L'altra metà di me di Elisagemma (/viewuser.php?uid=941451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Partenza! ***
Capitolo 2: *** Primi incontri ***
Capitolo 3: *** Nuova casa e vecchi ricordi ***
Capitolo 4: *** Il biglietto di Lysandre ***
Capitolo 5: *** Nuovi amici ***
Capitolo 1 *** Prologo: Partenza! ***
L'altra metà di me (review)
C'era una ragazza su quell'aereo, aveva i capelli rosso rame, lunghi e mossi e gli occhi grigi come il cielo d'inverno.
Si stava trasferendo in Francia dalla zia, un po' per studiare e un po'
per lasciarsi il passato alle spalle. Si chiamava Cècile, suo
padre era italiano, sua madre inglese, ma lei era nata in Francia ed i
suoi genitori avevano deciso di darle un nome francese.
Cècile aveva degli ottimi voti a scuola e una passione e
predisposizione unica per la musica, cantava, componeva e suonava la
chitarra e il pianoforte; era una ragazza solare e piena di vita, ma
anche semplice e umile, di una bellezza e dolcezza disarmanti.
"Lety si, sono appena uscita dall'aereo... si tutto ok... si sono tutte
quì, non hanno perso niente... si Lety è andato tutto
bene sta' tranquilla! Si ok... ti richiamo quando arrivo a casa di zia
Agata... si ok te la saluto! Ciao Lety... ti voglio bene anche io"
Lety era la sua migliore amica; il destino aveva voluto che fossero
vicine di casa, così le due bambine erano cresciute insieme come
due sorelle, frequentavano la stessa scuola e lo stesso corso di musica
e andavano persino insieme in vacanza, era come avere una sorella che
non aveva mai avuto, ma di cui sentiva la mancanza, lei riempiva in
parte quel'vuoto che le causava l'essere figlia unica; infatti
lasciarla era stato molto difficile, non si erano mai separate e
quello, anche se non lo dava a vedere, la rendeva triste ed insicura,
avrebbe voluto che l'amica andasse con lei, ma non era possibile per
una serie dei motivi, non la vedeva da meno di tre ore e già ne
sentiva la mancanza.
Non si mise a guardarsi molto intorno, in quell'aereoporto c'era un via
vai pazzesco di persone e, come le capitava da un po' di mesi ormai, in
mezzo a quella gente si sentiva di troppo, voleva solo uscire di
lì e godersi la vista di Parigi, era la prima volta che ci
andava, almeno per quanto potesse ricordarsi; infatti lei era nata
proprio lì, ma ovviamente era troppo piccola per ricordarsi
qualcosa.
Sua zia viveva in una cittadina poco distante dalla capitale da quasi
tre anni, ma era sempre stata lei a scendere per le feste; la zia aveva
proposto più volte alla nipote di andarla a trovare, aveva
un'appartamento con due camere da letto ma vivendo da sola non sapeva
cosa farci quindi aveva destinato fin da subito quella stanza alla
nipote che però, fino a quel momento, non ne aveva mai
approfittato.
Nell'ultimo anno però erano successe molte cose che avevano
turbato l'animo di quella ragazza che, nonostante un carattere
molto forte, era sempre stata allegra e spensierata come si addice ad
una ragazza di sedici anni, per cui i suoi genitori avevano deciso di
mandarla per un po' a vivere con la zia approfittando dell'occasione
per imparare bene una lingua che stava già studiando a scuola,
che le piaceva e che le era sempre suonata alquanto familiare.
Zia Agata lavorava in un centro benessere poco fuori città, ma
quel giorno il suo turno finiva nel tardo pomeriggio per cui non
sarebbe potuta andare a prendere la nipote che, dal canto suo, non era
poi così dispiaciuta e voleva approfittare di tutto il giorno
per visitare una città in cui aveva sempre sognato di andare.
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Capitolo 2 *** Primi incontri ***
L'altra metà di me cap 2 (rewrite)
Era
arrivata a Parigi da circa un'ora e vagava per le strade a bocca
aperta, aveva sempre saputo che Parigi era bellissima, ma non pensava
che lo fosse così tanto.
Si era ritrovata in centro, davanti a lei c'era la Tour Eiffel
"WOW!"
Davanti a lei c'era una delle sette meraviglie del mondo e ne era estasiata.
Cominciò a passeggiare per il giardino che circondava la torre,
era grandissimo e c'erano tantissime persone, turisti che si facevano
foto, persone che parlavano, altre che facevano pic-nic e ovviamente
coppie di innamorati che avevano scelto la città dell'amore per
una gita romantica; stava cercando l'MP3 nella borsa quando si
scontrò con qualcuno
"Scusa mi dispiace!"
Avevano parlato contemporaneamente; davanti a lei c'era un ragazzo
molto bello, con dei lineamenti dolci, i capelli erano argentati e
portava un ciuffo su un occhio, questo le fece notare quegli occhi che
la stavano guardando, erano etercromatici, ma per niente inquietanti,
uno era verde smeraldo e l'altro di un color' nocciola chiarissimo,
quasi ambrato, aveva uno sguardo profondissimo, si presentò con
un sorriso
"Io sono Cècile"
"Piacere, Lysandre"
Sorrise a sua volta, passeggiarono un po' insieme parlando del
più e del meno; Lysandre era un ragazzo decisamente fuori dal
comune, come se i suoi occhi così particolari non attirassero
abbastanza l'attenzione della gente, si vestiva in maniera molto...
eccentrica, oltre a questo però si distingueva dalla massa per
una maturità insolita fra i ragazzi della sua età, si
stava rivelando inoltre un grande appassionato di letteratura e poesia,
cosa molto insolita per un ragazzo; era così affascinata da
quella compagnia che voleva passare ancora un po'di tempo con lui
"Ti va di prendere un caffè insieme?"
Pronunciò quelle parole quasi senza accorgersene
"Perché no!"
Rispose l'altro con un sorriso; si incamminarono verso un bar lì
vicino, era molto bello con un tipico stile parigino ordinato e pulito,
c'erano anche foto in bianco e nero, quadri e stampe famose appesi alle
pareti che davano a quell'ambiente familiare un che di intellettuale;
ordinarono due caffè e parlarono di poesia, musica e letteratura
fino a che Lysandre decise di spostare la conversazione su un tono
più confidenziale...
"Cècile, cosa ti porta a Parigi?"
"Voglio studiare la lingua, sono bilingue, papà è
italiano e mamma è inglese però conoscere bene più
di una lingua è sempre utile"
Non era solo quello il motivo per cui si trovava lì ma infondo
non era una bugia e poi lo aveva appena conosciuto, non poteva certo
raccontargli tutta la sua vita!
"Quindi in Italia frequentavi un liceo linguistico?"
"Si, adesso mi sono iscritta in una scuola privata ma sinceramente non
so niente di questa scuola, so solo che la frequenta un mio amico che
una volta ha fatto uno scambio culturale con il mio liceo"
"Ti piacciono proprio tanto le lingue per fare tutto questo! Di sicuro
non è semplice lasciare tutti i propri affetti per venire a
studiare una lingua nuova!"
"A dire la verità non è stata una scelta così
sofferta...a parte i miei genitori e la mia migliore amica non
rimpiango niente di quello che ho lasciato e... a dire la verità
questo paese ha sempre avuto un fascino particolare su di me... non so
spiegarlo, è come se una parte di me appartenesse a questo
posto"
"Hai un nome francese, magari è per questo, a proposito... se
tuo padre è italiano e tua madre è inglese, perché
hai un nome francese?"
"I miei erano in vacanza qui quando nacqui, sono nata a Parigi"
"Wow! Beh allora comincio a capire la tua sensazione, sei più stata in Francia?"
"No, è la prima volta, anche se mia zia vive qui da tre anni,
è sempre venuta lei da noi fino ad adesso. Ora però tocca
a me chiedere qualcosa a te!...Vediamo un po'...mmm..."
"Davvero non ti viene in mente niente da chiedermi?"
Chiese con un sorriso aprendo le braccia per indicare i suoi vestiti
"E' un look insolito ma non è male!" Lysandre sorrise... "Piuttosto... cosa scrivi sul tuo quaderno?"
"Un po' di tutto... soprattutto testi di canzoni, ho una band con un mio amico, lui scrive la musica ed io i testi"
"Bello! Che generi fate?"
"Soprattutto rock, ma facciamo anche elettronica"
"Forte! Anche io ho studiato musica"
"Davvero? E cosa facevi di preciso?"
"Principalmente sono una cantante..."
"Anche io!"
"Wow! Allora potremmo fare un duetto prima o poi!"
"Perché no...continua"
"Dicevo che principalmente canto, ma suono anche il piano e la chitarra, compongo anche un po'"
"Tu che generi fai?"
"Pop, elettronica e blues"
"Sono diversi come generi"
"Si ma a me e Lety sono sempre piaciuti questi generi e abbiamo deciso di lavorarci sopra"
"Lety è la tua migliore amica?"
"Si..."
"Ti manca molto vero?"
"Lety è come una sorella per me...c'è sempre stata, anche
nei momenti più difficili, non so come farò senza di lei"
"Com'è?"
"Ha i capelli neri, ma adesso li ha tinti di blu, ha gli occhi azzurri, è abbastanza alta ed è molto carina e..."
"Non intendevo l'aspetto" sorrise
"Oh beh, allora devo dire che è una ragazza esuberante, non
stà un attimo ferma, è un maschiaccio, ma all'occorrenza
sa essere di una dolcezza unica, non lo dà a vedere, ma è
molto sensibile, ma allo stesso tempo all'occorrenza sa mettere da
parte ogni tipo di sentimento e/o emozione... una volta ha rotto il
naso ad un ragazzo perché aveva preso in giro una ragazzina
più piccola di noi..."
"Bhe... da una parte ha fatto bene anche se la violenza non fa parte della mia filosofia di vita"
"Aspetta! Quel ragazzo era... 1- il figlio della vicepreside 2-il suo ragazzo!" Lysandro scoppiò a ridere
"Avrei voluto esserci!"
"Comunque abbiamo ricominciato a parlare di me... io voglio sapere qualcosa su di te!"
"Non ho molto da dire... ho un fratello più grande che si chiama
Leigh, gestisce un negozio di vestiti ed ha una ragazza bellissima e
simpaticissima che si chiama Rosalya... assomiglia molto a Lety
caratterialmente parlando"
"Magari un giorno me la presenterai"
"Magari... adesso scusami ma devo andare, mi ero dimenticato che avevo un impegno e sono un po' in ritardo..."
Tirò fuori un foglio dalla tasca e ci scrisse qualcosa sopra, poi lo porse a Cècile
"Questo è il mio numero, quando puoi chiamami così se
capita l'occasione ci vediamo e magari ti presento Leigh e Rosalya"
"Volentieri! Appena mi sono sistemata a casa di zia Agata ti chiamo!"
"Ok allora ci sentiamo presto, ciao Cècile, è stato un piacere conoscerti"
Le prese una mano e le baciò il dorso -che gentelman- pensò Cècile
"Anche per me Lysandre" e accennò un inchino
-E' una ragazza speciale- pensò invece lui e si separarono.
Dopo essere uscita dal bar Cècile decise di passare in
pasticceria per prendere qualcosa alla zia che era ghiotta di dolci,
quando ne trovò una entrò e aspettò il suo turno
in fila, le persone sembravano spazientite, probabilmente chi era in
cima alla fila ci stava mettendo un po' e a giudicare dal via vai del
pasticcere con buste, bustine e sacchetti stava comprando una marea di
roba; la pasticceria era molto carina con gli interni bianchi e neri,
era fresca e luminosa e gli stand con i dolci colorati la rendevano
allegra, alla fine la fila si mosse e Cècile vide chi aveva
bloccato la fila per tutto quel tempo, era un ragazzo alto e castano,
indossava una cannottiera nera, una camicia bianca sbottonata e dei
pantaloni mimetici
"Kentin!"
Cècile aveva conosciuto quel ragazzo durante uno scambio
culturale organizzato dal suo vecchio liceo durante il quale era stato
a casa sua per due settimane il Dicembre prima
"Cècile!"
Le corse incontro posando le buste e l'abbracciò forte
"Cosa ci fai tu quì?!"
"Mi sono trasferita da zia Agata, ricordi?"
"Ah si, mi aveva detto che saresti venuta a trovarla ma non che ti saresti trasferita!"
"Si, gliel'ho chiesto io... volevo farti una sorpresa!"
"E ci sei riuscita eccome! Quindi verrai al Dolce Amoris?"
"Si... ma è davvero il suo nome?"
"Eh si... lo so, è strano"
"Puoi dirlo forte!"
Kentin era davvero un bel ragazzo, aveva gli occhi verde smeraldo e un
sorriso bellissimo, era molto dolce, a volte un po' infantile,
soprattutto quando si parlava di dolci sembrava davvero un bambino di
quattro anni; Cècile pensò ad una volta in cui i suoi
genitori li lasciarono da soli in casa e loro si erano messi sul divano
con tre vassoi di dolci fra le gambe mentre guardavano un film, aveva
una foto nel portafoglio che ritraeva quella scena, si erano
addormentati con la TV accesa, lei stava fra le sue braccia con la
testa appoggiata alla sua spalla mentre Kentin le teneva un braccio
sulla spalla e la testa appoggiata alla sua, erano tutti sporchi di
cioccolata ed erano circondati dalle carte delle caramelle, sorrise a
quel ricordo, Kentin per lei era speciale, ma non quanto lo era lei per
lui, che si era innamorato di quella ragazza così speciale dal
primo momento che l'avevva vista anche se sapeva di non avere nessuna
possibilità con lei perchè era ancora innamorata del suo
ex...
"Progressi con Lorenzo?"
Chiese innocentemente lui, Cècile sbiancò, si fece cupa in volto ed il suo sorriso si spense
"Non esattamente"
"Cioè?"
"Ken, ti prego... non ne parliamo... mai più"
"E' successo qualcosa?"
Odiava sentirsi chiamare Ken, ma la reazione dell'amica lo preoccupava
"Non fare domande per favore"
"Ok..."
Doveva trovare un modo per rimediare a quella gaffe SUBITO; gli venne
subito un'idea, Alexy ed Armin! Certo! I suoi migliori amici,
soprattutto Alexy, le avrebbero tirato di sicuro su il morale
"Vieni con me!"
Recuperò le sue buste, la prese per mano e la tirò fuori
dalla pasticceria anche se lei non aveva preso ancora quello che
doveva, presa alla sprovvista, Cècile non oppose resistenza e
andò con lui, Kentin sapeva dove trovare i gemelli, Alexy era un
patitio dello shopping, passava le sue giornate da Jouliene e sapeva
che quel giorno era riuscito a convincere il fratello ad andare con
lui; entrarono e non ci volle molto a trovare i due ragazzi. Alexy
soprattutto non passava inosservato, aveva i capelli azzurri e gli
occhi di un colore stranissimo, simile all'ametista, in più
aveva dei vestiti coloratissimi e le cuffie al collo, suo fratello
invece aveva i capelli neri e gli occhi azzurri come il cielo d'estate
e rispetto al fratello aveva un look molto semplice e sobrio, era un
patito dei computer e soprattutto di videogiochi, non usciva mai senza
la sua PSP ed infatti ci stava giocando anche in quel momento.
Quando videro Kentin e Cècile avvicinarsi Alexy prese il
fratello per una manica e lo trascinò verso i nuovi arrivati
"Ehi Ken! Sei in giro con la tua ragazza?"
"Alexy ti ho detto mille volte di non chiamarmi Ken...e poi lei non
è la mia ragazza... è Cècile...ti ricordi? Te ne
avevo già parlato"
"Certo che mi ricordo! Piacere di conoscerti finalmente! Sei quì in vacanza?"
Quel ragazzo così solare le aveva già fatto dimenticare
il perchè fino a due secondi prima fosse triste, Kentin le aveva
già parlato di quei due ragazzi, sapeva che Alexy era gay e che
probabilmente aveva una cotta per Kentin ma sapeva di non avere
speranze e allora si comportava semplicemente da amico, Cècile
gli sorrise e rispose
"Il piacere è mio Alexy! KEN mi ha parlato molto di te, sono contenta di conoscerti"
Calcò molto sul soprannome dell'amico, si divertiva a guardare
il broncio che metteva in ragazzo quando lo chiamava così, Alexy
sorrise, un po' anche lui si divertiva a vedere il ragazzo arrabbiato,
ma soprattutto perchè quest'ultimo aveva parlato di lui a quella
ragazza tanto che non lo aveva scambiato per suo fratello e aveva
riconosciuto subito quale tra i due fosse il suo interlocuntore.
Cècile poi si era rivolta ad Armin che aveva continuato a
giocare alla console per tutto il tempo, fece un gran sorriso e disse
"Tu invece sei Armin giusto?"
"Eh?..." Armin staccò lo sguardo dallo schermo e per la prima
volta incrociò lo sguardo di quella ragazza "...Ah si, sono
io...tu, come hai detto che ti chiami?"
arrossì un po' per la figuraccia
"Armin! Possibile che tu sia così imbranato? E staccati da quel
gioco una volta tanto! Non lo vedi che c'è una bella ragazza qui
con noi?" lo sgridò il fratello, sia Armin che Cècile
arrossirono subito
"Alex lo vedo benissimo che è una bellissima ragazza, ma devo assolutamente superare questo livello!"
Non si era accorto che la sua prima osservazione ma tutti gli altri si,
Cècile era arrossita fino a mimetizzarsi con i suoi capelli per
quel complimento e Kentin si era irrigidito per la gelosia, per fortuna
nessuno lo notò e Cècile rispose alla seconda domanda che
le aveva posto Alexy pochi minuti prima
"Comunque no, non sono qui in vacanza, a Settembre verrò a scuola con voi, mi sono trasferita da mia zia"
"Ma che notizia fantastica! Finalmente una faccia nuova al liceo! Devo
assolutamente presentarti a Rosalya un giorno di questi, sono sicuro
che andrete d'accordo!"
Dov'è che aveva già sentito quel nome?
Passarono insieme gran parte del pomeriggio e Alexy le diede il suo numero
"Chiamami quando ti sarai sistemata! Voglio portarti a fare shopping con me e Rosa prima che cominci la scuola!"
"Certo Alexy volentieri! Adesso però devo andare... fra poco ho
il treno e prima volevo andare in libreria e in un negozio di musica,
vi lascio... ci sentiamo presto!"
Abbracciò i gemelli e dette un bacio sulla guancia veloce a Kentin e se ne andò.
Entrò in libreria e cominciò a girare per gli scaffali
fino a che non trovò il reparto dei classici, eccolo lì,
Notre Dame de Paris, di Victor Hugo, aveva visto il musical più
di una volta, ma non aveva mai letto il libro, e cosa c'è di
meglio che di leggere un classico in lingua originale? Probabilmente
niente, fece per prenderlo quando una mano toccò la sua, un
ragazzo, alto e biondo con gli occhi del colore del miele e lo sguardo
altrettanto dolce, indossava una camicia bianca ed una cravatta blu, le
sorrideva, aveva un sorriso dolcissimo, lei lo guardava senza parole,
era la reincarnazione del principe azzurro delle favole, Cècile
non riusciva ad aprire bocca, il ragazzo le porse il libro e le disse
"Noto con piacere che i classici piacciono anche alle belle ragazze" continuava a sorridere
"Si, cioè no, volevo dire...si, mi piacciono i classici"
abbassò lo sguardo arrossendo come mai prima di allora...MAI
"Io sono Nathaniel, sei una turista? Non ti ho mai vista qui in giro"
"Si, cioè, è la prima volta che vengo ma non sono una turista... mi stò trasferendo da mia zia"
"Adesso capisco tutte queste valige, vieni, ti faccio visitare la
libreria se vuoi, è più grande di quanto non sembri"
disse con un sorriso che Cècile ricambiò con imbarazzo
"Tu, tu vieni spesso qui?"
"Quasi ogni giorno" sorrisero entrambi.
Adesso lei sapeva dove poterlo rivedere e lui sperava che quella
domanda rivelasse un interesse di quella ragazza nei suoi confronti,
l'aveva fatto a posta, non era stato un caso se le loro mani si erano
toccate, anche se aveva fatto il finto tonto era stata solo una scusa
per attaccare bottone, l'aveva vista entrare e ne era rimasto colpito,
l'aveva osservata per un po' e poi non aveva resistito e le si era
avvicinato; le fece fare il giro del negozio, l'accompagnò alla
cassa e le regalò il libro che aveva preso anche se lei aveva
protestato
"Non posso accettare, davvero, ti ringrazio ma..."
"Niente ma, è un regalo e i regali non si rifiutano mai" le sorrise
-Come faccio a dirti di no se mi sorridi così?- pensò lei
"Ok allora... bene" sorrise di nuovo "Ma la prossima volta che ci
vediamo come minimo ti fai offrire un caffè! Adesso vado di
fretta e non posso rimanere, ma la prossima volta non mi scappi!"
"Se ci tieni così tanto... allora a Mercoledì
Cècile" e le dette un bacio sulla guancia, a quel contatto lei
perse un battito e si irrigidì leggermente arrossendo dinuovo,
lui sorrise a quella reazione e si allontanò, lei scappò
via per non far' vedere quanto fosse a disagio e si fiondò nel
primo negozio di dischi che trovò.
Corse a cercare il disco che voleva e per fortuna lo trovò subito, ma non arrivava al ripiano
"Ehi ragazzina! Questo non è il reparto delle sigle dei
cartoni!" davanti a lei c'era un ragazzo con i capelli rossi come i
suoi e gli occhi grigi come il fumo, puzzava anche un po' di tabacco,
portava una giacca di pelle e una maglietta rossa con il logo degli
Winged Skull, a quanto pare avevano gli stessi gusti musicali
"Lo so bene, ho solo bisogno del nuovo disco di quella che sembra
essere la NOSTRA band preferita" disse indicando la maglietta del
ragazzo
"e dopo vado a vedere se trovo la sigla dell'Ape Maia, il problema
è che non ci arrivo" il rosso scoppiò a ridere e quella
risata fece sorridere anche lei
"Gli Winged Skull eh... hai buon gusto ragazzina!"
"Lo so, grazie mille" rispose e fece una specie di reverenza, il ragazzo le porse il disco che nel frattempo le aveva preso
"Comunque io mi chiamo Castiel" le disse con un ghigno
"Piacere Cècile..." guardò l'orologio "Cazzo mi devo
muovere! Fra dieci minuti arriva il treno! Mi dispiace ma devo andare,
ci vediamo in giro!" gli sorrise, corse alla cassa e andò verso
la stazione il più velocemente possibile.
Arrivò giusto in tempo, salì sul treno e si infilò
le cuffie, ripensò a tutti gli incontri che aveva fatto quel
giorno, aveva incontrato cinque ragazzi nuovi ed un vecchio amico, non
era sicura che avrebbe rincontrato Castiel, il ragazzo del negozio di
dischi, l'importante però era che quel Mercoledì avrebbe
rivisto Nathaniel, non sapeva se lo aveva fatto apposta o se gli era
sfuggito di dirle che sarebbe tornato lì il Mercoledì
successivo, ma a lei andava bene così, quel ragazzo era lo
specchio della perfezione, sentiva di potersi fidare di lui come di
poche altre persone al mondo, era stato molto bello il tempo che aveva
passato insieme a lui commentando la trama di uno o un altro libro,
confrontando gusti e punti di vista, le ricordava il principe azzurro
delle fiabe, quello che dopo Lorenzo non aveva più pensato di
incontrare, il primo l'aveva delusa molto, ma con il biondo sentiva che
sarebbe stato diverso, forse sbagliava a fidarsi così di uno
sconosciuto, ma sentiva di poterlo fare e l'avrebbe fatto.
Arrivò alla stazione diopo circa venti minuti e vide subito sua
zia Agata da lontano, a differenza di suo fratello, il padre di
Cècile, era una donna eccentrica che voleva stare a tutti i
costi al centro dell'attenzione, infatti non andavano molto d'accordo,
ma Cècile sapeva tirare fuori il suo lato buono in qualche modo,
adorava sua nipote e Cècile le era molto affezionata, questo non
toglieva però che spesso in presenza della zia si sentisse in
imbarazzo, esattamente come in quel momento, aveva un vestito
cortissimo di paillettes argentate, le extention lunghissime e bionde,
i tacchi più alti di lei, truccata in modo pesantissimo ed era
piena di gioielli, neppure caratterialmente era molto simile alla
nipote , anzi, erano il giorno e la notte ma forse proprio per quello
le avrebbe fatto bene stare con lei dopo quello che le era successo
negli ultimi sei mesi
"Topolona di zia! Come stai?" le corse incontro e l'abbracciò
"Ciao zia, tutto bene tu?"
"Non ti immagini nemmeno quante cose ti devo raccontare amore mio!"
Era ufficialmente arrivata, sua zia parlava senza smettere neppure per
riprendere fiato, lei ascoltava fingendo interesse e pensò
-Benvenuta in Francia Cècile...benvenuta a casa...-
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Capitolo 3 *** Nuova casa e vecchi ricordi ***
l'altra metà di me cap3 (rewrite)
La
casa di Agata non era grande, ma era molto bella, la cucina ed l
salotto erano in un unico ambiente, la penisola della cucina faceva
anche da tavolo, sopra la televisione c'erano tante mensole piene di
libri e DVD, le pareti erano verniciate di verde chiaro ed il divano
era grigio e molto comodo, il bagno era molto elegante, le pareti erano
color'prugna e la pietra del lavandino era scura, c'era una vasca con
le candele profumate intorno ed era molto illuminato, la camera della
padrona di casa era bellissima, sui toni del bordeaux e del marrone, i
mobili erano in legno scuro ed il letto a baldacchino, anche lì
c'erano molte mensole, ma queste erano piene di statuette di fatine; la
zia era una patita delle creature fantastiche, ma per le fate aveva una
vera fissazione, attaccato ad una parete c'era anche un grande specchio
a forma di sole con i raggi di vetro arancione, sotto c'era un grande
comò di quercia tarlato con dei portagioie a forma di albero
dove la zia lasciava tutti i suoi accessori, sembrava di stare in un
bosco incantato.
La camera di Cécile invece aveva le pareti acquamarina ed i
mobili bianchi, c'era persino un caminetto di pietra bianca, anche lei
aveva un letto a baldacchino con due strati di tende di un tessuto
molto leggero anche quelli bianchi e acquamarina, c'era un armadio a
muro con le ante scorrevoli di vetro e una grande libreria vicino al
caminetto, c'era una finestra alta che sporgeva verso l'esterno con una
poltroncina anche quella con i cuscini e le tende sui toni del bianco e
dell'acquamarina tutto di sfumature diverse, inoltre c'era anche una
scrivania e davanti al camino un divanetto anche quelli rigorosamente
bianchi, sembrava la camera di una principessa con il lampadario a
gocce e gli stucchi sul soffitto, era bella da togliere il fiato! Per
non parlare della vista dalla finestra!
L'appartamento di Agata era al terzo piano di un residence, quindi si
vedeva abbastanza lontano; c'era una grande villa lì vicino e la
finestra dava proprio sul giardino, a Cécile sembrava di stare
in un sogno, quella era la camera che aveva sempre desiderato e una
volta tirate fuori tutte le sue cose sarebbe stata ancora più
bella! Cominciò subito a sistemare libri e CD che sistemò
sulla libreria, sistemò le sue foto con Lety sul caminetto e
cominciò a tirar' fuori i primi vestiti, la zia era andata a a
fare la spesa quindi lei aveva un po' di tempo per sistemare le sue
cose, poi andò in bagno, si riempì la vasca, accese le
candele e lì scaricò tutta la tensione che si era portata
dietro da casa, quando la zia sarebbe rientrata le avrebbe chiesto di
farle un massaggio con un olio che la donna portava via da lavoro, non
si era mai sentita bene come in quel momento.
Passarono le settimane ed i genitori di Cécile le spedirono gli
ultimi scatoloni, il giradischi ed i vinili; un giorno, mentre metteva
a posto le ultimissime cose, da un libro cadde una foto, Cécile
guardandola si fece cupa, era una sua foto... con Lorenzo, il suo ex,
pensava di averla buttata insieme a tutto il resto mesi prima e invece
quella foto, solo quella, le era sfuggita, al tempo adorava quella
foto, ma adesso la odiava... Lorenzo... il suo primo amore... il suo
dolore più grande... il motivo per cui si era trasferita in
Francia, Lorenzo.
Fino al suo arrivo in Francia era stato il ragazzo più bello che
avesse mai visto: aveva gli occhi azzurri come il cielo d'estate, i
capelli castani con un ciuffo che gli ricadeva su un occhio, aveva un
fisico da mozzare il fiato, era un gentiluomo come pochi ed era
bravissimo a scuola, suonava la chitarra elettrica e amava la musica
rock, aveva molti amici ed era solare e simpatico, era la perfezione
fatta persona e lei se ne era innamorata dal primo istante in cui
l'aveva visto e con suo grande stupore lui ricambiava i suoi sentimenti.
Erano stati insieme per quasi quattro anni poi, quell'anno, poco dopo
l'inizio della scuola, ad una festa lo trovò nel guardaroba del
locale insieme ad una ragazza ubriaca a fare porcherie.
Era delusa, schifata e amareggiata, soffriva come un cane in quel
momento, rimase lì per alcuni secondi, come per realizzare che
fosse veramente lui, il suo Lorenzo, poi scappò via e
chiamò Lety che, anche se prima della chiamata stava dormendo,
la raggiunse subito e la portò a casa sua, passò la notte
ed i tre giorni successivi a casa della sua amica che a quel punto
sapeva essere l'unica persona di cui si potesse fidare, poi il dolore
cedette il posto alla rabbia e una volta tornata a scuola gli
sputò tutto in faccia senza rimorsi anche se questo la rese il
bersaglio di tutte le malelingue del liceo, per non parlare di quello
che diceva di lei il suo ormai ex ragazzo che ne inventava di tutti i
colori e la trattava malissimo pur' di non ammettere le sue colpe, poi,
a Febbraio, l'incidente.
Tornava in moto ubriaco da una festa e prese contro mano un incrocio ed
una macchina gli andò addosso... dopo un mese di coma i medici
avevano dichiarato la morte cerebrale e avevano staccato le macchine,
il 23 Marzo, sarebbe stato il loro quarto anniversario, Cécile
era distrutta dal dolore, ma non lo diede mai a vedere tranne che con i
suoi genitori e la sua amica, non andò neppure al funerale,
preferiva sembrare meschina e cattiva piuttosto che farsi vedere
distrutta per la morte di quel ragazzo che amava ancora nonostante
tutto quello che si erano detti negli ultimi mesi.
Poi la scuola finì, per fortuna, ed i suoi genitori decisero che
la cosa migliore per lei fosse cambiare aria e alla fine si era
trasferita in Francia dalla zia.
Quella foto aveva ritirato fuori tutte quelle brutte sensazioni e
Cécile cominciò a piangere disperata, Agata, allarmata
dal pianto della nipote, corse in camera sua e la trovò
accasciata sul pavimento in preda ai singhiozzi, dalla sera
dell'incidente Cécile soffriva di attacchi di panico ed in quel
momento ne aveva uno in corso, Agata la prese fra le braccia lasciando
la foto per terra, la sollevò come meglio potè, la mise
sul letto e rimase con lei tutta la notte, quella sera Agata
giurò a se stessa che non avrebbe più permesso a nessuno
di far'del male a sua nipote, uomo o donna, se fosse ricapitata una
cosa del genere se la sarebbero vista con lei; nessuno poteva far' del
male alla sua famiglia, tanto meno a sua nipote, la sua unica nipote
che per lei era come una figlia, anche a costo della sua vita, la cosa
più importante per lei era Cécile.
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Capitolo 4 *** Il biglietto di Lysandre ***
l'altra metà di me cap4 (rewrite)
Qualche
giorno dopo l'incidente della foto, mentre guardava un film ambientato
durante l'epoca vittoriana a Cécile tornò in mente
Lysandre, il ragazzo che aveva conosciuto sotto la Tour
Eiffel...chiaro! Nel film c'era uno vestito come lui!
Tirò fuori il biglietto che il ragazzo le aveva dato dal
portafoglio, c'era scritto "Leigh's boutique", memorizzò il
numero che Lysandre aveva aggiunto e gli scrisse un messaggio
C:Ciao Lysandre! Sono Cécile, ti ricordi? Circa tre settimane fa a Parigi, sotto la torre?
L:Capelli rossi ed occhi grigi, la musicista giusto? O mi sbaglio con qualcun'altro?
C:No, sono io ;-)
L:Ah, bene! Non volevo proprio fare una brutta figura, come stai? Ti sei sistemata?
C:Si, tutto bene, grazie mille, tu?
L:Tutto bene anche io ;-)
C:Sono contenta!... Senti, volevo chiederti se in questo periodo tu ed
il tuo amico suonavate da qualche parte, mi farebbe piacere venire a
sentirvi
L:Certo! Suoniamo Sabato sera alle 21:00 nel bar dove siamo stati insieme a Parigi
C:Perfetto! Posso portare un amico?
L:Sicuro! Più siamo meglio è!
C:Va bene, allora ci vediamo Sabato sera! Un bacio! ;-*
L:A Sabato! ;-) Un bacio anche a te! ;-*
Cécile chiamò subito Kentin, non voleva andare da sola,
era appena arrivata ed aveva paura di perdersi e dato che il suo amico
abitava poco lontano da lei le era sembrata una buona idea chiedere a
lui di accompagnarla.
Kentin rispose al trezo squillo
"Ciao Cécile! Tutto bene?"
"Ciao Kentin, si tutto bene, volevo sapere se sabato sera hai da
fare... un ragazzo che ho conosciuto a Parigi suona in un bar poco
lontano dalla Tour Eiffel ed io non voglio andarci da sola"
"Sabato dici? No, non ho niente da fare, ti passo a prendere verso le
18:30, prendiamo il treno, mangiamo un boccone insieme ed andiamo? Di
solito chi suona non comincia prima delle 21:00"
"Infatti lui mi ha detto che cominciano proprio a quell'ora! In un secondo hai organizzato tutto alla perfezione!"
"Allora va bene?"
"Sicuro! Ti aspetto Sabato alle 18:30... chiamiamo anche Alexy e Armin?"
"No, loro Sabato sera hanno una cena di famiglia, lo so perchè
di solito il sabato sera lo passiamo insieme, ma ieri mi hanno chiamato
per dirmi che per questa settimana salta"
"Ok, allora vorrà dire che andremo io e te...'notte Ken"
"Non chiamarmi Ken! Comunque buonanotte Ceci"
Ceci era il soprannome con cui suo padre chiamava Cécile ma non
tanto in riferimento al nome quanto al legume e da quando Kentin aveva
sentito quel nomignolo ogni volta che lei lo chiamava Ken lui lo usava
come per ripagarla con la stessa moneta e lei faceva finta che le desse
fastidio
"Ti sto facendo la linguaccia se lo vuoi sapere Ken"
"Va bene Ceci, buonanotte"
"Buonanotte" sorrisero entrambi ed andarono a dormire.
Arrivò il Sabato e Cécile cominciò a prepararsi
alle 14:00, fece il bagno, scelse un vestito lungo fin sotto al
ginocchio color'verde smeraldo di un tessuto lucido senza spalline
increspato sul seno e stretto fino alla vita con una trasparenza di
tulle nero ricamato che faceva intravedere la pancia e poi scendeva
morbido, portava un paio di sandali neri con il tacco alto e dei nastri
che le risalivano su lungo le gambe, un paio di pendenti con una pietra
verde, dei braccialetti ed una pochette neri, aveva raccolto i calelli
che le ricadevano sul viso indietro con una pinzetta nera e li aveva
lasciati mossi, si era truccata poco, con un po'di matita, l'eyleiner
ed il mascara neri ed un lucidalabbra chiaro; erano le 18:00, aveva
ancora mezz'ora prima che Kentin andasse a prenderla e allora si mise a
leggere Notre Dame de Paris sulla poltroncina sotto alla finestra in
camera sua, dopo pochi minuti entrò sua zia
"Amore sei bellissima! Per quale dei ragazzi ti sei messa così in tiro eh tesoro?"
"Per nessuno in particolare zia"
"Sei sicura? Guarda che a zia lo puoi dire!"
"Si zia, lo so, ma davvero, non l'ho fatto per nessuno in particolare"
"Se lo dici tu..." in quel momento suonò il campanello "Vado ad
aprire! Tu aspetta che ti chiami prima di venire di là! In
questi momenti maledico la mancanza di scale in questo appartamento!"
"Zia guarda che non devo fare un'entrata trionfale!"
"Fa lo stesso! Arrivooo!" uscì ed andò ad aprire
dopo pochi secondi Cécile sentì sua zia che la chiamava,
prese la borsa ed un coprispalle nero ed uscì dalla camera,
Kentin quando la vide rimase a bocca aperta
"C-Cécile! S-sei b-bellissima!"
"Sei il solito esagerato Kentin! Non è niente di che..."
"Amore il tuo amico ti ha fatto un complimento, accettalo e CHETATI!" le disse la zia in italiano
"Allora... vogliamo andare?"
"Si, certo... andiamo. Ciao Agata, te la riporto sana e salva!"
"Non ho dubbi Kentin, mi fido di te... e poi se le capita qualcosa
mentre sta con te quando lo vengo a sapere ti faccio passare l'ora
peggiore della tua vita... altro che accademia militare!"
"Tranquilla Agata, fra la paura che ho di te ed il bene che voglio a
Cécile sarà difficile che le succeda qualcosa!" disse
scherzando
"Ok ma adesso andiamo, ciao zia!"
"Ciao ragazzi, divertitevi!"
"Senz'altro!" dissero i ragazzi in coro uscendo.
Presero il treno ed arrivarono a Parigi circa un'ora dopo; Kentin non
smetteva un attimo di guardare Cécile, quel vestito le stava a
meraviglia, sembrava una modella, certo, lei sarebbe stata bene con
qualunque cosa ma quel vestito le stava davvero d'incanto.
Cenarono in un ristorante molto semplice ma molto carino, il cibo era
ottimo, le porzioni abbondanti ed i prezzi non erano molto alti, Kentin
da bravo gentiluomo offrì la cena a Cécile che all'inizio
oppose resistenza ma alla fine si arrese, a patto che una volta
arrivati al bar Kentin si facesse offrire qualcosa da bere, il ragazzo
accettò e si diressero verso il bar; arrivarono alle 20:50 e
Cécile appena entrata vide Lysandre sul palco che provava il
microfono, si avvicinò a lui e quando arrivò sotto al
palco lo chiamò, Kentin la seguiva in silenzio
"Ciao Lysandre!"
"Ciao Cécile!...Kentin! Non pensavo che venissi anche tu"
"Vi conoscete?"
"Si... andiamo a scuola insieme"
Kentin guardò verso la chitarra che era appoggiata al piedistallo sul palco e rivolgendosi a Lysande disse
"La bestia malefica dove si è nascosta?"
"La bestia malefica?" chiese Cécile
"Chi è che mi chiama?" Cécile si girò nella direzione dalla quale arrivava la voce e lo vide
"Castiel?"
"Ehi Ape Maia!"
"Vi conoscete?" chiesero in coro Lysandre e Kentin
"Si, ci siamo incontrati a Parigi in un negozio di dischi"
"Capisco" disse Kentin cupo
"Cass ma allora è lei la raga..." Lysandre si zittì all'improvviso
Castiel lo stava guardando malissimo, Kentin guardava il rosso come se
davanti a lui ci fosse Cerbero, il cane a tre teste, Lysandre si
girò verso l'unica ragazza del gruppo e le chiese
"Cécile, scusa cara, potresti portarmi una bottiglia d'acqua?"
"Certo, nessun'problema, naturale o frizzante?"
"Naturale, grazie mille"
"Di niente" sorrise e si avviò verso il bancone
"Ken e tu dove l'hai conosciuta quella?"
"Non sono affari tuoi Castiel"
"E dai soldatino! Mica ti ho chiesto se te la sei portata a letto!"
Kentin per un attimo traballò poi decise di dire una via di
mezzo fra la verità e la battuta del rosso "In effetti abbiamo
dormito insieme un paio di volte"
Castiel rimase sorpreso da quella risposta, ma Cécile gli
sembrava troppo in gamba per essere andata con Kentin, non la
conosceva, ma ne era sicuro, sin dal primo momento in cui l'aveva vista
gli era sembrato di conoscerla da sempre, non sapeva perchè, ma
era così, ne aveva parlato con Lysandre, era il suo migliore
amico, e lui sosteneva che il rosso avesse avuto un colpo di fulmine,
ma era impossibile, lui, dopo Debrah, non si sarebbe più
innamorato, ne era certo, ed era ancora più sicuro che se prima
o poi fosse successo non sarebbe stato così semplice farcelo
ricascare, no, non dopo tutto quello che gli era successo negli ultimi
mesi, non dopo così poco tempo, non di lei.
Dopo poco Cécile tornò con l'acqua di Lysandre ed i
ragazzi cominciarono a suonare, Cécile e Kentin ballarono e si
divertirono come due matti per tutta la sera poi, verso le 2:00 circa i
ragazzi smisero di suonare e li raggiunsero dietro al palco
"Siete stati grandiosi!" urlò Cécile vedendoli
"Grazie Cécile"
"Ape Maia non dire cose ovvie! Io sono sempre grandioso!" disse il chitarrista con un ghigno soddisfatto
Cécile gli fece la linguaccia divertita, le piaceva quel
ragazzo, l'aveva trovato simpatico fin dal primo momento, faceva il
duro, ma infondo era un bravo ragazzo, se ne era accorta subito
"Mi spieghi perchè la chiami Ape Maia?"
"Non sono affari tuoi Barbie"
"Barbie?" disse perplessa Cécile
"Si, lui si chiama Ken come quello della Barbie..."
"Frena! Io non mi chiamo Ken! Io mi chiamo Kentin!"
"E' la stessa cosa... e poi a parte il nome siete uguali, senza palle e pure allocchi"
"Dai Cass, non rovinare una bella serata con le tue battute squallide!" l'aveva rimproverato Lysandre
"Lys lascialo continuare, sto solo cercando una scusa per prenderlo a
botte, così vede chi è l'allocco fra noi!"
Castiel lo stava facendo sfigurare davanti a Cécile, non poteva permetterglielo
"Ah si? Ken ma se mi sfidi è troppo facile"
"Basta voi due!" aveva urlato Cécile che si era stancata della lite fra quei due
i ragazzi la guardarono senza fiatare
"Oh! Finalmente!" si girò verso Lysandre e si scambiarono un sorriso complice
in quel momento irruppe nella stanza una ragazza bionda con un tubino
nero che si gettò fra le braccia di Castiel urlando il suo nome,
il ragazzo se la staccò di dosso e la salutò in modo
freddo
"Ciao Ambra"
anche gli altri ragazzi le fecero un cenno di saluto poi, quella che
sembrava la reincarnazione di una Barbie incontrò lo sguardo di
Cécile che abbozzò un sorriso educato, ma la bionda la
fulminò con uno sguardo cattivo e rivolgendosi a Castiel chiese
con voce stridula
"E quella chi è?"
"Un'amica..." rispose il rosso
"Bene...amica..." disse squadrando la rossa da capo a piedi con aria di
superiorità "Vedi di stare alla larga del mio ragazzo"
Castiel stava per ribattere, ma venne anticipato da Cécile
"Mi dispiace deluderti, ma sono certa che Castiel non sia d'accordo con te"
"Appunto"
la bionda si infuriò e diventò rossa come i capelli dei due ragazzi
"Senti... carina... vedi di rimanere al tuo posto! Tu non sai chi sono io"
"E invece lo so bene, e credo che tu debba andartene a 'fanculo principessina!"
aveva capito benissimo che sia Castiel che Ambra sarebbero andati a
scuola con lei, ma non le importava dei dispetti che sicuramente le
avrebbe fatto la bionda, non sopportava le pèersone che si
atteggiavano come faceva lei e di sicuro non se ne sarebbe rimasta
zitta a subire, aveva capito subito che Ambra non poteva essere la
ragazza di Castiel anche se non sapeva come e l'atteggiamento con cui
la ragazza si era rivolta a lei dopo essere stata sbugiardata l'aveva
irritata ancora di più; alla fine la bionda se ne era andata
inviperita, Kentin e Lysandre fissavano Cécile senza parole
mentre Castiel la guardava con un ghigno divertito e soddisfatto
"Bene! La gattina ha tirato fuori le unghie... o meglio... l'ape ha
tirato fuori il pungiglione" Cécile ghignò soddisfatta a
quel commento "Vieni con me, ti offro qualcosa da bere"
"Ok" Cécile seguì Castiel verso il bancone e ordinò una bibita analcolica, Castiel invece prese una birra
"Come facevi a sapere che Ambra non era la mia ragazza?"
"A dire la verità non lo sapevo...intuito femminile forse, ma
poi sei stato così freddo con lei quando ti ha abbracciato,
probabilmente è stato per quello"
"E se invece avessi reagito così solo perchè non sono un amante delle smancerie?"
"Oh! Andiamo! Si vede subito che quella Barbie non è il tuo tipo!"
"A proposito di Barbie... Ken non è il tuo ragazzo vero?"
"No, perchè me lo chiedi?"
"Così, curiosità"
"No, io non mi innamorerò mai"
"Sei già stata innamorata di qualcuno?"
"Si... e non ti sto a raccontare quanto sono stata male, ho chiuso con questo genere di cose, tu?"
"Io? No, io no, non sono capace di amare"
"Io invece ho come la sensazione che tu mi stia mentendo"
Castiel la guardò sgranando gli occhi -Come fa a saperlo?-
"Non ti sto chiedendo di raccontarmi la tua storia, ti ho solo fatto una domanda come tu hai fatto a me"
"Si, ok è vero, sono stato innamorato e sono rimasto fregato, come te, e adesso col cavolo che ci ricasco!"
"Bene...allora propongo un brindisi... a noi, che saremo felici anche
da soli e... a loro, ovunque essi siano... gli faremo vedere che alla
fine cel'abbiamo fatta anche senza di loro"
"Ci sto... alla faccia tua Debrah!"
Cécile sbuffò un sorriso triste
"Alla faccia tua... Lorenzo... amore mio..." le ultime due parole le
sussurrò come in un soffio prima di bere quello che rimaneva
della sua bibita ed uscire dal bar insieme al suo nuovo amico.
Kentin e Lysandre li aspettavano su una panchina davanti al bar ed i
due musicisti si offrirono di riportare a casa i loro amici, erano in
moto, l'ultimo treno era passato circa due ore prima e l'ultimo autobus
tre quindi i ragazzi accettarono il passaggio, Cécile
salì con Castiel e Kentin con Lysandre. Quando Castiel si
fermò davanti casa di Cécile lei gli porse il casco che
le aveva prestato e gli slacciò il suo tirandoglielo un po'su
"Grazie della bella serata e del passaggio... buonanotte" gli dette un bacio sulla guancia sorridendo
"Buonanotte" rispose lui un po' spiazzato da quel gesto
"Ci vediamo presto" aggiunse facendole l'occhiolino prima che entrasse in casa, poi si rinfilò il casco e partì
-Sei speciale Cécile, molto- pensò lui
-Ti voglio bene Castiel- pensò invece lei mentre lo guardava allontanarsi dalla finestra del palazzo.
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Capitolo 5 *** Nuovi amici ***
l'altra metà di me cap5 (rewrite)
Era passato quasi un mese dall'arrivo di Cécile in Francia e aveva già molti amici.
Pochi giorni dopo il concerto Lysandre le aveva presentato suo fratello
Leigh e Rosalya, la sua ragazza, che sarebbe stata anche lei una delle
sue nuove compagne di scuola, Rosalya era bellissima, lunghi capelli
argentati, occhi felini ambrati ed un fisico da far'invidia a chiunque,
anche lei, come Lysandre e Leigh, vestiva in stile vittoriano e come il
suo ragazzo amava la moda e spesso dopo la scuola gli dava una mano in
negozio; Lysandre aveva ragione, quella ragazza a Cécile
ricordava tantissimo Lety e si era subito affezionata a lei e anche
Rosalya ricambiava la sua simpatia, infatti l'aveva invitata molte
volte a fare shopping con lei ed Alexy ed erano diventati un trio
inseparanbile.
Inoltre Cécile passava molto tempo con Kentin e molto presto era
subentrata nel gruppo del sabato sera formato dall'amico e dai gemelli;
ogni sabato infatti si incontravano a casa dei gemelli, mangiavano una
pizza e poi passavano la serata giocando tutti insieme con i
videogiochi di Armin, Cécile all'inizio era una frana, ma piano
piano stava migliorando, Armin era un grande giocatore, ma anche un
bravo insegnante e a volte aveva rinunciato a giocare da solo per
aiutare Cécile.
Si era vista anche con Nathaniel a volte, era un ragazzo meraviglioso e
pieno di attenzioni, era un piacere stare con lui e quando lo vedeva si
dimenticava di ogni suo problema. Si erano sempre incontrati a Parigi e
lui la portava sempre in un posto diverso, sapeva che non abitava a
Parigi neppure lui, ma non gli aveva mai chiesto dove abitasse di
preciso; di lui ai suoi amici non aveva detto niente e neppure a lui di
loro, non perchè si vergognasse o cose del genere, ma
perchè voleva che quell'amicizia così profonda che
già si stava creando rimanesse una cosa solo fra di loro, almeno
per il momento.
Con Castiel non si era sentita molto, a parte quando uscivano tutti
insieme o con Lysandre l'aveva incontrato solo una volta per caso al
parco quando un grosso pastore Beuceron le era saltato addosso e
l'aveva fatta cadere in un laghetto, era Demon, il cane del rosso, il
ragazzo corse incontro al cane e, accorgendosi della scena,
aiutò Cécile a rialsarsi chiedendole scusa
"Ti stava facendo solo le feste, però è strano, di solito
gli ci vuole un po' di tempo prima di fare le feste così a
qualcuno e invece ti è addirittura venuto incontro"
"Beh, vorrà dire che il mio fascino colpisce anche gli animali!" disse Cécile ridendo
Giocarono per un po'insieme a Demon e poi Castiel l'accompagnò a casa
-fino ad ora Demon non aveva fatto le feste a nessuno così, solo
a me- pensò vedendo il cane salutare la ragazza prima che si
allontanasse da loro
Aveva ragione, se ne era accorto anche Demon, quella ragazza aveva qualcosa di speciale.
Erano gli inizi di Agosto, il giorno dopo Lety sarebbe arrivata in
Francia con i genitori di Cécile e lei era al settimo cielo,
aveva subito organizzato una cena con tutti i suoi amici per
presentarla a tutti, Nathaniel non ci sarebbe stato, ma all'amica aveva
già parlato di lui e si era raccomandata di non parlare del
ragazzo alla cena spiegandole i suoi motivi, Lety, come sempre, l'aveva
capita ed aveva detto
"Questo viaggio comincia bene! Se tutti questi ragazzi sono così
belli e questo Nathaniel è davvero come me lo descrivi tornerai
quella di sempre in pochi mesi!" lei era sempre ottimista e a
Cécile questa sua ventata di allegria faceva sempre bene.
La mattina dopo Cécile partì con la zia, arrivarono
all'aereoporto e aspettarono di veder'arrivare Giacomo e Meredith
insieme a Lety; quando arrivarono Lety abbandonò le valige e
corse incontro all'amica che aveva già percorso gran parte dello
spazio che le separava e si abbracciarono con le lacrime agli occhi, si
erano sentite tutti i giorni per ore, ma si erano mancate ugualmente,
Cécile abbracciò i suoi genitori e poi si avviarono verso
casa. Giacomo e Meredith si sistemarono in camera di Agata, lei avrebbe
dormito sul divano (era un divano-letto) e Lety avrebbe dormito in
camera con Cécile; quando Lety vide la camera dell'amica rimase
a bocca aperta
"Wow! Cécile! Ma questa è la camera dei nostri sogni!"
"Eh già, solo che tu invece che bianca ed acquamarina la vuoi bianca e rosa"
"Ho cambiato idea...è...è...meravigliosa anche così!"
Cenarono tutti insieme e poi le ragazze passarono tutta la notte a parlare.
Il giorno dopo fecero una passeggiata al parco e poi si prepararono per
la cena, Cécile e Lety si misero ai fornelli e prepararono dei
piatti tipici italiani.
Il campanello suonò per la prima volta alle 19:45, erano i
gemelli, poi arrivarono Lysandre e Rosalya, poi Kentin, di Castiel
nessuna traccia, Lety aveva subito fatto amicizia con tutti,
soprattutto con Alexy e Rosalya, erano le 20:25, a quel punto Castiel
non sarebbe venuto, all'improvviso suonò il campanello,
Cécile corse ad aprire, era Castiel
"Sei in ritardo"
"Lo so"
"Entra, Lety lui è Castiel, Castiel lei è Lety"
"Piacere bella, la tua amica sicuramente ti ha già parlato di me"
"Un po' si"
Castiel ci stava provando con Lety, non faceva niente di male, ma a
Cécile dette comunque fastidio, anche se non sapeva
perchè
"Castiel a cuccia, Lety è fidanzata"
"Cécile, io non sono più..."
"E me lo dici adesso?!?"
"E' da un po' che è successo, tel'ho detto per telefono"
"E' vero,scusa, hai ragione, comunque Cass non flirtare con lei, finireste per uccidervi"
"Ehi ragazzina frena! Io non flirto con nessuno"
"Ah no? E allora cosa fai?"
"Io ti guardo negli occhi e tu ti innamori. Per ora le uniche ragazze
che mi hanno resistito siete tu e Rosa cara la mia Ape Maia"
"E' vero Cécile, poi però conoscendolo, tranne Ambra, gli hanno dato tutte buca"
"Ehi non tutte! Ti ricordo che sono stato per quasi quattro anni
con..." si era rabbuiato, tutti i presenti tranne Lety capirono di chi
stava parlando Castiel quindi Cécile disse
"Dai ragazzi, adesso che siamo tutti e ci siamo fatti due risate io direi che possiamo metterci a tavola!"
Si sedettero tutti insieme e cenarono fra chiacchere e risate;
Meredith, Agata e Giacomo erano andati a cena fuori per non affollare
troppo il piccolo appartamento ed i ragazzi ne avevano approfittato per
fare quello che volevano. Dopo cena Cécile, Rosalya, Alexy e
Kentin misero in ordine la zona cucina mentre Lysandre, Lety, Castiel e
Armin stavano scegliendo un film da guardare in TV, Lysandre si
avvicinò a Lety e le chiese
"Quanto ti fermi qui da noi?"
"Fino a dopo il compleanno di Cécile... riparto il 28"
"Quand'è precisamente il compleanno di Cécile?"
"Il 22"
"Davvero?"
"Si, perchè?"
"Shh parla piano. Il 22 è anche il compleanno di Castiel,
stavamo pensando di organizzargli una festa a sorpresa, è per
questo che ti ho chiesto quanto rimani, volevo invitarti, a
Cécile non ho avuto ancora l'occasione di parlarne"
"Lys... e se organizzassimo una festa per entrambi? Li festeggiamo insieme!"
"E' un'ottima idea! Ci incontriamo domani mattina al parco per organizzare tutto vieni?"
"Cercherò di fare il possibile, se Cécile dorme esco con
la scusa di andare a correre altrimenti ci sentiamo per telefono, non
mi va di dirle una bugia"
"Ok perfetto, senti... e se dicessimo ad entrambi della festa dell'altro?"
"Lys ma così..."
"Cosa bisbigliate voi due? Lys è un quarto d'ora che ti chiamo!" Era Castiel
Lysandre fece un cenno a Lety come per dirle che ne avrebbero riparlato
più tardi poi andò dall'amico, dopo poco arrivarono anche
Cécile, Rosalya, Alexy e Kentin, aprirono il divano e si
sistemarono meglio che potevano, Cécile stava fra Kentin e
Rosalya, vicino a Rosa c'era Alexy, lui ed Armin accerchiavano Castiel
e Lysandre era vicino a Lety, era stato tutto architettato
perchè potessero parlare senza che nè Cécile
nè Castiel sentissero quello che si dicevano
"Prima ti dicevo che potevamo far' pensare ad entrambi che la festa sia
solo per l'altro, così sapranno della festa e si faranno un
regalo a vicenda e allo stesso tempo non sospetteranno che la festa
è anche per loro! Castiel quest'anno non vorrebbe festeggiare
quindi questa è un'ottima scusa"
"E' geniale! Neppure Cécile quest'anno voleva festeggiare"
"Allora siamo d'accordo! Domani ci troviamo al parco alle 8:00"
"Se Cécile dorme"
"Si, ok"
Il resto della serata passò velocemente poi tutti tornarono a
casa propria d'accordo sul rivedersi il pomeriggio seguente.
Cécile e Lety chiaccherarono tutta la notte; Lety si era messa
la sveglia alle 7:30, era sicura che Cécile a quell'ora sarebbe
stata ancora addormentata, aveva ragione, Agata era già uscita,
Meredith e Giacomo dormivano, prese un foglietto e scrisse "Sono andata
a correre, torno presto. Lety" corse verso il parco e trovò
già lì tutti i ragazzi.
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