Frammenti

di Male_na
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Daccapo ***
Capitolo 2: *** Domande ***
Capitolo 3: *** contesa ***
Capitolo 4: *** Infondo ***
Capitolo 5: *** adesso ***
Capitolo 6: *** Questi Tralci ***
Capitolo 7: *** Amanti ***
Capitolo 8: *** lucciola ***
Capitolo 9: *** onde ***
Capitolo 10: *** Vestimi ***
Capitolo 11: *** a me gli occhi ***
Capitolo 12: *** come vieni al mare ***
Capitolo 13: *** frammento_1 ***
Capitolo 14: *** spiagge ***



Capitolo 1
*** Daccapo ***


"Forse Venezia ho paura di perderla tuttain una volta, se ne parlo.
O forse parlando di altre città, l'ho già perduta a poco a poco"
Le città invisibili_Italo Calvino

Ti racconterò
di quanti uccellini
ho lasciato volare
e di quanto
il mio cuore
li bramasse ogni notte.

Sentirai la mia voce
cantare storie
di gabbie d'oro
e fiumi che corrono
e boschi,
di pellegrinaggi.
Allora vorrai solo
partire daccapo.

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Capitolo 2
*** Domande ***


Quanto può mancare
la sola idea
di un amore,
rimasto solo
in parole invecchiate?

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Capitolo 3
*** contesa ***


Me contesa,
tra l'odore dei libri
che mi legano
con fragranze passate
e le mancanze di fiato,
le zaffate
che scendono in gola
limpide.
Cuori distillati.

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Capitolo 4
*** Infondo ***


"qualsiasi cosa tu nasconda
senti una mente quanto ingombra,
quando inonda,
su un presente ancora in onda"
Ombrelloni_Senza Testa crew 
Quanto spazio
posso occupare, ancora.
Tanto da andare via.
Così grande,
così nulla.
Quanto può dare fastidio
il mio odore di fiera,
quando di notte ricordi
ti svegli,
mi scansi.
Non ti aggrappi
e sprofondi.

 

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Capitolo 5
*** adesso ***


Ma adesso vivi o rivivi
Sei intera
O naufraga?
Allontani la sete
O hai già bevuto lacrime?
Quel buio che tocchi
ti spaventa,
Fondo oppure sipario?

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Capitolo 6
*** Questi Tralci ***


"La cosa importante è cogliere 
la bellezza collaterale 
che è il legame profondo con tutte le cose."
Collateral Beauty
Ma sei tu
o sono io
che mi avvinghio.
Vigna,
questo eravamo.

Che macchi
con il tuo rosso
le mie labbra
ancora, sei vino
tenti
ubriachi.
Quel rosso
è sempre su di me
e non perchè tu resti
ma perchè, d'improvviso
ti sento
nei sorrisi
nei morsi
nel buio.
Nel sonno.
Ancora, sui fogli.

Torno
allo stato primordiale
in fondo alle bottiglie
al cuore.
Nello stesso posto
in cui sono quelle corde
che hai toccato.
Adesso, vibranti
risuonano ancora.

Troverai i pezzi di me
nelle note di qualche canzone
che riascolterai, distratto.
Canta il mio nome,
senza dirlo.
Pensa solamente 
a queste parole,
questi tralci
che crescono ancora
nelle sere,
nella solitudine
nel tuo pensiero sfuggente.

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Capitolo 7
*** Amanti ***


"para poder sentir que todo lo que pasa es necesario
 o por el contrario, me quedaré sin ti,
y si lo dejamos pa mañana,ya nunca más,
amantes de lo ajeno.”
Amantes de lo ajeno_ La pegatina
 
A un amante
se questo sei stato,
se lo sei.
Adesso
posso trovare le parole,
senza delimitare
definire
quello che siamo stati.
Al buio
caduti dal letto
tra i baci violenti,
le braccia che mi cingevano.
 
Amanti,
Parole pesanti queste,
nel marasma sconnesso
di capelli, vestiti e pensieri.
Gabbie invisibili,
per pezzi di vita, incastri
sguardi fugaci.
Adesso cerco le parole
per un amante, per tanti
uno a uno
a chi è tornato nelle sere
tra le pieghe di lenzuola umide
a chi ho trovato, negli altri
in film casuali
che raccontavano di vite diverse,
parallele e immaginarie.
 
Volevo scriverti,
trovare lettere e limiti
dove non so neanche finire.
Tutto qui ridonda.
Me, madida
dei pensieri
che nel torpore riportano
a un te indefinito, a voi.
Mescolati.
Mandala di sguardi
Amanti.

 

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Capitolo 8
*** lucciola ***


Dopo tanto vagabondare

un posto, luogo per creare ricordi.

Forse è così

non la tempesta

non un morso, sanguinolento

infetto

che t’ammazza.

Non deliri e sogni

e notti calde,

sospiri dei naufraghi.

Quiete

di riccioli stesi su un divano

di un corpo steso, morbido.

L’aria fresca

il sole, dalla finestra

che si tuffa in mondi

che pensavi non esistessero

non reali

falsi.

Perché dipingevi scenari

che forse

descrivono solo ombre

e non verità.

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Capitolo 9
*** onde ***


"ma qusta nostalgia non muore mai,
ha la pazienza dell'onda del mare
[...]
Mare che ogni istante torni giovane
portami con te, ho già perso troppe cose
non voglio perdere anche me"
Siberia_Mare

 
Vorrei poter scrivere una canzone
con le note parlerei due volte di te
e nei silenzi, saresti ancora presente
[ come lo sei ora con me ].
Ma non tornare
non cambiare le coste come le onde.
Non andare
è troppo dolorosa la risacca.
Resta , nel limbo
nello stagno delle voglie
oltre le nuvole, i cuscini.
Rimani nell'aria ferma
nelle estati aride,
con l'aria che scioglie il paesaggio.
Resta come ti scrivo
nell'inchiostro della penna
dei ricordi, come ho voluto scoprirti.


 

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Capitolo 10
*** Vestimi ***


[ ometto anche questa frase, sottile sulla destra
alla tua riservatezza, anche se la conosco appena]
 
In un mondo che si spoglia
vestimi di paure.
Ci rideremo sù,
unici oltre questo tempo grigio
oltre gli incendi
che oscurano il cielo che continuiamo a condividere.
Unici in questa terra,
di chi la vuole chiusa
ma per noi resta mappa aperta
per perdersi, tra le notizie
di posti che non esisteranno più
di ghiacci che sciolgono anche nel mio petto.

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Capitolo 11
*** a me gli occhi ***


Lo sguardo alle volte può farsi carne, unire due persone più di un abbraccio.
D. Maraini

A me gli occhi
che troppo spesso nascondi,
a quelle linee
che imprigionano
che segnano.
A me
i tuoi occhi
conducono
in boschi, oscuri
tra i filtri di luce
sobbalza l’anima mia, nella ricerca
di una curiosità che la leghi
la fermi.
A me gli occhi
ardimentoso cacciatore
che le mie parole
possano essere dardo
per essere preda
della tua erotica caccia,
moneta di scambio
per essere musa
di fantasie scabrose
o solo effimere tenerezze.

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Capitolo 12
*** come vieni al mare ***


"Tremo, tremo forte fra le tue carezze"
Statte zitta_ Mannarino

Vieni a me come vieni al mare.
Ridammi quella stessa famigliarità che ti porta alle spiagge,
che ti fa cercare il sole.
Vieni a me senza guardare altri occhi,
conosco persone che ci potrebbero inciampare
ed affogare.
Non farmi più parlare,
bastano queste mani che sanno nuotare in me,
queste labbra che sanno scavare i miei silenzi
che lasciano segni più profondi dei rossori che vedi.
 
Vieni a me come vieni al mare.
Spogliati, che di corazze non ne avremo più bisogno
e basterà la sabbia a coprire i corpi
e basteranno le onde a cullare i nostri pensieri,
ad accompagnarci lontano, ai confini
dove il mare completa il cielo, dove nuotare sarà anche un pò volare.

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Capitolo 13
*** frammento_1 ***


"si tuviera que decir que es, tú eres eso."
Tu eres eso_ El Puchero del Hortelano

A contare i minuti, adesso ti immagino.
Ricordi ancora i miei passi fugaci, gli incroci di sguardi?
Avevi visto le mie paure,il passo svelto della timidezza.
Immagino le dita fremere, spero in un ansia uguale
spero nella stessa attesa arrabbiata.
Spero nelle stesse lacrime taciute,
che mi spaventa lasciarmi ingannare da quello che sento,
mi spaventano i miei passi soli nella notte
quando tento di accorciare il tempo per arrivare
e trovo volti nell’ombra, di altri
che mi guardano con gli occhi di chi mi ha sempre vista così.
Con quegli occhi che si specchiano sulla superficie ma non si tuffano mai.

Con il respiro spezzato, ti sento
oppure forse sono più io, che cerco di vestirti dei panni miei
e cerco di insegnarti di me attraverso la bellezza del lapislazzulo.
Che quell’azzurro nasconda la mia ansia,
nasconda i miei occhi che tremano,

la bocca semi aperta che ti cerca, si bagna di parole liquide.

La voce si alza come un muro, ti sfido ancora a salirlo, a smontarlo
e ti immagino oltre,
ti immagino nella mia notte.

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Capitolo 14
*** spiagge ***


"Le mie parole sono sassi
Precisi aguzzi pronti da scagliare
Su facce vulnerabili e indifese
Sono nuvole sospese
Gonfie di sottointesi
Che accendono negli occhi infinite attese"
Le mie parole_Samuele Bersani

 
Ai bambini racconterò
di non fidarsi mai degli occhi che li cercano nelle folle
che insistono sulle curve dei loro corpi, sui colori che guizzano da sorrisi inattesi.
Racconterò le mie favole
tu, pirata tatuato dai muscoli rotti.
Dal cuore malandato, non per l’amore,
non per la lotta,
ma per aver osato plasmare città inesistenti
peggio ancora averle tramutate in esili castelli erranti,
granelli di sabbia sparsi in cammini che non si incroceranno più.

Nei miei racconti sarò principessa, pettinerò i miei capelli
e parlerò a tutti delle attese, che li fecero crescere
delle trecce che feci, per non disperare
e di come alla fine non gli sciogliesti perchè troppo simili a corde.
Sarò guerriera quando gli dirò dei draghi che arrivavano la notte,
delle lotte continue lungo scale infinite, di torri buie.

Ai mie bambini dirò di farsi ingannare, a volte,
ma di restare vigili contro i piccoli dettagli che il tempo ci lascia sparsi.
Gli descriverò tutti i luoghi in cui continuo ad andare.
Ricordi quella spiaggia di sassi, di pezzi
parti di me tornerebbero lì, dove tornare fa rima con usare.
Questo forse non lo racconterò
ma dirò di un viandante mascherato da cavaliere che in una sola notte scelse,
scelse che l’amore poteva essere solo teatro, sceneggiatura e maschere.
E io ero lì, pubblico.
Scelse me con gli occhi quando si piegò per l’inchino e dopo ancora
quando sfiorò la mia mano nella folla indescrivibile.
Racconterò di come le nostre lingue difettose erano capaci di riscrivere il mondo
una erre moscia basta per cambiare le prospettive, per ridere
per trasformare spiagge e mare.
Diventa solo ed esclusivamente male.
Questo lo racconterò,
per me terrò solo i copioni di queste innumerevoli parti,
terrò i diamanti che meritava la principessa,
le armi della guerriera,
il petto caldo degli applausi che rimbombano nel teatro.
Ti lascio le spiagge,
il mare che non sappiamo pronunciare.



NOTA DELL'AUTORE: Non è un finale da favola. Ma lo vedete anche voi il rosso del sipario.
Si impara presto che più che come trattenere qualcuno dovremmo essere bravi a lasciarlo andare, che sia un caso o una scelta. 
Si impara presto che ci sono occhi che fanno rumore quando ti si poggiano addosso, eppure sono proprio quelli che manco devono essere tuoi.
Senti il rumore di quello che ti spezza.

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