Math & Music: Play for me, count for me di ShunLi (/viewuser.php?uid=11154)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Nuvole Nere ***
Capitolo 1 *** Premessa ***
Salve
e benvenuti in questa nuova storia! Come da introduzione questa
è un racconto ispirato all'album Una Mattina di Ludovico
Einaudi, in cui due personaggi di mia invenzione si muovono
nell'Universo immaginato dalle canzoni che ho ascoltato sino alla
nausea. L'avevo scritta 10 anni fa e per un concorso l'avevo ripresa e
riscritta, ma pigra come sono, non sono riuscita a partecipare e questa
piccola storia non ha avuto il suo lieto fine. Pubblicandola spero che
possa ritrovare lo stimolo per poterla continuare, così come
tutte le altre storie che ho pubblicato. Spero possa essere apprezzata!
Vi auguro buona
lettura.
-Shun
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Capitolo 2 *** Nuvole Nere ***
Un
turbinio scuro di nuvole nere scese minacciosamente dal cielo,
avvolgendo casa Mikiya in un irreale atmosfera, che ricordava ad Otome
il giorno in cui aveva trovato Koukotou per le strade. Stavolta
però era totalmente differente: il padre, per la prima volta
in vita sua, risentiva di tutti gli sforzi compiuti sul lavoro, ed era
sdraiato a letto, tenendosi la mano sul petto, all'altezza del cuore,
sofferente e ansante.
Tutto ciò
procurava ad Otome una pena indicibile e per fortuna nessuno in casa
Mikiya era rimasto con le mani in mano. Il miglior medico di tutto il
paese si era premurato di assistere in prima persona Saisyu Mikiya, le
domestiche erano come api laboriose che andavano avanti e indietro per
la grande casa, camminando a passo felpato sul tatami scuro, a turno,
per portare da mangiare, cambiare le lenzuola e misurare le febbre al
pover'uomo.
Mizuru-chan, la maid
che più era affezionata ad Otome, le aveva donato uno dei
suoi amuleti più potenti.
"Prego ogni secondo
per tuo padre." Le aveva detto, più speranzosa che mai,
"tieni questo con te, vedrai che ce la farà."
Anche Koukotou-kun
faceva del suo meglio. Abbracci e baci allievavano per un pò
il tormento di Otome. Erano passate 48 ore e Saisyu Mikiya lottava
ancora inerme, spossato da quell'affaticamento improvviso, che lo
privava della sua vigorosa forza. Le nuvole nel cielo ora si erano
tramutate in pioggia e non cessava di piovere.
Forse erano le lacrime
di Otome, quelle che non riusciva a versare?
"Cosa farò
se papà dovesse morire?" Si domandò la ragazza.
Aveva la fronte poggiata al vetro della finestra della sua stanza, e
Koukotou aveva sentito quella domanda. Sapeva che, quando Otome era in
preda ai pensieri, parlava ad alta voce con se stessa, più
che con il mondo. Si avvicinò a lei, prendendole la mano.
"Non
accadrà." Disse risoluto, con voce sicura.
Otome
spostò la testa dal vetro, guardando prima la sua mano
avvolta da quella di Koukotou, poi il ragazzo. In quel momento tutto
sembrava così assurdo, non sentiva nemmeno il calore che
cercava di trasmettergli Koukotou.
"Ma se dovesse
accadere? Io... Io non so nulla di come si gestisce un Impero e ancor
meno di come prendermi le responsabilità di certi obblighi."
Il suo viso divenne scuro dalla tristezza e quasi piangeva. Koukotou
non poteva sopportare quella vista.
"Tuo padre
è forte. E' la prima volta che accade una cosa simile ma ce
ne siamo accorti in tempo. Tuo padre sarà molto
più attivo di prima, vedrai..."
A quelle parole Otome
sorrise un pò. Quando voleva quel ragazzo sapeva essere
convincente.
"Promettimi una cosa,
allora." Disse la ragazza.
Koukotou
liberò dalla sua morsa la mano della giovane. Si mise di
fronte a lui e fece un profondo respiro.
"Se mio padre dovesse
passare a miglior vita voglio che tu sia con me. Non voglio gestire un
Impero da sola e tu sei l'unico che riesce a sostenermi."
Quella sembrava molto
più di una proposta di matrimonio. Il ragazzo non poteva che
esserne felice, ed onorato anche. Nella sua vita c'erano solo
incertezze e solo con Otome aveva trovato un porto sicuro.
"Ovunque tu andrai, io
ti seguirò. Anche se il nostro cammino dovesse essere
oscurato da nuvole nerissime."
Otome baciò
con trasporto il ragazzo, ora in parte rincuorata e si
riparò nelle sue forti braccia.
Quella notte sembrava
non passare mai.
Altre nuvole
più scure si accavallarono a quelle presenti. Un tuono
rombò nel cielo, e un fulmine cadde poco lontano. Otome
udì quel frastuono rimbombargli nel pettò.
Sospirò.
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