Non solo demoni

di cut_wing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kazama Chikage: solitudine ***
Capitolo 2: *** Kyo Shiranui: nemico perfetto ***
Capitolo 3: *** Kyuuju Amagiri: qualcosa che tenga tutto insieme ***



Capitolo 1
*** Kazama Chikage: solitudine ***



Kazama Chikage aspettò che Amagiri se ne andasse per trarre un profondo sospiro. L’Oni dai capelli rossi era sempre stato il più ligio al dovere, il più rispettoso ed il più “saggio”, se così lo si poteva definire. Chikage non era niente di tutto ciò, anche se talvolta poteva sembrare il contrario. A lui non importava ciò che pensavano gli altri di lui, non si comportava come si conveniva alla situazione. Lui pianificava. Pianificare.  Gustò il suono di quella parola nella sua mente, tornando ad osservare fuori dalla finestra. Era sempre stata la cosa che gli riusciva meglio; guardarsi intorno, per programmare ed ottenere qualsiasi cosa di cui avesse bisogno. Alla fine, era quella la parte divertente.
“Quindi è solo per questo?”
“Che altro motivo ci dovrebbe essere?”
“Non importa ciò che provo.”
 Senza rendersene conto i suoi occhi cambiarono colore, passando da infuocati a gialli come quelli di un rettile, e dai capelli, divenuti improvvisamente candidi come la neve che imbiancava il paesaggio che era tanto intento ad osservare, spuntarono due paia di corna. << Dannazione. >> Imprecò, battendo un pugno sul davanzale, che si crepò. Le parole di quella conversazione con la principessa continuavano a risuonargli nella mente.
“Non importa ciò che provo.”
Era vero: lui aveva delle responsabilità. Non aveva l’età e l’esperienza di Amagiri e nemmeno la grinta di Shiranui, eppure era lui che doveva sposare Yukimura.
“Nasce una Oni femmina su cinque…”
“Devo continuare la linea di sangue.”
Obbligo. Odiava avere dei vincoli; non c’era niente da pianificare, doveva solo fare il suo dovere. La cosa più frustrante, però, era che quelle catene se le era scelte da solo. Nessuno gli aveva detto niente, nessuno glielo aveva imposto: era stata una sua decisione. E, come tale, l’avrebbe seguita fino alla fine.
Si calmò, tornando nella sua forma umana. Si osservò allo specchio con disprezzo: quanto odiava gli esseri umani. Così frivoli, inutili… nulla più che mosche. I demoni sono esseri superiori. Se lo ripeteva sempre, convincendosi sempre più della veridicità di quelle parole. In realtà era una frase come un’altra, preparata per quando smetteva di riflettere e progettare, per non far risuonare nella sua mente il tanto temuto silenzio. Il vuoto. Non ho bisogno di nessuno! Un’altra bugia per non provare ciò che lo perseguitava da tutta la vita, indipendentemente da chi avesse di fronte: SOLITUDINE.

Angolino dell'autrice
Buongiorno a tutti! Finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa anche in questo fandom, che apprezzo tantissimo!!! 
Questa è una raccolta di full-immersion nei personaggi che secondo me sono i più sottovalutati in assoluto: gli Oni. Insomma, Shiranui è trattato superficialmente, Amagiri sembra quasi un pezzo di roccia che combatte e parla una volta ogni tanto, e quel povero diavolo (in tutti i sensi) di Chikage, con tutti i suoi comportamenti misteriosi, viene sempre snobbato. Non sto criticando nessuno, assolutamente, semplicemente penso che ci sarebbe così tanto materiale su cui lavorare che invece è stato messo da parte. Invece io credo che ci sia qualcosa di più in ciascuno di loro, ed ho cercato di metterlo nero su bianco. 
Ringrazio chiunque abbia letto fino a qui e vi sarei molto grata se recensiste, o almeno mi mandaste un messaggio, perchè ho veramente bisogno di sapere cosa ne pensate. Se qualcuno lo facesse, sappiate che se non dovessi rispondere immediatamente sarebbe solo perchè ultimamente non ho molto tempo libero, ma controllo ogni giorno ;-) Grazie ancora a tutti!
P.S. Se dovessi involontariamente rendere i personaggi OOC non fatevi problemi a dirmelo; accetto ogni tipo di critica costruttiva.
 


 

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Capitolo 2
*** Kyo Shiranui: nemico perfetto ***


Kyo Shiranui osservò Harada allenarsi. Se ne stava lì a fissarlo, appollaiato su un albero, indisturbato, quasi tutto il giorno. Era diventata quasi un’ossessione. “Sei giovane ed arrogante.” Gli aveva detto una volta Kazama. “Dovresti scegliere con più attenzione i tuoi obiettivi.” Non aveva aggiunto altro, facendolo rimanere a riflettere su quelle parole senza trovarne il significato. Riportò lo sguardo su Sano, che faceva volteggiare la lancia contro dei nemici immaginari. Quell’umano lo incuriosiva: era come lui, in un certo senso. Voleva vedere cosa sapeva fare. Shiranui era sempre stato molto ambizioso, ma esserlo senza avere nessuno con cui misurarsi era frustrante. Chikage era troppo forte per lui, non ne valeva nemmeno la pena, mentre Amagiri preferiva non farsi coinvolgere in scaramucce senza significato, che reputava inutili sprechi d’energia, e loro erano i suoi unici… amici? No, non erano amici. Erano legati, certo, ma cos’era l’amicizia? Sicuramente i tre non avevano la stessa idea di quel sentimento. Kyuuju era una lastra di pietra, leggergli dentro era impossibile, ed anche se era stato lui ad unire il trio sembrava sempre distante. Kazama si credeva superiore a tutti, ma a volte, nel cuore della notte, quando pensava che Shiranui dormisse si intrufolava nella sua stanza e rimaneva seduto in un angolo ad osservarlo. Non faceva nient’altro. Sembrava quasi che cercasse un qualche tipo di contatto, rifuggendolo quando gli veniva offerto. Era strano, Chikage. Il demone dai capelli viola invece aveva l’assoluto bisogno di confrontarsi con gli altri, dimostrarsi migliore. Di chi? Ecco che entrava in gioco Harada. Si erano battuti diverse volte, arrivando sempre pari, e questa cosa lo faceva in parte arrabbiare ed in parte lo spingeva a dare ancora di più la volta seguente. Era per quel motivo che lo aveva salvato dal seppuku e che vegliava sempre su di lui. Era il suo NEMICO PERFETTO.

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Capitolo 3
*** Kyuuju Amagiri: qualcosa che tenga tutto insieme ***


Amagiri Kyuuju uscì dalla stanza di Chikage, percorrendo a grandi passi il corridoio. Ripensò alla loro conversazione, ed alla risolutezza con cui l’altro aveva deciso di abbracciare il proprio destino. Era felice di questo; stava crescendo, non era più il giovane Oni che aveva conosciuto anni prima. All’epoca lo aveva accolto in casa sua senza esitazioni, per uno strano sentimento paterno che gli aveva scaldato il cuore non appena i suoi occhi di ghiaccio avevano incontrato quelli scarlatti del ragazzo. La stessa cosa era accaduta con Shiranui, diversi anni dopo. Il piccolo Shiranui combinava sempre un mucchio di guai, ed ogni volta Chikage gli lanciava un’occhiata soddisfatta, come a dire: “Te l’avevo detto.”. Poi, però, si offriva ogni volta per farlo giocare, sotto lo sguardo compiaciuto di Kyuuju. Dopo qualche anno ognuno aveva preso la propria strada, come se quegli anni di convivenza non fossero mai esistiti. Era stato tempo dopo, quando Chicage era tornato da lui spiegandogli ciò che aveva in mente di fare con Yukimura, che Amagiri aveva insistito per coinvolgere anche Shiranui. Loro due erano gli unici di cui si fidava, che non si sentiva costretto a spiare per evitare che lo pugnalassero alle spalle. Rispetto. Possibilità. Scelta. Tutto ciò che dava agli altri, e che a lui non era mai stato concesso. Perché lui sapeva cosa si provava quando le proprie certezze venivano infrante come un castello di carte e bisognava trovare QUALCOSA che TENESSE TUTTO INSIEME. Lui aveva i suoi principi, e Shiranui e Chikage potevano contare su di lui.

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