Cronaca di un fratello maggiore di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Telefonate ***
Capitolo 2: *** A casa ***
Capitolo 1 *** Telefonate ***
Dopo qualche anno, sono tornata
a scrivere di questa serie che mi ha accompagnato durante la mia
infanzia. Non sarà una storia lunghissima, prevedo massimo
cinque capitoli. Se vorrete fammi sapere cosa ne pensate, io sono qui!
CRONACA DI UN FRATELLO MAGGIORE
CAPITOLO 1
Matt stava parlando al telefono con sua sorella Lucy, quella mattina,
in attesa che sua moglie Sarah tornasse a casa dopo il turno di notte.
- Mi
stai dicendo che Mary non si è più fatta viva?
- No,
a dire la verità speravo che tu avessi qualche notizia su di
lei.
- No,
non la sento da un paio di settimane.
- E
adesso che facciamo?
- Aspettiamo.
- Mi
chiedo perché non si decide a parlarne con mamma e
papà. Loro hanno il diritto di sapere quello che sta
succedendo!
- Lo
so. Facciamo così. Diamole un altro po' di tempo, se poi
continua a non farsi sentire, valuteremo se è il caso di
parlarne a mamma e papà.
Matt
sapeva che, oltre Mary, c'era un argomento di cui aveva bisogno di
discutere con sua sorella. Nonostante la lontananza, Matt sentiva
ancora sulle sue spalle la responsabilità di fratello
maggiore.
- Come
va con Savannah?
- Tutto
bene. In questo momento se ne sta occupando la mamma.
- A
proposito di questo, Lucy, che mi dici della casa che Kevin ha comprato
per voi?
- Ti
dico che devo ancora vederla. Non ne ho proprio avuto il tempo, con la
bambina e Kevin che lavora. Quando potrei andarci?
- Fammi
pensare. Ad esempio mentre la mamma si occupa della bambina. Tipo...
adesso?
- Perché
nelle tue parole sento qualcosa che non mi stai dicendo apertamente?
- Lucy,
l’unica cosa che ho da dirti è che non puoi
rimanere per sempre a casa con mamma e papà, adesso che sei
sposata e hai una bambina.
- Lo
so e infatti non intendo farlo! E’ solo che mi serve del
tempo, tutto qui. A proposito, ho una novità.
Lucy
non voleva parlare dell'argomento e sapeva bene come suscitare
l'interesse di Matt per qualcos'altro.
- Che
genere di novità?
- Ruthie
ha un ragazzo.
- Che
cosa? Ma non è troppo presto?
- No.
Ti ricordo che ormai ha quasi 15 anni. Ti devo per caso rammentare che
io e Mary alla sua età avevamo già avuto dei
ragazzi?
- No,
grazie, me lo ricordo benissimo anche da solo. Solo che, a volte, non
realizzo di quanto velocemente passi il tempo. Insomma, tu e Mary siete
sposate, avete dei figli, Simon fa sesso rischiando di mettere incinta
la propria ragazza...
- Ex
ragazza.
- Sì,
come ti pare. E adesso Ruthie che ha il ragazzo. Dio, mi sembra ieri
che vi ho visti nascere e crescere.
- Stai
parlando come papà.
- Che
ci vuoi fare, sono sempre il fratello maggiore.
- Adesso
devo andare, Matt. E’ arrivata l’ora della pappa
per la mia piccola. Ci sentiamo presto, va bene?
- Certo.
Ciao. Ah, però ci tengo a sottolineare che, anche se hai
abilmente cambiato discorso, vorrei che riflettessi su quello che ti ho
detto a proposito di te, Kevin e Savannah e della casa che tuo marito
ha comprato per voi.
- Ok,
ok. Ciao Matt. Salutami tanto Sarah.
Matt
rimase solo con i suoi pensieri, una volta terminata la conversazione.
I suoi fratelli ormai erano grandi. Quando Simon e Ruthie erano ancora
dei bambini, Mary e Lucy, come sua sorella gli aveva appena ricordato,
già si destreggiavano fra i primi fidanzatini. Che tempi
erano quelli, soprattutto per lui che, in qualità di
fratello maggiore, sentiva sempre su di sé il dovere di
vegliare sulle due. Ricordò di come, certe volte, avesse
invidiato Simon. Per lui, l’unica sorella minore era Ruthie,
che appariva così diversa dalle due maggiori! Ma,
soprattutto, non dava gli stessi grattacapi! Una volta, parlando con
Simon proprio di certe cose, era stato quasi deriso dal fratello
minore, che aveva trovato eccessive le preoccupazioni di Matt nei
confronti delle vite sentimentali di Mary e Lucy. A questo
proposito, una certa idea si stava facendo strada in lui. Forse era
arrivato il momento di scoprire come Simon avrebbe reagito alla notizia
che Ruthie aveva un ragazzo. Voleva proprio vedere se reputava ancora
eccessive le sue preoccupazioni da fratello maggiore!
Sarah entrò in casa, con delle vistose occhiaie sotto gli
occhi. La stanchezza, tuttavia, non le fece evitare di notare lo
sguardo di chi sta architettando qualcosa di strano dipinto sul volto
di suo marito.
- Ciao
Matt.
- Ciao
amore! Com’è andata in ospedale?
- Bene,
tutto sommato è stata una notte abbastanza tranquilla. Che
hai in mente?
- Cioè?
- Tu
hai qualcosa in mente, caro mio!
- No,
non è vero. E’ solo che stavo pensando che dovrei
chiamare Simon.
- E’
successo qualcosa?
- No,
a dire la verità voglio solo sapere come sta. E’
già un po’ che non lo sento.
- Va
bene. Io vado a farmi una doccia veloce, poi dritta a letto! A dopo.
Con
un veloce bacio sulla bocca, Sarah si dileguò in camera da
letto. Matt diede un’occhiata all’orologio che
segnava le undici. Chissà se Simon era già in
piedi? Beh, lo sperava per lui, perché non aveva tempo da
perdere, prima di telefonargli. Simon rispose dopo qualche squillo.
- Ciao
fratello!
- Simon,
ciao! Come va?
- Tutto
bene, grazie! E te? Come mai hai chiamato?
- Niente
di che, volevo solo parlare un po’ con te, per sapere come te
la passi.
- Sono
sotto esame, per cui sono molto impegnato con lo studio. Per il resto
tutto bene, Georgia ed io ci siamo lasciati e non ci parliamo neanche
più, dopo quello che è successo. Te,
novità?
- A
dire la verità, una piccola novità ce
l’avrei.
- Sono
tutto orecchie. Spero solo che non sia qualche altra notizia
scoraggiante da parte di Mary.
- No,
non l’ho più sentita. E non so se questo
è un bene o un male. Invece, poco fa ho parlato con Lucy.
- Ah,
e come sta? La bambina? Gli altri?
- Oh,
loro stanno tutti bene, una meraviglia. Soprattutto Ruthie.
- Ruthie?
- Sì,
vedi, Lucy mi ha detto che adesso ha un ragazzo.
- Un...
ragazzo? Vuoi dire un amichetto!
- No,
no, un ragazzo vero e proprio, Simon.
- E
come si chiama, quanti anni ha? Voglio dire, sappiamo chi è,
vero? Mamma e papà sono a conoscenza che Ruthie lo sta
frequentando? Che ne pensano?
- A
dire la verità, non sono poi così informato,
però suppongo che mamma e papà ne siano al
corrente.
- Beh,
non potevi farti dire di più da Lucy?
- Simon,
come mai ho l’impressione che tu ti stia un po' agitando?
- Scherzi?
Certo che mi sto agitando! Ruthie è mia, anzi, nostra
sorella! E’ ovvio che io mi preoccupi per lei! Voglio che sia
felice e che non incontri ragazzi sbagliati! Piuttosto, tu mi sembri
anche troppo calmo!
- No,
ti sbagli, non sono così calmo e rilassato all'idea. Ma
vedi, al contrario di te, io sono ben collaudato. Ho fatto anni di
gavetta, con Mary e Lucy! E poi Ruthie è una ragazza
intelligente, sono sicuro che saprà cavarsela bene.
- Ruthie
non è una ragazza, è una bambina! E’
ancora troppo piccola per uscire con i ragazzi! Mi auguro che
papà non la mandi in giro da sola con questo ragazzo! E poi,
da dove diamine salta fuori? Sono stato a casa di recente, non
c’era nessun ragazzo per Ruthie!
- Ah,
mi dispiace Simon, ma non so altro. Però adesso devo proprio
andare, altrimenti faccio tardi a lavoro. Ci sentiamo.
Simon
guardò attonito il suo cellulare. Suo fratello aveva davvero
sganciato una notizia bomba come quella, per poi lasciarlo con mille
dubbi?!? Avrebbe potuto chiamare Lucy e farsi spiegare meglio da lei
come stavano le cose. Oppure avrebbe potuto sentire direttamente da
Ruthie la verità. Oppure...
Simon prese le chiavi della macchina e si disse che, per un giorno,
avrebbe anche potuto saltare le lezioni universitarie.
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Capitolo 2 *** A casa ***
CAPITOLO
2
A Glenoak, la vita in casa Camden era stata stravolta
dall’arrivo della piccola Savannah. La notte era diventato
molto difficile riuscire dormire, a causa dei pianti della bambina e
dei continui battibecchi dei suoi genitori. Durante il giorno, invece,
era indispensabile fare più silenzio possibile, se Savannah
stava facendo il suo riposino, altrimenti si rischiava di incappare
nelle ire di Lucy. Sam e David iniziavano ad essere stufi di questa
situazione. L’iniziale entusiasmo di essere diventati per la
seconda volta zii alla loro giovane età era rapidamente
scemato di fronte all’intrusione di Savannah nelle loro
abitudini. E così, andare a scuola, alla fine, era diventata
quasi una liberazione. Un modo per prendersi una vacanza dalla loro
nipotina. Eric, non a caso, passava quasi tutto il giorno in
parrocchia. Per preparare il sermone domenicale non bastava
più chiudersi nel suo ufficio per ottenere la concentrazione
necessaria, perché il pianto di Savannah e i litigi di Lucy
e Kevin oltrepassavano ogni muro dell'abitazione.
L’unica che stava a casa, sorbendosi tutto il giorno la
stessa storia, era Annie, che cercava di fare del suo meglio per
aiutare la figlia. Annie era anche l’unica a cui non sembrava
pesare in alcun modo la presenza costante della famiglia Kinkirk.
Annie stava guardando l’orologio, sapendo che, da
lì a poco, Ruthie e i gemelli sarebbero tornati a casa da
scuola. Kevin sarebbe stato a lavoro fino a sera, mentre Lucy era al
piano superiore con la piccola Savannah. Eric era invece uscito da poco
per andare in parrocchia. Quando udì la porta sul retro
aprirsi, la donna si affrettò per arrivare in cucina ed
accogliere i suoi figli. Tuttavia, con sua grande sorpresa, il figlio
che si trovò davanti, non era atteso.
- Simon!
- Ciao
mamma!
- Che
ci fai qui?
- Beh,
diciamo che avevo voglia di casa.
- E
come hai fatto con l’università?
- Oggi
avevo solo un paio di lezioni, ma niente che non potessi saltare.
Lucy,
con la bambina in braccio, scese dal piano superiore, raggiungendoli.
- Ciao!
E tu?
- Ciao
Lucy. Ecco qui la mia nipotina preferita!
Il
ragazzo prese dalle braccia della sorella, Savannah. Lucy gli stava
mandando delle occhiate interrogative, forse pensava fosse
lì perché aveva delle novità su Mary,
ma Simon cercò di rassicurarla con lo sguardo.
- Avevo
voglia di venire un po’ a casa e, poi, volevo vedere quanto
è cresciuta questa bella bambina!
La
porta della cucina si spalancò e da essa entrarono,
nell’ordine, Sam, David, Martin e, per ultima, Ruthie. Simon
si voltò proprio per osservarla, mentre i gemelli, sorpresi
di vederlo, gli si attaccarono alle gambe. Lucy riprese Savannah che
iniziava a lamentarsi.
- E’
l’ora della pappa, scusatemi.
Lucy
tornò al piano superiore, mentre Martin salutò
velocemente Simon per poi andarsene nell’appartamento sopra
il garage. Ruthie ebbe dei pensieri simili a quelli di Lucy, vedendo
Simon in casa.
- Hey.
Che ci fai da queste parti?
- Volevo
vedere la mia famiglia. Che c’è di male?
- Oh,
niente. Mamma, senti, dopo posso uscire?
- Dipende.
Dove vorresti andare?
- Vincent
mi ha invitato al cinema e poi a mangiare una pizza.
- Chi
è Vincent?
Sia
la madre che Ruthie ignorarono la domanda di Simon, mentre discutevano
sul fatto che quella settimana la ragazza era già uscita un
paio di volte con Vincent. Simon ascoltava attentamente la
conversazione, provando a intromettersi di tanto in tanto chiedendo chi
era Vincent. Fu distratto solo dai suoi fratellini che lo richiamarono,
per sussurargli qualcosa in coro.
- Vincent
è il ragazzo di Ruthie.
Come
sospettava, allora si chiamava Vincent il ragazzino che aveva osato
avvicinarsi a sua sorella innanzi tempo. Avrebbe dovuto ottenere
qualche informazione in più su di lui, per andare a parlarci
e chiarire giusto un paio di punti. Nel frattempo, non aveva potuto
fare a meno di notare come Ruthie fosse più truccata e
curata dell'ultima volta che era stato a casa. Sembrava cresciuta d'un
colpo. Non poteva andarsene di lì prima di assicurarsi che
Vincent fosse un bravo ragazzo e, soprattutto, che le cose fra i due
fossero più platoniche che fisiche.
- Senti,
prova a chiamare tuo padre, ma tieni presente che non sono d'accordo su
questa uscita!
Ruthie
sbuffò e lasciò la cucina.
- Mamma,
che tipo è questo Vincent?
- Oh,
sembra un ragazzino a modo. Lui e Ruthie si frequentano da qualche
settimana.
- Ma...
Stiamo parlando di un tipo di frequentazione... Di che stiamo parlando,
esattamente? Voglio dire... Questo Vincent è un amichetto
tipo Peter, giusto?
Iniziando
a mettere insieme i pezzi del puzzle che avevano condotto Simon e
Glenoak, Annie sorrise.
- Chi
ti ha parlato di questa storia?
Simon
si mise subito sulla difensiva.
- Che
stai dicendo? Voi ne stavate parlando un attimo fa! Ho le orecchie per
ascoltare, sai? E poi sono qui per stare un po' con voi. Avevo bisogno
di una pausa dall'università. Comunque, non hai risposto
alla mia domanda!
Annie
annuì, chiedendosi se fosse stata Lucy a mettere la pulce
nell'orecchio di Simon.
- Caro
mio, credo che ormai Ruthie abbia passato la fase degli
“amichetti”. Sono sicura di poter definire Vincent
il suo primo ragazzo ufficiale.
Simon
guardava la madre come se le fossero appena spuntate delle antenne.
- Che
cosa? Non pensi anche tu che sia troppo presto? Che sia troppo piccola
per avere un ragazzo?
- No,
direi di no. Lucy e Mary erano più piccole di lei quando
hanno iniziato a uscire con i ragazzi!
- Ma...
E' diverso!
- Perché
dovrebbe essere diverso? Finché Ruthie seguirà le
regole di questa casa, sarà libera di frequentare dei
ragazzi... Esattamente come hanno fatto prima di lei le sue sorelle. Ma
forse so cosa è diverso, questa volta, per te.
- Che
cosa?
- Ruthie
è la tua sorellina minore e fra di voi c'è sempre
stato un legame particolare. Credimi, Simon, è assolutamente
normale che tu ti senta così.... geloso e apprensivo. La
stessa cosa è successa a Matt, quando Mary ha conosciuto il
suo primo fidanzatino. Devi solo imparare a convivere con il fatto che
Ruthie sta diventando adulta.
Simon
sbuffò. Ora capiva perché Matt l'aveva chiamato
per dargli quella notizia. Aveva preso in giro Matt un sacco di volte
quando le sue sorelle uscivano e lui si preoccupava come un matto.
Adesso, dopo anni, si ritrovava a vivere le stesse preoccupazioni.
Questa consapevolezza non lo fece sentir meglio. Simon decise che non
avrebbe lasciato quella casa senza conoscere Vincent e accertarsi di
persona di come stessero effettivamente le cose.
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