L'altra metà di me

di Elisagemma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Partenza! ***
Capitolo 2: *** Primi incontri ***
Capitolo 3: *** Nuova casa e vecchi ricordi ***
Capitolo 4: *** Il biglietto di Lysandre ***
Capitolo 5: *** Nuovi amici ***



Capitolo 1
*** Prologo: Partenza! ***


L'altra metà di me (review) C'era una ragazza su quell'aereo, aveva i capelli rosso rame, lunghi e mossi e gli occhi grigi come il cielo d'inverno.
Si stava trasferendo in Francia dalla zia, un po' per studiare e un po' per lasciarsi il passato alle spalle. Si chiamava Cècile, suo padre era italiano, sua madre inglese, ma lei era nata in Francia ed i suoi genitori avevano deciso di darle un nome francese.
Cècile aveva degli ottimi voti a scuola e una passione e predisposizione unica per la musica, cantava, componeva e suonava la chitarra e il pianoforte; era una ragazza solare e piena di vita, ma anche semplice e umile, di una bellezza e dolcezza disarmanti.

"Lety si, sono appena uscita dall'aereo... si tutto ok... si sono tutte quì, non hanno perso niente... si Lety è andato tutto bene sta' tranquilla! Si ok... ti richiamo quando arrivo a casa di zia Agata... si ok te la saluto! Ciao Lety... ti voglio bene anche io"

Lety era la sua migliore amica; il destino aveva voluto che fossero vicine di casa, così le due bambine erano cresciute insieme come due sorelle, frequentavano la stessa scuola e lo stesso corso di musica e andavano persino insieme in vacanza, era come avere una sorella che non aveva mai avuto, ma di cui sentiva la mancanza, lei riempiva in parte quel'vuoto che le causava l'essere figlia unica; infatti lasciarla era stato molto difficile, non si erano mai separate e quello, anche se non lo dava a vedere, la rendeva triste ed insicura, avrebbe voluto che l'amica andasse con lei, ma non era possibile per una serie dei motivi, non la vedeva da meno di tre ore e già ne sentiva la mancanza.
Non si mise a guardarsi molto intorno, in quell'aereoporto c'era un via vai pazzesco di persone e, come le capitava da un po' di mesi ormai, in mezzo a quella gente si sentiva di troppo, voleva solo uscire di lì e godersi la vista di Parigi, era la prima volta che ci andava, almeno per quanto potesse ricordarsi; infatti lei era nata proprio lì, ma ovviamente era troppo piccola per ricordarsi qualcosa.
Sua zia viveva in una cittadina poco distante dalla capitale da quasi tre anni, ma era sempre stata lei a scendere per le feste; la zia aveva proposto più volte alla nipote di andarla a trovare, aveva un'appartamento con due camere da letto ma vivendo da sola non sapeva cosa farci quindi aveva destinato fin da subito quella stanza alla nipote che però, fino a quel momento, non ne aveva mai approfittato.
Nell'ultimo anno però erano successe molte cose che avevano turbato l'animo di quella ragazza che, nonostante un carattere molto forte, era sempre stata allegra e spensierata come si addice ad una ragazza di sedici anni, per cui i suoi genitori avevano deciso di mandarla per un po' a vivere con la zia approfittando dell'occasione per imparare bene una lingua che stava già studiando a scuola, che le piaceva e che le era sempre suonata alquanto familiare.
Zia Agata lavorava in un centro benessere poco fuori città, ma quel giorno il suo turno finiva nel tardo pomeriggio per cui non sarebbe potuta andare a prendere la nipote che, dal canto suo, non era poi così dispiaciuta e voleva approfittare di tutto il giorno per visitare una città in cui aveva sempre sognato di andare.

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Capitolo 2
*** Primi incontri ***


L'altra metà di me cap 2 (rewrite) Era arrivata a Parigi da circa un'ora e vagava per le strade a bocca aperta, aveva sempre saputo che Parigi era bellissima, ma non pensava che lo fosse così tanto.
Si era ritrovata in centro, davanti a lei c'era la Tour Eiffel

"WOW!"

Davanti a lei c'era una delle sette meraviglie del mondo e ne era estasiata.
Cominciò a passeggiare per il giardino che circondava la torre, era grandissimo e c'erano tantissime persone, turisti che si facevano foto, persone che parlavano, altre che facevano pic-nic e ovviamente coppie di innamorati che avevano scelto la città dell'amore per una gita romantica; stava cercando l'MP3 nella borsa quando si scontrò con qualcuno

"Scusa mi dispiace!"

Avevano parlato contemporaneamente; davanti a lei c'era un ragazzo molto bello, con dei lineamenti dolci, i capelli erano argentati e portava un ciuffo su un occhio, questo le fece notare quegli occhi che la stavano guardando, erano etercromatici, ma per niente inquietanti, uno era verde smeraldo e l'altro di un color' nocciola chiarissimo, quasi ambrato, aveva uno sguardo profondissimo, si presentò con un sorriso

"Io sono Cècile"
"Piacere, Lysandre"

Sorrise a sua volta, passeggiarono un po' insieme parlando del più e del meno; Lysandre era un ragazzo decisamente fuori dal comune, come se i suoi occhi così particolari non attirassero abbastanza l'attenzione della gente, si vestiva in maniera molto... eccentrica, oltre a questo però si distingueva dalla massa per una maturità insolita fra i ragazzi della sua età, si stava rivelando inoltre un grande appassionato di letteratura e poesia, cosa molto insolita per un ragazzo; era così affascinata da quella compagnia che voleva passare ancora un po'di tempo con lui

"Ti va di prendere un caffè insieme?"

Pronunciò quelle parole quasi senza accorgersene

"Perché no!"

Rispose l'altro con un sorriso; si incamminarono verso un bar lì vicino, era molto bello con un tipico stile parigino ordinato e pulito, c'erano anche foto in bianco e nero, quadri e stampe famose appesi alle pareti che davano a quell'ambiente familiare un che di intellettuale; ordinarono due caffè e parlarono di poesia, musica e letteratura fino a che Lysandre decise di spostare la conversazione su un tono più confidenziale...

"Cècile, cosa ti porta a Parigi?"

"Voglio studiare la lingua, sono bilingue, papà è italiano e mamma è inglese però conoscere bene più di una lingua è sempre utile"

Non era solo quello il motivo per cui si trovava lì ma infondo non era una bugia e poi lo aveva appena conosciuto, non poteva certo raccontargli tutta la sua vita!

"Quindi in Italia frequentavi un liceo linguistico?"

"Si, adesso mi sono iscritta in una scuola privata ma sinceramente non so niente di questa scuola, so solo che la frequenta un mio amico che una volta ha fatto uno scambio culturale con il mio liceo"

"Ti piacciono proprio tanto le lingue per fare tutto questo! Di sicuro non è semplice lasciare tutti i propri affetti per venire a studiare una lingua nuova!"

"A dire la verità non è stata una scelta così sofferta...a parte i miei genitori e la mia migliore amica non rimpiango niente di quello che ho lasciato e... a dire la verità questo paese ha sempre avuto un fascino particolare su di me... non so spiegarlo, è come se una parte di me appartenesse a questo posto"

"Hai un nome francese, magari è per questo, a proposito... se tuo padre è italiano e tua madre è inglese, perché hai un nome francese?"

"I miei erano in vacanza qui quando nacqui, sono nata a Parigi"

"Wow! Beh allora comincio a capire la tua sensazione, sei più stata in Francia?"

"No, è la prima volta, anche se mia zia vive qui da tre anni, è sempre venuta lei da noi fino ad adesso. Ora però tocca a me chiedere qualcosa a te!...Vediamo un po'...mmm..."

"Davvero non ti viene in mente niente da chiedermi?"

Chiese con un sorriso aprendo le braccia per indicare i suoi vestiti

"E' un look insolito ma non è male!" Lysandre sorrise... "Piuttosto... cosa scrivi sul tuo quaderno?"

"Un po' di tutto... soprattutto testi di canzoni, ho una band con un mio amico, lui scrive la musica ed io i testi"

"Bello! Che generi fate?"

"Soprattutto rock, ma facciamo anche elettronica"

"Forte! Anche io ho studiato musica"

"Davvero? E cosa facevi di preciso?"

"Principalmente sono una cantante..."

"Anche io!"

"Wow! Allora potremmo fare un duetto prima o poi!"

"Perché no...continua"

"Dicevo che principalmente canto, ma suono anche il piano e la chitarra, compongo anche un po'"

"Tu che generi fai?"

"Pop, elettronica e blues"

"Sono diversi come generi"

"Si ma a me e Lety sono sempre piaciuti questi generi e abbiamo deciso di lavorarci sopra"

"Lety è la tua migliore amica?"

"Si..."

"Ti manca molto vero?"

"Lety è come una sorella per me...c'è sempre stata, anche nei momenti più difficili, non so come farò senza di lei"

"Com'è?"

"Ha i capelli neri, ma adesso li ha tinti di blu, ha gli occhi azzurri, è abbastanza alta ed è molto carina e..."

"Non intendevo l'aspetto" sorrise

"Oh beh, allora devo dire che è una ragazza esuberante, non stà un attimo ferma, è un maschiaccio, ma all'occorrenza sa essere di una dolcezza unica, non lo dà a vedere, ma è molto sensibile, ma allo stesso tempo all'occorrenza sa mettere da parte ogni tipo di sentimento e/o emozione... una volta ha rotto il naso ad un ragazzo perché aveva preso in giro una ragazzina più piccola di noi..."

"Bhe... da una parte ha fatto bene anche se la violenza non fa parte della mia filosofia di vita"

"Aspetta! Quel ragazzo era... 1- il figlio della vicepreside 2-il suo ragazzo!" Lysandro scoppiò a ridere

"Avrei voluto esserci!"

"Comunque abbiamo ricominciato a parlare di me... io voglio sapere qualcosa su di te!"

"Non ho molto da dire... ho un fratello più grande che si chiama Leigh, gestisce un negozio di vestiti ed ha una ragazza bellissima e simpaticissima che si chiama Rosalya... assomiglia molto a Lety caratterialmente parlando"

"Magari un giorno me la presenterai"

"Magari... adesso scusami ma devo andare, mi ero dimenticato che avevo un impegno e sono un po' in ritardo..."

Tirò fuori un foglio dalla tasca e ci scrisse qualcosa sopra, poi lo porse a Cècile

"Questo è il mio numero, quando puoi chiamami così se capita l'occasione ci vediamo e magari ti presento Leigh e Rosalya"

"Volentieri! Appena mi sono sistemata a casa di zia Agata ti chiamo!"

"Ok allora ci sentiamo presto, ciao Cècile, è stato un piacere conoscerti"

Le prese una mano e le baciò il dorso -che gentelman- pensò Cècile

"Anche per me Lysandre" e accennò un inchino

-E' una ragazza speciale- pensò invece lui e si separarono.

Dopo essere uscita dal bar Cècile decise di passare in pasticceria per prendere qualcosa alla zia che era ghiotta di dolci, quando ne trovò una entrò e aspettò il suo turno in fila, le persone sembravano spazientite, probabilmente chi era in cima alla fila ci stava mettendo un po' e a giudicare dal via vai del pasticcere con buste, bustine e sacchetti stava comprando una marea di roba; la pasticceria era molto carina con gli interni bianchi e neri, era fresca e luminosa e gli stand con i dolci colorati la rendevano allegra, alla fine la fila si mosse e Cècile vide chi aveva bloccato la fila per tutto quel tempo, era un ragazzo alto e castano, indossava una cannottiera nera, una camicia bianca sbottonata e dei pantaloni mimetici

"Kentin!"

Cècile aveva conosciuto quel ragazzo durante uno scambio culturale organizzato dal suo vecchio liceo durante il quale era stato a casa sua per due settimane il Dicembre prima

"Cècile!"

Le corse incontro posando le buste e l'abbracciò forte

"Cosa ci fai tu quì?!"

"Mi sono trasferita da zia Agata, ricordi?"

"Ah si, mi aveva detto che saresti venuta a trovarla ma non che ti saresti trasferita!"

"Si, gliel'ho chiesto io... volevo farti una sorpresa!"

"E ci sei riuscita eccome! Quindi verrai al Dolce Amoris?"

"Si... ma è davvero il suo nome?"

"Eh si... lo so, è strano"

"Puoi dirlo forte!"

Kentin era davvero un bel ragazzo, aveva gli occhi verde smeraldo e un sorriso bellissimo, era molto dolce, a volte un po' infantile, soprattutto quando si parlava di dolci sembrava davvero un bambino di quattro anni; Cècile pensò ad una volta in cui i suoi genitori li lasciarono da soli in casa e loro si erano messi sul divano con tre vassoi di dolci fra le gambe mentre guardavano un film, aveva una foto nel portafoglio che ritraeva quella scena, si erano addormentati con la TV accesa, lei stava fra le sue braccia con la testa appoggiata alla sua spalla mentre Kentin le teneva un braccio sulla spalla e la testa appoggiata alla sua, erano tutti sporchi di cioccolata ed erano circondati dalle carte delle caramelle, sorrise a quel ricordo, Kentin per lei era speciale, ma non quanto lo era lei per lui, che si era innamorato di quella ragazza così speciale dal primo momento che l'avevva vista anche se sapeva di non avere nessuna possibilità con lei perchè era ancora innamorata del suo ex...

"Progressi con Lorenzo?"

Chiese innocentemente lui, Cècile sbiancò, si fece cupa in volto ed il suo sorriso si spense

"Non esattamente"

"Cioè?"

"Ken, ti prego... non ne parliamo... mai più"

"E' successo qualcosa?"

Odiava sentirsi chiamare Ken, ma la reazione dell'amica lo preoccupava

"Non fare domande per favore"

"Ok..."

Doveva trovare un modo per rimediare a quella gaffe SUBITO; gli venne subito un'idea, Alexy ed Armin! Certo! I suoi migliori amici, soprattutto Alexy, le avrebbero tirato di sicuro su il morale

"Vieni con me!"

Recuperò le sue buste, la prese per mano e la tirò fuori dalla pasticceria anche se lei non aveva preso ancora quello che doveva, presa alla sprovvista, Cècile non oppose resistenza e andò con lui, Kentin sapeva dove trovare i gemelli, Alexy era un patitio dello shopping, passava le sue giornate da Jouliene e sapeva che quel giorno era riuscito a convincere il fratello ad andare con lui; entrarono e non ci volle molto a trovare i due ragazzi. Alexy soprattutto non passava inosservato, aveva i capelli azzurri e gli occhi di un colore stranissimo, simile all'ametista, in più aveva dei vestiti coloratissimi e le cuffie al collo, suo fratello invece aveva i capelli neri e gli occhi azzurri come il cielo d'estate e rispetto al fratello aveva un look molto semplice e sobrio, era un patito dei computer e soprattutto di videogiochi, non usciva mai senza la sua PSP ed infatti ci stava giocando anche in quel momento.
Quando videro Kentin e Cècile avvicinarsi Alexy prese il fratello per una manica e lo trascinò verso i nuovi arrivati

"Ehi Ken! Sei in giro con la tua ragazza?"

"Alexy ti ho detto mille volte di non chiamarmi Ken...e poi lei non è la mia ragazza... è Cècile...ti ricordi? Te ne avevo già parlato"

"Certo che mi ricordo! Piacere di conoscerti finalmente! Sei quì in vacanza?"

Quel ragazzo così solare le aveva già fatto dimenticare il perchè fino a due secondi prima fosse triste, Kentin le aveva già parlato di quei due ragazzi, sapeva che Alexy era gay e che probabilmente aveva una cotta per Kentin ma sapeva di non avere speranze e allora si comportava semplicemente da amico, Cècile gli sorrise e rispose

"Il piacere è mio Alexy! KEN mi ha parlato molto di te, sono contenta di conoscerti"

Calcò molto sul soprannome dell'amico, si divertiva a guardare il broncio che metteva in ragazzo quando lo chiamava così, Alexy sorrise, un po' anche lui si divertiva a vedere il ragazzo arrabbiato, ma soprattutto perchè quest'ultimo aveva parlato di lui a quella ragazza tanto che non lo aveva scambiato per suo fratello e aveva riconosciuto subito quale tra i due fosse il suo interlocuntore.
Cècile poi si era rivolta ad Armin che aveva continuato a giocare alla console per tutto il tempo, fece un gran sorriso e disse

"Tu invece sei Armin giusto?"

"Eh?..." Armin staccò lo sguardo dallo schermo e per la prima volta incrociò lo sguardo di quella ragazza "...Ah si, sono io...tu, come hai detto che ti chiami?"
arrossì un po' per la figuraccia

"Armin! Possibile che tu sia così imbranato? E staccati da quel gioco una volta tanto! Non lo vedi che c'è una bella ragazza qui con noi?" lo sgridò il fratello, sia Armin che Cècile arrossirono subito

"Alex lo vedo benissimo che è una bellissima ragazza, ma devo assolutamente superare questo livello!"

Non si era accorto che la sua prima osservazione ma tutti gli altri si, Cècile era arrossita fino a mimetizzarsi con i suoi capelli per quel complimento e Kentin si era irrigidito per la gelosia, per fortuna nessuno lo notò e Cècile rispose alla seconda domanda che le aveva posto Alexy pochi minuti prima

"Comunque no, non sono qui in vacanza, a Settembre verrò a scuola con voi, mi sono trasferita da mia zia"

"Ma che notizia fantastica! Finalmente una faccia nuova al liceo! Devo assolutamente presentarti a Rosalya un giorno di questi, sono sicuro che andrete d'accordo!"

Dov'è che aveva già sentito quel nome?

Passarono insieme gran parte del pomeriggio e Alexy le diede il suo numero

"Chiamami quando ti sarai sistemata! Voglio portarti a fare shopping con me e Rosa prima che cominci la scuola!"

"Certo Alexy volentieri! Adesso però devo andare... fra poco ho il treno e prima volevo andare in libreria e in un negozio di musica, vi lascio... ci sentiamo presto!"

Abbracciò i gemelli e dette un bacio sulla guancia veloce a Kentin e se ne andò.

Entrò in libreria e cominciò a girare per gli scaffali fino a che non trovò il reparto dei classici, eccolo lì, Notre Dame de Paris, di Victor Hugo, aveva visto il musical più di una volta, ma non aveva mai letto il libro, e cosa c'è di meglio che di leggere un classico in lingua originale? Probabilmente niente, fece per prenderlo quando una mano toccò la sua, un ragazzo, alto e biondo con gli occhi del colore del miele e lo sguardo altrettanto dolce, indossava una camicia bianca ed una cravatta blu, le sorrideva, aveva un sorriso dolcissimo, lei lo guardava senza parole, era la reincarnazione del principe azzurro delle favole, Cècile non riusciva ad aprire bocca, il ragazzo le porse il libro e le disse

"Noto con piacere che i classici piacciono anche alle belle ragazze" continuava a sorridere

"Si, cioè no, volevo dire...si, mi piacciono i classici" abbassò lo sguardo arrossendo come mai prima di allora...MAI

"Io sono Nathaniel, sei una turista? Non ti ho mai vista qui in giro"

"Si, cioè, è la prima volta che vengo ma non sono una turista... mi stò trasferendo da mia zia"

"Adesso capisco tutte queste valige, vieni, ti faccio visitare la libreria se vuoi, è più grande di quanto non sembri" disse con un sorriso che Cècile ricambiò con imbarazzo

"Tu, tu vieni spesso qui?"

"Quasi ogni giorno" sorrisero entrambi.

Adesso lei sapeva dove poterlo rivedere e lui sperava che quella domanda rivelasse un interesse di quella ragazza nei suoi confronti, l'aveva fatto a posta, non era stato un caso se le loro mani si erano toccate, anche se aveva fatto il finto tonto era stata solo una scusa per attaccare bottone, l'aveva vista entrare e ne era rimasto colpito, l'aveva osservata per un po' e poi non aveva resistito e le si era avvicinato; le fece fare il giro del negozio, l'accompagnò alla cassa e le regalò il libro che aveva preso anche se lei aveva protestato

"Non posso accettare, davvero, ti ringrazio ma..."

"Niente ma, è un regalo e i regali non si rifiutano mai" le sorrise

-Come faccio a dirti di no se mi sorridi così?- pensò lei

"Ok allora... bene" sorrise di nuovo "Ma la prossima volta che ci vediamo come minimo ti fai offrire un caffè! Adesso vado di fretta e non posso rimanere, ma la prossima volta non mi scappi!"

"Se ci tieni così tanto... allora a Mercoledì Cècile" e le dette un bacio sulla guancia, a quel contatto lei perse un battito e si irrigidì leggermente arrossendo dinuovo, lui sorrise a quella reazione e si allontanò, lei scappò via per non far' vedere quanto fosse a disagio e si fiondò nel primo negozio di dischi che trovò.

Corse a cercare il disco che voleva e per fortuna lo trovò subito, ma non arrivava al ripiano

"Ehi ragazzina! Questo non è il reparto delle sigle dei cartoni!" davanti a lei c'era un ragazzo con i capelli rossi come i suoi e gli occhi grigi come il fumo, puzzava anche un po' di tabacco, portava una giacca di pelle e una maglietta rossa con il logo degli Winged Skull, a quanto pare avevano gli stessi gusti musicali

"Lo so bene, ho solo bisogno del nuovo disco di quella che sembra essere la NOSTRA band preferita" disse indicando la maglietta del ragazzo

"e dopo vado a vedere se trovo la sigla dell'Ape Maia, il problema è che non ci arrivo" il rosso scoppiò a ridere e quella risata fece sorridere anche lei

"Gli Winged Skull eh... hai buon gusto ragazzina!"

"Lo so, grazie mille" rispose e fece una specie di reverenza, il ragazzo le porse il disco che nel frattempo le aveva preso

"Comunque io mi chiamo Castiel" le disse con un ghigno

"Piacere Cècile..." guardò l'orologio "Cazzo mi devo muovere! Fra dieci minuti arriva il treno! Mi dispiace ma devo andare, ci vediamo in giro!" gli sorrise, corse alla cassa e andò verso la stazione il più velocemente possibile.

Arrivò giusto in tempo, salì sul treno e si infilò le cuffie, ripensò a tutti gli incontri che aveva fatto quel giorno, aveva incontrato cinque ragazzi nuovi ed un vecchio amico, non era sicura che avrebbe rincontrato Castiel, il ragazzo del negozio di dischi, l'importante però era che quel Mercoledì avrebbe rivisto Nathaniel, non sapeva se lo aveva fatto apposta o se gli era sfuggito di dirle che sarebbe tornato lì il Mercoledì successivo, ma a lei andava bene così, quel ragazzo era lo specchio della perfezione, sentiva di potersi fidare di lui come di poche altre persone al mondo, era stato molto bello il tempo che aveva passato insieme a lui commentando la trama di uno o un altro libro, confrontando gusti e punti di vista, le ricordava il principe azzurro delle fiabe, quello che dopo Lorenzo non aveva più pensato di incontrare, il primo l'aveva delusa molto, ma con il biondo sentiva che sarebbe stato diverso, forse sbagliava a fidarsi così di uno sconosciuto, ma sentiva di poterlo fare e l'avrebbe fatto.

Arrivò alla stazione diopo circa venti minuti e vide subito sua zia Agata da lontano, a differenza di suo fratello, il padre di Cècile, era una donna eccentrica che voleva stare a tutti i costi al centro dell'attenzione, infatti non andavano molto d'accordo, ma Cècile sapeva tirare fuori il suo lato buono in qualche modo, adorava sua nipote e Cècile le era molto affezionata, questo non toglieva però che spesso in presenza della zia si sentisse in imbarazzo, esattamente come in quel momento, aveva un vestito cortissimo di paillettes argentate, le extention lunghissime e bionde, i tacchi più alti di lei, truccata in modo pesantissimo ed era piena di gioielli, neppure caratterialmente era molto simile alla nipote , anzi, erano il giorno e la notte ma forse proprio per quello le avrebbe fatto bene stare con lei dopo quello che le era successo negli ultimi sei mesi

"Topolona di zia! Come stai?" le corse incontro e l'abbracciò

"Ciao zia, tutto bene tu?"

"Non ti immagini nemmeno quante cose ti devo raccontare amore mio!"

Era ufficialmente arrivata, sua zia parlava senza smettere neppure per riprendere fiato, lei ascoltava fingendo interesse e pensò

-Benvenuta in Francia Cècile...benvenuta a casa...-

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Capitolo 3
*** Nuova casa e vecchi ricordi ***


l'altra metà di me cap3 (rewrite) La casa di Agata non era grande, ma era molto bella, la cucina ed l salotto erano in un unico ambiente, la penisola della cucina faceva anche da tavolo, sopra la televisione c'erano tante mensole piene di libri e DVD, le pareti erano verniciate di verde chiaro ed il divano era grigio e molto comodo, il bagno era molto elegante, le pareti erano color'prugna e la pietra del lavandino era scura, c'era una vasca con le candele profumate intorno ed era molto illuminato, la camera della padrona di casa era bellissima, sui toni del bordeaux e del marrone, i mobili erano in legno scuro ed il letto a baldacchino, anche lì c'erano molte mensole, ma queste erano piene di statuette di fatine; la zia era una patita delle creature fantastiche, ma per le fate aveva una vera fissazione, attaccato ad una parete c'era anche un grande specchio a forma di sole con i raggi di vetro arancione, sotto c'era un grande comò di quercia tarlato con dei portagioie a forma di albero dove la zia lasciava tutti i suoi accessori, sembrava di stare in un bosco incantato.

La camera di Cécile invece aveva le pareti acquamarina ed i mobili bianchi, c'era persino un caminetto di pietra bianca, anche lei aveva un letto a baldacchino con due strati di tende di un tessuto molto leggero anche quelli bianchi e acquamarina, c'era un armadio a muro con le ante scorrevoli di vetro e una grande libreria vicino al caminetto, c'era una finestra alta che sporgeva verso l'esterno con una poltroncina anche quella con i cuscini e le tende sui toni del bianco e dell'acquamarina tutto di sfumature diverse, inoltre c'era anche una scrivania e davanti al camino un divanetto anche quelli rigorosamente bianchi, sembrava la camera di una principessa con il lampadario a gocce e gli stucchi sul soffitto, era bella da togliere il fiato! Per non parlare della vista dalla finestra!
L'appartamento di Agata era al terzo piano di un residence, quindi si vedeva abbastanza lontano; c'era una grande villa lì vicino e la finestra dava proprio sul giardino, a Cécile sembrava di stare in un sogno, quella era la camera che aveva sempre desiderato e una volta tirate fuori tutte le sue cose sarebbe stata ancora più bella! Cominciò subito a sistemare libri e CD che sistemò sulla libreria, sistemò le sue foto con Lety sul caminetto e cominciò a tirar' fuori i primi vestiti, la zia era andata a a fare la spesa quindi lei aveva un po' di tempo per sistemare le sue cose, poi andò in bagno, si riempì la vasca, accese le candele e lì scaricò tutta la tensione che si era portata dietro da casa, quando la zia sarebbe rientrata le avrebbe chiesto di farle un massaggio con un olio che la donna portava via da lavoro, non si era mai sentita bene come in quel momento.

Passarono le settimane ed i genitori di Cécile le spedirono gli ultimi scatoloni, il giradischi ed i vinili; un giorno, mentre metteva a posto le ultimissime cose, da un libro cadde una foto, Cécile guardandola si fece cupa, era una sua foto... con Lorenzo, il suo ex, pensava di averla buttata insieme a tutto il resto mesi prima e invece quella foto, solo quella, le era sfuggita, al tempo adorava quella foto, ma adesso la odiava... Lorenzo... il suo primo amore... il suo dolore più grande... il motivo per cui si era trasferita in Francia, Lorenzo.
Fino al suo arrivo in Francia era stato il ragazzo più bello che avesse mai visto: aveva gli occhi azzurri come il cielo d'estate, i capelli castani con un ciuffo che gli ricadeva su un occhio, aveva un fisico da mozzare il fiato, era un gentiluomo come pochi ed era bravissimo a scuola, suonava la chitarra elettrica e amava la musica rock, aveva molti amici ed era solare e simpatico, era la perfezione fatta persona e lei se ne era innamorata dal primo istante in cui l'aveva visto e con suo grande stupore lui ricambiava i suoi sentimenti.
Erano stati insieme per quasi quattro anni poi, quell'anno, poco dopo l'inizio della scuola, ad una festa lo trovò nel guardaroba del locale insieme ad una ragazza ubriaca a fare porcherie.
Era delusa, schifata e amareggiata, soffriva come un cane in quel momento, rimase lì per alcuni secondi, come per realizzare che fosse veramente lui, il suo Lorenzo, poi scappò via e chiamò Lety che, anche se prima della chiamata stava dormendo, la raggiunse subito e la portò a casa sua, passò la notte ed i tre giorni successivi a casa della sua amica che a quel punto sapeva essere l'unica persona di cui si potesse fidare, poi il dolore cedette il posto alla rabbia e una volta tornata a scuola gli sputò tutto in faccia senza rimorsi anche se questo la rese il bersaglio di tutte le malelingue del liceo, per non parlare di quello che diceva di lei il suo ormai ex ragazzo che ne inventava di tutti i colori e la trattava malissimo pur' di non ammettere le sue colpe, poi, a Febbraio, l'incidente.
Tornava in moto ubriaco da una festa e prese contro mano un incrocio ed una macchina gli andò addosso... dopo un mese di coma i medici avevano dichiarato la morte cerebrale e avevano staccato le macchine, il 23 Marzo, sarebbe stato il loro quarto anniversario, Cécile era distrutta dal dolore, ma non lo diede mai a vedere tranne che con i suoi genitori e la sua amica, non andò neppure al funerale, preferiva sembrare meschina e cattiva piuttosto che farsi vedere distrutta per la morte di quel ragazzo che amava ancora nonostante tutto quello che si erano detti negli ultimi mesi.
Poi la scuola finì, per fortuna, ed i suoi genitori decisero che la cosa migliore per lei fosse cambiare aria e alla fine si era trasferita in Francia dalla zia.
Quella foto aveva ritirato fuori tutte quelle brutte sensazioni e Cécile cominciò a piangere disperata, Agata, allarmata dal pianto della nipote, corse in camera sua e la trovò accasciata sul pavimento in preda ai singhiozzi, dalla sera dell'incidente Cécile soffriva di attacchi di panico ed in quel momento ne aveva uno in corso, Agata la prese fra le braccia lasciando la foto per terra, la sollevò come meglio potè, la mise sul letto e rimase con lei tutta la notte, quella sera Agata giurò a se stessa che non avrebbe più permesso a nessuno di far'del male a sua nipote, uomo o donna, se fosse ricapitata una cosa del genere se la sarebbero vista con lei; nessuno poteva far' del male alla sua famiglia, tanto meno a sua nipote, la sua unica nipote che per lei era come una figlia, anche a costo della sua vita, la cosa più importante per lei era Cécile. 

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Capitolo 4
*** Il biglietto di Lysandre ***


l'altra metà di me cap4 (rewrite) Qualche giorno dopo l'incidente della foto, mentre guardava un film ambientato durante l'epoca vittoriana a Cécile tornò in mente Lysandre, il ragazzo che aveva conosciuto sotto la Tour Eiffel...chiaro! Nel film c'era uno vestito come lui!
Tirò fuori il biglietto che il ragazzo le aveva dato dal portafoglio, c'era scritto "Leigh's boutique", memorizzò il numero che Lysandre aveva aggiunto e gli scrisse un messaggio

C:Ciao Lysandre! Sono Cécile, ti ricordi? Circa tre settimane fa a Parigi, sotto la torre?
L:Capelli rossi ed occhi grigi, la musicista giusto? O mi sbaglio con qualcun'altro?
C:No, sono io ;-)
L:Ah, bene! Non volevo proprio fare una brutta figura, come stai? Ti sei sistemata?
C:Si, tutto bene, grazie mille, tu?
L:Tutto bene anche io ;-)
C:Sono contenta!... Senti, volevo chiederti se in questo periodo tu ed il tuo amico suonavate da qualche parte, mi farebbe piacere venire a sentirvi
L:Certo! Suoniamo Sabato sera alle 21:00 nel bar dove siamo stati insieme a Parigi
C:Perfetto! Posso portare un amico?
L:Sicuro! Più siamo meglio è!
C:Va bene, allora ci vediamo Sabato sera! Un bacio! ;-*
L:A Sabato! ;-) Un bacio anche a te! ;-*

Cécile chiamò subito Kentin, non voleva andare da sola, era appena arrivata ed aveva paura di perdersi e dato che il suo amico abitava poco lontano da lei le era sembrata una buona idea chiedere a lui di accompagnarla.
Kentin rispose al trezo squillo

"Ciao Cécile! Tutto bene?"

"Ciao Kentin, si tutto bene, volevo sapere se sabato sera hai da fare... un ragazzo che ho conosciuto a Parigi suona in un bar poco lontano dalla Tour Eiffel ed io non voglio andarci da sola"

"Sabato dici? No, non ho niente da fare, ti passo a prendere verso le 18:30, prendiamo il treno, mangiamo un boccone insieme ed andiamo? Di solito chi suona non comincia prima delle 21:00"

"Infatti lui mi ha detto che cominciano proprio a quell'ora! In un secondo hai organizzato tutto alla perfezione!"

"Allora va bene?"

"Sicuro! Ti aspetto Sabato alle 18:30... chiamiamo anche Alexy e Armin?"

"No, loro Sabato sera hanno una cena di famiglia, lo so perchè di solito il sabato sera lo passiamo insieme, ma ieri mi hanno chiamato per dirmi che per questa settimana salta"

"Ok, allora vorrà dire che andremo io e te...'notte Ken"

"Non chiamarmi Ken! Comunque buonanotte Ceci"

Ceci era il soprannome con cui suo padre chiamava Cécile ma non tanto in riferimento al nome quanto al legume e da quando Kentin aveva sentito quel nomignolo ogni volta che lei lo chiamava Ken lui lo usava come per ripagarla con la stessa moneta e lei faceva finta che le desse fastidio

"Ti sto facendo la linguaccia se lo vuoi sapere Ken"

"Va bene Ceci, buonanotte"

"Buonanotte" sorrisero entrambi ed andarono a dormire.

Arrivò il Sabato e Cécile cominciò a prepararsi alle 14:00, fece il bagno, scelse un vestito lungo fin sotto al ginocchio color'verde smeraldo di un tessuto lucido senza spalline increspato sul seno e stretto fino alla vita con una trasparenza di tulle nero ricamato che faceva intravedere la pancia e poi scendeva morbido, portava un paio di sandali neri con il tacco alto e dei nastri che le risalivano su lungo le gambe, un paio di pendenti con una pietra verde, dei braccialetti ed una pochette neri, aveva raccolto i calelli che le ricadevano sul viso indietro con una pinzetta nera e li aveva lasciati mossi, si era truccata poco, con un po'di matita, l'eyleiner ed il mascara neri ed un lucidalabbra chiaro; erano le 18:00, aveva ancora mezz'ora prima che Kentin andasse a prenderla e allora si mise a leggere Notre Dame de Paris sulla poltroncina sotto alla finestra in camera sua, dopo pochi minuti entrò sua zia

"Amore sei bellissima! Per quale dei ragazzi ti sei messa così in tiro eh tesoro?"

"Per nessuno in particolare zia"

"Sei sicura? Guarda che a zia lo puoi dire!"

"Si zia, lo so, ma davvero, non l'ho fatto per nessuno in particolare"

"Se lo dici tu..." in quel momento suonò il campanello "Vado ad aprire! Tu aspetta che ti chiami prima di venire di là! In questi momenti maledico la mancanza di scale in questo appartamento!"

"Zia guarda che non devo fare un'entrata trionfale!"

"Fa lo stesso! Arrivooo!" uscì ed andò ad aprire

dopo pochi secondi Cécile sentì sua zia che la chiamava, prese la borsa ed un coprispalle nero ed uscì dalla camera, Kentin quando la vide rimase a bocca aperta

"C-Cécile! S-sei b-bellissima!"

"Sei il solito esagerato Kentin! Non è niente di che..."

"Amore il tuo amico ti ha fatto un complimento, accettalo e CHETATI!" le disse la zia in italiano

"Allora... vogliamo andare?"

"Si, certo... andiamo. Ciao Agata, te la riporto sana e salva!"

"Non ho dubbi Kentin, mi fido di te... e poi se le capita qualcosa mentre sta con te quando lo vengo a sapere ti faccio passare l'ora peggiore della tua vita... altro che accademia militare!"

"Tranquilla Agata, fra la paura che ho di te ed il bene che voglio a Cécile sarà difficile che le succeda qualcosa!" disse scherzando

"Ok ma adesso andiamo, ciao zia!"

"Ciao ragazzi, divertitevi!"

"Senz'altro!" dissero i ragazzi in coro uscendo.

Presero il treno ed arrivarono a Parigi circa un'ora dopo; Kentin non smetteva un attimo di guardare Cécile, quel vestito le stava a meraviglia, sembrava una modella, certo, lei sarebbe stata bene con qualunque cosa ma quel vestito le stava davvero d'incanto.
Cenarono in un ristorante molto semplice ma molto carino, il cibo era ottimo, le porzioni abbondanti ed i prezzi non erano molto alti, Kentin da bravo gentiluomo offrì la cena a Cécile che all'inizio oppose resistenza ma alla fine si arrese, a patto che una volta arrivati al bar Kentin si facesse offrire qualcosa da bere, il ragazzo accettò e si diressero verso il bar; arrivarono alle 20:50 e Cécile appena entrata vide Lysandre sul palco che provava il microfono, si avvicinò a lui e quando arrivò sotto al palco lo chiamò, Kentin la seguiva in silenzio

"Ciao Lysandre!"

"Ciao Cécile!...Kentin! Non pensavo che venissi anche tu"

"Vi conoscete?"

"Si... andiamo a scuola insieme"

Kentin guardò verso la chitarra che era appoggiata al piedistallo sul palco e rivolgendosi a Lysande disse

"La bestia malefica dove si è nascosta?"

"La bestia malefica?" chiese Cécile

"Chi è che mi chiama?" Cécile si girò nella direzione dalla quale arrivava la voce e lo vide

"Castiel?"

"Ehi Ape Maia!"

"Vi conoscete?" chiesero in coro Lysandre e Kentin

"Si, ci siamo incontrati a Parigi in un negozio di dischi"

"Capisco" disse Kentin cupo

"Cass ma allora è lei la raga..." Lysandre si zittì all'improvviso

Castiel lo stava guardando malissimo, Kentin guardava il rosso come se davanti a lui ci fosse Cerbero, il cane a tre teste, Lysandre si girò verso l'unica ragazza del gruppo e le chiese

"Cécile, scusa cara, potresti portarmi una bottiglia d'acqua?"

"Certo, nessun'problema, naturale o frizzante?"

"Naturale, grazie mille"

"Di niente" sorrise e si avviò verso il bancone

"Ken e tu dove l'hai conosciuta quella?"

"Non sono affari tuoi Castiel"

"E dai soldatino! Mica ti ho chiesto se te la sei portata a letto!"

Kentin per un attimo traballò poi decise di dire una via di mezzo fra la verità e la battuta del rosso "In effetti abbiamo dormito insieme un paio di volte"

Castiel rimase sorpreso da quella risposta, ma Cécile gli sembrava troppo in gamba per essere andata con Kentin, non la conosceva, ma ne era sicuro, sin dal primo momento in cui l'aveva vista gli era sembrato di conoscerla da sempre, non sapeva perchè, ma era così, ne aveva parlato con Lysandre, era il suo migliore amico, e lui sosteneva che il rosso avesse avuto un colpo di fulmine, ma era impossibile, lui, dopo Debrah, non si sarebbe più innamorato, ne era certo, ed era ancora più sicuro che se prima o poi fosse successo non sarebbe stato così semplice farcelo ricascare, no, non dopo tutto quello che gli era successo negli ultimi mesi, non dopo così poco tempo, non di lei.
Dopo poco Cécile tornò con l'acqua di Lysandre ed i ragazzi cominciarono a suonare, Cécile e Kentin ballarono e si divertirono come due matti per tutta la sera poi, verso le 2:00 circa i ragazzi smisero di suonare e li raggiunsero dietro al palco

"Siete stati grandiosi!" urlò Cécile vedendoli

"Grazie Cécile"

"Ape Maia non dire cose ovvie! Io sono sempre grandioso!" disse il chitarrista con un ghigno soddisfatto
Cécile gli fece la linguaccia divertita, le piaceva quel ragazzo, l'aveva trovato simpatico fin dal primo momento, faceva il duro, ma infondo era un bravo ragazzo, se ne era accorta subito

"Mi spieghi perchè la chiami Ape Maia?"

"Non sono affari tuoi Barbie"

"Barbie?" disse perplessa Cécile

"Si, lui si chiama Ken come quello della Barbie..."

"Frena! Io non mi chiamo Ken! Io mi chiamo Kentin!"

"E' la stessa cosa... e poi a parte il nome siete uguali, senza palle e pure allocchi"

"Dai Cass, non rovinare una bella serata con le tue battute squallide!" l'aveva rimproverato Lysandre

"Lys lascialo continuare, sto solo cercando una scusa per prenderlo a botte, così vede chi è l'allocco fra noi!"

Castiel lo stava facendo sfigurare davanti a Cécile, non poteva permetterglielo

"Ah si? Ken ma se mi sfidi è troppo facile"

"Basta voi due!" aveva urlato Cécile che si era stancata della lite fra quei due

i ragazzi la guardarono senza fiatare

"Oh! Finalmente!" si girò verso Lysandre e si scambiarono un sorriso complice

in quel momento irruppe nella stanza una ragazza bionda con un tubino nero che si gettò fra le braccia di Castiel urlando il suo nome, il ragazzo se la staccò di dosso e la salutò in modo freddo

"Ciao Ambra"

anche gli altri ragazzi le fecero un cenno di saluto poi, quella che sembrava la reincarnazione di una Barbie incontrò lo sguardo di Cécile che abbozzò un sorriso educato, ma la bionda la fulminò con uno sguardo cattivo e rivolgendosi a Castiel chiese con voce stridula

"E quella chi è?"

"Un'amica..." rispose il rosso

"Bene...amica..." disse squadrando la rossa da capo a piedi con aria di superiorità "Vedi di stare alla larga del mio ragazzo"

Castiel stava per ribattere, ma venne anticipato da Cécile

"Mi dispiace deluderti, ma sono certa che Castiel non sia d'accordo con te"

"Appunto"

la bionda si infuriò e diventò rossa come i capelli dei due ragazzi

"Senti... carina... vedi di rimanere al tuo posto! Tu non sai chi sono io"

"E invece lo so bene, e credo che tu debba andartene a 'fanculo principessina!"

aveva capito benissimo che sia Castiel che Ambra sarebbero andati a scuola con lei, ma non le importava dei dispetti che sicuramente le avrebbe fatto la bionda, non sopportava le pèersone che si atteggiavano come faceva lei e di sicuro non se ne sarebbe rimasta zitta a subire, aveva capito subito che Ambra non poteva essere la ragazza di Castiel anche se non sapeva come e l'atteggiamento con cui la ragazza si era rivolta a lei dopo essere stata sbugiardata l'aveva irritata ancora di più; alla fine la bionda se ne era andata inviperita, Kentin e Lysandre fissavano Cécile senza parole mentre Castiel la guardava con un ghigno divertito e soddisfatto

"Bene! La gattina ha tirato fuori le unghie... o meglio... l'ape ha tirato fuori il pungiglione" Cécile ghignò soddisfatta a quel commento "Vieni con me, ti offro qualcosa da bere"

"Ok" Cécile seguì Castiel verso il bancone e ordinò una bibita analcolica, Castiel invece prese una birra

"Come facevi a sapere che Ambra non era la mia ragazza?"

"A dire la verità non lo sapevo...intuito femminile forse, ma poi sei stato così freddo con lei quando ti ha abbracciato, probabilmente è stato per quello"

"E se invece avessi reagito così solo perchè non sono un amante delle smancerie?"

"Oh! Andiamo! Si vede subito che quella Barbie non è il tuo tipo!"

"A proposito di Barbie... Ken non è il tuo ragazzo vero?"

"No, perchè me lo chiedi?"

"Così, curiosità"

"No, io non mi innamorerò mai"

"Sei già stata innamorata di qualcuno?"

"Si... e non ti sto a raccontare quanto sono stata male, ho chiuso con questo genere di cose, tu?"

"Io? No, io no, non sono capace di amare"

"Io invece ho come la sensazione che tu mi stia mentendo"

Castiel la guardò sgranando gli occhi -Come fa a saperlo?-

"Non ti sto chiedendo di raccontarmi la tua storia, ti ho solo fatto una domanda come tu hai fatto a me"

"Si, ok è vero, sono stato innamorato e sono rimasto fregato, come te, e adesso col cavolo che ci ricasco!"

"Bene...allora propongo un brindisi... a noi, che saremo felici anche da soli e... a loro, ovunque essi siano... gli faremo vedere che alla fine cel'abbiamo fatta anche senza di loro"

"Ci sto... alla faccia tua Debrah!"

Cécile sbuffò un sorriso triste

"Alla faccia tua... Lorenzo... amore mio..." le ultime due parole le sussurrò come in un soffio prima di bere quello che rimaneva della sua bibita ed uscire dal bar insieme al suo nuovo amico.

Kentin e Lysandre li aspettavano su una panchina davanti al bar ed i due musicisti si offrirono di riportare a casa i loro amici, erano in moto, l'ultimo treno era passato circa due ore prima e l'ultimo autobus tre quindi i ragazzi accettarono il passaggio, Cécile salì con Castiel e Kentin con Lysandre. Quando Castiel si fermò davanti casa di Cécile lei gli porse il casco che le aveva prestato e gli slacciò il suo tirandoglielo un po'su

"Grazie della bella serata e del passaggio... buonanotte" gli dette un bacio sulla guancia sorridendo

"Buonanotte" rispose lui un po' spiazzato da quel gesto

"Ci vediamo presto" aggiunse facendole l'occhiolino prima che entrasse in casa, poi si rinfilò il casco e partì

-Sei speciale Cécile, molto- pensò lui

-Ti voglio bene Castiel- pensò invece lei mentre lo guardava allontanarsi dalla finestra del palazzo.

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Capitolo 5
*** Nuovi amici ***


l'altra metà di me cap5 (rewrite) Era passato quasi un mese dall'arrivo di Cécile in Francia e aveva già molti amici.
Pochi giorni dopo il concerto Lysandre le aveva presentato suo fratello Leigh e Rosalya, la sua ragazza, che sarebbe stata anche lei una delle sue nuove compagne di scuola, Rosalya era bellissima, lunghi capelli argentati, occhi felini ambrati ed un fisico da far'invidia a chiunque, anche lei, come Lysandre e Leigh, vestiva in stile vittoriano e come il suo ragazzo amava la moda e spesso dopo la scuola gli dava una mano in negozio; Lysandre aveva ragione, quella ragazza a Cécile ricordava tantissimo Lety e si era subito affezionata a lei e anche Rosalya ricambiava la sua simpatia, infatti l'aveva invitata molte volte a fare shopping con lei ed Alexy ed erano diventati un trio inseparanbile.
Inoltre Cécile passava molto tempo con Kentin e molto presto era subentrata nel gruppo del sabato sera formato dall'amico e dai gemelli; ogni sabato infatti si incontravano a casa dei gemelli, mangiavano una pizza e poi passavano la serata giocando tutti insieme con i videogiochi di Armin, Cécile all'inizio era una frana, ma piano piano stava migliorando, Armin era un grande giocatore, ma anche un bravo insegnante e a volte aveva rinunciato a giocare da solo per aiutare Cécile.
Si era vista anche con Nathaniel a volte, era un ragazzo meraviglioso e pieno di attenzioni, era un piacere stare con lui e quando lo vedeva si dimenticava di ogni suo problema. Si erano sempre incontrati a Parigi e lui la portava sempre in un posto diverso, sapeva che non abitava a Parigi neppure lui, ma non gli aveva mai chiesto dove abitasse di preciso; di lui ai suoi amici non aveva detto niente e neppure a lui di loro, non perchè si vergognasse o cose del genere, ma perchè voleva che quell'amicizia così profonda che già si stava creando rimanesse una cosa solo fra di loro, almeno per il momento.

Con Castiel non si era sentita molto, a parte quando uscivano tutti insieme o con Lysandre l'aveva incontrato solo una volta per caso al parco quando un grosso pastore Beuceron le era saltato addosso e l'aveva fatta cadere in un laghetto, era Demon, il cane del rosso, il ragazzo corse incontro al cane e, accorgendosi della scena, aiutò Cécile a rialsarsi chiedendole scusa

"Ti stava facendo solo le feste, però è strano, di solito gli ci vuole un po' di tempo prima di fare le feste così a qualcuno e invece ti è addirittura venuto incontro"

"Beh, vorrà dire che il mio fascino colpisce anche gli animali!" disse Cécile ridendo

Giocarono per un po'insieme a Demon e poi Castiel l'accompagnò a casa

-fino ad ora Demon non aveva fatto le feste a nessuno così, solo a me- pensò vedendo il cane salutare la ragazza prima che si allontanasse da loro

Aveva ragione, se ne era accorto anche Demon, quella ragazza aveva qualcosa di speciale.

Erano gli inizi di Agosto, il giorno dopo Lety sarebbe arrivata in Francia con i genitori di Cécile e lei era al settimo cielo, aveva subito organizzato una cena con tutti i suoi amici per presentarla a tutti, Nathaniel non ci sarebbe stato, ma all'amica aveva già parlato di lui e si era raccomandata di non parlare del ragazzo alla cena spiegandole i suoi motivi, Lety, come sempre, l'aveva capita ed aveva detto

"Questo viaggio comincia bene! Se tutti questi ragazzi sono così belli e questo Nathaniel è davvero come me lo descrivi tornerai quella di sempre in pochi mesi!" lei era sempre ottimista e a Cécile questa sua ventata di allegria faceva sempre bene.

La mattina dopo Cécile partì con la zia, arrivarono all'aereoporto e aspettarono di veder'arrivare Giacomo e Meredith insieme a Lety; quando arrivarono Lety abbandonò le valige e corse incontro all'amica che aveva già percorso gran parte dello spazio che le separava e si abbracciarono con le lacrime agli occhi, si erano sentite tutti i giorni per ore, ma si erano mancate ugualmente, Cécile abbracciò i suoi genitori e poi si avviarono verso casa. Giacomo e Meredith si sistemarono in camera di Agata, lei avrebbe dormito sul divano (era un divano-letto) e Lety avrebbe dormito in camera con Cécile; quando Lety vide la camera dell'amica rimase a bocca aperta

"Wow! Cécile! Ma questa è la camera dei nostri sogni!"

"Eh già, solo che tu invece che bianca ed acquamarina la vuoi bianca e rosa"

"Ho cambiato idea...è...è...meravigliosa anche così!"

Cenarono tutti insieme e poi le ragazze passarono tutta la notte a parlare.
Il giorno dopo fecero una passeggiata al parco e poi si prepararono per la cena, Cécile e Lety si misero ai fornelli e prepararono dei piatti tipici italiani.
Il campanello suonò per la prima volta alle 19:45, erano i gemelli, poi arrivarono Lysandre e Rosalya, poi Kentin, di Castiel nessuna traccia, Lety aveva subito fatto amicizia con tutti, soprattutto con Alexy e Rosalya, erano le 20:25, a quel punto Castiel non sarebbe venuto, all'improvviso suonò il campanello, Cécile corse ad aprire, era Castiel

"Sei in ritardo"

"Lo so"

"Entra, Lety lui è Castiel, Castiel lei è Lety"

"Piacere bella, la tua amica sicuramente ti ha già parlato di me"

"Un po' si"

Castiel ci stava provando con Lety, non faceva niente di male, ma a Cécile dette comunque fastidio, anche se non sapeva perchè

"Castiel a cuccia, Lety è fidanzata"

"Cécile, io non sono più..."

"E me lo dici adesso?!?"

"E' da un po' che è successo, tel'ho detto per telefono"

"E' vero,scusa, hai ragione, comunque Cass non flirtare con lei, finireste per uccidervi"

"Ehi ragazzina frena! Io non flirto con nessuno"

"Ah no? E allora cosa fai?"

"Io ti guardo negli occhi e tu ti innamori. Per ora le uniche ragazze che mi hanno resistito siete tu e Rosa cara la mia Ape Maia"

"E' vero Cécile, poi però conoscendolo, tranne Ambra, gli hanno dato tutte buca"

"Ehi non tutte! Ti ricordo che sono stato per quasi quattro anni con..." si era rabbuiato, tutti i presenti tranne Lety capirono di chi stava parlando Castiel quindi Cécile disse

"Dai ragazzi, adesso che siamo tutti e ci siamo fatti due risate io direi che possiamo metterci a tavola!"

Si sedettero tutti insieme e cenarono fra chiacchere e risate; Meredith, Agata e Giacomo erano andati a cena fuori per non affollare troppo il piccolo appartamento ed i ragazzi ne avevano approfittato per fare quello che volevano. Dopo cena Cécile, Rosalya, Alexy e Kentin misero in ordine la zona cucina mentre Lysandre, Lety, Castiel e Armin stavano scegliendo un film da guardare in TV, Lysandre si avvicinò a Lety e le chiese

"Quanto ti fermi qui da noi?"

"Fino a dopo il compleanno di Cécile... riparto il 28"

"Quand'è precisamente il compleanno di Cécile?"

"Il 22"

"Davvero?"

"Si, perchè?"

"Shh parla piano. Il 22 è anche il compleanno di Castiel, stavamo pensando di organizzargli una festa a sorpresa, è per questo che ti ho chiesto quanto rimani, volevo invitarti, a Cécile non ho avuto ancora l'occasione di parlarne"

"Lys... e se organizzassimo una festa per entrambi? Li festeggiamo insieme!"

"E' un'ottima idea! Ci incontriamo domani mattina al parco per organizzare tutto vieni?"

"Cercherò di fare il possibile, se Cécile dorme esco con la scusa di andare a correre altrimenti ci sentiamo per telefono, non mi va di dirle una bugia"

"Ok perfetto, senti... e se dicessimo ad entrambi della festa dell'altro?"

"Lys ma così..."

"Cosa bisbigliate voi due? Lys è un quarto d'ora che ti chiamo!" Era Castiel

Lysandre fece un cenno a Lety come per dirle che ne avrebbero riparlato più tardi poi andò dall'amico, dopo poco arrivarono anche Cécile, Rosalya, Alexy e Kentin, aprirono il divano e si sistemarono meglio che potevano, Cécile stava fra Kentin e Rosalya, vicino a Rosa c'era Alexy, lui ed Armin accerchiavano Castiel e Lysandre era vicino a Lety, era stato tutto architettato perchè potessero parlare senza che nè Cécile nè Castiel sentissero quello che si dicevano

"Prima ti dicevo che potevamo far' pensare ad entrambi che la festa sia solo per l'altro, così sapranno della festa e si faranno un regalo a vicenda e allo stesso tempo non sospetteranno che la festa è anche per loro! Castiel quest'anno non vorrebbe festeggiare quindi questa è un'ottima scusa"

"E' geniale! Neppure Cécile quest'anno voleva festeggiare"

"Allora siamo d'accordo! Domani ci troviamo al parco alle 8:00"

"Se Cécile dorme"

"Si, ok"

Il resto della serata passò velocemente poi tutti tornarono a casa propria d'accordo sul rivedersi il pomeriggio seguente.
Cécile e Lety chiaccherarono tutta la notte; Lety si era messa la sveglia alle 7:30, era sicura che Cécile a quell'ora sarebbe stata ancora addormentata, aveva ragione, Agata era già uscita, Meredith e Giacomo dormivano, prese un foglietto e scrisse "Sono andata a correre, torno presto. Lety" corse verso il parco e trovò già lì tutti i ragazzi.

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