The Umbrella Academy

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 & Selezione OC ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

 

 

 

Sdraiato sul suo letto, osservò la sommità della sua sigaretta che si consumava lentamente mano a mano che la brace avanzava e prese un sorso dal bicchiere di whiskey incendiario che aveva appoggiato sul comodino. Era stata una settimana lunga, un lavoro più impegnativo del previsto e un viaggio estenuante, ma la cifra che gli era appena stata accreditata sul suo conto bancario alla Gringott li valeva tutti. Nonostante ciò non aveva alcuna voglia di tornare a Londra. Quella vacanza in Russia gli aveva procurato freddo, umidità e un tempo da schifo per cui il tipico clima uggioso anglosassone era l’ultima cosa a cui sperava di andare incontro. Magari il Sud della Francia … oppure l’assolata Spagna … o forse un periodo all’insegna della storia e della cultura in Italia. C’erano così tante possibilità e lui aveva soldi in abbondanza per andare ovunque desiderasse. Il rumore di un becco che picchiettava fuori dal vetro attirò la sua attenzione e lo spinse ad accantonare l’idea di un bel viaggio rilassante.

Si alzò con un colpo di reni, permettendo al gufo reale di entrare, ed estrasse con cura la pergamena assicurata alle zampe del rapace.

Lesse quelle poche righe vergate in inchiostro scuro e con una calligrafia pomposa che non riconobbe ma che doveva appartenere a qualcuno del ministero, le rilesse e scosse il capo incredulo.

Non poteva essere vero.

Joshua Patterson non poteva essere morto sul serio.

L’accartocciò di scatto, stringendo i pugni con rabbia prima di assestare un destro micidiale contro la parete di fronte a lui.

 

 

 

 

 

- Leda? –

Alzò lo sguardo dagli incartamenti sul caso a cui stava lavorando solo per rifilare un’occhiata tagliente alla sua collaboratrice.

- Grace a meno che non sia morto qualcuno non voglio essere disturbata mentre lavoro alla difesa di un cliente, lo sai. –

Vide la stagista cambiare improvvisamente espressione; non era la solita timorosa e timida, ma una visibilmente desolata e a corto di parole. Il che era una cosa strana per una come lei che sembrava trovare ogni argomento possibile di conversazione, fosse anche il colore del cielo o la percentuale di umidità nell’aria.

- Grace … cosa è successo? –

- Mi dispiace davvero moltissimo … è il tuo tutore. –

Spinse via la cartella contenente i fascicoli e le prestò per la prima volta in quella mattina la sua completa attenzione.

- Cosa è successo a Joshua? –

- L’hanno trovato morto in casa sua poco fa -, mormorò compassata, - e il Ministero ha pensato che tutti voi voleste saperlo. C’è scritto che una missiva identica è stata inviata a ognuno di voi nel caso voleste occuparvi dell’organizzazione del funerale oppure preferiate che ci pensi l’amministrazione visto che dopotutto ha svolto il suo compito per –

La interruppe prima che avesse modo di finire la frase e scosse il capo.

Lei e il resto della sua famiglia putativa non si vedevano da svariati anni, ma chi più chi meno aveva mantenuto i rapporti e se c’era una cosa di cui era sicura era che tutti sarebbero accorsi non appena avessero letto la missiva.

Dovevano ogni cosa a Joshua.

- Ce ne occuperemo noi. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Non dovrei essere qui, ma ormai chi mi conosce sa bene che quando ho un’idea in testa non riesco a resistere e devo comunque impelagarmi nella cosa … sono un caso irrecuperabile ormai, sopportatemi xD

A ogni modo, non so quanti di voi conoscano la serie tv da cui ho preso ispirazione, ma poco importa perché non sarà rilevante ai fini della storia perciò non preoccupatevi. In pratica per darvi un’idea generale vi faccio un piccolo chiarimento generale:

Ci troviamo ai giorni nostri, pertanto gli OC saranno tutti nati rigorosamente nella notte a cavallo tra il 21 e il 22 dicembre del 1994, e sono passati esattamente sette anni dall’ultima volta che si sono ritrovati a vivere tutti sotto lo stesso tetto. Gli OC sono cresciuti insieme dal momento della loro nascita fino alla conclusione del loro percorso scolastico a Hogwarts e sono tutti provvisti di poteri che vanno al di là delle normali capacità magiche. Joshua Patterson è l’esperto che aveva studiato la congiunzione astrale che preannunciava la loro nascita e così è stato anche colui che ha ricevuto l’onere di farsi carico dei neonati e di supportarli nel corso della loro crescita aiutandoli a imparare a conoscere e a controllare i loro doni. Pertanto essendo stato a tutti gli effetti un padre putativo per loro la sua morte li ha richiamati tutti a Londra per indagare su chi sia stato il colpevole e per quale motivo abbia agito. Per quanto riguarda le relazioni tra gli OC esse possono essere di qualsiasi tipo: affetto, insopportazione, amicizia, relazioni amorose, etc. Stessa cosa vale per i poteri, potete inventare qualsiasi cosa vogliate purchè rimanga nei limiti del ragionevole (deve esserci comunque una limitazione nel loro dono, una sorta di debolezza che se conosciuta può limitarne la portata d’azione).

Spero di aver chiarito tutto, ma se dovessero esserci altre domande non esitate a chiedere. Nel frattempo passiamo alle regole per partecipare:

- massimo 2 OC a testa purchè di sesso diverso;

- tutti gli OC devono essere nati nella notte tra il 21 e il 22 dicembre del 1994 e avere pertanto 25 anni;

- accetto qualsiasi orientamento sessuale;

- non accetto personaggi imparentati con i Canon principali, prestavolto che siano stati usati nei film della saga di HP o in quella di Animali Fantastici, Mary Sue, Gary Stu, poteri esagerati;

- sarà richiesta una presenza assidua, diciamo almeno ogni 3 capitoli, pena l’esclusione dalla storia (se avete problemi e non potete farvi sentire per un periodo fatemelo sapere tramite mp e attenderò senza problemi);

- le schede andranno inviate tramite messaggio privato entro e non oltre il termine del 15 marzo con oggetto “Scheda OC – The Umbrella Academy”.

 

 

Scheda

 

Nome e Cognome:

Stato di sangue:

Orientamento sessuale:

Ex Casa:

Città in cui risiede attualmente:

Aspetto fisico:

Prestavolto:

Carattere:

Famiglia biologica (da chi era composta, come ha preso la notizia del suo dono, se hanno mantenuto i rapporti, etc):

Famiglia putativa (rapporto con Joshua, come ha vissuto l’idea di stare con perfetti estranei per la maggior parte della sua vita, etc):

Che tipo di rapporto aveva con Leda e con Bart?

Storia personale (un breve resoconto degli avvenimenti salienti dalla sua nascita fino ai giorni dell’ambientazione della storia):

Percorso scolastico (breve descrizione dei suoi anni a Hogwarts):

Qual è il suo dono e che rapporto ha con esso?

Hobby/Passioni:

Cosa ama e cosa odia:

Materie che gli piacevano e che odiava:

Paure/Fobie:

Molliccio:

Patronus:

Bacchetta:

Amortentia:

Che lavoro svolge?

Come ha preso la notizia della morte di Joshua? Come reagirà all’idea di rivedere tutto il resto della sua famiglia putativa?

Amicizie (con che tipo di persona va d’accordo):

Inimicizie (che tipo di persona non sopporta):

Relazione sentimentale (desidera una relazione? Da che tipo di persona sarebbe attratto?)

Frase che descrive l’OC:

Altro (segni distintivi, animale domestico, etc):

 

 

OC

 

Leda Greengrass| ex Corvonero| Magiavvocato| Manipolazione mentale| Eterosessuale.

“I’m tough, I’m abitious and I know exactly what I want. If that makes me a bitch, okay.”


 

Bartholomew Nott| ex Serpeverde| Mercenario| Assorbimento| Eterosessuale.

“I’m whatever I am, only God can judge me now.”


 

Joshua Patterson| 55 anni| ex Serpeverde| Indicibile e padre putativo| Eterosessuale.

“Normal is just an illusion. What’s normal to the spider is chaos for the fly.”


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 & Selezione OC ***


Capitolo 1 & Selezione OC

 

 

 

 

Salve!

Chiedo scusa per l’attesa, ma in questi giorni ho avuto il passaggio dall’ADSL alla fibra e come sempre quelli d’Infostrada hanno fatto casino e mi sono ritrovata senza connessione, ma ora che è tutto risolto sono pronta a sfornare la lista di OC selezionati e con essi il primo capitolo introduttivo. Come sempre ringrazio tutti coloro che si sono presi la briga di creare un OC per provare a partecipare e invito coloro che non sono stati selezionati a non aversene a male, ma questa volta mi sono auto imposta di non superare per nessuna ragione i 12 selezionati.

Qui sotto troverete i relativi prestavolto e le informazioni del caso. In questo primo capitolo presenterò solo alcuni dei personaggi, gli altri li vedrete nel prossimo che non tarderà ad arrivare (probabilmente giovedì o al massimo venerdì) in modo tale che abbiate tempo per cominciare ad associare i volti ai nomi senza mettere subito troppa carne al fuoco.

 

 

 

 

 

Parigi

 

 

Ashley Thompson| ex Serpeverde| Modella| Glamour| Eterosessuale.

“’Cause darling I’m a nightmare dressed like a daydream.”


 

Oberon Ulrich Merlin Hamilton| ex Grifondoro| Ballerino| Psicometria| Pansessuale.

“I want the cause of my death to be amazing sex.”



 

Ashley soffiò piano sulla sua cioccolata calda mentre sedeva al tavolino a pochi passi dal teatro in cui si era appena esibita la compagnia di ballo di cui faceva parte Oberon. Lo aveva raggiunto come sempre per assistere allo spettacolo, ci teneva molto a fornirgli una recensione ricca e obiettiva sulla sua esibizione e nessuno come lei sapeva essere iper critica e tagliente, ma anche e soprattutto perché la notizia della morte di Joshua l’aveva scossa ed era pronta a scommettere che anche Oberon fosse agitato nel profondo dalle sue stesse emozioni. Dopotutto quell’uomo era stato la loro unica figura paterna per diciotto lunghissimi anni.

Alzò una mano per attirare la sua attenzione quando lo vide uscire dal teatro, svettando dall’alto del suo metro e ottantasette tra le decine di persone che affollavano il marciapiede parigino, e accennò un sorriso non appena ebbe preso posto davanti a lei.

Portava la barba leggermente più lunga di quanto fosse solito, ma era sempre impeccabilmente in ordine, e le iridi grigio azzurre erano leggermente rabbuiate.

- Come stai? –

- Un po’ meglio rispetto a ieri -, ammise con un sorriso tirato, - ma ancora non riesco a crederci. Hai sentito qualcuno degli altri? –

Del resto dopo aver passato un intero giorno ad aggirarsi per casa come un fantasma, riportando alla mente i ricordi dei momenti trascorsi durante la sua infanzia e l’adolescenza e versando ogni lacrima possibile, aveva cominciato ad elaborare lentamente la realtà dei fatti e a prepararsi mentalmente all’idea di tornare a Londra per il funerale. Perciò non era nemmeno una bugia, ma dal modo in cui Ashley lo guardò dedusse che la sua sorella acquisita non era del tutto convinta dalle sue parole.

- Non sento nessuno degli altri da anni, sai che ho mantenuto i rapporti solo con te e Bart. –

Oberon non riuscì a trattenersi e ammiccò con appena un accenno di malizia.

- A proposito di Bart, credevo che fossi con lui … so che Mosca è incantevole in questo periodo dell’anno. –

- Non andiamo mica in giro per il mondo insieme -, replicò affettata picchiettando le lunghe unghie fresche di manicure sul tavolo, - non abbiamo una relazione di quel tipo. –

- Quindi esattamente come funziona, vi vedete solo quando tu hai uno shooting o una sfilata nella stessa città in cui si trova lui? –

- Più o meno. –

- L’importante è che abbiate il vostro equilibrio. –

- Già -, rigirò il cucchiaino nella tazza con movimenti lenti, - il bello del nostro equilibrio è proprio non avere legami … tu meglio di tutti dovresti saperlo. –

Annuì sorridendo.

Sì, le relazioni monogame e durature non l’avevano mai interessato particolarmente e pertanto non aveva difficoltà a capire la loro voglia di una semplice relazione basata su amicizia e sesso.

- Devo ammettere di essere emozionato all’idea di rivederli. –

- Questo perché loro ti adorano, sei uno dei fratelli divertenti, dal canto mio verrò solo per Joshua ma se non fosse per lui mi risparmierei volentieri la rimpatriata. –

Improvvisamente serio, la fissò dritta negli occhi verdemare incorniciati dalle lunghe onde dorate.

- Pensi di riuscire a non far scoppiare la terza guerra magica? –

- Non prometto nulla -, replicò arricciando le labbra tinte di rosso in un sorriso furbo, - ma farò del mio meglio per non turbare la nostra Lizzie né far perdere le staffe alla dittatrice Leda. –

- Suppongo che dovrò farmelo bastare. –

 

 

 

 

Strasburgo

 

 

Andrew Maddox| ex Corvonero| Pozionista| Posessione| Pansessuale.

“I lost my body for a second, and when I get it back, it didn'fit the same...”


 

Elijah Fitzgerald Wayne| ex Grifondoro| Medimago| Previsione dei possibili futuri| Eterosessuale.

“Eppure le cose più belle partono dagli angoli, pensa al sorriso, agli arcobaleni, ai diversi.”


 

 

Quando Fabian fece capolino nella sua camera annunciando che aveva visite ne rimase sorpreso per un attimo. Dopotutto l’unica persona che come lui risiedeva a Strasburgo e che aveva dei legami con Joshua era Elijah. Non erano mai stati i più legati all’interno della loro famiglia acquisita, seppure mantenessero rapporti tutto sommato abbastanza buoni, ma sembrava che questo non l’avesse frenato dal venirgli a fare visita.

- Dice che vuole vederti di persona perciò ti prega di non attingere al tuo potere -, aggiunse quando lo vide mettersi seduto e meditare sull’eventualità di farsi aiutare a scendere al piano inferiore oppure di sfruttare il suo dono per ovviare alla sua disabilità, - e sembrava piuttosto determinato su questo punto. –

Tipico di Elijah, simpatico e divertente ma quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di fargli cambiare idea.

Sospirò e annuì.

- D’accordo, allora credo proprio che dovrai darmi una mano a scendere al piano di sotto. –

Fabian lo tirò su con delicatezza, tenendolo saldamente mentre uscivano dalla stanza e poi scendevano la lunga rampa di scale. Lo depose sulla poltrona più grande e più comoda della casa e poi annunciò che sarebbe andato a fare del the.

Così Andrew ed Elijah rimasero da soli a fissarsi per quelli che parvero istanti interminabili.

- Verrai a Londra con me? Ho già preso preparato i miei bagagli, ho intenzione di partire questo pomeriggio. –

Andrew e Fabian avevano già affrontato quell’argomento la sera prima, quando lui era riuscito a smettere di piangere quanto bastava a rendersi conto di ciò che avrebbe dovuto fare dopo quella dolorosa notizia, e avevano concordato sul fatto che fosse un evento a cui dovevano presenziare solo i membri stretti della famiglia. Fabian sarebbe rimasto ad attenderlo lì a Strasburgo, concedendogli tutto il tempo del quale avrebbe avuto bisogno per elaborare il lutto con la sua famiglia.

- Non avevo idea che tra tante persone avrei fatto ritorno a casa proprio con te – ammise.

- Già, forse era più credibile pensare che l’avresti fatto con Bart … anche se non sono mai riuscito a capire cosa ti piaccia di un tipo come lui. Siete i poli opposti eppure avete sempre avuto un legame fraterno incredibile -, scosse il capo incredulo, - è difficile da capire fino in fondo. –

Bart si prendeva cura di lui, era questa la verità, ma erano anni che non lo vedeva e alla fine sembrava che anche loro fossero semplicemente destinati ad allontanarsi così com’era accaduto con tutti gli altri.

- Non capisci perché tu non lo hai mai tollerato. –

- Già, la mia preferita è sempre stata Leda. –

- Sei veramente contento di rivederli tutti … eppure so che anche tu sei rimasto in contatto con pochissimi. Non ti senti un po’ … -

- Tradito? Forse appena un po’, ma abbiamo compiuto scelte diverse e dopotutto sono stato io ad aver lasciato la Gran Bretagna. –

Andrew annuì in silenzio prima di alzare la voce per richiamare Fabian e annunciare che aveva deciso che sarebbe partito insieme ad Elijah.

L’uomo parve incredibilmente sollevato all’idea di non vederlo affrontare un viaggio da solo e non potè fare a meno di sorridere intenerito quando gli strinse la mano e annunciò che andava a prendere i suoi bagagli.

 

 

 

 

 

Londra

 

 

Celia Montgomery| ex Serpeverde| Auror| Connessione con la natura| Eterosessuale.

“Tutto è bene ciò che è bene per me.”


 

Leonel Roy| ex Grifondoro| Spezzaincantesimi| Elettrocinesi| Bisessuale.

“I am the starlight, I'm out of control.”


 

Cora Andreia Fawley| ex Corvonero| Pozionista| Fortuna| Eterosessuale.

“Non potrai mai attraversare l'oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva.”


 

Elizabeth Gea Rosier| ex Corvonero| Attrice| Controllo climatico| Eterosessuale.

“All we are is dust in the wind.”

 

 

 

 

 

- Il treno da Manchester sta arrivando adesso al binario tre -, annunciò Leonel individuando la scritta sul tabellone lampeggiante nell’angolo opposto a quello in cui si trovavano loro, - una di voi due ha idea di quando arriverà Leda? –

Cora si strinse nelle spalle.

- E poi dicono che sono io quella con le manie di protagonismo. Leda ci dà appuntamento qui per prendere Celia e lei non si degna nemmeno di arrivare in orario. –

Elizabeth le diede di gomito, indicando la ragazza dall’abito elegante e dall’aria decisamente costosa che avanzava sui tacchi alti tenendo stretta in mano una ventiquattr’ore in pelle di drago.

- Ah, ecco il grande avvocato in carriera – l’accolse Cora con un sorrisetto ironico dipinto sulle labbra.

Per tutta risposta Leda allungò una mano e le scompigliò le onde scure rivolgendole una buffa espressione che ebbe il potere di farla scoppiare a ridere.

- Sempre a lamentarti … Lizzie perché non l’hai imbottita di camomilla e valeriana come ti avevo chiesto di fare prima di portarla qui? –

- Ci ho provato, ma sai meglio di me che quando comincia con le sue sceneggiate non la smette più … avrei dovuto versargliela in gola a tradimento e non ti lascio immaginare quante storie avrebbe fatto accusandomi di aver provato a soffocarla. –

Il gruppetto rise all’unisono, ad eccezione di Cora che mise su un’espressione fintamente oltraggiata, e venne interrotto dall’arrivo di una Celia decisamente perplessa.

Trascinava dietro di sé una valigia carica di indumenti e aveva l’aria di chi sarebbe voluta uscire da quell’affollata stazione il prima possibile così Cora la prese sottobraccio e la trascinò verso l’uscita mentre le raccontava di come la stessero mettendo in mezzo solo fino a un attimo prima.

Lizzie le seguì inserendosi ben presto nella conversazione e a Leda e Leonel non rimase che seguirli a pochi passi di distanza.

Tra loro due c’era sempre stato un rapporto fantastico, erano molto uniti e sapevano di poter fare affidamento l’uno sull’altra, così quando Leonel si voltò a osservarla seppe già cosa voleva chiederle.

- No, non ti mentirò Leo, mi sento come se il mondo stesse andando in pezzi e io fossi destinata a seguirne la stessa sorte. –

Le passò un braccio intorno alle spalle, attirandola a sé e stringendola delicatamente.

- Ehy, ci sono qui io, non permetterò che tu vada in pezzi. –

- Una volta non ero io quella che si prendeva cura di tutti? –

- Una volta -, ammise sorridendo divertito, - ma adesso siamo dei ragazzi cresciuti e possiamo anche permetterci di ricambiare il favore. –

 

 

 

 

 

Mosca

 

 

Viatrix Mallory| ex Tassorosso| Astronoma| Teletrasporto| Eterosessuale.

“Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo.”


 

 

Quando mise piede all’interno della stanza dell’albergo in cui Bart le aveva detto che aveva soggiornato impiegò qualche istante a rendersi conto di quello che aveva intorno. Sembrava che lì dentro fosse scoppiata una bomba o qualcosa del genere. I quadri erano a terra, tutti infranti, della sedia era rimasto un cumulo di legna e il grande armadio a quattro stagioni erano stato ribaltato a terra con una violenza tale da far uscire le ante fuori dai perni laterali. Le lenzuola erano raggrovigliate in un ammasso informe e su di esse erano scompostamente abbandonate una mezza dozzina di bottiglie, un posacenere stracolmo e tre pacchetti di sigarette di cui due orami terminati.

Il rumore dell’acqua che scorreva nella doccia le annunciò che Bart doveva essersi deciso a darsi una ripulita per rendersi presentabile.

Bussò piano contro la porta annunciando la sua presenza e poi si accomodò sul letto accavallando le gambe.

Bartholomew fece capolino dal bagno poco dopo, con un asciugamano avvolto in vita e i capelli scuri ancora umidi.

Erano passati sei mesi dall’ultima volta in cui l’aveva visto e le era mancato in modo incredibile. Si alzò e gli andò incontro, scoccandogli un bacio sulla guancia fresca di rasatura quando Bart le cinse i fianchi con le braccia muscolose e la strinse a sé come se non volesse più lasciarla andare.

- Avevo davvero bisogno di vederti, grazie per essere qui. –

- Abbiamo sempre bisogno l’una dell’altro, certe cose non cambiano mai, dopotutto è questo che significa volere bene incondizionatamente a una persona, no? –

- Immagino di sì … ieri ho perso un po’ il controllo – ammise sorridendo a metà tra l’ironico e l’imbarazzato.

- Un po’ è riduttivo, credevo fosse passato un tornado o qualcosa del genere … Credo che faremo meglio ad andarcene prima che ti facciano pagare la stanza come nuova – disse dopo un po’, strappandogli un accenno della sua solita risata bassa e vibrante.

- Dammi un minuto e poi andiamo, tornare a casa mezzo nudo non aiuterebbe di certo con alcuni di loro. –

- Sono certa che Ashley apprezzerebbe ... e probabilmente anche Elizabeth, sempre se ha deciso di non volerti più uccidere dopo quel famoso litigio. –

- Del che io francamente dubito. –

- Cosa gli farai mai a queste donne -, rise aiutandolo a risistemare i suoi averi nelle valigie, - metà vuole saltarti addosso e l’altra metà medita se ucciderti. –

- E tu e Leda siete le uniche due a sopportarmi sul serio. –

- Questo è perché siamo molto pazienti. E adesso datti una mossa, il servizio teletrasporto Viatrix & co sarà lieto di averti come passeggero. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OC selezionati che compariranno nel prossimo capitolo:

 

 

Gideon Alexander Warren| ex Corvonero| Pediatra| Guarigione| Eterosessuale.

Quiet people have the loudest minds.”


 
 

Amos Xander Mitchell| ex Corvonero| Magi ingegnere| Medium| Bisessuale.

I don't know, I just trying to sound intelligent.”


 

Daniel Byron Lawson| ex Serpeverde| Barista| Invisibilità| Eterosessuale.

“La persona serena procura serenità a sé e agli altri.”


 


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 

 

 

 

Heathrow

 

 

Daniel afferrò la sua valigia dal nastro traportatore, lanciando un’occhiata attorno a sé nel tentativo di scorgere qualche volto familiare in mezzo alla folla di persone accalcate in attesa dei rispettivi bagagli. Non aveva la minima idea di che fine avessero fatto i suoi fratelli, in quale parte del mondo fossero e se tutti sarebbero tornati a Londra per il funerale oppure qualcuno avrebbe disertato. Così era ragionevole supporre che oltre a lui anche qualcun altro avesse scelto le Hawaii e lui non l’avesse mai scoperto. Tuttavia dopo una rapida ispezione constatò che a quanto sembrava era l’unico a essersi stabilito definitivamente lì.

Fece per dirigersi verso le porte scorrevoli dell’uscita quando una voce attirò la sua attenzione.

- Dan? Daniel Lawson? –

Si girò di scatto, trovandosi davanti il volto dai tratti leggermente infantili e le lentiggini di Amos. Erano passati anni dall’ultima volta che l’aveva visto, ma lo riconobbe all’istante e non potè fare a meno di sorridergli di rimando.

Si scambiarono un abbraccio rapido e virile.

- Amos. Da che parte del mondo sei arrivato? –

- Houston, mi sono stabilito lì con Aiden. –

Se l’era aspettato, del resto Austin e suo fratello biologico avevano sempre mantenuto i rapporti, anche ai tempi della scuola, e quando aveva compiuto la maggiore età e aveva terminato la scuola contattarlo per stabilirmi insieme altrove doveva essere stata la prima cosa che aveva fatto.

- Sono contento per te, so quanto sei legato a tuo fratello … le cose ti vanno bene? –

- Molto … e a te, dove ti sei cacciato in questi anni? –

- Ho fatto un po’ il girovago, adattandomi a tutto e tutti purchè non avessero la minima idea di chi fossi e di cosa fossi in grado di fare. Diciamo che ho vissuto nell’anonimato totale ed è stato particolarmente rilassante, negli ultimi tre anni mi sono fermato a Honolulu e ho aperto un bar. –

Amos annuì come se comprendesse perfettamente cosa intendeva; il bello di condividere quella stramba parte della loro vita era proprio quello: tutti e quattordici capivano alla perfezione ciò che provavano gli altri rispetto alla loro natura.

- Sei rimasto in contatto con qualcuno? –

- Di tanto in tanto mi scrivo con Bart -, ammise Daniel, - e prima della morte di Joshua mi aveva accennato alla sua voglia di passare un po’ di tempo nelle assolate Hawaii. –

Amos arricciò il naso al sentir nominare il più problematico dei suoi fratelli putativi. Loro due non si erano mai piaciuti particolarmente. Bart era quello sicuro di sé, sfrontato e carismatico, il genere di persona che sembrava letteralmente calamitare ragazze e popolarità … per lungo tempo si era sentito inadeguato paragonandosi a lui.

- Io ho sentito Leda, è persino venuta a trovarmi un paio di volte. –

- Tu e Leonel siete sempre stati i suoi preferiti, voi due e … -

- Gideon. –

- Già, proprio lui, anche se a quanto mi hanno detto … -

- No, non hai capito, quello laggiù è Gideon. –

Seguì lo sguardo di Amos per individuare il ragazzo alto e dal fisico asciutto e muscoloso che si trascinava dietro una valigia e si guardava attorno con un’espressione tesa dipinta sul volto.

- Sembra che anche per lui il rientro a casa sia traumatico. –

- Puoi biasimarlo? È scomparso quattro anni fa senza dire ad anima viva dove stesse andando e non ha mantenuto i rapporti con nessuno, nemmeno con Leda. –

Questo attirò la curiosità di Daniel.

- Nemmeno lei sapeva dove fosse? –

- No, il che è strano visto che Gideon si confidava praticamente solo con lei. –

Annuì pensieroso.

Era strano davvero, ma forse potevano risolvere almeno il mistero della sua residenza abituale.

Alzò una mano chiamandolo a gran voce finchè Gideon, ormai rassegnato, non potè continuare a fingere di non averli visti e si unì suo malgrado a loro.

- Ragazzi, siete appena atterrati anche voi? –

- Già -, Daniel sorrise curioso, - io dalle Hawaii e Amos dal Texas. Tu invece in che angolo di mondo eri finito? –

- Dakar, in Senegal, ma ho girato un po’ per tutta l’Africa … mi sono dato da fare dedicandomi al lavoro nelle missioni umanitarie. –

- Affascinante, hai seguito la tua strada insomma. –

Gideon tentennò appena prima di rispondere.

- Per così dire. –

- E ora siamo tutti qui dopo anni -, intervenne Amos con un sospiro, - tornare a casa è bello ma anche strano. –

- Puoi giurarci –, mormorò Gideon a voce talmente bassa che per un attimo i due si domandarono se non se lo fossero solo immaginato, - ma ormai tanto vale raggiungere la villa e mettere qualcosa sotto i denti. Immagino che gli altri siano tutti lì. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Sono arrivati tutti? –

L’uomo che le stava seduto di fronte annuì prima di porgerle i quattordici fascicoli che aveva accuratamente compilato e impilato su una scrivania poco distante.

- Gli ultimi tre sono atterrati mezz’ora fa, credo siano tutti diretti alla villa in cui vivevano con Patterson. –

Stirò le labbra tinte di rosso in un sorriso compiaciuto facendo ticchettare le unghie lunghe, smaltate nel medesimo colore del rossetto, contro la superficie in cristallo della sua scrivania.

- Fantastico. Per il momento tenete sotto controllo i loro movimenti senza fare altro, ma sinceratevi di fare in modo di fornire loro delle valide motivazioni al rimanere a Londra per un po’. –

- Sarà fatto, non si preoccupi. –

Le rivolse un ossequioso cenno del capo e poi uscì dal suo studio chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasta da sola, si adagiò contro l’alto schienale della sedia e si concesse una breve risata compiaciuta.

E pensare che quello stupido testardo di Joshua Patterson si era così a lungo rifiutato di aiutarla … alla fine in un modo o nell’altro era riuscita a farli tornare tutti all’ovile. Ora non rimaneva che aspettare che cominciassero a incastrare i pezzi e reagissero di conseguenza, dopotutto erano sempre stati dei ragazzi molto intelligenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Questo secondo capitolo è piuttosto breve, ma volevo sfruttarlo un po’ come transizione per presentarvi gli ultimi tre OC e la villain della storia. Spero che sia stato di vostro gradimento e ci sentiamo al prossimo per il quale vi chiederei di votare un nome tra quelli che troverete qui sotto poiché dal prossimo capitolo inserirò dei flashback che avranno come protagonisti gli OC che selezionerete voi (mandatemi il voto tramite mp … ah, ovviamente non potete votare per il vostro OC):

Ashley;

Andrew;

Leonel;

Elizabeth.

 

Per ora è tutto.

A presto e buon weekend a tutti.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

 

 


 

 

 

 

 

- Congratulazioni, è una bellissima bambina. –

La Medimaga porse la piccola alla madre, che la prese tra le braccia e la strinse a sé. Aveva corti capelli biondissimi e due occhi di un singolare mix tra l’azzurro, il verde e il grigio che sperò ardentemente non mutassero colore nel corso della crescita. Si diceva che tutti i neonati fossero belli, ma doveva riconoscere che sua figlia era nettamente superiore a qualsiasi altra bambina avesse mai visto prima d’allora. E la cosa assurda era che non avrebbe mai potuto tenerla con sé. Sapeva di quella particolare congiunzione astrale già da mesi, così come era a conoscenza dell’identità dell’uomo che avrebbe allevato i quattordici bambini nati durante la congiunzione, ma ora che teneva la piccola tra le braccia non riusciva a capacitarsi dell’ineluttabilità della cosa.

- Come vuole chiamarla? –

Era stata a lungo indecisa sul nome da darle, ma in quel momento seppe che voleva lasciare almeno qualcosa di lei a quella bambina, qualcosa a cui aggrapparsi in modo tale che avesse la consapevolezza che lei l’aveva sempre amata e voluta. E cosa poteva esserci meglio del suo nome?

- Ashley. –

 

 

Elizabeth percorse il corridoio principale lentamente, prendendosi tutto il tempo del mondo per riassaporare la sensazione di essere a casa. Per anni aveva vissuto lì, occupando le sue giornate esercitando il suo dono, coltivando le arti magiche e vivendo a stretto contatto con quelle persone che erano diventate a tutti gli effetti la sua famiglia. E poi tutto era finito, si erano ritrovati sparsi in giro per il mondo e in molti casi senza alcun contatto gli uni con gli altri. Eppure c’era voluta la morte di Joshua, un padre per tutti loro, per trascinarli nuovamente nelle rispettive vite.

- In preda ai ricordi? –

Si voltò verso la voce familiare e amichevole di Elijah, accennando un sorriso.

- Già, ne sono successe di cose qui dentro. –

- Vero, qui ho preso il mio primo pugno. –

Elizabeth rise.

Ricordava bene quel giorno e ricordava che contro ogni previsione non era stato Bart a fargli un occhio nero, ma Ashley.

- Da quanto sei arrivato? –

- Pochi minuti, ho appena lasciato Andrew in salotto con Leda e Leonel. –

Questo la sorprese. Aveva creduto che Andrew sarebbe arrivato a Londra in compagnia di Bart e magari anche di Daniel, ma non certo con Elijah.

- Lo so, anche io mi sono stupito di me stesso quando mi sono presentato a casa sua, ma abitiamo nella stessa città e ho pensato che fosse un gesto carino data la situazione. –

- Lo è stato di certo -, lo rassicurò, - è solo che pensavo … -

- Che sarebbe arrivato con Bart – concluse per lei con un sorrisetto comprensivo.

- Già. –

Non lo vedeva da anni e non si erano mai chiariti dopo la discussione al quinto anno, temeva il momento in cui si sarebbero ritrovati di nuovo nella stessa stanza.

- Come vanno le cose con Adam? –

Tentennò prima di rispondere, ma alla fine si decise a mentire.

- Bene, va tutto alla grande. –

 

 

Ashley avanzò lungo il corridoio deserto del primo piano alla ricerca del loro tutore e mentore, non trovandolo da nessuna parte, e lo chiamò a gran voce senza ottenere risposta. Quando alla fine si ritrovò fuori dalla porta del suo studio.

Bussò piano, sentendo le voci all’interno tacitarsi all’istante.

- Joshua? –

L’uomo aprì la porta, sorridendole affettuosamente malgrado l’espressione tesa sul suo volto.

- Cosa c’è, Ash? –

- Io e gli altri vogliamo noleggiare un film e fare i popcorn … possiamo? –

- Certo, ma spero che questa volta non finiate con il distruggere la cucina. –

Gli sorrise di rimando, scuotendo le onde bionde, - Non preoccuparti, questa volta ci supervisionerà Leda. –

 

 

- Questo posto non è cambiato di una virgola – sentenziò Celia mentre armeggiava con gli utensili in cucina e metteva a scaldare l’acqua per il the.

Si respirava un’aria carica di attesa e non c’era nulla di meglio che predisporre tutto per un’accoglienza il più calorosa possibile, o almeno questo era quello che aveva decretato Cora prima di spedirla come al solito ad occuparsi di tutto da sola.

Erano cresciuti e le loro vite erano cambiate, ma di sicuro l’atteggiamento da primadonna della sorella putativa non era scomparso nel corso del tempo e anzi forse si era persino accentuato.

- Cosa ti aspettavi? Joshua è sempre stato un sentimentale – rincarò la dose Leonel, che si aggirava per la casa come se fosse del tutto incapace di starsene con le mani in mano.

- Non lo so nemmeno io con precisione, ma una parte di me forse si aspetta ancora di vederlo comparire in salone da un momento all’altro e di coinvolgerci in uno dei suoi abbracci spaccaossa. –

- Lo faceva sempre quando tornavamo per le vacanze estive. –

- Già … i suoi incredibili ragazzi. –

- Credi che al funerale ci saranno molte persone? –

Joshua Patterson era sempre stato un uomo ligio al dovere, un gran lavoratore e una mente di eminenza, ma non era mai stato un amante della mondanità.

- Non ne sono sicura, ma più di ogni altra cosa mi piacerebbe che fosse una cerimonia sentita, una di quelle in cui vengono le persone che davvero lo amavano e non solo chi lo conosceva di vista o per sentito dire per porgere condoglianze con una faccia rattristata che in realtà è mera finzione. –

Il fischio del bollitore annunciò che era tutto pronto e mise fine alla conversazione.

- Mi passi il vassoio e le tazze? –

 

 

- Sei uno stupido – urlò contro Elijah, alzandosi di scatto dalla panchina su cui si era seduta per osservarli mentre giocavano a palle di neve, quando una la centrò di proposito in pieno volto finendo con il farla rabbrividire.

- Non l’ho fatto di proposito – mentì il ragazzino.

- Sei anche bugiardo oltre che stupido -, rilanciò, - ti ho visto prendere la mira. –

- Ripetilo e te ne tirò un’altra – la rimbeccò.

- Non mi fai paura, stupido. –

Elijah fece per lanciarle un’altra palla, ma questa si sgretolò prima che potesse colpirla grazie all’intervento di Elizabeth che attinse al suo potere per mettere fine alla discussione.

- Non rovinate tutto -, intervenne con l’intento di fare da paciere, - ci stavamo divertendo e non c’è motivo di litigare. –

- Io non volevo litigare, ma Ash … -

- Ha solo detto la verità, sei uno stupido – concluse Bart, appoggiato contro la corteccia della vecchia quercia secolare.

Elijah fece per replicare che lo stupido era lui, e arrogante per giunta, ma l’arrivo di Joshua interruppe la discussione.

- Bart, vieni con me, dobbiamo continuare a esercitarci. –

Con un sorriso orgoglioso Bart annuì, oltrepassandoli e marciando sulla neve accanto a Joshua fino a rientrare in casa.

Ashley li osservò finchè non sparirono dalla sua vista.

Bart e Oberon erano gli unici tra i suoi fratelli che prendessero costantemente le sue difese e l’affetto per loro andava oltre ogni dire.

 

 

Daniel strinse in un abbraccio fraterno prima Andrew e poi Oberon, prendendo posto tra di loro e osservando uno alla volta tutti coloro che erano già arrivati alla villa.

Elijah cercava di stemperare un po’ la tensione con i suoi racconti e qualche lieve sorriso lanciato di tanto in tanto, Celia e Leonel si affaccendavano in cucina come se l’idea di starsene con le mani in mano fosse assolutamente inconcepibile per loro, Elizabeth sedeva compostamente e si tormentava nervosamente le mani mentre ascoltava Cora che come al solito teneva banco con il racconto del suo ultimo viaggio, Ashley invece era salita al piano superiore per riprendere possesso della sua camera e lasciare lì i bagagli e non era ancora tornata di sotto. Ma la vera tensione era quella che si percepiva chiaramente tra Gideon e Leda, che si erano rivolti un tiepido cenno del capo per salutarsi e che avevano preso posto ai margini opposti del salone.

- E io che credevo che la parte imbarazzante non fosse ancora cominciata – mormorò Oberon.

- Non preoccuparti, credo proprio che le cose peggioreranno drasticamente nel corso dei prossimi minuti. –

C’erano troppe cose lasciate in sospeso tra loro, misteri e segreti mai confessati, rapporti mai del tutto chiariti e probabilmente anche una bella dose di sentimenti feriti. Non gli era sfuggito infatti come nell’abbraccio di Andrew ci fosse stata una certa freddezza, come se non gli avesse mai perdonato del tutto quella sensazione di abbandono che doveva aver provato quando ognuno di loro si era separato senza voltarsi indietro.

Si voltò proprio verso di lui quando aprì bocca nel tentativo di fare un po’ di conversazione.

- Oberon mi diceva che stai con un uomo nuovo, che tipo è? –

- Fabian è perfetto, una di quelle persone che danno tutto se stessi ed è sempre molto presente. –

Forse era lui che era un po’ emotivo in quel frangente, ma gli sembrava che in quelle ultime parole ci fosse un sottofondo d’accusa.

Rivolse un’occhiata interrogativa ad Oberon, che per tutta risposta si strinse nelle spalle come a dire che non voleva essere coinvolto in nessun dramma.

- Bene, è una bella cosa, sono contento che tu abbia trovato una persona con cui stai veramente bene e puoi essere del tutto te stesso. È quello che servirebbe un po’ a tutti noi. –

- È vero, ma non tutti hanno la costanza per mantenere un rapporto reciproco, ci sono fin troppe primedonne in questo mondo. –

Di nuovo anche se sapeva che non poteva riferirsi a lui si sentì toccato dalla cosa.

- Andrew, c’è qualcosa che vuoi dirmi? –

- No, figurati, cosa potrebbe mai esserci? –

Sospirò, lasciandosi ricadere contro l’alto schienale del divano.

Quel pomeriggio si prospettava più estenuante del previsto.

 

 

- Provaci di nuovo, Ash – la esortò Joshua.

Si concentrò sul volontario che le avevano portato quella mattina, cercando di attingere ai suoi ricordi più profondi per ricreare quelli che erano i suoi peggiori incubi e i suoi sogni più sfrenati. Assunse prima le sembianze di uno e poi dell’altro, osservando entrambe le reazioni del volontario; se in un primo momento si era rannicchiato nascondendosi e cercando di farsi più piccolo che poteva in un secondo momento la fissò con aria estasiata.

- Sembra un angelo. –

Sorrise, suo malgrado compiaciuta per il complimento ricevuto, e al cenno del mentore riacquistò le sue sembianze. Poteva essere l’incarnazione di un sogno oppure dell’incubo più spaventoso che la mente umana riuscisse a concepire; era due facce della medesima medaglia, l’incanto e il terrore, due mezzi potenti per spingere le persone a fare tutto ciò che lei desiderasse.

- Stai diventando sempre più brava nel controllare il glamour, l’illusione sembra quasi reale, con ancora un po’ d’allenamento diventerai perfetta. –

- Ma mai brava quanto Leda – constatò all’improvviso con amarezza.

- Leda ha una manipolazione mentale diversa dalla tua, incide sui pensieri e non sulle emozioni; per certi versi è più incisiva, ma la tua è comunque notevole. Nessuno di voi ha motivo d’invidiare gli altri, siete tutti fantastici a vostro modo. –

Certo dirlo era facile, ma farlo era tutt’altro. Mano a mano che crescevano finivano costantemente con l’entrare in rivalità e lei aveva eletto Leda a sua nemesi personale vista l’affinità dei loro doni.

 

 

Quando mise piede sull’Espresso per Hogwarts era consapevole delle innumerevoli occhiate che ricevevano, dopotutto ogni studente era a conoscenza di chi fossero i quattordici ragazzi di Joshua Patterson. Erano speciali, diversi da qualsiasi altro mago o strega, e spettava solo a loro decidere se avrebbero sfruttato la cosa per calcare le scene della popolarità scolastica o tenersi in disparte e finire con il sembrare degli asociali. Dal canto suo lei aveva le idee ben chiare, quella sarebbe stata la sua occasione per stringere amicizie che andassero al di là del gruppo con cui era cresciuta da sempre. Così quando decise quale scompartimento occupare finì con l’optare per uno che fosse piuttosto distante da quello che avevano scelto le sue sorelle putative. Hogwarts poteva essere una parte completamente diversa della sua vita, una che non avrebbe dovuto condividere per forza con loro.

 

 

- Sono arrivati anche loro -, annunciò la voce di Cora non appena ebbe aperto la porta della villa e si fu trovata davanti Viatrix e Bart, - ci siamo tutti perciò possiamo cominciare. –

Viatrix le rivolse un’occhiata perplessa mentre la seguiva all’interno della loro vecchia casa.

- Cominciare cosa? –

- Abbiamo pensato di organizzare un the con qualcosa da mettere sotto i denti. Immagino che siate arrivati sfruttando il tuo potere, perciò sarai molto stanca e avrai bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Puoi farlo mentre ci aggiorniamo tutti sulla nostra vita negli ultimi anni – concluse pratica.

Bart si chinò verso di lei, mormorandole all’orecchio: - Sono ancora in tempo per tornare indietro e presentarmi direttamente al funerale? –

Gli assestò una gomitata nelle costole.

- Sii gentile, Bart. –

- Io sono sempre gentile. –

- Certo, più o meno come il Platano Picchiatore. –

- Basta confabulare, voi due, venite a sedervi – ordinò Cora.

- Se lo chiedi così gentilmente è proprio impossibile rifiutare. –

Viatrix scosse il capo soffocando una risata.

Il solito vecchio Bart.

Si diressero verso il divanetto su cui alla fine si era accomodata Ashley; lei sedette sul bracciolo e la bionda invece si alzò in piedi per lasciare il posto a Bart e accomodarsi sulle sue gambe.

Fu Amos a dare voce alla considerazione che dovevano aver fatto un po’ tutti i presenti, perché con voce incredula chiese: - Tra voi le cose vanno ancora avanti? –

- Saltuariamente avanti -, precisò Bart, - e se fossi una persona emotiva questo tuo tono sorpreso potrebbe quasi ferirmi. –

- Fortuna che tu sia l’esatto contrario, no? –

Il moro rise gettando la testa all’indietro.

- Cristo santo, non ce l’avrai ancora con me per quella storia di Serena Branwell? Se non fossi stato io probabilmente sarebbe stato Daniel o magari Oberon, tu non eri semplicemente il tipo di persona adatta allo scopo. –

- E menomale che ti avevo chiesto di essere gentile – sospirò Viatrix, quando Amos serrò la presa sulla tazza di the tanto da far sbiancare le nocche.

Era evidente che si stesse sforzando di fare la persona civile, ma avesse una voglia matta di tirarla in testa a Bart.

- Avrei dovuto mentire gentilmente? –

- Io vado a prendere i biscotti – intervenne Leda, alzandosi in piedi e mettendo un temporaneo freno a quella discussione.

Gideon la imitò.

- Ti aiuto. –

 

 

- Hai saputo della discussione tra Elizabeth e Bart? –

Annuì distrattamente all’indirizzo di Daniel. Praticamente ogni singolo studente del quinto anno, e anche parecchi altri della scuola, aveva sentito di quella brutta litigata avvenuta al primo piano al termine della lezione di Trasfigurazione.

- Sai anche il motivo? –

- No, ma Celia ha una sua personale teoria. –

Questa volta decisamente più incuriosita si voltò verso la sorella putativa e inarcò un sopracciglio biondo perfettamente curato invitandola a riferirle la sua idea.

- Credo che Bart sia entrato in modalità iperprotettiva e le abbia fatto presente quanto non gli piaccia Adam. –

In effetti il nuovo fidanzato di Elizabeth non piaceva affatto neanche a lei, le suscitava una sensazione spiacevole che non riusciva a capire del tutto, ma non aveva alcun dubbio che il modo in cui Bart le aveva espresso le sue perplessità fosse stato tutt’altro che gentile.

- E la nostra Lizzie gli ha urlato contro? –

- Come una furia, faceva quasi paura, non sembrava nemmeno lei. –

Il che era proprio strano, specialmente perché agli occhi di Ash era più che chiaro che la sorella avesse da sempre una cotta colossale per lui.

- Sarà meglio che vada a cercare Bart prima che sfoghi la rabbia contro il primo che gli capita a tiro -, asserì alzandosi in piedi con un movimento fluido, - ci vediamo in Sala Grande per cena. –

 

 

Ashley venne attirata dal rumore che proveniva dai margini del lago nero e assecondò la sua curiosità raggiungendo la riva giusto in tempo per assistere a una discussione che vedeva coinvolte Viatrix, Elizabeth e un paio di studentesse dell’ultimo anno della sua Casa. Riconobbe all’istante tra quest’ultime il profilo alto e sinuoso della loro Caposcuola, la leader del manipolo di studentesse dell’ultimo anno che venivano chiamate “le perfide” dal resto della scuola, e non esitò nell’affiancarsi alle sorelle putative. Mise le mani sui fianchi, alzò lo sguardo e inarcò un sopracciglio con aria di sfida.

- Non avete nulla di meglio da fare che rompere le scatole al prossimo? –

- Non sono affari che ti riguardano, Thompson. –

- Ti sbagli, Brown. Se ce l’avete con Trix e Liz allora avete un problema anche con me. –

- E non credo proprio vi convenga avere un problema con noi – concluse una voce maschile, bassa e roca, che attirò automaticamente gli sguardi delle presenti.

Bart era appoggiato al tronco di un albero e le osservava con disinvoltura come se non le avesse appena minacciate ma si fosse limitato a constatare un’ovvietà.

Leticia Brown parve aver perso l’uso della parola, perché si limitò a girare i tacchi e allontanarsi seguita a ruota dalle sue piccole seguaci.

- Come mai da queste parti, Bart? –

- Andrew le ha viste discutere ed è venuto ad avvertirmi, ma a quanto pare la mia presenza non era necessaria perciò ora che è tutto risolto posso anche andarmene – concluse il sedicenne, voltando loro le spalle stando ben attento a non degnare nemmeno di un’occhiata Elizabeth.

Rimaste sole, Ashley si rivolse alla sorella con un sorriso eloquente.

- Potrete anche avercela a vicenda l’una con l’altro, ma come ti ho già detto lo scorso anno Bart ci sarà sempre, anche se a modo suo, per tutti noi. –

 

 

- Non c’era alcun bisogno che mi aiutassi, potevo pensarci da sola – decretò Leda quando arrivarono in cucina e cominciarono a sistemare i biscotti sul piatto da portata.

- Volevo farlo. –

- Gideon … -

- E volevo parlarti -, aggiunse in fretta, - perché c’é una domanda che ho bisogno di farti e che mi ha tormentato per tutto il volo. –

Smise di sistemare i biscotti e si voltò verso di lui, scrutandolo negli occhi verde chiaro prima di incrociare le braccia sotto al seno e appoggiarsi contro il bancone della cucina.

- Cosa vuoi chiedermi? –

- Mi odi? –

Odiarlo?

Non avrebbe mai potuto, così come non avrebbe mai potuto provare un sentimento del genere per nessuno dei suoi fratelli o delle sue sorelle.

- Certo che no, non ti odierei mai, ma non posso negare di essere rimasta molto ferita dal tuo comportamento. Sei sparito per quattro anni, Gideon, senza dire a nessuno dove andavi né il perché … abbiamo sempre parlato di tutto, mi sono confidata con te come con nessun altro in tutta la mia vita, e pensavo che tu sapessi di poter fare altrettanto con me. –

- Lo sapevo, ma … -

- Ma non l’hai fatto, hai preferito scappare senza dirmi una parola. Non una lettera, non una chiamata né un minimo accenno a dove fossi e a come stessi. Ero preoccupata, ho persino chiesto a Bart se potesse usare i suoi contatti per sapere dove fossi finito. È così che ho scoperto che eri in Senegal, ti rendi conto di quanto sia assurda questa cosa? –

Leda era un fiume in piena, gli riversava addosso tutta la preoccupazione che doveva averla attanagliata in quegli anni e il dolore che le aveva causato, così fece l’unica cosa che l’istinto gli gridava.

L’afferrò, cingendole la vita con le braccia, e l’attirò a sé stringendola in un abbraccio in cui cercò di mettere dentro tutte le parole, le scuse e le motivazioni che non aveva mai detto.

- Mi dispiace, puoi perdonarmi? –

Leda ricambiò la stretta, affondando il volto nell’incavo tra il collo e la spalla del ragazzo, e annuì in silenzio sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime che le erano salite agli occhi durante lo sfogo.

 

 

Accarezzò il petto muscoloso di Bart, soffermandosi in corrispondenza del tatuaggio che dal polso gli correva lungo tutto il braccio, sulla spalla e sulla clavicola fino a terminare all’altezza del pettorale destro. Lo osservò trattenere un fremito quando indugiò sul profilo dei muscoli definiti e non poté fare a meno si sorridere compiaciuta.

- Hai proprio deciso di partire? –

- Solo per qualche mese -, confermò pensierosa, - tanto per capire se a Parigi potrò effettivamente avere un futuro. Sono stanca di vivere bloccata qui come se fossi nulla più che un fenomeno da baraccone. –

- Allora ogni tanto dovrò mettere da parte il mio odio innato per i francesi e la loro pessima cucina e venire a trovare sia te che Oberon. –

- Voglio ben vedere -, asserì assestandogli un buffetto sul fianco, - o mi arrabbierò davvero moltissimo. –

- Che paura. –

Ridacchiò accettando il bacio di Bart e cingendogli le spalle mentre ricambiava con passione.

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Il POV è stato dedicato ad Ashley essenzialmente perché avevo tre personaggi con il medesimo numero di voti perciò mi sono affidata a randomizer e la sorte ha estratto lei. Premesso ciò, i nomi tra cui potete votare per il prossimo capitolo sono:

Viatrix;

Amos;

Leda;

Elijah.

Per ora è tutto.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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