Chiaromonte

di Penelope Guerrano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La stanza ***
Capitolo 2: *** La camicia ***
Capitolo 3: *** Super Santos ***
Capitolo 4: *** LO ZAINO ***



Capitolo 1
*** La stanza ***


Un vicoletto stretto, ciottoli a terra, una strada senza uscita, il mare si intravede dal cancello di fitte inferriate di una villa antica, posta di fronte un ingresso accogliente, "Welcome to Chiaromonte" la targa in legno di benvenuto con una farfalla di mille colori dipinta.Un monolocale dove  primeggiano il bianco e il blu, tutto richiama l'ambiente marino. Un orologio a forma di timone, quadri con panorami mozzafiato, tramonti e mare blu. Mateusz, sacco a pelo in spalla, con i suoi amici Paul e Sabrine, dalla Polonia arriva alla stazione di Formia, stanco, tra i bagagli ha anche l'eccitazione di raggiungere quel luogo che ha cercato lungamente su Google, per trascorrere tre giorni d vacanza. Lì, attendono il bus che li porterà a Gaeta. Gaeta, luogo, romantico nell'aria un forte odore di salsedine, qualsiasi sguardo si inebria in quella linea di orizzonte, dove, il mare si confonde in dorati tramonti. Tre ragazzi, in cerca di emozioni. Antony e sua moglie Maria li attendono in piazza Traniello, appuntamento alla storica gelateria il Pinguino, un piccolo localino dove si possono gustare gelati di una bontà sopraffina ma non è l'unica gelateria di Gaeta che procura l'acquolina in bocca per il gusto dei gelati, ecco dal bus proveniente da Formia scendono i tre ragazzi, aspetto stanco per il lungo viaggio ma con quella vitalità negli occhi di chi è avido di conoscere luoghi e culture nuove, beata gioventù che rende possibile l'impossibile e impossibile il possibile. " Welcome to Gaeta, I'm Maria and him is Antony my husband", con un inglese maccheronico, frutto di anni di cattivo studio, Maria accoglie i ragazzi. Li conduce in un giretto panoramico, nel cuore di Gaeta Medioevale, al porto, fa vedere loro dove si svolge la movida gaetana dei ragazzi , i lounge bar di tendenza, le birrerie , i ristorantini chic ma anche le pizzerie. Si recano poi a Chiaromonte, lì il piccolo accogliente monolocale che li ospiterà, i tre ragazzi osservano senza proferire parola, forse perchè timidi, forse perchè hanno capito l'imbarazzo di Maria nel comunicare in lingua inglese. Arrivati in Via Pio IX, Antony li aiuta a portare i pesanti zaini da campeggio e scendono una antica, larga scalinata , che li condurrà in un vicoletto pieno di ciottoli e archi senza uscita, dove è situato il monolocale. Ecco che Mateusz , rompe il silenzio e con un sorriso flebile domanda a Maria: -Where's Montagna Spaccata?- Fu lì che Maria e Antony capirono che i ragazzi polacchi, nei loro tre giorni di permanenza, volevano visitare le bellezze naturalistiche di Gaeta e non la notturna movida gaetana.

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Capitolo 2
*** La camicia ***


Mateusz, con i suoi due amici, Paul e Sabrine si svegliò di buon'ora, l'odore del caffè usciva dalla cialda che aveva inserito in una nota macchinetta italiana e che era posta in un angolino del monolocale. La calda mattinata di luglio già faceva presagire che la giornata sarebbe stata molto pesante, Mateusz tirò fuori la sua bella e fresca inamidata camicia di lino bianca, profumava ancora di appretto e indossandola, immaginò la madre mentre gliela accarezzava stirandola. Zaini in spalla, i ragazzi si diressero verso Monte Orlando,dapprima i 140 scalini che conducevano al Porto di Gaeta, poi, una bella passeggiata per il lungomare, fino a giungere alla strada che conduceva alla Montagna Spaccata . Percorrendo la Riviera di Ulisse, ansimavano dalla fatica: una strada in salita, da cui si intravvedeva un panorama mozzafiato, sul lato destro, oltre ad alberi folti di ogni specie, tra cui primeggiavano olmi e platani, faceva capolino il lungomare di Serapo, una spiaggia dalla sabbia fine e dorata con un mare di un colore azzurro laguna. Sulla sinistra il Porto di Formia, con le sue acque di un profondo blu intenso, sulle quali si affaccia l'elegante cittadina. In lontananza Mateusz e i suoi amici, affannati e con rivoli di sudore che percorrevano tutto il loro corpo, intravvedono il Santuario della S.S. Trinità, fondato dai monaci benedettini e affidato in epoca moderna ai missionari del P.I.M.E., in una cornice spettacolare, punta di diamante della Montagna Spaccata. Giungono alla sommità e seguono l'itinerario classico, Mateusz e i suoi amici hanno profondi occhi di stupore nell'attraversare la fenditura della montagna che la leggenda narra che si sia aperta in seguito al terremoto procurato dalla morte di Gesù. Rocce frastagliate di un colore aureo e liscio nei punti sottoposti allo sfregolío delle persone che scendendo e risalendo, si appoggiano su di esse. La loro attenzione cade su una scritta: " Qui la mano del turco che non credette dove la roccia fu liquefatta dalla sua incredulità". Si, proprio lì, si narra che un marinaio turco non credendo che la montagna si fosse spaccata creando una profonda fenditura in seguito ad un terremoto avvenuto durante l'utimo respiro di Cristo, appoggiò la mano e la roccia si sciolse proprio in quel punto facendo ricredere il marinaio.Scendendo per l'impervia via, in una continua instabilità nel camminare, per quei ciottoli lisci e sconnessi del suolo, i tre ragazzi giungono al " letto" di San Filippo Neri, un masso dove il Santo pregava, fino ad addormentarsi su di esso, guardando il crocifisso ligneo dell'adiacente Cappella, sospesa sul mare. Salendo per una piccola scalinata, fino alla terrazza dove dall'alto, la fenditura della montagna era attraversata dal mare, ritornando in Polonia non avrebbero mai più dimenticato lo spettacolo generato da quella forza della natura.La bella camicia di lino bianco che aveva accompagnato Mateusz nell'escursione, rimase lì a Gaeta, confondendosi tra le asciugamani bianche del monolocale lasciate sul letto di Chiaromonte.

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Capitolo 3
*** Super Santos ***


Sebastièn e Julieta avevano deciso di incontrarsi a Roma, lui francese, lei argentina, due ragazzi con la beata gioventù che li contraddistingueva. Sebastièn, ragazzo dal viso fine, occhi azzurro-mare e folta capigliatura riccia castana, aveva conosciuto Julieta, pelle chiara, capelli dorati con grandi occhi color nocciola, a Parigi in un bistrot vicino casa sua, lei era venuta nella capitale francese per uno stage di danza classica e l'amore li aveva avvolti. Pochi giorni di vacanze e li volevano trascorrere in Italia, appuntamento a Roma per recarsi a Gaeta, avevano visto su internet pubblicizzate le sue limpide acque, i suoi itinerari naturalistici, la buona cucina, tutti ingredienti giusti per una vacanza romantica.Un caldo abbraccio, l'incontro tra di loro ha fermato il tempo, Julieta si perde nel profumo di Sebastièn e lui nella morbida pelle di lei. "Andiamo, perdiamo il treno" -dice Sebastièn- "Si, amore mio, avremo tempo " e di corsa presero il treno delle 10.50 che li avrebbe condotti a Formia e da lì avrebbero raggiunto in autobus Gaeta. Tony senti il trillo del messaggio sul suo cellulare:- tra poco prenderemo l'autobus per Gaeta, dove ci incontriamo?Sebastièn . Rispose Tony:- alla Gelateria "Il Pinguino" in Piazza Traniello, tra 20 minuti- Ok Tony! Tony corse da Maria, aveva bisogno di poter dialogare con i ragazzi e quando poteva, chiamava Maria affinchè potesse dare informazioni agli ospiti in lingua inglese.Tutti puntuali, si incontrarono lì, Maria li riconobbe subito, l'aria di straniero, avvolge coloro che hanno negli occhi la meraviglia di ciò che vedono. Tra l'altro, dai loro occhi traspariva anche, tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra. Sebastièn e Julieta volevano trascorrere tre giorni di solo amore, un amore, non solo fisico, ma anche per tutto ciò che li circondava: erano innamorati della vita. Tony e Maria accompagnarono i ragazzi al monolocale, percorsero i 140 gradini che li avrebbero portati al loro nido d'amore, tutto intorno era caratteristico: archi in pietra, villette con mattoncini rossi e piastrelle tipo vietri, lampioncini, aria che odorava di salsedine, cielo terso di un azzurro carico, e un panorama dove le acque cristalline del mare erano solcate da barche di ogni specie. Si intravvedevano varie insenature, spiagge di fine sabbia dorata , eramo impazienti di tuffarsi in quelle acque e sentire sulla pelle i morbidi granelli di qella sabbia chiara.Nelle menti all'unisono il pensiero di fondere quei loro corpi in un'avvolgente passione. Tony e Maria, fanno vedere loro le regole della casa,come funziona la cucina,come si aprono i divani letto, l'estrattore del bagno come funziona. Consigliano lorodi accendere delle candeledal gradevole profumo di citronella per mantenere lontane le zanzare, dicono loro dove poter fare la spesa, ma Sebastien vuole portare Julieta ad uno dei ristoranti più sopraffini di Gaeta e Tony gli consiglia la Cocina di Popolla.-Sebastien, si mangia da Dio! Julieta cadrà subito tra le tue braccia! -disse Tony in uno strano inglese. La sera, si trovarono lì, un tavolo illuminato da una candela, gerbere fresche e colorate, piatti di fine lavorazione fiorentina, al centro di una piccola piazzetta nel Borgo Medioevale, tutto intorno era romantico, ragazzi che passeggiavano mano nella mano, le luci che come stelle illuminavano il ristorante. Subito sono accolti cordialmente, Anna, la moglie del proprietario, serve loro il menù, arriva un giovane cameriere che porta a tavola acqua naturale, grissini fatti in maniera artigianale e la "tiella", una focaccia fatta con pochissimo lievito, farina e olio d'oliva, ripiena o di verdure o di polipo, Assaggiano quella con baccalà, scarole e olive di Gaeta, si guardano negli occhi e la prelibatezza di quel cibo unito ad un bel calice di vino Biancolella del'Isola di Ponza, inebria il palato ma anche i loro pensieri.Proseguono la cena, ma in loro cresceva quel caldo desiderio di unire i loro corpi per non lasciare mai più quella sensazione di felicità, ordinano degli antipasti, ciascun piatto era una sinfonia di sapori: totanetti alla crema di cannellini e mentuccia, baccalà fritto e crema di cipolle di Tropea, polipo alla Luciana e all' insalata. Il vino, scendeva velocemente nel palato, bianco , fresco, aroma fruttato, accompagnando quelle degustazioni uniche, a tal punto che già erano sazi e faticosamente ordinarono un primo: una burrata di scampi. La golosità di Julieta non impedì di terminare la cena con una bella e fresca millefoglie all'amarena , mentre Sebastièn assaporava il caratteristico liquore limoncello di cui aveva tanto sentito parlare. Il vento trasportava l'odore del mare , scompigliando le loro folte capigliature, si sentivano insistenti le cicale, la luna era piena e in tutto il suo splendore sovrastava Gaeta, lasciando sul mare una scia luminosa. Pagarono velocemente il conto, ringraziarono lo Chef Massimo e sua moglie Anna della prelibata cena e si allontanarono, percorrendo quelle strade sconnesse da ciottoli antichi , dove era facile immaginare il suono degli zoccoli dei cavalli che trascinavano carrozze dove amanti nascosti scambiavano baci impetuosi.Affannati. percorsero tutto il lungomare, portandosi fino sotto la montagna di Serapo, la sabbia morbida e fresca , nella penombra della sera, accarezzava i loro piedi. Sudati ed eccitati con un gran fiato per il passo veloce che avevano avuto, si buttarono distesi sula spiaggia e rilassati guardavano il cielo reso buio dalla notte, dove tra centinaia di puntini luminosi Sebastièn scorse il Carro dell'Orsa minore, mentre una grossa luna si rifletteva sul mare calmo. Il rumore del mare sembrava comporre note di una soave melodia che si intrecciava con il suono dell'ansimare dei due corpi che avevano deciso di spogliarsi e concedersi, fondendosi in unico piacere. Era quella per loro la felicità. Si ricomposero, insabbiati e sudati, si recarono a piedi sul lungomare e si fermarono alla Caffetteria per gustare un delizioso cornetto caldo con Nutella così come gli aveva suggerito Tony, i due ragazzi apprezzarono molto questa dolce parentesi e stanchi si recarono al monolocale, accettando un passaggio dal trenino locale che conduceva i turisti alla scoperta delle vie antiche di Gaeta e il cui capolinea era proprio a Piazza Traniello a pochi passi dalla scala che li avrebbe condotti a Chiaromonte. Soddisfatti, stanchi, innamorati, sazi, inebriati e felici, dispiegarono il comodissimo divano letto, con le profumate lenzuola a fantasia marina e caddero in un profondo sonno, l'indomani mattina sarebbero andati alla spiaggia dei Trecento scalini e il pomeriggio sarebbero partiti per Roma dove li attendeva il volo che li avrebbe portati alla normalità. Ore 9.00 l'odore della cialda del caffè inondava la stanza ma anche il piccolo Vicoletto di Chiaromonte e si confondeva con quello della brezza marina. Julieta è svegliata da Sebastien:- "Amore, il caffè ". Con una smorfia e gli occhi ancora appiccicati dal sonno tende la mano e prende la tazzina di colore blu oltremare di manufattura fiorentina e assapora come se fosse la bevanda più preziosa del mondo, il caffè. Subito, si sciacquano il viso, tanto andranno al mare, si infilano il costume, telo da mare in sacco a spalla e via, direzione Trecento scalini. Avevano visto l'indicazione di questa spiaggia sulla cartina turistica di Gaeta e Tony e Maria, avevano confermato loro che era di una bellezza naturale infinita ed ora sarebbero andati lì. Nella stanza avevano trovato un bigliettino con il numero di cellulare, "' L'ape di Gaeta ", un triciclo con tendalino che trasportava i turisti dove volevano, per la modica cifra di dieci euro. Dopo dieci minuti dalla chiamata era già li, la Signora Francesca, una bella donna, guidava a simpatica vettura. Attraversata Gaeta Medioevale, giunti sino la spiaggia di Serapo, proseguono per la Flacca, una strada statale, dove si susseguono una serie di spiagge, sul litorale dell'Ariana. Ecco da lontano si vede il mare di un colore verde-blu intenso, sabbia bianca e fine, delimitata da una montagna frastagliata, una freccia in legno indica con una scritta intagliata i " Trecento scalini", la Signora Francesca fa segno di scendere per un piccolo sentiero che i porterà in spiaggia e li saluta. Sebastien e Julieta, ammirati e attratti da tanta bellezza a passo svelto si dirigono verso di essa, dall'alto dei trecento scalini ammirano tutta la conca e l'aspetto selvaggio della natura, affannati raggiungono il mare e lanciando gli zaini a terra, si spogliano e si tuffano in un'acqua cristallina e luccicante sotto i raggi de sole. " Che natura! E' uno spettacolo ! Esclama Julieta, mentre Sebastien la tira a sè, baciandola in maniera appassionata sulla bocca assaporandone la salsedine. Julieta , si avvinghia a lui, traendo un profondo piacere da quei due corpi bagnati che scivolavano l'uno sull'altro. Si asciugarono con due teli mare di colore arancione e avvolti e abbracciati nelle asciugamani, pensarono che il tempo della breve vacanza scorreva inesorabilmente, da lontano videro arrivare un venditore ambulante, aveva tra varia merce naturalmente vacanziera, anche dei palloni super santos, i due ragazzi infilatisi velocemente i costumi andarono ad acquistarne uno, giocarono a pallavolo in acqua fino a che il sole non tramontò lentamente dietro la montagna; l'indomani avrebbero lasciato il loro amico di giochi nell'appartamento, troppo scomodo da portare in aereo per il viaggio di ritorno.

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Capitolo 4
*** LO ZAINO ***


-Guarda Tony!- dice Maria - una prenotazione dal Messico!- Maria, ma che dici, è dal New Messico ! - Risponde Tony ridendo a crepapelle. - Messico, New Messico per me è la stessa cosa!- risponde arrabbiata Maria. Tony allora tira fuori lo smartphone e su Google earth gi fa vedere dove sono situate geograficamente il Messico e il New Messico.

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