the challenge (DA RISCRIVERE)

di pokepony10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un piccolo assaggio ***
Capitolo 2: *** vecchia casa, vecchio amore, nuova vita ***
Capitolo 3: *** un letto per due ***
Capitolo 4: *** tra imbarazzo e paura ***
Capitolo 5: *** solo tua ***
Capitolo 6: *** ragazza arcobaleno ***
Capitolo 7: *** come un cane randagio ***
Capitolo 8: *** inizio dei lavori ***
Capitolo 9: *** alcool, droga e pistole ***
Capitolo 10: *** non aprire quella porta ***
Capitolo 11: *** che il challenge abbia inizio ***
Capitolo 12: *** il potere assoluto ***
Capitolo 13: *** il cavaliere di luce ***
Capitolo 14: *** il prezzo dell'amore ***
Capitolo 15: *** un gioco da ragazzi ***
Capitolo 16: *** bon appetit ***
Capitolo 17: *** onde fuori controllo ***
Capitolo 18: *** il momento giusto ***
Capitolo 19: *** il bacio del demone ***
Capitolo 20: *** questo è un addio ***
Capitolo 21: *** Ritornerò da te ***



Capitolo 1
*** un piccolo assaggio ***


POV Alexey
 
Era finalmente tutto finito, dopo mille peripezie ero riuscito ad aiutare i miei amici per rimediare ad un mio errore. Era davvero un peccato che Shans ed Ombra fossero costretti a rimanere nell'Ade, ma in fin dei conti erano due fuorilegge, per quanto fossero mossi da motivazioni non del tutto cattive. Pur essendo preoccupato per loro, c'era qualcuno che meritava un po’ più di attenzione: Morte Bianca.
 
Era davvero incredibile, se qualcuno mi avesse detto tempo fa che proprio lei sarebbe diventata la donna dei miei sogni, non ci avrei mai creduto, eppure era vero. L'ultimo ricordo di lei era solo l'acqua dell'Acheronte che la risucchiava per portarla nel mondo dei vivi, io invece feci un patto con un soldato di Ade, dopo un mese sarei tornato dalla mia amata Morte Bianca.
 
-Hey alexey!- iniziò a bisbigliare un prigioniero a poco da me
-chi è?- chiesi spaventato
-è incredibile che ti scordi così dei vecchi amici- mi disse Ombra comparendomi davanti. I suoi occhi rossi brillavano a vedermi
-come ci sei finito qui?- chiese
-nulla di che, ho solo rubato un'anima dalla biblioteca sotto il lago di lava-
-hum… vorresti per caso uscire?- mi chiese con un sorriso mentre trasformava una zampa in chiave
-meglio non destare sospetto… piuttosto, parlami del vostro piano di fuga-
-chi ti ha spifferato tutto?-chiese prendendomi la maglia attraverso le sbarre
-un soldato-
-più dettagli ragazzo, forse possiamo sapere se è un alleato o no-
-armatura rossa e voce femminile…-
-i… il capo delle guardie di Ade?! Hai beccato il soldato più forte che c'è, soprattutto l'unico che non c'è più in giro…- iniziò Ombra
-in che senso?-
-è stata mandata sulla terra per conto di Tanato… se ha mandato lei, vuol dire che lui rimarrà qui a controllare che non scappino altri, a proposito, chi hai liberato?-
-Morte Bianca- risposi timido.
 
Vidi il volto di ombra rimanere pietrificato -t… tutto bene amico?- chiesi
-non va bene… non va bene per nulla…- iniziò a farneticare
-perché?-
-Tanato ha mandato una macchina da guerra a riprendersi Morte Bianca, dobbiamo fare qualcosa Alexey… non so il tempo che passa qui a quanto corrisponde lì fuori, ma ho paura che un mese sia già troppo-
-cosa possiamo mai fare?-
-dieci giorni, il piano di fuga lo applichiamo tra dieci giorni, oggi incluso- disse accucciandosi -per ora riposa, dieci giorni qui passano molto velocemente se dormi- concluse chiudendo gli occhi.
 
Pensavo che avrei sofferto d'ansia durante quei dieci giorni, ma non ricordo molto, solo frammenti dei bellissimi sogni fatti su Morte Bianca. -Era meraviglioso- bisbigliai svegliandomi
-un altro sogno?- chiese ombra
-già…-
-stavolta cos'era?-
-eravamo in riva al mare e c'era il tramonto. C'era solo silenzio mentre delle lucciole iniziarono a girarci intorno, io ne volevo toccare una e anche lei,  ma alla fine ci siamo toccati la mano e la lucciola e volata via. Preso dal momento le ho rivelato i miei sentimenti e prima che lei potesse rispondere la guardia di turno ha sbattuto la porta e mi ha svegliato-
-che cosa sdolcinata…-
-parla quello che ulula verso l'alto sperando che la luna lo senta-
-non dovresti parlarmi di lei, lo sai…- rispose abbassando lo sguardo -comunque oggi agiamo… sono passati i dieci giorni- concluse sospirando.
 
Avevo toccato un tasto al quanto dolente per lui, in fin dei conti ha perso tutto, la sua migliore amica, la sua amata e dopo poco avrebbe perso a che me, mi dispiacque molto.
 
-mi dispiace…- iniziai
-non devi, è colpa mia. Piuttosto… iniziamo a distrarre la guardia…- bisbiglio lanciando lontano la sua ciotola per colpire un soldato -chi ha osato!?- chiese
-lui- rispose Ombra indicandomi
-hey! Non volevi aiutarmi?!- gli bisbigliai
-non mi interessa chi è stato, qualcuno ha sporcato la mia divisa e quel qualcuno me la pagherà!- urlò la guardia alzando la mia gabbia. Mi agitò come un bambino che scuote la gabbia del criceto, era insopportabile e al quanto doloroso -smettila, ti prego, ho appena mangiato!- gli dissi sentendo la colazione risalire
-io non prendo ordini dai prigionieri!- continuò lui più aggressivo, non ebbi altra scelta che lasciar andare le cose come dovevano.
 
-sembra più buono di come te l'ha servito- commentò Ombra guardando il disastro che avevo combinato
-stupidi prigionieri! Ora devo anche lavarlo…- si lamentò la guardia portandomi via. L'ultima cosa che vidi era Ombra che cambiava aspetto.
 
I ricordi poi si fecero confusi, dopo una puntura ricordo solo di un bagno fatto con acqua bollente e cenere. Ombra mi venne a prendere e mi ritrovai in una folla scatenata che faceva a botte con alcune guardie -Alexey… ti lancio, ferma quella donna prima che tocchi la nostra Morte Bianca… mi fido di te- disse ombra per poi trasformarsi in catapulta e lanciarmi oltre la cuccia di Cerbero, a pochi metri da me vi era il traguardo, dovevo solo fare un ultimo sforzo -Morte Bianca… sto tornando- dissi trascinandomi distrutto in acqua, poi il bianco assoluto.
 
Aprì gli occhi e vidi una forte luce che mi accecò per un istante, distolsi lo sguardo verso il basso, avevo dei fili attaccati al petto e una fasciatura intrisa di sangue sull'addome. Mi resi conto di essere nel letto di un ospedale. Solo in quel momento sentì un peso sulla gamba, sul mio letto vi era appoggiata una ragazza, splendidi capelli neri e la pelle color latte, cercai di alzare il braccio per accarezzarla. Pur volendo, il braccio non si muoveva -deve essere tutto un sogno, davvero ho Morte Bianca vicino a me? Davvero ci sono riuscito?- pensai, feci un sorriso e richiusi gli occhi con un sospiro. Sentì la ragazza alzarsi -stai ancora dormendo he? Chissà quando finirà questo tuo lungo sonno…- disse.
 
Aveva una voce dolce e triste, aprì leggermente gli occhi per poter sbirciare i suoi movimenti senza farmi notare. Si alzò dalla sedia che era al fianco del letto e mi guardò per un attimo, poi sparì dietro una porta. Rimasi affascinato da quei capelli che si muovevano come mossi dal vento e i suoi occhi neri e profondi. Era vestita con una camicetta bianca e una gonna nera, era elegante come poche.
 
Tornò nella stanza con un secchio d'acqua e una busta con varie cose dentro. Tirò giù le coperte e iniziò delicatamente a togliermi le fasce -dannazione, i punti non vogliono proprio stare al loro posto…- disse passando un panno umido su di una grande ferita che avevo -e pensare che è tutta colpa mia, mi dispiace così tanto Alex…- disse accarezzandomi la mano mentre mi fissava in volto.
 
I suoi occhi si riempirono lentamente di lacrime mentre mi mise le nuove fasce, una lacrima le scivolo sul volto. Riusci ad alzare il braccio e ad asciugargliela -anche con le lacrime sei bellissima, sai?- le dissi con un sorriso. I suoi occhi rimasero spalancati -è tutto un sogno Morte Bianca, devi solo svegliarti- disse a bassa voce scuotendo il volto -se fosse tutto un sogno io non vorrei svegliarmi, non ho mai visto una persona così gentile e stupenda, sopratutto non ho mai incontrato una Morte Bianca così gentile e stupenda- risposi.
 
Lei mi abbracciò -sembra così reale…- bisbiglò -sono reale- le risposi -hum…- fece lei per poi darmi un pizzicotto sul braccio -hey, mi fai male, ti prego torna ad essere bella e gentile come in questi minuti- la supplicaì lei mi sorrise e poi distolse lo sguardo -sono gentile solo per obbligo, nulla di più, sia chiaro… ora se vuoi scusarmi devo scappare- disse andandosene via rossa in volto -mi manca già…- pensai chiudendo gli occhi convito sempre di più che tutto era solo un sogno inrealizzabile.
 
 
POV Morte Bianca
 
Era un dolore allucinante la lancia che trafiggeva me e Doppia p, ma non fu nulla in confronto a ciò che mi fece provare Alex. Tornato in se si avvicinò a noi -t… ti prego… salvami- pensai guardandolo negli occhi, ma lui non ricambiò. Con prepotenza spezzò la lancia e senza nemmeno degnarmi di uno sguardo cercò di parlare al corpo senza vita di Sasha -sono ancora ancora viva… ti prego chiama un'ambulanza- bisbigliai in lacrime , ma nulla.
 
Una luce accecante partì dal mio corpo e da quello di Sasha per poi prendere forma di una meravigliosa donna dai capelli bianchi e occhi grigi -tu chi sei?- chiesi stringendo i denti dal dolore
-io sono Shans, la dea che custodisce le scelte delle persone e le guida verso i loro obbiettivi… tu sei arrivata al capolinea mia cara, ora che ho tutto il mio potere posso finalmente sbarazzarmi di te ed avere Alexey per me!- disse creando una sfera di fuoco
-che razza di divinità ucciderebbe un umano…? tu non stai dando a me una scelta, tu stai scegliendo per me! e poi… lui non mi interessa più, se avessi la possibilità di sopravvivere passerei il resto della vita lontano da lui… mi ha lasciata qui a morire per amor tuo… lasciami andare e lui sarà tuo- la supplicai con ancora le poche forze in corpo
-va bene- disse lanciando la sfera -io mi porterò Alexey con me, al tuo risveglio voglio che tu mantenga in vita il suo corpo, se fai così ti concedo un'altra chance- disse scomparendo. Un profondo sonno mi colpì e all'improvviso il buio.
 
Riaperti gli occhi il forte dolore cessò e quando guardai il mio corpo non vi era traccia di sangue. Mi avvicinai al corpo di Alex e gli toccai il polso per sapere se era ancora vivo mentre col suo cel digitai il 118 -salve, chiamo dalla scuola superiore vicino al centro commerciale green market, ho bisogno urgentemente di un'ambulanza, un ragazzo è stato accoltellato all'addome, coltello da cucina. Non risponde alle mie domande… fate in fretta…- chiusi la chiamata e aspettai l'ambulanza in lacrime -ti prego Alex… non lasciarmi sola… sei lunico che si è avvicinato a me… ho bisogno che tu rimanga vivo…-. Il mio pianto fu interrotto dalla sirena -sono quassù, muovetevi!- urlai ai medici che scesero dalla vettura. Corsero sul tetto e con una barella portarono via Alex -venga con noi, abbiamo bisogno di sapere com'è successo- mi disse un infermiere facendomi accomodare.
 
Durante tutto il viaggi stringevo forte la mano di Alex sperando di arrivare in ospedale abbastanza in tempo, così fu. Lo portarono velocemente in una sala dalla quale uscì dopo un po’ un'infermiera -senta, lei ha qualche parentela con lui?-
-c'è qualcosa che non va?-
-ha bisogno di una trasfusione di sangue…-
-non dica nulla, io, io voglio donare. Sono del gruppo 0, posso donare senza problemi. Sono maggiorenne, posso firmare qualunque cosa, la prego…- iniziai io
-se ne è sicura… mi segua- disse la donna accompagnandomi in un'altra stanza.
 
Mi fece sedere e mi attaccò un ago e un tubo di plastica al braccio. Vidi il mio sangue  riempire una sacca col mio nome sopra mentre un'uomo in divisa da poliziotto entrò. -lei è…?-
-l'agente Simon, sono qui per il caso di aggressine ai danni di Alex. Lei sembra essere l'unica testimone, qualcosa da dichiarare?-
-sono stata io… per difendere una ragazza lui si è gettato in mezzo e si è beccato il coltello-
-chi era questa presunta ragazza?-
-non la troverete mai… caso chiuso quasi 5 anni fa, Sasha-
-interessante… finiti i controlli sanitari e la trasfusione tu verrai con me alla centrale, se il ragazzo muore tu verrai condannata per omicidio-
-si signore…- dissi mentre lui si allontanò.
 
Dopo un'ora circa finalmente riuscì ad uscire dall'ospedale e vidi una macchina della polizia -quindi mi ha aspettata qui signor Simon?-
-già, mi occuperò personalmente del caso.-
-d'accordo…- dissi salendo in auto. Mi portò alla centrale e mi fece accomodare in una stanza per gli interrogatori -ho una domanda precisa per te… perché hai mentito?-
-non ho mentito…-
-si invece… le riprese del tetto mostrano una pugnalata autoinflitta, perché ti stai prendendo la responsabilità di un tentato suicidio?-
-i..il passato è cambiato?- pensai vedendo le riprese -io… io sono comunque la causa del tentativo… l'ho perseguitato per anni… mi dispiace… vorrei poter fare qualcosa per aiutarlo ed aiutarvi, ma..-
-puoi, conosci questa ragazza?- disse mostrandomi una foto di una ragazza che mi era familiare
-si… frequenta un bar che frequento… si chiama Patrizia se non sbaglio-
-meraviglioso! Ho un accordo per te, in caso di morte del ragazzo ti troverò un buon avvocato, nel caso lui sopravviva devi solo pagare le spese per le cure ed occuparti di lui fino a che i parenti non firmeranno alcuni documenti, pensi di essere in grado?- disse
-si, ma io devo anche studiare e per occuparmi di lui mi serve un lavoro, o anche due-
-è qui che entro in gioco io, tu ci aiuti con Patrizia ed io ti pago per ogni obbiettivo raggiunto e la scuola serale, più di così non posso fare, accetti?-
-affare fatto- dissi stringendo la mano
-farò fare i documenti per il nostro piccolo contratto… perché non vai a bere un po’ stasera? Sono certo che troverai patrizia… datti da fare- disse Simon salutandomi.
 
Da quel giorno lo incontravo ogni domenica per dare le ultime informazioni su Patrizia, non era una ragazza terribile, solo una che si è data un po’ al crimine. Avevamo iniziato con qualche furto nei market di bassa qualità, qualche campione in più dai negozi, delle gomme ai tabacchi. Erano piccoli furti, poi la vidi cambiare.
 
Era una donna con un immenso potere sulle menti, un potere così alto da creare un giro di spaccio e dei circoli in cui vendeva come carne da macello alcune amiche più piccole ai ragazzi della mia età, Simon aveva ragione, dovevamo fermarla. Passarono velocemente i giorni, quasi ogni giorno facevo visita ad Alex sperando di vederlo aprire gli occhi, ma nulla.
 
-mi hai mentita…- pensai ricordando del sogno fatto sul tetto dopo aver visto Shans.
-Era un sogno confuso, ma ricordo bene di una promessa. Mi avevi promesso che saresti venuto anche tu oltre l'Acheronte… allora dove diamine sei?!- bisbigliai in lacrime, mi sentivo tradita, per l'ennesima volta dallo stesso uomo. Rimasi appoggiata al letto ad aspettare, le lacrime iniziarono ad uscire e una carezza cancellò tutto il dolore che provavo. La sua voce rauca e i suoi occhi socchiusi mi fecero provare nello stomaco una sensazione meravigliosa, come un enorme macigno che scompare per lasciarmi finalmente respirare. Presa dall'entusiasmo mi lasciai andare in un abbraccio ma poi tornai in me, in fin dei conti lui era la stessa persona che mi aveva accoltellata per lasciarmi quasi morire. Mi alzai e andai dai medici -salve, nella stanza 170, Alex si è svegliato-
-meraviglioso signorina-
-già…- risposi per poi sentire il cel squillare. Non avrei mai immaginato che sarebbe bastato un minuto di conversazione telefonica per stravolgere i miei piani, ma io non avevo più potere, i soldi erano ciò che mi serviva e avrei fatto di tutto pur di averli.
 
 
ANGOLO DELLO SCRITTORE
Buonsalve, qui è pokepony che scrive e vi do il benvenuto in uno dei miei rari angoli dello scrittore.
Sotto consiglio di un altro scrittore ho deciso di provare una nuova tecnica, se vogliamo chiamarla così. Quello che avete letto è una specie di trailer della storia che riprenderà ad essere pubblicata dopo che avrò finito una delle storie che avevo in programma, ma che ho lasciato in pausa senza avvisare.
Mi rendo conto della necessità di un angolo dello scrittore per queste situazioni, per ciò ne inizierò a fare uso.
Per tutti coloro che seguono la serie "ombre, dei ed amore" spero di far venire l'acquolina in bocca e desidero invitarli a prendere parte in modo attivo allo sviluppo della serie.
Avere un'opinione da parte dei lettori è importante per creare sia un buon rapporto tra creatore di contenuti e chi ne usufruisce, sia per arricchire le storie per renderle più vicine anche al desiderio del pubblico.
Nel caso si desiderasse lasciare un commento non vi è la necessità di farlo per forza come recensione, ma anche i messaggi privati sono i benvenuti.
Vi auguro una buona lettura qui su EFP.
Pokepony10.
 
 
 

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Capitolo 2
*** vecchia casa, vecchio amore, nuova vita ***


POV Alexey
 
Ero molto stanco, ma allo stesso tempo ero pieno di energia, pieno di quella voglia di vivere che avevo perso col tempo, ma che dopo quella disavventura ho imparato ad apprezzare. Ero al caldo tra le coperte quando sentì la porta aprirsi ed un'infermiera entrare -come ti senti?- chiese
-bene, quando posso andarmene ?- chiesi
-tra qualche giorno, dobbiamo fare le analisi e la riabilitazione per il corpo, un mese a letto paralizza i muscoli- disse
-un mese? È passato davvero così tanto tempo?- chiesi
-già, dai che devo fare un'estrazione del sangue- disse avvicinandosi con una siringa
-tenga lontano da me quella bestia!- urlai saltando dal letto, ero in piedi terrorizzato, era incredibile che dopo aver visto l'inferno avessi ancora paura degli aghi.
-c…cammini?- si chiese incredula
-già, sto bene, la prego mi lasci in pace- supplicai
-bhe potrei anche evitare… in fin dei conti le tue ultime analisi vanno bene… ma ho bisogno comunque che qualcuno si occupi di te fuori di qui, nel caso non ti dovessi sentir bene- disse uscendo.
 
Mi rimisi preoccupato a letto e poco dopo entrò in stanza Morte Bianca -hey, sei tornata?- le chiesi notando solo dopo la valigia dietro di lei
-s… stai partendo?- chiesi dispiaciuto
-no, ti sono venuta a prendere, ho firmato i documenti come tuo tutore ed ora mi occupo io della tua salute-
-come un'infermiera?- chiesi immaginandola gia con un completo da ospedale, uno di quelli blu, tipo pigiami
-evita di farti strani pensieri, ho accettato solo perché dobbiamo partire subito-
-partire? Per dove?-
-una città più a sud, non è male, ci sono le fritture, il mare e una casa gratis, quindi alza il culo ed aiutami a fare la tua valigia- disse guardandomi severa, sembrava un'altra persona, come se fosse cambiata nell'arco di mezz'ora.
 
Mi alzai e mi misi alcuni vestiti che mi aveva portato -da dove li hai presi?-
-furto con scasso a casa tua-
-che cosa?!-
-sto scherzando, sono quelli che avevi sul tetto, te li ho lavati e aggiustai un pochino- disse aprendo la valigia per mettere diverse cose che erano nella stanza, notai soprattutto un orsetto bianco e blu che lei gettò con indifferenza nella valigia dopo averlo fissato per un secondo -da dove vengono alcune di queste cose?- chiesi
-visite, di solito di tua madre che passava il tempo a piangere o ad urlare al telefono- rispose la ragaza chiudendo la valigia ed uscendo dalla stanza.
 
Non si degnò nemmeno di essere di supporto nel caso non fossi molto abituato a camminare, e tanto meno fu gentile con le infermiere ed il tassista che era venuto fuori all'ospedale -Alex muoviti, non ho tempo da perdere, Sali sul taxi e rilassati- disse morte bianca sedendosi dopo aver posato delle valige.
 
Mi sedetti dietro, vicino a lei, guardavo fuori dal finestrino confuso, tutto era vivo. L'ultima volta che avevo visto la città era coperta da morte e distruzione, ora invece brillava di nuova luce -dove andiamo?- chiesi preoccupato
-una nuova città, sarò il tuo tutore per un po’ di tempo, il necessario per assicurare che puoi studiare e fare le tue attività in autonomia- rispose morte bianca guardando fuori dal finestrino
-nuova città? I miei amici? Le mie cose? Mia mamma?- iniziai agitato
-avranno il nostro indirizzo, ti porteranno le tue cose e avrai le visite dagli amici, ovviamente ci saranno delle regole, per rendere la nostra convivenza il meno dolorosa possibile, avremo degli orari e dei compiti, prendilo come il mio ultimo favore nei tuoi confronti- mise in chiaro lei.
 
Il taxi arrivò vicino una stazione ferroviaria e ci fece scendere -usiamo il treno?-
-certo che no, pensi spenderei così i miei soldi? Per farti fare il viaggio comodo e il resto? Andiamo in pullman, un paio di soste durante il viaggio, se vuoi qualcosa e devi andare in bagno fallo ora- disse morte bianca avviandosi col suo bagaglio. Sembrava molto distaccata, seria e concentrata, non l'avevo mai vista così.
 
Salimmo sul pullman, lei mise i bagagli sopra i nostri posti e si sedette vicino al finestrino, non smise di guardare fuori da quando il pullman iniziò a muoversi -a cosa pensi?-
-che sarà difficile gestire tutto, la casa, le spese e te. Ma ho già organizzato tutto, ho trovato una scuola che potrai frequentare, vicino casa e con un'ottima reputazione- rispose smettendo del tutto di parlare.
 
La fissavo preoccupato quando mi accorsi che vicino al pullman vi era una volante della polizia -perché sembra che ci seguano?- pensai.
 
 
POV Morte Bianca
 
Chiusa la telefonata con Simon ripensai alla sua proposta, spostarmi in una nuova, per me vecchia, città del paese. Uscì e tornai a casa, presi due valige, una nera ed una rossa, la nera la riempì con tutto ciò che ritenevo di prima necessità, qualche panno di ricambio, medicine, intimo e pulizia personale. Misi poi giusto una pentola e chiusi la valigia.
 
Non avevo detto nulla a papà, e tanto meno a mamma, ma se ricevevo quei soldi da Simon potevo aiutarli entrambi, pagare un avvocato a mamma e una cura a papà, loro avevano solo me da quando anche Ombra era scomparso dalla nostra vita, non li avrei delusi.
 
Misi nella valigia rossa i vestiti che erano stati tolti ad Alex prima di finire in ospedale, li lavai e gli cucì gli strappi, avevo solo quei vestiti e non potevamo partire la tuta di carta degli ospedali, sarebbe stato allarmante.
 
Tornai in ospedale e chiamai subito un taxi, entrai di corsa nella stanza di Alex e fatta la valigia lo trascinai fuori, lo buttai nel taxi e diedi come indicazione la stazione dei treni.
 
Arrivammo in orario, avevo comprato i biglietti in digitale durante il tragitto e per fortuna bastarono per iniziare il viaggio in un'altra città. Salimmo ed io rimasi ad osservare la strada scorrere sotto le ruote del veicolo, non riuscivo a credere che davvero stavo tornando a Lipona, una citta meravigliosa di mare e tradizioni, non avrei mai creduto di tornarci.
 
Fissavo commossa la strada quando la voce di Alex distrusse le mie fantasie, voleva sapere come stavo e speravo davvero di non dover rispondere. Come credeva che mi sentivo? Avevo un accordo con la polizia per incastrare la mia unica amica dopo quel dannato incidente sul tetto, dovevo fare da babysitter ad un ragazzo che era persino più grande di me ed in più dovevo affrontare tante spese e tante questioni delicate. Lo stress era alle stelle, ma sapere che tornavo nella mia città mi rendeva davvero felice e nulla avrebbe rovinato i miei piani.
 
Ero sicura di me, speranzosa e libera dallo sguardo attento di Simon, almeno finchè non lo incrociai di nuovo. La sua auto viaggiava vicino al pullman e sentivo il suo guardo scrutarmi nella mente. Presi il cellulare e gli mandai un messaggio -Alex guarda, prima che si preoccupi cerchi di stare in disparte capo-  gli mandai, Simon lesse e passò a seguire il pullman da dietro. Prima di spegnere il telefono guardai l'orario -è ora di pranzo- dissi prendendo dalla borsa dei panini, era il mio pranzo, ma se non volevo che morisse di fame dovevo dargli da mangiare -con cos'è?- chiese prendendo il panino
-salame e  formaggio-
-salame piccante?- chiese assaggiando
-già- risposi mangiando anche io.
 
Il viaggio fu tranquillo, un paio di soste per bere un caffe e qualche snack e finalmente arrivammo a Lipona. Le strade trafficate e i mercatini che circondavano la stazione, mi mancava quell'atmosfera così familiare, presa dall'entusiasmo mi strinsi ad Alex -c… che c'è morte bianca? P… perché sorridi così tanto?- chiese rosso in faccia, mi allontanai subito e tornai in me -nulla, non farti strane idee, solo perché esprimo emozioni di gioia ed entusiasmo non significa che ne sia tu la causa, anzi, tu mi porti solo guai- chiarì avviandomi allo stazionamento dei taxi.
 
Aspettammo in silenzio la macchina e con lo stesso silenzio arrivammo fino alla nostra futura abitazione. Era un palazzo grigio e dalle facciate un po’ rovinate, ma l'interno era una meraviglia, accogliente con stucco bianco che creava delle splendide decorazioni eleganti, aprì la seconda porta del primo piano ed entrai trascinando la valigia.
 
La casa era avvolta nel silenzio, un silenzio così sacro che rispettai camminando lentamente tra le stanze. Riattaccai la corrente, gas e luce, potevo tornarci a vivere.
 
Guardavo affascinata ogni angolo e mille ricordi riaffioravano nella mente, dalle crepe nel muro causate per la furia alle poche stoviglie della cucina, vi erano stanze vuote che un tempo accoglievano amici e parenti ed ora erano vuote e desolate.
 
Gli ultimi proprietari furono i miei prozii, portarono nella loro villa di Capri quasi tutto, rimase solo il piano cottura, un divano letto e il bagno, non potevo desiderare di più.
 
Posai le valige in una stanza vuota, vi erano solo due librerie e sarebbe diventato presto il mio studio personale -vecchia casa, vecchio amore e nuova vita…- pensai sospirando mentre accarezzavo le librerie polverose.
 

ANGOLO DELLO SCRITTORE
 

Buonsalve gente, qui è pokepony10 che scrive e vi do il benvenuto in un nuovo angolo dello scrittore.

Ammetto che forse non ho mantenuto la promessa di finire prima qualcos'altro e poi continuare con challenge, ma sono davvero ispirata da questa storia e non vedevo l'ora di farvi leggere questo capitolo.

Ho inserito un'informazione particolare in questo capito che dovrebbe essere un tassello di unione tra i protagonisti della scorsa storia della serie con la nostra amata Morte Bianca.

Spero di avervi incuriositi? Secondo voi Lipona che città è nella vita reale? Sono curiosa di sapere chi ci arriva ;D

Alla prossima!

 

Pokepony10

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Capitolo 3
*** un letto per due ***


POV Alexey
 
Di suo il viaggio fu tranquillo, Morte Bianca mi sembrava sia agitata quanto felice, come se stesse partendo per un viaggio che attendeva da anni.
 
Pranzammo sul pullman e dopo un po’ arrivammo in citta. Morte Bianca mi fece scendere e felice come una bambina si guardava in giro, sembrava muoversi senza problemi, come se conoscesse gia la citta.
 
Un taxi ci porto tra vicoletti e strade fino ad un grande palazzo. Entrati dentro rimasi sorpreso, da fuori sembrava un palazzo a pezzi ma dentro era una reggia. Decorazioni murali, lampadari eleganti e scorrimano solidi e decorati -sembra una villa- pensai salendo le scale. Morte Bianca aprì una porta ed entrò in una casa spoglia ma con l'essenziale.
 
Stanco mi sdraiai sul divano, era comodo e confortevole, non me lo aspettavo. -com'è?- chiese Morte Bianca
-mi piace, comodo e profuma-
-era il mio luogo preferito della casa perche cera la tv su quel lato- disse indicando un muro
-guardavi la tv? Ed io che credevo preferivi i locali-
-quindi tu mi vedi così? Come una che passa il suo tempo tra i locali?-
-no, ti vedo solo come una ragazza con una gran vita sociale- risposi girandomi sul divano
-sicuro che stai intendendo solo questo?- chiese affacciandosi sul divano
-si, tu sei molto socievole, ti approcci a modo tuo eppure io sono ancora qui… con te- le dossi chiudendo gli occhi
-sei qui per obbligo-
-ho fatto tanto per starti di nuovo vicino, non mi sento obbligato, mi sento fortunato ad averti ritrovata…- conclusi cadendo in un sonno profondo.
 
Ammetto di non essere bravo a ricordare i sogni, ma mi fa piacere sapere cosa il mio subconscio ha in servo per me. Ero in una foresta e correvo veloce evitando gli alberi, schivavo le foglie e le rocce, poi da lontano vidi una figura che piangeva.
-hey.. Tutto bene?- chiesi ma non appena mi avvicinai la ragazza mi diede un cazzotto, le sue mani erano infuocate, come anche i suoi occhi.
 
Mi svegliai all'improvviso accompagnato dal suono di un campanello -chi è?- chiesi spaventato
-pizza- disse Morte Bianca avviandosi in cucina
-per quanto ho dormito?- chiesi seguendola
-parecchio, ma non preoccuparti, eri stanco- disse lei tagliandola pizza.
 
Aveva preso due margherite che con gusto mangiammo, avrei voluto parlarle, dirle che ero felice e confuso da tutte quelle novità. L'idea di vivere, se si può dire cosi, con lei era emozionante, ma non avevo nemmeno tenuto conto dei possibili scontri e del pensiero altrui, forse a Morte Bianca dava fastidio la mia presenza, forse non mi voleva e si sentiva costretta.
-ti conviene andare a dormire- disse guardandomi socchiudere gli occhi
-probabile… dove dormiamo?- chiesi. Lei  mi fissò rossa in volto e poi indicò il divano
-entrambi?- chiesi sorpreso, lei fece solo si con la testa.
 
POV Morte Bianca
 
Alex si addormentò sul divano, dormiva come un cucciolo in una nuova cuccia -perche sei ancora qui?- pensai accarezzandolo, i suoi capelli erano morbidi e setosi mentre un sorriso rilassatosi stampò sul viso.
 
Lo lasciai in pace e mi avviai nello studio, dalla valigia cacciai dei libri e tante cartelline piene di fogli, misi tutto sulla libreria. Sistemato tutto andai in bagno e controllai acqua e il resto, poi uscì di casa.
 
Avevo in tasca abbastanza soldi da poter almeno comprare il minimo indispensabile per la pulizia e il cibo, il necessario per iniziare bene il nuovo anno scolastico.
 
Essenzialmente non ricordo nulla del tempo delle vacanze estive, come se quei tre mesi fossero passati in uno, a tutti è sembrato così  in realtà.
 
Comprai detersivi e cibo, qualche decorazione per lo studio e delle lenzuola nuove. Al ritorni passai anche in un negozio di abbigliamento e presi qualche pantalone e maglietta ad Alex, giusto per non fargli fare brutta figura a scuola. Con le mani piene andai a casa e posai tutto sul divano.
 
Con detersivi e cattura polvere pulì al meglio la casa e poi misi in uno scatolone i vestiti di Alex divisi per colore, decorai i lo studio e profumai la casa. Stanca e sudata mi feci una doccia.
 
Lacqua era calda e accogliente ed invase la stanza bagnando le mattonelle delle pareti. Usci strofinandomi gli occhi per via della schiuma che era entrata, sfiorai la parete per appoggiarmi ma scivolai a faccia in terra. Quando mi alzai avevo una ferita sul ginocchio che sanguinava -cazzo! Fortuna che ho lavato prima o mi sarei presa il tetano- pensai asciugando la ferita. Mi asciugai e mi vesti coprendo il ginocchio con dei fazzoletti. -non avevo pensato a queste possibilità… forse dovrei comprare delle telecamere per non essere accusata nel caso si fa male Alex, ho gia la polizia attaccata al culo, non voglio problemi- pensai guardandomi in giro.
 
Il ginocchio dolorante usci di nuovo e mi avviai ad una farmacia per comprare almeno dei medicinali di base e qualche cerotto. Comprato il tutto tornai verso casa quando vidi una pizzeria -che ore sono?- pensai cacciando il telefono. Erano circa le 19, se avessi ordinato una pizza mi sarebbe arrivata in tempo per le 21. entrai e fatto l'ordine andai a casa per mettermi un cerotto.
 
Alex dormiva ancora, si agitava nel sonno, ma dormiva ancora, presi acqua ossigenata e un cerotto, disinfettai il ginocchio e lo coprì, poi mi misi sul divano a giocare col cellulare.
 
Avevo diversi giochini interessanti e qualche app di shopping, ne aprì una e comprai mini telecamere da mettere in casa, una in ogni stanza, così da tenere sotto controllo ogni cosa. Passò il tempo fino a che il campanello non mi fece saltare sul posto, andai ad aprire e invitai Alex a mangiare.
 
Da molto non mangiavo la pizza, forse proprio dall'ultima volta che andai a casa di Alex, mangiarla con lui mi dava una sensazione strana, mi sentivo felice. Dopo aver mangiato era il momento di andare a dormire, era imbarazzante l'idea di condividere il letto con lui.
 
-come ci sistemiamo?- chiese timido
-mi sembra più che ovvio, tu da un lato ed io da un altro- risposi
-si, ma staremo vicini…-
-ci ho gia pensato, metteremo una barriera di cuscini, così da avere ciascuno il proprio spazio, non mi va di riempirti di calci solo perché ti trovo molto vicino a me quando mi sveglio. Cerca di non infastidirmi e la convivenza andrà bene, tu guarirai e poi potrai andartene da qui- risposi costruendo una barriera con i cuscini del divano.
 
Ci mettemmo ciascuno nel suo lato e come per magia mi addormentai. Fu una di quelle notti che passai tranquilla e nella beatitudine del relax fino a che qualcosa di pungente non si strofinò sulla mia mano -c…che cos'è?- pensai aprendo gli occhi. Il mio braccio era oltre la barriera e quando mi affacciai vidi Alex che si strofinava le guance sulla mano come i gatti -coccolami… miao….- bisbigliava. Presa un po’ alla sprovvista e divertita riuscì a liberare il mio braccio -forse è il caso che gli do da mangiare a questo micetto- pensai guardando la sveglia che segnava giusto giusto le 6 e 59.

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Capitolo 4
*** tra imbarazzo e paura ***


POV Alexey
 
Ci avviammo entrambi al divano letto, lo aprimmo e imbarazzato fissai Morte Bianca che in men di due minuti riuscì a distruggere tutte le mie speranze. Speravo di poter dormire tra le sue braccia e forse conquistare di nuovo il suo cuore, ma lei mise una barriera di cuscini tra noi costringendomi a dormire stretto a dei cuscini.
 
Dispiaciuto chiusi gli occhi e ogni mio desiderio iniziò a trovare sfogo nei sogni. Ero su un prato soffice e sentì qualcosa stringermi la mano, quando il mio sguardo si girò vidi il volto rilassato di Morte Bianca -che ci fai qui?- chiesi
-potrei chiederti lo stesso, non credi?-
-io non controllo i miei sogni-
-eppure io sono qui, vuoi qualcosa da me?-
-voglio solo sapere che cosa vuoi da me, ho lavorato tanto per avere una seconda possibilità, sembra che nonostante i miei sforzi tu sia l'ostacolo piu grande… non mi vuoi più?- chiesi. Il cielo si scurì e il prato divenne un freddo asfalto dipinto di rosso -io ti volevo così tanto… - disse alzandosi, la pioggia iniziò a cadere dal cielo coprendo le buche con delle pozzanghere -…perchè hai smesso di volermi?- chiesi, da una pozzanghera vicino a me spuntò una mia figura fatta di fango e acqua -hai spezzato il mio cuore in mille pezzi preferendo a me una stupida dea-
-ero imprigionato, lei ha giocato bene le sue carte e mia ha ingannato-
 -io ho lottato per difenderti e tu… mi hai pugnalata- rispose. Il suo addome si aprì in due e tutti i suoi organi uscirono fuori.
 
Spaventato mi svegliai e vidi davanti a me solo un cuscino, niente occhi dolci ne sangue inquietante, solo un muro -cosa posso fare per farle capire che sono cambiato?- pensai in lacrime, sapevo di essere diverso, sapevo di essere cambiato. Nervoso mi gjravo nel letto, mi stancai cosi tanto da addormentarmi. -io non sono Alex…- ripetevo dentro di me -l'ho ucciso… lui ha accettato di lasciarmi tutto, lui ha scelto di diventare me… posso cambiare tutto… per lui e per Morte Bianca- pensai cadendo in un vortice scuro.
 
Il mio corpo cadde di peso su una scacchiera gigante -dove sono?- chiesi alzandomi -eccoti- disse Morte Bianca prendendomi per un braccio, mi tolse dalla casella sulla quale cadde un sasso gigante -che posto è?- chiesi
-è la grande battaglia, Tanato ci ha trovati ed ora siamo le sue pedine, scappa Alexey, dobbiamo trovare i tuoi amici e riunire i tre elementi dell'armonia-
-come fai a conoscere gli elementi?-
-io so tutto… sono la tua metà no?- disse fermandosi su una casella
-no.. Tu non sei vera- dissi lasciandole la mano
-cosa ti fa pensare che io non sia solo frutto della tua coscienza?- disse girandosi con un sorriso
-che per me Morte Bianca e tutt'altro che interessata a me e alla mia avventura nell'Ade, anzi non ne sa nulla-
-bhe non importa…- iniziò mentre i suoi occhi si illuminarono di viola -ora so dove sei Alex… ti verrò a prendere- concluse mentre intorno a me si creò una sfera scura.
 
Col fiatone spalancai di nuovo gli occhi spaventato, ma non riuscì più a chiuderli. Il sorriso inquietante di quella Morte Bianca mi invadeva la mente e la sua voce distorta risuonava nel silenzio. Pur volendo il sono non riusciva a calmarmi, sentivo la paura avvolgermi e l'unica consolazione era avere la vera morte bianca vicino.
 
Mi affacciai e le sorrisi vedendola dormire -Morte Bianca… sei così angelica che non riesco a credere di avere un'insensata paura di te…- bisbigliai accarezzandole la mano, non diceva nulla, si lasciava accarezzare in silenzio. Le afferrai dolcemente il polso e l'avvicinai al mio volto, era così delicata mentre muoveva le dita immersa nel sonno. Le presi il braccio e lo strinsi al mio petto. Il calore che emanava era così rassicurante da calmarmi subito e farmi lentamente riaddormentare.
 
Quando mi guardai in giro ero in braccio a Morte Bianca, le ero seduto in braccio ed ero davvero piccolo rispetto a lei. La sua mano delicatamente mi sfiorava la testa e un miagolio uscì dalla mia bocca -dopo tanti incubi, il sogno migliore che mi poteva capitare era di essere un gatto- pensai lasciandomi coccolare.
 
Il resto della notte passò tranquillamente, ero un micetto felice fino a che una voce familiare non mi scosse. -dormiglione svegliati- disse Morte Bianca scuotendomi -s… sono sveglio- dissi aprendo gli occhi. Stanco mi trascinai fuori dal letto fino alla cucina e sul tavolo vidi un cappuccino e delle fette biscottate -ti sei data da fare he?- dissi sedendomi
-volevo iniziare bene quest'avventura… questa casa appartiene alla mia famiglia, io sono la proprietaria e quindi comando io. Le regole sono facili: per portare qualcuno in casa che io non conosco devi avvisarmi, ti prego di invitare ragazze durante i miei turni di lavoro e di impegnarti nelle attività scolastiche che ti verranno assegnate. Io lavoro dal martedì al sabato, dalle 7 alle 10, da lunedì al venerdì dalle 17 alle 20 e il sabato dalle 21 alle 4 quindi ti prego di organizzarti ed avvisarmi su dove vai e cosa fai. Se manca cibo avvisami, se non ti senti bene avvisami, se ti serve qualcosa avvisami, chiaro?- chiese fissandomi mentre sorseggiava il suo caffè
-hai degli orari molto serrati- dissi sorpreso
-ho solo avuto buone opportunità di lavoro e non voglio perderle- disse alzandosi -ti conviene farti una doccia, da oggi iniziano i miei orari serrati e ho bisogno che tu ed io siamo coordinati, fatti la doccia entro i prossimi 10 minuti e non ti vengo a tirare fuori dal bagno per i capelli- concluse mandandomi via.
 
Mi avviai al bagno e mi buttai sotto la doccia, mi insaponai e lasciai scivolare la schiuma sul mio corpo col flusso caldo dell'acqua. Ero così preso dai miei pensieri che persi più tempo del previsto in bagno e appena me ne accorsi uscì fuori dalla cabina della doccia. Mi passai lasciugamano sul corpo, ero lento abbastanza da superare i dieci minuti concessi.
 
-quanto ti ci vuole?- urlò morte bianca entrando di colpo nel bagno, mi misi al volo lasciugamano attorno alla vita
-potresti uscire?- chiesi imbarazzato, Morte Bianca mi fissò per un istante preoccupata e senza dire nulla uscì chiudendosi la porta alle spalle.
 
POV Morte Bianca
 
Preparata la colazione lo andai a svegliare, sarei voluta essere delicata ma l'orario non era dei più favorevoli, lo scossi fino a svegliarlo.
 
Non ero abituata a fare colazione e parlare, di solito fissavo un muro in silenzio mentre sorseggiavo il caffè, ma stavolta dovevo chiarire le cose al mio ospite. Dati i miei orari e un paio di regole lo mandai a fare la doccia, non credevo che potesse perdere così tanto tempo in un bagno, non era una ragazza. Per non perdere tempo approfittai della sua lentezza per occuparmi dei suoi documenti, mandai qualche bozza che avevo tra le mail e preparai dei documenti che mi aveva affidato tempo fa Simon, misi tutte le scartoffie in una cartellina e preparai poi lo zaino ad Alex mettendo qualche penna, un quaderno e una mela, non gli avrei dato altro per il su primo giorno di scuola.
 
Attesi nervosa che Alex uscisse dal bagno, ma più credevo di vedere la porta aprirsi e più i minuti passavano. Nervosa spalancai la porta del bagno e mi ritrovai davanti lo sguardo di Alex. Sembrava imbarazzato eppure nei suoi occhi lucidi intravidi un briciolo di confusa paura.
 
Senza dire nulla uscì e lo attesi fuori, quando uscì lui mi lavai io. Una lavata rapida e subito mi vestì per uscire. La scuola non era distante, qualche fermata di pullman e saremmo arrivati in orario a scuola.
 
Lo trascinai fuori di casa e tenendolo per mano lo portai alla fermata di fronte casa -che pullman è?- chiese
-117- risposi mentre lo vidi arrivare da lontano. Salimmo stringendoci un po’ in un angolo e il veicolo partì.
 
-stai stretto?- chiesi
-v… va bene così- rispose tenendosi un po’ lontano da me
-reggiti- gli dissi mentre il pullman frenò prepotente. Alex finì addosso a me con tutto il suo corpo, sentivo il suo calore sulle mie gambe e sul mio petto -fatto male?- chiesi imbarazzata reggendolo
-t… tutto bene, tu?-
-bhe, almeno so di non piacerti particolarmente- risposi allontanando il bacino. I suoi occhi da imbarazzati divennero lucidi e poi vuoti -ti faccio davvero così schifo?- pensai abbassando lo sguardo per sistemarmi la gonna.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** solo tua ***


POV Alexey
 
Mi preparai velocemente elasciai il bagno a morte bianca. Lei fu piu rapida di me e in meni di 15 minuti eravamo alla fermata del pullman. Ero abituato a prendere i mezzi, ma solitamente ero lontano dalle altre persone, ciascuno vuole il proprio spazio anche in un veicolo affollato come quello.
 
Il pullman prosegui per il suo viaggio fino a fermarsi bruscamente, sentì i miei piedi scivolare e il corpo di Morte Bianca attutire il colpo. Un brivido mi percorse la schiena quando sentì il suo respiro sfiorarmi i capelli, mi stringeva con un braccio per assicurarsi che stessi bene nonostante sentissi che respirava a fatica. Mi tolsi e in silenzio aspettai la mia fermata. Dopo qualche minuto Morte Bianca mi fece cenno con la mano e scendemmo.
 
La scuola era grande e aveva un cortile pieno d'erba e vialetti con ciottoli -è tipo un campus, ci sono tante cose che puoi fare e troverai amici e forse una fidanzata normale e non una psicopatica dotata di magia- disse Morte Bianca avviandosi all'entrata. Dentro vi erano dei larghi corridoi e degli armadieti ai lati -è davvero un bel posto- dissi guardandomi in giro
-l'ho scelta proprio per te perche mi sembra che ti potrai ambientare bene. Era un piccolo centro commerciale questo, ma ora e una bella scuola, figo he?- disse Morte Bianca avviandosi in un corridoio. Mi guardai in giro e rimasi a bocca aperta a vedre le classi, la biblioteca e le aule che erano specializzate in dei progetti -ma è un posto magnifico, ce persino un bar con un paio di tavolini- dissi affacciandomi
-mi fa piacere il tuo entusiasmo, questa è una cartina della scuola, nella palestra ci sarà tra poco una riunione studentesca per presentare ai nuovi le attività e la scuola. Io vado a dare le carte per l'iscrizione- concluse Morte Bianca lasciandomi da solo.
 
La palestra era piena di studenti e un paio di loro su un rialzo fatto con le panche. -salve niovi studenti, io sono Antonio, rappresentante deglli studenti e fino a che non verrà deciso un nuovo rappresentante. Vi presento le attività che solitamente si fanno durante l'anno. Le ore di lezione sono 6 per 5 giorni settimanali, per partecipare alle attività bisogna rimanere a scuola a mangiare e fare le 2 ore extra per il corso. Qui ci occupiamo di sviluplare le capacita degli studenti. vi sono corsi che riguardano il potenziamento delle materie scolastiche, capacità artistiche  e culturali- iniziò un ragazzo alto e biondo con una divisa rossa e blu. -tra le attivita artistiche vi è la ceramica e la scultura, disegno a mano libera e su tela, scrittura creativa e giornalistica. Negli ultimi anni abbiamo sviluplato un giornalino scolastico per informare tutti gli studenti delle novità riguardanti la scuola e non, chi desidera partecipare mi trovera nell'aula 104 per le iscrizioni. Facciamo un corso anche di teatro e canto, straniero e non, insegnado anche ad occuparsi delle luci, costumi e copioni. Altre attivita sono invece a libera disposizione degli studenti, 5 classi che saranno i club. I club più  votati verranno aggiunti in settimana e sranno aperti dal lunedì prossimo. Spero di potervi aiutare ad ambientarvi e vi do il benvenuto nella cristal school, troverete le divise negli armadietti assegnati dalla segreteria scolastica dopo la vostra iscrizione, vi auguro un felice anno- concluse scendendo dalle panchine.
 
POV Morte Bianca
 
Arrivati a scuola mostrai ad Alex la struttura e poi mi avviai con i documenti in direzione
-salve… desidera?- chiese una donna dietro una scrivania di vetro
-sono qui per l'iscrizione di Alex- dissi mostrando i documenti
-entri pure- mi invitò la preside. Firmò velocemente dei fogli e mi diede una chiave per un armadietto -dentro ci saranno alcuni libri e la divisa scolastica, auguro un felice anno a lei e a suo…- iniziò la donna
-fratello, mio fratello sarà molto felice di stare qui- conclusi uscendo.
 
Andai a controllare l'armadietto e messi dentro i miei orari e le chiavi di casa uscì posando le chiavi in segreteria. Neanche il tempo di mettere piede fuori che una sirena della polizia mi fece saltare
 
-Simon! Le sembra il caso di fare questi scherzi?- chiesi spaventata mentre lui si avvicinò a me
-è sempre bello sentirsi giovani con questi scherzi, dovresti essere meno seria-
-la serietà è quella che distingue le persone capaci di lavorare bene e chi no. Piuttosto, notizie?- chiesi appoggiandomi alla macchina
-bhe secondo l'ultimo tuo rapporto, oggi dovete incontrarvi per parlare di un carico piuttosto importante…- disse aprendo la portiera di dietro
-vuole farmi viaggiare come una criminale?-
-voglio solo darti un passaggio- rispose aspettando.
 
Simon mi accompagnò a circa un kilometro dal bar dove solitamente incontravo Trisha, era vicino l'autostrada e non era frequentato da persone raccomandabili, anche se il personale era tutto di buona famiglia. Il bar smise di essere frequentato quando si seppe di un piccolo incidente che lo segnò a vita.
 
-non riesco a credere che questo posto era usato come covo per nascondere i cadaveri della mafia- pensai entrando. Seduta al bancone trovai Trisha, Patrizia per la polizia, una meravigliosa ragazza dai capelli rossi e occhi castani, fisicamente perfetta come una dea e dallo sguardo ammaliante tanto da convertire all'omosessualità la donna più convinta dei propri gusti. -da quanto tempo? Non immaginavo ti saresti davvero trasferita con me, sembra davvero esserti interessato il lavoro che ti ho proposto vero?- chiese stringendomi al suo prosperoso seno
-bhe gli affari sono affari, senza una socia che sappia muoversi in questa città finiresti dietro le sbarre in un baleno-
-non temo la polizia, basta un lavoretto di bocca e ti lasciano andare quei cani rognosi- rispose prendendo due birre. Era una donna ambiziosa e decisa, non avrebbe mai permesso a Simon di rovinare i suoi piani -bhe e se ti becchi uno a cui piace il cazzo?- chiesi prendendo una delle due bottiglie
-loro sono i più facili, con loro fai pressione sulla loro situazione sociale infelice come quella delle donne e ti lasciano andare facendoti anche un complimento sui capelli. I froci sono i più facili e manovrabili, gli uomini sono marionette e noi abbiamo il potere su di loro- rispose Trisha bevendo.
-e se è una donna?-
-bhe facile anche questo. Le donne ultimamente sono tutte delle represse… hanno bisogno di sfogarsi, non sei d'accordo?- chiese accarezzandomi la gamba. Il mio respiro si riempì di uno strano affanno mentre stringevo le gambe. La sua compagnia mi dava tranquillità anche se ero in un luogo pieno di malviventi, lei era la mia più grande sicurezza -s… suppongo di si… bhe visto che sono qui, parliamo d'affari?- chiesi guardando nervosa  l'orologio
-calmati segugio, so che adori l'odore dei soldi, ma per oggi ci dobbiamo occupare solo di un paio di stupidi giochetti con dei pesci piccoli, piuttosto, la tua idea del sito porno?-
-mi sembra esagerato chiamarlo porno, è solo divulgazione di informazioni sulla sessualità…-
-da quando usi sti paroloni? Sono capace di farlo anche io sai?-
-scusa, quando sono in imbarazzo parlo in modo più… curato-
-in imbarazzo solo a parlarne? Immagina quando ti vedranno nuda su quel sito-
-cosa?! Non hai capito, io mando i prototipi a te e poi metto le tue foto, tu hai un fisico bellissimo, gli uomini riempiranno bicchieri con del materiale su di te- le dissi finendo la bottiglia
-peccato, ci si perde uno spettacolo a non vederti… per i video invece? Come ci organizziamo?-
-ho una vecchia casa che si può mettere a disposizione del pubblico per video amatoriali personalizzati, noi guadagniamo affittando e facendo i video, la gente deve solo scopare, felici tutti no?- proposi
-hai una visione degli affari più a lungo termine, lo apprezzo. Inizia a fare il sito e a mandarmi i prototipi, nel frattempo pubblicizzerò alle mie ragazze-
-aspetta… forse dovremmo tenere lontane le minorenni da questi tipi di video, la polizia ti sta col fiato sul collo, non ti conviene aggiungere pedopornografia e prostituzione alla tua lista di accuse per furto e spaccio- consigliai. Lei mi prese la mano e la strinse -mi rendo conto che ti preoccupi per me, ma non possiamo fare molto. La mia fedina penale è già sporca, accusa in più, accusa in meno non cambia. Ciascuno vuole lasciare il suo segno nel mondo, io non ho trovato altro che questo e non posso più andare indietro… tu invece, perché sei ancora qui?- chiese guardandomi negli occhi. Cosa le avrei dovuto dire? Il suo intenso sguardo mi scrutava nell'anima mentre le sue mani accarezzavano le mie, mi faceva sentire così speciale, unica, come mai nessuno c'era riuscito.
 
-sono qui per te, lo sai- dissi sorridendo timida
-non mi tradire mai Bianca… sei l'ultima persona che voglio eliminare, sei mia e ti voglio accanto a me sempre- disse abbracciandomi. Sentivo il suo calore avvolgermi e il cuore battere forte, uno strano senso di tranquillità mi invase -sono solo tua…- pensai chiudendo gli occhi.


ANGOLO DELLO SCRITTORE
Attenzione! Faccio appello al mio diritto di scrivere un angolo dello scrittore per spiegare che linguaggio forte e volgare è caratteristica del personaggio di Trisha, non sono omofoba, sono la prima che apprezza un bel paio di tette e le scene Yuri quindi vi prego di non attaccarvi alle parole scritte per offendere chi scrive. Scene come questa andranno perse nella trama fitta quindi non soffermatevi su un paio di parole che SERVONO a caratterizzare ambiente e personaggi.
Grazie della lettura e amate chi cavolo volete voi, l'amore è bello.

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Capitolo 6
*** ragazza arcobaleno ***


 
POV Alexey
 
Finito l'incontro di orientamento mi rimaneva solo uscire dalla scuola e raccontare della bella esperienza a Morte Bianca. Quando scesi le scale dell'ingresso mi guardai in giro ma di lei nessuna traccia. Più o meno ricordavo le fermate del pullman che mi avrebbe portato direttamente sotto casa, bastava prenderlo ed il gioco era fatto, così credevo.
 
Mi avviai alla fermata più vicina quando all'improvviso venni accecato da una forte luce. Non ebbi nemmeno il tempo di capire che stesse succedendo che una ragazza dai capelli arcobaleno mi saltò addosso facendomi cadere per terra. -che diamine ti prende?!- urlai aprendo gli occhi per capire chi avevo addosso. Mi ritrovai due grandi occhi grigi che mi fissavano sorpresi, i capelli arcobaleno coprivano a mala pena la scollatura che aveva, per non parlare della sua gonna cortissima -come va?- chiese rimanendo addosso a me
-male, levati di dosso-
-mi avevano detto che eri più gentile- disse alzandosi
-tu chi diamine saresti?-
-il mio nome è Iris-
-mai sentita-
-um forse mi conosci come Taumantia?-
-Taumantia? Non credo di conoscere persone con nomi così strani-
-io non sono una persona. Io sono la messaggera degli dei, l'incarnazione dell'arcobaleno-
-ancora mitologia? Non avevo chiuso con voi?-
-vorrei tanto che fosse così, ma sembra che io abbia una lettera per te da parte di Ombra-
-ombra? Dammela subito!- dissi prendendola per le spalle. Dalla sua borsa dorata cacciò una lettera e me la porse.
 
Alexey, non è da molto che ci siamo lasciati ma ho delle novità per te. Ade si è lasciato corrompere dal vello d'oro dell'ariete, l'ultima costellazione è sigillata e ciò significa che i tre oggetti sacri hanno di nuovo il loro potere totale. Il libro della conoscenza ti ha seguito, suppongo abbia cambiato forma, ma è con te, lo troverai. Io ho perso il mio collegamento con il libro, ciò significa che ha scelto te come custode. Prima era Medusa, ma si rilevò incapace di controllare il tutto, io non ho più la forza di sostenere il potere, rimani solo tu. Ho affidato a Luna la collana completa, alla prossima luna piena ti consegnerà il dono… dimmi come sta, se è rimasta bella come quando l'ho lasciata… la nostra prigionia ci impedisce di vivere a pieno di questo amore, ma dille che io ogni sera cerco la luna in cielo per trovare il suo sguardo, dille che la amo….
Scusa il disturbo… proteggi gli oggetti sacri, Tanato, l'avvoltoio mortale, ha mandato sulla terra qualcuno capace di trascinarvi di nuovo nell'Ade, state attenti.

 
Finito di leggere guardai Iris che aspettava impaziente -allora? Che voleva quel demone da te?-
-non osare chiamarlo così-
-ma lui è un demone, il collegamento tra vita e morte… peccato sia in catene- disse continuando a scavare nella sua borsa.
 
Era davvero imbarazzante sentire i commenti che molti scambiavano dopo aver visto Iris -Iride, non e che potresti cambiare il tuo vestiario? Qui non siamo sull'Olimpo e non vorrei che tu risaltassi troppo nell'occhio- dissi fulminando con gli occhi alcuni ragazzi che la fissavano
-mi avevano detto che le ragazze qui sulla terra erano cosi, ma forse quel vecchio di Zeus mi ha presa in giro…- disse schioccando le dita. La gonna si unì al top in un abito bianco e oro mentre i capelli vennero raccolti in una coda alta -meglio?- disse con un sorriso -la gonna continua ad essere troppo corta, ma almeno il resto è coperto- dissi dandole un'occhiata
-certo che sei un umano strano, altri maschi non avrebbero criticato cosi duramente la mia divisa da lavoro-
-altri maschi non rischiano di essere ricercati da Tanato e le sue guardie, se qualcuno nota una mezza dea parlare con me penso si noterà subito che sono io colui che cerca Morte-
-vero… per questo Luna e Shans si sono fidati di te… comunque, dove andavi?-
-a casa da Morte Bianca-
-interessante, lei è la prossima a cui devo dare una lettera dall'Ade-
-davvero?-
-sembra che Ombra abbia trovato tempo per scrivere a piu di voi…-
-sembra che tu non voglia farti i fatti tuoi-
-sai quanto sia noioso fare il postino? io cerco avventure, complotti e amori… voi mi sembrate essere l'avventura ideale- disse guardando il pullman arrivare.
 
 -che macchina grande…-
-e un bus, saliamo- dissi
-vengo di rado sulla terra… la fate piu la pita giros?-
-pita giros?-
-si, guarda che bella- disse mostrandomi una foto di una piadina col kebab
-kebab.. Cerchi del kebab-
-no! Io cerco la pita giros, viene dalla Grecia-
-bhe qui è l'Italia, abbiamo la pasta e la pizza-
-mi porti a mangiare una pizza? Mi piace il nome-
-ti sembra che io abbia tempo da spendere?-
-si-
-ok forse un po’, ma poi dritti a casa, dobbiamo dare la lettera a Morte Bianca -
-non sarà nulla di urgente, quando lo è, c'è un sigillo dorato -
-una lettera da Ombra per me è urgente, che si tratti anche solo di un saluto-
-che amichetto fedele-
-non saremo amici di vecchia data, ma l'ultima avventura ci ha legati molto-
-hai intenzione di raccontarmela o di offrirmi una pizza?-
-nessuno dei due, mi sto preoccupando per la lettera, meglio arrivare a casa e darla a Morte Bianca-
-Morte Bianca qui, Morte Bianca là, che ha di cosi tanto importante questa qui?-
-è la persona piu importante che ho-
-fammi indovinare, non hai famiglia, non hai amici e non hai una ragazza, indovinato?-
-no, e se vuoi ancora la pizza vedi di non continuare-
-minacci una semidea?-
-vuoi istigare qualcuno che ha aperto il culo agli dei?-
-permaloso…-
-scendiamo- dissi ignorandola.
 
Quando arrivammo a casa Morte Bianca non c'era ancora, ma arrivò dopo poco
-Alex sono tornata…- disse aprendo la porta, nemmeno il tempo di salutare che si trovò davanti Iris
-um e tu saresti morte bianca? Che spreco di ammirazione oserei dire. Capelli rovinati dalle tinture, mani non curate, nemmeno un filo di trucco in faccia e vestiti da maschio, te la sei cercata in un campo migranti a questa?- disse Iris squadrandola da testa a piedi. Ero preparato a vedere Morte Bianca andare su tutte le furie eppure si limitò ad un semplice ceno con le spalle
-vestiti succinti, capelli arcobaleno e un atteggiamento irrispettoso, esci da un vicoletto dei quartieri malfamati?- rispose ignorandola
-cosa hai osato dire di me?- iniziò Iris, i suoi occhi si illuminarono e i bracciali divennero lame
-non ti conviene affrontarmi, piuttosto dimmi chi sei- disse Morte Bianca mentre sistemava la spesa
-io sono Iris, Iride, la messaggera degli dei e ho una lettera per te da parte di Ombra ora rinchiuso nell'Ade- disse Iris dandogli la lettera, Morte Bianca non la afferrò nemmeno ci guardò ed iniziò a ridere
-tu devi essere una delle ragazze che recitano a scuola, certo che Alex si fa le amicizie così in fretta che subito mi trovo una ragazza facilotta in soggiorno-
-facilotta?!- chiese Iris
-non è come pensi Morte Bianca, ti prego di prendere la lettera e leggere, è davvero importante- dissi dandole la lettera
-siete davvero insistenti- rispose aprendo per poi leggere.
 
Quando abbassò il foglio si fece una seconda risata e scomparve nel suo studio -cercate di non fare troppo rumore e non sporcate che devo fare io il bucato qui- disse con la porta oramai chiusa a chiave
-bhe il mio lavoro si conclude qui…- disse Iris prendendomi il braccio -ora tocca alla mia pizza- disse trascinandomi fuori contro la mia volontà, era davvero forte.
 
La portai a prendere una pizza in centro, un'ottima pizza, la migliore che avessi mai mangiato -certo che è davvero saporita- disse Iris pulendosi la bocca
-già, è ottima- risposi pagando. Dopo aver mangiato ci facemmo un giro sul lungo mare fino a che il sole non tramontò -io devo andare- disse Iris guardando il sole
-alla prossima quindi…-
-puoi chiamarmi se vuoi, prendi un prisma e quando vedi l'arcobaleno dici che hai una lettera per me, verrò subito da te-
-ok, alla prossima- dissi mentre lei scomparve in una luce arcobaleno.
 
Tornai in fretta a casa con alcuni spiccioli in tasca -quella donna mi ha fatto spendere più di quanto volessi…- pensai aprendo la porta, non appena varcai la soglia sentì la porta sbattere alle mie spalle -che diamine ti è passato per la testa? Portare in casa MIA una sgualdrina da quattro soldi? E poi che è sta storia della lettera? Mi volevate sfottere? Vuoi dormire di fuori già da stasera?- iniziò ad inveire Morte Bianca
-calmati, ti prego…-
-calmati un corno! Da dove esce quella li? Gli hai detto che io non sono d’accordo con queste cose così… stupide?-
-senti lei è venuta da me, mi ha dato la lettera e poi siamo venuti qui per darti anche la tua lettera-
-e poi? Siete usciti no? Dove sei stato con quella lì?-
-le ho solo offerto una pizza…-
-ah! Allora alle sconosciute offri da mangiare e a me no? Sai che ti dico? Ora per punizione mi porti con te a mangiare e paghi tu-
-ma…-
-ma nulla, io e te mangiamo fuori, siediti e dammi 5 minuti per prepararmi- disse spingendomi sul divano per poi scomparire in camera sua.
 
Non immaginavo davvero che ci avrebbe impiegato giusto 5 minuti, uscita dal bagno mi sembrava un'altra persona, aveva dei jeans neri e una camicetta blu con un giubbino di pelle, era più elegante di come solitamente la vedevo -che hai da guardare?-
-s… sei bellissima-
-se lo dici tu… usciamo?- disse prendendo telefono e portafoglio
-o…ok- dissi seguendola.
 
Morte Bianca mi porto in un pub vicino casa. -che panino prendi?- mi chiese nascondendosi dietro al menù
-se scelgo un panino con hamburger e bacon esagero?- chiesi imbarazzato
-no, scegli il mio stesso panino in realtà- mi rispose con un occhiolino. Quando arrivò il cameriere gli demmo le ordinazioni dei panini e da bere, per me una coca cola e per lei una birra
-sicura di voler bere?-
-hey, ho 18 anni e bevo tutta la birra che voglio-
-mi fido di te…- dissi aspettando il panino.
 
Finita la serata eravamo pieni e felici, forse Morte Bianca era leggermente brilla ma sinceramente mi sembrava piu simpatica ed aperta rispetto al suo solito scudo di protezione. -hai proprio dei bei capelli Alex, sai?- disse toccandomi il ciuffo
-non potresti evitare di toccare? Non amo particolarmente l'unto del cibo tra i capelli- le dissi allontanando la mano
-sei proprio sciocco, io cerco solo una scusa per avere un contatto con te, ho aspettato un po’ prima di rivederti con gli occhi aperti… deve essere stato divertente l'Ade- disse ridendo
-come fai a saperlo?-
-un cane parlante mi ha scritto una lettera che un lecca lecca arcobaleno mi ha dato stamattina, non è qualcosa di fantastico?- chiese
-gia, ma ne riparliamo domani- dissi pagando il conto per poi tornare a casa.
 
La tenni sottobraccio per tutto il tragitto ed arrivati a casa lei si buttò subito sul divano addormentandosi -ma io dovevo aprirlo…- dissi scuotendola senza risultato
-dormo… io dormo…- bisbigliò rotolando
-uffa…- pensai sedendomi sulla sedia per poggiare la testa sul tavolo -sarà una nottata scomoda- pensai chiudendo gli occhi.
 
Non ricordo quanto tempo passò ma all'improvviso un canto femminile mi svegliò in piena notte.
 

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Capitolo 7
*** come un cane randagio ***


POV Morte Bianca
 
L'appuntamento con Trisha continuò, ci mettemmo d'accordo sia per il sito che avrei gestito, sia per un carico che sarebbe arrivato dopo qualche giorno, un carico importante da dividere tra i diversi spacciatori della zona. -Sabato quindi ci sei per controllare il carico?- mi chiese trisha
-assolutamente, per te ci sono sempre, lo sai-
-già… bhe io vado, alla prossima Bianca- disse dandomi un bacio sulla guancia. Non so cosa mi prese, ma un brivido mi percorse la schiena e un rossore mi coprì le guance.
 
Tornata a casa volevo solo organizzare il programma per Simon e Trisha, dopo mi sarei potuta dedicare ad organizzare anche i lavori e lo studio, sarebbe stato davvero tutto faticoso, ma questo era il mio patto con la polizia, Alex era da proteggere, da istruire e da mantenere, una volta scaduto il mio contratto non volevo altro che sbarazzarmi di tutti quegli impegni e quelle responsabilità.
 
Spalancai la porta mi trovai davanti una ragazza bellissima, occhi solari e capelli arcobaleno. Vestita in modo semplice e sensuale, era davvero insopportabile l'idea che in casa mia ci fosse una ragazza invitata da Alex -davvero? In mezza giornata hai conquistato un'altra donna? Che diamine hai che non va Alex?- pensai furiosa cercando di non essere troppo cattiva con la ragazza. Loro mi diedero una lettera e dopo me ne andai nella mia stanza.
 
Cara la mia Bianca…
È davvero passato molto tempo da quando ti ho incontrata per la prima volta, ma oramai sei cresciuta e non hai bisogno di me… ma io voglio che tu sappia che io sarò sempre con te.
Mi rendo conto che stenterai a crederci, ma il mio nome è Ombra, sono quel cucciolo di cane di cui ti occupavi dall'età di 13 anni, ti ho seguita ovunque per assicurarmi che tu stessi bene, ma per mia sfortuna Shans ha più potere di me… non hai idea di quanto abbia sofferto nel vederti piangere per colpa sua, lei ti ha portato via tutto, l'innocenza, l'amore, la famiglia e gli amici… ed io non ho potuto fare nulla, solo osservare in silenzio.
Ma ora c'è una possibilità per cambiare tutto, Shans ha usato il suo potere per cancellare l'incidente sul tetto, puoi cambiare le cose, Shans non c'è piu e Alexey è cambiato, l'ho visto coi miei occhi cambiare, l'ho visto lottare pur di tornare da te e chiedere scusa… tutto è cambiato, anche tu vero? Dimmi che sei migliore di ciò che gli altri credono… dimmi che non hai smesso di lottare, che stai studiando, che ti realizzi, che ami…
Vorrei convincerti della purezza dei sentimenti di Alexey, ma non tocca a me decidere per te, voglio solo che tu sia felice… dimmi che lo sei e la mia prigionia sarà meno dolorosa, ti prego…

 
Questo c'era scritto nella lettera -mi state prendendo in giro? Pensate di giocare così coi miei sentimenti?- pensai stracciando la lettera -Alex non avrà mai il mio perdono… se lo saranno tutti quanti dimenticato, ma io ricordo ancora bene la lama gelida che mi  si conficcò nell'addome, lui ha cercato di uccidermi, io ho cercato di proteggerlo e lui mi ha ferita lasciandomi morire da sola!- pensai colpendo con un cazzotto il muro, poi un altro e un altro ancora fino a che non vidi una strisciata rossa sulla parete -che cosa ho io che non va bene mai a nessuno?- mi chiesi guardando le mani sanguinanti.
 
Ripreso il controllo mi medicai le ferite e mi misi a lavoro al pc. Aprì il sito per Trisha ed in una mail mandai i dettagli del carico a Simon. Stavo per chiudere il pc quando vidi una vecchia cartella che conteneva degli appunti che presi tempo fa per un progetto di scrittura -e anche questo è un sogno che va perso nei miei impegni e responsabilità…- pensai mettendolo nel cestino.
 
Quando uscì dallo studio vidi rientrare Alex con un sorriso che mi infastidì all'istante, tornava da un appuntamento con Iris, una tizia che non sta sprecando il suo tempo e i suoi soldi per lui, il minimo che poteva fare e offrire anche a me del cibo, tanto i soldi non gli mancavano di certo, erano i miei.
 
Solo arrivata al pub mi resi conto che razza di figura avevo fatto -sembro davvero una fidanzata gelosa… che diamine mi è preso? Io ci rischio la vita a stare così vicina a lui… mi chiedo solo se a togliermi tutto sarà lui o la sua amata Shans… non so nemmeno quale mi farebbe più male…- pensavo tra me e me mentre scolavo la birra che arrivava al tavolo. Dopo un po’ persi il controllo di me e poi mi addormentai non appena tornata a casa.
 
Mentre ero immersa nel mondo dei sogni un forte tremore mi svegliò -ma che diamine succede?- chiesi aprendo un occhio, vidi davanti a me lo sguardo spaventato di Alex
-hey, ti sei svegliata noto… per fortuna non mi hai colpito in faccia-
-sono ancora in tempo per stamparti un cinque in fronte, che diamine ti passa per la testa? Svegliarmi è la cosa più sbagliata che potresti fare se mi addormento incazzata-
-in teoria ti sei addormentata con un bel sorriso, ma suppongo sia l'alcool- rispose con un sospiro
-quale sarebbe l'urgenza?- chiesi alzandomi, lui non dovette dire nemmeno una parola, mi bastò posare i piedi per terra per sentire dell'acqua salirmi fino alle caviglie.
 
POV Alexey
 
Cercai di prendere sonno ma il canto si fece sempre più intenso fino a fermarsi all'improvviso -Alexey… davvero non riesci a sentirmi?- si chiese la voce
-chi… chi mi cerca?- chiesi affacciandomi dalla finestra
-non riconosci più la mia voce? Alza gli occhi al cielo, dove la mia bianca prigione illumina la notte-
-Luna? Sei tu?-
-già… pensavo che Ombra ti avesse avvisato del mio arrivo-
-l'ha fatto, ma è stata una giornata piuttosto particolare, dovreste contattarmi con più discrezione, dubito che Tanato abbia mandato sulla Terra un incapace-
-concordo, per questo ho bisogno di darvi in fretta gli oggetti sacri, ho la collana e non potrò averla per sempre-
-capito… come possiamo arrivare a te?-
-lasciate fare a me…- disse. La terra iniziò a tremare e da lontano giunsero verso di noi fiumi d'acqua che allagarono la stanza. Mi misi sul divano e svegliai Morte Bianca che dopo poco notò la situazione -acqua? Che hai combinato alle tubature Alex? Perché ogni cosa che sembra andarmi bene deve essere rovinata da qualcuno?- iniziò a lamentarsi Morte Bianca
-hey calmati, va tutto bene… è Luna-
-Luna? Un'altra sgualdrina che hai trovato da qualche parte?- chiese infastidita, all'improvviso l'acqua si alzò e la prese al collo buttandola contro un muro
-come mi hai chiamata? Ti sei dimenticata di non essere altro che un'umana?- chiese Luna vagamente infuriata. Io andai a soccorrere Morte Bianca -tutto bene?-
-mi pare ovvio che non vada tutto bene… fammi indovinare, un'altra divinità?- chiese alzandosi con la mano al collo
-già… inizi a credere alle parole della lettera che ti ha dato Iris?-
-no, non credo a niente, ma non posso fingere che tutto ciò non mi riguardi, sono nata e cresciuta con una dea dentro di me… speravo di vivere una vita normale, ma a quanto pare non solo devo fare da babysitter a te ma devo anche affrontare una dea… ho l'impressione che tutti questi problemi me li stia portando tu Alex… hai un talento per il rovinarmi la vita- disse mettendosi sulla difensiva
-ha davvero voglia di lottare?- chiese Luna preparando una mano d'acqua chiusa in un pugno
-vi sembra il momento? Luna dacci la collana e facciamola finita- dissi infastidito sia dalle parole di Morte Bianca sia dall'atteggiamento immaturo di Luna, sa bene che potrebbe ucciderla ma voleva comunque lottare.
 
L'acqua sotto di noi iniziò a cristallizzarsi diventando una scalinata verso la luna. -andiamo?- chiesi
-devi prendere un oggetto, vacci pure senza di me-
-tu devi prendere l'oggetto, io sono solo di compagnia- risposi prendendole la mano
-io non ti seguo!- mi disse Morte Bianca tirando via la mano
-ragazzi… mi rimangono pochi minuti…- intervenne Luna. Non so cosa mi accadde ma presi Morte Bianca per il polso e la trascinai con me
-mi fai male così Alex…- iniziò a lamentarsi Morte Bianca facendosi più pesante
-non è vero, non ti sto facendo nulla, ti stai lamentando come una bambina-
-no… tu mi stai facendo male….- continuò lei. Più si lamentava e più io la trascinavo con forza sulle scale
-lasciami andare…- continuò Morte Bianca, la tirai con forza e la buttai davanti ai piedi di Luna
-ti ho lasciata, felice ora? O vuoi lamentarti anche del tuo ginocchio sbucciato?- dissi furioso.
 
Luna fece alzare Morte Bianca e mi guardò severa -da quando sei tornato dall'Ade sei cambiato… hai affinato le tue capacità e conosci il sapore della vittoria e del sangue… sei diventato piu forte e non hai ancora imparato a controllarti…- mi richiamò
-io mi controllo benissimo, siete voi altri che mi portate all'esasperazione!. Tu Morte Bianca mi porti all'esasperazione, prima sorridi e poi mi sputi in faccia, prima mi inviti a socializzare e poi mi incateni a te, dici una cosa e ne fai un'altra! Sono 5 anni che sopporto e non ne posso più! Io…. Io sono cambiato… per te… cazzo! Tu hai idea di cosa io abbia passato per poterti tirar fuori dall'Ade? Ho affrontato le mie paure e dei mostri giganteschi per tornare da te e quello che tu mi dici dopo tutto quello che ho fatto per te è un mucchio di offese. So quanto sia difficile credere di essere ancora in mezzo alla storia della mitologia, ma tu ci sei nata e non puoi rinnegare il tuo passato, ma puoi cambiare il futuro, io posso aiutarti a cambiare…-
-no… non voglio il tuo aiuto… voglio solo che mi lasci in pace a vivere la mia vita e voglio tempo per assimilare tutte queste novità…. Io ho bisogno di tante cose, ma non di te e del tuo supporto… Luna… dammi ciò che mi devi dare e andiamocene- rispose prendendo la collana. Il ciondolo si illuminò e scomparve
-il potere della collana ti appartiene… custodiscilo… Alex… Ombra voleva che ti dessi una perla intrisa del suo potere… con questa controllerai le acque e potrai essere un mutaforma… sono contraria alla sua scelta, ma Ombra ha usato il suo ultimo collegamento con il libro della conoscenza per consigliarmi di darti questo bracciale… mi fido del suo amore più di quanto mi fidi della tua impetuosa e distruttiva forza… chissà se non sei cambiato in peggio…- disse Luna battendo le mani con sguardo di disapprovo.
 
La scala di cristallo sotto i nostri piedi si sciolse e ci sembrò di cadere nel vuoto, proprio come in un sogno troppo realistico.
 

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Capitolo 8
*** inizio dei lavori ***


POV Morte Bianca
 
Confusa e stanca aprì gli occhi, cercai Alex nella stanza ma trovai solo un biglietto sul tavolo con la colazione pronta. 
Sono uscito prima per scuola, buona giornata Morte Biana, spero ti piaccia la colazione.
Vicino al biglietto vi era un cappuccino e un panino, guardai l'orologio ed erano le 7 e mezza. Mi lavai e mi vesti con un abito da cameriera, bianco e rosso simile agli anime. Il mio primo lavoro era quello di fare la badante alla casa e ai figli di una famiglia ricca che viveva vicino casa. -cara… ti sta proprio bene questo abito- disse la padrona di casa
-noi torniamo tra qualche ora, puoi pranzare coi bambini alle 11 e preparare la pentola per la pasta prima di uscire, butto io la pasta quando torno- disse l'uomo abbracciando la moglie per poi uscire. Il lavoro non era molto complesso, dovevo solo pulire due delle sale della villa e occuparmi dei bambini.
 
-ragazza…- disse una bimba prendendomi la gonna
-ciao piccola… io sono Bianca, tu?-
-Emily, ti va di giocare con me e mio fratello?-
-va bene, ma alle nove devo mettermi a pulire, quindi godiamoci questa prima ora- dissi seguendola nella sua stanza. Le camere a me riservate erano la stanza e il bagno dei bambini, per fortuna il lavoro di pulizia si divideva tra i diversi membri della servitù. Emily e il fratello erano dei bambini davvero silenziosi, giocavano composti e senza agitarsi -per curiosità… quanti anni avete?- chiesi
-10 anni-
-e il vostro concetto di giocare è scrivere l'alfabeto e leggere? Che noia…- dossi sedendomi per terra
-che dovremmo fare?-
-divertirvi… avete delle costruzioni?-
-si ma mamma dice che sono pericolose…-
-nha…- dissi cacciando un secchio pieno di costruzioni. Presi dei mattoncini e costruì una macchina con la quale si mise a giocare il bambino.
 
Passammo un'ora a costruire le cose piu strane del mondo, un aereo che viaggiasse sott'acqua e una macchina a razzo. I bambini misero da parte i lavori e poi mi aiutarono a posare i mattoncini. -pulisco il bagno e poi passo alla cameretta, quando ho finito in bagno andrete a leggere un po’ in soggiorno, ok?- chiesi, loro annuirono.
 
Il lavoro in bagno non fu difficile, nemmeno in camera, erano molto attenti a non sporcare. -finito signorina Bianca?- chiese Emily
-si, che hai letto di bello?-
-la bella e la bestia-
-quella si che e una bella storia- le dissi andando in cucina. Per le 11 avevo gia preparato la merenda ai bambini e un pranzo veloce per me. Mangiai un panino e mi cambiai, per le 12 ero gia pronta. 5 minuti dopo arrivarono i padroni di casa -noto che hai lavorato bene- disse la donna entrando nella stanza dei figli
-ero sicura che potevamo fidarci di te, Simon sa consigliare bene- concluse dandomi i soldi
-torno lunedì, alla prossima- dissi scappando.
 
Nella mia lista delle cose da fare era il turno della scuola. Mi ero iscritta ad un corso pomeridiano con degli esami mensili per le competenze apprese, si andava la mattina per circa 6 ore, 5 giorni a settimana. Avevo scelto quel corso perche era quello che meglio si incastrava con gli impegni. La prima lezione fu leggera, presentazione e un corso veloce sugli argomenti che dovevamo trattare  quel anno. Il mio progetto era ben diverso da quello di Alex, lui doveva fare il quinto anno, io invece miravo a fare un esame integrativo per entrare nel corso del quinto anno e per riuscire a prendere il diploma in tempo. Durante il mese di coma di Alex mi ero preparata per un esame, il quarto già l'avevo fato e in fin dei conti mi ci sarebbe voluto solo un mese di ripetizioni per integrare il quarto anno ed entrare nel corso del quinto.
 
Passate le ore tra i banchi uscì da scuola e mi avviai in centro, Simon mi aveva trovato un lavoro per fare volantinaggio per diversi negozi della zona, ciascuno mi pagava a sera. finì di girare per le strade coi bigliettini in mano verso le 7 e mezza e potei tornare a casa.
 
Quando entrai in casa trovai Alex che mi aspettava a tavola con un piatto di pasta davanti -bentornata- disse sorridente
-hem… grazie?- dissi confusa. Mi sedetti davanti a lui ed assaggiai lo spaghetto al pomodoro che aveva preparato, era divino e lo finì subito. -noto che sei affamata- disse sorridendo
-io non mangio dalle 11… e non hai idea di quanto sia stato faticoso oggi…- dissi toccandomi la testa
-sei stanca he?-
-la scorsa notte non è stata tra le migliori…-
-già… scusa per quello che è successo, non avrei dovuto trattarti male… anche se non ti ho fatto male fisicamente mi rendo conto di essere stato scortese- disse, io lo fissai in silenzio -che patetiche scuse… mi ha stritolato il polso e nemmeno se ne è reso conto…- pensai pulendomi la bocca
-sono certa che situazioni come quella non accadranno più… i miei impegni ci terranno separati così per molto tempo, quindi voglio che ti sia chiaro un concetto, non osare mai più toccarmi come ieri, tu sei sotto la mia tutela, fa qualcosa e te la faccio pagare cara… ora non hai solo tu i poteri Alex- dissi lanciando la forchetta che gli passò di striscio tra i capelli e finì nel lavandino. Il suo sguardo rimase impietrito mentre io mi alzai per preparare il letto
-ieri è stato un incidente… senti, io non ho mai reagito così, ma il tuo modo di fare mi rende confuso, non capisco cosa vuoi da me… perché mi hai preso in custodia per poi maltrattarmi? Solitamente la gente fa gesti carini e così importanti per persone importanti, io mi sento trattato come un cane da te…-
-hai un letto, un tetto sulla testa, un'istruzione, cibo e tutto gratis… non sei trattato come un cane, ma come un figlio indesiderato- risposi posizionando i cuscini per fare la barriera nel letto. Le mie parole lo fecero tacere, i suoi occhi divennero lucidi e senza dire nulla si alzò ed andò in bagno.
 
Non ebbi nemmeno il tempo di sdraiarmi a letto che mi addormentai. Durante il sonno mi trovai in una radura con un laghetto nel quale vidi Shans -che ci faccio qui?- chiesi guardandomi in torno
-benvenuta nella radura di Pan- disse la dea uscendo dall'acqua
-mi hai portata tu qui?-
-no, è stata la collana e anche Luna… diciamo che si possono manipolare i sogni per trasmettere messaggi ed incontrare qualcuno… comunque volevo parlarti a proposito del nostro accordo… pensi non abbia notato come guardi Alexey?-
-qualunque sia l'idea che ti sei fatta io non mi sto avvicinando a lui, al massimo è il contrario, ma piu che dirgli di lasciarmi in pace non posso, non controllo io i suoi sentimenti, non sono come te, non costringo qualcuno ad amarmi contro il suo volere solo per un capriccio…-
-a cosa devo questo tuo scudo di aspre parole? Paura?-
-dubito tu sia in grado di percepire i sentimenti umani-
-sono stata te per molto tempo… ti conosco bene Morte Bianca…-
-non posso negarlo… comunque… cosa vuoi cambiare del nostro accordo? Vuoi che eviti persino di parlargli?-
-no… voglio scioglierlo-
-cosa? Perché? V… vuoi ritirarti la mia seconda possibilità? Io… io sto facendo di tutto pur di assecondare il tuo volere, ma lui lo rende impossibile…- iniziai
-non è questo… ho capito che non devo più mettermi in mezzo ai sentimenti umani, Alex mi ha detto dritto in faccia che mi odia e poi è scomparso… ora è Alexey, e io non posso più influenzare il suo cuore, lui è innamorato davvero di qualcuno, e nemmeno una dea può ostacolarlo-
-vi state tutti quanti divertendo a prendermi in giro? Prima Ombra, ora tu, perché credete che lui mi ami? Mi ha accoltellata-
-ma ho eliminato quel evento-
-no! Non l'hai eliminato, io lo ricordo, ricordo i suoi occhi colmi di odio guardarmi nell'anima e accoltellarmi, lo ricordi anche tu! Tu eri dentro di me, tu eri fuori di me, tu eri ovunque e l'hai visto… chiami amore quello?-
-come se tu non passassi le tue giornate a maltrattarlo, chiami amore il tuo?- mi chiese Shans guardandomi severa negli occhi
-io ho rimediato ai miei errori, ci sto provando tutt'ora…-
-se vuoi davvero vivere fino in fondo la tua seconda possibilità, devi permettere anche ad Alexey di rimediare ai suoi errori-
-ci penserò…- dissi chiudendo gli occhi.
 
Quando li riaprì ero in camera, l'orologio segnava le 6, mi alzai, mi preparai e feci colazione lasciando una tazza di te e dei biscotti per Alex. Preso il necessario uscì di casa per avviarmi ad una zona ai piedi di un colle in cui vi erano diversi campi da coltivare -Bianca! Che fortuna vedere che sei venuta, pensavo di non vederti mai da quando è iniziata la scuola- disse un contadino venendomi in contro
-salve, come posso aiutare?-
-bhe ti metterò a fare qualche lavoro facile, ti piacciono le galline?- chiese avvicinandosi ad un recinto
-bhe dipende se mi mordono- dissi
-non accadrà, dobbiamo solo prendere le uova- concluse entrando. Le uova erano ancora calde, le presi e le posai in un cestino con della paglia. Il secondo incarico riguardava l'alimentazione degli animali e la pulizia dei recinti. Tutto mi costò ben tre ore di lavoro continuo -devo fare altro?- chiesi
-assolutamente no, si sta facendo tardi, non hai scuola?- chiese l'uomo porgendomi un panino con la frittata -tutto a kilometro 0 mia cara- disse salutandomi.
 
Arrivai a scuola masticando l'ultimo pezzo di panino, la lezione fu interessante, presi diversi appunti e poi me ne andai. Dopo aver fatto volantinaggio tornai a casa a pezzi. -Morte Bianca, sei tornata finalmente. Ho preparato una piadina, ti piace?- chiese mettendo a tavola due piatti
-si grazie… com'è andata a scuola?- chiesi
-bhe sto ripetendo le cose della scorsa volta… certo che non mi ricordavo che studiare fosse così noioso…- disse sbuffando mentre posava i libri
-non è da te avere problemi a scuola Alex, tutto bene?-
-mai stato meglio… prima studiavo solo per obbligo sai? Ora mi sento soddisfatto di me e sto ridimensionando il peso che do a persone e cose- disse mangiando soddisfatto
-che sia davvero cambiato?- pensai mangiando.
 
Preparato il letto Alex si addormentò dopo poco mentre io rimasi con la faccia sui libri fino a tardi. Solitamente per tenermi compagnia mettevo della musica per tenermi sveglia, e stavolta la canzone fu davvero inutile per concetrarmi, infatti partì "il bimbo dentro".
 
Mi sedetti vicino ad Alex e mi misi a guardare la luna mentre ascoltavo triste le parole della canzone, era davvero capace di esprimere cosa mi tormentasse, era capace di collegare il mio passato spensierato perso per colpa di Sasha e il mio presente confuso da Alex e i miei mille segreti. Era davvero ironico come tra mille dilemmi sulla terra io cercassi risposte da Luna che a malapena mi conosceva.
 
Era proprio a ritmo di quella canzone che mi addormentai nel mio lato di letto. Quando mi svegliai la mattina Alex era già in piedi e mi aveva tolto le cuffie per non romperle -morte bianca… sei sveglia?- chiese
-si… cosa succede?- domandai sedendomi
-prima sono passati dei poliziotti a cercarti, devi dirmi qualcosa?-
-niente che ti riguardi, piuttosto, che ora è?-
-le 11-
-cazzo! Perché non mi hai svegliata prima?-
-hai da lavorare anche oggi?-
-a quanto pare…- dissi vestendomi in fretta e furia.
 
Quando corsi in strada mi si parò davanti una macchina della polizia
-che diamine è successo? Non hai fatto rapporto in tempo- disse Simon
-dormivo capo, mi scusi, comunque sabato prossimo arriva il carico nei pressi del solito bar, evitando incidenti potreste prendere almeno 3 gang della zona- dissi mostrando una piantina stilizzata dell'area
-ottimo, vuoi un passaggio per il supermercato?-
-ok…-.
 
Il sabato era la giornata che dedicavo al volontariato, principalmente alla raccolta alimentare per un'associazione che dava un pasto caldo a chi non puà permetterselo. Il mio turno era dalle 10 alle 13, ma quel giorno rimasi per più tempo per assicurarmi di dare il massimo contributo all'associazione.
 
Finito il turno tornai a casa e ricevetti un messaggio da Trisha -non lavoriamo stasera, sto organizzando per la settimana prossima- lessi entrando in casa. Alex aveva cucinato della pasta col pesto e stranamente mi osservava sospettoso, l'avrei dovuto tenere d'occhio meglio di come cercava di fare lui con me.
 

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Capitolo 9
*** alcool, droga e pistole ***


POV Alexey
 
Dopo l'incontro con Luna passai la notte insonne, non riuscivo a credere di aver trattato in quel modo Morte Bianca, ma sapevo anche che non potevo farci molto, i sentimenti erano usciti senza il mio controllo come anche una reazione troppo brusca. Il giorno seguente cercai di chiarire le cose con Morte Bianca ma mi sentì solo offendere più di prima. I sentimenti divennero cosi confusi da portarmi ad un crollo emotivo. La giornata del venerdì e del sabato le passai in uno stato di confusione, Morte Bianca passava cosi tanto tempo fuori che mi sentivo solo per gran parte della giornata, invece quando lei era in casa non parlavamo quasi per nulla, mangiava e poi andava a dormire, cosi tutti i giorni fino a quel sabato mattina.
 
Mi svegliai prima di lei e qualcuno suonò alla porta, quando la aprì mi trovai davanti un poliziotto che mi guardo confuso -Bianca?- chiese -non c'è- risposi preoccupato per lei. Quando Morte Bianca si svegliò la vidi prepararsi velocemente ed uscire -non me la racconta giusta…- pensai andandomi a preparare anche io. Mentre Morte Bianca era fuori io uscì per comprare un'agenda e delle penne, avevo intenzione di pedinare Morte Bianca a scoprire cosa mi nascondesse.
 
Sabato
Stamattina è passata la polizia cercando Morte Bianca, che abbia causato problemi a qualcuno?
Non l'ho trovata a nessuno dei bar della zona, aspetto che torni a casa per pranzo.
Ha passato il pomeriggio a casa a guardare serie tv sul pc, niente di rilevante.
 
Domenica

Morte Bianca è uscita presto di casa, l'ho  vista entrare in una chiesa, chissà cosa ci deve fare…
Mi ha visto fuori la chiesa e siamo andati in un parco, le piace buttare il pane alle anatre.
Tornati a casa abbiamo pranzato, si è chiusa nello studio e non ha fatto altro fino a cena.
 
Lunedi
Ho cercato tutta la notte di aprire la porta dello studio, ma nulla, mi sono addormentato ma la mattina dopo non ho trovato Morte Bianca.
Sono andato a scuola e sono rimasto fuori. Ho visto Morte Bianca arrivare ed entrare in un corso extra.
È uscita verso le 5 di pomeriggio.
Si è avviata verso il centro, entrata in un negozio ha passato il tempo a distribuire volantini per un po’.
È tornata verso casa e io sono rientrato dopo di lei, non si è insospettita di nulla…. Credo.
Il resto della serata è stato uguale agli altri giorni.
 
Martedì
Non si è svegliata presto come ieri, ho saltato la scuola e l'ho seguita fino ad una casa. Perché diamine era vestita da camerira degli anime? Che succede in quella villa?
Si è avviata al corso allo stesso orario di ieri, ne è uscita allo stesso orario, è andata a fare volantinaggio per un negozio della zona centro e poi è tornata a casa, tutto nella norma se non fosse per quel abito succinto da camerira…
 
Mercoledì
Ho fatto un sogno piuttosto osè su quel dannato abito, devo sapere cosa accade in quella villa.
Morte Bianca si è svegliata presto, l'ho seguita.
Fino a mezz'ora prima del corso Morte Bianca ha lavorato nei campi con un contadino, chissà da dove prende tutta quella forza…
Ho origliato una discussione, quel lavoro glielo ha trovato un certo Simon e a quanto pare anche lunedì era venuta qui a lavorare, per questo non c'era in casa quando mi ero svegliato
Dopo il corso tutto uguale.
 
Giovedì
Morte Bianca è tornata alla villa, mi sono affacciato per capire cosa ci faccia li dentro, una bambina mi ha visto, ma non credo possa dire nulla su di me, non mi conosce.
Con le diverse osservazioni ho notato che fa la babysitter e si occupa di pulire la casa, se facesse pure da noi le faccende con quel sorriso sul volto…
È uscita allo stesso orario e poi è andata al corso, prima di andare via ho sentito nominare di nuovo Simon, chi sarà…
Dopo il corso nessuna modifica rispetto agli altri giorni.
 
Venerdì
È il quinto giorno che salto la scuola. Ho seguito Morte Bianca fino alla campagna, l'ho vista scortecciare degli alberi per poi costruire un recinto nuovo, devo ammettere che ne ha di volontà e forza…
Nonostante la fatica le si vedesse negli occhi è andata al corso e ha continuato la giornata come le altre volte.
 
Sabato
Stamattina Morte Bianca si è vestita bene ed è uscita per andare in un bar, penso debba incontrare quel Simon.
Arrivato al bar rimasi sorpreso al trovare al tavolo con Morte Bianca un'altra ragazza… perché quella tizia mi è così familiare?
Presa la sua birra mattutina Morte Bianca si avvio ad un supermercato, ci è rimasta per ore con addosso una maglia di un'associazione di beneficienza, che si guadagni così il nostro cibo? Imbrogliando i clienti?
Per fortuna la mia idea su Morte Bianca si è rilevata falsa, ha portato scatole intere ad una sede di quell'associazione.
È tornata a casa ed io con lei.
 

Questi erano i miei appunti che avevo preso in una settimana di pedinamento su Morte Bianca fino a quel sabato sera. -allora? Come sta andando la scuola?- mi chiese Morte Bianca mangiando un panino
-bene, sai com'è, argomenti che già conoscevo…- iniziai imbarazzato
-li conosci così bene che non vai a scuola da lunedì?-
-che vai dicendo?- chiesi fingendo si non sapere nulla
-la dirigenza mi ha mandato una mail dicendo che non stai andando a scuola, io non voglio problemi quindi prendi questi appunti e recupera le lezioni, sono più o meno al tuo stesso punto- disse dandomi dei quaderni e dei libri
-grazie…- dissi sistemandoli per argomenti
 -comunque ti consiglio di non pedinarmi più, puoi chiedere direttamente le cose- disse alzandosi
-io non ti sto pedinando…-
-davvero?- chiese mostrando la mia agenda
-e allora? Ero preoccupato per te…-
-non c'è bisogno di preoccuparsi, io lavoro onestamente, non rubo il cibo ai poveri e non faccio giochetti strani vestita da camerira come invece accade nei tuoi disgustosi sogni- disse andandosene nello studio, certo che chi se lo immaginava che lei andava a leggere i miei appunti. Riguardai quelle pagine aspettando che lei uscisse dallo studio per chiarire le cose. Ci rimase per un'ora e ne uscì una Morte Bianca completamente diversa, scarpe col tacco, calze a rete, minigonna e un top coperto da un giubbino di pelle nera, persino il suo volto era diverso, aveva del trucco davvero calcato attorno agli occhi e sulle labbra.
 
-allora?- chiese
-stai male, non ti donano questi vestiti-
-bhe mio caro, questi vestiti mi fanno guadagnare dei bei soldoni, quindi io me ne vado, non aspettarmi in piedi, farò molto tardi quindi approfittane per studiare- disse andandosene. Non sapevo più cosa pensare, tra i mille lavori che faceva, quello più pericoloso e particolare non ero riuscito a registrarlo, e soprattutto Morte Bianca sapeva tutto di me, dei miei spostamenti e del mio piano di seguirla, ciò significa che si sarebbe guardata bene le spalle per assicurarsi che non ci fossi e sinceramente non volevo andare, immaginarla tra le braccia di chissà che uomo volgare e indelicato mi rendeva agitato ancor prima di uscire di casa, no, non sarei mai uscito.
 
Mi ordinai un pasto a domicilio e iniziai a studiare. Gli appunti di Morte Bainca erano davvero dettagliati e chiari, mentre ero immerso nella lettura improvvisamente il cellulare squillò, credevo fosse il fattorino poichè il numero non era memorizzato, ma quando sentì la voce di Morte Bianca senza pensarci uscì di casa ascoltando ciò che riuscivo -dovevi vedere quel tizio come voleva scoparmi dietro a quel vicolo-
-spero per te che non ti abbia toccata-
-ha distrutto le mie calze nuove, davvero insensibile…- disse Morte Bianca con un singhiozzo. Quelle parole non annunciavano nulla di buono.
 
POV Morte Bianca
 
Da quel sabato in cui i poliziotti bussarono alla porta fu tutto davvero complicato, Alex perse giornate intere a seguirmi mentre andavo da un lavoro ad un altro, lo lasciai fare fino a sabato, quella sera non doveva per nessun motivo seguirmi, Trisha gli avrebbe tagliato le braccia per picchiarlo con le sue stesse mani se scopriva che qualcuno mi seguiva, la mia copertura sarebbe saltata e tutto sarebbe finito in pezzi, tra cui i miei lavori e la mia vita. Mi preparai con gli abiti che aveva chiesto di indossare Trisha ed uscì dopo aver avvisato Alex di non seguirmi per nessun motivo. Lungo la strada per andare al bar decisi di prendere una scorciatoia che passava tra vecchie case abbandonate, di giorno non mi faceva paura, ma quella sera mi fece sudare freddo. Mentre continuavo a camminare dei passi pesanti mi seguirono fino a raggiungermi. Un uomo mi afferrò per il polso e con forza mi buttò verso un muro -dove credi di andare ragazzina?- mi chiese io rimasi in silenzio, volevo reagire, ma il polso che stringeva era quello che mi aveva ferito Alex, da quando avevo fatto un accordo con la polizia smisi di portare con me il coltellino. L'uomo mi girò e iniziò a trapparmi lentamente le calze a rete che avevo -lasciami…- dissi afferrandogli la mano
-che vorresti fare?- mi chiese avvicinandosi all'orecchio, io ne approfittai dandogli una capata e poi un calcio. Guardandomi in giro trovai una bottiglia di vetro e senza pensarci troppo la usai per colpirlo in pieno volto. Mentre correvo verso il bar chiamai Simon -capo, nel vicolo dietro il bar c'è un uomo pericoloso, penso adeschi le ragazze della zona, faccia qualcosa- dissi arrivando al bar.
 
Trisha era seduta al tavolo solito con una birra in mano -pensavo che venissi più tardi- disse
-il tuo carico è più in ritardo di me noto-
-già, abbiamo tempo per bere mia cara- disse dandomi un cocktail. Non appena lo bevvi ebbi uno strano senso di confusione.
 
I ricordi divennero vaghi, ricordo di aver preso il telefono di Trisha e di averci giocato mentre parlavo ancora di ciò che mi era successo prima, poi, lei mi tolse dalle mani il telefono quando le arrivò un messaggio -dobbiamo andare- disse uscendo di corsa. Io provai a seguirla ma barcollavo. Riusci a mettere piede fuori, mi avvicinai a Trisha ma lei iniziò a correre, sentì delle urla, uno sparo e il mio corpo essere spinto a terra.
 
 

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Capitolo 10
*** non aprire quella porta ***


POV Alexey
 
Uscito corsi vero la stazione di polizia più vicina, spalancai la porta e corsi dal primo agente che vidi -la prego, una mia amica è stata quasi violentata in un vicolo …- iniziai lui mi zittì -ragazzo, ho un altro stupro a cui pensare- disse passandomi oltre -Simon, sbrigati che altrimenti scappa- disse un suo collega -Simon..? No, non può essere lui… anche se… il suo partner, sbaglio o è lo stesso poliziotto che è venuto a bussare alla mia porta una settimana fa?- mi chiesi
-la prego mi porti con se, penso che dobbiamo andare nella stessa zona, la prego-
-va bene ragazzo, salta in macchina e andiamo- disse uscendo dalla stazione. Dopo 5 minuti si appostò in un vicolo e scese dall'auto -sarà più facile arrivarci- disse il poliziotto avviandosi. Io lo seguì fino a sentire in lontananza una musica da discoteca e all'improvviso degli spari -Bianca!- urlò il poliziotto, quella fu la mia conferma. Corsi dietro a lui, girò l'angolo e sparò contro una persona che fece cadere un coltello -Alex, va avanti e porta via Bianca-
-chi sei?-
-non e il caso di parlarne, valla a prendere, ora!-
 
Io eseguì, corsi verso gli spari ed in mezzo al fuoco incrociato vidi Morte Bianca guardarsi confusa attorno, vidi un uomo mirarle contro e senza pensarci mi lanciai verso di lei buttandola a terra. La strinsi preoccupato -Bianca….- dissi vedendo le mie mani dipingersi di rosso, era stata colpita, nonostante io abbia fatto di tutto per proteggerla, si è ferita. La presi in braccio e cercando di evitare i colpi mi nascosi dietro a dei palazzi mettendomi seduto con lei in braccio.
 
Ero disperato mentre guardavo i suoi occhi socchiusi -Alex, sei venuto per me?-
-ovviamente Morte Bianca, io… io ero cosi preoccupato per te… -
-se solo avessi accettato che tu mi seguissi forse non sarei ne stata aggredita ne avrei bevuto tanto, sei il buon senso che mi manca, sei come una parte di me, simpatico no?- disse stringendosi a me
-tu non mi vuoi davvero… -
-i sentimenti sono cose confuse, godersi gli istanti e lasciarsi agli istinti, solo questo rimane quando non basta piu la pazienza di attendere il momento giusto…- disse avvicinando il volto al mio
-cos'hai in mente…?- chiesi vedendola avvicinarsi a me
-lasciati andare… è raro che accada qualcosa di simile nella tua vita…- disse baciandomi dolcemente, sentivo il sapore dell'alcool invadermi la bocca mentre le sue mani mi accarezzavano il volto, mi sentivo bene, sentivo che era sbagliato approfittare della situazione, ma la volevo, la volevo da cosi tanto tempo che ricambiai il bacio e la strinsi a me mentre le mie mani le accarezzavano le calze oramai a pezzi. Non ne ho idea se fosse per l'alcool ma lei si lasciò andare, si sedette sulle mie ginocchia a gambe divaricate, sentì le sue labbra scendere dalla bocca fino al collo, la sua lingua mi disegnava vortici sulla pelle mentre io nel silenzio riusci solo a stringere tra le mani i suoi capelli e le calze. sentivo i suoi denti mordermi la pelle e stranamente non avevo paura, lo volevo, la volevo. non mi interessava piu se mi avesse picchiato, le presi il mento e la baciai con tutta la passione che mi tenevo dentro da troppo tempo e stessa cosa la fece anche lei, non mi pentì di nulla, io lo volevo, lei lo voleva.
 
Sarei rimasto li con lei tutto il tempo ma all'improvviso la vidi sorridere per poi crollare tra le mie braccia. Simon arrivò dopo poco e prendendo Morte Bianca la portò in ambulanza, io li seguì. Io e lui rimanemmo in sala d'attesa per molto tempo, era notte, ma il sonno non mi vinse, nella mia mente risuonava lo sparo che colpì Morte Bianca, mentre nel cuore conservavo le meravigliose sensazioni dei suoi baci e delle sue mani che mi stringevano a lei. Passai tra questi dolci ricordi l'intera nottata, poi l'infermiera disse che Morte Bianca si era svegliata -per fortuna stai bene- dissi entrando
-vattene- rispose lei con freddezza
-no… perché dovrei?- chiesi
-perché non ti voglio qui… ieri è stato un errore mio…-
-ah, quindi ogni volta che avviene qualcosa che evidenzia quanta attrazione ci sia tra di noi, tu inizi a negare?. Nega che ieri ci siamo baciati, dimmi guardandomi negli occhi che nemmeno un briciolo di te mi voleva dal profondo dei tuoi repressi desideri, abbi il coraggio di dirmi che non ti è piaciuto nulla di ciò che mi hai fatto-
-non lo farò, non negherò che l'alcool mi ha portata a dar retta a degli istinti che non sono riuscita a controllare… ti voglio fuori di qui perché hai disubbidito al mio ordine di rimanere a casa-
-tu non comandi sulla mia vita-
-invece si, io gestisco ogni istante della tua vita, ogni cosa- disse severa
-non tornerò senza di te-
-invece si… Simon…- disse, l'uomo entrò in stanza e la osservò
-cosa vuoi che faccia?- chiese
-lo riporti a casa-
-Alex, aspettami fuori- gli ordinò
-no… io non obbedisco a nessuno! Fottetevi tutti!- dissi, ma Simon mi diede uno schiaffo così forte da costringermi ad andare via.
 
Simon mi riportò a casa e rimase fuori ad osservarmi, non mi avrebbe permesso di uscire. Preso dallo sconforto iniziai a giocare col telefono, poi mi venne la brillante idea di chiamare Morte Bianca, mi mancava già la sua voce. Aspettai che rispondesse, ma una strana melodia iniziò a suonare dallo studio, per la prima volta la porta era aperta.
 
POV Morte Bianca
 
Non so cosa mi prese, ma quando vidi gli occhi di Alex qualcosa dentro di me si riaccese, una fiamma potente, che partiva dall'anima o forse era la gastrite. Tra le sue braccia mi sentì bene, e forse con la scusa della sbronza mi sono lasciata andare credendo che avrei potuto giustificare tutto. Lo baciai e presa dalla passione lo strinsi a me, in quei momenti lo amai con tutta me stessa, ogni carezza, bacio, tocco, volevo fargli provare il turbinio delle emozioni che mi tenevo dentro dal primo momento in cui lo vidi, lo volevo a tutti i costi. Ero pronta a rinunciare al mio orgoglio, volevo credere, credere che fosse cambiato, credere che potevamo ricominciare insieme, credere che un giorno sarei riuscita a dirgli che lo amavo per sentirlo rispondere lo stesso. Dopo quel bacio mi ricordo di essere finita in ospedale e poi in un lungo sonno.
 
Ero immersa nel mondo dei sogni, quando mi svegliai mi ritrovai in stanza Simon e Alex coi quali ebbi una discussione e all'improvviso uno schiaffo secco e violento mi fece chiudere gli occhi. Riaperti mi trovai davanti solo un uomo in divisa -cosa hai fatto a quel ragazzo?- chiesi vedendo Alex scappare con le mani al volto
-a volte le maniere forti servono ad educare i giovani. Non riesco a credere che abbia disubidito ad un tuo ordine- rispose fiero. Mi alzai dal letto e dolorante mi avvicinai all'uomo - chi ti ha chiesto di punirlo per me...? Ti ho per caso chiesto di schiaffeggiarlo per me?!- chiesi afferrandolo per la camicia
-dovresti trattenere la rabbia, non costringermi ad usare le mie armi visto che questa è aggressione a pubblico ufficiale-
-sta zitto... Sono capace di sbatterti a terra nonostante mi abbiano sparato al braccio... Hai fatto di me una macchina da guerra, non farmi innervosire- minacciai stringendo i pugni. Lui afferrò un taiser e mi colpí al collo, mollai la presa ma non caddi a terra -mi hai scaricato caricatori interi addosso... Pensi che questo giocattolino funzionerà contro di me? Ciò che mi da forza non è solo il tuo addestramento, ma è un motivo per non cadere e tu hai osato alzare le mani contro il mio motivo!- gli afferra il polso e feci cadere il taiser
-non sei l'unica che tiene a quel ragazzo-
-davvero? Io mi sono mostrata sempre per ciò che sono a lui, tu? Sono 20 anni che non hai le palle di parlare, hai dovuto ingaggiare qualcuno che facesse il tuo lavoro... e lo sto facendo meglio di come avresti fatto tu... - conclusi tornando a letto mentre lui in silenzio se ne uscì.
 
 
La mattinata in ospedale fu davvero difficile, vomitai così tanto da sentirmi lo stomaco rivoltarsi come un calzino, piangevo per il dolore e la paura di non riuscire nemmeno a prendere fiato per quanto avevo da buttare fuori, ma alla fine fu davvero liberatorio, come un percorso da penitente verso un momento di paradiso.
 
Quando mi ripresi del tutto riuscì a chiamare Simon -capo, ho l'impressione che dobbiamo parlare- dissi dandogli appuntamento in ospedale. Dopo 10 minuti era da me -dimmi Bianca- disse
-Alex… credo dobbiamo occuparci di lui, oramai è dentro la questione, ci rimane solo fare un contratto anche con lui-
-lo so… quando sei pronta andiamo a parlargli… mi dispiace per prima…-
-io non dovevo rinfacciare quella storia, mi dispiace. Mi preparo e andiamo- conclusi andando in bagno.
 
POV Alexey
 
Ero consapevole che non dovevo aprire quella porta, ma dopo la curiosità ebbe la meglio e spaventato dalle conseguenze entrai nella tana di Morte Bianca, la prima cosa che mi colpì fu la suoneria che ancora risuonava.
Chi si è pentito, chi mi ha baciato, buonanotte a te, buonanotte a te, che mi hai richiamato e maltrattato, buonanotte a te… (estratto da "chi non ha talento insegna" di Tiziano Ferro).
 
Esprimeva a pieno cosa pensasse di me. Le pareti nere erano ricoperte da mille fogli e poster, la libreria era piena di libri e videogiochi, stranamente ci piacevano gli stessi generi sia di lettura che di giochi, tra i tanti libri ne vidi uno che riconobbi, mi bastò toccarlo che venni accecato da una luce abbagliante. Nella mente mi sembrò di vedere la ragazza che al bar sedeva vicino a Morte Bianca, la vidi sorridere in modo inquietante, i suoi occhi divennero rossi e il corpo venne avvolto da un'armatura rossa e finalmente quella figura mi sembrò più familiare -il capo dell'esercito di Tanato…- pensai allontanandomi dal libro, se era arrivata così vicina a Morte Bianca significa che sapeva dove cercare -non è stato un incidente, voleva che la morte di Bianca fosse un incidente per fuoco incrociato… ora sa dove sono, ci ha trovati, siamo spacciati… dobbiamo andarcene lontano da qui…- pensai in preda al panico allontanandomi dalla libreria. Senza accorgermene finì nei fili del pc e ci inciampai facendo cadere il computer per terra -cazzo!- pensai prendendolo, lo aprì per assicurarmi di non averlo rotto, quando la schermata si accese rimasi colpito da vedere davanti ai miei occhi una schermata con il mio nome in cima -che diamine è?- mi chiesi iniziando a leggere, il documento era datato nello stesso periodo in cui ero fidanzato con Sasha.
 
Due profondi pozzi di lacrime
Scavati nei tuoi occhi,
Mia prigione dal primo istante
Da cui non volli fuggire.
 
Boom
Un colpo nel petto,

Leggero, quasi sordo.
 
Boom
Di nuovo,
Più forte,
Un calore lieve sentì nel mio cuore.
 
Boom
Ancora,
Forte,
Come scintilla che divenne fiamma.
 
Bruciavo,
Soffrivo nel silenzio,
Mentre tu permettevi ad un'altra
di placare le proprie passioni nei tuoi occhi,
Oramai accecati,
Da un amore fantasma.

 
Con uno strano senso di dispiacere e commozione chiusi la schermata ritrovandomi davanti alcuni filmati al quanto osè di un sito chiamato Black(Sex)House. Imbarazzato cercai di chiudere la pagina ma in quel momento entrò nella stanza Morte Bianca seguita da Simon.
 
 

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Capitolo 11
*** che il challenge abbia inizio ***


POV Morte Bianca
 
Quando fui pronta decisi di andare a casa e parlare con Alex, non l'avessi mai fatto. Quando arrivai in camera mia mi ritrovai Alex con il mio pc tra le mani e la pagina della BlackHouse aperta nella sezione amatoriale -e questo è il ringraziamento? Io ti accolgo in casa mia e ti do una sola regola, mai, MAI, entrare qui dentro e tu cosa fai? Entri in camera mia, probabbilmente avrai guardato in giro senza rispettare la mia privacy e poi ti trovo con dei filmini tra le mani? Sei un uomo morto Alex, sappilo- pensai guardandolo severo negli occhi -quando hai finito Alex, sei pregato di venire in sogiorno- dissi andandomene con Simon
-hai visto quello che ho visto io?-
-non ne voglio parlare, quel sito è per Trisha, non per me, non voglio ne meriti, ne responsabilità-
-è il sito porno che voleva aprire?-
-l'ho modificato, l'ho reso un forum di confronto riguardo  problemi in quel ambito e la condivisione anonima di esperienze. La parte video è per coloro che nel forum amano farsi vedere-
-interessante…- disse Simon prendendo appunti. Alex arrivò subito da noi -hey, volevate parlare?- chiese
-già… senti Alex, è davvero diventato impossibile tenerti fuori dalla missione che mi è stata affidata. A seguito dell'incidente sul tetto mi sono presa la responsabilità di averti attaccato, ciò mi ha costretta in un certo senso a prendere accordi con la polizia, io lavoro per Simon e lui ci paga le bollette. Ora che Trisha, la persona che sto tenendo d'occhio, ti ha visto, vorrei integrarti nella mia copertura. La scuola sa che siamo fratelli e far credere una cosa simile a Trisha potrebbe essere semplice, ho solo bisogno che tu ti renda disponibile a collaborare- dissi presentandomi sia delle foto di Trisha sia gli appunti per la polizia
-quindi è per questo che non mi volevi sabato?-
-già, il piano era quello di intrattenere gli spacciatori per un po’, il tempo che la polizia arrivasse per arrestarne parecchi, ma le tue urla e quelle di Simon hanno fatto saltare il piano e poi sai quello che è successo- dissi desolata
-voglio aiutarvi, cosa devo fare?-
-semplicemente firmare questi documenti- disse Simon dandogli alcuni fogli. non li lesse nemmeno, firmò ed accettò l'accordo.
 firmate tutte le carte Simon decise di registrare le scartoffie al computer del suo ufficio quindi se ne andò. In quel momento desideravo solo prendere una valigia, mettere le cose di Alex dentro e cacciarlo a calci da casa, ma un messaggio mi fece cambiare idea. La scuola aveva invitato alcuni studenti con alcune difficoltà a scuola a partecipare ad un'esperienza che dava crediti nelle diverse competenze pratiche di ogni materia. Questa competizione era tra le diverse scuole della città e forse la vidi come un'opportunità per distrarmi e farla pagare ad Alex.  Mandai un messaggio per iscrivere me ed altri due studenti all'esperienza, una settimana in mezzo al verde sarebbe stato di lezione a tutti e il bello era che partiva proprio da quello stesso giorno. Mandai un messaggio a Trisha dicendole dove vivevo e dopo nemmeno 3 minuti la trovai fuori la porta -sei veloce- dissi facendola entrare, quando incrociò, lo sguardo con Alex i due sembrarono riconoscersi -tu sei Alex?- chiese avvicinandosi a lui, ma lui la ignorò andandosene in bagno -incontinente il ragazzo- disse ridendo
-lui è fatto così…-
-mi interessa, posso rubartelo per caso? Credo che ci sia qualcosa di particolarmente speciale in lui-
-se vuoi prenditelo pure, il problema è lui, puoi provarci quanto vuoi, lui rimarrà innamorato di una sola ragazza- dissi in fondo sperandoci, forse quella sarebbe stata anche la prova del suo amore per me
-aveva una ragazza?-
-niente di che, una pazza-
-e che tu sappia… è successo qualcosa tra lui e questa ragazza?-
-sono certa che non sia successo nulla, sembra che voglia portarsi per molto tempo la cintura di castità- dissi ridendo
-non preoccuparti di questo, aprirò la cintura senza che nemmeno se ne accorga, è pur sempre un uomo, non può rifiutare una bella donna no?- chiese
-provaci quanto vuoi Trisha- dissi andando nello studio -visto che vuoi passarci del tempo insieme, questa è la lista della spesa, andate, io vi aspetto qui- dissi. Non appena Alex uscì dal bagno uscirono ed io potei preparare gli zaini per la competizione, si trattava di una specie di campeggio in fin dei conti.
 
Preparato il necessario andai a farmi la doccia, fu davvero rilassante, l'unica cosa che non mi spiegavo era perché uno dei miei nei era colorato di un rosso particolarmente vivo, avrei voluto passare il tempo a ragionare ma la telefonata da parte della scuola mi costrinse ad asciugarmi e vestirmi in fretta e furia -pronto?-
-signorina, sono l'autista mandato dalla scuola, debbo portarvi al campo, tra qualche minuto sono da lei si faccia trovare con i suoi compagni davanti casa-
-grazie- dissi chiudendo la telefona. Quando uscì con gli zaini incontrai Trisha ed Alex con le buste in mano fermati da una macchina nera il cui autista mi fece cenno di entrare.
 
Saliti, io mi misi davanti con l'autista mentre lasciai dietro Alex e Trisha che si stringeva tutta sensuale a lui -che schifo…- bisbigliai prendendo un'agenda
-gelosa signorina?-
-no, infastidita dalla poca serietà delle persone… perché non partiamo?-
-mia cara, la prima prova è di geometria… usando questa mappa, riesce a trovare il percorso più breve per il campo?- chiese
-mi parla di tempo o di geometria?-
-la via piu breve oggettivamente-. Dopo mezz'ora riuscì a trovare un'ipotetica soluzione -sarà probabilmente la seconda via più breve, ma mi scoccio di applicarmi più di così- dissi dandogli la mappa
-in realtà ha indovinato signorina, giusto qualche errore di misurazione, ma sembra corretto- disse partendo
-è un insegnante di matematica?-
-meccanica, mi dispiace deluderla-
-va bene così, i matematici mi rendono nervosa, troppo legati ai numeri-
-lo sarete anche voi visto che ogni attività vi darà dei crediti e sinceramente… ho sentito in giro che non siete i favoriti-
-non si preoccupi, conosco già il mio destino, sono abituata a fallire-
-io vorrei sostenervi invece, siete gli unici tra cui c'è qualcuno che ha studiato meccanica- disse guardando Alex che cercava di staccarsi di dosso Trisha.
 
POV Alexey
 
Quando incrociai lo sguardo di Morte Bianca capì che aveva visto la pagina, ma stranamente con molta calma decise di aspettarmi in sogiorno. Io sistemai le diverse cose di Morte Bianca e poi uscì imbarazzato. Credevo di beccarmi una ramanzina, ma in realtà ottenni un contratto con  la polizia, scoprì che Morte Bianca non solo si era presa la responsabilità dell'incidente sul tetto, ma anche che per mantenere entrambi aveva iniziato a lavorare davvero ovunque, persino per la polizia. Salutato Simon speravo che andasse tutto bene ma dopo qualche minuto di tregua vidi entrare in casa Trisha, i nostri occhi si incrociarono e mi sembrò di vedere per un istante la sua armatura avvolgerla, poi lei mi sorrise presentandosi. Non so cosa mi sia preso ma la sensazione di averla vicino era orribile, andai di corsa verso il bagno.
 
Non avrei dovuto, ma da li dentro ascoltai il loro discorso su di me, non sapevo se sentirmi offeso o felice delle parole di Morte Bianca, non capivo se era certa che fossi leale o se aveva inteso la mia paura per situazioni troppo oppressive. Dopo essermi calmato uscì dal bagno e Morte Bianca mi mandò a fare la spesa con Trisha. Non so da dove presi il coraggio ma riuscì a gestire la situazione, nonostante lei mi osservasse tutto il tempo in modo davvero minaccioso.
 
-a cosa pensi Trisha?- chiesi passando col carrello tra i corridoi
-che hai davvero dei bei occhi- disse mettendo del pane
-tu li conosci già i miei occhi- risposi mettendo della salsa
-sono familiari, ma dubito di averli mai visti davvero- continuo mettendo dei biscotti e delle merendine
-e per caso li vorresti vedere vuoti o chiusi?- chiesi mettendo nel carrello acqua, succo e latte
-è raro che qualcuno usi un tono simile con me…- osservò aggiungendo altri prodotti al carrello
-qui sei sulla Terra e così funziona, non abbasserò la testa perchè hai un ruolo al vertice del comando-
-lo so che è la Terra, qui nessuno può mettere in discussione il mio potere-
-nessuno tranne me-
-vuoi metterti a confronto con un capo?-
-non saresti la prima a cadere ai miei piedi-
-neanche tu saresti il primo a cadere ai miei- disse accarezzandomi la guancia.
 
Ero piuttosto infastidito dal suo atteggiamento, era convinta di se ad ogni cosa, ma l'avrei sconfitta, avrei fatto di tutto pur di tenerla lontana da Morte Bianca. Trisha era piuttosto appiccicosa, si stringeva a me con occhi da gatta, non conoscevo le sue intenzioni, ma il suo approccio mi faceva sentire davvero a disagio.
 
Arrivati davanti casa, Morte Bianca ci guardò per un istante male, io me la staccai di dosso e imbarazzato aiutai Morte Bianca a sistemare il cibo negli zaini. Preparato il tutto salimmo su una macchina nera, mi sentivo a disagio, non mi piaceva l'idea di avere un  autista.
 
Per tutto il viaggio Morte Bianca ci ignorò e Trisha non si lasciò sfuggire l'occasione di azzeccarsi a me. -te l'ho detto, tu cadrai e non te ne accorgerai nemmeno- mi disse nell'orecchio
-qualunque sia il tuo piano fallirai, Morte Bianca si renderà presto di che mostro tu sia-
-e chi glielo dirà? Tu? E ti crederà?-
-mi crederà perche io so la verità-
-non importa che tu sappia il vero, l'importante e che non lo sappia lei… sono settimane che ci conosciamo, lei ci tiene troppo a me… sono la persona che in fin dei conti sta conquistando la sua fiducia, sono un'amica molto intima se posso azzardare a questo termine-
-che diamine le hai fatto?- chiesi stringendo forte il suo braccio, sentivo le unghie anche se corte conficcarsi nella sia pelle
-chiediglielo, ti dirà quante volte l'ho tenuta sveglia… e ho avuto bisogno solo di una mano- rispose con un sorrisetto malizioso. Non volevo nemmeno immaginare la scena, mi faceva schifo solo l'idea di loro due, strinsi piu forte il suo braccio ma lei rispose solo leccandosi un dito. Giocava con la mia mente, sapeva che tasti premere, era in fin dei conti un demone a capo dell'esercito di Tanato.
 
Preso dalle ansie non mi resi conto nemmeno che la macchina si era fermata -Alex, vorresti scendere per favore?- chiese furiosa Morte Bianca spalancando la portiera
-cosa posso fare per te?-
-aggiustare la macchina ragazzo, è una delle vostre prove, sai com'è, state partecipando al challenge- disse l'autista. Quando uscì mi ritrovai Trisha seduta sul muso dell'auto -spostati-
-perche? Non ti piace?- disse sdraiandosi nel modo piu seducente che le poteva venire
-spostati, non amo avere davanti una donna che si vende come accessorio per macchine-
-non hai bisogno di pagare per avermi-
-non ti voglio infatti- risposi spingendola giù dalla macchina. La vidi rialzarsi con uno sguardo meno sicuro di se mentre iniziai a guardare nel motore quale fosse il problema.
 
Morte Bianca guardò la scena in silenzio e appena iniziai a mettere le mani sul motore si avvicinò a me con un manuale di meccanica -hai intenzione di aiutarmi?- chiesi sorpreso
-ci servono punti e queste prove ci danno crediti, sbrighiamoci ad arrivare- mi rispose mostrandomi degli schemi. Con un po’ di fatica riuscì ad aggiustare la macchina e l'autista ci guardò soddisfatto
-interessante… tu e tua sorella avete proprio un'ottima intesa- disse rientrando.
 
Il viaggio continuò per un po’ e da lontano vidi una colonna di fumo. Mentre nel campo un fuoco si spegneva, dentro di me una fiamma stava invadendo il mio cuore, era un fuoco di vendetta, di passione e di rabbia che presto avrebbe fatto intorno a me terra bruciata, per l'ennesima volta.

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Capitolo 12
*** il potere assoluto ***


POV Morte Bianca

 

Di per se il viaggio fu tranquillo, riuscimmo a superare sia la prova del percorso sia quella di meccanica. Arrivati al campo ne rimasi colpita, erano anni che non sentivo il profumo dei boschi, non sentivo il vento accarezzarmi la pelle e non sentivo il desiderio di mettermi in gioco. Era come essere al campeggio, tende colorate ovunque, fuochi gia stabiliti, costruzioni fatte con tronchi d'albero, ragazzi vestiti con magliette di riconoscimento -è fantastico…- pensai iniziando a correre -hey, dove vai?- mi chiese Alex venendomi dietro

-aspettatemi- ci urlò Trisha seguendoci. Mentre correvo con lo zaino in spalla adocchiai una zona vuota che potevamo usare -benvenuti nel nostro angolo ragazzi- dissi buttandomi su una panchina stremata

-sei… troppo entusiasta- disse Alex col fiatone

-sei tanto veloce- commento Trisha appoggiandosi al compagno stanca. -siete troppo deboli, dai che abbiamo molto da fare prima che inizi la presentazione del challenge-

-che dovremmo fare?- chiese Alex posando gli zaini vicino ad un albero

-la tenda, io mi occupo della legna- dissi dandogli una tenda. Loro si guardarono perplessi in faccia -non per contraddirti ma… non so nemmeno come sia fatta una tenda- disse Trisha imbarazzata

-va bene, voi occupatevi della legna, mi raccomando di prenderne molta, che si spezzi facilmente, non troppo sottile e che dentro sia bianca e non verde. Portatevi anche dei cordini e fate del vostro meglio- dissi aprendo la tenda.

 

I due andarono e tornarono dopo 10 minuti con una fascina di legna che non mi sarebbe bastata nemmeno per la cena mentre io avevo gia messo su la tenda -davvero è questo il vostro massimo?- chiesi vedendo la legna

-mi dispiace Bianca, non siamo esperiti di legna- disse Trisha

-lo noto, vado io, voi sistemate le cose in tenda- dissi andando nel bosco armata di cordini ed entusiasmo.

 

Mentre percorrevo la strada tra le diverse tende, non potei evitare di sentire i discorsi di altri partecipanti -hai visti quella dai capelli rossi?-

-si, che figa-

-secondo voi sta con quel tizio?-

-spero di no, avrebbe dei gusti brutti-

-chi era l'altra ragazza di quel gruppo?-

-e chi l'ha vista, con quella tettona in giro non esistono più altre donne-

-quando vedi il meglio ciò che è inferiore perde ogni meraviglia- concluse un ragazzo di un gruppo li vicino. Mi ero sentita ridicola, speravo davvero di piacere a qualcuno durante quell'esperienza, ma Trisha era migliore di me, qualunque mio tentativo di farmi amici sarebbe andato in fumo. Sconsolata e furiosa iniziai a prendere il legname, lo rompevo a furia di calci e di ginocchiate, la rabbia mi invadeva secondo dopo secondo. Era un mio grande difetto quello di pensare e ripensare alle cose fino a lacerarmi dentro -io non valgo nulla, c'è sempre qualcuno migliore di me… prima Alex, poi Sasha, ora Trisha… che cosa ho che non va?!- urlai colpendo con un ramo un albero. Il ramo si spezzò colpendomi in faccia, era stato cosi imbarazzante che con la mia fascina di legna scappai verso il mio campo con le lacrime agli occhi.

 

Quando Alex e Trisha mi videro smisero di parlare e mi guardarono preoccupati ma tre fischi molto acuti ci fecero andare verso il campo centrale. Eravamo almeno 10 squadre allineate l'una vicino all'altra, gli sguardi degli altri erano tutti puntati su Trisha, fui particolarmente infastidita e non so per quale motivo mi girai per vedere se anche Alex guardasse Trisha, ma mi sbagliai. I suoi occhi incrociarono i miei e con un gesto delicato mi posò una mano sulla spalla sorridendo -non essere invidiosa, tu hai già qualcuno che ci tiene a te- disse

-bhe io non ci tengo invece- dissi cercando di uscire dalla situazione imbarazzante.

 

Gli insegnati presentarono un calendario con le diverse attività del campo e lo distribuirono tra gli studenti, i progetti toccavano tutte le attività pratiche che si potrebbero attribuire alle materie scolastiche. Il compito assegnato a seguito della riunione con i partecipanti era in ambito artistico, trovare e dipingere uno stemma o un simbolo che rappresenti la squadra. Io non ero mai stata particolarmente brava nel disegno e nemmeno Alex, per ciò lasciai il lavoro a Trisha che armata di bombolette spray dipinse un gran bel logo sulla facciata della tenda. Quando vidi il simbolo ne rimasi colpita, avevo la strana impressione di averlo gia visto in qualche film horror.

 

POV Alex

 

Quando arrivammo al campo rimasi davvero colpito dall'ambiente, era tutto ben organizzato, diviso come si deve, tante tende colorate che si riconoscevano facilmente e tanti sorrisi, non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Morte Bianca non aveva spiegato bene cosa ci facessimo li ma presto lavrei scoperto. Ci mettemmo in un angolo del campo e le difficolta arrivarono in fretta. Montare la tenda era la prima sfida, avrei voluto imparare, ma morte bianca decide di fare la tenda mandando me e trisha a prendere la legna.

 

-certo che è un bel posto…-

-vuoi comunicare Trisha?-

-bhe si può sempre parlare anche se si e nemici…-

-non provarci, io non ti sarò ne amico ne altro, mettitelo in testa-

-lo sto notando, per questo voglio cambiare il mio piano. Tu non sei il mio tipo, non offenderti, ma ho pur sempre dei gusti, e difficile fingere se anche tu mi metti un muro davanti-

-che avresti intenzione di fare?-

-rende la sfida piu divertente… dare il prezzo ad una vita la fende piu importante di quello che è-

-e a quale vita vuoi dare un prezzo?-

-alla tua… moriresti per difenderla?-

-difenderla?-

-Bianca, moriresti per difenderla?-

-ho sfidato tanato per tirarla fuori dall'Ade, mi sembra ovvio che farei di tutto per lei-

-bene, anche a me interessa averla-

-per ucciderla suppongo-

-in realtà prima voglio uccidere te, morirai prima di dolore e poi per un coltello. Sai… nel suo cuore io prenderò il tuo posto…. Lei e più facile da conquistare-

-non sperarci, lei è davvero difficile da conquistare-

-è difficile da riconquistare… hai perso il suo amore il giorno in cui l'hai accoltellata per difendere una miserabile dea da quattro soldi-

-ero sotto incantesimo, basta farmelo pesare! Shans ha eliminato l'evento, non e mai successo, scordatevelo-

-e difficile dimenticare quando qualcuno ti fea del male- disse mostrando il braccio che le avevo ferito

-te lo sei cercata, non dovevi approfittare di lei-

-non importa se ne ho approfittato, per la prima volta l'ho vista felice, cosa che a te non è mai riuscita- concluse prendendo dei legni per poi tornare da Morte Bianca. Era fin troppo ovvio che così pochi non le sarebbero mai andati bene infatti lei ci lasciò a sistemare le cose mentre andava a prendere il legno -certo che si sta impegnando per questa esperienza, peccato che sia la sua ultima esperienza-

-dubito tu avrai il coraggio di distruggere la sua felicità, se vuoi dimostrare che puoi renderla più felice di come faccio io allora ti dovrai impegnare molto anche in questa esperienza-

-vedrò…- disse. Quanto tornò Morte Bianca andammo alla presentazione del challenge. Gli organizzatori spiegarono che quella era un'esperienza per guadagnarci dei crediti scolastici, le regole erano semplici, la sveglia alle 8 e alle 24 massimo bisognava già dormire. Ogni giorno verranno affidate delle competizioni, non si poteva evitare di parteciparvi, regole precise ma giuste in pratica. Durante l'incontro Morte Bianca mi fissò curiosa e senza pensarci troppo intuì che sotto sotto era invidiosa degli sguardi che la gente lanciava a Trisha, era impossibile non notarli. La tranquillizzai ma per l'ennesima volta ricevetti solo un calcio in culo, ma forse stavolta era stato molto più dolce delle altre volte.

 

Finita la riunione ci venne affidato un compito di arte a mano libera e lasciammo il lavoro a trisha che sembrava già avere in mente cosa disegnare. Quando osservai il disegno completo mi sembrò necessario fare una ricerca con il libro della conoscenza che avevo rubato a Morte Bianca mentre le sistemavo la stanza.

 

Il sigillo della casata di Tanato è il sigillo del massimo potere a cui può arrivare un demone, se riuscisse a sbloccare tutto il suo potere, il destinatario dell'incantesimo potrebbe competere con Tanato stesso, nel caso vincesse contro la Morte, diventerebbe il nuovo custode del sottile filo che separa vita e oltretomba, un potere talmente grande da spazzare in un colpo milioni di persone.

 

Questa fu la risposta del libro, nulla di rassicurante, forse era giunto il momento di condividere con Morte Bianca queste cruciali informazioni sulla sua cara amichetta.

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Capitolo 13
*** il cavaliere di luce ***


POV Morte Bianca

 

Di per se il tempo passò tranquillamente, quando tramontò il sole diedi ad Alex e Trisha la cena che avevo fatto comprare già fatta. Pur essendo passato il tempo, il prosciutto del panino era comunque buono, soprattutto con la maionese, era delizioso. Molti andarono a dormire, altri rimasero svegli davanti a dei fuochi di zona, io preferì seguire i primi e godermi il riposo. Le postazioni scelte dagli altri erano io, Alex in mezzo e Trisha al suo fianco. Mi stesi sul mio sacco a pelo e fissai la tenda cercando di prendere sonno

-hey Morte Bianca…- disse Alex entrando

-si?-

-posso parlarti?-

-riguardo cosa?-

-riguardo Trisha-

-ti piace per caso?-

-no! Che schifo, no! C… cioè non voglio offendere ma il suo modo morboso e spudorato mi crea solo un disagio insopportabile-

-stai venendo da me a lamentarti del fatto che la ragazza più figa del campo te la stia regalando? Wow, quanto sei stupido-

-non sono stupido, semplicemente lei non è il mio tipo-

-perché non è Sasha?-

-no, perché non è… non è una brava persona-

-che vorresti dire?-

-il simbolo che ha scritto fuori la tenda è una lettera greca, psi, ma è anche molto simile al simbolo della morte- disse mostrandomi un libro rovinato con diverse parole e simboli

-sbaglio o questo è il mio libro?-

-non credo sia il momento giusto per parlare di chi è cosa, qui c'è scritto che quel simbolo è della casata di Tanato, l'incarnazione della morte. Serve a dare potere ad un demone. Nel caso avesse successo il rituale, Trisha potrebbe distruggere tutto e tutti in uno schiocco di dita, ci trascinerà di nuovo nell'Ade-

-senti, questo libro non può conoscere meglio di me Trisha, sono certa che lei non è un demone-

-io l'ho vista, l'ho vista quando ti ho mandata oltre l'Acheronte, lei è il capo delle guardie di Tanato, se vogliamo salvarci bisogna risvegliare il cavaliere di luce, l'unico che è in grado di controllare i tre elementi sacri dell'armonia-

-e come si dovrebbe risvegliare?-

-qui dice solo che nasce dal legame dei custodi dei tre elementi, più forte e profondo è il legame, più è forte il cavaliere-

-mi stai prendendo per il culo?-

-ti sembra che io abbia voglia di scherzare sulle nostre vite?-

-io credo che tu sia disperato, non ti basta avere l'attenzione di Trisha, ma vuoi anche la mia. Non la avrai, non puoi pretendere che il nostro legame diventi più forte da un secondo ad un altro, i legami si creano, non si obbligano a nascere. Non mi convincerai con belle parole, ne sbattendomi in faccia il fatto che quando bevo esprimo più amore per te, tanto meno mi convincerai buttando fango su una delle poche persone che mi hanno accettata per ciò che sono. Lei non mi ha mai accoltellata, ne alle spalle, ne… allo stomaco- risposi mettendomi sotto le coperte.

 

Ero certa della fiducia che avevo riposto in Trisha, eppure nel mio subconscio il dubbio si era insinuato, come una brutta sensazione. Quando riuscì ad addormentarmi mi ritrovai nella radura dove avevo parlato l'ultima volta con Shans -sembra che i sogni ci leghino ancora- dissi avvicinandomi a lei

-ci collegavano quando c'era un pericolo in agguato e sembra che nonostante te l'abbiano sbattuto davanti al viso, tu non veda il pericolo…-

-perché non c'è pericolo, lei potrà sembrare violenta, ma non mi farebbe mai del male, ne sono certa, è una brava persona in fondo-

-e quanto in fondo? Non ho intenzione di rendere sprecata la seconda possibilità che ti sto dando, che sto dando a te e ad Alexey- rispose battendo un pugno sulla roccia

-non è così impegnativo il tuo lavoro, incroci i fili del destino ed è tutto fatto, come per gli altri umani-

-non è così facile, è difficile mettere i bastoni tra le ruote ad Ade e compagnia, sono troppi possibili futuri da controllare ed io non sono in grado di controllarli tutti con uno schiocco di dita come per altre seconde possibilità. Voi siete speciali e il vostro essere speciali rende le vostre vite un tesoro prezioso per Tanato-

-io non l'ho mai chiesto! Io volevo una vita normale, credevo che sbarazzarmi della mia metà dea sarebbe bastato, invece mi hai rigettata in questa storia, perche? Che cosa ho fatto di tanto orribile da meritarmi questo?- chiesi con le lacrime agli occhi

-nulla, tu sei eccezionale, per questo mi sono fidata di te nell'affidarti il potere degli oggetti sacri. Alexey è capace, ma non ha mai controllato il potere degli elementi dell'armonia, ha impiegato molto tempo prima di entrare in confidenza con alcuni poteri come quelli della collana e per quanto se la sia cavata ne ha fatto un Alex diverso, Alexey appunto, vorrei per il suo bene limitare i danni che potrebbe causare con la collana nel suo massimo potenziale e lasciargli solo il libro della conoscenza-

-libro della conoscenza?- chiesi

-quel libraccio vecchio e polveroso che Alexey ha preso dalla tua stanza-

-non sapevo fosse speciale-

-non dovevi saperlo infatti. Le cose più preziose si nascondono sotto il naso, l'ignoranza fa il resto-

-va bene, ipotizziamo che avete ragione, che lei è cattiva e che è un demone, cosa potrebbe fare? Perché mai dovrebbe farlo qui in mezzo a tanta altra gente?-

-i demoni controllano il fuoco, non ci vuole nulla a darvi fuoco mentre voi dormite e dire che è stato un incidente con il vostro fuoco da campo-

-non oserebbe farlo-

-davvero? Perché sento odore di bruciato provenire dal mondo reale? Non è che la situazione si stia scaldando troppo?- chiese Shans, alle mie spalle vidi del fumo

-che sta succedendo?- chiesi preoccupata

-succede che l'arrivo di Whitex è vicina… sempre se ne sarai in grado-

-Whitex?-

-è un essere immenso, un colosso fatto di pura luce, brilla tanto da illuminare la notte e trasformarla in giorno. Con possenti braccia impugna un'alabarda d'oro mentre la natura si piega dinnanzi alla sua perfezione. Le fiamme si impossessano dei suoi occhi rendendo il volto ancora più brillante, la terra si apre sotto il suo passo, il vento trema dinnanzi al suo respiro, le saette nascono quando schiocca le dita, gli oceani lo sorreggono oltre le cime più alte delle montagne e il suo corpo muta in continuazione. creando e distruggendo parti di se Whitex è in grado di avere più braccia, più gambe, o anche le ali, Whitex è l'ultima speranza nel caso il potere di Tanato finisca fuori controllo- disse Shans. I miei occhi brillarono di fronte a quella stupenda descrizione, Whitex sembrava un guerriero invincibile, ma allo stesso tempo ingestibile.

 

-cosa potrebbe accadere se Whitex finisse fuori controllo?-

-del tuo mondo rimarrebbe solo un cumulo di cenere, il guerriero di luce diventerebbe il prossimo Chaos, il prossimo buco nero che distruggerà tutto e da cui rinascerà un nuovo mondo- rispose Shans severa. Quando poi battè le mani io mi svegliai.

 

Ero in tenda e davanti a me vidi il logo della squadra brillare, feci per uscire, intravidi Trisha che con una mano infuocata bisbigliava delle parole incomprensibili, ma prima che potessi uscire Alex mi trascinò in tendo tappandomi la bocca -avevo ragione- mi disse accarezzandomi per tranquillizzarmi -non dobbiamo farci scoprire ora, starai zitta?-chiese, io feci si con la testa e lui lasciò la presa, pur volendo ribellarmi sarei riuscita solo a piangere.

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Capitolo 14
*** il prezzo dell'amore ***


POV Morte Bianca

 

Rimasi impietrita, solo il pensiero che Shans avesse avuto ragione su Trisha mi distrusse. Io mi ero fidata di lei, l'avevo difesa quando nessuno l'avrebbe mai fatto, credevo nella nostra amicizia. Rimasi tra le braccia di Alex, per la prima volta lo sentì come un rifugio, Trisha entrò di colpo nella tenda con una sfera di fuoco in mano e si sorprese di vederci abbracciati -andiamo Alex, stai approfittando della sua fragilità per vincere la scommessa?- disse con un sorriso malizioso

-che scommessa?- chiesi allontanandomi

-non è nulla Morte Bianca, davvero non pensare male-

-non fare il timido, devi sapere Bianca che tu sei diventata oggetto di una scommessa, ero curiosa chi di noi ti avrebbe conquistata per prima- disse Trisha accarezzandomi il viso con la mano libera

-s.. Sono solo una scommessa quindi? Per entrambi? Io mi ero fidata di voi, con molta difficoltà e voi avete distrutto tutto… volevo essere felice, ma a quanto pare non è destino…- dissi con le lacrime agli occhi. Uscita mi diressi di corsa verso il bosco. Il buio rendeva impossibile orientarmi e le lacrime mi offuscavano la vista. Senza accorgermene accelerai il passo e inciampai in una roccia. Indossavo delle pantofole e quella caduta mi causò un trauma alla caviglia. Più provavo ad alzarmi e più la caviglia mi faceva male. Volevo piangere, urlare, ma nulla. Mi sentivo stanca a pezzi e senza forza -perché tutto a me? Amo una persona e questa o mi tradisce, o gioca coi miei sentimenti o mi ignora, mai una volta che qualcuno provasse ad aiutarmi…- dissi presa dai miei pensieri. Ero triste ed arrabbiata, molto arrabbiata. Lentamente la delusione divenne altra rabbia e la rabbia fuoco, un fuoco che non mi era mai successo di sentire. Il calore mi invase il petto e poi il volto, spaventata corsi verso il corso d'acqua più vicino. Quando mi affacciai sulla superficie dell'acqua vidi il mio volto in lacrime e gli occhi in fiamme. Mi guardai le mani, erano calde e la pelle rossa. Ero spaventata, ma una voce mi tranquillizzò -non temere, questa è la forma di fuoco, è dovuta alla collana che ti porti dentro e ai tuoi sentimenti, non avere paura di controllare il tuo potenziale- disse. Riconobbi la voce, era Luna che dall'alto guardava la scena -il mio potenziale?- pensai alzandomi da terra. Mi calmai e feci un grande respiro -devo controllare questo potere o rischio di farmi male…- dissi chiudendo gli occhi per concentrarmi, il fuoco che avevo dentro di me lo indirizzai verso le braccia e quando aprì gli occhi avevo le mani avvolte da fiamme. Iniziai a muovere i polsi e a disegnare dei cerchi davanti a me mentre li osservavo affascinata -che bello…-

-imparerai a gestirla per combattere?- chiese Luna

-assolutamente, non è la prima volta che ho a che fare con la collana- dissi orgogliosa. Chiusi la mano in un pugno e ci soffiai dentro creando una fiammata immensa

-interessante…- disse Luna smettendo poi di parlare. Ero tanto impegnata a tenere sotto controllo i miei sentimenti e i miei poteri che quando sentì un rumore improvviso avvicinarsi a me caricai un pugno infuocato e lo indirizzai verso il rumore.

 

-hey! Sono io, Alexey-

-allora dovevo prenderti!- dissi cercando di nuovo di colpirlo, lui schivò il colpo e mi osservò severo

-che diamine pensi di fare?-

-cacciarti! Non ti è bastato giocare con i miei sentimenti per tutto questo tempo? Vuoi ricominciare?- chiesi dando un cazzotto carico della mia rabbia, lui non si mosse e parò con la mano il colpo. Il fuoco che mi circondava iniziò a spegnersi

-che diamine fai?- chiesi sorpresa, lui non disse nulla, mi strinse a sé e mi baciò tenendomi per i polsi. Rimasi sorpresa ed imbarazzata poi lui si staccò di colpo con sguardo severo. Quando mi ripresi dal bacio le mie mani erano intrappolate in due sfere d'acqua -che hai fatto?-

-ti ho bloccata, mi sembra ovvio-

-io parlavo del bacio-

-l'unico modo per distrarti abbastanza per bloccarti-

-quindi mi hai di nuovo ingannata… quanto ami fare così, giocare con i miei sentimenti…-

-smettila! Hai idea di quanto sia difficile gestire la situazione, Trisha è difficile da gestire e tu non mi aiuti, smettila di fare i capricci, tu mi hai baciato quando eri sbronza per soddisfare un tuo desiderio, io l'ho fatto per aiutarti a tranquillizzarti, mi sembra che io abbia avuto più motivazioni sane di mente-

-vorresti dire che io non sono sana di mente?- chiesi congelando le sfere per poi scontrarle tra loro e romperle

-ho solo detto che per una volta che cerco di aiutarti, fregatene del come-

-a me interessa come mi aiuti, perché ci sono modi e modi-

-e questo modo ti ha dato fastidio?-

-c.. Che centra?-

-voglio sapere se ti ha dato fastidio-

-n.. non esattamente…-

-ti ha aiutata?-

-un pochino…-

-questo volevo… ora ti va di tornare al campo? Se non teniamo sotto controllo Trisha rischiamo di rovinare il Challenge e suppongo tu non voglia perderti quest'esperienza-

-da cosa l'hai capito?-

-da come brillano i tuoi occhi… a proposito di brillare, potresti accendere una fiammella per farci luce?- chiese prendendomi la mano

-o.. ok, faccio strada- dissi avviandomi tirandolo a me.

 

Arrivati al campo vidi Trisha da lontano che ci fissava davanti al fuoco -che diamine starà escogitando?- pensai entrando. Alex venne con me e mi diede una salvietta umidificata -hai del terreno sul viso, sei caduta per caso?- chiese

-inciampata- risposi, solo in quel momento mi accorsi che la caviglia stava benissimo

-sembri pensierosa…-

-bhe sono stata tradita e baciata dalla stessa persona… è imbarazzante…-

-spero solo che tu capisca quanto mi dispiace per tutto questo…-

-ne riparliamo domani, andiamo a dormire…- dissi stendendomi sul sacco a pelo. Probabilmente mi ero sistemata larga perche il povero Alex si dovette mettere stretto stretto in un angolino -f… fa freddo…- dissi stringendomi un po’ a lui

-c… che cosa vuoi che faccia?-

-niente… sto bene così…- dissi sentendo il suo calore sulla mia schiena, in fondo davvero lo vedevo come un rifugio.

 

POV Alexey

 

Quando Trisha entrò in tenda Morte Bianca scappò via in lacrime -che ti è passato per la testa?- le chiesi

-bhe lo sapeva già che ero un demone… vero?-

-chissene del demone, mi hai fatto passare come un lurido verme che la usa come oggetto di scommessa-

-bhe tu hai scommesso…-

-io ho scommesso che l'avrei salvata da te… ma a quanto pare non c'è stato bisogno che la convincessi io a scappare lontano da te, lo hai fatto da sola-

-perché tanto arrabbiato? Lo sapevi che questo era il mio compito-

-io sapevo anche che eri sua amica…- dissi uscendo

-hey! Dove vai?-

-da lei, mi sembra ovvio-

-mi dispiace…-

-doveva dispiacerti prima- conclusi scappando alla sua ricerca.

 

Nonostante io avessi cercata in tutti gli angoli vicino al campo non la trovai -se si fosse allontanata? E si fosse persa? E se ci fossero degli animali selvatici?- iniziai a pensare preso dall'ansia. Ero nel panico quando un canto familiare mi tranquillizzò, alzai gli occhi al cielo e delle stelle brillarono a forma di freccia verso un punto del bosco -grazie Luna- dissi entrando nella vegetazione. Le piante erano alte e camminare era difficile, concentrai le mie forze sulla mano e riuscì anche se con un po’ di dolore a trasformarla in una lama per tagliare gli arbusti -certo che è utile il potere di Ombra- pensai proseguendo. Da lontano vidi delle luci e riconobbi delle fiamme che volteggiavano. Ne rimasi affascinato e senza rendermene conto mi avvicinai più disinvolto verso la ragazza. Morte Bianca si girò di colpo e cercò di colpirmi con un cazzotto di fuoco, io ne schivai un paio e quando vidi la furia nei suoi occhi decisi di fermarla. Con una mano le afferra il pugno e con l'altra la portai a me baciandola. Avevo sentito che il modo migliore per distrarre una persona e sorprenderla e tenerla impegnata con un bacio, il tempo necessario per bloccarle le mani con il potere di Luna e mi staccai da lei, anche se mi dava uno schiaffo mi colpiva con dell'acqua, meglio che il fuoco.

 

Quando riuscì a calmare Morte Bianca insieme tornammo al capo e stranamente, per la prima volta, lei si addormentò vicino a me senza spazi vitali e barrire di cuscini, a separarci erano solo i due sacchi a pelo. Quando la vidi addormentarsi le diedi un bacio in fronte ed uscì a prendere aria, era stata una nottata particolare e difficilmente mi sarei tolto di mente i suoi occhi infuocati di pura rabbia. -hey…- disse Trisha sedendosi vicino a me

-non mi parlare…-

-mi dispiace… io non volevo distruggere nulla tra voi, volevo solo riportarvi nell'Ade, così come ne siete usciti-

-non ci stai riuscendo, ora il tuo lavoro sarà più complesso perché dovrai prenderci separatamente-

-sinceramente vorrei prendermi una pausa-

-perché?-

-vorrei godermi la Terra prima di tornare da Tanato…-

-ne parli con malinconia… non sopporti il tuo capo?-

-non è questo… io lo sopporto eccome… io lo amo…- disse rossa in volto mentre stringeva tra le mani una birra

-COSA?!-

-è una lunga storia… ma nessun umano potrebbe capire-

-perché?-

-voi non conoscete cosa c'è oltre la vita, dite che morireste per qualcuno senza sapere in contro a cosa andreste- poi mi guardò -ma forse tu sei l'unico che davvero potrebbe capire… in fin dei conti sei davvero morto per amore… vero?- chiese

-era un amore ingannevole, ma si, mi sono gettato da un palazzo per tornare dalla mia amata… e poi mi sono reso conto solo dopo la morte che il vero amore era ancora qui sulla Terra e che mi aspettava… almeno prima mi aspettava-

-lei ti ha sempre aspettato… da quando l'ho incontrata lei è stata ogni giorno all'ospedale a piangere sul tuo letto pregando in cuor suo che tu aprissi gli occhi… andava così tante volte che iniziarono a sospettare di lei e quindi decise di portare con se sempre qualche fiore o peluches per dire che erano da parte di un amico, o un familiare lontano e che li affidavano a lei… -

-quindi tutte quelle cose in camera erano tutti doni di Morte Bianca?-

-bhe forse un paio sono mie… sono stata un po’ cattiva, ti ho regalato un paio di rose nere- disse con un sorrisetto maligno

-meglio di nulla- risposi sorridendo

-hai davvero un bel sorriso…-

-non mi conquisti con lusinghe, dovresti saperlo-

-eppure è così che ho conquistato Tanato…-

-sono curioso, come hai fatto a far cadere ai tuoi piedi la Morte?-

-è stato lui a conquistarmi… io ero un'umana prima sai? Ero una persona dalla vita non del tutto rispettosa della legge. Un giorno cercai di rubare lo zaino a un ragazzo, ma questo mi fermò e senza dire nulla cacciò un libretto e scrisse che ero bellissima. Io rimasi sorpresa e lui mi chiese perché volessi il suo zaino, spiegai che volevo rubarglielo e lui mi convinse a rinunciare e preferire invece un caffè in compagnia. Non accettai perchè lui mi aveva offerto da bere, ma perchè mi ricattò, disse che se non bevevo un caffè con lui mi avrebbe denunciata, lo scrisse in realtà, ma l'interpretazione che mi diede più che scherzosa mi sembrò seria-

-perché scriveva? Paura di parlare?-

-muto, che fortuna he?- rispose ridendo amareggiata

-e poi? Che è successo?-

-lui non mi denunciò e anzi mi mostrò come fosse bella la vita quando si ha qualcuno su cui contare davvero, ci frequentammo per un po’ come fidanzati e…- si bloccò guardando il fuoco. I suoi occhi erano pieni di lacrime e le mani tremavano.

 

Preso dalla preoccupazione andai in tenda a prendere una coperta e la misi sulle sue spalle -non sei obbligata a parlare… sappilo- dissi ravvivando il fuoco

-non preoccuparti, almeno i ricordi riescono a far vivere in me una piccola parte di lui… di quello che un tempo era un noi… ti rendi conto che è bastata una sola notte per cancellare tutto ciò che di buono c'era nella mia vita?!- disse schiacciando la lattina dalla rabbia

-non sei obbligata…- le ripetei

-era una notte in cui dei miei vecchi amici vennero ad una festa a casa mia, in giardino facemmo un piccolo falò e a loro venne in mente di fare uno stupido gioco sovrannaturale. C'era un rito che permetteva di esaudire un desiderio, lui era innocente e chiese di riavere la voce, gli chiesi perché e lui mi scrisse che voleva cantarmi almeno una volta nella vita una serenata sotto il balcone, voleva potermi dire a voce che mi amava e soprattutto un giorno avrebbe voluto chiedermi di sposarlo… ti rendi conto quanto io valessi per lui? Ero una ragazzaccia di strada dedita al crimine eppure lui aveva visto in me del bene e se ne era innamorato…- disse con un sorriso mentre le lacrime le bagnavano tutto il viso

-wow… ci teneva davvero tanto a te…-

-già, ma fu sfortunato, il rito non solo era vero, ma gli aprì dinnanzi agli occhi un passaggio per l'Ade, il re degli inferi ne uscì fuori e mentre tutti fuggirono io rimasi al suo fianco. Eravamo immobilizzati mentre lui aprì una boccetta davanti a noi. Il fumo che ne uscì entrò nella bocca del mio amato e per la prima volta ne sentì la voce. Era così entusiasta che mi prese in braccio e mi baciò con una passione che non avevo mai sentito prima e poi mi disse finalmente che mi amava… ero commossa e allo stesso tempo spaventata dalla presenza di Ade che impaziente batteva il piede per terra. Gli chiesi cosa volesse e lui senza dire nulla prese il foglietto dove c'era scritto il desiderio e lo trasformò in un contratto dicendo che con quel rito lui aveva venduto la sua anima a lui. Mi opposi con tutte le mie forze, lottai contro Ade ma a lui basto uno schiaffo per schiacciarmi a terra. Per una stupida scommessa persi l'amore della mia vita… lui rinunciò alla vita solo per potermi dire che mi amava… non me lo perdonerò mai… il suo amore per me l'ha reso il mostro che è ora…-

-e come hai fatto a diventare una guardia?-

-bhe ho fatto un patto anche io con Ade… gli chiesi solo di poter stare vicino al mio amato, nulla di più, avrei fatto di tutto per lui, ed Ade decise di premiare la mia determinazione mettendomi a capo dell'esercito, se fallivano i miei uomini io avrei pagato per loro, vendetti la mia libertà per amore… mi manca… tu non hai idea di quanto faccia male vedere i suoi occhi vuoti ed inespressivi… Ade ha cancellato tutto ciò che avevamo costruito… ed io non posso! Non posso dimenticare! Mi ha vietato di bere dal Lete per puro piacere di vedermi soffrire… - disse tra i singhiozzi, era tutto così tragico e allo stesso tempo meraviglioso, come un fiore che cresce tra l'asfalto, è forte perché è nato dove si pensava fosse impossibile, ma è debole perché basta un passo per distruggerlo.

 

Dopo tutta quella sofferenza uscita d'improvviso e nella sua forma più distruttiva ne rimase solo il silenzio di due nemici che avevano trovato nell'amore la cosa più preziosa da custodire, il fuoco si spense lentamente e noi ci addormentammo sull'erba stretti in una coperta.

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Capitolo 15
*** un gioco da ragazzi ***


POV Morte Bianca
 
Quando senti il calore di Alex allontanarsi da me mi svegliai di colpo e mi guardai in giro. Sarei voluta andare a cercarlo, ma la sua voce mi fermò, parlava con Trisha e non volevo disturbare, sembrava un'argomento importante. Ascoltai in silenzio la storia di Trisha, e il loro discorso su di me -davvero mi considera il suo vero amore?- pensai coprendomi con il sacco a pelo, ero imbarazzata e vagamente felice, ma con quel silenzio e il fuoco che scoppiettava mi addormentai.
 
Quando il mio orologio suonò io mi svegliai e un po’ stonata uscì dalla tenda -hey ragazzi…- dissi scuotendoli mentre erano per terra, sarei stata piuttosto infastidita dal tutto se non avessi sentito la storia ma in fondo erano carini, entrambi erano stati sfortunati in amore. -Morte Bianca…  n… non è come sembra- disse Alex alzandosi di colpo
-lo so, vi ho sentiti ieri- dissi aiutando Trisha ad alzarsi
-hai sentito…? Mi dispiace per ciò che è successo ma… bhe già lo sai che se non obbedisco rischio di perderlo per molto tempo-
-lo immagino, sentite, lasciamo perdere questi problemi, potremmo occuparci di non dare sospetti durante la competizione? Una settimana dubito vi faccia male-
-va bene… farò del mio meglio per aiutarti- disse Trisha entrando in tenda. Dopo esserci lavati e preparati ci godemmo i cornetti al cioccolato e il latte -cosa dobbiamo fare oggi?- Chiese Alex
-abbiamo in progetto da costruire un tavolo di lavoro, il necessario lo troviamo al centro campo, chi prima arriva meglio alloggia- dissi guardandomi in giro, dovevamo aspettare il fischio di inizio e poi partire. Indossavamo tutti e tre delle stesse magliette della squadra, verdi per l'esattezza con il nome della scuola sul dorso. Tutti e tre eravamo più o meno della stessa scuola, io e Alex eravamo dell'edificio centrale dove vi era lo scientifico e il meccanico, mentre Trisha studiava al classico di una succursale lontana dalla nostra zona.
 
Il fischio di inizio diede il via alla gara e all'istante le squadre partirono all'attacco -ragazzi mi raccomando, pezzi grandi e minimo 3 centimetri di spessore- dissi superandoli, loro si guardarono in faccia e vidi i miei avversari fermarsi o inciampare -stanno imbrogliando- pensai continuando a correre, li avrei richiamati più tardi, ora dovevamo solo vincere. Arrivata sul posto segnai con una bomboletta i 4 pali per la costruzione, presi al volo dei cordini, quando mi girai le altre squadre avevano già preso diverse tavole, si accalcavano e si colpivano come cani davanti ad una sola ciotola di cibo -dannazione…- dissi iniziando a trascinare due pali verso il mio campo. Le schegge facilmente si incastravano nella maglia, ma arrivata al posto avrei potuto scortecciarle come facevo quando lavoravo per il contadino vicino casa. Essendo magra era facile portare i pali, bastava appoggiarli sui fianchi e stringere con le braccia per trascinare, era più faticoso ma più efficiente, se uno portava due pali gli altri avevano di meno da lavorare. Quando tornai a prendere gli altri due pali trovai Trisha e Alex litigare con altre squadre -hey questa tavola è nostra!- disse un ragazzo tirando
-no, l'ho presa prima io- disse Alex
-lascia la nostra tavola- disse il suo compagno di squadra, sarei voluta intervenire ma Trisha mi precedette
-ragazzi, perché non ci date la tavola? Non vorrete mica far piangere la sottoscritta- disse facendo gli occhioni
-da quando le donne intervengono nelle discussioni tra uomini?- chiese un terzo compagno, Trisha non disse piu nulla lo prese per la maglietta e lo baciò di colpo, i suoi occhi divennero vuoti e persero il loro colore -me a paapiertne amani atu la- disse e lui sembro cadere ai suoi piedi
-ragazzi, lasciate pure la tavola, mi dispiace mia signora- disse andandosene con i suoi compagni, aveva esagerato, una cosa era imbrogliare e un'altra era condizionare la mente delle persone così. Io presi i due pali e lasciai a loro la tavola, stavo già pensando alla ramanzina da fargli.
 
-cosa vi è saltato in mente?- chiesi buttando a terra i pali
-cosa vorresti dire?- chiese Alex
-avete imbrogliato, non solo avete fatto inciampare i ragazzi creando le piante dal terreno…- iniziai
-hey, io non c'entro nulla, io controllo i poteri di un demone, non le piante- disse accendendo il fuoco
-io…- iniziò lui avvicinandosi al mio orecchio -io controllo l'acqua e muto il corpo, non controllo le piante, tu piuttosto, hai gli occhi verdi- disse Alex mostrandomi il riflesso nel telefono
-ah…- dissi guardando le mie mani, qualcosa di diverso l'avevano, ma era davvero difficile da notare. Provai a colpire il terreno mirando a Trisha e una pianta spuntò all'improvviso vicino a lei
-hey! Ti sembro una cavia io?- chiese dandogli fuoco
-siete impazzite?- chiese Alex buttandoci una sfera d'acqua
-questi poteri sono troppo evidenti, evitiamo di usarli, vi prego- dissi iniziando a levigare il legno
-com'è il progetto?- chiese Trisha avvicinandosi a me
-un tavolo fatto da un quattropiedi e la tavola in mezzo, dove c'è la legatura del quattropiedi si può appendere una torcia per il lavori notturni- dissi disegnando per terra una struttura simile alle tende indiane, ma senza la pelle che ricopre lo scheletro
-Alex, mi servono altri due pali, dritti e di circa 3 metri visto che quelli per la struttura di base sono da quattro-
-torno tra poco- disse andando di corsa
-ed io?- chiese Trisha
-Prendi una panca-.
 
Poggiati i quattro pali sulla panca riuscì a fare la legatura con delle strozzature belle forti. Per fortuna Trisha sapeva seguire bene le istruzioni e riuscimmo ad alzarla ed impiantarla per qualche centimetro per tenere fissa la struttura. Quando arrivò Alex integrai nella struttura i due pali paralleli con delle legature quadre e dopo ci fissammo la tavola sopra. Visto che sembrava tutto spoglio decisi di dipingere un lato con i pezzi del tetris lasciandone una bianco per le occasioni più serie.
 
Il lavoro di per se non fu faticoso, fatto il tavolo mangiammo e il pomeriggio lo dedicammo alle nostre diverse attività, io raccolsi altra legna per la sera e i ragazzi rimasero in tenda a riposare, non erano abituati né al sole che picchiava sulla testa nè alle schegge nelle mani. Quando tornai alla tenda i ragazzi erano seduti a parlare -hey, vi va di fare merenda?- chiesi prendedo dei succhi di frutta e del pane
-credi che quel tavolo durerà?- chiese Trisha
-se nessuno ci salta sopra si, deve rimanere così per una settimana, se la struttura regge avremo vinto punti in più- dissi prendedo la merenda. La giornata era ottima, soleggiata, l'ideale per rilassarsi.
-che vi va di fare?- chiese Alex frugando nel suo zaino
-per me va bene tutto- disse Trisha
-io vi consiglierei di allenarci per domani- dissi guardando il programma del giorno dopo
-perché?- chiese Alex sedendosi vicino a me
-c'è un torneo di roverino-
-roverino?-
-già, è un gioco con un cerchio di gomma o di corda, si gioca a squadre e si fa punto beccando col cerchio un'asta-
-mai sentito, e nell'Ade ne esistono di cose strane- disse Trisha pensierosa
-comunque sia si corre e si tira quindi ho bisogno di vedere chi è fatto per attaccare e chi per fare il portiere-
-che deve fare il portiere?- chiese Trisha
-far entrare l'asta nel cerchio-
-ci penso io allora, dammi un bastone e prova a tirare un cerchio, non ne manco nemmeno uno- disse la ragazza afferrando un ramo
-perfetto, quindi noi attacchiamo- dissi sorridendo verso Alex. 
 
La notte precedente avevo trovato il luogo ideale per allenarci, uno spiazzato d'erba vicino anche ad un corso d'acqua, perfetto. Arrivati sul posto iniziammo a fare diversi allenamenti, soprattutto per mira e velocità. Pur essendomi impegnata sapevo che non c'era bisogno, due che venivano dall'Ade potevano affrontare una competizione senza poblemi.
 
-bhe l'allenamento è finito- disse Trisha togliendosi la maglietta
-c… cosa fai?- chiese imbarazzato Alex
-già, cosa fai?- le chiesi mettendo una mano davanti ai suoi occhi
-bhe? C'è un fiume e una bella giornata, non vi va di farvi un bagno?- chiese
-ok- dissi togliendomi giusto il pantaloncino, la maglietta era comunque abbastanza lunga.
 
Alex ci guardò imbarazzato e si sedette sulla riva coi piedi a mollo -non amo farmi vedere in costume- disse
-e come vai a mare?- chiesi
-col doppio costume, uno a slip e uno a pantaloncino-
-sono certa che ti stiano proprio bene i pantaloncini- disse Trisha guardandolo un po’ maliziosa
-nha- rispose
-lo scopriremo domani tanto- dissi con tono molto simile a Trisha.
 
Usciti dall'acqua ci asciugammo al sole e tornammo verso la tenda. Era il tramonto e dopo tanto allenamento ci meritavamo del riposo. Accesi il fuoco e cucinai qualche hamburger che subito mangiarono con gusto. Il tempo di metterci il pigiama e sul campo calò il silenzio.
 
POV Alexey
 
Il secondo giorno fu ne troppo stancante, ne un giorno di puro relax, una via di mezzo. La mattina la dedicammo alla costruzione di un tavolo mentre il pomeriggio ad un allenamento per il giorno dopo e un bagno nel fiume. Morte Bianca era meravigliosa in acqua, per non parlare della maglietta che le rimase attaccata sulla pelle tutto il tempo che rimase stesa ad asciugarsi, non so cosa mi sia preso ma più la fissavo e più mi sembrava di sentire sotto mano le linee del suo magro corpo.
 
Tornati in tenda crollai nel sonno. -hehehe cos'è? Usi i miei stessi trucchetti per palpare qualche bel culetto?- chiese una voce familiare
-Luna? Che ci fai nei miei sogni?-
-abbiamo lo stesso potere, e questo mi permette di far vibrare l'acqua che ti circonda per emettere suoni che corrispondono a parole-
-wow è una figata-
-non cambiare argomento razza di piccolo curiosone, dimmi piuttosto come hai scoperto di poter usare l'acqua che impregnava quella maglietta per i tuoi desideri?-
-io… io non ho fatto nulla…-
-davvero? Non te ne sei reso conto?-
-sembra di no Luna, di che stai parlando?-
-si può usare un indumento bagnato o un oggetto bagnato per interagire con la persona che indossa l'abito, o l'oggetto coperto o riempito d'acqua- disse
-q… quindi io l'ho toccata davvero?- chiesi imbarazzato
-più o meno, a contatto diretto e tutt'altra cosa, ma riuscivo ad accontentarmi anche così, almeno prima di Ombra-
-comunque è accaduto per sbaglio, mi basterà concentrarmi su altro e non mi capiterà più un simile incidente- dissi facendo un sospiro -piuttosto Luna, che cosa vuoi da me al momento?- chiesi guardandomi in giro
-nulla, volevo compagnia, la tua ragazza sta già sognando quindi non posso interagire-
-non è la mia ragazza- risposi
-non ancora… opss…- disse ridacchiando. La sua voce lentamente svani per lasciarmi il silenzio che mi avvolse e all'inprovviso il suono di una tromba mi fece saltare dal sacco a pelo.
 
Quando aprì gli occhi trovai davanti una donna muscolosa che aspettava che mi alzassi -in piedi ragazzo, non ho tempo da perdere con voi sfaticati. Oggi c'è un torneo e vi voglio pronti, puliti e con lo stomaco pieno entro mezz'ora- disse andandosene verso la prossima tenda
-che diamine le è preso?- chiesi
-lei insegna educazione fisica, credo sarà la responsabile del torneo- disse Morte Bianca sistemandosi la maglietta
-sei già pronta?- chiesi sorpreso
-mi sono svegliata prima per andare in bagno e ne ho approfittato per lavarmi, tu e Trisha potreste andare la fiume- disse uscendo
-al fiume? Solo noi due?- chiesi imbarazzato
-paura di farti il bagno con me?- chiese
-no, non ho nessuna intenzione di lavarmi in contemporanea con te, tu va al fiume e io faccio colazione, poi scambiamo- dissi vedendola uscire. Mentre ero solo mi cambiai ed uscì dalla tenda. Morte Bianca era seduta su una panchina con un cartone di latte al cioccolato in mano -ne vuoi un po’?- chiese
-c… certo- risposi sedendomi vicino a lei
-è una bella giornata- le dissi guardando il cielo
-pioverà-
-come fai a dirlo?-
-io seguo il meteo e quelle nuvole nere in lontananza non promettono nulla di buono- disse indicando l'orizzonte
-bhe sono certo che il gioco si svolgerà nel modo più sicuro… vero?- chiesi
-si gioca sempre, che ci sia il sole, la pioggia o la neve. Quando un torneo viene annunciato, nulla può fermarlo- disse stringendo il cartone per poi buttarlo. Io finì la colazione e la seguì. Morte Bianca si era messa in un angolo del campo a fare stretching -dovresti farlo anche tu Alex, le altre squadre mi sembrano piuttosto agguerrite- disse guardandosi in giro. Molti si stavano scaldando, erano carichi e si stavano allenando a fare scatti e simili -abbiamo qualche possibilità?- chiesi
-si, quasi nessuno conosce il gioco proposto, se ci creiamo una tattica potremo affrontare anche gli atleti migliori- disse continuando ad allenarsi. A lei mi aggregai io e continuammo fino a che Trisha non venne da noi -è quasi ora di andare- disse finendo il suo cartone di latte -già- disse Morte Bianca sentendo il fischio dell'istruttrice. Al centro del campeggio vi era disegnato un campo da roverino, molto simile a quello da calcio -bene, tutti pronti?- chiese l'insegnante
-in realtà non conosciamo le regole- disse un ragazzo vicino a noi
-lo immaginavo, mettetevi comodi ed ascoltate. Le regole sono semplici: 1) mai contraddire l'arbitro, cioè me. 2) attaccanti rimangono fuori dalla zona del portiere e viceversa. 3) si fa punto facendo entrare questo cerchio nell'asta dall'altra parte del campo dove ci sarà il proprio portiere. 4) tutti devono indossare uno scalpo, un fazzoletto di stoffa che sembri una coda, non deve essere bloccato da nulla. 5) si palleggia quando si attacca, se non si palleggia e qualcuno vi toglie lo scalpo venite eliminati per una decina di secondi. 6) se scalpate, ma stavano palleggiando venite eliminati voi. 7) se due afferrano allo stesso tempo il roverino vi è la contesa, l'arbitro tira il roverino in aria e chi lo prende se lo tiene. 8) se il roverino finisce fuori lo rimette dentro la squadra che non l'ha toccato per ultimo. Tutto chiaro?- chiese guardando i volti confusi di tutti
-si- rispose Morte Bianca, l'insegnante la guardò male e si allontanò, forse non immaginava che lei conoscesse il gioco o che comunque avesse capito più di quanto lei stessa volesse far capire.
 
Le squadre sfidanti furono scelte a sorte, ne eravamo 10, quindi 5 round iniziali, poi due per la semi finale e uno per la finale. le squadre che si sarebbero aggiudicate la finale sarebbero state scelte dall'arbitro tenendo conto delle abilità e dei punteggi nelle prime partite. Noi non fummo i primi a dover giocare quindi ci mettemmo in un angolo ad osservare e subito tutti si accorsero che la squadra nera sarebbe stata in finale. Erano tre ragazzi possenti, spalle larghe e un metro e ottanta l'uno, probabilmente giocavano a rugby da come si muovevano sul campo, a quella povera squadra gli fecero mangiare la polvere. -6 a 0 per la squadra nera- disse soddisfatta la docente -mi aspettavo di più da voi ragazzi, ma immagino che non siate abituati ad un campo ristretto… allenatevi sui tiri che fanno proprio schifo…- li rimproverò -si prof- risposero in coro
-quindi è una loro docente, ecco perché era sicura di se, aveva già i vincitori scritti sul tabellone- disse Morte Bianca osservandoli. Era davvero concentrata, studiò tutte le squadre e poi aspettò con ansia la nostra partita.
 
-questo è il quinto round… ma suppongo di poter già immaginare i vincitori- disse tra i denti la donna, la squadra che avevamo davanti era composta come noi da due ragazze e un ragazzo, nulla di speciale. Quando il fischio di iniziò diede il via alla partita Morte Bianca si avviò al centro campo per la contesa iniziale, ma subito intuimmo che loro non sarebbero stati una squadra facile. Il salto del ragazzo caposquadra fece subito capire che praticava probabbilmente palla a volo, riuscì ad afferrare il roverino e tutto soddisfatto lo   mostrò a Morte Bianca -complimenti…- gli disse lei mostrandogli lo scalpo che gli aveva tolto. Il ragazzo si toccò la schiena e dato il roverino a Morte Bianca uscì dal campo. Rimaneva solo un ostacolo, una ragazza, probabilmete anche lei frequentava palla a volo -non ti farò mai passare- disse
-non ne abbiamo bisogno dolcezza- rispose Trisha, tempo che lei si girasse per capire, che Morte Bianca tirò il roverino facendo il primo punto. La tattica di distrarre e scalpare fu efficace per gran parte della partita, essendo giocatori di palla a volo non sono abituati ad avere nemici alle proprie spalle ed essendo concentrati sul roverino non fanno caso alle proprie spalle perché abituati ad avere dei compagni dietro. Togliendo scalchi e usando diverse finte la partita terminò 3 a 1 per noi.
 
Noi fummo gli ultimi a qualificarsi per le semi finali prima delle quali ci sarebbe stato il pranzo. Quando provammo ad accendere il fuoco fu tutto inutile, dal cielo iniziarono a cadere piccole gocce di pioggia -io lo avevo detto che pioveva- disse Morte Bianca entrando in tenda
-ed ora come pranziamo?- chiesi
-ho una spiritiera, una specie di fornellino che va a spirito, posso cuocere delle pasta per tutti e tre- disse mettendo dell'acqua
-un pasto fatto con amore ci darà l'energia giusta per vincere- disse Trisha stringendo a se Morte Bianca
-un pasto fatto con molta fortuna e steroidi ci potrebbe dare una minima possibilità di vincere- rispose lei con un senso di ironia
-qualcosa da dire sui nostri avversari?- chiesi
-giocano a calcio, staranno molto più attenti a noi- disse Morte Bianca buttando la pasta. Dopo un po’ riuscimmo a mangiare e nemmeno il tempo di posare le cose che l'insegnante chiamò a raduno le squadre vincitrici -forza che non ho tempo da perdere con voi- ci urlò vedendoci entrare in campo. La squadra avversaria era già in posizione -preparati a usare i tuoi poteri- mi bisbigliò Trisha prima di andare in fondo al campo. Quando il fischio d'inizio risuonò nell'aria vidi i due ragazzi correrci in contro -siete spacciati pivelli- mi disse il portiere, ma lo ignorai, gli avrei dimostrato che Morte Bianca era in grado di affrontarli senza problemi. Un ragazzo corse col roverino verso Morte Bianca, lei cercò di afferrare il roverino ma il ragazzo lo passò al compagno e senza che io riuscissi a capire cosa stesse succedendo il ragazzo tirò facendo il primo punto -vi sconfiggeremo senza nessun problema, provateci dai a fare un punto- disse il portiere dandomi il roverino
-pronta?- chiesi a Morte Bianca
-puoi scommetterci…- disse prendendolo. Nemmeno il tempo di sentire il fischio di inizio che Morte Bianca corse verso i ragazzi, ma loro stringendosi la buttarono a terra -fallito- disse uno dei due -non ancora- rispose Morte Bianca lanciando il roverino verso Trisha che senza pensarci fece fare il primo punto -non aver paura di lanciare, le prendo tutte- urlò lanciando il roverino a centro campo. I ragazzi corsero a prenderlo e tornarono verso di noi, non ci permisero nemmeno di avanzare di un passo -Alex!- urlò Trisha indicando le pozzanghere a terra, io manipolando l'acqua ne bloccai uno che fece volare il roverino verso Morte Bianca, lei lo afferrò e iniziò a correre, usando un'altra pozzanghera bloccai il nemico e Morte Bianca lo schivò lanciando di nuovo verso Trisha regalando il secondo punto -due a uno- disse facendo il segno della vittoria agli avversari che infastiditi iniziarono a giocare più violenti. Io rimasi immobile mentre vedevo le scivolate degli attaccanti, Morte Bianca era coperta di fango e con le ginocchia sbucciate continuava a correre nonostante loro la buttassero a terra a forza di sgambetti e spinte.
 
-mi sono stancata… hanno guadagnato un punto su di noi, siamo 3 a 2, dobbiamo recuperare e per la prima volta ve lo sto per dire… date sfogo al vostro potere- disse Morte Bianca durante un time out
-sicura?- chiesi
-si, bloccateli con l'acqua, distraeteli con la sensualità, spingili a terra Alex, placcali se serve, se riesco ad avere il roverino diventano punti facili-
-Bianca, ma sei ferita- disse Trisha guardando le braccia rosse come le ginocchia
-non importa, dobbiamo vincere, a qualunque costo- disse rientrando in campo. Rimaneva a schivare e a buttarsi senza dare peso alle ferite, se continuava da sola rischiava di farsi male -Morte Bianca… voglio attaccare con te, non posso vederti per terra a farti buttare il fango addosso- dissi mettendomi al suo fianco. Lei non mi disse di stare lontano anzi mi sorrise e disse di seguirla. La nuova tattica mise in difficoltà i ragazzi, usare i miei poteri mentre ero vicino a loro rendeva più facile capire quando era il momento giusto per bloccarli. Con un paio di inganni riuscimmo ad ottenere un pareggio giusto in tempo per la fine della partita. -dannazione!- urlò il portiere avversario spezzando l'asta per i punti -datti una calmata ragazzo, vi do la possibilità di fare un ultimo punto, chi fa questo vince tutto e va in finale- disse l'insegnante. I ragazzi si rimisero in campo e ci fissarono -tanto abbiamo capito la tattica, non vi faremo fare nemmeno un passo- disse il capitano
-lo immagino- iniziò Trisha dandomi l'asta -per questo attacco io- concluse mettendosi lo scalpo. I due rimasero increduli ma non si scomposero troppo
-due donne, niente di più facile- disse il portiere
-tu non hai idea di cosa io sia in grado di fare- disse Trisha indicandomi poi la porta. Mi misi in posizione e subito dopo il fischio di inizio vidi uno spettacolo stupefacente, Trisha prese al volo Morte Bianca e la lanciò per prendere il roverino per prima, nemmeno il tempo di toccare per terra che Trisha avanzò col roverino in mano verso di me. Correva agile come una gazzella e li schivò con l'eleganza di una ballerina, arrivata vicino a me tirò e io vidi il roverino volare a rallentatore -shh- disse Trisha con un sorriso mentre corse verso i ragazzi per distrarli da me. Riuscì a prendere il roverino e il punto vincente fu dato a noi.
 
vidi gli avversari mangiarsi quasi le mani -com'è possibile che siate riusciti a batterci?- urlò il capitano
-a volte, sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare- rispose Trisha
-che cazzate escono dalle vostre bocche?- chiese il ragazzo
-oserei dire che questa ragazza è proprio un Enigma- dissi capendo la citazione. Guardai Morte Bianca per vedere se avesse capito anche lei, ma i suoi occhi erano fissi su un solo punto: i tre sfidanti pompati che erano entrati in campo con occhi carichi di puro istinto omicida.

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Capitolo 16
*** bon appetit ***


ATTENZIONE! CAPITOLO INTERATTIVO. METTETE ALLA PROVA LE VOSTRE CAPACITA' DA CERCATORI DI CIBO! BUONA FORTUNA A TUTTI!
 
POV Alexey
 
-Morte Bianca…- dissi avvicinandomi a lei
-ho paura- mi disse guardandosi in giro
-perché?- chiesi
-voi non c'eravate a pranzo he?- chiese una ragazza venendo da me
-no…-
-siete spacciati… la nostra compagna è stata accompagnata in ospedale per una ferita al braccio- disse prendedomi la mano -ti prego… state attenti- disse andandosene. Quando mi girai verso Morte Bianca lei era rimasta a fissarmi con occhi serrati
-hey non abbiate paura, sono umani, basta usare gli stessi trucchetti e vinciamo- disse Trisha venendo da noi. Entrati in campo io mi misi al fianco di Morte Bianca per attaccare, il fischio di inizio diede il via ad una sfida senza esclusione di colpi. Ogni volta che correvamo verso di loro finivamo scaraventati a terra e nonostante usassimo i poteri, non riuscimmo a penetrare la difesa. Più il tempo passava e più noi perdevamo energie, le loro spallate ci buttavano a terra come sacchi, e gran parte delle volte che finivamo a terra loro poterono fare degli attacchi e fecero anche punti. Nonostante le mille cadute la mia unica preoccupazione era Morte Bianca -sei stanca? Te la senti di continuare?-
-andiamo… sto notando dei buchi nella difesa, dovrei riuscire a fare almeno un punto- disse lanciandosi di corsa verso i ragazzi io le corsi dietro, con un po’ di magia bloccai i ragazzi a terra e lei riuscì a prendere il roverino. Ero così felice che lasciai la presa con l'acqua e bastò un secondo per creare il silenzio nella platea che agitata parlava. Uno dei due afferrò Morte Bianca per il polso e con un colpo secco del gomito la colpì dietro la schiena. Vidi il suo corpo cadere immobile per terra mentre i ragazzi senza pensarci due volte andarono a fare punto. -Morte Bianca…- dissi a vicinandomi a lei -cazzo che male- disse girando la testa verso di me
-riesci ad alzarti?-
-no… Alex… le… le mie gambe…-
-cosa hanno che non va? Ti sei fatta qualche taglio?-
-no… non riesco a muoverle, se ci provo mi fa un male cane la schiena… ho paura…- disse con le lacrime agli occhi. Non l'avevo mai visto così fragile e con una carezza le strinsi la mano
-dai che non ti ho fatto niente- disse il ragazzo dandole un lieve calcio al fianco, Morte Bianca non disse nulla, spalancò la bocca piangendo -quante storie per una gomitata, certo che siete proprio fragili- disse ridendo. Fu la seconda volta che sentì dentro di me qualcosa scattare, come una fiamma di rancore riaccendersi all'improvviso -ho chiesto una tua opinione?- chiesi
-io la do anche senza aver bisogno della tua opinione-
-chiudi il cesso!- risposi dandogli un cazzotto in pieno volto. Lui mi guardo e grattandosi la guancia mi sorrise sadico -ti distruggo-
-Trisha! Porta Morte Bianca al sicuro e falla controllare io penso a loro- dissi. Lei ubbidì, impiantò l'asta e andò verso Morte Bianca che insieme ad altri compagni la portarono via. Non ebbi nemmeno il tempo di essere sollevato per l'attenzione e la cura con cui portarono via Morte Bianca che uno dei due bestioni mi colpì con una ginocchiata. Chiusi gli occhi aspettando di farmi male ma notai che il mio corpo era rientrato dove lui volle darmi un calcio -vero… posso modificarmi- pensai. -ci ha pagati anche troppo quel Tanato per le vostre teste, non valete nulla!- urlò il suo compagno. Mi corsero contro entrambi, preso da una forza mai sentita prima concentrai le energie sulle braccia che divennero più grosse, corsi verso di loro e spalancando le braccia li buttai a terra. Non so se fu per l'adrenalina, ma saltai addosso ad uno di loro ed iniziai a colpire coi pugni finchè non vidi il sangue uscire dal suo naso -muori cazzo!- urlai caricando un ultimo colpo. Prima di scagliarlo il suo compagno mi bloccò la mano e con una presa mi scaraventò a qualche metro da loro. Quando mi alzai notai che sotto i loro piedi sembrò formarsi un simbolo molto simile a quello disegnato da Trisha sulla tenda e i loro corpi si fusero in uno gigante -hehehe ti presento la mia creatura Alexey…- disse l'insegnate di educazione fisica avvicinandosi a me
-c… cosa?- chiesi spaventato
-così confuso? Pensavi che Tanato avrebbe aspettato Trisha? No, ha mandato un sicario, e questa considerala la tua fine! Attaccalo mia mostruosa creatura- disse. Il gigante si avvicinò a me e armato di un'ascia cercò di colpirmi
-e quindi voi demoni fate anche questo? Evocate strane creature?- chiesi schivando
-io non sono un demone comune, io sono Apate, l'incarnazione dell'inganno, e sono certa che sia l'ora di togliere la maschera- disse mettendosi la mano al volto. Si ficcò due dita negli occhi e strappò dal viso una maschera di carne -è stato un peccato scuoiarla, ma mi serviva un corpo da indossare- disse Apate strappando anche il resto del corpo. Quello che vi era sotto il travestimento di carne era solo una figura simile a Shans, un corpo nudo ma senza dettagli, come se indossasse un body senza indossarlo davvero. Il suo sorriso era composto da denti aguzzi e gli occhi erano neri con una luce rossa al centro -ora di addio alla tua seconda possibilità!- vidi il gigante attaccare e riuscì a schivare l'ascia giusto in tempo -non essere troppo concentrato, tanto te la strapperò lo stesso la vita- disse battendo il piede a terra. Sotto ai miei piedi comparve un segno strano e delle fiamme nere mi avvolsero -so che Trisha verrà da te… ma oltre queste fiamme non può arrivare- disse superando il fuoco che mi circondava -devi fare solo una cosa, darmi il libro della conoscenza ed io vi risparmierò- disse porgendomi la mano -scordatelo- dissi trasformando le mani in due lame -vuoi lottare? Bhe io non mi sporco le mani- disse uscendo dal cerchio. Quando lei scomparve vidi l'ascia impiantarsi a poco da me -ho sempre amato i gladiatori… riuscirai a sconfiggere il mio mostro fatto di tenebra?- chiese Apate. Il bestione entrò nel cerchio e subito iniziò uno scontro più serrato. Non avevo lo spazio per scappare, potevo solo schivare e pararmi con le braccia. Un colpo dall'alto cercò di colpirmi ma io parai con un braccio. Non avevo tenuto conto dell'effetto del potere di Ombra su un essere umano, la lama si ficcò nel mio braccio e con un certo spavento rimasi immobile e disgustato a guardare la ferita. Ero tanto scioccato che non vidi nemmeno Apate comparirmi davanti, mi prese per il collo e con un sorriso inquietante iniziò a recitare un incantesimo -adirio stoque da cesconso me a tepore il per mio venditi te a parapnetie che ciò- disse. Sentì le mie forze abbandonarmi e nella sua mano si creò una piccola sfera dorata e rossa -interessante… hai il potere di un demone… Trisha ti ha donato qualcosa di suo?- chiese ma nemmeno il tempo di rispondere che una freccia sfrecciò tra le sue dita e ruppe la sfera. Apate mi lasciò andare e spense le fiamme - chi osa attaccarmi?- chiese abbandonandomi per terra -qualcuno con cui non puoi competere- disse una voce familiare. Dietro ad apate riuscì solo ad intravedere degli stivaletti alati -Iris?- chiesi alzandomi -tu non vai da nessuna parte- disse Apate buttandomi a terra. Dal suo diario comparve una grossa mano oscura che mi afferò e mi bloccò sul posto -Apate cara, ti hanno mai detto che un arco di luce può rendere inutili i poteri dell'oscurità?- chiese la ragazza dai capelli arcobaleno
-Non ho nulla da dire ad una messaggera, mio schiavo attaccala!- disse e il gigante si mosse verso di lei. Iris non si mosse di un passo e scoccando una freccia al centro del petto del mostro lo divise nei due ragazzi che caddero incoscienti a terra -hai usato la debolezza della loro testa per sfruttarli per i tuoi poteri, mi fai schifo- disse puntando l'arco verso di lei -non ci provare dolcezza- disse Apate mettendomi davanti -non vorrai mica colpirlo-
-ti sembro il buono delle storia?-
-mi sembri l'eroe della situazione-
-non lo sono ed infatti…- disse Iris scoccando la freccia. Era così sicura che non mi scomposi, la lasciai fare ed infatti la freccia mi colpì, ma allo stesso tempo mi superò colpendo invece Apate. La creatura l'asciò la presa e dolorante si tolse la freccia dalla spalla -avresti ucciso il tuo amico-
-ma stiamo per uccidere te- disse caricando la freccia, Apate afferrò al volo il suo libro ma io dandogli un calcio lo buttai in aria e Iris lo colpì con la freccia. Quando il diario toccò terra Apate cadde in ginocchio dissolvendosi il mille ragni -tornerò…- disse lasciando cadere a terra le due sfere che aveva negli occhi. Iris le calpestò rompendole -allora Alexey, come stai?- chiese
-grazie a te meglio, è stato tutto così improvviso che non me ne sono nemmeno reso conto-
-hai un'amica piuttosto fedele, Trisha mi ha chiamata, era da molto che non mi invocava qualcuno con un rito, solitamente basta un pezzo di vetro- disse afferrando il libro di Apate -questo lo tengo io… devo consegnarlo a Zeus e chiedergli consiglio, se Tanato ha chiesto aiuto ad Apate non si farà problemi a liberare altri prigionieri pericolosi dal Tartaro per metterli contro di te. Se hai bisogno di me chiamami- disse scomparendo in un fascio di luce. A terra rimase solo una sua freccia, era argentea con la punta in diamante e la coda a forma di ali. Quando mi guardai in giro notai che tutti quanti erano bloccati come statue -Alexey!- disse Trisha correndomi in contro
-Trisha, come va?-
-Morte Bianca si è risvegliata, chiede di te-
-arrivo… ma potremmo fare qualcosa per questi spettatori maledetti da Apate?- chiesi
-ci penso io… tu vai- disse ed io scappai.
 
Entrando nella tenda al centro campo i ragazzi mi lasciarono passare in silenzio -Bianca…- dissi vedendola cercare il mio sguardo
-Alex, come stai? Ti hanno fatto male?-
-è una storia che ti racconterò in un altro momento… dovresti riposare… come stanno le gambe? riesci a muoverle?-
-per fortuna si… ma la schiena fa molto male…-
-riposati… io ti preparo qualcosa di caldo e poi mi sposto qui per dormire, devi riposare- dissi. Lei non disse molto, guardò le diverse facce che la circondavano e sorrise imbarazzata -siete stati tutti molto gentili, vorrei solo riposare ora, grazie a tutti- disse
-riprenditi Bianca…- disse la stessa ragazza che mi aveva avvisato prima della partita -sei una grande combattente, ci riuscirai a superare questo incidente- concluse uscendo con gli altri.
 
Il tempo passò in fretta, con l'aiuto di altri insegnanti preparammo del tè per Morte Bianca e per noi poi ci addormentammo ai piedi del letto di Morte Bianca, almeno provai a dormire. -non riesci a prendere sonno?- chiese Trisha sedendosi vicino a me
-già… ho avuto paura Trisha, ho visto il suo corpo cadere e ho sentito quel colpo secco alla sua schiena e se l'avessi persa? Io non voglio, non posso permettermi di perderla, io ne morirei- dissi in lacrime mentre lei mi consolava dolcemente
-lei è forte, su di lei vegliano gli dei, non le accadrà nulla di male- disse abbracciandomi.   
 
 
POV Morte Bianca
 
La gara fu qualcosa di distruttivo, non solo fu faticoso tenere testa agli altri, ma mi costò quasi la schiena. Era la finale e lo scontro era tra noi e i tre bestioni che giocavano a rugby. Io ed Alex tentammo di attaccare, ma uno di loro mi bloccò e con un colpo alla schiena mi buttò a terra. Era una sensazione orribile, come un fulmine che ti percorre la schiena e non sentì nulla, solo un dolore lancinante. Era spaventoso provate a muovere le gambe senza averne la forza, Trisha ed altri mi presero e mi portarono via, la situazione rimane nelle mani di Alex.
 
Trisha mi mise su un lettino e con una pomata mi massaggiò la schiena, era così delicata che mi rilassai chiudendo gli occhi per poi addormentarmi. Il calore della pomata mi circondò e rimasi per molto in uno stato di relax circondata da una piacevole luce gialla. Mi ritrovai in una stanza illuminata solo da una lampadina, alle pareti vi erano delle librerie, andai a prendere il primo libro, lo cacciai e senza neanche accorgermene un fiume di ragni sgorgò dal muro, le loro zampette che correvano creavano un suono assordante, io  corsi verso la porta e non appena la aprì mi trovai la figura di Alex che si sciolse in altri ragni. Ero così agitata che il dolore lancinante alla schiena tornò ed io mi svegliai urlando. -Bianca, che c'è?- chiese Trisha
-ho visto tanti ragni… erano a forma di Alex e all'improvviso mi hanno attaccata… dove sta Alex? dimmi che sta bene- dissi, lei prese un foglio e disegnati strani simboli gli diede fuoco -Iris, ho bisogno della tua luce- disse lanciando in aria la cenere che cadde come brillantini argentati -starà bene- disse accarezzandomi. Io aspettai ansiosa e per fortuna dopo un po’ lo vidi tornare, era un po’ ferito, ma stava bene. Aver visto i suoi occhi mi tranquillizzò e riuscì poi a prendere sonno.
 
Il giorno seguente non fu molto semplice, ma non avrei avuto molto bisogno di muovermi. Era una caccia al tesoro per poi fare una gara di cucina. -è la gara dell'alberghiero, sono in vantaggio qui… proviamo a superarli in velocità- dissi prendendo il primo indizio.
 
S=1
19 10 21 / 14 17 14 5 14 6 21 10/15 6/12 6 21 6/19 6 21 2 14 2 10/9 6/9 18 4 10/10/14 17 14 5 14 6 2 18/14 15/4 18 1 2 21 18/ 8 13 6 15 15 10 17 12 10

 
-all'entrata- dissi dandogli il foglio, loro corsero e tornarono da me con delle uova e un foglietto -dalle indicazioni degli insegnanti non cerchiamo tutti le stesse cose, dobbiamo prendere una pergamena di ogni colore, ogni pergamena ci porterà ad un ingrediente che dovremo usare in gara- disse Trisha dandomi la seconda.
 
16 18 21 1 10
 oo / -o-o  o  o-o  -o-o  oooo  oo / -o  o  o-oo / --o  o-o  o-  -o  ---

 
Letto il messaggio indicai ai ragazzi un prato che era stato tagliato il giorno prima mentre tutti erano concentrati sulla partita. Dopo un po’ tornarono con un pacco di farina e un altro messaggio.
 
 o-  ooo  -o-o  oo  oo
73 76/84 82 73 65 78 71 79 76 79/68 69 76 76 69/81 85 69 82 67 69/80 79 82 84 65/70 82 85 84 84 73

 
Mi guardai in giro e da lontano vidi delle alte querce dove ai rami vi era una busta bianca -le querce laggiù, prendete questo cordino e buttate giù la busta-. Dopo qualche minuto i ragazzi tornarono da me con il foglio e della frutta.
 
65 82 67 79 66 65 76 69 78 79
Sorge dove suo e andate il cercate specchio sole il

 
Non mi ci volle molto a capire che parlava di un bacino d'acqua e l'unico che conoscevo era il fiume nel bosco quindi consigliai ai ragazzi di provare lì ed infatti loro tornarono da me con delle scatolette di tonno e l'ennesimo messaggio.
 
Gpasddgholdfueneyvytjuaoqtreizbx
 
Era piuttosto semplice, mandai i ragazzi nel luogo indicato dal foglietto e dopo un po’ tornarono da me con le scarpe bagnate e una bottiglia di olio per friggere. Quando guardai l'orologio mi resi conto che era quasi ora di radunarsi al centro campo per il resoconto quindi decisi di mettere in atto il mio piano. Misi Trisha e Alex ad accendere il fuoco e prendere la legna mentre io mi imboscai alla ricerca di alcune piante che avevo avvistato nelle vicinanze. Molte piante erano utilizzabili per alcuni piatti, soprattutto se quel campeggio era usato per le gite scolastiche dei bambini. Tra le piante da esposizione trovai del rosmarino e qualche frutto di bosco, stavo per andarmene quando notai un recinto con dentro una busta e uno dei foglietti della gara, scavalcai e andai a prenderlo, infatti era uno degli ingredienti che ci era sfuggito. Col materiale tornai alla base e con i miei compagni mi avviai al centrocampo.
 
Fortunatamente sale e zucchero lo diedero gli insegnanti e i compagni non mi sembravano tanto soddisfatti del loro materiale quindi entrai in campo io con le tattiche di commercio. I primi da cui andai furono i ragazzi che avevano le patate -hey, io ho l'olio per friggere… vi va uno scambio?-
-cosa vuoi in cambio?-
-dei pomodori, io vi do l'olio che vi serve e voi mi date i pomodori…-
-hai altro da offrire?-
-il pollo-
-va bene, prendo l'olio e il pollo, ti do delle patate e dei pomodori, ci stai?-
-va bene- dissi prendendo la merce di scambio. Avviandomi al mio angolo trovai una ragazza disperata per aver fatto cadere il suo cibo
-hey tutto bene?-
-no… il pane… che schifo, è caduto per terra-
-in teoria puoi tagliare la fetta caduta, il resto era nella carta…- pensai poi mi venne l'idea
-bhe lo prendo io, in cambio ti do della farina e un uovo, ho visto avete il petto di pollo- dissi dandole la mano, lei accettò felice. Facendo i calcoli avevo l'antipasto e un piatto già fatto, mi mancava solo il latte per il dolce. Posate le cose iniziai a sistemare sul tavolo il cibo e da lontano vidi arrivare un ragazzo possente -hey tu scricciolo!- mi chiamò avvicinandosi, era uno della squadra di rugby -che diamine vuoi tu?- chiesi afferrando un coltello
-ti prego, non avercela con me, non so cosa sia successo ieri, ero fuori controllo, come se non fossi in me, ti prego…- disse porgendomi le sue scuse
-dopo ti spiego…- disse Alex spingendomi ad accettare e anche se controvoglia lo perdonai -bhe in cambio dell'incidente di ieri… siamo disposti a lasciarti uno dei nostri cibi- disse
-avete del latte?-
-si…-
-mezzo litro in cambio di alcune arance-
-va bene, se vuoi ho anche una tavoletta di cioccolato che non sappiamo cosa farcene…-
-allora prendetevi anche una banana da me, mezza barretta e voi mi date mezza tavoletta, dopo vi farò arrivare una ricetta per una banana split eccezionale- dissi chiudendo l'accordo.
 
La gara proseguì con tranquillità, era rilassante non fare le corse contro gli altri, ma competere con calma. Ciò che presentammo furono delle bruschette con pomodoro e olio chiesto ai vicini di tenda, tonno con patate e rosmarino era il piato più concreto e portammo poi due dolci, una mela caramellata ripiena di cioccolato e una crepes con contorno una marmellata di arancia e una di frutti di bosco. I punti guadagnati non furono molti, ma gli ingredienti presi in natura mi fecero guadagnare punti extra che ci misero in pari con altri.
 
Ero convinta che la gara fosse fine a se stessa, ma in realtà con tutte quelle delizie mangiammo un pranzo coi fiocchi. Dopo tante corse tutti si meritavano un pomeriggio libero e noi andammo a rilassarci al fiume con alcuni compagni, eravamo finalmente riusciti ad abbattere quelle barriere che ci dividevano.
 

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Capitolo 17
*** onde fuori controllo ***


POV Luna
 
Dati i poteri a Morte Bianca e Alexey mi sono messa da parte, i miei interventi danno spesso nell'occhio per la loro forza distruttiva , lasciare il mio potere nelle mani di Alexey sarebbe stata la scelta migliore. I primi due giorni del challenge furono piuttosto calmi, poi è arrivato il terzo, un giorno che ha reso pericoloso aiutare Alexey e Morte Bianca. Iris mi portò una lettera dall'Ade firmata da Ombra ed io senza pensarci troppo intuì che vi erano delle novità riguardanti Ade o peggio… Tanato.
 
Non avevo timore di Tanato per il suo potere, ma avevo paura per la sua determinazione, era capace di fare qualunque cosa per prendere le anime degli umani che prendeva di mira.
 
Mia cara Luna
Sono spiacente di riuscire a mandarti un messaggio solo per le situazioni critiche ma devo avvisarti. So che ti sei presa il compito di vegliare su Alexey e Morte Bianca, ma temo che saranno presto in pericolo. Tanato è entrato nel Tartaro e dopo un po’ ne è uscito con una scatola dorata, ai suoi piedi strisciavano migliaia e migliaia di ragni. Non sono sicuro cosa sia la scatola, ma quei ragni sono i servitori di Apate, l'inganno. Ho paura che Tanato si sia stufato di aspettare che Trisha si occupi dei ragazzi e stia passando alle armi pesanti partendo dal potere di inganno.
Ti prego di tenere d'occhio i ragazzi e aiutarli nel caso abbiano bisogno di te, anche a costo di trascinare i mortali sul fondo dell'oceano, nessuno deve toccare i custodi dei tre oggetti sacri, se cadessero nelle mani sbagliate sarebbe la fine.
Qui la ribellione continua, sono certo che col tempo riuscirò a fuggire, verrò da te e potrò finalmente stringerti di nuovo a me.
Ti amo… mia splendida Luna.

 
Mi asciugai le lacrime e ringraziai Iris -ancora problemi he?- chiese
-lui non si arrende, ma c'è di peggio, Tanato sta per giocare con poteri troppo forti, ha liberato Apate-
-verrà qui vero?-
-temo di si, se lui mira a loro forse dovremmo cambiare i custodi…-
-ma sei scema Luna?  Whitex se ne occuperà a tempo debito, per ora limitiamoci a spianare il campo allo scontro decisivo, dobbiamo portare al risveglio del gigante di luce, ricorda i giuramenti del diamante- disse Iris scuotendomi per poi mostrare la sua freccia dalla punta di diamante
-e se fallissimo?-
-di cosa hai paura? Whitex sistemerà le cose, stiamo convincendo un demone a tradire Tanato, il capo del suo esercito potrebbe accettare di entrare nel cerchio di diamante-
-se ne sei certa…- dissi abbassando la testa. Quando puntai gli occhi sul campo notai un fiume di ragni avvicinarsi -Iris, va ad avvisare gli altri diamanti, qui ci penseremo noi- dissi, lei parti velocemente. Concentrai tutte le mie forze sui due ragazzi, sarei voluta entrare nei loro sogni, ma qualcosa mi blocco, come un incantesimo che stranamente conoscevo, decisi quindi semplicemente di mandare un messaggio ad Alexey facendo vibrare l'acqua. Non riuscì a dire molto, anzi, provai a parlare, ma l'acqua si rifiutò di vibrare -credi che ti lascerò interrompere i miei piani?- chiese una donna
-Apate… sei tornata…-
-pensavate che sarei rimasta rinchiusa per molto tempo?-
-ti sei meritata il Tartaro, hai infettato già troppa gente col tuo potere-
-io sono qui per una ragione diversa dal dominio del mondo, sono qui per prendere le loro anime, Tanato ha fatto un accordo, chi porta loro le anime di quei due potrà realizzare un desiderio… perché non partecipi? Suppongo sia davvero difficile vivere lassù… lontana dalla persona che ami…- iniziò Apate, il suo corpo iniziò a mutare diventando quello di Ombra
-smettila…- dissi distogliendo lo sguardo
-cosa c'è Luna? Non ti manco per caso?- chiese imitando anche la sua voce, era orribile sentire quanto potere quella strega avesse su di me. Il mio cuore riprese a battere forte, ne sentivo davvero la mancanza, sentivo che il mio corpo lentamente si sentiva debole -cosa succede? Hai per caso paura?- chiese
-no… penso solo che tu sia un mostro… non ho intenzione di accettare… Tanato non è così generoso con i traditori-
-già, per quello sei lì… hai aiutato dei traditori, hai amato un traditore… mi fai schifo- disse Apate tornando nella sua forma base per poi andarsene.
 
Presa dallo sconforto abbassai la Luna e lasciai il giorno sorgere. Quel giorno fu un attacco temibile, Apate aveva incantato due ragazzi e li aveva resi sue marionette, li vedevo muoversi contro la loro volontà, erano prigionieri nel loro stesso corpo, era così familiare che pur pensandoci non riuscì a fare nulla. Osservai il combattimento in silenzio mentre lasciai fare tutto a loro. Stavo per chiamare Iris, ma era già arrivata, lei era l'unica capace di affrontare Apate, lei non aveva segreti, non aveva affetti, non aveva altro che il suo arco e i suoi stivali alati, era una dea più di quanto io potessi mai esserlo.
 
La Terra aveva un difetto particolare, era il luogo che poteva corrompere un essere superiore, tutti i vizzi e le passioni riuscirono ad avvolgermi, tanto che io, la custode della notte, mi sono congiunta con un traditore di dei e demoni, mi ero innamorata di Ombra e non me ne pentivo, ma ne soffrivo, ogni notte che rimanevo da sola nel freddo sentivo la sua mancanza, stranamente mi affascinavano i suoi occhi vuoti e il suo buffo corpo mutaforma.
 
Il tempo passò in fretta e io rimasi ad osservare da lontano la storia più bella che conoscessi. Io ne ho visto di amori dalla Luna, ho visto amori fragili, malati, saldi, imperfetti, violenti ed altri troppo affettuosi, ma mai mi era capitato di vedere una storia come quella di Morte Bianca ed Alexey, due umani che nonostante avessero tutti contro coltivano nel silenzio un amore che sapevo sarebbe sbocciato, almeno Shans me lo aveva promesso. I due giorni successivi furono piuttosto calmi, dopo la sua sconfitta Apate non si fece più vedere in giro. I ragazzi passarono più tempo insieme e senza nemmeno rendersene conto quel amore così segreto stava iniziando a fare capolino negli occhi di entrambi, in modo timido, o a volte violento, altre in modo imprevisto ed altre invece nel modo perfetto.
 
Passai quei due giorni ad osservare i loro movimenti, erano il quarto e il quinto giorno del challenge, il quarto si concentrò sul rito del cibo e il quinto invece mi affascinò. La prova di quel giorno si svolgeva in un museo a cielo aperto, vi erano diverse ricostruzioni di antiche città greche, qualche colonna, qualche templio e tanti, tantissimi cartelloni in latino sparpagliati in giro -che razza di prova è?- chiesi vedendo Iris venire da me
-da quel che ho capito devono farsi un giro e tradurre le descrizioni degli oggetti dal greco alla lingua attuale-
-immagino sia facile per Trisha- dissi
-infatti se ne occupa lei, è un demone in fin dei conti, deve conoscere le basi- disse Iris sistemando il suo arco
-rovinato in battaglia?-
-no, lo adatto a delle nuove frecce-. Io buttai un occhio alle frecce e spalancai gli occhi preoccupata
-che ci fai con le frecce di Cupido? Quel cherubino te ne farà pentire come per Apollo e Daphne- dissi sgridandola
-dai che è per una buona causa- disse caricando l'arco per mirare a Morte Bianca
-sicura di avere la mira ideale per colpirla?- chiesi preoccupata
-calmati Luna, è sola in mezzo al nulla, le tiro una freccia, lui arriva da lei e non appena lo vede avremo dato quella spinta necessaria al loro amore-
-non potresti lasciare che sbocci l'amore da solo?-
-e lasciare che il tempo trascorra per permettere a Tanato di risvegliare altri mostri? C'è bisogno che sbocci l'amore in fretta se vogliamo salvarli-
-ma l'amore…-
-amore qui e amore lì, se l'amore dovesse nascere solo per fatti suoi non esiterebbero le frecce di Cupido, ora zitta che prendo la mira-. Io osservai ma prima che potesse scoccare le afferrai il braccio, ma ahimè la freccia partì lo stesso -dannazione, chi abbiamo colpito?- chiese Iris affacciandosi, per fortuna prese il terreno
-riproviamo- disse mirando a Morte Bianca che era rimasta a leggere un cartellone, quando scoccò la freccia la vidi conficcarsi a poco da Morte Bianca -cavolo, i cuori rendono le frecce più pesanti delle mie- disse stringendo i denti. Probabilmente Morte Bianca si è spaventata ed infatti è corsa via. -vedi di non sbagliare il prossimo tiro Iris- la richiamai
-si, si, chiudi il becco e pensa a tenere d'occhio la situazione- rispose scoccando la feccia, riuscì a colpirla ma per nostra sfortuna la prima persona con la quale si scontrò Morte Bianca non fu proprio Alexey.
 
-Trisha! Te l'ho mai detto che sei molto carina?- chiese Morte Bianca stringendosi a lei
-umm…- fece il demone guardandosi in giro, per fortuna notò la freccia nella schiena di Morte Bianca -che palle, Cupido che sta a giocare anche con noi ora?- la sentì borbottare, afferò la freccia e senza dire nulla la mise in tasca facendo disinnamorare Morte Bianca. -hey! Mi ha rubato la freccia!- urlò Iris
-shh vuoi farci scoprire?-
-uffa, devo riprovarci… dimmi quando sta per arrivare Alexey-
-va bene…- aspettai qualche secondo -ora!- ordinai. La freccia scoccò e la trafisse alla gamba facendola cadere tra le braccia del ragazzo -Morte Bianca!- disse prendendola al volo
-Alex…- iniziò lei avvicinandosi al suo viso
-si?- chiese lui rosso in volto
-ho una cazzo di freccia nella gamba!- urlò
-come diamine è successo?- chiese preoccupato
-non lo so…- rispose lei coi lacrimoni, io guardai Iris che si accorse solo dopo che il cuore le era rimasto in mano -ops…- disse
-fa nulla, almeno ora hanno un momento per loro, non forziamo troppo le cose- consigliai togliendole le frecce di cupido
-va bene…- disse sbuffando.
 
Alexey si prese in braccio Morte Bianca e insieme a lei esplorò la zona affascinato -ma io peso- disse Morte Bianca rossa in volto
-no, sei leggerissima, anzi, dovresti iniziare a mangiare di più- le disse lui
-perché vuoi che ingrassi? Così ho più curve? Allora?-
-no, tu mi piaci così come sei, solo che oramai ti si possono vedere le costole, per fortuna solo un paio, giusto quelle di sotto, ma per la tua salute ti consiglio di mangiare di più-
-sei un medico?-
-sono una buona forchetta-
-lo so…- disse toccandogli le guance.
 
Di per se la giornata fu tranquilla, la freccia fu tolta e grazie a Trisha ottennero anche dei buoni punti. Calata la notte io rimasi a sorvegliare sul campo mentre Iris si addormentò su una nuvola non molto lontana, ero più che certa che Apate non era stata sconfitta, era solo fuggita, ed infatti un'ombra fatta di ragni invase una tenda non molto lontana, Inganno aveva trovato tra gli uomini un'altra via per ottenere la libertà.
 
Quando tornò il giorno iniziò anche una nuova competizione, una che riguardava la costruzione di un'imbarcazione e un motore adatto. I ragazzi furono piuttosto sfortunati, rimasero con davvero poco materiale, ma con il loro ingegno riuscirono a costruire un motore che li avrebbe portati sull'isola di fronte per l'ultima giornata di campo. La progettazione e la costruzione impegnarono la mattinata. Arrivata l'ora di pranzo i ragazzi andarono a mangiare qualcosa, ma mentre loro rimasero ignari di cosa gli stesse per accadere io ne ero più che consapevole.
 
Durante lo spacco per il pranzo, un gruppo, lo stesso gruppo attaccato da Apate nella notte, manomise il motore del trio -devo fare qualcosa- pensai e iniziai a scuotere Iris -svegliati!-
-lasciami in pace…- borbottò nel sonno, quando si addormentava ci voleva molto tempo per svegliarla, un tempo che non mi sarebbe mai bastato. Io continuai a scuotere la ragazza mentre i concorrenti si misero in acqua con le imbarcazioni -cavolo… è tardi?- pensai guardando Morte Bianca che tirava il filo del motore. Con molta sorpresa partì, mi sentì sollevata, ma dopo neanche tre metri smise di funzionare -devo aiutarli…- pensai caricando la mia energia nel mare, alzai le braccia e creai un'onda per spingerli. Avevo davvero perso il senso della forza, l'onda che creai fu immensa e invece che dargli una piccola spinta li capovolse trascinandoli in mezzo al mare blu.
 
Non c'era nulla intorno a loro, la cosa più vicina che vidi era un'isola e con un gesto più delicato li feci spiaggiare su quella sabbia bianca e deserta, il problema era che solo due di loro erano arrivati all'isola.

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Capitolo 18
*** il momento giusto ***


POV Morte Bianca
 
Dopo la gara di cucina i miei dubbi si fecero sempre piu profondi e approfittai del quinto giorno per discuterne con Alex. -quindi oggi dobbiamo farci un giro in un museo?- chiese finendo la colazione
-Trisha andrà a fare la gara per noi, io non so nemmeno una parola di greco- dissi allacciandomi le scarpe -godiamoci il giro, le squadre hanno qualche ora per fare le traduzioni, in pratica l'intera zona può essere esplorata mentre lei fa il compito- dissi avviandomi. Il campo era situato in una zona non molto lontana da una spiaggia, più che altro a dividerci dalla spiaggia era una lunga discesa a zig zag per un paio di chilometri. Scendemmo con una navetta che ci portò in uno spiazzo d'erba decorato con colonne e strutture in cartapesta e gesso. -si sono impegnati molto- disse Alex
-tutta roba di scena, non è così difficile da fare sai?- risposi ammirando il lavoro fatto dalla scuola di arte locale, infatti vi era anche una loro classe nella competizione.
 
Principalmente decidemmo tutti e tre di visitare il luogo ciascuno per fatti suoi, tanto ci saremmo rincontrati prima o poi in quelle due ore. Io rimasi da sola tra le colonne ed ebbi l'impressione che qualcuno stesse mirando a colpirmi. Vidi una freccia piantarsi a terra non molto lontano da me -da dove diamine viene?- mi chiesi allontanandomi in tutta fretta. Iniziai a correre ma sentì una freccia colpirmi la schiena, come se mi avessero trafitta, ma il dolore non lo sentivo, anzi, mi sentivo bene, felice e non appena vidi Trisha le saltai quasi addosso, come se l'affetto per lei fosse scoppiato in un amore improvviso. Ero confusa, soprattutto dopo che Trisha mi tolse la freccia dalla schiena, mi sentì di aver perso improvvisamente quell'amore incontrollabile per lei e con un certo imbarazzo mi allontanai lasciandola fare il suo lavoro. Rimasi ad osservare i diversi cartelloni, ma ero agitata, mi sentivo osservata, era come se dall'alto qualcuno mi stesse mirando contro. Presa dall'ansia iniziai a correre ma una freccia mi colpì la gamba. Non fu un colpo indolore, anzi, la freccia la sentivo bene nella carne, ma allo stesso tempo un calore mi avvolse dolcemente. Quando alzai lo sguardo incrociai gli occhi di Alex che preoccupato mi fissava. Senza dire nulla mi avvicinai al suo volto e preso un bel respiro gli urlai contro che avevo una freccia nella gamba. Lui rimase sorpreso, ma non troppo, mi caricò in braccio e finimmo così il nostro giro di due ore. Tornata al campo mi tolse la freccia e con Trisha mi medicò -chi sta cercando di uccidermi?- chiesi nervosa
-non saprei, ma è uscito un nuovo nemico due giorni fa, durante il roverino. Il suo nome è Apate, l'inganno fatta persona, è davvero mostruosa, lei e i suoi piccoli e disgustosi ragni- disse Alex rabbrividendo
-è così forte?-
-bhe secondo il libro della conoscenza lei è della stessa razza di Medusa, quindi può pietrificare le persone, ma quando l'ho vista aveva i capelli tagliati… forse il suo potere di rendere pietra si è indebolito limitandosi a bloccare le persone circostanti, questo spiegherebbe perché chi era sul campo era come bloccato e chi era con te non ha subito gli effetti. Per non parlare di quei disgustosi ragni, erano ovunque, persino negli occhi di quei ragazzi… che schifo…- disse scuotendo la testa
-ha preso il controllo di quei due giocatori con i ragni?- chiesi mentre Alex chiuse il libro
-i ragni sono i suoi servi, con il libro oscuro datogli da Tanato lei può controllare le sue creature diffondendo il suo potere con il loro morso…- disse Trisha entrando in tenda, era rimasta fuori a fumare, un suo vecchio vizio
-passa anche a me- dissi porgendo la mano
-no, tu non fumi- disse Alex scuotendo la testa
-ma fatti i fatti tuoi-
-io mi preoccupo per te…-
-non dovresti, sei mio padre?-
-no…-
-mio fratello?-
-bhe no…-
-il mio ragazzo?-
-n… non significa che non posso preoccuparmi come tale…-
-invece significa. Mi sei caro, ma non credere che per te io rifiuterò a qualcosa, rimani nelle tue competenze, assistere e sostenere, punto- dissi uscendo a fumare. Lui rimase in silenzio in tenda e per il resto della giornata fu difficile parlare, più lui mi fissava e più mi veniva voglia di fargli davanti agli occhi qualcosa che gli desse fastidio.
 
La notte passò con una freddezza mai sentita, sarei voluta correre tra le sue braccia, ma poi come l'avrei spiegato -che debba semplicemente cedere ai miei sentimenti?- mi chiesi -e se poi lui non ricambia? Anche Trisha si diverte a stuzzicarlo ma mai andrebbe a letto con lui… che anche lui stia giocando così con me?- continuai a tormentarmi. Non ricordo nemmeno quanto tempo io abbia passato a rigirarmi ma esausta riuscì a cedere al sonno.
 
La mattinata seguente fu piuttosto faticosa, era davvero da pazzi incaricare dei ragazzi di costruire un'imbarcazione e un motore in una mattinata, ma in realtà per il motore bisognava solo mettere insieme alcuni pezzi ad una struttura quasi completa di base. Noi arrivammo più tardi e quindi ci rimasero pochi pezzi tra cui scegliere, Alex rimase a costruire il motore mentre io e Trisha facemmo una zattera alla quale attacare il motore. La struttura sembrava piuttosto resistente quindi prima di partire andammo a pranzare, avrei dovuto immaginare che qualcuno avrebbe sabotato il nostro progetto. Mangiammo con calma dei panini e tornammo alla spiaggia, la scampagnata di due chilometri ci fece digerire senza problemi e subito andammo in acqua con la barca, provammo a far partire il motore ma dopo poco si spense -Alex, che diamine succede?- chiesi
-aspettate che provo a spingere- disse Trisha buttandosi in acqua, ma nemmeno il tempo di capire cosa volesse fare che un'onda immensa partita da un lato dell'isola ci invase scaraventandoci in mezzo al mare -Alex!- urlai vedendolo volare dalla zattera, gli afferrai la mano e stringendolo a me mi tuffai facendo un bel respiro. L'onda fu potente e ci trascinò lontano dagli altri, più provavo a nuotare verso loro e più mi allontanavo, avrei potuto lasciare la mano ad Alex, ma non avrei mai accettato di averlo lasciato da solo in balia delle onde, aveva bisogno di me. Un'ultima onda ci fece spiaggiare su un'altra isola.
 
Mi alzai confusa e corsi da Alex -hey! Tutto bene?- chiesi scuotendolo, non rispose. Vedendolo senza sensi decisi di fargli una respirazione bocca a bocca, non era piacevole sentire il sapore salato del mare, ma era necessario per Alex. Non so nemmeno cosa mi sia preso, ma mi piacque, nonostante il salato mi piacque sentire le sue labbra e anche strattonarlo abbastanza da fargli sputare l'acqua. Non ho ben chiaro cosa mi prese, ma nonostante lo vidi riaprire gli occhi non smisi, anzi, mi misi sopra di lui e continuai a baciarlo, che sia stata la preoccupazione di perderlo o qualche altro insensato istinto ma mi piaceva, sentire lui che ricambiava stringendomi a se, mi sentì così amata che per un momento mi scordai del fatto che eravamo bloccati su un'isola -c… che sto combinando? Dobbiamo andarcene da qui- pensai mettendo una mano sulla faccia di Alex -c… cosa c'è che non va? Ti vergogni persino qui delle tue azioni?- chiese lasciandomi andare
-non lo so nemmeno io, ma la priorità è andarcene da qui al più presto- risposi entrando nel bosco circostante.
 
POV Alexey
 
I giorni seguenti furono piu calmi, Apate era probabbilmente scappata, o nascosta. Credevo che tutto sarebbe andato liscio come l'olio, una giornata dedicata al cibo, una alla cultura, credevo che una giornata al mare sarebbe stata normale.
 
Costruita la barca ci mettemmo sopra per poi partire, il motore si ritrovò rotto dopo pochi metri, avrei voluto usare i miei poteri, ma nemmeno il tempo di affacciarmi che un'onda mi trascinò in mare. Senti l'acqua avvolgermi e riempirmi i polmoni -cosa sta succedendo?- mi domandai guardandomi attorno. Vedevo solo nero, come se fluttuassi nel nulla, poi allimprovviso sentì qualcosa avvolgermi e bloccarmi nel mio fluttuare. Mi senti con la schiena appoggiata su qualcosa di morbido mentre qualcos'altro mi colpiva al petto -c.. Che succede?- mi chiesi di nuovo sentendo l'aria invadermi i polmoni.
 
Spalancai gli occhi e incrociai lo sguardo di Morte Bianca, avrei voluto dire qualcosa, ma lei non me lo permise, mi afferrò e con una familiare passione mi baciò. Che avrei dovuto fare? Ribellarmi? Pur volendo non ne avrei mai avuto la forza, ma non lo volevo nemmeno. Le presi i fianchi e la strinsi a me, era incredibile sentire il fresco dell'acqua del mare e il calore della sua pelle nello stesso momento. Sarei rimasto li con lei tutto il tempo, per la prima volta la mia mente si aprì ad esperienze che mi ero negato per tanto, troppo tempo, ma nemmeno il tempo di fare un passo che lei mi bloccò andandosene. -che abbia capito le mie intenzioni? Spero di no… io non voglio farle del male, che le faccia schifo io? E allora perche mi ha baciato? Che diamine vuole da me?- pensai fissando l'acqua. Ero furioso e frustrato, più cercavo di capire e più lei era insopportabilmente lontana -che diamine vuoi da me?- mi chiesi stringendo tra le mani la sabbia -dimmelo donna!- urlai lanciando qualunque cosa avessi in mano verso il mare, ero solo, non mi importò più nulla dell'apparenza, mi ficcai in acqua ed iniziai a colpire l'acqua in preda alla confusione -io non ci capisco nulla cazzo! Cosa vuole da me? Ed io cosa voglio? Che devo fare? Cosa sono questi sentimenti profondi che mi bruciano dentro? Perché ho così tanti pensieri disgustosi quando la vedo…?- iniziai a pensare con le lacrime agli occhi, lei arrivò dopo poco con la legna in mano
-che stai facendo?- chiese disponendola in tre punti distanti
-nulla che ti riguardi…- dissi a bassa voce
-ogni cosa che mette a rischio i miei piani mi interessa-
-HO DETTO NIENTE! LO CAPISCI O TE LO DEVO DISEGNARE?- urlai girandomi verso di lei, l'acqua del mare si alzò alle mie spalle
-che vuoi fare? Combattere? Pensi che non ti ferirò?- chiese mettendosi sulla difensiva
-se mi attaccassi forse capirei per una volta cosa diamine pensi!- risposi facendo partire un raggio d'acqua contro di lei
-patetico…- disse congelando il raggio prima che la toccasse -tu non controlli i tuoi sentimenti e questo ricade sui poteri, provaci di nuovo-
-mi prendi per il culo?-
-non l'avevi notato?- chiese distruggendo il raggio per poi indirizzarlo in mille frammenti contro di me -tu hai paura di ciò che non conosci, ed è per questo che hai paura di me, non sai cosa penso e questo ti spaventa, non sai cosa abbia intenzione di fare, per questo non sai se ti ficcherò queste schegge di ghiaccio negli occhi, o se giocherò a bruciarti come una strega sotto l'inquisizione, o se preferirò fare di peggio e soffocarti con il veleno di qualche pianta…- disse fermando le schegge a poco da me, dietro le sue spalle delle piante rampicanti iniziarono  muoversi come tentacoli mentre presero fuoco diffondendolo anche al legno che aveva posizionato prima. Era inquietante e magnifica allo stesso tempo, era fiera nella sua posa e nelle sue parole, era calma e convinta, senza dire nulla abbassai le acque e lo stesso fece lei con il ghiaccio. -non mi hai fatto paura tu… io ho paura di me, ma non lo puoi capire, tu hai un controllo totale di te… e dei tuoi poteri- dissi crollando a terra. Lei si avvicinò a me e prendendomi la testa la posò sul suo petto accarezzandomi
 
-tu non hai nulla di cui spaventarti… i tuoi poteri sono già sotto il tuo controllo, non ti faranno male-
-io non ho paura dei miei poteri… io ho paura dei miei sentimenti…-
-e perché mai dovresti avere paura dei tuoi sentimenti?- chiese ridendo. Io non dissi nulla mi alzai all'altezza del suo collo e le diedi un bacio, lei rabbrividì fissandomi senza dire nulla
-fermami… ti prego… non voglio farti del male…- dissi piangendo
-hai paura dei tuoi desideri?- chiese guardandomi negli occhi
-no… ho paura di non resistere più… ho così tanto dentro… ma non posso fare nulla… non posso dire nulla…-
-io sono qui, con me puoi parlare- rispose accarezzandomi con sguardo un po’ timido
-voglio solo capire…- dissi abbassando lo sguardo
-cosa vuoi capire?-
-tu cosa diamine provi per me Bianca? Che cosa sono? Un giocattolo che usi quando hai voglia di esercitarti a conquistare e distruggere il cuore di qualcuno?- chiesi oramai rassegnato, lei non disse nulla, il suo volto divenne più cupo  e gli occhi vuoti
-Bianca… so che me ne pentirò ma ho bisogno di buttar fuori almeno questo… io ti amo… ti amo da impazzire, sto già impazzendo, io non so cosa diamine provi tu… ti prego, piuttosto che darmi finte speranze dimmelo ora… dimmi che non mi ami…-
-Alex… io… io non lo so… ho tante cose per la testa… ho bisogno di tempo… ti prego, perdonami…- disse adendo in lacrime
-Bianca…- dissi mentre un fischio di una barca si avvicinò a noi.

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Capitolo 19
*** il bacio del demone ***


POV Morte Bianca
 
Non avrei mai immaginato di essere in grado di condizionare così tanto Alex, ma il mio rifiuto lo lasciò piuttosto turbato, abbastanza da attaccarmi con i suoi poteri, lo lasciai sfogare evitando di ferirmi, sarei voluta rimanere distaccata, ma bastarono solo due parole a confondermi -ti amo- mi disse -con che coraggio riesce a dire certe cose?- pensai guardandolo negli occhi, ma invece che prenderlo e baciarlo dissi semplicemente che volevo tempo -che diamine vado a dire? Io lo amo, ma… ma forse è meglio non dire nulla? Siamo comunque destinati a separarci, non potrei mai fargli tanto male- pensai. Il rischio era dirgli che lo amo e non dagli nemmeno il tempo di crederci per poi vedere tutto finire.
 
Il tempo di rispondergli che un fischio di barca mi distrasse dalla situazione -hey ragazzi!- urlò Trisha vedendoci
-hey…- dissi andando da lei, Alex rimase invece seduto sulla riva a fissare l'orizzonte. Trisha non parlò molto, lo prese sotto braccio e lo portò in barca, lui continuò a non dire nulla con sguardo spento -che l'abbia ferito davvero tanto il mio forse?- pensai dispiaciuta.
 
-dai tirati su Bianca, c'è una gara di musica dopo, ti va di scegliere la coreografia per questa canzone?- chiese Trisha dandomi una cuffietta. Era una canzone familiare, xverso di Tiziano Ferro, il mio cantante preferito. Più sentivo la canzone e più mille strani pensieri mi passarono per la testa, più che altro mi passò per la testa solo Alex nelle mille piccole fantasticherie che a tutti sarebbero venuti con quella canzone, o forse non a tutti. Scrissi su un foglio la coreografia e la passai a Trisha -um… dopo la dobbiamo provare, con chi balli?- mi chiese
-non credo tu abbia capito, vorrei vedere te ballare, sei una ragazza molto sexy, l'ideale per la canzone-
-e il mio partner?-
-vorrei fosse Alex, io non potrei mai ballare quindi lascio a voi la scena- dissi imbarazzata.
 
La barca non impiegò molto ad arrivare su un'isola, vi era già un falò acceso e al nostro arrivo le prove ebbero inizio. -quindi, mi fai vedere i passi?- chiese Trisha mettendo Alex seduto su una roccia
-bhe segui le parole della canzone, qualche movimento di bacino e poi segui le parole della canzone, sei brava a sedurre Trisha, fallo seguendo la musica-
-ho paura di non aver capito, potresti farmelo vedere?- chiese, non ero certa se dicesse sul serio o no, ma era meglio farle vedere
-Alex, ti alzeresti per favore?- chiesi, lui non disse nulla, con sguardo cupo si alzò rimanendo fermo. Mi misi le cuffiette e seguendo la musica segui le indicazioni, lo strinsi a me e memorizzando le parole passai le mani sul suo corpo, passai dalle spalle fino ai suoi fianchi per poi risalire, avvicinando la bocca al suo collo feci cenno di un bacio, poi passai ad uno sguardo frontale, sorrisi e poi mi poggiai un dito sulle labra in segno di silenzio. Il ritornello lo feci uguale per l'intera canzone, accarezzai il collo le spalle e alzando il mento ripetè le parole della canzone sul essere un bastardo, bastarda nel mio caso. La seconda strofa iniziò con un cenno ad un massaggio e poi ad una resa maliziosa. Il resto di lo riempì di qualche cenno di movimenti improvvisati. Ogni indicazione la mostravo e la descrivevo facendola, Trisha passo quasi tutto il tempo a ridere -certo che sei cattiva, non sarò brava a provarci con qualcuno, ma almeno io mi sono fatta uscire qualche idea-
-non rido per te, ma per Alex, se rimane così immobile sarebbe più facile far ballare un tronco d'albero- disse sorridendo
-io non ballo…- disse lui andandosi a sedere
-come non balli?- chiesi
-non ballo Bianca, guarda un po’, non va tutto come progettato o desiderato per parecchio tempo-
-è un dispetto? Solo perchè non ti ho detto che anche io provo lo stesso per te?- chiesi
-no, il problema è che io ti dico che ti amo e tu dopo nemmeno un'ora mi metti a ballare una cosa simile con Trisha, quanto valore ha avuto quella confessione per te?-
-non mi sembra il momento di discuterne Alex, io ci tengo a vincere la gara-
-tutto per te ha la precedenza a me, tutto, anche questo stupido ballo!-
-calmati-
-no, non mi calmo, fatelo voi questo spettacolino osceno, avete già la coreografia in mente no?- disse allontanandosi
-ma…- iniziai
-dai che andremo bene, tanto basta che ti lasci andare un po’ alle mie avance- disse Trisha facendomi l'occhiolino. Non ebbi molta scelta, rimasi ad aspettare il mio turno con lo sguardo di Alex addosso.
 
Dopo qualche altra esibizione toccò a noi. Partita la canzone lasci fare tutto a Trisha, io ero totalmente bloccata dall'imbarazzo. Lei non fu semplicemente brava, lei mi fece sentire a mio agio, quando mi stringeva a se e i suoi sguardi mi entrarono dentro facendomi intimidire senza un apparente motivo, era così delicata e allo stesso tempo maliziosa, sentì come una sensazione di piacere dentro di me, lei sapeva come guardarmi, come portarmi, come prendermi, lei sapeva tutto e quel sapere la rese particolarmente attraente. Più sentivo la canzone e più un desiderio dento iniziò a fare capolino. Era ironico che lei che era un demone avesse negli occhi i ricordi di un amore che viveva con la purezza di una dea, ed io che avevo passato più tempo a chiudere le gambe che aprir bocca sentivo dentro di me un turbinio di emozioni sempre più intenze e per niente pure. Come essere umano era ovvio che provassi degli istinti, ma come persona di certi valori mi sentì tradita da me stessa.
 
Il ballo continuò per tutta la durata della canzone, poi qualcosa mi colpì, quando la canzone parlava di cicatrici lei mi mise una mano al centro del petto per poi scendere sullo stomaco, come se lei conoscesse tutte le cicatrici che mi tenevo dentro, lei mi conosceva più di quanto io volessi conoscere me stessa. Commossa mi lasciai andare al suo volere e la canzone si concluse con un bacio. Rimasi sorpresa poi qualcosa mi invase la testa -ti chiedo immensamente scusa Bianca…- sentì la voce di Trisha mentre delle immagini di lei con un'armatura che mi teneva per il collo mi invasero la mente -io non voglio farti del male… scappa, ti prego, o Tanato troverà il modo di portarti di nuovo nell'Ade distruggendo tutti, anche me e Alexey…- lei staccò le labbra da me e quando aprì gli occhi la vidi in lacrime come me. Attorno a noi tutti applaudirono felici, ma dentro di noi non c'era nulla per cui gioire. Io avevo fatto finta di nulla, ma lei aveva ragione, la mia vita era a rischio, anche se non volevo dargli peso, il rischio che correvo aveva un grande peso.
 
Mi sembrò tutto diverso dopo quelle parole, io mi ero concentrata a pensare ai progetti a lungo termine, ma chi mi avrebbe assicurato che ci sarei arrivata ad un lungo termine. Finita la competizione andai da Alex che mi guardò malissimo -come è stato? Almeno con lei sei stata più spontanea che con me, a quando il vostro matrimonio?- chiese seccato
-smettila-
-perché dovrei? Sembrate una coppia perfetta-
-ma io non voglio stare in coppia con lei…-
-c'è anche un'altra persona? Certo che per essere una che non esprime sentimenti ci provi con tante persone-
-sai che c'è? Fanculo, io mi riferivo a te, ma sembra che tu non sia il tipo di persona per cui iniziavo a provare ei sentimenti… solo perché non ho ceduto subito ora tu mi tratti male… non parlarmi più…- dissi andando sulla barca che ci avrebbe riportati sulla spiaggia -che ne sa di quanti sforzi sto facendo per lui?- pensai furiosa, tentai di chiudere gli occhi ma non riuscì a pensare ad altro che al tempo che scorreva inesorabile, la mia fine poteva essere dietro l'angolo e io non l'avrei mai vista in tempo.
 
Il viaggio in barca non fu lungo, arrivati sulla spiaggia del campo mi rimase solo andare a dormire -hey Bianca, Alex rimane li?- chiese Trisha
-per me può rimanere anche in mezzo al mare- risposi
-non lo pensi davvero-
-chi lo sa- risposi avviandomi
-lui non ti ha fatto nulla-
-lui non capisce nulla! Crede che dico di no per sfizio, che non lo voglio con me perché mi piace giocare al tira e molla-
-e perché non gli dici come stanno le cose?-
-perché non si può… io so cose che lui non deve sapere, io conosco cose su di lui che mai mi racconterà-
-ma di preciso, di cosa hai paura?-
-io non voglio ferirlo… dopo questa competizione la sua famiglia lo vuole a casa, non può rimanere qui con noi… hai idea di cosa significherebbe una notte di puro amore per poi dirgli la mattina dopo grazie ed arrivederci? Lui merita una storia felice, non una relazione distante con una come me-
-capisco… quindi cosa farai?-
-troverò una scusa per allontanarlo e rendere il distacco meno doloroso… in fin dei conti lui ha visto nel mio pc qualche giorno fa…-
-e questo che vorrebbe dire?-
-era aperto sul nostro sito-
-ahia… non dirmi che ha fatto qualcosa-
-e chi lo sa, non è che ci vogliano ore intere per divertirsi un po’-
-dipende…-
-non iniziare, non voglio le tue storie di conquiste-
-no, io pensavo altro, può anche solo essersi visto i video senza secondi fini, il sito lo hai creato anche per lasciar esprimere gli altri e insegnare a chi non sa nulla…-
-non crederai mica che volesse apprendere? Spero per lui di no, non gliela avrei data nemmeno se fosse diventato un esperto-
-ho l'impressione che tu non abbia la minima idea di quanto potere da l'esperienza-
-guardami… non me ne frega- risposi entrando in tenda. Era davvero insopportabile il tono malizioso con cui parlava trisha, mi faceva sentire a disagio nonostante io non avessi mai agito.
 
Lei rimase fuori mentre io decisi di dormire, avrei voluto almeno. Dopo qualche minuto trisha arrivò mettendo in tenda Alex -che ci fa lui qui?-
-riposa, come te mi sembra… prova a parlarne con lui… non passerete una notte di fuochi d'artificio, ma almeno vi chiarirete…- disse uscendo. Io rimasi a fissare Alex che riposa, aveva gli occhi chiusi e un'espressione confusa -come posso guardarti negli occhi e dirti che ti ho venduto come carne da macello? I tuoi zii paterni mi hanno pagata profumatamente per farti recuperare a scuola, ora è scaduto il contratto… mi dispiace…- bisbigliai accarezzandolo -non avrei mai immaginato di provare qualcosa di così forte per te… se l'avessi saputo… probabilmente ci avrei pensato più volte… ma io ho bisogno di quei soldi… non hai idea di quanto faccia male vedere i miei genitori uno in galera e uno oramai col fegato a pezzi… mi dispiace tanto…- dissi in lacrime mentre lo stringevo a me.
 
Non ricordo cosa mi abbia preso ma all'improvviso mi senti delle zampette percorrere la schiena e un puntura al collo mi fece crollare in un sonno piuttosto strano. Non ricordo di aver sognato qualcosa, ma mi sono svegliata all'improvviso e invece che essere in tenda ero sulla spiaggia. Mi alzai di colpo e guardai verso un fuoco non troppo lontano -Alex! Che diamine stai facendo?- chiesi andando da lui
-è Trisha, non so cosa le sia successo…-
-levati di mezzo- dissi spostandolo, trisha era silenziosa, cercò di parlare ma le uscirono solo parole confuse -iuamita il chiomar mi ha tacontagia, natato mi sta nenpudo-
-trisha… io non capisco…- dissi. Lei scrisse per terra delle frasi e  dei disegni, prima un simbolo conosciuto, lo stesso che avevo visto sulla tenda, poi un uccello gigante e poi fiamme -Tanato…- dissi, lei fece solo
un cenno con la testa. Mi girai verso Alex -va a prendere il libro della conoscenza- ordinai avvcinandomi a Trisha -non temere, io sono qui per te…- dissi stringendola a me, non so cosa sia successo ma senti come un calore immenso bruciarmi, io non ero in fiamme, ma quel fuoco mi feriva.
 
POV Alexey
 
Morte Bianca rimase a fissarmi per qualche secondo poi Trisha ci fece salire su una barca. Era rimasta a riva e probabilmente aveva chiesto aiuto, era bizzarro il suo comportamento. La sua missione era ucciderci, perchè salvarci da una morte certa per fame o per sete? Forse stava iniziando a cambiare.
 
Arrivati su un'isola vicina ci fu un'ultima competizione, una sulla musica. Non ero del morale giusto e la canzone seguita dalla sua coreografia mi fece solo innervosire di piu -come può fare una simile coreografia ignorandomi del tutto?- pensai vedendo Morte Bianca che faceva le prove -e poi perché vuole che faccia una cosa simile con trisha? Non ha avuto nessun peso la mia dichiarazione?- mi chiesi. Ero nervoso e senza nemmeno dare il tempo alle ragazze di organizzarsi le lasciai a ballare da sole.
 
Credevo, speravo di fargli un torto, ma Morte Bianca e lei riuscirono non solo a ballare in modo coordinato, ma conclusero anche con un bacio -che diamine fanno?- mi chiesi preso dalla rabbia, sarei voluto andare in mezzo alla scena e urlare, ma Morte Bianca non aveva detto nulla su quell'isola, ne si ne no, non potevo pretendere di averla tutta per me se lei non voleva.
 
Finita la competizione salimmo tutti sul traghetto di ritorno per il campo, sarei voluto rimanere sveglio, ma un sonno improvviso mi avvolse, prima di addormentarmi vidi solo un ragno schifoso sul mio polso. Ho sempre pensato che i sogni fossero una specie di messaggi che provenissero da dentro e da fuori di me, come un sesto senso. Solitamente ero felice di sognare, ma stavolta, il sogno fu tutt'altro che piacevole.
 
Mi ritrovai in mezzo al nulla, all'improvviso le piante intorno a me iniziarono a crescere e presero improvvisamente fuoco -c… cosa succede?- chiesi preoccupato
-questo è il risultato del tuo fallimento. Tu e i tuoi amichetti avete abbassato la guardia ed ora tutti stanno bruciando, non le senti le loro urla?- chiese una sagoma nera apparendo alle mie spalle
-Apate? Tornata per la rivincita?-
-no, tornata per completare l'opera, o meglio, per convincere Trisha a fare il suo dannato lavoro: cuocervi a puntino-
 
Sarei voluto intervenire, ma le fiamme iniziarono a stringersi attorno a me -sento che presto il progetto di Tanato sta per compiersi, prova ad aprire gli occhi come si deve, scommetto che non riuscirai a salvarla in tempo- disse schioccando le dita, accanto ame apparve Morte Bianca che dormiva mentre le fiamme la avvolgevano
-lei sta bene, è solo un sogno-
-davvero? Prova a scoprire se davvero è tutto un sogno o se ti sei svegliato senza nemmeno saperlo-
-io sto sognando!-
-il tempo che impiegherai a capirlo lei morirà, non esci da qui senza il mio volere, qui nessuno ti può salvare, nemmeno il cerchio dei diamanti-
-cerchio dei diamanti?-
-si, i tuoi amici non te ne hanno parlato? Sono una schifosa setta che sta sfruttando te e la tua ragazza per non dover avere loro il fardello degli elementi dell'equilibrio, ma se li dai a me io farò tornare le cose come in principio. il potere ai demoni, la saggezza agli dei e il coraggio agli uomini, niente guerre, niente scontri… devi solo darli a me e io farò in modo che torni tutto alla normalità-
-se davvero gli elementi dovessero essere con te lo sarebbero, ma i miei amici me li hanno affidati ed io me ne occuperò a costo della vita-
-che eroe, ma tic tac caro mio, le fiamme consumano la carne umana sai?- disse indicando Morte Bianca.
 
Ero furioso, tanto che tentennai, quello era solo un sogno, poteva anche succedere, ma un odore particolare mi attirò -cosa c'è? Senti odore di carne cotta? Devo ammettere che è davvero buono…- disse con un ghigno. Mi bloccai e creando due lame al posto delle braccia iniziai a colpire la sagoma di Apate. Più colpivo e più lei era inafferrabile -sei ancora sotto effetto delle mie tossine, io non sonno davvero nella tua testa, ma Morte Bianca.. Lei è davvero tra le fiamme- disse scomparendo.
 
Il sogno scomparve ed io spalancai gli occhi preoccupato. La tenda era particolarmente illuminata, tanto da sembrare in fiamme, era davvero in fiamme. Mi girai preoccupato verso Morte Bianca e senza farmi troppi scrupoli la presi in braccio. Ero più che deciso a riconquistare la sua fiducia, dopo essere scoppiato in una scenata di gelosia la sera ero davvero preoccupato per ciò che sarebbe successo non appena si fosse svegliata.
 
Con Morte Bianca in braccio uscì dalla tenda e attirato quanto preoccupato insegui il percorso delle fiamme. Non immaginavo che il percorso sarebbe arrivato fino alla spiaggia, ma ci arrivai lo stesso. Poggiai delicatamente morte bianca sulla sabbia e andai verso il punto più carico di fiamme. Credevo, speravo fosse solo un falò, ma le urla di una ragazza mi fecero ricredere -T… Trisha?- chiesi avvicinandomi. Lei si girò era totalmente in fiamme -a… iuta…mi- disse lentamente, la sua voce era distorta e il suo pianto era potente e stridulo -perché trisha? Io mi fidavo di te… hai deciso di tradirci-
-ti… pre...go- disse mentre cadde in ginocchio urlando.
 
Appena sveglia Morte Bianca prese la situazione in mano, mi fidavo delle sue idee, andai dunque di corsa a prendere il libro della conoscenza. Quando lo ebbi in mano non mi chiesi altro che cosa fare per Trisha e all'improvviso le pagine iniziarono a girare.
 
Il marchio di tanato rende schiavo chi non ha la forza di combatterlo, se il suo corvo invade l'anima di qulcuno, le fiamme lo consumeranno da dentro, solo la grazia divina potrà salvare quell'anima.
Il divino potere è la luce che brilla dal cielo, una tempesta di luce che scaccia via i corvi del buio.
Chi recita le mie parole, farà piangere il Sole, con la lancia di diamante, oh cavaliere, taglia le tenebre e fa brillare il cielo.

 
Lessi, di corsa andai da Morte Bianca e lei senza dire molto si mise una mano al petto e dal suo neo ne cacciò una sfera di diamante, questa cadde a terra e creò la punta di una lancia e poi il manico che apparve in mano a Morte Bianca -recita Alex, recita quell'incantesimo- disse.  Io mi misi davanti a Trisha ed iniziai a leggere -tu che nella vita trovi la tua cena, lascia questo corpo che non ti appartiene, il tuo corvo di morte non avvolgerà l'anima di chi vive nella luce, io ordino col potere conferito dai tre elementi che tu lasci libera la sua anima!- urlai, Morte Bianca disegnò con una lancia un cerchio attorno a lei e Trisha -Alex, alza il mare, me ne occupo io poi- disse, io con una mano alzai le onde e le trascinai intorno a loro. Morte Bianca le congelò creando una sfera attorno a se imprigionò Trisha
-Morte Bianca!- urlai battendo i pugni, lei non mi guardò nemmeno, con la lancia bloccò Trisha a terra e con un colpo secco la trafisse alla mano destra che stava diventando nera.
 
-ragazze!- urlai mentre il ghiaccio si sciolse
-occupati di lei, io vado a cercare delle bende- disse Morte Bianca allontanandosi
-Trisha, come stai?- chiesi
-Alexey… io… io non voglio rischiare di farvi del male quindi in questi giorni perderete le mie tracce… ma prima voglio che tu faccia una cosa per me…- disse cacciando una freccia con un cuore -questa è la freccia di Cupido, era indirizzata a Morte Bianca e voglio che la tenga tu. Per sconfiggere Tanato c'è bisogno che vi innamoriate, quindi ti prego, in una situazione di emergenza usala, trafiggila abbastanza affondo da rendere impossibile toglierla, lei deve innamorarsi di te a costo della sua volontà, il mondo ha bisogno di Whitex…- disse stringendomi a se. -una freccia di Cupido? Che davvero funzioni?- mi chiesi
-che diamine fate? Spero per voi che non parliate di me- disse Morte Bianca arrivando con le fasce
-e anche se fosse? Che ti interessa?- chiesi
-mi interessa perché ci sono cose che tu non devi sapere e non te le dirò mai in vita mia- rispose
-neanche tu devi sapere sempre tutto- pensai nascondendo la freccia sotto la maglia.

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Capitolo 20
*** questo è un addio ***


POV Morte Bianca
 
Trisha era davvero spaventata e senza nemmeno pensarci la strinsi più forte a me mentre Alex era andato a cercare il libro. Non so nemmeno come io abbia fatto a resistere a quel calore immenso, ma per fortuna con l'aiuto di Alex riuscì a risolvere la situazione. Per bloccarla le trafissi una mano con la lancia, l'unica parte che stavo vedendo diventare nera, lei emise solo un urlo sordo e un inchiostro nero lasciò la sua mano dissolvendosi.
 
Andai quindi a prendere una fascia per Trisha. Ero nella via di ritorno quando il mio cellulare squillò -pronto?-
-hey, tu sei Bianca vero?- chiese una voce
-si… chi mi cerca?-
-io sono Sabrina, la cugina di Alex, chiede mia madre, per che ora ce lo mandi domani?-
-d… domani?-
-già, il campeggio è finito no? Qui lo stiamo aspettando per fargli fare una scuola privata così almeno un po’ di dignità se la tiene se si diploma alla scuola migliore del paese-
-la scuola migliore?-
-già, con l'istruzione basilare di gente come te non troverà un lavoro facilmente, per non parlare che sarebbe davvero uno scandalo che un esponente della famiglia Franzoni lavori come un lavapiatti là a Lipona-
-è sotto la mia tutela, la mia famiglia non è da meno, dovresti saperlo-
-lo so, ma tu sei un ramo che possiamo tagliare come oramai morto…-
-chiudi la bocca, non dovresti parlare di cose che non sai-
-gli incidenti familiari di questa portata sono più che famosi, su tutte le pagine, comunque so che non sei da meno, è per questo che l'ho lasciato da te per un po’, anzi, ti abbiamo pagata pur di tenerlo lontano da noi- disse la ragzza ridendo
-non tornerà da voi…-
-sicura? Vuoi che tutti sappiano dei tuoi lavoretti con quel poliziotto, ho parecchie foto compromettenti-
-sai bene che Simon non c'entra nulla-
-le foto dicono il contrario, basta cambiare prospettiva al fotografo per rendere ogni vostro gesto equivoco… rovineresti così la tua e la sua vita? Che egoista…-
-sembra che tu te la sia presa sul personale questa cosa di farlo tornare… che hai in mente?-
-nulla, solo quello che ti ho detto… tu piuttosto… cosa vorresti da lui? Sai bene che non ti darà più soldi di quelli che ti diamo noi… sbaglio o ti servono? In fin dei conti il tuo ramo familiare si sta intossicando con l'alcool già da troppo tempo non credi?-
-smettila cazzo! Ti diverte? He? Vuoi così tanto Alex? Bhe te lo mando il prima possibile allora! Ma giuro che se ti vedo razza di sgualdrina ti strappo i capelli e te li faccio ingoiare… metti piede a Lipona e ti assicuro che ti scateno contro l'intera organizzazione-
-ah, dimenticavo, te la fai coi camorristi… come si chiama la tua amica… Trisha? Anche lei è stata pagata per lui, più che altro per far fuori le foglie marce… ma visto che torna, le ho dato l'ordine di non agire più… ti chiamo domani per sapere se Alex è partito… goditi questa nottata… di fuoco- disse chiudendo.
 
Quelle parole, quei riferimenti, tutto era preciso come non mai, sapevo che la famiglia di Alex mi aveva seguita per un periodo per studiare me e il mio passato, ma Trisha me l'aveva giocata troppo grande,  non solo non mi ha detto nulla sull'accordo con la famiglia di Alex, ma aveva anche provato svariate volte ad uccidermi -che quello di stanotte non sia stato un caso? E il naufragio? È un demone, avrebbe potuto affogarmi senza problemi se voleva- pensai andando da loro. Da lontano li sentì bisbigliare e quindi mi nascosi per cercare di capire ma nulla, riusci solo a sentire una frase piuttosto preoccupante -trafiggila abbastanza affondo da rendere impossibile toglierla- e poi un altro pezzo tipo -anche contro la sua volontà- per non parlare del fatto che intravidi che trisha aveva dato qualcosa ad Alex.
 
Furiosa spuntai dal cespuglio e li beccai in fragrante, diedi il cerotto a Trisha, ero a pezzi, nella testa avevo mille pensieri e il corpo era stanco e quindi decisi di riposare sulla riva della spiaggia -se devo morire, preferisco farlo nel sonno- pensai chiudendo gli occhi mentre guardavo verso Alex e Trisha.
 
La mattina dopo un fischio mi fece saltare sul posto -signorina, tutto bene?- chiese l'insegnate di meccanica
-professore, non la vedevo in giro da molto, buongiorno…-
-ero impegnato con alcuni problemi alle auto del campo, sembra che da quando sono arrivate qui siano state distrutte da qualche insettino… comunque ti sono venuto a cercare perche devi prepararti e tornare a casa, il challenge è finito e c'è solo un pullman che partirà per le 4 di pomeriggio, quindi aiuta gli altri con le tende e le costruzioni- disse aiutandomi ad alzarmi
-va bene prof… la prego di perdonarmi se mi sono addormentata qui ma…-
-non temere, so cosa si prova a dormire sotto le stelle, hai fatto la cosa migliore, anche se mi hai fatto preoccupare. Prima scompare l'insegnate di educazione fisica e poi tu, se non fossero sciocchezze avrei pensato che foste state rapite- disse ridendo
-la professoressa di educazione fisica?-
-già… dopo il torneo di roverino non l'abbiamo più vista in giro, ma visto che tra noi insegnati non ci conosciamo molto penso sia semplicemente tornata a casa visto che non si sentiva bene il giorno prima…-
-capisco…- dissi andando verso il campo. Trovai al lavoro Trisha e Alex che ridevano felici, li ignorai per tutto il tempo e aiutai gli altri a sistemare le loro cose, volevo pensare bene a cosa dire quando avrei cacciato a calci quei due dalla mia vita.
 
Gli altri furono felici del mio aiuto tanto che molti condivisero con me il loro pranzo, una forchettata di pasta al tonno qui, un panino al prosciutto là e pian piano riuscì a riempirmi lo stomaco mangiando persino il dolce. Le quattro non impiegarono molto ad arrivare ed io presi le mie cose, le ficcai in tutta fretta nel mio zaino e salì sul pullman per casa. Vicino a me si sedette Trisha, mentre Alex rimase avanti perchè non si sentiva sempre bene in pullman.
 
-Bianca, non ti ho vista per tutta la giornata… tutto bene?-
-no, sei una traditrice-
-c… che vorresti dire?-
-tu hai fatto un accordo con la famiglia di Alex per ucciderlo, non ti bastava fare accordi con Tanato? Vuoi anche dei soldi?-
-Bianca… io non credevo di affezionarmi a voi, ma non l'ho fatto, non li voglio nemmeno quei soldi, voglio solo vedervi felici-
-bhe se vuoi rendere felice me… sparisci dalla mia vita… mi hai tradita…-
-tu non sei da meno, hai fatto da talpa per la polizia, mi avresti venduta a quel poliziotto che ti porti dietro come un cane se fossi stata un'umana normale-
-te lo saresti meritato! Tu spacci, bevi, fumi e fai fuori chi non ti asseconda, saresti stata un'umana davvero spregevole-
-io ero così… l'amore mi ha cambiata, ma se questo non sei stata in grado di capirlo, non mi hai mai conosciuta abbastanza a fondo… divertiti Bianca nella tua solitudine…- disse sparendo in un cumolo di polvere nera.
 
Ero tra lo sconcertata e il furioso, non volevo ferirla, ma orami era troppo tardi e in fondo credevo che le avrebbe fato bene stare lontana da me, non avrebbe più rischiato di impazzire. Passai le due ore a pensare all'accaduto, se aveva funzionato con Trisha, forse trattare così male avrebbe funzionato anche con Alex, a Trisha non ha fatto male separarsi da me perché era arrabbiata, e quando odi qualcuno lo scordi più facilmente senza soffrirne la mancanza, così credevo funzionasse.
 
Arrivati a casa misi il mio zaino vicino al letto e guardai Alex che apriva il suo -non preoccuparti del tuo zaino- dissi
-non preoccuparti di aiutarmi, le so posare le cose anche io- disse con un sorriso
-non ho detto che volevo aiutarti. Voglio che tu faccia le valige e te ne vada da qui, questi sono i biglietti che ti serviranno per il viaggio, i tuoi parenti a Minola ti aspettano, dopo ciò che hai combinato prima di partire non credo di poter passare altro tempo con te-
-che avrei fatto?-
-il pc Alex… non dimentico quello che ho visto quando sono entrata in camera, sei disgustoso, nemmeno la decenza di usare il bagno o il tuo cellulare…-
-non starai davvero pensando che io abbia fatto qualcosa su quel sito… Bianca, io non ho fatto nulla, è caduto il pc e l'ho aperto per vedere se stava bene e poi sei arrivata tu…-
-chi ti ha permesso di mettere piede in camera mia?-
-b.. Bhe c'era il tuo telefono… volevo prenderlo per portarlo da te…-
-che scusa del cazzo-
-e poi che c'è di imbarazzante in quella stanza?-
-c'è la mia privacy, tutto ciò che accade in questa casa è registrato li dentro, nel caso di un furto o altro, ho bisogno di avere le prove e non mi va a genio che tu veda le registrazioni della mia vita privata-
-vita privata?- chiese arrossendo
-ti prego di uscire da casa mia ed aspettare il taxi- dissi prendendo le sue cose per metterle fuori la porta
-Morte Bianca…- iniziò lui
-ho detto va fuori!- dissi buttando sul vialetto la valigia
-come desideri…- disse uscendo.
 
Mentre lui rimase fuori io mi rinchiusi in camera per chiamare una persona -hey…-
-Bianca? A cosa devo la tua chiamata?- chiese Simon
-capo… l'ho cacciato di casa…-
-cosa?! Ma sei scema?-
-i parenti lo vogliono, mi hanno minacciata, ci hanno minacciati… Simon, potrebbero usare delle foto compromettenti contro di noi, non voglio rovinare la tua reputazione… per non parlare del fatto che potrebbero anche sfogarsi su Alex…-
-capisco… occupati di portarlo dalla famiglia il prima possibile prima che loro usino il ricatto- disse
-agli ordini… poi ci organizziamo per un caffè-
-va bene Bianca… sii forte, per tutti…- disse chiudendo la chiamata -forte…- pensai stampando dei documenti che avevo fatto su Alex. Li raccolsi e li misi in una busta gialla, un timbro e scrissi nome di mittente e destinatario. Mentre mi preparavo per uscire chiamai Sabrina -pronto?- rispose
-sta per partire da casa tra poco-
-che brava, sei stata piuttosto veloce… manda anche i documenti in cui rinunci alla tutela per affidarlo a noi-
-già stampati…-
-che brava…-
-stronza…-
-hehehe, no sono solo più astuta… goditi il tuo ultimo assegno… ciao ciao- disse chiudendo la chiamata.
 
Io uscì di casa e mi trovai un taxi davanti casa -sarà meglio usarlo per andare a fare la consegna in stazione centrale…- pensai salendoci sopra. Dentro ci trovai Alex che appena mi vide cercò di parlare, ma io lo zittì con un gesto -io voglio vivere questo viaggio come se tu già non ci fossi, quindi sta zitto e girati dall'altra parte- dissi affacciandomi dal finestrino. L'autista rimase in silenzio e ci portò verso la stazione centrale. Scesi mi avviai verso la zona della posta -Bianca…- disse Alex afferrandomi la mano
-cosa vuoi? Sbrigati che il treno non so tra quanto parte-
-vorrei solo sapere perché mi stai allontanando… è perché ti ho detto che ti amo? Se vuoi cercherò tenere per me i sentimenti, se non mi vuoi basta dirlo…-
-non è questo…- lo interruppi -posso farcela…- pensai con un sospiro
-allora cosa c'è?-
-vorrei tu guardassi questi assegni- dissi mostrandogliene alcuni -questo è ciò che ho guadagnato dalla tua famiglia per averti fatto da babysitter. La tua famiglia ti ha venduto per un periodo, ma ora ti rivogliono a casa e io non mi posso ribellare, mi hanno già pagata abbastanza per tenerti tra i piedi. Non hai idea di quanto tu abbia reso complicato tutti i miei lavori, non hai idea di quanto tu mi abbia reso difficile il lavoro per la polizia e per la scuola, io studiavo per dare a te gli appunti, io lavoravo per la polizia per un debito che ho con Shans. Lei mi ha dato una seconda possibilità, lei e la polizia, io dovevo occuparmi di te e di alcune missioni per la polizia, era tutto ben organizzato ma tu hai rovinato tutto. Tu sei un caos che nella mia vita non ha portato altro che confusione, senza di te credo di riuscire a trovare la mia strada, quindi ti prego di andartene che ne ho avuto abbastanza di questa conversazione…- dissi girando le spalle per poi andare.
 
Non mi sarei mai più dimenticata da quel momento i suoi occhi sbarrati pieni di lacrime, ho sentito il suo animo frantumarsi in mille pezzi e non ebbi nemmeno il coraggio di guardarlo per una seconda volta in faccia, lo senti solo tirare su col naso e poi a trascinare lentamente la valigia verso i binari.
 
-cosa ho fatto? Ho fatto bene no? La sua famiglia si occuperà di lui… io non ho abbastanza soldi per renderlo felice… ma ho tanto amore da poter dare… ma che non so dare… cazzo! Io l'ho ferito a morte…. Ed ora… ora non posso fare più nulla…- pensai rallentando, poi accelerai il passo -è per il bene di tutti…- cercai di convincermi -lui starà meglio lontano da me… ho usato la stessa tattica di Trisha… ma allora perché lui non è rimasto indifferente come lei? Pensavo fosse la tattica migliore… ma… ma ora io non sto bene…- pensai guardando la busta gialla -tutto questo lavoro per poi aver ottenuto solo dei soldi…- pensai guardando gli assegni -ma lui non vale così poco… lui vale più di questi sporchi soldi!- pensai accartocciandoli. Il passo divenne sempre più svelto, ma mi allontanai dal bancone della posta.
 
Sentivo dentro come un vuoto -che sia il vuoto che mi sta lasciando lui? Alex… ti prego… perdonami, ma ho bisogno di capire…- pensai correndo verso i binari. -attenzione, il treno per Minola partirà tra cinque minuti, i passeggeri sono pregati di affrettarsi ad arrivare al treno- disse un addetto della stazione -cazzo!- urlai correndo più velocemente, tra la gente cercavo almeno un dettaglio di Alex, il suo zaino, o i suoi capelli tutti scombinati -non lo vedo…- pensai disperata -ALEX! DOVE SEI?- urlai, non so nemmeno cosa mi sia successo, ma senza pensarci iniziai a chiamarlo e a spinger la gente pur di vederlo per un'ultima volta. Arrivata davanti al binario lo vidi che stava per entrare -ALEX! ASPETTA!- urlai, lui si fermò e con un gesto si asciugò il viso guardandomi arrivare -cosa ci fai qui?- chiese con un contegno che non mi sarei mai aspettata
-io… mi dispiace… sono stata troppo diretta… tu non sei stato una palla al piede, anzi, forse lo sono stata di più io… ma prima che tu vada… promettimi che non tornerai mai più…-
-e perché mai dovrei tornare? Se tu non mi vuoi io non posso di certo tornare qui, a Lipona c'è solo la persona che mi ha distrutto il cuore e ci ha buttato merda sopra… non ci tengo a ricordarmi di tutto ciò che mi hai detto guardandomi dritto negli occhi… Bianca… perché mi hai fatto tutto questo? Io ti avrei amata anche se mi dicevi la verità dall'inizio, ti avrei aiutata, ma non ti sei fidata abbastanza da dirmi tutto…-
-io non posso dire sempre tutto…- dissi con le lacrime agli occhi
-dammi la soddisfazione di sapere almeno il motivo per cui mi hai baciato tutte quelle volte… pur non provando nulla per me-
-visto che non tornerai…- dissi avvcinandomi a lui -io ti amo da quasi cinque anni… non ho mai smesso di amarti, tutt'ora ti amo, ma per motivi che non posso dirti sono obbligata a mettere da parte i miei sentimenti… io non posso darti una vita felice… permettimi soltanto di dirti addio…- dissi accarezzando il suo volto
-tu non meriti di piangere per una come me… dimenticami, ti prego…- dissi baciandolo. Per la prima volta non sentivo il fuoco nel cuore, ma il freddo negli occhi, avrei voluto stringerlo e fermare il treno, ma per il bene di tutti avrei dovuto lasciarlo andare. Le sue labbra non erano mai state tanto dolci, come il suo corpo non era mai stato tanto freddo e rigido, quello sembrava essere davvero un addio.
 
Quando staccai le labbra da lui, Alex rimase sorpreso, con due lacrime agli occhi -t… tu mi ami?- chiese piangendo
-n… non sembra he?-
-grazie per avermi detto almeno questo… almeno so che non mi hai mai odiato troppo… nonostante io lo meritassi a volte… addio Bianca…-
-addio Alex…ey, Alexey è come ti avrebbe fatto piacere essere chiamato vero?-
-non importa più… non sentirò più la tua voce chiamarmi, quindi non importa più come io mi voglia far chiamare…- disse mentre le porte si chiusero tra di noi
-addio…- bisbigliai distaccando a fatica lo sguardo dai suoi occhi lucidi, solo in quel momento mi resi conto di aver fatto una cazzata.

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Capitolo 21
*** Ritornerò da te ***


POV Alexey
 
L’ultimo giorno del challenge speravo andasse tutto bene, avevamo salvato Trisha, avevo detto finalmente tutto a Morte Bianca e avevo anche un'arma per rendere possibili tutti i miei sogni. Feci felice lo zaino e ci misi anche la freccia dentro, non ero certo se l'avrei mai usata, ma era l'ultima possibilità per avere Morte Bianca per me.
 
Arrivato a casa volevo solo tornare alla vita di tutti i giorni, cucinare su dei fornelli normali, dormire su un letto e non dover più toccare la terra e la sporcizia. Non ero schifettoso, ma non amavo sporcarmi. Ero convinto di tornare alla vita di tutti i giorni, ma Morte Bianca senza dire nulla prese le mie cose e mi cacciò di casa. La sua motivazione fu quella della sua stanza -ma io non ho fatto nulla…- pensai sentendo la sua teoria, lei non era in quella stanza, non poteva sapere che diamine ci facevo, ma nemmeno io avevo prove che dimostrassero il contrario. Senza discutere troppo decisi di abbassare la testa e fare come mi aveva detto, anche perché non era solo un suo ordine, ma era un ordine della mia famiglia. Non importava cosa io dicessi, loro vincevano sempre, ero una marionetta nelle loro mani.
 
Avrei desiderato un addio più dolce, ma nemmeno arrivati alla stazione dei treni Morte Bianca mi gettò contro la cruda verità, mi aveva venduto, o meglio, aveva venduto il nostro rapporto per dei soldi da parte della mia famiglia, mi aveva detto in modo più che diretto quanto io fossi stato un peso per lei e poi scomparve nella stazione. Io non dissi nulla, non ebbi la forza di dire nulla, lei aveva ragione, io ero un peso, lo ero sempre stato. -nessuno mi vuole… prima mi abbandona mio padre, ora Morte Bianca… io non ho più niente…- pensai avvicinandomi al binario dei treni, guardai in alto e vidi il cartello con gli orari, mancavano circa 10 minuti alla partenza del mio treno, ma non so perché non salì, rimasi immobile a fissare i binari vuoti accanto al mio -che valga la pena tornare da loro? Tornare in gabbia… io non voglio… ho paura… preferisco mettere fine a tutto ora piuttosto che tornare tra le loro grinfie- pensai avvicinandomi di più al binario vuoto mentre un fischio lontano si stava avvicinando -tanto non interessa a nessuno se io lo faccio no? Basta un passo per mettere fine tutto no? Posso farlo…- pensai ma un urlo mi bloccò dal fare qualunque cosa. Vidi come a rallentatore Morte Bianca avvicinarsi a me e con una sensazione di dispiacere la lasciai parlare, credo avrebbe detto qualcosa di stupido ma con mia grande sorpresa le sentì dire ciò che mai avrei potuto desiderare di più -ti amo- le sentì dire, fu come una magia che in un secondo cancellò ogni mia tristezza, ogni mio pensiero dannoso per fare spazio alla felicità. Ero contento ma allo stesso tempo mi resi conto che di quella gioia non avrei mai goduto, il treno alle mie spalle stava solo aspettando me e il dolce bacio di Morte Bianca non fece altro che rendere la partenza più dolorosa -perché mi stai amando solo quando non possiamo più stare insieme? Perché non me l'hai detto prima? Ti avrei resa felice, avrei fatto di tutto per renderti felice… ora però… di noi rimane solo un bacio…- pensai salendo sul treno.
 
Le ruote percorsero veloci i primi metri di binario, mi accomodai su un sedile ed iniziai ad osservare fuori dal finestrino il paesaggio di Lipona che scomparivano, più il tempo passava e più mi veniva voglia di sapere che stesse facendo Morte Bianca -se le mando un messaggio?- mi chiesi cacciando il telefono -hey…- scrissi, ma niente. Riprovai dopo qualche minuto ma ancora nessuna risposta. Ero preoccupato, anche se non rispondeva, di solito apriva l'applicazione per parlare con altri, ma non entrave dalla sera prima. Rimasi preoccupato ad osservare fuori dal finestrino quando all'improvviso una voce iniziò a parlare -tra poco passerà un addetto al controllo dei titoli di viaggio, teneteli a portata di mano per agevolare i controlli, grazie- disse. Io cercai il mio biglietto ed aspettai il controllore con gli occhi bassi.
 
Dopo un quarto d'ora il controllore prese il mio biglietto -Alex Franzoni?-
-s… si?-
-questo biglietto è sbagliato, è pregato di scendere alla prossima fermata-
-come sbagliato?-
-questo biglietto è scaduto ieri, pensava di fare un viaggio con un biglietto scaduto?-
-no signore…-
-bene, si prenda questa multa e si avvii all'uscita-
-ma…-
-devo usare la forza?-
-n..no…- risposi alzandomi.
 
Ero particolarmente confuso, ma con la multa in mano mi avviai verso l'uscita -che diamine succede?- mi chiesi, a quel punto suonò il cellulare. Mi ritrovai sullo schermo un messaggio da mia zia -non devi ancora tornare, torna dalla tua responsabile e vedi di non farti cacciare una seconda volta se non vuoi problemi- scrisse
-lei non mi vuole- risposi
-le daremo il doppio dei soldi, vedi come ti riprende in casa-
-non puoi comprare la sua attenzione-
-tutti hanno un prezzo, anche lei-
-va bene…- risposi chiudendo lo schermo.
 
Il treno si fermò facendomi scendere ad una fermata desolata, mi dissero di aspettare il treno per tornare e poi mi lasciarono solo in periferia. Era davvero inquietante quel silenzio dominato dal ronzio della corrente che passava tra i fili della stazione
-hey tu!-
disse un ragazzo con un giubbotto di pelle
-cazzo, non mi sembra una bella situazione-
pensai allontanandomi, ma da un angolo uscì un suo amico
-dove scappi amico?-
chiese cacciando un coltellino
-sai ho visto che hai un bel telefono, che mi dici Francè?-
chiese il primo ragazzo seguito da un altro suo amico. Erano tre di loro con la faccia di piccoli criminali da quattro soldi
-cosa volete?-
chiesi rimanendo impassibile
–Il cellulare, mi sembra chiaro-
rispose il leader col giubbino di pelle
-allora non lo avrete-
-non è una cortesia quella che chiediamo, è un obbligo-
rispose cacciando con l'altro compagno un coltellino.
Non so nemmeno cosa abbia pensato, ma la paura era scomparsa, al suo posto vi era la sicurezza, i poteri acquisiti mi diedero la possibilità di difendermi
-sicuri di voler finire a pezzetti?-
chiesi
-non dire cazzate, dammi quel cellulare!-
disse il capo attaccandomi, io presi sotto braccio il suo braccio e con un colpo gli feci cadere l'arma
-non voglio farvi male, andatevene-
dissi lasciandolo. Lui provò a caricare un cazzotto contro di me ma io parai con le braccia  una mano la trasformai in cinque piccole lame al posto delle dita
-sai quanto fa male una di queste negli occhi?-
gli chiesi graffiando il muro per creare delle scintille. Lui spaventato si allontanò ed io feci tornare la mano normale.
 
Rimasi in un angolo ad aspettare il treno che arrivò dopo mezzora circa. Salito a bordo guardai con una certa felicita la città tornare sotto i miei occhi -forse è il caso di avvisare- pensai chiamando Morte Bianca, il telefono squillava, ma nessuna risposta -cavolo, che diamine le sarà successo?- mi chiesi scrivendole per messaggio che stavo per tornare, ma nulla, non le arrivò nemmeno il messaggio. Sconsolato decisi allora di aspettare di essere a Lipona per poi cercarla e dirle come stavano le cose.
 
Il treno arrivò dopo un po’ in stazione ma neanche il tempo di scendere che delle gocce di pioggia mi caddero sul viso -non ci voleva proprio- pensai iniziando a cercare un passaggio per il centro, ma nessuno mi ha dato attenzioni. Preso dallo sconforto iniziai a camminare sotto la pioggia andando verso i pullman. Entrai nel pullman per la zona di Lipona più vicina a casa di Morte Bianca e andai subito dall'autista. -hey... Posso comprare un biglietto? -
-un biglietto? Da quando li pagate voi ragazzacci di strada? - disse guardandomi
-c'è un malinteso, sono solo rimasto sotto la pioggia, ho i soldi per pagare- dissi dandogli delle monete
-bhe mi fa piacere vedere che sei un ragazzo apposto, prendi e siediti comodo, se devi arrivare nei pressi della cava dubito vorrai farti il viaggio in piedi-
disse dandomi il biglietto. Dopo averlo convalidato mi avviai al posto più vicino. Ero stato piuttosto fortunato a trovare le monete in tasca, senza sarei rimasto a piedi.
 
Dopo circa mezz'ora il pullman si fermò nei pressi della cava - sei arrivato ragazzo--disse l'autista. Sceso presi il telefono e cercai la strada più veloce per casa di Morte Bianca. La pioggia continuava a cadere ed io tutto inzuppato riuscì ad arrivare al suo palazzo. Per mia fortuna qualcuno aveva lasciato il cancello aperto e potei entrare nel palazzo.
 
-cosa le dico? E cosa dirà lei? M... Mi vorrà più?- iniziai a chiedermi bussando alla porta. Nessuno rispose, provai altre volte ma nessun risultato. Preoccupato appoggiati l'orecchio alla porta e appoggiandomi troppo notai che era socchiusa. - che sta succedendo? - mi chiesi sentendo un forte odore di alcool invadermi il naso. Entrai e seguendo una fioca luce mi avviai in cucina. Allungai lo sguardo per terra e notai una macchia scura vicino al tavolo -cos'è? -  mi chiesi mettendoci un dito dentro. Quando vidi il mio polpastrelli sporcarsi di rosso rabbrividì. Seguendo il sangue vidi per terra una bottiglia spaccata e su uno spigolo del tavolo una macchia di sangue. -che cazzo è successo qui? - mi chiesi prendendo un coltello dalla cucina. Le scie di sangue continuarono verso il bagno.
 
Armato e pronto ad attaccare entrai in bagno e i miei oggi si spalancarono a vedere Morte Bianca sdraiata alla fine del sangue - Bianca! Cazzo, che ti è successo? - chiesi andando da lei
-come è possibile che ovunque guardi ti veda? Esci dalla mia testa... Oppure uccidimi... Trafiggimi il cuore come hai fatto dal primo istante... Ma stavolta toglimi il respiro per sempre... Non posso vivere vedendoti ovunque... Senza averti con me...- disse mettendo la lama sul suo petto mente chiuse gli occhi piangendo. 

ANGOLO DELLO SCRITTORE

Buonsalve gente, qui è pokepony10 che scrive e vi do il benvenuto in un nuovo angolo dello scrittore.

Partiamo dal presupposto che io ho amato questa ultima parte della storia, il cambiamento dei due e le loro paure di perdersi per sempre. È proprio vero che quando perdi qualcuno ne capisci anche il valore… povera Morte Bianca, ma almeno ha trovato il coraggio di parlare, ora tocca ad Alexey rivelare qualcosa, chissà che cosa nasconde con tanta tenacia dentro.

Lo scoprirete nel prossimo titolo della serie col titolo di "Sorry", godetevelo!

Buona notte.

pokepony10.

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