Il mistero della grotta - Gruvion

di Maki Tsune
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Ospite inaspettato ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Sorprese in viaggio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Fraintendimenti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Premonizione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Esplorazione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Fidati di me ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Scomparsa ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Coraggio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. Bugie e realtà ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. Indizi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. Cuore che batte ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. Lezione ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Ameonna ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. Seduzione ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. Scelte ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. Controllo ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. Ribelle ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. Contro il tempo ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. Maghi del ghiaccio vs Guardiano ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. Parole ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. Dolore ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22. Incontro ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23. Passaggio ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24. Bacio traditore ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25. Interferenza ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26. Yukitoko ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27. Incertezza ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28. Sensi di colpa ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29. Verità ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30. Il mistero svelato ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31. Questione di soldi o d'amore? ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32. A casa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Ospite inaspettato ***


Alla gilda era una giornata come tante, confusionaria e piena di risse di cui Erza mise a tacere colpendo i responsabili.
Gray questa volta si stava godendo le risate per quelle risse, di cui non vi era partecipe, con in mano un boccale e Juvia seduta accanto.
All'improvviso le porte della gilda si aprirono e una sola figura malconcia si presentò.
Calò il silenzio a Fairy Tail e soltanto l'affanno di quella persona si riusciva a stento a sentire.
"Lyon?" disse Gray incredulo spezzando il silenzio e alzandosi in piedi "Cos'è successo?" si diresse verso di lui.
"Gray…" ansimò Lyon cadendo sulle ginocchia, vicino l'ingresso della gilda.
Jet andò a soccorrerlo e con l'aiuto di Max lo portarono a sedersi davanti a un tavolo.
Mirajane gli servì dell'acqua mentre Wendy cercò di curarlo.
"Vuoi dirci cosa diavolo ti è successo?" Chiese Gray con tono autorevole.
"Gray-sama calmati. Lyon-kun è ferito, dagli il tempo di riprendersi."
Gray si zittì alle parole di Juvia e Lyon la guardò con un leggero sorriso ancora innamorato.
"Ho accettato una missione di cui credevo essere in grado di affrontare. Ma a quanto pare mi serve un aiuto." Disse Lyon e fissò la ragazza. "Il tuo, Juvia."
"Eh?" Juvia rimase sorpresa per quella richiesta e si portò le mani sulla bocca arrossendo iniziando a vagare con l'immaginazione.
Immaginò Lyon in ginocchio come se le stesse chiedendo di sposarla ma con un'altra proposta, mentre le teneva una mano nella sua. "Juvia, vorresti venire in viaggio insieme a me? Noi due. Da soli." A quel pensiero le scappò un "Juvi!" E poi iniziò a pensare cosa sarebbe successo se avesse accettato. Gray si sarebbe ingelosito?
Poi fu richiamata sulla Terra e con due grandi occhi ancora sognanti e sorpresi guardò Gray e poi Lyon.
Alla gilda c'era ancora silenzio, curiosi di sapere la storia di Lyon e alcuni si misero seduti al suo stesso tavolo.
Wendy riuscì a medicargli le ferite e il mago di ghiaccio dai capelli bianchi si sentì meglio.
"Grazie Wendy." "Prego." Sorrise la bambina. "Ma Cheria non è riuscita ad aiutarti?" Gli domandò Wendy preoccupata.
"Cheria è dovuta partire per un'altra missione con Jura, una missione abbastanza importante. E quella richiesta mi sembrava urgente, poi richiedeva un mago del ghiaccio. Perciò ci sono andato anche se Toby e Yuka hanno insistito a venire con me."
"E a cosa ti serve l'aiuto di Juvia?" Chiese Gray stizzito. Juvia guardò Gray con il cuore in gola.
"Ho incontrato un guardiano molto forte. Ha sciolto tutti i miei attacchi e le mie difese, ma sono riuscito a capire qual è il suo punto debole. Rende le magie al loro stadio primordiale e così il ghiaccio lo fa diventare acqua."
"E Toby e Yuka non sono riusciti ad aiutarti?" Domandò Erza con le braccia conserte.
Lyon abbassò lo sguardo. "Non so perché, ma la loro magia non funzionava."
"Cosa?!" disse l'intera gilda all'unisono.
"Com'è possibile? Se non sbaglio la magia di Yuka annulla le altre magie…" Lucy ci pensò attentamente "stai dicendo che la magia di Yuka è stata annullata? Una magia che annulla un'altra magia…è stata annullata?" Lucy rimase stupefatta con la bocca aperta.
Gli altri che stavano ascoltando rimasero sbalorditi e senza parole.
"Puoi immagine quale duro colpo ha avuto Yuka. Ma pensando a questo, ci fa capire che non si tratta di una magia. O forse non di una magia che conosciamo."
Freed era pensieroso e Levy se ne accorse. "Forse riusciamo a trovare qualcosa nei libri. Dicci Lyon, dov'è il luogo della missione?" Chiese Levy.
Freed e Lyon risposero all'unisono "alla grotta Rien".
Tutti si girarono verso Freed, perfino Lyon che ne rimase sorpreso.
"Conosci quel posto?" Domandò Gray.
"Sì. Ci sono stato per fare un sopralluogo. Giravano voci su quella grotta, dove nessuna magia poteva essere usata, all'infuori degli stadi dell'acqua."
"Cosa?" Gray guardò Lyon "Per questo ti serve Juvia?" Il tono di Gray era insolito. Sconvolto.
Lyon abbassò lo sguardo.
"Lo sai in quale pericolo metteresti Juvia?!" disse Gray irritato. "Lo so benissimo. Sai quanto ci tengo a lei e sai anche che non glielo chiederei mai se non fosse necessario." Lyon guardò Juvia "Juvia la decisione spetta a te."
A Juvia batteva forte il cuore. Si sentiva in un triangolo amoroso nonostante la questione fosse seria e con serietà ci pensò e rispose "Juvia aiuterà Lyon-kun."
"Cosa?" Gray la prese per il braccio e la guardò "Juvia, non sai nemmeno cosa devi fare…" "Non c'è bisogno che Juvia lo sappia. Lyon-kun è un amico e Juvia è disposta ad aiutare sempre e comunque i suoi amici." Gray non disse più nulla.
Con un leggero rossore sulle guance il ragazzo propose "Allora vengo anche io con voi. Vi può sempre servire una mano in più." "Juvi!" Juvia era felice di sentirlo e lo abbracciò con le braccia al collo. "Gray-sama per caso è geloso? Ohh.. ma non serve rispondere. Juvia lo sa già. Gheheh." "N-non fraintendere! Vengo solo per dimostrare a Lyon che un mago del ghiaccio non si fa sconfiggere facilmente."
"Come sei altruista Gray-sama" Juvia gli era ancora attaccata al collo. "Ma che…" Gray cercò di liberarsi dalla stretta.
"Credi davvero che sia debole?" Domandò Lyon stizzito e continuò a parlare "Allora non hai capito cosa ho detto. Il guardiano trasforma il ghiaccio in acqua, tutti i nostri attacchi o difese verranno spazzate via. La nostra magia è vana, solo Juvia può infliggergli danni."
"Allora lo prenderemo a pugni." Rispose Gray con i polsi di Juvia tra le mani. Libero dall'abbraccio.
"Pensi che non l'abbia fatto? Mi offendi. Quel tipo è un osso duro. È un maestro di arti marziali, non quanto Jura ma è molto bravo. Abbiamo anche provato a portarlo fuori dalla grotta ma non oltrepassa la soglia. Nonostante ciò, come ho detto, rende le nostre magie al loro stadio primordiale."
"Quindi fuori dalla grotta la magia funziona?" Chiese Lucy.
"Così sembra." Annuì Lyon.
"Sì può sapere qual è la richiesta d'aiuto? Insomma… se c'è un guardiano così forte ci deve essere un motivo." Disse Levy per poi domandare a Freed "Sai qualcos'altro su quel posto? Cosa c'è là dentro?"
"Dicono che nasconda un potere immenso. Altri pensano che non ci fosse nulla. In realtà la storia del guardiano è nuova anche per me." Rispose lui.
"Già. Forse perché l'ho incontrato dopo vari indovinelli." Intervenì Lyon.
Gray stava perdendo la pazienza "Se vuoi il nostro aiuto racconta per bene i fatti." Appoggiò le mani al tavolo e lo guardò serio, di fronte a lui.
Lyon non si fece intimidire, sostenendo lo sguardo.
"Bene. Dunque… ho visto questo annuncio nella mia gilda che richiedeva un mago del ghiaccio, dove avrei dovuto cercare la causa degli innalzamenti dell'acqua che devastano i raccolti sommergendoli. Arrivato sul luogo ho incontrato delle persone in rivolta tra loro che si lamentavano di questa situazione in cui stavano vivendo. Poi una giovane donna si è avvicinata a noi chiedendo se fossimo dei maghi e che l'annuncio l'aveva messo lei. A quel punto un uomo anziano urla dicendo che era colpa della grotta e che voleva farla esplodere e i paesani con Yuka, hanno tentato di farlo calmare. Infine la giovane donna, si chiama Dew, ci ha raccontato della grotta e che alcuni sono andati all'interno trovando degli indovinelli, ma che solo un mago del ghiaccio poteva risolvere. Infatti li ho risolti e si sono aperti vari passaggi con creature stranissime che ho sconfitto." Mentre Lyon parlava, ripercorreva con il pensiero ciò che gli era successo e assunse un'espressione vaga. Come se si stesse concentrando a raccontare l'accaduto in ordine e non sparso. "Poi mi sono ritrovato davanti questo guardiano e ha prosciugato le mie energie in battaglia. Come ho detto ho provato di tutto, ma come il ghiaccio si scioglieva, ho notato che l'acqua si disperdeva nella grotta evitando il guardiano."
"Allora come credi che Juvia possa esserti utile se nemmeno l'acqua del ghiaccio sciolto lo tocca?" Domandò Gray.
"È incredibile che ancora non ci sei arrivato." Rispose Lyon. "Tsk." Gray si innervosì.
Lyon vide Juvia pensierosa e aveva capito che la maga aveva capito.
"Lo sapevo. Sapevo che c'era intesa tra noi." Lyon si alzò e prese le mani di Juvia nelle sue, nonostante il tavolo li divideva. "Non capisco perché ti ostini a voler stare con una persona tanto ottusa come Gray. Potresti aver di meglio." Sfoggiò un sorriso ammaliante.
"Chi sarebbe ottuso?" Domandò Gray infastidito.
Juvia arrossì ed era imbarazzata, oltre al fatto che non si sentiva molto a suo agio con le mani tra quelle di Lyon. "Lyon-kun, Juvia ha capito cosa deve fare ma…" tirò via le mani dal mago e si avvinghiò al braccio di Gray. "…Juvia è destinata a Gray-sama."
"Che?? Ma cosa vai dicendo?" Gray cercò di togliersela di dosso invano.
"Ho capito. Non ho speranze." Sospirò affranto il mago di Lamia Scale.
"Sarebbe bene partire. Ho promesso che sarei tornato il prima possibile. Il tempo di chiamare rinforzi." Disse Lyon tornando serio.
"Allora è meglio partire. Juvia, sei pronta?" La maga era molto felice. "Certo Gray-sama!"
E così il trio partì verso la grotta Rien.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Sorprese in viaggio ***


"Cosa c'è Levy? Qualcosa non va?" Domandò Lucy.
"Sto pensando a quella grotta. Credo di aver letto qualcosa tempo fa, vorrei andare a controllare nella biblioteca della gilda, vuoi venire con me?"
"D'accordo. Più saremo più riuscirai a trovare in fretta ciò che cerchi."
"E intanto passi il tempo aspettando l'arrivo di Natsu." Levy sorrise furba.
"Ma cosa dici? No… è un piacere aiutarti." Le guance di Lucy presero colore.
Levy rise "Non lo metto in dubbio."
Le ragazze andarono in biblioteca.

"Siamo arrivati?" Domandó Gray scendendo dal treno.
"Sì. Alla stazione. Dov'è Juvia?" Lyon si girò cercandola.
"Come?" Gray si girò "come abbiamo fatto a perderla? In effetti… sentivo troppa calma."
"Gray-sama!" Juvia agitava la mano tra la folla.
"Uhm? Ah…eccola. Ma che…"
"Cosa? Anche Wendy è venuta con noi?" Notò Lyon.
Quando Juvia e Wendy si avvicinarono ai due ragazzi, Gray fu il primo a parlare. "Wendy come ti salta in mente di seguirci?" Poi guardò Juvia "tu lo sapevi, vero?" Gray assottigliò lo sguardo accusatorio.
"No Gray sama è stata una sorpresa anche per Juvia…" non finì la frase che si intromise Wendy "Non sgridarla. Non è colpa sua! Ho deciso io di venire con voi." "Infatti ho provato a dirle di non intromettersi" concluse Charle.
Lyon guardò la bambina "Lo sai che la tua magia non avrà effetto..." il suo tono era dolce.
"Lo so… ma visto che Cheria non c'è ho pensato di…prendere il suo posto momentaneamente…e poi.. fuori dalla grotta la mia magia funziona, no? Posso sempre esservi utile…" lo sguardo di Wendy si fece basso e all'improvviso si sentì un peso sulla testa.
Lyon si inginocchiò davanti a Wendy con la mano sulla sua testa e la guardò con dolcezza.
"D'accordo. Ma aspetterai fuori dalla grotta. E se serve, aiuterai le persone del villaggio." Il tono di Lyon era fraterno e i lacrimoni di Wendy fecero spazio a un sorriso più sereno.
"Visto Gray sama? Non c'era bisogno di scaldarsi."
"Scaldarmi, io? Tsk. Sono solo preoccupato per lei." Boffonchiò di risposta.
"Non fa niente Juvia. Capisco i motivi di Gray. Però voglio esservi di aiuto e credo di farcela."
Charle sospirò. "Testarda. Proprio testarda."
"Avanti Charle.. sono nostri amici e come Juvia anch'io voglio aiutarli."
Lyon sorrise e si rialzò. "Visto che abbiamo sistemato questo discorso, ora andiamo al villaggio." Disse Gray.
Lyon prese le mani di Juvia "oh mia dolce Juvia, hai visto come sono bravo con i bambini? A confronto di quel burbero di Gray… non pensi che possiamo essere bravi genitori?"
"G-genitori? B-bambini?" Il misuratore di fantasie si stava per rompere e paonazza emise un "Juvi!"
"Juvia madre…genitore di fantastici bambini di… Gray sama" pensò emozionata. "Vuol dire che Juvia e Gray…per avere bambini devono.." il generatore di fantasie si fuse e le gambe di Juvia cedettero.
"Juvia!" Lyon la chiamò preoccupato e la sostenne tra le sue braccia.
Gray sospirò impazientito. "Ecco. Hai visto cosa hai fatto?" "È andata in corto circuito." Ridacchiò Wendy.
"Tipico di Juvia." Disse Charle con le braccia conserte.
"Ma che dici? Juvia non è una macchina." Disse Gray a Wendy. "Sì, ma… Juvia avrebbe detto così.."
Gray alzò un sopracciglio e sospirò.
"Lascia. Faccio io prima che fai altri danni." Disse Gray a Lyon. "Cosa? No! Porto io Juvia!"
"Hai già combinato abbastanza! E poi non sia mai che un'altra gilda tocchi un membro della mia gilda. Lascia fare a me e togliti di mezzo, anzi fai qualcosa di più utile, facci strada al villaggio." Ordinò Gray caricandosi Juvia sulle spalle.
Lyon sbuffò ma Wendy gli diede una ragione più valida "Lyon-kun, la mia magia ti avrà anche guarito, ma è meglio che non ti sforzi troppo."
A quelle parole Lyon si arrese e fece da guida al gruppo, ma non si mise avanti a loro, piuttosto si mise accanto a Gray per tenerlo d'occhio e arrossiva nel vedere Juvia così serena sulle spalle di Gray.
"Cosa guardi?" Domandò Gray infastidito.
"Guardala Gray. Com'è bella. Sembra un angelo quando dorme." Sorrise innamorato. "E non solo quando dorme" si corresse.
Gray girò il viso e aveva quello di Juvia così vicino che si imbarazzò. Vederla in quello stato gli fece tenerezza e il suo cuore sussultò tanto da farlo sorridere dolcemente.
In quel frangente si rese conto di non essere solo e girò il viso puntando lo sguardo verso l'orizzonte nascondendo il sorrisino di prima da Lyon, facendo finta di nulla.
"Ci vuole ancora molto?" Domandò Gray.
"Perché? Juvia è pesante? Dalla a me…facciamo cambio."
"TSK. Mai! Non sono stanco. Era a titolo informativo."
"Ci siamo quasi. Dopo quello scoglio."
Erano vicini al mare e l'aria salmastra fece rinvenire Juvia.
"Mnn.." gli occhi di Juvia tremarono e si socchiusero. "Cosa.." sibilò vicino all'orecchio di Gray. Il ragazzo fremette.
"Juvia...finalmente ti sei svegliata. Dormito bene?" Domandò Gray girando il viso verso il suo.
Juvia lo guardò intontita "Gray sama…" sussurrò.
La maga si accorse di avere il viso vicino al suo e spalancò gli occhi "eh?" Juvia si riprese completamente e notò di essere abbracciata alla schiena di Gray. Arrossì vistosamente e si raddrizzò sulla sua schiena con le mani sulla bocca "Juvi!"
"Noo Juvia!…" Gray stava perdendo equilibrio e sentì il peso della maga portarlo indietro.
"Juvia è… sulle spalle di.. di Gray sama! Juvia ha dormito sopra Gray sama!" I suoi pensieri rischiarono di mandarla di nuovo in corto.
Gray la mise subito giù e girandosi veloce verso di lei la prese dalle braccia. Vide la maga innamorata che non resistette ai pensieri.
"Ohi…Juvia! Smettila di svenire tutte le volte! Siamo in missione e tu ci servi…quindi vedi di riprenderti in fretta!"
"Gray….non ti sente…" disse Lyon con un sorriso divertito.
"Tsk..."
"Ho capito! Magari con un bacio si risveglia! Come nelle favole… lascia fare a me.." disse Lyon avvicinandosi.
"Cosa? Ma come ti viene in mente una roba simile? Stai lontano da lei!" Gray lo bloccò con una mano mentre con l'altro braccio sosteneva la maga.
Wendy rise sommessa.
"Wendy…non è carino ridere…"disse Charle.
"Scusami. È solo… mi dispiace che Juvia non possa vedere tutto questo."
Gray la sentì "e tu non glielo dirai vero?"
"Perché no?" Domandò la bambina.
"Perché…." Rimase in silenzio per un attimo. "Perché non è rilevante…"
"Se lo dici tu…" sorrise la maghetta molto divertita.
"Non hai un rimedio per farla rinsavire velocemente?" Domandò Gray all'amica.
Wendy ci pensò. "Posso provare con una magia."
Appoggiò le mani su Juvia, ancora tra le braccia di Gray, e poi le tolse via.
"Cosa c'è Wendy? Non funziona?" Chiese Gray.
"No…è che… se si sveglia e poi sviene di nuovo siamo punto e a capo."
Gray guardò Juvia e capì. "Ah già…hai ragione."
Gray stese Juvia per terra e rimase lì vicino. Anche Lyon si avvicinò.
Wendy usò la sua magia su Juvia e lei socchiuse gli occhi.
"Mnn? Wendy…si sta riprendendo! Funziona! Ottimo lavoro!" Sorrise il mago dai capelli neri, il quale guardò Juvia dall'alto.
Juvia aprì gli occhi e si ritrovò il suo amato che la fissava.
"Gray sama…?" Arrossì.
"Yo. Juvia. Finalmente! E non ti azzardare a svenire di nuovo."
Lyon si avvicinò e la guardò anche lui dall'alto per poi inginocchiarsi. "È bello rivederti sveglia. Come ti senti?"
Lyon si sentì preso da sotto le braccia e trascinato via, con i piedi che strisciavano contro il suolo creando leggeri solchi. "Uhm?"
Gray era andato da lui e da dietro lo tirò via da Juvia.
"Ma che fai?! Si può sapere?"
"Devi starle lontano! Ogni volta che ti metti in mezzo poi devo subire io i tuoi danni. Prima che sviene di nuovo, lasciala stare."
"Gray sama…" Juvia lo guardò seduta e sorrise. "Gray sama è geloso!" Lo guardò innamorata e si rimise in piedi andandogli contro.
"Juvia è felice! Gray sama…"
Gray fece cadere Lyon con un tonfo per proteggersi da Juvia.
"Non sono geloso!! Voglio solo portare a termine questa missione…che voi due state allungando senza motivo!"
Lyon si massaggiò il sedere e si rialzò. "Questo per colpa tua. Se tu non fossi venuto, io e Juvietta saremmo già al villaggio."
"J-Juvietta?" Ripeterono i maghi sorpresi. Mentre Gray e Juvia ne erano quasi inorriditi.
Juvia era di fronte a Gray mentre lui teneva le braccia tese per non farla avvicinare ancora.
"Avete finito con questo teatrino? Mi risulta che abbiamo da fare." Charle li rimproverò mentre Wendy fiutò qualcosa.
"In realtà siamo già arrivati." Si affacciò dallo scoglio e vide delle scale che portavano alla spiaggia.
"Sì. Questo è l'ingresso per la grotta e più avanti c'è il villaggio." Disse Lyon scendendo le scale.
Juvia guardò il mare e ne rimase affascinata.
Il sole iniziò a tramontare.
Wendy raggiunse Lyon "quindi coltivano con l'acqua di mare?"
"La loro coltivazione è pregiata in tutta Fiore. Sono probabilmente gli unici ad aver scoperto come usare l'acqua di mare per poter coltivare." Le rispose.
"Juvia… stai bene?" Domandò Gray avvicinandosi cautamente. "È bellissimo." Sorrise la maga guardando il tramonto. "Sì…è vero." Sorrise anche lui.
"Ed è anche romantico! Vedere il tramonto con Gray sama!" Gli prese un braccio.
"Ugh…eccola che ricomincia!" pensò. "Juvia…abbiamo una missione da svolgere. Lascia stare il romanticismo per adesso…" sbuffò.
"D'accordo. Per adesso…gheheh" Juvia tirò Gray per il braccio facendolo quasi inciampare e scesero le scale anche loro raggiungendo i compagni. Passarono vicino la grotta, dove Juvia sentì una strana presenza da farla rabbrividire.
"Questa è la grotta. Ma è meglio andarci domani." Disse Lyon facendo loro strada, affondando i stivaletti nella sabbia.
Salirono altre scale e arrivarono al villaggio fatto di capanni. Tutto in legno e paglia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Fraintendimenti ***


Dew riconobbe Lyon e si avvicinò a loro un po' delusa.
"Questi sono i tuoi rinforzi? Non sono pochi?"
"Credimi. Pochi ma migliori. Eccetto quello là" indicò Gray. "Cerchi botte?" Digrignò il mago tra i denti.
"E poi non tutte le magie funzionano qui." Concluse Lyon ignorando l'amico.
"Giusta osservazione. Prego, venite! Abbiamo acceso un bel fuoco. Accomodatevi pure."
Wendy annusava l'odore della ragazza e bisbigliò a Charle "Non ci ha detto che è incinta."
"È importante? Non si nota nemmeno." Bisbigliò in risposta la gatta.
"Più che un fuoco è proprio una pira." Disse Gray guardando la montagna di fuoco che indomabile si alzava verso il cielo.
"Natsu-san sarebbe felice di vederlo." Disse Juvia e Gray ribatté "e di mangiarlo." Sorrisero divertiti.
"Già. Si sazierebbe sicuramente." La complicità tra loro li fece ridere assieme.
Il gruppo fece conoscenza con il villaggio e cercarono più informazioni sulla grotta, notando che i neonati, così come i bambini, erano quasi assenti.
Poi arrivò la notte dove vennero affidati due capanne.
C'era un via vai pazzesco tra di loro.
Juvia era esaltata all'idea "due cuori e una capanna" e Wendy non avrebbe passato pericoli con Lyon al suo fianco.
Prima Juvia cercò di imbucarsi per stare e dormire con Gray; Gray se ne andò da Wendy lasciando Juvia con Lyon; anche se a Lyon faceva piacere, a Juvia no. Così la maga tornò da Wendy dove c'era Gray, si misero d'accordo e Gray se ne andò di nuovo e tornò tutto come prima: una capanna per i maschi e l'altra per le femmine. E Juvia con i lacrimoni che faceva cerchi di delusione sul suolo roccioso.

Il mattino seguente Juvia si alzò presto e sveglia prima di tutti andò alla capanna dei maschi con il buonumore.
Fece per aprire la porta "Gray-sa…" la sua dolce voce si spezzò "…ma" sussurrò trovando Gray e Lyon entrambi nudi in una specie di giaciglio di ghiaccio.
Lyon prono sul manto roccioso e Gray supino e diagonale rispetto all'amico con il piede sul torace del mago di Lamia che ancora dormivano beati.
I pensieri di Juvia fantasticarono velocemente pensando a una nottata yaoi tra i due. "KYAAAAH!" le scappò un urlo dopo aver visto il sedere di Lyon e il membro di Gray.
"AAAHH!" urlarono i ragazzi spaventati e svegliati di soprassalto. I due si abbracciarono e il rossore sul viso di Juvia peggiorò nel vedere la scena diventando paonazza.
"Juvia?!!" disse Gray sorpreso. Nello stesso momento si rese conto di abbracciare Lyon e si staccarono subito.
Juvia si coprì gli occhi con le mani mentre il respiro irregolare la faceva ansimare dolcemente.
"Gray-sama preferisce Lyon-kun a Juvia?" Ogni tanto spiava tra le dita.
"Cosa?!" I due ragazzi arrossirono imbarazzati. "N-non è come sembra!" Disse Gray cercando i boxer.
"Dove diavolo sono finiti?" Borbottò. "È tutta colpa tua Lyon!" Sbraitò.
"Mia?! Come ti permetti! Hai iniziato tu a stuzzicarmi!"
"Juvi!!" Nel sentire ciò Juvia fraintese.
"Ma che dici?! Hai iniziato tu la lotta, non dire sciocchezze!" Disse Gray guardando per terra "Dove sono finiti i boxer?!" Li stava ancora cercando.
"Juvietta non fraintendere! Non è come sembra! Gray cercava una lotta e l'ho accontentato"
"Bravo! Complimenti Lyon, hai usato proprio parole giuste eh, senza altri equivoci!" Gray trovò i boxer e se li mise, in più si vestì.
"Non ho detto niente di male! Cosa può interpretare?" Anche Lyon si rivestì mentre Juvia sbirciò tra le mani.
"Stiamo parlando di Juvia! Ormai dovresti conoscerla" sospirò rassegnato portandosi una mano tra i capelli scuri.
Lyon guardò la ragazza che ancora teneva le mani sul viso e arrossì per la sua dolcezza.
"Juvietta, siamo vestiti ora puoi aprire gli occhi." Le disse Lyon con calma e gentilezza nella voce.
Juvia abbassò le mani ancora imbarazzata. "Juvia chiede scusa…" il viso da cucciola intenerì Lyon e arrossì mentre Gray le rispose malamente "La prossima volta bussa." Uscì dalla capanna affrontando la nuova giornata.
Lyon invece, che non gli piacque come Gray trattò Juvia, le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla. "Lo so che "lascialo perdere" te l'ho detto tante volte e non posso farci nulla se il tuo cuore appartiene a lui." Poi bofonchiò "E non lo sa apprezzare" schiarendosi la voce come se non avesse detto nulla. "Ma in questo caso "lascialo perdere" è d'obbligo. Nel senso di perdonarlo quando si comporta in modo rozzo e schivo, non sa esprimersi bene a parole."
"Juvia lo sa. E questo fa tenerezza a Juvia." Sorrise grata per quelle parole e uscì anche lei dalla capanna con il volto più sereno.
Lyon rimase sorpreso e ridacchiò grattandosi la testa con un dolce sospiro. "Quella donna… mi farà impazzire un giorno, anche se so che dovrò rinunciare a lei." Balbettò a se stesso, dirigendosi verso il gruppo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Premonizione ***


Dew li accolse con la colazione pronta.
Latte e riso erano la loro specialità e gli ospiti del villaggio li assaggiarono con gusto.
"È buonissimo!" Disse Wendy con entusiasmo. "Proprio buono. Non avevo mai mangiato nulla di simile." Charle le diede ragione ed erano nel gruppo con Dew; mentre Gray, Juvia e Lyon erano in disparte.
"Gray-sama ne vuole un altro po'? Juvia ne va a prendere dell'altro."
"Grazie Juvia ma sono a posto."
"Lyon ne vuole dell'altro. Andresti per me?" Chiese il mago del ghiaccio.
Juvia socchiuse gli occhi e alzò un sopracciglio "Lyon-kun ha le gambe, può andarci da sé."
"Ma Lyon vuole che ci vada Juvia. Puoi farmi questo favore?" Le sorrise.
Juvia guardò i due giovani e sentiva che c'era qualcosa sotto.
Gray annuì a Juvia e al suo comando, Juvia fece il favore a Lyon e gli prese un altra ciotola di latte e riso.
"Gray." Disse Lyon con tono basso "Ti confesso che sono preoccupato per Juvia. Non so cosa succederà nella grotta ma ho uno strano presentimento."
Gray lo guardò "anche io. Per questo sono qui."
"La proteggeremo insieme." Lyon sorrise dolcemente ma Gray non ricambiò, era seriamente preoccupato.
Juvia tornò con la ciotola e Lyon ringraziandola fece il bis. "Ci vorranno energie!" Concluse Lyon finendo di mangiare.
"E ora che facciamo?" Chiese Wendy avvicinandosi al gruppo.
"Abbiamo raccolto altre informazioni. Perciò ora propongo di andare alla grotta e fare dei tentativi." Lyon si alzò e anche gli altri lo imitarono.
"Allora andiamo alla grotta. Prima concludiamo questa missione prima torniamo a casa" Gray battè il pugno contro il palmo aperto e il sorrisino sulle labbra. "Quanta fretta Gray…" disse Lyon.
"È per non vedere la tua brutta faccia. Ho già passato troppo tempo con te, non voglio passarne altro."
"Tsk. Il solito rompi scatole."
Lyon si mise in marcia e lo seguirono all'entrata della grotta.
Uno accanto all'altro, Juvia sentì un altro brivido appena arrivati alla bocca della caverna e si avvicinò di più a Gray. Il moro la guardò e notò sul volto della ragazza un'aria preoccupata che si perdeva nelle viscere profonde della caverna, la stessa preoccupazione che già aveva percepito prima della battaglia contro Tartaros.
"Gray-sama…" sibilò vicina al braccio di lui con la mano destra chiusa a pugno vicino al petto. Segno che indicava al mago alla sua sinistra che l'ansia si trasformava in brutto presentimento.
Gray di istinto, senza nemmeno accorgersene, aveva preso la mano sinistra di Juvia, penzolante vicino al fianco. "Sono qui."
Il tono sicuro e sincero rincuorò la maga e lo guardò con un leggero sorriso ancora turbato, stringendogli la mano alla ricerca di sicurezza.
Gray ricambiò il sorriso e con uno
sguardo di intesa erano pronti a entrare nell'antro.
Lyon sussultò quando vide le loro mani unite e un leggero senso di delusione lo invase assieme a un sorriso amaro ma pieno di comprensione.
Wendy li osservò tutti e tre con sguardo innocente per la sua età mentre Charle anch'essa era alquanto agitata.
"Hai avuto una premonizione?" Domandò Wendy che ormai riusciva a capire le espressioni dell'amica exceed.
"Ho visto qualcosa." Disse Charle turbata e gli altri la guardarono con tensione.
"Che cosa?" Domandò ancora la giovane dragon slayer.
"Wendy…" il tono di Charle cambiò e gli occhi le si velarono di lacrime. Con voce rotta dal pianto supplicò la maga "…ti prego, non entrare."
"Eh?" Tutti si domandarono cosa avesse mai visto.
Charle si buttò tra le braccia della bambina. "Ti prego. Non entrare. C'è un mostro lì dentro…" la sua voce rotta divenne più flebile ma ugualmente comprensibile "…ti mangerà!" Charle singhiozzò mentre stringeva le zampine al corpo dell'amica che, come i presenti, sgranò gli occhi pieni di terrore.
"C..come…" si sentì appena dalle labbra di Wendy. "Hai capito benissimo. Ti prego, non entrare" Charle continuò a supplicarla tra i singhiozzi. "Non voglio perderti."
Lyon mise una mano sulla spalla di Wendy "ricordi cosa abbiamo detto in stazione? Perciò non ti preoccupare. Puoi restare qui. D'altronde anche se venissi con noi non potresti comunque utilizzare la tua magia, perciò qui fuori dovresti essere al sicuro."
Wendy assunse un'espressione pensierosa e un po' delusa. "D'accordo. Resterò qui fuori, ma se avrete bisogno di aiuto io correrò verso di voi."
"Ma…Wendy…"
"No Charle… le tue premonizioni le abbiamo cambiate, possiamo farlo anche questa volta ma allo stesso tempo non abbandonerò i miei amici se sono in difficoltà." La voce della dragon slayer si fece sentire e ruggì quelle parole con determinazione e sicurezza che si potevano leggere benissimo sul suo viso. Un grazioso viso da bambina ma con tanta tenacia nascosta dietro quel volto.
Charle non poté far a meno che accettare le condizioni dell'amica e annuì. Si staccò dall'abbraccio con Wendy e si asciugò le lacrime tornando la solita irriverente gattina.
"Su…cosa aspettate? L'avete sentita no? Voi andate avanti, noi resteremo qui ma potete sempre contare sul nostro aiuto."
"Ben detto." Sorrise Wendy "posso sempre essere d'aiuto in altri modi! Sono una dragon slayer dopotutto…"
I tre amici le guardarono con un sorriso fiero e rassicurato ed entrarono in quell'antro buio e profondo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Esplorazione ***


"Accidenti, inizia a farsi più buio." Commentò Gray che chiudeva la fila indiana.
"È normale Gray. Più si va avanti più ci allontaniamo dalla luce esterna." Disse Lyon saccente stando a capo fila.
"Mi hai preso per uno scemo?" Ribatté Gray.
"Io non l'ho detto. Ma se ti senti scemo allora vuol dire che lo sei." Sulle labbra del mago di Lamia Scale fiorì un sogghigno compiaciuto che Gray non poteva vedere ma poteva percepirlo dal tono di voce.
"Lyon. Giuro che se non la smetti ti prendo a pugni."
"E tu non continuare ad evidenziare l'ovvio."
Juvia che era al centro della fila indiana ne aveva abbastanza di quel botta e risposta.
"Lyon-kun, siamo arrivati?" Domandò la maga interrompendo il battibecco.
"Non ancora mia dolce Juvietta. Mancano ancora due passaggi."
"E questi passaggi li hai aperti tutti tu?" Domandò con stupore la maga, guardandosi attorno.
La grotta era angusta in certi passaggi e in altri era fattibile camminare vicini ma per questione di sicurezza decisero di camminare in fila indiana e allo stesso tempo potevano proteggere Juvia.
"Sì." Rispose con una punta di orgoglio.
"Pallone gonfiato" sibilò Gray tra i denti, ma nella grotta ci fu l'eco che accentuava la voce e lo sentirono lo stesso.
Lyon socchiuse appena gli occhi in risposta all'eco e Juvia trattenne un sorriso.
Le pareti della caverna erano umide e più proseguivano nelle viscere della terra più l'umidità si faceva pesante anche nel respiro e la temperatura calava rispetto a quella esterna.
"Lyon-kun come fai a orientarti? Non si vede più nulla."
"Tranquilla Juvia. Ho messo delle tracce da poter seguire al mio ritorno mentre uscivo dalla caverna. Se mi dai la mano ti faccio strada."
Lyon si girò verso Juvia e le porse la mano con un piede appoggiato a quello che era un gradino che conduceva a uno scivolo buio.
Lo vide grazie a una fessura sul soffitto della caverna da cui penetrava la luce e lei arrossì turbata.
"Da qui in poi non ci sarà più la luce esterna a guidarci. Meglio rimanere vicini."
Juvia si girò verso Gray e lui girò il viso un po' stizzito.
"Fidati di me." Insistette Lyon.
"Fai come dice." Disse Gray guardandoli con la coda dell'occhio. Juvia obbedì con un cenno di assenso.
Prese la mano di Lyon e poi fece un passo verso Gray. Gli prese la mano e gli sorrise. "Juvia non vuole perdere Gray-sama" gli disse con un tono così soave che Gray sussultò sorpreso.
"Ora possiamo andare Lyon-kun. Juvia è pronta." Sorrise anche a Lyon e il suo cuore batteva forte.
Se i loro corpi non fossero stati presenti eccetto del cuore, l'eco della grotta avrebbe amplificato i battiti accelerati dei ragazzi.
"Andiamo. Attenti che si scivola." Lyon tenne stretta la mano di Juvia mentre saliva su quel gradino e si piegò sulla lastra umida e liscia come se si trovasse su una tavola da snowboard.
Fece spazio anche a Juvia e Gray e appena pronti, formando una catena umana, scivolarono nelle viscere profonde come se stessero governando una pista da sci.
"Pronti per il salto!" Lyon li avvertì in tempo ma non servì lo stesso.
Lyon fece un balzo e atterrò in piedi, ma con un "Juvi!" sorpreso, fu tirato dalla caduta di Juvia che a sua volta fu tirata da Gray che cadde con un tonfo con il sedere per terra.
"E meno male che l'ho detto." Digrignò tra i denti mentre trattenne le imprecazioni.
"Potevi comunicarlo all'inizio e non alla fine!" Sbottò il mago moro.
"Se non l'avessi detto non avrebbe cambiato nulla a quanto pare!"
"Non lo puoi sapere!"
Gli animi dei due maghi di ghiaccio si stavano scaldando.
"Juvia non vuole che litighiate!"
Si bloccarono di colpo.
"Juvia vuole vedere dove si trova."
"Hai ragione. Come sempre." Disse Lyon respirando per calmarsi.
"Juvia, devo un attimo lasciarti la mano." Lyon l'avvertì e subito dopo fece come aveva detto. Si alzò in piedi e senza che potessero vederlo, Lyon si mise in posizione. "Ice Make: Firefly!"
Una moltitudine di lucciole di ghiaccio si materializzarono e si scontrarono contro le pareti della grotta che, a contatto con una sostanza luminescente, la grotta si illuminò di una luce azzurra più luminosa dei capelli di Juvia, la quale rimase senza fiato per lo stupore.
Gray sgranò gli occhi stupefatto e subito dopo si rese conto che lui e Juvia erano ancora seduti per terra con i fianchi della maga tra le gambe, seppur seduta.
Si tenevano ancora per mano e Gray si alzò per primo, aiutando poi la maga ad alzarsi stringendole la mano.
"Allora Juvietta? Cosa ne pensi?" Domandò Lyon da sbruffone, sistemandosi con un gesto della mano i suoi capelli bianchi.
"Juvia pensa che non vuole essere chiamata Juvietta." Lyon ci restò male. "Però è ammirata dalle capacità di Lyon-kun." Ciò rincuorò il mago di Lamia.
"Non dirglielo. Altrimenti si monta la testa."
Lyon guardò male Gray e ribatté "mi spiace, ma non mi chiamo Gray." Ghignò.
Gray lo fulminò con lo sguardo.
"Lyon-kun, da quale parte andiamo?" Juvia cercò di cambiare argomento.
Il mago di Lamia si guardò attorno e alzò il braccio indicando la prossima entrata. Sempre stretta e buia. "Da quella parte, troveremo il guardiano."
"E avete davvero provato a portarlo fuori?" Domandò Gray pensando a tutta la strada fatta.
"Sì."
"A quanto pare il suo territorio è tutta la grotta e non ha paura di spostarsi. Perciò Juvia si chiede: a cosa serve un guardiano? Cosa protegge? Sempre se sta proteggendo qualcosa visto che si muove liberamente."
"Oh Juvietta! Sapevo che sei intelligente. Anche io l'ho pensato e pensa che torna sempre qui."
"E a quale risultato sei arrivato?" Domandò Gray.
"Possibile che non ci arrivi? Non sei proprio portato per gli enigmi eh. Niente spirito di osservazione."
Gray arrossì per la vergogna "non stare lì a fare il saputello e a vantarti. Se hai capito qualcosa, parla!"
"Si muove liberamente, non può uscire dalla grotta e torna sempre allo stesso punto." Ripeté Juvia con concentrazione. "Vuol dire che in quel punto c'è qualcosa che lo costringe a tornare indietro." Juvia alzò lo sguardo, illuminata.
"E se la grotta non fosse il problema? Se invece non può uscire dalla grotta proprio perché ha un limite di passi da fare dal punto in cui torna sempre?" Chiese Gray pensante.
"Non male. Ma non spiegherebbe l'annullamento delle magie." Replicò il mago di Lamia.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. Fidati di me ***


"Freed ha detto qualcosa sulle rune…" pensò Levy ad alta voce, mentre sfogliava l'ennesimo libro nella biblioteca della gilda.
Entrambe le ragazze indossavano gli occhiali della lettura veloce.
"A me è sembrato che avesse detto di non averle viste durante il suo sopralluogo." Rispose Lucy.
"Ti sembra possibile che Freed non sia interessato a una magia simile?" Chiese Levy all'amica.
"Solo perché usa una magia oscura non significa che voglia saper tutto a riguardo."
"Giusto. Hai ragione."
"Hai trovato qualcosa?" Domandò Lucy sbirciando nel tomo della ragazza.
"Non ancora. Forse Freed ha ragione e non c'è davvero nulla a riguardo." Levy sbuffò e si abbandonò sulla sedia, con la schiena e la testa sullo schienale che guardava assorta nei suoi pensieri il soffitto alto della biblioteca.
Un "oh!" Di Lucy la fece subito rimettere in riga.
"Cosa?!" Chiese febbricitante la maga.
"Sembra che ci sia una storiella su quel luogo, anche se qui ha un altro nome penso si riferisca a quella civiltà."
"Dai fammi vedere! Voglio assolutamente leggerlo!" Levy tolse il libro da sotto il naso di Lucy con un sorriso furbo e a denti stretti.
"Ehi! Fammi vedere!" Protestò Lucy.
Insieme iniziarono a leggere il libro velocemente grazie all'aiuto degli occhiali.

Nel frattempo, il guardiano si materializzò davanti a loro, avendo deciso dopo innumerevoli considerazioni di passare nell'altra stanza e affrontarlo. Nello stesso modo, per far luce, Lyon creò delle lucciole di ghiaccio che con la sostanza luminescente creava una luce azzurra.
Il guardiano era un ammasso di roccia grigia con sembianze umanoide pieno di segni sul manto roccioso. Non aveva volto ma si poteva capire dove avesse la faccia grazie alla protuberanza che usciva al centro, ciò faceva presagire che doveva essere il naso. Il guardiano camminava verso di loro con passo pesante.
"Cos'è quel…coso?!" Domandò Gray impressionato.
"È il guardiano, idiota. Ora dobbiamo fare molta attenzione." Lyon non finì la frase che Gray passò subito all'attacco. Il suo impeto e l'impazienza lo portarono a colpirlo.
"Tu non sei un emerito idiota eh, ma molto di più!"
"Stai zitto! So quello che faccio!"
Gray usò l'ice make e congelò il guardiano bloccandogli i piedi.
Ma come disse Lyon, il ghiaccio venne sciolto e l'acqua scorreva dietro il guardiano creando un cerchio ai suoi piedi.
"Visto? Ora mi credi? L'acqua non lo tocca e il ghiaccio si scioglie."
"Gray-sama prova di nuovo."
"Cosa? Juvia anche tu lo inciti?"
"Lyon-kun fidati tu ora di Juvia." Aveva uno sguardo risoluto ma allo stesso tempo il sorriso le conferiva dolcezza.
"D'accordo. Cosa vuoi che faccia?" Chiese Lyon.
"Attaccatelo con la vostra magia. Juvia deve capire una cosa" e mentre lottava il brutto presentimento che albergava in lei, cercava di capire dove andasse l'acqua. C'era una pendenza che la portava dietro di lui? Eppure il suolo umido pendeva più dalla parte dei ragazzi rispetto al guardiano.
Mentre i giovani maghi lottavano, Juvia esaminava il terreno e cercava di capire dove l'acqua defluisse.
La maga sussultò e guardò Lyon di scatto "Avete mai provato a girare attorno al guardiano?" Chiese.
"No. Perché come ci giriamo, si gira anche lui." Lyon capì dove voleva arrivare "Mostra sempre la parte anteriore! Ma certo!" Sorrise Lyon e guardò Juvia che sogghignò.
"Juvia lo terrà impegnato. Voi cercate di capire cosa tiene nascosto dietro di sé."
"Ricevuto!" Risposero i maghi.
"Water slicer!" L'attacco di Juvia prese in pieno il guardiano ma non lo scalfì. Al contrario, sulla protuberanza del naso si manifestarono due luci azzurre che creavano gli occhi del guardiano.
I tre maghi si pietrificarono sul posto con occhi sgranati.
"Questa è nuova." Disse Lyon.
"Come nuova? Che vuol dire nuova, Lyon!"
"Forse l'attacco di Juvia ha attivato qualcos'altro. Non lo so. Non ha mai… aperto gli occhi prima d'ora."
Juvia non parlò. Rimase sul posto attratta da quei occhi azzurri e tremava impaurita.
"Allora facciamo attenzione e portiamo a termine il piano…" Gray fissò Juvia "ohi Juvia! Che ti prende ora?"
"Huh?" Juvia non riusciva a muoversi e a staccare gli occhi di dosso dal bestione di roccia. All'improvviso il guardiano le mise soggezione e sudava freddo.
"Forse le ha fatto qualcosa. Gray muoviamoci!"
Il moro non se lo fece ripetere due volte e tornò all'attacco. Come fece per scagliare il suo Ice Cannon, Lyon corse verso l'uomo di roccia e gli passò tra le gambe in scivolata. Juvia cercò di reagire alzando a fatica un braccio, ma il guardiano reagì prima di lei e da sotto il naso si aprì una fessura che sbuffò vapore caldo. Juvia urlò di dolore.
Gray si girò "Juvia!" Le andò subito incontro e prima che il bestione potesse soffiare altro vapore dalla bocca, Gray materializzò uno scudo di ghiaccio davanti a Juvia, che sbucava da terra. Il secondo sbuffo di vapore si scontrò con lo scudo di ghiaccio e Gray le si gettò sopra, prendendola tra le braccia facendo una giravolta in aria e atterrando sulle punta dei piedi strisciandoli per terra, creando un solco.
"Juvia! Tranquilla. Ci sono io." A quelle parole si sentì Lyon dietro le spalle dell'uomo roccia "ice make: sword!" aveva trovato un solco profondo rispetto ad altri tagli che aveva sul corpo proprio a forma di spada e lo riempì con la sua magia di ghiaccio.
Gli occhi dell'umanoide si fecero più intensi e abbaglianti e i tagli del corpo si illuminarono mostrando figure assimetriche.
"Gray-sa…" la voce debole di Juvia fece preoccupare il giovane che la guardò. Lei aveva alzato la mano per carezzargli la guancia. Gray corrugò la fronte notando gli occhi di Juvia che non brillavano più di vita come prima. In un soffio di voce pronunciò il suo nome "Juvia...", le prese la mano ancora alzata e la strinse dolcemente mentre la teneva tra le braccia.
Il guardiano brillò talmente tanto che Lyon si allontanò coprendosi gli occhi con le braccia ma inciampò. In quel momento la luce abbagliante creò un'esplosione contenuta nella grotta e Lyon fu sbalzato via sbattendo contro una parete rocciosa. Rimase seduto contro la parete con le orecchie che gli fischiavano per l'esplosione ravvicinata e la testa scombussolata.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. Scomparsa ***


Gray e Juvia rotolarono insieme, abbracciati. Per l'esplosione Gray la strinse a sé facendole da scudo e si bruciò la schiena. Niente a confronto con la bruciatura di vapore che Juvia aveva subito su tutto il corpo. Ma c'era altro che non le permetteva di riprendersi e Gray non riuscì a capire cosa fosse.
Quando i rotolamenti finirono, Gray si trovò sopra a Juvia ma lei era sempre più assente.
Si rimise seduto sulle ginocchia e l'abbracciò di nuovo tra le sue braccia. "Ohi Juvia! Che ti prende? Svegliati!" La scosse dolcemente tra le braccia e le toccò la guancia per prenderle il viso. Era fresca. Fin troppo fresca.
Possibile che le si stava abbassando la temperatura corporea?
Appoggiò le labbra sulla fronte di Juvia. Aveva ragione. Il freddo della grotta stava abbassando più in fretta la temperatura corporea di Juvia e lui che era un mago del ghiaccio, non percepì il calo drastico del clima.
"Juvia. Svegliati. Ti prego rimani con…" gli occhi di Juvia si illuminarono come quelli del guardiano e d'istinto il moro alzò il viso verso il bestione di roccia. Gli occhi brillavano della stessa luce azzurra e intensità degli occhi di Juvia.
"Cosa…" bisbigliò il moro visibilmente confuso.
Guardò ancora Juvia e le carezzò la guancia "Juvia svegliati! Non cedere a lui. Torna da.." la mano di Gray si bagnò e improvvisamente il corpo di Juvia mutò completamente in acqua.
"Il water body?" Pensò Gray "perché?" L'acqua di Juvia venne risucchiata dal guardiano come una grossa cannuccia aspira un liquido per berlo.
"No! Juvia!!" Gray alzò la mano con l'intento di recuperarla ma non poté far nulla.
Juvia era stata assorbita dal guardiano, come una grossa spugna imprigionava l'acqua.
"J-juvia…" Gray era senza parole con gli occhi sbarrati in preda a varie emozioni che si mescolavano tra di loro, dando vita a un cocktail di sensazioni dentro di sé. Inevitabilmente, delle lacrime gli rigarono il viso mentre lui era lì, immobile, con la mano ancora alzata verso il guardiano che gli diede le spalle. Con sorpresa di Gray per quel gesto, vide la grossa spada di ghiaccio che Lyon aveva creato, che non si era trasformata in acqua come le altre magie di ghiaccio.
Il cocktail di emozioni traboccò e Gray era incazzato ma stanco a causa delle bruciature sulla schiena e per gli sforzi fisici durante la lotta.
"Credi di poter lasciare così facilmente il campo di battaglia?!" Urlò rimettendosi in piedi e in posizione con le lacrime che gli rigavano ancora la faccia. "Ice make: prison!" Una gabbia di ghiaccio si materializzò e cadde sull'uomo di roccia imprigionandolo. Ma quella prigione durò poco tornando acqua. Acqua che continuò a scorrere contro la pendenza.
Lyon aveva gli occhi socchiusi e corrugò la fronte. "Ice make: wall!" Gli attacchi erano sempre più disperati. Gray sbarrò la strada al guardiano, creando un muro di ghiaccio, anche quel ghiaccio si sciolse diventando acqua e ancora, come le ennesime volte, l'acqua defluì contro pendenza. Lyon spalancò gli occhi e provò a parlare.
"Restituiscimi Juvia!!" Sbraitò Gray colpo dopo colpo con tono ansimante per lo sforzo. Ma al guardiano non interessava. Come scioglieva la magia lui faceva un passo verso la direzione che aveva preso, ignorando il mago.
Lyon aveva ragionato sul da farsi e intimò Gray di smettere. All'inizio non lo sentì per la voce bassa di Lyon e l'eco delle urla di Gray che si sovrastavano ma poi, con voce piena e raccolta, gli urlò contro "ORA SMETTILA GRAY! LASCIALO ANDARE!" le sue stesse parole rimbombarono nella sua testa e il dolore dall'esplosione gli procurarono altra emicrania.
"HA PRESO JUVIA! Non la abbandono!" La voce di Gray tremava e tratteneva i singhiozzi a fatica.
"Se continui così potresti ferirla! Lei è il guardiano sono una cosa sola ora."
Gray si bloccò di colpo e ci pensò. "Io….devo combattere.. per lei…" disse abbassando sempre di più il tono di voce reprimendo le lacrime, con lo stomaco chiuso e il cuore in pena.
"Lo faremo insieme. Ma prima dobbiamo guarire dalle nostre ferite."
"Scordatelo! Non la lascio qui!" Urlò con il magone in gola che gli bloccava il respiro.
L'aveva persa?
"Avanti Gray, ragiona una volta ogni tanto! Non riesci nemmeno a reggerti, come potresti esserle di aiuto?! Torniamo da Wendy."
Il mago moro rimase in silenzio. Abbassò testa e sguardo e acconsentì, ormai il guardiano era scomparso nel buio.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. Coraggio ***


Wendy, che stava aspettando fuori dalla grotta impazientita camminando avanti e dietro, si bloccò di colpo quando sotto ai suoi piedi sentì un leggero tremore e l'udito percepì un boato.
"Finalmente hai deciso di fermarti. Mi stava venendo mal di mare nel vederti camminare da un punto all'altro." Commentò Charle.
"Non hai sentito nulla?" Chiese Wendy alla gatta.
"Sentito cosa?"
"Un boato. Mi sa che c'è stata una esplosione." Wendy corse verso l'entrata della grotta.
"Wendy, no! Dobbiamo aspettarli qui!"
La bambina si fermò e si girò verso l'amica "No, Charle! L'ho detto prima, se hanno bisogno di aiuto io correrò da loro! Se vuoi venire con me saremo prudenti in due, altrimenti resta qui ma io entro lo stesso."
"E va bene! Quanto sei diventata testarda!" Charle mise le ali e si addentrarono insieme.
Wendy seguiva le tracce dei suoi amici con l'olfatto, anche se l'odore dell'umidità le copriva un po'.
"Sicura che è la strada giusta?" Chiese Charle.
"Certo! E ora sta diventando sempre più forte. Oltre al loro sento quello del guardiano. Ha un odore strano"
"Ssh. Parla più piano, il mostro potrebbe sentirti."
Sentirono dei rumori venire di fronte a loro.
Si abbracciarono impaurite e dai passi che avanzavano caddero insieme.
"Per favore, non mi mangi!" Disse Wendy impaurita con gli occhi chiusi.
"Wendy..?"
"Eh?" Aprì gli occhi e guardò i ragazzi. "Ah. Meno male. Eravate voi. Pensavo fosse il mostro!"
"Credi davvero che con un "per favore" non ti avrebbe mangiato?" Sogghignò Gray divertito mentre il viso di Wendy arrossì e gonfiò le guance.
"Cosa ci fai qui dentro?" Domandò Lyon aggrappato a Gray.
"Ho sentito un boato, pensavo aveste bisogno di aiuto." Poi si accorse dell'assenza della maga d'acqua.
"Dov'è Juvia?"
Il sogghigno sul volto di Gray sparì ricordando l'accaduto ancora vivo e inspiegabile nella sua testa; girò il viso abbassando lo sguardo dispiaciuto. "È stata presa" disse d'un fiato sorreggendo Lyon.
"Cosa? È stata mangiata?! Dal mostro?" Chiese la bambina.
"No Wendy. Non è stata mangiata. -più o meno- Appena guarito tornerò dentro a riprenderla. Non la lascerò indietro."
"Ma lo hai fatto" sottolineò Charle punzecchiandolo. Gray sussultò per quella affermazione e strinse i denti sempre più avvilito.
"Prima però usciamo da qui." Evidenziò Lyon.
Wendy fece strada con udito e olfatto e una volta usciti dalla grotta si mise a guarire le loro ferite.
Mentre guarì Lyon, seduto sulla sabbia, Gray rimase in piedi guardando il cielo che si rannuvolò e gli si strinse il cuore. Ripensava all'affermazione di Charle. "L'ho abbandonata" pensò mordendosi il labbro. Quel cielo grigio sembrava un messaggio da Juvia che con tristezza chiedeva "Aiuto." Gray abbassò la testa e chiuse gli occhi serrandoli.
Non ci voleva credere. L'aveva persa e abbandonata davvero? Non se lo sarebbe mai perdonato. Strinse i pugni e quella situazione non gli piaceva per niente, ma doveva riacquistare le forze se davvero voleva aiutarla. Poi, il conforto nel pensare alla forza e tenacia di Juvia, lo aiutò a spronarlo e a trovare il coraggio e la sicurezza perduta. Se lei non aveva smesso di lottare, non poteva farlo nemmeno lui. Juvia contava su di lui e non poteva tradirla.
"No. Non l'ho abbandonata. Sono ancora qui." Pensò serrando i pugni, corrugando la fronte con espressione seria e determinata verso quelle minacciose nuvole cariche di pioggia. "Non temere Juvia. Ti salverò."

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. Bugie e realtà ***


Nella biblioteca di Fairy Tail, Lucy e Levy stavano commentando la lettura appena conclusa.
"Incredibile. Sembra una fiaba." Disse Levy sognante.
"Verissimo! Una storia d'amore tragica direi."
"L'amato che cerca di risvegliare l'amata, separati da dalle maledizioni. Ma solo ciò che può dare la vita con il cuore che batte, può risvegliarli."
"Esatto. Sembra un enigma."
"Dici? Eppure è tragicamente romantico. Non trovi, Lucy?"
"Già. Però c'è qualcosa che non mi convince."
"Cosa?"
"La richiesta di aiuto dice che un mago del ghiaccio deve risolvere il loro problema di innalzamento dell'acqua, ma a pensarci loro coltivano con l'acqua di mare. Perciò qual è il problema?"
"Dici che hanno camuffato la richiesta per essere accettata?"
"Forse. Ma forse sbaglio."
"Ho letto un libro sulla coltivazione. C'è scritto poco su quella di mare ma sembra ci voglia una piccola percentuale per poter irrigare altrimenti tutta la coltivazione andrebbe distrutta dal sale. Forse è per questo che hanno richiesto aiuto. L'acqua di mare si alza troppo e rovina la coltivazione." Levy mostrò il libro a Lucy.
"Ok. Ma gli innalzamenti sono fenomeni naturali. L'alta e la bassa marea avvengono per la Luna, quindi è normale. Il problema non lo risolverebbero lo stesso."
"Allora avrai ragione Lucy. Avranno camuffato la richiesta per far in modo che venga accettata."
"A questo punto, quale sarà la vera richiesta?"
"Pensaci Lucy, un'altra domanda è: perché avranno camuffato la richiesta? Sarà pericolosa?"
"Ma in questo modo mettono in pericolo i maghi che accettano! Non sopporto quando mettono richieste del genere. Non se ne rendono proprio conto." Lucy era infastidita e gonfiò le guance.
"Purtroppo alcune richieste possono essere trappole, come possono essere vere. Non si sa fin quando non si arriva sul posto e quindi finché non si accetta la richiesta d'aiuto. Però in questo caso, la richiesta specifica l'aiuto di un mago del ghiaccio. Forse questo poteva insospettire di più."
Lucy guardò il libro pensierosa. Lesse il titolo mentalmente: "Folklore: tra finzione e realtà".
"Dici che i nostri amici capiranno che sono stati ingannati? Che la missione in realtà è un'altra?"
Lucy guardò Levy con preoccupazione. "Lyon è intelligente e anche Juvia.. Gray lo capirà."
"Sì, ma quei tre insieme. Eheheh." Lucy rise nervosamente "Juvia non capisce più nulla se c'è Gray e Lyon si perde se c'è Juvia."
Levy rise "dici che la loro intelligenza si annulla l'un l'altro? Ahahah! Devono affidarsi a Gray!"
Lucy rise ancora nervosamente. "Però sono sicura che nelle situazioni serie, sanno essere obiettivi e concentrati." Sorrise dolcemente credendo in loro.
Poi pensò alle sue stesse parole "Sembra un enigma". "Levy… Lyon ha detto che ha risolto degli indovinelli prima di scovare il guardiano. E se gli indovinelli rivelassero il vero motivo della missione?"
"Giusto. Potrebbero essere la soluzione per la missione o spiegare il vero volto della missione richiesta. Ci basterà scoprire di che enigmi si trattano."
Si guardarono illuminate dalla stessa lampadina.
Jet e Droy si presentarono alla biblioteca "avete visto Wendy?"
"No. Perché?" Domandò Levy.
"Ho fatto il giro della gilda ma non l'ho trovata. Pensavo l'aveste vista." Sospirò Jet.
"Neanche Charle si trova." Commentò Droy a bocca piena, mentre mangiava delle patatine.
"Se non ci sono…" Lucy sbarrò gli occhi "…forse sono andate con Juvia, Gray e Lyon."
"Allora è in buone mani." Disse Droy tra una masticazione e l'altra.
"Sì, ma è andata in missione senza permesso." Disse Levy preoccupata.
"Sicuramente Gray saprà come affrontare gli imprevisti." Lucy sorrise nervosamente.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. Indizi ***


Gray starnutì e si toccò il naso con le dita.
Il cielo nuvoloso copriva l'aria serale e rattristò perfino Lyon e Wendy. La pioggia che ne seguì era per Gray un messaggio. Non poteva rimanere più a riposarsi senza far nulla.
Si alzò. "Io torno dentro."
"Come? Gray si sta facendo sera." Disse Lyon.
"Tu resta pure a riposarti, ma non lascio Juvia tra le mani di quella cosa. Non esiste."
"Allora vengo con te." Wendy si alzò.
"Wendy per te è pericoloso…"
"Non dirmi cosa è pericoloso o no per me. Ho affrontato di peggio o sbaglio? Ho dimostrato che essendo solo una bambina possono essere anche un dragon slayer o sbaglio? Faccio parte di Fairy Tail, Juvia è anche mia amica e da quando in qua una missione per noi è pericolosa?"
Gray lesse tutta la determinazione e il coraggio negli occhi di Wendy e sorrise. Quanto era cresciuta dal loro primo incontro. Dalla bambina indifesa che non voleva ferire neanche una mosca, a una bambina con grinta degna di drago che farebbe di tutto per proteggere i suoi amici.
"Hai ragione." Si grattò la testa. "Con il tuo olfatto possiamo seguire le tracce di Juvia."
"E con le mie lucciole sarà più facile capire da che parte andare." Lyon si alzò a fatica.
"Hai deciso di venire?" Ghignò Gray.
"Certamente. Non lascerò a te tutto il merito del salvataggio di Juvia. Con che faccia potrò mai presentarmi al suo cospetto?"
"Sbruffone. Non sarà mai tua." Le parole gli uscirono di getto senza pensare e si vergognò.
"E chi lo dice? Gray tremarello Fullbuster?"
"Tra i due sembra che il tremarello sia tu. Vero Lyon spaventapassere Vastia?"
Wendy sospirò e guardò Charle "come fa Juvia a sopportarli? Sembra di avere Natsu al posto di Lyon. Litiga con tutti." Disse mentre si avviò nella grotta, annusando l'aria di pioggia e umidità e la polvere alzarsi.
"Ehi Wendy, aspettaci!" Mentre correvano verso di lei sentirono le prime gocce di pioggia cadere sulla loro pelle mentre Wendy si era già messa al riparo nella grotta.
Lyon richiamò le sue lucciole di ghiaccio che, invece di scontrarsi al muro, impregnarono la parte posteriore della sostanza luminescente e con la luce soffusa e azzurra, illuminavano la strada al loro cammino.
Wendy faceva da navigatrice annusando l'aria, riportando i ragazzi al punto di scontro con il guardiano.
"Qui la traccia di Juvia è più forte rispetto a prima, l'odore prosegue ma si fa più tenue e non riesco a sentirla bene."
Wendy annusò l'aria con più impegno e più tempo.
"Certo che avere un segugio che parla è proprio comodo." Dichiarò il mago di Lamia.
Wendy lo ignorò ma Charle si sentì offesa al posto suo e rispose impertinente "Wendy non è un cane! Non permetterti più di dire una cosa del genere!"
"Scusa! Non era mia intenzione darle del cane."
"E ne abbiamo due in gilda" ridacchiò Gray pensando a Natsu e Gajeel.
"È inutile. Da qui non so dove andare. L'odore di Juvia è forte e mi confonde le altre tracce più leggere. Mi dispiace." Disse lei con il viso triste.
Gray le andò vicino e mise le mani sui fianchi. "E se invece dell'odore di Juvia, provassi a sentire quello estraneo?"
"Intendi dire quello del guardiano?"
"Esatto. Se tutta la grotta ha l'odore del guardiano, forse potrebbe aiutarti a percepire l'odore tenue di Juvia."
"In pratica devo cercare il miscuglio. Ho capito. Ci provo." Wendy si mise a lavoro e nel frattempo Lyon era chino su delle tracce.
"Cos'hai trovato?" Domandò Gray piegandosi accanto a lui.
"Quando lottavamo ho notato ciò che mi era sfuggito. Qui il terreno è più bagnato."
"E questo ti sarebbe sfuggito? È normale. Il nostro ghiaccio si scioglieva e quella è acqua della nostra magia."
Lyon assottigliò lo sguardo verso l'amico. "La tua mancanza di osservazione mi sorprende sempre di più. E ti ostini a evidenziare l'ovvio."
"Non sono l'unico. Tu sei stato il primo a notare l'ovvio." Gray si alzò infastidito.
Lyon sospirò e si mise a spiegare. "L'acqua del nostro ghiaccio sciolto doveva scorrere verso la nostra direzione, invece saliva verso il retro del guardiano. Questo non è più normale, no? L'acqua per salire ha bisogno di una spinta, almeno che non ci sia altro dietro questa storia."
"Allora seguiamo il terreno più bagnato." Propose Gray.
"Credo di aver trovato qualcosa!" Sorrise Wendy.
La bambina fece loro strada e si fermarono dietro una parete, spiando nella sala rocciosa dove una forte luce azzurra dominava al suo interno.

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Nota: "spaventapassere" è voluto -if you know what I mean- con doppio significato.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. Cuore che batte ***


Il guardiano dava loro le spalle ed era arrivato in quel luogo da poco poiché il suo passo pesante lo rallentava assieme all'acqua risucchiata. Aveva preso in mano quello che sembrava un ombrello coperto di brina posto su un altare di roccia. Il freddo della caverna lo aveva mantenuto in buono stato e la brina creava una coperta perfetta per la conservazione.
Sembrava di stare in una cella frigorifera e Wendy ne avvertì la rigida temperatura, tant'è che i loro respiri uscivano dalle bocche in sbuffi bianchi e densi.
Nonostante ciò la brina si sciolse a contatto con le mani umide del guardiano che rilasciavano l'acqua assorbita bagnando l'ombrello.
L'essenza di Juvia prese di nuovo forma e un'entità d'acqua si manifestò prendendo sembianze umane.
Tolse il water body. Teneva la testa molto bassa mostrando i suoi capelli lunghi e azzurri. Scalza, con un kimono corto bianco, mentre la sua mano perlacea come il resto del corpo, stringeva il manico dell'ombrello di bambù per rimanere in piedi.
"Juvia…" bisbigliò Gray dispiaciuto, ma da una parte sollevato nel vederla.
Quel bisbiglio però, fece scattare la testa della ragazza che si sollevò.
I capelli azzurri ancora davanti al viso, bagnati, gli occhi che scrutavano la sala senza farsi vedere. Non vedeva nessuno tra le fessure dei suoi capelli, riabbassò la testa e con uno slancio risollevò la testa. I capelli bagnati colpirono la schiena della donna come una frusta e si sistemarono da soli appena muoveva la testa.
I ragazzi sussultarono.
Wendy si portò le mani alla bocca per bloccare l'urlo sul nascere. Gli occhi sbarrati dei maghi, le lacrime sugli occhi della bambina, il deglutire a stento, era segno che avevano visto qualcosa che raggelò il sangue perfino dei maghi del ghiaccio.
Il viso di Juvia non era più dolce e gentile. Sembrava una psicopatica. Gli occhi grandi, le pupille piccole, il sorriso simile a quello di un assassino che prova piacere nell'uccidere le sue prede. Un sorriso sinistro accompagnato da una risatina malvagia.
"Se diventa così, ricordami di non farla mai arrabbiare" sibilò Gray a Lyon, nascosti dietro la parete.
"Ci sei riuscito…" anche la voce di Juvia era cambiata. Era più stridula e acuta per la felicità. "…Hai trovato la vita con il cuore che batte."
Wendy, Charle e i maghi del ghiaccio tornarono a sbirciare senza farsi vedere, cercando di capire cosa stava accadendo.
Quell'essere aveva il corpo di Juvia ma non era Juvia.
Avvicinò la sua mano candida all'altezza del cuore del guardiano e la roccia scricchiolò seperandosi dal corpo che vi era dentro e flutuavano nell'aria attorno all'uomo appena rivelato.
"Mio amore…" quelle parole ferirono i cuori dei due maghi e sussultarono. Anche se non era Juvia, sentirle pronunciare dalla sua bocca fece star male entrambi. "…non lo credevo più possibile dopo tutto questo tempo." Fece per avvicinarsi all'amato per dargli un bacio, ma prima che potesse superare le rocce fluttuanti la donna si bloccò.
Si toccò il petto e ansimò di colpo, sbarrando gli occhi.
I tre maghi si guardarono l'un l'altro e compresero. Juvia era ancora viva e si ribellava a quell'entità che l'aveva posseduta.
Wendy guardò Charle. Tremava come una foglia: si mordeva il labbro inferiore e gli occhi erano colmi di lacrime.
La bambina la abbracciò e senza far rumore tornarono tutti nella stanza precedente. "Cos'è successo Charle?" Chiese la piccola maga.
"È lei…" tirò su con il naso. "È lei che ho visto." Singhiozzò abbracciando l'amica umana.
Wendy sgranò gli occhi ricordando la premonizione di Charle.
"Allora siamo in vantaggio." Dichiarò Lyon. "Sappiamo cosa accadrà e possiamo cambiare gli eventi a nostro vantaggio. Conosciamo in parte il nostro nemico e cosa è in grado di fare." Concluse.
"Già. Dobbiamo solo pensare come sconfiggerli e riprenderci Juvia." Gray guardò il compagno d'infanzia. "Una passeggiata" disse ironico.
"Fidati. Lo sarà se segui il piano." Sogghignò Lyon.
"Quale piano?" Gray era preoccupato da ciò che stava per dire il compagno.
"Stavo ripensando a tutto quello che è successo e alle informazioni raccolte al villaggio. Credo che ora tutto inizia ad avere un senso."
Wendy teneva Charle tra le braccia e lo ascoltarono.
"Abbiamo passato sette passaggi e ogni passaggio aveva un enigma da superare. Bisognava trovare la lettera giusta e… la parola che ne è uscita pensavo fosse la soluzione al problema. Ovvero Juvia."
"Che stai dicendo? Non capisco." Gray era più confuso.
Lyon voleva rispondergli "non mi sorprende" ma trattenne l'impulso e iniziò a contare sulle dita le lettere trovate che avevano aperto i passaggi: A-M-E-O-N-N-A.
"Hai pensato a Juvia? Per questo motivo?" Il tono di Gray esprimeva delusione.
"Avanti, Juvia è la reincarnazione perfetta. È l'unica donna con i poteri dell'acqua che conosciamo e se pensi alla frase che ha detto -la vita con il cuore che batte- si riferiva proprio a lei. L'acqua dà la vita e non essendo un'entità viva si riferiva a un mago o una maga con le potenzialità di Juvia. È l'unica che conosco che sa usare il water body e ciò rende letteralmente la frase vera."
Gray gli tirò un pugno in pieno volto. Finalmente riuscì a trovare soddisfazione dopo quelle ore passate insieme.
"Giuro che non vedevo l'ora." Gray mantenne la voce ferma ma arrabbiata e Lyon fece qualche passo indietro per riprendere l'equilibrio senza cadere.
Gray riprese a parlare. "Non ti posso perdonare per il pericolo in cui hai messo Juvia e tanto meno per aver pensato a lei come Ameonna. Lei non lo è. Non è come quelle creature che si leggono nei libri."
"Ma Gajeel la chiama così." Disse Wendy pensierosa.
Gray pensò in un lampo al primo incontro con Juvia: Tanta pioggia e tristezza e la prima confessione di Juvia nel vedere il sole per la prima volta.
"Non nego che avrà avuto un passato difficile e non è stata l'unica tra noi. Per questo esiste la nostra gilda. Per questo c'è Fairy Tail. È la casa di chi ne ha persa una, è la famiglia che si ricrea con amici ed è il legame che ci unisce che rende Fairy Tail la nostra casa e la nostra famiglia. Anche se Juvia è stata una donna triste con la pioggia che la seguiva, non fa di lei un Ameonna. Gajeel può chiamarla come gli pare, ma non è come quelle creature che si raccontano in giro." Scandì per bene il suo pensiero.
"Gajeel-kun la conosce da più tempo di noi. Anche se non lo è…" Wendy venne interrotta.
"Gajeel la chiama Ameonna perché forse ne ha qualche caratteristica." Pensò Lyon ad alta voce.
"Ancora con questa storia." Gray stava perdendo le staffe e strinse i pugni ben alzati. Lyon mise le mani avanti a sé cercando di calmarlo.
"D'accordo. Diciamo che non è l'Ameonna che palesemente è diventata; dobbiamo mettere in atto un piano per sconfiggerli e riprenderci Juvia." Lyon si massaggiò il naso e fece facce buffe per togliersi la sensazione del pugno sul viso.
"Hai detto che avevi un piano. Avanti, parla." Gray lo spronò e Lyon acconsentì.
I maghi di Fairy Tail ascoltarono il piano del mago di Lamia Scale prendendo nota di altre informazioni.
Poi Gray prese da parte Lyon. "Prima di mettere in atto il tuo piano, fammi fare un tentativo."
"Perché sei così ostinato che non sia la donna della pioggia di cui si parla?"
"Perché ha chiuso con quella vita."
"Come fai a esserne sicuro?"
Gray non rispose subito e abbassò lo sguardo chiudendo gli occhi per un attimo, pensando anche all'anno in cui avevano convissuto assieme. Poi si girò dandogli le spalle e camminò sicuro verso la sala luminosa. Sfoggiando un sogghigno dei suoi, in modo beffardo, rispose in modo incomprensibile per Lyon "Perché ha visto il sole".

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. Lezione ***


Dew era preoccupata per i maghi che si erano addentrati nella grotta e che verso sera ancora non erano usciti.
Una persona anziana, il capo del villaggio, le si avvicinò con passo felpato.
"Dew cosa cvedi di fave?" Aveva assunto la erre moscia dopo la perdita di alcuni denti e quando pronunciava la effe e suoni simili fischiava.
Sentendo quella voce stanca, tremante e acuta, Dew abbassò lo sguardo per vederlo.
Era molto basso, con la gobba, gli occhi piccoli e ormai chiusi dalle rughe che segnavano la sua avanzata età. Girava sempre con un bastone da passeggio più alto di lui e aveva il vizio di espirare pesantemente muovendo i folti baffi bianchi a destra e sinistra quando doveva dialogare con qualcuno.
"Sono preoccupata per loro, Babassan. Mentire per una buona causa è pur sempre mentire."
"Vedi figliola, agli occhi di alcuni la buona causa pev te non è una buona causa pev qualcun altvo."
"Allora cosa dovevo fare? I bambini venivano attratti da quel luogo e non uscivano più. Li abbiamo anche cercati e non c'erano tracce."
"Potevi dive lovo la vevità. Si savvebbevo pvepavati meglio allo scontvo."
"Perché non mi avete fermata? Perché non siete intervenuto?"
"Ogni pevsona impava sbagliando. La vita stessa è lezione di vita."
Dew singhiozzò. "Almeno dirmelo prima di mandarli in quella grotta?"
"Avvebbe sevvito? Tevstavda come sei?"
"E ora cosa posso fare? Volevano distruggere la grotta, forse era la decisione più giusta."
"Non cvedo."
"Come? Ora siete contrario?"
"Lo sono sempve stato. È un luogo sacvo e favlo esplodeve non è saggio. A volte la via più semplice non è la più giusta." Mosse i suoi baffi bianchi. "Da quando ho sentito del guavdiano ho capito che quella gvotta cela anime bisognose di aiuto. Pev fav tvovave lovo la pace bisogna visolveve la lovo condizione. E l'esplosione non è una soluzione. Pevciò solo dei maghi possono libevavli dalla loro maledizione." Mosse ancora i baffi e tornò al villaggio.
Dew rimase pensierosa e si sedette sulle scale rocciose con lo sguardo rivolto all'ingresso della grotta, mentre la pioggia iniziò a farsi più fitta.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. Ameonna ***


"Ice make: lance!" Gray scagliò una lancia di ghiaccio contro il guardiano, ma le rocce fluttuanti gli facevano da scudo.
"Dannazione sei proprio un osso duro!" Ringhiò Gray.
"Fammi indovinare…non ha funzionato?" Lo schernì Lyon arrivando in suo soccorso.
"Non ci ho nemmeno provato! Non mi ha dato il tempo di far nulla-…" schivò in tempo una roccia volante che aveva l'effetto di un boomerang.
Lyon invece stava esaminando il campo di battaglia.
Juvia indemoniata era in ginocchio su un rialzo del pavimento roccioso, piatto e liscio come una tavola, e seduta sui talloni era concentrata sullo scontro mentre faceva girare dolcemente l'asta dell'ombrello tra le dita. Il kimono bianco e corto mostrava le sue forme: le spalline abbassate della veste mettevano in risalto le spalle perlacee della donna assieme al seno prosperoso che istigava in modo sensuale; le gambe candide e nude e i piedi scalzi erano bel visibili grazie al kimono corto. L'ombrello di bambù continuava a girare su se stesso con cadenza lenta, dato sempre dal movimento dell'asta dell'ombrello tra le dita.
"Juvia…" Lyon la chiamò con amore e incredulità, incantato da tale bellezza.
Il demonio che prima avevano visto dipinto sul suo viso non c'era più. Ora aveva i tratti splendidi di come ricordava la donna che amava.
Juvia spostò lo sguardo seducente dallo scontro al mago di Lamia Scale.
I capelli azzurri fluenti cadevano sulle spalle facendole solletico ma non rinunciò a mostrare la sua sensualità.
Lyon rimase immobile ammirandola. Non riusciva più a capire se fosse lui a studiare lei o se fosse il contrario. Fatto sta che qualcuno aspettava la mossa dell'altro.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. Seduzione ***


Lyon sentì caldo di colpo e arrossì vistosamente quando Juvia bloccò di colpo l'andamento rotatorio dell'ombrello, allontanandolo appena dalla sua testa, e togliendo una mano dall'asta la alzò vicino la bocca senza togliere lo sguardo dal mago incantato.
La sua mano nivea era chiusa in un pugno dolce, assumendo la posizione dei gatti quando si lavano con la zampa. Gli occhi seducenti fissi su Lyon. Seduta ancora sulla lastra rocciosa, che esaltava il suo corpo messo in risalto dal kimono corto.
Sembrava stesse aspettando qualcosa, ma Lyon non riusciva a capire cosa. E nel frattempo il cuore di Lyon batteva sempre più veloce, quasi a sentirlo.
Erano troppo in profondità della cava per sentire la pioggia precipitare rumorosamente.
Ma, da una crepa sul soffitto roccioso, scivolando su una stalattite, una goccia d'acqua si fermò. Rimasta in bilico sulla stalattite, lasciando suspense al giovane mago ignaro, venne poi scossa dai movimenti della lotta tra Gray e il guardiano e alla fine la goccia d'acqua precipitò sul dorso della mano di Juvia.
Le vibrazioni dello scontro echeggiarono nella grotta e fecero cadere altre gocce sul dorso della mano della maga posseduta.
Senza togliere i suoi occhi languidi dal mago di ghiaccio, schiuse lentamente la bocca facendo uscire la punta della lingua.
Lyon rimase con il fiato sospeso, paonazzo dall'imbarazzo.
Su una cosa aveva ragione: quella donna l'avrebbe fatto impazzire.
Il nodo in gola, il cuore in tumulto, tutto ciò rese Lyon meno lucido in battaglia.
Juvia diede il colpo di grazia, socchiuse appena gli occhi leccandosi il dorso della mano con fare lento e lascivo, dissetandosi delle gocce d'acqua. Si gustò le labbra con sensualità e lentezza mentre vide la reazione del mago nella luce azzurra delle lucciole e del guardiano.
Lyon non capì più nulla e si sentì spaesato, senza accorgersi del ghigno compiaciuto della maga e del ghiaccio sciolto che si dirigeva verso di lei. Erano troppo in profondità della cava per sentire la pioggia precipitare rumorosamente.
Ma, da una crepa sul soffitto roccioso, scivolando su una stalattite, una goccia d'acqua si fermò. Rimasta in bilico sulla stalattite, lasciando suspense al giovane mago ignaro, venne poi scossa dai movimenti della lotta tra Gray e il guardiano e alla fine la goccia d'acqua precipitò sul dorso della mano di Juvia.
Le vibrazioni dello scontro echeggiarono nella grotta e fecero cadere altre gocce sul dorso della mano della maga posseduta.
Senza togliere i suoi occhi languidi dal mago di ghiaccio, schiuse lentamente la bocca facendo uscire la punta della lingua.
Lyon rimase con il fiato sospeso, paonazzo dall'imbarazzo.
Su una cosa aveva ragione: quella donna l'avrebbe fatto impazzire.
Il nodo in gola, il cuore in tumulto, tutto ciò rese Lyon meno lucido in battaglia.
Juvia diede il colpo di grazia, socchiuse appena gli occhi leccandosi il dorso della mano con fare lento e lascivo, dissetandosi delle gocce d'acqua. Si gustò le labbra con sensualità e lentezza mentre vide la reazione del mago nella luce azzurra delle lucciole e del guardiano.
Lyon non capì più nulla e si sentì spaesato, senza accorgersi del ghigno compiaciuto della maga e del ghiaccio sciolto che si dirigeva verso di lei.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. Scelte ***


Gray continuava a colpire il guardiano con l'artiglieria pesante, ma l'uomo dai capelli brizzolati, sguardo assente e pelle fredda, si dimostrò più tenace di quanto si aspettasse.
I suoi attacchi di ghiaccio continuavano a non fargli nemmeno il solletico, nonostante continuassero a sciogliersi, provò a usarli anche come diversivo per colpirlo a mani nude.
Quelle rocce fluttuanti paravano tutti i colpi, sia di ghiaccio sia a mani nude e al mago urtò i nervi non riuscendo a colpire l'uomo all'interno. Gli sembrava di combattere con un fantoccio protetto.
Da quel che vide, un fantoccio con la pelle fredda e bianca, le labbra viola e gli occhi vitrei. Sembrava ibernato e comandato da fili invisibili.
Gray si allontanò dal fantoccio e ansimò cercando di riprendere fiato e capire cosa dovesse fare per poter passare.
Da quando si era mostrato a loro, non era riuscito a superarlo per andare da Juvia. E combattere con dei massi volanti al posto di un vero avversario, lo faceva innervosire ancora di più. Si sentiva preso in giro.
Si innervosì ancora di più nel vedere con la coda dell'occhio Lyon inerme e a poca distanza da Juvia.
"Che ci fai lì impalato? Muoviti Lyon! Che aspetti?!" Urlò Gray cercando di risvegliarlo. Ma nulla.
Lyon era in un mondo tutto suo. Il mago si toccò la faccia e si sentiva il viso rosso andare a fuoco che poteva bruciare l'aria cupa data dalla celeste luce del guardiano e delle lucciole.

Wendy si era nascosta vicino alla parete dove spiarono in precedenza e assistette a tutto.
Non le avevano dato ancora il via libera per intervenire, ma constatando la situazione, prese coraggio e uscì allo scoperto.
Con l'aiuto di Charle, volò contro il guardiano sorprendendolo alle spalle oltrepassando la sua difesa di roccia e tirandogli un forte calcio in viso, facendolo rotolare vicino a Juvia.
I grossi massi seguirono il fantoccio come fosse un grosso magnete.
Juvia guardò la bambina e la sua espressione compiaciuta da Lyon sparì facendo spazio allo stupore.
"Un pasto" sibilò tra i denti.
Wendy che la sentì grazie al suo udito fine, deglutì senza abbandonare il coraggio che aveva acquisito.
"Cosa? Wendy..?"
"Vai Gray. Ci penso io."
"Ma il piano…"
"Il piano è andato in fumo quando hai voluto fare di testa tua." Wendy non tolse gli occhi dal guardiano.
Gray sussultò. Voleva provare a convincere Juvia ma non aveva pensato che il guardiano lo avrebbe ostacolato. E perché lo avrebbe fatto, mentre Lyon era quasi vicino a lei?
Lyon sì e Gray no. C'era forse un qualche motivo apparente?
Juvia guardò il suo fantoccio steso accanto a lei. Allungò la mano e la fece passare in mezzo alle rocce, toccò il fantoccio alla testa dandogli la possibilità di muoversi a piacimento e non più sotto il suo intero comando.
Il fantoccio guardiano era abbagliante, ma alzandosi in piedi mostrò una mobilità e volontà tutta sua.
Estrasse la spada di ghiaccio incastrata nella schiena e la usò per combattere i suoi avversari; lo scudo di roccia volante non era più fluttuante ma un vero ammasso di roccia raccolti su un unico punto: il braccio. E prese la forma di uno scudo antico.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. Controllo ***


Wendy non abbassò la guardia dal fantoccio né tanto meno dalla donna che la voleva mangiare.
Li guardò attentamente e scattò verso il guardiano.
Charle fu sorpresa dalla sua mossa repentina ma rimase a disposizione dell'amica, sorprendendosi ancora di più quando Wendy schivò il guardiano sorpassandolo a destra e buttandosi addosso a Lyon.
La giovane maga e l'amico di Lamia si ritrovarono per terra uno accanto all'altro e per il tonfo, Lyon si risvegliò bruscamente dal suo sogno ad occhi aperti.
"W-wendy..?" Lyon si guardò attorno spaesato. "Oh. Grazie."
"Di nulla. Ma dobbiamo cambiare tatt-…kyaaah!"
"Wendy!" Urlarono i maghi e la gatta.
Una lingua d'acqua che proveniva dal braccio teso di Juvia aveva afferrato il polso di Wendy e l'aveva strattonata via da Lyon strisciandola sul manto roccioso, provocandole graffi e numerose ferite su tutto il corpo.
"Juvia! Cosa diavolo combini? È Wendy! Non la riconosci?" Gray non ci voleva credere.
Una smorfia impercettibile si mostrò per un secondo sul viso di Juvia.
La lingua d'acqua sparì e Wendy gemette dolorante per terra con l'affanno. Si sentiva come se fosse stata legata ai piedi e trascinata da un carro in movimento. E nonostante i muscoli intorpiditi cercò ugualmente di rialzarsi.
"Perché? Perché questo corpo non riesco a controllarlo a mio piacimento?" Pensò l'Ameonna guardandosi la mano tremante.
"Perché Juvia non vuole fare del male ai suoi amici!" Fu la risposta mentale che ricevette.
"Cosa? Tu… non è possibile. Ci sei ancora?" Ci fu uno scambio di pensieri.
"Dopotutto questo è il corpo di Juvia. E Juvia non te lo lascerà controllare così facilmente."
"Allora vediamo chi è la più forte." L'Ameonna guardò gli amici della maga: Lyon si era rialzato e sostava di fronte a Juvia di almeno dieci passi, a ore dodici, Wendy si sosteneva sulle gambe ferite con le mani sulle ginocchia e aspettava la mossa del guardiano o della maga, Charle accanto a Wendy che le era andata in soccorso, entrambe a ore dieci, Gray in lontananza e a ore tre, stringeva i pugni e guardava il guardiano con stizza e pensò ai momenti di lotta appena passati cercando una soluzione.
L'ameonna iniziò a far roteare l'ombrello di bambù con eleganza e lentezza sopra la sua testa in un modo apparentemente innocuo, mentre tutta la lotta si trovava in un lasso di tempo eterno, come se il tempo si fosse fermato. Solo il tintinnio delle gocce riempivano il silenzio calato nella fredda grotta, infrangendosi sull'ombrello cadendo dalle stalattiti sopra di lei. "Shin Shin To" sussurrò l'Ameonna con la voce di Juvia.
Quelle parole risvegliarono ricordi non piacevoli e preoccupanti nella mente di Juvia e nell'abbassare la guardia, l'ameonna riuscì ad agire.
Le gocce che caddero sull'ombrello si moltiplicarono ma erano rimaste lì, come un'esibizione di un acrobata dove utilizza una palla che gira sull'ombrello aperto senza farla cadere. Le gocce facevano la stessa cosa: alla rotazione dell'ombrello, queste si erano unite creando una grossa goccia quanto una pallina da ping pong.
"Se non uscirà il sole, vi taglierò la testa" sussurrò ancora, prima di inclinare l'asta per lanciare la sua goccia come un proiettile.
Gray spalancò gli occhi nel sentire la parola "sole" che l'eco della grotta aveva amplificato.
La goccia, essendo d'acqua, si modificò assumendo la forma di una lama che si divise in tre parti quando venne scagliata. Degno in un battitore da baseball, le gocce affilate miravano al collo dei suoi avversari che li aveva scambiati per dei teru teru bozu.
"Ice make: shield!" Come Gray creò l'imponente barriera che sbucò da terra, le gocce si infransero contro esso e si mischiarono all'acqua della magia sciolta dal guardiano, salvando in tempo la testa di tutti.
L'acqua defluì ancora contro pendenza e avvinghiava il corpo di Juvia come se si fosse unita a una parte a cui vi era stata tolta.
Juvia respirò l'aria umida della grotta e sbarrò gli occhi. L'Ameonna aveva percepito qualcosa e si leccò le labbra gustandole, nel suo sorriso beffardo.
Lyon, a sua volta, sgranò gli occhi per due motivi: si accorse del ghiaccio sciolto assorbito dal corpo della maga e in special modo si sorprese di una presenza ansimante.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. Ribelle ***


"Dew?!" Li aveva raggiunti e sostava fradicia e ansimante all'ingresso di quella entrata.
"Cosa diamine…" Lyon non se lo sarebbe mai aspettato. Cosa ci faceva in quel posto temuto dalla sua gente?
Lyon alzò il braccio verso di lei facendole cenno di andarsene e le urlò "Vai via da qui! Torna indietro!!"
La voce preoccupata di Lyon, per paura di non poterla proteggere, fece sorridere Dew contenta nel vederli ancora vivi.
Juvia aveva calato l'ombrello sulla testa nascondendole quasi del tutto il viso, tranne il ghigno sempre più famelico di cui solo Wendy si accorse. Un po' perché la prospettiva bassa di Wendy glielo permetteva; un po' dalla risatina sinistra e dal "ho fame" pronunciato a fil di voce che solo la dragon slayer poteva sentire.
"Ho fame? Di nuovo? Prima guarda me e mi scambia per un pasto e poi torna ad aver fame?" Pensò la maghetta. "Perché solo io sono uno spuntino e Gray e Lyon no?" Wendy continuava a riflettere "Sarà perchè ha un legame con loro oppure…" Wendy annusò l'aria e sgranò gli occhi portandoli velocemente su Dew. "Non si nota.." Wendy sussurrò le parole di Charle quando incontrarono Dew la prima volta. "Ma io lo sento" sussurrò ancora a sé mentre Charle la fissava dal basso. "Cosa stai mormorando Wendy? Non ti capisco."
Wendy guardò Charle "non si nota, ma io lo sento" ripeté alla gatta muovendo qualche passo verso Lyon. Le ferite però le fecero molto male così addottò un altro sistema.
"Lyon! Dew è incinta!" Urlò Wendy mentre osservava la situazione. Ecco cosa attirava l'ameonna: i bambini.
Neanche il tempo di sorpresa sui visi dei maghi e della paesana che si sentì pronunciare "Water Lock" e una gabbia d'acqua si manifestò su Dew intrappolandola dentro.
Dew faceva fatica a respirare e bolle di ossigeno si creavano in quella grossa bolla d'acqua.
Wendy rimase atterrita "sta soffocando!"
"Juvia! Non farlo! Ascoltami! Sciogli l'incantesimo le stai facendo del male! Hai sentito Wendy? Dew è incinta!"
Quelle parole non le fecero nessun effetto. Juvia aveva abbassato la guardia e l'ameonna ne aveva preso il controllo. Sconvolta dal ricordo del suo passato, l'ameonna sapeva dove "colpire". Conosceva ogni cosa di Juvia e anche delle persone a lei vicine, tramite i suoi ricordi e le sue emozioni a cui aveva accesso.
Lyon provò a usare la sua magia dinamica del ghiaccio cercando di colpire la bolla d'acqua a distanza, ma nulla. Le sue creature animali, per quanto piccole o grandi che fossero, si scioglievano ancor prima di arrivare alla gabbia d'acqua.
Lyon digrignò i denti e corse verso Dew che si dimenava nella gabbia acquatica, mentre Gray cercò di far ragionare Juvia.
Sapeva che non era colpa sua ma far ragionare l'Ameonna non sarebbe servito a nulla. Le sue parole sarebbero state più efficaci sulla donna che conosceva. Sua compagna, sotto molti aspetti.
"Juvia, tu non sei così! Non farti soggiogare da quell'essere. Ti ho vista in battiglia e sei molto più forte di lei. Non capisco, perché non riesci a ribellarti!?"
"Hai ragione mago del ghiaccio. Non riesce a ribellarsi perché il dolore che ha dentro è tornato a galla. Lei, la sua infanzia, la sua esperienza, ha permesso a me di fare tutto questo perché c'è una forte affinità tra di noi. Sotto molti aspetti siamo più simili di quanto a te non piaccia. Questo corpo è perfetto per me e lotterò per tenermelo stretto, lotterò per poter spezzare la maledizione che ci lega e non mi farò sconfiggere da dei insulsi maghi come voi! Siete più deboli della sacerdotessa!"
Il palmo aperto di Juvia si chiuse in un pugno nella direzione della donna in gabbia.
L'ameonna sbarrò gli occhi incredula. "Cosa..? No.. non è possibile.. come.." stava pensando rapidamente in cerca di una risposta.
Capì.
Guardò Dew con astio e rivolse gli occhi verso Wendy.
L'angolo delle labbra si alzò in un ghigno sinistro.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18. Contro il tempo ***


"Gray, dammi una mano! Dobbiamo ghiacciare la gabbia. Rompendola forse riusciamo a farla uscire!"
Gray era sovrappensiero guardando Juvia che si dirigeva verso Wendy, la quale zoppicava sostenuta da Charle versione umana.
"Dai Wendy…sbrigati…sta arrivando." Charle cercò di metterla al sicuro il più velocemente possibile ma la premonizione che aveva avuto si fece sempre più viva nella sua mente. Era terrorizzata dall'idea che Wendy venisse mangiata e il pensiero di perderla le fece sbarrare gli occhi dalla paura a ogni passo dell'Ameonna che avanzava verso di loro. La gatta umana aveva le lacrime agli occhi e la bocca tremante, il fiato teso e i singhiozzi trattenuti ma ben udibili dalla dragon slayer.
Stava accadendo.
Stava accadendo davvero come aveva predetto e non sapeva cosa fare. Il terrore le bloccò le gambe e Wendy si girò di scatto verso quell'ombra che le copriva la luce celeste delle lucciole di ghiaccio.
Wendy si sentì afferrare il polso con decisione e strattonata dal sostegno dell'amica.
Di certo, chi l'aveva presa, non aveva intenzione di lasciar fuggire il suo pasto.
La dragon slayer guardò l'Ameonna e impallidì.
Aveva uno sguardo psicopatico e affamato e il ghigno tetro la spaventò di più.
Lentamente, la bambina iniziò a sentirsi strana, sempre più priva di forze.
"Anche tu?" Commentò l'Ameonna sorpresa. "Ci vorrà più tempo del previsto, ma almeno avrò fatto un buon pasto." La risata sommessa e maligna fece rabbrividire Charle che era caduta per terra lì vicino trasformandosi di nuovo in gatto non riuscendo più a controllare il suo potere.
"W-Wendy…" sussurrò la gattina, portandosi le zampine sulla bocca. Come poteva contrastarla?
"Aah!" Wendy gemeva di un dolore misto a stanchezza e la sua pelle stava diventando lentamente come uva passa.
Gray stava guardando la scena con Wendy, mentre soccorreva Dew aiutando Lyon. Ma il guardiano non rese loro l'impresa facile.
I due maghi cercavano di ghiacciare la superficie della gabbia, pensando di poterla rompere per far fuoriuscire l'acqua, esattamente come rompere una noce di cocco per farne uscire il latte. Ma come creavano uno strato di ghiaccio, questo veniva sciolto e si incorporava alla gabbia.
"Dannazione! Non vuole che la liberiamo…" imprecò Lyon continuando nel suo salvataggio.
Gray digrignò i denti davvero infastidito. "Ha rotto. Ha decisamente rotto con le sue interferenze. Se vogliamo salvarla, dobbiamo occuparci di loro."
Gray e Lyon erano uno di fronte all'altro con la gabbia acquatica che li divideva e le mani appoggiate alla superficie. In questo modo potevano tenere d'occhio il nemico al loro fianco seppur distante.
Lyon aveva anche provato a far attraversare la mano nella bolla ma una strana forza lo respingeva.
"Che cosa hai intenzione di fare?" Chiese Lyon.
"Io lo distraggo e tu usi la tua magia. Magari concentrandosi a sciogliere la mia, potrai usare la tua magia indisturbato."
"D'accordo. Proviamo anche in questo modo."
Gray non se lo fece ripetere di nuovo.
Abbandonò le mani dalla bolla e guardò il guardiano.
Corse verso di lui scagliandogli gli attacchi di ghiaccio che come sapeva venivano sciolti e nel frattempo avanzava verso il nemico.
Lyon cercò di usare la sua magia sulla bolla ma incredibilmente non funzionava. Continuava a sciogliersi e a incorporarsi con la gabbia.
Lyon digrignò i denti infastidito e batté un pugno sulla bolla che venne respinto.
"Dew, resisti! Troveremo un modo per tirarti fuori da qui." La ragazza aveva gli occhi socchiusi e man mano che si chiudevano, alcune bolle d'ossigeno uscivano dalla bocca e dal naso. "Maledizione!"
Lyon guardò lo scontro.
Gray era riuscito ad avvicinarsi ma come provò a tirargli un pugno rivestito di ghiaccio, il guardiano si parò con lo scudo di roccia.
Con uno slancio venne allontanato e Gray sorrise quasi vittorioso.
Non era cambiato molto rispetto gli scontri precedenti, ma si era accorto di una cosa che non aveva notato prima, poiché i suoi pensieri erano diretti al salvataggio di Juvia e non sullo scontro del momento.
Il guardiano aveva la priorità di sciogliere il ghiaccio e poi difendersi dagli attacchi. In più, non aveva mai attaccato direttamente, ma aveva solo respinto gli attacchi con le rocce fluttuanti e ora con lo scudo che si era creato con esse.
E se Gray non avesse agito in modo ostile? Lo aveva sempre colpito con la magia e ogni volta correva verso di lui per tirargli un pugno o un calcio che non andavano a segno.
Provò con un'altra tattica.
Si avvicinò al guardiano camminando, anche se l'ansia per la scena che stava vedendo lo portarono a voler agire di fretta e a voler salvare Wendy.
Cercò di mantenere la calma e nell'alzare il braccio, non si aspettò la mossa successiva.
Il guardiano puntò la spada di ghiaccio verso di lui. A quanto pare riconosceva i soggetti ostili o i nemici che ha affrontato oppure riconosceva la magia del ghiaccio e la reputava in automatico come nemica.
Il fantoccio fece roteare la spada e un forte e freddo vortice lo scaraventò contro la gabbia da cui rimbalzò e con un gemito cadde per terra prono.
"Questa ammetto… non me l'aspettavo." A quanto pare non essendo più sotto totale controllo dell'Ameonna ora aveva la libertà di attaccare.
Gray si rialzò in piedi.
"Dobbiamo muoverci." Disse stirandosi la schiena. "Wendy sta diventando una mummia e la futura madre sta affogando."
Lyon venne illuminato dalle parole dell'amico e guardò sia Wendy sia Dew. "E se invece questa bolla ha lo stesso principio di un feto?"
"Ma che stai dicendo? Non ha un cordone ombelicale o roba simile per poter respirare. Ti senti quando parli?"
Lyon alzò gli occhi sospirando. "La tua stupidità non ha confini. Ti assicuro che non sto vaneggiando. Il "cordone ombelicale" che dici tu è proprio Juvia."
"Cosa?"
"È Juvia che tiene attivo il potere e credo di aver capito molte altre cose." Sogghignò trovando la risposta che stavano cercando.
"Vuoi dirlo anche a me?" Ironizzò il moro.
"Pensaci: Abbiamo Juvia posseduta da un'entità mitologica. Ha parlato di maledizioni. Di una sacerdotessa. Sta prosciugando l'acqua dal corpo di Wendy e probabilmente vuole fare la stessa cosa con Dew a distanza, ma per qualche motivo non funziona. L'acqua del ghiaccio sciolto si muove verso Juvia o si unisce alla gabbia. Il fantoccio sotto la sua guida. L'ombrello da cui è ricomparsa Juvia. La spada di ghiaccio che non si è sciolta. La premonizione di Charle. Tutto torna Gray, tutto torna."
"Io continuo a non seguirti."
Lyon guardò Gray con incredulità.
"Davvero? O mi stai prendendo in giro?"
Ma la faccia perplessa di Gray era già una risposta per lui e sospirò nuovamente.
"Ok... Su una cosa hai ragione. Dobbiamo occuparci di loro, prima." A Lyon pesava dargli ragione, ma sperava che Gray iniziasse a capire da solo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19. Maghi del ghiaccio vs Guardiano ***


"Mi stai proponendo di conciarli per le feste?" Domandò Gray.
"È l'unico modo che ci è rimasto se vogliamo andare via da qui." Sorrise beffardo.
Gray annuì con lo sguardo puntato verso l'avversario. "D'accordo. Se è l'unico modo che ci è rimasto, allora facciamolo. Ma all'ameonna ci penso io." Lo guardò con la coda dell'occhio.
"Passiamo al piano?" Sogghignò Lyon.
"Sì. È giunta l'ora delle maniere forti."
"Finalmente. Però fattelo dire. Non sei stato convincente mentre parlavi con Juvia. Prova a parlarle con il cuore se vuoi ritentare."
"Tsk. Non accetto consigli dal dottor Stranamore."
"Puoi anche non seguirli, ma conosco l'amore più di te."
"E da quando?" Chiese Gray con sguardo sorpreso.
"Da Chelia. Parla sempre di amore. Oppure potrei dirti dalla prima volta che ho visto Juvia."
Quella affermazione diede fastidio al moro, in special modo se detta per stuzzicarlo.
"Muoviamoci a sistemare il guardiano, così ce ne torniamo a casa una volta per tutte." Tornò la serietà sul volto di Gray e la determinazione nei maghi del ghiaccio.

"Gray, credo di aver trovato un modo per sistemare il guardiano. Ricordi come mi sono avvicinato e come ha guadagnato quella spada?"
Gray ci pensò e sorrise beffardo. "Credo di capire dove vuoi arrivare."
"Lo spero. Perché fino adesso non hai dimostrato spirito di osservazione."
"Beh. Il mio spirito, come direbbe Natsu, è tutto un fuoco ora!"
Lyon sorrise, chiuse gli occhi e si mise in posizione d'attacco "Allora ghiaccia quel fuoco, perché qui dentro inizierà a fare molto freddo."
Avanzarono insieme verso il fantoccio che alzò di nuovo la spada verso di loro, la fece roteare e una bufera di neve li investì bloccando la loro corsa.
I piedi ben piantati per terra, si proteggevano dal vortice con le braccia alzate. La bufera era fredda e cercavano di avanzare strisciando i piedi per non essere scaraventati via come era successo a Gray poco prima.
"Allora Gray…come i vecchi tempi vero? Vediamo se ancora resisti. Vediamo se sei degno degli insegnamenti di Ur."
"Certo che lo sono. Non sottovalutarmi. Potrei sorprenderti."
"Potremmo sorprendere qualcun altro. Cosa ne dici?"
Si guardarono dalle fessure dei loro occhi, socchiusi per la forte bufera, scambiandosi un sorriso di intesa.
Chiusero gli occhi mantenendo il sorriso. Non avevano bisogno della vista per capire dove fosse il guardiano e tanto meno per sentire da dove provenisse il freddo. Sempre di fronte a loro.
Lyon incitò l'amico che concluse la frase.
"È giunta l'ora…"
"…di fare sul serio!"
I due maghi del ghiaccio lanciarono maglia e giacche rimanendo a torso nudo.
Passo dopo passo affrontarono la bufera proveniente dalla spada di ghiaccio e non accennava di diminuire ma anzi la sua intensità aumentava.
Quando erano abbastanza vicini al guardiano dissero entrambi "Siamo maghi del ghiaccio. Noi sopportiamo il freddo!"
La bufera si calmò e un fendente di spada stava calando sul collo di Lyon alla sinistra di Gray.
Entrambi aprirono gli occhi e Lyon bloccò appena in tempo, con la mano sinistra, il polso che teneva la spada. Allora il guardiano provò a colpire con lo scudo ma era bloccato dalla mano destra di Gray.
I due maghi guardarono bene l'avversario che avevano di fronte. I capelli erano brizzolati, non perché fosse vecchio di età, poiché la sua pelle era di un giovane uomo e pallido quasi come se tutto il suo corpo fosse ricoperto da uno strato di gelo.
"Guarda Lyon, i suoi occhi. Vitrei."
"Sembrano segni di ipotermia." Rispose il giovane mentre le loro mani libere erano sul freddo petto del guardiano e lo ghiacciarono all'interno della loro magia.
"Questa ibernazione dovrebbe farti star calmo almeno per un po'." Disse Lyon.
"Già. Cerca di non darci fastidio. Ho una cosa importante da fare." Addocchiò Lyon e lui annuì.
E come avevano previsto, la magia del ghiaccio a contatto con il guardiano aveva effetto e rimaneva solida.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20. Parole ***


"Guardati sacerdotessa. Stai diventando sempre di più una mummia." Il sorriso dell'ameonna sul volto di Juvia fece lacrimare Wendy che si sentiva sempre più debole e non riusciva ad allontanarsi da lei.
Charle aveva perso i sensi e giaceva inerme accanto ai piedi di Wendy.
La gatta aveva tentato di portare via Wendy dalle sue grinfie, ma nulla. Non si voleva muovere di un centimetro. Wendy sembrava fatta di pietra. Così provò a reagire colpendo l'ameonna alle gambe perché la voglia di salvare la sua amica era più forte della paura che provava in quel momento: tra la perdita, la premonizione e l'ameonna.
Ma con un calcio, la gatta rotolò via e nonostante ciò ci riprovò. Era una gattina ostinata e non voleva arrendersi, non finché le rimaneva fiato in corpo. Provò ancora ad attaccare l'ameonna ma la donna, ripugnante dal suo sforzo, con l'ombrello aperto puntato su di lei, la fece cespicare in cerca di aria. Aveva creato attorno alla sua tonda faccia felina una specie di boccia acquatica per pesci. Charle rotolò più volte su se stessa finché non perdette i sensi.
"Gattina insulsa. Non mi piacciono gli animali come pasto. Solo i bambini sono più gustosi e teneri."
L'ameonna si sentì afferrare al polso da una mano nera e non riusciva più a nutrirsi di Wendy.
Girò il volto e si ritrovò il moro con un segno nero che si espandeva sul corpo e i capelli tirati all'indietro.
"Ora basta." Si pronunciò il devil slayer.
"Altrimenti?"
"Mi costringi a passare a maniere più forti. E visto che stai facendo del male alle persone che voglio bene, te lo meriteresti."
"Se mi fai del male, farai del male anche alla ragazza dentro di me."
"No. Tu, sei dentro di lei. Tu, ti sei appropriata di un corpo che non ti appartiene."
"E come ho detto non lo lascerò facilmente." La presa su Wendy stava cedendo ma non voleva mostrare segni di dolore sul viso per non dargli soddisfazione.
"Allora permettimi di avvisarti. Non sarò io a fermarti ma placherò la tua fame e i tuoi attacchi."
"Se non sarai tu a fermarmi, chi altro lo farà?"
Il potere di Gray stava agendo lo stesso, tenendo sotto controllo il "dominio" dell'ameonna su Juvia, cosicché potesse sentirlo.
"Lo farà una persona di cui mi fido. Ha un grande cuore e pieno di forti sentimenti che non verranno spazzati via da un ricordo doloroso. Quei sentimenti sono la forza che l'aiutano a lottare, non solo nelle missioni ma giorno dopo giorno, per crearsi un futuro che merita, pieno di gioia. Perché lo sa. Non è sola e non lo sarà mai. Può contare sempre sulle persone che ha accanto e sono certo che nonostante gli alti e bassi che si possono avere nella vita è riuscita a trovare il sole dietro le nuvole di pioggia."
Juvia sentì quelle parole che le arrivarono al cuore, turbando l'ameonna, che assieme alla fiducia da parte dell'uomo che amava le conferirono coraggio e tenacia.
L'ameonna si sentì il polso bruciare da quella mano nera come la pece. E Juvia tornò in campo.

"Gray-sama ha ragione. Juvia ha trovato il suo sole e il suo sorriso non verrà spazzato via così facilmente. Non vincerai più. Anche Juvia ora conosce qualcosa su di te e a Juvia dispiace per quello che hai passato ma ora puoi trovare la pace se ci permetti di aiutarti."
"Sconfiggendomi? La sconfitta significa pace? No. NO!! Io voglio vendetta sulla persona che mi ha fatto questo! Che CI ha fatto questo, a me e al mio amato. Non mi sconfiggerai finché non sarò io a deciderlo!"
"Stai scordando che Juvia ora sa come fare anche senza il tuo permesso."
L'ameonna serrò gli occhi e cadde per terra lasciando il polso di Wendy e Gray fece lo stesso con L'ameonna.
"Cosa le succede?" Domandò Gray sorreggendo una bambina pallida con la pelle da vecchietta.
"Non lo so." Sussurrò Wendy, la quale era stanca e intontita, ma l'aria che stava respirando l'aiutava a riprendersi.
"Dov'è Charle?" Mormorò la dragon slayer mentre Lyon soccorreva la gattina.
La boccia d'acqua attorno al volto della gatta non c'era più e Charle era ancora stesa per terra priva di sensi. Mentre la bolla di Dew era ancora attiva.
"Ben fatto. Questa volta le hai parlato come dovevi."
"Lyon..?" Gray si girò verso la mano che gli toccò la spalla e abbassò la testa "lo spero davvero."
"Credo che Juvia ti abbia sentito. Ora è tornata a darci una mano." Disse con Charle tra le braccia mostrandola a Wendy.
Infatti ciò che successe tra Juvia e l'ameonna avvenne tutto nella mente di Juvia con discorsi e pensieri che si sovrastavano e più di tutti riaffiorarono dei ricordi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21. Dolore ***


Una bella donna dai capelli lunghi e corvini stava tremando come una foglia, seduta sul letto con le coperte sporche di sangue.
"Mi dispiace tanto per vostro figlio" sussurrò dispiaciuta una voce femminile.
La donna di nome Aimi non rispose, sconvolta dall'accaduto e tremante tra le sue braccia che a fatica sostenevano il suo corpo stanco dal parto.
"Vuole che la lascio sola?"
Gli occhi arrossati guardarono la giovane donna che l'aveva assistita nel parto.
"Non..sono già sola?" la voce tremante della bella donna ma con viso sfatto dalla perdita del figlio, spensero per un momento la sua bellezza travolta dalle lacrime cui lavavano le guance rosee.
"Mi scusi. Non intendevo.." venne interrotta da Aimi, dalla sua voce strozzata per il pianto. "Portami i vestiti."
"Ma…non è il momento…"
"Non decidi tu per me." Tremava visibilmente ma il tono era alquanto deciso.
"Siete debole."
"Come puoi saperlo? Non sei me." Rispose stizzita.
"Voi stessa lo rinnegate, sebbene si vede dal vostro stato…"
"Portami i vestiti, devo tornare dal mio padrone." La guardò con durezza, stanca per la serata passata.
"Come volete. Ma sappiate che fuori piove e fino al palazzo c'è una lunga strada che vi aspetta."
Aimi iniziò a parlare come se non avesse più vita dentro di sé, anche se da una parte era vero. "Non mi interessa più niente ormai. Ho perso numerevoli figli, sono stata umiliata e violentata e continuo a non avere niente. Solo il mio padrone e il trattamento che mi riserva."
"Non sembrate felice del vostro padrone, ma nonostante ciò volete tornarci?"
"Cosa fareste per vivere? È l'unica cosa che sono capace di fare e l'unica che mi permette una vita più agiata rispetto ad altre donne."
"Permettetemi di dire che non state vivendo ma sopravvivendo. Ed è tutt'altra cosa." Disse la donna anche lei con i capelli corvini ma legati in una capigliatura tipica del periodo Edo.
Aimi sussultò dentro di sè come se le parole della donna avessero mostrato una verità da tenere nascosta.
La donna riprese a parlare mentre sistemava la casa dagli stracci insanguinati.
"Solo perché vivete con l'imperatore non significa che avete una vita agiata se poi vi tratta male."
Aimi la guardò ancor più sorpresa "chi vi ha detto che vivo con l'imperatore?"
"Solo un padrone potente non vi permetterebbe di partorire nella vostra dimora. In più ho nominato il palazzo e non avete reagito."
Sbuffò incredula. "Non ho dimore. Non mie almeno. Vivo solo…. nel palazzo."
"Quello che intendevo, mia signora. Non potete partorire a palazzo. Fortuna che vi ho trovata in tempo."
Aimi rimase in silenzio per un momento. "Quanto accaduto non lo deve sapere nessuno. Specialmente l'imperatore."
"Perché? Non si è accorto che eravate incinta?" Chiese con un pizzico sprezzante nella voce.
"Quando arriva il quinto mese di solito mi manda via. Mi presta una delle sue case in villaggio dove poi… accade quel che accade… e lì resto. Stavo tornando in quella casa ma un malore mi ha colto di sorpresa. In effetti, dovrei ringraziarvi. Mi avete tolta dalla pioggia e mi avete ospitata malgrado le mie condizioni."
"Si figuri. Mi piace essere d'aiuto al mio villaggio. Anche se mi ritengono una persona inconsueta."
"Qual è il motivo? Siete così gentile e aggraziata mentre io sono stata scortese con voi. Mi dispiace."
"Mi sono quasi abituata a queste scortesie. A quanto pare guarire le persone può sembrare non naturale. Alcuni mi chiamano la sacerdotessa solo perché ho guarito una persona da un male poco conosciuto."
"E lo siete davvero? Una sacerdotessa intendo." Chiese Aimi curiosa della risposta.
La donna con la capigliatura Edo e carnagione chiara quanto la porcellana, andò a prenderle i vestiti che aveva chiesto con tono imperativo e tornò porgendoli ad Aimi.
La donna aveva uno sguardo perso.
"No. Non credo di esserlo."
Aimi prese i vestiti puliti dalle sue mani, nascoste dal kimono azzurro come l'acqua. "Posso sapere il vostro nome? Io mi chiamo Aimi."
"Tsuyu."
"Tsuyu... significa rugiada." Rispose Aimi.
"Esatto. Dicono che chi porterà questo nome sarà protetto dall'acqua e i suoi simili e avrà un potere… degna di una sacerdotessa."
"Lo dite come se non ci credeste. Pensate sia solo fantasia o superstizione?"
"O tradizione. In ogni caso, dicono che chi possiede questo nome risveglierà antichi poteri solo al momento giusto."
"Allora sarete di certo una sacerdotessa così come lo predicono. Solo che ancora non lo sapete perché il momento della rivelazione non è avvenuta. È corretto?"
Tsuyu pensò. "Forse avete ragione voi."
"In ogni caso, devo tornare a palazzo. È il mio compito e il padrone mi starà aspettando."
"Non siate così frettolosa Aimi. Restate almeno per la notte e riprendetevi per la triste serata. Avete il diritto di starci male e di pregare e non oso pensare cosa potrebbe farvi appena il vostro padrone vi vedrà. Un giorno in più nel non vedervi non gli procurerà disagio. Dico bene?"
Aimi era ancora seduta sul letto con le gambe aperte e la macchia rossa tra esse, sul lenzuolo bianco. Teneva ragommitolati e stretti al petto i vestiti puliti che Tsuyu le aveva dato.
Un giorno in più come donna incinta non poteva creare sospetti al padrone e poi non si sentiva più l'addome e le gambe per lo sforzo proteso nel parto.
Tsuyu aveva ragione. Prima di affrontare il viaggio doveva riposarsi e almeno avrebbe avuto il tempo per elaborare il lutto.
Cosa che con gli altri figli perduti non aveva fatto. O meglio, non le era stato concesso il tempo per farlo e per questo motivo quella particolare sera era fredda con se stessa e con il figlio appena morto.
Pensando questo, e realizzando la perdita, lo sguardo fisso sulla macchia rossa fece cadere una lacrima sulla guancia della donna e le labbra si incresparono tentando di trattenere il dolore da madre, come aveva sempre fatto, costretta a farlo.
"Non ti preoccupare Aimi. Piangi. Piangi pure. Vedrai che starai meglio."
Tsuyu andò in una stanza per prendere delle coperte pulite e per concederle la privacy che meritava.
La sentì singhiozzare, respirare a fatica e battere i pugni sul materasso prima di sfogarsi in un pianto liberatorio.
La pioggia si fece più forte.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22. Incontro ***


Durante la notte, con le coperte pulite, Aimi era nel letto con gli occhi stanchi e rossi dal pianto. Nonostante la stanchezza, faceva fatica a prendere sonno.
Tsuyu era nella sua camera da letto e da quello che aveva detto, abitava in quella casa da sola, senza marito o compagno alcuno.
La pioggia batteva sulla strada e a volte si sentiva la voce del vento che direzionava quelle gocce dal cielo facendo cantare alcune foglie lì vicino. Il tichettio di un "rubinetto" in bambù che toccava il suolo quando si svuotava dall'acqua piovana nel laghetto, faceva contare i secondi.
La giovane donna non riusciva a dormire, non solo per i rumori esterni data dallo scroscio della pioggia, ma anche per la giornata che aveva passato. Le parole di Tsuyu l'avevano scossa.
Poteva avere di meglio? Poteva lasciare quello che faceva e avere la possibilità di vivere davvero invece di sopravvivere in un luogo che per lei non era definibile "casa"?
I tormenti e le domande la assillarono e guardò la stanza nel buio della notte, con le coperte fino al collo per il freddo di novembre.
Il suo letto era morbido e comodo e si trovava nella sala d'ingresso contro al muro. Dalla sua visuale, stesa di lato nel letto, riusciva a vedere la stanza della cucina con appena una stufa e un cuscino presumibilmente davanti a un tavolo basso. Forse era un kotetsu. D'altronde la casa era molto spoglia con solo l'essenziale e quindi era possibile che ottimizzasse gli spazi e i mobili.
Alzando gli occhi, poteva vedere un'altra stanza, quella di Tsuyu. Anche se aveva la porta a soffietto chiusa, decorata con disegni di un'onda che si infrangeva contro gli scogli provocando goccioline nell'aria.
Tutto ciò le rilassò la mente e finalmente riuscì a chiudere gli occhi prendendo sonno.

Durante notte fonda, un incubo la fece destare dal suo sonno con il pensiero del corpo di suo figlio senza vita posto in una cesta avvolto tra le coperte fuori dalla porta.
Con la fronte perlata dal sudore e seduta di scatto sul letto, decise dunque di alzarsi e tornare dal suo padrone. Altrimenti avrebbe continuato a fare incubi e per spezzare questi brutti sogni doveva tenere la mente occupata con altri pensieri.
Si rese conto che era stato uno sbaglio affrontare il lutto perché voleva dire affrontare anche gli altri in una volta sola e non poteva reggere al dolore delle numerose perdite. Perciò, quale modo migliore per occupare la mente se non quello di lavorare? Non tanto quella da concubina.
Solo una volta l'imperatore aveva preteso di far sesso dopo poche ore dal parto mentre le successive volte le concesse intere giornate o mesi.
Ne andava della sua salute e non voleva di certo perdere la donna più bella del palazzo.
Per questo sapeva che al suo ritorno non le avrebbe preteso nulla.
Si vestì di fretta e si assicurò di non far rumore per non svegliare Tsuyu nell'altra stanza.
Aprì la porta e rimase sorpresa. Il cesto che aveva sognato con il corpicino del figlio non c'era più. Eppure era certa di aver visto Tsuyu mettere il cesto fuori dalla porta. Mentre pensava vide una luce soffusa e socchiuse gli occhi per mettere a fuoco la vista.
"Un hitodama? Che ci fa…" la risposta le venne subito in mente. "È mio figlio." Il cuore le batteva forte. Per questo il cesto non c'era più? "Mi guiderà in questa buia e piovosa notte?" Si domandò mentalmente.
La piccola sfera luminosa si mosse allegra proseguendo per la foresta di bambù.
Aimi prese il suo scialle dalle spalle e se lo portò sulla testa per ripararsi dalla pioggia fine.
Seguì il fuoco fatuo blu pallido e d'un tratto l'hitodama si dissolse appena si accorse di essere seguito.
Aimi si ritrovò da sola. Si guardò attorno e spaesata cercò di ricordare quale sentiero avesse percorso.
Camminò sotto la pioggia e il cuore le batteva veloce. Aveva perso la strada?
All'improvviso sentì un vagito e seguì il pianto di un bambino.
Aimi aveva paura. Se aveva visto un hitodama, poteva essere una trappola da un altro demone tipo gli onibi. Fuochi demoniaci che attirano i viandanti lontano dal loro sentiero per farli perdere nel bosco.
E lei si era persa proprio in un bosco di bambù.

Aimi correva verso il pianto. Non le interessava se fosse una trappola o no. Se c'era un bambino doveva scoprirlo. Doveva sapere se era nei guai e nel caso aiutarlo.
Un bambino. Un figlio strappato da una madre o abbandonato? Come era finito nel bosco da solo? Poteva sostituire i suoi figli?
Si fermò di scatto al solo pensiero e scosse la testa come negarlo. Nessuno avrebbe mai sostituito i suoi figli perduti. Nessuno.
Se avesse trovato un bambino, lo avrebbe allevato come farebbe una madre dandogli tutto l'amore possibile. Specialmente se non avesse trovato i suoi veri genitori.
Correva verso il pianto. Si fermava. Cercava il vagito scomparso con l'udito e con la vista. Riprese la corsa verso i singhiozzi e… rimase impietrita.
In una piccola radura, gli steli di bambù circondavano il bambino sospeso, con la testa in giù e afferrato alla caviglia da una mano sottile, le dita raggrinzite con le unghia lunghe nere. I capelli lunghi fino a terra e blu come la notte, all'apparenza unti, coprivano il viso rugoso di quel mostro vestito con un lenzuolo bianco, stracciato e sporco che mostrava alcune parti molto magre del suo corpo. Fino a vedere solo l'osso e la pelle raggruppata in innumerevoli pieghe data dall'età.
Aimi deglutì alla vista di quel mostro spaventoso. Rimase immobile in quella piccola radura di bambù e spostò lo sguardo a destra e sinistra, verso l'alto e in basso, cercando qualcosa. Sentiva il bisogno di aiutare quel piccolo bambino a testa in giù che veniva osservato in modo particolare dal mostro, mentre i suoi vagiti penetravano nella mente della ragazza come richiesta di aiuto.
Sulla sinistra, poco più lontano da lei, c'erano dei bambù spezzati con la punta affilata.
Provò a spostarsi lentamente tra i bambù senza far rumore.
Quella sera di pioggia il vento si alzò e il profumo di Aimi inebriò l'olfatto del mostro.
Abbassò il bambino tenendolo ancora a testa in giù e per pochi centimetri non toccava il suolo con il capo.
Con l'olfatto la stava cercando. Il mostro si girò di scatto e un tronco di bambù lo trafisse con un urlo pieno di rabbia che diede forza all'attacco.
Il mostro lanciò un urlo straziante simile a quello di un T-Rex, aprì la mano lasciando cadere il bambino sul suolo che urlava più forte dallo spavento, e con il dorso della mano la colpì in viso facendola cadere di lato.
Aimi gemette di dolore con la testa confusa per l'impatto al suolo. Girò la testa verso il mostro con i capelli neri che le coprivano gran parte della sua visuale mentre si sistemavano sul capo.
Vide il mostro afferrare il tronco che aveva nel busto e lo estrasse a scatti mentre grugniva dal dolore.
Aimi spostò lo sguardo sul bambino steso per terra ai piedi del mostro. A gattoni si spostò verso le urla del neonato e allungando la mano fin dove arrivava lo prese alla caviglia, il bambino urlò ancora per lo spavento e si sentì trascinato e preso dalla mano. Una volta vicino ad Aimi lei lo accolse tra le braccia e lo cullò cercando di calmarlo.
"Ssh. Sono qui. Presto sarà tutto finito." Sussurrò al bambino cercando di rialzarsi per poter scappare. Le scappò una lacrima. Non le sembrava vero. Aveva un bambino tra le braccia. Vivo.
Il magone la assalì per un momento ma la situazione in cui erano non le permise di avere nostalgia.
Il mostro estrasse la canna di bambù dal torace e vide la donna addentrarsi nella foresta.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23. Passaggio ***


Il magone la assalì per un momento ma la situazione in cui erano non le permise di avere nostalgia.
Il mostro estrasse la canna di bambù dal torace e vide la donna addentrarsi nella foresta.
Il mostro la seguì con la canna ancora in mano e come un esperto atleta del tiro del giavellotto, lanciò la canna traffiggendo Aimi nello stomaco. Il bambino stretto al suo seno aveva smesso da poco di piangere. Entrambi accasciati per terra, in una pozza di sangue che si stava espandendo macchiando i suoi vestiti bianchi.
Il mostro si avvicinò ad Aimi e al neonato con passo affaticato e si inginocchiò vicino ad Aimi a causa del buco nel torace.
Vide la donna che ancora si muoveva cercando di trascinarsi sul fianco per mettere al sicuro almeno il neonato ma non sapeva nemmeno lei dove. Lo aveva infagottato in una sua veste strappata per proteggerlo dal freddo e lo coprì per bene prima di allontanarlo dal suo seno e dalla pozza rossa in espansione, facendolo rotolare via.
Aimi era in preda a degli spasmi e buttava sangue dalla bocca ma con un occhio proteso alla salvezza del bambino. Con un leggero sorriso sulle labbra, cercò di farsi forza e contrastare la belva demoniaca che aveva davanti, prendendo tempo e salvando almeno il pargolo.
Il mostro era irritato per aver visto il suo pasto allontanarsi favorito dalla pendenza. Prese Aimi per i capelli e la sollevò, poi le sbatté la testa contro il suolo, lei si sentì stordita e trattenne un gemito. Poi ancora, prese la canna di bambù estraendola con forza e rabbia e gli occhi della donna si sbarrarono dal dolore. I suoi sensi la stavano abbandonando mentre veniva uccisa barbaramente dal mostro. Le unghie squarciavano la pelle come coltelli affilati, con lembi di pelle che si conficcavano sotto le unghie e volavano via dal corpo facendola sanguinare copiosamente, mettendo in evidenza le sue vene, quasi si scorgevano i muscoli. Agitava le mani rugose con maestria trucidandola finché non divenne rossa dai graffi e dal sangue e nonostante questo massacro, gli occhi le si colmarono di lacrime.
Almeno il bambino si era salvato.
Con questo ultimo pensiero e con lo sguardo verso la pendenza, un leggero sorriso fiorì sulle sue labbra. Almeno non era morta invano.
L'ameonna, dal canto suo, si era affaticata troppo nell'esprimere la sua rabbia con ferocia che, a causa del buco nel torace, ne risentì e cadde accanto ad Aimi finendo nella pozza di sangue.
Avendo ucciso l'ameonna, c'era una sorta di "passaggio del testimone" e questa eredità maledetta si manifestò con il sangue delle vittime mischiato, materializzandosi sul corpo di Aimi. L'ameonna accanto a lei sparì, ma la pelle restante di Aimi si disidratò diventando secca e rugosa; le sue gote non erano più rosa e la sua bellezza svanì.
Aveva assimilato i ricordi delle ameonna precedenti e si risvegliò di soprassalto.
Aveva fame. Molta fame.
Si alzò dalla pozza di sangue, seguì l'odore della sua preda e scendendo dal pendio trovò il bambino che aveva salvato. Appoggiato a un masso che bloccò il suo rotolio.
Lo prese tra le scarne braccia e lo guardò dormire per la stanchezza.
Notò il cambiamento dalle sue mani e dalla sensazione di fame che stava provando, mentre era invasa da pensieri contrastanti.
Mangiarlo o non mangiarlo?
Lo riavvolse nella veste strappata e sparì con il bambino, trovando nel suo viaggio una borsa di canapa dove lo mise al suo interno.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24. Bacio traditore ***


Juvia non era più in grado di sopportare quella storia poiché stava rivivendo non solo i ricordi ma anche le emozioni e le sensazioni.
Aveva fame anche lei, ma non poteva disidratare una sua compagna. Per questo erano ancora per terra, immobili. Nessuna delle due poteva fare del male e Juvia la teneva bloccata.
L'Ameonna in Juvia vide il suo amato congelato.
"Mi serve solo un bacio per risvegliare il mio compagno." Pensò l'Ameonna mentre il fantoccio si mise in allarme pur rimanendo al suo posto.
"Juvia non ti lascerà agire." Rispose Juvia al suo pensiero.
"Lo credi davvero?"
"Sì! Perché il vero amore di Juvia sta cercando di salvarla e le labbra di Juvia non possono sfiorare quelle di nessun altro, eccetto quelle del suo Gray-sama!" fu la risposta mentale che ricevette dall'essenza di Juvia ancora presente.
L'Ameonna stava cercando di trascinarsi verso il fantoccio di ghiaccio come se avesse un blocco pesante sulla schiena. Mentre parlavano mentalmente l'Ameonna era riuscita ad arrivare tanto vicino all'uomo congelato per poter baciare il suo amato, sotto gli occhi confusi dei presenti, nonostante Juvia facesse resistenza.
"Ah sì?" Fiorì un ghigno sulle labbra di Juvia ma non era il suo.
L'Ameonna cambiò strategia sorprendendo Juvia e imbarazzando i presenti.

All'improvviso Juvia si sentì più leggera e si riappropriò del proprio corpo.
"Se n'è andata?" Juvia si allontanò dal fantoccio rimettendosi in piedi.
"Cos'è successo?" Chiese Lyon.
"Juvia non lo sa. Forse è andata via." Disse stringendo l'ombrello.
Gray si accorse del suo modo di parlare. "Ohi Juvia. Sei tornata in te?" Domandò dubbioso.
"Uh?" Juvia guardò Gray. "Gray-sama!" Era felice di vederlo, preoccupato o no, lei gli si buttò addosso abbracciandolo con aria amorevole. "Juvia ha sentito le parole del suo Gray-sama." Entrambi arrossirono ma Gray aveva ancora le braccia larghe. "Aspetta non è quel che pensi."
Juvia si sentì un peso addosso. La leggerezza e la pace dato dall'amore per quel ragazzo, tornò ad essere invaso bruscamente da un senso di odio.
"Peccato. Perché Juvia vorrebbe ringraziarti." L'ameonna mise le braccia attorno al collo di Gray e con un gesto l'ombrello si aprì con uno scatto coprendo i volti dei due giovani cui si scambiavano un bacio con le labbra a contatto.
Gray fu preso alla sprovvista e arrossì, ma allo stesso tempo si sentì il corpo irrigidirsi e il freddo lo invase come non mai.
Le labbra di Gray divennero viola e si espandeva rendendo la pelle ancora più candida come la neve, lasciandogli segni di ipotermia, con occhiaie viola e dita delle mani nere.
Le labbra si staccarono lentamente dal giovane yukitoko e l'ameonna abbassò l'ombrello trionfante.
La marionetta immobile si frantumò lasciando intatta solo la spada di ghiaccio.
L'ameonna e lo yukitoko si guardarono negli occhi.
"Amore mio…" disse il ragazzo carezzando il viso dell'amata con la sua mano fredda.
"EH?!" A Wendy e Lyon stava per cadere la mandibola sorpresi da quelle parole.
"Sì amore mio. Ce l'abbiamo fatta. Siamo tornati alla vita e possiamo vendicarci." Disse aspramente.
"Ah. Ok. Ora si spiega. Non è Gray." Lyon rimase a riflettere. "Un momento. Questo significa che abbiamo perso anche Gray e che l'ameonna non è ancora sparita." Sussurrò. "Wendy devo portarti fuori da qui. Non è sicuro per te."
"Neanche per te se quello che hai detto è vero. Io il cuore di Gray lo sento ancora battere, non abbiamo ancora perso." Wendy guardò Charle ancora incosciente e la gabbia d'acqua che imprigionava Dew.
Wendy percepiva qualcosa.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25. Interferenza ***


"Questo corpo cerca di lottare."
"Anche il mio corpo ma riesco a gestirla. Devi farlo anche tu se vuoi vivere in eterno con me."
"Vedo i suoi ricordi e sento i suoi sentimenti nascosti."
"È tutto nuovo per te ma dobbiamo prima sbrigarci di altre presenze incomode." L'ameonna guardò Lyon che prese in braccio Wendy che a sua volta teneva in braccio Charle.
"Cavolo ci hanno visti. Wendy tu esci, prenditi cura di Charle. Io posso occuparmi di entrambi." Disse mettendola giù e coprendole le spalle per farla fuggire.
"Appena la curo tornerò ad aiutarti. Resisti Lyon!"
"Non preoccuparti. Vai. Mettetevi al riparo prima che Cheria non me lo perdoni."
Wendy uscì dalla buia grotta orientandosi faticosamente con il tatto e l'olfatto.
"E ora a noi." Lyon si mise in posizione per attaccare quando qualcosa disturbò i due antichi demoni. Si misero le mani alla testa iniziando a urlare come se una frequenza udibile solo a loro li stesse suonando nel cervello.
"Basta!! Fatelo smettere! Cos'è?!" Strillò l'ameonna con le sembianze di Juvia.
Lyon non riusciva a capire cosa fosse accaduto. Ma rimase all'erta nel caso fosse una trappola.
"C'è una interferenza tra le due onde!" Urlò lo yukitoko nel corpo di Gray.
Vedevano scene del loro passato davanti ai loro occhi.
"Sarà il momento di attaccare?" Pensò Lyon studiandoli.
All'improvviso si voltarono entrambi verso la gabbia acquatica.
Lyon seguì i loro sguardi e sussultò.
"Non ci pensate nemmeno! Non la toccherete!" Lyon iniziò a correre verso Dew ma si bloccò nella corsa.
"Ma cosa diavolo…"
Guardò i due demoni, concentrati sulla gabbia con sguardo sofferente.
"Viene da lì" esortò lo yukitoko a bassa voce.
"Lo so. Lo sento. I nostri ricordi si sovrappongono con quella interferenza."
Lyon li esaminò mentre Wendy raggiunse l'uscita e respirò l'aria uggiosa riprendendo pieno possesso dei suoi poteri, curando Charle.

"Ameonna e yukitoko. Ricordo il nostro incontro. Ricordo quanto male avete provocato e il figlio che avete dato alla luce. Avete provato a vivere normalmente ma la vostra parte maledetta ha sopraffatto l'amore. Speravo che contenendo la vostra maledizione riusciste a vivere tranquilli lasciandovi insieme."
"Tu non ci hai fatto un favore. Tu ci hai tolto la vita eterna come punizione a ciò che era successo al tuo villaggio!"
"Per un prezzo ancor maggiore che tu hai tolto ameonna! Hai tolto la vita a dei bambini!"
"Io ho provato a contenerla. Io… i-io…" lo yukitoko faceva fatica a parlare con le due donne e si allontanò dal loro pensiero comune.
Lo yukitoko era in ginocchio con le mani al suolo e la schiena curva.
"Cosa…cosa stai facendo ragazzo?" Parlò interiormente con Gray.
"Lo senti questo nero potere? È il potere del devil slayer e posso contrastare ogni maledizione. Se stai ansimando è per colpa del mio potere."

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Capitolo 26
*** Capitolo 26. Yukitoko ***


Lo yukitoko rimase in apnea tornando alla sensazione di morte che provò durante l'ipotermia.
Il freddo. La sensibilità al corpo che lo abbandonava, mentre i suoi compagni samurai combattevano e sentiva cozzare le loro spade. Nessuno aveva tempo per lui e per guarire la sua ferita. Erano in battaglia e chi rimaneva indietro, restava indietro. La loro missione era più importante della loro stessa vita.
Moribondo nella neve, almeno poteva morire in pace mentre un vento gelido soffiava sul suo viso. Quel soffio portò nel suo pensiero la moglie che non aveva mai amato, ma essendo la donna dei venti e il suo amore per il samurai sincero, gli scagliò una maledizione in modo che potessero stare insieme almeno nell'aldilà.
Il samurai morì d'ipotermia ma il suo corpo si risvegliò sentendosi in trappola in un blocco di ghiaccio. La sua spada era nascosta dietro la sua schiena, perduta durante l'incontro, cui alzandosi la riprese in mano e la utilizzò facendo morire della sua stessa sorte le persone che si perdevano in mezzo la neve, rimanendone intrappolati, creando un vortice di gelo.
Durante il suo lungo viaggio, verso la fine del periodo invernale, decise un giorno di meditare su un colle di bambù.
Quel che vide lo incuriosì talmente tanto che andò a controllare.
Si diresse verso un grande lago seguendo quel nuvolone di pioggia concentrato in quell'unico punto.

Sbirciò e si innamorò.
L'ameonna si stava lavando come i gatti, leccando le gocce di pioggia che scivolavano sul suo corpo nudo. Nonostante la donna avesse la pelle rugosa e non avesse la sua bellezza giovanile, lo yukitoko se ne innamorò perdutamente e la corteggiò con delle rose di ghiaccio.
L'ameonna rimase al gioco e i due parlarono conoscendo uno qualcosa dell'altro, ma non tutto. Passarono così le notti, incontrandosi sempre al lago e conoscendosi meglio, finché una notte lei non si presentò al loro punto d'incontro. Preoccupato, lo yukitoko andò a cercarla nel villaggio e ciò che vide lo sconcertò. L'ameonna stava facendo razzia di bambini e malediva le madri che non volevano consegnarle i figli piccoli. Vedendo ciò lo yukitoko intervenne e cercò di farla rinvenire con modi rudi.
L'ameonna gli disse tutta la verità sulla sua natura. Con il volto rigato dal pianto, la maledizione le imponeva di rapire i bambini ogni notte di pioggia anche contro le sue volontà.
Aveva paura che l'avrebbe lasciata per sempre e invece l'amore dello yukitoko era più forte di quanto credesse e cercò una soluzione, almeno di ridurre le vittime d'infanti. Ma nel frattempo le restituì la bellezza perduta. Il corpo tornò in fiore con la pelle di pesca, i capelli corvini e le labbra rosee.

Nei suoi viaggi, lontano dall'ameonna, trovò una sacerdotessa che stava purificando delle anime dannate e le chiese aiuto.
La sacerdotessa ascoltò la storia dello yukitoko e con un incantesimo gli regalò un ombrello di bambù roseo tradizionale giapponese.
"Questo ombrello la aiuterà a controllare il suo potere. E se non dovesse bastare, dovrai creare un talismano che ora ti insegnerò a costruire."
La sacerdotessa gli indicò tutti i passaggi per costruire il talismano e gli insegnò anche un incantesimo per aiutarla a mantenere la calma.
La sacerdotessa non aveva nulla in contrario ai demoni che sapessero vivere con la loro maledizione e che non facessero nulla di male ad altri, ma quando esageravano o non rispettavano i patti presi con lei, li puniva o li purificava.
Lo yukitoko ringraziò la sacerdotessa e prese l'ombrello da regalare alla sua amata, mantenendo in mente ciò che aveva appreso. Si rimise in viaggio e tornò dove i due amanti vivevano assieme.

Insieme trovarono un posto per loro, tra gli alberi lontani dai villaggi e vicino al loro lago. Vissero senza il peso della maledizione, grazie all'ombrello che lo yukitoko le regalò quando tornò a casa, finché l'ameonna non rimase incinta.
Era riuscita a controllarsi quando lo yukitoko le era accanto, ma quando andava via, il controllo svaniva e l'ombrello non l'aiutava più come prima.
La voglia di rapire bambini e mangiarli tornò a sopraffarla e a renderla nervosa sapendo che dentro di lei si stava formando un neonato.
Quando lo yukitoko tornò a casa da un viaggio di una settimana e la vide lesionata alle braccia e al grembo con segni di graffi, le chiese delle spiegazioni.
"Non riesco più a controllarmi. Sono consapevole che dentro di me ci sia un bambino. Un tenero e succulento bambino... E questo mi sta facendo impazzire!" si portò le mani ai capelli iniziando a urlare disperata, piangendo e al di fuori si mise a piovere più forte e su tutto il continente.
A quel punto, lo yukitoko decise di creare il talismano e rinforzarlo con l'incantesimo per mantenere calma la sua amata visto che nel suo grembo c'era un maschio.
A quei tempi avere un maschio era ben visto e assai desiderato, per questo non poteva permettere all'ameonna di farsi del male.
Prese un fazzoletto di stoffa e lo appallottolò, su di esso ci appoggiò un altro fazzoletto e con una radice, come fosse un nastro, lo legò sotto alla palla che aveva creato in precedenza e così creò una specie di fantasmino. Donò il teru teru bozu alla sua amata dopo aver infuso sull'oggetto l'incantesimo e preparò delle campanelle che mise tutto attorno alla casa.
L'ameonna si calmò e la pioggia diminuì sempre di più fino ad arrivare il sole, tornando amorevole e dolce mentre il compagno le canticchiò una filastrocca.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27. Incertezza ***


Nella grotta, lo yukitoko stava cercando di controllare Gray e i ricordi che gli vennero in mente.
Gray vide e provò tutto proprio come successe a Juvia con l'ameonna. Sentì il cuore battere in modo diverso per la demone con cui voleva passare la vita. Il dispiacere per la sua compagna e per quello che accadde dopo.
Il mago cercò di ragionare con lo yukitoko facendo leva sulla sua parte umana e nel comprenderlo di più.
Lyon rimase nei paraggi della gabbia acquatica e provò ad attaccarli con la sua magia dinamica del ghiaccio, ma lo yukitoko riusciva sempre a sciogliere le sue forme animali e l'acqua andava rinforzando L'ameonna.
"Tsk. GRAY CERCA DI DARMI UNA MANO! DOVRESTI RIUSCIRE A CONTROLLARLO! LO COLPISCO MENTRE LO TIENI FERMO!"
Lo yukitoko con le sembianze di Gray dall'aspetto pallido e ibernato, si girò a guardarlo e provò a parlare. A fatica, con la mandibola rigida dal freddo provò a riferire al ragazzo le parole di Gray.
"Idiota! Così farai male al mio corpo. Questo è quello che vuole dirti il tuo amico."
All'unisono, da Lyon e dall'essenza di Gray si sentì ribadire "Non sono amico di quell'idiota!" ciò fece solleticare lo stomaco di Gray e capì che lo yukitoko lo trovò divertente.
"Non ridere! Non è divertente essere posseduti quindi smettila, perché abbiamo qualcosa di serio da chiarire. E me lo dirai adesso prima che Lyon ti colpisca di nuovo e giuro che questa volta ti bloccherò a costo di farci del male."
Lo yukitoko percepì l'autorità e la rabbia del ragazzo.
"Hai qualcosa da dire anche tu, non è vero ragazzo?" il demone guardò juvia. "È davvero bella. Assomiglia molto alla donna che ho amato."
Gray si irrigidì. "Non sono argomenti da fare. Non ti interessano!"
"Eppure sei imbarazzato e confuso. Lo capisco. Non sei certo dei tuoi sentimenti."
"Ehi! Non ti immischiare! Lascia da parte i miei sentimenti. Non stiamo parlando di me, ma di te che hai preso il mio corpo. Sento la tua disperazione..."
"E io sento la tua.. Ma ciò che provi tu è senso di colpa. Io non ho potuto fare nulla per aiutare il mio vero amore perché sono stato rapito dalla donna che mi amava prima di lei."
"Rapito?" Gray cercò il ricordo di cui stava parlando.
"Lyon!"
Una voce dolce e femminile rilassò per un istante i muscoli del ragazzo nel vedere Wendy e Charle di nuovo in forze.
Wendy corse verso Lyon ma poi si bloccò cercando di capire la situazione. "Lyon, presto allontanati dalla gabbia!"
"Eh?"

Dalla gabbia acquatica apparvero delle bolle e man mano diventavano sempre più numerose finché la gabbia non esplose liberando la ragazza imprigionata.
"Dew?" urlò incredulo Lyon con la mano a proteggersi gli occhi e scaraventato per terra dalla forza d'acqua che uscì dalla gabbia.
"Lyon!" Wendy corse verso di lui per dargli man forte. Il ragazzo tossì tutto bagnato con i capelli che gocciolavano verso il basso mentre cercava di rimettersi in piedi aiutato dalla maga bambina.
"Ma cosa... Dew?" si schiarì la voce guardando dove una volta c'era la gabbia acquatica.
"No. Il suo odore è leggermente diverso. Come per Juvia e Gray." Spiegò Wendy in guardia.
"Cosa? Come può essere stata posseduta anche lei?"
"Non è posseduta. È difficile da spiegare. Il suo odore sembra simile a quello del neonato che ha in grembo ma allo stesso tempo è diverso."
"Quindi è Dew ma non è Dew. Fantastico. Lo stesso discorso per Gray e Juvia, non ci si capisce nulla in questa storia. So che sta accadendo qualcosa ma non riesco a capire cosa. Mi sento messo da parte in questa lotta ed è così frustrante. Hai qualche idea Wendy?"
"Ho l'impressione che non possiamo fare molto. Sembrano concentrati su di lei e questo sembra una resa dei conti. Forse dobbiamo solo aspettare e restare a guardare come si evolve."
"E intervenire se qualcosa inizia ad andare storto." Disse Charle accanto alla amica.
"Agire da spettatori... Non è ciò che avevo in mente quando ho accettato la missione."
"Beh, puoi sempre prendere questo tempo per osservare e stabilire una strategia. Sei bravo in questo. E puoi sempre riposarti e ristabilire le forze."
Lyon sorrise a Wendy che si sedette su una roccia grande e in grembo si sedette Charle.
"Hai ragione... Ci vorrebbero degli snack." Disse rimanendo in piedi incrociando le braccia al petto nudo, rimanendo vigile in caso di azione.
Wendy tirò fuori dalla tasca del vestito una bustina con dei biscotti. "Ecco prendi."
Lyon la guardò incredulo "Eeh?! E quella da dove l'hai presa!"
"Dalle tende dove abbiamo dormito. Ho pensato che potessero servire e ne ho presi un po'."
"Mangialo, ti riprenderai." Disse Charle con il boccone nascosto nella guancia e masticò un biscotto.
Con la bocca aperta e sempre più incredulo per la loro pacatezza chiese "Ma siete davvero così a fairy tail?!"
"Che vuoi dire? Se siamo disposti ad aiutare gli altri? Sì lo siamo." Masticò anche Wendy con la calma che fece quasi perdere le braccia a Lyon.
"Non ci posso credere" bisbigliò chiudendo gli occhi, portandosi una mano sulla fronte.
"Credici." Sorrise Wendy che gli offrì di nuovo i biscotti. "Li ha fatti Juvia. Sono buoni." aggiunse.
Lyon la guardò con un leggero rossore e con il battito lievemente accelerato prese il biscotto e lo guardò. Era piatto e aveva il disegno di ognuno di loro. Lyon iniziò a piangere pensando "quanto è dolce la mia juvietta."
"ora ti metti a piangere?" domandò Charle.
"Non sono lacrime. È l'acqua della gabbia che mi gocciola sul viso." Disse strofinandosi gli occhi commosso.
Assaggiò il biscotto con il disegno di se stesso e il suo cuore batté grato a quel piccolo dono, mentre guardò inerte lo volversi della situazione.

Gray guardò il ricordo dello yukitoko, in cui la donna amata partorì il neonato e lo chiamarono Amefurikozō. Passarono alcuni giorni felici, con il sole che illuminava la loro vita, ma come tutte le belle storie, a volte finiscono.
La ex moglie dello yukitoko venne a sapere che suo marito ebbe un figlio e per gelosia, decise di rapire il marito.
Questo atto portò l'ameonna al suo stato iniziale. La pelle rugosa, la bellezza sparita, il mostro disperato che era prima. Perdendo i suoi modi affabili e dolci anche con il figlio.
L'incantesimo che la sacerdotessa diede allo yukitoko comprendeva, non solo controllare la maledizione, ma anche quello di rimanere materna, dolce e gentile con tutti.
Lo yukitoko però non volle che questo cambiasse totalmente la sua amata o che ciò potesse nuocerla psicologicamente o che potesse cambiare idea sulla loro situazione sentimentale.
Così, grazie agli insegnamenti della sacerdotessa nel creare incantesimi con le filastrocche, modificò il dono che lei gli fece.
Durante l'assenza dello yukitoko, l'ameonna tornava brutta e famelica e poteva rapire i bambini nati solo nel periodo della settimana, mese o anno, in cui lo yukitoko era assente.
Invece, quando lo yukitoko era presente, l'ameonna tornava bellissima e materna e non poteva rapire nessun bambino.
Una volta che lo yukitoko venne rapito dalla sua moglie precedente, l'ameonna tornò il mostro che la sua maledizione volle per lei. Tornando a rapire, maledire e distruggere villaggi se era necessario, sotto la pioggia della sua disperazione che le sue lacrime producevano.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28. Sensi di colpa ***


"Ciò che vi è successo, non è stato per colpa della sacerdotessa vero? Però lasci che se la prenda con lei?"
"Non puoi capire, ragazzo."
"Credo invece di capire benissimo. Hai modificato un incantesimo che poteva rendere libera l'ameonna ma non l'hai fatto."
"È proprio questo il punto. Se l'avessi lasciata libera, chi mi avrebbe assicurato che lei sarebbe rimasta con me? Gli incantesimi non sono per sempre se non si coltivano."
"Gli incantesimi non sono ortaggi. Ti saresti dovuto fidare di lei. Del suo amore!"
"Chi avrebbe amato un maledetto come me?! Non volevo stare solo! Dovevo ricordarle il suo posto!"
"Sei un egoista! Ecco cosa sei! E ora lasci che lottino tra di loro per un tuo capriccio?"
"Non è un capriccio! La solitudine eterna non è un capriccio..."
Gray rimase un attimo in silenzio cercando di capire e calmarsi. "So cosa significa stare soli per molto tempo. Non posso immaginarlo per una vita intera. È troppo crudele. Ma se non sistemi le cose adesso, non potrete mai essere felici! Siete qui insieme, uno accanto all'altro e la tua ex moglie non c'è. Vuoi davvero togliere la felicità di altre due persone per un vostro volere egoistico? Lasciate che vi aiutiamo così potete stare insieme per sempre come volete."
"Non posso. Se glielo dicessi rischierei di perderla per sempre. Non oso immaginare come mi guarderà."
"Codardo! Dov'è il tuo valore di samurai? Rischia, per una volta. Rischia! Se non andrà bene potrai comunque toglierti un peso. Quello stesso peso che ha creato i massi di cui eri fatto. Fidati di lei. Fidati dell'amore che provi per lei."
Un leggero sorriso apparì sul volto del ragazzo.
"E tu seguirai il tuo consiglio?"
Entrambi sentirono un sussulto e un leggero imbarazzo.
"Io... Ti posso promettere che ci penserò. Devo capire se la merito."
"Ho visto che ti è sempre rimasta accanto. Se hai ragione, fidati anche tu di lei e dell'amore che prova per te."
"Non è questo. Ho fiducia in lei, ma non credo di meritare tutte le attenzioni che mi rivolge anche se mi fanno piacere."
"Sei invaso da sensi di colpa e vuoi punirti. Perché vuoi punirti ancora, se l'amore potrebbe liberarti da questa punizione? Non fare come me, ragazzo. Potresti pentirtene. E a differenza di me, non hai la vita eterna per scoprirlo o per pensarci troppo."
Gray rimase in silenzio per un po'.
"Allora siamo d'accordo? Io le darò una risposta, se tu dirai la verità all'ameonna."
"Va bene. Vediamo se hai ragione."
"Altrimenti chiederemo aiuto alla sacerdotessa e credo capirà le tue ragioni."
"Lo spero. E spero che la mia amata mi dia ascolto."

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Capitolo 29
*** Capitolo 29. Verità ***


Dew era in piedi davanti ai due maledetti e li adocchiò. "Non è così che vi avevo lasciato." Disse ad alta voce. Wendy, Charle e Lyon ascoltarono sorpresi. I dialoghi "interni" erano finalmente finiti, per la gioia di Lyon che poteva capirci qualcosa.
La voce di Dew era strana, come se parlasse a un microfono che le cambiava tono di voce. Era alta, autoritaria e l'eco della grotta contribuì a renderla maestosa.
"Tu... Perché sei tornata a tormentarci!" urlò l'ameonna disperata.
"Perché non avete rispettato il volere della mia antenata."
"Antenata?" Charle zittì il sussurro di Lyon. "Gli antenati sono tutti connessi tra di loro." Spiegò Charle mestamente.
"Non aveva nessun diritto di ridurci in quello stato!"
"Io so che ne aveva ben due di motivi." Dew guardò entrambi.
"Cosa..? Menti!"
Lo yukitoko abbassò lo sguardo, pensieroso.
"Non hai niente da dire, yukitoko?"
"Lascialo stare. È una vittima come me."
Lo yukitoko chiuse gli occhi e si decise. "Mia adorata. Ho qualcosa da dirti."
Un brivido passò lungo la schiena di Lyon. Era strano sentire Gray parlare in quel modo verso Juvia, anche se erano solo i loro corpi a fare da tramite ai due demoni.
Juvia guardò Gray aspettando le sue parole.
"Dopo che la mia moglie precedente mi rapì, la tua maledizione tornò a sopraffarti e hai... Sterminato un villaggio nutrendoti di quei bambini. Solo poche persone si sono salvate e quello era il villaggio della sacerdotessa. La stessa che mi ha aiutato, aiutando te."
"Aiutata? Cosa stai dicendo?"
Gray prese le mani di Juvia e Lyon sentì un altro brivido alla schiena. Non gli piaceva affatto quella situazione. Non si capacitava che non erano loro a parlare.
"In uno dei miei viaggi, ho incontrato la sacerdotessa della purificazione e mi ha insegnato alcuni incantesimi da usare per aiutarti. Mi ha dato in dono anche l'ombrello che stai usando per controllare i tuoi poteri. Mi dispiace non avertelo detto prima." Una lacrima di brina scese dagli occhi di Gray.
"Perché la stai difendendo? Cosa c'entra questa storia?"
"Amore mio, ti prego di ascoltarmi e di capire cosa ho fatto per aiutarti. Anche se... Sono stato egoista."
Lo yukitoko guardò Dew. "Ammetto di aver sbagliato. Di essermi comportato da egoista per paura di perderla. Questa mia paura non mi ha aperto alle possibili conseguenze che hanno causato la distruzione del vostro villaggio. La colpa è mia, non sua. Punite me e liberate lei."
Con un'altra lacrima di brina che scese sul volto di Gray, si inginocchiò a fatica davanti a Dew.
"Vi supplico. E vi chiedo perdono."
"Cosa fai? Alzati!" disse Juvia piangendo.
"No amor mio. La causa della nostra prigionia sono io. Sei stata rinchiusa in quell'ombrello perché tu potessi essere controllata. Io ho avuto il rimorso e il peso di rocce ghiacciate per quello che ho fatto e per ciò che è accaduto a causa mia. Se solo... Non avessi modificato l'incantesimo. Saresti stata libera da tempo. E libera... Da me."
"Sentito cosa ha fatto per te? È andato contro gli aiuti della mia antenata. È andato contro il suo volere e avete entrambi subito la sua punizione."
Juvia toccò la spalla di Gray che ancora era in ginocchio. "Alzati amor mio."
Gray le toccò la mano. "Alzati e guardami in faccia."
Gray si alzò a rilento, bloccato dal freddo nelle sue ossa.
Juvia prese entrambe le mani e si guardarono negli occhi con sguardi avviliti.
"Sono arrabbiata con te e molto delusa. Ma non posso far altrimenti di amarti. Capisco le tue ragioni e credo che lo avrei fatto anche io al tuo posto. Abbiamo vissuto momenti belli e non posso credere che non me lo hai mai detto. Ho vissuto con questo odio verso la sacerdotessa, mio ultimo ricordo. E ora, mi viene detto che la vendetta che cercavo non si può attuare perché la persona che amo aveva paura di perdermi e ha voluto aiutarmi." Ci fu un lungo silenzio tra i due, tant'è da sentire il gocciolio delle stalagmiti.
"Avete passato molto tempo in punizione e siete riusciti a liberarvene in un modo che neanche la mia antenata riteneva possibile. Avete patito abbastanza per quello che avete fatto e il passato vi ha perseguitato per troppo tempo. Perciò, ho deciso di liberarvi una volta per tutte. La vostra maledizione si spezzerà e potrete vivere insieme e in libertà nell'aldilà che vi attende."
I due demoni uno di fronte all'altro, rivolsero lo sguardo incredulo verso Dew.
"È seria?" chiesero.
"Avete fatto del male a dei bambini di questa epoca, nonostante la punizione, per potervi liberare e vivere assieme. Sono favorevole all'amore e ad aiutare il prossimo e poi credo nelle seconde possibilità."
Juvia sorrise come se avesse visto la luce e guardò il suo sole che le stringeva le mani.
"Vuol dire che possiamo tornare da nostro figlio?" domandò lo yukitoko.
Dew annuì mentre Lyon tossì, soffocato dalle briciole del biscotto che stava masticando. "Figlio?!" pensò Lyon con Wendy che gli batteva dolcemente sulla schiena.
"Sto bene. Sto bene." Sussurrò con voce rauca per rassicurare Wendy, tra un attacco di tosse e l'altra.
I demoni e la sacerdotessa guardarono verso i tre spettatori.
Imbarazzata, Wendy si scusò. "Non fate caso a noi. Prego, continuate pure a risolvere la faccenda." Disse con la sua dolce voce.
Juvia guardò la sacerdotessa. "Ora capisco perché non riuscivo a... Nutrirmi di voi. Il potere della sacerdotessa non le si può ritorcere contro in nessun modo. Mi dispiace per quello che vi ho fatto."
Wendy si massaggiò la testa. "Alla fine è andato tutto bene. Non vi preoccupate."
"Nelle veci della mia antica forma, dissolvo la maledizione dei due amanti perché possano unirsi senza affranti. L'incantesimo si trasformi nel più puro amore e nei loro cuori viva un dolce candore."
Juvia guardò Gray con amore. "Finalmente possiamo stare di nuovo insieme e questa volta nessuno ci separerà."
Lo yukitoko sorrise.
Una luce bluastra data dalla grotta illuminò i due corpi e il devil slayer di Gray brillò, aiutando la purificazione dei due demoni.
Juvia e Gray si avvicinarono alle labbra dell'altro e prima che si potessero sfiorare, le anime demoniache vennero purificate. L'ameonna e lo yukitoko aleggiarono sopra i due ragazzi e le loro anime si scambiarono un bacio.
La luce azzurra si spense e i corpi di Juvia e Gray rimasero bloccati uno di fronte all'altro. Le mani strette dall'altro e le labbra vicine tanto da sentire i reciproci respiri. Lentamente aprirono gli occhi come risvegliati da un sonno e si guardarono nell'intento di un bacio mancato. Quando realizzarono cosa stessero per fare, Gray lasciò subito le mani di Juvia e si allontanò dandole le spalle e grattandosi la testa imbarazzato. Juvia si mise le mani sulle guance, incredula e sussurrava. "Juvia stava per baciare Gray-sama. Stava per baciare il suo Gray-sama" da innamorata, svenne.
"Sono tornati!" urlò Wendy contenta e trionfante, sentendo con il suo udito fine il sussurro di Juvia.
Lyon aveva sbriciolato un biscotto nella mano quando li vide così vicini da baciarsi. Il suo cuore batteva forte e cercò di controllare la rabbia mista a gelosia. Sorrise beffardamente "ho visto." Sussurrò in un ringhio, con un leggero sollievo per aver visto Gray allontanarsi da Juvia appena in tempo.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30. Il mistero svelato ***


"Gray! Juvia!" Wendy e Charle corsero verso di loro.
"Finalmente è finita. Ora possiamo anche tornarcene a casa." Disse Charle.
"Una cosa alla volta." Disse Lyon avvicinandosi con calma a loro. "Prima dobbiamo risvegliare Juvia."
Lyon si inginocchiò "lo farò io, con un vero bacio."
"Eh?" Gray si girò e Juvia aprì gli occhi.
"Juvia sta bene. Stanca, ma bene." Lyon l'aiutò ad alzarsi. "Juvia è felice che tutto si sia risolto per il meglio per loro due."
Gray incrociò le braccia e abbassò la testa pensieroso.
"A cosa stai pensando Gray-sama?"
"Eh? Uhm... Niente." Girò il viso con le guance rosse per non mostrarsi a Juvia.
"Ora che lui ha detto la verità, ora tocca a me mantenere la promessa." Pensò tra sé.
"Non pensavo che la missione andasse a finire così. Vi ringrazio per l'aiuto ma la ricompensa la prendo io. Ovviamente lo dividerò solo con Juvia e Wendy."
"COSA?! Con tutti tranne che con me nonostante il lavoro l'ho fatto più io di te?!"
"Sei stato tu a voler venire, non te l'ho chiesto io." Disse Lyon dandogli le spalle andando da Dew.
Gray ringhiò. Aveva voglia di prenderlo a pugni.
"Però bisogna dire che la missione è riuscita per l'affinità tra juvia e gray. Essendo nella stessa gilda si conoscono meglio." Commentò ingenuamente la giovane maga.
"Juvii~" esclamò, mentre Gray deglutì.
"Meglio tornare a casa. Questa missione ormai è finita." Disse Charle.

Lyon aiutò Dew a rialzarsi. La ragazza si sentiva confusa e non ricordava nulla.
"cos'è successo?" nel rimettere ordine le idee sobbalzò "ah! Ero venuta ad aiutarvi. L'ameonna e il mostro ibernato dove sono?"
"Sono andati via. Per sempre. E il tuo aiuto è stato prezioso." disse Lyon sostenendola.
"come? Cos'ho fatto?" si guardò attorno.
"La creatura dentro di te è un discendente della sacerdotessa e ha sistemato ciò che il suo avo aveva fatto." Riassunse Charle in modo sbrigativo.
Dew ridacchiò incredula. "Allora è vero."
"Tu lo sapevi?" domandò Wendy.
"Tutti i miei predecessori hanno nomi inerenti all'acqua o al suo stato materiale. Molti nel villaggio sostengono che ci sia un motivo: renderebbe più forte il potere della sacerdotessa legata all'acqua. Il mio nome significa rugiada e credono che io sia la portatrice della futura sacerdotessa. Vedete, a volte la dote salta se non c'è una figlia femmina in famiglia oppure salta una generazione per ricostruirsi. Quando salta la generazione è difficile sapere in quale famiglia accadrà, ma c'è sempre un collegamento con quella precedente. Non si sa come ma c'è sempre un qualcosa che ci collega ai nostri antenati."
"Non sembri molto felice." Notò" Wendy.
"Una sacerdotessa è una maga potente e la sua magia è bramata da molti. Questo significa che corre pericoli già alla sua tenera età. Vi prego, tenete segreta questa informazione. Il villaggio non deve sapere, voglio che viva come una bambina normale senza guardarsi le spalle ovunque vada, fare amicizie senza temere se è sincero o no. Vi prego, se volete pagherò di più."
"Non servono soldi in più, siamo maghi e capiamo i tuoi motivi. Puoi fidarti di noi e del nostro silenzio." Lyon le sorrise per rassicurarla.
"Vi ringrazio" sorrise con gli occhi lucidi.
"Ora usciamo da qui e torniamo a casa." Disse Gray.
"Posso farvi da guida con il mio olfatto. Sento anche da dove proviene il vento."
Gray annuì e Wendy fece strada fino ad uscire dalla grotta.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31. Questione di soldi o d'amore? ***


Juvia respirò a gran bloccate come se ne fosse sprovvista. "Finalmente un po' d'aria fresca."
"A chi lo dici" Wendy si riempì i polmoni e la pancia con il vento fresco.
Lyon accompagnò Dew al villaggio facendo un resoconto a tutti, così ricevette la ricompensa in jewels per il suo servizio.
Salutò Dew facendole gli auguri per il parto e si aggregò di nuovo al gruppo per tornare a Magnolia.
"Juvia..."
La ragazza si girò verso Lyon. "Ecco, questa è la tua parte. È il 70% della ricompensa. Direi che te lo meriti dopo tutto quello che hai passato... Per colpa mia..."
Juvia arrossì leggermente. "Lyon-kun, Juvia non vuole una tale somma. Anzi non vuole nulla. Juvia ha già la ricompensa per aver aiutato un amico." Gli sorrise.
"Oh Juvietta Tu sei una dea! Ma insisto." La avvolse con un braccio attorno alle spalle.
"Yo, piuttosto dalli a me visto che non li volete."
Lyon lanciò una occhiata amara "Preferirei darli a Wendy o al mare, se proprio devo scegliere."
"cosa? Brutto pezzo di..."
"Gray-sama va bene così.. Non serve litigare"
"No che non va bene, se non li vuole tenere tanto vale darli a chi ha fatto tutto il lavoro"
"Non ti ho chiesto io di venire, non dovevi nemmeno esserci in questa missione! Io ho chiesto una mano a Juvia, non a te!"
"Se non fosse stato per me, Juvia sarebbe ancora in pericolo! Ho fatto bene a unirmi a voi! Non saresti riuscito a salvarla."
"Gray-sama si è preoccupato per Juvia!" lo prende per il braccio e Gray arrossisce.
"Avrebbe perso altro tempo a tornare indietro a chiedere nuovamente aiuto."
"Gray-sama non essere così duro con Lyon, è nostro amico. È giusto che la ricompensa la tenga lui e decida cosa ne voglia farne."
Mentre camminavano discutevano su chi dovesse avere i soldi, poiché anche Wendy decise di non accettare.
Il discorso si concluse sul treno, distratti dal cibo che passò su un carretto trasportato da una graziosa ragazza.
Con quei soldi comprarono da mangiare per tutti e la rimanenza la tenne Lyon.
"Juvia, permettimi in qualche modo di sdebitarmi. Una cena insieme domani sera?"
Gray tossì con l'acqua che gli andò di traverso.
"Oh, Gray-sama stai bene?"
Annuì tossendo ancora e squadrò Lyon. Gray si schiarì la voce.
"Allora Juvia? Accetti?"
"Juvi! Ehm... Un... Un appuntamento con Lyon-kun?"
Guardò l'espressione di Gray.
Le venne in mente un'idea per tirarsi fuori dal triangolo.
"Gray-sama perché non vieni anche tu? Così si sdebiterà con entrambi"
"Eh?" Lyon rimase sconcertato. "Mia cara Juvietta, l'invito in realtà non è esteso a nessuno." Fulminò Gray con lo sguardo mentre teneva tra le mani quelle di Juvia.
Gray sogghignò. "Non male come idea, così risolviamo la questione dei soldi una volta per tutte."
Juvia ritirò le mani da quelle di Lyon, "A questo punto andiamo tutti a cena. Wendy, Charle vi unite a noi?" domandò Juvia.
"Ecco..." guardò il viso basso di Lyon, la speranza di Juvia che si leggeva sul volto e il mezzo sorriso di Gray.
"Se non è un problema..." rispose insicura e dispiaciuta per Lyon.
Il mago di Lamia sospirò affranto. Non era quello che voleva, ma almeno aveva la presenza di Juvia ed era già meglio di niente.
"D'accordo. Per me si può fare. Cena domani per sdebitarmi. Il luogo però lo scelgono le ragazze." Puntò lo sguardo furbo su Gray, cosicché non potesse scegliere ciò che desiderasse.
Gray sogghignò e alzò un sopracciglio "Forse conosco un posto, ma se devono decidere le ragazze per me sta bene."
"Gray-sama! Dì a Juvia dove vuoi andare e ti ci porterà" dalla sua voce uscivano tanti cuoricini.
Lyon poteva sperare solo in Wendy e in Charle.
"Non conosco molti posti perciò sono aperta a dei suggerimenti."
Lyon si portò una mano sul viso cercando di mantenere la calma.
Una voce del treno interruppe i loro pensieri. "Prossima fermata: Magnolia. Prossima fermata: Magnolia." Ripeté due volte la voce.
"Siamo arrivati!" annunciò Wendy guardando fuori dal finestrino del treno. Fortuna che, essendo una dragon slayer, la cinetosi non le diede fastidio e poté godersi il viaggio senza troppi problemi.
Una volta arrivati e scesi dal treno, i membri di Fairy tail si separarono da Lyon diretti alla gilda.
Rimasero d'accordo con il mago di Lamia che le ragazze si sarebbero messe d'accordo e avrebbero portato i ragazzi fuori a cena.
Il cuore di Juvia batteva forte all'idea di uno pseudo appuntamento con Gray, anche se c'erano tre intrusi.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32. A casa ***


Arrivati alla gilda, i compagni li salutarono e Lucy chiese informazioni sulla missione, domandando se c'erano altre informazioni rispetto alla storia letta sul libro in biblioteca e, nel caso fosse stato così, avrebbe aggiunto lei le altre pagine mancanti.
Juvia ridacchiò pensando che fosse gelosa di lei e Gray in missione insieme e che fosse solo una scusa per capire cosa fosse successo tra i due. "Non te lo dirò mai. Gheheh" rispose Juvia con una linguaccia dispettosa.
"Nulla di che. Degli spiriti avevano bisogno di aiuto; intrappolati negli oggetti che li rappresentavano e nascosti dentro una grotta, sono stati liberati per sempre e ora i bambini potranno giocare in pace ed essere sicuri di tornare a casa. Tutto qui." Rispose Gray con un resoconto detto come se fosse stata una cosa quotidiana.
"Ok..." rispose Lucy titubante.
"E sono successe cose... E domani sera Juvia uscirà con Gray-sama... E cosa più importante, come ho detto: non ti racconterò niente." Juvia voleva farla cuocere di invidia e gelosia, ma non suscitò nulla in Lucy.
"Juvia esce. Va a scegliere un ristorante per domani sera. A più tardi."
Così Juvia uscì alla sera fantasticando sulla serata in arrivo. Wendy e Charle si buttarono sul letto, stanche. Gray pensò all'aria aperta alla promessa fatta al guardiano, cercando di dare più credito ai sentimenti. Infine Lyon, pensieroso in camera sua e steso sul letto, si fece delle domande sul rapporto tra Gray e Juvia e se avrebbe avuto qualche speranza con lei.
Dopo quello che aveva assistito, era alquanto sicuro che tra i due non c'era solo amicizia.
"Anche Gray prova qualcosa per Juvia. L'ho capito. Wendy ha ragione nel dire che tra di loro c'è sintonia. Solo che... quel testone è incapace di ammetterlo ed esternarli. Come sempre. Tsk." Sospirò concludendo il suo pensiero prima di addormentarsi. "Ah, Gray. Non sai che pietra rara e preziosa hai trovato. Non ti permetterò di rovinare tutto con lei e tanto meno di farla soffrire. Se è te che desidera, farò in modo di aprirti gli occhi."

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