare contro i suoi vecchi alleati. Chissà se lei ci sarebbe riuscita, con quelli di Fairy Tail.
No, a cosa sto pensando? Non è il momento di farsi prendere dai dubbi-kina!”.
Il suo occhio calò sulla bambola sgualcita che aveva preso agli Heartphilia. Ora che la guardava meglio, era convinta di averla già vista, chissà dove.
Forse sto cominciando ad avere le traveggole. Manca poco… manca così poco…”.
BLINK BLINK
Si tastò le narici, ritrovandosi i polpastrelli rossi. La carne sotto la benda bruciava acida. Aveva le ore contate.
Ma anche Natsu.



Tully
Bickslow era steso a terra, Elfman da qualche parte in mezzo alle macerie.
Solo Juvia era rimasta in piedi, ma non perché fosse stata la più abile.
Era solo che voleva giocare con lei.

-Allora, cosa stavamo dicendo?-.
Juvia la guardò arcigna, le ginocchia piegate e la schiena curva, con i capelli che le coprivano un occhio.
Ma che pauraaaa.
-Ah, giusto. Tu sai più o meno chi sono, ma io non ho la più pallida idea di chi sia tu.-.
-Anf, anf... è Juvia che non ha... la più pallida idea di cosa stai dicendo... e di chi tu sia...-.
-Non essere insensata, io sono io.- Mirajane si toccò il petto con le falangi degli artigli: -Una povera vittima delle circostanze prigioniera del corpo di una sgualdrina. Però tu...- e la indicò: -eh, tu sì che sei una cosa strana. Sono abbastanza sicura che Lyon, possa riposare in pace...-.
-Cosa?- Esclamò Juvia: -Lyon-sama è-è morto?-.
-Sì, non lo percepisco più da un po'. Eh, arriva per tutti alla fine. Comunque, aveva detto di aver ucciso Juvia, e sarà stato un apatico, un frigido, uno stallone e uno scassapalle MA non era un bugiardo, e di sicuro non era un tipo approssimativo. Quindi, se ha detto di aver ucciso Juvia, Juvia è bella che morta.-.
-Ti sbagli!- Gridò lei: -Juvia è viva e vegeta!-.
Oh! Ecco qui, quella punta di dubbio nella sua voce, quel tremolare degli occhi: ho fatto bingo! Divertente...”.
-Sei tornata in vita? Oppure sei un clone? Ah, indovinato, sei un clone!-.
-No! Io sono Juvia! Juvia è Juvia!!!-.
-Ceeertoooo... ora che ci penso, quel tipo laggiù- Indicò Bickslow: -può vedere nelle anime delle persone, no? Quindi avrebbe potuto già svelare l'arcano, ma tu non gliel'hai chiesto, giusto?-.
La ragazza abbassò lo sguardo, mortificata. Era così facile da leggere...
-Cosa c'è, hai paura di scoprirlo? Il dubbio è gratificante in alcune situazioni. Beh, in fondo ti capisco, non è semplice trovarsi in un corpo che non è il proprio.-.
-Ti sbagli! Ti sbagli, ti sbagli, ti sbagli!!!-.
C'ho preso c'ho preso c'ho preso!”.
Juvia si mise le mani tra i capelli e si dimenò tutta, poi si sfogò col cielo.
PLINK
Uh?”.
Una goccia di pioggia le era caduta sul naso. Il cielo si rannuvolò.
Tu guarda...”.
Più lei urlava, più forte cadeva l'acqua. Avanti così sarebbe finita fradicia.
-Vabbeh, non è che importi tanto, alla fine stai per morire.-.
Ecco, a quelle parole, smise di piovere. E lei di gridare.
Abbassò la testa bruscamente, coi capelli che ciondolavano tipo quando aveva rovesciato il sangue di porco in testa a Sayla. Eheheh, che ricordi!
Mmm... la polverizzo.” Distese una mano per ucciderla con un Soul Extinctor; certo, avrebbe preferito farlo quando l’avesse vista svuotata di ogni voglia di vivere, ma non si poteva avere tutto.
Invece scorse un cerchio azzurrino brillarle sotto i piedi, e nel giro di un secondo si trovò a sei metri dal suolo, sospinta da due eliche d'acqua.
Per fortuna aveva le ali, ma dove diavolo aveva trovato quella foga? E brava ragazza! Era convinta di averla distrutta, e invece!
-Water Jigsaw!- Le arrivò addosso come una trivella, non solo per la velocità ma proprio perché era diventata una trivella, e a onor del vero le fece pure un po’ male.
-Demon Blast!- Congiunse le mani e sparò il suo fascio di energia oscura, facendo esplodere Juvia in mille schizzi.
-Papapa!-.
Mirajane trasalì: una delle bambole di Bickslow era davanti a lei.
Mi hanno circondata?”.
Cinque raggi verdi la presero in mezzo.
Grrrr!!! Credevo di averlo ammazzato, brutto bastardo!!!”.
-WRAAA-AH!- Con un’onda di magia distrusse i pupazzi, ma qualcosa di grosso da sotto di lei la travolse spingendola in aria.
Elfman?” L’uomo, trasformato in una bestia-pipistrello, con il solo pugno le prendeva tutto lo stomaco.
Con quel colpo le aveva mozzato il fiato, anzi, per poco non l’aveva fatta vomitare, ma non sarebbe durata molto.
Ancora qualche secondo… qualche secondo e potrò muovermi…”.
Il bastardo sembrava volesse spingerla fin nello spazio. Idiota.
Ora!” Mosse una mano e gliela mise sul viso, caricando un Extinctor.
Sei morto!”.
-Subl-blub!- Si trovò all’improvviso con la testa immersa in acqua, senza aver avuto il tempo di trattenere il fiato.
Dove… quella lurida...”.
Davanti a lei, Elfman usò il Take Over e cambiò forma. Non le piacevano quelle mani che spruzzavano scintille.
KREEEEEE
-BLAAAAAAAAAAGH!!!-.
Fulminata al petto, iniziò a precipitare senza controllo. La scarica l’aveva immobilizzata di nuovo. Sopra di lei, Elfman come mostro-toro e Juvia col corpo d’acqua l’avrebbero schiacciata una volta a terra.
A pochi secondi dall’impatto, sentì che poteva muoversi di nuovo. Però doveva liberarsi di quei due.
Sogghignò. Le scappava giusto un po’ pipì.
Con un artiglio, si lacerò il tessuto tra le gambe. Il piscio gli arrivò proprio in faccia, a quel bestione.
Distendendo le ali Mirajane virò di lato, riuscendo così ad atterrare, dopo qualche capriola, sulle tre zampe. Elfman e Juvia invece si schiantarono.
-Ahahah! Prendete questo!-.
Con la mano libera finalmente sparò il suo Extinctor, senonché un calcio sul polso glielo fece sprecare in aria.
Gettò un’occhiata stizzita a Bickslow, non si aspettava di certo che la attaccasse di persona.
-Sparisci!!!- Chiuse il pugno, ma lui si slacciò il mantello e glielo gettò addosso.
-Umpf!- Con una mossa secca lo tagliò in due, trovandosi finalmente faccia a faccia con l’indifeso giullare.
Aspetta ma allora…
Si voltò spalancando la mano, incassando il pugno del mostro. Stavolta però fu abbastanza forte da farle piegare il gomito.
-Water Rush!-.
Mira guardò rapidamente ai lati, per capire da dove l’avrebbe attaccata. Ma si sbagliava.
Emerse dal corpo di Elfman, oltrepassando entrambi. Però solo con lei usò il Sierra.
KHHH!!!! Mocciosa insolente!”.
Quando passò del tutto, i suoi capelli fradici le caddero tutti davanti agli occhi.
Odiava che le toccassero i capelli, quindi, odiava estremamente che glieli bagnassero.
-mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmMMM!!!- Flesse le braccia per lo sforzo, finché non riuscì a risollevarli con l’imponente rilascio della sua energia magica. Li squadrò tutti e tre, con gli occhi iniettati di sangue.
Non reagiscono più alle mie provocazioni. Come si permettono??? Deve essere stato Bickslow, con la sua magia delle anime li ha rimessi a posto!!! Allora ucciderò lui per primo, e poi lo sventrerò, e poi farò loro mangiare la sua carcassa!!!”.
-Satan Soul: Halphas!!!-.
Non le piaceva affatto dover abbandonare l’aspetto di Satan, dato che era quello che più assomigliava al suo, e specialmente in favore del corpo più simile tra tutti a quello della piccola esorcista; ma se lo faceva era per concludere una volta per tutte la questione.
Così diventò quella specie di ibrido tra un drago e un… bleah… un angelo, con quel faccino da santarellina.
-Recitate le vostre insignificanti preghiere.- Tuonò loro.
Oh, ora sì, ora avevano paura, ora gliel’aveva ricordato, a quegli stolti, che non potevano vincere fin dall’inizio. Di solito era divertente quando se ne dimenticavano. Però ora era così incazzata che nemmeno si divertiva.
-Anzi no, non lo fate.- Rizzò un dito, caricando magia oscura a forma di sfera. I tre rifiuti arretrarono, ma tanto sarebbe stato inutile. Ah, no, non potevano, con il Rigurgito tutto lì intorno. Avrebbe potuto scatenarglielo contro già da prima, ma voleva trucidarli con le proprie mani.
E finalmente l’avrebbe fatto.
-Sayonara!-.
Rilasciò l’attacco; ma la sfera, al posto che innalzarsi, le piombò addosso.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3793755